PETIZIONE
CON
ATTRIBUZIONE DI SINDACATO ISPETTIVO E DI CONTROLLO
E CONTESTUALE ISTANZA DI RISPOSTA SCRITTA POSTALE, O FAX, O E-MAIL
GIANGRANDE ANTONIO,
RICORRENTE,
nato
ad Avetrana (TA) il 02/06/63 ed ivi residente alla via Manzoni, 51, TEL./FAX
0999708396, CELL. 3289163996, E-Mail:
giangrande02@libero.it
– studiogiangrande@telematicaitalia.it
---------------
durante la propria attività forense, a tutela dei diritti dei soggetti più umili, ha presentato formali, fondati e circostanziati ricorsi amministrativi e provate denuncie penali presso le Autorità competenti contro gli abusi e le omissioni di Avvocati, Magistrati e Dirigenti Amministrativi, oltre che contro i reati della criminalità comune ed organizzata. Tale attività è stata supportata dalla contestuale rappresentatività associativa, rivestita prima in qualità di Presidente comunale di Alleanza Nazionale, poi di vice Presidente provinciale dell’Italia dei Valori, poi di Presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Praticanti ed Avvocati ed, infine, oggi, come Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, che conta numerosissimi iscritti.
SI E’ CONSTATATO CHE:
le Autorità Amministrative adite, sistematicamente e dolosamente, hanno insabbiato i procedimenti attivati, omettendo di comunicarne l’esito e omettendo di adottare i dovuti provvedimenti;
le Autorità Penali adite, sistematicamente e dolosamente, hanno insabbiato i procedimenti attivati, perché, pur richiesto, hanno omesso di comunicare la proroga delle indagini e hanno omesso di comunicare la richiesta di archiviazione per infondatezza del reato o per autore ignoto. In questo modo hanno impedito l’opposizione all’archiviazione. Inoltre, hanno omesso di perseguire, doverosamente, i responsabili dei reati, nonostante l’accusa fosse fondata e provata, tant’è che non hanno perseguito il denunciante per calunnia, né tantomeno lo hanno accusato di mitomania;
la Procura della Repubblica di Taranto, addirittura, si è archiviato un procedimento penale a suo carico, in cui la si vedeva autore di reato di sistematica omissione d’atti d’ufficio, adducendo, falsamente, che il reato è stato commesso da ignoti;
le Autorità adite, sistematicamente, per tacitare l’interrogante, hanno adottato altre forme ritorsive di sopraffazione, tra cui l’impedimento all’esercizio forense del medesimo, esercitato, secondo loro, in maniera non conforme ai canoni di interesse corporativo, di solidarietà e di omertà;
la criminalità comune ed organizzata, regolarmente, sicura della sua impunità, fa opera di intimidazione, fino ad aggredire in casa il sottoscritto e la sua famiglia.
SI CONSIDERA CHE:
1.
per insabbiamento amministrativo si intende, ex
L.241/90, l’omissione della comunicazione del responsabile e dell’esito
motivato del procedimento amministrativo attivato;
2.
per insabbiamento penale
si intende:
Ø
la dolosa opera di omissione
di denuncia, ex art.361 c.p., di un fatto penalmente rilevante, conosciuto
nell’esercizio del proprio ufficio amministrativo;
Ø
la dolosa omissione
dell’obbligatorietà dell’azione penale, ex artt.11, 50, 330 c.p.p., per
fondatezza del reato basato su prove mastodontiche, incontestabili e
inconfutabili;
Ø
il doloso impedimento alla
persona offesa dal reato ad ogni forma di informazione richiesta sul
procedimento penale, ex art.406 c.p.p., o doloso impedimento dell’opposizione
all’archiviazione del procedimento penale per dolosa omissione della
comunicazione richiesta, ex art.408 c.p.p..
SI
AFFERMA CHE:
sono stati inoltrati oltre 13.000
ricorsi
amministrativi e denuncie penali, regolarmente insabbiati, di cui 259
nel territorio dello scrivente.
APPURATO
CHE LOCALMENTE NON SI APPLICA LA LEGGE:
una denuncia penale, provata e circostanziata, basata sul dossier di abusi
ed omissioni di Magistrati, Avvocati e Dirigenti Amministrativi di Taranto e
Lecce, tra cui la costante lesione dei diritti di difesa dei non abbienti e dei
disabili, è stata inoltrata a 141 Procure della Repubblica e 21 Procure
Generali della Repubblica, escluse le Procure insulari;
una denuncia penale, provata e circostanziata, contro il concorso pubblico
truccato per l’abilitazione forense e l’evasione contributiva e fiscale
dell’avvocatura, è stata inoltrata a 141 Procure della Repubblica e 21
Procure Generali della Repubblica, escluse le Procure insulari;
una denuncia penale, provata e circostanziata, contro il doloso e
autotutelante insabbiamento dei ricorsi e delle denuncie penali presentati,
attuato da parte delle Autorità Amministrative territoriali e da parte della
Magistratura di Taranto, Lecce, Brindisi, Foggia, Bari e Potenza, per loro
omissioni ed abusi, è stata inoltrata a 141 Procure della Repubblica e 21
Procure Generali della Repubblica, escluse le Procure insulari;
vari ricorsi penali ed amministrativi sono stati presentati alle più
importanti Istituzioni Comunitarie e Nazionali, compresi i 945 parlamentari
nazionali e gli 87/76 Parlamentari europei.
SI
PRENDE ATTO CHE:
Si è arrivati a denunciare il sistema giudiziario, forense ed amministrativo per associazione mafiosa presso la DNA e la DIA centrale, di Roma, Milano, Lecce e Bari. Lettera morta.
Di tutto questo sono
stati dettagliatamente edotti ed interpellati, alcuni per molte volte, vari
soggetti, in base alle rispettive competenze istituzionali, funzionali,
deontologiche ed, ex artt.11 e 412
c.p.p., giurisdizionali.
SI
E’ VERIFICATO CHE
a differenza della
Magistratura del nord, che ha dato alcuni riscontri, la magistratura meridionale
non ha attivato l’obbligatoria azione penale, né ha perseguito il
sottoscritto per calunnia, né lo ha accusato di mitomania. Tutto questo
al fine di coprire i Magistrati, gli Avvocati, i Professori Universitari, i
Dirigenti Amministrativi e gli Imprenditori.
SI
E’ ACCLARATO CHE
a differenza dei
Parlamentari del nord, che hanno dato dovuto riscontro, i Senatori e i Deputati
locali, di destra e di sinistra, oltre che gli amministratori regionali e
provinciali, reiteratamente informati, colpevolmente hanno sottaciuto il
problema della malagiustizia ed omesso ogni atto di rimedio per non inimicarsi
Magistrati, Avvocati, Professori Universitari, Dirigenti Amministrativi e
Imprenditori.
SI
E’ APPURATO CHE
a differenza dei
media del nord, che hanno dato doveroso risalto, le redazioni giornalistiche
locali hanno sottaciuto i procedimenti penali a carico delle Autorità
Giudiziarie e Forensi, coprendo gli abusi e le omissioni a carico dei soggetti
più deboli.
SI
APPREZZA CHE
in data 10/04/03, solo il Senatore Eupreprio Curto, (AN), membro della
Commissione Antimafia e della Commissione Giustizia del Senato, ha presentato
una interrogazione parlamentare scritta al Presidente del Consiglio dei Ministri
ed al Ministro della Giustizia per gravi illegalità commesse negli Uffici
Giudiziari di Taranto, anche se tale atto è rimasto, regolarmente, lettera
morta.
SI
LAMENTA CHE
La Presidenza della Repubblica, il Consiglio Superiore della Magistratura,
il Consiglio Nazionale Forense, il Ministero della Giustizia, il Presidente
della Commissione Giustizia del Senato, ecc., ecc., si dichiarano incompetenti.
PREMESSO
TANTO E ACCERTATO CHE TUTTO E’ STATO VANAMENTE TENTATO
SI
CHIEDE ALLA SIGNORIA VOSTRA:
di intervenire per quanto di sua competenza, per le denuncie presentate
nel suo territorio, attivando l’azione penale ed amministrativa, altrimenti,
di indicare quale Autorità Nazionale o Comunitaria, escluse le Istituzioni già
interpellate, è competente ad intervenire sulle omissioni indicate, applicando
la legge e a perseguirne la sua violazione;
di interrogare o interpellare il Presidente del Consiglio e il Ministro
della Giustizia e il Ministro degli Interni chiedendogli se essi sono a
conoscenza della situazione in esame e, previa conoscenza e approfondimento del
rendiconto degli esposti presentati, se sono conformi agli obblighi di legge i
comportamenti ingiustificabili adottati dalle autorità adite e quali
provvedimenti intendano prendere al fine del ripristino della legalità senza
immunità e impunità e quale forma di risarcimento/indennizzo prevedano
elargire per il diritto leso.
In mancanza di riscontro alla presente, la cui risposta al cittadino
onesto vittima di ingiustizie è doverosa, necessaria e meritata,
senza faziosa e settaria solidarietà o fanatico antagonismo a
qualsivoglia lobby,
SI
DOMANDA ALLA SIGNORIA VOSTRA:
se è il caso di vergognarsi di essere italiano e meridionale;
se è il caso di vergognarsi delle Istituzioni che lo rappresentano;
se è il caso di convincersi che la legge non è uguale per tutti e che i
mafiosi non sono tutti uguali;
se è il caso di pensare che nessuna riforma legislativa può debellare il
malcostume imperante;
se è il caso di pensare che qualcuno si eleva, secondo potere divino, a
dispensare Giustizia secondo libero arbitrio ed interesse, se è provato che i
reati commessi da soggetti privati sono puniti, finanche i “vaffanculo”
senza prove, come sono puniti i non
abbienti, pur innocenti, a cui gli è stata impedita la difesa, mentre rimangono
sempre impuniti i reati di omissione e di abuso commessi dai Magistrati e quasi
sempre i reati commessi dagli Avvocati e dai Dirigenti Amministrativi.
Ai sensi della legge 241/90, si è in attesa di pronta risposta postale
scritta, fax o e-mail secondo scienza e coscienza, mentre l’indifferenza rende
collusi e incentiva la malagiustizia e la malamministrazione pubblica.
Si invia per e-mail,
su richiesta, il rendiconto degli esposti presentati, nel totale di oltre 13.000,
e il dossier Malagiustizia.
Per completezza
d’informazione si può accedere al sito dell’associazione.