Denuncio al mondo ed ai posteri con i miei libri tutte le illegalità tacitate ed impunite compiute dai poteri forti (tutte le mafie). Lo faccio con professionalità, senza pregiudizi od ideologie. Per non essere tacciato di mitomania, pazzia, calunnia, diffamazione, partigianeria, o di scrivere Fake News, riporto, in contraddittorio, la Cronaca e la faccio diventare storia. Quella Storia che nessun editore vuol pubblicare. Quelli editori che ormai nessuno più legge.
Gli editori ed i distributori censori si avvalgono dell'accusa di plagio, per cessare il rapporto. Plagio mai sollevato da alcuno in sede penale o civile, ma tanto basta per loro per censurarmi.
I miei contenuti non sono propalazioni o convinzioni personali. Mi avvalgo solo di fonti autorevoli e credibili, le quali sono doverosamente citate.
Io sono un sociologo storico: racconto la contemporaneità ad i posteri, senza censura od omertà, per uso di critica o di discussione, per ricerca e studio personale o a scopo culturale o didattico. A norma dell'art. 70, comma 1 della Legge sul diritto d'autore: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali."
L’autore ha il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo (art. 12 comma 2 Legge sul Diritto d’Autore). La legge stessa però fissa alcuni limiti al contenuto patrimoniale del diritto d’autore per esigenze di pubblica informazione, di libera discussione delle idee, di diffusione della cultura e di studio. Si tratta di limitazioni all’esercizio del diritto di autore, giustificate da un interesse generale che prevale sull’interesse personale dell’autore.
L'art. 10 della Convenzione di Unione di Berna (resa esecutiva con L. n. 399 del 1978) Atto di Parigi del 1971, ratificata o presa ad esempio dalla maggioranza degli ordinamenti internazionali, prevede il diritto di citazione con le seguenti regole: 1) Sono lecite le citazioni tratte da un'opera già resa lecitamente accessibile al pubblico, nonché le citazioni di articoli di giornali e riviste periodiche nella forma di rassegne di stampe, a condizione che dette citazioni siano fatte conformemente ai buoni usi e nella misura giustificata dallo scopo.
Ai sensi dell’art. 101 della legge 633/1941: La riproduzione di informazioni e notizie è lecita purché non sia effettuata con l’impiego di atti contrari agli usi onesti in materia giornalistica e purché se ne citi la fonte. Appare chiaro in quest'ipotesi che oltre alla violazione del diritto d'autore è apprezzabile un'ulteriore violazione e cioè quella della concorrenza (il cosiddetto parassitismo giornalistico). Quindi in questo caso non si fa concorrenza illecita al giornale e al testo ma anzi dà un valore aggiunto al brano originale inserito in un contesto più ampio di discussione e di critica.
Ed ancora: "La libertà ex art. 70 comma I, legge sul diritto di autore, di riassumere citare o anche riprodurre brani di opere, per scopi di critica, discussione o insegnamento è ammessa e si giustifica se l'opera di critica o didattica abbia finalità autonome e distinte da quelle dell'opera citata e perciò i frammenti riprodotti non creino neppure una potenziale concorrenza con i diritti di utilizzazione economica spettanti all'autore dell'opera parzialmente riprodotta" (Cassazione Civile 07/03/1997 nr. 2089).
Per questi motivi Dichiaro di essere l’esclusivo autore del libro in oggetto e di tutti i libri pubblicati sul mio portale e le opere citate ai sensi di legge contengono l’autore e la fonte. Ai sensi di legge non ho bisogno di autorizzazione alla pubblicazione essendo opere pubbliche.
Promuovo in video tutto il territorio nazionale ingiustamente maltrattato e censurato. Ascolto e Consiglio le vittime discriminate ed inascoltate. Ogni giorno da tutto il mondo sui miei siti istituzionali, sui miei blog d'informazione personali e sui miei canali video sono seguito ed apprezzato da centinaia di migliaia di navigatori web. Per quello che faccio, per quello che dico e per quello che scrivo i media mi censurano e le istituzioni mi perseguitano. Le letture e le visioni delle mie opere sono gratuite. Anche l'uso è gratuito, basta indicare la fonte. Nessuno mi sovvenziona per le spese che sostengo e mi impediscono di lavorare per potermi mantenere. Non vivo solo di aria: Sostienimi o mi faranno cessare e vinceranno loro.
Dr Antonio Giangrande
NOTA BENE
NESSUN EDITORE VUOL PUBBLICARE I MIEI LIBRI, COMPRESO AMAZON, LULU E STREETLIB
SOSTIENI UNA VOCE VERAMENTE LIBERA CHE DELLA CRONACA, IN CONTRADDITTORIO, FA STORIA
NOTA BENE PER IL DIRITTO D'AUTORE
NOTA LEGALE: USO LEGITTIMO DI MATERIALE ALTRUI PER IL CONTRADDITTORIO
LA SOMMA, CON CAUSALE SOSTEGNO, VA VERSATA CON:
accredito/bonifico al conto BancoPosta intestato a: ANTONIO GIANGRANDE, VIA MANZONI, 51, 74020 AVETRANA TA IBAN: IT15A0760115800000092096221 (CIN IT15A - ABI 07601 - CAB 15800 - c/c n. 000092096221)
versamento in bollettino postale sul c.c. n. 92096221. intestato a: ANTONIO GIANGRANDE, VIA MANZONI, 51, 74020 AVETRANA TA
SCEGLI IL LIBRO
PRESENTAZIONE SU GOOGLE LIBRI
presidente@controtuttelemafie.it
Via Piave, 127, 74020 Avetrana (Ta)3289163996 0999708396
INCHIESTE VIDEO YOUTUBE: CONTROTUTTELEMAFIE - MALAGIUSTIZIA - TELEWEBITALIA
FACEBOOK: (personale) ANTONIO GIANGRANDE
(gruppi) ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE - TELE WEB ITALIA -
ABOLIZIONE DEI CONCORSI TRUCCATI E LIBERALIZZAZIONE DELLE PROFESSIONI
(pagine) GIANGRANDE LIBRI
WEB TV: TELE WEB ITALIA
NEWS: RASSEGNA STAMPA - CONTROVOCE - NOTIZIE VERE DAL POPOLO - NOTIZIE SENZA CENSURA
ANNO 2023
L’ACCOGLIENZA
SECONDA PARTE
L’ATTACCO
VENTUNESIMO MESE
DI ANTONIO GIANGRANDE
L’APOTEOSI
DI UN POPOLO DIFETTATO
Questo saggio è un aggiornamento temporale, pluritematico e pluriterritoriale, riferito al 2023, consequenziale a quello del 2022. Gli argomenti ed i territori trattati nei saggi periodici sono completati ed approfonditi in centinaia di saggi analitici specificatamente dedicati e già pubblicati negli stessi canali in forma Book o E-book, con raccolta di materiale riferito al periodo antecedente. Opere oggetto di studio e fonti propedeutiche a tesi di laurea ed inchieste giornalistiche.
Si troveranno delle recensioni deliranti e degradanti di queste opere. Il mio intento non è soggiogare l'assenso parlando del nulla, ma dimostrare che siamo un popolo difettato. In questo modo è ovvio che l'offeso si ribelli con la denigrazione del palesato.
IL GOVERNO
UNA BALLATA PER L’ITALIA (di Antonio Giangrande). L’ITALIA CHE SIAMO.
UNA BALLATA PER AVETRANA (di Antonio Giangrande). L’AVETRANA CHE SIAMO.
PRESENTAZIONE DELL’AUTORE.
LA SOLITA INVASIONE BARBARICA SABAUDA.
LA SOLITA ITALIOPOLI.
SOLITA LADRONIA.
SOLITO GOVERNOPOLI. MALGOVERNO ESEMPIO DI MORALITA’.
SOLITA APPALTOPOLI.
SOLITA CONCORSOPOLI ED ESAMOPOLI. I CONCORSI ED ESAMI DI STATO TRUCCATI.
ESAME DI AVVOCATO. LOBBY FORENSE, ABILITAZIONE TRUCCATA.
SOLITO SPRECOPOLI.
SOLITA SPECULOPOLI. L’ITALIA DELLE SPECULAZIONI.
L’AMMINISTRAZIONE
SOLITO DISSERVIZIOPOLI. LA DITTATURA DEI BUROCRATI.
SOLITA UGUAGLIANZIOPOLI.
IL COGLIONAVIRUS.
SANITA’: ROBA NOSTRA. UN’INCHIESTA DA NON FARE. I MARCUCCI.
L’ACCOGLIENZA
SOLITA ITALIA RAZZISTA.
SOLITI PROFUGHI E FOIBE.
SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI.
GLI STATISTI
IL SOLITO AFFAIRE ALDO MORO.
IL SOLITO GIULIO ANDREOTTI. IL DIVO RE.
SOLITA TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE.
SOLITO BERLUSCONI. L'ITALIANO PER ANTONOMASIA.
IL SOLITO COMUNISTA BENITO MUSSOLINI.
I PARTITI
SOLITI 5 STELLE… CADENTI.
SOLITA LEGOPOLI. LA LEGA DA LEGARE.
SOLITI COMUNISTI. CHI LI CONOSCE LI EVITA.
IL SOLITO AMICO TERRORISTA.
1968 TRAGICA ILLUSIONE IDEOLOGICA.
LA GIUSTIZIA
SOLITO STEFANO CUCCHI & COMPANY.
LA SOLITA SARAH SCAZZI. IL DELITTO DI AVETRANA.
LA SOLITA YARA GAMBIRASIO. IL DELITTO DI BREMBATE.
SOLITO DELITTO DI PERUGIA.
SOLITA ABUSOPOLI.
SOLITA MALAGIUSTIZIOPOLI.
SOLITA GIUSTIZIOPOLI.
SOLITA MANETTOPOLI.
SOLITA IMPUNITOPOLI. L’ITALIA DELL’IMPUNITA’.
I SOLITI MISTERI ITALIANI.
BOLOGNA: UNA STRAGE PARTIGIANA.
LA MAFIOSITA’
SOLITA MAFIOPOLI.
SOLITE MAFIE IN ITALIA.
SOLITA MAFIA DELL’ANTIMAFIA.
SOLITO RIINA. LA COLPA DEI PADRI RICADE SUI FIGLI.
SOLITO CAPORALATO. IPOCRISIA E SPECULAZIONE.
LA SOLITA USUROPOLI E FALLIMENTOPOLI.
SOLITA CASTOPOLI.
LA SOLITA MASSONERIOPOLI.
CONTRO TUTTE LE MAFIE.
LA CULTURA ED I MEDIA
LA SCIENZA E’ UN’OPINIONE.
SOLITO CONTROLLO E MANIPOLAZIONE MENTALE.
SOLITA SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI.
SOLITA CULTUROPOLI. DISCULTURA ED OSCURANTISMO.
SOLITO MEDIOPOLI. CENSURA, DISINFORMAZIONE, OMERTA'.
LO SPETTACOLO E LO SPORT
SOLITO SPETTACOLOPOLI.
SOLITO SANREMO.
SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO.
LA SOCIETA’
AUSPICI, RICORDI ED ANNIVERSARI.
I MORTI FAMOSI.
ELISABETTA E LA CORTE DEGLI SCANDALI.
MEGLIO UN GIORNO DA LEONI O CENTO DA AGNELLI?
L’AMBIENTE
LA SOLITA AGROFRODOPOLI.
SOLITO ANIMALOPOLI.
IL SOLITO TERREMOTO E…
IL SOLITO AMBIENTOPOLI.
IL TERRITORIO
SOLITO TRENTINO ALTO ADIGE.
SOLITO FRIULI VENEZIA GIULIA.
SOLITA VENEZIA ED IL VENETO.
SOLITA MILANO E LA LOMBARDIA.
SOLITO TORINO ED IL PIEMONTE E LA VAL D’AOSTA.
SOLITA GENOVA E LA LIGURIA.
SOLITA BOLOGNA, PARMA ED EMILIA ROMAGNA.
SOLITA FIRENZE E LA TOSCANA.
SOLITA SIENA.
SOLITA SARDEGNA.
SOLITE MARCHE.
SOLITA PERUGIA E L’UMBRIA.
SOLITA ROMA ED IL LAZIO.
SOLITO ABRUZZO.
SOLITO MOLISE.
SOLITA NAPOLI E LA CAMPANIA.
SOLITA BARI.
SOLITA FOGGIA.
SOLITA TARANTO.
SOLITA BRINDISI.
SOLITA LECCE.
SOLITA POTENZA E LA BASILICATA.
SOLITA REGGIO E LA CALABRIA.
SOLITA PALERMO, MESSINA E LA SICILIA.
LE RELIGIONI
SOLITO GESU’ CONTRO MAOMETTO.
FEMMINE E LGBTI
SOLITO CHI COMANDA IL MONDO: FEMMINE E LGBTI.
L’ACCOGLIENZA
INDICE PRIMA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
GLI EUROPEI
Confini e Frontiere.
Quei razzisti come gli italiani.
Quei razzisti come i serbi.
Quei razzisti come i greci.
Quei razzisti come gli austriaci.
Quei razzisti come i croati.
Quei razzisti come i kosovari.
Quei razzisti come i rumeni.
Quei razzisti come i portoghesi.
Quei razzisti come gli spagnoli.
Quei razzisti come i francesi.
Quei razzisti come gli svizzeri.
Quei razzisti come i tedeschi.
Quei razzisti come i polacchi.
Quei razzisti come i slovacchi.
Quei razzisti come i belgi.
Quei razzisti come gli olandesi.
Quei razzisti come i danesi.
Quei razzisti come i finlandesi.
Quei razzisti come gli svedesi.
Quei razzisti come i norvegesi.
Quei razzisti come gli inglesi.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
GLI AFRO-ASIATICI
Quei razzisti come i nigerini.
Quei razzisti come i zambiani.
Quei razzisti come i zimbabwesi.
Quei razzisti come i ghanesi.
Quei razzisti come i sudanesi.
Quei razzisti come i gabonesi.
Quei razzisti come i ciadiani.
Quei razzisti come i marocchini.
Quei razzisti come i tunisini.
Quei razzisti come gli egiziani.
Quei razzisti come i siriani.
Quei razzisti come i libanesi.
Quei razzisti come i giordani.
Quei razzisti come i turchi.
Quei razzisti come gli iracheni.
Quei razzisti come gli iraniani.
Quei razzisti come gli arabi sauditi.
Quei razzisti come i qatarioti.
Quei razzisti come gli yemeniti.
Quei razzisti come i somali.
Quei razzisti come gli afghani.
Quei razzisti come i pakistani.
Quei razzisti come gli indiani.
Quei razzisti come i thailandesi.
Quei razzisti come gli indonesiani.
Quei razzisti come i birmani.
Quei razzisti come i bielorussi.
Quei razzisti come i russi.
Quei razzisti come gli azeri – azerbaigiani.
Quei razzisti come i kazaki.
Quei razzisti come i nord coreani.
Quei razzisti come i cinesi.
Quei razzisti come i giapponesi.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
GLI OCEAN-AMERICANI
Quei razzisti come gli statunitensi.
Quei razzisti come i salvadoregni.
Quei razzisti come gli ecuadoregni.
Quei razzisti come i messicani.
Quei razzisti come i cubani.
Quei razzisti come i colombiani.
Quei razzisti come i brasiliani.
Quei razzisti come i boliviani.
Quei razzisti come i peruviani.
Quei razzisti come i cileni.
Quei razzisti come gli argentini.
Quei razzisti come i canadesi.
Quei razzisti come gli australiani.
Quei razzisti come i neozelandesi.
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
L’Altra Guerra.
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. UNDICESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. DODICESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. TREDICESIMO MESE. UN ANNO DI AGGRESSIONE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. QUATTORDICESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. QUINDICESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. SEDICESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. DICIASSETTESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. DICIOTTESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. DICIANNOVESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. VENTESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. VENTUNESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. VENTIDUESIMO MESE
INDICE TERZA PARTE
SOLITI PROFUGHI E FOIBE. (Ho scritto un saggio dedicato)
Il Giorno del Ricordo.
SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI. (Ho scritto un saggio dedicato)
I Migranti.
I Rimpatri.
Gli affari dei Buonisti.
Quelli che…porti aperti.
Quelli che…porti chiusi.
Cosa succede in Libia.
Cosa succede in Africa.
Gli ostaggi liberati a spese nostre.
Il Caso dei Marò & C.
ANNO 2023
L’ACCOGLIENZA
SECONDA PARTE
L’ATTACCO
VENTUNESIMO MESE
DI ANTONIO GIANGRANDE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. VENTUNESIMO MESE
Guerra Ucraina - Russia, le news del 24 ottobre.
Le notizie di martedì 24 ottobre sulla guerra in Ucraina. Giusi Fasano, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera martedì 24 ottobre 2023.
• Washington Post: «007 ucraini dietro gli omicidi di Dugina e Tatarsky».
• Nelle case di Mykolaiv, dove dai rubinetti esce acqua salata per colpa delle bombe di Putin: il reportage.
• Kiev: «In 12 mesi 700 tra droni e missili russi sulla capitale».
• Zelensky ha partecipato in remoto alla riunione dei Commissari Ue: «Abbiamo lavorato per entrare».
Ore 00:17 - Kiev, «i russi iniziano a reclutare le donne per la guerra»
«Il ministero della Difesa russo ha iniziato a reclutare donne per partecipare alla guerra in Ucraina nelle squadre di cecchini e operatori di droni». Lo scrive il media ucraino Ukrianska Pravda, precisando che «secondo il social network russo VKontakte la compagnia militare privata Redut controllata dal ministero della Difesa della Federazione Russa ha annunciato il reclutamento di donne per le specialità di combattimento nel battaglione dei volontari Borz da inviare in guerra in Ucraina». Il media ucraino aggiunge che «ai potenziali mercenari viene offerto un contratto di sei mesi con uno stipendio di 220.000 rubli. Se le candidate non hanno le competenze per maneggiare le armi, viene loro promesso che verranno addestrate a Donetsk temporaneamente occupata».
Ore 06:28 - Stato maggiore, nella notte respinto attacco sei droni Shahed russi
Le Forze armate ucraine hanno distrutto tutti i droni kamikaze nemici che la Russia ha lanciato nella notte per attaccare il territorio dell'Ucraina. Lo riferisce lo Stato maggiore delle Forze armate dell'Ucraina sul suo profilo Facebook. «Stanotte gli occupanti russi hanno lanciato un altro attacco aereo contro l'Ucraina, utilizzando sei droni di tipo Shahed-136/131. Tutti i droni sono stati distrutti dalla difesa antiaerea», ha detto in una nota lo Stato maggiore delle forze armate ucraine. Secondo quanto riferito in precedenza, le forze di difesa aerea ucraine sono entrate in funzione nella regione di Cherkasy e alcuni media locali hanno riferito di esplosioni vicino a Vinnytsia. Anche nelle regioni orientali e meridionali nella notte è stato annunciato più volte nella notte un allarme aereo per la minaccia di attacchi missilistici.
Ore 08:55 - Kiev: evacuare i bambini dal Kherson
Da ventitrè insediamenti della zona di Kherson saranno evacuati tutti i bambini. Sono 802. Lo hanno disposto le autorità ucraine (ministero per la Reintegrazione, cioè la reintegrazione dei territori occupati dalla Russia) per la sicurezza dei più piccoli.
Ore 09:23 - I leoni di uno zoo del Donetsk saranno messi in salvo in Regno Unito
Aysa, la leonessa salvata da uno zoo nell’Ucraina orientale, potrebbe trovare una nuova casa nel Regno Unito insieme ai suoi cuccioli. Così la Bbc. Aysa, che era incinta quando fu abbandonata in uno zoo nell’oblast di Donetsk, in seguito diede alla luce cuccioli di nome Teddi, Emi e Babbo Natale in un’altra struttura in Ucraina. A metà giugno, Aysa e i suoi tre cuccioli insieme a un altro leone hanno attraversato il confine tra Ucraina e Polonia dopo aver viaggiato per quasi 20 ore. L’evacuazione dei felini è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra il Fondo internazionale per il benessere degli animali, Wild Animal Rescue, UAnimals e lo zoo di Poznań. Ora lo Yorkshire Wildlife Park, con sede nel Regno Unito, sta cercando attivamente le autorizzazioni necessarie per trasferire i leoni nel Regno Unito, con l’obiettivo che questo trasferimento avvenga prima di Natale. Attualmente i leoni sono allo zoo di Poznan in Polonia. Favoletta di Natale.
Ore 10:24 - Media russi: l’Armata recluta anche le donne
La Russia avrebbe iniziato a reclutare donne da mandare nella guerra in Ucraina. Lo rivela il portale Important Stories (istories), che si definisce una delle poche fonti di giornalismo investigativo independente in Russia, secondo cui verrebbero reclutate donne cecchino e operatrici dei droni per un’unità mercenaria sotto il comando del ministero della Difesa. Nell’articolo si sostiene che alle donne viene offerto un contratto di sei mesi con un salario mensile di 220mila rubli, circa 2.300 euro, con un bonus nel caso di ferimento sul campo: tra uno e 3 milioni di rubli. In caso di morte, per gli eredi, di 5 milioni. La pubblicità del reclutamento è apparsa sul social media russo Vkontakte. Uno dei reclutatori ha raccontato a istories che si cercano donne già addestrate all’uso delle armi, mentre quelle che non lo sono faranno un addestramento di un mese.
Ore 11:20 - Zelensky alla Commissione Ue: «Noi presto in Europa». Von der Leyen: «Sostegno»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha preso parte da remoto alla riunione del Collegio dei commissari Ue. «Grazie, presidente, per essere intervenuto alla riunione del nostro Collegio. Resteremo al fianco dell’Ucraina. Abbiamo appena erogato 1,5 miliardi di aiuti di euro, portando il nostro sostegno finora a quasi 83 miliardi di euro. Continuiamo a lavorare sull’adesione e sulla ricostruzione», ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. «La nostra Europa è in un momento speciale», ha scritto da canto suo Zelensky . «Per decenni è stata divisa in due territori: uno dove i nostri valori comuni sono tutelati dalle istituzioni europee, e un altro dove non lo sono. Ora, finalmente, siamo a pochi passi geopolitici dall’eliminazione di questa divisione».
Zelensky ha parlato dell’adeguamento politico del Paese ai requisiti per avviare i negoziati di adesione. «L’Ucraina ha attuato le 7 raccomandazioni della Commissione il più rapidamente possibile per aprire i colloqui di adesione quest’anno. Abbiamo fatto molto. Più di quanto ci si possa aspettare da un Paese in guerra. Ma l’Ucraina non sta cercando sconti politici». Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervenendo eccezionalmente in video al collegio dei commissari. L’intervento è stato in gran parte concentrato sul dossier allargamento. «La priorità assoluta per l’Ucraina: è essere pronti per i negoziati di adesione dell’Ucraina all’Ue quest’anno. E spero che lo stesso possa dirsi per l’Unione europea».
Ore 13:09 - Kiev: la flotta russa starebbe abbandonando il Mar Nero
«La Marina russa non è più in grado di operare nel Mar Nero occidentale e sta gradualmente abbandonando la Crimea, non hanno più alcun rifugio sicuro. È un risultato storico», ha dichiarato il presidente Volodymyr Zelensky al secondo vertice della Piattaforma Crimea. «Recentemente, il leader russo è stato costretto ad annunciare la creazione di una nuova base della flotta del Mar Nero nel territorio occupato della Georgia. Cioè, nella parte sud-orientale del mare, il più lontano possibile dai missili ucraini e dai droni navali. Ma li faremo arrivare ovunque», ha osservato il presidente.
Ore 15:00 - Mosca: Cia e MI6 coinvolti in attacco con droni a ponte di Crimea
Un funzionario russo in Crimea ha affermato che la Cia, l'Mi6 e il servizio di sicurezza ucraino (Sbu) hanno collaborato per attaccare il ponte di Crimea con droni navali lo scorso luglio. Secondo Vladimir Konstantinov, l'attacco ha coinvolto direttamente le agenzie di intelligence del Regno Unito e degli Stati Uniti, sostenendo che l'Ucraina non avrebbe potuto effettuare l'attacco da sola. La Sbu si è presa la responsabilità dell'attacco, affermando che i droni marini sperimentali «Sea Baby» erano stati utilizzati per danneggiare il ponte. Konstantinov ha citato come prova l'articolo del 23 ottobre del Wall Street Journal, che affermava che l'attacco al ponte di Crimea ha utilizzato «droni navali sviluppati come parte di un'operazione top secret che coinvolge la Cia e altri servizi di intelligence occidentali».
Ore 15:14 - Kiev: distruggeremo il ponte di Crimea quando sarà il momento
«Il ponte costruito illegalmente dai russi sullo stretto di Kerch nella Crimea occupata verrà sicuramente distrutto. Accadrà quando la situazione lo richiederà», lo ha dichiarato il portavoce delle forze navali ucraine Dmytro Pletenchuk in un'intervista a Ukrinform, sottolineando che l'Ucraina non soffre di simbolismo, a differenza dei russi, e «questo aiuta molto quando si combatte con risorse limitate». «Sì, se gli occupanti hanno il compito di `portare´ qualcosa da qualche parte nel giorno del compleanno di Vladimir Putin, gli ucraini non hanno una cosa del genere», ha ironizzato Pletenchuk. «Pertanto, ovviamente, questo ponte sarà distrutto, ma lo sarà quando la situazione lo richiederà. Non ha senso distruggere il ponte per risollevare l'umore. Quando sarà necessario tagliare le code logistiche della Crimea sarà sicuramente fatto. Dobbiamo quindi aspettare il momento giusto», ha detto il portavoce.
Ore 15:24 - Report Commissione su allargamento e Ucraina previsto l'8/11
Il report della Commissione sull'allargamento, che include la valutazione del percorso fatto finora per l'apertura dei negoziati da parte di Ucraina e Moldova, è previsto sul tavolo del Collegio dei commissari il prossimo 8 novembre. È quanto si evince dall'agenda provvisoria dell'esecutivo europeo, che comunque è suscettibile di cambiamenti. La conferma ufficiale dell'agenda della riunione del Collegio si ha infatti solo all'inizio della settimana in cui è calendarizzata la riunione.
Ore 15:26 - Punto militare - Dal fronte di Avdiivka al Dnipro: cosa succede?
(di andrea Marinelli e Guido Olimpio) È una fase di combattimenti durissimi, quasi trascurati dai media ora concentrati sul conflitto in Medio Oriente.
Fronte di Avdiivka (est). L’esercito russo porta avanti attacchi continui, con l’impiego di altri reparti: ci sono unità scelte e gruppi d’assalto composti da ex detenuti. La manovra sarebbe, nelle intenzioni del Cremlino, un modo per contenere la controffensiva ucraina sul fronte sud: le perdite, tuttavia, sarebbero ingenti. Prosegue il duello di artiglierie: quella degli invasori punta sulla quantità, più precisa la risposta ucraina. Le forze di Kiev tengono, ma confermano difficoltà aggravatesi nelle ultime ore. Oltre ad Avdiivka, che i russi stanno provando ad accerchiare, la pressione è pesante in vari settori del fronte orientale: nel mirino ci sono anche Kupiansk (importante snodo ferroviario) e Lyman, su cui l’Armata ha concentrato molte risorse, ma anche Bakhmut e Mariinka.
Fronte del Dnipro (sud). Mosca cerca di neutralizzare la presenza del nemico sulla riva orientale del fiume, quella sinistra, ma le notizie contrastanti. I soldati di Zelensky avrebbero conquistato e mantenuto — per la prima volta — una posizione nel territorio occupato dai russi, che rispondono martellando con l’artiglieria l’altra sponda, quella in mano alla resistenza.
Ore 15:33 - Mosca: «Intercettati due bombardieri Usa sul Baltico»
Un caccia russo Su-27 ha intercettato due bombardieri strategici B-1B americani sul mar Baltico. Lo ha reso noto il ministero della Difesa russo, riporta la Tass.
Ore 15:39 - Morto improvvisamente il capo di Lukoil, aveva 66 anni
Vladimir Nekrasov, 66 anni, presidente di Lukoil, il secondo gruppo petrolifero russo, è morto improvvisamente a 66 anni per un infarto. Nato nel 1957, Nekrasov aveva lavorato nell'industria del petrolio e del gas per quasi 50 anni. «È con profondo rammarico che annunciamo la morte improvvisa del presidente del consiglio di amministrazione di Pjsc Lukoil, Vladimir Ivanovich Nekrasov — scrive il gruppo russo in una nota —. Secondo la conclusione preliminare dei medici, la morte è avvenuta a causa di un'insufficienza cardiaca acuta». Lukoil, contattato dall'agenzia Reuters, non ha voluto commentare la notizia del decesso.
Un altro top manager, Ravil Maganov, vice presidente di Lukoil, è morto nel settembre del 2022 cadendo da una finestra di un ospedale di Mosca. Sono diversi gli uomini di affari russi del settore energetico che sono deceduti in circostanze sospette da quando è iniziato il conflitto in Ucraina (febbraio 2022).
Ore 16:07 - Telefonata Putin - Erdogan
Il presidente russo ha avuto un colloquio telefonico con il presidente turco sulla situazione in Medio Oriente. Lo riporta la Tass.
Ore 17:09 - Zelensky: «Presto in Ue, è la priorità assoluta dell'Ucraina»
(di Giusi Fasano, inviata a Kiev) «Questa è una priorità assoluta per l’Ucraina». Il presidente Volodymyr Zelensky ricorda al mondo che il suo Paese è pronto «per la decisione politica di avviare i negoziati di adesione all’Ue quest’anno. E spero che lo stesso si possa dire per l’Unione europea. Abbiamo gettato solide basi per questo». Il prossimo 8 novembre è previsto a Bruxelles il report della Commissione sull’allargamento Ue, che include la valutazione del percorso fatto finora per l’apertura dei negoziati da parte di Ucraina e Moldova. L’agenda è ancora provvisoria, quindi la data è da confermare, ma Zelensky non si lascia scappare l’occasione per tornare sull’argomento. «Quest’anno l’Ucraina ha attuato le 7 raccomandazioni della Commissione il più rapidamente possibile per avviare i negoziati di adesione. Abbiamo fatto molto. Più di quanto ci si potesse aspettare da un Paese in guerra. Ma l’Ucraina non cerca sconti politici; stiamo dimostrando il ritmo necessario», ha scritto su X.
Il presidente ucraino entra nei passaggi specifici. soprattutto dei primi tre punti, i più importanti. «In primo luogo — spiega — la riforma della giustizia costituzionale. Abbiamo avviato la selezione dei giudici della Corte Costituzionale in linea con le conclusioni della Commissione di Venezia. I candidati saranno valutati da un gruppo di esperti, tre dei quali sono stati proposti dai nostri partner per garantire trasparenza ed equità. Il secondo passo che abbiamo compiuto è la riforma del Consiglio superiore della giustizia e della Commissione di alta qualificazione dei giudici. Il riavvio di questi organi chiave ha avviato il processo di rinnovamento dell’intero sistema giudiziario in Ucraina». E ancora: «Il terzo passo è il lavoro anticorruzione. Abbiamo ripristinato le dichiarazioni elettroniche dei beni per i funzionari e la loro verifica durante la legge marziale. Devono essere pubblici. Abbiamo approvato il programma statale anticorruzione. E stiamo rafforzando l’architettura anticorruzione esistente».
Ore 17:40 - Lukoil, la big oil contro la guerra e la morte «improvvisa» del presidente Nekrasov (è il terzo in 18 mesi)
(di Paolo Ligammari) Vladimir Nekrasov, presidente di Lukoil, il secondo gruppo produttore di petrolio in Russia, è morto improvvisamente all’età di 66 anni dopo aver sofferto di un’«insufficienza cardiaca acuta», come ha riportato la stessa società. In una nota di Lukoil si afferma che Nekrasov ha lavorato per quasi 50 anni nel settore del petrolio e del gas ed era stato «primo vicepresidente» di Lukoil e «consigliere del presidente della società». Lukoil è una delle poche società russe ad aver criticato apertamente la guerra in Ucraina: contattata dall’agenzia finanziaria britannica Reuters, la compagnia ha declinato l’invito a fornire ulteriori commenti sulla morte di Nekrasov.
Ore 18:12 - «Le immagini satellitari mostrano le gravi perdite russe ad Avdiivka»
Le immagini satellitari di Avdiivka, città del Donetsk verso la quale i russi stanno conducendo una feroce offensiva, mostrano le gravi perdite militari di Mosca. Lo riporta Newsweek con riferimento alle istantanee pubblicate da Maxar Technologies e Planet Lab. Domenica scorsa Kiev ha dichiarato che la Russia ha perso più di 6.000 soldati in una settimana di combattimenti intorno alla città, oltre a più di 400 veicoli blindati e carri armati.
Ore 18:28 - Kiev accusa Elon Musk: «Vuole che ci arrendiamo al genocidio russo»
Nuovo scontro fra Kiev e Elon Musk. Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha risposto con durezza al miliardario americano che, in una discussione sul social X, ha esortato Washington a «ripristinare normali relazioni con la Russia» e proposto un cessate il fuoco che lascerebbe a Mosca le zone ora occupate in Ucraina. «Musk crede che la resa dell'Ucraina al coltello dei mandanti del genocidio russo ci porterà alla fine della guerra e a una "pace eterna", ha scritto Podolyak sui social. «È un errore catastrofico. Il rifiuto di sostenere l'Ucraina non metterebbe fine alla guerra, ma porterebbe ad un'inevitabile aumento di conflitti nel mondo, la fine dell'era del diritto internazionale, il collasso dell'economia internazionale e il trionfo delle forze del male», ha aggiunto.
Ore 19:30 - Lettonia: «L'Ucraina e la Moldavia rafforzeranno l'Ue»
«La priorità della Lettonia è una Unione europea e geo-strategicamente forte, che includa anche l'Ucraina e la Moldavia. Per la Lettonia è importante che una decisione sull'apertura dei negoziati di adesione sia presa già a dicembre». Lo ha affermato il ministro degli Esteri della Lettonia, Krisjanis Karins, al termine del Consiglio Affari generali dell'Unione europea, tenutosi oggi in Lussemburgo. Proprio oggi, il governo del Paese baltico ha approvato lo stanziamento di 50.000 euro in favore della Moldavia per promuoverne la resilienza energetica, rispondendo in tal modo alla crisi energetica causata dall'aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina.
Ore 19:48 - Zelensky: «Il popolo della Crimea sa che la presenza russa finirà»
Nel suo discorso serale, pubblicato su Telegram, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto «a tutto il nostro popolo in Crimea, a Sebastopoli, in tutte le aree occupate del sud e dell'est del nostro Stato, nelle aree attualmente occupate» sostenendo che tutti loro sentono «che la presenza russa sul nostro territorio non è permanente». «L'Ucraina reclamerà il suo territorio e il suo popolo - ha aggiunto Zelensky -, non lasceremo nessuno agli occupanti».
Ore 20:43 - Kiev annuncia la joint-venture con con l'azienda di armi Rheinmetall: riparazione di armi occidentali e nuova produzione
L'Ucraina ha avviato una joint venture per la difesa con il produttore di armi tedesco Rheinmetall che consentirà la manutenzione e la riparazione delle armi occidentali inviate per aiutare Kiev contro l'invasione su larga scala della Russia. Lo ha annunciato il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, in occasione di un forum d'affari tedesco-ucraino a Berlino, come riporta il Guardian. La joint venture contribuirà anche alla produzione locale in Ucraina di alcune attrezzature chiave targate Rheinmetall.
Ore 20:44 - Lettonia: «Alla Russia dobbiamo mostrare determinazione»
«Le atrocità della Russia non hanno spezzato il coraggio dei difensori ucraini. Anche noi non dobbiamo manifestare dubbi di fronte all'aggressione russa. I nostri dubbi sono interpretati dalla Russia come un'opportunità che con minacce e atrocità, prima o poi il nostro coraggio, la nostra determinazione verranno spezzati». Lo ha detto la presidente del Parlamento della Lettonia (Saeima), Daiga Mierina, intervenendo al vertice della Piattaforma di Crimea, svoltosi oggi a Praga. Mierina ha sottolineato che l'Europa e la Nato possono dimostrare concretamente il loro sostegno all'Ucraina rendendo chiaro e concreto il percorso di adesione del Paese alle loro strutture. «Dobbiamo continuare a far luce sull'occupazione illegale della Crimea da parte della Russia», ha invitato ancora la politica lettone, «dobbiamo continuare a far luce sulle numerose e sistematiche violazioni dei diritti umani, le deportazioni, i cambiamenti forzati nella struttura demografica della penisola, la repressione dei tatari di Crimea e la militarizzazione della penisola».
Ore 21:25 - Ucraina: due morti nel bombardamento russo di Kharkiv
Le forze russe hanno lanciato un attacco di artiglieria sul villaggio di Podoly, nel distretto di Kupiansk, nell'oblast di Kharkiv, uccidendo due civili. Lo ha riferito il governatore Oleh Syniehubov. Le vittime sono due uomini di 57 e 50 anni, ha precisato il governatore, aggiungendo che l'attacco ha danneggiato anche un edificio e due auto.
Ore 22:05 - La sorella di Evan Gershkovich chiede a Biden di concentrarsi sulla liberazione del giornalista del Wall Street Journal
Ore 21:26 - Mosca: «La decisione della Moldavia di bloccare i media russi è un atto ostile»
Mosca considera il blocco dei portali in lingua russa in Moldavia un atto ostile. Lo ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova, aggiungendo che «questo passo apertamente ostile nei confronti della Russia è diventato un'altra manifestazione dello sconsiderato corso antirusso di Chisinau». Secondo la Zakharova, a medio termine la Moldova vuole ottenere lo escludere i contenuti e i media in lingua russa dallo spazio informativo del paese. Allo stesso tempo, l'obiettivo più ampio di Chisinau è quello di sradicare ogni manifestazione di dissenso verso il governo. La decisione di bloccare 22 portali, infatti, è stata presa meno di due settimane prima delle elezioni generali in Moldavia.
Ore 00:05 - Zelensky ringrazia il ministro della Difesa danese per gli aiuti
«Ho ricevuto il Ministro della Difesa danese Troels Lund Poulsen. L'Ucraina apprezza molto il sostegno danese, che è stato forte fin dai primi giorni della guerra su larga scala, inclusi 12 pacchetti di aiuti militari. Abbiamo discusso ulteriori passi per rafforzare le nostre capacità aeree e la difesa aerea». Lo scrive il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.
Ucraina-Russia, le notizie di mercoledì 25 ottobre. Redazione Online su Il Corriere della Sera mercoledì 25 ottobre 2023.
Le Esercitazioni delle forze di deterrenza strategica russe con un sottomarino nucleare sotto la supervisione di Putin
• Washington Post: «007 ucraini dietro gli omicidi di Dugina e Tatarsky».
• Nelle case di Mykolaiv, dove dai rubinetti esce acqua salata per colpa delle bombe di Putin: il reportage.
• Kiev: «In 12 mesi 700 tra droni e missili russi sulla capitale».
• Zelensky ha partecipato in remoto alla riunione dei Commissari Ue: «Abbiamo lavorato per entrare».
Ore 01:18 - Zelensky: il popolo della Crimea sa che la presenza russa finirà
Nel suo discorso serale pubblicato su Telegram, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto «a tutto il nostro popolo in Crimea, a Sebastopoli, in tutte le aree occupate del sud e dell’est del nostro Stato, nelle aree attualmente occupate» sostenendo che tutti loro sentono «che la presenza russa sul nostro territorio non è permanente. L’Ucraina reclamerà il suo territorio e il suo popolo, non lasceremo nessuno agli occupanti».
Ore 01:25 - Funzionario di Kiev: «Le forze russe bombardano Avdiivka»
Le forze russe hanno bombardato la città ucraina di Avdiivka. «Il nemico ha sganciato circa 40 bombe aeree guidate in due notti. Ma il numero di assalti di terra è stato ridotto, la metà di quello che era ieri e il giorno prima», ha dichiarato alla televisione nazionale Oleksandr Shtupun, portavoce del gruppo di forze meridionali dell’Ucraina: «Non sorprende, visto che negli ultimi cinque giorni il nemico ha perso circa 2.400 tra morti e feriti nella regione di Donetsk». La maggior parte di queste perdite, ha detto Shtupun, è avvenuta nei pressi di Avdiivka e della vicina città di Maryinka, a lungo contesa.
Vitaliy Barabash, capo dell’amministrazione militare di Avdiivka, ha dichiarato che la città sta subendo attacchi aerei e di artiglieria incessanti: «Il nemico sta cercando di circondare la città e sta inviando nuove forze da nord e da sud».
Ore 03:23 - Ucraina: due morti in bombardamento russo a Kharkiv
Le forze russe hanno lanciato un attacco di artiglieria sul villaggio di Podoly, nel distretto di Kupiansk, nell’oblast di Kharkiv, uccidendo due civili. Lo ha riferito il governatore Oleh Syniehubov. Le vittime sono due uomini di 57 e 50 anni, ha precisato il governatore, aggiungendo che l’attacco ha danneggiato anche un edificio e due auto.
Ore 03:27 - Media russi: l’Armata recluta anche le donne
La Russia avrebbe iniziato a reclutare donne da mandare nella guerra in Ucraina. Lo rivela il portale Important Stories (istories), che si definisce una delle poche fonti di giornalismo investigativo independente in Russia, secondo cui verrebbero reclutate donne cecchino e operatrici dei droni per un’unità mercenaria sotto il comando del ministero della Difesa. Nell’articolo si sostiene che alle donne viene offerto un contratto di sei mesi con un salario mensile di 220mila rubli, circa 2.300 euro, con un bonus nel caso di ferimento sul campo: tra uno e 3 milioni di rubli. In caso di morte, per gli eredi, di 5 milioni. La pubblicità del reclutamento è apparsa sul social media russo Vkontakte. Uno dei reclutatori ha raccontato a istories che si cercano donne già addestrate all’uso delle armi, mentre quelle che non lo sono faranno un addestramento di un mese.
Ore 06:25 - Russia, il governatore regionale di Brjansk: abbattuti 4 droni ucraini nella notte
I sistemi di difesa aerea e di guerra elettronica russi hanno distrutto quattro droni ucraini nella regione di Brjansk: non ci sono state vittime o danni significativi. Lo ha detto il governatore della regione Aleksander Bogomaz su Telegram. «Un tentativo da parte di terroristi ucraini di effettuare un attacco utilizzando dei droni è stato sventato. Quattro velivoli aerei senza pilota sono stati distrutti sopra la regione di Brjansk dalle forze di difesa aerea e dai sistemi di guerra elettronica del ministero della Difesa della Federazione Russa. Non ci sono state vittime né danni, i servizi operativi stanno lavorando sul posto».
Ore 07:54 - Gli «eroi» della 110ma brigata che difende Avdiivka: «Resistiamo sotto le bombe senza un giorno di riposo»
(di Giusi Fasano, inviata a Kiev) «Negli ultimi quindici giorni i russi hanno perduto più di 5000 uomini. La situazione è molto tesa, e nonostante il numero spaventoso di morti le loro truppe continuano a fare tentativi per prendere Avdiivka. Finora tutti inutili. E poi fra le loro file ci sono anche moltissimi feriti. Delle volte li lasciano in mezzo al campo di battaglia e capita che siano i nostri uomini ad andare a prenderli. Diventano prigionieri, ovviamente, ma almeno si salvano la vita».
Anton Kotsukon parla al telefono da qualche luogo vicino ad Avdiivka, sul fronte sud-orientale, e a metà delle domande risponde che «non posso dire niente: è un segreto militare». Lui è il portavoce della 110ma Brigata Meccanizzata, migliaia di uomini eletti a eroi di queste ultime settimane perché resistono nelle loro posizioni sotto bombardamenti che non conoscono tregua. Attacchi con i missili, i droni, l’artiglieria...giorno e notte a contendersi una linea del fronte che è diventata «simbolo della resistenza contro il nemico», questo sì, considera Anton: possiamo dirlo.
Ore 08:02 - L’esercito di Kiev avanza nel Kherson, verso il Dnipro
Il gruppo di intelligence ucraino Drg è avanzato vicino a Pidstepny, 20 chilometri a est di Kherson e 3 chilometri dal fiume Dnipro, e ha preso il controllo di un tratto della strada che collega i villaggi di Poima, Cossack Lagery e Krynyk nella regione di Kherson. Lo mostrano filmati geolocalizzati pubblicati dall’Isw (Institute for the study of war) e lo riferisocno i blogger militari russi, citati dai media ucraini. Le forze armate ucraine hanno trasferito piccoli gruppi di militari sulle isole del delta del Dnipro e stanno cercando di sfondare nei villaggi di Poima e Pishchanivka.
Ore 09:04 - Kiev: «Progressi a sud di Bakhmut e a Zaporizhzhia»
Nella giornata di ieri le truppe ucraine sono avanzate a sud di Bakhmut e ad ovest della regione di Zaporizhzhia: i filmati di geolocalizzazione mostrano che le forze ucraine sono avanzate a est di Andreevka, 10 chilometri a sud-ovest di Bakhmut, e hanno ottenuto un parziale successo a ovest di Robotyne (nel distretto di Zaporizhzhia). Lo Stato maggiore ucraino, citato dai media nazionali, ha reso noto che nelle ultime 24 ore l’esercito russo ha perso 800 soldati, portando così - secondo Kiev - a 296.310 il numero totale di miliari russi uccisi nel conflitto.
Ore 09:24 - Il ministro russo della Difesa Shoigu visita le truppe nel Donetsk
Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu è in visita presso il posto di comando del gruppo tattico orientale nella parte meridionale della regione di Donetsk. A renderlo noto è la Tass, precisando che «sul posto Shoigu è stato informato della situazione, della natura delle offensive nemiche e delle operazioni di combattimento condotte dalle truppe russe nelle principali aree tattiche».
Ore 10:04 - Papa: «Pregare per percorsi di pace in Ucraina e M.O.»
«Continuo a pregare per chi soffre, a sperare in percorsi di pace in Medio Oriente, nella martoriata Ucraina e nelle altre regioni ferite dalla guerra». Così Papa Francesco al termine dell'Udienza Generale.
Ore 10:12 - Kiev: respinti gli attacchi russi nel Donbass, teniamo le posizioni
(di Giusi Fasano, inviata a Kiev) Il report quotidiano dello stato maggiore di Kiev informa che le forze di difesa ucraine hanno respinto nelle ultime 24 ore oltre una ventina di attacchi russi nel Donbass. «Gli occupanti – dice la nota del giorno — continuano ad attaccare in quasi tutte le direzioni del fronte. Si sono verificati circa 80 scontri». In particolare, «nell'area di responsabilità del sistema di difesa antimissile antiaereo «Khortytsia», nella direzione di Kupyansk, i soldati ucraini hanno respinto circa 10 attacchi nemici vicino a Synkivka e Ivanivka nella regione di Kharkiv e nella direzione di Lymansky. L’esercito fa sapere anche di aver «respinto tutti gli attacchi nemici vicino a Nadia e Makiivka nella regione di Lugansk».
«In direzione di Bakhmut, i soldati ucraini hanno respinto circa 10 attacchi nemici nelle aree degli insediamenti di Bohdanivka, Klishchiivka, Andriivka nella regione di Donetsk». Intanto, «le forze di difesa ucraine continuano le loro operazioni d'assalto a sud di Bakhmut». Quanto alla cittadina industriale contesa di Avdiivka, i russi attaccano con l'aviazione ma Kiev afferma che la difesa resiste e tiene le posizioni.
Ore 10:18 - Shoigu: «le forze armate ucraine hanno sempre meno capacità»
«La situazione attuale nella zona delle operazioni speciali indica che l'esercito ucraino ha sempre meno capacità»: lo afferma il ministro per la Difesa della Federazione russa, Sergej Shoigu, citato dalla Tass. «La situazione di oggi suggerisce che il nemico ha sempre meno opportunità. E sta diminuendo sempre più, solo grazie al vostro combattimento sul campo». ha detto il Shoigu parlando con i militari del gruppo Vostok.
Ore 10:35 - Meloni: «Non affievolire il sostegno a Kiev, futuro in Ue»
«In mondo in cui non esistono più linee rosse invalicabili è un Mondo insicuro per tutti, anche per noi, non solo per chi è coinvolto nei conflitti». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni durante le comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo. «Non è un caso che non ci siano state condanne specifiche della Russia dell'attacco di Hamas». Per questo si intende ribadire «il sostegno al popolo ucraino. Non dobbiamo fare l'errore di affievolire il sostegno alla causa ucraina». E ancora: «L'Italia guarda non solo al presente ma un futuro di pace, a un futuro europeo per l'Ucraina».
Ore 10:48 - Kiev: 40 bombe guidate sul Kherson, distruzione impressionante
L'esercito russo ha sganciato in un giorno quasi 40 bombe aeree guidate sulla riva destra della regione di Kherson, di cui 13 nella notte: il governatore Oleksandr Prokudin ha reso noto su Telegram che «un civile di 42 anni è rimasto ucciso, probabilmente ci sono delle persone sotto le macerie», I soccorritori hanno definito la distruzione «impressionante».
Ore 11:41 - Kiev: colpita area della centrale nucleare di Khmelnytsky
Durante la notte l'esercito russo ha colpito il territorio vicino alla centrale nucleare di Khmelnytsky, in Ucraina occidentale: l'esplosione ha danneggiato le finestre degli edifici amministrativi e dei laboratori dell'impianto nucleare. Lo ha riferito il servizio stampa del ministero dell'Energia ucraino, citato dai media nazionali. Un blackout seguito all'esplosione riguarda 1.860 utenze nelle città di Slavuta e Netishyn, ci sono danni alle linee di trasmissione elettrica.
Ore 12:54 - Zelensky: obiettivo di Mosca è minare la sicurezza ucraina e europea
«Minare la sicurezza, portare morte e caos: la sicurezza è l'obiettivo principale della Russia, sia in Ucraina che in Europa e nel mondo libero in generale, queste sono le azioni di uno Stato-terrorista. Ringrazio tutti coloro che in tutto il mondo sono al fianco dell'Ucraina e sostengono i nostri guerrieri. Insieme, ci stiamo avvicinando a una pace giusta», ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 13:04 - Zelensky: «Prevediamo attacchi a impianti energia, risponderemo»
L'Ucraina prevede che la Russia attaccherà nuovamente le sue infrastrutture energetiche durante l'inverno, ma questo volta, ha sottolineato Volodymyr Zelensky, Kiev non prevede solo di difendersi ma anche di rispondere agli attacchi. «Ci stiamo preparando ad attacchi terroristici contro le infrastrutture dell'energia. Quest'anno non soltanto ci difenderemo, ma anche risponderemo», ha detto il presidente ucraino su Telegram, rilanciato da Ukrainska Pravda.
Ore 13:38 - Anche il Consiglio Federazione approva a unanimità uscita da Trattato bando a test nucleari
Anche il Consiglio della Federazione, come in precedenza la Duma di Stato, ha approvato all'unanimità l'uscita della Russia dal Trattato per il bando complessivo dei test nucleari. Hanno votato a favore del provvedimento 156 senatori. Vladimir Putin, sottolineano il parere di esperti secondo cui sarebbe stato necessario riprendere a fare test, aveva chiesto di imitare gli Stati Uniti che hanno firmato il Trattato ma non lo hanno mai ratificato, bloccando così, insieme ad altri Paesi con reattori nucleari come la Cina e Israele, la sua entrata in vigore. Gli Stati Uniti hanno rispettato comunque una moratoria ai test dal 1992. È ora necessaria solo la firma di Putin per l'entrata in vigore della de ratifica.
Ore 14:55 - Mosca: «Abbattuti per la prima volta missili Atacms Usa»
I sistema di difesa aerea russi hanno abbattuto durante un’operazione speciale per la prima volta due missili Atacms di fabbricazione statunitense. Lo ha riferito il ministero della Difesa russo, come riporta l’agenzia Tass. «Nelle ultime 24 ore sono stati intercettati due missili tattici-operativi Atacms di fabbricazione statunitense, un missile antiaereo S-200 convertito per colpire bersagli terrestri, nonché due missili antiradar Harm e due sistemi missilistici a lancio multiplo Himars di fabbricazione statunitense», ha riferito il ministero russo.
Ore 15:23 - Zelensky: «Se la Russia attaccherà le infrastrutture reagiremo»
Se la Russia dovesse lanciare una campagna aerea invernale contro le infrastrutture ucraine Kiev non si limiterà a un atteggiamento difensivo ma contrattaccherà: lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. «Ci stiamo preparando agli attacchi terroristici contro le nostre infrastrutture: quest’anno non solo ci difenderemo, ma risponderemo», ha scritto Zelensky sul suo canale di Telegram.
Ore 15:23 - Il parlamento russo approva stop a ratifica trattato test nucleari
Il parlamento russo ha completato l’approvazione di una legge che ritira la ratifica da parte di Mosca del trattato globale che vieta i test sulle armi nucleari. Il Consiglio della Federazione, camera alta russa, ha infatti approvato la legge con 156 voti favorevoli, dopo che anche la camera bassa, la Duma, l’aveva approvata all’unanimità. Lo riporta l’agenzia Tass. Ora la firma andrà a Vladimir Putin. Il presidente russo aveva esortato i legislatori ad apportare la modifica per «rispecchiare» la posizione Usa, che hanno firmato ma non hanno mai ratificato il trattato sulla messa al bando dei test nucleari (Ctbt).
Ore 15:54 - L'Ucraina potrebbe consentire agli operatori stranieri usare metà dei suoi depositi di gas naturale
L'Ucraina è pronta a consentire agli operatori non residenti di utilizzare fino alla metà della sua capacità di stoccaggio di gas naturale. Lo ha detto alla televisione nazionale il primo ministro Denys Shmyhal, secondo quanto riporta Oilprice.com. L’Ucraina ha 30 miliardi di metri cubi di capacità di stoccaggio sotterraneo. Secondo il primo ministro, gli operatori stranieri potrebbero utilizzare dai 12 ai 15 miliardi di metri cubi di questa capacità per immagazzinare gas.
Ore 16:34 - Ue: «L'Ucraina resta la priorità nonostante la crisi in Medio Oriente»
«L'ucraina resta una priorità nonostante la crisi in Medio Oriente». Lo ha sottolineato un alto funzionario Ue in vista del vertice dei 27 che avrà sul tavolo, tra gli altri, il dossier ucraino. Alla riunione si collegherà il presidente ucraino Volodydymr Zelensky. «Al Consiglio europeo riaffermeremo il nostro sostegno all'Ucraina», ha spiegato ancora la fonte, sottolineando di «non percepire» alcuna fatigue - ovvero una crescente stanchezza - nel supporto che i Paesi europei hanno dato e daranno a Kiev.
Ore 17:18 - Putin ordina di arruolare più soldati a contratto nel 2024
Il presidente russo Vladimir Putin ha dato istruzioni per arruolare più soldati a contratto nel 2024. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, citato dalla Tass. «Il comandante in capo ha deciso di continuare il lavoro per dotare le forze armate di militari volontari nel 2024», ha detto Medvedev durante un incontro, sottolineando che per il prossimo anno è prevista la formazione di un altro corpo d'armata, sette divisioni, 19 brigate, 49 reggimenti e una flottiglia nelle forze armate russe. «La situazione nel mondo e intorno alla Russia rimane tesa» e «questo vale anche per la zona delle operazioni militari speciali e per i paesi vicini dove il blocco Nato aumenta costantemente il suo potenziale militare. Per proteggere efficacemente l'indipendenza e la sicurezza del nostro Stato, verranno adottate una serie di misure per l'espansione, l'aumento del numero delle forze armate della Federazione Russa, il loro rafforzamento», ha detto Medvedev.
Ore 17:55 - Von der Leyen si congratula con Fico: «Serve sostegno a Kiev»
«Congratulazioni, Robert Fico, per la tua nuova nomina a primo ministro della Slovacchia. Abbiamo bisogno di una Slovacchia forte, in particolare per sostenere l'Ucraina, costruire un'economia europea competitiva con una forte base industriale e rafforzare la sicurezza europea». Lo scrive su X la presidente della Commissione europea Ursula con der Leyen.
Ore 18:30 - Washington Post: «Ucraina e Russia continuano a negoziare in segreto»
Lontano dagli occhi dell'opinione pubblica e dalla sanguinosa linea del fronte, l'Ucraina e la Russia continuano a parlarsi e stanno negoziando su alcune questioni umanitarie fondamentali: lo scambio di prigionieri di guerra e il ritorno delle salme dei soldati morti; il passaggio di navi dai porti ucraini del Mar Nero e, più recentemente, il ritorno dei bambini ucraini dalla Russia.
Lo rivela il Washington Post da Kiev precisando che in alcuni casi gli scambi tra i due Paesi in guerra avviene tramite intermediari tra i quali Turchia, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Vaticano e Comitato Internazionale della Croce Rossa. La maggior parte dei colloqui, tuttavia, avvengono direttamente anche in «spiacevoli e duri e spiacevoli incontri faccia a faccia al confine ucraino-russo e a Istanbul», come hanno raccontato al quotidiano americano alcuni funzionari ucraini coinvolti nei negoziati che nessuna delle due parti vuole rendere pubblici.
Ore 17:47 - Esercitazioni delle forze strategiche russe con un sottomarino nucleare
Il Cremlino ha annunciato di aver condotto esercitazioni delle forze di deterrenza strategica - che coinvolgono anche le forze nucleari del Paese.
A comunicarlo è stata l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, secondo la quale le esercitazioni sono state condotte dal ministro della Difesa Shoigu e dal Capo di Stato maggiore Gerasimov, sotto la supervisione di Putin.
Nel corso delle manovre — che hanno coinvolto anche un sottomarino nucleare — sono stati utilizzati un missile balistico intercontinentale «Yars», lanciato dal cosmodromo di Plesetsk, e un missile balistico «Sineva» lanciato proprio dal sommergibile atomico situato nel Mare di Barents.
Il Ministro della Difesa ha riferito che durante l'addestramento sono stati elaborati i compiti nel caso in cui fosse necessario sferrare un massiccio attacco nucleare in risposta a un attacco nucleare nemico.
Inoltre, durante le esercitazioni è stato verificato il livello di addestramento degli organi militari di comando e controllo, le capacità di leadership, nonché il personale operativo nell'organizzazione delle truppe subordinate. Il Cremlino ha sottolineato che tutti i compiti pianificati sono stati completati appieno.
Come ha sottolineato il ministero della Difesa, l'evento è stato pianificato per testare l'affidabilità delle armi nucleari strategiche. Le manovre hanno coinvolto i mezzi delle Forze Aerospaziali, del Distretto Militare Meridionale, delle Forze Missilistiche Strategiche , delle Flotte del Nord e del Mar Nero.
Ore 19:27 - Meloni: «Allargamento Ue? No alle corsie preferenziali»
«L’Italia è totalmente impegnata sul tema dell’allargamento dell’Ue, che preferisco chiamare riunificazione. Non si possono fare corsie preferenziali, e lo dico nell’ambito del dibattito sull’ingresso di Ucraina e Moldova. Non si deve fare l’errore di lasciare indietro i Paesi dei Balcani occidentali, sono una regione strategica per l’Italia e in cui abbiamo sempre giocato un ruolo di protagonisti». Così la premier Giorgia Meloni nel corso delle repliche alla Camera in vista del Consiglio Europeo.
Ore 19:32 - Zelensky: «L’obiettivo dei droni russi era la centrale nucleare di Khmelnytskyi»
«Regione di Khmelnytskyi, città di Slavuta. Tutti i danni causati dall’attacco dei droni russi la scorsa notte sono stati registrati lì. I droni Shahed sono stati abbattuti, ma molte case sono state danneggiate. Molto probabilmente, l’obiettivo di questi droni era la centrale nucleare di Khmelnytskyi», scrive il presidente ucraino Zelensky sul suo canale Telgram. «L’onda dell’esplosione ha fatto saltare le finestre, in particolare, sul territorio della centrale nucleare. Al momento, è noto che due dozzine di residenti locali sono rimasti feriti. A tutti è stata fornita l’assistenza necessaria. Questo attacco in direzione della centrale nucleare è un altro promemoria per tutti i nostri partner di quanto sia importante rafforzare la difesa aerea ucraina e di quanto sia pericoloso quando la Russia può aggirare le sanzioni globali».
Ennesimo decesso sospetto. Morto “di infarto” Vladimir Nekrasov, presidente del gigante russo del petrolio Lukoil: è il terzo manager dell’azienda in 18 mesi. Redazione su L'Unità il 24 Ottobre 2023
Quello di Vladimir Nekrasov è solo l’ultimo nome che si va ad aggiungere all’elenco delle morti “sospette” in Russia dallo scoppiare del conflitto in Ucraina il 24 febbraio 2022.
Presidente di Lukoil, il secondo gruppo produttore di petrolio in Russia, Nekrasov è morto improvvisamente all’età di 66 anni dopo aver sofferto di una “insufficienza cardiaca acuta”, come ha riportato la stessa società.
Come detto il decesso del manager, per oltre 40 anni impegnato nel settore del petrolio e del gas, già vicepresidente di Lukoil e consigliere del presidente della società prima di diventarne il capo, è destinato ad aggiungersi all’ampio libro delle morti “sospette” nel Paese.
Nella sola Lukoil Nekrasov è il terzo dirigente a “passare a miglior vita” dallo scoppio del conflitto in Ucraina. Ravil Maganov, 67enne ex capo del consiglio di amministrazione della società, era morto nel settembre 2022 dopo esser caduto da un ospedale di Mosca. Alcuni mesi prima il miliardario 43enne Alexander Subbotin, top manager del gigante russo del petrolio, era stato trovato morto per un attacco cardiaco, forse provocato da un avvelenamento.
Le tre morti “sospette” tra i manager Lukoil fanno suonare il campanello d’allarme anche per una particolare non di poco conto: l’azienda petrolifera è una delle pochissime società russe ad aver criticato apertamente la guerra in Ucraina.
In particolare il 3 marzo dello scorso anno, quando il conflitto era iniziato da una decina di giorni, il CdA della Lukoil in un comunicato esprimeva preoccupazione per i “tragici eventi” in Ucraina chiedendo la “fine quanto prima del conflitto armato” e l’apertura di negoziati di pace. Redazione - 24 Ottobre 2023
Le notizie di giovedì 26 ottobre sul conflitto in Ucraina. Giusi Fasano, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera giovedì 26 ottobre 2023.
La Slovacchia non fornirà più armi a Kiev ma solo «aiuti umanitari e civili»
• Washington Post: «007 ucraini dietro gli omicidi di Dugina e Tatarsky».
• Nelle case di Mykolaiv, dove dai rubinetti esce acqua salata per colpa delle bombe di Putin: il reportage.
• Meloni: «Allargamento Ue? No alle corsie preferenziali».
• Washington Post: «Ucraina e Russia continuano a negoziare in segreto».
• Dal fronte di Avdiivka al Dnipro: cosa sta succedendo sul campo di battaglia in Ucraina: il punto militare.
Ore 00:52 - Washington Post: «Ucraina e Russia continuano a negoziare in segreto»
Lontano dagli occhi dell'opinione pubblica e dalla sanguinosa linea del fronte, l'Ucraina e la Russia continuano a parlarsi e stanno negoziando su alcune questioni umanitarie fondamentali: lo scambio di prigionieri di guerra e il ritorno delle salme dei soldati morti; il passaggio di navi dai porti ucraini del Mar Nero e, più recentemente, il ritorno dei bambini ucraini dalla Russia.
Lo rivela il Washington Post da Kiev precisando che in alcuni casi gli scambi tra i due Paesi in guerra avviene tramite intermediari tra i quali Turchia, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Vaticano e Comitato Internazionale della Croce Rossa. La maggior parte dei colloqui, tuttavia, avvengono direttamente anche in «spiacevoli e duri e spiacevoli incontri faccia a faccia al confine ucraino-russo e a Istanbul», come hanno raccontato al quotidiano americano alcuni funzionari ucraini coinvolti nei negoziati che nessuna delle due parti vuole rendere pubblici.
Ore 01:21 - Il parlamento russo approva stop a ratifica trattato test nucleari
Il parlamento russo ha completato l’approvazione di una legge che ritira la ratifica da parte di Mosca del trattato globale che vieta i test sulle armi nucleari. Il Consiglio della Federazione, camera alta russa, ha infatti approvato la legge con 156 voti favorevoli, dopo che anche la camera bassa, la Duma, l’aveva approvata all’unanimità. Lo riporta l’agenzia Tass. Ora la firma andrà a Vladimir Putin. Il presidente russo aveva esortato i legislatori ad apportare la modifica per «rispecchiare» la posizione Usa, che hanno firmato ma non hanno mai ratificato il trattato sulla messa al bando dei test nucleari (Ctbt).
Ore 01:42 - Dal fronte di Avdiivka al Dnipro: cosa sta succedendo sul campo di battaglia in Ucraina?
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) fase di combattimenti durissimi, quasi trascurati dai media ora concentrati sul conflitto in Medio Oriente. Fronte di Avdiivka (est). L’esercito russo porta avanti attacchi continui, con l’impiego di altri reparti: ci sono unità scelte e gruppi d’assalto composti da ex detenuti. La manovra sarebbe, nelle intenzioni del Cremlino, un modo per contenere la controffensiva ucraina sul fronte sud: le perdite, tuttavia, sarebbero ingenti.
Ore 02:45 - Esercitazioni delle forze strategiche russe con un sottomarino nucleare
Il Cremlino ha annunciato di aver condotto esercitazioni delle forze di deterrenza strategica - che coinvolgono anche le forze nucleari del Paese. A comunicarlo è stata l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, secondo la quale le esercitazioni sono state condotte dal ministro della Difesa Shoigu e dal Capo di Stato maggiore Gerasimov, sotto la supervisione di Putin.
Nel corso delle manovre — che hanno coinvolto anche un sottomarino nucleare — sono stati utilizzati un missile balistico intercontinentale «Yars», lanciato dal cosmodromo di Plesetsk, e un missile balistico «Sineva» lanciato proprio dal sommergibile atomico situato nel Mare di Barents. Il Ministro della Difesa ha riferito che durante l'addestramento sono stati elaborati i compiti nel caso in cui fosse necessario sferrare un massiccio attacco nucleare in risposta a un attacco nucleare nemico.
Inoltre, durante le esercitazioni è stato verificato il livello di addestramento degli organi militari di comando e controllo, le capacità di leadership, nonché il personale operativo nell'organizzazione delle truppe subordinate. Il Cremlino ha sottolineato che tutti i compiti pianificati sono stati completati appieno. Come ha sottolineato il ministero della Difesa, l'evento è stato pianificato per testare l'affidabilità delle armi nucleari strategiche. Le manovre hanno coinvolto i mezzi delle Forze Aerospaziali, del Distretto Militare Meridionale, delle Forze Missilistiche Strategiche , delle Flotte del Nord e del Mar Nero.
Ore 03:22 - Meloni: «Allargamento Ue? No alle corsie preferenziali»
«L’Italia è totalmente impegnata sul tema dell’allargamento dell’Ue, che preferisco chiamare riunificazione. Non si possono fare corsie preferenziali, e lo dico nell’ambito del dibattito sull’ingresso di Ucraina e Moldova. Non si deve fare l’errore di lasciare indietro i Paesi dei Balcani occidentali, sono una regione strategica per l’Italia e in cui abbiamo sempre giocato un ruolo di protagonisti». Così la premier Giorgia Meloni nel corso delle repliche alla Camera in vista del Consiglio Europeo.
Ore 03:41 - Zelensky: «L’obiettivo dei droni russi era la centrale nucleare di Khmelnytskyi»
«Regione di Khmelnytskyi, città di Slavuta. Tutti i danni causati dall’attacco dei droni russi la scorsa notte sono stati registrati lì. I droni Shahed sono stati abbattuti, ma molte case sono state danneggiate. Molto probabilmente, l’obiettivo di questi droni era la centrale nucleare di Khmelnytskyi», scrive il presidente ucraino Zelensky sul suo canale Telgram. «L’onda dell’esplosione ha fatto saltare le finestre, in particolare, sul territorio della centrale nucleare. Al momento, è noto che due dozzine di residenti locali sono rimasti feriti. A tutti è stata fornita l’assistenza necessaria. Questo attacco in direzione della centrale nucleare è un altro promemoria per tutti i nostri partner di quanto sia importante rafforzare la difesa aerea ucraina e di quanto sia pericoloso quando la Russia può aggirare le sanzioni globali».
Ore 07:55 - «Imminente ordine di evacuazione forzata di famiglie con bambini da dieci località dell’Oblast di Kharkiv»
(Giusi Fasano, inviata) «Stiamo preparando un ordine di evacuazione forzata di famiglie con bambini da dieci località». L’annuncio arriva via Telegram da Oleg Siniegubov, capo dell’amministrazione militare del distretto di Kupiansk, al confine con la Russia. Un’area diventata troppo instabile e pericolosa per i civili, secondo Kiev.
Siamo di fronte alla parte nord-orientale dell’Oblast di Kharkiv, la stessa zona dell’ultima grande strage di questa guerra: il missile Iskander che il 5 ottobre ha ucciso 59 persone a Hroza, proprio nel distretto di Kupiansk. Lungo la linea di confine le forze russe attaccano pesantemente ogni giorno nel tentativo di riconquistare il territorio che erano riusciti ad occupare in parte (per esempio proprio a Hroza) per pochi giorni all’inizio della guerra. Le località nelle quali è richiesta l’evacuazione forzata si trovano tutte nel distretto di Kupiansk.
L’Ukrainska Pravda ne riporta i nomi: sono le comunità Kupyanskaya, Kondrashevskaya e Kurilovskaya, e secondo i dati di cui dispongono le autorità ucraine i bambini che ci vivono sono 275. Tutti dovranno uscire dall’area accompagnati da un genitore o da un altro parente o tutore autorizzato, ha spiegato il capo dell’Amministrazione militare nel dare l’annuncio, precisando che si sta valutando anche l’evacuazione di altre aree.
«Tutti riceveranno alloggio – ha detto -, riceveranno sostegno e pieno accompagnamento da parte delle organizzazioni umanitarie internazionali e, se viaggeranno fuori dalla regione, riceveranno pagamenti una tantum. Se lo si desidera, verrà organizzata l’evacuazione nelle regioni occidentali dell’Ucraina». Pravda.
Ore 09:20 - L’Australia annuncia un nuovo pacchetto di aiuti militari
L’Australia ha aumentato l’assistenza militare a Kiev a 910 milioni di dollari australiani (circa 543 milioni di euro) con un nuovo pacchetto da 20 milioni di dollari australiani (circa 12 milioni di euro): lo ha annunciato il premier Anthony Albanese durante la sua visita di Stato a Washington. «L’Australia rimane ferma nel sostenere l’Ucraina nel difendersi dall’illegale e immorale invasione da parte della Russia», ha dichiarato Albanese. Il pacchetto include attrezzature da sminamento, macchinari per raggi X portatili, sistemi anti-droni e una stampante 3D per metalli.
Ore 09:24 - Kiev: raid russi a Kherson uccidono 2 persone tra cui un bambino
Nelle ultime 24 ore, gli attacchi russi nell’oblast di Kherson hanno ucciso due persone (tra cui un bambino) e ne hanno ferite altre quattro. Lo ha reso noto il governatore regionale Oleksandr Prokudin.
Ore 09:28 - Isw: improbabile che Mosca recluti soldati sufficienti per nuove formazioni
«La Russia non sarà in grado di reclutare personale sufficiente per le sue nuove formazioni». Lo ha scritto l’Istituto per lo studio della guerra (Isw) nel suo ultimo rapporto sulla guerra in Ucraina, commentando l’annuncio del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, che ieri ha affermato che oltre 1.600 persone stipulano contratti di servizio nell’esercito ogni giorno e che 385.000 si sono arruolate nelle forze armate russe dal 1 gennaio 2023. Medvedev ha anche annunciato che Mosca intende istituire nuove formazioni militari nel 2024. Ma per gli analisti dell’Isw, tuttavia, «resta altamente improbabile che la Russia sarà in grado di fornire a queste formazioni il massimo della loro forza di cui necessitano».
Ore 10:18 - Kiev: nel Mar Nero anche un sottomarino lanciamissili russo
La Russia ha attualmente cinque navi, tra cui un sottomarino lanciamissili, nel Mar Nero. Lo ha detto al canale United News la responsabile del centro stampa congiunto del comando operativo sud ucraino, Natalia Humeniuk, come riporta Ukrinform. «Stiamo osservando un raggruppamento di navi in una composizione piuttosto ridotta: cinque unità nel Mar Nero. Tra queste cinque unità c'è un lanciamissili, si tratta di un sottomarino che può trasportare quattro missili Kalibr,» ha affermato Humeniuk.
Ore 10:32 - Lavrov vede il ministro degli Esteri ungherese a Minsk
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha incontrato il suo omologo ungherese Peter Szijjarto a Minsk, riferisce un corrispondente della Ria Novosti. I ministri si sono incontrati alla conferenza internazionale "Sicurezza eurasiatica: realtà e prospettive in un mondo in trasformazione", che si tiene a Minsk oggi e domani. Il primo ministro ungherese, Viktor Orbán è stato il primo leader europeo a incontrare e stringere la mano a Vladimir Putin da quando è iniziata l'invasione russa dell'Ucraina. Peter Szijjarto incontrerà anche il presidente bielorusso Lukashenko, stretto alleato di Putin
Ore 10:33 - Zuppi: la missione del Papa in Ucraina prosegue
La missione del Papa in Ucraina, che vede come inviato il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi, proseguirà. Lo ha detto lo stesso arcivescovo di Bologna intervenendo all'Assemblea dell'Anci. «Certamente sì - ha risposto il cardinale a chi gli chiedeva se la missione continuava -, bisogna vedere i modi. Per fortuna la passione di Papa Francesco è rammendare, cercare di fare tutto il possibile». Zuppi ha sottolineato che «la guerra non è soltanto quando materialmente scoppia, c'è il pezzo precedente ed è su quello che dobbiamo fare tanto anche per rammendare». «Il conflitto in Ucraina e la violenza e il conflitto in Terra Santa non può non preoccuparci», «c'è da fare tanto. Tante volte ho l'impressione che abbiamo il filo e che lo usiamo poco», ha concluso il cardinale.
Ore 11:41 - La Slovacchia non fornirà più armi a Kiev ma solo aiuti
Il nuovo primo ministro slovacco Robert Fico ha annunciato che non fornirà più armi all'Ucraina, limitando il sostegno al suo vicino agli «aiuti umanitari e civili». «Consideriamo gli aiuti all'Ucraina solo come aiuti umanitari e civili, e non forniremo più armi all'Ucraina», ha dichiarato Fico, il giorno dopo la sua nomina a capo di un governo di coalizione associato a un partito di estrema destra filo-russo.
Ore 12:24 - Mosca: decisione Slovacchia su armi a Kiev non cambia guerra
La decisione della Slovacchia di interrompere l'invio di armi all'Ucraina difficilmente cambierà le sorti del conflitto, data la quota minima del Paese nelle forniture di armi occidentali a Kiev. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, come riporta Ria Novosti. «La Slovacchia non ha avuto una quota così ampia nella fornitura di armi (a Kiev), quindi è improbabile che ciò influisca sull'intero processo», ha affermato Peskov. Il portavoce ha poi ribadito che «sono gli Stati Uniti il principale motore di questo processo, non Kiev». Quindi, ha aggiunto, «ovviamente, più a lungo gli Stati Uniti continueranno a gettare benzina sul fuoco con le loro azioni, il loro coinvolgimento diretto in questo conflitto, più a lungo tutto andrà avanti».
Ore 12:40 - Intelligence Gb: le munizioni nordcoreane sono arrivate nei depositi russi
Nonostante le smentite ufficiali da parte di Mosca, «è quasi certo» che le munizioni nordcoreane siano ormai arrivate nei depositi russi nell'Ovest del Paese. Lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. Questi depositi supportano le operazioni militari russe in Ucraina, si legge nel rapporto pubblicato su X. Se la Corea del Nord manterrà la portata e il ritmo recenti delle spedizioni di carattere militare (più di 1.000 container nelle ultime settimane), sarà sulla buona strada per diventare uno dei più importanti fornitori di armi straniere della Russia, insieme a Iran e Bielorussia, osservano gli esperti di Londra. Al momento non è chiaro cosa la Russia abbia accettato di fornire in cambio alla Corea del Nord, ma è improbabile che l'intero pacchetto sia stato finalizzato. E questo è stato molto probabilmente uno dei principali argomenti di discussione durante le recenti visite russe di alto livello in Corea del Nord. Probabilmente il pacchetto includerà un mix di compensazioni finanziarie, sostegno economico di altro tipo, fornitura di tecnologia militare e cooperazione in altri settori ad alta tecnologia, come lo spazio, conclude il rapporto.
Ore 12:48 - Lavrov: «Gli Usa hanno portato all'attuale situazione disastrosa»
«La Russia condanna le azioni terroristiche e tutte le altre azioni che violano il diritto internazionale umanitario e causano danni alla popolazione civile, e chiede l'immediata cessazione delle ostilità e la ripresa dei negoziati sulla creazione di uno Stato palestinese indipendente, solennemente promesso al paese Palestinesi quasi 75 anni fa». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov parlando in una una conferenza sulla sicurezza eurasiatica a Minsk, aggiungendo che «i tentativi di Washington di monopolizzare il processo di risoluzione hanno portato all'attuale situazione disastrosa». «La Russia chiede l'immediata cessazione delle ostilità nel conflitto israelo-palestinese, nonché i negoziati per la creazione di uno Stato palestinese», ha aggiunto il ministro.
Ore 13:16 - Lavrov: «Non c'è più fiducia tra Russia e Stati Uniti»
« Non c'è più fiducia tra noi e gli Stati Uniti. L'hanno distrutta, minando tutti i principi enunciati Start». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov secondo Ria Novosti che riporta un colloquio del ministro con i giornalisti a Minsk, quando gli è stato chiesto se nelle condizioni attuali fosse possibile riprendere il dialogo sulla stabilità strategica con gli Stati Uniti. «Oltre a questo, ci sono anche considerazioni pratiche» ha aggiunto il ministro. «Chiedono costantemente di riprendere queste ispezioni, e le ispezioni vengono effettuate presso gli impianti nucleari, strutture legate allo stoccaggio di armi nucleari. E quando il regime di Kiev attacca con l'uso di armi occidentali, diciamo, come è avvenuto non molto tempo fa con le basi dei nostri bombardieri strategici sul territorio russo, probabilmente sorgono ancora più domande: perché gestire e ispezionare le nostre strutture proprio adesso?», ha detto Lavrov.
Ore 15:31 - Orban: su aiuti per Kiev pronti a negoziare con Ucraina
«La Russia e l'Ungheria hanno un vicino comune, chiamato Ucraina. Abbiamo una strategia di pace: vogliamo mantenere aperti tutti i canali di comunicazione». Così il premier ungherese, Viktor Orban, replicando a una domanda sui rapporti di Budapest con Mosca. Il primo ministro ha anche parlato dell'esborso di una tranche da 500 milioni di euro di aiuti militari all'Ucraina su cui l'Ungheria ha posto il veto, motivandolo con l'inserimento dell'istituto di credito ungherese Otp, nella blacklist ucraina degli "sponsor del terrorismo". «Stiamo aspettando che la delegazione ucraina venga a Budapest per negoziare» ha spiegato Orban, dicendosi «pronti a raggiungere un accordo».
Ore 15:33 - La Duma approva un aumento record di spese per la Difesa del 68% nel 2024
Il parlamento russo ha approvato un aumento record della spesa per la Difesa per finanziare l'offensiva in corso di Mosca contro l'Ucraina, in un disegno di legge votato oggi in prima lettura. I parlamentari della Duma di Stato hanno votato per approvare i piani di spesa della Russia per il 2024, che prevedono un aumento del 68% delle spese militari
Ore 15:34 - Metsola: non ci si distragga da Kiev, è ciò che vuole Putin
«Hamas deve essere fermata, ci deve essere un rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e allo stesso tempo dobbiamo permettere che gli aiuti umanitari possano alleviare le pessime conseguenze che stiamo vedendo sui civili a Gaza. Per questo, la scorsa settimana, il Parlamento europeo con una risoluzione ha chiesto la pausa umanitaria. Questo non dovrebbe distrarre la nostra attenzione dall'Ucraina, è esattamente quello che vuole Putin: dobbiamo continuare ad aiutare militarmente e finanziariamente l'Ucraina». Lo ha dichiarato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, al suo arrivo al vertice Ue.
Ore 16:32 - Il nuovo tavolo di Putin
Ore 17:19 - Hamas a Mosca: apprezza posizione di Putin
Una delegazione del gruppo radicale palestinese Hamas è attualmente in visita a Mosca, ha riferito la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. «Rappresentanti di questo movimento palestinese sono in visita a Mosca», ha detto in una conferenza stampa. Secondo Ria Novosti, che cita una dichiarazione del ministero degli Esteri russo, «durante un incontro con il vice ministro Bogdanov, Hamas ha altamente apprezzato la posizione di Putin e gli sforzi della diplomazia russa», si legge.
Ore 17:20 - Il punto militare | Meno munizioni di quelle promesse da Ue e Stati Uniti: i numeri non aiutano l'Ucraina
I numeri non aiutano l’Ucraina stretta in un doppio fronte, la lenta offensiva a sud e il contrattacco degli invasori a oriente, attorno ad Avdiivka, dove i difensori sono in grandi difficoltà.
L’Unione Europa doveva garantire un milione di proiettili d’artiglieria pesante a Kiev ma dopo sei mesi ha spedito appena il 30 per cento. A rivelarlo è il sito Bloomberg confermando le previsioni pessimistiche. Le quantità ridotte sono da imputare a due problemi: produzione a rilento nonostante le promesse, scorte ai minimi. Da tempo gli ucraini hanno cercato di ampliare le capacità delle loro fabbriche — anche per i droni —, tuttavia non è possibile bruciare le tappe.
Ore 17:46 - Metsola: «il sostegno Ue non vacilli, è quello che vuole Putin»
«Non possiamo permettere che il nostro sostegno» dell’Ue all’Ucraina «vacilli, perché è esattamente quello che vuole Vladimir Putin». Lo dice la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, in conferenza stampa dopo il suo intervento nel Consiglio Europeo a Bruxelles. «Il Parlamento Europeo si aspetta che i negoziati di adesione con Ucraina e Moldavia inizino già quest’anno», aggiunge.
Ore 18:43 - Blinken annuncia una nuova tranche di aiuti militari Usa
«Gli Stati Uniti annunciano oggi una nuova tranche di aiuti di armi ed equipaggiamento per l’Ucraina, per aiutarla a sostenere i progressi sul campo di battaglia e darle ulteriore slancio». Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken, in un post sul social X.
Ore 19:40 - Zelensky all'Ue: «Più sanzioni alla Russia, questa guerra serve a decidere come deve essere l'Europa»
(di Giusi Fasano, inviata a Kiev) «Le sanzioni contro la Russia devono essere ampliate e rafforzate. Ogni attacco russo, soprattutto quelli sfrontati come quelli contro gli impianti nucleari e altre strutture critiche, dimostra che la pressione sullo stato terrorista è insufficiente». Così il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo intervento in videoconferenza al Consiglio europeo in corso a Bruxelles.
«Questa guerra — ha detto Zelensky — serve a decidere come deve essere l'Europa. E spetta a noi decidere, non al Cremlino. L'Ucraina sta facendo tutto il possibile per porre fine a questa guerra il prima possibile con la nostra vittoria: nella difesa e nella costruzione delle istituzioni, negli affari internazionali e nell'esercitare pressione sull'aggressore. E ringrazio ognuno di voi che ci aiuta a combattere. In scontri come questo, il vincitore è colui che fornisce una strategia a lungo termine. Ogni programma di sostegno per l'Ucraina è un chiaro segnale alla Russia che la sua aggressione è vana».
Poi l’argomento che gli più a cuore: l’adesione del suo Paese all’Unione Europea. «L'adesione dell'Ucraina sarà una delle decisioni più forti dell'Ue in questo decennio», ha detto il presidente ucraino. «O vincerà tutta la nostra Europa, insieme all'Ucraina, alla Moldova - e in futuro alla Georgia e alla Bielorussia - oppure vincerà il passato. Sono sicuro che siete tutti dalla parte dell'Europa moderna. Dobbiamo vincere».
Ore 20:48 - Usa: «La Russia uccide soldati che non obbediscono agli ordini»
La Russia ha «ordinato più volte l'esecuzione dei soldati» che non obbedivano agli ordini in Ucraina. Lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby in un briefing sottolineando che Mosca «non tiene in nessun modo alla vita dei propri militari».
Ore 00:19 - Intercettato un drone ucraino sulla regione russa di Kursk
Le difese aeree russe hanno intercettato un veicolo aereo senza pilota nei pressi della città di Kurchatov, nella regione russa di Kursk, al confine con l’Ucraina. Lo riferisce la Tass citando il ministero della Difesa russo. «Il tentativo del regime di Kiev di compiere un attacco terroristico sul territorio russo utilizzando un drone ad ala fissa è stato sventato intorno alle 21 ora locale del 26 ottobre. Le unità di difesa aerea in servizio hanno intercettato un veicolo aereo senza pilota sopra la città di Kurchatov, nella regione di Kursk», ha dichiarato il ministero.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Usa: «Mosca sta giustiziando i soldati che non eseguono gli ordini». Giusi Fasano, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera venerdì 27 ottobre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di venerdì 27 ottobre, in diretta. Mosca: «Abbattuti droni ucraini vicino alla centrale nucleare di Kursk»
• Zelensky all'Ue:«Questa guerra serve a decidere come deve essere l'Europa».
• Meno munizioni di quelle promesse da Ue e Stati Uniti- I numeri non aiutano l'Ucraina: il punto militare.
• La Duma approva un aumento record di spese per la Difesa del 68% nel 2024.
• Blinken annuncia una nuova tranche di aiuti militari Usa.
Ore 07:04 - Mosca: intercettato drone di Kiev nella regione di Kursk
Un drone ucraino è stato intercettato dalle difese aeree russe sopra la regione di Kursk, al confine con l’Ucraina. A riferirlo, secondo la Tass, è il ministero della Difesa russo. «L’ennesimo tentativo del regime di Kiev di attaccare le strutture sul territorio della Federazione Russa con un drone ad ala fissa è stato sventato alle 23:50, ora di Mosca, del 26 ottobre - spiega il ministero - Le unità di difesa aerea in servizio hanno intercettato un veicolo aereo senza pilota sopra il territorio della regione di Kursk».
Ore 07:16 - Mosca vuole collocare una stazione spaziale in orbita entro il 2027
Putin ha dichiarato ieri che il primo segmento della nuova stazione spaziale orbitale russa, che Mosca considera come lo sviluppo logico successivo nell’esplorazione spaziale dopo la Stazione spaziale internazionale (Iss), dovrebbe essere messo in funzione entro il 2027. In un incontro con funzionari dell’industria spaziale russa, Putin ha anche promesso di continuare il programma lunare russo nonostante il fallimento del primo tentativo di allunaggio in 47 anni, lo scorso agosto. Il presidente russo ha affermato che la decisione di Mosca di estendere fino al 2028 la sua partecipazione al programma della Iss e’ una misura temporanea. «Poiche’ le risorse della Stazione spaziale internazionale si esauriscono, abbiamo bisogno non solo di un segmento, ma dell’intera stazione in funzione», ha detto Putin, aggiungendo che «nel 2027, il primo segmento dovrebbe essere messo in orbita».
Ore 08:19 - Usa: «La Russia sta giustiziando i soldati che non eseguono gli ordini ad Avdiivka»
(di Giusi Fasano) Secondo la Casa Bianca la Russia starebbe giustiziando i soldati che si rifiutano di eseguire gli ordini ad Avdiivka , il fronte più sanguinario della guerra dall’inizio di ottobre, nel sud-est dell’Ucraina. Le dichiarazione vengono dal portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, l’ammiraglio John Kirby (USN-Ret), che parla di esecuzioni anche su altri fronti conflittuali nell’Ucraina orientale.
«Abbiamo informazioni che l'esercito russo ha effettivamente giustiziato soldati che si rifiutavano di eseguire gli ordini», ha detto l'ammiraglio Kirby. «Abbiamo anche informazioni secondo cui i comandanti russi minacciano di giustiziare intere unità se cercano di ritirarsi dal fuoco dell'artiglieria ucraina», ha detto. «È riprovevole».
Proprio ad Avdiivka – secondo i media ucraini - le forze di Mosca conterebbero il massimo storico delle loro vittime in guerra: e tanti feriti resterebbero sul campo senza aiuto. Alcuni di loro – ha dichiarato il portavoce della Brigata 110ma ucraina, «li salviamo noi facendoli prigionieri». Secondo un analista citato dal Kiev Post, la Russia avrebbe raggiunto sul fronte sud est attorno ad Avdviika «oltre 1.400 morti in combattimento in un solo giorno il 20 ottobre e una media di 900 uomini al giorno uccisi in combattimento dal 10 al 20 ottobre». L'Istituto per lo studio della guerra (ISW) riporta informazioni del portavoce del gruppo militare ucraino “Tavriisk”, il colonnello Oleksandr Shtupun: 5.000 soldati russi sono stati uccisi e feriti e 400 dei loro veicoli blindati sono stati distrutti soltanto sulla linea del fuoco di Avdiivka e Marinka (di fronte alla città di Donetsk) dal 10 ottobre.
Ore 08:49 - Kiev: «Nella notte abbattuti 5 droni russi su sei»
Le forze russe hanno lanciato nella notte contro l'Ucraina un missile balistico Iskander-M e 6 droni kamikaze Shahed-136/131, cinque dei quali sono stati abbattuti dalle difese ucraine: lo ha reso noto l'Aeronautica militare di Kiev, come riporta Ukrainska Pravda. «La notte del 27 ottobre 2023, il nemico ha attaccato dalla regione Primorsko-Akhtarsk, utilizzando sei Uav (droni, ndr) d'attacco di tipo Shahed in direzione delle regioni meridionali dell'Ucraina e un missile balistico Iskander-M dalla regione di Voronezh in direzione della regione di Kharkiv», si legge in un comunicato. «Le forze ed i mezzi dell'Aeronautica Militare, in collaborazione con le Forze di difesa aerea delle Forze di difesa ucraine, hanno distrutto cinque `Shahed-136/131´ nelle regioni di Kherson e Mykolaiv», aggiunge la nota.
Ore 08:54 - I media ucraini: «Esplosioni a Kherson»
Esplosioni sono state udite questa mattina nella città di Kherson, nell'Ucraina meridionale: lo riporta Rbc-Ucraina, che cita canali Telegram locali.
Ore 09:03 - Ucraina: 2 morti e 11 feriti dopo i raid russi
Gli attacchi russi contro nove oblast ucraini hanno ucciso due civili e ne hanno feriti altri 11. Lo hanno riferito le autorità regionali. Secondo l'aeronautica militare, la Russia ha lanciato sei droni di tipo Shahed per attaccare le regioni meridionali dell'Ucraina e ha preso di mira l'oblast di Kharkiv con un missile balistico Iskander nella notte. Nell'oblast di Kharkiv, le truppe russe hanno colpito una stazione dei vigili del fuoco a Izium, ferendo otto soccorritori, ha riferito il governatore Oleh Syniehubov. Secondo il ministro degli Interni Ihor Klymenko, sono stati danneggiati l'edificio della caserma dei vigili del fuoco e 13 attrezzature. Gli attacchi russi contro la regione il giorno prima hanno danneggiato case ed edifici annessi, ha detto Syniehubov. Cinque dei sei droni russi sono stati abbattuti nelle oblast di Mykolaiv e Kherson, mentre gli altri hanno colpito una infrastruttura vicino a Voznesensk, nell'oblast di Mykolaiv, hanno riferito il Comando operativo meridionale dell'Ucraina e il governatore regionale, aggiungendo che non sono state segnalate vittime in città.
Ore 09:42 - Michel: «Fiducioso su ampio sostegno all'Ucraina nel bilancio Ue»
«Sono fiducioso» che ci sarà il sostegno finanziario all'Ucraina «perché ieri abbiamo avuto una discussione profonda sulla revisione del nostro bilancio ed è stata l'occasione per sentire e comprendere che c'è un ampio sostegno per l'Ucraina. È estremamente importante perché ciascuno di noi comprende che sta combattendo per la sua terra, il suo futuro ma anche per i nostri valori e principi». Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, al suo arrivo alla seconda giornata di vertice Ue.
Ore 10:13 - Estonia: «Se Fico e Orban non aiutano l'Ucraina, qual è l'alternativa?»
«Slovacchia e Ungheria hanno espresso le loro opinioni» sul finanziamento degli aiuti all'Ucraina «e, naturalmente, sono state poste loro domande: se non aiutate l'Ucraina, qual è l'alternativa? Che la Russia vinca? E quindi cosa succede dopo? Perché pensate di essere al sicuro allora quando avremo dato via l'Ucraina se non la supportiamo in questo momento? Quindi queste sono domande a cui in realtà non hanno risposto». Lo ha detto la premier estone, Kaja Kallas, al suo arrivo al Consiglio europeo.
Ore 10:28 - Orban: «L’Occidente non ammette che Kiev non vincerà»
Per gli esperti militari è ovvio che l’Ucraina non sarà in grado di vincere sul campo di battaglia, solo i politici occidentali non osano ammetterlo. Lo ha detto il primo ministro ungherese, Viktor Orban, a Radio Kossuth. La notizia è rilanciata dall’agenzia russa Ria Novosti. «È assolutamente ovvio che gli ucraini non vinceranno al fronte. Tutti gli esperti militari parlano e scrivono, ma i politici non osano dire che hanno scelto una cattiva strategia», ha detto Orban. La vittoria delle forze armate ucraine, secondo Orban, sembrava ai politici europei uno scenario realistico e, finché era così, hanno promesso finanziamenti. Tuttavia ora, secondo Orban, una vittoria militare sembra irraggiungibile. Orban ha aggiunto che «i russi non perderanno al fronte» e si è detto orgoglioso di mantenere il dialogo con la Russia.
Ore 10:39 - «In Crimea segnalato massiccio cyberattacco in corso»
In Crimea è stato registrato un massiccio attacco informatico esterno contro i fornitori Internet locali. Secondo le autorità russe che controllano la penisola ucraina (annessa nel 2014 da Mosca) sono possibili interruzioni di numerosi servizi.
Ore 10:57 - «Tre Droni ucraini sulla centrale nucleare di Kursk neutralizzati, uno caduto vicino a un deposito di scorie»
(di Giusi Fasano) «La sera del 26 ottobre è stato sventato un attacco di tre droni nemici alla centrale nucleare di Kursk. Questo evento non ha influito sul funzionamento della centrale». Lo riporta l’agenzia di stampa russa Tass, citando a sua volta il servizio stampa dell’impianto atomico (a 110 chilometri dal confine ucraino) che ha sottolineato che non ci sono state vittime o danni.
L’attacco, secondo Mosca, sarebbe avvenuto nella città di Kurchatov, e uno dei droni sarebbe esploso vicino a un sito di stoccaggio di scorie nucleari. Così specifica Shot, canale Telegram russo di notizie. Dettagliata la ricostruzione dei media locali: il primo drone sarebbe stato trovato inesploso intorno alle 20.20 (le 19:20 italiane) vicino al checkpoint del complesso amministrativo della centrale. Il secondo risulterebbe rilevato e neutralizzato verso le 21.30 locali. Il terzo sarebbe stato invece intercettato poco prima di mezzanotte e sarebbe caduto ed esploso vicino a un deposito di scorie nucleari.
Ore 11:17 - Gb: bombardieri russi non lanciano missili da crociera da un mese
I bombardieri della Flotta a lungo raggio russa (Lra) non lanciano missili da crociera contro l’Ucraina da oltre un mese, una delle pause più lunghe dall’inizio del conflitto: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. Sebbene la Russia sia ancora in grado di utilizzare altre capacità di attacco, l’uso di questi bombardieri è stato finora il metodo principale utilizzato da Mosca per condurre attacchi di precisione a distanza, si legge nel rapporto pubblicato su X. La Russia ha quasi certamente bisogno di ridurre la frequenza dei suoi attacchi per ricostituire le sue scorte di missili da crociera As-23a Kodiak, osservano gli esperti di Londra, sottolineando che Mosca probabilmente utilizzerà tutte le munizioni prodotte di recente della Lra per colpire le infrastrutture energetiche ucraine durante l’inverno. La Russia molto probabilmente continuerà a integrare qualsiasi campagna di questo tipo con attacchi di droni kamikaze di produzione iraniana, conclude il rapporto.
Ore 11:34 - Tsaryov (politico ucraino filorusso) ferito gravemente in Crimea
Un politico ucraino filorusso, l'ex deputato Oleg Tsaryov, è in terapia intensiva dopo essere stato colpito da un proiettile. «Le condizioni di Oleg sono molto gravi. Attualmente è in terapia intensiva. Non c'è stato alcun accoltellamento. Oleg è stato colpito da proiettili», ha scritto Vladimir Rogov, altro esponente filorusso sul suo canale Telegram. Mentre il giornalista ed esperto militare Yuriy Kotenok ha detto sul suo canale Telegram che è stato attentato alla vita del politico ucraino vicino alla sua casa a Yalta, in Crimea.
Tsaryov nel 2014 si è candidato alle elezioni presidenziali in Ucraina, ma in seguito ha rifiutato di parteciparvi e ha invitato i suoi concittadini a boicottare il processo elettorale. Successivamente, il politico ha lasciato l`Ucraina e ha iniziato a lavorare in Russia. Alla vigilia dell'attentato, Tsaryov è apparso in onda sul canale ortodosso e nazionalista russo Tsargrad, dove ha parlato apertamente di «attacchi terroristici da parte del regime di Zelensky e dei suoi complici».
Ore 11:50 - Mosca: smantellata rete di intelligence ucraina a Zaporizhzhia
L'Fsb russo ha smantellato una rete ucraina di agenti segreti nell'area di Zaporizhzhia. Lo riporta Interfax. «Il Servizio di Sicurezza Federale russo ha interrotto le operazioni di tre grandi reti di agenti coordinate dal Dipartimento principale di intelligence del Ministero della Difesa ucraino durante un'operazione speciale condotta nella regione di Zaporizhzhia», fa sapere il centro di pubbliche relazioni dell'Fsb. Cittadini ucraini e russi sono stati arrestati e un agente è stato ucciso durante l'operazione. Sono stati arrestati gli amministratori delle risorse informative dell'organo mediatico ucraino Ria Melitopol e della chat Melitopol Tse Ukraine Telegram, «utilizzate dai servizi segreti stranieri per raccogliere informazioni e influenzare psicologicamente la popolazione regionale», ha riferito l'Fsb.
I detenuti interrogati «hanno ammesso di lavorare su ordine dell'intelligence militare ucraina», si legge. La filiale dell'Fsb Zaporizhzhia ha aperto un procedimento penale contro i detenuti con l'accusa di incitamento pubblico al terrorismo, giustificazione pubblica del terrorismo o propaganda terroristica.
Ore 12:18 - Zelensky parla con Sunak: «I russi hanno perso intera brigata ad Avdiivka»
«Ho parlato con Rishi Sunak. Il sostegno del Regno Unito all'Ucraina rimane incrollabile. Lo apprezzo molto. Ho aggiornato Rishi sui tentativi russi di accerchiare Avdiivka. I nostri guerrieri li hanno fermati e hanno inflitto pesanti perdite al nemico, che ha perso almeno una brigata di personale. Abbiamo discusso di ulteriore cooperazione in materia di difesa, in particolare di maggiori missili e capacità anti-droni per la difesa aerea dell'Ucraina. Ho informato Rishi delle azioni della Russia nel Mar Nero, che mettono a rischio la navigazione civile. Il corridoio del grano dell'Ucraina continuerà a funzionare, nonostante tutte le difficoltà. Rishi e io abbiamo anche avuto uno scambio di opinioni sul Medio Oriente e abbiamo convenuto che fermare l'escalation è nel migliore interesse della comunità globale». Lo scrive sui social il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.
Ore 12:32 - Slovacchia: «Kiev è corrotta, garantire buon uso degli aiuti Ue»
«L'Ucraina è uno dei paesi più corrotti al mondo» e il sostegno finanziario dell'Ue deve essere «condizionato dalla garanzia che il denaro, compreso quello slovacco, non venga usato indebitamente». Lo scrive il premier della Slovacchia, Robert Fico, in un post su Facebook a margine dei lavori del vertice Ue. Davanti alla revisione del bilancio Ue, il premier slovacco si dice «pronto a sostenere un aumento del contributo» di Bratislava «di circa 400 milioni nei prossimi 4 anni,» a patto che non vi siano tagli ai fondi Ue destinati «agli agricoltori e alla coesione» e che i nuovi stanziamenti siano utilizzati «per aumentare la competitività dell'Ue e combattere l'immigrazione clandestina».
Ore 13:12 - La banca centrale russa alza i tassi al 15%
La banca centrale russa ha alzato il tasso di interesse di riferimento dal 13% al 15%, avvertendo che l'inflazione sta aumentando in tutta l'economia del Paese. «L'attuale pressione inflazionistica è aumentata in modo significativo e supera le aspettative», spiega la banca centrale di Mosca in una nota che annuncia l'aumento dei tassi. Il rialzo al 15% è superiore a quanto stimato dagli analisti, che si aspettavano un aumento al 14%.
Ore 14:27 - Il Consiglio europeo è terminato
Il Consiglio europeo è terminato dopo aver trattato gli ultimi dossier rimasti sul tavolo: l'Ucraina, la crisi tra Serbia e Kosovo e quella del Nagorno Karabakh.
Ore 14:55 - Michel: «Per l'Ue l'Ucraina resta e resterà la priorità»
«L'Ucraina è una priorità per noi, nel corso del Consiglio Europeo è stato ribadito il supporto a Kiev». Lo ha detto il presidente Charles Michel al termine del vertice dei 27 a Bruxelles.
Ore 17:48 - «Attacco russo nella regione di Kharkiv, ferita una donna»
Un attacco russo contro il villaggio di Kindrashivka, nel distretto di Kupyansk nella regione di Kharkiv, ha ferito una donna di 67 anni. Lo riporta l'amministrazione militare regionale su Telegram. Secondo quanto riportato, la vittima è stata ricoverata in ospedale con ferite da schegge alla gamba. A causa del deterioramento della situazione della sicurezza, riporta il Kyiv Independent, ieri le autorità ucraine hanno ordinato l'evacuazione dei bambini da 10 insediamenti nel distretto di Kupyansk, tra cui Kindrashivka.
Ore 15:15 - Von der Leyen: «Presto proposta sull'utilizzo degli asset russi»
«La commissione presenterà una proposta su come usare i profitti generati dagli asset russi congelati e che sono stanziali e che al momento sono di beneficio solo per alcune istituzioni finanziarie: l'idea è di passarli all'Ucraina per la ricostruzione attraverso il budget Ue». Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. I fondi congelati ammontano a 211 miliardi di euro.
Ore 17:12 - La Germania invia terzo sistema di difesa aerea Iris-t a Kiev
La Germania ha fornito all'Ucraina un terzo sistema di difesa aerea Iris-t, in grado di proteggere città di medie dimensioni dagli attacchi aerei. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Berlino, aggiungendo che il sistema, comprensivo di tre lanciatori, un sensore radar, un generatore e relativi missili, è stato consegnato questa settimana. In vista degli attacchi missilistici russi contro le infrastrutture critiche e la popolazione civile previsti per quest'inverno, l'Ucraina riceverà anche parti di ricambio e supporto tecnico-logistico per l'Iris-t. A margine della consegna, il ministro della Difesa Boris Pistorius ha ribadito il sostegno della Germania a Kiev tra le preoccupazioni che la guerra di Gaza possa diminuire il sostegno internazionale al Paese: «Può contare su di noi, stiamo facendo tutto il possibile. Questa guerra non sarà dimenticata».
Ucraina-Russia, le notizie di sabato 28 ottobre: di Redazione Online su Il Corriere della Sera sabato 28 ottobre 2023.
• Secondo gli Usa «Mosca sta giustiziando i soldati che non eseguono gli ordini»
• Charles Michel al Consiglio europeo: «L'Ucraina resta e resterà la priorità per l'Ue»
• Per Orban «Kiev non vincerà», ma i leader europei non vogliono ammetterlo
Ore 01:48 - Accordo Usa-Cina, incontro Biden-Xi a San Francisco a novembre
Stati Uniti e Cina hanno raggiunto l’accordo per l’incontro tra il presidente americano Joe Biden e il suo omologo cinese Xi Jinping al summit di San Francisco dell’Apec, in programma dal 15 al 17 novembre. Lo riporta l’Associated Press. I dettagli dell’incontro sono ancora in via di definizione.
Ore 02:40 - IL PUNTO MILITARE - Ora l’Ucraina è alle prese con la mancanza di munizioni
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I numeri non aiutano l’Ucraina stretta in un doppio fronte, la lenta offensiva a sud e il contrattacco degli invasori a oriente, attorno ad Avdiivka, dove i difensori sono in grandi difficoltà. L’Unione Europa doveva garantire un milione di proiettili d’artiglieria pesante a Kiev ma dopo sei mesi ha spedito appena il 30 per cento. A rivelarlo è il sito Bloomberg confermando le previsioni pessimistiche. Le quantità ridotte sono da imputare a due problemi: produzione a rilento nonostante le promesse, scorte ai minimi. Da tempo gli ucraini hanno cercato di ampliare le capacità delle loro fabbriche — anche per i droni —, tuttavia non è possibile bruciare le tappe.
Ore 02:48 - Difesa ucraina: abbattuti tre missili e due droni russi nell’oblast di Mykolaiv
Tre missili e due droni Lancet russi sono stati abbattuti dalla difesa aerea ucraina nella regione di Mykolaiv. Lo riferisce la testata online The Kyiv Independent.
Ore 02:53 - Usa, speaker della Camera favorevole a scorporare aiuti per Israele dai fondi per l’Ucraina
Lo Speaker della Camera Mike Johnson ha parlato con il premier israeliano Benjamin Netanyahu nella sua prima telefonata a un leader straniero da quando è stato eletto. Johnson ha detto a Netanyahu di essere favorevole a scorporare i 14,3 miliardi di aiuti a Israele dal pacchetto che include anche fondi all’Ucraina.
Ore 07:04 - Attacchi a Kherson, danni al centro città e una donna ferita
Edifici danneggiati e una donna ferita sulla riva sinistra del Dnipro: lo ha riportato l’amministratore militare della città Roman Mrochko.
Ore 09:05 - Mosca, alzati i tassi d’interesse al 15% contro l’inflazione che galoppa
Per la quarta volta quest’anno la Banca centrale russa, alle prese con l’economia di guerra e l’inflazione in grande crescita che ne deriva, ha alzato il costo del denaro. Da luglio a oggi i tassi d’interesse sono stati alzati del 7,5%.
Ore 11:38 - La Casa Bianca: la Russia giustizia i soldati che disertano
La Russia sta giustiziando i soldati che tentano di ritirarsi dalla sanguinosa offensiva nell’Ucraina orientale, ha detto la Casa Bianca due giorni fa. Secondo gli Stati Uniti, alcune delle vittime russe vicino ad Avdiivka sono state uccise «per ordine dei loro stessi leader». Le truppe russe e ucraine sono impegnate in una feroce battaglia per la città da metà ottobre. Si ritiene che la Russia abbia subito perdite «significative» in questo periodo. Le stime ucraine stimano il numero delle vittime russe ad Avdiivka a 5.000, mentre gli Stati Uniti affermano che la Russia ha perso 125 veicoli corazzati e più dell’equipaggiamento di un battaglione. Un portavoce dell’esercito ucraino ha affermato che le truppe russe si rifiutano di attaccare le posizioni ucraine vicino ad Avdiivka a causa delle pesanti perdite e che in alcune unità si sono verificati ammutinamenti. Puniti, secondo gli Usa, con la morte.
Ore 13:13 - Kiev: «Mosca ha perso già 4mila uomini per offensiva su Avdiivka»
Ad oggi Mosca ha persone già circa 4.000 uomini durante l'offensiva su Avdiivka, nella regione di Donetsk. Lo riporta su Telegram il ministero della Difesa ucraina, spiegando che il ministro Rustem Umerov ha avuto una conversazione telefonica con il segretario della Difesa degli Usa Lloyd Austin nella quale gli ha riferito degli ultimi aggiornamenti sul campo, compresa la situazione della città del Donetsk. «L'ho informato delle perdite del nemico nell'area di Avdiivka a partire da questo minuto - circa 4.000 soldati», ha dichiarato Umerov ringraziando gli Stati Uniti per la continua ed efficace cooperazione e per la fornitura di munizioni di artiglieria all'Ucraina.
Ore 17:09 - Kiev: «Iniziato il vertice di pace a Malta con oltre 65 Paesi». Yermak: «Cresce il sostegno alla proposta di Zelensky»
A Malta è iniziato il vertice di pace indetto dall'Ucraina per discutere della formula per risolvere il conflitto con la Russia proposta dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo riferisce su Telegram il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andry Yermak spiegando che sono presenti «oltre 65 Paesi, occidentali e del Sud globale». Fino a ieri la lista non era stata diffusa per evitare che la Russia facesse pressioni ai partecipanti. A Malta, a differenza del precedente vertice che si è tenuto a Gedda, in Arabia Saudita, non è prevista la partecipazione della Cina, anche se gli organizzatori speravano che Pechino decidesse di esserci all'ultimo minuto. Secondo Yermak, «gli sforzi diplomatici dell'Ucraina stanno dando i loro frutti» e «il sostegno internazionale alla formula di pace ucraina sta crescendo»: «Lo dimostra il gran numero di Paesi del Sud globale coinvolti nell'incontro» spiega il consigliere presidenziale. Nel dettaglio, aggiunge Yermak, «saranno presentati e discussi piani specifici per l'attuazione dei 5 punti della formula di pace: sicurezza nucleare, sicurezza energetica, sicurezza alimentare, direzione umanitaria (rilascio di prigionieri e deportati), ripristino dell'integrità territoriale dell'Ucraina e ordine mondiale».
Ore 17:51 - Lavrov: «L'Occidente ha creato Zelensky, un mostro»
L'Occidente ha creato un mostro: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e ora comincia a preoccuparsene. Lo ha detto in un'intervista all'agenzia di stampa bielorussa, BelTA, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov: «Lo scenario occidentale, che è stato tramato contro la Russia attraverso lo sterminio di tutto ciò che è russo in Ucraina, trasformandolo in uno strumento obbediente neonazista, era destinato al fallimento». «L'Occidente comincia a preoccuparsi per il mostro che ha creato. Zelensky e soci non obbediscono più molto all'Occidente e chiedono più soldi, più armi». «Hanno attaccato tutto ciò che è russo, la nostra storia. Stanno già ritenendo noi, non Hitler, responsabili della Seconda Guerra Mondiale. Ci sono attacchi alla nostra lingua, alla nostra educazione, ai media, alla cultura. Distruggono i monumenti a coloro che hanno creato Odessa e altre città della Novorossiya. Hanno rimosso il monumento a Caterina la Grande e il monumento a Potemkin dalla parte centrale di Odessa e esattamente una settimana dopo si sono recati presso l'UNESCO e hanno registrato questa parte centrale di Odessa come patrimonio culturale dell'umanità», ha accusato il capo della diplomazia di Mosca.
Ore 17:55 - Zelensky ai Paesi del vertice di Malta: «La storia dei popoli diventi di pace»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto in un video diffuso su Telegram ai rappresentanti dei Paesi che stanno partecipando al vertice sulla pace di Malta. All'incontro ci sono 66 Paesi dell'Occidente e del Sud globale, rende noto il presidente ucraino ringraziando «tutti gli Stati e le organizzazioni internazionali rappresentati a Malta». In totale, «quasi 70 attori globali hanno già aderito ai processi della formula di pace». «Si dice in diverse lingue che la storia dell'umanità è una storia di guerre. Ma io voglio che un giorno tutti noi possiamo dire: d'ora in poi, la storia dei popoli è solo una storia di pace» ha rimarcato Zelensky. Un'aspirazione che «è alla base del diritto internazionale e del suo fondamento, la Carta delle Nazioni Unite». Ma, si domanda il presidente ucraino, questa funziona? «Qui in Ucraina, in Medio Oriente e in Africa, la risposta è il pianto delle madri che seppelliscono i loro figli e le loro figlie uccisi nelle guerre e la disperazione dei bambini orfani di guerra. Noi possiamo e dobbiamo dare una risposta diversa» sottolinea Zelensky ribadendo l'importanza di avallare la formula di pace in 10 punti proposta dal presidente ucraino. Nell'ultimo anno «sempre più Paesi e organizzazioni internazionali si stanno unendo al lavoro di attuazione della formula per la pace» ucraina, riferisce Zelensky, «queste azioni congiunte possono portare al ripristino dell'integrità territoriale del nostro Paese e alla piena applicazione del diritto internazionale, cioè a una pace duratura e giusta».
Ore 23:24 - Trump: «Con me nessuna crisi in Ucraina»
«Sotto la mia presidenza ho tenuto Israele al sicuro e il mondo al sicuro. Oggi il mondo sta esplodendo. Non sarebbe mai successo se fossi stato presidente». A dichiararlo è stato l'ex presidente americano Donald Trump, intervenendo alla conferenza della coalizione ebraica repubblicana a Las Vegas. La crisi ucraina «non sarebbe mai esistita, l'inflazione non ci sarebbe mai stata», ha affermato. Quanto alle vittime dell'attacco di Hamas in Israele, «saranno vendicate anche oltre quello che state pensando», ha dichiarato.
Ore 02:34 - Zelensky: «Appoggio a piano di pace sta diventando globale»
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sostiene che la maggioranza dei Paesi del mondo si sta gradualmente unendo attorno a una visione comune, il suo piano di pace per l’Ucraina. Ne ha parlato nel corso della prima giornata di lavoro a Malta sulla sua proposta in dieci punti per porre fine alla guerra (un piano in cui si chiede il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina). Zelensky ha sottolineato che la presenza di rappresentanti di 66 Paesi a quello che è il terzo incontro internazionale sul suo piano (dopo gli incontri a Copenaghen e Gedda) dimostra che il consenso «sta diventando globale».
«Oggi è il primo giorno del vertice a Malta: un incontro di consiglieri e rappresentanti diplomatici sulla nostra formula di pace, che gradualmente, passo dopo passo, sta diventando globale», ha detto, nel discorso video ai partecipanti all’incontro a La Valetta, trasmesso sul suo canale Telegram e sul sito web della presidenza ucraina. «Sessantasei Paesi sono rappresentati al vertice ed è un buon risultato. Tutti i continenti sono rappresentati. E c’è il potenziale per espandere la rappresentanza degli Stati».
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Lukashenko: «Tra Kiev e Mosca grave stallo, bisogna sedersi al tavolo dei negoziati». Giusi Fasano, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera domenica 29 ottobre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di domenica 29 ottobre. Zelensky al vertice di pace a Malta con oltre 65 Paesi. La Casa Bianca: «La Russia giustizia i soldati che disertano»
• Secondo gli Usa «Mosca sta giustiziando i soldati che non eseguono gli ordini»
• Charles Michel al Consiglio europeo: «L'Ucraina resta e resterà la priorità per l'Ue»
• Per Orban «Kiev non vincerà», ma i leader europei non vogliono ammetterlo
Ore 00:38 - La Casa Bianca: la Russia giustizia i soldati che disertano
La Russia sta giustiziando i soldati che tentano di ritirarsi dalla sanguinosa offensiva nell’Ucraina orientale, ha detto la Casa Bianca due giorni fa. Secondo gli Stati Uniti, alcune delle vittime russe vicino ad Avdiivka sono state uccise «per ordine dei loro stessi leader». Le truppe russe e ucraine sono impegnate in una feroce battaglia per la città da metà ottobre. Si ritiene che la Russia abbia subito perdite «significative» in questo periodo. Le stime ucraine stimano il numero delle vittime russe ad Avdiivka a 5.000, mentre gli Stati Uniti affermano che la Russia ha perso 125 veicoli corazzati e più dell’equipaggiamento di un battaglione. Un portavoce dell’esercito ucraino ha affermato che le truppe russe si rifiutano di attaccare le posizioni ucraine vicino ad Avdiivka a causa delle pesanti perdite e che in alcune unità si sono verificati ammutinamenti. Puniti, secondo gli Usa, con la morte.
Ore 01:11 - Kiev: «Iniziato il vertice di pace a Malta con oltre 65 Paesi». Yermak: «Cresce il sostegno alla proposta di Zelensky»
A Malta è iniziato il vertice di pace indetto dall'Ucraina per discutere della formula per risolvere il conflitto con la Russia proposta dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo riferisce su Telegram il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andry Yermak spiegando che sono presenti «oltre 65 Paesi, occidentali e del Sud globale». Fino a ieri la lista non era stata diffusa per evitare che la Russia facesse pressioni ai partecipanti. A Malta, a differenza del precedente vertice che si è tenuto a Gedda, in Arabia Saudita, non è prevista la partecipazione della Cina, anche se gli organizzatori speravano che Pechino decidesse di esserci all'ultimo minuto.
Secondo Yermak, «gli sforzi diplomatici dell'Ucraina stanno dando i loro frutti» e «il sostegno internazionale alla formula di pace ucraina sta crescendo»: «Lo dimostra il gran numero di Paesi del Sud globale coinvolti nell'incontro» spiega il consigliere presidenziale. Nel dettaglio, aggiunge Yermak, «saranno presentati e discussi piani specifici per l'attuazione dei 5 punti della formula di pace: sicurezza nucleare, sicurezza energetica, sicurezza alimentare, direzione umanitaria (rilascio di prigionieri e deportati), ripristino dell'integrità territoriale dell'Ucraina e ordine mondiale».
Ore 01:36 - Kiev: «Mosca ha perso già 4mila uomini per offensiva su Avdiivka»
Ad oggi Mosca ha persone già circa 4.000 uomini durante l'offensiva su Avdiivka, nella regione di Donetsk. Lo riporta su Telegram il ministero della Difesa ucraina, spiegando che il ministro Rustem Umerov ha avuto una conversazione telefonica con il segretario della Difesa degli Usa Lloyd Austin nella quale gli ha riferito degli ultimi aggiornamenti sul campo, compresa la situazione della città del Donetsk. «L'ho informato delle perdite del nemico nell'area di Avdiivka a partire da questo minuto - circa 4.000 soldati», ha dichiarato Umerov ringraziando gli Stati Uniti per la continua ed efficace cooperazione e per la fornitura di munizioni di artiglieria all'Ucraina.
Ore 01:57 - Difesa ucraina: abbattuti tre missili e due droni russi nell’oblast di Mykolaiv
Tre missili e due droni Lancet russi sono stati abbattuti dalla difesa aerea ucraina nella regione di Mykolaiv. Lo riferisce la testata online The Kyiv Independent.
Ore 02:10 - Trump: «Con me nessuna crisi in Ucraina»
«Sotto la mia presidenza ho tenuto Israele al sicuro e il mondo al sicuro. Oggi il mondo sta esplodendo. Non sarebbe mai successo se fossi stato presidente». A dichiararlo è stato l'ex presidente americano Donald Trump, intervenendo alla conferenza della coalizione ebraica repubblicana a Las Vegas. La crisi ucraina «non sarebbe mai esistita, l'inflazione non ci sarebbe mai stata», ha affermato. Quanto alle vittime dell'attacco di Hamas in Israele, «saranno vendicate anche oltre quello che state pensando», ha dichiarato.
Ore 02:51 - Zelensky ai Paesi del vertice di Malta: «La storia dei popoli diventi di pace»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto in un video diffuso su Telegram ai rappresentanti dei Paesi che stanno partecipando al vertice sulla pace di Malta. All'incontro ci sono 66 Paesi dell'Occidente e del Sud globale, rende noto il presidente ucraino ringraziando «tutti gli Stati e le organizzazioni internazionali rappresentati a Malta». In totale, «quasi 70 attori globali hanno già aderito ai processi della formula di pace». «Si dice in diverse lingue che la storia dell'umanità è una storia di guerre. Ma io voglio che un giorno tutti noi possiamo dire: d'ora in poi, la storia dei popoli è solo una storia di pace» ha rimarcato Zelensky. Un'aspirazione che «è alla base del diritto internazionale e del suo fondamento, la Carta delle Nazioni Unite».
Ma, si domanda il presidente ucraino, questa funziona? «Qui in Ucraina, in Medio Oriente e in Africa, la risposta è il pianto delle madri che seppelliscono i loro figli e le loro figlie uccisi nelle guerre e la disperazione dei bambini orfani di guerra. Noi possiamo e dobbiamo dare una risposta diversa» sottolinea Zelensky ribadendo l'importanza di avallare la formula di pace in 10 punti proposta dal presidente ucraino. Nell'ultimo anno «sempre più Paesi e organizzazioni internazionali si stanno unendo al lavoro di attuazione della formula per la pace» ucraina, riferisce Zelensky, «queste azioni congiunte possono portare al ripristino dell'integrità territoriale del nostro Paese e alla piena applicazione del diritto internazionale, cioè a una pace duratura e giusta».
Ore 03:08 - Mosca: «Abbattuti 36 droni ucraini sul mar Nero»
Le forze russe hanno abbattuto 36 droni ucraini nella notte tra sabato e domenica sul Mar Nero e sulla penisola di Crimea. Lo ha annunciato il ministero della Difesa russo. «La notte del 29 ottobre il tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico utilizzando droni di tipo aereo sul territorio della Federazione Russa è stato fermato», ha scritto il ministero su Telegram, aggiungendo: «I sistemi di difesa aerea esistenti hanno distrutto 36 veicoli aerei senza pilota ucraini sul Mar Nero e sulla parte nordoccidentale della penisola di Crimea».
Ore 05:44 - Ex mercenari Wagner arruolati nelle unità cecene
Gli ex mercenari del gruppo Wagner si sono uniti al battaglione Akhmat della Cecenia impegnato nella guerra in Ucraina. Lo ha detto - come riporta il Kyiv Independent - il comandante del battaglione Akhmat, Apti Alaudinov, in un’intervista. Secondo Alaudinov, «molti soldati Wagner si sono uniti a vari distaccamenti delle forze Akhmat e stanno operando in diversi settori non specificati del fronte in Ucraina».
«I combattenti di Wagner - ha aggiunto - hanno sempre parlato con molto rispetto di Akhmat», probabilmente nel tentativo di soffocare le tensioni tra il defunto finanziere del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin e il capo della Repubblica cecena Ramzan Kadyrov. Secondo l’Institute for the Study of War, le ex forze Wagner frammentate in vari settori del fronte difficilmente torneranno a essere un’organizzazione militare efficace «non avendo più quella forza tratta dall’essere un’organizzazione unitaria sotto una leadership chiara e coerente».
Ore 08:42 - Kiev: «Abbattuti 3 missili da crociera russi su 4»
Le forze russe hanno lanciato nella notte quattro missili da crociera Iskander-K contro l’Ucraina, tre dei quali sono stati abbattuti dalle difese di Kiev mentre il quarto ha mancato il bersaglio: lo ha reso noto su Telegram l’esercito, come riporta Rb-Ucraina. I tre Iskander-K sono stati intercettati nella regione di Dnipropetrovsk.
Ore 08:42 - Lukashenko incontra Lavrov: «Tornare al tavolo delle trattative»
«L’importante è che venga ordinato uno stop». Viene da Minsk l’appello a fermare finalmente la guerra in Ucraina e avviare negoziati seri. Nel conflitto in Ucraina ci sono «molti problemi» da entrambe le parti e la situazione è generalmente bloccata: nessuno può fare nulla in particolare per rafforzare la propria posizione o fare progressi, afferma il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko, secondo l’agenzia di stampa statale BelTA. «Dobbiamo sederci al tavolo delle trattative e raggiungere un accordo», dice Lukashenko in un video di domande e risposte pubblicato sul sito web dell’agenzia di stampa statale bielorussa BelTA. Lukashenko è alleato del presidente russo Vladimir Putin e i soldati russi hanno attaccato l`Ucraina dal territorio bielorusso nel febbraio 2022. Durante un incontro ieri con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov a Minsk, il presidente bielorusso Lukashenko ha annunciato l’intenzione di avere presto una conversazione telefonica con il presidente della Russia, riferisce BelTA.
Ore 12:26 - Kiev: «Il bilancio dei soldati russi uccisi sfiora quota 300 mila»
Il bilancio dei soldati russi uccisi in Ucraina dall’inizio del conflitto ha sfiorato ieri la soglia dei 300mila: lo scrive su Facebook lo stato maggiore delle Forze armate di Kiev, come riporta Ukrinform. Dal 24 febbraio 2022, giorno in cui la Russia ha invaso l’Ucraina, Mosca ha perso 299.080 militari, di cui 660 nella giornata di ieri. Inoltre, secondo il rapporto dell’esercito, le truppe ucraine hanno distrutto finora 5.175 carri armati nemici, 7.188 sistemi di artiglieria, 558 sistemi di difesa aerea, 320 aerei, 324 elicotteri, 5.399 droni, 1.544 missili da crociera, 20 tra navi e imbarcazioni e un sottomarino.
Ore 16:26 - Lukashenko: «Russia e Ucraina sono bloccate, devono sedersi a negoziare»
Russia e Ucraina sono bloccate in una situazione di «grave stallo» e le due parti devono sedersi e negoziare la fine del conflitto. Lo ha dichiarato nel fine settimana il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, alleato del russo Vladimir Putin. Lo riporta il sito della Reuters. «Ci sono abbastanza problemi da entrambe le parti e in generale la situazione è ora di grave stallo: nessuno può fare nulla per rafforzare o far avanzare la propria posizione», ha detto Lukashenko. «Sono lì testa a testa, trincerati. La gente sta morendo. Dobbiamo sederci al tavolo dei negoziati e trovare un accordo», ha aggiunto il leader bielorusso.
Ore 16:32 - Kiev: «Oltre 6.500 perdite tra i russi nell'offensiva su Avdiivka»
Dal 10 ottobre, giorno in cui è iniziata l'offensiva russa nei pressi di Avdiivka, Mosca ha perso più di 6.500 soldati. Lo ha dichiarato il portavoce delle forze di difesa di Tauride, Alexander Shtupun, come riferito da Rbc Ucraina. «Se parliamo del numero di perdite, Avdiivka è la più grande sconfitta per i russi. Se contiamo dal 10 ottobre, le perdite totali del nemico nella regione di Donetsk nell'area di responsabilità della Brigata Tavria ammontano a quasi 6.500 persone», ha detto Shtupun. Secondo il portavoce, Kiev ha anche distrutto 100 carri armati e quasi 250 unità di altri veicoli corazzati nemici nello stesso settore. Solo nell'ultimo giorno, cinque carri armati russi, tra cui un T-90, sono stati distrutti nella zona di Avdiivka. In totale, secondo Shtupun, Mosca avrebbe ammassato fino a 40.000 soldati nei pressi di Avdiivka.
Ore 16:33 - Gran Bretagna: «Mosca vieta agli atenei di parlare di trend politici negativi»
Il ministero dell'Istruzione russo ha ordinato alle università a metà ottobre di evitare discussioni pubbliche su qualsiasi «tendenza politica, economica e sociale negativa» nel Paese durante le attività accademiche: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence.
«Ciò costituisce un'ulteriore restrizione dello spazio informativo nella Russia in tempo di guerra, rendendo più difficile discutere apertamente le questioni politiche», si legge nel rapporto pubblicato su X. «Nel lungo termine, ciò probabilmente favorirà la tendenza del processo decisionale russo a svolgersi in una camera di risonanza di prospettive politicamente accettabili e filo-Cremlino», commentano gli esperti di Londra. «È molto probabile che il Cremlino desideri reprimere ulteriormente le prospettive negative «sull'operazione militare speciale» in vista della prevista candidatura del presidente Vladimir Putin per la rielezione nel marzo 2024, conclude il rapporto.
Ore 16:47 - Kiev: «Abbattuto un aereo russo nell'area di Avdiivka»
I soldati del servizio di guardia di frontiera ucraina che stanno contenendo gli attacchi delle forze di occupazione nel settore di Avdiivka hanno distrutto un aereo russo. Lo riferisce il portavoce delle guardie di frontiera ucraine, colonnello Andriy Demchenko, in un commento a Ukrainska Pravda. Secondo le prime informazioni, si trattava di un aereo d'attacco SU-25. «Un missile antiaereo sparato dalle guardie di frontiera da un sistema portatile ha colpito un bersaglio aereo. L'aereo nemico ha iniziato a fumare, ha perso quota ed è scomparso all'orizzonte», ha riferito il portavoce.
Ore 17:58 - Il servizio di sicurezza dell'Ucraina rivendica l'attacco del drone alla raffineria di Afipsky
Il Servizio di sicurezza dell'Ucraina (Sbu) ha rivendicato l'attacco di stanotte alla raffineria di petrolio Afipsky, nella regione russa di Krasnodar, spiegando di aver utilizzato due droni. Lo riferiscono fonti informate a Rbc Ucraina. Un incendio era divampato nell'impianto per poi essere spento. I canali ufficiali russi non hanno spiegato il motivo del fuoco, ma media russi come Baza hanno parlato di un attacco con i droni. Ora arriva la rivendicazione ucraina: «Queste strutture sono un obiettivo importante. Solo l'anno scorso, l'azienda ha prodotto più di 7 milioni di tonnellate di carburante per l'aviazione, che è stato utilizzato per gli aerei militari nemici che attaccano l'Ucraina ogni giorno» hanno spiegato le fonti a Rbc Ucraina. Come risultato dell'operazione speciale della Sbu, sono state distrutte diverse nuove unità dell'impianto, dove veniva lavorato il carburante. «Questo è un duro colpo per gli occupanti russi. Secondo i dati preliminari, diversi carri armati con `oro nero´ hanno preso fuoco. Ora i russi avranno meno risorse per attaccare l'Ucraina con i loro aerei», hanno concluso le fonti.
Ore 20:14 - Zelensky annuncia: «Al vertice di Malta concordata una dichiarazione»
Il presidente Zelensky ha riferito su Telegram che «ci sono buone notizie a seguito dell'incontro di Malta», il vertice in cui si è discussa la formula di pace di Kiev a cui avrebbero partecipato i rappresentanti di 66 Paesi, secondo quanto riportato. «È stata concordata una dichiarazione dei copresidenti del vertice, una dichiarazione di base e unificante» ha riferito Zelensky sostenendo che «questo è il segnale giusto, indipendentemente da ciò che accade nel mondo, la cosa principale è l'unità in nome del vero potere del diritto internazionale, perché è l'unità in nome della giustizia per l'Ucraina e per tutti i Paesi e i popoli che possono essere oggetto di aggressioni». Il presidente ucraino ha fatto sapere che si stanno già muovendo «passi importanti da compiere nelle prime settimane di novembre» e a dicembre, mesi che dovrebbero. «essere significativi per l'Ucraina». «Si tratta di nuovi pacchetti di difesa e dello sviluppo delle nostre relazioni con l'Unione europea» e di «eventi internazionali previsti per l'Ucraina» ha concluso Zelensky.
Ore 21:22 - Zelensky sulla tensione in Daghestan: «Dai russi insulti antisemiti, il loro antisemitismo ha radici profonde»
«Video spaventosi da Makhachkala, in Russia, dove una folla inferocita ha fatto irruzione nell'aeroporto alla ricerca di cittadini israeliani sul volo da Tel Aviv. Questo non è un incidente isolato a Makhachkala, ma piuttosto fa parte della diffusa cultura russa di odio verso le altre nazioni, propagandata dalla televisione di stato, dagli esperti e dalle autorità». Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Nell'ultimo anno il ministro degli Esteri russo ha espresso una serie di dichiarazioni antisemite - aggiunge -. Anche il presidente russo ha fatto insulti antisemiti. Per i portavoce della propaganda russa sulla televisione ufficiale, la retorica dell'odio è una routine. Anche la più recente escalation in Medio Oriente ha suscitato dichiarazioni antisemite da parte degli ideologi russi». Secondo il leader ucraino «l'antisemitismo e l'odio russo verso le altre nazioni sono sistemici e profondamente radicati. L'odio è ciò che guida l'aggressività e il terrore. Dobbiamo lavorare tutti insieme per contrastare l'odio».
Ore 21:23 - «Biden come Carter, la politica estera pesa sulla corsa alla Casa Bianca nel 2024»
La corsa alla Casa Bianca di Joe Biden inizia a somigliare sempre più, almeno sul fronte della politica estera, a quella di Jimmy Carter, l'unico presidente democratico che non ha vinto un secondo mandato. Il fallito tentativo di Carter di restare alla Casa Bianca ha affondato le sue radici nella rivoluzione iraniana del 1979, che ha portato alla guida del paese il regime fondamentalista che è ancora in carica, e l'invasione dell'Afghanistan da parte dell'Unione Sovietica. Biden - riporta Axios - si trova a fronteggiare Hamas, e i suoi legami con l'Iran, e la Russia di Vladimir Putin. Come Carter nel 1979, anche Biden si trova a fare i conti con il minore sostegno di una parte cruciale di elettori democratici, i giovani progressisti che potrebbero preferirgli il candidato indipendente Cornel West. Il sostegno a Israele dopo l'attacco potrebbe mettere a rischio anche i voti di arabi e musulmani, fra i più fedeli elettori democratici e di Biden, oltre a quelli dei giovanissimi. Un mix che richiede a Biden di battersi maggiormente cercando di spazzare via i timori sulla sua età e di convincere gli americani che è in grado di svolgere il suo lavoro.
Ore 22:47 - Il governatore del Daghestan: «Puniremo chi ha attaccato lo scalo»
Il capo della Repubblica russa del Daghestan ha denunciato la folla inferocita che in serata aveva preso d'assalto l'aeroporto di Makhachkala alla ricerca di israeliani, promettendo loro una punizione. «Tutti i daghestani si immedesimano nella sofferenza delle vittime delle azioni di persone e politici ingiusti e pregano per la pace in Palestina. Ma quello che è successo nel nostro aeroporto è oltraggioso e dovrebbe ricevere un'adeguata valutazione da parte delle forze dell'ordine», ha affermato Serghiei Melikov, governatore della repubblica, aggiungendo che «questo sarà fatto».
Ore 22:52 - Le autorità Daghestan: «Alcuni feriti dopo l'assalto all'aeroporto»
Le autorità del Daghestan hanno affermato che alcune persone sono state «ferite» durante l'assalto all'aeroporto della capitale da parte di una folla ostile a Israele, alla ricerca di passeggeri provenienti da Tel Aviv. «A seguito dell'incidente all'aeroporto di Makhachkala, ci sono persone ferite che ricevono assistenza medica», ha detto il Ministero della Sanità su Telegram, senza fornire ulteriori dettagli. Secondo le autorità, le forze dell'ordine russe sono intervenute all'aeroporto e hanno posto fine all'incidente intorno alle 22 ora locale.
Ucraina-Russia, le notizie di lunedì 30 ottobre. Giusi Fasano, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera di lunedì 30 ottobre 2023.
• Lukashenko: «Tra Kiev e Mosca grave stallo, bisogna sedersi al tavolo dei negoziati»
• Secondo gli Usa «Mosca sta giustiziando i soldati che non eseguono gli ordini»
• Il ministro della Difesa di Mosca: «Se si creeranno le condizioni necessarie, siamo pronti a discutere politicamente sia la soluzione postbellica della crisi ucraina sia i parametri di un’ulteriore coesistenza con l’Occidente su una base realistica»
• Per Orban «Kiev non vincerà», ma i leader europei non vogliono ammetterlo
Ore 04:00 - Russia accusa l’Occidente di «costante escalation conflitto»
La Russia ha avvertito l'Occidente che la costante escalation del conflitto con Mosca nella guerra in Ucraina minaccia uno scontro militare diretto tra potenze nucleari. «La linea occidentale porta con sé la minaccia di uno scontro militare diretto tra le potenze nucleari, che è carico di conseguenze catastrofiche». Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, parlando allo Xiangshan Forum di Pechino, ha accusato l'Occidente di voler infliggere una «sconfitta strategica» a Mosca in una «guerra ibrida», elogiando invece le relazioni Russia-Cina come un modello «esemplare» per i Paesi «che non voglio legarsi al blocco occidente».
L'Occidente vuole espandere il conflitto in Ucraina alla regione dell'Asia-Pacifico dove la Nato sta nascondendo un aumento di forze con un «ostentato desiderio di dialogo», ha aggiunto Shoigu allo Xiangshan Forum, il più grande evento di diplomazia militare della Cina. I Paesi della Nato, ha rincarato il ministro russo, stanno promuovendo una corsa agli armamenti, aumentando la loro presenza militare e la frequenza e la portata delle esercitazioni militari. Le forze statunitensi, nella lettura di Shoigu, utilizzeranno gli scambi di informazioni con Tokyo e Seul sui lanci missilistici per scoraggiare Russia e Cina.
Washington, in più, sta cercando di utilizzare il cambiamento climatico e i disastri naturali come pretesto per «interventi umanitari». Mentre l'emergere di nuovi blocchi di sicurezza come Quad (Usa, India, Giappone e Australi) e Aukus (Australia, Usa, e Uk) ha minato il ruolo dell'Associazione delle nazioni del Sudest asiatico (Asean) e gli sforzi di non proliferazione nucleare nella regione. Allo stesso tempo, la mossa russa di revocare la ratifica del Trattato sulla messa al bando totale dei test nucleari non significa la fine dell'accordo e Mosca non sta abbassando la soglia per l'uso delle armi nucleari.
«Cerchiamo solo di ripristinare la parità con gli Stati Uniti, che non hanno ratificato questo trattato — ha detto Shoigu —. Non stiamo parlando della sua distruzione». Mosca è pronta per i colloqui sulla soluzione postbellica della crisi ucraina e su un'ulteriore «coesistenza» con l'Occidente che, però, deve smettere di cercare la sconfitta strategica della Russia. Le condizioni per tali colloqui non sono ancora state create, ma è «anche importante garantire relazioni paritarie tra tutte le potenze nucleari e i membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che hanno una responsabilità speciale nel sostenere la pace e la stabilità globale».
Ore 05:05 - Avdiivka, le perdite russe nella recente offensiva «potrebbero essere le peggiori del 2023»
L’intelligence britannica ha valutato questo fine settimana che la Russia ha subito alcuni dei più alti tassi di vittime finora quest’anno a causa dei continui combattimenti «pesanti ma inconcludenti» intorno alla città di Avdiivka, nella provincia di Donetsk. Il regolare aggiornamento dell’intelligence del Ministero della Difesa britannico sabato mattina ha rilevato che la Russia aveva impegnato nell’area «elementi fino a otto brigate», da quando ha lanciato il suo «grande sforzo offensivo» a metà ottobre.
Ore 06:14 - Crimea: incursione ucraina, interrotto il traffico marittimo nella baia di Sebastopoli
Il traffico marittimo nella baia di Sebastopoli, in Crimea, è stato bloccato in seguito a un'incursione delle Forze armate ucraine. «Cari passeggeri, il trasporto marittimo è sospeso», si legge in un messaggio della Direzione per lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto stradale russa di Sebastopoli. In precedenza il governatore russo della città, Mikhai Razvozhayev, ha riferito che la Flotta russa del Mar Nero nella notte ha aperto il fuoco contro dei droni ucraini. Secondo il canale Telegram ucraino «Crimean Wind», in mattinata intorno alle 6:20 del mattino (le 4:20 in Italia) si sono udite delle raffiche di colpi d'arma da fuoco nella baia di Sebastopoli.
Ore 06:25 - Kiev: attacchi russi a Kherson, un morto e tre feriti
Le forze russe hanno attaccato dalla riva sinistra del fiume Dnipro, uccidendo una donna di 85 anni e ferendo altre tre persone. Lo ha riferito l'amministrazione militare della città. Intorno a mezzanotte l'esercito russo ha bombardato il quartiere centrale della città dalla riva sinistra occupata. Lo riporta «Kyiv Independent». Secondo quanto riferito, i grattacieli sono stati danneggiati.
«Uno degli appartamenti ha preso fuoco a causa dell'impatto», ha dichiarato Roman Mrochko, capo dell'amministrazione militare della città. «Lì è morta una donna di 85 anni. Un'altra vittima con ustioni e avvelenamento da prodotti della combustione è stata portata in ospedale». In precedenza era stato riferito che nell'attacco erano rimasti feriti un uomo di 68 anni e una donna di 34 anni.
L'amministrazione militare di Kherson ha successivamente confermato che oltre a queste ferite è stata uccisa anche una donna. Nei giorni scorsi le forze russe hanno lanciato attacchi simili a Kherson che hanno causato «la distruzione nel settore privato». Un attacco russo nel centro di Kherson la sera del 27 ottobre ha ferito sette residenti e danneggiato o distrutto oltre una dozzina di case.
Ore 08:23 - Condanna Usa sommossa «antisemita» Daghestan, ma Russia accusa Kiev
Gli Stati Uniti condannano le proteste «antisemite» che hanno avuto luogo domenica in un aeroporto del Daghestan, in seguito alla voce secondo cui un aereo proveniente da Israele stava per atterrare. Lo ha detto la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson. Gli Stati Uniti sostengono inequivocabilmente l’intera comunità ebraica «mentre assistiamo a un’impennata globale dell’antisemitismo», ha aggiunto, secondo l’agenzia di stampa AFP. Tuttavia secondo le autorità locali, i disordini all’aeroporto di Makhachkala sono stati «gestiti» dal territorio dell’Ucraina, ha detto il capo della repubblica del Daghestan, Sergei Melikov. Melikov, ha anche suggerito che i detenuti in seguito alla sommossa all`aeroporto di Makhachkala si rechino nella zona delle «operazioni speciali» (in Ucraina, a combattere) per «lavare via la vergogna». Lo riporta Ria Novosti.
Ore 08:25 - Mosca, colpiti due droni navali nel Mar Nero
Individuati e colpiti due droni navali ucraini nel Mar Nero: lo annuncia il ministero della Difesa russo. «Il 30 ottobre, intorno alle 04:00 ora di Mosca, le apparecchiature tecniche di sorveglianza hanno rilevato due imbarcazioni senza equipaggio della Marina ucraina nel Mar Nero. L’area in cui sono state rilevate le imbarcazioni senza equipaggio è stata colpita», ha fatto sapere il ministero. Il ministero ha precisato che sulla rada esterna della baia di Sebastopoli è in corso una serie di misure anti-mine e anti-sabotaggio. La notte precedente, Kiev ha cercato di attaccare obiettivi in territorio russo con 36 droni, che sono stati distrutti dai sistemi di difesa aerea russi sul Mar Nero e sulla parte nord-occidentale della Crimea.
Ore 09:26 - Un uomo è stato arrestato in Crimea per aver trasmesso segreti a Kiev
Il Servizio federale di sicurezza russi (Fsb) ha arrestato un uomo russo in Crimea per aver passato segreti all’Ucraina. Lo riporta Ria Novosti. In una dichiarazione, l’Fsb ha affermato che l’uomo,di cui non è noto il nome, aveva «raccolto e trasmesso informazioni su determinati siti specificati con riferimento alle coordinate geografiche a un rappresentante dell’esercito ucraino».
Ore 09:39 - Kiev: «Lanciati 16 attacchi su obiettivi russi nelle ultime 24 ore»
L’aeronautica ucraina ha lanciato 16 attacchi su obiettivi nemici e si registrano circa 60 combattimenti sul fronte nelle ultime 24 ore, segnala lo Stato maggiore delle forze armate ucraine in una nota su Facebook, ripresa da Ukrinform.
«Gli invasori russi hanno lanciato un attacco missilistico e 88 attacchi aerei, e hanno aperto il fuoco con sistemi missilistici a lancio multiplo (Mlrs) 70 volte su posizioni e insediamenti ucraini», registrano le forze armate. «In seguito agli attacchi terroristici russi, sono state segnalate vittime tra i civili, così come i danni causati a case residenziali e altre infrastrutture civili», si segnala, anche se non è indicato il numero di morti e feriti. «Il nemico ha lanciato attacchi di artiglieria su oltre 100 insediamenti nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson», si aggiunge.
Ore 11:46 - Cremlino: violenze in Daghestan per interferenze esterne
Le violenze avvenute ieri all’aeroporto di Makhachkala, in Daghestan sono «in larga parte il risultato di interferenze esterne». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dalla Tass.
Dopo le violenze di ieri sera, il presidente russo Vladimir Putin terrà oggi un incontro con il primo ministro, il ministro degli Esteri e i responsabili delle agenzie di sicurezza per discutere «i tentativi occidentali di spaccare la società russa utilizzando gli eventi in Medio Oriente».
Ore 11:47 - Shoigu: Russia pronta a discutere soluzione postbellica su basi realiste
Sergei Shoigu, il ministro della Difesa russo, ha dichiarato che Mosca è pronta a discutere la soluzione del post-guerra e gli ulteriori rapporti con l’Occidente. «Se si creeranno le condizioni necessarie, siamo pronti a discutere politicamente sia la soluzione postbellica della crisi ucraina sia i parametri di un’ulteriore coesistenza con l’Occidente su una base realistica», ha dichiarato al decimo Forum Xiangshan di Pechino. «Allo stesso tempo, è importante garantire relazioni paritarie tra tutte le potenze nucleari, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che hanno una responsabilità speciale nel garantire la pace e la stabilità globale», ha affermato. «La formazione di un ordine mondiale equo e multipolare richiede un rinnovamento e una maggiore stabilità dell’architettura di sicurezza internazionale. Tutti i Paesi interessati dovranno unire gli sforzi a tal fine», ha dichiarato Shoigu.
Ore 11:49 - Kiev: colpito il sistema di Difesa aerea russo in Crimea
L’esercito ucraino ha dichiarato lunedì di aver «colpito con successo» nella notte una parte del sistema di difesa aerea russo situato nella Crimea annessa. «Le forze armate hanno colpito con successo un oggetto strategico del sistema di difesa aerea sulla costa occidentale della Crimea occupata», ha dichiarato l’unità di comunicazione strategica dell’esercito sui social media.
Ore 12:08 - Mosca: abbattuti 8 missili ucraini sulla Crimea
Il ministero della Difesa russo ha detto che le forze ucraine hanno tentato di attaccare il ponte di Crimea con otto missili Storm Shadow, che sono stati tutti abbattuti. Lo riferiscono le agenzie russe.
Ore 13:37 - Mosca: ruolo chiave di Kiev in violenze in Daghestan
Il governo ucraino ha svolto «un ruolo chiave» nelle violenze scoppiate ieri all'aeroporto di Makhachkala, nella Repubblica russa del Daghestan. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, secondo la quale l'obiettivo è quello di «destabilizzare la Russia» provocando divisioni etnico-religiose. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti.
Ore 13:40 - Patriarca Kirill: tentativi di creare discordia tra ebrei e musulmani russi
Le violenze di ieri sera all'aeroporto di Makhachkala in Daghestan sono «un tentativo di seminare discordia» fra ebrei e musulmani in Russia e «non ci può essere alcuna giustificazione morale per coloro che hanno pianificato un attacco contro persone innocenti in arrivo in Daghestan». Lo ha detto il patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, citato dalla Tass.
Ore 14:30 - Il nuovo speaker del Congresso Usa punta a separare gli aiuti a Israele da quelli all'Ucraina
Mike Johnson, il nuovo speaker della Camera degli Stati Uniti, intende separare il disegno di legge sui finanziamenti per Israele da quelli per l'Ucraina. Lo riferisce la Cnn, citando fonti che hanno partecipato alla sua prima teleconferenza coi i colleghi del suo partito. La scorsa settimana Johnson ha detto, sempre alla Cnn, che sostiene gli aiuti all'Ucraina ma che c'è bisogno di porvi delle «condizioni».
Qualche giorno fa, il presidente statunitense Joe Biden aveva annunciato che avrebbe sottoposto al Congresso un unico pacchetto d'aiuti - di 105 miliardi di dollari - da destinare a Ucraina, Israele e Taiwan.
Ore 16:04 - Kiev: Mosca rafforza le difese vicino a Bakhmut
La Russia ha notevolmente rafforzato le sue forze attorno alla alla città di Bakhmut e i suoi soldati sono passati da una posizione difensiva ad «azioni attive». Lo ha scritto su Telegram il generale Oleksandr Syrskyi, comandante delle forze di terra ucraine. Lo riporta il Guardian. «Nella zona di Bakhmut, il nemico ha rafforzato significativamente il suo raggruppamento ed è passato dalla difesa all'azione attiva», ha affermato l'ufficiale ucraino che ha definito come «difficile» la situazione sul fronte orientale, dove le forze russe risultano essere particolarmente attive vicino alla città di Kupiansk.
Ore 17:01 - Kiev: Mosca vuole scaricare responsabilità sul Daghestan
L'Ucraina ha respinto le accuse russe di aver orchestrato una rivolta anti-israeliana in Daghestan, affermando che Mosca sta cercando di «spostare la responsabilità» e che l'antisemitismo in Russia è «profondamente radicato». «Accusare l'Ucraina di essere coinvolta negli eventi in Daghestan da parte del ministero degli Esteri russo è un tentativo di spostare la responsabilità da una persona malata a una sana», ha dichiarato su Facebook il portavoce del ministero degli Esteri di Kiev, Oleg Nikolenko. «Gli eventi di Makhachkala riflettono un radicato antisemitismo delle élite e della società russa».
Ore 17:38 - Kiev: attacco russo a un cantiere navale a Odessa, 4 feriti
Le truppe russe hanno lanciato, questa mattina, un attacco missilistico contro un cantiere navale nella regione di Odessa. Due dipendenti dell'azienda sono rimasti feriti. Lo riporta Rbc Ucraina. L'edificio amministrativo e le attrezzature dell'azienda sono state danneggiate.
Ore 18:06 - Leader Hamas: l'attacco del 7 ottobre sarà studiato «nelle accademie militari russe»
(Di Giusi Fasano, inviata a Kiev) Hamas che fa scuola. Non soltanto nel senso del proselitismo antiebraico ma anche nel senso militare. Le sue tattiche di attacco saranno “studiate nelle accademie militari russe” e sono guardate con interesse anche dalla Cina che potrebbe usarle contro Taiwan. Questo sarebbe il senso delle dichiarazioni del leader, Khaled Mashal, rilasciate a un canale televisivo egiziano e riportate dal Kiev Post. Hamas conterebbe sull’appoggio di potenze come Russia e Cina e sarebbe orgoglioso di aver insegnato, appunto, la tattica dell’attacco a Israele del 7 ottobre. E’ sempre di Mashal l’analisi secondo cui lui, la Russia avrebbe tratto enormi benefici dalla guerra tra Hamas e Israele dato che quel conflitto ha distratto l’attenzione dell’americana dall’Ucraina.
«I russi ci hanno detto che avrebbero studiato il nostro attacco del 7 ottobre nelle loro accademie militari» sono le parole del leader dell’organizzazione terroristica. E ancora: «Secondo quanto riferito, la Cina sta considerando un approccio simile a Taiwan. Gli arabi stanno tenendo una master class al mondo intero».
Musa Abu-Marzouk, membro dell'ufficio politico di Hamas, settimana scorsa ha visitato Mosca con altri rappresentanti dell'organizzazione. Durante la sua visita, ha avuto colloqui con funzionari del Ministero degli Esteri russo ed ha espresso l’apprezzamento di Hamas per il sostegno della Russia, promettendo di individuare e garantire il rilascio degli ostaggi russi. Musa Abu Marzouk ha detto ai media statali russi che «da parte russa, attraverso il Ministero degli Affari Esteri, abbiamo ricevuto un elenco di cittadini con doppia cittadinanza. Siamo attenti a questa lista e la elaboreremo attentamente perché consideriamo la Russia come il nostro amico più caro».
Ore 19:18 - I Paesi Baltici: «La Cpi assicuri alla giustizia i crimi di guerra russi»
«La guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina è un attacco all'ordine internazionale basato su regole che hanno consentito all'aggressore di commettere diversi crimini efferati in Ucraina. Esortiamo la Corte penale internazionale (Cpi) a continuare i suoi sforzi per assicurare i colpevoli alla giustizia, poiché la deportazione dei bambini è solo uno dei tanti crimini commessi dalla Russia in Ucraina». Lo ha detto il rappresentante permanente dell'Estonia presso le Nazioni Unite, Rein Tammsaar, intervenendo, a nome di Estonia, Lettonia e Lituania, all'Assemblea generale dell'Onu. «Le discussioni su come sostenere l'Ucraina nel ritenere la leadership politica e militare russa responsabile del crimine di aggressione dovrebbero continuare», ha detto ancora Tammsaar. «Garantire la piena assunzione di responsabilità per il crimine di aggressione commesso contro l'Ucraina è indispensabile per la deterrenza futura ed è fondamentale per segnalare che tale crimine non rimarrà impunito, ovunque si verifichi. Riteniamo che sia l'unica strada percorribile verso la giustizia e una pace duratura in Ucraina».
Ore 19:20 - Usa: «L'accusa della Russia all'Ucraina è assurda»
L'accusa della Russia che l'Ucraina abbia avuto un ruolo nella rivolta all'aeroporto di Makhachkala è «assurda». Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller. Gli Stati Uniti hanno respinto le accuse russe secondo cui l'Ucraina è dietro la rivolta all'aeroporto del Daghestan contro un aereo appena arrivato da Tel Aviv. «Ho visto i commenti di Mosca. Sono assurdi», ha detto Miller. «Dovrebbe incolpare chi è veramente responsabile», ha aggiunto il funzionario.
Ore 19:39 - Putin: «La Pax americana non esiste più. Si cerca di destabilizzare la Russia dall'esterno»
Putin accusa gli Stati Uniti di essere responsabili del «caos mortale» in cui è precipitato il Medio Oriente. «L'America si indebolisce, perde posizioni. Ormai la Pax americana è una cosa del passato», ha detto il presidente russo citato dalla Tass.
Putin ha ribadito che dall'esterno si cerca di «destabilizzare e dividere» la società russa.
Ore 19:50 - Putin: «Kiev ispira pogrom in Russia guidata dai suoi benefattori occidentali»
L'Ucraina, guidata dai suoi «benefattori occidentali» sta cercando di «ispirare pogrom» in Russia, ha dichiarato Putin.
Ore 20:06 - IL PUNTO DEL CORRIERE | L’allucinazione di Biden che può salvare Israele
(di Gianluca Mercuri) Tutti gli occhi del mondo sono su Gaza, ed è inevitabile. Le domande che si ripetono sulla grande stampa internazionale sono le stesse dall’alba tragica del 7 ottobre: fin dove si spingerà la reazione di Israele? È possibile annientare Hamas senza un’ecatombe di civili che faccia il gioco dei terroristi palestinesi, dell’Iran e dei nemici dell’America? Come conciliare la giusta e inevitabile risposta dello Stato ebraico al colpo più duro subito nella sua storia con la necessità di evitare un’escalation del conflitto a livello regionale se non addirittura globale? (…)
Ore 20:53 - Zelensky a Usa e Ue: «L'unità è l'arma più efficace che abbiamo»
«Strategicamente, dobbiamo essere tutti forti, dobbiamo essere uniti, dobbiamo fare tutto il possibile e l'impossibile per resistere, per riprenderci ciò che è nostro e per dimostrare che la libertà è sicuramente più forte dell'odio e dell'aggressione. Questo richiede la nostra unità, l'unità di tutta l'Europa, l'unità dell'America, l'unità di tutto il mondo libero. L'unità è l'arma più efficace, precisa e a lungo raggio». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale, condiviso anche su Telegram. Zelensky inoltre ha fatto sapere di aver tenuto diverse riunioni, tra cui una «conclusiva sulla riunione dei rappresentanti a Malta e sugli ulteriori piani per la formula di pace», una «sulla valutazione prevista dalla Commissione europea dei nostri progressi nell'integrazione europea» e una «sulla nostra strategia per mantenere l'attenzione del mondo sull'Ucraina, per mantenere l'unità che ci aiuta a difenderci e a garantire l'indebolimento sistemico dello Stato aggressore».
Ore 21:34 - La vicepremier ucraina: «Kiev riconosca Hamas come terrorista»
L'Ucraina dovrebbe riconoscere Hamas, i cui militanti torturano e uccidono i civili, come organizzazione terroristica. Lo ha dichiarato su Facebook la vicepremier e ministra per la reintegrazione dei territori temporaneamente occupati, Iryna Vereshchuk, secondo quanto riportato da Ukrinform. «Oggi ho letto sui media che la giovane Shani Louk è stata uccisa. È stata uccisa da Hamas. L'hanno rapita, torturata e uccisa. Gli ucraini devono riconoscere Hamas come organizzazione terroristica. È il momento di chiamare ogni cosa con il suo giusto nome. Se torturano e uccidono i civili, sono normali terroristi. E non importa con cosa giustifichino esattamente le loro atrocità contro i civili», ha scritto Vereshchuk. Una bozza di risoluzione in tal senso è già stata registrata nel Parlamento ucraino.
Ore 22:15 - Zelensky: «Pogrom in Daghestan dimostra la debolezza di Mosca, non saranno in grado di sostenere il confronto strategico»
«Prima gli ammutinati hanno marciato su Mosca senza che nessuno li fermasse. Poi, il potere verticale in Daghestan è evaporato e si è verificato un vero e proprio pogrom. Queste sono tutte indicazioni che la Russia può, per il momento - e solo per il momento! - sostenere l'azione di combattimento e, a volte, aumentare la pressione sulla linea del fronte, ma non sarà in grado di sostenere questo confronto dal punto di vista strategico». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale, ripreso anche sulla piattaforma X. Dobbiamo tutti essere realistici riguardo al sistema russo" ha aggiunto il presidente ucraino, «hanno mobilitato tutte le forze per non perdere il territorio conquistato in Ucraina, ma hanno anche contaminato il proprio territorio con un tale livello di odio e degrado che gli eventi in Russia sono andati fuori controllo per la seconda volta quest'anno».
Ore 23:41 - Von der Leyen a cena con il presidente del Montenegro Milatovic
La presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, impegnata da ieri in un giro nei Balcani occidentali, ha incontrato in serata a cena a Podgorica il presidente del Montenegro Jakov Milatovic. Il colloquio ufficiale è in programma domattina, e Milatovic su X ha scritto che tema dell'incontro saranno l'accelerazione del cammino europeo del Montenegro e il rafforzamento della collaborazione con la Ue. Prima di Podgorica la presidente della commissione era stata a Skopje e a Pristina. Domani proseguirà per Belgrado, per chiudere il suo tour mercoledì a Sarajevo. Milatovic - che nelle presidenziali della scorsa primavera ha sconfitto il capo di stato uscente Milo Djukanovic - è leader del Movimento Europa ora (Pes), la nuova formazione politica riformista e europeista che ha vinto a sua volta le elezioni parlamentari anticipate di giugno. Domani von der Leyen vedrà anche il premier montenegrino uscente Dritan Abazovic. Dopo il voto di giugno infatti, è stato completato proprio oggi il processo di formazione del nuovo parlamento con l'elezione a presidente del filoserbo Andrija Mandic, mentre è pronto il nuovo governo che sarà guidato da Milojko Spajic, anch'egli del Movimento Pes. Il Montenegro, indipendente dal 2006 quando con un referendum si separò pacificamente da una Unione con la Serbia, è impegnato da oltre un decennio nel negoziato di adesione alla Ue, e nel 2017 ha aderito alla Nato nonostante la forte opposizione della Russia.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Zelensky: «Mosca ha trasformato il Mar Nero in campo di battaglia». Famiglia sterminata a Volnovakha. Giusi Fasano, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera martedì 31 ottobre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di martedì 31 ottobre, in diretta. I Kapkanets uccisi il 27 ottobre scorso per essersi rifiutati di consegnare loro la casa agli invasori. Trucidati anche due bambini di 9 e 5 anni
• Lukashenko: «Tra Kiev e Mosca grave stallo, bisogna sedersi al tavolo dei negoziati»
• Secondo gli Usa «Mosca sta giustiziando i soldati che non eseguono gli ordini»
• Il ministro della Difesa di Mosca: «Se si creeranno le condizioni necessarie, siamo pronti a discutere politicamente sia la soluzione postbellica della crisi ucraina sia i parametri di un’ulteriore coesistenza con l’Occidente su una base realistica»
• Per Orban «Kiev non vincerà», ma i leader europei non vogliono ammetterlo
Ore 05:44 - Famiglia di 9 persone trucidata in casa da occupanti russi
Un’intera famiglia di 9 persone, compresi due bambini di 9 e 5 anni, è stata sterminata a colpi di arma da fuoco nella propria casa nella cittadina ucraina di Volnovakha, nella parte del Donbass occupata dai russi. Secondo quanto riferisce la Bbc, le autorità ucraine sostengono che i soldati russi abbiano ucciso l’intera famiglia Kapkanets il 27 ottobre scorso, giorno del compleanno di un membro del nucleo familiare, perché si era rifiutata di lasciare loro la propria casa. Gli investigatori russi affermano che due sospetti sono stati fermati: si tratta di soldati russi provenienti dall’Estremo Oriente. Le immagini della famiglia trucidata sono circolate sui social media: si vedono i corpi ancora abbracciati e coperti di sangue dopo essere stati crivellati di colpi. Le autorità di Ucraina e Russia hanno avviato indagini separate su quanto accaduto.
Il difensore civico ucraino Dmytro Lubinets ha detto che «le mani insanguinate dei russi sono coinvolte» negli omicidi di Volnovakha. «Secondo le prime informazioni, gli occupanti hanno ucciso tutta la famiglia Kapkanets, che festeggiava un compleanno e che si era rifiutata di consegnare la propria casa agli occupanti ceceni», ha scritto su Telegram. Anche la procura di Donetsk, che è ancora sotto il controllo ucraino, ha confermato che i militari hanno sparato ai componenti della famiglia perché la richiesta di sgomberare la casa era stata respinta. Volnovakha è stata catturata dalle forze russe poche settimane dopo l’inizio dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina nel febbraio 2022. La maggior parte della città è stata distrutta.
Ore 09:02 - I russi arrestano due loro soldati, sospettati di aver ucciso la famiglia ucraina di 9 persone
Gli investigatori russi, nella parte est dell'Ucraina controllata da Mosca, hanno arrestato due soldati dell'Armata, sospettati di aver trucidato la famiglia di 9 persone, di cui due bambini, a Volnovakha. Secondo i media russi, i due militari hanno usato pistole con silenziatore per uccidere e i motivi degli omicidi potrebbero essere di natura personale, ossia non legati al conflitto tra Russia e Ucraina.
Ore 06:20 - Ucraina: esplosioni nella regione di Khmelnytskyi
Esplosioni sono state udite nel corso della notte nella regione ucraina di Khmelnytskyi dopo l’attivazione del segnale di allerta aerea. Lo ha affermato Serhii Tyurin, il primo vice governatore regionale di Khmelnytskyi sul suo profilo Facebook. Tyurin ha spiegato che non ci sono state vittime o danni a seguito dell’attacco effettuato con dei droni kamikaze. In precedenza, l’Aeronautica militare ucraina aveva avvertito della presenza di droni nella regione di Khmelnytskyi, diretti verso Starokostyantyniv.
Ore 11:01 - Gb: il generale Teplinsky al comando delle forze russe Dnipro
«Il colonnello generale Mikhail Teplinsky ha probabilmente assunto personalmente il comando del raggruppamento di forze russo Dnipro, sostituendo il colonnello generale Oleg Makaevich»: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. Il raggruppamento Dnipro, si legge nel rapporto pubblicato su X, è responsabile delle aree occupate nella regione di Kherson, compresa la sponda orientale del fiume Dnipro, dove i combattimenti si sono intensificati nelle ultime settimane.
Teplinsky è probabilmente tenuto in grande considerazione dallo Stato Maggiore russo e ha esperienza nel comando di operazioni nell'area: era l'ufficiale sul campo responsabile del ritiro - «relativamente riuscito» - della Russia dall'ovest del Dnipro nel novembre 2022, osservano gli esperti di Londra. «È quasi certo che respingere gli attacchi ucraini attraverso il Dnipro e mantenere il territorio occupato nella regione di Kherson rimanga un obiettivo ad alta priorità per le forze russe in Ucraina - conclude il rapporto -. La nomina di Teplinsky è probabilmente un'indicazione di una maggiore pressione sulle forze russe che difendono.
Ore 11:21 - Tajani: «Kiev in Ue è un'opportunità per le imprese italiane»
«Ci auguriamo che l'Ucraina possa essere parte dell'Ue e sarà parte anche del grande mercato interno dell'Ue. E questa deve rappresentare un'opportunità per l'Ucraina ma anche un'opportunità per noi», per una «maggiore presenza» delle imprese italiane. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani al Laboratorio per la ricostruzione dell'Ucraina in Triennale a Milano.
Ore 11:47 - Filorussi: bombe ucraine sul Kherson, 1 civile morto e 4 feriti
Un civile è rimasto ucciso e altri quattro feriti in bombardamenti delle forze ucraine nella regione meridionale di Kherson su villaggi lungo la riva orientale del Dnipro, controllata dalle forze russe. Lo ha detto un portavoce dei servizi di soccorso localli citato dall'agenzia russa Tass. Un uomo è morto per bombardamenti lungo la strada tra gli insediamenti di Noviye Lageri e Korsunka. Due uomini e due donne sono invece rimasti feriti da bombardamenti sui villaggi di Alyoshki, Noviye Lageri e Novaya Kakhovka.
Ore 12:11 - Zelensky: «Mosca ha trasformato il Mar Nero in campo di battaglia»
«Il 31 ottobre è la Giornata internazionale dell'azione per il Mar Nero. Il Mar Nero ha un significato strategico non solo per le nazioni vicine, ma anche per l'Europa, il Medio Oriente e la sicurezza alimentare globale. La Russia l'ha trasformato in un campo di battaglia, usandolo per aggressioni e minacciando la libertà di navigazione. Oggi dobbiamo lavorare insieme per ripristinare il Mar Nero come zona di pace, commercio e sviluppo»: lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 12:36 - Mosca: «Abbattuti un caccia e un elicottero di Kiev»
La contraerea russa ha abbattuto un aereo MiG-29 e un elicottero Mi-8 delle forze armate ucraine nelle regioni di Zaporizhzhia e Kherson. Lo dice il ministero della Difesa russo secondo quanto riporta la Tass.
Ore 12:50 - Mosca accusa 007 di Kiev per l'attentato a Tsaryov
I servizi di intelligence interni russi, Fsb, hanno accusato la loro controparte ucraina, la Sbu, di avere organizzato un attentato ad un ex deputato ucraino filorusso, Oleg Tsaryov, ferito a colpi di pistola venerdì scorso in un agguato in Crimea, dove vive. I servizi di Mosca, citati dall'agenzia Tass, hanno detto di avere fermato un cittadino russo di 46 anni, di cui non è stata resa nota l'identità, che avrebbe confessato di avere organizzato l'attacco su ordine dei servizi di Kiev. L'agguato è avvenuto a Yalta. Secondo l'Fsb, le condizioni di Tsaryov sono «soddisfacenti» e «le necessarie misure di sicurezza sono state adottate per proteggere lui e i membri della sua famiglia». Secondo alcuni media occidentali i servizi segreti americani ritengono che Tsaryov, 53 anni, sia stato preso in considerazione dal Cremlino come possibile capo di un governo fantoccio da insediare a Kiev se Zelensky fosse stato rovesciato durante l'invasione dell'Ucraina.
Ore 13:25 - Mosca vende la casa di Zelensky in Crimea, il ricavato per la guerra
La Russia impiegherà per la prosecuzione della sua operazione militare in Ucraina i proventi dalla vendita di un appartamento del presidente Volodymyr Zelensky in Crimea, espropriato e ceduto ieri all'asta. Lo ha detto Vladimir Konstantinov, presidente del Parlamento della Crimea, annessa da Mosca nel 2014. L'appartamento, di 119 metri quadrati, situato nel villaggio di Livadia, sulla costa meridionale della penisola sul Mar Nero, è stato venduto a una residente di Mosca, tale Olga Lipovetskaya, per 44,356 milioni di rubli, circa 450 mila euro. «Abbiamo deciso - ha detto Konstantinov, citato dall'agenzia Ria Novosti - che i proventi dalla vendita dell'appartamento saranno impiegati per i bisogni al fronte e per fornire assistenza ai partecipanti all'operazione militare speciale e ai membri delle loro famiglie». «Per gli abitanti della Crimea Zelensky era e rimarrà per sempre un criminale di guerra», ha concluso Konstantinov.
Ore 13:42 - Meloni riceve oggi a Palazzo Chigi l'arcivescovo di Kiev
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, riceverà oggi pomeriggio a Palazzo Chigi l'arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk.
Ore 14:30 - Zelensky convoca stato maggiore per una riunione importante
Il presidente ucraino, Volodymy Zelensky, ha convocato lo stato maggiore ucraino per una riunione che egli stesso, su Telegram, ha definito «lunga e importante». Si è discusso, ha spiegato Zelensky, della «sicurezza» della regione del Mar Nero, in particolare del contrasto alle azioni russe che impediscono il funzionamento del «corridoio del grano» e della necessità di «ridurre le capacità della flotta nemica». Si è parlato, spiega Zelensky, anche della «sicurezza di Odessa» e della «situazione al fronte» a a Kupyansk, Avdiivka, Kherson. Si è discusso, infine, dell'urgenza di «aumentare la produzione interna di sistemi di artiglieria e proiettili di artiglieria secondo gli standard Nato».
Ore 15:19 - Metsola: «Sostegno Ue a Ucraina deve rimanere irremovibile»
«La complessa situazione in Medio Oriente non può distoglierci da ciò che si gioca sul nostro fronte Est. La solidarietà e l'unità tra Paesi europei è più che mai necessaria. Il nostro sostegno all'Ucraina deve rimanere irremovibile»: lo ha detto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in occasione della conferenza stampa congiunta a Parigi con il presidente francese, Emmanuel Macron.
Ore 15:26 - Von der Leyen: «L'allargamento dell'Ue è in alto nella nostra agenda»
«L'allargamento è in alto nell'agenda dell'Unione europea, e in questo periodo di turbolenze globali è fondamentale rafforzare l'unità e la sicurezza del nostro continente». Lo ha detto la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen oggi a Belgrado al termine di un colloquio con il presidente serbo Aleksandar Vucic. Parlando in una conferenza stampa congiunta, von der Leyen ha osservato che la Serbia è uno dei Paesi candidati pià avanti sulla strada verso l'adesione alla Ue. «Noi vogliamo che la Serbia entri a far parte dell'Unione europea. La Ue vuole contare sulla Serbia quale partner affidabile», ha detto la presidente della commissione.
L'allargamento, ha affermato von der Leyen, è il modo per rafforzare l'unità e la sicurezza dell'Europa difronte alle minacce legate alle attuali turbolenze, quali sono i conflitti armati in Ucraina e in Medioriente. E l'adesione della Serbia all'Unione va in questa direzione. «Tale offerta si basa sulla fiducia, sulla reciprocità e sulla partnership. È una promessa di pace e prosperità e al tempo stesso una occasione unica proprio in questa fase. Io spero davvero e e sono convinta che vorrete approfittare di questa occasione», ha affermato von der Leyen. «Vogliamo che vi avviciniate per gradi, compresa la politica estera, e la Ue intende contare sulla Serbia quale partner europeo affidabile che condivide principii e valori comuni».
Ore 15:37 - Austin (Usa): «Putin sta commettendo crimini contro l'umanità»
«In Ucraina Putin sta commettendo crimini contro l'umanità e non si fermerà lì». Lo ha detto il segretario alla difesa americana, Lloyd Austin, in un'audizione al Congresso sui fondi per l'Ucraina e Israele. «Aiutare questi Paesi a difendersi è un investimento sulla nostra sicurezza nazionale», ha aggiunto il capo del Pentagono.
Ore 15:38 - L'Ucraina condanna un giornalista del Donestk che spiava per conto della Russia
Un giornalista ucraino è stato condannato a dodici anni di carcere per aver fornito informazioni sulla situazione al fronte al Servizio di sicurezza federale russo (FSB). «Ha usato il suo accredito da giornalista per raccogliere informazioni sulle forze armate (ucraine) e per aiutare a regolare gli attacchi aerei degli aggressori nelle regioni» di Donetsk e Kharkiv, ha spiegato in una nota il Servizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU), che ha condotto l'inchiesta sulla spia. L'uomo era stato arrestato nel marzo di quest'anno insieme ad altri tre sospetti vicino al fronte orientale. Viveva nella città di Druzhkivka, nella regione orientale di Donetsk, e lavorava nella redazione di un giornale locale che collaborava con il canale statale russo RT (ex Russia Today) da prima dell'invasione russa dell'Ucraina. Era stato reclutato dall'FSB prima dell'inizio della guerra ed era entrato a far parte di una delle sue reti segrete di informatori in Ucraina per essere «attivato» dopo l'inizio dell'invasione militare il 24 febbraio 2022.
Ore 15:38 - Blinken: «Gli aiuti americani hanno reso l'invasione russa una debacle strategica per Mosca»
I finanziamenti Usa all'Ucraina hanno reso l'invasione della Russia una debacle strategica per Mosca: lo ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken durante un'audizione al Senato.
Ore 16:16 - Bloomberg: «L'export di petrolio russo aumenta nonostante l'impegno a tagliare l'offerta»
I dati di tracciamento delle navi cisterna monitorati da Bloomberg mostrano che le esportazioni di petrolio della Russia via mare hanno superato la riduzione 'volontaria' delle esportazioni del Paese. La media delle spedizioni di greggio in quattro settimane dalla Russia fino al 29 ottobre è stata di quasi 200.000 barili giornalieri superiore all’obiettivo del paese, che aveva comunicato di ridurre le esportazioni di 300.000 barili giornalieri fino alla fine del 2023.
Ore 16:18 - Austin: «Senza l'aiuto degli Usa in Ucraina vincerà Putin»
«Posso assicurare che senza l'aiuto degli Stati Uniti, Putin vincerà la guerra in Ucraina». Ha detto Lloyd Austin in un'audizione al Congresso. «Gli ucraini sono stati straordinari finora, ma se interrompiamo gli aiuti ora, non ce la faranno», ha sottolineato.
Ore 16:45 - Podolyak: «Il Time dice che Zelensky è arrabbiato con gli alleati? Falso»
Un articolo sul Time uscito ieri descrive il presidente ucraino Volodymyr Zelensky come «arrabbiato» nei confronti degli alleati, si sentirebbe «tradito» perché «lo hanno lasciato senza i mezzi per vincere la guerra, ma solo con i mezzi per sopravvivere». Lo stato d'animo sarebbe stato raccontato da una fonte del cerchio ristretto al giornalista Simon Shuster, andato in visita a Kiev dopo che la delegazione ucraina aveva visitato Washington ricevendo la richiesta di combattere la corruzione interna. Oggi Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, risponde definendo «falsa» l'affermazione e sottolineando che si tratta di un «punto di vista soggettivo di un particolare giornalista». Lo riporta Unian. Secondo lui, non c'è «rabbia» o senso di «tradimento», e le autorità ucraine parlano apertamente di «cose oggettive» come la velocità delle forniture di armi. A Zelensky la rivista statunitense dedica anche la copertina del numero che uscirà il 20 novembre con il titolo: «Nessuno crede alla nostra vittoria come faccio io. Nessuno». Sempre secondo una fonte riportata dal Time, il presidente ucraino avrebbe perso il suo «ottimismo» e la sua «tendenza a ravvivare un incontro nella stanza della guerra con un po' di battute o uno scherzo osceno». La fonte, riporta il Time, sostiene che Zelensky «ora entra, riceve gli aggiornamenti, dà gli ordini e se ne va».
Ore 16:45 - Lavrov: «Gli attacchi sulla Siria sono inaccettabili»
In una conversazione telefonica con il suo omologo siriano Faisal Mekdad, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha giudicato «inaccettabili» i raid aerei israeliani in territorio siriano, «che sono diventati sempre più frequenti in coincidenza con gli eventi nella Striscia di Gaza». Lo ha detto il ministero degli Esteri di Mosca, citato dall'agenzia Tass.
Ore 16:46 - Blinken: «Putin trae un vantaggio in Ucraina dalla guerra in Medio Oriente»
Blinken ha accusato il presidente russo Vladimir Putin di utilizzare la guerra in Medio Oriente puntando a una riduzione degli aiuti occidentali all'Ucraina. «Sta cercando di trarre vantaggio dall'attacco di Hamas in Israele nella speranza che ci distragga e che spinga gli Stati Uniti a ritirare le proprie risorse», ha detto il capo della diplomazia durante un'audizione al Senato americano.
Ore 17:30 - Lo Speaker della Camera Usa vede Blinken. Johnson contrario alla concessione di nuovi aiuti per Kiev
Lo Speaker della Camera, il repubblicano Mike Johnson, incontrerà oggi il segretario di Stato Antony Blinken. Johnson è contrario alla concessione di nuovi aiuti all'Ucraina e intende portare avanti un progetto di legge solo per aiutare Israele.
Ore 00:38 - Tre cittadini russo-canadesi arrestati a New York per invio di componenti per le armi
Tre russi sono stati arrestati a New York per aver eluso le sanzioni Usa e aver spedito componenti elettronici per le armi usate da Mosca nella sua guerra in Ucraina. Nikolay Golstev, 37 anni, e sua moglie Kristina Puzyreva, 32 anni, entrambi russo-canadesi, sono stati arrestati insieme al loro presunto partner Salimdzhon Nariddinov, 52 anni, di cittadinanza russo-tagika. Il trio è accusato di aver eluso le sanzioni per inviare, nel corso di un anno, «oltre 300 spedizioni di articoli soggetti a restrizioni, per un valore di circa 10 milioni di dollari, verso il campo di battaglia russo», ha dichiarato in un comunicato Ivan Arvelo, agente speciale del Dipartimento di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti. «Gli imputati erano consapevoli che l’elettronica esportata aveva potenziali applicazioni militari», ha aggiunto la dichiarazione, descrivendo il presunto complotto come «uno schema di approvvigionamento globale per conto di entità russe sottoposte a sanzioni, comprese le società affiliate all’esercito russo».
Le notizie di mercoledì 1 novembre sul conflitto Ucraina-Russia. Giusi Fasano, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera mercoledì 1 novembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di mercoledì 1
novembre. Forze ucraine: «Nella notte abbattuti 18 droni su 20 e un missile
Kh-59»
• Lukashenko: «Tra Kiev e Mosca grave stallo, bisogna negoziare».
• Una famiglia di 9 persone è stata trucidata in casa da occupanti russi, nel Donbass. Mosca arresta due suoi soldati: vendetta privata.
• Blinken: «Gli aiuti Usa hanno reso l’invasione una debacle per Mosca».
• Il ministro della Difesa russo: «Se si creeranno le condizioni necessarie, siamo pronti a discutere politicamente sia la soluzione postbellica della crisi ucraina sia i parametri di un’ulteriore coesistenza con l’Occidente su base realistica».
Ore 07:58 - Kiev: «Nella notte abbattuti 18 droni su 20 e un missile Kh-59»
Le forze di difesa aerea ucraine hanno abbattuto nella notte un missile da crociera Kh-59 e 18 dei 20 droni kamikaze Shahed-136/131 lanciati dalla Russia nel Paese: lo ha reso noto l’Aeronautica militare di Kiev, come riporta Ukrinform. Il missile Kh-59 e una parte dei droni sono stati lanciati dalla regione russa di Kursk, mentre il resto dei velivoli senza equipaggio proveniva dalla base navale russa di Primorsko-Akhtarsk (sud-est). «Durante l’attacco notturno è stato dichiarato un allarme antiaereo nella maggior parte delle regioni dell’Ucraina. I droni d’attacco sono stati distrutti lungo il percorso di tracciamento da aerei tattici, unità missilistiche antiaeree, nonché gruppi di fuoco mobili dell’Aeronautica militare, in collaborazione con le difese aeree delle Forze di Difesa dell’Ucraina», si legge nel rapporto.
Ore 10:01 - «Dalla Corea del Nord un milione di munizioni per Mosca»
L’intelligence sudcoreana ritiene che la Corea del Nord stia provvedendo alla maxi fornitura di oltre un milione di proiettili di artiglieria alla Russia, impegnata negli sforzi bellici contro l’Ucraina. È quanto hanno riferito in un’audizione a porte chiuse al parlamento di Seul i vertici dell’agenzia di spionaggio (Nis), nel resoconto della Yonhap che cita un deputato presente, in merito agli sviluppi delle relazioni russo-nordcoreane dopo il summit tra i leader Vladimir Putin e Kim Jong-un. Pyongyang, inoltre, sarebbe nella fase finale dei preparativi per il terzo tentativo di messa in orbita di un satellite spia militare.
Ore 10:20 - Nuvola di fumo sul ponte della Crimea
(di Giusi Fasano, inviata) Nuvole di fumo visibili da lontano avvolgono un tratto del ponte di Kerch, collegamento della penisola della Crimea con i territori della Federazione Russa. Non è chiara al momento la causa. I canali di informazione filorussi parlano di sistemi di «cortina fumogena» in azione per impedire ai sistemi ottici dei missili di «vedere» il ponte. Il Kerch è stato chiuso al traffico. Per ora nessun commento da parte ucraina.
Ore 10:23 - Webreportage - Tra le macerie di Hroza, dove i russi hanno ucciso 50 innocenti
(di Giusi Fasano, inviata) «Per ultima abbiamo seppellito una donna. Nella bara c’erano 600 grammi di lei. Nient’altro». Evhen Pirozhok li conosceva tutti, i morti di Hroza, compresa quella donna. Non ricorda alcuni nomi ma sa che «in questa strada ne sono morti 19, in quell’altra laggiù 8, di là invece vivevano i genitori di Doryna e Dmytri...». Qui non c’è casa che non abbia un lutto. La morte traccia la nuova mappa geografica di questo villaggio a due passi dal confine russo. Siamo nel distretto di Kupiansk, nella regione di Kharkiv, Ucraina nord-orientale.
Hroza è un niente in mezzo a una campagna sterminata. E in questo niente il 5 ottobre è arrivato un missile russo Iskander. Obiettivo: un negozio-bar nel quale si erano riuniti a decine per gli omaggi funebri a un ragazzo che si chiamava Andriy e che era morto al fronte l’anno scorso. Lo avevano seppellito a Dnipro ma appena è stato possibile la sua famiglia è andata a riprenderlo per riportarlo a Hroza.
Ore 10:31 - Kiev: 118 villaggi colpiti in 24 ore, record dall’inizio dell’anno
L’Ucraina ha dichiarato che la Russia ha bombardato più di 100 insediamenti nelle ultime 24 ore, più di quanto abbia fatto in un singolo giorno quest’anno. «In 24 ore il nemico ha bombardato 118 insediamenti in 10 regioni. È il numero più alto di città e villaggi attaccati in un giorno dall’inizio dell’anno», ha dichiarato il ministro dell’Interno ucraino Igor Klymenko.
Kiev ha anche riferito di un attacco russo a una raffineria di petrolio a Kremenchuk, una città industriale centrale. Non ci sono state vittime, ma quasi 100 vigili del fuoco hanno impiegato diverse ore per spegnere l’incendio che ne è scaturito. Kiev e l’Occidente temono che la Russia intensifichi gli attacchi alle infrastrutture energetiche ucraine in vista del freddo inverno, come ha fatto lo scorso anno.
Ore 11:38 - Bombe sul centro di Kherson, un morto e 3 feriti
Un uomo è morto e tre persone sono rimaste ferite in un bombardamento russo questa mattina nel centro di Kherson: la vittima era un impiegato dell’amministrazione militare della città. Lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare, Roman Mrochko, come riporta Ukrainska Pravda.
Ore 11:48 - Putin in collegamento video alla conferenza su temi economici
Il Presidente russo Vladimir Putin presiederà nel pomeriggio di oggi, dalla sua residenza alle porte di Mosca di Novo Orarovo, una video conferenza su temi economici con ministri e funzionari interessati «per visionare la situazione economica», ha reso noto il Cremlino.
Ore 12:11 - Mosca annuncia scambio bambini con Kiev, mediato dal Qatar
Cinque bambini ucraini separati dalle loro famiglie e trasferiti in Russia sono stati restituiti ai loro parenti e una bambina russa è stata restituita dagli ucraini ai russi nell’ambito di uno scambio mediato dal Qatar. Lo ha detto Maria Llova-Belova, commissaria della presidenza russa per i diritti dei bambini, alla Tass. «Nel prossimo futuro un altro gruppo si preparerà per il ricongiungimento» con i familiari, ha aggiunto la commissaria. Llova-Belova aveva annunciato in settembre che un canale era stato aperto con l’aiuto del Qatar per la restituzione reciproca di bambini. Del problema ha parlato con la commissaria anche l’inviato per l’iniziativa di pace vaticana, il cardinale Matteo Zuppi, durante una sua visita a Mosca nel giugno scorso. Llova-Belova è destinataria, insieme con il presidente russo Vladimir Putin, di un ordine di arresto della Corte penale internazionale con l’accusa di «crimine di guerra» per la deportazione di bambini dall’Ucraina.
Ore 12:33 - Putin parla al telefono con Lukashenko
Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto oggi una conversazione telefonica con quello bielorusso Alexander Lukashenko, con il quale ha discusso i preparativi per il prossimo vertice, in programma il 23 novembre a Minsk, dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (Csto), l’alleanza militare che riunisce la Russia e altre ex repubbliche sovietiche. Ne ha dato notizia il servizio stampa del Cremlino citato dalla Tass. La Bielorussia è presidente di turno della Csto per il 2023. Dell’organizzazione fanno parte anche Armenia, Kazakhstan, Kirghizistan e Tagikistan.
Ore 13:24 - Zelensky: «I confini Ue saranno quelli del continente europeo»
«I confini dell’Unione europea saranno i confini del continente europeo. E nessuna “zona grigia”! La nostra generazione politica è in grado di garantire questo e ne sono certo: non perderemo un momento così speciale»: lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «L’Europa ha bisogno dell’Unione europea. E lasciamo che l’ottimismo ucraino sull’Ue serva a un futuro più stabile per tutta l’Europa! Stiamo facendo tutto il possibile per raggiungere entro quest’anno una decisione politica sull’adesione dell’Ucraina all’Unione europea».
Ore 13:50 - Comico russo fa uno scherzo telefonico a Meloni sull’Ucraina. Palazzo Chigi: «Un impostore»
«L’Ufficio del Consigliere diplomatico della presidente del Consiglio dei Ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il Presidente della Commissione dell’Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con la presidente Giorgia Meloni. L’episodio è avvenuto il giorno 18 settembre nel contesto dell’intenso impegno sviluppato in quelle ore dalla presidente Meloni per rafforzare i rapporti con i leader africani con i quali ha avuto importanti incontri a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu tra il 19 e il 21 settembre». Con questa nota, Palazzo Chigi commenta lo scherzo telefonico di due «comici» russi a Giorgia Meloni.
Ore 13:55 - La Bulgaria espelle un giornalista russo
Il corrispondente in Bulgaria del quotidiano ufficiale russo Rossiyskaya Gazeta è stato espulso perché sospettato di «attività che minacciano la sicurezza nazionale». Ad Alexander Gatsak è stato «ritirato il permesso di soggiorno, è stato espulso dal territorio bulgaro e gli è stato vietato di entrare e risiedere nell’Unione Europea», secondo un comunicato dell’agenzia di sicurezza Dans. Il giornalista si era rifugiato nell’ambasciata russa alla fine di settembre, rifiutandosi di rispondere a una convocazione delle autorità in vista della sua espulsione. Oggi ha infine lasciato la Bulgaria.
Ore 16:16 - La Wagner ha ripreso il reclutamento di soldati
La compagnia Wagner è diventata parte della Guardia Nazionale Russa (Rosgvardia) e ha ripreso il reclutamento di soldati in Russia, in particolare a Perm e Novosibirsk. Lo scrivono i siti 59. ru e Ngs.ru, rilanciati dal sito indipendente Meduza. Un rappresentante del gruppo Wagner a Perm ha riferito che la nuova unità della Rosgvardia è guidata da Pavel Prigozhin, figlio e solo erede di Evgeny Prigozhin, fondatore della Wagner, morto nello schianto del suo aereo lo scorso 23 agosto in Russia, appena due mesi dopo il suo tentativo di rivolta. Vengono arruolati uomini con esperienza di combattimento, anche provenienti da altre compagnie private. I contratti sono di un minimo di sei mesi, con una paga di fra gli 80mila e i 240mila rubli (860- 2.500 dollari).
Ore 17:12 - Borrell: «Mosca non si illuda, altre crisi non ci distraggono»
«L’aggressione russa contro l’Ucraina ha raggiunto un nuovo picco di efferatezza, con più di 100 città e villaggi presi di mira in 24 ore. Mosca non dovrebbe farsi illusioni: altre crisi non distoglieranno la nostra attenzione dall’Ucraina. Il nostro supporto continua, finché necessario». Lo dichiara su X l’alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Josep Borrell.
Ore 18:28 - Zelensky: «Fiducioso che l'Ucraina renderà l'Europa più forte»
«Sono fiducioso che l'Ucraina renderà la nostra Europa più forte che mai, e stiamo lavorando il più possibile per garantire che non rimanga alcun ostacolo alla nostra adesione all'Unione europea». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un discorso pubblicato su Telegram. Zelensky si dice «fiducioso che, a prescindere da come si svilupperanno gli eventi nel mondo, nei nostri altri partner, in America e altrove, l'unità prevarrà. Unità, non divisione. Unità, non inviti all'autoisolamento». Per il presidente ucraino è importante dare valore a «un'Europa di cooperazione» perché «solo così il nostro continente è in grado di proteggere e difendere vite umane sia in Europa che nel mondo».
Ore 19:12 - Per Berlino la violenza sessuale sarà un crimine di guerra
(di Giusi Fasano) «Il diritto penale internazionale è diventato di drammatica attualità dopo la guerra di aggressione russa all'Ucraina». Questo ha premesso il ministro tedesco della Giustizia Marco Buschmann annunciando il disegno di legge proposto dal suo ministero e approvato oggi a Berlino. Un provvedimento che prevede lo stupro come crimine di guerra. La Germania ha quindi deciso che così dovrà essere trattato così il reato di violenza sessuale nelle aree di conflitto: crimine di guerra e crimine contro l’umanità. Tra i crimini di guerra e contro l'umanità dovranno essere inclusi – dice il disegno di legge - i reati come la violenza sessuale, la schiavitù sessuale e l'aborto forzato. Lo riporta Faz. La modifica assume particolare importanza nell'applicazione in Germania della cosiddetta «giurisdizione universale», in base alla quale diverse persone sono state processate da tribunali tedeschi per crimini di guerra compiuti all'estero, ad esempio in Iraq o in Siria. Anche la ministra tedesca della Famiglia, Lisa Paus, ha sottolineato l'importanza di una reazione tedesca alle atrocità compiute in seguito all'attacco russo in Ucraina, facendo però anche riferimento all'attacco terroristico islamista di Hamas del 7 ottobre. «Come femminista, sono indignata e oppressa dalla violenza sessualizzata organizzata e messa in scena da Hamas contro le donne ebree nell'attacco terroristico contro Israele», ha detto Paus.
Ore 01:29 - Il Papa: «Volevo andare a Kiev e a Mosca»
«Il secondo giorno della guerra in Ucraina sono andato all’ambasciata russa, ho sentito che dovevo andare lì e ho detto che ero disposto ad andare da Putin se serviva a qualcosa». Lo ha detto Papa Francesco nell’intervista concessa al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci. «Da quel momento ho avuto un buon colloquio con l’ambasciata russa. Quando io presentavo dei prigionieri, io andavo lì e loro liberavano, hanno liberato anche da Azov. Insomma l’ambasciata si è comportata molto bene ne liberare le persone che si potevano liberare. Ma il dialogo si è fermato lì. In quel momento mi scrisse Lavrov: “Grazie se vuole venire, ma non è necessario”. Io volevo andare da entrambe le parti», ha spiegato il Pontefice.
Le notizie sulla guerra in Ucraina del 2 novembre. Giusi Fasano, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera giovedì 2 novembre 2023.
Le notizie di giovedì 2 novembre. Forze ucraine: «Nella notte abbattuti 18 droni su 20 e un missile Kh-59»
• Il Papa: «Volevo andare fin da subito a Kiev e a Mosca»
• Il ministro della Difesa russo: «Se si creeranno le condizioni necessarie, siamo pronti a discutere politicamente sia la soluzione postbellica della crisi ucraina sia i parametri di un’ulteriore coesistenza con l’Occidente su base realistica».
• Borrell: «Mosca non si illuda, altre crisi non ci distraggono».
• Zelensky: «Fiducioso che l’Ucraina renderà l’Europa più forte».
Ore 01:26 - Kiev: «Abbattuti la scorsa notte 18 droni su 20 e un missile Kh-59»
Le forze di difesa aerea ucraine hanno abbattuto la notte scorsa un missile da crociera Kh-59 e 18 dei 20 droni kamikaze Shahed-136/131 lanciati dalla Russia nel Paese: lo ha reso noto l’Aeronautica militare di Kiev, come riporta Ukrinform. Il missile Kh-59 e una parte dei droni sono stati lanciati dalla regione russa di Kursk, mentre il resto dei velivoli senza equipaggio proveniva dalla base navale russa di Primorsko-Akhtarsk (sud-est). «Durante l’attacco notturno è stato dichiarato un allarme antiaereo nella maggior parte delle regioni dell’Ucraina. I droni d’attacco sono stati distrutti lungo il percorso di tracciamento da aerei tattici, unità missilistiche antiaeree, nonché gruppi di fuoco mobili dell’Aeronautica militare, in collaborazione con le difese aeree delle Forze di Difesa dell’Ucraina», si legge nel rapporto.
Ore 02:09 - Borrell: «Mosca non si illuda, altre crisi non ci distraggono»
«L’aggressione russa contro l’Ucraina ha raggiunto un nuovo picco di efferatezza, con più di 100 città e villaggi presi di mira in 24 ore. Mosca non dovrebbe farsi illusioni: altre crisi non distoglieranno la nostra attenzione dall’Ucraina. Il nostro supporto continua, finché necessario». Lo dichiara su X l’alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Josep Borrell.
Ore 02:41 - Zelensky: «Fiducioso che l'Ucraina renderà l'Europa più forte»
«Sono fiducioso che l'Ucraina renderà la nostra Europa più forte che mai, e stiamo lavorando il più possibile per garantire che non rimanga alcun ostacolo alla nostra adesione all'Unione europea». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un discorso pubblicato su Telegram. Zelensky si dice «fiducioso che, a prescindere da come si svilupperanno gli eventi nel mondo, nei nostri altri partner, in America e altrove, l'unità prevarrà. Unità, non divisione. Unità, non inviti all'autoisolamento». Per il presidente ucraino è importante dare valore a «un'Europa di cooperazione» perché «solo così il nostro continente è in grado di proteggere e difendere vite umane sia in Europa che nel mondo».
Ore 03:12 - Per Berlino la violenza sessuale sarà un crimine di guerra
(di Giusi Fasano) «Il diritto penale internazionale è diventato di drammatica attualità dopo la guerra di aggressione russa all'Ucraina». Questo ha premesso il ministro tedesco della Giustizia Marco Buschmann annunciando il disegno di legge proposto dal suo ministero e approvato oggi a Berlino. Un provvedimento che prevede lo stupro come crimine di guerra. La Germania ha quindi deciso che così dovrà essere trattato così il reato di violenza sessuale nelle aree di conflitto: crimine di guerra e crimine contro l’umanità. Tra i crimini di guerra e contro l'umanità dovranno essere inclusi – dice il disegno di legge - i reati come la violenza sessuale, la schiavitù sessuale e l'aborto forzato. Lo riporta Faz. La modifica assume particolare importanza nell'applicazione in Germania della cosiddetta «giurisdizione universale», in base alla quale diverse persone sono state processate da tribunali tedeschi per crimini di guerra compiuti all'estero, ad esempio in Iraq o in Siria. Anche la ministra tedesca della Famiglia, Lisa Paus, ha sottolineato l'importanza di una reazione tedesca alle atrocità compiute in seguito all'attacco russo in Ucraina, facendo però anche riferimento all'attacco terroristico islamista di Hamas del 7 ottobre. «Come femminista, sono indignata e oppressa dalla violenza sessualizzata organizzata e messa in scena da Hamas contro le donne ebree nell'attacco terroristico contro Israele», ha detto Paus.
Ore 03:53 - Il Papa: «Volevo andare a Kiev e a Mosca»
«Il secondo giorno della guerra in Ucraina sono andato all’ambasciata russa, ho sentito che dovevo andare lì e ho detto che ero disposto ad andare da Putin se serviva a qualcosa». Lo ha detto Papa Francesco nell’intervista concessa al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci. «Da quel momento ho avuto un buon colloquio con l’ambasciata russa. Quando io presentavo dei prigionieri, io andavo lì e loro liberavano, hanno liberato anche da Azov. Insomma l’ambasciata si è comportata molto bene ne liberare le persone che si potevano liberare. Ma il dialogo si è fermato lì. In quel momento mi scrisse Lavrov: “Grazie se vuole venire, ma non è necessario”. Io volevo andare da entrambe le parti», ha spiegato il Pontefice.
Ore 06:14 - Russia, ministero Difesa: intercettati cinque droni ucraini in Crimea e nei cieli del Mar Nero
Cinque droni ucraini sono stati intercettati dai sistemi di difesa aerea in Crimea e uno nei cieli del Mar Nero. Lo ha riferito il ministero della Difesa russo. «La mattina del 2 novembre è stato sventato il tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico utilizzando sei droni di tipo aeronautico contro oggetti sul territorio della Federazione Russa. I sistemi di difesa aerea hanno distrutto un velivolo senza pilota ucraino sopra il Mar Nero, cinque sono stati intercettati nel territorio della Repubblica di Crimea», ha riferito il ministero.
Ore 06:22 - Il governatore di Zaporizhzhia: «Morto un civile in un bombardamento russo»
« Le Forze armate russe hanno bombardato la regione ucraina Zaporizhzhia causando la morte di un civile». Lo riferiscono sui rispettivi canali Telegram la Procura regionale di Zaporizhia e il governatore Yury Malashka. A seguito del bombardamento, «un uomo di 52 anni, che in quel momento stava passeggiando, è stato ucciso. Anche delle abitazioni private di alcuni residenti locali sono state danneggiate», ha riferito il governatore.
Successivamente, l'ufficio del procuratore regionale di Zaporizhzhia ha avviato un'indagine preliminare. «Secondo l'indagine, il primo novembre 2023, le truppe della Federazione Russa, ignorando le norme del diritto umanitario internazionale, hanno effettuato un bombardamento di artiglieria contro uno dei villaggi della comunità territoriale di Komyshuva. Un residente locale che stava camminando lungo il strada dell'insediamento è stato ucciso», ha riferito la procura.
Ore 07:16 - Mosca: «Abbattuti sei droni ucraini su Crimea e Mar Nero»
Il ministero della Difesa russo afferma di aver abbattuto sei droni ucraini sulla Crimea e sul Mar Nero. Lo riferisce l'agenzia di stampa russa.
Ore 07:32 - Corea del Sud: «Pyongyang ha fornito a Mosca aerei e missili a corto raggio»
La Corea del Nord potrebbe aver fornito a Mosca anche missili balistici a corto raggio e antiaerei leggeri, oltre ai proiettili di artiglieria, per sostenere la guerra della Russia contro l'Ucraina. È la valutazione del Comando di Stato maggiore congiunto sudcoreano, riferita alla Yonhap da un alto funzionario militare. Nel dettaglio,gli esperti di Seul hanno valutato che un totale di circa 2.000 container di equipaggiamenti vari e munizioni siano stati spediti dal porto di Rajin a Vladivostok, un numero doppio rispetto ai 1.000 container rivelati dalla Casa Bianca il 13 ottobre citando le immagini satellitari scattate a settembre.
I volumi dei container sono in grado di caricare oltre 200.000 pezzi di proiettili di artiglieria da 122 mm oppure oltre 1 milione di proiettili da 152 mm, utilizzati da entrambi i Paesi. La Corea del Nord potrebbe aver fornito altre armi alla Russia, tra munizioni per carri armati della serie T, missili guidati anticarro, lanciarazzi, fucili e mitragliatrici e missili balistici a corto raggio. «Ci sono indicazioni sulla fornitura di armi della Corea del Nord alla Russia da metà 2022, e il commercio relativo attraverso le rotte marittime è aumentato ad agosto, poco prima della visita di Kim Jong-un in Russia» per il vertice con il presidente Vladimir Putin, ha aggiunto il funzionario. In cambio, Mosca potrebbe aver preso in considerazione la possibilità di dare alla Corea del Nord supporto tecnologico al lancio del satellite spia militare, alle armi nucleari, agli aerei da combattimento e ai sistemi di difesa aerea. «Si prevede che Pyongyang debba ricevere inizialmente cibo e carburante per garantire la stabilità del regime e prepararsi all'inverno. I due Paesi dovrebbero anche trattare il trasferimento di tecnologia militare, il sostegno alla modernizzazione delle forze convenzionali e l'addestramento congiunto», ha aggiunto la fonte. L'esercito sudcoreano ha detto di aver monitorato da vicino gli ultimi sviluppi della cooperazione militare Pyongyang-Mosca in coordinamento con gli Stati Uniti e ha promesso di rafforzare la sua prontezza militare contro le possibilità di avanzamento del programma di armi del Nord. Ieri, nella periodica audizione parlamentare, i vertici dell'intelligence sudcoreana hanno riferito di ritenere che la Corea del Nord stia provvedendo alla maxi fornitura di oltre un milione di proiettili di artiglieria alla Russia.
Ore 07:56 - Il governatore del Kherson: «Attacco notturno russo, ferita una donna»
Le Forze armate russe hanno bombardato la regione di Kherson nella notte: una donna di 70 anni è rimasta ferita ed è stata ricoverata in ospedale. Lo riferisce il governatore regionale di' Kherson, Roman Mrochka, su Telegram. «Una donna di 70 anni e' rimasta ferita in seguito al bombardamento di ieri sera a Kherson da parte delle forze di occupazione russe. La donna si trovava nella sua abitazione al momento dell'attacco nemico. La vittima è stata ricoverata in ospedale a causa di una ferita causata dall'esplosione e una da scheggia che le si è conficcata al petto», si legge nel messaggio. Mrochka ha riferito inoltre che ieri una persona è stata uccisa e altre tre sono rimaste ferite a Kherson a causa degli attacchi russi. A tutti i feriti è stata fornita assistenza medica.
Ore 10:19 - Mosca: «Giorgia Meloni giustifica la glorificazione dei fascisti ucraini»
Commentando la conversazione di Giorgia Meloni con il duo di comici russi Vovan e Lexus, la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha criticato la premier per non aver condannato le correnti ultranazionaliste nella politica ucraina, e le ha paragonate al fascismo italiano. Zakharova cita in particolare la risposta data da Meloni al presunto politico africano con cui credeva di parlare, il quale le ricordava l'eredità nella politica ucraina del leader nazionalista Stepan Bandera, «che la Russia presenta come Hitler». «Non sono d'accordo su questo - afferma il presidente del Consiglio -, penso che il nazionalismo sia un problema che ha Putin». Poi, di fronte all'insistenza dell'interlocutore, Meloni aggiunge che gli ucraini «stanno facendo quello che devono fare, quello che è giusto fare, e noi cerchiamo di aiutarli». Sul suo canale Telegram Zakharova afferma che in questo modo Meloni ha detto che il governo di Kiev «ha il diritto di glorificare» nazionalisti ucraini come Bandera e Roman Shukhevych. La portavoce della diplomazia russa, rivolgendosi idealmente alla premier, le chiede se sarebbe pronta a glorificare dirigenti fascisti come Achille Starace o Achille Pavolini, «o le famigerate Brigate Nere che operarono tra il 1943 e il 1945 nell'Italia settentrionale come ala militare del Partito repubblicano fascista». «Capisco - insiste Zakharova - che lei sia molto occupata con faccende molto importanti ed è improbabile che trovi il tempo per i libri. Ma sicuramente può trovare un'ora e mezza per un film. `Der Fall Collini´ è un film tedesco in cui appaiono anche attori italiani. Nessuno la accuserà di lasciarsi trasportare dalla propaganda del Cremlino. E forse capirà».
Ore 10:29 - Putin firma l'uscita dal trattato sui test nucleari
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato la legge che revoca la ratifica della Russia del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT). Il relativo documento è stato pubblicato giovedì sul sito ufficiale delle informazioni legali. Il CTBT fu adottato durante la 50 sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 settembre 1996 e aperto alla firma il 24 settembre 1996.
Ore 10:44 - Cremlino: «Il conflitto in Ucraina non è in fase di stallo»
Il Cremlino ha smentito le dichiarazioni arrivate da Kiev secondo cui il conflitto in Ucraina è arrivato a una situazione di stallo. «No, non si è arrivati ad un punto morto», ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, aggiungendo che «la Russia sta portando avanti costantemente l'operazione militare speciale. Tutti gli obiettivi che sono stati fissati dovrebbero essere raggiunti».
Ore 11:10 - Ucraina, l'Oms realizza cliniche modulari vicino al fronte
Per garantire l'accesso continuo ai servizi sanitari nelle aree dell'Ucraina in cui le strutture sono state distrutte o danneggiate irreparabilmente, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e il ministero della Salute ucraino hanno aperto nuove cliniche modulari per servire le comunità che vivono vicino alla linea del fronte. Secondo i dati dell'Oms, sono stati registrati più di 1.300 attacchi all'assistenza sanitaria in Ucraina dal 24 febbraio 2022, giorno dell'invasione da parte della Russia. In un contesto di distruzione quotidiana su tutto il territorio nazionale, che ha danneggiato gravemente il settore sanitario, le cliniche modulari possono essere assemblate e installate in 10-14 giorni, utilizzando un numero variabile di moduli prefabbricati, a seconda del numero di stanze richieste. Tutte le cliniche sono dotate di attrezzature essenziali ed elettricità. Comprendono servizi igienici, un sistema fognario, sale d'attesa e sale d'esame. Vengono forniti anche generatori di elettricità e ventilatori. La loro realizzazione è sponsorizzata dal Fondo umanitario ucraino e dalla Direzione generale per la protezione civile europea e le operazioni di aiuto umanitario per un totale di 15 strutture situate in comunità difficili da raggiungere.
Ore 11:11 - Kiev: «È una guerra di posizione, ne beneficerà la Russia»
«La guerra si sta ora muovendo verso una nuova fase: quella che noi militari chiamiamo guerra "di posizione" di combattimento statico e di logoramento, come nella prima guerra mondiale, in contrasto con la guerra di "manovra" di movimento e velocità. Ciò andrà a beneficio della Russia, permettendole di ricostruire la sua potenza militare, minacciando infine le forze armate ucraine e lo Stato stesso», ha detto all'Economist il comandante in capo delle forze armate ucraine Valeriy Zaluzhny, ripreso da Ukrinform. Secondo Zaluznhy, le armi di base, come missili e proiettili, restano essenziali per l'Ucraina. Le forze armate ucraine hanno bisogno di capacità e tecnologie militari fondamentali per uscire da questo tipo di guerra. La più importante è la potenza aerea. Il controllo dei cieli è essenziale per le operazioni di terra su larga scala, ha sottolineato il comandante delle forze armati, che ha definito i droni d'attacco come una priorità per sovraccaricare i sistemi di difesa aerea della Russia. Un'altra cosa importante, secondo Zaluzhny, è la guerra elettronica (Ew), come il disturbo delle comunicazioni e dei segnali di navigazione. «L'Ew è la chiave per la vittoria nella guerra dei droni. La Russia ha modernizzato le sue forze armate negli ultimi dieci anni, creando un nuovo ramo del suo esercito e costruendo 60 nuovi tipi di equipaggiamento. In questo campo ci supera: il 65% delle nostre piattaforme di disturbo all'inizio della guerra furono prodotte in epoca sovietica. Abbiamo già costruito molti dei nostri sistemi di protezione elettronica… Dobbiamo migliorare nel condurre la guerra elettronica dai nostri droni, attraverso una gamma più ampia dello spettro radio, evitando la soppressione accidentale dei nostri stessi droni», ha affermato. Secondo Zaluzhny, anche il fuoco di controbatteria che sconfigge l'artiglieria nemica è una priorità. La quarta è la tecnologia per lo sfondamento delle mine. La quinta e ultima priorità di Zaluzhny è la costituzione di riserve. «Anche la nostra capacità di addestrare riserve sul nostro territorio è limitata. Non possiamo risparmiare facilmente i soldati schierati al fronte. Inoltre, la Russia può colpire i centri di addestramento. E ci sono lacune nella nostra legislazione che consentono ai cittadini di sottrarsi alle proprie responsabilità», ha osservato.
Ore 12:22 - Vucic parla del Kosovo con l'ambasciatore russo
Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha informato oggi l'ambasciatore russo a Belgrado Aleksandr Bocan-Kharcenko della «difficile situazione» che permane in Kosovo, in particolare nel nord a maggioranza di popolazione serba. In un messaggio postato sul suo profilo Instagram, Vucic ha denunciato quella che ha definito «la persecuzione quotidiana della popolazione serba» in Kosovo, in particolare al nord, e la «mancata volontà da parte del regime di Pristina di creare la Comunità delle municipalità a maggioranza serba in Kosovo». Nel colloquio, ha aggiunto Vucic, è stato constatato che i rapporti bilaterali tra Serbia e Federazione russa si sviluppano con successo, con la convizione che tale collaborazione potrà migliorare ulteriormente in futuro. La Serbia, che aspira ad aderire alla Ue ma che è legata da una storica alleanza e amicizia alla Russia della quale è il principale alleato nei Balcani, si rifiuta di aderire alle sanzioni occidentali contro Mosca per il conflitto armato in Ucraina, invocando i propri interessi nazionali, in primo luogo l'appoggio sul Kosovo e le forniture energetiche a prezzi di favore.
Ore 13:26 - «Zelensky è sconfortato e arrabbiato, non fa più battute e non è più lo stesso: si sente tradito dagli alleati»
(di Giusi Fasano, inviata a Kiev) Ostenta sicurezza in pubblico ma è sconfortato. L’appoggio occidentale vacilla e lui non è più lo stesso. Non fa più battute per stemperare la tensione durante le riunioni d’emergenza al vertice, non ha più l’agenda fitta di appuntamenti esteri, sparito l’ottimismo di sempre. «Ora entra, ascolta gli aggiornamenti, dà ordini e se ne va».
È il nuovo Volodymyr Zelensky raccontato dalla rivista americana Time. Che gli dedica la copertina con questo titolo: «Nessuno crede nella nostra vittoria come ci credo io. Nessuno» (...).
Ore 13:28 - IL PUNTO DEL CORRIERE | Taccuino ucraino: il costo di un proiettile
(di Guido Olimpio) Il capo di Stato Maggiore ucraino Valerii Zaluzhnyi (foto sotto) ha offerto un’analisi dell’attuale fase bellica: 1. C’è una situazione di stallo. 2. Il «nostro schieramento» assume una posizione più difensiva (anche perché arriva l’inverno). 3. In questi mesi le forze armate sono riuscite a migliorare. L’analisi combacia con quella degli esperti divisi in due correnti. Alcuni ritengono che l’offensiva non abbia dato i risultati sperati, altri ritengono che le aspettative fossero eccessive. A questi spunti si aggiungono errori da parte dello Stato Maggiore, una sottovalutazione delle gigantesche opere di difesa create dagli invasori, gli aiuti occidentali ampi ma non sempre tempestivi. (…)
Ore 13:32 - La Bbc rivela la società usata da Prigozhin per aggirare le sanzioni
La Bbc in un'inchiesta condotta insieme all'International Consortium of Investigative Journalists ha rivelato le attività di una società offshore con sede alle Seychelles capace di costruire una articolata rete di compagnie per permettere a Yevgeny Prigozhin, defunto capo mercenario di Wagner, e a imprenditori e altre figure legati al Cremlino di sfuggire alle sanzioni imposte dall'Occidente prima e dopo l'inizio della guerra in Ucraina. La Alpha Consulting, gestita dalla businesswoman russa Victoria Valkovskaya, ha permesso di creare nel Regno Unito, sfruttando una scappatoia legale, oltre 900 imprese per acquisire beni e nasconderne i proprietari, coinvolte in numerose attività illecite, inclusa la frode. Una di queste entità controllava la petroliera Delfi che ha inquinato la costa dell'Ucraina dopo il naufragio nel 2019. Per quanto riguarda Prigozhin, i servizi offerti dalla società di consulenza delle Seychelles sono stati sfruttati per proteggere dalle sanzioni il suo jet privato e il suo yacht. Tra i clienti di Alpha Consulting legati strettamente al presidente Vladimir Putin figura anche l'ex ministro delle Comunicazioni russo, Leonid Reiman, che in passato era stato accusato da un tribunale svizzero di controllare una compagnia sospettata di aver ricevuto dei pagamenti illeciti.
Ore 13:48 - Zelensky: «Inflitte pesanti perdite ai russi nel Donetsk»
Le forze ucraine «hanno fermato un tentativo da parte del nemico di avanzare in direzione di Vugledar (nel Donetsk, ndr), infliggendo al nemico pesanti perdite: dozzine di veicoli, molti uccisi e feriti»: lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Sono in corso anche le azioni difensive ad Avdiivka (Donetsk, ndr) e le nostre operazioni offensive nel sud», ha aggiunto. Parlando poi del "corridoio del grano", Zelensky ha sottolineato che la dinamica è positiva. Stiamo finalizzando il formato assicurativo per le navi, che darà fiducia a noi e ai vettori».
Ore 14:10 - Kiev: «Siamo ottimisti sui negoziati per l'adesione all'Ue quest'anno»
Kiev è ottimista sulla possibilità di aprire i negoziati per l'adesione all'Ue quest'anno, pubblicizzando le riforme adottate anche a fronte dell'invasione russa. Lo ha sostenuto il ministro degli Esteri dell'Ucraina, Dymitro Kuleba. Parlando con i media prima della conferenza sull'Europa a Berlino, Kuleba ha detto che l'Ucraina è sulla buona strada per adempiere ai suoi obblighi di aprire i negoziati per l'adesione. L'Ucraina ha presentato domanda di adesione all'Ue pochi giorni dopo l'invasione russa del 24 febbraio 2022 e ha ricevuto lo status di candidata diversi mesi dopo in un forte segnale di sostegno da parte di Bruxelles. Il capo dell'UE, Ursula von der Leyen, ha riconosciuto a settembre che Kiev aveva fatto «grandi passi avanti» nel suo tentativo di aderire all'UE. L'allargamento sarà al centro del vertice UE del 14 e 15 dicembre a Bruxelles, quando la Commissione europea avrà presentato i rapporti sulle candidature dell'Ucraina e della Moldavia.
Ore 14:40 - Due morti dopo i bombardamenti russi nel Kherson
Una donna di 81 anni e un uomo di 60 anni sono stati uccisi oggi nei bombardamenti russi sulla regione di Kherson, nel sud dell'Ucraina. Ad affermarlo su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale Oleksandr Prokudin. «Gli invasori russi hanno colpito più di 40 volte durante la notte il villaggio di Stanislav, nella regione meridionale di Kherson, in Ucraina, uccidendo una donna anziana», ha affermato Prokudin. In un messaggio successivo, il governatore ha poi riferito che «l'esercito russo continua a distruggere Vesele» e a seguito del bombardamento del villaggio «è morto un uomo di 60 anni».
Ore 14:41 - Peskov: «Non siamo a un punto cieco, l'operazione speciale continua»
Il Cremlino non è d'accordo con le parole del comandante in capo delle forze armate ucraine (Afu) Valery Zaluzhny secondo cui il conflitto nel paese è giunto a un vicolo cieco. Il leader militare di Kiev ne ha parlato riferendosi al fatto che le truppe ucraine non saranno in grado di sfondare al fronte. «No, non siamo arrivati a un vicolo cieco. La Russia continua costantemente a portare avanti un'operazione militare speciale. Tutti gli obiettivi prefissati devono essere raggiunti», ha detto ai giornalisti il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov. «Il regime di Kiev avrebbe dovuto capire da tempo - ha osservato Peskov - che anche solo parlare di prospettive di vittoria del regime di Kiev sul campo di battaglia è assurdo. E prima il regime di Kiev lo capirà, prima si apriranno alcune prospettive».
Ore 14:58 - L'Ue «deplora» la scelta della Russia di revocare la ratifica sul trattato per gli esperimenti nucleari
L'Unione europea «deplora profondamente» la decisione della Russia di revocare la ratifica del trattato sulla messa al bando degli esperimenti nucleari. Lo afferma l'Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell in una dichiarazione a nome dell'Ue. «Ciò avviene nel contesto della guerra illegale di aggressione contro l'Ucraina e dopo mesi di retorica e minacce nucleari irresponsabili, alcune delle quali puntano specificamente alla ripresa dei test nucleari», segnala. «L'Unione europea invita la Russia a continuare a rispettare lo scopo e l'obiettivo del trattato. In quanto Stato parte del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, la Russia si è impegnata a lavorare per una rapida entrata in vigore del trattato sulla messa al bando degli esperimenti nucleari», afferma tra l'altro l'Alto rappresentante. «Nel contesto delle Conferenze Articolo XIV, la Russia si è impegnata a promuovere il Trattato al più alto livello politico e attraverso tutti i canali bilaterali e multilaterali disponibili. Quest'ultima misura rappresenta un grave passo indietro rispetto a questi impegni, aggravato dallo status della Russia come membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite». L'Ue «continua a invitare» tutti gli Stati a firmare e ratificare il trattato «senza precondizioni o ulteriori ritardi» e afferma di restar «pienamente impegnata a promuovere l'entrata in vigore e l'universalizzazione» del trattato e «a perseguire i suoi obiettivi per un mondo libero dai test nucleari».
Ore 18:43 - Blinken: «Stop di Mosca al bando sui test nucleari è un errore»
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha criticato l’uscita della Russia dal trattato sulla messa al bando dei test nucleari. «È un passo significativo nella direzione sbagliata», ha dichiarato prima di partire per Israele.
Il nuovo Zelensky: «Sconfortato e arrabbiato, si sente tradito dagli alleati». Giusi Fasano su Il Corriere della Sera giovedì 2 novembre 2023.
Il presidente ucraino raccontato dal Time. Uno "stretto collaboratore": «La sua convinzione nella vittoria è messianica, ma non stiamo vincendo e dirglielo è impossibile»
Ostenta sicurezza in pubblico ma è sconfortato. L’appoggio occidentale vacilla e lui non è più lo stesso. Non fa più battute per stemperare la tensione durante le riunioni d’emergenza al vertice, non ha più l’agenda fitta di appuntamenti esteri, sparito l’ottimismo di sempre. «Ora entra, ascolta gli aggiornamenti, dà ordini e se ne va».
È il nuovo Volodymyr Zelensky raccontato dalla rivista americana Time. Che gli dedica la copertina con questo titolo: «Nessuno crede nella nostra vittoria come ci credo io. Nessuno». Sottotitolo: La battaglia solitaria di Volodymyr Zelensky. L’autore del servizio è Simon Shuster, lo stesso giornalista che all’inizio del conflitto aveva passato due settimane nel palazzo del presidente ucraino, che aveva raccontato le sue notti con la paura di addormentarsi e il tentativo degli invasori di ucciderlo. Anche allora il Time gli dedicò la copertina ma quel reportage incoronava il coraggio di un uomo che aveva il mondo occidentale compatto dalla sua parte.
Oggi, dopo più di venti mesi di guerra, la storia raccontata è un’altra. Altro umore. Altro scenario internazionale. Shuster, il più introdotto dei giornalisti occidentali al palazzo presidenziale, può contare su ottime fonti interne. Non cita i nomi ma parla di «uno stretto collaboratore» e di «un consigliere» del presidente che riferiscono di uno Zelensky «arrabbiato» con gli alleati perché si sente «tradito», perché sente di avere il necessario per sopravvivere ma non per arrivare in fondo alla guerra vincendola.
«Uno degli uomini a lui più vicini», così lo definisce Shuster, dice che la convinzione assoluta di Zelensky nella vittoria sta diventando «messianica». «Si illude», avrebbe aggiunto la stessa fonte. «Non stiamo vincendo ma dirglielo è impossibile». La rivista Usa ha seguito il presidente ucraino nella sua ultima visita statunitense. E anche qui: Shuster racconta in viaggio lontano da quello trionfale dell’anno scorso. Il consenso dell’opinione pubblica americana per i nuovi aiuti a Kiev è sceso (secondo un sondaggio Reuters) dal 65% di giugno al 41%: la politica non può non tenerne conto e Zelensky ne ha colto i riflessi durante il suo viaggio. Ha colto la stanchezza dei partner occidentali, per dirla con la nostra Giorgia Meloni.
Allo stesso Shuster dice che i democratici in una seduta a porte chiuse «mi hanno chiesto cosa accadrebbe se non ci mandassero aiuti. Ho risposto che accadrebbe che perderemmo». Sempre Zelensky: «La cosa più spaventosa è che una parte del mondo si è abituata alla guerra in Ucraina. La stanchezza causata dalla guerra scorre come un’onda. La vedi negli Stati Uniti, in Europa. E vediamo che non appena iniziano a stancarsi un po’, diventa come uno spettacolo». Come se dicessero tutto assieme «non posso guardare questa replica per la decima volta».
A tutto questo si aggiunge la situazione in Medio Oriente e la consapevolezza che l’aiuto a Israele metta a rischio quello all’Ucraina. Insomma: un Volodymyr Zelensky quantomai scoraggiato. Dalla presidenza nessun commento ufficiale. Qualcuno è intervenuto via social sul contenuto del reportage. Uno per tutti: Anton Gerashchenko, consigliere del ministero dell’Interno. «Vedo questo articolo come un promemoria su di noi», ha scritto su Telegram, «e come un’opinione sulla situazione vista attraverso gli occhi dei giornalisti stranieri. Per noi ucraini la situazione ha molte più dimensioni. Nessuno può dire con sicurezza come finirà questa guerra. La sola cosa certa è che ci sono tre parti in campo: gli ucraini, gli alleati e la Russia».
Ucraina Russia, le notizie sulla guerra di oggi. Zelensky: «Mosca sta perdendo il controllo del Mar Nero». Putin: «Kiev vende armi in Medio Oriente». Giusi Fasano, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera venerdì 3 novembre 2023
Le notizie di venerdì 3 novembre, in diretta. L'Ucraina abbatte 24 droni nella notte, Zelensky: «Risponderemo con la forza». Kuleba: «Avremo più armi grazie alla collaborazione con la Germania»
• Peskov: «Non siamo a un punto cieco, l’Operazione speciale continua».
• Kiev: «Siamo ottimisti sui negoziati per l’adesione all’Ue quest’anno».
• Zelensky: «Mosca sta perdendo il controllo nel Mare Nero».
• Taccuino ucraino: il costo di un proiettile. Il punto sulla guerra.
Ore 00:15 - Peskov: «Non siamo a un punto cieco, l'operazione speciale continua»
Il Cremlino non è d'accordo con le parole del comandante in capo delle forze armate ucraine (Afu) Valery Zaluzhny secondo cui il conflitto nel paese è giunto a un vicolo cieco. Il leader militare di Kiev ne ha parlato riferendosi al fatto che le truppe ucraine non saranno in grado di sfondare al fronte. «No, non siamo arrivati a un vicolo cieco. La Russia continua costantemente a portare avanti un'operazione militare speciale. Tutti gli obiettivi prefissati devono essere raggiunti», ha detto ai giornalisti il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov. «Il regime di Kiev avrebbe dovuto capire da tempo - ha osservato Peskov - che anche solo parlare di prospettive di vittoria del regime di Kiev sul campo di battaglia è assurdo. E prima il regime di Kiev lo capirà, prima si apriranno alcune prospettive».
Ore 01:46 - Il nuovo Zelensky: «Sconfortato e arrabbiato, si sente tradito dagli alleati»
(Dalla nostra inviata Giusi Fasano) KIEV - Ostenta sicurezza in pubblico ma è sconfortato. L’appoggio occidentale vacilla e lui non è più lo stesso. Non fa più battute per stemperare la tensione durante le riunioni d’emergenza al vertice, non ha più l’agenda fitta di appuntamenti esteri, sparito l’ottimismo di sempre. «Ora entra, ascolta gli aggiornamenti, dà ordini e se ne va».
È il nuovo Volodymyr Zelensky raccontato dalla rivista americana Time. Che gli dedica la copertina con questo titolo: «Nessuno crede nella nostra vittoria come ci credo io. Nessuno». Sottotitolo: La battaglia solitaria di Volodymyr Zelensky. L’autore del servizio è Simon Shuster, lo stesso giornalista che all’inizio del conflitto aveva passato due settimane nel palazzo del presidente ucraino, che aveva raccontato le sue notti con la paura di addormentarsi e il tentativo degli invasori di ucciderlo. Anche allora il Time gli dedicò la copertina ma quel reportage incoronava il coraggio di un uomo che aveva il mondo occidentale compatto dalla sua parte.
Ore 06:21 - Kharkiv attaccata da una decina di droni Shahed, danni a diversi edifici
Nella notte la Russia ha colpito la città ucraina di Kharkiv con una decina di droni Shahed. Le forze dell’ordine hanno registrato danni ad abitazioni private, un istituto scolastico e una stazione di servizio. Lo ha affermato il portavoce della Procura regionale di Kharkiv, Dmytro Chubenko, secondo cui gli attacchi hanno colpito i quartieri Osnovyanskyi e Shevchenkivskyi. «A seguito di uno degli attacchi, è stata colpita una stazione di servizio: un garage e delle automobili sono andati a fuoco. Un edificio a due piani nelle vicinanze è stato parzialmente distrutto. Non si tratta di un edificio residenziale, ma all’interno ci sono posti letto per il soggiorno temporaneo delle persone che hanno lasciato i territori occupati dalla Russia. I soccorritori stanno ora rimuovendo le macerie», ha detto Chubenko, spiegato che ancora non ci sono dettagli su eventuali vittime.
Ore 07:45 - Putin al Forum Eurasiatico: «Aperti a lavoro comune e costruttivo»
«La Russia è aperta a un lavoro comune e costruttivo con tutte le parti interessate» nello spazio euroasiatico. In un messaggio di saluto inviato al Forum Economico Eurasiatico di Verona che si è aperto oggi a Samarcanda, il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito la sua volontà di collaborazione in diversi settori. Nel corso del Forum, che «nel corso degli anni ha meritatamente conquistato una grande autorevolezza a livello internazionale - ha detto Putin nel messaggio letto dal vice premier Aleksei Overchuk - verranno esaminati alcuni aspetti dell'applicazione di nuove tecnologie, di nuovi metodi decisionali, di nuovi modelli d'investimento, chiamati a garantire la modernizzazione dell'industria e dell'agricoltura, l'aumento dell'efficienza energetica dei trasporti e della logistica». «Vorrei confermarvi che, in tutti questi settori, la Russia è aperta ad un lavoro comune, costruttivo e di mutuo interesse, con tutte le parti interessate», ha concluso il presidente russo.
Ore 07:46 - Il generale Zaluzhny all'Economist: «Mancano i mezzi per superare lo stallo sul campo»
La controffensiva intrapresa cinque mesi fa dalle forze armate ucraine nel tentativo di riconquistare ampie porzioni dei territori occupati dalla Russia non ha prodotto i risultati sperati, e il conflitto è bloccato in uno stallo che ricorda i combattimenti di trincea della Prima guerra mondiale. Lo ha ammesso in una lunga analisi pubblicata dal settimanale britannico «The Economist» il comandante in capo delle forze armate ucraine, generale Valery Zaluzhny. In più di cinque mesi di combattimenti, le forze ucraine sono riuscite a spostare il fronte di appena 17 chilometri in una circoscritta area della regione di Zaporizhzhia: «Come durante la prima guerra mondiale, abbiamo raggiunto un livello di tecnologia che ci pone in uno stallo», afferma Zaluzhny, sostenendo che allo stato attuale una svolta significativa sia di fatto impossibile, in assenza di un ulteriore balzo tecnologico e data la significativa disparita' di mezzi sul campo. «Un'analisi della situazione attuale in cui si trovano le Forze armate dell'Ucraina e altre componenti delle Forze di difesa (...) mostra che per trovare una via d'uscita dalla guerra di posizione, sarebbe necessario conseguire: la superiorità aerea; un superamento in profondità dei campi minati; una maggiore efficacia del fuoco di controbatteria; la creazione e l'addestramento delle riserve necessarie; e il rafforzamento delle capacità di guerra elettronica». Sarebbe necessario lavorare su questi fronti, spiega Zaluzhny, consapevoli del fatto che «le componenti summenzionate non compensano in alcun modo il ruolo e il luogo dei missili e delle munizioni, dei sistemi d'artiglieria e missilistici, di guerra elettronica, e degli atri tipi di armi ed equipaggiamenti forniti dai partner» occidentali di Kiev.
Ore 07:48 - Kiev: «Abbattuti 24 droni e un missile russo»
La difesa aerea ucraina ha distrutto 24 droni e un missile guidato X-59 lanciato dalle forze russe durante la notte. Lo ha riferito lo Stato maggiore delle forze armate ucraine nel suo ultimo aggiornamento. Le forze russe hanno attaccato l'Ucraina la scorsa notte con 38 droni Shahed e un missile X-59. Le unità di difesa aerea hanno intercettato 24 droni e hanno abbattuto il missile. Le autorità locali hanno segnalato un massiccio attacco di droni a Kharkiv. L'esercito ha affermato che il giorno precedente le forze russe hanno lanciato un totale di 70 attacchi aerei e sette attacchi missilistici contro l'Ucraina.
Ore 08:55 - «Usa annunceranno un nuovo pacchetto di aiuti da 425 milioni»
Gli Stati Uniti dovrebbero fornire 425 milioni di dollari in nuovi aiuti militari all'Ucraina impegnata nel conflitto con la Russia, compresi circa 300 milioni di dollari in finanziamenti a lungo termine per l'acquisto di munizioni a guida laser progettate per abbattere i droni. Lo ha riportato l'Associated Press, che cita funzionari statunitensi sotto richiesta di anonimato e la notizia viene rilanciata dai siti ucraini. Lo stanziamento a lungo termine sarà garantito attraverso l'Iniziativa per l'assistenza alla sicurezza in Ucraina, che finanzia contratti per sistemi di armamenti più grandi che devono essere costruiti o modificati da aziende del settore della difesa. Secondo la nuova agenzia, i funzionari hanno parlato a condizione di anonimato perché l'aiuto non è ancora stato annunciato pubblicamente. L'annuncio è previsto per oggi. Si tratterebbe del 50esimo pacchetto di aiuti che arriva dal Pentagono e ricorda il pacchetto di aiuti di circa una settimana fa, per un importo di 150 milioni di dollari.
Ore 10:06 - Novak: «La Russia non revocherà le restrizioni all'export di carburanti»
La Mezzaluna Rossa egiziana ha consegnato alla sua controparte palestinese il decimo lotto di aiuti umanitari d'emergenza attraverso il valico di Rafah, per un totale di 102 camion di aiuti umanitari. I camion contengono cibo, acqua, generi di prima necessità, medicinali e attrezzature mediche, secondo la pagina Facebook della Mezzaluna Rossa egiziana.
Ore 10:16 - Orban: «La strategia Ue sull'Ucraina è fallimentare, serve un piano B»
Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha dichiarato che la strategia dell'Europa per la guerra in Ucraina è un «fallimento» e che è necessario un «piano B». «È chiaro che questa strategia europea è un fallimento. L'Europa vuole che l'Ucraina combatta e crede che l'Ucraina vincerà e la Russia perderà. Ma questo è un piano fallimentare», ha sottolineato il presidente ungherese al 10emo vertice dell'Organizzazione degli Stati turcofoni, che si svolge nella capitale kazaka. Orban, che partecipa al vertice in qualità di osservatore, ha insistito sul fatto che si tratta di un piano ambizioso e destinato al fallimento. «Adesso c'è l'idea di stanziare 50 miliardi di euro per l'Ucraina. Ciò implica che la guerra deve continuare e questa è la strategia principale dell'Europa». Il premier ungherese ha aggiunto che il suo Paese è favorevole all'adozione di un «piano B», per la pace e per «una nuova strategia di sicurezza accettabile sia per l'Ucraina che per la Russia». L'Ungheria ha già fatto sapere che non approverà il sostegno dell'Unione europea all'Ucraina con i fondi del bilancio comunitario finché Bruxelles manterrà congelati i fondi comunitari destinati al Paese.
Ore 10:17 - Zelensky: «Mosca sta perdendo il controllo del Mar Nero»
«Sono grato a tutti coloro che lottano e lavorano per mantenere l'accesso dell'Ucraina al mercato mondiale. I risultati sono buoni: la Russia sta gradualmente perdendo il controllo del Mar Nero e si sta ritirando verso la parte orientale dello specchio d'acqua. Arriveremo anche lì»: lo ha detto in un videomessaggio il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Lo riporta Ukrainska
Ore 10:30 - Overchuk: «Contro la Russia sanzioni infernali, ma ci sviluppiamo»
«Tutto quest'anno è stato segnato da sanzioni infernali, che miravano a distruggere l'economia russa, ma non ci interessa piu sapere se ci verrà imposta una sanzione in più o in meno. Di fronte alle sanzioni, la nostra economia ha imparato non solo a sopravvivere, non solo a vivere, abbiamo imparato a svilupparci». Lo ha dichiarato il vice premier russo, Alexei Overchuk, intervenendo alla XVI edizione del Forum eurasiatico in corso a Samarcanda.
Ore 10:43 - Zelensky: «Risponderemo con la forza all'attacco russo avvenuto nella notte»
Zelensky ha promesso che le forze di difesa del Paese risponderanno duramente al massiccio attacco con droni lanciato dalla Russia la notte scorsa, sottolineando che proseguono gli sforzi di Kiev per rafforzare la sua difesa aerea ed i gruppi di fuoco mobili. «Stiamo rafforzando la difesa aerea e i gruppi di fuoco mobili. Con l'avvicinarsi dell'inverno, i terroristi russi cercheranno di causare ulteriori danni. Risponderemo al nemico. Con forza!», ha scritto Zelensky su Telegram. Il leader ucraino ha sottolineato che nella notte la Russia ha lanciato «circa quaranta (droni, ndr) `shahed´», di cui «più della metà sono stati abbattuti». I droni russi, ha proseguito, sono stati intercettati in regioni: Kharkiv, Zaporizhzhia, Kherson, Mykolaiv, Odessa, Kiev, Kirovohrad, Vinnytsia, Khmelnytsky e Leopoli. «Sfortunatamente ci sono stati anche dei successi - ha affermato Zelensky citando in particolare l'attacco su Kharkiv -. Ma senza vittime».
Ore 11:20 - Esplosione in Crimea vicino alla centrale termoelettrica
Un'esplosione è stata udita questa mattina vicino a una centrale termoelettrica di Sebastopoli, nella Crimea annessa: lo riporta Rbc-Ucraina, che cita il canale Telegram Crimean Wind. «Alle 9.30 (le 8.30 in Italia, ndr) a Sebastopoli, di fronte all'impianto di cogenerazione, probabilmente c'è stata un'esplosione», si legge nel messaggio. Crimean Wind aggiunge che nella zona si trovano anche imprese industriali, incluso un impianto per la produzione di asfalto.
Ore 11:32 - Putin al Forum economico eurasiatico: «Russia aperta al lavoro comune»
«Negli ultimi anni il Forum ha meritatamente conquistato una grande autorevolezza su scala internazionale. Gli incontri che si tengono regolarmente - con la partecipazione di politici, imprenditori, scienziati ed esperti autorevoli - permettono di discutere nel dettaglio le questioni più varie, legate alle realtà economiche dello spazio eurasiatico». Così il presidente russo, Vladimir Putin, in un messaggio al Forum economico eurasiatico in corso a Samarcanda, in Uzbekistan. «In questa edizione del Forum - aggiunge - verranno esaminati alcuni aspetti della creazione e della messa in pratica di nuove tecnologie, di nuovi metodi decisionali, di nuovi modelli d'investimento, chiamati a garantire la modernizzazione dell'industria e dell'agricoltura, l'aumento dell'efficienza energetica dei trasporti e della logistica. Vorrei confermarvi che, in tutti questi settori, la Russia è aperta ad un lavoro comune, costruttivo e di mutuo interesse, con tutte le parti interessate».
Ore 11:33 - Putin: «Qualsiasi tentativo di seminare xenofobia in Russia fallirà»
Qualunque tentativo di seminare ostilità, sfiducia e xenofobia tra i cittadini russi è destinato a fallire. Ha detto Putin. «Sono sicuro che tutti i tentativi di seminare ostilità, diffidenza e xenofobia tra di noi, tutte le provocazioni e le attività aggressive contro la Russia sono destinate a fallire, perché siamo un popolo unito, legato da una storia comune, da vincoli fraterni di amicizia e comprensione», sostiene il capo del Cremlino nel suo discorso di apertura del forum «Popoli della Russia», in evidente riferimento ai disordini di matrice antisemita in Daghestan nei giorni scorsi, per cui Mosca ha puntato il dito contro agenti «esterni».
Ore 11:53 - La città di Kiev riceve tre veicoli antincendio, il sindaco Klitschko ringrazia
Il sindaco di Kiev, l'ex pugile Vitali Klitschko, ha annunciato che la capitale ucraina ha ricevuto tre nuovi veicoli antincendio da donatori internazionali. In un messaggio postato su Telegram, Klitschko ha dichiarato: «Ringraziamo i nostri partner internazionali per il loro ampio sostegno e l'aiuto che è molto importante per Kiev. Dopo tutto, nelle condizioni di guerra, la città ha bisogno di rispondere prontamente ed efficacemente alle sfide e alle situazioni di emergenza».
«Vorrei ricordare - ha aggiunto - che dall'inizio della guerra su larga scala, Kiev ha ricevuto un totale di 54 autopompe e 82 autobus urbani come aiuto da parte di partner e benefattori europei».
Ore 12:10 - Scholz e Xi Jinping ribadiscono il no alla guerra nucleare
Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha parlato oggi con il presidente cinese Xi Jinping in una videoconferenza. Come rende noto il portavoce del governo federale, Steffen Hebestreit, il presidente cinese e il cancelliere tedesco hanno continuato a parlare della guerra d'aggressione russa contro l'Ucraina e dei suoi effetti. Nella conversazione è stato ribadito che una guerra nucleare non deve essere intrapresa e non potrà mai essere vinta. Durante il colloquio Scholz e il presidente Xi hanno discusso delle relazioni bilaterali e della cooperazione nel settore economico. Tema del colloquio è stato anche l'attacco terroristico di Hamas contro Israele e l'attuale situazione nella regione.
Ore 12:19 - Kiev: «Colpita un'infrastruttura critica nella regione di Leopoli»
Droni kamikaze russi hanno colpito cinque volte la notte scorsa un'infrastruttura critica nella regione di Leopoli, nell'ovest dell'Ucraina, a circa 70 km dal confine con la Polonia: lo ha reso noto il capo dell'amministrazione regionale, Maksym Kozytskyi, come riporta Ukrainska Pravda. «Purtroppo ci sono stati cinque colpi su un sito infrastrutturale critico nella nostra regione - ha scritto Kozytskyi su Telegram -. Fortunatamente non ci sono stati feriti o vittime. C'è stato un incendio, che è stato prontamente spento». Le forze del Comando aereo Ovest che difendono i cieli della regione di Leopoli, ha aggiunto Kozytskyi, hanno abbattuto nella notte 11 droni d'attacco russi su un totale di 16 che si dirigevano verso l'ovest dell'Ucraina.
Ore 12:28 - Kuleba: «La decisione di Berlino sui missili Taurus per Kiev resta aperta»
I segnali ricevuti dal governo tedesco mostrano che la decisione sulla consegna dei missili da crociera Taurus all'Ucraina rimane «aperta». Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, parlando all'emittente tedesca Zdf. Alla domanda sull'esitazione del governo di Berlino a consegnare i Taurus all'Ucraina, a causa della lunga gittata dei missili, Kuleba ha assicurato che l'Ucraina manterrà gli accordi di limitarne la portata. «Se un paese ci chiede di limitare la portata delle armi a una determinata area, lo facciamo. Manteniamo sempre le nostre promesse», ha affermato ancora il ministro ucraino. Kuleba ha poi ringraziato la Germania per la consegna del sistema di difesa aerea Patriot che consentirà a Kiev di difendersi meglio dai droni e dai missili russi, molti dei quali sono stati abbattuti la notte scorsa e ha chiesto «maggiore fiducia» nell'Ucraina, assicurando di non percepire alcuna diminuzione nel sostegno da parte degli alleati a causa del conflitto in Medioriente.
Ore 13:18 - Mosca: 3.755 soldati ucraini eliminati in una settimana
Il ministero della Difesa russo ha affermato che 3.755 soldati ucraini sono stati eliminati dalle truppe russe nei combattimenti dell’ultima settimana, insieme a 21 carri armati e dieci aerei ed elicotteri. Il ministero, citato dall’agenzia Tass, aggiunge che 28 soldati ucraini si sono «arresi volontariamente per non perire in attacchi suicidi». Il bollettino parla di 1.340 ucraini uccisi nell’area di Donetsk, 1.110 in quella del sud Donetsk, 755 in quella di Kupyansk e 550 nella regione di Kherson.
Ore 13:32 - Kiev: avremo più armi grazie alla collaborazione con la Germania
Kiev «avrà più armi e munizioni per difendersi» dalle forze russe grazie a un rafforzamento dell’alleanza tra le industrie della difesa tedesca e ucraina: lo scrive su X il ministro degli Esteri Ucraino, Dmytro Kuleba, che ha incontrato oggi a Berlino l’amministratore delegato del produttore di armi Rheinmetall, Armin Papperger. «Incontro mirato a Berlino con l’amministratore delegato di Rheinmetall AG, Armin Papperger. L’Ucraina avrà più armi e munizioni per difendersi, proteggere i civili e le infrastrutture dagli attacchi russi. Abbiamo discusso dei modi per rafforzare ulteriormente l’alleanza tra le industrie della difesa tedesca e ucraina», si legge nel messaggio.
Ore 13:47 - Putin: «Kiev vende armi in Medio Oriente e ai Talebani»
Il presidente russo Vladimir Putin ha accusato oggi l'Ucraina di «vendere armi in Medio Oriente e ai Talebani» afghani. Lo riferisce l'agenzia Tass. Secondo Putin, la corruzione in Ucraina è praticamente legalizzata e l'Occidente non sarà in grado di combatterla né di cambiare nulla. «Perché gli americani stanno cercando di combattere questa corruzione e nulla funziona? Penso che non funzionerà», ha detto Putin in un incontro con i nuovi membri della Camera civica russa.
Per quanto riguarda la situazione del conflitto, il presidente russo ha affermato: «L'Occidente intendeva sconfiggere la Russia sul campo di battaglia, ma ora canta una diversa melodia ».
Ore 14:24 - L'intelligence Gb spiega i motivi dello stallo
Il vantaggio di chi è in difesa, l'efficacia delle difese aeree e il numero di soldati richiesto dall'estensione del fronte. Sono questi i motivi dello stallo nei combattimenti in Ucraina, secondo quanto spiega oggi il consueto bollettino dell'intelligence miliare britannica. «Le operazioni nelle ultime settimane hanno visto la prosecuzione di un trend che è stato identificato fin dall'inizio della guerra: a parità degli altri fattori, la bilancia dei combattimenti di terra pende generalmente a favore delle forze in difesa. A sud, l'avanzata ucraina rimane relativamente statica fra le due linee delle ben preparate posizioni difensive russe. Attorno alla città di Avdiivka nel Donbass, l'assalto russo su larga scala annaspa di fronte a forti difese ucraine», nota il bollettino.
«Uno dei maggiori fattori», si legge ancora, è anche «la relativa marginalizzazione della potenza aerea tattica: entrambe le parti hanno mantenuto credibili difese aeree, impedendo agli aerei caccia di fornire effettivo sostegno aereo per gli assalti». «Soprattutto -conclude il bollettino - l'ampiezza geografica del conflitto ostacola le offensive: entrambe le parti faticano a riunire nuove forze d'attacco capaci di portare a una svolta perché la maggior parte delle truppe mobilitate sono necessarie per mantenere i 1200 km della linea di contatto».
Ore 14:37 - Meloni: «Stanchezza del conflitto? La nostra posizione è chiara»
«Sono consapevole che anche la nostra opinione pubblica soffra per le conseguenze» della guerra in Ucraina. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni rispondendo alle domande dei cronisti. «Per questo motivo ho chiesto a Bruxelles» di non alimentare solo i fondi a Kiev ma anche di rispondere alle altre esigenze dei cittadini «colpiti dall'inflazione e dal prezzo» delle materie prime, «io capisco gli umori ma la nostra posizione è chiarissima» sul sostegno all'Ucraina.
Ore 14:57 - Putin: «L'Occidente cerca di organizzare pogrom in Russia»
Il presidente russo Vladimir Putin ha accusato oggi i sostenitori occidentali dell'Ucraina di «cercare di organizzare pogrom contro gli ebrei» in Russia al fine di provocare divisioni nel Paese. Putin, citato dall'agenzia Ria Novosti, si riferiva alle violenze antisemite avvenute domenica scorsa in un aeroporto in Daghestan, che secondo le autorità di Mosca sono state fomentate da un sito ucraino con la diffusione di fake news. Alcuni Paesi, ha detto Putin, «sembrano sostenere gli ebrei d'Israele, e intanto con l'aiuto dei loro agenti in Ucraina cercano di organizzare pogrom nel nostro Paese. È disgustoso».
Ore 15:27 - Difesa russa: «migliori posizioni» nell'area di Kupyansk
Le forze russe hanno occupato posizioni migliori nell'area di Kupyansk, nella regione di Kharkiv, a Est dell'Ucraina. Lo ha riferito il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov. «Nel settore di Kupyansk, le unità del gruppo di forze occidentale hanno conquistato linee e posizioni migliori e hanno respinto 24 contrattacchi nemici grazie alle loro azioni professionali», ha detto Konashenkov in una conferenza stampa.
Ore 15:34 - Zelensky nomina nuovo capo delle forze speciali dell'esercito
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il comandante delle forze operative speciali delle forze armate ucraine Viktor Khorenko, che era in carica dal 25 luglio 2022, nominando Sergei Lupanchuk. È quanto riferisce la stampa ucraina citando i decreti presidenziali sulla questione.
Ore 16:39 - Zelensky: «Le nostre forze assicurano l'avanzata»
«Le forze missilistiche e l'artiglieria dell'Ucraina, così come le truppe del genio, sono la spina dorsale delle nostre forze di difesa e sicurezza». Lo ricorda su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky precisando che «rafforzano la resilienza dei difensori ucraini e ne assicurano l'avanzata. Siamo orgogliosi di loro e grati per il loro servizio dedicato all'Ucraina».
Ore 16:40 - Podolyak: «Difficoltà nella fase attuale della guerra»
«Gli obiettivi e le strategie dell'Ucraina sono ovvi e comprensibili, abbiamo una chiara comprensione di come sarà la fine della guerra, nonostante tutte le difficoltà nell'attuale fase della guerra». Così su X Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, precisando che è necessario «aumentare la fornitura di armi per ottenere la superiorità tecnologica sul campo di battaglia», ma anche «sconfitte tattiche significative per la Russia e il crollo degli ordini di difesa russi».
Podolyak prevede il «ritiro incontrollato delle aggressive forze russe, il crollo dei miti fondamentali della propaganda russa e il declino finale dell'influenza di Putin», ma anche `l'autoisolamento della Russia con rivolte interne a la sostituzione delle attuali élite russe". Il consigliere del leader ucraino auspica infine per la Russia «un posto nel mondo come attore non globale» e questo porterà al «rilancio del diritto internazionale e delle istituzioni internazionali».
Ore 16:48 - Oriente|Occidente - Di colpo l'Ucraina è sola. Dov'è l'Europa?
(di Federico Rampini) Di colpo l’Ucraina si sente più sola. Proprio mentre il conflitto sul terreno ristagna e le speranze di ricacciare indietro l’invasore russo vacillano, due sviluppi indeboliscono la posizione di Kiev. Il primo è la guerra in Israele, che distoglie attenzione e risorse degli Stati Uniti. Il secondo, collegato, viene dalla politica interna americana: il debutto della nuova leadership repubblicana alla Camera di Washington avviene separando gli aiuti a Israele da quelli destinati all’Ucraina. I primi vanno approvati subito, i secondi devono aspettare. Con un supporto americano che diventa meno solido e meno certo, sarebbe il momento di farsi avanti per l’Europa con una sua assunzione di responsabilità e un maggiore impegno nella difesa dell’Ucraina. Per ora questo non sta accadendo.
Ore 17:22 - Media: Zelensky in Israele la settimana prossima
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si recherà in Israele la settimana prossima. Lo riporta l'emittente israeliana Channel 12 che fa sapere che la visita potrebbe avvenire già lunedì o martedì, visto che i preparativi sono già «in fase avanzata». Zelensky si era offerto di recarsi in Israele più di due settimane fa, ma Israele ha ritenuto che fosse prematuro dato che la guerra era ancora in una fase iniziale.
Ore 17:30 - Usa: nuovo pacchetto di aiuti all'Ucraina per 425 milioni
Il Pentagono ha annunciato un nuovo pacchetto di armi all'Ucraina da 425 milioni di dollari. Lo riferisce il dipartimento di Stato in una nota. Il nuovo invio comprende milioni di munizioni per i sistemi Himars e Nasams, oltre a sistemi anti-carro Javelin e missili Tow. Nel pacchetto ci sono anche nuove uniformi per il clima più rigido dell'inverno.
Ore 18:10 - «Rinviata la visita di Abu Mazen in Russia»
La visita del leader palestinese Mahmoud Abbas a Mosca, prevista per metà novembre, è stata rinviata. Lo ha detto il viceministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov. «La visita, prevista per il 15 novembre, è stata rinviata su richiesta della leadership palestinese», ha detto Bogdanov secondo quanto riporta Ria Novosti.
Ore 18:21 - Kiev: 11 feriti per attacco russo nella regione di Zaporizhzhia
«È di almeno 11 feriti il bilancio di un attacco missilistico russo avvenuto oggi contro il villaggio di Zarichne nella regione di Zaporizhzhia». Lo ha riferito su Telegram il Consiglio comunale, scrive Ukrinform.
Ore 02:18 - Usa: incontro con funzionari Ucraina su armi chimiche e biologiche
Rappresentanti del Dipartimento di Stato Usa hanno incontrato esponenti del governo ucraino a Cracovia, in Polonia, per discutere l’ulteriore rafforzamento della sicurezza chimica e biologica in Ucraina. L’incontro è stato guidato da Oleksii Soloviov, vice segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina e da Kathryn Insley, vice segretario aggiunto per i programmi di sicurezza internazionale e non proliferazione presso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. L’incontro di una giornata ha fatto avanzare l’impegno del governo degli Stati Uniti a collaborare con il governo dell’Ucraina, poiché entrambe le parti hanno concordato di approfondire la cooperazione bilaterale per rafforzare la capacità dell’ Ucraina di scoraggiare, individuare e rispondere alle minacce chimiche e biologiche. I rappresentanti hanno concordato di riunire nuovamente i rispettivi esperti nelle prossime settimane per tracciare ulteriormente il percorso per futuri impegni e attività strategici.
Ucraina Russia, le notizie sulla guerra di sabato 4 novembre. Giusi Fasano, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera sabato 4 novembre 2023.
• La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è in visita a Kiev.
• Di colpo l’Ucraina è sola. Dov’è l’Europa? L’analisi di Federico Rampini.
• Podolyak (consigliere di Zelensky): «Difficoltà nella fase attuale della guerra».
• Media: «Zelensky in Israele la settimana prossima».
• Zelensky: «Mosca sta perdendo il controllo del Mar Nero».
Ore 07:14 - Zelensky ha sostituito il capo delle forze per operazioni speciali
Il presidente dell’Ucraina, Volodomyr Zelensky sostituisce il comandato delle forze per le operazioni speciali, Viktor Khorenko e lo sostituisce con il colonnello Serhii Lupanchuk. «Ho apportato un cambiamento al comando delle forze armate ucraine: ho nominato - spiega Zelensky secondo quanto riferisce `UKrainska Pravda´ - il colonnello Serhii Lupanchuk come nuovo comandante delle forze per le operazioni speciali delle forze armate ucraine. Si tratta di un ufficiale esperto, un ufficiale di combattimento, il comandante giusto e una persona che può aggiungere più potere alle nostre Forze per le Operazioni Speciali. Siamo in attesa di nuovi risultati. Khorenko, che ha comandato le forze per le operazioni speciali finora, continuerà a svolgere compiti speciali nell’ambito dell’intelligence della difesa dell’Ucraina».
Ore 08:22 - Quando si svolgeranno le elezioni ucraina?
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky sta valutando la possibilità di tenere le elezioni come previsto nella primavera del 2024. Ad affermarlo, secondo quanto riferisce Sky News, è il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. «Il presidente dell’Ucraina sta considerando e soppesando i diversi pro e contro», ha detto Kuleba aggiungendo che tenere elezioni durante una guerra contro la Russia porterebbe a sfide «senza precedenti».
Ore 09:12 - Von der Leyen è arrivata a Kiev per l’incontro con Zelensky
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è arrivata in visita a Kiev. La missione nella capitale ucraina non era stata preannunciata per motivi di sicurezza. Nel corso della giornata, la numero uno dell’esecutivo comunitario avrà una serie di incontri con il presidente Volodymyr Zelensky e i rappresentanti politici del Paese. Von der Leyen parlerà in particolare dei progressi dell’Ucraina sul percorso di adesione verso l’Ue, in vista della presentazione del report di Bruxelles sull’allargamento in programma l’8 novembre.
«Siamo saldamente al fianco dell’Ucraina», ha detto la presidente della Commissione Ue. «Ho molti argomenti di cui parlare, a cominciare dall’allargamento e la richiesta dell’Ucraina di diventare parte dell’Ue. Parleremo anche del sostegno finanziario e militare a Kiev e del dodicesimo pacchetto di sanzioni» contro Mosca, ha evidenziato.
Ore 09:43 - Dieci villaggi bombardati nella notte a Sumy
Nella zona di Sumy si è svolto stanotte un attacco aereo. Registrate 115 esplosioni, bilancio di feriti e vittime ancora aperto.
Ore 10:00 - Kiev: «Ogni giorno infliggiamo perdite ai russi. Non ci arrenderemo»
In Crimea, la Federazione Russa sta subendo sconfitte mai viste prima e in particolare la Flotta del Mar Nero. Ad affermarlo è il segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale ucraino Oleksiy Danilov parlando alla radio ucraina e commentando la prontezza delle forze armate ucraine a colpire i russi in risposta ai loro massicci attacchi con droni e missili. «Stiamo rispondendo al nemico. Ogni giorno - sottolinea - infliggiamo perdite ai russi. E non si tratta solo delle perdite che si verificano direttamente sulla linea di contatto al fronte. Per quanto riguarda la penisola di Crimea e la flotta del Mar Nero della Federazione Russa, credetemi, i russi non hanno mai visto una tale sconfitta come quella che subiscono lì», ha detto Danilov. «Il presidente dell’Ucraina afferma che continueremo la nostra lotta. Non ci fermeremo. Zelensky è determinato a vincere. Ed è molto importante che tutti capiscano che non ci arrenderemo né firmeremo alcuna capitolazione».
Ore 11:34 - Zelensky, grato agli Usa per nuovo pacchetto di aiuti militari
«Sono grato a Joe Biden, al Congresso e al popolo americano per un altro pacchetto di aiuti militari». Lo scrive su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky dopo l’annuncio del Pentagono su un nuovo pacchetto di armi a Kiev per un valore di 425 milioni di dollari. Secondo Zelensky, «rafforzerà i coraggiosi guerrieri dell’Ucraina e aiuterà a proteggere vite umane e le infrastrutture dagli attacchi russi». «Gli Stati Uniti dimostrano la loro forza di fronte all’aggressione e al terrore», ha detto Zelensky.
Ore 11:55 - Sarebbero falliti i test militari russi
L’intelligence ucraina ha diffuso l’informazione che i test dei missili balistici con capacità nucleare Yars e Bulava sarebbero falliti, gettando anche dubbi sulle capacità militari di Mosca.
Ore 13:43 - Dalla Ue nuove sanzioni a Mosca a inizio settimana
La prossima settimana presenteremo il nostro dodicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia». Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, rivolgendosi ai membri della Rada ucraina a Kiev. «Le nuove sanzioni toccheranno fino a cento nuovi individui» coinvolti nell’aggressione all’Ucraina, «nuovi divieti di import ed export, azioni per inasprire il tetto al prezzo del petrolio e misure severe nei confronti delle società di Paesi terzi che eludono le sanzioni», ha spiegato von der Leyen.
Ore 20:04 - Il nuovo colpo sulla Crimea, da parte dell’esercito ucraino
L’esercito ucraino ha confermato, nella serata di oggi, di aver colpito il cantiere navale di Kerch, in Crimea. «Nella serata del 4 novembre», si legge in una nota del Dipartimento per le comunicazioni strategiche delle Forze armate ucraine, «sono stati condotti attacchi sulle infrastrutture della Zalyv, un’azienda che si trova nella città, temporaneamente occupata, di Kerch».
Non sono stati forniti ulteriori dettagli.
Diversi video, diffusi su canali Telegram russi, hanno mostrato quello che sembra essere stato un attacco complesso: diversi missili sarebbero stati intercettati, ma almeno uno sarebbe arrivato al suo obiettivo, scatenando un grosso incendio.
Il porto di Kerch si trova non lontano dal ponte che congiunge la penisola di Crimea con la terraferma russa. Nel porto si trovano diverse navi militari russe.
Secondo alcune fonti, che non trovano però conferme ufficiali, sarebbe stata colpita la Askold, una nave militare in grado di sparare missili Kalibr.
Ore 23:13 - La Russia conferma che in Crimea è stata «colpita una nave»
Confermando le indiscrezioni apparse, nelle scorse ore, su diversi canali telegram, il ministero della Difesa russo ha comunicato che le forze armate ucraine hanno colpito una nave situata nello stabilimento di Kerch, in Crimea. La nave è rimasta danneggiata.
«Spero che un'altra nave abbia seguito la Moskva!», ha scritto su Telegram il comandante dell'aeronautica militare ucraina, riferendosi all'ammiraglia della flotta russa del Mar Nero affondata lo scorso anno da missili ucraini.
Secondo Oleshchuk, a Kerch era di stanza «una delle più grandi navi della Marina russa, una portamissili Kalibr».
Ore 03:35 - Attacco russo nell’oblast di Kherson, morta un’anziana, due i feriti
Una donna di 82 anni è morta a seguito di un attacco russo nel distretto di Korabel, nell’oblast di Kherson, nell’Ucraina meridionale. Lo ha riferito - come riporta il Kyiv Independent - il governatore Oleksandr Prokudin. Il bombardamento è avvenuto nella mattinata di sabato nella parte sud-occidentale della città, provocando danni anche ad un edificio residenziale. La vittima è rimasta ferita - assieme ad altre due persone - ed è stata trasportata in ospedale dove è morta poche ore dopo mentre veniva operata.
Ucraina Russia, le notizie sulla guerra di oggi. Mosca testa un nuovo sottomarino nucleare. Zelensky: «La guerra non è in stallo». E Kiev colpisce una lanciamissili russa in Crimea. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera domenica 5 novembre 2023.
Le notizie di domenica 5 novembre, in diretta. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha fatto visita a Zelensky a Kiev
• Kiev: colpito il cantiere navale di Kerch, in Crimea. Missili su Kerch.
• Zelensky: «La guerra a Gaza distoglie l’attenzione, come voleva Putin».
• Ieri la visita di von Der Leyen a Kiev: ha incontrato Zelensky.
• Sostituito il capo delle forze per operazioni speciali ucraino.
Ore 01:45 - Zelensky ha sostituito il capo delle forze per operazioni speciali
l presidente dell’Ucraina, Volodomyr Zelensky sostituisce il comandato delle forze per le operazioni speciali, Viktor Khorenko e lo sostituisce con il colonnello Serhii Lupanchuk. «Ho apportato un cambiamento al comando delle forze armate ucraine: ho nominato - spiega Zelensky secondo quanto riferisce `UKrainska Pravda´ - il colonnello Serhii Lupanchuk come nuovo comandante delle forze per le operazioni speciali delle forze armate ucraine. Si tratta di un ufficiale esperto, un ufficiale di combattimento, il comandante giusto e una persona che può aggiungere più potere alle nostre Forze per le Operazioni Speciali. Siamo in attesa di nuovi risultati. Khorenko, che ha comandato le forze per le operazioni speciali finora, continuerà a svolgere compiti speciali nell’ambito dell’intelligence della difesa dell’Ucraina».
Ore 01:51 - Von der Leyen è arrivata a Kiev per l’incontro con Zelensky
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è stata in visita a Kiev. La missione nella capitale ucraina non era stata preannunciata per motivi di sicurezza. Nel corso della giornata, la numero uno dell’esecutivo comunitario avrà una serie di incontri con il presidente Volodymyr Zelensky e i rappresentanti politici del Paese. Von der Leyen parlerà in particolare dei progressi dell’Ucraina sul percorso di adesione verso l’Ue, in vista della presentazione del report di Bruxelles sull’allargamento in programma l’8 novembre.
«Siamo saldamente al fianco dell’Ucraina», ha detto la presidente della Commissione Ue. «Ho molti argomenti di cui parlare, a cominciare dall’allargamento e la richiesta dell’Ucraina di diventare parte dell’Ue. Parleremo anche del sostegno finanziario e militare a Kiev e del dodicesimo pacchetto di sanzioni» contro Mosca, ha evidenziato.
Ore 02:22 - Zelensky: «La guerra a Gaza distoglie l’attenzione, come voleva Russia»
«Ovviamente...la guerra in Medio Oriente distoglie l’attenzione» dal conflitto in Ucraina, «ritengo che questo fosse uno degli obiettivi della Federazione Russa». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella conferenza stampa a Kiev con la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, citato dai media ucraini.
Ore 02:34 - Dalla Ue nuove sanzioni a Mosca a inizio settimana
La prossima settimana presenteremo il nostro dodicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia». Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, rivolgendosi ai membri della Rada ucraina a Kiev. «Le nuove sanzioni toccheranno fino a cento nuovi individui» coinvolti nell’aggressione all’Ucraina, «nuovi divieti di import ed export, azioni per inasprire il tetto al prezzo del petrolio e misure severe nei confronti delle società di Paesi terzi che eludono le sanzioni», ha spiegato von der Leyen.
Ore 03:34 - Il nuovo colpo sulla Crimea, da parte dell’esercito ucraino
L’esercito ucraino ha confermato, nella serata di oggi, di aver colpito il cantiere navale di Kerch, in Crimea. «Nella serata del 4 novembre», si legge in una nota del Dipartimento per le comunicazioni strategiche delle Forze armate ucraine, «sono stati condotti attacchi sulle infrastrutture della Zalyv, un’azienda che si trova nella città, temporaneamente occupata, di Kerch».
Diversi video, diffusi su canali Telegram russi, hanno mostrato quello che sembra essere stato un attacco complesso: diversi missili sarebbero stati intercettati, ma almeno uno sarebbe arrivato al suo obiettivo, scatenando un grosso incendio. Il porto di Kerch si trova non lontano dal ponte che congiunge la penisola di Crimea con la terraferma russa. Nel porto si trovano diverse navi militari russe. Secondo alcune fonti, che non trovano però conferme ufficiali, sarebbe stata colpita la Askold, una nave militare in grado di sparare missili Kalibr.
Ore 04:25 - La Russia conferma che in Crimea è stata «colpita una nave»
Confermando le indiscrezioni apparse, nelle scorse ore, su diversi canali telegram, il ministero della Difesa russo ha comunicato che le forze armate ucraine hanno colpito una nave situata nello stabilimento di Kerch, in Crimea. La nave è rimasta danneggiata.
«Spero che un'altra nave abbia seguito la Moskva!», ha scritto su Telegram il comandante dell'aeronautica militare ucraina, riferendosi all'ammiraglia della flotta russa del Mar Nero affondata lo scorso anno da missili ucraini.
Secondo Oleshchuk, a Kerch era di stanza «una delle più grandi navi della Marina russa, una portamissili Kalibr».
Ore 05:38 - Attacco russo nell’oblast di Kherson, morta un’anziana, due i feriti
Una donna di 82 anni è morta a seguito di un attacco russo nel distretto di Korabel, nell’oblast di Kherson, nell’Ucraina meridionale. Lo ha riferito - come riporta il Kyiv Independent - il governatore Oleksandr Prokudin. Il bombardamento è avvenuto nella mattinata di sabato nella parte sud-occidentale della città, provocando danni anche ad un edificio residenziale. La vittima è rimasta ferita - assieme ad altre due persone - ed è stata trasportata in ospedale dove è morta poche ore dopo mentre veniva operata.
Ore 07:44 - La Russia ha testato il lancio di un missile balistico dal suo nuovo sottomarino nucleare
Mosca ha comunicato di aver effettuato — «con successo» — il test di lancio di un missile balistico dal suo nuovo sottomarino a propulsione nucleare, l’«Alessandro III».
Il missile balistico lanciato dal sommergibile, il Bulava, è progettato per trasportare armi nucleari; lanciato al largo della costa settentrionale della Russia, avrebbe colpito il bersaglio posto a migliaia di chilometri di distanza, nella penisola della Kamchatka.
Ore 08:10 - Il nuovo colpo dell’Ucraina nel Mar nero
(Marta Serafini, inviata Kiev) Nuovo colpo degli ucraini nel Mar Nero. Ieri Kiev ha sganciato 15 missili da crociera sul cantiere navale russo nella città portuale di Kerch in Crimea, danneggiando una nave. Non è ancora chiaro di quale nave si tratti. Ma l’informazione è confermata dal ministero della difesa russo.
Secondo l’aeronautica ucraina, nei cantieri di Kerch è ormeggiata una delle sue navi più moderne, una portaerei attrezzata con missili da crociera Kalibr, arma con cui Mosca ha spesso attaccato l’Ucraina nel corso di questi 20 mesi. «Spero che un’altra nave abbia seguito la Moskva!», ha commentato su Telegram Mykola Oleshchuk, comandante dell’aeronautica ucraina, riferendosi all’ammiraglia della flotta russa del Mar Nero affondata dai missili ucraini il 14 aprile 2022.
Non siamo in grado di verificare l’informazione in modo indipendente ma in queste ultime settimane il presidente Volodymyr Zelensky ha spesso insistito sul concetto di «superiorità ucraina nel Mar Nero» e sulla capacità di Kiev di controllare le rotte del grano grazie a questi attacchi. Secondo alcuni commentatori, la nave danneggiata sarebbe la l’Askold, piccola portaerei russa da crociera che secondo quanto dichiarato dal ministero della difesa russo a settembre, era impegnata nella distruzione di obiettivi ucraini nelle acque al largo della Crimea.
Stando a quando riportato in passato dai media statali russi, la nave è armata con missili Kalibr, missili terra-aria a medio raggio Pantsir e con sistemi di artiglieria antiaerea.
Ore 08:28 - Il test del nuovo sottomarino nucleare russo, e del missile balistico Bulava
(Marta Serafini, inviata a Kiev) Mentre gli ucraini assestano altri colpi alla potenza navale russa nel Mar Nero, Mosca sembra rinforzare il suo arsenale nucleare.
Il nuovo sottomarino russo a propulsione nucleare, l’Alessandro III ha effettuato con successo un lancio di prova del missile balistico Bulava, progettato per trasportare testate nucleari. Ad annunciarlo oggi è il ministero della difesa russo. Il presidente Vladimir Putin dunque spinge affinché la Russia mantenga il suo deterrente nucleare.
La mossa arriva a due giorni dalla firma del Cremlino della legge che revoca la ratifica della Russia del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT).
La scorsa settimana Putin ha supervisionato esercitazioni con missili balistici in quella che il ministero della Difesa Sergei Shoigu ha definito un’esercitazione per un attacco nucleare di ritorsione «massiccio» contro il nemico. Secondo il ministero della Difesa russo, il missile intercontinentale Bulava, lanciato dal Mar Bianco al largo della costa settentrionale della Russia, ha colpito un bersaglio a migliaia di chilometri di distanza sulla penisola della chiara invece la data del test.
L’incrociatore strategico Alessandro III di classe Borei è equipaggiato con 16 missili Bulava e moderne armi da siluro ed è stato varato in dicembre durante una cerimonia cui ha partecipato lo stesso Putin.
La marina ha tre sottomarini a propulsione nucleare della classe Borei in servizio - uno sta completando i test e altri tre sono in costruzione, secondo il ministero della difesa. Il missile Bulava lungo 12 metri che ha un’autonomia stimata di circa 8.000 km e può trasportare fino a sei testate nucleari.
Ore 08:42 - Kiev: oltre 80 scontri con vittime civili negli ultimi giorni
Negli ultimi giorni sul campo di battaglia in Ucraina si sono registrati oltre 80 scontri e l’aeronautica militare ucraina ha lanciato quattro attacchi contro posizioni nemiche. Lo ha affermato lo Stato maggiore delle forze armate ucraine nel suo aggiornamento mattutino sulla sua pagina Facebook, riferisce Ukrinform. «Nelle ultime 24 ore hanno avuto luogo 82 scontri. In totale, il nemico ha lanciato 7 attacchi missilistici e 24 attacchi aerei, utilizzando sistemi missilistici a lancio multiplo sulle posizioni delle nostre truppe e sulle aree popolate. Sfortunatamente, ci sono vittime tra la popolazione civile a causa degli attacchi terroristici russi. Gli edifici residenziali privati e altre infrastrutture civili sono stati distrutti e danneggiati», si legge nel rapporto, in particolare nel Donetsk, Zaporizhzhia, Kherson e Mykolaiv.
Ore 09:31 - In Moldavia elezioni locali con l’incubo dell’influenza russa
Oggi i Moldavi si recano alle urne per eleggere quasi 900 sindaci e 11.000 consiglieri locali per un mandato di quattro anni, comprese posizioni chiave come sindaco della capitale, Chisinau. Secondo le autorità moldave la Russia ha condotto una «guerra ibrida» per minare il voto nel Paese candidato all’Unione Europea. Mentre le elezioni locali in Moldavia, un paese di circa 2,5 milioni di abitanti situato tra Romania e Ucraina, di solito non attirano molta attenzione a livello internazionale, le continue accuse di ingerenza russa aggiungono una dimensione geopolitica al voto. A monitorare la votazione ci sono circa 1.500 osservatori nazionali e internazionali. Due giorni prima delle elezioni, il primo ministro della Moldavia Dorin Recean ha annunciato il bando dei candidati del partito filo-russo Chance Party, dopo che l’agenzia di intelligence nazionale della Moldavia aveva pubblicato un rapporto in cui si sosteneva che la Russia stava cercando di «influenzare il processo elettorale».
Ore 11:03 - Venti soldati ucraini uccisi durante una cerimonia di premiazione
Le forze russe avrebbero ucciso più di 20 soldati ucraini che si erano radunati in un villaggio in prima linea nell’oblast di Zaporizhzhia per una cerimonia di premiazione. soldati della 128a Brigata d’assalto stavano partecipando alla cerimonia del 3 novembre per la Giornata delle forze missilistiche e dell’artiglieria quando sono stati colpiti da un missile Iskander. Tra i feriti anche alcuni civili.
Il governatore dell’oblast di Zakarpattia Viktor Mykyta non ha confermato direttamente la strage ma il 4 novembre ha dichiarato che «dopo le comunicazioni ufficiali e con il permesso della 128a Brigata d’assalto, ci sarà una cerimonia per onorare i soldati caduti». Mykyta ha inoltre consigliato alle persone di «visitare le chiese e pregare per chi ci difende». Il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov ha ordinato un’indagine sull’attacco: «Le mie condoglianze alle famiglie dei soldati caduti».
Ore 12:46 - Zelensky e la guerra, che «non è in una fase di stallo»
La polemica sembra tutta interna all’amministrazione ucraina: ma il suo significato è decisamente più ampio.
L’ufficio del presidente ucraino Zelensky ha rimproverato in modo formale — secondo quanto riferisce il New York Times — il massimo comandante militare di Kiev, Valerij Zaluzhny, colpevole di aver detto, sull’Economist, che la guerra è in una fase di «stallo».
Secondo Zelensky, questa frase ha aiutato la Russia e ha scatenato il «panico».
«Questo non è uno stallo», ha detto Zelensky durante una conferenza stampa con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. «La Russia controlla il cielo. Noi abbiamo cura dei nostri soldati, nessuno vuole abbandonarli come fa la Russia che li usa come carne da cannone. Come superare tutto ciò? Con gli F-16: dobbiamo aspettare che i nostri ragazzi imparino a usarli. Quando ci sarà difesa aerea al fronte, i militari andranno avanti».
«Non abbiamo il diritto di arrenderci — ha proseguito Zelensky —, quale sarebbe l’alternativa? Consegnare un terzo del nostro paese? Sarebbe solo l’inizio».
«Sederci al tavolo con i russi e fare concessioni? Questo non accadrà», ha assicurato, poi, aggiungendo che né Stati Uniti, né l’Ue hanno mai fatto «pressioni» in questo senso.
Ore 12:57 - L’Italia impegnata nella ricostruzione della cattedrale di Odessa
Il 2 ottobre scorso, in occasione della visita a Kiev del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, l’Italia ha assunto il patronato per la ricostruzione di Odessa. E martedì a Milano è stato inaugurato il Laboratorio sulla ricostruzione dell’Ucraina, con l’obiettivo di costituire un hub europeo per progetti sostenibili e innovativi. A cominciare proprio dalla riedificazione della Cattedrale della Trasfigurazione di Odessa, quasi distrutta a fine luglio dai bombardamenti russi, di cui si occuperanno la Triennale di Milano in collaborazione col Maxxi di Roma. Il piano prevede l’avvio dei lavori per il restauro della Cattedrale e il recupero di oltre cinquecento edifici di alto valore architettonico gravemente danneggiati.
Ore 14:00 - Kadyrov dà al figlio 15enne guida servizio sicurezza
Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, ha nominato suo figlio quindicenne Adam, a capo del servizio di sicurezza. Lo ha reso noto il ministro della Sanità, Adam Alkhanov. «Mi congratulo di tutto cuore con Adam Kadyrov per la sua nomina all’importante posizione di capo del dipartimento di sicurezza del leader della repubblica cecena», ha scritto su Telegram. Alkhanov ha aggiunto che Adam, «malgrado la sua giovinezza, ha già una grande esperienza pratica» e ha un «forte spirito guerriero», quindi nulla lo fermerà quando si tratterà di difendere suo padre, il suo popolo, la sua religione e la sua patria. Adam Kadyrov, decorato per «i suoi meriti» sia in Cecenia che in Tatarstan, era diventato oggetto di polemiche lo scorso settembre dopo aver pubblicato sui social un video in cui picchiava un russo arrestato per aver bruciato il Corano.
Ore 16:26 - Zelensky: «Trump può fermare la guerra in 24 ore? Venga»
Volodymyr Zelensky ha invitato Donald Trump in Ucraina se davvero, come ha detto una volta, potrebbe porre fine alla guerra in 24 ore. «L’ex presidente ha affermato che in circa 24 ore potrebbe gestire e porre fine alla guerra. Cosa posso dire al riguardo? Che sia il benvenuto», ha detto il presidente ucraino in un’intervista con la rete americana Nbc. A questo proposito ha affermato che gli servirebbero solo «24 minuti», anziché 24 ore, per spiegare a Trump che «non può risolvere questa guerra» così facilmente come pensa. Zelensky ritiene che, anche se Trump ci provasse, la pace non sarebbe possibile in questo momento per la posizione del presidente russo.
Ore 17:51 - Zelensky: «Non sono pronto a parlare con la Russia»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto di «non essere pronto» per i colloqui con la Russia a meno che le sue truppe non si ritirino dal suo Paese, negando che i funzionari occidentali gli avessero parlato di negoziati. Gli Stati Uniti «sanno che non sono pronto a parlare con i terroristi, perché la loro parola non conta nulla», ha detto Zelensky a Meet the Press della Nbc. «Devono uscire dal nostro territorio, solo dopo ciò, il mondo può passare alla diplomazia».
Ore 22:10 - Bombardamenti su Kherson, due morti e sei feriti
Sono due i morti e sei i feriti a seguito degli intensi bombardamenti sulla regione ucraina di Kherson in 24 ore. Lo ha affermato su Facebook Oleksandr Prokudin, capo dell'amministrazione militare regionale, riferisce Ukrinform. «Ieri, il nemico ha lanciato 1.000 attacchi, sparando 474 proiettili da mortai, artiglieria, Grad, carri armati, Uav e aerei e anche 12 proiettili contro la città di Kherson», ha scritto Prokudin, secondo il quale l'esercito russo ha preso di mira le zone popolate della regione e un istituto scolastico.
In serata, le forze russe hanno aperto il fuoco dalla riva sinistra del Dnipro temporaneamente occupata, prendendo di mira i distretti litorali, secondo quanto riferito da Roman Mrochko, capo dell'amministrazione militare della città di Kherson. «Ci sono esplosioni nel litorale di Kherson. Il nemico spara dalla riva sinistra temporaneamente occupata», aggiunge.
Ore 22:31 - Kiev: i russi lanciano droni Shahed verso Odessa
Le forze russe hanno lanciato droni d'attacco di tipo Shahed dalla Crimea verso l'oblast di Odessa. Lo riferisce Ukrainska Pravda che cita l'aeronautica militare delle forze armate ucraine. L'aeronautica ha riferito che il primo gruppo di droni Shahed si stava muovendo lungo il confine ucraino-moldavo a nord-ovest. Il secondo gruppo si trova a nord di Odessa, spostandosi verso nord.
Ucraina Russia, le notizie sulla guerra del 6 novembre. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera lunedì 6 novembre 2023.
Le notizie di lunedì 6 novembre, in diretta. Kiev: «Raid russo a Odessa, almeno 5 feriti»
• Mosca testa un nuovo sottomarino nucleare.
• Zelensky: «La guerra non è in stallo, non sono pronto a parlare con la Russia».
• Kiev colpisce una lanciamissili russa in Crimea.
• Ursula von der Leyen ha fatto visita dal presidente ucraino a Kiev.
Ore 07:11 - Kiev: «Raid russo a Odessa, almeno 5 feriti»
«Le forze russe hanno attaccato Odessa ferendo cinque residenti». Lo ha riferito tramite Telegram il governatore dell’oblast di Odessa, Oleh Kiper, scrive il Kyiv Independent. «Tutte e cinque le vittime sono state ricoverate in ospedale con ferite da schegge», ha detto Kiper.
Ore 07:30 - La fiducia sempre più fragile degli ucraini: «La gente sta diventando pessimista»
(Marta Serafini, nostra inviata Kiev) La fiducia degli ucraini vacilla? Lo scorso autunno, l’umore generale degli ucraini era diverso. Rinvigoriti dalla controffensiva e dalla liberazione di Kherson nutrivano la speranza di poter riprendersi i territori del loro Paese occupati dai russi. Stessa cosa in primavera, dopo un inverno passato al freddo a causa dei raid sulle infrastrutture, l’idea di una controffensiva aveva ridato un po’ di speranza. Ma ora, dopo una primavera e un’estate che non ha visto di fatto successi militari sul campo, a parte nel Mar Nero, la fiducia nei confronti di tutte le istituzioni diverse dall’esercito è diminuita.
A dirlo è un sondaggio del Kyiv International Institute of Sociology, tra i principali istituti del Paese, citato dal New York Times. La fiducia nel governo è scesa dal 74 per cento a maggio al 39 per cento in ottobre, periodo in cui è iniziata l’offensiva ucraina e poi si è esaurita, ha rilevato l’istituto. Da nazione stretta intorno al suo comandante in capo e pronta alla vittoria, l’Ucraina è diventato un Paese fiaccato e depresso.
Ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista alla Nbc, ha parlato di sacrificio personale degli ucraini e ha spronato gli europei dicendo tra le righe ma non troppo: i nostri giovani stanno morendo per voi. Tuttavia, Zelensky potrebbe avere presto un problema, soprattutto in vista delle elezioni che dovrebbero tenersi il prossimo anno. La fiducia nei suoi confronti, sebbene ancora condivisa dalla maggioranza degli ucraini, è crollata, scendendo al 76% in ottobre dal 91% di maggio. Altri sondaggi danno il consenso al presidente sul 72 per cento. La fiducia è bassa soprattutto sulla credibilità. Solo il 48 per cento degli ucraini afferma di fidarsi del canale televisivo controllato dal governo, chiamato Telemarafon, che ha trasmesso una narrativa ottimista dell’operazione militare nel sud, secondo il sondaggio dell’istituto. La programmazione aveva lo scopo di rafforzare il morale degli ucraini mentre il loro esercito combatteva per spingere le forze russe dalla costa del Mar d’Azov, ma il suo distacco totale dalla realtà ha finito per disincantare gli ucraini.
«Dovremmo essere onesti», ha detto Anton Hrushetsky, il direttore dell’istituto di Kiev, in un’intervista al Nyt. «La gente sta diventando pessimista». Aumenta anche lo stress: gli ucraini vogliono andare avanti con le loro vite in sicurezza, ma non vedono prospettive promettenti. La colpa non viene data all’esercito ma cresce la rabbia verso la corruzione del governo in patria e verso gli alleati occidentali all’estero. Un sondaggio commissionato dall’Unione europea ha rilevato che il numero di ucraini secondo i quali l’Occidente non vuole che l’Ucraina vinca la guerra è raddoppiato, al 30 per cento dal 15 per cento, nell’ultimo anno. Anche le linee di faglia stanno emergendo nella politica interna del paese.
Coloro che sostengono Zelensky sono più inclini a incolpare gli alleati, mentre gli oppositori politici del presidente attirano l’attenzione sulla corruzione in patria. Come abbiamo raccontato già a ottobre, ci sono state delle piccole proteste. Le famiglie dei caduti hanno fatto pressione sul governo a Kiev. E nella capitale e in altre città, le famiglie di soldati che sono stati nell’esercito per tutta la durata della guerra hanno protestato per chiedere al governo di farli ruotare dal fronte. «È ora che gli altri si facciano avanti», hanno cantato in piazza Maidan a Kiev. Così come ci sono state piccole proteste contro la corruzione. Ma alle trincee il flusso costante di morti e feriti non si è interrotto. Secondo gli Usa si tratta di 70 mila morti e più di 100 mila feriti. E sono cifre sicuramente al ribasso.
Ore 10:05 - Esportazioni cereali diminuite di un terzo rispetto a 2022
Le esportazioni di cereali dell’Ucraina sono diminuite di quasi un terzo rispetto all’anno scorso. È quanto emerge dai dati del Ministero dell’Agricoltura pubblicati oggi. I dati mostrano che le esportazioni di cereali dell’Ucraina sono scese a 9,8 milioni di tonnellate nella stagione di commercializzazione 2023/24 luglio-giugno. Il ministero ha dichiarato che a questo punto dello scorso anno l’Ucraina aveva esportato 14,3 milioni di tonnellate di grano. Il volume esportato in questa stagione comprende 4,9 milioni di tonnellate di grano, 4,1 milioni di tonnellate di mais e quasi 700mila tonnellate di orzo. Nella stagione precedente l’Ucraina ha esportato 5,4 milioni di tonnellate di grano, 7,7 milioni di tonnellate di mais e 1,2 milioni di tonnellate di orzo.
Ore 10:22 - Kiev propone proroga 90 giorni legge marziale e mobilitazione
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha presentato alla Verkhovna Rada (il Parlamento del Paese) un progetto di legge sull’estensione della legge marziale e la mobilitazione generale nel Paese. Secondo quanto riporta Rbc-Ucraina, il governo propone di prorogare la durata della due misure dal 16 novembre prossimo per altri 90 giorni.
Ore 11:39 - Lavrov: «Anglosassoni spingono regione su orlo grande guerra»
«Ora vediamo come gli anglosassoni stiano letteralmente spingendo il Medioriente sull’orlo di una grande guerra». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, intervenendo a una maratona della società Znanie nell’ambito della Russia International Exhibition and Forum. Lo riporta l’agenzia Tass. Secondo lui, questa posizione dell’Occidente si manifesta pienamente in Ucraina, Iraq, Libia e Siria. «Altri risultati di questa politica sono un’impennata del terrorismo e dell’estremismo, destini umani spezzati, famiglie distrutte, flussi di rifugiati multimilionari», ha aggiunto Lavrov.
Ore 12:18 - Attacco russo a Odessa, 8 feriti e danni a museo d’arte
Gli attacchi russi durante la notte nella regione meridionale ucraina di Odessa hanno provocato il ferimento di otto persone e danneggiato il Museo delle Belle Arti. Immagini mostrano opere d’arte strappate dalle pareti dell’edificio del XIX secolo e finestre fatte saltare dai bombardamenti aerei. La vice ministra degli Esteri ucraina, Emine Dzheppar, si è detta «profondamente indignata» dall’attacco e ha esortato l’Unesco a condannare l’attacco. La maggior parte della collezione era già stata rimossa durante la guerra, ha sottolineato il governatore della regione di Odessa, Oleg Kiper, precisando che «le tele e i dipinti della mostra in corso non sono stati danneggiati».
Ore 16:11 - La conferma del portavoce della Marina di Kiev Dmytro Pletenchuk: «La nave russa colpita era nuova di zecca» Dalla nostra inviata Kiev — (Marta Serafini) La nave russa danneggiata dal raid ucraino in Crimea, nei cantieri navali di Kerch, era “nuova di zecca”. A confermarlo il portavoce della Marina di Kiev Dmytro Pletenchuk. Queste dichiarazioni confermano quanto riportato ieri, la nave danneggiata dovrebbe essere l’Askold, piccola portaerei russa da crociera che - secondo quanto dichiarato dal ministero della difesa russo a settembre - era impegnata nella distruzione di obiettivi ucraini nelle acque al largo della Crimea. Stando a quando riportato in passato dai media statali russi, la nave è armata con missili Kalibr, missili terra-aria a medio raggio Pantsir e con sistemi di artiglieria antiaerea.
Ore 16:11 - Guerra, distrutto il 20% delle aree naturali protette in Ucraina. Dalla nostra inviata
Kiev - (Marta Serafini) L’invasione russa ha avuto un impatto su oltre il 20% delle aree naturali protette dell’Ucraina. A darne notizia è il ministero dell’Ambiente il 6 novembre. «La guerra ha un effetto devastante sull’ambiente e le sue conseguenze si fanno sentire non solo per noi, ma anche per le generazioni future», si legge in una nota. In totale, 812 siti elencati dal Fondo della riserva naturale ucraino sono stati colpiti dall’aggressione armata russa contro l’Ucraina e 514 siti sono ancora occupati dalla Russia.
Alcune aree protette sono state distrutte dall’invasione russa, come il Parco Naturale Nazionale Dzharylhatskyi, sulla costa del Mar Nero nell’oblast di Kherson. Anche due zone umide nell’oblast di Zaporizhzhia, la pianura alluvionale dei sette fari e il grande e piccolo arcipelago di Kuchuguri, sono state «praticamente distrutte» e 17 zone umide con «biodiversità unica» sono a rischio. Come raccontato qui dei , uno dei casi più gravi di danno ambientale è stato causato dalla distruzione della centrale idroelettrica di Kahkova il 6 giugno, che ha causato massicce inondazioni nel sud dell’Ucraina e una crisi umanitaria e ambientale su larga scala. Secondo il primo ministro ucraino Denys Shmyhal i danni derivanti dalla distruzione della diga di Kahkovka ammontano a 3,8 miliardi di euro (4 miliardi di dollari) e rappresentano «il più grande atto di ecocidio degli ultimi 70 anni». Il danno ambientale totale causato dall’aggressione russa in Ucraina ammonta a oltre 55,6 miliardi di euro (58,9 miliardi di dollari), ha affermato Shmyhal. L’Ucraina sta lavorando con partner internazionali per aiutare a formare le forze dell’ordine ucraine per indagare sull’ecocidio, ha annunciato nei giorni il procuratore generale Andriy Kostin. L’Ucraina è «il primo paese nella storia» a indagare sulla distruzione di massa dell’ambiente come crimine di guerra, ha affermato Kostin. Che ha spiegato come, distruggendo intenzionalmente l’ambiente, la Russia stia cercando di distruggere “la vita futura degli ucraini”. L’ecocidio è quindi “un crimine contro l’Ucraina come Stato e contro il nostro futuro”, ha concluso Kostin.
Ore 17:47 - Kuleba: «Prepariamoci al nostro peggior inverno»
«Ci stiamo preparando al nostro peggior inverno». Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba in una intervista a Die Welt, rilanciata da Ukrainska Pravda, nella quale ha espresso preoccupazione per nuove ondate di attacchi russi contro le infrastrutture energetiche durante i mesi più freddi dell'anno. «Ci stiamo preparando al peggior inverno della storia. Quindi potremo chiudere un occhio se non riceveremo i Taurus ma arriveranno sistemi di difesa aerea», ha detto Kuleba, riferendosi ai missili tedeschi da crociera che Berlino non si decide a inviare all'Ucraina. «I russi stanno imparando. Testeranno ancora una volta la nostra resistenza con i loro missili», ha proseguito Kuleba, spiegando che l'Ucraina si sente messa in ombra rispetto alla crisi in Medio oriente.
Ore 18:00 - Bratislava: «Non impediremo ai privati di inviare armi a Kiev»
Il ministro degli esteri slovacco Juraj Blanar, oggi in visita a Praga, ha confermato che il governo del premier Robert Fico non impedirà alle aziende slovacche di esportare le armi in Ucraina, ma rifiuta di fornirne dalle proprie riserve. Lo ha detto alla conferenza stampa con il suo collega ceco Jan Lipavsky trasmessa dalla Ct24. «Non forniremo sistemi militari o armi dalle riserve slovacche. Uno: non abbiamo più quasi niente da fornire e dobbiamo provvedere alla propria sicurezza. Siamo dell'opinione che servono soprattutto iniziative pacifiche da avviare anche da parte dell'Ue. Ma tutto quello che si svolge sulla base commerciale nell'ambito delle imprese che operano in Slovacchia e nella Repubblica ceca continuerà normalmente come fatto fino ad oggi», ha dichiarato Blanar. Il premier Robert Fico, che si è a lungo opposto agli aiuti militari all'Ucraina, ha annunciato che il suo governo non impedirà alle aziende di produrre e fornire armi ai clienti. «Se un'azienda vuole produrre armi e fornirle da qualche parte, ovviamente nessuno lo impedirà», ha detto Fico dopo un incontro con il ministro della difesa Robert Kalinak.
Ore 18:49 - Crosetto: «Sta maturando la possibilità di un'uscita dalla crisi in Ucraina»
Osservando i tentativi di mediazione nel conflitto in Medio Oriente «penso stia maturando la possibilità di un'uscita dalla crisi in Ucraina. Quanto avviene in Medio Oriente sta insegnando una metodologia che può portare anche all'uscita dalla crisi in Ucraina». A dirlo è stato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in occasione della presentazione, a Roma del libro "Mediterraneo conteso" di Maurizio Molinari. «Non ho mai visto un attivismo di pace così da parte degli Stati Uniti e - ha aggiunto Crosetto - non ho mai visto questa ragionevolezza di alcuni Paesi arabi. C'è un tentativo di tutte le nazioni di buttare acqua sul fuoco e questo non l'ho mai visto. Magari il miglioramento» della società «passa anche dalle crisi, che stanno cambiando il mondo. Sta nascendo in Medio Oriente il tentativo di ricomporre un mondo che sembrava non si potesse ricomporre».
Ore 19:45 - Il presidente della Georgia: «Un nostro cittadino ucciso dagli occupanti russi»
«Sono profondamente indignata per l'uccisione di un cittadino georgiano da parte delle forze di occupazione russe». Così la presidente georgiana Salome Zourabichvili via X. Il Servizio di sicurezza dello Stato georgiano ha confermato in una nota che le guardie di confine della Federazione russa hanno aperto il fuoco lunedì mattina, a ridosso della linea di demarcazione che divide il territorio controllato dal governo georgiano dalla regione occupata dell'Ossezia del Sud, uccidendo un cittadino georgiano e arrestandone un altro. «Invito urgentemente la comunità internazionale a condannare inequivocabilmente le azioni della Russia, che hanno palesemente e spudoratamente violato tutte le norme internazionali», aggiunge Zourabichvili.
Ore 19:46 - Lituania: «Fondamentale l'ingresso dell'Ucraina nell'Ue»
«Dobbiamo cogliere quest'opportunità storica e invitare l'Ucraina ai negoziati di adesione all'Unione europea entro la fine dell'anno. L'allargamento dell'Ue è il miglior strumento a nostra disposizione per espandere la zona di stabilità e sicurezza in Europa». Lo ha affermato il ministro degli Esteri della Lituania, Gabrielius Landsbergis, al termine dell'incontro, avvenuto oggi a Vilnius, con il suo omologo svedese, Tobias Billstrom. Durante il bilaterale, dedicato in massima misura alle questioni della difesa e della sicurezza regionale e al supporto all'Ucraina, Landsbergis e Billstrom hanno, inoltre, discusso del sostegno alla Bielorussia democratica. Il ministro lituano ha, in particolar modo, ringraziato Billstrom per l'annunciato aumento del supporto del governo svedese all'opposizione democratica bielorussa che ha il suo quartier generale a Vilnius. Nel corso della giornata, Billsatrom ha incontrato anche la leader dell'opposizione democratica bielorussa in esilio, Svetlana Tikhanovskaya. «Sono riconoscente alla Svezia - ha detto Tikhanovskaya - per aver voluto aprire un nuovo capitolo nelle relazioni tra i nostri Paesi e per sostenerci nella documentazione dei crimini del regime di Minsk».
Ore 20:24 - Ucciso il consigliere di Zaluzhny: «Utilizzato un pacco bomba»
Uno stretto consigliere di Valery Zaluzhny, il comandante in capo delle forze armate di Kiev, è stato ucciso oggi in un'esplosione avvenuta nel giorno del suo compleanno. Lo ha annunciato lo stesso Zaluzhny su Telegram. «In circostanze tragiche, il mio assistente e amico intimo, il maggiore Gennady Chastyakov, è stato ucciso (...) nel giorno del suo compleanno», ha scritto. «Un ordigno esplosivo sconosciuto è esploso in uno dei suoi regali», ha detto, annunciando l'apertura di «un'indagine preliminare».
Ore 19:54 - Zelensky: «Non è il momento per le elezioni». E annuncia una commissione
di Marta Serafini, nostra inviata a Kiev – Nel suo discorso serale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito la sua posizione sul voto in Ucraina. «Ora non è il momento per le elezioni nè per fare grandi festeggiamenti o di altre audaci iniziative nelle retrovie, che sono inaccettabili in tempo di guerra. Vediamo tutti come gli ucraini chiedono che le risorse di bilancio siano destinate non ai servizi comunali e alla riparazione delle strade, ma all'assistenza dei difensori e alla difesa del’Ucraina», ha detto il presidente.
Nella stessa giornata Zelensky ha annunciato una commissione per capire la fattibilità del voto che, in teoria, dovrebbe tenersi il 31 marzo 2024. Tanti ovviamente i dubbi. In primis i costi, l’opportunità di votare in un Paese in guerra e il dato politico: se si andasse alle urne ora per Zelensky sarebbe quasi certamente vittoria. Ma non si tratterebbe di un plebiscito come dimostrano i sondaggi diffusi anche dal New York Times che parlano di un calo di fiducia nei confronti del presidente del 20 per cento nelle ultime settimane.
Ore 21:12 - Ordigno nascosto tra i regali, ucciso il consigliere del Capo delle forze armate ucraine
(di Marta Serafini, inviata) Un assistente morto in un’esplosione, dopo che il suo capo in un’intervista ad un importante settimanale internazionale ha dichiarato che la guerra in Ucraina è in fase di stallo. Cala il mistero sulla sera di Kiev, mentre arriva la notizia che l’assistente del capo delle forze armate ucraine, il generale Valery Zaluzhny, Hennadiy Chastyakov, è morto mentre apriva un regalo di compleanno.
Secondo le informazioni divulgate dalla moglie, riportate dalla Pravda ucraina, Chastyakov è rincasato con un sacchetto con una bottiglia di alcol e bicchieri regalo a forma di melograni, doni in occasione del suo compleanno. Aperto uno dei pacchi, l’esplosione causata da un ordigno e la morte di Chastyakov. Ferito anche il figlio 13enne della coppia. Zaluzhny dando la notizia su Telegram ha espresso le sue più sentite condoglianze alla famiglia del suo collega e «intimo amico». (…)
Kiev, ucciso il consigliere del capo delle forze armate Zaluzhny. Storia di Marta Serafini su Il Corriere della Sera lunedì 6 novembre 2023.
Un assistente morto in un’esplosione, dopo che il suo capo in un’intervista ad un importante settimanale internazionale ha dichiarato che la guerra in Ucraina è in fase di stallo mentre si apre una nuova, delicata, fase per il Paese aggredito da Mosca. Cala il mistero sulla sera di Kiev, mentre arriva la notizia che l’assistente del capo delle forze armate ucraine, il generale , Hennadiy Chastyakov, è morto mentre apriva un regalo di compleanno.
Secondo le informazioni divulgate dalla moglie e riportate dalla Pravda ucraina, Chastyakov è rincasato nel villaggio di Chayki vicino a Kiev con un sacchetto con una bottiglia di alcol e bicchieri regalo a forma di melograni, doni in occasione del suo compleanno. Aperto uno dei pacchi, l’esplosione causata da un ordigno e la morte di Chastyakov. Ferito gravemente anche il figlio 13enne della coppia. Zaluzhny dando la notizia su Telegram ha espresso le sue più sentite condoglianze alla famiglia del suo collega e «intimo amico» e ha annunciato l’apertura di un’indagine.
In un’immagine pubblicata sempre dalla Pravda ucraina si vedono delle bombe a mano e una siringa. I media ucraini in serata hanno riportato come durante l’ispezione dell’appartamento, le forze dell’ordine abbiano trovato cinque granate intere. Elementi che richiamano alla mente altri attentati del passato e un modus operandi da operazione di intelligence. Ma che sono ancora tutti da chiarire.
In questi giorni il nome del capo di Stato maggiore è circolato senza sosta in Ucraina e all’estero. Il 1° novembre Zaluzhnyi, l’uomo che per molti è l’eroe della resistenza ucraina, ha rilasciato un’intervista all’Economist e pubblicato un editoriale dai quali emergeva un quadro del campo militare che si può riassumere con l’espressione «siamo in stallo». Parole che contrastano con quelle di Zelensky dette qualche giorno prima al : «Nessuno crede nella vittoria dell’Ucraina come me».
Ieri il presidente ucraino ha dovuto smentire direttamente in pubblico il suo capo di Stato maggiore e, con toni accesi, ha ribadito in un’intervista alla Nbc quanto la guerra sia tutt’altro che finita e sia necessario il continuo impegno degli alleati europei, nonostante la tentazione di lasciare spazio a stanchezza e trattative con Mosca. Una prima volta nella guerra ucraina, mentre appare chiaro come la controffensiva di Kiev sia arrivata ad un punto morto, almeno sul fronte Sud. E se non si tratta di uno screzio certo paragonabile a quello tra il Cremlino e il fondatore della Wagner Evengy Prighozin, morto misteriosamente in un attentato, le parole di Zulzhny hanno creato un vero e proprio terremoto nell’establishment ucraino: due giorni dopo l’uscita del pezzo sull’Economist, Zelensky ha imposto a Zaluzhny - ma senza dirgli la motivazione ufficiale - di licenziare Viktor Khorenko, comandante delle forze per le operazioni speciali (SSO).
Per i media ucraini a far infuriare il presidente è stata anche un’altra intervista. A fine ottobre Khorenko, parlando ad un seguito canale YouTube, aveva fornito dettagli sulle operazioni di rifornimento riuscite ai difensori dell’Azovstal a Mariupol quando era circondata dai russi e rivelato come i contatti radio con il capo degli Azov, Denys Prokopenko, fossero costanti in quella fase. Un problema per Zelensky che sul controverso battaglione molto popolare in Ucraina ha sempre dovuto mantenere un profilo basso per evitare di esporsi troppo a livello internazionale. E un problema perché, come ha sottolineato lo stesso vice capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Ihor Zhovkva, quando i militari parlano con la stampa svelando informazioni sensibili rendono più facile il lavoro dell’aggressore. «Sono sicuro che (in Russia) tutto è stato letto con molta attenzione, annotato e sono state tratte le conclusioni», ha dichiarato Zhovkva. Parole che tradiscono una tensione interna mai percepita prima nel Paese.
(ANSA lunedì 6 novembre 2023) Il Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) ha arrestato un ex viceministro della Difesa per aver sottratto quasi 1 miliardo di grivnie ucraine (circa 25 milioni di euro) durante l'acquisto di uniformi per l'esercito. Si tratta di Vyacheslav Shapovalov.
Lo riferisce Rbc Ucraina. Shapovalov si era dimesso dal suo incarico a fine gennaio 2023. Secondo lo Sbu, l'ex viceministro nel 2022 ha cospirato con i suoi subordinati per acquistare uniformi militari di bassa qualità da una società privata per quasi 25 milioni di euro, ma "i militari delle Forze armate dell'Ucraina non possono utilizzare questa uniforme, in quanto inadatta all'uso nella stagione fredda nel contesto di intense ostilità", ha dichiarato l'agenzia.
Sulla base del materiale raccolto, gli investigatori dello Sbu hanno notificato all'ex viceministro un avviso per presunta "appropriazione indebita, malversazione o sequestro di proprietà per abuso d'ufficio" e per "ostacolo alle attività legittime delle Forze armate dell'Ucraina e di altre formazioni militari". Al suo presunto complice, l'ex direttore ad interim del Dipartimento degli appalti pubblici del ministero della Difesa, è stato notificato lo stesso avviso.
Le notizie del 7 novembre sul conflitto in Ucraina. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera martedì 7 novembre 2023.
• Zelensky e lo stop al voto in Ucraina: «Non è il momento per le elezioni».
• Mosca si ritira dal trattato sulle armi post Guerra Fredda.
• Kiev colpisce una lanciamissili russa in Crimea.
Ore 03:25 - Mosca, cinque droni Kiev abbattuti sul Mar Nero
I sistemi di difesa aerea russi hanno abbattuto cinque veicoli aerei senza pilota ucraini nelle acque del Mar Nero vicino a Sebastopoli, in Crimea. Lo afferma il governatore Mikhail Razvozhayev.
Ore 05:40 - Zelensky chiude la porta a potenziali elezioni
«Non è il momento». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non ritiene sia opportuno tenere nuove elezioni nel 2024 in Ucraina. «Dobbiamo decidere che ora è il momento della difesa, della battaglia, da cui dipende il destino dello Stato e del popolo», ha detto nel suo discorso serale il leader di Kiev. «Credo che questo non sia il momento (giusto) per le elezioni». Parole che arrivano in un momento particolarmente delicato. Settimana scorsa il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba aveva lasciato intendere che il presidente ucraino stesse «valutando» se fosse possibile tenere le elezioni il prossimo anno. Kuleba aveva già indicato le possibili criticità, tra cui l’alto numero di ucraini all’estero e di soldati che combattono al fronte. Anche le elezioni parlamentari che si sarebbero dovute tenere il mese scorso sono state cancellate a causa della guerra. Ma la notizia della creazione di una commissione elettorale per valutare la possibilità di indire le presidenziali il 31 marzo aveva fatto sperare.
Ore 05:46 - Ministri G7 terranno colloquio online con l’omologo Kuleba
I ministri degli Esteri del G7 sono riuniti a Tokyo per la prima ministeriale organizzata dalla presidenza di turno giapponese dopo l’attacco sferrato dall’organizzazione islamista palestinese Hamas a Israele, il 7 ottobre scorso. Proprio il conflitto in Medio Oriente sarà in cima all’agenda dei colloqui tra i ministri, che faranno anche il punto delle ostilità in Ucraina e delle crescenti tensioni con la Cina nell’Indo-Pacifico.
L’incontro è il terzo organizzato dal Giappone quest’anno, dopo quello di Karuizawa lo scorso aprile e un secondo Usa, Antony Blinken, sono reduci da viaggi ufficiali in Medio Oriente, dove hanno incontro a settembre, a margine dell’Assemblea generale Onu a New York. Sia la ministra degli Esteri giapponese, Yoko Kamikawa, che il segretario di Stato incontrato omologhi e leader regionali per tentare di scongiurare un allargamento del conflitto tra Israele e Hamas.
Durante l’incontro di due giorni che si è aperto oggi, il Giappone ribadirà la ferma condanna dell’operato di Hamas, nei cui confronti Tokyo ha recentemente varato una serie di sanzioni; la presidenza giapponese del G7 tenterà però di formulare anche un appello comune per una pausa umanitaria nella Striscia di Gaza, dove i bombardamenti israeliani hanno già causato in un mese oltre 10mila vittime. L’incontro di due giorni in corso a Tokyo dovrebbe concludersi con la pubblicazione di un documento comune.
Ore 07:46 - Mine russe a Kherson, ritirata in vista?
Nelle aree occupate della regione di Kherson, nell’Ucraina meridionale, le forze russe stanno minando infrastrutture critiche, quelle che forniscono servizi primari per i cittadini e per il sistema economico e industriale. Una mossa che potrebbe indicare che hanno intenzione di distruggerle in vista di una futura ritirata: lo scrive su Telegram l’intelligence del ministero della Difesa ucraino (Gur), come riporta Rbc-Ucraina. Secondo l’intelligence militare, i russi stanno piazzando esplosivi vicino a infrastrutture critiche come sottostazioni elettriche e centrali termoelettriche. «Le azioni degli occupanti testimoniano la loro probabile intenzione di distruggere elementi di infrastrutture critiche quando dovranno ritirarsi», commenta il Gur.
Ore 08:13 - L’intelligence ucraina: scorte missilistiche russe in vista dell’inverno
(di Marta Serafini, inviata a Kiev) Il vice degli 007 ucraini Vadym Skibitskyi in un’intervista ai media ucraini ha avvertito del pericolo che la Russia stia facendo riserva di missili in vista del grande freddo. Secondo Kiev i bombardamenti sulle infrastrutture ucraine inizieranno «quando ci sarà un carico maggiore sul nostro sistema energetico», durante l’inizio della stagione fredda. Per il momento le temperature anche a Kiev sono attualmente insolitamente calde. L’anno scorso ai primi di ottobre Mosca avviò una campagna di raid contro le centrali elettriche di tutto il Paese lasciando buona parte dei civili senza riscaldamento. Secondo il vice dell’intelligence militare la Russia lancerà missili da crociera Kh-101 e Kalibr, armi che non usa da settembre e che potrebbe aver accumulato. La Russia ha ora circa 870 missili ad alta precisione nel suo arsenale, ha detto Skibitskyi.
Ore 08:30 - «Putin si ricandiderà: punta a restare al potere almeno fino al 2030»
Sei fonti vicine al Cremlino hanno confermato all’agenzia Reuters che Vladimir Putin intende candidarsi per un quinto mandato a marzo, puntando a rimanere in carica ben oltre il 2024, almeno fino al 2030. Se così fosse, raggiungerebbe i 30 anni di permanenza al potere, compresi i quattro (2008-2012) in cui è stato primo ministro. Interpellato sull’argomento, il portavoce Dmitry Peskov è stato cauto: «Putin non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione in merito», ha commentato con l’agenzia Tass, aggiungendo che «non è stata ancora annunciata una campagna elettorale». Cioè non è stata ancora resa nota ufficialmente la data della consultazione, che dovrebbe essere il 17 marzo. Tuttavia un mese fa lo stesso Peskov si era sbilanciato affermando che Putin è «senza dubbio la figura politica numero uno» in Russia e che «difficilmente potrebbe affrontare una reale concorrenza elettorale». Del resto tra i bene informati c’erano pochi dubbi che Putin avrebbe rinunciato a presentarsi nuovamente alle presidenziali, dopo aver promosso nel 2020 una riforma costituzionale che gli consente di aggirare il precedente limite di due mandati consecutivi dandogli appunto la possibilità di candidarsi alle presidenziali del 2024 e, in teoria, anche a quelle del 2030. Ma ora le indiscrezioni raccolte da Guy Faulconbridge, capo dell’ufficio moscovita della Reuters e vecchio conoscitore della Russia, non sembrano lasciare più alcuna incertezza. Come sottolinea lo stesso giornalista, non si poteva pensare che il leader russo, che ha 71 anni ed è diventato per la prima volta presidente nel 2000, lasciasse il comando nel pieno di un conflitto in Ucraina che ha generato «il più grande scontro con l’Occidente dalla crisi dei missili a Cuba del 1962», e che lo stesso Putin vede come una sfida esistenziale per il Paese. Nei sondaggi del Centro Levada, l’attuale presidente gode stabilmente di un indice di approvazione di oltre l’80%. Un dato difficilmente scalfibile, visti l’inasprimento della repressione, il controllo sui principali media e l’assenza di leader dell’opposizione che possano contare su un significativo sostegno popolare. In teoria le elezioni presidenziali in Russia avrebbero dovuto tenersi praticamente in contemporanea con quelle in Ucraina, ma nel suo ultimo videomessaggio serale Zelensky ha detto che «questo non è il momento di pensare alle elezioni ma di combattere».
Ore 08:49 - Mosca si ritira dal trattato sulle armi post Guerra Fredda
La Russia si è formalmente ritirata oggi da un trattato chiave sulla sicurezza post-Guerra Fredda progettato per allentare l’escalation potenziali conflitti Est-Ovest: il Trattato sulle forze convenzionali in Europa (Cfe ). La decisione di ritirarsi completamente dalla Cfe è un segnale che non ci sarà alcun ritorno al sistema di sicurezza internazionale concordato nel 1990, quando 34 rappresentanti di Stati Nato e del Patto di Varsavia firmarono il Trattato. che poneva limiti al dispiegamento di attrezzature militari. Mosca non è più tenuta ad accettare ispezioni sulle armi incluse nel trattato. «Alle 00:00 del 7 novembre 2023, la procedura del ritiro della Russia dal CFE (Trattato sulle Forze Armate Convenzionali in Europa), è stata completata», ha affermato il Cremlino in una dichiarazione. «Il trattato è finalmente diventato storia per noi».
La Russia aveva già sospeso la sua partecipazione al trattato nel 2007 , interrompendone la partecipazione attiva nel 2015. Nel maggio scorso, nel bel mezzo della guerra in Ucraina, il presidente Putin ha avviato le procedure parlamentari per uscire ufficialmente dal Trattato. Una mossa per lo più simbolica. Il ritiro ufficiale dal trattato CFE è solo una formalità, senza alcun impatto concreto. «Putin ci sta dicendo che la Guerra Fredda è tornata, che tornerà a trattare gli occidentali come dei nemici», sottolinea Marcin Zaborowski, specialista delle politiche di sicurezza presso Globsec. La Russia ha annunciato a febbraio la sospensione della sua partecipazione al trattato New START, l’accordo che dal 2011 la legava agli Stati Uniti per monitorare i reciproci armamenti nucleari, decisione considerata da Washington come «veramente infelice e molto irresponsabile».
Ore 10:00 - Il governo di Kiev: nessuna richiesta dai camionisti polacchi che bloccano il confine
Il governo ucraino ha dichiarato oggi di non aver ancora ricevuto alcuna «richiesta» ufficiale da parte dei camionisti polacchi che da lunedì bloccano tre valichi tra Ucraina e Polonia per protestare contro la concorrenza ritenuta «sleale».«Se c’è una posizione ufficiale e motivata da parte dei nostri partner polacchi, siamo aperti ad un dialogo costruttivo», ha fatto sapere il ministero delle Infrastrutture ucraino, dicendosi «in costante comunicazione» con le autorità polacche ed europee «per risolvere» questa crisi e «sbloccare i checkpoint il più velocemente possibile». Nei valichi di frontiera a Dorohusk, Hrebenne e Korczowa, quasi tutto il traffico stradale è stato bloccato dai camion allineati dai manifestanti che attribuiscono il calo dei loro guadagni alla liberalizzazione delle regole sui trasporti frontalieri per l’Ucraina decisa dall’Unione Europea all’inizio dell’invasione russa. Questo incidente segna una nuova trappola nelle relazioni tra Kiev e Varsavia, divenute tese negli ultimi mesi a causa soprattutto del disaccordo sull’esportazione di cereali ucraini in Europa attraverso la Polonia. Il presidente polacco Andrzej Duda ha paragonato l’Ucraina a un «uomo che sta annegando», capace di trascinare i suoi soccorritori sul fondo dell’acqua. E l’attuale primo ministro Mateusz Morawiecki ha annunciato a settembre che il suo Paese avrebbe smesso di trasferire nuove armi a Kiev. Tuttavia, la Polonia, che ha accolto centinaia di migliaia di ucraini in fuga dalla guerra, è da più di un anno e mezzo uno dei principali donatori di aiuti militari all’Ucraina.
Ore 11:20 - Cremlino conferma visita Putin in Kazakistan giovedì
Il Cremlino ha confermato che il presidente russo Vladimir Putin sarà in visita giovedì in Kazakistan per colloqui con il suo omologo Kassym-Jomart Tokayev. La visita era stata annunciata ieri dalla presidenza kazaka. I due presidenti, riferisce l’agenzia Tass, prenderanno anche parte al XIX Forum di cooperazione interregionale e firmeranno alcuni «importanti documenti congiunti» per «lo sviluppo delle relazioni bilaterali».
Ore 11:40 - 007 Londra, Mosca sposterà la flotta lontano da linea fronte
«La capacità dell’Ucraina di colpire le infrastrutture cantieristiche della Crimea spingerà probabilmente la Russia a considerare di trasferirsi più lontano dalla linea del fronte, ritardando la consegna di nuove navi». Lo scrive il ministero britannico della Difesa nel consueto aggiornamento di intelligence pubblicato su X. «Come riportato da fonti ucraine e russe, il 4 novembre 2023, una corvetta navale russa di nuova costruzione è stata quasi certamente danneggiata dopo essere stata colpita mentre era accanto al cantiere navale Zaliv a Kerch, nella Crimea occupata», ricorda l’intelligence britannica.
Ore 11:57 - «Esplosione a Kryvyi Rih»
Un'esplosione è stata udita oggi poco dopo mezzogiorno a Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella regione di Dnipropetrovsk: lo ha reso noto su Telegram il presidente del Consiglio di difesa della città, Oleksandr Vilkul. Lo riporta Rbc-Ucraina. Esplosioni erano state segnalate in città già questa mattina.
Ore 12:32 - Tokyo: la guerra a Gaza non allenterà il sostegno del G7 a Kiev
Il sostegno del G7 all'Ucraina nella sua guerra contro la Russia non sarà influenzato dall'intensificarsi del conflitto in Medio Oriente: lo annuncia il Giappone, mentre i ministri degli Esteri del gruppo si preparano a tenere colloqui virtuali con Kiev durante una riunione a Tokyo. Le nazioni del Gruppo dei Sette (G7) - Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Stati Uniti - e l'Unione Europea si incontreranno a Tokyo oggi e domani per discutere di questioni quali la guerra della Russia in Ucraina e la crisi tra Israele e Gaza. «Il nostro impegno a continuare a imporre sanzioni severe contro la Russia e a sostenere con forza l'Ucraina non è affatto venuto meno, anche se la situazione in Medio Oriente si sta intensificando», ha dichiarato il ministro degli Esteri giapponese, Yko Kamikawa, in una conferenza stampa, scrive il Guardian. Kamikawa ha detto che il G7 sta organizzando un incontro virtuale con il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, da tenersi durante i colloqui di Tokyo.
Ore 13:18 - Zelensky: «Schierati altri sistemi di difesa aerea Nasams»
«Ulteriori sistemi Nasams dei partner sono stati messi in servizio di combattimento. Rafforzamento tempestivo della nostra difesa aerea prima dell'inverno»: lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il leader ucraino afferma poi che «operazioni di combattimento (sono in corso) nelle direzioni Kupyansk (regione di Kharkiv), Bakhmut (Donetsk), Avdiivka (Donetsk) e nel sud».
Ore 13:26 - Nato: sospeso trattato armi convenzionali dopo ritiro Mosca
La Nato ha annunciato di aver formalmente sospeso la propria partecipazione al Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa (Cfe), firmato nel 1990, dopo che la Russia ha comunicato di aver formalizzato il proprio ritiro dallo stesso. La Nato ha affermato che gli alleati aderenti al trattato intendono «sospenderlo per tutto il tempo necessario, in conformità con i propri diritti e con il diritto internazionale». Gli Stati membri dell'alleanza, in ogni caso, restano impegnati «a ridurre il rischio militare e a prevenire percezioni errate e conflitti». La Nato ha aggiunto che i suoi membri continueranno a «consultarsi e valutare le implicazioni dell'attuale contesto di sicurezza e il suo impatto sulla sicurezza» dell'alleanza. L'Alleanza ritiene questa mossa necessaria perché «una situazione in cui gli Stati alleati rispettano il Trattato, mentre la Russia no, sarebbe insostenibile».
Ore 13:46 - Kiev: «La morte del braccio destro del generale Zaluzhny è un incidente»
(Di Marta Serafini, inviata a Kiev) Un tragico incidente. Sarebbe questo ad aver ucciso il braccio destro del capo di Stato maggiore ucraino. L’esplosione della granata che ha ucciso il maggiore Hennady Chastiakov, assistente del comandante in capo dell’Ucraina Valery Zaluzhny, è stata probabilmente il risultato di un maneggio imprudente delle munizioni. Questa la versione del portavoce del ministero dell’Interno Mariana Reva al servizio ucraino di RFE/RL il 7 novembre. Un uomo avrebbe confessato di aver dato la granata a Chastiakov, ma avrebbe anche specificato come si trattasse di un ordigno armato. Sempre secondo Reva, Chastiakov probabilmente ha ignorato l’avvertimento e la granata è esplosa. L’indagine era ancora in corso. Chastiakov è stato ucciso il giorno del suo compleanno da un esplosivo contenuto in uno dei suoi regali nella sua casa a Chaiky, nell’oblast di Kiev. Suo figlio tredicenne è rimasto gravemente ferito nell’esplosione ed è sottoposto a cure mediche. L’ufficiale lascia la moglie e quattro figli.
Ore 15:07 - Salta la visita di Zelensky a Tel Aviv, rinviata a data da destinarsi
II presidente ucraino Volodymyr Zelensky non andrà in Israele, come inizialmente previsto. Nel fine settimana è trapelata attraverso Channel 12 la notizia del viaggio che è stato rinviato. Fonti diplomatiche israeliane affermano che il viaggio è ancora previsto, ma al momento non esiste una data.
Ore 16:22 - «Kiev vuole silurare il capo dell'esercito», poi la smentita
Si fa sempre più incerta la posizione del capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny, dopo le recenti tensioni con Zelensky sull'andamento del conflitto con la Russia. Secondo l'agenzia russa Ria Novosti un deputato del parlamento ucraino, Vladimir Ariev, nel corso della giornata ha affermato che il ministro della Difesa Rustem Umerov ha proposto di rimuovere Zaluzhny dall'incarico. Tale ipotesi è stata però smentita a stretto giro da un consigliere dell'ufficio di Zelensky, Sergiy Leshchenko. Successivamente, lo stesso deputato Ariev ha cancellato il messaggio precedente, affermando di aver ricevuto informazioni opposte.
Nei giorni scorsi Zaluzhny aveva creato non pochi malumori a Kiev, perché in una conversazione con l'Economist aveva parlato di una guerra diventata ormai di «posizione» e di «logoramento» che avrebbe favorito la Russia. Posizione su cui Zelensky si è mostrato in aperto disaccordo, affermando che il conflitto «non è in una situazione di stallo» e che l'obiettivo resta quello di battere i russi sul terreno.
Ore 16:31 - Zelensky sospende il comandante della 128esima brigata dopo la strage vicino al fronte
(Marta Serafini, inviata a Kiev) Il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato la sospensione del comandante della 128a brigata d’assalto di montagna separata, Dmytro Lysyuk. È questo il primo risultato dopo le indagini ordinate dallo stesso Zelensky sulla morte di 19 soldati uccisi da un missile Iskander durante una premiazione vicino al fronte di Zaporizhzhia, il 3 novembre. Il ministro della Difesa Rustem Umerov, il capo dei servizi di sicurezza (SBU) Vasyl Maliuk e l’ispettore del ministero della Difesa Ihor Voronchenko hanno presentato rapporti sui “dettagli della tragedia e sulle persone responsabili degli eventi”. «Il comandante della brigata è stato sospeso per la durata delle indagini», ha fatto sapere Zelensky che sta seguendo il caso di persona, soprattutto mentre è in corso una crisi con il capo di stato maggiore Valery Zaluzhny, accusato dal presidente stesso di aver rilasciato dichiarazioni fuorvianti all’Economist sullo stato della controffensiva militare. Molti commentatori hanno espresso sgomento per il fatto che tale cerimonia sia stata condotta in un’area regolarmente presa di mira da attacchi missilistici, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza dei grandi raduni.
Ore 17:54 - Sei morti in un bombardamento su Donetsk
Sei persone sono morte in un attacco a Donetsk, una grande città dell'Ucraina orientale controllata dai russi, lo rende noto il capo dell'amministrazione locale russa, Alexei Koulemzine. Il bombardamento ha colpito un edificio pubblico e ne ha fatto crollare il soffitto, ha dichiarato, aggiungendo che «sei persone sono state uccise».
Ore 18:20 - Zelensky grato all'Olanda: «Arrivati in Romania cinque F16»
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si è detto «grato all'Olanda e al presidente del Consiglio Mark Rutte per aver aperto la strada nel sostenere l'Ucraina». «La giornata di oggi segna una pietra miliare: cinque F-16 olandesi sono già arrivati al centro di addestramento in Romania. Continuiamo a lavorare insieme per accoglierli nei cieli ucraini il prima possibile», conclude Zelensky su X.
Ore 18:47 - Podolyak: «La Russia è la fonte di tutte le guerre»
«Lo ripeterò... non c'è dubbio che il principale contributore all'attuale crisi globale, all'instabilità globale e all'espansione della guerra sia la Russia. E se è necessario eliminare Hamas, frenare le ambizioni dell'Iran o della Corea del Nord, impedire la crescente escalation in diverse regioni, è necessario eliminare la fonte di tutto questo. E la fonte di tutto, lo ripeto, è la Russia». Lo scrive su X Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Senza risolvere il problema dell'esistenza dell'attuale regime in Russia, non risolveremo il problema della guerra e della pace nel senso più ampio del termine. Al contrario, il numero di guerre locali, escalation e violazioni del diritto internazionale aumenterà rapidamente. Ciò significa che il prezzo della sicurezza domani sarà molto più alto di quello dei programmi di oggi a sostegno dell'Ucraina», aggiunge Podolyak.
Ore 19:03 - Lituania: «È necessario un maggior sostegno per l'Ucraina»
Il viceministro degli Esteri della Lituania, Jonas Survila, ha incontrato oggi a Vilnius il ministro per gli Affari europei del Regno Unito, Leo Docherty. Tra le questioni toccate durante l'incontro, massimo rilievo hanno avuto il sostegno all'Ucraina, la situazione nella regione del Caucaso meridionale e i preparativi per il vertice Nato del prossimo anno a Washington. Al termine del colloquio, Survila ha sottolineato che, al momento attuale, un maggior sostegno all'Ucraina risulta inevitabile e di fondamentale importanza per il prosieguo della guerra. «Aumentare il livello di sostegno militare, finanziario e umanitario all'Ucraina è un imperativo strategico e la sicurezza europea e globale lo richiede - ha detto Survila -. Non solo non dobbiamo ridurre le dimensioni del nostro sostegno all'Ucraina, ma aumentarlo ed espanderlo, sia quantitativamente che qualitativamente, sostenendo il Paese fino alla sconfitta della Russia. Dobbiamo inoltre unire i nostri sforzi per facilitare l'accesso dell'Ucraina all'Alleanza atlantica».
Ore 19:32 - L'Estonia approva la legge per l'utilizzo dei fondi russi congelati
La commissione Affari costituzionali del Parlamento estone (Riigikogu) ha approvato oggi un progetto di legge, presentato dal governo del Paese baltico, che crea le basi legali per l'utilizzo dei beni russi congelati in conseguenza delle sanzioni internazionali alla Russia. Il provvedimento consente di utilizzare i beni sequestrati come anticipo dei risarcimenti dovuti dalla Russia all'Ucraina per i danni causati al Paese nel corso del conflitto e chiarisce le competenze delle autorità statali nell'attuazione delle sanzioni internazionali, fornendo basi giuridiche più chiare per l'attuazione e il monitoraggio delle stesse. Commentando il provvedimento, il Presidente della commissione, Hendrik Johannes Terras, ha sottolineato che esso si pone come necessario corollario nazionale alle sanzioni internazionali. «È essenziale chiarire e adattare le legislazioni nazionali - ha affermato Terras - in modo che nessuno possa aggirare le sanzioni che sono già state imposte a livello internazionale.» Per entrare in vigore, la legge dovrà ora essere approvata dal Parlamento.
Ore 19:44 - L'Ungheria all'Ue: «Non siamo ricattabili su revisione di bilancio»
«Non possiamo essere ricattati. Se c'è bisogno dell'unanimità, le cose possono rallentare, ma abbiamo già visto in passato che non possiamo essere paralizzati. Magari si va a una soluzione a 26, questo complica le cose, ma non ci blocca». Lo ha detto il commissario europeo al Bilancio, Johannes Hahn, in audizione alla riunione congiunta delle Commissioni bilancio del Parlamento europeo, in merito alla possibilità che Budapest ponga il veto sulla proposta di revisione di bilancio, che prevede tra l'altro un sostegno all'Ucraina, in modo da ottenere l'esborso di una parte dei fondi congelati. «Mi risulta che anche l'Ungheria sia interessata ad avere più fondi per la protezione delle frontiere esterne», ha aggiunto Hahn, in riferimento al fondi aggiuntivi per la migrazione previsti nella revisione di bilancio proposta dalla Commissione europea.
Le notizie di mercoledì 8 novembre sul conflitto in Ucraina. Marta Serafini, invitata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera mercoledì 8 novembre 2023.
• Zelensky ringrazia l’Olanda per i primi caccia F-16 inviati in Romania.
• Podolyak, consigliere di Zelensky: «La Russia è la fonte di tutte le guerre». In Ucraina al momento niente elezioni.
• Fonti vicine al Cremlino hanno confermato che Putin intende candidarsi per un quinto mandato a marzo, puntando a rimanere in carica ben oltre il 2024, almeno fino al 2030.
Ore 01:04 - Zelensky: «Faremo parte dell’Unione Europea»
L’Ucraina attende per oggi le conclusioni dell’Unione Europea sull’attuazione delle raccomandazioni della Commissione sui progressi compiuti per far parte della Ue. Lo ha detto in un videomessaggio il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. «Stiamo preparando i prossimi passi dopo questo rapporto. L’Ucraina ha già fatto molta strada per avvicinarsi all’Unione Europea, e il nostro Stato è pienamente consapevole che l’adesione è anche una decisione politica di tutti i Paesi che sono già nella Ue e vogliono vedere un nuovo Stato nell’Unione».
Zelensky ha ricordato che l’adesione alla Ue comporta un lavoro di avvicinamento e adattamento ai suoi standard e alle pratiche comunitarie: «L’Ucraina farà parte dell’Unione Europea. E arriveremo a questo, in particolare, grazie alla trasformazione del nostro Stato, una trasformazione interna che corrisponde assolutamente agli interessi del nostro popolo. L’Ue per l’Ucraina è sicurezza economica e stabilità sociale e l’Ucraina per la Ue è il rafforzamento dell’intera comunità».
Ore 01:38 - Podolyak: «Dietro Hamas e l’Iran c’è la Russia»
«Lo ripeterò: non c’è dubbio che il principale contributore all’attuale crisi globale, all’instabilità globale e all’espansione della guerra sia la Russia. E se è necessario eliminare Hamas, frenare le ambizioni dell’Iran o della Corea del Nord, impedire la crescente escalation in diverse regioni, è necessario eliminare la fonte di tutto questo. E la fonte di tutto, lo ripeto, è la Russia». Lo scrive sui social Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, che aggiunge: «Senza risolvere il problema dell’esistenza dell’attuale regime in Russia, non risolveremo il problema della “guerra e della pace” nel senso ampio del termine. Al contrario, il numero di guerre locali, escalation e violazioni del diritto internazionale aumenterà rapidamente. Ciò significa che il prezzo della sicurezza di domani sarà molto più alto di quello dei programmi di oggi a sostegno dell’Ucraina».
Ore 02:09 - Mosca: 3 morti e 30 feriti per attacco Kiev in Donetsk
Almeno 3 persone sono state uccise e più di 30 ferite in un attacco ucraino che ha preso di mira le città di Donetsk e Makeyevka, secondo le autorità filorusse dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk.
Ore 06:08 - G7: uniti nel forte sostegno a Kiev e per le sanzioni a Mosca
I ministri degli Esteri del G7 hanno concordato che il Gruppo «rimarrà unito nel suo atteggiamento volto a imporre severe sanzioni contro la Russia e a fornire un forte sostegno all’Ucraina, anche nell’attuale situazione internazionale». Lo riferisce in una nota il ministero degli Esteri del Giappone, presidente di turno del G7, a conclusione della sessione della riunione ministeriale dedicata a Kievin corso a Tokyo. «È necessario portare avanti il processo della formula di pace insieme ai partner internazionali», è stato poi sottolineato.
Ore 07:12 - Il «candidato» Putin cerca un plebiscito inutile alle elezioni del 18 marzo. «Si potrebbe anche non votare»
(Di Marco Imarisio) L’annuncio ufficiale ancora non c’è. Ma in fondo, non che ce ne sia questo gran bisogno. Vladimir Putin è già impegnato in una campagna elettorale che non ha molta ragion d’essere. Anche se esiste già uno slogan di tre parole, anch’esso informale, per ora. «Orgoglio. Speranza. Fiducia».
La ricandidatura del presidente russo alle elezioni del prossimo 18 marzo è da considerarsi scontata. Tre giorni fa è apparsa una «breaking news» che scopriva l’acqua calda, ovvero che secondo fonti del Cremlino l’uomo che comanda la Russia ormai da 23 anni, contando anche quelli trascorsi da capo del governo, avrebbe deciso di ripresentarsi.
Ore 07:55 - Patrushev: le azioni Usa aumentano il rischio di uso armi nucleari
Le «azioni distruttive» degli Stati Uniti «aumentano il rischio dell’uso di armi nucleari, chimiche e biologiche». Lo ha affermato il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev. Lo riporta Ria Novosti. «Una conseguenza naturale della politica distruttiva degli Stati Uniti è stato il deterioramento della situazione nel campo della sicurezza globale. Le loro azioni irresponsabili non solo contribuiscono all’esacerbazione delle vecchie crisi e all’emergere di nuove crisi, ma impediscono anche la risoluzione pacifica dei conflitti che vediamo oggi in Medioriente», ha dichiarato Patrushev aprendo la riunione dei segretari dei Consigli di sicurezza dei paesi della Csi a Mosca. «Il rischio di utilizzare armi nucleari, chimiche e biologiche è in aumento. La militarizzazione dello spazio e del cyberspazio viene effettuata a un ritmo accelerato», ha concluso.
Ore 08:01 - G7: «Il sostegno alla lotta dell’Ucraina non verrà mai meno. La retorica nucleare russa è inaccettabile e irresponsabile»
I ministri degli Esteri del G7 hanno confermato il «fermo impegno a sostenere la lotta dell’Ucraina per la sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale non verrà mai meno». È quanto si legge nella dichiarazione congiunta della ministeriale Esteri G7 a Tokyo. «Continuiamo a condannare nei termini più forti possibili la continua aggressione della Russia e ci impegniamo a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario, aumentando la pressione economica e imponendo robuste sanzioni e altre restrizioni contro la Russia».
Sulla minaccia nucleare della Russia la dichiarazione congiunta spiega: «L’irresponsabile retorica nucleare della Russia e il suo annunciato dispiegamento di armi nucleari in Bielorussia sono inaccettabili. Qualsiasi utilizzo di armi chimiche, biologiche o nucleari da parte della Russia avrebbe gravi conseguenze. Ci rammarichiamo profondamente della decisione della Russia di revocare la ratifica del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari».
Ore 08:09 - Kiev: 8 navi russe nel Mar Nero, inclusi 3 lanciamissili
Otto navi da guerra russe sono entrate in servizio di combattimento nel Mar Nero, tra cui tre lanciamissili con un carico complessivo di un massimo di 24 missili da crociera Kalibr: lo ha reso noto la Marina militare ucraina, come riporta Ukrinform. Una nave russa è rimasta nel Mar d’Azov e un’altra nel Mar Mediterraneo, si legge inoltre nel comunicato pubblicato su Facebook.
Ore 08:27 - «Tre civili uccisi nella regione di Donetsk in 24 ore»
Le truppe russe hanno ucciso tre civili nella regione orientale ucraina di Donetsk nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto il capo ad interim dell’amministrazione militare regionale, Igor Moroz, come riporta Ukrinform. «Il 7 novembre, i russi hanno ucciso tre residenti della regione di Donetsk, a Bahatyr,» ha scritto Moroz su Facebook.
Ore 08:41 - Kiev: Romania si prepara ad addestrare i piloti ucraini su F-16
La Romania sta realizzando le infrastrutture necessarie per l’addestramento dei piloti ucraini sugli aerei da caccia statunitensi F-16: lo ha reso noto al canale United News il portavoce dell’Aeronautica militare di Kiev, Yuriy Ignat, come riporta Ukrinform. «In Romania si sta formando un centro di addestramento per piloti. Affinché possa essere formato, è necessario fornire una base, dotarla di simulatori di volo e aerei da addestramento al combattimento con gli F-16», ha affermato Ignat. «I partner sono coerenti e forniscono a questo Paese questi mezzi e tutte le infrastrutture necessarie», ha aggiunto.
Ore 09:54 - Politico filorusso morto nell’esplosione della sua auto
Un deputato ed ex ufficiale militare della regione ucraina di Lugansk (est) occupata dalla Russia, Mikhail Filiponenko, è morto nell’esplosione della sua auto: lo riporta oggi il sito di notizie locale Lug-info gestito da funzionari insediati da Mosca nella regione. Il figlio della vittima, Ivan Filiponenko, ha detto a Lug-Info che suo padre ha riportato «ferite mortali» nell’esplosione. Secondo questo media, Filiponenko era un membro del Parlamento locale ed ex ufficiale dell’esercito separatista di Lugansk.
Ore 10:26 - Lavrov: gli Usa rovinano Europa mentre comprano uranio da noi
Gli Stati Uniti stanno mandando in bancarotta i «loro vassalli europei», ma continuano ad «acquistare uranio e materiali critici dalla Russia». Lo ha detto il ministro russo degli Esteri, Serghey Lavrov. Lo riporta la Tass. «Washington ha imposto e continua a imporre il costoso gas naturale liquefatto americano all’Unione europea e con le sue leggi egoistiche costringe le aziende europee a trasferire le imprese all’estero dove i costi di base sono più bassi e, mentre costringono l’Ue ad abbandonare tutto ciò che è russo, Washington continua ad acquistare uranio e altri materiali critici dalla Russia».
Ore 10:28 - Le proteste dei camionisti polacchi per il trasporto da e per l’Ucraina
(di Marta Serafini, inviata a Kiev) I camionisti polacchi in sciopero hanno completamente bloccato la possibilità dei camion merci di attraversare da e verso la Polonia in due posti di frontiera e ne hanno parzialmente bloccato un altro. Si tratta dei valichi Yahodyn – Dorohusk e Rava-Ruska – Hrebenne.
Il trasporto di merci umanitarie, autobus e veicoli privati è continuato, anche se a un ritmo molto più lento. La Polonia è stata uno dei maggiori sostenitori dell’Ucraina e un partner chiave per i trasporti dall’inizio dell’invasione russa in Ucraini. Ma soprattutto in concomitanza del voto con il passare dei mesi, il sostegno di Varsavia è andato assottigliandosi. I manifestanti chiedono nuove restrizioni sul numero di camion ucraini ammessi in Polonia, sostenendo che la mancanza di tali restrizioni sta danneggiando gli affari degli autisti polacchi. Chiedono anche il divieto delle società di trasporto esterne all’Unione Europea.
Di base la protesta ha le stesse motivazioni della protesta contro l’export di grano ucraino in UE. «I colleghi polacchi confermano che la restituzione dei permessi (per i camion ucraini) è uno dei requisiti fondamentali dei camionisti. Per noi è inaccettabile in condizioni di guerra, con catene logistiche spezzate e un blocco del Mar (Nero)» ha scritto Derkach. su Facebook. Il viceministro ha inoltre sottolineato che le richieste dei camionisti polacchi violano l’accordo sulla liberalizzazione dei trasporti firmato tra l’Ucraina e l’Unione europea nel giugno 2022 e che resterà in vigore fino al luglio 2024. «È impossibile per la Polonia annullarlo (l’accordo). E lavoreremo per la sua continuazione», ha detto Derkach. Il 6 novembre, l’ambasciatore ucraino in Polonia Vasyl Zvarych ha definito le proteste «un coltello nella schiena» dell’Ucraina, che continua a soffrire l’aggressione russa.
Ore 10:41 - «Putin incontrerà il numero 2 del Consiglio militare cinese»
Il presidente russo Vladimir Putin riceverà oggi il vice presidente del Consiglio militare centrale cinese, Zhang Youxiu: lo ha annunciato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ripreso dalla Tass. «Per quanto riguarda l’ospite del nostro ministro della Difesa, il vice presidente del Consiglio Militare Centrale della Repubblica Popolare Cinese, mi è stato chiesto ieri sera e questa mattina se il presidente lo riceverà. Sì, anche il presidente lo riceverà oggi e ci sarà un colloquio», ha detto Peskov.
Ore 10:58 - Shoigu: Russia e Cina non intendono creare un blocco militare
La Russia e la Cina non intendono creare un blocco militare: lo ha detto il ministro della Difesa russo, Sergey Shoigu, durante i negoziati con il vicepresidente della Commissione militare centrale cinese, Zhang Youxia, a Mosca. Lo riporta la Tass. Le relazioni tra la Russia e la Cina costituiscono un modello di interazione strategica basato su fiducia e rispetto, ha affermato Shoigu. «A differenza di alcuni Paesi occidentali aggressivi, noi non stiamo creando un blocco militare - ha sottolineato -. Le relazioni tra Russia e Cina sono un modello di interazione strategica basata sulla fiducia e il rispetto». Il ministro ha suggerito di «discutere ulteriori passi per aumentare la cooperazione bilaterale nel settore della difesa, nonché a scambiare opinioni sull’agenda internazionale».
Ore 11:41 - Il cantante russo Xolidayboy sviene durante il concerto dopo essere stato arruolato per combattere in Ucraina
L’hanno inseguito per tutta la Russia per consegnargli la cartolina di precetto e alla fine l’hanno trovato all’aeroporto Mineralnye Vody nel territorio di Stavropol. È qui che il cantante Ivan Minaev, meglio conosciuto con il suo pseudonimo Xolidayboy, si è visto costretto a firmare il documento di notifica.
Lo stress è stato tale che l’artista, nato a Sebastopoli in Crimea, è svenuto sul palco della Abrikos Arena mentre era si stava esibendo. Ricoverato all’ospedale di Stavropol i medici hanno riscontrato un «disturbo del sistema nervoso autonomo». A dare la notizia è stato il canale Telegram russo Baza che ha anche diffuso i video dell’accaduto.
Ore 12:02 - 007 Gb: il sabotaggio ferroviario è ancora grande sfida per Mosca
Il sabotaggio delle ferrovie russe da parte di attivisti pacifisti continua a rappresentare una sfida significativa per le autorità 17 mesi dopo la segnalazione dei primi episodi: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. Una ricerca del media indipendente russo Mediazona indica che fino al mese scorso 76 casi di sabotaggio ferroviario erano arrivati in tribunale dall’invasione: almeno 137 persone, la stragrande maggioranza di età inferiore ai 24 anni, sono state perseguite, si legge nel rapporto pubblicato su X. Dall’inizio del 2023 sono stati affissi su tratte chiave dell’infrastruttura ferroviaria avvisi per ricordare che, secondo il codice penale russo, il sabotaggio può essere punito fino all’ergastolo.
Ore 12:21 - La Commissione Ue raccomanda l'apertura dei negoziati con Kiev per l'adesione
La Commissione Europea raccomanda al Consiglio di aprire i negoziati di adesione con l'Ucraina. Nel rapporto si evidenzia che l'Ucraina ha completato il lavoro su quattro aree prioritarie indicate da Bruxelles - sette in totale - ma sulle rimanenti tre resta ancora del lavoro da fare. Ovvero lotta alla corruzione, norme anti oligarchi e protezione delle minoranze.
Ore 12:35 - Borrell: «Per Kiev oggi passo fondamentale verso l'Ue»
«L'Ucraina appartiene alla nostra famiglia europea. Questo è già un dato di fatto. Oggi compie un altro passo fondamentale nel suo cammino verso l'Ue: la Commissione europea raccomanda l'apertura dei negoziati di adesione. Continueremo a lavorare insieme per la futura adesione dell'Ucraina». Lo afferma su X l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell.
Ore 12:45 - Von der Leyen: «A dicembre il voto del Consiglio sui negoziati per l'adesione all'Unione europea dell'Ucraina»
«Noi facciamo la raccomandazione di avviare i negoziati di adesione dell'Ucraina e il Consiglio prende la decisione politica. Sarà sul tavolo del Consiglio di metà a dicembre». Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in conferenza stampa. «Se gli Stati diranno sì, il lavoro tecnico comincerà immediatamente. A marzo faremo un primo rapporto sul progresso. Noi potremo cominciare quando il Consiglio europeo darà il suo via libera».
Ore 13:06 - Kiev rivendica l'uccisione del politico filo-russo
Kiev ha rivendicato l'autobomba che ha ucciso un politico filo-russo nella regione occupata di Lugansk, nell'Ucraina orientale. La direzione dell'intelligence militare ucraina ha dichiarato in un comunicato di aver condotto «un'operazione speciale per eliminare» Mikhail Filiponenko, lavorando «insieme ai rappresentanti del movimento di resistenza».
Ore 13:16 - Zelensky: «Bene la dichiarazione forte di sostegno del G7»
«Ho accolto con favore la forte dichiarazione fatta oggi dai ministri degli Esteri del G7, che hanno riaffermato il loro incrollabile sostegno all'Ucraina, anche nel contesto di altri eventi mondiali», ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su X.
Ore 13:55 - Putin e l'incontro con il generale cinese: «La cooperazione militare tra Russia e Cina diventa più importante, le armi ci garantiranno la sicurezza»
La cooperazione militare tra Russia e Cina sta diventando «sempre più importante», anche se non punta a creare un'alleanza nello stile dei blocchi della Guerra Fredda. E il possesso si armamenti moderni aiuterà a garantire la sicurezza sia di Mosca, sia di Pechino. A dirlo è stato il presidente russo Vladimir Putin, dopo aver incontrato il vice presidente del Consiglio militare centrale cinese, Zhang Youxiu.
L'incontro tra il capo di Stato e uno dei più alti rappresentanti della catena di comando militare cinese era stato confermato nella mattinata di oggi dal portavoce del Cremlino, che avevano anche parlato di una «delegazione cinese» in visita nel ministero della Difesa di Mosca.
Il colloquio tra Putin e Youxiu è arrivato poche ore dopo che il consigliere russo per la sicurezza nazionale, Nikolai Patrushev, è tornato ad accusare gli Stati Uniti e l'Occidente: l'innalzamento della tensione da loro provocato — ha detto Patrushev, uno degli uomini più vicini a Putin — «alza la probabilità di utilizzo di armi chimiche, batteriologiche o nucleari. La conseguenza delle politiche distruttive degli Stati Uniti e dei loro avversari è il deterioramento della sicurezza globale».
Ore 15:03 - Draghi: «L’Ue non faccia compromessi sui suoi valori»
«La guerra in Ucraina è stata preceduta da una lunga serie di arretramenti sui nostri valori fondamentali: l’ammissione della Russia al G8 nonostante il mancato riconoscimento della sovranità ucraina, la promessa mancata di un intervento in Siria nel caso in cui Assad avesse usato il gas come arma, la Crimea, il ritiro dall’Afghanistan. La lezione che se ne può trarre è che non dobbiamo mai scendere a compromessi sui nostri valori fondamentali», su cui è stata costruita l’Ue cioè pace, democrazia, libertà, sovranità nazionale: lo ha detto l’ex premier Mario Draghi, parlando ad un evento del Financial Times.
Ore 15:06 - Russia, chiesti 8 anni per l’artista che denunciò la guerra
La pubblica accusa ha chiesto otto anni di reclusione per l’artista Aleksandra Skochilenko, che l’anno scorso ha protestato contro l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe rimpiazzando i prezzi dei prodotti in un supermercato di San Pietroburgo con messaggi che denunciavano l’uccisione di civili nella guerra. Lo riporta la testata online Mediazona. La giovane artista, 33 anni, è stata arrestata nell’aprile del 2022. Il governo russo all’inizio dell’invasione dell’Ucraina ha varato una legge bavaglio che prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sull’esercito che dovessero essere giudicate «false» dalle autorità, e fino a cinque anni per chi è accusato di «screditare» l’esercito.
Ore 15:14 - Nyt: «Le forze armate di Kiev vogliono arruolare più donne»
Dopo 20 mesi di guerra, l’Ucraina cerca di ricostituire le sue forze e sono in corso gli sforzi per portare più donne nell’esercito. Lo scrive il New York Times. Le donne già combattono nell’Ucraina sudorientale. Oggi circa 43.000 donne servono nell’esercito, secondo il ministero della Difesa, un aumento di circa il 40 per cento rispetto al 2021. La forza di combattimento maschile è più che triplicata nello stesso periodo.
Ore 15:17 - Putin riceve il vice presidente della Commissione militare: «La nostra cooperazione è fattore stabilizzante»
Il Presidente russo Vladimir Putin ha incontrato il generale cinese Zhang Youxia, vice Presidente della Commissione militare centrale. «I nostri contatti nei settori militare e della tecnologia militare stanno diventando sempre più importanti», ha dichiarato Putin. Cina e Russia, ha aggiunto, non stanno costruendo una «alleanza militare» in stile guerra fredda, ma la cooperazione bilaterale è un «fattore stabilizzante dell’intero scenario globale». Russia e Cina reagiranno «rafforzando le loro capacità di difesa, con calma e con attenzione», in risposta all’aumento della presenza militare americana nella regione dell’Asia del Pacifico. Zhang a Mosca «per rafforzare ulteriormente la cooperazione tecnico militare», come ha detto, ha visto anche il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu.
Ore 14:35 - Isw: «Blogger russi segnalano blindati di Kiev sulla riva est del Dnipro»
Blogger militari russi affermano che alcuni blindati ucraini hanno attraversato il Dnipro nell'oblast di Kherson e che le truppe di Kiev portano avanti operazioni di terra sulla riva sinistra (est) del fiume con un gruppo di fanteria leggera delle dimensioni di un battaglione. Lo riporta il think tank americano Institute for the Study of War (Isw) nel suo bollettino giornaliero sulla guerra in Ucraina. Il fiume è una delle linee del fronte, con gli occupanti russi attestati sulla riva sinistra dopo che gli ucraini hanno liberato Kherson un anno fa. Diversi «milblogger» russi riferiscono fra il 6 e il 7 novembre che uno o due veicoli anfibi corazzati Pts di Kiev hanno attraversato il Dnipro all'altezza di Krynky, località 30 km a nord est della città di Kherson. Sui canali dei blogger nazionalisti si parla anche di oltre 300 soldati ucraini (circa un battaglione) che operano sulla riva sinistra.
Ore 16:09 - Dombrovskis: «Allargamento dell'Ue sarebbe un vantaggio per i Paesi membri e i candidati (Ucraina)»
«Oggi, la Commissione europea ha deciso di raccomandare l'apertura della recessione di adesione con l'Ucraina. Un passo avanti soprattutto per l'Ucraina, che è pur sempre un paese in guerra ma che allo stesso tempo riesce ad attuare un'importante agenda di riforme per avanzare a livello europeo». Lo ha detto il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, al suo arrivo alla riunione dell'Eurogruppo. «Per quanto riguarda i vantaggi economici che avevamo visto anche dai precedenti allargamenti, quelli sono effettivamente soluzioni reciprocamente vantaggiose, che stanno consentendo a nuovi paesi di accelerare il proprio sviluppo socioeconomico. Stanno anche offrendo molte opportunità ai paesi già esistenti nell'Unione europea in termini di nuovi mercati per le loro aziende, nuove possibilità di impegno economico. Quindi, in effetti, questo può essere uno scenario vantaggioso (win-win) sia per i paesi dell'Ue esistenti che per quelli potenziali», ha aggiunto.
Ore 16:44 - Zelensky: «Da Gaza evacuati 43 cittadini ucraini»
Il presidente ucraino Zelensky ha scritto su Twitter che Kiev ha evacuato «con successo il suo primo gruppo di 43 cittadini ucraini da Gaza. Ora sono al sicuro in Egitto, dove i diplomatici ucraini forniscono loro l'assistenza necessaria».
«Abbiamo anche aiutato a evacuare 36 cittadini della Moldavia e siamo lieti di aiutare il nostro amichevole vicino», ha aggiunto. «L'evacuazione continua. Le nostre ambasciate in Israele ed Egitto, così come altre agenzie competenti, stanno lavorando duramente per far uscire da Gaza un numero maggiore di nostri cittadini», ha concluso.
Ore 16:45 - Michel: «L'Ue compri il grano dall'Ucraina e lo invii in Medio Oriente»
«Non dobbiamo perdere di vista la panoramica geopolitica più ampia. L'Ue può aiutare il Medio Oriente continuando il suo forte sostegno all'Ucraina fino a che necessario. Entrambe le regioni hanno bisogno del nostro continuo coinvolgimento. Per questo propongo che l'Ue acquisti grano dall'Ucraina e lo invii a quanti hanno bisogno in Medio Oriente. Questo è un grande segno di solidarietà ed efficienza». Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nel suo discorso in plenaria al Parlamento europeo.
Ore 16:51 - Due tribunali militari russi hanno condannato due prigionieri ucraini a 19 e 20 anni di carcere per aver «sparato a dei civili a Mariupol»
Due soldati ucraini sono stati condannati rispettivamente a 19 e 20 anni di reclusione da due tribunali militari russi perché accusati di aver sparato su dei civili a Mariupol: le imputazioni nei confronti dei due militari non sono però verificabili e le corti russe non sono ritenute indipendenti dal potere politico. A riportare la notizia sono diversi media, tra cui l'agenzia France-Presse.
Secondo il Moscow Times, la corte militare russa del distretto meridionale, con sede a Rostov sul Don, avrebbe accusato Anton Cherednik di aver fermato due civili durante un pattugliamento a Mariupol, averli fatti sdraiare per terra e aver ucciso uno di loro sparandogli sospettando che fosse un infiltrato russo dopo che aveva pronunciato in modo incorretto una parola ucraina. Sempre secondo la testata, che cita i media russi, Cherednik avrebbe detto di aver sparato perché l'uomo aveva sussultato come se stesse per estrarre un'arma. Queste versioni non sono però confermabili, e le eventuali dichiarazioni del militare ucraino potrebbero essere state rilasciate sotto costrizione. L'agenzia France-Presse riferisce che un altro soldato ucraino è stato condannato a 20 anni di reclusione da un tribunale russo nella regione ucraina di Donetsk, nel Donbass occupato dalle truppe del Cremlino. Secondo la sedicente «Corte suprema della repubblica popolare di Donetsk», Sergey Dumchik avrebbe sparato a un'auto con a bordo tre civili, che però sarebbero riusciti a fuggire. Anche in questo caso le imputazioni non sono verificabili e l'Onu ritiene che «la cosiddetta magistratura» delle autoproclamate repubbliche del Donbass - annesse illegalmente da Mosca un anno fa - non rispetti «le garanzie essenziali di un processo equo, come le udienze pubbliche, l'indipendenza, l'imparzialità dei tribunali e il diritto a non essere obbligati a testimoniare». Mariupol è stata occupata dalle truppe russe dopo un lungo assedio e un incessante bombardamento che ha devastato la città. L'Onu ha accertato la morte di oltre 9.900 civili dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, ma ritiene che il numero reale delle vittime possa essere drammaticamente più alto.
Ore 16:57 - Von der Leyen: «La Russia ha fallito, l'Ucraina è più forte di prima»
«L'obiettivo della Russia era di cancellare l'Ucraina dalla carta geografica. Non ci è riuscita. L'Ucraina è ora una nazione più forte di prima» ed è necessario che l'Ue la sostenga perché possa continuare a resistere. «Questo è un momento decisivo; questi paesi (Ucraina, Moldova, Georgia, ndr) hanno scelto chiaramente da che parte stanno, è chiaro che vogliono entrare nell'Ue perché vedono la differenza», rispetto alle ingerenze della Russia.
Ore 17:12 - Chiesti 8 anni di detenzione per l'artista russa Skochilenko. «Protestò contro la guerra in Ucraina»
Le autorità russe hanno chiesto una pena detentiva di otto anni per Sasha Skochilenko, artista e musicista incarcerata dopo aver protestato contro la guerra in Ucraina. Skochilenko, 33 anni, era stata arrestata nella sua città natale, San Pietroburgo, nell'aprile del 2022, con l'accusa di aver diffuso false informazioni sulle forze armate dopo aver sostituito i cartellini dei prezzi dei supermercati con slogan contro la guerra e l'invasione. Il sito d'informazione indipendente russo Mediazona ha riferito che la donna era «sotto shock» per la severità della sentenza richiesta.
Ore 17:25 - I Paesi baltici salutano con favore l'avvio dei negoziati per l'adesione di Ucraina e Moldavia all'Ue
Le classi dirigenti dei tre Paesi baltici hanno espresso grande soddisfazione per l'apertura dei negoziati di adesione all'Unione europea con Moldavia e Ucraina, annunciata oggi a Bruxelles. «Si tratta di una decisione storica - ha scritto il ministro degli Esteri dell'Estonia, Margus Tsahkna, in un comunicato stampa - come storica è la decisione di concedere alla Georgia lo status di Paese candidato. Da oltre 20 mesi, l'Ucraina sta combattendo una lotta disinteressata e coraggiosa per tutto ciò che apprezziamo e amiamo nell'Unione europea». Analoghi i toni impiegati dal ministro degli Esteri della Lituania, Gabrielius Landsbergis, che ha sottolineato come la concessione alla Georgia dello status di candidato rappresenta un nuovo impulso per il consolidamento sociale, la riduzione della polarizzazione e l'implementazione della riforme nel Paese caucasico. Molto meno diplomatica l'ex ministra della Difesa della Lettonia, Inara Murniece, che in un messaggio, pubblicato sul suo account X, ha indicato che il percorso intrapreso da Moldavia e Ucraina è irreversibile con inevitabili conseguenze per la Russia. «Lasciamo che la nave russa vada a picco», ha sarcasticamente chiosato Murniece.
Ore 17:29 - L'agenzia britannica Nca accusa la Russia di utilizzare l'oro per aggirare le sanzioni
La National Crime Agency (Nca) del Regno Unito ha emesso mercoledì un avviso che mette in guardia le istituzioni finanziarie «sul fatto che la Russia stia usando l'oro come mezzo per minare l'impatto del regime di sanzioni del Regno Unito». In particolare l'agenzia ha registrato «tentativi deliberati di riciclare l'oro soggetto a sanzioni per mascherarne l'origine, in modo che possa essere nascosto nelle catene di approvvigionamento e venduto nel Regno Unito e in tutto il mondo», si legge in un comunicato.
Secondo la Nca, l'oro è una fonte cruciale di entrate per finanziare l'esercito russo in Ucraina - seconda solo al petrolio e al gas - e nel 2021 ha rappresentato un valore di 12,6 miliardi di sterline per l'economia russa . Dal 21 luglio 2022, afferma l'agenzia, l'oro russo è stato spedito sempre più spesso in Paesi che non applicano sanzioni.
«Una volta fuso, rifuso o raffinato, l'origine dell'oro non può essere determinata con un esame, poiché tutti i segni distintivi vanno persi». L'1 novembre il ministero degli Esteri britannico ha annunciato nuove sanzioni contro 29 persone ed entità del settore russo dell'oro e del petrolio. Si tratta di «oligarchi e società russe - come Nord Gold PLC e Highland Gold Mining Limited - e facilitatori di Paesi terzi che alimentano le entrate belliche della Russia», ha dichiarato il dipartimento in un comunicato separato. Le nuove sanzioni prendono di mira anche una rete con sede negli Emirati Arabi Uniti responsabile di aver convogliato in Russia «oltre 300 milioni di dollari di entrate» grazie al metallo prezioso. Ad oggi, il Regno Unito ha applicato misure di questo tipo su più di 1.800 persone, società e gruppi.
Ore 01:07 - Zelensky: «Lenti passi avanti a sud, ma anche a est»
Intervenendo alla conferenza Reuters Next tenutasi ieri a New York, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha assicurato che Kiev è ancora sulla buona strada per «ottenere risultati militari entro la fine dell’anno». «Abbiamo un piano. Abbiamo obiettivi molti concreti. Abbiamo lenti passi in avanti a sud, ma anche a est», ha affermato Zelensky citato dai media ucraini. Il presidente ucraino ha anche detto che quello di ieri è stato un «giorno di successo» per Kiev, dopo che la Commissione europea ha raccomandato l’apertura dei negoziati con l’Ucraina per l’adesione all’Ue.
Arruolato. Xolidayboy: chi è il cantante russo svenuto sul palco. Si chiama Ivan Minaev ed è nato a Sebastopoli, quando la Crimea era ucraina. Poi c'è stata l'annessione da parte della Russia nel 2014. Un episodio rispetto al quale la pop star è sempre stata contraria. Per questo ha subito negli ultimi anni la 'vendetta' e il boicottaggio degli haters filo russi. Redazione Web su L'Unità l'8 Novembre 2023
Il vero nome è Ivan Minaev ma è conosciuto con quello d’arte: Xolidayboy. Ucraino d’origine, da 9 anni è ‘russo‘. Si, perché quando è nato nel 2000 Sebastopoli, capitale della Crimea, era una città ucraina. Dal 2014, anno della dichiarazione d’indipendenza e dell’annessione alla Russia, la penisola è entrata nell’orbita di Mosca. Xolidayboy è molto famoso nel suo paese. È una popstar, fa il cantante e nelle ultime 48 ore è diventato ancora più noto. Il motivo? Un video diventato virale che lo ha mostrato mentre sveniva sopra un palco durante un concerto. Ma la causa non è stato un malore. Il mancamento è stato provocato da una brutta notizia: Xolidayboy è stato arruolato per combattere tra i ranghi russi al fronte ucraino.
Il concerto, la notizia e il crollo
Le autorità del Cremlino gli hanno notificato l’atto all’aeroporto Mineralnye Vody nel territorio di Stavropol. Poi il live show all’Abrikos Arena e il crollo durante l’esibizione. Xolidayboy è stato immediatamente soccorso e ricoverato in ospedale. I medici hanno diagnosticato un, “disturbo del sistema nervoso autonomo“. La notizia è stata poi diffusa dal canale Telegram russo Baza. A questo punto è possibile che il tour del giovane, che aveva in programma concerti in Russia e Bielorussia, possa essere sospeso. Non è fantasiosa l’ipotesi di una vendetta. Nel 2021, in un filmato, Xolidayboy si era dichiarato “ucraino e di Sebastopoli” ed aveva esplicitamente condannato l’annessione russa della penisola.
L’attacco a Mosca e la vendetta
Per questo motivo, qualche giorno fa, Ekaterina Mizulina, capo della Safe Internet League e figlia della parlamentare russa Elena Mizulina, ha denunciato Xolidayboy alle autorità chiedendo agli organizzatori del tour di bloccare i live show. Poi si sono scatenati gli haters del web. Numerosi gli attacchi social contro la pop star accusata di ‘sputare nel piatto nel quale mangia’, in quanto con la sua musica, Xolidayboy guadagna soldi in Russia. Addirittura un blogger filo-russo ha accusato il giovane di essere un collaborazionista degli ucraini. Non a caso i suoi spettacoli sono stati annullati proprio in Crimea. Redazione Web 8 Novembre 2023
Le notizie sulla guerra in Ucraina del 9 novembre. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera giovedì 9 novembre 2023.
• In attesa che l’inverno congeli la situazione al fronte per i mesi più freddi, i due eserciti cercano di consolidare le posizioni.
• Kiev rivendica lenti progressi a sud e est, ma Mosca ribadisce: «L’offensica ucraina è fallita».
• La difesa ucraina intanto lancia l’allarme: la Russia ha schierato 8 navi da guerra nel Mar Nero, timore per una nuova imminente ondata di attacchi missilistici.
Ore 01:06 - Zelensky: «Lenti passi avanti a sud, ma anche a est»
Intervenendo alla conferenza Reuters Next tenutasi ieri a New York, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha assicurato che Kiev è ancora sulla buona strada per «ottenere risultati militari entro la fine dell’anno». «Abbiamo un piano. Abbiamo obiettivi molti concreti. Abbiamo lenti passi in avanti a sud, ma anche a est», ha affermato Zelensky citato dai media ucraini. Il presidente ucraino ha anche detto che quello di ieri è stato un «giorno di successo» per Kiev, dopo che la Commissione europea ha raccomandato l’apertura dei negoziati con l’Ucraina per l’adesione all’Ue.
Ore 02:47 - Funzionari russi parteciperanno al Forum Apec di San Francisco
Alcuni funzionari russi parteciperanno al vertice dell’Asian-Pacific Economic Cooperation che si terrà a San Francisco la prossima settimana. Lo riporta il San Francisco Chronicle citando un funzionario del Dipartimento di Stato. Al vertice dell’Apec ci saranno il presidente Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping.
Ore 02:49 - Blinken in Corea del Sud, colloqui sui rapporti Mosca-Pyongyang
Il segretario di Stato americano Antony Blinken è giunto in Corea del Sud, il principale alleato regionale degli Stati Uniti, per colloqui che si concentreranno sulla sicurezza, mentre la Corea del Nord intensifica la cooperazione militare con la Russia. Blinken è arrivato a Seul mercoledì sera dopo l’incontro dei ministri degli Esteri del G7 a Tokyo e un vorticoso tour del Medio Oriente, per la sua prima visita in Corea del Sud da quando il presidente Yoon Suk Yeol si è insediato l’anno scorso. Il massimo diplomatico americano avrà colloqui con la controparte sudcoreana Park Jin e dovrebbe fare una visita di cortesia a Yoon. Le implicazioni sulla sicurezza della crescente cooperazione militare tra Mosca e Pyongyang saranno probabilmente in cima all’agenda, hanno detto funzionari statunitensi. Kim Jong Un e Vladimir Putin hanno tenuto un vertice di settembre nell’estremo oriente della Russia, un incontro che è stato presto seguito da ripetuti trasferimenti di armi, con Seoul che ha affermato che Pyongyang aveva inviato un milione di colpi di artiglieria per favorire la guerra di Mosca in Ucraina in cambio di know-how sulla tecnologia satellitare. «Siamo profondamente preoccupati per ciò che la Russia sta fornendo a Pyongyang in cambio delle armi e delle munizioni che sta ricevendo», ha detto Blinken a Tokyo. Russia e Corea del Nord, alleati storici, sono entrambe soggette a una serie di sanzioni globali: Mosca per l’invasione dell’Ucraina e Pyongyang per i test sulle armi nucleari. Secondo Seul inoltre la Corea del Nord è ansiosa di mettere in orbita un satellite spia militare, dopo aver fallito due volte quest’anno, con i preparativi per un altro tentativo nelle fasi finali e un successo più probabile dopo l’aiuto di Mosca.
Ore 03:33 - Putin è arrivato in Kazakistan, incontrerà il presidente Tokayev
Il presidente russo Vladimir Putin è arrivato stamattina in Kazakistan. Il suo aereo è atterrato nella capitale Astana, riferisce l’agenzia russa Tass. Nel corso della giornata è previsto un incontro tra lo zar e il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev, nel palazzo di Ak Orda. I due leader prenderanno parte poi al diciannovesimo Forum di cooperazione interregionale e firmeranno alcuni «importanti documenti congiunti», aggiunge la Tass.
Ore 07:42 - Kiev, eliminati 1.080 soldati russi in ultime 24 ore
In un post su Facebook le forze di difesa ucraine affermano di aver eliminato circa 308.720 militari russi dal 24 febbraio 2022 a oggi, di cui 1.080 nelle ultime 24 ore.
Ore 08:36 - Blinken: pericolosa la cooperazione militare Pyongyang-Mosca
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha messo in guardia dalla crescente cooperazione militare tra la Corea del Nord e la Russia, durante la sua visita in Corea del Sud, alleato chiave Usa nella regione insieme al Giappone. «Condividiamo profonde preoccupazioni sulla crescente e pericolosa cooperazione militare della Corea del Nord con la Russia», ha detto Blinken in una conferenza stampa congiunta a Seul con la controparte sudcoreana Park Jin, trasmessa in streaming.
Ore 09:31 - «Missile russo abbattuto nel distretto di Dnipro»
Un missile russo è stato abbattuto nella notte nell'oblast di Dnipropetrovsk, la terza città dell'Ucraina. Lo ha segnalato Serhii Lysak, capo dell'amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, in un post su Telegram. Lo riporta Ukrinform. «Di notte, i difensori dell'Air Command East hanno distrutto il missile dell'aggressore nella regione. Lo hanno abbattuto sul distretto di Dnipro», ha detto. Lysak ha aggiunto che i bombardamenti sul distretto di Nikopol non si sono fermati e che le forze russe occupanti hanno colpito la comunità di Marhanets con l'artiglieria pesante. Non sono state segnalate vittime.
Ore 10:29 - Peskov: «Usa e Ucraina capiscano, è impossibile sconfiggerci»
«È ora che tutti capiscano, a Kiev e a Washington, che è impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un'intervista con il giornalista televisivo Pavel Arubin, ripresa dall'agenzia Tass.
Ore 13:10 - Il Papa riceve il Nunzio Apostolico a Kiev
Papa Francesco ha ricevuto in udienza monsignor Visvaldas Kulbokas, Nunzio Apostolico in Ucraina. Lo comunica il bollettino della sala stampa vaticana.
Ore 14:41 - Medvedev: 410.000 nuovi contrattisti nelle forze armate nel 2023
Sono oltre 410mila dall'inizio dell'anno i russi che si sono arruolati come contrattisti nelle forze armate. Lo ha detto l'ex presidente Dmitry Medvedev, attualmente vice segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale. «Non assistiamo ad alcuna diminuzione» dei contrattisti. «Al contrario vediamo un aumento nel numero di coloro che sono pronti a difendere la loro patria, il nostro Paese», ha sottolineato Medvedev.
Ore 14:42 - Kiev: attacco alle forze russe nel Kherson, uccisi 5 ufficiali
Questa mattina le forze ucraine avrebbero lanciato due missili contro la città di Skadovsk, nella regione occupata di Kherson. Uno dei due sarebbe stato intercettato dalle difese russe, ma l'altro sarebbe andato a bersaglio e avrebbe ucciso cinque ufficiali di alto rango, ferendo inoltre almeno 15 persone. Lo riportano i media ucraini come Ukrainska Pravda e Kyiv Independent. Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco in esilio di Mariupol, ha riferito su Telegram che il luogo dell'impatto è stato «l'edificio di un'ex fattoria collettiva», strutture risalenti al periodo sovietico. Il Centro nazionale di resistenza ha riportato che, secondo informazioni non ancora confermate, l'attacco ha preso di mira una struttura temporanea del servizio di sicurezza russo Fsb.
Ore 02:49 - Un possibile vertice globale per la pace a febbraio 2024
Un «vertice di pace» globale per l’Ucraina potrebbe tenersi a febbraio 2024, ha detto ieri sera un alto funzionario di Kiev all’agenzia Reuters. Igor Zhovkva, principale consigliere diplomatico del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha afferma che Kiev un quarto incontro dei consiglieri per la sicurezza nazionale a fine novembre o inizio dicembre. «E il vertice globale potrebbe svolgersi nel febbraio 2024», ha aggiunto. Il summit «avrà sicuramente luogo, poiché segnerà l’inizio simbolico dell’attuazione pratica della “Formula di pace” ucraina e riassumerà tutti i risultati che sono già stati raggiunti su questo percorso», ha sottolineato Zhovkva citato dalla Reuters. Il consigliere di Zelensky ha riconosciuto che gli eventi in Medio Oriente stanno influenzando le priorità dell’agenda dei paesi della regione, ma ha osservato che ai colloqui del mese scorso a Malta hanno partecipato anche Arabia Saudita, Bahrein e Qatar. «Non abbiamo bisogno di un vertice fine a sé stesso. Stiamo parlando del coinvolgimento più ampio possibile dei leader del Sud del mondo. Pertanto dobbiamo considerare attentamente il momento e il luogo» del summit ha affermato Zhovka. Zelensky ieri ha detto di aver discusso i preparativi per il vertice con i presidenti di Indonesia e Paraguay, chiedendo loro di unirsi allo sforzo.
Le notizie sulla guerra tra Ucraina e Russia del 10 novembre. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online, su Il Corriere della Sera venerdì 10 novembre 2023.
• Zelensky: «Lenti passi avanti delle nostre forze a sud e a est».
• Il Papa ha ricevuto il Nunzio Apostolico a Kiev.
• Blinken in Corea del Sud: al centro della visita del segretario di Stato americano colloqui sui rapporti Mosca-Pyongyang.
Ore 07:00 - Mosca: «Droni ucraini abbattuti sulla Crimea e sulla regione di Tula»
Mosca afferma di aver abbattuto stanotte due droni ucraini sulla Crimea e un altro nella regione russa centrale di Tula. Secondo le autorità locali citate dall'agenzia Tass, non ci sono state vittime o danni particolari.
Ore 07:03 - Ucraina: «Droni russi sulla regione di Kiev, allerta alta in tre oblast»
Kiev afferma che stanotte nella regione della capitale le forze di difesa aerea ucraine hanno abbattuto diversi droni russi. L'allerta antiaerea è scattata anche nelle oblast di Cherkasy e Chernihiv, secondo l'agenzia Ukrinform.
Ore 07:15 - Visita a sorpresa di Putin al quartier generale russo di Rostov
Il presidente russo Vladimir Putin ha fatto una visita a sorpresa nella notte al quartier generale dell'esercito russo per l'operazione in Ucraina, a Rostov sul Don. Lo ha annunciato stamattina Mosca. Si tratta del secondo viaggio dello zar nella città russa in meno di un mese. Putin «ha visitato il quartier generale delle forze armate dopo aver completato la sua visita ufficiale in Kazakistan», ha affermato in una nota il Cremlino. Durante il viaggio il presidente russo è stato accompagnato dal suo ministro della Difesa, Sergei Shoigu, e dal capo di Stato maggiore e comandante delle operazioni militari in Ucraina, Valéri Gerassimov. A Putin è stato presentato il nuovo equipaggiamento militare e ha ascoltato i rapporti sullo sviluppo dell'operazione militare in Ucraina, aggiunge il Cremlino.
Ore 07:31 - Abbattuti nella notte 5 droni russi su 6 e un missile
Le forze russe hanno lanciato nella notte contro l'Ucraina un missile guidato Kh-31, un missile Kh-59 e sei droni kamikaze, di cui cinque sono stati abbattuti dalle difese aeree ucraine oltre al missile Kh-59: lo ha reso noto oggi l'Aeronautica militare di Kiev, come riporta Rbc-Ucraina. I sei droni sono stati lanciati dalla regione russa di Krasnodar, mentre i due missili provenivano dallo spazio aereo della regione ucraina occupata di Kherson. Le forze di difesa aerea ucraine sono state attivate nelle regioni di Dnipropetrovsk, Kharkiv, Mykolaiv, Poltava e Kiev.
Ore 07:32 - Kiev: «La Russia ha perso più di 309 mila soldati»
Lo stato maggiore delle forze armate ucraine ha riferito che la Russia ha perso 309.520 soldati in Ucraina dall'inizio della sua invasione su vasta scala il 24 febbraio 2022. Questo numero include 800 vittime subite dalle forze russe nell'ultimo giorno. Secondo il rapporto, la Russia ha perso anche 5.317 carri armati, 10.017 veicoli corazzati da combattimento, 9.876 veicoli e serbatoi di carburante, 7.489 sistemi di artiglieria, 877 sistemi di razzi a lancio multiplo, 578 sistemi di difesa aerea, 322 aerei, 324 elicotteri, 5.595 droni, 20 navi e barche e un sottomarino.
Ore 07:54 - I media ucraini: «In Crimea colpiti due mezzi da sbarco russi»
Unità dell'intelligence militare ucraina hanno distrutto la notte scorsa due mezzi da sbarco russi nella Crimea occupata: lo riporta l'emittente statale Suspilne. «Due mezzi da sbarco russi ad alta velocità sono stati colpiti nel villaggio di Chornomorske, nella Crimea occupata (ovest). Secondo le nostre fonti l'operazione è stata effettuata dalla Gur (l'intelligence del ministero della Difesa, ndr)», si legge nel messaggio pubblicato su Telegram.
Ore 09:11 - Crosetto: «L'Ucraina è una ferita aperta, dall'inizio della guerra non è cambiato nulla»
Dal punto di vista dei mass media, la crisi in Medio Oriente sta distraendo dalla guerra in Ucraina: il problema politico, invece, rimane aperto. Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto a «24 Mattino» su Radio 24. «È una ferita aperta per l'Ucraina e per le conseguenze che ha extra Ucraina ma anche per l'Ucraina stessa. Oggi vengono sparati migliaia di proiettili, lanciate centinaia di bombe: nulla è cambiato dal primo giorno ma ci si è fermati su una linea», ha detto il ministro.
Ore 09:12 - Ryabkov: «Le sanzioni contro di noi anche sul gnl falliranno»
I tentativi degli Stati Uniti di sopprimere lo sviluppo del settore petrolifero e del gas russo attraverso le sanzioni falliranno, ha dichiarato il vice ministro degli Esteri Sergey Ryabkov in un'intervista a RTVI. Lo riferisce l'agenzia russa Tass. «Sono sicuro che, proprio come in passato, gli attuali tentativi di sopprimere, attraverso le sanzioni, le opportunità di sviluppo e di avanzamento del nostro Paese, in particolare nel settore del petrolio e del gas, compreso il settore del Gnl - un segmento molto promettente, la domanda di questi prodotti è elevata - falliranno», ha detto.
Ore 09:13 - Zelensky: «Da Gaza evacuati 160 ucraini e 9 moldavi»
«L'Ucraina ha evacuato da Gaza altri 160 cittadini ucraini e 9 moldavi nel corso della giornata e della notte». È quanto ha fatto sapere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sui propri profili social. «Questa settimana sono già stati salvati 203 cittadini ucraini», aggiunge, «l'Ucraina è a favore della protezione dei civili e si prende cura di tutti i suoi cittadini, indipendentemente da dove si trovino».
Ore 09:32 - Orban: «Inaccettabile collegare i fondi congelati all'Ungheria con l'adesione dell'Ucraina all'Ue»
L'Ungheria non accetterà mai di collegare la questione del pagamento dell'Ucraina dal bilancio dell'Unione Europea e la sua ammissione nel blocco con la restituzione a Budapest del denaro congelato dai fondi Ue. Lo ha chiarito il primo ministro di Budapest, Viktor Orban. Orban ha ricordato che l'Ue deve all'Ungheria «un sacco di soldi», fino a cinque miliardi di euro.
«Vorrei sottolineare molto chiaramente che il disaccordo dell'Ungheria con l'avvio dei negoziati sull'adesione dell'Ucraina all'Ue non è oggetto di contrattazione. Questo non dovrebbe essere collegato a questioni di denaro. Dobbiamo ricevere i soldi che ci devono», ha detto Orban alla radio ungherese Kossuth. Il primo ministro ha aggiunto che tutte le questioni relative all'Ucraina, compresi i finanziamenti dal bilancio dell'Ue e l'avvio dei colloqui sull'adesione al blocco, «non dovrebbero essere collegate alla restituzione di denaro all'Ungheria».
Ore 09:49 - L'intelligence di Kiev conferma: «Colpiti due mezzi da sbarco russi in Crimea»
La Direzione centrale dell'intelligence del ministero della Difesa di Kiev ha confermato che nella notte gli ucraini hanno colpito due mezzi da sbarco ad alta velocità russi all'altezza di Chornomorske, sulla costa occidentale della Crimea occupata. Lo riporta Ukrinform.
Ore 09:59 - La Russia ha sospeso l'accordo per la cooperazione sulle armi nucleari con il Giappone
La Russia ha sospeso un accordo di cooperazione con il Giappone per lo smantellamento delle armi nucleari russe. Lo indica un documento governativo reso pubblico ieri sera. «Il documento, pubblicato sul portale ufficiale online del governo russo, mostra che il primo ministro Mikhail Mishustin ha firmato un ordine di sospensione dell'accordo del 1993 martedì», ha riportato la Reuters. «Il documento non ha fornito una motivazione della decisione, ma ha indicato che il ministero degli Esteri russo avrebbe informato il Giappone dell'iniziativa». «Le relazioni tra la Russia e il Giappone si sono fortemente deteriorate da quando Mosca ha inviato truppe in Ucraina nel febbraio dello scorso anno, dopo che Tokyo si era unita ai Paesi occidentali imponendo sanzioni punitive».
Ore 10:08 - Mattarella: «Alla mia età non avrei immaginato di assistere a una guerra in Europa. Ok alla mediazione, ma senza umiliare la Russia»
«Stiamo incoraggiando tutti i tentativi di mediazione in corso. Naturalmente che rispettino l'integrità territoriale Ucraina». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontrando il presidente dell'Uzbekistan. L'invasione dell'Ucraina è stato un «grave errore della Russia che riporta indietro il tempo. Nessuna controversia può essere risolta aggredendo vicino», ha detto il presidente della Repubblica, per il quale «nessuno vuole umiliare e indebolire ruolo Russia».
Ore 10:46 - L'intelligence britannica: «La Russia potrebbe aver colpito per sbaglio un cargo liberiano»
La Russia potrebbe aver colpito per errore il cargo liberiano raggiunto l'8 novembre da un missile anti radar nel porto di Pivdennyi a Odessa. Lo scrive l'intelligence militare britannica nel suo bollettino giornaliero sulla guerra in Ucraina. Il missile Kh-31 (As-17 Krypton) che secondo Kiev è stato lanciato dai russi «è stato probabilmente usato per prendere di mira i radar militari ucraini nel'area. E' una possibilità realistica che il missile As-17, lanciato dall'aria in assenza di un segnale radar militare in azione, abbia colpito il sistema radar nella nave. Se così fosse, ciò dimostrerebbe una scarsa tattica nell'uso delle armi da parte del pilota russo». La nave battente bandiera liberiana, ricorda il bollettino, stava caricando materiale ferroso destinato alla Cina, «un alleato strategico della Russia», Nell'attacco è morto un pilota del porto, mentre tre membri dell'equipaggio e un lavoratore del porto sono rimasti feriti.
Ore 11:18 - La Russia invia 25 tonnellate di aiuti all'Egitto da mandare a Gaza
La Russia ha dichiarato venerdì di aver inviato 25 tonnellate di aiuti umanitari all'Egitto da consegnare alla Striscia di Gaza, che è sotto assedio quasi totale e bombardamenti incessanti.
Ore 11:30 - «Tentò di incendiare un centro militare», 20enne condannata a 6 anni in Russia
Un tribunale militare russo ha condannato in primo grado a sei anni di reclusione una ragazza di vent'anni accusandola di aver tentato di appiccare il fuoco a un centro di soccorso per soldati mobilitati a Karabikha, nella regione di Yaroslavl, utilizzando «una miscela incendiaria»: lo sostiene l'intelligence di Mosca (Fsb), citata dall'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti. Le accuse rivolte alla giovane non sono verificabili in maniera indipendente. Da quando le truppe del Cremlino hanno invaso l'Ucraina, il governo russo ha denunciato diversi incendi o tentativi di incendio nei propri centri di reclutamento. L'Fsb dichiara di aver arrestato la ragazza lo scorso febbraio e sostiene che la giovane ha «compiuto queste» presunte «azioni su istruzione di un militare delle forze armate ucraine», ma anche questa accusa non è verificabile.
Ore 11:34 - Stoltenberg: «Guerra imprevedibile, prepariamoci a un lungo periodo»
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg conta sui progressi delle forze armate ucraine nella lotta contro le truppe russe, ma in un'intervista alla Dpa ha avvertito che gli stessi saranno difficili. «Dobbiamo essere preparati per un lungo periodo. Le guerre sono per natura imprevedibili», ha dichiarato a Berlino, aggiungendo che «quello che sappiamo è che ciò che accade attorno a un tavolo negoziale è indissolubilmente legato alla situazione sul campo di battaglia». Stoltenberg ha affermato che solo il sostegno militare potrebbe garantire che l'Ucraina rimanga uno stato sovrano e democratico e convincerebbe il presidente russo Vladimir Putin che non potrà vincere sul campo di battaglia. Il comandante in capo delle forze armate ucraine, generale Valery Zaluzhny, ha dichiarato la scorsa settimana che la guerra in Ucraina si è impantanata. «Il passaggio a una guerra di posizione porta al suo prolungamento e comporta rischi significativi sia per le forze armate ucraine che per lo Stato nel suo insieme», ha avvertito Zaluzhny sull'Economist. Stoltenberg ha commentato che è sempre stato chiaro che non sarebbe stato facile. «Sapevamo che la Russia aveva preparato le linee difensive per mesi, con mine, con trincee di carri armati, con molte posizioni difensive». Tuttavia, gli ucraini «sono riusciti a guadagnare terreno e a liberare più territorio», ha sottolineato. Stoltenberg ha incontrato ieri il cancelliere tedesco Olaf Scholz e oggi vedrà il ministro della Difesa Boris Pistorius.
Stoltenberg ha accolto con favore il sostegno militare della Germania all'Ucraina. Lui ha però evitato di prendere una posizione chiara sulla questione se il governo tedesco debba fornire all'Ucraina i missili da crociera Taurus, come richiesto da Kiev, ma più volte respinto da Scholz. «In fin dei conti, il tipo di sistemi forniti da ciascun alleato viene deciso a livello nazionale», ha affermato, aggiungendo di accogliere con favore il fatto che Regno Unito e Francia abbiano già fornito missili da crociera. La Germania ha fornito all'Ucraina altre armi essenziali, inclusi carri armati ed efficaci sistemi di difesa aerea, ha affermato Stoltenberg.
Ore 11:52 - In Europa 4.2 milioni di rifugiati ucraini con protezione, 1.1 milioni solo in Germania
Al 30 settembre 2023, quasi 4,2 milioni di cittadini di Paesi terzi, fuggiti dall'Ucraina a seguito dell'invasione russa del 24 febbraio 2022, godevano dello status di protezione temporanea nei Paesi dell'Ue. Lo comunica Eurostat. I principali Paesi dell'Ue che hanno ospitato rifugiati beneficiari di protezione temporanea dall'Ucraina sono stati la Germania (1.194.900 persone; 28,3% del totale), Polonia (958.655; 23,1%) e Repubblica Ceca (357.960; 8,8%). Rispetto alla fine di agosto, il numero di beneficiari di protezione temporanea provenienti dall'Ucraina nell'Ue è aumentato di 31.920 (+0,8%). I maggiori incrementi sono stati osservati in Germania (+19.205; +1,6%), Paesi Bassi (+3.685; +2,8%) e Irlanda (+2.875; 3,2%).
Ore 12:11 - Una corte russa nella zona occupata del Donetsk ha condannato un soldato ucraino a 30 anni
L'autoproclamata "Corte suprema della Repubblica popolare di Donetsk", nella parte occupata del Donbass ucraino (est), ha condannato a 30 anni di reclusione un paramedico delle forze armate ucraine prigioniero dei soldati russi accusandolo di aver sparato su civili a Mariupol: lo riporta l'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti, secondo la quale il tribunale accusa il soldato - identificato come Vitaly Matvienko - di aver sparato contro auto di civili in due circostanze assieme a dei commilitoni provocando la morte di sei persone. Si tratta di imputazioni non confermabili, così come non sono confermabili gli stessi episodi denunciati dalla corte russa. L'Onu ritiene che «la cosiddetta magistratura» delle autoproclamate repubbliche del Donbass - annesse illegalmente da Mosca un anno fa - non rispetti «le garanzie essenziali di un processo equo, come le udienze pubbliche, l'indipendenza, l'imparzialità dei tribunali e il diritto a non essere obbligati a testimoniare». Mariupol è stata occupata dalle truppe russe dopo un lungo assedio e un incessante bombardamento che ha devastato la città. L'Onu ha accertato la morte di oltre 9.900 civili dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, ma ritiene che il numero reale delle vittime possa essere drammaticamente più alto.
Ore 12:48 - Ue: «Presto nuove sanzioni a Mosca, discussioni in corso»
«Speravamo di arrivare alla presentazione del 12esimo pacchetto di sanzioni oggi ma non è così, le discussioni continuano, contiamo ad ogni modo di presentarlo molto presto». Lo ha detto un portavoce della Commissione Europea a proposito delle ultime misure restrittive contro la Russia.
Ore 13:15 - Sunak: «Con Kiev fino alla vittoria»
Il premier del Regno Unito, Rishi Sunak, ha assicurato all'Ucraina che il popolo britannico sosterrà gli ucraini fino alla loro vittoria. Lo ha affermato il premier del Regno Unito, Rishi Sunak, nel suo articolo per l'Ukrainska Pravda. «Stiamo lavorando con i nostri alleati e partner per fornire il sostegno necessario per mantenere alta la pressione sulle forze di Putin. Il mio messaggio all'Ucraina oggi è lo stesso che ho detto a quei soldati: saremo con voi finché non sarete vittoriosi», ha scritto Sunak.
Ore 13:16 - Cremlino: «Zelensky promette la vittoria per coprire i suoi fallimenti»
La mancanza di successi militari sul campo sta costringendo il presidente ucraino Zelensky a fare nuove promesse ai suoi sostenitori occidentali, per «persuaderli che alla fine tali successi si materializzeranno». Ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando le parole di Zelensky ieri in una conferenza a New York secondo le quali Kiev è ancora sulla buona strada per «ottenere risultati militari entro la fine dell'anno» e sta facendo «lenti passi in avanti a sud, ma anche a est». «Il presidente Zelensky e il regime di Kiev in generale - ha affermato Peskov, citato dall'agenzia Tass - stanno disperatamente promettendo successi militari sul campo ai loro donatori. Le loro precedenti promesse non si sono avverate. I donatori cominciano a sentirsi preoccupati e ansiosi». A Zelensky quindi, ha aggiunto il portavoce, «non resta altra scelta che affidarsi sempre di più al potere dell'eloquenza nel tentativo di persuaderli che i successi alla fine si materializzeranno».
Ore 13:18 - Tajani: «Assolutamente favorevole all'ingresso dell'Ucraina nell'Ue»
«Siamo assolutamente favorevoli all'adesione dell'Ucraina» all'Unione europea. Ma Kiev «dovrà ovviamente rispettare le regole e l'acquis comunitario»: lo dice il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervistato dalla radio francese Rfi (Radio France Internationale) in occasione della sua trasferta a Parigi. Tajani ricorda anche che l'Italia «è favorevole» all'ingresso dei Paesi dei Balcani occidentali che sono candidati all'Ue, «come l'Albania, la Serbia e gli altri».
Ore 14:16 - IL PUNTO DEL CORRIERE | Meno soldi per Kiev, attacco nel Mar Nero
(di Guido Olimpio) Avviso dagli Usa: i fondi a disposizione per gli aiuti all’Ucraina si stanno riducendo. Al momento – secondo le fonti ufficiali – è rimasto un miliardo di dollari. La notizia non spunta a sorpresa, c’erano state infatti molte indicazioni a riguardo. La Casa Bianca ha presentato al Congresso un nuovo programma che prevede stanziamenti massicci per Kiev e Israele ma l’idea si è scontrata con una parte del Congresso americano che vorrebbe dare la precedenza a Gerusalemme.
C’è dunque molta attesa per il prossimo vertice dei Paesi donatori previsto a metà mese nella base di Ramstein in Germania. Durante questi meeting periodici vengono discusse priorità, scelte, invio di equipaggiamenti. I pianificatori devono tenere conto di una serie di punti: munizioni per artiglieria, preparativi in vista dei mesi invernali (si attende una nuova campagna di bombardamenti russi), scorte di materiale e, più in generale, «cosa fare».
News dal Mar Nero. Droni marittimi hanno colpito due battelli da sbarco degli invasori, a bordo c’erano dei blindati. Azione documentata con un video. È il fronte sul quale gli ucraini continuano a sfidare con efficacia l’avversario.
Ore 14:21 - Fonti Ue: «Già date 300 mila munizioni a Kiev, altre in arrivo»
Sino ad ora all'Ucraina sono state consegnate 300mila munizioni di vario calibro nel quadro del primo pilastro del piano escogitato dall'Ue e «un numero molto significativo» è in fase di consegna, «entro la fine dell'anno o all'inizio del prossimo». Lo fa sapere un alto funzionario Ue alla vigilia del Consiglio Difesa che si terrà a Bruxelles martedì. Queste consegne avvengono nel quadro del secondo pilastro del piano, che prevede l'approvvigionamento comune tra gli Stati membri o per consorzi o per contratti firmati con la mediazione dell'Eda, l'agenzia per la difesa europea. «I numeri precisi non sono al momento disponibili ma il programma sta funzionando», ha notato la fonte, precisando che è «prematuro» ipotizzare il mancato raggiungimento del target di 1 milione di munizioni entro il prossimo maggio.
Ore 14:23 - Kiev: «La guerra in Ucraina è al punto di non ritorno»
La guerra in Ucraina è arrivata a un punto di non ritorno e Kiev ha una chiara visione di come la situazione si svilupperà nel 2024 e di cosa è necessario per vincere il conflitto: lo ha detto il consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, in un'intervista all'emittente statale tedesca DW. «La guerra è al punto di non ritorno. La Russia capisce perfettamente che se viene sconfitta, la linea del fronte crolla, allora questa élite cesserà di esistere. Beh, in realtà la Russia cesserà di esistere: non in senso geografico, ma in senso politico», ha affermato l'alto funzionario. Per quanto riguarda l'anno prossimo, Podoliak ha sottolineato che Kiev ha «una comprensione assolutamente chiara di ciò che è necessario» per sconfiggere Mosca, spiegando che la strategia ucraina si articola in quattro punti. «Il primo è aggiustare leggermente la tattica, tenendo conto delle risorse che la Russia spende. Il secondo è adattare leggermente la strategia, tenendo conto dei rimanenti vantaggi dominanti della Russia, in modo che questi vantaggi vengano eliminati - ha affermato -. Il terzo sono gli investimenti in quelle industrie che necessitano di un forte sviluppo per ottenere un vantaggio tecnologico. E il quarto è un forte aumento della pressione legato alla componente tecnologica di questa guerra su alcuni ordini militari della Russia».
Ore 14:47 - «La posizione della Slovacchia sull'invio armi non è cambiata»
Sulla posizione della Slovacchia riguardo all'invio di armi all'Ucraina «al mio livello non ho visto un cambiamento nella posizione». Lo riferisce un alto funzionario Ue in vista del Consiglio Ue Affari esteri di lunedì. In campagna elettorale il neopremier Robert Fico aveva criticato il supporto a Kiev.
Ore 18:10 - La Lituania invia a Kiev lanciamissili Nasams
La Lituania ha inviato all’Ucraina lanciamissili Nasams recentemente acquistati. Lo ha comunicato oggi il ministro della Difesa del Paese baltico, Arvydas Anusauskas. «I sistemi Nasams acquistati dalla Lituania - ha detto Anusauskas - saranno integrati nelle unità di controllo del tiro a disposizione dell’esercito ucraino, interagendo ed espandendo così le capacità operative dei sistemi Nasams donati dalla Norvegia e dagli Stati Uniti. Il sostegno che forniamo rimane un fattore importante per la difesa dell’Ucraina. Ascoltiamo le esigenze dell’Ucraina, le ascoltino anche gli alleati». Il valore complessivo del sostegno militare finora fornito della Lituania all’Ucraina è di circa mezzo miliardo di euro.
Ore 18:57 - Zelensky alla Lituania: «Grazie per i lanciamissili»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha riferito di aver incontrato il ministro della Difesa lituano, Arvydas Anusauskas, e di aver avuto con lui una «bella conversazione». Sul sito del governo Zelensky ha fatto sapere di aver ringraziato il ministro del Paese baltico per l’invio dei lanciamissili Nasams e in generale «per il sostegno già fornito all’Ucraina, che è molto significativo» e «include armi e supporto politico». «La nostra alleanza è davvero sentita - ha aggiunto Zelensky -. Abbiamo anche discusso dell’ulteriore cooperazione nel campo della difesa tra Ucraina e Lituania. Stiamo lavorando alla fornitura di veicoli blindati per l’evacuazione medica dei ragazzi al fronte».
Ore 19:14 - Kiev: «L’esercito russo cerca ancora di circondare Avdiivka»
Le forze russe stanno ancora cercando di circondare Avdiivka, la città del Donetsk contro la quale è stata lanciata un’offensiva dalla metà di ottobre. Lo riferisce il portavoce militare ucraino Alexander Shtupun, citato dal Guardian. «Le forze russe non stanno combattendo solo per lo stabilimento (si riferisce all’impianto per ottenere la miscela di gas coke ndr), ma non hanno rinunciato a cercare di circondare Avdiivka», ha dichiarato Shtupun spiegando che le forze ucraine stanno respingendo gli assalti all’impianto e che la struttura è ancora sotto il loro controllo.
Ore 01:55 - Kiev: affondati in Crimea due mezzi da sbarco russi
I droni della marina ucraina hanno affondato due piccole imbarcazioni da sbarco russe nella baia di Vuzka, in Crimea. Lo ha riferito l’agenzia di intelligence di Kiev. La notizia è stata rilanciata dall'agenzia Reuters, che però ha specificato di non aver potuto verificare la veridicità dell'annuncio ucraino. Secondo l'intelligence i due mezzi da sbarco affondati sono uno della classe Akula e l'altro della classe Serna.
Ucraina Russia, le notizie sulla guerra di sabato 11 novembre. «Un colonnello ucraino coordinò il sabotaggio del Nord Stream». Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera sabato 11 novembre 2023.
• La Lituania invia a Kiev lanciamissili Nasams. Zelensky ringrazia.
• Kiev: «La guerra è al punto di non ritorno».
• Ue: «Presto nuove sanzioni a Mosca, discussioni in corso».
Ore 02:01 - Kiev: affondati in Crimea due mezzi da sbarco russi
I droni della marina ucraina hanno affondato due piccole imbarcazioni da sbarco russe nella baia di Vuzka, in Crimea. Lo ha riferito l’agenzia di intelligence di Kiev. La notizia è stata rilanciata dall'agenzia Reuters, che però ha specificato di non aver potuto verificare la veridicità dell'annuncio ucraino. Secondo l'intelligence i due mezzi da sbarco affondati sono uno della classe Akula e l'altro della classe Serna.
Ore 03:46 - Corea del Nord: Stati Uniti si abituino ai nostri rapporti con la Russia
La Corea del Nord ha criticato i recenti commenti del segretario di Stato americano Antony Blinken, molto critici sulle relazioni di Pyongyang con Mosca, perché «non farebbero altro che aumentare la pericolosa tensione politica e militare» nella penisola, mentre gli Usa «dovrebbero abituarsi alla nuova realtà delle relazioni tra la Corea del Nord e la Russia». Blinken, recatosi a Seul in settimana dopo la ministeriale Esteri del G7 a Tokyo, aveva parlato di legami militari tra Pyongyang e Mosca «crescenti e pericolosi» e aveva esortato Pechino, il principale alleato del Nord, a frenare «le azioni pericolose» dello Stato eremita.
Ore 03:47 - Difesa russa: «Abbattuti due droni ucraini sul nostro territorio»
Il ministero russo della Difesa ha reso noto di aver abbattuto due droni ucraini nelle ultime ore: uno è stato colpito nella regione di Mosca, l’altro nei pressi del confine con la Bielorussia. Non è chiaro da dove siano stati lanciati i due droni.
Ore 08:38 - Kiev sotto attacco, due forti esplosioni nella capitale
Almeno due forti esplosioni sono state avvertite questa mattina a Kiev. Lo riporta il Kyiv Independent, spiegando che le sirene di allarme sono suonate dopo le esplosioni. L’aeronautica militare ucraina ha parlato di minaccia missilistica. Il sindaco della città Vitali Klitschko ha scritto questa mattina sul suo canale Telegram che «secondo le informazioni preliminari, le forze missilistiche balistiche antiaeree hanno funzionato. L’ansia continua. Restate nei rifugi». Le esplosioni, ha precisato, «sono state udite sulla riva sinistra» del fiume Dnepr che attraversa la città.
Ore 09:24 - Le esplosioni a Kiev e la minaccia russa per l’inverno
(di Marta Serafini, inviata a Kiev) Tornano a suonare le sirene nella capitale ucraina. Dopo 52 giorni senza attacchi, Kiev si è svegliata questa mattina con la notizia che le forze russe hanno provato a lanciare un missile Iskander sulla città, secondo quanto riferito da Serhii Popko, capo dell’amministrazione militare della città di Kiev. Dopo alcune esplosioni intorno alle 8 del mattino, è scattato l’allarme anti aereo che è però durato pochi minuti. Yurii Ihnat, portavoce dell’aeronautica militare, ha spiegato che i missili balistici sono ad alta velocità e non vengono facilmente rilevati dai radar, il che probabilmente ha causato il ritardo del sistema di allarme. Nei giorni scorsi l’intelligence ucraina aveva avvertito del pericolo che Mosca potesse riprendere gli attacchi missilistici sulle infrastrutture energetiche in vista dell’inverno.
Ore 12:32 - Lo scudo dei Patriot protegge la capitale
Il missile balistico russo che questa mattina era diretto verso Kiev è stato abbattuto dal sistema di difesa aerea statunitense Patriot: lo ha reso noto il comandante dell’Aeronautica militare ucraina, tenente generale Mykola Oleshchuk, come riporta Ukrinform. Intanto il ministero della Difesa di Mosca ha comunicato che le forze russe hanno bombardato un deposito di munizioni. Secondo le autorità ucraine, un missile russo è stato abbattuto mentre altri due sono caduti in un campo tra due villaggi e la conseguente onda d’urto ha danneggiato cinque abitazioni e diversi altri edifici. Non si segnalano feriti o vittime.
Ore 13:02 - Zelensky: «I territori occupati torneranno all’Ucraina»
L’Ucraina restituirà alla popolazione le sue città e villaggi temporaneamente occupati dalle forze russe: lo scrive su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in occasione del primo anniversario della liberazione di Kherson dall’occupazione russa. L’Ucraina non dimentica le città e i villaggi attualmente occupati dai russi, ha sottolineato Zelensky. «L’intero sud dell’Ucraina ha imparato l’anno scorso che la Russia non arriva mai “per sempre”, non importa quante volte lo ripetano. Perché l’Ucraina ritorna sempre. Sempre! Quando conosciamo il nostro obiettivo. Quando è un obiettivo condiviso. Quando siamo uniti. E quando uniamo gli altri attorno all’obiettivo ucraino», ha concluso.
Ore 14:31 - Polonia: «L'imperialismo russo non si fermerà all'Ucraina»
L'imperialismo russo non si fermerà in Ucraina; se non sarà castigato vorrà togliere la sovranità ai altri stati e perciò la Polonia deve continuare i sforzi per garantire la propia sicurezza. Lo ha detto il capo di stato polacco Andrzej Duda oggi nel corso della cerimonia solenne a Varsavia in occasione della Festa dell'indipendenza polacca. Secondo il presidente, in vista della prima seduta di dopodomani del parlamento di nuova legislatura, «la questione fondamentale per i polacchi è ultimare i programmi in corso» per assicurare la sicurezza energetica nonché i massicci acquisti di armamenti (iniziati dal precedente governo) affinché il paese sia in grado di difendersi. Duda ha ricordato che la Polonia fa parte del Patto Atlantico e la sua sicurezza è garantita anche dagli Stati Uniti, ma ha avvertito i connazionali che «l'interesse del proprio paese «deve essere sempre in primo luogo».
Ore 15:53 - L'ex segretario della Nato: «Kiev nell'Alleanza ma senza i territori occupati»
L'ex segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha avanzato la proposta di far entrare l'Ucraina nell'alleanza militare atlantica, ma senza i territori occupati dalla Russia. Lo riporta il Guardian. Rasmussen, segretario dell'Alleanza dal 2009 al 2014, ha lavorato a lungo a fianco di Andriy Yermak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, soprattutto in vista dell'ultimo vertice Nato di Vilnius di quest'anno, che si è concluso senza alcun invito all'adesione dell'Ucraina. Secondo l'ex capo della Nato un piano di adesione parziale dell'Ucraina non simboleggerebbe un congelamento del conflitto, ma segnerebbe invece la determinazione ad avvertire la Russia: «L'assoluta credibilità delle garanzie dell'articolo 5 dissuaderebbe la Russia dal lanciare attacchi all'interno del territorio ucraino all'interno della Nato e quindi libererebbe le forze ucraine per andare in prima linea». Rasmussen ha aggiunto, infine, che l'adesione dell'Ucraina alla Nato non può essere rinviata all'anno prossimo: «È giunto il momento di fare il passo successivo ed estendere un invito all'Ucraina ad aderire alla Nato. Abbiamo bisogno di una nuova architettura di sicurezza europea in cui l'Ucraina sia nel cuore della Nato» ha detto l'ex segretario.
Ore 16:52 - Zelensky a Duda: «Insieme siamo almeno due volte più forti»
Zelensky ha avuto una conversazione in videoconferenza con il presidente polacco Andrzej Duda in occasione del giorno dell'indipendenza della Polonia. Dopo essersi congratulato, Zelensky ha sottolineato che l'indipendenza dell'Ucraina sarà sempre un forte sostegno per la libertà della Polonia. Lo riferisce sul sito del governo. «L'unità dell'Europa - il nostro interesse comune - può essere potente solo quando uno dei suoi fondamenti è l'alleanza tra le volontà ucraina e polacca, quando siamo insieme, quando siamo insieme nell'Unione europea, nella Nato e in tutti i momenti determinanti della nostra storia comune. Insieme siamo almeno due volte più forti», ha dichiarato il presidente ucraino. Secondo Zelensky «i nostri popoli - insieme a tutta l'Europa - hanno fatto molta strada e ogni volta che siamo stati dalla stessa parte abbiamo cambiato la storia in meglio. Quando ucraini e polacchi sono uniti da un obiettivo comune sono possibili cose incredibili. Come nelle battaglie di Orsha e Zamość, così ora, nella battaglia in corso per la libertà dell'Ucraina, e quindi della Polonia. Vinceremo questa battaglia perché ci stimiamo a vicenda». Zelensky ha assicurato che gli ucraini saranno sempre grati al popolo polacco per l'assistenza fornita nei difficili momenti dell'aggressione russa. «Sono grato che i cuori polacchi abbiano sentito il ritmo dei cuori ucraini al momento giusto e nel modo giusto. Sono grato che valori come l'onore, la libertà e la solidarietà siano davvero fondamentali per il popolo polacco. E sono grato per la calma e il rispetto di tutto il nostro popolo che avete protetto condividendo il calore della casa polacca», ha detto il presidente ucraino.
Ore 19:51 - Mosca respinge le accuse della Carlsberg di avere rubato le attività delle sue filiali russe
Mosca ha respinto oggi le accuse rivoltele dal Ceo della Carlsberg, Jacob Aarup-Andersen, di avere «rubato» le proprietà e le attività in Russia del gruppo danese produttore di birra. «L'informazione fornita nell'interpretazione di Aarup-Andersen non ha nulla a che vedere con la realtà», ha scritto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, sul suo canale Telegram. Lo scorso giugno la Carlsberg aveva annunciato di volere vendere la sua controllata russa, Baltika, che conta 8.400 dipendenti. Ma un decreto firmato dal presidente Vladimir Putin aveva disposto il trasferimento «temporaneo» sotto il controllo dell'Agenzia federale per la gestione delle proprietà statali, come fatto anche per altre società internazionali intenzionate a lasciare il Paese. Successivamente il Ceo del gruppo danese ha appunto accusato le autorità di Mosca di essersi impossessate illegalmente del business della Carlsberg in Russia. Zakharova scrive che le accuse di Aarup-Andersen «sono infondate» e ribadisce che le azioni della compagnia danese nella Baltika sono state trasferite solo per una «gestione temporanea» alla competente agenzia statale. Molte società occidentali hanno lasciato la Russia dall'inizio dell'operazione militare di Mosca in Ucraina, e in molti casi hanno dovuto accettare le misure restrittive adottate dalle autorità russe, fra le quali l'obbligo di vendere le loro proprietà a prezzi fortemente scontati.
Ore 17:06 - In 6 regioni ucraine migliaia senza energia dopo i raid russi
I lanci di missili e droni da parte dei russi sull'Ucraina hanno lasciato parzialmente senza elettricità ben sei regioni del Paese, secondo quanto scrive l'egenzia Unian citando il ministero dell'Energia di Kiev. Le regioni sono quelle di Donetsk, Zaporizhzhia, Sumy, Chernihiv, Kharkiv e Kherson e gli utenti rimasti senza luce sono diverse migliaia in ognuna di esse.
Ore 18:26 - La Germania raddoppia gli aiuti militari all'Ucraina a 8 miliardi
La Germania dovrebbe raddoppiare dagli attuali quattro a otto miliardi di euro gli aiuti militari all'Ucraina per il prossimo anno e, grazie a ulteriori stanziamenti, rispettare l'impegno preso con la Nato sulla quota di spese per la difesa: lo prevede il sito del quotidiano tedesco Bild citando proprie informazioni raccolte presso il ministero della Difesa di Berlino a proposito di un'intesa politica raggiunta in seno alla coalizione di sinistra-centro del cancelliere Olaf Scholz. Un'approvazione formale è prevista «la prossima settimana» da parte della Commissione bilancio del parlamento tedesco, precisa il sito. Finora, per il 2024, erano stati stanziati 4 miliardi di euro, quasi esclusivamente per progetti già promessi, e al Ministero della Difesa erano rimasti solo 120 milioni di euro per nuovi aiuti. Nelle attuali trattative sul bilancio, il ministro della Difesa, Boris Pistorius, aveva chiesto un aumento di 5 miliardi di euro. Inoltre il dicastero otterrà altri 2 miliardi di euro per cosiddetti «stanziamenti d'impegno» per contratti di armamento a lungo termine. I miliardi aggiuntivi avranno un effetto anche sul rapporto tedesco fra Pil e spese per la difesa che i Paesi della Nato sono impegnati a tenere almeno al 2%: secondo calcoli del ministero, il tasso della Germania per l'anno prossimo salirà al 2,1%, consentendo a Berlino di tornare a rispettare l'impegno dopo «anni», scrive Bild.
Ore 19:47 - Washington Post: «Un colonnello ucraino coordinò il sabotaggio del Nord Stream»
(di Marta Serafini) Un’operazione speciale controversa e un nuovo regolamento di conti tra i vertici dell’establishment politico e militare ucraino. Sono le ultime rivelazioni del Washington Post e dello Spiegel. Secondo il quotidiano statunitense e il settimanale tedesco, un alto ufficiale delle forze speciali ucraine legato ad una parte dell’intelligence ucraina ha coordinato il sabotaggio del gasdotto Nord Stream. Fonti vicine all’operazione raccontano come il colonnello Roman Chervinsky avrebbe gestito la logistica e il supporto di un team di sei uomini inviati nel Baltico con una barca a vela e con dell’attrezzatura subacquea a piazzare delle cariche esplosive sulle strutture sottomarine. Una descrizione compatibile con quanto successo il 24 settembre 2022, quando un’esplosione ha danneggiato i condotti che trasportano gas dalla Russia alla Germania attraverso il Baltico. Questa operazione ha da sempre incontrato le critiche di tutti i governi, compresa Washington. E se l’esecutivo di Zelensky nega ogni coinvolgimento, queste rivelazioni confermano il ruolo degli ucraini in un’attività di sabotaggio condotta contro strutture civili, al di fuori della propria area di sovranità. Da notare però un altro elemento, come sottolinea lo stesso Washington Post: Chervinsky avrebbe da sempre risposto, almeno indirettamente, agli ordini di Valery Zaluzhny, generale capo dell’esercito ucraino al centro delle tensioni di queste settimane tra i vertici militari e i vertici politici di Kiev. Una testa da sacrificare dunque, tanto più che è tra i critici del presidente? Da aprile Chervinsky da aprile si trova in carcere con l’accusa di abuso di potere per aver preso parte ad un’altra operazione che avrebbe esposto obiettivi militari strategici ucraini.
Gli effetti della guerra. La crisi demografica dell’Ucraina, e come uscirne. Federico Bosco su L'Inkiesta il 10 Novembre 2023
A causa dell’invasione russa il paese ha perso il quindici per cento della sua popolazione. Gli esperti del Centro congiunto di coordinamento dell’Unione europea temono che potrebbe scendere sotto i ventinove milioni nei prossimi trenta anni, rendendo difficile la sua ripresa post-bellica
Come nella maggior parte dei paesi europei la demografia dell’Ucraina era in condizioni critiche anche prima della guerra, con un tasso di natalità insufficiente a contrastare il calo demografico da invecchiamento, aggravato ulteriormente da una forte emigrazione. L’invasione su vasta scala della Russia l’ha spinta al punto di rottura, e oggi la demografia è la principale minaccia per lo sviluppo economico dell’Ucraina del dopoguerra. In base ai dati di Kyjiv la popolazione ucraina attualmente si attesta intorno ai trentacinque milioni di abitanti, il quindici per cento in meno rispetto ai quarantuno milioni del 2021.
Le Nazioni Unite stimano che durante l’invasione russa sei milioni di ucraini hanno lasciato il paese diventando rifugiati, solo un milione di loro è tornato in patria. Secondo il Centro di ricerca congiunto dell’Unione europea (Jrc), nei prossimi trent’anni la popolazione dell’Ucraina potrebbe continuare a diminuire fino a scendere sotto i trenta milioni di abitanti.
Kyjiv e i suoi alleati devono garantire che, non appena sarà finita la guerra, il paese avrà accesso alle condizioni migliori per offrire opportunità agli ucraini all’estero, altrimenti la possibilità di ricostruire l’economia del paese e avviarla su un solido percorso di sviluppo saranno drasticamente ridotte. «Non siamo pronti a perdere (per sempre) sei milioni di rifugiati», ha detto la ministra dell’Economia Yulia Svyrydenko in un intervento al Forum economico internazionale di Kyjiv del 12 ottobre. Il ministero stima che per rilanciare l’economia il paese avrà bisogno di circa quattro milioni e mezzo di lavoratori nei prossimi dieci anni.
Gli esperti consultati dal Kyiv Independent ritengono che convincere i rifugiati più qualificati a tornare in patria è un’impresa titanica. Molti di loro in questo anno e mezzo hanno raggiunto un buon tenore di vita nell’Unione europea, in particolare in Germania, Polonia, Cechia e Regno Unito.
Tutti paesi che a loro volta hanno problemi demografici, e hanno trovato nei rifugiati ucraini una risorsa significativa per colmare le proprie carenze di forza lavoro. Ciò è molto visibile in Polonia, che ospita oltre un milione di rifugiati ucraini è intende farli restare, poiché ha bisogno di una manodopera più facile da integrare rispetto agli immigrati dell’Africa e del Medio Oriente.
Anche in Germania gli ucraini, circa un milione, sono apprezzati. Il ministro del Lavoro tedesco Hubertus Heil ha annunciato un’iniziativa per colmare la carenza di manodopera delle imprese tedesche con i rifugiati ucraini che hanno completato i corsi di integrazione, insieme ai rifugiati degli altri paesi.
Il vantaggio dei paesi che inseriscono in maniera permanente i rifugiati ucraini nella propria forza lavoro però rappresenta una perdita per l’economia ucraina, che in questo modo rischia di essere risucchiata in un circolo vizioso demografico senza via d’uscita. Più a lungo dura la guerra, più diventa difficile convincere le persone a lasciare la vita che si sono costruiti per tornare a vivere stabilmente nel proprio paese.
Tuttavia, a fare la differenza è ancora la questione della sicurezza, la preoccupazione principale per rifugiati che, in gran parte, sono anche genitori: la maggioranza degli ucraini che sono fuggiti infatti ha dei bambini, e per tornare devono esser sicure che i loro figli non saranno in pericolo.
«Oltre la metà dei bambini ucraini sotto i dieci anni adesso vive all’estero», ha detto al Kyiv Independent la ricercatrice del Centro ucraino per la strategia economica Dariia Mykhailyshyna, e più crescono all’estero, più diminuisce la possibilità che tornino in patria. Prima dell’invasione russa in Ucraina nascevano fino a ventitremila bambini al mese, ora quella cifra è scesa a circa sedicimila. L’ultima volta che in Ucraina si era verificato un calo simile della natalità è stato quando la Russia ha invaso e annesso la Crimea nel 2014, un evento che nel 2015 fece registrare un calo delle nascite del dodici per cento.
In definitiva, Kyjiv dovrà dimostrare ai suoi cittadini rifugiati all’estero che il paese è diventato sicuro e che c’è la possibilità di intraprendere un percorso postbellico positivo, per loro e per i propri figli. Un’impresa non da poco.
L’Ucraina ha bisogno del massimo supporto della comunità internazionale, a partire dalle garanzie sul percorso di adesione all’Ue e la possibilità di entrare a far parte della Nato, le istituzioni che rappresentano un orizzonte di speranza per il quale gli ucraini stanno combattendo e resistendo da oltre dieci anni. Il popolo ucraino ha bisogno di sapere che per il loro paese esiste un futuro luminoso come membro a pieno titolo dell’Occidente, altrimenti, saranno costretti a restare o raggiungere un paese dell’Occidente.
Nord Stream, il Washington Post inchioda l'Ucraina: ecco i responsabili del sabotaggio. Il Tempo l'11 novembre 2023
La mano dell’Ucraina dietro l’attacco al gasdotto Nord Stream nel Mar Baltico. Come rivelato dal Washington Post funzionari ucraini ed europei confermano che un alto ufficiale militare ucraino, con profondi legami nei servizi segreti, è stato una figura chiave nel coordinamento del controverso attacco al gasdotto avvenuto lo scorso anno. Roman Chervinsky, un colonnello decorato di 48 anni con un passato nelle Forze per le Operazioni Speciali dell'Ucraina, è stato identificato come il "coordinatore" dell'operazione: ha gestito la logistica e il supporto per una squadra di sei persone che ha effettuato un sabotaggio utilizzando una barca a vela e attrezzature per immersioni in profondità. L'attacco, avvenuto il 26 settembre 2022, ha provocato tre esplosioni nei gasdotti Nord Stream 1 e 2, compromettendo gravemente il flusso di gas dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico. Questo atto di sabotaggio ha destato preoccupazione tra gli ufficiali statunitensi e occidentali, che lo hanno definito un pericoloso attacco alle infrastrutture energetiche europee. In un primo momento la responsabilità era stata addossata alla Russia per via della guerra, ma subito erano sorti grossi dubbi su questa ricostruzione.
Fonti anonime affermano al Post che Chervinsky ha ricevuto ordini da ufficiali ucraini di grado superiore, con il Gen. Valery Zaluzhny, il più alto ufficiale militare ucraino, che supervisionava l'intera operazione. Questa rivelazione getta luce sulle complesse dinamiche e rivalità interne del governo ucraino in tempo di guerra. L'Ucraina, da tempo coinvolta in operazioni segrete contro le forze russe, ha spesso criticato il progetto Nord Stream, sostenendo che avrebbe consentito alla Russia di eludere le tubature ucraine, privando il Paese di entrate significative dal transito del gas.
Chervinsky, tramite il suo avvocato, ha respinto le accuse, sostenendo che tutte le speculazioni sul suo coinvolgimento sono propagate dalla propaganda russa e sono senza alcun fondamento. La partecipazione di Chervinsky all'attentato al Nord Stream contraddice le smentite pubbliche di Zelensky sul coinvolgimento del suo Paese. "Sono il presidente e do ordini di conseguenza", ha dichiarato Zelensky in un'intervista alla stampa a giugno, rispondendo a un articolo del Post secondo cui la Central Intelligence Agency statunitense era venuta a conoscenza dei piani dell'Ucraina prima dell'attacco. "L'Ucraina non ha fatto nulla del genere. Non agirei mai in questo modo", le parole del numero uno di Kiev. Ma l'operazione Nord Stream è stata progettata per tenere Zelensky fuori dai piani. "Tutti coloro che erano coinvolti nella pianificazione e nell'esecuzione riferivano direttamente a Zaluzhnyy, quindi Zelensky non ne sarebbe stato a conoscenza", secondo un rapporto di intelligence ottenuto dalla CIA che sarebbe stato condiviso da Jack Teixeira, un membro della Guardia Nazionale Aerea del Massachusetts, sulla piattaforma di chat Discord. Funzionari di diversi Paesi hanno dichiarato in privato di essere certi che Zelensky non abbia approvato personalmente l'attacco al Nord Stream.
Ucraina Russia, le notizie sulla guerra di oggi. Per il Washington Post un militare ucraino responsabile dell’attacco al Nord Stream. Marta Serafini, inviata, e Redazione Esteri e Online su Il Corriere della Sera domenica 12 novembre 2023.
Le notizie sul conflitto in Ucraina di domenica 12 novembre, in diretta. In 6 regioni ucraine migliaia senza energia dopo i raid russi
• Washington Post: «Un colonnello ucraino coordinò il sabotaggio del Nord Stream»
• La Lituania invia a Kiev lanciamissili Nasams. Zelensky ringrazia.
• Kiev: «La guerra è al punto di non ritorno».
• Ue: «Presto nuove sanzioni a Mosca, discussioni in corso».
Ore 00:54 - Polonia: «L'imperialismo russo non si fermerà all'Ucraina»
L'imperialismo russo non si fermerà in Ucraina; se non sarà castigato vorrà togliere la sovranità ai altri stati e perciò la Polonia deve continuare i sforzi per garantire la propia sicurezza. Lo ha detto il capo di stato polacco Andrzej Duda oggi nel corso della cerimonia solenne a Varsavia in occasione della Festa dell'indipendenza polacca. Secondo il presidente, in vista della prima seduta di dopodomani del parlamento di nuova legislatura, «la questione fondamentale per i polacchi è ultimare i programmi in corso» per assicurare la sicurezza energetica nonché i massicci acquisti di armamenti (iniziati dal precedente governo) affinché il paese sia in grado di difendersi. Duda ha ricordato che la Polonia fa parte del Patto Atlantico e la sua sicurezza è garantita anche dagli Stati Uniti, ma ha avvertito i connazionali che «l'interesse del proprio paese «deve essere sempre in primo luogo».
Ore 01:32 - Zelensky a Duda: «Insieme siamo almeno due volte più forti»
Zelensky ha avuto una conversazione in videoconferenza con il presidente polacco Andrzej Duda in occasione del giorno dell'indipendenza della Polonia. Dopo essersi congratulato, Zelensky ha sottolineato che l'indipendenza dell'Ucraina sarà sempre un forte sostegno per la libertà della Polonia. Lo riferisce sul sito del governo. «L'unità dell'Europa - il nostro interesse comune - può essere potente solo quando uno dei suoi fondamenti è l'alleanza tra le volontà ucraina e polacca, quando siamo insieme, quando siamo insieme nell'Unione europea, nella Nato e in tutti i momenti determinanti della nostra storia comune. Insieme siamo almeno due volte più forti», ha dichiarato il presidente ucraino.
Secondo Zelensky «i nostri popoli - insieme a tutta l'Europa - hanno fatto molta strada e ogni volta che siamo stati dalla stessa parte abbiamo cambiato la storia in meglio. Quando ucraini e polacchi sono uniti da un obiettivo comune sono possibili cose incredibili. Come nella battaglia di Orsha, così ora, nella battaglia in corso per la libertà dell'Ucraina, e quindi della Polonia. Vinceremo questa battaglia perché ci stimiamo a vicenda». Zelensky ha assicurato che gli ucraini saranno sempre grati al popolo polacco per l'assistenza fornita nei difficili momenti dell'aggressione russa. «Sono grato che i cuori polacchi abbiano sentito il ritmo dei cuori ucraini al momento giusto e nel modo giusto. Sono grato che valori come l'onore, la libertà e la solidarietà siano davvero fondamentali per il popolo polacco. E sono grato per la calma e il rispetto di tutto il nostro popolo che avete protetto condividendo il calore della casa polacca», ha detto il presidente ucraino.
Ore 02:45 - In 6 regioni ucraine migliaia senza energia dopo i raid russi
I lanci di missili e droni da parte dei russi sull'Ucraina hanno lasciato parzialmente senza elettricità ben sei regioni del Paese, secondo quanto scrive l'egenzia Unian citando il ministero dell'Energia di Kiev. Le regioni sono quelle di Donetsk, Zaporizhzhia, Sumy, Chernihiv, Kharkiv e Kherson e gli utenti rimasti senza luce sono diverse migliaia in ognuna di esse.
Ore 03:13 - La Germania raddoppia gli aiuti militari all'Ucraina a 8 miliardi
La Germania dovrebbe raddoppiare dagli attuali quattro a otto miliardi di euro gli aiuti militari all'Ucraina per il prossimo anno e, grazie a ulteriori stanziamenti, rispettare l'impegno preso con la Nato sulla quota di spese per la difesa: lo prevede il sito del quotidiano tedesco Bild citando proprie informazioni raccolte presso il ministero della Difesa di Berlino a proposito di un'intesa politica raggiunta in seno alla coalizione di sinistra-centro del cancelliere Olaf Scholz. Un'approvazione formale è prevista «la prossima settimana» da parte della Commissione bilancio del parlamento tedesco, precisa il sito.
Finora, per il 2024, erano stati stanziati 4 miliardi di euro, quasi esclusivamente per progetti già promessi, e al Ministero della Difesa erano rimasti solo 120 milioni di euro per nuovi aiuti. Nelle attuali trattative sul bilancio, il ministro della Difesa, Boris Pistorius, aveva chiesto un aumento di 5 miliardi di euro. Inoltre il dicastero otterrà altri 2 miliardi di euro per cosiddetti «stanziamenti d'impegno» per contratti di armamento a lungo termine. I miliardi aggiuntivi avranno un effetto anche sul rapporto tedesco fra Pil e spese per la difesa che i Paesi della Nato sono impegnati a tenere almeno al 2%: secondo calcoli del ministero, il tasso della Germania per l'anno prossimo salirà al 2,1%, consentendo a Berlino di tornare a rispettare l'impegno dopo «anni», scrive Bild.
Ore 03:40 - Washington Post: «Un colonnello ucraino coordinò il sabotaggio del Nord Stream»
(di Marta Serafini, nostra inviata) KIEV - Un’operazione speciale controversa e un nuovo regolamento di conti tra i vertici dell’establishment politico e militare ucraino. Sono le ultime rivelazioni del Washington Post e dello Spiegel. Secondo il quotidiano statunitense e il settimanale tedesco, un alto ufficiale delle forze speciali ucraine legato ad una parte dell’intelligence ucraina ha coordinato il sabotaggio del gasdotto Nord Stream. Fonti vicine all’operazione raccontano come il colonnello Roman Chervinsky avrebbe gestito la logistica e il supporto di un team di sei uomini inviati nel Baltico con una barca a vela e con dell’attrezzatura subacquea a piazzare delle cariche esplosive sulle strutture sottomarine. Una descrizione compatibile con quanto successo il 24 settembre 2022, quando un’esplosione ha danneggiato i condotti che trasportano gas dalla Russia alla Germania attraverso il Baltico.
Questa operazione ha da sempre incontrato le critiche di tutti i governi, compresa Washington. E se l’esecutivo di Zelensky nega ogni coinvolgimento, queste rivelazioni confermano il ruolo degli ucraini in un’attività di sabotaggio condotta contro strutture civili, al di fuori della propria area di sovranità. Da notare però un altro elemento, come sottolinea lo stesso Washington Post: Chervinsky avrebbe da sempre risposto, almeno indirettamente, agli ordini di Valery Zaluzhny, generale capo dell’esercito ucraino al centro delle tensioni di queste settimane tra i vertici militari e i vertici politici di Kiev. Una testa da sacrificare dunque, tanto più che è tra i critici del presidente? Da aprile Chervinsky da aprile si trova in carcere con l’accusa di abuso di potere per aver preso parte ad un’altra operazione che avrebbe esposto obiettivi militari strategici ucraini.
Ore 07:53 - Esplosioni a Kherson
Esplosioni sono state udite questa mattina a Kherson, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare della città, Roman Mrochko, come riporta l’emittente statale Suspilne.
Ore 08:46 - «Uccisi 1100 soldati russi in 24 ore»
Sarebbero 311.750 i soldati russi uccisi dall’inizio della guerra in Ucraina. Lo afferma il bollettino giornaliero dello stato maggiore di Kiev, secondo il quale i soldati nemici uccisi ieri sono 1100. Nelle ultime 24 ore, i russi avrebbero perso anche 7 tank, 32 mezzi corazzati e 32 sistemi di artiglieria.
Ore 08:54 - Cinque milioni di sfollati in Ucraina, la metà non assistiti
dalla nostra inviata a Kiev, Marta Serafini
Salgono a quota 4,9 milioni gli sfollati interni (IDP) in Ucraina, di questi solo 3,6 milioni hanno ottenuto lo status di sfollati e ricevono assistenza. Iryna Vereshchuk, ministra ucraina per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati, ha dichiarato come quasi la metà di tutti gli sfollati interni non ricevano benefici governativi perché non hanno presentato formalmente domanda. Lo status di sfollato interno garantisce ai cittadini ucraini il diritto di ricevere alcuni benefici sociali dal governo, come pagamenti in contanti o accesso a servizi essenziali. Agli individui con status di sfollato interno viene fornita un’indennità governativa mensile per l’alloggio di 3.000 grivnie (77 euro), per le persone con disabilità e i bambini e di 2.000 grivnie (51 euro) per tutti gli altri sfollati interni. Secondo Vereshchuk, 158.000 sfollati interni hanno perso il diritto ai pagamenti assistenziali perché sono passati all’estero Non ci sono dati precisi su quanti ucraini siano tornati alle loro case dall’estero o da altre regioni dell’Ucraina. A Kharkiv, il governo stima che solo 25.000 persone siano rientrate da quando le forze ucraine hanno liberato ampie aree di territorio dall’occupazione russa all’inizio di quest’anno.
Ore 10:45 - Mercenari della Wagner confluiti nella guardia nazionale russa
Alti ranghi del gruppo mercenario Wagner sono stati probabilmente assimilati nella struttura di comando della guardia nazionale russa (Rosgvardiya). Lo sostiene il ministero della Difesa britannico nel suo briefing quotidiano di intelligence. Il braccio Wagner nella Rosgvardiya è probabilmente guidato da Pavel Prigozhin , figlio del defunto leader Wagner Yevgeny Prigozhin, morto in un incidente aereo poco dopo la marcia su Mosca dei suoi combattenti che Vladimir Putin ha definito un «tradimento». Il Regno Unito ha proscritto il gruppo Wagner come organizzazione terroristica. Altri gruppi di combattenti Wagner si sono probabilmente uniti a un’altra compagnia militare privata russa, Redut, ha riferito il ministero della Difesa britannico. Il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha affermato che i medici di Wagner si sono uniti alle forze speciali cecene di Akhmat. Si aggiungono ai 170 combattenti che sono già confluiti in Akhmat, come riportato da Kadyrov a ottobre.
Ore 11:23 - Peskov: «La Russia non può essere sconfitta, Usa e Ucraina devono capirlo»
Stati Uniti e Ucraina devono capire che la Russia non può essere sconfitta sul campo di battaglia, ha dichiarato Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin. «È ora che tutti a Kiev e a Washington si rendano conto che è impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia», ha sottolineato Peskov rispondendo alle domande del conduttore del programma «Mosca. Cremlino. Putin» sul canale televisivo Rossiya-1.
Ore 12:15 - Treno russo deragliato per via di un ordigno esplosivo
Gli investigatori di Mosca hanno stabilito che il treno merci deragliato ieri nell’oblast russo di Ryazan è stato causato da una bomba artigianale sulla linea ferroviaria. Le autorità hanno aperto un’indagine sul terrorismo sul deragliamento, riferisce Reuters. «Secondo l’indagine, alle 07:12 dell’11 novembre 2023, un ordigno esplosivo improvvisato è esploso», ha affermato la commissione investigativa. «Di conseguenza, 19 vagoni del treno merci sono deragliati». Kiev non ha ancora commentato l’incidente, ma i funzionari russi hanno precedentemente accusato i sabotatori filo-ucraini di diversi attacchi al sistema ferroviario del paese da quando Mosca ha invaso l’ Ucraina nel febbraio 2022.
Ore 14:14 - Attacco alla base russa di Melitopol, morti 3 ufficiali
Almeno tre ufficiali della Guardia nazionale russa sono morti in seguito a un’esplosione avvenuta ieri nel quartier generale dell’esercito russo a Melitopol, città occupata nella regione di Zaporizhzhia: lo ha reso noto la direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino (Gur), come riporta Ukrainska Pravda. Il Gur ha attributo l’esplosione a «un’azione di vendetta eseguita da rappresentanti del movimento di resistenza locale». L’attacco è stato effettuato durante una riunione degli ufficiali dei servizi di sicurezza e della guardia russa.
Ore 14:45 - Medvedev: «L’Ucraina non è un Paese e Zelensky non va alle urne: è un usurpatore»
Dmitry Medvedev , ex leader della Russia, risponde oggi su Telegram alla proposta avanzata da Anders Fogh Rasmussen, ex segretario generale della Nato, di far aderire l’Ucraina all’alleanza senza i suoi territori attualmente occupati dalla Russia. Medvedev, che ora ricopre il ruolo di vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, scrive che si tratta sostanzialmente di un riconoscimento del fatto che la Crimea e il Donbass non sono più Ucraina . «Non male, ma è importante andare avanti», ha detto. «Occorre ammettere che Odessa, Nikolaev, Kiev e praticamente tutto il resto non è affatto l’Ucraina». Ha sostenuto che ci sono ancora tre passi da fare «prima di ammettere l’ovvio»: che Volodymyr Zelenskiy – «che non va alle urne», ha detto Medvedev – non è il presidente ma un usurpatore, la lingua ucraina non è una lingua e l’Ucraina è non un paese «ma territori raccolti artificialmente». Pertanto l’Ucraina, anche senza i territori occupati dai russi, non può essere accettata nella Nato perché non è un Paese, sostiene Medvedev. Questa idea imprecisa secondo cui l’Ucraina non è un Paese indipendente, ma piuttosto una parte storica della Russia, viene ripetuta da tempo nella retorica della leadership russa. Putin lo ha affermato al vertice della NATO nel 2008, e di nuovo nel 2014, quando ha giustificato l’annessione della Crimea.
Ore 15:49 - Podolyak: «Cedere i territori per entrare nella Nato è un'idea bizzarra»
«Adoro (con sarcasmo) le occasionali proposte bizzarre per "risolvere il conflitto in Ucraina". Dimostrano ancora che le cause, gli effetti e le conseguenze non sono evidenti a tutti. Per esempio, a volte si sente il meraviglioso suggerimento che l'Ucraina potrebbe facilmente aderire alla Nato... in modo frammentario, con territori che non sono sotto occupazione. Oh, queste "soluzioni semplici" che finiscono sempre per costare molto...». Lo ha scritto su X Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rispondendo indirettamente alla proposta avanzata ieri dall'ex segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen che ha chiesto di far entrare l'Ucraina nell'alleanza militare atlantica, ma senza i territori occupati dalla Russia. Secondo Podolyak «il solo parlare di questa possibilità provoca chiaramente la Russia a un'ulteriore escalation, incoraggiandola a una posizione di guerra aggressiva» perché così si convince che l'Ucraina possa cedere. Inoltre, ha rilanciato il consigliere di Zelensky, «chi ha detto che la Russia è pronta ad accettare l'offerta e a fermarsi? Chi dice che la Russia sarà disposta ad accettare "l'Ucraina nella Nato"?». La Russia «è completamente incapace di fare un accordo e cercherà di ingannare in ogni caso - ha concluso Podolyak - solo un "aiuto militare/tecnologico" su larga scala all'Ucraina risolverà il problema della sicurezza europea e garantirà il ritorno a regole globali stabili».
Ore 17:29 - La Germania raddoppia gli aiuti militari per l'Ucraina
Attacchi continui, per tutta la notte. La guerra in Ucraina non conosce tregua e anzi, in alcune regioni i combattimenti sono ulteriormente saliti di tono. È il caso del Donbass e nello specifico della zona di Bakhmut, o almeno di ciò che resta della cittadina a nord di Donetsk, dove i russi, negli ultimi giorni, hanno aumentato gli sforzi per riconquistare quei territori persi negli scorsi mesi. Lo conferma lo stesso comandante delle forze di terra di Kiev, Oleksandr Syrskyi, secondo il quale i nemici «sono diventati più attivi» ma la difesa ucraina sta respingendo gli attacchi e mantenendo le posizioni. I bombardamenti, in queste ore, sono stati intensi anche nelle regioni di Sumy, Kharkiv, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson ed è proprio in quest'ultimo settore, in prossimità del Dnipro, che si registra l'uccisione di un civile.
Ore 19:35 - Lituania: «Aiutare l'opposizione in Bielorussia è un impegno morale»
«Mentre la Russia è impegnata in guerra imperiale contro l'Ucraina e in un'aggressione ibrida contro le democrazie di tutto il mondo, il regime di Lukashenko continua a opprimere il popolo bielorusso e a sostenere l'aggressione militare della Russia. Su questo sfondo, l'unità delle nostre nazioni e dei nostri popoli - bielorussi e lituani, amanti della libertà - è diventata più importante che mai». Lo hanno scritto la leader dell'opposizione democratica bielorussia in esilio, Svetlana Tikhanovskaya, e la Prima ministra della Lituania, Ingrida Simonyte, in un articolo pubblicato oggi sul portale lituano Delfi.lt. Nel loro intervento, le due esponenti politiche hanno sottolineato la necessità di una maggiore attenzione della politica internazionale alla situazione in Bielorussia e alla ruolo dell'opposizione democratica. «I coraggiosi cittadini bielorussi che si oppongono a questo autoritarismo - si legge ancora nell'articolo - meritano un sostegno internazionale incrollabile. La comunità internazionale, in particolare l'Unione europea, deve continuare a intraprendere azioni concrete contro il regime di Minsk. Le sanzioni, la pressione diplomatica e il sostegno alla società civile sono cruciali in questo senso». In particolare, Tikhanovskaya e Simonyte hanno sottolineato che il sostegno all'opposizione democratica bielorussa deve rappresentare un impegno morale per le democrazie di tutto il mondo, impegnate nella difesa dei loro stessi valori in opposizione all'avanzata dell'autoritarismo in tutto il mondo.
Ore 20:53 - Delegazione ucraina negli Usa per discutere di difesa e aiuti
Il capo dello staff del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Andriy Yermak, ha reso noto di essere arrivato negli Stati Uniti con una delegazione guidata dal ministro dell'Economia Yulia Svyrydenko per discutere di cooperazione e sostegno al suo Paese in guerra. «Avrò incontri alla Casa Bianca, al Congresso, con think tank e rappresentanti delle organizzazioni della società civile», ha detto Yermak su Telegram. La delegazione discuterà «le proposte del presidente per la pace, il rafforzamento della difesa dell'Ucraina, l'approfondimento generale della cooperazione e molte altre questioni importanti», ha aggiunto. Nel frattempo, Zelenky ha sottolineato che l'Ucraina farsi trovare pronta ai raid russi che torneranno a colpire le infrastrutture durante l'inverno. «Dobbiamo essere preparati alla possibilità che il nemico possa aumentare il numero di attacchi di droni o missili sulle nostre infrastrutture», ha detto nel suo discorso serale. «Tutta la nostra attenzione dovrebbe concentrarsi sulla difesa, su tutto ciò che l'Ucraina può fare per rendere più facile per il nostro popolo superare quest'inverno».
Ore 22:35 - Una fregata della marina russa fa scalo al porto di Algeri
La fregata Admiral Grigovich 745, della flotta russa del Mar Nero ha attraccato al porto di Algeri nell’ambito della cooperazione militare bilaterale tra Algeria e Russia. Lo ha annunciato il ministero della Difesa algerino in un comunicato pubblicato su Facebook. «Questo scalo, che durerà fino al 14 novembre 2023, mira a rafforzare la cooperazione militare congiunta tra le nostre forze navali e la marina russa», si legge ancora nel nota.
Ore 22:52 - Berlino: «Nel 2024 raddoppio degli aiuti a Kiev»
Il ministro della Difesa tedesco ha annunciato che Berlino raddoppierà gli aiuti militari del 2024 per l’Ucraina portandoli a 8 miliardi di euro confermando le indiscrezioni anticipate ieri dal quotidiano Bild. «Questo è un segnale forte per l’Ucraina, che dimostra che non ci arrendiamo» nel momento in cui l’attenzione internazionale è focalizzata sulla guerra tra Israele e Hamas, ha detto Boris Pistorius al canale televisivo Ard.
Ucraina Russia, le notizie sulla guerra di oggi. Zelensky: «Prepararsi ad attacchi russi alle infrastrutture in inverno». Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera lunedì 13 novembre 2023.
• Washington Post: «Un colonnello ucraino coordinò il sabotaggio del Nord Stream»
• La Lituania invia a Kiev lanciamissili Nasams. Zelensky ringrazia.
• Kiev: «La guerra è al punto di non ritorno».
• Ue: «Presto nuove sanzioni a Mosca, discussioni in corso».
Ore 08:00 - Zelensky: «Prepararsi ad attacchi alle infrastrutture in inverno»
L’Ucraina deve «prepararsi» agli attacchi russi alle infrastrutture quest`inverno, ha avvertito il presidente Volodymyr Zelensky: «Dobbiamo prepararci alla possibilità che il nemico aumenti il numero di attacchi di droni o missili sulle nostre infrastrutture», ha detto nel suo discorso quotidiano.
«Tutta la nostra attenzione deve concentrarsi sulla difesa (...) su tutto ciò che l’Ucraina può fare per aiutare il nostro popolo a superare l’inverno», ha aggiunto. L’Ucraina ha ricevuto importanti sistemi di difesa aerea dai suoi alleati occidentali, compresi i Patriots di fabbricazione statunitense.
«Purtroppo (lo scudo aereo) non protegge ancora completamente l`intero territorio. Stiamo lavorando per migliorarlo ulteriormente», ha aggiunto Zelensky.
Ore 08:32 - Concluso il viaggio di Putin in Kazakistan: il (nuovo) ruolo del Paese considerato «il cortile dei russi». Si è concluso il viaggio di Vladimir Putin in Kazakistan. Il leader russo è stato accolto all’alba sulla pista dell’aeroporto di Astana dal presidente Kassym-Jomart Tokayev. Al centro dei discorsi di entrambi i legami commerciali, resi più stretti delle sanzioni imposte alla Russia altrove, nonché sui nuovi accordi su questioni energetiche, doganali e lavorative.
Ma la visita – il terzo viaggio internazionale di Putin da quando la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto contro di lui – è avvenuta solo pochi giorni dopo che il presidente francese Emmanuel Macron è stato accolto nel Paese. Un errore dunque definire il Kazakistan come il cortile dei russi.
Negli ultimi mesi, i leader occidentali hanno intrapreso numerosi viaggi in Asia centrale, affrettandosi a mostrare interesse per una regione che avevano trascurato per anni. Tuttavia, a differenza di molti Paesi considerati vicini alla Russia prima dell’invasione in Ucraina, il Kazakistan è stato in grado di mantenere una politica estera forte e indipendente con Tokayev che ha pubblicamente preso le distanze dall’accettare l’idea della Russia di cambiare i confini con la forza.
Tokayev ha anche parlato con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel 2023, che ha ringraziato il presidente kazako per aver fornito aiuti umanitari al Paese. Posizioni che si evincono anche da un dettaglio divertente. Il discorso di apertura Tokayev è stato pronunciato in lingua kazaka, una sorpresa per la delegazione russa che per decenni era abituata ad essere accolta in russo, lingua ufficiale del Paese. Così la scena dei delegati che si affannano a cercare e indossare le cuffie per la traduzioni simultanea è stata vista da alcuni osservatori come la nuova realtà delle relazioni russo-kazake – una realtà in cui il Kazakistan detta le regole.
Ore 08:55 - Tass: «Le forze russe guadagnano posizioni sulla riva Est del fiume Dnipro». Poi l’agenzia viene ritirata
Mistero sul raggruppamento delle truppe russe a est del fiume Dnipro. In un primo momento l’agenzia di stampa russa Tass aveva battuto l’agenzia secondo cui i soldati di Putin avevano guadagnato posizioni sul fronte orientale, per poi ritirare la notizia.
Ore 11:08 - Cremlino: «Colloquio telefonico Putin-Erdogan ora non in agenda»
Una conversazione telefonica con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non è attualmente nell’agenda del presidente russo Vladimir Putin, ma tali contatti possono essere concordati «nel giro di poche ore», ha detto oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Ria Novosti. Una fonte dell’ufficio di Erdogan ha detto all’agenzia russa che il leader turco riprenderà questa settimana la «diplomazia telefonica» con i leader mondiali sulle questioni legate alla Striscia di Gaza, e non è esclusa una conversazione con Putin. «No, una conversazione del genere non è ancora nel programma del presidente», ha commentato Peskov. «Ma le conversazioni ai massimi livelli tra noi e la parte turca si svolgono letteralmente in poche ore, quindi non sono previsti problemi su questo tema. E l’agenda di tali conversazioni è sempre ampia, ciò è dovuto all`ampia gamma di sviluppi nelle nostre relazioni bilaterali», ha detto Peskov ai giornalisti.
Ore 11:09 - Kiev: «Respinti 24 attacchi russi in 24 ore nel Donetsk»
Le forze di difesa ucraine hanno respinti 24 attacchi russi nelle ultime 24 ore nel settore di Marinka, nell’oblast del Donetsk Lo ha segnalato lo stato maggiore nel suo aggiornamento mattutino su Facebook, ripreso da Ukinform. «Nella direzione di Marinka, i nostri difensori hanno respinto 24 attacchi degli invasori nelle aree di Maryinka e Novomykhailivka nella regione di Donetsk», afferma il rapporto.
Secondo lo stato maggiore generale, nell’ultimo giorno sono stati registrati 69 scontri di combattimento. Le forze occupanti russe hanno lanciato 7 attacchi missilistici e 34 attacchi aerei, effettuato 59 attacchi con sistemi missilistici a lancio multiplo sulle posizioni delle truppe ucraine e sulle aree popolate. Danni sono stati registrati a edifici residenziali ;;e ad altre infrastrutture civili e sono state segnalate vittime civili. Attacchi missilistici sono stati lanciati contro strutture civili nella città di Kharkiv.
Ore 12:13 - Ucraina, 4 giovani tenniste profughe si alleneranno a Torino
A Torino, la città che in questi giorni ospita gli otto migliori tennisti al mondo in occasione delle Atp Finals, si celebra il tennis anche in un altro modo, ospitando in città, per dieci mesi quattro giovani tenniste ucraine con le loro mamme perché possano continuare nei loro allenamenti di alto livello interrotti a causa della guerra. Si tratta delle 2008 Mariia Sidelnyk, Polina Kuznietsova, Veronika Pavlenko e della 2009 Anna-Adelina Nykyforuk. Il progetto, promosso da I Tennis Foundation for Ukrainian Kids, è stato presentato oggi in Regione Piemonte. Le otto rifugiate ucraine, quattro ragazze e quattro mamme verranno ospitate in modo totale. Le atlete, che continueranno a studiare con un percorso da remoto ad hoc, si alleneranno presso il Circolo della Stampa Sporting, sotto la supervisione di Gipo Arbino, coach di Lorenzo Sonego e di Ivan Ljubicic, numero 3 al mondo nel 2006 e ultimo allenatore di Roger Federer. «Questo - ha detto Ljubicic rivolgendosi alle otto donne ucraine sedute in prima fila con la divisa della fondazione - è un progetto fantastico, che ha sede in un paese, l’Italia, e in una città, Torino, davvero ospitali che a me hanno cambiato la vita permettendomi, quando avevo 13 anni, di lasciare la mia terra in guerra, la Serbia, e di diventare un campione. La vostra storia mi ricorda da vicino la mia - ha aggiunto - anche io ho trovato rifugio qui trent’anni fa, dopo aver vissuto sei mesi in un campo profughi in Croazia. E da allora non ho mai mollato. Sono felice di poter contribuire alla vostra crescita. Allora io non avevo i genitori con me, voi avete vicino le vostre mamme. Vivrete con loro un momento fantastico della vostra vita». «La storia - ha detto Chiara Caucino, assessore all’Infanzia della Regione Piemonte - ci ha insegnato come lo sport possa essere motore di coesione, solidarietà e pace. Il fatto che queste ragazze siano qui a curare il loro talento e i loro sogni in un momento così tragico per il loro paese ha un forte valore di speranza». Tra i testimonial del progetto, presenti in Regione, anche i campioni azzurri Lorenzo Sonego (47 Atp) ed Elisabetta Cocciaretto (35 Wta).
Ore 12:26 - Africa e guardia nazionale russa. Che fine hanno fatto i miliziani della Wagner?
(Marta Serafini) Che fine hanno fatto i miliziani della Wagner la compagnia di mercenari più temuta e più potente al mondo. Secondo l’intelligence britannico dopo la morte del loro leader Evgeny Prigozhin, ucciso in un attentato insieme al suo vice Uktin, molti di loro sarebbero confluiti nella guardia nazionale russa, la Rosgvardia.
Ore 12:43 - Cremlino: «Seguiamo le notizie sul Nord Stream, chi sa riveli i nomi»
Mosca sta studiando le notizie che indicano un coinvolgimento dell’Ucraina nel sabotaggio al gasdotto Nord Stream, nel settembre del 2022, e chiede che chi conduce le indagini su questo «atto terroristico» riveli «i nomi dei colpevoli, gli esecutori, i coordinatori e gli ideatori». Lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov dopo che, sabato, il Washington Post aveva indicato nel colonnello ucraino a riposo Roman Chervinsky il «coordinatore» dell’attacco, sottolineando che non ha agito da solo. «Le tracce ucraine in questo attacco terroristico si manifestano sempre di più in vari tipi di notizie, in inchieste e nei mass media», ha osservato Peskov, citato dall’agenzia Interfax. D’altro canto il portavoce del Cremlino ha definito «inquietante» l’ipotesi che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky possa essere stato all’oscuro dell’operazione. «Questo vale - ha affermato Peskov - non solo per noi ma anche per l’Occidente collettivo, poiché se il regime di Kiev non ha più il controllo della situazione interna, ciò è preoccupante e deve essere tenuto a mente».
Ore 13:00 - «Putin apre al dialogo con l'Occidente se porta a risultati»
Putin «non esclude mai» contatti con i leader occidentali, ma essi devono essere «contatti effettivi» che portino a un risultato. Lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo dichiarazioni riportate ieri del cancelliere tedesco Olaf Scholz sulla «necessità» di continuare a parlare con il presidente russo. «Il presidente - ha sottolineato Peskov, citato dall'agenzia Tass - non esclude mai contatti, poiché ha sempre detto di essere aperto a vari colloqui, specialmente al vertice. Ma il presidente è sempre stato e rimane un sostenitore di una comunicazione diretta ai risultati, non di colloqui per il gusto dei colloqui». In un'intervista con la testata Heilbronner Stimme, Scholz aveva detto che «oggi, in questa situazione, è necessario parlare» con Putin. «L'ho fatto in passato e lo farò ancora in futuro», ha aggiunto il cancelliere, affermando però che per avviare negoziati tra l'Ucraina e la Russia è necessario il «ritiro delle truppe (russe) e ciò è quello che (Putin) evidentemente non è pronto a fare».
Ore 13:23 - Tajani: «L'Italia vuole continuare a sostenere l'Ucraina»
«L'Italia vuole continuare a sostenere l'Ucraina da tutti i punti di vista, vediamo come andrà la discussione questo pomeriggio». Lo ha detto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani a Bruxelles precisando che non si può parlare «solo dell'invio delle armi» - «vedremo quando sarà deliberato l'ottavo pacchetto da parte italiana» - ma anche «aiutare una popolazione civile che soffre», perché «sono fondamentali». Tajani ha dichiarato poi che l'Italia «non ha firmato» contratti nel quadro del piano europeo per fornire munizioni all'Ucraina.
Ore 13:29 - Taccuino ucraino: bombe e sabotaggi
(di Guido Olimpio) L’attuale fase è contraddistinta da seguenti sviluppi. Combattimenti intensi nel settore Avdiivka: russi rosicchiano ogni giorno un pezzo ma, al solito, lasciano tanti uomini sul terreno. Per Putin non è un problema, anche perché continua a ricevere munizioni in quantità da Nord Corea. Ucraini proseguono con la loro azione su riva orientale del Dnipro. Questa mattina era stato annunciato ripiegamento degli invasori su posizioni «migliori», notizia smentita in seguito dalla Tass che l’ha definita una «provocazione«… Mosca è tornata a sferrare raid aerei massicci con droni e missili sulle zone abitate, ci si attende una campagna progressiva.
Evidenti contrasti tra il presidente Zelensky e alcuni esponenti militari. Sono fratture maturate nel tempo che si sono allargate con lo stallo dell’offensiva. Anche le rivelazioni sul presunto coinvolgimento di un alto ufficiale ucraino nel sabotaggio Nord Stream potrebbero rientrare in questa partita. Nella ricostruzione del Washington Post avrebbe agito all’insaputa della presidenza e in accordo con il Capo di stato maggiore Valeri Zaluzhny. La resistenza ha condotto con successo numerosi sabotaggi a treni e rappresentanti filorussi nelle zone occupate. È la firma dell’intelligence.
Ore 13:30 - Vertice dei 27: gli aiuti a Kiev languono
(di Francesca Basso, corrispondente da Bruxelles) La riforma del Patto di stabilità non è l’unico dossier finanziario delicato che vedrà negoziati intensi tra i Paesi Ue nelle prossime settimane: la revisione di medio termine del Bilancio Ue entra in una fase sensibile e non è detto che i leader riusciranno a trovare un accordo al Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre.
Questa revisione prevede tra i diversi capitoli di spesa un pacchetto per Kiev da 50 miliardi di euro da qui al 2027, trovare un’intesa, dunque, è quanto mai urgente. Sta emergendo a livello europeo (ma non solo) una «stanchezza» nei confronti del conflitto in Ucraina, nonostante le istituzioni Ue cerchino di dimostrare il contrario. Il viaggio a Kiev della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il 5 novembre scorso, aveva l’obiettivo di riconfermare il sostegno finanziario e militare. Ma di fatto le promesse dell’Unione non si stanno concretizzando. (…)
Ore 13:54 - La Lituania ringrazia il Papa del sostegno all'Ucraina
«La parola del Papa per fermare la guerra e porre fine all'aggressione è molto importante. La Lituania apprezza l'attenzione della Santa Sede, le preghiere per le sofferenze del popolo ucraino e l'aiuto fornito ai profughi di guerra». Lo ha affermato la Presidente del Parlamento della Lituania (Seimas), Viktorija Cmilyte-Nielsen, al termine dell'udienza, avvenuta oggi in Vaticano, con papa Francesco. Cmilyte-Nielsen ha ringraziato il pontefice per il rencente invio di un contributo di 100.000 euro alla Caritas lituana per le esigenze dei profughi ucraini e ha ribadito ogni forma di aiuto è importante per impedire che quanto sta accadendo in Ucraina possa a breve ripetersi in altre parti d'Europa.
Ore 14:10 - Bucarest: «Aperto centro addestramento sui caccia F-16 per i piloti ucraini»
Il centro di addestramento dove i piloti ucraini impareranno a usare i caccia F-16 ha aperto presso la 86esima base aerea di Fetesti, 130 chilometri a est di Bucarest. Lo ha annunciato il ministro della Difesa rumeno Angel Tilvar, citato dal Kyiv Independent. «Il centro sarà un hub internazionale per l'addestramento dei piloti di F-16 e faciliterà una maggiore interoperabilità tra gli alleati», ha dichiarato Tilvar. All'inaugurazione era presente anche il ministro della Difesa olandese Kajsa Ollongren. Il 7 novembre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva annunciato l'arrivo di cinque caccia F-16 olandesi. In totale, i Paesi Bassi forniranno 12-18 caccia a scopo di addestramento, ma i jet rimarranno di proprietà olandese e voleranno solo in territorio Nato, ha dichiarato il ministero della Difesa olandese. L'addestramento dei piloti ucraini è iniziato in Danimarca lo scorso agosto, in collaborazione con altre nazioni della «coalizione dei caccia».
Ore 16:19 - L'Ungheria ribadisce il no all'ottava tranche di aiuti per l'Ucraina
L'Ungheria continua a bloccare l'esborso dell'ottava tranche di aiuti militari per l'Ucraina. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, in conferenza stampa a margine del Consiglio Affari Esteri a Bruxelles. Budapest finora ha opposto il suo veto al via libera per via dell'inclusione dell'istituto di credito magiaro Otp nella blacklist ucraina degli sponsor internazionali del terrorismo. Kiev ha proceduto alla rimozione della banca ungherese, ma Szijjártó ha detto oggi di non aver ricevuto garanzie da parte dell'Ucraina che le aziende ungheresi non sarebbero state incluse nella lista nera. Il ministro ha poi lamentato il fatto che Kiev «cinicamente» non vorrebbe risolvere la questione dei diritti delle minoranze nazionale, tema «importante» per Budapest, dal momento la presenza della minoranza ungherese nella regione ucraina della Transcarpazia.
Ore 17:24 - Il ministro degli Esteri Kuleba chiede di aumentare gli aiuti militari per l'Ucraina e di accelerare sul 12esimo pacchetto di sanzioni per la Russia
Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha chiesto di aumentare gli aiuti militari all'Ucraina, di prendere decisioni a dicembre sull'avvio dei negoziati per l'adesione dell'Ucraina all'UE e di accelerare i lavori sul 12esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Kuleba ha partecipato al Consiglio dei ministri degli Esteri dell'Ue. «Dobbiamo sempre ricordare chi è l'attore principale della guerra russo-ucraina», ha detto il capo della diplomazia di Kiev. «Le cui azioni stabiliscono la direzione della storia europea. Il cui successo garantirà la vittoria dell'Ucraina e dell'intera Europa. Questo è un fante ucraino».
«Tutti i tipi di truppe sono importanti - ha aggiunto -, ma solo quando un fante effettua un altro sbarco o entra in un villaggio, viene considerato liberato, e questo, alla fine, cambia la situazione sul fronte, poi i titoli dei media, e successivamente le decisioni politiche».
Ore 17:51 - Arrestata in Russia un'oppositrice vicina a Navalny
È stata arrestata in Russia l'oppositrice Ksenia Fadeeva, vicina ad Alexei Navalny, che è riuscita a farsi eleggere tre anni fa ma che adesso rischia 12 anni di carcere per «estremismo». Ad emettere la sentenza è stato un tribunale di Tomsk, in Siberia, che ha deciso di incarcerare Fadeeva, che fino a quel momento era agli arresti domiciliari, ha riferito su Telegram l'organizzazione dell'oppositore Alexei Navalny, anche lui dietro le sbarre dove deve scontare 19 anni di carcere con l'accusa di «estremismo». La giovane Fadeeva, 31 anni, è stata eletta nel Consiglio comunale di Tomsk nel settembre del 2020, in quello che agli occhi degli osservatori è stato interpretato come un raro successo per l'opposizione russa dell'epoca. «Ksenia è una prigioniera politica, una deputata della Duma municipale (di Tomsk) che ha ottenuto il suo mandato dopo una lotta onesta», ha scritto su Telegram Andrei Fateev, un altro alleato di Navalny eletto insieme a Fadeeva nel 2020. «Il governo la sta punendo per le sue attività politiche legali e schiette, per la sua lotta contro la corruzione e la sua richiesta di cambiare il potere in questo Paese», ha proseguito Fateev, che da parte sua ha scelto di lasciare la Russia.
Ore 18:43 - Media: Difesa Kiev valuta destituzione 3 comandanti militari
Il ministro ucraino della Difesa, Rustem Umerov, sta valutando la destituzione di tre comandanti militari. Lo scrive Ukrainska pravda, citando fonti del comando politico militare. A rischio sono gli incarichi di Tetiana Ostashchenko, comandante dei reparti medici, Oleksandr Tarnavskyi, comandante delle forze del gruppo strategico Tavriia (il fronte sud) e Serhii Naiev, comandante delle forze congiunte dell’esercito. Le fonti non hanno spiegato i motivi della possibile rimozione di Tarnavsky, comandante di uno dei fronti della controffensiva. Quanto a Naiev, non sono state fornite le ragioni, ma potrebbe venir coinvolto nell’inchiesta sul fallimento della difesa dell’oblast di Kherson al momento dell’invasione russa del febbraio 2022. La destituzione di Ostashchenko sarebbe infine richiesta da medici e paramedici coinvolti nelle forniture sanitarie dell’esercito. Il nuovo ministro della Difesa Umerov ha assunto l’incarico ai primi di settembre.
Ore 19:55 - Zelensky: nostri piloti F-16 addestrati in Romania
«L’apertura di un centro di addestramento per piloti F-16 in Romania, dove saranno addestrati i piloti ucraini, è un contributo pratico significativo alla nostra coalizione aerea. I nostri accordi con il romeno Iohannis e l’olandese Rutte sono stati implementati. Grazie, partner!». Lo scrive sui social il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.
Ore 20:00 - Borrell: Ue rischia non riuscire a fornire un milione di munizioni
L’Unione Europea potrebbe non essere in grado di raggiungere l’obiettivo di fornire 1 milione di munizioni all’Ucraina entro la fine del 2023, perché questo dipende dalla capacità produttiva. Lo ha dichiarato il capo della politica estera dell’Ue, Josep Borrell. A marzo, Bruxelles ha concordato un piano da 2 miliardi di euro (2,14 miliardi di dollari) per inviare un milione di proiettili all’Ucraina entro i prossimi dodici mesi attraverso acquisti congiunti e donazioni dalle scorte nazionali. Tuttavia, finora è stato consegnato solo il 30 per cento circa delle munizioni, come riferiscono i media. «Continuiamo ad avere questo obiettivo e forse non lo raggiungeremo entro la fine dell’anno, ma dipenderà dalla rapidità con cui i contratti saranno attuati e dalla rapidità con cui le fabbriche produrranno» le munizioni, ha detto Borrell in una conferenza stampa dopo una riunione del Consiglio Affari Esteri dell’Ue a Bruxelles.
Ore 03:30 - Bombe su otto villaggi a est, cento esplosioni in un giorno
Le forze russe hanno bombardato ieri otto comunità vicino al confine della regione di Sumy, nell’Ucraina orientale, provocando oltre cento esplosioni: lo ha reso noto l’amministrazione militare regionale, come riporta il «Kiev Independent». Gli insediamenti di Bilopillia, Myropillia, Seredyna-Buda, Yunakivka, Shalyhyne, Velyka Pysarivka, Krasnopillia e Nova Sloboda sono stati colpiti dal fuoco di artiglieria, colpi di mortaio e droni. Non sono stati segnalati feriti, vittime o danni.
Ore 04:30 - Ucraina: media, esplosioni nell’ovest del Paese
Esplosioni sono state udite nella notte a Starokostiantyniv, nella regione ucraina di Khmelnytskyi (ovest): lo riferiscono canali Telegram, come riporta «Ukrinform».
Le notizie sulla guerra tra Ucraina e Russia del 14 novembre. Redazione Online e Marta Serafini, inviata a Kiev su Il Corriere della Sera martedì 14 novembre 2023.
• Kiev: attacco russo contro ospedale a Kherson, 2 morti
• Zelensky: «Prepararsi ad attacchi russi alle infrastrutture in inverno»
• Tra i temi che verranno trattati da Joe Biden e Xi Jinping nel loro faccia a faccia del 15 novembre a San Francisco, si discuterà anche della guerra in Ucraina e della crisi mediorientale.
• Borrell: Ue rischia non riuscire a fornire un milione di munizioni
Ore 03:30 - Bombe su otto villaggi a est, cento esplosioni in un giorno
Le forze russe hanno bombardato ieri otto comunità vicino al confine della regione di Sumy, nell’Ucraina orientale, provocando oltre cento esplosioni: lo ha reso noto l’amministrazione militare regionale, come riporta il «Kiev Independent». Gli insediamenti di Bilopillia, Myropillia, Seredyna-Buda, Yunakivka, Shalyhyne, Velyka Pysarivka, Krasnopillia e Nova Sloboda sono stati colpiti dal fuoco di artiglieria, colpi di mortaio e droni. Non sono stati segnalati feriti, vittime o danni.
Ore 04:30 - Ucraina: media, esplosioni nell’ovest del Paese
Esplosioni sono state udite nella notte a Starokostiantyniv, nella regione ucraina di Khmelnytskyi (ovest): lo riferiscono canali Telegram, come riporta «Ukrinform».
Ore 05:51 - Kiev, «Ue non ci fornirà un milione proiettili entro marzo 2024»
L’Unione Europea probabilmente non sarà in grado di realizzare il suo piano di fornire all’Ucraina un milione di proiettili di artiglieria entro marzo 2024 a causa dello stato della produzione dell’industria della difesa e degli ostacoli burocratici: lo ha reso noto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, confermando indiscrezioni dell’agenzia di stampa Bloomberg in questo senso. Lo riporta «Ukrainska Pravda». «Purtroppo l’agenzia Bloomberg dice la verità», ha detto il ministro al canale United News: è «improbabile che venga rispettato», ha aggiunto riferendosi al piano Ue. Kuleba ha sottolineato che la causa di questo problema non è la mancanza di volontà politica, ma «lo stato deplorevole dell’industria della difesa», così come «molte cose non sincronizzate, molta burocrazia». «L’Unione Europea sta lavorando per eliminare questi problemi, ed è per questo che, a Berlino, ho invitato l’Unione Europea a sviluppare una politica globale nel campo delle industrie della difesa», ha aggiunto.
Ore 06:46 - Ucraina: forze russe hanno sferrato attacchi con droni e missili
Le forze russe hanno attaccato l’Ucraina utilizzando droni e missili balistici e teleguidati. Lo riferisce l’Aeronautica militare ucraina su Telegram. «Nove droni d’attacco Shahed-136 e 131 sono stati lanciati dal distretto di Primorsko-Akhtarsk, situato nel Territorio di Krasnodar della Federazione Russa. Un missile balistico Iskander-M è stato lanciato dal distretto di Dzhankoya (in Crimea), mentre un missile aereo teleguidato Kh-35 è stato lanciato dallo spazio aereo della regione di Zaporizhia», si legge nel rapporto dell’Aeronautica. È stato inoltre riferito che sette droni Shahed-136 e 131 sono stati distrutti dalle forze e dai mezzi dell’Aeronautica in collaborazione con le Forze di difesa aerea dell’Ucraina.
Ore 07:24 - Kiev: «Nella notte abbattuti 7 droni su 9»
Le Forze russe hanno lanciato nella notte due missili e nove droni kamikaze contro l'Ucraina, sette dei quali sono stati abbattuti: lo ha reso noto su Telegram l'esercito, come ripota Rbc-Ucraina. I droni sono stati lanciati dalla regione russa di Primorsko-Akhtarsk, ha precisato, mentre un missile balistico Iskander-M è stato lanciato dalla regione di Dzhankoy nella Crimea occupata e un missile guidato Kh-35 è stato lanciato dallo spazio aereo della regione ucraina di Zaporizhzhia. L'esercito non ha fornito informazioni su eventuali feriti, morti o danni.
Ore 08:51 - Stoltenberg: «I negoziati inizieranno quando Putin capirà che non può vincere»
«Le guerre sono imprevedibili, nessuno può dire come e quando finirà (la guerra in Ucraina). Quello che possiamo dire è che la probabilità di un negoziato accettabile aumenta quanto maggiore è il sostegno militare che forniamo all'Ucraina, perché finora non abbiamo visto alcuna reale volontà di Putin di negoziare un'ipotesi accettabile per l'Ucraina. Quindi l'unico modo per arrivarci è convincere il presidente Putin che non vincerà sul campo di battaglia». Lo ha detto il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al suo arrivo al Consiglio Ue Difesa. «E l'unico modo per arrivarci è rafforzare la capacità di fornire sostegno. Quindi, se si vuole negoziare una soluzione, il modo per raggiungerla è sostenere l'Ucraina», ha ribadito.
Ore 08:52 - «La situazione sul campo è difficile, si deve aumentare il sostegno»
«Mi aspetto che l'incontro affronterà anche la situazione in Ucraina. Continuano gli intensi combattimenti, la situazione sul campo è difficile, e ciò rende ancora più importante sostenere e intensificare il nostro sostegno all'Ucraina perché non possiamo permettere che Putin vinca. L'Ucraina deve prevalere come nazione sovrana e indipendente in Europa ed è nel nostro interesse sostenere Ucraina». Ha detto Stoltenberg.
Ore 08:55 - Media russi: «Un drone ucraino ha danneggiato un impianto di esplosivi a Bryansk»
Un impianto chimico di Bryansk che produce esplosivi e munizioni militari è stato danneggiato da un drone ucraino durante la notte. Lo ha riferito il media indipendente russo Meduza. Il ministero della Difesa russo ha aggiunto che i sistemi di difesa aerea hanno abbattuto quattro droni ucraini sugli oblast di Bryansk, Mosca, Tambov e Oryol.
Ore 08:56 - Ucraina: «La Russia ha perso 313.470 soldati»
La Russia ha perso 313.470 soldati in Ucraina dall'inizio della sua invasione su vasta scala, il 24 febbraio 2022. Lo ha dichiarato lo Stato maggiore delle forze armate ucraine nel suo aggiornamento di stamattina. Il numero comprende 920 militari russi uccisi nell'ultimo giorno. L'esercito ha anche affermato che la Russia ha perso 5.362 carri armati, 10.086 veicoli corazzati da combattimento, 9.973 veicoli e serbatoi di carburante, 7.589 sistemi di artiglieria, 882 sistemi di razzi a lancio multiplo, 580 sistemi di difesa aerea, 322 aerei, 324 elicotteri, 5.649 droni, 22 navi e un sottomarino.
Ore 09:33 - Borrell: «Oggi il punto sul piano munizioni per Kiev»
«Oggi faremo il punto su dove siamo con il piano munizioni per l'Ucraina: vorremmo sapere quale sarà il ritmo per il secondo pilastro, ovvero la parte dedicata alla produzione». Lo ha detto l'alto rappresentante Josep Borrell. «Il settore della difesa europeo lavora a pieno ritmo e il 40% della produzione va all'estero quindi forse ora bisogna ridirezionare la produzione verso la priorità, che è l'Ucraina», ha aggiunto.
Ore 09:35 - Breton: «Tocca ai 27 piazzare gli ordini sulle munizioni per Kiev»
«Sono gli Stati membri che devono passare gli ordini all'industria bellica e che devono indirizzare prioritariamente gli ordini all'Ucraina, non la Commissione. Invito a farlo rapidamente». Lo ha detto Thierry Breton, Commissario europeo per il Mercato Interno.
Ore 09:35 - In Russia oltre 1300 automobili di lusso nonostante le sanzioni
Almeno 1.319 auto di lusso per un valore complessivo di 229,6 milioni di dollari (circa 215 milioni di euro) sono entrate in Russia da quando gli Stati Uniti e l'Ue hanno vietato le esportazioni di automobili di fascia alta vero il Paese nel marzo del 2022: lo riporta il media russo indipendente Verstka, che cita un'indagine interna basata sui dati delle dogane. La Russia ha ricevuto, tra le altre auto, 551 Land Rover, 226 Mercedes-Benz e 177 Porsche da quando il divieto su tali esportazioni è entrato in vigore il 15 marzo 2022. Nella lista ci sono anche 42 supercar, la più costosa delle quali è una Ferrari 812 Competizione, del valore di quasi 534.000 dollari.
Ore 10:02 - Il ministro della Lettonia: «Un milione di munizioni è un obiettivo simbolico»
Il milione di munizioni da artiglieria che l'Ue ha promesso di consegnare all'Ucraina entro la fine di marzo 2024 «è naturalmente simbolico. L'aspirazione e l'ambizione sono importanti: la tempistica dipende dai passi che verranno fatti. Penso che in questo caso l'intenzione politica di fornire 1 milione di munizioni e oltre, anche diversi tipi di sostegno, sia la cosa più importante». Lo dice il ministro della Difesa lettone Andris Spruds, a margine del Consiglio Difesa a Bruxelles.
Ore 10:44 - Russia, un killer di Anna Politkovskaja graziato dopo aver combattuto in Ucraina
Un uomo russo che ha partecipato all’omicidio della giornalista della Novaya Gazeta Anna Politkovskaja, uccisa a Mosca nel 2006, che era finito in carcere con l’accusa di essere un complice dell’assassino, è stato graziato dalla giustizia russa dopo aver prestato servizio al fronte in Ucraina.
Si tratta di Sergey Khadzhikurbanov, condannato a 20 anni di prigione per il suo coinvolgimento nell’omicidio della giornalista, come scrive su X Anton Gerashchenko, consigliere del ministero dell’Interno di Kiev, che cita il legale di Khadzhikurbanov, ex agente del dipartimento per il controllo del crimine organizzato.
All’inizio, secondo l’avvocato dell'uomo, Khadzhikurbanov ha partecipato all’operazione speciale come detenuto, poi è stato graziato e adesso ha firmato un contratto con il ministero della Difesa: «Ha lavorato nelle forze speciali negli anni Novanta, ha esperienza ed è probabilmente per questo che gli è stata immediatamente offerta una posizione di comando».
Ore 10:49 - Kuleba: «Ue in ritardo sulla consegna dei proiettili d’artiglieria»
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ribadisce che la Ue è in ritardo sulla consegna di un milione di proiettili di artiglieria. Il capo della diplomazia ucraina ritiene che il problema non sia la mancanza di volontà politica nell’Ue, ma quello dell’industria della difesa e «molte questioni come la burocrazia e la mancanza di sinergia». «L’Unione Europea sta lavorando per porre rimedio a questi problemi, ed è per questo che, mentre ero a Berlino, ho chiesto all’Ue di sviluppare una politica coerente nel campo delle industrie della difesa», ha aggiunto Kuleba. «Ma abbiamo bisogno di azioni più rapide. E apprezziamo davvero il sostegno dell’Unione Europea».
Ore 11:32 - Germania: non raggiungeremo il target di 1 milione di munizioni per Kiev
Si deve presumere» che il milione di munizioni per l'Ucraina entro marzo «non verrà raggiunto». Lo ha detto il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, al suo arrivo al Consiglio Ue Difesa a Bruxelles. «I soldi ci sono, ma deve esserci anche la produzione. Abbiamo contribuito in gran parte ai nostri contratti e continueremo a farlo. Siamo in trattative con l'industria della difesa per aumentare e accelerare la produzione, questo è all'ordine del giorno, ma si deve presumere che l'obiettivo di un milione non verrà raggiunto. Questo è esattamente ciò che prevedono i contratti quadro», ha spiegato il ministro. L'obiettivo del piano Ue su tre pilastri per la consegna di munizioni per Kiev era quello raggiungere il milione entro marzo 2024. Ad oggi sono state consegnate solo 300mila munizioni.
Ore 11:32 - Kiev: «La svolta nella guerra si avvicina, il 2024 sarà decisivo»
Il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andrei Yermak afferma che «la svolta nella guerra si avvicina, il prossimo anno sarà decisivo». Lo riporta Bloomberg, citando una dichiarazione rilasciata da Yermak durante un evento all'Hudson Institute di Washington lunedì sera.
Ore 12:27 - Berlino: «Attacchi in Ucraina cresceranno, più difesa aerea»
«Il vero tema di oggi sarà naturalmente la situazione in Ucraina. Gli attacchi alle infrastrutture ucraine aumenteranno e sarà particolarmente importante rafforzare la difesa aerea. Ma anche proteggere le infrastrutture. Ecco perché continueremo, come Germania, a sostenere i nostri amici ucraini in questo secondo inverno di guerra facendo il possibile». Lo ha detto il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, notando che Berlino fornirà «supporto per l’addestramento, le munizioni e le attrezzature in generale» con l’ultimo pacchetto. La Germania, ha sottolineato, è seconda solo agli Stati Uniti negli aiuti militari bilaterali.
Ore 12:34 - Zelensky: aumentano attacchi russi, Kherson colpita senza senso
«I militari hanno riferito di un aumento del numero di assalti nemici: in direzione di Avdiivka, Kupyansk e nel Donetsk. Sono grato ai nostri soldati che mantengono le loro posizioni e non fermano le operazioni offensive». Lo scrive sui social il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo una riunione con i vertici militari, sottolineando come «l'aggressore continua a vendicarsi della libera Kherson: bombarda il centro della città senza alcuna necessità militare».
Ore 12:57 - Putin approva restrizioni sul lavoro dei media per le presidenziali
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha approvato le modifiche alla legge che regola le elezioni presidenziali ponendo nuove restrizioni alla copertura mediatica, hanno riferito le agenzie di stampa locali. I cambiamenti arrivano prima delle elezioni che si terranno a marzo e in cui Putin, che ha governato la Russia negli ultimi 24 anni, dovrebbe candidarsi per un quinto mandato di sei anni. Putin, 71 anni, non ha ancora annunciato la sua candidatura ma potrebbe farlo entro metà dicembre dopo che verrà fissata la data esatta delle elezioni. Secondo i nuovi emendamenti, solo i giornalisti assunti contrattualmente dai media registrati potranno coprire le riunioni della commissione elettorale centrale, escludendo potenzialmente i freelance e i giornalisti indipendenti. Le modifiche includono anche il divieto di qualsiasi copertura delle azioni della commissione nelle basi militari o in aree soggette alla legge marziale senza previa autorizzazione delle autorità regionali e militari.
Ore 13:06 - Deputato ucraino accusato di tradimento, rischia 15 anni
(di Marta Serafini, inviata a Kiev) Aveva aiutato Rudolph Giuliani a cercare informazioni sporche su Joe e Hunter Biden per conto di Donald Trump. E ora è accusato di tradimento e rischia 15 anni di carcere. Brutto momento per chi, in Ucraina, è considerato sostenitore del tycoon statunitense e dunque filo-russo. Secondo l’intelligence ucraina, l’Sbu, un deputato ucraino insieme all’ex parlamentare Andriy Derkach e all'ex procuratore Kostyantyn Kulyk , si è unito a un'organizzazione formata dai capi dell'intelligence militare russa (Gru). Sebbene l’Sbu non lo dica chiaramente, il deputato in questione è Oleksandr Dubinsky, soprannominato in Ucraina “Buratino”, la versione sovietica di Pinocchio.
Dubinsky ha incontrato Giuliani durante la sua visita a Kiev nel dicembre 2019, mentre l’ex sindaco di New York e il candidato presidenziale stavano girando un documentario volto a screditare l’indagine di impeachment su Trump.
«Il compito principale di questa organizzazione era approfittare della situazione politica in Ucraina e screditare il nostro Stato sulla scena internazionale. Per questo, il gruppo riceveva denaro dall’intelligence militare russa. Il finanziamento ammontava a più di 10 milioni di dollari», è la versione dell’intelligence ucraina. Secondo l’Sbu, Dubinsky, guidato dal Gru e al comando addirittura del vice capo dell’intelligence militare russo, avrebbe diffuso notizie false sulla leadership militare e politica dell'Ucraina, comprese le affermazioni secondo cui funzionari ucraini di alto rango stavano interferendo nelle elezioni presidenziali statunitensi.
Nell'ottobre e nel novembre 2019, Dubinsky e Derkach hanno tenuto diverse conferenze stampa a Kiev in cui teorizzavano, sulla base di un'indagine di Kulyk, di aver scoperto una rete di corruzione e riciclaggio di denaro legata a Burisma, società di gas nel cui cda sedeva il figlio di Joe Biden. Nel 2020, dopo la sconfitta di Trump e la vittoria di Joe Biden, il Tesoro degli Stati Uniti ha inserito Derkach nella lista delle sanzioni come agente russo. E l’anno successivo è toccato a Dubinsky e Kulyk, fuggiti ora dall’Ucraina. Fino a Dubisnky che nega ogni coinvolgimento ma che ora si trova davvero nei guai.
Ore 13:10 - Il punto | Stoltenberg: «Situazione difficile sul campo di battaglia». In Romania i piloti ucraini imparano a volare sugli F-16
(di Marta Serafini, inviata a Kiev) «La situazione sul piano di battaglia è difficile e questo ci deve spingere ancora di più ad aiutare l'Ucraina, perché non possiamo permettere a Putin di vincere questa guerra». Parola di Jens Stoltenberg, Segretario Generale della Nato, al Consiglio Difesa Ue, dove si discute della protezione delle infrastrutture critiche. «Fino adesso non abbiamo visto reali intenzioni da parte di Mosca di arrivare a un accordo con l'Ucraina, ecco perché bisogna sostenerla in modo che arrivi ai negoziati da una posizione di vantaggio», ha detto commentando i rumors che gli alleati vogliano finalmente l'apertura di negoziati con Mosca e dopo la proposta dell’ex segretario Nato Anders Fogh Rasmussen di ammettere l’Ucraina nella Nato senza i territori occupati.
Stoltenberg ha aggiunto «Le guerre sono imprevedibili, nessuno può dire come e quando finirà (la guerra in Ucraina). Quindi ora l'unico modo per provare a chiuderla è convincere il presidente Putin che non vincerà sul campo di battaglia».
In Romania ieri ha aperto il primo centro di addestramento europeo per insegnare ai piloti ucraini come utilizzare gli aerei da combattimento F-16. E se il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che il centro di formazione è «un significativo contributo pratico alla nostra coalizione aeronautica», è evidente come ora gli alleati Nato ed Ue stiano cercando di recuperare il tempo perduto per rafforzare l’Ucraina nei cieli. Non a caso anche Danimarca, Norvegia, Belgio e Paesi Bassi si sono impegnati a fornire gli F-16 a Kiev.
Ore 13:18 - Dall'Ue altri 110 milioni di aiuti umanitari
L'Ue fornirà altri 110 milioni di euro in aiuti umanitari per sostenere gli ucraini colpiti dalla guerra. La Commissione europea stanzia in particolare 100 milioni di euro a operazioni in Ucraina e 10 milioni di euro al sostegno dei rifugiati ucraini e delle comunità ospitanti in Moldavia. Lo annuncia una nota. Con questo nuovo stanziamento il totale degli aiuti umanitari dell'Ue in risposta alla guerra della Russia in Ucraina sale a 843 milioni di euro.
Ore 13:51 - Omicidio Politkovskaja, Mosca grazia uno dei colpevoli: ha combattuto in Ucraina
(di Marta Serafini, inviata a Kiev) Non c’è pace e giustizia ancora per Anna Politkovskaja. L’ex investigatore russo Sergey Khadzhikurbanov, condannato per l’omicidio della giornalista russa uccisa nel 2006, ha ricevuto la grazia dopo aver partecipato alla «operazione militare speciale» in Ucraina, compito per cui ha firmato un contratto con il ministero della Difesa russo.
Ore 14:26 - Mosca: «Abbattuti 4 droni ucraini su 4 regioni russe»
Il ministero della Difesa russo sostiene che la sua contraerea abbia abbattuto nella notte quattro droni ucraini in volo su altrettante regioni russe, ovvero le oblast di Bryansk, Tambov, Oryol e Mosca. Lo riporta la Tass.
Ore 15:50 - Borrell: «Aggiornamenti da Umerov, sostegno a Kiev incrollabile»
«Oggi discutiamo dell'incrollabile sostegno dell'Ue all'Ucraina nella sua difesa dall'aggressione russa. Importante aggiornamento del Ministro della Difesa Rustem Umerov. Le nostre parole si riflettono nei fatti. Abbiamo già fornito un sostegno di 27 miliardi di euro e le consegne continuano». Lo scrive su X-Twitter l'alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell nel corso del Consiglio Difesa Ue.
Ore 16:07 - Famiglia Politkovskaja: «La grazia? Mostruosa ingiustizia»
La grazia all'uomo coinvolto nell'omicidio di Anna Politkovskaja è una «mostruosa ingiustizia»: è la reazione della famiglia della giornalista dopo che il condannato, Serghei Khadzhikurbanov, è stato rimesso in libertà per aver combattuto sei mesi in Ucraina.
Ore 16:11 - Preoccupazione in Ue: «Così si perde la guerra in Ucraina»
«Non c'è senso di urgenza in Europa, la situazione in Ucraina è molto grave e il fronte potrebbe rompersi: c'è la seria possibilità che la guerra venga persa». Lo dice all'Ansa un diplomatico europeo con diretta conoscenza del dossier ucraino.
Ore 16:38 - Borrell: da Parigi-Berlino presto 120mila munizioni a Kiev
«Da Francia e Germania verranno 120mila munizioni per l'Ucraina nel 2023 e 2024 attraverso ordini specifici». Lo ha annunciato Josep Borrell nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio Difesa Ue, precisando che queste cifre sono «odierne» e che possono cambiare nel tempo. «C'è la possibilità tecnica di consegnare all'Ucraina 1 milione di munizioni entro il 2024», ha aggiunto.
Ore 17:47 - Ucraina-Regno Unito: accordo per export di grano a basso costo
L'Ucraina ha firmato un accordo con alcune compagnie assicurative del Regno Unito per avere polizze, a basso costo, sulle esportazioni di grano attraverso il Mar Nero. Lo ha annunciato il primo ministro ucraino Denys Chmygal su Telegram, senza però fornire dettagli su come questo funzionerà. Il meccanismo dovrebbe rendere il trasporto di merci «più accessibile a un maggior numero di esportatori», nonostante gli effetti del conflitto con la Russia. «Consentirà ai venditori di tutti i prodotti ucraini di beneficiare di una riduzione del costo dell'assicurazione contro i rischi di guerra», ha aggiunto il ministro. Dopo il mancato rinnovo da parte di Mosca dell'accordo sul grano, il suo esercito ha preso di mira le infrastrutture cerealicole nel Mar Nero.
Ucraina Russia, le notizie sulla guerra di mercoledì 15 novembre. Zelensky sente Meloni: «Grazie, l'Italia dimostra una forte leadership». Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Correre della Sera mercoledì 15 novembre 2023.
Le notizie sul conflitto in Ucraina di mercoledì 15 novembre. Kiev conferma: «Avamposto ucraino si è insediato sulla sponda orientale del Dnipro». Filorussi: «Le forze ucraine sono circondate»
• Kiev: «La svolta del conflitto si avvicina, il 2024 sarà decisivo»
• Guardian: beni oligarchi russi a Cipro nonostante sanzioni
• Borrell: ordini Francia-Germania per 180 mila munizioni
• Combatte in Ucraina, graziato il killer di Politkovskaya
• Ucraina ha ottenuto punto appoggio su sponda orientale Dnipro
Ore 02:11 - Zelensky: la Russia sta pagando un prezzo altissimo a Avdiivka
«La russia sta pagando un prezzo altissimo per gli attacchi alla città di Avdiivka»: così il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha commentato nella serara di martedì le notizia da uno dei fronti più caldi della guerra, dove si combatte da settimane intorno alle rovine della città ormai rasa al suolo e dove le perdite per le truppe di Mosca sarebbero altissime.
Ore 02:13 - Kiev conferma: truppe ucraine sulla sponda orientale del fiume Dnipro
Kiev per la prima volta ha confermato le indiscrezioni che rimbalzano da giorni sulla presenza di truppe ucraine sulla sponda orientale del fiume Dnipro, dove le forze russe di erano attestate un anno fa dopo aver abbandonata la riva opposta. La notizia è stata confermata dallo staff del presidente Volodymir Zelensky. La sponda orientale del Dnipro ha un ruolo strategico importantissimo perché apre nuove linee di attacco verso la Crimea.
Ore 02:17 - Noto giornalista tedesco accusato di aver preso 600 mila euro da un oligarca russo vicino a Putin
Il giornalista Hubert Seipel, che ha realizzato diversi documentari per la Ndr e scritto libri best-seller in Germania sulla Russia e sul presidente Putin, è stato accusato di aver ricevuto denaro da un oligarca vicino al Cremlino. Lo hanno riferito diversi media tedeschi. Secondo l’emittente Zdf, Seipel avrebbe ricevuto un totale di 600 mila euro per due libri attraverso una società con sede a Cipro legata ad Alexei Mordashov, un oligarca vicino a Putin. Mordashov, proprietario del gruppo siderurgico russo Severstal, è stato colpito da sanzioni da parte di Stati Uniti, Unione Europea e Gran Bretagna dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Le accuse rientrano nelle rivelazioni pubblicate martedì scorso dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ), basate su file riservati di società di servizi finanziari con sede a Cipro. Seipel ha pubblicato un libro in Germania nel 2021 intitolato «Il potere di Putin: Perché l’Europa ha bisogno della Russia». «Sospettiamo che noi, e quindi il nostro pubblico, siamo stati deliberatamente ingannati - ha dichiarato Joachim Knuth, presidente dell’emittente pubblica Ndr, parte della rete nazionale tedesca Ard - Ora approfondiremo la questione e stiamo valutando la possibilità di intraprendere un’azione legale» contro il giornalista.
Ore 07:16 - «Occupata la sponda orientale del Dnipro, le forze ucraine possono attaccare la Crimea»
(di Marta Serafini, nostra inviata a Kiev) Il capo di stato maggiore del presidente ucraino ha riconosciuto per la prima volta che le forze ucraine nella regione di Kherson hanno raggiunto un punto d'appoggio sulla sponda orientale del fiume Dnipro, aprendo almeno potenzialmente una nuova linea di attacco verso la Crimea.
Le truppe russe hanno abbandonato la sponda occidentale del fiume un anno fa e hanno preso posizione sul lato orientale, da dove bombardano regolarmente le città e i villaggi di fronte. L'ammissione da parte di Andriy Yermak che le forze di Kiev erano stabilite sulla sponda orientale del Dnipro è arrivata dopo settimane di rapporti contraddittori. «Contro ogni previsione, le forze di difesa ucraine hanno preso piede sulla riva sinistra [orientale] del Dnipro», ha detto Yermak in un discorso al think tank dell'Hudson Institute negli Stati Uniti. Le osservazioni sono state pubblicate sul sito web del presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky . «Passo dopo passo stanno smilitarizzando la Crimea», ha aggiunto, riferendosi alla penisola conquistata dalla Russia nel 2014. «Abbiamo coperto il 70% della distanza. E la nostra controffensiva si sta sviluppando».
L'esercito russo ha dichiarato la settimana scorsa che le sue forze avevano sventato un tentativo ucraino di creare una testa di ponte sulla sponda orientale e sulle isole vicine, uccidendo circa 500 soldati ucraini. Lunedì, in un incidente molto insolito, due agenzie di stampa statali russe hanno pubblicato avvisi secondo cui Mosca stava spostando le truppe in «posizioni più favorevoli» a est del fiume Dnipro, solo per ritirare l’informazione pochi minuti dopo. La Russia ha talvolta usato simili mezzi riguardo allo spostamento delle truppe in posizioni più vantaggiose per descrivere le ritirate.
Ore 07:55 - «La Russia ha perso 4 mila soldati e 500 mezzi nelle ultime due settimane»
(di Marta Serafini, nostra inviata a Kiev) Nelle ultime due settimane, la Russia avrebbe perso oltre 4.000 soldati e 500 mezzi di equipaggiamento sul fronte orientale nelle regioni ucraine di Kharkiv e Donetsk, secondo quanto ha riferito il comandante delle forze di terra Oleksandr Syrskyi.
Secondo lui, le truppe russe hanno attaccato incessantemente le forze ucraine attorno a Kupiansk nell'oblast di Kharkiv, così come a nord e a sud della città in rovina di Bakhmut nell'oblast di Donetsk. Syrskyi ha affermato che le forze russe hanno anche aumentato l’uso di droni d’attacco. Ma nonostante i tentativi russi di “prendere l’iniziativa” lanciando nuovi attacchi, le forze ucraine “distruggono tutti i piani e i tentativi” delle truppe russe “di impadronirsi della nostra terra”. All'inizio della giornata, lo stato maggiore delle forze armate ucraine ha affermato che le truppe russe hanno lanciato attacchi in sette direzioni lungo la linea del fronte da Robotyne nell'oblast di Zaporizhzhia, a sud, fino a Kupiansk, a nord-est.
Ore 08:30 - Delegazione russa in Corea del Nord per «rafforzare i legami»
Una delegazione russa guidata dal ministro delle Risorse naturali, Alexander Kozlov, è in visita da ieri in Corea del Nord allo scopo di discutere di «cooperazione nel commercio, nell'economia, nella scienza e nella tecnologia». Mosca desidera sviluppare «una cooperazione sostanziale in conformità con gli accordi raggiunti al vertice Russia-Corea del Nord» tra i rispettivi leader, ha riferito la Kcna, l'agenzia ufficiale di Pyongyang. Le immagini rilasciate dai media statali hanno mostrato la delegazione russa che depone una corona al Gran Monumento di Mansudae nella capitale del Nord, dove si trovano le statue giganti degli ex leader Kim Il-sung e Kim Jong-il. In onore degli ospiti russi si è tenuto un ricevimento in uno dei più grandi alberghi, ha poi aggiunto la Kcna, secondo cui i funzionari hanno concordato di «rivitalizzare ancora di più i rapporti bilaterali in tutti i campi e di portarli a un nuovo e più elevato livello». L'agenzia ha anche annunciato, a conferma delle relazioni tra i due Paesi, che una delegazione nordcoreana guidata dal ministro dello Sport e della Cultura è partita per partecipare a un forum nella città russa di Perm. La crescente crescente cooperazione tra Mosca e Pyongyang ha allertato Washington, Seul e Tokyo. La scorsa settimana il segretario di Stato americano Antony Blinken ha avvertito, durante la sua visita a Seul, che i legami tra la Russia e la Corea del Nord sono «crescenti e pericolosi», esortando la Cina, alleata storica del Nord, di dissuadere lo Stato eremita dal compiere «azioni pericolose». La cooperazione russo-nordcoreana ha avuto un'accelerazione dopo il vertice di settembre tra il leader Kim Jong-un e il capo del Cremlino Vladimir Putin.
Ore 08:30 - «Daremo da mangiare ai vostri figli con le ossa», le scritte dei soldati russi e il «muro delle prove» ucraino(di Marta Serafini) «Non è un crimine di guerra se ti sei divertito». Villaggio di Velyka Komyshuvakha, distretto di Izium nell’oblast di Kharkiv. Prima di essere liberata, l’area è stata occupata dalle forze russe per sei mesi tra aprile e settembre 2022, durante i quali le truppe russe hanno allestito una rete di camere di tortura e portato avanti uno sforzo sistematico e organizzato per terrorizzare la popolazione locale. Su uno dei muri di questi luoghi dell’orrore, realizzato in vernice nera spruzzata con lo spray è apparso questo messaggio scritto in lingua russa. (…)
Ore 09:20 - «100 russi lasceranno Gaza dal valico di Rafah»
Un centinaio di cittadini russi dovrebbero oggi lasciare la Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah. Lo ha affermato l'ambasciatore russo in Israele Anatoly Viktorov sul canale televisivo Russia-24. La loro partenza potrebbe essere minacciata da un inasprimento della situazione della sicurezza, ha aggiunto il diplomatico.
Ore 10:16 - Ungheria: su adesione Ue di Kiev e fondi serve una riflessione
«Sull’Ucraina abbiamo bisogno di una riflessione che includa anche la discussione sul futuro dell’Ue» in corso in questi giorni. «Abbiamo bisogno di un periodo di riflessione e di una discussione sulla strategia europea nei confronti dell’Ucraina. Prima che si concluda questa discussione strategica non saremo in grado di prendere alcuna decisione sull’Ucraina né riguardo all’allargamento dell’Ue né riguardo alla revisione del quadro finanziario pluriennale» che prevede 50 miliardi di aiuti per Kiev. È quanto ha sottolineato il ministro per gli Affari Ue János Boka a prima del Consiglio Affari Generali di Bruxelles.
Ore 10:38 - Cremlino: incontro Biden-Xi importante per il mondo intero
L’incontro a San Francisco tra il presidente americano Joe Biden e l’omologo cinese Xi Jinping è «importante» per il mondo intero. Lo ha riferito il Cremlino, in vista del faccia a faccia tra i due leader a margine del summit Apec, l’Asia-Pacific Economic Cooperation, nella città americana.
Ore 11:06 - Cremlino sul caso Politkovskaya: non prevista una eccezione
La pratica di concedere la grazia ai detenuti che si arruolano per combattere in Ucraina «non prevede eccezioni» in base alla «risonanza» dei casi. Lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in merito alla vicenda di Serghei Khadzhikurbanov, condannato a 20 anni per l’omicidio della giornalista Anna Politkovskaya e graziato dopo avere combattuto per sei mesi in Ucraina. Lo riferisce l’agenzia Interfax.
Ore 11:37 - Filorussi: «Ucraini sbarcati a est del Dnipro ma circondati»
Truppe ucraine sono sbarcate sulla sponda orientale del Dnipro nella regione di Kherson ma sono state circondate dalle forze russe, che le stanno sottoponendo ad un «inferno di fuoco» nella località di Kryinki. Lo afferma il capo dell’amministrazione d’occupazione russa della regione, Vladimir Saldo. Negli ultimi due o tre giorni gli ucraini hanno perso cento soldati, ha aggiunto Saldo sul suo canale Telegram, citato dalle agenzie russe.
Ore 11:53 - Fonti Ue: «Pronto nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca»
Divieto di importazione di diamanti dalla Russia con un periodo transitorio, embargo sul propano liquido (GPL) russo, ampliamento dell’elenco dei prodotti di cui è vietato l’export che contribuiscono al rafforzamento militare e tecnologico della Russia. Sono alcune delle misure restrittive contenute nella bozza del dodicesimo pacchetto di sanzioni contro Mosca messa sul tavolo dalla Commissione europea. Lo riferiscono fonti europee. La proposta include anche sanzioni a 47 individui e 72 entità.
Ore 13:16 - A Kiev smantellato il monumento al poeta russo Pushkin
A Kiev è stato smantellato il monumento al poeta russo Aleksander Pushkin, situato nel parco intitolato ora allo scrittore ucraino Ivan Bahrianyi. Lo ha riferito Dmytro Bilotserkovets, consigliere del sindaco della capitale, come riporta l’agenzia Unian. In un video si vede la scultura accuratamente rimossa dal piedistallo con l’ausilio di una gru. Successivamente il monumento è stato caricato su un camion e portato in un luogo attualmente sconosciuto. Dopo l’invasione su vasta scala dei russi, il monumento a Pushkin è stato ripetutamente ricoperto di vernice e sul suo piedistallo erano chiaramente visibili scritti che ne chiedevano la demolizione.
Ore 14:24 - Meloni sente Zelensky: sostegno a Kiev per una pace giusta
«Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi una nuova conversazione telefonica con il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, quale seguito dell’incontro di un mese fa a Granada a margine del Vertice della Comunità Politica Europea. Il Presidente Meloni ha confermato il continuo sostegno a tutto campo del Governo italiano alle Autorità ucraine con l’obiettivo di raggiungere una pace giusta, duratura e complessiva». Lo riferisce Palazzo Chigi. Zelensky, viene spiegato, «ha ringraziato il Presidente del Consiglio e il Governo italiano per l’efficace supporto alle Istituzioni e alla popolazione ucraine».
Ore 14:37 - Zelensky: «Grazie Meloni, l’Italia dimostra una forte leadership»
«Ho parlato con Giorgia Meloni per esprimere gratitudine per il forte sostegno suo e dell’Italia all’Ucraina. L’Italia sta dimostrando una forte leadership e prevedo che la sua Presidenza del G7 nel 2024 produrrà risultati ancora più importanti. Abbiamo coordinato i nostri sforzi congiunti e di iniziare a lavorare sulle garanzie di sicurezza bilaterali a seguito della dichiarazione del G7 di Vilnius. Abbiamo discusso della nostra attuale cooperazione in materia di difesa e della necessità di accelerare l’adozione del 12esimo pacchetto di sanzioni dell’Ue contro la Russia». Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 14:53 - A Kiev cresce la preoccupazione di essere dimenticati
Il punto di Marta Serafini dalla capitale ucraina tra armi europee che non arrivano e la sfiducia sulla controffensiva.
Ore 14:57 - Kiev: 2 soccorritori uccisi da missili russi a Zaporizhzhia
Due soccorritori sono stati uccisi e sette persone sono rimaste ferite dai bombardamenti russi nella regione sudorientale di Zaporizhzhia, ha segnalato oggi il ministro degli Interni ucraino sui social media. «I russi hanno bombardato ancora una volta le infrastrutture civili. È scoppiato un incendio», ha informato Igor Klymenko. «I soccorritori sono arrivati sul posto in pochi minuti. Poi gli occupanti hanno colpito di nuovo. A causa del bombardamento nemico, purtroppo, sono morti due dipendenti del Servizio statale di emergenza», ha aggiunto. Le vittime avevano 31 e 34 anni.
Ore 16:15 - L'Ue presenta agli Stati il nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia
L'Alto Rappresentante per la politica estera dell'Ue e la Commissione hanno presentato al Consiglio una proposta per il dodicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Si prevedono sanzioni per altre 120 persone ed entità, nuovi divieti di importazione ed esportazione, azioni per inasprire il tetto del prezzo del petrolio e contrastare l'elusione delle sanzioni Ue. Nell'elenco vengono inseriti attori del settore militare, della difesa e dell'It russo, nonché altri importanti operatori economici.
Ore 17:19 - Tajani: «La fine della guerra in Ucraina non è ancora vicina»
In Ucraina «credo che la fine della guerra non sia ancora vicina. Ci saranno ancora effetti negativi». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo all'assemblea Alis. Tajani, allo stesso tempo, ha sottolineato come le imprese italiane saranno «sempre più presenti» nella ricostruzione del Paese.
Ore 17:37 - Usa: «Se il Congresso non approva i fondi, rischi per Kiev»
Se il Congresso non approverà i fondi aggiuntivi chiesti dalla Casa Bianca, l’Ucraina sarà «in pericolo». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, parlando del braccio di ferro alla Camera tra Repubblicani e Amministrazione per ottenere fondi addizionali per gli aiuti militari a Kiev.
Ore 17:58 - «Bombe russe su centrale termica e gasdotto»
I bombardamenti russi hanno colpito una centrale termoelettrica nella regione di Donetsk e danneggiato un gasdotto in quella di Kharkiv. Lo ha riferito il ministero dell’Energia ucraino citato dal Kyiv Independent. Almeno 300 persone sono senza gas a causa del danneggiamento del gasdotto di Kharkiv. Andrii Cherniak, rappresentante dell’intelligence militare ucraina (Gur), ha dichiarato ieri che i servizi speciali russi stanno attivamente raccogliendo informazioni e cercano di reclutare collaboratori per colpire meglio le infrastrutture energetiche dell’Ucraina nel prossimo inverno.
Ore 00:38 - Ucraina: «Esplosioni nella notte a Chuhuiv, allarme in tutto il Kharkiv»
Una serie di esplosioni ha scosso ieri sera la città di Chuhuiv, nella regione ucraina orientale di Kharkiv. Lo riportano i media locali. Deflagrazioni sarebbero state udite anche nel capoluogo omonimo dell’oblast, in cui è in vigore l’allarme antiaereo.
Il governatore Oleh Syniehubov riferisce che un insediamento nel distretto di Chuihuv è stato attaccato con almeno sette missili a lungo raggio S-300. Al momento non sono disponibili informazioni su eventuali vittime.
Ore 01:48 - Xi a Biden: «Serve il dialogo sull’Ucraina; ascoltare Nord Corea»
Il presidente Usa Joe Biden e il presidente cinese Xi nel loro incontro hanno discusso anche dell’Ucraina e della questione nucleare in Corea del Nord durante il loro colloquio. Lo riporta Xinhua, l’agenzia di stampa statale cinese. Xi ha sottolineato che l’Ucraina deve essere risolta attraverso il dialogo e la negoziazione e ha affermato che tutte le parti devono ascoltare le legittime preoccupazioni della Corea del Nord, ha riferito Xinhua.
Le notizie del 16 novembre sulla guerra tra Ucraina e Russia. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera giovedì 16 novembre 2023
• Kiev: «La svolta del conflitto si avvicina, il 2024 sarà decisivo»
• «Bombe russe su centrale termica e gasdotto»
• L'Ue presenta agli Stati il nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia
• Kiev: 2 soccorritori uccisi da missili russi a Zaporizhzhia
Ore 00:23 - Tajani: «La fine della guerra in Ucraina non è ancora vicina»
In Ucraina «credo che la fine della guerra non sia ancora vicina. Ci saranno ancora effetti negativi». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo all'assemblea Alis. Tajani, allo stesso tempo, ha sottolineato come le imprese italiane saranno «sempre più presenti» nella ricostruzione del Paese.
Ore 00:58 - Kiev: 2 soccorritori uccisi da missili russi a Zaporizhzhia
Due soccorritori sono stati uccisi e sette persone sono rimaste ferite dai bombardamenti russi nella regione sudorientale di Zaporizhzhia, ha segnalato oggi il ministro degli Interni ucraino sui social media. «I russi hanno bombardato ancora una volta le infrastrutture civili. È scoppiato un incendio», ha informato Igor Klymenko. «I soccorritori sono arrivati sul posto in pochi minuti. Poi gli occupanti hanno colpito di nuovo. A causa del bombardamento nemico, purtroppo, sono morti due dipendenti del Servizio statale di emergenza», ha aggiunto. Le vittime avevano 31 e 34 anni.
Ore 01:20 - «Occupata la sponda orientale del Dnipro, le forze ucraine possono attaccare la Crimea»
(di Marta Serafini, nostra inviata a Kiev) Il capo di stato maggiore del presidente ucraino ha riconosciuto per la prima volta che le forze ucraine nella regione di Kherson hanno raggiunto un punto d'appoggio sulla sponda orientale del fiume Dnipro, aprendo almeno potenzialmente una nuova linea di attacco verso la Crimea.
Le truppe russe hanno abbandonato la sponda occidentale del fiume un anno fa e hanno preso posizione sul lato orientale, da dove bombardano regolarmente le città e i villaggi di fronte. L'ammissione da parte di Andriy Yermak che le forze di Kiev erano stabilite sulla sponda orientale del Dnipro è arrivata dopo settimane di rapporti contraddittori. «Contro ogni previsione, le forze di difesa ucraine hanno preso piede sulla riva sinistra [orientale] del Dnipro», ha detto Yermak in un discorso al think tank dell'Hudson Institute negli Stati Uniti. Le osservazioni sono state pubblicate sul sito web del presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky . «Passo dopo passo stanno smilitarizzando la Crimea», ha aggiunto, riferendosi alla penisola conquistata dalla Russia nel 2014. «Abbiamo coperto il 70% della distanza. E la nostra controffensiva si sta sviluppando».
L'esercito russo ha dichiarato la settimana scorsa che le sue forze avevano sventato un tentativo ucraino di creare una testa di ponte sulla sponda orientale e sulle isole vicine, uccidendo circa 500 soldati ucraini. Lunedì, in un incidente molto insolito, due agenzie di stampa statali russe hanno pubblicato avvisi secondo cui Mosca stava spostando le truppe in «posizioni più favorevoli» a est del fiume Dnipro, solo per ritirare l’informazione pochi minuti dopo. La Russia ha talvolta usato simili mezzi riguardo allo spostamento delle truppe in posizioni più vantaggiose per descrivere le ritirate.
Ore 01:50 - L'Ue presenta agli Stati il nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia
L'Alto Rappresentante per la politica estera dell'Ue e la Commissione hanno presentato al Consiglio una proposta per il dodicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Si prevedono sanzioni per altre 120 persone ed entità, nuovi divieti di importazione ed esportazione, azioni per inasprire il tetto del prezzo del petrolio e contrastare l'elusione delle sanzioni Ue. Nell'elenco vengono inseriti attori del settore militare, della difesa e dell'It russo, nonché altri importanti operatori economici.
Ore 02:21 - Usa: «Se il Congresso non approva i fondi, rischi per Kiev»
Se il Congresso non approverà i fondi aggiuntivi chiesti dalla Casa Bianca, l’Ucraina sarà «in pericolo». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, parlando del braccio di ferro alla Camera tra Repubblicani e Amministrazione per ottenere fondi addizionali per gli aiuti militari a Kiev.
Ore 02:41 - «Bombe russe su centrale termica e gasdotto»
I bombardamenti russi hanno colpito una centrale termoelettrica nella regione di Donetsk e danneggiato un gasdotto in quella di Kharkiv. Lo ha riferito il ministero dell’Energia ucraino citato dal Kyiv Independent. Almeno 300 persone sono senza gas a causa del danneggiamento del gasdotto di Kharkiv. Andrii Cherniak, rappresentante dell’intelligence militare ucraina (Gur), ha dichiarato ieri che i servizi speciali russi stanno attivamente raccogliendo informazioni e cercano di reclutare collaboratori per colpire meglio le infrastrutture energetiche dell’Ucraina nel prossimo inverno.
Ore 03:11 - Xi a Biden: «Serve il dialogo sull’Ucraina; ascoltare Nord Corea»
Il presidente Usa Joe Biden e il presidente cinese Xi nel loro incontro hanno discusso anche dell’Ucraina e della questione nucleare in Corea del Nord durante il loro colloquio. Lo riporta Xinhua, l’agenzia di stampa statale cinese. Xi ha sottolineato che l’Ucraina deve essere risolta attraverso il dialogo e la negoziazione e ha affermato che tutte le parti devono ascoltare le legittime preoccupazioni della Corea del Nord, ha riferito Xinhua.
Ore 03:35 - Ucraina: «Esplosioni nella notte a Chuhuiv, allarme in tutto il Kharkiv»
Una serie di esplosioni ha scosso ieri sera la città di Chuhuiv, nella regione ucraina orientale di Kharkiv. Lo riportano i media locali. Deflagrazioni sarebbero state udite anche nel capoluogo omonimo dell’oblast, in cui è in vigore l’allarme antiaereo.
Il governatore Oleh Syniehubov riferisce che un insediamento nel distretto di Chuihuv è stato attaccato con almeno sette missili a lungo raggio S-300. Al momento non sono disponibili informazioni su eventuali vittime.
Ore 06:19 - Mosca, due droni Kiev abbattuti su regione russa Bryansk
Due droni ucraini sono stati abbattuti dalle difese aeree di Mosca sopra la regione russa occidentale di Bryansk e altri tre sono stati intercettati al largo della Crimea, ha detto il Ministero della Difesa russo citato dall’agenzia Tass. «Nelle prime ore di oggi il tentativo del regime di Kiev di organizzare un attacco terroristico con l’utilizzo di droni ad ala fissa è stato sventato. Le unità di difesa aerea in servizio hanno intercettato due droni ucraini sopra il territorio della regione di Bryansk. Altri tre sono stati intercettati sopra il Mar Nero, vicino alla costa della Crimea», ha affermato il dicastero in un comunicato.
Ore 07:36 - Allarme di Kiev: 800 missili russi in Crimea per attaccarci
La Russia sta concentrando sulla penisola ucraina di Crimea, sul Mar Nero, occupata da Mosca dal 2014, più di 800 missili che intende utilizzare per attaccare il sistema energetico ucraino. Lo ha denunciato l’addetta stampa del comando meridionale ucraino, Natalia Gumeniuk, in un intervento televisivo. «Stiamo parlando in totale di più di 800 missili pronti per essere utilizzati dal nemico nella fase del terrore energetico», ha detto Gumeniuk, citando informazioni dell’intelligence militare ucraina (Gur). Tra i missili ammassanti sulla penisola spiccano quelli da crociera Kalibr e i missili ipersonici Onyx. L’Ucraina non dispone di sistemi aerei in grado di intercettare tali missili sulla maggior parte del suo territorio. Ad eccezione della capitale Kiev, dove gli ucraini hanno costruito una sofisticata architettura di difesa aerea moderna con i migliori sistemi ricevuti dall’Occidente, l’Ucraina è generalmente vulnerabile ai missili ipersonici russi come l’Onyx o il Kinzhal.
Ore 07:46 - L’oligarca ucraino Akhmetov ha preso 400 milioni di dollari da una banca russa
(di Marta Serafini, inviata a Kiev) Secondo il Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ), che sta indagando sui leaks di Cipro, l’uomo più ricco dell’Ucraina, nonché oligarca tra i più controversi, Rinat Akhmetov, avrebbe preso in prestito 400 milioni di dollari dalla più grande banca russa. l’ICIJ sostiene che Akhmetov ha trasferito la responsabilità per un prestito di 400 milioni di dollari da Sberbank a una filiale con sede a Cipro attraverso la sua proprietà del colosso energetico ucraino DTEK. I prestiti sarebbero stati forniti da Sberbank prima del 2014, quando la Russia invase l’Ucraina. Inoltre, nel 2017, DTEK ha trasferito la proprietà di diverse miniere di carbone russe alla filiale con sede a Cipro. In altre parti dell’indagine, l’ICIJ ha affermato che Akhmetov avrebbe acquistato un attico di lusso a Londra nel 2021 per 87,5 milioni di sterline (107 milioni di dollari) attraverso una società di comodo con sede nelle Isole Vergini britanniche.
In risposta all’indagine, Akhmetov ha rilasciato una dichiarazione all’ICIJ affermando che i prestiti concessi da Sberbank e altri prima dell’annessione illegale della Crimea da parte della Russia nel 2014 erano «una pratica standard per i mutuatari ucraini». Il trasferimento della proprietà delle miniere di carbone russe alla filiale cipriota è stato un modo per «limitare l’esposizione [della DTEK] alle pretese di Sberbank come creditore e ha aperto la strada all’uscita dall’investimento della DTEK nelle miniere di carbone di Rostov».
Akhmetov ha perso più della metà dei suoi beni a seguito dell’invasione, tra cui l’acciaieria Azovstal a Mariupol. Secondo il Bloomberg Billionaires Index , al 31 ottobre, il patrimonio netto di Akhmetov è sceso del 52% a 5,39 miliardi di dollari rispetto a prima della guerra. Attualmente è al 412esimo posto tra le persone più ricche del mondo, 278 posizioni in meno rispetto all’inizio dell’anno. È l’unico ucraino nella lista. Nel giugno 2022, Akhmetov ha intentato una causa presso la Corte europea dei diritti dell’uomo contro la Russia per gravi violazioni dei suoi diritti di proprietà. Akhmetov ha chiesto “miliardi di dollari” per compensare il blocco, il saccheggio, la distruzione e il furto del suo grano e del metallo dall’Ucraina alla Russia.
Ore 07:55 - Il premier armeno non parteciperà al vertice Csto di Minsk
(di Marta Serafini, inviata a Kiev) Il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan, ha annunciato che non parteciperà alla riunione della Csto (Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva) del 23 novembre a Minsk, in Bielorussia. I commentatori vedono questo come un altro passaggio del deterioramento delle relazioni tra Yerevan e Mosca. Già Pashinyan ha fatto infuriare la Russia cancellando l’organizzazione delle esercitazioni militari annuali della Csto e tenendo esercitazioni congiunte con le forze statunitensi, ha rifiutato di partecipare a una riunione della Comunità di Stati Indipendenti (Csi) a Bishkek, dove Putin ha fatto il suo primo viaggio fuori dalla Russia da allora dopo che è stato incriminato per crimini di guerra dalla Corte penale internazionale (Cpi), dopo di che l’Armenia ha poi votato per aderire alla Cpi. Su quest’ultimo punto ha però poi fatto marcia indietro dicendosi disposto a trattare e dicendo che mai in nessun caso Putin potrà essere arrestato in Armenia. Secondo Tass, l’ex ministro della Difesa e capo del partito di opposizione armeno, Seyran Ohanyan, ha accusato Pashinyan di minacciare la sicurezza del paese con questo rifiuto a Mosca.
Ore 07:58 - Il punto sul conflitto
(di Marta Serafini, inviata a Kiev) La Russia, per la prima volta, ieri ha ammesso che i soldati ucraini hanno stabilito posizioni sulla sponda orientale del fiume Dnipro, nell’oblast di Kherson. Volodymyr Saldo, governatore della parte occupata dell’oblast di Kherson, ha detto sul suo canale Telegram che piccoli gruppi di soldati ucraini sono sparsi da un ponte ferroviario nell’oblast fino a Krynky, un villaggio a circa 35 chilometri a est di Kherson e due chilometri a sud-est. del fiume Dnipro. Ha affermato che le truppe ucraine presenti a Krynky sono sotto il pesante fuoco russo e presumibilmente stanno subendo pesanti perdite. Nataliia Humeniuk, portavoce del Comando operativo meridionale dell’Ucraina, ha confermato come le forze russe stiano «difendendo attivamente» vicino al fiume Dnipro. «Il respingimento da parte nostra si svolge su una linea che va dai tre agli otto chilometri lungo l’intera sponda a partire dalla riva», ha detto in televisione.
L’Ucraina ha condotto raid attraverso il fiume nella sponda orientale occupata da febbraio, con attacchi più intensificati segnalati in agosto. Il ministero della Difesa britannico ha dichiarato a luglio che le forze ucraine mantengono una testa di ponte vicino al ponte Antonivsky. Nelle ultime settimane, i blogger militari russi hanno riferito che l’esercito ucraino ha stabilito punti d’appoggio sulla riva occupata, e filmati geolocalizzati del 19 ottobre hanno confermato la presenza ucraina a Krynky.
Secondo il Wall Street Journal afferma che i marines ucraini stanno rafforzando le posizioni in tre villaggi sulla sponda orientale del Dnipro , posizionando Humvee corazzati e almeno un veicolo da combattimento di fanteria , e hanno tagliato una strada che i russi usavano per rifornire le truppe in l’area. Gli esperti sostengono che se l’Ucraina riuscisse a mettere insieme una forza d’attacco corazzata sulla sponda orientale, potrebbe essere devastante per le truppe russe.
Ma il problema resta lo svantaggio aereo. Oggi il parlamento tedesco discute se raddoppiare gli aiuti militari all’Ucraina per il prossimo anno portandoli a 8 miliardi di euro, e Kiev spera che gran parte di quel nuovo denaro vada alla difesa aerea. C’è anche pressione per utilizzare il denaro per inviare all’Ucraina i missili da crociera Taurus anti-bunker della Germania – qualcosa che Berlino ha finora evitato di fare. «Dobbiamo rafforzare sia la difesa aerea per proteggere le strutture strategiche e le infrastrutture, sia la difesa aerea di prima linea», ha affermato Illarion Pavlyuk, portavoce del ministero della Difesa ucraino. «Le nostre esigenze rimangono le stesse».
Ore 08:31 - Kiev: «La Russia ha perso un arsenale a seguito di un incendio»
L’intelligence ucraina ha affermato che la Russia ha perso un altro arsenale a seguito di un incendio avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 novembre in una delle unità militari della Federazione Russa nella regione di Volgograd. Lo ha detto Andriy Yusov, rappresentante della direzione principale dell’intelligence del Ministero della difesa ucraino, in un commento alla stampa di Kiev. «Non possiamo né confermare né smentire (il coinvolgimento dell’Ucraina nell’incendio, ndr), ma oggi il nemico si è sbarazzato di un altro arsenale», ha risposto Yusov alla domanda se l’Ucraina fosse coinvolta nell’incendio.
Ore 09:26 - Cameron incontra Zelensky a Kiev
Il ministro degli Esteri britannico David Cameron ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante una visita a sorpresa in Ucraina. «Abbiamo avuto un buon incontro incentrato sulle armi per il fronte, sul rafforzamento della difesa aerea, sulla protezione del nostro popolo e delle infrastrutture critiche. Sono grato al Regno Unito per il suo sostegno», ha scritto Zelensky su X, postando anche un video dell'incontro.
Ore 10:21 - Mosca: «Le relazioni con gli Usa sono a rischio interruzione»
Le relazioni fra la Russia e gli Usa «rischiano di essere interrotte in ogni momento» a causa della «politica di dilagante russofobia di Washington». Lo afferma il ministero degli Esteri russo Lavrov in una dichiarazione in occasione del 90esimo anniversario della ripresa delle relazioni diplomatiche tra Washington e Mosca. Nella dichiarazione, ripresa dall'agenzia Tass, si stigmatizza quello che viene definito «l'obiettivo dottrinario (degli Usa) di infliggere una "sconfitta strategica" a Mosca, con il rischio di conseguenze catastrofiche». Secondo il ministero degli Esteri russo, vi sono «circoli politici» negli Stati Uniti «concentrati in modo disperato e assurdo su un cambio di regime e sulla provocazione di conflitti interni in Russia», un «progetto in cui vengono investiti fondi consistenti».
Ore 10:23 - 007 Gb: Mosca sta tentando di circondare Avdiivka
Nell'ultima settimana, le forze russe hanno continuato ad attaccare i villaggi periferici della città contesa di Avdiivka, nella regione di Donetsk: Mosca sta quasi certamente tentando una manovra a tenaglia per circondare la città. Lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. Avdiivka è stata contesa per quasi un decennio e riveste importanza politica per la Russia data la sua vicinanza alla città di Donetsk, si legge nel rapporto pubblicato su X. I recenti progressi hanno probabilmente portato le forze russe vicino all'impianto chimico di Avdiivka, controllato dagli ucraini, un vasto complesso industriale che produce coke e una varietà di prodotti chimici e occupa una posizione tattica chiave a nord della città, sottolineano gli esperti di Mosca. L'impianto domina la strada principale che porta ad Avdiivka e, se le forze russe dovessero conquistarlo, rifornire la città diventerebbe sempre più difficile per Kiev, conclude il rapporto: tuttavia, l'impianto fornisce all'Ucraina un vantaggio difensivo localizzato e le forze russe probabilmente subiranno significative perdite se tentassero di assaltarlo.
Ore 13:00 - Kiev: produciamo ogni mese decine droni simili a Shahed russi
L'Ucraina sta producendo ogni mese decine di droni equivalenti agli Shahed di fabbricazione iraniana usati dalla Russia: lo ha reso noto il ministro dell'Industria strategica, Oleksandr Kamyshin, durante l'incontro annuale dell'Associazione europea delle imprese, come riporta Forbes Ucraina. La settimana scorsa il conglomerato di difesa statale ucraino Ukroboronprom aveva annunciato la produzione in serie di questi droni, che hanno un'autonomia di 1.000 chilometri. «Abbiamo iniziato la produzione in serie di quello che viene chiamato "Shahed ucraino", non diciamo il nome di questo prodotto, ma ora ne (produciamo) decine al mese, continuando con tanti altri articoli che prima producevamo pochissimo, ma ora abbiamo numeri decenti», ha detto il ministro.
Ore 13:42 - La Finlandia chiude metà valichi di confine con la Russia
La Finlandia chiuderà la notte tra venerdì e sabato 4 dei suoi 8 valichi di frontiera con la Russia a causa dell'afflusso di migranti, ha annunciato il primo ministro. Dopo l'aumento dei flussi illegali alle frontiere, Helsinki ha accusato Mosca di consentire deliberatamente ai migranti di entrare in Finlandia in maniera irregolare, in quella che ha suggerito essere una tattica per destabilizzare il Paese vicino.
Ore 13:43 - Ha condannato l'invasione dell'Ucraina, 7 anni di carcere per l'artista russa
Aleksandra Skochilenko è stata condannata oggi dal tribunale di San Pietroburgo, in Russia, a 7 anni di carcere, da scontare in una colonia penale, per aver criticato l'invasione dell'Ucraina. L'artista è stata arrestata l'11 aprile 2022 in un supermercato di San Pietroburgo con l'accusa di aver sostituito i prezzi dei prodotti in un con slogan contro la guerra, diffondendo così «fake news» sull'operazione speciale. A denunciarla sarebbe stata una cliente del negozio che ha chiamato la polizia. In tribunale l'accusa aveva chiesto alla corte di condannare Skochilenko a otto anni, mentre la difesa ha insistito per l'assoluzione.
Prima di questa sentenza l'artista ha trascorso più di un anno e mezzo in un centro di custodia cautelare; le sono state diagnosticate diverse malattie e secondo la difesa le sono state negate cure adeguate. La reclusione in una colonia, ha sottolineato l'avvocato di Skochilenko, comporta un rischio per la vita dell'artista a causa dell'impossibilità di ricevere un aiuto qualificato.
Ore 14:38 - Podolyak: «Cauto ottimismo dopo l'incontro Biden-Xi»
R«Cauto ottimismo». Così il consigliere presidenziale ucraino, Mikhailo Podolyak, ha commentato su X l'incontro di ieri tra il presidente americano Joe Biden e quello cinese Xi Jinping. Per Podolyak si tratta di un «grande segnale per il mondo». La Russia, ha aggiunto, «è stata finalmente rimossa dalla lista di coloro che possono influenzare i processi globali», perché «scommette sul caos, sulla distruzione, sul sostegno alla violenza come strumento di politica estera. E ha una reputazione disgustosa con la quale è impossibile non sporcarsi».
Ore 16:14 - Consigliere Navalny condannato a otto anni di carcere
Il tribunale Basmanny di Mosca ha condannato l’economista e consigliere di Aleksei Navalny, Vladimir Milov, già vice ministro dell’Energia nel 2002 e presidente del partito della Scelta democratica e collaboratore di Boris Nemtsov, a otto anni di carcere in contumacia per aver diffuso notizie false sulle forze militari, con l’aggravante dell’odio politico.
Nel marzo del 2022, Milov aveva partecipato, sul canale youtube di Navalny, a una puntata sui crimini di guerra di Putin, in cui denunciava l’uccisione di civili da parte delle forze russe in Ucraina. Prima di lasciare la Russia, Milov aveva anche partecipato a proteste ed era stato arrestato, elemento che ha portato il tribunale a «individuare motivi di malevolenza nei confronti delle autorità».
Ore 16:42 - Zelensky si congratula con Sanchez: felice di lavorare insieme
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è congratulato con il leader socialista Pedro Sanchez. «Congratulazioni per la rielezione a premier della Spagna. Sono sempre felice di lavorare insieme per rafforzare entrambe le nostre nazioni e l’intera Europa, integrare l’Ucraina nel’Ue e nella Nato e contrastare l’aggressione russa», ha scritto Zelensky su X.
Ore 17:03 - Usa, nuove sanzioni contro la Russia
Il dipartimento di Stato ha designato due individui e 12 entità nei Balcani Occidentali collegati «all'influenza maligna» della Russia nella regione e a episodi di corruzione. Si tratta di Misa Vacic, un politico serbo che ha partecipato nel settembre 2022 al referendum illegittimo per l'annessione di territori occupati in Ucraina; e di Nenad Popovic, ex membro del governo serbo e le aziende a lui associate. Contemporaneamente, il dipartimento del Tesoro ha imposto sanzioni a otto individui e sei entità in Bosnia Eerzegovina, Montenegro e Macedonia del Nord che hanno facilitato l'influenza russa e tratto benefici personali da attività di corruzione. Questi individui e entità impedisco la realizzazione di riforme necessarie all'ingresso nell'Unione europea.
Ore 17:04 - Il segretario della Nato vede il presidente della Lettonia
Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha incontrato il presidente della Lettonia, Edgars Rinkēvičs , per discutere di come dare maggiore sostegno all’Ucraina .
Ore 17:52 - Nato: situazione sul campo più difficile di attese
«La Russia non pianifica la pace, pianifica altra guerra. Ha tentato di lanciare operazioni offensive, ad esempio, attorno ad Avdiivka, ma la situazione sul campo di battaglia è più difficile di quanto sperassimo. Questo non è un argomento contro il sostegno, è un argomento a favore di un maggiore sostegno all'Ucraina, perché ancora una volta non possiamo permettere che il presidente Putin vinca».
Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un punto stampa con il presidente lettone, Edgars Rinkevics. «Gli ucraini hanno già ottenuto grandi vittorie. All'inizio di questa guerra, la maggior parte degli esperti credeva - e noi temevamo - che l'Ucraina sarebbe crollata nel giro di pochi giorni e che la Russia avrebbe preso il controllo di Kiev nel giro di poche settimane. La realtà è che è successo il contrario e gli ucraini sono stati in grado di respingere le forze russe nel nord, nell'est e nel sud e hanno liberato metà del territorio, quindi questa è una grande vittoria per l'Ucraina che ha liberato così tanto territorio, è una grande vittoria per l'Ucraina di essere riuscita a infliggere pesanti perdite agli invasori russi», ha aggiunto.
Ore 17:56 - Mosca, incriminati 523 mercenari stranieri, anche italiani
Il Comitato investigativo russo, organo titolare delle inchieste per i reati più gravi, ha fatto sapere di avere incriminato in contumacia 523 stranieri, tra cui un numero imprecisato di italiani, con l'accusa di partecipare come mercenari al conflitto in Ucraina. Gli accusati, ha riferito il servizio stampa del Comitato investigativo, citato dall'agenzia Tass, provengono da 44 Paesi, tra i quali Belgio, Gran Bretagna, Georgia, Danimarca, Lituania e Italia, appunto. Tutti sono stati incriminati in base all'articolo 359 del Codice penale russo che punisce il mercenarismo. Fra gli accusati, 39 sono stati inseriti nella lista internazionale dei ricercati e ordini di arresto in contumacia sono stati emessi contro 16.
Ore 18:23 - Kiev: «La Russia ha stoccato 800 missili per colpire le infrastrutture energetiche»
Kiev accusa Mosca di aver stoccato in Crimea oltre 800 missili per colpire le infrastrutture ucraine dell'energia durante l'inverno. «Sappiamo che il nemico ha dispiegato un potente hub di risorse militari in Crimea. In particolare vi sono stati concentrati missili Kalibr e Onisk che vengono lanciati dalla Crimea», ha detto Nataliia Humeniuk, portavoce del centri d coordinamento del comando meridionale ucraino, citata da Ukrainska Pravda. «Oltre 800 missili sono pronti per essere usati dal nemico per il terrorismo energetico», ha aggiunto, spiegando che i missili sono concentrati nei luoghi dove possono essere caricati sugli aerei. Oggi un missile russo ha centrato una infrastruttura dell'energia nel villaggio di Bilozerka, vicino Kherson, causando un blackout elettrico nella zona.
Ore 18:25 - Trovato morto in casa il generale Sviridov, accanto a lui il corpo senza vita di una donna non identificata
Il generale Vladimir Sviridov, ex comandante della 6/a Brigata aerea russa, è stato trovato morto nella sua abitazione nel territorio di Stavropol, nel sud della Russia. Accanto a lui c'era il corpo senza vita di una donna, la cui identità non è stata ancora accertata. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti, aggiungendo che il Comitato investigativo della regione ha aperto un'inchiesta per stabilire le cause del decesso. Secondo i primi riscontri, non sono stati trovati indizi di una possibile morte violenta.
Ore 21:04 - «L'esercito russo sta bombardando Kherson»
L'esercito russo sta bombardando massicciamente la città di Kherson, nell'Ucraina meridionale. Lo riferisce Ukrinform, citando Oleksandr Prokudin, capo della locale amministrazione militare regionale. «L'esercito russo sta coprendo Kherson con un enorme fuoco. Restate nei rifugi!», ha esortato Prokudin. In precedenza, il capo dell'amministrazione militare di Kherson, Roman Mrochko, aveva a sua volta scritto in un post su Telegram che erano state udite esplosioni nel distretto Dniprovskyi della città.
Ore 22:10 - Bombardamenti sul Kherson: 3 morti e 12 feriti
I bombardamenti russi dentro e intorno alla città di Kherson, nel sud dell'Ucraina, hanno ucciso oggi tre persone e ne hanno ferite almeno una dozzina, ha detto il governatore della regione, Oleksandr Prokudin. Questa mattina, i bombardamenti hanno causato la morte di un uomo di 68 anni, mentre un attacco serale ha ucciso una donna di 75 anni nel suo appartamento, ha detto nei post sui social media. I bombardamenti russi sulla città di Bilozerka, a circa otto chilometri a ovest della città, hanno inoltre ucciso una persona e ne hanno ferite altre quattro, nel corso della giornata. Nel bombardamento di questa sera sono rimaste ferite otto persone. L'aeronautica ucraina nel frattempo ha dichiarato di aver abbattuto un missile da crociera e 16 dei 18 droni d'attacco di progettazione iraniana lanciati dalle forze russe durante la notte.
Ore 22:41 - Zelensky: «Le consegne di munizioni sono calate dall'inizio della crisi in Israele»
Le consegne di munizioni all'Ucraina sono diminuite dopo l'esplodere della crisi fra Israele e Hamas. Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando con giornalisti a Kiev. «Le nostre consegne sono diminuite», ha detto Zelensky riferendosi in particolare ai proiettili da 155 millimetri molto utilizzati sulle linee del fronte orientale e meridionale dell'Ucraina. «Non è che gli Stati Uniti abbiano detto: non ne diamo all'Ucraina. No! Ãê solo che tutti combattono per se stessi», ha aggiunto, «Questa è la vita. Non dico che sia positivo, ma questa è la vita e dobbiamo difendere ciò che è nostro».
Ore 23:01 - Colloquio tra Crosetto e il ministro della Difesa ucraino sugli aiuti militari
Il ministro della difesa Guido Crosetto ha parlato oggi al telefono con il suo omologo ucraino Rustem Umerov degli aiuti militari e di cooperazione con i produttori italiani per la produzione congiunta in Ucraina. Lo riferisce l'agenzia Ukinform citando un post di Umerov su Facebook, in cui il ministro ucraino afferma di aver avuto «una telefonata sostanziale con il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto» e di aver «discusso degli aiuti militari all'Ucraina e della cooperazione con i produttori italiani per la produzione congiunta in Ucraina». Umerov, aggiunge Ukinform, ha inoltre sottolineato di apprezzare molto il contributo dell'Italia al rafforzamento delle Forze di Difesa ucraine.
Ore 23:02 - Zelensky: «Incontro Xi-Biden positivo per l'Ucraina»
L'incontro fra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e quello cinese Xi Jinping è stato «positivo» per l'Ucraina, ha detto il presidente ucraino Zelensky parlando con giornalisti a Kiev. Zelensky ha aggiunto di non poter confermare che Biden e Xi abbiano discusso della guerra in Ucraina, ma ha sottolineato che a suo avviso l'invasione russa deve essere «affrontata in un modo o nell'altro» durante i colloqui tra le superpotenze.
Le notizie di venerdì 17 novembre sulla guerra tra Ucraina e Russia. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera venerdì 17 novembre 2023.
• Kiev: «La svolta del conflitto si avvicina, il 2024 sarà decisivo»
• «Bombe russe su centrale termica e gasdotto»
• L'Ue presenta agli Stati il nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia
• Kiev: 2 soccorritori uccisi da missili russi a Zaporizhzhia
Ore 02:18 - Rapporto Usa: «Bielorussia coinvolta nella deportazione di bambini ucraini»
L’Osservatorio dei conflitti, un programma sostenuto dal Dipartimento di Stato americano, ha pubblicato un rapporto nel quale si accusa la Bielorussia di coinvolgimento nell’allontanamento sistematico di bambini dall’Ucraina da parte della Russia nel contesto della guerra. Il rapporto è stato diffuso dall’Ufficio del portavoce del ministero americano. Secondo lo Yale Humanitarian Research Lab, partner del programma, più di 2.400 bambini di età compresa tra i sei e i 17 anni sono stati trasportati dalle regioni dell’Ucraina occupate dalla Russia a Dubrava e in altre 12 strutture in Bielorussia, dove molti sono sottoposti a riabilitazione politica e culturale, istruzione e addestramento militare al servizio degli interessi politici della Bielorussia e della Russia. Il rapporto conclude che queste operazioni sono coordinate ai massimi livelli di entrambi i governi e facilitate dalle forze di sicurezza di ciascun paese e dai gruppi militanti ultranazionalisti.
Ore 03:05 - Allarme antiaereo in quattro regioni dell’Ucraina
L’allarme antiaereo è scattato nelle prime ore di oggi in quattro regioni dell’Ucraina, secondo i media locali. Le sirene risuonano in Vinnytsia, Dnipropetrovsk, Sumy e Khmelnytskyi.
Ore 07:22 - La Russia bombarda 5 comunità nell’Oblast’ di Sumy
La Russia bombarda 5 comunità nell’Oblast’ di Sumy. Le forze russe hanno bombardato cinque comunità nell’Oblast di Sumy il 16 novembre, sparando almeno 10 volte nel corso della giornata, secondo l’Amministrazione militare dell’Oblast di Sumy. Lo rende noto il quotidiano Kyiv independent.
L’esercito russo ha preso di mira diverse comunità con un bombardamento, attacchi di mortaio e lanciagranate. La comunità di Druzhbivka ha subito gli attacchi più intensi, con 26 esplosioni registrate nell’area. Le comunità vicine al confine nord-orientale dell’Ucraina con la Russia subiscono bombardamenti quotidiani, sottoponendo i residenti di questi vulnerabili insediamenti di confine a molteplici attacchi ogni giorno. Dopo gli attacchi non sono state segnalate vittime o danni.
Ore 10:19 - Kiev annuncia «successo» operazioni su sponda est Dnipro
L’esercito ucraino ha rivendicato il «successo» di operazioni condotte sulla sponda orientale del fiume Dnipro occupata dai russi, vicino alla città meridionale di Kherson. «Le Forze di difesa ucraine hanno condotto una serie di operazioni di successo sulla riva sinistra del fiume Dnipro, lungo il fronte di Kherson», ha dichiarato il Corpo dei Marines ucraini in una nota sui social media. «In collaborazione con altre unità delle Forze di difesa, siamo riusciti a creare diverse teste di ponte», si aggiunge nella nota, secondo cui più di mille militari russi sono stati uccisi durante le operazioni. Il corso d’acqua è di fatto la linea del fronte nel sud del Paese.
Ore 11:15 - L’intelligence britannica: «Mosca schiera un aereo di sorveglianza Mainstay per la prima volta»
La Russia ha probabilmente iniziato a utilizzare per la prima volta l’aereo di sorveglianza `A-50 Mainstay D´ per l’identificazione di obiettivi in Ucraina da segnalare al suo sistema missilistico di difesa aerea a lungo raggio Sa-21: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. Ciò si aggiunge alla missione principale del Mainstay di coordinare gli aerei da caccia dell’Aeronautica di Mosca, si legge nel rapporto pubblicato su X. Rispetto al radar terrestre dell’SA-21, il Mainstay può utilizzare il suo radar per individuare gli aerei avversari a distanze più lunghe perché la sua altitudine gli consente di `vedere´ più lontano attorno alla curvatura della terra, osservano gli esperti di Londra. Mosca probabilmente ha accelerato l’integrazione del Mainstay e del sistema Sa-21 in parte perché è preoccupata per la prospettiva che l’Ucraina schieri aerei da combattimento forniti dall’Occidente, conclude il rapporto, sottolineando che esiste una possibilità realistica che la Russia sia disposta ad accettare maggiori rischi portando il Mainstay più vicino alla prima linea per svolgere efficacemente il suo nuovo ruolo.
Ore 11:36 - Kiev: «I russi violano i requisiti operativi della centrale nucleare di Zaporizhzhia»
I russi continuano a violare i requisiti tecnici per il funzionamento delle attrezzature nella centrale nucleare di Zaporizhzhia Znpp, ndr), soprattutto nei reattori numero 2, 4 e 6: lo ha reso noto l’agenzia statale ucraina che gestisce il settore del nucleare, Energoatom, come riporta Ukrinform. «Nella Znpp temporaneamente occupata, gli invasori russi continuano a violare i requisiti tecnici per il funzionamento delle attrezzature - si legge in un comunicato -. Ciò vale principalmente per le unità di potenza 2, 4 e 6 dello Znpp, ma gli occupanti non rispettano una serie di requisiti tecnologici progettati per garantire il funzionamento sicuro e corretto delle apparecchiature anche su altri reattori» si legge nella dichiarazione. L’agenzia sottolinea ad esempio che i russi utilizzano petrolio di fabbricazione russa per la centrale elettrica diesel di riserva, che produce schiuma quando viene riscaldato e ciò porta ad una diminuzione della pressione del sistema e allo spegnimento automatico dei generatori diesel. Questa, insieme ai tentativi di trasferire le unità di potenza da uno stato ”freddo” sicuro a uno stato caldo - aggiunge - «è un grave violazione dei requisiti imposti dalla legislazione nucleare ucraina e aumenta la probabilità di un incidente radioattivo».
Ore 12:09 - Peskov: «Il prossimo presidente russo? Deve essere proprio come Putin. Spero che si ricandidi»
Il prossimo presidente russo «dovrebbe essere proprio come» Putin: lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, in un’intervista al canale degli studenti dell’università di relazioni internazionali di Mosca `Mgimo360´ ripresa dalla Tass. «Lo stesso, o diverso ma sempre lo stesso», ha poi aggiunto Peskov secondo Interfax. Il portavoce si è inoltre augurato che il presidente russo si candidi alle presidenziali in programma il prossimo marzo.
«Putin non ha ancora annunciato la sua intenzione di ricandidarsi, ma voglio sinceramente sperare che lo farà e non ho dubbi che vincerà le elezioni e continuerà a essere il nostro presidente», ha affermato ancora Peskov. Putin ha 71 anni ed è al potere dal 31 dicembre 1999 come presidente o come premier. Nel 2020 ha promosso una riforma costituzionale che di fatto gli consente di aggirare il limite di due mandati presidenziali consecutivi dandogli la possibilità di candidarsi alle elezioni del 2024 e, in teoria, anche a quelle del 2030. La maggior parte degli analisti si aspetta che Putin si ricandiderà. Il Cremlino sta inasprendo sempre più la repressione del dissenso, quasi tutti i principali dissidenti sono in carcere o sono stati costretti a lasciare il Paese e attualmente non si prevedono reali oppositori tra i candidati alle prossime presidenziali russe.
Ore 12:32 - Kiev: «Collaboriamo con imprese italiane nel settore della Difesa»
Produttori italiani collaboreranno con quelli ucraini per lo sviluppo dell'industria della difesa di Kiev: lo ha annunciato su Telegram il ministro per le Industrie strategiche ucraino, Oleksandr Kamyshin, come riporta Ukrinform. Kamyshin ha sottolineato di aver incontrato il Segretario generale della Difesa, generale Luciano Portolano, rappresentanti del governo e i principali produttori italiani in vari settori della difesa. Durante l'incontro, le parti hanno concordato di unire le forze nello sviluppo dell'industria aeronautica e nella protezione dello spazio aereo, nello sminamento e nella produzione di automobili e tecnologie.
«L'Italia è il nostro partner strategico che ha sostenuto l'Ucraina fin dai primi giorni dell'invasione su vasta scala, mantenendo la sua posizione e le sue intenzioni fino ad oggi. Ne abbiamo ricevuto un'altra conferma», ha sottolineato Kamyshin. L'annuncio segue il colloquio telefonico di ieri tra il ministro della difesa Guido Crosetto e il suo omologo ucraino Rustem Umerov sugli aiuti militari e la cooperazione con i produttori italiani per la produzione congiunta in Ucraina.
Ore 12:49 - Orban: «Strategia Ue ha fallito, serve piano B e cessate fuoco»
«La strategia di Bruxelles rispetto a alla guerra in Ucraina era semplice: l’Ucraina vincerà in prima linea e i russi perderanno. È tempo di affrontare la situazione: la linea del fronte si è congelata e questa strategia ha fallito. Abbiamo bisogno di un piano B. Ma soprattutto, abbiamo bisogno di un cessate il fuoco e di colloqui di pace». Lo scrive su X il premier ungherese Viktor Orban.
Ore 13:06 - Da mezzanotte barriere a quattro valichi tra Finlandia e Russia
La guardia di frontiera finlandese ha comunicato che dalla mezzanotte saranno poste delle barriere a quattro valichi con la Russia. L'obiettivo è quello di fermare il flusso di richiedenti asilo che arrivano dalla Russia.
Giovedì la Finlandia aveva annunciato questo provvedimento in seguito a un'improvvisa impennata dei richiedenti asilo. I valichi di Vaalimaa, Nuijamaa, Imatra e Niirala, al confine sudorientale finlandese, sono quelli più trafficati tra i due Paesi.
Il ministro per gli Affari esteri finlandese, Matti Pitkaniitty, ha detto ai giornalisti che questo provvedimento è una risposta alle nuove politiche di confine russe. «Vogliamo utilizzare le barriere per prevenire l'ingresso». Venerdì, prima di mezzogiorno, già cento persone sono entrate in Finlandia dal confine russo.
A partire da sabato 18 novembre, ai richiedenti asilo dalla Russia sarà permesso di consegnare le proprie richieste solamente in due valichi, quello di Salla e quello di Vartius.
Ore 13:19 - Intensi combattimenti sulla sponda occupata del Dnipro
L'esercito ucraino è impegnato in violenti combattimenti con le forze russe sulla sponda orientale del fiume Dnipro, che è controllata dalle forze russe da mesi. «I pesanti combattimenti continuano», hanno detto i militari in una nota, aggiungendo di aver respinto le forze russe per prendere piede attraverso il fiume nella regione di Kherson. «Sono in corso operazioni di sabotaggio, raid e ricognizione», ha aggiunto.
Ore 13:25 - Zelensky: «La guerra a Gaza rallenta le consegne di proiettili e artiglieria»
Lo spostamento dell'attenzione sulla guerra tra Israele e Hamas ha rallentato le consegne di proiettili di artiglieria all'Ucraina, minando lo sforzo bellico di Kiev: lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, come riporta Bloomberg. I combattenti in Medio Oriente sono alla ricerca di proiettili da 155 millimetri, un componente chiave per le forniture di armi di cui l'Ucraina ha bisogno per respingere l'invasione russa, ha sottolineato il leader ucraino. La richiesta improvvisa di queste munizioni, commenta l'agenzia di stampa, arriva in un «momento delicato». Martedì scorso il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha confermato le indiscrezioni della stessa Bloomberg affermando che l'Ue probabilmente non sarà in grado di realizzare il suo piano di fornire all'Ucraina un milione di proiettili di artiglieria entro marzo 2024 a causa dello stato della produzione dell'industria della difesa e degli ostacoli burocratici.
Ore 13:26 - Kiev rimuove la statua di Pushkin
(di Marta Serafini, inviata a Kiev) Continuano le operazioni di cancel culture in Ucraina (di cui vi avevamo già raccontato qui). Le autorità di Kiev hanno rimosso la statua del poeta russo Alexander Pushkin che si trovava in una delle strade principali della città. Il consigliere del sindaco Dmytro Belotserkovets ha pubblicato sui social media un comunicato in cui si legge: «Pushkin non fa parte della cultura ucraina, e ci è voluto fino alla fine del secondo anno della guerra» perché il governo accettasse di rimuovere il monumento.
La statua era stata teatro di proteste nelle ultime settimane. Durante la notte del 7 novembre, manifestanti avevano dipinto le parole «la decolonizzazione non può essere fermata» sulla base e gettato vernice rossa sul viso di Pushkin. Anche altri monumenti di figure russe e sovietiche sono a rischio rimozione, tra cui una statua del comandante dell’Armata Rossa Mykola Shchors a Kiev e una statua del nobile russo principe Vorontsov a Odessa. Su tutte, quella della zarina Caterina a Odessa, rimossa dopo grandi polemiche. Pushkin «rischia» anche a Zhytomyr e Kharkiv. La scorsa primavera, monumenti al Pushkin erano stati smantellati a Mykolaiv, a Ternopil e nella region di Zakarpattia.
Ore 13:28 - Bbc: «20 mila ucraini fuggiti all'estero per non combattere»
Sono quasi 20 mila gli uomini ucraini fuggiti all'estero per evitare di andare a combattere. E altri 21.113 sono stati fermati dalle autorità mentre cercavano di superare il confine o hanno cercato di ottenere false esenzioni. I dati sono stati raccolti dalla Bbc, in una vasta inchiesta sui renitenti alla leva. Dopo lo scoppio della guerra, l'Ucraina ha vietato l'espatrio degli uomini fra i 18 e i 60 anni. Il numero di 19.740 uomini fuggiti all'estero è stato raccolto sulla base dei dati degli ingressi illegali in Romania, Moldova, Polonia, Ungheria e Slovacchia fra il febbraio 2022 e l'agosto 2023. Non sappiamo come ce l'abbiano fatta, ma le autorità hanno fermato 14.313 uomini che cercavano di superare il confine a piedi o traversando fiumi a nuoto. A volte si tratta di fughe drammatiche, come dimostra un video in cui vedono corpi di uomini ripescati dal fiume Tisa al confine con la Romania. Fra i renitenti troviamo anche 6.800 persone che hanno cercato di ottenere false esenzioni. Sono esclusi dal servizio militare gli uomini con particolari condizioni di salute, i padri di almeno tre figli e lavoratori con particolari responsabilità.
Ore 13:44 - Mosca: «460 ucraini uccisi in una settimana sul Dnipro»
Le forze armate russe hanno ucciso nell'ultima settimana 460 soldati ucraini mentre cercavano di attraversare il fiume Dnipro nella regione di Kherson per raggiungere la sponda orientale controllata dai russi. Lo ha detto il ministero della Difesa di Mosca. Nell'ultima settimana le forze russe hanno respinto 33 tentativi di attacco ucraini lungo tutto il fronte, con perdite stimate di 1.810 soldati per gli ucraini, aggiunge il ministero citato dall'agenzia Tass.
Ore 14:01 - Zelensky: «Mosca vuole mettere in atto un piano di disinformazione per rimuovermi»
Mosca sta cercando di seminare divisione nella società ucraina, creando «caos» nel Paese per rimuovere il presidente Volodymyr Zelensky: lo ha detto lo stesso leader ucraino, come riporta l'agenzia di stampa Bloomberg citata dai media internazionali. «La nostra intelligence dispone di informazioni che provengono anche dai nostri partner», ha affermato Zelensky, parlando di un piano di disinformazione noto internamente come `Maidan 3´, in riferimento alla piazza centrale di Kiev che è stata il punto focale delle rivolte del 2004 e del 2014 (quest'ultima, in particolare, ha avuto un ruolo nel rovesciare l'allora presidente Viktor Yanukovich, sostenuto dalla Russia). «Maidan è un colpo di Stato per loro, quindi l'operazione è comprensibile», ha commentato Zelensky, ribadendo che il governo ucraino non si farà influenzare da qualcosa che «assomiglia a un conflitto congelato». In precedenza, il segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale Oleksiy Danilov aveva affermato che i servizi di Mosca (Fsb) vogliono lanciare un progetto politico filorusso in Ucraina e Zelensky aveva detto che Mosca sta investendo ingenti fondi in operazioni di disinformazione per dividere l'unità della comunità internazionale nel suo sostegno all'Ucraina.
Ore 14:02 - Mosca vuole mettere al bando il movimento Lgbt perché «estremista»
Il ministero della Giustizia russo ha chiesto alla Corte Suprema di mettere fuori legge il movimento internazionale per i diritti Lgbt in quanto «organizzazione estremista». Lo ha annunciato lo stesso ministero citato dall'agenzia Tass.
Ore 15:18 - Zelensky: «Guerrieri ucraini sulla riva sinistra del Dnipro»
Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ha ringraziato l'esercito ucraino per «andare avanti» sulla riva sinistra della regione di Kherson. «La riva sinistra della regione di Kherson. I nostri guerrieri. Grazie per la vostra forza, per andare avanti! Gloria a tutti coloro che restituiscono libertà e giustizia all'Ucraina», ha scritto su Telegram pubblicando alcune fotografie di soldati ucraini sul fiume. Il post di Zelensky giunge dopo che le forze ucraine hanno dichiarato di aver condotto una serie di operazioni di successo sulla riva sinistra del fiume Dnipro, lungo il fronte di Kherson.
Ore 15:29 - Kiev: «Migliaia di persone sono rimaste senza elettricità a causa dei raid russi»
Migliaia di persone che vivono vicino al fronte in Ucraina sono rimaste senza elettricità dopo gli attacchi russi agli impianti energetici, ha affermato il governo ucraino. Il ministero dell'Energia ha dichiarato in una nota citata dal Guardian che i recenti bombardamenti sula città di Kherson hanno lasciato più di 28.000 persone senza elettricità. Solo nell'ultimo giorno 3.000 persone sono rimaste senza corrente. Inoltre, i danni a una linea nella regione di Donetsk hanno completamente isolato la città di Kostyantynivka, e 122 insediamenti sono ancora in blackout. È stato colpito anche un edificio a Kharkiv di proprietà di un fornitore privato di energia, lasciando 17.600 persone senza elettricità. Lo scorso inverno, l'attacco sistematico alle infrastrutture energetiche dell'Ucraina da parte della Russia ha lasciato milioni di persone senza luce né riscaldamento, con le temperature che nei mesi invernali scendono regolarmente al di sotto dello zero.
Ore 16:00 - Putin: «Voler cancellare la cultura russa è neocoloniale e razzista»
«Recentemente hanno cercato di cancellare la nostra cultura. Dico cercato perché per definizione comprendiamo che questo è impossibile. Tuttavia, cancellano la cultura, che si basa sulla vera libertà e misericordia, sull'amore per le persone e sulla spiritualità. La stessa politica di abolizione della Russia è, nella sua essenza, anticulturale, neocoloniale e razzista». Lo dice il presidente russo Vladimir Putin che partecipa alla riunione plenaria del "Forum delle Culture Unite". L'evento si svolge a San Pietroburgo.
Ore 16:27 - Mosca chiude i centri per la concessione dei visti in Francia
L'ambasciata russa a Parigi ha reso noto che chiuderà i numerosi centri per il rilascio dei visti sul territorio francese. Dalla prossima settimana, i visti potranno essere rilasciati solo presso i consolati di Strasburgo e Marsiglia, oppure presso l'Ambasciata.
Ore 17:11 - «A rischio l'ok ai negoziati per l'adesione di Kiev all'Ue»
Il via libera dei 27 all'avvio dei negoziati di adesione con l'Ucraina, che sarà sul tavolo del prossimo Consiglio Europeo di dicembre, è «a rischio». Lo fa sapere un alto funzionario europeo. Gli Stati membri - stando ai primi sondaggi informali - hanno delle remore sul giudizio espresso dalla Commissione riguardo alle riforme «attuate al 90%» da Kiev e sul secondo rapporto previsto a marzo. «Alcuni leader si domandano quindi se allora non sia più opportuno aspettare», precisa la fonte. In generale però è «l'intera strategia» verso l'Ucraina ad essere messa in dubbio dai 27 ora che ci si avvicina al secondo anniversario di guerra. Ovvero il `whatever it takes´ sbandierato sinora. Diversi Paesi, l'Ungheria certo, ma non solo, ad esempio tutti gli Stati neutrali, ora parlano apertamente della «necessità di negoziati di pace» con la Russia. «La svolta che alcuni si aspettavano con la controffensiva ucraina non si è materializzata mentre la Russia si è mossa verso un'economia di guerra, c'è dunque un dibattito in corso sul fatto che l'Europa abbia i mezzi per continuare a sostenere Kiev e vi sono dubbi anche sull'impegno degli Stati Uniti», aggiunge il funzionario. In pratica, al momento, non c'è accordo tra i 27 su nulla. In stallo le discussioni sulla modifica del budget Ue per dare 50 miliardi in aiuti macrofinanziari all'Ucraina così come maggiori finanziamenti concessi attraverso lo European Peace Facility, strumento che potrebbe aver fatto il suo tempo. Il focus, ora, è molto di più sul «rafforzamento della capacità produttiva» dell'industria bellica europea. Il ragionamento, semmai, è di continuare con gli «aiuti bilaterali».
Ore 17:17 - Putin conferma il viaggio in Bielorussia in occasione del vertice Csto
Vladimir Putin ha confermato che si recherà a Minsk dove il 23 di questo mese, per partecipare a un vertice della Csto. Il Presidente russo si è recato solo in Kirghizistan e in Cina da quando lo scorso marzo è stato spiccato un mandato di arresto internazionale nei suoi confronti.
Ore 17:18 - La Russia nega l'autorizzazione alla protesta delle mogli dei soldati al fronte a causa di una presunta epidemia di Covid
Negata a Mosca l'autorizzazione a una protesta delle mogli dei militari mobilitati in Ucraina. Le autorità locali hanno citato come motivazione «la situazione epidemiologica in evoluzione in città», scrive il canale Telegram Put Domoi (la strada di casa). La protesta avrebbe dovuto svolgersi sulla Piazza Teatralnaya il prossimo 25 novembre per sollecitare il rientro a casa dei soldati mobilitati.
Ore 17:43 - La Russia revoca il blocco all'export di benzina
Il governo russo ha deciso di rimuovere a partire da oggi il divieto di esportazione della benzina, che era stato introdotto il 21 settembre per frenare l'aumento dei prezzi sul mercato interno. Lo ha annunciato il ministero dell'Energia. La decisione di revocare il divieto, ha spiegato il ministero, citato dall'agenzia Tass, è stata presa dopo che sono state costituite sufficienti riserve per creare un surplus di offerta. Le scorte di benzina, aggiunge il ministero, sono stimate attualmente a circa due milioni di tonnellate e i prezzi sono scesi in misura significativa rispetto a settembre.
Ore 18:53 - Crosetto: «C'è preoccupazione per quanto sta accadendo da due anni in Ucraina. Possibile pace dopo l'inverno»
Nel conflitto israelo-palestinese in questo momento l'Italia sta «giocando una partita di aiuti umanitaria. Le grandi democrazie devono distinguersi anche quando reagiscono a un attacco violento, come quello subito da Israele dai terroristi di Hamas, sempre tenendo conto che il diritto internazionale deve prevalere». Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a margine della consegna del premio «Italia Informa» 2023. «C'è preoccupazione per quanto sta succedendo in questo momento a Gaza e da due anni in Ucraina, così come per la stabilità e la pace nel mondo», ha aggiunto.
L'attuale «fase di stallo in Ucraina dopo l'inverno può portare a una fase diplomatica. Quando inizierà la campagna elettorale in Europa e negli Usa» potrebbe generarsi una «pressione tale da portare a costruire un tavolo di pace». Continua Crosetto. «Abbiamo davanti un inverno difficile. Gli ucraini non dispongono di aeronautica a differenza dei russi. Ci sarà un ultimo tentativo di spallata», ha aggiunto.
Ore 19:19 - Lituania ed Estonia inviano nuovi aiuti per le forze armate ucraine
Il ministero della Difesa della Lituania ha inviato un nuovo pacchetto di aiuti a favore delle forze armate ucraine. Il nuovo pacchetto, pensato per sostenere l'Ucraina durante il periodo invernale, è composto da generatori elettrici con capacità di funzionamento fino a -30 °C, letti da campo e razioni di cibo liofilizzato. Sempre oggi, l'Estonia donato all'Ucraina quattro autobus destinati alle città di Kharkiv e Zhytomir. «Gli ucraini hanno dimostrato resilienza e coraggio nel resistere all'aggressione russa e i nostri aiuti umanitari hanno lo scopo di sostenerli anche in questo momento», ha detto il ministro degli Esteri di Tallinn, Margus Tsahkna.
Ore 20:34 - LA Casa Bianca annuncia conferenza su industrie difesa Usa-Ucraina
Gli Usa ospiteranno una conferenza sulla base dell'industria della difesa il 6 e 7 dicembre per riunire rappresentanti del settore e del governo statunitense e ucraino ed esplorare opportunità di coproduzione e altra cooperazione industriale in Ucraina. L'iniziativa, spiega la Casa Bianca in una nota, fa parte degli sforzi americani per «aumentare in modo significativo la produzione di armi per sostenere la lotta dell'Ucraina per la libertà e la sicurezza».
Ucraina Russia, le notizie sulla guerra di sabato 18 novembre | Kiev rivendica «operazioni di successo» sulla sponda orientale del Dnipro. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera sabato 18 novembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di sabato 18 novembre. L’esercito afferma che le truppe hanno condotto una serie di operazioni occupando la sponda orientale del fiume Dnipro
• Intensi combattimenti sulla sponda occupata del Dnipro.
• Chiusi quattro valichi tra Finlandia e Russia.
• Lituania ed Estonia inviano nuovi aiuti militari a Kiev.
• Gli Usa: aa Bielorussia coinvolta nella deportazione dei bambini.
Ore 05:02 - Kiev annuncia «successo» operazioni su sponda est Dnipro
L’esercito ucraino ha rivendicato il «successo» di operazioni condotte sulla sponda orientale del fiume Dnipro occupata dai russi, vicino alla città meridionale di Kherson. «Le Forze di difesa ucraine hanno condotto una serie di operazioni di successo sulla riva sinistra del fiume Dnipro, lungo il fronte di Kherson», ha dichiarato il Corpo dei Marines ucraini in una nota sui social media. «In collaborazione con altre unità delle Forze di difesa, siamo riusciti a creare diverse teste di ponte», si aggiunge nella nota, secondo cui più di mille militari russi sono stati uccisi durante le operazioni. Il corso d’acqua è di fatto la linea del fronte nel sud del Paese.
Ore 08:00 - L’impatto della crisi in Israele sulla guerra in Ucraina
(Marta Serafini) La consegna di proiettili di artiglieria in Ucraina da parte degli alleati occidentali è diminuita dall’inizio del conflitto Israele-Hamas, ha detto il presidente Volodymyr Zelensky. In particolare, le forniture dei tanto necessari proiettili di artiglieria da 155 mm sono «davvero rallentate», ha detto. Nonostante i commenti dei funzionari occidentali, tra cui il presidente Joe Biden, secondo cui il sostegno a Israele non significherebbe necessariamente una diminuzione dell’attenzione verso l’Ucraina, ci sono stati segni crescenti in questo senso. Axios il 19 ottobre, citando i commenti dei funzionari israeliani, riferisce che i proiettili da 155 mm originariamente destinati all’Ucraina venivano reindirizzati in Israele. «Siamo sinceri: la crisi in Medio Oriente sta già avendo un impatto duraturo sulla nostra politica in Ucraina», ha detto Josep Borrell, il massimo diplomatico dell’UE, in un discorso del 6 novembre.
Nel frattempo, il Congresso non è riuscito a fare alcun progresso sulle discussioni per un nuovo disegno di legge di finanziamento per l’Ucraina in mesi. Ed è questa la notizia che preoccupa davvero gli ucraini.
Ore 08:19 - Forze ucraine abbattono 29 droni nella notte
Le forze di difesa aerea ucraine hanno abbattuto nella notte 29 dei 38 droni Shahed registrati fra le 20:00 di ieri sera e le 4 del mattino di oggilanciati su più parti del Paese, stando ad un post dell’aeronautica militare ucraina suTelegram citato da Ukrinform.
Ore 10:05 - Kiev: solo ieri uccisi 620 soldati di Mosca
Le forze armate ucraine rivendicano di aver ucciso solo ieri 620 soldati russi nei combattimenti di ieri. Lo stato maggiore delle forze ucraine ha quindi aggiornato il numero dei militari russi uccisi dall’inizio della guerra a 317mila.
Ore 11:13 - 007 Gb, in Ucraina fronte statico, pesanti perdite russe
In Ucraina nell’ultima settimana di guerra il fronte resta statico, senza sostanziali variazioni, con i russi che conducono offensive in direzione di Avdiivka, nel Donetsk, dove subiscono «gravi perdite», e di Kupiansk, nel Lugansk, e gli ucraini che hanno stabilito una testa di ponte sulla riva est del fiume Dnipro che i russi non riescono a scalzare. Nessuna delle parti è riuscita a fare progressi sostanziali su questi punti di attrito: lo scrive nel suo bollettino quotidiano il Ministero della Difesa britannico, che cita fonti d’intelligence militare. Con l’arrivo del freddo invernale in Ucraina orientale, i servizi britannici prevedono che nel prossimo futuro non sono prevedibili cambiamenti sostanziali e rimarcano anche come i droni-spia per entrambe le parti svolgano sempre un ruolo essenziale nel prevenire attacchi nemici.
Ore 11:28 - L’aumento dei droni russi e il rischio del black out energetico
L’Ucraina ha segnalato un aumento degli attacchi notturni ai droni lanciati dalla Russia, accusandola di averne sparati 38 sul suo territorio, il numero più alto da sei settimane. L’aeronautica ucraina ha dichiarato di aver abbattuto 29 dei 38 droni Shahed di fabbricazione iraniana - chiamati anche «droni kamikaze» perché erano pieni di esplosivi destinati a esplodere quando colpivano il bersaglio - sparati dalla Russia. Secondo lei, questo è il maggior numero di droni lanciati dalla Russia durante un attacco notturno dal 30 settembre. Un impianto energetico è stato colpito nella regione meridionale di Odessa e l’incendio che ne è derivato è stato rapidamente domato, hanno riferito i servizi di emergenza ucraini. Inoltre, sabato lo stato maggiore ucraino ha dichiarato che le sue forze «continuano a mantenere posizioni sulla riva sinistra (orientale) del fiume Dnepr».
Per più di un anno, le forze ucraine e russe sono state trincerate su entrambi i lati del vasto fiume nella regione meridionale di Kherson, dopo che la Russia ha ritirato le sue truppe dalla sponda occidentale lo scorso novembre. Le forze ucraine hanno ripetutamente tentato di attraversare e mantenere le loro posizioni sul lato controllato dalla Russia, con i funzionari di Kiev che hanno finalmente riferito di una svolta «riuscita» la scorsa settimana. «I nostri difensori stanno consolidando le loro posizioni e sparando sugli occupanti», ha detto lo Stato Maggiore Generale durante un briefing sabato mattina sulle sue operazioni sulla sponda orientale del fiume. Il ministero della Difesa russo ha anche affermato di aver abbattuto un drone ucraino sulla regione di confine di Bryansk. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha detto giovedì che si aspetta che la Russia intensifichi gli attacchi al sistema energetico ucraino, con l’obiettivo di paralizzare le forniture di calore ed elettricità del paese durante i freddi mesi invernali. La Russia sta accumulando missili per questi attacchi, secondo Zelensky. Lo scorso inverno, gli attacchi russi hanno lasciato milioni di ucraini senza elettricità per ore a temperature sotto lo zero.
Ore 14:00 - Germania, Scholz chiede a Putin fare primo passo su pace con Ucraina
Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha invitato il presidente russo, Vladimir Putin, a fare il primo passo verso una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina. “Deve ritirare le truppe”, ha detto Scholz durante una visita a Nuthetal, nel Brandeburgo. Tuttavia, al momento “non ci sono segnali che questo avvenga”, ha ammesso Scholz rispondendo a una domanda sulla possibilità di negoziati di pace. Putin “non deve riuscire nel suo obiettivo di usare la forza per annettere parti di un Paese vicino”, ha sottolineato il cancelliere tedesco. Il capo del governo tedesco ha di nuovo assicurato all’Ucraina l’aiuto del suo Paese nella difesa dall’invasione russa per tutto il tempo necessario.
Ore 14:19 - Esercito Russia: uccisi 75 soldati ucraini vicino fiume Dnipro
L’esercito russo ha dichiarato di aver bombardato pesantemente le forze ucraine nei pressi del fiume Dnipro, nell’Ucraina meridionale, e di aver ucciso circa 75 soldati ucraini. Non è stato possibile verificare in modo indipendente l’affermazione sul campo di battaglia. L’esercito di Kiev ha dichiarato ieri che le truppe ucraine hanno spinto i soldati russi fuori dalle posizioni sulla sponda orientale del fiume Dnipro in alcune parti della regione di Kherson e hanno stabilito diverse teste di ponte.
Ore 15:20 - Attacchi con droni dei russi, blackout elettrici in Ucraina
La Russia ha effettuato un importante attacco con i droni contro l’Ucraina durante la notte, colpendo infrastrutture e causando interruzioni di corrente in più di 400 città e villaggi nel sud, sudest e nord del Paese. Lo hanno dichiarato i funzionari ucraini. Le difese aeree ucraine hanno abbattuto 29 dei 38 droni Shahed di fabbricazione iraniana lanciati dal territorio russo, ha dichiarato l’aeronautica militare, secondo quanto riportato da Reuters. In un comunicato, l’aeronautica ha dichiarato che l’attacco a diverse regioni ucraine è durato dalle 20 di ieri alle 4 di questa mattina.
Il ministero dell’Energia ha dichiarato che 416 città e villaggi nella regione di Odessa, nel sud, e nella regione di Zaporizhzhia, nel sudest, sono stati privati dell’elettricità dopo che le reti sono state danneggiate dagli attacchi. Quest’anno l’Ucraina ha avuto un autunno insolitamente caldo. Ma mentre le temperature iniziano a scendere, i funzionari hanno sollecitato i residenti e le aziende a prepararsi a nuovi attacchi russi. “Non abbiamo il diritto di rilassarci”, ha dichiarato alla tv ucraina Volodymyr Kudrytskiy, responsabile dell’operatore della rete elettrica Ukrenergo. «Certamente tutti noi, operatori energetici e forze di difesa, ci stiamo preparando a respingere eventuali attacchi russi alle infrastrutture energetiche quest’inverno». Il ministero dell’Energia ha anche detto che una raffineria di petrolio è stata colpita nella regione di Odessa. Anche un edificio amministrativo è stato danneggiato e un civile è rimasto ferito nell’attacco, ha dichiarato il comando militare meridionale in una dichiarazione sull’app di messaggistica Telegram.
Ore 18:15 - Zelensky firma nuove sanzioni contro la Russia
Il presidente ucraino Vladimir Zelensky ha firmato due decreti che attuano le decisioni del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale sulle nuove sanzioni contro i russi. Ai decreti sono allegati tre elenchi contenenti 108 persone fisiche e 37 aziende. L’elenco delle sanzioni alle persone comprende, in particolare, il capo della Lpr Leonid Pasechnik, il capo della Repubblica di Crimea Sergei Aksenov, l’ex primo ministro ucraino Nikolai Azarov, il segretario di Stato dell’Unione statale Dmitry Mezentsev. La maggior parte di coloro che sono soggetti alle nuove sanzioni figuravano anche nei precedenti elenchi di sanzioni ucraine. Le sanzioni sono state introdotte per periodi di 5 e 10 anni e comportano, in particolare, la confisca e il blocco dei beni, il divieto di partecipare alle privatizzazioni e il ritiro dei beni nel territorio dell’Ucraina.
Ore 00:22 - Mosca: «Abbattuto drone Kiev diretto verso la capitale»
Le forze di difesa aerea russe hanno reso noto di aver fermato un attacco di un drone nel distretto urbano di Bogorodsky, nella regione di Mosca, in direzione della capitale. «Non ci sono stati danni preliminari o vittime a causa della caduta di detriti» ha detto il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, sul suo canale Telegram. Lo riporta Ria Novosti.
Ucraina Russia, le notizie sulla guerra di oggi. Kiev: penetrati 8 km da riva est del fiume Dnipro. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera domenica 19 novembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di domenica 19 novembre, in diretta. Esercito di Mosca: «Uccisi 75 militari ucraini durante un attacco nel Kherson»
• Kiev rivendica «operazioni di successo» sulla sponda orientale del Dnipro.
• Il cancelliere tedesco Scholz chiede a Putin di fare il primo passo nella pace con l’Ucraina.
• Zelensky ha firmato nuove sanzioni contro la Russia.
Ore 00:37 - Kiev annuncia «successo» operazioni su sponda est Dnipro
L’esercito ucraino ha rivendicato il «successo» di operazioni condotte sulla sponda orientale del fiume Dnipro occupata dai russi, vicino alla città meridionale di Kherson. «Le Forze di difesa ucraine hanno condotto una serie di operazioni di successo sulla riva sinistra del fiume Dnipro, lungo il fronte di Kherson», ha dichiarato il Corpo dei Marines ucraini in una nota sui social media. «In collaborazione con altre unità delle Forze di difesa, siamo riusciti a creare diverse teste di ponte», si aggiunge nella nota, secondo cui più di mille militari russi sono stati uccisi durante le operazioni. Il corso d’acqua è di fatto la linea del fronte nel sud del Paese.
Ore 01:04 - Germania, Scholz chiede a Putin fare primo passo su pace con Ucraina
Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha invitato il presidente russo, Vladimir Putin, a fare il primo passo verso una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina. “Deve ritirare le truppe”, ha detto Scholz durante una visita a Nuthetal, nel Brandeburgo. Tuttavia, al momento “non ci sono segnali che questo avvenga”, ha ammesso Scholz rispondendo a una domanda sulla possibilità di negoziati di pace. Putin “non deve riuscire nel suo obiettivo di usare la forza per annettere parti di un Paese vicino”, ha sottolineato il cancelliere tedesco. Il capo del governo tedesco ha di nuovo assicurato all’Ucraina l’aiuto del suo Paese nella difesa dall’invasione russa per tutto il tempo necessario.
Ore 01:45 - Zelensky firma nuove sanzioni contro la Russia
Il presidente ucraino Vladimir Zelensky ha firmato due decreti che attuano le decisioni del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale sulle nuove sanzioni contro i russi. Ai decreti sono allegati tre elenchi contenenti 108 persone fisiche e 37 aziende. L’elenco delle sanzioni alle persone comprende, in particolare, il capo della Lpr Leonid Pasechnik, il capo della Repubblica di Crimea Sergei Aksenov, l’ex primo ministro ucraino Nikolai Azarov, il segretario di Stato dell’Unione statale Dmitry Mezentsev. La maggior parte di coloro che sono soggetti alle nuove sanzioni figuravano anche nei precedenti elenchi di sanzioni ucraine. Le sanzioni sono state introdotte per periodi di 5 e 10 anni e comportano, in particolare, la confisca e il blocco dei beni, il divieto di partecipare alle privatizzazioni e il ritiro dei beni nel territorio dell’Ucraina.
Ore 03:05 - 007 Gb, in Ucraina fronte statico, pesanti perdite russe
In Ucraina nell’ultima settimana di guerra il fronte resta statico, senza sostanziali variazioni, con i russi che conducono offensive in direzione di Avdiivka, nel Donetsk, dove subiscono «gravi perdite», e di Kupiansk, nel Lugansk, e gli ucraini che hanno stabilito una testa di ponte sulla riva est del fiume Dnipro che i russi non riescono a scalzare. Nessuna delle parti è riuscita a fare progressi sostanziali su questi punti di attrito: lo scrive nel suo bollettino quotidiano il Ministero della Difesa britannico, che cita fonti d’intelligence militare. Con l’arrivo del freddo invernale in Ucraina orientale, i servizi britannici prevedono che nel prossimo futuro non sono prevedibili cambiamenti sostanziali e rimarcano anche come i droni-spia per entrambe le parti svolgano sempre un ruolo essenziale nel prevenire attacchi nemici.
Ore 03:23 - Esercito Russia: uccisi 75 soldati ucraini vicino fiume Dnipro
L’esercito russo ha dichiarato di aver bombardato pesantemente le forze ucraine nei pressi del fiume Dnipro, nell’Ucraina meridionale, e di aver ucciso circa 75 soldati ucraini. Non è stato possibile verificare in modo indipendente l’affermazione sul campo di battaglia. L’esercito di Kiev ha dichiarato ieri che le truppe ucraine hanno spinto i soldati russi fuori dalle posizioni sulla sponda orientale del fiume Dnipro in alcune parti della regione di Kherson e hanno stabilito diverse teste di ponte.
Ore 03:49 - Mosca: «Abbattuto drone Kiev diretto verso la capitale»
Le forze di difesa aerea russe hanno reso noto di aver fermato un attacco di un drone nel distretto urbano di Bogorodsky, nella regione di Mosca, in direzione della capitale. «Non ci sono stati danni preliminari o vittime a causa della caduta di detriti» ha detto il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, sul suo canale Telegram. Lo riporta Ria Novosti.
Ore 07:24 - Proseguono i bombardamenti russi nei distretti di Kharkiv
Sono proseguiti per tutta la giornata di ieri i bombardamenti russi sugli insediamenti di confine e di prima linea dei distretti di Kharkiv, Chuguyiv e Kupyan. Lo riportano i media di Kharkiv. In particolare, gli attacchi si sono concentrati su Kozacha Lopan del distretto di Kharkiv, Ohirtseve, Gatishche, Pletenivka del distretto di Chuguyiv, Synkivka, Petropavlivka, Ivanivka, Kislivka, Kotlyarivka, Tabaivka del distretto di Kupyan e altri insediamenti. Durante la giornata non si sono registrate vittime tra la popolazione civile. Proseguono poi i pesanti combattimenti in direzione di Kupyansk. Durante il giorno, il nemico ha effettuato 6 tentativi di assalto nelle aree di Sinkivka e Petropavlivka. Tutti gli attacchi sono stati respinti dai difensori ucraini.
Ore 08:53 - Ondata attacchi droni russi su Kiev per seconda notte consecutiva
Le autorità ucraine hanno denunciato un'ondata di attacchi di droni russi su Kiev per la seconda notte consecutiva. «Per il secondo giorno consecutivo, il nemico ha attaccato la capitale con i droni. Secondo i dati preliminari, sono state usate nuovamente munizioni da bombardamento del tipo Shahed (i cosiddetti droni kamikaze, ndr)», ha riferito su Telegram l'Amministrazione militare di Kiev. Il capo dell'Amministrazione, Serhiy Popko, ha precisato che «circa una decina di obiettivi nemici sono stati colpiti dalle forze e dai mezzi di difesa aerea sul territorio di Kiev e alla periferia della città». Popko ha dichiarato che i droni del «nemico» hanno attaccato Kiev a ondate e da diverse direzioni. «Per questo motivo nella capitale sono stati annunciati più volte allarmi aerei», ha aggiunto, senza fornire ulteriori informazioni su danni o vittime.
Ore 09:23 - Scambi di droni e missili nella notte fra Russia e Ucraina
La scorsa notte è stata ancora una volta caratterizzata dal lancio reciproco di droni e di missili fra la Russia e l'Ucraina, in gran parte intercettati prima che potessero colpire. Kiev - scrive l'agenzia Ucrinform - rivendica l'abbattimento di almeno 15 dei 20 droni-kamikaze russi di fabbricazione iraniana `Shahed´. Non si hanno indicazioni dei 5 droni che avrebbero passato le difese ucraine nella seconda notte consecutiva di attacchi aerei. Da parte sua, Mosca afferma per bocca del Ministero della Difesa che «un tentativo del regime di Kiev di condurre un attacco terroristico con un drone contro alcune installazioni sul territorio della Federazione russa è stato sventato», e il drone sarebbe stato abbattuto nel distretto urbano di Bogorodsky, nella regione di Mosca.
Ore 09:54 - Kiev: penetrati 8 km da riva est del fiume Dnipro
L'esercito ucraino afferma di aver «respinto le forze russe» «da 3 fino a 8 chilometri» in profondità dalla testa di ponte stabilita dalle forze di Kiev sulla riva est - occupata dai russi - del fiume Dnipro. Si tratta della prima dichiarazione di una conquista territoriale in questo settore dall'inizio della controffensiva ucraina, lo scorso giugno. Lo ha dichiarato la portavoce delle forze armate ucraine, Natalia Gumenyuk alla tv ucraina, senza però specificare se le forze russe si siano ritirate completamente dalla porzione di territorio su cui si rivendica l'avanzata.
Ore 14:48 - G20, Putin parteciperà a vertice online del 22 novembre
Putin, che ha saltato la riunione dei leader del G20 di settembre in presenza a Nuova Delhi e che è stato rappresentato dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov al vertice dei Brics di agosto in Sudafrica, è stato colpito a marzo da un mandato d'arresto della Corte penale internazionale, che lo accusa di crimini di guerra per la deportazione di bambini ucraini, accusa che Mosca nega. Dall'inizio della pandemia, e ancor più dopo l'invasione dell'Ucraina, Putin si è recato molto raramente all'estero. Il mese scorso, tuttavia, si è recato in Cina per incontrare il suo omologo e alleato, Xi Jinping. All'inizio di ottobre il presidente russo aveva assicurato che non si sarebbe recato fisicamente ai vertici internazionali per non «causare problemi» agli organizzatori. Nuova Delhi ha stretti legami storici con Mosca e la Russia rimane il maggiore fornitore di armi dell'India.
Ucraina Russia, le notizie sulla guerra del 20 novembre. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera lunedì 20 novembre 2023
• L’esercito ucraino annuncia di aver «respinto le forze russe da 3 fino a 8 chilometri» sulla riva est - occupata dai russi - del fiume Dnipro.
• Ondata attacchi droni russi su Kiev per due notti consecutive.
• G20, Putin parteciperà al vertice online del 22 novembre.
Ore 05:07 - Ministro Difesa tedesco a Kiev per visita non prevista
Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, è arrivato a Kiev per una visita non annunciata, per ribadire il sostegno di Berlino all’Ucraina. Pistorius è arrivato in treno e dovrebbe avere colloqui con il suo omologo ucraino e con il presidente Volodymyr Zelensky. Berlino, il secondo fornitore di attrezzature militari a Kiev dopo gli Stati Uniti, sta cercando di offrire rassicurazioni dopo che lo spostamento dell’attenzione verso la guerra in Medio Oriente ha suscitato preoccupazioni per il calo del sostegno all’Ucraina. La visita arriva dopo l’aumento degli attacchi aerei russi e mentre Kiev si prepara a un possibile aumento degli attacchi alle strutture energetiche del Paese nei prossimi mesi.
Si tratta della seconda visita di Pistorius a Kiev da quando è diventato ministro della Difesa all’inizio di quest’anno, e arriva un giorno dopo che il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, si è recato in Ucraina senza preavviso. Oltre ai colloqui politici, Pistorius parteciperà a una cerimonia di deposizione di una corona di fiori nella piazza Maidan di Kiev e visiterà un centro di addestramento militare. Dopo qualche esitazione iniziale, la Germania ha aumentato drasticamente il suo sostegno all’Ucraina per contrastare l’invasione russa e ha consegnato a Kiev una vasta gamma di armamenti, dai carri armati pesanti ai sistemi di difesa aerea e munizioni.
Ore 07:38 - Lo sciopero dei camionisti polacchi alla frontiera con l’Ucraina
(Marta Serafini) Continua lo sciopero dei camionisti polacchi e ora anche gli agricoltori minacciano di unirsi alla protesta. Le guardie di frontiera polacche avrebbero rifiutato di far entrare in Ucraina i camion che trasportavano beni umanitari, compreso il carburante, mentre le proteste dei camionisti polacchi sulla libera circolazione dei trasportatori ucraini si protraevano ormai alla terza settimana, ha riferito Ukrinform il 20 novembre.
Taras Svitlyk, rappresentante di una compagnia di trasporti con sede a Lviv, riferisce che molti dei camion della sua compagnia che trasportavano carburante e altre merci erano bloccati nei parcheggi vicino al confine e le guardie di frontiera polacche non permettevano loro di attraversare. Potrebbe essere una situazione pericolosa se dovessero prendere fuoco ed esplodere, ha aggiunto. Sebbene le autorità polacche abbiano affermato che gli aiuti umanitari o i beni essenziali potevano passare, i camionisti ucraini hanno affermato che i camion che trasportavano aiuti umanitari, comprese attrezzature mediche, erano in attesa per giorni in attesa di attraversare.
I camionisti polacchi scontenti protestano a tre posti di blocco dal 6 novembre, provocando enormi code su entrambi i lati del confine. I manifestanti chiedono limitazioni al numero di trasportatori ucraini che entrano in Polonia. Il numero di trasportatori ucraini che entrano in Polonia è aumentato drasticamente e i manifestanti sostengono che le imprese locali vengono indebolite. Affermano che gli autisti ucraini trasportano merci dalla Polonia verso paesi terzi a tariffe più economiche di quelle che le aziende locali possono permettersi.
Un gruppo di circa 100 agricoltori intende unirsi alla protesta dei camionisti polacchi al valico di frontiera con l’Ucraina il 23 novembre, ha riferito Bloomberg il 20 novembre. Gli agricoltori dell’associazione Betrayed Countryside hanno in programma di organizzare una protesta di tre giorni al quarto passaggio a Medyka, ha detto a Bloomberg uno degli organizzatori.
Ore 07:52 - Zelensky: «Il mondo non si stancherà di sostenerci»
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel suo consueto discorso quotidiano, ha chiesto alla comunità internazionale di inviare alla Russia il segnale che il mondo non si stancherà di sostenere l’Ucraina in un discorso quotidiano del 19 novembre. «Continuiamo a prepararci per gli eventi internazionali previsti questa settimana», ha dichiarato Zelenksy. «La cosa fondamentale ora è garantire che il sostegno dell’Ucraina sarà sufficiente anche l’anno prossimo. Ringrazio tutti i Paesi che stanno guardando a questo problema come noi. Abbiamo bisogno di questo segnale per la Russia: qualunque cosa faccia, il mondo non si stancherà di difendere la libertà e l’ordine internazionale». Ampi stralci del discorso del presidente sono stati riportati dal sito The kyiv Independent. Il leader ucraino ha anche ringraziato i Paesi Bassi per le recenti `ondate´ di aiuti militari.
Ore 07:55 - Ucraina: media, 37 mila soldati russi morti da inizio invasione
Grazie una ricerca open-source, il media indipendente russo Mediazona, insieme a BBC Russia, ha confermato i nomi di 37.052 soldati russi uccisi dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022.
Dal precedente aggiornamento del 3 novembre, ci sono 1.300 nomi in più iscritti nella lista delle vittime. Lo riporta il sito indipendente ucraino The Kyiv Independent.
Ore 08:35 - Il Qatar disposto a mediare per il rientro dei prigionieri di guerra in Ucraina
Il Qatar è pronto ad unirsi agli sforzi dell’Ucraina per riportare a casa i prigionieri di guerra civili dalla Russia, oltre a mediare il salvataggio dei bambini ucraini deportati, ha detto il difensore civico e commissario per i diritti umani Dmytro Lubinets alla televisione di Stato. «L’unica cosa è che non siamo riusciti a riportare indietro i bambini al ritmo che avremmo voluto. Ci sono molti più bambini (deportati dall’Ucraina alla Russia)», ha aggiunto Lubinets. «Ma stiamo lavorando. Abbiamo molti casi in lavorazione adesso». Il Qatar ha collaborato con l’Ucraina per aiutare a riportare indietro Bohdan Yermokhin, un adolescente ucraino che è stato illegalmente deportato dalla Russia da Mariupol occupata, affidato a una famiglia affidataria nell’oblast di Mosca e servito con un avviso di leva. Yermokhin è tornato in Ucraina il giorno del suo 18esimo compleanno, il 19 novembre, a seguito dell’operazione di salvataggio, che ha coinvolto anche l’Unicef Ucraina e l’ambasciata ucraina in Bielorussia.
Ore 08:57 - Segretario alla Difesa Usa a Kiev in visita non annunciata
Il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, è arrivato questa mattina a Kiev per rassicurare l’Ucraina che Washington continuerà a sostenere la sua lotta contro le forze d’invasione russe. Austin «si è recato in Ucraina oggi per incontrare i leader ucraini e rafforzare il convinto sostegno degli Stati Uniti alla lotta per la libertà dell’Ucraina», ha reso noto il Pentagono. La visita non era stata annunciata per motivi di sicurezza
Ore 09:25 - Arrivato a Kiev il segretario americano alla Difesa: «Rafforziamo il sostegno Usa alla lotta per la libertà dell’Ucraina»
Dalla nostra inviata Odessa - (di Marta Serafini) Il segretario americano alla Difesa, Lloyd Austin, è arrivato oggi a Kiev «per incontrare i leader ucraini e rafforzare il fermo sostegno degli Stati Uniti alla lotta per la libertà dell’Ucraina». Lo scrive il Pentagono in una nota. Austin, prosegue il dipartimento della Difesa, «evidenzierà inoltre il continuo impegno degli Stati Uniti nel fornire all’Ucraina l’assistenza in materia di sicurezza di cui ha bisogno per difendersi dall’aggressione russa, discutendo anche una visione a lungo termine per la futura forza dell’Ucraina».
Le discussioni si concentreranno sull’ulteriore rafforzamento del partenariato strategico tra Stati Uniti e Ucraina, inclusa la garanzia che le forze armate ucraine abbiano le capacità sul campo di battaglia di cui hanno bisogno sia per l’inverno che per difendere il proprio paese dalle future minacce russe».
La visita arriva dopo che ieri sera il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel suo consueto discorso quotidiano, ha chiesto alla comunità internazionale di inviare alla Russia il segnale che il mondo non si stancherà di sostenere l’Ucraina e dopo che il presidente statunitense Joe Biden in un editoriale sul Washington Post ha ribadito il suo sostegno sia all’Ucraina che a Israele. Sul campo – come confermano anche fonti militari al Corriere, tra cui il portavoce della marina ucraina Dmytro Pletenchuk - nel mentre Kiev rivendica la prima importante avanzata delle forze armate ucraine dopo mesi di controffensiva e annuncia di aver ricacciato indietro gli occupanti russi in un’area compresa tra i 3 e gli 8 chilometri lungo la riva est dello strategico fiume Dnipro, nel sud del Paese a due passi dalla Crimea. Continuano invece gli attacchi russi con droni sulla capitale ucraina, presa di mira nella notte tra sabato e domenica in vista dell’inverno, mentre scendono le temperature in tutto il Paese. A Mosca, il presidente Vladimir Putin, che parteciperà in videoconferenza al vertice virtuale del G20 previsto per mercoledì, è costretto a incassare le critiche dell’ultranazionalista Igor Girkin, in carcere in attesa di processo per incitamento all’estremismo, che ha ribadito la sua intenzione di candidarsi alla presidenza russa.
I giornalisti precisano che le cifre reali sono probabilmente molto più alte, poiché le informazioni che hanno verificato finora provengono da fonti pubbliche, tra cui necrologi, messaggi dei parenti, notizie dei media regionali e rapporti delle autorità locali. Il numero di necrologi che i media hanno seguito è aumentato drasticamente nelle ultime settimane, con circa 100-110 casi di soldati uccisi individuati ogni giorno. Secondo Mediazona, questo aumento è legato ai tentativi dell’esercito russo di conquistare Avdiivka: «Vediamo decine di necrologi che indicano questo luogo di morte, altri sono anche ovviamente legati ad Avdeevka, anche se il luogo di morte non è specificato». Nell’ultimo aggiornamento, sono stati aggiunti alla lista 14 nomi che avevano il grado di tenente colonnello o superiore, «stabilendo quasi un record assoluto», secondo Mediazona.
Ore 09:33 - Checchino Kiev uccide soldato russo da 3,8 km, nuovo record
Un tiratore scelto ucraino ha stabilito un nuovo record mondiale in combattimento uccidendo un soldato russo da una distanza di 3.800 metri: lo hanno reso noto i servizi di intelligence interni (Sbu), come riporta Rbc-Ucraina.
«Questo colpo è stato sparato da un ufficiale speciale del servizio di sicurezza con un fucile ucraino Volodar Obriyu», ha riferito il servizio stampa della Sbu in un comunicato, aggiungendo che il video del tiro (pubblicato su X) mostra il soldato colpito e la paura dei suoi commilitoni che si trovavano nelle vicinanze. «I cecchini della Sbu stanno cambiando le regole a livello mondiale, dimostrando la capacità di lavorare efficacemente a distanze fantastiche», ha sottolineato la Sbu. Il record precedente, di 3.540 metri, era stato stabilito a Mosul nel 2017 da un soldato canadese.
Ore 09:59 - Kiev, licenziata la comandante della medicina militare: forniture insufficienti
Il presidente Zelensky ha licenziato la comandante delle forze mediche Tetiana Ostashchenko il 19 novembre tra i ripetuti appelli di medici e volontari . Al suo posto va Anatolii Kazmirchuk, ha annunciato il presidente nel suo discorso serale. Fino ad ora Kazmirchuk era a capo del Centro clinico medico militare nazionale a Kiev. L’annuncio fa seguito alla notizia del 13 novembre secondo cui il ministro della Difesa Rustem Umerov stava preparando le richieste per licenziare Ostashchenko, così come il comandante del gruppo meridionale di Tavria Oleksandr Tarnavskyi e il comandante delle forze congiunte Serhii Naiev. In seguito alla notizia, il Ministero della Difesa aveva emesso una smentita. Ma oggi ecco il licenziamento.
Secondo quanto riferito, Ostashchenko è stata licenziata dal suo incarico dopo ripetute richieste da parte di paramedici e volontari ucraini. A luglio, la deputata Solomiia Bobrovska aveva affermato che il comando delle forze mediche non aveva acquistato nemmeno i kit di pronto soccorso nel 2023 e che quelli forniti attraverso gli aiuti internazionali non erano stati adeguatamente controllati. «Abbiamo bisogno di un livello fondamentalmente nuovo di supporto medico per i nostri soldati», ha detto Zelensky.
Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, si trova a Kiev per una visita lampo nel corso della quale incontrerà Volodymyr Zelensky e parteciperà alla cerimonia per la commemorazione dei dieci anni dell’Euromaidan (o la rivoluzione della dignità, per gli ucraini). Michel inoltre vedrà la presidente moldava Maia Sandu, anche lei a Kiev. È il quinto viaggio di Michel in Ucraina. Al centro dei colloqui, a quanto si apprende, il processo di adesione all’Unione Europea: i leader europei, infatti, a dicembre dovranno decidere se dare il via libera o meno all’apertura dei negoziati, così come raccomandato dalla Commissione.
Ore 10:26 - Kiev: «Un morto e otto feriti in raid russo nel Donetsk»
È di un morto e otto feriti il bilancio di un attacco missilistico russo su Selydove, nel Donetsk. Lo riporta Rbc Ucraina citando la locale procura generale. L'attacco è stato probabilmente condotto con un sistema missilistico S-300. «L'obiettivo era l'ospedale cittadino dove venivano curate le persone. A seguito del bombardamento, 8 cittadini hanno riportato contusioni e ferite da schegge e uno è morto», ha spiegato la procura, secondo cui i razzi russi puntavano a colpire anche un'impresa situata nella comunità territoriale di Novogrodov.
Ore 10:33 - Mosca: «Fino a 100 civili russi colpiti ogni settimana dalle bombe di Kiev»
Fino a 100 civili vengono colpiti ogni settimana in territorio russo dagli attacchi compiuti dalle forze ucraine, che impiegano droni, artiglieria e missili forniti dai Paesi occidentali. Lo ha affermato oggi Rodion Miroshnik, inviato speciale del ministero degli Esteri di Mosca per i «crimini commessi dal regime di Kiev». «Ogni settimana 60 o 70 civili, e a volte fino a 100, vengono colpiti», ha affermato in una conferenza stampa il diplomatico, citato dall'agenzia Tass. Miroshnik ha accusato anche le forze ucraine di prendere di mira deliberatamente i civili utilizzando «armi a lunga gittata che hanno una vasta zona di impatto, così come bombe a grappolo». Inoltre, ha affermato Miroshnik, nelle ultime settimane i militari di Kiev impiegano droni per «dare la caccia alle persone e ai veicoli civili e «compiono ripetuti bombardamenti, prendendo di mira gli operatori dei servizi di soccorso e sanitari che intervengono per prestare assistenza ai feriti».
Ore 10:43 - Zelensky: «La guerra non è un film, non finirà presto»
La guerra «non è un film» e «non finirà così rapidamente come vorremmo»: lo ha detto Volodymyr Zelensky, sottolineando che l’Ucraina «non si arrenderà» ai russi. Il presidente, riporta il sito web del suo ufficio, ha parlato durante un incontro a Kiev con l’amministratore delegato della Fox Corporation, Lachlan Murdoch, e i giornalisti di Fox News.
Ore 10:45 - Mosca: «Vogliamo sviluppare le relazioni con l’Argentina»
La Russia vuole «un ulteriore sviluppo delle relazioni con l’Argentina»: lo afferma il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov commentando la vittoria di Milei in Argentina, come riporta la Tass.
Ore 11:16 - Mosca: «Sanzioni sui diamanti? Possibile effetto boomerang»
«Di norma, si scopre che» con le sanzioni «si innesca un parziale effetto boomerang: gli interessi degli stessi europei ne risentono». Così il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha commentato i piani dell’Ue di porre sotto sanzioni i diamanti russi. Lo riporta l’agenzia Interfax.
Ore 11:34 - Visita di Stato giapponese a Kiev
Una delegazione di funzionari e rappresentanti delle imprese giapponesi è in visita a Kiev e promette 175 milioni di dollari per la ricostruzione. Tra loro ci sono il ministro degli Esteri Kiyoto Tsuji, il ministro dell’Industria Kazuchika Iwata e membri di Keidanren, la più grande lobby imprenditoriale del Giappone. Sono arrivati a Kiev il 20 novembre per incontrare i funzionari ucraini. E organizzare una conferenza sulla ricostruzione che il Giappone ospiterà.
Ore 12:37 - «Putin presenterà la posizione russa al summit virtuale G20»
Intervenendo in videoconferenza al vertice virtuale del G20, il presidente russo Vladimir Putin presenterà «la posizione della Russia» sull’attuale situazione, che è «piuttosto turbolenta»: lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ripreso dall’agenzia Interfax.
Ore 12:38 - Scontri in prima linea attorno a Maryinka e Avdiivka
L’esercito ucraino ha dichiarato di aver respinto decine di attacchi russi lungo il fronte lungo quasi 1.000 chilometri, con intense battaglie che continuano in particolare intorno alle città orientali di Maryinka e Avdiivka. Lo Stato Maggiore generale a Kiev ha registrato 46 assalti russi avvenuti ieri. Gli scontri sul campo di battaglia sono stati tutti respinti, si legge le rapporto. I punti focali sono stati Maryinka, dove si sono verificati 16 attacchi russi, e Avdiivka, dove si sono verificati 12 attacchi. Entrambi sono vicini alla città di Donetsk, controllata dai russi, la più grande città del Donbass. Osservatori internazionali come l’Istituto per lo studio della guerra negli Stati Uniti hanno confermato i feroci combattimenti intorno ad Avdiivka. Da settimane le truppe russe cercano di circondare i difensori ucraini della città. Secondo il Ministero della Difesa britannico, il clima piovoso autunnale rende attualmente difficili i combattimenti per entrambe le parti.
Ore 14:16 - Austin a Zelensky: «Sostegno Usa a lungo termine»
Il segretario della Difesa americano Lloyd Austin in visita a Kiev, ha rassicurato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che il sostegno da parte degli Stati Uniti sarà garantito «per lungo tempo». «Il messaggio che le porto oggi, signor presidente, è che gli Stati Uniti sono con lei, rimarremo con lei a lungo termine», ha detto Austin.
Ore 16:28 - Zelensky a Biden: per il compleanno gli auguro la vittoria contro terrorismo
Il presidente ucraino Volodymr Zelensky ha rivolto, insieme alla moglie Olena, «tanti auguri di buon compleanno» al presidente americano Joe Biden, che oggi compie 81 anni. In un post, Zelensky ha scritto che «noi, come tutti gli ucraini, siamo grati agli Stati Uniti per aver aperto la strada della difesa della libertà e della vita in questi tempi difficili». E siccome «c’è una cosa che gli ucraini si augurano a vicenda ogni giorno: la vittoria», Zelensky ha detto che «oggi auguriamo al presidente Biden ciò che è necessario per la libertà: la vittoria nella nostra lotta comune contro l’aggressione e il terrorismo».
Ore 16:57 - Kiev licenzia i massimi funzionari della difesa informatica
Il consiglio dei ministri ucraino ha deciso di licenziare i massimi vertici del Servizio statale per le comunicazioni speciali e la protezione delle informazioni dell’Ucraina (Ssscip). Lo riporta su Telegram Taras Melnychuk, il rappresentante del governo alla Verkhovna Rada, il parlamento ucraino. Nello specifico, il governo di Zelensky ha allontanato «Yurii Shchyhol dalla posizione di capo» del Ssscip e «Viktor Zhora dalla posizione di vice capo». Come riferito da Melnychuk, «Dmytro Makovskyi è temporaneamente incaricato di svolgere le funzioni di capo del Servizio statale per le comunicazioni speciali e la protezione delle informazioni dell’Ucraina».
Secondo il sito della Reuters, la notizia «è arrivata meno di un’ora prima che i pubblici ministeri anti-corruzione dichiarassero che stavano indagando» su Shchyhol e Zhora e sui «loro presunti ruoli in un complotto di sei persone per appropriarsi indebitamente di 1,72 milioni di dollari tra il 2020 e il 2022». Tuttavia, al momento, il governo ucraino non ha comunicato i motivi della decisione.
Ore 17:16 - Russia e Ucraina si scambiano i corpi di decine di caduti
La Russia e l’Ucraina si sono restituite reciprocamente decine di corpi di soldati rimasti uccisi nel conflitto. Lo riferiscono responsabili di entrambi i Paesi citati dalla testata Rbc. Sono 94 i corpi di soldati ucraini restituiti al loro Paese, secondo quanto ha fatto sapere il quartier generale ucraino per i prigionieri di guerra sul suo canale Telegram. Mentre alla Russia sono stati consegnati i corpi di 80 caduti. La parte ucraina ha fatto sapere che lo scambio è avvenuto con l’assistenza e la partecipazione attiva dei rappresentanti del Comitato internazionale della Croce rossa.
Ore 17:28 - «Guardie di frontiera polacche vietano passaggio aiuti a Kiev»
Le guardie di frontiera polacche stanno impendendo ai camion con gli aiuti umanitari della Croce Rossa di entrare in Ucraina. Come riferito da un corrispondente di Ukrinform, tra queste ci sono anche cisterne con petrolio e derivati, gas e altre sostanze pericolose che sono ferme ai parcheggi con il rischio che si possano creare incidenti. «Al momento abbiamo 24 tende (camion a telaio ndr) e otto serbatoi di carburante al confine» ha detto Taras Svitlyk, rappresentante di una società di trasporti con sede a Leopoli. Nonostante le autorità polacche abbiano affermato che gli aiuti umanitari o i beni essenziali potevano passare, secondo i camionisti ucraini anche chi trasporta aiuti umanitari, comprese attrezzature mediche, è in attesa da giorni. I camionisti polacchi protestano dal 6 novembre in tre direzioni vicine al confine, provocando enormi code su entrambi i lati perché chiedono limitazioni al numero di trasportatori ucraini che entrano in Polonia.
Ore 17:57 - Kiev: «Dopo le elezioni Mosca può iniziare la mobilitazione totale»
Mosca potrebbe iniziare la mobilitazione totale dopo le elezioni presidenziali russe del 2024, il 17 marzo. Lo ha sostenuto il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza ucraino Oleksy Danilov, in un discorso al Forum internazionale sulla sicurezza di Halifax, in Canada, ripreso dal Kyiv Indpendent. «Dopo la (prossima) messa sul trono del (dittatore russo Vladimir) Putin, il regime sarà ancorato, (il che) significa sostanzialmente dargli mano libera. Per questo l'Ucraina e la comunità globale hanno 3-4 mesi per prepararsi in modo adeguato», ha detto Danilov, secondo il quale la Russia si sta muovendo verso un assetto di guerra totale ed è pronta per un conflitto lungo. Secondo il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza in Ucraina sta crescendo la preoccupazione che i suoi alleati occidentali stiano pensando sempre di più a un possibile negoziato con la Russia, cercando un cessate il fuoco. Danilov ha detto che bisogna resistere a queste tentazioni, perché la Russia conosce solo il «linguaggio della forza». Senza uno sforzo da parte dell'Occidente per cercare di far crollare completamente Putin, «un nuovo "asse del male" attende il mondo tra 15-20 anni. Questo asse comprenderà non solo Corea del Nord, Cina, Iran e Russia, ma anche alcuni Paesi europei» ha concluso Danilov senza spiegare a chi si riferisse.
Ore 18:34 - Zelensky: «Grazie a chi aiuta a garantire il diritto internazionale»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto di essere «grato a tutti i partner che ci stanno aiutando a garantire che il diritto internazionale sia veramente ripristinato sulla nostra terra e nel nostro mare, e sono particolarmente grato agli Stati Uniti per la loro continua leadership nel sostegno». Il messaggio è stato comunicato tramite un diffuso sul suo canale Telegram. Il presidente ha inoltre ringraziato «ogni soldato ucraino, ogni sergente, ogni ufficiale delle forze di difesa e sicurezza dell'Ucraina, tutti coloro che difendono lo Stato e si preoccupano veramente della vita umana».
Ore 18:36 - Tajani: «Putin al G20 dovrà aspettarsi giudizi negativi»
Vladimir Putin al G20 «dovrà aspettarsi qualche giudizio negativo sull'aggressione all'Ucraina, perché è stata una palese violazione del diritto internazionale». Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a chi gli domandava una lettura del governo sulla partecipazione del presidente russo al G20. Si rischia una riabilitazione? «Non si tratta di riabilitazione, la Russia è parte del G20. Certamente - ha continuato Tajani, parlando con i giornalisti davanti a Palazzo Chigi - la Russia è considerata da tutti quanti noi un Paese che ha violato il diritto internazionale, ha commesso una serie di crimini di guerra in Ucraina e ne dovrà rispondere. C'è anche un mandato di cattura internazionale nei confronti di Putin. Il giudizio politico è quello che è e rimane, presente o non presente al G20».
Ore 18:38 - Intelligence britannica: «Almeno 11 mila bambini ucraini detenuti in 43 campi russi»
Sarebbero almeno 11 mila i bambini ucraini detenuti in 43 campi di rieducazione in Russia, a migliaia di chilometri da casa. Lo riferisce su X il ministero della Difesa britannico. «Il loro semplice diritto alla vita e alla libertà viene colpito» scrivono gli 007 britannici.
Ore 18:48 - Estonia: «Russia contraria ai valori dell'Osce»
«L'Assemblea parlamentare dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Ocse) non è stata in grado di difendere i suoi principi fondativi. E, peggio ancora, alcuni dei suoi membri sono ora completamente contrari a questi principi». Lo ha affermato il capo della delegazione estone presso l'Osce, Mati Raidma, intervenendo alla riunione del Comitato permanente dei capi delegazione dell'Ocse svoltasi oggi a Yerevan. Raidma ha specificato che la Russia sta cercando di creare e agire in Europa secondo una logica che nulla ha a che spartire con i valori democrativi dell'Osce. «La Russia - ha puntualizzato - è impegnata nella completa distruzione del normale funzionamento dell'Osce. Purtroppo, la reazione della nostra organizzazione è stata l'attendismo. Non possiamo continuare così».
Ore 19:09 - Zelensky: «Gli Usa hanno stanziato un nuovo pacchetto di aiuti»
Zelensky ha annunciato nel suo discorso serale che gli Stati Uniti hanno stanziato un nuovo pacchetto di aiuti militari per l'Ucraina. Lo riferisce Rbc Ucraina. Secondo il presidente, durante l'incontro con il capo del Pentagono Lloyd Austin, si è discusso della situazione sul campo di battaglia e delle sue prospettive. In particolare, di come rafforzare la difesa e la controffensiva dell'Ucraina. «Gli Stati Uniti hanno presentato un nuovo pacchetto di difesa per il nostro Paese. Ne sono grato. In particolare, ci saranno più artiglieria e proiettili che sono necessari in questo momento», ha detto il presidente ucraino. Nel colloquio tra i due è stata inoltre sollevata la questione delle azioni dell'Ucraina nel Mar Nero e della protezione del corridoio attraverso il quale Kiev sta esportando merci. «La libertà di navigazione è un valore fondamentale per tutto il mondo e l'Ucraina ha dimostrato qui nel Mar Nero che siamo in grado di cacciare l'aggressore dalla zona d'acqua che voleva rendere morta», ha sottolineato il presidente.
Ore 19:26 - «Pacchetto d'aiuti da 100 milioni di dollari»
Gli Stati Uniti forniranno all'Ucraina armi per un valore di 100 milioni di dollari. Lo riferisce RBC-Ucraina citando Sky News. «Gli Stati Uniti hanno promesso di stanziare altri 100 milioni di dollari all'Ucraina per l'assistenza alla difesa, compresi intercettori antiaerei e armi anticarro», scrive RBC-Ucraina nel giorno della visita del ministro della Difesa statunitense Lloyd Austin a Kiev.
Ore 20:47 - Austin: lotta ucraina contro Putin una maratona, non uno sprint
«La lotta dell’Ucraina contro l’aggressione di Putin è una maratona, non uno sprint». Lo scrive su X il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin. «Ma le forze coraggiose dell’Ucraina, alcune delle quali ho incontrato oggi, continuano a fare progressi costanti. Gli Stati Uniti continueranno a lavorare con alleati e partner per garantire che l’Ucraina abbia ciò di cui ha bisogno per avere successo sul campo di battaglia», aggiunge Austin.
Ore 22:39 - Mosca mette popstar ucraina Jamala in lista ricercati
Il ministero degli Interni russo ha inserito la cantante ucraina Jamala, vincitrice dell’Eurovision Song Contest nel 2016, in una lista federale di ricercati. Lo riferisce The Kyiv Independent citando i media russi.
(ANSA lunedì 20 novembre 2023) Il consiglio dei ministri ucraino ha deciso di licenziare i massimi vertici del Servizio statale per le comunicazioni speciali e la protezione delle informazioni dell'Ucraina (Ssscip). Lo riporta su Telegram Taras Melnychuk, il rappresentante del governo alla Verkhovna Rada, il parlamento ucraino. Nello specifico, il governo di Volodymyr Zelensky ha allontanato "Yurii Shchyhol dalla posizione di capo" del Ssscip e "Viktor Zhora dalla posizione di vice capo".
Come riferito da Melnychuk, "Dmytro Makovskyi è temporaneamente incaricato di svolgere le funzioni di capo del Servizio statale per le comunicazioni speciali e la protezione delle informazioni dell'Ucraina". Secondo il sito della Reuters, la notizia "è arrivata meno di un'ora prima che i pubblici ministeri anti-corruzione dichiarassero che stavano indagando" su Shchyhol e Zhora e sui "loro presunti ruoli in un complotto di sei persone per appropriarsi indebitamente di 1,72 milioni di dollari tra il 2020 e il 2022". Tuttavia, al momento, il governo ucraino non ha comunicato i motivi della decisione.
Ucraina Russia, le notizie sulla guerra di oggi. Kiev, visita lampo del presidente del Consiglio Ue Michel: «Bello essere qui tra amici». Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera martedì 21 novembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di martedì 21 novembre. La visita arriva dopo l’aumento degli attacchi aerei russi e mentre Kiev si prepara a un previsto aumento dei raid sugli impianti energetici del Paese nei prossimi mesi invernali
• Austin: altri 100 milioni di aiuti Usa a Kiev
• La Russia e l’Ucraina si sono restituite reciprocamente decine di corpi di soldati rimasti uccisi nel conflitto.
• La guerra «non è un film» e «non finirà così rapidamente come vorremmo»: lo ha detto Volodymyr Zelensky, sottolineando che l’Ucraina «non si arrenderà» ai russi
Ore 10:44 - Michel a Kiev, a dicembre ci sarà un Consiglio Ue difficile
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è arrivato a Kiev, in Ucraina. «È bello essere di nuovo a Kiev, tra amici», ha scritto su X pubblicando una foto che lo ritrae appena sceso dal treno.
«Sono qui per mostrare il grande sostegno dell’Ue all’Ucraina, in un giorno importante: dieci anni fa gli ucraini hanno scelto l’Europa e alcuni sono morti», ha detto Michel in un briefing con un piccolo gruppo di media internazionali. «Ma il prossimo Consiglio Europeo sarà difficile, il rapporto della Commissione sull’allargamento non è bianco o nero, ha delle sfumature, e io sono rimasto sorpreso per il rapporto ulteriore di marzo: lavoro per un Consiglio di successo ma a volte il fallimento è parte del processo dell’Ue, non è un mistero che alcuni Paesi sono cauti sull’allargamento».
Ore 11:27 - Gb, Mosca si prepara a campagna invernale contro siti critici
La Russia non lancia missili da crociera dalla sua flotta di bombardieri da quasi due mesi, probabilmente per accumulare una scorta sostanziale di queste armi: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento di intelligence pubblicato ieri. Ãê molto probabile, si legge nel rapporto pubblicato su X, che Mosca utilizzerà questi missili se - come l'anno scorso - deciderà di attaccare di nuovo le infrastrutture critiche del Paese durante l'inverno. Tra il 18 e il 19 novembre le forze russe hanno lanciato sull'Ucraina circa 50 droni kamikaze, soprattutto nella direzione di Kiev, ricordano gli esperti di Londra, osservando che uno degli obiettivi era probabilmente quello di degradare le difese aeree nemiche in vista di un'eventuale campagna invernale contro le infrastrutture energetiche del Paese.
Ore 11:48 - Kiev, nuovi droni Shahed prodotti da Iran difficili da colpire
Il drone d'attacco Shahed-238 modificato di prodizione iraniana, recentemente presentato a Teheran, è un obiettivo più difficile da identificare a causa di una serie di sue caratteristiche: lo ha detto al canale United News il portavoce dell'Aeronautica militare ucraina, Yuriy Ignat, come riporta Rbc-Ucraina. Il portavoce ha spiegato che, secondo le informazioni pubbliche diffuse, questa versione dello Shahed iraniano ha un motore a reazione ed è anche equipaggiato con «una guida radar diversa». Ignat ha inoltre evidenziato lo schema dei colori dello Shahed-238, che consente alle munizioni di sbarramento missilistico di essere meno visibili nel cielo. Il funzionario ha precisato che non ci sono ancora informazioni sulla ricezione da parte della Russia di questi droni aggiornati. Il nuovo Shahed-238 modificato è stato presentato in tre versioni con diversi sistemi di guida.
Ore 12:25 - Kiev, unità militare sotto inchiesta per appalti a costi gonfiati
L'apertura di un'inchiesta penale in seguito alla scoperta dell'aggiudicazione di appalti a prezzi gonfiati in un'unità militare che hanno provocato allo Stato una perdita di quasi un milione di euro è stata annunciata oggi dal ministero ucraino della Difesa. Un audit ha rilevato diverse violazioni che hanno comportato la perdita di circa 39 milioni di grivnie (pari a quasi 1 milione di euro) di fondi pubblici in un'unità militare con sede nella regione di Cherniguiv (nord), ha spiegato il ministero in una nota su Telegram. «È stato avviato un procedimento penale», ha aggiunto, senza specificare chi sia coinvolto nell'inchiesta. La più significativa delle violazioni scoperte riguarda l'acquisto nel 2022 di generatori, i cui costi gonfiati hanno portato alla perdita di oltre 37 milioni di grivnie, ha detto su Telegram. «Di conseguenza, l'unità ha acquistato 163 generatori in meno rispetto alla quantità richiesta», ha segnalato il ministero, denunciando anche il ritardo nella consegna di questi dispositivi, attesi con impazienza l'inverno scorso a causa delle massicce interruzioni di corrente causate dagli scioperi russi contro le infrastrutture energetiche ucraine. «Tra l'ottobre 2022 e l'aprile 2023, quando i generatori erano urgentemente necessari ai militari, la maggior parte di essi non è stata consegnata alle unità militari, ma accumulata nei magazzini» e «solo il 15%» è stato messo a disposizione delle truppe, ha spiegato. La lotta alla corruzione, male endemico nel Paese, è uno dei criteri fissati dall'Unione Europea per esaminare la candidatura dell'Ucraina, che ha ricevuto decine di miliardi di euro in aiuti occidentali dall'inizio dell'invasione russa, quasi due anni fa. fa. Negli ultimi mesi diversi scandali di corruzione hanno scosso i funzionari ucraini, anche all'interno del ministero della Difesa.
Ore 13:13 - Zelensky: la Russia ha cercato di uccidermi 5 o 6 volte
I servizi segreti ucraini hanno sventato almeno «cinque o sei» piani della Russia per assassinare il presidente Volodymyr Zelensky dall'inizio della guerra e adesso Mosca vuole rovesciarlo dal potere entro la fine dell'anno: lo ha detto lo stesso leader ucraino in un'intervista al tabloid britannico The Sun. Zelensky ha parlato ieri in occasione dell'incontro a Kiev con l'amministratore delegato della Fox Corporation, Lachlan Murdoch, e i giornalisti di Fox News, Benjamin Hall, e del Sun, Jerome Starkey. Il leader ucraino ha affermato che il primo tentativo di ucciderlo ha causato il panico, come la prima epidemia di Covid: «La prima volta è molto interessante, quando è la prima volta, e dopo è proprio come il Covid», ha commentato. «Prima di tutto le persone non sanno cosa farne e sembra molto spaventoso ... - ha aggiunto -. E poi, è solo l'intelligence che condivide i dettagli di un altro gruppo che è venuto in Ucraina per questo». La prima volta, ha ricordato Zelensky, le forze speciali russe si sono paracadutate a Kiev per ucciderlo il primo giorno dell'invasione, il 24 febbraio 2022. Le sue guardie del corpo `fortificarono´ il suo ufficio con barricate improvvisate e pezzi di compensato. Ai suoi più stretti collaboratori vennero dati fucili e giubbotti antiproiettile: uno di loro disse che l'ufficio sembrava un «manicomio». Oggi, a distanza di quasi due anni, la Russia «vuole ancora fortemente» rovesciarlo dal potere, ha aggiunto, ribadendo - come aveva detto venerdì scoro in un'intervista a Bloomberg - di conoscere anche il nome in codice della loro ultima missione per spodestarlo: `Maidan 3´, la cui scadenza è la fine dell'anno.
Ore 14:17 - Dalla Germania nuovi aiuti militari a Kiev per 1,3 mld
La Germania ha annunciato nuovi aiuti in equipaggiamenti militari all’Ucraina per 1,3 miliardi di euro. Il pacchetto include quattro sistemi di difesa aerea Iris T-Slm e munizioni per l’artiglieria. Lo ha riferito il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, dopo colloqui con l’omologo ucraino Rustem Umerov a Kiev.
Ore 14:45 - «Decine di russi uccisi in un attacco nel Kherson»
I soldati ucraini avrebbero attaccato un gruppo di truppe russe della 810esima Brigata di Marina nella regione di Kherson. Decine di loro sarebbero stati uccisi e altre centinaia sono stati feriti. Lo riferisce Rbc Ucraina citando proprie fonti. L’attacco sarebbe avvenuto come vendetta per l’uccisione, il 3 novembre, di quasi venti soldati della 128esima brigata colpiti con un missile Iskander-M verso Zaporizhzhia mentre celebravano una ricorrenza.
Ore 16:00 - Zelensky, Ue apra i negoziati, non diamo vittoria a Putin
«Vorrei che l’apertura dei negoziati di adesione all’Ucraina si basasse su fatti concreti, non ci aspettiamo regali e capiamo che si tratta di un processo di merito. Ma abbiamo rispettato le 7 raccomandazioni al 100% e questa decisione sarebbe importante per mobilitare il popolo ucraino e mostrerebbe che difendiamo i nostri valori coi fatti e non solo con le parole: se non saremo uniti daremo una extra vittoria a Vladimir Putin». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al termine dell’incontro con Charles Michel e Maia Sandu.
Ore 16:54 - Michel, lavorare per avviare negoziati con Kiev a dicembre
L’ingresso dell’Ucraina e della Moldavia nell’Ue è un nostro interesse strategico e io farò tutto il possibile per far sì che a dicembre il Consiglio Europeo dia l’avvio ai negoziati». Lo ha detto Charles Michel al termine dell’incontro con Volodymyr Zelensky. «L’apertura dei negoziati lancerebbe il messaggio che dell’Ue ci si può fidare e allo stesso tempo sarebbe un messaggio di unità al Cremlino», ha aggiunto. «Dieci anni fa gli ucraini si sono ribellati per dire sì alla libertà e all’Europa, contro la corruzione e per lo Stato di diritto: è una data che entrerà nella storia del nostro continente».
Ore 17:58 - Zelensky: «È simbolico che Sandu visiti Kiev 10 anni dopo Maidan»
«È molto simbolico che la presidente moldava Maia Sandu sia oggi in visita in Ucraina, dieci anni dopo che gli ucraini hanno scelto il loro futuro» con le manifestazioni di piazza Maidan. Lo ha scritto su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky commentando la visita della leader moldava a Kiev. Nei colloqui avuti con Sandu «ci siamo concentrati sulla sicurezza, sull’espansione delle nostre esportazioni attraverso la Moldavia, sulla cooperazione transfrontaliera, sulle sfide energetiche che le nostre nazioni devono affrontare e, naturalmente, sulla nostra integrazione nell’Ue» ha concluso il leader ucraino.
Ore 18:29 - Stoltenberg: «Il ruolo di Skopje è importante per la stabilità dei Balcani»
Il ruolo importante della Macedonia del Nord per la stabilità e la pace nello scacchiere sudorientale dell’Europa è stato sottolineato dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in visita oggi a Skopje. «La Nato può contare sulla Macedonia del Nord e la Macedonia del Nord sulla Nato», ha detto Stoltenberg al termine di un colloquio con il premier macedone Dimitar Kovacevski. «Voi contribuite alla sicurezza e alla stabilità dei Balcani occidentali anche con la partecipazione alla missione Kfor in Kosovo. Siete determinati a raggiungere il 2% del Pil nelle spese per la difesa entro il prossimo anno, e la Macedonia del Nord ha condannato fermamente l’intervento militare della Russia contro l’Ucraina. Vi apprezziamo davvero, siete un prezioso alleato e apprezziamo il vostro contributo nell’Alleanza», ha precisato Stoltenberg nella conferenza stampa congiunta con Kovacevski. La Macedonia del Nord, uno dei Paesi divenuti indipendenti dopo la dissoluzione della Federazione socialista jugoslava, ha aderito alla Nato nel 2020, e lo scorso anno ha ottenuto l’apertura del negoziato di adesione alla Ue. I vantaggi derivanti dall’adesione alla Nato sono stati evidenziali dal premier Kovacevski, che ha sottolineato i progressi evidenti fatti registrare dal Paese nell’ultimo periodo. «Lo dicono i dati sugli investimenti esteri, il numero dei disoccupati, la crescita dei salari. La via europea è quella giusta, così come lo è stata l’integrazione nella Nato.. Il nostro Paese merita di farne parte», ha detto il premier. Rispondendo ai giornalisti, Kovacevski ha poi osservato che l’influenza russa esiste, ma che la Macedonia del Nord è un Paese sicuro. «Noi e gli altri Stati membri della Nato stiamo contrastando l’influenza russa, che naturalmente esiste nella regione», ha sottolineato Kovacevski. Stoltenberg da parte sua ha affermato di non vedere una minaccia militare da parte della Russia contro gli Stati membri dell’Alleanza Atlantica, anche se, ha aggiunto, «i passi di Mosca vengono attentamente monitorati». «Continuiamo a ripetere il messaggio a Mosca di astenersi da azioni aggressive contro i suoi vicini, e di fermare l’aggressione militare contro l’Ucraina», ha ricordato Stoltenberg, per il quale «uno dei motivi per cui Putin ha scatenato la guerra è stato quello di impedire all’Ucraina di aderire alla Nato. Voleva che la Nato garantisse che non si sarebbe allargata, ma sta ottenendo l’esatto opposto, con più Nato sul suo fianco orientale, e con nuovi Paesi membri quali Finlandia e Svezia».
Ore 18:40 - La Lettonia donerà all’Ucraina 32 generatori
La Lettonia intende aumentare il proprio supporto al sistema energetico dell’Ucraina. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri lettone, Krisjanis Karins, intervenendo oggi in videoconferenza alla riunione dei ministri degli Esteri del G7. Oltre alle apparecchiature e ai materiali già inviati in Ucraina per la riparazione delle infrastrutture energetiche danneggiate, il ministero dell’Economia di Riga prevede di inviare a Cernihiv, entro la fine di quest’anno, 32 generatori diesel destinati principalmente alle istituzioni educative.
Ore 18:50 - Usa: «L’Iran potrebbe fornire alla Russia missili balistici»
«L’Iran potrebbe fornire alla Russia missili balistici». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa in un briefing con un ristretto gruppo di giornalisti sottolineando che gli Stati Uniti «monitorano da vicino la situazione».
Ore 18:55 - Estonia: «La Russia sta bloccando il lavoro dell’Osce»
«Con le sue azioni, la Russia sta bloccando l’intero lavoro dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce): da anni, Mosca non consente l’approvazione del bilancio, lo svolgimento di eventi e l’estensione delle missioni sul campo». Lo ha scritto oggi, in un comunicato stampa, il ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, commentando il veto, posto oggi da Russia e Bielorussia, alla candidatura dell’Estonia alla presidenza dell’Osce per il 2024. «In una situazione in cui la Russia sta conducendo una sanguinosa guerra di aggressione in violazione di tutti i principi fondamentali dell’Osce - ha scritto ancora Tsahkna - è inaccettabile sottomettersi alle richieste e ai ricatti di Mosca, compreso il desiderio che la prossima presidenza dell’Osce non venga assegnata a un membro della Nato». Tsahkna ha, inoltre, sottolineato che l’Estonia ritiene indispensabile che l’Osce continui a difendere con fermezza i suoi valori fondamentali senza fare alcuna concessione alla Russia.
Ore 19:41 - «Mosca bombarda infrastrutture portuali a Odessa»
Un attacco russo ha colpito infrastrutture portuali e un edificio amministrativo nell’oblast di Odessa. Lo hanno riferito le Forze di difesa ucraine del sud, precisando che i raid hanno colpito il distretto di Bilhorod-Dnistrovskyi. Secondo l’esercito di Kiev, non sono state segnalate vittime nell’attacco avvenuto per mezzo di missili aria-superficie, progettati per essere utilizzati contro le stazioni radar. La Russia utilizza queste armi contro l’Ucraina “nel tentativo di individuare e distruggerne i sistemi di difesa aerea”, hanno affermato le Forze di difesa del sud. Gli attacchi contro i porti e le infrastrutture cerealicole dell’Ucraina si sono intensificati dopo che la Russia si è ritirata dalla Black Sea Grain Initiative il 17 luglio.
Ore 20:14 - Zelensky: «Grazie alla Germania per i nuovi aiuti militari»
«Abbiamo un nuovo potente pacchetto di sostegno da parte della Germania - sostegno alla difesa, un miliardo e trecento milioni di euro, e, tra le altre cose, questo pacchetto include il rafforzamento della nostra difesa aerea, vale a dire la produzione di nuovi sistemi Iris-T e missili per la difesa aerea. Grazie a questo, le nostre città, migliaia di vite dei nostri cittadini saranno salvate dal terrore russo». Lo ha riferito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale, pubblicato anche su Telegram, riferendosi all’incontro avuto oggi in Ucraina con il ministro tedesco della Difesa Boris Pistorius. «Ãê molto importante - ha chiarito Zelensky - che questo pacchetto includa anche l’artiglieria di cui abbiamo bisogno, un pacchetto davvero solido. La Germania è tra i leader nell’aiutare la nostra difesa, il nostro Stato e nel preservare la pace in tutta Europa».
Ore 20:26 - Usa al G20 senza Biden, insieme a Putin ci sarà la segretaria al tesoro Janet Yellen
Joe Biden non parteciperà domani al G20 virtuale con Vladimir Putin. Al suo posto ci sarà la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen. Lo ha riferito all’Ansa una fonte dell’amministrazione americana.
Ore 23:27 - Colloquio Parolin-Yermak su bambini portati in Russia
Il Capo dell’Ufficio del Presidente ucraino Andriy Yermak ha avuto colloquio telefonico con il Segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin. «Si è discussa l’iniziativa Bring Kids Back Ua del Presidente Zelenskyy, che è già stata sostenuta da molti paesi», riferisce l’ambasciata ucraina presso la Santa Sede.
Ore 00:02 - La centrale di Zaporizhzhia chiuderà l’unità 5
La centrale nucleare di Zaporizhzhia (ZNPP) sta portando il suo reattore 5 allo spegnimento da freddo a caldo per determinare la causa dei bassi livelli di boro nel sistema di raffreddamento,ha detto il direttore generale dell’AIEA Rafael Mariano Grossi. La ZNPP sta trasformando il suo reattore 5 da spento a freddo a caldo e intende determinare la causa del boro rilevato in un circuito di raffreddamento, lasciando ancora uno dei sei reattori dell’impianto in spento a caldo per produrre vapore e riscaldamento,” ha detto Grossi in una dichiarazione sul sito web, aggiungendo che la transizione allo spegnimento a freddo è iniziata il giorno prima e dovrebbe essere completata più tardi martedì. Grossi ha aggiunto che verranno effettuati dei test per identificare il motivo per cui sono stati rilevati bassi livelli di boro nel circuito di raffreddamento secondario di uno dei generatori di vapore del reattore una volta che l’unità sarà spenta a freddo.
Ucraina Russia, le notizie sulla guerra di mercoledì 22 novembre. Putin: dobbiamo pensare a come mettere fine «alla tragedia in Ucraina». Meloni: basta che si ritiri. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera mercoledì 22 novembre 2023.
Usa al G20 senza Biden, con Putin c’è la segretaria al tesoro Yellen
Questa diretta è stata chiusa. Clicca qui per leggere le ultime notizie sulla guerra in Ucraina.
• Austin: altri 100 milioni di aiuti Usa a Kiev
• La Russia e l’Ucraina si sono restituite reciprocamente decine di corpi di soldati rimasti uccisi nel conflitto
• La guerra «non è un film» e «non finirà così rapidamente come vorremmo»: lo ha detto Volodymyr Zelensky, sottolineando che l’Ucraina «non si arrenderà» ai russi
Ore 01:47 - Zelensky: «Grazie alla Germania per i nuovi aiuti militari»
«Abbiamo un nuovo potente pacchetto di sostegno da parte della Germania - sostegno alla difesa, un miliardo e trecento milioni di euro, e, tra le altre cose, questo pacchetto include il rafforzamento della nostra difesa aerea, vale a dire la produzione di nuovi sistemi Iris-T e missili per la difesa aerea. Grazie a questo, le nostre città, migliaia di vite dei nostri cittadini saranno salvate dal terrore russo». Lo ha riferito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale, pubblicato anche su Telegram, riferendosi all’incontro avuto oggi in Ucraina con il ministro tedesco della Difesa Boris Pistorius. «Ãê molto importante - ha chiarito Zelensky - che questo pacchetto includa anche l’artiglieria di cui abbiamo bisogno, un pacchetto davvero solido. La Germania è tra i leader nell’aiutare la nostra difesa, il nostro Stato e nel preservare la pace in tutta Europa».
Ore 01:49 - Usa al G20 senza Biden, con Putin ci sarà la segretaria al tesoro Janet Yellen
Joe Biden non parteciperà domani al G20 virtuale con Vladimir Putin. Al suo posto ci sarà la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen. Lo ha riferito all’Ansa una fonte dell’amministrazione americana.
Ore 01:49 - La centrale di Zaporizhzhia chiuderà l’unità 5
La centrale nucleare di Zaporizhzhia sta portando il suo reattore 5 allo spegnimento da freddo a caldo per determinare la causa dei bassi livelli di boro nel sistema di raffreddamento,ha detto il direttore generale dell’AIEA Rafael Mariano Grossi. La ZNPP sta trasformando il suo reattore 5 da spento a freddo a caldo e intende determinare la causa del boro rilevato in un circuito di raffreddamento, lasciando ancora uno dei sei reattori dell’impianto in spento a caldo per produrre vapore e riscaldamento,” ha detto Grossi in una dichiarazione sul sito web, aggiungendo che la transizione allo spegnimento a freddo è iniziata il giorno prima e dovrebbe essere completata più tardi martedì. Grossi ha aggiunto che verranno effettuati dei test per identificare il motivo per cui sono stati rilevati bassi livelli di boro nel circuito di raffreddamento secondario di uno dei generatori di vapore del reattore una volta che l’unità sarà spenta a freddo.
Ore 01:49 - Kiev: iniziato addestramento piloti ucraini su F-16 in Danimarca
Il portavoce dell’aeronautica ucraina Yuriy Ignat ha riferito che alcuni piloti ucraini stanno effettuando voli di addestramento con istruttori su aerei da caccia F-16 in Danimarca, quasi due settimane dopo aver ritrattato lo stesso annuncio . Il 10 novembre, Ignat aveva affermato che l’addestramento dei piloti ucraini sugli F-16 si stava svolgendo come previsto, con alcuni piloti che volavano sugli aerei sotto la guida di istruttori.
Oltre alla Danimarca, anche gli Stati Uniti e il Regno Unito ospitano piloti ucraini per l’addestramento, insieme al personale di terra, al controllo di combattimento e agli ufficiali dei servizi di ingegneria aeronautica, ha confermato Ignat. I Paesi Bassi e la Danimarca sono stati i primi paesi ad accettare di fornire all’Ucraina F-16. La Casa Bianca ha confermato che Kiev riceverà gli aerei di fabbricazione americana da terzi non appena i piloti ucraini avranno terminato l’addestramento. Per il ministero della Difesa olandese il Paese prevede di fornire a Kiev il primo lotto di F-16 nel 2024.
A luglio, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov aveva affermato che qualsiasi consegna di aerei da combattimento F-16 con capacità nucleare porterebbe a un’ulteriore escalation del conflitto in Ucraina e sarebbe vista dalla Russia come una minaccia diretta alla sua sicurezza. «Alcuni piloti, compresi quelli danesi, si stanno addestrando con istruttori sugli F-16 in volo. Prima di allora, c’erano aerei con motore leggero in stile Nato, che aiutano a rendere più facile la transizione agli F-16 — ha detto Ignat in una conferenza stampa—. La fase successiva dell’addestramento prevede voli in solitaria e voli di battaglia, per imparare a combattere su questo tipo di aereo».
Ore 09:25 - Kiev: 14 droni russi nella notte, tutti abbattuti
Le Forze russe hanno lanciato sull'Ucraina la notte scorsa un missile da crociera e 14 droni kamikaze, che sono stati tutti abbattuti dalle difese aeree del Paese: lo ha reso noto l'Aeronautica militare di Kiev, come riporta Ukrinform. «L'aeronautica militare, in collaborazione con elementi di difesa aerea delle forze di terra ucraine e la Guardia nazionale, ha abbattuto tutti i 14 droni Shahed-131/136», si legge in un comunicato.
Il comandante delle forze congiunte, il tenente generale Serhii Nayev, ha precisato che quattro droni sono stati abbattuti sopra le regioni di Kiev e Zhytomyr. I rimanenti sono stati distrutti nelle regioni di Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia, Vinnytsia e Khmelnytsky. Il missile da crociera Kh-22 non ha raggiunto il suo obiettivo ed è caduto in un'area disabitata nella regione di Zaporizhzhia, ma l'onda d'urto ha danneggiato diverse case. Non sono state segnalate vittime.
Ore 09:41 - Mosca: distrutte nel Mar Nero 4 imbarcazioni di Kiev senza pilota
Le forze russe hanno distrutto quattro imbarcazioni ucraine senza equipaggio in rotta verso la Crimea occupata. Lo ha riferito il ministero della Difesa russo, mentre Kiev non ha confermato la notizia.
Ore 09:45 - «La Russia ha perso 320.670 soldati dall'inizio della guerra»
La Russia ha perso 320.670 soldati in Ucraina dall'inizio della sua invasione. Lo ha affermato lo Stato Maggiore delle Forze Armate di Kiev, includendo nel numero anche le 850 vittime subite dalle forze russe ieri.
Ore 11:13 - Michel: «Solidali con Kiev, ha pagato caro per il futuro nell'Ue»
«Grazie, Presidente Zelensky per l'invito a visitare l'Ucraina e per l'opportunità di essere solidale con te e con il popolo ucraino che dieci anni fa ha pagato e paga ancora oggi un prezzo altissimo per il futuro europeo dell'Ucraina di fronte all'aggressione russa». Lo scrive su X il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in visita in Ucraina.
Ore 11:33 - Von der Leyen: erogati a Kiev altri 1,5 miliardi, totale 85 miliardi
«I finanziamenti europei hanno sostenuto la stabilità economica e i servizi pubblici dell'Ucraina dall'inizio della guerra con la Russia. Oggi eroghiamo altri 1,5 miliardi di euro. Il nostro sostegno all'Ucraina ha ora raggiunto gli 85 miliardi di euro. Ne arriveranno altri. Abbiamo proposto 50 miliardi per l'Ucraina fino al 2027». Lo annuncia su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Ore 13:05 - Zelensky: i detenuti russi per reintegrale le perdite al fronte
L'esercito russo sta utilizzando i detenuti del Paese come «principale fonte» per rimpiazzare le perdite al fronte: lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in una sintesi della teleconferenza quotidiana con i suoi luogotenenti sulla situazione sul campo. «In questa fase, l'esercito russo ha fatto dei prigionieri la principale fonte di reintegro delle perdite sul campo di battaglia», scrive il leader ucraino, sottolineando inoltre che il maltempo rende difficile difendere i settori di Lyman, Bakhmut, Donetsk e Avdiivka nell'est del Paese, mentre sono in corso offensive nel sud. «Il corridoio dei cereali del Mar Nero sta dando buoni risultati - conclude -. Gli ultimi giorni sono stati da record in termini di volume di merci trasportate».
Ore 13:19 - Mosca: gli Usa scaricano su l'Ue i costi del «mantenimento» di Kiev
Washington sta cercando di trasferire «i costi per il mantenimento di Zelensky» sui Paesi europei. Lo ha denunciato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in un briefing. Lo riporta Ria Novosti. «Apparentemente, gli Stati Uniti stanno cercando di spostare i costi di mantenimento di Zelensky sui loro satelliti europei. In questo contesto, non è una coincidenza che Berlino abbia annunciato l'intenzione di raddoppiare l'assistenza militare tedesca all'Ucraina l'anno prossimo da quattro a otto milioni di euro», ha fatto notare Zakharova secondo la quale gli Usa sono «stanchi dell'appetito delle autorità ucraine che, nonostante l'aiuto dell'Occidente, non sono state in grado di portare a termine gli obiettivi della controffensiva estiva».
Ore 14:19 - Polonia: arrestati 15 sospetti membri di una rete di spionaggio russa
La Polonia ha arrestato 15 sospetti membri di una rete di spionaggio russa. Ne dà notizia il media polacco Rmf24. I cittadini stranieri fermati sono sospettati di far parte di un gruppo criminale organizzato e di agire contro gli interessi polacchi per conto dell'intelligence di Mosca. Se condannati rischiano fino a 10 anni di carcere. La Procura nazionale ha deciso di mettere i 15 sospettati in custodia cautelare, «a causa della necessità di garantire il corretto svolgimento del procedimento» e del rischio che gli imputati possano scappare. Gli investigatori ritengono che la rete abbia operato tra gennaio e marzo 2023 in città vicino al confine con l'Ucraina, come Chelm, Rzeszow e Przemysl, nonché a Varsavia e in altre parti della Polonia. La Procura nazionale polacca ritiene che i fermati siano stati pagati dai servizi di sicurezza russi in cambio dell'identificazione di infrastrutture critiche, come strutture militari e porti, e dell'installazione di webcam sulle rotte di trasporto degli aiuti militari verso l'Ucraina.
Ore 14:46 - Putin: «Dobbiamo pensare a come mettere fine alla tragedia in Ucraina»
La guerra in Ucraina è una «tragedia» e occorre pensare a come «mettervi fine».
Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin intervenendo in videoconferenza al vertice del G20.
La Russia — secondo il presidente russo — non ha mai rifiutato i colloqui di pace sull’Ucraina.
Putin ha dato il via all’invasione in Ucraina il 24 febbraio del 2022. Non ha mai definito quella in corso in Ucraina una «guerra», ma solo una «operazione militare speciale».
Il presidente russo, che ha definito il conflitto in Ucraina «uno shock», ha parlato anche della guerra in corso nella Striscia di Gaza, lanciata da Israele dopo l’attacco terroristico del 7 ottobre scorso, ad opera di Hamas.
Per Putin, quello in corso «in Palestina» è uno «sterminio della popolazione civile».
Ore 15:35 - Le parole di Putin
Ecco il testo del passaggio del discorso di Putin dedicato all’Ucraina, al G20:
«Nei loro discorsi, i leader hanno detto di essere scioccati dalla continua aggressione della Russia all’Ucraina. Certo: l’azione militare è sempre una tragedia per gli individui, per le famiglie, per i Paesi. E certo, dobbiamo pensare a come fermare questa tragedia. Tra l’altro, la Russia non ha mai rifiutato il dialogo per la pace con l’Ucraina. Non è stata la Russia ma l’Ucraina ad annunciare pubblicamente di avere lasciato il tavolo negoziale; ed è stato firmato anche un ordine, un decreto presidenziale, per proibire il negoziato».
La decisione da parte della Russia di lanciare un attacco all’Ucraina ha fatto scattare il più sanguinoso conflitto in Europa dalla Seconda guerra mondiale, e ha innalzato a livelli mai visti sin dalla Guerra fredda la tensione tra Mosca e l’Occidente.
Un esponente del governo russo ha detto nella giornata di martedì che Mosca non può «coesistere» con l’attuale governo di Kiev, e che l’operazione militare speciale in corso continuerà fino alla «smilitarizzazione» dell’Ucraina.
Mosca, che ha già annesso militarmente, e in modo illegale, la Crimea nel 2014, controlla ora quasi un quinto del territorio ucraino riconosciuto dalla comunità internazionale. Putin sostiene che quel territorio sia, ora, pienamente russo.
Ore 16:51 - Meloni risponde a Putin: la Russia può riportare la pace ritirandosi
La Russia potrebbe in ogni momento facilmente riportare la pace in Ucraina: ritirandosi dai territori illegalmente occupati e ristabilendo la sovranità e la piena integrità territoriale dell’Ucraina.
Ad affermarlo, in risposta a Vladimir Putin, è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo intervento al G20.
Come riferiscono fonti di Palazzo Chigi, la premier ha espresso una nuova condanna alle azioni di Mosca, «anche per le loro conseguenze globali e i danni che hanno provocato alle nazioni più povere».
Ore 16:25 - Mosca, giornalista tv russa ferito da bombardamento ucraino
Un inviato della televisione Rossiya-24 di Mosca è stato ferito oggi quando il gruppo di giornalisti di cui faceva parte è stato bombardato dalle forze ucraine con l’uso di un drone nella regione ucraina di Zaporizhzhia. Lo ha detto il ministero della Difesa di Mosca. Il giornalista, Boris Maksudov, «è stato ferito da schegge di munizioni a frammentazione sganciate da un velivolo senza pilota», ha precisato il ministero, citato dall’agenzia Tass. Il reporter «è stato trasportato prontamente in una struttura sanitaria del ministero della Difesa e la sua vita non è in pericolo», aggiunge il ministero della Difesa.
Ore 16:54 - I marines russi - e l’attrice - uccisi in un attacco ucraino nel donetsk
(Marta Serafini, inviata a Odessa) Decine di marines russi sono stati uccisi in un attacco ucraino durante una cerimonia di premiazione nell’oblast di Donetsk il 19 novembre. A darne notizia è l’unità di comunicazione strategica dell’esercito ucraino che parla di 25 vittime e più 100 feriti. I soldati dell’810a Brigata Marina russa stavano partecipando alla cerimonia di premiazione vicino a Starobesheve, nell’oblast di Donetsk, in occasione della Giornata delle forze missilistiche e dell’artiglieria russe.
Alla cerimonia stava partecipando anche l’attrice russa Polina Menshikh quando si è verificato l’attacco. I media statali russi Rossiyskaya Gazeta confermano Menshikh si stava esibendo per i soldati vicino a Starobesheve.
Gli ucraini hanno diffuso un video nel quale si vedete Menshikh mentre si esibisce, seguito da un’esplosione. L’agenzia di stampa statale russa TASS ha confermato la morte di Menshikh il 21 novembre, affermando che le forze ucraine hanno sparato sul villaggio di Kumachove nell’oblast di Donetsk con diverse armi, compresi missili HIMARS. Kumachove si trova a circa 25 chilometri da Starobesheve.
A detta degli ucraini l’attacco è stato una vendetta per il raid missilistico russo contro la 128a brigata d’assalto di montagna ucraina colpita durante una cerimonia di premiazione all’inizio di novembre, durante la quale sono morti 19 soldati. Nei giorni scorsi il ministro della Difesa Rustem Umerov ha aperto un’indagine sull’incidente per negligenza.
Ore 17:13 - Putin sta bluffando?
(Marta Serafini, inviata a Odessa) Vladimir Putin ha subito colto la sua partecipazione virtuale al G20 di oggi per ribadire quello che la sua macchina di propaganda afferma da mesi. «Noi vogliamo trattare, sono gli ucraini che non vogliono».
Sono affermazioni che ovviamente non trovano alcun riscontro nella realtà. Prima di tutto Putin ha annunciato una nuova ondata di mobilitazione militare che si terrà presumibilmente dopo il voto in Russia previsto per marzo.
Secondo sta continuando a mandare al fronte uomini, anzi «materiale umano», male equipaggiato e non addestrato a morire sul fronte di Avdiivka (si stima anche con perdite che oscillano tra i 600 e i mille uomini alla settimana) per tenere impegnati gli ucraini sul fronte Est in modo che avanzino meno sul fronte Sud Est dove hanno compiuto qualche progresso passando sulla riva orientale del fiume Dnipro.
Terzo continua a colpire le infrastrutture portuali di Odessa – ultimo raid ieri pomeriggio – per limitare la capacità di esportazione ucraina di grano e di altre materie prime.
Quarto non passa giorno che le forze russe non bombardino Kherson (ultimo raid poche ore fa, con un morto).
Quinto, Mosca ha sospeso le trattative per lo scambio di prigionieri in agosto e sta lentamente acconsentendo a far rientrare in Ucraina solo qualcuno dei minori rapiti.
Infine Putin sa bene quanto in questo momento gli europei siano preoccupati dall’eventualità che Washington diminuisca il suo impegno nel sostenere economicamente e militarmente l’Ucraina, un peso che ricadrebbe inevitabilmente sulle spalle degli alleati europei di Kiev. Dunque è per questa ragione che parla di trattative, per strizzare l’occhio a parte di quell’opinione pubblica che chiede la fine delle ostilità. Ma non lo fa certo perché in buona fede desideri la pace in Ucraina.
Anche il Cremlino ha bisogno di rallentare le ostilità per tenere a freno il malcontento interno ma rispetto a Kiev (e all’Occidente) ha il grande vantaggio di non doversi preoccupare troppo della propria opinione pubblica. E dunque bluffa e gioca a carte coperte, ancora una volta.
Ore 17:50 - Tajani incontra Baerbock: «Sintonia su Medio Oriente e Ucraina»
«A Berlino con il Ministro degli Esteri Annalena Baerbock: Italia e Germania, in sintonia su obiettivi di pace in Medio Oriente ed Ucraina, su azione prioritaria nei Balcani. Siamo partner nella Ue, G7, Nato: lavoriamo per rafforzare un’azione comune di Italia e Germania sulla scena internazionale». Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Ore 18:34 - Meloni: «Putin al G20 per avere visibilità politica»
«Penso che Putin ha partecipato al G20 perché era facile farlo in videoconferenza senza muoversi da Mosca, per lui è stata un'occasione di visibilità politica, non dico per fare propaganda ma per difendere le sue posizioni». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle dichiarazioni congiunte con il cancelliere Olaf Scholz nell'ambito del vertice interministeriale Italia-Germania. «Circa il fatto che, come ha detto Putin, la Russia vuole lavorare sulla pace questo - ha aggiunto la premier - mi trova contenta ma se vuole pace basterebbe ritirare le truppe, non bisogna dimenticare che c'è un aggressore e un aggredito».
Ore 18:43 - L'Estonia accusa Mosca: «Spinge i migranti ai nostri confini»
Dopo la Finlandia, anche l'Estonia ha accusato la Russia di spingere i migranti al suo confine per minare la sicurezza del Paese. Lo riporta il Guardian sottolineando che i Paesi condividono una frontiera di 338,6 km, che è anche confine Ue e Nato. Dopo Helsinki, anche Tallinn afferma di aver assistito a un aumento dei migranti in arrivo nelle ultime due settimane, ed entrambi accusano Mosca di facilitare gli arrivi. «Francamente, la pressione migratoria in corso sul confine orientale dell'Europa è un'operazione di attacco ibrido», ha dichiarato l'ufficio del ministro degli Interni estone. «Sfortunatamente, ci sono molti segnali che indicano che sono coinvolti funzionari di frontiera russi e forse anche altre agenzie», ha sottolineato. Il ministero ha affermato che 75 migranti - in gran parte provenienti dalla Somalia e dalla Siria - hanno tentato di entrare dalla Russia da giovedì, ma sono stati respinti.
Ore 18:45 - Meloni: «Insieme a Scholz garantiremo assistenza all'Ucraina»
«Con Scholz abbiamo affrontato il tema della guerra di aggressione russa all'Ucraina, su cui Italia e Germania condividono la posizione: abbiamo ribadito il pieno sostegno alla sovranità di Kiev e che continueremo a garantire assistenza a Kiev a 360 gradi. Le prossime conferenze sulla ricostruzione si svolgeranno in Italia e in Germania». Ha detto Meloni nelle dichiarazioni congiunte con il cancelliere Olaf Scholz nell'ambito del vertice interministeriale Italia-Germania.
Ore 18:46 - «La Finlandia manterrà un solo valico di frontiera aperto con la Russia»
La Finlandia manterrà un solo valico di frontiera aperto con la Russia, quello più settentrionale, ha annunciato oggi il primo ministro finlandese. A seguito di un'ondata di arrivi di migranti che. secondo la Finlandia, la Russia sta intenzionalmente spingendo verso il confine il governo finlandese ha deciso di chiudere gli altri posti di frontiera. «Resterà aperta solo la stazione di Raja-Jooseppi», ha detto il primo ministro Petteri Orpo in una conferenza stampa.
Ore 19:27 - «Salgono a 3 i morti provocati dal raid russo sull'ospedale del Donetsk»
Il bilancio delle vittime dell'attacco russo che ieri ha colpito un ospedale di Selydove, nella regione ucraina di Donetsk, è salito a tre persone. Lo hanno riferito i servizi di emergenza nella città, citate dal Guardian. Il raid ha danneggiato due edifici ospedalieri - ferendo almeno otto persone - e una miniera di carbone. Dopo aver ripulito le macerie durante la notte, il Servizio di emergenza statale ha affermato oggi che «un altro corpo è stato recuperato dalle macerie dell'edificio dell'ospedale... In totale, tre persone sono state uccise nell'attacco missilistico».
Ore 19:30 - Colloquio telefonico tra Zelensky e Milei: «Chiaro sostegno all'Ucraina»
«Ho appena parlato con il presidente eletto dell'Argentina Javier Milei per ringraziarlo per la sua chiara posizione. Nessun equilibrio tra il bene e il male. Solo un chiaro sostegno all'Ucraina. Questo è ben notato e apprezzato dagli ucraini». Lo riferisce su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Abbiamo discusso di come possiamo sviluppare le relazioni tra Ucraina e Argentina, nonché i legami dell'Ucraina con altri Paesi dell'America Latina. Ho informato il presidente eletto dei nostri progressi nell'attuazione della Formula della Pace e ho sottolineato l'importanza della partecipazione dell'Argentina ai nostri sforzi congiunti per la pace. Ho anche invitato il presidente eletto Milei a visitare l'Ucraina e a inviare un forte segnale politico», conclude il messaggio.
Ore 19:47 - Kiev: «Ad Avdiivka Mosca ha perso l'80% del suo equipaggiamento»
Da quando ha iniziato l'offensiva su Avdiivka, a metà ottobre, la Russia ha perso quasi l'80% dell'equipaggiamento militare utilizzato. Lo riferisce il portavoce delle forze di difesa di Tauride, Alexander Shtupun, citato dal Kyiv Independent. Le forze russe hanno intensificato gli attacchi, continuando a cercare di circondare la città, e hanno lanciato 13 attacchi senza successo. Secondo il portavoce, le forze russe sono alle prese con le diserzioni e ieri sette soldati russi si sono arresi alle truppe ucraine il 21 novembre. Secondo l'esercito ucraino, le forze russe hanno perso circa 10.000 soldati, più di 100 carri armati, oltre 250 altri veicoli blindati e sette aerei Su-25 nel mese di combattimenti vicino alla città.
Ore 20:57 - La Lituania consegna all'Ucraina 3 milioni di proiettili
La Lituania ha consegnato oggi all'esercito ucraino 3 milioni di munizioni da 7,62 mm, sistemi di detonazione a distanza e attrezzature invernali. Ne dà notizia un comunicato stampa del ministero della Difesa di Vilnius. «Con la formazione dei nostri pacchetti di sostegno - ha affermato il ministro della Difesa lituano, Arvydas Anusauskas - rispondiamo alle esigenze e alle priorità più importanti dell'Ucraina. Fornendo munizioni, sistemi di detonazione a distanza e attrezzature necessarie per le rigide condizioni invernali, intendiamo rafforzare sensibilmente la resilienza dell'Ucraina contro l'aggressione russa». Nelle scorse settimane, la Lituania aveva consegnato all'Ucraina sistemi di lancio missilistico Nasams e generatori elettrici. Dall'inizio dell'invasione su larga scala dell'Ucraina, il valore complessivo del sostegno militare e umanitario della Lituania al Paese ha superato il mezzo miliardo di euro.
Ore 21:43 - Tallinn ospita conferenza su allargamento Ue
Si è svolta oggi a Tallinn una conferenza dedicata al processo di adesione di Ucraina, Moldavia e Balcani occidentali all'Unione europea. Alla conferenza, organizzata dal Centro internazionale per la difesa e la sicurezza e dal ministero degli Esteri dell'Estonia in collaborazione con la rappresentanza della Commissione europea e le ambasciate di Svezia e Romania a Tallinn, sono intervenuti, tra gli altri, il ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, il Rappresentante Speciale per il partenariato orientale del Servizio europeo per l'azione esterna, Dirk Schuebel, il sottosegretario del Ministero degli Esteri della Moldavia, Stela Leuca, la viceministra degli Esteri della Romania, Daniela Gitman, e il capo della Commissione per l'integrazione europea del Parlamento ucraino (Verkhovna Rada), Ivanna Klympush-Tsintsadze. «L'Estonia - ha detto Tsahkna nel suo messaggio di apertura - sostiene il processo di allargamento dell'Unione europea in quanto esso mira a garantire la pace e la sicurezza in Europa. Abbiamo compiuto un passo storico in questa direzione con la raccomandazione della Commissione europea». Tsahkna ha aggiunto di attendere con impazienza che,a dicembre, il Consiglio europeo sostenga la raccomandazione della Commissione europea sull'avvio delle trattative di adesione per Ucraina e Moldavia, sottolineando che l'allargamento dell'Ue rappresenta un passo fondamentale verso l'implementazione della sicurezza nel continente europeo.
Ucraina Russia, le notizie sulla guerra di oggi. Putin: dobbiamo pensare a come mettere fine «alla tragedia in Ucraina». Meloni: basta che si ritiri. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera giovedì 23 novembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di giovedì 23 novembre, in diretta. Usa al G20 senza Biden, con Putin c’è la segretaria al tesoro Yellen
• Putin: dobbiamo pensare a come mettere fine «alla tragedia in Ucraina». Meloni: basta che si ritiri
• Austin: altri 100 milioni di aiuti Usa a Kiev
• La Russia e l’Ucraina si sono restituite reciprocamente decine di corpi di soldati rimasti uccisi nel conflitto.
• La guerra «non è un film» e «non finirà così rapidamente come vorremmo»: lo ha detto Volodymyr Zelensky, sottolineando che l’Ucraina «non si arrenderà» ai russi
Ore 00:12 - I marines russi - e l’attrice - uccisi in un attacco ucraino nel donetsk
(Marta Serafini, inviata a Odessa) Decine di marines russi sono stati uccisi in un attacco ucraino durante una cerimonia di premiazione nell’oblast di Donetsk il 19 novembre. A darne notizia è l’unità di comunicazione strategica dell’esercito ucraino che parla di 25 vittime e più 100 feriti. I soldati dell’810a Brigata Marina russa stavano partecipando alla cerimonia di premiazione vicino a Starobesheve, nell’oblast di Donetsk, in occasione della Giornata delle forze missilistiche e dell’artiglieria russe.
Alla cerimonia stava partecipando anche l’attrice russa Polina Menshikh quando si è verificato l’attacco. I media statali russi Rossiyskaya Gazeta confermano Menshikh si stava esibendo per i soldati vicino a Starobesheve.
Gli ucraini hanno diffuso un video nel quale si vedete Menshikh mentre si esibisce, seguito da un’esplosione. L’agenzia di stampa statale russa TASS ha confermato la morte di Menshikh il 21 novembre, affermando che le forze ucraine hanno sparato sul villaggio di Kumachove nell’oblast di Donetsk con diverse armi, compresi missili HIMARS. Kumachove si trova a circa 25 chilometri da Starobesheve.
A detta degli ucraini l’attacco è stato una vendetta per il raid missilistico russo contro la 128a brigata d’assalto di montagna ucraina colpita durante una cerimonia di premiazione all’inizio di novembre, durante la quale sono morti 19 soldati. Nei giorni scorsi il ministro della Difesa Rustem Umerov ha aperto un’indagine sull’incidente per negligenza.
Ore 01:01 - Colloquio telefonico tra Zelensky e Milei: «Chiaro sostegno all'Ucraina»
«Ho appena parlato con il presidente eletto dell'Argentina Javier Milei per ringraziarlo per la sua chiara posizione. Nessun equilibrio tra il bene e il male. Solo un chiaro sostegno all'Ucraina. Questo è ben notato e apprezzato dagli ucraini». Lo riferisce su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Abbiamo discusso di come possiamo sviluppare le relazioni tra Ucraina e Argentina, nonché i legami dell'Ucraina con altri Paesi dell'America Latina. Ho informato il presidente eletto dei nostri progressi nell'attuazione della Formula della Pace e ho sottolineato l'importanza della partecipazione dell'Argentina ai nostri sforzi congiunti per la pace. Ho anche invitato il presidente eletto Milei a visitare l'Ucraina e a inviare un forte segnale politico», conclude il messaggio.
Ore 01:59 - I marines russi - e l’attrice - uccisi in un attacco ucraino nel donetsk
(Marta Serafini, inviata a Odessa) Decine di marines russi sono stati uccisi in un attacco ucraino durante una cerimonia di premiazione nell’oblast di Donetsk il 19 novembre. A darne notizia è l’unità di comunicazione strategica dell’esercito ucraino che parla di 25 vittime e più 100 feriti. I soldati dell’810a Brigata Marina russa stavano partecipando alla cerimonia di premiazione vicino a Starobesheve, nell’oblast di Donetsk, in occasione della Giornata delle forze missilistiche e dell’artiglieria russe.
Alla cerimonia stava partecipando anche l’attrice russa Polina Menshikh quando si è verificato l’attacco. I media statali russi Rossiyskaya Gazeta confermano Menshikh si stava esibendo per i soldati vicino a Starobesheve.
Gli ucraini hanno diffuso un video nel quale si vedete Menshikh mentre si esibisce, seguito da un’esplosione. L’agenzia di stampa statale russa TASS ha confermato la morte di Menshikh il 21 novembre, affermando che le forze ucraine hanno sparato sul villaggio di Kumachove nell’oblast di Donetsk con diverse armi, compresi missili HIMARS. Kumachove si trova a circa 25 chilometri da Starobesheve.
A detta degli ucraini l’attacco è stato una vendetta per il raid missilistico russo contro la 128a brigata d’assalto di montagna ucraina colpita durante una cerimonia di premiazione all’inizio di novembre, durante la quale sono morti 19 soldati. Nei giorni scorsi il ministro della Difesa Rustem Umerov ha aperto un’indagine sull’incidente per negligenza.
Ore 02:22 - Tallinn ospita conferenza su allargamento Ue
Si è svolta ieri a Tallinn una conferenza dedicata al processo di adesione di Ucraina, Moldavia e Balcani occidentali all'Unione europea. Alla conferenza, organizzata dal Centro internazionale per la difesa e la sicurezza e dal ministero degli Esteri dell'Estonia in collaborazione con la rappresentanza della Commissione europea e le ambasciate di Svezia e Romania a Tallinn, sono intervenuti, tra gli altri, il ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, il Rappresentante Speciale per il partenariato orientale del Servizio europeo per l'azione esterna, Dirk Schuebel, il sottosegretario del Ministero degli Esteri della Moldavia, Stela Leuca, la viceministra degli Esteri della Romania, Daniela Gitman, e il capo della Commissione per l'integrazione europea del Parlamento ucraino (Verkhovna Rada), Ivanna Klympush-Tsintsadze.
«L'Estonia - ha detto Tsahkna nel suo messaggio di apertura - sostiene il processo di allargamento dell'Unione europea in quanto esso mira a garantire la pace e la sicurezza in Europa. Abbiamo compiuto un passo storico in questa direzione con la raccomandazione della Commissione europea». Tsahkna ha aggiunto di attendere con impazienza che,a dicembre, il Consiglio europeo sostenga la raccomandazione della Commissione europea sull'avvio delle trattative di adesione per Ucraina e Moldavia, sottolineando che l'allargamento dell'Ue rappresenta un passo fondamentale verso l'implementazione della sicurezza nel continente europeo.
Ore 02:53 - Putin: «Dobbiamo pensare a come mettere fine alla tragedia in Ucraina»
La guerra in Ucraina è una «tragedia» e occorre pensare a come «mettervi fine».
Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin intervenendo in videoconferenza al vertice del G20. La Russia — secondo il presidente russo — non ha mai rifiutato i colloqui di pace sull’Ucraina.
Putin ha dato il via all’invasione in Ucraina il 24 febbraio del 2022. Non ha mai definito quella in corso in Ucraina una «guerra», ma solo una «operazione militare speciale». Il presidente russo, che ha definito il conflitto in Ucraina «uno shock», ha parlato anche della guerra in corso nella Striscia di Gaza, lanciata da Israele dopo l’attacco terroristico del 7 ottobre scorso, ad opera di Hamas. Per Putin, quello in corso «in Palestina» è uno «sterminio della popolazione civile».
Ore 03:05 - Le parole di Putin
Ecco il testo del passaggio del discorso di Putin dedicato all’Ucraina, al G20:
«Nei loro discorsi, i leader hanno detto di essere scioccati dalla continua aggressione della Russia all’Ucraina. Certo: l’azione militare è sempre una tragedia per gli individui, per le famiglie, per i Paesi. E certo, dobbiamo pensare a come fermare questa tragedia. Tra l’altro, la Russia non ha mai rifiutato il dialogo per la pace con l’Ucraina. Non è stata la Russia ma l’Ucraina ad annunciare pubblicamente di avere lasciato il tavolo negoziale; ed è stato firmato anche un ordine, un decreto presidenziale, per proibire il negoziato».
La decisione da parte della Russia di lanciare un attacco all’Ucraina ha fatto scattare il più sanguinoso conflitto in Europa dalla Seconda guerra mondiale, e ha innalzato a livelli mai visti sin dalla Guerra fredda la tensione tra Mosca e l’Occidente.
Un esponente del governo russo ha detto nella giornata di martedì che Mosca non può «coesistere» con l’attuale governo di Kiev, e che l’operazione militare speciale in corso continuerà fino alla «smilitarizzazione» dell’Ucraina.
Mosca, che ha già annesso militarmente, e in modo illegale, la Crimea nel 2014, controlla ora quasi un quinto del territorio ucraino riconosciuto dalla comunità internazionale. Putin sostiene che quel territorio sia, ora, pienamente russo.
Ore 03:30 - Putin sta bluffando?
(Marta Serafini, inviata a Odessa) Vladimir Putin ha subito colto la sua partecipazione virtuale al G20 di oggi per ribadire quello che la sua macchina di propaganda afferma da mesi. «Noi vogliamo trattare, sono gli ucraini che non vogliono».
Sono affermazioni che ovviamente non trovano alcun riscontro nella realtà. Prima di tutto Putin ha annunciato una nuova ondata di mobilitazione militare che si terrà presumibilmente dopo il voto in Russia previsto per marzo.
Secondo sta continuando a mandare al fronte uomini, anzi «materiale umano», male equipaggiato e non addestrato a morire sul fronte di Avdiivka (si stima anche con perdite che oscillano tra i 600 e i mille uomini alla settimana) per tenere impegnati gli ucraini sul fronte Est in modo che avanzino meno sul fronte Sud Est dove hanno compiuto qualche progresso passando sulla riva orientale del fiume Dnipro.
Terzo continua a colpire le infrastrutture portuali di Odessa – ultimo raid ieri pomeriggio – per limitare la capacità di esportazione ucraina di grano e di altre materie prime.
Quarto non passa giorno che le forze russe non bombardino Kherson (ultimo raid poche ore fa, con un morto).
Quinto, Mosca ha sospeso le trattative per lo scambio di prigionieri in agosto e sta lentamente acconsentendo a far rientrare in Ucraina solo qualcuno dei minori rapiti.
Infine Putin sa bene quanto in questo momento gli europei siano preoccupati dall’eventualità che Washington diminuisca il suo impegno nel sostenere economicamente e militarmente l’Ucraina, un peso che ricadrebbe inevitabilmente sulle spalle degli alleati europei di Kiev. Dunque è per questa ragione che parla di trattative, per strizzare l’occhio a parte di quell’opinione pubblica che chiede la fine delle ostilità. Ma non lo fa certo perché in buona fede desideri la pace in Ucraina.
Anche il Cremlino ha bisogno di rallentare le ostilità per tenere a freno il malcontento interno ma rispetto a Kiev (e all’Occidente) ha il grande vantaggio di non doversi preoccupare troppo della propria opinione pubblica. E dunque bluffa e gioca a carte coperte, ancora una volta.
Ore 03:48 - Meloni: «Putin al G20 per avere visibilità politica»
«Penso che Putin ha partecipato al G20 perché era facile farlo in videoconferenza senza muoversi da Mosca, per lui è stata un'occasione di visibilità politica, non dico per fare propaganda ma per difendere le sue posizioni». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle dichiarazioni congiunte con il cancelliere Olaf Scholz nell'ambito del vertice interministeriale Italia-Germania. «Circa il fatto che, come ha detto Putin, la Russia vuole lavorare sulla pace questo - ha aggiunto la premier - mi trova contenta ma se vuole pace basterebbe ritirare le truppe, non bisogna dimenticare che c'è un aggressore e un aggredito».
Ore 03:54 - Meloni: «Insieme a Scholz garantiremo assistenza all'Ucraina»
«Con Scholz abbiamo affrontato il tema della guerra di aggressione russa all'Ucraina, su cui Italia e Germania condividono la posizione: abbiamo ribadito il pieno sostegno alla sovranità di Kiev e che continueremo a garantire assistenza a Kiev a 360 gradi. Le prossime conferenze sulla ricostruzione si svolgeranno in Italia e in Germania». Ha detto Meloni nelle dichiarazioni congiunte con il cancelliere Olaf Scholz nell'ambito del vertice interministeriale Italia-Germania.
Ore 07:13 - Zelensky parla a Milei che vuole ospitare Vertice Pace
Il presidente eletto dell’Argentina, Javier Milei, ha offerto al presidente ucraino, Volodymyr Zelenski, di ospitare un vertice di pace sulla guerra. Lo ha reso noto Diana Mondino, responsabile in politica estera per La Libertad Avanza, il suo partito. «Ci proponiamo di fare da quartier generale, se possibile», ha assicurato Mondino ai media presso l’Hotel Libertador, da settimane quartier generale di Milei. Il presidente ucraino ha ringraziato Milei per il «chiaro sostegno»: «Nessuna ambiguità tra il bene e il male. Solo un chiaro sostegno all’Ucraina. Noi ucraini ne siamo consapevoli e lo apprezziamo molto», ha detto Zelensky. Il rapporto tra i Paesi dell’America Latina e il governo ucraino è stato complesso fin dall’inizio della guerra. Kiev ha invitato in numerose occasioni leader come il presidente brasiliano Luiz Ina’cio Lula da Silva a visitare il Paese, che finora non lo ha fatto.
Ore 08:05 - Giornalista russo Maksudov ferito a Zaporizhzhia è morto
Boris Maksudov, corrispondente del canale televisivo russo Rossiya 24, è morto dopo essere stato ferito da schegge in seguito ad un attacco ucraino nella regione di Zaporizhzhia, lo ha annunciato il giornalista russo Vladimir Solovyov citato da Ria novosti. Ieri il ministero della Difesa russo ha dichiarato che le forze armate ucraine avevano colpito un gruppo di giornalisti russi con droni carichi di proiettili a frammentazione nella regione di Zaporizhzhia, aggiungendo che Maksudov era ferito: «È appena arrivata una tragica notizia: il nostro collega è morto sulla strada per Dzhankoi, Boris Maksudov è morto per le ferite riportate», ha detto Solovyov.
Ore 09:35 - In 24 ore Mosca perde 2 sistemi difesa e 20 carri armati
La Russia ha perso altri due sistemi di difesa aerea in 24 ore, 20 carri armati e 36 veicoli corazzati da combattimento. Lo rende noto lo Stato Maggiore ucraino. Mosca secondo Kiev ha perso circa 321.800 soldati nella guerra contro l`Ucraina durante l`invasione. Kiev a sua volta non fornisce dati sulle vittime del suo personale militare. Le informazioni sul numero dei soldati ucraini uccisi rimarranno segretate fino alla fine della legge marziale.
Ore 09:38 - Kiev, aviazione civile russa al collasso
L’aviazione civile russa è sull’orlo del «collasso» dopo oltre un anno di sanzioni internazionali in risposta all’invasione dell’Ucraina che l’hanno privata dell’accesso a parti e manutenzione che prima riceveva dai Paesi occidentali. Questa è la situazione che emerge da una serie di presunti documenti dell’Agenzia federale russa per il trasporto aereo, Rosaviatsiya, che Kiev sostiene di aver ottenuto attraverso una «speciale operazione informatica» dell’intelligence militare ucraina (GUR). Secondo il materiale presentato oggi dal GUR, il numero di guasti agli aerei civili russi è triplicato nei primi nove mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2022. Questi problemi hanno portato a un numero insolitamente alto di incidenti di diversi livelli di rischio. «Le aree più problematiche per l’aviazione russa sono i motori e i telai, oltre a elementi importanti come i sistemi idraulici, le ali e il software», afferma l’intelligence militare di Kiev nella sua analisi dei documenti.
Ore 10:35 - Cremlino: uccisione giornalista Maksudov «una grande tragedia»
Una grande tragedia»: così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito la morte del giornalista Boris Maksudov, della televisione russa Rossiya-24, deceduto stamane dopo essere rimasto ferito ieri in un bombardamento ucraino nella regione ucraina di Zaporizhzhia. Il Cremlino comunque, ha aggiunto Peskov, citato dalla Tass, «non si aspetta una reazione dell’Occidente poiché non è chiaro quali standard persegue la leadership dei Paesi europei».
Ore 11:06 - Kiev, oltre 1.100 soldati russi uccisi in 24 ore, 321.800 in totale
Sarebbero ormai 321.800 i soldati russi rimasti uccisi in Ucraina dall’inizio del conflitto. Lo afferma il bollettino giornaliero dello stato maggiore di Kiev, secondo il quale ieri sono morti 1.130 russi. Nella giornata di ieri, si legge, sono stati anche distrutti 20 tank, 36 veicoli corazzati e 33 sistemi di artiglieria dell’esercito di Mosca.
Ore 11:57 - 007 Gb, Mosca verso riabilitazione membri Wagner
Dalla Russia arrivano segnali di una possibile «riabilitazione» di alcuni membri del gruppo Wagner a quasi cinque mesi dalla rivolta contro Mosca guidata dall’ex leader dei paramilitari Yevgeny Prigozhin, poi morto in un incidente aereo su cui non è stata fatta ancora piena luce. Lo scrive su X il ministero britannico della Difesa nel consueto aggiornamento di intelligence. «Il 14 novembre 2023, a un gruppo selezionato di veterani della Wagner sono stati rilasciati documenti ufficiali di identificazione dei veterani. Questo segna la prima volta che il personale Wagner viene ufficialmente riconosciuto come veterano», scrive Londra. Il ministero russo della Difesa, prosegue il report, «ha istituito un nuovo sistema che consente ai veterani del Wagner di ricevere documenti per l’identificazione come veterani (ufficiali ndr) e bonus proporzionati». Questo, secondo l’intelligence britannica, «indica, molto probabilmente, la riabilitazione di alcuni elementi della Wagner da parte dell’amministrazione russa».
Ore 13:57 - Kiev: «Mosca ha lanciato la terza ondata di attacchi a Avdiivka»
Le forze russe hanno lanciato la terza ondata di attacchi nel settore di Avdiivka, la città del Donetsk difesa dagli ucraini. Lo ha riferito il generale Oleksandr Tarnavskyi, comandante del Gruppo Tavria che combatte sulle linee del fronte meridionale. Lo riporta Rbc Ucraina. «Gli occupanti hanno iniziato la terza ondata di azioni attive come parte dell'offensiva nel settore di Avdiivka», ha scritto il generale.
Ore 14:24 - Bbc: bimba ucraina scomparsa adottata da alleato di Putin
Secondo documenti scoperti da Panorama Bbc, un alleato politico chiave di Vladimir Putin ha adottato una bambina sequestrata da un orfanotrofio ucraino. Sergey Mironov, il leader settantenne del partito politico Russia Giusta, è menzionato nel certificato di adozione di una bambina di due anni che è fu presa nel 2022 da una donna con cui ora l'uomo è sposato. I documenti mostrano che l'identità della bambina è stata successivamente cambiata in Russia. La piccola, originariamente chiamata Margarita, era una delle 48 persone scomparse dall'orfanotrofio regionale di Kherson quando le forze russe presero il controllo della città. E' tra i circa 20.000 bambini che, secondo il governo ucraino, sono stati presi dalle forze russe dall'inizio dell'invasione su vasta scala nel 2022.
All'inizio di quest'anno la Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso mandati di arresto nei confronti del presidente russo Vladimir Putin e del suo commissario per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova, per la presunta deportazione illegale di bambini ucraini nel territorio controllato dalla Russia. Il governo russo afferma di non deportare i bambini ucraini, ma di evacuarli per proteggerli dalla guerra.
Ore 15:10 - Mosca: morto il giornalista russo Maksudov
Il corrispondente del canale televisivo russo Russia 24 Boris Maksudov è morto a seguito delle ferite riportate in un attacco con droni lanciato dalle forze ucraine nella regione di Zaporizhzhia. Lo annuncia il canale Solovyov Live tv su Telegram secondo la Tass. In precedenza il ministero russo della Difesa aveva riferito che Maksudov aveva riportato ferite da schegge ed era stato trasferito in una struttura medica.
Ore 16:07 - Meloni: per arrivare a una soluzione sostenere Kiev
«L'unico modo per mantenere un equilibrio tra le forze in campo è sostenere l'Ucraina. Se noi avessimo fatto quello che qualcuno ci chiedeva in quest'aula oggi avremmo avuto un'invasione che si chiama pace ed io non sono così cinica da scambiare le cose. L'unico modo per arrivare ad una soluzione del conflitto è sostenere l'Ucraina è quello che faccio, l'ho ribadito in quest'aula e nella telefonata con i comici». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in Senato replicando al capogruppo M5s Stefano Patuanelli.
Ore 16:50 - Nebbie e teste di ponte, così Kiev avanza sulla riva Est del Dnipro
(di Marta Serafini, inviata a Odessa) La leggenda narra che, nei giorni scorsi, un cecchino dell’Sbu, l’intelligence di Kiev, armato di un fucile ucraino, il Volodar Obriyu (il signore degli orizzonti), abbia ucciso un soldato russo a 3,8 chilometri di distanza battendo così il record del mondo stabilito da uno sniper canadese a Mosul nel 2017. Una leggenda che ancora non trova conferma, appunto. Ma che la dice lunga sulla situazione del campo militare ucraino.
Maidan-3. La grottesca campagna di disinformazione russa per destabilizzare l’Ucraina. Antonio Pellegrino su L'Inkiesta il 22 Novembre 2023
L’intelligence ucraina ha smascherato il piano del Cremlino per destituire il presidente Zelensky influenzando l’opinione pubblica con video falsi. La scelta di utilizzare deepfake nei video con il comandante in capo delle Forze armate ucraine, Valerij Zalužnyj, è particolarmente raccapricciante
Un colpo di stato per destituire Volodymyr Zelensky. Sarebbe stato questo il fine ultimo dell’operazione organizzata dal Cremlino prevista tra il novembre e il dicembre di quest’anno, nome in codice Maidan-3. Il riferimento alla piazza centrale di Kyjiv non è casuale perché, come dichiarato dal presidente ucraino, «per loro [i russi] Maidan è un colpo di stato». Il piano scoperto dall’intelligence ucraina consiste in una campagna martellante di disinformazione finalizzata alla destabilizzazione del Paese, ma finora le prime azioni della Federazione Russa sono state al limite dell’amatoriale, a tratti grottesche.
Lo scorso sette novembre i canali Telegram russi Radio Trukha e Trukha Barcelona hanno diffuso sui social due video con protagonista il comandante in capo delle Forze armate ucraine Valerij Zalužnyj, entrambi realizzati con l’uso del deepfake. Nel primo, il finto Zalužnyj accusa il presidente Zelensky di tradimento e dopo aver svelato la mano della presidenza dietro l’omicidio del suo consigliere – il maggiore Gennady Chastyakov è stato ucciso lo scorso 6 novembre con un pacco bomba nascosto tra i regali del suo compleanno – dichiara che il governo è pronto a uccidere anche lui così da «cedere il Paese ai russi».
L’arringa si conclude con invito esplicito rivolto all’esercito ad abbandonare le postazioni di guerra marciare su Kyjiv. Il secondo video, pubblicato poco dopo, è un’ammissione di colpa mascherata da difesa: il falso di Zalužnyj accusa i media ucraina rei di aver «ovviamente» bollato il comunicato precedente come deepfake della propaganda russa. La scelta di sfruttare la figura del numero uno delle forze armate ucraine arriva dopo le dichiarazioni di Volodymyr Aryev, membro del partito Solidarietà Europea dell’ex presidente Petro Porošenko, che con un post su Facebook (cancellato poco dopo) ha chiesto le sue dimissioni dall’incarico.
Questo tentativo quasi dilettantesco di inquinamento del dibattito è a tutti gli effetti parte di Maidan-3, un’iniziativa meno campata in aria di quanto possa apparire. Coordinata da Sergej Vladilenovič Kirienko, responsabile russo dei territori ucraini occupati dall’esercito di Putin, e da Vladislav Surkov, uomo chiave del Cremlino nel Donbas, Maidan-3 avrebbe dovuto agire su tre fronti: la politica interna ucraina, la tenuta della coalizione occidentale e il condizionamento dell’opinione pubblica internazionale.
Come dimostrato dall’esempio del finto Zalužnyj, l’obiettivo dei russi in Ucraina era quello di diffondere il panico (con minacce di golpe interni e situazioni affini), creare conflitti tra la classe politica e le gerarchie militari oltre ad alimentare lo sconforto della popolazione civile puntando sulla retorica dell’inutilità della resistenza all’invasione e del fallimento della controffensiva anti-russa. Secondo il piano, anche la decisione di bloccare lo scambio di prigionieri di guerra avrebbe dovuto aumentare il malcontento della popolazione civile.
Il Cremlino vuole sfruttare la war fatigue e in contemporanea si impegna a diffondere notizie false sugli scandali di corruzione interna al governo di Zelensky. Alla guerra sporca sui social media – i russi avrebbero investito una somma pari a 230 milioni di dollari solo per la propaganda su Telegram – gli uomini di Putin affiancano il terrorismo vero e proprio ed è per questo che il progetto Maidan-3 comprende una lista di figure chiave dell’establishment ucraino da assassinare: alcune strutture coperte comandate direttamente da Mosca avrebbero dovuto eliminare una lista di alti ufficiali del Paese mentre l’esercito russo, in concomitanza con le celebrazioni per il decimo anniversario della rivoluzione di Maidan, avrebbe intensificato i bombardamenti sulla capitale.
Per fiaccare la coalizione occidentale, la Russia sa che la disinformazione e la propaganda filo-Putin da sole non bastano per condizionare i governi – nonostante i danni profondi causati al dibattito politico dell’ultimo decennio – e per questo l’arma più utile diventa il disinteresse per la guerra: i russi approfittano della questione mediorientale per spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle vicende ucraine e allo stesso tempo, con l’aiuto delle fake news contro il governo di Zelensky, propagandare l’immagine di un’Ucraina inutilmente guerrafondaia, corrotta fino al midollo e restia a qualsiasi accordo di pace con la Federazione Russa. Uno Stato fallito che per la coalizione euroatlantica può solo essere di peso.
Visto in questi termini, Maidan-3 è solo la traduzione in piano organizzato della strategia finora seguita dalla Russia e anche per questo rischia di essere sottovalutato dai media occidentali. La specifica di Maidan-3 è nella finalità golpista che non solo è esplicita, ma ha anche un precedente che dopo pochi mesi sembra essere già stato dimenticato: la Moldavia di Maia Sandu.
Lo scorso febbraio, in occasione della nomina di Dorin Recean come primo ministro, la presidente Sandu ha dichiarato che la Russia stava tramando per «rovesciare l’ordine costituzionale per fermare il processo di integrazione europea», svelando un piano, scoperto grazie al sostegno logistico dei servizi di Kyjiv, che avrebbe previsto «azioni con il coinvolgimento di sabotatori con addestramento militare, mimetizzati in abiti civili, pronti a compiere azioni violente, attaccare edifici statali e prendere ostaggi».
All’epoca, l’opposizione guidata da socialisti e comunisti (entrambi partiti esplicitamente filorussi) hanno accusato il governo di aver inventato tutto e che in assenza di prove «tali dichiarazioni sono considerate una provocazione volta a trascinare la Moldavia nel conflitto armato, suscitare tensioni nella società e intimidire l’opposizione».
Non mancano le prove. Una decina di giorni dopo, il 28 febbraio, diverse centinaia di manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro il governo filooccidentale con la scusa del caro-bollette e la sera stessa alcuni gruppi “spontanei” hanno tentato di assaltare il palazzo governativo. L’emergenza è rientrata con la stessa velocità con la quale sono esplose le tensioni e i tempi sospetti, così come il rilancio delle notizie anti-Sandu da parte della TASS (l’agenzia stampa ufficiale del Cremlino), hanno portato il deputato Oazu Nantoi a parlare di «guerra ibrida della Russia in Moldavia». Questa stessa guerra ibrida oggi si combatte in Ucraina e la scoperta di Maidan-3 non fa che confermarlo.
Distrazione di massa. La rete propagandistica antisemita del Cremlino. Antonio Pellegrino su L'Inkiesta il 18 Novembre 2023
Da un mese Mosca ha intrapreso una campagna militante mediatica anti israeliana per lavarsi la coscienza dei crimini umanitari commessi contro Kyjiv, cercando così di spostare l’attenzione globale dalla guerra in Ucraina
Dopo gli attentati di Hamas del 7 ottobre e lo scoppio del conflitto in Medio Oriente, la Russia ha iniziato a giocare la carta dell’antisionismo (in molti casi, dell’antisemitismo puro) per dare nuova linfa alla macchina della propaganda di stato. La retorica putiniana esce indebolita dal lungo stallo militare in Ucraina ed è per questo che il Cremlino ha un bisogno disperato di nuove parole d’ordine, tanto estreme quanto sconnesse e incoerenti.
Così, dopo la battaglia per la denazificazione a cui si è aggiunta la crociata per i valori tradizionali contro l’Occidente degenerato, il Paese che ha scritto “I Protocolli dei Savi di Sion” rispolvera la storia dell’ebreo cattivo per giustificare la guerra contro il governo di Kyjiv. Propagandisti di regime, ufficiali dello stato maggiore, neonazisti dichiarati e una serie di canali Telegram dedicati alla diffusione di fake news compongono la rete antisemita di Vladimir Putin, una rete che da più di un mese ha avviato una campagna martellante per sfruttare la questione israeliana al fine di indebolire l’Europa e gli Stati Uniti. L’accusa principale rivolta contro i paesi occidentali è quella di aver adottato un “doppio standard” tra la risposta militare di Israele e l’invasione russa: «l’Occidente condanna ed esagera le azioni della Russia in Ucraina mentre minimizza i crimini israeliani a Gaza» ha dichiarato Kirill Semenov, analista del Russian International Affairs Council (think thank accademico filogovernativo) sostenendo quanto il doppio standard sia «ovvio».
A questo approccio vittimistico si aggiunge una colpevolizzazione di Israele che ribalta la realtà; un esempio surreale è stato offerto da Vladimir Solovyov, conduttore di punta del regime e megafono della «guerra santa contro i satanisti», che commentando i bombardamenti israeliani ha sentenziato «stanno radendo al suolo Gaza […] noi russi non combattiamo così, nemmeno lontanamente». Il bombardamento di Gaza è diventato il cavallo di battaglia di Solovyov che rincarando la dose afferma: «Spero che l’Occidente smetta di parlare delle brutalità dell’armata russa. Volete le brutalità? Guardate l’esercito israeliano […] Ora vi è chiara la differenza tra una guerra e un’operazione militare speciale». Non importa ricordare l’ampia documentazione dei bombardamenti sui civili da parte dell’esercito russo, per la Tv di stato putiniana Israele è diventato il termine di paragone per lavarsi la coscienza e negare la realtà, tanto che i più accaniti guerrafondai contro l’Ucraina si sono riscoperti pacifisti.
Ad affiancare Solovyov troviamo personaggi come Margarita Simonyan, caporedattrice di Russia Today, principale diffusore di fake news filorusse in Europa fino alla messa al bando nel 2022, e Olga Skabeyeva – soprannominata “la bambola di ferro di Putin Tv» per i suoi attacchi contro l’opposizione democratica – che ha definito quella di Israele una guerra «contro i mussulmani», una carneficina che ha tra i suoi principali responsabili gli Stati Uniti di Joe Biden perché «solo gli americani possono fermare questo bagno di sangue, ma al momento stanno facendo tutt’altro».
A fare da contraltare a questa narrazione finto-pacifista c’è la galassia neonazista russa e in particolare il gruppo Rusich – unità paramilitare di estrema destra attiva in Donbas dal 2014 e impegnata nella guerra contro Kyjiv sotto il comando della Wagner – che sul suo canale Telegram ha commentato entusiasticamente gli attentati di Hamas del 7 ottobre («è un peccato non poter partecipare»). Al gruppo del neonazista Milkacov si aggiunge il canale nazionalista Grey Zone che invoca la «demilitarizzazione e la denazificazione di Israele» augurandosi lo sterminio di massa della popolazione ebraica.
Le posizioni deliranti degli opinionisti russi sono accompagnate dalla diffusione sistematica di fake news sul conflitto, un’operazione finalizzata a inquinare i pozzi e mettere in discussione i media che dal 24 febbraio 2022 documentano le stragi russe in Ucraina; l’esempio più plateale è un articolo pubblicato da Komsomolskaya Pravda dal titolo “La Buča di Israele” in cui si paragonano le decapitazioni dei bambini israeliani da parte di Hamas al massacro di Buča perpetrato dall’esercito russo nel marzo 2022. Per i giornalisti del regime, entrambi sarebbero dei falsi creati ad arte dall’Occidente per infangare i suoi avversari.
Altre fake news avallate dal governo riguardano il presunto utilizzo delle armi destinate all’Ucraina nel conflitto, tesi sostenuta dallo stesso Vladimir Putin e dall’ex premier Dmitrij Medvedev – «le armi date al regime neonazista ucraino vengono usate attivamente in Israele» – così come il rilancio dei comunicati di Hamas come uniche fonti di informazione sui principali casi di cronaca (il Cremlino ha immediatamente attribuito allo Stato di Israele la responsabilità per il bombardamento dell’ospedale di Gaza). In un articolo pubblicato dal Carnegie Endowment for International Peace, il giornalista ed ex diplomatico Alexander Baunov ha spiegato le ragioni dietro questa operazione di Vladimir Putin: accomunando Israele e Ucraina, si fortifica l’idea avallata dal regime russo di una contrapposizione tra il vecchio ordine mondiale (trainato da Stati Uniti e Unione Europea) e il mondo multipolare di cui la Russia rappresenterebbe la testa di ponte, un blocco che coinvolgendo i paesi in via di sviluppo includerebbe per forza di cose anche il mondo arabo, o meglio, quella parte di mondo arabo ferocemente anti-occidentale.
È per questo delirio geopolitico che oltre a rinsaldare i legami con la teocrazia di Teheran, Vladimir Putin ha accolto una delegazione di Hamas al Cremlino lo scorso mese, elevando l’organizzazione terroristica a interlocutore nel Medio Oriente. Un mix di duginismo – l’occhiolino all’Islam radicale come custode dei valori tradizionalisti contro il liberalismo euroatlantico – e di terzomondismo anti-americano per cercare di coprire tutte le fazioni dell’area anti-occidentale. Da sola, la retorica putiniana è talmente sgangherata che non basta il nemico ebreo per reggerla in piedi, è per questo che il vero obiettivo della Russia è un altro: sperare che la questione israeliana monopolizzi l’attenzione dell’opinione pubblica, contribuendo al disinteresse per la guerra scatenata contro l’Ucraina. Un motivo più che valido per continuare a denunciare il regime di Putin.
Ambasciata russa sotto la lente del Copasir: "fiumi di denaro" sospetti. Il Tempo il 14 novembre 2023
L'ambasciata russa di Roma è finita nel mirino Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Aprire «un focus e un approfondimento» sul caso dei presunti movimenti e prelievi sospetti che avrebbero portato l’Unità di antiriciclaggio a svolgere accertamenti sulla sede della rappresentanza diplomatica di Mosca. Lo afferma all’Adnkronos il senatore Iv e membro del Copasir Enrico Borghi, che a luglio scorso aveva sollevato la questione presentando un’interrogazione sul tema al ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e dell’Economia e delle finanze. «Il fatto che ci siano fiumi di denaro che vengono veicolati evidentemente pone un problema di carattere sistemico rispetto al quale è bene porsi l’interrogativo rispetto all’uso che se ne fa», continua Borghi.
L’esponente del Copasir ricorda la telefonata fake dei comici russi al premier Giorgia Meloni al centro delle polemiche alcuni giorni fa: «Siamo in un Paese in cui il governo ha denunciato un’attività di disinformazione nei confronti del primo ministro e quindi che la disinformazione venga portata avanti come veicolo della guerra ibrida da parte dei russi non è un mistero - precisa il senatore - La Russia sta svolgendo un’azione una destabilizzazione comunicativa e informativa, se dispone di ingenti risorse liquide, non tracciabili, questo tema pone un interrogativo». Borghi ricorda che il tema «non è nuovo» tanto da spingerlo, a luglio scorso, a presentare un’interrogazione. Nell’atto il senatore faceva riferimento «all’attivismo estero del governo di Mosca di cui si ha avuto prova con la nota missione ’Dalla Russia con amore', concordata dall’allora governo Conte I e ufficialmente avviata per supporto ed aiuto nelle primissime fasi della pandemia nella provincia di Bergamo, su cui insistono, però, ancora numerosi dubbi, sia in relazione ai reali obiettivi del contingente russo, sia alle modalità ed entità di finanziamento della missione». Il senatore sottolineava inoltre che «proprio l’ambasciata russa sarebbe oggetto di accertamenti da parte dell’Unità di antiriciclaggio per movimenti sospetti sui propri conti correnti, tutti concomitanti con lo scoppio della crisi russo-ucraina».
«Tra il 17 e 20 ottobre 2022 furono versati su uno dei conti intestati all’ambasciata circa 400.000 dollari - scriveva il senatore dell’atto di sindacato ispettivo - pochi giorni dopo, sul conto in euro dell’Ambasciata venne trasferita la stessa cifra, poi sparita a seguito di 5 prelievi in contanti nel giro di un mese; il 12 ottobre 2022 vengono consegnate all’Ambasciata seimila banconote da 100 euro, per un valore complessivo di 600.000 euro; solo nell’ultimo trimestre del 2022, dunque, l’ufficio diplomatico di Mosca a Roma ha mosso un milione di euro in contanti; dette movimentazioni, come il sospetto di sostegno finanziario della Federazione russa a esponenti e forze politiche in grado di destabilizzare altri Paesi e la stessa Unione europea rendono urgenti accertamenti e contromisure». Borghi chiedeva quindi ai ministri se fossero «a conoscenza dei fatti esposti» e quali iniziative avessero intenzione di «adottare per accertare la regolarità delle movimentazioni finanziarie della Federazione russa nel nostro Paese e impedire trasferimenti di denaro illecito e col chiaro intento di destabilizzare la collocazione internazionale dell’Italia».
Cyprus Confidential, tutti gli oligarchi coinvolti nell'inchiesta. Roman Abramovich, Rinat Akhmetov, Petr Aven e gli altri nomi di cui l'inchiesta dell'Icij ha svelato gli affari segreti. Paolo Biondani, Gloria Riva e Leo Sisti su L'Espresso il 14 Novembre 2023
Roman Abramovich
246 società
15 trust
Sanzionato dal Regno Unito dal 2022
Sanzionato dall'Unione Europea dal 2022
Il miliardario Roman Abramovich è uno degli oligarchi russi di più alto profilo ed è stato governatore della regione di Chukotka dal 2000 al 2008. Possiede una quota significativa del gigante siderurgico russo Evraz PLC insieme ai colleghi oligarchi Alexander Abramov e Alexander Frolov. Abromovich ha a lungo minimizzato il suo rapporto con Vladimir Putin, ma l’UE lo considera uno della cerchia più ristretta del presidente russo e ha affermato che il loro legame ha aiutato Abramovich a «mantenere la sua considerevole ricchezza», ha precisato l'Unione Europea nel momento in cui ha fatto scattare contro di lui le sanzioni nel marzo 2022. Abramovich è statp sanzionato anche da altre giurisdizioni in seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, per esempio il Regno Unito, che ha congelato i suoi beni. Successivamente è stato costretto a vendere il Chelsea Football Club. Gli Stati Uniti hanno sequestrato due dei suoi aerei ma non lo hanno sanzionato.
Abramovich possiede la cittadinanza russa, israeliana e portoghese e possiede numerosi yacht, aerei e proprietà di lusso negli Stati Uniti, nel Regno Unito, nell'UE e offshore. Nell'indagine condotta dal consorzio giornalistico dell’Icij, basata su file trapelati dalla società di servizi finanziari MeritServus con sede a Cipro, ha rivelato l’entità della collezione d’arte di Abramovich da quasi un miliardo di dollari, che comprende opere di maestri russi, europei, italiani e americani e celebri artisti contemporanei britannici e altri. L’Icij aveva precedentemente mostrato come un appartamento che Putin avrebbe acquistato per il suo insegnante di scuola superiore a Tel Aviv, in Israele, fosse stato pagato attraverso una società di comodo con sede a Cipro controllata da Abramovich, secondo i registri finanziari. L’indagine FinCEN Files dell’Icij ha mostrato che Abramovich ha speso 100 milioni di dollari per finanziare anonimamente una controversa organizzazione di coloni israeliani, che operava a Gerusalemme Est e che aveva partecipazioni segrete in giocatori di football di squadre rivali, mentre possedeva il Chelsea F.C.
L'inchiesta Cyprus Confidential svela che la fiduciaria MetriServus ha gestito oltre 14 trust basati a Cipro e posseduti, o controllati, da Abramovich. Inoltre Merit Servus, insieme a Cypcodirect, un'altra società di consulenza cipriota, ha offerto servizi di consulenza e gestione per oltre 260 società che fanno capo ad Abramovich e registrate in altre giurisdizioni, come l'Isola di Man, Jersey e le Isole Vergini Britanniche.
Petr Aven
15 società
2 trust
Sanzionato dagli Stati Uniti dall'11 agosto 2023
Sanzionato dal Regno Unito dal 15 marzo 2022
Sanzionato dall'Unione Europea dal 28 febbraio 2022
Petr Aven è un uomo d'affari, banchiere e collezionista d'arte di famiglia accademica, azionista chiave di Alfa Group, gigante russo dei servizi finanziari del settore privato. È stato anche presidente di Alfa Bank, la società di punta del gruppo e la più grande banca privata russa, dal 1994 al 2011. Nel marzo 2022, Aven si è dimesso da consigliere di amministrazione di ABH Holdings, proprietaria della banca Alfa Bank con sede in Lussemburgo, e di LetterOne, un fondo di private equity con sede in Lussemburgo, pochi giorni dopo essere stato sanzionato dall’Unione Europea, che lo ha etichettato come «uno degli oligarchi più vicini al presidente Vladimir Putin». È stato anche sanzionato dal Regno Unito, dagli Stati Uniti e da altre giurisdizioni in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022, ma ha ripetutamente negato di esercitare influenza sulla politica russa.
Ad Aven è stata sequestrata una villa a Porto Rafael, in località punta Sardegna. Il provvedimento è stato solo parziale, limitato alla quota di proprietà dell'oligarca russo cioè 1/3, per un valore di quattro milioni di euro. L'edificio ha un ricordo doloroso per il miliardario amico di Putin, nonché ex ministro per le relazioni economiche estere durante la presidenza di Boris Eltsin, nei primi anni ’90. Proprio nelle acque di fronte alla villa, la moglie Elena è morta nel 2015, colpita da infarto mentre nuotava.
Aven è una delle persone più ricche di Russia, con un patrimonio stimato di 4,2 miliardi di dollari, ed è considerato uno degli uomini d'affari più influenti del paese. Si è incontrato regolarmente con Putin per discutere di questioni economiche, anche il 24 febbraio 2022, il giorno dell’invasione, insieme a dozzine di altri importanti industriali russi. Durante gli anni '90, Aven è stato ministro russo delle relazioni economiche estere al Cremlino prima di unirsi all'Alfa. Non ha condannato pubblicamente la guerra della Russia in Ucraina. Ha detto ai media in Lettonia, dove ora vive, che vuole ritirarsi dagli affari e concentrarsi sul collezionismo e sulla scrittura d'arte. Nel 2018 ha scritto un libro sul collega oligarca Boris Berezovsky, morto nel Regno Unito nel 2013 in circostanze sospette.
Aven è un cliente di vecchia data dei servizi fiduciari offerti da Cipro, che utilizza per gestire il suo patrimonio privato e familiare, nonché le sue partecipazioni in Alfa Group e altri interessi commerciali, stando ai documenti analizzati da Icij. Alcuni documenti giudiziari precedentemente non pubblicati e scoperti da Icij mostrano che gran parte della ricchezza di Aven è detenuta da trust con sede a Cipro, amministrati principalmente attraverso una società di basso profilo chiamata Abacus Ltd., che ha gestito le sue transazioni più sensibili.
I documenti presentati in tribunale dalla National Crime Agency (NCA), la principale agenzia di polizia del Regno Unito per la criminalità finanziaria internazionale, e i file contenuti in Cyprus Confidential mostrano che attraverso i trust ciprioti, le società di comodo e i conti bancari, Aven deteneva sia beni personali, come un'imponente villa nel Regno Unito, nota come Ingliston House, sia i rapporti d'affari con LetterOne e Alfa Group.
L'indagine della NCA è stata avviata dal trasferimento effettuato da Aven di circa 5 milioni di dollari da un conto austriaco a un conto bancario nel Regno Unito lo stesso giorno in cui è stato sanzionato dall'UE. La NCA, attraverso un procedimento in carico al tribunale civile, punta a sequestrare più di un milione di dollari di questi fondi ad Aven. Aven ha negato ogni illecito tramite i suoi avvocati.
Alexey Mordashov
65 società
Sanzionato dagli Stati Uniti nel 2022
Sanzionato dall'Unione Europea nel 2022
Alexey Mordashov è uno dei più grandi industriali dell'acciaio e uno degli uomini più ricchi della Russia, con un patrimonio netto stimato di quasi 21 miliardi di dollari, secondo la rivista Forbes. È il fondatore e direttore generale di Severgroup LLC, un conglomerato con sede a Cherepovets che detiene azioni del colosso minerario dell'acciaio, Severstal, nonché aziende in una vasta gamma di settori, tra cui la silvicoltura e il turismo. Gli investimenti di Severgroup includevano anche una società di media descritta dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti come «un impero pro-Cremlino di organizzazioni televisive, radiofoniche e di stampa».
Precedenti indagini dell'Icij hanno rivelato come Mordashov abbia utilizzato società di comodo per investire nella Banca Rossiya, che il Consiglio europeo considera «la banca personale» degli alti funzionari russi, e per concludere accordi multimilionari con entità appartenenti a Sergey Roldugin, un caro amico del presidente Vladimir Putin. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, gli Stati Uniti, l’Unione Europea e altri governi hanno sanzionato Mordashov, i membri della sua famiglia – inclusa sua moglie Marina Mordashova – e alcune delle sue società. Un documento del 2022 che descrive in dettaglio le sanzioni dell’UE contro le élite russe accusa l’uomo d’affari di «trarre vantaggio dai suoi legami con i decisori russi». Ha ripetutamente negato qualsiasi coinvolgimento nella politica.
Il 4 marzo 2022 la Guardia di finanza ha posto sotto sequestro, in seguito alle sanzioni, una parte cospicua dei suoi beni in Italia. Nel porto di Imperia i sigilli sono scattati sul suo yacht “Lady M”, del valore, stimato, di 65 milioni di euro. Uno yacht ufficialmente intestato ad alcune società offshore, che hanno coinvolto anche la moglie Marina. Cospicuo il patrimonio posto sotto sequestro in Sardegna, un complesso immobiliare a Portisco, vicino a Olbia. Valore, 105 milioni di euro.
L'inchiesta Cyprus Confindential racconta che Mordashov è il proprietario di 64 società di comodo, 46 costituite a Cipro, 18 nelle Isole Vergini britanniche (BVI) e nell’Isola di Man. Molte di queste entità sono filiali di Unifirm Ltd., la sua holding con sede a Cipro. Quasi tutte erano amministrate da PwC Cyprus e Cypcodirect, un fornitore di servizi finanziari locale.
Il 28 febbraio 2022, lo stesso giorno in cui il Consiglio Europeo ha annunciato le sanzioni contro Mordashov, i funzionari di Cypcodirect hanno approvato il trasferimento di azioni da due delle sue società alla Ondero Ltd, una società delle Isole Vergini Britanniche.
I file riservati nei dati di Pandora Papers mostrano che il proprietario di Ondero è Mordashova. I documenti aziendali delle società descrivono la donna russa come «che riceve sostegno finanziario dal signor Alexey Mordashov, poiché madre dei suoi figli». All'epoca la donna non era stata sanzionata. La mossa, ha scoperto l’Icij, faceva parte di un tentativo di aiutare Mordashov a eludere le sanzioni trasferendo il controllo della sua partecipazione di 1,4 miliardi di dollari nel gruppo TUI, un gruppo societario che si occupa di viaggi e turismo. Il ministero tedesco dell’Economia e della Protezione del Clima sta indagando sul trasferimento. Secondo il bilancio del 2022 controllato da PwC, i Mordashov hanno utilizzato Ondero anche per gestire il possesso di yacht e di un aereo.
Rinat Akhmetov
60 società
Non sanzionato
Il miliardario ucraino Rinat Akhmetov è figlio di un minatore, cresce nella povertà, nel Donetsk, per poi diventare l'uomo più ricco d'Ucraina, con un patrimonio stimato di 5,7 miliardi di dollari, secondo Forbes. Ha accumulato la sua fortuna acquistando attività minerarie durante l'era della privatizzazione dell'Ucraina negli anni '90. Successivamente, Akhmetov ha finanziato ed è stato membro del Partito delle Regioni, un partito politico ucraino con forti legami con Mosca.
Secondo le carte analizzate dall'Icij, Akhmetov ha pagato milioni di dollari al consulente politico americano Paul Manafort (che ha guidato la campagna presidenziale del 2016 di Donald Trump), per il suo aiuto nelle elezioni del Partito delle Regioni, Viktor Yanukovich, alla presidenza dell’Ucraina. Nel 2014 Yanukovich è stato esiliato in Russia. Più tardi, il ministro della giustizia ucraino ha affermato che Yanukovich e i suoi alleati avevano incanalato 40 miliardi di dollari fuori dall’Ucraina. Nel maggio 2014, Akhmetov si è pubblicamente opposto ai separatisti russi che hanno raso al suolo l’Ucraina orientale, dove ha sede il suo impero minerario.
Secondo Forbes, il patrimonio netto di Akhmetov è sceso da circa 14 miliardi di dollari prima dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, che ha raso al suolo la sua acciaieria Azovstal, a meno di 6 miliardi di dollari un anno dopo. Ha poi intentato una causa contro la Russia presso la Corte europea dei diritti dell'uomo per i danni causati. Nonostante le perdite finanziarie, Akhmetov è in attesa della consegna di uno yacht di lusso da 500 milioni di dollari. Possiede anche una lussuosa villa francese e proprietà nel Regno Unito, tra cui due appartamenti londinesi del valore di 136,4 milioni di sterline acquistati circa 13 anni fa e ha investimenti in attività minerarie statunitensi.
L'inchiesta Cyprus Confidential rivela la portata delle proprietà possedute da Akhmetov, fra cui 60 società offshore, registrate principalmente a Cipro. La maggior parte delle società all'interno della rete di Akhmetov sono collegate a System Capital Management Ltd. (SCM), un conglomerato aziendale attraverso il quale Akhmetov esercita un'influenza significativa su settori vitali dell'economia ucraina.
Nel luglio 2021, come mostrano i documenti, Akhmetov si è impegnato ad acquistare un lussuoso attico per 87,5 milioni di sterline - circa 122 milioni di dollari - a Chelsea Barracks, Londra, attraverso Gelion Properties Ltd., una società di comodo con sede nelle Isole Vergini britanniche di cui è il titolare effettivo. Una catena di e-mail tra Cypcodirect e i dipendenti di PwC Cyprus contrassegnata come «Urgente» e «Confidenziale» rivela che Gelion sarebbe stato utilizzato per acquistare l'attico per garantire la “riservatezza” di Akhmetov, mantenendo il suo nome fuori dal registro delle proprietà pubbliche del Regno Unito. «La riservatezza è lo scopo principale dietro l'acquisto dell'immobile da parte di Gelion», spiega un'e-mail di un dipendente PwC. I documenti pubblici suggeriscono che la vendita si è conclusa l'anno successivo.
L'indagine giornalista rivela anche il coinvolgimento di Akhmetov nell’industria del carbone in Russia dopo l’annessione della Crimea da parte di quel paese nel 2014. Nel 2016, la società di Akhmetov con sede a Cipro, Fabcell Ltd., ha investito in due miniere di carbone all’interno della Federazione Russa: Obukhovskaya e Donskoy Anthracite. Lo stesso anno, Fabcell ha ricevuto un prestito sostanziale di circa 400 milioni di dollari da Sberbank, la più grande banca statale russa.
Nel gennaio 2017, Fabcell ha riclassificato le sue azioni autorizzate in 7.999 azioni ordinarie e una golden share. La golden share è stata assegnata a Sberbank, garantendo alla banca il diritto di veto sulle decisioni.
Rispondendo alle domande inviate dal Consorzio Icij, Rinat Akhmetov ha rivelato ulteriori dettagli relativi alla proprietà delle miniere di carbone russe. La cronologia da lui delineata colloca questi sviluppi due anni prima dell’occupazione russa della Crimea nel 2014. Fu durante questo periodo che un sostanziale finanziamento del debito fu garantito da un consorzio di finanziatori esterni, tra cui l’incredibile somma di 400 milioni di dollari da parte di Sberbank.
Come ha spiegato Akhmetov nella sua lettera a Icij, la sua società, la DTEK, ha tentato di cedere le miniere di carbone di Rostov dopo il 2014. Tuttavia, a causa della «mancanza di interesse degli investitori per le attività russe», la DTEK ha eseguito una manovra strategica per trasferire la proprietà delle miniere di carbone alla propria controllata, Fabcell Limited. Nel 2016, DTEK ha portato avanti una ristrutturazione del debito, espressamente progettata per ridurre la propria esposizione con i creditori di Sberbank e facilitare il ritiro dall'impresa mineraria russa di carbone. A seguito di un processo di pignoramento, Sberbank ha acquisito la proprietà di Fabcell e, per estensione, delle miniere di carbone di Rostov, nel 2021.
Alexander Abramov e Aleksandr Frolov
71 società
7 trust
Sanzionati dal Regno Unito nel 2022
Sanzionati dall'Unione Europea nel 2022
Cyprus Confidential, Cipro ignora le bombe russe e aiuta gli amici di Putin a nascondere miliardi. Fa parte della Ue, ma è la «banca occulta» di Mosca: almeno 96 oligarchi sanzionati hanno usato l'isola come base per spostare enormi flussi di capitali aggirando i controlli. L'Espresso pubblica in esclusiva per l'Italia la nuova inchiesta internazionale con il consorzio Icij e Paper Trail Media. E dal 17 novembre in edicola i nomi di aziende, luoghi e personalità del nostro Paese coinvolti. Paolo Biondani, Gloria Riva, Leo Sisti e Scilla Alecci su L'Espresso il 14 Novembre 2023
Come fanno gli oligarchi di Mosca a sfuggire alle sanzioni di guerra? Com'è possibile che restino padroni di società anonime, attive in tutto il mondo, che controllano aziende, fabbriche, impianti di energia, ville, alberghi, yacht, opere d'arte, squadre di calcio? È vero che ci sono politici e giornalisti europei al soldo di Putin? A questi dubbi risponde Cyprus Confidential, un'inchiesta giornalistica internazionale che porta alla luce il lato oscuro del sistema finanziario della piccola nazione europea di lingua greca.
Cipro è descritta da almeno vent'anni a livello internazionale come «il paradiso degli oligarchi». Prima della guerra in Ucraina, le banche dell'isola erano arrivate a gestire ricchezze russe per oltre 200 miliardi di dollari. Dal 2022, dopo l'attacco di Mosca a Kiev, le autorità cipriote si sono impegnate ad applicare le sanzioni contro il regime di Putin e a potenziare le misure che erano state varate già dal 2014 dopo l'annessione della Crimea (e il primo conflitto separatista nel Donbass). L'inchiesta Cyprus Confidential mette in dubbio l'efficacia delle sanzioni. I giornalisti hanno potuto esaminare una massa di documenti riservati di sei grandi studi professionali, con base nell'isola, che gestiscono società anonime per ricchi clienti di tutto il mondo: dalle carte sono emersi i nomi di ben 96 oligarchi sanzionati. Almeno 25 di loro risultano sottoposti ai vincoli internazionali fin dal 2014. Ma hanno potuto continuare a muovere fiumi di denaro, segretamente, con la copertura dei fiduciari della nazione europea.
Cyprus Confidential è il nome di un'inchiesta, coordinata dal consorzio Icij, che ha unito oltre 250 giornalisti di 55 Paesi, tra cui L'Espresso in esclusiva per L'Italia. I cronisti di decine di testate diverse hanno lavorato insieme per più di sei mesi, come una redazione collettiva, per esaminare una montagna di carte riservate, provenienti dai sei studi legali e fiscali di Cipro. Si tratta di oltre 3,6 milioni di documenti ottenuti dai reporter tedeschi di Paper Trail Media, con il contributo di DdoSecrets (Distributed Denial of Secrets) e Occrp, che li hanno condivisi con i giornalisti di Icij. L'inchiesta svela una miriade di affari finora tenuti nascosti, che coinvolgono personaggi internazionali dell'economia, politica, sport, televisione e fa luce sulle ricchezze segrete dei più potenti oligarchi russi, documentando le manovre utilizzate per sfuggire alle sanzioni di guerra, con enormi flussi finanziari trasferiti anonimamente attraverso reti di trust e società offshore gestite dai consulenti di Cipro.
Tra gli studi frequentati dagli oligarchi russi c'è anche quello fondato dal più importante avvocato e politico di Cipro, Nicos Anastasiades, che è stato Presidente della Repubblica dal 2013 fino all'inizio di quest'anno. Quando è diventato capo dello Stato, ha ceduto l'attività professionale alle due figlie, che la gestiscono tuttora. Mentre era presidente, Anastasiades ha incontrato più volte Vladimir Putin a Mosca e si è impegnato pubblicamente a promuovere i rapporti economici tra Cipro e la Russia. Nello stesso periodo, come mostrano le carte riservate, lo studio di famiglia acquisiva la gestione fiduciaria di ricchissime società anonime che risultano controllate da miliardari russi sanzionati per i legami con il regime di Putin. Alle domande dei giornalisti di Cyprus Confidential, lo studio ha risposto che «nessuno dei nostri professionisti è mai stato accusato di alcun tipo di illecito». E ha sottolineato che nel 2019, dopo i primi articoli della stampa internazionale sui rapporti con alcuni oligarchi, «l'Agenzia anti-riciclaggio di Cipro ha aperto un'indagine molto approfondita, che ha escluso qualsiasi coinvolgimento del nostro studio in condotte illegali o attività sospette».
I documenti alla base dell'inchiesta giornalistica partono dal 1995 e arrivano fino all'aprile 2022. Le carte provengono da sei studi di consulenze legali e fiscali (ConnectedSky, Cypcodirect, Djc Accountants, Kallias & Associates, MeritKapital, MeritServus) e da un sito, I-Cyprus, gestito da una ditta della Lettonia, che pubblica a pagamento gli atti ufficiali di tutte le società registrate a Cipro. I risultati dell'inchiesta dimostrano con ampia evidenza l'importanza degli oligarchi nel sistema finanziario dell'isola: tra i 104 miliardari russi censiti da Forbes, almeno 67, cioè due terzi, sono clienti degli studi di Cipro, spesso con tutta la loro ricchissima famiglia. Per ciascun oligarca, oltre a gestire le società cipriote, i fiduciari amministrano costellazioni di offshore, con sedi tra British Virgin Islands, Jersey, Panama, Dubai e altri paradisi fiscali.
Tra i clienti russi degli studi di Cipro, l'inchiesta ha identificato 44 «persone esposte politicamente»: politici, pubblici ufficiali, dirigenti di aziende pubbliche, che le norme finanziarie internazionali impongono di schedare, con i loro familiari, per prevenire rischi di corruzione e riciclaggio, cioè per evitare che possano usare società estere per nascondere tangenti o altre ruberie. I loro nomi però restano scritti solo nelle carte riservate dei fiduciari e consulenti, finora inaccessibili.
Cyprus Confidential rivela inoltre che quasi 800 società anonime internazionali (trust e offshore) fanno capo a oligarchi russi sanzionati fin dal 2014. In molti altri casi, le misure sono scattate dopo l'aprile 2022, quando si fermano i documenti disponibili, per cui non è possibile stabilire con certezza se e quali professionisti ciprioti abbiamo continuato a lavorare per quei clienti russi anche dopo le ultime sanzioni. Oggi tutti gli studi interpellati sostengono di non aver mai violato le sanzioni collegate alla guerra in Ucraina da quando sono entrate in vigore, dopo la primavera 2022.
A Cipro operano anche colossi mondiali delle consulenze come la Pwc, che ha una filiale locale con più di mille dipendenti. I documenti interni mostrano che la sede di Cipro ha aiutato un ricchissimo oligarca, Alexey Mordashov, a trasferire un tesoro da un miliardo e mezzo di euro a misteriose società anonime: un'operazione molto sospetta, perché risulta eseguita lo stesso giorno in cui il patron della Severstal - il gigante russo dell'acciaio, energia e miniere, che fino a pochi anni fa controllava anche l'ex Lucchini di Piombino – veniva colpito dalle sanzioni internazionali.
Una serie di pagamenti riservati portano anche a Hubert Seipel, giornalista tedesco, scrittore e personaggio televisivo, che da qualche anno è impegnato a difendere pubblicamente il governo di Mosca e la figura di Vladimir Putin, a cui ha dedicato due libri. Seipel è stato ricevuto personalmente dal presidente russo e ha anche diffuso le immagini di una battuta di caccia insieme a Putin. Il giornalista, che oggi ha 73 anni, ha sempre respinto con veemenza («No!») l'accusa di aver ottenuto vantaggi economici in cambio dell'appoggio a Mosca. Le carte di Cipro ora mostrano che Seipel ha dimenticato di dichiarare ai cittadini tedeschi di aver ricevuto due bonifici, per un totale di 600 mila euro, tra il 2018 e il 2019, da una società offshore controllata segretamente dall'oligarca Mordashov. Nelle note scritte a mano dai consulenti del miliardario russo (Cypcodirect e Pwc Cyprus) si legge che la causale dei bonifici era una «sponsorizzazione» per i libri di Seipel, in particolare un saggio allora in preparazione «sull'ambiente politico russo», da collegare a una «biografia di Putin» già pubblicata nel 2013.
Le società anonime con base a Cipro sono state utilizzate anche da personalità di molte altre nazioni. Tra i politici di fama internazionale c'è l'ex campione di pugilato Vitali Klitschko, eletto per due volte sindaco di Kiev: in passato aveva appoggiato un presidente filo-russo, ma negli ultimi anni si è staccato da Mosca e con l'inizio della guerra è diventato uno dei personaggi simbolo della resistenza ucraina. Con lui, nelle carte delle offshore di Cipro, è registrato suo fratello Vladimir.
Tra gli altri politici che hanno fatto scalo nel paradiso fiscale europeo c'è l'ex ministro delle finanze austriaco, Karl-Heinz Grasser, e un esponente in carica del governo della Guinea Equatoriale.
Cipro è stata usata come base per trattative economiche segrete anche da regimi dittatoriali. La Syrian Petroleum Company (Spc), la compagnia petrolifera statale controllata dal governo di Bashar Assad, ha trattato diversi affari, dal 2014 al 2019, utilizzando come tramite una compagnia di Cipro. La Siria è finita sotto embargo internazionale dal 2011, dopo la feroce repressione delle rivolte popolari contro il regime, per cui le compagnie statali non hanno più potuto firmare contratti direttamente con aziende occidentali. Le carte ora mostrano che, attraverso lo studio Demetriades di Cipro, la Spc ha comunque potuto ordinare attrezzature petrolifere a una società americana. I documenti disponibili descrivono nei dettagli le merci trattate, ma negli studi di Cipro non ci sono le ricevute di consegna, per cui non è chiaro se la Siria abbia effettivamente ottenuto quei prodotti americani, in plateale violazione dell'embargo. Un portavoce della compagnia statunitense ha assicurato al consorzio Icij di «non avere trovato evidenze» che quelle forniture siano state eseguite. Ma se erano solo parole, come mai le trattative commerciali sono andate avanti per cinque anni, per prodotti sempre diversi? Dalle società interessate, su questo punto, nessuna risposta.
A partire dal prossimo numero, in edicola da venerdì 17 novembre, L'Espresso pubblica in esclusiva per l'Italia le notizie dell'inchiesta Cyprus Confidential che riguardano aziende, luoghi e personalità del nostro Paese.
Estratto dell'articolo di Paolo Fiorenza per fanpage.it domenica 19 novembre 2023.
[…] John Obi Mikel […] ex centrocampista del Chelsea e della nazionale nigeriana fu rapito il padre, […] e nella seconda circostanza Roman Abramovich – allora presidente dei Blues – fece intuire quanto fosse potente, non solo nel calcio, offrendosi di "mandare della gente" per liberare Mikel Sr. "Non preoccuparti. Lasciamelo e basta, se vuoi questa opzione, posso farlo", disse il magnate russo. […]
"La prima volta avevo parlato con i rapitori e mi avevano chiesto un sacco di soldi , che alla fine ho pagato prima che mio padre venisse rilasciato dopo 10 giorni. Ma la seconda volta è avvenuta mentre giocavo per la nazionale e ho ricevuto questa telefonata da mio fratello che diceva che papà era stato rapito di nuovo per la seconda volta – ha continuato Mikel – La prima volta è stata scioccante, ma la seconda lo è stata ancora di più, perché stavo per partecipare ad una delle partite più importanti della mia vita".
[...]
Mikel ha poi rivelato come l'allora proprietario del Chelsea, Roman Abramovich, lo avesse sostenuto e si fosse offerto di mandare delle persone per risolvere la situazione: "Il Chelsea è stato di grande supporto. Ricordo che Roman disse: ‘Vuoi che mandi qualcuno? Perché so che se mando delle persone, posso far liberare tuo padre'. E io: ‘Come farai a farlo?'. Ha detto di non preoccuparmi: ‘Lasciamelo e basta, se vuoi questa opzione, posso farlo'.
[…] C'era mio padre al telefono che piangeva e diceva: ‘Puoi dargli quello che vogliono, perché qui sono stato picchiato e ogni volta mi puntano una pistola in testa dicendo che mi uccideranno'. Ho pagato un sacco di soldi per far rilasciare mio padre".
Estratto dell'articolo Jacopo Iacoboni per “la Stampa” domenica 19 novembre 2023.
Una sera il consigliere Voloshin (Alexandr Voloshin, l'allora capo dell'amministrazione presidenziale di Vladimir Putin) mi chiama e mi dice: "Tra un'ora annunceremo che Abramovich sta comprando il Chelsea. Puoi diffondere la notizia?"». Chi parla così,[…] è Aleksey Venediktov, il direttore di Echo Moscow, la radio poi chiusa da Putin nel 2022 dopo che Venediktov si era espresso contro la guerra in Ucraina.
Per tanti anni, però, Venediktov è anche stato uno dei giornalisti più influenti di Mosca e più introdotti nei circoli del potere, nella transizione oscura da Boris Eltsin a Putin […] Voloshin dice a Veneditov «annunceremo», non «Abramovich annuncerà». Perché lo Stato russo doveva prendersi la briga di fare l'annuncio di una operazione di mercato di un libero imprenditore?
Abramovich ha sempre negato di aver acquistato il Chelsea dietro richiesta di Putin o della verticale di potere del Cremlino […] La ricostruzione che giunge adesso da parte di Venediktov è una delle tante chicche contenute in un nuovo documentario evento francese-italiano, domani sera, lunedì 20 novembre, su Raitre in seconda serata, Roman Abramovich: l'equilibrista (tratto dal francese Un oligarque dans l'ombre de Poutine di Stéphane Bentura).
[…] con diverse rivelazioni. «La decisione di acquistare il Chelsea - spiega appunto Venediktov in uno dei passaggi chiave del film - fu chiaramente di natura politica. E Abramovich sapeva che gli avrebbe permesso di entrare nell'alta società britannica». Ma senza sconti, dietro Abramovich si staglia la figura di Vladimir Putin[…]
È qui che si spiegano alcuni passaggi strabilianti dell'ascesa di Abramovich, per esempio la fondazione di Sibneft, con cui nasce la fortuna di Abramovich, nel 1995. Prima di allora, […] s'inventa un business (la costruzione di giocattoli per bambini, per lo più anatre di plastica […]). O il mercato nero di jeans, che importava da Mosca a Komi, […] orfano di madre e padre da piccolissimo, conosce durante una crociera ai Caraibi, nel 1994, Boris Berezovsky, più grande di lui, già potente nell'automotive, con forti entrature politiche. Gli sta simpatico.
Propone a Berezovsky di creare un'azienda capace di controllare tutto il flusso del greggio, dalla produzione alla raffineria. Berezovsky, come altri in seguito, si fa incantare da quel ragazzo dalla faccia pulita, che poi lo accoltellerà, e a sua volta convince Eltsin a far fondere un'azienda produttrice di petrolio greggio con una raffineria e a cederne il controllo a Berezovsky e Abramovich.
In cambio, Berezovsky avrebbe dovuto usare una parte dei proventi della nuova società petrolifera per fondare una stazione tv, Ort, deputata sostanzialmente a una cosa sola: fare propaganda pro Eltsin. […] Abramovich compra il 90 per cento a 240 milioni di dollari, ma di questi solo 18,8 milioni appartengono con certezza al suo capitale (il team Navalny ritiene che Sibneft costi complessivamente ad Abramovich cento milioni). Dieci anni dopo, nel 2005, rivende il 72 per cento di Sibneft a Gazprom, cioè allo Stato russo, che gli paga quelli che allora sono 13 miliardi di dollari.
Per Putin è il «consolidamento degli asset economici russi» sotto lo Stato. Per Abramovich l'affare che lo rende stramiliardario: un affare interamente dentro il perimetro del Cremlino. «Putin non ha messo in riga gli oligarchi - spiega Luke Harding nel film - è il più potente degli oligarchi. Siede al di sopra di questa struttura dove potere e denaro si fondono, dove il denaro è potere in contanti, e da dove arbitra tra le diverse fazioni, i diversi clan del Cremlino». Con Abramovich come una specie di jolly. «Abramovich - sostiene Parkomenko - ha costruito e progettato questa simbiosi tra denaro e potere».
[…]
Il mediatore nel primo mese della guerra russa in Ucraina. Venediktov racconta: «Per quello che ha fatto in Ucraina non posso dire che ha un mandato di Putin, ma ha l'autorizzazione di Putin, a trattare con Zelensky». Una figura statuale, insomma. Molto più che un businessman. Abramovich non ha voluto rispondere alle domande degli autori del documentario.
Nel film la deputata britannica Margaret Hodge racconta un episodio rivelatore. I russi, dice, hanno versato tre milioni di sterline a vari soggetti dei Tories, compresi ministri: «È stata una enorme operazione di soft power. Un giorno Abramovich mi mandò un emissario russo a convincermi che poteva e stava finanziando tante opere di carità. Io dissi: "Con quali soldi?". Non rispose. […] ». In tanti, […] anche in Italia, in quel frangente scoprirono di tifare per il Chelsea.
Dalle offshore di Abramovich soldi in nero per il Chelsea: 10 milioni a Federico Pastorello, agente di Antonio Conte. L'oligarca russo ha usato decine di società anonime per pagare segretamente i procuratori di famosi calciatori e allenatori. Tra i beneficiari, l'agente dell'allenatore italiano e tanti altri big del pallone. Paolo Biondani, Gloria Riva e Leo Sisti su L'Espresso il 15 Novembre 2023
L'inchiesta Cyprus Confidential solleva nuovi dubbi sui successi del Chelsea di Roman Abramovich e sulla credibilità dei controlli sul calcio internazionale. I documenti riservati ottenuti dai giornalisti di Icij e Paper Trail Media, che li hanno condivisi con altre testate internazionali tra cui L'Espresso per l'Italia, identificano l'oligarca russo come titolare di più di 200 società anonime. Alcune di queste offshore sono state utilizzate per versare decine di milioni a diverse persone collegate alla squadra di Londra, senza dichiarare il ruolo di Abramovich e senza inserire quelle somme nei bilanci ufficiali del Chelsea. Secondo gli esperti consultati dai giornalisti del Guardian, quei pagamenti in nero fanno ipotizzare una sistematica violazione delle norme sul cosiddetto fair play finanziario.
I versamenti delle offshore si sono susseguiti per almeno dieci anni. Tra i beneficiari ci sono gli agenti di alcuni dei più famosi calciatori del Chelsea. Ma anche il procuratore di Antonio Conte, che ha allenato il club di Abramovich dal 2016 al 2018, portandolo a vincere il campionato inglese nel 2017. Quell'anno, il 18 luglio, il Chelsea ha annunciato il rinnovo del contratto con l'allenatore italiano, per altri dodici mesi, per un compenso di 9,6 milioni di sterline, regolarmente iscritto a bilancio. Lo stesso giorno, però, la società anonima Conibair Holdings, con sede nel paradiso fiscale delle British Virgin Islands, ha firmato un contratto con Federico Pastorello, che all'epoca era l'agente di Conte. In base all'accordo, la offshore ha comprato una quota di un fondo d'investimento del Delaware, versando a Pastorello 10 milioni di sterline. Solo ora emerge, dalle carte dei fiduciari di Cipro, che quella società delle Isole Vergini faceva capo all'allora patron del Chelsea. Interpellato dal Guardian, Pastorello non ha voluto commentare la notizia, limitandosi a chiarire di non essere più l'agente di Conte.
Altre offshore controllate da Abramovich hanno effettuato pagamenti riservati agli agenti di vari calciatori, tra cui spicca Eden Hazard, il campione belga che per sette anni è stato un simbolo del Chelsea. Questa volta è la Leiston Holdings, un'altra società delle Isole Vergini, a versare 7 milioni di sterline a una compagnia esentasse di Dubai, per «ricerche e consulenze sportive». Il contratto, datato 29 marzo 2013, è firmato da John Bico Penaque: l'agente di Hazard, che l'estate precedente aveva gestito il suo passaggio al Chelsea.
La stessa offshore ha pagato un milione di sterline al club del Burkina Faso dove aveva esordito Bertrand Traore. Il contratto con la società-ombra di Abramovich è stato stipulato due mesi dopo il suo passaggio al Chelsea e risulta firmato dal fratello del calciatore, David Traore.
Le carte di Cipro evidenziano pagamenti tramite offshore per oltre sette milioni di sterline, tra il 2005 e il 2017, anche a favore di Vladica Lemic, che è stato consulente di Abramovich nelle trattative che hanno portato al Chelsea molti altri celebri calciatori e allenatori.
Le società anonime controllate da Abramovich hanno partecipato anche a «triangolazioni proprietarie» con almeno un agente sportivo (operazioni che da qualche anno sono espressamente vietate dalle autorità del calcio) che hanno permesso al patron del Chelsea di controllare, senza dichiararlo, una ventina di calciatori emergenti, spesso a loro insaputa. Giovani che non giocavano mai, senza capire perché.
Abramovich aveva comprato il Chelsea nel 2003, per 140 milioni di sterline, e in pochi anni lo ha portato a scalare le vette del calcio internazionale, con dispendiose campagne acquisti a cui ora vanno aggiunti i versamenti non ufficiali. L'oligarca russo ha dovuto cedere la squadra inglese nel 2022, dopo l'attacco russo all'Ucraina, quando è stato sanzionato per il suoi rapporti privilegiati con il regime di Vladimir Putin.
L'inchiesta Cyprus Confidential riconferma, con l'evidenza dei soldi, anche i suoi legami economici e personali con il presidente russo. Dalle carte di Cipro, infatti, emerge che una società di Abramovich ha venduto una ricca quota di una compagnia pubblicitaria a una offshore che risulta controllata da Sergey Roldugin: un violoncellista russo che nel giugno 2022 è stato sanzionato con una motivazione che lo definisce «custode delle ricchezze personali di Putin». Roldugin è un amico fidatissimo del presidente russo ed è stato tra l'altro il padrino di battesimo della sua primogenita. Il suo ruolo nei paradisi fiscali era stato svelato dai Panama Papers, un'altra inchiesta coordinata dal consorzio Icij: al musicista russo era intestata una rete di società offshore che hanno gestito oltre due miliardi di euro, in gran parte versati da oligarchi che hanno ottenuto ricchissime concessioni e appalti pubblici dal governo russo. Ora al club dei benefattori del violoncellista di Putin si aggiunge l'ex patron del Chelsea.
Nel settembre scorso L'Espresso ha pubblicato una prima inchiesta internazionale sul tesoro di Abramovich, rivelando che l'oligarca russo ha acquistato una collezione miliardaria di opere d'arte moderna, con oltre 360 quadri e sculture di Picasso, Modigliani, Giacometti, Schiele, Mondrian e altri maestri: capolavori custoditi da un trust con base a Cipro.
Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per lastampa.it mercoledì 15 novembre 2023.
Nel luglio del 2017 – mentre Roman Abramovich metteva sotto contratto per il Chelsea uno degli allenatori in quel momento più quotati del mondo, l’italiano Antonio Conte, con un contratto da 12,5 milioni di dollari all’anno per due anni – una società delle Isole Vergini Britanniche di proprietà di Abramovich pagava circa 13 milioni di dollari a Federico Pastorello, un agente di calcio italiano che dichiarò al quotidiano The Telegraph di essere stato «molto coinvolto quando [Conte] era manager del Chelsea».
Non c’è prova che quei soldi della seconda transazione – che avviene nelle stesse settimane del contratto ufficiale dell’allenatore del Chelsea – abbiano a che fare con Conte, e non è emersa prova di reati da parte di Conte. Ma la transazione offshore di Abramovich verso Pastorello, schermata da un network opaco di società offshore, solleva diversi inquietanti interrogativi, che riguardano sia il mondo del calcio sia le operazioni di interferenza dei soldi opachi russi nelle democrazie europee.
La transazione fa parte di una dozzina circa di accordi che riguardano il mondo del calcio e che sono stati visionati dal Consorzio di giornalisti investigativi Occrp, tutti accordi che riguardano pagamenti effettuati da società offshore di Abramovich.
I file provengono dai leaks di Cipro dell’azienda fornitrice di servizi aziendali MeritServus, sono stati ottenuti dal gruppo di whistleblower Distributed Denial of Secrets e inizialmente condivisi con Occrp e altre organizzazioni giornalistiche europee, in una collaborazione investigativa globale guidata dall’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ) e da Paper Trail Media.
Esperti di finanza dello sport sostengono che Abramovich potrebbe aver usato questi metodi offshore e questi pagamenti di terze parti per aggirare le regole sul fair play finanziario introdotto nel 2011 dalla Uefa.
[…]
Naturalmente c’è poi l’aspetto politico della questione: come gli oligarchi russi hanno usato il calcio come pura leva di influenza in Europa. Altri accordi multimilionari che emergono dall’indagine Cyprus Confidential per esempio collegano Abramovich a John Bico, l’ex agente della stella del Chelsea Eden Hazard, e al miliardario russo Suleiman Kerimov, che a quell’epoca era il proprietario di un club russo (l’Anji Makhachkala) che vendette al Chelsea il bomber Samuel Eto’o e Willian.
Kerimov, uno degli oligarchi considerati legati al tesoro personale di Putin, aveva convinto Eto’o a lasciare Milano per vivere a Makhachkala, una città segnata da drammatici problemi di criminalità, guerre per bande etniche e violenze religiose (seguito a breve dal brasiliano Roberto Carlos, all’epoca fece scalpore che del pagamento di Kerimov facesse parte una Bugatti dal valore esorbitante).
Abramovich, stando ai leaks emersi da Cipro, avrebbe anche prestato decine di milioni di dollari, attraverso sue società, a una società che in ultima analisi era di proprietà del figlio del presidente del club russo Cska Mosca. Ulteriore piccolo problema: il Cska era in competizione contro il Chelsea nella Champions League di quell’anno.
La storia della transazione da Abramovich a Pastorello viene così ricostruita dal Consorzio investigativo internazionale: Abramovich pagò Pastorello per acquisire una partecipazione di maggioranza in una ignota società di sua proprietà nello stato americano del Delaware, chiamata Excellence Investment Fund (Eif Llc).
L’azienda non svolgeva attività pubblica, non aveva prodotti e attività di mercato, e non è chiaro quale fosse il profilo che giustificasse questo pagamento. Che avvenne tramite una società di Abramovich, Conibair Holdings Limited, del tutto slegata formalmente dal Chelsea, e che aveva incorporato come holding uno dei jet privati di Abramovich.
Di fronte alle domande di Occrp Pastorello ha rifiutato di commentare, ha solo detto: «Conte non è un nostro cliente». Nel 2021 Pastorello dichiarò al Telegraph di non essere l’agente di Conte, ma ammise di averlo aiutato nel 2017 per un possibile trasferimento di un giocatore che non andò poi a buon fine. Conte non ha risposto alle richieste di commento di Occrp. […]
Gli affari in Russia di Margherita Agnelli con l'eredità del padre Gianni: tra offshore e prestiti della banca di Putin. Le carte svelano gli interessi a Mosca della primogenita dello storico patron del gruppo Fiat. Attuati proprio mentre scoppiava la guerra in Ucraina. Paolo Biondani, Gloria Riva e Leo Sisti su L'Espresso il 21 novembre 2023
Un grande polo commerciale in un sobborgo residenziale molto esclusivo, alle porte di Mosca. Un prestigioso palazzo d’epoca, trasformato in una moderna sede per uffici, nel centro storico della capitale russa. Appartengono a compagnie anonime di Cipro, finanziate da società offshore collocate nei più riservati paradisi fiscali, da Panama alle British Virgin Islands. L’inchiesta giornalistica Cyprus Confidential ora rivela, per la prima volta, a chi fanno capo quei misteriosi investimenti per decine di milioni di euro nel cuore della Russia di Putin: la signora Margherita Agnelli e suo figlio Peter, che porta il cognome del padre, il nobile franco-elvetico Serge de Pahlen.
L’Italia è collegata a queste operazioni immobiliari dall’origine dei soldi utilizzati per comprare quelle proprietà a Mosca: i fondi, come hanno dichiarato i diretti interessati, provengono dall’eredità del padre di Margherita, Gianni Agnelli, lo storico patron del gruppo Fiat e della Juventus, deceduto nel 2003. Gli affari in Russia di sua figlia Margherita sono continuati, come mostrano le carte di Cipro, anche dopo l’inizio della guerra in Ucraina, almeno fino alla primavera dell’anno scorso, quando si fermano i documenti disponibili. Tra febbraio e aprile 2022, in particolare, mentre la nazione europea veniva bombardata e invasa dalle truppe di Mosca, i fiduciari esteri della famiglia Agnelli de Pahlen trattavano un prestito da due miliardi di rubli (che oggi corrispondono a circa 20 milioni di euro) con Sberbank, la prima banca russa, che è di proprietà statale.
Interpellata da L’Espresso, Margherita Agnelli ha chiarito, tramite il suo avvocato, che si tratta di «legittime attività di investimento», del tutto regolari «anche sotto un profilo fiscale».
Cyprus Confidential è il nome di un’inchiesta, coordinata dal consorzio Icij e da Paper Trail Media, che ha unito oltre 250 giornalisti di 55 nazioni, tra cui L’Espresso. I cronisti hanno esaminato 3,6 milioni di documenti riservati, provenienti da sei studi di Cipro che gestiscono società anonime per ricchi clienti di tutto il mondo, tra cui spiccano decine di oligarchi russi. L’inchiesta svela le manovre utilizzate per sfuggire alle sanzioni di guerra spostando miliardi attraverso reti di trust e offshore gestite dai consulenti di Cipro. In queste carte, mai pubblicate prima d’ora, compaiono anche diversi cittadini italiani molto in vista. Tra tutti, spicca il nome di Margherita Agnelli, che vive da anni in Svizzera e ha acquisito anche la cittadinanza elvetica: nel passaporto inviato a Cipro è registrata come Margaret.
Il suo investimento in Russia è intestato a una piramide di società offshore. Sul gradino più alto c’è una compagnia anonima costituita a Panama, con un nome marino, Seashell Holding Corporation. Questa capogruppo controlla, a cascata, una cordata di offshore intermedie, collocate in diversi paradisi fiscali, dalle Isole Vergini alle Bahamas, dove è lecito non pagare le tasse, né sui redditi né sui patrimoni. Al piano terra c’è la società chiave, Sandonia Limited, che ha la sede legale a Cipro e la filiale operativa in Russia.
Questa compagnia russo-cipriota ha ottenuto i permessi per costruire «centri per lo shopping» e «complessi di intrattenimento», cioè negozi, bar, ristoranti e altri locali, su circa otto ettari di terreni di sua proprietà a Yudovo, nel distretto di Odinstovo, alla periferia di Mosca. Un sobborgo descritto dai moscoviti come «zona residenziale di alto livello», con diverse «ville da nababbi». La catena di controllo di queste proprietà russe è cambiata poco prima dello scoppio della guerra in Ucraina. Fino al 2021 la capogruppo aveva sede a Panama e faceva capo a due azionisti: «Margaret» Agnelli con l’82,64 per cento, il figlio Peter de Pahlen con il restante 17,36.
L’investimento in Russia attraverso la Sandonia Limited era già previsto nei documenti di qualche anno fa, trasmessi ai fiduciari a partire dal 2019. Nel 2022, però, la capogruppo cambia nome e giurisdizione: viene trasferita da Panama a Cipro, dove è ribattezzata Seashell Holding Ltd. Da quel momento l’unico azionista diventa Margherita Agnelli. La delibera che decide queste modifiche viene registrata in una data particolare: 14 febbraio 2022, dieci giorni prima dell’attacco russo all’Ucraina. Nello stesso periodo, nella società operativa entrano tre partner stranieri, che partecipano all’affare di Mosca con una quota di minoranza, intestata a una loro offshore esentasse delle Isole Vergini.
Margherita Agnelli è da molti anni in lite feroce con tutti i suoi familiari italiani, compresi i figli del suo primo matrimonio, tra cui John Elkann, l’attuale numero uno del gruppo Exor e della multinazionale Stellantis che controlla la Fiat. La signora reclama una quota «legittima» di eredità molto maggiore di quella che le avevano assegnato il padre e poi di riflesso la madre. Dopo aver perso il processo civile più importante, con un verdetto confermato dalla Cassazione nel 2015, ora accusa i suoi figli italiani di averle nascosto una ricchissima collezione di opere d’arte, di cui si sarebbero perse le tracce.
Si è a lungo ignorato quanto le avesse lasciato, esattamente, Gianni Agnelli: le stime diffuse dalla stampa durante la causa ereditaria variavano da «oltre 200 milioni» a «circa un miliardo». Nel 2018 L’Espresso ha scoperto, con la seconda inchiesta sui Panama Papers, una dichiarazione riservata del suo fiduciario svizzero, che quantificava per la prima volta, a nome di lei stessa, il valore «dell’eredità che ha ricevuto dal padre Giovanni Agnelli»: «un miliardo e mezzo di dollari». Un patrimonio che risultava custodito dalla stessa società-capofila, Seashell Holding, usata per finanziare gli investimenti in Russia. Le carte di Cipro non chiariscono se, dopo l’acquisto dei terreni e il rilascio dei permessi, il progetto edilizio sia stato ultimato o invece sia ancora «in fase avanzata di realizzazione», come veniva annotato nel 2022. Di certo l’affare immobiliare è proseguito anche dopo la guerra, nonostante le sanzioni contro la Russia: tra le carte di Cipro c’è un grafico con la catena societaria aggiornata al 12 aprile 2022.
Sempre con i fondi ereditati dal padre, Margherita Agnelli ha finanziato anche un cospicuo investimento nel centro di Mosca che fa capo a suo figlio Peter de Pahlen, nato nel 1986, anche lui con doppia cittadinanza, italiana e francese. L’affare parte nel gennaio 2021, quando viene costituita una società di Cipro, Abidore Ltd, chiamata ad «acquistare proprietà immobiliari in Russia, da conservare per accrescere il capitale investito», come si legge nei documenti. Questa finanziaria, che appartiene interamente a Peter de Pahlen, ha acquisito il 90 per cento di un’altra compagnia di Cipro, che ne controlla una terza: quest’ultima possiede l’intero capitale di una società russa, chiamata Gogolevsky 11 (in sigla G11), che è «proprietaria di un palazzo adibito a business center» nel centro di Mosca.
La denominazione corrisponde all’indirizzo dell’immobile, Gogolevsky Boulevard 11. Il sito della società russa mostra le foto di un grande palazzo d’epoca, «vicino al Cremlino e alla Cattedrale di Cristo Salvatore», con otto piani di «uffici moderni» affittati a «grandi compagnie locali e internazionali», con soli due spazi «ancora disponibili», che ne fanno «una location speciale nel centro di Mosca, grazie alla sua fusione unica tra storia e contemporaneità». Nel sito non ci sono notizie sulla proprietà del palazzo.
Le carte di Cipro identificano anche un altro investitore: nell’affare di Mosca, con il restante 10 per cento, è entrato anche un grande gruppo immobiliare statunitense. I Cyprus Confidential, in questo caso, si fermano però al dicembre 2021, quindi prima della guerra: dal 2022 i nomi dei titolari effettivi delle società cipriote (e della controllata russa), dunque, tornano a essere un segreto professionale dei fiduciari. L’unico dato certo è che oggi, sul sito del gruppo americano, compaiono altre proprietà in Russia, ma non c’è alcun accenno al palazzo di Mosca.
Margherita Agnelli, il suo secondo marito Serge de Pahlen e il loro figlio Peter sono tutti registrati da anni come clienti dello studio cipriota Cypcodirect e della filiale locale della Pwc, un colosso internazionale delle consulenze, che hanno gestito per ciascuno di loro diverse offshore. I professionisti hanno raccolto informazioni dettagliate per ogni società. Nel «profilo del cliente» intestato alla Abidore Ltd, in particolare, si legge che «Peter de Pahlen è figlio di Margaret Agnelli, titolare della società offshore Ventry Group, che ha conti bancari alla Hellenic Bank».
I documenti aggiungono che, per il palazzo di Mosca, la famiglia ha stanziato «43 milioni di dollari»: 13 a carico di Peter, come capitale azionario della Abidore, gli altri 30 «con un prestito da una banca estera», non precisata. A questi si aggiunge «il contributo del 10 per cento dell’altro partner». Nella «dichiarazione sull’origine delle ricchezze», però, Peter precisa che i fondi da lui versati alla società di Cipro, «per un totale di 15 milioni di dollari», sono il frutto di «una donazione in linea diretta da sua madre Margherita Agnelli de Pahlen», che a sua volta «aveva ottenuto quei soldi nel 2003 come parte dell’eredità da suo padre Gianni Agnelli».
A coltivare da decenni i rapporti con Mosca è soprattutto il marito, Serge de Pahlen, che discende da una famiglia aristocratica della cosiddetta Russia Bianca, trasferitasi in Francia dopo la rivoluzione bolscevica. L’Espresso ha inviato a Margherita Agnelli, tramite il suo avvocato di fiducia, una serie di domande molto dettagliate, anche a nome del consorzio Icij, per offrire a lei e ai suoi familiari la possibilità di fornire precisazioni, correzioni e chiarimenti su tutte le notizie contenute in questo articolo. Le è stato anche chiesto cosa ne pensa della guerra in Ucraina e delle sanzioni contro la Russia. Margherita Agnelli, Serge de Pahlen e il loro figlio Peter hanno risposto che «non intendono rilasciare alcuna dichiarazione in relazione alle proprie legittime attività di investimento, regolarmente poste in essere nel pieno rispetto di ogni disciplina nazionale ed internazionale, anche sotto un profilo fiscale».
Nemico interno. Come il Cremlino aggira le sanzioni comprando la tecnologia occidentale. Federico Bosco su L'Inkiesta l'11 Novembre 2023
Mosca si prepara ad affrontare il secondo inverno di guerra e fa affidamento sull’indifferenza delle aziende high-tech europee e americane rispetto all’uso che viene fatto dei loro prodotti
Fin dalle prime settimane dell’invasione dell’Ucraina i governi occidentali hanno imposto un’ondata di sanzioni senza precedenti alla Russia, ma mentre l’economia russa è in sofferenza e in declino strutturale, il regime di Vladimir Putin riesce ancora ad avere accesso alle risorse economiche e materiali per continuare la sua guerra d’aggressione.
Pur non essendo più in grado di pianificare grandi offensive per occupare territori, Mosca può ancora colpire obiettivi in tutto il paese e si prepara ad affrontare il secondo inverno di guerra attaccando le infrastrutture civili per lasciare le città ucraine senza energia e riscaldamento. Ciò è possibile grazie alla capacità dell’industria militare russa di produrre missili e droni, che per funzionare hanno bisogno di componenti high-tech occidentali che continuano ad arrivare in Russia nonostante le sanzioni.
L’economia russa sanzionata si è rivolta alla Cina per compensare il gap tecnologico. La sinificazione dell’economia russa è stata veloce, e procede a pieno regime: l’anno scorso la quota di smartphone cinesi venduti sul mercato russo era del cinquantacinque per cento, quest’anno è già arrivata al settanta per cento. Nell’automotive i marchi cinesi rappresentano ormai quasi la metà dell’offerta di auto nuove, seguite dalle pessime autovetture dei marchi russi.
Il problema è che anche l’economia cinese fa molto affidamento sulle tecnologie occidentali, e le sue imprese temono sanzioni secondarie. Per questo motivo una multinazionale come Huawei, che in teoria avrebbe dovuto aggredire il mercato russo per diventare il marchio dominante nel paese, ha invece limitato le attività in Russia adoperandosi per separarle da quelle nel resto del mondo, in particolare nel settore delle reti.
Come spiega l’oppositrice russa Alena Popova in un’analisi pubblicata dal Foreign Affairs, a frenare una completa transizione dell’economia russa dalle tecnologie occidentali a quelle cinesi ci sono diversi fattori. In primo luogo, oltre al timore di sanzioni secondarie c’è la cautela di Pechino nel condividere tecnologie sensibili con altri Paesi. In secondo luogo, c’è il timore di Mosca nell’affidarsi eccessivamente alle tecnologie cinesi, poiché in Cina le aziende sono strettamente legate al governo.
Tuttavia, questo per la Russia rappresenta un limite soprattutto in termini di sviluppo economico civile, mentre risulta un problema secondario nel contesto dello sforzo bellico, poiché il Cremlino riesce ancora ad aggirare le sanzioni e accedere ai componenti high-tech di cui ha bisogno con triangolazioni e importazioni parallele.
Mosca si è garantita le spedizioni di semiconduttori e altri componenti “dual use” (a uso civile o militare) attraverso una rete di intermediari in paesi come Cina, Kazakistan e Turchia. In parte queste falle nel sistema sanzionatorio vengono contrastate, con Ankara e Astana formalmente disponibili a cooperare con le autorità occidentali. Ma le società individuate vengono rapidamente sostituite, e il sistema continua a mutare per andare avanti.
Secondo i dati ufficiali del governo britannico su una recente richiesta di collaborazione volontaria del ministero del Tesoro, dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina più di cento aziende del Regno Unito hanno ammesso di aver violato le sanzioni.
Olena Tregub, direttore esecutivo della Commissione indipendente anticorruzione ucraina (Nako), a febbraio ha sollevato la questione in un articolo sul Financial Times. «La soluzione immediata è riconoscere che il problema esiste. Finora, sia le imprese che i politici hanno fatto di tutto per sottrarsi alle responsabilità. Per le aziende, un primo passo sarebbe interrogare deliberatamente i clienti sui loro utenti finali e condurre una due diligence più rafforzata».
In base a un’indagine della Nako, un drone di fabbricazione iraniana Shahed-136 utilizzato dalle forze russe conteneva più di trenta componenti occidentali. Ulteriori ricerche del think tank Royal United Services Institute (Rusi), hanno scoperto che quasi un quarto dei componenti trovati nelle armi russe recuperate, compreso il drone Orlan-10 e il missile da crociera Kh-101, erano stati fabbricati dalle statunitensi Texas Instruments e Analog Devices.
Secondo l’oppositrice russa Popova, l’indifferenza delle aziende high-tech rispetto al modo in cui vengono utilizzate le loro tecnologie è un punto debole nella competizione tra le grandi potenze occidentali e le autocrazie. «Mentre i governi occidentali cercano di smettere di fornire tecnologie alla macchina da guerra russa, le aziende private non devono ignorare le violazioni (dei loro clienti) dei controlli sulle esportazioni. Se continuano a farlo, i governi dovrebbero negare a queste aziende alcuni privilegi, inclusa la possibilità di partecipare ad appalti pubblici o di ricevere sostegno diplomatico quando operano all’estero».
Il generale Valery Zaluzhny, capo di stato maggiore delle forze armate ucraine, in un’intervista all’Economist ha detto chiaramente che nella dimensione attuale del conflitto le tecnologie russe e ucraine sono quasi equivalenti. La fornitura e la manutenzione degli armamenti sono il tallone d’Achille della Russia, è il momento che l’Occidente si assuma fino in fondo la responsabilità di aiutare l’Ucraina a sfruttarlo per vincere la guerra.
Estratto dell’articolo di Adriano Sofri per “il Foglio” lunedì 20 novembre 2023
La puntata di “Otto e Mezzo” di ieri sera ha per tema la guerra e la pace, e per protagonista il cardinale Zuppi, persona così stimabile (e amabile) e stimata da doversene lui stesso guardare. Gli altri sono Paolo Mieli e Marco Travaglio, e l’ospite Lilli Gruber. Prima che scadano 8 minuti Travaglio ha già rifatto la storia della guerra d’Ucraina. Ha ricordato, imboccato da Gruber, il trattamento universale dei “pacifisti” come di poveri imbecilli, ha rivendicato la loro, e sua, interpretazione dei fatti che il lungo tempo trascorso non ha fatto che confermare: la Russia non poteva perdere, dunque l’Ucraina non poteva vincere, e ora tutti lo riconoscono.
E se ci si fosse fermati due anni fa, dichiarando la neutralità dell’Ucraina o l’autonomia del Donbass, si sarebbero risparmiate più di 500 mila vite. Naturalmente, due anni fa Travaglio aveva detto ben altro: aveva assicurato perentoriamente che la Russia non avrebbe mai invaso, e subito dopo che avendo invaso avrebbe avuto ragione dell’Ucraina in quattro e quattr’otto. Dunque non aveva auspicato né la neutralità né l’autonomia, ma la resa dell’Ucraina a Putin.
Poi ha molto sofferto per la prima resistenza degli ucraini all’aggressione, poi per la loro controffensiva sorprendente a Kharkiv e più tardi sul Dnipro di Kherson, poi si è rianimato con la controffensiva ucraina troppo sbandierata e sostanzialmente mancata dell’estate appena finita, poi si è spaventato del disastro di Prigozhin in marcia su Mosca e non ne ha capito niente, poi se ne è riavuto col volo finale di Prigozhin, e ora tira le somme.
Ora vanta che la sofferenza, la fatica e le debolezze in cui si trova l’Ucraina martoriata gli abbiano dato ragione. Ma questa era […] la premessa. Perché […] ha decretato l’origine dello scatenamento della guerra contro l’Ucraina, testualmente, così: “Si è fatto di tutto per spingere Putin a invadere, ha invaso”.
[…] ho aspettato di sentire che cosa avrebbero risposto gli altri. Che lasciassero passare così illesa una simile ricostruzione […] non era possibile. Mieli si è prodigato in congratulazioni a Travaglio per le chiose che quotidianamente pubblica sul Fatto ad arginare l’esuberanza antisionista delle sue collaboratrici e dei suoi corrispondenti. Gruber era interessata a conoscere l’opinione di Zuppi sul motto “Dio Patria e Famiglia”. […] Lo spettatore che si fosse risvegliato giovedì sera da un lungo sonno avrebbe appreso che si è fatto di tutto per spingere Putin a invadere, e ha invaso. L’ha detto con la più serena naturalezza Travaglio, hanno assentito col più grazioso silenzio Mieli, Gruber, e il bravo cardinale […]
Marco Travaglio per il “Fatto quotidiano” lunedì 20 novembre 2023 - “‘Si è fatto di tutto per spingere Putin a invadere’, dice in tv Travaglio. Nessuno replica” (Adriano Sofri, Foglio, 18.11). E nessuno lo aspetta sotto casa per sparargli come ai vecchi tempi. Dove andremo a finire, signora mia.
Il mondo libero. La difesa delle società aperte, e la chiusura della mente occidentale. Christian Rocca su L'Inkiesta il 20 Novembre 2023
Quello che stiamo vivendo è cominciato nel momento esatto in cui l’America ha smesso di fare l’America. Ora per fortuna abbiamo Biden, ma dobbiamo vedercela con un asse delle autocrazie molto ben coeso e con gli «utili idioti» che aiutano chi vuole sostituire la democrazia e la libertà con il terrore e le tenebre
Ieri pomeriggio al Castello di Milano, l’associazione Ponte Atlantico, in collaborazione con Linkiesta, ha organizzato la manifestazione più adeguata ai tempi che stiamo vivendo: «In difesa delle democrazie» si leggeva nel manifesto di convocazione, «Con Israele, con l’Ucraina, con l’Iran libero».
L’imperialismo russo nei confronti del popolo ucraino ha una storia plurisecolare. Il conflitto arabo-israeliano intorno al moderno Stato ebraico è cominciato lo stesso giorno della nascita di Israele, 75 anni fa. La persecuzione delle donne iraniane risale al 1979, a 44 anni fa.
La resistenza dell’Ucraina, la società aperta israeliana e il movimento Donna, Vita, Libertà hanno storie, origini e protagonisti diversi, ma sono tre battaglie della stessa guerra scatenata dall’asse delle dittature contro il mondo libero.
Quello che stiamo vivendo oggi non è cominciato il 24 febbraio 2022 con l’invasione dell’Ucraina né con l’uccisione di Masha Amini il 16 settembre 2022 in Iran né il 7 ottobre 2023 con il pogrom di Hamas. Quello che stiamo vivendo è cominciato nel momento esatto in cui l’America ha smesso di fare l’America.
Siamo nell’agosto 2008, la presidenza Bush è agli sgoccioli e sfinita dalle guerre in Medioriente, e la Russia ne approfitta per invadere l’Ossetia, il Donbas della Georgia. Il candidato repubblicano John McCain si infervora, ma l’astro nascente Barack Obama fa capire che l’America non è interessata a occuparsi delle mire imperialiste della Russia, tanto che una volta eletto presidente smantella il progetto di scudo missilistico europeo in Polonia e Repubblica ceca pianificato da Bush in funzione anti iraniana e anti russa, e va alla ricerca di un reset delle relazioni con Mosca e con l’Iran. I russi capiscono quello che devono capire: l’America non ha più voglia di guidare il mondo libero.
Nel 2013, sei mesi dopo che Obama aveva ridicolizzato il suo secondo avversario repubblicano Mitt Romney come un relitto della Guerra Fredda perché aveva osato dire durante un dibattito presidenziale che la Russia era «senza dubbio il principale nemico strategico degli Stati Uniti», le vicende in Siria hanno definitivamente convinto Putin che era arrivato il suo momento. Di fronte all’uso di armi chimiche che hanno ucciso 1400 persone a nord di Damasco, Obama non fece niente per fermare il dittatore Bashar Assad sostenuto da Putin, nonostante avesse posto alla Siria egli stesso come limite invalicabile quello dell’uso di armi di distruzione di massa.
La Georgia e la Siria hanno convinto Putin, e non solo lui, che l’America aveva scelto di amministrare il suo declino anziché continuare a guidare il mondo democratico. Da lì a poco l’occupazione illegale della Crimea e del Donbas e la possente campagna di diffusione del caos in Occidente, con i finanziamenti ai partiti estremisti, i rapporti con i movimenti populisti, l’inquinamento dei processi democratici europei, il gran successo della Brexit e lo scacco matto a Washington con l’elezione a sorpresa di Donald Trump.
Obama non ha fatto niente per fermare il Cremlino e il risultato è stato Trump alla Casa Bianca. Trump ha facilitato il compito di Putin, disinteressandosi del tutto degli alleati europei, smantellando il geniale reticolato di istituzioni multilaterali con cui l’America ha governato il caos del mondo, e lasciando carta bianca a Benjamin Netanyahu che negli anni di Obama, vista la scelta americana di aprire all’Iran e di trattare Israele come un lontano parente fastidioso, aveva interpretato al peggio la radicalizzazione della politica israeliana.
Trump avrebbe sciolto la Nato, se avesse vinto le elezioni del 2020, ma le elezioni le ha vinte Joe Biden, il grandissimo Joe Biden, la cosa migliore che sia successa all’Europa dalla caduta del Muro di Berlino.
Biden ha rimesso in campo l’America, dopo aver gestito malissimo il lascito trumpiano dell’accordo con i talebani per il ritiro dall’Afghanistan. Biden ha salvato l’America, ha salvato l’Ucraina, ha salvato l’Europa e si appresta a salvare Israele dai suoi nemici e dalle sue comprensibili isterie che però spesso sfociano in radicalizzazione inaccettabile.
La sfida è ancora aperta, il fronte occidentale è pervaso da legittimi dubbi e pieno di osceni mestatori al suo interno, mente l’asse Russia-Iran-Hamas-Corea del Nord, con la supervisione della Cina, è compatto nel tentare di demolire il sistema di governo occidentale basato sulla libera circolazione delle idee, delle persone e delle merci.
L’attacco ad Israele del 7 ottobre è nato per distogliere l’attenzione occidentale dall’Ucraina e non è escluso che Mosca possa presto aprire altri fronti, magari nei Balcani e certamente al confine tra l’Armenia e l’Azerbaigian, per non parlare delle mosse antiebraiche dell’Iran attraverso gli Hezbollah in Libano. Il tutto sempre sotto l’occhio vigile della Cina alla ricerca del momento giusto per prendersi l’isola democratica di Taiwan.
Le società aperte occidentali non hanno ancora compreso la portata della minaccia esistenziale che corrono, anzi si mobilitano per soccorrere chi le vuole demolire, sono stanche di aiutare gli ucraini che resistono all’imperialismo russo anche per loro che al massimo sono stanchi dell’ultima serie Netflix, riempiono le piazze in solidarietà con i cacciatori di ebrei, rivalutano Bin Laden su TikTok, si disinteressano dei femminicidi di massa degli ayatollah iraniani, e guardano con ammirazione ai successi economici del regime dittatoriale cinese.
Questa attiva partecipazione degli «utili idioti dell’Occidente» al discorso pubblico dimostra perfettamente la chiusura della mente occidentale, ormai sopraffatta dal relativismo culturale e da un malinteso senso di uguaglianza, ma soprattutto è un’ulteriore conferma della superiorità civile della società aperta. Almeno finché durerà.
Doppio standard. L’attacco alle fondamenta dell’Occidente e l’indulgenza verso qualsiasi altra società. Douglas Murray su L'Inkiesta il 20 Novembre 2023
C’è un assalto in corso contro i Paesi che discendono dalla civilizzazione europea. Come spiega Douglas Murray in “Guerra all’Occidente” (Guerini e Associati), «è una guerra culturale, e viene condotta implacabilmente contro tutte le radici della tradizione»
Attacco alle fondamenta
C’è un assalto in corso contro tutto ciò che ha a che fare con il mondo occidentale: il suo passato, il suo presente e il suo futuro
Negli ultimi anni è diventato chiaro che c’è una guerra in corso: una guerra all’Occidente. Non è una guerra come quelle del passato, in cui gli eserciti si scontrano e le vittorie vengono proclamate a gran voce. È una guerra culturale, e viene condotta implacabilmente contro tutte le radici della tradizione occidentale e contro tutto ciò che di buono la tradizione occidentale ha prodotto.
All’inizio, è stato difficile riconoscerla. Molti di noi sentivano che qualcosa non andava. Ci chiedevamo come mai si continuasse a portare avanti argomentazioni a senso unico e a produrre affermazioni ingiuste. Ma non ci rendevamo conto della reale portata di ciò che si stava tentando di fare. Soprattutto perché persino il linguaggio delle idee era corrotto. Le parole non avevano più il significato che avevano avuto fino a poco tempo prima. Le persone avevano iniziato a parlare di «uguaglianza», ma non sembravano interessarsi alla parità di diritti. Parlavano di «antirazzismo», ma le loro proposte sembravano profondamente razziste. Parlavano di «giustizia», ma sembravano intenderla come «vendetta».
Solo negli ultimi anni, quando i frutti di questo movimento sono venuti alla luce, la loro portata è diventata evidente. C’è un assalto in corso contro tutto ciò che ha a che fare con il mondo occidentale: il suo passato, il suo presente e il suo futuro. Una parte di questo fenomeno consiste nel fatto che siamo imprigionati in un ciclo punitivo senza fine. Senza alcun vero tentativo (o addirittura interesse) di alleviamento.
[…] Dovunque, le società considerate «occidentali» (cioè i Paesi europei o quelli che discendevano dalla civilizzazione europea) sperimentavano lo stesso schema di ragionamento. Nessun luogo non occidentale ha subìto un trattamento simile. Solo ai Paesi occidentali, distribuiti su tre continenti, veniva ripetuto in continuazione che per avere qualche forma di legittimità – anche solo per essere considerati rispettabili – avrebbero dovuto alterare prontamente e radicalmente il loro assetto demografico. La visione del XXI secolo sembrava indicare che alla Cina sarebbe stato concesso di restare Cina, ai vari Paesi dell’Estremo e Medio Oriente e all’Africa sarebbe stato permesso – come effettivamente ci si aspettava – di restare così com’erano, o persino tornare a qualcosa che forse erano stati in passato. Ma ci si aspettava che l’insieme dei Paesi identificati come «l’Occidente» sarebbe diventato qualcosa di diverso o avrebbe perso tutta la sua legittimità.
Ovviamente, i Paesi e gli Stati hanno tutto il diritto di cambiare. Nel corso del tempo un certo grado di cambiamento è inevitabile. Ma sembrava ci fosse qualcosa di tendenzioso in ciò che stava succedendo: qualcosa di fazioso e sfasato. Queste osservazioni non erano suscitate dall’amore per i Paesi in questione, ma dal malcelato disprezzo nei confronti di essi. Agli occhi di molte persone, tra l’altro anche all’interno delle loro stesse cittadinanze, sembrava che questi Paesi avessero fatto qualcosa di sbagliato. Qualcosa per cui dovevano fare ammenda. L’Occidente era il problema. La dissoluzione dell’Occidente era la soluzione.
C’erano altri indizi che qualcosa non andava. Nel 2019, ne ho affrontati alcuni ne “La pazzia delle folle”. Ho parlato delle sfide lanciate dalle «politiche identitarie»: in particolare del tentativo di frammentare le società occidentali in base ai criteri del sesso, della sessualità e della razza. Dopo il XX secolo, l’identità nazionale è diventata una forma di appartenenza vergognosa, e improvvisamente sono apparse al suo posto tutte queste altre forme di appartenenza. Si iniziava a dire alle persone di considerare se stesse come membri di altri gruppi specifici. Erano gay o etero, donne o uomini, neri o bianchi. Queste forme di appartenenza venivano anche sollecitate al fine di propendere verso una posizione antioccidentale. […]
Il discorso sulla razza si incrudelì ulteriormente. Le minoranze razziali che si erano integrate bene in Occidente, che avevano contribuito alla sua crescita e che addirittura provavano ammirazione per l’Occidente venivano trattate sempre di più come se fossero dei traditori. Come se da loro ci si aspettasse un altro tipo di lealtà. I radicali che volevano distruggere tutto venivano venerati. Ci si riferiva ai neri americani e agli altri individui che volevano celebrare l’Occidente e arricchirlo come se fossero degli apostati. Sempre più di frequente, si affibbiavano loro i peggiori appellativi. L’amore per la società in cui vivevano era considerato un punto a loro svantaggio.
Nello stesso tempo, era diventato inaccettabile parlare di qualsiasi altra società con toni anche solo vagamente simili. Nonostante tutti gli inconcepibili abusi perpetrati nella nostra epoca dal Partito Comunista cinese, quasi nessuno parla della Cina con anche solo un briciolo della rabbia e del disgusto riversati quotidianamente contro l’Occidente dall’interno. I consumatori occidentali continuano a comprare vestiti a basso costo dalla Cina. Non c’è alcun tentativo diffuso di boicottaggio. «Made in China» non è un’etichetta di cui vergognarsi. Cose terribili continuano a succedere attualmente in quel Paese, e ancora viene trattato come se nulla fosse. Gli autori che si rifiutano di permettere che i loro libri siano tradotti in ebraico sono entusiasti di vederli comparire in Cina. E nel frattempo la catena di fast food Chick-fil-A viene criticata più aspramente per produrre i suoi sandwich sul suolo americano di quanto lo sia Nike per confezionare le sue sneakers grazie allo sfruttamento della manodopera in Cina. Perché nell’Occidente sviluppato si applicano criteri diversi.
Quando si parlava di diritti delle donne e delle minoranze sessuali, e, ovviamente, di razzismo, si diceva che la situazione non era mai stata peggiore, mentre invece non era mai stata migliore. Nessuno poteva negare la piaga del razzismo, una piaga che si può reperire in varie forme nel corso di tutta la storia. Le tendenze inglobanti ed escludenti sono eccezionalmente forti nella nostra specie. Non siamo così evoluti come ci piacerebbe immaginare di essere.
Negli ultimi decenni, però, in Occidente la situazione rispetto all’uguaglianza razziale è la migliore di sempre. Le nostre società hanno fatto uno sforzo per andare «oltre la razza», guidate dall’esempio di alcuni uomini e donne eccezionali di ogni provenienza razziale, ma in particolare da alcuni straordinari afroamericani. Non era scontato che le società occidentali avrebbero sviluppato, o anche solo aspirato a raggiungere, la tradizione di tolleranza razziale che abbiamo ora. Non era scontato che avremmo finito per vivere in società che giustamente considerano il razzismo come uno dei peccati più aberranti. È accaduto perché molti uomini e donne coraggiosi hanno fatto valere le proprie ragioni, hanno lottato contro quello stato di cose e hanno rivendicato i loro diritti.
Negli ultimi anni, si è iniziato a ragionare come se quella battaglia non fosse mai avvenuta. Come se fosse un miraggio. Negli ultimi anni, sono giunto a rappresentarmi i problemi razziali in Occidente come un pendolo la cui oscillazione ha superato il punto di correzione per arrivare all’ipercorrezione. Come se, qualora il pendolo restasse in una leggera ipercorrezione abbastanza a lungo, l’uguaglianza potesse essere stabilita più fermamente. Ormai è chiaro che, per quanto benintenzionata potesse essere una tale convinzione, era decisamente fuorviante. La razza oggi è un tema di discussione in tutti i Paesi occidentali come non lo era stato per decenni. Invece della color blindness (la cecità verso il colore della pelle), siamo stati spinti all’ultrasensibilità razziale. Ci viene presentato un quadro profondamente distorto. Come tutte le società nella storia, tutte le Nazioni occidentali hanno il razzismo iscritto nel loro passato. Ma questa non è l’unica versione della storia dei nostri Paesi.
Il razzismo non è l’unica lente attraverso cui le nostre società possono essere comprese, eppure sempre più spesso è l’unica lente impiegata. Tutto ciò che fa parte del passato è visto come razzismo, e quindi tutto ciò che rientra nel passato è viziato.
Però, ancora una volta, solo nel passato dell’Occidente, grazie al radicale filtro razziale che è stato sovrapposto a qualsiasi cosa. Un orrendo razzismo esiste attualmente in tutta l’Africa, espresso dai neri africani contro altri neri africani. Nel Medio Oriente e in India il razzismo abbonda. Fate un viaggio in qualsiasi luogo del Medio Oriente – addirittura nei «progressisti» Stati del Golfo – e vedrete all’opera un moderno sistema di caste. Ci sono gruppi razziali di «classe superiore» che governano queste società e persone che da essi traggono benefici. E poi ci sono i lavoratori stranieri non tutelati affluiti per lavorare per loro come una classe lavoratrice d’importazione. Questi ultimi vengono guardati dall’alto in basso, maltrattati e persino buttati via come se le loro vite non contassero nulla. E nel secondo Paese più popolato al mondo, come chiunque abbia viaggiato in India ben saprà, il sistema delle caste resta ancora attivo in modo evidente e sconvolgente. Al punto che certi gruppi di persone sono considerati «intoccabili» senza alcun motivo a parte la casualità della loro nascita. Si tratta di un disgustoso sistema basato sul pregiudizio, ancora vivo e vegeto. Eppure non sentiamo parlare molto di questo argomento.
Invece, il mondo riceve rapporti giornalieri su come i Paesi meno soggetti sotto ogni aspetto al razzismo, e dove il razzismo è più aborrito, siano la patria del razzismo. Quest’affermazione distorta arriva addirittura a un’estrema conseguenza, cioè che se altri Paesi sperimentano qualche forma di razzismo, ciò accade perché l’Occidente ha esportato il vizio fino a lì. Come se il mondo non occidentale fosse sempre composto da edenici innocenti. Anche in questo caso, è chiaro che si è creato un registro ingiusto. Un registro in cui l’Occidente viene trattato secondo un certo insieme di standard e il resto del mondo secondo un altro. Un registro in cui sembra che l’Occidente non possa fare nulla di giusto e il resto del mondo nulla di sbagliato. O che sbagli solo perché noi occidentali lo abbiamo portato a farlo. Questi sono solo alcuni dei sintomi che è possibile individuare nel nostro tempo. Sintomi che ho cercato di cogliere uno dopo l’altro negli ultimi anni. Ma più li ho presi in considerazione e più ho viaggiato lontano per il mondo, più è diventato chiaro che quest’epoca è definita soprattutto da una cosa: un cambiamento di civiltà che è in corso da sempre.
Un cambiamento che ha scosso le fondamenta delle nostre società, perché è una guerra contro tutto ciò che esiste in quelle società. Una guerra contro tutto quello che ha contraddistinto le nostre società come qualcosa di inusuale – o addirittura di eccezionale. Una guerra contro tutto ciò che le persone che abitano in Occidente davano per scontato, fino a non molto tempo fa. Se questa guerra si rivelerà fallimentare, allora dovrà essere denunciata e respinta.
Tratto da “Guerra all’Occidente” (Guerini e associati), di Douglas Murray, pp. 364, 29€
Orrore russo. In Ucraina i pacifisti dovrebbero chiedere prima di tutto un “cessate le torture”. Francesco Cundari su L'Inkiesta il 18 Novembre 2023
Il New York Times riporta le testimonianze dei numerosi civili in fuga dalle regioni sotto occupazione di Mosca. I loro spaventosi racconti andrebbero letti ad alta voce nei nostri talk show, a beneficio non tanto del pubblico, quanto degli ospiti
Un articolo del New York Times riportava ieri le testimonianze dei numerosi ucraini che fuggono dalle zone occupate, al ritmo di circa cento al giorno, attraversando il confine informale frutto dello stallo tra l’offensiva di Mosca e la controffensiva di Kyjiv. I loro spaventosi racconti andrebbero letti ad alta voce nei nostri talk show, a beneficio non tanto del pubblico, quanto degli ospiti. Specialmente di quegli autorevoli leader (o ex leader) di partiti di sinistra (o presunti tali) che continuamente tornano a invocare un «cessate il fuoco», una «tregua» o una «pace» che per gli abitanti delle regioni occupate significherebbe semplicemente il perpetuarsi all’infinito di quegli orrori, senza nemmeno più la speranza di esserne mai liberati.
A chi parla con leggerezza delle concessioni territoriali da offrire all’invasore bisognerebbe leggere le testimonianze da quelle zone, dove i genitori devono preoccuparsi di come i loro bambini rispondono alle domande insinuanti poste dagli insegnanti a scuola, perché basta poco per finire nelle camere di tortura; in cui i soldati russi possono entrare in casa in qualsiasi momento, picchiare un uomo con una padella davanti alla moglie, arrestarlo, ucciderlo e abbandonarne il corpo nella foresta; in cui le donne possono essere impunemente stuprate e i peggiori criminali la fanno da padroni. Quali ideali di pace e di fraterna convivenza tra i popoli suggerirebbero di chiudere gli occhi dinanzi a tutto questo?
Eppure, con il prolungarsi della sanguinosa impasse sul terreno, e con l’esplosione di un nuovo conflitto in Medio Oriente, si sono moltiplicate le voci di chi, in un modo o nell’altro, dietro l’una o l’altra circonlocuzione, in base a considerazioni di carattere etico, geopolitico o militare, vorrebbe risolvere il problema alla svelta e nel modo più semplice: concedendo all’aggressore tutto quel che vuole e convincendo l’aggredito a non rompere le scatole. Ovviamente nel suo esclusivo interesse e con l’unico obiettivo di abbreviare le sue sofferenze, come ripetono sempre, con somma ipocrisia, i centomila pseudoanalisti fautori di questo approccio. Secondo la stessa logica, nei corsi contro il bullismo bisognerebbe insegnare ai bambini a fare tutto quello che dicono i bulli, senza fiatare.
La guerra in Ucraina è un’immensa tragedia che tutti speriamo finisca il prima possibile. Quali e quanti compromessi sarà necessario accettare per mettere fine alla carneficina è impossibile dire, tanto meno da qui, a tavolino, giocando a risiko con la pelle degli altri. Ma una cosa è sicura: ogni metro strappato dalla controffensiva, anche e soprattutto grazie alle forniture militari occidentali, è un metro in più in cui gli ucraini non saranno più torturati, stuprati e assassinati a sangue freddo.
Tutti i faciloni che parlano con tanta leggerezza di cessate il fuoco dovrebbero prima leggere quelle testimonianze, e cominciare piuttosto col chiedere di cessare le torture.
Il biografo di Putin. Il giornalista tedesco Hubert Seipel ha ricevuto seicentomila euro da un oligarca russo. Linkiesta il 15 Novembre 2023
Secondo una inchiesta di giornalisti investigativi del progetto Cyprus Confidential il documentarista tedesco avrebbe ricevuto pagamenti a rate da una società offshore legata ad Alexei Mordashov, uno dei miliardari più vicini a Putin
Il giornalista e documentarista tedesco Hubert Seipel, considerato fino a ieri uno dei migliori esperti indipendenti in Occidente sulla Russia, ha ricevuto almeno seicentomila euro attraverso pagamenti offshore non dichiarati da una società associata ad Alexei Mordashov, un oligarca con stretti legami con il presidente russo Vladimir Putin. Nella indagine condotta dall’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), in collaborazione col Washington Post e il Guardian, si è scoperto che Seipel ha ricevuto i pagamenti a rate, presumibilmente per sostenere il suo lavoro su almeno due libri “Il Potere di Putin: perché l’Europa ha bisogno della Russia” e “Putin, ora parla lui” in cui emerge un ritratto positivo e addirittura compassionevole del presidente russo.
Seipel, che ha lavorato come corrispondente estero per importanti testate tedesche, tra cui la rivista Stern e Der Spiegel, e come autore televisivo freelance per l’emittente pubblica Norddeutscher Rundfunk, è uno dei pochi giornalisti con regolari contatti diretti con Putin (lo ha incontrato «almeno cento volte» e nel 2012 ha ammesso di aver ricevuto il sostegno finanziario dai conti legati a Mordashov, sanzionato l’anno scorso per i suoi stretti legami con il Cremlino, ma non ha confermato l’ammontare esatto ricevuto. Il giornalista tedesco si è difeso dicendo che il sostegno dell’oligarca russo era esclusivamente legato alla scrittura dei libri, affermando di aver fissato e poi mantenuto rigorose limitazioni per garantire la sua indipendenza giornalistica.
Tuttavia la casa editrice in Germania di Seipel, Hoffmann und Campe, ha dichiarato di non essere a conoscenza degli ipotetici pagamenti, affermando di non aver mai avuto notizia del sostegno finanziario. Un portavoce ha indicato che, se dimostrati veri, potrebbero essere intraprese ulteriori azioni legali riguardo ai libri contrattualizzati. E anche i giornalisti del progetto Cyprus Confidential, che hanno analizzato una serie di 3,6 milioni di documenti offshore trapelati all’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ) e a Paper Trail Media in Germania non hanno trovato documenti di comunicazioni dei pagamenti all’editore.
Nei documenti analizzati dai giornalisti investigativi emerge inveceun «atto di sponsorizzazione» firmato nel marzo 2018 da Seipel e da un direttore di una società registrata nelle Isole Vergini Britanniche (BVI) chiamata De Vere Worldwide Corp, il cui proprietario è un dirigente di alto rango nel gruppo Severstal di Mordashov. L’accordo economico tra Seipel e la società viene descritto come una sponsorizzazione per un libro «sull’ambiente politico nella Federazione Russa», la cui pubblicazione era prevista per il 2019. Mentre un’altra nota Un’altra nota sullo stesso documento fa riferimento anche a un accordo del 2013 per la «biografia di Putin». Mordashov, che ha un patrimonio netto di 20,9 miliardi di dollari ha rifiutato di commentare i pagamenti a Seipel.
Nel 2012 Seipel ha girato il documentario “Io, Putin”, ed è noto in Germania per un’intervista esclusiva col dittatore russo realizzata per NDR nel 2014. Il giornalista tedesco ha affermato di non aver ricevuto alcun compenso da terzi per i suoi documentari o per le interviste televisive.
Le radici del caos. Russia, Iran, Hamas e le conseguenze della politica estera di Obama. Christian Rocca su L'Inkiesta il 6 Novembre 2023
Sono trascorsi quindici anni dalla storica elezione del 44esimo presidente degli Stati Uniti. Ancora oggi, è uno dei pochi che preferisce ragionare anziché parlare per slogan, ma la sua formidabile e irresistibile epopea non deve far dimenticare che la scelta strategica di fare da amministratore del declino americano è alla base della situazione che stiamo vivendo adesso
In quel simulacro di dibattito pubblico che sono le sequenze di tweet e di post e di storie sui social network, ieri è stato molto apprezzato l’intervento di Barack Obama su ciò che sta succedendo in Israele e nella società occidentale. L’ex presidente americano, con quel suo ormai desueto ma irresistibile argomentare problematico, ha detto parole di buon senso sulle responsabilità di entrambi i protagonisti del conflitto mediorientale, sulle nostre complicità e sull’inutilità, per non dire di peggio, della militanza social imperniata sul farisaico virtue signaling per cui ci si sente in dovere di segnalare pubblicamente la propria posizione sull’argomento in tendenza sui social.
Ascoltare la profondità e la complessità del pensiero di Obama è balsamo per cervelli ormai ridotti a ragionare per meme e cori da stadio, ma quindici anni esatti dopo la favolosa elezione del primo presidente nero degli Stati Uniti va detta qualcosina in più sul suo operato, in particolare sulla sua politica estera, perché gran parte del caos che stiamo vivendo adesso è il prodotto di scelte compiute durante i suoi due mandati alla Casa Bianca.
Premesso che se fossi stato un cittadino statunitense avrei votato Obama sia contro l’eroe americano John McCain nel 2008 sia contro uno statista sottovalutato come Mitt Romney nel 2012, il quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti è stato uno dei peggiori leader del mondo libero della nostra epoca. Lo status di peggiore ovviamente nessuno potrà mai toglierlo a Donald Trump, il primo presidente anti americano della storia degli Stati Uniti, ma al di là dei modi da ciarlatano e da un’ambigua e non ancora spiegata complicità con Mosca, la politica estera di Trump per molti versi è stata in continuità con quella di Obama (l’eccezione è il Medioriente, ma ci torniamo).
Se Trump è stato isolazionista, nazionalista e impegnato a far saltare il reticolo di alleanze e istituzioni internazionali su cui si è basata la leadership americana dell’Occidente, Obama ha governato da elegante amministratore del declino americano, che non è una condizione oggettiva dettata dagli Dei all’America, ma una precisa scelta politica volta a rinunciare al ruolo di guida del mondo libero, rendendosi al massimo disponibile a guidarlo dal sedile posteriore («leading from behind»).
L’Amministrazione Obama è entrata in funzione dopo la débâcle politica, più che militare, irachena orchestrata da George W. Bush e da una maggioranza bipartisan dopo le stragi islamiste dell’11 settembre 2001. Per allontanarsi da quello schema, Obama si è fatto guidare dall’idea del disimpegno americano, non solo da quel preciso quadrante geopolitico, ma anche da quello più tradizionale europeo e mediorientale.
Obama ha scelto di fare perno sull’Asia («pivot to East Asia») per motivi geopolitici ed economici, ma anche per le ragioni anagrafiche e culturali di una nuova generazione di leader americani, democratici e repubblicani, cresciuta senza quel legame familiare e storico con il vecchio continente europeo forgiato nelle battaglie contro i totalitarismi del Novecento. Il mondo dei cold war warriors sembrava finito ai tempi di Obama, da archiviare, e si credeva illusoriamente che non ci fosse più bisogno di un poliziotto del mondo.
Così Obama ha ridotto il numero dei soldati nelle basi americane in Europa, ha fermato il progetto di scudo missilistico europeo in Polonia e Repubblica Ceca che avrebbe tenuto a bada l’Iran e la Russia, ha abbandonato la Georgia alle grinfie di Mosca non accorgendosi del progetto imperialista di Putin, non ha mosso un dito quando la Russia ha invaso anche la Crimea e il Donbas, ha sottovalutato la nascita e la penetrazione dell’Isis nelle aree abbandonate dal ritiro dell’esercito americano, ha guidato dal sedile posteriore l’intervento militare in Libia e, non intervenendo nemmeno di fronte alle stragi con le armi chimiche, ha consegnato la Siria alla Russia non curandosi delle atrocità commesse da Assad e da Putin, del dramma delle migrazioni in Europa e delle conseguenze populiste e autoritarie che si sarebbero create nei paesi democratici suoi alleati.
Obama, anzi, ha promosso l’idea di un «reset» con la Russia, condonando la strategia imperialista putiniana e di diffusione del caos in Occidente, e soprattutto facendo credere al dittatore di Mosca che le democrazie liberali, deboli e divise al loro interno, non avrebbero mai più avuto la forza morale, civile e militare di affrontare altri conflitti.
La gestione a Washington del declino americano è stata interpretata a Mosca come una resa americana. Tanto più che la Casa Bianca, malgrado ne fosse pienamente al corrente, non ha fatto niente, ma proprio niente, per fermare l’ingerenza russa sul processo democratico americano, lasciandola inquinare fino a far eleggere Trump.
Obama, infine, ha spostato l’asse geopolitico mediorientale dall’Arabia Saudita sunnita all’Iran degli Ayatollah sciiti, con la conseguenza che il regime islamico di Teheran ha ripreso a respirare economicamente, a lavorare alla costruzione di un arsenale atomico, a opprimere la popolazione civile e a riannodare il filo della campagna islamica per la distruzione di Israele (ieri, a proposito, la Guida Suprema della teocrazia iraniana ha ricevuto a Teheran il gran capo di Hamas, e chissà che bell’incontro tra due anziani reazionari, misogini e assassini che vogliono estendere il loro regno delle tenebre ovunque nel mondo).
Fidandosi degli Ayatollah, Obama non solo ha offerto una carota ai nemici dell’Occidente e di Israele, ma ha anche bastonato gli alleati israeliani, i quali per reazione, e per timore di non essere più protetti da Washington, si sono radicalizzati come mai nella storia dello Stato ebraico, con i risultati visti in questi anni. (Trump, invece, nel 2017 ha rimesso nell’angolo l’Iran, consegnando la politica mediorientale ai sauditi chissà per quali interessi personali e lasciando via libera totale agli estremisti israeliani già radicalizzati da Obama).
Quindici anni dopo, le parole di John McCain sulla Georgia, sull’Isis e sull’Afganistan, e poi quelle di Mitt Romney sulla Russia «senza dubbio il nostro nemico geopolitico principale», ridicolizzate come retaggi della Guerra Fredda da Obama e dai suoi giovani consiglieri, risuonano come un’analisi geopolitica più accurata del mondo in cui vivevamo allora e oggi.
La storia ovviamente non si fa col senno di poi, ma non si può nemmeno sorvolare sul fatto che qualcuno che queste cose le ha puntualmente previste, avvertendo Obama e i suoi che il rischio sarebbe stato esattamente quello che stiamo vivendo oggi, sia ai confini orientali sia ai confini meridionali dell’Europa.
Talk sciò Il panel putiniano di Limes e il confine del giornalismo obiettivo. Linkiesta su L'Inkiesta il 4 Novembre 2023
In occasione del suo decimo festival, la rivista di geopolitica ha organizzato un incontro sulla invasione in Ucraina con il russo Dmitrij Trenin e l’ucraino Oleksij Arestovyč: non due osservatori imparziali, ma personaggi con una agenda politica precisa e screditati dagli osservatori internazionali
Se una persona dice che piove e un’altra che c’è il sole, il compito del giornalismo non è amplificare le dichiarazioni di entrambi, ma mettere la testa fuori dalla finestra e vedere se si bagna. Nell’era delle tifoserie social e del pigro giornalismo da desk, questa massima giornalistica non viene quasi mai rispettata. Dalla pandemia al conflitto israelo-palestinese siamo condannati a vedere talk show in cui due opposti bisticciano tra loro, urlando sempre più forte la loro verità. La rivista di geopolitica Limes ha deciso di fare ancora peggio: in occasione del suo decimo festival (dal 10 al 12 novembre 2023 al Palazzo Ducale di Genova) gli organizzatori hanno allestito un panel sulla invasione russa in Ucraina (l’11 novembre alle 16.30) invitando due ospiti, un russo e un ucraino, che dicono però la stessa cosa, anche se con sfumature diverse: a Mosca splende sempre il sole e a Kyjiv grandina senza sosta. Dmitrij Trenin e Oleksij Arestovyč non sono due osservatori imparziali, ma personaggi con una agenda politica precisa e screditati nel resto del mondo, e soprattutto in Ucraina, per la loro irrilevanza o partigianeria. Ma in Italia godono ancora di un certo credito.
Trenin è membro del Consiglio russo per gli affari esteri e la difesa. Prima dell’invasione russa era consultato da diversi politici e intellettuali occidentali come un interlocutore indipendente per capire le ragioni del Cremlino, ma da quando è scoppiata la guerra si è rivelata la sua natura putiniana. Da quando si è esposto a favore della invasione non ricopre più la carica di direttore del Carnegie Moscow Center ed è stato allontanato da altri think tank e istituti europei tra cui il Carnegie Endowment for International Peace e l’Accademia reale svedese delle scienze della guerra«a causa del suo attivo sostegno all’ingiustificata e illegale invasione russa dell’Ucraina»
Meno di un anno fa Trenin ha proposto in una intervista a Global Affairs di «trasformare le armi nucleari in un efficace elemento di deterrenza nella specifica situazione ucraina al fine di convincere gli Stati Uniti che seguirà un attacco sul territorio americano». Già ospite l’anno scorso del Festival di Limes, Trenin si era detto sicuro della possibile vittoria militare della Russia perché Mosca non aveva ancora usato tutta la sua potenza e che presto l’avrebbe fatta vedere al mondo. A Kyjiv stanno ancora aspettando e nell’attesa, avanzano.
Il secondo ospite del panel è Oleksij Arestovyč, un ex attore di pubblicità e film tra gli anni Novanta e inizio Duemila che ha annunciato di volersi candidare come prossimo presidente dell’Ucraina, proponendo di entrare nella Nato cedendo momentaneamente il venti per cento del territorio ucraino alla Russia per poi rinegoziarlo (chissà quando), rinunciando così alla controffensiva grazie cui Kyjiv da mesi sta guadagnando terreno, seppur lentamente. Una soluzione alla coreana, da lui definita con modestia «piano Kissinger», che risulta l’opposto di quanto professato da lui stesso in passato, come quando nel 2016 chiese, seduto al volante della sua macchina, l’apertura di un procedimento penale contro l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, colpevole di aver permesso a Putin di annettere la Crimea alla Federazione russa.
L’idea non sembra piacere molto agli ucraini: stando ai sondaggi del Center for Insights in Survey Research solo il sei per cento della popolazione sarebbe a favore di questa soluzione, contro il sessantotto per cento che vorrebbe mantenere i confini internazionalmente riconosciuti nel 1991. Il gradimento sulla sua figura politica è più sconsolante: solo il 2,4 per cento degli ucraini lo voterebbe come presidente in una eventuale elezione che non si terrà ancora per molto tempo. Non solo; a maggio del 2023 il Centro Razumkov ha rilevato che il sessantacinque per cento degli ucraini non si fida di Arestovyč.
Perché un personaggio così connotato politicamente, sfiduciato e poco rilevante per l’opinione pubblica viene ritenuto da Limes un credibile osservatore per parlare del futuro dell’Ucraina?
In un panel durante la nona edizione di Limes, nel novembre 2022, Arestovyč viene definito dalla moderatrice come il «capo consigliere del gabinetto della presidenza Zelenksy» (qualunque cosa voglia dire), alcuni media lo hanno definito addirittura il suo «stratega» (qualsiasi cosa voglia dire), ma a guardar bene le cose non stanno proprio così. Per quasi tre anni ha ricoperto il ruolo di consigliere indipendente a tempo del capo di gabinetto dell’Ufficio di presidenza dell’Ucraina. Quindi non capo, ma advisor, tra l’altro freelance e non con contratto permanente. Posizione da cui si è dimesso lo scorso 17 gennaio non si è dimesso in seguito a una sua dichiarazione infelice su di un razzo lanciato dai russi contro un edificio a Dnipro che ha ucciso quarantuno persone. A indagine ancora in corso, Arestovyč è intervenuto pubblicamente, sostenendo che il condominio era stato abbattuto dai detriti di un razzo sparato dalla contraerea ucraina contro il missile russo. La versione è piaciuta subito al Cremlino, ma è stata smentita dalla aviazione ucraina. Arestovyč ha continuato a difendere con fermezza la sua tesi, pur senza fornire prove e documenti a sostegno, salvo poi ritrattare, definendola una mera tesi. Prima delle dimissioni ha ricoperto per diversi mesi anche il ruolo di portavoce del gruppo di contatto trilaterale sull’Ucraina per cercare soluzione diplomatica del conflitto nella regione contesa del Donbas.
«Ha giocato un ruolo mediatico particolare all’inizio della guerra, quando nell’ultima settimana di febbraio e inizio marzo gli è stato chiesto di leggere il bollettino militare e informare così la popolazione sull’andamento di guerra. In quel frangente delicato è stato scelto come portavoce perché la sua oratoria assertiva e tranquillizzante era utile affinché non si creasse il panico nel paese nei primi giorni dell’invasione. Ma la società civile ucraina non lo ha mai considerato una figura politica credibile», spiega a Linkiesta Nona Mikhelidze, responsabile di ricerca presso l’Istituto Affari Internazionali (IAI). «I giornalisti ucraini non si capacitano perché all’estero, e in particolare in Italia, venga chiamato come esperto».
Il recente reportage del Time, che ritrae un deluso e abbattuto Zelensky come se fosse sull’orlo della sconfitta quando in realtà la controffensiva procede, ha suscitato molte critiche in Ucraina. La voce del dissenso all’interno dell’articolo sembra appartenere proprio ad Arestovyč, anche se non viene mai citato nel pezzo. Le sue dichiarazioni, provenienti da fonti anonime, assomigliano notevolmente alle sue frasi abituali. Non a caso, l’autore dell’articolo, Simon Shuster, aveva precedentemente citato più volte Arestovyč come sua fonte nel celebrativo articolo del Times del 2022, in cui la rivista aveva dedicato la copertina dell’uomo dell’anno a Zelensky. Ora però Arestovyč non fa più parte del governo Zelensky è ripostando il recente articolo ha definito il suo presidente un «dittatore»
Nel 2005, Arestovyč si era unìto al gruppo ucraino di estrema destra ucraino Bratstvo (Fratellanza) diventando il vice dell’allora leader Dmytro Korchynskyi, partecipando a diverse conferenze a Mosca del Movimento eurasiatico internazionale diretto dal filosofo e politologo putiniano Alexander Dugin. Dopo aver condotto per alcuni anni dei seminari di formazione psicologica, dal 2014 Arestovyč è diventato un importante opinionista televisivo, riuscendo a costruire nel tempo una base importante di follower grazie alle sue capacità attoriali. Per corroborare la sua figura di esperto internazionale alcuni citano un suo discorso nel 2019 quando predisse nel dettaglio come la Russia avrebbe attaccato l’Ucraina, ma come ha spiegato a Opendemocracy Ruslan Bortnik, direttore dell’Ukrainian Institute of Politics: «Quasi tutti i politologi ucraini seri hanno predetto la guerra. Arestovyč è bravissimo nelle pubbliche relazioni, ma non è un meteorologo, né un insider, né un esperto politico o militare. È uno sceneggiatore, un allenatore e un divulgatore».
Dopo aver lasciato il ruolo di consigliere indipendente, Arestovyč intensifica le apparizioni nel canale YouTube di Mark Feygin, l’avvocato delle Pussy Riot, per commentare gli sviluppi della guerra, riacquistando una certa popolarità. Ma la collaborazione è terimanata a metà agosto. «Da quando si è dimesso ha cambiato la sua narrazione passando dalla posizione del mantenimento dei confini del 1991 al rivendicare solo l’ottanta per cento. Il suo tentativo è quello di aumentare i consensi, catalizzando il voto dei russofoni e sperando che in questa fase di apparente stallo aumentino gli insoddisfatti contro il governo Zelenksy. Ma l’Ucraina è ancora unita contro la Russia e speranzosa di riconquistare i territori non solo, per una questione di principio, ma soprattutto per sottrarre più ucraini possibili alle torture dei russi. A Mosca fa gioco che Arestovyč venga invitato a queste manifestazioni perché così si dà l’impressione di voci discordanti in Ucraina ed è più facile imporre una pace favorevole mediaticamente a Putin», spiega Mikhelidze.
Al momento Arestovyč è sotto indagine per una serie di frasi sessiste pronunciate durante una serie di seminari a pagamento. Le dichiarazioni sono state rivelate dalle giornaliste Yana Brenzei ed Emma Antonyuk che hanno pubblicato sul loro canale YouTube “Palaye” alcune clip di Arestovyč mentre dice: «Ragazzi finché le ragazze non ci sentono, possiamo parlare liberamente. Cosa vogliamo fare con quelle creature in realtà? Strozzarle. Strozzarle senza togliere le mani. Prima, ovviamente, le vogliamo scopare, e dopo quando non ne possiamo più di loro e quando ormai siamo sazi, vogliamo solo soffocarle. Soffocarle per eliminarle del tutto e poi per ulteriori tre anni non socchiudere le mani».
Non è la prima volta che Arestovyč pronuncia frasi controverse, come quando il 19 giugno 2022, in onda sul suo programma “Apeiron, scuola di pensiero” disse: «Tratto le persone LGBT come persone devianti, cioè con deviazioni dalle norme di comportamento. Sono un conservatore in questo senso. Un’altra cosa è che sono decisamente contrario alla loro persecuzione. Quindi tratto normalmente le persone LGBT, ma la propaganda LGBT è crudele. Perché è la propaganda della deviazione, una deviazione dalla norma, che ha specifiche conseguenze negative per la società. Sono un forte oppositore. Tratto i rappresentanti LGBT con compassione».
Da una parte un ex colonnello dei servizi segreti che appoggia ideologicamente l’invasione russa in Ucraina, dall’altra un ex consigliere dimissionario che sogna di prendere il posto di Zelensky, omofobo, affabulatore e un po’ mitomane. Un duello dialettico eccezionale per gli amanti dei talk show, un gran peccato per tutti coloro che andranno a Genova sperando di capire qualcosa sull’invasione russa e la controffensiva ucraina, oltre la propaganda. Eppure il giornalista Lucio Caracciolo, fondatore e direttore di Limes e docente di Studi strategici all’università Luiss Guido Carli ogni volta in cui è ospite in un noto talk show di La7 si scaglia contro la retorica bellicista e la propaganda.
Paolo Mastrolilli per “la Repubblica” - Estratti lunedì 30 ottobre 2023.
Vladimir Putin si rivolge a Bill Clinton, che gli sottolinea l’importanza del passaggio pacifico del potere da Eltsin a lui attraverso le elezioni, e costernato ammette: «Purtroppo non è così. La Russia non ha un sistema politico consolidato. Gli elettori non leggono i programmi. Guardano i volti dei leader, indipendentemente dal partito. La strategia dell’opposizione è basata su questo, suscitare agitazione, avere un impatto emotivo. Eltsin lo capisce e ne tiene conto.
Alcune sue azioni potrebbero sorprenderla. Altre sono errori. È necessario però che lei tenga conto delle motivazioni. Tenga presente che abbiamo dei piani e stiamo agendo secondo quanto prevedono ». Clinton annuisce e commenta: «Non vedo l’ora di vedere come si realizzeranno». Putin lo rassicura: «Apprezzo tutto quello che ha fatto per contribuire allo sviluppo delle relazioni tra i nostri Paesi».
È il 12 settembre 1999 e il presidente Usa ormai in uscita, che ha gestito l’allargamento a Est della Nato, incontra allo Stamford Plaza Hotel di Auckland il premier russo, destinato a diventare presidente 8 mesi dopo. Leggere questo dialogo nei documenti del libro di Maria Vittoria Lazzarini Merloni e Andrea Spiri “L’America di Clinton”, in uscita oggi da Carocci, costringe a riesaminare i rapporti tra Mosca e Washington dopo la Guerra Fredda, alla luce dell’invasione dell’Ucraina. Perché si capisce che il dialogo sull’allargamento Nato era più profondo e gestibile di quanto non ammetta oggi la Russia.
(...)
Il 12 gennaio 1994 Clinton incontra a Praga i leader dell’Est. Si parla della Partnership for Peace per costruire la fiducia Nato-paesi ex Urss.
Si discute di Russia e Ucraina, e il polacco Walesa avverte che «la Russia ha firmato tanti accordi, ma non sempre ha mantenuto la parola: in una mano teneva la penna, nell’altra una granata». Il ceco Havel dice che «non bisogna isolare Mosca, senza darle il veto su chi entra». Clinton concorda, ma il ministro degli Esteri polacco Olechowski domanda: «Gli Usa faranno un accordo con la Russia sopra la nostra testa, accettando una nuova sfera di influenza di Mosca? ». Clinton lo esclude: «Non tracceremo una nuova linea in Europa.
(...) Il 21 aprile Clinton ne parla con Eltsin a Mosca. «Sulla Nato sai che sono impegnato ad evitarti sorprese. L’allargamento procederà con le modalità di cui ho parlato: graduale, costante e trasparente. Facciamo il possibile affinché non sia un problema, in coerenza con quanto abbiamo concordato dal principio».
Eltsin risponde «Ok (annuisce)».
Questi documenti vanno letti con quelli del 1994 e 1995 della George Washington University, dove si vede l’evoluzione di Eltsin dalla resistenza all’allargamento giudicato «un’umiliazione», alla comprensione della strategia di Clinton. Putin la eredita e sembra condividerla. Nell’incontro del 12 settembre 1999 propone anche di fare causa comune contro al Qaeda: «Chi ci attacca nel Daghestan sono gli stessi che hanno colpito gli Usa. Bin Laden intende trasferirsi in Cecenia. Non si muove perché teme che lo catturiamo».
Due anni dopo c’è il vertice di Pratica di Mare, che sembra avvicinare la Russia alla Nato, ma nel 2008 tutto inizia a crollare con la guerra di Putin in Georgia.
Mario Ajello per “il Messaggero” - Estratti lunedì 30 ottobre 2023.
Per evitare disastri futuri (già intravedeva la guerra di Putin contro l'Ucraina?) è meglio che l'Europa la date in gestione a noi russi e voi americani occupatevi di altre parti del mondo. Questa la richiesta di Boris Eltsin, il primo presidente non comunista della Federazione Russa, al presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton. Il documento, riservatissimo e finora inedito, si trova negli archivi del Dipartimento di Stato di Washington e fa capire come le questioni odierne che infiammano l'Europa affondino in un passato che sembra lontano vent'anni ma è di fatto vicinissimo.
Il 19 novembre del 1999, Eltsin - come risulta da queste carte appena declassificate - confida a Clinton la sua speranza di vedere un'Europa finalmente affrancata dalla tutela americana visto che il Muro è crollato e la minaccia comunista non esiste più per nessuno: «Bill, ti chiedo una cosa. Date l'Europa alla Russia. Gli Stati Uniti non sono in Europa, e l'Europa dovrebbe essere un affare degli europei. La Russia è per metà europea e per metà asiatica».
«Quindi, caro Boris, vuoi anche l'Asia?», domanda il leader della Casa Bianca. La risposta non lascia spazio ad equivoci: «Certo, certo, Bill. Alla fine, dovremo concordare su tutto questo. Io sono un europeo. Vivo a Mosca. Mosca è in Europa, e questo mi piace.
Tu puoi prenderti tutti gli altri Stati del mondo e provvedere alla loro sicurezza. Io mi prenderò l'Europa e penserò alla sua sicurezza. O meglio: non lo farò io, lo farà la Russia». E Clinton, di rimando: «Non credo che gli europei lo apprezzerebbero molto».
Le posizioni e i ragionamenti di Eltsin, che ben conosceva Putin e al collega statunitense parlava bene di lui dipingendolo addirittura come un «sincero democratico», in questo documento - e negli altri report trovati insieme a Maria Vittoria Lazzarini Merloni dallo storico Andrea Spiri, docente di storia alla Luiss, negli archivi americani e da qui il libro in uscita: L'America di Clinton - fanno capire quanto le mire europee di Putin, che riguardano terribilmente per ora l'Ucraina ma anche i Paesi baltici, siano il frutto, militarista e guerrafondaio, di pretese imperiali russe che non ha certamente inventato l'attuale inquilino del Cremlino. Ma che Putin applica con brutalità e cieco nazionalismo panrusso.
(…)
Attenti a quei due. Orbán e Fico minacciano il sostegno dell’Ue all’Ucraina. Vincenzo Genovese il 28 Ottobre 2023 su L'Inkiesta.
Slovacchia e Ungheria fanno ostruzionismo sugli aiuti a Kyjiv: manca l’accordo sui cinquanta miliardi di euro in tre anni proposti dalla Commissione europea
Nemmeno il tempo di salutare il suo compagno di veti al Consiglio europeo, il polacco Mateusz Morawiecki in procinto di essere sostituito, che il primo ministro ungherese Viktor Orbán potrebbe già avere un nuovo alleato per le sue strategie ostruzionistiche nei tavoli negoziali dell’Ue. È il neo-premier slovacco Robert Fico, che al contrario di Orbán proviene dal centro-sinistra, ma che con il leader ungherese sembra condividere almeno un paio di nette prese di posizione: la linea anti-migranti e l’opposizione agli aiuti militari all’Ucraina.
Niente armi slovacche
Come biglietto da visita al Consiglio europeo del 26-27 ottobre, Fico ha annunciato nel primo giorno del suo mandato che la Slovacchia non invierà più forniture militari a Kyjiv.
La cosa non dev’essere piaciuta alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che gli aveva augurato buon lavoro facendo riferimento proprio al supporto all’Ucraina, ma non è altro che il compimento di una promessa esplicita fatta in campagna elettorale.
Fico è contrario al supporto militare, proprio come Orbán: l’Ungheria non ha mai concesso armi a Kyjiv in maniera diretta, ma di fatto ha contribuito ad armare l’esercito ucraino sottoscrivendo i versamenti dallo European Peace Facility, lo strumento utilizzato dall’Ue per finanziare operazioni militari fuori dai suoi confini.
Il supporto erogato tramite l’Epf ammonta finora a 5,6 miliardi: l’Alto rappresentante per gli Affari esteri Josep Borrell ha proposto una nuova tranche da cinquecento milioni, ma Budapest la blocca, a causa dell’inclusione della banca ungherese Otp Bank in un elenco di «sponsor internazionali della guerra» redatto dalle autorità ucraine.
Come ogni decisione di politica estera, i finanziamenti dell’Epf richiedono l’unanimità da parte dei Paesi membri dell’Ue, che finora ha faticato non poco a convincere di volta in volta il governo ungherese ad approvare gli esborsi: un «doppio veto» di Budapest e Bratislava sarebbe ancora più difficile da aggirare.
Budapest e Bratislava: le capitali controcorrente
La defezione ungherese e slovacca dalla linea europea sull’Ucraina potrebbe, inoltre, non fermarsi agli aiuti militari e includere il supporto tout court che l’Ue fornisce al Paese.
A giugno 2023 la Commissione europea aveva proposto di versare cinquanta miliardi di euro all’Ucraina nei prossimi tre anni, di cui diciassette a fondo perduto e trentatré in prestito. L’iniziativa rientra in una complessiva richiesta di aumento del bilancio comunitario per il periodo 2024-2027 fatta agli Stati europei, che sta incontrando non poche resistenze.
Se ne è parlato all’ultimo vertice dei capi di Stato e di governo, che però hanno deciso di rimandare la questione: l’obiettivo, come si legge al punto 20 delle conclusioni del summit, è risolverla entro la fine dell’anno.
Ma non sarà facile, in primis perché anche l’aumento del budget dell’Ue richiede l’assenso di tutti i suoi Stati membri, e Ungheria e Slovacchia sembrano molto scettiche. Fico ha subito messo le mani avanti: «L’Ucraina è uno dei Paesi più corrotti al mondo e il suo sostegno deve essere condizionato al fatto che i soldi europei non vengano utilizzati in modo sbagliato», il senso del suo intervento sul tema al vertice.
Orbán probabilmente non sarà meno difficile da convincere: non solo perché sembra sempre più determinato a mantenere una posizione “equidistante” nel conflitto russo-ucraino, ma anche perché secondo molti potrebbe utilizzare il suo assenso all’aumento di budget come leva negoziale per sbloccare i pagamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza ungherese (5,8 miliardi di cui a Budapest non hanno visto un centesimo) e di altri fondi comunitari che gli spetterebbero.
La possibile resistenza slovacco-ungherese, comunque, non è l’unico ostacolo. I Paesi del Sud Europa sono favorevoli all’incremento di bilancio per foraggiare Kyjiv, ma vorrebbero legarlo ad altre «aggiunte» proposte dalla Commissione, tra cui quindici miliardi per la questione migratoria e dieci per la competitività delle imprese europee nelle tecnologie strategiche.
In una lettera firmata da Italia, Francia, Croazia, Slovenia, Portogallo, Grecia, Malta e Cipro, si chiede anche di accantonare fondi sufficienti per una non meglio precisata «riserva di solidarietà ed emergenza». Fonti diplomatiche chiariscono a Linkiesta che il governo italiano punterà a un accordo complessivo sul bilancio, in contrasto con alcuni Stati nordeuropei che vorrebbero accordare l’aumento previsto per l’Ucraina senza impegnarsi sul resto.
La trattativa proseguirà nei prossimi mesi, con le consuete difficoltà del caso, accentuate dal fatto che mettere d’accordo ventisette governi è ancora più difficile quando si tratta di soldi in più da versare nelle casse comunitarie. L’esito del negoziato potrebbe essere vitale per l’Ucraina, che al momento deve accontentarsi del sostegno europeo «sulla carta», ribadito in ben quattordici punti delle conclusioni del vertice e dalle parole dei vertici delle istituzioni Ue.
A seguire, forse, arriveranno anche i soldi.
Kadyrov nomina il figlio quindicenne capo della sua sicurezza. Storia di Francesca Salvatore su Il Giornale domenica 5 novembre 2023.
Adam Kadyrov, figlio quindicenne del leader ceceno Ramzan Kadyrov, sarà a capo del dipartimento responsabile della sicurezza del padre. Ancora una volta, il macellaio di Grozny stupisce con le sue decisioni grottesche che, spesso, nell'ultimo anno e mezzo hanno perfino costretto il Cremlino, suo patron, a trincerarsi dietro imbarazzati "no comment".
Ad annunciare la nomina sul proprio canale Telegram il presidente del parlamento regionale Magomed Daudov, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa russa Tass: "Il mio caro nipote Adam Kadyrov - sottolinea - è stato nominato a una posizione di responsabilità nel servizio di sicurezza del capo della Repubblica cecena. Adam ha dimostrato e dimostrato nella pratica di essere il più degno rappresentante della grande famiglia Kadyrov e dell'intero popolo ceceno. Si distingue per un carattere fermo e di principio, un sincero desiderio e desiderio di essere utile per la nostra repubblica e per l'intera Patria", ha scritto Daudov, senza specificare a quale posizione sia stato nominato.
Il "curriculum" di Adam Kadyrov
Adam combatte fin dall'infanzia: è apparso per la prima volta sui media nel 2016 quando, a otto anni, aveva partecipato a un torneo di arti marziali miste (Mma) a Grozny. Ufficialmente, ai bambini sotto i 12 anni è vietato partecipare a gare e combattimenti di questo tipo in Cecenia. Le immagini sconvolgenti dell'incontro corpo a corpo, svoltosi secondo le regole degli "adulti", cioè senza caschi o speciali imbottiture protettive sulle gambe, avevano ritratto tutti e tre i giovani figli di Kadyrov, sconfiggere i loro avversari davanti al padre.
La figura del giovane Adam, tecnicamente poco più che un bambino, aveva provocato l'indignazione di tutto il mondo per il video in cui l'adolescente picchia un detenuto accusato di aver bruciato il Corano: tuttavua, sembra infatti che il video in cui picchia Nikita Zhuravel, un ucraino di 19 anni accusato di aver bruciato il Corano e da maggio recluso a Grozny, abbia reso Adam ancora più popolare e degno di stima in Cecenia. Il filmato girato ad agosto, che ha suscitato la condanna dell'opinione pubblica internazionale, è stato condiviso in due occasioni dal padre Ramzan, che si è detto "orgoglioso della sua azione". All'epoca dei fatti, il padre aveva caricato a pallettoni il figlio, dichiarandosi "orgoglioso" del suo comportamento. Mentre le autorità russe avevano invece preferito ignorare l'accaduto.
Una "tradizione di famiglia" per il giovane Kadyrov
Un incarico che sembra ormai tradizione tramandare di padre in figlio: lo stesso Ramzan è stato infatti responsabile del dipartimento per la sicurezza di suo padre, il defunto primo presidente ceceno Akhmat. "Mi congratulo sinceramente" con Adam "per la sua nomina alla posizione di capo del dipartimento di sicurezza del Capo della Repubblica cecena", ha scritto su Telegram il ministro della Sanità ceceno Adam Alkhanov, citato dai media russi. "Nonostante la sua giovane età, ha già una vasta esperienza pratica" e "niente e nessuno lo fermerà nel difendere suo padre", ha sottolineato."Adam ha dimostrato di essere un coraggioso patriota" ed "è stato più volte nell'area dell'operazione speciale alla sua giovane età", le parole del ministro della Politica nazionale cecena Akhmed Dudayev.
Ma il plauso è giunto anche da Mosca, sebbene non dai vertici. Il deputato della Duma russa Adam Delimkhanov ha definito la nomina "assolutamente logica" sottolineando che il 15enne "conosce il Corano a memoria, dimostra successo nello sport e padronanza di vari tipi di armi". L'investitura giunge dopo che solo il mese scorso, l'adolescente ha ricevuto tre riconoscimenti: prima il titolo di "Eroe della Repubblica cecena" a inizio ottobre, poi insignito del secondo premio più importante della repubblica del Tatarstan "per il contributo significativo al rafforzamento della pace e dell'armonia interetnica e interreligiosa", e infine dell'ordine più alto della repubblica di Karačaj-Circassia "per i servizi resi alla repubblica".
Armi, violenza e il culto del padre: il piccolo Kadyrov ha fatto carriera. Storia di Luigi Guelpa su Il Giornale il 6 novembre 2023.
«Allah onnipotente, ti prego, proteggi mio padre». Era il 2 luglio quando Adam Kadyrov chiedeva un sostegno speciale per papà Ramzan, affidandosi a Instagram e condividendo le sue parole con i quasi 2 milioni di follower. Nessuno vuol mettere in dubbio che il 15enne Adam sia un figlio modello affezionato al padre, di sicuro è tutt'altro che accorto, perché attraverso quel posto ha messo in piazza le gravi condizioni di salute in cui verte il leader ceceno. I tanti «si dice» dei mesi precedenti sono diventate certezze, per la gioia dell'intelligence di mezzo mondo. Ramzan Kadyrov soffre infatti di una forma piuttosto grave di insufficienza renale. Lo scorso 17 settembre è stato a un passo dalla morte, salvato all'ultimo respiro dall'equipe del professor Artur Mudeev dell'Ospedale Clinico Centrale di Mosca.
Papà Ramzan comunque stravede per questo giovane chiacchierone, tutto armi, pugilato e violenza gratuita, al punto da nominarlo ieri a capo del suo servizio di sicurezza. La notizia è arriva dal ministro della Sanità Adam Alkhanov, che con un servilismo a prova di bomba si è congratulato per la nomina del giovane. «Malgrado la sua giovinezza, ha già una grande esperienza pratica e ha un forte spirito guerriero, quindi nulla lo fermerà quando si tratterà di difendere suo padre, il suo popolo, la sua religione e la sua patria». Melassa a parte, che Adam abbia uno spirito belluino è acclarato. Lo scorso agosto, sempre sul solito canale social, filmò l'aggressione a calci e pugni del detenuto Nikita Zhuravel, un ucraino di 19 anni accusato di aver bruciato il Corano e da maggio recluso a Grozny. «L'ha picchiato e ha fatto la cosa giusta - scrisse Ramzan su Telegram -. Sì, sono orgoglioso di lui. Si è sempre distinto per il desiderio di crescere non tra i suoi coetanei ma tra gli anziani, sviluppando così ideali adulti di onore, dignità e difesa della propria religione. Rispetto la sua scelta». La Duma cecena lo decorò per quell'atto con il titolo di «Eroe del Popolo».
Forse in quei frangenti Ramzan accarezzò l'idea di affidargli il coordinamento dei suoi gorilla, preferendolo ai fratellini Akhmat ed Eli, che comunque, assieme ad Adam, avevano «regalato» al padre a inizio ottobre tre militari delle forze armate ucraine, neutralizzati durante un'operazione speciale dei virgulti (45 anni in tre), ma armati di tutto punto e con un kalashnikov in bella vista. Kadyrov ringraziò i figli per aver salvato i soldati «dal tritacarne della guerra voluta da Zelensky. Noi li proteggeremo». In realtà della loro sorte non si è saputo mai nulla.
E adesso che Adam guiderà la scorta di papà, Akhmat ed Eli potrebbero essere inviati a breve al fronte a farsi le ossa a fianco dei battaglioni ceceni Zapad e Vostok, impegnati di recente dalle parti di Bakhmut. «Li voglio sulla linea di contatto perché sono veri uomini. Nella mia famiglia non ci sono imboscati». Il pitbull di Putin avrebbe promosso il figlio per togliere un po' di potere ai fedelissimi Adam Delimkhano e Apti Alaudinov, che stavano crescendo troppo all'interno dell'organizzazione. Per trucidarli c'è sempre tempo.
Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “Il Foglio” sabato 4 novembre 2023.
Pavel è un ragazzo di venticinque anni, ricchissimo. Ha trascorso gran parte della sua vita in uniforme: un’uniforme russa spesso senza insegne. Ha viaggiato per la Siria e l’Ucraina, e quando non era a osservare i campi di battaglia o a maneggiare droni, si aggirava per San Pietroburgo su macchine di lusso, tanto che una volta, appena presa la patente, andò a sbattere contro un’altra automobile mentre era a bordo di una Mercedes, un regalo di suo padre.
[…] Nonostante il libro sia stato presentato come un prodotto della fantasia dei due bambini, l’unico autore e inventore di questo universo a dimensione di infanzia è il padre di Pavel, Evgeni, uno degli uomini più spietati della Russia. Anche lui spesso in uniforme, è scomparso in agosto in un incidente che secondo molte ricostruzioni ha poco di accidentale, era audace tanto da sfidare il presidente russo, forse pensando di essere intoccabile.
Il cognome di Pavel è Prigozhin ed è stato proprio suo padre a marzo di quest’anno, prima ancora di cercare di marciare su Mosca e di sfidare apertamente il Cremlino, a scrivere nell’ultimo testamento che ogni suo bene sarebbe andato a suo figlio, cresciuto sui campi delle guerre combattute dal gruppo Wagner per conto del Cremlino. Pavel ha ereditato 12 miliardi di rubli, circa 116 milioni di euro, con l’obbligo di provvedere al mantenimento delle sue sorelle, di sua madre e dell’ultima moglie di Prigozhin.
Un mese fa, il giovane Prigozhin diventava un giovane ricchissimo, con una ricchezza legata a molte clausole ma anche alla creatura di suo padre: la Wagner. La compagnia esiste ancora ed è proprio Pavel a occuparsene in un modo molto diverso rispetto a quello di suo padre. La Wagner ha ricominciato a reclutare nella zona di Perm, vicino a Ekaterinburg, e agisce come una divisione della Guardia nazionale russa (Rosgvardia), quindi non più come gruppo indipendente.
E’ inquadrata in un contesto statale, come Putin aveva invitato a fare gli uomini della compagnia e come Prigozhin padre non aveva voluto fare. E’ una Wagner nuova con insegne vecchie, non accetta mercenari che sono passati al ministero della Difesa dopo la marcia verso il Cremlino di inizio luglio, non accetta carcerati, non accetta neppure persone che abbiano già combattuto in Ucraina, ma soltanto civili dai venti ai cinquantacinque anni, offrendo compensi tra gli 800 e i 2.000 euro, a seconda della zona in cui verranno mandati.
C’è un accordo ufficiale con la Guardia nazionale ed è stato proprio Pavel a concludere questo accordo coronato anche da un disegno di legge approvato dalla Duma che consente alla Rosgvardia di creare delle formazioni volontarie. E’ il primo atto politico di Pavel Prigozhin, che sta rivitalizzando la Wagner tenendo in piedi tutti i suoi affari e continuando a partecipare alla guerra contro l’Ucraina, l’obiettivo principale di Vladimir Putin, il presidente russo, che riesce ancora a mandare avanti la sua macchina bellica e a rifornire l’esercito di soldati. […]
Società alle Seychelles e jet privati: così Prigozhin riusciva ad aggirare le sanzioni. Storia di Mauro Indelicato su Il Giornale giovedì 2 novembre 2023.
Non è certo un mistero che molte società o molti personaggi russi raggiunti dalle sanzioni, inflitte da buona parte dei Paesi occidentali nel 2014 e implementate all'indomani dello scoppio della guerra in Ucraina, abbiano trovato negli anni un metodo per eludere i provvedimenti. Secondo la Bbc, tra questi personaggi c'era anche Evgenji Prigozhin. Ossia l'ex capo della compagnia militare privata russa della Wagner, un tempo fedelissimo del presidente russo Vladimir Putin e morto ad agosto dopo un più che sospetto incidente aereo.
La rete di società costituite per aiutare Prigozhin
La storia dell'ex cuoco divenuto poi a capo della Wagner è abbastanza nota. La sua società per anni ha costituito il braccio armato del Cremlino in Africa, per poi essere impiegata anche in Ucraina. Ma qui, dopo la presa di Bakhmut ad aprile, il rapporto tra Prigozhin e i vertici politici e militari russi ha iniziato a incrinarsi. Prima gli sfoghi social contro il ministro della Difesa Shoigu, reo di non fornire sufficienti munizioni per proseguire le battaglie. Poi la clamorosa marcia da Rostov a Mosca di fine giugno, arrestata dallo stesso Prigozhin a pochi passi dalla capitale russa. Infine, la morte arrivata con lo schianto del suo aereo nell'oblast di Tver.
Quando Prigozhin era nelle grazie del Cremlino, per via delle sue attività militari è stato raggiunto dalle sanzioni occidentali. Il leader della Wagner non poteva fare affari in Europa, né mettere piede nei Paesi i cui governi hanno approvato le misure a lui avverse. Tuttavia, alla legge è stato presto trovato l'inganno.
Così come raccontato dalla Bbc, autrice di un'inchiesta giornalistica assieme all'International Consortium of Investigative Journalists, esistono delle società britanniche costituite apposta per aggirare le sanzioni. Una vera e propria rete, grazie alla quale Prigozhin e i suoi fedelissimi hanno potuto continuare ad operare in occidente.
In particolare, tutto ruota attorno alla Alpha Consulting. Quest'ultima è una società di consulenza creata dall'imprenditrice russa Victoria Valkovskaya, con sede fissata alle Seychelles. Nell'arcipelago, noto non solo per le sue spiagge ma anche per una legislazione piuttosto permissiva per le società qui registrate, la Alpha Consulting ha potuto creare una rete di 900 imprese con la possibilità di non rivelare i nomi dei proprietari.
Le imprese, legate alla società con sede alle Seychelles, con particolari cavilli legali sono state registrate in Gran Bretagna. In questa rete, secondo per l'appunto la Bbc, ci sarebbero anche imprese il cui vero proprietario era Prigozhin. Grazie a questo stratagemma, l'ex capo della Wagner ha così potuto proteggere dalle sanzioni il suo jet privato e il suo yacht. Mezzi che probabilmente sarebbero stati confiscati o a cui sarebbe stato vietato ogni transito nel Regno Unito.
Nella rete anche altri nomi di spicco russi
Prigozhin però era soltanto uno dei tanti nomi coperti dalla rete di Alpha Consulting. La Bbc ha reso noto che tanti altri magnati o uomini della politica vicini a Putin, grazie alla società di Victoria Valkovskaya, hanno continuato a operare parzialmente nel Regno Unito. Tra questi, spicca l'ex ministro delle comunicazioni russo Leonid Reiman, accusato anni fa da un tribunale svizzero di aver in mano una compagnia sospettata di aver ricevuto fondi illeciti.
Dal 1999 a oggi. Cecenia, Georgia, Siria, Ucraina... In 23 anni di "regno" Putin non ha mai smesso di fare la guerra. Da quando è al potere il Presidente russo ha usato i conflitti per regolare le relazioni internazionali con i paesi confinanti e con l'Occidente. Giuseppe Asta su rainews.it il 07/03/2022
Ci si interroga molto sulle motivazioni che hanno spinto Vladimir Putin a invadere l’Ucraina. C'è chi lo prende per pazzo. Non ci sono risposte facili, può aiutare però a farsi un’idea ripercorrere i 23 anni che ha trascorso al potere: quel che emergerà è che è passato da una guerra all'altra, letteralmente dal primo giorno che divenne premier, il 9 agosto 1999. Da allora la guerra è stata la lingua con cui ha regolato le sue relazioni internazionali, tanto con le repubbliche ex-sovietiche confinanti, tanto con l’Occidente.
Il racconto inizia nell’estate 1996, quando il 43enne ex tenente colonnello dei servizi segreti sovietici (Kgb) ed ex vicesindaco di San Pietroburgo Vladimir Putin arrivò a Mosca per coprire la carica di capo delegato del dipartimento per la gestione della Proprietà presidenziale. La Federazione Russa non se la passava granché bene. Boris Eltsin, il primo presidente dopo la dissoluzione dell’Urss, era appena stato rieletto per un secondo mandato al Cremlino, nonostante sotto la sua presidenza l’economia fosse in grave difficoltà e dilagassero povertà, corruzione, criminalità organizzata.
C’era già una guerra: ai primi di luglio Eltsin aveva avviato un’offensiva su larga scala per riprendere il controllo della Cecenia, piccola repubblica caucasica che perseguiva l’indipendenza da Mosca dal 1991, e fallì. Il 30 agosto 1996 la firma degli Accordi di Khasavyur sancì la sconfitta russa.
Fu in questo contesto che Putin iniziò la scalata al potere. Il 26 marzo 1997 divenne delegato capo del Personale presidenziale, il 25 luglio 1998 capo dell’Fsb, l’agenzia di intelligence erede del Kgb dove un quarto di secolo prima era iniziata la sua carriera, il 25 marzo 1999 segretario del consiglio di sicurezza, il 9 agosto dello stesso anno viene infine indicato da Eltsin come nuovo premier, e come suo successore in vista delle elezioni presidenziali previste l’anno successivo.
Solo il giorno prima, l’8 agosto, il suo predecessore Serghiei Stepashin aveva inviato le truppe nella regione caucasica del Daghestan, una delle 85 entità amministrative che compongono la Federazione Russa, dove la guerriglia islamista cecena aveva occupato quattro villaggi. Il 10 gli insorti dichiararono l’indipendenza. Putin si sarebbe insediato ufficialmente solo il 16, ma da subito agì come fosse già nel pieno delle sue funzioni promettendo di risolvere la crisi daghestana entro due settimane. Ne serviranno quattro, ma sta di fatto che in meno di un mese di governo Vladimir Putin aveva già vinto la sua prima guerra. Restava però da porre rimedio allo smacco del ’96, e non perse tempo. Ebbe gioco facile a riaprire le ostilità anche per via degli attentati esplosivi che colpirono tra il 4 e il 16 settembre diverse edifici residenziali a Mosca e nelle città meridionali di Buynaksk e Volgodonsk. I morti furono 307. Alcune evidenze suggerirono che a mettere le bombe sarebbe stato il servizio segreto federale, per incolpare gli insorti ceceni. Tra chi supportò questa versione dei fatti ci furono la giornalista Anna Politkovskaya, uccisa a colpi di pistola nell’ascensore del suo condominio il 7 ottobre 2006, e l’ex agente segreto Alexander Litvinenko, morto per avvelenamento il 4 dicembre dello stesso anno.
Il 1 ottobre 1999 iniziò una nuova offensiva di terra e di aria sulla Cecenia, e fu feroce, brutale. I militari russi non si facevano scrupoli a colpire la popolazione civile. L’episodio più noto avvenne il 21 ottobre, quando un missile russo bersagliò il mercato della capitale cecena Grozny: morirono 140 persone, tra cui donne e bambini, centinaia furono ferite. Otto giorni dopo un aereo russo bombardò un convoglio di profughi, tra i 25 morti c’erano volontari della croce rossa e giornalisti. Emersero racconti di stupri e violenze sulla popolazione civile, di stragi a sangue freddo.
Il 31 dicembre 1999, a guerra ancora in corso, Boris Eltsin, malato e screditato per i suoi problemi di alcolismo, si dimise e Putin assunse l’interim. Le elezioni anticipate, svoltesi nel marzo 2000, lo confermeranno al Cremlino con il 53% dei voti. Giurò come presidente il 7 maggio 2000, un mese dopo insediò un uomo di fiducia a capo dell’amministrazione cecena. Le polemiche sulle violazioni dei diritti umani in Cecenia andarono avanti per qualche tempo, ma la Comunità internazionale non intraprese alcuna azione a riguardo. Non c’è da stupirsi. Il Caucaso non era infatti l’unico scenario bellico che vedeva impegnata la Russia: da un anno faceva parte, insieme ai paesi Nato, della Kosovo Force (Kfor), l’operazione di peacekeeping nell’ultima delle guerre balcaniche iniziate quasi un decennio prima. I paesi atlantici, tuttavia, sostenevano le aspirazioni indipendentiste della popolazione di etnia albanese, mentre Mosca, nonostante la poca simpatia per l’allora presidente jugoslavo Milosevic, ha da sempre un forte legame con la Serbia, in virtù della comune fede ortodossa ma non solo. Inimicarsi il Cremlino in quel momento avrebbe significato tornare a incendiare lo scacchiere balcanico, l’Occidente non poteva permetterselo. Insomma, Putin potè usare la partecipazione a una guerra che coinvolgeva la comunità internazionale per aver le mani libere nel conflitto ai propri confini meridionali.
I rapporti della Russia con i paesi atlantici sarebbero rimasti buoni a lungo, tanto che nel 2007 il G7, il gruppo dei paesi più industrializzati del mondo di cui fa parte anche l’Italia, si allargò alla Russia diventando G8.
Putin restò presidente fino al 2008: allora la costituzione della Federazione non consentiva un ulteriore mandato, così al Cremlino salì il suo stretto collaboratore Dmitrij Medvedev, mentre Putin fu nominato primo ministro, mantenendo di fatto ben salde in mano le leve del potere. In questa fase, si accese un'altra crisi nel Caucaso. La Georgia, che faceva parte della Comunità degli stati indipendenti, l’organizzazione internazionale che raggruppava buona parte delle ex repubbliche sovietiche, cercava da tempo di affrancarsi dall’influenza di Mosca, ma doveva fare i conti con le regioni russofile dell’Abkhazia dell’Ossezia del Sud, con cui vigeva un precario cessate il fuoco dopo tre anni di scontri terminati nel 1994 e che nel frattempo avevano raggiunto un’autonomia de facto.
La notte del 7 agosto 2008 la Georgia bombardò la capitale sud-osseta Tskhinvali provocando centinaia di morti e enormi distruzioni. L’indomani Mosca intervenne a fianco dei secessionisti e la Georgia dichiarò lo stato di guerra, nei giorni successivi il conflitto si allargò in Abkhazia. Con la mediazione dell’allora presidente francese Nicolas Sarkozy il 12 agosto fu raggiunto l’accordo per il cessate il fuoco. Due settimane dopo Mosca riconobbe l’indipendenza delle due repubbliche separatiste, facendo leva sul riconoscimento del Kosovo di pochi mesi prima da parte di numerosi stati: di nuovo, Putin si avvalse di quel che avveniva nel conflitto balcanico per rafforzare la sua posizione nel Caucaso.
Putin si ricandidò alla presidenza alle elezioni del 4 marzo 2012, vincendole con il 64% dei voti. Da allora è sempre stato presidente, due anni fa ha anche ottenuto la riforma costituzionale che gli consente di candidarsi per altri due mandati e restare al Cremlino potenzialmente fino al 2035.
Due anni dopo, mentre si chiudevano le Olimpiadi invernali che per la prima volta si tenevano in Russia, a Sochi, si infiammò l’Ucraina: la tendopoli pro-Ue di Maidan a Kiev, gli scontri, il governo filo-russo di Yanukovic rovesciato. La reazione di Putin fu mandare soldati russi senza mostrine né bandiere a occupare militarmente la penisola di Crimea, annettendola ufficialmente il 18 marzo. Le conseguenze di questi fatti, e dei lunghi anni di guerriglia separatista nel Donbass, sono la tetra cronaca di questi giorni.
Negli otto anni passati da quei fatti i rapporti con l'Occidente si sono guastati, il G8 non si è mai più riunito, l'Occidente ha opposto all'espansionismo di Mosca le prime sanzioni, molto meno pesanti di quelle attuali. Frattanto, Putin ha continuato a fare la guerra, in altri scenari. A settembre 2015 la Russia entra attivamente nel conflitto in Siria, a fianco del governo di Bashar Assad e contro le fazioni ribelli, che dopo oltre quattro anni di conflitto, erano finite per essere egemonizzate da gruppi islamisti radicali. L’intervento russo fu determinante nel permettere al regime di Damasco, dato per prossimo alla sconfitta, di riconquistare gran parte del paese. Anche Putin però ha ne ha guadagnato: in primo luogo, rubando la scena agli Stati Uniti, che mantennero un ruolo di secondo piano e finirono per ritirarsi durante l’amministrazione Trump. In secondo luogo, trovando un canale di comunicazione, fino alla firma di un accordo il 23 ottobre 2019, con la Turchia, che dopo la Cina è la seconda grande potenza attorno ai confini russi. Peraltro un paese Nato, con il secondo esercito più numeroso dell’alleanza.
Il penultimo intervento militare russo risale solo a due mesi fa, quando con tutta probabilità i piani per l’invasione dell’Ucraina erano già in fase avanzata, e ha riguardato un’altra enorme repubblica ex sovietica, il Kazakhstan. Lo scorso gennaio Putin ha inviato le forze armate ad aiutare il presidente Kassym-Jomart Tokayev a far rientrare i violenti moti di protesta innescati dall’aumento dei prezzi dell’energia. Anche qui Mosca ha avuto il suo tornaconto: cementare i rapporti non solo con il Kazakhstan e altri stati asiatici nati dalla dissoluzione dell’Urss, ma anche con la Cina, interessata al mantenimento degli equilibri regionali. E Pechino, di fronte all’invasione dell’Ucraina, ha mantenuto un approccio morbido e dialogante.
Terra bruciata. L’impunità dell’esercito russo, dalla Cecenia all’Ucraina (che resiste). Adriano Sofri su L'Inkiesta il 27 Ottobre 2023
Il mondo vide che un minuscolo popolo invaso sapeva ricacciare indietro una potenza ubriaca di sé. Se ne stupì, ma attribuì la cosa a una stravaganza esotica: se n’è stupito un quarto di secolo dopo, su una scala più vasta e più vicina, e per una volta ha provato a non distrarsi
Nel 1996 all’autore di questo libro successe una duplice avventura romanzesca. C’era la guerra in Cecenia. Quella che sarebbe passata alla storia col nome di Prima guerra cecena, e che si concluse provvisoriamente con la vittoria di quel minuscolo paese del Caucaso sul colossale esercito russo. Era ancora la Russia di Eltsin. Nel 1999 Eltsin nominò a succedergli l’ufficiale del KGB, che si sbrigò a guadagnarsi i galloni di uomo forte e vittorioso.
Grozny fu rasa al suolo una seconda volta. Nel 2000 la partita era stata regolata, benché il conto con i resistenti di ogni affiliazione, dai patrioti laici ai fanatici del terrore islamista, non si chiudesse prima di altri nove anni, e passando attraverso orrori e carneficine come il teatro Dubrovka a Mosca e la scuola di Beslan.
In capo a quel decennio la gente cecena, meno di un milione e mezzo di persone, aveva perduto una su cinque delle sue vite, ed era stata sparpagliata nell’esilio in Europa, in Turchia, nel Nord America e altrove. I suoi capi superstiti piegati si adattarono a diventare i pretoriani feroci ed esosi del nuovo zar.
Un filo ostinato lega la terra bruciata in quel Caucaso alla sequela di mosse impunite della forza armata russa in Georgia, in Crimea, in Siria. In Ucraina. Il mondo vide, ma distrattamente, che un minuscolo popolo in un minuscolo territorio invaso sapeva resistere, tener testa, e addirittura ricacciare indietro una potenza straripante e ubriaca di sé.
Se ne stupì, ma attribuì la cosa a una stravaganza esotica, una reminiscenza di Hadzj Murat, cavalli, schioppi, turbanti. «Il mondo» se n’è stupito il 24 febbraio del 2022, un quarto di secolo dopo, sulla scala più vasta e più vicina dell’Ucraina, e per una volta ha provato a non distrarsene.
Insomma, c’era la guerra in Cecenia, l’autore aveva trascorso gran parte degli ultimi tre anni in Bosnia, a Sarajevo, perché c’era la guerra nei Balcani, e anche quella era una anticipazione in scala della futura Ucraina, la Serbia nazionalcomunista nel ruolo della Russia imperiale, la Bosnia Herzegovina nel ruolo che era stato della Cecenia – «musulmana», oltretutto – e che sarebbe stato dell’Ucraina.
Gli proposero di andare a Grozny e raccontare quella guerra strana, micidiale, alla periferia dell’Europa – dove l’Europa era nata, in realtà. Ci andò, del tutto alla ventura, e si trovò di colpo in un contesto rocambolesco di rapporti con gli attori della ribellione cecena, i bojeviki, i guerrieri, i politici, gli affaristi, i malavitosi – e la gente, i ragazzi, le donne.
Non si può immaginare come basti un giorno e una notte per stringere legami fra gli umani che altrimenti sarebbero impensabili, o chiederebbero anni e anni, quando c’è una guerra, in un posto che appartiene a uno o due secoli fa, salvo che gli hanno insegnato a usare le armi più nuove.
E che ha incisa la memoria recente di una deportazione brutale: fra il 1944 e il 1956 l’intero popolo ceceno fu nel giro di ore ammassato di forza dentro vagoni da bestiame e tradotto in Siberia o in Kazakistan, espiantato, falcidiato. «Se ti cerchi un nemico, vieni in Cecenia. E anche se cerchi un vero amico!». L’autore tornò incolume, e persuaso di aver trovato dei veri amici.
C’era da esser grati di una tale esperienza umana. Ma non era che l’antefatto. La guerra russo- cecena toccò uno stallo, poi si mutò in una tregua e un riconoscimento di fatto della condizione compiuta sul campo. La Cecenia la rivendicò come un’indipendenza raggiunta, la Russia oscillò fra la furia e il buon viso a cattivo gioco.
Non era la pace, ma la simulò. Alle porte della Cecenia, al confine con il paese fratello-coltello, l’Inguscezia, l’auto su cui viaggiavano tre italiani, due medici volontari e un organizzatore dell’associazione umanitaria Intersos, fu fermata con le armi, e i tre sequestrati scomparvero coi loro rapitori. I sequestri di persona per estorsione erano già un flagello della giovane repubblica caucasica. Facevano paura.
Passò del tempo, troppo tempo, e niente succedeva. I servizi, quelli russi, quelli italiani, facevano mostra di tener dietro alla cosa, ma non le si avvicinavano nemmeno. L’aspettativa si faceva sempre più cupa. Ci si ricordò dell’autore di questo libro, del suo viaggio, delle sue amicizie. La famiglia del più giovane dei medici rapiti lo conosceva. Gli domandarono di fare qualcosa.
Chiese notizie a quei suoi amici, non ne avevano, ma erano pieni di buona volontà. Decise di partire: era una mezza pazzia, si capisce. Così ebbe, a distanza di pochi mesi, il suo secondo viaggio ceceno, più avventuroso e rocambolesco del primo. Terribile, anche: non c’è impresa più seducente che il soccorso a vite pericolanti, non c’è impresa più angosciosa che il tentato soccorso concluso in tragedia. Finì bene.
È trascorso più di un quarto di secolo. L’autore di questo libro è stato in molti altri luoghi più o meno tempestosi: carcere, altre guerre, paesi lontani e feriti. E in Ucraina.
Dr. Jekyll e Mr. Putin. I due volti opposti del patriottismo. Vittorio Emanuele Parsi su L'Inkiesta il 21 Novembre 2023
In “Madre patria” (Bompiani), Vittorio Emanuele Parsi spiega come la resistenza ucraina contro la sciagurata invasione russa mostri nel modo più evidente il dispiegarsi due concetti diversi, ricondotti allo stesso termine: il nazionalismo sciovinista e imperialista e l’amore verso la propria nazione
Perché è opportuna proprio adesso una nuova riflessione sulla Patria? La risposta è sotto i nostri occhi. La ascoltiamo e leggiamo nel dibattito politico italiano, in cui, con monotona e devastante inutilità, tornano a scontrarsi in questi primi anni venti del XXI secolo idee identitarie e settarie di Patria e rivendicazioni esclusive di chi dovrebbero essere i veri patrioti. Ma ancora di più lo è nella constatazione che nel mondo intorno a noi, a cominciare dall’Europa e dall’Unione europea, nessuno si illude che il privarsi di questo concetto di identità nazionale costituisca un viatico efficace verso diverse e necessarie sintesi politiche più ampie.
Qualunque cosa rappresenti, qualunque significato vogliamo ascrivere alla parola – che la si ami, la si detesti, ci risulti indifferente o ci commuova – il concetto di Patria è tornato nel lessico della vita e della politica. Spesso brandito come un’arma nei confronti degli avversari, talvolta aggettivato per screditarne l’utilizzo altrui ed esaltarne il proprio, il termine Patria finisce sovente per essere impiegato nell’accezione opposta al suo originario significato: viene infatti usato non per unire, ma per dividere, al limite per consentire a una parte di appropriarsi del tutto. Ma altrettanto spesso la scelta di chi desidera impedire questa appropriazione indebita è quella debole e rinunciataria di negare il valore del concetto di Patria per camuffare la propria incapacità di difenderlo, relegandolo a un vetusto armamentario lessicale ottocentesco.
Eppure l’idea di Patria è ben viva nel dibattito mondiale e rappresenta un formidabile moltiplicatore di energie, abnegazione e spirito di sacrificio: è in grado di creare un senso civico che, in sua assenza, non arriva a compiere quel balzo in avanti, il solo capace di saldare l’esperienza delle comunità in cui ognuno di noi è immerso con le istituzioni che creano e garantiscono le regole del nostro vivere associato. Come è possibile che noi italiani siamo condannanti a restare orfani della nostra Madre Patria solo perché non riusciamo a svoltare e andare oltre l’esperienza che dagli anni venti del XX secolo fino alla fine della Seconda guerra mondiale ha fatto della Patria un ostaggio di politiche vergognose e ci ha costretto a scegliere tra una ignominiosa sconfitta e una ancor più esecrabile vittoria del progetto nazifascista?
Non si tratta di dimenticare né di omologare, ma di far ritornare la nostra Madre Patria dall’esilio in cui la abbiamo confinata per la nostra incapacità di affrontare il dibattito civile e politico in modo leale, senza appropriarci del suo nome in modo partigiano e particolaristico. Oggi più che mai non possiamo restare gli unici orfani in un mondo e in un’Europa in cui nessuno rinnega la propria Patria, e a ragion veduta. Senza un senso della Patria, nessuna idea di riforma delle nostre istituzioni, nessuna rigenerazione della politica, nessuna individuazione di corpi intermedi appropriati per il XXI secolo e nessun processo di sincera, ulteriore e necessaria unificazione europea è percorribile con successo. Perché chiunque voglia affondare uno di questi tentativi non avrà altro da fare che recuperare il proprio strumentale simulacro di Patria, per riuscire nel suo intento. Una selva di idoli protagonisti cia- scuno di un monoteismo intollerante è sempre a disposizione e pronta per essere scagliata contro l’idea pluralistica, inclu- siva, accogliente, duttile e cangiante di Madre Patria di cui abbiamo bisogno.
La tremenda guerra imposta dalla Russia al popolo ucraino ci ha mostrato i due volti della Patria e del patriottismo. Quello malevolo e arcigno, aggressivo e violento, che pone la propria Patria al di sopra di qualunque criterio di giustizia e umanità, perfettamente analogo a quello della Germania nazista e dell’Italia fascista, incarnato dalla Russia di Vladimir Putin. E quello che evoca echi risorgimentali e resistenziali, rappresentato plasticamente da tutto il popolo dell’Ucraina guidato da Volodymyr Zelensky. Da Mosca come da Kyjiv la Patria è stata continuamente evocata, eppure non deve sfuggire che dietro la stessa parola si nascondono due concezioni ben diverse: quella del nazionalismo sciovinista e imperialista e quella più irenica ma non imbelle del patriottismo.
Non è casuale, e neppure è un mero omaggio all’attualità, la scelta di tornare lì, a questa guerra ancora in corso, nella quale l’uso del concetto di Patria ha toccato i vertici dell’eroismo e gli abissi dell’abominio, per sottolineare come in ogni Dr. Jekyll possa celarsi la natura di un Mr. Hyde. Come nel romanzo di Robert Louis Stevenson l’ambizione può portare una persona benevola e rispettabile a trasformarsi in un mostro, così in politica un concetto di per sé inclusivo e positivo può farsi strumento al servizio dei peggiori deliri di sopraffazione.
Da “Madre patria” di Vittorio Emanuele Parsi, Bompiani, 192 pagine, 17 euro
Battaglione Sibir. L’Ucraina recluta i cittadini russi che vogliono sconfiggere Putin. Federico Bosco su L'Inkiesta il 27 Ottobre 2023
Kyjiv procede con la sua controffensiva inserendo nel suo esercito le minoranze etniche provenienti dalla Siberia, come gli jakuti e buriati volenterosi di vendicare la russificazione forzata delle loro comunità e di unirsi in una comune una guerra di liberazione dal colonialismo del Cremlino
L’Ucraina sta formando battaglioni costituiti interamente da soldati reclutati tra i cittadini russi che vogliono combattere contro il regime di Vladimir Putin. Il primo di questi è il battaglione “Sibir” (Siberia), che mette insieme dozzine di russi provenienti dalle minoranze etniche siberiane. L’ufficiale ucraino ascoltato da Reuters e Bloomberg ha detto che la maggior parte di loro sono jakuti e buriati, arruolatosi con il desiderio di unirsi alla resistenza ucraina per combattere contro lo stesso imperialismo russo che hanno subito storicamente, e che ancora vivono, nelle terre d’origine. I sessanta membri del battaglione Sibir – che visti i numeri sarebbe più corretto definire compagnia – sono arrivati in Ucraina viaggiando attraverso diversi paesi, e prima di essere accettati e arruolati sono stati sottoposti ad approfonditi controlli di sicurezza per verificare che fossero realmente sostenitori della resistenza ucraina, e non delle spie del Cremlino.
A differenza della legione russa operativa da tempo composta da russi etnici oppositori del regime, e dalle altre legioni straniere formate da volontari provenienti dallo spazio post-sovietico e post-imperiale russo (bielorussi, georgiani, ceceni) il battaglione Siber sarà parte integrante delle forze armate ucraine. Nei prossimi mesi Kyjiv si aspetta di attrarre altri cittadini della Federazione Russa, in particolare tra le minoranze, per combattere quella che per molti è la guerra di liberazione storica dal colonialismo russo, una guerra che finora non hanno avuto la possibilità di combattere.
Intervistato dalla Reuters, un soldato ventinovenne proveniente dalla Buriazia ha ricordato la russificazione forzata subita dal suo popolo, prima dalla Russia zarista e poi dall’Unione Sovietica. «Quando ci colonizzarono distrussero la nostra cultura, la nostra lingua, le nostre tradizioni». La Burazia è una regione siberiana che affaccia sul lago Baikal, e secondo gli analisti militari è uno degli Oblast dove l’esercito russo ha reclutato un numero sproporzionato di persone da mandare nei settori più mortali del fronte ucraino.
Il soldato buriato ha detto che molte persone sono state mobilitate con la forza o il ricatto, altre sono state tentate dagli stipendi anche dieci volte superiori a quelli della Buriazia, dove i redditi e la qualità della vita sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli di Mosca e San Pietroburgo.
Secondo la Free Buryatia Foundation, mobilitare un numero sproporzionato di buriati rispetto ai russi etnici delle città della Russia occidentale è stata una scelta precisa, poiché il Cremlino considera Oblast come la Buriazia meno rischiosi in termini di proteste antigovernative, un modo per non caricare il peso diretto della guerra sui russi etnici. Inoltre, Mosca attribuisce alle minoranze etniche che manda a combattere i crimini di guerra peggiori, come è successo inizialmente con il massacro di Bucha.
«Dobbiamo distruggere il regime», ha detto a Bloomberg un soldato ventinovenne originario della Yakutia, una regione della Siberia nord-orientale ricca di petrolio, gas, oro e diamanti (un settore ancora non sanzionato dall’Unione europea). «Voglio che la Yakutia diventi un paese democratico e libero. Oggi è un luogo dove c’è tantissima ricchezza ma le persone sono estremamente povere, e a prosperare sono solo i funzionari statali che servono Putin».
Tuttavia, tra le reclute ci sono anche russi etnici. La Reuters ha parlato con un quarantunenne proveniente dall’Oblast di Mosca che si fa chiamare “Gandhi”, in memoria del leader che guidò l’India verso l’indipendenza dal dominio coloniale britannico. Bloomberg ha sentito “Martin”, un ventinovenne di Mosca che prima di arrivare in Ucraina lavorava come ingegnere nel settore dell’IT. Entrambi hanno confidato che le loro famiglie non sanno che sono lì, per la loro sicurezza, ma anche perché alcuni parenti sono sostenitori di Putin.
All’inizio della guerra Kyjiv impediva ai russi di unirsi alla legione internazionale, ma con il tempo la legione “Svoboda Rosiji” (Libertà alla Russia) si è guadagnata la fiducia dei comandanti ucraini e viene schierata anche nei settori più decisivi. Come loro i bielorussi del Reggimento Kastuś Kalinoŭski, e la Legione georgiana, che già dal 2014 combatteva contro le milizie russe e filorusse che hanno invaso e occupato il Donbas. Con il battaglione Sibir questo fronte si allarga ulteriormente.
In Europa occidentale si fa ancora fatica a comprendere il significato e la portata della lotta di resistenza dell’Ucraina, che rappresenta una fonte di ispirazione non solo per le ex repubbliche sovietiche, ma anche per alcune regioni della Federazione Russa e per i russi che hanno la volontà, ma non ancora la forza, per combattere il regime di Putin in patria. «Se la gente vuole combattere per noi, per i nostri confini, per il crollo del regime russo, perché no?», ha detto il comandante ucraino del battaglione Sibir. «È una loro scelta, e dimostra che non tutti i russi sostengono Putin».
L’esercito ucraino adesso prevede di accelerare le procedure di controllo dei background personali degli aspiranti volontari, che attualmente possono richiedere fino a un anno, per incoraggiare più russi a entrare nei loro ranghi.
Carcere a cielo aperto. L’invisibile ma essenziale battaglia dei partigiani ucraini. Kateryna Kovalenko su L'Inkiesta il 25 Ottobre 2023
Le zone occupate dai russi sono un luogo difficile per la resistenza, in cui ognuno cerca di fare la propria parte per comunicare gli spostamenti delle truppe nemiche e combattere la propaganda, rischiando di essere arrestato e torturato
Una mano ormai raggrinzita per l’età e per il lavoro compone un numero su un vecchio cellulare con i tasti. Dall’altro lato c’è qualcuno pronto a ricevere la comunicazione: il numero dei militari, il numero dei mezzi, la direzione che prendono, quello che si può vedere dal balcone del quarto piano di un condominio a Sumy. È così giorno dopo giorno. A un certo punto, però, la voce anziana al telefono con i tasti dice di non farcela più a rimanere lì, è diventato troppo pericoloso. «Vado nel villaggio dalla mia amica, passo attraverso i campi». «Nonnina, ma come fai ad andarci, il campo è minato», le risponde la voce dall’altro lato del telefono. «Ho visto dove hanno sotterrato le mine». Così passano tre giorni di silenzio e ansia. Al terzo giorno la donna ritorna al rituale quotidiano: comunicare gli spostamenti delle truppe nemiche.
Questa storia è un pezzo di vita degli ucraini sotto l’occupazione russa. Quel febbraio del 2022 ha stravolto la vita di ogni cittadino. L’anno scorso, la poetessa Oksana Yablonska scriveva queste righe: «Chi ancora ieri vagava come un’ombra. Oggi fa miracoli e sembra lui stesso un miracolo». Ed ecco che anche una signora pensionata mette a repentaglio la propria vita pur di salvare la terra natìa. Non è l’unica. Ci sono centinaia di ragazzi e ragazze che ogni giorno trovano il modo per resistere nei territori occupati e far capire ai russi che non sono i benvenuti sulla terra ucraina. Questa è solo una delle storie incredibili che mi ha raccontato Ostap (nome di fantasia, per questioni di privacy), uno dei portavoce del Centro della resistenza dell’Ucraina. Mi aiuta a far luce su ciò che accade nel territorio temporaneamente occupato (Tot). Innanzitutto, secondo lui queste regioni, città e villaggi verranno liberati. Non può essere altrimenti. Il movimento della liberazione si è diffuso a macchia d’olio. «Perché la resistenza è nazionale. È la battaglia di una comunità con il nemico. I russi si aspettavano un’accoglienza con i fiori. Tutt’oggi credono nell’esistenza di un centro di comando. Una volta liquidato quello, secondo loro, la gente smetterà di opporsi. Ma il movimento si è diffuso in progressione geometrica. Noi stessi siamo molto sorpresi di come questa idea ha conquistato le menti delle persone, ed è diventata un’idea di massa», mi racconta Ostap.
Uno tra i miti più diffusi della propaganda russa consiste nel mostrare le lunghe file degli ucraini in ansia di ricevere il passaporto russo. Non bisogna essere scienziati per smentire la solita bugia. «Basta guardare i fatti. Stando ai dati russi il novanta per cento della popolazione del territorio temporaneamente occupato ha votato a favore della Russia. Allora perché ancora non tutti hanno ricevuto il passaporto russo? Anche dopo le torture si rifiutano di prenderlo», dice Ostap. Eppure la vita senza quel documento è davvero difficile. I russi provocano artificialmente carenza di cibo e medicine. L’assistenza sanitaria la può ricevere solo chi è provvisto di quel passaporto. Altrimenti nulla. Non si possono ottenere neanche i diecimila rubli di sostegno. Il territorio occupato dai russi è un carcere a cielo aperto, dove gli ucraini rimasti lì vivono sotto costante pericolo. È la definizione che ha scelto Ostap per le zone sotto il controllo dei russi. Hanno installato centinaia di videocamere nelle città più grandi. Inoltre esistono dei cosiddetti posti di blocco mobili. Di fatto è un autobus con a bordo quindici militari russi che gira all’interno della città e può fermarsi in qualunque posto.
Da quando gli occupanti sono entrati nelle città hanno preso il controllo dei municipi e di conseguenza hanno avuto l’accesso alle liste delle persone con familiari militari. E a loro volta hanno stilato elenchi di coloro che hanno una posizione patriottica filoucraina. Eseguono dei blitz negli appartamenti per trovare questa gente e la tengono nei seminterrati per trenta-quaranta giorni torturandola. «Ma se la popolazione civile ti sostiene non hai bisogno di perseguire, torturare, mettere alle strette le persone», conclude Ostap.
Tuttavia bisogna ammettere che la propaganda russa si è fatta sentire anche nella stessa Ucraina libera. «Ci sono anche dei collaborazionisti. Non lo nascondiamo. L’oligarca Medvedchuk (arrestato e scambiato un anno fa per i difensori di Azovstal) e il suo partito Opzh (ora vietato) hanno rilevato delle persone diventate collaborazioniste. Sono stati loro a tradire i patrioti. Eppure non sono stati sufficienti neanche per organizzare il referendum sull’unione alla Russia. Così nelle file per votare sono comparsi i cittadini portati da Siberia e Mosca», conclude Ostap.
In questo carcere a cielo aperto il rischio è costante e bisogna sapere come comportarsi. Uno dei trucchi usati dai russi per scoprire quelli che non sono favorevoli al “mondo russo” è vestirsi in borghese e lamentarsene a voce alta, cercando di attirare in questa trappola più gente possibile. Poche ore dopo gli ucraini che si sono fatti coinvolgere vengono portati nei seminterrati e torturati. «Cerchiamo di essere più utili possibile per il popolo spiegando loro come devono comportarsi e fare una resistenza non violenta, come sfruttare al meglio le proprie capacità. Bisogna continuamente studiare la situazione e adattarsi ad essa. Abbiamo preso la decisione di stilare e diffondere pubblicamente il libretto di istruzioni su come comportarsi nei territori occupati. Non c’è nulla di segreto, ma questo libretto spinge le persone a ragionare in un certo modo. A volte la gente non si rende conto delle basilari regole di sicurezza, ed è umano purtroppo».
Potrebbe sembrare che la resistenza avvenga in maniera caotica eppure è tutto ben organizzato. «Questa è la battaglia per la nostra terra che avviene in collaborazione tra militari e civili. Lo diciamo sempre che senza il sostegno dei civili i militari non vinceranno. E la nostra gente ha dei militari sui quali poter contare», sostiene Ostap.
La guerra porta anche ad aggiornare il proprio vocabolario. E nel primo anno dell’invasione su vasta scala quello ucraino si è arricchito con decine di verbi nuovi. Gli avvenimenti nel villaggio di Chornobaivka nella regione di Kherson ne hanno contribuito. Chornobaivka è diventata famosa grazie ai numerosi e precisi attacchi dell’esercito ucraino sui punti di dislocazione dei mezzi militari, arsenale e personale dei russi. «Tutto questo è avvenuto grazie a un cittadino al quale abbiamo consegnato un semplice drone. Lui lo alzava in aria e ci segnalava la posizione. Grazie al suo supporto le forze armate sono riuscite a colpire più volte il punto della dislocazione del nemico», racconta Ostap.
Quando si parla di resistenza o dei partigiani i primi esempi che vengono in mente di solito sono vari movimenti attivi durante la Seconda guerra mondiale. Uno dei più importanti è stato il movimento dei partigiani italiani. Tuttavia quest’estate le controverse parole del presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo sulla legittimità della difesa ucraina hanno lasciato un po’ di amarezza in coloro che si battono per il diritto di vivere.
«È molto triste quando le persone che si definiscono partigiani diventano vittime della propaganda russa», dice Ostap. «Perché loro dovrebbero percepire che cosa vuol dire essere partigiani. Un partigiano combatte per la libertà sulla propria terra. È gente che sceglie questa strada di resistenza. Ricordate le manifestazioni di migliaia di persone avvenute all’inizio dell’invasione nelle varie città occupate. Questa è la resistenza, questo è il movimento dei partigiani. E soltanto grazie al loro sacrificio l’esercito russo non è arrivato al confine polacco, grazie anche ai civili. I partigiani sono coloro che combattono per la propria libertà sul serio. Quando la politica statale dell’Italia è a sostegno dell’Ucraina non mi sembrano giuste certe dichiarazioni. Stiamo vivendo quello che hanno vissuto i partigiani della Seconda guerra mondiale, siamo perseguitati, torturati, uccisi. Tutto questo avviene oggi, nel ventunesimo secolo, non è un film su Netflix sui tempi di guerra. Ora qualcuno combatte eroicamente per la propria terra in tempo reale. Ci sono migliaia di tombe senza nomi che vengono scoperte dopo la liberazione da parte dell’esercito ucraino di una città o villaggio. Molti di loro tutt’oggi non sono stati riconosciuti. Questo sarebbe il mondo russo, quindi i partigiani oggi fanno quello che dovrebbero fare. Loro sono diventati una parte della battaglia nazionale».
Molti Paesi occidentali sono costretti a rassegnarsi al fatto che il modo di condurre una guerra è cambiato. Si adopera tanta tecnologia ma al contempo l’invasore non rispetta alcuna dottrina e costringe a inventare sempre modi nuovi per contrastarlo.
Ostap racconta dei vari movimenti presenti oggi in Ucraina, come la «Striscia gialla», «Mariupol ї» ma anche dei singoli cittadini pieni di inventiva. A Kherson c’era una ragazza che sulla maglietta ha ricamato «ЗСУ» (l’acronimo delle forze armate dell’Ucraina) e girava per la città. L’hanno torturata per ventiquattro giorni in un seminterrato. Per quanto sembri assurdo la sua forza d’animo non è crollata. Lei continua ad aiutare il proprio paese. «Abbiamo studiato le tattiche di resistenza dei vari Paesi, dall’Italia alla Finlandia, alla Francia e le abbiamo adattate. Perché i tempi moderni sono diversi. Ci sono delle cose che abbiamo utilizzato ma la maggior parte sono delle tecniche nuove create da noi. Purtroppo la resistenza è nel sangue degli ucraini. Dico purtroppo perché vorremmo vivere in pace e tranquillità, sviluppare il nostro Paese. Invece siamo sempre costretti a combattere. A ricordare solo le rivoluzioni avvenute nei trent’anni dell’Ucraina indipendente. Ma possiamo fare paragoni con gli stessi partigiani italiani, perché la nostra battaglia è molto simile alla loro: combattere nazismo e fascismo. Quella russa è la nuova forma di fascismo e nazismo».
Tempi difficili temprano l’animo delle persone. Con la vittoria del mondo civile sul nazismo gli europei hanno vissuto nel benessere. Ora i tempi duri sono tornati e gli ucraini ci mostrano quanto vale la coesione nazionale per sconfiggere il male.