Denuncio al mondo ed ai posteri con i miei libri tutte le illegalità tacitate ed impunite compiute dai poteri forti (tutte le mafie). Lo faccio con professionalità, senza pregiudizi od ideologie. Per non essere tacciato di mitomania, pazzia, calunnia, diffamazione, partigianeria, o di scrivere Fake News, riporto, in contraddittorio, la Cronaca e la faccio diventare storia. Quella Storia che nessun editore vuol pubblicare. Quelli editori che ormai nessuno più legge.

Gli editori ed i distributori censori si avvalgono dell'accusa di plagio, per cessare il rapporto. Plagio mai sollevato da alcuno in sede penale o civile, ma tanto basta per loro per censurarmi.

I miei contenuti non sono propalazioni o convinzioni personali. Mi avvalgo solo di fonti autorevoli e credibili, le quali sono doverosamente citate.

Io sono un sociologo storico: racconto la contemporaneità ad i posteri, senza censura od omertà, per uso di critica o di discussione, per ricerca e studio personale o a scopo culturale o didattico. A norma dell'art. 70, comma 1 della Legge sul diritto d'autore: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali."

L’autore ha il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo (art. 12 comma 2 Legge sul Diritto d’Autore). La legge stessa però fissa alcuni limiti al contenuto patrimoniale del diritto d’autore per esigenze di pubblica informazione, di libera discussione delle idee, di diffusione della cultura e di studio. Si tratta di limitazioni all’esercizio del diritto di autore, giustificate da un interesse generale che prevale sull’interesse personale dell’autore.

L'art. 10 della Convenzione di Unione di Berna (resa esecutiva con L. n. 399 del 1978) Atto di Parigi del 1971, ratificata o presa ad esempio dalla maggioranza degli ordinamenti internazionali, prevede il diritto di citazione con le seguenti regole: 1) Sono lecite le citazioni tratte da un'opera già resa lecitamente accessibile al pubblico, nonché le citazioni di articoli di giornali e riviste periodiche nella forma di rassegne di stampe, a condizione che dette citazioni siano fatte conformemente ai buoni usi e nella misura giustificata dallo scopo.

Ai sensi dell’art. 101 della legge 633/1941: La riproduzione di informazioni e notizie è lecita purché non sia effettuata con l’impiego di atti contrari agli usi onesti in materia giornalistica e purché se ne citi la fonte. Appare chiaro in quest'ipotesi che oltre alla violazione del diritto d'autore è apprezzabile un'ulteriore violazione e cioè quella della concorrenza (il cosiddetto parassitismo giornalistico). Quindi in questo caso non si fa concorrenza illecita al giornale e al testo ma anzi dà un valore aggiunto al brano originale inserito in un contesto più ampio di discussione e di critica.

Ed ancora: "La libertà ex art. 70 comma I, legge sul diritto di autore, di riassumere citare o anche riprodurre brani di opere, per scopi di critica, discussione o insegnamento è ammessa e si giustifica se l'opera di critica o didattica abbia finalità autonome e distinte da quelle dell'opera citata e perciò i frammenti riprodotti non creino neppure una potenziale concorrenza con i diritti di utilizzazione economica spettanti all'autore dell'opera parzialmente riprodotta" (Cassazione Civile 07/03/1997 nr. 2089).

Per questi motivi Dichiaro di essere l’esclusivo autore del libro in oggetto e di tutti i libri pubblicati sul mio portale e le opere citate ai sensi di legge contengono l’autore e la fonte. Ai sensi di legge non ho bisogno di autorizzazione alla pubblicazione essendo opere pubbliche.

Promuovo in video tutto il territorio nazionale ingiustamente maltrattato e censurato. Ascolto e Consiglio le vittime discriminate ed inascoltate. Ogni giorno da tutto il mondo sui miei siti istituzionali, sui miei blog d'informazione personali e sui miei canali video sono seguito ed apprezzato da centinaia di migliaia di navigatori web. Per quello che faccio, per quello che dico e per quello che scrivo i media mi censurano e le istituzioni mi perseguitano. Le letture e le visioni delle mie opere sono gratuite. Anche l'uso è gratuito, basta indicare la fonte. Nessuno mi sovvenziona per le spese che sostengo e mi impediscono di lavorare per potermi mantenere. Non vivo solo di aria: Sostienimi o mi faranno cessare e vinceranno loro. 

Dr Antonio Giangrande  

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L’ITALIA ALLO SPECCHIO

IL DNA DEGLI ITALIANI

 

 

ANNO 2023

L’ACCOGLIENZA

SECONDA PARTE

L’ATTACCO

DICIOTTESIMO MESE

 

 

DI ANTONIO GIANGRANDE

 

         

 

L’APOTEOSI

DI UN POPOLO DIFETTATO

 

Questo saggio è un aggiornamento temporale, pluritematico e pluriterritoriale, riferito al 2023, consequenziale a quello del 2022. Gli argomenti ed i territori trattati nei saggi periodici sono completati ed approfonditi in centinaia di saggi analitici specificatamente dedicati e già pubblicati negli stessi canali in forma Book o E-book, con raccolta di materiale riferito al periodo antecedente. Opere oggetto di studio e fonti propedeutiche a tesi di laurea ed inchieste giornalistiche.

Si troveranno delle recensioni deliranti e degradanti di queste opere. Il mio intento non è soggiogare l'assenso parlando del nulla, ma dimostrare che siamo un popolo difettato. In questo modo è ovvio che l'offeso si ribelli con la denigrazione del palesato.

 

IL GOVERNO

 

UNA BALLATA PER L’ITALIA (di Antonio Giangrande). L’ITALIA CHE SIAMO.

UNA BALLATA PER AVETRANA (di Antonio Giangrande). L’AVETRANA CHE SIAMO.

PRESENTAZIONE DELL’AUTORE.

LA SOLITA INVASIONE BARBARICA SABAUDA.

LA SOLITA ITALIOPOLI.

SOLITA LADRONIA.

SOLITO GOVERNOPOLI. MALGOVERNO ESEMPIO DI MORALITA’.

SOLITA APPALTOPOLI.

SOLITA CONCORSOPOLI ED ESAMOPOLI. I CONCORSI ED ESAMI DI STATO TRUCCATI.

ESAME DI AVVOCATO. LOBBY FORENSE, ABILITAZIONE TRUCCATA.

SOLITO SPRECOPOLI.

SOLITA SPECULOPOLI. L’ITALIA DELLE SPECULAZIONI.

 

L’AMMINISTRAZIONE

 

SOLITO DISSERVIZIOPOLI. LA DITTATURA DEI BUROCRATI.

SOLITA UGUAGLIANZIOPOLI.

IL COGLIONAVIRUS.

SANITA’: ROBA NOSTRA. UN’INCHIESTA DA NON FARE. I MARCUCCI.

 

L’ACCOGLIENZA

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA.

SOLITI PROFUGHI E FOIBE.

SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI.

 

GLI STATISTI

 

IL SOLITO AFFAIRE ALDO MORO.

IL SOLITO GIULIO ANDREOTTI. IL DIVO RE.

SOLITA TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE.

SOLITO BERLUSCONI. L'ITALIANO PER ANTONOMASIA.

IL SOLITO COMUNISTA BENITO MUSSOLINI.

 

I PARTITI

 

SOLITI 5 STELLE… CADENTI.

SOLITA LEGOPOLI. LA LEGA DA LEGARE.

SOLITI COMUNISTI. CHI LI CONOSCE LI EVITA.

IL SOLITO AMICO TERRORISTA.

1968 TRAGICA ILLUSIONE IDEOLOGICA.

 

LA GIUSTIZIA

 

SOLITO STEFANO CUCCHI & COMPANY.

LA SOLITA SARAH SCAZZI. IL DELITTO DI AVETRANA.

LA SOLITA YARA GAMBIRASIO. IL DELITTO DI BREMBATE.

SOLITO DELITTO DI PERUGIA.

SOLITA ABUSOPOLI.

SOLITA MALAGIUSTIZIOPOLI.

SOLITA GIUSTIZIOPOLI.

SOLITA MANETTOPOLI.

SOLITA IMPUNITOPOLI. L’ITALIA DELL’IMPUNITA’.

I SOLITI MISTERI ITALIANI.

BOLOGNA: UNA STRAGE PARTIGIANA.

 

LA MAFIOSITA’

 

SOLITA MAFIOPOLI.

SOLITE MAFIE IN ITALIA.

SOLITA MAFIA DELL’ANTIMAFIA.

SOLITO RIINA. LA COLPA DEI PADRI RICADE SUI FIGLI.

SOLITO CAPORALATO. IPOCRISIA E SPECULAZIONE.

LA SOLITA USUROPOLI E FALLIMENTOPOLI.

SOLITA CASTOPOLI.

LA SOLITA MASSONERIOPOLI.

CONTRO TUTTE LE MAFIE.

 

LA CULTURA ED I MEDIA

 

LA SCIENZA E’ UN’OPINIONE.

SOLITO CONTROLLO E MANIPOLAZIONE MENTALE.

SOLITA SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI.

SOLITA CULTUROPOLI. DISCULTURA ED OSCURANTISMO.

SOLITO MEDIOPOLI. CENSURA, DISINFORMAZIONE, OMERTA'.

 

LO SPETTACOLO E LO SPORT

 

SOLITO SPETTACOLOPOLI.

SOLITO SANREMO.

SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO.

 

LA SOCIETA’

 

AUSPICI, RICORDI ED ANNIVERSARI.

I MORTI FAMOSI.

ELISABETTA E LA CORTE DEGLI SCANDALI.

MEGLIO UN GIORNO DA LEONI O CENTO DA AGNELLI?

 

L’AMBIENTE

 

LA SOLITA AGROFRODOPOLI.

SOLITO ANIMALOPOLI.

IL SOLITO TERREMOTO E…

IL SOLITO AMBIENTOPOLI.

 

IL TERRITORIO

 

SOLITO TRENTINO ALTO ADIGE.

SOLITO FRIULI VENEZIA GIULIA.

SOLITA VENEZIA ED IL VENETO.

SOLITA MILANO E LA LOMBARDIA.

SOLITO TORINO ED IL PIEMONTE E LA VAL D’AOSTA.

SOLITA GENOVA E LA LIGURIA.

SOLITA BOLOGNA, PARMA ED EMILIA ROMAGNA.

SOLITA FIRENZE E LA TOSCANA.

SOLITA SIENA.

SOLITA SARDEGNA.

SOLITE MARCHE.

SOLITA PERUGIA E L’UMBRIA.

SOLITA ROMA ED IL LAZIO.

SOLITO ABRUZZO.

SOLITO MOLISE.

SOLITA NAPOLI E LA CAMPANIA.

SOLITA BARI.

SOLITA FOGGIA.

SOLITA TARANTO.

SOLITA BRINDISI.

SOLITA LECCE.

SOLITA POTENZA E LA BASILICATA.

SOLITA REGGIO E LA CALABRIA.

SOLITA PALERMO, MESSINA E LA SICILIA.

 

LE RELIGIONI

 

SOLITO GESU’ CONTRO MAOMETTO.

 

FEMMINE E LGBTI

 

SOLITO CHI COMANDA IL MONDO: FEMMINE E LGBTI.

 

 

 

 

 

L’ACCOGLIENZA

INDICE PRIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI EUROPEI

Confini e Frontiere.

Quei razzisti come gli italiani.

Quei razzisti come i serbi.

Quei razzisti come i greci.

Quei razzisti come gli austriaci.

Quei razzisti come i croati.

Quei razzisti come i kosovari.

Quei razzisti come i rumeni.

Quei razzisti come gli spagnoli.

Quei razzisti come i francesi.

Quei razzisti come gli svizzeri.

Quei razzisti come i tedeschi.

Quei razzisti come i polacchi.

Quei razzisti come i belgi.

Quei razzisti come gli olandesi.

Quei razzisti come i danesi.

Quei razzisti come i finlandesi.

Quei razzisti come gli svedesi.

Quei razzisti come i norvegesi.

Quei razzisti come gli inglesi.

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI AFRO-ASIATICI

 

Quei razzisti come i nigerini.

Quei razzisti come i zambiani.

Quei razzisti come i zimbabwesi.

Quei razzisti come i ghanesi.

Quei razzisti come i sudanesi.

Quei razzisti come i gabonesi.

Quei razzisti come i ciadiani.

Quei razzisti come i marocchini.

Quei razzisti come i tunisini.

Quei razzisti come gli egiziani.

Quei razzisti come i siriani.

Quei razzisti come i libanesi.

Quei razzisti come i giordani.

Quei razzisti come gli israeliani.

Quei razzisti come i turchi.

Quei razzisti come gli iracheni.

Quei razzisti come gli iraniani.

Quei razzisti come i qatarioti.

Quei razzisti come gli yemeniti.

Quei razzisti come i somali.

Quei razzisti come gli afghani.

Quei razzisti come i pakistani.

Quei razzisti come gli indiani.

Quei razzisti come i thailandesi. 

Quei razzisti come gli indonesiani.

Quei razzisti come i birmani.

Quei razzisti come i bielorussi.

Quei razzisti come i russi.

Quei razzisti come i kazaki.

Quei razzisti come i nord coreani.

Quei razzisti come i cinesi.

Quei razzisti come i giapponesi.

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI OCEAN-AMERICANI

 

Quei razzisti come gli statunitensi.

Quei razzisti come i salvadoregni.

Quei razzisti come gli ecuadoregni.

Quei razzisti come i messicani.

Quei razzisti come i cubani.

Quei razzisti come i colombiani.

Quei razzisti come i brasiliani.

Quei razzisti come i boliviani.

Quei razzisti come i peruviani.

Quei razzisti come gli argentini.

Quei razzisti come i canadesi.

Quei razzisti come gli australiani.

Quei razzisti come i neozelandesi.

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. UNDICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. DODICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. TREDICESIMO MESE. UN ANNO DI AGGRESSIONE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. QUATTORDICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. QUINDICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. SEDICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. DICIASSETTESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. DICIOTTESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. DICIANNOVESIMO MESE

 

INDICE TERZA PARTE

 

SOLITI PROFUGHI E FOIBE. (Ho scritto un saggio dedicato)

Il Giorno del Ricordo.

SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI. (Ho scritto un saggio dedicato)

I Migranti.

I Rimpatri.

Gli affari dei Buonisti.

Quelli che…porti aperti.

Quelli che…porti chiusi.

Cosa succede in Libia.

Cosa succede in Africa.

Gli ostaggi liberati a spese nostre.

Il Caso dei Marò & C.

 

 

 

 

 

 

 

SOMMARIO

  SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato).

Guerra Ucraina - Russia, le news del 24 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 25 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 26 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 27 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 28 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 29 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 30 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 31 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news dell’1 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 2 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 3 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 4 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 5 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 6 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 7 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news dell’8 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 9 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 10 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news dell’11 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 12 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 13 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 14 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 15 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 16 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 17 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 18 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 19 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 20 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 21 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 22 agosto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 23 agosto: la morte di Prigozhin.

Da Ansa.

Da Tgcom24.

Da Il Corriere della Sera.

Da La Repubblica.

Da La Stampa.

Da Avvenire.

Da Dagospia.

Da Il Giornale d’Italia.

Da Il Tempo.

Da Il Foglio.

Da Panorama.

Da Il Giornale.

Da L’Indipendente.

Da L’Inkiesta.

Da L’Unità.

Da Il Riformista.

Le Vittime.

I Soccorsi in Prima Linea.

I Patrioti.

Sovversivi.

Renitenti e disertori.

I Traditori.

I Corrotti.

Le Spie.

Le Armi.

L’Elite Militare.

I Mercenari.

Criminali contro l’Umanità.

L’Economia.

La Fake News.

Le Profezie.

I Pacifondai.  

 

 

ANNO 2023

L’ACCOGLIENZA

SECONDA PARTE

L’ATTACCO

DICIOTTESIMO MESE

 

DI ANTONIO GIANGRANDE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. DICIOTTESIMO MESE

Guerra Ucraina - Russia, le news del 24 luglio.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Droni russi attaccano un deposito di grano vicino al confine con la Romania. Giornalista dell’Afp ferito a Bakhmut. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera 24 luglio 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di lunedì 24 luglio. Droni colpiscono due edifici non residenziali a Mosca. Blinken: forze ucraine hanno liberato il 50% dei territori occupati, ma la situazione è difficile 

• Per Putin «la controffensiva di Kiev è fallita».

• Zelensky: «Non ci sono scuse per l’attacco a Odessa». E promette rappresaglia.

• Gravi danni alla cattedrale. Mosca nega ogni responsabilità: «Colpa dell'antiaerea ucraina».

• Putin incontra Lukashenko a Strelna (San Pietroburgo), il leader bielorusso: «Gli uomini della Wagner vogliono marciare sulla Polonia».

• Burns sulla rivolta della Wagner: «Ne eravamo a conoscenza».

Ore 01:53 - Putin: «Situazione globale tutt'altro che stabile. Malgrado le sanzioni forniremo il grano all'Africa»

«La situazione globale è tutt'altro che stabile con vecchi conflitti in aumento e nuove sfide emergenti». Nonostante le sanzioni, sostiene Putin la Federazione Russa continuerà a lavorare con vigore per organizzare la fornitura di grano, cibo e fertilizzanti all'Africa. L'articolo è stato pubblicato sul sito web del Cremlino, riferisce Ria Novosti. «Continueremo a sviluppare in modo dinamico l'intera gamma di legami economici con l'Africa, con i singoli stati e con le associazioni regionali e, naturalmente, con l'Unione africana», prosegue Putin.

Ore 01:54 - A Odessa, città ferita dalle vendette di Putin. «Restare è resistere»

(di Lorenzo Cremonesi, nostro inviato a Odessa) Entrando in centro città con l’autostrada a quattro corsie che la collega con Kiev, la prima impressione è che sia cambiato poco. I caffè sono affollati, c’è chi fa jogging, i negozi sono aperti come ormai era consueto da dopo le prime settimane di panico all’inizio della guerra l’anno scorso. Si nota però che il traffico è più rado, non ci sono ingorghi.

E proseguendo verso il polmone verde di parco Shevchenko, che sovrasta il porto e domina la zona balneare più antica, la sensazione di vuoto diventa più palpabile: non solo mancano le auto, anche i pedoni sono molto pochi. In tempi normali questa per Odessa è la stagione del tutto pieno sulle spiagge, la gente si riversa nei viottoli ombrosi per raggiungere a piedi il mare, il parco diventa il preludio della giornata balneare. Ma questi non sono tempi normali. In mare non si può fare il bagno dal 6 giugno, quando l’onda sporca della piena causata dall’attacco russo contro la diga di Nova Kachovka ha inquinato il vicino estuario del Dnipro.

Ore 01:57 - Odessa, la città-gioiello «all’italiana» resa memorabile da Ejzenštejn

L’iscrizione di Odessa e del suo porto nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco risale solo al 25 gennaio di quest’anno, durante una sessione straordinaria dell’organizzazione culturale dell’Onu nella sua sede di Parigi, un sostegno all’Ucraina denso di significati non militari ma intellettuali.

La documentazione tecnica è stata messa a punto da un tavolo unitario italo-ucraino proprio per la lunga esperienza italiana: il nostro Paese è ancora in cima alla lista dei Paesi titolari del più alto numero di beni materiali e immateriali considerati Patrimonio dell’Umanità. L’iscrizione a quell’elenco rende dunque il bombardamento russo della Cattedrale della Trasfigurazione ancora più grave e inaccettabile di quanto non lo sia già in sé.

Ore 04:40 - Blinken: esercito ucraino ha liberato il 50% dei territori occupati dai russi

Secondo il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, «l’Ucraina ha liberato circa il 50 per cento del territorio occupato dalle forze russe all’inizio dell’invasione di quel Paese, a febbraio dello scorso anno». Intervistato dall’emittente televisiva statunitense «Cnn», Blinken ha affermato che gli ucraini «si sono già ripresi circa il 50 per cento di quel che era stato sottratto», ma ha anche ammesso che Kiev ha di fronte a sé «una lotta molto difficile» per proseguire la liberazione dei territori occupati, come emerso dallo scarso successo dell’offensiva intrapresa all’inizio del mese scorso nelle regioni di Zaporizhzhia e Donetsk. Secondo Blinken, però, «siamo ancora relativamente all’inizio della controffensiva. È difficile, e le cose non si risolveranno entro la prossima settimana o due. Credo che ci aspettino diversi mesi» di combattimenti.

Ore 05:01 - Attacco con droni contro Mosca, colpiti due edifici non residenziali

È stato sventato un attacco condotto con due droni contro la città di Mosca. Lo riferiscono le autorità russe, secondo le quali gli apparecchi sono stati «neutralizzati» e si sono «schiantati». Il sindaco di Mosca, Serghei Sobyanin, ha annunciato che «attacchi di droni» hanno colpito durante la notte due edifici «non residenziali» nella capitale russa, senza causare vittime né «gravi distruzioni». «È stato fermato un tentativo del regime di Kiev di commettere un attentato terrorista utilizzando due droni su obiettivi nel territorio della città di Mosca», si legge in una nota diffusa dal ministero della Difesa russo, «due droni ucraini sono stati soppressi e si sono schiantati. Non ci sono vittime». Secondo Tass, uno dei droni è caduto sulla Komsomolsky Prospekt, ovvero nei pressi del ministero della Difesa, laddove l’altro ha colpito un centro uffici sulla via Likhacheva, vicino uno dei principali anelli autostradali di Mosca.

Ore 05:59 - Blinken: lavoriamo per stabilizzare le relazioni Usa-Cina

Gli Stati Uniti stanno tentando di rafforzare le «linee di comunicazione» con la Cina per stabilizzare le relazioni. Lo ha dichiarato il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, nel corso di una intervista all’emittente televisiva «Cnn». «Stiamo lavorando per iniettare un po’ di stabilità nelle relazioni, per porre una base alle relazioni, per assicurarci che la competizione in cui siamo coinvolti non viri verso un conflitto», ha detto Blinken nel corso dell’intervista, concessa a margine del Forum sulla sicurezza di Aspen nel Colorado. Il segretario, reduce da una visita ufficiale in Cina il mese scorso - la prima a Pechino da parte di una segretario di Stato Usa nell’arco di cinque anni - ha dichiarato che prima dei recenti contatti, Washington e Pechino «non si parlavano molto. Ora lo stiamo facendo. Abbiamo diversi gruppi che sono in contatto o che stanno per entrare in contatto su questioni sensibili - problematiche - nelle relazioni, dove credo si possa giungere a una soluzione», ha affermato Blinken.

Ore 06:43 - Giallo sull’attacco con i droni contro Mosca, le autorità russe minimizzano

Nessun feriti e danni lievi. Le autorità russe commentano così l’attacco con i droni lanciato nelle prime ore del 24 maggio contro Mosca. Il ministero della Difesa ha reso noto di aver «neutralizzato» i due veicoli senza pilota, affermando che si è trattato di «un tentato atto terroristico di Kiev». Sui social girano diverse immagini degli edifici colpiti, secondo alcune fonti in realtà i droni utilizzati per l’attacco sarebbero ben più di due.

Ore 08:10 - Lukashenko incontra Putin e avverte: «Ora la Wagner mira alla Polonia»

(di Marco Imarisio) Elementi per una rapida comprensione dei rapporti tra due Paesi uniti da una alleanza «bellissima e paritaria», come viene ribadito ogni volta. Negli ultimi due anni ci sono stati diciotto incontri bilaterali tra Vladimir Putin e Aleksandr Lukashenko. Diciassette si sono tenuti in Russia, e uno solo in Bielorussia, quello del 19 dicembre 2022, che fu anche il più breve di tutti. L’ultimo in ordine di tempo si è svolto ieri vicino a San Pietroburgo. Nel sontuoso palazzo Konstantinovskij, dove in un’altra epoca si svolse il primo e unico G8 in Russia. Correva l’anno 2006. Come cambiano le cose.

«Tutti i nostri piani si stanno realizzando con una velocità ancora maggiore di quanto ci aspettassimo». Putin esordisce così, facendo riferimento alla reciproca crescita economica. Ma Lukashenko sposta subito la conversazione su argomenti ancora più piacevoli per il padrone di casa. «Vorrei parlare invece delle forze armate ucraine. Quella di sabato è stata una giornata non facile per loro.

Ore 08:30 - Russia: attacco su Mosca è «terrorismo internazionale»

La Russia ha definito un «atto di terrorismo internazionale» l’attacco avvenuto nella notte contro Mosca, dove droni ucraini hanno colpito due edifici non residenziali. È «un atto di terrorismo internazionale», ha detto alla televisione Rtvi la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. L’attacco è avvenuto poco prima dell’alba: almeno due droni hanno colpito due edifici non residenziali senza gravi danni o vittime, ha riferito il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin. Un’ora dopo, il ministero della Difesa russo ha fatto sapere di aver «sventato un tentativo del regime di Kiev di compiere un attacco terroristico con due droni contro installazioni sul territorio di Mosca».

Ore 08:35 - Mosca: raid Kiev, evacuazioni in Crimea

I residenti dei villaggi della Crimea che si trovano entro un raggio di 5 chilometri dalle zone dove un raid ucraino ha colpito un deposito di munizioni, nel distretto di Dzhankoi, saranno evacuati e trasferiti in centri di accoglienza temporanea. Lo scrive su Telegram il governatore per conto di Mosca della Crimea, Serghey Aksenov. «È stata presa la decisione di evacuare la popolazione dei villaggi vicini entro un raggio di 5 chilometri dal luogo di emergenza nel distretto di Dzhankoy in centri di accoglienza temporanea. Secondo le prime informazioni non ci sarebbero vittime», si legge nel post. «Per motivi di sicurezza - avverte ancora Aksenov - il traffico ferroviario nel distretto di Dzhankoy e lungo l’autostrada Dzhankoy-Simferopol è stato sospeso».

Ore 09:40 - Bombe a grappolo, Giappone: aumentare firmatari Convenzione Oslo

La richiesta del Giappone arriva dopo l’annuncio del 7 luglio da parte di Washington di inviare munizioni a grappolo in Ucraina. Si tratta infatti di munizioni vietate dalla Convention on Cluster Munitions (Ccm), firmata da 123 paesi. Tra i non firmatari però, risultano proprio Stati Uniti, Ucraina e Russia, insieme a Cina, India, Pakistan, Israele e Corea del Sud.

Da qua la richiesta del governo giapponese di espandere il numero di firmatari della Convenzione di Oslo sulle munizioni a grappolo, in particolare dopo che il ministro della Difesa russo ha dichiarato come queste, lanciate dagli ucraini, abbiano «ferito quattro giornalisti russi».

Ore 09:48 - Kiev, in una settimana liberati 16 km quadrati a est e sud

Il ministero della Difesa ucraino rende noto di aver liberato dall’occupazione russa in una settimana 16 chilometri quadrati di territorio. Lo ha annunciato il vice ministro della Difesa Hanna Malyar alla tv ucraina, citata da Rbc-Ukraine. «Le forze di Difesa hanno liberato più di dodici chilometri quadrati nel Sud del Paese. Le truppe ucraine continuano a condurre operazioni offensive in diverse aree verso Melitopol e Berdiansk. In direzione Bakhmut (Ucraina orientale) sono stati liberati quattro chilometri quadrati», ha detto Malyar.

Ore 10:01 - Accordo sul grano: Erdogan ne parlerà con il suo governo

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha intenzione di discutere oggi con il suo governo dei prossimi colloqui con il suo omologo russo Vladimir Putin sull’«accordo sul grano» tra la Russia e l’Ucraina raggiunto a Istanbul con la mediazione dell’Onu e di Ankara. Lo ha riferito il quotidiano Hurriyet, citando proprie fonti. In precedenza Erdogan aveva riferito che contava sui negoziati con Putin per un «accordo sui cereali» nel prossimo futuro. Il leader turco ha anche annunciato che Putin verrà in Turchia ad agosto.

Ore 10:25 - Kiev, in una settimana liberati 16 km quadrati territorio

Nell’ultima settimana di combattimenti le truppe ucraine sono riuscite a liberare 16 chilometri di territorio nel Sud e nell’Est del Paese. Lo ha annunciato la viceministra ucraina della Difesa Hanna Malyar nel corso di una diretta televisiva. Lo riportano i media ucraini. In particolare, negli ultimi sette giorni, oltre 12 chilometri quadrati sono stati liberati nella direzione di Melitopol e Berdyansk, portando a 192 i chilometri quadrati di territori riconquistati nel Sud. Quattro chilometri quadrati sono stati, invece, liberati nella direzione di Bakhmut, ha aggiunto Malyar.

Ore 10:47 - Mosca: attacco su capitale è terrorismo internazionale

L’attacco con droni su Mosca di oggi è un atto di «terrorismo internazionale». Lo ha detto la portavoce del ministero russo degli Esteri Maria Zakharova nel corso di un’intervista televisiva. Lo riporta la Tass. In precedenza, il ministero della Difesa russo aveva riferito che «la mattina del 24 luglio, è stato sventato un tentativo da parte del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico da parte di due veicoli aerei senza equipaggio contro oggetti nella città di Mosca». Tutti i droni ucraini, secondo la Difesa russa, sono stati distrutti.

Ore 11:05 - Parolin: la guerra sembra ravvivare nostalgie totalitarie

Il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin ha celebrato ieri la Messa conclusiva al convegno che si è svolto in questi giorni nel monastero dei Camaldolesi, in occasione degli ottant’anni del Codice di Camaldoli. Nel 1943 un gruppo di intellettuali, laici e religiosi cattolici, proprio in questo luogo, sotto la guida di monsignor Adriano Bernareggi, redasse il Codice attraverso un confronto sul magistero sociale della Chiesa, sui problemi della società, sui rapporti tra individuo e Stato, tra bene comune e libertà individuale. Sebbene oggi, ha affermato il cardinale, secondo quanto riferisce Vatican News, il contesto storico ed ecclesiale sia mutato, il timore per quella che definisce «una inopinata guerra nel cuore dell’Europa» è forte tanto che, ha osservato, «sembra voler ravvivare macabre nostalgie totalitarie».

Ore 11:28 - Kiev: 242.620 militari russi uccisi da inizio guerra

La Russia ha perso nell’ultimo giorno 660 uomini, facendo salire a 242.620 le perdite fra le sue fila dal giorno dell’attacco di Mosca all’Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, appena diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di 242.620 uomini, 4.162 carri armati, 8.118 mezzi corazzati, 4.675 sistemi d’artiglieria, 697 lanciarazzi multipli, 452 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 315 aerei, 310 elicotteri, 7.182 attrezzature automobilistiche, 18 unità navali e 3.963 droni.

Ore 11:35 - Il Cremlino smentisce di aver colpito cattedrale Odessa

Il Cremlino ha smentito aver colpito la cattedrale di Odessa: lo ha detto il portavoce, Dmitry Peskov, nel consueto briefing con la stampa. Si tratta di «una menzogna assoluta: l’esercito russo non colpisce le chiese», ha affermato. Sull’attacco a Odessa nella notte tra sabato e domenica Mosca e Kiev si sono accusate vicendevolmente. Il ministero della Difesa russo prima ha confermato un attacco sulla regione poi ha sostenuto che la causa «più probabile» della distruzione parziale della cattedrale è stato il precipitare di un missile antiaereo ucraino, teoria confermata oggi da Peskov.

Ore 11:52 - Gli 007 ucraini rivendicano l’attacco con droni a Mosca

In un commento al Kyiv Post, l’intelligence militare ucraina ha affermato che gli attacchi con droni a Mosca e in Crimea sono la prova che «il regime di Putin non è in grado di controllare completamente il cielo, neanche per la protezione delle sue strutture più importanti». Questi attacchi «continueranno e aumenteranno di portata», ha detto Andriy Yusov, portavoce dell’intelligence militare ucraina.

«I droni hanno attaccato la capitale orchesca e la Crimea la scorsa notte. La guerra elettronica e la difesa aerea sono sempre meno in grado di proteggere i cieli degli occupanti», ha scritto Mykhailo Fedorov, ministro ucraino della trasformazione digitale, in un post su Telegram. «Qualunque cosa accada, ce ne saranno di più», ha aggiunto. Il ministero di Fedorov, come riferisce la Cnn, è responsabile dell’iniziativa ucraina `Esercito di droni´, il piano di approvvigionamento di droni del governo.

Ore 12:31 - Cremlino: «Kiev è responsabile della morte del reporter di Ria Novosti»

La morte del giornalista russo di Ria Novosti, Rostislav Zhuravlev, ucciso in un bombardamento in Ucraina è stato «attacco deliberato ai giornalisti» e «il regime di Kiev ne è responsabile». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, come riporta la Tass. «Stiamo parlando della morte di un giornalista che stava svolgendo le sue funzioni», ha aggiunto Peskov, «in tutto il mondo questo è considerato un crimine molto grave, che in questo caso è stato commesso dal regime di Kiev».

Ore 13:07 - Arrestato l'ex capo reclutamento della regione di Odessa, accusato di aver fatto investimenti milionari a Marbella che non avrebbe potuto permettersi

Le autorità ucraine hanno annunciato l'arresto del capo del reclutamento militare della regione di Odessa, che era stato recentemente licenziato per ordine del presidente, Volodymyr Zelensky, perché la sua famiglia è stata accusata di aver fatto investimenti milionari a Marbella che certo non poteva permettersi con lo stipendio di lui. Secondo la procura ucraina, i parenti hanno «acquistato per suo conto auto di lusso e immobili» in Spagna e «il reddito complessiva della famiglia non copriva questi costi». Dall'inizio della guerra, la famiglia di Yevguen Borisov avrebbe acquistato beni per quasi 5 milioni di euro. Lo scandalo era stato scoperto il 22 giugno dal quotidiano Ukrainska Pravda.

Ore 13:20 - Ex coordinatore degli uffici di Navalny condannato a 9 anni per estremismo

L'ex coordinatore degli uffici di Navalny nella regione siberiana di Barnaul, Vadim Ostanin, è stato condannato dal tribunale russo a 9 anni di reclusione.

Ostanin è accusato di «partecipazione a un'organizzazione estremista» in un processo ritenuto di evidente matrice politica. Le autorità russe hanno bollato come «estremiste» sia la rete di uffici di Navalny in Russia sia la Fondazione Anticorruzione dell'oppositore, anch'egli in carcere per accuse ritenute inventate per colpirlo. Ostanin, 46 anni, è ritenuto un prigioniero politico dall'organizzazione per la difesa dei diritti umani Memorial. Quando era in custodia cautelare in carcere, ha denunciato un peggioramento della sua salute e ha accusato le autorità di maltrattamenti. Lo riporta il Moscow Times.

Ore 13:23 - Medvedev: «Mosca colpisca obiettivi non convenzionali come fa Kiev»

Mosca dovrebbe selezionare obiettivi non convenzionali per i suoi attacchi di rappresaglia in risposta agli attacchi di Kiev alle strutture civili. Lo ha affermato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev. «Il nostro nemico non è stato in grado di raggiungere il successo nel corso della sua controffensiva - ha scritto Medvedev su Telegram - Questo significa che cercherà vittorie nel campo dell'informazione, non importa quanto esagerate e irrazionali. Rendono davvero felici molti idioti in Ucraina, soprattutto ora che il grado di tensione nella società ucraina sta aumentando. Inoltre, i loro sostenitori occidentali stanno iniziando a mostrare impazienza». Secono Medvedev, è questo il motivo per cui gli ucraini «scelgono sempre più obiettivi civili pacifici per i loro spregevoli attacchi. Tutti devono essere pronti per questo. Dobbiamo anche selezionare obiettivi non convenzionali per i nostri raid, non solo siti di stoccaggio, hub energetici e basi petrolifere. Ci sono altri luoghi dove nessuno si aspetterebbe di essere colpito da noi e dove gli attacchi sarebbero maggiormente sentiti».

Ore 13:55 - Mosca, attacchi Kiev non hanno alcun significato militare

I droni lanciati da Kiev sulla Crimea e sulla città di Mosca «sono attacchi che non hanno alcun significato militare». Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri russo in un comunicato. «Consideriamo quanto accaduto come l'ennesimo uso da parte della leadership militare e politica dell'Ucraina di metodi terroristici e di intimidazione della popolazione civile», si legge nella nota, «condanniamo fermamente questo ultimo crimine del regime di Kiev. Chiediamo alle organizzazioni internazionali di dare una valutazione adeguata».

Ore 15:09 - Il decreto di Putin: limite di età per i riservisti alzato di 5 anni

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il decreto per aumentare il limite massimo di età per i riservisti militari. Lo riporta Sky News sottolineando che la norma alza di cinque anni il limite massimo di età per alcune categorie militari.

Secondo quanto pubblicato sul portale ufficiale degli atti giuridici i limiti di età aumentano da 35 a 40 anni per soldati, marinai, sergenti, da 45 a 50 anni per capisquadra e marescialli, da 50 a 55 anni per i guardiamarina. Per gli alti ufficiali, il limite di età per i riservisti ammissibili alla mobilitazione diventerà invece di 65 anni mentre per gli altri ufficiali sarà portato a 60.

Le modifiche entreranno in vigore dal gennaio 2024, per un periodo di quattro anni.

Ore 15:29 - Guterres: «La Russia rientri nell'accordo sull'export del grano»

«La Russia torni all'iniziativa per l'export di grano» dai porti del Mar Nero. E' l'appello lanciato dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nel corso del suo intervento alla sessione di apertura del vertice Onu «Food Systems Summit», presso la sede della Fao a Roma. «I prezzi degli alimenti sono già aumentati dalla fine dell'accordo sul grano e il prezzo lo pagano i Paesi più vulnerabili. Vediamo già i primi effetti», ha aggiunto.

Ore 15:30 - Meloni: «La Russia riconsideri la decisione sul grano»

«Il fatto che la Russia si sia ritirata dall'accordo sul grano non fa che aumentare la crisi sulla sicurezza del grano. La Russia riconsideri la sua decisione». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al Vertice ONU sui sistemi alimentari.

Ore 15:38 - Meloni: «Russia riconsideri la sua decisione sul grano»

«Esortiamo la Russia a rivedere la sua decisione», sul grano. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento in apertura del vertice Fao. «Mentre lavoriamo per superare l'impatto della pandemia e ricostruire i flussi commerciali globali, la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina - ha osservato - ha sconvolto i prezzi globali dell'energia e ha contribuito a scatenare ondate di inflazione in tutto il mondo a spese delle nazioni più vulnerabili soprattutto nel Sud globale».

«La guerra - ha aggiunto - ha esacerbato problemi vecchi e e nuovi a cominciare proprio dalla sicurezza alimentare in molte nazioni africane già messe a dura prova da lunghi periodi di siccità e condizioni climatiche avverse che ora sono sempre più deboli e preda del terrorismo. La guerra ha avuto un forte impatto sulla distribuzione del grano in tutto il mondo e la recente decisione della Russia di interrompere l'iniziativa per il grano nel Mar Nero sta ulteriormente aggravando la crisi della sicurezza alimentare globale. Noi continueremo a sostenere tutti gli sforzi per la ripresa di questa importante iniziativa e esortiamo la Russia a riconsiderare la sua decisione».

Ore 17:18 - Tajani: «Sul grano Mosca faccia marcia indietro»

«Mi auguro che Mosca riveda la decisione che hanno preso sul grano. Impedire i rifornimenti all'Africa è un danno per milioni di persone che nulla hanno a che vedere con la guerra in Ucraina». Così il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del vertice Fao. «Mi auguro che la mediazione turca possa raggiungere l'obiettivo che si prefigge e l'appello che noi facciamo è che la Russia faccia marcia indietro. Se non facciamo arrivare grano e cereali in Africa mettiamo in difficoltà milioni di persone, rischiamo di dar vita a tensioni sociali e di incrementare i flussi migratori», ha aggiunto.

Ore 17:19 - Mosca attacca un deposito di grano vicino al confine con la Romania

La Russia avrebbe attaccato infrastrutture di stoccaggio del grano nei porti fluviali di Reni e Izmail sul Danubio, al confine tra l'oblast di Odessa e la Romania, ferendo 4 persone.

Lo ha riferito il capo dell'amministrazione regionale, Oleh Kiper, su Telegram e citato dalla Bbc, secondo il quale l'attacco sarebbe avvenuto con l'utilizzo di droni iraniani. Si tratta della rotta terrestre per l'esportazione di cereali ucraini, cruciale dopo il ritiro russo dall'accordo per il passaggio sicuro nel mar Nero. Il presidente romeno Klaus Yohannis ha condannato su Twitter l'attacco «molto vicino» al suo Paese, che «colpisce ancora il transito di grano ucraino e la sicurezza alimentare globale».

Secondo media romeni citati dalla Bbc, si tratta dell'attacco più vicino al territorio della Romania dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina. Reni si trova infatti a circa 200 metri dal territorio romeno oltre il Danubio e a 10 km dalla città portuale romena di Galati. Kiper ha aggiunto che 3 droni su 15 coinvolti nell'attacco sono stati distrutti dalle difese aeree ucraine, ma che quelli andati a segno hanno distrutto un hangar e dei silos di stoccaggio del grano. Altri funzionali locali, aggiunge la Bbc, parlano di tre magazzini bombardati. Nell'ultimo anno due milioni di tonnellate di grano sono stati esportati via fiume dall'Ucraina, rispetto alle 600.000 dell'anno precedente. Ma le rotte terrestri e fluviali sono state in grado di sopperire solo in parte alle esportazioni sul mar Nero e sono più costose anche dal punto di vista logistico.

Ore 17:44 - Wang: «Le relazioni tra Russia e Cina resistono alle turbolenze internazionali»

«In un ambiente internazionale mutevole e caotico, sotto la gestione strategica dei leader dei due Stati, le relazioni tra Russia e Cina hanno resistito alla prova delle turbolenze internazionali, diventando più mature, forti e piene di vitalità», ha detto Wang Yi, il direttore dell'Ufficio centrale per gli affari esteri della Cina, numero uno della diplomazia cinese, al segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev durante un incontro in Sudafrica. Secondo Wang, scrive Ria novosti, le relazioni Pechino-Mosca sono riuscite a resistere ai grandi cambiamenti internazionali e diventare più mature e la Cina è pronta a continuare a rafforzare la cooperazione strategica e la fiducia reciproca lavorando a stretto contatto con la Russia e altri paesi BRICS per proteggere gli interessi comuni dei Paesi in via di sviluppo.

Ore 18:00 - Ferito un giornalista americano dell'Afp dopo un raid di droni su Bakhmut

Un giornalista dell'Afp, il 35enne americano Dylan Collins, è stato ferito da diverse schegge in Ucraina. Lo ha confermato la stessa testata francese, precisando che Collins, residente in Libano, è stato colpito mentre si trovava nei pressi di una postazione di artiglieria ucraina vicino a Bakhmut. Il giornalista è stato ricoverato in ospedale e, secondo i medici, non è in pericolo di vita, ma anzi è cosciente e ha parlato con alcuni colleghi. «Stiamo cercando di capire le circostanze di questo incidente. I nostri pensieri vanno a Dylan ed ai suoi cari», ha affermato in una nota la direttrice di Afp Europe, Christine Buhagiar.

Ore 18:14 - Il punto militare | I russi bombardano Odessa, gli ucraini si vendicano colpendo Mosca e la Crimea

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La guerra delle città avviene per fasi, alternata alla campagna terrestre più lenta e complessa. Colpi che rappresentano anche dei messaggi tra i duellanti. I russi si sono vendicati dell’attacco al ponte di Kerch martellando Odessa e cercando di inasprire l’assedio alle coste. Gli invasori hanno sempre scorte da usare, dai missili ai droni-kamikaze venduti dall’Iran. Kiev aveva promesso una risposta dura ed è arrivata con la scelta «classica»: ha preso di mira Mosca ricorrendo di nuovo ai velivoli senza pilota. Tra i bersagli — secondo gli esperti — un edificio della Difesa, il comando dell’Unità 26165 del Gru (i servizi segreti militari) impegnata nella cyberwar e gli uffici che gestiscono gli «illegali», le spie inviate all’estero con false identità.

Ore 18:29 - Mattarella: «Sciagurata la scelta di Mosca sul grano»

«Ho letto del suo appello alla Russia perché torni indietro rispetto alla sciagurata decisione di non dare più corso all’accordo sul grado. Una decisione gravissima con conseguenze per una quantità di Paesi in cui molte persone troverebbero difficoltà di alimentazione. Il suo appello è particolarmente importante. Il suo richiamo è fondamentale». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontrando al Quirinale il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.

Ore 19:30 - Mosca: aumentata produzione di munizioni ed equipaggiamento militare

«Dall'inizio di quest'anno, sono stati prodotti in quantità molto superiori allo scorso anno molti tipi di armi ed equipaggiamento militare. Per quanto riguarda le munizioni, stiamo raggiungendo un livello in cui le consegne in un mese superano gli ordini totali dell'anno scorso». È quanto ha fatto sapere il vice premier russo Denis Manturov.

Ore 19:36 - Podolyak: «Più Samp/T e Patriot per difendere i porti»

«La semplice matematica della guerra. La questione della protezione del porto chiave per l'esportazione di grano di Reni al confine con la Romania (Nato) serve un ulteriore sistema Patriot o Samp/T che entri immediatamente in funzione, poiché l'esercito ucraino sa come lavorare con questi sistemi. La questione della protezione del centro storico di Odessa e dei porti del Mar Nero, strategicamente importanti per il Sud del mondo, è praticamente la stessa». Lo ha scritto su Twitter, Mikhaylo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky. «Il valore per i mercati globali della perdita di questi porti è migliaia di volte superiore al costo di due soli sistemi di difesa missilistica. Le conclusioni sono evidenti», ha aggiunto.

Ore 20:00 - Zelensky: «Risponderemo ai barbari attacchi russi»

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha riunito i vertici delle forze armate. Nel vertice - riporta Ukrainska Pravda - è stata discussa la situazione sul campo di battaglia e la pianificazione delle azioni offensive e difensive. Si è discusso anche della «risposta ai barbari attacchi russi» alle infrastrutture del grano e al patrimonio culturale ucraino oltre che del corridoi per l'export di cereali. «Lavoriamo come una squadra. I risultati saranno tangibili», ha scritto Zelensky su Telegram.

Ore 20:25 - Lituania a Ue: i porti baltici pronti per le esportazioni di grano

Il governo lituano ha invitato l'Unione europea a tenere maggiormente conto delle capacità degli Stati baltici di sostenere le esportazioni di grano ucraino, dopo il ritiro della Russia dall' accordo per il trasporto attraverso il Mar Nero. In una lettera ai commissari europei, alla quale Afp ha avuto accesso, tre ministri lituani ritengono che le infrastrutture di questi Paesi possano «fungere da valida e affidabile via alternativa per il transito dei prodotti ucraini, compresi i cereali». A loro giudizio, l'infrastruttura baltica ha una capacità annua combinata di 25 milioni di tonnellate per il solo grano.

Ore 21:18 - Zelensky sull’adesione Ue: «Negoziati già da quest’anno»

«Ho tenuto un incontro sull’Unione europea e sulla nostra integrazione. Quest’anno inizieremo i negoziati sull’adesione. L’Ucraina è completamente preparata per questo, stiamo facendo ciò che è necessario da parte nostra. E stiamo facendo tutto il possibile per garantire che anche la Ue sia pienamente preparata. Esattamente quest’anno». Lo scrive sui social il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 20:35 - Putin ha firmato la legge che vieta il cambio di sesso

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato oggi la proposta di legge che vieta il cambio di sesso o l’alterazione del genere, ad eccezione delle situazioni in cui è necessario per il trattamento di anomalie riscontrate alla nascita nei bambini. Lo riporta l’agenzia Interfax.

La proposta di legge, che era stata approvata in terza e ultima lettura dai deputati della Duma lo scorso 14 luglio, prevede che all’anagrafe sia vietato apportare modifiche ai documenti personali sulla base di certificati medici di cambio di genere.

Ore 20:37 - Raid russo nel Donetsk: muore un bambino

Un bambino è rimasto ucciso e sei altre persone sono state ferite in un bombardamento russo sulla città di Kostiantynivka, nell’est dell’Ucraina.

Lo ha riferito su Telegram il governatore della regione del Donetsk Pavlo Kyrylenko, secondo cui le forze russe hanno lanciato razzi «Smertch» nelle vicinanze di uno stagno, dove le vittime dell’attacco stavano riposando.

Ore 21:44 - Grano, Zelensky chiede revoca al divieto delle esportazioni

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto la revoca delle restrizioni europee alle esportazioni di prodotti agricoli ucraini via terra, a fronte dei rischi dell’esportazione di grano attraverso il Mar Nero dopo il mancato rinnovo dell’accordo con la Russia.

«La nostra posizione è chiara», ha scritto Zelensky sui propri account social dopo la riunione tenuta oggi sulla questione, bloccare le esportazioni via terra dopo il 15 settembre, quando scadono le relative restrizioni, è inaccettabile in qualsiasi forma. Siamo in contatto con tutte le parti interessate per trovare una soluzione adatta a tutti».

Le restrizioni sono state adottate lo scorso maggio da cinque stati europei confinanti con l’Ucraina per tutelare i propri mercati dall’arrivo di grano ucraino più economico. Le autorità ucraine confidano in un accordo con la Commissione europea.

Ore 00:08 - Usa, altri 400 mln di aiuti militari a Kiev

Gli Stati Uniti stanno per inviare altri 400 milioni di dollari di aiuti militari all’Ucraina. Lo riferiscono fonti dell’Amministrazione Biden. Nel pacchetto sono previsti, tra l’altro, munizioni varie per i sistemi di difesa aerea e droni per la sorveglianza. I nuovi aiuti provengono dagli arsenali del Pentagono e saranno consegnati nel giro di pochi giorni.

Ore 00:45 - Zaporizhzhia: Aiea, confermata presenza mine antiuomo in sito centrale

Gli esperti dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, hanno confermato la presenza di mine direzionali antiuomo alla periferia del sito della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia. Lo ha dichiarato il direttore generale Rafael Mariano Grossi. «Come ho riferito in precedenza, l’Aiea era a conoscenza del precedente posizionamento di mine al di fuori del perimetro del sito e anche in particolari punti all’interno», ha spiegato in una nota. «Il nostro team ha sollevato questa specifica scoperta con l’impianto e gli è stato detto che si tratta di una decisione militare e in un’area controllata dai militari», ha affermato il direttore generale Grossi.

«Ma avere tali esplosivi sul sito è incoerente con gli standard di sicurezza dell’Aiea e le linee guida sulla sicurezza nucleare e crea ulteriore pressione psicologica sul personale dell’impianto, anche se la valutazione iniziale dell’Aiea basata sulle proprie osservazioni e sui chiarimenti dell’impianto è che qualsiasi detonazione di queste mine non dovrebbe influire sui sistemi di sicurezza e protezione nucleare del sito. Il team continuerà le sue interazioni con l’impianto», ha aggiunto.

Ore 01:40 - Allarme antiaereo a Kiev e in undici regioni

L’allarme antiaereo è stato diramato nella notte a Kiev e in undici regioni dell’Ucraina. Lo riportano i media locali. Gli oblast interessati all’allerta sono quelli della capitale e di Odessa, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk, Poltava, Sumy, Kharkiv, Kirovohrad, Mykolaiv, Cherkassy e Chernihiv. L’allarme antiaereo è scattato anche nella regione nordoccidentale di Zhytomyr, dove secondo i media locali sono state udite esplosioni.

Ore 03:05 - Kiev, da russi atti rischiosi su reattore Zaporizhzhia

Le forze russe di occupazione presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia hanno fatto entrare il reattore 4 in uno stato di «spegnimento a caldo» (hot shutdown), in violazione dei protocolli di sicurezza. Lo ha annunciato l’agenzia nucleare ucraina Energoatom tramite Telegram. «Tali azioni sono una grave violazione dei requisiti della licenza per gestire questo impianto nucleare», ha affermato Energoatom. «Attualmente l’unità 4 dovrebbe funzionare esclusivamente nello stato di stato di “spegnimento a freddo”». Petro Kotin, il presidente di Energoatom, ha definito «criminale» la decisione di trasferire il reattore in uno stato di «spegnimento a caldo». «È una violazione deliberata e intenzionale del diritto ucraino e internazionale», ha detto.

Ore 03:31 - Romania, da escalation Mosca rischi in Mar Nero

Il presidente rumeno Klaus Iohannis ha condannato gli attacchi di ieri dell’esercito russo ai porti ucraini del Danubio, definendoli una «escalation» in una dichiarazione su Twitter. «Condanno fermamente i recenti attacchi russi contro le infrastrutture civili ucraine sul Danubio, molto vicino alla Romania», ha detto Iohannis. «Questa recente escalation pone seri rischi per la sicurezza nel Mar Nero e colpisce anche l’ulteriore transito di grano ucraina, quindi la sicurezza alimentare globale», ha sottolineato il presidente della Romania.

Ore 05:06 - Droni russi abbattuti su Kiev, «nessuna vittima»

Le forze ucraine hanno sventato un nuovo attacco di droni russi a Kiev nella notte. Lo hanno affermato stamattina le autorità militari locali, aggiungendo che al momento non si segnalano vittime o danni particolari. «Nella notte il nemico ha attaccato Kiev» usando droni, ha detto il capo dell’amministrazione militare locale Serguii Popko. «Tutti i bersagli aerei sono stati rilevati e distrutti» durante il loro avvicinamento alla capitale, ha aggiunto specificando che «secondo le informazioni attuali, non ci sono state vittime o distruzioni» in città. Secondo il funzionario, quello di stanotte è «già il sesto attacco di droni alla capitale questo mese».

Guerra Ucraina - Russia, le news del 25 luglio.

Ucraina-Russia, le notizie di martedì 25 luglio. Cremlino, Putin visiterà la Cina in ottobre. Shoigu atterra in Nord Corea. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 25 luglio 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di martedì 25 luglio. L’invito del presidente Xi Jinping rivelato dal consigliere diplomatico del Cremlino. Potrebbe raggiungere anche l’India per in occasione del G20

• Mosca attacca i depositi di grano vicino al confine con la Romania.

• Blinken: «Altri 400 milioni di dollari di armi a Kiev.

• Bombe russe su Odessa, gli ucraini colpiscono Mosca e la Crimea.

• Zakharova: «Perché gli Usa non dicono che Kiev è responsabile della morte dei giornalisti russi?»

• La Duma autorizza una legge che permette ai governatori di creare gruppi paramilitari

• Il Punto Militare: i cinque messaggi sulla guerra: Putin, gli aiuti e la Corea del Nord.

Ore 00:08 - Usa, altri 400 mln di aiuti militari a Kiev

Gli Stati Uniti stanno per inviare altri 400 milioni di dollari di aiuti militari all’Ucraina. Lo riferiscono fonti dell’Amministrazione Biden. Nel pacchetto sono previsti, tra l’altro, munizioni varie per i sistemi di difesa aerea e droni per la sorveglianza. I nuovi aiuti provengono dagli arsenali del Pentagono e saranno consegnati nel giro di pochi giorni.

Ore 00:45 - Zaporizhzhia: Aiea, confermata presenza mine antiuomo in sito centrale

Gli esperti dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, hanno confermato la presenza di mine direzionali antiuomo alla periferia del sito della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia. Lo ha dichiarato il direttore generale Rafael Mariano Grossi. «Come ho riferito in precedenza, l’Aiea era a conoscenza del precedente posizionamento di mine al di fuori del perimetro del sito e anche in particolari punti all’interno», ha spiegato in una nota. «Il nostro team ha sollevato questa specifica scoperta con l’impianto e gli è stato detto che si tratta di una decisione militare e in un’area controllata dai militari», ha affermato il direttore generale Grossi.

«Ma avere tali esplosivi sul sito è incoerente con gli standard di sicurezza dell’Aiea e le linee guida sulla sicurezza nucleare e crea ulteriore pressione psicologica sul personale dell’impianto, anche se la valutazione iniziale dell’Aiea basata sulle proprie osservazioni e sui chiarimenti dell’impianto è che qualsiasi detonazione di queste mine non dovrebbe influire sui sistemi di sicurezza e protezione nucleare del sito. Il team continuerà le sue interazioni con l’impianto», ha aggiunto.

Ore 03:05 - Kiev, da russi atti rischiosi su reattore Zaporizhzhia

Le forze russe di occupazione presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia hanno fatto entrare il reattore 4 in uno stato di «spegnimento a caldo» (hot shutdown), in violazione dei protocolli di sicurezza. Lo ha annunciato l’agenzia nucleare ucraina Energoatom tramite Telegram. «Tali azioni sono una grave violazione dei requisiti della licenza per gestire questo impianto nucleare», ha affermato Energoatom. «Attualmente l’unità 4 dovrebbe funzionare esclusivamente nello stato di stato di “spegnimento a freddo”». Petro Kotin, il presidente di Energoatom, ha definito «criminale» la decisione di trasferire il reattore in uno stato di «spegnimento a caldo». «È una violazione deliberata e intenzionale del diritto ucraino e internazionale», ha detto.

Ore 01:40 - Allarme antiaereo a Kiev e in undici regioni

L’allarme antiaereo è stato diramato nella notte a Kiev e in undici regioni dell’Ucraina. Lo riportano i media locali. Gli oblast interessati all’allerta sono quelli della capitale e di Odessa, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk, Poltava, Sumy, Kharkiv, Kirovohrad, Mykolaiv, Cherkassy e Chernihiv. L’allarme antiaereo è scattato anche nella regione nordoccidentale di Zhytomyr, dove secondo i media locali sono state udite esplosioni.

Ore 03:31 - Romania, da escalation Mosca rischi in Mar Nero

Il presidente rumeno Klaus Iohannis ha condannato gli attacchi di ieri dell’esercito russo ai porti ucraini del Danubio, definendoli una «escalation» in una dichiarazione su Twitter. «Condanno fermamente i recenti attacchi russi contro le infrastrutture civili ucraine sul Danubio, molto vicino alla Romania», ha detto Iohannis. «Questa recente escalation pone seri rischi per la sicurezza nel Mar Nero e colpisce anche l’ulteriore transito di grano ucraina, quindi la sicurezza alimentare globale», ha sottolineato il presidente della Romania.

Ore 05:06 - Droni russi abbattuti su Kiev, «nessuna vittima»

Le forze ucraine hanno sventato un nuovo attacco di droni russi a Kiev nella notte. Lo hanno affermato stamattina le autorità militari locali, aggiungendo che al momento non si segnalano vittime o danni particolari. «Nella notte il nemico ha attaccato Kiev» usando droni, ha detto il capo dell’amministrazione militare locale Serguii Popko. «Tutti i bersagli aerei sono stati rilevati e distrutti» durante il loro avvicinamento alla capitale, ha aggiunto specificando che «secondo le informazioni attuali, non ci sono state vittime o distruzioni» in città. Secondo il funzionario, quello di stanotte è «già il sesto attacco di droni alla capitale questo mese».

Ore 07:49 - Kiev: continueremo a colpire il ponte di Crimea

Le forze ucraine continueranno a colpire la Crimea occupata e il ponte di Kerch che collega la Russia continentale alla penisola annessa da Mosca: lo ha detto il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, in un’intervista alla Cnn. «Tutti questi obiettivi sono obiettivi ufficiali perché ridurranno la loro capacità di combattere contro di noi (e) contribuiranno a salvare le vite degli ucraini», ha affermato Reznikov. Rispondendo alla domanda se l’obiettivo di Kiev sia quello di mettere fuori uso il ponte in modo permanente, Reznikov ha spiegato che è «una tattica normale distruggere le linee logistiche del nemico per bloccare le possibilità di ottenere più munizioni, più carburante, più cibo, eccetera. Ecco perché useremo queste tattiche contro di loro». La Russia ha colpito ripetutamente la città portuale meridionale di Odessa e la regione circostante nel corso dell’ultima settimana, mentre l’Ucraina ha continuato i suoi attacchi all’interno della Crimea, incluso lo stesso ponte di Kerch la settimana scorsa per la seconda volta.

Ore 08:17 - La controffensiva «prosegue in tre direzioni»

Nel bollettino quotidiano dell’Institute for Study of War si dice che la controffensiva ucraina «andrà avanti su tre punti» della linea del fronte. Solo nella giornata di ieri, secondo la Difesa di Kiev, la controffensiva ha ripreso 12 km quadrati a Sud, e 192 km quadrati dall’inizio della controffensiva. Per Putin la controffensiva è «fallita», il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha invece parlato di «prime fasi» dell’operazione.

Ore 09:33 - Bollettino delle perdite russe

La Russia ha perso finora 243.220 soldati in Ucraina. Tra questi ci sono seicento vittime soltanto ieri. Così il bollettino quotidiano dello Stato maggiore ucraino.

Ore 10:17 - Il ministro della Difesa ucraino in visita in Corea del Nord

Serghei Shoigu, ministro russo della Difesa, visiterà la Corea del Nord da oggi 25 luglio al 27, per «contribuire a rafforzare le relazioni tra i due Paesi». Lo riferisce il ministero di Mosca, che aggiunge: «La visita avviene su invito del ministero della Difesa della Repubblica democratica popolare di Corea, per partecipare a eventi solenni dedicati al 70/mo anniversario della vittoria del popolo coreano nella Guerra di Liberazione Patriottica del 1950-1953». L’occasione è quella infatti delle celebrazioni dell’anniversario dell’armistizio della guerra di Corea.

Ore 10:23 - Ucraina: progressi verso sud, in direzione Staromayorske

L’esercito ucraino ha riferito di aver compiuto piccoli progressi contro le forze russe in alcune zone dell’Ucraina meridionale. Andriy Kovaliov, portavoce dello Stato Maggiore delle forze armate, ha dichiarato che le truppe ucraine sono avanzate in direzione del villaggio sud-orientale di Staromayorske, vicino agli insediamenti riconquistati dall’Ucraina il mese scorso nella regione di Donetsk.

Ore 10:23 - Mosca, sventato attacco droni Kiev a nave Mar Nero

La marina russa ha sventato un attacco ucraino a una nave che navigava nel Mar Nero: denunciato «un fallito tentativo di attaccare il pattugliatore Sergey Kotov a largo di Sebastopoli che non ha causato vittime». Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa di Mosca.

Ore 10:57 - Gb: Russia ha accantonato idea vincere militarmente guerra

La Russia ha «quasi abbandonato» l’idea di vincere militarmente la guerra in Ucraina. Lo ha sostenuto un ex ufficiale dell’Mi6, l’agenzia di spionaggio per l’estero del Regno Unito. Con un numero crescente di attacchi in aree insignificanti, sembra che la Russia stia utilizzando «tutte le scorte di missili» per esercitare diversi tipi di pressione su Ucraina e comunità internazionale, ha dichiarato Christopher Steele a Sky News. «Quello a cui stiamo assistendo è, in effetti, un attacco al libero commercio», ha detto, «Putin ha certamente l’ambizione di sfidare la modalità con cui funziona il mercato mondiale e il sistema occidentale, come lui lo vede, di governance nel mondo». «La Russia ha quasi abbandonato l’idea di vincere questa guerra militarmente in senso convenzionale», ha sottolineato.

Ore 11:17 - Mosca, respinto attacco a nave nel Mar Nero con barche telecomandate

Il ministero della Difesa russo ha annunciato che nella notte è stato respinto un attacco ucraino contro una nave pattuglia della flotta del Mar Nero. Secondo una nota citata dall’agenzia di stampa Tass, due barche telecomandate senza equipaggio hanno provato ad attaccare la nave `Sergei Kotov´, che ha respinto l’assalto e «distrutto» entrambe. Non ci sono state vittime, ha aggiunto il ministero della Difesa, precisando che al momento dell’attacco la `Sergei Kotov´ si trovava nella parte sud-occidentale del Mar Nero e svolgeva compiti di controllo della navigazione a 370 km a sud-ovest di Sebastopoli.

Ore 12:22 - Sunak: «Lavoriamo con la Turchia per ripristino accordo su grano»

«Il Regno Unito sta lavorando a stretto contatto con la Turchia per ripristinare l’accordo sui cereali». Lo ha dichiarato il primo ministro britannico, Rishi Sunak, nel corso del colloquio con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, stando a una nota diffusa da un portavoce di Downing Street. Ribadendo che il Regno Unito utilizzerà il suo ruolo di presidente di turno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per «condannare ulteriormente il comportamento della Russia».

Ore 12:24 - Von der Leyen: «Da Ue 1,5 miliardi per bilancio di Kiev»

La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyer ha scritto su Twitter: «Condanno fermamente gli attacchi russi alle infrastrutture ucraine di stoccaggio ed esportazione del grano. Mentre la Russia continua la sua guerra spietata, noi continuiamo a sostenere l’Ucraina. Oggi abbiamo versato altri 1,5 miliardi di euro per contribuire al funzionamento dello Stato e alla riparazione delle infrastrutture. Ne arriveranno altri».

Ore 12:26 - Per il Cremlino al momento è «impossibile tornare a patto sul grano»

«Sfortunatamente, al momento è impossibile tornare» all'accordo sul grano «perché non è in fase di attuazione»: lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, aggiungendo che il presidente Vladimir Putin «ha chiarito che la Russia è pronta a riprendere immediatamente l'accordo non appena sarà attuato». Lo riporta l'agenzia Interfax. La settimana scorsa Mosca ha annunciato di non rinnovare l'accordo sulle esportazioni di grano dai porti ucraini dopo aver dichiarato che, a suo dire, non sarebbero stati rimossi «gli ostacoli» alle esportazioni russe di cereali e fertilizzanti.

Ore 12:45 - Partiti dalla Spagna gli ultimi 4 carri armati Leopard per Kiev

Saranno consegnati alle forze armate ucraine all'inizio di agosto gli ultimi quattro carri armati Leopard 2A4 che la Spagna aveva promesso tempo fa al governo di Kiev: i mezzi, informa una nota del ministero della Difesa spagnolo, sono partiti ieri dal porto di Santander su una nave con altro materiale militare e umanitario. Oltre ai tank, sono stati spediti 10 veicoli blindati M-113 per il trasporto delle truppe, 10 camion da carico, un veicolo blindato multiuso e cinque ambulanze, di cui due blindate.

Ore 13:00 - Putin ha visto Lukashenko: hanno parlato anche della Wagner

I presidenti Vladimir Putin e Aleksandr Lukashenko si sono incontrati e hanno discusso «il tema del gruppo Wagner, il tema della cooperazione commerciale ed economica, lo Stato dell'Unione e le minacce esterne lungo il perimetro dei nostri paesi». Così il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov secondo i media russi. Russia e Bielorussia sono legate da un partenariato chiamato «Stato dell'Unione» in cui Mosca è l'attore dominante.

Ore 13:30 - Ambasciatrice russa in Italia: «Il Senato italiano mostri lungimiranza su Holodomor»

«Oggi il Senato discuterà il riconoscimento del cosiddetto `Holodomor´ come genocidio del popolo ucraino. Si vuole sperare che i senatori italiani, a differenza dei loro colleghi della camera bassa, mostrino lungimiranza e ampiezza delle vedute storiche e non seguano la via della propaganda del mito politico e ideologico fomentato dalle autorità ucraine per compiacere le forze ultranazionaliste, neonaziste e russofobe e i loro patroni angloamericani». Lo scrive l'ambasciata russa in Italia sui suoi social.

Ore 14:16 - La Duma innalza fino a 30 anni l'età per la leva

La Duma ha approvato in seconda e poi in terza e ultima lettura la proposta di legge per innalzare dai 27 ai 30 anni il limite massimo per la chiamata alla leva. Ma, diversamente da quanto proposto inizialmente, l'età minima resta di 18 anni e non viene innalzata a 21 anni. Questo significa che viene allargato il bacino delle persone che possono essere chiamate a prestare servizio militare fino a includere gli uomini dai 18 ai 30 anni d'età. Per diventare legge, il ddl deve essere approvato dal Senato e poi firmato dal presidente russo. Lo riporta la testata online Meduza.

Ore 14:48 - La procura russa dichiara «indesiderata» la tv Dozhd

La procura generale russa ha dichiarato «organizzazione indesiderata» la tv Dozhd. Lo riporta Novaya Gazeta Europa. La misura viene annunciata in un momento in cui il Cremlino sta inasprendo sempre più la repressione contro il dissenso e la stampa indipendente.

Ore 15:02 - Kiev: «Mosca ha attuato in più fasi il piano per lo stop al grano»

La decisione di Mosca di non rinnovare l’iniziativa sul grano è stata presa dopo una serie di misure attuate in diverse fasi proprio con l’obiettivo finale di uscire dall’accordo: è quanto emerge da un rapporto top secret realizzato dal cosiddetto «Centro di coordinamento congiunto» per i vertici militari e politici della Russia. Il documento è stato ottenuto e pubblicato dalla Direzione dell’intelligence ucraina, come riporta Ukrainska Pravda. In generale, il testo del documento è dedicato alle iniziative utilizzate per ostacolare l’attuazione del corridoio del grano che alla fine hanno portato alla rottura definitiva dell’accordo, scrive il media ucraino. Secondo il rapporto, il compito principale del «Centro di coordinamento congiunto» consisteva nel ridurre al minimo il volume di grano esportato nell’ambito dell’accordo. In particolare, il documento afferma che anche l’ispezione delle navi era «uno degli elementi chiave per frenare la crescita incontrollata delle esportazioni di grano dai porti ucraini». A seguito delle ispezioni, sottolinea il documento, «46 navi sono state escluse dalla partecipazione all’iniziativa e 303 navi sono state limitate per un totale di 342 giorni».

Ore 15:35 - Ungheria: «Prodotti Kiev non devono inondare mercato Ue»

«L’Ungheria e i Paesi in prima linea chiedono di prorogare il divieto di importazione di grano ucraino fino alla fine dell’anno. Proponiamo di migliorare i corridoi di solidarietà e fornire sostegno finanziario dell’Ue per i costi di trasporto per garantire che il grano raggiunga le destinazioni previste. Questo per evitare che i prodotti ucraini inondino i mercati europei, rendendo i raccolti europei invendibili e che i Paesi in via di sviluppo si affidino alla Russia per i loro bisogni». Lo affermato il ministro dell’Agricoltura ungherese, Istvan Nagy, a margine del Consiglio Agricoltura in corso a Bruxelles.

Ore 15:47 - Washington Post: «Putin fu avvertito in anticipo sulla rivolta Wagner ma non fece nulla»

Il presidente russo Vladimir Putin fu avvertito dai servizi di sicurezza almeno due o tre giorni prima di una possibile rivolta della Wagner, ma non fece nulla per contrastarla, limitandosi a rafforzare la sicurezza in diversi luoghi strategici, compreso il Cremlino..

A scriverlo oggi è il Washington Post, che cita fonti d’intelligence ucraine ed europee. Secondo il quotidiano americano: «Putin ha avuto il tempo di prendere la decisione di liquidare (la ribellione) e arrestare gli organizzatori», nota una fonte europea. «Poi quando è iniziata ad accadere, c’è stata una paralisi a tutti i livelli. C’erano sgomento e confusione assoluti. Per molto tempo non sapevano come reagire», ha aggiunto la fonte, riferendosi alla giornata del 24 giugno quando Putin è apparso come paralizzato e incapace di prendere decisioni.

Ore 15:52 - Mosca: «Sanzioni catastrofiche per il settore alimentare globale»

«La guerra di sanzioni scatenata contro la Russia rischia di provocare una catastrofe per il settore alimentare globale». Lo ha affermato Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, durante una riunione a Johannesburg, in Sudafrica, con alti rappresentanti dei Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica).

Secondo Patrushev non ci sarebbe una carenza di cibo nel mondo. «Tuttavia», ha aggiunto, «la situazione è aggravata dalla guerra di sanzioni senza precedenti condotta contro la Russia, che rischia di avere conseguenze catastrofiche per il settore alimentare globale».

Per il segretario del Consiglio di sicurezza russo, le misure di pressione contro Mosca avrebbero portato a uno squilibrio nel mercato alimentare internazionale, provocando significative fluttuazioni dei prezzi».

Ore 15:57 - Moldavia, governo convoca ambasciatore russo per sospetto spionaggio

Il ministero degli Esteri della Moldavia ha annunciato che convocherà l'ambasciatore russo Oleg Vasnetsov, a seguito della notizia riportata da due media locali sul presunto spionaggio nel Paese da parte dell'intelligence russa.

Secondo il sito Insider e l'emittente Jurnal, sul tetto dell'ambasciata di Mosca e in una proprietà vicina sarebbero state installate 28 antenne paraboliche oltre a dispositivi di trasmissione e ricezione. Inoltre persone associate all'intelligence russa sono state viste sugli edifici. «Un'interferenza per noi assolutamente inaccettabile», ha affermato il ministero degli Esteri di Chisinau.

Ore 16:01 - Ambasciatrice Uk all'Onu: «Prevediamo nuovi attacchi russi a navi civili nel Mar Nero»

L'intelligence britannica, attraverso le parole dell'ambasciatrice Uk all'Onu Barbara Woodward è sicura che i russi possano nuovamente attaccare navi civili nel Mar Nero, anche attraverso delle mine piazzate nell'area. Lo stesso primo ministro Rishi Sunak condividerà presto alcune informazioni in merito con il presidente Volodymyr Zelensky.

Ore 16:10 - Il Punto Militare: Putin, gli aiuti a Kiev, l’offensiva e la Corea del Nord: cinque messaggi sulla guerra in Ucraina

(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il punto militare 521 | Cinque messaggi dal conflitto in Ucraina, dagli aiuti degli Usa a Kiev alla visita di Shoigu a Pyongyang, mentre continuano gli scambi di colpi in Mar Nero, tra raid missilistici e attacchi con barchini-esplosivi.

Cinque messaggi dal conflitto in Ucraina, sul piano diplomatico e militare, mentre continuano gli scambi di colpi in Mar Nero, tra raid missilistici e attacchi con barchini-esplosivi. Primo. Dall’Occidente sono trapelati segnali pubblici sulla volontà di «non umiliare» Vladimir Putin, e la Casa Bianca ha frenato fino a oggi sull’invio dei razzi a lungo raggio a Kiev. Sono segnali rivolti al nemico, ribaditi anche dai contatti condotti dal direttore della Cia William Burns con rassicurazioni dirette: non vogliamo interferire nei vostri affari interni.

Ore 16:25 - Navalny: «Girkin è u prigioniero politico»

Il dissidente russo Alexei Navalny ritiene che l'ultranazionalista Igor Girkin vada considerato un «prigioniero politico», per quanto si trovi ideologicamente diametralmente all'opposto. Girkin era stato arrestato con l'accusa di aver rivolto delle dure critiche al Cremlino, espresse sul suo blog militarista. «Igor Strelkov è stato arrestato illegalmente. Fin tanto che rimane in detenzione per queste accuse ridicole e ovviamente motivate politicamente, è un prigioniero politico», ha scritto Navalny su Telegram, secondo quanto riferiscono Moscow Times e Meduza.

Ore 16:43 - Zelensky annuncia: «Pronto un piano per il Consiglio Nato-Kiev»

«Abbiamo un piano chiaro per lanciare il Consiglio Nato-Ucraina a tutti i livelli. Lo vedremo con gli ambasciatori domani, durante la riunione convocata d'urgenza sulla situazione nel Mar Nero». È quanto scrive in un tweet il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Rappresentanti del parlamento ucraino e funzionari governativi stanno preparando i passi pratici per attuare le decisioni del Vertice di Vilnius».

Ore 16:52 - Kiev conferma uso bombe a grappolo a Bakhmut

«Le forze ucraine stanno utilizzando efficacemente gli armamenti forniti dai partner». Ha risposto così, in un'intervista televisiva, il portavoce del comando militare orientale dell'Ucraina Serhii Cherevatyi.

Il ministro della Difesa Oleksii Reznikov aveva dichiarato in un'intervista trasmessa alla Cnn il 23 luglio che condividerà con il Pentagono un rapporto sull'uso di munizioni a grappolo da parte dell'Ucraina nei prossimi giorni.

Ore 16:58 - Donetsk, esercito russo: «Avanzati di 2 km in 24 ore»

L'esercito russo sarebbe avanzato di due chilometri nelle ultime 24 ore nell'Est dell'Ucraina. Lo comunica il ministero della Difesa di Mosca relativamente all'area vicina a Lyman, un nodo ferroviario del Donetsk che le forze ucraine avevano riconquistato nel mese di ottobre.

Ore 17:03 - Grano, Sunak: «Inaccettabile il tentativo di Mosca di arrestare l'export ucraino»

«Qualsiasi tentativo russo di impedire l'invio del grano dall'Ucraina è del tutto inaccettabile». Lo ha affermato su Twitter il premier britannico Rishi Sunak, riferendosi al colloquio telefonico avuto oggi con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 17:35 - Grano, summit Africa-Russia. Mosca: «A San Pietroburgo parleranno 17 leader africani»

Un esponente del Cremlino ha riferito all’agenzia di stampa Ria Novosti che durante il summit in programma nel weekend tra la Russia e diversi Paesi dell’Africa, per trattare il tema delle importazioni e delle esportazioni di grano, saranno almeno 17 i leader africani che prenderanno la parola. Putin dovrebbe avere dei confronti diretti anche con il premier etiope Abi Ahmed Ali e il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi.

Ore 18:06 - Indiscrezione del Cremlino: «Putin invitato in Cina il prossimo ottobre»

«Il presidente russo Vladimir Putin è stato invitato in Cina il prossimo ottobre», lo avrebbe dichiarato all’agenzia di stampa Tass un esponente del Cremlino. Lo scopo della visita sarebbe il forum e il rinnovo dell’intesa «One belt. One Road», legata alla Via della Seta e al rapporto di amicizia tra Cina e Russia. L’ultima visita di Putin in Russia era stata il 4 febbraio 2022, in occasione dell’apertura dei Giochi olimpici invernali di Pechino.

Ore 18:19 - Ue deciderà a settembre sul bando del grano per Kiev

La Commissione Europea deciderà a settembre se estendere il veto al grano ucraino fino alla fine del 2023, come chiedono i Paesi vicini con la Polonia in testa, un’iniziativa che ha generato differenze in seno ai 27, dato che la misura avvantaggia la Russia.

Bulgaria, Polonia, Ungheria, Romania e Slovacchia hanno chiesto via lettera una proroga del bando contro il grano ucraino almeno fino a fine anno per proteggere i propri mercati, una volta che scadrà il blocco attuale. Si è schierata contro la Germania, il cui ministro dell’Agricoltura Cem Ozdemir ha denunciato «l’elettoralismo» dell’iniziativa e ha detto che l’Europa non deve adottare misure che «facciano felice Vladimir Putin».

 Ore 18:35 - Russia, legge autorizza i governatori a creare gruppi paramilitari

I deputati della Duma hanno approvato un provvedimento che autorizza i governatori regionali a creare compagnie paramilitari con l’approvazione presidenziale, in caso di mobilitazione, guerra e legge marziale.

La legge dovrà ora essere approvata al Senato e firmata dal presidente Vladimir Putin prima di entrare in vigore. Questi gruppi paramilitari potranno essere finanziati dal bilancio federale o regionale. I loro membri riceveranno armi leggere e munizioni, e potranno manovrare droni aerei o navali.

Ore 18:49 - Zakharova: «Perché Usa non dicono che Kiev è responsabile della morte dei giornalisti russi?»

«È impossibile condannare gli attacchi ai giornalisti e allo stesso tempo sponsorizzare chi li commette. Lo ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, commentando le parole del rappresentante permanente Usa presso l’Osce Michael Carpenter, che ha sottolineato che Washington condanna qualsiasi attacco ai giornalisti.

«Qualsiasi attacco ha il nome sia della vittima che dell’aggressore. Il nome della vittima è Rostislav Zhuravlev. Il nome dell’aggressore è il regime di Kiev - ha scritto la Zakharova.

Ore 19:26 - Ex marine Usa ferito in combattimento. Era uno dei prigionieri rilasciati da Mosca

Trevor Reed, l’ex marine americano detenuto in Russia per quasi tre anni e rilasciato nell’aprile del 2022 in uno scambio di prigionieri tra Stati Uniti e Russia, è rimasto ferito in combattimento in Ucraina.

Lo riporta oggi la Cnn, citando una fonte al corrente della situazione, secondo cui Reed sarebbe già stato trasferito in Germania per le cure mediche.

Ore 19:49 - Non solo Cina, in autunno Putin potrebbe andare in India per il G20

Vladimir Putin potrebbe recarsi in India ad autunno. Lo ha detto il vice portavoce del Cremlino Yuri Ushakov, spiegando che la Russia «ha ricevuto un invito» a partecipare al vertice del G20, previsto per i primi di settembre a Nuova Deli e non si esclude la partecipazione del presidente russo in persona.

Ore 20:13 - Usa confermano: altri 400 milioni di aiuti militari a Kiev

Gli Usa forniranno altri 400 milioni di dollari di aiuti militari all’Ucraina. Lo ha affermato anche il segretario di Stato Antony Blinken. Nel pacchetto, prelevato dagli arsenali del Pentagono, sono compresi munizioni e sistemi corazzati. I nuovi aiuti comprendono munizioni per i sistemi di difesa aerea Patriot e Nasams, sistemi antiaerei Stinger;,munizioni per i sistemi Himars, oltre ad altre munizioni di artiglieria e droni Hornet.

Ore 20:20 - Holodomor, Tajani: «Lettera ambasciata russa? Da respingere al mittente»

«Dobbiamo tenere aperto il dialogo con Mosca e sappiamo bene qual è la loro posizione. Noi la pensiamo in modo assolutamente diverso. Non condividiamo le affermazioni contenute nella lettera dell’ambasciata russa. L’ambasciatore è l’ambasciatore ma lettere così si respingono al mittente». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in merito alle critiche del Cremlino al riconoscimento dell’Holodomor come genocidio del popolo ucraino.

 Ore 20:24 - Il Video - La basilica di Odessa (colpita dai russi) che l’Italia contribuirà a ricostruire

(Di Lorenzo Cremonesi) Due giorni dopo l’attacco russo alla basilica di Odessa, c’è un flusso continuo di fedeli che arrivano a farsi benedire dai sacerdoti. Padre Maximilian conferma che è stato un missile russo a distruggere la chiesa. «Hanno voluto colpirla perché così hanno colpito la resistenza degli ucraini». L’Italia sta pensando di sostenere la ricostruzione. I danni si valutano in 5 milioni di euro.

Ore 20:40 - Delegazione guidata da Shoigu arrivata in Nord Corea

La delegazione militare russa guidata dal ministro della Difesa Sergei Shoigu è arrivata in visita in Corea del Nord. Lo ha annunciato il ministero della Difesa russo scrive Ria Novosti. All’aeroporto internazionale Sunan di Pyongyang si è svolta una cerimonia ufficiale di benvenuto della delegazione russa con la partecipazione della Guardia d’onore dell’Esercito popolare coreano. Il ministro della Difesa nordcoreano Kang Sun-nam ha accolto il capo del ministero della Difesa russo alla rampa dell’aereo. La visita durerà fino al 27 luglio.

La delegazione russa parteciperà alle celebrazioni dedicate al 70° anniversario della fine della guerra di Corea. Il ministero della Difesa russo ha sottolineato che la visita, che durerà fino al 27 luglio, «contribuirà a rafforzare i legami militari tra Mosca e Pyongyang. Una tappa importante nello sviluppo della cooperazione tra i due Paesi».

Ore 20:54 - Kuleba: «F-16 consentiranno di proteggere il corridoio del grano»

«L’Ucraina potrebbe utilizzare i caccia F-16 per proteggere le rotte di trasporto del grano nel Mar Nero». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba a France 24. «Prima li riceveremo, prima potremo lanciare un nuovo corridoio, protetto, efficiente, che funzionerà, che funzionerà senza ostacoli e 100 milioni di tonnellate di grano ucraino arriveranno al mercato globale, stabilizzando i prezzi».

Ore 21:09 - Paesi baltici, reti elettriche sincronizzate con l’Europa nel 2025

I ministri dell’Energia lituano (Dainius Kreivys), lettone (Raimonds Cudars) ed estone (Kristen Michal) hanno concordato oggi a Riga di sincronizzare le linee elettriche nazionali alla rete dell’Europa continentale entro il febbraio 2025. «La decisione», ha detto in conferenza stampa il ministro dell’Energia estone, «è stata presa tenendo conto della mutata situazione di sicurezza geopolitica nella regione nel contesto della guerra in Ucraina. Essa conferma ancora una volta l’unità dei Paesi baltici nel raggiungimento degli obiettivi comuni di sicurezza energetica».

La decisione rappresenta di fatto il ritiro congiunto dei tre Stati baltici dall’accordo sul sistema energetico controllato dalla Russi

Ore 22:07 - Gli Usa invieranno altri 400 milioni di dollari in aiuti militari

Gli Stati Uniti forniranno all’Ucraina un’altro pacchetto di aiuti militari del valore di circa 400 milioni di dollari. Lo ha annunciato l’esercito americano. Il pacchetto contiene principalmente munizioni, inclusi missili antiaerei per i sistemi Patriot e Nasams. Gli Stati Uniti sono stati i più importanti sostenitori dell’Ucraina da quando la Russia ha lanciato la sua invasione su vasta scala nel febbraio 2022. Dall’invasione, gli Stati Uniti hanno fornito o promesso aiuti militari a Kiev per un valore di oltre 43 miliardi di dollari, secondo i dati del Pentagono.

Ore 23:19 - Donetsk, 20enne uccisa dalle bombe a grappolo

Una ragazza di 22 anni, ferita ieri a Konstantynivka, nella regione di Donetsk è è morta oggi in ospedaleo in seguito ai bombardamenti russi di ieri on bombe a grappolo. Lo riporta Rbc-Ucraina citando il governatore Pavel Kirilenko. Nell’attacco hanno perso la vita tra persone di cui un bambino e un adulto, di cui si è saputo ieri, e oggi una ragazzi di 22 anni.

Ore 23:20 - Deputato ucraino in vacanza alle Maldive, Zelensky: «È tradimento»

Zelensky ha denunciato «il tradimento» di un deputato recentemente avvistato in vacanza in un hotel di lusso alle Maldive, mentre il presidente ucraino evoca spesso il dovere dell’esemplarità da parte dei leader politici nel bel mezzo della guerra contro la Russia. Secondo il sito di informazioni Slidstvo.info, Yuri Aristov, deputato di 48 anni del partito presidenziale «Servitori del popolo», è stato visto a metà luglio in un hotel a cinque stelle nell’arcipelago dell’oceano Indiano. A seguito di queste rivelazioni della stampa, David Arakhamia, presidente del gruppo presidenziale in Parlamento, ha dichiarato oggi di aver chiesto la «sospensione immediata» del deputato all’interno del suo gruppo parlamentare. Il Presidente del Parlamento ucraino, Rouslan Stefantchouk, ha rivelato di aver ricevuto una lettera di dimissioni da Aristov, anche vicepresidente della commissione parlamentare per la sicurezza nazionale, la difesa e l’intelligence, il cui ruolo è eminentemente strategico. In Ucraina è necessario un voto parlamentare per rimuovere un deputato eletto dall’incarico. Il presidente Zelensky in serata ha fatto esplicito riferimento alla questione, affermando che scegliere «isole e resort in tempo di guerra è un tradimento dei principi dello Stato».

Ore 23:21 - Usa: «Facciamo il possibile per liberare Whelan e Gershkovich»

L’Amministrazione Biden continua a fare «tutto il possibile» e a «percorrere tutte le strade» per ottenere la liberazione di Paul Whelan e del reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich, i due cittadini Usa illecitamente detenuti in Russia. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, senza però replicare a chi le chiedeva se il ferimento in combattimento in Ucraina dell’ex marine Trevor Reed, liberato da una prigione russa lo scorso anno in uno scambio di prigionieri, possa compromettere la liberazione dei suoi connazionali.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 26 luglio.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Zelensky ai parlamentari “traditori”: «Di voi non rimarrà nessuno». Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera mercoledì 26 luglio 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di mercoledì 26 luglio, in diretta. Indagato un deputato ucraino andato in vacanza alle Maldive. Le forze di Kiev avanzano in direzione di Bakhmut e Zaporizhzhia. Shoigu in Corea del Nord

• Il punto militare: i 5 messaggi sulla guerra: Putin, gli aiuti, l’intelligence Usa.

•La delegazione russa guidata dal ministro della Difesa Shoigu è in Nord Corea. Si tratterrà fino a domani.

• La Duma autorizza una legge che permette ai governatori di creare gruppi paramilitari.

• Il segretario di Stato Usa Blinken: «Altri 400 milioni in armi per Kiev».

• La provocazione della portavoce del Cremlino Zakharova: «Perché gli Usa non dicono che Kiev è responsabile della morte dei giornalisti russi?». 

Ore 00:37 - Il Video - La basilica di Odessa (colpita dai russi) che l’Italia contribuirà a ricostruire

(di Lorenzo Cremonesi) Due giorni dopo l’attacco russo alla basilica di Odessa, c’è un flusso continuo di fedeli che arrivano a farsi benedire dai sacerdoti. Padre Maximilian conferma che è stato un missile russo a distruggere la chiesa. «Hanno voluto colpirla perché così hanno colpito la resistenza degli ucraini». L’Italia sta pensando di sostenere la ricostruzione. I danni si valutano in 5 milioni di euro.

Ore 01:02 - Zakharova: «Perché Usa non dicono che Kiev è responsabile della morte dei giornalisti russi?»

«È impossibile condannare gli attacchi ai giornalisti e allo stesso tempo sponsorizzare chi li commette. Lo ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, commentando le parole del rappresentante permanente Usa presso l’Osce Michael Carpenter, che ha sottolineato che Washington condanna qualsiasi attacco ai giornalisti.

«Qualsiasi attacco ha il nome sia della vittima che dell’aggressore. Il nome della vittima è Rostislav Zhuravlev. Il nome dell’aggressore è il regime di Kiev - ha scritto la Zakharova.

Ore 01:22 - Russia, legge autorizza i governatori a creare gruppi paramilitari

I deputati della Duma hanno approvato un provvedimento che autorizza i governatori regionali a creare compagnie paramilitari con l’approvazione presidenziale, in caso di mobilitazione, guerra e legge marziale.

La legge dovrà ora essere approvata al Senato e firmata dal presidente Vladimir Putin prima di entrare in vigore. Questi gruppi paramilitari potranno essere finanziati dal bilancio federale o regionale. I loro membri riceveranno armi leggere e munizioni, e potranno manovrare droni aerei o navali.

Ore 01:43 - Usa confermano: altri 400 milioni di aiuti militari a Kiev

Gli Usa forniranno altri 400 milioni di dollari di aiuti militari all’Ucraina. Lo ha affermato anche il segretario di Stato Antony Blinken. Nel pacchetto, prelevato dagli arsenali del Pentagono, sono compresi munizioni e sistemi corazzati. I nuovi aiuti comprendono munizioni per i sistemi di difesa aerea Patriot e Nasams, sistemi antiaerei Stinger;,munizioni per i sistemi Himars, oltre ad altre munizioni di artiglieria e droni Hornet.

Ore 02:00 - Delegazione guidata da Shoigu arrivata in Nord Corea

La delegazione militare russa guidata dal ministro della Difesa Sergei Shoigu è arrivata in visita in Corea del Nord. Lo ha annunciato il ministero della Difesa russo scrive Ria Novosti. All’aeroporto internazionale Sunan di Pyongyang si è svolta una cerimonia ufficiale di benvenuto della delegazione russa con la partecipazione della Guardia d’onore dell’Esercito popolare coreano. Il ministro della Difesa nordcoreano Kang Sun-nam ha accolto il capo del ministero della Difesa russo alla rampa dell’aereo. La visita durerà fino al 27 luglio.

La delegazione russa parteciperà alle celebrazioni dedicate al 70° anniversario della fine della guerra di Corea. Il ministero della Difesa russo ha sottolineato che la visita, che durerà fino al 27 luglio, «contribuirà a rafforzare i legami militari tra Mosca e Pyongyang. Una tappa importante nello sviluppo della cooperazione tra i due Paesi».

Ore 02:31 - Indiscrezione del Cremlino: «Putin invitato in Cina il prossimo ottobre»

«Il presidente russo Vladimir Putin è stato invitato in Cina il prossimo ottobre», lo avrebbe dichiarato all’agenzia di stampa Tass un esponente del Cremlino. Lo scopo della visita sarebbe il forum e il rinnovo dell’intesa «One belt. One Road», legata alla Via della Seta e al rapporto di amicizia tra Cina e Russia. L’ultima visita di Putin in Russia era stata il 4 febbraio 2022, in occasione dell’apertura dei Giochi olimpici invernali di Pechino.

Ore 02:42 - Non solo Cina, in autunno Putin potrebbe andare in India per il G20

Vladimir Putin potrebbe recarsi in India ad autunno. Lo ha detto il vice portavoce del Cremlino Yuri Ushakov, spiegando che la Russia «ha ricevuto un invito» a partecipare al vertice del G20, previsto per i primi di settembre a Nuova Deli e non si esclude la partecipazione del presidente russo in persona.

Ore 03:02 - Il punto militare - Putin, gli aiuti a Kiev, l’offensiva e la Corea del Nord: cinque messaggi sulla guerra in Ucraina

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Cinque messaggi dal conflitto in Ucraina, sul piano diplomatico e militare, mentre continuano gli scambi di colpi in Mar Nero, tra raid missilistici e attacchi con barchini-esplosivi.

 Ore 03:36 - Donetsk, 20enne uccisa dalle bombe a grappolo

Una ragazza di 22 anni, ferita ieri a Konstantynivka, nella regione di Donetsk è è morta oggi in ospedaleo in seguito ai bombardamenti russi di ieri on bombe a grappolo. Lo riporta Rbc-Ucraina citando il governatore Pavel Kirilenko. Nell’attacco hanno perso la vita tra persone di cui un bambino e un adulto, di cui si è saputo ieri, e oggi una ragazza di 22 anni.

Ore 03:57 - Deputato ucraino in vacanza alle Maldive, Zelensky: «È tradimento»

Zelensky ha denunciato «il tradimento» di un deputato recentemente avvistato in vacanza in un hotel di lusso alle Maldive, mentre il presidente ucraino evoca spesso il dovere dell’esemplarità da parte dei leader politici nel bel mezzo della guerra contro la Russia. Secondo il sito di informazioni Slidstvo.info, Yuri Aristov, deputato di 48 anni del partito presidenziale «Servitori del popolo», è stato visto a metà luglio in un hotel a cinque stelle nell’arcipelago dell’oceano Indiano.

A seguito di queste rivelazioni della stampa, David Arakhamia, presidente del gruppo presidenziale in Parlamento, ha dichiarato oggi di aver chiesto la «sospensione immediata» del deputato all’interno del suo gruppo parlamentare. Il Presidente del Parlamento ucraino, Rouslan Stefantchouk, ha rivelato di aver ricevuto una lettera di dimissioni da Aristov, anche vicepresidente della commissione parlamentare per la sicurezza nazionale, la difesa e l’intelligence, il cui ruolo è eminentemente strategico. In Ucraina è necessario un voto parlamentare per rimuovere un deputato eletto dall’incarico. Il presidente Zelensky in serata ha fatto esplicito riferimento alla questione, affermando che scegliere «isole e resort in tempo di guerra è un tradimento dei principi dello Stato».

Ore 04:19 - Usa: «Facciamo il possibile per liberare Whelan e Gershkovich»

L’Amministrazione Biden continua a fare «tutto il possibile» e a «percorrere tutte le strade» per ottenere la liberazione di Paul Whelan e del reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich, i due cittadini Usa illecitamente detenuti in Russia. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, senza però replicare a chi le chiedeva se il ferimento in combattimento in Ucraina dell’ex marine Trevor Reed, liberato da una prigione russa lo scorso anno in uno scambio di prigionieri, possa compromettere la liberazione dei suoi connazionali.

Ore 05:00 - Attacchi con droni nella notte su Kharkiv, allarme anche nell'oblast Sumy

Ancora attacchi russi in Ucraina. Esplosioni sono state segnalate nella regione ucraina orientale di Kharkiv, secondo i media locali. L’allarme antiaereo è scattato in queste ore anche nell’oblast nordorientale di Sumy.

Le forze russe hanno attaccato la regione di Kharkiv con droni di fabbricazione iraniana. Lo ha riferito su Telegram il sindaco di Pervomaisk, Mykola Baksheiev, aggiungendo che impianti industriali sono stati danneggiati. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco dopo lo scoppio di un vasto incendio. Secondo l’amministrazione militare dell’oblast di Sumy, nella giornata di ieri le forze russe hanno bombardato 10 comunità nella regione per un totale di 32 attacchi e oltre 200 esplosioni.

Ore 07:26 - 70 anni dalla fine della Guerra di Corea: delegazioni russa e cinese a Pyongyang

Russia e Cina prendono parte con le loro delegazioni alle commemorazioni per il 70esimo anniversario dalla fine del conflitto tra le due Coree. In Nord Corea las partecipazione del ministro della Difesa Sergei Shoigu e altri delegati sarà anche un pretesto per approfondire la relazione con il Paese ospite, già protagonista di molte tensioni legate agli arsenali nucleari con Washington, Seul e Tokyo. La Russia, impegnata nel conflitto in Ucraina, guarda con interesse anche alla dotazione bellica di Pyongyang.

Ore 07:18 - Putin riscrive gli orrori del secolo sovietico: dagli elogi per Stalin alla riabilitazione di Beria

(Di Marco Imarisio) Lo zar usa l’Uomo d’acciaio per giustificare se stesso. Ogni giorno un passo in avanti nell’opera di rivalutazione del dittatore.

Dacci oggi il nostro Stalin quotidiano. Sono ben lontani i tempi in cui i commensali del Piccolo Padre lo adulavano intonando le sue amate canzoni georgiane e facendosi beffe del Padre nostro e della tanto disprezzata religione cattolica. Ma non passa giorno in cui non venga effettuato un altro passo avanti nell’opera di rivalutazione del dittatore sovietico.

Ore 07:37 - La denuncia dell’ambasciatore Usa all’Osce: «Bimbi ucraini strappati alle famiglie e portati con la forza in Russia»

(Di Viviana Mazza, corrispondente a New York) Alla vigilia della visita della premier Meloni a Washington, Carpenter annuncia un programma di assistenza psicologica alle vittime. Sulla missione di Zuppi: «Siamo aperti a tutti i tentativi di mediazione».

Alla vigilia della visita di Giorgia Meloni a Washington, l’ambasciatore statunitense all’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), Michael Carpenter, ha denunciato ancora una volta ieri, in una conferenza stampa con i giornalisti, l’invio di bambini ucraini «nella profonda Russia, allo scopo di rieducarli in campi speciali al fine di negare l’identità di questi bambini ucraini e creare un senso di fedeltà alla Russia».

Ore 07:40 - Età della coscrizione alzata a 30 anni in Russia. Meduza: «Mosca vuole prolungare il conflitto»

L’età della Coscrizione obbligatoria alzata a 30 anni in Russia (prima era a 27). Il Cremlino prova così ad espandere il proprio esercito, anche e soprattutto per dare un supporto al conflitto ucraino. Il presidente Vladimir Putin ha tuttavia specificato, secondo quanto ha riportato il New York Times, che queste «nuove truppe»saranno maggiormente utilizzate al confine e nelle aree del territorio russo più a rischio, non impegnate direttamente nel conflitto. Il sito indipendente Meduza lo definisce invece senza mezzi termini «un modo per protrarre la guerra ulteriormente nel tempo», senza che vi sia quindi lo spiraglio di una via d’uscita nel breve termine.

Ore 08:15 - Ministero dell’Istruzione di Kiev: «Distrutte per la guerra 180 scuole»

«Le forze russe hanno completamente distrutto 180 scuole in Ucraina dall’inizio dell’invasione e altri 1.300 istituti sono stati danneggiati». Lo ha reso noto il ministro dell’Istruzione e della Scienza Oksen Lisovyi, come riporta Ukrinform. «Il 75% delle scuole è dotato di rifugi antiaerei, ma questo non significa che il 75% degli alunni possa riprendere gli studi. Si tratta di circa 9.000 scuole, mentre noi ne abbiamo 13.000 in totale. La nostra priorità è riprendere gli studi (offline), dove è consentito per motivi di sicurezza. Nelle regioni vicine alle zone di ostilità, le lezioni si svolgeranno online», ha osservato Lisovyi.

Ore 08:39 - Putin: «Discuteremo di sicurezza alimentare al summit con i Paesi africani»

«La Russia sostiene il desiderio degli Stati africani di stabilità e progresso sociale ed economico: è importante che negli ultimi anni la nostra cooperazione con l’Africa abbia raggiunto un nuovo livello». Lo ha scritto Vladimir Putin in un saluto inviato ai partecipanti e agli ospiti del Forum Economico e Umanitario Russia-Africa che si terrà a San Pietroburgo in questi giorni. «Intendiamo svilupparlo ulteriormente: stimolare il commercio e gli investimenti, approfondire la cooperazione, lavorare insieme su problemi urgenti come la lotta alla povertà, la formazione di personale moderno, la sicurezza alimentare e il cambiamento climatico», ha osservato il presidente russo, secondo quanto comunicato dal Cremlino.

Ore 08:44 - Dagli Usa altri 400 milioni a Kiev, l’impegno alleato per lo sminamento

Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha annunciato altri 400 milioni di dollari in ulteriore assistenza alla sicurezza per l’Ucraina, riferisce Reuters, inclusi missili di difesa aerea, veicoli blindati e piccoli droni. Il nuovo pacchetto di aiuti includerà per la prima volta droni di sorveglianza Black Hornet, già usati sul campo grazie alle donazioni dei governi britannico e norvegese, ha affermato la società. Poi munizioni per la contraerea Patriot e Stinger, missili terra-aria Nasams e d’artiglieria (Himars).

Gli alleati dell’Ucraina si sono impegnati a stanziare 244 milioni di dollari oltre ad attrezzature speciali per lo sminamento del Paese, ha dichiarato la vicepremier ucraina Yulia Svyrydenko, senza specificare il contributo delle singole nazioni.

Ore 08:53 - Media americani: ancora niente intesa sugli F-16

Gli alleati occidentali non hanno ancora concordato un piano di addestramento per i piloti ucraini sui caccia F-16. Ne scrive Politico citando fonti statunitensi. Sarà difficile, quindi, vedere i caccia in Ucraina prima della primavera dell’anno prossimo, perché va ancora concordato il programma per insegnare agli ucraini a guidarli. Danimarca e Paesi Bassi guidano una coalizione di 11 nazioni per sostenere l’addestramento, ma finora nessun Paese ha pubblicamente impegnato aerei nel programma, scrive Politico.

Ore 09:24 - Shoigu è arrivato in Corea del Nord

Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu è in Corea del Nord a capo di una delegazione che, nel pomeriggio, si unirà a una delegazione cinese per partecipare agli eventi commemorativi per il 70esimo anniversario dell’armistizio della guerra di Corea (1950-1953). Si tratta della prima visita in Corea del Nord da quando il Paese ha chiuso i suoi confini nel tentativo di tenere fuori la pandemia causata dal coronavirus.

Ore 09:43 - Sotto indagine il deputato ucraino andato alle Maldive

I servizi ucraini stanno indagando sulla legalità della partenza del deputato del partito Servo del Popolo Jurij Aristov per le Maldive con la famiglia. Si è scoperto che il 10 luglio ha aperto da remoto un congedo per malattia in una delle istituzioni mediche private di Kiev fino al 19 luglio 2023 compreso. Allo stesso tempo, nel sistema sanitario elettronico sono state inserite informazioni inesatte, poiché la visita medica non è stata effettivamente effettuata. È stato perquisito, gli sono stati sequestrati passaporti altri documenti. La Sbu (l’intelligence ucraina) controlla i contatti del deputato durante il suo soggiorno all’estero.

Ore 10:30 - Kiev: avanziamo in direzione Bakhmut, Melitopol e Berdiansk

Le truppe ucraine avanzano nelle direzioni di Bakhmut, Melitopol e Berdiansk. Lo ha detto durante una diretta televisiva il portavoce dello stato maggiore delle forze di Kiev Andriy Kovaliov. «I soldati ucraini continuano a condurre un’operazione offensiva nelle direzioni di Bakhmut, Melitopol e Berdiansk e sparano con l’artiglieria sugli obiettivi nemici identificati», ha riferito, aggiungendo che l’esercito ucraino ha avuto successo nell’area di Staromayorske, nella regione di Donetsk. In direzione di Bakhmut, in particolare, le truppe ucraine continuano l’offensiva a Nord e a Sud della città ormai ridotta in macerie.

Ore 10:45 - L’Ucraina punta sui droni con l’intelligenza artificiale

(Di Matteo Castellucci) L’intelligenza artificiale ha un impatto sulle sorti della guerra. Per esempio, grazie a software basati su questa tecnologia, i droni ucraini possono continuare la loro missione, e colpire gli obiettivi, anche quando perdono contatto con il loro pilota umano. Lo racconta un reportage del Washington Post. L’accorgimento permette di schivare gli effetti delle «interferenze elettroniche», la “contraerea” utilizzata contro i droni per disinnescarli mentre sono ancora in volo. Dall’inizio della guerra, diverse ditte ucraine hanno migliorato le loro capacità di produzione: questi sistemi d’arma — più veloci, precisi e dall’autonomia estesa — sono diventati uno dei marchi di fabbrica di Kiev. Tra le loro ultime imprese, hanno colpito il ponte Kerch che collega la Crimea ai territori occupati del Sud. «Siamo sette giorni su sette in una corsa tecnologica», ha spiegato il vicepremier Mykhailo Fedorov al quotidiano americano. Proprio Fedorov è uno degli artefici dell’«armata dei droni», il programma statale che in collaborazione con le ditte private l’anno scorso ha insegnato a 10mila operatori come manovrare i droni. È uno dei modi con cui Kiev prova a controbilanciare l’inferiorità nei cieli rispetto alla Russia.

Ore 10:56 - Il Cremlino conferma: non è esclusa la presenza di Putin al G20

Il Cremlino non esclude la possibilità che il presidente russo Vladimir Putin possa andare a Nuova Delhi, in India, per partecipare al vertice del G20. «Abbiamo ricevuto un invito», ha detto ai giornalisti il consigliere del cremlino, Yuri Ushakov, secondo quanto riporta Interfax. Intanto la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha rifiutato di commentare la rimozione dell’ex ministro Qin: il suo siluramento resta avvolto nel mistero.

Ore 11:06 - Filorussi: Kiev ha lanciato importante controffensiva a Zaporizhzhia

Le forze armate ucraine hanno lanciato una grande controffensiva nella regione di Zaporizhzhia e in particolare a sud di Orikhiv. Lo hanno riferito le autorità filorusse nella regione. «Sul fronte di Zaporizhzhia è iniziata la seconda ondata della controffensiva» delle forze armate ucraine, ha scritto su Telegram un membro dell’amministrazione militare-civile di Zaporizhia Vladimir Rogov. Aggiungendo: «Il nemico ha inviato il massimo delle forze per sfondare le nostre difese nella direzione Orekhov. Stamattina presto, dopo una massiccia preparazione dell’artiglieria e attacchi aerei, gli ucraini sono andati a prendere d’assalto le nostre posizioni vicino a Robotyne».

Ore 11:41 - Zelensky ai parlamentari “traditori”: «Di voi non rimarrà nessuno»

«Nessuno perdonerà parlamentari, giudici, commissari militari o qualsiasi altro funzionario per essersi messi contro lo Stato». Così nel suo ultimo messaggio pubblico il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parla di “tradimento” entrando nel merito di alcuni scandali che riguardano parlamentari ucraini. «Di voi non rimarrà nessuno», minaccia. In particolare Aleksandr Ponomarev, arrestato per alto tradimento per aver registrato le sue imprese secondo la legislazione russa a guerra già cominciata, oltre a fornire carburante a Mosca. Ma soprattutto il deputato del partito Servo del Popolo Yuri Aristov, turista estivo alle Maldive con la famiglia: per ora indagato anche per sospetti contatti all’estero. Quest’ultimo in particolare si è scoperto che il 10 luglio ha aperto da remoto un congedo per malattia in una delle istituzioni mediche private di Kiev fino al 19 luglio 2023 compreso. Allo stesso tempo, nel sistema sanitario elettronico sono state inserite informazioni inesatte, poiché la visita medica non è stata effettivamente effettuata e Aristov stava in realtà in vacanza alle Maldive, al Waldorf Astoria con tutta la famiglia. Un comportamento che fatica ad allinearsi con le sofferenze del popolo ucraino.

Ore 11:56 - 007 Gb, verso l'aumento delle ostilità nel Mar Nero

L'accordo sul grano aveva moderato il coinvolgimento del Mar Nero nella guerra, ma dopo il suo mancato rinnovo da parte di Mosca c'è ora la possibilità che l'intensità delle ostilità nell'area aumentino. Lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. La flotta russa del Mar Nero ha modificato la sua postura da quando Mosca si è ritirata dall'accordo, per prepararsi a imporre un blocco all'Ucraina, si legge nel rapporto pubblicato su Twitter. La moderna corvetta Sergey Kotov è stata dispiegata nel Mar Nero meridionale per pattugliare la rotta di navigazione tra il Bosforo e Odessa, osservano gli esperti di Londra. Esiste la possibilità concreta che questa nave faccia parte di una task force per intercettare le navi commerciali che la Russia ritiene siano dirette in Ucraina.

Ore 12:26 - Kiev: «Le nostre forze guadagnano terreno nel Donetsk»

Le forze ucraine sono avanzate con successo vicino al villaggio di Staromaiorske, nella regione di Donetsk: lo ha reso noto il portavoce dello Stato Maggiore di Kiev, Andrii Kovalyov, come riporta il Kyiv Independent. Gli ucraini consolidano le loro nuove posizioni, ha aggiunto, mentre l'esercito russo «continua a opporre una forte resistenza, a spostare unità e a utilizzare attivamente le sue riserve». Ieri i soldati ucraini hanno allontanato le forze russe da Staromaiorske, nell'estremo ovest del Donestk, e continuano ad avanzare nelle direzioni di Bakhmut, Melitopol e Berdyansk. Inoltre, sono entrati nel villaggio di Andriivka, a sud di Bakhmut, dopo una ritirata russa

Ore 12:40 - Allarme aereo a Kiev e in alcune regioni

Un allarme aereo è scattato a Kiev e in alcune regioni ucraine: lo riporta su Telegram l'emittente di Stato Suspilne.

Ore 12:49 - Russia, 14 anni di carcere a un manager della sicurezza informatica

Il tribunale di Mosca ha condannato a 14 anni di reclusione con l'accusa di alto tradimento Ilya Sachkov, fondatore di Group-IB (ora F.A.C.C.T.), una delle principali aziende specializzate in sicurezza informatica. Lo riporta l'agenzia Interfax. La pubblica accusa aveva chiesto 18 anni mentre la difesa premeva per una piena assoluzione. L'imputato si dice innocente. Secondo l'edizione in lingua russa della Bbc, l'intelligence di Mosca accusa Sachkov di aver consegnato informazioni segrete a non meglio specificati servizi di sicurezza stranieri. Le accuse non sono verificabili in maniera indipendente.

Ore 13:08 - Kiev: «Stanziato quasi un miliardo di euro per produrre droni»

Il governo ucraino ha stanziato 40 miliardi di grivnie (oltre 977 milioni di euro) per la produzione nazionale di droni: lo ha annunciato il primo ministro, Denys Shmyhal, al forum per l'anniversario del progetto Esercito dei droni. Lo riporta Ukrinform. Il capo del governo ha ricordato che un anno fa, grazie all'iniziativa United24 proposta dal presidente Volodymyr Zelensky, sono state raccolte più di 4 miliardi di grivne, che sono stati investite per finanziare i produttori ucraini di droni. «All'epoca ce n'erano meno di una decina. Oggi sono più di 40 le aziende che hanno siglato contratti con il governo e la produzione di droni è decuplicata» ha detto Shmyhal.

Ore 13:19 - Bombardieri russi in volo, Dnipro colpita da missile ipersonico

Un missile ipersonico Kalibr ha colpito Dnipro, città dell'Ucraina centrale, mentre un altro è diretto verso Kiev, dove c'è un allarme in corso. Lo apprende l'Adnkronos da fonti locali, secondo le quali l'attacco è sferrato da 12 bombardieri strategici russi Tu-95 partiti da una base del Mar Caspio. L'allarme è risuonato, oltre che nella capitale, nelle zone di Cherkasy, Poltava, Chernihiv, Zhytomyr e Vinnytsia.

Ore 13:22 - Ok da ambasciatori in Ue a nuove sanzioni anti-Bielorussia

Via libera dei Rappresentanti dei 27 in Ue a nuove sanzioni contro la Bielorussia «a causa della situazione nel Paese e del coinvolgimento di Minsk nell'aggressione della Russia contro l'Ucraina». Ad annunciare l'ok arrivato alla riunione del Coreper è la presidenza di turno spagnola. Le misure restrittive includono l'inserimento nella black list europea di ulteriori entità e individui.

Ore 13:38 - «Fece saltare in aria un binario in Russia», condannato a 22 anni

Un tribunale militare russo ha condannato a 22 anni di reclusione Sergey Belavin con l'accusa di aver fatto saltare in aria un binario nella regione di Bryansk. Lo riporta la Tass. Gli investigatori sostengono che Belavin sia stato reclutato dall'intelligence di Kiev nel 2019 e che nel giugno 2022 sia arrivato in Russia «con il pretesto di un'attività lavorativa», abbia realizzato un ordigno esplosivo telecomandato e l'abbia montato su un binario ferroviario vicino al villaggio di Robchik, nella regione di Bryansk. Le imputazioni rivolte a Belavin non sono verificabili in modo indipendente.

Ore 15:10 - Cremlino: ritorsione contro la decisione della Moldavia di espellere i diplomatici russi

La riduzione del numero di diplomatici russi a Chisinau non può rimanere senza risposte adeguate da parte della Russia. Lo ha affermato Dmitry Peskov, portavoce del Presidente della Federazione Russa. «Sfortunatamente, Chisinau porta deliberatamente le nostre relazioni in uno stato molto miserabile, si può solo esprimere rammarico a questo proposito. La russofobia è incoraggiata in ogni modo possibile ora in Moldavia», ha detto Peskov, aggiungendo che, «naturalmente, tali passaggi, secondo le regole diplomatiche, non rimangono senza reciprocità».

Ore 16:23 - La Slovacchia aiuterà Kiev a esportare il grano

La Slovacchia punta a sostenere l'Ucraina nell'esportazione dei suoi cereali sui mercati globali, a condizione che a farne le spese non sia il settore agricolo della nazione, ha detto all'agenzia di stampa statale Tasr il ministro dell'Agricoltura slovacco Jozef Bires. Bires propone di istituire dei «corridoi solidali» utilizzando ferrovie, strade e canali navigabili per trasportare il grano dall'Ucraina, uno dei maggiori esportatori mondiali, sui mercati globali. Ha sottolineato però che queste rotte sono relativamente costose. Le esportazioni ucraine sono state colpite dal blocco russo dei porti sul Mar Nero, dopo il collasso di un accordo che consentiva il passaggio sicuro del grano. «La Slovacchia si sta sforzando di aiutare l'Ucraina, per quanto possibile, nel campo delle infrastrutture, in modo che le condizioni di trasporto siano le più semplici possibili e che il grano arrivi laddove ce n'è più bisogno».

Ore 16:42 - Russia esenta da tasse i residenti di Belgorod per i bombardamenti ucraini

I residenti di Belgorod, città della Russia europea occidentale, capoluogo dell'omonima oblast e dell'omonimo distretto, saranno esentati dal pagamento delle tasse sui terreni e sulle proprietà perse a causa dei bombardamenti transfrontalieri delle forze armate ucraine. Lo ha riferito l'agenzia di stampa russa Interfax.

Ore 17:11 - Stoltenberg: «La Nato condanna le azioni russe nel Mar Nero e aumenta la vigilanza »

«Importante riunione del Consiglio Nato-Ucraina. Condanniamo il ritiro della Russia dall'accordo sul grano, il suo cinico uso della fame come arma e le sue azioni pericolose nel Mar Nero. La Nato è unita. Gli alleati continuano a farsi avanti per l'Ucraina e per aumentare la vigilanza nella regione». Lo scrive in un tweet il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Ore 17:25 - Nesun caccia occidentale per Kiev, tanti droni iraniani per Mosca

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli aerei da combattimento che non arrivano a Kiev e i droni iraniani che, invece, vengono spediti in quantità in Russia. Sono i due temi principali del taccuino dedicato al conflitto, mentre sul terreno c’è qualche sviluppo, sempre contenuto.

Ore 17:47 - Kiev: «Abbattuti due missili Kalibr lanciati dal Mar Nero»

L'aeronautica militare di Kiev ha abbattuto due missili Kalibr sulla regione di Vinnytsia, nell'Ucraina centrale, che erano stati lanciati «presumibilmente da un sottomarino russo nel Mar Nero». Lo ha riferito il comando dell'aeronautica delle forze armate ucraine su Telegram, citato da Ukrinform. Non si hanno notizie di vittime. Successivamente, sempre l'aeronautica ha avvertito che 12 bombardieri strategici russi Tu-95MS avevano lanciato altri missili dal Mar Caspio, facendo scattare l'allarme antiaereo in gran parte dell'Ucraina.

Ore 18:01 - Media, il capo Wagner in Bielorussia è nativo dell'Ucraina

Il capo della Wagner in Bielorussia, soprannominato «Pioneer», sarebbe un uomo nato in Ucraina. Si tratterebbe del 46enne Sergei Vladimirovich Chubko, figlio di una famiglia di militari originaria di Chernivtsi. Lo riportano fonti bielorusse citate da Ukrainska Pravda. Il padre dell'uomo avrebbe combattuto in Afghanistan. Dopo il crollo dell'Urss, la famiglia Chubko si sarebbe trasferita in Russia e nel 1994 Chubko avrebbe combattuto in Cecenia con l'esercito russo. Nel 2002 avrebbe rescisso il contratto con Mosca, passando alla Wagner.

Ore 19:01 - Ponte Crimea, servizi Ucraina rivendicano responsabilità esplosione

L’agenzia di intelligence interna ucraina ha rivendicato per la prima volta la responsabilità di un’operazione di sabotaggio che ha danneggiato gravemente il ponte Kerch, che collega la Crimea alla Russia, lo scorso ottobre. Lo ha riportato l’agenzia di stampa Reuters. Vasyl Malyuk, a capo del servizio di sicurezza dell’Ucraina (Sbu), ha ammesso che dietro l’attacco c’era la sua agenzia, parlando in televisione mentre presentava un francobollo commemorativo che segnava le operazioni delle forze speciali in tempo di guerra. «Ci sono state molte operazioni diverse, operazioni speciali. Potremo parlare di alcune pubblicamente e ad alta voce dopo la vittoria, non parleremo affatto di altre», ha sottolineato Malyuk. «È una delle nostre azioni, ossia la distruzione del ponte di Crimea l’8 ottobre dello scorso anno».

Ore 19:10 - Mosca: Kiev utilizza granai e porti per scopi militari

«Le autorità di Kiev hanno utilizzato le strutture portuali e i granai per scopi militari». Lo ha detto il primo vice rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, Dmitry Polyansky. Nel suo discorso alla sessione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, il diplomatico russo ha fatto riferimento - riporta la Tass - a video postati sui social dagli ucraini: «Questi filmati mostrano come le munizioni e le attrezzature esplodano e detonino nei presunti granai delle strutture portuali, che l’Ucraina ha utilizzato per scopi militari sotto la copertura e in violazione dell’accordo sul Mar Nero».

Ore 19:20 - Tajani lancia appello alla Russia: cambi sua decisione su grano

«Per favore cambia la tua decisione» sull’accordo sul grano. È l’appello rivolto alla Russia e ripetuto due volte in inglese lanciato dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante la sessione finale del vertice Fao a Roma. La decisione russa di uscire dall’accordo sul grano è «una decisione molto negativa, molto pericolosa per gli africani».

«Spingeremo per un nuovo accordo e sosterremo il lavoro della Turchia: è fondamentale per ripartire con il nuovo accordo, non per noi, ma per le povere persone che vivono in Africa», ha aggiunto Tajani.

Ore 19:25 - Ambasciatrice Gb in Ucraina: tre sirene antiaeree a Kiev

L’ambasciatrice del Regno Unito in Ucraina, Melinda Simmons, ha dichiarato che tre sirene antiaeree sono state avvertite a Kiev. La diplomatica lo ha scritto sul suo profilo ufficiale Twitter.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 27 luglio.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Putin: «Regaleremo il grano ai Paesi africani. La controffensiva di Kiev? Senza successo». Lorenzo Cremonesi, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera giovedì 27 luglio 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di giovedì 27 luglio. Prigozhin ricompare a San Pietroburgo durante il vertice Russia-Africa. Zelensky: «La Crimea sarà presto reintegrata nello Stato»

• Il punto militare: per Kiev slitta ancora l’arrivo dei caccia occidentali, mentre la Russia sembra avere a disposizione sempre più droni iraniani.

• Mosca accusa Kiev di utilizzare granai e porti per scopi militari, l’Ucraina replica denunciando attacchi russi alle infrastrutture civili.

• Kiev rivendica progressi nella controffensiva, pur ammettendo le difficoltà, ma per Mosca l'operazione degli ucraini è già fallita.

• Il presidente Zelensky torna a denunciare la corruzione nel Paese.

Ore 00:18 - Zelensky chiede l’estensione della legge marziale

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha presentato alla Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, due progetti di legge sull’estensione della legge marziale e sulla mobilitazione. I disegni di legge, pubblicati sul sito web della Verkhovna Rada, propongono l’estensione della legge marziale e della mobilitazione per 90 giorni. La legge marziale è stata dichiarata per la prima volta da Zelensky subito dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio 2022.

Ore 00:49 - La Banca del gruppo Brics a Putin: «Rispetteremo le sanzioni»

Dilma Rousseff, ex presidente brasiliana e attuale titolare della Nuova banca di sviluppo (Nbs) del gruppo Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) ha incontrato mercoledì il leader russo, Vladimir Putin a San Pietroburgo, cogliendo l’occasione per mettere in discussione l’egemonia del dollaro nelle transazioni internazionali. L’incontro è avvenuto durante il viaggio di Rousseff per partecipare al vertice fra le autorità della Russia e i Paesi africani. Nel colloquio, Rousseff ha difeso le prospettive delle transazioni in valute locali, come lo yuan, fra Paesi emergenti, una possibilità prospettata anche dal presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. «Non c’è alcuna giustificazione - ha detto - per i Paesi in via di sviluppo di non poter stabilire scambi in valuta locale tra di loro, visto fra l’altro che la nostra strategia per il periodo 2022-2026 prevede che il 30% dei nostri finanziamenti debba essere in valuta locale». D’altra parte Rousseff ha chiarito che la banca Brics non ha intenzione di salvare la Russia, che è soggetta a sanzioni internazionali a causa della sua invasione dell’Ucraina. «La Nuova Banca di sviluppo - ha concluso - non sta prendendo in considerazione nuovi progetti in Russia e opera nel rispetto delle restrizioni applicabili nei mercati internazionali».

Ore 02:28 - Kim Jong-un ha incontrato a Pyongyang il ministro russo Shoigu

Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha incontrato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu a Pyongyang, hanno riferito oggi i media statali. È il primo ospite straniero ufficiale del leader nordcoreano dall’inizio della pandemia di Covid-19, con il Paese asiatico che celebra l’anniversario della guerra di Corea. L’incontro «è un’importante opportunità per sviluppare le relazioni strategiche e tradizionali tra Corea del Nord e Russia, come richiesto dal nuovo secolo», ha affermato l’Agenzia di stampa centrale coreana (Kcna).

Ore 03:34 - Zelensky sfida i suoi corrotti: «Nessuno vi perdonerà»

(di Lorenzo Cremonesi, nostro inviato a Odessa) Ciò che più lascia stupiti nella vicenda del giro di mazzette all’ufficio di reclutamento militare del distretto meridionale è che tutti sapevano, ma pochi parlavano e, soprattutto, nessuno denunciava. Accadeva dal 2017, era sufficiente pagare 5.000 dollari per evitare la leva: erano coinvolti medici compiacenti che falsificavano i referti e impiegati che li avallavano.

Per tutti garantiva lo stesso massimo responsabile, Yehven Borysov, capo dell’ufficio centrale di Odessa, che adesso è sotto processo e rischia lunghi anni di carcere. Il sistema era ben rodato, tanto che non è bastato lo scoppio della guerra l’anno scorso a farlo saltare: sono stati necessari 17 mesi di combattimenti, le sofferenze di soldati e civili, l’attuale fase di incertezza sui fronti della controffensiva e la richiesta di giustizia di chi rischia e soffre con il fucile in mano perché si decidesse di porre fine alla corruzione. «Noi valutiamo che Borysov sia stato pagato da forse 25.000 persone, c’è chi dice sino a 50.000. Lui non ha saputo spiegare l’origine dei 5 milioni di dollari che la polizia ha scoperto a casa sua e neppure dove la sua famiglia abbia trovato i soldi per fare importanti investimenti in Spagna», ci spiega il 37enne Valery Bolgan, direttore del giornale online di Odessa Intent Press e di un’organizzazione civile locale che si occupa di investigare temi di ordine pubblico.

 Ore 03:36 - Il giorno che unisce Russia, Cina (e Nord Corea) contro l’America

(di Federico Rampini) Non è banale la cerimonia che sta per svolgersi a Pyongyang, capitale della Corea del Nord. Se si vuole una conferma che esiste un «blocco sino-russo», proprio come agli albori della prima guerra fredda, eccola qua.

 Una delegazione russa guidata dal ministro della Difesa Sergei Shoigu si è unita a una delegazione cinese di pari livello, in Corea del Nord. Insieme celebreranno il settantesimo «anniversario della vittoria».

 Quale vittoria? Per la precisione 70 anni fa veniva firmato un armistizio che poneva fine alla guerra di Corea iniziata tre anni prima, nel 1950.

Ore 03:39 - Per Kiev nessun caccia occidentale, tanti droni iraniani per Mosca

Gli aerei da combattimento che non arrivano a Kiev e i droni iraniani che, invece, vengono spediti in quantità in Russia. Sono i due temi principali del taccuino dedicato al conflitto, mentre sul terreno c’è qualche sviluppo, sempre contenuto.

I caccia

Da mesi numerosi Paesi della Nato hanno promesso di mettere a disposizione dell’Ucraina un buon numero di F16. Un aiuto per aumentare le possibilità della resistenza e ampliare uno scudo insufficiente se paragonato a quello degli invasori. Solo che le parole — cosa già accaduta — non sono seguite dai fatti. I partner non riescono a trovare neppure l’intesa su come e dove iniziare il training dei piloti. Sono state considerate diverse opzioni segnalate da un articolo di Politico: 

1) La base di Davis in Arizona dove è stato mandato un mini-team ucraino a impratichirsi con un simulatore. 

2) Un centro in Europa visto che i governi di Danimarca e Olanda sono stati tra i primi ad offrire (sulla carta) i caccia.

 3) Un’installazione in Romania gestita dalla società privata statunitense Drakken specializzata in questo tipo di operazioni.

Ore 03:41 - Unione africana, i leader incontrano Putin sperando nella pace

I sostenitori dell’iniziativa di pace africana sull’Ucraina prevedono di incontrare il presidente russo Vladimir Putin a San Pietroburgo e sperano di raggiungere risultati concreti nella discussione su come risolvere la crisi ucraina: lo ha spiegato alla Ria Novosti, il presidente dell’Unione africana (Ua), Assoumani. «Da quello che abbiamo visto negli ultimi due giorni, la situazione sta peggiorando. Tuttavia, non ci arrenderemo. Abbiamo l’opportunità di incontrare il presidente Putin per discutere e vedere come possiamo trovare un modo di ottenere risultati concreti», ha detto Assoumani.

Ore 03:44 - Blinken: «Crisi del grano? I paesi africani chiedano a Putin...»

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken in pressing sui leader africani che partecipano al vertice con Vladimir Putin. Durante la sua visita in Nuova Zelanda, Blinken ha detto che i leader africani dovrebbero chiedere risposte a Putin sull’approvvigionamento di grano che ha spinto le nazioni più povere verso la crisi. Poco prima dell’incontro Russia-Africa nella città natale di Putin, San Pietroburgo, Blinken ha insistito sul fatto che i leader africani sanno che l’aumento dei costi alimentari e la carenza di grano e fertilizzanti sono il risultato diretto della guerra di Putin in Ucraina. «Sanno esattamente di chi è la colpa di questa situazione attuale», ha detto Blinken dei leader. «Mi aspetto che la Russia lo senta chiaramente dai nostri partner africani», ha aggiunto.

Ore 05:47 - New York Times: Kiev ha intensificato la controffensiva

Le forze armate ucraine hanno intensificato l’offensiva nei territori occupati dalla Russia, impegnando in combattimento le forze tenute in riserva nelle scorse settimane. Lo hanno riferito al quotidiano «New York Times» due funzionari statunitensi anonimi, secondo cui Kiev avrebbe individuato potenziali vulnerabilità nelle linee di difesa delle forze russe, o ritiene di averle indebolite a sufficienza per un attacco su più ampia scala. Lo scorso fine settimana il ministro della difesa ucraino, Oleksii Reznikov, ha ammesso che l’offensiva ha ottenuto sinora risultati inferiori alle aspettative, precisando di «non essere preoccupato, perché tutto procede secondo i piani». Il ministro ha affermato che le forze ucraine devono usare un gran numero di «soldati, genieri e sminatori» per aprire varchi attraverso i campi minati russi, ma ha aggiunto che nelle ultime settimane le forze ucraine hanno preparato il terreno in vista dei «reali movimenti offensivi».

Ore 06:04 - Odessa, nuovo allarme antiaereo

L’allarme antiaereo è scattato nella mattinata a Odessa, già colpita ripetutamente dai raid russi nei giorni scorsi.

Ore 06:50 - Zelensky: reintegreremo rapidamente la Crimea nel tessuto statale

L’Ucraina si sta preparando a reintegrare rapidamente la Crimea nel tessuto statale. Lo ha riferito il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un video messaggio, stando a quanto riportato da Ukrinform. «Ad agosto ho tenuto diverse riunioni importanti sulla preparazione di eventi internazionali, tra cui la piattaforma di Crimea. Stiamo anche preparando un elenco di misure di disoccupazione per la Crimea. Passi completi: sicurezza, economico e sociale. Possiamo reintegrare rapidamente la Crimea nel tessuto statale dell’Ucraina», ha detto Zelensky.

Ore 07:31 - Blinken esorta leader Africa a chiedere risposte a Putin sul grano

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha esortato i leader africani presenti al summit Russia-Africa a San Pietroburgo a chiedere risposte al presidente russo Vladimir Putin sulla crisi del grano, diretta conseguenza della guerra condotta dalla Russia in Ucraina. Oggi Putin incontrerà le delegazioni di 49 Paesi africani tra cui 17 Capi di Stato, in particolare il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. «Sanno esattamente chi è responsabile della situazione attuale», ha detto Blinken. «Mi aspetto che la Russia ascolti chiaramente questo messaggio dai suoi partner africani», ha detto durante una visita in Nuova Zelanda.

Ore 08:17 - Andrey Smyshlaev, la caduta dell’oligarca anti-putiniano: dalle ville e i jet privati alla cella siberiana

Catturato nel 2019 con l’accusa di bancarotta, attivo nel settore delle costruzioni di lusso, è uno di quegli oligarchi che hanno creato imperi all’estero. In particolare, Smyshlaev si è stabilito in Italia, con proprietà sia a Milano sia sul lago di Como: qui il servizio di Andrea Galli.

Ore 07:36 - Governatore di Odessa: colpite le infrastrutture portuali

Il governatore della regione di Odessa ha denunciato che la Russia ha colpito le infrastrutture portuali in un attacco missilistico notturno. «I russi hanno lanciato missili Kalibr da un sottomarino nel Mar Nero - ha aggiunto - Una guardia civile, nata nel 1979, è morta a causa dell’attacco. È stata danneggiata l’attrezzatura di uno dei terminal, l’edificio della sicurezza e due auto sono andate distrutte».

Ore 08:19 - Kiev: otto droni russi nella notte, tutti abbattuti

Nella notte del 27 luglio, le Forze di Difesa ucraine hanno distrutto otto droni d’attacco Shahed-136/131, che gli invasori russi hanno usato per attaccare da sud-est.Lo ha riferito l’Aeronautica delle Forze Armate dell’Ucraina in una dichiarazione su Telegram, secondo Ukrinform.« Nella notte del 27 luglio 2023, la Russia ha attaccato da sud-est con UAV e missili da crociera. In totale, sono stati registrati due lanci del sistema missilistico Kalibr da un sottomarino nel Mar Nero e otto droni kamikaze iraniani Shahed-136/131 dalla direzione di Primorsko-Akhtarsk», ha dichiarato l’Aeronautica militare. Secondo quanto riportato, i russi hanno attaccato le infrastrutture portuali della regione di Odesa con i Kalibr. I missili nemici non sono riusciti a colpire l’infrastruttura, causando danni e vittime.Tutti gli otto droni d’attacco nemici sono stati distrutti dall’Aeronautica militare nelle regioni di Khmelnytskyi, Dnipro e Donetsk. Come riferito, oltre all’attacco aereo notturno, in totale, i russi hanno effettuato 49 attacchi missilistici e 37 aerei e più di 63 attacchi con lanciarazzi multipli sulle posizioni delle Forze di Difesa e sugli insediamenti nel corso della giornata.

Ore 08:31 - Mosca, tracce di esplosivo su nave per trasporto grano

Il servizio di sicurezza federale russo (Fsb) sostiene di aver individuato una nave straniera, utilizzata per il trasporto del grano, che in precedenza potrebbe essere stata usata per consegnare esplosivi all’Ucraina. Lo riporta Ria Novosti che cita proprio l’Fsb. «Nel corso del lavoro per prevenire azioni terroristiche e di sabotaggio e garantire la sicurezza della navigazione - spiega il rapporto - l’Fsb della Russia ha identificato un’altra nave civile straniera che potrebbe essere utilizzata in precedenza per consegnare esplosivi nel territorio dell’Ucraina». Tracce di esplosivo - dinitrotoluene e tritolo - sarebbero state trovate il 26 luglio sulla nave da carico Wmo River, in rotta dalla Turchia a Rostov sul Don per il grano. La nave, secondo Fsb, aveva precedentemente fatto scalo nel porto ucraino.

Ore 09:02 - L’Ucraina lancia una nuova offensiva nel fronte sud

L’Ucraina ha lanciato una nuova offensiva nel settore sud con l’impiego massiccio di mezzi. I russi hanno sostenuto di averlo contenuto. Intanto sempre complesso il tema dei rifornimenti bellici.

 Ore 09:05 - Bombe russe sul Kharkiv nella notte, un morto

Una persona è morta e altre quattro sono rimaste ferite durante un attacco russo la notte scorsa nella regione di Kharkiv: lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleg Syniehubov, come riporta Ukrinform. «La scorsa notte, il nemico ha attaccato il villaggio di Kivsharivka nel distretto di Kupiansk con una bomba aerea guidata KAB-250. È stato registrato un colpo vicino a un edificio residenziale di cinque piani. La casa è stata danneggiata, un muro è crollato in uno degli appartamenti. Anche un vicino edificio residenziale di nove piani è stato danneggiato», si legge nel rapporto. «Purtroppo, una donna di 74 anni è morta. Tre donne di 35, 81 e 71 anni e un uomo di 74 anni sono rimasti feriti», ha aggiunto Syniehubov. Nella notte, inoltre, un missile S-300 ha colpito un edificio non residenziale nel villaggio di Velykyi Burluk, nel distretto di Kupiansk.

Ore 09:49 - Zelensky visita Dnipro per discutere la situazione al fronte

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha visitato oggi Dnipro, città nel sud-est dell’Ucraina, e ha incontrato alti funzionari locali con cui ha discusso dei rifornimenti al fronte e delle difese aeree da rafforzare. «Abbiamo iniziato la giornata lavorativa a Dnipro», ha Zelensky su Telegram, secondo quanto scrive Reuters.

«Ho tenuto una riunione fuori sede sulla situazione al fronte, sull’andamento delle nostre azioni offensive e difensive e sui dati dell’intelligence. Come sempre, prestiamo molta attenzione alla fornitura di munizioni alle nostre truppe». Nella riunione, aggiunge, si è parlato anche della «efficienza dei sistemi di difesa aerea esistenti» e «del rafforzamento della difesa dei cieli, tenendo conto delle forniture dei partner. È in fase di completamento un’ispezione completa degli uffici di arruolamento militare, con 11 regioni sotto controllo speciale». Zelensky si è poi nuovamente congratulato con «il comandante in capo delle forze armate ucraine Valerii Zaluzhny e con il comandante delle forze di terra delle forze armate ucraine Oleksandr Syrsky. Ho assegnato al generale Zaluzhny un’arma da fuoco personalizzata. Ho anche presentato al colonnello generale Syrsky un dipinto che raffigura l’eroismo dei guerrieri ucraini e il rispetto nei loro confronti».

Ore 09:55 - Intelligence Gb: russi più forti a sud con elicotteri

Mentre le forze ucraine continuano le principali operazioni offensive nell’oblast di Zaporizhzhia, uno dei sistemi d’arma russi più influenti nel settore è l’elicottero d’attacco Ka-52. La Russia ha molto probabilmente perso una quarantina di Ka-52 dall’invasione, ma gli elicotteri hanno imposto un costo pesante all’Ucraina. Negli ultimi mesi, la Russia ha molto probabilmente aumentato la forza nel sud con varianti nuove di zecca del Ka-52. Questa l’analisi odierna dell’intelligence britannica sul fronte ucraino.

Ore 11:27 - Isw: possibilità della Russia di attuare un blocco del Mar Nero sono scarse

Le possibilità della Russia di attuare un blocco del Mar Nero sono scarse. Lo sostiene l’Institute for the Study of War (Isw), sottolineando la flotta russa sta intensificando la sua presenza militare nel Mar Nero, con l’obiettivo di intercettare e perquisire navi civili e per rafforzare il proprio controllo nella regione. Nonostante questo, l’Isw ritiene che la probabilità che la flotta del Mar Nero attui un blocco completo rimane bassa. L’applicazione di un tale blocco comporterebbe che le forze russe sparino su qualsiasi nave che tenti di raggiungere l’Ucraina, una mossa con cui rischierebbe un conflitto militare diretto con i paesi della Nato. L’Isw ritiene che il Cremlino si terrà alla larga da questa possibilità, cercando di prevenire un confronto più diretto. Le attuali azioni della Russia nel Mar Nero, scrive l’Isw, «suggeriscono più probabilmente che la Russia stia stabilendo le condizioni per perquisire navi civili e commerciali, mentre si prepara a un blocco come mezzo per ottenere ulteriore influenza».

Ore 11:54 - Kiev: Wagner recluta combattenti in Bielorussia perché combattano in Polonia

L’organizzazione paramilitare Wagner continua a reclutare combattenti in Bielorussia mentre addestra l’esercito di Minsk, a condizione che le nuove reclute siano pronte «a partecipare alle ostilità sul territorio dei paesi confinanti, in particolare Polonia e Lituania». Lo sostiene il Centro di resistenza nazionale dell’Ucraina.

Ore 12:10 - Putin: il 70% del grano spedito dall’ Ucraina va a ricchi Paesi dell’Ue

Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che in un anno di accordo sul grano con l`Ucraina sono stati spediti 32,8 milioni di tonnellate di cereali, ma circa il 70% è stato consegnato a Paesi ad alto reddito, in primo luogo dell’Unione Europea. Parlando all’inaugurazione del vertice Russia-Africa a San Pietroburgo, il leader del Cremlino ha poi affermato che la Russia ha fornito 11,5 milioni di tonnellate di cereali ai paesi africani nel 2022 e quasi 10 milioni di tonnellate nei primi sei mesi dell`anno in corso. Putin ha lanciato un`invettiva contro i paesi occidentali, accusandoli di «creare ostacoli per le forniture Russe verso l`Africa» e «danno la colpa alla Russia per questo». «La Russia comprende l’importanza di forniture costanti di cibo all’Africa e riceverà a questo aspetto una particolare attenzione», ha promesso il leader del Cremlino ai leader africani convenuti a Pietroburgo per il secondo vertice con la Russia, particolarmente preoccupati dalla rottura da parte russa del patto per l’esportazione di grano dall’Ucraina.

Ore 12:20 - Unione Africana a Putin: «Pronti a collaborare a tutto campo. Serve la pace tra Mosca e Kiev»

«L’ Africa è pronta a collaborare con la Federazione russa in tutte le direzioni. Mosca è un partner speciale per il contenente». Lo ha affermato il presidente dell’Unione africana, Azali Assoumani, al summit russo-africano in corso a San Pietroburgo, riporta la Tass. Aggiungendo: «Gggi è necessario lottare per una pace sostenibile tra Russia e Ucraina. A nome dell’Unione africana, chiedo ancora una volta la pacifica convivenza tra Russia e Ucraina, tra popoli fratelli, tra popoli vicini, e sono grato se ascolterete il nostro appello».

Ore 12:34 - Unione Africana: «Facilitare le consegne di grano di Mosca e Kiev»

Il presidente dell’Unione Africana Azali Assoumani, nel corso del suo intervento al forum Africa-Russia a San Pietroburgo, ha affrontato anche la questione del grano, affermando che l’Africa «sarà ora gravemente colpita dai prezzi del cibo» a causa dello stop all’accordo tra russi e ucraini e ha chiesto di «facilitare la consegna di grano sia ucraino che russo ai Paesi» del continente. Lo riporta l’agenzia Interfax. «La crisi ucraina sta avendo un grave impatto sulla situazione, quindi risolvere questa crisi salverà un gran numero di vite di persone che dipendono dalle scorte alimentari», ha precisato Assoumani.

Ore 11:03 - Mondiali di scherma, l’atleta ucraina non porge la mano a quella russa

La campionessa ucraina Olga Kharlan ha battuto per 15-7 la russa Anna Smirnova nel tabellone 64 di sciabola femminile ai Mondiali di scherma di Milano. Al termine dell’assalto l’atleta russa ha cercato la stretta di mano della rivale ucraina, che invece ha solo effettuato un tocco di sciabola che comunque è da ritenersi valido anche dal protocollo. Dopo l’assalto vinto da Kharlan, Smirnova è ancora in pedana in forma di protesta per il mancato saluto. Grande festa sulle tribune da parte della squadra ucraina, che ha mostrato anche un cartello con uno slogan usato durante le lotte di indipendenza dell’Ucraina dall’Urss che recita «Ucraina prima di tutto».

Ore 12:45 - Mosca condanna a 15 anni di carcere 2 agenti segreti ucraini

Due agenti dei servizi segreti ucraini sono stati condannati oggi da un tribunale russo a 15 anni di reclusione ciascuno in un carcere di massima sicurezza per spionaggio e coinvolgimento della morte di militari russi nella zona di guerra in Ucraina: lo scrive l’agenzia Iterfax, che cita un comunicato del servizio di sicurezza federale russo (Fsb). «Il tribunale ha condannato due agenti dei servizi segreti ucraini a 15 anni in una colonia penale di massima sicurezza», si legge nella nota. I due agenti ucraini erano stati arrestati nel 2022 per «sospetto di spionaggio e (per il loro) ruolo nella morte di militari russi e nella distruzione di equipaggiamento militare nella zona delle operazioni speciali», ha aggiunto il servizio segreto russo senza fornire ulteriori dettagli.

Ore 13:05 - Mosca: «Sventato attacco ucraino a una nave russa nel Mar Nero»

Il servizio di sicurezza federale russo (Fsb) afferma di aver sventato un «attacco terroristico» pianificato contro una delle navi da guerra di Mosca della flotta del Mar Nero che trasportava missili ad alta precisione e di aver arrestato un marinaio russo reclutato dall’intelligence ucraina. Lo riferiscono le agenzie di stampa russe. Ria Novosti scrive che il marinaio è stato fermato in possesso di due bombe artigianali e che avrebbe cercato di far saltare in aria una delle navi della flotta del Mar Nero.

Ore 13:10 - Prigozhin ricompare a San Pietroburgo durante il summit Russia-Africa

Il capo della Wagner è a San Pietroburgo oggi, durante il vertice Russia-Africa, al quale sta partecipando anche il presidente russo Putin. Una foto pubblicata su Twitter mostra Evgeny Prigozhin in un albergo di lusso della città — di sua proprietà — mentre stringe la mano a un delegato africano. Secondo il quotidiano online Fontanka.ru, nell'hotel il leader della milizia privata ha incontrato i rappresentanti del Niger (Paese dove i militari hanno compiuto un colpo di stato) e poi ha incontrato anche i rappresentanti del Mali e della Repubblica Centrafricana.

Centinaia di mercenari di Wagner sono arrivati in Repubblica centrafricana nei giorni scorsi per garantire la sicurezza durante il referendum costituzionale di domenica. Per quanto riguarda il Mali, le organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato la scorsa settimana le atrocità commesse dall'esercito maliano e presumibilmente dai mercenari Wagner. I media vicini a Wagner riferiscono che i membri delle delegazioni africane hanno evidenziato la grande efficacia dei mercenari russi. Di recente, Prigozhin ha assicurato alla nuova base Wagner in Bielorussia che i mercenari torneranno presto nel loro spazio naturale, l'Africa, anche se non ha escluso un futuro ritorno al fronte in Ucraina.

Ore 13:18 - Mondiali di scherma, l'ucraina Kharlan squalificata per non aver stretto la mano alla russa

Durante i Mondiali di scherma a Milano, l'atleta ucraina Olga Kharlan dopo aver battuto la russa Anna Smirnova nei trentaduesimi della sciabola femminile, non ha dato la mano all'avversaria sconfitta (che si è seduta in pedana per protesta). Per questo motivo Kharlan è stata squalificata dalla gara.

Ore 14:09 - Mosca: un ferito nel raid Kiev nella regione di Belgorod

Un uomo è rimasto ferito in un raid condotto dalle forze ucraine nel Blegorod. Lo ha riferito su Telegram il governatore della regione russa, Vyacheslav Gladkov. «La periferia del villaggio di Krasnoye, distretto urbano di Shebekinsky, è stata presa di mira dalle forze armate ucraine - ha scritto - C'è un ferito: un operatore di mietitrebbia che stava svolgendo lavori agricoli sul campo al momento del bombardamento. L'uomo ha una ferita da scheggia alla caviglia ed è stato portato in ospedale».

Ore 14:18 - Putin: «Regaleremo il grano ai Paesi africani. La controffensiva di Kiev? Senza successo»

Il presidente russo Vladimir Putin offre agli africani l'invio gratuito di grano russo, in un discorso al Forum Russia- Africa di San Pietroburgo, dopo che Mosca si è ritirato dall'accordo sui corridoi del grano nel Mar Nero. «La quota russa del mercato mondiale del grano è del 20%, quella dell'Ucraina inferiore al 5%», afferma il leader del Cremlino, citato da Ria Novosti, sostenendo che Mosca «contribuisce in modo significativo alla sicurezza alimentare globale» e chi dice il contrario «distorce i fatti». La Russia, ha detto Putin, è pronta a fornire gratuitamente 25-50mila tonnellate di cereali per i prossimi tre-quattro mesi ai paesi africani bisognosi.

Per quanto riguarda la situazione del conflitto, Putin ha affermato che nei giorni scorsi le truppe di Kiev hanno intensificato le ostilità in Ucraina — soprattutto nell'area di Zaporizhzhia — ma senza successo. «L'offensiva è stata respinta» e sono stati uccisi oltre 200 militari ucraini. «Sfortunatamente - ha sottolineato - anche noi abbiamo subito delle perdite ma la differenza è colossale: le nostre perdite possono essere anche 10 volte inferiori a quelle del nemico».

Ore 15:07 - Breton: «Putin cerca da 20 anni di uccidere il progetto Ue»

«La guerra in Ucraina riguarda tutti noi, specialmente in Europa, e le nostre democrazie. Sappiamo molto bene che Putin sta facendo tutto ciò che può per compromettere o uccidere il nostro progetto europeo, come ha cercato di fare per gli ultimi vent'anni. Ad esempio con la cybersicurezza, con il vaccino Sputnik o sfruttando la tragedia della Bielorussia, usando al confine uomini e donne provenienti da Paesi difficili». Lo ha dichiarato il commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton, nel suo intervento al Summit di Salisburgo sul futuro dell'Europa.

Ore 15:18 - Podolyak contro la squalifica di Kharlan: «Vergognoso»

Il consigliere presidenziale ucraino Mykhaylo Podolyak ha condannato l'esclusione della schermitrice Olga Kharlan dai Campionati del Mondo dopo il suo rifiuto di stringere la mano alla sua avversaria russa Anna Smirnova. «La decisione della Federazione internazionale di scherma di screditare la leggendaria schermitrice ucraina per essersi rifiutata di stringere la mano a un'atleta russa è la manifestazione di una totale mancanza di empatia, incomprensione del contesto emotivo ed è assolutamente vergognosa», ha affermato sui social. E su Twitter mostra una foto dell'atleta russa che ammira l'Armata.

Ore 15:56 - Zelensky: «Bene gli sforzi di Lula ma la Russia lasci l’Ucraina»

In un'intervista all'emittente brasiliana Globo News il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto di apprezzare gli sforzi di pace che sta mettendo in atto il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. Il leader di Kiev ha però ribadito che la diplomazia «entrerà in campo» solo quando «la Russia lascerà il nostro territorio sovrano». «Questa è la cosa più urgente in questo momento», ha ribadito Zelensky.

Ore 15:57 - Kiev proroga la legge marziale e la mobilitazione generale

Il Parlamento ucraino ha approvato la proroga della legge marziale e della mobilitazione generale nel Paese. Secondo la risoluzione approvata, il termine della legge marziale in Ucraina dal 18 agosto è prorogato di 90 giorni, cioè fino al 15 novembre 2023. Anche la mobilitazione generale è prorogata per lo stesso periodo. Si tratta dell'ottavo voto del Parlamento sull'estensione della legge marziale dall'inizio della guerra e del settimo voto per la proroga della mobilitazione generale.

Ore 16:39 - Kiev: «Mosca ha bloccato quasi tutti i porti ucraini»

Mosca ha imposto un blocco «praticamente a tutti i porti ucraini». Lo riferiscono le forze armate di Kiev aggiungendo che il Paese «non ha difese per contrastare gli attacchi russi alle sue infrastrutture» che consentono l’export di grano.

Ore 17:21 - Onu a Putin: «Una manciata di grano gratis non risolve la crisi»

Una «manciata di donazioni ad alcuni Paesi» non risolverebbe l’impatto drammatico che la fine dell’accordo sul grano potrebbe avere. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, commentando l’annuncio del presidente russo, Vladimir Putin, il quale si è impegnato a fornire grano in modo gratuito ai Paesi africani. Lo riferisce il Guardian.

Ore 17:23 - Così Putin sta perdendo l’Africa

(di Federico Rampini) L’ultima «mossa del grano» di Vladimir Putin, cioè la promessa di fornirlo gratis all’Africa, nasce da una paura: quel continente gli sta voltando le spalle. Il campanello di allarme è suonato in occasione del summit Russia-Africa che si sta svolgendo oggi a San Pietroburgo, proprio nella città di Putin. A questo importante summit, preparato con cura e annunciato con grande enfasi per smentire l’isolamento internazionale della Russia, si sono presentati solo 16 capi di Stato africani, cioè meno della metà rispetto ai 43 che parteciparono al primo vertice con questo formato che si tenne a Sochi nel 2019.

Ore 17:27 - Generale di Kiev ammette le difficoltà della controffensiva a Sud

Il generale Oleksandr Tarnavskyi, responsabile della balbettante controffensiva dell’Ucraina nel sud del Paese, ha affermato che le difese russe stanno rendendo difficile l’avanzamento delle forze ucraine, nonostante queste ultime siano attrezzate con tutte le armi occidentali. Tarnavskyi afferma che l’esercito ucraino sta lottando per superare campi minati e le linee difensive fortificate, dove i russi si sono trincerati e resistono agli attacchi.

Ore 18:03 - Il punto militare | I tre fronti della guerra: gli ucraini avanzano a sud ed est, i russi guadagnano a oriente

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Una spallata per aprire un varco, un tentativo di uscire dal rischio di uno stallo sanguinoso, un modo per smentire che le sue forze hanno raggiunto il temuto «culmine». C’è questo e altro nella nuova offensiva di Kiev, bilanciata dalle contromosse nemiche.

Ore 18:15 - La federazione di scherma ucraina chiede il reintegro di Kharlan

La Federazione di scherma ucraina ha chiesto che Olga Kharlan sia reintegrata ai Campionati del mondo dopo essere stata squalificata per essersi rifiutata di stringere la mano alla sua avversaria russa, che aveva battuto. «Abbiamo già presentato la nostra protesta all’ufficio di presidenza della Federazione internazionale di scherma», ha riferito il presidente della federazione, Mykhaylo Ilyashev, precisando che Kiev è in attesa della risposta.

Ore 19:03 - Meloni negli Usa: «Occidente mai così unito come ora»

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è negli Stati Uniti per una missione di due giorni: prima delle 15 (le 21 in Italia) la premier arriverà alla Casa Bianca dove firmerà il libro d’onore nella Roosevelt Room, prima del faccia a faccia con il presidente Joe Biden nello Studio Ovale. «Sono molto contenta di essere qui nel cuore della democrazia americana. È un ulteriore segno degli incredibilmente stretti legami tra Italia e Usa. Ora più che mai nell`attuale congiuntura», dopo l’aggressione russa all’Ucraina.

Ore 20:15 - Zelensky: «Lula promuova un summit dei Paesi dell'America Latina per ascoltare l'Ucraina»

Nel suo discorso serale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha mandato un messaggio rivolgendosi direttamente al presidente brasiliano Lula, invitandolo a promuovere un vertice tra i Paesi sudamericani che permetta a Kiev di manifestare le proprie considerazioni sul conflitto in corso, al di là del rapporto che lega il Brasile alla Russia.

Ore 20:59 - Il presidente ucraino sul Donetsk: «Liberato il villaggio di Staromaiorske»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha postato un video con i soldati ucraini che rivendicano di aver riconquistato il villaggio di Staromaiorske, nel Donetsk. Nel video si sentono i soldati dire: «La 35ma Brigata e un battaglione di volontari hanno liberato il villaggio di Staromaiorske. Gloria all'Ucraina, Gloria agli eroi!».

Ore 21:45 - Zelensky ispeziona la cattedrale di Odessa colpita da russi

«Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ispezionato durante una visita a Odessa, la Cattedrale della Trasfigurazione danneggiata durante un recente bombardamento dai terroristi russi». Lo ha riferito il servizio stampa dell'ufficio del presidente.

Ore 22:02 - Meloni alla Casa Bianca: «Sono orgogliosa del contributo che diamo a Kiev»

La presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni è alla Casa Bianca per incontrare Joe Biden, nella sua prima visita negli Stati Uniti in queste vesti. La premier ha ribadito la forte alleanza tra i due Paesi ricordando quanto sia importante il sostegno a Kiev e all'alleanza occidentale, «che difende valori come la democrazia e la libertà».

Ore 00:10 - Meloni durante la conferenza stampa a Washington: «Nostra postura rispettata negli Usa»

La postura dell'Italia relativamente alla guerra in Ucraina è estremamente rispettata negli Stati Uniti, le cui autorità sono consapevoli degli sforzi e dei sacrifici del popolo italiano. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante una conferenza stampa all'ambasciata d'Italia a Washington, dopo il bilaterale alla Casa Bianca con il presidente Usa Joe Biden. «All'inizio del conflitto, molti hanno scommesso sul fatto che l'Occidente non sarebbe rimasto unito: credo che la coesione dimostrata dalla Nato sia un segnale importante», ha detto, aggiungendo che Biden ha concordato sulla necessità di «condividere responsabilità e conseguenze». Poi la premier ha aggiunto: «Da parte delle autorità Usa è stata riscontrata grande attenzione, soprattutto in merito alle nostre necessità».

Estratto dell'articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica” giovedì 27 luglio 2023.

La parola proibita compare a caratteri cubitali nientemeno che sulla prima pagina della Nezavisimaja Gazeta, “Giornale indipendente” di nome, filogovernativo di fatto: «Alla Duma sentono odore di grande guerra». […] la Camera bassa del Parlamento russo non solo ha innalzato il tetto del periodo della coscrizione militare da 27 a 30 anni, mantenendo il limite inferiore a 18 anni, ma ha approvato varie misure che renderanno più difficile eludere la leva.

Solo per citarne alcune: multe decuplicate da 3mila a 30mila rubli per chi non si presenta all’ufficio di arruolamento militare, divieto di viaggiare all’estero per chi riceve la “cartolina” seppure nel nuovo formato elettronico, obbligo per istituti medici e scolastici di inviare le informazioni sui coscritti agli uffici di arruolamento militare, divieto per gli avvocati di difendere i renitenti.

E, come se non bastasse, i deputati hanno approvato anche una legge che consentirà ai governatori regionali di creare le loro mini- Wagner statali, o “imprese unitarie statali militari” come sono state chiamate, i cui dipendenti saranno dotati di armi leggere e «assisteranno » il ministero degli Interni e l’Fsb nella protezione dei confini e nella lotta ai gruppi di sabotaggio e ricognizione. L’autore di tutti questi emendamenti, Andrej Kartapolov, generale in pensione a capo della Commissione Difesa della Duma, non sarebbe potuto essere più trasparente: «Questa legge — ha spiegato — è stata scritta per una grande guerra, per la mobilitazione generale ».

È stato lui a ispirare il titolo di prima di Nezavisimaja aggiungendo: «E ora di questa grande guerra si sente già la puzza». È sempre più lampante: la Russia si prepara a un’offensiva a lungo termine in Ucraina e di conseguenza ragiona sul lungo periodo. La riforma sui nuovi limiti di età entrerà in vigore soltanto a partire dal prossimo anno: da allora il bacino delle potenziali reclute aumenterà di oltre due milioni[…]

Guerra Ucraina - Russia, le news del 28 luglio.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Missile russo su un condominio a Dnipro, Kuleba: «Russia stato terrorista». Lorenzo Cremonesi, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera venerdì 28 luglio 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di venerdì 28 luglio, in diretta. Esplosioni vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Kiev: «I russi si radunano per attaccare le zone costiere». Mosca: sventato attacco con droni. 

• Meloni dagli Usa:«Biden e io molto determinati nel sostegno a Kiev, ma questo non significa non cercare soluzioni negoziali».

• Putin: «Pronti a dare grano gratis ai Paesi africani». Guterres: «Le donazioni non risolveranno il problema dell’approvvigionamento».

• I tre punti della guerra: dove avanzano (e frenano) i due eserciti.

Ore 01:02 - Ucraina: Biden-Meloni, aiuti a Kiev per tutto il tempo necessario

Il presidente Joe Biden e la premier Giorgia Meloni affermano entrambi che «il vertice della Nato a Vilnius ha dimostrato l’unità e la forza del legame transatlantico e la capacità unica dell’Alleanza di adattare la propria deterrenza e posizione di difesa per affrontare le sfide provenienti da tutte le direzioni strategiche, compreso il fianco meridionale della Nato». Inoltre, entrambi i leader affermano il loro sostegno all’Ucraina mentre si difende dall’aggressione illegale della Russia.

«Gli Stati Uniti e l’Italia continueranno a fornire assistenza politica, militare, finanziaria e umanitaria all’Ucraina per tutto il tempo necessario, con l’obiettivo di raggiungere una pace giusta e duratura che rispetti pienamente la Carta delle Nazioni Unite e la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina». È quanto si legge nella dichiarazione congiunta diffusa al termine del bilaterale tra Biden e Meloni. Gli Stati Uniti e l’Italia riconoscono inoltre «la necessità di affrontare le conseguenze globali del conflitto, in particolare sulla stabilità, l’energia e la sicurezza alimentare dei Paesi vulnerabili. Ribadiscono l’importanza di consentire all’Ucraina di esportare cibo attraverso il Mar Nero e condannano il ritiro unilaterale della Russia dalla Black Sea Grain Initiative, che è stata determinante nella riduzione dei prezzi alimentari mondiali, e i suoi attacchi allo stoccaggio del grano ucraino e alle infrastrutture di trasporto».

Biden e Meloni «si impegnano inoltre a un ulteriore coordinamento sulla ricostruzione dell’Ucraina e hanno riconosciuto il ruolo che l’Italia svolgerà in questo sforzo, con la presidenza italiana del G7 nel 2024 e l’ospitalità della Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina nel 2025».

Ore 05:15 - Il sindaco di Mosca: «Sventato un attacco con droni»

Il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin ha dichiarato nelle prime ore di oggi che il ministero della Difesa russo ha sventato un attacco notturno di droni da parte dell’Ucraina. «C’è stato un tentativo di attacco con un drone nemico», ha detto su Telegram, senza specificare la posizione. Il dispositivo «è stato abbattuto dalle forze del ministero della Difesa. Nessun danno o vittima (sono stati segnalati) », ha precisato. Il tentativo di attacco arriva pochi giorni dopo che l’Ucraina ha rivendicato la responsabilità di un attacco di droni nel centro di Mosca. Lunedì un drone si è schiantato nei pressi del ministero della Difesa nel centro della capitale russa, mentre un altro ha colpito un edificio per uffici in un quartiere a sud. Mosca e dintorni si trovano a circa 500 chilometri dal confine ucraino, ma quest’anno la capitale è stata attaccata da diversi droni. All’inizio di maggio, due droni sono stati abbattuti sopra il Cremlino e più tardi nello stesso mese altri hanno colpito i grattacieli di Mosca. All’inizio di questo mese, la Russia ha dichiarato di aver abbattuto cinque droni ucraini che hanno preso d’assalto l’aeroporto internazionale Vnukovo della capitale russa. Gli attacchi dei droni alla capitale russa arrivano diverse settimane dopo la controffensiva ucraina per liberare il territorio conquistato da Mosca da quando sono scoppiate le ostilità su vasta scala nel febbraio 2022.

Ore 07:39 - Putin ringrazia la Corea del Nord per il sostegno nel conflitto

Il «fermo sostegno» della Corea del Nord all’operazione speciale della Russia in Ucraina rafforza la determinazione dei due Paesi di fronteggiare l’Occidente, ha detto Vladimir Putin in un discorso a funzionari nordcoreani, secondo i media statali di Pyongyang che non hanno specificato se il discorso del presidente russo fosse in video o per iscritto. Lo riporta la Cnn.

Putin non è entrato nel dettaglio della natura del sostegno di Pyongyang, ma l’anno scorso funzionari statunitensi hanno affermato che la Corea del Nord stava vendendo alla Russia milioni di razzi e proiettili di artiglieria da utilizzare sul campo di battaglia in Ucraina.

Ore 08:01 - Usa: «La Cina fornisce tecnologia chiave a Mosca»

L’ntelligence degli Stati Uniti ha dichiarato che la Cina sta aiutando la Russia a eludere le sanzioni occidentali e le sta fornendo tecnologia ed equipaggiamento chiave per la guerra in Ucraina. Secondo il rapporto, Pechino «è diventato un sostenitore sempre più importante della Russia nel suo sforzo bellico», con la Cina avendole fatto avere più di 12 milioni di dollari (circa 11 milioni di euro) di attrezzature militari, come i droni che le ha fornito a marzo. Inoltre, le aziende statali cinesi del settore della difesa hanno reso disponibili alle aziende russe sanzionate altre tecnologie che «i militari di Mosca possono utilizzare per continuare la guerra in Ucraina», come apparecchiature di navigazione o parti per i jet da combattimento, riporta la Cnn.

Anche le esportazioni cinesi di semiconduttori verso la Russia sono aumentate in modo significativo dal 2021, con «centinaia di milioni di dollari di semiconduttori prodotti o marchiati negli Stati Uniti» che hanno raggiunto il territorio russo nonostante le sanzioni e i controlli sulle esportazioni. Il rapporto afferma che le aziende cinesi stanno «probabilmente» aiutando Mosca a eludere le sanzioni, anche se è «difficile determinare la portata» di tale assistenza. Tuttavia, il documento osserva che le autorità cinesi sono diventate più critiche nei confronti del Cremlino dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022.

Ore 08:03 - Gli Usa vogliono consegnare a Kiev i primi Abrams a settembre

Le autorità statunitensi intendono iniziare le consegne di carri armati americani Abrams all’Ucraina a settembre. Lo riferisce il sito web di Politico, che cita sei fonti diverse. Il piano è di inviare diversi carri armati ad agosto in Germania, dove saranno sottoposti a lavori di modernizzazione; una volta completato questo processo, il primo lotto di Abrams sarà spedito in Ucraina il mese successivo.

Ore 08:37 - Isw: i filmati geolocalizzati mostrano gli avanzamenti di Kiev

I filmati geolocalizzati pubblicati ieri suggeriscono che le forze ucraine stanno operando in aree ben più avanzate rispetto ai risultati che si riteneva la controffensiva di Kiev avesse ottenuto finora. Lo scrive nel suo ultimo report il think tank statunitense Isw (Institute for the study of war). L’esercito ucraino sta combattendo su almeno tre settori del fronte, riportando successi in alcune aree. Gli analisti Usa sottolineano che il Cremlino e l’intero spazio informativo russo stanno intensificando gli sforzi per dipingere la controffensiva ucraina come un fallimento.

Ore 09:29 - Kiev: «I russi radunano le forze per attaccare le zone costiere»

«L’esercito russo sta radunando le forze per intensificare gli attacchi alle infrastrutture e alla zona costiera dell’Ucraina», ha dichiarato alla tv pubblica la portavoce delle Forze di difesa dell’Ucraina meridionale Natalia Gumenyuk. Lo riporta Rbc-Ukraine. «Dalle intercettazioni radio apprendiamo che gli occupanti stanno avvertendo le navi civili in mare dell’impossibilità di dirigersi verso i porti ucraini», ha detto Humenyuk. E ha anche aggiunto che la forte tempesta degli ultimi giorni ha portato numerose mine russe sulla costa del Mar Nero.

Ore 09:35 - Un morto e tre feriti fra i civili per un attacco russo nel Donetsk

Le truppe russe hanno ucciso un civile e ne hanno feriti altri tre ieri nella regione del Donetsk. Lo ha reso noto Pavlo Kyrylenko, capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk, in un post su Telegram, riferisce Ukrinform. «Il 27 luglio, i russi hanno ucciso un residente della regione di Donetsk, ad Avdiivka. Altre tre persone sono rimaste ferite», ha segnalato, «ieri gli invasori russi hanno bombardato Avdiivka con lanciarazzi multipli Grad e artiglieria».

Ore 09:44 - «Kiev ha bombardato Zaporizhzhia con bombe a grappolo»

Le forze armate ucraine hanno colpito tre volte con razzi il territorio della città di Tokmak a Zaporozhzhia, uccidendo una donna. Lo ha scritto su Telegram il governatore filorusso ad interim della regione Yevgeny Balitsky, sottolineando che «ieri, il nemico ha lanciato tre attacchi missilistici con munizioni a grappolo a Tokmak. Come risultato del bombardamento, una casa residenziale privata ha preso fuoco e una donna è morta». Nell’attacco, un altro residente locale è rimasto ferito ed è stato ricoverato in ospedale. Balitsky ha osservato che il secondo missile è stato abbattuto dai sistemi di difesa aerea, il terzo proiettile non è esploso. Tokmok è sotto il controllo dei russi dal marzo 2022.

Ore 10:09 - Tajani: «Grano russo gratis all’Africa non è la via giusta»

«Stiamo spingendo affinché si possa mantenere il dialogo sul corridoio del grano. Sosteniamo l’azione diplomatica della Turchia. A pagare il prezzo della sospensione dell’accordo sono soprattutto i popoli africani. La via proposta da Putin, cioè “vi mandiamo noi il grano gratis” non è la via giusta. Poi se non si torna all’accordo i prezzi dei cereali aumenteranno». Sono queste le parole di Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, a Coffee Break su La7.

Ore 10:12 - Putin: «La Russia rimarrà un fornitore di grano affidabile»

La Russia rimane «una fonte affidabile di approvvigionamento alimentare» e «sta aumentando le forniture di grano all’Africa nonostante le illegali sanzioni occidentali»: lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, che sta parlando al summit Russia-Africa a San Pietroburgo.

Ore 10:22 - Putin: «Studiamo i piani di pace dei Paesi africani»

La Russia «rispetta» e «studia attentamente» i piani di pace sull’Ucraina avanzati da alcuni Paesi africani: lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, ripreso dall’agenzia Interfax. «Rispettiamo le vostre iniziative e le consideriamo attentamente», ha detto Putin.

Ore 10:50 - Putin: «Gratis parte delle armi ai Paesi africani»

«Parte delle consegne» di armi della Russia ai Paesi africani «sono effettuate gratuitamente al fine di rafforzare la sicurezza e la sovranità di questi Stati»: lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin auk summit Russia-Africa di Sn Pietroburgo, ripreso dall’agenzia Interfax. Ieri Putin aveva annunciato di voler fornire grano gratis ai Paesi africani.

Ore 10:59 - Peskov: «Mosca pronta al dialogo ma Kiev rifiuta»

La Russia è pronta al dialogo su un accordo politico ma l’Ucraina rifiuta qualsiasi opportunità pur essendo in una situazione non facile. Lo ha ribadito il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov citato dalla Tass.

Ore 11:34 - Aiea ha registrato esplosioni vicino sito di Zaporizhzhia

Esplosioni nell’area della centrale nucleare di Zaporizhzhia sono state registrate dagli osservatori della missione dell’Aiea (l’Agenzia internazionale per l’energia atomica): lo riferisce il capo della Commissione statale ucraina per la regolamentazione dell’energia atomica Oleg Korikov, citato da Rbc-Ukraine. Korikov ha dichiarato che «la minaccia per la centrale nucleare è cresciuta, perché non c’è certezza che i sistemi di sicurezza funzionino». Le esplosioni sono avvenute ieri e due giorni fa, ha detto.

Ore 11:44 - Putin: «Cancellati 23 mld di dollari di debiti dei Paesi africani»

La Russia ha cancellato debiti dei Paesi africani nei suoi confronti per un totale di 23 miliardi di dollari. Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin durante una sessione plenaria del vertice Russia-Africa. «La Russia sta anche partecipando agli sforzi per alleviare l’onere del debito dei paesi africani. Ad oggi, l’importo totale del debito che abbiamo cancellato è di 23 miliardi di dollari», ha affermato il presidente. E ha aggiunto: «La Russia aumenterà la sua presenza diplomatica in Africa. Insieme costruiremo un mondo globale più giusto. L’attenzione della Russia per l’Africa è in costante aumento e si esprime nei nostri piani per aumentare la presenza diplomatica nel continente».

Ore 14:01 - Kiev: «Con la Wagner in Bielorussia rinforziamo le difese a Nord»

L’Ucraina intende «rafforzare» le difese nella parte settentrionale del Paese per via del trasferimento della Wagner in Bielorussia. È quanto emerso dopo la riunione fra il comando delle forze armate ucraine e il dipartimento informatico del servizio di sicurezza di Kiev. Lo riporta Unian. Le minacce sarebbero infatti «sia di tipo militare che informativo e informatico». I combattenti della Wagner presenti in Bielorussia sarebbero circa 5mila e al momento si troverebbero «lontani» dai confini dell’Ucraina.

Ore 14:09 - Zelensky: «La Russia non fermerà la sua aggressione, neanche dopo la sua sconfitta»

Il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato di non credere che la Russia fermerà la sua aggressione contro l’Ucraina, anche dopo che sarà sconfitta. Parlando alla Giornata dello Stato, Zelensky ha detto che spera che le vacanze del prossimo anno possano essere celebrate in un Paese completamente liberato. «Non crediamo che la Russia non vorrà tornare ad aggredirci anche dopo che li avremo cacciati da tutte le nostre terre», ha detto Zelensky. «La vittoria dell’Ucraina può e deve essere tale da scoraggiare qualsiasi tentativo di ritorno da parte del nemico».

Ore 14:25 - Kiev: «Nessuna posizione persa lungo fronte Kupiansk-Lyman»

Il generale Oleksandr Sirsky, capo delle forze di terra ucraine, ha spiegato oggi che l’esercito ucraino mantiene tutte le sue posizioni sul fronte formato dalle città di Kupiansk e Lyman, nel Nordest del Paese, nonostante i russi abbiano schierato nella zona circa 100mila uomini.«“Nelle aree di Kupiansk e Lyman, il nemico attacca costantemente, utilizzando le sue unità più professionali — ha spiegato Sirsky, citato dal canale ufficiale Telegram dell’esercito ucraino —. Non abbiamo perso nessuna delle nostre posizioni». Il generale ucraino ha anche riferito che la situazione rimane tesa nell’area di Bakhmut, sempre sul fronte orientale e situata a circa 60 chilometri a Sud di Lyman. «La situazione è molto tesa, ma stiamo andando avanti e liberando gradualmente il nostro territorio», ha detto Sirsky.

Ore 14:44 - Kiev: «Dal Qatar 100 milioni di dollari in aiuti umanitari»

Il Qatar fornirà all’Ucraina 100 milioni di dollari in aiuti umanitari da destinare all’ambito sanitario, a quello dell’istruzione e per lo sminamento. Lo ha annunciato su Twitter il primo ministro ucraino Denys Shmyhal al termine dei colloqui con il premier del Qatar e ministro degli Ester, Sheikh Mohammed Bin Abdulrahman al-Thani, in visita in Ucraina. «Siamo grati per il supporto», ha detto Shmyhal, precisando che «i soldi verranno usati per la ricostruzione».

Ore 15:10 - Kiev: «Mosca minaccia navi civili nel Mar Nero»

«Le navi da guerra russe minacciano i civili nelle acque del Mar Nero, violando tutte le norme del diritto marittimo internazionale. Questi sono i metodi dei terroristi». Lo ha scritto su Telegram, Andry Yermak, Consigliere capo del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. «La comunità internazionale deve condannare le azioni dei russi», ha aggiunto ancora allegando anche un video.

Ore 15:10 - Cina: «Cooperazione con Mosca non coinvolge un Paese terzo»

Pechino ha difeso oggi il suo rapporto con Mosca, definendolo una «normale cooperazione economica e commerciale» dopo la pubblicazione di un rapporto dell’intelligence Usa secondo cui la Cina avrebbe fornito alla Russia equipaggiamento militare - come pezzi di ricambio di jet o droni - utilizzato in Ucraina. La cooperazione sino-russa «non è rivolta a un Paese terzo», ha assicurato il portavoce del ministero degli Esteri cinese. La visita del presidente cinese Xi Jinping al suo omologo russo Vladimir Putin il 20 e 21 marzo scorsi è stata un’occasione per le due potenze per riaffermare la loro cooperazione «con prospettive illimitate». In tale occasione Xi e Putin, che già nel 2022 avevano dichiarato, in un comunicato, la loro «amicizia sconfinata», hanno ribadito di condividere la stessa visione del mondo, quella di un’egemonia americana da abbattere.

Ore 15:53 - Podolyak: «Se Mosca vuole negoziare conosce strada, basta piagnistei»

«I russi mettono anche una volta in mostra il loro “piagnisteo negoziale” dicendo che l’Ucraina si rifiuta di parlare con loro. E’ vero, lo facciamo perché non ha senso. Perché è la Federazione Russa che mina il diritto internazionale e l’ordine di sicurezza globale». Lo ha scritto su Twitter Mikhaylo Podolyak, consigliere del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. «Se Mosca vuole negoziare la strada è chiara - aggiunge - ritirarsi dall’Ucraina, cambiare l’elite politica, ammettere i crimini di guerra ed estradare i responsabili».

Ore 16:00 - Esplosione in una città russa a confini Ucraina, 6 feriti

Almeno 6 persone sono rimaste ferite in un’esplosione avvenuta in un caffè a Taganrog, una città portuale della Russia meridionale, nella regione di Rostov, a confine con l’Ucraina. Lo riferisce l’agenzia Tass. Il governatore della regione Vasily Golubev afferma su Telegram che l’esplosione è stata presumibilmente provocata da un razzo.

Ore 16:11 - L’Ucraina sposta il Natale al 25 dicembre

L’Ucraina celebrerà il Natale il 25 dicembre anziché il 7 gennaio, come è avvenuto fino a ora. a seguito di una legge firmata venerdì dal presidente Volodymyr Zelensky. «Il popolo ucraino è stato a lungo soggetto all’ideologia russa in quasi tutti gli ambiti della vita, compreso il calendario giuliano e la celebrazione del Natale il 7 gennaio», si legge nella nota esplicativa del testo votato dai deputati a metà luglio.

Ore 16:40 - Grano in Ucraina, scorte al minimo, -66% rispetto a pre guerra

Toccano il livello minimo mai raggiunto le scorte di grano ucraino, con il 66% in meno rispetto ai livelli pre guerra. E più il conflitto durerà e più il Paese continuerà a perdere quote e rilevanza sul mercato cerealicolo internazionale a vantaggio della Russia, che secondo le previsioni raggiungerà la quota record di oltre 40 milioni di tonnellate di grano esportati nel 2023. Lo fa sapere il Centro Studi Divulga che ha incrociato i dati su scorte e stime di produzione dei Paesi coinvolti nel conflitto. Grazie al raccolto ucraino 2021, tra i più generosi della storia con 33 milioni di tonnellate di grano tenero e 41 milioni di tonnellate di mais, i silos hanno garantito un adeguato approvvigionamento interno e ai Paesi che hanno beneficiato del Black Sea Grain. Scorte che ormai si stanno esaurendo e non saranno rimpinguate anche a causa dei bombardamenti con un calo del raccolto stimato in Ucraina del 47% per il grano e del 40% per il mais rispetto al livello già molto basso del 2022.

Ore 16:46 - Grano in Ucraina, scorte al minimo, -66% rispetto a pre guerra

È salito a 15 il numero di persone ferite nell’esplosione avvenuta a Taganrog, città portuale della Russia meridionale, nella regione di Rostov, al confine con l’Ucraina. Lo ha dichiarato il governatore della regione di Rostov Vasily Golubev, citato dalla Tass. «Finora 15 persone hanno richiesto assistenza medica e sono in cura. Tutte hanno riportato lievi ferite da frammenti. Non ci sono state vittime» ha riferito il governatore. Secondo il governatore l’esplosione è stata presumibilmente provocata da un razzo.

Ore 17:28 - Mosca: «Kiev ha usato missile S-200 nell’attacco a Rostov»

L’Ucraina ha attaccato un’area residenziale della città russa di Taganrog, nella regione di Rostov, con un missile di difesa aerea S-200, intercettato dalle difese russe. Lo ha dichiarato il ministero della Difesa russo citato dalla Tass. Secondo Mosca, i detriti avrebbero causato feriti e danneggiato edifici. In precedenza il governatore della regione aveva dichiarato che 15 persone erano rimaste ferite in un’esplosione «probabilmente causata da un razzo». «Il regime di Kiev ha compiuto un attacco terroristico contro le infrastrutture residenziali di Taganrog» ha detto il ministero russo aggiungendo che il razzo è stato abbattuto.

Ore 17:31 - Esplode una bomba nel palazzo dei sindacati a Odessa, un morto

Un’esplosione si è verificata nella sede dei sindacati di Odessa, uccidendo una persona. Lo riporta l’agenzia Unian secondo le informazioni del servizio stampa del capo regionale della Polizia di Stato. «Secondo le informazioni preliminari, una granata è esplosa. Una persona è morta a causa dell’esplosione», è stato stato sottolineando. Secondo le prime ricostruzioni l’ordigno è esploso nelle mani di un fisioterapista che aveva affittato un locale nel Trade Unions Building. L’uomo è morto mentre il suo paziente è rimasto ferito.

 L’edificio è stato teatro, nel 2014, della tragedia ricordata come `l’incendio della Casa dei sindacati´: era il 2 maggio di nove anni fa quando scoppiarono scontri tra fazioni di militanti filorussi e di sostenitori del nuovo corso politico determinatosi in Ucraina dopo le proteste di Euromaidan. L’incendio causò la morte di 42 persone, tra manifestanti filorussi e persone che si trovavano per caso nell’edificio.

Ore 18:27 - Esplosione di Taganrog, ferma condanna di Putin

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha condannato con fermezza l’attacco avvenuto stamane nel caffè della città di Taganrog, a confine con l’Ucraina, nella quale almeno 16 persone sono rimaste ferite. Lo riferisce l’agenzia Tass.

Ore 18:28 - Usa: media, verso annuncio armi a Taiwan per 300 mln dollari

Gli Stati Uniti dovrebbero annunciare la consegna di un pacchetto di armi a Taiwan del valore di oltre 300 milioni di dollari. Lo dicono due funzionari statunitensi alla CNN. Il sostegno Usa potrebbe essere annunciato già oggi, ha detto un funzionario, anche se i tempi non sono certi. È la prima volta che gli Stati Uniti trasferiscono attrezzature militari a Taiwan sotto la cosiddetta Presidential Drawdown Authority, consentendo agli Usa di inviare armi e altri stock direttamente dagli inventari del Dipartimento della Difesa. Non è chiaro quali armi o equipaggiamento ci saranno nel pacchetto o se gli Stati Uniti ne dettaglieranno esplicitamente il contenuto, come spesso fanno con le forniture all’Ucraina, precisa la Cnn. In casi precedenti, gli Stati Uniti hanno consentito a Taiwan di acquistare armi dagli Usa, un processo che richiede più tempo, invece di consegnare l’equipaggiamento direttamente dalle scorte statunitensi. L’acquisto più recente di Taiwan il mese scorso includeva 332,2 milioni di dollari di munizioni da 30 mm e relative attrezzature, oltre a 108 milioni di dollari di supporto logistico.

Ore 18:36 - Putin: «Usa, Nato e Ucraina si rifiutano di negoziare»

Gli Stati Uniti e la Nato si rifiutano di negoziare con la Russia sulla sicurezza. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin. «Il conflitto» in Ucraina «ha le sue radici sulle minacce alla sicurezza della Russia poste dagli Stati Uniti e dalla Nato e loro si rifiutano di negoziare per garantire uguale sicurezza a tutti, compresa alla Russia», ha aggiunto Putin al vertice Russia-Africa. Il leader del Cremlino ha poi sottolineato che anche la leadership ucraina si rifiuta di negoziare con la Russia. «Abbiamo ripetutamente affermato, e l’ho dichiarato ufficialmente, che siamo preparati a tali negoziati, ma non possiamo forzarli - ha sottolineato -. Pertanto, mi sembra che dovrebbe esserci anche un dialogo con quella parte, anche se siamo grati ai nostri amici africani per la loro attenzione a questo problema». Lo riporta Interfax.

Ore 18:44 - Il punto militare, il canale segreto della diplomazia con cui Washington e Mosca continuano a parlarsi

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Oltre ai canali ufficiali, c’è una diplomazia parallela che viaggia sul «binario 1.5» e che non si è mai fermata dall’inizio del conflitto in Ucraina. È attraverso questo canale segreto che Washington e Mosca hanno continuato a parlarsi, tramite alcuni ex funzionari della sicurezza nazionale americana e persone in qualche modo legate al Cremlino — a cominciare dal ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, coinvolto almeno una volta a New York ad aprile — per comprendere le reciproche linee rosse ed evitare un’escalation della guerra.

Ore 19:15 - Putin: «Con Africa per ordine mondiale giusto e multipolare»

«È stato confermato l’impegno di tutti i nostri Stati per la formazione di un ordine mondiale giusto e democratico, multipolare, basato sui principi universalmente riconosciuti del diritto internazionale e sulla Carta delle Nazioni Unite». É quanto ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin al termine del vertice Russia-Africa che si è tenuto a San Pietroburgo. Lo riporta Ria Novosti. Putin ha osservato che esiste una determinazione comune a contrastare la pratica di applicare sanzioni illegittime e i tentativi di minare i valori morali tradizionali.

Ore 20:29 - Missile russo colpisce un condominio a Dnipro

Un missile russo ha colpito un edificio residenziale nella città di Dnipro. A riportare la notizia è lo stesso Zelensky che con un tweet precisa che i missili hanno colpito anche la sede dei servizi di sicurezza ucraini: «Ho tenuto prontamente colloqui con l'Sbu, il ministro dell'Interno, il servizio di emergenza statale e il capo dell'amministrazione militare», ha aggiunto.

Ore 21:21 - Kuleba, raid a Dnipro mostra vero volto della Russia terrorista

«A Dnipro, un missile russo ha colpito un edificio residenziale a più piani. Questo è il vero volto della Russia: uno stato terrorista che continua a fare la guerra contro i civili disarmati. Ci sarà giustizia per questo e altri crimini di guerra russi. Tutti i responsabili ne dovranno rispondere». Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.

Ore 01:21 - Il generale ucraino Tarnavskyi alla Cnn: «Respingiamo il nemico»

Il generale ucraino Oleksandr Tarnavskyi, che comandante in capo delle forze sul fronte meridionale ha affermato alla Cnn che le sue forze stanno facendo progressi nel respingere le truppe russe, poiché la controffensiva di Kiev sembra entrare in una nuova fase più aggressiva. «Le forze di difesa stanno sistematicamente respingendo il nemico e stanno avendo un certo successo», ha detto il generale. «In particolare, le truppe ucraine hanno liberato Staromaiorske nella regione del Donetsk e stanno consolidando le loro posizioni», ha aggiunto, riferendosi a un villaggio nel sud-est dell’Ucraina che le truppe di Kiev hanno rivendicato ieri. Il generale ha descritto combattimenti intensi e in corso nell’area che comanda, che comprende le parti meridionali del Donetsk e la regione di Zaporizhzhia.

Ore 03:19 - Stato d’emergenza nella città russa Taganrog per un missile ucraino

È stato decretato lo stato d’emergenza nell’area dell’esplosione di un missile ucraino a Taganrog, la città russa situata a una cinquantina di chilometri a Est del confine con l’Ucraina. Il missile è stato intercettato, ma i suoi detriti sono caduti sul territorio della città, ha riferito il ministero della Difesa russo. I detriti sono caduti vicino a un museo d’arte e a un affollato caffè, creando un grande cratere e scatenando scene di panico; secondo fonti locali ci sono stati una ventina di persone ferite ma non morti. Il ministero della Difesa russo ha accusato l’Ucraina di aver effettuato un «attacco terroristico» sulla città, che si trova sulle rive del Mar d’Azov, con un missile S-200. Oleksiy Danilov, segretario ucraino per il Consiglio di sicurezza e difesa nazionale, ha invece accusato i sistemi di difesa aerea russi per l’esplosione. Successivamente il Ministero della Difesa russo ha riferito di un secondo missile abbattuto sulla regione di Rostov.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 29 luglio.

Le notizie del 29 luglio sul conflitto in Ucraina. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online, su Il Corriere della Sera sabato 29 luglio 2023 

• Meloni dagli Usa: «Biden e io molto determinati nel sostegno a Kiev, ma questo non significa non cercare soluzioni negoziali».

• Un missile russo ha colpito un condominio a Dnipro. Kuleba: «Questo è il vero volto della Russia: uno stato terrorista».

• Il canale segreto della diplomazia con cui Washington e Mosca continuano a parlarsi.

• L'Ucraina sposta il Natale al 25 dicembre anziché il 7 gennaio.

• I tre punti della guerra: dove avanzano (e frenano) i due eserciti.

Ore 04:52 - Colpo di Stato in Niger, Wagner pronto a sfruttare il caos

Il colpo di Stato in Niger schiude un nuovo varco a Vladimir Putin in Africa. Il generale Abdourahamane Tchiani - capo della guardia presidenziale e uomo all’origine del colpo di Stato che, mercoledì, ha defenestrato il presidente eletto Mohamed Bazoum - si è presentato al Paese come il nuovo uomo forte e ha rivolto una richiesta di sostegno internazionale a cui il gruppo mercenario russo Wagner ha subito risposto. Anche se non vi è alcun segnale che Mosca o Wagner abbiano avuto un ruolo nella cacciata di Bazoum, il caos presenta un’opportunità per Mosca in un Paese che è dei maggiori produttori mondiali di uranio. Il generale Tchiani è apparso sugli schermi delle tv nazionali per leggere una dichiarazione in qualità di «presidente del Consiglio nazionale per la salvaguardia della Patria (CNSP)».

Ore 06:21 - Ft: a Bakhmut, le truppe Kiev utilizzano armi nordcoreane

Nonostante il leader nordcoreano Kim Jong-un sia fermamente schierato al fianco della Russia nella guerra in Ucraina, le armi prodotte in Corea del Nord vengono usate contro le truppe russe. Almeno a sentire il Financial Times, che ne ha documentato l’utilizzo: i soldati ucraini che gestiscono sistemi missilistici a lancio multiplo Grad vicino a Bakhmut hanno mostrato le munizioni alla stampa. Un comandante ucraino ha anche aggiunto che alle sue truppe non piace usare i missili nordcoreani, che sono stati prodotti negli anni ‘80 e ‘90, perché spesso possono sbagliare o non esplodere: «Sono poco affidabili e a volte fanno cose folli». Putin giovedì ha ringraziato la Corea del Nord per il suo «fermo sostegno» alla guerra in Ucraina; e anche il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu nei giorni scorsi ha visitato Pyongyang per incontrare Kim in occasioni delle celebrazioni per il 70esimo anniversario della fine della guerra di Corea.

Ore 07:29 - Condominio colpito a Dnipro, 9 feriti

Sono nove le persone rimaste ferite nel bombardamento russo che la scorsa notte ha colpito un condominio a Dnipro, nell’Ucraina orientale. Lo riferisce Serhii Lysak, capo dell’amministrazione militare dell’oblast di Dnipropetrovsk, specificando che fra loro vi sono due minori di 14 e 17 anni, due ragazze di 20, una donna di 77 anni e uomini di età compresa fra 18 e 35 anni. Nessuno di loro è grave. Ukrainska Pravda riferisce che il condominio era scarsamente abitato e che è stato colpito anche un vicino edificio dei servizi d’intelligence ucraini dell’Ssu, che però era da tempo in disuso.

Ore 07:33 - Il condominio colpito a Dnipro

Ore 08:28 - Il tweet di Zelensky sull'attacco missilistico a Dnipro

Ore 08:51 - Meloni: «Capisco scetticismo italiani ma linea non cambia»

«No, non credo che lo scetticismo - che per me è perfettamente comprensibile - possa modificare la posizione dell'Italia, banalmente perché è una posizione che il governo tiene nell'interesse nazionale italiano». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in una intervista al Tg5. «Gli ucraini - ha precisato - stanno allontanando una guerra da noi, non la stanno avvicinando».

Ore 09:12 - Gb, nelle ultime 48 ore aumento combattimenti a sud

«Nelle ultime 48 ore c'è stato un aumento dei combattimenti in due settori dell'Ucraina meridionale». È il bollettino quotidiano dell'intelligence britannica, secondo cui «a sud di Orikhiv, i combattimenti si concentrano vicino al villaggio di Robotyne, nell'area di responsabilità della 58esima armata russa», mentre a «ottanta chilometri a est, le forze ucraine hanno sconfitto elementi del 247 reggimento d'assalto aereo delle guardie aviotrasportate russe (Vdv) per catturare il villaggio di Staromaiorske». «Nel frattempo, nel nord, altre unità Vdv continuano le operazioni offensive nella foresta di Serebriansk a ovest di Kremina, ma hanno fatto pochi progressi sul terreno».

Ore 09:52 - I leader africani chiedono il ripristino dell'accordo sul grano

I leader dei Paesi africani hanno chiesto il rinnovo dell'Iniziativa sul grano del Mar Nero, da cui Mosca si è ritirata unilateralmente, nel corso del vertice Africa-Russia a San Pietroburgo. «Le interruzioni delle forniture di energia e di grano devono finire immediatamente. L'accordo sul grano deve essere esteso a beneficio di tutti i popoli del mondo, in particolare degli africani», ha affermato il presidente della Commissione dell'Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, come riportano i media internazionali. Anche Il presidente del sudafricano, Cyril Ramaphosa, ha invitato il presidente russo Vladimir Putin a ripristinare «l'accordo sul grano» per l'esportazione di prodotti ucraini attraverso il Mar Nero, riporta Rbc-Ucraina, che cita il sito del Cremlino.

Ore 10:34 - Bombe russe sul Kherson, ferita una donna

L'esercito russo ha bombardato questa mattina il villaggio di Vesele nella regione di Kherson, nell'Ucraina meridionale, ferendo un'anziana: lo ha reso noto su Telegram, l'amministrazione militare regionale, come riporta Ukrinform. «Questa mattina gli occupanti hanno colpito il villaggio di Vesele. Sono stati colpiti edifici residenziali. Una donna di 69 anni è rimasta ferita», si legge nel messaggio.

Ore 11:27 - 007 ucraini, distrutto deposito di munizioni russo in Crimea

Un deposito di munizioni russo è esploso ieri sera vicino a Sebastopoli, nella Crimea occupata, in seguito a un'operazione di «sabotaggio» delle forze ucraine: lo ha reso noto su Telegram l'intelligence del ministero della Difesa di Kiev (Gur), come riporta Rbc-Ucraina. Secondo le informazioni dell'intelligence, intorno alle 22:00 di ieri (le 21:00 in Italia), testimoni hanno sentito due esplosioni e il suono di ulteriori detonazioni di munizioni. «E' noto che le esplosioni e le detonazioni a seguito del sabotaggio sono avvenute nel "magazzino temporaneo" di munizioni dei russi», si legge nel messaggio.

Ore 11:27 - Putin: «Pronti a soluzione pace. L'Occidente ignora Onu»

Nonostante la politica dei paesi occidentali che «operano esclusivamente nel proprio interesse in qualsiasi conflitto internazionale», la Russia è pronta a cercare una soluzione pacifica sull'Ucraina. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin durante una colazione di lavoro con i vertici della delegazione dei paesi africani.

 «Si sono dimenticati di aver rovinato la situazione in Sudan? - ha detto Putin riferendosi ai paesi occidentali secondo quanto riporta Interfax - si sono dimenticati di quello che hanno fatto in Siria? Se ne fregano della Carta delle Nazioni Unite, ricordano il diritto internazionale solo quando pensano di poter usare questi strumenti contro qualcuno, in questo caso Russia. Non ci riusciranno, è troppo primitivo. E se vogliono che qualcuno rispetti la Carta delle Nazioni Unite e altre disposizioni del diritto internazionale, dovrebbero preoccuparsi di osservare queste stesse disposizioni. Tuttavia, ciò non significa che noi non vogliamo cercare una soluzione pacifica al conflitto», ha detto Putin. «Il vostro approccio e le vostre idee - ha proseguito rivolgendosi ai leader africani - è in linea con le disposizioni del piano pacifico per la risoluzione della situazione in Ucraina presentato dalla Cina a febbraio». Secondo il presidente russo la Russia non viola la Carta delle Nazioni Unite, ma opera nel suo pieno rispetto: «Oggi ci dicono che violiamo la Carta delle Nazioni Unite. Io non credo. Anzi, sono fiducioso che operiamo nel pieno rispetto della Carta delle Nazioni Unite», ha concluso.

Ore 12:53 - Polonia, Wagner verso Suwalki, situazione più pericolosa

Oltre 100 mercenari del gruppo Wagner di stanza in Bielorussia si sono spostati verso il corridoio di Suwalki (noto anche come la breccia di Suwalki, ndr) che collega la Polonia con gli Stati baltici e separa la Bielorussia e la regione di Kaliningrad della Federazione Russa: lo ha detto il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki. «Ora la situazione è ancora più pericolosa. Abbiamo informazioni secondo cui oltre 100 mercenari del gruppo Wagner si sono spostati verso il corridoio di Suwalki vicino a Grodno, in Bielorussia», ha affermato Morawiecki alla radio Rmf, come riporta il canale polacco Polsat News.

Ore 14:21 - Cercano di smontare bomba a grappolo, feriti 5 civili

Cinque civili sono rimasti feriti questa mattina a Mykolaiv, nell'Ucraina meridionale, mentre cercavano di smontare una bomba a grappolo russa che è esplosa: lo ha reso noto su Telegram il portavoce del Comando operativo sud dell'esercito di Kiev, Vladyslav Nazarov, come riporta Rbc-Ucraina. Secondo le prime informazioni, il proprietario di una delle case - in via Nagornia - e quattro suoi conoscenti hanno deciso di smontare l'ordigno che è esploso. I cinque hanno riportato ferite da schegge di vario grado e sono stati ricoverati in ospedale. «Sottolineo, non toccate gli oggetti pericolosi trovati, chiamate la linea speciale 102, in modo che gli specialisti facciano il loro lavoro», ha scritto Nazarov.

Ore 15:47 - Mosca, continua offensiva russa in Lugansk

Il ministero della Difesa russo ha confermato che continuano le azioni offensive vicino a Kuzemovka dopo la conquista di «posizioni più vantaggiose» da parte dell'esercito di Mosca nella Repubblica Popolare di Lugansk, l'ex stato ucraino autoproclamatosi indipendente da Kiev. «Nel settore di Kupyansk, le unità d'assalto hanno continuato le azioni offensive vicino all'insediamento di Kuzemovka, nella Repubblica Popolare di Lugansk, e hanno preso posizioni più vantaggiose», ha detto il portavoce della Difesa Igor Konashenkov. Stando a quanto riferito durante il briefing quotidiano, gli attacchi delle forze aeree russe hanno danneggiato le unità ucraine nella regione di Kharkov e Stelmakhovka, sempre nel Lugansk. Sarebbero almeno 20 i militari ucraini vittime dell'offensiva.

Ore 15:52 - Kiev, missione Unesco a Odessa per valutare danni raid russi

I rappresentanti dell'Unesco sono arrivati a Odessa per valutare i danni al patrimonio artistico e culturale della città portuale ucraina, provocati dai recenti raid russi. Lo ha annunciato su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale di Odessa, Oleg Kiper. «Oggi abbiamo incontrato i rappresentanti» dell'Unesco, che «sono arrivati a Odessa in missione per effettuare una valutazione completa dei danni ai beni culturali e religiosi causati dagli attacchi missilistici effettuati dalla Russia dal 19 al 23 luglio», ha scritto Kiper, secondo cui i rappresentanti dell'Unesco si tratterranno nella città per quattro giorni, durante i quali documenteranno gli effetti degli attacchi.

Ore 17:18 - Esplosione nella città di Zaporizhzhia

Si è verificata un'esplosione nella città di Zaporizhzhia, nel sud dell'Ucraina. Lo riferiscono i media ucraini aggiungendo che è suonato un allarme aereo. Al momento non si conoscono le cause della deflagrazione.

Ore 18:14 - Mosca, ricevute finora 30 proposte di pace sull’Ucraina

La Russia ha ricevuto circa 30 proposte per la pace in Ucraina attraverso canali ufficiali e non ufficiali. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, a margine del secondo vertice Russia-Africa a San Pietroburgo. Lo riferisce l’agenzia Tass. Un mese fa, ha spiegato, c’erano già 30 iniziative di pace, giunte ufficialmente «o in modo privato da personaggi pubblici». Zakharova ha sottolineato che la Russia non ha mai rifiutato i negoziati sulla risoluzione del conflitto ucraino. «Anche quando abbiamo capito che era improbabile che portassero alcun valore aggiunto, abbiamo sempre dato una tale possibilità ai partner e in generale», ha spiegato la portavoce del ministero degli Esteri. Tuttavia, come ha sottolineato Zakharova, nell’aprile 2022, «il regime di Kiev si è ritirato dai negoziati». Parlando dell’Iniziativa di pace africana sull’Ucraina, Zakharova ha sottolineato l’iniziativa dei Paesi africani per aiutare a risolvere la crisi. «Siamo estremamente grati ai nostri amici africani per il fatto che davvero - non a parole, ma nei fatti - apprezzano la pace e vogliono fare tutto ciò che è in loro potere per stabilizzare la situazione».

Ore 18:15 - Federazione scacchi Kiev: non stringete mano a russi

La Federazione scacchistica ucraina ha raccomandato ai giocatori di scacchi ucraini di astenersi dallo stringere la mano agli avversari russi e bielorussi durante le competizioni internazionali, indipendentemente dalla bandiera sotto cui giocano. Lo riferisce il sito on line Meduza. Ai giocatori di scacchi ucraini è stato inoltre consigliato di non scattare foto con rappresentanti di Russia e Bielorussia, di evitare contatti con loro e in generale di «astenersi da azioni che potrebbero danneggiare l’immagine dell’Ucraina». Inoltre, scrive ancora Meduza, ai giocatori di scacchi ucraini è stato consigliato di ricordare alla comunità mondiale nei social network e nelle interviste: che la guerra continua e molti russi e bielorussi sostengono le autorità dei loro paesi «osservano silenziosamente le uccisioni e il genocidio degli ucraini», che è «inammissibile» che la Federazione internazionale degli scacchi sia guidata da un russo Arkady Dvorkovich, che in Ucraina è stato definito «complice dei crimini della Russia».

Ore 20:58 - Kiev, le nostre forze avanzano sul fianco sud di Bakhmut

Le forze di difesa dell’Ucraina sono avanzate sul fianco meridionale vicino a Bakhmut, nella regione di Donetsk. Lo ha annunciato su Telegram il vice ministro della Difesa ucraino Hanna Malyar. Lo riporta Ukrinform, «Oggi abbiamo continuato ad avanzare sul fianco meridionale attorno a Bakhmut. Ci sono alcuni progressi. Sul fianco settentrionale i combattimenti continuano senza un cambio di posizione», ha detto.

 Ore 00:07 - Putin: «Nessun cambiamento nell’operazione militare»

Il presidente russo Vladimir Putin, parlando a San Pietroburgo con alcuni media al termine del vertice con i leader africani ha affermato che «non c’è alcun cambiamento nell’operazione militare speciale in corso» in Ucraina. Putin ha poi precisato che «l’avversario ritira alcune delle unità d’assalto per recuperare forze». Lo riporta la Tass. «La Russia non può rispettare un cessate il fuoco in Ucraina, perché è Kiev che sta cercando di attaccare», ha aggiunto.

Ore 00:14 - Putin: «Non vogliamo lo scontro con la Nato ma siamo pronti»

Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato di non volere uno scontro diretto con la Nato, ma che la Russia è pronta a qualsiasi scenario. «Siamo sempre pronti a qualsiasi scenario, ma nessuno lo vuole qui», ha detto Putin in conferenza stampa dopo il secondo summit Russia-Africa, secondo quanto riporta Interfax. «Su iniziativa della parte americana, una volta abbiamo creato un meccanismo speciale per prevenire questi conflitti. Qui i capi di alcuni dipartimenti comunicano direttamente tra loro e hanno la possibilità di consultarsi su qualsiasi situazione di crisi», ha detto Putin, aggiungendo che «questo suggerisce che nessuno vuole scontri» ma «se lo vogliono, noi siamo pronti».

Ore 00:18 - Kiev: «Attaccato il ponte Chongar che collega la Crimea»

Le forze armate ucraine hanno attaccato il ponte di Chongar, al confine amministrativo tra la Crimea e la regione di Kherson. Secondo quanto riporta Unian, gli attacchi sono stati confermati dal Comando strategico delle Forze armate dell’Ucraina su Telegram. «Le Forze di Difesa dell’Ucraina hanno colpito con successo il ponte di Chongar la mattina del 29 luglio. Complimenti alle Forze Armate dell’Ucraina», ha riferito il Comando strategico. Come riporta l’Unian, I turisti nelle chat affermano che tutte le auto sono ferme sulla strada di fronte a Chongar, dicendo che il ponte di Chongar è chiuso perché è stato «fatto saltare in aria». Inoltre, i danni al ponte sono segnalati dai residenti locali.

Ore 01:48 - Zelensky: non perdoneremo nulla al nemico

«Per ogni attacco, per ogni forma di terrore russo, il nemico sentirà sicuramente la forza della giustizia. Non dimenticheremo né perdoneremo nulla e nessuno di loro». Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un videomessaggio a proposito degli ultimi bombardamenti russi contro Dnipro. Lo riporta Ukrinform. Spiegando: «A Dnipro i lavori sul luogo dell’attacco missilistico di ieri si sono conclusi in mattinata. Nove persone sono rimaste ferite, tra cui due bambini e adolescenti. A tutti è stato dato l’aiuto necessario».

Guerra Ucraina - Russia, le news del 30 luglio.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Droni su Mosca colpiscono due edifici in centro, nessuna vittima. Zelensky: «La guerra è arrivata in Russia». Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera domenica 30 luglio 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di domenica 30 luglio, in diretta. Attacco sulla capitale russa nella notte, ferita una guardia di sicurezza. Zelensky: «La guerra è arrivata a in Russia». Putin: «Non vogliamo lo scontro con la Nato, ma siamo pronti»

• La Wagner verso il confine con la Polonia. Il premier Morawiecki: «La situazione è ancora più pericolosa».

• Zelensky visita le truppe al fronte: «Non perdoneremo nulla al nemico».

• I timori di Mosca per la flotta del Mar Nero: arrestato un marinaio russo che doveva compiere un sabotaggio.

Ore 00:12 - Putin: «Non vogliamo lo scontro con la Nato ma siamo pronti»

Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato di non volere uno scontro diretto con la Nato, ma che la Russia è pronta a qualsiasi scenario. «Siamo sempre pronti a qualsiasi scenario, ma nessuno lo vuole qui», ha detto Putin in conferenza stampa dopo il secondo summit Russia Africa, secondo quanto riporta Interfax. «Su iniziativa della parte americana, una volta abbiamo creato un meccanismo speciale per prevenire questi conflitti. Qui i capi di alcuni dipartimenti comunicano direttamente tra loro e hanno la possibilità di consultarsi su qualsiasi situazione di crisi», ha detto Putin, aggiungendo che «questo suggerisce che nessuno vuole scontri» ma «se lo vogliono, noi siamo pronti», ha aggiunto il presidente russo.

Ore 01:45 - Zelensky: «Non perdoneremo nulla al nemico»

«Per ogni attacco, per ogni forma di terrore russo, il nemico sentirà sicuramente la forza della giustizia. Non dimenticheremo né perdoneremo nulla e nessuno di loro». Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un videomessaggio a proposito degli ultimi bombardamenti russi contro Dnipro. Lo riporta Ukrinform. Spiegando: «A Dnipro i lavori sul luogo dell’attacco missilistico di ieri si sono conclusi in mattinata. Nove persone sono rimaste ferite, tra cui due bambini e adolescenti. A tutti è stato dato l’aiuto necessario».

Ore 02:49 - La città di Sumy colpita da missile russo, almeno un morto

Almeno un civile è morto sabato sera nell’impatto di un missile russo sulla città ucraina di Sumy, nel nord-est del Paese. In questo attacco che ha colpito un istituto scolastico. «Polizia, soccorritori e medici sono attivi sul posto», ha detto la polizia. La lotta contro le «conseguenze dell’incendio» provocate dal lancio del missile è in corso. Secondo il media pubblico Suspilne, uno degli edifici della struttura educativa è stato distrutto dall’esplosione avvenuta «intorno alle 20:00» ora locale (17:00 GMT). Nelle immagini rilasciate da Suspilne, appaiono le macerie di questo edificio. All’inizio di luglio, un attacco di droni russi ha colpito un condominio a Sumy, uccidendo tre persone e ferendone 21.

Ore 02:51 - Il punto militare | I timori di Mosca per la flotta del Mar Nero

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Mosca teme sorprese contro la sua flotta, nei porti più lontani come in Mar Nero. E aumenta le difese con il coinvolgimento anche del controspionaggio. I servizi di sicurezza interni — secondo un racconto diffuso dalla Tass — hanno sventato una complessa operazione pianificata dall’intelligence ucraina. Gli agenti di Kiev avrebbero ingaggiato un marinaio per compiere un sabotaggio a bordo di un’unità lanciamissili in Mar Nero. Il militare ha «confessato» di aver ricevuto due ordigni, ognuno con 500 grammi di plastico, da piazzare sulla nave, in cambio gli era stato promesso molto denaro e la cittadinanza. Ma come è stato agganciato? Secondo la sua versione i contatti sono stati favoriti da un suo conoscente residente in Ucraina, l’intermediario ha poi facilitato il reclutamento. La missione è stata però sventata dall’Fsb, anche se non è chiaro come gli apparati abbiano scoperto il presunto piano.

Ore 02:53 - L’allarme del premier polacco: «Wagner più vicina al confine»

(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Zaporizhzhia) La Polonia è preoccupata dall’arrivo in Bielorussia durante le ultime settimane di migliaia di combattenti armati della milizia mercenaria Wagner. Una preoccupazione condivisa tra i governi dell’Est europeo legati al Patto Atlantico sin dalla decisione di mandarceli, concordata il 29 giugno tra Vladimir Putin, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko e lo stesso capo mercenario Evgeny Prigozhin. Ora un allarme rosso con le parole del premier polacco, Mateusz Morawiecki, che, durante la visita ad una fabbrica di armi a Gliwice, denuncia la presenza di un centinaio di mercenari russi nei pressi del «corridoio Suwalki» e il rischio che Minsk possa intensificare la politica della strumentalizzazione dei migranti da Africa e Medio Oriente, per facilitarne il passaggio illegale verso i confini polacchi e così destabilizzare l’Unione europea.

Ore 03:11 - Droni su Mosca, esplosione in un grattacielo

Un’esplosione è stata sentita a Mosca nella notte, secondo quanto riporta Unian su Telegram. È stato colpito un grattacielo della capitale russa adibito in parte a uffici e appartamenti residenziali. «I vetri sono andati in frantumi a seguito dell'esplosione al livello del quinto e del sesto piano dell'edificio di 50 piani sull'argine di Presnenskaya», ha detto alla Tass una fonte dei servizi di emergenza. Le persone presenti nel grattacielo sono state evacuate. Secondo alcuni media russi si tratta di un attacco ucraino e ci sarebbe anche un ferito. Un video dell'attacco è stato diffuso sui social. A colpire sarebbero stati gli stessi droni poi abbattuti a ovest della regione di Mosca.

Ore 03:16 - Tass: due droni abbattuti nella regione di Mosca

Due droni sono stati abbattuti nell’ovest della regione di Mosca dalla difesa aerea. Lo riferisce la Tass citando forze dell’ordine e servizi di emergenza. L’esplosione avvertita a Mosca e comunicata da Unian, potrebbe essere stata generata dalla caduta di un drone.

Ore 04:11 - Sindaco di Mosca: due edifici colpiti da droni ucraini

Il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, ha riferito nelle prime ore di questa domenica attraverso il suo account Telegram che droni di origine ucraina hanno colpito due edifici nella capitale russa. Secondo Sobyanin, gli edifici attaccati corrispondono a palazzi di uffici e finora non sono stati segnalati feriti o morti dopo l’attacco. «I droni ucraini ci hanno attaccato stanotte. Le facciate di due torri di uffici in città sono state leggermente danneggiate. Non ci sono vittime né feriti», ha detto sul social la massima autorità moscovita.

Mosca e i suoi dintorni, che si trovano a circa 500 chilometri dal confine ucraino, erano stati raramente presi di mira durante il conflitto in Ucraina. L’attacco di stanotte è l’ultimo di una serie di recenti assalti con droni, tra cui anche uno sul Cremlino, che Mosca ha attribuito a Kiev.

Ore 04:21 - Chiuso temporaneamente lo spazio aereo su Mosca

Nello spazio aereo di Mosca è stata introdotta una restrizione temporanea alla presenza di qualsiasi aeromobile: lo hanno riferito i servizi di emergenza alla Tass. «Tutti gli aerei sono temporaneamente banditi dalla zona aerea di Mosca», ha detto la fonte.

Ore 04:54 - Chiuso l’aeroporto Vnukovo di Mosca, gli altri rimangono operativi

L’aeroporto Vnukovo di Mosca è chiuso per arrivi e partenze, ma gli altri sono normalmente operativi. «I voli vengono reindirizzati ad altri aeroporti», ha detto una fonte dell’aeronautica alla Tass. Finora sono stati ritardati sedici arrivi e quattro partenze. Gli altri aeroporti dell’hub di Mosca funzionano normalmente.

Ore 04:58 - Esplosione nel grattacielo di Mosca, distrutti due piani

Secondo i canali social russi, un drone ha colpito un grattacielo di 50 piani a Mosca, distruggendo il quinto e il sesto piano. Al momento, non ci sono notizie di vittime e feriti, come ha anche dichiarato il sindaco della città (vedi notizia delle 4:11).

Ore 05:02 - Un grattacielo di Mosca colpito è sede di tre ministeri

Nel grattacielo colpito da un drone ci sarebbero gli uffici di tre ministeri russi: il ministero dello Sviluppo economico, il ministero dell’Industria e del Commercio e il ministero delle Comunicazioni. È questo che scrive Unian sul suo canale Telegram. Questa tesi è avvalorata dal fatto che in rete compaiono diversi documenti di questi ministeri che sono caduti in strada dal palazzo colpito, a causa della deflagrazione.

Ore 05:18 - Ministero della Difesa russo: abbattuti tre doni ucraini

Tre droni ucraini sono stati abbattuti durante un attacco a Mosca nella notte. Lo ha comunicato il ministero della Difesa russo. «Il tentativo di attacco terroristico del regime di Kiev con veicoli aerei senza equipaggio su oggetti nella città di Mosca è stato sventato», ha detto il ministero su Telegram, aggiungendo che un drone è stato abbattuto e due droni, «soppressi dalla guerra elettronica», si sono schiantati contro un complesso di edifici.

Ore 05:32 - Riaperto l’aereoporto di Vnukovo a Mosca

L’aeroporto Vnukovo di Mosca che è stato chiuso dopo l’attacco con droni, è tornato operativo: lo hanno riferito le autorità aeronautiche alla Tass. «L’aeroporto ha ripreso a funzionare: si stanno effettuando partenze e arrivi», ha detto la fonte. Secondo il ministero della Difesa russo, la mattina del 30 luglio l’Ucraina ha tentato di attaccare le strutture di Mosca con i droni. Uno è stato distrutto in volo sopra il territorio del distretto di Odintsovo e altri due sono stati inabilitati e si sono schiantati nella città di Mosca.

Ore 05:50 - Un ferito a Mosca dopo l’attacco con droni

Una persona è rimasta ferita a seguito di un’esplosione avvenuta in un edificio della città di Mosca dopo un attacco di droni. Lo riferisce l’agenzia russa Tass, citando i locali servizi di emergenza. «Una guardia di sicurezza è rimasta ferita in un edificio Oko-2 a seguito dell’esplosione. I vetri dal primo al quarto piano sono stati distrutti a seguito di un attacco di droni», ha detto la fonte. In precedenza, il sindaco di Mosca Sergey Sobyanin ha affermato che la città è stata attaccata da droni ucraini. Le facciate di due edifici per uffici della città di Mosca sono state leggermente danneggiate. Non ci sono state vittime.

Ore 08:15 - Mosca, respinto attacco Kiev con 25 droni su Crimea

E’ stato respinto nella notte un attacco sferrato da Kiev con 25 droni sulla Crimea. Lo riferisce questa mattina, secondo quanto riportato dall’agenzia Tass, il ministero della Difesa russo. Dei 25 droni, 16 sono stati distrutti dai sistemi di sicurezza aerea mentre gli altri 9 sono stati abbattuti dai sistemi di sicurezza elettronica. «Il regime di Kiev ha tentato di effettuare nella notte un attacco terroristico con 25 droni di tipo aereo su strutture sul territorio della penisola di Crimea», riferisce il comunicato. I nove droni neutralizzati elettronicamente «si sono schiantati nelle acque del Mar Nero e a Capo Tarkhankut».

Ore 09:45 - Kiev, l’isola dei Serpenti attaccata per terza volta questo mese

L’aviazione russa ha attaccato la notte scorsa l’isola dei Serpenti (Zmiiny in ucraino) con due bombe: lo ha reso noto il Comando operativo Sud dell’esercito di Kiev, come riporta Rbc-Ucraina. «Il nemico ha attaccato Zmiiny con aerei tattici nel Mar Nero per la terza volta questo mese, sganciando due bombe aeree di tipo sconosciuto nell’area dell’isola», si legge in un comunicato.

Ore 09:59 - GB, milizani Wagner quasi senza equipaggiamento pesante

I mercenari della compagnia militare privata Wagner riassegnati in Bielorussia dopo il tentativo di ammutinamento contro le autorità russe, sono quasi privi di equipaggiamento militare pesante, il che può influire negativamente sulla loro capacità di combattimento. Lo riferisce il ministero della Difesa della Gran Bretagna in un tweet. «Da metà luglio 2023, si ritiene che almeno diverse migliaia di soldati Wagner siano di stanza nel campo militare di Tsel, nella Bielorussia centrale. Le immagini mostrano che da metà luglio 2023 centinaia di veicoli sono arrivati alla struttura precedentemente quasi vuota», si legge nel post. Secondo le informazioni disponibili, la maggior parte dei veicoli dei mercenari sono camion e minibus con un piccolo numero di veicoli corazzati da combattimento. «Non è chiaro cosa sia successo all’equipaggiamento pesante Wagner utilizzato in Ucraina; esiste una reale possibilità che siano stati costretti a restituirlo all’esercito russo», osserva il ministero della Difesa di Londra. La capacità della brigata Wagner «di mantenere attrezzature e mezzi pesanti, come il trasporto aereo, sarà un fattore chiave per la sua futura efficacia in combattimento», sottolinea il Ministero della Difesa della Gran Bretagna.

Ore 11:57 - Medvedev: «Le nostre forze stanno evitando guerra nucleare»

Le forze armate di Mosca, «respingendo la controffensiva del nemico» ed evitando l’occupazione di parti della Russia, non solo proteggono i cittadini russi, ma «prevengono lo scoppio» di un conflitto nucleare mondiale. Lo ha dichiarato il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev. «Immaginate che l’offensiva degli ucraini con il sostegno della Nato abbia successo e che venga occupato parte del nostro Paese, allora saremmo costretti a usare armi nucleari, in base al decreto del Presidente della Russia del 6 febbraio 2020», ha spiegato Medvedev, citato dall’agenzia Tass. «I nemici della Russia farebbero bene a pregare per i soldati russi perché non consentono lo scoppio di una guerra nucleare globale», ha aggiunto.

Ore 12:10 - Trump: «Sospendere aiuto militare se Biden non collabora con inchieste»

L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha invitato i repubblicani del Congresso a sospendere il sostegno militare all’Ucraina fino a quando l’Amministrazione Biden non coopererà con le loro indagini sui presunti reati finanziari commessi dal presidente e da suo figlio Hunter. «Il Congresso dovrebbe rifiutarsi di autorizzare una singola spedizione aggiuntiva delle nostre scorte di armi esaurite in Ucraina fino a quando l’Fbi, il Dipartimento di Giustizia ed il Fisco (Irs, ndr) non consegneranno ogni frammento di prova che hanno sugli affari corrotti della famiglia criminale Biden», ha detto Trump durante un comizio in Pennsylvania.

 I repubblicani stanno indagando sui rapporti d’affari di Hunter Biden in Cina e Ucraina all’epoca dell’Amministrazione Obama, quando suo padre Joe era vice presidente. Secondo la Casa Bianca, i repubblicani non hanno presentato prove di illeciti del presidente Biden, mentre i rappresentanti del Gop al Congresso hanno espresso frustrazione per le mancate risposte dell’Amministrazione alle loro richieste di documenti. Intanto lo speaker della Camera, Kevin McCarthy, ha ipotizzato l’avvio di una possibile procedura di impeachment di Biden.

Ore 12:12 - Wsj: Arabia Saudita ospiterà a inizio agosto colloqui pace

L’Arabia saudita ospiterà a inizio agosto colloqui di pace sull’Ucraina a cui sono stati invitati 30 paesi. Lo riporta il Wall Street Journal, citando fonti diplomatiche. I colloqui sono previsti per il 5 e 6 agosto a Gedda e al momento non è chiaro chi parteciperà. La Russia è esclusa e la presenza della Cina è improbabile, secondo il Wsj. Al momento risulta confermata la presenza di Regno Unito, Sudafrica, Polonia e Unione europea. Per gli Stati Uniti dovrebbe partecipare il Consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ma non c’è ancora conferma, secondo il quotidiano Usa.

Ore 12:53 - Il Papa: «Distruggere il grano è una grave offesa a Dio»

«Non cessiamo di pregare per la martoriata Ucraina dove la guerra distrugge tutto anche il grano e questa è una grave offesa a Dio perché il grano è dono suo per sfamare l’umanità». Lo ha detto il Papa all’Angelus.

Ore 12:54 - Putin, ritiro da accordo su grano non danneggia Mosca

«Quando abbiamo annunciato il nostro ritiro dall’accordo sul grano i prezzi sul mercato globale sono cresciuti un po’. Significa che le nostre aziende riceveranno di più. E significa che riceveremo più tasse. E se riceviamo più tasse, condivideremo parte delle nostre entrate con i paesi più poveri fornendo gratuitamente alcune quantità di cibo». Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin ai giornalisti a San Pietroburgo sabato. «Come si può capire» il ritiro dall’accordo «non va a nostro danno», ha aggiunto.

Ore 13:57 - Niger, manifestanti assaltano l’ambasciata francese gridando «Viva Putin»

Migliaia di manifestanti pro-golpe si sono radunati stamane davanti all’ambasciata francese a Niamey, la capitale del Niger, dopo che Parigi ha sospeso gli aiuti a seguito del colpo di Stato. Alcuni hanno anche cercato di entrare nell’edificio, ha riferito un giornalista dell’agenzia Afp sul posto. Altri hanno strappato la targa con la scritta “Ambasciata francese in Niger”, prima di calpestarla e sostituirla con bandiere russe e nigerine. I manifestanti gridano «Viva Putin», «Viva la Russia», «Abbasso la Francia».

Subito dopo da Parigi è arrivata la nota dell’Eliseo:«La Francia risponderà immediatamente e con decisione» in caso di attacco contro i suoi cittadini.

Ore 16:03 - Kiev, due morti in attacco contro una scuola a Sumy

«Due persone sono rimaste uccise e altre 20 ferite in un attacco missilistico russo contro una scuola professionale nella città di Sumy». Lo riferisce il consiglio comunale, scrive l’Ukrainska Pravda. Un totale di 101 agenti di polizia, 22 dei quali della Guardia nazionale ucraina, e 34 soccorritori e 6 unità di equipaggiamento del Servizio di emergenza statale sono stati impegnati sul luogo dell’attacco, aggiunge. Danni sono stati segnalati ai cavi elettrici, già riparati.

Ore 16:48 - Zelensky: «La guerra è arrivata a in Russia»

«La guerra è arrivata a in Russia»: lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo l’attacco di droni che ha danneggiato di due torri di uffici a Mosca.

«A poco a poco, la guerra sta tornando nel territorio della Russia, nei suoi centri simbolici e nelle sue basi militari, e questo è un processo inevitabile, naturale e assolutamente giusto», ha detto Zelensky in visita nella città occidentale di Ivano-Frankivsk.

Ore 17:36 - Gli ucraini sparano razzi nordcoreani contro i russi a Bakhmut (e non solo)

La Corea del Nord è stretta alleata di Mosca e ha fornito munizioni all’Armata. Ma ora i suoi razzi ora vengono usati anche dalla resistenza ucraina. Come è stato possibile? Secondo i soldati ucraini, i razzi sarebbero stati confiscati a bordo di una nave da un Paese amico, quindi consegnati a Kiev. Il ministero della Difesa sostiene tuttavia che potrebbero essere stati sottratti alle forze russe.

Ore 18:40 - Meloni: «L’Europa è quella che sta pagando di più per la guerra in Ucraina»

Per sostenere l’Ucraina «l’Italia ha fatto molto» e l’«Europa è quella che sta pagando di più per questa guerra: inflazione, prezzo dell’energia, prezzo delle materie prime. Nella mia prima legge di bilancio ho dovuto mettere 30 miliardi per i costi dell’energia. Siamo molto colpiti dalle conseguenze della guerra e di questo bisogna tenere conto». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervistata da Fox News.

Ore 20:45 - Kiev conferma colloqui di pace in Arabia Saudita (a cui la Russia non parteciperà)

Il capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina, Andriy Yermak, ha annunciato che l’Arabia Saudita ospiterà dei colloqui di pace sull’Ucraina. Lo riporta la Cnn, ma la notizia era stata in precedenza anticipata dal Wall Street Journal.

«Stiamo preparando il prossimo incontro dei consiglieri dei leader degli stati in merito all’attuazione della Formula di pace del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, che si svolgerà presto in Arabia Saudita», ha affermato Yermak. I colloqui coinvolgeranno l’Ucraina, le nazioni occidentali e i principali paesi in via di sviluppo, tra cui India e Brasile, ma la Russia non parteciperà.

Sebbene Yermak non abbia fornito date specifiche per il vertice, il Wsj ha riferito che l’incontro si terrà nella città saudita di Jeddah dal 5 al 6 agosto.

Ore 01:04 - Allarme antiaereo a Kiev e in diverse regioni dell’Ucraina

L’allarme antiaereo è scattato questa notte a Kiev e in diverse regioni dell’Ucraina. Lo riportano i media locali, riportando anche di esplosioni nel Kharkiv. Le sirene stanno risuonando negli oblast di Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson, Kiev e Kharkiv.

Ore 02:04 - Revocato dopo meno di due ore l’allarme antiaereo

L’allarme antiaereo è durato circa un’ora e 45 minuti, per poi essere revocato in tutte le regioni. Il sindaco della città di Kharkiv, Igor Terekhov, segnala danni a «locali non residenziali» e lo scoppio di un incendio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 31 luglio.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Kiev: «I bombardamenti russi hanno distrutto 180 mila tonnellate di grano in 9 giorni». Lorenzo Cremonesi, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera lunedì 31 luglio 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di lunedì 31 luglio. Attacchi anche a Kherson, Kharkiv e nel Donetsk. Peskov: «Nessuno spiraglio per trattare la pace. Kiev inamovibile»

• Colpita da un drone ucraino una stazione di polizia a Bryansk. Zelensky: «La guerra è arrivata in Russia»

•Wagner: «Stop ai reclutamenti. Abbiamo già ampie riserve di personale»

•Medvedev minaccia: «Se controffensiva di Kiev avrà successo, saremo costretti a utilizzare il nucleare»

• Il giorno più nero per l'esercito ucraino: «Mine, droni e sangue. La strategia va cambiata». Il racconto del nostro inviato

• In Niger migliaia di manifestanti pro-golpe davanti all’ambasciata francese nella capitale Niamey al grido «Viva Putin». Perché il Niger è strategico.

Ore 01:03 - Allarme antiaereo a Kiev e in diverse regioni dell’Ucraina

L’allarme antiaereo è scattato questa notte a Kiev e in diverse regioni dell’Ucraina. Lo riportano i media locali, riportando anche di esplosioni nel Kharkiv. Le sirene stanno risuonando negli oblast di Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson, Kiev e Kharkiv.

Ore 01:06 - Kiev conferma colloqui di pace in Arabia Saudita (a cui la Russia non parteciperà)

Il capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina, Andriy Yermak, ha annunciato che l’Arabia Saudita ospiterà dei colloqui di pace sull’Ucraina. Lo riporta la Cnn, ma la notizia era stata in precedenza anticipata dal Wall Street Journal.

«Stiamo preparando il prossimo incontro dei consiglieri dei leader degli stati in merito all’attuazione della Formula di pace del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, che si svolgerà presto in Arabia Saudita», ha affermato Yermak. I colloqui coinvolgeranno l’Ucraina, le nazioni occidentali e i principali paesi in via di sviluppo, tra cui India e Brasile, ma la Russia non parteciperà.

Sebbene Yermak non abbia fornito date specifiche per il vertice, il Wsj ha riferito che l’incontro si terrà nella città saudita di Jeddah dal 5 al 6 agosto.

Ore 02:06 - Revocato dopo meno di due ore l’allarme antiaereo

L’allarme antiaereo è durato circa un’ora e 45 minuti, per poi essere revocato in tutte le regioni. Il sindaco della città di Kharkiv, Igor Terekhov, segnala danni a «locali non residenziali» e lo scoppio di un incendio.

Ore 02:47 - Il giallo dei razzi nordcoreani utilizzati dagli ucraini: dove li hanno presi?

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli ucraini sparano razzi nordcoreani contro i russi a Bakhmut. A rivelarlo, per la prima volta, è il corrispondente del Financial Times Christopher Miller, un giornalista americano che nella cittadina del Donbass ha svolto il servizio civile con i Peace Corps un decennio fa e che ha conservato stretti legami con le forze della resistenza impegnate in una delle località simbolo del conflitto. Sono stati i proprio i soldati ucraini, che utilizzando lanciarazzi multipli Grad di epoca sovietica in grado di sparare 40 razzi in circa 20 secondi, a mostrargli le munizioni fabbricate in Corea del Nord, fra i più stretti alleati della Russia, e usate per colpire le posizioni degli invasori nell’Est del Paese.

Ore 02:51 - «Ero un architetto,ora sono medico sul campo»: i soldati ucraini raccontano la loro vita prima della guerra

Ecco le testimonianze di alcuni militari ucraini che raccontano la loro vita prima della guerra.

Ore 03:27 - Blinken: la Russia non può restare impunita

«Se noi permettessimo alla Russia, dopo quello che sta facendo in Ucraina, di cavarsela con l’impunità, si aprirebbe il vaso di Pandora e ogni aspirante aggressore nel mondo direbbe, bene, se non è successo niente a loro, non succederà niente neanche a me». Lo ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken, rispondendo a una domanda su come potrebbe finire la guerra e cosa rischia la Russia. «Questo - ha aggiunto - è il motivo per cui mezzo mondo, dall’Australia al Giappone alla Corea del Sud, e molti altri Paesi capiscono che in gioco non ci sono soltanto l’Ucraina e gli ucraini, ma tutti quanti».

Ore 03:29 - Blinken: l’invasione cinese di Taiwan avrebbe ripercussioni sull’economia globale

Un’occupazione cinese di Taiwan avrebbe ripercussioni su tutta l’economia mondiale. Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken, parlando a una tv australiana. Alla domanda su cosa farebbero gli Usa in caso di invasione o blocco di Taiwan, il capo della diplomazia di Washington ha evitato di rispondere in modo diretto, sottolineando invece quali sarebbero le conseguenze internazionali. «Ci fosse una crisi - ha spiegato - l’impatto sui Paesi nel mondo sarebbe probabilmente grave. Il cinquanta per cento del traffico dei container passa ogni giorno attraverso lo Stretto di Taiwan». «In altre parole - ha aggiunto - il commercio mondiale dipende da esso. Il settanta per cento dei semiconduttori che alimentano tutto, dai cellulari alle auto alle lavapiatti, passa da Taiwan. Ogni interruzione potrebbe avere gravi conseguenze per il mondo». Per questo motivo, ha aggiunto Blinken, «ciò che Pechino si sente dire, non solo da noi, non solo dall’Australia, ma dai Paesi in tutto il mondo, è che hanno bisogno di agire con responsabilità. Nessuno dovrebbe fare qualcosa per rompere lo status quo, qualsiasi differenza va risolta pacificamente». Il segretario di Stato è convinto che «nessuno possa permettersi un conflitto lì. Ecco perché siamo determinati a evitarlo».

Ore 03:54 - Consigliere russo per la sicurezza oggi in visita al confine con la Finlandia

Il segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione russa (Scrf), Nikolay Patrushev, visiterà oggi la Repubblica russa di Carelia, al confine con la Finlandia. Lo riporta l’agenzia di stampa Tass. Nella capitale «Petrozavodsk, Patrushev terrà un incontro sulle questioni di sicurezza nazionale e visiterà anche una serie di impianti di produzione importanti per lo sviluppo socio-economico della regione», si legge in un comunicato dell’Scrf. L’ultima visita di Patrushev in Carelia è stata nell’agosto 2022, ricorda la Tass. Il Consiglio di sicurezza russo è un organo consultivo costituzionale del presidente russo, composto dai massimi funzionari statali e dai capi delle agenzie di difesa. È presieduto da Vladimir Putin. Il suo vicepresidente è Dmitry Medvedev. Patrushev è ritenuto uno dei più stretti consiglieri di Putin e una figura di spicco dietro gli affari di sicurezza nazionale della Russia. Avrebbe svolto un ruolo chiave nelle decisioni di annettere la Crimea nel 2014 e di invadere l’Ucraina nel 2022.

Ore 05:06 - Blinken: Putin è convinto che la Russia possa resistere più a lungo di noi

«L’ostacolo più grande alla fine della guerra è la convinzione» del presidente russo Vladimir Putin «di poter resistere più a lungo dell’Ucraina e dei molti paesi che sostengono» Kiev, afferma il segretario di Stato americano Antony Blinken al media australiano ‘60 Minutes’. «Stiamo lavorando molto duramente per liberarlo da questa idea - continua Blinken -. Naturalmente la guerra potrebbe finire domani se Putin decidesse di fermarsi. E prima di tutto siamo determinati, così come lo sono tanti altri paesi, a continuare ad aiutare l’Ucraina a difendersi, a riprendersi il territorio che la Russia le ha sottratto con la forza». «E non si tratta solo di un’aggressione contro l’Ucraina e i suoi cittadini - sottolinea il segretario di Stato americano -, ma lo è anche contro gli stessi principi che sono al centro del mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo: l’idea che i paesi debbano rispettare la loro integrità territoriale, la loro sovranità, la loro indipendenza. Se lasciamo che ciò che la Russia sta facendo in Ucraina vada avanti impunemente, allora si aprirà un vaso di Pandora e ogni aspirante aggressore in tutto il mondo dirà `beh, se possono farla franca, posso farla franca anche io´. Questa è una ricetta per un mondo in conflitto».

Ore 06:18 - Pioggia di missili su Kharkiv, in fiamme un edificio

Le forze armate russe hanno lanciato attacchi nella notte su Kharkiv utilizzando il sistema missilistico antiaereo S-300. Lo ha riferito il capo della guarnigione militare di Kharkiv Serhii Melnyk su Telegram come riportato dal Kiev Independent. Un incendio è scoppiato in un edificio non residenziale a seguito dell’attacco. Non sono state rese disponibili informazioni sul numero delle vittime, mentre sono in corso operazioni di soccorso fra le macerie.

Ore 06:25 - La Cnn entra nella base segreta ucraina dei droni marittimi

L’emittente televisiva statunitense «Cnn» ha ottenuto in esclusiva l’accesso a una base segreta ucraina preposta al collaudo di droni marittimi suicidi come quelli che hanno colpito per due volte il Ponte di Crimea in Russia, e che nelle scorse settimane hanno piu’ volte tentato, sinora senza successo, di affondare navi della Flotta russa del Mar Nero. La base si trova «sulle sponde di un lago», e durante la visita gli inviati della «Cnn» hanno potuto osservare da vicino e fotografare i droni di superficie protagonisti di due degli attacchi di maggior profilo sferrati da Kiev contro infrastrutture strategiche della Russia. I droni hanno la forma simile a quella di una larga canoa, con uno scafo nero e allungato lungo poco più di cinque metri su cui spiccano solo sensori ottici e una sorta di antenna piatta forse destinata alla guida satellitare. Come sottolineato dalla «Cnn», sino ad oggi nessun giornalista aveva potuto osservare da vicino i droni di superficie utilizzati dall’Ucraina, che consentono a Kiev di attaccare e sorvegliare le forze russe nel Mar Nero e di minacciare obiettivi lungo la costa della Crimea. Secondo l’emittente televisiva, l’ultima versione dei droni di superficie ucraini pesa sino a mille chilogrammi, con una testata esplosiva di 300 chilogrammi, un raggio operativo sino a 800 chilometri e una velocità massima di 80 chilometri orari.

Ore 06:54 - Kiev, a breve negoziati con Usa su accordo sicurezza

Negoziati tra Ucraina e Stati Uniti per un accordo bilaterale di garanzia della sicurezza inizieranno già dalla prossima settimana, ha riferito su Telegram il capo dell’ufficio del presidente ucraino Andrii. «Sebbene l’Ucraina non possa aderire alla Nato a causa della guerra in corso, è essenziale che il nostro Stato abbia delle garanzie durante questa fase di transizione», ha affermato Yermak.

Ore 06:57 - Kharkiv, missili russi contro un magazzino: un ferito

Nell’attacco di questa notte a Kharkiv, un missile russo ha colpito un magazzino e una persona è rimasta ferita. A darne notizia, Ukrinform. Secondo quanto riporta il media, Dmytro Chubenko, portavoce dell’ufficio del procuratore regionale, ha reso noto che alla mezzanotte scorsa missili S-300 sono stati lanciati dagli occupanti russi dal territorio di Belgorod. Il magazzino colpito è nel distretto di Novobavarskyi, e l’esplosione ha ferito un uomo e fatto divampare un incendio. Nel villaggio di Velykyi Burluk, un altro missile ha centrato una abitazione, ma non si registrano vittime.

Ore 07:15 - Mosca minacciata dai droni ucraini: colpiti due edifici commerciali nel centro della capitale russa. Rappresaglie del Cremlino a Kharkiv e Kherson

Il ministero della Difesa russa ha fattoi riferimento a tre droni ucraini nel denunciare l’attacco che ha colpito un paio di edifici commerciali nel centro di Mosca e un’altra struttura a Odintsovo, cittadini a ovest della capitale. Kiev non ha rivendicato direttamente l’attacco, ma ha lasciato intendere, anche attraverso le parole di Zelensky, di essere in grado di orchestrare attacchi, attraverso droni, che possano colpire senza particolari difficoltà obiettivi all’interno del territorio russo. Lo stesso presidente ucraino ha dichiarato che «la guerra è arrivata in Russia».

Ore 07:27 - Controffensiva ucraina, il giorno più nero: «Mine, droni e sangue. La strategia va cambiata» - Il racconto del nostro inviato

(Di Lorenzo Cremonesi) Il reportage del nostro inviato. Le ore drammatiche dello scorso 7 giugno e le difficoltà dell’avanzata raccontate dai soldati: «Siamo troppo lenti».

Storie di soldati. Storie crude, come se le possono raccontare tra commilitoni ventenni e uomini meno giovani che stanno in guerra da un anno e mezzo. E storie testimoniate da video di sangue, adrenalina impazzita e morte, non censurati, presi in diretta dagli ucraini nel caos delle esplosioni, del fumo, delle urla e del fracasso. Ad ascoltarle è facile comprendere il motivo per cui tra di loro parlino dell’«Operazione Ü», con un’inflessione gergale che ricorda il richiamo delle mucche tra i pastori delle valli bergamasche, per sottolineare quanto sia stata primitiva, brutale e in fin dei conti sino ad ora tragicamente inefficace questa prima fase dell’offensiva lanciata a inizio giugno dai comandi di Kiev per riconquistare le regioni occupate dall’esercito russo.

Ore 07:44 - Bombardamento russo a Kherson, feriti cinque civili

Cinque civili sono rimasti feriti nei bombardamenti russi di ieri nella regione di Kherson, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Prokudin, come riporta Ukrinform.

«In un solo giorno, gli invasori hanno sparato 358 proiettili da mortai, artiglieria, lanciamissili multipli Grad, carri armati e droni contro la regione. Trentasei proiettili sono stati sparati contro la città di Kherson», ha scritto Prokudin. Il governatore ha sottolineato che i russi hanno preso di mira i quartieri residenziali della regione e l’area di uno stabilimento e di una società nella città di Kherson.

Ore 07:57 - Donetsk, un morto e sette feriti per i bombardamenti russi

Un civile è morto e altri sette sono rimasti feriti negli attacchi russi di ieri nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale. Lo ha reso noto su Telegram il capo dell’Amministrazione militare regionale Pavlo Kyrylenko. «Il 30 luglio, i russi hanno ucciso un residente della regione di Donetsk, a Predtechyne. Altre sette persone sono rimaste ferite», ha scritto il vertice militare.

Ore 08:04 - Russia: «Confronto con Cina, Brasile e Africa per una soluzione alla guerra»

La Russia continuerà il dialogo sulle prospettive di una soluzione di pace nel conflitto ucraino con Cina, Brasile e i partner africani. Questo quanto affermato alla Ria Novosti dal capo del secondo dipartimento del ministero degli Esteri russo per i paesi della Comunità degli Stati indipendenti, Aleksey Polishchuk.

Secondo il diplomatico russo, l’Ucraina rifiuta ogni idea di mediazione poiché è inamovibile dall’ultimatum alla Russia. Viceversa, la Russia apprezza gli sforzi dei paesi terzi per cercare una soluzione politica e diplomatica al conflitto ucraino, ha affermato il diplomatico.

Ore 08:10 - Kiev: «Avanti verso liberazione di Bakhmut. Altri due chilometri quadrati liberati»

«Le forze ucraine hanno liberato la settimana scorsa due chilometri quadrati di territorio in direzione Bakhmut, mentre i russi spostano un gran numero di soldati a est». lo ha detto la viceministra della Difesa ucraina Hanna Malyar, come riporta Rbc-Ucraina.

«Abbiamo guadagnato terreno per tutta la settimana con vari gradi di successo. Tutto questo sta accadendo nonostante il pesante fuoco nemico e lo sminamento», ha affermato la viceministra sottolineando che dall’inizio della controffensiva Kiev ha liberato 37 chilometri quadrati di territorio nella direzione di Bakhmut, di cui due la settimana scorsa.

Ore 08:25 - Mosca: «Nucleare in Bielorussia una risposta alle minacce della Nato»

«Ritirare l’arsenale atomico da Minsk? Solo con la fine delle minacce della Nato nei nostri confronti». Il ministero degli Esteri russo, attraverso le parole di Aleksey Polishchuk (capo del secondo dipartimento del ministero) è categorico nel dettare le sue condizioni sul dispiegamento e ritiro di armi nucleari tattiche russe.

«Vorrei subito sottolineare che il dispiegamento di armi nucleari tattiche russe sul territorio della Bielorussia è stato una risposta ai molti anni di politica nucleare destabilizzante della Nato e di Washington, nonché ai cambiamenti fondamentali che hanno recentemente avuto luogo in settori chiave della sicurezza europea», ha precisato Polishchuk.

Ore 08:31 - Drone di Kiev contro stazione di polizia in Russia

Un drone ucraino ha preso di mira la notte scorsa una stazione di polizia nella regione russa di Bryansk, al confine con l’Ucraina, senza causare vittime: lo ha reso noto oggi il governatore della regione Alexander Bogomaz. «Le forze ucraine hanno attaccato il distretto di Troubtchevski durante la notte», ha scritto l’amministratore locale su Telegram. «Un drone ha colpito la stazione di polizia di questo distretto. Non ci sono state vittime», ha aggiunto, sottolineando che le finestre e il tetto dell’edificio sono stati danneggiati.

Ore 09:12 - Riprendono i bombardamenti a Kherson: morto un civile

Questa mattina le forze russe hanno ricominciato a bombardare la città di Kherson, nell’Ucraina meridionale, provocando la morte di un civile. Lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Prokudin. «Gli occupanti hanno bombardato il centro di Kherson con il sistema missilistico antiaereo Grad. Un uomo è morto sul colpo per le ferite riportate».

Ore 09:22 - Wagner: «Reclutamento sospeso. Riserve di personale ampie»

Il gruppo Wagner ha sospeso il reclutamento di nuovi membri in quanto possiede riserve di personale sufficientemente ampie. Lo ha dichiarato su Telegram il servizio stampa della milizia mercenaria. precisando che «Per via della presenza di grandi riserve il lavoro dei centri di reclutamento regionali della Wagner è sospeso a tempo indeterminato».

Il gruppo Wagner non ha specificato se questa decisione si estende all’assunzione di nuovi membri in Bielorussia, dove attualmente ha sede un numero significativo di milizie. Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko avrebbe aiutato a mediare un accordo per il trasferimento in Bielorussia del fondatore di Wagner Yevgeny Prigozhin e delle sue truppe dopo che la loro «ribellione» armata alla fine di giugno si era fermata prima di raggiungere Mosca.

Ore 09:33 - Difesa Uk: «Mosca cerca nuove reclute. Cremlino incapace di isolare la popolazione dalla guerra»

Le autorità russe stanno dando priorità alla modifica della legislazione per consentire a un maggior numero di uomini di essere rapidamente arruolati nell'esercito, ricorda il rapporto pubblicato su Twitter, aggiungendo che a metà luglio la Duma di Stato ha aumentato l'età massima per l'arruolamento da 27 a 30 anni, mantenendo l'attuale limite inferiore a 18 anni.

Inoltre, il 24 luglio il presidente Putin ha firmato una legge che aumenterà gradualmente il limite massimo di età per coloro che possono essere richiamati come riservisti: gli ufficiali superiori possono ora essere mobilitati fino a 70 anni.

«L'aumento delle possibilità di essere costretti a combattere, gli attacchi dei droni su Mosca, l'eccezionale livello di repressione interna e il recente ammutinamento del gruppo Wagner evidenziano il fallimento dello Stato russo nell'isolare la popolazione dalla guerra», conclude il rapporto.

Ore 09:39 - Varsavia accusa Minsk: «Bielorussi aiutano migranti ad attraversare il confine»

I servizi bielorussi portano non solo i migranti illegali da Paesi terzi alle zone di frontiera con la Polonia, ma anche attrezzature che possono essere utilizzate per attraversare il confine. Lo ha detto alla radio polacca il Commissario governativo per la sicurezza dello spazio informativo della Polonia Stanislav Zharyn.

«L'operazione ibrida che utilizza i migranti continua. L'attacco alla Polonia continua, queste azioni fanno parte del piano russo per destabilizzare l'Europa, in particolare il fianco orientale della Nato», ha sottolineato il Commissario. Secondo i dati del servizio di frontiera, sabato scorso 91 stranieri (tra cui indiani, nepalesi, iraniani, liberiani e somali) hanno tentato di entrare illegalmente in Polonia dalla Bielorussia.

Ore 09:44 - Bombardamento russo nella città natale di Zelensky: 4 morti e 31 feriti

Due persone sono morte e altre 31 sono state ferite (tra le quali anche quattro bambini) in un bombardamento russo che ha colpito un palazzo a Kryvyi Rih (città natale del presidente ucraino), nella regione di Dnipropetrovsk. Secondo l'emittente Suspilne ha spiegato che la città è stata colpita da due missili. Uno si è abbattuto su un edificio di quattro piani di un istituto scolastico. Il secondo ha distrutto due piani di un edificio residenziale ed è scoppiato un incendio. Potrebbero esserci altre persone sotto le macerie.

Ore 09:57 - Praga congela beni oligarca russo legato a Putin

Il governo ceco ha bloccato i conti bancari e congelato i beni dell'oligarca russo Vladimir Yevtushenkov. Lo ha riferito Radio Praga, citando la televisione ceca. Yevtushenkov è stato inserito nell'elenco delle sanzioni della Repubblica Ceca a giugno. Possiede proprietà nella città di Karlovy Vary per un valore di oltre 23 milioni di dollari.

L'emittente pubblica ceca ha affermato che l'oligarca russo vanta legami con il presidente Vladimir Putin ed è al momento l'uomo d'affari di più alto profilo ad essere preso di mira dalle sanzioni ceche. Insieme alla Repubblica Ceca, è stato sanzionato anche da Regno Unito, Australia, Ucraina e Nuova Zelanda.

Ore 10:15 - La reazione di Zelensky all'attacco a Kryvyi Rih: «Il nemico colpisce i civili, ma non ci spaventa»

«Le mie condoglianze a tutti coloro che hanno perso i loro cari a causa del terrore russo». Lo dice il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha pubblicato un video sui suoi canali social riferendosi alla scena dell'attacco a Kryvyi Rih. «I soccorritori e tutti i servizi necessari sono sul terreno e stanno lavorando. Stiamo cercando di salvare quante più persone possibile. Negli ultimi giorni, il nemico ha attaccato ostinatamente città, centri urbani, bombardando civili e abitazioni. Ma questo terrore non ci spaventerà né ci spezzerà. Stiamo lavorando e salvando la nostra gente», ha aggiunto.

Ore 10:55 - Donetsk, amministratore filorusso: «Due morti per attacco di Kiev contro un autobus»

Due persone sono morte e altre sei sono rimaste ferite a causa del bombardamento dell'esercito ucraino che ha colpito un autobus nel Donetsk. Lo ha riportato il leader filorusso dell'autoproclamata repubblica Denis Pushilin.

Ore 10:48 - Medvedev: «Useremo il nucleare se la controffensiva di Kiev avrà successo»

«Se la controffensiva ucraina darà a Kiev i risultati sperati saremo costretti a utilizzare il nostro arsenale nucleare. Non abbiamo alternative in virtù delle disposizioni del nostro decreto presidenziale». Lo ha affermato su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa Dmitri Medvedev.

Poi l'ex capo di Stato ha aggiunto: «Solo un idiota rifiuterebbe ogni opzione negoziale. L'Ucraina è ormai un cadavere in decomposizione. Quel che hanno scelto gli Usa, il vietare qualsiasi negoziato con Mosca ci permetterà di portare a termine l'operazione speciale e di decretare la fine del neonazismo ucraino».

Ore 11:18 - La first lady Zelenska si sfoga sui social: «Kryvyi Rih vorrebbe solo una vita tranquilla»

«A Kryvyi Rih ci sono feriti e morti, una città ucraina che vorrebbe invece solo una vita tranquilla e in pace. La Russia vuole portare via vita e serenità. Condoglianze alle vittime e alle loro famiglie. Restiamo forti». Lo ha scritto su Twitter la first lady ucraina Olena Zelenska.

Ore 11:36 - In agosto un vertice per la pace in Arabia Saudita

Dopo il confronto tra Vladimir Putin e i leader dei Paesi africani, nel quale questi ultimi hanno chiesto al presidente russo di porre fine al conflitto in Ucraina, ci sarà un altro vertice per la pace. All'inizio di agosto, si terrà a Gedda, in Arabia Saudita, un incontro voluto da Riad per discutere le prospettive di pace per l'Ucraina. Un evento nel quale la Russia però non è stata invitata.

Ore 11:44 - Peskov: «Nessun requisito per poter trattare con Kiev»

«Al momento un accordo di pace con l'Ucraina è impossibile e tutte le responsabilità sono di Kiev. Non ci sono i requisiti per questo». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, secondo l'agenzia Interfax.

Peskov ha dichiarato che l'Ucraina non vuole e non può volere la pace fintanto che viene utilizzata «come strumento nella guerra dell'Occidente con la Russia». Poi ha aggiunto: «I loro attacchi dentro i nostri confini non sono altro che atti di disperazione».

Ore 11:52 - Niger, Mosca: «C'è preoccupazione. Siamo favorevoli al ripristino dello stato di diritto»

Il Cremlino si dice favorevole al ripristino dello stato di diritto in Niger e alla moderazione di tutte le parti in modo che non ci siano vittime. Lo ha dichiarato il portavoce di Putin Dmitri Peskov, esprimendo preoccupazione per la situazione nel Paese africano.

Ore 10:25 - Ministero Interni ucraino: «Non pubblicate video dei bombardamenti». Ma neanche Zelensky rispetta regola

Il ministro degli Interni ucraino Igory Klymenko ha criticato i cittadini che hanno pubblicato sui social media le immagini dei bombardamenti russi nel Paese, aiutando così inconsapevolmente le forze russe e la loro propaganda: «Più di 17 mesi di guerra totale e c'è ancora chi fa il gioco del nemico riprendendo e pubblicando quasi in diretta i filmati dei bombardamenti.

Nel condannare gli attacchi russi di questa mattina su Kryvyi Rih e Kherson, va però ricordato che l'indicazione del ministero non viene seguita neanche dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che aveva pubblicato su Telegram le immagini dei bombardamenti su Kryvyi Rih, sua città natale.

Ore 12:01 - Prigozhin: «Resteremo attivi in Africa e Bielorussia»

Wagner non ha bisogno al momento di reclutare nuovi mercenari e concentrerà le proprie attività in Africa e Bielorussia. In un messaggio audio pubblicato su un account Telegram legato al gruppo Yevgheny Prigozhin fa sapere che si stanno decidendo i nuovi obiettivi di Wagner per portare avanti la grandezza della Russia. Ha però chiarito che il gruppo resterà attivo in Africa e nei centri di addestramento in Bielorussia.

Ore 12:23 - Sale a 43 il bilancio dei feriti a Kryvyi Rih. Una donna e un bambino estratti dalle macerie

Aumentato a oltre 40 il bilancio dei feriti dell'attacco missilistico russo su Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Almeno quattro morti tra cui un bambino di 10 anni. Lo ha reso noto su Telegram il vice capo dell'ufficio presidenziale Oleksiy Kuleba. «Soccorsi, autorità locali e autorità regionali lavorano sul posto», ha scritto.

Ore 12:40 - Mosca può arruolare 5 milioni di soldati grazie alla nuova legge

Andrei Kartapolov, coautore della nuova legge approvata dalla Duma, il parlamento russo, la settimana scorsa, ha affermato, secondo quanto riportato da Novaya Gazeta, che Mosca grazie alla norma potrà arrivare ad arruolare 5 milioni di soldati. «Una legge scritta per una grande guerra», scrive la testata. Ora è possibile essere arruolati dai 18 ai 30 anni, mentre prima era fino a 27 anni.

 Novaya Gazeta spiega che le autorità russe stanno cercando di far uscire l’esercito dal «buco demografico» della guerra e come molti russi siano ora a rischio di arruolamento. La nuova legge ha decuplicato le multe per chi non si presenta alla commissione di leva (fino a 30mila rubli, circa 300 euro) e ha vietato ai coscritti di lasciare la Russia dal momento in cui la convocazione è nel registro elettronico.

 Inoltre, ai governatori è stato permesso di avere propri eserciti regionali, dotati di armi e inviati a difendere i confini, combattere i sabotatori e proteggere l’ordine pubblico.

Ore 13:02 - La Polonia schiera i cecchini al confine con la Bielorussia

La Polonia ha schierato cecchini al confine con la Bielorussia. Lo ha riferito su Twitter il comando generale delle forze armate del paese, pubblicando diverse foto dei militari con armi da cecchino sullo sfondo di una recinzione al confine polacco-bielorusso. Stanislav Zharin, sottosegretario della presidenza del Consiglio, ha osservato che il confine con la Bielorussia, dove «stranieri aggressivi» attaccano le pattuglie locali, «è molto pericoloso». L’allarme a Varsavia è alto da giorni, dopo la denuncia che mercenari della Wagner in Bielorussia sono stati dispiegati al confine con la Polonia.

Ore 13:06 - Kiev: «Sale a 53 il bilancio dei feriti a Kryvyi Rih»

È salito a 53 il bilancio dei feriti dell’attacco missilistico russo di questa mattina su Kryvyi Rih: lo ha reso noto il sindaco della città, Oleksandr Vilkul, come riporta l’emittente statale ucraina Suspilne. Tre dei feriti sono in gravi condizioni e uno è in condizioni gravissime, ha precisato. Secondo i dati preliminari, l’esercito russo ha utilizzato missili balistici nell’attacco, ha dichiarato il portavoce dell’Aeronautica militare Yuriy Ignat.

Ore 13:26 - Mosca: «Intensificati gli attacchi in risposta alle azioni di Kiev»

Mosca ha intensificato gli attacchi alle infrastrutture militari ucraine in risposta agli attacchi di Kiev sul territorio russo: lo ha detto oggi il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu. «Sullo sfondo del fallimento della cosiddetta “controffensiva”, Kiev... si è concentrata sulla realizzazione di attacchi terroristici alle infrastrutture civili», ha dichiarato Shoigu. «L’intensità dei nostri attacchi contro le strutture militari ucraine... è stata notevolmente aumentata».

Ore 13:34 - In Giappone le cittadine russe che si oppongono alla guerra ottengono visti a lungo termine

Le autorità del Giappone hanno concesso permessi di soggiorno a lungo termine a due cittadine russe che hanno lasciato il loro Paese in opposizione all’invasione dell’Ucraina. Lo riferisce l’agenzia di stampa «Kyodo», che cita fonti informate anonime. Le due donne, di età compresa tra 20 e 30 anni, risiedevano in Giappone con visti di studio a breve termine, e hanno potuto convertirli in visti di studio di lunga durata senza bisogno di rientrare nel loro Paese, come solitamente richiesto. La decisione - afferma l’agenzia di stampa - è stata assunta sulla base delle loro decisioni politiche. Entrambe le giovani potranno studiare in una scuola di formazione professionale nella prefettura di Chiba sino a marzo 2025.

Ore 13:44 - Shoigu: «Controffensiva fallita. Per questo usano attentati terroristici»

«Attacchi terroristici contro le infrastrutture civili. Kiev ha fatto questa scelta perché si è resa conto che la controffensiva è fallita». Lo ha dichiarato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, citato dall'agenzia Ria Novosti.

«Le truppe russe hanno così aumentato l'intensità degli attacchi alle strutture militari ucraine, comprese quelle dietro i raid terroristici contro la Federazione russa», ha aggiunto Shoigu.

Ore 13:57 - Cina impone restrizioni alle esportazioni dei droni a lungo raggio

«Siamo preoccupati questo modello di droni a lungo possa essere utilizzato per fini militari». Con questa ragione il ministero del Commercio cinese ha imposto delle restrizioni sulle esportazioni di droni a lungo raggio, facendo un diretto riferimento al conflitto in Ucraina. Nell'intenzione di prevenirne l'uso bellico, Pechino non ha però ancora specificato quale sarà il tipo di limite applicato al commercio.

Ore 14:11 - Kryvyi Rih, le vittime salgono a 5. Anche una bambina di 10 anni

Si aggrava il conto dei morti e dei feriti a seguito dell'attacco missilistico russo a Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Tra i cinque morti c'è anche una bambina di 10 anni, il cui corpo è stato estratto dalle macerie dell'edificio residenziale.

Ore 14:26 - Peskov: «Seguiremo con attenzione i negoziati Kiev-Nato e l'incontro a Gedda del 5 agosto»

«Il Cremlino seguirà i negoziati tra Stati Uniti e Ucraina, annunciati nel fine settimana e il cui obiettivo principale sarà quello di concordare un accordo bilaterale con garanzie di sicurezza per garantire il sostegno di Washington all'ingresso di Kiev nella Nato». Lo ha affermato il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov.

Per l'Ucraina queste garanzie di sicurezza sono la forma di sicurezza più affidabile per l'Ucraina, durante un periodo di transizione che durerà fino a quando il Paese potrà finalmente ricevere il via libera dagli alleati per entrare a far parte dell'Alleanza, ovvero al termine del conflitto.

Peskov ha aggiunto che la Russia seguirà da vicino anche l'incontro dei consiglieri per la sicurezza nazionale e di leader di vari Paesi in programma in Arabia Saudita, in programma a Gedda il 5 agosto. «La Russia seguirà questo incontro. Resta da vedere quali obiettivi sono fissati. Abbiamo ripetutamente affermato che qualsiasi tentativo di contribuire in qualche modo a una soluzione pacifica merita una valutazione positiva», ha detto il portavoce.

Ore 14:36 - Podolyak su Kryvyi Rih: «Realtà da genocidio per il popolo ucraino»

Quella che stanno vivendo le persone in Ucraina è una realtà da genocidio. Ne è una dimostrazione anche l'ultimo attacco missilistico russo contro un condominio residenziale a Kryvyi Rih. Lo ha scritto su Twitter, consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak.

Ore 14:47 - Esercito di Kiev: «La logistica russa soffre gli attacchi subiti al ponte di Kerch»

« L'esercito russo sta soffrendo di gravi problemi logistici dopo l'esplosione del 17 luglio sul ponte di Kerch e l'attacco al ponte di Chonhar del 29 luglio». In riferimento ai ponti in Crimea ha parlato in televisione la portavoce del comando meridionale dell'Ucraina Natalia Humeniuk, aggiungendo che la Russia sta utilizzando navi d'assalto anfibie per trasportare attrezzature attraverso lo stretto di Kerch da quando il ponte sullo stretto è stato danneggiato. «La Russia ha dovuto fare affidamento su una lunga deviazione attraverso le aree dell'Ucraina continentale occupate per rifornire le sue truppe. Ciò è stato ulteriormente complicato dai ripetuti attacchi al ponte di Chonhar, che collega le parti occupate dai russi nella regione di Kherson con la penisola di Crimea», ha aggiunto la portavoce militare.

Ore 14:53 - Attacchi droni ucraini coordinati dagli alleati occidentali

Il segretario del Consiglio di Sicurezza russo Nikolai Patrushev accusa i servizi segreti ucraini di condurre numerosi attacchi aerei e marini con i droni in Russia e in Crimea sotto il coordinamento dei gestori occidentali.

«Gli Stati Uniti e i loro alleati sono essenzialmente sponsor del terrorismo, poiché forniscono assistenza finanziaria al regime di Kiev e continuano a fornire armi», ha affermato il segretario del Consiglio, secondo quanto riportato dalle agenzie Interfax e Tass.

Ore 15:07 - L'Ue avverte la Cina: «Nessuna tolleranza verso nuove aggressioni»

La Commissione europea , facendo riferimento al conflitto in Ucraina, ha ammonito la Cina sulle sue presunte mire espansionistiche nell'indo-pacifico, in particolare nei confronti dell'isola di Taiwan.

La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha detto che non saranno tollerate nuove azioni militari in altre regioni, oltre la già sanguinosa guerra russo-ucraina.

Ore 15:17 - Moscow Times: «Nel 2023 Mosca ha importato microchip per 455milioni (nonostante le sanzioni)»

Nella prima metà di quest'anno la Russia ha importato microchip fabbricati all'estero per un valore di oltre 502 milioni di dollari (455 milioni di euro) nonostante le sanzioni di Usa e Ue per l'invasione dell'Ucraina: lo riferisce la testata online Vyorstka, ripresa a sua volta dal Moscow Times.

Secondo l'inchiesta del giornale, 11 dei 25 maggiori importatori russi di microchip stranieri riforniscono direttamente l'industria militare russa e centinaia di società, la maggior parte delle quali di Cina e Hong Kong, sono coinvolte nelle forniture.

Secondo la testata, le sanzioni occidentali non hanno impedito neanche la riesportazione di iPhone per un valore di 389 milioni di dollari dall'inizio della guerra.

Ore 15:54 - Kiev: «I russi hanno distrutto 180 mila tonnellate di grano»

Gli attacchi aerei russi hanno distrutto circa 180.000 tonnellate di raccolti di grano in nove giorni questo mese. Lo ha denunciato il ministero degli Esteri ucraino, come riporta il Guardian. Dopo il mancato rinnovo dell’intesa sul grano, i russi hanno colpito diverse volte le infrastrutture portuali in Ucraina, in particolare a Odessa.

Ore 16:17 - Zelensky: «Missili balistici su case a Kryvyi Rih, 5 morti»

Sarebbe di cinque morti e decine di feriti il bilancio, finora, dell’attacco russo con due missili balistici contro un condominio nella città natale del presidente ucraino, Kryvyi Rih, in Ucraina meridionale. «Continuano le operazioni di soccorso a Kryvyi Rih nell’edificio colpito da due missili balistici russi. I piani dal quarto al nono dell’edificio residenziale sono stati completamente distrutti. Al momento si parla di cinque morti, tra cui una bambina e sua madre. Decine di persone sono ferite e traumatizzate», ha scritto su Telegram Volodymyr Zelensky.

Ore 17:07 - Kiev: «Saliti a 73 i feriti per l’attacco russo a Kryvyi Rih»

È salito a 73 il bilancio dei feriti a seguito dell’attacco russo con missili balistici nella città ucraina di Kryvyi Rih. Lo ha riferito il sindaco Oleksandr Vilkul, citato da Unian. Nell’attacco sono morte cinque persone. «Oggi le sedi dei soccorsi lavoreranno fino a notte fonda, e domani a partire dalle 8.30 del mattino. Le operazioni di soccorso sono in corso, continuiamo a rimuovere le macerie», ha scritto il sindaco.

Ore 17:08 - Kiev: «Attacco russo a Kherson, un uomo è morto»

L’esercito russo ha attaccato il quartiere di Korabel a Kherson uccidendo un uomo di 65 anni, finito sotto il fuoco nemico nella sua auto. Lo ha dichiarato su Telegram Oleksandr Prokudin, capo dell’Amministrazione militare regionale di Kherson, citato da Unian. «Un conoscente ha cercato di portare l’amico in ospedale. Tuttavia, le ferite erano troppo gravi e i medici non hanno potuto far altro che dichiararlo morto», ha scritto Prokudin. Anche un 38enne è stato ferito e ricoverato in ospedale con ferite alla gamba e al braccio.

Ore 14:56 - «A Milano sparite le ucraine». Il grande esodo nelle zone di guerra per rivedere i parenti e verificare lo stato delle case

(Di Andrea Galli) Fuga dalla città di badanti, colf, broker e imprenditrici. Una comunità di 20 mila presenze solo tra le regolari. Viaggi in van, pullman e società private. «Vogliamo sapere». I mariti in licenza dai campi di battaglia.

In questi giorni a Milano si sente ripetere una frase pronunciata con fastidio se non addirittura con indignazione. La frase è la seguente: «Sono sparite le ucraine». Sottintendendo le colf e le badanti. Allora conviene fare un po’ d’ordine, beninteso col massimo rispetto possibile: cioè verso le dirette interessate, non di sicuro i lamentosi che le credono a perenne e assoluta disposizione.

Ore 17:13 - Kiev: «Intesa per l’export di grano dai porti croati»

«Abbiamo concordato la possibilità di utilizzare i porti croati sul Danubio e sul Mare Adriatico per il trasporto del grano ucraino. Ora lavoreremo per stabilire le rotte più efficienti verso questi porti e sfruttare al meglio questa opportunità». Lo ha reso noto il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba dopo aver ricevuto il collega croato Gordan Grlic;-Radman. «Ogni porta aperta è un contributo reale ed efficace alla sicurezza alimentare globale. Grazie alla Croazia per la sua costruttiva assistenza», ha aggiunto Kuleba, come riportano i media ucraini.

Ore 17:55 - Salgono a 6 i morti a Kryvyi Rig. Tra i feriti sei sono minorenni

È salito a sei il numero dei morti, tra i quali una bimba di 10 anni e la madre di 45, vittime dell’attacco missilistico russo a un edificio residenziale a Kryvyi Rig. Tra i 75 feriti, sei minorenni, tra i 4 e i 17 anni; 32 gli appartamenti distrutti, 37 quelli che hanno subito danni. I soccorritori continuano con le ricerche. Nel raid sono morte anche Natalia, 45 anni, e sua figlia Dasha di 10.

Ore 18:27 - Kherson: salgono 4 i morti dopo l’attacco russo

Sarebbero almeno 4 invece le persone morte in un attacco russo su Kherson, e 17 feriti. A comunicarlo su Twitter è stato il capo dell’ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak: «I russi non possono vincere sul campo di battaglia, quindi terrorizzano e uccidono. Gli ucraini non si spezzeranno mai. La Russia sì».

Ore 19:42 - Crosetto: «Per pace giusta in Ucraina tratterei anche con Russia e Cina»

Per arrivare a una «pace giusta» in Ucraina «oggi tratterei con la Russia, che non è un Paese democratico. Tratterei con la Cina, con chiunque per ottenere il risultato». Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ospite di PiazzAsiago, parlando della guerra in Ucraina e delle condizioni per arrivare a una soluzione diplomatica del conflitto. «Bisogna accelerare in ogni modo la pace in Ucraina. Il passo successivo alla pace sarà l'ingresso nell'Unione europea che può, che può essere un argomento per arrivare alla costruzione di un tavolo di pace» ha continuato.

Ore 20:35 - Crosetto: «Escalation se non avessimo consentito difesa»

«L'escalatioin militare ci sarebbe stata se non fosse stato consentito all'Ucraina di difendersi». Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenuto a PiazzAsiago. «Perché semmai le truppe russe fossero arrivate al confine dell'Europa - ha aggiunto il ministro della Difesa Crosetto - soprattutto quello polacco, lì sarebbe scoppiata con quasi certezza la terza guerra mondiale».

Ore 22:42 - Zaia: «Fino a dove possiamo alzare l'asticella con armi?»

«Non conosco il professor Orsini, ma posso dire ciò che penso della guerra. È una guerra strana, dove c'è un aggressore e un aggredito, ma non vediamo un'azione diplomatica di livello. È impossibile che Putin e Zelensky parlino. Non a caso abbiamo riesumato la figura di Kissinger. La strategia di Putin potrebbe essere portarci a un nuovo Afghanistan europei. Sono d'accordo con l'invio di armi, ma un altro problema più grave è che se il gioco di Putin è quello dell'asticella, fino a che punto possiamo alzare quest'asticella? A un certo punto dobbiamo fermarci». Lo ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia alla festa della Lega Romagna in corso a Cervia. «La guerra - ha aggiunto - pesa sulle materie prime, sull'energia e sui mercati. Questa guerra deve chiudersi velocemente. L'azione diplomatica non può prescindere dagli Stati Uniti».

Ore 01:53 - Attacco russo con droni a Kharkiv, danni a dormitorio

Le forze russe hanno attaccato Kharkiv con droni kamikaze durante le prime ore di oggi. Lo ha riferito il governatore dell'oblast di Kharkiv Oleh Syniehubov su Telegram. Due piani di un dormitorio — riporta «The Kyiv Independent» — sono stati distrutti a seguito dell'attacco. I servizi di emergenza stanno lavorando sul posto, dove sono intervenuti anche i vigili del fuoco dopo lo scoppio di un vasto incendio.

Ore 03:07 - Attacco di droni nella notte su Mosca

Un attacco di droni militari viene segnalato in queste ore sulla città di Mosca, secondo i media russi. Citando i servizi di emergenza locali, l'agenzia di stampa Tass riferisce di un velivolo senza pilota abbattuto sulla capitale dalle forze di difesa aeree russe e di un altro drone che ha colpito un grattacielo di uffici in città.

«Diversi droni sono stati abbattuti mentre cercavano di dirigersi verso Mosca. Uno ha colpito lo stesso grattacielo dell’ultima volta», ha detto su Telegram il sindaco della capitale russa Sergei Sobyanin aggiungendo che non si segnalano feriti. Il ministero della Difesa russo citato dall’agenzia Tass parla di due droni abbattuti su Mosca.

Secondo il dicastero i velivoli senza pilota sono stati abbattuti dalle forze di difesa aerea del Paese sulle aree di Odintsovo e Narofominsk, mentre un terzo drone è stato disattivato con l’uso di mezzi di guerra radio-elettronica e si è poi schiantato su uno dei grattacieli della capitale. «Secondo dati provvisori, non ci sono vittime a seguito dell’attacco di droni contro un palazzo nel quartiere Iq della città di Mosca. La vetrata della struttura al livello del 17mo piano ha subito danni», ha detto alla Tass una fonte dei servizi di emergenza della città.

I droni su Mosca: un inutile show. Piccole Note (filo-Putin) l'1 Agosto 2023 su Il Giornale.

Una settimana fa il New York Times annunciava che era iniziata la controffensiva vera e propria, che avrebbe segnato una svolta nel teatro di guerra ucraino dopo tanto vacuo attaccare. L’annuncio aveva trovato eco in tutto il mondo, in particolare sui medie e nelle cancellerie occidentali, che da inizi giugno avevano assistito perplessi alla serie di inutili attacchi in cui si era prodotto l’esercito ucraino.

Controffensiva, retorica o suicidio 

I preliminari si erano conclusi, si spiegava nell’articolo, entrava in scena la cavalleria, cioè le unità ucraine addestrate dalla NATO “trattenute” fino a quel momento per scagliare il colpo di maglio nel momento decisivo.

A una settimana di distanza, la svolta è uscita dai radar. Dopo aver tentato in tutti i modi di accreditare qualche successo a Kiev, i media occidentali hanno dovuto calare il sipario su uno spettacolo che non sta affatto seguendo il copione scritto nelle segrete stanze della NATO.

Tutto come prima, peggio di prima anzi, ché lanciare attacchi contro le formidabili difese erette dai russi senza supporto aereo o di artiglieria era ed è un suicidio assistito. Ma di questo, della macelleria scientemente prodotta dagli strateghi NATO, ne parliamo ampiamente in altra nota, alla quale rimandiamo.

Morire per Kiev? 

Negli ultimi giorni si sono intensificati gli attacchi di droni in territorio russo, di ieri uno contro Mosca. Fallita anche la seconda fase della controffensiva, a Kiev non resta che cercare in qualche modo di ferire l’avversario con attacchi in profondità, del tutto inutili ai fini bellici, ma buoni per la propaganda. The show must  go on.

Questa è la nuova prospettiva, anche se gli attacchi sul fronte proseguiranno, e continueranno a mietere vittime, non tanto perché i falchi d’Occidente credano più in un prossimo sfondamento decisivo, quanto perché, se cessassero, sarebbe conclamato quello stallo che vogliono evitare a tutti i costi (per eludere il rischio di una cessate il fuoco sul modello coreano).

Difficile immaginare quanto possa durare una guerra siffatta. Un ambito politico ragionevole avvierebbe trattative, ma in Occidente la ragione è ormai bene residuale nelle élite.

In tal modo, però, la prospettiva di un ampliamento del conflitto si fa più concreta, dal momento che è ovvio che, stando così le cose, Kiev non può durare, né a livello militare né economico. Alla lunga servirà un supporto esterno, quale esso sia, di forze nuove (i fanti polacchi e baltici sono i più gettonati).

Lo sanno anche a Mosca, tanto che si stanno preparando. La decisione di creare un esercito di un milione e mezzo di soldati non è un’azione deterrente – per quello bastano le atomiche  ma è appunto per far fronte a un’eventuale guerra su scala europea.

Non che sia una prospettiva certa, ovviamente, ma esiste e bisogna farci i conti, in Oriente come in Occidente, con i cittadini europei che dovrebbero iniziare a interpellarsi su sviluppi tanto perigliosi, ricordando che le guerre su larga scala iniziano sempre da un conflitto minore. Morire per Kiev?

La chiama dell’Arabia Saudita

Infine, di ieri c’è da registrare la chiama dell’Arabia Saudita per una riunione a porte chiuse per tracciare una via di pace per l’Ucraina. Vi parteciperanno, sembra, circa 30 Paesi, tanti dei quali sono in quota Brics, organismo economico-politico che fa riferimento a Cina e Russia.

In realtà, celato dietro questo obiettivo, ce n’é un altro non dichiarato: tale consesso permetterà all’Occidente di fare pressioni su alcuni Paesi che si sono collocati all’interno dell’orbita russa e sui neutrali perché accettino di sottostare nuovamente alle regole imposte da Washington (questo il significato dello slogan “il mondo basato sulle regole”).

Questo sembra indicare il fatto che la Russia non sia stata invitata neanche come osservatore e che cinque giorni fa, cioè a ridosso dell’annuncio del principe saudita Mohamed bin Salman, a Riad sia giunto in visita di Jake Sullivan, Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa. Ma non sempre le ciambelle riescono col buco. Sviluppi da seguire.

Guerra Ucraina - Russia, le news dell’1 agosto.

Le notizie sulla guerra in Ucraina del 1° agosto. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera l'1 agosto 2023.

• L’Islanda chiude l’ambasciata di Mosca: è il primo Paese europeo.

• Colpita da un drone russo la città di Kryvyi Rih: almeno 6 morti e 81 feriti.

• Medvedev: «Se la controffensiva avrà successo, utilizzeremo il nucleare».

• Il punto militare: fin dove si spingeranno gli attacchi ucraini?

• Il giorno più nero per Kiev: «Mine e droni. La strategia va cambiata».

• Wagner, Lukashenko smentisce: «Mercenari non sono al confine polacco».

Ore 03:07 - Attacco di droni nella notte su Mosca

Un attacco di droni militari viene segnalato in queste ore sulla città di Mosca, secondo i media russi. Citando i servizi di emergenza locali, l'agenzia di stampa Tass riferisce di un velivolo senza pilota abbattuto sulla capitale dalle forze di difesa aeree russe e di un altro drone che ha colpito un grattacielo di uffici in città.

«Diversi droni sono stati abbattuti mentre cercavano di dirigersi verso Mosca. Uno ha colpito lo stesso grattacielo dell’ultima volta», ha detto su Telegram il sindaco della capitale russa Sergei Sobyanin aggiungendo che non si segnalano feriti. Il ministero della Difesa russo citato dall’agenzia Tass parla di due droni abbattuti su Mosca.

Secondo il dicastero i velivoli senza pilota sono stati abbattuti dalle forze di difesa aerea del Paese sulle aree di Odintsovo e Narofominsk, mentre un terzo drone è stato disattivato con l’uso di mezzi di guerra radio-elettronica e si è poi schiantato su uno dei grattacieli della capitale. «Secondo dati provvisori, non ci sono vittime a seguito dell’attacco di droni contro un palazzo nel quartiere Iq della città di Mosca. La vetrata della struttura al livello del 17mo piano ha subito danni», ha detto alla Tass una fonte dei servizi di emergenza della città.

Ore 03:16 - Mosca, l’aeroporto Vnukovo di Mosca chiuso temporaneamente e poi riaperto

La Tass riferisce che l’aeroporto Vnukovo di Mosca è stato chiuso temporaneamente, e poi riaperto. Il sindaco della capitale russa, Serghei Sobyanin, ha scritto sul suo canale Telegram che «diversi droni sono stati abbattuti dai sistemi di difesa aerea mentre cercavano di volare su Mosca. Uno ha colpito lo stesso grattacielo del quartiere degli affari di qualche giorno fa, danneggiando la facciata del 17esimo piano».

Ore 06:15 - Colpito un grattacielo di uffici a Mosca

Diversi droni sono stati abbattuti mentre cercavano di dirigersi verso Mosca. Uno ha colpito lo stesso grattacielo dell’ultima volta», ha detto su Telegram il sindaco della capitale russa Sergei Sobyanin aggiungendo che non si segnalano feriti. Il ministero della Difesa russo citato dall’agenzia Tass parla di due droni abbattuti su Mosca. Secondo il dicastero i velivoli senza pilota sono stati abbattuti dalle forze di difesa aerea del Paese sulle aree di Odintsovo e Narofominsk, mentre un terzo drone è stato disattivato con l’uso di mezzi di guerra radio-elettronica e si è poi schiantato su uno dei grattacieli della capitale. «Secondo dati provvisori, non ci sono vittime a seguito dell’attacco di droni contro un palazzo nel quartiere Iq della città di Mosca. La vetrata della struttura al livello del 17mo piano ha subito danni», ha detto alla Tass una fonte dei servizi di emergenza della città.

Ore 07:50 - Cremlino: «Respinto un attacco con droni contro le nostre navi»

L’esercito russo ha dichiarato di aver respinto la notte scorsa un attacco ucraino con tre droni marini contro le sue motovedette nel Mar Nero. «I tre droni marini nemici sono stati distrutti» dal fuoco delle navi russe, ha affermato il ministero della Difesa in un comunicato, aggiungendo che le motovedette sono state attaccate a 340 km a sud-ovest di Sebastopoli, il porto della flotta russa del Mar Nero nella Crimea annessa.

Ore 07:56 - Attacco a Kryvyi Rih, i feriti sono oltre 80

Ha superato quota 80 il bilancio dei feriti dell’attacco missilistico che la Russia ha lanciato ieri contro Kryvyi Rih, la città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, provocando la morte di sei persone: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’Amministrazione militare della regione di Dnipropetrovsk, Sergey Lysak, come riporta Ukrinform. «Kryvyi Rih è in lutto... Sono già più di 80 i feriti dell’attacco nemico. Sette bambini sono tra loro», ha scritto Lysak, aggiungendo che 19 feriti si trovano ancora in ospedale in condizioni «moderate».

Ore 08:00 - Il generale Gerasimov visita le truppe russe a Zaporizhzhia

Il capo di stato maggiore delle forze armate russe, Valery Gerasimov, si è recato in visita alle truppe di Mosca nella regione ucraina di Zaporizhzhia, che è in parte controllata dalla Russia. Lo ha reso noto il ministero della Difesa russo, precisando che Gerasimov ha ispezionato un centro di comando e ha sottolineato l’importanza degli attacchi preventivi contro le forze ucraine.

Ore 09:09 - Zelensky: «Putin non reggerà lunga guerra, non è più quello di prima»

Vladimir Putin non potrà sostenere a lungo una guerra contro l'Ucraina: non durerà ancora molti anni, ha dichiarato il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky in un'intervista al canale brasiliano GloboNews, rilanciata dal sito Meduza. Rispondendo alla domanda se l'Ucraina possa ripetere il destino della Siria, con una «guerra per procura» condotta dalla Russia «per quasi tre decenni», Zelensky ha risposto che «Putin non vivrà per così tanti anni. Al ritmo con cui ci sta combattendo, non ha combattuto in Siria. Non sopravviverà. Entro 30 anni non ci sarà più, morirà - questo è del tutto evidente. Ma non durerà nemmeno 10 anni. Non è più quello che era prima».

Ore 09:15 - Salgono a 81 i feriti in attacco a Kryvyi Rih

«Oggi è un giorno di lutto per le vittime dell’attacco missilistico di ieri da parte degli occupanti, che ha causato la morte di 6 persone; 19 feriti si trovano negli ospedali della città, tra cui 2 bambini, a cui viene fornito tutto l’aiuto necessario. Il numero totale dei ferito è saliti a 81». È quanto scrive in un messaggio su Telegram Oleksandr Vilkul, sindaco della città di Kryvyi Rih, colpita ieri mattina da due missili lanciati dall’esercito russo. Lo riporta Unian.

Ore 09:30 - Kiev: «A differenza nostra Mosca non sa come abbattere i droni»

L’esercito russo, a differenza delle forze di difesa ucraine, non è in grado di abbattere i droni che non sono i primi ad attaccare Mosca. Lo ha dichiarato al canale United News il portavoce del Comando delle Forze aeree ucraine, Yuriy Ignat, come riportato da Rbc-Ukraine. Il riferimento è all’attacco con i droni, il secondo in due giorni, avvenuto la notte scorsa sulla capitale russa. «Non è facile abbattere i droni. Volano lentamente, ma il bersaglio è piuttosto difficile per i sistemi di difesa aerea. I soldati ucraini hanno una certa esperienza, non solo l’Aeronautica, ma tutte le Forze di difesa hanno esperienza nell’abbatterli», ha concluso il portavoce del Comando delle Forze aeree ucraine.

Ore 09:31 - Zakharova: «Kiev continua a dimostrarsi una cellula terroristica e compromette Biden»

Kiev «continua a rivelarsi alla comunità mondiale come una cellula terroristica». Lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in riferimento all’attacco con i droni su Mosca di stanotte, il secondo in due giorni. Lo riporta il Guardian. Secondo Zakharova «Zelensky sta compromettendo il presidente americano Biden effettuando attacchi terroristici contro le infrastrutture civili».

Ore 09:43 - «Respinti al confine sabotatori russi»

L’Ucraina ha sventato questa notte un tentativo da parte di un gruppo di sabotatori russi di attraversare il confine settentrionale del Paese, nella regione di Chernihiv. Lo afferma in un messaggio Telegram il ministro degli Interni ucraino Ihor Klymenko. Serhiy Naev , comandante delle forze congiunte delle forze armate ucraine, ha affermato che quattro persone armate hanno tentato di attraversare il confine ma sono state respinte dal fuoco ucraino.

Ore 09:51 - Podolyak: «In Russia più droni, più crolli, più guerra»

«Mosca si sta rapidamente abituando a una guerra in piena regola che, a sua volta, presto si sposterà finalmente sul territorio degli “autori della guerra” perché vengano risarciti tutti i loro debiti...». È quanto scrive in un tweet il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, dopo che due droni sono stati lanciati su Mosca questa notte. «Tutto ciò che accadrà in Russia è un processo storico oggettivo», aggiunge Podolyak, «più droni non identificati, più crolli, più conflitti civili, più guerra...».

Ore 09:57 - Zelensky: «Kharkiv attaccata nella notte con 5 droni Shahed»

Le forze russe hanno «attaccato Kharkiv con cinque Shahed»: lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riferendosi ai droni di fabbricazione iraniana. Zelensky ha parlato degli attacchi russi della notte scorsa sia «nelle regioni di confine» sia a Kharkiv. Il leader ucraino ha anche ascoltato il resoconto dei suoi generali, in particolare sui raid russi di ieri su Kryvyi Rih e Kherson, e ha ricevuto un rapporto top secret in merito del capo dell'intelligence della difesa ucraina Budanov.

Ore 10:08 - 007Gb: i russi hanno problemi sul fronte meridionale

L'esercito russo sta avendo delle difficoltà sul fronte meridionale, «è molto probabile che i problemi comuni dei comandanti russi includano la carenza di munizioni per l'artiglieria, la mancanza di riserve e i problemi nel garantire i fianchi delle unità in difesa». Lo scrive su Twitter il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. Nel sud dell'Ucraina combattimenti intensi «continuano a concentrarsi in due settori, a sud di Orikhiv», dove «gli assalti ucraini si sono concentrati contro il 58/o reggimento russo» e più a est, a sud di Velyka Novosilka, dove «le forze russe in difesa provengono sia dal distretto militare orientale che da quello meridionale, creando probabilmente problemi di coordinamento».

Ore 11:01 - Sei navi civili nel Mar Nero nonostante il blocco russo

Almeno 6 navi civili dirette verso i porti ucraini sono entrate nel Mar Nero nonostante il blocco russo: è quanto emerge dai dati di tracciamento navale, riporta il Kyiv Independent. Markus Jonsson, investigatore dell'Open Source Intelligence, ha riferito in un primo momento di 3 navi civili - la Ams1, la Sahin 2 e la Yilmaz Kaptan - dirette verso il Mar Nero. La Ams1 e la Sahin 2 hanno attraversato lo stretto del Bosforo, mentre la Yilmaz Kaptan ha navigato verso ovest dal nord della Turchia. Il 30 luglio, altre 3 navi - la Sealock, la Bosphorus Queen e la Afer - hanno attraversato il Mar Nero in direzione dei porti ucraini.

Ore 11:21 - Unicef: «Bambini uccisi nell'attacco a Kryvyi Rih»

«I nostri uffici sul campo ci informano che ci sono purtroppo evidenze di bambini uccisi nell'attacco a Kryvyi Rih avvenuto ieri. I bambini non devono essere un bersaglio militare ma essere sempre protetti. È necessario ristabilire la pace in Ucraina per tutti i bambini e le bambine del Paese. Adesso.» Lo dichiara Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia.

Ore 11:38 - Peskov: «Minaccia su Mosca evidente, prendiamo misure»

La minaccia di attacchi con droni alle strutture di Mosca esiste ed è evidente, ma si stanno prendendo misure, ha dichiarato il portavoce presidenziale russo Dmitri Peskov. «Su questo non ho nulla da aggiungere a quanto già detto dal ministero della Difesa. Ieri ho detto che solo i militari possono e devono commentare la questione come esperti. In effetti, la minaccia esiste, è evidente, si stanno prendendo misure», ha detto Peskov ai giornalisti. Peskov ha commentato così le notizie secondo cui un drone ha nuovamente colpito il quartiere della City moscovita. A Peskov è stato chiesto quali conclusioni trae il Cremlino sulla sicurezza della capitale da tali attacchi e in tal caso sarà necessario rafforzare le misure di sicurezza.

Ore 11:44 - Gerashchenko: gli attacchi su Mosca simbolo del fallimento dell'invasione

Su Twitter il consigliere ucraino Anton Gerashchenko ha pubblicato due immagini a confronto dei due attacchi a Mosca con droni — del 31 luglio e di questa notte — che hanno colpito lo stesso grattacielo del distretto economico nel centro della città. Gerashchenko spiega: «Gli attacchi simboleggiano il fallimento della "operazione militare speciale" e le menzogne del regime del Cremlino che ha promesso e continua a promettere ai residenti di Mosca protezione completa». E ancora: «Coloro che lavorano nelle torri di Mosca sono la classe privilegiata di funzionari governativi e uomini d'affari. Hanno visto con i propri occhi che le autorità russe non sono in grado e non possono proteggere nemmeno il loro gruppo sociale. Non ci sono difesa aerea, allarmi antiaerei, rifugi antiaerei per loro. Quindi, la Russia, anche Mosca, non ha davvero una difesa aerea. La Russia non è protetta. Tutto ciò che sta accadendo in Russia e a Mosca è una chiara conseguenza della guerra su vasta scala che la Russia conduce, nonché dei processi di disintegrazione e declino delle élite e della verticale del Cremlino. Si preoccupano solo di se stessi e dei loro interessi». E conclude: «Questo porterà a proteste civili a Mosca? Vedremo, ma finora non sembra».

Ore 12:00 - Usa: «Non incoraggiamo gli attacchi ucraini in Russia»

«Li abbiamo visti in passato. Voglio solo dire molto chiaramente che noi non incoraggiamo, né facilitano, gli attacchi (ucraini, ndr) all'interno della Russia»: lo ha detto in un'intervista alla Cnn il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense, John Kirby. «Abbiamo avuto colloqui con gli ucraini riguardo alle nostre preoccupazioni sugli attacchi all'interno della Russia. La nostra posizione è che vogliamo focalizzarci sulla guerra all'interno dell'Ucraina, vogliamo assicuraci che abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno per avere successo in questa controffensiva», ha sottolineato.

Ore 12:20 - Bombe russe su un ospedale di Kherson, ucciso un medico

Un medico è stato ucciso e un'infermiera è rimasta gravemente ferita oggi in un bombardamento russo su un ospedale nella città meridionale ucraina di Kherson: lo ha reso noto un alto funzionario regionale. «Oggi alle 11:10 (le 10:10 in Italia) il nemico ha lanciato un altro attacco contro i pacifici residenti della nostra comunità», ha scritto su Telegram il capo dell'amministrazione militare, Roman Mrochko. Le foto pubblicate dalle autorità mostrano il pavimento insanguinato di un balcone e un buco nel tetto con detriti sparsi sul pavimento. Mrochko ha precisato che il giovane medico lavorava solo da pochi giorni e che i medici stavano lottando per salvare la vita dell'infermiera.

Ore 12:50 - Nyt: «Gli attacchi in Russia riducono le capacità belliche di Mosca»

Gli attacchi ucraini in Russia mirano a ridurre la capacità di Mosca di condurre la guerra e dimostrano la volontà di Kiev di ostacolare la logistica militare del Cremlino, oltre a intensificare i disaccordi tra il comando di Mosca: lo scrive il New York Times (Nyt). Il giornale cita il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo il quale la guerra sta gradualmente tornando nel territorio della Federazione Russa, vale a dire nei centri simbolici e nelle basi militari. Secondo gli analisti militari interpellati dal Nyt, gli attacchi ucraini sul territorio russo, in particolare a Mosca, hanno un significato non solo simbolico, ma anche strategico. Essi, infatti, sono più di una rappresaglia simbolica e potrebbero essere «fondamentali» per gli sforzi più ampi di Kiev di ridurre la capacità del Cremlino di condurre la guerra. Non solo, «potrebbero costringere gli strateghi militari russi a prendere decisioni difficili su come dispiegare le risorse e alimentare divisioni già profonde nel comando russo», scrive il giornale.

Ore 12:55 - Kiev: «C'è Mosca dietro il colpo di Stato militare in Niger»

«È ormai assolutamente chiaro che la Russia è dietro il cosiddetto "colpo di Stato militare" in Niger»: lo scrive su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky.

Ore 13:26 - Il punto militare | Nuovi droni oltreconfine e nel Mar Nero: così Kiev intensifica gli attacchi

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Attacchi con i droni oltreconfine e con i barchini esplosivi sul fronte marittimo. Volodymyr Zelensky ha annunciato domenica che la guerra sta tornano in Russia e questa sua promessa è stata confermata nella mattina di martedì, quando tre velivoli senza pilota sono comparsi nei cieli di Mosca e tre droni navali sono stati neutralizzati nel Mar Nero. Nella capitale due droni sono stati abbattuti dalla contraerea, mentre il terzo — confuso dal «jamming», i sistemi di difesa elettronica — ha centrato lo stesso grattacielo colpito domenica. Sul fronte marittimo, invece, i tre droni navali ucraini sono stati neutralizzati, ma avevano come obiettivo la Sergey Kotov e la Vasily Bykov, due corvette di pattugliamento inviate a sorvegliare le rotte del grano dopo la fine dell’accordo, che erano attraccate 340 chilometri a sudovest di Sebastopoli.

Ore 13:37 - Lukashenko: «Speriamo di non dover usare le armi nucleari»

Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko spera di evitare l'uso di armi nucleari per «proteggere il Paese». Lo riporta Belta. «Le armi nucleari significano sicurezza. Dio non voglia che dobbiamo usare queste armi. Spero ancora che non accada», ha dichiarato Lukashenko aggiungendo che i bielorussi sono «un popolo pacifico» che ha già avuto «abbastanza guerre nella nostra storia». Per questo il presidente si augura che la Bielorussia non entri in guerra, «soprattutto sotto il mio controllo», anche se si dice pronto «a difendere il nostro Paese in ogni momento».

Ore 13:58 - Mosca: «Tentato attacco di Kiev contro le navi trasporto in Mar Nero»

Le forze armate ucraine hanno tentato di colpire navi civili da trasporto russe nel Mar Nero con l'ausilio di droni marini. Lo ha riferito il ministero russo della Difesa. Lo riporta Ria Novosti. «Il regime di Kiev ha effettuato un tentativo di attacco terroristico utilizzando tre imbarcazioni semisommergibili senza equipaggio contro navi da trasporto civili russe in rotta verso lo stretto del Bosforo , nella parte sud-occidentale del Mar Nero», ha affermato il ministero russo, aggiungendo che i droni marini ucraini sono stati distrutti dalle fregate russe che scortavano le navi da trasporto.

Ore 14:19 - Kiev vorrebbe armi a lungo raggio dalla Germania

La Germania non dispone di aerei da combattimento F-16, «ma vorremmo ricevere dalla Germania missili a lungo raggio, tra cui il missile da crociera Taurus, munizioni e attrezzature pesanti per lo sminamento dei terreni». Lo ha detto Oleksii Makeiev, ambasciatore ucraino a Berlino, parlando al Rheinische Post. Makeiev ha aggiunto di sperare che una consegna di Taurus non richieda tanto tempo come nel caso del dibattito sull'export di panzer tedeschi.

Ore 14:36 - «In 24 ore 9 attacchi a uffici di reclutamento militari russi»

Nelle ultime 24 ore nove uffici di reclutamento militari in Russia sono stati attaccati con bombe incendiarie. Lo riporta Baza. Oltre a Kaluga, San Pietroburgo e Podolsk, sono stati registrati tentativi anche negli edifici di commissariati militari a Kazan, Omsk, Verkhneuralsk, Rossoshi, Kopejsk e Mozhaisk, nella regione di Mosca. Non sono chiare le motivazioni del gesto ma, come riportato dai media russi, quasi tutti gli autori degli attacchi hanno riferito di aver ricevuto chiamate da presunti truffatori che con l'inganno li avrebbero convinti ad agire. Gli autori del lancio di molotov sono in gran parte persone anziane, anche pensionati con più di 75 anni.

Ore 14:53 - L'Islanda chiude l'ambasciata di Mosca: è il primo paese europeo

L'Islanda ha dichiarato di aver sospeso l'operatività della sua ambasciata in Russia, ed è il primo Paese europeo a farlo, poiché le relazioni commerciali, culturali e politiche erano crollate a un «minimo storico». Il Paese nordico aveva annunciato già a giugno che avrebbe chiuso la sua missione.

 «La decisione di sospendere le operazioni dell'Ambasciata d'Islanda a Mosca non costituisce una rottura delle relazioni diplomatiche», ha dichiarato il ministero degli Esteri islandese. «Non appena le condizioni lo consentiranno, l'Islanda darà la priorità alla ripresa delle operazioni», ha aggiunto. Nel suo annuncio di giugno, il ministero degli Esteri ha affermato che poiché i legami commerciali, culturali e politici con la Russia erano «ai minimi storici», il mantenimento delle operazioni dell'ambasciata a Mosca «non era più giustificabile».

 «La situazione attuale semplicemente non rende fattibile per il piccolo servizio estero islandese gestire un'ambasciata in Russia», ha detto all'epoca il ministro degli Esteri Thordis Gylfadottir. Il giorno seguente, la Russia ha affermato che la decisione «solleverebbe inevitabilmente una risposta».

Ore 15:06 - Allerta aerea in tutta l'Ucraina

Un’allerta aerea è stato dichiarato in tutta l'Ucraina. È la terza volta oggi che viene emesso questo avviso dal ministero della Trasformazione digitale ucraino, che mette in guardia dal lancio di missili russi.

Ore 15:19 - Lukashenko smentisce: «Wagner non è al confine polacco»

Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko smentisce la notizia che un centinaio di miliziani Wagner si stia muovendo nelle vicinanze del corridoio di Suwalki, la striscia di terra che collega l’enclave russa di Kaliningrad alla Bielorussia, tra Polonia e Lituania.

«Suwalki non si trova in Bielorussia. Non ci stiamo muovendo lungo questo istmo o verso di esso. Non ne abbiamo bisogno», ha detto Lukashenko, negando quanto affermato dal premier polacco Mateusz Morawiecki.

Ore 15:33 - Ue: «Accuse di Mosca su attacco droni non credibili»

«Siamo a conoscenza di notizie sui droni che presumibilmente sorvolano la regione di Mosca. Non ne conosciamo le origini, le circostanze o altri dettagli. Per noi la Russia sta manipolando qualsiasi tipo di informazione». Lo ha detto la portavoce della Commissione europea Nabila Massrali. «La Russia non deve usare questo come pretesto per un’ulteriore escalation dei suoi continui attacchi barbari e illegali contro l’Ucraina e il suo popolo. Il diritto all’autodifesa è un principio della Carta delle Nazioni Unite», ha aggiunto.

Ore 15:52 - Elicottero ucraino abbattuto nel Kherson

Un elicottero Mi-24 ucraino è stato distrutto dalle forze di difesa aerea russe nella regione del Kherson. Lo riporta la Tass.

Nella stessa regione, nell’area dell’insediamento di Sadovoe, i russi sostengono di aver distrutto due mortai da 120 millimetri, equipaggi e munizioni in dotazione agli ucraini.

Ore 15:58 - Ospedale di Kherson, i feriti salgono a 5

Altri quattro operatori sanitari sono stati feriti a seguito del bombardamento odierno di un ospedale a Kherson. Questo quanto afferma il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Prokudin in un messaggio su Telegram, come riporta Ukrinform. Le loro vite non sono in pericolo. In precedenza si era saputo di un’infermiera ferita e di un giovane medico ucciso dai missili russi. Medici Senza Frontiere ha condannato l’attacco: «Hanno colpito anche la sala operatoria».

Ore 16:20 - La Slovacchia consegna a Kiev i primi due obici

La Slovacchia ha consegnato oggi all'Ucraina i primi due dei 16 obici semoventi Zuzana 2 ordinati e pagati congiuntamente da Norvegia, Danimarca e Germania alla società statale Konstrukta-Defence. L'intero progetto costerà 90 milioni di euro. «Questa è la prova che le carte in tavola stanno cambiando e che la Russia non sta riuscendo nella sua ambizione di stancarci, intimidirci e ricattarci con minacce nucleari. I nostri ringraziamenti vanno a Slovacchia, Norvegia, Danimarca e Germania. Questo progetto è un esempio di cooperazione militare e tecnica di successo tra Slovacchia e Ucraina», ha dichiarato l'ambasciatore ucraino Myroslav Kastran.

Ore 16:23 - L'Ucraina ha un piano nel caso in cui Zelensky sia assassinato

L'Ucraina ha un piano nel caso il presidente Volodymyr Zelensky sia assassinato durante la guerra. Lo scrive la testata americana Politico, secondo cui gli esperti ritengono che un evento del genere rappresenterebbe uno shock psicologico, ma non avrebbe ripercussioni sulla difesa dell'Ucraina. Politico ricorda che il presidente ucraino è già stato bersaglio di diversi tentativi di omicidio, ma sono stati tutti sventati. Secondo la costituzione, la linea di successione legale del potere è chiara: quando il Presidente non è in grado di adempiere ai suoi doveri, per evitare un vuoto di potere le sue funzioni vengono assunte dal presidente della Verkhovna Rada (parlamento) dell'Ucraina, Ruslan Stefanchuk, che però non gode di un gradimento particolarmente elevato nei sondaggi di opinione. In ogni caso, Adrian Karatnytskyi del Centro Eurasia del Consiglio Atlantico sostiene che questo non ha importanza perché l'Ucraina ha un «forte gruppo dirigente» e, in caso di morte del presidente, il mondo probabilmente vedrebbe un «governo collettivo» dello stato.

Ore 16:29 - Gb: Mosca rapisce bambini per eliminare prossima generazione di difensori

L'ambasciatore britannico in Ucraina Melinda Simmons ha definito il presunto rapimento di massa di bambini dall'Ucraina da parte della Russia una strategia deliberata per recidere i legami tra l'Ucraina e la «prossima generazione che difenderà il Paese». Intervistata dal media ucraino ArmyInform, la Simmons ha dichiarato che i presunti rapimenti di Mosca fanno parte della sua «invasione ibrida» del Paese. I bambini catturati o trattenuti in Russia sono stati «soggetti a una straordinaria e inarrestabile gamma di lavaggio del cervello», ha aggiunto l'ambasciatrice, che «crea una barriera psicologica tra i bambini e i loro genitori».

La Russia avrebbe rapito migliaia di bambini dalle istituzioni statali ucraine e dai «campi estivi» gestiti dai russi. I bambini sarebbero stati rapiti anche dopo essere rimasti orfani a causa della guerra o quando i loro genitori sarebbero stati arrestati dalle autorità russe nelle aree occupate. A marzo, il presidente russo Vladimir Putin e il commissario russo per l'infanzia Maria Lvova-Belova sono stati incriminati dal tribunale penale internazionale dell'Aia per “deportazione illegale” di bambini ucraini.

Ore 16:55 - La Russia lancia il visto online per promuovere turismo

Il ministero degli Esteri russo ha deciso di facilitare i viaggi d'affari e l'afflusso di turisti, lanciando un sito web per emettere visti validi fino a 16 giorni, all'interno di un periodo di 60 giorni. L'opzione è disponibile per i cittadini di 55 Paesi, inclusi gli Stati membri dell'Unione Europea e i Paesi asiatici, al costo di 52 dollari. L'obiettivo è promuovere il turismo e una migliore immagine della Russia. Il presidente Vladimir Putin aveva annunciato il visto elettronico nel 2018, ma i piani sono stati ritardati dalla pandemia di Covid-19. Ora la laboriosa procedura necessaria ad ottenere un visto non sarà più obbligatoria per molti viaggiatori. Invece della documentazione stampata, la domanda può essere caricata online, con conferma via e-mail dopo che la richiesta è stata vagliata. La mossa è in linea con le pratiche usate da altri Paesi.

Ore 17:04 - Peskov: «Valuteremo un allargamento dei Brics al prossimo vertice»

Il tema dell’espansione dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) sarà discusso al prossimo vertice. Questa l’informazione diffusa dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Non tutti i Paesi membri sarebbero concordi con questa prospettiva. Il prossimo vertice Brics è previsto per il 22-24 agosto a Johannesburg, in Sud Africa.

Ore 17:15 - Ambasciata islandese chiusa a Mosca. Il ministro degli Esteri: «Impossibile operare a causa del conflitto»

Già all’inizio di giugno il ministro degli Esteri islandese Thordis Gylfadottir aveva dichiarato che le condizioni non permettessero alla piccola rappresentanza diplomatica di operare in Russia. Il piccolo Paese nordico è il primo in Europa a chiudere la propria ambasciata a Mosca. Reykjavik tiene a precisare che non si tratta di una violazione delle relazioni diplomatiche. «Non appena le condizioni lo permetteranno, l’Islanda darà priorità alla ripresa delle attività dell’ambasciata islandese a Mosca», ha dichiarato la diplomazia islandese in una nota stampa.

Ore 17:37 - Casa Bianca: «La Russia dietro il golpe in Niger? Non ci risulta»

«Non c’è alcuna indicazione che la Russia sia dietro» il colpo di Stato in atto in Niger «o che la stia sostenendo». Così John Kirby, portavoce della Casa Bianca, nel corso di una conference call con i media.

L’ambasciata islandese a Mosca

Ore 17:38 - Usa: «Dalla Wagner nessuna minaccia alla Polonia o agli alleati Nato»

«Non abbiamo nessuna indicazione di minacce alla Polonia o ad altri alleati della Nato da parte del gruppo Wagner», ha sottolineato Kirby, in un briefing con la stampa, sostenendo che dalle informazioni di Washington alcuni dei mercenari «sono andati in Africa, altri sono rimasti in Ucraina e altri ancora si sono spostati in Bielorussia».

Ore 17:54 - Difesa di Kiev: «Feroci combattimenti tra Kharkhiv e Luhansk»

Sarebbero in corso dei feroci combattimenti nell’est dell’Ucraina, tra le regioni di Kharkhiv e Luhansk, dove i russi stanno attaccando nelle direzioni delle località di Kupiansk, Lyman e Svatove. Lo ha affermato la viceministra ucraina della Difesa Hanna Maliar, durante una diretta televisiva.

«Per quanto riguarda l’est, i più grandi attacchi del nemico sono in realtà nelle direzioni di Kupiansk e Lyman, ma stanno anche cercando di prendere d’assalto la direzione Svatove. Oggi abbiamo respinto gli attacchi nemici lì tutto il giorno», ha riferito.

Ore 18:01 - Forze filorusse in Crimea: «Abbiamo abbattuto un drone ucraino»

Le forze filorusse in Crimea hanno dichiarato di aver abbattuto un drone lanciato dall’esercito ucraino vicino a Sebastopoli, nella regione di Kara-Koba. Lo ha dichiarato su Telegram il governatore Mikhail Razvozhaev.

Un drone è stato abbattuto nell’area di Kara-Koba, ma è esploso una volta precipitato . I vigili del fuoco sono già sul posto, hanno iniziato a spegnere l’incendio», ha detto il governatore.

Ore 18:48 - Lukashenko vuole formare nuovo esercito con combattenti Wagner

Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko vorrebbe costituire un esercito a contratto utilizzando i combattenti del gruppo Wagner stanziati in Bielorussia. Lo ha detto il presidente stesso, parlando con l’agenzia stampa Belta. Lukashenko ha nuovamente precisato che il suo Paese non entrerà direttamente in guerra: «Vogliamo solo un efficace effetto deterrente per chi potrebbe provare ad attaccarci».

Ore 19:29 - L’allarme dell’Onu: «Solo a luglio 143 civili uccisi in Ucraina»

Le Nazioni Unite hanno registrato 143 civili ucraini morti e 605 feriti a luglio, mentre le perdite totali dall’inizio dell’invasione su vasta scala della Russia ammontano attualmente a 9.369 morti e 16.646 feriti. Questo l’allarme lanciato dal rapporto della missione di monitoraggio dei diritti umani all’Onu, ponendo l’accento sulle vittime civili, che non accennano a diminuire a circa 17 mesi dall’inizio del conflitto.

Ore 19:40 - Bombardamento a Kharkhiv: un morto e un ferito

Le forze russe hanno bombardato Pershotravneve, un villaggio nel distretto di Izium , a Kharkiv, uccidendo una donna e ferendo un uomo. Questo secondo quanto dichiarato dal governatore Oleh Syniehubov. L’attacco ha preso di mira . Le forze russe hanno attaccato con i droni kamikaze Shahed.

Ore 19:51 - Borrell sul Niger: «Russia usa golpisti come pedine»

«Alimenta i colpi di stato per depredare il Sahel». Questa l’accusa che muove l’Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell nei confronti di Putin. «La Russia imperialista vuole usare questi regimi come pedine nella sua partita a scacchi mondiale. Da diversi anni il Cremlino incoraggia una falsa propaganda e approfitta dell’instaurazione di questi regimi militari con le sue milizie private che depredano le ricchezze della regione».

Ore 19:54 - Podolyak: «Nessun colloquio con l’aggressore. Solo la Russia ne ha bisogno»

«L’Ucraina non ha bisogno di colloqui con l’aggressore ma di sostegno militare per mettere fine alla guerra». Lo ha sottolineato il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak. «Solo la Russia ne ha bisogno, per mantenere i territori occupati, dichiarare una vittoria tattica sotto forma di un corridoio terrestre verso la Crimea e provocare nuove crisi politiche in Occidente».

Ore 21:18 - L’Onu condanna gli attacchi con droni alle strutture civili di Mosca

«Non abbiamo alcuna informazione di prima mano su chi sia responsabile di questo attacco. Ma certamente, siamo contrari a qualsiasi attacco alle strutture civili e vogliamo che cessino». Lo ha detto Farhan Haq, vice portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, commentando l’attacco dei droni del 30 luglio contro il centro commerciale «Moscow-City» nella capitale russa.

Ore 21:36 - 2 morti e 7 feriti dopo il raid nel Donetsk

Un attacco alla città di Yasynuvata (nell’Ucraina meridionale occupata dai russi) ha provocato la morte di due civili e il ferimento di altre sette persone, tra cui un’adolescente. Lo ha reso noto il capo della autoproclamata repubblica di Donetsk Denis Pushilin come riporta la Cnn.

Ore 22:29 - Kiev, rimosso il simbolo dell’era sovietica dal monumento della Patria

Le autorità ucraine hanno rimosso il simbolo «falce e martello» dell’era sovietica dal monumento storico della Patria a Kiev, secondo quanto riferito dall’emittente pubblica ucraina Suspilne. L’emblema sovietico sul monumento sarà sostituito da un tridente, lo stemma ufficiale dell’Ucraina entro il 24 agosto, quando il paese celebrerà il Giorno dell’Indipendenza, ha dichiarato il Ministero della Cultura e della Politica dell’Informazione in una nota. Gli esperti hanno svolto alcuni lavori preparatori e costruito la scultura in metallo del tridente, si legge nella dichiarazione sul sito web del ministero che ha anche affermato che prenderà in considerazione una proposta avanzata da scienziati locali per cambiare il nome del monumento della Patria in Madre Ucraina. Inaugurato nel 1981, il monumento della Patria alto 102 metri è considerato uno dei simboli architettonici di Kiev e dell’Ucraina.

Ore 22:32 - Zelensky: «La prossima settimana sarà importante per la politica estera»

«L’Ucraina sta preparando una serie di eventi internazionali, quindi la prossima settimana sarà molto importante per la politica estera del nostro Paese». Lo ha detto Volodymyr Zelenskyi in un videomessaggio serale, riferisce Ukrinform. «Stiamo preparando una serie di eventi internazionali. La settimana sarà molto importante per l’Ucraina, per la nostra politica estera», ha precisato. «Più sostegno politico all’Ucraina, più armi per i nostri soldati, lo Stato terrorista sia considerato responsabile per tutto ciò che ha fatto contro l’Ucraina, contro le nostre città, i nostri villaggi e la nostra gente», ha aggiunto il capo dello Stato ucraino. Il prossimo incontro dei consiglieri politici e di sicurezza dei leader degli stati in merito all’attuazione delle iniziative dell’Ucraina per ripristinare una pace stabile e giusta si terrà in Arabia Saudita.

Ore 01:43 - Media Mosca: sospeso il traffico sul ponte di Crimea

Il traffico automobilistico sul Ponte di Crimea è stato temporaneamente chiuso, secondo quanto riporta l’agenzia russa Tass citando fonti informate. «Si consiglia a coloro che si trovano sul ponte e nella zona di ispezione di mantenere la calma e di seguire le istruzioni degli agenti di sicurezza dei trasporti», viene detto sul canale Telegram che pubblica gli ultimi aggiornamenti sulla situazione sul ponte.

Secondo le stesse fonti, il traffico poco dopo è stato riaperto. Al momento non sono noti i motivi che hanno portato alla chiusura del ponte.

Ore 01:55 - Onu, Usa: Russia vuole tornare agli accordi sul grano

Agli Stati Uniti è stata comunicata la volontà della Russia di tornare agli accordi sul grano, che hanno permesso l’esportazione in sicurezza dei prodotti ucraini attraverso il Mar Nero, ma Washington sostiene di non avere ricevuto alcuna indicazione reale. Lo ha dichiarato l’ambasciatrice americana alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield. «Noi - ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa - abbiamo avuto indicazioni che (i russi, ndr) potrebbe essere interessati a tornare a discutere. Aspetteremo di vedere se accadrà davvero». Mosca aveva abbandonato gli accordi il 17 luglio. Nei giorni scorsi i russi avevano dichiarato di essere pronti a ripristinare l’accordo a patto che «le condizioni poste» dal Cremlino «fossero state accettate». La Russia aveva chiesto di accogliere la sua richiesta di migliorare le sue esportazioni di grano e di fertilizzante.

Ore 02:44 - Attacchi a Kiev e in Odessa, allarme in 5 oblast

I sistemi di difesa aerea sono entrati in azione questa notte contro droni russi a Kiev e nella circostante regione della capitale ucraina, così come nell’oblast meridionale di Odessa. Lo rendono noto i media locali, aggiungendo che l’allarme antiaereo è scattato anche nelle regioni di Vinnytsia, Zhytomyr e Chernihiv.

Ore 04:56 - Abbattuti più di 10 droni russi che miravano a Kiev

Sono stati abbattuti più di dieci droni russi che miravano a Kiev, provocando la caduta di detriti e causando danni materiali ma nessuna vittima, secondo le autorità. Secondo l’amministrazione militare di Kiev, gruppi di droni esplosivi «Shahed» di fabbricazione iraniana provenienti da diverse direzioni sono entrati simultaneamente nei cieli sopra la capitale. «Tutti gli obiettivi - più di dieci droni - sono stati individuati e distrutti in tempo», ha dichiarato su Telegram il capo dell’amministrazione militare Serguii Popko.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 2 agosto.

Ucraina-Russia, le notizie di mercoledì 2 agosto. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera mercoledì 2 agosto 2023.

•Parigi contro il raid russo sul Danubio: «Mosca vuole creare un'emergenza alimentare globale».

•Intesa Sanpaolo chiude l'ufficio di rappresentanza in Russia.

• L’Islanda chiude l’ambasciata di Mosca: è il primo Paese europeo.

• Droni in Russia e barchini nel Mar Nero: così Kiev aumenta gli attacchi.

• Wagner, Lukashenko smentisce: «Mercenari non sono al confine polacco».

Ore 02:50 - Attacchi a Kiev e Odessa, allarme in 5 oblast

I sistemi di difesa aerea sono entrati in azione questa notte contro droni russi a Kiev e nella circostante regione della capitale ucraina, così come nell’oblast meridionale di Odessa. Lo rendono noto i media locali, aggiungendo che l’allarme antiaereo è scattato anche nelle regioni di Vinnytsia, Zhytomyr e Chernihiv.

Ore 05:15 - Abbattuti più di 10 droni russi che miravano a Kiev

Sono stati abbattuti più di dieci droni russi che miravano a Kiev, provocando la caduta di detriti e causando danni materiali ma nessuna vittima, secondo le autorità. Secondo l’amministrazione militare di Kiev, gruppi di droni esplosivi «Shahed» di fabbricazione iraniana provenienti da diverse direzioni sono entrati simultaneamente nei cieli sopra la capitale. «Tutti gli obiettivi - più di dieci droni - sono stati individuati e distrutti in tempo», ha dichiarato su Telegram il capo dell’amministrazione militare Serguii Popko.

Ore 05:58 - Droni russi contro porto in oblast Odessa, incendi in corso

Un attacco di droni esplosivi russi ha danneggiato le infrastrutture portuali e provocato incendi nell’oblast di Odessa. Lo ha annunciato stamattina il governatore regionale Oleg Kiper. «A causa dell’attacco sono scoppiati incendi nelle strutture portuali e nelle infrastrutture industriali della zona e un ascensore è stato danneggiato», ha scritto Kiper su Telegram. Al momento non vengono segnalati feriti.

Ore 07:14 - Valeria, al fronte per studiare l’impatto della guerra sull’ambiente

(di Lorenzo Cremonesi) «Per me stare con le unità che combattono al fronte non risponde solo alla necessità di difendere il nostro Paese, ma è anche fare ricerca per il mio dottorato universitario. Studio gli effetti della guerra sull’ambiente, sia nel breve che nel lungo periodo», racconta Valeria Tretiakova, che è nata a Dnipro 22 anni fa, sta terminando la laurea in Scienze Ambientali e da poco si è unita alla 128esima Brigata di Fanteria che raccoglie i volontari della sua città.

Ore 07:32 - Polonia conferma: lo spazio aereo violato da elicotteri di Minsk

Il ministero della difesa polacco ha confermato che il 1° agosto ovvero ieri, nella zona di Bialowieza sul confine fra la Polonia e Bielorussia, i due elicotteri bielorussi hanno violato lo spazio aereo polacco. In un comunicato pubblicato sul sito del ministero si legge che la parte polacca è stata informata in anticipo che nella zona della frontiera ci saranno da parte bielorussa gli esercizi di addestramento dei piloti. La violazione, sempre secondo il comunicato, è avvenuta a quota così bassa che rendeva difficile la scoperta degli elicotteri da parte degli sistemi di rilevamento militari polacchi.

Come contromisura, la Polonia ha deciso di inviare truppe al confine con la Bielorussia per presidiare e sorvegliare i territori di frontiera.

Ore 08:13 - Kiev: «Conquistate posizioni a sud di Avdiivka nel Donetsk»

Le forze di difesa dell’Ucraina hanno riconquistato ai russi alcune posizioni a sud di Avdiivka, nell’oblast di Donetsk in Donbass. Lo annuncia il portavoce dello Stato Maggiore delle Forze Armate di Kiev, Pavlo Kovalchuk, citato da Ukrinform. «Operazioni offensive da parte delle forze di difesa hanno costretto il nemico a ritirarsi dalle sue posizioni nell’area a sud di Avdiivka», ha detto Kovalchuk.

Ore 08:31 - Zelensky: «I raid russi su porti e grano sono terrorismo»

«I terroristi russi hanno nuovamente attaccato i porti, il grano e la sicurezza alimentare globale, si tratta di una minaccia per tutti in tutti i Continenti. La Russia può e deve essere fermata». Così il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha commentato su Telegram i raid russi sulla regione di Odessa che hanno danneggiato infrastrutture portuali e provocato incendi. Aggiungendo: «Tutti i nostri servizi operativi hanno funzionato in modo efficiente. Fortunatamente non ci sono vittime ma ci sono danni, soprattutto nel Sud del Paese».

Ore 08:33 - Colpite nella notte abitazioni a Kherson, due feriti

I russi hanno bombardato durante notte il centro di Kherson, colpendo un quartiere residenziale. I feriti sono due: una donna di 56 anni e un uomo di 59. Nella mattinata sono continuati i bombardamenti, che hanno colpito una banca, senza causare feriti. Lo scrive Rbc-Ukraine sul suo canale Telegram. Ieri a Kherson era stato ucciso un medico che lavorava in un ospedale, colpito dai russi.

Ore 09:16 - In Moldavia auto contro ambasciata russa, arrestato il conducente

Un’auto si è schiantata questa mattina intorno alle 6 all’ingresso dell’ambasciata russa a Chisinau, in Moldavia. Il conducente è poi fuggito ma alla fine è stato arrestato, secondo quanto riferito dalla polizia locale, come riporta il sito Publika.md. Non sono emerse le motivazioni dell’aggressore, che guidava una Mercedes. Lo scorso ottobre, la polizia moldava ha arrestato un altro uomo che ha fatto un’iscrizione offensiva sui recinti dell’ambasciata russa e ha lanciato petardi contro la missione diplomatica. Le relazioni tra Mosca e Chisinau sono tornate tese a luglio dopo l’annuncio da parte delle autorità moldave dell’espulsione di 45 dipendenti dell’ambasciata russa a Chisinau, tra diplomatici e personale tecnico, con l’accusa di spionaggio.

Ore 09:23 - Yermak: «Servono più armi e sanzioni»

Andriy Yermak chiede nuove sanzioni contro la Russia e denuncia il tentativo di Mosca di dotarsi di più armi aggirando le sanzioni. «Eroico lavoro della difesa aerea», ha scritto il capo dell’ufficio della presidenza ucraina su Telegram denunciando attacchi russi contro i civili, i porti, le strutture di stoccaggio del grano. «Fanno di tutto per aggirare le sanzioni e ottenere componenti per la produzione di armi. Vogliono aumentarne la quantità per uccidere persone, distruggere infrastrutture e causare carestie nei paesi del Sud del mondo». «È possibile fermare tutto ciò con sanzioni più severe, in costante aumento e destinate a incidere sull’industria militare della Federazione Russa. Inoltre, tutti possono fare di più se bloccano le catene attraverso le quali la Russia riceve componenti sotto sanzioni. Ogni paese può fare di più».

Ore 09:38 - Esplosioni nell’area della base militare russa in Crimea

«Esplosioni in Crimea, in particolare potenti deflagrazioni sono state riferite a Gvardeyskoye», base aerea dell’aeronautica russa, nel distretto di Simferopoli. «Le autorità della penisola annessa da Mosca nel 2014 hanno bloccato il traffico sul ponte di Crimea, ma senza fornire una motivazione». Lo scrive Rbc-Ukraine.

Ore 09:59 - 007 Gb: «Mosca costituisce nuove formazioni militari»

«Negli ultimi due mesi, la Russia ha probabilmente iniziato a costituire nuove importanti formazioni per aggiungere spessore alle sue forze di terra. Dalla sua invasione dell’Ucraina, la Russia ha schierato principalmente riservisti mobilitati per riempire le formazioni esistenti o come parte di reggimenti di fanteria per la difesa territoriale». Lo scrive su Twitter l’intelligence britannica, sottolineando che Mosca «raramente ha istituito nuove organizzazioni dotate di tutte le armi, come gli eserciti combinati, progettati per essere una forza autosufficiente». Secondo il ministero della Difesa di Londra, «la Russia probabilmente schiererà qualsiasi nuova formazione come forza di riserva in Ucraina. Tuttavia, a lungo termine, la Russia aspira a rafforzare le sue forze di fronte alla Nato. Senza una nuova grande ondata di mobilitazione obbligatoria, è improbabile che la Russia trovi abbastanza nuove truppe per fornire risorse anche a un nuovo esercito».

Ore 10:10 - Hacker russi attaccano media italiani, cercano visibilità

Dopo le aziende del trasporto pubblico locale e le banche, oggi tocca ai media. Alcuni siti giornalistici italiani sono sotto attacco degli hacker filorussi Noname057(16). «I disservizi sono limitati, mirano più che altro ad ottenere visibilità. Non è solo l’Italia bersagliata, ma periodicamente anche altri Paesi dell’arco occidentale che sostengono l’Ucraina», spiegano all’Ansa dalla Polizia postale che sta intervenendo in supporto. La crew dei Noname, spiegano alla Polizia postale, «si muove per campagne: indica un obiettivo ed invita a colpirlo. Chi aderisce moltiplica la portata dell’attacco che coinvolge i Paesi esposti nel sostegno all’Ucraina».

Ore 10:38 - Kiev: «A Mariupol avvelenati 17 ufficiali russi, 2 sono morti»

Almeno 17 ufficiali russi sono stati avvelenati in un'azione di sabotaggio della resistenza ucraina a Mariupol, occupata dai russi, e di essi almeno due sono morti: lo scrive, citato dal canale Telegram di Rbc-Ucraina, il consigliere del sindaco di Mariupol, Petr Andryushchenko. «Il gruppo di resistenza di Mariupol Y ha compiuto un altro sabotaggio riuscito in occasione delle celebrazione del "Giorno della Marina" in una delle strutture militari, gli ufficiali sono stati avvelenati in massa.:17 militari russi sono stati ricoverati in ospedale in gravi condizioni, due di loro sono morti ieri. Il destino degli altri 15 non sono ancora noti».

Ore 10:53 - Cosa accadrebbe se Zelensky venisse ucciso: il piano di Kiev

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) È la strategia della decapitazione: colpire il leader per destabilizzare lo schieramento nemico. Il rischio è messo nel conto, vale per Vladimir Putin come per Volodymyr Zelensky. Da quando è iniziata la crisi le indiscrezioni sui piani per assassinare il presidente ucraino si sono succedute con frequenza. Uno dei progetti sarebbe stato sventato dalla Cia, altri dai servizi segreti locali. Minacce reali si sono mescolate a racconti più «colorati», alle segnalazioni sulla presenza di presunti killer, di membri delle forze speciali del Gru russo, su traditori disposti a collaborare con l’invasore. Kiev ha insistito, a seconda dei momenti, su questa carta. Ma soprattutto ha adottato misure di prevenzione ferree che non costituiscono una garanzia assoluta. I terroristi dell’Ira ricordavano ai britannici: a noi basta essere fortunati una volta, voi dovete esserlo sempre. E dunque gli angeli custodi non possono mai riposare.

Ore 11:08 - Romania: «Inaccettabili gli attacchi russi vicino al confine»

«I continui attacchi della Russia contro le infrastrutture civili dell'Ucraina sul Danubio, in prossimità della Romania, sono inaccettabili. Sono crimini di guerra e compromettono ulteriormente la capacità d Kiev di trasferire i suoi prodotti alimentari a chi ne ha bisogno nel mondo». Lo ha scritto su Twitter il presidente romeno, Klaus Iohannis.

Ore 11:45 - Peskov: in corso telefonata tra Erdogan e Putin

Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan stanno avendo un colloquio telefonico per la prima volta da cinque settimane. Lo ha annunciato il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov. «La conversazione è attualmente in corso», ha detto Peskov ai giornalisti, citato dalla Tass.

Ore 12:00 - Peskov: torneremo nell'accordo sul grano se rispettata la parte russa

Mosca «è pronta a tornare immediatamente nell'accordo» sull'export di grano dal Mar Nero quando la parte dell'intesa che riguarda la Russia «verrà rispettata». Lo ha ribadito il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, come riporta Ria Novosti.

Ore 12:07 - Mosca annuncia: al via le esercitazioni militari nel Mar Baltico

La Russia ha dato il via alle esercitazioni militari navali Ocean Shield-2023, come annunciato dal ministero della Difesa di Mosca. «Dal 2 agosto nelle acque del Mar Baltico, sotto la guida del comandante in capo della Marina, l'ammiraglio Nikolai Evmenov, è iniziata l'esercitazione navale Ocean Shield-2023», si legge nel comunicato del dicastero. «Si prevede di testare la prontezza delle forze della Marina di proteggere gli interessi nazionali russi in un'aerea operativamente importante», spiega la Difesa.

Ore 12:20 - Erdogan a Putin: «La fine del patto sul grano non giova a nessuno»

La fine dell'accordo per le esportazioni di grano dall'Ucraina, dopo l'uscita della Russia nelle scorse settimane, non gioverà a nessuno. Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante una telefonata con l'omologo russo Vladimir Putin. La Turchia continuerà a mediare con la diplomazia per fare ripartire l'iniziativa, ha aggiunto Erdogan, come riporta la direzione delle comunicazioni del presidente turco.

Ore 12:48 - Erdogan: d'accordo con Putin per una sua visita in Turchia

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e l'omologo russo Vladimir Putin hanno concordato, durante un colloquio telefonico, una visita da parte di quest'ultimo in Turchia. Nelle scorse settimane, Erdogan aveva affermato che Putin si recherà in Turchia durante il mese di agosto.

Ore 13:35 - Putin chiede il sostegno della Turchia per l'esportazione del grano

Il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto il sostegno del suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan per esportare i cereali russi e di fatto aggirare le sanzioni occidentali, pur rifiutandosi di rilanciare l'accordo sull'export del grano ucraino. «Tenuto conto delle necessità alimentari dei Paesi più bisognosi, sono in corso di elaborazione delle opzioni per permettere le forniture di cereali russi. Esiste una volontà di cooperare in questo settore con la Turchia», ha riferito il Cremlino in un comunicato sulla telefonata tra i due leader.

 Ore 13:39 - Il Papa all'Europa: mancano rotte coraggiose di pace

Mancano «rotte coraggiose di pace» e il Papa chiede all'Europa: «verso dove navighi, se non offri percorsi di pace, vie creative per porre fine alla guerra in Ucraina e ai tanti conflitti che insanguinano il mondo?». «Preoccupa quando si legge che in tanti luoghi - ha detto Papa Francesco nel suo primo discorso in Portogallo - si investono continuamente fondi sulle armi anziché sul futuro dei figli. Io sogno un'Europa, cuore d'Occidente, che metta a frutto il suo ingegno per spegnere focolai di guerra», «un'Europa che includa popoli e persone, senza rincorrere teorie e colonizzazioni ideologiche».

Ore 14:19 - Usa: «La Wagner non rappresenta una minaccia per la Nato»

I combattenti del gruppo Wagner non rappresentano una minaccia diretta per la Nato e coloro che sono rimasti in Ucraina non hanno alcuna influenza significativa sulle ostilità. È quanto ha riferito l'emittente Voice of America, citando il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti John Kirby. Kirby ha affermato che alcuni combattenti di Wagner si sono trasferiti in Africa nel tentativo di «aumentare l'instabilità» nei Paesi del continente. Altri rimangono in Ucraina e alcuni sono stati schierati in Bielorussia, ha aggiunto. Secondo Kirby, gli Stati Uniti non sono a conoscenza di alcuna minaccia concreta del gruppo Wagner nei confronti della Polonia o di altri alleati, ma Washington sta monitorando attentamente la situazione.

Ore 14:48 - Cremlino: «Incontro di pace a Riad solo per creare alleanza antirussa»

L’incontro di pace in Arabia Saudita che esamina la «formula per la pace» proposta dal presidente ucraino Zelensky è una bufala, il cui unico scopo è quello di creare un’alleanza antirussa guidata dai Paesi occidentali e dall’Ucraina». Con queste parola etichetta il vertice la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. «Questa non è né una conferenza di carattere scientifico o pratico, né un incontro di diplomatici per trovare soluzioni politiche», ha aggiunto.

Ore 14:58 - Ministro di Varsavia: «Ucraina poco grata agli aiuti. Sempre agito nel nostro interesse»

Il vice ministro degli Esteri polacco Pawel Jablosnki ha dichiarato che lo stato delle attuali relazioni diplomatiche con l’Ucraina non sia dei migliori, dopo che Varsavia ha messo in dubbio la mancanza di gratitudine di Kiev per il costante aiuto finanziario e la fornitura di armi degli alleati. A seguito di queste critiche mosse dal capo dell’Ufficio presidenziale polacco per la politica internazionale Marcin Przydacz, Kiev ha convocato l’ambasciatore polacco, e a Polonia ha risposto oggi convocando a sua volta il rappresentante diplomatico ucraino nel Paese.

«Siamo in parte comprensivi perché, ovviamente, lo Stato è sotto attacco, ma non dovrebbe nemmeno attaccare i suoi alleati», ha aggiunto il viceministro polacco. Jablosnki ha infine sottolineato che le misure adottate da Varsavia nei confronti dell’Ucraina e dell’invasione russa sono sempre andate nella direzione di favorire gli interessi nazionali. «Sosteniamo l’Ucraina nella misura in cui è nell’interesse nazionale polacco. È sempre stato così e così sarà».

Ore 15:04 - Mosca denuncia: «Tentativo ucraino di attaccare nostra nave nel Mar Nero»

«L’Ucraina ha provato ad attaccare con un drone anfibio una nave della Marina russa che scortava una nave civile nella parte sud-occidentale del Mar Nero». Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa russo in un comunicato. «Grazie alle azioni professionali dell’equipaggio, la barca ucraina senza equipaggio è stata individuata e distrutta in tempo», conclude la nota.

Ore 15:12 - Intesa Sanpaolo chiude l’ufficio di rappresentanza in Russia

(di Andrea Rinaldi) Intesa Sanpaolo dice addio alla Russia. La banca dall’1 agosto ha chiuso l’ufficio di rappresentanza a Mosca che fa capo a Imi Cib international network. Si tratta dell’ultimo passo di un percorso di allontanamento dalla Federazione Russa iniziato con lo scoppio del conflitto in Ucraina.

L’uscita effettiva si realizzerà gradualmente nei prossimi mesi. L’impatto sul personale è quasi nullo trattandosi di numeri molto contenuti. L’istituto guidato da Carlo Messina ha infatti reagito rapidamente dopo l’invasione di Luhansk e Donetsk, nel dettaglio l’esposizione cross-border verso la Russia è passata dai 3,3 miliardi di euro al 30 giugno 2022 a 700 milioni di euro allo scorso 30 giugno. In un solo anno, si è ridotta del 77% e nessun nuovo finanziamento è stato erogato né sono stati realizzati nuovi investimenti.

Ore 15:20 - Raid russi contro il grano ucraino sul Danubio. L’accusa di Kiev: «Distrutte 40mila tonnellate»

«I raid russi sul Danubio hanno danneggiato 40mila tonnellate di cereali». Questa la denuncia del governo ucraino, relativamente ai granai vittima dell'attacco sul porto fluviale ucraino, a pochi chilometri dal confine con la Romania (Paese membro della Nato). Gli attacchi russi che mercoledì mattina hanno colpito le infrastrutture portuali ucraine sul Danubio hanno danneggiato una grande quantità di cereali destinati all’esportazione.

L’annuncio del ministro ucraino delle Infrastrutture Oleksandre Koubrakov: «I russi hanno colpito magazzini e silos di grano atteso dai Paesi africani, dalla Cina e da Israele. Mirano deliberatamente ai porti, danneggiando il commercio con Paesi terzi».

Ore 15:24 - Difesa Kiev: «Medico ucciso era al suo primo giorno di lavoro»

«Era al suo primo giorno di lavoro, dopo avere terminato il tirocinio». Così su Twitter il ministero della Difesa ucraino sul medico ucciso ieri in un bombardamento russo che ha colpito un ospedale a Kherson, identificando la vittima in Dmytro Bily, un otorinolaringoiatra, e postando la sua foto con il camice.

Si era laureato in Medicina all'università statale di Zaporizhzhia, nell'Ucraina sudorientale, e aveva 25 anni. Nell'attacco è rimasta ferita un'infermiera. «Dalla liberazione di Kherson, non c'è stato un solo giorno senza un raid sulla città'', scrive il ministero sul social.

Ore 15:52 - Mosca, confermata la condanna al giornalista Safronov: 22 anni

La Corte suprema russa ha respinto l'appello contro la condanna a 22 anni di reclusione inflitta al giornalista investigativo Ivan Safronov. Il reporter è stato accusato di aver svelato informazioni riservate all'intelligence ceca, ma le imputazioni sono considerate infondate. Molti osservatori ritengono che l'arresto di Safronov sia legato alla sua attività giornalistica. Il processo d'appello per «alto tradimento» si è svolto a porte chiuse, come già avvenuto per quello di primo grado. Secondo i sostenitori di Safronov, riferisce Novaya Gazeta Europa, il giornalista non era presente in aula né in videocollegamento dal carcere per motivi che non sono stati spiegati nella parte aperta del processo.

Ore 16:07 - Parigi contro il raid russo sul Danubio: «Mosca vuole creare un'emergenza alimentare globale»

La Francia accusa la Russia di mettere deliberatamente a rischio la sicurezza alimentare mondiale distruggendo infrastrutture essenziali per l'esportazione di cereali: «Sta solo cercando il proprio interesse a scapito delle popolazioni più vulnerabili facendo salire i prezzi dei prodotti agricoli e cercando di impedire a uno dei suoi principali concorrenti di esportare le sue produzioni» ha dichiarato un portavoce del ministero degli esteri, facendo riferimento agli attacchi russi alle infrastrutture ucraine sul Danubio.

Ore 16:28 - Belgorod, prime armi consegnate ai volontari russi

Nella regione russa di Belgorod, al confine con l'Ucraina, si è svolta una cerimonia di consegna delle armi ai volontari delle cosiddette unità di autodifesa territoriale. Sono state fornite stazioni radio digitali, quadricotteri, pistole anti-drone e chiavi per i nuovi fuoristrada Uaz.

Nel Kursk, altra regione russa che confina con l'Ucraina, il governatore regionale Roman Starovoit ha annunciato la consegna di una prima fornitura di armi militari ai volontari della milizia civile.

Ore 16:33 - Il contributo degli oligarchi: finanziamenti e mercenari per l'esercito russo

Alcune società industriali di proprietà di oligarchi russi, tra cui Oleg Deripaska, Leonid Mikhelson, Sergey Gordeev e Mikhail Gutseriev, sono coinvolte in un meccanismo di incentivi finanziari rivolti ai mercenari che vengono arruolati per combattere in Ucraina. È quanto emerge da un'inchiesta del media indipendente iStories, ripresa dal sito Meduza.

Oltre a fornire armi all'esercito regolare, questi oligarchi pagherebbero parte degli stipendi dei soldati a contratto. Come Igor Sergienko, comandante di plotone del battaglione Sokol («Falco») dell'esercito russo. Il suo stipendio viene pagato in parte dal ministero della Difesa, circa 200.000 rubli al mese, mentre altri 100.000 rubli risultano provenire da uno sponsor privato, che lo stesso Sergienko definisce come una società del complesso militare-industriale. Anche la società di estrazione del gas naturale Novatek, i cui proprietari di maggioranza sono il miliardario Leonid Mikhelson e l'amico di lunga data di Vladimir Putin Gennady Timchenko, sta partecipando a un programma di sponsorizzazione simile.

Ore 16:48 - La ricerca di OpenDataBot sulla natalità in Ucraina: «Quasi 40mila neonati in meno da inizio invasione»

La guerra non è lo scenario ideale per mettere al mondo dei bambini. «Dall'inizio del conflitto in Ucraina la natalità è crollata del 28%, con 38.324 neonati in meno nati nei primi sei mesi di quest'anno rispetto allo stesso periodo del 2021, prima che la Russia invadesse il Paese». È quanto emerge dalle cifre diffuse dall'impresa di analisi dei dati OpenDataBot.

La diminuzione delle nascite dall'inizio del conflitto al 2023 è la maggiore da quando l'Ucraina ha ottenuto l'indipendenza nel 1991. Dall'invasione russa sono nati in media 16.000 bambini al mese rispetto ai 23.000 che nascevano mensilmente prima del conflitto mosso da Mosca a grande scala. Prima dell'inizio della guerra era prevista una diminuzione della popolazione ucraina del 50% nel 2050, secondo le stime dell'Onu.

Ulteriori contraccolpi sulla natalità nel Paese derivano dal fatto che almeno 6 milioni di ucraini hanno abbandonato il Paese dall'inizio del conflitto, secondo i dati dell'alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Ore 16:57 - Navalny, 180 giorni in cella d’isolamento. Come si sopravvive al gulag russo - Il Video

(Di Maria Serena Natale) Letti rimossi, luci accese 24 ore su 24, temperature estreme, fame: il dissidente Aleksej «in punizione» per i motivi più assurdi.

 Ore 17:09 - La Russia invia nuovi equipaggiamenti militari e volontari nella regione di Belgorod

Le autorità russe hanno consegnato armi ed equipaggiamento militare ai volontari nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina, teatro di incursioni da parte delle forze di Kiev. «La cosa principale è che tutto si svolge in stretta conformità con la legge e, naturalmente, in relazione alla situazione sul campo in questa regione di confine», ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Che ha spiegato che la decisione fa parte delle misure di sicurezza decise da Mosca in risposta ai recenti attacchi con i droni su diverse città russe, tra cui la capitale. Per evitare che le armi cadano «nelle mani sbagliate», Peskov ha assicurato che «non saranno mai incontrollate: tutti i meccanismi di controllo, ovviamente, devono essere implementati con molta attenzione».

Ore 17:15 - Borrell: «Gli attacchi di Mosca peggiorano la sicurezza alimentare»

«La Russia continua i suoi attacchi aerei su Kiev, Odessa e sui porti ucraini del Danubio. Questi attacchi mirati alle infrastrutture cerealicole ucraine aggravano l’insicurezza alimentare globale, mettendo a rischio milioni di persone tra le più vulnerabili», scrive in un tweet Josep Borrell, l’Alto Rappresentante Ue per la Politica.

Ore 17:45 - Kiev: «Stiamo preparando summit per la pace in Arabia Saudita»

«Continuiamo a preparare il secondo incontro a livello di consiglieri per la sicurezza nazionale e consiglieri politici dei leader di stato in Arabia Saudita». È quanto scrive in un messaggio su Telegram il capo dell'Ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak. L'incontro «sarà dedicato ai principi chiave della pace basati sulla formula della pace del presidente Volodymyr Zelensky», ha sottolineato Yermak, «il nostro obiettivo in Arabia Saudita è quello di sviluppare una visione unificata della formula di pace ucraina e di elaborare le possibilità di tenere un Global Peace Summit in futuro».

Ore 17:54 - Dalla Russia un appello al dialogo in Niger

La Russia lancia un appello al «dialogo» in Niger dopo il colpo di stato militare che ha deposto il presidente eletto Mohamed Bazoum. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova citata dalla Tass. «Riteniamo che sia estremamente importante evitare un ulteriore deterioramento della situazione nel Paese. Chiediamo un dialogo nazionale per ripristinare la pace civile, la legge e l'ordine» e «riteniamo che la minaccia di usare la forza in un Paese sovrano non contribuirà alla de-escalation e alla risoluzione della situazione nel paese», ha sottolineato Zakharova.

«Nella ricerca di una soluzione al conflitto in Niger, continuiamo a essere guidati dal principio "soluzione africana ai problemi africani". Ci aspettiamo che l'Unione africana e altre organizzazioni subregionali compiano un vigoroso sforzo di mantenimento della pace per aiutare la popolazione del Niger a uscire fuori da questa crisi», ha aggiunto Zakharova.

Ore 17:59 - Kiev: «Dall'inizio della guerra uccisi 10.749 civili, 499 sono bambini»

L'ufficio del procuratore generale ucraino Yurii Belousov ha riferito che 10.749 civili ucraini sono stati uccisi per mano degli occupanti russi, mentre 15.599 sono rimasti feriti dall'inizio della guerra. Lo scrive l'Ukrainska Pravda. «Abbiamo la conferma di 10.749 civili morti e 15.599 feriti. Di questi 499 sono bambini. Quelli feriti sono 1.900», ha precisato Belousov. «Comprendiamo che questi numeri sono solo la punta dell'iceberg. Quando avremo ripreso i nostri territori, i numeri aumenteranno forse decine di volte», ha aggiunto. Belousov ha poi ipotizzato che «ci saranno decine di migliaia di morti» solo a Mariupol, città ucraina occupata dai russi.

Ore 18:10 - Wall Street Journal: «In Ucraina il numero di amputazioni è simile a quello della Prima guerra mondiale»

Il numero di amputazioni necessarie agli ucraini è già a un livello simile a quello della Prima guerra mondiale. Secondo il Wall Street Journal, tra i 20mila e i 50mila ucraini hanno subito l’amputazione di uno o più arti nei diciotto mesi successivi all’intervento armato della Russia. Per fare un confronto, durante i quattro anni della Prima guerra mondiale, 41mila soldati britannici e 67mila tedeschi hanno avuto bisogno di amputazioni. Il quotidiano dà inoltre un’idea di quanto siano dispendiose le protesi: alcune costano più di 46.500 euro. Secondo quanto riferito dalle autorità di Kiev, i feriti pagano 21mila euro per coprire i costi, ma molti hanno ancora difficoltà a permettersi le cure. Alcuni dei feriti hanno dovuto recarsi all’estero per farsi curare.

Ore 18:37 - Moldavia, si schianta con l’auto su cancello ambasciata russa

La polizia moldava ha arrestato un uomo che si è schiantato con una Mercedes contro il cancello dell’ambasciata russa a Chisinau: lo riferisce la testata online Meduza citando il ministero dell’Interno moldavo. Secondo le forze dell’ordine, il guidatore ha sbattuto con l’auto contro il cancello davanti all’ambasciata, non è chiaro se volontariamente o meno, ed è andato via. L’automobile sarebbe stata poi rintracciata dalla polizia diretta verso la città di Strasheni, ma l’uomo alla guida avrebbe ignorato l’ordine degli agenti di fermarsi e sarebbe andato a sbattere contro altri due veicoli. Secondo la polizia, non ci sono feriti.

Ore 18:44 - Le immagini dei granai ucraini incendiati dopo l’attacco a porto sul Danubio

Ore 18:45 - Il video degli attacchi ai granai di Izmail, vicino al confine con la Romania

Ore 19:12 - Limitato il traffico di aerei e navi nello stretto di Kerch

Il ministero della Difesa russo ha disposto limitazioni al traffico di navi e aerei nello stretto di Kerch, che collega il mar Nero al Mar d'Azov. Il provvedimento, pubblicato sul sito, riguarda le imbarcazioni di superficie e subacquee e gli aerei, ad eccezione delle navi della Marina, dell'Fbs e della Guardia nazionale che navigano durante le ore diurne lungo le vie navigabili e le rotte raccomandate attraverso lo Stretto di Kerch, in transito o verso i porti dello stretto.

Ore 19:26 - Zelensky ai diplomatici ucraini: «Spero in un summit per la pace in autunno»

Il presidente ucraino Zelensky ha riferito ai diplomatici ucraini che un vertice per la pace potrebbe svolgersi entro pochi mesi, se i colloqui di questa settimana in Arabia Saudita andranno come previsto. Zelensky ha spiegato che il vertice a Gedda rappresenterà un "trampolino di lancio". Zelensky ha aggiunto che all'incontro in Arabia Saudita saranno rappresentati circa 40 Paesi. Un incontro simile si è tenuto a giugno a Copenaghen, alla presenza di alti funzionari del G7, dell'Unione Europea, del Brasile e della Turchia. La Cina è stata invitata, ma non ha partecipato.

Andrii Yermak, a capo dell'ufficio di Zelensky, ha dichiarato che i consiglieri ucraini si stanno già preparando per l'incontro in Arabia Saudita. Ha aggiunto che Kiev vuole che in Arabia Saudita partecipino più Paesi dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina, per aiutare a «elaborare le possibilità di organizzare il futuro Vertice Globale per la Pace. Il nostro obiettivo in Arabia Saudita è sviluppare una visione comune sulla Formula di Pace (di Zelensky, ndr) ed elaborare le possibilità di organizzare il futuro Vertice globale per la Pace. Dobbiamo ripristinare l'ordine mondiale», ha aggiunto Yermak, «il diritto internazionale e stabilire una pace giusta basata sulla Carta delle Nazioni Unite e alle condizioni dell'Ucraina».

Ore 19:48 - Lula: «Se si vuole la pace non si fa la guerra». Presidente brasiliano rammaricato dalle posizioni di alcuni Paesi europei

Il presidente del Brasile ha ribadito la necessità di avviare un processo di pace sulla guerra in Ucraina e ha affermato che per riuscirci «il primo passo è non partecipare alla guerra». Lula lo ha dichiarato durante una conferenza stampa a Brasilia con i corrispondenti internazionali durante la quale ha confermato la posizione del suo governo di non voler sostenere nessun Paese in particolare. Lula si è detto in questo senso «rammaricato» per la posizione di molti paesi dell'Europa, che ha definito come «un continente con una lunga tradizione democratica». Il presidente brasiliano ha condannato d'altra parte anche «l'invasione russa» e ha ribadito che il Brasile parteciperà al vertice internazionale sui negoziati per il conflitto, che si svolgerà il 5 e 6 agosto in Arabia Saudita.

Ore 01:24 - Kiev sotto attacco di droni russi

Kiev è sotto l’attacco di droni russi e le forze di difesa aerea sono state attivate: lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare della capitale ucraina, Serhiy Popka, come riporta Rbc-Ucraina. «L’allerta aerea è in corso, la difesa aerea sta operando nella regione alla periferia di Kiev», ha dichiarato il funzionario. I residenti della capitale e della regione di Kiev sono stati invitati a rimanere nei rifugi fino a quando l’allarme aereo non sarà revocato…

Guerra Ucraina - Russia, le news del 3 agosto.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. La Polonia denuncia: «Spazio aereo violato». Minsk nega e convoca l'ambasciatore polacco. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera giovedì 3 agosto 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di giovedì 3 agosto. Minsk ha esortato Varsavia a non usare il caso come giustificazione per un rafforzamento delle sue truppe al confine. Kiev: «Avanziamo sui fianchi di Bakhmut» 

• Kiev rivendica anche il secondo attacco al ponte di Crimea.

• Bombe russe colpiscono filobus e cattedrale a Kherson: 7 civili feriti

• Il Cremlino ha inserito la Norvegia nella lista dei Paesi ostili alla Russia.

• Borrell: «Russia vuole creare emergenza alimentare globale». Peskov: «Mosca fornitore affidabile».

• Erdogan: «In programma una visita di Putin in Turchia».

Ore 00:43 - Erdogan: d'accordo con Putin per una sua visita in Turchia

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e l'omologo russo Vladimir Putin hanno concordato, durante un colloquio telefonico, una visita da parte di quest'ultimo in Turchia. Nelle scorse settimane, Erdogan aveva affermato che Putin si recherà in Turchia durante il mese di agosto.

Ore 01:00 - Nuovi droni oltreconfine e barchini nel Mar Nero: così Kiev intensifica gli attacchi

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Attacchi con i droni oltreconfine e con i barchini esplosivi sul fronte marittimo. Volodymyr Zelensky ha annunciato domenica che la guerra sta tornando in Russia e questa sua promessa è stata confermata nella mattina di martedì, quando tre velivoli senza pilota sono comparsi nei cieli di Mosca e tre droni navali sono stati neutralizzati nel Mar Nero. Nella capitale due droni sono stati abbattuti dalla contraerea, mentre il terzo — confuso dal «jamming», i sistemi di difesa elettronica — ha centrato lo stesso grattacielo colpito domenica. Sul fronte marittimo, invece, i tre droni navali ucraini sono stati neutralizzati, ma avevano come obiettivo la Sergey Kotov e la Vasily Bykov, due corvette di pattugliamento inviate a sorvegliare le rotte del grano dopo la fine dell’accordo, che erano attraccate 340 chilometri a sudovest di Sebastopoli.

Ore 01:28 - Romania: «Inaccettabili gli attacchi russi vicino al confine»

«I continui attacchi della Russia contro le infrastrutture civili dell'Ucraina sul Danubio, in prossimità della Romania, sono inaccettabili. Sono crimini di guerra e compromettono ulteriormente la capacità d Kiev di trasferire i suoi prodotti alimentari a chi ne ha bisogno nel mondo». Lo ha scritto su Twitter il presidente romeno, Klaus Iohannis.

Ore 01:39 - Raid russi contro il grano ucraino sul Danubio. L’accusa di Kiev: «Distrutte 40mila tonnellate»

«I raid russi sul Danubio hanno danneggiato 40mila tonnellate di cereali». Questa la denuncia del governo ucraino, relativamente ai granai vittima dell'attacco sul porto fluviale ucraino, a pochi chilometri dal confine con la Romania (Paese membro della Nato). Gli attacchi russi che mercoledì mattina hanno colpito le infrastrutture portuali ucraine sul Danubio hanno danneggiato una grande quantità di cereali destinati all’esportazione.

Il silos danneggiato nell'attacco

L’annuncio del ministro ucraino delle Infrastrutture Oleksandre Koubrakov: «I russi hanno colpito magazzini e silos di grano atteso dai Paesi africani, dalla Cina e da Israele. Mirano deliberatamente ai porti, danneggiando il commercio con Paesi terzi».

Ore 02:25 - Cosa accadrebbe se Zelensky venisse ucciso durante il conflitto: qual è il piano di Kiev

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) È la strategia della decapitazione: colpire il leader per destabilizzare lo schieramento nemico. Il rischio è messo nel conto, vale per Vladimir Putin come per Volodymyr Zelensky. Da quando è iniziata la crisi le indiscrezioni sui piani per assassinare il presidente ucraino si sono succedute con frequenza. Uno dei progetti sarebbe stato sventato dalla Cia, altri dai servizi segreti locali. Minacce reali si sono mescolate a racconti più «colorati», alle segnalazioni sulla presenza di presunti killer, di membri delle forze speciali del Gru russo, su traditori disposti a collaborare con l’invasore. Kiev ha insistito, a seconda dei momenti, su questa carta. Ma soprattutto ha adottato misure di prevenzione ferree che non costituiscono una garanzia assoluta. I terroristi dell’Ira ricordavano ai britannici: a noi basta essere fortunati una volta, voi dovete esserlo sempre. E dunque gli angeli custodi non possono mai riposare.

 Ore 03:27 - Il video degli attacchi ai granai di Izmail, vicino al confine con la Romania

Ore 03:55 - Kiev attaccata nella notte da droni russi

Kiev è stata attaccata nella notte da droni russi e le forze di difesa aerea sono state attivate: lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare della capitale ucraina, Serhiy Popka, come riporta Rbc-Ucraina. «L’allerta aerea è in corso, la difesa aerea sta operando nella regione alla periferia di Kiev», ha dichiarato il funzionario. I residenti della capitale e della regione di Kiev sono stati invitati a rimanere nei rifugi fino a quando l’allarme aereo non sarà revocato.

Ore 05:05 - Kiev: «Distrutti quasi 15 droni kamikaze russi»

Le forze di difesa aerea ucraine hanno distrutto nella notte quasi 15 droni kamikaze di tipo Shahed durante un attacco russo: lo ha riferito su Telegram il capo l’Amministrazione militare della capitale, Serhiy Popka, come riporta Rbc-Ucraina.

Ore 07:39 - Attacco di tre ore a Kiev: distrutti una dozzina di droni

Le forze di difesa ucraine hanno distrutto tutti gli obiettivi durante l’attacco notturno russo con droni sulla capitale Kiev: una dozzina in totale. Su Telegram il capo dell’amministrazione militare di Kiev Serhiy Popko, ha ricordato che la capitale è stata presa di mira per l’ottavo giorno consecutivo: «Le forze e i mezzi di difesa aerea hanno individuato e distrutto circa una dozzina di obiettivi aerei sui cieli di Kiev. L’attacco è durato esattamente 3 ore».

Ore 08:06 - Difesa antiaerea russa sventa attacco nella regione di Kaluga: «Abbattuti sei droni»

Le forze di difesa aerea russe hanno abbattuto sei droni che stavano sorvolando la regione russa di Kaluga durante la notte, a 200km da Mosca: l’attacco non ha provocato vittime o danni materiali, ha confermato questa mattina il governatore Vladislav Shapsha. «Durante la notte, sei droni sono stati abbattuti dalle forze di difesa aerea nella parte sud-occidentale della regione di Kaluga, mentre cercavano di sorvolare la regione. Non ci sono vittime o danni», ha scritto il governatore su Telegram.

Ore 08:18 - Erdogan: «Auspichiamo accordi di cooperazione Russia-Turchia con la visita di Putin»

Recep Tayyip Erdogan è ottimista sulla visita di Putin in Turchia, circostanza per la quale deve essere però ancora trovata una data. Il presidente turco è convinto possano essere firmati anche degli accordi di cooperazione tra i due Paesi

«Diventerà chiaro prima della visita in quali aree potremmo espandere e migliorare la nostra cooperazione», ha aggiunto una fonte governativa di Ankara. «Questi accordi sono possibili in molte aree, dall’energia alla cooperazione sull’estinzione degli incendi, la cui efficacia abbiamo visto di recente». Sfere di competenza che andranno al di là del conflitto ucraino, per quanto la guerra sarà certamente argomento di discussione tra i due leader.

Ore 08:28 - Borrell: «Mosca vuole creare dipendenze nel mercato alimentare»

Bruxelles ha avvertito i Paesi in via di sviluppo e i Paesi del G20 che Mosca sta offrendo grano sotto costo per creare nuove dipendenze nel mercato e rendere il pianeta dal punto di vista alimentare ancora più vulnerabile. Lo scrive in una lettera il capo della diplomazia dell’Unione europea Josep Borrell.

«Mentre il mondo affronta il problema dell’interruzione delle forniture e dell’aumento dei prezzi, la Russia si rivolge ai Paesi vulnerabili con offerte bilaterali di spedizioni di grano a prezzi scontati, fingendo di risolvere un problema che ha creato lei stessa», ha scritto Borrell nella lettera. «Si tratta di una politica cinica, ha chiarito in un passaggio successivo, che usa deliberatamente il cibo come arma per creare nuove dipendenze, esacerbando le fragilità economiche e l’insicurezza alimentare globale».

Ore 08:32 - Il rapporto della Difesa Uk: «I campi incolti rallentano la controffensiva di Kiev»

Anche la natura sarebbe un elemento negativo per la riuscita della controffensiva ucraina. Questo quanto afferma il ministero della Difesa britannico nel suo ultimo aggiornamento sul conflitto. «La ricrescita del sottobosco nei campi di battaglia dell'Ucraina meridionale è probabilmente un fattore che contribuisce al lento progresso dei combattimenti nell'area. La terra prevalentemente arabile nella zona di combattimento è stata lasciata incolta per 18 mesi, con il ritorno di erbacce e arbusti che accelerano nelle calde e umide condizioni estive», si legge nel comunicato diffuso da Londra, citato dal Guardian. «La copertura extra aiuta a camuffare le posizioni difensive russe e rende i campi minati difensivi più difficili da ripulire». Questo rallentamento riguarderebbe comunque anche l'esercito russo, risultando uno svantaggio per entrambi i contendenti.

Ore 08:42 - Bombe russe sul filobus dei lavoratori a Kherson: 7 feriti

Un filobus con le persone che andavano al lavoro è stato bombardato questa mattina a Kherson, nell'Ucraina meridionale, lo ha riferito il capo regionale Roman Mrochka, citato da Rbc-Ukraine. «Sono stati bombardati i trasporti pubblici e le persone che andavano al lavoro».

Le bombe erano dirette contro una cattedrale, il filobus è stato colpito. «Durante l'estinzione dell'incendio nella cattedrale di Santa Caterina, ci sono stati ripetuti bombardamenti», ha riferito il Ministero degli Interni, anche quattro dipendenti del servizio di emergenza sono rimasti feriti.

 Il governatore regionale Oleksandr Prokudin ha poi specificato che tre civili e quattro operatori dei servizi di emergenza ucraini sono rimasti feriti nel raid. «Una donna di 39 anni e un uomo di 53 anni sono stati sottoposti a cure mediche e a esami. Un uomo di 74 anni ha riportato gravi ferite al petto e un trauma cranico. I medici stanno lottando per salvargli la vita», ha raccontato il governatore.

«Tre persone che stavano viaggiando su un bus davanti alla cattedrale sono rimaste ferite e portate in ospedale», ha dichiarato Prokudin. «Sono stati colpiti mentre erano impegnati a domare l'incendio, che si è scatenato dopo l'attacco alla chiesa, è stato eseguito un secondo attacco», hanno reso noto i servizi di emergenza.

Ore 09:30 - Il doppio attacco alla cattedrale di Santa Caterina: la denuncia dei servizi d'emergenza ucraini

Serhiy Kruk , capo del servizio di emergenza statale ucraino, ha pubblicato sui social media immagini di soccorritori insanguinati e feriti e attrezzature di emergenza danneggiate a Kherson a seguito di quello che l'Ucraina sostiene sia stato un attacco doppio vicino alla chiesa di Santa Caterina.

Ore 09:39 - Anche la Norvegia nella lista dei Paesi ostili al Cremlino

La Norvegia è stata inserita nella lista dei Paesi ostili alla Russia, secondo le motivazioni del Cremlino, «per aver commesso azioni ostili contro le missioni diplomatiche e consolari russe». Finora erano state imposte restrizioni alle missioni diplomatiche di Stati Uniti, Repubblica Ceca, Grecia, Danimarca, Slovenia, Croazia e Slovacchia. Un elenco che nel prossimo futuro potrebbe ulteriormente aumentare.

Ore 09:48 - Tajani: «Difendere il corridoio del grano sul Mar Nero»

«È complicato però bisogna fare di tutto per difendere la pace e conquistarla laddove si è persa». Lo ha detto il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajan i a Rai Isoradio. «Come Italia siamo favorevoli a tutte le iniziative diplomatiche. Penso, per esempio, alla difesa del corridoio del grano attraverso il Mar Nero. Sosteniamo tutte le mediazioni, comprese quelle della Turchia», ha concluso.

Ore 10:19 - La denuncia di Kiev sui territori riconquistati: «Anche cinque mine russe per metro quadrato»

«Il numero di mine sul territorio che le nostre truppe hanno riconquistato è assolutamente folle. In media ci sono tre, quattro, cinque mine per metro quadro», ha detto alla tv nazionale il segretario del Consiglio di sicurezza ucraino Oleksiy Danilov.

Ore 10:35 - Lisbona, la preghiera del Papa per la pace con un gruppo di giovani ucraini

Questa mattina Papa Francesco ha incontrato un gruppo di 15 giovani pellegrini dall'Ucraina accompagnati da Denys Kolada, Consulente per il Dialogo con le organizzazioni religiose presso il Governo ucraino. Dopo aver ascoltato le loro storie, il Papa ha rivolto ai ragazzi alcune parole, manifestando la sua vicinanza e preghiera per la «martoriata ucraina».

Ore 10:38 - Granai ucraini incendiati sul Danubio, al confine con la Romania - Il Video

La notte del primo agosto un raid russo aveva colpito alcuni magazzini di grano vicino le foci del Danubio, a pochi chilometri dal confine con la Romania, Paese membro della Nato. Secondo fonti vicine al governo di Kiev sarebbero andate perse 40mila tonnellate di cereali destinate alla Cina, Israele e diversi Stati africani.

Ore 10:52 - Aeronautica ucraina: «Abbattuti oltre 20 droni diretti a Kiev»

«Più di 20 droni russi sono stati distrutti nella notte», lo ha specificato l'aeronautica ucraina raccontando che si tratta del l'ottavo giorno consecutivo di attacchi di droni Shahed di fabbricazione iraniana lanciati dalla Russia sulla capitale. Non sono state segnalate vittime o danni.

Ore 11:02 - Zaporizhzhia, morta una donna in altri raid russi

Una donna di 58 anni è stata uccisa per via di attacchi aerei che hanno preso di mira più di venti insediamenti nella regione di Zaporizhzhia. Lo ha reso noto l'amministrazione militare regionale, precisando che la donna è morta a causa del bombardamento della città di Preobrazhenka.

Ore 11:07 - L'Ucraina rivendica anche secondo attacco al ponte di Crimea

Il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell'Ucraina Oleksiy Danilov ha confermato che i servizi ucraini sono stati coinvolti in entrambe le esplosioni sul ponte di Crimea: «I nostri militari fanno chiarezza sulla "presunta intoccabilità" di molti bersagli che in Russia erano considerati protetti al 100%. Come il ponte di Crimea, di cui hanno parlato i rappresentanti del nostro servizio di sicurezza che hanno preso parte sia al primo che al secondo caso», ha detto Danilov.

Usa e Paesi alleati occidentali non autorizzano l'uso di armi occidentali per colpire la Russia, ha aggiunto Danilov, ma queste restrizioni non si applicano alla produzione del complesso militare-industriale ucraino.

Ore 11:13 - Peskov ringrazia Putin: «Onorato di essere accanto a lui da 20 anni»

Il presidente russo Vladimir Putin è come un maestro per il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che si dice fortunato per essergli potuto stare accanto per venti anni. Lo ha dichiarato il portavoce, secondo quanto ha riportato l'agenzia di stampa Ria Novosti.

«Sono stato fortunato nella mia vita, per 20 anni sono stato davvero vicino a una persona che considero il mio maestro. Voglio dire Putin», ha affermato Peskov. «Il modo in cui convince i suoi interlocutori, il modo in cui è costretto a dire cose non molto piacevoli a qualcuno, è per me un'esperienza inestimabile e mi ha permesso di imparare molto», ha aggiunto.

Ore 11:26 - Kiev: «Per la controffensiva servono ulteriori rinforzi, tank ed F16»

«Per continuare la sua controffensiva contro la Russia, l'Ucraina ha bisogno di centinaia di veicoli corazzati, più sistemi di difesa aerea e aerei da combattimento F-16». Lo dice il consigliere dell'ufficio della presidenza ucraina Mikhailo Podoliak , in un'intervista pubblicata dal portale di notizie ungherese Hvg.

«Perché le nostre operazioni abbiano successo, abbiamo bisogno di abbastanza truppe corazzate. Non stiamo parlando di 10-15 carri armati, ma di altri 100-300», ha detto il consigliere del presidente ucraino Volodimir Zelensky.

Podoliak ha anche riconosciuto alla Russia un vantaggio aereo, una situazione che potrebbe essere compensata installando nuovi sistemi di difesa aerea e aerei da combattimento F-16. «Se queste consegne accelereranno, accelererà anche il corso della guerra», ha detto Podoliak, criticando la lentezza iniziale del sostegno militare occidentale nel 2022.

Ore 11:38 - La storia di Huliapole attraverso il suo ospedale, bombardato e ormai abbandonato - Il Video

(Lorenzo Cremonesi) La storia di una città, Huliapole, attraverso il suo ospedale. Huliapole è una città di frontiera: è stata nel fuoco dei russi fin dall’inizio della guerra. Tutte le case di questa città sono state colpite, quasi la metà distrutte: ci abitavano 18mila persone, ora - secondo i dati della polizia locale - sono rimasti solo in 1.830.

L’ospedale è ormai abbandonato dal mese di marzo: è stato più volte colpito nel corso dei 17 mesi di guerra. Olena, un’infermiera che è rimasta a vivere a Huliapole, spiega: «Il 9 giugno una bomba da 500kg lanciata da un aereo, ha colpito davanti all’ospedale e ha creato la maggior parte dei danni. L’ospedale ormai funziona solo come pronto soccorso», i malati - fin da marzo 2022 - vengono portati a Zaporizhzhia».

Ore 11:53 - I dubbi New York Times: «Addestramento delle truppe ucraine negli Usa non all'altezza»

Il New York Times mette in dubbio l'efficacia della preparazione delle truppe ucraine, per quanto armate ed addestrate dagli Stati Uniti. Citando esperti di questioni militari, la testata scrive che le forze di Kiev sono rimaste impantanate nei fitti campi minati russi, da qui le perplessità degli addetti. Commentando la controffensiva ucraina, finora, scrive il quotidiano americano, non sono arrivati grandi risultati e questo solleva interrogativi sulla qualità del loro addestramento ma anche sul fatto che decine di miliardi di dollari spesi per armare Kiev non sono riusciti a trasformare l'esercito in una forza militare con standard Nato. La testata annuncia anche che Kiev aumenterà la sua presenza nel sud del Paese con una seconda ondata di forze addestrate dall'Occidente per attaccare su piccola scala le linee russe.

Ore 11:58 - Mosca risponde a Borrell: «Russia fornitore affidabile di grano»

«La Russia rimane un fornitore stabile di grano e non utilizza le esportazioni di grano per rendere gli importatori dipendenti da essa», lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, commentando le osservazioni del capo della Politica Estera dell'Ue Josep Borrell, secondo cui la Russia fornisce grano a basso costo ai paesi in via di sviluppo per renderli dipendenti da Mosca.

«Non è assolutamente vero. La Russia è sempre stata ed è un sostenitore affidabile anche con i problemi esistenti. Mosca adempie a tutti i suoi obblighi. E potrebbe fare di più per soddisfare la crescente domanda se non fosse per le sanzioni illegali che dobbiamo affrontare», ha detto Peskov.

Ore 12:09 - Brics, Mosca rimane cauta: «Allargamento? Presto per dirlo»

Il possibile ingresso di altri Paesi nel gruppo Brics è materia di discussione e Mosca non ritiene necessario annunciare la propria posizione prima che abbiano luogo i colloqui con gli Stati membri: lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. «Sono comunque Paesi con i quali abbiamo una cooperazione abbastanza costruttiva in vari settori», ha detto il portavoce rispondendo a una domanda su un possibile ingresso nel gruppo di Argentina, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

Il Cremlino ha poi comunicato che il presidente russo Vladimir Putin parteciperà da remoto al prossimo vertice dei Brics, che si terrà in Sudafrica dal 22 al 24 agosto, mentre il ministro degli Affari esteri Sergei Lavrov sarà fisicamente presente.

Ore 12:27 - Ministra esteri norvegese: «Nessuno ci ha comunicato l'inserimento nella lista dei Paesi ostili»

Norvegia inserita da Mosca nella lista dei Paesi ostili alla Russia. La risposta della ministra degli Affari esteri norvegese Anniken Huitfeldt: «Noi siamo interessati a relazioni diplomatiche stabili. Al momento la Russia è ancora impegnata in un conflitto armato in Ucraina, ma lei stessa può scegliere di porre fine alla guerra. In quanto Paesi vicini, entrambi abbiamo interesse a stabilire relazioni diplomatiche e canali di contatto funzionanti, anche in tempi difficili. Tuttavia - ha specificato il ministro - non ci è giunta alcuna notifica o comunicazione ufficiale da parte di Mosca sull'inserimento nella lista».

Ore 12:36 - Kiev: «Attacchi continui a Zaporizhzhia». Negli attacchi era morta una donna

Nelle ultime 24 ore, l’esercito russo ha attaccato 21 insediamenti nella regione di Zaporizhzhia, una donna di 58 anni è rimasta uccisa. Lo rende noto il capo dell’amministrazione militare regionale Yuriy Malashko, citato da Ukrinform. I soccorritori hanno riferito di danneggiamenti e distruzioni di edifici residenziali, magazzini e infrastrutture.

Ore 12:48 - Mosca: «Kiev dietro gli attacchi al ponte di Crimea? Lo sapevamo»

«Avevamo tali informazioni, lo sapevamo». Così il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha commenato le parole del segretario del Consiglio di sicurezza nazionale ucraino Oleksiy Danilov, secondo le quali l’intelligence di Kiev avrebbe preso parte a entrambi gli attacchi al ponte di Crimea, sia quello dell’ottobre del 2022 sia quello del mese scorso. Lo riporta la Tass.

Ore 12:53 - Cremlino: «Putin ed Erdogan non hanno discusso della consegna dei comandanti Azov a Kiev»

Putin ed Erdogan non hanno discusso della mossa della Turchia di consegnare i comandanti del battaglione Azov alla custodia dell’Ucraina. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, aggiungendo che, nella telefonata di ieri, «questo argomento non è stato sollevato». Parlando ancora del colloquio fra il presidente russo e quello turco, Peskov ha detto non è stata ancora stabilita una data e il luogo per un loro incontro e che saranno concordati attraverso i canali diplomatici. «I presidenti - ha sottolineato - hanno confermato in modo generico la loro intenzione di tenere presto un incontro».

Ore 12:57 - Mosca multa Apple, fake news sull’operazione speciale

Un giudice di pace di Mosca ha multato Apple per 400.000 rubli (circa 3.800 euro) per non aver rimosso contenuti ritenuti falsi sull’operazione speciale in Ucraina: è la prima volta che il colosso californiano viene sanzionato in Russia. Lo scrive l’agenzia di stampa statale russa Interfax. Apple è stata ritenuta colpevole di non aver rimosso informazioni vietate. Il giudice ha detto che non c’era motivo di definire l’infrazione di Apple come insignificante. Una dichiarazione letta in tribunale ha affermato che Apple non ha rimosso le applicazioni e i podcast contenenti informazioni errate sull’operazione militare speciale russa in Ucraina, nonché informazioni «volte ad attirare i minori in attività illegali per destabilizzare la situazione politica in Russia».

Ore 13:33 - Putin: «Ogni funzionario dovrebbe guidare veicoli di produzione nazionale»

Le parole di Vladimir Putin lasciano intendere una nuova fase volta al protezionismo. Durante un incontro con le aziende manifatturiere, il presidente russo ha riconosciuto che alcuni dipendenti ministeriali e dell'amministrazione hanno chiesto di continuare ad acquistare auto di fabbricazione estera, ma ha risposto che tutti i funzionari del Paese «dovrebbero guidare veicoli nazionali». Dall'invasione russa dell'Ucraina gran parte della comunità internazionale ha ridotto le proprie esportazioni verso la Russia, comprese le vendite del settore automobilistico.

Ore 13:48 - Blinken: «Russia usa cibo come arma da guerra»

Alla vigilia della riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il segretario di Stato Antony Blinken ha accusato la Russia di utilizzare il cibo come arma di guerra e ha riaffermato l'importanza della lotta all'insicurezza alimentare, legata in particolare ai conflitti. Ieri gli Stati Uniti hanno assunto la presidenza mensile del Consiglio di Sicurezza Onu.

Washington intende adottare, a margine di questo incontro, una dichiarazione congiunta di condanna dell'uso del cibo come arma di guerra, che è già stata firmata da più di 75 paesi, ha fatto poi sapere un funzionario del dipartimento di Stato. Mosca sarà chiaramente nel mirino per la sua invasione dell'Ucraina e il suo recente ritiro dall'accordo sul grano del Mar Nero.

Ore 14:05 - Varsavia denuncia: «Spazio aereo violato». Minsk nega e convoca l'ambasciatore polacco

Varsavia ha accusato la Bielorussia di aver violato il proprio spazio aereo con due elicotteri. Per questo l'ambasciatore polacco a Minsk, Martin Wojciechowski, è stato convocato d'urgenza dal ministero degli Esteri bielorusso.

Lo ha riportato l'agenzia bielorussa Belta. «Il diplomatico è stato informato che le frettolose dichiarazioni rilasciate da funzionari polacchi in merito alla violazione dello spazio aereo polacco da parte di due elicotteri bielorussi il 1° agosto 2023 non sono state confermate a seguito di un controllo completo effettuato dalla parte bielorussa - spiega il dicastero - I dati di controllo oggettivo della traiettoria di volo degli elicotteri sono stati forniti per dimostrarlo». Minsk ha quindi esortato Varsavia a non usare il caso come giustificazione per «un rafforzamento delle sue truppe» al confine.

Ore 14:23 - Ue allinea sanzioni contro Minsk a quelle di Mosca

L'Unione Europea ha deciso di allineare le sanzioni imposte alla Bielorussia a quelle già in vigore contro Mosca. Lo riferisce la Commissione europea, precisando di aver accolto con favore l'adozione odierna da parte del Consiglio di ulteriori misure restrittive mirate derivanti dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e in risposta al coinvolgimento della Bielorussia nell'aggressione.

Ore 14:28 - Navalny: «Mi aspetto una condanna stalinista»

L'oppositore del Cremlino Alexei Navalny ha detto di aspettarsi «una condanna stalinista». Su Twitter ha ricordato che nei suoi confronti sono stati chiesti vent'anni. «Me ne daranno 18. Sarà un periodo enorme». Chiedendo solidarietà per lui e gli altri prigionieri politici, Navalny ha affermato che lo scopo principale della sentenza è intimidire.

Ore 14:55 - Kiev, cinque accusati per la morte del ministro Monastyrsky nell'incidente aereo del 18 gennaio

Il Reparto Investigativo di Stato ucraino ha riferito che cinque dipendenti del Servizio di Emergenza Statale sono stati accusati di violazione della sicurezza e di negligenza per l'incidente in elicottero in cui a gennaio morì, fra gli altri, il ministro dell'Interno Denys Monastyrsky. Gli accusati sono il capo del dipartimento dell'aviazione, della ricerca e soccorso aereo del Servizio di emergenza, il suo comandante ad interim, il comandante dello squadrone dell'aviazione, il vice comandante per l'addestramento al volo e il capo del servizio di sicurezza del volo di l'unità di aviazione speciale di Nizhyn.

L'incidente è avvenuto il 18 gennaio a Brovary, una città a est di Kiev. Tutte le 10 persone a bordo dell'elicottero persero la vita, tra cui Monastyrsky, il suo vice Yevhen Yenin e il segretario del ministero Yurii Lubkovych. L'elicottero si è schiantato nei pressi di un asilo, uccidendo anche quattro donne e un bambino. Circa 31 persone a terra, tra cui 13 bambini, hanno riportato ferite di varia gravità.

Ore 15:07 - Incendio in una fabbrica nella regione di Mosca

È scoppiato un incendio in una fabbrica che produce accumulatori ad ossigeno a Voskrosensk, nella regione di Mosca: lo riferisce la sede locale del ministero russo delle situazioni di emergenza, precisando che sette persone sono state evacuate.

Ore 15:17 - Germania: «Fornire Kiev missili Taurus non è una nostra priorità»

Il ministro tedesco della Difesa Boris Pistorius è intervenuto sull'ipotesi di una consegna di missili da crociera Taurus a Kiev. «Siamo dell'idea che questa non sia la nostra priorità in questo momento». Lo ha detto oggi , durante una visita a Bad Reichenhall, in Baviera. «Anche gli alleati americani non consegnano questi missili da crociera, ma i nostri hanno una gittata speciale», ha spiegato il ministro. Decisioni non urgenti, ha detto poi Pistorius, perché la Germania è già in prima linea nell'aiutare Kiev militarmente attraverso l'invio di altri mezzi e risorse.

Ore 15:28 - Kuleba sul grano: «Confidiamo in Erdogan, solo lui può convincere Putin a tornare nell'accordo»

L'unica persona che può riportare il presidente russo Vladimir Putin nell'accordo sul grano del Mar Nero è il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Questo quanto affermato dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. «L'Ucraina si sta coordinando con Erdogan per convincere Putin a tornare all'accordo sul Mar Nero e il presidente turco si sta coordinando con Zelensky», ha aggiunto. «Si tratta di un interesse comune».

Ore 15:32 - IL PUNTO MILITARE | La mobilitazione strisciante di Mosca che recluta (e arma) i civili. Gli ucraini rinviano le grandi manovre

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Sul fronte sud, e specialmente in Crimea, l’Armata deve difendersi dalle azioni di sabotaggio dei partigiani. Kiev procede con cauta attenzione: «C’è una media di 4-5 mine per metro quadrato».

Il Cremlino, mercoledì, ha annunciato la distribuzione di equipaggiamento militare a milizie territoriali formate nella zona di Belgorod, città in Russia presa spesso di mira da velivoli senza pilota e commandos. Identico provvedimento nell’Oblast di Kursk. L’esercito ha consegnato fucili d’assalto, mitragliatrici, fuoristrada ma anche mezzi anti-drone, ormai una componente indispensabile.

Ore 15:50 - Grano, Blinken: «Speriamo che la Russia rientri nell'accordo»

Gli Stati Uniti sperano in una ripresa dell'accordo per l'export di grano sul Mar Nero, che la Russia ha unilateralmente sospeso nelle scorse settimane. Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken nel corso di un'intervista ad Abc. Rispondendo a una domanda sulla possibilità di rimettere in piedi l'accordo, Blinken ha affermato: «Lo spero come lo sperano tutti i Paesi del mondo, compresi quelli direttamente interessati». Blinken ha poi ricordato: «C'è stato un vertice tra la Russia e i Paesi africani a cui la metà dei Paesi africani non si è presentata, il che già ci dice qualcosa. Quelli che hanno partecipato sono stati molto chiari con Vladimir Putin nel chiedere che l'accordo venisse ripristinato». Quindi, ha proseguito Blinken, «penso che la Russia stia ascoltando il messaggio che arriva da tutte le nazioni del mondo di smettere di usare il cibo come arma di guerra».

Ore 15:59 - Zaporizhzhia, trovate mine dagli ispettori Aiea lungo il percorso per la centrale

Due mine antiuomo sarebbero state trovate dai genieri ucraini lungo il percorso utilizzato dagli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) per raggiungere la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo scrive su Telegram il comandante del raggruppamento strategico operativo ucraino Tavria, Oleksander Tarnavski. «Questa mattina i nostri genieri sono riusciti a scoprire due mine antiuomo russe sul percorso della missione dell'Aiea verso la centrale nucleare di Zaporizhzhia - riferisce - Le mine sono state neutralizzate, il che ha permesso di garantire la sicurezza degli esperti».

Ore 16:11 - «Mosca e Minsk aumentano le pressioni sul confine»

«Russia e Bielorussia stanno aumentando le pressioni al confine, aumentando il numero delle loro provocazioni e dobbiamo essere consapevoli che il numero di queste provocazioni crescerà». È quanto ha affermato il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki in una conferenza stampa congiunta con il presidente della Lituania Gitanas Nauseda. «Queste attività - ha proseguito - puntano a destabilizzare, seminare paura, caos e incertezza e allo stesso tempo a mostrare la debolezza del fianco orientale della Nato a tutti i partner dell’Alleanza».

Ore 16:27 - Navalny: «Domani mi aspetto una sentenza stalinista»

Alexey Navalny, in carcere in quanto oppositore politico di Vladimir Putin, dice di aspettarsi una «lunga» pena, una sentenza «stalinista», nel processo che lo vede accusato di «estremismo» e del quale domani è attesa appunto la sentenza. «La formula per calcolarla è semplice: quello che ha chiesto il pubblico ministero meno il 10-15%. Hanno chiesto 20 anni, ne daranno 18 o qualcosa del genere», scrive sul web il dissidente, dietro le sbarre da due anni e mezzo. Le autorità russe, aggiungendo un’ulteriore accusa a carico dell’oppositore, hanno bollato come «estremiste» sia la rete di uffici di Navalny in Russia sia la Fondazione Anticorruzione dell’oppositore che negli anni passati ha dato più di un grattacapo agli alleati di Putin: su quest’accusa è basato il processo che si chiude domani. «Pensate al motivo per cui è necessaria una condanna così evidentemente enorme. Il suo scopo principale è intimidire. Voi non me», scrive Navalny, considerato il rivale politico numero uno del leader del Cremlino. Navalny è stato arrestato nel gennaio del 2021, non appena ha rimesso piede a Mosca da Berlino, dove era stato curato per un avvelenamento che ha fatto temere per la sua vita e per il quale i principali indiziati sono i servizi segreti russi. Navalny denuncia inoltre continui soprusi in carcere e di essere ripetutamente rinchiuso in un’angusta cella di punizione con i pretesti più inconsistenti.

Ore 16:45 - «Forti esplosioni a Berdyansk», nella regione occupata dai russi

Sono state registrate forti esplosioni nella città di Berdyansk, nella regione di Zaporizhzhia attualmente occupata dai russi. Lo riporta Rbc Ukraine citando media locali. Secondo quanto riportano le segnalazioni, i russi starebbero cercando di abbattere velivoli fuori dalla città, nella zona compresa tra Azov e Prymorsk. Allo stesso sarebbero stati segnalati colpi sulle postazioni dei soldati di Mosca a Berdyansk, secondo quanto riportato dal canale Telegram dei partigiani Atesh (Movimento di tatari di Crimea e Ucraini): «Ci sono colpi diretti sui luoghi di concentrazione della Russia. Non c’è da stupirsi, ieri abbiamo camminato a Berdyansk».

Ore 17:19 - L’Ue allunga la black list di individui e entità bielorussi

Il Consiglio Ue ha formalmente adottato l’inserimento nella black list europea di 38 nuovi individui e tre nuove entità della Bielorussia per il suo coinvolgimento nella «guerra illegale» della Russia contro l’Ucraina e per «i continui abusi dei diritti umani» all’interno del Paese. «Abbiamo adottato nuove sanzioni in reazione alle continue, sistematiche, diffuse e gravi violazioni dei diritti umani e alla brutale repressione contro tutti i segmenti della società bielorussa da parte del regime illegittimo di Lukashenko», ha sottolineato l’Alto Rappresentante Ue Josep Borrell. Le sanzioni entrano in vigore da oggi.

Ore 17:21 - Kiev: «Lo scorso inverno il più duro della nostra storia»

«Lo scorso inverno è stato il più duro nella storia dell’Ucraina». Lo ha scritto su Telegram il governatore della regione di Odessa Oleg Kiper, come riportato dal Guardian. Per questo motivo il Paese si sta già preparando alla prossima stagione fredda, senza farsi «illusioni nemmeno per quest’anno», perché «probabilmente il nemico attaccherà di nuovo le nostre infrastrutture energetiche, quindi ci stiamo preparando con cura» ha concluso Kiper.

Ore 17:51 - Kiev: «Avanziamo sui fianchi a Bakhmut, chilometri a settimana»

Le forze armate ucraine continuano ad avanzare sui fianchi intorno a Bakhmut, centinaia di metri ogni giorno, chilometri ogni settimana. Lo ha dichiarato il portavoce del gruppo orientale delle forze armate ucraine Sergey Cherevaty, citato da Rbc Ukraine. «L’avanzata è graduale, senza attacchi frontali», ha dichiarato Cherevaty spiegando che il movimento avviene con manovre precedute da ricognizioni. «Tutto questo serve a preservare il nostro personale, a preservare le nostre forze e i nostri mezzi. Perché non vogliamo ripetere gli errori del nemico. Ci stiamo muovendo in modo coerente ma costante».

Ore 18:13 - Ue: sanzioni contro altre 38 persone e 3 entità di Minsk

«Abbiamo adottato nuove sanzioni in reazione al regime illegittimo di Lukashenko, alle continue, sistematiche, diffuse e gravi violazioni dei diritti umani e alla brutale repressione contro tutti i segmenti della società bielorussa - afferma l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, Josep Borrell -. Oggi stiamo inoltre adottando ulteriori misure contro il regime bielorusso in quanto complice della guerra di aggressione illegale e non provocata della Russia contro l’Ucraina. Siamo al fianco del popolo bielorusso nella sua ricerca di pace e democrazia».

Ore 18:16 - Medvedev: «Da inizio anno reclutati oltre 230mila soldati»

Da inizio anno a oggi più di 230.000 persone si sono arruolate nell’esercito russo. Lo ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev. «Dal 1 gennaio al 3 agosto più di 231.000 persone sono state accettate sotto contratto», ha detto Medvedev. A maggio, sempre secondo Medvedev, l’esercito aveva già reclutato 120mila persone. «L’obiettivo - ha spiegato - rimane quello di rendere il servizio il più prestigioso possibile», in un momento in cui l’esercito russo ha bisogno di nuove reclute. Ma non ha detto di quanto addestramento avranno bisogno le reclute prima di unirsi alla prima linea in Ucraina.

Ore 18:37 - Perché aumentano le tensioni tra Polonia e Bielorussia

(di Samuele Finetti) La Polonia accusa, la Bielorussia nega. Ma a confermare la violazione dello spazio aereo polacco da parte di due elicotteri militari di Minsk, avvenuta martedì, ci sono alcuni video girati da cittadini che riprendono i velivoli. Minsk ha risposto oggi con la convocazione dell’ambasciatore polacco in Bielorussia, Martin Wojciechowski, presso il proprio ministero degli Esteri: «Il diplomatico è stato informato che le frettolose dichiarazioni rilasciate da funzionari polacchi in merito alla violazione dello spazio aereo polacco da parte di due elicotteri bielorussi il 1° agosto 2023 non sono state confermate a seguito di un controllo completo effettuato dalla parte bielorussa. I dati di controllo oggettivo della traiettoria di volo degli elicotteri sono stati forniti per dimostrarlo», si legge in una nota del dicastero.

Ore 18:44 - Usa: se la Russia rientra nell’accordo sul grano sosterremo il suo export

«Se la Russia deciderà di tornare all’accordo sul grano, gli Stati Uniti faranno in modo che tutti, «inclusa la Russia», possano esportare cibo. Lo ha detto alla stampa il segretario di Stato americano Antony Blinken. La garanzia di poter esportare prodotti russi è una delle condizioni poste da Mosca per tornare all’accordo sul grano.

Ore 20:00 - Torna Playboy in Ucraina, in copertina modella sopravvissuta a raid

Torna Playboy in Ucraina e la copertina del numero, il primo stampato dall’inizio della guerra, ha in copertina una ex modella, moglie di un deputato, sopravvissuta a un attentato e che porta ancora su di sé tutti i segni dell’orrore. Iryna Bilotserkovets, modella e presentatrice televisiva, rimase ferita in un attentato poco dopo l’inizio dell’invasione russa. È in copertina in bikini di metallo con una benda su un occhio (ha perso un occhio a causa dei raid). Non è chiaro se la signora Bilotserkovets fosse davvero l’obiettivo dell’attentato, in quanto moglie di uno stretto collaboratore del sindaco di Kiev Vitali Klitschko o se sia semplicemente finita nel fuoco incrociato dei caotici primi giorni di guerra. Ma adesso è uno dei simboli della resistenza ucraina. Dopo il sanguinoso attentato, la donna fu trasferita a Berlino dove fu sottoposta a numerosi interventi di chirurgia plastica. Alla rivista ha raccontato la prima volta che si vide allo specchio dopo un intervento chirurgico. «Senza un occhio, tubi che uscivano ovunque, capelli rasati. E poi punti, cicatrici, ferite ovunque: ero il mostro di Frankenstein». «Non ho più un bel viso -racconta- ma il resto del mio corpo è bellissimo». Adesso la donna lavora in un’associazione di artisti e musicisti che organizzano eventi per tirare su il morale delle truppe in prima linea.

Ore 21:01 - Zelensky: da inizio guerra Mosca ha lanciato 1961 droni Shahed

Dall'inizio della guerra la Russia ha già lanciato «almeno 1.961 Shahed (droni di fabbricazione iraniana, ndr) contro l'Ucraina, un numero significativo di essi è stato abbattuto», ma «purtroppo non tutti». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram, spiegando che Kiev sta lavorando «per abbatterne di più», il maggior numero possibile, ma anche «per avere più sistemi di difesa aerea». Il compito di assicurare questi strumenti a Kiev «spetta a ciascuno dei nostri ambasciatori, a tutti i rappresentanti dell'Ucraina». Zelensky ha anche fatto il punto sulla situazione al fronte, dove i «combattimenti sono pesanti» e «le direzioni di Kupyansk, Lyman, Bakhmut, Maryinka, Avdiivka e del sud sono tutte difficili». Aggiungendo: «Qualunque cosa faccia il nemico, è la forza ucraina a dominare».

Ore 21:13 - Casa Bianca: «Mosca cerca aiuti militari dalla Corea del Nord»

La Casa Bianca è «preoccupata» che la Corea del Nord continui a valutare la fornitura di aiuti militari alla Russia. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, riferendo che «recentemente» il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu si è recato in Corea del Nord per «convincere» Pyongyang a «vendere munizioni» a Mosca da utilizzare nella guerra in Ucraina. Le informazioni a disposizione degli Usa, ha detto Kirby, indicano che la Russia «sta cercando di aumentare la cooperazione militare» con la Corea del Nord. E' un esempio di quanto Putin sia «disperato», ha aggiunto. La vendita di armamenti alla Russia, ha sottolineato Kirby, violerebbe le sanzioni Onu.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 4 agosto.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Attacco ucraino con droni alla base navale russa di Novorossijsk sul Mar Nero: colpita una nave militare di Mosca. Lorenzo Cremonesi, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera venerdì 4 agosto 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di venerdì 4 agosto, in diretta. Droni distrutti dalle navi russe. Shoigu in visita ai militari russi sul fronte ucraino 

• La Polonia dispiega truppe al confine con la Bielorussia dopo aver denunciato la violazione del suo spazio aereo da parte di due elicotteri. Minsk nega lo sconfinamento. Aumentano le tensioni tra i due Paesi.

• Il punto militare: mobilitazione di Mosca che recluta (e arma) i civili.

• Medvedev: «Da inizio anno reclutati 231mila soldati».

• Kiev annuncia: «Mosca sta preparando un finto attacco alla raffineria di Mozyr in Bielorussia»

Ore 01:59 - Due marinai Usa arrestati per spionaggio a favore della Cina

Due militari della marina statunitense sono stati arrestati con l’accusa di spionaggio per conto della Cina. Lo hanno annunciato il dipartimento della Giustizia Usa, secondo quanto riportato dai media americani. Entrambi sono accusati di aver trasmesso informazioni classificate sulla difesa nazionale a funzionari dell’intelligence cinese in cambio di pagamenti in contanti. Jinchao «Patrick» Wei, un sottufficiale di 22 anni nato in Cina e diventato cittadino americano l’anno scorso, e l’ufficiale Wenheng Zhao, sono stati arrestati mercoledì dall’Fbi.

Ore 02:55 - Perché aumentano le tensioni tra Polonia e Bielorussia

(di Samuele Finetti) La Polonia accusa, la Bielorussia nega. Ma a confermare la violazione dello spazio aereo polacco da parte di due elicotteri militari di Minsk, avvenuta martedì, ci sono alcuni video girati da cittadini che riprendono i velivoli. Minsk ha risposto oggi con la convocazione dell’ambasciatore polacco in Bielorussia, Martin Wojciechowski, presso il proprio ministero degli Esteri: «Il diplomatico è stato informato che le frettolose dichiarazioni rilasciate da funzionari polacchi in merito alla violazione dello spazio aereo polacco da parte di due elicotteri bielorussi il 1° agosto 2023 non sono state confermate a seguito di un controllo completo effettuato dalla parte bielorussa. I dati di controllo oggettivo della traiettoria di volo degli elicotteri sono stati forniti per dimostrarlo», si legge in una nota del dicastero.

Ore 02:56 - IL PUNTO MILITARE | La mobilitazione strisciante di Mosca che recluta (e arma) i civili. Gli ucraini rinviano le grandi manovre

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Sul fronte sud, e specialmente in Crimea, l’Armata deve difendersi dalle azioni di sabotaggio dei partigiani. Kiev procede con cauta attenzione: «C’è una media di 4-5 mine per metro quadrato».

Il Cremlino, mercoledì, ha annunciato la distribuzione di equipaggiamento militare a milizie territoriali formate nella zona di Belgorod, città in Russia presa spesso di mira da velivoli senza pilota e commandos. Identico provvedimento nell’Oblast di Kursk. L’esercito ha consegnato fucili d’assalto, mitragliatrici, fuoristrada ma anche mezzi anti-drone, ormai una componente indispensabile.

Ore 03:35 - La Polonia adesso teme azioni di sabotaggio dei mercenari della Wagner

Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha lanciato l’allarme per «ulteriori provocazioni e intrighi» che potrebbero sorgere dall’altra parte del confine con la Bielorussia e la Russia. «Il gruppo Wagner (che dopo la fallita rivolta contro Mosca ha dislocato migliaia di uomini in Bielorussia, ndr) può compiere azioni di sabotaggio e tutti coloro che sottovalutano questa minaccia potrebbero essere responsabili di ulteriori provocazioni e intrighi da quella parte», ha detto Morawiecki in un post su Twitter.

Ore 03:47 - Blinken: la guerra della Russia è un attacco al sistema alimentare globale

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha criticato Mosca per il ritiro dalla Black Sea Grain Initiative, sottolineando che «la fame non deve essere un’arma» e che la guerra della Russia in Ucraina «è un attacco al sistema alimentare globale».

Ore 03:48 - Esplosioni in Crimea, in azione la difesa aerea russa

Esplosioni sono state udite nella notte nella regione di Feodosia della Crimea annessa: lo scrive il canale Telegram `Vento di Crimea´, come riporta Rbc-Ucraina. Residenti parlano di un ronzio simile al suono di un drone. Il canale sottolinea che «la difesa aerea russa sta operando a Feodosia».

Ore 04:56 - Autorità filorusse di Crimea: respinti diversi attacchi, abbattuti tutti i droni

I sistemi di difesa aerea russi hanno respinto nella notte attacchi in diverse regioni della Crimea, abbattendo tutti i bersagli: lo ha scritto su Telegram un consigliere del governatore filorusso della penisola annessa, come riporta la Tass. «I sistemi di difesa aerea sono stati attivati in diversi distretti della Crimea. Tutti gli obiettivi sono stati abbattuti», ha scritto Oleg Kryuchkov. «Non sono stati segnalati danni o vittime», ha aggiunto.

Ore 05:18 - Cnn: l’offensiva frenata dalla «densità pazzesca» di mine piazzate dai russi

Cresce lo scetticismo fra gli ufficiali ucraini circa la possibilità di un rapido successo della controffensiva contro i russi. Lo scrive l’emittente televisiva «Cnn», che ricorda come una settimana fa fonti del dipartimento della Difesa Usa avessero annunciato tramite il quotidiano «New York Times» l’avvio della fase principale dell’offensiva, con l’impiego delle forze sinora mantenute da Kiev in riserva. All’annuncio erano seguiti nuovi tentativi di sfondamento delle linee russe a Zaporizhzhia e Donetsk da parte di colonne corazzate ucraine, che però sembrano essersi conclusi come i precedenti: sui canali Telegram russi - scrive la «Cnn» - circolano da giorni foto e video di intere colonne di veicoli ucraini distrutti da campi minati, droni suicidi ed elicotteri d’attacco. Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina, ha dichiarato mercoledì che l’offensiva ucraina non ha alcuna data di scadenza, ma ha ammesso che la densità dei campi minati collocati dalle forze russe lungo la linea del fronte è «pazzesca». Nonostante l’assenza di progressi sostanziali, le forze ucraine hanno intensificato gli attacchi mirati contro depositi di munizioni e sistemi d’artiglieria nelle retrovie russe, come testimoniato da una serie di video circolati online. Oleksandr Syrskyi, comandante delle forze di terre ucraine, ha scritto su Telegram che «l’avanzata graduale prosegue» nell’area di Bakhmut, dove negli ultimi due mesi le forze ucraine hanno conseguito i risultati più significativi, arrivando quasi a conquistare Klisheevka, piccolo insediamento del Donbass da cui dipende la tenuta delle linee russe subito a sud di Bakhmut.

Ore 05:32 - Esplosioni e raffiche di mitra nella città russa di Novorossijsk

Esplosioni seguite da diverse raffiche di mitra sono state udite questa mattina - intorno alle 5:00 ora locale - nell’area del porto di Novorossijsk (territorio Krasnodar), una città russa che si affaccia sul Mar Nero, nel sud-ovest del Paese, presumibilmente a causa di un attacco di droni marini non identificati: lo riporta Rbc-Ucraina, che cita canali Telegram locali. Secondo i blog russi, un drone marino è stato colpito da un’imbarcazione, ha preso fuoco ed è esploso. Le autorità locali non hanno ancora commentato l’accaduto.

Ore 06:03 - Mosca, navi russe hanno distrutto 2 droni marini a Novorossijsk

Le navi russe hanno distrutto due droni marini che questa mattina hanno tentato di attaccare la base navale russa di Novorossijsk, (territorio Krasnodar), una città che si affaccia sul Mar Nero, nel sud-ovest del Paese: lo ha reso noto il ministero della Difesa russo, come riporta la Tass.

Ore 07:35 - Shoigu visita i soldati russi sul fronte ucraino

Sergei Shoigu, ministro della Difesa russo, a sorpresa ha visitato i soldati russi sul fronte ucraino per ispezionare le postazioni e per parlare con gli ufficiali, secondo quanto annuncia l’Armata russa in una nota, senza precisare il posto. Shoigu «ha ringraziato i comandanti militari (...) per le azioni offensive» nei confronti delle forze armate di Kiev nella zona di Lyman.

Ore 07:52 - Mosca: «Respinto attacco ucraino con droni sulla Crimea»

Il ministero della Difesa russo ha riferito che «nella notte è stato sventato un tentativo da parte del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico con veicoli aerei senza pilota sul territorio della Crimea. Dieci Uav sono stati distrutti dalla difesa aerea in servizio. Altri 3 droni nemici sono stati soppressi con mezzi di guerra elettronica». «I sistemi di difesa aerea sono stati attivati in diversi distretti della Crimea. Tutti gli obiettivi sono stati abbattuti», ha scritto su Telegram Oleg Kryuchkov, un consigliere del capo regionale. «Non sono stati segnalati danni o vittime», ha precisato.

Ore 08:14 - Shoigu al fronte, il video sul corazzato svedese catturato agli ucraini: «Necessari attacchi preventivi»

La televisione russa ha mostrato immagini di Shoigu mentre si intrattiene con il generale Andrei Mordvichev, che guida l’Unità di comando centrale russa in Ucraina. Nelle immagini si vede anche Shoigu salire su un mezzo corazzato svedese Cv90, «uno dei tanti veicoli catturati al nemico in combattimento», come afferma la tv russa. L’ultima volta che il ministro della Difesa russo ha visitato zone di operazioni è stata a fine giugno, dopo la rivolta armata del Gruppo Wagner.

Shoigu ha anche sottolineato la necessità di infliggere danni preventivi al nemico, aggiungendo che «queste misure garantiranno la massima sicurezza della vita e della salute del personale militare russo».

Ore 08:37 - Due civili ucraini uccisi dagli attacchi russi nel Donetsk

Due civili ucraini sarebbero stati uccisi e altri due sarebbero rimasti feriti nelle ultime 24 ore a causa di bombardamenti russi nella regione di Donetsk, in Donbass. Lo scrive l’Ukrainska Pravda, citando il canale Telegram del capo dell’amministrazione militare ucraina della regione parzialmente occupata dai russi, Pavel Kyrylenko. «Il 3 agosto i russi hanno ucciso 2 residenti della regione di Donetsk a Kurakhovka e Krasnogorovka. Altre 2 persone nella regione sono rimaste ferite nella stessa giornata». Kyrylenko ha stimato che in totale, i russi hanno ucciso almeno 1.642 civili ne hanno feriti almeno 3.929 nella regione di Donetsk dall’inizio dell’invasione nel febbraio 2022, aggiungendo che questi dati non sono definitivi, «perché non è ancora possibile stabilire il numero esatto delle vittime a Mariupol e Volnovakha».

Ore 09:05 - Cremlino: «Non ci fidiamo della posizione degli USA sull’accordo del grano»

Mosca non crede a quanto dichiarato ieri dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken, sulla volontà di Washington a garantire anche le esportazioni russe qualora la Russia aderisse di nuovo all’Iniziativa per il grano del Mar Nero, ha detto il portavoce del Cremlino interpellato dall’agenzia Ria. «No, non ci fidiamo solo della loro parola», ha detto Peskov, rispondendo alla domanda della Ria sulla disponibilità di Mosca a credere alle parole dei funzionari Usa sull’accordo sul grano.

Ore 09:19 - Papa Francesco: «Zuppi andrà a Pechino. Sto pensando di nominare un rappresentante permanente per la pace Kiev-Mosca»

Il Papa, in una intervista esclusiva a Vida Nueva, conferma che il cardinale Matteo Zuppi, designato come inviato speciale del Papa per la pace in Ucraina, si recherà a Pechino, dopo aver visitato Kiev, Mosca e Washington. «Dopo la visita del cardinale Zuppi a Washington, la prossima tappa prevista è Pechino, perché entrambe detengono anche la chiave per abbassare la tensione del conflitto. Tutte queste iniziative sono ciò che io chiamo `un’offensiva per la pace´».

Riguardo alla mediazione per ottenere il ritorno dei minori deportati in Russia, Francesco sottolinea che sta «pensando di nominare un rappresentante permanente che faccia da ponte tra le autorità russe e ucraine». Al di là di questo conflitto, rivela che il Vaticano sta finalizzando «un incontro per la pace con i leader religiosi ad Abu Dhabi».

Ore 09:22 - Gli 007 britannici: «Mosca attacca con droni per non provocare la Nato»

Nelle ultime due settimane la Russia ha condotto una serie di attacchi contro i porti ucraini sul Danubio per colpire il commercio di cereali di Kiev, utilizzando droni kamikaze iraniani Shahed invece dei più potenti missili da crociera: questo per evitare un'escalation del conflitto che possa coinvolgere la Nato.

Lo scrive l'Intelligence militare britannica nel suo bollettino quotidiano rilanciato dal Guardian. Infatti, scrive il ministero della Difesa di Londra, i droni iraniani, che Mosca considera «ragionevolmente precisi», hanno colpito a non più di 200 metri dai confini Nato il porto ucraino di Ismail, sulla sponda opposta del Danubio rispetto alla Romania, membro dell'Alleanza atlantica. «C'è una possibilità realistica che la Russia usi gli Uav tipo Owa (veicoli aerei senza pilota unidirezionali, ndr) per colpire questa zona, nella convinzione di ridurre il rischio di una escalation rispetto all'uso di missili cruise: la Russia li considera probabilmente ragionevolmente precisi, pur avendo una testata molto più ridotta rispetto ai missili cruise», si legge nel bollettino.

Ore 09:24 - Il premier ucraino: «La guerra costa 50 miliardi di dollari»

Denys Shmyhal ha dichiarato che la guerra costa all'Ucraina 50 miliardi di dollari all'anno. «Questo è più delle entrate di bilancio del tempo di pace», ha detto Shmyhal, riferendosi al bilancio 2021. Secondo il primo ministro, le entrate di bilancio dell'Ucraina nel 2021 sono state di circa 48 miliardi di dollari. Quasi il 50% del bilancio del paese è ora sovvenzionato dai partner stranieri dell'Ucraina, con gli Stati Uniti e l'UE come principali sostenitori. L'UE ha erogato altri 1,65 miliardi di dollari (1,5 miliardi di euro) di assistenza macrofinanziaria per mantenere a galla i servizi e le infrastrutture dell'Ucraina, ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen il 22 giugno. La Commissione europea si è impegnata a fornire sostegno finanziario fino a 54,7 miliardi di dollari (50 miliardi di euro) all'Ucraina dal 2024 al 2027.

Ore 09:53 - Wall Street Journal: «La Cina invierà Li Hiu ai colloqui in Arabia Saudita»

Ci sarà anche la Cina ai colloqui di pace sull'Ucraina ospitati dall'Arabia saudita, in programma domani e domenica a Gedda e che vedranno coinvolti oltre 30 Paesi, ma non la Russia. Stando a quanto riferito da fonti europee e statunitensi al Wall Street Journal, la Cina dovrebbe infatti essere rappresentata da Li Hui, l'inviato speciale per gli Affari eurasiatici incaricato di discutere la soluzione del conflitto armato in Ucraina.

Ore 10:05 - Kiev sostiene di aver messo fuori uso una nave militare russa nel Mar Nero durante l'attacco al porto di Novorossijsk

L'Ucraina sostiene di aver messo fuori uso una nave militare russa della flotta del Mar Nero nell'attacco - che Mosca rivendica di aver sventato - al porto russo di Novorossijsk, in Crimea. Lo scrivono vari canali Telegram ucraini e il Guardian. Secondo il servizio d'intelligence ucraino, la nave colpita è la Olenegorsky Gornyak, che avrebbe riportato uno squarcio nello scafo e sarebbe ora fuori uso. Un video sui social e sui canali Telegram ucraini, la cui veridicità non è verificabile, mostra in soggettiva un presunto drone marittimo che colpisce il fianco di una nave. Un altro video mostra una nave piegata su un fianco.

Ore 10:16 - Lavrov: «La Russia apprezza ogni sforzo per la pace in Ucraina»

La Russia apprezza ogni sforzo per raggiungere la pace in Ucraina, avrebbe detto oggi il ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov, citato dalla Ria Novosti

Ore 10:17 - Zelensky: «La Russia ci ha lanciato contro quasi 2 mila droni iraniani»

Secondo Zelensky, i russi avrebbero lanciato contro l'Ucraina quasi 2 mila droni iraniani dall'inizio del conflitto. «In totale, i terroristi hanno già lanciato almeno 1961 'Shahed' contro l'Ucraina e un numero significativo di questi è stato abbattuto. Purtroppo non tutti - ha detto il leader ucraino nel discorso tenuto la scorsa notte - ci stiamo adoperando per abbatterne di più, il maggior numero possibile. Stiamo lavorando per avere più sistemi di difesa aerea. In particolare, questo è un compito per ciascuno dei nostri ambasciatori, tutti i rappresentanti dell'Ucraina».

Ore 10:29 - L'Ue ai partner: «Dobbiamo convincere la Russia a rientrare nel patto del grano»

«Chiediamo a tutti i nostri partner di sollecitare la Russia, come ha già fatto l'Unione africana, a riprendere i negoziati» per le esportazioni di grano dall'Ucraina «e astenersi dal prendere di mira le infrastrutture agricole ucraine». È l'appello lanciato dall'Alto rappresentante Ue Josep Borrell in un editoriale pubblicato sul Guardian. «La Russia si sta avvicinando ai Paesi vulnerabili, in particolare in Africa, con offerte bilaterali di spedizioni limitate di grano, fingendo di risolvere un problema che ha creato lei stessa. Questa è una politica cinica per usare deliberatamente il cibo come arma», osserva il capo della diplomazia Ue, sottolineando a più riprese come il Cremlino metta «in pericolo l'approvvigionamento alimentare globale». «Con una voce chiara e unificata - esorta Borrell -, possiamo convincere la Russia a riprendere la sua partecipazione all'iniziativa sul grano del Mar Nero».

Ore 10:31 - Il momento in cui una nave russa viene colpita da un drone nel Mar Nero

Ore 10:48 - Lavrov: «Forum organizzati da Usa e Gb? Vogliono che Russia capitoli»

Gli Stati Uniti, il Regno Unito e i loro alleati stanno convocando forum per coinvolgere quanti più Paesi possibile in una discussione sulla formula di pace del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, «chiedendo niente di meno che la Russia capitoli completamente, accetti di minare la sua sicurezza e di lasciare milioni di russi in balia del destino».

 È quanto ha affermato oggi il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, commentando la notizia di prossimi colloqui sull’Ucraina a Gedda, in Arabia saudita, che vedranno riuniti i rappresentanti di circa 30 Paesi, ma non la Russia. 

«Gli anglosassoni e i loro alleati hanno difeso i nazisti a Kiev... Invece di una conversazione seria... stanno convocando forum organizzati con l’unico scopo di attirare il maggior numero possibile di paesi con una discussione sulla ‘formula di Zelensky’, chiedendo niente di meno che la Russia capitoli completamente, accetti di minare la sua sicurezza e di lasciare milioni di russi in balia del destino... che il regime di Kiev promette apertamente di distruggere, sul rogo», ha commentato Lavrov al giornale russo International Affairs, secondo quanto si legge su Ria Novosti.

 Il ministro ha aggiunto che l’Occidente dovrebbe chiedere a Zelensky di «mostrare pubblicamente un’altra formula» su come Kiev vede la situazione dei russi e delle altre minoranze etniche nel loro Paese.

Ore 11:11 - In Polonia arrestato un bielorusso accusato di essere spia russa

La Polonia ha arrestato un cittadino bielorusso accusato di essere una spia al servizio della Russia. «Il cittadino bielorusso Mikhail A. ha preso parte alla ricognizione di strutture militari e porti marittimi e ha anche portato avanti attività di propaganda per la Russia», ha dichiarato il ministro dell’interno polacco, Mariusz Kaminski, affermando che l’uomo è il 16mo elemento di una «rete spionistica» russa ad essere detenuto.

Ore 11:39 - Mosca: «Riaperto traffico navale in porto Novorossiysk»

Revocato il divieto di movimento delle navi nel porto di Novorossijsk, dove le forze ucraine sostengono di avere messo fuori combattimennto una nave della flotta russa. Lo dice il Caspian Pipeline Consortium (CPC) il consorzio che si occupa della gestione degli oleodotti e delle petroliere che transitano nel porto, secondo quanto riporta la Tass. I servizi ucraini in mattinata hanno fatto sapere di avere messo fuori uso una nave russa, mentre il ministero della Difesa di Mosca ha riferito che durante la notte le navi russe hanno distrutto due imbarcazioni senza equipaggio ucraine che stavano tentando di attaccare la base navale di Novorossijsk. Il Caspian Pipeline Consortium ha aggiunto che l’infrastruttura del consorzio non è stata danneggiata a seguito del tentativo di attacco a Novorossiysk e ha fatto sapere che il petrolio viene spedito normalmente alle petroliere ormeggiate.

Ore 11:45 - Isw: «Cremlino cerca maggiore coinvolgimento dei cittadini nell’esercito»

Il Cremlino sta cercando di creare condizioni favorevoli per attirare più volontari a prestare servizio nelle forze armate della Federazione Russa. Lo afferma l’americano «Institute for the Study of War» (Isw). Gli analisti sottolineano che il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto sull’assicurazione statale obbligatoria sulla vita e sulla salute per i volontari e i coscritti che partecipano all’invasione su vasta scala dell’Ucraina. E il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia, Dmytro Medvedev, ha affermato che il ministero della Difesa russo ha reclutato più di 231.000 volontari da gennaio a luglio 2023.

Ore 12:20 - La Bulgaria dona 100 blindati trasporto truppe sovietici

Il governo bulgaro ha approvato la donazione all’Ucraina di 100 vecchi veicoli corazzati sovietici per il trasporto di personale, fabbricati negli anni ‘60 e ‘70. L’iniziativa era già stata siglata tra il ministero degli Interni bulgaro e il ministero della Difesa ucraino ed era stata annunciata durante la visita del presidente ucraino, Volodymir Zelenski, nel Paese balcanico a luglio. I veicoli di tipo BTR, che risalgono agli anni ‘60 e ‘70, erano stati originariamente acquistati per le «truppe interne» del regime comunista bulgaro con l’intenzione di affrontare eventuali disordini civili. Tuttavia, non sono mai stati utilizzati e sono stati tenuti in deposito in varie località del Paese. Con l’approvazione di questo progetto, il ministero degli Interni bulgaro è stato autorizzato a condurre i negoziati per la consegna e a formalizzare l’accordo con l’Ucraina. Il 21 luglio il Parlamento ha approvato la donazione nonostante la forte opposizione del Partito socialista, erede del Partito comunista e storicamente legato al Cremlino, e della formazione ultranazionalista filo-russa Vazrazhdane, che ha definito la decisione un «tradimento nazionale». Sebbene i veicoli siano vecchi, i rappresentanti del governo affermano che sono in buone condizioni tecniche e che il pacchetto di aiuti includerà anche attrezzature aggiuntive e pezzi di ricambio. La Bulgaria ha una grande industria degli armamenti che finora ha venduto all’Ucraina equipaggiamenti - in gran parte pagati da Paesi terzi - per un valore di 2,5 miliardi di euro e si stima che questa cifra possa salire a 3,5 miliardi di euro entro la fine dell’anno. Le munizioni di artiglieria di calibro sovietico, ancora ampiamente utilizzate in Ucraina, sono una delle principali esportazioni. A luglio, il Parlamento bulgaro ha chiesto al governo di accelerare il rinnovo delle scorte di armi e munizioni, e successivamente è stato confermato che le munizioni in scadenza saranno fornite all’Ucraina.

Ore 12:40 - Cremlino: «Nave colpita da droni? Chiedetelo alla Difesa»

«Su questo, è necessario rivolgere le domande al ministero della Difesa e concentrarsi sulle informazioni fornite dal ministero della Difesa». Così il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano informazioni su possibili danni dopo un attacco con droni marini a Novorossiysk. Lo riporta la Tass.

Ore 12:58 - Mosca: «Le interferenze non migliorano la situazione in Niger»

«È improbabile che l’interferenza di alcune forze extra-regionali possa cambiare in meglio la situazione» in Niger: lo ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, commentando la richiesta del presidente Mohamed Bazoum «al governo americano e all’intera comunità internazionale di contribuire a ripristinare l’ordine costituzionale». Lo riporta l’agenzia Interfax.

Ore 13:02 - Mosca: «La Polonia provoca e crea tensione, ma non è una novità»

«La Polonia tende a intensificare le tensioni e a fare provocazioni nei confronti della Russia e dei suoi alleati, in particolare la Bielorussia» ha detto oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Il ministero degli Esteri polacco ha dichiarato questa settimana che due elicotteri bielorussi sono entrati nello spazio aereo polacco, dopo la conferma di aver rafforzato il confine a causa della presenza dei combattenti della Wagner in Bielorussia.

Ore 13:28 - Kiev annuncia: «Mosca sta preparando un finto attacco alla raffineria di Minsk (Bielorussia)»

Il Servizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU) ha ottenuto informazioni che indicano che i russi stanno preparando una finto attacco, un "provocazione sotto falsa bandiera" nella raffineria di petrolio di Mozyr, un impianto strategico in Bielorussia. Lo fa sapere l'Sbu, come riporta Unian. In base ai dati disponibili, a preparare l'attacco sarebbe un gruppo di sabotaggio e ricognizione composto da personale militare russo e da ufficiali dei servizi speciali di Mosca, inviati in Bielorussia sotto le mentite spoglie di combattenti della Wagner. Il gruppo, una volta compiuto l'attacco, vuole spacciarsi per sabotatori ucraini e incolpare Kiev con l'obiettivo di coinvolgere Minsk attivamente nel conflitto.

Ore 13:46 - La Lituania revoca il permesso di soggiorno a 1164 cittadini russi e bielorussi dopo un questionario sulla guerra in Ucraina

La Lituania ha dichiarato che più di mille cittadini russi e bielorussi residenti nel Paese sono una minaccia per la sicurezza nazionale e ha fatto sapere che sta revocando il loro permesso di soggiorno permanente. Di questi, 910 erano cittadini bielorussi e 254 russi.

1.164 cittadini bielorussi e russi che vivono in Lituania rappresenterebbero una minaccia in base alla valutazione di un questionario sull'invasione in Ucraina.

La decisione arriva dopo che il governo ha chiesto ai russi e ai bielorussi di rispondere a un questionario che includeva domande sulle loro opinioni sull'invasione russa dell'Ucraina e sullo status della Crimea, il territorio ucraino che la Russia ha annesso illegalmente nel 2014. Il modo in cui le persone hanno risposto al questionario è stato preso in considerazione per decidere se concedere o negare la residenza, secondo il Dipartimento per la Migrazione, l'ufficio governativo che ha condotto l'indagine.

Ore 13:52 - Gli 007 ucraini: «L'attacco alla nave russa un grande schiaffo a Putin»

Andrey Yusov , portavoce dell'intelligence ucraina, ha dichiarato che gli eventi di Novorossiysk sono un «grande schiaffo» per il regime di Putin. Lo riporta Rbc-Ukraine. «In termini di sicurezza, ovviamente, questa è una grande perdita per la flotta degli occupanti e per la pianificazione di ulteriori operazioni di sbarco. L'uso di queste navi diventa più problematico, e questo è un fattore serio che gli occupanti terranno in considerazione», ha aggiunto Yusov.

Ore 14:29 - Putin porta da 27 a 30 anni età massima per la leva

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato una legge che stabilisce che i cittadini di età compresa tra i 18 ei 30 anni saranno soggetti alla coscrizione. Come riporta Tass, secondo le nuove norme, il limite massimo dell’età per la leva militare nella Federazione Russa è aumentato di tre anni, da 27 a 30 anni. Il limite minimo di età fissato a 18 anni rimane invariato e non sarà, dunque, portato a 21 anni come proposto inizialmente. La legge entrerà in vigore il 1° gennaio 2024.

Ore 14:39 - Aiea: Nessun esplosivo su tetti centrale nucleare Zaporizhzhia

L’Aiea, Agenzia internazionale per l’energia atomica, non ha rilevato presenza di mine o esplosivi nel sito della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, che è sotto il controllo russo. L’Agenzia, che ha ottenuto l’accesso ai tetti dell’impianto e ai locali delle turbine, lo riferisce in un comunicato.

 Ore 14:52 - Polonia arresta bielorusso sospettato di essere spia di Mosca

La Polonia ha arrestato un uomo bielorusso sospettato di essere coinvolto in una rete di spionaggio per conto della Russia. Lo ha fatto sapere in un tweet il ministro dell’Interno polacco Mariusz Kaminski. «L’agenzia di sicurezza interna ha arrestato un altro, il sedicesimo sospetto partecipante a una rete di spionaggio russa», scrive Kaminski, «Mikhail A., bielorusso, era coinvolto nella ricognizione di strutture militari e porti. Svolgeva anche attività di propaganda per la Russia. È stato preso in custodia».

Ore 15:53 - Pechino conferma: un inviato cinese parteciperà al summit a Gedda

«Su invito del Regno dell’Arabia Saudita, il rappresentante speciale del governo cinese per gli affari eurasiatici Li Hui si recherà a Gedda per partecipare all’incontro sulla questione ucraina». È quanto si legge in una dichiarazione del portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. «La Cina è pronta a collaborare con la comunità internazionale per continuare a svolgere un ruolo costruttivo nella ricerca di una soluzione politica della crisi ucraina», aggiunge Wenbin.

Ore 16:10 - La battaglia navale del Mar Nero: l’effetto sorpresa dei nuovi droni marittimi di Kiev, più precisi ed esplosivi

(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il drone marittimo ucraino diretto contro la nave d’assalto anfibio Olenegorsky Gornyak è una sorpresa. Ma solo per i marinai russi che dovevano stare in guardia. Consueta la doppia versione: l’Ucraina ha diffuso un video dell’assalto, Mosca ha sostenuto di aver parato il colpo, anche se immagini mostrano la nave in apparenza inclinata. Da mesi Kiev ha provato a colpire le unità nemiche nei porti e in Mar Nero. Una progressione compiuta con una serie di passi attraverso lo s forzo congiunto dell’intelligence militare, dei tecnici, di chi ha studiato le tattiche per aggirare le protezioni. Hanno iniziato con un modello di drone nel settembre di un anno fa, protagonista di missioni (fallite) a Sebastopoli e Novorossiysk, quindi ne hanno sviluppato di nuovi cercando di aumentare la carica bellica e rendere più preciso il sistema di guida.

Ore 16:14 - Alexey Navalny condannato a 19 anni di reclusione

È la condanna finale, quella che toglie di mezzo dalla scena politica russa il principale oppositore di Putin, l’unico che, se fosse libero, potrebbe forse ostacolare la sua permanenza al potere. Dopo un processo tenuto a porte chiuse, Alexey Navalny è stato condannato a 19 anni di carcere che, sembra, dovrebbero assorbire i nove che sta già scontando per accuse che la Corte europea dei diritti umani ha riconosciuto come motivate politicamente. La pena dovrà essere scontata in una delle poche colonie penali di massima sicurezza, quella dove sono rinchiusi unicamente ergastolani e individui recidivi «di particolare pericolosità».

Arriva subito anche la risposta del presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che considera «inaccettabile» la condanna «arbitraria»di Alexsei Navalny.

Ore 17:09 - Kiev: «In autunno previsti raid di droni a struttura energetica»

La Russia potrebbe riprendere a colpire le infrastrutture energetiche durante il prossimo autunno, ma a differenza dell’anno scorso - quando ha usato principalmente missili - si prepara a farlo con i droni. Lo ha dichiarato al canale United News il portavoce dell’aeronautica militare Yuriy Ignat, come riportato da Rbc Ukraine.

Ore 18:05 - Ospedale di Kherson bombardato due volte in 72 ore

A Kherson, in Ucraina, è stato nuovamente colpito oggi l’ospedale con cui Medici Senza Frontiere collabora e che già era stato bombardato martedì scorso, causando la morte di un medico e il ferimento di cinque operatori sanitari. L’ospedale, che si trova a pochi chilometri dalla linea del fronte, in un territorio riconquistato dalle forze ucraine lo scorso anno, è stato bombardato due volte in 72 ore. Medici Senza Frontiere ha ripetutamente chiesto la protezione degli ospedali e delle infrastrutture civili in Ucraina e condanna ancora una volta questo oltraggioso attacco a una struttura medica.

«Al momento del bombardamento, nell’ospedale c’erano circa 150 persone, tra personale e pazienti e fortunatamente tutti sono rimasti illesi. L’ospedale si trova in una zona residenziale, con una scuola e degli edifici residenziali nelle vicinanze» ha raccontato Andrii Dobravskyi, un operatore di MSF che si trovava all’interno dell’ospedale al momento dell’attacco.

Ore 18:33 - Zelensky incontra Christie: «La guerra finirà con la nostra vittoria»

«Ho avuto un incontro con un membro del partito Repubblicano, l’ex governatore del New Jersey, Christopher Christie. È molto importante che Christie abbia iniziato la sua visita in Ucraina con una visita a Bucha per vedere con i suoi occhi la minaccia alla libertà e a tutti nel mondo rappresentata dall’aggressione russa. Ho ringraziato tutti gli americani, ognuno di loro, per il loro supporto vitale. Siamo fiduciosi che porremo fine a questa guerra russa contro la libertà con la nostra vittoria: la vittoria del mondo libero, la vittoria della democrazia, la vittoria della libertà». Lo ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo aver incontrato a Kiev il candidato presidenziale degli Stati Uniti, Chrsitopher Christie.

Ore 18:46 - Medvedev: «Navalny ha preso 19 anni, così ha voluto il destino»

Navalny ha preso 19 anni. Sic fata voluerunt (così ha voluto il destino, ndr)». Lo ha scritto su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev commentando la condanna del dissidente russo. Nel testo Medvedev aggiunge che lo stesso fato sarebbe responsabile del fatto che «la Russia rimane la quinta economia in termini di parità di potere d'acquisto (dati della Banca Mondiale). Nonostante le folli sanzioni e la guerra ibrida dichiarata contro di noi».

Ore 18:46 - Onu chiede a Mosca il rilascio immediato di Navalny

«La nuova condanna inflitta oggi alla figura dell'opposizione Alexei Navalny solleva rinnovate serie preoccupazioni per le vessazioni giudiziarie e la strumentalizzazione del sistema giudiziario per scopi politici in Russia». Lo ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk in una nota. «La condanna a 19 anni è basata su accuse vaghe ed eccessivamente generiche di "estremismo", e fa seguito a un processo a porte chiuse nei locali del carcere dove Navalny sta già scontando altre due condanne pari a 11 anni e mezzo. In base al diritto internazionale sui diritti umani, gli Stati hanno l'obbligo di rispettare, proteggere e adempiere l'intera gamma dei diritti a un processo equo e giusto per tutti gli individui privati della libertà. Chiedo alle autorità russe di adottare misure per rispettare questi obblighi cessando immediatamente le violazioni dei diritti umani di Navalny e rilasciandolo», ha affermato ancora Turk.

Ore 19:48 - Navalny ai russi dopo la condanna: «Non perdete la voglia di resistere»

«Non riguarda me, ma voi» che siete «spaventati e privati dalla volontà di resistere». Così Alexei Navalny ha commentato sul proprio account di Twitter la nuova condanna a 19 anni di carcere che gli è stata inflitta oggi. «Putin non deve raggiungere il suo obiettivo. Non perdete la volontà di resistere», ha aggiunto rivolgendo un appello ai suoi connazionali. «Diciannove anni in una colonia penale di massima sicurezza. Il numero di anni non ha importanza. Capisco perfettamente che, come molti prigionieri politici, sono condannato all'ergastolo. Dove la vita è misurata dal termine della mia vita o dal termine della vita di questo regime», ha scritto Navalny. «L'entità della condanna non riguarda me. Riguarda voi. Voi, non io, venite spaventati e privati della volontà di resistere. Siete costretti a cedere il vostro paese Russia senza combattere alla banda di traditori, ladri e mascalzoni che hanno preso il potere. Putin non deve raggiungere il suo obiettivo. Non perdete la volontà di resistere», ha aggiunto.

Ore 21:53 - Kiev, sfondata la prima linea di difesa russa a sud

Le forze armate ucraine avrebbero già sfondato la prima linea di difesa dei russi a sud e a Bakhmut e si troverebbero ora in una posizione intermedia. Lo sostiene la vice ministra della Difesa ucraina Anna Malyar come riportato da Ukrainska Pravda. «Se parliamo del sud, così come nella direzione di Bakhmut, le nostre forze continuano a svolgere azioni offensive, penetrando attraverso la grave resistenza del nemico - si tratta di bombardamenti di artiglieria solida, di mine» ha riferito Malyar. Ma non solo, perché secondo la vice ministra ucraina «le nostre truppe nel sud hanno già sfondato la prima linea di difesa e si sono spostate su una linea intermedia», dove le forze russe hanno costruito «fortificazioni ingegneristiche sulle principali alture dominanti» e «questo, ovviamente, complica il movimento delle nostre truppe e i combattimenti stessi».

Ore 22:33 - Morte ministro Interni ucraino, 4 arresti per schianto dell’elicottero

Le autorità di Kiev hanno effettuato quattro arresti in relazione allo schianto dell’elicottero sul quale viaggiava il ministro degli Interni Denys Monastyrsky a gennaio di quest’anno. In tutto hanno perso la vita 14 persone nello schianto, tra cui Monastyrsky. Le persone arrestate sono funzionari del servizio di emergenza statale, arrestati con l’accusa di aver infranto le regole di sicurezza del traffico aereo, provocando la morte e danni alla proprietà. Una quinta persona, il capo del servizio di sicurezza del volo ucraino, è stata posta agli arresti domiciliari, accusata di negligenza d’ufficio.

Ore 01:52 - Esplosioni vicino al ponte di Crimea

Sono state segnalate esplosioni vicino al Ponte di Crimea. Funzionari citati da fonti russe hanno dichiarato che sono state udite deflagrazioni nella città contesa di Kerch e il traffico sul ponte è stato bloccato.

Ore 02:04 - Attaccata la petroliera russa Sig

Nello stretto di Kerch, la petroliera chimica russa Sig potrebbe essere stata danneggiata da un attacco di droni di superficie. La sala macchine e la sovrastruttura della petroliera sono state danneggiate a causa dell’esplosione. Attualmente l’acqua non entra nella petroliera. Nel 2019, la petroliera Sig è stata inclusa nell’elenco delle sanzioni statunitensi a causa della fornitura di carburante alla Siria. Al momento delle sanzioni, la nave apparteneva alla compagnia di navigazione Transpetrochart.

Ore 02:23 - Esplosivi sulla città russa di Kursk

Droni hanno lanciato esplosivi sulla città russa di Kursk danneggiando due edifici amministrativi, secondo il governatore dell’oblast Roman Starovoyt. Le finestre dei due palazzi e di una chiesa vicina sono state danneggiate, spiegano su Telegram le autorità della regione confinante con l’Ucraina, aggiungendo che non sono state segnalate vittime.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 5 agosto.

Le notizie del 5 agosto sul conflitto in Ucraina. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera sabato 5 agosto 2023

•Difesa russa: «Intercettato e respinto un drone americano nel Mar Nero»

• Cosa significa l’attacco alla petroliera russa. Il punto militare.

• Russia, Navalny condannato ad altri 19 anni in una colonia penale di massima sicurezza per «estremismo».

• Anche la Cina al vertice di Gedda del weekend, Kiev: «Svolta importante».

•Raid russo a Zaporizhzhia. Zelensky: «Colpita azienda dell'aeronautica» .

Ore 02:27 - Attacco di droni sulla città russa di Kursk

Attacco di droni segnalato nella città russa di Kursk. Le esplosioni hanno danneggiato due edifici amministrativi, ha riferito il governatore dell’Oblast di Kursk Roman Starovoyt in un post su Telegram. Non sono state segnalate vittime.

Ore 05:01 - Alcuni feriti nell’attacco alla petroliera

Alcuni membri dell’equipaggio della petroliera chimica russa Sig sono rimasti feriti da schegge di vetro durante l’attacco da parte di droni marini ucraini avvenuto nella notte nello stretto di Kerch, affermano le autorità russe. La nave è stata danneggiata e due rimorchiatori sono arrivati sul posto. Secondo i media di Mosca, si tratta della chimichiera colpita da sanzioni americane per aver fornito carburante alle forze russe accorse in aiuto del regime di Bashar al-Assad durante la guerra in Siria. Il traffico sul ponte che collega la penisola di Crimea, annessa da Mosca, alla Russia è stato sospeso per tre ore. Il ponte di Kerch è l’unica opera nel suo genere che collega la Crimea alla Russia e viene utilizzato in particolare per il trasporto di materiale ai militari di Mosca sul fronte ucraino.

Ore 05:45 - Ripreso il traffico sul ponte di Crimea

Dopo tre ore di blocco è ripreso il traffico sul ponte di Crimea. La struttura, precisano fonti russe, non è stata interessata dall’attacco di droni ucraini che hanno colpito una petroliera vicino allo stretto di Kerch.

Ore 07:32 - Petroliera russa fatta esplodere dai servizi ucraini, il video su Telegram

«L’esplosione della petroliera russa Sig che trasportava carburante per le truppe di Mosca è stata un’operazione speciale dei servizi militari ucraini e della Marina», lo scrive Rbc-Ukraine citando fonti dell’intelligence e specificando che l’esplosione è stata provocata da un drone di superficie con 450 chili di tritolo. Sui canali Telegram ucraini è stato pubblicato il video del drone che colpisce lo scafo della nave.

La petroliera era carica di carburante e si trovava in acque territoriali ucraine, nei pressi del Ponte di Crimea. Dal 2019 questa nave è oggetto di sanzioni da parte degli Stati Uniti per aver trasportato petrolio e carburante dalla Russia alla Siria.

Ore 08:30 - Intelligence Kiev ai russi: lasciate le nostre acque territoriali

Dopo l'attacco notturno alla petroliera russa Sig nei pressi del ponte di Kerch, il capo del servizio di sicurezza di Kiev (Sbu) ha consigliato ai russi di «lasciare le acque territoriali e la terra ucraina». Lo scrivono i media ucraini. «Ogni attacco alle navi russe o al ponte di Crimea è un passo assolutamente logico ed efficace contro il nemico. Inoltre, tali operazioni speciali vengono effettuate nelle acque territoriali dell'Ucraina e sono completamente legali», ha dichiarato Malyuk.

Ore 09:17 - 007 Gb: attacco alla Olenegorsky Gornyak, un duro colpo per Mosca

I danni subiti dalla nave della Marina russa Olenegorsky Gornyak colpita nei pressi della base Novorossiysk rappresentano un «duro colpo» per la flotta di Mosca. La Olenegorsky Gornyak è «la più grande nave da guerra russa gravemente danneggiata o affondata dall'affondamento dell'incrociatore Moskva» dello scorso aprile. Lo scrive l'intelligence del ministero della Difesa britannico nel suo report sulla guerra in Ucraina. «Durante la notte tra il 3 e il 4 agosto 2023, la nave da sbarco della Marina russa Olenegorsky Gornyak ha quasi certamente subito gravi danni dopo essere stata colpita mentre si trovava nei pressi della base Novorossiysk della flotta del Mar Nero. Le immagini dell'inclinazione della nave a 30-40 gradi suggeriscono che diversi compartimenti stagni sono stati violati o che gli sforzi di controllo dei danni dell'equipaggio sono stati inefficaci», si legge nel report.

Ore 09:40 - La Lituania chiuderà due valichi di frontiera con la Bielorussia

La Lituania chiuderà due dei suoi sei valichi di frontiera con la Bielorussia a causa delle preoccupazioni per la presenza di mercenari Wagner nella zona. Lo ha detto il viceministro degli Interni lituano Arnoldas Abramavicius, come riporta il Guardian. «Stiamo preparando la decisione di chiudere due posti di blocco», ha detto Abramavicius , nominando i valichi di Sumsko e Tvereciaus come quelli da chiudere. La Lituania, membro della Nato sul fianco orientale dell'Alleanza, dovrebbe adottare formalmente la decisione la prossima settimana.

Ore 10:00 - «Due feriti in bombardamenti russi su Kherson»

Durante la notte l'esercito russo ha bombardato Kherson due volte con l'artiglieria e due persone sono rimaste ferite. Lo ha riferito l'amministrazione militare della regione di Kherson su Telegram, come riporta Ukrinform. In totale, nella giornata di ieri, la comunità territoriale urbana di Kherson è stata bombardata sette volte. Altri tre attacchi russi hanno colpito nella notte il distretto di Nikopol nella regione di Dnipro.

Ore 11:05 - Soprano russa Netrebko, licenziata, fa causa al Metropolitan

La cantante lirica russo-austriaca Anna Netrebko ha citato in giudizio il Metropolitan Opera di New York, da cui è stata allontanata in seguito all'invasione russa dell'Ucraina, chiedendo 360mila dollari di danni al teatro e al suo direttore. L'opera ha risposto in una dichiarazione, affermando che la causa non ha alcun fondamento. Lo riporta la Bbc. Netrebko ha sostenuto a varie riprese il presidente russo Vladimir Putin, ma ha condannato l'invasione dell'Ucraina dopo le pressioni del Met. Nel 2014, ha donato denaro a un teatro nella città di Donetsk, controllata dai ribelli, nell'Ucraina orientale, ed è stata fotografata con in mano una bandiera ribelle filo-russa.

Ore 11:25 - Kiev: i colloqui a Gedda non saranno semplici ma la verità è con noi

Funzionari ucraini, russi e internazionali affermano che al momento non vi è alcuna prospettiva di colloqui di pace diretti tra Ucraina e Russia, perché la guerra continua a infuriare e Kiev cerca di rivendicare il territorio attraverso una controffensiva. Ma l'Ucraina mira innanzitutto a costruire una più ampia coalizione di sostegno diplomatico al di là dei suoi principali sostenitori occidentali, raggiungendo i paesi del sud del mondo come India, Brasile e Sudafrica, molti dei quali sono rimasti pubblicamente neutrali. Il presidente ucraino Volodymy Zelensky ha detto di sperare che l'iniziativa porti a un «vertice di pace» dei leader mondiali questo autunno per approvare i principi, basati sulla sua formula in 10 punti per una soluzione. Mosca ha respinto la formula di pace di Zelensky.

Ore 11:45 - Medvedev: i colpi inferti a Odessa e Izmail non sono bastati a Kiev

«A quanto pare, i colpi inferti a Odessa, Izmail, non sono sufficienti per la feccia di Kiev che vuole creare un disastro ecologico nel Mar Nero: dovrebbe farlo in quella parte del suo territorio, che presto cadrà in mano alla Polonia e che puzzerà per secoli. Questo sarà per loro il giudizio finale sull'affare del grano. Gli ucraini capiscono solo la crudeltà e la forza». Lo ha scritto su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, probabilmente come commento agli attacchi con droni contro la nave russa Olenegorskiy Gornyak e la petroliera Sig.

Ore 12:42 - Kiev: porti russi nel Mar Nero sono zona a rischio guerra

Un messaggio del Servizio statale per il trasporto marittimo e fluviale ucraino sta avvertendo di una minaccia militare nelle acque di sei porti russi: «Minaccia militare. L'area interessata è quella delle vie interne ed esterne dei porti di Anapa, Novorossijsk, Gelendzhik, Tuapse, Sochi, Taman», si legge nel comunicato. Lo riferisce Rbc-Ukraine.

Ore 12:54 - Al via a Gedda i colloqui per un soluzione diplomatica

Sono iniziati a Gedda i colloqui organizzati dall'Arabia Saudita per trovare una soluzione diplomatica al conflitto ucraino. Al vertice partecipano i consiglieri della sicurezza nazionale di una quarantina di Paesi — esclusa però la Russia — fra cui anche un emissario inviato dal governo cinese, il che rappresenta un segnale di interesse da parte di Pechino. C'è anche il presidente ucraino Zelensky.

Ore 12:58 - Mosca: «Liberato un villaggio nella regione di Lugansk»

Il ministero della Difesa russo ha annunciato che l'Armata ha liberato il villaggio di Novoselovskoye, nel Lugansk, in direzione di Kupyansk. Lo riferiscono i media russi. «Nella direzione di Kupyansk, l'insediamento di Novoselovskoye in Lugansk è stato liberato dal gruppo di forze occidentale», ha affermato il ministero. Inoltre, attaccando su un ampio fronte, i distaccamenti d'assalto hanno migliorato la posizione lungo la linea del fronte nelle aree degli insediamenti di Olshana e Pershotravneve della regione di Kharkov.

Ore 13:25 - Drone fa scattare stop alle barche vicino Sebastopoli, in Crimea

«A causa della della presenza di un drone al largo di Sebastopoli, i servizi speciali russi hanno deciso di limitare la circolazione degli yacht e altre imbarcazioni leggere da Balaklava, in Crimea, alle spiagge e ritorno: le restrizioni al traffico saranno poi revocate e il trasporto su acqua riprenderà a funzionare», ha scritto su Telegram il sindaco della città controllata dai russi Mikhail Razvozhayev. Il quale ha spiegato che le forze russe stanno adottando misure per distruggere il drone individuato al largo. Intanto i media ucraini stanno pubblicando video che mostrano i bagnanti mentre vengono allontanati dalle spiagge per precauzione.

Ore 15:06 - Mosca: drone distrutto al largo di Sebastopoli

Un drone di superficie individuato in alto mare vicino a Sebastopoli è stato distrutto, consentendo la ripresa del traffico marino. Lo ha riferito il governatore per conto di Mosca della città della Crimea, Mikhail Razvozhaev, sul suo canale Telegram. «Tutte le restrizioni al movimento del trasporto marittimo sono state revocate», ha scritto Razvozhaev.

Ore 15:42 - Obiettivo, profondità, messaggi: cosa significa l’attacco ucraino alla petroliera russa - Il Punto Militare

(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il punto militare 532 | L’imbarcazione nel 2019 era finita nella lista del Tesoro Usa perché sospettata di trasportare carburante destinato ai caccia russi in Siria. Le mosse degli ucraini allargano il fronte e inviano messaggi: ora è lecito attendersi l’intensificarsi degli strike.

Una nave da guerra, poi una petroliera. Target di valore presi di mira dagli ucraini per ribadire un doppio messaggio: il fronte di guerra è sempre più ampio e la resistenza è decisa «a contestare» la supremazia di Mosca in Mar Nero...

Ore 15:47 - Kiev procede con l’evacuazione di 130 bambini da villaggi nel Donetsk

A causa dei continui bombardamenti russi, 130 bambini saranno evacuati da nove insediamenti nella regione di Donetsk. I bambini saranno evacuati da tutte zone prossime alla linea del fronte, come gli insediamenti di Yampil, Zarichne, Torske, Orikhuvatka, Nikonorivka, Malynivka, Tikhonivka, Vasyutynske e Rai-Olexandrivka.

Un totale di 1.718 persone, tra cui 228 bambini, sono già state evacuate dalla zona di pericolo di cinque chilometri nella regione di Sumy, nel nord-est dell’Ucraina. Secondo il ministero, in 21 insediamenti della regione non ci vive attualmente più nessuno.

Ore 15:53 - Viaggio a bordo dei corazzati Bradley, i «salvavita» dei soldati ucraini - Il Video

(Di Lorenzo Cremonesi, inviato in Ucraina) Il reportage da Orikhiv, sud di Zaporizhzhia, tra i Bradley o, come li chiamano i soldati ucraini, i «salvavita». Grazie ai corazzati americani, infatti, anche se colpite, le milizie ucraine hanno buone probabilità di sopravvivenza. Un autista del veicolo da guerra racconta che la controffensiva è in fase di riorganizzazione. Ora si prediligono di più le truppe rispetto ai mezzi meccanici. Gli uomini si muovono nella notte per minare il terreno e aprire così la strada ai droni kamikaze. Una strategia che ha finito per copiare anche l’esercito russo.

Ore 16:01 - Fronte orientale: ucraini respingono i russi nella regione di Kharkiv

Le forze di difesa ucraine stanno respingendo gli attacchi russi nelle direzioni di Kupiansk, Lyman e Svatove. Il fronte orientale resta così quello più caldo del conflitto, dove si concentrano la maggior parte dei combattimenti. Lo ha scritto su Telegram il viceministro della Difesa Hanna Maliar: «Il fronte orientale rimane l’epicentro delle ostilità per il nemico. Le direzioni strategiche della sua offensiva sono lì».

Ore 16:48 - Sebastopoli, governatore filorusso: «Distrutto un drone nella zona marittima»

La Marina russa ha identificato e distrutto questa mattina un drone di superficie nelle acque al largo di Sebastopoli, in Crimea. Ad affermarlo su Telegram è il governatore filorusso della regione Mikhail Razvozhaev, secondo il quale «il drone è stato distrutto dalla flotta a grande distanza dalla riva nella zona marittima di Sebastopoli».

Ore 17:00 - Media sauditi: «Cominciato il vertice di Gedda»

Iniziata a Gedda, in Arabia Saudita, la riunione a livello di consiglieri per la sicurezza nazionale e alti diplomatici dedicata alla crisi ucraina. Lo ha riferito la tv di Stato saudita al-Ekhbariya, precisando che all’incontro partecipano rappresentanti di una trentina di Paesi.

La Russia è assente mentre saranno presenti, tra gli altri Italia, Usa, India, Cina, Turchia, Egitto e Ue. L’incontro avrà lo scopo di agevolare uno scambio di opinioni tra i Paesi partecipanti sui modi per risolvere pacificamente la crisi mentre, sulla falsariga dell’incontro di Copenaghen dello scorso giugno, non ci sarà una dichiarazione finale congiunta.

Ore 17:08 - Difesa russa: «Intercettato e respinto un drone americano nel Mar Nero»

La Russia afferma di aver intercettato e respinto con un caccia Su-30 un drone americano sul Mar Nero. Lo riferisce il ministero della Difesa di Mosca, riportato dall’agenzia russa Interfax. Il drone da ricognizione sarebbe un MQ-9A «Reaper» dell’aeronautica statunitense, che ha invertito la rotta poco dopo essere stato intercettato.

Ore 17:38 - Lo sfogo di Podolyak: «Onu avvocato del diavolo. Così funziona il diritto internazionale?»

«Le nazioni Unite fanno l’avvocato del diavolo: è così - si chiede Mykhailo Podolyak, capo dell’ufficio della presidenza ucraino - che funzionano il diritto internazionale e il diritto all’autodifesa? Questo l’ordine di sicurezza globale secondo le Nazioni Unite?» Con un Paese aggressore che conduce una guerra genocida alla presidenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il costante tentativo di persuadere a non resistere?»

Podolyak ha risposto duramente all’invito delle Nazioni Unite «di astenersi da qualsiasi retorica o azione che potrebbe ulteriormente intensificare il conflitto».

Ore 17:46 - Kuleba dopo la telefonata con il collega turco Fidan: «Turchia proverà a ripristinare accordo»

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba e il suo omologo turco, Hakan Fidan, hanno discusso telefonicamente sulla questione dell'export di grano dopo la recente uscita di Mosca dall'accordo per il transito di cereali sul Mar Nero. Lo ha riferito lo stesso Kuleba, affermando di essere ottimista per il ripristino dell'accordo.

«Ho avuto una telefonata con Hakan Fidan per discutere della Black Sea Grain Initiative - ha scritto Kuleba sui suoi canali social - Ho sottolineato l'impatto dannoso del ritiro della Russia sui paesi africani e sulla sicurezza alimentare globale. La Turchia continuerà gli sforzi per ripristinare l'accordo. Abbiamo anche discusso il calendario dei contatti bilaterali fra Ucraina e Turchia».

Ore 18:00 - Zakharova: «Risponderemo agli attacchi terroristici di Kiev»

Mosca condanna con durezza quello che ha definito un attacco terroristico ucraino contro una sua imbarcazione civile nello Stretto di Kerch e si riserva di rispondere e punire i responsabili, riferendosi a quanto accaduto alla petroliera russa.

A dichiararlo è stata la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, parlando dell'attacco ad una petroliera russa la notte scorsa. «Il regime di Kiev, senza incorrere in alcuna condanna da parte dei paesi occidentali e delle organizzazioni internazionali, sta attivamente applicando nuovi metodi terroristici, questa volta nelle acque del Mar Nero. Non ci può essere alcuna giustificazione per tali azioni barbariche, non rimarranno impunite», ha affermato.

Ore 18:11 - Allarme aereo a Kiev ed esplosioni a Zaporizhzhia

L'allarme aereo è scattato da poco a Kiev. A riferirlo i media locali e i siti web che monitorano l'entrata in funzione delle sirene. Sarebbero state inoltre sentite delle nuove esplosioni nella zona di Zaporizhzhia.

Ore 18:20 - Turkmenistan Airlines sospende i voli per Mosca: «Sicurezza non garantita»

Turkmenistan Airlines ha deciso di sospendere i voli per Mosca a causa del conflitto: «Non sono garantite le condizioni di sicurezza», questo il parere della compagnia aerea, anche alla luce degli ultimi attacchi tramite droni che hanno colpito la capitale russa.

Ore 19:11 - Portavoce Zelensky denuncia: «Missili russi su Kiev durante summit di Gedda»

«I colloqui di pace in Arabia Saudita sono accompagnati da attacchi missilistici russi sull'Ucraina». Lo scrive la portavoce del presidente Volodymyr Zelensky, Iuliia Mendel, su Twitter mentre arrivano notizie di esplosioni in diverse città, compresa Kiev.

«In questo momento, ci sono attacchi missilistici nelle regioni di Kiev, Vinnutsia, Zhytomyr e Cherkasy», ha dichiarato la portavoce, «ma l'allerta è in tutta l'Ucraina». Fonti nella regione di Khmelnytskyi, riporta Sky News, parlano di attacchi ed esplosioni anche a Zaporizhzhia.

Ore 19:43 - Un morto nei bombardamenti nella zona nord-orientale di Sumy

Un uomo di 62 anni è morto durante i bombardamenti russi nell'insediamento di Novoslobodsk, nell'area intorno alla città di Sumy. Lo riferisce il governatore dell'insediamento Olha Garkavenko. Le comunità al confine nell'area di Sumy subiscono attacchi quotidiani da parte delle forze russe. Due giorni fa sono stati registrati bombardamenti in nove comunità.

Oltre ai bombardamenti di artiglieria, le forze russe hanno attaccato il confine di Sumy con mitragliatrici, lanciagranate, colpi di mortaio e carri armati. Due esplosioni sono state udite anche nella città di Zhytomyr.

Ore 20:10 - Raid russo a Zaporizhzhia. Zelensky: «Colpita azienda dell'aeronautica»

«L'attacco missilistico russo su Zaporizhzhia ha colpito l'azienda aereonautica ucraina Motor Sich». Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo che diversi bombardamenti avevano colpito la regione della centrale nucleare ucraina.

Ore 20:31 - Kiev: «Pronti a intensificare attacchi con droni»

L'Ucraina vuole intensificare i suoi attacchi con droni contro obiettivi russi dopo che gli ultimi raid effettuati sono riusciti. A dichiararlo è stato il segretario alla sicurezza nazionale del governo di Kiev Oleksiy Danilov. «Gli obiettivi russi sono il miglior terreno di addestramento per le armi ucraine e la loro promozione sul mercato globale», ha scritto su Twitter. «Con ogni nuova missione, i droni da combattimento e i droni navali stanno diventando sempre più precisi, gli operatori stanno diventando più esperti, le operazioni di coordinamento stanno diventando più efficaci e ai produttori viene offerta l'opportunità di migliorare le caratteristiche tattiche e tecniche», ha affermato Danilov.

Ore 20:38 - Fonti Ue: «A Gedda raggiunta l'intesa sul rispetto dell'integrità del territorio ucraino»

A Gedda è emersa un'intesa «sul fatto che il rispetto dell'integrità territoriale e della sovranità dell'Ucraina deve essere al centro di qualsiasi accordo di pace, così come il primato della Carta delle Nazioni Unite». È quanto spiegano fonti europee al termine della prima giornata del summit sui negoziati in Ucraina che vede riuniti circa 40 Paesi.

Secondo le stesse fonti è stata decisa la formazione di gruppi di lavoro sui temi chiave dei dieci punti per la formula della pace proposta da Kiev. «I tempi per un incontro dei capi di Stato sono ancora in sospeso, ma prima della fine dell'anno è considerato plausibile», spiegano.

Ore 21:53 - Zelensky: «Raid contro un centro trasfusioni nella regione di Kharkiv. Ci sono morti e feriti»

«Una bomba guidata russa ha colpito un centro di trasfusioni sanguigne, questa sera a Kupiansk, nella regione di Kharkiv». Lo ha reso noto il presidente ucraino, Volodymy Zelensky, su Telegram, riferendo che ci sono morti e feriti. «Queste crimine di guerra da solo dice tutto dell'aggressione russa», ha proseguito. «Bestie che distruggono tutto quello che garantisce di vivere», ha denunciato il leader di Kiev.

Ore 22:17 - Il presidente ucraino da Gedda: «La Russia ha violato il diritto internazionale, ripristiniamolo. Ecco il nostro piano per la pace»

Volodymyr Zelensky ha salutato l'inizio in Arabia Saudita della conferenza sulla sicurezza in cui i rappresentanti di 42 paesi, esclusa la Russia, stanno discutendo il piano di pace ucraino per porre fine alla guerra. «Ci saranno rappresentanti di diversi continenti, con diverse prospettive sugli affari globali, ma tutti uniti dalla convinzione della necessità di considerare il diritto internazionale prioritario», ha dichiarato il presidente ucraino. «La cosiddetta Formula per la pace proposta da Kiev rappresenta il ritorno all'ordine internazionale che la Russia ha violato con la sua aggressione», ha aggiunto.

 Ore 22:53 - Filorussi di Donetsk: «Colpita l'università con bombe a grappolo di Kiev»

«Gli ucraini hanno bombardato il centro di Donetsk, colpendo l'università di economia e commercio». Lo ha riferito il sindaco della città ucraina controllata dai filorussi Alexey Kulemzin, come riporta la Tass, denunciando che sono state utilizzate bombe a grappolo. Si è sviluppato un incendio.

Ore 23:59 - L’oligarca Usmanov: «I premi da Putin? Per i miei successi. Le vostre sanzioni mi hanno ferito, gli amici non fanno così»

(Di Andrea Nicastro) Il magnate: perché non si sanzionano anche le società occidentali che sono rimaste a lavorare in Russia? Nell’ultimo anno hanno pagato 3 miliardi di imposte.

Ricco. Per il Sunday Times è il benefattore più generoso del Regno Unito degli ultimi 20 anni. Ora vive soprattutto in Uzbekistan, ma, prima delle sanzioni, con 15/20 miliardi di patrimonio personale era di casa in Gran Bretagna, Germania, Italia, Svizzera e, ovvio, Russia. Chiacchierato. Come chiunque abbia fatto fortuna nell’era postsovietica o passato 6 anni in carcere prima di essere riabilitato, hanno detto di lui che è un oligarca: contiguo tanto alla malavita quanto all’élite politica di Mosca.

Ore 01:35 - Allarme aereo a Kiev e in altre città dell’Ucraina

L’allarme aereo è stato lanciato dalle autorità ucraine a Kiev e nelle regioni di Zhytomyr, Khmelnytsky, Vinnytsia, Cherkasy, Kirovohrad, Dnepropetrovsk e la regione della capitale stessa. Lo riporta una mappa online del ministero ucraino della difesa, secondo quanto riferito da Ria Novosti. L’allarme aereo a Kiev è stato lanciato all’1.04 ora locale.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 6 agosto.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Kiev: «A Gedda passi avanti sul nostro piano di pace». Mosca: «Non ci sono basi per accordi». Lorenzo Cremonesi, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera domenica 6 agosto 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di , in diretta. Il portavoce di Putin Dmitri Peskov: «Non ci sono le basi per un accordo di pace» 

•Raid contro un centro trasfusioni a Kupiansk (Kharkiv). Filorussi di Donetsk: «Colpita l'università con bombe a grappolo di Kiev».

•Fonti Ue: «A Gedda trovata l'intesa sull'integrità del territorio ucraino». Al summit partecipa anche la Cina.

• Il ministro ucraino Kuleba dopo la telefonata con il collega turco Fidan: «La Turchia proverà a ripristinare l'accordo sul grano».

Ore 00:33 - Allarme aereo a Kiev e in altre città dell’Ucraina

L’allarme aereo è stato lanciato dalle autorità ucraine a Kiev e nelle regioni di Zhytomyr, Khmelnytsky, Vinnytsia, Cherkasy, Kirovohrad, Dnepropetrovsk e la regione della capitale stessa. Lo riporta una mappa online del ministero ucraino della difesa, secondo quanto riferito da Ria Novosti. L’allarme aereo a Kiev è stato lanciato all’1.04 ora locale.

Ore 01:37 - Zelensky: «Raid contro un centro trasfusioni nella regione di Kharkiv. Ci sono morti e feriti»

«Una bomba guidata russa ha colpito un centro di trasfusioni sanguigne, questa sera a Kupiansk, nella regione di Kharkiv». Lo ha reso noto il presidente ucraino, Volodymy Zelensky, su Telegram, riferendo che ci sono morti e feriti. «Queste crimine di guerra da solo dice tutto dell'aggressione russa», ha proseguito. «Bestie che distruggono tutto quello che garantisce di vivere», ha denunciato il leader di Kiev.

Ore 01:38 - L’oligarca Usmanov: le vostre sanzioni mi hanno ferito

(di Andrea Nicastro) Ricco. Per il Sunday Times è il benefattore più generoso del Regno Unito degli ultimi 20 anni. Ora vive soprattutto in Uzbekistan, ma, prima delle sanzioni, con 15/20 miliardi di patrimonio personale era di casa in Gran Bretagna, Germania, Italia, Svizzera e, ovvio, Russia. Chiacchierato. Come chiunque abbia fatto fortuna nell’era postsovietica o passato 6 anni in carcere prima di essere riabilitato, hanno detto di lui che è un oligarca: contiguo tanto alla malavita quanto all’élite politica di Mosca. Non c’è modo migliore per farlo infuriare: «Oligarca io? Mai». Premiato. Ad Arzachena è cittadino onorario, in Italia commendatore, in Russia, Uzbekistan e Kazakistan ha ricevuto ogni onorificenza disponibile. Per 15 anni è stato anche presidente della Federazione Internazionale di Scherma. Sanzionato. Come magnate russo è nel mirino delle sanzioni occidentali. In tanti anni di successi si è sempre tenuto lontano dai riflettori, anche quando (è stato scritto) ha aiutato a mettere Carlo Ancelotti sulla panchina dell’Everton o ha difeso il quotidiano Kommersant dalla propaganda russa. Probabilmente ha accettato di rispondere al Corriere proprio per dire la sua sulle sanzioni: “ingiuste”.

Ališer Usmanov, quanto le stanno costando le sanzioni per la guerra in Ucraina?

«Ho lasciato la gestione dei miei affari circa dieci anni fa e il costo delle sanzioni è difficile da calcolare. Non colpiscono solo me, ma anche i miei familiari, le società di cui sono azionista, i loro dipendenti e le decine di migliaia di persone che ricevevano aiuti dai miei progetti di carità e sviluppo. Tra loro ci sono anche malati, bisognosi e artisti. Il danno alla mia reputazione invece è chiaro: è enorme».

Ore 01:40 - IL PUNTO MILITARE -La guerra nel Mar Nero, messaggi e obiettivi

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Una nave da guerra, poi una petroliera. Target di valore presi di mira dagli ucraini per ribadire un doppio messaggio: il fronte di guerra è sempre più ampio e la resistenza è decisa «a contestare» la supremazia di Mosca in Mar Nero.

La profondità

Sebastopoli, il ponte di Kerch, la base di Novorossiysk sono obiettivi distanti. Eppure Kiev è riuscita ad allungare il raggio d’azione dei droni marittimi — quasi 800 chilometri — dando grande profondità alla sua attività. Lo aveva promesso annunciando che avrebbe intensificato le operazioni nei «teatri» vicini ma anche in Russia. Ha aggiornato le sue armi, ne ha protetto le comunicazioni (indispensabile per guidare i battelli), li ha resi più devastanti con cariche fino a 450 chilogrammi d’esplosivo. Tutto questo — lo ripetiamo — senza avere una Marina visto che le poche unità che aveva sono state affondate.

Ore 01:38 - Kiev denuncia: la Russia porta in Crimea il grano raccolto a Kherson

Nuova denuncia del Centro di resistenza nazionale dell’Ucraina: la Russia starebbe portando in Crimea ingenti quantitativi di grano raccolto nelle zone occupate di Kherson. Una sorta di esproprio che secondo alcuni osservatori potrebbe essere usato da Mosca per destabilizzare ulteriormente il sistema di fornitura del grano ai paesi poveri.

Ore 05:38 - Kuleba: la Russia va fermata, dateci più armi e gli F16

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha chiesto che vengano fornite più armi all’esercito ucraino, inclusi aerei da combattimento F-16. «La Russia non si fermerà finché non sarà fermata. La comunità globale deve concentrarsi sull’imposizione di una pace giusta e duratura: armare l’Ucraina, anche con F-16 per chiudere il cielo, e implementare la Formula di pace ucraina», ha scritto Kuleba sul suo account X.

 Ore 05:46 - Esplosioni nella notte a Kiev

Esplosioni sono state segnalate nella notte nelle regioni ucraine di Kiev, Khmelnytskyi e Cherkasy. Lo riportano i media locali aggiungendo che gli allarmi antiaerei sono scattati nelle prime ore di oggi anche negli oblast di Odessa, Vinnytsia e Kharkiv.

Ore 05:50 - Filippine-Cina, alta tensione nel Mar Cinese meridionale

Manila ha accusato oggi la guardia costiera cinese di aver sparato con cannoni ad acqua contro navi filippine nel Mar Cinese Meridionale, definendo le azioni «illegali» e «pericolose». «La guardia costiera filippina condanna fermamente le pericolose manovre della guardia costiera cinese e l’uso illegale di cannoni ad acqua contro le loro navi», hanno affermato le Filippine in una dichiarazione riguardante un incidente avvenuto ieri. Secondo la guardia costiera filippina, l’incidente è avvenuto mentre stava scortando navi che trasportavano rifornimenti per il personale militare filippino di stanza a Second Thomas, un atollo nelle isole Spratly nel Mar Cinese Meridionale. Pechino rivendica quasi tutta questa parte dell’Oceano Pacifico nonostante le rivendicazioni rivali di Filippine, Vietnam e Malesia, ignorando una sentenza internazionale del 2016 in suo sfavore. Manila lamenta che le sue navi che pattugliano queste acque contese sono regolarmente sorvegliate o bloccate dalla guardia costiera o della marina cinese.

Ore 06:03 - Filorussi: «Incendio all’università di Donetsk dopo attacco ucraino»

Le autorità filorusse affermano che un incendio è scoppiato nell’edificio dell’Università di Economia e commercio di Donetsk dopo un bombardamento delle forze ucraine sulla città. «Le unità del ministero delle Emergenze hanno localizzato un grave incendio nel distretto di Voroshilovsky a Donetsk», si legge in un comunicato su Telegram citato dall’agenzia russa Tass. Secondo le prime informazioni, avrebbero preso fuoco il tetto e il soffitto dell’edificio per un totale di circa 3.000 metri quadrati interessati dalle fiamme. Sono intervenuti 19 mezzi e 91 vigili del fuoco per spegnere l’incendio.

Ore 07:40 - Kiev: «Massiccio attacco russo con missili e droni»

Tra la sera del 5 agosto a questa mattina l'esercito russo ha attaccato in modo massiccio e a più ondate diverse regioni ucraine con missili lanciati dall'aria e dal mare e droni iraniani, ha dichiarato l'Aeronautica militare di Kiev su Telegram. La contraerea ha intercettato e distrutto 13 missili da crociera Kalibr, 17 missili da crociera Kh-101/X-555 e 27 droni Shahed. «Nelle due ondate i russi hanno usato 14 Kalibr lanciati dal mare e tre missili balistici Kh-47 Kinzhal lanciati dall'aria, successivamente droni, missili Kalibr dal Mar Nero e missili da crociera sparati dal Mar Caspio».

Ore 07:48 - Wsj, Russia e Cina hanno inviato 11 navi vicino alle coste dell'Alaska

Russia e Cina hanno inviato 11 navi militari di pattuglia vicino all'Alaska. Lo riferisce il Wall Street Journal, che cita fonti statunitensi secondo i quale si tratta della più grande flotta di questo tipo che si sia mai avvicinata alle coste americane. Le undici navi russe e cinesi hanno navigato vicino alle Isole Aleutine, secondo le fonti statunitensi. Le navi, che non sono mai entrate nelle acque territoriali degli Stati Uniti e poi se ne sono andate, sono state monitorate da quattro cacciatorpediniere e aerei P-8 Poseidon statunitensi. «È una prima volta storica», ha osservato Brent Sadler, ricercatore presso la Heritage Foundation e capitano della Marina a riposo. «Considerato il contesto della guerra in Ucraina e le tensioni intorno a Taiwan, si tratta di una mossa altamente provocatoria».

Ore 08:17 - Kiev: due civili uccisi dai bombardamenti nel Donetsk

Due civili sono stati uccisi e due feriti durante i bombardamenti russi dell'ultimo giorno nella regione di Donetsk. Lo ha reso noto il capo dell'amministrazione militare regionale Pavlo Kyrylenko, citato da Ukrinform. Ieri le truppe russe hanno lanciato attacchi nelle direzioni di Donetsk, Gorlivka e Lysychansk.

Ore 08:56 - «Due morti e 4 feriti nell'attacco al centro trasfusioni»

Due uomini sono stati uccisi e altri quattro sono rimasti feriti nell'attacco di ieri sera a un centro trasfusionale nella regione di Kharkiv. «I russi hanno colpito con una bomba aerea guidata un edificio non residenziale nel villaggio di Kruglyakivka, nel distretto di Kupyansk, e si è sviluppato un vasto incendio», ha dichiarato il capo dell'amministrazione militare regionale Oleg Syniehubov, citato da Unian.

Ore 09:31 - 007 di Kiev: riprenderemo a esportare il grano

«Ricominceremo ad esportare grano, che alla Russia piaccia o meno», ha dichiarato il capo dell'intelligence della Difesa di Kiev Kyrylo Budanov in un'intervista al media bulgaro Btv sottolineando che l'Ucraina sta già lavorando per ripristinare le strutture colpite dagli attacchi russi. Budanov ha anche parlato della controffensiva osservando che per i «soldati è piuttosto difficile, poiché la Russia è riuscita a rafforzare la sua posizione con sistemi di difesa. La cosa più importante è che l'offensiva non si fermi».

Ore 10:09 - La città di Zaporizhzhia attaccata nella notte, distruzioni

Durante la notte l'esercito russo ha attaccato la città di Zaporizhzhia e gli insediamenti del distretto: «L'onda d'urto ha danneggiato i magazzini di un'infrastruttura e c'è stato un incendio. A Komyshuvakha è stata presa di mira un'azienda di servizi pubblici e sono stati danneggiati gli edifici residenziali nelle vicinanze», ha scritto su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale Yuriy Malashko, come riporta Ukrinform.

Ore 10:19 - «Bombardamenti, nella notte 70 tra missili e droni»

Le autorità ucraine hanno denunciato nuovi bombardamenti sulla città di Kharkiv, dopo quelli di ieri sera che hanno colpito un centro trasfusionale. «Kharkiv è sotto il fuoco nemico. Chiediamo ai cittadini di esercitare estrema cautela», ha avvertito il sindaco della città, Ihor Terekhovv, attraverso il suo account Telegram. L'aeronautica ucraina, citata daUkrinform , parla di 70 missili e droni lanciati nella notte.

Ore 11:06 - Mosca: abbattuto un drone in avvicinamento sulla capitale

Le forze di difesa aerea russe hanno distrutto un drone in avvicinamento a Mosca. Lo afferma il sindaco della capitale russa, Serghei Sobyanin, scrive l'agenzia Tass. «Oggi, intorno alle 11, c'è stato un tentativo di un drone di sfondare a Mosca. È stato distrutto dalle forze di difesa aerea in avvicinamento», ha scritto Sobyanin.

Ore 10:54 - Kiev, colpito magazzino di mais nell'Ucraina occidentale

I bombardamenti russi della notte hanno colpito anche l'Ucraina occidentale: un gigantesco incendio è scoppiato in un magazzino di mais a Starokostiantynivska e un uomo è rimasto ferito. Lo riportano i media ucraini. Le fiamme, successivamente spente, si sono propagate su una superficie di 1400 metri quadrati. Starokostjantyniv è una città dell'Ucraina nel distretto Chmelnyckyj, nella regione della Podolia, sul fiume Horyn.

Ore 11:39 - Il Papa ai giovani: «Sogno la pace, pregate per l'Ucraina»

Il Papa all'Angelus ha rivolto un pensiero ai giovani che «non sono potuti venire» alla Gmg «a causa di conflitti e di guerre. Nel mondo sono tante. Pensando a questo continente, provo grande dolore per la cara Ucraina, che continua a soffrire molto. Amici, permettete a me, anziano, di condividere con voi giovani un sogno che porto dentro: è il sogno della pace, il sogno di giovani che pregano per la pace, vivono in pace e costruiscono un avvenire di pace». «Tornando a casa, continuate, per favore a pregare per la pace. Voi siete un segno di pace per il mondo, una testimonianza di come le nazionalità, le lingue e le storie possono unire anziché dividere. Siete la speranza di un mondo diverso».

Ore 11:54 - Gb: il 50% dei 30 mila paracadutisti russi ferito o ucciso

Le celebrazioni annuali della Giornata delle forze aviotrasportate russe (Vdv), il 2 agosto, sono state oscurate da una divulgazione presumibilmente non autorizzata sulle perdite subite dalla forza d'élite in Ucraina. Lo riferisce nel suo report su Twitter l'intelligence del ministero della Difesa britannico. «In un discorso registrato, il comandante in capo russo Mikhail Teplinsky, ha dichiarato che 8.500 paracadutisti sono stati feriti e sono poi tornati in servizio o si sono rifiutati di lasciare la linea del fronte. Il video è stato rapidamente cancellato dai canali ufficiali del ministero della Difesa russo. Che non ha commentato il numero dei militari d'èlite uccisi o feriti troppo gravemente per tornare in servizio. Tuttavia, estrapolando le cifre di Teplinksy si può affermare che almeno il 50% dei 30.000 paracadutisti dispiegati in Ucraina nel 2022 è stato ucciso o ferito».

Ore 12:12 - Mosca: colpite basi aeree ucraine nelle regioni occidentali

Il ministero della Difesa russo ha reso noto di aver colpito nella notte con armi di alta precisione le basi aeree nelle regioni occidentali di Chmelnyckyj e Rivne. «Le forze armate della Federazione Russa hanno lanciato un attacco multiplo con armi di precisione a lungo raggio, aeree e marittime, sulle basi aeree delle forze armate dell'Ucraina nelle aree degli insediamenti di Starokostiantynivska e Dubno», ha detto il ministero, citato dalle agenzie di stampa russe.

Ore 12:58 - Mosca: discuteremo con i partner Brics presenti a Gedda

La Russia discuterà i risultati delle consultazioni sull'Ucraina a Gedda con i partner Brics che hanno preso parte all'incontro. Lo afferma il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov, scrive l'agenzia Tass. «Per quanto riguarda i partner Brics che sono stati invitati e hanno partecipato è sottointeso che, sulla base dei risultati degli eventi di Gedda, ci sarà un rilevante scambio di opinioni tra noi e i partecipanti Brics a diversi livelli», ha affermato.

Ore 13:17 - Kiev: inefficaci gli attacchi russi alle nostre basi aeree

«Gli attacchi russi sugli aeroporti ucraini sono inefficaci. L'aviazione ucraina riesce a ridistribuire gli aerei prima dei bombardamenti», ha commentato alla tv nazionale il portavoce dell'Aeronautica militare ucraina, Yuriy Ignat, affermando che i velivoli di Kiev non hanno avuto danni dall'attacco della scorsa notte perché erano già decollati. «Non è la prima volta che l'aeroporto di Starokostiantynivska viene attaccato dai russi: è la base dell'aviazione tattica. Ma i nostri piloti sanno come contrastare il nemico. I russi non riusciranno a distruggere così facilmente la nostra aviazione», ha detto Ignat.

Ore 13:33 - Il simbolo nazionale ucraino sulla statua alla Madrepatria di Kiev

Le autorità ucraine hanno dato il via libera ai lavori per sostituire lo scudo dell'Unione Sovietica con il simbolo nazionale ucraino sul monumento alla Madrepatria di Kiev. Il monumento, alto 102 metri, era stato eretto nel 1981. I lavori dovrebbero essere completati entro il 24 agosto, festa dell'indipendenza ucraina.

Ore 14:41 - Traffico stradale sospeso sul ponte di Kerch (Crimea)

Il traffico stradale sul Ponte di Crimea è stato sospeso, riferisce in canale Telegram senza spiegarne il motivo, come riporta l'agenzia di stampa statale russa Tass. «Il traffico stradale sul Ponte di Crimea è stato temporaneamente sospeso. Vi chiediamo di mantenere la calma e di seguire le istruzioni degli ufficiali della sicurezza dei trasporti», si legge nel messaggio sul social.

Ore 15:44 - Mosca: «Colpito in Crimea ponte di Chongar»

Almeno tre esplosioni avrebbero colpito un ponte nello stretto di Chongar, in Crimea (nella zona settentrionale della penisola, proprio a sud di Kherson). Su Telegram la notizia è accompagnata da diverse immagini scattate dopo una di queste esplosioni. Secondo Sergey Aksyonov, leader filorusso in Crimea, l’Ucraina ha attaccato il ponte colpendolo con dei missili. «Quasi tutti i missili sono stati abbattuti, ma uno ha centrato il ponte», ha dichiarato.

Ore 15:57 - Peskov: «Non vogliamo altro territorio ucraino, vogliamo preservare il nostro»

Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov si è espresso sulle manovre e strategie russe rispettivamente al conflitto in corso, specificando che Mosca «non è intenzionata a conquistare altri territori ucraini, ma vorrebbe solo difendere e tutelare la sicurezza dei propri, iscritti come russi sulla Costituzione». Molte di queste regioni, dalla Crimea nel 2014 in poi, sono state però annesse attraverso referendum non riconosciuti dalla comunità internazionale, come quelli del settembre 2022, a conflitto già cominciato. Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Luhansk, regioni nella zona orientale del Paese, rimangono così territorio di contesa tra Mosca e Kiev, al di là delle parole del portavoce russo.

Ore 16:10 - Peskov: «Non ci sono le basi per un accordo di pace con Kiev»

«Attualmente non ci sono motivi per un accordo di pace con Kiev». Così il portavoce del presidente Vladimir Putin Dmitry Peskov, che ha affermato che al momento non ci sono motivi per un accordo di pace con l'Ucraina. Secondo l'addetto stampa, l'«operazione speciale» in Ucraina continuerà, perché non ci sono le condizioni desiderate da Mosca.

Ore 16:22 - Sobyanin, sindaco di Mosca: «Abbattuto drone diretto verso la capitale»

Un drone è stato distrutto durante l'avvicinamento a Mosca dalle forze di difesa aerea. Lo ha annunciato il sindaco della capitale Sergei Sobyanin nel suo canale Telegram. «Oggi, intorno alle 11, c'è stato un tentativo di sfondare a Mosca con un drone», ha scritto Sobyanin, «è stato distrutto dalle forze di difesa aerea in avvicinamento. I militari si sono comportati bene».

Ore 16:32 - Intelligence Kiev: «Ricominceremo ad esportare il grano, è destinato ai Paesi poveri»

«Ricominceremo a esportare grano, che alla Russia piaccia o meno». Lo ha detto il capo dell'intelligence della Difesa ucraina Kyrylo Budanov, nel corso di un'intervista alla tv bulgara Btv. «Gli attacchi russi», ha spiegato, «alle infrastrutture portuali, alle infrastrutture di stoccaggio del grano, sono un'altra prova di un crimine contro l'umanità. A causa del fatto che abbiamo ridotto l'esportazione di grano, a soffrire sono soprattutto i Paesi poveri. Paesi che dipendono direttamente, in senso alimentare, dall'Ucraina. Questi sono per lo più i Paesi dell'Asia e dell'Africa».

Ore 17:05 - Raid su Starokostiantyniv, è la base ucraina da cui partono i caccia Sukhoi con i missili britannici Storm Shadow - Il punto militare

(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I caccia sarebbero al riparo. La resistenza risponde colpendo i ponti che collegano la Crimea. Nella sfida a distanza in corso da mesi hanno avuto un ruolo i sistemi anti-aerei Patriot.

È il pendolo della guerra: dal mare al cielo con uno scambio di colpi. La Russia ha sferrato nelle ultime ore un massiccio bombardamento con circa 70 tra missili e droni, sotto tiro aree urbane ma anche installazioni militari.

Ore 17:13 - Podolyak: «Quasi 70 missili e droni russi nel territorio ucraino in una notte»

«Quasi 70 missili di vario tipo e droni durante una notte, in tutto il territorio dell'Ucraina. Questa è la risposta incondizionata della Russia a qualsiasi vertice di pace realistico come in Arabia Saudita, a qualsiasi tentativo del mondo di tornare al diritto internazionale e a qualsiasi discussione estesa con i paesi del Sud del mondo». Lo scrive su Twitter il consigliere capo dell'ufficio di presidenza ucraina Mykhailo Podolyak. «La Russia vuole solo uccidere, disobbedire alle leggi, dominare. Questo è il tempo di rendersene conto. Il tempo di prendere una decisione per porre fine alla guerra».

Ore 18:38 - Presidenza Kiev: «Usciamo rafforzati dalla conferenza di Gedda»

L'Ucraina esce rafforzata dalla conferenza di Gedda, giudicata estremamente produttiva e voluta per individuare una via d'uscita pacifica all'invasione della Russia. A dichiararlo è stato il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andrii Yermak. Sebbene ci siano state divergenze tra i circa 40 paesi rappresentati al vertice, tutti si sono impegnati a rispettare la Carta delle Nazioni Unite, il diritto internazionale e i principi di sovranità e integrità territoriale, ha aggiunto il capo della delegazione ucraina alla conferenza.

Definite poi le linee guida di massima per il piano di pace. La proposta di pace di Zelensky include il ritiro delle truppe russe da tutta l'Ucraina, un tribunale internazionale per perseguire i crimini di guerra russi e garanzie di sicurezza internazionali per il Paese.

Ore 19:43 - La proposta di Zelensky: «Nostro scudo aereo base per quello europeo»

«L'Ucraina sta lavorando ogni giorno per creare uno scudo aereo affidabile per il nostro Paese, che possa diventare la base di uno scudo aereo per l'intera Europa». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, partecipando agli eventi della Giornata dell'Aeronautica militare delle Forze armate dell'Ucraina. «E' solo una questione di tempo prima di avere gli F-16 nei cieli ucraini, che aggiungeranno ancora più potenza alla nostra difesa - ha aggiunto - L'aeronautica militare ucraina è già diventata più potente da quando esiste e lo diventerà ancora di più».

Ore 20:05 - Mosca cauta su Gedda: «Valuteremo con i Paesi Brics»

Il Cremlino ha fatto sapere che valuterà quanto emerso dal vertice di Gedda, ma rimane cauto. «I risultati del summit saranno esaminati con gli altri Paesi che fanno parte dei Brics».

Ore 20:49 - Zelensky accusa Lula: «Condivide le posizioni di Putin»

Volodymyr Zelensky ha accusato il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, di essere d'accordo con le narrazioni di, Vladimir Putin, dopo che il presidente del Brasile ha affermato che né la Russia, né l'Ucraina vogliono la pace, mentre la gente continua a morire.

«Non so perché debba condividere le narrazioni di Putin», ha detto Zelensky, nel corso di un'intervista con diversi media latinoamericani a Kiev e che gli avevano chiesto di commentare le dichiarazioni rilasciate questa settimana da Lula.

Zelensky ha ammonito che Putin non è diverso da qualsiasi colonizzatore, affermando che «mente e manipola costantemente e sta uccidendo i nostri figli e violentando le nostre donne». Il presidente brasiliano è stato indicato in diverse occasioni come potenziale mediatore tra Ucraina e Russia. Mentre Lula chiede che i colloqui inizino ora nelle circostanze attuali, Zelensky rifiuta di sedersi a parlare fino a quando la Russia non ritirerà le sue truppe dai territori occupati in Ucraina.

Ore 21:37 - Zelensky chiede pazienza per progressi controffensiva

Il presidente ucraino ha chiesto pazienza visto il ritmo con cui avanza la controffensiva dell'esercito del suo Paese, sottolineando l'importanza che le truppe di Kiev hanno preso l'iniziativa sul campo di battaglia. «Dobbiamo essere pazienti se vogliamo vincere e lo faremo», ha detto il capo dello Stato ucraino.

«La controffensiva è complicata e potrebbe essere più lenta» del previsto, ha detto Zelensky, interrogato dalla stampa latinoamericana sull'urgenza di recuperare territorio più rapidamente in vista delle elezioni Usa del 2024, che potrebbero portare alla Casa Bianca un'amministrazione meno disposta a continuare a inviare aiuti militari.

Ore 02:08 - Kiev, ex parlamentare ucciso in combattimento

L’ex parlamentare ucraino Serhiy Slabenko è stato ucciso in combattimento sul fronte di Zaporizhzhia, ha annunciato il governo di Kiev citato dai media locali. Slabenko ha prestato servizio nella Verkhovna Rada dal 2002 al 2006. Durante il suo mandato ha presieduto il sottocomitato per i tribunali, i procedimenti giudiziari e la riforma giudiziaria del comitato per la politica legale. Dal 2006 al 2009 ha lavorato come vicepresidente della camera di attestazione della commissione disciplinare e di qualificazione degli avvocati di Volinia e dal 2015 al 2020 è stato deputato del consiglio regionale dello stesso oblast. Slabenko è stato ucciso in azione nel settore di Zaporizhzhia il 4 agosto. Avrebbe compiuto 58 anni tra 20 giorni. Il suo corpo sarà riportato a casa oggi. L’ex parlamentare lascia la moglie e due figli e la figlia. La Verkhovna Rada ha espresso le proprie condoglianze alla sua famiglia.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 7 agosto.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Pechino: «A Gedda consolidato il consenso su Kiev». Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera lunedì 7 agosto 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di lunedì 7 agosto. Pechino: «I colloqui hanno contribuito a unificare la posizione internazionale in merito alla crisi» 

• Scambio di prigionieri: 22 soldati ucraini rilasciati da Mosca, anche ufficiali.

• 007 Kiev: «Arrestato informatore russo, preparava attentato durante visita Zelensky».

• Due morti e tre feriti in un raid russo su Kharkiv.

• La proposta di Kiev: «Nostro scudo aereo può essere base per quello europeo».

• Raid su Starokostiantyniv, la base ucraina da cui partono i caccia Sukhoi con i missili britannici Storm Shadow. Il punto militare.

Ore 00:30 - La proposta di Zelensky: «Nostro scudo aereo base per quello europeo»

«L'Ucraina sta lavorando ogni giorno per creare uno scudo aereo affidabile per il nostro Paese, che possa diventare la base di uno scudo aereo per l'intera Europa». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, partecipando agli eventi della Giornata dell'Aeronautica militare delle Forze armate dell'Ucraina. «È solo una questione di tempo prima di avere gli F-16 nei cieli ucraini, che aggiungeranno ancora più potenza alla nostra difesa - ha aggiunto - L'aeronautica militare ucraina è già diventata più potente da quando esiste e lo diventerà ancora di più».

Ore 00:31 - Presidenza Kiev: «Usciamo rafforzati dalla conferenza di Gedda»

L'Ucraina esce rafforzata dalla conferenza di Gedda, giudicata estremamente produttiva e voluta per individuare una via d'uscita pacifica all'invasione della Russia. A dichiararlo è stato il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andrii Yermak. Sebbene ci siano state divergenze tra i circa 40 paesi rappresentati al vertice, tutti si sono impegnati a rispettare la Carta delle Nazioni Unite, il diritto internazionale e i principi di sovranità e integrità territoriale, ha aggiunto il capo della delegazione ucraina alla conferenza.

Definite poi le linee guida di massima per il piano di pace. La proposta di pace di Zelensky include il ritiro delle truppe russe da tutta l'Ucraina, un tribunale internazionale per perseguire i crimini di guerra russi e garanzie di sicurezza internazionali per il Paese.

Ore 00:33 - Mosca cauta su Gedda: «Valuteremo con i Paesi Brics»

Il Cremlino ha fatto sapere che valuterà quanto emerso dal vertice di Gedda, ma rimane cauto. «I risultati del summit saranno esaminati con gli altri Paesi che fanno parte dei Brics».

 Ore 02:08 - Kiev, ex parlamentare ucciso in combattimento

L’ex parlamentare ucraino Serhiy Slabenko è stato ucciso in combattimento sul fronte di Zaporizhzhia, ha annunciato il governo di Kiev citato dai media locali. Slabenko ha prestato servizio nella Verkhovna Rada dal 2002 al 2006. Durante il suo mandato ha presieduto il sottocomitato per i tribunali, i procedimenti giudiziari e la riforma giudiziaria del comitato per la politica legale. Dal 2006 al 2009 ha lavorato come vicepresidente della camera di attestazione della commissione disciplinare e di qualificazione degli avvocati di Volinia e dal 2015 al 2020 è stato deputato del consiglio regionale dello stesso oblast. Slabenko è stato ucciso in azione nel settore di Zaporizhzhia il 4 agosto. Avrebbe compiuto 58 anni tra 20 giorni. Il suo corpo sarà riportato a casa oggi. L’ex parlamentare lascia la moglie e due figli e la figlia. La Verkhovna Rada ha espresso le proprie condoglianze alla sua famiglia.

Ore 02:13 - Ft, con guerra perdite da 100 miliardi per aziende Ue

Le perdite dirette delle società europee nel mercato russo ammontano ad almeno 100 miliardi di euro dall’inizio della guerra in Ucraina, secondo quanto riferisce il Financial Times. «Un’indagine sulle relazioni annuali e sui bilanci del 2023 di 600 gruppi europei mostra che 176 società hanno registrato svalutazioni di attività, oneri relativi ai cambi e altre spese una tantum a seguito della vendita, chiusura o riduzione di attività russe», afferma il quotidiano economico-finanziario britannico. «La cifra aggregata non include gli impatti macroeconomici indiretti della guerra come l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. I settori con maggiori svalutazioni e oneri sono i gruppi petroliferi e del gas, dove solo Bp, Shell e TotalEnergies hanno riportato oneri combinati per 40,6 miliardi», riferisce l’Ft aggiungendo che le perdite sono state controbilanciate da enormi profitti aggregati a causa dell’aumento dei prezzi del petrolio e del gas. Le perdite delle società industriali, comprese le case automobilistiche, si sono attestate a 13,6 miliardi di euro. «Le società finanziarie, tra cui banche, assicurazioni e società di investimento, hanno registrato 17,5 miliardi di svalutazioni e altri oneri».

Ore 05:21 - Zelensky chiede pazienza per la controffensiva

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha chiesto “pazienza” visto il ritmo con cui avanza la controffensiva dell’esercito del suo Paese. «Dobbiamo essere pazienti se vogliamo vincere e lo faremo», ha detto il capo dello Stato ucraino. «La controffensiva è complicata e potrebbe essere più lenta» del previsto.

Ore 06:49 - Ministro Industrie strategiche Kamyshin tenta di accelerare la produzione di munizioni

l ministro delle Industrie strategiche dell’Ucraina, Oleksandr Kamyshin, èimpegnato in una corsa contro il tempo per tentare di accelerare la produzione nazionale di munizioni, e sostenere almeno in parte l’enorme dispendio di proiettili d’artiglieria necessario a contrastare sul campo le forze russe. Lo scrive il quotidiano «Wall Street Journal», che dedica un articolo al ministro con un recente passato da direttore dell’azienda ferroviaria statale ucraina. La disponibilità di proiettili d’artiglieria, in costante calo anche tra i Paesi occidentali che appoggiano Kiev - di qui la controversa decisione di Washington di fornire all’Ucraina munizioni a grappolo - potrebbe risultare decisiva per la prossima fase del conflitto con la Russia: l’arrivo della stagione invernale e il fallimento dei tentativi di penetrare in profondità i territori occupati dalla Russia comporteranno infatti nei prossimi mesi una nuova intensificazione della guerra di posizione. Intervistato dal quotidiano, il ministro spiega di avere una linea di comunicazione diretta con ogni azienda del Paese dedita alla produzione di munizioni. La vasta industria degli armamenti ucraina, eredità dell’Unione sovietica, ha vissuto un costante declino sin dal crollo del Muro di Berlino.

Ore 08:06 - Il fronte immobile di Huliaipole: «Siamo stati spiazzati dalle difese russe»

(Lorenzo Cremonesi) HULIAIPOLE - «Controffensiva? Ma quale controffensiva ucraina? Il fronte qui non si muove più dalle avanzate russe nel marzo dell’anno scorso e ogni giorno le loro pattuglie cercano di attaccarci». Andrei ci accoglie con una smorfia di fastidio sulla porta della caserma della polizia colpita al tetto e ai piani alti, come del resto lo sono praticamente tutte le costruzioni della cittadina. Ha 47 anni e, visto che poche settimane fa gli hanno dato il grado di maggiore, oggi si ritrova a fare da portavoce per la municipalità locale semiabbandonata. Ma non ha molto da dire.

«Qui c’erano 18.000 abitanti prima della guerra, sono rimasti 1.830, praticamente tutti anziani pensionati. I bambini sono stati evacuati ormai da tempo. Oltre 16 mesi fa i russi hanno volutamente interrotto a cannonate l’acquedotto, le linee elettriche e del gas. Chi resta deve attrezzarsi con i generatori e sperare che arrivi il gasolio», spiega veloce. Con l’aggiunta di un consiglio: «Non vi fidate dei momenti di calma, sono brevi e cambiano repentinamente. I russi bombardano tutti i giorni, spesso di notte. Le ultime cannonate sono cadute tre ore fa. Ieri hanno ucciso un’anziana e ferito altri due che non erano scesi nelle cantine. Cercate di restare vicini a un riparo».

Ore 08:08 - Erdogan proporrà a Putin una mediazione per una tregua subito

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che dovrebbe incontrare Vladimir Putin l'ultima settimana di agosto, intende proporre la ripresa dei colloqui di pace sull’Ucraina e una concreta mediazione per arrivare al più presto a un cessate il fuoco. «Ankara ha più volte sostenuto che bisogna raggiungere un cessate il fuoco sostenibile non appena possibile e sedersi al tavolo dei negoziati. Continuiamo i nostri sforzi», ha detto una fonte dell’amministrazione presidenziale turca, citata da Ria Novosti.

Temi al centro dei colloqui tra i due presidenti saranno poi l'accordo che ha permesso, a partire dallo scorso anno, le esportazioni di grano dall'Ucraina e che è stato recentemente interrotto dopo l'uscita di Mosca, i rapporti tra Turchia, Armenia e Azerbaigian, la questione siriana e le relazioni tra Ankara e Mosca.

Ore 08:10 - Consigliere Zelensky: Ci aspettiamo inverno di blackout

L’Ucraina è disposta a discutere di «sicurezza alimentare, ambientale, nucleare», ma si aspetta un altro inverno di blackout perché «la natura terroristica degli attacchi russi è fuori di dubbio. Sì, ci aspettiamo che con il primo freddo la Russia riprenda ad attaccare le infrastrutture critiche dell’Ucraina». Lo afferma il primo consigliere del presidente ucraino Vlodimir Zelensky, Mikhailo Podolyak, in un’intervista a Repubblica.

Ore 08:22 - Bombe su Kherson per tutta la notte, morta una donna

L’esercito russo ha bombardato Kherson per tutta la notte, una donna di 59 anni è morta per un colpo d’artiglieria che ha colpito la sua casa, ci sono feriti, tra cui alcuni soccorritori che stavano spegnendo un incendio scoppiato dopo le esplosioni. Lo riferiscono le autorità ucraine citate dai media. Il capo dell’ufficio presidenziale Andry Yermak ha postato una foto che mostra le fiamme dopo l’attacco russo.

«Una notte dura per Kherson. L’esercito russo ha continuato a coprire di fuoco le case dei residenti di Kherson nella parte centrale della città», ha scritto su Telegram il capo del distretto militare regionale Alexander Prokudin. Alle tre del mattino un nuovo attacco.

Ore 10:28 - Intelligence Gb, importanti risorse aeree russe ma scarsi risultati operativi

Mosca continua ad impegnare importanti risorse aeree a sostegno delle operazioni di terra, senza però riuscire ad ottenere risultati operativi soddisfacenti. Questo quanto riporta l'intelligence britannica nel suo ultimo rapporto sulla situazione in Ucraina, divulgato dal ministero della Difesa di Londra. «L'aeronautica russa continua a dispiegare costantemente risorse considerevoli a sostegno delle operazioni di terra, ma senza effetti operativi decisivi. Durante l'estate, gli aerei da combattimento tattici russi hanno in genere effettuato oltre 100 sortite al giorno, ma queste sono quasi sempre state ridotte ad operare sul territorio controllato dalla Russia a causa della minaccia costituita dalle difese aeree ucraine».

«La Russia ha tentato di risolvere il problema utilizzando sempre più spesso bombe plananti con maggiore raggio d'azione. Gli aerei possono liberare questi ordigni a molti chilometri dai loro obiettivi, ma questo sistema non ha al momento dimostrato un'effettiva accuratezza», continua. Se inoltre - conclude - «all'inizio della controffensiva meridionale dell'Ucraina di giugno, gli elicotteri d'attacco russi si sono dimostrati efficaci, nelle ultime settimane la Russia sembra essere stata meno in grado di generare un'efficace potenza aerea tattica nel sud».

Ore 10:30 - Due morti e tre feriti in un raid russo su Kharkiv

È di almeno due morti e tre feriti il bilancio dei raid condotti dai russi nella regione di Kharkiv. Lo scrive su Telegram il capo dell'ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak. «I russi hanno bombardato il villaggio di Kucherivka, nel distretto di Kupyan, colpendo una casa. Si hanno notizie di due morti e tre feriti», afferma Yermak. In precedenza Kiev aveva riferito di un'altra vittima a Kherson, una donna di 59 anni.

Ore 11:02 - Mosca: «Drone abbattuto in regione Kaluga»

Le forze di difesa russe hanno abbattuto un drone nella regione di Kaluga, all'interno del territorio della Federazione. Lo ha riferito su Telegram il governatore della regione, Vladislav Shapsha. «Oggi alle 2:30, un veicolo aereo senza pilota è stato abbattuto da un sistema di difesa aerea nel distretto di Ferzikovsky», ha scritto Shapsha, aggiungendo che non ci sono stati feriti né danni alle infrastrutture della zona.

Ore 11:28 - 007 Kiev: «Arrestato informatore russo, preparava attentato durante visita Zelensky»

Il servizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU) ha comunicato oggi l'avvenuto arresto di un «informatore russo», colto in flagrante mentre si apprestava a consegnare informazioni riservate all'intelligence russa. L'uomo, residente nella città di Ochakov, a Mikolaiv, «ha cercato di stabilire l'ora e il luogo del percorso approssimativo» del presidente Zelensky durante una visita nella zona ed è sospettato di presunta collaborazione alla realizzazione di un raid aereo sulla regione di Mikolaiv in occasione della visita di Zelenski. Rischia fino a dodici anni di carcere.

 Ore 11:34 - Mosca: «Ultimatum insensati non portano soluzione conflitto»

«La risoluzione del conflitto ucraino è impossibile sulla base di ultimatum insensati alla Russia», dichiara il ministero degli Esteri di Mosca, dopo la riunione internazionale di Gedda. «Una risoluzione sostenibile del conflitto ucraino è possibile solo se Kiev ferma le azioni di combattimento e gli attacchi terroristici, che l'Occidente alimenta con le sue armi», afferma il dicastero, secondo Ria Novosti.

Ore 11:38 - Scambio di prigionieri Mosca-Kiev. Ci sono 22 soldati ucraini, anche ufficiali

Ventidue prigionieri di guerra ucraini sono stati rilasciati in seguito ad uno scambio di prigionieri con la Russia. Lo annuncia su Twitter il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andry Yermak. «Si tratta di soldati delle Forze Armate, due di loro sono ufficiali, arruolati e sottufficiali. Hanno preso parte a battaglie in diverse direzioni, tra di loro ci sono feriti», scrive Yermak pubblicando foto e video dei militari tornati in libertà.

Ore 11:50 - Pechino fiduciosa su Gedda: «Si è consolidato il consenso intorno all'Ucraina»

I colloqui internazionali ospitati a Gedda nel fine settimana dall'Arabia Saudita hanno contribuito a «consolidare il consenso internazionale sulla soluzione della crisi ucraina e al piano di pace proposto da Kiev». Lo ha detto l'inviato speciale cinese per gli Affari eurasiatici, Li Hui.

Il ministero degli Esteri cinese prosegue in una nota: «I colloqui hanno contribuito a unificare la posizione internazionale in merito alla crisi ucraina». L'inviato Li Hui ha anche avuto un ampio scambio di opinioni con i partecipanti al summit.

La Cina continuerà a dialogare con tutte le parti per una soluzione politica della crisi ucraina», ha precisato Pechino, sottolineando che Li «ha delineato la posizione e le proposte della Cina, ascoltando i punti di vista e le proposte di altri Paesi».

Ore 12:21 - Mosca: «Ci aspettiamo partner Brics condividano nostra visione su Gedda»

La Russia si aspetta che i Paesi Brics e altri partner che hanno partecipato al vertice di Gedda sull'Ucraina condividano le proprie valutazioni con Mosca. Lo ha detto la portavoce del ministero russo degli Esteri Maria Zakharova. «Il ministero degli Esteri russo ha preso atto delle informazioni sulle consultazioni sulla crisi ucraina che si sono svolte a Gedda il 5 e 6 agosto su iniziativa del regime di Kiev e dei paesi del G7 - ha affermato - Vi hanno preso parte i nostri associati Brics e altri partner. Ci aspettiamo che, in conformità con gli accordi, condividano con noi le loro valutazioni».

Ore 12:55 - Missili di Mosca prodotti con titanio esportato dall'Ucraina

Nonostante la guerra, la Russia acquista dall'Ucraina materie prime di titanio per la produzione di aerei e missili attraverso intermediari. Questa la denuncia arriva dell'agenzia di informazione ucraina Rbc-Ukraine, che ha ottenuto conferme da molti addetti ai lavori dell'industria del titanio: «Sembrerebbe semplicemente impossibile in un contesto di aperta aggressione russa. Tuttavia una parte significativa delle materie prime di titanio esportate dall'Ucraina finisce in Russia attraverso società intermediarie con base in Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Montenegro».

Ore 13:00 - Lavrov: «Aperti a soluzioni diplomatiche, purché serie. Inutile parlare della crisi ucraina senza di noi»

La Russia resta aperta a una soluzione diplomatica della crisi ucraina se si baserà su «proposte veramente serie». A sottolinearlo è stato il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, commentando gli esiti del summit di Gedda. In merito ha ricordato quanto sia inutile parlare del conflitto in un vertice che non veda coinvolta la Russia.

In merito alle consultazioni avvenute della città saudita senza la partecipazione di Mosca, il capo della diplomazia russa ha sottolineato come nessuna riunione sulla crisi che non coinvolga la Russia, alla luce degli interessi in gioco, può avere valore aggiunto. Poi ha ribadito ribadendo che «la Russia è aperta alla soluzione diplomatica ed è pronta a rispondere a proposte veramente serie».

La conferenza di Gedda ha visto la partecipazione di oltre 30 paesi, tra cui Stati Uniti, Cina e India. I lavori hanno provocato la reazione irritata di Mosca che già ieri aveva concluso come dai colloqui non fossero emersi elementi utili per una pace con Kiev.

Ore 13:07 - Turchia proporrà un cessate il fuoco alla Russia

Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan presenterà al suo omologo Vladimir Putin una proposta di cessate il fuoco in Ucraina, non appena si terrà il prossimo incontro tra i due leader a cui stanno lavorando le cancellerie di Mosca e Ankara. Lo fa sapere l'agenzia russa Ria Novosti, citando una fonte interna all'esecutivo turco. In particolare, la fonte ha dichiarato: «Erdogan offrirà la sua mediazione nella risoluzione del conflitto, ribadendo la tesi secondo cui in questa guerra non ci saranno né vincitori né vinti».

Ore 13:10 - Iran: «L’Occidente usa l’Ucraina per collaudare le sue armi»

«I Paesi che armano una parte in modo sconsiderato e vedono la crisi in Ucraina come un’opportunità per collaudare le proprie armi dovrebbero concentrare la loro attenzione verso una soluzione politica, in questo modo potremmo vedere la fine di questa crisi». Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani, come riporta Irna. La Repubblica islamica, fin dall’inizio, ha sottolineato la necessità di scegliere la via del dialogo come modalità migliore per porre fine alla crisi e a vari livelli ha messo in campo grandi sforzi per arrivare alla fine della guerra, ha aggiunto il funzionario iraniano.

Ore 13:32 - Arrestata informatrice russa, preparava attacco a Zelensky

Il servizio di sicurezza ucraino (Sbu) ha arrestato un’informatrice russa che stava preparando un attacco aereo sulla regione di Mykolaiv durante la visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo fa sapere lo stesso Sbu in un messaggio su Telegram. Si tratta di una donna, residente a Ochakiv ed ex commessa in un negozio militare. L’informatrice dei servizi speciali russi stava raccogliendo informazioni sulla prevista visita di Zelensky, tra cui l’orario e l’elenco dei luoghi previsti come tappe del percorso. Ma tra i suoi obiettivi vi erano anche quelli di identificare l’ubicazione dei sistemi di guerra elettronica e dei depositi di munizioni delle Forze Armate ucraine nell’area di Ochakiv. Rischia ora fino a 12 anni di carcere.

Ore 13:49 - Russia: «Siamo avanzati di tre chilometri nel nord-est»

La Russia ha dichiarato che le sue truppe sono avanzate di tre chilometri lungo il fronte di Kupiansk, nel nord-est dell’Ucraina. «Negli ultimi tre giorni, l’avanzata delle truppe russe... è stata di 11 chilometri lungo il fronte e di oltre tre chilometri in profondità nella difesa del nemico», afferma il ministero della Difesa.

Ore 14:12 - Zelensky ai media sudamericani: «Non capisco il presidente Lula»

«Il presidente Lula ha esperienza, ma io non lo capisco, le sue dichiarazioni non portano a nessuna pace». A dichiararlo è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel corso di un'intervista a diversi media sudamericani. Zelensky ha detto di credere che Lula «abbia una sua opinione» su questo conflitto, ma ha lamentato il fatto che sia l'unico leader internazionale a fare proprie le teorie del presidente russo. «Solo Putin e Lula parlano di sicurezza della Russia, di garanzie di sicurezza che si devono dare a Mosca», ha affermato Zelensky, chiedendo perché il Brasile, «un paese pacifico» debba concordare con la narrativa del presidente russo, che non ha nulla di diverso da «qualunque colonizzatore: mente, manipola, disinforma costantemente».

Ore 14:13 - Mosca: «Una pace solo se Kiev interrompe le ostilità»

«Siamo convinti che un accordo veramente completo, sostenibile ed equo sia possibile solo se il regime di Kiev interrompe le ostilità e gli attacchi terroristici e i suoi sponsor occidentali smettono di pompare armi nelle forze armate ucraine», ha detto la portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, commentando i colloqui di Gedda sul conflitto in Ucraina secondo una dichiarazione pubblicata sul sito internet ufficiale del ministero degli Esteri russo.

Ore 14:22 - Kiev: «Nessun compromesso su tregua, Mosca si ritiri»

«L'unica "base per i negoziati" è quella della Formula di pace del presidente Zelensky. Non possono esserci posizioni di compromesso come "cessate il fuoco immediati" e "negoziati qui e ora" che diano alla Russia il tempo di restare nei territori occupati. Solo il ritiro delle truppe russe al confine del 1991». Lo scrive su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. «Non bisogna farsi illusioni: qualsiasi "Minsk-3" non farà che prolungare la guerra in futuro. È l'abbandono delle illusioni ciò che sta avvenendo oggi in molti Paesi che ieri avevano giudicato male la Russia», ha aggiunto.

Ore 14:37 - Putin: «Aumentare produzione droni russi»

«Sia i Cube che i Lancet si sono dimostrati efficaci», ha detto Putin, citato dalla Tass, durante un incontro con il direttore generale della società statale "Rostec", Serghey Chemezov. «I produttori mi avevano promesso che avrebbero aumentato la produzione di entrambe» le tipologie di droni; «stanno mantenendo questa promessa, ma è necessario fare di più», ha detto Putin.

Ore 14:57 - Colloquio telefonico di Lavrov con l’omologo cinese

Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha avuto oggi un colloquio telefonico con l'omologo cinese, Wang Yi, nel corso del quale ha discusso di diverse «questioni di attualità dell'agenda internazionale», tra cui «la crisi ucraina». Lo ha reso noto il ministero degli Esteri russo in una nota riportata dall'agenzia di stampa Ria.

«I ministri hanno discusso una serie di questioni di attualità nell'agenda internazionale - recita la nota - le parti hanno respinto la politica aggressiva del blocco occidentale nei confronti di Russia e Cina, i tentativi di frenare il loro sviluppo attraverso sanzioni e altri metodi illegittimi. Una valutazione positiva è stata data al dialogo costruttivo e all'alto livello di interazione tra Mosca e Pechino nel quadro delle Nazioni Unite, dei Brics, della Sco, del G20 e di altre strutture internazionali. Sono state discusse una serie di questioni regionali di attualità, inclusa la crisi ucraina».

Ore 16:22 - Kiev: «I russi usano armi chimiche sulla regione di Zaporizhzhia»

Nella zona di Novodanilovka, nella regione ucraina di Zaporizhzhia, i russi hanno lanciato due attacchi nell’arco di 24 ore con munizioni contenenti una sostanza chimica, presumibilmente cloropicrina. È quanto afferma in un messaggio su Telegram Oleksandr Tarnavskiy, comandante del raggruppamento operativo-strategico di truppe Tavria. «Il nemico, in violazione di tutte le Convenzioni, continua ad usare munizioni chimiche», si legge nel messaggio come riporta Ukrainska Pravda. «Nessuna persona è rimasta ferita a causa di questi bombardamenti», precisa il messaggio.

Ore 16:58 - La battaglia per la Crimea: gli ucraini colpiscono la logistica, i russi costruiscono nuove difese

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’Ucraina «lavora ai fianchi» il nemico per indebolire la logistica nella Crimea occupata. La Russia bombarda e scava nuove protezioni.

 Lo scenario bellico descrive la campagna di attacchi da parte di Kiev contro i ponti — ieri sono stati colpiti quello di Chongar e un altro vicino a Henichesk — e assi stradali. L’intento non cambia: costringere i convogli di rifornimenti a lunghe deviazioni, ritardare i movimenti, complicare l’attività al grande contingente avversario. I lanci di missili hanno portato dei risultati, le autorità russe hanno dovuto modificare i percorsi o imporre dei limiti al traffico. Le misure di protezione sono state estese anche al fronte marittimo in seguito alle incursioni dei droni-kamikaze: l’esperto HI Sutton ha segnalato la presenza di unità di scorta a un cargo persino in Mediterraneo. Indizio dell’allarme diffuso dopo il danneggiamento di un paio di navi.

Ore 17:07 - Libero su cauzione il metropolita filorusso Pavel

Il metropolita Pavel, capo della Chiesa ortodossa filorussa in Ucraina ed ex vicario del monastero delle Grotte di Kiev, è stato rilasciato su cauzione. Lo riportano i media ucraini che citano l’avvocato Nikita Chekman. «Oggi il vicario della Kyiv-Pechersk Lavra (il monastero delle Grotte) è stato finalmente rilasciato dalla custodia», ha annunciato l’avvocato su Telegram dopo aver pubblicato un video che lo ritrae in auto con il metropolita. Secondo Chekman, circa mille persone hanno contribuito al pagamento della cauzione astronomica di 33,3 milioni di grivnie (820 mila euro).

Ore 17:35 - Pechino: «Oltre venti Paesi pronti ad aderire ai Brics»

Il meccanismo dei Brics, acronimo del gruppo composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, ha constatato con soddisfazione che più di 20 Paesi hanno espresso il desiderio di aderire. «La relazione multilaterale gode di ottima salute. Il processo di espansione è inevitabile». Questo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri cinese Wang Yi al suo omologo russo Serghei Lavrov nella conversazione telefonica tenuta oggi.

«La Cina è disposta a collaborare con i partner Brics, inclusa la Russia, per sostenere congiuntamente il Sudafrica nell’ospitare con successo l’imminente incontro dei leader del gruppo al fine di promuovere lo sviluppo sano e vigoroso del meccanismo», ha osservato il capo della diplomazia del Partito comunista cinese.

Ore 17:42 - Wang Yi a Lavrov: «Noi partner affidabili. Imparziali sulla guerra»

«Sulla crisi ucraina la Cina manterrà una posizione indipendente e imparziale, promuoverà in modo attivo colloqui di pace e si impegnerà per trovare una soluzione politica». Questo quanto affermato dal ministro degli Affari esteri cinese Wang Yi all’omologo Sergei Lavrov. «Russia e Cina sono amici e partner affidabili, che hanno fatto nuovi progressi nella cooperazione strategica e concreta», ha aggiunto, chiarendo comunque che la Cina manterrà «una posizione imparziale sulla guerra».

Ore 18:02 - Yermak: «Fra un mese nuovo incontro per trovare un accordo di pace»

« Il prossimo incontro dei consiglieri dei capi di Stato e di governo sulla formula di pace proposta dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky si terrà entro un mese o poco più». Lo ha detto oggi il capo dell’ufficio di presidenza Andriy Yermak, riferendo alla stampa a Kiev all’indomani del vertice tenuto a Gedda, in Arabia Saudita. Yermak si è detto fiducioso che al prossimo incontro i paesi rappresentati saranno più di 60, contro i 40 riuniti a Gedda.

Ore 18:10 - Lo scrittore Glukhovsky condannato a 8 anni di carcere in Russia

Condanna a otto anni di carcere per lo scrittore Dmitry Glukhovsky. In tribunale di Mosca ha inflitto la condanna al giornalista e autore del romanzo `Metro 2023´ accusato di aver diffuso notizie false sul ruolo delle Forze Armate russe nel conflitto in Ucraina. Glukhovsky, che non si trova in Russia e che dalle autorità russe viene considerato un «agente straniero», è stato condannato in contumacia. Il tribunale ha stabilito che per i prossimi quattro anni non potrà partecipare alla gestione di servizi o portali di informazione, «anche su Internet», riporta l’agenzia russa Interfax. Glukhovsky è oggetto di un mandato d’arresto per le opinioni espresse sui social.

Ore 18:11 - Gli Usa intercettano 11 navi cinesi e russe al largo dell’Alaska

Le forze navali Usa hanno intercettato la settimana scorsa 11 navi cinesi e russe vicino alle isole Aleutine, al largo dell’Alaska. Lo rivela il Wall Street Journal spiegando che quattro cacciatorpediniere insieme agli aerei da ricognizione P-8 Poseidon, hanno seguito la flotta di navi da guerra prima che lasciassero l’area senza entrare in territorio americano. L’incidente ha suscitato preoccupazione immediata a Washington e, in particolare, tra i rappresentanti dell’Alaska che nel fine settimana hanno ricevuto un briefing riservato. Il senatore repubbicano Dan Sullivan, membro della commissione difesa, ha affermato che l’«incursione» combinata di Russia e Cina nei pressi del suo stato è stato l’ennesimo avvertimento che siamo entrati in una nuova era di aggressione guidata dai dittatori di Pechino e Mosca”. Il senatore ha anche ricordato che già a settembre navi russe e cinesi erano transitate al largo dell’Alaska e ha accusato l’amministrazione Biden di aver avuto una reazione «tiepida».

Ore 18:37 - Polonia: «Bielorussia e Russia preparano una nuova crisi di migranti»

Il governo polacco ha accusato la Bielorussia e la Russia di aver orchestrato un nuovo afflusso di migranti nell’Unione europea attraverso il confine polacco per destabilizzare la regione. «Stiamo parlando di un’operazione organizzata dai servizi segreti russi e bielorussi che si sta facendo sempre più intensa», ha detto ai giornalisti il viceministro dell’Interno polacco Maciej Wasik. La guardia di frontiera polacca ha chiesto al governo di inviare altri 1.000 soldati al confine con la Bielorussia per far fronte a un aumento dei tentativi di attraversarlo illegalmente. Tomasz Praga, capo dell’agenzia, ha affermato che i servizi bielorussi sono diventati «un gruppo criminale che sta architettando l’immigrazione clandestina» e «ne stanno ricavando enormi profitti». Durante una precedente crisi iniziata nell’estate del 2021, decine di migliaia di migranti e rifugiati, per lo più provenienti dal Medio Oriente, hanno attraversato il confine o tentato di entrare in Polonia dalla vicina Bielorussia. All’epoca, l’Occidente accusò il regime bielorusso di aver orchestrato l’afflusso con la Russia in un attacco «ibrido», un’accusa respinta da Minsk. Wasik ha assicurato in ogni caso che la situazione «non è così caotica oggi come lo era due anni fa».

 Ore 18:38 - Kiev: «A Gedda inferto un altro duro colpo a Mosca»

Il summit sulla pace in Arabia Saudita ha inferto un «colpo duro» alla Russia, e suoi partecipanti hanno concordato di tenere un altro incontro di consiglieri politici entro circa sei settimane. Lo ha affermato il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak, secondo quanto riportato dal Guardian. In un briefing a Kiev, Yermak ha detto che all’incontro di Gedda non sono state discusse altre iniziative di pace oltre a quella promossa dal governo del presidente Zelensky, e che tutti i Paesi presenti ai colloqui hanno sostenuto pienamente l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina. «Stiamo programmando un altro incontro entro il prossimo mese o mese e mezzo, con una progressione verso la convocazione di un vertice», ha detto Yermak.

Ore 18:52 - Blinken chiama Kuleba: «Sostegno all’Ucraina a lungo termine»

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato oggi al telefono con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba sugli accordi di sicurezza a lungo termine tra Stati Uniti e Ucraina. Il segretario Usa ha ribadito il «fermo e continuo sostegno americano a Kiev per difendersi dall’aggressione della Russia e per un esercito ucraino forte e istituzioni per la difesa responsabili».

Ore 19:03 - Zelensky: «A fine guerra la Russia potrebbe rimanere senza navi»

Zelensky, in un’intervista rilasciata ai media sudamericani tra i quali La Nacion, sostiene che se la Russia continuerà a bloccare il Mar Nero lanciando attacchi, l’Ucraina farà altrettanto e alla fine della guerra Mosca potrebbe ritrovarsi senza navi. «La Russia ha bloccato il Mar Nero, le nostre acque territoriali, sparando, bloccando, non dando possibilità di trasporto marittimo, né di navi con cereali. Ecco perché l’Ucraina deve dimostrare che ha il diritto di importare ed esportare prodotti nelle proprie acque territoriali - ha detto Zelensky - se c’è un blocco, l’Ucraina deve trovare un altro modo per porre fine al blocco nelle nostre acque. Se continuano ad attaccare, non abbiamo tante armi, ma se continuano a sparare alla fine della guerra potrebbero ritrovarsi senza navi».

Ore 19:44 - Due americani uccisi in combattimento

Due americani, entrambi ex militari, sono rimasti uccisi in Ucraina in combattimenti contro le forze russe. Lo riporta The Hill, precisando che si trattava dell’ex Marine Lance Lawrence, e di un ex ufficiale dell’Esercito, che prestavano servizio nella 59esima brigata motorizzata ucraina e sono rimasti uccisi il 29 luglio scorso. «Lance era arruolato nelle forze ucraine, non era un mercenario smanioso di combattere, era venuto perché pensava che quello che stava succedendo in Ucraina a causa della Russia fosse sbagliato», ha scritto di Lawrence su Twitter uno dei suoi comandanti Ryan O’Leary. Webber, che aveva partecipato alle guerre in Iraq e Afghanistan, si era unito alle forze ucraine lo scorso marzo. «Era un patriota e difensore della libertà che dava valore a giustizia e libertà per gli altri e per se stesso», si legge nella sua pagina GoFundMe.

Ore 19:51 - Zelensky: «Raid russo colpisce palazzo a Pokrovsk, ci sono vittime»

Le forze russe hanno sferrato due attacchi missilistici contro la città di Pokrovsk, nella regione di Donetsk e hanno colpito un edificio residenziale. Ad affermarlo è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram, condividendo un video delle conseguenze dell’attacco. «Sfortunatamente, ci sono vittime. Sul posto sono presenti i soccorritori e tutti i servizi necessari», ha aggiunto. «Dobbiamo fermare il terrore russo» e Mosca «sarà ritenuta responsabile di tutto ciò che ha fatto in questa terribile guerra», ha sottolineato.

Ore 21:35 - Kiev, salgono a 31 i feriti nell’attacco russo a Pokrovsk

È di almeno cinque persone uccise e altre 31 ferite l’ultimo bilancio oggi dell’attacco russo contro un edificio residenziale nella città ucraina orientale di Pokrovsk. Lo ha reso noto il ministro dell’Interno ucraino Igor Klymenko su Telegram, precisando che tra i feriti ci sono «19 agenti di polizia, 5 soccorritori e un bambino».

Un uomo porta in salvo una donna ucraina ferita dopo l’esplosione di un secondo razzo nella città di Pokrovsk, nella zona di Donetsk (foto Epa)

Ore 23:08 - Zelensky: «Abbiamo riportato a casa altri 22 nostri soldati»

«Oggi abbiamo ottenuto un risultato importante per il nostro team che si occupa di scambi di prigionieri. Altri 22 uomini sono tornati a casa in Ucraina. Venti di loro sono soldati e sergenti, due sono ufficiali. Sono militari delle Forze Armate. Tra loro ci sono dei feriti. Sono stati catturati in diverse aree del fronte. Ma ora sono a casa. E faremo di tutto per riportare in Ucraina tutta la nostra gente che ora è prigioniera russa. Ricordiamo tutti e stiamo cercando tutti nell’elenco delle persone scomparse». Ha dichiarato il presidente ucraino Volodomir Zelensky nel suo messaggio serale su Telegram. «Fortunatamente, riusciamo a riportare indietro la nostra gente. Ed è importante che questo sia un compito comune. E’ compito di chi organizza gli scambi: Yermak, Budanov, Malyuk, Klymenko. Grazie ragazzi! E il compito di coloro che organizzano gli scambi per il nostro Paese. Chiunque catturi gli occupanti al fronte, chi è attivo in prima linea. Ciascuno di questi nostri guerrieri accelera la libertà per gli ucraini. E’ importante ricordarlo».

Ore 23:34 - L’Estonia non prevede nuove norme per russi residenti

Il ministro degli Interni dell’Estonia, Lauri Laanemets ha dichiarato oggi che il suo paese non intende seguire l’esempio della Lituania e della Lettonia e annullare i permessi di soggiorno per migliaia di russi e bielorussi per ragioni di sicurezza nazionale. «ll governo non ha discusso proposte di questo tipo e non abbiamo in programma la preparazione di alcun questionario atto a testare le posizioni di chi richiede un permesso di soggiorno. Nessun questionario riesce a fornire un’immagine reale delle persone che potrebbero rappresentare una minaccia per il paese», ha affermato Laanemets. «Non sono nemmeno previste modifiche alle competenze linguistiche richieste», ha aggiunto il ministro. «La conoscenza dell’estone è già un requisito necessario per rinnovare i permessi di soggiorno e ottenere la residenza permanente. Esistono già eccezioni per gli anziani e per coloro che hanno studiato l’estone a scuola». Le parole di Laanemets arrivano dopo che, nel corso della scorsa settimana, la Lituania aveva annunciato di aver annullato o negato i permessi di soggiorno a 910 cittadini bielorussi e 254 cittadini russi a seguito dell’introduzione di un questionario obbligatorio per testare i valori e le posizioni dei cittadini dei due paesi nei confronti dell’aggressione russa all’Ucraina. Da far suo, la Lettonia aveva annunciato che, nel mese di settembre, poco meno di 6.000 cittadini russi residenti in Lettonia saranno espulsi per non aver sostenuto il test di lingua lettone introdotto alla fine dello scorso anno.

Ore 23:59 - Usa hanno incontrato autori del colpo di stato in Niger, rischi di alleanza con la Russia

Gli autori del colpo di stato in Niger sono consapevoli dei rischi di un’alleanza con la Russia. Lo afferma una funzionaria americana Victoria Nuland riferendo di aver incontrato i responsabili del colpo di stato e parlando di «discussioni difficili».

Ore 01:50 - Kiev «soddisfatta» dal vertice di pace a Jeddah

L’Ucraina si è detta «soddisfatta» del vertice tenutosi in Arabia Saudita nel fine settimana su un accordo di pace per porre fine ai combattimenti, al quale Mosca non è stata invitata. Al vertice di pace, che si è tenuto a Jeddah, hanno preso parte rappresentanti di circa 40 paesi tra cui Cina, India, Stati Uniti e Ucraina. «Siamo molto soddisfatti dei risultati del vertice», ha detto il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak. «L’incontro in Arabia Saudita è una prova generale per un mondo in cui non c’è posto per l’aggressione selvaggia».

Yermak ha detto che c’è un accordo sul prossimo incontro, «ma non ci sono date precise» e ha sottolineato che «parteciperanno ancora più Paesi». «Non c’è motivo di dubitare che il principio “Niente sull’Ucraina senza l’Ucraina” sia violato», ha aggiunto. La Russia in precedenza aveva affermato che un accordo di pace sarebbe stato possibile solo se Kiev avesse deposto le armi. Mosca, che non è stata invitata al vertice, ha affermato che una risoluzione sarebbe possibile se l’Ucraina «cessasse le ostilità e gli attacchi terroristici» e se i Paesi occidentali interrompessero le forniture di armi a Kiev. Ha inoltre invitato l’Ucraina a cedere i suoi territori occupati.

Ore 00:53 - Attacco russo a Pokrovsk, bilancio 7 morti e 57 feriti

È salito ad almeno sette morti e 57 feriti il bilancio dell’attacco missilistico russo di ieri contro un edificio residenziale a Pokrovsk, nella regione ucraina di Donetsk. Lo rende noto il capo dell’amministrazione militare Serhiy Dobryak, citato dai media locali. Un precedente bilancio del governo di Kiev parlava di cinque morti e 31 feriti, tra cui 19 agenti di polizia e cinque soccorritori.

Guerra Ucraina - Russia, le news dell’8 agosto.

Le notizie sulla guerra in Ucraina dell’8 agosto. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera l'8 agosto 2023.

•Esplosioni in Crimea a Dzhankoi, nell'area di una base russa.

•Putin sospende accordi fiscali con «Paesi ostili». Tra questi anche l'Italia.

• Podolyak: «Un insulto la risposta di Mosca su Gedda».

•007 Kiev: «Arrestato informatrice russa, preparava attentato durante visita Zelensky».

•Maria, Alona e l’amore perduto. Le compagne dei soldati morti al fronte: «Sentiamo tanta rabbia, ma parlare tra noi ci aiuta».

Ore 05:14 - Missili russi su edificio Pokrovsk, vittime salgono a 8

Missili russi hanno colpito due volte il centro di Pokrovsk in Ucraina lunedì notte uccidendo otto persone, tra cui cinque civili, ha dichiarato in una nota il governatore regionale Pavlo Kyrylenko. Il secondo missile ha colpito la città controllata dall’Ucraina vicino alla linea del fronte 40 minuti dopo il primo, ha riferito il governatore. Ha ucciso e ferito i primi soccorritori, hanno detto testimoni degli attacchi a un cameraman della Reuters presente sulla scena. Tra i morti due soccorritori e un militare. Nove poliziotti e un militare sono rimasti feriti, ma la maggior parte dei 31 feriti erano civili, tra cui un membro del consiglio comunale locale, hanno detto funzionari ucraini.

Ore 08:12 - Maria, Alona e l’amore perduto. Le compagne dei soldati morti al fronte: «Sentiamo tanta rabbia, ma parlare tra noi ci aiuta»

(Di Lorenzo Cremonesi) Una Ong assiste le compagne dei militari morti in guerra: «Non siamo vedove, ma mogli degli eroi caduti»

Dal nostro inviato a Zaporizhzhia — Maria da quando è morto il suo Artem tra le macerie di Mariupol prova una rabbia incontrollabile: contro gli altri che vivono, contro le sue amiche con i bambini, contro le coppie che si baciano in pubblico, contro i russi, ma anche contro ogni soldato. «Mi chiedo: perché doveva capitare proprio a noi? Perché lui è morto e gli altri vivono? E cosa ci fanno tutti questi uomini per la strada? Magari sono imboscati, magari hanno corrotto gli ufficiali del reclutamento!».

Ore 08:20 - Donetsk, 8 morti e 67 feriti in attacco russo nella città di Pokrovsk

Risulta di almeno 8 morti e 67 feriti l’ultimo bilancio delle vittime dell’attacco russo nella città di Pokrovsk, nel Donetsk. Lo ha riferito oggi il ministero dell’Interno ucraino. I feriti sono 67, tra cui due bambini, 29 agenti di polizia e sette soccorritori.

Ore 08:28 - Ambasciatore russo a Washington: «Nessun successo a Gedda»

«Non c’è stato alcun successo diplomatico a Gedda», dove lo scorso fine settimana si è tenuta una riunione sulla guerra in Ucraina a livello di consiglieri per la sicurezza nazionale con presenti decine di Paesi, ma non la Russia. Lo ha dichiarato l’ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov, le cui parole sono state riportate dal canale Telegram della missione diplomatica russa.

«Abbiamo assistito a un altro tentativo infruttuoso da parte dell’Amministrazione statunitense. Non c’è stato alcun successo diplomatico a Gedda», ha detto Antonov, secondo cui Washington ha cercato di mostrare una Russia isolata dal resto del mondo, tuttavia, quello che è emerso dall’incontro è «la mancanza di una posizione comune» e allo stesso tempo «non c’è stato alcun sostegno alla famigerata formula di pace di Kiev».

Ore 08:48 - Aiuti Usa, tank Abram in Ucraina entro autunno

Gli Stati Uniti hanno approvato durante il fine settimana il primo lotto dei 31 carri armati Abrams M1-A1 destinati all’Ucraina, che dovrebbe arrivare nel Paese entro l’inizio dell’autunno: lo ha reso noto il capo delle acquisizioni dell’esercito, Doug Bush, come riporta la Cnn. «Sono pronti», ha detto Bush ai giornalisti durante un briefing. «Ora devono arrivare in Europa e poi in Ucraina, insieme alle munizioni, ai pezzi di ricambio, alle attrezzature per il carburante, alle strutture per le riparazioni. Quindi non si tratta solo dei carri armati, ma dell’intero pacchetto che li accompagna». Gli Stati Uniti hanno iniziato l’addestramento degli ucraini sugli Abrams lo scorso maggio in Germania.

Ore 08:51 - Nella notte nuovi bombardamenti a Zaporizhzhia

L’esercito russo ha bombardato durante la notte 24 insediamenti nella regione di Zaporizhzhia provocando la morte di un civile di 53 anni e il ferimento di una donna di 83. Lo riferisce Rbc-Ukraine. Il corpo della vittima è stato trovato sotto le macerie di un’abitazione distrutta da un attacco aereo. L’anziana è rimasta ferita nell’attacco missilistico a Preobrazhenka.

Ore 09:15 - Medvedev: «Pace solo a nostre condizioni»

«Tutta la Nato combatte apertamente la Russia, ma Mosca raggiungerà la pace alle sue condizioni». Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa Dmitry Medvedev. L’ex presidente ha pubblicato un post sul suo canale Telegram nella giornata odierna, anniversario del conflitto russo-georgiano. «Abbiamo abbastanza forza per risolvere tutti i compiti dell’operazione militare speciale. Come nell’agosto 2008, i nostri nemici saranno schiacciati e la Russia raggiungerà la pace alle sue condizioni. La vittoria sarà nostra».

Ore 09:46 - Grano, Blinken: «Mosca non ha risposto a nostra risoluzione»

Gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per risolvere le criticità denunciate da Mosca dell’Iniziativa sul grano del Mar Nero, in particolare per quanto riguarda le banche, e c’è stata una proposta dell’Onu per risolvere i loro cosiddetti problemi, ma non c’è stata risposta, anzi l’unica risposta è stata l’attacco al porto di Odessa». Questo quanto ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken, in un’intervista all’emittente francese Rfi. «La Russia afferma di avere problemi ad esportare i propri cereali, il che è falso», ha tenuto a rimarcare Blinken, aggiungendo che «le esportazioni di grano russo nell’ultimo anno superano di gran lunga le esportazioni antecendenti l’invasione dell’Ucraina».

Ore 10:02 - Raid russo a Kharkiv, almeno due feriti

Ci sarebbero almeno due feriti a seguito di un bombardamento russo che ha colpito la zona di Kozacha Lopan, nella regione di Kharkiv. Lo denuncia via Telegram il governatore della regione Oleh Synyehubov, secondo il quale sono state colpite abitazioni private ed edifici commerciali. Il governatore ha poi accusato i russi di continuare a terrorizzare la popolazione civile.

Ore 10:17 - Nuove armi Usa all’Ucraina, anche Patriot e Javelin

L’amministrazione Usa annuncerà oggi 200 milioni di dollari di nuovi aiuti per le armi all’Ucraina, hanno dichiarato funzionari statunitensi. L’annuncio previsto per oggi sarebbe la prima tranche dei 6,2 miliardi di dollari di aiuti. Nel pacchetto sono inclusi attrezzature per lo sminamento, armi anticarro, cannoni e munizioni, intercettori per la difesa aerea e altre attrezzature. Condivide l’annuncio sui propri social il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andry Yermak.

Ore 10:24 - Kiev: «Grano perso a Izmail avrebbe sfamato 66 milioni di persone»

Le migliaia di tonnellate di grano che sono state danneggiate nell’attacco russo del 2 agosto al porto di Izmail sarebbero state sufficienti per nutrire circa 66 milioni di persone. Questa la dichiarazione di Denise Brown, coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite in Ucraina. Gli attacchi delle forze russe ai magazzini di grano e alle infrastrutture portuali sono estremamente allarmanti e rappresentano una grave violazione del diritto internazionale umanitario.

L’Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari rileva inoltre che il piano di risposta umanitaria da 3,9 miliardi di dollari per il 2023 che mira a fornire assistenza a circa 11,1 milioni di persone in tutta l’Ucraina a fine di luglio risultava finanziato solo per circa il 30%, con un impatto negativo sugli sforzi umanitari per fornire aiuti a chi ne ha bisogno.

Ore 10:52 - Quanto costa la guerra Russia-Ucraina? Le cifre del Financial Times per le aziende europee

(Di Mario Sabella) Cento miliardi di euro di perdite è il costo della guerra russo-ucraina per le imprese europee che hanno filiali e fanno (o facevano) affari con la Russia. È questo, secondo una stima del Financial Times, l’impatto in termini di perdite dirette che hanno subito le aziende europee da quando Vladimir Putin ha scatenato la sua campagna di aggressione contro Kiev. L’indagine del quotidiano della City londinese è stata condotta sui bilanci di un campione di 600 società operanti in vari settori e di tutti i principali Paesi europei. I bilancio del 2023 indicano che almeno 176 imprese hanno subito rilevanti perdite dirette, costi di cambio superiori al normale o altre spese impreviste come conseguenza della vendita o della chiusura, anche parziale, della propria presenza in Russia.

Ore 10:56 - Pokrovsk, i feriti salgono a 88

Sale il conto dei feriti a seguito dell’attacco russo nel Donetsk, nella città di Pokrovsk. Tra i feriti ci sarebbero almeno 39 civili, tra cui due bambini, 31 agenti di polizia, 7 dipendenti del Servizio di emergenza statale e 4 militari.

Ore 11:46 - Pokrovsk, la denuncia di Kiev: «Secondo missile contro i soccorritori»

«Il secondo missile Iskander russo ha colpito Pokrovsk proprio mentre i servizi di emergenza stavano intervenendo uccidendo e ferendo i soccorritori», ha dichiarato Sergi Dobriak, capo dell’amministrazione militare della città. «Il primo missile ha colpito alle 19,15, il secondo alle 19,52. Questo è uno scenario standard: 30-40 minuti tra un missile e l’altro. Quando il servizio di emergenza statale e i soccorritori arrivano per salvare le persone, il secondo missile colpisce e quindi il numero delle vittime aumenta», ha scritto Dobriak su Telegram, citato dalla Cnn.

La polizia ha dichiarato che il vice capo del servizio di emergenza statale ucraino del Donetsk Andrii Omelchenko, è stato ucciso e ha confermato che 31 agenti di polizia sono rimasti feriti. Tra le strutture colpite e danneggiate dall’attacco russo, ci sono anche l’hotel Druzhba e la pizzeria Corleone, molto popolari tra i giornalisti inviati di guerra in Donetsk, riferisce il Guardian.

Ore 12:01 - La Polonia invierà altre truppe al confine con Bielorussia

La Polonia dispiegherà truppe aggiuntive al confine con la Bielorussia. Lo ha annunciato oggi il ministero della Difesa polacco, stando a quanto riferito dall’agenzia di stampa Pap. Ieri la Guardia di frontiera polacca ha chiesto alla Difesa il dispiegamento di altri 1.000 uomini, denunciando un aumento dei flussi migratori e accusando Minsk di organizzarli. «Sarebbe impossibile attraversare il confine senza la partecipazione delle forze bielorusse», ha detto il vice ministro dell’Interno polacco Maciej Wasik.

Ore 12:07 - La donna che passava le informazioni ai russi

Originaria di Mykolaiv, aveva girato la regione annotando la posizione delle difese di Kiev e aveva fornito all’esercito nemico i dettagli di una visita del presidente nella città.

È ucraina, ma tramava per uccidere Volodymyr Zelensky . Oggi l’Sbu, il Servizio di sicurezza di Kiev, ha comunicato l’arresto di una donna che stava preparando un attentato contro il presidente.

Ore 12:13 - Mosca: «Respinto un tentativo di sbarco delle truppe di Kiev a Kherson»

L’esercito russo ha sventato un tentativo delle truppe ucraine di sbarcare sulla riva sinistra del fiume Dnipro vicino al villaggio di Kazachy Camps. Lo ha detto sul suo canale Telegram Volodymyr Sald o, capo ad interim della regione ucraina occupata di Kherson.

«Il tentativo di sbarco è stato sventato, non ci sono combattenti nemici nell’area dei campi cosacchi. La riva sinistra è sotto la protezione affidabile delle truppe russe», afferma Saldo. Secondo il suo racconto dei fatti, i militari del gruppo Dnepr hanno aperto il fuoco sulle barche delle forze armate ucraine, che stavano cercando di attraccare. Di conseguenza, i combattenti all’interno sono finiti in acqua e, dopo il bombardamento, nessuno di loro è riuscito a tornare sulla riva destra.

Ore 12:18 - Podolyak: «Un insulto la risposta di Mosca su Gedda»

Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak definisce «insultante» e «umiliante» il punto di vista di Mosca su quanto è stato proposto e discusso a Gedda, in una conferenza che ha visto partecipare oltre 40 Paesi per trovare una soluzione al conflitto. Podolyak lo ha scrisso sul proprio profilo Twitter.

Ore 12:27 - Esplosioni in Crimea nell'area di una base russa

Potenti esplosioni nella località di Dzhankoi, in Crimea. Lo riportano i canali Telegram locali rilanciati dai media ucraini. Un'altra forte deflagrazione è stata sentita a Oktyabrskoye, nel distretto russo di Konstantinovsky.

Il 24 luglio scorso l'intera zona di Dzhankoi era stata evacuata in seguito a un attacco ucraino che aveva colpito un deposito di munizioni. Il ministero della Difesa di Kiev aveva reso noto che l'attacco aveva distrutto missili da crociera russi destinati alla flotta del Mar Nero di Mosca.

Ore 12:41 - Energia, Bruxelles conferma i progressi per rendersi indipendente dalla Russia

«Con il piano RePowerEu negli ultimi 12 mesi l'Europa ha superato gli obiettivi di riduzione della dipendenza energetica dalla Russia, e ora non abbiamo più una dipendenza dalle fonti fossili russe in generale». Lo ha confermato il portavoce della Commissione Europea Adalbert Jahnz, nel corso del punto quotidiano con la stampa di Bruxelles: «Le importazioni di carbone si sono fermate, quelle di petrolio sono solo una frazione di quello che erano prima della guerra e il gas ora sta sparendo rapidamente dal mercato europeo».

Il portavoce prosegue. «A proposito delle importazioni di gas russo, prima dell'inizio dell'invasione dell'Ucraina rappresentavano il 50% del totale, mentre a marzo di quest'anno sono calate all'8% grazie a un programma di intensa ricerca di fornitori alternativi con cui la Commissione si è impegnata», ha sottolineato.

Ore 13:12 - Ue: «Garanzie per la sicurezza di Kiev spettano alla Nato»

«L'Unione europea sostiene l'Ucraina in molti ambiti, ma il tema delle garanzie di sicurezza non spetta all'Ue perché non siamo un'organizzazione per la sicurezza. La discussione sulle garanzie di sicurezza spetta alla Nato e ai singoli Paesi membri, non all'Ue». Lo ha dichiarato il portavoce della Commissione europea Peter Stano, rispondendo a una domanda sulle garanzie di sicurezza di lungo termine offerte a Kiev.

Ore 13:15 - Kiev denuncia: «Nel Sudest 11 morti in 24 ore»

Nelle ultime 24 ore gli attacchi dell'esercito russo hanno colpito cinque distretti del territorio ucraino provocando la morte di 11 persone e il ferimento di almeno 91. Questo quanto dichiarato dalle autorità nazionali ucraine, citate dal Kyiv Independent. I bombardamenti hanno preso di mira le regioni orientali e meridionali di Donetsk, Dnipropetrovsk, Kharkiv, Kherson e Sumy.

Il governatore del Donetsk Pavlo Kyrylenko ha riferito che le bombe sono cadute sulla periferia di Kramatorsk, nella città di Avdiivka e in numerosi altri insediamenti.

Il governatore di Kharkiv Oleg Syniehubov ha dichiarato che i distretti di Bohodukhiv, Kharkiv, Chuhuiv e Kupyansk sono stati attaccati più volte nell'ultimo giorno: due civili di 45 e 65 anni sono stati uccisi dalle esplosioni di quattro bombe aeree guidate sul villaggio di Kruhliakivka, nove persone sono rimaste ferite, tra cui due soccorritori, sei abitazioni sono state danneggiate.

Ore 13:36 - Mosca: «A Prokrovsk colpito un posto di comando ucraino»

Il ministero della Difesa russo afferma che a Pokrovsk è stato colpito un centro di comando delle forze ucraine. La dichiarazione arriva dopo che due missili russi hanno colpito in questa città un condominio e un vicino albergo con una pizzeria, provocando almeno 8 morti e 88 feriti.

Ore 14:14 - Volo con mercenari Wagner dalla Bielorussia in Niger

Secondo il Centro nazionale della resistenza ucraino, in base ad informazioni non confermate ufficialmente, un nuovo volo con mercenari della milizia Wagner è recentemente decollato dalla Bielorussia verso l'Africa occidentale, per dirigersi nella regione del Niger. Lo scrive Rbc-Ukraine.

«I campi dislocati in Bielorussia sono utilizzati dal fondatore della milizia privata di mercenari Yevgeny Prigozhin per riaddestrare i suoi mercenari e trasferirli nei Paesi africani. In questo modo, la Wagner agisce come un esportatore di guerra in tutto il mondo», ha sottolineato il Centro di resistenza.

Ore 14:26 - Così i russi bombardano gli edifici civili e fanno vittime anche tra i soccorritori con le tecniche usate da Isis

(Di Lorenzo Cremonesi, inviato a Dnipro) La tecnica è stata già utilizzata in Siria: bombe lanciate anche sulle squadre di soccorso.

Secondo le stime degli abitanti locali, le morti causate dall’attacco a un edificio di dieci piani a Dnipro sono state 56, e almeno 80 i feriti. Molti residenti dello stabile, racconta un abitante del posto, erano scappati da Zaporizhzhia proprio alla ricerca di un riparo dai continui bombardamenti all’area della centrale nucleare. Tra le macerie delle case abbandonate sono stati prelevati e raccolti vicino una fermata dell’autobus tutti i giocattoli dei bambini. Una settimana fa un’altra bomba russa ha colpito un centro residenziale. Fa tutto parte di una tecnica già sperimentata dall’Isis e dalle stesse truppe di Mosca ad Aleppo e Damasco, in Siria. Sparato un primo missile, i russi attendono circa 40 minuti per dare tempo ai soccorritori di giungere sul posto e quindi bombardare nuovamente.

Sulla città di Kharkiv ci sono stati diversi danni, ma non vittime.

Ore 14:38 - Zelensky: «Ruolo chiave dell'Olanda negli aerei da combattimento». Telefonata con Rutte

«Ho avuto una telefonata con il primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte. Sono grato per l'adesione dei Paesi Bassi alla dichiarazione congiunta di sostegno all'Ucraina del G7. Abbiamo discusso le future garanzie di sicurezza bilaterali nel quadro di questa dichiarazione, che dovrebbe basarsi sul ruolo chiave dei Paesi Bassi nella coalizione degli aerei da combattimento». Lo annuncia su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

«Ho parlato della situazione sul campo di battaglia e delineato le attuali esigenze di difesa, tra cui artiglieria, veicoli corazzati e sistemi di difesa aerea per proteggere l'accordo sui cereali». Il leader ucraino precisa poi di «avere scambiato» con Rutte «valutazioni positive sull'incontro avvenuto in Arabia Saudita e di avere discusso i prossimi passi nella preparazione del Global Peace Summit».

Ore 14:52 - Putin sospende accordi fiscali con Paesi ostili, anche l'Italia

La Russia sospenderà parzialmente gli accordi fiscali con i Paesi che considera ostili. Tra questi c'è anche l'Italia. Questo quanto prevede un decreto firmato dal presidente russo Vladimir Putin. La Russia ha sottoscritto accordi per evitare la doppia imposizione fiscale, vale a dire per consentire ai contribuenti di non pagare due volte le tasse sullo stesso reddito quando lavorano all'estero.

«Sulla base della necessità di adottare misure urgenti in relazione alla commissione di azioni ostili da parte di un certo numero di stati stranieri contro la Federazione Russa, i suoi cittadini e le persone giuridiche, si sospendono le disposizioni dei trattati internazionali della Federazione Russa, in materia fiscale», così si legge nel decreto.

Putin ha disposto di congelare l'attuazione delle principali disposizioni degli accordi che disciplinano la tassazione dei beni mobili e immobili, dividendi, interessi, redditi da servizi e diritti d'autore, compensi e redditi da lavoro dipendente, nonché la tassazione del capitale. Sono inoltre sospesi gli articoli relativi agli incentivi fiscali, nonché le norme non discriminatorie, secondo le quali i contribuenti dei Paesi aderenti agli accordi non dovrebbero pagare tributi più onerosi di quelli locali.

Il documento sospende i punti principali degli accordi fiscali con 38 paesi (Malta e Giappone esclusi). Il Ministero degli Affari Esteri è stato incaricato di inviare opportune comunicazioni a questi Stati. Ora il governo deve presentare alla Duma un disegno di legge sulla sospensione degli accordi, ma di fatto il provvedimento sarà in vigore già da oggi.

Ore 14:59 - Kiev: «Manteniamo l'iniziativa militare a Bakhmut»

Le forze militari ucraine rivendicano il mantenimento dell'iniziativa sul fronte di Bakhmut. «Le nostre forze di difesa continuano a mantenere l'iniziativa sul fronte. Il nemico resiste disperatamente, usando ogni tipo dell’artiglieria, dai mortaio ai lancia missili multipli», ha affermato Serhii Cherevatyi, portavoce del gruppo orientale dell'esercito ucraino, citato dai media di Kiev. Secondo il portavoce, nelle ultime 24 ore le forze russe hanno preso di mira 508 volte le posizioni ucraine e lanciato 6 raid aerei. Vi sono stati inoltre 16 combattimenti in cui 65 russi sono stati uccisi, 120 feriti e 3 son stati presi prigionieri.

Ore 15:04 - Armi alla Russia, Gb sanziona aziende Turchia, Svizzera, Emirati arabi

Il governo britannico di Rishi Sunak ha annunciato nuove sanzioni contro l'asserita fornitura di componenti per uso militare alla Russia, nell'ambito di un'iniziativa definita dal ministro degli Esteri James Cleverly.

Lo riporta il Foreign Office in una nota precisando che le misure riguardano altri 22 soggetti fra società e individui, comprese due aziende turche, una svizzera e una di Dubai (Emirati Arabi Uniti). Rafforzate inoltre le sanzioni contro Iran e Bielorussia, sotto tiro da tempo per la cooperazione militare con Mosca.

Ore 15:28 - Russia: «Possibile rinvio delle elezioni in regioni occupate»

Le elezioni nelle «nuove regioni» russe possono essere rinviate in caso di minaccia alla sicurezza. Lo ha detto oggi Ella Pamfilova, capo della Commissione Elettorale russa, riferendosi alle elezioni del 10 settembre nelle regioni ucraine occupate dalla Russia e annesse illegalmente da Mosca.

«Abbiamo il diritto e la capacità di rinviare le elezioni, nel caso in cui la situazione si deteriori drammaticamente in ciascuna delle nuove quattro regioni russe e vediamo che vi è un rischio per la scurezza degli elettori», ha detto Pamfilova, citata dalla Tass.

«Possiamo decidere fino all'ultimo momento - ha precisato - Ciò significa che se vediamo che la situazione pone un rischio per la sicurezza in ogni territorio fino al momento dell'inizio del voto il 10 settembre, possiamo rinviare le elezioni. Per ora tutto precede bene, i nostri colleghi sono al lavoro». Il 10 settembre si svolgono elezioni amministrative in varie località della Russia. Mosca intende farle svolgere anche nelle quattro regioni annesse illegalmente: gli oblast ucraini di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia.

Ore 16:17 - Blinken: «Il gruppo Wagner approfitta dell'instabilità»

Il gruppo paramilitare mercenario russo Wagner «approfitta» dell'instabilità in Niger. Lo ha detto oggi il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, in un'intervista concessa alla Bbc. Pur ritenendo che il golpe del 26 luglio scorso non sia stato istigato nè da Wagner nè da Mosca, Blinken ha espresso preoccupazione per la presenza del gruppo paramilitare nella regione del Sahel: «Credo che quello che è successo, e quello che continua ad accadere in Niger, non sia stato istigato dalla Russia o da Wagner, ma... hanno cercato di approfittarne».

 «In ogni luogo dove è andato questo gruppo Wagner, ci sono poi stati morte, distruzione e sfruttamento - ha aggiunto - l'insicurezza è aumentata, non è diminuita». Il gruppo Wagner è presente nel vicino Mali e nella Repubblica Centrafricana. Nei giorni scorsi, France24 ha detto di aver appreso da fonti maliane della richiesta dei golpisti di Niamey di un dispiegamento dei mercenari a Niamey a fronte del rischio di un intervento militare da parte dell'organizzazione regionale Ecowas. Gli uomini del gruppo Wagner sono stati accusati di diffuse violazioni dei diritti umani nei paesi africani.

Ore 16:22 - Tajani: «Governo sostiene l'impegno turco per l'accordo sul grano»

«Telefonata con il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan. L'ho ringraziato per l'attenzione del governo turco all'infrastruttura strategica per la connessione dati tra Asia ed Europa con il collegamento cavi sottomarini di Sparkle. Il governo italiano sostiene l'impegno della Turchia per accordo sul grano tra Ucraina e Russia». Lo scrive su X (ex Twitter), il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Ore 16:28 - Russia: «Due morti in esplosione dovuta a fuga di gas»

Due persone sono morte e altre quattro sono rimaste ferite nella città russa di Astrakhan in seguito a un'esplosione in una palazzina provocata da una fuga di gas: lo afferma la Tass citando i servizi di emergenza locali. Secondo una fonte interpellata dall'agenzia di stampa, l'esplosione ha provocato un incendio che ha interessato quattro appartamenti per una superficie complessiva di circa 90 metri quadri.

Ore 16:31 - Kiev: «Sventato attacco hacker russi a reti militari»

I servizi ucraini hanno sventato un attacco informatico russo contro le forze di Kiev volto ad ottenere «informazioni sensibili» sulle posizioni delle truppe e sul loro supporto tecnico. Stando al servizio di sicurezza nazionale ucraino, Sbu, l'attacco è opera degli hacker di Sandworm, unità militare del servizio informazioni e intelligence russo, Gru. «Attraverso una serie di azioni complesse, il servizio di sicurezza di Kiev ha portato alla luce e bloccato le azioni illegali di hacker russi che hanno cercato di penetrare nelle reti militari ucraine per raccogliere informazioni» e diffondere virus.

Ore 17:04 - Putin congela alcuni accordi fiscali, anche con l'Italia

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un ordine esecutivo per la sospensione di alcune disposizioni sugli accordi fiscali con una serie di paesi che la Russia ha designato come ostili, inclusa l'Italia. Lo riferiscono le agenzie russe Tass e Interfax, aggiungendo che il documento è disponibile sulla banca dati online ufficiale degli atti giuridici. In particolare, il decreto presidenziale sospende l'operatività di alcuni articoli delle convenzioni contro le doppie imposizioni e la prevenzione dell'evasione fiscale con Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Svizzera e altre intese in materia fiscale con il resto dei Paesi considerati ostili.

 Il ministero degli Esteri russo dovrà notificare a questi Paesi la decisione di sospendere tali disposizioni. Il governo russo dovrà presentare un apposito disegno di legge alla Duma e adottare misure per ridurre gli effetti di questo provvedimento sull'economia nazionale, aggiunge Interfax, rendendo noto l'elenco dei Paesi coinvolti: Polonia, Stati Uniti, Repubblica di Corea, Bulgaria, Svezia, Lussemburgo, Romania, Regno Unito, Ungheria, Irlanda, Slovacchia, Albania, Belgio, Slovenia, Croazia, Canada, Jugoslavia, Svizzera, Repubblica Ceca, Danimarca, Norvegia, Italia, Finlandia, Germania, Francia, Macedonia, Cipro, Spagna, Lituania, Islanda, Austria, Portogallo, Grecia, Nuova Zelanda, Australia, Singapore, Malta e Giappone.

Ore 17:12 - Allarme aereo su tutta l'Ucraina

Le autorità ucraine hanno diffuso un allarme aereo su tutto il territorio nazionale per un possibile attacco missilistico russo: è quanto riporta il quotidiano britannico Guardian citando fonti della stampa ucraina.

Ore 17:59 - Come la guerra elettronica dei russi ha rallentato la controffensiva degli ucraini

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Quella in Ucraina è una guerra novecentesca, di trincea, che si combatte però con armi modernissime. I missili, i droni, i sistemi d’artiglieria vengono guidati infatti attraverso le onde radio, le microonde, i raggi infrarossi o altre frequenze che permettono loro di ricevere dati ed essere indirizzati verso l’obiettivo. Questa caratteristica li rende estremamente precisi, ma anche vulnerabili alla guerra elettronica dello schieramento avversario. «È una guerra di tecnologie», ha spiegato nei giorni scorsi alla Bbc il colonnello Ivan Pavlenko, a capo del dipartimento cibernetico dell’esercito di Kiev. «Se vediamo diverse antenne nello stesso luogo capiamo che è un posto di comando. Se vediamo antenne che avanzano, capiamo che è un’offensiva». La guerra elettronica ci aiuta a capire questa fase della guerra: una battaglia metro per metro, antenna per antenna, che rende estremamente lenta la controffensiva.

Ore 18:30 - Il governatore della regione russa di Kursk: «Bambino ferito da un drone»

Il governatore della regione russa di Kursk, Roman Starovoit, afferma che «un drone kamikaze lanciato dal versante ucraino» si sarebbe «schiantato nei pressi del monastero Gornal di San Nicola, nel distretto di Sudzha» e che un bambino avrebbe «riportato leggere ferite da frammentazione a braccio e avambraccio». Lo riporta l’agenzia Interfax. «Gli sono stati forniti i primi soccorsi sul posto. Ora viene portato all’ospedale del distretto centrale per un esame», afferma il governatore.

Ore 18:54 - Ucraina: Le centrali nucleari in inverno saranno operative

Gli impianti nucleari ucraini saranno pienamente operativi entro il prossimo inverno: lo ha assicurato il responsabile dell’ente per l’energia nucleare ucraino, Energoatom, Petro Kotin. Attualmente l’Ucraina ha sotto il suo controllo tre centrali con un totale di nove reattori, quattro dei quali in manutenzione; gli altri sei reattori sono quelli della centrale di Zaporizhzhia, sotto il controllo russo.

Ore 19:59 - Missili russi su Pokrovsk, Kiev accusa: «Presi di mira i soccorritori»

È di almeno 7 morti e oltre 80 feriti in Ucraina il bilancio di un doppio attacco missilistico russo che ha colpito lunedì sera la città di Pokrovsk, nel Donetsk. Secondo quanto riferito dalle autorità ucraine, missili russi hanno colpito edifici residenziali e i soccorritori hanno continuato a scavare fra le macerie anche martedì. Secondo la versione fornita dal ministero della Difesa russo, invece, a Pokrovsk è stata colpita una postazione di comando dell’esercito ucraino. Il governatore della regione di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, ha riferito che a colpire sono stati due missili Iskander, dotati di un sistema di guida avanzato che ne aumenta la precisione, che sono giunti a 40 minuti di distanza l’uno dall’altro danneggiando 12 edifici a più piani, un hotel, una farmacia, due negozi e due bar, distruggendo anche un parco giochi per i bambini. Le autorità ucraine accusano le forze del Cremlino di avere preso di mira deliberatamente i soccorritori colpendo edifici residenziali con due missili consecutivi: il primo per attirare i soccorritori sul posto e il secondo per colpirli. «Tutti i poliziotti erano lì perché erano necessari, impegnandosi nel salvare le persone dopo il primo attacco», afferma il capo della polizia nazionale ucraina, Ivan Vyhivskyi. «Sapevano che sotto le macerie c’erano i feriti: dovevano reagire, scavare, recuperare, salvare. E il nemico ha deliberatamente colpito la seconda volta», è l’accusa di Vyhivskyi. Gli ha fatto eco il capo dell’amministrazione comunale di Pokrovsk, Serhii Dobriak, che ha parlato di «un tipico scenario russo» con 30-40 minuti di intervallo tra i missili: «Quando i soccorritori arrivano per salvare le vite delle persone, arriva un altro missile. E il numero di vittime aumenta», ha detto in un commento video ai media locali, «quando i soccorritori arrivano per salvare le vite delle persone, arriva un altro missile. E il numero di vittime aumenta». Il Guardian riporta che a essere colpiti sono stati un condominio e un hotel regolarmente usato dai giornalisti che seguono gli sviluppi della guerra, nonché una vicina pizzeria, ma sottolinea che si ritiene che nell’albergo ci fossero poche persone perché circolavano timori di un potenziale attacco sulla città, che si trova vicino alla linea del fronte. La coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite in Ucraina, Denise Brown, ha definito l’ultimo attacco assolutamente spietato” e ha affermato che si tratta di una «grave violazione» del diritto internazionale e che viola «qualsiasi principio di umanità». Dall’inizio dell’invasione russa, nel febbraio 2022, sono 78 i dipendenti del Servizio di emergenza statale ucraino sono stati uccisi e 280 sono stati feriti mentre rispondevano agli attacchi missilistici russi, secondo il portavoce dell’agenzia, il colonnello Oleksandr Khorunzhyi. Kiev sottolinea che i soccorritori sono protetti dalle convenzioni internazionali in quanto stanno fornendo assistenza umanitaria e non sono impegnati in operazioni di combattimento.

Ore 20:16 - Nuovi aiuti per l’Ucraina dagli Usa

Il presidente degli Usa Joe Biden annuncerà la prossima settimana un nuovo pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina: lo ha reso noto il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller. «Continueremo a fornire artiglieria e altri sistemi, e abbiamo ulteriori annunci nei prossimi giorni su altri sistemi addizionali che intendiamo fornire all’Ucraina», ha concluso.

Ore 20:35 - Erdogan: «L’Occidente mantenga le promesse fatte sull’accordo del grano»

Erdgan ha dichiarato che il rilancio di un accordo con la Russia per consentire le esportazioni di grano ucraino, mediato da Ankara e dall’Onu, «dipende dai Paesi occidentali che devono mantenere le loro promesse». «Penso che si possa trovare una soluzione», ha aggiunto, riferendosi alla sua recente telefonata con il Presidente russo Vladimir Putin, che ha rifiutato di estendere l’accordo.

Ankara farà la sua parte per tentare di rilanciare l’accordo che aveva permesso l’esportazione di grano dai porti ucraini, patto che è stato interrotto il 17 luglio dopo l’uscita di Mosca, ha continuato il presidente turco.

Ore 22:37 - Blinken (Usa): «La Russia si lamenta, ma esporta a livelli record»

Gli Stati Uniti non sono favorevoli a far tornare la Russia nel sistema internazionale bancario, come chiesto da Mosca per poter ripristinare l’accordo sul grano sul Mar Nero. «Nonostante i suoi lamenti - ha spiegato il segretario di Stato Antony Blinken in un’intervista a Bbc Africa - la Russia sta esportando derrate alimentari a un livello record, più di quanto abbia mai fatto nella sua storia». «La nozione - ha aggiunto - che possa esserci qualche grosso impedimento in termini di accesso a una banca o a un’altra è semplicemente sbagliata». Alla domanda se gli Stati Uniti non considerassero la richiesta russa, Blinken ha risposto: «Quello che sto dicendo è che c’è ora una nuova proposta sul tavolo presentata dalle Nazioni Unite alla Russia e la Russia non ha ancora risposto».

Ore 23:27 - Zelensky: «La Russia pagherà per i 9 morti di Pokrovsk»

È salito a 9 il numero delle vittime del duplice attacco russo di ieri a Pokrovsk nella regione di Donetsk. Lo ha reso noto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel consueto videomessaggio serale. I feriti sono 82, tra cui due bambini di cui uno in gravi condizioni. «Si chiama Nikita, ha solo 11 anni», ha detto Zelensky, confermando che il secondo attacco è avvenuto quando i soccorsi per il primo erano già cominciati. «Questo è un atto deliberato dei terroristi per causare il maggior dolore, il maggior danno. La Russia si assumerà la massima responsabilità per questo, devono esserci sentenze contro i terroristi», ha aggiunto.

Ore 00:12 - Zelensky: il 23 agosto vertice dei leader Piattaforma di Crimea

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che il prossimo vertice della Piattaforma di Crimea «a livello di leader» si terrà il 23 agosto. Nel suo discorso serale, Zelensky ha detto di averne parlato con il premier olandese Mark Rutte e di averlo invitato, senza fornire ulteriori dettagli. La Piattaforma di Crimea è un’iniziativa diplomatica di Kiev inaugurata nell’agosto del 2021 e progettata per creare un meccanismo di coordinamento internazionale per porre fine all’occupazione russa della penisola, annessa unilateralmente da Mosca nel 2014, e facilitarne il ritorno al controllo dell’Ucraina.

Ore 00:37 - Usa, nuovo invio di armi all’Ucraina questa settimana

Gli Stati Uniti si apprestano ad annunciare un nuovo invio di armi all’Ucraina per portare avanti la sua controffensiva entro la fine di questa settimana. Lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, alla Cnn.

Ore 03:06 - Russia, abbattuti due droni diretti verso Mosca

I sistemi di difesa aerea russi hanno abbattuto due droni diretti verso Mosca. Lo ha annunciato il sindaco Sergey Sobyanin citato dalla Tass. «Due droni hanno tentato di sorvolare la città - ha scritto su Telegram -. Entrambi sono stati abbattuti dai sistemi di difesa aerea, uno nella zona di Domodedovo e un altro vicino all’autostrada di Minskoe. Non si registrano feriti».

Ore 03:49 - Difesa Russia: sventato attacco terroristico di Kiev

Anche il ministero della Difesa russo ha annunciato di aver abbattuto due droni nella regione di Mosca, confermando quanto scritto su Telegram dal sindaco della capitale, Sergey Sobyanin. «Nella notte è stato sventato il tentativo del regime di Kiev di compiere un attacco terroristico con velivoli senza pilota sul territorio della regione di Mosca. Due droni - spiega una nota - sono stati abbattuti dal sistema anti-aereo» senza causare vittime o danni.

 

Guerra Ucraina - Russia, le news del 9 agosto.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Zelensky: «Bombe russe sulla città di Zaporizhzhia. Tre morti». E ringrazia Scholz per il sostegno militare della Germania. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera mercoledì 9 agosto 2023.

Le notizie sul conflitto in Ucraina di mercoledì 9 agosto, in diretta. Arrestato in Germania un cittadino tedesco accusato di spionaggio in favore della Russia

• Nove vittime in attacco russo a Pokrovsk, oltre 80 feriti.

• La Banca di Russia sospende l’acquisto di valuta estera.

• Putin sospende accordi fiscali con «Paesi ostili». Tra questi anche l'Italia.

• Kiev accusa: «Aiuti in ritardo. Così i russi possono riorganizzarsi». Il punto militare.

• Usa: «Nuove sanzioni a 13 imprese e persone che sostengono Mosca».

Ore 05:13 - Usa annunceranno nuovo invio aiuti militari questa settimana

Gli Stati Uniti annunceranno un nuovo pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina alla fine della settimana. Lo ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller l’8 agosto, secondo quanto riporta il Kyiv Independent. «Come abbiamo già detto, continuiamo a fornire all’Ucraina artiglieria e tutta una serie di armi», ha detto Miller, aggiungendo che «abbiamo altri annunci in arrivo nel corso della settimana sull’assistenza aggiuntiva che intendiamo fornire all’Ucraina». Miller ha anche detto che gli Stati Uniti stanno considerando il trasferimento di nuovi missili e sistemi di difesa all’Ucraina.

Ore 06:43 - Sindaco Mosca: abbattuti due droni diretti su capitale russa

La difesa aerea russa ha abbattuto due droni da combattimento diretti verso Mosca. Lo ha riferito il sindaco della capitale russa, Sergey Sobianin su Telegram, mentre si moltiplicano attacchi di questo tipo contro la capitale russa. «Abbiamo intercettato due droni da combattimento che tentavano di entrare in città. Entrambi sono stati abbattuti dalla nostra difesa aerea. Uno nella zona di Domodedovo, a sud della capitale,, il secondo nella zona dell’autostrada per Minsk», a ovest di Mosca, ha detto il primo cittadino.

Ore 07:25 - Maria, Alona e l’amore perduto. Le compagne dei soldati morti al fronte: «Sentiamo tanta rabbia, ma parlare tra noi ci aiuta»

(Lorenzo Cremonesi) Maria da quando è morto il suo Artem tra le macerie di Mariupol prova una rabbia incontrollabile: contro gli altri che vivono, contro le sue amiche con i bambini, contro le coppie che si baciano in pubblico, contro i russi, ma anche contro ogni soldato. «Mi chiedo: perché doveva capitare proprio a noi? Perché lui è morto e gli altri vivono? E cosa ci fanno tutti questi uomini per la strada? Magari sono imboscati, magari hanno corrotto gli ufficiali del reclutamento!».

Ore 08:03 - Bombe russe su Nikopol, morto un 18enne

Un ragazzo di 18 anni è morto in seguito ai bombardamenti russi della notte scorsa nell’area di Nikopol, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare della regione di Dnipropetrovsk, Sergiy Lysak, come riporta Ukrinform. «Notte tragica... L’aggressore ha bombardato Nikopolshchyna tre volte. Ha diretto l’artiglieria pesante contro la stessa Nikopol e la comunità di Marganets. Morto un ragazzo di 18 anni. Altre tre persone sono rimaste ferite: uomini di 21, 35 e 44 anni. Hanno ferite da mine esplosive e ferite da schegge», ha scritto Lysak.

Ore 08:07 - I Leopard di seconda mano comprati da Rheinmetall

Secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt è il produttore di armi tedesco Rheinmetall l’acquirente di decine di carri armati Leopard di seconda mano, acquistati dal Belgio per esportarli “in gran parte in Ucraina”. La società e il ministero della Difesa tedesco non hanno commentato. L’amministratore delegato di OIP Land Systems, Freddy Versluys, ha rivelato ieri al Guardian di avere venduto 49 carri armati a un governo europeo, senza precisare e senza fornire il valore del contratto Versluys ha aggiunto che potrebbero passare fino a sei mesi prima che i tank siano sul campo di battaglia in Ucraina.

Ore 08:09 - Mosca: «Nella notte attacco ucraino nella regione di Bryansk»

Il governatore della regione russa di Bryansk, Alexander Bogomaz, ha affermato che la città di Bila Berezka è stata bombardata la notte scorsa dalle forze armate ucraine: l’attacco ha causato danni parziali a diversi edifici residenziali, strutture di servizio, un impianto industriale, alcune strutture commerciali oltre a diverse auto. Lo riporta il Kyiv Independent. Non si registrano feriti o vittime. Bryansk si trova al confine nord-orientale dell’Ucraina, una regione segnata da continui bombardamenti. Le autorità ucraine non hanno per il momento commentato l’attacco.

Ore 08:27 - Biden approva l’addestramento piloti ucraini sugli F-16

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha approvato l’addestramento dei piloti ucraini sugli aerei da combattimento F-16: lo ha annunciato ieri la vice portavoce del Pentagono, Sabrina Singh, in un briefing con i media. Lo riporta il dipartimento della Difesa sul suo sito web.

Ore 09:08 - Mosca: «Arrestato un “sabotatore” russo in Crimea»

Uomini del Servizio di sicurezza federale della Federazione Russa (Fsb) hanno arrestato in Crimea un «sabotatore che ha fatto saltare in aria un gasdotto su istruzioni dei servizi speciali ucraini». Lo riferisce la stessa Fsb. «Il Servizio di sicurezza federale della Federazione Russa ha fermato l’attività criminale di un cittadino russo, nato nel 1980, coinvolto nella realizzazione di un atto di sabotaggio e terrorismo presso l’impianto di infrastrutture energetiche della Repubblica di Crimea su istruzioni dei servizi speciali ucraini», si legge nella nota come riporta Ria Novosti.

 Il cittadino russo, secondo i servizi segreti di Mosca, era stato reclutato dai servizi speciali ucraini che lo hanno addestrato per atti di sabotaggio e poi inviato in Crimea. «Su istruzione dei curatori ucraini, il 23 giugno scorso, ha fatto saltare in aria un gasdotto nel villaggio di Koreiz, utilizzando un ordigno esplosivo improvvisato», continua l’Fsb; nel garage della persona coinvolta, sono stati trovati, tra le altre cose, «un esplosivo al plastico di fabbricazione straniera «S-4» del peso di due chilogrammi, sono stati sequestrati due detonatori elettrici per scopi militari». È stato aperto un procedimento penale.

Ore 09:19 - Zelensky: «Nove morti a Pokrovsk, la Russia vuole fare una strage»

È salito a nove morti il bilancio delle vittime dell’attacco missilistico russo che ha colpito la città di Pokrovsk, nel Donetsk. Lo ha confermato nelle ultime ore il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo le autorità locali, lunedì sera due missili Iskander hanno colpito la città a distanza di 40 minuti l’uno dall’altro. Zelensky ha accusato la Russia per quello che considera un attacco mirato contro i soccorritori dal momento che, stando alle denunce, il secondo attacco è avvenuto mentre il personale paramedico ucraino era impegnato nei primi soccorsi. «È una decisione deliberata dei terroristi: provocare il massimo dolore e il maggior numero di danni», ha detto Zelensky nel messaggio diffuso nella notte via Telegram. Il presidente ucraino ha confermato che i feriti sono 82. Secondo le autorità di Kiev, risultano danneggiati palazzi, un albergo, farmacie, negozi e locali e fra le vittime ci sono civili, poliziotti e soccorritori. Il ministero della Difesa russo ha sostenuto che a Pokrovsk è stato colpito un centro di comando delle forze ucraine.

Ore 09:25 - Papa: «Mentre in Ucraina si combatte i giovani chiedono pace»

Il Papa, nell’udienza generale, ha ripercorso i giorni della Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona e ha sottolineato la volontà di pace dei giovani. «Mentre in Ucraina e in altri luoghi del mondo si combatte, e mentre in certe sale nascoste si pianifica la guerra - è brutto questo - la Giornata della Gioventù ha mostrato a tutti che è possibile un altro mondo: un mondo di fratelli e sorelle, dove le bandiere di tutti i popoli sventolano insieme, una accanto all’altra, senza odio, senza paura, senza chiusure, senza armi! Il messaggio dei giovani è stato chiaro: lo ascolteranno i `grandi della terra´?, mi domando». Per il Papa tutti dovrebbero prestare attenzione a «questo entusiasmo giovanile che vuole pace». «Speriamo che tutto il mondo ascolti questa Gng e guardi a questa bellezza andando avanti», ha concluso il Papa.

Ore 09:59 - Esplosione a Mosca

Sedici persone sono rimaste ferite questa mattina in seguito a un’esplosione in un impianto ottico-meccanico di Sergiev Posad, a circa 71 km a nordest di Mosca: lo hanno reso noto funzionari del servizio di emergenza, secondo i quali l’esplosione non è stata provocata da un drone. Lo riporta la Tass. 

«L’esplosione si è verificata sul territorio dell’impianto ottico-meccanico di Zagorsk, nella zona della caldaia. L’onda d’urto ha fatto saltare le finestre di diverse case», ha dichiarato una fonte del servizio di emergenze, aggiungendo che secondo le informazioni preliminari l’esplosione non è stata provocata da un drone. Le autorità hanno annunciato l’evacuazione totale dell’impianto. L’impianto ottico-meccanico di Zagorsk è uno dei principali sviluppatori e produttori di dispositivi ottici e optoelettronici per le forze dell’ordine, l’industria e la sanità.

Ore 10:12 - Kiev: «Finora liberati 40.000 chilometri quadrati di territorio»

Gli ucraini hanno liberato più di 40.000 chilometri quadrati di territorio dall’inizio dell’invasione russa: lo ha reso noto la Direzione della comunicazione strategica delle forze armate di Kiev (StratCom), come riporta Rbc-Ucraina. «Le Forze di Difesa ucraine hanno recuperato oltre 40.000 chilometri quadrati di territorio ucraino dal 24 febbraio 2022», si legge in un comunicato. StratCom sottolinea che si tratta di una superficie superiore al territorio della Moldavia ed equivale a circa 15 città delle dimensioni di Mosca. Ad oggi le forze ucraine hanno riconquistato fino a 10 insediamenti nelle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia e hanno fatto progressi anche nelle aree occupate dalla Russia nel 2014.

Ore 10:27 - Kiev: «499 bambini uccisi dall’inizio della guerra»

Sono 499 i bambini uccisi in Ucraina dall’inizio della guerra e più di 1.594 quelli feriti, secondo gli ultimi dati diffusi dall’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina. Le ultime vittime elencate sono due bambini di 13 e 15 anni feriti a seguito del lancio di razzi nel distretto di Ochakiv nella regione di Mykolaiv e un quattordicenne ferito a seguito di bombardamenti nemici nella città di Kupyansk. Entrambi si sono verificati l’8 agosto.

Ore 11:34 - L’esplosione a Sergev Posad è avvenuta «in un deposito fuochi d’artificio». I feriti sono 35

Si tratta di un deposito di fuochi d’artificio, situato all’interno dell’impianto ottico-meccanico di Zagorsk, nella cittadina di Sergiev Posad alle porte di Mosca. È esploso questa mattina: lo ha reso noto il servizio di emergenza russo, secondo quanto riporta la Tass. I feriti sono 35

 In precedenza, funzionari del servizio di emergenza avevano indicato che l’esplosione era avvenuta nei locali della caldaia dell’impianto ottico-meccanico di Zagorsk.

Ore 12:06 - A giugno cresciuto numero rifugiati ucraini nell’Ue

Sono 4,07 milioni i rifugiati ucraini che al 30 giugno scorso stavano usufruendo del regime di protezione temporanea Ue nei Paesi dell’Unione in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. Rispetto a maggio è stato registrato un incremento dell’1,1%. Lo ha reso noto Eurostat. Il primo Paese ospitante si conferma la Germania, dove ci sono oltre 1,1 milioni di rifugiati provenienti dall’Ucraina (il 28% del totale) e dove il loro numero è cresciuto del 2% a giugno rispetto a maggio. Segue la Polonia con 977 mila rifugiati (il 24% del totale) ma dove a giugno è stata registrata una flessione dell’1,4%). In Italia a 30 giugno scorso erano presenti oltre 157 mila persone a cui è stata accordata la protezione temporanea Ue, lo 0,6% in meno rispetto a maggio.

Ore 12:23 - Mosca: «Rischio escalation da sostegno Occidente a Kiev»

«La disponibilità dell’Occidente a investire in Ucraina una parte significativa delle sue risorse disponibili per ribaltare a suo favore la situazione sul campo di battaglia crea seri rischi di un’ulteriore escalation del conflitto»: lo ha affermato il ministro della Difesa russo, Sergey Shoigu, ripreso dalla Tass.

Ore 12:27 - La Polonia invia altre 2000 truppe al confine con Bielorussia

La Polonia dispiegherà 2.000 truppe aggiuntive al confine con la Bielorussia. Lo rendono noto fonti ministeriali di Varsavia.

Ore 12:41 - Esplosione a Sergiev Posad, il numero dei feriti sale a 35

Si aggrava il bilancio dei feriti dall’esplosione al complesso industriale strategico di Sergiev Posad, vicino a Mosca: secondo le autorità locali sarebbero 35, quattro dei quali in gravi condizioni.

Ore 12:50 - Cremlino: «360 militari vicino ai confini di Russia e Bielorussia»

Sergey Shoigu, il ministro della Difesa russo, ha dichiarato che circa 360.000 militari, comprese le forze armate dei Paesi dell’Europa orientale, sarebbero «di stanza nelle immediate vicinanze dei confini dello Stato dell’Unione», cioè dell’organismo che include Russia e Bielorussia. «Tenendo conto delle forze armate degli Stati dell’Europa orientale, circa 360.000 militari, 8.000 pezzi di armatura, 6.000 sistemi di artiglieria e mortai e 650 aerei ed elicotteri sono dispiegati in prossimità dei confini dello Stato dell’Unione», ha dichiarato il capo della difesa.

Ore 12:51 - Mosca: «Borrell altera i fatti, da lui elementi infondati sull’accordo del grano»

La portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, accusa l’Alto rappresentante della Politica estera Ue Josep Borrell di «alterare semplicemente i fatti, avanzando argomenti infondati, ovviamente insostenibili» sul patto sul grano. Lo riporta la Tass. «Dichiarazioni secondo cui la Russia avrebbe tratto vantaggi significativi dalla seconda parte del pacchetto, il memorandum d’intesa con l’Onu che di fatto non ha funzionato, così come la presunta assenza di un impatto negativo delle sanzioni sulle esportazioni russe: si propone semplicemente di prenderlo per fede», ha dichiarato Zakharova con riferimento ad affermazioni di Borrell a riguardo comparse sui media internazionali nei giorni scorsi. Zakharova ha aggiunto che «la comunità mondiale dovrebbe ritenere Borrell responsabile delle bugie diffuse». A luglio la Russia si è ritirata dal patto sul grano che nell’estate dell’anno scorso aveva permesso di riprendere le esportazioni di cereali dall’Ucraina in guerra. Secondo il Cremlino, non sarebbero stati rimossi dei presunti «ostacoli» alle esportazioni russe di cereali e fertilizzanti. Si teme che la mossa di Mosca possa avere gravi conseguenze per la sicurezza alimentare globale.

Ore 12:59 - Niger, Mosca: «Speriamo in decisioni reciprocamente accettabili»

«Speriamo che decisioni reciprocamente accettabili possano essere trovate nel quadro degli ulteriori sforzi diplomatici dell’Ecowas sul Niger»: lo ha dichiarato il vice capo del dipartimento informazione del ministero degli Esteri russso, Alexey Zaytsev, ripreso dalla Tass. «Stiamo sostenendo gli sforzi di mediazione compiuti dalla comunità africana per aiutare i nigerini a trovare una via d’uscita dall’attuale crisi», ha affermato ancora Zaytsev.

Ore 13:00 - Unesco, stanziati d’urgenza 169 mila dollari per interventi a protezione degli edifici danneggiati a Odessa

L’escalation di violenza contro la cultura, tra cui ripetuti attacchi russi alla città di Odessa, il cui centro storico è patrimonio mondiale, hanno portato l’Unesco a decidere uno stanziamento d’urgenza di 169 mila dollari per interventi a protezione degli edifici danneggiati. Una missione guidata da Chiara Dezzi Bardeschi, rappresentante dell’Unesco in Ucraina, ha valutato l’entità dei danni al patrimonio culturale ed identificato minacce imminenti all’integrità di questi siti per poi proporre misure urgenti necessarie per stabilizzarli e proteggerli da un futuro deterioramento. La missione ha visitato il centro storico di Odessa per raccogliere informazioni di prima mano e valutazioni in loco degli edifici danneggiati, oltre a incontri con le autorità nazionali e locali, ma anche con le istituzioni tecniche e le Ong che operano a Odessa. «Sono rimasta stupita nel vedere la determinazione e la resilienza della gente di Odessa, sia professionisti della cultura che civili, di fronte alla distruzione della loro cultura. L’Unesco è al loro fianco» ha dichiarato a conclusione della missione Chiara Dezzi Bardeschi. Più di 50 beni culturali sono stati gravemente danneggiati, dieci dei quali quasi distrutti.

Ore 13:10 - Shoigu: «La Polonia vuole occupare l’Ucraina occidentale»

Il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, in una riunione del consiglio del dipartimento edlla Difesa di Mosca, ha detto che Varsavia sta mettendo a punto dei piani per creare una formazione regolare polacco-ucraina per la successiva occupazione dell’Ucraina occidentale.

Secondo quanto riporta Ria Novosti, Shoigu ha definito la Polonia «lo strumento principale della politica anti-russa degli Stati Uniti». Secondo il ministro russo le autorità polacche intendono costruire «l’esercito più potente d’Europa» e per questo hanno iniziato ad acquistare armi in grandi quantità da Washington e dai suoi partner - Gran Bretagna e Corea del Sud”. «Inoltre, ci sono piani per creare regolarmente la cosiddetta connessione polacco-ucraina, apparentemente per garantire la sicurezza dell’Ucraina occidentale, ma in realtà per la successiva occupazione di questo territorio», ha aggiunto Shoigu secondo cui «le minacce alla sicurezza militare della Russia dalle direzioni occidentali e nord-occidentali sono aumentate in modo molteplice».

Ore 13:37 - Gerashenko: «La fabbrica esplosa a Mosca produceva componenti ottici per tank»

La fabbrica esplosa vicino Mosca faceva «prodotti militari » per la guerra in Ucraina. Lo scrive su Twitter il consigliere ucraino del ministero dell’Interno Anton Gerashchenko, sottolineando che i media russi parlano di una esplosione in un impianto di fuochi pirotecnici ma le immagini dello scoppio non corrispondono a queste ipotesi. Secondo Gerashchenko, nell’impianto di Sergiyev Posad si fabbricavano prodotti ottici per i tank T-80 e T-90. «I media russi si sono precipitati a a dire che sono esplosi prodotti pirotecnici», ma non è così, nota Gerashchenko, allegando un’immagine dell’alta colonna di fumo grigio che s’innalza dall’impianto. «La fabbrica produceva prodotti militari per `l’operazione speciale´. Quello che è esploso lì i media non lo dicono, ma non sono fuochi pirotecnici. Si vede una nuvola a fungo di una singola esplosione, mentre i fuochi sarebbero esplosi in diverse direzioni. Nei giorni scorsi erano anche apparse informazioni sui media che la Russia potrebbe aver superato il suo deficit nell’ottica per la produzione di tank T-80 e T-90, era la produzione di questo impianto», scrive Gerashchenko. La Tass scrive che l’esplosione è avvenuta in un deposito pirotecnico nell’area dell’impianto ottico-meccanico di Seriyev Posad.

Ore 13:50 - Podolyak: «Drone non identificato sulla Russia, simbolo del presente. La Federazione russa precipiterà una salutare ristrutturazione politica»

«Un drone non identificato sulla Russia è un simbolo impeccabile del presente... Il clan di Putin è sempre più attivo e persistente nel portare la guerra sul proprio territorio», scrive su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, prevedendo una futura guerra civile in Russia. «Una strategia corretta e ragionevole che farà precipitare la Federazione Russa in una salutare ristrutturazione politica, accelerare la distruzione del clan sciovinista e finalmente bloccare il paese in una tradizionale guerra civile interna», scrive Podolyak, dopo che stamattina il sindaco di Mosca ha reso noto l'abbattimento di due droni sulla città. Le autorità russe affermano intanto che l'esplosione di stamane in una fabbrica vicino Mosca è dovuta ad un «fattore umano» e non all'attacco di un drone.

Ore 14:03 - Kiev: «Colpito il posto di comando russo a Nova Kakhovka»

«Le forze di difesa ucraine hanno colpito un posto di comando dell’esercito russo nella regione di Nova Kakhovka, area temporaneamente catturata, nel Kherson». Lo ha annunciato il dipartimento delle comunicazioni strategiche dell’ufficio del comandante in capo, scrive Ukrinform. «Intorno alle ore 10, le forze armate ucraine hanno colpito il posto di comando dell’esercito russo nella Nova Kakhovka temporaneamente occupata», si legge nel rapporto.

Ore 14:16 - Kiev: «Impianto esploso vicino Mosca realizzava prodotti militari»

Il consigliere del ministero ucraino degli Esteri, Anton Gerashchenko, solleva dubbi sul fatto che l’esplosione che ha coinvolto una fabbrica vicino Mosca sia stata provocata da fuochi d’artificio contenuti in un magazzino, come sostenuto dalle autorità russe. «Riguardo all’esplosione in una fabbrica vicino Mosca - scrive su Twitter - i media russi si sono affrettati a dire che è stata provocata da fuochi d’artificio. Ma se guardiamo i video vedremo che l’esplosione non sembra di natura pirotecnica».

 Secondo Gerashchenko la fabbrica «è stata utilizzata per la produzione di prodotti militari per l’Operazione militare speciale. Quindi cosa è effettivamente esploso lì, i media non lo diranno, ma non sono stati fuochi d’artificio». Gerashchenko afferma che pochi giorni fa sui media secondo cui la Russia potrebbe aver destinato l’impianto per produrre impianti ottici destinati ai «carri armati T-80 e T-90».

Ore 14:19 - Zelensky: «Per la vittoria dell’Ucraina serve unità tra noi»

«Vogliamo tutti una cosa: la vittoria dell’Ucraina. Vittoria, che significherà protezione garantita della vita e della libertà per il nostro popolo, per tutto il nostro Stato. E otterremo questa vittoria se non perdiamo mai una delle cose principali: l’unità tra di noi. A tutti. Per il bene della vittoria comune». Lo scrive su X, (ex Twitter), il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 14:25 - Podolyak: «Un drone sulla Russia è simbolo impeccabile del presente»

«Un drone non identificato sulla Russia è un simbolo impeccabile del tempo presente...». Lo scrive su X , Mykhailo Podolyak, il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Il clan di Putin è sempre più attivo e tenace nel portare la guerra nel proprio territorio. Una strategia corretta e ragionevole che farà precipitare la Federazione russa in una salutare ristrutturazione politica, accelererà la distruzione del clan sciovinista e infine porterà il Paese in un tradizionale civile interna», aggiunge Podolyak.

Ore 14:29 - Kiev: «Le forze russe attaccano il distretto di Zaporizhzhia»

«L’esercito russo ha attaccato il distretto di Zaporizhzhia». Lo ha reso noto Yuriy Malashko, capo dell’amministrazione militare regionale citato da Ukrinform. «Il nemico ha attaccato il distretto di Zaporizhzhia. Fortunatamente, non ci sono state vittime», ha scritto. Intorno alle 11.40 ora locale, durante l’allarme antiaereo, si è udita un’esplosione in alcuni quartieri di Zaporizhzhia. L’aviazione aveva precedentemente avvertito che il nemico avrebbe probabilmente utilizzato aerei tattici, ricorda Ukrinform.

Ore 14:44 - Isw: «Raid Kiev su riva sinistra del fiume Dnipro»

Forze ucraine sembrano aver condotto un raid limitato attraverso il fiume Dnipro nell’oblast di Kherson, anche se non è chiaro se le forze di Kiev siano riuscite a stabilire una presenza durevole sulla riva sinistra del corso d’acqua, che delimita la linea del fronte nel sud dell’Ucraina. Lo scrive il think tank americano Institute for the study of war (Isw). Diversi blogger militari russi, nota l’Isw, hanno riferito ieri che forze ucraine «hanno fatto approdare fino a sette barche con 6-7 persone a bordo sulla riva sinistra del Dnipro, vicino all’insediamento di Kozachi Laheri, sono passate attraverso le linee difensive russe e sono avanzate in profondità di 800 metri». Uno di questi "milblogger" ha anche notato che la difesa russa in questa area risultava indebolita perché i militari più preparati di una divisione aerotrasportata, che c’erano prima, erano stati mandati nell’oblast di Zaporizhzhia e sostituiti da truppe di mobilitati.

Ore 15:25 - Esplosione Sergiyev Posad, 45 feriti e 20 edifici danneggiati

L'esplosione in una fabbrica vicino Mosca ha causato almeno 45 feriti e danni a 20 edifici residenziali, due scuole e un centro sportivo. Lo riferisce la Tass, dopo che questa mattina si è registrata un'esplosione in un impianto industriale a Sergiyev Posad vicino Mosca. Secondo il canale Telegram dell'amministrazione municipale, i feriti sono 45, di cui sei ricoverati in terapia intensiva. Sono stati danneggiati anche «circa 20 edifici ad appartamenti» e «quattro strutture sociali» fra cui l'impianto sportivo Luch e le scuole numero 19 e 21.

Ore 15:40 - Mosca accusa: «Kiev ha tentato di colpire un deposito di combustibile a Zaporizhzhia»

L'Ucraina ha tentato di colpire «l'impianto di stoccaggio del combustibile nucleare esaurito» all'interno del complesso della centrale nucleare di Zaporizhzhia, che è sotto il controllo russo. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Ria Novosti, secondo la quale un eventuale bombardamento dell'impianto avrebbe causato «una catastrofe nucleare e la morte di persone». In precedenza i media russi avevano riportato la notizia che un drone dell'esercito ucraino diretto verso la centrale di Zaporizhzhia era stato intercettato sui cieli di Enerhodar, la città dove si trova l'impianto.

Ore 16:35 - Podolyak: «La nostra controffensiva? La Russia non sarà più una minaccia militare»

Prima dell'invasione l'esercito russo era «temuto istericamente», ma dopo la guerra «La Russia cesserà di esistere come minaccia militare». Lo scrive su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, rispondendo a quanti esprimono dubbi sull'andamento della controffensiva ucraina. «Quando qualcuno parla della controffensiva ucraina, la sua velocità, direzione ed efficienza, dispensa consigli o dichiara in confidenza che "qualcosa non va secondo i piani", la principale cosa da ricordare è che ieri (prima dell'invasione dell'Ucraina su larga scala), l'esercito russo era seriamente chiamato "il secondo esercito del mondo", era istericamente temuto e non si immaginava neppure di poterlo combattere efficacemente», scrive Podolyak. Per «smontare il mito», bisognerà essere «pazienti e seguire da vicino il lavoro di alta qualità delle forze armate ucraine. In ogni caso raggiungeranno una conclusione obbligatoria e giusta. La Russia cesserà di esistere come minaccia militare dopo la guerra in Ucraina. Almeno per l'Ucraina e l'Europa. Intanto le operazioni offensive continuano», conclude Podolyak.

Ore 16:43 - Filorussi: «Una bambina uccisa in un attacco ucraino nel Donetsk»

Il capo filorusso dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, in un messaggio su Telegram, ha dichiarato che «nel distretto Petrovsky di Donetsk, una bambina è stata uccisa a causa di una granata ucraina che ha colpito una casa a due piani». Secondo il governatore, altre due persone sarebbero rimaste ferite nell'attacco.

Ore 16:55 - Berlino compra i tank in Belgio per inviarli a Kiev

I tank Leopard 1 comprati in Belgio per essere mandati in Ucraina sono stati acquistati dalla compagnia tedesca Rheinmetall per conto del governo di Berlino. Lo ha detto un portavoce della società dopo che il Guardian aveva rivelato l'acquisto di 49 carri armati di questo tipo destinati all'Ucraina, effettuato da un governo europeo che non era stato nominato. I tank sono stati acquistati dalla società belga Oip Land System. Si tratta di tank di vecchio tipo con cannoni da 120mm, predecessori dei tank Leopard 2 ora in uso dall'esercito tedesco. Alcuni dei veicoli sono utilizzabili solo per i pezzi di ricambio e si prevede una consegna finale di 30 tank. Il portavoce della Rehinmetall non ha precisato quando verranno inviati in Ucraina.

Ore 17:31 - IL PUNTO MILITARE | Ucraina, dai tank ai caccia: i ritardi negli aiuti hanno permesso ai russi di organizzare le difese

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Annunci, ritardi, recriminazioni: il fiume di aiuti all’Ucraina è poderoso ma non è sempre fluido e lo dimostra il nuovo sì della Casa Bianca agli F-16.

Mesi fa, dopo il programma «Liberate il Leopardo» che permesso l’invio dei carri Leopard, è iniziato il secondo progetto: «Liberate il Falcone», inteso come il caccia di produzione americana. Molti gli impegni e le promesse sulla carta, le dichiarazioni. Poca la sostanza. Per molto tempo gli Usa hanno rallentato la luce verde sostenendo che erano altre le priorità di Kiev, poi hanno passato la mano ai partner occidentali autorizzando il piano per il training in Europa. In primavera sembrava tutto fatto o quasi, sono invece emersi degli ostacoli. All’inizio d’agosto Washington lasciava trapelare che gli europei non avevano ancora presentato richieste specifiche e neppure avviato il meccanismo. Poi sono sorti ostacoli linguistici: molti dei piloti ucraini selezionati non sanno bene l’inglese, dunque devono essere «istruiti».

Ore 17:42 - Il governatore di Belgorod: «Un morto e 4 feriti in un raid»

Il governatore della regione russa di Belgorod, Viaceslav Gladkov, accusa le forze armate ucraine di aver bombardato la cittadina di Gorkovsky provocando la morte di una persona e il ferimento di altre quattro. Lo riporta l'agenzia russa Ria Novosti. «Il villaggio di Gorkovsky, nel distretto urbano di Graivoron, è stato preso di mira dalle forze armate ucraine: cinque proiettili sono esplosi nel centro del villaggio, vicino alla scuola», scrive il governatore su Telegram. «È successa la cosa peggiore: una persona è morta. L'uomo aveva ferite da scheggia incompatibili con la vita. Altre quattro persone sono rimaste ferite: tre uomini avevano ferite da schegge agli arti inferiori, la donna ha una contusione», ha scritto ancora Gladkov secondo Ria Novosti.

Ore 17:43 - Germania, un tedesco arrestato per spionaggio in favore della Russia

Su indicazione della Procura generale federale tedesca, la polizia ha arrestato oggi a Coblenza il cittadino tedesco Thomas H., con l'accusa di spionaggio in favore della Russia. Come riporta un comunicato della stessa procura, l'uomo è un impiegato presso l'Ufficio federale per l'equipaggiamento, l'informatica e i servizi della Bundeswehr e, a partire da maggio 2023, avrebbe offerto la propria collaborazione al Consolato Generale russo di Bonn e all'Ambasciata russa di Berlino. In un caso avrebbe fornito informazioni ottenute nel corso della sua attività professionale, allo scopo di trasmetterle a un servizio di intelligence russo. Le indagini della Procura sono state svolte in collaborazione con l'intelligence interna tedesca Bfv e l'intelligence militare tedesca Mad.

Ore 17:43 - La Banca di Russia sospende l'acquisto di valuta estera

La Banca di Russia ha deciso di non acquistare valuta estera sul mercato interno fino alla fine del 2023, per ridurre la volatilità sui mercati finanziari. Lo rende noto la Banca di Russia evidenziando che continuerà a vendere valuta estera dal fondo Wellbeing per un equivalente di 2,3 miliardi di rubli al giorno.

Ore 17:57 - Zelensky riunisce i vertici militari, focus sulla controffensiva

Zelensky ha dichiarato di aver tenuto un incontro con i vertici militari sulla controffensiva che lo stesso presidente ucraino ha definito "difficile" in un video diffuso ieri. «Lo Stato maggiore oggi si è riunito in un formato speciale. La cerchia più ristretta di persone e la massima attenzione a un singolo argomento: la nostra offensiva», ha scritto Zelensky su Telegram. «Analisi approfondita della situazione attuale, pianificazione dei passi futuri, fornitura alle truppe di tutto ciò di cui hanno bisogno e analisi delle azioni del nemico», ha aggiunto.

Ore 18:28 - Meduza: «Impianto ottico di Zagorsk sviluppava tecnologie belliche per l’esercito russo»

L’impianto ottico meccanico Zagorsk vicino Mosca, dove oggi è avvenuta una potente esplosione, ha partecipato allo sviluppo di un bombardiere di nuova generazione e fornisce materiale ottico alle forze dell’ordine e all’esercito russo. Lo scrive il sito indipendente Meduza, citando dati sul sito web degli appalti pubblici.

Il governatore della regione di Mosca Andrey Vorobyov afferma invece che l’impianto non aveva più da tempo a che fare con l’ottica e la meccanica e produceva materiale pirotecnico.

Ore 18:38 - Usa: «Nuove sanzioni a 13 imprese e persone che aiutano repressione»

Nuova serie di sanzioni contro la Bielorussia. Gli Stati Uniti annunciano nuove misure nei confronti di otto individui e cinque società che hanno sostenuto la repressione e facilitato la guerra della Russia contro l’Ucraina. Lo ha reso noto il segretario di Stato Antony Blinken. Tra le società colpite, la compagnia aerea statale Belavia, il dipartimento di indagini finanziarie della Bielorussia, l’industria metallurgica Bws, insieme all’oligarca, molto vicino a Lukashenko, Aliaksei Aleksin. Il sottosegretario del Tesoro per il terrorismo e intelligence finanziario, Brian Nelson, ha spiegato che sono state colpite società e personalità chiave del regime che ottengono benefici in cambio del sostegno alle politiche repressive.

Ore 19:29 - La Germania consegna due sistemi Patriot a Kiev

La Germania ha annunciato di aver consegnato altri due sistemi di difesa aerea Patriot all'Ucraina nella sua ultima fornitura di aiuti per il Paese. Lo riporta Sky News. Il pacchetto di aiuti appena annunciato include anche veicoli fuoristrada cingolati Bandvagn 206, munizioni, droni da ricognizione, mitragliatrici e kit di pronto soccorso. Il primo Patriot inviato dalla Germania è stato consegnato in Ucraina ad aprile, con gli Stati Uniti che ne hanno fornito un altro.

Ore 19:38 - Fabbrica esplosa in Russia, nell'impianto si lavorava a un bombardiere missilistico a lungo raggio

L'impianto industriale di Sergey Posad dove oggi si è verificata una potente esplosione ha partecipato allo sviluppo di un bombardiere di nuova generazione, scrive il canale informativo russo Agenstvo, che ha verificato i dati sul sito web degli appalti pubblici. Il contratto relativo alla produzione di un bombardiere missilistico a lungo raggio - risale a prima dell'inizio della guerra in Ucraina ed è previsto fino al 2027, per un valore di 69 milioni di rubli. Inoltre, scrive il sito Meduza, rilanciando il canale russo, l'impianto ha anche continuato a fornire strumenti ottici alle forze dell'ordine russe, in particolare binocoli e dosimetri alla Guardia nazionale. Secondo il governatore della regione di Mosca, Andrey Vorobev, il violento scoppio che ha fatto almeno un morto e oltre 50 feriti, si è verificato in un magazzino di materiale pirotecnico affittato da una società privata.

Ore 19:46 - La Russia apre una rappresentanza consolare a Cipro del Nord

La Russia ha deciso di aprire una rappresentanza consolare nell'autoproclamata Repubblica turca di Cipro del Nord (Trnc), riconosciuta solo dalla Turchia. Lo ha annunciato oggi il presidente della stessa Trnc, Ersin Tatar. I russi «hanno provveduto ad aprire un ufficio. L'Inghilterra ha già un ufficio. Per noi non c'è problema se la Russia fa lo stesso. Ci sono molti russi qui, ed è normale che stiano aprendo un ufficio. Sarà bello», ha precisato Tatar al giornale Gundem Kibris. «Questo tema è di attualità da un anno. La Russia vuole aprire un ufficio per i servizi consolari ai propri connazionali. Avrà la forma di un ufficio. Ma questo non deve essere interpretato come un riconoscimento della Trnc», ha detto il ministro degli Esteri turco-cipriota Tahsi Ertugruloglu alla televisione turca filo-governativa Trt Haber. L'informazione è stata riportata anche dall'agenzia di stampa russa Tass, che si è premurata di precisare che «non vi è alcuna implicazione politica in questa decisione».

Ore 19:47 - Zelensky: «Tre morti per un raid russo su Zaporizhzhia»

«Zaporizhzhia. Un altro attacco dei terroristi russi. Ad ora, tre persone sono state dichiarate morte». Lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, riferendo di un attacco russo sulla città nel sud dell'Ucraina. «L'operazione di salvataggio è in corso. A tutte le vittime sarà fornita l'assistenza necessaria. E questo crimine di guerra della Russia dovrà sicuramente affrontare la sua condanna», ha aggiunto. In precedenza, il sindaco Anatoly Kurtev aveva riferito di due morti e alcuni feriti nell'attacco «su un quartiere residenziale» della città, dopo che erano state segnalate esplosioni durante l'allarme aereo.

Ore 20:01 - Grossa esplosione vicino a Mosca: le immagini della colonna di fumo - Il Video

Un’esplosione si è verificata in una fabbrica a Sergiev Posad, a una settantina di chilometri da Mosca, che ha fatto scattare l’evacuazione generale. Lo riportano i media russi. Sul posto sono arrivate le forze di sicurezza e sta arrivando il governatore della regione di Mosca.

L’esplosione ha causato il ferimento di una cinquantina di persone, cinque sono in rianimazione e si teme vi possano essere vittime sotto le macerie. Dopo il forte scoppio, che ha mandato in frantumi i vetri delle finestre di 20 condomini sui media russi sono circolate notizie di un drone, o due, sull’impianto di Sergey Posad.

La versione dell’attacco con velivoli senza piloti non è stata confermata da Mosca che parla di «errore umano». Secondo Kiev l’impianto esploso realizzava prodotti militari.

Ore 20:27 - Zelensky ringrazia Scholz per i nuovi aiuti militari

«Grazie alla Germania e al cancelliere Olaf Scholz per il nuovo pacchetto di aiuti alla sicurezza per l’Ucraina. L’attuazione del nostro accordo Ucraina-Germania salverà migliaia di vite ucraine. Continuiamo a lavorare per rafforzare il Paese e proteggerlo dal terrore russo». Lo scrive su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 21:39 - Zaporizhzhia, governatore regionale: «Tre morti e sette feriti»

A Zaporizhzhia, vicino alla più grande centrale nucleare d'Europa, il raid di oggi vede un nuovo conto dei morti e dei feriti (3 vittime e 7 persone bisognose di soccorso). Il numero delle vittime potrebbe aumentare a seguito dell'attacco che ha danneggiato un'area residenziale, lo ha detto il governatore regionale Yuriy Malashko su Telegram.

Ore 22:11 - Biden lancia stretta sugli investimenti tech Usa in Cina

Joe Biden lancia la stretta agli investimenti americani in Cina nel settore hi-tech. Una mossa dettata da motivi «di sicurezza nazionale e non economici», afferma un funzionario dell'amministrazione. I paletti imposti nell'ordine esecutivo riguardano i semiconduttori, il quantum e alcuni sistemi di intelligenza artificiale. «L'amministrazione Biden è impegnata a mantenere l'America sicura e a difendere la sicurezza nazionale tutelando tecnologie che sono cruciali per la prossima generazione di innovazione militare», mette in evidenza la Casa Bianca.

Ore 23:04 - Zelensky: «Non ho dubbi che avremo gli F-16»

L’Ucraina ha bisogno di un numero ancora maggiore di difese aeree e di moderni jet da combattimento per poter proteggere i civili dai missili degli occupanti russi. Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante il suo discorso serale, come riportato Ukrainska Pravda.

«Lavoriamo quotidianamente, settimanalmente per garantire che i nostri difensori del cielo abbiano più sistemi di difesa aerea e missili per loro. Domani continuerò questo lavoro, farò del mio meglio per dare maggiore protezione al cielo», ha affermato Zelesnky, spiegando che «sono necessari molti più sistemi di difesa aerea per tutto il nostro territorio di quanti ne abbiamo attualmente. Passo dopo passo, stiamo trasformando questo `molto di più´ in capacità concrete della nostra Aeronautica, dei nostri cannonieri antiaerei, delle nostre brigate di fuoco mobili». «Non ho dubbi che avremo degli F-16 in cielo», ha concluso Zelensky.

Ore 00:33 - Missili russi su un centro residenziale a Zaporizhzhia: almeno due le vittime - Il Video

Un attacco missilistico russo ha ucciso due persone e ne ha ferite almeno altre sette nella città ucraina di Zaporizhzhia, che si trova vicino alla più grande centrale nucleare d’Europa, secondo quanto riferiscono i funzionari ucraini. Il numero delle vittime potrebbe aumentare a seguito dell’attacco, che ha danneggiato un’area residenziale, ha detto il governatore regionale Yuriy Malashko su Telegram.

Ore 02:01 - Nove persone disperse dopo l’esplosione a Sergey Posad

Nove persone risultano disperse dopo l’esplosione avvenuta ieri a Sergiev Posad, circa 60 chilometri a nord-est di Mosca, che ha causato un morto e 60 feriti. Lo ha detto all’agenzia di stampa Tass il portavoce dei servizi di emergenza. «Al momento non abbiamo informazioni su nove persone», ha detto il portavoce.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 10 agosto.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Biden chiederà al Congresso Usa altri 13 miliardi per Kiev. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera giovedì 10 agosto 2023.

Le notizie sul conflitto in Ucraina di giovedì 10 agosto, in diretta. Podolyak: «Negoziati vani, Mosca non rispetta il diritto internazionale». 

• Mosca: «Avanziamo a Kupiansk, prese 5 roccaforti». Kiev denuncia: «Civili colpiti mentre vengono soccorsi».

•I filorussi: «Perdita di vapore nella centrale di Zaporizhzhia». Gli esperti: «Nessun rischio radioattivo».

• La Polonia invia 10 mila soldati al confine con la Bielorussia.

•Marina ucraina apre corridoio umanitario nel Mar Nero.

• Usa, Biden chiederà al Congresso 13 miliardi per l'Ucraina.

Ore 05:12 - Abbattuti 13 droni in Crimea e vicino Mosca

Il ministero della Difesa russo ha detto di aver abbattuto 13 droni ucraini, 11 vicino la Crimea e altri due diretti verso Mosca. «Due Uav veicoli aerei senza pilota) che volavano in direzione della città di Mosca sono stati distrutti», ha riferito il ministero in una nota. «Vicino la città di Sebastopoli due Uav sono stati centrati dai dispositivi di sicurezza anti-aerea, altri nove sono stati intercettati e sono precipitati nel Mar Nero prima di raggiungere l’obiettivo».

Ore 06:04 - Usa prepara nuovi aiuti all’Ucraina per 200 milioni di dollari

Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti si appresta a inviare all’Ucraina nuove forniture di armi e munizioni per un valore complessivo di 200 milioni di dollari. Lo hanno anticipato funzionai del governo Usa, secondo cui il nuovo pacchetto di aiuti includerà missili per il sistema lanciarazzi multiplo Himars e per il sistema di difesa aerea Patriot, munizioni per obici e carri armati, missili anticarro Javelin, mezzi per lo sminamento e 12 milioni di proiettili per armi di piccolo calibro. La stampa Usa sottolinea che i fondi multimiliardari stanziati dall’amministrazione del presidente Usa Joe Biden per l’assistenza militare all’Ucraina sono ormai esauriti, e la Casa Bianca potrebbe presto richiedere al Congresso di autorizzare un nuovo pacchetto per proseguire il sostegno a Kiev.

Ore 06:41 - Il ministro Kuleba: «Non parliamo con Putin, ma possibile una mediazione»

«Non siamo più disposti a negoziare direttamente con Putin. I crimini commessi dall’inizio dell’aggressione del nostro Paese sono troppo gravi perché si possa sedere allo stesso tavolo. Assolutamente, non ci fidiamo di lui. Però una mediazione da parte di terzi è possibile». Lo dice il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un’intervista al Corriere della Sera. Per Kuleba è «fondamentale che la Cina fosse al summit, un messaggio politico positivo: presente a un incontro multilaterale in cui si discuteva il piano di pace ucraino. Anche se adesso non ci attendiamo svolte drammatiche. E comprendiamo anche la relazione speciale che intercorre tra Mosca e Pechino. Ciò richiede una diplomazia molto delicata per garantire che la Cina resti dalla parte della pace e dell’integrità territoriale ucraina».

Ore 08:15 - Kiev: «Maxi attacco con droni russo a ovest»

Le forze russe hanno lanciato nella notte un «massiccio» attacco con droni nella regione di Rivne, nell’Ucraina occidentale, distruggendo un deposito di petrolio nel distretto di Dubno; lo ha reso noto su Telegram il capo dell’Amministrazione militare regionale, Vitaliy Koval, come riporta il Kyiv Independent. Dubno si trova a circa 125 km dal confine con la Polonia. «Nella notte, la regione di Rivne ha subito un massiccio attacco con droni. Purtroppo è stato distrutto un deposito di petrolio nel distretto di Dubno. Non ci sono state vittime», ha scritto Koval. Almeno 45 membri delle squadre di soccorso sono al lavoro sul posto.

Ore 08:24 - Cremlino: «Esplosioni e un vasto incendio alle porte di Mosca»

Esplosioni e un vasto incendio hanno scosso nelle prime ore di oggi la cittadina russa di Domodedovo, a 37 km a sud di Mosca: lo scrivono diversi canali Telegram russi che citano testimoni oculari, come riporta Ukrinform. Le esplosioni odierne seguono l’abbattimento da parte dei sistemi di difesa aerea russi di due droni nella notte tra martedì e mercoledì: uno nella zona di Domodedovo e un altro vicino all’autostrada di Minskoe, aveva reso noto ieri mattina il sindaco della capitale, Sergey Sobyanin.

 Ore 09:20 - Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino: «Essenziale che la Cina fosse a Gedda. Non ci fidiamo più dei russi»

(Lorenzo Cremonesi) «Non siamo più disposti a negoziare direttamente con Vladimir Putin. I crimini commessi dall’inizio dell’aggressione del nostro Paese sono troppo gravi perché si possa sedere allo stesso tavolo. Assolutamente non ci fidiamo di lui. Però una mediazione da parte di terzi è possibile, sempre che i russi siano pronti a ritirarsi». Dmytro Kuleba si sta riprendendo dal Covid. «Sto tornando a lavorare dopo alcune settimane di cure», ci racconta per telefono il ministro degli Esteri ucraino, che spesso ricorda l’identità europea del suo Paese e le sue memorie di «bambino di Chernobyl», quando dopo la tragedia alla centrale nucleare nel 1986 trascorse lunghi periodi ospite di una famiglia italiana.

Ore 09:40 - «La centrale nucleare di Zaporizhzhia è sull’orlo del blackout»

La centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia ha perso il collegamento alla linea principale ad alta tensione la notte scorsa ed «è sull’orlo di un altro blackout»: lo scrive su Telegram la società statale ucraina per l’energia nucleare, Energoatom. «Il 10 agosto la centrale nucleare di Zaporizhzhya, temporaneamente occupata, ha perso il collegamento alla sua principale linea di trasmissione di energia esterna con una tensione di 750 kV. In seguito, la centrale ha dovuto passare all’unica linea elettrica di riserva da 330 kV disponibile, la cui disconnessione minaccia la perdita di energia esterna (blackout)», si legge in una nota.

 «In questo scenario, la principale minaccia alla sicurezza nucleare e radioattiva è rappresentata dal fatto che l’unità 4 della centrale nucleare di Zaporizhzhia è in stato di `arresto a caldo´ - ha sottolineato Energoatom -. Gli occupanti gestiscono l’unità 4 in violazione delle condizioni di funzionamento dei reattori delle centrali nucleari». Secondo Taras Tkach, direttore esecutivo ad interim di Energoatom, in caso di perdita completa dell’energia elettrica esterna, le pompe di circolazione principali dell’impianto verranno spente e l’unità di potenza passerà alla cosiddetta modalità di “circolazione naturale”. «In questo caso, è necessario raffreddare urgentemente la centrale in assenza di pompe di raffreddamento», ha affermato Tkach. Questa modalità è impegnativa per il reattore, la sua durata è limitata e può portare a un guasto delle apparecchiature principali del reattore, ha aggiunto Energoatom.

 «L’ulteriore occupazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia da parte della Russia e l’illegittima e impreparata gestione russa, che non si assume alcuna responsabilità per la sicurezza nucleare e radioattiva dell’impianto, avvicinano costantemente la centrale al disastro - si legge ancora nel comunicato -. Per questo motivo, la centrale nucleare di Zaporizhzhia deve essere immediatamente riportata sotto il pieno controllo del legittimo operatore, Energoatom, con il conseguente ritorno alla normale operatività e il ripristino della sicurezza nucleare e radioattiva dell’impianto. Ciò richiede un’azione urgente da parte dell’intera comunità internazionale».

Ore 09:43 - La Polonia invia 10 mila soldati al confine con Bielorussia

La Polonia invierà fino a 10.000 truppe aggiuntive al confine con la Bielorussia per rafforzare la Guardia di Frontiera: lo ha dichiarato oggi il ministro della Difesa, Mariusz Blaszczak, in un’intervista alla radio pubblica. Lo riporta l’agenzia di stampa Reuters sul suo sito web. «Circa 10.000 soldati saranno al confine, di cui 4.000 sosterranno direttamente la Guardia di Frontiera e 6.000 saranno nella riserva», ha detto il ministro. «Avviciniamo l’esercito al confine con la Bielorussia per spaventare l’aggressore in modo che non osi attaccarci», ha aggiunto.

Ore 10:29 - Mosca, cittadino russo arrestato per spionaggio

Il servizio federale russo di sicurezza (Fsb) ha annunciato di aver arrestato un cittadino russo residente a Samara con l’accusa di tradimento per aver inviato ai servizi speciali ucraini dati sul movimento dei militari russi. Lo riporta la Tass. «Le attività illegali di un cittadino della Federazione Russa, residente nella regione di Samara, coinvolto in alto tradimento, dirette contro la sicurezza della Russia, sono state soppresse», ha riferito l’Fsb.

Ore 11:55 - Ankara: «In contatto con Mosca-Kiev-Onu per patto grano»

«I nostri contatti con i funzionari delle Nazioni Unite, della Federazione Russa e dell’Ucraina in merito alla prosecuzione dell’Iniziativa sui cereali, interrotta dalla Federazione Russa, continuano in coordinamento con il ministero degli Affari Esteri». Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa turco. Ankara si augura che «questa iniziativa continui, poiché contribuisce notevolmente alla stabilizzazione dei prezzi degli alimenti a livello globale e dimostra che tutte le crisi possono essere risolte con il dialogo», ha affermato il colonnello Zeki Akturk durante un incontro con i giornalisti.

Ore 12:01 - Kiev: «Nella notte abbattuti 7 droni russi su 10»

Le forze russe hanno lanciato la notte scorsa 10 droni kamikaze sull’Ucraina, di cui sette sono stati abbattuti dall’Aeronautica militare del Paese: lo ha reso noto su Telegram la stessa Aeronautica, come riporta Ukrainska Pravda. «Sette droni d’attacco sono stati distrutti. In totale, gli occupanti russi hanno utilizzato 10 droni d’attacco `Shahed-136/131´», si legge in un comunicato. I droni provenivano dalla regione russa di Kursk e l’attacco è durato cinque ore, fino alle 4:00 ora locale (le 3:00 in Italia).

Ore 12:16 - Kiev: «La regione di Zaporizhzhia bombardata 82 volte in 24 ore»

Le truppe russe hanno bombardato la regione meridionale ucraina di Zaporizhzhia 82 volte nelle ultime 24 ore. È quanto dichiarato dal governatore della regione, Yurii Malashko, su Telegram. Dichiarazioni poi riprese dalla testata Ukrinform. «In totale, nelle ultime 24 ore, il nemico ha lanciato 82 bombardamenti contro 21 insediamenti nella regione», ha detto il governatore, menzionando decine di insediamenti colpiti dagli attacchi aerei di Mosca. L’ondata di attacchi aerei, secondo quanto riferisce, hanno anche colpito e in alcuni casi distrutti edifici residenziali, istituti scolastici e altre strutture nevralgiche per le popolazioni civili. Circa 54 sono state le segnalazioni di abitazioni civili inviate dagli ucraini. In precedenza era stato riferito che gli attacchi missilistici avevano fatto tre morti almeno nove feriti tre persone erano state uccise e altre nove ferite in un attacco missilistico russo su Zaporizhzhia. Ci sono state 54 segnalazioni di cittadini sulla distruzione di edifici residenziali, istituti scolastici e altre infrastrutture sociali. I rapporti precedenti dicevano che tre persone erano state uccise e altre nove ferite in un attacco missilistico russo su Zaporizhzhia.

Ore 12:27 - Filorussi: «Perdita di vapore nella centrale Zaporizhzhia»

L’amministrazione filorussa della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia ha annunciato che il reattore numero 4 dell’impianto controllato da Mosca è stato spostato da un arresto «a caldo» a uno «a freddo» a causa di una perdita di vapore: lo riporta Interfax. «Il personale dell’impianto ha rilevato una perdita nei tubi del terzo generatore di vapore durante il funzionamento della quarta unità della centrale nucleare di Zaporizhzhia», si legge in una nota. «È stato deciso di arrestare il reattore a freddo per garantire un funzionamento regolare durante la stagione autunnale e invernale e l’operatività delle apparecchiature».

Ore 13:04 - Ex Ceo della società russa Yandex condanna l’invasione dell’Ucraina

Il miliardario Arkady Volozh, co fondatore ed ex Ceo del colosso dell’It Yandex, ha condannato l’invasione dell’Ucraina, dopo le ritorsioni contro una sua prima precedente presa di distanza dalla Russia. «Sono categoricamente contrario alla barbara invasione dell’Ucraina», ha scritto in una dichiarazione rilanciata dalla newsletter The Bell in cui ha espresso il suo orrore per il fatto che «case di ucraini sono bombardate ogni giorno».

Oltre al motore di ricerca, Yandex ha un dipartimento di ricerca e sviluppo in cui sono reclutati centinaia fra i migliori laureati in Russia, collabora con i migliori dipartimenti di It delle università e investe nell’istruzione dei bambini.

Ore 13:28 - Esercito russo: «Migliorata nostra posizione nel nord-est dell’Ucraina»

I vertici militari russi hanno affermato di aver migliorato la propria posizione al fronte nella direzione di Kupiansk, nel Donetsk. Il ministero russo della Difesa, secondo quanto è scritto nel suo report quotidiano, è convinto che i suoi soldati possano presto avanzare in quella direzione, togliendo spazio e campo alle forze di Kiev.

Ore 13:43 - Marina ucraina apre corridoio umanitario nel Mar Nero

La marina militare ucraina ha aperto un nuovo corridoio umanitario nel Mar Nero, che dovrebbe diventare operativo nei prossimi giorni. Questo quanto riporta l’agenzia di stampa britannica Reuters. Il corridoio verrà utilizzato dalle navi commerciali rimaste bloccate nei porti ucraini sul Mar Nero. Le navi verranno dotate di telecamere a dimostrazione della natura non militare dei viaggi.

Ore 13:55 - Mosca: «Abbattuti altri 38 droni ucraini. Respinti attacchi»

Le operazioni militari speciali condotte contro Kiev da Mosca hanno portato all’abbattimento di altri 38 droni ucraini. A dichiararlo in conferenza stampa è il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov, dopo aver rammentato che le difese aeree di Mosca hanno anche intercettato cinque missili nemici. «Trentotto droni ucraini sono stati abbattuti», ha affermato il portavoce precisando che gli abbattimenti sono avvenuti in varie regioni del Donetsk, come Kharkiv e Gorlovka, ma anche nella regione di Zaporizhzhia e di Kherson».

Ore 14:09 - Nel mese di giugno 4 milioni di profughi nell’Unione europea

Con numeri aggiornati fino al 30 giugno 2023, quasi 4,07 milioni di cittadini extracomunitari fuggiti dall’Ucraina a seguito dell’invasione russa sono stati accolti da Paesi dell’Unione europea.

Ore 14:02 - Kiev raccomanda evacuazione di 37 insediamenti a Kupiansk

Le truppe russe avanzano nel nordest dell’Ucraina e in particolare nella regione di Kharkiv, secondo quanto aveva affermato lo stesso ministero della Difesa di Mosca. Kiev ha così ordinato l’evacuazione di 37 insediamenti nel distretto di Kupiansk. Lo riferisce l’Ukrainska Pravda citando il canale Telegram. Evacuazione dovuta all’aumento dei bombardamenti russi.

Ore 14:18 - Mosca sul grano: «Prezzi in aumento per la crisi del Mar Nero»

I prezzi del grano sono attualmente instabili ed è possibile che aumentino nel prossimo futuro, ha riconosciuto il ministro russo dell’Agricoltura Dmitry Patrushev. «Il prezzo del grano è ora alquanto instabile nel nostro Paese, sta aumentando tenendo conto della situazione nel Mar Nero, e tenendo conto dei precedenti quando ci sono stati attacchi a navi civili. Ritengo che per ora, probabilmente, i prezzi del grano aumenteranno», ha dichiarato Patrushev. «Di conseguenza, nel prossimo futuro potremmo vedere situazioni associate a un aumento dell’inflazione alimentare», ha aggiunto il ministro, secondo il quale «questo avverrà molto probabilmente nel continente europeo».

Ore 14:25 - La Russia invierà 50mila tonnellate di grano a sei Paesi africani

«La Russia fornirà fino a 50 mila tonnellate di grano a sei paesi africani, anche in forma gratuita». Lo ha affermato il ministro dell’Agricoltura Dmitry Patrushev. «Come ha affermato il nostro presidente, oltre ad essere un partner abbastanza affidabile in termini di fornitura di grano al mercato mondiale, forniremo gratuitamente grano anche ai paesi africani. Finora stiamo parlando di sei paesi e volumi da 25 a 50 mille tonnellate», ha detto il ministro russo.

Ore 14:27 - Usa: «Incontro Putin-Zelensky a Dubai? Decide Kiev»

«Per quanto riguarda ogni possibile incontro tra il presidente Volodymyr Zelensky e il suo omologo Vladimir Putin, la decisione la deve prendere Kiev». Così il portavoce del dipartimento di Stato Usa Matthew Miller, rispondendo a una domanda sull’ipotesi di un incontro tra i due leader a margine della conferenza della Coop28, che si svolgerà tra il 30 novembre e 12 dicembre a Dubai.

«Abbiamo chiarito che è l’Ucraina al posto di guida quando si tratta di decidere sul suo futuro e questo è vero per qualsiasi possibile negoziato», ha aggiunto il portavoce americano, che poi ha ricordato come Kiev sia sempre aperta a negoziati che rispettino la sua integrità e sovranità territoriale. Allo stesso tempo però Vladimir Putin non sembra aver rinunciato ai suoi obiettivi imperialisti e non intende ritirare le sue truppe oltre il confine ucraino.

Matthew Miller

Ore 14:42 - Mosca, repressione inasprita nei confronti del Conflict Intelligence Team

La procura generale russa ha bollato come organizzazione «indesiderata» anche il Conflict Intelligence Team, un gruppo che raccoglie dati e notizie sui conflitti in cui è coinvolto l’esercito russo: lo riporta la testata online Meduza, citando l’ufficio stampa della procura. Il provvedimento di fatto vieta al gruppo di operare in Russia.

Il Cremlino ha inasprito la repressione del dissenso e all’inizio dell’invasione dell’Ucraina ha pure varato una legge bavaglio che prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sull’esercito russo che dovessero essere giudicate false dalle autorità: di fatto, un modo per vietare ogni critica contro la guerra. Sulla base di questa norma, il fondatore del Conflict Intelligence Team, Ruslan Leviev, è stato accusato e arrestato in contumacia nel maggio del 2022.

Ore 14:48 - La rassicurazione degli esperti: «A Zaporizhzhia nessun rischio radioattivo»

Non c’è alcun rischio radioattivo nella centrale nucleare di Zaporizhzhia perché la fuoriuscita del vapore proviene da circuiti che non sono in contatto con il nocciolo del reattore. Lo ha detto il direttore del dipartimento per la Sicurezza nucleare dell’Enea Alessandro Dodaro. «È una fuoriuscita di vapore avvenuta in uno dei generatori di vapore della centrale. Sono circuiti che non sono in contatto con il nocciolo del reattore; ricevono acqua molto calda e la scambiano con altra che diventa vapore e fa girare la turbina», ha detto ancora l’esperto.

Ore 15:01 - Calciatore norvegese lascia la Russia, giocava con la Dynamo Mosca: «Troppo rischioso rimanere qui»

Il centrocampista norvegese della Dynamo Mosca Mathias Normann ha scelto la rescissione del contratto con il club russo per via dell’intensificarsi degli attacchi ucraini, tramite droni, contro Mosca. «Troppo rischioso rimanere qui», ha affermato il giocatore.

Ore 15:01 - Yermak, videoconferenza co Sullivan, Austin e Milley

Il capo dell’ufficio della presidenza ucraina Andriy Yermak ha annunciato oggi di aver partecipato ad una videoconferenza con militari ed esponenti politici americani sulla situazione al fronte in Ucraina. Presenti, tra gli altri, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan, il segretario alla difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin, e il capo di stato maggiore, il generale Mark Milley. «Durante la conversazione - ha scritto su Twitter - io e il mio team abbiamo sottolineato le esigenze fondamentali delle forze di difesa ucraine per garantire un’offensiva di successo e una protezione efficace delle nostre città ed infrastrutture».

Ore 15:21 - Dall’Estonia nuovi aiuti a Kiev, armi di piccolo calibro e munizioni

Riga fornirà all’Ucraina nuovi aiuti militari, tra cui armi di piccolo calibro e munizioni. «Dobbiamo sostenere Kiev nella sua lotta contro l’aggressione russa. Ancora una volta, abbiamo trovato l’occasione di offrire un aiuto», ha dichiarato il ministro della Difesa Hanno Pevkur.

Ore 15:33 - Podolyak: «Negoziati vani, Mosca non rispetta il diritto internazionale»

Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak esclude ancora una volta ogni negoziati con il regime del presidente russo Vladimir Putin. «Ogni dialogo con la Russia è inutile, perché mai dovremmo fidarci di chi ci ha militarmente invaso? Perché mai un assassino impunito dovrebbe cambiare invece di diventare ancora più assertivo nei suoi crimini contro l’umanità?», si chiede Podolyak su Twitter.

Ore 15:49 - La denuncia di Kiev: «La Russia attacca i civili mentre ricevono aiuti umanitari»

Almeno sei persone sono rimaste ferite e portate in ospedale a seguito di un attacco russo a Bilozerka, nella regione meridionale di Kherson. Lo ha affermato il governatore locale Oleksandr Prokudin, citato da Sky News, sottolineando che si trattava di «residenti che in quel momento stavano ricevendo aiuti umanitari».

Il villaggio in prima linea, a quasi 13 km a ovest di Kherson, è stata una delle aree che ha subito le gravi inondazioni dopo la distruzione della diga di Kakhovka a giugno.

Ore 16:11 - Mosca: «Successi militari a Kupiansk. Prese cinque roccaforti»

La Russia sostiene di aver catturato cinque roccaforti e quattro punti di osservazione sul fronte della città nord-orientale ucraina di Kupiansk. Secondo quanto affermato dal ministero della Difesa russo su Telegram, la sesta unità combinata di Mosca ha preso posizione e sconfitto un plotone di fanteria ucraino.

Le forze di Kiev hanno lanciato cinque contrattacchi che sono stati respinti con successo, sostiene il ministero. Kupiansk riveste un'importanza strategica sia per l'Ucraina che per la Russia: situata a 120 km da Kharkiv, ha un importante nodo ferroviario, con una delle linee che portano in Russia. Di fronte all'avanzata russa nel nordest ucraino, Kiev aveva ordinato l'evacuazione di 37 insediamenti nel distretto di Kupiansk.

Ore 16:14 - Governatore di Bryansk denuncia attacco ucraino: un morto

«Le forze armate ucraine hanno bombardato il villaggio di Chausy, nella regione russa di Bryansk, al confine cin l'Ucraina, uccidendo una persona e ferendone altre due». Questo quanto ha scritto su Telegram il governatore della regione Alexander Bogomaz.

Ore 16:29 - Polonia, elicottero perde detonatore al confine bielorusso

Un elicottero militare polacco che pattugliava la frontiera con la Bielorussia ha perso il detonatore di un proiettile. Lo rendo noto il comunicato rilasciato dal Comando generale delle forze militari polacche. Secondo il comunicato le ricerche del detonatore sono in corso, ma per ora non hanno dato risultato. Non si precisa se vi è il rischio che la miccia sia caduta sul territorio bielorusso.

Ore 16:35 - Zaporizhzhia, ragazze cantano in video un'ora prima uccisione in bombardamento

Khrystyna e Svitlana cantavano e suonavano la chitarra in una strada di Zaporizhzhia un'ora prima di venir colpite dal bombardamento che le avrebbe uccise. Un video le mostra, una bionda e l'altra bruna, che si esibiscono vicino ad una pizzeria, con la spensieratezza e l'ingenuità delle ragazze della loro età. A condividere su Twitter le immagini è il consigliere ucraino del ministero dell'Interno Anton Gerashchenko, raccontando che una delle due è morta ieri sul colpo e l'altra questa mattina. Avevano 19 e 21 anni.

Ore 16:48 - Rappresentante russo Ulyanov ha incontrato il direttore Aiea Grossi

Mikhail Ulyanov, il rappresentante permanente della Russia presso le organizzazioni internazionali a Vienna, ha incontrato il Direttore generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea), Rafael Grossi.

Ulyanov e Grossi hanno discusso un certo numero di questioni di interesse reciproco, in maniera franca e costruttiva. Questo il commento del diplomatico russo sul suo account di Twitter, senza fornire ulteriori dettagli.

Ore 17:03 - Le forze russe hanno costruito un crematorio a Melitopol

Le forze russe stanno perdendo così tanti soldati che hanno dovuto costruire un crematorio vicino Melitopol, in modo da non dover rimpatriare i corpi. Lo ha affermato su Telegram la vice ministra ucraina della Difesa Hanna Maliar. «Al momento vi sono ostilità su tutti i fronti. Molti nemici vengono uccisi, ci sono centinaia di morti ogni giorni sui fronti orientale e meridionale. Le forze di occupazione russe tentano di nascondere la vera entità delle perdite e seppelliscono i corpi nei territori temporaneamente occupati invece di rimandare i resti in Russia», ha scritto Maliar.

Ore 17:12 - Ordinata l'evacuazione dei civili da Kupiansk

Le autorità ucraine hanno emesso un ordine di evacuazione obbligatorio per i civili da 37 insediamenti del distretto di Kupiansk, nella regione di Kharkiv, a causa dell'escalation di attacchi russi. Stando a quanto riferito dal Kiev Independent, il governatore di Kharkiv, Oleh Syniehubov, ha precisato che sono oltre 11.000 le persone da allontanare dall'area, tra cui 600 bambini.

L'amministrazione militare della città di Kupiansk ha fatto sapere che i residenti saranno trasferiti in regioni ucraine più sicure. Kupiansk è una delle località riconquistate da Kiev lo scorso settembre, ma nelle ultime settimane la Russia ha intensificato gli attacchi nell'area. Secondo Ruslan Muzychuk, portavoce della Guardia nazionale citato dalla Cnn, la direzione di Kupiansk rimane l'epicentro delle ostilità, dove il nemico sta concentrando i suoi sforzi principali.

Ore 17:19 - Germania, arrestato ufficiale dell’esercito per spionaggio: passava informazioni all’ambasciata russa - Il punto militare

(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Fermato a Coblenza, Thomas H. a partire da maggio aveva cercato contatti con il consolato di Bonn e l’ambasciata a Berlino, offrendo informazioni. Terzo caso in pochi mesi.

Una storia di spionaggio può iniziare in modo quasi banale, in un giorno qualsiasi, con una persona si reca all’ambasciata di un Paese per offrire la sua collaborazione. È ciò che ha fatto Thomas H., ufficiale dell’esercito tedesco, arrestato con l’accusa di collusione con i russi e ora detenuto in attesa di processo.

Ore 18:32 - Biden chiederà al Congresso 13 miliardi per l'Ucraina

Il presidente Joe Biden chiederà al Congresso americano 13 miliardi di dollari per sostenere l'Ucraina. L'ultima richiesta del genere da parte della Casa Bianca, a novembre, era stata soddisfatta ma questa volta il consenso del Congresso verso gli aiuti a Kiev è diminuito, soprattutto da parte dei repubblicani.

Ore 18:54 - Bryansk, sale a due il numero delle vittime

Aggiornato a due morti e due feriti il bilancio di un bombardamento attribuito alle forze ucraine contro il villaggio di Chausy, nella regione russa di Bryansk. Lo ha affermato Alexander Borgomaz, governatore di questa provincia (oblast) al confine con l'Ucraina..

Ore 19:17 - Sminatori di Kiev verranno addestrati in Azerbaigian

L'ex repubblica sovietica dell'Azerbaigian addestrerà genieri ucraini per le operazioni di sminamento del territorio. Lo ha annunciato il ministero ucraino dell'Interno dopo un incontro fra il vice ministro Bohdan Drapiatyi e una delegazione guidata da Seimur Mardaliev, ambasciatore straordinario dell'Azerbaigian in Ucraina. «L'Azerbaigian si aggiunge alla lista dei paesi che addestreranno esperti ucraini nel settore dello sminamento», ha detto Drapiatyi, citato da Ukrainska Pravda. A causa dell'invasione russa, ha sottolineato il primo ministro, 174mila km2 di territorio ucraino e 14mila km2 di aree acquatiche sono infestati da mine e altri esplosivi.

Ore 19:21 - Le due giovani musiciste uccise dal raid russo su Zaporizhzhia

Stavano suonando per strada a Zaporizhzhia un’ora prima che un missile russo, ieri, colpisse la città. Quella nel video, diffuso su Twitter dal ministro ucraino dell’Interno Anton Gerashchenko, è l’ultima esibizione di Khrystyna e Svitlana. Avevano 19 e 21 anni. Una di loro è morta ieri, sotto il bombardamento; l’altra si è spenta oggi in terapia intensiva. «Le più profonde condoglianze alle loro famiglie. La Russia deve pagare», ha scritto Gerashchenko.

Ore 19:38 - Zelensky, un morto in nuovo raid su città di Zaporizhzhia

«Zaporizhzhia. La città subisce quotidianamente i bombardamenti russi. Un incendio è scoppiato in un edificio civile dopo che gli occupanti lo hanno colpito con un missile. Ad ora, una persona è stata dichiarata morta». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram, riferendo di un nuovo attacco russo sulla città sudorientale dell'Ucraina.

Secondo il sindaco Anatoly Kurtiev, il raid ha colpito un'infrastruttura civile e il numero di feriti a seguito dell'attacco è già salito a 9 persone.

Ore 21:03 - Governatore Bryansk: due civili uccisi in attacco ucraino

«Due civili» sono rimasti uccisi nell’attacco ucraino messo a segno oggi nel villaggio di Chausy, nella regione russa di Bryansk, al confine con l’Ucraina. È quanto ha dichiarato il governatore della regione, Alexander Bogomaz, aggiornando il precedente bilancio di un morto e due feriti. «Purtroppo un altro uomo è morto per le ferite riportate nel bombardamento del villaggio di Chausy - ha scritto su Telegram il governatore, citato dall’agenzia Ria - al momento le azioni delle forze armate ucraine hanno causato la morte di due civili».

Ore 21:04 - Russi incalzano, ordinata evacuazione villaggi Nord-Est

Diverse decine di località nella regione di Kharkiv, nel Nord-Est dell’Ucraina, hanno ordinato l’evacuazione dei propri abitanti, di fronte all’avanzata dell’esercito russo che sta cercando con successo di ricatturare porzioni di territorio che aveva già occupato durante il conflitto. Nel settembre 2022 l’esercito russo fu cacciato dalla città di Kupyansk e dalle zone circostanti, aree occupate all’inizio dell’invasione, grazie a un fulmineo contrattacco ucraino. Di recente, per diverse settimane, le truppe russe hanno incalzato in questa zona, rivendicando sistematicamente guadagni territoriali. E nelle ultime ore l’esercito ucraino ha ammesso di trovarsi in una situazione «difficile». «La situazione rimane difficile, ma sotto controllo», ha detto su Telegram Serguiy Tcherevaty, portavoce dell’esercito per il settore orientale del fronte, utilizzando l’espressione che usa la propaganda di Kiev quando è attacco. Un decreto firmato dalle autorità locali ha ordinato l’evacuazione di 37 località del distretto di Kupyansk, importante snodo di comunicazione: si tratta essenzialmente di villaggi situati vicino al fronte, sulla riva sinistra del fiume Oskil. «L’evacuazione è iniziata ieri, quando è stato firmato l’ordinanza», ha spiegato alla televisione di Stato il capo dell’amministrazione militare della città di Kupyansk, Andriy Besedin.

(ANSA giovedì 10 agosto 2023) - Esplosioni e un vasto incendio hanno scosso nelle prime ore di oggi la cittadina russa di Domodedovo, a 37 km a sud di Mosca: lo scrivono diversi canali Telegram russi che citano testimoni oculari, come riporta Ukrinform. Le esplosioni odierne seguono l'abbattimento da parte dei sistemi di difesa aerea russi di due droni nella notte tra martedì e mercoledì: uno nella zona di Domodedovo e un altro vicino all'autostrada di Minskoe, aveva reso noto ieri mattina il sindaco della capitale, Sergey Sobyanin.

(ANSA-AFP giovedì 10 agosto 2023) - Il ministero della Difesa russo ha detto di aver abbattuto 13 droni ucraini, 11 vicino la Crimea e altri due diretti verso Mosca. "Due Uav che volavano in direzione della città di Mosca sono stati distrutti", ha riferito il ministero in una nota. "Vicino la città di Sevastopol, due Uav sono stati centrati dai dispositivi di sicurezza anti-aerea, altri nove sono stati intercettati e sono precipitati nel Mar Nero prima di raggiungere l'obiettivo".

Estratto dell’articolo di Giuseppe Agliastro per “La Stampa” giovedì 10 agosto 2023. 

Un'esplosione di una violenza infernale ha scosso ieri la città russa di Sergiyev Posad, ad appena 70 chilometri da Mosca. Il bilancio ufficiale delle vittime è di un morto e 56 feriti, sei dei quali verserebbero in gravi condizioni. Ma secondo il governatore regionale Andrey Vorobyov altre cinque persone potrebbero trovarsi ancora sotto le macerie.

[…] La deflagrazione sarebbe stata così potente da mandare in frantumi i vetri delle finestre di una ventina di palazzine, di una scuola e di un centro sportivo della zona. Ma a non essere per niente chiaro è che cosa abbia provocato questa terribile esplosione. 

Alcuni commentatori filo-Cremlino ipotizzano l'attacco di un drone, ma al momento sembra non esserci nessuna prova a conferma di questa tesi, immediatamente respinta dagli investigatori. D'altro canto, l'esplosione si sarebbe verificata nei pressi di una fabbrica che produce strumenti ottici per le forze armate russe, e anche il Guardian scrive che l'episodio ha sollevato «interrogativi sul fatto che l'esplosione sia stata il risultato di un incidente o di un attacco mirato».

[…] Le autorità russe sostengono che sia saltato in aria un deposito di 1.600 metri quadri nel quale erano conservati fuochi d'artificio. E pare che questo deposito si trovasse nel territorio dell'impianto ottico-meccanico di Zagors: una fabbrica che secondo diverse testate produrrebbe anche visori notturni e binocoli per l'esercito russo che un anno e mezzo fa ha invaso l'Ucraina. Il governatore della regione di Mosca, Vorobyov, sostiene invece che lo stabilimento non producesse più dispositivi ottici «da molto tempo».

Ma la testata Agentstvo pare smentirlo e afferma che negli ultimi anni questa azienda abbia fornito binocoli alla Guardia Nazionale russa e sia stata coinvolta nel progetto di un nuovo cacciabombardiere. 

Secondo i media statali russi il deposito che si presume saltato in aria sarebbe stato locato da una società che produce fuochi pirotecnici: la Piroross, che avrebbe dichiarato bancarotta lo scorso aprile e che in passato sarebbe stata accusata di non rispettare le norme di sicurezza. Ed è proprio su una possibile «violazione dei requisiti di sicurezza industriale» che gli investigatori russi dicono di voler indagare. Esplosioni e incendi dovuti al mancato rispetto delle norme di sicurezza purtroppo non sono rari in Russia. È però pur vero che il regime di Putin non è esattamente un chiaro esempio di trasparenza. 

Kiev non si pronuncia. […] Mentre l'esplosione a Sergiyev Posad resta avvolta nel mistero, le autorità russe continuano a denunciare raid di droni di cui accusano le forze armate ucraine. Il ministero della Difesa russo afferma di aver abbattuto due droni sui cieli di Mosca nella notte di ieri: uno nei pressi di un'autostrada a Ovest della capitale russa, e un altro a Sud, costringendo a interrompere momentaneamente i voli da e per l'aeroporto moscovita di Domodedovo per ragioni di sicurezza. Nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli attacchi attribuiti alle forze di Kiev, sia a Mosca, sia sul Mar Nero. […]

Estratto dell’articolo di Marco Ventura per "il Messaggero" giovedì 10 agosto 2023. 

Sono gli extraterrestri del "battaglione degli sciamani", gli incursori delle forze speciali del servizio segreto militare di Kiev, gli uomini dell'esercito fantasma che combatte dietro le linee nemiche, oltre la frontiera tra Ucraina e Russia. Mordi e fuggi. 

Incursioni e irruzioni. Arrivano dopo una lunga marcia nella boscaglia per chilometri e chilometri, oppure lanciati da un elicottero da combattimento. Manipoli di sei specialisti, affiatati, esperti nel piazzamento di esplosivi. Paracadutisti, sub, sabotatori, cecchini, anche scalatori, e sempre di più protagonisti di missioni mirate a uccidere nelle retrovie i colonnelli e generali di Putin, quelli che ordinano di scagliare i missili su scuole, ospedali, condomini.

Sono gli squadroni della morte, ucraini, che rivendicano di comportarsi come squadroni della vita perché «uccidere il nemico non è mai piacevole, poi però pensi che se gli viene permesso di arrivare fino a noi, in Ucraina, violenteranno e uccideranno e ruberanno, e nessuno potrà proteggere chi non è come loro». Gli innocenti. 

Le qualità necessarie per far parte dello «Shaman Battalion», il battaglione degli sciamani, così chiamati perché miticamente investiti di superpoteri e natura sovrumana, sono «la fratellanza, il coraggio, o la semplice fortuna», scrive il "Times" di Londra che li ha già incontrati più volte. Gli sciamani hanno postato dei video sui social che mostrano il modo in cui agiscono.

L'imboscata lungo una strada che corre in Russia («I russi non capiscono che cosa succede, non possono credere che noi siamo lì»). Un camion militare crivellato di colpi, l'autista che muore. L'obiettivo, qui, è rendere insicure tutte le linee di comunicazione e approvvigionamento del nemico. 

Il battaglione sciamano, inquadrato come 10° Distaccamento delle forze speciali, risponde solo al comando dell'intelligence militare di Kiev, quella dell'ormai leggendario generale Budanov. […] Il salto di qualità nelle spedizioni c'è stato con i nuovi bersagli, la caccia grossa ai comandanti. «Missioni su persone o target specifici, per esempio edifici dove si trova un generale, in Russia. Abbiamo compiuto - racconta Intelligent - più di dieci operazioni di questo tipo negli ultimi sei mesi».

L'Ucraina sostiene di avere ucciso 15 generali russi dall'inizio del conflitto. Mosca ne ha confermati dieci. Fra gli altri, il colonnello Kuznetsov, al comando del 1009° Reggimento fucilieri motorizzato, che è caduto in un agguato nella regione frontaliera russa di Belgorod alla guida di una banale automobile. E lo scorso mese, il tenente-colonnello Skuratov dei servizi segreti russi, l'Fsb, finito su una mina a Bryansk. 

Un altro compito assegnato agli "sciamani" è la scorta al confine dei gruppi di partigiani russi anti-Putin e filo-ucraini, quelli che alcune settimane fa sono riusciti a invadere i villaggi russi. […]

Guerra Ucraina - Russia, le news dell’11 agosto.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Zelensky licenzia tutti i capi dei centri di comando regionali. Esplosioni a Kiev: «Rimanete nei rifugi». Lorenzo Cremonesi, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera venerdì 11 agosto 2023.

Le notizie sul conflitto in Ucraina di venerdì 11 agosto. Anche la Lituania invia soldati al confine con la Bielorussia. Nuovo allarme aereo nella capitale. Missili ipersonici neutralizzati dall'esercito ucraino

• Chiusi e poi riaperti a Mosca gli aeroporti di Vnukovo e Kaluga per un drone poi abbattuto. Restrizioni ai voli in partenza e in arrivo.

• Joe Biden ha chiesto al Congresso Usa un nuovo pacchetto di aiuti militari per almeno 13 miliardi di dollari.

• Bombe sulla città di Zaporizhzhia, morte due musiciste.

• Germania, arrestato ufficiale dell’esercito per spionaggio: passava informazioni all’ambasciata russa.

Ore 01:29 - Biden: «La Cina è una bomba a orologeria»

«La Cina è una bomba a orologeria in molti casi». Lo ha detto Joe Biden ai giornalisti al seguito in Utah sottolineando che in questo momento il dragone ha una serie di problema economici, tra i quali un'elevata disoccupazione e la forza lavoro che invecchia. «Quando le persone cattive hanno problemi, fanno cose cattive», ha detto ancora il presidente americano precisando di voler cercare di avere «un rapporto razionale con la Cina». Non voglio danneggiarla ma sto osservando con attenzione", ha aggiunto.

Ore 02:06 - Biden: «La Nato era in crisi e io sapevo che Putin avrebbe invaso l'Ucraina»

«La Nato era in crisi e io sapevo che Putin avrebbe invaso l'Ucraina perché era assolutamente fiducioso di poter smantellare l'Alleanza». Lo ha detto Joe Biden ai giornalisti al seguito nello Utah. «Oggi la Nato è più forte che mai», ha sottolineato il presidente americano.

Ore 03:35 - IL PUNTO MILITARE - Ecco come è stato arrestato il generale tedesco che vendeva segreti militari ai russi

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Una storia di spionaggio può iniziare in modo quasi banale, in un giorno qualsiasi, con una persona che si reca all’ambasciata di un Paese per offrire la sua collaborazione. È ciò che ha fatto Thomas H., ufficiale dell’esercito tedesco, arrestato con l’accusa di collusione con i russi e ora detenuto in attesa di processo.

Il militare, in servizio a Coblenza con un reparto della Bundeswehr, le Forze armate tedesche, ha ripetuto un modus operandi visto in diversi casi, con il contatto diretto. Magari perché si è preparato studiando i precedenti: alcuni traditori hanno usato questo approccio e ha funzionato. Per decenni. L’individuo chiede di essere ricevuto oppure scrive un messaggio, quindi presenta subito qualcosa che possa convincere l’acquirente: nomi, dettagli, particolari. È il primo passo della danza, poi aspetta che gli altri rispondano. Se rispondono. Perché la controparte deve fidarsi, c’è sempre il timore che il dono sia un frutto avvelenato, l’inganno è un rischio considerato. Ecco perché è necessario che la merce dell’offerente sia di valore e verificabile.

Ore 03:39 - Khrystyna e Svitlana, le due musiciste uccise in un bombardamento

Stavano suonando per strada a Zaporizhzhia un’ora prima che un missile russo, ieri, colpisse la città. Quella nel video, diffuso su X dal ministro ucraino dell’Interno Anton Gerashchenko, è l’ultima esibizione di Khrystyna e Svitlana.

Avevano 19 e 21 anni. Una di loro è morta ieri, sotto il bombardamento; l’altra si è spenta oggi in terapia intensiva. «Le più profonde condoglianze alle loro famiglie. La Russia deve pagare», ha scritto Gerashchenko.

Ore 03:41 - Si chiamano Geran 2 i droni russi copiati dagli Shahed iraniani

Si chiamano Geran-2 i droni usati da Mosca in Ucraina e vengono prodotti dalla Russia copiando i droni Shahed-136 acquistati dall’Iran lo scorso anno. E’ quanto si legge nel rapporto pubblicato da Conflict Armament Research, un gruppo di ricerca indipendente con sede nel Regno Unito, che identifica e rintraccia armi e munizioni utilizzate in guerra. Stando a quanto riportato oggi dal New York Times, i ricercatori sono andati a Kiev alla fine di luglio e hanno ispezionato i resti di due droni usati nel sud-est dell’Ucraina. Dalla loro ricerca è emerso che, sebbene sembrassero Shahed-136 iraniani, i velivoli contenevano moduli elettronici corrispondenti a componenti già recuperate dai droni di sorveglianza russi. Inoltre i due velivoli presentavano materiali e una struttura interna della fusoliera molto diversi da quelli realizzati in Iran.

Ore 03:55 - Russi avanzano a Kupiansk, ucraini conquistano posizioni a Bakhmut

I russi avanzano nella zona di Kupiansk, gli ucraini invece conquistano nuove posizioni nella zona di Bakhmut: è questa in estrema sintesi la situazione delle ultime ore dai fronti di guerra in Ucraina, almeno dalla lettura dei media di Kiev. Secondo gli analisti l’offensiva russa a Kupiansk avrebbe il doppio obiettivo di rafforzare il controllo di uno dei nodi per la logistica delle aree occupate e al tempo stesso si propone di costringere Kiev a concentrare qui le proprie truppe, impedendo il loro utilizzo per la controffensiva che sembra comunque procedere al rallentatore.

Ore 08:08 - Missili russi su Zaporizhzhia, bilancio sale a un morto e 16 feriti

Almeno un morto e 16 feriti il bilancio dell’attacco missilistico russo che ieri sera ha colpito la città ucraina di Zaporizhzhia. Lo hanno confermato le autorità locali, precisando che fra i feriti vi sono quattro minori. Secondo i media locali è stato danneggiato l’edificio del Reikartz Hotel, che veniva spesso utilizzato anche dai funzionari delle Nazioni Unite.

Ore 08:23 - Mosca: «Abbattuti due droni diretti a Kursk»

La Russia fa sapere di aver intercettato e abbattuto altri due «droni ucraini». Secondo il governatore di Kursk, Roman Starovoyt, che ha dato notizia dell’operazione via Telegram, i due droni «erano diretti a Kursk». La regione si trova nell’ovest della Russia. «Intorno alle 23 le forze di difesa aerea hanno abbattuto due velivoli senza pilota ucraini diretti a Kursk», ha fatto sapere Starovoyt, ringraziando i soldati per il loro lavoro e la professionalità.

Ieri il ministero della Difesa di Mosca ha confermato che la notte precedente erano stati abbattuti 13 droni in volo in direzione di Mosca e Sebastopoli.

Ore 09:05 - Nuovo allarme aereo a Kiev

Un allarme aereo è stato dichiarato questa mattina a Kiev. Lo rende noto su Telegram l'amministrazione militare della capitale ucraina, che invita la popolazione a raggiungere i rifugi. Le sirene, secondo i media locali, per un MiG-31K russo che sarebbe decollato dalla base aerea di Savasleyka.

Ore 09:35 - Ucraina, violente esplosioni a Kiev, il sindaco: «State nei rifugi»

Esplosioni a Kiev, dove il sindaco Vitaly Klitschko ha consigliato ai cittadini di rimanere nei rifugi. Secondo diversi canali Telegram ci sarebbero state almeno tre grosse esplosioni, altri parlano di quattro violenti scoppi. Il canale delle forze aeree ucraine ha lanciato l'allerta stamattina, annunciando il lancio di missili balistici Kh-47M2.

Ore 09:44 - Russia, chiuso per allarme droni l'aeroporto moscovita di Vnukovo

L'aereoporto internazionale di Vnukovo, a Mosca, è stato chiuso dopo l'avvistamento di un drone in volo verso la capitale russa e sulla traiettoria dello scalo. Lo riferisce Ria Novosti. I canali Telegram russi riferiscono che nella notte il traffico aereo di Vnukovo era già stato interrotto per oltre un'ora a causa di droni nell'adiacente oblast di Kaluga.

Per motivi di sicurezza sono stati cancellati o reindirizzati la maggior parte dei voli in programma per oggi.

Ore 10:33 - Kiev, frammenti di un razzo su un ospedale pediatrico

«Oltre ai frammenti del razzo caduti nell'area di uno degli ospedali pediatrici della capitale, sono stati individuati altri due siti con segni di impatti nel distretto di Obolon a Kiev», aggiunge ancora su Telegram il sindaco della capitale ucraina Vitalij Klitschko.

Ore 10:47 - Medvedev: «Washington e Kiev non vogliono la pace»

«Il popolo sofferente nelle trincee di un Paese diviso vuole davvero solo la resa, che forse aprirebbe la strada alla pace. Ma la pace non è voluta né a Washington né a Kiev». Lo scrive su Telegram l'ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza del Paese Dmitry Medvedev.

Ore 10:52 - Vertici militari ucraini: «Kiev attaccata con missili ipersonici Kinzhal. Li abbiamo abbattuti»

Kiev è stata attaccata oggi con missili ipersonici Kinzhal e tutti gli obiettivi nemici sono stati abbattuti. Lo ha dichiarato al canale tv Kyiv24 il portavoce dell'Amministrazione militare della capitale ucraina Mykhailo Shamanov, come riporta Rbc-Ucraina.

Ore 10:58 - Sindaco di Mosca: «Abbattuto drone ucraino diretto sulla città»

La difesa aerea russa ha abbattuto un drone su Mosca, i cui detriti sono caduti sull'argine di Karamyshevskaya. Lo ha affermato il sindaco Sergey Sobyanin, citato dalla Tass. Secondo l'esercito russo si è trattato di un drone ucraino. Nessuno è rimasto ferito, mentre i servizi di emergenza stanno lavorando sul posto.

Le autorità hanno poi riaperto, almeno momentaneamente, l'aeroporto di Vnukovo, anche se permangono restrizioni sull'arrivo e la partenza di alcuni voli. Stesso provvedimento per l'aeroporto di Kaluga.

Ore 11:10 - Triennale Milano e Maxxi restaureranno cattedrale Odessa

«Anche in ricordo di una lunga e ricchissima storia di scambi tra Odessa e la cultura italiana, che ha portato alla fine del XVIII secolo gli architetti italiani a progettare il piano e gli edifici più rappresentativi della città, il Governo italiano ha coinvolto due tra le più autorevoli istituzioni culturali italiane, la Triennale di Milano e il Maxxi di Roma, allo scopo di raccogliere le migliori energie economiche, tecniche e culturali in grado di contribuire al restauro della Cattedrale della Trasfigurazione. La tradizione delle scuole di restauro italiane, intese come dipartimenti universitari, istituti professionali, studi e laboratori, oggi si mette a disposizione di un progetto di recupero e di valorizzazione delle mura e degli affreschi colpiti dalle bombe russe, segnando così un`antica amicizia tra due popoli e una fattiva rinascita della città».

Lo comunica Palazzo Chigi, ricordando che nella notte del 23 luglio - ricorda il Governo- i bombardamenti russi hanno gravemente danneggiato uno degli edifici simbolo della storia culturale e religiosa di Odessa e dell'Ucraina: la grande Cattedrale ortodossa della Trasfigurazione, fondata nel 1794, ricostruita nel 2005 dopo la distruzione da parte dell`URSS nel 1936.

Ore 11:57 - Zelensky ha incontrato delegato del patriarca di Costantinopoli

Il presidente Volodymyr Zelensky ha incontrato ieri il rappresentante del Patriarcato ecumenico, il metropolita Emmanuel di Calcedonia. Lo ha riferito l'ufficio del presidente, secondo quanto riporta il canale Kyiv24.

«Il Presidente ha inviato al Patriarca ecumenico (Bartolomeo di Costantinopoli) un invito a visitare l'Ucraina. Da parte sua, il metropolita Emmanuel di Calcedonia ha portato i migliori saluti di Sua Santità al Capo dello Stato», riferisce il servizio stampa.

Come aggiunge l'ufficio del presidente, le parti hanno discusso della formula di pace dell'Ucraina, nonché del ritorno dei bambini deportati dalla Russia. La metropolita di Calcedonia è una diocesi del patriarcato di Costantinopoli, con sede a Kadiköy, in Turchia (l'antica Calcedonia).

Ore 12:03 - Autorità russe: «Drone ucraino abbattuto sul fiume Moscova»

Un altro drone ucraino ha sorvolato la capitale russa e le autorità di Mosca hanno assicurato che è stato abbattuto. I video pubblicati sui social media hanno mostrato un drone che sorvolava la città e cadeva vicino all'argine Karamyshevskaya del fiume Moscova.

Lo ha confermato il sindaco della capitale, Sergei Sobyanin, su Telegram: «Un drone ha cercato di sorvolare la città. Grazie al lavoro della difesa antiaerea, è stato eliminato. Nessuno è rimasto ferito quando i detriti sono caduti nell'area dell'argine Karamyshevskaya. Non ci sono danni gravi. I servizi di emergenza sono sul posto».

Ore 12:34 - Difesa russa: «All'hotel di Zaporizhzhia colpito un plotone di mercenari stranieri»

Nell'attacco al Reikartz Hotel di Zaporizhzhia, le autorità russe hanno affermato di avere colpito un plotone di mercenari stranieri che stavano combattendo per Kiev. Un attacco che ha ucciso una persona e ferito altre 16. I soldati stavano alloggiando in quel momento proprio nella zona dell'hotel, «un punto di schieramento da loro utilizzato», ha raccontato il portavoce del ministero della Difesa di Mosca Igor Konachenkov.

Ore 12:44 - Biden: «La Nato era in crisi, ora è più forte che mai»

«La Nato era in crisi, tanto che Vladimir Putin appariva sicuro di poter invadere l'Ucraina senza particolari resistenze. Invece, grazie anche alla sua scelta, ora la nostra alleanza è più forte che mai». Lo ha detto Joe Biden, parlando con i giornalisti che l'accompagnavano nella sua visita in Utah, sottolineando invece che ora, con la risposta unitaria all'invasione, l'alleanza si è ricompattata.

Ore 12:50 - Lukashenko ordina la ripresa dei contatti con la Polonia

Il leader bielorusso Alexander Lukashenko ha dichiarato di aver ordinato al suo governo di contattare la vicina Polonia, affermando di essere pronto a parlare.

L'apertura dopo giorni di tensione al confine con Varsavia, membro della Nato e dell'Ue. «Dobbiamo parlare con i polacchi. Ho ordinato al primo ministro di contattarli», ha dichiarato Lukashenko, secondo l'agenzia di stampa statale Belta.

 Ore 12:59 - Difesa russa: «Migliora nostro posizionamento verso Kupiansk»

Il ministero della Difesa di Mosca afferma che nella regione ucraina nord-orientale di Kharkiv le forze russe hanno migliorato la loro situazione tattica in direzione di Kupiansk. In quest'area, riferisce il ministero, citato dall'agenzia Ria Novosti. «I reparti d'assalto del raggruppamento delle forze occidentali, approfittando dei risultati dei bombardamenti dell'aviazione e dell'artiglieria, hanno continuato le operazioni offensive nelle zone degli insediamenti di Olshana e Pershotravnevo», così i vertici dell'esercito di Mosca.

Ore 13:19 - Mevdev: «Solo la resa potrebbe aprire la strada alla pace»

«Al popolo che soffre nelle trincee di un Paese diviso basta davvero solo la resa, che forse spianerebbe la strada alla pace. Ma né Washington né Kiev vogliono la pace». Dmitry Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, scrive così sul suo canale Telegram, convinto che la controffensiva ucraina «mandi al macello migliaia di sfortunati». Una «operazione» che è «già impotente nell’aiutare il regime di Kiev», afferma Medvedev secondo il quale quel «regime» è «ormai» allo «stadio di putrefazione post mortem» e «a questo punto nulla potrebbe stimolarne il corpo». Secondo Medvedev, riporta ancora l’agenzia russa Tass, «il mondo illuminato ha rabbrividito ancora una volta quando ha saputo dello stanziamento senza senso di decine di miliardi di dollari per gli zombie del Paese 404», l’Ucraina, che viene paragonata al messaggio di errore a volte restituito durante la navigazione sul web. E, incalza, «i kamikaze sui tank occidentali non vedranno questi soldi», ma «niente altro che morte». «Il mito della `grande controffensiva´ - accusa - è sostenuto dal mito dell’economia onnipotente del dollaro’».

Ore 13:34 - Bombe russe a ovest, ucciso un bambino di 8 anni

Un bambino di otto anni è stato ucciso oggi in un attacco missilistico russo nella regione di Ivano-Frankivsk, nell’Ucraina occidentale: lo ha reso noto su Telegram l’ufficio del Procuratore generale ucraino. «L’11 agosto, intorno alle 11:00 del mattino (le 10:00 in Italia, ndr), l’esercito russo ha sparato missili verso infrastrutture nella regione di Ivano-Frankivsk... Un bambino di otto anni è morto a causa del bombardamento», si legge nel messaggio. L’attacco odierno segue quello con droni della notte tra mercoledì e giovedì nella regione di Rivne, sempre nell’Ucraina occidentale, che ha distrutto un deposito di petrolio nel distretto di Dubno senza provocare vittime.

Ore 13:49 - Zelensky invia aiuti alla Slovenia: la solidarietà è reciproca

«L’Ucraina fornisce aiuti umanitari alla Slovenia in risposta alle gravi alluvioni. Ho firmato ieri un decreto. Aiutiamo i nostri amici anche se combattiamo una guerra in casa. La solidarietà funziona in entrambe le direzioni». Lo annuncia su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 13:55 - Zelensky licenzia tutti i capi dei centri di comando regionali: «Corruzione in tempo di guerra equivale a tradimento»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato il licenziamento di tutti i capi dei centri militari regionali. «Licenziamo tutti i centri di comando regionali. Questo sistema deve essere guidato da persone che sanno bene cosa è la guerra e perché il cinismo e la corruzione in tempo di guerra equivalgono al tradimento dello Stato», ha detto il presidente dopo una riunione del Consiglio militare e di sicurezza nazionale.

Ore 14:32 - Kiev avverte: «I residenti di Mosca dovrebbero aspettarsi più attacchi»

Gli abitanti di Mosca dovrebbero aspettarsi altri attacchi, soprattutto visto che le difese aeree russe sembrano incapaci di proteggere i loro cittadini. A lanciare l'avvertimento è stato il portavoce dell'intelligence militare ucraina, Andriy Yusov, parlando con il Kyiv Post. «Date le dinamiche degli ultimi mesi, il numero, la geografia e l'intensità, sarebbe logico ipotizzare un aumento degli attacchi quotidiani», ha detto Yusov, aggiungendo che «il concetto di sicurezza è sempre più distante dai residenti di Mosca» e che «il mondo intero continua a vedere che il sistema di difesa russo» è «inefficace, obsoleto e non può rispondere adeguatamente alle sfide moderne». Le parole di Yusov giungono dopo che oggi un drone ha costretto alla chiusura dell'aeroporto Vnukovo di Mosca e che le forze russe hanno abbattuto stamattina un drone su Mosca.

Ore 14:40 - Biden chiede al Congresso altri 24 miliardi di dollari per Kiev

La Casa Bianca ha chiesto al Congresso altri 40 miliardi di nuove spese urgenti, di cui 24 miliardi di dollari di aiuti all'Ucraina. Gli Stati Uniti hanno finora fornito a Kiev più di 113 miliardi di dollari in aiuti da quando la Russia ha invaso il Paese nel febbraio 2021, rendendoli il più grande finanziatore dell'Ucraina nella sua difesa contro Mosca.

Ore 15:01 - Germania, la spia aveva accesso a informazioni riservate

L'ufficiale della Bundeswehr arrestato mercoledì scorso perché sospettato di spionaggio per la Russia era impiegato nel dipartimento "U" dell'ufficio acquisti delle Forze Armate, che si occupa anche dell'acquisto dei sistemi all'avanguardia per la cosiddetta "guerra elettronica". Il termine "guerra elettronica", solitamente abbreviato dalla Bundeswehr con l'acronimo "Eloka", comprende tecniche segrete per monitorare e disturbare i sistemi radio del nemico e anche per spegnere i radar e i sistemi antiaerei nemici. Lo riporta Der Spiegel, aggiungendo che il reparto "U" si occupa anche dell'equipaggiamento dell'unità d'élite "Kommando Spezialkrafte", dotata dei più recenti e moderni sistemi d'arma disponibili sul mercato. Dopo l'arresto, i circoli della sicurezza hanno affermato che l'uomo, individuato come Thomas H., aveva sostanzialmente ampio accesso a informazioni segrete sulle capacità elettroniche della Bundeswehr e sui progetti "Eloka" pianificati dalle truppe grazie al suo lavoro nel "Referat S.1" del reparto "U". L'accesso al reparto è consentito solo a coloro che hanno superato un controllo di sicurezza.

Ore 15:16 - Soldatessa ucraina denuncia molestie sessuali da parte di comandanti dell'esercito

La viceministra della Difesa ucraina Hanna Malyar ha promesso che provvederà a perseguire nei tribunali quei comandanti dell'esercito che si sarebbero macchiati di presunte molestie sessuali, dopo la denuncia di una soldatessa che aveva parlato di comportamenti «inaccettabili». Lo ha detto la stessa viceministra al Guardian. Malyar ha chiesto di incontrare i militari che hanno denunciato gli abusi, precisando che avrebbe indagato a fondo. Alcune donne delle forze armate hanno infatti rivelato di essere state minacciate di essere trasferite alle unità psichiatriche per avere denunciato tali orrori.

La scorsa settimana, una sergente, Nadiya Haran, 27 anni, aveva rivelato al Guardian di essersi sentita costretta a chiedere il trasferimento dopo aver sollevato i casi di presunte molestie da parte di alti ufficiali. «Ho lasciato» la mia brigata «perché c'era una persona in cima alla catena di comando che aveva molestato delle donne - ha raccontato -. Questa persona ha detto loro che se si sarebbero rifiutate di fare sesso con lui, avrebbe mandato a morire i loro mariti e mi ha ordinato di stare zitta». Malyar ha promesso che avrebbe incontrato la sergente Haran e che avrebbe protetto tutte le donne soldato che si fossero fatte avanti con una testimonianza. «Dico a tutte le donne nelle forze armate di scrivermi una dichiarazione. Contatterò la polizia e la porterò a indagare su questo - ha affermato la viceministra -. Queste cose sono inaccettabili, una donna non può essere trattata così. Le proteggerò». Sono circa 60.000 le donne che lavorano nell'esercito ucraino, 42.000 delle quali sono soldatesse. Di queste, 5.000 stanno combattendo in prima linea. Il quotidiano britannico ricorda che in passato i rappresentanti militari dell'organizzazione dei veterani Veteranka si sono lamentati della mancanza di uniformi da combattimento femminili e di giubbotti protettive.

Ore 15:39 - «Berlino valuta la fornitura di missili Taurus modificati»

Il governo tedesco sta vagliando la possibilità di fornire nei prossimi mesi all'Ucraina missili cruise Taurus che sono parte delle riserve della Bundeswehr. A renderlo noto è il settimanale `Der Spiegel´, precisando che sono in corso colloqui tra ministero della Difesa e industria degli armamenti. Ieri il portale `t-online´ annunciava - citando fonti del Partito socialdemocratico del cancelliere Olaf Scholz - che la consegna avverrà «a breve». Secondo `Der Spiegel´ il ministero della Difesa avrebbe chiesto al produttore di integrare una modifica tecnica ai Taurus tale da limitare gli obiettivi programmabili e scongiurare il rischio di un uso delle armi a lunga gittata per colpire il territorio russo. Una modifica possibile, secondo fonti citate dalla Dpa, ma che richiederebbe diverse settimane. L'Ucraina chiede a Berlino la fornitura di missili Cruise per attaccare postazioni dell'esercito russo molto arretrate rispetto alla linea del fronte ma finora il governo tedesco si è mostrato restio ad accogliere la richiesta. La settimana scorsa il ministro della Difesa Boris Pistorius ha definito la questione «non della massima priorità in questo momento» facendo presente che la natura dei timori rispetto a questa fornitura è evidente, ma senza scartarla per il futuro. «Ancora non è arrivato il momento di prendere una decisione», ha dichiarato.

Ore 15:40 - Anche la Lituania invia soldati al confine con la Bielorussia

Anche la Lituania ha inviato forze militari aggiuntive al confine con la Bielorussia, come già deciso dalla Polonia. Lo ha annunciato la prima ministra. «Abbiamo più agenti di intelligence che lavorano, le nostre istituzioni lavorano e ci sono sicuramente forze molto più grandi del sistema di difesa nazionale e delle istituzioni di polizia», ha detto in un'intervista pubblicata da VZ.lt, le forze lituane «stanno anche svolgendo esercitazioni e intraprendendo altre azioni insieme» a quelle polacche. «Ma non credo sia necessario approfondire, tirare fuori numeri o altre cose, come fanno a volte i nostri omologhi del governo polacco», ha precisato la premier lituana.

 Ore 15:45 - Ucraina, l'addestramento sui caccia F-16 di sei piloti terminerà nel 2024

Il primo gruppo di sei piloti ucraini completerà il corso di addestramento sugli F-16 nell'estate del 2024: è quanto pubblica il quotidiano statunitense The Washington Post, citando fonti della Difesa di Kiev. La tempistica è dovuta in particolare alla necessità di un corso preliminare di inglese tecnico della durata di quattro mesi, ai quali vanno aggiunti sei mesi di addestramento vero e proprio.

Ore 15:49 - Ucraina, missile russo uccide un bambino di 8 anni

Un bambino di 8 anni è rimasto ucciso in un attacco russo condotto con un missile sull'ovest dell'Ucraina. Lo riferisce l'ufficio del procuratore generale ucraino, precisando che il missile ha colpito una casa nella regione occidentale di Ivano-Frankivsk, che si trova a circa 100 chilometri dal confine con la Polonia. Sempre oggi le difese aeree ucraine hanno sventato un attacco mattutino a Kiev e i detriti dei missili intercettati sono caduti su zone residenziali della città, compresi i locali di un ospedale pediatrico, senza però provocare vittime.

Ore 16:26 - Podolyak: «Impossibile avere un dialogo civile con Mosca»

Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha postato un video su Twitter, in cui ha accusato la Russia di bombardare un parco a Zaporizhzhia dove giocano i bambini e passeggiano i civili ucraini, chiarendo che ogni tipo di dialogo con Mosca è impossibile. «Un missile da crociera russo colpisce un parco dove passeggiano famiglie con bambini. Questa è la realtà dei bambini ucraini oggi. Ma questa realtà è plasmata non solo dalla Russia, ma è modellato da tutti coloro che vogliono ancora avere rapporti con Mosca o si rifiutano di offrire opportunità all'esercito ucraino per motivi di realpolitik», scrive Podolyak. «Mostrate questo video a chiunque creda ancora che sia possibile avere un dialogo civile con la Russia e chiedete loro se sono veramente impegnati nei valori che dichiarano», conclude il consigliere di Zelensky.

Ore 16:49 - IL PUNTO MILITARE | La strategia particolare sul fiume Dnipro: le incursioni ucraine testano le difese russe e creano teste di ponte

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il fiume Dnipro è il cuore di una strategia particolare degli ucraini. È condotta con barchini d’ogni tipo, gommoni, a volte battelli d’origine civile a formare una componente fluviale cresciuta nel tempo.

Nuclei della 124esima Brigata territoriale — precisa il Kyiv Independent — sono protagonisti di incursioni sulla riva sinistra del fiume. Muovono a bordo di piccoli mezzi, con capacità di carico limitate: cinque o sei uomini al massimo e relativo equipaggiamento. Sono sbarcati in alcuni punti conducendo missioni multiple: raid, cattura di prigionieri, sabotaggi con mine, agguati con cecchini, colpi di mortaio, attacchi di opportunità. (...)

Ore 17:11 - Gli 007 ucraini: «I moscoviti si aspettino un incremento dei raid»

I residenti di Mosca devono aspettarsi ulteriori attacchi quotidiani sulla capitale russa. A dirlo al Kyiv Post è Andriy Yusov, portavoce dell'intelligence militare ucraina (Gur), di fronte all'aumento degli attacchi ucraini nelle ultime settimane. Negli ultimi giorni i droni ucraini hanno raggiunto regolarmente la capitale e causato danni. «Date le dinamiche degli ultimi mesi, il numero, la geografia e l'intensità, sarebbe logico ipotizzare un aumento degli attacchi giornalieri», ha affermato il portavoce, parlando di una «certa giustizia» negli raid di rappresaglia dell'Ucraina.

I commenti di Yusov giungono dopo che questa mattina è stata segnalata un'esplosione sull'argine di Karamyshevskaya vicino a Mosca. Secondo il portavoce, «il concetto di sicurezza è sempre più distante dai residenti» della capitale russa. «Come risultato della guerra criminale e genocida di Putin contro l'Ucraina, gli ucraini sono privati dell'opportunità di utilizzare il trasporto aereo, gli aeroplani e i nostri aeroporti non funzionano o vengono distrutti. Oggi i moscoviti possono provare qualcosa di simile», ha affermato Yusov, secondo il quale «il mondo intero continua a vedere che il sistema di difesa russo e il Paese è inefficace, obsoleto e non può rispondere adeguatamente alle sfide moderne». Yusov ha affermato che questo è un sintomo della leadership del presidente Putin che «continua a portare al degrado del sistema di gestione statale». E «forse questa tendenza porterà i residenti di Mosca ad alcune conclusioni corrette - se credere o meno alla televisione russa e alla propaganda russa, e se continuare o meno a sostenere il regime criminale».

Ore 17:34 - Mosca: «Siamo contro l'ipotesi di un intervento armato in Niger»

La Russia è contraria ad un intervento armato per risolvere la crisi in Niger, ritenendo che «potrebbe provocare una «forte destabilizzazione della situazione nella regione del Sahara-Sahel». Lo afferma il ministero degli Esteri in un messaggio postato sul suo sito ufficiale e ripreso dall'agenzia Ria Novosti. La Russia, si aggiunge nel messaggio, è invece favorevole a «sforzi di mediazione» da parte dell'Ecowas, la comunità degli Stati dell'Africa occidentale.

Ore 17:37 - Adolescenti ucraini rapiti nei territori occupati e portati in un campo militare in Russia

Adolescenti ucraini rapiti dai territori occupati, da Mariupol, Kirovske, Yenakleve, Horlivka, Shakhtarsk, Makivka e Donetsk, sono stati portati nel campo di educazione militare «Gvardeets» aperto a Penza, in Russia, lo scorso primo agosto, dove hanno ricevuto addestramento militare, denuncia il Centro ucraino per la resistenza nazionale. I ragazzi sono anche stati costretti a partecipare a escursioni a musei della propaganda e a spettacoli di artisti filo Cremlino.

Ore 17:50 - Crimea, tre ragazze multate e costrette a una video-confessione per aver ballato durante un brano anti-guerra

Tre ragazze in Crimea sono state multate e costrette a una video-confessione, per aver ballato la canzone di un artista ucraino contrario alla guerra, mentre lavoravano come animatrici in un parco acquatico. Il tribunale di Alushta, nella penisola ucraina annessa da Mosca nel 2014, ha multato le giovani per 15.000 rubli (circa 140 euro) per «discredito dell'esercito russo». «Hanno ballato pubblicamente sulle note della canzone di un artista ucraino con un significato inaccettabile», ha spiegato il ministero dell'Interno. Il pezzo in questione è `Hulyanochka´ di Verka Serduchka. «L'Ucraina non è ancora morta se facciamo ancora festa insieme», recita il testo, come riporta il giornale Novaya Gazeta Europa. Le animatrici di 19, 20 e 26 anni sono state arrestate il 9 agosto, dopo che il loro video è iniziato a circolare sui social. Il canale Telegram filo-Cremlino, Krymsky Smersh, ha anche pubblicato un video in cui le ragazze, probabilmente sotto in modo forzato, si scusano e poi cantano il brano «Vladimir Putin è bravo». A maggio scorso, il sindaco di Krasnodar aveva incaricato di controllare i club di karaoke della città perché in uno dei locali, tra i pezzi in lista, c'era proprio la canzone di Serduchka

Ore 19:01 - Il Cremlino valuta la chiusura degli aeroporti di Mosca

Il Cremlino sta valutando l’ipotesi di chiusura di alcuni o tutti gli aeroporti di Mosca a causa degli attacchi dei droni ucraini: è quanto riporta il quotidiano The Guardian, citando la stampa russa.

Ore 20:27 - Kuleba: missili lungo raggio usati entro territorio ucraino

I missili a lungo raggio eventualmente forniti dai Paesi occidentali all’Ucraina verrebbero utilizzati solo all’interno del territorio ucraino: lo ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. «I missili a lungo raggio si sono rivelati fondamentali, ecco perché i Taurus e gli Atacms sono essenziali per la vittoria ucraina, e chiediamo ai nostri alleati di fornirli il più presto possibile», ha concluso Kuleba.

Malgrado i dubbi di Berlino sul loro possibile utilizzo per colpire bersagli all’interno del territorio russo, il governo tedesco starebbe valutando la fornitura all’Ucraina di missili aria-terra a lungo raggio «Taurus». Come riporta il quotidiano britannico The Guardian, i missili Taurus possono essere lanciati dai cacciabombardieri F-15, F-18 e Tornado, e hanno una gittata di circa 500 chilometri.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 12 agosto.

Le notizie sulla guerra in Ucraina del 12 agosto. di Lorenzo Cremonesi, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera sabato 12 agosto 2023. Le notizie sul conflitto in Ucraina di sabato 12 agosto. Una dichiarazione dell’ufficio del presidente afferma che le accuse di corruzione «rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale dell’Ucraina e minano la fiducia nelle istituzioni statali»

• La strategia particolare sul fiume Dnipro: le incursioni ucraine testano le difese russe e creano teste di ponte

• Crimea, tre ragazze multate e costrette a una video-confessione per aver ballato durante un bravo anti—guerra

• Bombe sulla città di Zaporizhzhia, morte due musiciste.

• Germania, arrestato ufficiale dell’esercito per spionaggio: passava informazioni all’ambasciata russa.

• Zelensky licenzia tutti i capi dei centri di comando regionali: «Corruzione in tempo di guerra equivale a tradimento»

Ore 03:50 - Zelensky silura tutti i capi del reclutamento

Il presidente Volodymyr Zelensky ha licenziato tutti i funzionari regionali incaricati del reclutamento militare, accusati di aver preso tangenti da coloro che cercavano di evitare le linee del fronte. «Arricchimento illegale, legalizzazione di fondi ottenuti illegalmente, profitti illeciti, trasporto illegale attraverso la frontiera di coscritti», ha denunciato il leader ucraino. «La nostra soluzione: licenziamo tutti i commissari militari».

Ore 05:32 - Mosca, abbattuti 20 droni ucraini vicino alla Crimea

La Russia ha annunciato sabato di aver abbattuto 20 droni ucraini vicino alla penisola di Crimea. Quattordici sono stati distrutti dai sistemi di difesa aerea e altri sei sono stati soppressi dalla guerra elettronica, ha riferito il ministero della Difesa su Telegram. Non ci sono state vittime o danni, ha precisato. A Mosca, le autorità hanno annunciato venerdì di aver distrutto un drone diretto verso la capitale, l’ultimo di una serie di attacchi alla città negli ultimi giorni. Un drone ucraino è stato distrutto sopra la periferia occidentale di Mosca, ha detto il ministero della Difesa, aggiungendo che non ci sono state vittime o danni a seguito dell’incidente. A luglio, gli attacchi dei droni ucraini sulla Crimea hanno fatto saltare in aria un deposito di munizioni e danneggiato il ponte sullo stretto di Kerch che collega la penisola alla Russia continentale.

Ore 07:52 - I repubblicani Usa a Biden: «Ritirare il nuovo pacchetto di aiuti per l’Ucraina, stanchi di finanziare guerre per procura»

«Gli americani sono stanchi di finanziare infinite guerre per procura. Oggi io e i miei colleghi abbiamo inviato una lettera chiedendo al presidente Biden di ritirare l’ultimo pacchetto di aiuti fino a quando il Congresso non avrà ricevuto una strategia e una missione complessiva per il coinvolgimento in Ucraina». Così ha scritto su X (ex Twitter) il deputato repubblicano Warren Davidson. Nella lettera, sottoscritta insieme con altri 11 colleghi della Camera dei Rappresentanti, si legge: «Stiamo scrivendo per esprimere la nostra forte opposizione alla Sua più recente richiesta di stanziamenti supplementari di 40 miliardi di dollari, inclusi 24 miliardi per l’Ucraina. Questa richiesta aggrava la spesa in deficit fuori controllo della Sua amministrazione e aggira l’accordo bipartisan sul tetto del debito». «Gli americani - si legge ancora nella missiva - sono stanchi di finanziare guerre infinite e vogliono politiche che non solo aiutino a ripristinare la sanità fiscale a Washington, ma mettano anche l’America e i cittadini americani al primo posto». Davidson e i repubblicani hanno scritto che prima che «il Congresso possa finanziare responsabilmente la guerra per procura in corso in Ucraina», l’amministrazione Biden «ha l’obbligo di spiegare, esplicitamente e ufficialmente, ciò che gli Stati Uniti stanno cercando di ottenere in Ucraina». I firmatari della lettera chiedono al presidente di «ritirare» la sua richiesta di stanziamenti multimiliardari fino a quando non fornirà «al Congresso una strategia e una missione complessivi per il coinvolgimento degli Stati Uniti in Ucraina».

Ore 07:58 - «Già 58 Paesi sostengono la formula di pace ucraina»

Sono già 58 i Paesi che sostengono la formula di pace annunciata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky lo scorso novembre: lo ha reso noto il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andry Yermak, come riporta Ukrinform. «Quinto incontro con i rappresentanti delle missioni diplomatiche straniere sull’attuazione della Formula di pace di Volodymyr Zelensky. Già 58 Paesi sono con noi», ha scritto l’alto funzionario su Telegram. L’incontro si è tenuto a Gedda, in Arabia Saudita, il 5-6 agosto 2023. All’incontro precedente erano presenti i rappresentanti di 43 Paesi, ha aggiunto. Yermak ha annunciato i preparativi per il prossimo incontro a livello di consiglieri dei capi di Stato dedicato alla discussione della formula di pace ucraina. Il piano, annunciato per la prima volta dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Vertice del G20 del novembre 2022, contiene 10 punti: sicurezza nucleare e radioattiva; sicurezza alimentare; sicurezza energetica; rilascio di tutti i prigionieri; attuazione della Carta delle Nazioni Unite e ripristino dell’integrità territoriale e dell’ordine mondiale; ritiro delle truppe russe e cessazione delle ostilità; ripristino della giustizia, della sicurezza e dell’ordine pubblico.

Ore 08:17 - Mosca: Abbattuto drone nella regione di Kaluga

La difesa aerea russa ha abbattuto un drone nella regione di Kaluga, a 150km a Sud-Ovest di Mosca. Lo ha reso noto il governatore della regione, Vladislav Shapsha, su Telegram, specificando che non ci sono stati danni a persone o infrastrutture.

Ore 08:33 - Bombe russe sul Kharkiv, uccisa una donna ucraina

Una donna è morta in seguito a un attacco russo, questa mattina, nella regione di Kharkiv, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleg Sinegubov, come riporta Rbc-Ucraina. «Questa mattina, intorno alle 5:10 (le 4:10 in Italia), il nemico ha bombardato il villaggio di Kupyansk-Vuzlovy del distretto di Kupyan. Un edificio residenziale è stato danneggiato. Una donna di 73 anni è morta. I servizi di emergenza stanno lavorando sul posto», ha scritto Sinegubov.

Ore 09:10 - Ucraina, distrutti tre droni russi sulla regione di Zaporizhzhia

Le forze di difesa aerea ucraine hanno distrutto la notte scorsa tre droni Shahed russi nella regione di Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram l’Aeronautica militare di Kiev, come riporta Rbc-Ucraina. «Nella notte del 12 agosto 2023, il nemico ha attaccato con cinque droni da combattimento Shahed-136/131dalla direzione sud-est», si legge nel messaggio. «Le forze di difesa aerea hanno distrutto tre Shahed entro i confini della regione di Zaporizhzhia», prosegue il comunicato.

Ore 09:47 - Esplosioni a Kryvyi Rih, la città natale di Zelensky

Esplosioni sono state udite questa mattina a Kryvyi Rih, la città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella regione di Dnipropetrovsk: lo riporta Rbc-Ucraina, che cita canali Telegram locali.

Ore 09:49 - Shoigu visita le guarnigioni della Flotta del Nord e ha sorvolato il sito di test per le armi nucleari russe dal 1954 al 1990

Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha visitato le guarnigioni artiche della Flotta del Nord e ha sorvolato il Central Test Site, dove vennero testate le armi nucleari dal 1954 al 1990, situato nell’arcipelago Novaya Zemlya. Lo ha riferito il ministero della Difesa in una nota. Shoigu «ha ispezionato le remote guarnigioni artiche della Flotta del Nord», quindi «ha sorvolato il Central Test Site a Novaya Zemlya insieme ad Alexey Likhachev, capo della società nucleare russa Rosatom». Nella nota riportata dall’agenzia di stampa Ria, il ministero ricorda che il sito venne istituito il 17 settembre 1954 e che «nel periodo dal 1954 al 1990 vennero effettuati 132 test di esplosioni di armi nucleari atmosferiche, sotterranee, subacquee, di superficie e terrestri». Attualmente, ha aggiunto il ministero, «i compiti principali del Central Test Site della Federazione Russa sono la preparazione e il collaudo di promettenti modelli di armi e attrezzature militari».

 Ore 09:59 - Bombe russe sul Donetsk, uccisi due civili ucraini

Due persone sono morte e una è rimasta ferita nei bombardamenti russi di ieri nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’Amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko, come riporta Ukrinform. «L’11 agosto i russi hanno ucciso due residenti della regione di Donetsk: a Yelyzavetivka e Siversk. Un’altra persona nella regione è stata ferita», ha scritto Kyrylenko.

 Ore 10:08 - Attacco russo sulla regione di Zaporizhzhia, morto un poliziotto

Un agente di polizia è morto e altre 12 persone, tra cui 4 poliziotti, sono rimaste ferite questa mattina in un bombardamento russo sulla città di Orikhov, nella regione di Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram il ministro dell’Interno ucraino, Ihor Klymenko, come riporta Rbc-Ucraina. I medici stanno lottando per la vita dei feriti, molti dei quali sono in gravi condizioni, ha precisato il ministro, aggiungendo che la vittima era «un capitano della polizia di 31 anni».

Ore 10:09 - Kuleba: «Sarà un autunno difficile, insistenti le voci che Kiev si debba sedere a un tavolo di dialogo»

L’Ucraina dovrà affrontare un autunno difficile perché sono sempre più insistenti le voci sulla necessità che Kiev si sieda al tavolo del negoziato con la Russia e concluda un accordo di pace: parola del ministro degli Esteri Dmytro Kuleba in un’intervista rilanciata dal sito web del media ucraino Strana. «Sarà una stagione politica molto difficile, avverto tutti. Vinceremo ancora su tutti i fronti, ma sarà un autunno difficile... Tutte queste voci che cominciano a essere ascoltate in diversi Paesi del mondo riguardano i «problemi», ovvero che i negoziati sono necessari. Queste voci stanno diventando più forti. Faremo tutto nel quadro del diritto internazionale e del diritto penale per garantire che queste voci svaniscano», ha aggiunto Kuleba.

Ore 10:32 - Intelligence britannica: «L’avanzata ucraina a Sud obbliga i russi a sguarnire Kherson»

Gli intensi combattimenti nel sud dell'Ucraina, nell'oblast di Zaporizhzhia, dov'è in corso una controffensiva di Kiev attorno a Orikhiv, sta obbligando le forze di occupazione russe a indebolire le loro difese nella regione di Kherson, dove subiscono continue incursioni anfibie dalla sponda destra a quella sinistra del fiume Dnipro, che delimita il fronte. Lo scrive nel suo bollettino quotidiano, pubblicato dal Guardian, il ministero della Difesa britannico, che cita i servizi segreti militari di Londra.

Ore 11:13 - L'attacco missilistico russo sulla città natale di Zelensky non avrebbe causato morti

L'esercito russo ha attaccato oggi la città ucraina di Kryvyi Rih con un missile balistico: non sono state segnalate vittime. Lo hanno reso noto le autorità, come riporta Ukrinform. «Un attacco missilistico su Kryvyi Rih. Secondo le informazioni preliminari (si tratta di) un missile balistico», ha scritto su Telegram il capo dell'Amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, Serhii Lysak. Da parte sua, il capo del Consiglio di Difesa di Kryvyi Rih, Oleksandr Vilkul, ha affermato che non ci sono state vittime a seguito dell'attacco.

Ore 11:34 - Odessa riapre alcune spiagge agli ucraini

Odessa ha ufficialmente aperto alcune delle sue spiagge agli ucraini. Le aree accessibili sono state elencate dal capo dell'Amministrazione militare della regione, Oleg Kiper. «Abbiamo firmato un ordine congiunto con il comandante del Gruppo strategico operativo delle truppe di Odessa sull'accesso al mare», ha dichiarato, secondo quanto riporta l'agenzia ucraina Unian. La permanenza sulle spiagge sarà consentita dalle 08:00 alle 20:00. L'elenco dei luoghi accessibili verrà integrato nel tempo man mano che verranno effettuate le ispezioni dell'area. Secondo Kiper il sindaco di Odessa ispezionerà personalmente le spiagge.

Ore 12:03 - Farmaci solo a chi ha il passaporto russo, la decisione del sindaco filorusso di Kherson

Il sindaco filo russo del villaggio di Lazurne, nella regione di Kherson, Alexander Dudka, ricatta i residenti condizionando l'erogazione di insulina e altri farmaci salvavita e aiuti umanitari alla richiesta del passaporto russo. «Per coloro che non hanno ricevuto il passaporto del Paese in cui vivono, il Paese che li nutre, che concede loro benefici e fornisce loro sicurezza, quello che fate aspettando è oltre ogni limite, non solo legale ma anche di senso comune», ha affermato.

Ore 12:41 - «Abbattuti sullo Stretto di Kerch dalla contraerea russa due missili ucraini»

Due missili ucraini sarebbero stati abbattuti dalla contraerea russa sullo Stretto di Kerch, in Crimea, senza procurare alcun danno. Lo ha annunciato Serghei Aksyonov, governatore della penisola sul Mar Nero, annessa dalla Russia nel 2014. Il ponte di Kerch, che collega la Crimea alla Russia, non risulta danneggiato ma al momento è stata sospesa la circolazione.

Ore 12:58 - Mosca: «Le truppe d'assalto migliorano le loro posizioni verso Kupyansk»

Le truppe d'assalto russe hanno ulteriormente «migliorato le loro posizioni» nella regione di Kupyansk, nel nord-est dell'Ucraina, dove da giorni stanno avanzando. Lo ha affermato il portavoce del ministero della Difesa di Mosca, Igor Konashenkov, citato dalle agenzie russe. Konashenkov ha aggiunto che ieri l'aviazione di Mosca ha colpito con missili cruise la base aerea ucraina di Kolomyia, nella regione sud-occidentale di Ivano-Frankivsk.

Ore 13:42 - Kiev, un corso nelle scuole per pilotare i droni

I ragazzi ucraini potrebbero vedere presto una nuova materia tra quelle che studiano a scuola: un corso per imparare a pilotare i droni. Lo ha anticipato il ministro dell'Istruzione e della scienza dell'Ucraina, Oksen Lisovyi, secondo quanto riporta l'agenzia Unian. Lisovyi nei giorni scorsi ha annunciato sulla sua pagina Facebook che si sta lavorando all'aggiornamento della disciplina scolastica `Difesa dell'Ucraina´, sottolineando che c'è una richiesta da parte degli studenti sui temi del primo soccorso, della sicurezza nelle mine, dell'orientamento al terreno e del controllo dei droni. Il ministro ha quindi annunciato che da settembre è previsto l'avvio di un progetto pilota nelle scuole di varie regioni.

Ore 13:42 - Mosca: «Kiev ha lanciato missili S200 contro il ponte di Crimea»

L'Ucraina ha cercato di attaccare il ponte di Crimea con un missile S-200 convertito in una versione d'attacco. Lo ha affermato il ministero della Difesa russo, come riporta Ria Novosti. «Il missile ucraino è stato rilevato tempestivamente e intercettato in aria dai sistemi di difesa aerea russi. Non ci sono stati danni o vittime», aggiunge il rapporto del Ministero. Il traffico sul ponte è stato sospeso per poco più di un'ora.

Ore 14:03 - Jet militare russo si schianta a Kaliningrad, morto equipaggio

Un caccia Su-30 biposto si è schiantato nella regione di Kaliningrd durante un volo di addestramento, uccidendo l'equipaggio. Lo ha riferito il servizio stampa del distretto militare occidentale russo. «Il volo è stato effettuato senza munizioni», si legge nel comunicato dell'eserciti, rilanciato da Ria Novosti. Secondo i dati preliminari, la causa dell'incidente è stata un malfunzionamento tecnico.

Ore 14:38 - IL PUNTO MILITARE | Armi, dispetti e sospetti: le tensioni fra Ucraina e Israele (e il triangolo mediorientale con l’Egitto)

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Dispetti, sospetti e armi: è il triangolo mediorientale innestato nel conflitto in Ucraina. Al centro ci sono diversi Paesi, ognuno con la propria agenda.

Negli ultimi giorni Kiev ha alzato i toni verso Israele. Il governo ha protestato per la decisione di Gerusalemme di bloccare (o rinviare) la copertura medica per circa 14 mila rifugiati ucraini. Il ministero delle Finanze ha spiegato che è una pausa tecnica, i fondi devono essere garantiti da altri dicasteri e probabilmente arriveranno al più presto. Per l’Ucraina è comunque un atto ostile che si aggiunge al rifiuto di fornire armi: la resistenza ne ha sollecitato l’invio, ricevendo una sfilza di no. Chiaramente irritato, il governo Zelensky ha fatto trapelare una notizia non proprio distensiva.

Ore 14:55 - Crimea, «terzo missile ucraino abbattuto vicino al ponte»

Un terzo missile ucraino è stato abbattuto vicino al ponte di Kerch, che collega la Russia alla Crimea. Lo ha scritto sul suo canale Telegram il capo della Crimea annessa dalla Russia, Serghei Aksyonov, citato dall'agenzia Ria Novosti. «Grazie alle nostre forze della difesa aerea per la loro elevata professionalità e vigilanza», ha aggiunto Aksyonov.

Ore 15:27 - Zelensky: «La Grecia ha aderito alla Dichiarazione di sostegno del G7»

«Sono grato alla Grecia per aver aderito alla Dichiarazione di sostegno del G7, il 14° Paese a sostenere le garanzie di sicurezza per l'Ucraina». Lo scrive il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un tweet. «Ringrazio il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis per il suo impegno personale a favore del partenariato ucraino-greco», aggiunge Zelensky, «continuiamo a lavorare insieme sul percorso euro-atlantico dell'Ucraina».

Ore 15:48 - Mosca: «Inaccettabile attacco a Ponte Crimea, risponderemo»

Un attacco «inaccettabile» contro un obiettivo civile al quale la Russia risponderà. Così la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha commentato l’abbattimento di missili ucraini vicino al Ponte di Crimea da parte delle difese aeree russe. «Queste azioni barbariche non hanno giustificazione e non resteranno senza risposta», ha affermato la portavoce, citata dall’agenzia Ria Novosti.

Ore 16:02 - Mosca: «Riaperto al traffico il ponte di Crimea»

Il ponte di Crimea è stato riaperto al traffico dopo gli attacchi missilistici denunciati dall’amministrazione russa della penisola. Ne dà notizia l’agenzia russa Interfax che cita un canale Telegram che monitora la situazione della viabilità sul ponte. Il governatore della Crimea occupata Sergey Aksyonov in precedenza ha denunciato attacchi all’infrastruttura affermando che la difesa aerea è riuscita ad abbattere tre missili ucraini. Il ponte che collega la Crimea alla Russia attraverso lo Stretto di Kerch ha un grande significato per Mosca, sia dal punto di vista logistico, in quanto arteria fondamentale per le forniture militari e civili, che psicologico come affermazione del controllo del Cremlino sulla penisola annessa illegalmente nel 2014.

Ore 16:25 - Zelensky: «Grecia sostiene le garanzie di sicurezza per l’Ucraina»

«Grato alla Grecia per aver aderito alla Dichiarazione di sostegno del G7, il 14esimo Paese a sostenere le garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Ringrazio il Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis per il suo impegno personale nel partenariato ucraino-greco. Continuiamo a lavorare insieme sul percorso euro-atlantico dell’Ucraina». Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 17:06 - Capo di stato maggiore britannico visita Kiev, incontro con Zaluzhny

Il Capo di Stato Maggiore della Difesa della Gran Bretagna, l’ammiraglio Tony Radakin, ha visitato Kiev e ha incontrato il comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny. Lo ha riferito lo stesso vertice militare di Kiev parlando su Telegram di un «incontro costruttivo con i nostri partner britannici». Radakin ha ricevuto dettagli «sulla situazione sul campo di battaglia, con le nostre azioni offensive e difensive» e i due hanno «discusso dei bisogni urgenti dell’esercito ucraino». «Ho ringraziato i nostri partner per il loro sostegno, continuiamo a combattere contro l’aggressore russo per amore della vittoria ucraina», ha concluso Zaluzhny.

Ore 17:35 - Jet russo si schianta a Kaliningrad, morti i due piloti

Un jet militare russo Su-30 è precipitato oggi durante un volo di addestramento nell’exclave di Kaliningrad, tra la Polonia e la Lituania, e i due piloti che erano a bordo sono rimasti uccisi. Lo ha riferito il Distretto militare occidentale russo citato dall’agenzia Tass. La stessa fonte ha aggiunto che l’aereo, che non era armato, si è schiantato in una zona disabitata. Secondo i primi accertamenti la causa della sciagura sarebbe stata un «malfunzionamento tecnico».

Ore 17:36 - Kiev avvia registrazioni navi per nuovo corridoio del Mar Nero

L’Ucraina ha iniziato a registrare navi disposte a utilizzare il nuovo «corridoio umanitario» nel Mar Nero annunciato i giorni scorsi da Kiev, con l’obiettivo di facilitare le rotte marittime sicure. «La registrazione è ora aperta e il coordinatore sta già lavorando», ha detto a Interfax Ukraine il portavoce della marina ucraina Dmytro Pletenchuk, senza fornire ulteriori dettagli. Secondo quanto riportato da Sky News, ieri una fonte del settore ha dichiarato ieri che nessuna nave era ancora passata attraverso il corridoio. Il corridoio umanitario annunciato da Kiev l’8 agosto scorso vuole essere una potenziale soluzione al blocco de facto della Russia ai porti ucraini del Mar Nero, in particolare dopo che Mosca ha rinnegato un accordo per consentire le esportazioni di grano di Kiev. «Naturalmente, tutto avverrà sotto la supervisione delle forze armate ucraine. Stiamo facendo tutto il possibile per garantire la sicurezza», ha affermato Pletenchuk.

Ore 17:40 - Kiev: «Finora abbattuti 13 missili ipersonici Kinzhal russi»

La difesa antiaerea ucraina ha abbattuto un totale di 13 missili aerobalistici Kinzhal, oltre a più di 20 Iskander e S-400. A riportarlo è Yuri Ignat, portavoce del comando dell’aeronautica delle forze armate ucraine, in un commento alla radio ucraina rilanciato da Ukrainska Pravda. «Per quanto riguarda l’attacco russo di ieri (11 agosto, ndr), si trattava di missili aerobalistici Kh-47 Kinzhal, uno dei quali è stato abbattuto nella regione di Kiev», ha ricordato Ignat, aggiungendo che «il 16 maggio sono stati abbattuti 6 missili di questo tipo e il 16 giugno altri 6. Ora ne abbiamo uno in più, quindi già 13 «Kinzhal» sono stati abbattuti dalla difesa aerea dell’Ucraina. Aggiungete a ciò più di 20 missili balistici abbattuti, inclusi Iskanders e S-400», ha detto.

Ore 18:12 - Mosca: «Distrutto drone Kiev in regione Belgorod»

Il sistema di difesa aerea russo ha abbattuto un drone ucraino sopra la regione di Belgorod. È quanto ha affermato il ministero della Difesa russo. «È stato sventato il tentativo del regime di Kiev di compiere un attacco terroristico con un veicolo aereo senza pilota», fa sapere il Ministero in una nota, «il drone è stato individuato e distrutto dai mezzi di difesa aerea sul territorio della Regione di Belgorod». Non sono stati registrati feriti o danni, come riporta Ria Novosti.

Ore 19:23 - Kiev rivendica successi parziali nell’oblast di Zaporizhzhia

Le forze ucraine hanno rivendicato un «successo parziale» nell’area di Robotyne, nella regione meridionale di Zaporizhzhia. Ad affermarlo lo stato maggiore delle forze armate dell’Ucraina in un aggiornamento serale riportato da Ukrainska Pravda. «Le forze di difesa dell’Ucraina continuano a condurre un’operazione offensiva nelle direzioni di Melitopol e Berdyansk, hanno avuto un parziale successo nella regione di Robotyne della regione di Zaporizhzhia», ha sottolineato lo stato maggiore.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 13 agosto.

Ucraina-Russia, le notizie sulla guerra: in diretta. Ucraina-Russia, le notizie di domenica 13 agosto. Nyt: «Progressi tatticamente significativi nella controffensiva Kiev». Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera domenica 13 agosto 2023.

Le notizie sul conflitto in Ucraina di domenica 13 agosto. Intanto il ministro della Difesa polacco annuncia il dispiegamento di carrarmati al confine con la Bielorussia

• Armi, dispetti e sospetti: le tensioni fra Ucraina e Israele (e il triangolo mediorientale con l’Egitto).

• Sul fronte di Kupiansk: dove i russi avanzano e i civili non vogliono fuggire.

• Mosca: «Abbattuti missili ucraini sullo stretto di Kerch in Crimea. Inaccettabile, risponderemo».

Ore 00:35 - Kiev, attaccata base russa in Crimea con 17 droni: molte vittime

Nella notte, 17 droni ucraini hanno attaccato una base logistica delle truppe russe vicino a Yevpatoriya nella Crimea occupata, a seguito della quale, secondo le prime informazioni, «decine di occupanti» sono stati uccisi o feriti. Secondo le fonti del controspionaggio militare, citate del giornale, i droni hanno colpito tende, parcheggi di veicoli e autocisterne, causando gravi danni.

Ore 01:08 - La Polonia schiera carrarmati al confine con la Bielorussia

Il ministro della Difesa polacco ha annunciato il dispiegamento di una task force militare con compiti di addestramento al confine con la Bielorussia. «Il nome in codice è Rengaw. Il compito dei soldati sarà quello di addestrare l’esercito polacco qui sul campo, nella provincia di Podlaskie Voivodeship e formare una riserva nel caso in cui la situazione al confine polacco-bielorusso si deteriorasse», ha affermato il ministro durante una visita nella Polonia orientale, dove prestano servizio i soldati dell’esercito polacco a supporto della guardia di frontiera. Il ministro ha sottolineato come «la natura di questa task force militare è l’addestramento e la difesa. Ricordiamolo quando sentiamo la propaganda del Cremlino che dice che l’esercito polacco si sta radunando al confine. È così, ma l’esercito polacco si sta radunando per scoraggiare l’aggressore», ha affermato.

Ore 07:41 - Mosca: «Sventato un attacco, abbattuto drone a Belgorod»

L’Ucraina ha nuovamente tentato di attaccare una struttura russa con un drone, ma i sistemi di difesa aerea l’hanno distrutta nella regione di Belgorod Lo ha reso noto il Ministero della Difesa russo a Mosca, precisando che non ci sono state vittime o danni. Belgorod si trova al confine con l’Ucraina.

Ore 07:42 - Il premier polacco Morawiecki: «Putin e la Wagner minacciano i nostri confini. Più sovranità nell’Ue»

(di Francesca Basso, nostra corrispondente a Bruxelles) «La nostra visione è chiara: più sovranità e meno superstato europeo, parità di trattamento per tutti gli Stati membri, un sistema migratorio funzionale ed efficace, una gestione finanziaria responsabile e un’Europa sicura. Negozieremo con chiunque condivida la nostra visione dell’Europa». Il premier polacco Mateusz Morawiecki, del partito di destra nazionalista Diritto e Giustizia, risponde sulle sfide che stanno affrontando la Polonia e l’Ue in un’intervista scritta rilasciata al Corriere.

Ore 08:17 - Almeno 30 mila soldati russi uccisi dall’inizio della guerra

Sono almeno 30mila i soldati russi uccisi dall’inizio del conflitto: almeno a sentire Mediazona, un media russo indipendente, che lavorando in collaborazione con BBC Russia e un team di volontari, continua a raccogliere i dati sui soldati russi morti, identificandoli attraverso i «messaggi di parenti, notizie nei media regionali e rapporti delle autorità locali». Secondo il suo ultimo conteggio, sono 30.003 i militari russi uccisi in combattimento e identificati per nome dall’inizio della guerra, ma Mediazona tiene a specificare che la cifra complessiva è probabilmente molto più alta. Un’indagine sui dati di Mediazona e Meduza, un altro media indipendente russo, ha stimato che alla fine di maggio la guerra con l’Ucraina aveva causato la morte di 47mila russi di età inferiore ai 50 anni Dall’ultimo aggiornamento del 28 luglio, Mediazona conta altri 1.351 morti in due settimane; e ha notato il decesso di altri quattro ufficiali russi del grado di tenente colonnello o superiore, il che porta il bilancio totale delle vittime tra gli ufficiali di alto rango a 284.

Ore 08:37 - L'intelligence britannica: «Probabile stop dal Cremlino al sostegno per la Wagner»

È probabile che il Cremlino interrompa il sostegno finanziario al gruppo Wagner: la previsione è dell'intelligence militare britannica, nel suo consueto aggiornamento sulla guerra in Ucraina. «C'è una possibilità realistica che il Cremlino non finanzi più il gruppo», si legge nell'analisi postata su Twitter. E se lo Stato russo non paga più Wagner, l'opzione più plausibile è che le faranno le autorità bielorusse" (anche se questo significherebbe «un drenaggio significativo e in linea di massima sgradito delle modeste risorse bielorusse»). Secondo l'analisi dei militari britannici, il gruppo di mercenari «si sta probabilmente muovendo verso un processo di ridimensionamento e riconfigurazione, in gran parte per risparmiare sulle spese degli stipendi al personale in un momento di pressione finanziaria». Dopo il clamoroso ammutinamento del giugno, platealmente rientrato all'ultimo minuto, il Cremlino -ricordano a Londra- «ha agito contro alcuni altri interessi commerciali del proprietario di Wagner, Yevgeny Prigozhin».

Ore 08:57 - Kiev: «Dall'inizio della guerra uccisi 500 bambini ucraini»

Almeno 500 bambini sono stati uccisi in Ucraina dalle forze russe dall'inizio dell'invasione e quasi 1.100 sono rimasti feriti: lo ha reso noto su Telegram l'ufficio della Procura generale del Paese, come riporta Ukrinform. «Più di 1.597 bambini in Ucraina hanno sofferto per l'aggressione armata su larga scala della Federazione Russa - si legge in un comunicato -. Fino alla mattina del 13 agosto 2023, secondo le informazioni ufficiali fornite dai procuratori minorili, 500 bambini sono stati uccisi e più di 1.097» sono rimasti feriti. La maggior parte dei bambini è stata colpita nella regione di Donetsk, precisa la nota.

Ore 09:26 - «Dieci raid aerei e tre attacchi in un giorno nel settore Liman-Kupiansk»

«Il nemico sta ancora cercando di attaccarci nel settore di Liman-Kupyansk. Ha effettuato tre attacchi in un giorno e ha effettuato 10 raid aerei. Nel respingere gli attacchi nemici, 37 occupanti sono stati uccisi e 82 feriti». Lo scrive Ukrinform, riportando le parole del portavoce del Gruppo orientale delle Forze armate dell'Ucraina, Serhiy Cherevaty, alla trasmissione del telethon nazionale «United News».

Ore 10:20 - Kiev continua a far pressione per avere i missili tedeschi Taurus

L'Ucraina continua a fare pressione sul governo tedesco affinché fornisca a Kiev i missili da crociera tedeschi Taurus per difendersi dalla Russia. L'Ucraina ne ha bisogno «per salvare altre vite di soldati e civili ucraini e per accelerare la liberazione dei suoi territori», ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba all'edizione domenicale del tabloid tedesco Bild. «La formula è semplice: una maggiore gittata dei missili significa una minore durata della guerra». Con quest'arma, l'Ucraina potrebbe «raggiungere le forze di occupazione russe sul territorio ucraino ben oltre la linea del fronte, interrompere la loro logistica e distruggere i centri di comando e i depositi di munizioni». In Germania, la pressione sul Cancelliere Olaf Scholz sulla questione è recentemente aumentata. Politici dei partiti di governo e dell'opposizione hanno chiesto che alle forze armate ucraine venga fornito il sistema d'arma adatto a distruggere bunker e posti di comando protetti a distanze fino a 500 chilometri.

Ore 10:33 - Kiev: «Non sappiamo cosa sia successo ieri sul ponte di Crimea»

L'aeronautica militare ucraina sostiene di non conoscere ancora le circostanze e le conseguenze delle esplosioni di ieri vicino al ponte di Crimea, tuttavia presume che il ponte non sia stato chiuso dai russi senza una buona ragione, come conferma al canale United News il portavoce dell'Aeronautica, Yuriy Ignat, come riporta Rbc-Ucraina.

Il commento segue le dichiarazioni di ieri delle autorità russe, secondo cui le esplosioni sono state provocate da missili ucraini che hanno cercato di colpire la struttura ma che sono stati abbattuti dalle forze di Mosca. «Il fumo è stato usato fin dalla Seconda Guerra Mondiale», ha detto Ignat riferendosi al denso fumo che ha avvolto ieri una parte del ponte, che era visibile anche nei video pubblicati sui social. «Ãê una forma di mimetizzazione», ha aggiunto. «In questo caso, non sappiamo cosa stia succedendo. Forse stanno facendo una specie di esercitazione. Non so ancora dire cosa stia succedendo. Forse le immagini satellitari ci diranno di più se ci sono danni. Non bloccherebbero semplicemente l'accesso (al ponte) senza un motivo molto valido». Allo stesso tempo, il portavoce ha osservato che simili incidenti nella Crimea occupata probabilmente continueranno a verificarsi, e potrebbero persino diventare più frequenti.

Ore 11:20 - Attacco russo nel Kherson: 6 morti tra i quali un neonato

Sei persone, tra cui un neonato, sono state uccise oggi nella regione di Kherson da un attacco russo con fuoco di artiglieria: lo ha reso noto su Telegram il ministro dell'Interno ucraino, Igor Klymenko. «I russi hanno ucciso sei persone nella regione di Kherson», ha scritto il ministro. Nel villaggio di Shyroka Balka sono morti tre adulti e un neonato, inclusi una coppia e il loro neonato di 23 giorni, mentre il figlio di 12 anni della coppia è ricoverato in ospedale in condizioni criticheOre 12:27 - Aveva 23 giorni la bambina uccisa dalle bombe russe a Kherson

«Aveva appena 23 giorni» la neonata rimasta uccisa negli attacchi russi nella regione di Kherson: lo ha reso noto il ministero dell'Interno a Kiev. Secondo le autorità ucraine, i bombardamenti dell'artiglieria nella località di Shiroka Balka hanno ucciso un residente e distrutto una famigliola, padre, madre e la bambina. Anche il figlio di 12 anni della famiglia è stato ricoverato in gravi condizioni. Nella regione di Kherson, sotto il bombardamento russo sono morte in tutto sei persone, se si contano i due uomini uccisi a Stanislavov.

Ore 11:20 - Regione di Kharkiv, evacuati più di 100 civili

Mentre le forze russe continuano la loro offensiva e i bombardamenti sulla zona di Kupyansk, nella regione orientale ucraina di Kharkiv, almeno 111 civili sono stati evacuati, inclusi 36 bambini e 4 persone con disabilità. Lo fa sapere il capo dell'amministrazione militare regionale di Kharkiv, Oleg Sinegubov, citato dal Guardian. Negli ultimi 5 giorni, ha aggiunto, i civili evacuati dalla zona di Kupyansk sono in totale 204, compresi 71 bambini.

. Inoltre, due uomini sono stati uccisi a Stanislaviv, dove è rimasta ferita anche una donna.

Ore 11:34 - Mosca abbatte un drone su Belgorod e uno su Kursk

Prosegue l'ondata di droni ucraini verso la Russia: secondo il ministero della Difesa a Mosca, nelle ultime ore sono stati abbattuti un drone sulla regione di Belgorod (intorno alle 11 ora locale), la zona al confine con il Paese invaso; e un altro sopra la regione di Kursk (circa mezz'ora più tardi). In entrambi i casi, non ci sono stati vittime né danni.

Ore 11:47 - I russi lanciano colpi di avvertimento verso un cargo nel Mar Nero

A Mosca, il ministero della difesa ha reso noto di aver intercettato una nave da carico nel Mar Nero in rotta verso il porto ucraino di Izmail e che, quando il capitano non ha risposto alla richiesta di fermarsi per l'ispezione, una nave da guerra russa ha sparato colpi di avvertimento, facendo anche levare in aria un elicottero con un gruppo di militari russi. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti.

Ore 12:03 - Kiev: «Non useremo i missili Taurus per attaccare la Russia»

L'Ucraina non userà i missili da crociera Taurus tedeschi per attaccare il territorio della Russia: lo ha assicurato il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, in un'intervista al domenicale Bild am Sonntag. Il ministro ha definito «infondate» le preoccupazioni di Berlino secondo cui questi missili possano essere utilizzati da Kiev anche per colpire obiettivi russi in Russia. Il governo tedesco sta valutando di fornire all'Ucraina i Taurus a patto che non vengano utilizzati per attacchi sul territorio russo.

Ore 12:28 - Mosca, scoppiato un enorme incendio vicino alla capitale russa

Il servizio di emergenza russo ha reso noto che è scoppiato un enorme incendio in un magazzino nella città di Ramenskoye, nella regione di Mosca. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Tass. «La dimensione dell'incendio è di 1.800 metri quadrati», aggiunge l'agenzia. Secondo Ria Novosti, l'incendio è scoppiato in un deposito di fertilizzanti; e i video pubblicati online mostrano un denso fumo nero e le fiamme, visibili da centinaia di metri di distanza.

Ore 12:35 - Podolyak: «Il nostro obiettivo è impedire altre aggressioni future»

Restituzione incondizionata dei territori ucraini ma anche impedire nuove aggressioni russe in futuro. Il consigliere presidenziali ucraino Mykhailo Podolyak spiega così su Twitter qual è «l'obiettivo strategico» di Kiev, sottolineando che ogni ipotesi di guerra congelata porterebbe soltanto Mosca a riprendere il conflitto dopo una «breve pausa». «Sentiamo spesso questa domanda: qual è l'obiettivo dell'Ucraina e cosa considera come una vittoria? Questa è la risposta. L'obiettivo strategico dell'Ucraina, oltre alla restituzione senza condizioni dei territori, è di creare le condizioni per far sì che l'aggressione non si ripeta in futuro».

Ore 12:44 - Papa Francesco: «Preghiamo per la martoriata Ucraina»

«Preghiamo per la martoriata Ucraina che soffre tanto in questa guerra». Così Papa Francesco durante l'Angelus in Piazza San Pietro, nel quale ha ricordato anche i migranti vittime dei naufragi nel Mediterraneo e le persone morte negli incendi che hanno colpito le isole Hawaii. Il Pontefice ha salutato i giovani presenti in piazza che nei giorni scorsi hanno preso parte alla Giornata mondiale della gioventù a Lisbona.

Ore 12:49 - Kherson, sale il numero delle vittime: morto anche un 12enne fratello del neonato deceduto

Salgono a sette i morti nell'attacco russo a Kherson con un'intera famiglia sterminata nel villaggio di Shyroka Balka: oltre al papà, alla mamma e al neonato di 23 giorni è morto anche il fratellino del bebè, un 12enne deceduto in ospedale dopo aver riportato gravi ferite. «Una famiglia intera è morta», ha riferito il ministro dell'Interno Igor Klymenko su Telegram, pubblicando immagini che mostrano le conseguenze dell'attacco, con una foto che ritrae una colonna di fumo nero che si alza sopra una casa: Sempre nella regione, nel villaggio di Stanislav due uomini di 57 e 71 anni sono stati uccisi e una donna è rimasta ferita.

Ore 14:27 - Scholz: «I colloqui diplomatici sull'Ucraina sono molto importanti»

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è espresso a favore degli sforzi diplomatici internazionali per porre fine alla guerra contro l'Ucraina. I colloqui di pace in Arabia Saudita (e, prima, in Danimarca) sono «molto importanti», sono «purtroppo solo l'inizio», ma «ugualmente, sono qualcosa di molto speciale». Per il cancelliere è molto significativo che partecipino anche paesi dall'America Latina, dall'Africa, dall'Asia, inclusa la Cina. «Per questo motivo è sensato continuare questi colloqui, perché aumentano la pressione in modo molto concreto affinché la Russia si renda conto di aver preso una strada sbagliata e debba ritirare le truppe e rendere possibile la pace», ha detto Scholz. Le frasi del cancelliere emergono da un'anticipazione dell'intervista estiva rilasciata a Zdf, che verrà trasmessa interamente stasera.

Ore 14:38 - «Taurus a Kiev? Valutiamo attentamente, come sempre»

La posizione del governo tedesco su una potenziale consegna di missili da crociera Taurus a Kiev? «Come in passato, esamineremo sempre con molta attenzione ogni singola decisione. Per vedere cosa funziona, cosa ha senso, quale può essere il nostro contributo». Ha detto Scholz il quale ritiene che la «grande maggioranza dei cittadini» tedeschi trovi «molto, molto giusto» che il governo non risponda «immediatamente con un sì» a ogni opzione di cui si discute. «Continueremo a decidere in modo ponderato», con gravità, ha aggiunto il cancelliere. Scholz ha poi sottolineato il contributo militare di Berlino a Kiev, per cui lo stesso presidente ucraino Zelensky ha da poco ringraziato il capo del governo tedesco.

Ore 14:51 - Mosca: «Da stamattina abbattuti 4 droni ucraini»

Le difese aeree della Russia hanno abbattuto almeno quattro droni da questa mattina. Lo ha riferito il ministero della Difesa di Mosca. Tre sono stati abbattuti nella regione di Belgorod, nel sud della Russia, ha detto il ministero, mentre l'altro è stato apparentemente intercettato nella regione di Kursk, a nord di Belgorod. Non ci sono state vittime o danni, ha detto il ministero. Gli attacchi di droni in Russia sono aumentati da quando, nel maggio scorso, ne è stato intercettato e distrutto uno sopra il Cremlino.

Ore 14:58 - Mariupol, i partigiani ucraini incendiano una base militare russa

Partigiani ucraini avrebbero incendiato e distrutto una base russa nella città occupata di Mariupol. Lo afferma Petro Andriushchenko, un consigliere del sindaco in esilio di Mariupol. Nel suo post su Telgram afferma che la base è stata incendiata questo pomeriggio, senza fornire altri dettagli. Una foto allegata mostra un colonna di fumo che s'innalza dietro un gruppo di alberi.

Ore 15:06 - L'azienda tedesca Rheinmetall fornirà all'Ucraina droni Luna

L'industria tedesca degli armamenti Rheinmetall fornirà all'Ucraina il sistema di droni Luna entro la fine dell'anno. Lo riferisce Bild am Sonntag. Il sistema comprende una centrale di controllo a terra con diversi droni, una catapulta di lancio e camion militari.

Ore 15:33 - Gli ucraini avanzano qualche chilometro a Sud: piccoli vantaggi tattici, in attesa di successi strategici

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Volodymyr Zelensky ha chiesto di nuovo e pubblicamente all’Occidente l’invio di altri equipaggiamenti per lo sminamento. Comprensibile che lo faccia visti gli ostacoli incontrati nell’assalto proprio per le mine, strano però che non ci abbia pensato prima. La costruzione delle difese da parte dei russi è stata evidente, raccontata, segnalata. Non una sorpresa.

Ore 17:07 - Mosca: «Tre feriti in un attacco ucraino alla regione di Kursk»

Tre civili sono rimasti feriti nella regione russa di Kursk a causa di proiettili provenienti dal confine ucraino. A sostenerlo il governatore regionale Roman Starovoit, secondo quanto riportato dal Guardian. Starovoit ha affermato che 10 proiettili sono stati lanciati dall’Ucraina nel distretto di Glushkovsky, uno dei quali ha colpito un edificio residenziale a Volfino, un villaggio proprio al confine con l’Ucraina. Kiev non ha rivendicato la responsabilità e non è chiaro da chi abbia avuto origine il bombardamento.

Ore 17:39 - «Comandante di Mosca catturato mostra posizioni russe a Kherson»

Un video pubblicato sui social e rilanciato dai media ucraini mostrerebbe un comandante russo catturato durante un raid delle forze speciali ucraine che mostra alle forze di Kiev le posizioni delle truppe di Mosca in un’area occupata di Kherson. Secondo quanto riportato da Kyiv Post, che cita l’account russo di Telegram Grey Zone, l’uomo nel video sarebbe il maggiore Tomov, comandante del battaglione 1822 delle forze armate russe scomparso all’inizio di questa settimana. Il comandante sarebbe stato catturato durante un’operazione condotta dalle forze speciali ucraine su un insediamento sulla riva sinistra occupata del fiume Dnipro. Il video mostrerebbe il maggiore Tomov accovacciato su una mappa mentre dà informazioni sulle posizioni delle truppe di Mosca sul lato del fiume occupato dai russi. Il video non è stato tuttavia verificato in modo indipendente.

Ore 18:21 - Nyt: «Progressi tatticamente significativi in controffensiva Kiev»

Dopo mesi di estenuanti combattimenti, le forze ucraine stanno facendo progressi rilevanti lungo due principali linee di attacco. Lo scrive il New York Times citando analisti, funzionari ucraini e blogger militari russi. Sebbene l’Ucraina non sia avanzata di più di 10 o 12 miglia (16-19 chilometri) su entrambe le linee di attacco, i suoi guadagni sono importanti in quanto sta costringendo Mosca a deviare le forze da altre parti della linea del fronte, affermano gli analisti militari citati dal giornale Usa. L’Institute for the Study of War, un think tank con sede a Washington, ha definito i progressi «tatticamente significativi».

 Secondo il Nyt, gli ucraini stanno avanzando verso sud lungo due principali linee: attraverso il villaggio orientale di Staromaiorske verso la città occupata dai russi di Berdiansk, e più a ovest verso la città occupata dai russi di Melitopol, un importante snodo dei trasporti vicino alla costa. Le forze ucraine sono progredite di circa 16-19 km lungo entrambe le linee dai loro punti di partenza all’inizio della controffensiva all’inizio di giugno. L’obiettivo di Kiev è raggiungere il Mar d’Azov e inserire un cuneo tra la Russia e la Crimea. Tuttavia, gli analisti militari avvertono che le forze ucraine devono ancora affrontare una lunga, lenta e sanguinosa avanzata contro le truppe russe posizionate dietro difese ben disegnate e fortificate.

Ore 01:21 - Zelensky: «Non lasceremo senza risposta alcun crimine commesso da Russia»

«Ogni occupante distrutto, ogni veicolo russo bruciato, gli incendi nei loro quartier generali e nei magazzini, il fumo molto significativo del ponte di Crimea e altro ancora: tutto ciò dimostra che non lasceremo senza risposta alcun crimine commesso dalla Russia». Lo ha affermato in un videomessaggio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Secondo le autorità ucraine, oggi l’artiglieria russa ha ucciso cinque persone nel villaggio di Schyroka Balka, nella regione di Kherson, tra cui una famiglia di quattro persone con padre, madre, un figlio di 12 anni e un bambino di poco più di tre settimane. La regione è stata bombardata 17 volte durante il giorno, ha detto Zelenskyy nel suo discorso. Secondo le autorità, un totale di sette persone è stato uccise e circa altre 15 ferite.

Ore 01:49 - Esplosioni udite a Odessa, allerta aerea nella regione

Esplosioni sono state udite a Odessa nella notte, secondo la pubblicazione ucraina Obshestvennoye. Non sono stati forniti ulteriori dettagli. Klimenko Time ha riferito di esplosioni a Odessa in precedenza. Annunciata anche un’allerta aerea nella regione. Lo riporta anche la Tass. L’allerta aerea era stata annullata in altre otto regioni dopo una quarantina di minuti.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 14 agosto.

Ucraina-Russia, le notizie di lunedì 14 agosto. Russia, crolla il rublo. Bombardieri russi intercettati a nord della Scozia. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera lunedì 14 agosto 2023.

Le notizie sul conflitto in Ucraina di lunedì 14 agosto. Usa, nuovo pacchetto di aiuti militari da 200 milioni di dollari per Kiev. Podolyak difende la controffensiva: «Una mancanza di comprensione della guerra e delle sue fasi» 

• Dagli Usa nuovo pacchetto di aiuti militari per Kiev da 200 milioni di dollari

• Rublo ai minimi da 16 mesi, ecco perché sta crollando

• La Russia produce una sua versione dei droni iraniani

• Gli ucraini avanzano qualche chilometro a Sud: piccoli vantaggi tattici, in attesa di successi strategici.

• Ankara ha intensificato il lavoro diplomatico e spera che il presidente russo Vladimir Putin possa visitare la Turchia nei prossimi giorni

• Kiev: «Dall’inizio della guerra uccisi 500 bambini ucraini».

Ore 01:00 - Kiev: «Dall'inizio della guerra uccisi 500 bambini ucraini»

Almeno 500 bambini sono stati uccisi in Ucraina dalle forze russe dall'inizio dell'invasione e quasi 1.100 sono rimasti feriti: lo ha reso noto su Telegram l'ufficio della Procura generale del Paese, come riporta Ukrinform. «Più di 1.597 bambini in Ucraina hanno sofferto per l'aggressione armata su larga scala della Federazione Russa - si legge in un comunicato -. Fino alla mattina del 13 agosto 2023, secondo le informazioni ufficiali fornite dai procuratori minorili, 500 bambini sono stati uccisi e più di 1.097» sono rimasti feriti. La maggior parte dei bambini è stata colpita nella regione di Donetsk, precisa la nota.

Ore 01:34 - Mosca, scoppiato un enorme incendio vicino alla capitale russa

Il servizio di emergenza russo ha reso noto che è scoppiato un enorme incendio in un magazzino nella città di Ramenskoye, nella regione di Mosca. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Tass. «La dimensione dell'incendio è di 1.800 metri quadrati», aggiunge l'agenzia. Secondo Ria Novosti, l'incendio è scoppiato in un deposito di fertilizzanti; e i video pubblicati online mostrano un denso fumo nero e le fiamme, visibili da centinaia di metri di distanza.

Ore 01:49 - Mariupol, i partigiani ucraini incendiano una base militare russa

Partigiani ucraini avrebbero incendiato e distrutto una base russa nella città occupata di Mariupol. Lo afferma Petro Andriushchenko, un consigliere del sindaco in esilio di Mariupol. Nel suo post su Telgram afferma che la base è stata incendiata questo pomeriggio, senza fornire altri dettagli. Una foto allegata mostra un colonna di fumo che s'innalza dietro un gruppo di alberi.

 Ore 02:15 - Gli ucraini avanzano qualche chilometro a Sud: piccoli vantaggi tattici, in attesa di successi strategici

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Volodymyr Zelensky ha chiesto di nuovo e pubblicamente all’Occidente l’invio di altri equipaggiamenti per lo sminamento. Comprensibile che lo faccia visti gli ostacoli incontrati nell’assalto proprio per le mine, strano però che non ci abbia pensato prima. La costruzione delle difese da parte dei russi è stata evidente, raccontata, segnalata. Non una sorpresa.

Ore 02:42 - Kherson, sale il numero delle vittime: morto anche un 12enne fratello del neonato deceduto

Salgono a sette i morti nell'attacco russo a Kherson con un'intera famiglia sterminata nel villaggio di Shyroka Balka: oltre al papà, alla mamma e al neonato di 23 giorni è morto anche il fratellino del bebè, un 12enne deceduto in ospedale dopo aver riportato gravi ferite. «Una famiglia intera è morta», ha riferito il ministro dell'Interno Igor Klymenko su Telegram, pubblicando immagini che mostrano le conseguenze dell'attacco, con una foto che ritrae una colonna di fumo nero che si alza sopra una casa: Sempre nella regione, nel villaggio di Stanislav due uomini di 57 e 71 anni sono stati uccisi e una donna è rimasta ferita.

Ore 03:00 - 500 bambini uccisi dalle bombe in Ucraina: i volti, i nomi, le storie

(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Kharkiv) Una bambina e un bambino volano al cielo guardando verso l’alto. La bambina ha un orsacchiotto che le pende dalla mano destra e che il bambino appena sotto accenna ad afferrare. Sulla base in marmo nero si legge un epitaffio: «Ai piccoli angeli che tanto presto hanno subito la crudeltà degli uomini…». La gente si ferma, dice una preghiera sottovoce, fa una foto, oppure si limita a riflettere. Le autorità hanno inaugurato due mesi fa il monumento ai bambini morti qui a Kharkiv perché è la seconda città del Paese e l’anno scorso venne pesantemente bombardata dai russi. Le vittime furono migliaia, tra loro 77 bambini morti e quasi 250 feriti. Un dato che per il Paese è in continua crescita. Ieri la procura generale di Kiev ricordava che «i bambini morti sono ormai oltre 500». Secondo l’Onu già a giugno il numero dei piccoli martiri era attorno a 540 e 1050 i feriti in tutta l’Ucraina.

Ore 03:50 - Nyt: «Progressi tatticamente significativi in controffensiva Kiev»

Dopo mesi di estenuanti combattimenti, le forze ucraine stanno facendo progressi rilevanti lungo due principali linee di attacco. Lo scrive il New York Times citando analisti, funzionari ucraini e blogger militari russi. Sebbene l’Ucraina non sia avanzata di più di 10 o 12 miglia (16-19 chilometri) su entrambe le linee di attacco, i suoi guadagni sono importanti in quanto sta costringendo Mosca a deviare le forze da altre parti della linea del fronte, affermano gli analisti militari citati dal giornale Usa. L’Institute for the Study of War, un think tank con sede a Washington, ha definito i progressi «tatticamente significativi».

 Secondo il Nyt, gli ucraini stanno avanzando verso sud lungo due principali linee: attraverso il villaggio orientale di Staromaiorske verso la città occupata dai russi di Berdiansk, e più a ovest verso la città occupata dai russi di Melitopol, un importante snodo dei trasporti vicino alla costa. Le forze ucraine sono progredite di circa 16-19 km lungo entrambe le linee dai loro punti di partenza all’inizio della controffensiva all’inizio di giugno. L’obiettivo di Kiev è raggiungere il Mar d’Azov e inserire un cuneo tra la Russia e la Crimea. Tuttavia, gli analisti militari avvertono che le forze ucraine devono ancora affrontare una lunga, lenta e sanguinosa avanzata contro le truppe russe posizionate dietro difese ben disegnate e fortificate

Ore 04:25 - Zelensky: «Non lasceremo senza risposta alcun crimine commesso da Russia»

«Ogni occupante distrutto, ogni veicolo russo bruciato, gli incendi nei loro quartier generali e nei magazzini, il fumo molto significativo del ponte di Crimea e altro ancora: tutto ciò dimostra che non lasceremo senza risposta alcun crimine commesso dalla Russia». Lo ha affermato in un videomessaggio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Secondo le autorità ucraine, oggi l’artiglieria russa ha ucciso cinque persone nel villaggio di Schyroka Balka, nella regione di Kherson, tra cui una famiglia di quattro persone con padre, madre, un figlio di 12 anni e un bambino di poco più di tre settimane. La regione è stata bombardata 17 volte durante il giorno, ha detto Zelenskyy nel suo discorso. Secondo le autorità, un totale di sette persone è stato uccise e circa altre 15 ferite.

Ore 04:56 - Esplosioni udite a Odessa, allerta aerea nella regione

Esplosioni sono state udite a Odessa nella notte, secondo la pubblicazione ucraina Obshestvennoye. Non sono stati forniti ulteriori dettagli. Klimenko Time ha riferito di esplosioni a Odessa in precedenza. Annunciata anche un’allerta aerea nella regione. Lo riporta anche la Tass. L’allerta aerea era stata annullata in altre otto regioni dopo una quarantina di minuti.

Ore 05:57 - Kiev: respinti tre attacchi notturni a Odessa. «Distrutti 15 droni e 8 missili Calibre»

Le forze ucraine di difesa hanno respinto nella notte tre attacchi russi a Odessa, abbattendo 15 droni e 8 missili Calibre. Lo hanno riferito le stesse forze di difesa del sud su Telegram. Frammenti di missili abbattuti - precisano - hanno danneggiato un supermercato e un ostello, e tre persone sono rimaste ferite. «Tutti gli attacchi sono stati respinti dalle forze di difesa aerea». I vigili del fuoco hanno lavorato a lungo per spegnere gli incendi scoppiati nei due edifici colpiti. Inoltre numerose finestre sono andate in frantumi a causa dell’onda d’urto. Danneggiate anche alcune auto parcheggiate nelle vicinanze.

Ore 07:50 - Esplosioni udite a Kherson in mattina

Esplosioni sono state udite questa mattina a Kherson: lo riporta l’emittente statale ucraina Suspilne, che cita i suoi corrispondenti. Le esplosioni seguono gli attacchi russi di ieri nella regione che hanno provocato la morte di sette persone, inclusa un’intera famiglia: una coppia e i loro due figli di 12 anni e una neonata di appena 23 giorni.

Ore 07:54 - Tre feriti nel raid russi su Odessa

È di tre feriti il bilancio dei raid condotti dai russi con droni e missili contro Odessa. Lo ha reso noto il governatore della regione, Oleh Kiper, secondo cui i frammenti dei missili caduti sulla città hanno provocato una serie di incendi. Le Forze armate ucraine hanno rivendicato di aver abbattuto tutti i 15 droni russi lanciati contro Odessa e otto missili Kalibr. Colpita anche la vicina Mykolaiv.

Ore 08:03 - Putin in Turchia «nei prossimi giorni»: prima visita del presidente russo in un Paese membro della Nato da inizio guerra

Ankara ha intensificato il lavoro diplomatico e spera che il presidente russo Vladimir Putin possa visitare la Turchia nei prossimi giorni. Lo scrive il quotidiano turco Milliyet citando una «fonte informata». Il canale televisivo turco A Haber ha riferito sabato che i leader turco e russo Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin potrebbero tenere colloqui alla fine di agosto o all’inizio di settembre, e la visita di Erdogan in Russia non è esclusa.

La data e il luogo dei colloqui previsti tra i presidenti di Turchia e Russia sono ancora in discussione, la parte turca conta su agosto, ha poi riferito a Ria Novosti una fonte dell’amministrazione del leader turco. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, aveva in precedenza riferito che Putin ed Erdogan hanno concordato di determinare esattamente il luogo e l’orario dell’incontro il prima possibile. Peskov aveva spiegato che i temi in agenda saranno le relazioni bilaterali, l’Ucraina e la questione dell’accordo sull’export di grano dal Mar Nero, che Mosca ha sospeso dal 17 luglio. Secondo Milliyet, Putin potrebbe visitare la Turchia «nei prossimi giorni»; si tratterebbe della prima visita del presidente russo in un Paese membro della Nato dall’inizio della guerra in Ucraina.

Ore 08:24 - Kiev: pronti a evacuare con la forza 388 bambini dal Donetsk

Le autorità del Donetsk, nell’Ucraina orientale, sono pronte a evacuare con la forza dalle zone più calde della regione 388 bambini ed i loro genitori, se questi ultimi si opporranno a lasciare le proprie case: lo ha annunciato su Telegram il capo dell’Amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko. «Per quanto riguarda i bambini rimasti, solo i genitori prendono decisioni su di loro. Ma se capiamo che, sfortunatamente, i genitori non decideranno (di evacuare), la Commissione regionale per la sicurezza tecnologica ed ecologica e le situazioni di emergenza deciderà in base alla decisione del Consiglio dei ministri di evacuare i bambini con i loro genitori in modo forzato. Ci sono 388 di questi bambini: in parte dei distretti di Bakhmut e Kramatorsk», ha affermato Kyrylenko. Tutti i bambini provenienti da famiglie adottive sono già stati portati in regioni più sicure del Paese, ha aggiunto.

Ore 08:30 - Ministro della Difesa cinese in visita in Russia e Bielorussia

Il ministro della Difesa cinese, Li Shanfu, sarà da oggi al 19 agosto in visita in Russia e Bielorussia. Lo ha annunciato il ministero della Difesa di Pechino, citato dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti, «su invito del ministro della Difesa russo, Sergheii’ Shoigu, e del ministro della Difesa bielorusso, Viktor Khrenin». Li parteciperà all’undicesima Conferenza di Mosca sulla sicurezza internazionale. L’appuntamento è previsto per domani e, secondo quanto reso noto da Mosca, in apertura è previsto un intervento del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.

Ore 08:50 - Interrotto il traffico sul ponte di Crimea

Il traffico sul ponte di Crimea è stato interrotto questa mattina: lo riporta Rbc-Ucraina. Alcuni canali Telegram locali, aggiunge il media, riferiscono di un allarme aereo nella zona della struttura nella penisola annessa alla Russia.

Ore 09:14 - Kiev: «Liberati 3 chilometri quadrati di territorio a Bakhmut»

Le forze di Kiev hanno riconquistato la settimana scorsa tre chilometri quadrati di territorio nel settore di Bakhmut, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto in un briefing la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, come riporta Ukrainska Pravda. «Nel settore di Bakhmut, tre chilometri quadrati sono stati liberati la scorsa settimana. In totale, sono già stati liberati 40 chilometri quadrati sul fianco meridionale del settore di Bakhmut», la città conquistata dalla Russia a maggio, ha affermato Malyar.

Ore 09:21 - Ministro Finanze tedesco in visita a Kiev

Visita a Kiev per il ministro tedesco delle Finanze. Christian Lindner è arrivato stamani in treno nella capitale ucraina per la sua prima missione a Kiev dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio dello scorso anno. Da allora sono già stati a Kiev il cancelliere tedesco Olaf Scholz e altri ministri del governo di Berlino. Al suo arrivo, dopo una visita nel 2020, Lindner ha parlato di un momento speciale e toccante. In Ucraina, ha detto, «è in gioco il futuro dell’ordine europeo di pace e libertà» e «l’Ucraina non deve perdere questa guerra». Il ministero ha assicurato che la Germania continuerà a sostenere Kiev.

Ore 09:42 - Esplosioni nella Berdyansk occupata dai russi

Esplosioni sono state udite questa mattina a Berdyansk, città portuale ucraina occupata dai russi nella regione di Zaporizhzhia: lo riporta Rbc-Ucraina, che cita canali Telegram locali. Una sirena è risuonata nel porto della città, aggiunge il media. In precedenza, la difesa aerea russa era stata attivata nella zona dell’aeroporto, in direzione di Novovasylivka.

Ore 09:51 - Kiev, con spari su nave Mosca minaccia la libertà di navigazione

Il governo di Kiev ha condannato i colpi di avvertimento russi sparati ieri contro una nave da carico diretta al porto ucraino di Izmail, nel Mar Nero. «Queste azioni illustrano la politica deliberata della Russia di minacciare la libertà di navigazione e la sicurezza della navigazione mercantile nel Mar Nero», ha dichiarato in un comunicato il ministero degli Esteri ucraino.

Ore 12:07 - Il consigliere presidenziale ucraino Podolyak: «Tante ragioni per fornirci ora missili a lungo raggio»

L’Ucraina ha bisogno di missili a lungo raggio Taurus (Germania) e ATACMS (Usa), afferma il consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak, elencando in un post su Twitter le ragioni per fornire senza indugio tali armamenti. Secondo Podolyak, la più importante conseguenza sarebbe far rientrare l’escalation da parte russa. «Missili a lungo raggio per l’Ucraina adesso significano una forte riduzione delle capacità di combattimento della Russia. Comportano la distruzione attiva delle riserve e delle risorse della Russia nelle zone periferiche. La distruzione della logistica arretrata: magazzini, trasporti, carburante. L’accelerazione delle operazioni offensive ucraine. Vuol dire salvare le vite dei soldati ucraini, minimizzare le perdite... E, cosa più importante, riguarda la riduzione dell’escalation. Questo è esattamente ciò che è la diplomazia rilevante. L’Ucraina ha bisogno di Taurus (Germania) e ATACMS (Usa)», dettaglia Podolyak nel suo post.

Ore 12:09 - Pechino, tra Xi e Putin «dialogo strategico continuo»

Tra il presidente cinese Xi Jinping ed il presidente russo Vladimir Putin esiste un dialogo strategico continuo. Lo ha sottolineato il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, rispondendo a una domanda sulla prevista visita di Putin in Cina a ottobre. «I leader di Cina e Russia mantengono un dialogo strategico continuo in vari formati; abbiamo un’agenda fitta di impegni in tutti i settori», ha dichiarato Wang, secondo cui Pechino e Mosca stanno lavorando per far avanzare la cooperazione bilaterale e sotto la leadership di Xi e Putin «la Cina e la Russia continueranno a sviluppare una partnership strategica globale in una nuova era».

Ore 12:16 - Missili ipersonici Zirkon sui sottomarini nucleari russi

La Russia equipaggerà i suoi nuovi sommergibili nucleari con i missili ipersonici Zirkon, finora installati solo a bordo della fregata Ammiraglio Gorshkov. Lo ha reso noto Alexei Rakhmanov, capo della United Shipbuilding Corporation, il più grande armatore russo, che produce i sottomarini. Il lavoro in questa direzione è già in corso”, ha annunciato Gorshkov in un’intervista all’agenzia Ria Novosti. Gli Zirkon, con una gittata tra i 400 e i 1.000 chilometri, è l’equivalente per le unità navali dei Kinzhal, i missili capaci di volare a più volte la velocità del suono, di cui finora dispongono soltanto le forze russe. Gli Zirkon saranno installati a bordo dei sommergibili a propulsione nucleare della classe Yasen, conosciuti anche come Progetto 885M, costruiti per sostituire i vecchi sottomarini sovietici nell’ambito di un piano di ammodernamento della Marina militare. Al momento gli Yasen sono equipaggiati con missili da crociera Kalibr e Onyx. Lo scorso febbraio il presidente Vladimir Putin aveva detto che la Russia aveva avviato una fornitura massiccia di missili Zircon alle sue forze navali per rafforzare le loro capacità nucleari.

Ore 12:20 - Putin alle società estere: «Serve rafforzare la cooperazione»

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha dichiarato che il suo Paese «è aperto ad approfondire la cooperazione tecnico-militare con tutti coloro che difendono il proprio percorso di sviluppo indipendente». Putin ha parlato in un messaggio di saluto rivolto ai partecipanti della fiera internazionale di armi, Armiya 2023, che si è aperta vicino Mosca.

Ore 12:31 - Attacco russo sulla regione di Zaporizhzhia, 2 morti

Nella notte tra il 13 e il 14 agosto i russi hanno lanciato un attacco con missili S-300 sul villaggio ucraino di Stepne, vicino a Zaporizhzhia. Lo riferisce in un messaggio su Telegram il procuratore regionale, come riporta Ukrinform. Nell’attacco, che ha colpito un complesso residenziale, sono morti un uomo e una donna anziana, mentre una donna di nome Valentina, di 64 anni, è rimasta ferita, è stata sottoposta a un intervento chirurgico e si trova ora ricoverata in terapia intensiva. L’uomo ucciso nell’attacco era suo marito.

Ore 12:36 - «L’Ucraina non deve perdere la guerra»

«L’Ucraina non deve perdere questa guerra»: lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, oggi in visita a Kiev. «Quello che è in gioco qui - ha spiegato Lindner - è il futuro dell’ordine europeo di pace e libertà». Come ricorda l’agenzia di stampa Dpa, la Germania ha fornito finora aiuti finanziari diretti a Kiev per un circa 1,5 miliardi di euro.

Ore 12:39 - Mosca: «Abbattuti due bersagli aerei su Belgorod»

Il sistema di difesa aerea russa è entrato in azione e ha abbattuto «due bersagli in volo» su Belgorod, vicino al villaggio di Pushkarnoye. Lo ha riferito governatore della regione di Belgorod Vyacheslav Gladkov sul suo canale Telegram. «Il nostro sistema di difesa aerea ha funzionato nella regione di Belgorod: 2 bersagli aerei sono stati abbattuti vicino al villaggio di Pushkarnoye. I servizi operativi stanno chiarendo le informazioni sulle conseguenze sul terreno», ha scritto.

Ore 12:40 - Russia: «Gli armamenti occidentali sono tutt’altro che impeccabili»

«Le attrezzature occidentali, ampiamente pubblicizzate, in condizioni reali di battaglia si sono rivelate tutt’altro che impeccabili». È quanto ha affermato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ai partecipanti all’apertura del forum tecnico-militare Army-2023. Lo riporta l’agenzia Tass. Al contrario, «in condizioni reali, le nostre armi mostrano la loro affidabilità ed efficacia», ha aggiunto Shoigu.

Ore 12:58 - Bombardiere russo sul Mare del Nord, in volo gli F-16 olandesi

Gli F-16 olandesi sono entrati in azione stamani dopo che un bombardiere russo è stato avvistato sopra la Danimarca nel Mare del Nord. Lo riferisce l’agenzia olandese Anp. L’aereo russo volava in direzione dell’area che i Paesi Bassi dovrebbero monitorare in base agli accordi Nato. L’aeronautica danese, precisa l’agenzia, ha intercettato l’aereo prima che ciò accadesse. Alla base aerea di Volkel, due F-16 armati sono sempre in standby nel caso in cui un aereo voli accidentalmente nello spazio aereo del Benelux. L’agenzia olandese ricorda che aerei russi violano con una certa regolarità lo spazio aereo di un Paese europeo o vi si avvicinano.

Ore 13:02 - Esplosione nella città russa di Belgorod, abbattuti due droni

Una forte esplosione è stata udita nella città russa di Belgorod: lo riporta Rbc-Ucraina, che cita i media locali. Il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov, ha affermato che i sistemi di difesa aerea del distretto di Belgorod sono stati attivati. Notizie dei media parlano di due droni abbattuti nel vicino villaggio di Pushkarnoye.

Ore 13:26 - Kiev rivendica progressi intorno a Bakhmut

L'Ucraina rivendica progressi intorno a Bakhmut dove la scorsa settimana i militari ucraini hanno riconquistato tre chilometri quadrati di territorio. La vice ministra della Difesa, Ganna Malyar, ha precisato, in un intervento alla televisione di Stato, che «dall'inizio della controffensiva, più di dieci settimane fa, in totale sono stati liberati 40 chilometri quadrati sul fianco sud del settore Bakhmut». «Combattimenti molto intensi» sono in corso anche nella zona di Kharkiv e Luhansk, e vicino a Kupyansk e Lyman. Le forze ucraine si trovano nel villaggio di Uroshayne, nel sud della regione di Donetsk. Malyar ha anche confermato i progressi sulla riva del fiume Dnipro opposta alla città di Kherson.

Ore 12:41 - Onu: «Gli attacchi russi colpiscono gli operatori umanitari e la nostra capacità di sostenere le persone che soffrono»

Gli attacchi russi del fine settimana nelle regioni ucraine di Kherson e Odessa «hanno colpito anche gli operatori umanitari e la nostra capacità di sostenere coloro che soffrono le conseguenze della guerra»: lo ha detto oggi la coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite in Ucraina, Denise Brown, come riporta Ukrinform. I residenti delle regioni di Kherson e Odessa hanno vissuto un fine settimana «particolarmente difficile» a causa degli attacchi russi contro i civili e le infrastrutture civili, che hanno causato molti morti e feriti, compresi bambini, ha affermato l’alta funzionaria. Brown ha sottolineato che ieri gli operatori della ong Adra hanno dovuto interrompere la distribuzione di generi di prima necessità dopo che il loro magazzino e le loro auto sono stati danneggiati dai bombardamenti nella regione di Kherson.

Ore 14:23 - Il 15 ottobre referendum su «barriera al confine con Bielorussia»

In Polonia agli elettori verrà chiesto se sono favorevoli alla «rimozione della barriera al confine» tra il Paese e la Bielorussia. Lo ha confermato sui social il ministro della Difesa, Mariusz Blaszczak. Il referendum si terrà il 15 ottobre, lo stesso giorno delle elezioni politiche. La costruzione della barriera era stata contestata dalle opposizioni, ma alla luce della situazione attuale, con la Bielorussia alleata della Russia che non pone fine all’invasione dell’Ucraina, non ci sarebbero forti critiche.

Lo scorso anno la Polonia ha messo in sicurezza tratti del confine con la Bielorussia, lungo 418 chilometri, con una recinzione di 5,5 chilometri. Nonostante il sostegno alla barriera, l’opposizione ha comunque denunciato quella che considera una tattica elettorale. Il partito al potere, il Pis, è sotto pressione per l’inflazione, che corre, le leggi sull’aborto e vari scandali di nepotismo. Il 15 ottobre gli elettori polacchi sono chiamati anche a esprimersi con referendum sulle politiche europee di asilo, sulla privatizzazione delle imprese di Stato e l’innalzamento dell’età pensionabile. Le opposizioni accusano il Pis di usare i referendum per mobilitare ulteriori elettori per le parlamentari.

Ore 14:37 - Kiev: 12 anni di carcere alla spia russa Valery Shaitanov

È stato condannato a 12 anni di carcere Valery Shaitanov, ex funzionario dell’intelligence ucraina riconosciuto colpevole di aver condotto azioni di spionaggio per la Russia per 30 anni. Lo ha reso noto l’ufficio del procuratore generale di Kiev ricordando che Shaitanov è stato arrestato nell’aprile del 2022 dopo «prove evidenti» che avesse pianificato «atti terroristici» in Ucraina dietro il compenso di 200mila dollari e un passaporto russo. Tra gli altri reati di cui viene accusato c’è quello di aver assassinato un alto funzionario dell’esercito della Repubblica cecena di Ichkeria. «L’ex generale della Sbu è stato condannato a 12 anni di carcere per alto tradimento e atti terroristici a favore dello stato aggressore», recita il comunicato del procuratore generale riferendosi alla Russia. Ci sono prove, prosegue il testo, che il cittadino ucraino abbia passato informazioni ai servizi di sicurezza russi e li abbia aiutati a individuare all’interno dell’intelligence ucraina degli agenti che potessero collaborare con i russi.

Ore 14:57 - 007 Kiev: «La Russia sta preparando una nuova mobilitazione»

La Russia avrebbe intenzione di realizzare una nuova ondata di mobilitazione. È quanto ha affermato Vadym Skibitskyi, rappresentante dell’Intelligence della Difesa dell’Ucraina, in un’intervista a Obozrevatel. «Secondo le nostre stime, il Cremlino sta progettando di mobilitare diverse centinaia di migliaia di persone per la guerra in Ucraina», ha detto, «lo Stato aggressore ha già adottato una serie di leggi e regolamenti che inaspriscono le pene per la mancata presentazione all’ufficio di registrazione e arruolamento militare e per l’elusione della mobilitazione». Secondo Skibitskyi, la mobilitazione di massa è una decisione impopolare per il regime di Putin, ma non c’è altra via d’uscita per il Cremlino. Lo riporta Unian.

Ore 15:10 - Putin incontra il Ceo di Rosatom: focus sull'uranio

Il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato oggi il direttore generale di Rosatom, la società nucleare statale russa, Alexey Likhachev. Lo rende noto il Cremlino spiegando che il ceo di Rosatom ha informato Putin sul fatto che Mosca ora vanta la seconda più grande fornitura di uranio a livello globale. Lo riporta l'agenzia di stampa Tass.

Ore 15:11 - Odessa dopo gli attacchi russi: danneggiati 203 edifici e strutture sanitarie

Sono almeno 203 gli edifici danneggiati dopo gli attacchi contro Odessa, nel sud dell'Ucraina. Lo conferma via Telegram l'ufficio del sindaco della città, secondo cui fra gli edifici danneggiati ci sono quattro strutture sanitarie, compreso un reparto maternità. Le forze ucraine hanno accusato nelle scorse ore la Russia di aver lanciato una serie di attacchi con droni e missili contro Odessa. Kiev ha fatto sapere di aver intercettato droni e missili, ma ha confermato danni a edifici. Il governatore della regione, Oleh Kiper, ha riferito nelle scorse ore un bilancio che parla di tre feriti.

Ore 15:12 - Ex maggiore generale ucraino condannato a 12 anni per alto tradimento

Valeriy Shaitanov, l'ex maggiore generale dell'SBU, il servizio di sicurezza ucraino, è stato condannato a 12 anni di carcere per alto tradimento, tentata commissione di un atto terroristico e possesso di munizioni. Lo fa sapere l'ufficio del procuratore generale, come riporta Ukrainska Pravda. I pubblici ministeri hanno dimostrato in tribunale che il maggiore generale della SBU ha raccolto informazioni che costituivano un segreto di stato e le ha trasmesse ai rappresentanti della Federazione Russa. Su incarico dei servizi speciali di Mosca, Shaitanov era anche alla ricerca di persone tra gli ex militari dell'SBU per commettere un atto terroristico. Il suo obiettivo era uccidere un maggiore delle forze armate della Repubblica cecena di Ichkeria, che, dal febbraio 2015, durante la guerra nell'Ucraina orientale, guidava il battaglione internazionale di mantenimento della pace intitolato a Dzhokhar Dudayev.

Ore 15:44 - Jet da ricognizione norvegese intercettato da un Mig russo sul Mare di Barents

Un caccia Mig-29 russo è stato fatto alzare in volo oggi per intercettare un aereo norvegese P-8A da ricognizione che volava sul Mare di Barents e si avvicinava ai confini della Russia. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca aggiungendo che l'aereo norvegese è tornato indietro senza che vi fosse alcun «avvicinamento pericoloso» con il jet russo. Lo riferiscono le agenzie russe.

Ore 15:58 - Podolyak difende la controffensiva: «I difensori ucraini affrontano il compito al 100%»

«Qualsiasi affermazione secondo cui l'Ucraina non sta avanzando abbastanza velocemente sul campo di battaglia o non sta riconquistando abbastanza territorio non è solo una manifestazione dello strano stato morale degli autori, ma anche una dimostrazione di assoluta mancanza di comprensione della guerra e delle sue fasi». È quanto scrive in un tweet il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. «Il compito delle Forze Armate ucraine», continua, è «di distruggere sistematicamente le capacità dell'esercito nemico: la sua logistica, il potenziale tecnico, gli ufficiali e il personale. E oggi i difensori ucraini stanno affrontando questo compito al cento per cento».

Ore 16:04 - Il ministro tedesco Lindner visita Kiev: «Siamo con voi»

Il ministro tedesco delle Finanze, Christian Lindner, ha visitato a sorpresa la capitale ucraina riaffermando che la Germania appoggia Kiev nel conflitto con la Russia. Lindner ha riferito di avere intrattenuto colloqui «molto concreti» con l'amministrazione ucraina, cui la Germania ha già erogato 22 miliardi di euro in aiuti umanitari, finanziari e militari. «L'Ucraina non deve perdere questa guerra» ha detto il ministro. Successivamente anche il premier ucraino Denys Shmygal ha riferito dell'incontro con Lindner e ha ringraziato la Germania per il sostegno: «I nostri progetti di collaborazione saranno a lungo termine» ha aggiunto. I due Paesi stanno già lavorando su cinque progetti di investimento stimati circa 247 milioni di euro e ne stanno esaminando altri tre per un totale di oltre 70 milioni.

Ore 16:29 - Russia, crolla il rublo: domani riunione urgente della banca centrale

La banca centrale russa ha annunciato che domani terrà una riunione urgente per discutere del tasso d'interesse di riferimento, in un contesto di caduta del rublo, che ha raggiunto il livello più basso rispetto all'euro e al dollaro dal marzo 2022, subito dopo l'aggressione della Russia all'Ucraina. «Martedì 15 agosto 2023 si terrà una riunione del Consiglio di amministrazione della Banca di Russia per esaminare la questione del livello dei tassi di riferimento», ha dichiarato la Bcr in una nota.

Ore 16:32 - Crollo del rublo, la banca centrale russa: Possibile aumento tasse su greggio e gas per il bilancio

La Russia potrebbe dover aumentare le tasse su petrolio e gas per ricevere più soldi dall'industria energetica, considerando che le attuali entrate di bilancio inferiori al previsto e il rischio che le entrate di petrolio e gas rimangano inferiori per anni potrebbero far deragliare i piani di bilancio fino al 2026, secondo la banca centrale russa in base a quello che riporta il sito specializzato Oilprice.com. «Uno dei fattori più importanti nella pianificazione della politica di bilancio a medio termine saranno i rischi di esaurimento della parte liquida dei fondi NWF e la stabilità dell'attuale regola di bilancio (la validità è basata su 8-8,3 trilioni di rubli nel 2023-2026 nelle entrate di base del petrolio e del gas)», ha sottolineato la Banca di Russia nelle linee guida per la politica monetaria fino al 2026, riportate dall'agenzia di stampa russa Interfax.

Ore 16:48 - Crollo rublo, oltre soglia 100 per un dollaro

Il crollo del rublo segnala le difficoltà economiche della Russia sottoposta sanzioni per la guerra in Ucraina, con le importazioni che superano le esportazioni mentre crescono i costi del conflitto. La valuta russa ha superato oggi la soglia psicologica di cento rubli per un dollaro. Questa mattina alla borsa di Mosca, ci volevano 101,01 rubli per un dollaro e 110,73 rubli per un euro, riferisce Moscow Times.

Ore 16:52 - Russia, verso lo stop alle informazioni in inglese sui mezzi pubblici

Il ministero dei Trasporti in Russia ha proposto la cancellazione della norma che impone la traduzione delle informazioni sui mezzi di trasporto pubblici anche in inglese. Il provvedimento riguarda sia le informazioni scritte che orali e cita come ragione «le numerose richieste di cittadini e soggetti della Federazione russa, dato il peso delle informazioni per i passeggeri» e la «situazione socio politica in Russia». La metropolitana di Mosca aveva già smesso di diffondere annunci in inglese nel 2021, dopo il calo dei turisti a causa della pandemia e, anche in questo caso, «per le lamentele dei passeggeri sull'eccessiva informazione».

Ore 17:05 - IL PUNTO MILITARE | Ora la Russia produce una sua versione dei droni iraniani

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I russi continuano a bombardare l’Ucraina impiegando i droni di concezione iraniana ma ora rimodellati. È avvenuto anche in queste ore a Odessa. Dettagli interessanti sull’arma sono stati diffusi da un rapporto del Conflict Armament Research (Car).

I ricercatori britannici, lavorando su rottami recuperati dalle aree del conflitto, hanno concluso che Mosca ha iniziato a produrre una propria versione dello Shahed 136, apparato venduto inizialmente da Teheran in quantità massicce. Ribattezzato Geran 2, la copia presenta punti di contatto evidenti ma anche modifiche che permetterebbero una messa a punto più veloce. I tecnici hanno introdotto parti già adottate su mezzi analoghi (ad esempio per la «navigazione»), hanno cambiato materiale, sono riusciti ad importare componenti occidentali nonostante l’embargo.

Ore 17:15 - Gli Usa annunciano un altro pacchetto di aiuti militari per l'Ucraina da 200 milioni di dollari

Il Pentagono ha annunciato oggi un nuovo pacchetto di aiuti militari da 200 milioni di dollari all'Ucraina. Si tratta della "44esima tranche di equipaggiamento fornita dell'amministrazione Biden" dall'agosto 2021, ha precisato il dipartimento della Difesa in una nota. Il nuovo pacchetto comprende "nuove munizioni per la difesa aerea, munizioni per artiglieria e carri armati, armi anticarro e altre attrezzature per aiutare l'Ucraina a contrastare la guerra di aggressione della Russia".

 Ore 17:28 - Zelensky nel Donetsk visita la 22esima brigata

«Oggi stiamo lavorando nella regione di Donetsk: ho fatto visita alla 22esima brigata meccanizzata separata, che svolge missioni di combattimento come parte del gruppo tattico Adam del gruppo operativo e tattico Soledar». Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. «Abbiamo discusso con il comandante della brigata i problemi affrontati dai combattenti e le proposte per la loro soluzione», ha aggiunto Zelensky. «Ogni giorno ricevo informazioni generali, che mi danno un'ampia comprensione della situazione, e anche questo è molto importante», ha concluso il presidente ucraino, «Ma ho voluto visitare singolarmente tutte le brigate per capire i problemi di ciascuna di esse».

Ore 17:35 - Jet britannici intercettano due bombardieri russi a nord della Scozia

Il Regno Unito ha dichiarato che i suoi aerei da combattimento Typhoon hanno intercettato oggi due bombardieri da pattugliamento marittimo russi nello spazio aereo internazionale a nord della Scozia, all'interno dell'area di polizia aerea settentrionale della Nato. Lo riporta il Guardian. «I piloti si sono lanciati con i loro jet Typhoon per intercettare due bombardieri russi a lungo raggio questa mattina, monitorandoli mentre passavano a nord delle isole Shetland, pronti a contrastare qualsiasi potenziale minaccia al territorio britannico», ha detto il ministro delle Forze armate britanniche James Heappey.

Ore 17:43 - Il ministro tedesco delle Finanze: «Aiuti economici all'Ucraina per i prossimi anni. Favorevole all'invio di missili Taurus a Kiev, ma ci sono procedure»

Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, in occasione di un incontro con il suo omologo ucraino, Serhiy Marchenko, ha garantito che «per i prossimi anni, nella nostra pianificazione di bilancio abbiamo già previsto una continuazione del sostegno all'Ucraina». Il ministero tedesco riporta inoltre su X che i due ministri hanno firmato oggi una dichiarazione d'intesa per rafforzare la «cooperazione nei settori del mercato finanziario, delle dogane e della gestione delle partecipazioni statali e delle privatizzazioni». Come riporta Tagesschau, Lindner ha sottolineato che la Germania ha già mobilitato 22 miliardi di euro per Kiev, compreso il sostegno per i rifugiati. Gli aiuti militari si attestano invece sui 12 miliardi. «Vogliamo dare il nostro contributo affinché l'Ucraina abbia un futuro prospero, soprattutto quando, si spera, la terribile guerra sarà presto vinta» da Kiev, ha aggiunto il ministro e leader dei Liberali tedeschi.

In merito al possibile invio da Berlino di missili da crociera Taurus all'esercito ucraino, Lindner ha espresso una personale «simpatia» per l'opzione, ma ha sottolineato che il governo tedesco seguirà «procedure stabilite» per questi casi: si discute con gli alleati e, poi, verrà eventualmente messo a disposizione ciò che è possibile e che non faccia diventare la Germania una «parte in causa nella guerra».

Ore 18:30 - L'ambasciatrice Usa incontra Evan Gershkovich, il reporter del Wall Street Journal detenuto in Russia

Lynne Tracy, ambasciatrice americana in Russia, ha incontrato oggi il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich detenuto nel carcere di Lefortovo a Mosca. Lo riferisce la Cnn citando la portavoce dell'ambasciata degli Stati Uniti Jenny Palmer. «L'ambasciatrice Tracy ha riferito che Evan continua ad apparire in buona salute e rimane forte, nonostante le circostanze», ha detto Palmer. È la terza volta che Tracy fa visita al giornalista in carcere da quando è stato arrestato a marzo.

Ore 18:35 - Zelensky ringrazia Biden per i nuovi aiuti militari

Il presidente ucraino Zelensky ha inviato su Twitter un messaggio di ringraziamenti per il presidente Usa Joe Biden dopo l'annuncio di un nuovo pacchetto di aiuti militari per Kiev: «Ringrazio il presidente degli Stati Uniti Joseph Biden, il Congresso Usa e il popolo americano per il nuovo pacchetto di assistenza da 200 milioni di dollari. Missili di difesa aerea, munizioni di artiglieria, sistemi di sminamento e armi anticarro aumenteranno la forza delle nostre forze di difesa. Un altro passo verso la nostra vittoria congiunta!»

Ore 18:38 - Rublo ai minimi da 16 mesi, oltre quota 100 sul dollaro: ecco perché sta crollando

(di Giuliana Ferraino) Il rublo segna il valore più basso dalle prime settimane della guerra in Ucraina, toccando i 101 rubli per dollaro, al minimo da 16 mesi. Da inizio anno la caduta della valuta russa è di oltre il 25%. Per comprare un euro servono invece e 110,73 rubli . (...)

Mosca sta cercando di far fronte ai costi sempre crescenti della guerra in Ucraina, mentre la crescita del Pil rimane stagnante, scrive l’economista Joseph Politano. Per molti versi, l’economia russa si è dimostrata più resistente del previsto, ma i civili stanno sopportando il peso della situazione finanziaria. «I costi della guerra stanno crescendo più velocemente dell’economia russa e, in assenza di cambiamenti sul campo di battaglia, è probabile che ciò richieda una significativa compressione dell’economia civile russa», osserva Politano. (...)

Ore 19:20 - La banca centrale russa: «Nei prossimi mesi l'inflazione accelererà»

L'inflazione annuale in Russia continuerà ad accelerare nei prossimi mesi. È questa la previsione è della Banca di Russia secondo la quale l'aumento dell'attività dei consumatori e la variazione dei tassi di cambio sono stati i motivi alla base dell'aumento dei prezzi. «Secondo le nostre stime, tenendo conto dell'attuale politica monetaria, l'inflazione annua sarà del 5,0-6,5% nel 2023, tornerà al 4% nel 2024 e si avvicinerà al 4% in futuro», ha affermato la banca in una nota.

Ore 19:35 - Ancora missili su Odessa

È ancora Odessa il bersaglio dei bombardamenti russi con droni e missili da crociera Kalibr. I sistemi di difesa aerea di Kiev li hanno intercettati tutti ma i detriti hanno colpito un dormitorio e provocato un incendio in un supermercato, in cui tre dei dipendenti sono rimasti feriti.

Ore 20:00 - La Russia vuole approfondire la cooperazione con gli alleati in materia di difesa

La Russia starebbe cercando di approfondire la cooperazione in materia di difesa con altri Paesi. Lo ha riportato l'agenzia di stampa Tass. Vladimir Putin ha dichiarato a un forum militare internazionale che il Paese è «aperto» a cooperare con «tutti coloro che cercano di proteggere i loro interessi nazionali e il loro percorso di sviluppo indipendente», ha riferito l'agenzia di stampa. Il forum Army-2023 comprenderà 250 eventi dedicati alla diversificazione dell'industria della difesa e allo sviluppo dell'intelligenza artificiale. Il presidente ha dichiarato che la Russia "lavorerà attivamente" sui legami esistenti e creerà nuove relazioni.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 15 agosto.

Ucraina-Russia, le notizie di martedì 15 agosto. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera martedì 15 agosto 2023.

• Il rublo russo ai minimi da 16 mesi, oltre quota 100 sul dollaro: ecco perché sta crollando.

• La Banca centrale russa alza i tassi di interesse al 12%

• Ora la Russia produce una sua versione dei droni iraniani.

• Podolyak difende la controffensiva: «I difensori ucraini affrontano il compito al 100%».

• Nel raid a Lutsk morti tre dipendenti di un’azienda svedese.

Ore 21:00 - Jet britannici intercettano due bombardieri russi a nord della Scozia

Il Regno Unito ha dichiarato che i suoi aerei da combattimento Typhoon hanno intercettato oggi due bombardieri da pattugliamento marittimo russi nello spazio aereo internazionale a nord della Scozia, all’interno dell’area di polizia aerea settentrionale della Nato. Lo riporta il Guardian. «I piloti si sono lanciati con i loro jet Typhoon per intercettare due bombardieri russi a lungo raggio questa mattina, monitorandoli mentre passavano a nord delle isole Shetland, pronti a contrastare qualsiasi potenziale minaccia al territorio britannico», ha detto il ministro delle Forze armate britanniche James Heappey.

Ore 23:37 - Rublo ai minimi da 16 mesi, oltre quota 100 sul dollaro: ecco perché sta crollando

(di Giuliana Ferraino) Il rublo segna il valore più basso dalle prime settimane della guerra in Ucraina, toccando i 101 rubli per dollaro, al minimo da 16 mesi. Da inizio anno la caduta della valuta russa è di oltre il 25%. Per comprare un euro servono invece e 110,73 rubli . (...) Mosca sta cercando di far fronte ai costi sempre crescenti della guerra in Ucraina, mentre la crescita del Pil rimane stagnante, scrive l’economista Joseph Politano. Per molti versi, l’economia russa si è dimostrata più resistente del previsto, ma i civili stanno sopportando il peso della situazione finanziaria. «I costi della guerra stanno crescendo più velocemente dell’economia russa e, in assenza di cambiamenti sul campo di battaglia, è probabile che ciò richieda una significativa compressione dell’economia civile russa», osserva Politano. (...)

Ore 00:39 - Dagli Usa a Kiev altri 200 milioni di dollari di aiuti e armi

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha voluto ringraziare con un tweet «Joe Biden, il Congresso degli Stati Uniti e il popolo americano per un nuovo pacchetto di assistenza da 200 milioni di dollari. Missili di difesa aerea, munizioni di artiglieria, sistemi di sminamento e armi anticarro aumenteranno la forza delle nostre forze di difesa. Un altro passo verso la nostra vittoria congiunta!».

Ore 00:50 - Zelensky: «Aumentare produzione e importazione di droni»

«La produzione ucraina di droni - Leleka, Fury, ecc. - così come le forniture dai partner e tutte le forme di importazione - deve crescere, e questo è uno dei compiti più importanti». Lo ha sottolineato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che oggi ha visitato le truppe impegnate nel Donetsk. «I droni sono materiali di consumo e dovrebbero essercene quanti ne servono - e ne hanno bisogno i nostri guerrieri - per salvare vite umane e garantire risultati nelle battaglie. C’è molto da fare in questo settore ed è troppo presto per dire che stiamo facendo abbastanza», ha affermato.

Ore 05:20 - Kiev, allarme missili russi su tutta l’Ucraina: attacchi da Est e Ovest

Due gruppi di missili da crociera russi hanno attaccato l’Ucraina nella notte, prima a est, poi cambiando rotta si sono diretti a ovest, in direzione di Leopoli. Lo riferisce Unian citando il canale Telegram dell’Aeronautica ucraina. «Sumy, Poltava e regioni orientali - pericolo missilistico! L’allerta aerea è relativa al lancio di missili da crociera da bombardieri strategici Tu-95MS dall’area del Mar Caspio», recitava il messaggio.

Ore 07:31 - Colpita Leopoli, almeno 3 morti

Tre persone sono state uccise nella regione di Volyn, nell’Ucraina nordoccidentale, al confine con la Polonia, in seguito agli attacchi aerei notturni lanciati dalle forze russe. Lo ha riferito il governatore della regione. «Fino ad ora, tre persone sono morte. Molti altri feriti sono in ospedale», ha detto Yuriy Poguliaiko, governatore di Volyn. I raid russi, riporta Unian, hanno colpito Lutsk, capoluogo del Volyn, e Leopoli.

Ore 08:36 - Putin invia messaggio di sostegno a Kim Jong Un

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha inviato un telegramma di auguri al leader nordcoreano, Kim Jong-un, in occasione del Giorno dell’indipendenza, sollecitando una più stretta cooperazione con il leader nordcoreano. «La prego di accettare le mie più sentite congratulazioni in occasione della Giornata della liberazione della Repubblica democratica popolare di Corea. Questa festa è un simbolo del coraggio e dell’eroismo dei soldati dell’Armata Rossa e dei patrioti coreani che hanno combattuto insieme per la liberazione del vostro Paese dal dominio coloniale giapponese», si legge nel telegramma di Putin, il cui contenuto è stato riferito dal Cremlino.

Ore 09:31 - Mosca, le risorse militari dell’Ucraina «sono quasi esaurite»

I risultati preliminari delle azioni di combattimento mostrano che le risorse militari dell’Ucraina sono quasi esaurite». Lo ha dichiarato il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, come riporta Ria Novosti.

Ore 09:45 - Putin: La Nato cerca di espandere aree di scontro con Russia

I Paesi della Nato continuano a sviluppare il loro potenziale militare e stanno cercando di portare il confronto militare nello spazio e nell’informazione, ha affermato il presidente russo Vladimir Putin. «I Paesi membri della Nato continuano a costruire e modernizzare le loro capacità offensive, tentano di trasferire il confronto militare nello spazio e nell’ambito dell’informazione, usano mezzi di pressione militari e non militari», ha detto Putin in un discorso video ai partecipanti alla Conferenza di Mosca sulla sicurezza internazionale. Allo stesso tempo, ha fatto notare che «tutto ciò sta accadendo sullo sfondo della distruzione del sistema di controllo degli armamenti».

Ore 09:46 - La Banca centrale russa alza i tassi d’interesse al 12%

All’indomani della caduta del rublo, la Banca centrale russa ha deciso di alzare il suo tasso di riferimento al 12% dall’8,5% precedente, dopo aver convocato una riunione straordinaria nella giornata di oggi, per affrontare la questione della svalutazione del rublo. «Questa decisione è stata presa per limitare i rischi per la stabilità dei prezzi», ha dichiarato la Banca centrale in un comunicato.

Ore 10:08 - Putin: «L’occidente sta cercando di infiammare ulteriormente conflitto»

«La situazione in Ucraina è un esempio della politica di gettare benzina sul fuoco da parte dell’Occidente che sta cercando di infiammare ulteriormente il conflitto in Ucraina e coinvolgervi altri stati». Ad affermarlo, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa russa «Tass», è il presidente della Federazione russa, Vladimir Putin.

Ore 12:08 - Il gruppo hacker Solntsepek avrebbe disabilitato la rete elettronica dell’intelligence del Ministro della Difesa ucraino

Con un post su Telegram, il gruppo hacker Solntsepek afferma di aver disabilitato la rete elettronica dell’intelligence del Ministero della Difesa ucraino. Secondo quanto dichiarato «tutte le apparecchiature fornite dagli alleati sono “paralizzate”».

Ore 12:30 - Papa: «Il frastuono delle armi copre i tentativi di dialogo»

«Affidiamo a Maria la supplica per la pace in Ucraina e tutte le regioni lacerate dalla guerra. Sono tante. Il frastuono delle armi copre il dialogo, il diritto della forza copre la forza del diritto, ma non lasciamoci scoraggiare. Preghiamo perché Dio, che guida la Storia, ci ascolti». Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus, e ha poi aggiunto: «Il frastuono delle armi copre i tentativi di dialogo».

Ore 12:40 - Lukashenko: «Le armi nucleari in Bielorussia come risposta ad attività Nato e Usa»

«Dispiegando armi nucleari tattiche in Bielorussia, stiamo rispondendo adeguatamente all’accelerata militarizzazione dell’Europa orientale e alla crescente attività militare degli Stati Uniti e della Nato». È quanto afferma il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko nei suoi saluti ai partecipanti all’XI Conferenza di Mosca sulla sicurezza internazionale. Lo riporta l’agenzia BelTA. «Allo stesso tempo, ciò non annulla le iniziative di pace portate avanti dalla parte bielorussa nell’interesse di riavviare il dialogo sulla sicurezza europea e globale in condizioni di parità a beneficio dell’intero pianeta, la nostra casa comune», ha aggiunto Lukashenko.

Ore 12:45 - Russia, la Banca centrale avverte: altro possibile aumento dei tassi

La Banca centrale russa ha avvertito della possibilità di un altro aumento dei tassi, dopo aver appena portato il suo tasso di riferimento dall’8,5% al 12%. «In caso di rafforzamento dei rischi d’inflazione, è possibile un ulteriore aumento del tasso di riferimento», ha affermato la Banca centrale come riportano le agenzie russe.

Ore 13:14 - Regno Unito: arrestate 3 sospette spie russe

Tre sospette spie della Russia nel Regno Unito sono state arrestate e incriminate in un’importante indagine sulla sicurezza nazionale. Lo rileva la Bbc. Si tratta di due uomini e una donna, tutti cittadini bulgari, che sono stati fermati a febbraio e si trovano da allora in custodia cautelare. L’accusa mossa contro di loro è che lavorassero per i servizi di sicurezza russi. I tre erano in possesso di passaporti, carte d’identità e altri documenti falsi di Regno Unito, Bulgaria, Francia, Italia, Spagna, Croazia, Slovenia, Grecia e Repubblica Ceca. Orlin Roussev, 45 anni, Bizer Dzhambazov, 41 anni, e Katrin Ivanova, 31 anni, vivevano nel Regno Unito da anni.

Ore 14:29 - Governatore russo: «Sventata infiltrazione sabotatori di Kiev»

Il governatore della regione russa di Briansk, vicino al villaggio di Kurkovichi, a 3,2 km dal confine fammelcon l’Ucraina, ha reso noto che forze russe hanno sventato il tentativo di infiltrazione di «sabotatori» armati ucraini. In un messaggio pubblicato su Telegram il governatore Alexander Bogomaz spiega che il tentativo è avvenuto nei pressi di Kurkovichi.

Ore 14:48 - Nei raid a Lutsk morti 3 dipendenti di un’azienda svedese

La casa svedese di cuscinetti a sfera, Skf, ha reso noto che tre dipendenti sono stati uccisi nella sua fabbrica nella città di Lutsk, nell’Ucraina occidentale, dopo un attacco nella notte. «Possiamo confermare che ieri sera c’è stato un attacco nella città di Lutsk in Ucraina, dove abbiamo una fabbrica che è stata colpita dall’attacco. Siamo molto tristi di poter anche confermare che tre dei nostri dipendenti sono morti in questo attacco», ha dichiarato Carl Bjernstam, portavoce della Skf.

Ore 15:19 - Kiev: «35 Paesi pronti a boicottare con noi Olimpiadi se ci sono Russia e Bielorussia»

«Stati coperti dal sangue degli ucraini non possono partecipare alle Olimpiadi». Così su Telegram il premier ucraino Denys Shmyhal è tornato a minacciare un boicottaggio delle Olimpiadi di Parigi del 2024 se verrà permesso ad atleti russi e bielorussi di partecipare. Il premier ha spiegato che vi sono altri 25 Paesi pronti ad unirsi al boicottaggio per «uno sport equo», senza però specificare quali siano. Ed ha concluso sottolineando che si aspetta che il comitato olimpico internazionale prenda «la decisione corretta» a riguardo.

Ore 15:24 - Kiev: «35 Paesi pronti a boicottare con noi Olimpiadi se ci sono Russia e Bielorussia»

«Stati coperti dal sangue degli ucraini non possono partecipare alle Olimpiadi». Così su Telegram il premier ucraino Denys Shmyhal è tornato a minacciare un boicottaggio delle Olimpiadi di Parigi del 2024 se verrà permesso ad atleti russi e bielorussi di partecipare. Il premier ha spiegato che vi sono altri 25 Paesi pronti ad unirsi al boicottaggio per «uno sport equo», senza però specificare quali siano. Ed ha concluso sottolineando che si aspetta che il comitato olimpico internazionale prenda «la decisione corretta» a riguardo.

Ore 16:12 - Zelensky visita le truppe sul fronte sud a Zaporizhzhia

Volodymyr Zelensky ha fatto visita alle truppe ucraine lungo la linea del fronte meridionale nella regione di Zaporizhzhia. «Durante un viaggio nella regione di Zaporizhzhia, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha visitato i luoghi delle brigate che stanno conducendo operazioni offensive nel settore di Melitopol», ha reso noto la presidenza ucraina.

Ore 17:02 - La Russia lancia il rublo digitale, obiettivo aggirare le sanzioni

La Russia ha avviato la fase di prova di un rublo digitale basato sulla tecnologia blockchain nella speranza di limitare l’impatto delle sanzioni internazionali. «Vtb è diventata la prima banca a testare con successo transazioni con rubli digitali nella sua applicazione mobile», ha affermato la seconda banca più grande della Russia in una nota. In totale, anche altre dodici banche e 600 persone sono interessate da questa «fase di prova», dettagliata la scorsa settimana dalla Banca centrale russa (Bcr). In questa fase potranno effettuare pagamenti presso 30 punti vendita dislocati in 11 città del Paese. Alla fine, «le operazioni saranno gratuite per i cittadini e con una commissione minima per le imprese», ha sostenuto la Bcr. Obiettivo dichiarato di Mosca: rendere più ermetico il proprio sistema finanziario e limitare l’impatto delle restrizioni internazionali.

Ore 17:42 - I tre «bulgari» che da Londra spiavano per conto della Russia

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Due uomini e una donna, in apparenza bulgari, arrestati con l’accusa di essere spie dei russi. Un trio di illegali bene inseriti in Gran Bretagna smascherato in febbraio dopo un’indagine dell’antiterrorismo. È l’ultima bandierina rossa sulla mappa d’Europa a segnalare l’intensa azione clandestina di Mosca.

Ore 18:08 - Kostyuchenko: «Hanno tentato avvelenarmi ma voglio vivere»

«Voglio vivere. È per questo che sto scrivendo questo articolo». Inizia così il lungo, drammatico racconto di Elena Kostyuchenko, giornalista russa della Novaya Gazeta, il giornale indipendente che fu di Anna Politkovskaja, chiuso dalle autorità russe nel marzo del 2022. La cronista, in un articolo pubblicato dal sito Meduza, racconta delle minacce di morte subite e del probabile tentativo di avvelenamento avvenuto in Germania che avrebbe potuto costarle la vita. La vicenda inizia all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina, nel febbraio del 2022. La giornalista, che lavora alla Novaya Gazeta da 17 anni, viene inviata al fronte. Attraversa la frontiera polacco-ucraina la notte del 26 febbraio e invia i suoi reportage dal confine, da Odessa, da Nikolaev e da Kherson. Il 28 marzo è a Zaporizhzhia quando viene a sapere che le autorità di Mosca hanno deciso di chiudere il suo giornale, ma decide di partire lo stesso per Mariupol. Poche ore dopo però arriva una telefonata dal suo caporedattore che l’avverte: «i ceceni di Kadyrov ti stanno cercando per ucciderti». La notizia viene confermata da una sua fonte di intelligence. «Abbiamo informazioni che l’omicidio di un giornalista della Novaya Gazeta è in preparazione in Ucraina». L’ordine della redazione è perentorio: «Devi lasciare l’Ucraina». Kostyuchenko prova a fare resistenza, ma poi cede e decide di tornare a casa, in Russia. Ma i colleghi la fermano. «La sera del 28 aprile Dmitri Muratov (direttore di Novaja Gazeta e vincitore del Premio Nobel per la pace nel 2021 n.d.r) mi ha chiamato, parlava molto piano. Mi ha detto: `So che vuoi andare a casa, ma non puoi tornare in Russia, verrai uccisa´. Ho riattaccato il telefono e ho iniziato a urlare. Mi sono fermata sulla strada e ho urlato», racconta la giornalista.

Ore 18:15 - Russia, 35 morti e 80 feriti a causa di un’esplosione di una stazione di servizio in Daghestan

È di 35 morti e 80 feriti, il bilancio per l’esplosione in una stazione di servizio a Makhachkala, nella regione russa del Daghestan. Lo riporta la Tass. «Attualmente, 62 persone, tra cui 16 bambini, sono sottoposte a cure ospedaliere: la condizione di 11 persone, tra cui 2 bambini, è valutata grave. Altre diciotto persone sono state curate in regime ambulatoriale», si legge in un comunicato del ministero della Salute russo, aggiungendo che un totale di 115 persone sono state colpite dall’incidente, 35 delle quali hanno perso la vita. Secondo il ministero della Sanità regionale del Daghestan, ci sono ancora corpi di vittime che non sono ancora stati identificati. L’esplosione è avvenuta lunedì sera di fronte a una stazione di rifornimento di benzina per automobili in un sobborgo di Makhachkala. Il comitato investigativo russo sta indagando sull’accaduto e ha avviato un procedimento penale. Il presidente russo Vladimir Putin ha espresso le sue condoglianze ai familiari delle vittime, e nella regione del Daghestan è stato dichiarato un giorno di lutto.

Ore 18:29 - Nato: «Kiev potrebbe aderire cedendo parte dei suoi territori alla Russia»

Il Capo di Stato Maggiore della Nato, Stefan Jenssen, ha suggerito che all’Ucraina potrebbe essere concessa l’adesione all’Alleanza in cambio della cessione di parte del suo territorio alla Russia. Secondo Jenssen, questo potrebbe portare alla fine della guerra in Ucraina. Lo scrive il quotidiano norvegese VG, come riporta Unian. «Penso che la soluzione potrebbe essere che l’Ucraina ceda il suo territorio e ottenga in cambio l’adesione alla Nato», ha detto Jenssen, «non sto dicendo che questo debba essere il caso. Ma potrebbe essere una soluzione possibile».

Ore 18:38 - Yermak: «Zelensky ha avuto una discussione franca con i soldati al fronte»

Yermak, il capo dell’ufficio del presidente ucraino, ha detto che lui e Volodymyr Zelenskiy hanno avuto una discussione «franca» sulla situazione al fronte durante la visita di oggi alle truppe nel sud del Paese. «Insieme con il presidente e la squadra abbiamo incontrato oggi i nostri militari - ha scritto su Twitter - abbiamo avuto una discussione franca sulla situazione al fronte, sulle necessità e gli attuali problemi dei nostri eroi».

Ore 18:41 - Due morti e cinque feriti ucraini a causa di attacchi russi nel Donetsk

Le truppe russe hanno attaccato oggi due distretti nella regione ucraina di Donetsk con bombe aeree e artiglieria, provocando due morti e cinque feriti. Lo ha reso noto l’ufficio del procuratore regionale in un aggiornamento su Facebook. «Il 15 agosto 2023, le truppe russe hanno colpito gli insediamenti nei distretti di Kramatorsk e Bakhmut», si legge nel messaggio: «Intorno alle 08:30 gli occupanti hanno attaccato il villaggio della città settentrionale di Toretska con l’uso di bombe aeree FAB-250, a seguito delle quali sono rimasti feriti due residenti locali: un uomo di 52 anni che si trovava nel cortile di una casa e il suo vicino di 78 anni. Poche ore dopo, i russi hanno sparato con l’artiglieria contro la città di Siversk e il villaggio di Yampoli. Due uomini, di 45 e 70 anni, sono morti quando i proiettili hanno colpito le loro case. Inoltre, tre donne sono rimaste ferite», continua l’aggiornamento.

Ore 18:46 - Podolyak risponde a Jenssen: «Ridicolo scambiare territori per aderire alla Nato»

«Scambiare un territorio per un ombrello della Nato? È ridicolo». È quanto scrive in un tweet il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, commentando le parole del capo di Stato Maggiore della Nato, Stefan Jenssen, secondo cui all’Ucraina potrebbe essere concessa l’adesione all’Alleanza in cambio della cessione di parte del suo territorio alla Russia.

«Ciò significa scegliere deliberatamente la sconfitta della democrazia», aggiunge Podolyak, «incoraggiare un criminale globale, preservare il regime russo, distruggere il diritto internazionale e trasmettere la guerra ad altre generazioni». «I tentativi di preservare l’ordine mondiale e di stabilire una `cattiva pace´ attraverso, siamo onesti, il trionfo di Putin non porteranno pace al mondo, ma disonore e guerra», ha sottolineato il consigliere ucraino.

Ore 18:58 - Usa: «L'accordo sulla difesa Russia-Corea del Nord violerebbe le risoluzioni dell'Onu»

La Russia violerebbe le risoluzioni delle Nazioni Unite se raggiungesse un accordo sulle armi con la Corea del Nord. Lo ha affermato il Dipartimento di Stato Usa, dopo che Mosca e Pyongyang hanno invocato una maggiore cooperazione in materia di difesa. «Qualsiasi tipo di cooperazione per la sicurezza o accordo sulle armi tra la Corea del Nord e la Russia violerebbe certamente una serie di risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite», ha detto ai giornalisti il portavoce del Dipartimento di Stato Vedant Patel.

Ore 19:28 - Jenssen (Nato): «Ora è piuttosto una questione di cosa l'Ucraina riuscirà a riprendersi»

«C'è un movimento significativo nella questione della futura adesione alla Nato per l'Ucraina. È nell'interesse di tutti che la guerra non si ripeta, ha detto Jenssen. «La Russia sta lottando enormemente militarmente e sembra irrealistico che possano conquistare nuovi territori. Ora è piuttosto una questione di cosa l'Ucraina riuscirà a riprendersi», ha aggiunto. A una domanda di Vg se è opinione della Nato che l'Ucraina debba cedere territori per raggiungere la pace con la Russia e la futura adesione alla Nato, Jenssen ha sottolineato che la discussione sul possibile status dopo la guerra è già in corso, e che la questione di una cessione del territorio alla Russia è stata posta da altri. «Non sto dicendo che debba essere così. Ma questa potrebbe essere una possibile soluzione», ha risposto Jenssen.

Ore 19:53 - «Chip e componenti stranieri nei missili russi»

I missili russi lanciati contro l'Ucraina durante la notte sono stati costruiti utilizzando chip stranieri, secondo Andriy Yermak, capo dell'ufficio del presidente dell'Ucraina. «Questa notte i russi hanno sparato contro l'Ucraina, in particolare, con missili Kh-101. Questi missili sono stati prodotti dai russi quest'anno. Ci sono circa 30 chip stranieri nel Kh-101, che sono stati prodotti ad aprile», ha scritto Yermak sul suo Telegram. «Raccogliamo informazioni, lavoriamo con i nostri partner e comunichiamo con loro regolarmente. I nostri governi partner stanno anche lavorando con produttori e fornitori di chip», ha aggiunto, sottolineando che «le sanzioni devono essere rafforzate per impedire alla Russia di ottenere componenti critici e fabbricare missili». In un altro messaggio, Yermak ha poi affermato che anche i droni utilizzati dai russi hanno elementi stranieri al loro interno: «sappiamo che l'Uav Lancet contiene almeno 19 componenti elettronici stranieri, compresi quelli occidentali. C'è molto anche nell'Uav «Orlan». Insieme ai governi partner, stiamo già lavorando e intensificheremo il nostro lavoro sui produttori di componenti e sulle aziende che li forniscono aggirando le restrizioni delle sanzioni».

Ore 20:00 - Nikolenko (Ucraina): «Inaccettabile l'idea di cedere dei territori per aderire alla Nato»

«I discorsi sull'adesione dell'Ucraina alla Nato in cambio dell'abbandono di alcuni territori ucraini sono del tutto inaccettabili». Ad affermarlo su Facebook è il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, commentando le parole dell'alto funzionario della Nato Stian Jenssen secondo cui per un'adesione di Kiev all'Alleanza «una soluzione» potrebbe essere cedere territori occupati alla Russia. «Abbiamo sempre pensato che l'Alleanza, proprio come l'Ucraina, non commerci sui suoi territori», ha aggiunto. «Consapevole o inconsapevole, il coinvolgimento dei funzionari della Nato nel formare una narrazione sulla possibilità del ritiro dell'Ucraina dai suoi territori fa il gioco della Russia», ha sottolineato. «È invece a beneficio della sicurezza euro-atlantica discutere i modi per accelerare la vittoria dell'Ucraina e ottenere la piena adesione alla Nato».

Ore 21:13 - La Lettonia aumenta i controlli al confine con la Bielorussia

La ministra della Difesa lettone, Inara Murniece, ha ordinato oggi alla Guardia di frontiera di rafforzare la sorveglianza sul confine tra Lettonia e Bielorussia e inviare truppe aggiuntive per far fronte all'aumentata minaccia di attacchi ibridi guidati da Minsk. La decisione è stata presa in conseguenza del repentino aumento del flusso migratorio clandestino in arrivo dal Paese vicino. Dopo un periodo di relativa calma, nelle ultime 24 ore i respingimenti sono stati 96. Nel corso di quest'anno, i respingimenti effettuati dalla Lettonia al confine con la Bielorussia hanno raggiunti la cifra complessiva di 5.800.

Ore 21:32 - Stoccolma annuncia un nuovo pacchetto di aiuti per l'Ucraina

Il governo svedese ha pianificato l'invio di un nuovo pacchetto di sostegno all'Ucraina del valore complessivo di 3,4 miliardi di corone svedesi, equivalente a quasi 287 milioni di euro. La decisione è stata annunciata nel pomeriggio dal ministro della Difesa svedese, Pal Johnson. «Gli ucraini ci hanno segnalato che hanno un bisogno estremamente urgente di un nuovo pacchetto di assistenza, soprattutto in termini di munizioni e parti di ricambio», ha dichiarato il ministro, come riferito dall'agenzia di stampa Tt. Tale pacchetto comprenderebbe, tra le altre cose, armamenti, parti di ricambio e dispositivi per operazioni di sminamento. Per approvare questa misura, sia la commissione Finanze che il parlamento si riuniranno in seduta straordinaria nell'arco della settimana. Con questo nuovo intervento, che rappresenta il tredicesimo dallo scoppio del conflitto, il totale del supporto fornito dalla Svezia all'Ucraina ammonterà a oltre 20 miliardi di corone svedesi, quasi 1,7 miliardi di euro. «Inevitabilmente, ci sono dei limiti alle risorse della Svezia e ci stiamo assumendo una grande responsabilità», ha inoltre affermato il ministro Johnson, sottolineando che le decisioni riguardanti i nuovi pacchetti di sostegno vengono sempre prese in stretta collaborazione con le forze armate.

Ore 21:52 - «La Russia non ha ancora spostato le truppe al confine con la Finlandia»

La Russia non ha ancora spostato truppe al confine con la Finlandia, come aveva minacciato nei mesi scorsi alla luce dell'adesione del Paese nordico alla Nato. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri finlandese, Elina Valtonen, ricordando che Mosca «aveva annunciato riforme militari e la creazione di nuove unità nel nord-ovest della Russia già lo scorso dicembre, riferendosi all'espansione della presenza dell'Alleanza atlantica». «Questi sforzi non sembrano essere progrediti molto rapidamente, le risorse russe sembrano essere impegnate altrove al momento», ha aggiunto Valtonen, riferendosi all'Ucraina. «La situazione al confine orientale è calma».

Ore 22:11 - L'India esclude l'Ucraina dai Paesi invitati al G20, ma chiama la Russia

L'India ha scelto di non invitare l'Ucraina al vertice del G20 del prossimo mese. Lo riporta Sky News, aggiungendo che la Russia è stata invece invitata nonostante gli appelli a espellerla dal gruppo. Un elenco formale degli invitati pubblicato sul sito del G20 mostra che sono stati invitati 8 Stati non membri: Bangladesh, Egitto, Mauritius, Paesi Bassi, Nigeria, Oman, Singapore ed Emirati Arabi Uniti. Ãê prevista anche la Spagna tra i non membri, come invitato permanente. Spetta al Paese ospitante decidere quali non membri invitare ogni anno. Kiev era stata invitata al summit in Indonesia nel 2022 e al G7 in Giappone a inizio anno.

Ore 22:29 - Nato: «La nostra posizione non è cambiata, continueremo a sostenere l'Ucraina. Sarà Kiev a decidere come raggiungere la pace»

La Nato ha ribadito il suo sostegno a favore dell'integrità territoriale dell'Ucraina dopo che le parole di Stian Jenssen, capo di gabinetto del segretario generale Jens Stoltenberg, sull'ipotesi di cessione di territori in cambio dell'adesione all'Alleanza atlantica hanno scatenato la dura reazione di Kiev.

«Continueremo a sostenere l'Ucraina per tutto il tempo necessario e ci impegniamo a raggiungere una pace giusta e duratura. La posizione dell'Alleanza è chiara e non è cambiata», ha sottolineato un portavoce della Nato all'emittente statale ucraina Suspilne.

Il portavoce ha anche sottolineato che dovrebbe essere Kiev a decidere quando e a quali condizioni raggiungere la pace.

Sgarbo diplomatico. L’India ha escluso l’Ucraina dal G20 (ma invita la Russia). Linkiesta il 16 Agosto 2023

Kyjiv aveva partecipato al forum delle venti economie avanzate che si era tenuto in Indonesia nel 2022 e nel G7 in Giappone a maggio. Ma non compare nella lista degli otto Stati non membri invitati

Nella logica dei vertici internazionali ogni invito è un passo ponderato, un’opera diplomatica tessuta con cura. Per questo sorprende la decisione dell’India di non invitare l’Ucraina al prossimo vertice del G20 che si terrà a Nuova Delhi, e di includere tra i partecipanti la Russia. Come riportato da Sky News, nel sito del forum internazionale che dal 1999 riunisce i leader delle venti economie avanzate ed emergenti del mondo, compaiono solo otto Stati non membri: Bangladesh, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Mauritius, Nigeria, Paesi Bassi, Oman, Singapore. In qualità di paese ospitante l’India ha il potere di invitare una ristretta cerchia di paesi

All’elenco si aggiunge tradizionalmente anche la Spagna che fin dall’inizio viene regolarmente invitata a partecipare alle riunioni come rappresentante degli interessi dell’Unione Europea, per contribuire alle discussioni sulle questioni economiche e finanziarie globali, sebbene non faccia parte dei membri ufficiali del G20.

L’Ucraina era stata invitata al G20 che si era tenuto in Indonesia del 2022 e al G7 in Giappone di maggio. Questa esclusione potrebbe essere letta come un messaggio diplomatico di disinteresse verso il destino di Kyjiv, ancora alle prese con l’invasione russa.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 16 agosto.

Le notizie sulla guerra in Ucraina del 16 agosto. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera mercoledì 16 agosto 2023.

Le notizie sul conflitto in Ucraina di mercoledì 16 agosto. Kiev: «Messe fuori combattimento 5 navi d’assalto russe»

• L'India esclude l'Ucraina dai Paesi invitati al prossimo G20, la Russia ci sarà.

• Jenssen: «L'Ucraina potrebbe aderire alla Nato cedendo parte dei suoi territori alla Russia». La replica di Kiev: «Ridicolo».

• Il rublo russo ai minimi da 16 mesi, oltre quota 100 sul dollaro: ecco perché sta crollando.

• La Banca centrale russa alza i tassi di interesse al 12%.

• Ora la Russia produce una sua versione dei droni iraniani.

• Nel raid a Lutsk morti tre dipendenti di un’azienda svedese.

Ore 02:08 - Palestinese di una famiglia influente di Gaza ucciso in combattimento contro gli ucraini

Rami al-Farra, membro dell’influente famiglia palestinese al-Farra della Striscia di Gaza, è stato ucciso mentre combatteva per la Russia nella guerra contro l’Ucraina. Lo ha reso noto Radio Free Europe/Radio Liberty in un’inchiesta diffusa il 15 agosto.

Ore 02:16 - Consegnato a Kiev carico di aiuti umanitari da Israele

Un carico umanitario israeliano di medicinali per le necessità del ministero della Salute ucraino è stato consegnato ieri a Kiev. Lo ha reso noto l’ambasciatore israeliano in Ucraina, Mikhail Brodsky. «Israele ha consegnato diverse tonnellate di medicinali al ministero della Sanità ucraino. La cerimonia si è svolta a Kiev con la partecipazione del viceambasciatore israeliano Liron Finkelstein e di funzionari ucraini», ha scritto il diplomatico su Telegram.

Ore 02:18 - Kiev: fallito il tentativo russo di riconquistare posizioni nel Donetsk

L’esercito russo ha tentato senza successo di riconquistare le posizioni perdute vicino al villaggio di Urozhaine, nell’oblast di Donetsk, secondo quanto riferito dallo Stato maggiore delle forze armate ucraine il 15 agosto.

Ore 02:21 - Droni russi attaccano il porto fluviale di Izmail

L’aeronautica militare ucraina ha dichiarato ieri sera che un folto gruppo di droni dell’esercito russo è entrato nella zona della foce del fiume Danubio e si è diretto verso il porto fluviale di Izmail, vicino al confine con la Romania. L’infrastruttura portuale di Izmail è cruciale in particolare per le esportazioni di grano di Kiev. Un attacco russo a questo porto ha fatto aumentare i prezzi alimentari globali all’inizio di agosto.

Ore 03:40 - Praga congela beni russi per quasi 350 milioni di euro

Praga ha congelato 347,36 milioni di euro di beni russi sanzionati. Lo ha annunciato l’ambasciatore della Repubblica Ceca in Ucraina, Radek Matula. Matula ha sottolineato che le forze dell’ordine ceche stanno monitorando attivamente le informazioni sui russi sanzionati e ha ribadito il sostegno di Praga all’integrazione ucraina nell’Ue e nella Nato.

Ore 06:03 - Mosca: abbattuti tre droni ucraini nella regione russa di Kaluga

Le difese missilistiche russe hanno abbattuto tre droni ucraini che tentavano di attaccare obiettivi nella regione di Kaluga, che confina con quella di Mosca: lo afferma oggi il ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia Tass. «Intorno alle 5 il tentativo del governo di Kiev di utilizzare tre veicoli aerei senza equipaggio per un attacco terroristico alle strutture nella regione di Kaluga è stato sventato: le difese missilistiche russe hanno prontamente rilevato e distrutto tutti i droni», ha affermato il dicastero specificando che non si registrano danni o vittime

Ore 07:17 - L'India esclude l'Ucraina dai Paesi invitati al G20, ma chiama la Russia

L'India ha scelto di non invitare l'Ucraina al vertice del G20 del prossimo mese. Lo riporta Sky News, aggiungendo che la Russia è stata invece invitata nonostante gli appelli a espellerla dal gruppo. Un elenco formale degli invitati pubblicato sul sito del G20 mostra che sono stati invitati 8 Stati non membri: Bangladesh, Egitto, Mauritius, Paesi Bassi, Nigeria, Oman, Singapore ed Emirati Arabi Uniti. Ãê prevista anche la Spagna tra i non membri, come invitato permanente. Spetta al Paese ospitante decidere quali non membri invitare ogni anno. Kiev era stata invitata al summit in Indonesia nel 2022 e al G7 in Giappone a inizio anno.

Ore 08:13 - Kiev rivendica attacchi al ponte di Crimea

Il Servizio di sicurezza civile ucraino (Sbu) ha confermato per la prima volta la responsabilità degli attacchi dello scorso ottobre e del mese scorso al ponte di Crimea. La Cnn ha ottenuto in esclusiva dalla Sbu i video dell’attentato di luglio in cui si vede un primo drone, imbottito con 850 kg di esplosivo, avvicinarsi al pilone colpito e un secondo drone che si dirige verso il lato ferroviario del ponte. Il capo dell’Sbu, Vasyl Maliuk, ha detto alla Cnn che l’attacco di luglio è stato realizzato con droni marini sperimentali (i `Sea Baby´) e che ne seguiranno altri. Maliuk non fornito dettagli sull’attacco dell’8 ottobre 2022.

Ore 08:26 - Kiev: «La guerra non finirà la prossima primavera»

La guerra in Ucraina non finirà tra «due-tre settimane», «entro la fine dell'anno» o «la prossima primavera»: lo afferma su Telegram la vice premier e ministra per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati, Iryna Vereshchuk. «Quanto durerà la guerra? - si chiede Vereshchuk -. Dobbiamo essere onesti. In questa guerra, il percorso verso la vittoria sarà lungo e difficile. `Due-tre settimane´, `entro la fine dell'anno´, `la prossima primavera´: Tutto questo non è vero. Dobbiamo prepararci a una lunga lotta. I cittadini e il governo, tutti devono prepararsi a una guerra lunga e difficile. Solo allora vinceremo».

Ore 08:41 - Kiev: «Liberato il villaggio di Urozhaine nel Donetsk»

Le forze ucraine hanno riconquistato il villaggio di Urozhaine nella regione di Donetsk, nell'est del Paese: lo ha annunciato la viceministra della Difesa, Hanna Malyar. «Urozhaine è stato liberato. Forza Ucraina. I nostri difensori stanno consolidando le loro posizioni. L'offensiva continua», ha scritto oggi Malyar sul suo canale su Telegram.

Ore 09:02 - Il drone ucraino usato contro il ponte di Kherch può trasportare una carica da 850 kg d'esplosivo

(Guido Olimpio) Sea baby, è il nomignolo per il drone marittimo usato dagli ucraini per attaccare in luglio il ponte di Kherch in Crimea. L’intelligence SBU ha scelto la CNN per rivelare qualche dettaglio sull’arma sviluppata subito dopo l’invasione. In grado di trasportare una carica da 850 chilogrammi d’esplosivo, rientra in un programma gestito esclusivamente dall’intelligence. E il fatto che questo aspetto sia stato sottolineato è per indicare l’importanza del sistema ma anche il lato propagandistico. Per condurre il raid, però, l’agenzia ha collaborato con la Marina, appoggio tecnico fondamentale.

Nel filmato diffuso si vede lo «scafo» avanzare rapidamente fino a centrare la grande struttura, un raid che ha causato danni importanti. Nell’intervista all’emittente Usa il capo dei servizi Vasyl Maliuk ha promesso «sorprese» per il nemico, azioni che verrebbero condotte sempre in Mar Nero. Vedremo se impiegheranno nuovi droni: durante il conflitto ne hanno testati circa sei. Kiev, pur priva di una flotta, ha continuato a sfidare il potere navale di Mosca in Mar Nero. Prima con l’affondamento dell’ammiraglia Moskva (con lancio di missili), poi con una lunga serie di incursioni affidate a barchini radiocomandati: molti hanno fallito ma in due occasioni hanno centrato una nave da sbarco e una petroliera. In un terzo episodio ha colpito, senza esplodere, un’unità militare.

Ore 09:27 - Kiev, colpiti nella notte granai in un porto di Odessa

Le forze russe hanno lanciato la notte scorsa un attacco con droni kamikaze nella regione di Odessa, nel sud dell'Ucraina, danneggiando «magazzini e granai»: lo ha reso noto il capo dell'amministrazione militare di Odessa, Oleg Kiper, come riporta Unian. «L'obiettivo principale era l'infrastruttura portuale e cerealicola nel sud della regione. Magazzini e granai sono stati danneggiati a seguito di colpi nemici su uno dei porti del Danubio - a detto Kiper -. Gli incendi risultanti sono stati rapidamente domati dai dipendenti del Servizio di emergenza statale». I droni provenivano da Primorsko-Akhtarsk, nel sud della Russia.

Ore 09:33 - Partita da Odessa la prima nave lungo il nuovo «corridoio umanitario»

La nave portacontainer Joseph Schulte, battente bandiera di Hong Kong, ha lasciato oggi il porto di Odessa diventando il primo cargo civile a utilizzare il nuovo «corridoio umanitario» annunciato nei giorni scorsi da Kiev, con l'obiettivo di facilitare le rotte marittime dopo che Mosca è uscita dall'accordo sul grano. Lo scrive su Facebook il ministro delle Infrastrutture ucraino, Oleksandr Kubrakov. «La nave portacontainer Joseph Schulte ha lasciato il porto di Odessa e si sta muovendo lungo il corridoio temporaneo stabilito per le navi civili da/per i porti marittimi ucraini del Mar Nero», ha affermato.

Ore 10:30 - Ponte di Crimea, i video degli attacchi con i droni

Ore 11:12 - Russia: «Abbattuto un drone di Kiev sulla Crimea»

Un drone ucraino è stato abbattuto dai sistemi di difesa aerea russi sul territorio della Crimea. Lo riferisce il ministero russo della Difesa, citato dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti. «Oggi, intorno alle 11, è stato sventato il tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico con un veicolo aereo senza pilota su obiettivi nel territorio della Federazione Russa», riferisce il ministero della Difesa di Mosca, precisando che il riferimento è al territorio della Crimea, che la Russia ha annesso dall’Ucraina nel 2014.

Ore 11:14 - Kiev: «Messe fuori combattimento 5 navi anfibie russe»

Le forze ucraine hanno messo fuori combattimento 5 grandi navi d’assalto anfibio russe: lo ha detto al canale Freedom il portavoce della Marina di Kiev, Dmytro Pletenchuk, come riporta Rbc-Ucraina. «Con la scusa dell’addestramento prima di un’invasione su larga scala, l’hanno rafforzata il più possibile - ha detto il portavoce riferendosi alla Flotta russa del Mar Nero -. Vi ricordo che hanno aggiunto 6 grandi navi anfibie alle 6 che già c’erano. Ma il risultato è noto: cinque di esse non sono più in servizio. Questo numero potrebbe crescere». Pletenchuk non ha specificato quando le navi d’assalto anfibio russe sono state attaccate.

Ore 12:01 - Financial Times: «Pressing Usa su Iran per fermare vendita droni a Russia»

Gli Stati Uniti stanno facendo pressioni sull’Iran affinché smetta di vendere droni alla Russia. Lo riporta il Financial Times, che cita fonti ben informate secondo le quali l’amministrazione Biden ha sollevato la questione con Teheran nel corso di colloqui indiretti in Qatar e Oman quest’anno. Le discussioni si sono svolte parallelamente ai negoziati su un accordo di scambio di prigionieri che ha portato Teheran a trasferire quattro cittadini iraniano-statunitensi dalla prigione agli arresti domiciliari la scorsa settimana, precisa il Financial Times.

Ore 12:06 - La Romania «condanna con forza» nuovi attacchi russi su Danubio

La Romania ha condannato con forza i nuovi attacchi russi alle infrastrutture portuali del Danubio, cruciali per il trasporto del grano ucraino, dopo i numerosi attacchi alle porte del Paese Nato delle ultime settimane. «Condanno fermamente i ripetuti attacchi russi contro persone innocenti e infrastrutture civili, compresi i silos di grano nei porti ucraini di Reni e Izma»l», ha scritto su X il ministro degli Esteri rumeno Luminita Odobescu. «Con queste flagranti violazioni del diritto internazionale, la Russia continua a mettere in pericolo la sicurezza alimentare e la navigazione nel Mar Nero».

Ore 12:16 - L’Estonia verso la limitazione del diritto di voto a russi e bielorussi

Il ministero della Giustizia estone ha redatto un disegno di legge che intende limitare il diritto di voto dei cittadini di Russia e Bielorussia residenti in Estonia alle elezioni amministrative del Paese baltico, Secondo quanto dichiarato nella bozza, le limitazioni, che avrebbero effetto solo temporaneo, rappresentano la risposta delle istituzioni estoni all’impossibilità di accertare le opinioni dei cittadini russi e bielorussi residenti in riferimento alla guerra in Ucraina e sono uno strumento necessario a garantire la sicurezza interna dell’Estonia. Secondo il ministero della Giustizia la misura «permette effettivamente di garantire la pace interna ed esterna nel paese, l’integrità territoriale e la sicurezza in una situazione in cui le minacce alla sicurezza mondiale sono cresciute esponenzialmente».

Ore 12:25 - Media: «Il generale Surovikin è agli arresti domiciliari»

Il generale russo Sergei Surovikin, ritenuto un alleato del capo del Gruppo Wagner in esilio Yevgeny Prigozhin, è stato rimosso dal suo ruolo di guida nella guerra di Mosca contro l’Ucraina ed è agli arresti domiciliari: lo scrive Politico, che cita blogger e i media militari russi. Il blog VChK-Ogpu, considerato vicino alle forze di sicurezza russe, ha riferito che Surovikin è ora «in una sorta di arresti domiciliari», dove non può lasciare l’appartamento in cui si trova, ma gli è stata concessa la possibilità di ricevere ospiti, tra cui diversi suoi subordinati. Surovikin, noto come `Generale Armageddon´ per le sue strategie militari aggressive in Cecenia e Siria, non si vede in pubblico dal giorno della marcia di Wagner su Mosca, a giugno, dopo che sono circolate notizie secondo cui era a conoscenza del progetto di ammutinamento di Prigozhin. «Non c’è un’indagine ufficiale, ma Surovikin ha trascorso molto tempo nel limbo rispondendo a domande scomode», ha riferito VChK-Ogpu, aggiungendo che al generale è stato consigliato di rimanere sotto il radar in modo da essere «dimenticato».

Ore 13:02 - Ministro Esteri India: «Guerra in Ucraina non è focus G20»

«Abbiamo preso la decisione» di non invitare Kiev al G20 «perché è una piattaforma focalizzata sulla crescita globale e questo deve restare al centro dell’attenzione. Il G20 non è il Consiglio di sicurezza dell’Onu, non si occupa di sicurezza». Lo ha detto il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, parlando a un gruppo ristretto di media internazionali tra cui l’ANSA. «Il primo ministro Modi ha incontrato Zelensky alla Cop26, poi al G7 a Hiroshima, e abbiamo buone e solide relazioni con l’Ucraina in campo economico, militare, tecnologico e di sicurezza alimentare», ha evidenziato il ministro.

Ore 13:33 - «Meglio la morte che la cattura»: soldato russo si fa esplodere

Un militare russo rimasto gravemente ferito sul campo di battaglia in una parte di territorio ucraino contesa fra Kiev e Mosca si è fatto saltare in aria con una granata pur di non essere catturato dalle forze armate ucraine. Le immagini dell’accaduto sono state pubblicate in un video su Telegram da `Grey Zone´ un canale Telegram considerato vicino alla Wagner. Nel filmato, presumibilmente girato dall’alto da un elicottero ucraino in prima linea, si vede il soldato sdraiato per terra mentre tiene una granata in mano prima dell’esplosione.

Ore 13:35 - Medvedev: «Abbiamo imparato a contrastare armi occidentali»

Le forze armate russe «hanno imparato a contrastare efficacemente la tecnologia occidentale», quindi «tutti i tentativi di controffensiva ucraina sono stati infruttuosi». Lo ha detto il Vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev sottolineando che comunque «la tecnologia occidentale non va sottovalutata», in quanto «ci sono sia buoni esempi che fallimenti, e questo viene verificato sul campo, durante le ostilità».

Ore 13:54 - Stoltenberg corregge il tiro sulle dichiarazioni di Jenssen e l’adesione dell’Ucraina alla Nato

«La mia affermazione faceva parte di una discussione più ampia sui possibili scenari futuri in Ucraina, e non avrei dovuto dirlo in quel modo. È stato un errore». Così alla norvegese VG Stian Jenssen, il capo dello staff di Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, dopo lo scandalo destato da alcune sue affermazioni in merito all’Ucraina e al futuro di alcuni suoi territori. «La situazione militare sul terreno, sul territorio, chi controlla cosa, sarà assolutamente centrale, e avrà necessariamente un’influenza determinante su come un possibile esito di questa la guerra starà attenta. Proprio per questo motivo, è di fondamentale importanza sostenere gli ucraini con ciò di cui hanno bisogno», afferma ora Jenssen. Da Arendal, in un dibattito (con Janne Matlary Haaland e Karsten Friis) Jenssen aveva parlato del futuro dell’Ucraina nella Nato suggerendo - secondo la stessa Vg - che l’Ucraina potrebbe ottenere l’adesione alla Nato in cambio della cessione di alcuni territori alla Russia, e che questo potrebbe essere un compromesso per alla fine della guerra in Ucraina.

«Penso che una soluzione potrebbe essere che l’Ucraina ceda il proprio territorio e ottenga in cambio l’adesione alla NATO», aveva detto Jenssen secondo quanto riportato da Vg. La dichiarazione aveva fatto il giro del mondo e mandato Kiev su tutte le furie. La rettifica è stata consegnata anche a un altro media norvegese NRK: «uscita male. Non la metterei così. La mia principale preoccupazione è che quando questa guerra finisca, l’Ucraina ottenga alcune garanzie per la sua sicurezza futura», dice Jenssen. In passato Stoltenberg non è mai stato disposto a discutere le possibili soluzioni per l’Ucraina dopo l’invasione della Russia. Il Segretario generale ha costantemente affermato che spetta all’Ucraina decidere sia i tempi che i termini per qualsiasi negoziato con la Russia per porre fine all’occupazione.

Ore 13:57 - Russia, pronta una legge contro le notizie sul dispiegamento delle truppe

Il Senato russo sta mettendo a punto una proposta di legge per impedire la diffusione sui media di notizie, foto e video che permettano di identificare la posizione delle unità militari e valutare i danni a loro inflitti, oltre che i bombardamenti con i droni sul territorio russo e i sistemi di difesa. Le uniche eccezioni previste riguarderebbero i casi in cui tali informazioni sono fornite dal Ministero della Difesa. Lo ha detto all’agenzia Tass Andrei Klishas, capo del commissione del Consiglio della Federazione (il Senato russo) per la legislazione costituzionale. Le nuove normative, che dovrebbero essere introdotte ad integrazione del Codice per i reati amministrativi e il Codice penale, prevedono per i trasgressori multe fino a 500.000 rubli (5.000 euro) e fino a tre anni di reclusione per i casi di recidiva. Sabato scorso, dopo un attacco missilistico ucraino sventato al Ponte di Crimea, sui social media sono circolati diversi video di utenti dove venivano mostrate le postazioni della difesa aerea russa che sparavano contro i vettori.

Ore 14:02 - Podolyak: «Stop alle comunicazioni dirette con la leadership russa»

«Per accelerare una fine equa della guerra» bisognerebbe rifiutare «qualsiasi comunicazione diretta» con la leadership della Russia. Lo afferma Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un post sulla piattaforma X, precedentemente nota come Twitter. Podolyak non precisa chi dovrebbe seguire quest’indicazione, se l’Ucraina, gli alleati di Kiev o entrambi.

Ore 14:20 - Russia, Putin discuterà di nuovi controlli valutari per fermare la caduta del rublo

Il presidente russo Vladimir Putin discuterà oggi con il ministero delle Finanze di Mosca la possibilità di introdurre nuovi controlli valutari per fermare la caduta del rublo, dopo che il rialzo di 3,5% punti base del tasso d'interesse della Banca di Russia non sembra aver sortito gli effetti desiderati. Lo scrive il Financial Times citando due persone vicine al dossier. Il ministero dovrebbe proporre di richiedere agli esportatori di convertire in rubli parte dei ricavi in valuta estera depositati fuori dalla Russia. Il Cremlino e il ministero, interpellati dal Ft, non hanno commentato. Il rublo si rafforza sul dollaro oggi e si scambia 95,9435 rubli per dollari dopo aver toccato un minimo oltre 100 rubli lunedì. Ieri la banca centrale in una riunione d'emergenza del consiglio direttivo ha aumentato i tassi al 12%.

Ore 14:21 - Kiev, un terzo del bilancio nazionale per pagare le spese militari

I pagamenti in contanti al personale militare sono stati la più grande voce di spesa del fondo generale del bilancio statale dell'Ucraina nei primi sette mesi del 2023. L'ammontare è di quasi 520 miliardi di Grivna, circa 13 miliardi di euro, ovvero un terzo di tutte le spese. Lo riferisce RBC-UKraine facendo riferimento al servizio stampa del Ministero delle finanze dell'Ucraina.

Ore 14:30 - Russia: «4 sabotatori di Kiev uccisi nella regione del Bryansk»

Un «tentativo di infiltrazione» nella regione russa di Bryansk da parte di un «gruppo ucraino di sabotaggio e ricognizione è stato sventato». Quattro persone sono state uccise. Lo riporta Ria Novosti citando un comunicato dei Servizi di sicurezza di Mosca. Sul luogo - viene spiegato - sono stati trovati «armi straniere, ordigni esplosivi e anche droni con simboli russi». Questo, secondo l'Fsb, «suggerisce la preparazione di azioni di sabotaggio sul territorio russo».

Ore 14:52 - Kiev: «I russi non vogliono far saltare in aria la centrale di Zaporizhzhia»

L'Intelligence ucraina ha smentito le voci secondo cui la Russia sarebbe intenzionata a far saltare in aria la centrale nucleare di Zaporizhzhia affermando che al momento le probabilità di «provocazioni» presso la centrale sono «minime». Lo riporta Unian. Secondo Kiev queste voci tendono solamente a «creare il panico tra la popolazione ucraina» ma al momento «non c'è motivo di preoccuparsi».

Ore 15:08 - Bucarest condanna gli attacchi russi ai porti del Danubio

Il governo rumeno ha condannato i nuovi attacchi russi, questa mattina, contro i porti ucraini alla foce del Danubio, vicino ai confini. «Condanno con decisione gli attacchi russi contro persone innocenti, infrastrutture civili, inclusi i silos del grano nei porti di Reni e Ismail», ha dichiarato la ministra degli esteri rumena Luminita Odobescu. «Con queste flagranti violazioni del diritto internazionale, la Russia continua a mettere a rischio la sicurezza alimentare e la sicurezza della navigazione nel Mar Nero», ha aggiunto.

Ore 15:13 - La missione spaziale russa è entrata nell'orbita lunare

La missione russa Luna 25 è entrata nell'orbita lunare. Lo conferma l'agenzia spaziale russa Roscosmos nel suo profilo Telegram. La manovra è riuscita grazie a due accensioni dei motori del veicolo, lanciato il 10 agosto e il cui arrivo al Polo Sud lunare è previsto il 21 agosto. «Per la prima volta nella storia moderna della Russia, una stazione automatica, alle 12:03 ora di Mosca, è arrivata nell'orbita della Luna!», scrive Roscosmos.

Ore 15:38 - La Russia non rinnova il visto a una giornalista olandese

Le autorità russe hanno rifiutato di rinnovare il visto a una giornalista olandese, Eva Hartog, del settimanale De Groene Amsterdammer e collaboratrice di Politico Europe, dandole sei giorni di tempo per lasciare il Paese. Lo ha reso noto la stessa Hartog in un articolo per Groene Amsterdammer, citato dal Moscow Times e da Radio Free Europe. Eva Hartog, 35 anni, ha origini russe, lavorava a Mosca da dieci anni ed è stata anche direttrice del Moscow Times. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha detto all'agenzia Tass che la Hartog era accreditata come giornalista del De Gruene Amsterdammer, non di Politico, e nel corso del 2022 ha pubblicato solo cinque articoli, ciò che «non può che sollevare interrogativi sui reali obiettivi delle sue attività». «Nel marzo dello scorso anno dichiarando in un suo articolo il suo desiderio di `andare ovunque, lontano dalla Russia´, Hartog ha lasciato il nostro Paese ed è stata assente fino alla fine del 2022», ha aggiunto Zakharova.

Ore 16:22 - Russia: «4 sabotatori ucraini uccisi nella regione di Bryansk»

La Russia afferma di aver sventato quello che viene descritto come un tentativo di incursione di «sabotatori» ucraini nella regione russa di Bryansk, al confine con l’Ucraina. Secondo l’Fsb, un gruppo armato ucraino avrebbe cercato di entrare in territorio russo e quattro presunti «sabotatori» sono stati uccisi in scontri nella zona di Starodubsky. Stando ai media russi sono stati sequestrati armi ed esplosivi, così come droni che i presunti assalitori avrebbero voluto far passare per russi in una «provocazione» futura. Ieri il governatore di Bryansk, Alexander Bogomaz, aveva denunciato fatti simili nei pressi della località di Kurkovichi.

Ore 17:15 - Screditato o in attesa del ripescaggio: i dubbi sulle sorti di Surovikin, a cui l’Armata deve molto

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Se l’offensiva ucraina ha faticato ad avanzare è anche merito delle difese messe in atto da Sergei Surovikin. Eppure resta l’incertezza sulla sorte dell’alto ufficiale: notizie rilanciano l’ipotesi che sia ancora in residenza sorvegliata perché sospettato di legame con la Wagner.

 L’ultima apparizione nota di questa figura importante risale alle fasi drammatiche della rivolta dei miliziani quando in un video ha denunciato l’insubordinazione definendola una pugnalata alle spalle. Una presa di posizione che sembrava collocarlo nel campo lealista ma che non aveva convinto del tutto gli osservatori.

Ore 17:22 - La Wagner registrata ufficialmente in Bielorussia: la sua attività classificata come «istruzione»

La Wagner di Yevgeny Prigozhin è stata registrata legalmente in Bielorussia, dove la sua attività è stata classificata come «istruzione». Lo riferisce l’agenzia russa Ria Novosti citando il registro delle entità legali e degli imprenditori del Paese. La compagnia militare privata russa di Yevgeny Prigozhin è stata registrata dal Comitato esecutivo del distretto di Osipovichi. La sua attività è classificata tra quelle indicate come «altri tipi di istruzione». Nelle scorse settimane il presidente Aleksandr Lukashenko aveva detto che la Wagner contribuisce alla formazione delle truppe bielorusse.

Ore 17:24 - Kiev: «Un morto dopo i bombardamenti sulla regione di Kherson»

Una persona è morta in seguito ai bombardamenti effettuati nel corso della giornata dalle forze armate russe sulla regione di Kherson. Lo riportano i media di Kiev citando l’ufficio del procuratore generale locale. «Attorno alle 13 l’esercito nemico ha sparato con l’artiglieria contro un villaggio nella regione di Berislav. Un residente locale è stato ucciso. Si trovava per strada al momento del bombardamento», viene spiegato.

Ore 17:54 - Il sindaco di Mosca: «45 mila moscoviti combattono al fronte»

«Quasi 45mila moscoviti stanno combattendo nella zona dell'operazione militare speciale». Lo ha annunciato il sindaco della capitale russa, Sergei Sobyanin. Lo riporta la Tass. «La mobilitazione parziale ha coinvolto circa 20mila persone, mentre altri 20mila sono soldati a contratto o volontari», ha spiegato dicendo che a questi vanno verosimilmente aggiunti «5mila militari professionisti».

Ore 18:13 - Jenssen ritratta: «Mie parole sull'ingresso dell'Ucraina nella Nato un errore»

Stian Jenssen, chief of staff del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, corregge il tiro - nel corso di un'intervista col giornale norvegese VG - dopo che le sue frasi su una possibile cessione dei territori da parte di Kiev in cambio dell'ingresso nell'Alleanza hanno causato un fiume di polemiche. «La mia dichiarazione faceva parte di una discussione più ampia sui possibili scenari futuri in Ucraina, e non avrei dovuto pronunciarla in quel modo: è stato un errore», ha dichiarato Jenssen a VG. «Se, e sottolineo se, si arriverà al punto in cui si potrà negoziare, la situazione militare sul terreno, chi controlla cosa, sarà assolutamente centrale e avrà necessariamente un'influenza decisiva su come si presenterà un eventuale esito di questa guerra: proprio per questo motivo è di fondamentale importanza sostenere gli ucraini con ciò di cui hanno bisogno», afferma Jenssen. Di fatto rilanciando la linea sempre tenuta da Stoltenberg, secondo il quale saranno «i risultati sul campo di battaglia» a influenzare i negoziati futuri ed è questo il motivo per cui gli alleati devono sostenere l'Ucraina nello sforzo di riconquistare quanto più territorio possibile. Jenssen ha poi sottolineato che gli ucraini stessi devono «valutare da soli» le condizioni in cui sono disposti ad avviare i negoziati e «su cosa sono disposti a negoziare».

Ore 18:16 - Il generale ucraino Syrskyi ammette le «difficoltà» a Kupiansk

Il comandante delle forze di terra ucraine, il generale Oleksandr Syrskyi, ha riconosciuto che ci sono "difficoltà" attorno alla città di Kupiansk, nella regione nord-orientale di Kharkiv, a fronte dell'escalation di attacchi russi. «A causa delle difficoltà della situazione sull'asse di Kupiansk, ho trascorso la maggior parte della giornata a lavorare nelle unità che stanno difendendo la periferia della città - ha scritto Syrskyi su Telegram - il nemico cerca ogni giorno di sfondare la difesa delle nostre truppe, in direzioni diverse, con unità d'assalto, composte principalmente da prigionieri, con l'obiettivo di bloccare e poi catturare Kupiansk».

Ore 18:29 - Kiev rivendica gli attacchi con i droni al ponte di Crimea: il video diffuso dai servizi ucraini

Un filmato esclusivo pubblicato dal Servizio di sicurezza civile ucraino (Sbu) mostra l’attacco al ponte di Crimea del 17 luglio scorso. Il video è diventato virale sui social. E’ la prima volta che Kiev rivendica i raid all’importante infrastruttura russa. Secondo quanto riferito dal capo dello Sbu, Vasyl Maliuk, per l’attacco è stato utilizzato un drone sperimentale chiamato «Sea Baby».

Ore 18:38 - A Kiev riunione sullo sminamento organizzata dall'ambasciata italiana

Si è svolta a Kiev una riunione del Gruppo di Supporto per lo Sminamento (Mine Action Support Group - Masg), organizzata dall'Ambasciata d'Italia e dalla Rappresentanza delle Nazioni Unite in Ucraina.

All'incontro, presieduto dall'ambasciatore Pier Francesco Zazo e dalla rappresentante Onu Denise Brown, hanno preso parte i rappresentanti di oltre 30 Stati donatori e organizzazioni internazionali che partecipano al gruppo, per fare il punto sul tema dello sminamento, una priorità dell'azione umanitaria internazionale in Ucraina.

In conseguenza dell'aggressione russa e delle operazioni belliche, il territorio ucraino è il più minato al mondo: intervenire in questo settore è essenziale per la tutela della popolazione civile e costituisce una precondizione per la produzione agricola e per la ricostruzione economica», ha aggiunto l'ambasciatore.

Ore 19:06 - Lituania chiude due valichi alla frontiera con la Bielorussia

Secondo il Servizio di guardia alla frontiera lituano, ci sarebbero fino a 4.500 combattentati Wagner in Bielorussia. Per questo Vilnius avrebbe predisposto la chiusura di due valichi alla frontiera con Minsk. Il ministro dell'Interno Agne Bilotaite ha poi riferito di colloqui in corso tra gli Stati baltici e la Polonia sull'eventualità di una chiusura completa dei loro confini con la Bielorussia.

Ore 19:13 - Rublo in crisi, interviene Putin: la strategia punitiva per fermare il crollo della valuta

(Di Federico Fubini) John Maynard Keynes scrisse negli anni ’30 che Mussolini cercava di dare l’olio di ricino alla lira, perché si era fissato sulla difesa di un tasso di cambio irrealisticamente elevato. Quasi un secolo più tardi Vladimir Putin, secondo la metafora di Keynes, sta probabilmente cercando di dare il polonio al rublo: pur di difendere la moneta russa che nelle ultime settimane ha accelerato il suo crollo, riflesso di un’economia indebolita e distorta dalla guerra, il dittatore sembra pronto a imporre nuove misure destinate a generare nuovi effetti tossici in futuro.

Ore 19:23 - Tajani: «Sarò in Cina a inizio settembre. Proveremo ad aprire un dialogo con Mosca per la pace»

Il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani ha ribadito di voler sostenere le iniziative della Turchia e quelle di Papa Francesco. «Sollecitiamo la Cina, e i primi di settembre sarò li, a spingere la Russia per lavorare per la pace e a ritrarre le proprie truppe dall'Ucraina. È un tema di grande attualità: tutti dobbiamo lavorare per la pace».

«Per noi l'Ucraina è fondamentale. Mi auguro che l'India possa far sì che il G20 abbia successo. Mi rendo conto che non è sempre facile far sedere tutti attorno un tavolo, comprendo i problemi che ha la presidenza indiana, ma noi continueremo a insistere sulla necessità di trovare una soluzione per la pace in Ucraina, anche attraverso il dialogo tra tanti paesi». Lo ha detto, intervenendo a margine dell'incontro al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca.

Ore 19:51 - Zelensky: «Bombardamenti ai porti ucraini crimine contro la sicurezza alimentare mondiale»

Nel suo quotidiano messaggio serale Volodymyr Zelensky ha ribadito la gravità dei bombardamenti russi contro i porti ucraini. «Questi attacchi rappresentano una minaccia alla sicurezza alimentare globale», ha detto il presidente ucraino. «Così facendo Mosca compromette la stabilità sociale e politica di Africa e Asia».

Ore 20:05 - Stati Uniti: «Putin incurante sulla sicurezza alimentare»

Alle parole di Zelensky fa eco un commento che arriva da Washington, sul tema della sicurezza alimentare. «Gli attacchi russi sul Danubio mostrano che Vladimir Putin non si preoccupa della sicurezza alimentare globale. Lo ha detto un portavoce del dipartimento di Stato Usa.

Ore 20:17 - Podolyak: «Esercitazioni militari russe nella centrale di Zaporizhzhia»

«La Russia continua a trasformare la più grande centrale nucleare d'Europa in un campo di addestramento per esercitazioni militari, ignorando qualsiasi norma di sicurezza. Ci saranno dichiarazioni da parte dell'Onu o dell'Aiea sull'inammissibilità della militarizzazione della centrale di Zaporizhzhia? Vedremo sanzioni contro Rosatom? Le domande sulla sicurezza nucleare stanno diventando sempre più domande retoriche». Lo scrive su X il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, pubblicando un video di quelle che sembrano essere esercitazioni con mezzi e soldati russi nell'area dell'impianto nucleare.

Ore 20:26 - Varsavia: «Lukashenko tenterà di interferire nelle elezioni»

Il governo polacco è convinto che il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko tenterà di interferire nelle elezioni del Paese Nato. «Siamo consapevoli che vorrà interferire nelle elezioni polacche, destabilizzando la situazione e facendo varie provocazioni al confine». Lo ha affermato il viceministro degli Interni polacco Maciej Wonsik parlando a Polskie Radio.

Ore 20:31 - Zelensky: «Nave partita da Odessa passo importante»

La partenza di una prima nave cargo commerciale dal porto di Odessa sul Mar Nero nonostante le minacce russe è una tappa importante per la libertà di navigazione in Ucraina: lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky in un messaggio sul suo profilo X. «L'Ucraina ha appena raggiunto una tappa importante del ritorno alla libertà di navigazione sul Mar Nero. La prima imbarcazione civili ha imboccato il nuovo corridoio umanitario ucraino, partendo dal Porto di Odessa, ed è sulla rotta verso il Bosforo», ha scritto.

Ore 20:39 - Bakhmut prima e dopo la guerra, le immagini satellitari mostrano la devastazione della città - Il Video

Le immagini satellitari mostrano gli effetti della devastazione della guerra su Bakhmut, città dell’Ucraina orientale nell’oblast di Donetsk.

Ore 21:47 - Medvedev al Forum internazionale delle armi mostra mezzi Nato catturati in Ucraina

Decine di veicoli e sistemi d'arma occidentali forniti alle forze ucraine e caduti nelle mani delle truppe russe sono presentati in un'esposizione allestita a Kubinka, cittadina a ovest di Mosca, nell'ambito del forum internazionale Army-2023, in corso fino al 20 agosto. La mostra, ospitata nel Parco Patriot, è stata visitata oggi dall'ex presidente Dmitry Medvedev, attualmente vice capo del Consiglio di Sicurezza nazionale e responsabile per le forniture alle forze armate. Telegram (Agenzia VISTA / Alexander Jakhnagiev)

Ore 23:03 - Kiev: «Lavoriamo per ottenere un invito al G20 in India»

L'Ucraina sta lavorando per ottenere un invito al vertice del G20 che si terrà in India a settembre. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri ucraino Mykola Tochytskyi, secondo quanto riportato da Ukrainska Pravda. Tochytskyi ha spiegato che Kiev vuole partecipare perché «riteniamo che ciò che la Federazione Russa sta facendo dopo la cessazione dell'accordo sul grano sia una grande sfida per le economie non solo dei Paesi africani e asiatici, ma anche per le economie mondiali». Pertanto, «noi e i nostri partner stiamo lavorando per essere tra gli invitati, sia con l'India che con altri partner partecipanti», ha aggiunto.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 17 agosto.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Cittadino americano arrestato a Mosca «per spionaggio». Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera  giovedì 17 agosto 2023.

Le notizie sul conflitto in Ucraina di giovedì 17 agosto, in diretta. Telefonata Putin-Raisi per espandere la cooperazione tra Russia e Iran 

• Kiev lavorerà per ottenere un invito al G20 in India.

• Gruppo Wagner si registra in Bielorussia come società di servizi educativi.

• La denuncia del consigliere presidenziale di Kiev Podolyak: «Esercitazioni militari russe nella centrale di Zaporizhzhia».

• Zelensky: «Bombardamenti ai porti ucraini crimine contro la sicurezza alimentare mondiale. Compromettono la stabilità sociale di Africa e Asia».

• Rublo in crisi, interviene Putin: la strategia punitiva per fermare il crollo della valuta.

Ore 05:22 - Bombe russe su Dnipropetrovsk, un morto e 7 feriti

Attacchi russi a Mezhivskyi e Nikopol nella regione ucraina di Dnipropetrovsk hanno provocato un morto e sette feriti, ha riferito ieri sera il governatore dell’oblast Serhii Lysak citato dai media locali. L’attacco che ha preso di mira la comunità di Mezhivskyi nel distretto di Synelnykivskyi ha ucciso una persona, ne ha ferite sei e ha causato gravi distruzioni alle infrastrutture civili: sono scoppiati tre incendi e quasi 50 abitazioni private sono state danneggiate, oltre a strutture agricole, un istituto scolastico e diverse automobili. Le forze russe hanno bombardato anche Nikopol e la comunità di Marhanets, con artiglieria pesante. Un uomo di 63 anni è stato ricoverato in ospedale per le ferite causate dall’esplosione di una mina e da schegge. L’attacco ha danneggiato un caffè locale, 14 edifici residenziali, otto aziende agricole, cinque linee di trasmissione di energia e alcuni veicoli.

Ore 05:37 - Kiev, Germania pronta a stanziare nuovi aiuti

Il ministro tedesco delle Finanze, Christian Lindner, durante la sua visita a Kiev, ha annunciato che il governo tedesco è pronto a stanziare nuovi aiuti. Tuttavia, la decisione del governo deve essere approvata dal Bundestag. Le parti hanno firmato un memorandum di cooperazione che amplierà le possibilità di assistenza al bilancio ucraino in futuro. Secondo il promemoria, i tedeschi forniranno supporto consultivo all’Ucraina nella politica doganale, nel monitoraggio dei mercati finanziari, nella gestione degli investimenti statali e nella privatizzazione delle imprese statali.

La Germania ha fornito quasi 500 milioni di hryvnja (la moneta ucraina) per finanziare gli imprenditori ucraini. In particolare, è stata completata la prima fase del programma, accesso al finanziamento e sostegno alla sostenibilità delle MPMI in Ucraina. Il finanziamento è stato fornito dal governo tedesco. Al programma hanno preso parte 136 imprenditori ucraini. Hanno ricevuto prestiti a scopo di investimento o ricostituzione del capitale circolante. Dopo aver ottenuto con successo i prestiti, ogni partecipante ha ricevuto una sovvenzione per compensare le spese. L’importo totale delle sovvenzioni emesse è superiore a 59 milioni di hryvnja.

Ore 06:15 - Zelensky: «Prima nave partita da Odessa è un passo importante»

«L’Ucraina ha appena compiuto un passo importante verso il ripristino della libertà di navigazione nel Mar Nero. La prima nave civile ha attraversato il nuovo corridoio umanitario dell’Ucraina, partendo dal porto di Odessa. Attualmente è in viaggio verso il Bosforo». Lo ha affermato su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «In precedenza, l’Ucraina aveva ufficialmente notificato all’Organizzazione marittima internazionale il funzionamento del corridoio. L’Imo ha riaffermato il diritto dell’Ucraina a garantire la libertà di navigazione e ha esortato la Russia a cessare le minacce ea rispettare le convenzioni internazionali», ha aggiunto Zelensky. «Un mare sicuro per tutti. Questa è la posizione di principio dell’Ucraina e dei nostri partner. La libertà e la sicurezza della navigazione sono principi internazionali fondamentali», ha concluso.

Ore 06:19 - Kiev, nostri piloti non avranno F-16 questo inverno

Kiev non sarà in grado di difendere il proprio spazio aereo con i caccia F-16 statunitensi entro il prossimo autunno o inverno, a causa dei ritardi nell’avvio della formazione dei suoi piloti.

Lo ha dichiarato il portavoce dell’Aeronautica militare ucraina Yurii Ihnat, citato dai media locali. «È ovvio già ora che non saremo in grado di difendere l’Ucraina con gli F-16 questo autunno-inverno», ha detto Ihnat ammettendo che «speranze significative sono state riposte su questo velivolo» e prevedendo che «nel prossimo futuro» i piloti ucraini «riceveranno addestramento all’interno dei paesi membri della coalizione» Nato.

Il programma doveva iniziare in Danimarca ad agosto, con l’intenzione di istituire un centro di formazione anche in Romania. Ma, l’addestramento per gli F-16 è stato «caratterizzato da incertezze. Sebbene l’amministrazione Biden abbia approvato la formazione, non può dare l’autorizzazione definitiva finché non riceve un piano di formazione completo dai leader europei». Inoltre, «non è ancora chiaro quali Paesi specifici forniranno i jet F-16 all’aeronautica militare ucraina. Un’altra sfida pe ri piloti ucraini è acquisire fluidità nella lingua inglese». Anche se Ihnat ha affermato che la questione dell’addestramento è «andata avanti. Nel prossimo futuro, i nostri piloti riceveranno l’addestramento all’interno dei Paesi membri della coalizione».

Ore 06:28 - Kiev, da guerra danni all’ambiente per 52 miliardi euro

Quasi 2.500 casi di danni ambientali causati dalla guerra sono stati registrati in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa, secondo le autorità di Kiev. «In più di 500 giorni di guerra sono stati registrati quasi 2.500 casi di danni all’ambiente, per un danno totale stimato in 52 miliardi di euro», afferma la vicepremier e ministro dell’Economia ucraina Yulia Svyrydenko in un post su Facebook. Secondo la Svyrydenko, a causa dell’invasione russa 174.000 chilometri quadrati di terra ucraina sono potenzialmente contaminati da oggetti esplosivi.

Ore 06:49 - Filorussi condannano due soldati Azov a 24 anni carcere

Un tribunale dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dpr) filorussa ha condannato due prigionieri ex soldati del regimento Azov a 24 anni di carcere, riportano i media locali. Pavlo Artemenko e Anton Romaniuk sono stati accusati di aver «bombardato edifici residenziali della Dpr durante la ritirata nella primavera del 2022».

Ore 07:34 - Usa: «Adesione dell’Ucraina alla Nato in cambio di territori? Non esiste»

L’amministrazione Usa smentisce l’ipotesi di una possibile adesione alla Nato concessa all’Ucraina in caso di cessione di parte dei suoi territori a favore della Russia. Lo ha detto il portavoce del Consiglio della sicurezza nazionale, John Kirby durante un briefing. «Non c’è niente su questo. Non è esatto», ha detto Kirby rispondendo alla domanda di un giornalista sulle discussioni sullo scambio di territori ucraini per l’adesione alla Nato. Kirby ha sottolineato che la posizione delle autorità statunitensi è che in futuro l’Ucraina potrà diventare un membro della Nato, e i paesi membri dell’Alleanza lo hanno confermato durante l’ultimo vertice di Vilnius.

«Al vertice di Vilnius, l’Alleanza si è schierata dietro a quell’idea e ha sostenuto l’idea in cui si può sviluppare un percorso per l’eventuale adesione dell’Ucraina alla Nato. Ma l’obiettivo in questo momento deve essere quello di aiutare l’Ucraina a respingere l’aggressione russa e continuare a riconquistare il territorio che appartiene loro di diritto. Stanno facendo progressi ogni giorno. E continueremo a sostenerli». Nelle scorse ore Stian Jenssen, capo dell’ufficio del segretario generale della Nato, aveva ipotizzato che l’Ucraina potrebbe potenzialmente aderire all’Alleanza in cambio del suo territorio, sottolineando che la decisione dovrebbe essere presa solo da Kiev. Il ministero degli Affari esteri ucraino aveva definito tali discussioni «assolutamente inaccettabili», sottolineando che si tratta di una narrazione che fa il gioco dei russi.

Ore 07:46 - 16 droni russi sull’Ucraina, tutti abbattuti

La Russia ha lanciato sull’Ucraina 16 droni Shahed-136/131 nelle ultime 24 ore, che sono stati tutti abbattuti dalle forze di difesa aerea di Kiev: lo ha reso noto lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine sottolineando che sono stati distrutti anche due missili da crociera X-35/X-59. Lo riporta Rbc-Ucraina. Tredici droni sono stati abbattuti Ieri sera nelle regioni di Odessa e Mykolaiv e altri tre nelle prime ore di oggi nella regione di Kharkiv, ha precisato l’esercito.

Ore 08:17 - L'intelligence britannica: «Le riserve di combustibile di Kiev sono sufficienti per l'inverno»

L'Ucraina ha abbastanza riserve di combustibile per potersi riscaldare durante un altro inverno di guerra. È quanto afferma il bollettino giornaliero dell'intelligence britannica. «Malgrado le forti pressioni della guerra, gli sforzi dell'Ucraina di costituire riserve di combustibile avranno probabilmente successo nell'assicurare sufficienti riserve durante l'inverno in arrivo», nota il bollettino diffuso su Twitter. «L'Ucraina - si legge ancora - è stata efficace nel mobilitare il suo settore minerario per mantenere la produzione, assicurando una continua fornitura di carbone per gli impianti termoelettrici e gli impianti di riscaldamento in inverno, mentre sostanziali stock di gas rappresentano un'ulteriore riserva». «Malgrado sia probabile che quest'inverno continuino gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche ucraine, l'Ucraina ha dimostrato lo scorso inverno di aver la manodopera specializzata e l'expertise necessaria per mantenere la rete energetica anche in condizioni di guerra», concludono i servizi britannici.

Ore 08:50 - Blinken chiama Whelan, l'ex marine detenuto in Russia da 4 anni per spionaggio

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato al telefono mercoledì con l'ex marine Paul Whelan, accusato di spionaggio e detenuto da oltre 4 anni in un campo di prigionia in Russia. Lo riporta la Cnn che cita fonti della famiglia di Whelan. Blinken ha detto all'ex marine «avere fede: stiamo facendo di tutto per riportarti a casa il prima possibile». Ai suoi genitori, Whelan, ha detto di aver avuto una «lunga e franca conversazione con il segretario Blinken».

Ore 08:57 - L'ex ministra degli Esteri austriaca: «Russia meglio delle Maldive per le vacanze»

L'ex ministra degli Esteri austriaca Karin Kneissl, al cui matrimonio è stato ospite anche il presidente russo Vladimir Putin, ha affermato - in un russo un po' stentato ma chiaro - che le piace trascorrere le vacanze in un villaggio russo e che non ha bisogno di andare «alle Maldive o alle Seychelles». Karin Kneissl- nota per aver ballato con Putin - è talora portata come esempio di funzionario europeo inchinato al Cremlino. L'ex ministra austriaca sta trascorrendo l'estate a Petrushovo, un villaggio russo che, a suo dire, le ricorda la sua giovinezza e le permette di nuotare nei fiumi.

Ore 08:59 - ISW: «Mosca spinge i Paesi africani affinché non utilizzino più i servizi della Wagner»

Il ministero russo della Difesa starebbe esercitando forti pressioni su alcuni paesi africani perché non usino più i servizi dei mercenari della Wagner, offrendo in cambio altre compagnie militari private legate al dicastero. Lo scrive l'Institute for the Study of War (Isw), citando fonti vicine alla compagnia di Yevgeny Prigozhin. «Il ministero della Difesa russo potrebbe usare il Forum delle Armi 2023 di Mosca per costringere paesi a rifiutare di cooperare con il gruppo Wagner e reclamizzare le compagnie militari private controllate dal ministero. Fonti affiliate alla Wagner hanno amplificato ieri affermazioni che l'esercito usi il Forum per chiedere ad altri paesi di rifiutare ogni cooperazione con la Wagner e offrire al suo posto i servizi delle compagnie militari private controllate dal ministero. Il ministero della Difesa russo starebbe anche minacciando di mettere fine al sostegno tecnico militare e al supporto alle Nazioni Unite se i paesi continuano i rapporti con la Wagner», scrive il think tank americano, aggiungendo che le stesse fonti riferiscono che sarebbe già stato dato un ultimatum al Burkina Faso.

«Queste affermazioni non sono confermate e vengono in primo luogo da fonti affiliate alla Wagner», nota l'Isw, notando tuttavia che queste notizie sono in linea con le proprie valutazioni sul fatto che «il Cremlino cerchi di distruggere la Wagner a favore di compagnie militari private controllate dal ministero della Difesa».

Ore 09:01 - Usa: «Grano? La Russia non si preoccupa della sicurezza alimentare globale»

Putin «semplicemente non si preoccupa della sicurezza alimentare globale». Lo ha detto il vice-portavoce del dipartimento di Stato americano Vedant Patel durante una conferenza stampa. «Gli Stati Uniti condannano i continui attacchi della Russia alle infrastrutture del grano ucraine e chiedono alla Russia di tornare immediatamente alla all'Iniziativa del Mar Nero», ha affermato, sottolineando che nella giornata di ieri «numerosi attacchi di droni russi hanno danneggiato magazzini e granai in un porto ucraino sul Danubio, vicino al confine rumeno. Ciò si aggiunge ai precedenti attacchi russi alle infrastrutture portuali ucraine a Odessa, Reni e Izmail».

Ore 09:06 - Servizi di sicurezza russi: Impedito un attacca alla città "chiusa" di Zelenogorsk, in Siberia

Il servizio di sicurezza russo FSB afferma di aver impedito un attacco contro due strutture di comunicazione nella città siberiana di Zelenogorsk. Secondo l'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti, due persone sono state arrestate, sospettate di aver pianificato di far saltare in aria strutture appartenenti alle due società di telecomunicazioni Rostelecom e TransTelecom a Zelenogorsk.

L'FSB informa l'agenzia di stampa che i due sono membri di Citizens of the USSR, un gruppo che è stato etichettato come estremista dalle autorità russe nel 2022. Zelenogorsk è una cosiddetta città chiusa con 65.000 abitanti. La città era precedentemente nota come Krasnoyarsk-45 e ha svolto un ruolo importante nel programma nucleare del paese attraverso l'arricchimento dell'uranio. Per visitare Zelenogorsk è necessario un permesso speciale da parte delle autorità.

Ore 09:20 - Kasparov: «Il crollo di Putin sarà inevitabile dopo la vittoria dell'Ucraina»

La caduta del «dittatore di tipo mafioso» Vladimir Putin «sarà inevitabile dopo la liberazione dell'Ucraina»: ne è convinto il celebre scacchista e oppositore russo, Garry Kasparov, che ha parlato della situazione attuale nel Paese in una lunga intervista a Rbc-Ucraina. «La guerra non può finire mentre Putin è al potere - ha detto Kasparov -. La caduta di Putin sarà il risultato della sconfitta della Russia nella guerra. Il crollo di Putin sarà inevitabile dopo la liberazione dell'Ucraina proprio perché il regime non dura quando il leader perde la sua legittimità». «Oggi lo Stato di Putin, oltre ai segni evidenti di una dittatura fascista, è anche uno Stato mafioso», ha sottolineato. «Dal punto di vista di Putin, l'Occidente era debole. E qualsiasi dittatore, specialmente un dittatore mafioso, reagisce alla debolezza. Quando vede la forza, inizia a girare. Ma quando vede la debolezza, continua ad andare avanti - ha osservato -. Pertanto, mi sembra che Putin abbia iniziato a formarsi la chiara convinzione che, in linea di principio, può fare tutto ciò che vuole. E, purtroppo, devo dire che aveva effettivamente ragione». Secondo Ksparov, inoltre, «non è ovvio che la vittoria dell'Ucraina, la liberazione di tutti i territori ucraini, il pagamento delle riparazioni, il perseguimento dei criminali di guerra equivalgano al completo collasso della Russia. Ma credo che la probabilità di secessione di alcuni territori dalla Russia sia alta». In ogni caso, «il primo problema è come porre fine alla guerra. Non c'è altro modo, se non la vittoria completa dell'Ucraina. Perché mentre Putin è al potere, combatterà fino all'ultimo dollaro, fino all'ultimo soldato».

Ore 09:28 - Kiev: «Consolidate le posizioni a sud di Urozhayne»

Le truppe di Kiev hanno registrato successi a sud di Urozhayne, nella regione del Donetsk, dove hanno consolidato le loro posizioni. Lo ha detto, in diretta tv, il portavoce dello stato maggiore delle forze armate ucraine, Andriy Kovalev. Lo riporta Ukrinform. «Le forze di difesa ucraine continuano a condurre operazioni offensive nelle direzioni Bakhmut, Melitopol e Berdiansk. Nella direzione sud di Urozhayne hanno avuto successo, consolidando le loro posizioni, colpendo con l'artiglieria gli obiettivi nemici e attuando misure di controbatteria», ha spiegato, aggiungendo che i russi hanno condotto offensive senza successo nelle aree di Avdiivka e Maryinka.

Ore 09:51 - Zelensky proroga la legge marziale fino al 15 novembre

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha firmato una legge che proroga la legge marziale e la mobilitazione per 90 giorni, fino al 15 novembre: lo riporta l'emittente statale Suspilne.

Ore 10:00 - Morto il generale russo Zhidko

È morto il generale Gennady Zhidko, che l'anno scorso fu brevemente comandante capo delle forze russe che hanno invaso l'Ucraina. Lo ha reso noto ieri sera il governatore della regione di Khabarovsk, Mikhail Degtyarev, affermando che il decesso è avvenuto dopo «una lunga malattia», riferisce Moscow Times. Secondo il giornalista indipendente Dmitry Kolezev, che cita una fonte anonima, il generale 57enne aveva un tumore e la sua morte non ha nulla di sospetto. Zhidko era stato posto al comando delle operazioni in Ucraina nel maggio 2022, ma era stato sostituito già a luglio per «fallimenti durante le operazioni militari», riportava allora il servizio della Bbc in russo. Le autorità militari non hanno commentato la morte del generale, che era capo del distretto militare dell'Estremo oriente in cui è compresa la regione di Khabarovsk.

Ore 10:01 - Bombardamento russo su Kupiansk: morto un civile ucraino

Un civile è morto nei bombardamenti russi di ieri a Kupiansk, nella regione di Kharkiv, nell'Ucraina sud-orientale: lo riporta l'emittente statale Suspilne. Si tratta di un uomo di 55 anni che era rimasto gravemente ferito ed è deceduto successivamente in ospedale. Le forze russe hanno bombardato di nuovo il distretto di Kupiansk questa mattina, senza provocare feriti o vittime, aggiunge Suspilne.

Ore 10:01 - Kiev: «La Russia usa paura, corruzione e coercizione con i Paesi africani»

Mosca usa «coercizione, corruzione e paura» per tenere i Paesi africani dalla sua parte. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kouleba, in un'intervista a France Presse evidenziando che la Russia «ha due strumenti potenti in Africa: la propaganda e (il gruppo paramilitare) Wagner». In questo modo, ha chiarito, Mosca «sta cercando di mantenere quei Paesi nel suo ovile».

Ore 10:11 - Kuleba: «Armi degli alleati usate solo sul territorio ucraino»

«Se i nostri partner ci chiedono di garantire che tale arma sarà usata solo sul territorio ucraino, noi diamo questa garanzia e la manteniamo. Sì, abbiamo fatto tali promesse e le abbiamo mantenute», ha dichiarato Dmytro Kuleba all'Afp.

Ore 10:25 - Kiev: «Abbattuto elicottero russo vicino a Zaporizhzhia»

Durante la mattinata, le forze armate ucraine hanno abbattuto il secondo elicottero russo Ka-5, questa volta nella regione di Zaporizhia. Lo riporta Rbc-Ucraina citando la 47/ brigata meccanizzata separata. L’elicottero, dal costo di 16 milioni di dollari, è progettato per la ricognizione del terreno, e per coordinare un gruppo di elicotteri da combattimento. È in grado di colpire veicoli corazzati e non, manodopera e bersagli aerei sul campo di battaglia. «Prima di questo - afferma l’esercito ucraino - i nostri militari hanno già abbattuto un Ka-52 in direzione di Bakhmut . Prima ancora, hanno abbattuto un elicottero di questo tipo il 14 agosto». Lo stato maggiore delle forze armate ucraine - ha aggiunto la stessa fonte - ha riferito che dall’inizio dell’invasione su vasta scala, le forze di difesa hanno già abbattuto 314 elicotteri russi e 315 aeroplani.

Ore 10:38 - Kiev: «Altri 450 bambini portati illegalmente in Russia»

Le forze di occupazione russe hanno portato illegalmente in Russia altri 450 bambini dai territori occupati dell’Ucraina: lo denuncia il Centro per la Resistenza Nazionale dell’esercito ucraino, come riporta Rbc-Ucraina. In particolare, 50 studenti sono stati portati a Yaroslavl, a circa 250 km a nord-est di Mosca, dove sono stati iscritti alle scuole superiori per spingerli a entrare nella locale Università. Gli altri 400, prosegue il Centro, sono bambini portati in «campi per minori», presumibilmente per la loro «riabilitazione». Si tratta di 200 bambini traferiti da Dovzhansk, nella regione ucraina di Lugansk (est), ad Anapa, sulla costa settentrionale del Mar Nero. E di altri 200 piccoli portati nella regione di Krasnodar, nel sud della Russia: 150 dalla regione di Kherson e 50 dalla regione di Zaporizhzhia. Secondo il Centro, in questi «campi» vengono organizzati concerti di «star russe» ed i bambini vengono sottoposti ad un «addestramento patriottico», che equivale a un «lavaggio del cervello». I bambini spesso non vengono riportati in Ucraina.

Ore 10:53 - Wagner condivide foto di ucraini uccisi al fronte: «Tentavano entrare in Russia»

La compagnia di mercenari Wagner ha mostrato in un filmato scatti fotografici “di un gruppo di forze speciali annientato delle Forze Armate dell’Ucraina, che ha cercato di entrare in Russia. Il filmato mostra i cadaveri dei militanti al confine nella regione di Bryansk”, scrive il canale Telegram della compagnia. Ai militari sarebbero stati sequestrati droni, armi e telefoni cellulari.

Ore 10:58 - Mosca: sventato attacco Kiev con droni su Belgorod

Le forze armate russe hanno sventato un attacco condotto da Kiev con droni su Belgorod, regione al confine con l’Ucraina. Lo ha affermato il ministero della Difesa di Mosca citato dall’agenzia di stampa Ria Novosti. Secondo la Interfax, i militari russi hanno abbattuto un drone lanciato dalle forze ucraine sulla regione meridionale di Belgorod in Russia.

Ore 11:41 - Ucraina: il battaglione Azov è tornato al fronte

Il battaglione Azov è tornato al fronte in Ucraina ed è già impegnato in combattimenti: lo ha dichiarato oggi il capo del dipartimento di pianificazione della Guardia Nazionale, Mykola Urshalovych, come riporta l’emittente statale Suspilne. I soldati di Azov, ha precisato, hanno iniziato a svolgere missioni di combattimento nell’area della foresta di Serebryanske, nella regione di Lugansk. I comandanti del battaglione erano rientrati l’8 luglio in Ucraina da Istanbul dopo la prigionia in Russia e 300 giorni trascorsi in Turchia in base agli accordi dello scambio di prigionieri con Mosca.

Ore 12:00 - Google multato in Russia per «false» informazioni su guerra

Un giudice del tribunale di Mosca ha inflitto a Google una multa da 3 milioni di rubli (quasi 30mila euro) per non aver provveduto a rimuovere informazioni, ritenute false, sulla guerra in Ucraina, nonché informazioni vietate in Russia. Lo riporta la Tass. A Google era stato chiesto di rimuovere da Youtube video riguardanti «informazioni sulle modalità di ingresso illegale nelle strutture protette, che possono essere pericolose per la vita e la salute, nonché video che contengono informazioni false» sulla guerra in Ucraina.

Ore 12:58 - Stoltenberg: «Sostegno Nato fino a vittoria, Kiev decide termini pace»

Saranno «gli ucraini a decidere i termini della pace, il ruolo della Nato è sostenere l’Ucraina fino a quando vincerà il conflitto» scatenato dalla Russia. Lo ha dichiarato il Segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg aggiungendo che «all’interno della Nato si sta parlando di come porre fine al conflitto in Ucraina e del percorso da intraprendere per arrivare alla pace». In merito alla Russia, nel corso di una conferenza in Norvegia il numero uno della Nato ha detto che «non abbiamo visto alcun cambiamento nelle loro forze nucleari che ci induca a cambiare le nostre forze e il modo in cui sono organizzate».

Ore 13:06 - Podolyak attacca Sarkozy: «La sua logica criminale giustifica aggressione»

Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak attacca su Twitter l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy accusandolo di portare avanti «una logica criminale» e giustificare le guerre d’aggressione della Russia”. Il durissimo post arriva dopo un’intervista a Le Figaro, in cui Sarkozy afferma che «diplomazia, discussioni e colloqui» sono l’unico modo di uscire dalla crisi, esprime dubbi sul futuro ingresso dell’Ucraina nell’Ue e sottolinea che «abbiamo bisogno» della Russia e la Russia «ha bisogno di noi». Nel lungo post, Podolyak afferma che fu «l’incoraggiamento» dei leader occidentali al presidente Putin nel 2008 e il 2014, quando attaccò la Georgia e prese la Crimea, «che contribuirono all’inizio dell’aggressione su larga scala in Europa. I criminali non devono essere incoraggiati con la frase `terra in cambio di pace´, continua Podolyak, sottolineando che Crimea e Donbass «sono incondizionatamente territori ucraini» dove va ripristinata la legge internazionale. «Questo significa una sola cosa, che la Russia deve perdere».

Ore 13:41 - Stoltenberg: «È solo Kiev a decidere sui negoziati di Mosca»

Spetta all'Ucraina decidere quando ci saranno le condizioni per avviare i negoziati di pace. Lo ha dichiarato il capo della Nato Jens Stoltenberg parlando a una conferenza nella città norvegese di Arendal. «Sono gli ucraini, e solo gli ucraini, che possono decidere quando ci sono le condizioni per i negoziati e che possono decidere al tavolo dei negoziati quale sia una soluzione accettabile», ha sottolineato Stoltenberg. Lo riferisce la Reuters sul proprio sito. La dichiarazione ha fatto seguito alle osservazioni del suo capo di gabinetto, Stian Jenssen, che martedì aveva detto che l'Ucraina potrebbe alla fine cedere territori alla Russia come parte di un accordo per porre fine alla guerra ed entrare nell'Alleanza. Jenssen ha poi dichiarato di essersi pentito dei suoi commenti. «Il suo messaggio (di Jenssen, ndr), che è il mio messaggio principale, e che è il messaggio principale della Nato, è, in primo luogo, che la politica della Nato è invariata: sosteniamo l'Ucraina», ha detto Stoltenberg.

Ore 13:57 - Seul: «Ampio quadro di accordi militari tra Russia e Nord Corea»

Il leader nordcoreano Kim Jong-un e il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, nel faccia a faccia di luglio a Pyongyang, hanno raggiunto «un ampio quadro» di accordi sulla cooperazione militare. Lo riporta la Yonhap, citando il deputato Yoo Sang-bum, dopo l'audizione parlamentare a porte chiuse del National Intelligence Service (Nis). «La Russia sembra aver richiesto la vendita di proiettili e missili e la conduzione di un'esercitazione militare congiunta, mentre il Nord probabilmente ha richiesto il noleggio di armi prodotte in Occidente e l'assistenza tecnica, comprese le riparazioni di attrezzature fatiscenti», ha detto Yoo.

Ore 14:08 - Berlino invia 2 nuovi lanciatori per missili Iris-T a Kiev

Il governo tedesco ha oggi aggiornato la lista del supporto militare all'Ucraina. Tra i nuovi invii compaiono due nuovi lanciatori per i missili Iris-T Sls. Inviate anche migliaia di ulteriori munizioni, 10 radar di sorveglianza a terra G012 e ulteriori mezzi tecnici.

Ore 14:17 - Ucraina, dalla Svezia 314 milioni in aiuti

Il governo svedese ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari destinato all'Ucraina per un valore di 314 milioni di dollari. Come spiega il governo di Stoccolma sul proprio sito Internet, alle forze armate ucraine saranno consegnati munizioni e pezzi di ricambio per veicoli da combattimento di fanteria CV90 e carri armati Stridsvagn 122. La Svezia trasferirà anche attrezzature per lo sminamento del territorio e camion. Stoccolma ha già trasferito aiuti militari all'Ucraina per 1,57 miliardi di dollari.

Ore 14:49 - Germania consegna a Ucraina altri due sistemi difesa aerea Iris-T

La Germania ha consegnato all’Ucraina altri due sistemi di difesa aerea Iris-T. Lo ha riferito il Kiev Independent. Il governo tedesco ha annunciato la fornitura di un altro pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, comprendente due sistemi di difesa aerea Iris-T e circa 4.500 proiettili da 155 mm. Olexander Scherba, ambasciatore per le comunicazioni strategiche del Ministero degli Affari Esteri ucraino, ha risposto alla notizia con “Danke, Deutschland! Questo salverà molte vite!”. Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino, ha dichiarato: “Grazie ai nostri partner per Iris-T. I nostro cieli saranno più protetti”.

Ore 15:34 - Kiev: «Con lanciatori Iris-T nostri cieli più protetti»

«I nostri cieli saranno più protetti». Lo ha scritto su Twitter il capo dell’ufficio della presidenza ucraina, Andriy Yermak, commentando la fornitura, da parte della Germania, di due nuovi lanciatori per missili Iris-T. «Grazie ai nostri partner per gli Iris-T2, ha dichiarato Yermak. Nel pacchetto tedesco sono inseriti anche 4.500 proiettili da 155 mm, 10 radar di sorveglianza a terra GO12 e altri mezzi.

Ore 15:59 - Allerta aerea su tutto il territorio ucraino

Un allarme aereo è stato dichiarato su tutto il territorio dell'Ucraina a causa del decollo di un missile aerobalistico «Kinzhal» dalla Russia. Lo rendono noto su Telegram le forze armate di Kiev. Inzialmente l'allerta interessava solamente la regione della capitale e quella di Kharkiv. «Pericolo missilistico su tutta l'Ucraina», si legge nel messaggio.

Ore 16:26 - Sarkozy: «Putin ha sbagliato, ma ora va trovata via d'uscita»

«I russi sono slavi. Sono diversi da noi. La discussione è sempre difficile e ha causato molti malintesi nella nostra storia comune. Nonostante questo noi abbiamo bisogno di loro e loro hanno bisogno di noi». Lo ha affermato Nicolas Sarkozy in un'intervista a Le Figaro.

Nell'intervista Sarkozy ha anche evocato l'ipotesi di un referendum sulla Crimea «organizzato sotto lo stretto controllo della comunità internazionale». Affermazioni queste ultime che hanno scatenato aspre critiche in Francia.

«Ho già avuto profondi contrasti con Vladimir Putin, mi sono assunto le mie responsabilità nel 2008, quando ero presidente di turno del Consiglio Ue», ha detto ancora l'ex presidente francese. «Lo avevo convinto a ritirare i suoi carri armati che erano a 25 chilometri da Tbilisi. Ma allo stesso tempo, con Angela Merkel, avevamo dimostrato di essere consapevoli delle sue linee rosse. Per questo abbiamo rifiutato l'adesione di Ucraina e Georgia alla Nato, nonostante le forti pressioni americane. Non volevamo che Putin scivolasse nella paranoia anti-occidentale che è stata a lungo la tentazione dei leader russi. Il complesso di accerchiamento del Cremlino è una vecchia storia. Putin ha sbagliato. Quello che ha fatto è grave e si traduce in un fallimento. Ma una volta che l'hai detto, devi andare avanti e trovare una via d'uscita. La Russia è un vicino dell'Europa e tale rimarrà».

Ore 17:24 - Medvedev loda Sarkozy: «Non ha perso il buon senso»

«Come ho detto in diverse occasioni, i politici europei del passato avevano una levatura maggiore di quelli odierni: Nicolas Sarkozy, per esempio, che ha contribuito a risolvere il conflitto con la Georgia nel 2008 e non ha perso il suo buon senso». Lo scrive su X il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, entrando così nel dibattito suscitato da un'intervista di Sarkozy a Le Figaro. In particolare Medvedev sottolinea come l'ex presidente francese «ha detto che la Crimea è una parte storica della Russia e che l'Ucraina non ha posto nell'Ue. Dichiarazioni audaci e accurate. Si sente la differenza. Non è come pianificare invasioni incompetenti in Africa o fornire missili ai nazisti a Kiev».

Ore 18:12 - Telefonata Putin-Raisi per una maggiore cooperazione tra Mosca e Teheran

Il presidente russo Vladimir Putin ha parlato al telefono con il presidente della Repubblica islamica dell’Iran Ebrahim Raisi. Lo ha reso noto il Cremlino spiegando che le parti hanno discusso della cooperazione bilaterale in vari campi e di questioni di espansione della cooperazione negli affari internazionali e regionali. Sono state discusse questioni di espansione della cooperazione negli affari internazionali e regionali, anche tenendo conto della partecipazione dell’Iran come membro a pieno titolo dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, nonché dell’interesse ad aderire alle attività dei Brics.

Ore 18:22 - Kuleba: «Primo contatto e possibile partenariato tra l'Ucraina e la Mauritania»

Non c'è solo la Russia in Africa, anche l'Ucraina sta provando a costruire delle alleanze per rafforzare la cooperazione con il continente. Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba plaude a una sua telefonata con il suo omologo della Mauritania. «Prima telefonata storica con Mohamed Salem Merzoug». Lo ha scritto su X Kuleba, sottolineando come si tratti del primo contatto fra i responsabili delle diplomazie dei due Paesi. «Abbiamo discusso dei modi con cui rafforzare i legami bilaterali e realizzare il potenziale del partenariato futuro fra Ucraina e Mauritania».

Ore 18:30 - Cnn: «Esercito di Kiev avanza a sudest grazie alle bombe a grappolo occidentali»

Le forze ucraine hanno registrato progressi nella controffensiva sul fronte sud-orientale, verso la città di Mariupol, con la recente riconquista del villaggio di Urozhaine, grazie anche all'uso delle controverse bombe a grappolo, inviate dagli Usa. Lo riporta la Cnn, che ha fatto visionare ad esperti militari, le immagini della battaglia intorno a Urozhaine.

Ore 18:32 - Lukashenko: «Guerra evitabile. Ora possiamo fermarla»

«Il conflitto in Ucraina poteva essere evitato, e a maggior ragione può essere fermato ora». Lo ha detto il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, citato dalle agenzie russe.

Il leader di Minsk ha poi bollato come una «completa scemenza» le voci secondo cui Mosca starebbe facendo pressioni per far entrare la Bielorussia nel conflitto. Una condizione che accadrà soltanto se l'Ucraina attraverserà il confine nazionale.

Ore 18:35 - Mosca denuncia: «Kiev ha colpito ancora la regione di Bryansk»

Le forze armate ucraine avrebbero bombardato Zabrama, villaggio russo nel distretto di Klimovskij, nella regione di Bryansk che confina con l'Ucraina. Non ci sono state vittime. Lo scrive su Telegram il governatore Alexander Bogomaz. «A seguito del bombardamento, una casa residenziale e una dependance hanno preso fuoco. Tutti i servizi operativi e di emergenza stanno lavorando sul posto», ha specificato.

Ore 18:43 - Avvelenamento Navalny, Stati Uniti sanzionano 4 agenti di Mosca

Gli Usa hanno deciso di sanzionare quattro agenti russi accusati di essere coinvolti nell'avvelenamento nel 2020 dell'oppositore russo Alexei Navalny. «Oggi ricordiamo a Vladimir Putin e al suo regime che ci sono conseguenze non solo per aver intrapreso una guerra brutale e non provocata contro l'Ucraina, ma anche per aver violato i diritti umani del popolo russo», ha commentato il sottosegretario al Tesoro Brian Nelson.

Ore 19:24 - Zelensky firma decreto per la sostituzione ufficiali regionali

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha firmato un decreto per attuare la decisione del Consiglio nazionale di Sicurezza e Difesa di licenziare tutti gli ufficiali regionali per l'arruolamento militare nel Paese.

«Tutti gli attuali ufficiali regionali addetti all'arruolamento militare saranno sollevati dall'incarico e sostituiti da ufficiali che hanno partecipato direttamente ai combattimenti e sono stati sottoposti a un controllo da parte del Servizio di sicurezza dell'Ucraina», con queste parole è stata motivata la decisione.

Ore 19:32 - Salta in aria un fuoristrada ucraino: il video del combattimento dall’interno - Il Video

Il video postato dal ministero della Difesa ucraina. I soldati sono tutti sopravvissuti. Le immagini dall’interno di un HMMWV ucraino. I soldati, dopo essere stati fatti saltare in aria da una mina anticarro, sono tutti sopravvissuti. «Grazie al popolo americano! I tuoi Humvee salvano la vita dei nostri soldati», ha scritto il ministero della Difesa ucraino sul suo profilo Twitter (video: 59a Motorized Infantry Brigade).

Ore 20:21 - Lukashenko: «Usa prolungano guerra per interesse e per ego di Zelensky»

Gli Stati Uniti sono interessati a prolungare il conflitto in Ucraina, oltrre ad alimentare l'ego del presidente ucraino. È l'accusa riportata da Ria Novosti e lanciata dal presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, nel corso di un'intervista.

Ore 20:08 - Ankara avverte Mosca: «Nessuna escalation nel Mar Nero»

La Turchia ha avvertito la Russia di evitare ulteriori escalation dopo che la marina russa ha sparato colpi di avvertimento verso una nave da carico di proprietà turca battente bandiera di Palau lo scorso fine settimana. Lo ha dichiarato l'ufficio del presidente Recep Tayyip Erdogan.

«I nostri interlocutori nella Federazione Russa sono stati avvertiti in modo appropriato di evitare tali iniziative, che aggravano le tensioni nel Mar Nero», ha dichiarato la presidenza turca, rompendo un silenzio durato giorni sull'incidente.

Ore 19:43 - Morto il generale Zhidko, aveva guidato esercito russo in Ucraina

Il generale russo Gennady Zhidko, che nel 2022 fu per alcuni mesi a capo dell'operazione militare in Ucraina, è morto a Mosca all'età di 58 anni dopo una lunga malattia. Lo riferiscono alcuni media russi, tra cui il sito indipendente Meduza.

Zhidko era stato in passato capo di Stato maggiore delle forze russe in Siria e vice ministro della Difesa. Dal maggio del 2022 anche responsabile delle operazioni in Ucraina. Nell'ottobre successivo le autorità di Mosca annunciarono la nomina a nuovo comandante del generale Serghei Surovikin.

Ore 19:59 - Zuppi: «Per la mediazione la Santa Sede lavora ad altre mete oltre la Cina»

Il cardinale e inviato del Vaticano Matteo Maria Zuppi ha dichiarato che oltre alla visita in Cina potrebbe raggiungere altri Paesi, sempre nell'intento di trovare un accordo di pace per il conflitto ucraino. «La nostra missione potrebbe comprendere nuove tappe».

Ore 20:54 - Mosca si avvicina a produzione di massa di droni iraniani

La Russia sta facendo progressi regolari verso il suo obiettivo di produrre in serie droni iraniani Shahed-136, per colpire le città ucraine. Lo riporta il Washington Post, citando documenti relativi al piano. Nonostante i ritardi e le sanzioni che hanno un impatto sui componenti necessari da altri Paesi, Mosca sta lavorando alla propria versione dello Shahed-136 iraniano ed entro l'estate del 2025 prevede di produrne 6.000 esemplari nella zona economica speciale di Alabuga in Tatarstan.

Ore 21:31 - Zelensky incontra i nuovi ambasciatori in Ucraina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ricevuto le credenziali dei nuovi ambasciatori arrivati in Ucraina da Germania, Indonesia, Svezia, Cile, Colombia e Perù. Lo ha scritto lo stesso Zelensky su Telegram dopo aver diffuso un video del momento.

Ore 22:10 - Mosca, un cittadino americano arrestato per «spionaggio»

Il tribunale Lefortovo di Mosca ha arrestato un cittadino statunitense di origine russa, Gene Spector, con l'accusa di spionaggio. Lo riporta l'agenzia Tass. Spector è l'ultimo americano ad essere stato arrestato dalla Russia durante la guerra di Mosca in Ucraina. Prima di lui, a fine marzo, il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich era stato arrestato con le stesse accuse. Gershkvich è stato il primo americano detenuto in Russia peer spionaggio dai tempi della Guerra Fredda.

Altre detenzioni di alto profilo - tra cui quella della star del basket statunitense Brittney Griner, che è stata rilasciata a dicembre, e dell'ex marine statunitense Paul Whelan - hanno sollevato preoccupazioni sul fatto che gli americani possano essere usati come pedine nella più ampia partita geopolitica della guerra in Ucraina. Spector era stato precedentemente condannato in una causa per corruzione nei confronti dell'ex assistente dell'ex vice primo ministro russo Arkady Dvorkovich.

Ore 22:21 - Il primo cargo civile dal corridoio ucraino arriva a Istanbul

La prima nave da carico civile partita dall'Ucraina sfidando il blocco di Mosca nel Mar Nero ha raggiunto Istanbul. I siti di traffico marittimo l'hanno mostrata avvicinarsi al porto della città turca dopo essersi spostata lungo una rotta che ha evitato le acque internazionali a favore di quelle controllate dalla Romania e Bulgaria, membri della Nato.

La Joseph Schulte, battente bandiera di Hong Kong, aveva lasciato ieri il porto di Odessa, utilizzando un nuovo corridoio istituito a Kiev dopo che la Russia il mese scorso si era ritirata dall'intesa sul grano.

Ore 23:50 - Mosca respinge droni ucraini nel Mar Nero e nella regione di Belgorod

Il ministero della Difesa russo ha dichiarato che le forze armate ucraine hanno tentato di attaccare le navi della Flotta del Mar Nero con un drone navale. Il ministero ha poi dichiarato che il drone navale non ha raggiunto l'obiettivo. «Al momento, le navi continuano a svolgere i compiti assegnati», afferma il comunicato.

Nella regione di Blegorod (Russia), Mosca ha inoltre dichiarato di aver abbattuto un altro drone ucraino, ma nei cieli, grazie alla sua contraerea. «Alle 22.22 ora di Mosca, è stato sventato un tentativo da parte del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico con un velivolo senza pilota contro oggetti nella Federazione Russa. Un veicolo aereo senza pilota è stato rilevato e distrutto dalle forze di difesa aerea sul territorio della regione di Belgorod», ha comunicato il ministero.

Ore 01:39 - Usa, via libera a Danimarca e Olanda all’invio di caccia F16 in Ucraina

Gli Stati Uniti hanno dato il via libera alla Danimarca e ai Paesi Bassi per l’invio di aerei da combattimento F-16 in Ucraina non appena l’addestramento dei piloti sarà completato, ha detto un funzionario americano citato dai media internazionali. Una coalizione di 11 nazioni Nato inizierà ad addestrare i piloti ucraini per far volare gli F-16 ad agosto in Danimarca e un altro centro di addestramento sarà allestito anche in Romania.

 Ore 03:47 - Mosca, abbattuto un drone ucraino. «Non ci sono danni significativi»

Un drone è stato abbattuto nei cieli di Mosca. Lo riferisce il sindaco della capitale russa, Serghei Sobyanin, sul suo canale Telegram. «Questa notte la difesa aerea ha distrutto un drone che tentava di dirigersi verso Mosca», ha affermato Sobyanin, «i resti del drone sono caduti nell’area del Centro Esposizioni e non hanno causato danni significativi all’edificio». «Non ci sono vittime, secondo le informazioni preliminari», ha aggiunto il sindaco di Mosca, che non ha menzionato in modo esplicito l’Ucraina come responsabile dell’operazione.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 18 agosto.

Le notizie sulla guerra in Ucraina del 18 agosto. Via libera Usa a F-16 da Danimarca e Paesi Bassi all’Ucraina. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online Corriere della Sera il 18 agosto 2023.

Le notizie sul conflitto in Ucraina di venerdì 18 agosto, in diretta. Grande incendio nel porto russo di Novorossiysk, sul Mar Nero

• Ministro degli Esteri turco Hakan Fidan in visita a Kiev la prossima settimana.

• Sullivan (Usa): «Preoccupati per le relazioni tra Russia e Nord Corea».

• Cittadino americano arrestato in Russia per spionaggio.

•Belgorod, i russi abbattono una stele dedicata agli alpini italiani caduti in Russia

•Ministero dell'Interno russo limita i poteri dell'Interpol nel Paese.

• Manifestazione «Putin is a Killer» in programma per il 20 agosto. Anche a Roma sarà organizzata dai sostenitori di Navalny.

Ore 01:30 - La Cina alla Bielorussia: rafforziamo la cooperazione militare

In visita in Bielorussia, il ministro della Difesa cinese Li Shangfu ha affermato che il suo Paese aumenterà la cooperazione militare con il vicino e alleato della Russia. Lo riportano i media locali e internazionali. Li ha incontrato ieri il presidente bielorusso Alexander Lukashenko a Minsk e ha affermato che «lo scopo» della sua visita era «proprio l’attuazione di importanti accordi a livello di capi di Stato e l’ulteriore rafforzamento della cooperazione militare bilaterale». Citato dall’agenzia russa Tass, Lukashenko da parte sua ha assicurato che la cooperazione tra Bielorussia e Cina «non sarà in alcun modo rivolta contro paesi terzi: non ne abbiamo bisogno - ha spiegato nell’incontro con Li -, dobbiamo proteggere i nostri paesi e i nostri popoli». Nessuna delle due parti ha fornito dettagli su cosa comporterà tale cooperazione militare, ma i due paesi hanno concordato di tenere esercitazioni congiunte il prossimo anno.

Ore 01:35 - Germania, il giallo del tentato avvelenamento della giornalista russa dissidente

Le autorità tedesche stanno indagando su un possibile tentativo di avvelenamento a Monaco lo scorso autunno di una giornalista dissidente russa che aveva scritto articoli critici sull’invasione dell’Ucraina da parte del suo Paese. Lo ha confermato il procuratore di Berlino, citato dai media locali. Ieri la report Elena Kostyuchenko ha raccontato all’emittente in lingua russa Meduza di essere stata informata a marzo da una fonte dei servizi militari ucraini su piani di Mosca per assassinarla. Kostyuchenko, che all’epoca scriveva per l’allora quotidiano indipendente Novaya Gazeta con sede in Ucraina, inizialmente era riuscita a fuggire a Berlino. Il 17 ottobre si era recata a Monaco per richiedere un visto ucraino per continuare a coprire la guerra per Meduza, un sito di notizie indipendente con sede in Lettonia. Durante il viaggio di ritorno in treno a Berlino ha iniziato a manifestare sintomi di avvelenamento: forti mal di testa, debolezza, mancanza di respiro e nausea, seguiti poco dopo da gonfiore del viso e degli arti. I test medici condotti 10 giorni dopo i suoi primi sintomi hanno mostrato un aumento degli enzimi epatici cinque volte superiore al normale, così come il sangue nelle urine. Kostyuchenko afferma di essere stata successivamente interrogata da un detective tedesco che aveva condotto le indagini sull’uccisione di Zelimkhan Khangoshvili, un esule ceceno ucciso da un assassino russo in un parco nel centro di Berlino nel 2019. «Posso confermare che il procuratore di Berlino sta indagando contro un autore sconosciuto», ha detto un portavoce delle autorità tedesche spiegando che dopo che l’indagine era stata inizialmente chiusa a maggio per mancanza di prove di un tentativo d’avvelenamento è stata poi riaperta a luglio. La decisione di riaprire le indagini è stata dovuta a «ulteriori considerazioni» sulle circostanze piuttosto che a nuove prove emerse. Il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), una ong con sede a New York, ha invitato le autorità tedesche a indagare in modo trasparente sulle accuse sollevate dalla Kostyochenko. Ha inoltre esortato le autorità della Georgia a indagare sulle denunce di un tentativo di avvelenamento della giornalista radiofonica russa Irina Babloyan. «Le notizie secondo cui le reporter Kostyuchenko e Babloyan potrebbero essere state avvelenate sono estremamente allarmanti e devono essere indagate immediatamente», ha affermato il Cpj aggiungendo che «le autorità tedesche e georgiane dovrebbero trattare queste accuse con la massima serietà e fare tutto il possibile per salvaguardare la vita dei giornalisti che vivono in esilio».

Ore 01:34 - Usa, via libera a Danimarca e Olanda all’invio di caccia F16 in Ucraina

Gli Stati Uniti hanno dato il via libera alla Danimarca e ai Paesi Bassi per l’invio di aerei da combattimento F-16 in Ucraina non appena l’addestramento dei piloti sarà completato, ha detto un funzionario americano citato dai media internazionali. Una coalizione di 11 nazioni Nato inizierà ad addestrare i piloti ucraini per far volare gli F-16 ad agosto in Danimarca e un altro centro di addestramento sarà allestito anche in Romania.

Ore 01:48 - Svezia, il parlamento approva l’invio di un nuovo pacchetto di aiuti militari

Il parlamento svedese ha approvato l’invio all’Ucraina di un altro pacchetto di aiuti militari del valore di oltre 3,2 miliardi di corone svedesi (più di 252 milioni di euro). Kiev riceverà pezzi di ricambio e forniture di emergenza, munizioni, attrezzature per lo sminamento e veicoli di trasporto. Il Riksdag ha anche approvato la vendita di un numero limitato di missili Rb 99 (AMRAAM) agli Stati Uniti, che saranno successivamente trasferiti all’Ucraina per rafforzare il sistema di difesa aerea del Paese.

Ore 03:44 - Mosca: esplosione nella notte, abbattuto un drone ucraino

Un drone è stato abbattuto nei cieli di Mosca. Lo riferisce il sindaco della capitale russa, Serghei Sobyanin, sul suo canale Telegram. «Questa notte la difesa aerea ha distrutto un drone che tentava di dirigersi verso Mosca», ha affermato Sobyanin, «i resti del drone sono caduti nell’area del Centro Esposizioni e non hanno causato danni significativi all’edificio». «Non ci sono vittime, secondo le informazioni preliminari», ha aggiunto il sindaco di Mosca, che non ha menzionato in modo esplicito l’Ucraina come responsabile dell’operazione.

Ore 04:35 - Mosca, danneggiato dai resti del drone il palazzo che ospita l’Expo Center

Lo spazio aereo sopra l’aeroporto Vnukovo di Mosca è stato chiuso per l’attacco con il drone ucraino e riaperto alla fine dell’emergenza. I resti del drone sono caduti sull’edificio che ospita l'Expo Center, danneggiando una parete esterna. Non si registrano feriti.

Ore 08:29 - Russia-Cina: prosegue esercitazione navale congiunta in Pacifico

Continua la grande esercitazione militare congiunta di navi militari russe e cinesi in corso da alcuni giorni nell’Oceano Pacifico: secondo quanto ha dichiarato il ministero della Difesa di Mosca, si tratta di provare la difesa e il contrasto ad attacchi aerei. Un video pubblicato dall’agenzia di stampa statale russa Tass mostra nove grandi navi che navigano in una formazione a diamante, mentre i membri dell’equipaggio si mettono sull’attenti sul ponte. Le esercitazioni prevedono anche la pratica del «rifornimento delle riserve di carburante da parte delle navi e il trasferimento di carichi in movimento», ha dichiarato il ministero della Difesa, aggiungendo che il distaccamento congiunto di navi ha percorso più di 6.400 miglia nautiche dall’inizio delle esercitazioni. «Un distaccamento di navi della Marina russa e della Marina del PLA sta attualmente operando nelle acque del Mar Cinese Orientale», ha dichiarato il ministero, riferendosi all’Esercito Popolare di Liberazione cinese. «I militari delle due marine hanno condotto esercitazioni antisommergibile, hanno respinto un attacco aereo da parte di un finto nemico, hanno fatto un addestramento di salvataggio in mare e hanno perfezionato le abilità di decollo e atterraggio degli elicotteri sui ponti delle navi da guerra», si legge nel comunicato di Mosca.

Ore 08:31 - Il «mare di fuoco» nordcoreano che ora rifornisce l’Armata di Mosca

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La Nord Corea ha sviluppato un grande arsenale con migliaia tra cannoni e lanciarazzi in grado di scatenare quello che la propaganda definisce «il mare di fuoco». E non c’è dubbio che Kim, seguendo il conflitto in Ucraina, possa aver trovato conferme a questa impostazione. L’artiglieria «comanda» ancora le operazioni svolgendo un ruolo importante.

Ore 10:03 - Russia, spazio aereo chiuso brevemente su tutti e quattro gli aeroporti di Mosca, voli dirottati

Lo spazio aereo su tutti e quattro gli aeroporti di Mosca di Vnukovo, Domodedovo, Sheremetyevo and Zhukovsky, è stato chiuso temporaneamente questa mattina «per garantire la sicurezza dei voli civili», dopo l’abbattimento di un drone ucraino in corrispondenza dell’expo. Alle 4.30 (ora locale) le restrizioni sono state tolte, ha reso noto l’Agenzia per il trasporto aereo. Sette voli in arrivo a Mosca sono stati dirottati su altri aeroporti.

Ore 09:54 - Kiev: «La Russia ha deportato altri 450 bambini»

La Russia ha deportato altri 450 bambini ucraini, ha denunciato il Centro di resistenza nazionale che dall’inizio del conflitto segue il trasferimento sistematico, da parte delle autorità filo russe, dei minorenni dai territori occupati.

Ore 09:55 - Kiev: «Pace e vittoria non solo con battaglie, lo sappiamo»

«Stiamo combattendo, ma siamo consapevoli che la vittoria e la pace non saranno raggiunte sul campo di battaglia da soli». Lo scrive il consigliere presidenziale ucraino Andriy Yermak in un intervento pubblicato su Repubblica nel quale ribadisce che la strada da seguire, secondo Kiev, è quella della `Formula di pace´ in 10 punti elaborata dall’Ucraina. «Abbiamo quindi elaborato un modello in tre fasi per garantire che la Formula diventi internazionale. Che si tratti di sicurezza nucleare e alimentare o di aiutare l’Ucraina a riprendersi migliaia di bambini rapiti dalla Russia, ogni Stato può dimostrare la propria leadership», continua Yermak.

Ore 10:17 - Viaggio nella Bielorussia di Lukashenko, sulle tracce della Wagner

(di Andrea Nicastro, inviato a Minsk) I mercenari della Wagner fanno paura anche fuori dall’Ucraina. Da quando sono arrivati in Bielorussia la Polonia ha rafforzato le sue guardie di confine con 10.000 uomini, la Lituania ha chiuso i valichi minori per controllare meglio i passaggi, la Lettonia allerta i suoi cittadini per possibili infiltrazioni. Qualche amico dei mercenari russi, in effetti, è già arrivato in Polonia. Sui lampioni sono comparsi adesivi con lo stemma dell’esercito privato d i Evgeny Prigozhin e una scritta che è tutto un programma: «Siamo qui». E in Bielorussia? Anche qui i «musicisti» sono ingombranti. Il presidente Alexander Lukashenko ha organizzato un media tour nell’accampamento che li ospita. L’ha fatto ai primi di luglio quando i reduci dalla tentata «marcia su Mosca» erano pochi. In cinque settimane sono comparsi camion, pullman e un centinaio di jeep da combattimento con ancora il fango ucraino sulle ruote. Ma l’operazione trasparenza è finita presto. (...)

Ore 10:21 - Kuleba: «Grato al Bahrein per il ruolo nei colloqui per la Formula della Pace»

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha «parlato con il ministro degli Esteri del Bahrain, Abdullatif bin Rashid Alzayani, per esprimergli la mia gratitudine per la partecipazione del Bahrain ai colloqui per la Formula della Pace a Gedda». Lo ha scritto lo stesso Kuleba su Twitter affermando di aver discusso dei «prossimi passi da compiere per mettere in atto la Formula e concordare i prossimi contatti bilaterali».

Ore 10:23 - Wagner, la chat delle mogli dei miliziani segreti: «Non gli permetterò mai più di andarsene»

(di Andrea Nicastro, inviato a Minsk) Cosa si prova a essere sposata al diavolo? Aspettarlo mentre combatte, distrugge, tortura, massacra? Le mogli dei mercenari Wagner hanno una chat su Telegram intitolata «Wagner in Bielorussia». Sanno di poter essere lette, trattengono (non sempre) informazioni importanti, ma le loro chiacchiere che cominciano dal buongiorno e arrivano alla buonanotte con un profluvio di cuoricini, bacini e faccine piangenti sono uno spaccato umano unico. (...)

Ore 10:40 - Lukashenko: «Pronti all’uso delle armi nucleari se aggrediti»

Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha detto oggi che non utilizzerà le armi nucleari che si trovano nel suo Paese «a meno che non ci troviamo di fronte a un atto di aggressione». Il leader di Minsk lo ha detto in un’intervista con la giornalista ucraina Diana Panchenko, aggiungendo di essere pronto a utilizzare «l’intero arsenale delle nostre armi per la deterrenza» in caso di aggressione contro la Bielorussia. La Bielorussia, ha spiegato, non è la Russia con i suoi vasti territori, né ha la possibilità di stare a guardare: il territorio bielorusso potrebbe essere conquistato «in un mese». «Non aspetteremo e staremo a guardare. Non appena ci troveremo di fronte a un atto di aggressione, risponderemo, secondo il nostro piano, usando tutto ciò che abbiamo. E abbiamo portato le armi nucleari sul nostro territorio non per spaventare. Sono un potente fattore di deterrenza e le useremo immediatamente non appena ci sarà un atto di aggressione».

Ore 10:45 - Xi Jinping sarà al vertice Brics in Sudafrica

Il presidente cinese Xi Jinping parteciperà al vertice Brics che si terrà dal 21 al 24 agosto a Johannesburg, in Sudafrica. Lo ha annunciato la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying, aggiungendo che Xi condurrà una visita di Stato «su invito del presidente Cyril Ramaphosa della Repubblica del Sudafrica». Il presidente russo Vladimir Putin resta così l’unico leader dei Brics a non essere presente all’evento. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha spiegato che Putin «ha deciso di partecipare» al vertice attraverso un collegamento video.

Ore 10:46 - Arrivata in sicurezza nel Bosforo la prima nave che ha navigato nel corridoio aperto da Kiev

La prima nave a seguire la rotta del corridoio sul Mar Nero dall’Ucraina alla Turchia è entrata nel Bosforo questa mattina poco dopo le sei (ora locale) in sicurezza, ha reso noto l’agenzia turca Anadolu. La nave con bandiera di Hong Kong operata da una azienda tedesca, la Joseph Schulte, bloccata in Ucraina dall’inizio della guerra, attraccherà al porto di Ambarli, a sud di Istanbul. Era partita ieri da Odessa. Kiev ha aperto il corridoio navale sul Mar Nero dopo che la Russia ha deciso di non rinnovare l’accordo sulle esportazioni di grano dall’Ucraina.

Ore 10:48 - Attacco russo nel Donetsk, un morto e due feriti

È di un morto e due feriti il bilancio degli ultimi attacchi condotti dalle forze armate russe sul Donetsk, in Ucraina. Lo ha dichiarato Pavlo Kyrylenko, capo dell’amministrazione militare di Donetsk, riferendo di una persona morta a causa dell’attacco russo sul villaggio di Bohdanivka. In un post su Telegram il funzionario ucraino ha anche riferito di due persone rimaste ferite nella città di Katerynivka. Numerosi gli edifici e le case danneggiate nei raid, così come la linea elettrica.

Ore 10:57 - Olanda: «L'invio di F-16 è una pietra miliare nella difesa dell'Ucraina»

Anche i Paesi Bassi confermano di aver ricevuto il via libera dagli Stati Uniti per l'invio dei caccia F-16 in Ucraina. «È una pietra miliare importante per l'Ucraina per difendere la sua gente e il suo Paese», ha commentato su Twitter il ministro Olandese degli Esteri, Wopke Hoekstra. «Accolgo con favore la decisione degli Stati Uniti di aprire la strada alla consegna di jet F-16 all'Ucraina. Ci consente di proseguire l'addestramento dei piloti ucraini», ha dichiarato, sempre su Twitter, la ministra della Difesa olandese Kajsa Ollongren. «Restiamo in stretto contatto con i partner europei per decidere i prossimi passi», ha aggiunto.

Ore 11:23 - Incendio al terminal petrolifero russo di Novorossiysk

Un incendio si è sviluppato al terminal petrolifero russo di Novorossiysk, uno dei porti più importanti del Mar Nero, a 172 chilometri dalla Crimea. Il terminal è il principale hub per l'esportazione di petrolio russo nella regione. Non è ancora chiaro cosa abbia provocato l'incendio, se sia stato il risultato di un attacco con droni ucraini.

Ore 11:38 - Washington Post: «La Russia reclutava profughi ucraini per colpire bersagli in Polonia»

Enigmatiche offerte di lavoro che in realtà consistevano in sabotaggi e distribuzione di propaganda filo-russa per conto di un datore di lavoro anonimo.

Secondo le rivelazioni del Washington Post, un gruppo di profughi dell'Ucraina orientale stanziati in Polonia sarebbe stato l'incosapevole pedina dello spionaggio russo.

All'inizio i compiti erano semplici, banale volantinaggio, ma ben presto i candidati si sono accorti che c'era una trappola: per coloro che erano disposti a completare gli incarichi, veniva affidato il compito di perlustrare i porti marittimi polacchi, posizionare telecamere lungo le ferrovie e nascondere dispositivi di localizzazione nei carichi militari. A marzo hanno iniziato ad arrivare ordini inquietanti che consistevano nel far deragliare treni carichi di armi diretti in Ucraina.

Le autorità polacche ritengono ora che il misterioso datore di lavoro fosse l'agenzia di intelligence militare russa, il GRU, e che l'operazione sventata abbia rappresentato la minaccia russa più seria su suolo Nato da quando Mosca ha lanciato la sua invasione dell'Ucraina l'anno scorso. L'obiettivo della Russia era disturbare un percorso di trasporto di armi attraverso la Polonia che rappresenta oltre l'80% dell'equipaggiamento militare consegnato all'Ucraina, un flusso massiccio che ha modificato il corso della guerra e che la Russia sembrava incapace di interrompere. Invece, il caso è diventato un altro colpo dannoso per i servizi segreti russi, le cui valutazioni infondate secondo cui Kiev potesse essere facilmente abbattuta hanno plasmato il disastroso piano d'invasione, e le cui reti un tempo pervasive in tutta Europa sono state sradicate da ondate di espulsioni e arresti.

Il complotto in Polonia ha segnato un tentativo di invertire questa tendenza. Incapace o riluttante a fare affidamento sui propri agenti, la Russia ha radunato un gruppo di dilettanti, utilizzando messaggi in lingua russa su canali Telegram in Polonia frequentati da rifugiati ucraini.

Il Ministero degli Esteri russo non ha risposto a una richiesta di commento.

Ore 11:55 - La previsione Usa: «La controffensiva ucraina non raggiungerà Melitopol»

L'intelligence statunitense non si aspetta che la controffensiva ucraina riuscirà a raggiungere la città occupata di Melitopol.

A riportare l'indiscrezione è il Washington Post che spiega come Melitopol, trovandosi all'incrocio di due importanti autostrade e una linea ferroviaria, consente alla Russia di spostare truppe e rifornimenti dalla penisola di Crimea verso altri territori occupati nel sud dell'Ucraina.

Ore 12:14 - Zelensky modifica i criteri di scelta dei giudici costituzionali (come richiesto dall'Ue)

Zelensky ha modificato i criteri per la scelta dei giudici della Corte Costituzionale come richiesto dall'Unione europea in funzione di una futura adesione di Kiev. Nel suo video discorso serale, Zelensky ha affermato che la legge «garantisce una selezione trasparente, professionale e onesta dei giudici della corte costituzionale. E' stato fatto un altro passo verso l'adesione all'Unione europea». La riforma della corte, infatti, rientra nelle sette raccomandazioni fatte dalla Commissione Ue a Kiev per giungere all'adesione.

Ore 12:16 - La squadra ucraina di calcio dello Shakhtar Donetsk giocherà ad Amburgo le gare casalinghe di Champions League

Ore 12:17 - «Esplosioni a Zaporizhzhia»

I media locali riferiscono sui social di esplosioni che avrebbero colpito la regione di Zaporizhzhia. Questa mattina Kiev aveva riportato che erano stati abbattuti «due elicotteri russi Ka-52 da 16 milioni dollari».

Ore 12:34 - Ucraina, allarme aereo in tutto il Paese

Un allarme aereo è stato dichiarato in tutta l'Ucraina. Lo riferiscono le autorità di Kiev parlando di possibili attacchi aerei russi nel Paese.

Ore 12:53 - Aerei russi avvistati sullo Stretto di Tsushima: decollano due caccia giapponesi

Due aerei giapponesi da combattimento si sono alzati in volo dopo l'avvistamento di due velivoli russi Il-38 per la raccolta di informazioni dal Mare del Giappone al Mar cinese orientale sullo stretto di Tsushima, che separa il Giappone e la Corea del Sud. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Tokyo che ieri aveva riferito di aver avvistato navi militari russe e cinesi mentre attraversavano acque internazionali tra l'isola di Okinawa e l'isola di Miyako, nel sud del Giappone. Secondo quanto riferito dal ministero della Difesa giapponese, è la prima volta che navi militari cinesi e russe attraversano insieme quell'area di mare. Tokyo ha quindi espresso «grave preoccupazione» per le attività militari congiunte di Russia e Cina nel mare e nello spazio aereo che circonda il territorio giapponese, affermando che vanno «intesi come una dimostrazione di forza contro il Giappone».

Ore 12:55 - Mosca: abbattuto un drone, danneggiato un edificio

Ore 12:59 - Belgorod, i russi abbattono una stele dedicata agli alpini italiani caduti in Russia

Una stele dedicata agli alpini italiani caduti in Russia è stata abbattuta e fatta sparire da sconosciuti nella regione di Belgorod, al confine con l'Ucraina, tra le più colpite negli ultimi mesi dagli attacchi dei droni ucraini e teatro di tentativi di infiltrazione dal confine. Lo riferisce l'aggregatore di notizie russo Mash, tra i più seguiti, con due milioni di iscritti. In questa regione nel gennaio del 1943 avvenne una battaglia sanguinosa tra l'Armata Rossa e le truppe italiane in ritirata dal fronte del Don, che qui riuscirono a spezzare l'accerchiamento aprendosi la via verso le linee interne. La battaglia è ricordata anche da Mario Rigoni Stern ne "Il sergente della neve".

La stele dedicata agli alpini, ricorda Mash, è stata eretta all'inizio degli anni '90 su iniziativa italiana tra la fattoria Pokladov e il villaggio di Garbuzovo, ma è sempre stata vista con ostilità dai residenti locali e alcune «organizzazioni patriottiche» ne avevano chiesto l'abbattimento, senza ottenere risposta. Ora, riferisce ancora Mash, alcune persone sono arrivate sul posto con un escavatore, hanno avvolto una corda intorno alla stele e l'hanno divelta, portandola poi in un luogo sconosciuto.

Ore 13:22 - Lavrov guiderà la delegazione russa all'Assemblea dell'Onu

Sarà il ministro degli Esteri Serghei Lavrov a guidare la delegazione russa all'Assemblea generale dell'Onu in programma il mese prossimo a New York. Lo riferiscono le agenzie russe, citando il relativo documento firmato dal presidente Vladimir Putin e postato sul portale Internet per le informazioni legali.

Ore 13:28 - Lo studio del Pentagono: «Cresce la minaccia delle armi biologiche di Russia e Cina»

Un studio del Pentagono evidenzia la minaccia crescente posta dai programmi di armi biologiche di Cina e Russia. Per gli Stati Uniti è questo un «momento fondamentale» per organizzare la biodifesa ed è necessario agire con urgenza per affrontare tali armi e altri eventi catastrofici, incluse le pandemie, sottolinea il rapporto sulla strategia da adottare fino al 2035. «Non sarei sorpreso se entro il prossimo anno dicessero che la Cina ha sviluppato programmi di armi biologiche offensive», ha commentato Asha George, direttore della Commissione bipartisan per la biodifesa, in una intervista al Washington Post. La minaccia posta da tali programmi in Corea del Nord viene confermata, così come in Iran e da parte di organizzazioni estremiste violente. Ma è la Cina a porre il rischio maggiore a lungo termine, un Paese che sembra non rispettare le norme internazionali esistenti sul biowarfare e che ha accelerato i suoi piani per integrare programmi di difesa biologica civile nell'apparato militare.

Ore 13:32 - La Corte di Mosca chiude definitivamente il centro Sakharov dedicato ai diritti umani

Una Corte di Mosca ha decretato la chiusura del Centro Sakharov, il museo e centro culturale dedicato alla protezione dei diritti umani in Russia e alla conservazione dell'eredità del fisico Premio Nobel dissidente dell'Unione Sovietica. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti. La richiesta di chiusura era stata avanzata dal ministero della Giustizia.

Ore 13:49 - Abbattuto un drone su Mosca, danneggiato un edificio. Il video

Un drone ucraino ha colpito, nella notte tra il 17 e il 18 agosto, un edificio a Mosca, provocando un’esplosione che è stata avvertita in tutto il distretto finanziario della capitale russa. Il sindaco Sergei Sobyanin ha riferito che le difese aree hanno abbattuto un drone i cui detriti sono caduti nella zona dell’Expo Center.

Secondo quanto ha riferito il ministero degli Esteri russo su Telegram l’attacco è avvenuto alle 4 del mattino ora locale. Il ministero precisa che dopo l’attivazione dei sistemi di difesa aerea il drone ha «cambiato il suo percorso» candendo su un edificio non residenziale nella zona di Krasnopresnenskaya. Non ci sono notizie di vittime. Secondo quanto riferito dalla Tass l’esplosione ha fatto parzialmente crollare un muro esterno dell’edificio. A seguito dell’incidente è stato chiuso l’aeroporto di Vnukovo che è stato poco dopo riaperto.

Ore 14:13 - Pentagono: «Siamo disposti addestrare piloti F16 se sarà necessario»

«Gli Stati Uniti sono pronti a sostenere l’impegno per l’addestramento in coordinamento con la coalizione e disposti ad ospitarlo per piloti ucraini se l’Europa avrà raggiunto il limite delle capacità di addestramento». Lo ha dichiarato il portavoce del Pentagono Patrick Ryder, a Cbsnews.

Sono la Danimarca e l’Olanda a guidare la missione di addestramento dei piloti ucraini agli F16. Gli Stati Uniti hanno appena comunicato ai due Paesi la loro autorizzazione alla fornitura dei caccia all’Ucraina non appena sarà completato l’addestramento dei piloti. In una lettera inviata dal segretario di Stato, Antony Blinken, ai suoi omologhi olandesi e danesi, si è assicurato che il trasferimento dei caccia avrà il pieno sostegno dell’amministrazione Biden.

Ore 14:25 - Lavrov rappresenterà Mosca all’Assemblea generale dell’Onu

Sarà il ministro degli Esteri Sergei Lavrov a guidare la delegazione russa che il mese prossimo parteciperà alla 78ma Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. E’ quanto stabilito in un decreto del presidente Vladimir Putin, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Interfax.

Sono già diversi anni, prima a causa della pandemia di Covid ora a causa della guerra in Ucraina, che il leader del Cremlino non va a New York per l’Assemblea generale, mentre negli ultimi mesi più volte le autorità di Mosca hanno accusato gli Stati Uniti di ritardare la concessione dei visti ai funzionari russi.

Ore 14:31 - Grande incendio nel porto russo di Novorossiysk, sul Mar Nero

Un grande incendio è scoppiato nel porto e terminal petrolifero russo di Novorossiysk. Secondo i media locali stanno bruciando i container petroliferi e si sono verificate diverse esplosioni. Il porto si trova nella regione di confine con l’Ucraina, di Krasnodar, a 145 chilometri dal ponte di Crimea. L’origine delle fiamme non è ancora nota. Sul posto il rogo sarebbe stato spento grazie al lavoro di 42 vigili del fuoco.

Ore 14:42 - Esplosione a Energodar, città della centrale di Zaporizhzhia

Un’esplosione si sarebbe verificata a Energodar, città occupata dell’Ucraina dove si trova la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo scrive su Telegram il sindaco ucraino di Melitopol, Ivan Fedorov. Ancora da accertare le ragioni.

Ore 14:49 - Russia vieta ingresso a gruppo funzionari moldavi

La Russia ha deciso di vietare l’ingresso a un gruppo di funzionari moldavi. Lo riferisce l’agenzia di stampa Ria Novosti, citando il ministero degli Esteri russo e senza indicare a quali funzionari è stato vietato di varcare i confini.

I rapporti tra Mosca e Chisinau sono peggiorati dopo l’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio del 2022. All’inizio di questa settimana 22 diplomatici russi hanno lasciato la capitale moldava dopo la rottura delle relazioni diplomatiche.

Ore 14:54 - Ministro degli Esteri turco in visita a Kiev la prossima settimana

Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha in programma di recarsi a Kiev la prossima settimana per valutare le possibili opzioni per rilanciare l’Iniziativa del grano del Mar Nero. Lo riporta oggi il Middle East Eye, citando due fonti al corrente della visita che dovrebbe avvenire il prossimo 25 agosto.

Nel corso della visita, hanno aggiunto le fonti, Fidan discuterà anche di questioni bilaterali, oltre che della controffensiva ucraina e della formula di pace del presidente ucraino Volodymy Zelensky.

Ore 14:59 - Casa Bianca, noi con l’Ucraina, la guerra è imprevedibile

«Non commento le indiscrezioni di intelligence. Negli ultimi due anni ci sono state molte analisi su come la guerra si sarebbe evoluta. Noi stiamo facendo il possibile per sostenere gli ucraini. Non facciamo previsioni perché la guerra, questa guerra, è imprevedibile. Ho fiducia nel coraggio degli ucraini». Lo afferma Jake Sullivan, consigliere alla sicurezza nazionale di Joe Biden, sulle indiscrezioni di intelligence del Washington Post, secondo le quali la controffensiva ucraina non raggiungerà gli obiettivi.

Ore 15:08 - Manifestazione «Putin is a Killer» il 20 agosto. Anche a Roma organizzata dai sostenitori di Navalny

Il 20 agosto 2023, su iniziativa del team di Alexei Navalny, uno dei più noti oppositori di Vladimir Putin, in più di cento grandi città del mondo si terranno le manifestazioni contro il presidente russo accusato di aver tentato di avvelenarlo esattamente tre anni fa, il 20 agosto 2020 e di averlo fatto arrestare al rientro in Russia da Berlino dove era stato curato per avvelenamento.

Navalny oggi è in carcere detenuto, a detta del suo team in condizioni disumane, e da poco la sua condanna è stata prolungata a 19 anni per nuove accuse considerate false. Il 20 agosto anche a Roma si terrà una delle manifestazioni mondiali intitolate «Putin is a Killer». La manifestazione si terrà a Piazza Santi Apostoli (adiacente a Piazza Venezia) dalle 17 alle 19 e sarà dedicata all’espressione dell’opposizione al regime di Putin e alla commemorazione delle sue numerose vittime.

Ore 15:14 - Ministro ucraino Kuleba sente omologo del Senegal: «Maggiore cooperazione tra i due Paesi»

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato di aver parlato con il suo omologo senegalese Aissata Tall Sall per rafforzare la cooperazione bilaterale tra Ucraina e Senegal. «È stato bello parlare oggi con il mio omologo e amico senegalese Aissata Tall Sall», ha scritto su X Kuleba.

Ore 15:23 - Appello di Mosca ai soldati ucraini: «Puntate le armi contro il vostro governo»

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha rivolto un appello ai soldati ucraini perché puntino le armi contro il loro governo o si arrendano alle truppe russe, assicurando che sarà loro garantito un trattamento umano. «A tutti coloro che prestano servizio i quali, ne sono sicura, capiscono la natura interamente criminale della giunta fuorilegge che ha preso il potere nel loro Paese - afferma Zakharova in una nota pubblicata sul sito del ministero - raccomandiamo vivamente di voltare le armi e puntarle contro di essa, oppure arrendersi alle nostre truppe. In questo caso sarà garantito un trattamento umano a tutti». Nella nota la portavoce cita diversi attacchi contro civili da parte delle truppe ucraine. «Un'altra conferma della natura criminale del regime di Zelensky - afferma Zakharova - è stato il suo tentativo di colpire il centro di Mosca la scorsa notte. Grazie al lavoro ben coordinato delle difese aeree, sono state evitate vittime e danni gravi».

Ore 15:27 - Intesa per due reattori nucleari russi in Ungheria

Ungheria e Russia hanno firmato i documenti necessari per procedere alla costruzione della centrale nucleare ungherese di Paks-2, sulla base di un accordo firmato nel 2014. La centrale Paks-2, con due nuovi reattori russi Vver da 1200 Megawatt, si aggiungerà a quella originaria di Paks, con quattro reattori di epoca sovietica. Il costo complessivo è stimato in 12,5 miliardi di euro, di cui 10 miliardi coperti da un prestito dello Stato russo.

Ore 15:42 - Sullivan (Usa): «Preoccupati per le relazioni tra Russia e Nord Corea»

L'Amministrazione Biden conferma la sua preoccupazione per la potenziale cooperazione tra Russia e Corea del Nord. «Siamo in apprensione anche per le relazioni inerenti tecnologia e sicurezza». Lo ha specificato ai giornalisti a Camp David il consigliere per la Sicurezza Nazionale Usa Jake Sullivan.

Ore 15:55 - Usa: «Con gli F-16 tutto il sostegno possibile alla controffensiva»

Gli Stati Uniti hanno dichiarato di essere pronti a fare il possibile per sostenere l'Ucraina e la sua controffensiva, anche con il supporto degli F-16. Lo hanno detto i vertici dell'amministrazione Usa a Camp David, prima del summit sulla sicurezza con Giappone e Corea del Sud.

L'addestramento dei piloti ucraini inizierà alla fine di agosto.

Ore 16:42 - Polonia: «Russia recluta agenti online. Vogliono interrompere il flusso di armi per Kiev»

Secondo le autorità polacche si tratta della più seria minaccia russa sul suolo della Nato da quando Mosca ha lanciato la sua invasione dell'Ucraina lo scorso anno.

La Russia recluderebbe online degli agenti per interrompere una rete di consegna di armi che passano attraverso la Polonia. Mosca non è stata finora in grado di interrompere questo flusso di armi, hanno affermato funzionari della sicurezza polacchi e occidentali. Incapaci o riluttanti a fare affidamento sui propri agenti, la Russia ha così riunito una squadra di nuovi agenti, anche utilizzando messaggi in lingua russa sui canali Telegram in Polonia frequentati da rifugiati ucraini. Se il progetto avesse avuto successo, la consegna di armi a Kiev avrebbe potuto essere rallentata.

Ore 17:04 - Ministero dell'Interno russo limita i poteri dell'Interpol nel Paese

Stretta ai poteri dell'Interpol in Russia. Il ministero dell'Interno ha emesso un ordine in base al quale l'agenzia di polizia internazionale potrà solo condurre interviste, inchieste e identificazioni, ma nessuna operazione che comprenda intercettazioni telefoniche o vigilanza. La Russia era entrata nell'Interpol nel 1990.

Ore 17:08 - New York Times: «500mila morti e feriti tra soldati ucraini e russi»

Il numero dei soldati ucraini e russi uccisi o feriti dall'inizio della guerra in Ucraina è di quasi 500.000. Lo riporta il New York Times citando fonti americane, secondo le quali un calcolo preciso è difficile da effettuare considerato che Mosca tende ad abbassare le stime, mentre Kiev non riporta dati ufficiali.

Ore 17:19 - G20 in India: «Manca intesa solo sulla guerra in Ucraina»

I ministri della Salute del G20, riuniti nella città indiana di Gandhinagar, finora hanno raggiunto l'accordo su tutte le parti delle conclusioni finali che saranno adottate domani, ad eccezione di un paragrafo geopolitico sull'Ucraina.

Lo ha fatto sapere il ministro indiano della Salute Mansukh Mandaviya, a margine dei lavori. La mancata intesa, secondo quanto si apprende, è dovuta alla contrarietà di Russia e Cina di inserire nel testo i paragrafi 3 e 4 relativi alla condanna della guerra in Ucraina come formulati e concordati dai leader del G20 all'ultimo summit a Bali.

Secondo la linea negoziale assunta dal novembre scorso, i riferimenti dovrebbero essere inseriti in tutte le dichiarazioni finali adottate al termine delle ministeriali del G20. Mosca e Pechino si sono tuttavia più volte dissociate, facendo inserire nei testi finali una nota a piè di pagina per esprimere la loro opposizione.

Ore 17:27 - Violazioni diritti, Canada sanziona 15 russi e tre entità giuridiche

Il Canada ha imposto sanzioni a 15 russi e tre entità in risposta ai crescenti livelli di violenza e violazioni dei diritti umani subiti dagli oppositori politici nella Federazione. Lo ha riferito il ministero degli Esteri di Ottawa. Nel mirino delle autorità canadesi ci sono alti funzionari del governo russo e della magistratura insieme a tribunali.

Ore 18:06 - Berlino condanna la chiusura del centro Sakharov di Mosca

«Putin vuole mettere a tacere anche le ultime voci per la democrazia e i diritti umani in Russia. La chiusura del centro Sakharov ne è un’ulteriore triste prova». Lo scrive su X il ministero tedesco degli Esteri, che aggiunge: «siamo a fianco di coloro che portano avanti l’eredità del premio Nobel Andrei Sakharov».

Ore 18:09 - Olanda conferma ok Usa per invio F-16

Il ministro degli Affari esteri dei Paesi Bassi, Wopke Hoekstra, ha confermato l’approvazione degli Stati Uniti per l’invio di aerei da combattimento F-16 in Ucraina. Lo scrive l’agenzia ucraina Ukrinform. «Accogliamo con favore la decisione di Washington di aprire la strada all’invio di aerei da combattimento F16 in Ucraina. Mille grazie al Segretario di Stato americano Blinken per la buona e rapida collaborazione. Ora discuteremo ulteriormente l’argomento con i nostri partner europei», ha scritto Hoekstra sui social.

 Ore 18:16 - La Russia impone sanzioni a procuratore Corte penale internazionale e ministri Gb

Mosca ha annunciato di avere aggiunto 54 esponenti politici e giornalisti britannici nella lista delle persone a cui è vietato l’ingresso in Russia in risposta ad analoghe misure adottate da Londra. Tra i sanzionati, ha annunciato il ministero degli Esteri citato dall’agenzia Interfax, figurano il segretario di Stato per la Cultura, i media e lo sport Frazier, il ministro di Stato per la Difesa Goldie e il procuratore della Corte penale internazionale Khan.

Ore 18:44 - Kiev: «Bombe di Mosca sulla regione di Kherson, almeno 3 feriti»

Le forze armate russe hanno attaccato la regione di Kherson ferendo almeno tre persone in due diversi episodi. Secondo quanto riportato dall’amministrazione militare regionale su Telegram, Mosca «ha attaccato i civili a Beryslav da un drone», ferendo «due uomini, di 35 e 34 anni». Una ragazza di 17 anni, invece, è rimasta ferita «durante il bombardamento russo del villaggio di Virivka, nella comunità di Tyaginsky» spiega il governatore della regione Alexander Prokudin, aggiungendo che «una dozzina di edifici residenziali del villaggio sono stati danneggiati».

Ore 19:11 - Kiev rivendica attacco al posto di polizia di Energodar

Il servizio di intelligence militare ucraino (Gur) ha pubblicato su Telegram un video in cui viene rivendicato l'attacco di oggi alla sede della polizia popolare di Energodar, città ucraina sotto il controllo dei russi, famosa per ospitare la centrale di Zaporizhzhia.

Nelle immagini si vede un oggetto, che sembrerebbe un drone, volare sopra i cieli della città fino a schiantarsi su un edificio. Il Gur ha dichiarato di aver ferito quasi tutti i dirigenti, il capo del dipartimento cittadino il colonnello Pavel Valeryevich Chesanov, il suo vice per il lavoro operativo, il capo del dipartimento investigativo, il capo dell'unità di servizio e i capi di alcune sottodivisioni.

Secondo quanto dichiarato dagli ucraini, l'area dell'incidente è attualmente bloccata e la possibilità per i civili di muoversi in città è notevolmente limitata.

Ore 19:23 - Il richiamo dell'Onu: «No a droni contro le infrastrutture civili»

Le Nazioni Unite non vogliono che siano prese di mira le infrastrutture civili. Lo ha dichiarato il portavoce dell'Onu, Stephane Dujarric, riferendosi agli attacchi dei droni ucraini contro la Russia.

Ore 19:45 - Kherson, esercito russo: «Controlliamo riva sinistra del fiume Dnepr»

Le truppe russe hanno preso il controllo della riva sinistra del Dnepr, nella regione di Kherson, dalle forze armate dell'Ucraina. «Nell'area dei campi cosacchi, le unità del gruppo Dnepr hanno completamente eliminato i resti di militari e mercenari ucraini. La riva sinistra è controllata da unità delle forze armate russe», ha detto una fonte militare. «Anche l'aviazione russa sta lavorando attivamente sulla riva destra del Dnepr, impedendo nuovi tentativi di forzare il fiume», ha poi aggiunto.

Ore 20:24 - Kiev: «Bombe russe su Chasiv Yar, quattro civili feriti»

L’esercito russo ha bombardato il «punto di invincibilità» a Chasiv Yar, nella regione di Donetsk, ferendo quattro civili. Lo ha riportato su Facebook l’ufficio del procuratore della regione di Donetsk. «I proiettili nemici hanno colpito un’area residenziale nel centro della città, vicino al “punto di invincibilità”, dove i residenti locali sono soliti ricevere aiuti umanitari» ha scritto l’ufficio del procuratore spiegando che «due donne di 73 e 76 anni, che si trovavano all’esterno in quel momento, e un uomo di 72 anni, ricoverato in ospedale con ferite multiple da schegge, hanno riportato ferite a causa del bombardamento». Nell’attacco è rimasto ferito anche un impiegato del centro umanitario di 67 anni.

Ore 00:24 - Lavrov: «Le armi nucleari sono un deterrente, l’unica riposta possibile alle minacce»

L’agenzia di stampa russa Tass riporta un’intervista del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov alla rivista «Affari internazionali» in cui afferma che: «Il possesso di armi nucleari nel contesto della deterrenza è attualmente l’unica risposta possibile della Russia ad alcune significative minacce esterne alla sua sicurezza». Lavrov ricorda che il nucleare «è esclusivamente di natura difensiva» e mira «a garantire la protezione della sovranità e l’integrità territoriale dello Stato» e previene «l’aggressione contro la Russia e i suoi alleati».

Ore 00:28 - Lavrov: «L’Occidente non intende negoziare con la Russia»

Nell intervista alla rivista «Affari internazionali», il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha anche affermato che: «L’Occidente non intende negoziare realmente con la Russia». « In diverse città, a Copenaghen, poi a Gedda - spiega- si svolgono incontri multilaterali senza rappresentanti russi nella speranza di convincere i paesi in via di sviluppo a sostenere la formula di pace di Zelensky. Allo stesso tempo, Mosca è accusata di riluttanza a partecipare ai negoziati e qualsiasi argomento sulla necessità di tenere conto degli interessi vitali del nostro paese viene immediatamente respinto. È chiaro che un tale approccio non indica l’intenzione dell’Occidente di negoziare qualcosa con la Russia».

Ore 03:30 - Via libera Usa a F-16 da Danimarca e Paesi Bassi all’Ucraina

Via libera degli Stati Uniti alla decisione di Danimarca e Paesi Bassi di fornire F-16 all’Ucraina. Lo hanno confermato funzionari di Washington. Non è chiaro quando i primi velivoli potrebbero entrare nel conflitto, ma i piloti ucraini dovranno prima intraprendere almeno sei mesi di addestramento.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 19 agosto.

Ucraina-Russia, le notizie di sabato 19 agosto. Raid russo a Chernihiv: distrutti teatro e università: 7 morti e un centinaio di feriti. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera sabato 19 agosto 2023.

Le notizie sul conflitto in Ucraina di sabato 19 agosto. Un attacco missilistico russo ha provocato una strage a Chernihiv: almeno 7 vittime, centinaia i feriti. Zelensky è in Svezia con la moglie Olena: incontrerà il primo ministro Kristersson e la famiglia reale

• Kiev attacca aeroporto Novgorod, nessun ferito. Mosca respinge drone diretto sulla capitale. C’è stato un attacco missilistico delle forze russe sulla città ucraina di Chernihiv, nel nord del Paese: l’Onu lo ha condannato, definendolo «atroce».

•New York Times: «500mila morti e feriti tra soldati ucraini e russi dall’inizio della guerra».

•Russia e Cina rigettano conclusioni G20 Salute su Ucraina.

•Quanti sono gli ucraini e i russi morti nella guerra, finora, e chi subisce più perdite in questo momento.

• Manifestazione «Putin is a Killer» in programma per il 20 agosto. Anche a Roma sarà organizzata dai sostenitori di Navalny.

•Germania e Francia criticano la chiusura del centro Sakharov a Mosca.

Ore 03:52 - Via libera Usa a F-16 da Danimarca e Paesi Bassi all’Ucraina

Via libera degli Stati Uniti alla decisione di Danimarca e Paesi Bassi di fornire F-16 all’Ucraina. Lo hanno confermato funzionari di Washington. Non è chiaro quando i primi velivoli potrebbero entrare nel conflitto, ma i piloti ucraini dovranno prima intraprendere almeno sei mesi di addestramento.

Ore 04:49 - Lavrov: «No a guerra nucleare. Le armi nucleari sono però un deterrente, l’unica risposta possibile alle minacce»

L’agenzia di stampa russa Tass riporta un’intervista del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov alla rivista «Affari internazionali» in cui afferma che: «Il possesso di armi nucleari nel contesto della deterrenza è attualmente l’unica risposta possibile della Russia ad alcune significative minacce esterne alla sua sicurezza». Lavrov ricorda che il nucleare «è esclusivamente di natura difensiva» e mira «a garantire la protezione della sovranità e l’integrità territoriale dello Stato» e previene «l’aggressione contro la Russia e i suoi alleati».

Ore 05:04 - Mosca: «6 morti e 11 feriti tra i civili per bombe di Kiev sul Donetsk»

Le forze armate ucraine hanno bombardato il territorio dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dpr) oltre 40 volte nelle ultime 24 ore causando sei morti e 11 feriti tra i civili, secondo le autorità filorusse citate dall’agenzia Tass.

Ore 06:01 - Mosca, Putin visita postazione comando russo a Rostov

Il presidente Vladimir Putin ha incontrato vertici militari nella postazione di comando della guerra contro l’Ucraina nella città meridionale russa di Rostov sul Don. Lo ha reso noto il Cremlino. L’ufficio stampa della presidenza di Mosca in un comunicato citato dall’agenzia russa Tass ha detto che: «Il capo dello Stato ha ascoltato i rapporti del capo di stato maggiore Valery Gerasimov e di diversi di comandanti militari».

Ore 07:26 - Difesa di Mosca: «Intercettato missile lanciato contro la Crimea»

Le forze armate russe hanno intercettato un missile lanciato dai militari ucraini sulla Penisola di Crimea. Lo ha dichiarato il ministero della Difesa di Mosca parlando di un S-200 abbattuto dai sistemi di difesa aerea e spiegando che non ci sono vittime, né danni.

Ore 08:10 - 007 britannici: «Ucraini avanzano a sud, ma il fronte resta fermo»

«Continua in Ucraina la controffensiva delle forze di Kiev contro le truppe di Mosca, ma nell’ultima settimana, la maggior parte della linea del fronte è rimasta statica». Lo ha riferito l’intelligence britannica nel bollettino quotidiano sulla situazione sul terreno, precisando che «al sud, le forze ucraine hanno comunque continuato la loro avanzata lungo il corso del fiume Mokri Yaly, conquistando il villaggio di Urozhaine di fronte alla dura resistenza russa».

Situazione differente al Nord, si legge nel bollettino degli 007 di Londra, perché le forze russe hanno continuato a tentare attacchi nell’area di Kupiansk, ma non hanno ottenuto progressi significativi.

Sul fronte, entrambe le parti affrontano una sfida simile: tentare di sconfiggere forze ben trincerate pur disponendo di forze limitate per lanciare nuovi assalti.

Ore 08:24 - «Tecnologica e agile, ecco la nuova Azov. Le idee di ultradestra? Ricordo del passato»

(Di Lorenzo Cremonesi, inviato a Kiev) Il commissario culturale: arruolati in 4 mila, Anche il mito di Bandera si è affievolito: i nostri soldati non sanno nemmeno chi sia.

L’Azov torna a combattere in prima linea. E lo fa proclamandosi più forte di prima: non più con gli 800 uomini del suo reggimento di punta consumato nella battaglia all’ultimo sangue per il controllo di Mariupol tra i primi di marzo e il 21 maggio 2022, bensì con i quasi 4.000 volontari inquadrati nella nuova brigata «Numero 12» risorta dal «martirio» dei padri fondatori.

Ore 08:39 - Whashington Post: «La Polonia ha scoperto un complotto russo per interrompere il flusso di armi a Kiev»

I servizi segreti russi hanno reclutato un certo numero di cittadini ucraini nel tentativo di interrompere il flusso di armi occidentali attraverso la Polonia verso Kiev, riporta il Washington Post. Almeno 16 persone sono state fermate dalle autorità polacche, inclusi 12 rifugiati ucraini.

Secondo il quotidiano americano, le autorità polacche ritengono che il complotto sventato abbia rappresentato la più grave minaccia russa per un paese Nato dall'inizio della guerra contro Kiev. Sarebbe stato orchestrato dall'intelligence militare russa e portato a termine sul campo da rifugiati ucraini in Polonia.

Ore 09:04 - Kiev: «Abbattuti 15 droni russi Shahed lanciati da Kursk»

Kiev ha annunciato di aver abbattuto 15 droni russi sui 17 lanciati durante un attacco notturno. «Le forze di Mosca hanno attaccato da nord con Uav d'attacco. Un totale di 17 droni sono stati lanciati dalla regione di Kursk e di questi 15 sono stati distrutti», ha fatto sapere l'esercito ucraino su Telegram, aggiungendo che «le difese aeree sono state attivate nelle regioni settentrionali e centrali, nonché nelle regioni occidentali».

Ore 09:47 - Mosca e Ankara negoziano nuovo accordo grano, Doha in campo

Le autorità russe e quelle turche stanno negoziando un nuovo accordo sul grano e in particolare la fornitura di cereali ai Paesi bisognosi in Africa. Questo quanto riporta l'agenzia di stampa russa Ria Novosti citando una fonte che ha partecipato ai negoziati, mentre la tedesca Bild parla di «colloqui segreti» tra il presidente russo Vladimir Putin e quello turco Recep Tayyip Erdogan, finalizzato a un nuovo accordo sul grano con la partecipazione del Qatar.

«C'è un piano per esportare grano russo nei paesi poveri, principalmente in Africa. La Turchia avrà il ruolo di organizzatore, il Qatar quello di sponsor delle forniture», scrive sempre la Bild, secondo la quale l'accordo potrebbe già essere firmato nei prossimi giorni a Budapest. «Sono in corso negoziati da parte nostra per consegnare cibo russo ai paesi africani bisognosi. Abbiamo ripetutamente affermato di essere pronti a fare tutto ciò che è in nostro potere. Durante i colloqui, un certo numero di paesi ha espresso interesse per questa iniziativa, ha espresso la proprio disponibilità ad aiutare», ha detto la fonte dell'agenzia Ria Novosti.

Ore 10:02 - Grano, ministro Esteri turco a Kiev la prossima settimana

Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan dovrebbe visitare l'Ucraina la prossima settimana per discutere con le autorità di Kiev dell'accordo sul grano sospeso dalla Russia. Lo riporta il Middle East Eye, citando alcune fonti informate.

La visita dovrebbe tenersi il 25 agosto e arriva mentre la Turchia e le Nazioni Unite hanno intensificato i loro sforzi per convincere la Russia a rilanciare l'accordo sul grano del Mar Nero, che ha garantito il passaggio sicuro di 33 milioni di tonnellate di grano tra agosto 2022 e luglio 2023.

Ore 10:26 - Kiev rivela dettagli sugli attacchi al ponte di Crimea

In un'intervista alla rivista NV il capo del Servizio di sicurezza dell'Ucraina Vasyl Malyuk ha commentato gli attacchi effettuati al ponte di Crimea dai militari di Kiev. In particolare Malyuk si è soffermato sull'attacco avvenuto la mattina dell'8 ottobre 2022, il giorno dopo il 70esimo compleanno di Vladimir Putin, effettuato tramite l'ausilio di un camion esplosivo.

Lo 007 ucraino ha spiegato che erano state prese in considerazione vari opzioni dal trasportare l'esplosivo in vagoni merci ad un camion con barili di petrolio in cui sarebbe stato nascosto l'esplosivo. Alla fine è stata escogitato lo stratagemma dell'esplosivo avvolto in grandi bobine di cellophane.

Un carico che «doveva sembrare civile» e quindi non destare sospetti. Per quanto riguarda l'attacco del 17 luglio 2023 Malyuk ha confermato che è stato effettuato con droni marini «Sea Baby». Il capo del Servizio di sicurezza ucraino ha sottolineato che queste operazioni sono state preparate esclusivamente dalle forze di Kiev e che non sono stati coinvolti servizi speciali stranieri.

Ore 10:31 - Un morto e 25 feriti dopo ultimi raid Mosca

Un morto e 25 feriti il bilancio degli ultimi raid effettuati dalle forze armate russe sul territorio ucraino. Lo riporta il Kiev Independent. La persona deceduta viveva nella regione di Kherson, dove è stato ferito anche un bambino. Altri feriti si registrano nella regione di Kharkiv, dove sono stati attaccati numerosi insediamenti.

Ore 10:37 - Esplosioni in quartiere periferico di Kiev, cause ancora ignote

Alcune esplosioni sono state avvertite in un quartiere di Kiev dove del fumo nero è apparso poco dopo nel cielo. Lo riporta Rbc-Ukraine, citando alcuni video che circolano su Telegram. I dettagli dell'incidente sono al momento sconosciuti. Alcuni media affermano che si stanno verificando esplosioni vicino al centro commerciale Promenada Park. Al momento non ci sono commenti ufficiali sull'incidente e non era stata emessa alcuna allerta aerea.

Anche il sindaco di Kiev Vitaliy Klychko ha riferito di esplosioni questa mattina nella capitale, vicino alla tangenziale. Klychko ha spiegato che le esplosioni hanno causato incendi, che le autorità sono impegnate a spegnere. Si sta indagando sull'origine di queste esplosioni, che al momento non avrebbero provocato vittime, ha aggiunto il primo cittadino.

Ore 10:42 - Zelensky in Svezia con la moglie Olena. Incontrerà il primo ministro e la famiglia reale

Volodymyr Zelensky e sua moglie Olena sono arrivati in Svezia, Paese che sembra aver incassato il nullaosta della Turchia all'ingresso nella Nato dopo gli sviluppi annunciati al vertice di Vilnius. È quanto scrive il presidente dell'Ucraina sul proprio profilo su Twitter.

Non è chiaro se Zelensky sia effettivamente arrivato nel Paese. Zelensky incontrerà il primo ministro svedese, la famiglia reale e i rappresentanti del Riksdag (parlamento nazionale del Regno di Svezia).

Ore 10:46 - Ankara: «Nessun raffreddamento in rapporti con Mosca»

Non c'è nessun allontanamento nei rapporti fra Russia e Turchia. Lo ha affermato Akif Çagatay Kiliç, consigliere capo del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, durante un'intervista. «Stiamo lavorando attivamente a livello di dipartimenti di politica estera, dove continuiamo in negoziati relativi a un accordo sui cereali, e a livello di agenzie di intelligence», ha detto. In merito a un futuro incontro fra Erdogan e Putin le trattative sono in atto.

Ore 11:13 - Russi colpiscono con un razzo il centro di Chernihiv

Le truppe russe hanno colpito in mattinata il centro della città ucraina di Chernihiv, nel nord del Paese. Lo ha detto il governatore locale Vyacheslav Chaus, invitando la popolazione a rimanere nei rifugi. L'attacco è stato effettuato con tutta probabilità con un missile balistico». Secondo quanto riportato da Suspline, che cita alcune persone presenti sul posto. Sarebbero rimasti coinvolti dei civili, si temono diversi feriti.

Ore 11:38 - Zelensky: «A Chernihiv colpiti università e teatro»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky afferma che l'esercito russo ha colpito la piazza centrale della città settentrionale di Chernihiv, compresi un teatro e un'università, avvertendo che ci sono vittime. «Un missile russo ha colpito proprio il centro della città, nella nostra Chernihiv», ha detto Zelensky su Telegram. «Una piazza, il politecnico, un teatro. Un sabato qualunque, che la Russia ha trasformato in un giorno di dolore e perdita. Ci sono morti, ci sono feriti», scrive.

Diverse persone erano nel centro città, dal momento che in Ucraina, come in altri Paesi dell'est Europa, si celebra l'Apple Feast Day, una festa ortodossa.

 Zelensky ha quindi pubblicato un video del luogo dopo il bombardamento in cui si vedono detriti attorno a un grande edificio di epoca sovietica, con auto parcheggiate intorno parzialmente distrutte, tetti frantumati e finestre esplose. Il governatore della regione di Chernihiv, Vyacheslav Chaus, ha affermato in precedenza che il centro della città è stato probabilmente colpito da un missile balistico e ha invitato le persone a «rimanere nei nascondigli». Le forze russe hanno marciato attraverso Chernihiv quando hanno invaso l'Ucraina il 24 febbraio 2022, da diverse direzioni, inclusa la Bielorussia. Sono stati poi respinti dalle forze di Kiev. Da allora, l'Ucraina settentrionale è stata in gran parte risparmiata dai feroci combattimenti che hanno infuriato a est e a sud.

Ore 12:13 - Il momento in cui le bombe cadono su Chernihiv: l’esplosione immortalata in un video

Colpiti anche l’università e il teatro. Ci sono morti e feriti. Le immagini.

Ore 12:19 - Almeno 5 morti e 37 feriti a Chernihiv

Il conto delle persone coinvolte nel bombardamento della città di Chernihiv, nella zona settentrionale dell'Ucraina, ancora in fase di aggiornamento, sarebbe di almeno 5 morti e 37 feriti. Le cifre sono state riportate dal ministero dell'Interno ucraino. I cittadini denunciano: «Terroristi»

Ore 12:24 - Kiev attacca aeroporto Novgorod, nessun ferito

L'attacco con un drone ucraino sull'aeroporto militare della regione di Novgorod, in Russia, circa duecento chilometri a sud di San Pietroburgo, ha danneggiato un aereo ma non ha provocato vittime o feriti. Lo ha riferito il ministero della Difesa di Mosca, precisando che è scoppiato un incendio nel parcheggio degli aerei, già spento dai vigili del fuoco.

Ore 12:33 - Ministro Klymenko: «Colpiti i civili in un sabato mattina estivo»

L'attacco russo di questa mattina sulla cittadina di Chernihiv, nel nord dell'Ucraina e vicina al confine con la Bielorussia, ha provocato la morte di 5 persone e il ferimento di 37. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno di Kiev Igor Klymenko nel suo canale Telegram. «In un sabato mattina festivo.la gente stava uscendo dalla chiesa con ceste di mele consacrate. Ci sono 42 persone coinvolte nell'attacco russo sul Teatro Drammatico di Chernihiv», ha scritto.

Ore 12:39 - Direttore centro Sacharov: «Una chiusura che riflette la realtà». La condanna della Francia

Una decisione «disgustosa, ma che rispecchia la realtà». Così Sergey Lukashevsky, il direttore del Centro Sacharov di Mosca, ha commentato la decisione presa dal tribunale della capitale russa di chiudere l'istituzione. Prendendo le distanze dalle accuse mosse nei confronti del centro, Lukashevsky ha affermato che tutto ciò che sta accadendo oggi è esattamente l'opposto di ciò per cui Sacharov ha combattuto.

Il ministero degli Esteri francese ha condannato la decisione del tribunale di Mosca di ordinare la chiusura del centro, già riconosciuto come agente straniero nel dicembre del 2014 su richiesta del ministero della Giustizia.

Ore 12:46 - Zelensky in Svezia: «Con Kristersson abbiamo parlato anche dei veicoli CV-90»

«Stiamo avviando i negoziati con il primo ministro svedese, Ulf Kristersson. L'agenda è ampia, ma la massima priorità è la cooperazione in materia di difesa, in particolare i potenti CV-90 svedesi». Lo afferma sui social il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dalla Svezia. Il CV-90 (Combat Vehicle 90) è una famiglia di veicoli da combattimento della fanteria (IFV) di fabbricazione svedese. È una macchina moderna, veloce e pesantemente armata.

«I nostri soldati li stanno già utilizzando efficacemente in prima linea. Abbiamo anche in programma di produrre CV-90 in Ucraina», ha aggiunto Zelensky. È il primo ministro Ulf Kristersson che ha invitato il presidente ucraino, scrive il governo svedese in un comunicato stampa della presidenza del Consiglio dei Ministri. La visita tra Harpsund e il Palazzo Stenhammar.

Ore 13:02 - Russia e Cina rigettano conclusioni G20 Salute su Ucraina

La Russia e la Cina si sono opposte ai passaggi sull'Ucraina inseriti nelle conclusioni del G20 Salute. Al termine della due giorni di lavori nella città indiana di Gandhinagar, i ministri responsabili dei venti Paesi più industrializzati hanno approvato con consenso unanime un testo di nove pagine sulle priorità d'azione in ambito sanitario, ad accezione dei passaggi sull'aggressione russa in Ucraina, rigettati appunto da Mosca e Pechino.

Ore 13:09 - Vertice Usa-Giappone-Sud Corea a Camp David: «Siamo più forti uniti». L'ira di Pechino

«Questo summit non è contro nessuno. Non è la Nato per il Pacifico» ha dichiarato il consigliere Usa per la sicurezza Sullivan in apertura del summit. Biden: «Terremo esercitazioni militari annuali». La Cina, principale alleata della Russia nel contesto internazionale, è preoccupata «una cricca esclusiva, una minaccia per la sicurezza».

Ore 13:15 - Chernihiv: vittime salgono a sette

Le vittime dell'attacco russo a Chernihiv salgono a sette. Ci sarebbe anche un bambino di 6 anni.

Ore 13:51 - Kiev, esplosione in un ufficio del ministero dell'Interno

Un'esplosione è stata segnalata in un ufficio del ministero dell'Interno a Kiev. Lo riporta The Kyiv Independent secondo cui si tratta di un sito nella periferia ovest della capitale ucraina in cui esperti stavano esaminando esplosivi.

Il ministro dell'Interno Ihor Klymenko, ha confermato che c'è stata un'esplosione negli uffici del centro di scienze forensi. Secondo il ministro l'esplosione non sarebbe stata provocata da un attacco missilistico o con un drone. La deflagrazione ha provocato un incendio in un magazzino. Klymenko ha riferito di alcune persone rimaste ferite.

Ore 13:58 - La Germania sul centro Sakharov: «Putin zittisce chi difende democrazia»

«Il presidente russo Vladimir Putin vuole mettere a tacere le ultime voci rimaste in favore della democrazia e dei diritti umani in Russia». Lo ha scritto su Twitter il ministero degli Esteri tedesco condannando la decisione di Mosca di chiudere il centro Sakharov. «Si tratta di un'altra prova della sua campagna di repressione - si legge ancora - siamo dalla parte di coloro che portano avanti l'eredità del premio Nobel per la pace Andrei Sakharov».

 Ore 14:08 - Esercito russo: «Sventato un attacco di droni su Mosca»

L'esercito russo ha affermato di aver sventato un attacco di droni ucraini a Mosca e nella regione circostante. «Erano diretti verso la capitale».

Almeno un drone si è schiantato in una «zona deserta vicino al villaggio di Putilkovo», una località nella periferia nord-occidentale di Mosca, ha detto l'esercito in un comunicato. «Non ci sono state vittime o danni», ha poi precisato.

Ore 14:11 - L'appello di Papa Francesco: «Necessario ridurre le spese militari in favore dei bisogni umanitari»

«È nostra responsabilità aiutare a estirpare dai cuori l'odio e la violenza. Incoraggiamo a deporre le armi, a ridurre le spese militari per provvedere ai bisogni umanitari, a convertire gli strumenti di morte in strumenti di vita». Lo scrive Papa Francesco su X, l'ex Twitter.

È nostra responsabilità aiutare a estirpare dai cuori l?odio e la violenza. Incoraggiamo a deporre le armi, a ridurre le spese militari per provvedere ai bisogni umanitari, a convertire gli strumenti di morte in strumenti di vita.

Ore 14:26 - Zelenska in Svezia visita feriti in centro riabilitazione

Olena Zelenska, insieme alla moglie del primo ministro svedese Birgitta Ed e al ministro della Salute svedese Acko Ankarberg Johansson, ha visitato il centro di riabilitazione di Aleris a Solna, dove ha avuto modo di incontrare i feriti di guerra ucraini che vengono curati nel centro. Lo riportano i media svedesi.

Zelenska ha avuto una conversazione con il dottore Claes Hultling sui feriti di guerra e su come la società ucraina dovrà accogliere i reduci, visto che molti sono in sedia a rotelle. Zelensky e sua moglie Olena Zelenska hanno destato sorpresa oggi con una visita in Svezia. Questa mattina la coppia presidenziale ucraina è atterrata a Stoccolma.

Ore 14:44 - Primo ministro svedese: «Enorme sacrificio da parte dell'Ucraina. Sempre con Kiev»

Il primo ministro Ulf Kristersson ha parlato di «enorme sacrificio dell'Ucraina» in una conferenza stampa con il presidente Volodymyr Zelensky, in visita in Svezia oggi, su invito dello stesso Kristersson.

Entrambi hanno fatto riferimento al pacchetto di aiuti da parte di Stoccolma per la difesa di Kiev. Il premier parlava in inglese in una diretta trasmessa dal governo svedese. «Sul piano della politica estera nessun obiettivo è più importante per il mio governo che il sostegno alla difesa dell'Ucraina», ha detto Kristersson, consegnando una copia di questa strategia di governo in ucraino a Zelensky ,che ha definito come assolutamente razionale la scelta di Stoccolma di entrare nella Nato.

Ore 14:49 - Quanti sono gli ucraini e i russi morti nella guerra, finora, e chi subisce più perdite in questo momento

(Di Lorenzo Cremonesi) Non esistono dati ufficiali, ma secondo fonti statunitensi citate dal New York Times i russi hanno avuto 120 mila morti, contro i 70 mila morti ucraini; i feriti sono oltre 300 mila, e l’Ucraina sta pagando un prezzo durissimo per la controffensiva.

Ore 15:01 - Il bilancio dell'attacco a Chernihiv: i feriti salgono a 117

Sarebbero almeno 117 i feriti nell'attacco avvenuto nella città dell'Ucraina settentrionale Chernihiv. Lo ha riferito il sindaco ad interim Oleksandr Lomako, in un aggiornamento su Telegram. Il numero dei morti rimane invariato: 7 persone, compresa una bambina.

Ore 15:26 - Mosca precisa: «A Chernihiv abbiamo colpito un luogo di ritrovo di militari ucraini»

«L'attacco a Chernihiv ha colpito il luogo di ritrovo di specialisti militari sui droni da combattimento delle forze armate ucraine mascherato da festival». Lo scrive l'agenzia statale russa Ria Novosti, citando una fonte a conoscenza della situazione e pubblica una foto dell'invito al presunto evento.

«Questo evento era stato effettuato nel rispetto delle misure di segretezza. Il colpo stesso è caduto su un oggetto utilizzato dal personale militare ucraino», ha aggiunto la fonte.

Ore 16:14 - L’Onu condanna il raid russo su Chernihiv

La coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite per l’Ucraina ha condannato «l’atroce» attacco missilistico russo al centro di Chernihiv e ha chiesto a Mosca di porre fine ai raid su «aree popolate». «È atroce attaccare la piazza principale di una grande città, al mattino, mentre la gente passeggia e alcuni vanno in chiesa per celebrare una giornata religiosa per molti ucraini», ha affermato la funzionaria Onu Denise Brown una dichiarazione online. «Condanno questo schema ripetuto di attacchi russi su aree popolate dell’Ucraina, che causano morti, distruzioni massicce e crescenti necessità umanitarie».

Ore 17:40 - Il sindaco di Chernihiv definisce l’attacco sferrato dai russi alla città «un attacco terroristico» e un «crimine di guerra»

«Un attacco terroristico» e un «crimine di guerra contro i civili». Il sindaco ad interim di Chernihiv, Oleksandr Lomako, parla così con la Bbc dopo l’attacco che ha colpito «il centro della città» dove «c’erano molte persone». «Era mezzogiorno - ha detto - Oggi è una festa religiosa» (la Santa Trasfigurazione). E, secondo Lomako, «non c’è altro modo di interpretare quanto accaduto se non come un crimine di guerra contro i civili, un altro crimine di guerra russo». «Capisco che il loro obiettivo fosse un evento militare che si svolgeva nell’edificio del teatro e che questo era il loro obiettivo», ha detto Lomako, che ha annunciato tre giorni di lutto, parlando delle notizie sulla mostra di produttori droni. «Ma - ha aggiunto - è chiaro che i russi che lanciano quei missili e chi dà loro l’ordini di farlo in pieno giorno contro la città si rende conto che le vittime saranno per lo più civili».

Ore 18:37 - Conclusi i soccorsi a Chernihiv: 7 morti e 129 feriti

Si è conclusa l’operazione di ricerca e soccorso nel luogo del raid russo che oggi ha colpito la città di Chernihiv. Lo ha riferito il ministro dell’Interno dell’Ucraina Ihor Klymenko su Telegram, aggiungendo che in totale l’attacco ha provocato 7 morti e 129 feriti. «L’operazione di ricerca e salvataggio è stata completata: 136 vittime a seguito dell’attacco russo nel centro della città», ha detto Klymenko riportando il bilancio di «7 morti e 129 feriti, di cui 15 bambini e 15 poliziotti», ha aggiunto. Secondo il capo dell’amministrazione militare regionale di Chernihiv Vyacheslav Chaus, citato da Rbc Ukraine, l’esercito russo ha utilizzato un missile ipersonico Iskander per l’attacco di oggi sulla città.

Ore 19:38 - L’incontro tra Zelensky e i reali svedesi

Durante la sua visita in Svezia il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato il re Carlo XVI Gustavo e la regina Silvia di Svezia, ringraziandoli per il sostegno e l’assistenza. Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino postando le foto del momento.

«Siamo grati per il completo sostegno della Svezia al nostro Paese nella lotta per l’indipendenza e l’integrità territoriale. Apprezziamo molto la potente assistenza della Svezia in tutti i settori possibili. È un contributo significativo alla lotta degli ucraini per la libertà e il futuro europeo» ha dichiarato Zelensky.

Il presidente ucraino si è recato oggi a sorpresa in visita in Svezia, per la prima volta in questo Paese dallo scoppio della guerra. Per lui si è trattato del primo viaggio all’estero dopo la partecipazione al summit Nato a Vilnius, in Lituania, il mese scorso.

Ore 01:34 - Attacco russo a Chernihiv, bilancio feriti sale a 144

Il bilancio dei feriti dell’attacco missilistico russo di ieri che ha colpito la piazza principale di Chernihiv è salito a 144. Lo ha riferito la polizia ucraina, citata da Ukrinform. «Il 19 agosto, il nemico ha lanciato un attacco missilistico sul centro di Chernihiv. Alle 19.30, sono stati confermati sette morti civili, tra cui un bambino. Inoltre, 144 residenti locali feriti hanno richiesto assistenza medica. Tra loro c’erano 15 bambini e 15 agenti di polizia», ha detto la polizia. Secondo quanto riferito, le forze dell’ordine stanno ispezionando gli edifici danneggiati dalle esplosioni. In totale, quasi 500 appartamenti hanno subito danni. La polizia ha anche registrato danni a 64 veicoli civili.

Ore 02:53 - Mosca, chiusi aeroporti Domodedovo e Vnukovo

Gli aeroporti moscoviti di Domodedovo e Vnukovo hanno sospeso arrivi e partenze. Lo rende noto l’agenzia Tass citando un rappresentante dei servizi del traffico aereo russo, senza spiegare i motivi del provvedimento. Con la guerra in Ucraina, tali misure sono state prese negli ultimi tempi quando sulla capitale della Russia sono avvenuti attacchi da parte di droni.

«Vnukovo e Domodedovo sono temporaneamente chiusi per arrivi e partenze di aerei», ha detto la fonte della Tass. Secondo il servizio di tracciamento Flightradar i voli vengono dirottati per atterrare sull’altro scalo moscovita di Sheremetyevo o restano in attesa di ulteriori istruzioni sopra Ryazan, a sudest di Mosca.

Ore 03:14 - Mosca: drone di Kiev su stazione Kursk, 5 feriti

Mosca afferma che almeno cinque persone sono rimaste ferite nella stazione della città russa di Kursk quando un drone ucraino è caduto sul tetto dello scalo ferroviario, secondo quanto riporta l’agenzia Tass.

Il governatore regionale Roman Starovoit afferma su Telegram che lo schianto del drone «contro l’edificio della stazione ferroviaria ha provocato un incendio sul tetto e cinque persone sono rimaste leggermente ferite da schegge di vetro». Con oltre 1,1 milioni di abitanti, Kursk è il capoluogo dell’omonima regione russa che confina a ovest con l’oblast ucraina di Sumy. Quest’ultima è ormai quotidianamente bersaglio di bombardamenti da parte dei militari russi: secondo Kiev, solo ieri la regione è stata colpita da circa 25 attacchi per un totale di quasi 250 esplosioni.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 20 agosto.

Ucraina-Russia, le notizie del 20 agosto. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera domenica 20 agosto 2023

Le notizie sul conflitto in Ucraina di domenica 20 agosto, in diretta. L’Onu ha condannato l’attacco di Chernihiv: «Atroce attaccare la piazza principale di una grande città, al mattino, salvatore mentre la gente passeggia»

• Chernihiv, lo sdegno per il bombardamento della città ucraina nel giorno di festa. Kiev: «Ci vendicheremo».

•Zelensky atterra in una base dell'aeronautica olandese a Eindhoven.

• Lavrov: «Armi nucleari sono un deterrente».

• La Russia ha reclutato alcuni «agenti» tra gli ucraini rifugiati in Polonia: spiavano gli aiuti Nato per sabotarli. Il punto militare.

• Oggi a Roma la manifestazione «Putin is a Killer», organizzata dai sostenitori di Navalny.

Ore 01:00 - Lavrov: «No a guerra nucleare. Le armi nucleari sono però un deterrente, l’unica risposta possibile alle minacce»

L’agenzia di stampa russa Tass riporta un’intervista del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov alla rivista «Affari internazionali» in cui afferma che: «Il possesso di armi nucleari nel contesto della deterrenza è attualmente l’unica risposta possibile della Russia ad alcune significative minacce esterne alla sua sicurezza». Lavrov ricorda che il nucleare «è esclusivamente di natura difensiva» e mira «a garantire la protezione della sovranità e l’integrità territoriale dello Stato» e previene «l’aggressione contro la Russia e i suoi alleati».

Ore 01:25 - Kiev attacca aeroporto Novgorod, nessun ferito

L'attacco con un drone ucraino sull'aeroporto militare della regione di Novgorod, in Russia, circa duecento chilometri a sud di San Pietroburgo, ha danneggiato un aereo ma non ha provocato vittime o feriti. Lo ha riferito il ministero della Difesa di Mosca, precisando che è scoppiato un incendio nel parcheggio degli aerei, già spento dai vigili del fuoco.

Ore 01:38 - Zelensky in Svezia: «Con Kristersson abbiamo parlato anche dei veicoli CV-90»

«Stiamo avviando i negoziati con il primo ministro svedese, Ulf Kristersson. L'agenda è ampia, ma la massima priorità è la cooperazione in materia di difesa, in particolare i potenti CV-90 svedesi». Lo afferma sui social il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dalla Svezia. Il CV-90 (Combat Vehicle 90) è una famiglia di veicoli da combattimento della fanteria (IFV) di fabbricazione svedese. È una macchina moderna, veloce e pesantemente armata.

«I nostri soldati li stanno già utilizzando efficacemente in prima linea. Abbiamo anche in programma di produrre CV-90 in Ucraina», ha aggiunto Zelensky. È il primo ministro Ulf Kristersson che ha invitato il presidente ucraino, scrive il governo svedese in un comunicato stampa della presidenza del Consiglio dei Ministri. La visita tra Harpsund e il Palazzo Stenhammar.

Ore 01:50 - Russi colpiscono con un razzo il centro di Chernihiv

Le truppe russe hanno colpito in mattinata il centro della città ucraina di Chernihiv, nel nord del Paese. Lo ha detto il governatore locale Vyacheslav Chaus, invitando la popolazione a rimanere nei rifugi. L'attacco è stato effettuato con tutta probabilità con un missile balistico». Secondo quanto riportato da Suspline, che cita alcune persone presenti sul posto. Sarebbero rimasti coinvolti dei civili, si temono diversi feriti.

Ore 01:55 - Il momento in cui le bombe cadono su Chernihiv: l’esplosione immortalata in un video

Colpiti anche l’università e il teatro. Ci sono morti e feriti. Le immagini.

Ore 02:30 - La Russia ha reclutato alcuni «agenti» tra gli ucraini rifugiati in Polonia: spiavano gli aiuti Nato per sabotarli

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’intelligence ha un ruolo primario. Deve scovare segreti, parare i colpi nemici ma anche fare guerra di informazione, in attacco come in difesa. E ben prima dell’invasione in Ucraina ha giocato spesso allo scoperto, raccontando molto. Lo conferma una vicenda polacca — nota — integrata con nuovi dettagli.

Mesi fa Varsavia ha annunciato l’individuazione di un network agli ordini di Mosca creato sul proprio territorio. Un’operazione montata dal Gru, il servizio militare russo, che ha reclutato – come ha documentato il Washington Post – un buon numero di giovani da remoto, usando i canali Telegram.

Ore 02:45 - Ucraina, viaggio nella fabbrica dei «pipistrelli volanti», i droni letali (ed economici) che Putin copia

(di Lorenzo Cremonesi, nostro inviato) KIEV (UCRAINA) - Droni, droni e ancora droni. La guerra del presente e del futuro si combatte soprattutto a suon di droni. «E chi non sviluppa i suoi droni, non li aggiorna con le nuove tecnologie, non sta al passo con le innovazioni del nemico, sostanzialmente è perduto. Questo mi pare essere il problema di base della nostra controffensiva, che oggi appare in difficoltà: il nostro governo non è stato attento a queste problematiche. I russi hanno imparato dagli errori di partenza, si sono messi a copiare metodicamente le nostre armi, hanno spiato, rubato e poi riprodotto i nostri droni. L’amara realtà è che adesso abbiamo perso il nostro vantaggio iniziale. Non dico affatto che siamo sconfitti, abbiamo tutte le capacità e potenzialità per riprendere quel vantaggio. Ma occorre darci da fare in fretta», si sfoga Olexei Asanov nella sua fabbrica-laboratorio di droni che lui ha battezzato «Kajan-Flay», traducibile come «pipistrello volante».

Ore 03:05 - Blinken: «Orribile attacco Chernihiv, Usa al fianco Kiev»

«Condanniamo con la massima fermezza l’ennesimo orribile attacco missilistico contro civili innocenti a Chernihiv. Piangiamo questa tragica perdita di vite umane e i nostri cuori sono con le famiglie delle vittime. Gli Stati Uniti saranno sempre al fianco del popolo ucraino. La Russia deve porre fine alla sua brutale guerra adesso». Lo scrive il Segretario di Stato Usa Antony Blinken.

Ore 03:14 - Attacco russo a Chernihiv, bilancio feriti sale a 144

Il bilancio dei feriti dell’attacco missilistico russo di ieri che ha colpito la piazza principale di Chernihiv è salito a 144. Lo ha riferito la polizia ucraina, citata da Ukrinform. «Il 19 agosto, il nemico ha lanciato un attacco missilistico sul centro di Chernihiv. Alle 19.30, sono stati confermati sette morti civili, tra cui un bambino. Inoltre, 144 residenti locali feriti hanno richiesto assistenza medica. Tra loro c’erano 15 bambini e 15 agenti di polizia», ha detto la polizia. Secondo quanto riferito, le forze dell’ordine stanno ispezionando gli edifici danneggiati dalle esplosioni. In totale, quasi 500 appartamenti hanno subito danni. La polizia ha anche registrato danni a 64 veicoli civili.

Ore 03:34 - Mosca, chiusi aeroporti Domodedovo e Vnukovo

Gli aeroporti moscoviti di Domodedovo e Vnukovo hanno sospeso arrivi e partenze. Lo rende noto l’agenzia Tass citando un rappresentante dei servizi del traffico aereo russo, senza spiegare i motivi del provvedimento. Con la guerra in Ucraina, tali misure sono state prese negli ultimi tempi quando sulla capitale della Russia sono avvenuti attacchi da parte di droni.

«Vnukovo e Domodedovo sono temporaneamente chiusi per arrivi e partenze di aerei», ha detto la fonte della Tass. Secondo il servizio di tracciamento Flightradar i voli vengono dirottati per atterrare sull’altro scalo moscovita di Sheremetyevo o restano in attesa di ulteriori istruzioni sopra Ryazan, a sudest di Mosca.

Ore 03:56 - Mosca: drone di Kiev su stazione Kursk, 5 feriti

Mosca afferma che almeno cinque persone sono rimaste ferite nella stazione della città russa di Kursk quando un drone ucraino è caduto sul tetto dello scalo ferroviario, secondo quanto riporta l’agenzia Tass.

Il governatore regionale Roman Starovoit afferma su Telegram che lo schianto del drone «contro l’edificio della stazione ferroviaria ha provocato un incendio sul tetto e cinque persone sono rimaste leggermente ferite da schegge di vetro». Con oltre 1,1 milioni di abitanti, Kursk è il capoluogo dell’omonima regione russa che confina a ovest con l’oblast ucraina di Sumy. Quest’ultima è ormai quotidianamente bersaglio di bombardamenti da parte dei militari russi: secondo Kiev, solo ieri la regione è stata colpita da circa 25 attacchi per un totale di quasi 250 esplosioni.

Ore 04:51 - Mosca, drone ucraino intercettato su capitale russa

Nuoce segnalazioni russe su attacchi ucraini. Mosca afferma che nella notte le sue difese aeree hanno impedito a un drone ucraino di sorvolare la capitale russa. «Un drone proveniente da sud ha tentato di sorvolare Mosca durante la notte ed è stato fermato dalle forze di difesa aerea», ha scritto su Telegram il sindaco Sergey Sobyanin. Gli aeroporti moscoviti di Domodedovo e Vnukovo hanno sospeso nelle prime ore di oggi arrivi e partenze, presumibilmente proprio per l’allerta droni scattata su Mosca.

Ore 08:16 - Obiettivi «impossibili», morti, eserciti fermi: ora gli Usa esplorano la strada del negoziato per l’Ucraina

(Di Giuseppe Sarcina) Guerra in Ucraina, si muovono i diplomatici: ma serve l’ok di Zelensky. E resta il nodo Crimea: un primo passo potrebbe essere quello di mettere sul tavolo il destino della penisola.

Le previsioni dei centri studi più accreditati, come Eurasia group guidato da Ian Bremmer, o delle istituzioni internazionali, come il Fondo monetario, convergono almeno su un punto: è sempre più probabile che la guerra in Ucraina durerà almeno fino alla metà del 2024.

Ore 08:22 - Kursk, la denuncia di Mosca: «Drone contro la stazione ferroviaria»

La Russia denuncia l’attacco con droni ucraini sulla stazione di Kursk. A darne notizia è il governatore Roman Starovoit su Telegram. Secondo le prime informazioni un drone si sarebbe schiantato contro il tetto dell’edificio della stazione ferroviaria, dopodiché è scoppiato un incendio.

Cinque persone sono rimaste leggermente ferite da frammenti di vetro», scrive Starovoit. «Delle cinque vittime di schegge, due hanno rifiutato l’assistenza medica, tre sono state inviate per esami all’ospedale regionale di Kursk e sono già state rilasciate», spiega sul suo canale Telegram il governatore.

Ore 08:34 - Blinken condanna l’attacco di Chernihiv: «Orribile bombardamento contro innocenti»

«Condanniamo con la massima fermezza l’ennesimo orribile attacco missilistico contro civili innocenti a Chernihiv». Lo scrive il segretario di Stato Antony Blinken su Twitter. «Piangiamo questa tragica perdita di vite umane e i nostri cuori sono con le famiglie delle vittime. Gli Stati Uniti saranno sempre al fianco del popolo ucraino. La Russia deve porre fine alla sua brutale guerra ora», aggiunge.

In base alle informazioni diffuse da Kiev, le truppe russe hanno attaccato il centro di Chernihiv con un missile di tipo Iskander. L’edificio del teatro drammatico regionale è stato distrutto, gli edifici amministrativi, gli edifici residenziali e i veicoli circostanti sono stati danneggiati. Al momento dell’attacco nel centro di Chernihiv c’era un incontro di produttori di droni, ma gran parte delle vittime sono persone che erano uscite per una passeggiata, vicino al teatro.

Ore 08:39 - Mosca: «Minaccia droni, chiusi gli aeroporti di Domodedovo e Vnukovo»

Gli aeroporti Domodedovo e Vnukovo di Mosca hanno sospeso gli arrivi e le partenze dei voli. Lo ha riferito alla Tass un rappresentante dei servizi del traffico aereo, senza fornire ulteriori dettagli, ma dall’inizio della guerra in Ucraina tali misure sono state adottate in conseguenza di attacchi con droni. «Vnukovo e Domodedovo sono temporaneamente chiusi», ha annunciato la fonte.

Secondo Flightradar, i voli sono riprogrammati su Sheremetyevo, un altro aeroporto di Mosca, o in attesa di ulteriori istruzioni a mezz’aria sopra Ryazan. La decisione di chiudere «temporaneamente» gli aeroporti della capitale russa è probabilmente legata a un drone ucraino colpito proprio mentre si dirigeva verso Mosca. Secondo il ministero della Difesa, il drone è stato individuato sopra il distretto di Stupinsky, un’ottantina di chilometri a sud del centro della capitale, poi distrutto da mezzi elettronici.

Ore 08:49 - Kherson bombardata 77 volte in 24 ore

L’esercito russo ha bombardato ieri la regione di Kherson, nell’Ucraina meridionale, 77 volte. Lo ha reso noto su Telegram il capo dell’Amministrazione militare regionale, Oleksandr Prokudin. «Nell’ultimo giorno, il nemico ha lanciato 77 attacchi, sparando 422 proiettili da mortaio, artiglieria, carri armati, droni e aerei», ha detto Prokudin, il quale aggiunge che le forze di Mosca hanno preso di mira aree residenziali nella regione, un’infrastruttura strategica e il territorio attorno a uno stabilimento a Kherson.

Negli attacchi un civile è rimasto ucciso e un altro ferito. Sempre ieri, l’esercito russo ha bombardato un villaggio nella comunità di Daryivka, nella regione di Kherson, uccidendo una donna, scrive Ukrinform mentre un’anziana è rimasta ferita a seguito di un attacco russo a Nikopol, nella regione di Dnipropetrovsk.

Ore 09:08 - Kuleba: «Nessuna sfiducia sulla controffensiva»

«L’Ucraina non è preoccupata per il pessimismo occidentale verso i suoi obiettivi di controffensiva». Lo afferma il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba secondo quanto riporta The Kyiv independent, citando un’intervista al gruppo editoriale tedesco Axel Springer.

«Non abbiamo bisogno di dimostrare nulla - osserva Kuleba - il nostro successo ricompenserà gli ottimisti mentre rovinerà la reputazione dei dubbiosi. Quello di cui abbiamo bisogno - dice - è una maggiore capacità a lungo raggio per ottenere risultati più a breve termine».

Sul punto è stato ricordato l’inizio dell’addestramento dei piloti ucraini per gli F-16, mentre continuano le pressioni su Germania e Stati Uniti affinché forniscano sistemi missilistici a lungo raggio. Due giorni fa il Washington Post aveva riferito che l’intelligence statunitense pensa che le forze ucraine non saranno in grado di raggiungere entro quest’anno Melitopol, città occupata dai russi nell’oblast di Zaporizhzhia e centro logistico fondamentale per l’esercito di Mosca.

Ore 09:21 - Chernihiv, Zelensky promette vendetta: «Nostri soldati daranno una risposta notevole»

«I nostri soldati risponderanno alla Russia per questo attacco terroristico: sarà una risposta notevole». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo che 7 persone, tra cui una bambina di sei anni, sono rimaste uccise e altre 148 ferite in un attacco missilistico russo che ieri ha colpito la piazza centrale della città settentrionale di Chernihiv.

Nel suo video discorso notturno, al termine di una visita in Svezia, Zelensky afferma che tra i 148 feriti, 15 sono bambini, e ha identificato la bimba uccisa con il nome di Sofia.

Ore 09:28 - Mosca: «Sventato attacco droni kamikaze nella regione di Rostov»

È stato sventato questa mattina un tentativo di attaccare la regione russa di Rostov attraverso dei droni kamikaze. Lo riferisce su Telegram il governatore della regione Vasilij Golubev, scrive l’agenzia russa Interfax. «Questa mattina, nella nostra regione è stato tentato un attacco terroristico utilizzando dei droni kamikaze», afferma il governatore.

«I mezzi di guerra elettronica hanno bloccato con successo i veicoli aerei senza pilota. I sistemi di difesa aerea non sono stati coinvolti a causa delle piccole dimensioni dell’obiettivo. Lo schianto dei droni non ha provocato vittime o danni: due si sono schiantati all’interno di un’unità militare a Kamensk. L’altro a un chilometro a nord di Novoshakhtinsk», ha aggiunto Golubev.

Ore 09:35 - 007 britannici: «Droni ucraini, vertici militari russi chiamati a rispondere»

L’intensificarsi di attacchi di droni ucraini sul territorio della Federazione Russa hanno aumentato la pressione cui sono sottoposti i vertici delle Forze aerospaziali russe perché rafforzino le difese aeree nella parte occidentale del Paese.

Secondo l’analisi quotidiana dell’intelligence della Difesa britannica, è probabile che la pressione ricada soprattutto sul Capo di stato maggiore dell’aeronautica, generale Viktor Afzalov, mentre il comandante in capo della VKS, generale Serghei Surovikin, rimane assente. Secondo Londra si sospetta che sia stato incarcerato in relazione all’ammutinamento del Gruppo Wagner del giugno 2023.

Ore 09:43 - Chernihiv, lo sdegno e le reazioni per il bombardamento della città ucraina nel giorno di festa

(Di Lorenzo Cremonesi, inviato a Kiev) Il missile russo colpisce il tetto del teatro municipale nel cuore di Chernihiv attorno a mezzogiorno. È subito strage tra le auto sbalzate sui marciapiedi dallo spostamento d’aria, schegge, rami spezzati, vetri infranti e rottami sparsi ovunque sul selciato: 7 morti, compreso una bambina di sei anni, e 129 feriti, tra loro almeno 15 minori. In serata i ricoverati erano ancora 25. Ad accrescere il numero dei civili coinvolti sta il fatto che l’attacco avviene di sabato, proprio mentre la gente sta uscendo dalla basilica di fronte, dopo avere celebrato la cerimonia religiosa ortodossa della Trasfigurazion e, e la piazza è gremita di passanti appena prima del pranzo nel giorno di festa.

 E anche un edificio dell’università è stato danneggiato dai colpi. Il sindaco della città, Olexander Lomako, parla di «attacco terroristico», mentre l’Onu lo definisce un «crimine odioso». Anche Volodymyr Zelensky, mentre si trova in Svezia per una visita ufficiale con la speranza di ottenere nuovi aiuti militari, accusa Mosca di «avere trasformato un normale sabato in un giorno di lutto e dolore». Ma, per una volta, occorre segnalare che il missile sembra non avere colpito a caso. Nel teatro di Chernihiv si stava tenendo infatti una mostra di produttori di droni militari. «Io capisco che l’obbiettivo russo era un evento militare, dato che nel teatro si esponevano droni da guerra. Ma doveva anche essere ben chiaro per chi ha dato l’ordine di sparare e per gli esecutori che tirare un missile nel centro di una città a metà giornata avrebbe causato vittime civili», ha ammesso lo stesso Lomako.

In modo discreto le autorità ucraine stanno cercando adesso di capire come sia stata autorizzata la manifestazione, che era a porte chiuse, ma comunque esponeva la città a possibili rappresaglie russe. Secondo Maria Belinski, direttrice del Centro di Sostegno per il Riconoscimento Aereo e organizzatrice dell’evento, la mostra era stata resa nota alle autorità competenti, ma non era pubblico il luogo. «Era un incontro a porte chiuse tra ingegneri, militari e volontari sul tema delle tecnologie belliche al fronte», ha precisato sollevando il dubbio che qualcuno abbia passato l’informazione ai russi. A detta delle autorità locali, la grande maggioranza delle vittime non ha nulla a che fare con l’evento. 

Chernihiv si trova soltanto a una cinquantina di chilometri dal confine con la Bielorussia, da qui transitò parte dei contingenti russi che cercarono di prendere Kiev nel febbraio-marzo dell’anno scorso. Chernihiv è rimasta occupata dalle truppe d’invasione sino al 5 aprile, quando la controffensiva ucraina ricacciò indietro i russi. Molti dei suoi quasi 300.000 abitanti originari sono sfollati nelle zone occidentali del Paese oppure profughi all’estero, anche perché sin dai primi giorni dopo il ritiro i bombardamenti russi colpirono indiscriminatamente i centri urbani nel Nord dell’Ucraina causando vittime e danni. La strategia della terra bruciata sugli obbiettivi civili imposta dai comandi di Mosca molto spesso non necessita di ragioni militari per entrare in azione. La visita in Svezia del presidente ucraino è stata dominata dalla necessità di aiuti militari. In una conferenza stampa col premier Ulf Kristersson entrambi hanno parlato del nuovo progetto di cooperazione per la produzione, l’addestramento e il mantenimento del mezzo corazzato svedese CV90. Un primo passo per la Svezia, che dal summit di Vilnius poche settimane fa è entrata a fare parte della Nato dopo il venire meno delle obiezioni turche e in reazione alla politica di espansione imperiale russa. 

In particolare, Zelensky ha chiesto l’invio al più presto dei caccia da combattimento svedesi Gripen. «A noi manca la superiorità aerea, non possediamo dei caccia moderni. Il Gripen rappresenta l’orgoglio della Svezia, che ora potrebbe condividere con l’Ucraina», ha esclamato. Ma per ora l’unica concessione è stata permettere che i piloti ucraini possano provare i caccia in Svezia. La visita avviene mentre Mosca rende noto il tour di Putin a Rostov per la prima volta dal fallito golpe della milizia mercenaria Wagner il 24 giugno. Intanto il Papa dal Vaticano fa appello al disarmo. «È nostra responsabilità estirpare dai cuori l’odio e la violenza. Incoraggiamo a deporre le armi e ridurre le spese militari per provvedere ai bisogni umanitari, a convertire gli strumenti di morte in strumenti di vita», ha scritto sul suo profilo X, ex Twitter.

Ore 09:54 - Putin, la Wagner e le armi nucleari: come cambia la Bielorussia, a partire da piazza Lenin

(Di Andrea Nicastro) Se piazza Maidan è stata l’epicentro del movimento pro-Occidente in Ucraina, piazza dell’Indipendenza a Minsk, in Bielorussia, è il centro nevralgico delle istituzioni culturali del Paese. Sul monumento di Lenin che campeggia al centro dello spiazzo si affacciano, tra le altre, la facoltà di fisica e di pedagogia. Andrea Nicastro spiega quale transizione stia vivendo il Paese: da un lato l’atteggiamento militaristico, dall’altro il rinsaldamento dell’alleanza con la Russia.

Per la prima volta dalla fine dell’Unione Sovietica, il Paese è tornato in possesso di armi nucleari. «Le bombe tattiche sono a disposizione - ha dichiarato il presidente Lukashenko -, basta una telefonata con il presidente Vladimir Putin e insieme possiamo decidere di usarle». Ancora: il Paese ha ospitato sul suo suolo i mercenari della Wagner, il gruppo militare che ha tentato un golpe marciando su Mosca.

Ore 10:04 - Cardinale Zuppi: «Nazionalismi pericolosi perché dividono. Credo molto nella missione in Ucraina»

«Sulla missione della Santa Sede per l'Ucraina credo molto e dovremmo crederci tutti. Ho speranza, perché la pace è l'obiettivo di tutti, pur con interessi diversi, la guerra è terribile. Il problema dei nazionalismi, qualunque essi siano, è che se si collocano in un respiro ampio, universale, prima o poi diventano pericolosi perché contrappongono e dividono». Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Matteo Zuppi, in un’intervista a IlSussidiario.net dove prende in esame l’attuale conflitto in Ucraina. «Tutti vogliono la pace, ci sono solo punti di vista diversi», ha aggiunto il cardinale. «L'Europa in tal senso fa ancora troppo poco».

Nella giornata in cui parteciperà al Meeting di Comunione e liberazione a Rimini, il card. Zuppi ricorda che si può evitare di far diventare un pericolo i nazionalismi se prevale l’amore per il proprio Paese, che è fondamentale e decisivo per tutti e che dobbiamo aiutarci a difendere.

Ore 10:09 - Russi bombardano Kupiansk, un ferito

Le forze russe hanno bombardato la città ucraina di Kupiansk intorno alle 7 del mattino ora locale, ferendo gravemente un uomo di circa 40 anni. Lo ha detto il governatore dell'oblast di Kharkiv Oleh Syniehubov, riferisce il Kyiv Independent.

Ore 10:21 - Esercito russo: «Abbattuto un altro drone lanciato verso Mosca»

Le forze russe di difesa aerea hanno intercettato e abbattuto un drone lanciato dagli ucraini verso Mosca. Lo ha detto il ministero della Difesa di Mosca, precisando che l'azione non ha causato vittime.

Ore 10:46 - Droni ucraini colpiscono la stazione della città russa di Kursk - Il Video

Sospesi temporaneamente i voli negli aeroporti di Vnukovo e Domodedovo, a Mosca.

Un attacco di droni ucraini alla stazione ferroviaria di Kursk, nell’Ovest della Russia, a meno di 200 chilometri dal confine ucraino, ha causato un incendio e cinque persone sono rimaste leggermente ferite. Lo ha riferito su Telegram il governatore della regione, Roman Starovoit, citato da Ria Novosti. «Secondo le prime informazioni - ha spiegato il governatore, il drone si è schiantato contro il tetto dell’edificio della stazione ferroviaria, dove è scoppiato l’incendio. Cinque persone sono rimaste leggermente ferite da schegge di vetro», ha aggiunto. Questa mattina, 20 agosto, c’è stata una sospensione temporanea dei voli negli aeroporti di Vnukovo e Domodedovo a Mosca per motivi di sicurezza. Con oltre 1,1 milioni di abitanti, Kursk è il capoluogo dell’omonima regione russa che confina a ovest con l’oblast ucraina di Sumy.

Ore 11:03 - Marina ucraina: «Mosca mantiene 5 navi da guerra nel Mar Nero»

La Russia ha ancora cinque navi da guerra in servizio di combattimento nel Mar Nero, tra cui una armata con un massimo di 4 missili Kalibr. Lo ha annunciato la Marina ucraina su Facebook, scrive Ukrinform: «Ci sono cinque navi nemiche in servizio di combattimento nel Mar Nero, tra cui una con almeno 4 missili Kalibr e una nave nemica nel Mar d'Azov», si legge nel post.

In totale, aggiunge, sono 8 le navi da guerra nemiche nel Mar Mediterraneo, tra cui due armate con fino a 24 missili da crociera Kalibr. Il comandante dell'aeronautica militare ucraina, Mykola Oleshchuk, aveva anche dichiarato in precedenza che il ritmo della controffensiva ucraina accelererà se gli aerei militari ucraini saranno potenziati.

Ore 11:52 - Erdogan oggi da Orban a Budapest, Ucraina e grano tra i temi

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan oggi sarà in visita a Budapest, su invito del primo ministro ungherese Viktor Orban, in occasione della festa nazionale ungherese. Al centro dei colloqui, oltre i temi di cooperazione bilaterale, anche la guerra in Ucraina e la sicurezza nel Mar Nero, dopo la fine dell'intesa Mosca-Kiev sul grano. Il leader turco ha in programma colloqui con leader di altri Paesi che prenderanno parte alle celebrazioni.

Ore 12:06 - Aeroporti di Mosca tornati operativi dalla mattinata

Gli aeroporti di Mosca e della relativa regione funzionano normalmente dopo una temporanea chiusura in seguito all'abbattimento di un drone ucraino diretto verso la capitale. Lo ha riferito l'agenzia federale per il trasporto aereo Rosaviatsia, citata da Ria Novosti.

Il drone, aveva riferito il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin, era stato neutralizzato dalla difesa aerea con mezzi elettronici; si è schiantato in una zona deserta e non ha provocato danni. La chiusura degli aeroporti Vnukovo e Domodedovo era stata decisa per sicurezza, provocando il dirottamento di sei voli sugli scali di Sheremetyevo, Nizhny Novgorod e San Pietroburgo. Dopo la revoca delle restrizioni all'uso dello spazio aereo, i passeggeri dei voli dirottati sono stati fatti arrivare agli aeroporti di destinazione.

Ore 12:12 - Zelensky atterra in una base dell'aeronautica olandese

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è giunto in una base dell'aeronautica militare olandese a Eindhoven, nel sud dei Paesi Bassi, due giorni dopo il via libera Usa all'invio degli F16 americani a Kiev. Lo ha confermato una portavoce del governo olandese. Il confronto tra il presidente ucraino e i vertici militari olandesi dovrebbe vertere proprio sugli aerei da combattimento e un loro possibile invio a Kiev.

Ore 13:16 - Ankara continua a lavorare per un accordo sull'export del grano

La Turchia continua il suo lavoro diplomatico per tentare di rilanciare l'accordo che permette l'esportazione di grano ucraino attraverso il mar Nero. Lo scrive il quotidiano turco Daily Sabah.

Ankara, scrive il giornale, sta provando a rilanciare l'iniziativa che prima della sua scadenza il mese scorso si era dimostrata efficace, anche perché non ritiene che esistano alternative efficaci. Il giornale ipotizza che nuovi negoziati tecnici fra Mosca e Kiev per riattivare il corridoio del grano si possano svolgere a breve a Istanbul.

Ore 13:37 - Stupratori e omicidi in libertà grazie alla Wagner, la paura delle donne russe: «Se tornano ci uccidono»

(Di Marta Serafini) Dopo la decisione di Prigozhin di concedere la grazia a chi combatte in Ucraina per sei mesi, cresce il timore di una nuova ondata di violenze. La denuncia delle attiviste: al ritorno si sentiranno impuniti.

L’omicidio del 2020 di Vera Pekhteleva, è stato così raccapricciante che perfino in un Paese come la Russia, dove la violenza contro le donne passa spesso sotto traccia, c’è stata grande indignazione. Vladislav Kanyus ha passato ore a torturare Pekhteleva prima di ucciderla. I vicini avevano chiamato più volte la polizia per denunciare urla orribili provenienti dall’appartamento vicino, ma la polizia non si era mai presentata. Al processo, è emerso le ferite sul corpo di Pekhteleva fossero 111.

Ore 14:06 - Zelensky ispeziona F-16 che spera di avere dai Paesi Bassi

Zelensky ispeziona i caccia F-16 che spera di ricevere dai Paesi Bassi. Il presidente ucraino si trova in una base dell'aeronautica militare olandese. Zelensky è arrivato nella base a Eindhoven, nel sud dei Paesi Bassi, due giorni dopo che gli Stati Uniti hanno dato il via libera all'invio dei caccia americani F-16 a Kiev. Il suo volo è atterrato intorno a mezzogiorno, ha detto una portavoce del governo olandese, anche se i dettagli della consegna degli aerei in Ucraina non sono stati resi noti.

Ore 14:26 - Rutte: «Paesi Bassi si impegneranno a fornire gli F-16 a Kiev»

L'Olanda, attraverso le parole di Mark Rutte (ma anche la Danimarca) si impegnerà a fornire gli F-16 a Kiev nelle prossime settimane. Così i Paesi Bassi ufficializzano il proprio impegno a favore dell'Ucraina, con l'intendo di potenziare lo scudo aereo del Paese invaso. Militarmente il ministero della Difesa di Kiev aveva sempre parlato di questo svantaggio, rispetto ai mezzi a disposizione dell'aeronautica russa.

Ore 14:46 - Attacco base russa Soltsi, gli aerei strategici trasferiti a Murmansk

Le forze armate ucraine hanno probabilmente attaccato la base aerea russa di Soltsy con droni, durante i quali hanno danneggiato due aerei strategici del nemico. Lo riferisce l'Istituto americano per lo studio della guerra (Isw). Fonti russe hanno affermato che il 19 agosto le forze ucraine hanno effettuato un attacco con droni sulla base aerea di Soltsy nell'oblast di Novgorod e, secondo quanto riferito, hanno danneggiato aerei strategici.

Le immagini di geolocalizzazione pubblicate il 19 agosto mostrano il fumo che sale dalla base aerea. Il ministero della Difesa russo e altre fonti russe hanno affermato che le forze russe avrebbero abbattuto un drone ucraino con il fuoco di armi leggere e che un aereo è stato danneggiato dal fuoco. Invece, una fonte russa, secondo Isw, ha affermato che almeno due aerei sono stati danneggiati dall'incendio e che i bombardieri supersonici a lungo raggio Tu-22M3 erano di stanza nella base aerea.

L'interlocutore ha anche affermato che le truppe russe hanno spostato l'aereo non danneggiato alla base aerea di Olen nella regione di Murmansk. L'aeroporto di Soltsy viene utilizzato per ricevere aerei governativi durante le visite a Novgorod da parte degli alti funzionari del paese.

Ore 15:07 - Zelensky: «Consegna F-16 è una decisione storica»

Zelensky ha definito la decisione «storica» dei Paesi Bassi e della Danimarca di consegnare aerei caccia F-16 all'Ucraina. «Il punto di oggi è assolutamente storico, potente e stimolante per noi», ha dichiarato Zelensky durante una conferenza stampa con il primo ministro olandese Mark Rutte in una base aerea di Eindhoven. «Questo è un altro passo verso il rafforzamento dello scudo aereo dell'Ucraina»

Ore 16:15 - Zuppi: «Serve una pace giusta. L’Ue dovrebbe fare di più»

«Pace non significa tradimento, la pace richiede la giustizia e la sicurezza, non ci può essere una pace ingiusta perché sarebbe la premessa per la continuazione dei conflitti» e se «c’è un aggressore e un aggredito» allora «deve essere una pace sicura». Lo ha detto il Cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e incaricato da Papa Francesco per le missioni di pace in Ucraina e Russia, parlando al primo evento del Meeting di Rimini «Fratelli Tutti. Testimonianze di un’amicizia operativa sulle orme di Papa Francesco». «Papa Francesco — ha detto Zuppi — ci chiede di non abituarci alla guerra e ci insegna a struggerci per la pace». «Ogni giorno che passa - ha concluso - è tante persone che muoiono, un odio che diventa profondo, un inquinamento che diventa insopportabile in tutto l’ambiente. Questa è una guerra mondiale davvero».

Intervistato da Il Sussidiario, Zuppi aveva già spiegato: «Tutti quanti vogliono la pace, perché la guerra è terribile. Le ragioni degli uni e degli altri, invece, portano purtroppo a punti di vista molto diversi. Queste diversità non devono far perdere a noi la chiarezza della responsabilità, dell’aggressore e dell’aggredito. Dobbiamo credere che ci sia un modo per arrivare a una pace giusta e sicura non con le armi ma con il dialogo. Questo non è mai una sconfitta e richiede garanzie e responsabilità da parte di tutti».

«Anche il ritorno di un solo bambino ucraino nella sua casa è un modo per affermare la pace e sconfiggere la logica della violenza» ha aggiunto Zuppi. «Ho speranza. Lo sappiamo: l’ottimismo è credere che andrà tutto bene. La speranza è consapevolezza delle difficoltà che ci sono e affrontarle, lottare credendo che alla fine la pace deve vincere» dice ancora Zuppi. A proposito dell’Ue, Zuppi ha detto: «Fa troppo poco, dovrebbe fare molto di più. Deve cercare in tutti i modi di aiutare iniziative per la pace, seguendo l’invito di papa Francesco a una pace creativa».

Il cardinale di Bologna e presidente della Cei Matteo Maria Zuppi durante la messa celebrata in apertura del 44/o Meeting di CL (Ansa)

Ore 16:37 - Erdogan è a Budapest per incontrare Orban

Il presidente turco Recep Tayiip Erdogan si trova a Budapest su invito del primo ministro ungherese Viktor Orban per partecipare alle celebrazioni della festa nazionale. Lo riportano i media turchi. Secondo quanto riferito nei loro colloqui i due affronteranno anche il tema della guerra in Ucraina e del corridoio per l’export di grano nel mar Nero.

Ore 17:17 - Zelensky in Danimarca: «Avanti con gli F-16»

Dopo la tappa in Olanda il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è volato in Danimarca accolto dalla premier Mette Frederiksen. Come precisato da lui stesso su Telegram, avrà colloqui con la famiglia reale, i leader politici, membri del Parlamento e rappresentanti del mondo economico. «Stiamo sviluppando cooperazione andiamo avanti sulla questione F-16».

Ore 18:25 - Zelensky: «Riceveremo 19 caccia F-16 dalla Danimarca». La prima ministra assicura: «Kiev li riceverà verso fine anno»

«I nostri piloti e ingegneri hanno già iniziato l’addestramento in Danimarca. Diciannove jet F-16 saranno forniti all’Ucraina dalla Danimarca». Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Zelensky ha aggiunto che «stiamo lavorando sulla velocità dell’addestramento» e che nei colloqui di oggi con la prima ministra danese Mette Frederiksen - che il presidente ucraino ha definito «molto specifici, sostanziali e potenti» - si è discusso anche «della possibilità di espandere le missioni di addestramento».

Nel corso della conferenza stampa, il leader ucraino ha fatto anche una battuta: «Siamo pronti a scambiare Belgorod (regione della Russia, ndr) con la nostra adesione alla Nato».

Frederiksen, invece, ha osservato che l’Ucraina deciderà da sola se negoziare la pace e quando. Poi ha spiegato quali sono i tempi di consegna dei caccia: «Per i tempi di fornitura degli aerei, spero che in prossimità del nuovo anno il primo gruppo di aerei lascerà la terra di Danimarca e si dirigerà in Ucraina. Circa sei di loro», ha affermato, come riferisce Ukrainska Pravda. La premier ha aggiunto che altri 8 aerei saranno forniti il prossimo anno e altri 5 nel 2025. Secondo Frederiksen, 70 piloti ucraini sono già in Danimarca per l’addestramento che inizierà nel prossimo futuro.

Ore 18:39 - L’Ucraina e il fattore tempo: per gli F-16 servono almeno 6 mesi

L’ attesa svolta sugli F-16 è arrivata: Danimarca e Olanda hanno dato formalmente il via alla futura fornitura di 42 caccia. Questo però è solo il primo passo, avvertono Andrea Marinelli e Guido Olimpio nel loro “punto militare” di oggi: «L’esperienza invita alla cautela sulla rapidità del programma come al rispetto delle tabelle di marcia».

«Oltre all’invio dei jet», spiegano, «serve addestrare i piloti, preparare le squadre per la manutenzione, creare una catena di supporto, con ricambi e centri dove poter «assistere» i velivoli in sicurezza». Risultato? «Alcune previsioni ipotizzano una finestra temporale di almeno sei mesi, periodo durante il quale può accadere di tutto». I dettagli nell’approfondimento.

Ore 19:14 - 70 piloti di Kiev si addestreranno in Danimarca sugli F-16

Saranno 70 i piloti ucraini che si addestreranno in Danimarca per essere in grado di pilotare caccia F-16. E’ quanto spiegato in una conferenza stampa congiunta dalla premier danese Mette Fredriksen e dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. «Quando abbiamo preso la decisione di donare aerei e addestrare piloti lo abbiamo fatto per proteggere l’Ucraina e il territorio del nostro Paese», ha dichiarato Fredrisken.

Ore 20:12 - Erdogan incontra Orban, focus su energia e Svezia nella Nato

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha incontrato il primo ministro ungherese Viktor Orban a Budapest, in un colloquio che ha visto al centro la sicurezza energetica e l’adesione della Svezia alla Nato. L’Ungheria non ha ancora votato per approvare l’ingresso del Paese nordico nell’Alleanza, allineandosi con la Turchia che ha bloccato a lungo il dossier prima di togliere il veto a luglio. «Come in Ungheria, i deputati del parlamento turco sono in vacanza e potremo tornare sulla questione durante la sessione autunnale», ha detto il ministro degli Esteri Peter Szijjarto in un video postato su Facebook.

I due Paesi hanno anche discusso di rafforzare la loro cooperazione energetica, poiché l’Ungheria riceve già gran parte del suo gas attraverso il gasdotto TurkStream che trasporta il gas russo attraverso il Mar Nero. Budapest e Ankara approfondiranno anche la loro «partnership strategica», annuncio che dovrà essere ufficializzato durante una nuova visita di Recep Tayyip Erdogan prevista per il 18 dicembre.

Questo viaggio faceva parte di una serie di incontri diplomatici organizzati da Orban in occasione dei Campionati mondiali di atletica leggera che si sono aperti sabato e dei festeggiamenti per la fondazione dello Stato ungherese.

Ore 22:11 - Zelensky: «Grazie Usa per l’incrollabile sostegno anche su F-16»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha voluto ringraziare sulla piattaforma X gli alleati per quella che ha definito «una giornata potente e molto fruttuosa» che ha visto l’impegno di Olanda e Danimarca a consegnare all’Ucraina i caccia F-16. Zelensky ha voluto ringraziare «anche Joseph Biden, entrambi i partiti del Congresso degli Stati Uniti e l’intero popolo americano per il loro incrollabile sostegno e per i passi continuamente positivi compiuti a favore della coalizione aerea e a beneficio della nostra libertà comune». Oltre al presidente Usa, Zelensky ha nuovamente speso parole per il primo ministro olandese Mark Rutte, «tutta la sua squadra e il popolo olandese per la decisione sugli F-16 per l’Ucraina» grazie alla quale «i nostri guerrieri riceveranno 42 grandi aerei da combattimento». E ha concluso ringraziando la prima ministra danese Mette Frederiksen «per l’assistenza estremamente concreta. 19 jet», ma anche per «l’espansione della missione di addestramento».

Guerra Ucraina - Russia, le news del 21 agosto.

Ucraina-Russia, le notizie del 21 agosto. Lorenzo Cremonesi, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera lunedì 21 agosto 2023.

Le notizie sul conflitto in Ucraina di lunedì 21 agosto. Monsignor Zuppi: «L’Europa fa troppo poco per la pace» 

• L’attesa svolta sugli F-16 è arrivata: Danimarca e Olanda hanno dato formalmente il via alla futura fornitura di 42 caccia a Kiev. Ma i tempi sono lunghi: ci vorranno almeno sei mesi perché siano operativi.

• Zelensky ringrazia gli alleati europei e il presidente Usa Biden «per l’incrollabile sostegno e per i passi continuamente positivi compiuti a favore della coalizione aerea e a beneficio della nostra libertà comune»

• Un drone ha colpito la stazione russa di Kursk: ci sono stati 5 feriti.

• Al via il Meeting di Rimini. Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e incaricato da Papa Francesco per le missioni di pace in Ucraina e Russia ha dichiarato: «Agire con il dialogo, non con le armi. L’Ue non fa abbastanza per la pace».

Ore 02:43 - Zelensky: «Grazie Usa per l’incrollabile sostegno anche su F-16»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha voluto ringraziare sulla piattaforma X gli alleati per quella che ha definito «una giornata potente e molto fruttuosa» che ha visto l’impegno di Olanda e Danimarca a consegnare all’Ucraina i caccia F-16. Zelensky ha voluto ringraziare «anche Joseph Biden, entrambi i partiti del Congresso degli Stati Uniti e l’intero popolo americano per il loro incrollabile sostegno e per i passi continuamente positivi compiuti a favore della coalizione aerea e a beneficio della nostra libertà comune». Oltre al presidente Usa, Zelensky ha nuovamente speso parole per il primo ministro olandese Mark Rutte, «tutta la sua squadra e il popolo olandese per la decisione sugli F-16 per l’Ucraina» grazie alla quale «i nostri guerrieri riceveranno 42 grandi aerei da combattimento». E ha concluso ringraziando la prima ministra danese Mette Frederiksen «per l’assistenza estremamente concreta. 19 jet», ma anche per «l’espansione della missione di addestramento».

Ore 02:45 - L’Ucraina e il fattore tempo: per gli F-16 servono almeno 6 mesi

L’ attesa svolta sugli F-16 è arrivata: Danimarca e Olanda hanno dato formalmente il via alla futura fornitura di 42 caccia. Questo però è solo il primo passo, avvertono Andrea Marinelli e Guido Olimpio nel loro “punto militare” di oggi: «L’esperienza invita alla cautela sulla rapidità del programma come al rispetto delle tabelle di marcia».

«Oltre all’invio dei jet», spiegano, «serve addestrare i piloti, preparare le squadre per la manutenzione, creare una catena di supporto, con ricambi e centri dove poter «assistere» i velivoli in sicurezza». Risultato? «Alcune previsioni ipotizzano una finestra temporale di almeno sei mesi, periodo durante il quale può accadere di tutto».

Ore 03:24 - Zuppi: «L’Europa fa troppo poco per la pace in Ucraina»

(di Cesare Zapperi) Si fa presto a dire pace. Ma se non è «giusta e sicura, da raggiungere con il dialogo e non con le armi», spiega il cardinale Matteo Zuppi alla platea del Meeting di Comunione e Liberazione, può rivelarsi la «premessa di altri conflitti». Il presidente della Cei, a cui papa Francesco ha affidato il compito di individuare una strada di mediazione tra Russia e Ucraina , invita tutti quanti vogliono lavorare ad una via d’uscita dal conflitto scoppiato un anno e mezzo fa a non dimenticare il punto di partenza: «C’è un aggressore e un aggredito».

«Se vuoi la pace, prepara la pace: eccolo il grande impegno che con consapevolezza e responsabilità dobbiamo cercare» esorta il cardinale e forte di questa convinzione, maturata in tante iniziative sui fronti di guerra per conto della Comunità di Sant’Egidio, non esita a richiamare anche chi, pur avendo un ruolo potenzialmente rilevante nell’area geopolitica coinvolta, non fa sentire in modo adeguato la propria voce. «L’Europa fa troppo poco, dovrebbe fare molto di più. Deve cercare in tutti i modi di aiutare iniziative per la pace, seguendo l’invito di papa Francesco a una pace creativa».

Ore 03:30 - Bielorussia, il Paese-prigione in piena Europa dove è illegale fare gruppo

(di Andrea Nicastro, nostro inviato a Minsk) C’è qualcosa che lascia disorientati per le strade di Minsk, come se mancasse un po’ d’aria o la forza di gravità agisse diversamente. Certo sono biondi, parlano a bassa voce, non gesticolano e ridono poco, ma non basta. Al principio si pensa all’asfalto perfetto, ai parchi senza una foglia per terra, a piazze, strade, marciapiedi sovradimensionati, agli autobus elettrici, puliti e silenziosi. Non fosse per il costruttivismo sovietico dei palazzi, sembrerebbe una Svezia senza mare. Il patto sociale con il potere qui si regge su stipendi bassi, ma buoni servizi pubblici e prezzi calmierati che permettono di vivere tranquilli. In Bielorussia non ci sono state le privatizzazioni selvagge della Russia degli Anni 90, qui le grandi imprese sono rimaste statali ed è sopravvissuto un egalitarismo sovietico, senza penurie e con in più le vacanze in Turchia. Ma c’è dell’altro, non tanto nelle cose, piuttosto nelle persone. Ci vuole un po’ per rendersene conto, ma l’intuizione arriva e all’improvviso ci si sente scomodi, in pericolo.

Ore 07:03 - Media greci: «Zelensky domani sarà ad Atene»

Volodymyr Zelensky sarà probabilmente ad Atene e parteciperà a una cena con i leader dei Paesi dei Balcani occidentali ospitata dal premier greco Kyriakos Mitsotakis. Lo riporta il portale del quotidiano greco To Vima citando varie fonti informate. La visita del presidente ucraino non è stata ufficializzata per motivi di sicurezza.

Ore 07:31 - Mosca: «Sventato attacco droni nella regione della capitale»

Il ministero della Difesa russo ha affermato di aver respinto questa mattina un attacco di droni nella regione di Mosca, come riporta Rbc-Ucraina. «Il 21 agosto, intorno alle 6:50 ora di Mosca (le 5:50 in Italia, ndr), è stato fermato un tentativo di effettuare un attacco terroristico da parte di un velivolo senza pilota», si legge in un comunicato. Il drone, prosegue la nota, è stato neutralizzato sul territorio della regione di Mosca con dispositivi elettronici. «Avendo perso il controllo, il drone si è schiantato nell’area dell’insediamento di Pokrovske, nel distretto di Odintsovo, non ci sono state vittime», aggiunge il ministero. Inoltre, secondo i media russi, l’aeroporto Vnukovo di Mosca è stato chiuso temporaneamente per motivi di sicurezza.

Ore 08:12 - Dopo raid droni, rimosse restrizioni aeroporti Mosca

Gli aeroporti di Mosca Domodedovo e Vnukovo hanno rimosso le restrizioni temporanee introdotte sui voli in arrivo e partenza, in seguito a un attacco con droni sulla regione di Mosca, sventato dalla difesa russa. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti.

Ore 09:43 - Kiev: «Il rischio di un attacco missilistico è estremamente alto»

Mosca ha attualmente nel Mar Nero 12 missili Kalibre, per cui il rischio che l’Ucraina venga attaccata in vista dell’anniversario dell’indipendenza del Paese (il 24 agosto) è «estremamente elevato»: così la portavoce delle forze di difesa meridionali, Natalya Gumenyuk. Lo riporta Unian. «Si tratta di una nave e di un sottomarino. La salva totale di Kalibre è di 12 missili, e questo rende il livello di pericolo missilistico estremamente alto», ha detto Gumenyuk. «Abbiamo parlato delle valutazioni degli esperti sull’avvicinarsi della data dell’indipendenza ucraina - ha aggiunto -. E’ molto probabile che il nemico possa colpire...».

Ore 10:44 - Forte esplosione a Rostov sul Don, a confine Ucraina

Una forte esplosione è stata udita a Rostov sul Don, al confine con l’Ucraina. Lo riporta Ria Novosti, sottolineando che l’esplosione si è sentita in particolare, nella parte settentrionale e occidentale della città, ma anche al centro; in più punti sono scattati gli allarmi delle auto.

Ore 10:46 - Papa: «Insensata la guerra in Ucraina»

Ricevendo in Vaticano un gruppo di avvocati provenienti da Paesi membri del Consiglio d'Europa firmatari dell'Appello di Vienna, Papa Francesco è tornato stamane a definire «insensata» la guerra in Ucraina. Si tratta di una delle crisi internazionali che contribuiscono, insieme alle tensioni sociali, che sono da affrontare, a scuotere le democrazie e lo Stato di diritto.

Ore 10:48 - Kiev: «Mosca vuole 300 mila abitanti russi a Mariupol entro 2035»

Mosca ha preparato un «piano di sviluppo» per la città di Mariupol occupata, nel sud dell'Ucraina, che prevede un aumento della popolazione di circa 300.000 persone provenienti dalla Russia: lo ha reso noto il Centro di resistenza nazionale, un'organizzazione gestita dalle Forze speciali ucraine. Il governo russo ha intenzione di completare il trasferimento entro il 2035, scrive il Centro, citando fonti della resistenza clandestina locale che hanno ottenuto i documenti dell'amministrazione filorussa. Il Cremlino ha avviato un programma di mutui a basso costo per agevolare gli acquisti di case nelle zone occupate, come Mariupol nella regione di Donetsk, e incoraggiare così i russi a trasferirsi in Ucraina, si legge nel rapporto. Inoltre, Mosca ha inviato nei territori occupati lavoratori migranti e dipendenti pubblici dalle regioni «depresse» della Russia. Allo stesso tempo, i residenti di Mariupol e di altri insediamenti occupati vengono trasferiti con la forza in Russia, ha aggiunto il Centro.

Ore 10:51 - Kiev: «Liberati 43 chilometri quadrati in direzione di Bakhmut»

«In direzione di Bakhmut, le forze armate ucraine hanno già liberato 43 chilometri quadrati di territorio ucraino. Avanzata percettibile lungo il fianco meridionale attorno a Bakhmut». Lo ha dichiarato il viceministro della Difesa Hanna Malyar alla tv nazionale. «Le nostre truppe stanno avanzando lungo il fianco meridionale intorno a Bakhmut - ha aggiunto Malyar - Sono stati liberati altri tre chilometri quadrati. In generale, possiamo parlare della liberazione di 43 chilometri quadrati della nostra terra in questa direzione». Sul lato settentrionale di Bakhmut, secondo la Malyar «il nemico è intrappolato. I russi non possono uscire da Bakhmut e non possono avanzare completamente».

Ore 10:53 - Kuleba: «Chi critica la controffensiva offende i nostri soldati»

«La controffensiva è viva procede anche se non è rapida come molti speravano: la Russia ha avuto tempo per rafforzare la sua linea difensiva, ha minato ogni metro quadro e non sto scherzando». Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, collegandosi alla conferenza di apertura di Quo Vadis Europa?. «La decisione da parte di Olanda e Danimarca di donare gli F-16 è un passo veramente importante. La controffensiva proseguirà. Chi crede che sia troppo lenta sta offendono i nostri soldati che stanno sacrificando la loro vita tutti i giorni».

Ore 11:13 - «A Kiev la parata dei carri armati russi distrutti»

Sono in corso a Kiev i preparativi per una «parata» di attrezzature miliari russe distrutte al fronte: lo riporta l'emittente statale ucraina Suspilne, che pubblica su Telegram un video in cui si vedono alcuni di questi mezzi. Sul centralissimo Khreshchatyk, il grande viale monumentale che passa per piazza Maidan, le gru stanno piazzando i veicoli e il traffico è parzialmente bloccato, scrive Suspilne. Carri armati bruciati, mezzi blindati distrutti, obici semoventi danneggiati, lanciarazzi multipli, camion e altre attrezzature militari fuori combattimento vengono posizionati stamattina lungo il viale.

Ore 11:17 - Borrell: «Sforzi per negoziati a margine di assemblea Onu»

«Lavoriamo per un incontro di alto livello al margine della settimana di lavori all'Onu in occasione dell'Assemblea Generale». Lo ha detto l'alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell a proposito degli sforzi in corso per i possibili negoziati di pace sulla risoluzione del conflitto in Ucraina. «L'Ue - ha sottolineato - continuerà a sostenere Kiev». Borrell è a Santander, in Spagna, per l'annuale ciclo di lezioni `Quo Vadis Europa?´ presso l'università.

Ore 11:19 - Suono esplosione a Rostov era passaggio aereo ipersonico

I forti rumori uditi a Rostov sul Don non erano quelli di un'esplosione ma il passaggio di un aereo ipersonico, ha dichiarato il governatore Vasily Golubev sul suo canale Telegram. «In relazione a numerose segnalazioni di suoni forti che sono stati uditi in diverse parti di Rostov e nell'area circostante, i militari hanno informato del passaggio di un aereo supersonico», ha scritto il governatore chiedendo di mantenere la calma.

Ore 11:21 - Cremlino: «Sventato un terzo attacco con droni ucraino a sudovest Mosca»

Un terzo attacco di droni ucraini è stato sventato questa mattina nell'oblast' di Kaluga, a sudovest di Mosca, secondo il governatore regionale Vladislav Chapcha. «Non ci sono feriti o danni alle infrastrutture», ha spiegato su Telegram. Nella prima mattinata, il ministero della Difesa russo ha annunciato di aver sventato due nuovi attacchi di droni, che non hanno provocato feriti: il primo a un centinaio di chilometri a ovest di Mosca (l'ordigno «è precipitato nei pressi del villaggio di Pokrovskoye», secondo il ministero); il secondo nella regione di Istrinski, situata a circa 50 chilometri a ovest della capitale.

Ore 11:39 - Lula: «Volevo Putin al vertice dei Brics per parlargli di pace»

Il presidente brasiliano Lula ha dichiarato che avrebbe voluto discutere della guerra in Ucraina con il suo omologo russo, Vladimir Putin, al vertice dei Brics, in programma da domani al 24 agosto in Sudafrica. Putin vi parteciperà solo da remoto, essendo colpito da mandato di arresto della Corte penale internazionale. Al suo posto ci sarà il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov. «Il ministro degli Esteri (Sergei) Lavrov è un diplomatico molto importante, ma sarebbe fondamentale che la Russia partecipasse a questo incontro (Brics) con il suo presidente (Putin)», ha detto Lula al quotidiano sudafricano Sunday Times. «Discuteremo di questioni globali come la pace e la lotta contro la disuguaglianza, e vorrei discuterne personalmente con il presidente Putin», ha aggiunto il leader brasiliano, promotore di un tavolo negoziale per porre fine al conflitto in Ucraina.

Ore 11:44 - Ministro Difesa danese: «Kiev potrà usare F-16 solo in Ucraina»

Il ministro della Difesa danese, Jakob Ellemann-Jensen, ha assicurato che l'Ucraina potrà utilizzare solo sul proprio territorio gli aerei da combattimento F-16 che la Danimarca e l'Olanda le doneranno. «Doniamo armi a condizione che vengano utilizzate per espellere il nemico dal territorio dell'Ucraina. E niente di più», ha detto Ellemann-Jensen, secondo l'agenzia di stampa danese Ritzau, citata da El Mundo. «Queste sono le condizioni, che si tratti di carri armati, aerei da combattimento o qualsiasi altra cosa», ha aggiunto. La Danimarca consegnerà 19 velivoli in totale. I Paesi Bassi dispongono di 42 F-16 in totale, ma non hanno ancora deciso quanti donarne a Kiev.

Ore 11:58 - Mosca: «Gli F-16 a Kiev creeranno un'escalation del conflitto»

La Russia ha condannato la decisione di Danimarca e Paesi Bassi di donare i caccia F-16 all'Ucraina, affermando che l'iniziativa si tradurrà in una escalation del conflitto. «Il fatto che la Danimarca abbia deciso di donare 19 aerei F-16 all'Ucraina porta a un'escalation del conflitto - ha detto l'ambasciatore russo in Danimarca, Vladimir Barbin, in una dichiarazione citata dall'agenzia di stampa danese Ritzau -. Nascondendosi dietro la premessa che è l'Ucraina stessa a dover determinare le condizioni per la pace, la Danimarca cerca con le sue azioni e le sue parole di non lasciare all'Ucraina altra scelta se non quella di continuare il confronto militare con la Russia». La Danimarca e i Paesi Bassi hanno annunciato ieri la fornitura di F-16 all'Ucraina, con la consegna dei primi 6 esemplari prevista per Capodanno.

Ore 12:42 - Kiev: «Caccia F-16 possono cambiare corso guerra»

Gli F-16 e gli altri caccia occidentali «sono in grado di cambiare il corso degli eventi sul fronte, perché la copertura aerea è la chiave del successo delle operazioni di terra». Lo ha spiegato il portavoce dell’Aeronautica militare dell’Ucraina, Yuriy Ignat. Lo riporta Ukrainska Pravda. «Ho detto che con gli F-16 avremmo vinto la guerra - ha aggiunto - non accadrà subito ovviamente ma sono in grado di fornirci ciò di cui abbiamo più bisogno oggi: la superiorità aerea nei territori occupati».

Ore 12:46 - Zelensky: «Se l’Ucraina perde, tutti i vicini della Russia saranno minacciati»

«Tutti i vicini della Russia sono minacciati se l’Ucraina non prevale. Il diritto internazionale non sarà resuscitato, le democrazie del mondo, ognuna di esse può diventare un bersaglio - sia per i missili, sia per i mercenari, sia per la destabilizzazione... Ma l’Ucraina prevarrà. Grazie per tutto l’aiuto fornito all’Ucraina»: lo ha detto oggi il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, durante il suo discorso al Parlamento danese. Lo riporta il Guardian.

Ore 12:57 - Mosca: «Avanziamo verso periferia di Kupyansk»

Le forze armate russe stanno avanzando alla periferia di Kupyansk nella regione di Kharkiv. Lo riporta Ria Novosti citando Vitaly Ganchev, funzionario filorusso locale. «Le truppe ucraine hanno lasciato il villaggio di Sinkovka vicino a Kupyansk sullo sfondo delle azioni attive dell’esercito russo - ha detto - al momento nell’insediamento non si trovano più militari delle forze armate di Kiev».

Ore 13:06 - Zelensky: «I soldati russi hanno più paura di tornare casa che di morire»

«I soldati russi hanno meno paura di essere uccisi in guerra che di tornare a casa». Così Volodymyr Zelensky in un discorso al popolo danese, trasmesso in diretta dalla Tv danese. Zelensky crede che questa sia la prova della tirannia sotto la quale vivono i russi. «Dobbiamo sempre ricordare cosa abbiamo di fronte», ha detto. «Una persona libera difficilmente può immaginare questo», ha aggiunto. «Per quanto tempo tempo ci vorrà» Zelensky ha promesso di resistere, definendo la Danimarca un «alleato sincero».

Ore 13:08 - Zelensky: «Fiducioso che la Russia perderà questa guerra»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di essere «fiducioso» che la Russia perderà la guerra in Ucraina. «Oggi siamo fiduciosi che la Russia perderà questa guerra... sono sicuro che vinceremo perché la verità è dalla nostra parte», ha detto in un discorso davanti al parlamento danese, mentre molti danesi applaudivano e agitavano bandiere ucraine.

Ore 13:32 - Erdogan: «Possibile faccia a faccia con Putin a settembre»

Potrebbe tenersi a settembre «se si troverà l’occasione» l’atteso faccia a faccia sull’Accordo del grano tra il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ed il suo omologo russo, Vladimir Putin. Lo ha annunciato lo stesso leader turco durante il viaggio di ritorno dall’Ungheria, secondo quanto riporta l’agenzia Anadolu. A proposito degli eventuali colloqui di pace tra Russia e Ucraina, Erdogan ha sottolineato che la mediazione turca potrebbe ottenere risultati se sia i governi di Mosca che di Kiev dovessero sostenerla. A questo proposito, Erdogan ha anche annunciato una possibile visita a breve a Mosca del ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan.

Ore 13:53 - «Un ucraino ferito da drone russo nel Kherson»

Un civile ucraino residente a Zolotaya Balka, nella regione di Kherson (sud) è rimasto ferito questa mattina in seguito all’attacco di un drone russo: lo riporta Rbc-Ucraina. «Intorno alle 12:00 ora locale (le 11:00 in Italia), gli occupanti hanno lanciato un oggetto esplosivo contro un uomo di 43 anni - si legge nel messaggio pubblicato su Telegram -. In seguito all’attacco, (l’uomo) ha subito diverse ferite da schegge al petto, all’addome e alla gamba. E’ stato ricoverato ed è in cura».

Ore 14:06 - Kiev: «Peggiora il morale delle forze russe»

«La condizione morale e psicologica del personale delle forze di occupazione russe nel territorio ucraino temporaneamente occupato sta peggiorando e ciò costringe il comando delle unità nemiche a prendere ulteriori misure»: lo scrive su Telegram la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar. In particolare, sottolinea la viceministra, dall’inizio di agosto è aumentata l’intensità del «cosiddetto lavoro militare-patriottico» dei russi con il pretesto di informare operativamente i militari sulla situazione attuale.

«Allo stesso tempo, le pesanti perdite e l’eccessivo esaurimento fisico» dei soldati russi «aumenta l’umore depresso nelle unità nemiche. Il livello di motivazione personale dei militari russi a partecipare alla cosiddetta operazione militare speciale sta diminuendo, il che influisce in modo significativo sulla disciplina militare». Aumentano intanto «il numero dei casi di uso di droghe, di abuso di bevande alcoliche, di abbandono volontario del servizio e di diserzione»: fatti che hanno spinto «il comando nemico ad applicare apertamente dure misure repressive, anche contro la popolazione civile».

Ore 14:53 - Russia: «Sventato attacco con drone in regione Kaluga»

La Russia afferma di aver intercettato un drone nei cieli della regione di Kaluga, nell’ovest del Paese. Secondo il governatore Vladislav Shapsha, la difesa aerea ha «sventato un attacco con un drone» nel distretto di Kirovsky, a sudovest di Mosca. «Stamani, nonostante le difficili condizioni meteorologiche, è stato respinto un attacco con un Uav sul territorio del distretto di Kirovsky - ha scritto su Telegram - Non ci sono state vittime né danni alle infrastrutture».

Ore 15:06 - L’intervento del Rappresentante estone alla Cpi: «La nostra lentezza è ossigeno per Mosca»

«La nostra indecisione, la nostra lentezza e la paura per una possibile escalation danno quotidianamente ossigeno al regime di Putin consentendogli di continuare la sua sanguinosa guerra in Ucraina». Lo ha affermato il Rappresentante permanente dell’Estonia presso le Nazioni unite, Rein Tammsaar, intervenendo alla conferenza internazionale della Corte penale internazionale (Cpi) sulle possibili risposte all’aggressione della Russia all’Ucraina. «Non possiamo permettere a Putin e ai suoi uomini di nascondersi dietro ai vuoti della giurisdizione internazionale solo perché la Cpi non contempla il crimine di aggressione», ha detto ancora Tammsaar. «L’istituzione di un tribunale speciale per il crimine di aggressione», ha aggiunto il diplomatico estone, «rappresenterebbe la giusta risposta da un punto di vista legale, morale e politico. Dobbiamo far urgentemente emergere la volontà politica necessaria per fare passi in avanti».

Ore 15:56 - Il Kosovo aderisce a dichiarazione G7 su sostegno all’Ucraina

Il Kosovo ha aderito alla dichiarazione congiunta dei paesi del G7 sul sostegno all’Ucraina. Lo ha annunciato il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, sottolineando che questa dichiarazione esprime un sostegno senza riserve ai coraggiosi sforzi dell’Ucraina per proteggere le sue istituzioni democratiche dalla guerra illegale e non provocata della Russia. «Aderendo a questa dichiarazione, la Repubblica del Kosovo ribadisce che assicurare la vittoria al popolo ucraino, oltre a ritenere i leader russi responsabili dei loro crimini, è essenziale per mantenere la pace e la democrazia in Europa e non solo», ha detto Kurti.

Ore 16:02 - Mosca, arrestato uomo accusato di sabotaggio ferrovia Kherson

Il servizio di sicurezza russo Fsb ha reso noto di aver arrestato un cittadino ucraino sospettato di aver commesso un sabotaggio alla linea ferroviaria nella regione di Kherson occupata dai russi. Lo riporta Ria Novosti. L’uomo, che lavora per le ferrovie di Odessa, avrebbe organizzato un danneggiamento agli scambi presso la stazione di Kherson rendendo così la struttura inutilizzabile per rifornire le truppe russe in prima linea.

Ore 16:46 - Kiev: «Servono 128 caccia per avere la superiorità su Mosca»

L’Ucraina ha bisogno di 128 caccia multiruolo di fabbricazione occidentale per ottenere la superiorità aerea durante la guerra con la Russia. Lo ha dichiarato il portavoce del Comando delle Forze aeree ucraine, Yuri Ignat, a Radio Liberty. «La visione dell’Aeronautica Militare, che prevedeva il riarmo della nostra forza aerea, parlava di 128 caccia di questo tipo, più o meno, che sarebbero stati sufficienti a sostituire la vecchia flotta e sarebbero stati distribuiti in tutto il Paese. Si tratta di circa quattro brigate dell’aviazione», ha detto Ignat, aggiungendo che sono ancora necessari aerei da addestramento e aerei da trasporto.

Ore 16:53 - Svezia: «Non ci sono nuovi impegni per fornitura nostri jet»

«Faremo tutto il possibile per sostenerli, anche con gli aerei. Ma ad ora non ci sono nuovi impegni per fornire velivoli svedesi all’Ucraina». Si è espresso così il premier svedese Ulf Kristersson in dichiarazioni a Tv4, rilanciate dal Guardian. Kristersson ha detto di «non escludere nulla in futuro», sottolineando come ad oggi la Svezia abbia bisogno dei caccia Gripen per la sua difesa.

Ore 17:06 - L’Unesco formerà 15.000 psicologi scolastici per trauma guerra

L’Unesco e il ministero dell’Istruzione e della Scienza ucraino hanno lanciato oggi un programma di formazione per 15.000 psicologi scolastici incaricati di prendersi cura di studenti ed educatori che affrontano il trauma della guerra. La formazione comprende quattro moduli basati su una valutazione delle pratiche attuali nel campo della salute mentale e del sostegno psicologico e su una ricerca svolta con più di 4.500 psicologi nelle scuole, evidenzia l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.

Ore 17:12 - Russia, a scuola si insegnerà a guidare i droni militari

Gli adolescenti russi impareranno a far funzionare i droni militari nel prossimo anno scolastico, secondo un curriculum pubblicato oggi dal ministero dell’Istruzione. Mosca ha annunciato lo scorso novembre che avrebbe reintrodotto l’addestramento militare in stile sovietico per i bambini dal 2023. Inoltre «svolgeranno compiti pratici sul pilotaggio di droni» e «impareranno l’algoritmo per contrastare i droni nemici». «L’introduzione di un tale programma nelle scuole consentirà di preparare sistematicamente i nostri cittadini a un possibile confronto con il nemico», ha affermato il parlamentare Sergei Mironov nel novembre 2022, sostenendo la reintroduzione della formazione.

Ore 17:13 - Proseguono operazioni per evacuare civili da Kupiansk

Proseguono le operazioni per evacuare i civili dalla città di Kupiansk, nella regione nord-orientale di Kharkiv, tra intensi colpi di artiglieria russa e attacchi aerei. Lo hanno riferito le autorità locali, mentre il vice ministro della Difesa, Hanna Maliar, ha ammesso oggi che la «situazione è difficile» attorno alla città riconquistata dagli ucraini lo scorso settembre. Complessivamente dal 9 agosto scorso, quando è stato emesso un ordine di evacuazione per i civili da 37 insediamenti del distretto di Kupiansk, sono state allontanate «556 persone, tra cui 148 bambini».

Ore 17:15 - Zelensky arrivato ad Atene per cena informale con il leader

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è atterrato ad Atene dove parteciperà oggi alla cena informale in programma tra i leader dei Balcani occidentali e i vertici europei. Lo ha annunciato lo staff del presidente greco Kyriakos Mitsotakis. Zelensky, che questo fine settimana è stato in Svezia, Paesi Bassi e Danimarca, continua il suo tour a sorpresa in Europa in un paese che è stato un forte sostenitore dell’Ucraina sin dall’invasione della Russia. Atene ha fornito a Kiev aiuti umanitari e armi, inclusi veicoli da combattimento della fanteria, fucili d’assalto Kalashnikov, lanciatori e munizioni.

Ore 17:40 - Putin parteciperà in videoconferenza al vertice dei Brics

Il presidente russo Vladimir Putin parteciperà in videoconferenza al vertice dei Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) in programma da domani al 24 agosto a Johannesburg. Lo ha fatto sapere il Cremlino. I lavori saranno invece seguiti in presenza dal ministro degli Esteri Serghei Lavrov. Putin, sottolinea il Cremlino, informerà gli altri leader «sulle priorità della presidenza russa dei Brics, che comincerà nel 2024».

Ore 17:41 - Ambasciata Usa: «Cittadini americani lascino la Bielorussia»

L'ambasciata Usa a Minsk, in una allerta pubblicata sul proprio sito, ha invitato i cittadini americani a non viaggiare in Bielorussia per la continua supporto che Minsk offre a Mosca nel conflitto ucraino, l'attuazione arbitraria delle leggi locali, il rischio di rivolte e di detenzione. I cittadini statunitensi che si trovano nel Paese sono sollecitati a partire immediatamente, usando l'aereo o uno dei quattro valichi ancora aperti con la Lituania, dopo che nei giorni scorsi Vilnius ne ha chiusi due.

Ore 18:12 - Il punto militare | La spia cinese ingaggiata dalla Cia e l’appello di Pechino ai cittadini: «Fate attenzione alle trappole»

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’altro fronte della grande crisi: quello Cina-Stati Uniti. Manovre aeronavali, show di forza e duelli di intelligence sempre più intensi. Il Ministero per la sicurezza dello Stato ha annunciato di aver scoperto una spia ingaggiata dalla Cia. La «talpa», un dipendente di un ente statale, si trovava in Giappone per motivi di studio ed ha poi presentato una richiesta di visto all’ambasciata Usa a Tokio. Hoa, questo il presunto nome del cittadino cinese, è stato agganciato da un funzionario statunitense con il quale è diventato amico. Sono seguite cene, incontri nel tempo libero, regali e un aiuto economico per sviluppare una ricerca. Tutto questo è servito per creare un clima di fiducia necessario per la seconda fase. La più importante.

Ore 18:15 - Media: «Musk riferì al Pentagono di aver parlato con Putin»

Elon Musk disse ad alcuni funzionari del Pentagono nel corso di una telefonata sulla fornitura di servizi internet all’Ucraina di aver parlato direttamente con il presidente russo Vladimir Putin. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando il New Yorker, secondo il quale Musk avrebbe riferito lo scorso ottobre a Colin Kahn del Pentagono di una sua conversazione con Putin. «La mia deduzione è che era nervoso sul fatto che il coinvolgimento di Starlink fosse sempre più visto in Russia come una modalità per facilitare gli sforzi di guerra dell’Ucraina», ha detto Kahl al New Yorker. In ottobre Musk negò di aver parlato con Putin e in un post su Twitter, datato 11 ottobre 2022, scrisse di aver parlato con il leader russo «una sola volta ed era 18 mesi fa».

Ore 18:48 - Governatore di Belgorod: oggi tre attacchi ucraini con droni

Due droni ucraini sono stati abbattuti oggi sulla regione russa di Belgorod, confinante con l’Ucraina. Lo rende noto il governatore, Vyacheslav Gladkov, secondo il quale non ci sono state vittime, ma i frammenti di uno dei due, caduti sul villaggio di Nikolskoye, hanno provocato lievi danni alle facciate di tre case e a due auto. L’altro drone è stato abbattuto vicino al villaggio di Bezlyudovka senza provocare vittime o danni. In precedenza, Gladkov aveva detto che un altro drone ucraino aveva sganciato un ordigno su un villaggio nel distretto di Graivoron, danneggiando un’auto ma senza provocare morti o feriti.

Ore 19:30 - Zelensky: «La Grecia addestrerà i piloti ucraini di F-16»

«Oggi abbiamo un risultato importante per la coalizione dell’aviazione. La Grecia parteciperà all’addestramento dei nostri piloti sull’F-16. Grazie per questa offerta». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa ad Atene con il premier greco Kyriakos Mitsotakis, secondo quanto riportato da Rbc Ukraine. «Oggi abbiamo discusso diversi argomenti prioritari con il premier greco. L’ho informato sulla situazione sul campo di battaglia, sugli attacchi dei terroristi russi e sulle nostre opportunità per ripristinare la sicurezza globale e l’integrità territoriale del nostro stato», ha detto Zelensky.

Ore 19:51 - Prigozhin in video in Africa: rendiamo la Russia più grande

Evgeny Prigozhin è apparso in un video sui canali Telegram collegati al Gruppo Wagner, tra i quali Grey Zone, che lo mostrerebbe in Africa. «Lavoro. La temperatura è di +50°C. Tutto come piace a noi» ha detto il capo della Wagner aggiungendo che i miliziani stanno «conducendo attività di ricognizione e ricerca. Per rendere la Russia ancora più grande in ogni continente! E l’Africa ancora più libera. Giustizia e felicità per i popoli africani». Prigozhin ha riferito che il Gruppo Wagner sta continuando a «svolgere i compiti che ci sono stati assegnati e ai quali abbiamo promesso che avremmo fatto bene».

Ore 20:20 - Kiev: «La Russia ha ucciso 11 mila civili tra cui 500 bambini»

In Ucraina la Russia ha ucciso 11.000 civili, tra cui 500 bambini. Lo ha dichiarato il primo ministro dell’Ucraina Denys Shmyhal citato da Ukrinform. «Questa guerra è una delle più brutali nella storia dell’umanità, perché la Russia la sta conducendo contro tutti gli ucraini - contro le donne, gli anziani, i bambini, persino i non nati. Dal febbraio 2022, il nostro nemico ha commesso più di 136.000 crimini. Questo è solo ciò che è stato registrato finora. In realtà, i crimini sono molti di più. In questo periodo di tempo, sono stati uccisi circa 11.000 civili, tra cui 500 bambini», ha dichiarato il capo del governo ucraino, sottolineando che non si tratta di dati definitivi. Shmyhal ha anche ricordato che solo secondo le informazioni ufficiali, la Russia ha rapito quasi 20.000 bambini ucraini, rendendo molti di loro orfani e adottandoli con la forza.

Ore 20:44 - Zelensky vede il presidente della Serbia ad Atene

Aleksandar Vui, presidente della Serbia, incontrerà il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyy domani ad Atene, dove si sta svolgendo un vertice informale dei Balcani occidentali. Lo riferiscono i media ucraini.

Ore 21:37 - Kiev: danneggiati diversi aerei russi negli attacchi a Kaluga

L’Ucraina avrebbe danneggiato diversi aerei russi negli attacchi nella regione russa di Kaluga, che avrebbero colpito anche l’aeroporto militare di Shaykovka. Lo sostiene Andriy Yusov, portavoce dell’intelligence militare ucraina citato da Rbc Ukraine. «L’intelligence della Difesa (Gur) non commenta cosa sia arrivato esattamente all’aeroporto di Shaykovka. Possiamo affermare che i gruppi coordinati dal Gur hanno lavorato efficacemente. Sappiamo che sono state danneggiate diverse unità di aerei nemici», ha osservato Yusov.

Secondo il portavoce, i gruppi che hanno effettuato l’attacco sono stati addestrati e sono tornati con successo dalla Russia centrale. Yusov ha sottolineato che il lavoro sul territorio della Federazione Russa continua. Nel pomeriggio Mosca aveva parlato di un attacco drone ucraino che era stato sventato e non aveva fatto riferimento all’aeroporto nella regione di Kaluga.

Ore 22:32 - Ok degli Usa alla vendita di 96 elicotteri Apache alla Polonia

Gli Usa hanno approvato una vendita da 12 miliardi di dollari di elicotteri d’attacco Apache alla Polonia, un gigantesco accordo con un alleato in prima linea nel sostegno all’Ucraina contro l’invasione russa. Varsavia riceverà 96 Apache AH-64E dal produttore Boeing, ha reso noto il Dipartimento di Stato in una notifica al Congresso sul disco verde alla vendita.

Ore 22:33 - Kiev: «Mosca ha portato a 11 le navi lanciamissili nel Mar Nero»

La Russia ha aumentato ancora la sua presenza nel Mar Nero. Secondo quanto riportano su Telegram le Forze di difesa dell’Ucraina meridionale, Mosca avrebbe schierato altre due navi e un sottomarino lanciamissili portando a 11 il numero di imbarcazioni che ora hanno una salva di 20 Kalibr. «Il nemico sta intenzionalmente alzando il livello di tensione» dicono le Forze di difesa ucraine spiegando le forze di difesa aerea sono in allerta.

Ore 22:34 - Kiev: «L’obiettivo di Mosca è raggiungere i confini del Donetsk»

«La situazione è molto difficile. Ci sono gravi bombardamenti nella zona di Kupiansk (regione di Kharkiv ndr), compresa la stessa città che viene bombardata dal nemico. L’obiettivo principale del nemico è quello di raggiungere i confini della regione di Donetsk». Lo ha dichiarato la viceministra della Difesa Hanna Malyar a United News, come riporta Ukrinform.

Ore 23:52 - Mosca: intercettati due droni ucraini ad ovest della Crimea

Due droni ucraini che in serata hanno cercato di attaccare la Russia sono stati bloccati dai sistemi di guerra radioelettronica russi e si sono schiantati nel Mar Nero a nord-ovest della Crimea. Lo ha riferito ai giornalisti il ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia Tass. «Il 21 agosto intorno alle 23:00 ora di Mosca, è stato sventato un tentativo da parte del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico utilizzando droni ad ala fissa. Due velivoli senza pilota ucraini sono stati rilevati dalle strutture di difesa aerea e soppressi dai sistemi di guerra elettronica», ha affermato il ministero. I due velivoli hanno pertanto «perso il controllo e si sono schiantati sulle acque del Mar Nero a 40 km a nord-ovest della penisola di Crimea».

Ore 02:52 - Sindaco, abbattuti due droni su Mosca

Le difese aeree russe hanno abbattuto due «droni d’attacco» sopra la regione di Mosca. Lo ha reso noto il sindaco della città. «La difesa aerea ha abbattuto due droni d’attacco. Uno nell’area di Krasnogorsk, l’altro nell’area di Chastsy», ha detto Sergei Sobyanin su Telegram.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 22 agosto.

Le notizie del 22 agosto sulla guerra in Ucraina. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera martedì 22 agosto 2023.

• Zelensky ad Atene in conferenza con il premier greco con il premier greco Mitsotakis: «La Grecia addestrerà i nostri piloti di F-16».

• Mosca: «Con gli F-16 ci sarà un’escalation del conflitto».

• Danimarca: «Kiev potrà usare i jet solo sul suo territorio».

• Combattimenti nel villaggio di Robotyne.

• Il punto militare. La spia cinese ingaggiata dalla Cia e l’appello di Pechino ai cittadini: «Fate attenzione alle trappole».

Ore 05:01 - Ira Mosca per caccia F-16 a Kiev, porteranno a escalation

La notizia del prossimo invio di caccia F-16 a Kiev da parte di Olanda e Danimarca scatena la prevedibile ira di Mosca. «Porterà a un’escalation nel conflitto», dice l’ambasciatore russo a Copenaghen, Vladimir Barbin, secondo cui la Danimarca, con le sue azioni, «non lascia altra scelta» all’Ucraina se non quella di «continuare il confronto militare» con la Russia. Il governo di Copenaghen precisa che Kiev potrà usare gli aerei da combattimento «solamente per cacciare il nemico dal proprio territorio», ma le forze armate ucraine possono comunque esultare. Gli F-16 «sono in grado di cambiare il corso degli eventi sul fronte, perché la copertura aerea è la chiave del successo delle operazioni di terra», argomenta il portavoce dell’Aeronautica militare di Kiev, Yuriy Ignat.

Secondo i calcoli ucraini, per avere la supremazia aerea servirebbero 130 caccia, contro i 42 promessi da Olanda e Danimarca. Un ulteriore aiuto, almeno per il momento, non arriverà dalla Svezia. Stoccolma annuncia che «non ci sono impegni» per fornire i caccia Gripen all’aviazione di Kiev. Gli F-16 sono frutto del lavoro diplomatico di Volodymyr Zelensky che, dopo il blitz in Olanda e Danimarca, è volato ad Atene per una cena informale con i leader dei Balcani occidentali, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

Sul campo, intanto, la Russia prova a rinforzare le difese a Sud nella regione di Kherson, mentre nella Mariupol occupata, secondo quanto riportato dalla resistenza ucraina che ha visionato alcuni documenti riservati, Mosca pianificherebbe di «cambiare la demografia» della popolazione con il trasferimento entro il 2025 di circa 300mila cittadini russi, a cui sarebbero concessi, fra le altre cose, mutui agevolati. Resta alta la tensione anche con la Bielorussia, con l’ambasciata americana che chiede ai suoi cittadini di lasciare «immediatamente» il Paese.

Cresce nel frattempo l’attesa per il vertice dei Brics, in programma da martedì a Johannesburg, in Sudafrica. Il presidente russo Vladimir Putin non ci sarà, ma parteciperà comunque ai lavori in videoconferenza e «informerà i partecipanti al vertice sulle priorità della presidenza russa che inizierà nel 2024», spiega il Cremlino. Presenti, invece, il presidente cinese Xi Jinping e quello brasiliano Lula. Il leader di Brasilia annuncia che porterà al tavolo una proposta per la creazione di una valuta comune di riferimento per le transazioni commerciali tra i Paesi del gruppo. La moneta, che non sostituirà le valute locali, permetterà secondo Lula «maggiori relazioni commerciali, ad esempio fra Brasile Sudafrica, senza dipendere da quella di un Paese terzo come il dollaro».

Ore 05:30 - Russia, distrutta nave da ricognizione ucraina

La Russia ha comunicato di aver neutralizzato una nave da ricognizione dell’esercito ucraino nel Mar Nero. «Ieri sera l’equipaggio di un Su-30cm (un aereo da combattimento, ndr) dell’Aviazione Navale della Flotta del Mar Nero ha distrutto una nave da ricognizione delle Forze Armate ucraine nell’area degli impianti russi di produzione di gas a il Mar Nero», ha detto il ministero della Difesa russo su Telegram.

Ore 07:30 - Mosca: «Abbattuti 4 droni ucraini, 2 nella regione della capitale»

Le forze di difesa di Mosca hanno sventato nella notte un attacco con droni ucraino in territorio russo: «Due velivoli senza pilota sono stati abbattuti nella regione della capitale e altri due sono stati neutralizzati dai sistemi di guerra radioelettronica nella regione di Bryansk». Lo ha reso noto ministero della Difesa russo, come riporta la Tass.

Ore 07:38 - Uno dei droni ucraini esploso nella periferia di Mosca (Krasnogorsk)

Un lampo dell’esplosione in una strada della città russa. Un’onda esplosiva ha illuminato la notte a Krasnogorsk, vicino Mosca. Il drone esplode nella periferia occidentale di Mosca. Alcune immagini mostrano la deflagrazione di uno dei due droni lanciati dall’Ucraina, anche questa notte verso la capitale russa.

Ore 08:00 - Erdogan: «Rimango in contatto costante sia con Putin sia con Zelensky»

«I contatti telefonici proseguiranno e la fine del conflitto resta la nostra priorità». Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan rimane in contatto costante per telefono con i leader di entrambe le parti, Russia e Ucraina. Lo ha riferito una fonte dell’amministrazione turca all’agenzia di stampa Ria Novosti. «L’obiettivo principale è raggiungere un cessate il fuoco sostenibile e la ripresa dei negoziati di pace», ha detto la fonte, sottolineando che non ci sono ancora date precise per altri colloqui con i presidenti russo e ucraino, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky.

Ore 08:04 - Missili e droni sulla periferia di Zaporizhzhia: «Colpiti 4 condominii, un morto e un ferito nella notte

Le forze russe hanno colpito nella notte la periferia di Zaporizhzhia con due missili e tre droni. L'attacco avrebbe provocato una vittima e almeno un ferito grave: lo riporta Rbc-Ucraina. Il sindaco della città Anatoliy Kurtiev ha confermato l’attacco sul suo canale Telegram ed ha affermato che quattro condominii sono stati danneggiati».

Ore 08:20 - Riecco Prigozhin, il leader della Wagner in un video dall’Africa: «Rendiamo il nostro Paese ancora più grande»

Un nuovo video di Yevgeny Prigozhin è stato diffuso sul canale Telegram Grey Zone, secondo cui il leader della compagnia di mercenari Wagner si sarebbe trovato in Africa. «Stiamo lavorando. Temperatura +50°. Tutto ciò che amiamo. Il gruppo Wagner conduce attività di ricognizione e ricerca. Rende la Russia ancora più grande in tutti i continenti e l’Africa ancora più libera. Giustizia e felicità per i popoli africani. Incubo Isis, Al-Qaeda e altri gangster. Assumiamo veri eroi e continuiamo a svolgere i compiti che ci siamo prefissati».

Ore 08:23 - Difesa britannica: «Droni ucraini forse lanciati dal territorio russo»

Nel suo ultimo aggiornamento di intelligence, il ministero della Difesa del Regno Unito sembra confermare le notizie secondo cui un bombardiere russo a lungo raggio è stato distrutto in un attacco di droni ucraini. Il ministero ha twittato che un bombardiere russo Tu-22M3 è stato molto probabilmente distrutto sabato nella base aerea Soltsky-2 nella regione di Novgorod: «Se fosse vero, ciò aggiungerebbe peso alla valutazione secondo cui alcuni attacchi con droni contro obiettivi militari russi vengono lanciati dall'interno del territorio russo» perché è improbabile che l'esercito ucraino abbia altrimenti la portata necessaria per raggiungere Soltsky, ovvero dall'esterno della Russia».

Ore 08:25 - Kiev: «Distrutto jet supersonico di Mosca»

L’Ucraina ha annunciato di aver distrutto un jet supersonico russo (Tu-22) in un attacco con un drone, secondo quanto riportato dalla BBC e dai media ucraini. Il ministero russo ha dichiarato che il velivolo è stato solo danneggiato, non ci sono stati feriti nell’attacco e che l’incendio divampato è stato rapidamente domato.

La regione di Novgorod (Russia), dove è avvenuto l’attacco nella giornata di sabato, si trova a nord-ovest di Mosca, a centinaia di chilometri dal confine con l'Ucraina. Secondo la Bbc, l'aereo si trovava nella zona colpita dal drone ed era stato ampiamente utilizzato per lanciare missili sull'Ucraina durante la guerra: le immagini diffuse dai social media mostrano il velivolo avvolto dalle fiamme.

Ore 08:43 - Attacco russo alla città natale di Zelensky. Una ventina di case danneggiate

Almeno 20 case e infrastrutture elettriche sono state danneggiate dai bombardamenti russi, in particolare la caduta di un missile, che hanno colpito Kryvyi Rih, ha scritto su Telegram il capo del consiglio di Difesa della città Oleksandr Vilkul. Ci sarebbe almeno un ferito. Altri civili coinvolti non sono stati ufficialmente registrati.

Ore 08:54 - Due droni ucraini intercettati sul Mar Nero

Due droni ucraini sono stati intercettati e bloccati dai sistemi di guerra elettronica russi e sono precipitati nel Mar Nero a 40 chilometri dalla Crimea. Lo ha dichiarato il ministero della Difesa russo. «Le forze di difesa aerea in servizio hanno individuato due droni ucraini, che sono stati soppressi dai sistemi di guerra elettronica. Dopo essere andati fuori controllo, i droni sono precipitati nel Mar Nero a 40 chilometri a nord-ovest della penisola di Crimea», ha precisato il ministero.

Ore 09:01 - Zelensky sul grano: «Discussa con la Bulgaria corridoi umanitari alternativi»

«Ho espresso gratitudine alla Bulgaria per la sua difesa e il suo sostegno politico», lo ha detto Volodymyr Zelensky al termine dei negoziati produttivi con il premier bulgaro Nikolay Denkov, nell'ambito del vertice Ucraina-Balcani.

«Abbiamo discusso di ulteriore cooperazione, sicurezza del Mar Nero, protezione di corridoi del grano alternativi. Oggi continuo i negoziati con i miei colleghi balcanici». Così su X (ex Twitter) il presidente ucraino da Atene, per partecipare alle discussioni informali con i partner.

Ore 09:14 - Brics, Xi Jinping: «Iniziativa per la crescita globale»

«Il meccanismo di cooperazione dei Brics è una piattaforma chiave per i mercati emergenti e i principali Paesi in via di sviluppo ed è diventata una forza costruttiva per la crescita economica globale, per una migliore governance globale e una maggiore democrazia nelle relazioni internazionali». Sono queste le parole del leader cinese Xi Jinping, riportate dall'agenzia Xinhua, nel giorno in cui a Johannesburg inizia il summit dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), da oggi fino a giovedì 24 agosto.

Xi, arrivato nelle scorse ore in Sudafrica proprio per una riunione dei Brics (Putin in collegamento video per via del mandato d'arresto internazionale), ha insistito sull'importanza del Dialogo dei leader Cina-Africa e si è detto convinto che il vertice diventerà «una pietra militare nello sviluppo del meccanismo e contribuirà a portare a nuovi livelli l'unità e la cooperazione fra i Paesi in via di sviluppo». Per il gigante asiatico il Dialogo dei leader Cina-Africa deve servire per esplorare strade per una maggiore cooperazione, un maggiore sviluppo e per contribuire a un mondo più pacifico.

Ore 09:22 - Bombe nella regione di Kharkiv: ferita una donna

Una donna è rimasta ferita la notte scorsa in seguito a un attacco delle forze russe nella regione di Kharkiv, nell'Ucraina nord-orientale: lo ha reso noto il capo dell'amministrazione militare regionale Oleg Synegubov, come riporta Rbc-Ucraina. «Questa notte, intorno alle 3:00 (le 2:00 in Italia), il nemico ha bombardato la città di Vovchansk, distretto di Chuguyiv - ha scritto Synegubov su Telegram -. Quattro edifici residenziali sono stati danneggiati o distrutti. I soccorritori hanno estratto dalle macerie la proprietaria di una delle case, una donna di 56 anni che non ha riportato ferite gravi e non ha avuto bisogno del ricovero in ospedale».

Ore 10:02 - Forte boato a Rostov fa temere un’esplosione, ma è il passaggio di un aereo supersonico

Una forte esplosione è stata udita a Rostov sul Don, al confine con l’Ucraina. Lo riporta Ria Novosti, sottolineando che l’esplosione si è sentita in particolare, nella parte settentrionale e occidentale della città, ma anche al centro; in più punti sono scattati gli allarmi delle auto.

«In relazione a numerose segnalazioni di suoni forti che sono stati uditi in diverse parti di Rostov e nell’area circostante, i militari hanno informato del passaggio di un aereo supersonico», ha scritto su Telegram il governatore Vasily Golubev invitando a mantenere la calma.

Ore 10:11 - La Cina e i Brics: Xi in Sudafrica prova ad allargare l’«alleanza» contro l’Occidente

(Di Paolo Salom) Il summit in Sudafrica, con 44 capi di Stato e governo ma senza Putin (che interverrà da remoto). Il messaggio di Xi: «Basta all’egemonia degli Stati Uniti».

Pace e non guerra. Cooperazione e non confronto. Queste le idee base che il presidente cinese Xi Jinping esporrà alla 15esima riunione dei Paesi Brics, al via oggi (fino a giovedì) a Johannesburg. In Sudafrica, dove l’assise del Sud del mondo torna per la prima volta in presenza dopo la pandemia, sono attesi 44 capi di Stato e di governo, oltre ai rappresentanti di istituzioni internazionali (il segretario dell’Onu Antonio Guterres) e banche per lo sviluppo (la brasiliana Dilma Rousseff per la New Development Bank, Ndb, l’istituto di credito creato dal club nel 2014). La Russia sarà rappresentata da Sergei Lavrov, visto il rischio di arresto di Putin (il quale interverrà da remoto).

Ore 10:16 - Zelensky da Atene: «Incontro proficuo con Vucic»

«Incontro aperto, onesto e proficuo con il presidente della Serbia Aleksandar Vucic». Scrive così su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che parla di un buon colloquio sul rispetto della Carta delle Nazioni Unite dell'inviolabilità dei confini, sul futuro condiviso dei nostri Paesi nella casa europea comune e sullo sviluppo delle relazioni tra i due Paesi.

Ore 10:28 - Al via il vertice dei Brics in Sudafrica

I capi di Stato e di governo dei Paesi Brics sono arrivati in Sudafrica per dare il via a un vertice che punta a rafforzare il gruppo delle economie emergenti «per fare da contrappeso all'Occidente».

Oltre ai leader di Brasile, Cina, India e Sudafrica (la Russia sarà rappresentata dal ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, in assenza del presidente , Vladimir Putin. A Johannesburg ci saranno anche quelli di molti Paesi asiatici, africani e mediorientali, con la speranza di essere invitati a fare parte del gruppo.

Dal summit delle economie emergenti, che valgono circa un quarto del prodotto interno lordo mondiale, è attesa una presa di posizione in chiave anti-occidentale, in particolare sul ruolo del dollaro nelle transazioni internazionali (che potrebbe essere di aiuto alla Russia, la cui economia risente delle sanzioni internazionali imposte per l'invasione dell'Ucraina).

Ore 10:39 - Combattimenti nel villaggio di Robotyne

Le truppe ucraine si sono appostate alla periferia della cittadina di Robotyne, nella direttrice sud della controffensiva nell'oblast di Zaporizhzhia, sono penetrate nell'abitato e hanno iniziato a evacuare civili con i corazzati di appoggio Bradley per portarli al sicuro dai continui bombardamenti d'artiglieria dei russi.

Lo si legge su vari media ucraini, inclusa l'agenzia Ukrinform, che citano la viceministra della Difesa ucraina Hanna Malyar. «I soldati della 47a brigata, entrati combattendo nel villaggio di Robotyne, hanno organizzato l'evacuazione dei civili a bordo del veicolo corazzato Bradley», ha scritto Malyar sul suo canale Telegram. Dalle posizioni conquistate, scrive ancora Ukrinform, l'artiglieria russa ha iniziato a rispondere al fuoco di quella russa.

Ore 11:08 - Ue: «Michel, obiettivo allargamento, ma anche più forza»

«Il dibattito sull’allargamento è molto vivo e dobbiamo sfruttare questo slancio. L’obiettivo non è solo l’allargamento, ma anche il rafforzamento dell’Unione europea». Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dopo la cena informale ad Atene con i leader dei Paesi dei Balcani. Dall’Ue viene sottolineato che «l’allargamento è una strada a doppio senso. I paesi candidati devono riformarsi, ma anche l’Ue deve prepararsi. Risolvere le controversie bilaterali è fondamentale, in particolare quelle relative ai diritti delle minoranze».Durante la cena è stato poi ribadito che «il sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina rimane incrollabile».

Ore 11:20 - Zelensky: «Attendiamo negoziati adesione Ue entro 2023»

«Ci aspettiamo una valutazione positiva dei progressi dell’Ucraina nel pacchetto di allargamento di ottobre e una conseguente decisione da parte degli Stati membri dell’Ue di aprire i negoziati di adesione dell’Ucraina all’Ue entro la fine del 2023». Lo ha scritto in un post su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo il suo incontro - ieri a margine della cena con i leader dei Balcani - con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. «Ho incontrato von der Leyen per ringraziarla dei suoi sforzi per normalizzare le esportazioni e il transito agricolo dell’Ucraina. È importante ripristinarli completamente dal 15 settembre», ha spiegato. «Abbiamo inoltre coordinato le posizioni sulla formula della pace mentre avanziamo verso il summit sulla pace globale», ha aggiunto Zelensky.

Ore 11:38 - Kiev, a piazza Maidan i preparativi per la festa nazionale di indipendenza del 24 agosto

(Di Lorenzo Cremonesi) Centro di Kiev, piazza Maidan: i preparativi per l’anniversario della festa nazionale dell’indipendenza, il 24 agosto, nel mezzo della controffensiva ucraina che è in stallo. Sembra essere un momento di ripresa e fiducia nazionale.

Ore 11:43 - Grano, Zelensky a von der Leyen: Via restrizioni all'export dal 15 settembre

Zelensky ha incontrato ad Atene la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen «per ringraziarla dei suoi sforzi per normalizzare le esportazioni e il transito agricolo dell'Ucraina. È importante ripristinarli completamente dal 15 settembre», ha riferito il leader sul suo canale X. Le misure restrittive all’import agroalimentare dall’Ucraina introdotte per andare incontro alle richieste di Polonia, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia e Romania sono in scadenza il 15 settembre e la Commissione europea ha rimandato a dopo l’estate la valutazione su una possibile estensione delle misure. Zelensky, a quanto riferito, preme su Bruxelles per ripristinare il transito, mentre il blocco dei cinque Paesi dell’Est spinge per prorogare le misure.

Ore 12:09 - Ucraina: da Ue altri 1,5 mld aiuti finanziari, totale 19 mld

La Commissione europea ha erogato all'Ucraina altri 1,5 miliardi di euro di assistenza macro-finanziaria. Il totale di aiuti finanziari arriva a 19,2 miliardi di euro. «Sosteniamo l'Ucraina nei suoi sforzi per ricostruire, riprendersi e far funzionare lo Stato. Oggi abbiamo erogato altri 1,5 miliardi di euro e ne arriveranno altri, quest'anno e oltre», ha commentato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

Ore 12:11 - Ottimismo di Kiev sul corridoio marittimo temporaneo

Sulla base dell'esperienza positiva del passaggio delle navi attraverso il corridoio marittimo temporaneo, l'Ucraina sarà in grado di garantire le forniture di grano ad altri Paesi. Lo ha detto il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, durante un briefing congiunto con il ministro della Difesa bulgaro Todor Tagarev a Odessa, come riporta Ukrinform. Reznikov ha ricordato che il recente passaggio della prima nave dall'Ucraina al Bosforo è avvenuto attraverso le acque territoriali di Ucraina, Romania, Bulgaria e Turchia. «È difficile immaginare che i russi sarebbero stati così sfacciati da attaccare navi nelle acque territoriali di tre Paesi della Nato - ha detto -. Spero e sono ottimista sul fatto che continueremo a garantire la fornitura di cibo ucraino ai Paesi del mondo attraverso questo corridoio».

Ore 12:19 - Drone russo colpisce nella regione di Chernihiv

Le forze russe hanno colpito la notte scorsa con un drone l'edificio che ospita il consiglio comunale di Semenivka, nella regione di Chernihiv, nell'Ucraina nord-orientale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale, Vyacheslav Chaus, come riporta Ukrinform. «Di notte, il nemico ha colpito l'edificio del consiglio comunale di Semenivka. Incendio. Distruzione. Case vicine danneggiate», ha scritto Chaus. L'esercito russo aveva già attaccato Semenivka domenica scorsa con droni kamikaze Shahed, colpendo edifici residenziali.

Ore 12:23 - Ministro Esteri turco a Kiev venerdì

Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan sarà in visita a Kiev venerdì 25 agosto. Lo scrive l'agenzia di stampa turca Anadolu, citando fonti diplomatiche di Ankara. Obiettivo della visita di Fidan è di esplorare le opzioni per rivitalizzare l'accordo sull'export di gran ucraino sospeso dalla Russia il mese scorso. Nell'agenda dei colloqui del capo della diplomazia di Ankara anche l'andamento dell'offensiva ucraina e le prospettive per l'avvio di negoziati.

Ore 12:27 - Ministro di Lula: «Brics non sono antagonisti ad altri blocchi»

Il ministro delle Finanze brasiliano, Fernando Haddad, ha dichiarato oggi da Johannesburg, dove partecipa al vertice dei Brics insieme al presidente Luiz Inàcio Lula da Silva, che il blocco delle economie emergenti non è «antagonista» ad altri blocchi o gruppi. «Brasile, Sudafrica, India, Cina e Russia possono offrire al mondo una visione coerente con i loro scopi e che non significa alcun tipo di antagonismo con altri forum importanti ai quali partecipiamo», ha affermato Haddad durante un seminario d'affari. «Crediamo che i Brics abbiano un grande contributo da dare», ha aggiunto il ministro. Haddad fa parte della delegazione ufficiale brasiliana al XV vertice dei Brics, insieme al ministro degli Affari esteri, Mauro Vieira, e alla ministro per l'Uguaglianza razziale, Anielle Franco.

Ore 12:34 - Mosca: distrutto un motoscafo ucraino di fabbricazione statunitense nel Mar Nero

Mosca afferma di avere distrutto un motoscafo ucraino di fabbricazione statunitense vicino nel Mar Nero. «Stamane a est dell'Isola dei Serpenti, un aereo delle forze aerospaziali russe ha distrutto un'imbarcazione militare ad alta velocità prodotta dalla Willard Sea Force statunitense con un gruppo di sbarco delle forze armate dell'Ucraina», afferma il ministero della Difesa russo sul suo canale Telegram.

Ore 12:49 - Ucraina: Zelensky, cooperazione con Croazia su export grano

Dopo un incontro bilaterale con il capo del governo croato Andrej Plenkovic, ad Atene, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ricordato la cooperazione con Zagabria «sulle esportazioni di grano ucraino, anche attraverso i porti croati del Danubio e dell'Adriatico». In un commento postato sul suo profilo Telegram Zelensky ha anche parlato di «un nuovo pacchetto di aiuti militari» e ha ringraziato la Croazia «per l'assistenza all'Ucraina e per aver guidato gli sforzi globali in materia».

Ore 12:50 - Cinque soldati ucraini condannati dai russi a vent'anni

Il Comitato investigativo russo ha annunciato che pesanti pene detentive sono state comminate a cinque soldati ucraini accusati di abusi contro i civili. Tre uomini del reggimento Azov, unità militare ucraina che si è distinta durante la difesa di Mariupol nel 2022, sono stati giudicati colpevoli di aver ferito civili. Sono stati condannati a 20 anni di reclusione in una colonia penale per «trattamento crudele di civili» e «tentato omicidio di gruppo di più persone sulla base dell'odio ideologico», secondo la dichiarazione del comitato. Anche altri due soldati sono stati condannati: uno a diciassette anni di carcere per abusi contro civili nei pressi della città di Lugansk e un altro a vent'anni per la morte di un civile durante un bombardamento.

Ore 13:04 - Capo intelligence militare Kiev: «Distruggere i russi in Crimea»

«Distruggere gli occupanti in Crimea»: questo l'obiettivo che l'Ucraina persegue secondo Kyryl Budanov, capo dell'intelligence militare di Kiev. Una posizione confermata dal segretario del Consiglio di sicurezza nazionale ucraino, Oleksiy Danilov, secondo il quale la penisola sul Mar Nero annessa da Mosca nel 2014 sarà ripresa da Kiev e «con tutta probabilità ciò avverrà con mezzi militari se il Paese aggressore non capisce che deve lasciare il nostro territorio». Sia Budanov sia Danilov sono stati citati dal canale Rbk Ucraina.

«Distruggere gli occupanti nella nostra Crimea, è quello che vedete e vedrete ancora nei prossimi giorni», ha affermato Budanov, riferendosi apparentemente agli attacchi con droni contro i russi in Crimea e quelli contro il Ponte di Kerch, che collega la penisola al territorio della Federazione russa. Da parte sua Danilov ha affermato che soltanto «espellendo» il nemico dal territorio della Crimea e dal Mare di Azov l'Ucraina potrà avere vere «garanzie di sicurezza per un certo periodo di tempo», anche se «sarà dura» riuscire nell'impresa. «Se non avremo una nostra flotta militare in Crimea - ha aggiunto Danilov - saremo sempre in una posizione estremamente difficile in termini di sicurezza».

Ore 13:27 - Metsola al Meeting di Rimini: «Spero negoziati per ingresso Ucraina in Ue inizino quanto prima»

« Abbiamo riconosciuto la scorsa estate all'Ucraina lo status di Paese candidato a entrare nell'Unione europea e mi auguro che i negoziati possano iniziare quanto prima». Lo dice la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, al Meeting di Rimini, partecipando con un videomessaggio in italiano al convegno «Europa unita? Nuove energie per il vecchio continente».

«Questa nostra visione - aggiunge -, volta a difendere la libertà e la dignità dell'uomo, va difesa di fronte a quella inimicizia che si annida a volta nel cuore dell'uomo. È in questo contesto che va visto il sostegno incondizionato offerto dall'Ue e dai suoi Paesi membri all'Ucraina. Paese che si batte per la difesa dei nostri valori e libertà fondamentali. Il nostro obiettivo deve essere il raggiungimento della pace, pace con libertà, giustizia e dignità, perché una pace vera non può essere quella imposta dall'aggressore».

Ore 13:50 - Difesa ucraina: «Nostre forze entrate a Robotyne. F-16 non prima di sei mesi»

Su Telegram, la viceministra della Difesa Hanna Malyar ha confermato che le forze armate ucraine sono riuscite a entrare nella città di Robotyne, nella regione di Zaporizhzhia, dove si sta combattendo da qualche ora è stata predisposta l'evacuazione dei cittadini. La viceministra ha poi aggiunto che, per quanto riguarda gli F-16, la consegna degli aerei da combattimento non avverrà prima di sei o sette mesi.

Ore 14:10 - Sventato attacco ucraino nella regione di Bryansk

Un gruppo di sabotatori ucraini ha tentato di violare il confine russo nella regione di Bryansk. Lo ha detto oggi il governatore regionale Alexander Bogomaz. Il tentativo è stato sventato dal ministero della Difesa russo, dai servizi di sicurezza e dalla polizia, il governatore in un post su Telegram.

Ore 14:24 - Bielorussia, uomo d'affaricondannato a 5 anni per post critici del governo

Pyotr Staratsitarau, un uomo d'affari bielorusso, è stato condannato a cinque anni di reclusione per alcuni post su Facebook critici nei confronti del governo del presidente Aleksandr Lukashenko. Lo riferisce Radio Liberty.

La Corte regionale di Homel ha riconosciuto Staratsitarau, che ha 65 anni, colpevole di diffamazione e insulti al presidente, incitamento all'odio e discredito della Bielorussia. L'imputato era stato arrestato lo scorso febbraio. La Bielorussia ha visto un'ondata di arresti e condanne nei confronti di esponenti critici di Lukashenko fin dalla sua rielezione a presidente nelle contestate elezioni del 2020.

Ore 14:38 - Bombe russe su Kherson: «Morta una donna»

Le forze russe hanno bombardato l'insediamento di Komyshany, nella regione di Kherson, uccidendo un residente e ferendone un altro. Lo ha riportato su Telegram il governatore Alexander Prokudin.

Secondo quanto sostenuto da Prokudin, una donna di 71 anni è stata uccisa e un uomo di 55 anni è rimasto ferito mentre camminava per strada. La procura di Kherson ha affermato che le forze russe hanno effettuato l'attacco intorno alle 11.20, molto probabilmente usando l'artiglieria, spiega il Kyiv Independent. Durante l'attacco sono stati danneggiati edifici residenziali e un tubo del gas.

Ore 14:54 - Germania, Baerbock: «Non vedo come problematico allargamento dei Brics»

«Le discussioni sull'allargamento dei Brics? Osservo l'incontro con interesse, perché sono molto curiosa su quale sarà la dichiarazione finale». Lo ha detto oggi la ministra tedesca degli Esteri Annalena Baerbock, rispondendo a una domanda in conferenza stampa a Berlino.

Baerbock ha sottolineato di voler vedere chi si unirà eventualmente e di non credere che un simile allargamento possa dividere o indebolire il G20. «In questi tempi, tutti i Paesi del mondo sentono l'importanza della cooperazione e del partenariato».

Ore 15:02 - Brics, Mosca: «Lavrov accolto calorosamente in Sudafrica»

«Il Sudafrica accoglie calorosamente il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov». Scrive così su X il ministero degli Esteri di Mosca, che pubblica un video con Lavrov appena sceso dall'aereo che lo ha portato in Sudafrica per il vertice dei Brics, accolto con balli tradizionali, mentre accenna anche lui qualche passo di danza.

Il presidente russo Vladimir Putin è l'unico leader dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Suafrica) che non partecipa in presenza al summit di Johannesburg, perché colpito da un mandato d'arresto della Corte penale internazionale.

Ore 15:04 - Incontro bilaterale Ucraina-Italia per lo sminamento del territorio ucraino

L'ambasciatore Pier Francesco Zazo ha incontrato il capo del Servizio Statale per le Emergenze ucraino Serhiy Kruk, per approfondire la cooperazione bilaterale in tema di sminamento umanitario in Ucraina.

Dalle parte ucraina è stata espressa gratitudine all'Italia per la donazione di 45 mezzi antincendio e per lo stanziamento di 2 milioni di euro a fini di sminamento. Il nostro Paese intende continuare a supportare le operazioni di sminamento del territorio ucraino, a tutela della popolazione.

Ore 15:13 - Erdogan vedrà Putin presto in Russia

L'annunciato incontro tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e l'omologo russo Vladimir Putin si terrà in Russia (e non in Turchia come era stato precedentemente annunciato). Come aveva invece affermato lo stesso capo di Stato turco parlando di una visita nella capitale turca da parte di Putin in programma durante il mese di agosto.

Lo scrive Yeni Safak, citando fonti della presidenza della Repubblica di Ankara. Il tema al centro dei colloqui tra i due presidenti sarà il rilancio dell'accordo per le esportazioni di grano dall'Ucraina, da cui Mosca si è ritirata in luglio portando il patto alla conclusione. Ieri, Erdogan aveva detto che potrebbe incontrare Putin, se troverà tempo, durante il mese di settembre senza specificare date o luoghi per l'incontro.

Ore 15:19 - Kiev: al via in Danimarca addestramento 8 piloti su F-16

La Danimarca ha iniziato ad addestrare otto piloti ucraini sui caccia F-16 nell'ambito del suo impegno, insieme ai Paesi Bassi, a donare questi aerei a Kiev.

Secondo quanto riferito dalle forze armate di Copenaghen, gli otto piloti sono arrivati alla base aerea militare di Skrydstrup. Insieme a loro ci sono 65 membri del personale che saranno addestrati alla manutenzione e all'assistenza dei caccia. La Danimarca fornirà 19 F-16, i primi sei verranno consegnati intorno a Capodanno, mentre Amsterdam ancora non ha fatto sapere quanti ne darà.

Ore 15:21 - Basi russe attaccate da sabotatori coordinati dagli 007 Kiev

I numerosi attacchi per mezzo di droni contro gli aeroporti militari in territorio russo sarebbero opera di un gruppo di sabotatori coordinati dall'intelligence di Kiev e non partirebbero dall'Ucraina, ma dal territorio sotto il controllo del Cremlino. Lo riferisce l'edizione ucraina di New Voice, citando fonti interne del servizio di intelligence militare ucraino (Gur), ripresa da Meduza.

Negli ultimi giorni questi gruppi avrebbero neutralizzato cinque aerei russi, tra cui bombardieri strategici che hanno effettuato attacchi missilistici contro le città ucraine. In particolare, i sabotatori avrebbero attaccato l'aeroporto militare Soltsy-2, nella regione di Novgorod, distruggendo il bombardiere russo supersonico Tupolev Tu-22 e danneggiando altri due aerei. Secondo un funzionario dell'intelligence militare ucraino, altri due bombardieri sono stati danneggiati in un attacco di droni all'aeroporto di Shaykovka nella regione di Kaluga. Anche il ministero della Difesa britannico, nel rapporto quotidiano sulla guerra diffuso su X, sostiene che è probabile che alcuni attacchi di droni contro aeroporti militari russi vengano effettuati dal territorio della Federazione Russa e non dai suoi confini.

Secondo l'intelligence, il raid a Soltsy-2 è almeno il terzo esempio di attacco riuscito contro gli aeroporti dell'aviazione a lungo raggio del ministero della Difesa di Mosca, che metterebbe in dubbio la capacità della Russia di garantire la sicurezza di tali strutture.

Ore 15:39 - Delegazione militare russa in Libia su invito di Haftar

Una delegazione russa guidata dal vice ministro della Difesa Yunus-Bek Yevkurov è arrivata oggi in Libia su invito del maresciallo Khalifa Haftar. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca, sottolineando che si tratta della prima visita ufficiale di una delegazione militare russa nel Paese africano. Secondo la stessa fonte, citata dall'agenzia Ria Novosti, al centro dei colloqui vi sarà la «cooperazione nella lotta contro il terrorismo internazionale» e altre «azioni congiunte».

Ore 15:40 - Kiev: «Unica opzione per liberare la Crimea è militare»

Il Segretario del Consiglio di sicurezza e difesa ucraino Oleksi Danilov ha affermato che Kiev «non ha altre opzioni» che non quella militare per liberare la Penisola della Crimea che la Russia ha annesso nel 2014. Non recuperarne il controllo significherebbe, ha aggiunto, «mantenere uno stato di guerra per le prossime generazioni». «La Crimea è parte del nostro territorio e dobbiamo liberarla e così faremo», ha spiegato.

Ore 16:04 - Baerbock: «Attacchi droni Kiev conformi a Carta ONU»

«Gli attacchi di droni ucraini sul territorio russo sono conformi al diritto internazionale». Lo dice la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock. «La Russia ha attaccato l'Ucraina, motivo per cui l'Ucraina ha il diritto, garantito dalla Carta delle Nazioni Unite, di difendere da sola il proprio Paese e il proprio popolo», ha detto il capo della diplomazia tedesca durante una conferenza stampa, rispondendo a una domanda sui possibili rischi dell'escalation del conflitto rappresentato dai recenti attacchi di droni ucraini che si stanno moltiplicando nella regione di Mosca. «La Russia bombarda incessantemente obiettivi civili in Ucraina, silos di grano, ospedali, chiese. E l'Ucraina si difende nel quadro del diritto internazionale», ha detto durante la conferenza congiunta con la sua controparte estone Margus Tsahkna.

Ore 16:41 - Zelensky vede leader Montenegro: «Dialogo sulla Formula di pace»

Il presidente ucraino ha riferito sul suo canale Telegram di aver incontrato il presidente montenegrino Jakov Milatovic, che ha ringraziato «per il suo sostegno umanitario, militare e politico e per aver aderito alla Dichiarazione del G7 sulle garanzie di sicurezza per l'Ucraina». Nel dialogo, i due presidenti hanno «discusso del sostegno del Montenegro alla Formula di pace mentre ci prepariamo al Vertice globale della pace».

Ore 16:42 - Ucraina: perquisizioni anticorruzione in 200 centri militari

Oltre 200 centri di arruolamento militare sono stati perquisiti in Ucraina per `sradicare un sistema di corruzione che consente ai coscritti di fuggire dall'esercito´. Lo ha annunciato la procura. «Le forze dell'ordine hanno scoperto schemi di corruzione su larga scala in quasi tutte le regioni del paese. Attualmente vengono effettuate più di 200 perquisizioni simultanee», si legge su Telegram.

Ore 19:28 - Cina e Sudafrica, negoziati per risolvere la crisi ucraina

Cina e Sudafrica sostengono dialogo e negoziati per risolvere la crisi ucraina («l’unica opzione praticabile») e continueranno «a promuovere i colloqui per la pace e a svolgere un ruolo costruttivo nella soluzione politica della questione». Lo si legge nella dichiarazione rilasciata dopo i colloqui di Pretoria tra il presidente Xi Jinping e l’omologo Cyril Ramaphosa. «Inoltre, la Cina ha accolto con favore la recente missione di pace africana tra Ucraina e Russia» di giugno, secondo i media statali cinesi. La delegazione ha presentato un piano di pace in 10 punti che chiede la fine del conflitto con negoziati e mezzi diplomatici.

Ore 21:22 - New York Times: «Nella controffensiva Ucraina truppe e armi allocate male»

La controffensiva dell’Ucraina sta incontrando difficoltà a sfondare le difese della Russia perché ci sono troppe truppe nei posti sbagliati. Lo riporta il New York Times citando funzionari americani, secondo i quali i comandanti ucraini hanno diviso a metà le truppe e le armi fra l’est e il sud del Paese. Solo con un cambio di tattica i tempi della controffensiva possono cambiare.

Ore 00:05 - Medvedev: la Nato sta conducendo una guerra ibrida a tutti gli effetti

La Nato sta ora conducendo una guerra «ibrida» ma «assolutamente piena e sanguinosa» contro la Federazione Russa in Ucraina per mano delle autorità di Kiev. Ad affermarlo, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa russa Tass, è il vice capo del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev in un articolo per aif.ru pubblicato in occasione dell’anniversario dell’invasione georgiana dell’Ossezia del Sud e del riconoscimento da parte della Russia dell’indipendenza dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia.

Ore 00:27 - Bombe russe su Lyman: tre morti

Sono tre i morti a causa dei bombardamenti russi a Lyman nell’est dell’Ucraina, lo riferisce il capo dell’amministrazione militare del Donetsk Pavlo Kyrylenko su Telegram: «Le forze russe hanno colpito questa sera i villaggi della comunità di Lyman: tre persone sono state uccise e una ferita a Torske, un altro civile è stato ferito a Zakitne».

Guerra Ucraina - Russia, le news del 23 agosto: la morte di Prigozhin.

Guerra giorno 546: perché dopo 18 mesi Kiev non segue più i generali americani. Storia di Andrea Lavazza su Avvenire mercoledì 23 agosto 2023.

La guerra in Ucraina è arrivata al giorno 546, diciotto mesi dall’invasione russa che ha dato il via al conflitto. Dopo un anno e mezzo di combattimenti le posizioni sul campo sembrano bloccate. Le forze d’occupazione hanno fortificato il fronte, rendendo estremamente complessa la controffensiva di Kiev. Nel frattempo, si cerca, da entrambe le parti, di indebolire il nemico con colpi dal cielo. E nella sostanziale impasse bellica si intensificano le pressioni per un cessate il fuoco, sebbene a differenti condizioni, secondo i diversi proponenti.

Diciotto mesi hanno significato, finora, un massacro di militari e di civili. La stima più recente di fonte americana parla di 500mila tra morti e feriti, sommando le perdite di entrambi i contendenti. Più caduti fra le forze russe che fra quelle ucraine. Molte migliaia di vittime nella popolazione sotto i bombardamenti, compresi centinaia di bambini. La grande azione di riconquista ha intensificato gli scontri lungo le direttrici Sud ed Est, senza tuttavia consentire quello sfondamento che avrebbe dovuto consentire un recupero di territori e costringere Putin ad accettare una trattativa.

È utile allora considerare insieme alcuni elementi che indicano le differenti spinte nello schieramento occidentale pro-Ucraina e ciò che invece caratterizza il momento attuale del Cremlino. L’offensiva di Kiev non è efficace hanno fatto sapere esponenti militari americani e della Nato. Il motivo, come hanno spiegato fonti del “New York Times”, è che troppe truppe, comprese alcune delle migliori unità da combattimento, sono nei posti sbagliati.

L'obiettivo principale degli attacchi dovrebbe essere quello di tagliare le linee di rifornimento della Federazione nell'Ucraina meridionale, interrompendo il cosiddetto ponte di terra tra la Russia e la penisola di Crimea occupata. Ma invece di concentrarsi su questo obiettivo, i comandanti del Paese occupato hanno diviso le truppe e la potenza di fuoco più o meno equamente tra l'Est e il Sud, secondo l’analisi degli alti ufficiali interpellati dal quotidiano Usa.

Video correlato: Putin "La guerra in Ucraina scatenata dall'Occidente" (Dailymotion)

Gli strateghi americani avrebbero consigliato a Kiev di concentrarsi sul fronte meridionale in direzione di Melitopol e di “bucare” in questo modo i campi minati e le altre difese, anche al prezzo di una maggiore perdita di soldati e mezzi nel corso dell’avanzata. Solo un cambio di tattica e una scelta drastica potrebbero accelerare il ritmo della controffensiva, ha spiegato sotto anonimato un funzionario statunitense.

Se risulta comprensibile la cautela ucraina nel mandare allo sbaraglio le proprie forze migliori, dato che non sarebbe facile rimpiazzarle al momento, e questo potrebbe avere reso ottimistiche le previsioni sulla carta rispetto alla realtà del campo di battaglia, gli altri elementi dell’analisi sollevano dubbi e interrogativi. Sembrava acclarato che molti successi dei difensori fossero dovuti alle informazioni di intelligence di provenienza americana, superiori a quelle a disposizione di Mosca. E gran parte degli armamenti più efficaci sono forniti dai membri dell’Alleanza, mentre la formazione dei reparti d’élite si è svolta recentemente su suolo occidentale.

Com’è allora possibile che l’azione ritenuta possibilmente risolutiva nella guerra in cui il blocco atlantico ha tanto investito per mantenere l’Ucraina quale baluardo antirusso sia gestita contro i migliori consigli dei vertici militari del Pentagono e della Nato? Che cosa sta andando storto dato che l’Amministrazione Biden sembra ancora impegnata pienamente al fianco di Zelensky con una mole considerevole di aiuti? Forse l’intesa non è più così forte, ma nulla va lasciato trapelare per non dare un vantaggio al Cremlino e non incrinare il già fragile sostegno delle opinioni pubbliche all’impegno bellico. Zelensky ha voluto replicare direttamente: "Non cederemo l'Est spostando l'esercito, questo è quello che vogliono gli occupanti". Il sottointeso potrebbe anche essere: forse è anche quello che adesso vuole Biden per disimpegnarsi dalla guerra?

D’altra parte, anche la campagna aerea di Kiev per colpire in profondità il suolo russo e Mosca in particolare, con raid più simbolici che strategici, sembra motivata dai modesti risultati ottenuti a terra contro le difese della Federazione. Una guerra psicologica, si dice, tesa a creare tensione e paura in casa di Putin, già alle prese con l’ammutinamento della milizia Wagner e un calo di consensi. Ma si tratta di una strategia avversata dalla Casa Bianca, che non vuole escalation ulteriori e non si stanca di prendere le distanze dai raid oltreconfine, che non devono essere condotti con mezzi forniti dalla Nato.

Zelensky può comunque recriminare legittimamente per la lentezza nelle forniture delle armi promesse. Se si voleva davvero che la controffensiva fosse rapida ed efficace, serviva un maggiore supporto in termini di mezzi. Non si può dunque scartare del tutto l’ipotesi che non si sia voluto spingere troppo sull’acceleratore da parte americana nel timore che la Russia ricorresse davvero alle armi nucleari o comunque potesse verificarsi un altrettanto pericoloso vuoto di potere seguente al rovesciamento di Putin (come si è potuto solo intravedere con la marcia su Mosca dei mercenari di Prigozhin). Rapporti militari recenti hanno peraltro evidenziato come la Federazione non verrà sconfitta in Ucraina ma non avrà per anni la possibilità di effettuare un’altra operazione simile, dato lo sforzo bellico ed economico (sanzioni comprese) profuso in questi 18 mesi. La sua minaccia per il futuro sarebbe quindi ridimensionata.

Anche la strategia di Mosca è sotto osservazione. Probabilmente, può sopportare a lungo il prolungamento del conflitto in questa forma. Ma dovrà trovare una via di uscita. E i tentativi di ingrossare lo schieramento geopolitico a suo favore stanno incontrando difficoltà evidenti, come è emerso dalla riunione dei Paesi Brics di questi giorni. Siamo dunque in una fase in cui sarebbe praticabile un’azione diplomatica? Alcuni segnali paiono andare in questa direzione. Ma la strada resta lunga e in salita. Tutti gli attori si muovono con un’agenda a geometria variabile, consapevoli che un prolungamento delle ostilità è probabile. Tuttavia, non si può più scommettere soltanto, da una parte e dall’altra, sulla vittoria militare.

Ucraina-Russia, le notizie del 23 agosto. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera mercoledì 23 agosto 2023.

Le notizie sul conflitto in Ucraina di mercoledì 23 agosto. Il capo e fondatore del gruppo di mercenari era a bordo del velivolo. Biden: «Niente accade in Russia senza ci sia dietro Putin»

• Media russi: «Prigozhin morto sul jet della Wagner caduto in Russia. A bordo anche Utkin». Cosa sappiamo.

• Dodici minuti di viaggio e nessuna anomalia, poi il segnale si interrompe: cosa è successo al jet della Wagner.

• L’ultimo video di Prigozhin, quando il leader della Wagner era apparso in Africa.

• Prigozhin, dalla fortuna con i ristoranti al tentato golpe: la storia del capo della Wagner.

• Le ultimane settimane: l ’ex «chef di Putin» descritto come un «morto che cammina»

•Biden: «Non accade molto in Russia senza che ci sia dietro Putin».

Ore 00:37 - Bombardamento russo a Lyman, tre morti e due feriti

Tre persone sono state uccise e due ferite in un bombardamento russo su due villaggi vicino a Lyman, nell’Ucraina orientale. Lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare della regione di Donetsk, Pavlo Kyrylenko. Le forze russe hanno «colpito questa sera i villaggi della comunità di Lyman: tre persone sono state uccise e una ferita a Torske, un altro civile è stato ferito a Zakitne», ha scritto Kyrylenko su Telegram.

Ore 02:00 - Medvedev: «L'Ucraina potrebbe scomparire come Stato»

«Il regime fascista di Kiev avrà una fine rapida e ingloriosa. L'Ucraina potrebbe scomparire come Stato a causa dell'attuale conflitto». Lo afferma il vice capo del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev in un articolo per aif.ru pubblicato in occasione dell'anniversario dell'invasione georgiana dell'Ossezia del Sud e del riconoscimento da parte della Russia dell'indipendenza dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia, come riporta la Tass.

«Le provocazioni ucraine, compreso il bombardamento di città e ponti, non hanno alcun effetto, il complesso militare-industriale russo ha dimostrato la sua efficacia», sottolinea. «L'Occidente e Kiev che è coordinata dall'Occidente stavano preparando da tempo un'aggressione su larga scala contro la Russia: in risposta, la Russia ha dovuto lanciare un'operazione militare speciale in Ucraina per evitare un epilogo fatale». «Gli abitanti dell'Ucraina - rileva - prima o poi si stancheranno di vivere sotto il giogo dell'attuale regime di Kiev e sceglieranno leader adeguati che tratteranno la Russia come un vicino benevolo o addirittura come una casa comune».

Ore 02:10 - Sul fronte nord, tra incursioni e imboscate: «I russi torneranno»

(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Horodnja) Centinaia di auto tra campi e foreste: quando le hanno individuate, esplorando con i droni la regione russa in cui si stavano addentrando, gli uomini del commando ucraino non riuscivano a capacitarsi. Cosa diavolo ci fanno tra le 500 e 700 automobili civili ancora in buono stato, ma abbandonate presso alcuni vecchi capannoni a una decina di chilometri dal confine? «Soltanto arrivandoci poi a piedi di notte abbiamo capito. Sono mezzi rubati dai soldati russi nel marzo 2022, quando avevano invaso l’Ucraina dalla Bielorussia e della Russia meridionale, tutti hanno targhe ucraine e potrebbero servire se dovessero tornare a occupare il nostro Paese in profondità», spiega Olexa, l’ufficiale 32enne dell’intelligence aerea che accetta di parlarci a patto di non rivelare la sua identità e i dettagli delle sue operazioni dietro le linee russe. Del deposito racconta semplicemente perché ritiene che le pattuglie nemiche abbiano capito che loro sanno. È un’informazione bruciata: si fida persino a mandarci l’immagine scattata di recente dal drone.

Ore 02:27 - Esplosione a Mosca nel quartiere degli affari: chiusi gli aeroporti

Esplosioni a Mosca nel quartiere degli affari Moscow City. Il boato di deflagrazioni è stato sentito in città. Sui social alcuni utenti scrivono di aver sentito esplosioni anche nel quartiere Taganka e alla Proletarskaya. A Moscow City, nella capitale russa, è stato sentito un botto riferisce un corrispondente della Ria Novosti. Poco dopo, il fumo si è alzato dagli edifici nella stessa zona.

Il sindaco di Mosca ha detto che la difesa aerea russa ha abbattuto un drone nel distretto Mozhaysky, mentre un secondo drone è caduto su un palazzo in costruzione nella città, come riporta la Tass. Tutti gli aeroporti di Mosca sono stati chiusi ai voli in partenza e in arrivo. Al momento la situazione sarebbe tranquilla e non si registrerebbero feriti.

Ore 04:31 - Attacco a Mosca con droni, gli Usa: «Da noi nessun supporto»

Il Dipartimento di Stato americano, dopo il tentativo di Kiev di attaccare Mosca con droni, ha dichiarato che Washington non sostiene gli attacchi dell’esercito ucraino sul territorio russo. Secondo un rapporto Reuters, un portavoce del ministero degli Esteri degli Stati Uniti ha dichiarato ancora una volta che l’Ucraina stessa decide come condurre le ostilità e Washington non incoraggia né agevola gli attacchi sul territorio russo, assicurando anche che continuerà a fornire sostegno militare a Kiev.

Ore 04:01 - Udite esplosioni nel porto di Izmail, nella regione di Odessa

Potenti esplosioni sono state udite nel porto della città di Izmail, nella regione di Odessa, quasi un'ora e mezza dopo l'annuncio di un allarme raid aereo. Lo riporta News of Odessa. Anche i residenti della vicina città portuale di Reni - riferisce l'agenzia Tass - sono stati avvertiti del pericolo aereo.

Ore 04:47 - Mosca: «Contrastato tentativo di attacco ucraino con tre droni»

Kiev ha tentato di attaccare gli edifici di Mosca nelle prime ore di oggi con tre droni che sono stati bloccati e distrutti. Lo afferma in una nota riportata dalla Tass il ministero della Difesa russo. «L’attacco terroristico su Mosca ha coinvolto tre droni. Due sono stati distrutti dalle difese aeree sul Mozhaisky e Khimkinsky della regione di Mosca, mentre il terzo è stato bloccato dalla guerra elettronica e ha perso il controllo, schiantandosi contro un edificio in costruzione della capitale», si legge nel comunicato. Secondo il ministero, non ci sono state vittime.

Ore 05:45 - Surovikin rimosso, Afzalov comanderà le forze aerospaziali

Il generale Viktor Afzalov - riferisce Ria Novosti - è stato nominato comandante delle forze aerospaziali russe. L’ex comandante Sergei Surovikin, infatti, è stato sollevato dal suo incarico e trasferito ad altro lavoro. Surovikin si trova in vacanza che concluderà a breve. Afzalov era già stato comandante in capo delle forze aerospaziali quando Surovikin ha guidato il gruppo congiunto di truppe e forze nella zona delle operazioni speciali.

Ore 07:32 - Medvedev,: «L’Ucraina scomparirà come Stato in seguito a questo conflitto»

L’Ucraina scomparirà come Stato in seguito a questo conflitto, ha scritto il numero due del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev in un editoriale in occasione del 15esimo anniversario dell’invasione della Georgia da parte delle forze di Mosca. «È già chiaro ora come finirà: Kiev dovrà vedersela con una cocente sconfitta come i georgiani hanno dovuto fare allora. Lo Stato ucraino creato artificialmente sulle ceneri dell’Unione sovietica scomparirà dalla mappa politica del mondo», ha spiegato l’ex Presidente.

Ore 07:35 - Kiev, droni russi contro i granai di Odessa

Le forze russe hanno lanciato la notte scorsa un attacco con droni che ha colpito infrastrutture civili della regione di Odessa, nell’Ucraina meridionale, inclusi i granai: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleg Kiper.«I terroristi russi hanno attaccato il sud della regione di Odesa con droni d’attacco per tre ore. Il nemico ha preso di mira le infrastrutture civili della regione. Le forze di difesa aerea hanno distrutto 9 droni Shahed-136/131 - ha scritto Kiper -. Purtroppo sono stati colpiti i complessi di produzione e di trasbordo dove è scoppiato un incendio su una superficie totale di 700 metri quadrati. Alle 6:00 del mattino (le 5:00 in Italia, ndr), l’incendio è stato circoscritto. I danni comprendono anche le strutture di stoccaggio dei cereali. Tutti i servizi competenti stanno lavorando sul posto... Non ci sono state vittime civili».

Ore 08:01 - Bombe russe su Kherson, 6 civili feriti

Sei civili sono rimasti feriti questa mattina in seguito ad un attacco russo su Kherson, nell’Ucraina meridionale, che ha colpito un asilo ed edifici residenziali della città: lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleksandr Prokudin, come riporta Rbc-Ucraina. L’attacco, ha precisato, è stato realizzato con due bombe aeree guidate ed è avvenuto intorno alle 4:00 ora locale (le 3:00 in Italia). A seguito del bombardamento è scoppiato un incendio che è stato subito domato dai vigili del fuoco. Un uomo di 22 anni è stato ricoverato in ospedale mentre gli altri feriti hanno ricevuto assistenza medica sul posto.

Ore 08:25 - Putin incontra i leader di due regioni annesse

Il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato i leader delle regioni di Lugansk (est) e Zaporizhzhia (sud), di cui la Russia rivendica l’annessione, per discutere delle elezioni regionali e dell’inizio del nuovo anno scolastico: lo ha reso noto ieri sera il Cremlino. Gli incontri con Léonid Passetchnik, leader dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk (Lnr), e con Evguéni Balitski, leader filorusso della regione di Zaporizhzhia, si sono svolti al Cremlino, aggiunge la Presidenza russa in un comunicato, senza precisare la data.

Ore 09:02 - Kiev, nella notte abbattuti 11 droni russi su 20

Le forze di difesa aerea ucraine hanno abbattuto 11 dei 20 droni kamikaze Shahed che la Russia ha lanciato contro l’Ucraina durante la notte: nove sono stati distrutti nella regione di Odessa e due nella regione di Zaporizhzhia. Lo ha reso noto l’Aeronautica militare di Kiev, come riporta l’emittente statale Suspilne.

Ore 09:35 - Dall’Olanda in arrivo migliaia di caricatori per sminatori

L’Olanda invierà all’Ucraina migliaia di caricatori portatili per lo sminamento in remoto, ha reso noto la ministra della Difesa, Kajsa Ollongren, in visita a Kiev, dove ha incontrato la controparte,Oleksiy Reznikov. «State ora affrontando il problema di territori con alta densità di mine», ha aggiunto la ministra. La contro offensiva ucraina è rallentata dalla presenza di mine sul territorio.

Ore 09:57 - Papa, preghiamo per i bambini spariti e per la gente morta

«Preghiamo per i nostri fratelli e sorelle ucraini. Soffrono tanto, la guerra è crudele. Tanti bambini spariti, tanta gente morta. Preghiamo per favore, non dimentichiamo la martoriata Ucraina oggi, in una data significativa per il loro Paese». Così Papa Francesco al termine dell’udienza in Aula Paolo VI. Il 23 agosto in Ucraina si celebra il giorno della bandiera nazionale.

Ore 10:42 - Kiev, 1.173 bambini dispersi dall’inizio della guerra

Sono 1.173, ad oggi, i bambini considerati dispersi in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa, mentre finora 16.544 bambini sono stati ritrovati: lo ha reso noto su Facebook l’ufficio del Commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino, Dmytro Lubinets, come riporta Ukrinform.

Ore 10:44 - Ucraina: esplosioni nella Crimea occupata

Esplosioni sono state udite questa mattina nella parte occidentale della Crimea occupata: lo riporta Rbc-Ucraina, che cita canali Telegram locali. Circola sui social un’immagine, probabilmente del villaggio di Olenivka, in cui si vede una densa colonna di fumo.

Ore 11:06 - Presidente della Lituania in visita a Kiev

Il presidente della Lituania Gitanas Nauseda è arrivato a Kiev questa mattina per celebrare il Giorno dell’Indipendenza. Lo ha annunciato lo stesso leader di Vilnius su X, ex Twitter. «Sono tornato a Kiev per celebrare il Giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina insieme al fraterno popolo ucraino. La vittoria dell’Ucraina è vicina. La Lituania sosterrà l’Ucraina finché sarà necessario».

Ore 11:10 - Zelensky: oggi è giorno speciale per bandiera nazionale Ucraina

«Oggi è un giorno speciale per la bandiera nazionale dell’Ucraina. Oggi, nel cuore dell’Ucraina, innalziamo una bandiera speciale». Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. «Su di lei ci sono parole e firme speciali», ha aggiunto Zelensky, «sono state lasciate da persone speciali. Sono i nostri guerrieri, i nostri difensori, i nostri eroi che combattono per la libertà degli ucraini, per l’indipendenza, per l’Ucraina, per i nostri colori e per questa bandiera». «Dopo la cerimonia di oggi, tutti potranno vederla al Museo nazionale della guerra per l’indipendenza dell’Ucraina. E verrà il momento in cui tutta l’Ucraina libera e pacifica potrà vedere questa bandiera speciale. Tutta l’Ucraina», ha concluso il presidente ucraino, «Felice Giornata nazionale della bandiera ucraina! Gloria all’Ucraina!».

 Ore 11:35 - Due insegnanti uccisi a Sumy

Due insegnati della scuola nella regione ucraina di Sumy (est) colpita oggi da un drone russo sono rimasti uccisi: lo ha reso noto su Telegram il ministro dell’Interno ucraino, Igor Klymenko. «A Romny, nella regione di Sumy, i russi hanno distrutto una scuola e ucciso almeno 2 insegnanti - ha scritto Klymenko -. I loro corpi sono stati estratti (dalle macerie, ndr) dai soccorritori. Altre tre persone sono rimaste ferite». Altri due dipendenti sono ancora sotto le macerie, ha aggiunto sottolineando che «le operazioni di ricerca e salvataggio sono in corso»..

Ore 11:37 - Kiev, «controllo congiunto al confine con la Moldavia»

L’Ucraina e la Moldavia svilupperanno un controllo congiunto al confine di Stato: lo scrive su Telegram il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, che ha incontrato oggi a Kiev il primo ministro moldavo, Dorin Recean. «Abbiamo preso atto dei nostri progressi nello sviluppo della logistica a fronte del blocco da parte della Russia del corridoio dei cereali nel Mar Nero - afferma Shmyhal -. Una rapida decisione sulla costruzione di un ponte attraverso il (fiume) Dniester, lo sviluppo dei posti di blocco e i collegamenti ferroviari sono tutti elementi molto importanti e cruciali per noi». «Abbiamo anche discusso della cooperazione per l’ulteriore integrazione europea dei nostri Paesi - ha aggiunto -. Vi siamo grati per il vostro sostegno fin dai primi giorni della guerra totale. Spero che la visita odierna della delegazione moldava contribuisca all’ulteriore sviluppo dei nostri contatti bilaterali e di un dialogo produttivo».

Ore 11:51 - Kiev, danni a sistema missilistico antinave russo in Crimea

Il sistema missilistico antinave russo Bastion (Asms) nella Crimea occupata, utilizzato dalle forze di Mosca per lanciare i missili Oniks contro l’Ucraina, è stato danneggiato: lo scrive su Telegram il consigliere del sindaco in esilio di Mariupol, Petro Andriushchenko. Secondo Andriushchenko, «anche le stazioni radar sono state danneggiate». Nel complesso, conclude, «ci sono state sette esplosioni».

Ore 12:23 - Putin: «In Ucraina per fermare una guerra di sterminio»

L’intervento russo in Ucraina è stato motivato dal desiderio di «fermare la guerra di sterminio intrapresa dall’Occidente». Lo ha detto il presidente Vladimir Putin intervenendo in videoconferenza al summit del Brics a Johannesburg. Lo riferisce la Tass.

Ore 12:27 - Putin: «I Paesi Brics sono contro il neocolonialismo»

I Paesi del Brics sono «contro l’egemonia» e «le politiche neocolonialiste». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin intervenendo in videoconferenza al vertice del gruppo a Johannesburg. Putin ha anche ringraziato i Paesi dell’organizzazione per i loro tentativi di negoziare la pace in Ucraina. Lo riferisce l’agenzia Tass.

Ore 12:39 - Kiev: «Distrutto sistema anti-missili russo S-400 in Crimea»

Un’esplosione vicino al villaggio di Olenivka nella penisola di Tarkhankut, nella Crimea occupata, ha distrutto oggi intorno alle 10 (le 9 in Italia) il sistema di difesa aerea russo a lungo e medio raggio S-400 Triumph: lo scrive su Telegram l’Intelligence della Difesa ucraina. «L’esplosione ha distrutto completamente il sistema, i suoi missili e il personale - aggiunge -. Dato il numero limitato di sistemi di questo tipo nell’arsenale del nemico, si tratta di un colpo doloroso al sistema di difesa aerea degli occupanti, che avrà un serio impatto su ulteriori eventi nella Crimea occupata», sostengono gli ucraini.

Ore 13:29 - Kiev: «Mosca ha distrutto 270mila tonnellate grano in 1 mese»

L’Ucraina denuncia che gli attacchi russi ai suoi porti marittimi e fluviali hanno distrutto 270.000 tonnellate di grano nell’arco di un mese. «In totale, 270.000 tonnellate di grano sono state distrutte in un mese di attacchi ai porti», ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture Oleksandr Kubrakov sui social media.

Ore 13:30 - Kiev: «Sale a 4 il bilancio dei morti nella scuola nel Sumy»

È salito a quattro il bilancio dei morti nell’attacco di un drone russo nella regione ucraina di Sumy che ha distrutto una scuola nella cittadina di Romny: lo ha reso noto la Polizia nazionale, come riporta Rbc-Ucraina. «A Romny i russi hanno distrutto una scuola e ucciso almeno due insegnanti. Ci sono informazioni che altri due dipendenti dell’istituto sono morti sotto le macerie - si legge in un comunicato della Polizia -. Quattro persone che si trovavano vicino al luogo dell’incidente sono rimaste ferite».

Ore 13:56 - L’America bacchetta Kiev sulle scelte militari, destituito Surovikin

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Questioni di strategia: gli alleati non condividono tutte le scelte militari di Kiev. E, come è avvenuto in passato, fanno trapelare il dissenso sui media. A ripetizione. Prima sulle pagine del Financial Times, ora sul New York Times. Il 10 agosto il Capo di Stato maggiore americano, generale Mark Milley, il suo collega britannico Tony Radakin e il comandante delle forze Usa in Europa, Christopher Cavoli, hanno avuto una teleconferenza con i vertici ucraini durante la quale hanno esercitato forti pressioni. L’Ucraina – è il suggerimento riportato dal quotidiano statunitense – deve concentrare le sue brigate a sud riducendo l’impegno a Est.

Ore 14:39 - Zelensky: «L’Ucraina metterà fine all’occupazione della Crimea»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha giurato di mettere fine all’occupazione della penisola di Crimea, conquistata e annessa dalla Russia nel 2014, e ha aggiunto che tutta l’Ucraina sarà «de-occupata». I suoi commenti sono stati pronunciati durante una conferenza internazionale sulla Crimea.

Ore 15:05 - Mosca: «Gli attacchi con droni non rimarranno senza risposta»

Gli attacchi con droni su Mosca e sulla regione russa di Belgorod «non saranno lasciati senza risposta». Lo afferma il ministero degli Esteri russo, accusando i Paesi Nato di fornire assistenza alle forze ucraine. «Vediamo in queste azioni di Kiev e dei suoi tutori della Nato un codardo tentativo di rabbia impotente di vendicarsi su obiettivi civili per il fallimento della cosiddetta “controffensiva”», si aggiunge.

Ore 15:22 - Mosca: «Intercettato un aereo norvegese sul Mare di Barents»

Un jet militare Mig-29 russo ha intercettato oggi un aereo norvegese P-8A Poseidon per impedirgli di avvicinarsi ai confini russi, sul Mare di Barents. Il ministero della Difesa di Mosca, in un comunicato, ha fatto sapere che il pilota russo si è attenuto alle norme di comportamento internazionali, senza alcun avvicinamento pericoloso all’aereo norvegese.

Ore 15:50 - Domani a Mosca l’udienza per estendere la detenzione del reporter Usa

La Corte di Lefortovo a Mosca deciderà domani sull’estensione della carcerazione di Evan Gershkovich, il giornalista del Wall Street Journal arrestato nel marzo scorso a Yekaterinburg con l’accusa di spionaggio. Lo riferisce l’agenzia di stampa russa Tass, che fa sapere che l’udienza si terrà a porte chiuse. Il periodo di detenzione del reporter scadrebbe il 30 agosto, ma i servizi d’intelligence interni (Fsb) hanno chiesto una proroga. Gershkovich è il primo giornalista occidentale arrestato in Russia con l’accusa di spionaggio dalla fine dell’Unione sovietica.

Ore 16:25 - Erdogan: «L’annessione della Crimea è stata illegittima»

«La Turchia non riconosce l’annessione della Crimea e continua a dire che è stata illegittima. Manteniamo il nostro atteggiamento a favore dell’integrità territoriale dell’Ucraina». Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, collegato a distanza durante il terzo Crimea Platform Summit in corso a Kiev. «Mettere fine al conflitto e ripristinare la pace e la stabilità nel bacino del Mar Nero sarà un sollievo non solo per la regione, ma per il mondo intero», ha aggiunto.

Ore 16:57 - Media Kiev: elicottero russo atterra in base ucraina, 2 morti

Un elicottero russo Mi-8 è atterrato in una base aerea ucraina e due membri dell’equipaggio sono stati uccisi. Lo riportano alcuni media ucraini, tra cui Ukrainska Pravda che cita una fonte dell’esercito. L’informazione è stata confermata dal rappresentante dell’intelligence militare ucraina (Gur) Andriy Yusov: «Le informazioni ufficiali ci saranno. In via preliminare, sì, ci sono queste informazioni. Bisogna aspettare un po’, si sta lavorando anche con l’equipaggio. È tutto a posto, ci saranno novità».

Ore 17:20 - Meloni a Zelensky: «Al fianco dell’Ucraina senza esitazioni»

«Caro Volodymyr, oggi siamo al vostro fianco, senza esitazioni. E siamo qui oggi per ribadire, con forza, che la Russia deve porre fine alla sua politica di occupazione e ritirare le sue truppe. Non ci stancheremo di lavorare per porre fine alla guerra e giungere ad una pace giusta e duratura». Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rivolendosi al presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un videomessaggio al Vertice internazionale della Piattaforma Crimea.

 Nel suo collegamento, Giorgia Meloni aggiunge: «Nel 2014 in Occidente non si era compreso appieno la portata di quanto stava accadendo o, forse, si era sperato che potesse fermarsi lì la pulsione imperialista di Mosca. Abbiamo sbagliato, ed è doveroso riconoscerlo».

Ore 18:48 - Kiev nega: «Nessuna nave distrutta vicino a Isola dei Serpenti»

L’intelligence della difesa ucraina (Gur) ha smentito la ricostruzione fatta ieri dai russi ieri in cui sostenevano di aver distrutto un’imbarcazione ucraina vicino all’Isola dei Serpenti, nel Mar Nero. Lo sostengono su Telegram ammettendo che uno scontro c’è stato, ma che «le forze di sicurezza e di difesa dell’Ucraina hanno colpito un aereo nemico nel Mar Nero» che «è stato respinto» dopo aver «tentato di attaccare le navi militari ucraine». Secondo il Gur, che ha anche pubblicato un video della sua ricostruzione, «un missile sparato da una nave da combattimento ucraina ha danneggiato l’aereo russo, che è stato costretto ad abbandonare immediatamente la scena e a volare verso l’aeroporto più vicino». «La propaganda nemica ha diffuso un falso sul presunto danneggiamento e affondamento di un’imbarcazione ucraina» hanno concluso gli 007 di Kiev.

Ore 18:58 - Media: «Si schianta un jet di proprietà Prigozhin»

Un jet privato di proprietà del fondatore e capo della società di mercenari russi, Evgheni Prigozhin, si è schiantato con a bordo dalle sette alle 10 persone. Secondo i dati preliminari, non ci sono superstiti. Il canale Telegram Baza, rilanciato da diversi media tra cui il Moscow Times, riferisce che secondo il codice di registrazione (RA-02795) il velivolo risulta di proprietà di Prigozhin.

Ore 18:59 - Kiev: «La bandiera ucraina sventola a Robotyne»

L’esercito ucraino ha issato la bandiera sul villaggio di Robotyne nella regione di Zaporizhzhia. Ad affermarlo è la 47esima brigata meccanizzata separata delle Forze armate ucraine, che ha pubblicato su Telegram una foto del vessillo che sventola su «una scuola distrutta dagli occupanti russi». Il villaggio - dove ieri gli ucraini hanno rivendicato di essere entrati e di aver iniziato le evacuazioni di civili - è infatti uno dei centri dei combattimenti per la controffensiva di Kiev a sud. «Giornata storica! I soldati della 47a brigata meccanizzata separata hanno alzato la bandiera dell’Ucraina nel villaggio di Robotyne, che si trova in una delle direzioni più calde - Melitopol», si legge nel messaggio della brigata, citato da Rbc Ukraine. Oleksandr Tarnavskyi, comandante ucraino del gruppo operativo e strategico delle truppe Tavria, ha pubblicato un video dal villaggio di Robotyne, dove si può vedere la bandiera sventolare sul palazzo sventrato. Un filmato simile è stato pubblicato su Telegram anche dal comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny.

Ore 19:04 - Si schianta aereo con 10 persone tra Mosca e San Pietroburgo. Tass: «Prigozhin a bordo»

Ci sarebbe anche Yevgheny Prigozhin tra i dieci passeggeri rimasti uccisi nello schianto nella regione di Tver, nella Russia centrale, di un jet di proprietà del capo della Wagner. Lo riferisce la Tass.

 «È stata avviata un’indagine sull’incidente aereo dell’Embraer avvenuto questa notte nella regione di Tver. Secondo la lista dei passeggeri, tra loro c’è il nome e cognome di Yevgeny Prigozhin», ha dichiarati Rosaviatsia. In precedenza, l’agenzia Tass aveva riferito che dieci persone erano morte dopo che un aereo privato si era schiantato nella regione russa di Tver, a nord di Mosca. L’aereo, in rotta da Mosca a San Pietroburgo, trasportava sette passeggeri e tre membri dell’equipaggio.

Ore 19:25 - Telegram Wagner: «A bordo del jet anche il braccio destro Prigozhin»

A bordo dell’Embraer precipitato in Russia, nella regione di Tver, c’era anche il numero due del fondatore della società di mercenari Wagner, Dmitri Utkin. Lo riportano diversi canali telegram legati alla stessa Wagner, tra cui Vck-Ogpu.

Ore 19:48 - Canali vicini alla Wagner: «Aereo abbattuto dai russi»

Sarebbe la contraerea russa la responsabile dell’abbattimento del jet con dieci persone al mondo, tra le quali vi sarebbero sia il capo e fondatore della Wagner Yevgheny Prigozhin, sia il suo braccio destro Dmitri Utkin.

 Ore 19:53 - Sito russo Fontanka: «L’entourage di Prigozhin non riesce a contattarlo»

«La cerchia ristretta di Yevgney Prigozhin non riesce a mettersi in contatto con lui». Lo riporta il media russo Fontanka, citando una propria fonte.

Ore 19:58 - Otto corpi trovati e recuperati su luogo dell’incidente aereo a Tver

Sono otto i corpi recuperati sul luogo dell’incidente aereo avvenuto oggi nella regione russa di Tver. Lo hanno riferito all’agenzia Ria Novosti i servizi di emergenza, che in precedenza avevano riferito di 10 persone, tra cui tre membri dell’equipaggio, a bordo dell’aereo privato in volo da Mosca a San Pietroburgo. Sulla lista dei passeggeri del velivolo precipitato figura anche il nome di leader del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin.

Ore 20:04 - Gravi ustioni per le vittime. «Potrebbe servire il test del dna per riconoscere le vittime»

Secondo il canale Telegram Baza, ritenuto vicino ai servizi segreti, quasi tutte le vittime sono seriamente ustionate, perché dopo lo schianto il velivolo ha preso fuoco. «Molto probabilmente sarà necessario il test del Dna per stabilirne l’identità», scrive Baza.

Ore 20:10 - Rosaviatsia: «Commissione speciale per indagare schianto jet Prigozhin»

L’Agenzia federale per il trasporto aereo russo (Rosaviatsia) ha creato una commissione speciale per indagare le circostanze e le cause dello schianto di uno dei jet di Evgheni Prigozhin, precipitato nella regione di Tver. Lo ha fatto sapere in una nota la stessa Rosaviatsia.

Il Comitato investigativo russo ha aperto un’indagine per «violazione delle norme di sicurezza stradale e del trasporto aereo» in relazione allo schianto del jet privato appartenente a Prigozhin. Lo riportano le agenzie russe.

Ore 20:16 - Secondo jet Prigozhin atterrato a Mosca

Un secondo jet associato al fondatore della Wagner, Evgheni Prigozhin, è atterrato a Mosca. A notarlo è stato Flightradar24, secondo cui si tratta del jet ERJ-135BJ Legacy 650, con numero di coda RA-02795, anch’esso associato al cosiddetto «chef di Putin».

Secondo Flightradar24, rilanciato dal canale indipendente russo Dozhd, il mezzo è volato da Mosca a San Pietroburgo e dopo aver trascorso del tempo lì è tornato a Mosca. Un altro jet associato a Prigozhin è invece precipitato questa sera nella regione di Tver. Nella lista dei passeggeri risulta lo stesso Prigozhin.

Ore 20:25 - Incidente aereo Prigozhin, Putin intanto ricorda anniversario battaglia Kursk

Mentre arrivano le notizie sull’incidente aereo che ha coinvolto un jet nella cui lista passeggeri risulta Yevgheni Prigozhin, il presidente russo ricorda l’80esimo anniversario della vittoria nella battaglia di Kursk durante la seconda guerra mondiale. E, rivolto ai militari, dice: «Sono orgoglioso di voi». Poi, parla degli «eroi» impegnati nell’operazione militare speciale prima di consegnare delle onorificenze militari.

Ore 20:43 - Governatore filorusso di Zaporizhzhia: «Prigozhin e Utkin sono morti»

Yevgeny Prigozhin e il suo braccio destro Dmitry Utkin sono morti: lo sostiene il governatore filorusso di Zaporizhzhia, Vladimir Rogov. «Sono appena stato in contatto con importanti esponenti appartenenti alla Wagner. Hanno confermato la morte di Yevgeny Prigozhin e di Dmitry Utkin», ha scritto su Telegram.

Ore 20:44 - Casa Bianca, Prigozhin su aereo precipitato? Nessuna sorpresa

«Abbiamo visto le notizie. Se confermate, nessuno dovrebbe essere sorpreso. La disastrosa guerra in Ucraina ha portato un esercito privato a marciare su Mosca, e ora, sembrerebbe, a questo». Così la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson, in riferimento all’incidente aereo in Russia nel quale sarebbe coinvolto Yevgheni Prigozhin.

Ore 20:56 - La guerra dei droni. Come i nuovi mezzi hanno cambiato le offensive di Mosca e Kiev

(Di Lorenzo Cremonesi) Gli ucraini per la controffensiva e per colpire la capitale russa, gli invasori per distruggere i depositi di grano sul Mar Nero. Caccia alle tecnologie più avanzate: saranno il segreto per avere la meglio sul nemico.

Ore 21:11 - Podolyak, Putin non perdona, morte Prigozhin un segnale alle élite

«È ovvio che Putin non perdona a nessuno. È anche che Prigozhin abbia firmato una speciale condanna a morte per se stesso nel momento in cui ha creduto alle bizzarre `garanzie´ di Lukashenko e all’altrettanto assurda `parola d’onore´ di Putin. L’eliminazione dimostrativa di Prigozhin e del comando Wagner due mesi dopo il tentativo di colpo di stato è un segnale di Putin alle élite russe in vista delle elezioni del 2024» che significa «`Attenzione! La slealtà equivale alla morte´». Lo scrive su X Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky.

Ore 21:19 - Tv statale Rossija 24 annuncia morte di Prigozhin

Il canale televisivo all-news russo, tv di Stato russa, ha annunciato in diretta la morte del fondatore e leader del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin.

L'emittente: «Il leader del gruppo Wagner si trovava a bordo dell'aereo diretto da Mosca a San Pietroburgo caduto. Dieci vittime»

Ore 21:22 - Prigozhin è morto anzi no, versioni contrastanti tra i Wagner

Il leader e fondatore del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin e il suo braccio destro Dmitry Utkin sono morti nello schianto aereo di oggi nella regione di Tver in Russia. «Anzi, no». Sono contrastanti le dichiarazioni degli uomini del gruppo Wagner a proposito della sorte dei loro leader. Vladimir Rogov, funzionario filorusso della regione ucraina di Zaporizhzhia attualmente sotto il controllo di Mosca, afferma di aver parlato con alcune fonti illustri, indicando con questo termine combattenti di Wagner. Hanno confermato la morte di Yevgeny Prigozhin e Dmitry Utkin. «Possa la pace di Dio essere con loro», ha aggiunto.

Ma il canale di Telegram Grey, Zone affiliato a Wagner, non conferma il decesso dei due leader. E nemmeno che Prigozhin e Utkin siano effettivamente saliti sull'aereo poi precipitato. Come ha infatti riferito il sito Fontanka c'è un secondo aereo Embraer 600, sempre collegato al leader del Gruppo Wagner Prigozhin, che è atterrato oggi con successo all'aeroporto di Ostafievo, vicino a Mosca, in Russia.

Ore 21:25 - Biden: «Niente accade in Russia senza ci sia dietro Putin»

«Non sono sorpreso. Non sappiamo al momento cosa sia esattamente successo, non c'è molto di quello che accade in Russia in cui Putin non sia dietro. Ma non so molto al riguardo». Lo ha detto Joe Biden a chi gli chiedeva dell'aereo caduto in Russia che, fra i suoi passeggeri, aveva il capo di Wagner Yevgeny Prigozhin.

Ore 21:28 - Grey Zone, canale Telegram Wagner: «Assassinio Prigozhin avrà conseguenze disastrose»

«L'assassinio del leader e fondatore del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin avrà conseguenze disastrose». Lo scrive il canale Telegram Grey Zone, affiliato al gruppo Wagner. «Le persone che hanno dato l'ordine non hanno capito affatto lo stato d'animo dell'esercito e il morale». Questo nuovo intervento sembra di fatto confermare l'uccisione di Prigozhin. «Che questo sia un insegnamento per tutti. Bisogna sempre arrivare fino in fondo», si legge in un secondo messaggio. Il riferimento è probabilmente alla rinuncia del leader della Wagner di arrivare fino a Mosca il giugno scorso.

Ore 21:39 - Canale tv russo: «Identificati i corpi di Prigozhin e Utkin»

Secondo quanto riportato dall'emittente televisiva russa Tsargrad, il corpo del fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, è stato identificato insieme a quello di Dmitry Utkin, alto comandante del gruppo, entrambi a bordo dell'aereo caduto oggi nella regione di Tver, nei pressi del villaggio di Kuzhenkino.

Ore 21:40 - Dodici minuti di viaggio e nessuna anomalia, poi il segnale si interrompe: cosa è successo al jet della Wagner

(Di Leonard Berberi) Il velivolo privato è precipitato, cosa che fa insospettire tanti addetti ai lavori, in un’area poco o per niente abitata.

Ore 21:47 - La Wagner conferma la morte Prigozhin

« Il leader e fondatore del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin è morto». Lo conferma il gruppo Wagner, tramite il canale di Telegram Grey Zone. «Il capo della Wagner, eroe della Russia, un vero patriota della sua Patria Yevgeny Prigozhin è morto a causa delle azioni dei traditori della Russia», ha scritto Wagner. «Anche all'inferno sarà il migliore! Gloria alla Russia», conclude il messaggio.

Ore 22:10 - Truppe Wagner tentano di lasciare la Bielorussia

Stanno cercando di lasciare la Bielorussia i mercenari del gruppo Wagner che, dietro ordine di Yevgeny Prigozhin, si erano trasferiti nel Paese dopo il tentato golpe su Mosca. Lo scrive il sito di informazione bielorusso Gayun parlando di un fuggi fuggi dopo la morte del leader della Wagner. Nell'area del campo Wagner nel villaggio di Tsel e nel distretto di Osipovichi in Bielorussia si verificano attualmente gravi interruzioni della rete internet, aggiunge il gruppo di monitoraggio Gayun.

Ore 22:11 - Mosca conferma: «Prigozhin e Utkin era sull'aereo precipitato»

Yevgeny Prigozhin e Dmitry Utkin erano a bordo dell'aereo Embraer precipitato. Lo conferma la Rosaviatsia, l'Agenzia federale russa per il trasporto aereo, citata dalla Tass.

Ore 22:47 - Interfax: «Individuate le 10 vittime dell'aereo schiantato»

Sono stati individuati tutti e dieci i corpi delle vittime dello schianto dell'aereo di proprietà di Yevgeny Prigozhin. Lo riporta l'agenzia di stampa russa Interfax, citando servizi di emergenza e spiegando che hanno completato l'operazione di ricerca.

Ore 23:14 - Fonte governativa russa: «Aereo Prigozhin abbattuto vicino residenza Putin»

«Non sono coincidenze, né il giorno, né il luogo in cui è precipitato l'aereo di proprietà del leader e fondatore del gruppo Wagner Prigozhin». Lo ha detto una fonte del governo russo citata a condizione di anonimato dal Moscow Times. «Non lontano dalla residenza del presidente a Valdai, ci sono a guardia del cielo quattro divisioni di S-300 PMU1, i sistemi di difesa missilistica, ha detto la fonte. «Il 23 giugno una marcia su Mosca. E il 23 agosto due missili. I conti tornano'', ha aggiunto. Valdai si trova nella regione di Tver.

Ore 23:20 - Fiori per Prigozhin in un café di San Pietroburgo

Alcuni fiori sono stati lasciati davanti all'ingresso di un café della città russa di San Pietroburgo, per commemorare Prigozhin. L'edificio risulta di proprietà del fondatore e leader del gruppo Wagner.

Ore 23:35 - Un altro vice e 4 Wagner tra i passeggeri del jet di Prigozhin, oltre a Prigozhin e Utkin

Oltre a Yevgeny Prigozhin e al suo braccio destro, il comandante Dmitry Utkin, sull'aereo era presente anche un altro vice del Gruppo Wagner, Valery Chekalov, ex uomo d'affari, associato alle strutture commerciali di Prigozhin e presunto responsabile del servizio di sicurezza della milizia. Lo riporta Baza. Tra i passeggeri, sono stati segnalati anche altri membri del Gruppo Wagner: Yevgeny Makaryan, Alexander Totmin, che avrebbe combattuto in Sudan, Serghei Propustin, lanciatore di granate, e Nikolai Matuseyev, sul quale non è stato possibile trovare informazioni.

Ore 00:13 - Biden: «Non accade molto in Russia senza che ci sia dietro Putin»

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha suggerito che dietro lo schianto dell’aereo che aveva a bordo il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin, potrebbe esserci il presidente russo Vladimir Putin.

Biden ha detto di non essere sorpreso che il mercenario russo possa essere stato preso di mira. «Non so per certo cosa sia successo, ma non sono sorpreso», ha detto Biden alla Cnn. «Non accade molto in Russia senza che ci sia dietro Putin, ma non ne so abbastanza per conoscere la risposta», ha aggiunto.

Ore 02:11 - Aereo Wagner precipitato, recuperati tutti e dieci i corpi

Sono stati ritrovati tutti e dieci i corpi delle persone che viaggiavano sul jet privato del gruppo Wagner precipitato nella regione russa di Tver. Nella lista dei passeggeri del volo c’era anche il fondatore della società di mercenari, Evgheni Prigozhin, e il suo braccio destro, Dmitry Utkin. Inizialmente sul luogo dello schianto erano stati ritrovati solo 8 corpi e si era ipotizzato che all’appello mancassero proprio i cadaveri di Prigozhin e Utkin. In ogni caso serviranno i test del Dna per risalire alle identità delle vittime, i cui resti sono carbonizzati. Il jet viaggiava tra Mosca e San Pietroburgo quando è esploso, abbattuto da un missile o a causa dell’esplosione di una bomba a bordo, secondo le ipotesi più attendibili formulate finora.

Putin rimuove Surovikin. Wagner e i droni, chi è il "generale Armageddon". Il Tempo il 23 agosto 2023

Dopo giorni di interrogative e indiscrezion è confermato ufficialmente: l’ex comandante Sergei Surovikin, infatti, è stato sollevato dal suo incarico di capo di Stato Maggiore delle forze aerospaziali russe e trasferito ad altro lavoro. Al suo posto il generale Viktor Afzalov, come riferisce Ria Novosti. Insomma, c'è un nuovo avvicendamento nelle forze armate russe. Secondo quanto riportano le agenzie russe Surovikin si trova in vacanza che concluderà a breve. Afzalov era già stato comandante in capo delle forze aerospaziali quando Surovikin ha guidato il gruppo congiunto di truppe e forze nella zona delle operazioni speciali.

La rimozione di Surovikin arriva due mesi dopo il fallito golpe di Evgheny Prigozhin, che il generale sosteneva, contro i vertici delle forze armate. Ieri la notizia di un decreto ancora non pubblicato con l'avvicendamento. Surovikin rimarrà nell’organico del ministero della Difesa, ha reso noto l’ex direttore di radio Ekho Moskvy, Alexei Venediktov.  Surovikin, noto anche come "generale Armageddon" dopo le campagne che ha diretto in Siria, è stato comandante in campo delle forze russe in ucraina dall’ottobre del 2022 al gennaio del 2023. Si era occupato di lui recentemente l'Intelligence militare della Gran Bretagna, nel consueto report del ministero della Difesa di Londra. Per gli analisti britannici l'aumento degli attacchi di droni dall'Ucraina alla Russia- sulla Crimea ma anche su Mosca - ha fatto aumentare la pressione su Surovikin. 

Da Ansa.

(ANSA giovedì 24 agosto 2023.) - A far cadere l'aereo su cui viaggiava il capo di Wagner Yevgeny Prigozhin è stata probabilmente un'esplosione a bordo del velivolo causata da una bomba o da un altro dispositivo piantato sull'aereo. Lo riporta il New York Times citando funzionari americani e occidentali, secondo i quali il presidente Vladimir Putin avrebbe ordinato la distruzione dell'aereo nel tentativo di uccidere Prigozhin. Una conclusione definitiva su quanto accaduto comunque non è ancora possibile.

(ANSA giovedì 24 agosto 2023) -  "Noi non c'entriamo niente, tutti sanno chi è il responsabile". E' questo il primo commento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, riportato da Ukrainska Pravda, allo schianto dell'aereo in Russia sul quale, secondo le autorità di Mosca, c'era il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin.

Da Tgcom24.

Estratto da tgcom24.mediaset.it giovedì 24 agosto 2023.

In Russia l'aereo precipitato nella regione di Tver, tra Mosca e San Pietroburgo aveva a bordo il fondatore della Wagner, Evgeny Prigozhin, e il suo vice, entrambi morti. Ma c'è chi avanza dubbi e ipotizza che il tutto sia stata una messinscena per permettere a Prigozhin di scomparire e, nello stesso tempo, a Putin di dimostrare di essere ancora in grado di punire i traditori. 

Un secondo aereo, sempre della Wagner, è atterrato infatti nella capitale russa e, secondo alcuni media, a bordo poteva esserci proprio Prigozhin. Per avere la certezza dell'identità dei cadaveri si dovrà comunque aspettare l'esame del Dna. 

Secondo il Daily Mail, infatti, il secondo aereo, appartenente alla Wagner, è stato visto sui radar volare sopra la stessa regione di Tzer. Sempre il quotidiano britannico, ricorda che Prigozhin  non sarebbe nuovo a questo di tipo di finzione: fu già dichiarato ufficialmente morto in Africa nel 2019. Riapparve poi prima della guerra in Ucraina. […]

Da Il Corriere della Sera.

Dagospia mercoledì 23 agosto 2023. Da RIA Novosti - agenzia di stampa russa 

Un aereo privato Embraer Legacy con dieci persone a bordo si è schiantato nella regione di Tver, secondo quanto riferisce il Ministero per le situazioni di emergenza. "A bordo - sottolinea il dipartimento -  c'erano dieci persone, tra cui tre membri dell'equipaggio. Secondo le prime informazioni, tutti le persone a bordo sono morte".

L'aereo stava volando da Mosca a San Pietroburgo. La caduta è avvenuta vicino al villaggio di Kuzhenkino. Al momento i soccorritori stanno effettuando le ricerche. A sua volta, l'Agenzia federale russa per il trasporto aereo ha riferito che nell'elenco dei passeggeri compaiono il cognome e il nome del capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin. Hanno anche sottolineato di aver avviato un'indagine sull'incidente. 

Il governatore della regione di Tver, Igor Rudenya, ha preso il controllo della situazione. Come chiarito nel governo della regione, sul posto sono presenti le forze dell'ordine e ufficiali del Ministero per le situazioni di emergenza. 

Più tardi, un rappresentante dei servizi di emergenza ha detto a RIA Novosti che sul luogo dell'incidente sono stati trovati i corpi di otto persone. Intanto proseguono le attività di ricerca e salvataggio. 

Estratto da corriere.it mercoledì 23 agosto 2023.  

Otto corpi recuperati su luogo dell’incidente aereo a Tver

Sono otto i corpi recuperati sul luogo dell’incidente aereo avvenuto oggi nella regione russa di Tver. Lo hanno riferito all’agenzia Ria Novosti i servizi di emergenza, che in precedenza avevano riferito di 10 persone, tra cui tre membri dell’equipaggio, a bordo dell’aereo privato in volo da Mosca a San Pietroburgo. Sulla lista dei passeggeri del velivolo precipitato figura anche il nome di leader del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin. 

Sito russo Fontanka: «L’entourage di Prigozhin non riesce a contattarlo»

«La cerchia ristretta di Yevgney Prigozhin non riesce a mettersi in contatto con lui». Lo riporta il media russo Fontanka, citando una propria fonte.

Canali vicini alla Wagner: «Aereo abbattuto dai russi»

Sarebbe la contraerea russa la responsabile dell’abbattimento del jet con dieci persone al mondo, tra le quali vi sarebbero sia il capo e fondatore della Wagner Yevgheny Prigozhin, sia il suo braccio destro Dmitri Utkin. 

Telegram Wagner: «A bordo del jet anche il braccio destro Prigozhin»

A bordo dell’Embraer precipitato in Russia, nella regione di Tver, c’era anche il numero due del fondatore della società di mercenari Wagner, Dmitri Utkin. Lo riportano diversi canali telegram legati alla stessa Wagner, tra cui Vck-Ogpu.

Si schianta aereo con 10 persone tra Mosca e San Pietroburgo. Tass: «Prigozhin a bordo»

Ci sarebbe anche Yevgheny Prigozhin tra i dieci passeggeri rimasti uccisi nello schianto nella regione di Tver, nella Russia centrale, di un jet di proprietà del capo della Wagner. Lo riferisce la Tass. 

«È stata avviata un’indagine sull’incidente aereo dell’Embraer avvenuto questa notte nella regione di Tver. Secondo la lista dei passeggeri, tra loro c’e’ il nome e cognome di Yevgeny Prigozhin», ha dichiarati Rosaviatsia. In precedenza, l’agenzia Tass aveva riferito che dieci persone erano morte dopo che un aereo privato si era schiantato nella regione russa di Tver, a nord di Mosca. L’aereo, in rotta da Mosca a San Pietroburgo, trasportava sette passeggeri e tre membri dell’equipaggio.

[…] Media: «Si schianta un jet di proprietà Prigozhin»

Un jet privato di proprietà del fondatore e capo della società di mercenari russi, Evgheni Prigozhin, si è schiantato con a bordo dalle sette alle 10 persone. Secondo i dati preliminari, non ci sono superstiti. Il canale Telegram Baza, rilanciato da diversi media tra cui il Moscow Times, riferisce che secondo il codice di registrazione (RA-02795) il velivolo risulta di proprietà di Prigozhin. [...]

Cosa è successo al jet della Wagner con a bordo Prigozhin, nessuna anomalia prima dello schianto. Leonard Berberi su Il Corriere della Sera mercoledì 23 agosto 2023.

Il velivolo sembrerebbe essere stato abbattuto. Tra i dieci passeggeri che hanno perso la vita anche il fondatore del gruppo di mercenari e il suo braccio destro Utkin

Il jet privato di proprietà del fondatore del gruppo di mercenari Wagner è precipitato pochi minuti dopo il decollo da uno degli aeroporti di Mosca e, cosa che fa insospettire tanti addetti ai lavori, in un’area poco o per niente abitata. Quasi a voler ridurre al minimo le conseguenze a terra dell’incidente nel quale sono morti, tra i dieci passeggeri che hanno perso la vita, anche Evgheni Prigozhin e il suo braccio destro Dmitri Utkin.

Non è ancora chiaro cosa sia successo al velivolo, un Embraer E35 Legacy 600. A bordo c’erano tre piloti e sette passeggeri tra i quali figurava anche Evgheni Prigozhin . Il «tracciato» del volo - incrociando i dati forniti dai siti specializzati come FlightRadar24 - potrebbe offrire già una prima ipotesi sulle cause: il segnale dell’aereo si interrompe all’improvviso alle 18.11 locali (le 17.11 in Italia) mentre il jet procede a 28 mila piedi di quota (8.500 metri) e a 950 chilometri orari di velocità.

Le notizie sulla guerra in Ucraina, in diretta

Non ci sono state - nei dodici minuti di viaggio «catturato» dai ricevitori a terra - anomalie né sulla quota né sulla velocità. Il velivolo insomma ha subito un evento «traumatico» come un razzo o un’esplosione a bordo che ha messo fuori uso la fusoliera. Nelle immagini che girano sui canali Telegram russi e ucraini si nota un aereo - che viene identificato proprio come quello caduto a nord di Mosca - che precipita quasi in verticale verso terra. La struttura sembra per la maggior parte intatta ma una volta a terra si notano in altri filmati dei fori che potrebbero essere stati causati da munizioni della contraerea russa.

In ogni caso sarebbe la conferma di un evento fatale successo in volo. L’autorità russa per l’aviazione ha fatto sapere di aver creato una commissione speciale per «indagare sulle circostanze e le cause dell’incidente» con l’aiuto dei dati memorizzati dalle scatole nere. Ma una delle prime conseguenze del disastro aereo è che in serata diversi velivoli nell’area di Mosca hanno disattivato l’ADS-B, il transponder che consente di trasmettere e ricevere dati. Alcuni di questi aerei lo tengono acceso quando sono a terra o in fase di decollo per poi spegnerlo, quasi a volere rendersi «invisibili» ai radar (civili) di terra.

Che fine hanno fatto i nemici di Putin: la catena di omicidi-suicidi. Fabrizio Dragosei e Redazione Online su Il Corriere della Sera mercoledì 23 agosto 2023.

Dall’inizio del conflitto in Ucraina sono state 39 le morti misteriose di personaggi che avevano a che fare con il presidente russo. Poi i casi Litvinenko, Politkovskaja, Baburova, Nemtsov, i «suicidi» Maganov e Antonov

«Prigozhin è morto», hanno detto i media russi. Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2023 e aggiornato oggi. 

In Russia, in Europa e perfino in America. Sono veramente tanti i nemici giurati di Vladimir Putin che hanno fatto una brutta fine. Incidenti inspiegabili, aggressioni, suicidi e veri e propri omicidi eccellenti. Una scia di sangue che si snoda nel tempo, dai primissimi anni Duemila a oggi. Naturalmente si tratta di episodi collegati al Cremlino del tutto casualmente, almeno fino a prova contraria. Il sito Gbnews.com ha calcolato che solo dall’inizio dell’Operazione militare speciale in Ucraina nel febbraio dell’anno scorso, siano state 39 le morti misteriose di personaggi che avevano a che fare col presidente russo.

L’ultimo caso finito sui giornali risale a tre mesi fa quando a Mosca è morto di setticemia l’oligarca Sergej Grishin, conosciuto per aver venduto al principe Harry e alla moglie Meghan la sua villa californiana. Non un personaggio famosissimo, ma pur sempre un ex banchiere che aveva criticato vivacemente l’operato del signore del Cremlino, come altri imprenditori coinvolti in strane catene di omicidi-suicidi assieme a tutta la famiglia: Vasily Melnikov, Vladislav Avayev e Sergei Protosenya.

Ben più noto e quasi indiscutibilmente legato ad apparati statali, il caso di Aleksej Navalny, il principale oppositore politico di Putin che prima di finire in galera aveva subito un clamoroso tentativo di avvelenamento in Siberia. Mentre era ad un incontro politico, personaggi che appartengono al servizio segreto dell’esercito, il Gru, contaminarono con il Novichok la sua biancheria intima.

Sempre al Gru rispondevano i due misteriosi “turisti” russi che nel 2018 a Salisbury, in Gran Bretagna, sparsero la stessa sostanza nervina sulla maniglia della porta di casa di un ex agente russo che era passato anni prima ai britannici. E che stava fornendo ulteriori importanti informazioni. Anche in quel caso il bersaglio, Sergej Skripal riuscì a sopravvivere all’avvelenamento assieme alla figlia Yulia che pure aveva toccato la porta.

L’altro caso clamoroso nel quale personaggi legati ai servizi segreti russi hanno fatto ricorso a materiale tossico (in questo caso radioattivo) è quello di Aleksandr Litvinenko, uno dei primissimi assassinii eccellenti, avvenuto a Londra nel 2006. Anche lui era un ex agente passato al “nemico” che continuava a dare fastidio. Due suoi ex colleghi gli propinarono una tazza di tè al polonio in un albergo di Mayfair. L’uomo morì in ospedale dopo una terribile agonia.

Molto più spesso, killer prezzolati (in Russia non si è mai scoperto chi fossero i mandanti) hanno preferito ricorrere a metodi più diretti, anche se meno sofisticati. Nello stesso autunno del 2006 la giornalista Anna Politkovskaya venne freddata a colpi di pistola mentre aspettava l’ascensore di casa sua. In realtà in precedenza qualcuno aveva tentato di avvelenarla in aereo ma la cosa non era andata a buon fine.

Sempre con colpi di arma da fuoco furono assassinati diversi esponenti di organizzazioni che si occupavano di diritti umani, come Natalia Estemirova, rapita e trucidata nel 2009, l’avvocato Stanislav Markelov e la giornalista Anastasia Baburova, freddati assieme lo stesso anno. EBoris Nemtsov , esponente di punta dell’opposizione che era stato anche vicepremier ai tempi di Eltsin al quale spararono vicino al Cremlino nel 2015.

Innumerevoli i casi di incidenti, tutti abbastanza strani. Come quello di Mikhail Lesin che era stato ministro dell’informazione con Putin e che nel 2015 fu trovato morto in una stanza di albergo a Washington. L’autopsia stabilì che aveva bevuto enormi quantità di alcool e aveva battuto violentemente la testa. Sospetta anche la morte dell’ex oligarca che prima di rompere era stato legatissimo a Putin, Boris Berezovskij. Nel 2013 fu trovato cadavere nel bagno della sua villa nel Surrey.

Le cadute sono state fatali a diversi critici del Cremlino. I più noti, forse, sono l’ex presidente della compagnia petrolifera Lukoil Ravil Maganov e il miliardario Pavel Antonov, entrambi morti l’anno scorso, dopo aver detto cose sgradite sull’Operazione militare speciale. Maganov è caduto dalla finestra di un ospedale moscovita, mentre Antonov è volato da quella di un albergo mentre si trovava in India per festeggiare il suo compleanno.

Estratto dell'articolo di Irene Soave per corriere.it giovedì 24 agosto 2023.

La lista l’ha diffusa mercoledì in tarda sera su Telegram Rosaviatsija, l’aviazione di Mosca. I passeggeri registrati a bordo dell’Embraer Legacy 600 precipitato mercoledì a Tver, mentre volava tra Mosca e San Pietroburgo, erano dieci: sette passeggeri, due piloti, una hostess. 

Il più noto è il fondatore di Wagner ed ex «cuoco di Putin» Evgenij Prigozhin, sulla cui effettiva scomparsa (era solo segnato sulla lista dei passeggeri, e si è invece nascosto?) si interrogano molti osservatori. Ma chi erano gli altri?

Il numero due di Wagner, Dmitry Utkin

Il primo morto confermato dalle autorità, prima ancora che il cadavere di Prigozhin fosse dato per riconosciuto, è stato il suo vice. Dmitry «Wagner» Utkin, mercenario Wagner e numero due dell’organizzazione.

Le sue foto, con tatuaggi delle SS alla base del collo, sono circolate subito. E sarebbe grazie a lui che la brigata «Wagner» si chiama così. Il sito indipendente Meduza ne pubblica da subito un accurato ritratto. Nome in codice «Wagner», scelto per simpatie naziste e poi passato a denominare l’intero corpo di mercenari. […]

Quattro uomini chiave della brigata Wagner

Sullo stesso aereo, oltre al comandante e al suo vice, c’erano anche quattro personaggi chiave dello «Stato maggiore» di Wagner. I loro nomi sono Valery «Rover» Chekalov, Evgeniy «Makarych» Makaryan, Sergey Propustin e Aleksandr «Tot» Totmin. Propustin e Chekalov passano per essere i due principali «protettori» di Prigozhin, a capo della sua guardia del corpo personale. […] 

Valery Chekalov

Valery «Rover» Chekalov era, secondo vari osservatori, il vice de facto di Prigozhin alla Wagner e il responsabile del servizio di sicurezza del gruppo. Era sotto sanzioni da parte degli Stati uniti per aver «agito in nome o per conto di Prigozhin» e per aver facilitato «spedizioni di munizioni alla Federazione Russa». […]

La guardia del corpo «Makarych»

Evgenij «Makarych» Makaryan, 38 anni, era un combattente a Wagner e, secondo alcune fonti russe, la guardia del corpo di Prigozhin. Il popolare canale russo Telegram Brief riferisce che si sarebbe unito a Wagner nel marzo 2016, assumendo il nome di battaglia «Makar» o «Makarych». […] 

[…] Sergey Propustin, classe 1979, celibe, di Rostov, addestrato da esploratore e lanciagranate, era uno dei due «bodyguard» di Prigozhin, insieme a Aleksandr «Tot» Totmin, di cui a parte l’età — 31 anni, originario dell’Altai — si sa poco. Totmin, presumibilmente anche lui guardia del corpo di Prigozhin, avrebbe combattuto in Sudan. 

Di Nikolai Matuseev si sa poco. Non è incluso nella lista ufficiale di Wagner. Tuttavia, Brief ha riferito che un uomo con il suo stesso nome si sarebbe unito a Wagner nel gennaio 2017, unendosi alla stessa unità di Makaryan in Siria. Passa dunque per veterano siriano. […] 

La triste sorte dell’equipaggio

Infine l’equipaggio: il comandante Aleksei Levshin, 51 anni, il suo copilota Rustam Karimov, 29 anni, e la hostess Kristina Raspopova, 39. Più degli altri passeggeri, vittime del lavoro.

Estratto da corriere.it giovedì 24 agosto 2023. 

Zelensky: «La morte di Prigozhin è qualcosa di positivo per l’Ucraina»

«La morte di Prigozhin? Certo che è qualcosa di positivo per l’Ucraina». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa a Kiev con il suo omologo portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa. E poi ha fatto una battuta: «Quando ho chiesto ai partner il supporto aereo, non era quello che pensavo».

Lituania: «La morte di Prigozhin non aumenta la sicurezza della regione»

«Non ci fa stare più tranquilli» la morte di Prigozhin, perché non migliora la sicurezza regionale. Lo ha detto il presidente della Lituania Gitanas Nauseda affermando che «davvero non dobbiamo pensare che la morte di Prigozhin ci possa far stare più tranquilli o che in qualche modo migliori la situazione della sicurezza». La morte di Prigozhin, secondo Nauseda, «porterà pochi cambiamenti» alla sicurezza regionale. 

Sito russo: identificato il corpo di Prigozhin ma servirà il Dna

Il corpo di Prigozhin, che secondo le autorità russe era a bordo del jet caduto, sarebbe stato identificato con «prove circostanziali», ma la conferma potrà venire solo dal test del Dna. Lo scrive il sito di notizie russo Fontanka. Il sito, che afferma di avere parlato con un membro della squadra di investigatori sul luogo dello schianto, ha sottolineato che i corpi ritrovati sono carbonizzati e quindi non è possibile un riconoscimento visivo. Un canale Telegram, «VChK-OGPU», afferma che un segno indiretto che uno dei corpi trovati è quello di Prigozhin è che gli manca una falange di un dito della mano.

Ex 007 Gb: ipotesi bomba sull’aereo di Prigozhin, forse in una cassa di vino ricevuta in dono

Potrebbe essere stata «una bomba in una cassa di vino» a far cadere l’aereo sul quale si ritiene che viaggiasse il leader del gruppo Wagner Evgenij Prigozhin. Lo ha detto all’emittente britannica Sky News un ex funzionario dell’intelligence britannica, Christopher Steele, aggiungendo che «è una fine ironica per l’ex cuoco di Putin». In rete continuano a circolare voci secondo cui i passeggeri dell’aereo avrebbero ricevuto in dono una cassa di vino, che sarebbe poi esplosa.

Media su Telegram: in obitorio riconosciuto il corpo di Prigozhin

Il corpo di Evgheni Prigozhin e di Dmitri Utkin sono stati riconosciuti da uno dei comandanti della Wagner all’obitorio dove sono stati trasferiti dopo lo schianto dell’aereo su cui viaggiavano ieri. Lo riporta Unian, che riprende quanto si afferma in uno dei canali Telegram legati al gruppo di mercenari, Chka-Ogpu. «Il segno principale per riconoscere Prigozhin è stata l’assenza di un dito, mentre per Utkin la sua altezza e i tatuaggi», scrive il canale.

Kiev: «Prigozhin? Un terrorista in meno e più instabilità»

«Un terrorista in meno significa più instabilità in Russia». Lo afferma Yuri Sak, consigliere del ministro degli Esteri ucraino. «E’ ancora un altro segnale del fatto che la Russia sta diventando uno stato fallito, governato da un terrorista che ha paura del suo stesso popolo. E dalla nostra prospettiva, qualsiasi cosa renda la Russia debole ci rende più forti», ha riferito al programma Today su Radio 4. […]

Le ombre e i sospetti sull’ultimo viaggio: perché è andato nella tana del lupo. Il Corriere della Sera il 25 agosto 2023.

«Non considerare uno morto finché non hai visto il suo cadavere. E anche in questo caso potrebbe essere un errore». Il detto è perfetto per l’intrigo Prigozhin. Un riferimento ai dubbi sulla sua sorte che neppure le frettolose condoglianze di Vladimir Putin permettono di scavalcare.

Gli annunci ufficiosi, la rabbia dei mercenari, i corpi e il telefonino dello «chef» recuperato sulla scena dell’impatto, infine il messaggio del neo-zar. Elementi che spingono a considerare plausibile l’epilogo drammatico. Ha sfidato il Potere, il Potere lo ha liquidato. «È stato punito, come meritava», dice una fonte moscovita con buone entrature. La vendetta è scattata adesso perché c’era la finestra d’opportunità, con la Wagner scompaginata, impossibilitata a reagire immediatamente. Eppure sulla storia sono rimaste molte ombre, compreso il sospetto di una messinscena, tesi alimentata da «ciò che ancora non sappiamo». L’attentato c’è stato, però sono deceduti solo alcuni luogotenenti del leader Wagner, li ha sacrificati. La ripetizione di una tattica adottata da alcuni jihadisti ricercati. Tuttavia Prigozhin ha un profilo diverso. Non era un latitante nascosto in una casupola, ha sempre avuto bisogno della «luce» per contare. Possibile che Putin commemori un fantasma? Nessuno mette la mano sul fuoco, le incertezze sono parte del Gioco, si parla di «morte presunta», è un mondo nebuloso dove vale tutto e il contrario di tutto. Tanto più se la figura centrale, con bugie grossolane, ha costruito l’immagine di personaggio imprevedibile, come le sue ultime mosse.

Perché lo chef è andato nella tana del lupo? Una spiegazione l’hanno offerta gli esperti di Institute of War. Il capo della Wagner era corso nel Sahel, suo terreno di conquista, perché voleva impedire che Mosca spazzasse via del tutto la compagnia. Un piano già avviato dalla Difesa e dal numero due del servizio segreto militare GRU, Andrei Averyanov, prevede una nuova organizzazione in grado di assorbire volontari. Davanti a questo pericolo lo «chef» ha manovrato prima con le pedine locali — ecco il probabile viaggio in Mali — quindi è rientrato in patria per tentare di salvare i resti del suo «impero» economico-militare. In base a questa interpretazione non aveva molta scelta, doveva discutere di persona, ha avuto dei colloqui (lo dice anche Putin) stupisce però che si sia fidato. Magari ha ritenuto che le sue procedure di sicurezza, insieme a qualche sponda interna, lo avrebbero tutelato. Colpisce la coincidenza del cambio alla testa delle forze aerospaziali russe: il generale Sergei Surovikin, sospettato di collusione con i golpisti e fatto sparire dalla scena, sostituito da Viktor Azalov. Che l’ufficiale fosse in disgrazia era noto da tempo, l’annuncio dei media ha posto il sigillo.

Le testimonianze raccontano che il capo dei mercenari è sempre stato attento negli spostamenti, usava almeno due aerei e decideva solo all’ultimo istante quale prendere. Infatti al momento del disastro era in volo una coppia di Embraer, uno esploso e il secondo atterrato 40 minuti dopo nella capitale e poi ieri in Azerbaigian. Strano, però, che i principali dirigenti della società fossero insieme. Sempre che sia la realtà. Errore incredibile per chi vende sicurezza e sa di camminare su una corda tesa: le regole di sopravvivenza prevedono altro, a meno che non vi sia una ragione per ora sconosciuta.

Le condizioni dei velivoli? È presumibile che le guardie del corpo, consapevoli del «clima», fossero attente a ogni aspetto. L’unica hostess in servizio sul volo avrebbe detto ai suoi familiari, prima della partenza da Mosca, di un intervento di manutenzione inatteso. I wagneriti hanno sostenuto che l’Embraer è stato abbattuto dalla contraerea e un video sfocato mostra l’Embraer cadere privo di un’ala mentre alcuni frammenti sono stati rinvenuti a 2-3 chilometri di distanza, dunque indizi di una deflagrazione in volo. Il Pentagono e l’intelligence Usa — che hanno apparati, come i satelliti, per «vedere» — scartano per ora la teoria del missile o comunque sostengono che non vi sarebbero indizi ad avvalorarla. Invece privilegiano la bomba o il sabotaggio. Un tecnico che manomette parti meccaniche, infila un ordigno nella stiva, rifornisce il velivolo con carburante adulterato. Sono valutazioni non definitive. Ma è anche vero che il quadro è tale che si deve sospettare di ogni cosa, se Prigozhin fosse caduto dalle scale sarebbe stato inevitabile pensare ad una spinta.

Estratto dell’articolo di Fabrizio Dragosei per “il Corriere della Sera” giovedì 24 agosto 2023

Sembra proprio che mettersi contro Vladimir Putin non faccia bene alla salute. O almeno, diciamo, c’è una singolare ricorrenza di coincidenze tra due fatti, l’essere in disaccordo con il Capo supremo e l’avere problemi fisici che, spesso e volentieri, portano alla morte. In molti casi, poi, è innegabile che la persona misteriosamente deceduta era venuta in contatto, almeno negli ultimi giorni, con agenti sotto copertura dei servizi segreti russi. 

Prendiamo Aleksandr Litvinenko, il primo e più celebre caso di avvelenamento con sostanze radioattive (specificamente: polonio), nel 2006. L’ex agente passato con gli occidentali fece il clamoroso errore di incontrarsi in un albergo di Londra con due ex colleghi che gli offrirono una tazza di tè corretto. Morì poco dopo in ospedale, nonostante i tentativi disperati per salvarlo.

Da quando è iniziata l’operazione militare speciale in Ucraina (come la chiama ufficialmente il Cremlino, che non ammette altre definizioni) ci sono stati almeno 39 decessi abbastanza misteriosi. Manager in disaccordo, oligarchi che avevano tentato di «sganciarsi» rifugiandosi all’estero, magari senza farsi troppo notare. 

Negli ultimissimi tempi, da quando il generale Surovikin è scomparso dalla circolazione dopo essere stato visto proprio assieme a Prigozhin (proprio ieri è arrivata la notizia ufficiale della sua sostituzione), altri due alti ufficiali sono deceduti. Il 57enne generale Gennadij Zhidko, che era stato rimosso dal comando dell’operazione in Ucraina dopo le prime disastrose fasi, è scomparso «a seguito di una lunga malattia», secondo il comunicato ufficiale. Malattia che, evidentemente, tanto lunga non deve essere stata.

Anche il generale Gennadij Lopyrev se n’è andato per malattia. Ma lui era in carcere dal 2016, quando faceva parte della guardia personale di Putin. Non si è mai capito che cosa avesse fatto esattamente. 

Naturalmente il caso che è maggiormente sotto la lente dell’opinione pubblica internazionale è quello del dissidente numero uno, Aleksej Navalny. Prima qualcuno ha tentato di toglierlo di mezzo con metodi sbrigativi. Poi, fallito l’attentato, gli sono piovuti sulla testa procedimenti penali a raffica. Per cui oramai è dietro le sbarre e non può più nuocere. Poi, si sa, le prigioni russe sono anche pericolose; per cui incidenti, magari letali, possono sempre accadere.

Mentre il blogger era fuori dall’albergo, gli specialisti contaminarono la sua biancheria intima con il Novichok, un agente nervino. Navalny sarebbe morto in volo, mentre l’aereo partito da Tomsk era in rotta verso Mosca. Ma le cose andarono storte per gli attentatori. Intanto perché il pilota reagì immediatamente non appena Aleksej si sentì male ed effettuò un atterraggio di emergenza a Omsk. Lì, poi, i sanitari capirono subito di cosa si trattasse e iniettarono della atropina che gli salvò la vita. […]

Anna Politkovskaya, la giornalista di Novaya Gazeta che pure aveva subito un tentativo di avvelenamento anni prima, fu freddata da un killer sotto casa nel 2006. E da un assassino prezzolato venne uccisa nel 2009 Natalia Estemirova, che si occupava di diritti umani. Stessa fine per altre due persone scomode, l’avvocato Stanislav Markelov e la giornalista Anastasia Baburova.

E per Boris Nemtsov, esponente di punta dell’opposizione: gli spararono vicino al Cremlino nel 2015. Era invece morto proprio in un misterioso incidente aereo (sul suo elicottero) nel 2002 il generale Aleksandr Lebed, stimatissimo militare, che avrebbe potuto correre contro Putin alle presidenziali del 2004.

Estratto dell’articolo di Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera” sabato 26 agosto 2023.

È il re delle ombre ma non ha paura di mostrare il suo volto. Perché il sistema putiniano gli ha affidato un ruolo di gestore delle cose difficili. Andrei Averyanov, secondo molte interpretazioni, ha guidato la manovra per assoggettare la Wagner ed estromettere il suo fondatore, Evgeny Prigozhin. 

Numero due del Gru, il servizio segreto militare, responsabile delle attività coperte, ha diretto molte incursioni all’estero. Colpi chiusi con un successo, finiti malamente o rimasti a metà. Per la fretta, per la necessità di arrivare ad ogni costo al risultato, per errori. […] 

Averyanov, in base alle ricerche del sito investigativo Bellingcat, è stato coinvolto in missioni speciali, come il sabotaggio di depositi di munizioni nella Repubblica Ceca nel 2014, esplosioni che avrebbero distrutto proiettili destinati all’Ucraina. Lui stesso ha viaggiato prima a Lisbona, poi in Austria per assistere i membri del team, tutti membri dell’Unità 29155, incaricata di agire in Occidente. […]

A disposizione bombe, veleni, pistole, inganni. Un nucleo aveva stabilito rifugi nelle località alpine francesi, mimetizzato tra i vacanzieri. Case sicure dalle quali partire verso città europee dove c’era da portare a termine un «lavoro». 

Insieme ai «muscoli» sono stati formati gli «illegali». Operativi infiltrati con false identità in numerosi Paesi, donne e uomini addestrati a vivere da perfetti cittadini, facendosi passare per greci, argentini, brasiliani. Ne hanno scoperti in Svezia, Brasile, Italia, Slovenia, Grecia, Olanda, Norvegia. Alcuni sono finiti in manette, diversi sono riusciti a scappare lasciando però tracce interessanti sul modus operandi tra successi per Mosca e fallimenti. […]

Infine il ruolo più «politico» di Averyanov. A fine luglio, in occasione del summit a San Pietroburgo con numerosi presidenti africani, è apparso proprio il numero due del Gru, seduto al tavolone insieme a Putin e alla compagine governativa. 

L’evento internazionale ha fatto capire a Prigozhin che il vento era ormai contrario, il suo obiettivo di conservare gli affari in Mali o Centro Africa stava per evaporare. Secondo le ricostruzioni il leader della Wagner, tra le pieghe del summit, avrebbe cercato di incontrare personalità africane ma si è dovuto accontentare di figure minori. Un declassamento reso più profondo dalle iniziative promosse dalla Difesa e da Averyanov, concentrati su un triplice target: scioglimento totale della compagnia, nascita di una nuova formazione di miliziani, annullamento dello «chef».

A tal fine una delegazione dello Stato Maggiore è stata inviata a Bengasi per discutere con il generale Khalifa Haftar del futuro della Wagner in Cirenaica, una delle prime aree di impegno della «ditta», e il possibile arrivo di un contingente diverso di mercenari. 

Prigozhin ha tentato un recupero recandosi di persona nel Sahel, ha diffuso l’ultimo video in mimetica su una landa desolata ribadendo che c’era l’Africa nel suo futuro, ha cercato aiuto e risorse. Poi è risalito su un jet per l’ultimo appuntamento a Mosca. Ad accompagnarlo i fedelissimi, l’illusione del perdono, l’azzardo della scommessa, la disperazione della mossa e la sorveglianza di chi aveva deciso la sua uscita di scena definitiva.

Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il "Corriere della Sera" domenica 27 agosto 2023.

Troppi estranei attorno al jet di Prigozhin nei giorni precedenti al disastro. Da qui i sospetti di una mano assassina, in grado di preparare la trappola.

Il primo intervento, noto, risale forse a luglio. L’Embraer — secondo il Moskovsky Komsomolets — è parcheggiato a Sheremetyevo, sosta per consentire agli elettricisti di riparare il frigo di bordo. 

Non funzionava bene, serviva agli ospiti. Il capo della Wagner lo voleva riempito di succhi di frutta di produzione nazionale, controllati personalmente, così come aveva vietato l’alcol. Poi il secondo episodio, alla vigilia dell’ultimo volo. Il pilota Rustan Karimov porta a bordo un uomo e una donna, sono interessati all’acquisto del velivolo e restano nell’abitacolo per circa un’ora. [...] Prigozhin pretendeva che vi fossero dei paracadute, custodiva le armi della scorta in buste sigillate, cambiava all’improvviso orari e destinazione dei suoi spostamenti. Solo che negli ultimi tempi le autorità gli avrebbero posto dei limiti, non poteva fare ciò che voleva.

Le indiscrezioni — tutte da confermare — accreditano la tesi del sabotaggio con il ricorso ad una bomba. [...]

Mosca ha precisato che serve tempo per l’esame del Dna, per le verifiche sui rottami — sempre che li abbiano conservati come si deve —, per l’analisi delle scatole nere. Gli inquirenti possono riscontrare tracce di esplosivo, le registrazioni, fornire parametri fondamentali su eventuali avarie o fattori esterni, i medici legali stabilire le identità dei dieci corpi. A patto che ci sia la volontà di farlo.

Al centro resta la domanda principale: Prigozhin era davvero sul jet? I dubbi sono diminuiti ma non scomparsi, persino il presidente Joe Biden ha mantenuto una posizione prudente. Al tempo stesso sono continuate le spiegazioni sul perché il Cremlino sarebbe il presunto mandante. Punire il traditore, dare un segnale, eliminare un personaggio ingombrante.

[...]

 Estratto dell'articolo da corriere.it domenica 27 agosto 2023.

In Russia il test del Dna ha confermato l’identificazione del capo della Wagner Evghenij Prigozhin fra i morti dell’incidente aereo del 23 agosto. Lo comunica la commissione d’inchiesta russa sull’incidente, citata dalle agenzie. «Secondo i risultati dei test, tutte le identità delle 10 vittime sono confermate», ha fatto sapere il Comitato.

Nell’intervista che il capo della Wagner aveva rilasciato a un blogger militare nel mese di aprile, circa due mesi prima della marcia su Mosca, diceva di temere per le sue «verità». All’epoca Prigozhin era ancora un celebrato signore della guerra, seppure in rotta con i vertici dell’esercito regolare. In quella conversazione, con Semyon Pegov, ripubblicata dal canale Telegram di stretta osservanza wagneriana Grey Zone, lo «chef» rivendicava di dire la verità, a differenza dell’establishment. E lasciava intendere che gliela avrebbero fatta pagare.

Da La Repubblica.

Estratto dell’articolo di Enrico Franceschini per repubblica.it mercoledì 23 agosto 2023.

 “Entro sei mesi o Prigozhin sarà morto o ci sarà un secondo golpe contro Putin”. Una previsione degna di attenzione, perché a pronunciarla è Christo Grozev, capo delle indagini sulla Russia per Bellingcat, il sito internazionale di investigazioni giornalistiche autore di numerosi scoop sui complotti e gli assassinii organizzati dal Cremlino.

[...] 

Ancora più rilevante per valutare la previsione odierna sulla Russia è il fatto che, nel gennaio scorso, Grozev affermò pubblicamente: “Entro sei mesi Prigozhin si rivolterà contro Putin”.

Ebbene, il tentato golpe lanciato dal capo della Wagner è avvenuto il 23 giugno, dunque entro il periodo di sei mesi da lui previsto. Ora il giornalista investigativo di Bellingcat, che ha ottime fonti in Russia ed è bravissimo a trovare informazioni dai “big data” che circolano online, fa un’altra profezia dello stesso genere: segnalando (e non è il solo a dirlo) che la partita tra Prigozhin e Putin non è chiusa.

“Dopo il tentato golpe di giugno, Putin è andato in tivù e ha definito Prigozhin un traditore”, afferma Grozev in una lunga intervista al Financial Times. “Tutti sanno cosa fa Putin a coloro che definisce traditori. Ma stavolta non è successo nulla. Chiaramente Putin vuole vedere Prigozhin morto, ma non può ancora farlo. Io dico che entro sei mesi o Prigozhin sarà morto o ci sarà un secondo golpe contro Putin. Sono agnostico fra le due possibilità, ma fermamente convinto che una delle due si verificherà”. 

[...]

Da repubblica.it giovedì 24 agosto 2023.

I primi ad arrivare sul luogo dove si è schiantato l'aereo di Evgenij Prigozhin sono stati gli abitanti di Kizhenkino, nella regione di Tver, Russia centrale. In particolare una donna ha ripreso con il cellulare l’inizio della picchiata dell’aereo di Prigozhin, fino all’impatto con il suolo. 

“Ero nell’orto a lavorare, ho sentito due esplosioni dal cielo e ho tirato fuori il telefono. Ho visto quell’aereo che cadeva e cadeva…”. Poi, la grande colonna di fumo nero che si alzava. 

Assieme ad altri vicini di casa, è andata sul posto attraversando i campi, e ha filmato quello che vedeva: i resti dell’aereo - si intravvedono frammenti di sedili e altre pezzi difficili da identificare - e i resti umani, in particolare due cadaveri smembrati. 

Il video è agli atti dell’indagine ufficiale aperta dai russi. L’area è stata delimitata ed è attualmente off limits. Non si conosce ancora il nome della donna, che probabilmente è già stata interrogata sullo svolgimento dei fatti, soprattutto dal momento in cui ha sentito “le due esplosioni in cielo”. Il dettaglio è importante per la ricostruzione dell’accaduto […]

Estratto da rainews.it giovedì 24 agosto 2023.

Il secondo aereo noleggiato dal leader del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha lasciato Mosca alla volta di Baku, in Azerbaigian. Non è chiaro chi sia a bordo. E' quanto riporta il sito di San Pietroburgo Fontanka, citando il servizio online Flightradar. 

Ieri, questo velivolo Embraer con codice RA-02748 è volato da Mosca a San Pietroburgo prima di rientrare all'aeroporto Ostafyevo, nei pressi di Mosca, dopo lo schianto dall'Embraer su cui volavano Prigozhin e Dmitry Utkin […]

Estratto dell’articolo di Enrico Franceschini per “la Repubblica” giovedì 24 agosto 2023

Ammazzare i propri amici, compagni di partito o ex-alleati è una vecchia abitudine dei dittatori: se Vladimir Putin ha ordinato alla contraerea russa di abbattere l’aereo privato su cui viaggiava Evgenij Prigozhin, il presidente russo è stato l’ultimo di una lunga serie. Naturalmente, trattandosi di regimi totalitari, non sempre anzi quasi mai emergono le prove di vendette di questo genere. 

[…] Ecco qualche esempio dei precedenti in materia. L’aereo di Italo Balbo Uno dei partecipanti alla marcia su Roma, poi capo dell’aviazione e figura chiave del fascismo, Italo Balbo aveva preso le distanze da Mussolini, dissentendo dall’alleanza con Hitler, dalle leggi razziali contro gli ebrei e dall’entrata in guerra. 

Fu spostato a governare la Libia, per tenerlo lontano: era troppo ingombrante per una defenestrazione in piena regola. Morì all’inizio del conflitto, il 28 giugno 1940, abbattuto sul suo aereo dalla contraerea italiana mentre volava su Tobruk. Ufficialmente per “errore”. La vedova sostenne che era stato ucciso per ordine del Duce.

Alla morte di Lenin nel 1924, Lev Trotskij era in convalescenza a una dacia sul mar Nero. Josif Stalin gli mandò la data sbagliata del funerale per tenerlo lontano da Mosca e poter tramare per diventare lui il successore del leader, contro il parere di Lenin. 

Da allora la stella di Trotskij declinò rapidamente, fu espulso dal Politbjuro e dal partito, internato, quindi costretto all’esilio. Ma Stalin lo temeva anche lontano dalla Russia: nel 1940 fu assassinato a Città del Messico con un colpo di piccone alla testa da un agente dell’Nkvd, la polizia politica sovietica, precursore del Kgb.

Fucilate al genero di Saddam Hussein Kamel Hassan al-Majid era il genero e secondo cugino di Saddam Hussein. Aveva sposato una delle figlie del tiranno iracheno. […] Ma nel 1995, disgustato dalla corruzione e dall’inefficienza del regime, fuggì in Giordania con la moglie. L’anno seguente, Saddam lo convinse a rientrare a Bagdad, assicurandolo che tutto sarebbe stato perdonato. Invece fu immediatamente costretto a divorziare, accusato di tradimento e ucciso in uno scontro a fuoco.

Estratto dell’articolo di Riccardo Ricci per “la Repubblica” venerdì 25 agosto 2023.  

Le autorità russe tacciono. Nessuno avanza ipotesi sulle cause dello schianto dell’aereo sul quale probabilmente viaggiava il capo della compagnia militare privata Wagner Evgenij Prigozhin. Un silenzio interrotto ieri in serata dal presidente Vladimir Putin che ha promesso un’inchiesta «che verrà portata avanti fino in fondo».  

Dichiarazione che ha suscitato lo scetticismo, se non l’ironia, tanto degli analisti occidentali quanto dell’entourage di Prigozhin. Nessuno ha dubbi: dietro allo schianto che ha decapitato il vertice militare di Wagner c’é la longa manus del Cremlino. Nessuno crede alla tesi dell’incidente casuale e tanto più di un attentato ordito dagli ucraini […]. 

A far cadere l’aereo […] è stata probabilmente un’esplosione a bordo del velivolo causata da una bomba o da un altro dispositivo piantato sull’aereo. È l’ipotesi accreditata dal New York Times citando fonti di intelligence e rilanciata da diversi funzionari. Secondo investigatori citati dalla testata Telegram russa Shot, l’ordigno sarebbe stato piazzato nel vano carrelli.

Un’ipotesi compatibile con la dinamica della caduta mostrata nei video e registrata dal sito FlightRadar: il jet è salito rapidamente di quota ed è poi andato in stallo. Un’ulteriore riprova sarebbe il fatto che la coda sia caduta a ben 5 chilometri dalla fusoliera. L’ex ufficiale dell’intelligence britannica Christopher Steele sostiene invece che la bomba possa essere stata nascosta in un cassa di vino. «Una fine piuttosto ironica per l’ex ristoratore di Putin», ha ironizzato.  

C’è anche un sospettato: Artiom Stepanov, il pilota personale di Prigozhin e fondatore della società proprietaria dell’aereo. Non lo guidava, ma potrebbe avere avuto accesso al velivolo e al momento è irreperibile per le forze dell’ordine. Secondo il fratello sarebbe semplicemente in vacanza, nella remota Kamchatka, Estremo Oriente Russo. 

C’è chi però da ancora credito all’ipotesi che il jet sia stato abbattuto da un missile. Secondo funzionari statunitensi citati da Reuters, Washington sarebbe propensa a sposare la tesi di Grey Zone, canale Telegram vicino a Wagner, secondo cui l’aereo sarebbe stato abbattuto da missili terra-aria provenienti dal territorio russo.  

Per l’ex deputato russo Ilja Ponomariov, da anni residente in Ucraina e oppositore di Putin, il jet sarebbe stato centrato da due missili del sistema di difesa contraerea S-300.  ersione suffragata dalle testimonianze di alcuni residenti locali che sostengono di aver udito due esplosioni prima dello schianto. C’è persino ancora chi crede che Prigozhin sia sopravvissuto e che abbia inscenato la sua morte per scomparire, «per uscire dal gioco per sempre». 

A fomentare i sospetti era stata la presenza di un secondo aereo attribuito alla flotta di Prigozhin che mercoledì aveva volato da San Pietroburgo a Mosca e che ieri invece aveva fatto rotta su Baku. Aereo che però non aveva alcun legame con Wagner […]. Come se non bastasse, il cadavere di Prigozhin sarebbe stato identificato in base a «prove circostanziali »: secondo il canale Telegram VChK-Ogpu, la mancanza della falange di un dito della mano e, secondo la tv Al Jazeera, il ritrovamento del cellulare del fondatore della compagnia. Ma i corpi degli occupanti dell’aereo — sette passeggeri e tre membri dell’equipaggio — sono carbonizzati e quindi non possono essere riconosciuti visivamente […]

Da La Stampa.

Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per lastampa.it giovedì 24 agosto 2023

Nella notte sull'edificio del Gruppo Wagner a San Pietroburgo le luci sono state accese a comporre una croce: come a dire siamo in lutto, ma siamo ancora qui. Esistiamo. Ora I mercenari sono braccati, ma almeno 25 dei 28 comandanti del "Consiglio dei comandanti" ddl Gruppo Wagner sono ancora vivi, e nessuno di loro ha "tradito" o aveva accettato di passare dalla parte di Putin (tranne uno, il comandante "Sedoy"). 

Putin rischia di più, non di meno, con Prigozhin morto. Può uccidere dei capi, ma Wagner era ormai sfuggita al suo controllo ed era diventata un'idea. Folle, violenta, criminale, ultra nazionalista: ma un'idea, e un gruppo cementato di persone.

Qualunque cosa sia successa con esattezza all'aereo (è però quasi sicuro che sia stato colpito con un missile dalle forze armate russe), a Vladimir Vladimirovich gli anniversari piacciono. Lo testimoniano tutta la sua storia e la sua personale cabala. La rivolta di Prigozhin era stata esattamente due mesi fa, il 23 e il 24 giugno. Cifra tonda. 

Molti, a Mosca, lo chiamavano già "l'ammutinamento del fine settimana”, con un mix di scherno ma anche di profondissima preoccupazione. Christo Grozev di Bellingcat aveva detto pochi giorni fa che o Progozhin sarebbe stato ucciso entro sei mesi, o ci avrebbe riprovato. Il golpe permanente come spauracchio per il Cremlino.

Non esisteva una terza opzione […]. Per Putin è evidentemente essenziale evitare l'opzione due. Farida Rustamova, una delle più preparate giornaliste indipendenti russe, ha ricordato che immediatamente dopo l'incidente, l'élite russa era sopravvissuta sgomenta, o perplessa, quasi pietrificata: nei due giorni del golpe siloviki, generali, oligarchi, non sapevano letteralmente cosa fare. A parte in qualche caso scappare all'estero. Surovikin, il generale forse più vicino a Prigozhin, o comunque quello che Putin considerava più complice, era stato tolto dalla circolazione subito dopo il golpe, e ieri è stato ufficialmente rimosso dalla guida delle forze aeronautiche della Russia.

[…] l'abbattimento brutale del suo aereo è il segno che lo zar debole non poteva permettersi ulteriore manifestazione di debolezza. Un golpe era già troppo. Inizialmente sul jet caduto […] erano registrate sette persone […]. 

Tra cui anche Dmitry Utkin, il "comandante Wagner". In seguito si è saputo che nell'elenco dei passeggeri uccisi non figuravano solo Prigozhin e Utkin/Wagner, ma anche Valery Chekalov, il temuto capo della sicurezza di Prigozhin che negli anni era anche quello incaricato di sorvegliare e molestare i giornalisti che osavano indagare su Wagner.

I primi ad annunciare credibilmente che Prigozhin era morto sono stati quelli di Tsargrad, la tv dell’oligarca ortodosso Konstantin Malofeev, uno degli oligarchi che più avevano collaborato con Prigozhin citando sue fonti. Ma Tsargrad parlava di “incidente”. I corpi - sostiene - sono stati identificati. Nel prossimo futuro verrà effettuato un esame genetico. Grey Zone invece ha scritto testualmente che Prigozhin e Utkin sono stati uccisi "da traditori della Russia". È chiaro che il traditore supremo per loro è Putin. 

Mentre l'aereo del suo ex cuoco-macellaio, che lui stesso aveva integralmente creato, si schiantava, Putin stava premiando in diretta alcuni militari, ai quali appena conferito il titolo di Eroe della Russia. Un titolo che il presidente russo aveva dato anche allo stesso Prigozhin. […]. Adesso sappiamo bene che c’è una enorme quantità di mercenari Wagner, e di comandanti del Consiglio dei comandanti del Gruppo Wagner, che sanno di essere braccati. Ciò rende Putin più sicuro, o meno?

Estratto dell'articolo di Anna Zafesova per la Stampa giovedì 24 agosto 2023 

Bomba a bordo o missili, la punizione di Putin contro Prigozhin doveva essere clamorosa

La notizia dello schianto dell’aereo con a bordo Evgeny Prigozhin è arrivata esattamente due mesi dopo che il “cuoco di Putin” aveva lanciato la sua marcia su Mosca, e il giorno dopo l’annuncio del licenziamento del suo alleato Sergey Surovikin dalla carica di comandante delle forze aerospaziali russe. 

Nulla sembra lasciato al caso in questo giallo che sembra scritto da un sceneggiatore di Hollywood, che chiude due mesi di una strana e impossibile convivenza tra il golpista e la sua mancata vittima. Perché la morte annunciata di Prigozhin mette la parola “fine” anche al dibattito su quanto il suo ammutinamento del 23-24 giugno scorso fosse stato un tentato colpo di Stato o solo un litigio alla corte del Cremlino: era un golpe, e Putin e i suoi generali l’hanno interpretato correttamente come tale. 

(...) 

Restano però interrogativi ai quali probabilmente nessuno potrà più rispondere: cosa ha spinto Prigozhin a fidarsi delle “garanzie di sicurezza” di Putin? Perché un uomo con esperienze di golpe in Africa, raid in Siria e intrighi in Russia si è imbarcato su un aereo insieme al suo braccio destro Dmitry Utkin - l’ufficiale dello spionaggio militare russo Gru amante di Hitler e del suo compositore preferito, il cui codice di battaglia aveva dato il nome ai “Wagner” - e gli altri comandanti del suo esercito privato?

E soprattutto, quali disposizioni aveva lasciato - non poteva non sapere che i signori della guerra non muoiono nel proprio letto - per i suoi miliardi, i suoi arsenali e soprattutto quell’immenso archivio di affari sporchi che aveva svolto per conto del Cremlino? I canali Telegram dell’“orchestra” promettono vendette, ma resta il dubbio che senza i propri leader i Wagner non possano rappresentare una vera forza, nonostante le vaste simpatie di cui godono sia nell’esercito che tra i nazionalisti più estremi. Parte dei mercenari si erano già trasferiti in altre compagnie di contractor, tra cui la Redut dell’amico di Putin, il petroliere Gennady Timchenko, altri probabilmente saranno pronti ad accettare offerte di lavoro in Africa.

La vittoria dei generali russi, a cominciare dal ministro della Difesa Shoigu, nello scontro con Prigozhin, è una buona notizia per gli ucraini. Per i russi invece, il risultato è più difficile da prevedere: gli altri eserciti privati a cui appaltare una guerra dello Stato difficilmente saranno altrettanto temibili, e i loro padroni saranno più prudenti. I rottami dell’aereo del “cuoco di Putin” dovrebbero essere, nelle intenzioni di chi l’ha fatto esplodere, un monito a tutti quelli che possono volere ancora criticare o ribellarsi. Ma sono anche un allarme: nessuna garanzia, nessuna promessa, nessuna fedeltà valgono nulla. Una lezione che sicuramente verrà imparata: il prossimo Prigozhin non si fermerà più a 200 chilometri da Mosca.

Estratto dell’articolo di Giovanni Pigni per “La Stampa” venerdì 25 agosto 2023.  

Un piccolo memoriale improvvisato è apparso ieri mattina di fronte al palazzo in acciaio e vetro che ospitava il Wagner Center, il quartier generale pietroburghese di Evgeny Prigozhin.

Gente di tutti tipi – padri di famiglia con bambini, giovani, pensionati – si avvicinano alla spicciolata per depositare dei fiori. 

 Si tratta di uno dei raduni spontanei comparsi in tutta la Russia per commemorare il capo della Wagner, Evgeny Prigozhin, il suo braccio destro Dmitry Utkin e gli altri mercenari rimasti uccisi in una catastrofe aerea il giorno prima. 

[…]

Salito alla ribalta con l'invasione dell'Ucraina, Prigozhin ha saputo catalizzare un sentimento di crescente rabbia e frustrazione nella società russa sullo sfondo degli insuccessi militari dell'anno scorso. Ha rappresentato un movimento nazionalista radicale che parte dal basso e che si contrappone all'élite, percepita come corrotta e incompetente, contro la quale Prigozhin si scagliava regolarmente. 

«Era un vero patriota, e non un funzionario corrotto che ha paura di perdere la sua poltrona», dice Tatyana, una pensionata sessantenne, con la voce rotta dalle lacrime. «È una grande tragedia per la società russa», concorda Oleg, 37 anni, imprenditore. Sulla maglietta, il teschio simbolo della compagnia di mercenari.

[…] Tutt'ora le circostanze della sua morte sono ignote, e forse non si sapranno mai. «È stato un colpo alle spalle, un tradimento», dice Oleg. Come molti dei presenti, non crede alla teoria secondo cui dietro la morte di Prigozhin ci sia lo zampino dei servizi segreti ucraini e occidentali. «Ci dicono che i nemici sono gli europei, gli americani - dice Oleg - ma la cosa più orribile è quando i nemici sono in casa, ma prima o poi ce ne libereremo», si sfoga. 

Intanto, al memoriale si avvicinano alcuni uomini in mimetica, alcuni con il volto coperto e le spalline della Wagner. Il memoriale inizia a riempirsi di altri fiori, compare il tricolore russo e persino la mazza, il simbolo della ferocia con la quale i mercenari eliminavano i traditori della patria. «Era prevedibile che accadesse. Hanno solo aspettato un po' per non farne un martire», dice Roman, 32 anni, ex combattente della Wagner e veterano della battaglia di Bakhmut.

Come altri mercenari, è sicuro che Prigozhin sia stato vittima di una resa dei conti interna al Paese. È di questa opinione anche un altro mercenario, noto con il nome di battaglia "Karat", comandante di una brigata d'assalto della Wagner. «Lo Stato non ha lasciato correre», dice, riferendosi all'ammutinamento. «È stata un'azione pianificata dai servizi segreti russi», dice. 

Dopo la ribellione di due mesi fa, le operazioni della Wagner sono rimaste sospese in un limbo. Secondo le ultime dichiarazioni di Prigozhin, la compagnia si sarebbe trasferita per qualche tempo in Bielorussia e continuerebbe ad operare in Africa. Ora, con la scomparsa della sua leadership, le sorti della Wagner appaiono ancora più incerte. 

«Non fate nulla di stupido», è stato l'avvertimento rivolto ai mercenari dal canale Telegram Grey Zone vicino alla leadership della Wagner. «Chi ha eliminato Evgeny Viktorovich sappia che noi non ci fermeremo», dice Karat. «Morivamo per il nostro popolo, per il nostro Paese, per la nostra terra e continueremo a farlo».

Estratto dell’articolo di Giuseppe Agliastro per "La Stampa" domenica 27 agosto 2023.

Vladimir Putin era furioso quando incontrò Yevgeny Prigozhin e i suoi fedelissimi all'indomani della rivolta. Così arrabbiato che si rivolse ai comandanti della Wagner urlando senza sosta per tre ore di fila. Questo almeno è quello che racconta un anonimo ex mercenario della compagnia militare privata sentito dal giornale Meduza. Che il rapporto tra il dittatore russo e il capo dei suoi mercenari si fosse incrinato irrimediabilmente dopo l'ammutinamento della Wagner del resto era noto. E ora sono in tanti a sospettare che ci sia il Cremlino dietro il disastro aereo in cui si presume sia morto Prigozhin.

Lo stesso Putin, in una recente intervista a Kommersant, aveva raccontato quell'incontro in modo da mettere in cattiva luce il suo ex alleato. Il presidente russo diceva di aver convocato Prigozhin e altri 35 comandanti della Wagner il 29 giugno, appena cinque giorni dopo la "marcia su Mosca" che aveva fatto tremare il Cremlino e che lo stesso Putin aveva definito «una pugnalata alla schiena». 

Putin raccontava di aver tentato di togliere a Prigozhin la guida dei mercenari e di aver proposto come nuovo capo un ufficiale il cui nome di battaglia è "Sedoy", "capelli grigi": un comandante che diversi media identificano come l'ex colonnello Andrey Troshev. Stando al leader russo, molti dei presenti avrebbero annuito in segno di consenso di fronte a quella candidatura.

Ma non Prigozhin, che seduto davanti a tutti non avrebbe bocciato subito la proposta.

«No, i ragazzi non sono d'accordo», sarebbe stata la risposta dell'oligarca.

Ovviamente è impossibile verificare le parole di Putin.

Sembra però chiaro che il presidente russo non vedesse più di buon occhio Prigozhin dopo il suo tentativo di destituire i vertici dell'esercito russo con una rivolta armata. La fonte interpellata da Meduza ipotizza però che, siccome non era stato ucciso subito, Prigozhin si fosse convinto che Putin non lo avrebbe fatto uccidere: «Si credeva indistruttibile, pensava di essere immortale».

 [...]

Da Avvenire.

L'ultimo incontro al Cremlino: «Putin urlò contro Prigozhin per tre ore». Storia di Redazione Esteri su Avvenire sabato 26 agosto 2023.

Una sfuriata come se ne vedono poche tra le mura del Cremlino, con Vladimir Putin che per tre ore grida tutta la sua rabbia per il "tradimento" subito. Sarebbero stati questi i toni dell'ultimo incontro tra il presidente e Evgeny Prigozhin il 29 giugno, meno di una settimana dopo il tentato ammutinamento della Wagner. E' quanto ricorda uno dei membri della compagna militare privata. Ma poi Putin li ha lasciati andare e a quel punto, commenta la stessa fonte, Prigozhin si è convinto di averla fatta franca.

"Zhenya - racconta la fonte, citata dal sito indipendente Meduza, usando proprio il nomignolo di Prigozhin - ha creduto che Putin si fosse sfogato. 'Non ci ha uccisi subito, quindi non ci ucciderà, ha pensato. Si credeva indistruttibile, si è convinto di essere immortale".

Forse anche questo può spiegare il fatto, incredibile per tutti, che il capo della Wagner e i suoi più importanti collaboratori, fra cui il comandante militare Sergeij Utkin, viaggiassero tutti insieme sullo stesso aereo schiantatosi mercoledì mentre volava da Mosca a San Pietroburgo, in spregio di ogni più elementare misura di prevenzione. Ieri il Comitato investigativo, che conduce le indagini, ha detto di avere recuperato le scatole nere e i corpi di tutti i dieci occupanti del jet Embraer precipitato - sette passeggeri e tre membri dell'equipaggio - che ora devono essere sottoposti all'esame del Dna per il riconoscimento ufficiale. La tesi più accreditata sui siti e canali Telegram russi, oltre che sui media occidentali, è che il velivolo sia precipitato a causa di un'esplosione, forse provocata da una bomba.

Video correlato: Putin non ha ordinato di uccidere Prigozhin (Mediaset)

Quanto a quell'ultima fatidica riunione al Cremlino, Putin aveva convocato Prigozhin e i suoi cinque giorni dopo la ribellione finita quasi in farsa. Soltanto il 10 luglio, dopo le indiscrezioni pubblicate dal giornale francese Libération, il portavoce Dmitry Peskov aveva confermato l'incontro, al quale avevano partecipato ben 35 persone. Prigozhin e il suo staff aveva dato al presidente le loro "spiegazioni" e Putin aveva offerto loro "ulteriori opzioni di lavoro e di impiego nei combattimenti", aveva detto il portavoce. Una versione di convenienza che ricorda i toni ingessati dei tempi sovietici rispetto al racconto del membro della Wagner, raccolto dalla giornalista Lilia Yapparova.

Peskov ha già respinto come "una assoluta menzogna" l'accusa mossa a Putin da esponenti dell'opposizione e da media occidentali di avere ordinato l'eliminazione di Prigozhin. Al contrario, più che un sospetto questa sarebbe una certezza per tanti miliziani della Wagner, secondo le testimonianze citate da Meduza. "Molti sono infuriati, vogliono vendetta, sono pronti a marciare in armi sul Cremlino", ha detto uno di loro, tornato recentemente dall'Ucraina.

Ma a regnare tra gli uomini di Prigozhin sembra essere per ora soprattutto lo smarrimento, insieme alla consapevolezza che il suo impero sembra destinato a cadere irrimediabilmente in pezzi con la sua scomparsa. "Sembra che i comandanti pensino di scrivere una dichiarazione, ma sarà indirizzata in primo luogo ai combattenti", dice ancora il miliziano tornato dall'Ucraina.

"Se fosse successo il 27 giugno, subito dopo la marcia su Mosca - osserva un mercenario invitato recentemente a unirsi alla Wagner in Africa - ci sarebbe stata una reazione. Ma adesso... Alcuni sono in vacanza, alcuni si stanno costruendo la loro vita, altri sono andati a lavorare per il ministero della Difesa".

"Non preoccupatevi, continueranno a rimestare questa vicenda per due settimane sui social e poi dimenticheranno", dice un altro ex membro della Wagner che ha firmato un contratto con un dipartimento militare ufficiale. "Alcuni - continua - adesso sono bloccati in Bielorussia, una parte in Africa, e altri sono sparsi per il territorio della Federazione russa. Tutti sono stati dispersi in anticipo, la leadership del Paese si è protetta".

Da Dagospia.

DAGOREPORT giovedì 24 agosto 2023.

Evgenij Prigozhin è morto davvero o è tutta una messinscena? Non è dato sapere. Quel che è certo, però, è che a Washington conoscono tutta la verità. La Casa Bianca, con i satelliti come Echelon, i droni e la cara vecchia intelligence, sa, ma non vuole mettere becco negli affari di Mosca. È un approccio che Biden porta avanti da ormai diversi mesi: una linea di non interferenza che nasconde un ragionamento preciso. 

A Washington hanno iniziato a temere il dopo-Putin. Il retropensiero che corre nelle teste degli alti papaveri della Casa Bianca è cinico, ma logico. Fatto fuori Putin, cosa può succedere in Russia? Il rischio è che il successore di Mad Vlad sia peggio dell’originale. Per questo, gli Stati Uniti preferiscono che rimanga lui. Belligerante, dittatore, “macellaio” (come lo definì Biden), ma almeno conosciuto, e – quasi sempre - prevedibile. È per questo che l’atteggiamento verso Zelensky, con il tempo, si è raffreddato, e anche gli aiuti militari hanno iniziato a scemare.

In questo contesto, si inseriscono due notizie molto interessanti, arrivate oggi. La prima: Joe Biden per la prima volta ha parlato di una possibile data di fine della guerra. In un messaggio per il Giorno dell’indipendenza ucraina, ha detto: “Spero che l'anno prossimo potrete celebrarlo in pace e sicurezza ". “Sleepy Joe” vuole sfruttare la fine del conflitto per la sua campagna elettorale e, come Dagospia ha scritto più volte, sfruttare l’annuncio di un cessate il fuoco per arrivare alle elezioni, nel novembre 2024, e sventolare il suo impegno per la pace di fronte all’opinione pubblica a stelle e strisce, ormai stanca del conflitto.

L’altra notizia, ancor più cruciale, è che (si veda l’articolo di Axios sotto) il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, venerdì ha chiamato a raccolta gli omologhi di Regno Unito, Francia e Germania. Si parlerà, ufficialmente, di “questioni globali”. Di sicuro non è una coincidenza che il vertice sia stato convocato il giorno dopo la (presunta) morte di Prigozhin, autore due mesi fa del golpetto, finanziato da alcuni potenti oligarchi interessati a indebolire Putin. 

E l’Italia? Per l’ennesima volta, l’atlantismo senza limitismo di Giorgia Meloni, sbandierato ai vertici internazionali con abbracci e bacetti a Biden, non basta: l’Italia non conta un cazzo, e la Ducetta si prende l’ennesimo schiaffone.

Da axios.com giovedì 24 agosto 2023.

Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan venerdì ospiterà i suoi omologhi dei paesi E3 (Francia, Germania e Regno Unito) per discutere una serie di questioni globali, tra cui la guerra della Russia in Ucraina e le tensioni con la Cina, secondo quanto hanno dichiarato ad Axios quattro diplomatici europei. 

Perché è importante: L'incontro è stato pianificato con largo anticipo, ma si svolgerà in un contesto di crescente instabilità in Russia, soprattutto dopo che un aereo che si ritiene trasportasse il capo dei mercenari di Wagner Yevgeni Prigozhin è precipitato mercoledì, uccidendo tutte le 10 persone a bordo.

Alla domanda dei giornalisti se ci fosse il Presidente russo Vladimir Putin fosse dietro l'incidente, il Presidente Biden ha risposto così: "Non c'è molto di quello che succede in Russia che non sia opera di Putin. Ma non ne so abbastanza per conoscere la risposta". 

Dietro le quinte: Un diplomatico europeo di alto livello ha dichiarato che Sullivan ha organizzato il ritiro del fine settimana con le sue controparti francesi, tedesche e britanniche, come parte di una “sessione di riflessione strategica” su questioni relative alla guerra in Ucraina, alla Cina e all'Africa in un ambiente informale.

DAGONEWS giovedì 24 agosto 2023

Questa volta, a quanto sembra, Prigozhin sarebbe morto davvero. Almeno stando a quanto dicono le autorità e i media russi. Comunque, parlando di Russia (che Churchill definiva un rebus avvolto in un mistero che sta dentro a un enigma”) nulla è impossibile. 

Del resto, non sarebbe la prima volta che l’ex cuoco di Putin “resuscita”. Nel 2019, Prigozhin era stato dichiarato morto, in un altro incidente aereo, salvo poi riapparire tre giorni dopo. Una vicenda che vale la pena ricostruire, mentre si attende la certezza di quanto accaduto ieri nei cieli sopra Tver.

Era l'ottobre 2019, e un aereo militare An-27 si schiantò, con otto persone a bordo, nella Repubblica Democratica del Congo. Subito uscì la notizia che Prigozhin era a bordo insieme al padre, ma poi il terzo giorno “resuscitò”: il suo decesso fu smentito, e lui poté continuare con le sue “black ops” per conto del Cremlino. 

È noto, come spiega Keir Giles, del think tank Chatham House, che il fu capo della Wagner abbia molte identità, e viceversa che abbia fatto cambiare nome a molti suoi sodali in Yevgeny Prigozhin: un tentativo per rendere più difficili da identificare i suoi viaggi e proteggersi dall’assassinio. Prigozhin, vista la pericolosità del suo lavoro, era (è?) un uomo molto attento alla propria sicurezza. Secondo Giles, potrebbe non essere sorprendente “se a breve apparirà in un nuovo video dall'Africa”.

Ps. l’incidente aereo avviene pochi giorni dopo un video di Prigozhin, in cui si vede l’ex cuoco di Putin che parla con il suo vice comandante Wagner, Dmitri Utkin, anch'egli tra le vittime dell'ultimo incidente aereo, e dice che "la morte non è la fine" e "andremo tutti all'inferno".

Da Il Giornale d’Italia.

Estratto da ilgiornaleditalia.it giovedì 24 agosto 2023

Il velivolo sul quale viaggiava Evgenij Prigozhin, insieme a 6 persone più 3 membri dell’equipaggio, caduto ieri nella regione di Tver, precisamente nel villaggio di Kuzhenkino, ha percorso una tratta di 12 minuti, prima di essere abbattuto da un missile terra aria della contraerea russa. 

[…] Si è trattato di un’operazione piuttosto complessa perché i continui spostamenti e il trasformismo dello stesso Prigozhin […] in non permetteva di avere certezza su dove si trovasse e cosa facesse. C’è stato quindi un momento di preallerta […] che ha di fatto concretizzato l’azione nel momento in cui vi è stata la certezza che Prigozhin si trovasse a bordo dell’Embraer E35 Legacy 600.

[…] Decollato dall’aeroporto Sheremetyevo di Mosca alle 17.58 (ora locale), il volo RA-02795 dell’aereo Embraer E35 Legacy 600, ha dato i suoi ultimi segnali alle ore 18.11 (ora locale, circa le 17.20 in Italia), prima di sparire dai radar. 

In questi 12 minuti dal decollo, alla scomparsa del velivolo tra i radar, si sono susseguiti una serie di eventi: ore 18.00 l’aereo appena decollato, sorvola il territorio russo e prende quota; alle 18.06 i servizi di intelligence russi comunicano all’entourage di Putin che su quel velivolo sta viaggiando Prigozhin; il mezzo è in territorio russo, non ci sono controindicazioni per incidenti internazionali, arriva l’ordine di abbatterlo e il Capo del Cremlino lascia Mosca diretto a Kursk per l'80mo anniversario della vittoria durante la Seconda guerra mondiale.

Nel frattempo l’Embraer […] sorvola il villaggio di Kuzhenkino, a pochi passi dalla residenza di Putin […]: sono esattamente le 18.10, l’aereo viene colpito da due missili; 18.11 i radar non hanno più nessun segnale. 

Il mezzo ha perso il controllo ed è precipitato nel giro di 30 secondi, mentre viaggiava ad un’altezza di 28mila piedi (all’incirca 8500 metri) e a una velocità di 950 km/h e improvvisamente ha assunto una posizione verticale, ruotando più volte su sé stesso prima di schiantarsi al suolo, portandosi dietro una evidente scia di fumo così come è possibile vedere nei diversi video che hanno ripreso la caduta. 

[…] Fonti anonime del Cremlino hanno subito confermato la regia dello zar dietro lo schianto del jet sul quale viaggiavano, tra gli altri, il capo della Wagner e il suo braccio destro Utkin. 

[…] Le motivazioni […] sono molteplici: dall’ammutinamento dello scorso giugno […], alla necessità di riassicurare sotto il controllo della Russia un gruppo paramilitare e patriottico russo. Prigozhin nell’ultimo periodo girava il mondo, qualche giorno fa diceva di essere in Africa per combattere contro l’Isis, portando avanti una serie di azioni e operazioni fuori dal controllo del Cremlino.

Ciononostante, come ha ipotizzato anche l’Isw, Putin avrebbe agito così presto (dopo soli due mesi) in quanto avrebbe ritenuto di aver in modo sufficiente separato Prigozhin dalla Wagner e quindi, avrebbe potuto ucciderlo senza che questo passasse come martire, considerato che nell’ultimo periodo, diversi comandanti Wagner si erano allontanati dal gruppo per unirsi a formazioni militari sotto il controllo del ministro della difesa russo. 

[…] Tra l’altro, i malumori all’interno della Wagner erano ultimamente sempre più pressanti a causa delle difficoltà finanziarie che non garantivano il pagamento degli stipendi ai mercenari, dunque […] nulla esclude che qualcuno all’interno dello stesso gruppo, possa aver fornito informazioni sugli spostamenti di Prigozhin[…].

[…] Il jet è stato abbattuto da un missile terra -aria, notizia rilanciata per prima dal canale Telegram Grey Zone, vicino alla Wagner, secondo la quale il velivolo sarebbe stato colpito da uno o più missili terra aria partiti dalla contraerea russa e, a conferma di quanto sostenuto, riportano le testimonianze di alcuni residenti […], i quali, "Prima che l'aereo si schiantasse, hanno sentito due raffiche di caratteristiche difese aeree, e ciò è confermato dalle scie di condensazione nel cielo in uno dei video, così come dalle parole di testimoni oculari diretti".

Le raffiche sentite dai residenti però, potrebbero benissimo essere batterie di Buk, sistemi missilistici capaci di colpire bersagli a 25km di altezza, azionati dal sistema di difesa aerea che si trova nei paraggi della residenza di Putin, a pochi passi dal luogo dello schianto. 

[…] “Putin quasi certamente ha ordinato al comando militare russo di abbattere l'aereo di Prigozhin. Sarebbe estremamente improbabile che elementi dell'esercito russo, in particolare il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e il capo di stato maggiore dell'esercito, generale Valery Gerasimov, abbiano giustiziato Prigozhin senza l'ordine di Putin. 

L'intera sfera politica e di sicurezza russa probabilmente considerava la sopravvivenza di Prigozhin […] come una decisione discrezionale di Putin". Lo scrive l'Institute for the Study of War (Isw), aggiungendo di riservarsi di dare "ulteriori valutazioni partendo dal presupposto che Putin abbia ordinato l'assassinio di Prigozhin, a meno che non emergano prove contrarie”

[…] "Il Ministero della Difesa russo – dice sempre l'Isw - ha stabilito le condizioni per sostituire il Gruppo Wagner con formazioni affiliate al Ministero della Difesa, e fonti russe hanno affermato che queste unità stanno tentando di reclutare personale Wagner attuale ed ex. Putin potrebbe aver deciso che il personale Wagner aveva raggiunto un punto in cui era sufficientemente più interessato ai pagamenti e agli schieramenti con questi nuovi gruppi che alla loro lealtà a Prigozhin e che avrebbe potuto uccidere Prigozhin in sicurezza".

Dunque, il futuro della Wagner è ancora un punto interrogativo, ma pare evidente che le intenzioni siano quelle iniziali, […] ossia […] reclutare i mercenari sotto il controllo della difesa russa anche se, d’altra parte, il presidente bielorusso Lukashenko che aveva offerto asilo ai combattenti, vorrebbe tenerli ancora a Minsk magari reclutandone una parte nel suo esercito. 

Sicuramente, sebbene la Wagner prometta vendetta per la morte di Prigozhin, non ha né mezzi, né uomini per farlo: il gruppo era stato quasi completamente smantellato e Prigozhin era una mina vagante che aveva perso buona parte del suo seguito. […]

Da Il Tempo.

Prigozhin, la tv russa dà la notizia della morte. Ma Wagner alimenta il giallo. Il Tempo il 23 agosto 2023

L'annuncio della morte di Yevgeny Prigozhin è stato dato anche dalla tv  Rossija 24 ma la scomparsa del leader di Wagner, almeno per i suoi mercenari, è ancora un giallo. Prigozhin e il suo braccio destro Dmitry Utkin sono morti nello schianto aereo di oggi nella regione di Tver in Russia. Anzi, no. Il canale di Telegram Grey, Zone affiliato a Wagner, non conferma il decesso dei due leader. E nemmeno che Prigozhin e Utkin siano effettivamente saliti sull’aereo poi precipitato. Come ha infatti riferito il sito Fontanka c’è un secondo aereo Embraer 600, sempre collegato al leader del Gruppo Wagner Prigozhin, che è atterrato oggi con successo all’aeroporto di Ostafievo, vicino a Mosca, in Russia. Ma sarebbe invece stato abbattuto dalla contraerea russa. 

Era considerato uno dei più stretti alleati del presidente russo Vladimir Putin, fino al tentato ammutinamento del 24 giugno. Accusato di tradimento dallo zar e poi almeno apparentemente graziato, Yevgeny Prigozhin con la sua compagnia Wagner era stato 'esiliato' in Bielorussia, per poi ricomparire in video solo pochi giorni fa da un non meglio precisato Paese dell'Africa, esaltando il suo gruppo di mercenari che "rende la Russia ancora più grande in tutti i continenti". Prigozhin è nato a Leningrado, l'attuale San Pietroburgo, nel 1961. È stato condannato a 12 anni di carcere per rapina e aggressione nel 1981. Dopo il suo rilascio, negli anni '90 ha avviato un'attività di ristorazione a San Pietroburgo: è così che ha conosciuto Putin, allora vicesindaco della città. Ha iniziato con modestia, vendendo hot dog con senape che preparava nella cucina del suo appartamento di famiglia, per poi aprire l'Old Customs House, famoso ristorante galleggiante di San Pietroburgo, e arrivare ad accaparrarsi lucrosi contratti col governo russo, che gli sono valsi il soprannome di "chef di Putin". Successivamente si è espanso in altre aree, inclusi i media e una famigerata 'fabbrica di troll' su Internet che ha portato alla sua incriminazione negli Stati Uniti per ingerenza nelle elezioni presidenziali del 2016. Ma Prigozhin è noto soprattutto per essere il fondatore della famigerata compagnia paramilitare Wagner, vista per la prima volta in azione nell'Ucraina orientale subito dopo lo scoppio del conflitto separatista dell'aprile 2014, nelle settimane successive all'annessione russa della penisola ucraina di Crimea. 

La profezia sulla morte di Prigozhin: ecco cosa si diceva in Ucraina

La compagnia di Prigozhin si chiama Wagner dal soprannome del suo primo comandante, Dmitry Utkin, un tenente colonnello in pensione delle forze speciali dell'esercito russo. Ben presto si è guadagnata una reputazione di brutalità e spietatezza. Il personale di Wagner è stato schierato anche in Siria, dove la Russia ha sostenuto il governo del presidente Bashar Assad nella guerra civile. In Libia hanno combattuto al fianco delle forze del comandante Khalifa Hifter. Il gruppo ha operato anche nella Repubblica Centrafricana e in Mali. Prigozhin avrebbe utilizzato il dispiegamento di Wagner in Siria e nei paesi africani per assicurarsi consistenti contratti minerari. Alcuni media russi hanno affermato che Wagner fosse coinvolta nell'uccisione nel 2018 di tre giornalisti russi nella Repubblica Centrafricana che stavano indagando sulle attività del gruppo. Gli omicidi rimangono irrisolti. I paesi occidentali e gli esperti delle Nazioni Unite hanno accusato i mercenari Wagner di violazioni dei diritti umani in tutta l'Africa. Nel 2021 l'Unione europea ha accusato il gruppo di "gravi violazioni dei diritti umani, tra cui torture ed esecuzioni e uccisioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie" e di aver svolto "attività destabilizzanti" nella Repubblica Centrafricana, Libia, Siria e Ucraina. 

Ecco lo schianto del jet di Prigozhin: "Chi lo ha buttato giù"

 Wagner ha assunto un ruolo sempre più visibile nella guerra in Ucraina poichè le truppe regolari russe hanno subito forti perdite di uomini, armi e territorio. Prigozhin ha visitato le prigioni russe per reclutare combattenti, promettendo la grazia se fossero sopravvissuti a sei mesi di servizio in prima linea con Wagner. Ha detto di avere 50.000 uomini a disposizione "nei momenti migliori", con circa 35.000 in prima linea in ogni momento. Gli Stati Uniti hanno stimato che Wagner avesse circa 50.000 membri in Ucraina, inclusi 10.000 appaltatori e 40.000 detenuti; quasi la metà dei 20.000 soldati russi uccisi in Ucraina da dicembre sarebbero truppe di Wagner a Bakhmut. Prigozhin ha rivendicato a gennaio di aver catturato la città mineraria di Soledar, nella regione ucraina di Donetsk, e ha accusato il ministero della Difesa russo di aver tentato di rubare il merito a Wagner. Ha ripetutamente attaccato l'esercito russo per non essere riuscito a fornire a Wagner munizioni sufficienti per catturare Bakhmut e ha minacciato di ritirare i suoi uomini. Feroci le critiche al capo di stato maggiore, il generale Valery Gerasimov, e al ministro della Difesa Sergej Shoigu, un fatto senza precedenti per il sistema politico russo, in cui solo Putin ha tale potere. Prigozhin ha sempre più alzato il tiro e il suo profilo pubblico, vantandosi quasi quotidianamente delle presunte vittorie di Wagner, deridendo i suoi nemici e i vertici militari. Fino ad arrivare a criticare Putin, e a tentare una 'marcia su Mosca' il 24 giugno scorso. Dura la reazione dello zar, che lo ha accusato di tradimento, per poi consentire alla Wagner di riparare in Bielorussia. Sulle sorti del 'cuoco di Putin' riecheggia la previsione di Christo Grozev del gruppo di giornalismo investigativo Bellingcat, noto per i suoi scoop sui complotti legati al Cremlino, secondo cui entro sei mesi Prigozhin sarebbe morto o ci sarebbe stato un secondo golpe in Russia.

Estratto dell'articolo di iltempo.it lunedì 28 agosto 2023 

È ancora nebbia fitta sulla dinamica che ha portato alla morte dell'ex capo della Wagner, Evgeny Prigozhin. Il sito russo "Moskovsky Komsomolets", però, fa una ricostruzione degli avvenimenti attorno al jet precipitato qualche giorno fa. 

Innanzitutto l'aereo era fermo dallo scorso 18 luglio in seguito a un guasto al sistema dell'aria condizionata Per circa un mese il jet è rimasto nell'aeroporto moscovita di Sheremtyevo in attesa del ricambio che doveva arrivare addirittura dall'estero.

La sostituzione del sistema di condizionamento è avvenuta tra il 19 e il 20 agosto, solo 3 giorni prima del primo volo.

Ma la ricostruzione del sito russo non finisce qui. Secondo la ricostruzione, il giorno dell'incidente il velivolo è stato fatto ispezionare a due possibili acquirenti: Alexandra Yulina e Sergey Klokotov che sono restati a bordo dell'aereo dalle 9.,30 alle 10.30 del 23 agosto. Soltanto poche ore prima del disastro sui cieli della Russia.

I contorni della storia sono ancora avvolti nel mistero e probabilmente lo saranno ancora per molto. Finché le indagini non daranno una spiegazione esaustiva. Se mai la daranno.   

Da Il Foglio.

Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio” venerdì 25 agosto 2023.  

Vladimir Putin ha mandato le condoglianze alla famiglia di Prigozhin […]. Il presidente russo ha definito il capo della Wagner un ottimo uomo d’affari, ha promesso che le indagini sulla sua morte verranno portate a termine, e poi – queste sono state le parole più emozionali in due minuti di dichiarazione con lo sguardo basso – ha raccontato di conoscere Prigozhin da molto tempo, dagli anni Novanta, e ha lodato il suo talento negli affari in Russia e all’estero, e ricordato gli errori. 

Non ha detto quali, non è sceso nel dettaglio, né dell’amicizia né degli errori, ma le parole di Putin sono state le prime istituzionali sulla morte di Prigozhin: per lo stato russo, il capo della Wagner è morto. Per l’intelligence americana, a far precipitare l’aereo con cui volava il traditore-uomo-d’affari-Prigozhin non sarebbe stato un missile, con più probabilità un’esplosione a bordo. 

Tutto si ricompone, la vita del capo dei mercenari, la sua amicizia stretta e sussurrata con il presidente, nell’ombra e nell’illegalità degli affari del Cremlino con i troll e le guerre vicine e lontane; poi la decisione di rendersi visibile, di minacciare i nemici, i disertori, di urlare davanti a una telecamera con i corpi dei suoi combattenti morti, di pretendere le dimissioni di chi la guerra ha dimostrato di non saperla fare; e poi la marcia rumorosa con gli aerei abbattuti, le strette di mano con la popolazione di Rostov; la retromarcia, l’incontro segreto con Putin, la foto con i collaboratori dei leader africani e ancora la foto in mutande in Bielorussia; il perdono del presidente mai arrivato e una storia lasciata in sospeso per due mesi e poi finita con lo schianto. […]

Con la morte di Evgeni Prigozhin e di altri combattenti, il capo del Cremlino ha perso chi finora era riuscito a ottenere le ultime conquiste piccole, ma propagandate nella guerra in Ucraina. A perdere chi gestiva anche gli affari in Africa, che in questi due mesi di attesa, il Cremlino ha probabilmente già sistemato. […] Sono mesi che il presidente russo smantella, rimuove, incarcera chiunque abbia avuto un qualche successo nella sua violenta invasione contro Kyiv. Ha spicconato la Wagner, ha rimosso l’unico generale che era riuscito a fornire all’esercito russo una strategia. Sergei Surovikin […].

[….] Surovikin con Prigozhin condivideva anche l’idea che l’invasione fosse nelle mani sbagliate, in quelle incompetenti della coppia Gerasimov-Shoigu, e conosceva l’intenzione della Wagner di marciare su Mosca. Nessuno sa dove sia adesso Surovikin, si sa soltanto che nella guerra non decide più nulla e che il comando dell’aviazione è passato al generale Viktor Afzalov. […] Lo schianto, il volo interrotto, la scomparsa di un uomo rumoroso come Prigozhin sono state un atto plateale, qualcosa in grado di spaventare. Un messaggio a chi ripeteva che la marcia si sarebbe ripetuta perché era stata lasciata senza una conclusione, era partita e mai arrivata, aveva fatto dietrofront lasciando detriti, domande, e la rabbia del presidente.

Dopo la marcia, è stato arrestato anche Igor Girkin, detto Strelkov, il cecchino, che aveva avuto un ruolo importante nell’inizio della guerra nel Donbas nel 2014, che come Prigozhin, come Surovikin, contestava la gestione dell’invasione. Putin non pensa agli obiettivi, Putin pensa alla fedeltà, si tiene stretti Shoigu e Gerasimov, che hanno dimostrato di non saper fare la guerra, e sta eliminando tutti coloro che in Ucraina un risultato, seppur piccolo, lo hanno ottenuto. Resta da capire come mai Prigozhin, che in diversi video aveva detto di essere “un morto che cammina” si sentisse comunque tanto sicuro da muoversi per la Russia comunicando i suoi spostamenti. […]

Da Panorama.

Incidente o attentato. I mille dubbi della morte (?) di Evgeny Prigozhin. Luciano Tirinnanzi su Panorama il 23 Agosto 2023

Sono mille i dubbi attorno alla fine del capo della Wagner e sullo sfondo c'è il grande sospetto della lunga mano di Putin

Yegevny Prighozin a quanto pare è morto. Abbattuto sui cieli di Russia mentre era a bordo di un jet privato in compagnia del numero due del gruppo, il neonazista Dmitri Utkin. Dunque, era tutto vero. Il golpe, la ribellione, la vendetta. «Ogni traditore sarà punito» aveva promesso Vladimir Putin. E così è stato, almeno in apparenza. Come già con Anna Politkovskaya, Pavel Klebnikov, Sergei Yushenkov e il tentato avvelenamento di Alexey Navalny, solo per citare le vittime più famose del regime putiniano prima che la guerra in Ucraina scatenasse un’ondata di morti improvvise di numerosi dirigenti e imprenditori russi di spicco, molti dei quali defenestrati, impiccati o avvelenati.

Ma stavolta è diverso, e la portata di questo possibile «omicidio di Stato» è di quelle destinate a pesare sulle conseguenze politiche anzitutto interne alla Federazione. Nulla di tutto ciò che sappiamo sinora, naturalmente, costituisce una prova che Prigozhin e il suo entourage siano stati deliberatamente presi di mira per ordine del presidente. Ma, date le circostanze, qualsiasi affermazione che la sua morte – se sarà confermata – sia stata un incidente farebbe sorridere anche i più complottisti. Del resto, si trattava di «un uomo morto che cammina»: così molti osservatori russi avevano ribattezzato il «cuoco di Putin», il controverso capo mercenario della Wagner che sino a poco tempo fa amico era considerato il più alto confidente del presidente. Fino a che a fine giugno Prigozhin aveva deciso di guidare una rivolta militare contro i generali russi, rei di aver combinato un disastro in Ucraina. Dopo tanti annunci e minacce, aveva camminato sui cadaveri dei suoi uomini promettendo di venire a uccidere il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo delle forze armate Valerij Gerasimov. Così ha fatto. Ma la sua marcia verso Mosca si era improvvisamente interrotta e l’ammutinamento era finito in un dietro front dai toni farseschi. Dopodiché era svanito nel nulla. E il segretario di Stato Usa Antony Blinken aveva sardonicamente commentato: «Se fossi il signor Prigozhin, rimarrei molto preoccupato. La NATO ha una politica di porte aperte; la Russia ha una politica di finestre aperte». Perché il golpista della Wagner non è andato sino in fondo? È probabilmente questa l’unica domanda che potrebbe spiegare le azioni del controverso mercenario e darci la chiave di volta su quanto realmente accade nel dietro le quinte del Cremlino. Adesso, è probabile che la risposta non la conosceremo mai.

Soltanto ieri Yegevny Prighozin era ricomparso per la prima volta dopo il fallito ammutinamento in un video pubblicato sui canali Telegram legati al gruppo mercenario Wagner. In questo lasso di tempo si era detto di tutto su di lui: lo si era dato per morto, amnistiato in Bielorussia, fuggito in Africa o chissà dove. Ieri invece era riapparso in tenuta da combattimento, con uno sfondo che suggeriva che il capo della Wagner si trovasse effettivamente in Africa, magari nelle retrovie dei combattimenti in Niger, dove un golpe sobillato dalla Wagner è invece andato a buon fine. Prigozhin in quel videodiscorso affermava che il suo gruppo di miliziani stava rendendo l’Africa «più libera», e contemporaneamente annunciava nuove e imminenti iniziative non meglio specificate La concomitanza con il vertice dei Brics a Johannesburg, in Sudafrica – aperto il 23 agosto 2023 e a cui da quindici anni partecipano le economie emergenti mondiali (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) – non era passata inosservata, né a Mosca né a Washington, che segue da vicino le vicende russe più di quanto non si pensi. E in questo senso credere alle coincidenze è roba da romanzo rosa. La verità è che molto probabilmente Prigozhin stava provando a tirare la corda anche in Niger e più in generale nel contesto africano, da cui la decisione di mettere fine alle sue intemperanze una volta per tutte. Il presidente Putin può così portare al tavolo dei Brics (la riunione è ancora in corso) il suo scalpo, il sangue del traditore. Come a dire che la Russia fa sul serio, che i suoi nemici non vinceranno e che Mosca non è affatto un paria della geopolitica. Soprattutto, manda a dire che con lui si devono sempre fare i conti. «La vendetta», dice uno che lo conosce bene come il direttore della CIA William Burns, «è un piatto che Putin preferisce servire freddo».

Isolato, livoroso e impossibilitato a partecipare al meeting economico in Sudafrica (contro di lui è stato spiccato un mandato di arresto internazionale su ordine della Corte penale internazionale), il presidente batte un colpo e con il probabile omicidio di Prigozhin serra le fila tra i suoi generali nella fase più difficile e delicata della sua presidenza. Da notare, infatti, che il jet dove si ritiene fosse il capo della Wagner è stato abbattuto da un missile S-400 ovvero il più tecnologico tra i dardi delle forze armate russe. «Yevgeny Prigozhin tra sei mesi sarà morto o in Russia ci sarà un altro colpo di stato, come quello tentato lo scorso 23 giugno» aveva sentenziato in una lunga intervista al Financial Times Christo Grozev, analista di spicco di Bellingcat, il gruppo investigativo open source che ha smascherato numerosi complotti e omicidi russi (tra cui l’avvelenamento dell'oppositore Aleksey Navalny). Anche il tentato golpe di giugno era stato ampiamente previsto dall’investigatore. E sembra che le sue fonti siano interne all’élite russa, dove abbondano soggetti per niente favorevoli all’invasione dell’Ucraina. Da Washington commentano così la notizia: «Abbiamo visto le notizie. Se confermate, nessuno dovrebbe essere sorpreso. La disastrosa guerra in Ucraina ha portato un esercito privato a marciare su Mosca, e ora, sembrerebbe, a questo». Lo afferma la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson, in riferimento all’«incidente» aereo in Russia. Le speculazioni intanto aumentano. Sui canali Telegram si suggerisce che l’aereo precipitato fosse un Embraer Legacy con il numero di serie RA-02795, ma i dati di tracciamento (su FlightRadar24, popolare sito web di monitoraggio dei voli) non mostrano da dove fosse partito. Le fonti consultate da Panorama convergono sul fatto che l’aereo in giornata era stato osservato vicino a Mosca, dove era salito fino a un’altitudine di circa 8.800 metri prima che i dati mostrassero una discesa improvvisa, finendo a 0 metri. L’aereo era registrato presso la società Autolex Transport, che il governo statunitense ha collegato da tempo a Yevgeny Prigozhin. Negli ultimi mesi aveva effettuato diversi viaggi da e per Mosca e San Pietroburgo, ed era stato indicato dai media locali anche in volo verso la Bielorussia, dove si pensa che il gruppo Wagner abbia ricostituito la nuova sede. Rimane il mistero di un altro aereo collegato alla Wagner invece atterrato regolarmente a Mosca. Sufficiente ad alimentare le convinzioni (o i timori) di quanti non credono alla morte del capo e di altri dirigenti Wagner, visto che per il momento di certo c’è solo che il nome di Yevgeny Prigozhin era sulla lista passeggeri del volo abbattuto. Il che ovviamente non ferma la guerra, che prosegue a ritmi sostenuti con scarsi risultati dall’una e dall’altra parte. Certamente la fine prematura del macellaio che da Grozny a Bakhmut ha distrutto intere città per ordine del Cremlino, anche se non fosse confermata, segna un altro punto di non ritorno in questa scellerata guerra. E il prossimo sulla lista è il generale russo Sergei Surovikin: rimosso dal suo incarico di comandante delle forze aerospaziali due mesi dopo il fallito golpe, Surovikin aveva sostenuto i golpisti della Wagner aprendo loro la base militare di Rostov-sul-Don e lasciandosi poi immortalare in foto a colloquio con Prighozin. Soprannominato «generale Armageddon» per la sua direzione del conflitto in Siria e per i suoi atti da comandante in campo delle forze russe in ucraina da ottobre 2022 a gennaio 2023, anche il suo futuro è segnato. E la sua sopravvivenza o meno da qui a Natale ci offrirà qualche elemento in più per decrittare gli ultimi atti dell’impero putiniano, che pare sempre più alla fine della decadenza.

Chi era Evgeny Prigozhin il mercenario che ha osato attaccare Putin e la Russia. Stefano Piazza Panorama il 23 Agosto 2023

Un uomo violento, definito «lo chef di Putin» ma che con la marcia verso Mosca di due mesi fa ha segnato la sua fine

C'era una volta lo «chef di Putin». Oggi Evgeny Prigozhin è un «traditore», come lo ha definito il leader del Cremlino. Ma chi è quest'uomo e cos'è il Wagner Group che stanno sfidando nel cuore Mosca ed il suo leader? Questa compagnia privata è stata fondata nel 2014 dal Tenente Colonnello dell’intelligence militare russa (GRU) Dmitry Utkin anche se il reale proprietario è l’oligarca Yevgeny Viktorovich Prigozhin, un uomo molto vicino al ristretto gruppo di potere di Putin, conosciuto per la sua precedente attività come lo chef del Cremlino. Le attività di Prigozhin, nato nel 1961 a San Pietroburgo (all’epoca Leningrado), sono davvero molte ed è stato sanzionato dal Dipartimento del Tesoro americano dopo essere stato incriminato dal Consigliere speciale americano Robert Swan Mueller per il caso dell’Internet Research Agency, la cosiddetta fabbrica dei troll, ancora in funzione e con sede a San Pietroburgo, che venne utilizzata per tentare di influenzare le elezioni presidenziali americane del 2016 e le elezioni di medio termine del 2018, attraverso operazioni di disinformazione (fake news) compiute da “cittadini russi”. Prigozhin è il proprietario della Concord Management e della Concord Catering, due società che gestiscono una serie di ristoranti di lusso dove si svolgono eventi ufficiali organizzati dal Cremlino e possiede anche una catena di supermercati, oltre ad avere interessi economici anche in alcuni casinò e società di catering. Nel percorso dell’ex venditore di hot dog, asceso ai vertici del potere in Russia, ci sono anche alcune disavventure; nel 29 novembre 1979, Prigozhin è stato condannato a una pena sospesa per furto (a Leningrado); nel 1981 invece è stato condannato a dodici anni di reclusione per rapina, frode e coinvolgimento di adolescenti nella prostituzione. L’oligarca, dopo aver trascorso in totale nove anni in prigione prima di essere rilasciato, ha intentato numerose cause legali contro alcuni motori di ricerca nei quali si trovano notizie sulle sue condanne e questo in virtù del diritto all’oblio. Segretezza e discrezione Per tornare al Wagner Group si tratta di milizia privata composta da ex militari e da ex appartenenti allo Specnaz (le forze speciali russe, N.d.A.) attiva in diversi scenari di guerra. Nel Donbass, in Crimea, in Siria, in Libia, nella Repubblica Centro- Africana e dal 2018 anche in Mozambico, dove alcune compagnie russe lavorano nel settore dell’estrazione del gas nella zona di Cabo Delgado da tempo scossa dall’insorgenza jihadista fomentata da un gruppo locale chiamato Al-Shabaab che ha giurato fedeltà all’ISIS. Per quale motivo la Russia utilizza (anche se nega ostinatamente) le milizia private del Wagner Group? La risposta è la più scontata e semplice del mondo; Mosca così può intervenire ovunque i suoi interessi legittimi -o presunti tali- vengano minacciati, evitando di incorrere direttamente in rappresaglie diplomatiche. Senza contare che la morte di un mercenario in battaglia fa sempre meno rumore che quella di un soldato di un esercito regolare. E questo vale a Mosca così come a Washington D.C. Infine, occorre ricordare che l’uso a dir poco spregiudicato di compagnie private come il Wagner Group da parte di soggetti statali, come ad esempio la Federazione Russa, non esclude affatto che questi e altri mercenari siglino contratti con committenti privati. E anche questa non è certo una bella notizia.

Da Il Giornale.

Esecuzione o farsa: scompare l'ex cuoco che ha tradito Putin credendosi intoccabile. Storia di Gian Micalessin su Il Giornale il 24 agosto 2023.  

Punito e abbattuto a due mesi esatti dalla tentata marcia su Mosca o protagonista dell'ennesimo surreale gioco di ruolo? Una cosa è certa quando c'è di mezzo Yevgeny Prigozhin le verità non sono mai tali. Quindi, benché i suoi lo diano già per morto, le voci secondo cui lui e il comandante militare della Wagner Dimitri Utkin fossero a bordo di un secondo jet atterrato all'aeroporto di Mosca non possono esser escluse. Sarebbe solo l'ennesima surreale piroetta di un uomo creato da Vladimir Putin per gestire prima le guerre segrete sulla rete e poi quelle, più reali e sanguinose, combattute dalla Russia oltre i propri confini. Un ruolo in cui Prigozhin ha progressivamente perso il senso della realtà pensando di potersi opporre e rivoltare contro il proprio demiurgo. A generare la confusione fatale di un ex-ristoratore trasformato in apprendista condottiero hanno contribuito probabilmente gli orrori del campo di battaglia di Bakhmut. Lì l'ex-cuoco di Putin si era illuso di aver forgiato la propria metamorfosi.

Ma se è facile gestire decine di «troll» sugli effimeri sentieri di internet e social ben più difficile è vivere nel cuore di una battaglia tra cumuli di morti ed esplosioni delle granate. Come un qualsiasi soldato sopravvissuto troppe volte al fuoco nemico Prigozhin si è illuso di esser non solo immune dai pericoli, ma anche dal controllo di chi lo manovrava. Come un burattino in fuga dai propri fili Prigozhin ha scordato un passato da ladruncolo di appartamenti a Pietroburgo seguito dopo la scarcerazione dal riscatto - commerciale sociale e militare - garantitogli da Vladimir Putin. Dopo la ristorazione dei potenti e le guerre su internet erano arrivate quelle, meglio pagate, in un'Africa e in un Medioriente ritornati nel collimatore di Mosca. In Siria l'incarico era semplice. Gli uomini di Prigozhin reclutati tra le ex-forze speciali dell'intelligence militare dovevano condurre la guerra e morire al posto dei soldati veri evocando il miraggio di una guerra priva di caduti e di sofferenze. Ma come succedeva con l'americana Black Water in Iraq armi, soldi e dotazioni provenivano, alla fine, sempre dallo stesso quartier generale. I successi siriani accompagnati dalla morte - ammessa recentemente - di molte migliaia di mercenari sono stati il trampolino per l'Africa.

Prima la Libia dove bisognava garantire le concessioni petrolifere concordate a suo tempo con il colonnello Gheddafi, poi la Repubblica Centrafricana e il Mali dove gli uomini della Wagner fermavano nemici interni e fondamentalisti in cambio di materie prime. Infine l'Ucraina. Prigozhin ci arriva nella primavera del 2022 quando riceve l'incarico di lanciare la prima offensiva su Popashne, Severodenetsk e Lisychansk. Subito dopo è la volta della missione fatale assegnatagli con la mediazione di Sergei Surovikin, il generale «apocalisse» sostenitore dei wagneristi fin da quando comandava le operazioni in Siria. Surovikin nominato ad ottobre comandante delle operazioni in Ucraina (e guarda caso estromesso proprio ieri dal comando delle forze aerospaziali) affida a Prigozhin l'operazione «tritacarne» ovvero l' assedio della strategicamente inutile Bakhmut al solo scopo di tener impegnate le forze ucraine. Mentre Volodymyr Zelensky cade nel tranello sacrificando i propri uomini nell'inutile difesa i russi preparano la triplice linea di difesa su cui si sta schiantando la controffensiva di Kiev.

Ma nell'orrore di Bakhmut anche Prigozhin perde la trebisonda. Si convince di essere il principale protagonista dei giochi militari del Cremlino e di potersi sostituire a Sergei Shoigu, il ministro della Difesa al fianco di Putin da oltre vent'anni. L'allucinazione finale, inseguita subito dopo la presa di Bakhmut, è la convinzione di potersi ribellare a chi l'ha creato arricchito e armato. Poteva forse salvarsi con l'esilio in Bielorussia. Invece è tornato a giocare le sue carte lanciando un video in cui annunciava il ritorno sui fronti africani. Ma il suo tempo era già scaduto. E ieri, a due mesi esatti dalla tentata marcia su Mosca, gli è stato ricordato che il tradimento si paga con la morte. O, se gli è andata bene, con la definitiva sparizione dalle scene.

Incidente o missile: le ipotesi sul crollo del jet di Prigozhin in Russia. Gianluca Lo Nostro il 24 Agosto 2023 su Il Giornale.

L'aereo privato dell'ormai ex capo della Wagner non ha denunciato alcun problema a bordo prima di schiantarsi. Sparito dai radar, forse è stato preso di mira da un segnale di disturbo che ne ha compromesso le comunicazioni radio. Dai canali vicini ai mercenari piovono accuse contro Mosca: "È stato abbattuto"

L’aereo Embraer E35 Legacy 600 sul quale viaggiavano Evgenij Prigozhin e altre 9 persone è precipitato all’improvviso. Secondo i dati ufficiali registrati dal portale FlightRadar24, il jet privato del capo della Wagner diretto a San Pietroburgo non ha mostrato danni o malfunzionamenti prima di schiantarsi nel villaggio di Kuzhenkino, nella regione di Tver, in Russia. L’incidente è avvenuto pochi minuti dopo il decollo dall’aeroporto Sheremetyevo di Mosca. Il velivolo numero RA-02795, in servizio dal 2002, ha dato gli ultimi segni di vita alle 18.11 (ora locale), prima di sparire dai radar.

L’agenzia di stampa Reuters scrive che il jet dell’imprenditore russo potrebbe essere stato preso di mira dal jamming, un segnale di disturbo trasmesso per inibire le comunicazioni radio. Il crollo è stato rapidissimo ed è successo tutto nel giro di appena 30 secondi. Dopo aver raggiunto un’altitudine di 28mila piedi (8500 m) a una velocità di 950 km/h, l’Embraer ha assunto una posizione verticale e si è girato diverse volte su sé stesso prima di sbattere fragorosamente con la superficie, causando la morte di Prigozhin e del suo vice Dmitry Utkin, fondatori della compagnia di mercenari lanciata nel 2014.

Embraer Sa, il vettore aereo brasiliano produttore di quel modello di aeroplano, ha precisato in un comunicato citato dalla Reuters che non forniva manutenzione al jet di Prigozhin dal 2019, nel rispetto delle sanzioni internazionali contro di lui e la Federazione russa. L’ipotesi di un’avaria è stata messa in dubbio anche in Russia, dove invece alcuni commentatori sono convinti che si sia trattato di un abbattimento coordinato dalle forze armate di Mosca con l'ausilio di un sistema di difesa aerea, forse una batteria di Buk.

Secondo la teoria più diffusa, rilanciata per primo dal canale pro-Wagner Grey Zone ma tuttora non suffragata da prove che lo dimostrino, uno o più missili terra-aria fatti partire dalla contraerea avrebbero ingaggiato l’Embraer 600 per poi colpirlo fatalmente. Non trova riscontro, seppur egualmente plausibile, la versione dell'esplosione di una bomba all'interno del jet. Le immagini e i filmati dello schianto circolati in rete ieri sera mostrano la fusoliera in fiamme e altre parti, tra cui un'ala, distrutte e separate dal resto del velivolo. Rosaviatsia, l’agenzia per il trasporto aereo del governo russo che ha annunciato la scomparsa di tutti i passeggeri a bordo del jet di Prigozhin, ha aperto un’inchiesta per disastro aereo.

Gianluca Lo Nostro

Il giallo sulla morte: cosa ha fatto Prigozhin prima di imbarcarsi sul suo aereo. Storia di Gianluca Lo Nostro su Il Giornale mercoledì 23 agosto 2023.

Un video di appena 24 secondi girato, presumibilmente, in Repubblica Centrafricana, dove stava reclutando nuovi combattenti per la sua Private military company. Mimetica e cappello da pescatore, mentre si lamentava delle alte temperature fino a 50 gradi: è questa l'ultima immagine e apparizione in pubblico del capo e fondatore del gruppo Wagner Evgenij Prigozhin. In un filmato circolato sui principali canali vicini alla compagnia di mercenari russi, Prigozhin affermava di essere al lavoro per "rendere il nostro Paese sempre più grande in tutti i continenti e l'Africa sempre più libera". 24 ore dopo, in Russia, l'oscuro imprenditore di San Pietroburgo torna protagonista e finisce sui giornali di tutto il mondo quando le agenzie battono la notizia che un aereo Embraer 600 partito da Mosca e appartenente alla sua flotta privata si è schiantato nella regione di Tver. Delle 10 persone a bordo, 7 erano passeggeri e 3 membri dell'equipaggio. I soccorsi hanno recuperato 8 corpi, ma sulla notizia più importante di tutte, ovvero la morte di Prigozhin, le conferme tardano ad arrivare.

Cos'ha fatto Prigozhin dopo il "golpe" di giugno

L'istrionico comandante dei miliziani era nella lista dei passeggeri, secondo i media russi. Il volo aveva come destinazione la sua città natale, San Pietroburgo, località visitata diverse volte negli ultimi mesi, sebbene il presidente Vladimir Putin lo avesse indirettamente incluso nella lista dei traditori che il 24 giugno 2023 hanno organizzato un ammutinamento. La "marcia per la giustizia", così ribattezzata da Prigozhin quel giorno, era partita da Rostov sul Don e aveva come obiettivo la decapitazione della leadership militare del Paese, che si trova a Mosca insieme agli altri vertici dello Stato russo.

Prigozhin e i suoi uomini si erano rifiutati di adeguarsi alle nuove direttive del ministero della Difesa, che dal 1 luglio di quest'anno obbliga tutte le compagnie militari private a firmare un contratto col governo per continuare a operare liberamente. La Wagner viene esiliata in Bielorussia, che diventa il nuovo centro operativo della milizia vincitrice della sanguinosa battaglia di Bakhmut in Ucraina, e da lì l'ex chef di Putin organizza le sue prossime mosse, tra cui un rinnovato impegno nel continente africano. I movimenti dei suoi jet vengono monitorati costantemente su internet, facendo però attenzione a non finire vittima di un attacco contro la sua persona, diventata sgradita agli occhi del Cremlino dopo il tentato "golpe" di giugno. I suoi soldati partecipano alle esercitazioni congiunte con l'esercito di Minsk, ma l'ufficio stampa della società di catering Concord da lui gestita, unica fonte diretta durante le ore tese della rivolta armata, rimane in silenzio dal 26 giugno.

Lo schianto dell'aereo privato

I fatti del 23 agosto rischiano di scatenare un effetto domino in Russia: Grey Zone e altri canali legati alla Wagner parlano da subito di abbattimento dell'aereo compiuto dalla contraerea di Mosca e negano che sia morto, salvo poi fare marcia indietro con un necrologio: "Sarà il migliore anche all'inferno", scrivono. Nello schianto hanno inoltre perso la vita il braccio destro di Prigozhin, Dmitry Utkin, suo vice e all'interno dell'organizzazione da quando venne fondata nel 2014, e Valery Chekalov, responsabile sicurezza della Wagner. La loro morte è stata comunicata dall'agenzia federale per il trasporto aereo, che ha diffuso i nomi dei passeggeri sull'Embraer 600. Le voci che circolano sono infinite: da un improbabile attacco terroristico per mano ucraina a una bomba nascosta in una bottiglia di vino, fino all'ipotesi clamorosa che Prigozhin avrebbe pianificato la sua scomparsa per uscire ufficialmente di scena. Un secondo velivolo di proprietà di Prigozhin è atterrato infatti all'aeroporto di Mosca Vnukovo intorno alle 21.

Un mistero tutto da chiarire, nonostante Vladimir Rogov, funzionario filorusso della regione ucraina di Zaporizhzhia, sostenga di aver sentito dire da "alcuni illustri musicisti" (affiliati alla Wagner, ndr) che i loro capi sarebbero morti entrambi. A fugare ogni dubbio ci pensa sempre Grey Zone, che ricorda Evgenij Prigozhin promettendo vendetta contro "gli assassini traditori", mentre la Tv Tsargrad riporta che il corpo del capo della Wagner è stato identificato insieme agli altri. Su Telegram i simpatizzanti dei mercenari insorgono e chiedono una "seconda marcia", preannunciando disordini nel Paese. Il sito di informazione bielorusso Gayun riferisce però che i combattenti ricollocati nel villaggio di Tsel e nel distretto di Osipovichi in Bielorussia stanno lasciando il territorio bieloruss.

Nel frattempo arrivano le prime reazioni internazionali. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden afferma di non sapere cosa sia successo con esattezza. "Abbiamo visto le notizie. Se confermate, nessuno dovrebbe essere sorpreso. La disastrosa guerra in Ucraina ha portato un esercito privato a marciare su Mosca, e ora, sembrerebbe, a questo", ha commentato la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson. Dal Cremlino tutto tace: Putin dopo la partecipazione in video collegamento al vertice Brics ha ricordato, sorridente, la battaglia di Kursk consegnando onorificenze militari.

La scalata spregiudicata al potere: così Prigozhin è diventato il capo della Wagner. Storia di Gianluca Lo Nostro su Il Giornale mercoledì 23 agosto 2023.

La Russia è nel caos totale. L'uomo responsabile di questo marasma si chiama Evgenij Prigozhin, fondatore e comandante della compagnia militare privata russa Wagner Group. Ma prima della Wagner, prima della guerra in Ucraina e prima di questa rivolta armata contro i vertici della Difesa russa, chi era e cosa faceva Prigozhin?

I primi anni

Nato a San Pietroburgo l'1 giugno 1961 (la stessa città che 9 anni prima aveva dato i natali a Vladimir Putin), Evgenij Prigozhin è cresciuto come tutti i suoi compatrioti nel mito dell'Unione sovietica. Negli anni Settanta il mondo era diviso tra capitalismo e socialismo per via della Guerra fredda. Nel 1979, appena diciottenne, venne arrestato per furto. Due anni dopo arrivò la condanna a 13 anni di carcere (commutata in 9 dietro le sbarre) per rapina a mano armata. Del periodo in cella esistono numerose testimonianze e leggende mai confermate sulla condotta di Prigozhin in galera che corroberebbero il carattere spregiudicato di quest'ultimo

Scontata la pena in carcere, Prigozhin diventa un uomo libero proprio quando l'Urss ha i suoi giorni contati. La Russia all'inizio degli anni Novanta è in uno stato di anomia. Nel contesto di una gravissima crisi economica e finanziaria affrontata dal Paese, l'amministrazione di Boris Eltsin si dimostra incapace di fermare le crescenti disparità sociali e le diseguaglianze e nel frattempo scatta la corsa per appropriarsi delle miniere: nascono così gli oligarchi.

Prigozhin oggi è uno di questi, ma la sua fortuna non deriva dall'estrazione mineraria, bensì dall'apertura di bancarelle di hot dog per le strade di San Pietroburgo. In breve tempo questo business si espande e le bancarelle diventano una catena: nel 1995 viene fondata Concord Management and Consulting, la società di catering con sede a San Pietroburgo.

Dal catering alle elezioni americane

Quello di Prigozhin non è ancora un impero, ma con l'avvicendamento di Putin al Cremlino si apre una possibilità per la sua Concord di ampliare gli affari all'alta società moscovita. Il presidente russo diventa un cliente dei ristoranti Concord, che riesce ad aggiudicarsi contratti milionari: nel 2008 servono il pranzo per l'inaugurazione di Dmitri Medvedev, mentre nel 2012 arrivano a rappresentare il 90% dei pasti e delle razioni dell'esercito russo, siglando accordi per oltre un miliardo di dollari. È durante i primi anni Dieci che viene coniato il soprannome che non abbandonerà mai Prigozhin: "lo Chef di Putin".

Nel 2013 Prigozhin sposta i suoi interessi dalla ristorazione e lancia l'Internet Research Agency, un famigerato progetto ritenuto responsabile di aver destabilizzato le democrazie occidentali grazie all'uso massiccio di "troll" online pagati da Prigozhin per scrivere e influenzare l'opinione pubblica sui social network. Una pericolosissima rete internazionale, un'arma cibernetica nel cilindro del Cremlino. Nel 2018 il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d'America ha incriminato 13 persone legate a quest'agenzia per aver interferito nelle elezioni presidenziali del 2016. E nel 2022 l'Fbi pubblica un manifesto da ricercato per Evgenij Prigozhin, che entra nella Most Wanted List del Bureau. La taglia è di 250mila dollari.

Prigozhin e la Wagner, un connubio indivisibile

In questo elenco manca però la creazione di cui probabilmente Prigozhin va più orgoglioso: la Wagner. L'ormai ex cuoco di Vladimir Putin ha sempre negato qualsiasi suo coinvolgimento con i paramilitari visti per la prima volta in Ucraina nel 2014 nelle prime fasi del conflitto in Donbass, salvo poi riconoscerne la paternità dopo l'invasione di Kiev.

Il Gruppo ha operato e continua ad operare anche in teatri lontani dall'Europa, intervenendo in Mali, Siria, Libia e in altri Paesi, non sempre combattendo, ma agendo da interlocutore tra gli attori statali e non statali in zone di crisi. Nella Repubblica Centrafricana ad esempio la Wagner si muove nell'ambito della guerra civile con l'obiettivo dichiarato di impadronirsi del mercato dei diamanti. Queste missioni, ufficialmente iniziative individuali ma nei fatti dipendenti dalla volontà del Cremlino, sono state caratterizzate da eventi gravissimi. Secondo l'Onu i mercenari Wagner hanno commesso molteplici crimini di guerra negli Stati africani dove sono stati avvistati.

La guerra in Ucraina

La presenza in Ucraina è aumentata a partire dalla primavera del 2022. L'esercito russo è stato infatti sostituito dalle milizie private di Prigozhin a Bakhmut, dove nel mese di agosto di un anno fa è cominciata la sanguinosa battaglia che ha visto prevalere i russi pagando un prezzo salatissimo: decine di migliaia di morti. Per incrementare il numero del personale militare in trincea, Prigozhin ha ottenuto dal governo russo l'autorizzazione per reclutare nuovi soldati direttamente nelle galere, riuscendo in questo modo a portare la sua forza a oltre 50mila uomini, di cui almeno 40mila, secondo il Pentagono, provenienti dalle carceri russe. Galeotti come un tempo lo fu Prigozhin, sacrificati al fronte per non perdere i soldati migliori.

Alla fine comunque la Wagner ha completato il suo compito conquistando la città di Bakhmut a maggio scorso. Prigozhin nel frattempo è diventato un personaggio sempre più influente: aggiorna i suoi seguaci direttamente dai canali del suo ufficio stampa con filmati montati ad hoc, messaggi vocali pieni di volgarità, arrivando persino a insultare il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto. Con un filo conduttore: se la guerra in Ucraina non è andata secondo i piani di chi l'ha ordinata, la colpa non è di Putin ma dei suoi sottoposti che siedono al ministero della Difesa.

Lo scontro con il ministro Sergej Shoigu e il capo di Stato maggiore Valerij Gerasimov per l'approvvigionamento militare dei miliziani (che dipende dal governo russo) si intensifica e raggiunge un punto di non ritorno. Il 23 giugno 2023 Evgenij Prigozhin ha fatto partire una rivolta armata contro i vertici della Difesa russa. Lo chef che non è mai stato chef è pronto a prendersi le redini dello Stato russo, come un signore della guerra qualsiasi. 

La legge implacabile dello Zar. L'omicidio come arma politica e lezione dimostrativa. Tanto più efficace quanto più clamorosa. Gli anni di Putin sono in questo senso costellati di episodi simbolici. Angelo Allegri il 24 Agosto 2023 su Il Giornale.

L'omicidio come arma politica e lezione dimostrativa. Tanto più efficace quanto più clamorosa. Gli anni di Putin sono in questo senso costellati di episodi simbolici. La giornalista Anna Politkovskaja uccisa da sicari ceceni nel giorno del compleanno di Vladimir Vladimirovic; l'oppositore più promettente, Boris Nemtsov, ammazzato a pistolettate sotto le mura del Cremlino, forse il luogo più sorvegliato di tutta la Russia; l'ex Kgb Aleksandr Litvinenko, avvelenato a Londra con il misterioso polonio, una specie di marchio di fabbrica dei laboratori di Stato russi. Si potrebbe continuare.

Non c'è solo una cultura in cui il potere è ancora in maniera endemica fondato sul binomio sottomissione/violenza. Nella catena di questa serie di coincidenze, che tutto porta a non considerare casuali, c'è la stessa filosofia di Putin. Non pochi analisti hanno trovato analogie e similitudini, anche linguistiche, tra i suoi comportamenti e il mondo dei cosiddetti «vory v zakone», letteralmente i «ladri nella legge», le bande della mafia russa. E tra le prime leggi che valgono nelle carceri dell'immenso Paese c'è una frase che Putin ha nel corso del tempo ripetuto a più interlocutori: i nemici si combattono, ma i traditori si uccidono. La vendetta, sanguinaria e crudele fino all'efferatezza, è una delle caratteristiche costanti del suo potere. Lo si vede nel trattamento riservato a due tra i suoi maggiori oppositori: Vladimir Kara Murza e Alexey Navalny. Il primo è stato fondamentale (insieme all'ideatore, l'americano Bill Browder) nel far passare a livello internazionale l'arma delle sanzioni economiche, la camicia di forza che rischia far crollare il regime. Il secondo, grazie a Internet, l'unico strumento mediatico che il Cremlino non riesce ancora controllare, ha messo in ridicolo di fronte all'opinione pubblica interna e internazionale le ruberie della classe dirigente putiniana, fino a diventare uno dei potenziali protagonisti della Russia del futuro. Il pugno di Putin si è abbattuto su entrambi con durezza esemplare. Kara-Murza è stato condannato a 25 anni di carcere per «estremismo», Navalny a 19 di colonia penale a regime severo, per una colpa che si fa perfino fatica individuare nelle carte del processo. Sia l'uno che l'altro, sono scampati a vari tentativi di avvelenamento e non è peregrino pensare possano non sopravvivere alla pena. Ivan il Terribile, per citare un altro inquilino del Cremlino, non avrebbe potuto fare meglio. Angelo Allegri

Chi è Yevgeny Prigozhin, il “ribelle” della Wagner. Federico Giuliani il 5 giugno 2022 su Inside Over. 

Yevgeniy Prigozhin è stato uno degli oligarchi russi più vicini a Vladimir Putin. I rapporti con il Cremlino sono andati gradualmente deteriorandosi in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina fino al punto di non ritorno. Il 23 giugno 2023, Prigozhin ha lanciato una ribellione contro la leadership militare di Mosca, entrando con i suoi mercenari del gruppo Wagner a Rostov prima di marciare verso Mosca, trovare un accordo con il Cremlino e volatilizzarsi in Bielorussia al termine di 48 ore di fuoco.

Colpito da molteplici sanzioni Usa, Prigozhin è stato soprannominato “lo chef di Putin” a causa delle attività di catering e dei ristoranti da lui gestiti che, in passato, hanno più volte ospitato il capo del Cremlino nel corso di numerose cene con dignitari stranieri. Il suo nome è collegato a doppia mandata con il citato gruppo Wagner, un gruppo mercenario da lui fondato, coinvolto in molteplici operazioni come appaltatore militare privato vicino a Mosca.

Varie accuse imputano a Prigozhin anche il finanziamento e la direzione di una rete di società, tra cui l’Internet Research Agency, che sarebbe impegnata a fabbricare troll su internet e influenzare eventi politici al di fuori della Russia.

I problemi con la giustizia

La storia di Prigozhin, del resto come quella di tanti altri oligarchi, è in gran parte avvolta nell’ombra. Notizie vere e indiscrezioni inventate si fondono spesso in un’agiografia difficile da valutare. In ogni caso, sappiamo che “lo chef di Putin” è nato a San Pietroburgo nel 1961, quando la città si chiamava ancora Leningrado, e quando la Federazione Russa era ancora Unione Sovietica.

Si è diplomato in un collegio di atletica leggera nel 1977. Due anni dopo, secondo quanto riportato dal sito Meduza, è stato condannato ad una pena sospesa per furto. Nel 1981 Prigozhin è andato incontro a nuovi guai con la giustizia: viene infatti condannato a 12 anni di reclusione per rapina, coinvolgimento di adolescenti nella prostituzione e frode. Alla fine sconterà soltanto nove anni di prigione.

Più di recente sono emersi ulteriori problemi dopo la rivolta scatenata alla fine di giugno 2023. Il dipartimento investigativo dell’Fsb aveva aperto sul suo conto un procedimento penale con l’accusa di ribellione. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, aveva affermato che il procedimento sarebbe stato annullato dopo i colloqui con il leader bielorusso, Aleksandr Lukashenko, gli stessi che avevano messo fine all’escalation. L’Fsb ha confermato l’archiviazione delle accuse il 27 giugno.

Dalla criminalità all'imprenditoria

Uscito dal carcere, Prigozhin ha allestito un piccolo impero di bancarelle e chioschi di panini. In un primo momento, dunque, il futuro oligarca è stato impegnato nella vendita di hot dog, salvo poi diventare manager della “prima catena” di negozi di alimentari di San Pietroburgo. Alla fine degli anni ’90, Prigozhin ha compiuto il primo grande salto, entrando nell’industria della ristorazione. Nello stesso periodo ha inoltre lanciato anche una società di catering con un partner commerciale e due stabilimenti al servizio dell’élite russa.

Il secondo stabilimento, che secondo quanto riferito sarebbe costato più di 400.000 mila dollari (necessari per rimodellare una nave in disuso ormeggiata permanentemente sul fiume Vyatka), si sarebbe rivelato un successo assoluto, assicurando a Prigozhin la sua grande svolta politica.

Il ristorante in questione, aperto nel 1997, è il New Island, un ristorante galleggiante sul fiume Neva ispirato agli eleganti battelli ristorante che navigano sulle acque francesi della Senna. Pare che Putin sia stato attratto dalla creazione di Prigozhin e che abbia iniziato a organizare lì le sue cene politiche e di affari. Così sarebbe nata l’amicizia tra i due.

Lo chef di Putin

Nel 2001 Prigozhin ha servito cibo a Putin e al presidente francese Jacques Chirac, mentre un anno dopo i suoi locali hanno ospitato il leader statunitense George W. Bush. In seguito, la sua azienda, Concord Catering, fondata in parallelo all’attività di ristorazione, ha iniziato ad ottenere commesse sempre più interessanti. I media hanno parlato di centinaia di milioni di contratti governativi riguardanti mense scolastiche e dipendenti del governo.

Nel 2012 l’ormai lanciatissimo Prigozhin ha firmato un contratto per fornire pasti all’esercito russo. Valore stimato: 1,2 miliardi di dollari per un anno. In seguito incasserà 2,5 milioni di rubli e 4,1 milioni di rubli per servire due banchetti al Cremlino in occasione della festa nazionale russa degli Eroi della madrepatria. Secondo alcune indiscrezioni, Prigozhin avrebbe utilizzato parte di questi ingenti profitti per finanziare altre attività parallele: il gruppo Wagner e l’Internet Research Agency.

L'Internet Research Agency e il Gruppo Wagner

L’Fbi ha inserito Prigozhin nella lista dei 13 russi che avrebbero finanziato la Internet Reserch Agency di San Pietroburgo. Un’agenzia impegnata di fabbricare troll incaricati, a loro volta, di diffondere sul web contenuti filorussi (particolarmente attivi durante la campagna elettorale americana del 2016). Il diretto interessato ha negato ogni coinvolgimento.

Per quanto riguarda il gruppo Wagner, impegnato in Siria, nel Ucraina e in Africa, i presunti collegamenti tra Prigozhin e lo stesso gruppo sono stati oggetto di un’intensa copertura mediatica in Russia e negli Stati Uniti. Il gruppo Wagner è ufficialmente guidato da Dmitrij Utkin, in passato capo della sicurezza di Prigozhin nonché presente nella lista dei dirigenti della Concord Management. Anche in questo caso, inizialmente i diretti interessanti hanno respinto ogni accusa. In un secondo momento, con l’acuirsi delle tensioni tra l’organizzazione e il Cremlino, Prigozhin è emerso il vero leader del gruppo.

Le sanzioni

Il Tribunale dell’Unione europea ha confermato le sanzioni adottate dal Consiglio Ue nei confronti dell’imprenditore Prigozhin, legate alla situazione in Libia e alle sue “relazioni strette con il gruppo Wagner”.

Le misure – adottate nell’ottobre 2020, prorogate nel luglio 2021 e la cui legittimità è stata oggi confermata dai giudici – consistono nel congelamento di fondi delle persone che intraprendono o sostengono atti che minacciano la pace, la stabilità o la sicurezza della Libia.

Prigozhin aveva chiesto al Tribunale di annullare tali decisioni, facendo valere, in particolare, una violazione dell’obbligo di motivazione delle decisioni di cui trattasi, l’inammissibilità delle prove addotte, l’errata valutazione dei fatti, lo sviamento di potere e la violazione dei suoi diritti fondamentali.

Tuttavia, il Tribunale ha constatato che “il fascicolo probatorio, sulla base del quale sono state adottate le decisioni, conteneva estratti del rapporto del segretario generale delle Nazioni Unite e di articoli di stampa provenienti da varie fonti, quali agenzie di stampa e media, tutte accessibili al pubblico” integrate da “fotografie e testimonianze” con elementi a carico dell’uomo d’affari sanzionato. Inoltre, “un rapporto di esperti sulla Libia conferma l’esistenza del gruppo Wagner e le sue aree di intervento e di operazione, che includono Ucraina, Siria, Libia e Repubblica Centrafricana”.

La guerra in Ucraina

“Wagner quasi certamente ora comanda 50.000 combattenti in Ucraina ed è diventato una componente chiave della campagna ucraina”, ha sottolineato il ministero della Difesa britannico. Il gruppo avrebbe iniziato a reclutare uomini in gran numero, l’anno scorso, in quanto la Russia aveva difficoltà a trovare persone per arruolare nel suo esercito regolare.

Sebbene le forze mercenarie siano illegali in Russia, il gruppo Wagner si è registrato come società nel 2022 e ha aperto una nuova sede a San Pietroburgo. Dietro alla fondazione dell’organizzazione ci sarebbe, come detto, la mano di Prigozhin.

Nel corso degli ultimi mesi, lo “chef di Putin” aveva sempre sottolineato che il gruppo Wagner non aveva niente a che fare con Mosca. Eppure, a sentire le sue ultime esternazioni, esoprattutto dopo aver visto la ribellione placata dal Cremlino, sembra di capire che il legame tra le due parti sia strettissimo.

Le crepe con il Cremlino

Di recente, due notizie confermerebbero la presunta diffidenza venutasi a creare tra il Cremlino e il gruppo Wagner. La prima riguarda le accuse di alto tradimento rivolte da Prigozhin contro Mosca per il mancato invio di sufficienti munizioni al fronte. La seconda include invece le voci di un ipotetico complotto guidato da Vladimir Putin e dal segretario del consiglio di Sicurezza, Nikolai Patrushev, per “neutralizzare” lo stesso gruppo Wagner.

Per quanto riguarda le accuse, il capo del gruppo paramilitare ha parlato di “tradimento” da parte di Mosca per i ritardi nelle consegne di munizioni. “Gli ordini sono stati dati per la consegna il 23 febbraio. Ma finora la maggior parte delle munizioni non è stata inviata”, ha scritto Prigozhin in un messaggio pubblicato sui social network, evocando due possibili ragioni per il ritardo: ordinaria burocrazia o tradimento.

L’indiscrezione di un possibile complotto contro il gruppo Wagner, invece, sarebbe circolata su vari canali Telegram. Dal canto suo, Prigozhin ha affermato di aver ricevuto una domanda da un’agenzia di stampa russa riguardante eventuali discussioni tra i leader del Cremlino per neutralizzare il suo gruppo di mercenari. La vicenda risulta alquanto bizzarra. Se non altro perché non è chiaro se vi siano o meno seri dissidi tra la Wagner e il Cremlino o se l’intera vicenda rientri, piuttosto, in un tentativo volto a destabilizzare le forze russe impegnate a Bakhmut in un’intensa battaglia.

L'attacco contro il Deep State russo

Ad aprile, Prigozhin ha lanciato un esplicito suggerimento all’indirizzo della Russia. Secondo il capo del gruppo Wagner, la Russia dovrebbe annunciare la fine della guerra, radicarsi nei territori conquistati in Ucraina e sottolineare i risultati previsti raggiunti.

Il comunicato del capo della Wagner assume un senso logico se lo colleghiamo all’analisi diffusa dal think tank statunitense  ISW, secondo cui il fondatore della milizia privata starebbe creando le condizioni per sfruttare (va da sé: per acquisire potere) un eventuale fallimento militare russo se la prevista controffensiva ucraina dovesse rivelarsi vincente.

Prigozhin ha inoltre affermato che “la prossima controffensiva ucraina ha più probabilità di successo che di fallimento”. E ha avvertito che un egoistico “Stato profondo” russo (che definisce come “una comunità di élite vicine allo Stato che operano indipendentemente dalla leadership politica e hanno stretti legami e una propria agenda”) è attualmente in crisi a causa degli insuccessi dell’esercito della Federazione nel garantire una vittoria in tempi rapidi.

Il capo della Wagner ha accusato i membri di questo Stato profondo, inseriti nella burocrazia russa, di sabotare deliberatamente il successo russo nella guerra, perché cercano di riprendere la loro vita privilegiata e confortevole. Quindi ha affermato che questi “nemici interni” dello Stato profondo russo spingeranno il Cremlino a “fare gravi concessioni“, che equivalgono a “tradire gli interessi russi”, compresa la possibilità di restituire all’Ucraina il territorio ucraino occupato.

La ribellione di Prigozhin

Il 24 giugno 2023, i combattenti mercenari guidati da Prigozhin sono entrati in Russia, prendendo possesso della città di Rostov-sul-Don, e hanno marciato, apparentemente senza opposizione, verso Mosca, chiedendo la rimozione del ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. La rivolta è terminata bruscamente poche ore dopo essere iniziata, a circa 200 chilometri dalla capitale.

Da quanto emerso, il capo della Wagner avrebbe stretto un accordo con il Cremlino per porre fine all’operazione, con un patto mediato dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko. I contenuti del presunto patto sono sconosciuti.  Al termine della ribellione, Prigozhin ha diffuso un messaggio audio spiegando che la marcia verso Mosca non aveva lo scopo di rovesciare il governo. In un discorso alla nazione, fatto poche ore dopo l’inizio della rivolta, Putin aveva accusato l’ex amico di “tradimento” e “pugnalata alla schiena”.

L’ubicazione di Prigozhin e il destino delle sue truppe rimangono poco chiari. Una cosa è certa: la rivolta di Wagner è stata la più grande minaccia che il presidente russo  abbia affrontato nei suoi 22 anni di governo.

Il futuro di Prigozhin

Il capo Wagner dovrebbe trovarsi in Bielorussia (alcuni sostengono in esilio). Prigozhin, secondo canali Telegram russi, sarebbe stato avvistato in un albergo Green City, situato alla periferia Minsk. L’emittente russa Rtvi ha contattato l’amministrazione dell’albergo che ha però rifiutato di commentare le indiscrezioni.

Il ministero della Difesa russo ha fatto sapere che sono iniziati i preparativi per il trasferimento all’esercito regolare russo dell’equipaggiamento militare in possesso della Wagner, che cesserà di esistere a partire dal primo luglio. Il futuro di Prigozhin e dei suoi mercenari resta tuttavia avvolto nell’ombra.

FEDERICO GIULIANI

La scalata spregiudicata al potere: così Prigozhin è diventato il capo della Wagner. Nel suo curriculum 11 anni di carcere prima della nascita di un impero con la sua società di catering. Interferì nelle elezioni americane. Oggi sfida Putin con la sua milizia privata. Gianluca Lo Nostro il 23 Agosto 2023 su Il Giornale.

Tabella dei contenuti

 I primi anni

 Dal catering alle elezioni americane

 Prigozhin e la Wagner, un connubio indivisibile

 La guerra in Ucraina

La Russia è nel caos totale. L'uomo responsabile di questo marasma si chiama Evgenij Prigozhin, fondatore e comandante della compagnia militare privata russa Wagner Group. Ma prima della Wagner, prima della guerra in Ucraina e prima di questa rivolta armata contro i vertici della Difesa russa, chi era e cosa faceva Prigozhin?

"Non è un colpo di Stato". Prigozhin indagato per rivolta armata: cosa succede in Russia

I primi anni

Nato a San Pietroburgo l'1 giugno 1961 (la stessa città che 9 anni prima aveva dato i natali a Vladimir Putin), Evgenij Prigozhin è cresciuto come tutti i suoi compatrioti nel mito dell'Unione sovietica. Negli anni Settanta il mondo era diviso tra capitalismo e socialismo per via della Guerra fredda. Nel 1979, appena diciottenne, venne arrestato per furto. Due anni dopo arrivò la condanna a 13 anni di carcere (commutata in 9 dietro le sbarre) per rapina a mano armata. Del periodo in cella esistono numerose testimonianze e leggende mai confermate sulla condotta di Prigozhin in galera che corroberebbero il carattere spregiudicato di quest'ultimo

Scontata la pena in carcere, Prigozhin diventa un uomo libero proprio quando l'Urss ha i suoi giorni contati. La Russia all'inizio degli anni Novanta è in uno stato di anomia. Nel contesto di una gravissima crisi economica e finanziaria affrontata dal Paese, l'amministrazione di Boris Eltsin si dimostra incapace di fermare le crescenti disparità sociali e le diseguaglianze e nel frattempo scatta la corsa per appropriarsi delle miniere: nascono così gli oligarchi.

Prigozhin oggi è uno di questi, ma la sua fortuna non deriva dall'estrazione mineraria, bensì dall'apertura di bancarelle di hot dog per le strade di San Pietroburgo. In breve tempo questo business si espande e le bancarelle diventano una catena: nel 1995 viene fondata Concord Management and Consulting, la società di catering con sede a San Pietroburgo.

Dal catering alle elezioni americane

Quello di Prigozhin non è ancora un impero, ma con l'avvicendamento di Putin al Cremlino si apre una possibilità per la sua Concord di ampliare gli affari all'alta società moscovita. Il presidente russo diventa un cliente dei ristoranti Concord, che riesce ad aggiudicarsi contratti milionari: nel 2008 servono il pranzo per l'inaugurazione di Dmitri Medvedev, mentre nel 2012 arrivano a rappresentare il 90% dei pasti e delle razioni dell'esercito russo, siglando accordi per oltre un miliardo di dollari. È durante i primi anni Dieci che viene coniato il soprannome che non abbandonerà mai Prigozhin: "lo Chef di Putin".

Nel 2013 Prigozhin sposta i suoi interessi dalla ristorazione e lancia l'Internet Research Agency, un famigerato progetto ritenuto responsabile di aver destabilizzato le democrazie occidentali grazie all'uso massiccio di "troll" online pagati da Prigozhin per scrivere e influenzare l'opinione pubblica sui social network. Una pericolosissima rete internazionale, un'arma cibernetica nel cilindro del Cremlino. Nel 2018 il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d'America ha incriminato 13 persone legate a quest'agenzia per aver interferito nelle elezioni presidenziali del 2016. E nel 2022 l'Fbi pubblica un manifesto da ricercato per Evgenij Prigozhin, che entra nella Most Wanted List del Bureau. La taglia è di 250mila dollari.

Prigozhin e la Wagner, un connubio indivisibile

In questo elenco manca però la creazione di cui probabilmente Prigozhin va più orgoglioso: la Wagner. L'ormai ex cuoco di Vladimir Putin ha sempre negato qualsiasi suo coinvolgimento con i paramilitari visti per la prima volta in Ucraina nel 2014 nelle prime fasi del conflitto in Donbass, salvo poi riconoscerne la paternità dopo l'invasione di Kiev.

Il Gruppo ha operato e continua ad operare anche in teatri lontani dall'Europa, intervenendo in Mali, Siria, Libia e in altri Paesi, non sempre combattendo, ma agendo da interlocutore tra gli attori statali e non statali in zone di crisi. Nella Repubblica Centrafricana ad esempio la Wagner si muove nell'ambito della guerra civile con l'obiettivo dichiarato di impadronirsi del mercato dei diamanti. Queste missioni, ufficialmente iniziative individuali ma nei fatti dipendenti dalla volontà del Cremlino, sono state caratterizzate da eventi gravissimi. Secondo l'Onu i mercenari Wagner hanno commesso molteplici crimini di guerra negli Stati africani dove sono stati avvistati.

I segreti di Prigozhin. Storia di Francesco De Remigis su Il Giornale il 25 agosto 2023.

«Senza pietà e senza legge». Così il New York Times descrive la brigata Wagner. Orrori noti, documentati, perfino raccontati con dovizia di particolari da protagonisti come Marat Gabidullin, ex comandante che dopo aver combattuto nella regione di Lugansk, prima di andare in Siria, ha impresso in un libro la sua versione boots on the ground dell'esercito «parallelo», smentendo il ministro degli Esteri russo Lavrov che da tempo nega legami tra la Wagner e la Federazione: «I gruppi privati non possono avere armi secondo la legislazione russa - spiega l'ex mercenario - quindi quelli che ce le hanno ce l'hanno solo col permesso dello Stato». Ancora poco si è però scavato sul possibile lato d'intelligence, per così dire, presumibilmente messo in piedi a mo' di assicurazione personale dal n°1 dei «professionisti» della guerra: un altamente probabile cassetto di segreti (e dossier) custodito dal fondatore della Wagner Evgenij Prigozhin, dato ora per morto.

Dietro il suo aereo esploso potrebbero esserci manovre legate a informazioni sensibili, che avrebbero potuto (e forse potrebbero ancora) infangare l'esercito russo e l'onore dello zar in vista delle elezioni 2024. Prove di violazione dei diritti umani (anche a danno del popolo della Federazione), reclutamenti forzati, errori. Documenti che sarebbero potuti arrivare anche alla Corte penale dell'Aja. E rivelazioni a uso interno su presunte amanti di Putin, figlie segrete, intrallazzi.

Certo, a Prigozhin era stata garantita da Putin in persona la chiusura del processo penale per istigazione alla ribellione, aperto dall'Fsb a carico degli ammutinati contro le gerarchie di Mosca; una promessa confermata dal portavoce del Cremlino Peskov, che però, in modo piuttosto sibillino, aveva parlato della semplice «parola» data dal presidente della Russia. In sostanza la cornice di un accordo: tra il ricco ex oligarca e l'uomo più potente di Russia, che aveva contribuito a far diventare milionario Prigozhin prima di annoverarlo nella lista dei «traditori».

Vita in cambio del silenzio. Ma proprio sulla «parola» data dallo zar (ex agente del Kgb) si insinuano i sospetti di un «patto» fittizio (o non onorato) tra il presidente e il suo ex fidato «cuoco». «Era un uomo di talento che ha commesso errori, con un destino difficile», ha commentato ieri Putin. Epilogo di una stretta di mano tra uomini di potere, passati dai sorrisi agli insulti fino alle condoglianze. Regolamento di conti, vendetta o messinscena, l'ipotesi di una soluzione di compromesso non onorata dallo zar si consolida, su Prigozhin. «Era sicuro che Putin gli avrebbe perdonato tutto e non aveva paura di nulla - sostiene infatti una fonte che ha familiarità con Prigozhin -. Ha detto che sapeva molto. Vedremo se apparirà qualcosa dai suoi archivi». Ma quali informazioni poteva avere, Prigozhin, per restare in vita nonostante gli fosse stato attribuito dal presidente il «crimine più grande che possa essere commesso sulla terra», e cioè il tradimento?

Qualcosa era filtrato dal quotidiano investigativo Proekt, che a giugno citava una fitta rete di società offshore e intercessori per ripartire case e proprietà alle figlie dello zar e all'ex moglie. Il parcheggio dei paramilitari in Bielorussia aveva rimesso tutto agli umori del Cremlino, mentre Prigozhin scorrazzava in Africa. Ma nelle ultime ore in Russia più di un canale Telegram ha ripreso in mano la pista delle informazioni scomode che potevano tenere Putin perfino sotto ricatto, e renderlo dunque ancora più debole. Dossier costruiti dall'ex cuoco mattoncino dopo mattoncino, operazione dopo operazione, tra uno storione affumicato con limone e burro e un buon vino serviti a oligarchi e capi di Stato, prima della carriera paramilitare e durante la stessa. La presunta vendetta non esclude del tutto neppure l'idea di una sparizione orchestrata insieme, per salvare faccia e portafoglio. Ma il potere origlia sempre. E per rubare i segreti (o la posizione di un jet) basta una mazzetta ben infilata sotto la giacca di qualcuno; anche nei teatri di crisi dove la brigata era impiegata, dal Medio Oriente alla Libia, nell'Africa sub-sahariana alla Siria. 

Dittature e compromessi. Storia di Augusto Minzolini su Il Giornale il 25 agosto 2023.

Che la natura di Vladimir Putin fosse quella di un dittatore, spietato contro chiunque gli crei problemi, gli remi contro, o metta in discussione la sua leadership, non c'era certo bisogno dell'attentato a Prigozhin per scoprirlo. Le cronache del passato e di quest'ultimo anno e mezzo sono piene di uccisioni di oppositori e di oligarchi finiti in disgrazia al Cremlino, eliminati o perché hanno scambiato la marmellata con il polonio, o perché si sono improvvisati tuffatori gettandosi da una scogliera, o perché credendosi uccelli hanno spiccato il volo da una finestra. Morti paradossali che hanno il tratto comune di contenere un unico messaggio dello Zar alla Russia e al mondo intero: al Cremlino comando io. Lo stesso che aveva recapitato per trent'anni lo scorso secolo Stalin, la figura più prossima a Putin per formazione e filosofia: in fondo per azzardare un paragone - magari esagerato - lo Zar ha fatto fuori Prigozhin perché aveva osato dipingersi come più nazionalista di lui, allo stesso modo in cui Stalin che fece fuori Trotsky perché si considerava più comunista di lui. Il culto della personalità non ammette concorrenza.

Un messaggio che con l'eliminazione di tutto lo stato maggiore delle milizie della Wagner ha raggiunto il suo apice. Di Prigozhin, il cuoco che Putin trasformò in un capo militare, che si era ribellato a lui e aveva osato marciare su Mosca, sono rimasti solo i resti carbonizzati tra le rovine di un aereo. Un'esecuzione spietata, accompagnata secondo il rituale del Cremlino dalle condoglianze dello Zar alla famiglia: «Uomo di talento ma dal destino difficile». Due parole e Prigozhin è stato cancellato.

E insieme a Prigozhin sono venute meno anche le illusioni di chi pensava di risolvere il conflitto con l'Ucraina eliminando Putin. Progetti accarezzati per mesi e mesi, sogni di destabilizzare la Russia, che a quanto pare non hanno basi perché un regime basato sul terrore o lo spazzi via, o non lo cambi. Guerra o pace che sia, l'Occidente dovrà vedersela con l'attuale inquilino del Cremlino. È una realtà di cui è obbligato a prendere atto così come Putin, con il fallimento dell'operazione speciale, vuoi o non vuoi dovrà fare i conti con Zelensky.

Così è venuto meno uno dei possibili epiloghi del conflitto. Ed è quello che interessa a noi, perché pone un interrogativo: quando arriverà il momento, quando l'esito sul campo di battaglia segnalerà un insormontabile stallo, si potrà raggiungere un compromesso con un personaggio come Putin? La real politik offre una sola risposta: sì. Perché un dittatore o hai la forza di eliminarlo (Saddam), o ci scendi a patti (Stalin a Yalta). Solo che se non puoi fidarti, devi garantirti. Non potrà essere una riedizione degli accordi di Minsk. Con certi interlocutori le intese che nascono solo dalla diplomazia sono scritte sull'acqua. È possibile solo un equilibrio basato sulle armi, sui rapporti di forza (appunto Yalta). Ecco perché, gira che ti rigira, l'unica garanzia per l'Ucraina è l'ingresso nella Nato.

"Un chiaro messaggio lanciato dallo Zar. Chi proverà a ribellarsi farà la stessa fine". Storia di Francesco Curridori su Il Giornale il 26 agosto 2023.

«Date le condizioni che si erano create e visti i metodi spicci a cui Putin ci ha abituati, è probabile che Prigozhin sia stato ucciso, ma una prova certa non l'avremo». Il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare, commenta così la morte del capo della Wagner.

È stato un avvertimento per gli altri membri dell'esercito russo?

«Questo è un effetto collaterale. È probabile che Putin abbia voluto chiudere la partita, la cui conclusione, però, è poco credibile. Chiunque oggi voglia tentare una strada simile a quella intrapresa mesi fa da Prigozhin deve sapere che può fare la stessa fine del capo della Wagner. Putin, come abbiamo visto, risolve i problemi alla sua maniera. Ne ha punito uno per dissuaderne altri cento».

La Wagner, quindi, non esiste più?

«Al momento, è stata decapitata. Ricordo che la Wagner, in Africa, si metteva al servizio di chiunque avesse bisogno di un braccio muscoloso per governare certi scenari che potevano essere l'acquisizione e il mantenimento del potere oppure l'intromissione negli affari interni in Paesi come Mali e Niger. Ora, resta da capire quali siano le intenzioni di Putin per salvare questo patrimonio soprattutto in chiave anti-occidentale e per favorire il nostro disinteresse nei confronti dell'Ucraina. Sarebbe contraddittorio il fatto che Putin, liberandosi di Prigozhin, abbia perduto tutto ciò che ha acquisito in Africa e sicuramente avrà pensato a qualche forma di mantenimento».

Come, per esempio, l'obbligo per i paramilitari di giurare fedeltà alla Russia?

«Si tratta di un atto formale, certamente di grande spessore, probabilmente vincola i contraenti al rispetto più rigoroso di fedeltà ma non mette certo al riparo da inconvenienti se le dimensioni delle milizie dovessero divenire, abbinate a leadership ambiziose, preoccupanti».

L'esercito russo sta ancora dalla parte di Putin?

«Putin ha salvaguardato la reputazione e la figura dei generali a lui fedeli come Gerasimov e Shoigu, mentre ha punito chi poteva rappresentare un pericolo come Surovikin che è stato estromesso dal potere. All'orizzonte, con gli elementi a nostra disposizione, non è dato vedere alcunché. Al momento, sembrerebbe che Putin possa restare in sella fino alle prossime elezioni, ma bisogna sempre lasciare una porta aperta all'imprevedibile».

Perché la controffensiva ucraina non ha ottenuto i risultati che Zelensky auspicava?

«Non ci voleva una grande esperienza militare per capire che questa controffensiva non sarebbe stata risolutiva. I risultati sono stati molto contenuti e ci troviamo sempre di fronte a una guerra di logoramento e di stallo per il quale non è prevedibile capire come uscire da questa fase critica. La controffensiva è naufragata anche se finalmente sembrano cadute le riserve per la fornitura di F-16 grazie ai quali Zelensky vuol far credere che ribalterà le sorti della guerra, ma non è così. Tutto continua a postulare l'avvio del negoziato come se fossimo ancora a pochi mesi dall'avvio della guerra ma, purtroppo, con alcune centinaia di morti in più rispetto ad allora».

"Non avevamo dato garanzie". La rivelazione di Lukashenko su Prigozhin. Storia di Andrea Muratore su Il Giornale venerdì 25 agosto 2023.

Più passano le ore e più sull'incidente aereo di Tver in cui due giorni fa avrebbe perso la vita il fondatore del gruppo Wagner Evgeniy Prigozhin aumentano misteri e sospetti. Le parole del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, mediatore dell'accordo che il 24 giugno scorso aveva posto fine alla rivolta del leader mercenario contro Mosca, aggiungono dubbi su dubbi.

Per Lukashenko Vladimir Putin probabilmente non è dietro la presunta morte di Prigozhin. Putin, ha detto "Batka" parlando all'agenzia di stampa statale Belta, "è una persona calcolatrice, molto calma e persino lenta. Quindi non riesco a immaginare che sia stato Putin, che sia colpa di Putin". L'atto in cu Prigozhin sarebbe morto sarebbe stato il frutto "un lavoro poco professionale, se non altro".

Lukashenko, del resto, ha aggiunto che l'accordo mediato dopo il 24 giugno non poneva in capo alla Bielorussia la tutela della sicurezza personale di Prigozhin: "Non ero tenuto a garantire la sicurezza di Prigozhin in primo luogo. E poi, la discussione con lui non ha mai toccato questo tema", ha detto il presidente di Minsk, aggiungendo poi che aveva raccomandato ai vertici della Wagner di fare attenzione circa possibili minacce alla loro vita. La sicurezza di Prigozhin, secondo le informazioni a disposizione, restava in capo al suo vice Valery Chekalov, dato sullo stesso Embreaer precipitato in cui il capo della Wagner si sarebbe trovato mercoledì.

Video correlato: Breaking News delle 18.00 | Morte Prigozhin, Lukashenko difende Putin (Mediaset)

Il gruppo Wagner si era recato in Bielorussia con compiti di addestramento dell'esercito di Minsk e con l'obiettivo di farne il campo-base per un futuro piano di operazioni extra-europee, probabilmente in Africa. I termini dell'accordo Putin-Lukashenko-Prigozhin sono nebulosi e poco noti, tanto che pochi giorni fa si era diffusa la voce di un'uscita dei mercenari dal Paese di Lukashenko per il fatto che Mosca non avrebbe onorato un presunto impegno a pagarne la permanenza. Tutto questo mentre Prigozhin faceva sponda tra Bielorussia, Russia e Africa, continente al ritorno dal quale sarebbe morto nell'incidente del 23 agosto. Ma Lukashenko ha presentato una versione diversa: con o senza Prigozhin, i termini dell'accordo sono ancora validi: "La Wagner è in vita e lo rimarrà in Bielorussia, indipendentemente da quello che qualcuno vuole", ha affermato.

Parole, quelle di Lukashenko, che impongono una seria riflessione sui fatti di mercoledì. Su cui le conferme da fonti aperte languono e su cui la ricostruzione delle autorità russe appare, ad oggi, lacunosa. L'unico dato di fatto è che la Russia ha dichiarato Prigozhin, Chekalov e Dmitriy Utkin, capo delle operazioni della Wagner, tra i dieci morti del disastro aereo e che al contempo c'è un nome tra gli iscritti degli indagati: quello di Artem Stepanov, pilota personale di Prigozhin, su cui gli inquirenti indagano per un presunto ruolo in un potenziale sabotaggio al velivolo precipitato.

E mentre molti analisti occidentali puntano il dito su Vladimir Putin, in virtù del principio investigativo del cui prodest?, non c'è ad oggi alcuna pistola fumante sul fatto che il leader del Cremlino possa aver ordinato l'uccisione di Prigozhin. Oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito "una menzogna assoluta" le voci diffusesi in Occidente sul ruolo di Putin nella morte di Prigozhin, rubricate a "speculazioni". La sensazione è che è ancora troppo presto per capire cosa sia davvero accaduto. E nessuna versione tra quelle circolanti tra analisti e stampa, ad oggi, prevale sulle altre. Del resto, le parole di Lukashenko aprono a un'altra prospettiva: l'idea che una mano russa possa aver eliminato Prigozhin non necessariamente su ordine del Cremlino. Un'idea che sfiderebbe il logoro stereotipo del Putin novello Stalin o Ivan il Terribile padrone assoluto del Paese ma confermerebbe l'idea di una poliarchia russa in perenne lotta interna.

L'analista geopolitico, già alto funzionario del Pentagono e dirigente dell'industria della difesa, Stephen Bryen parlando a un evento del Jewish Policy Center il 24 agosto, ha ipotizzato di non escludere la mano autonoma del Gru, il servizio d'intelligence militare russo. Dipendente da quello Stato Maggiore della Difesa a lungo attaccato da Prigozhin senza ricevere la decisa difesa di Vladimir Putin. E che potrebbe aver avuto i suoi motivi per eliminare il "traditore". Nella nebbia di guerra tutto si confonde, e le parole di Lukashenko aggiungono dubbi su dubbi. Più passa il tempo e meno si sa del disastro aereo che avrebbe rappresentato la coda del tentato golpe che, il 24 giugno, ha sconvolto Mosca.

"È stata una bomba piazzata in coda. A bordo hanno avuto il tempo di capire". Storia di Gian Micalessin su Il Giornale il 26 agosto 2023.

«L'aereo di Evgenij Prigozhin è stato abbattuto utilizzando una bomba a basso potenziale posizionata quasi sicuramente nella parte posteriore della fusoliera. L'obbiettivo degli attentatori era provocare il distacco della coda e rendere ingovernabile l'aereo. In questo modo il jet ha impiegato almeno venti secondi per schiantarsi al suolo. Il tempo necessario per far morire Prigozhin e gli uomini del suo stato maggiore facendo capir loro che era arrivato il tempo della vendetta e della fine».

A spiegarlo è Ranieri Romeo, un ex-comandante Alitalia responsabile, a suo tempo, della sicurezza della flotta Boeing grazie a un master di investigatore d'incidenti aerei conseguito presso l'Universita inglese di Cranfield.

«Nei video dell'incidente presenti in rete si nota un aereo con il muso e le ali ancora intatte a cui manca però il piano di coda. Facendo esplodere un ordigno di potenza contenuta in quella posizione distruggo i timoni di profondità e direzione ottenendo l'obbiettivo di rendere l'aereo assolutamente ingovernabile».

Cosa puoi fare nel caso di un evento simile?

«Nulla... non puoi far proprio nulla. L'aereo non risponde più ai comandi e diventa incontrollabile. Chi sta in carlinga può solo pregare. E attendere il momento dello schianto».

Ma è possibile dosare i danni prodotti da una bomba messa su un aereo?

Quanto costa un apparecchio acustico di qualità nel 2023?

«Certo. Una bomba ad alto potenziale avrebbe disintegrato l'aereo. Questo è quanto successe con il Boeing 747 fatto saltare su Lockerbie. In quel caso la parte più grande rimasta intera era la carlinga. Nel caso di cui stiamo parlando l'aereo è rimasto praticamente intatto fino all'impatto con il suolo».

Per ottenere questo effetto dove andava messa la bomba?

«Preferibilmente nella parte posteriore. Il luogo più indicato per produrre un effetto simile sarebbe sicuramente la toilette vicina alla coda. Ma anche il vano bagagli poteva andar bene».

Prima di precipitare l'aereo si sarebbe impennato. Questo è compatibile con la sua tesi?

«Certo è assolutamente compatibile. Quando non hai più la parte della coda preposta al governo dell'aereo il jet può assumere delle posizioni assolutamente inusuali e non determinabili. L'esplosione e il distacco della coda gli hanno fatto prima assumere un assetto con il muso alto portandolo subito dopo allo stallo. Dopodiché ha iniziato a precipitare».

Qualcuno attribuisce l'abbattimento ad un missile. Perché lei, come altri esperti, privilegia l'ipotesi bomba?

«Perché un missile si vede. Anche se viene lanciato da 20 miglia di distanza è facile individuare la postazione da cui è partito. Senza contare che nel caso di un missile l'aereo sarebbe esploso in volo. In quel caso gli occupanti non si sarebbero nemmeno resi conto di quanto succedeva. In questo modo invece hanno capito tutto. Ed hanno assistito alla propria morte».

La profezia di Prigozhin prima di morire: "Come un aereo..." Le inquietanti parole dell'ex capo della Wagner in un'intervista pubblicata due mesi prima del tentato "golpe" del 23 giugno scorso. Si accendono le teorie del complotto. Gianluca Lo Nostro il 27 Agosto 2023 su Il Giornale.

Evgenij Prigozhin sapeva che sarebbe morto? Mentre in Russia è stata certificata la sua scomparsa dopo l'analisi del Dna dei corpi rinvenuti vicino ai rottami del jet Embraer Legacy 600 schiantatosi mercoledì scorso, ora ad animare il dibattito sulle sorti dell'ormai ex capo della Wagner è un "nuovo" video rilanciato dal canale Telegram Grey Zone. Il portale vicino ai mercenari russi ha ricondiviso un'intervista datata 29 aprile 2023 rilasciata da Prigozhin a un blogger russo. "Non mentirò, devo dire onestamente che la Russia è sull'orlo del disastro, e se le viti non saranno strette adeguatamente, l'aereo si sgretolerà in volo", rivela il comandante dei miliziani che il 23 giugno hanno quasi marciato sulla capitale russa per protestare contro le decisioni del ministero della Difesa.

Le reazioni dei "fan" della Wagner

"Oggi abbiamo raggiunto il punto di ebollizione", prosegue, dicendosi pronto a essere ucciso piuttosto che mentire. "Perché sono onesto? Perché non ho alcun diritto di fronte a quelle persone che vivranno ulteriormente in questo paese: ora mentono". Nelle reazioni al filmato visto da quasi mezzo milione di persone e disponibili nei commenti lasciati aperti dal canale, si riflettono le principali teorie e tesi sull'incidente del 23 agosto.

"Evgenij Viktorovich, basta così, è ora di tornare", commenta un suo sostenitore, alludendo all'ipotesi che il miliardario russo possa aver organizzato una messinscena fingendo la sua scomparsa, come alcuni già credevano nel 2019 in Africa. D'altronde, occorre ricordarlo, Prigozhin ha sempre negato il suo coinvolgimento dietro alle azioni dei combattenti attivi dal 2014 in Siria, Ucraina e Africa nei ruoli più disparati fino all'inizio della guerra nel 2022.

L'ombra di Putin

Altri invece attaccano il Cremlino, secondo loro responsabile della fine del leader della Wagner e sleale di fronte alle promesse fatte per abortire la rivolta armata che avrebbe potuto trascinare un Paese intero nell'incubo della guerra civile. Putin aveva dato agli uomini della Pmc (Private military company) la possibilità di scegliere se arruolarsi nell'esercito, congedarsi o ripararsi in Bielorussia, un patto saltato ieri quando ha firmato il decreto che obbliga tutti i volontari e i membri delle unità territoriali a giurare sulla bandiera russa e dipendere ufficialmente da Mosca.

"Ha rispettato il suo 'gentleman's agreement'. Ha portato i ragazzi in Bielorussia, è uscito dallo spazio mediatico e ha smesso di parlare di Shoigu. Il suo errore è che non ha tenuto conto del fatto che coloro con cui ha fatto un accordo sono topi e feccia e non mantengono mai la parola data. Non c'è bisogno di negoziare con loro, non hanno onore né dignità, sono feccia assoluta", ha evidenziato un utente.

L'inquietante profezia sul suo destino però resta quella pronunciata in un breve video girato a febbraio di quest'anno. "Andremo tutti all'inferno – commentava Prigozhin all'epoca – ma anche all'inferno saremo i migliori". Una frase usata, non a caso, nel necrologio pubblicato da Grey Zone.

L'assassinio di Prigozhin: la cronaca nera e la storia. Piccole Note (filo-Putin) il 28 Agosto 2023 su Il Giornale.

Dalla Russia è arrivata la conferma della morte di Evgheny Prigozhin. Sabotaggio o bomba che sia, il comandante della Wagner è stato assassinato, associando al suo destino i capi della sua legione di mercenari, che in tal modo è stata decapitata (c’è stata ingenuità nel non dividere le loro vie, anche con l’attenuante della partenza da un aeroporto ritenuto sicuro).

Forse una scarsa lucidità o un ordine di scuderia ha portato i media mainstream occidentali a indicare in Putin il mandante. Una mera sciocchezza: la Wagner è necessaria alla Russia per la sua geopolitica, in particolare per la sua proiezione africana, motivo per cui, dopo l’improvvida marcia su Mosca di Prigozhin, Putin lo ha salvato, mettendolo ovviamente sotto stretta sorveglianza così che la sua libertà d’azione fosse prossima allo zero.

Putin non aveva alcun motivo, dunque, di eliminarlo e, se anche avesse deciso il contrario, i servizi segreti russi avrebbero percorso un’altra strada, ad esempio usando della sua malattia, ormai conclamata. Sarebbe bastata una dose sbagliata di farmaci o una terapia errata, come si usa anche in altre latitudini. Né avrebbe decapitato l’intera Wagner, creandosi un problema enorme di gestione della compagnia di ventura, in crisi con rischi di sfaldamento.

Dare la responsabilità a Putin per l’accaduto ha anche tale scopo: seminare dubbi all’interno della Wagner nel tentativo di destabilizzarla, cosa peraltro accreditata da tanti media. Ma i russi stanno lavorando al problema. Vedremo se e come lo risolveranno.

Brics e Prigozhin: di storia e cronaca nera

Al netto delle sciocchezze e delle manovre, l’assassinio di Prigozhin è stato un segnale alto e forte contro l’attivismo russo sulla scena mondiale. In particolare si voleva inviare un segnale ai Brics, che proprio in quel giorno annunciavano l’ingresso nel loro organismo di sei nuovi Paesi: Argentina, Egitto, Arabia Saudita, Emirati arabi uniti, Iran ed Etiopia.

Una vera e propria rivoluzione geopolitica, l’emergere plastico di un nuovo ordine mondiale alternativo a quello post ’89, che  consegna agli Usa l’egemonia globale. Peraltro, l’ingresso simultaneo di Riad, Il Cairo, Teheran e Abu Dhabi porta a compimento il nuovo corso del Medio oriente, iniziato alcuni mesi fa con la distensione tra i Paesi del Golfo e l’Iran.

Non solo, intervenendo online alla riunione, Putin aveva dichiarato che ormai la de-dollarizzazione nei Paesi Brics è “irreversibile”. Si può immaginare quanto tutto ciò abbia irritato l’Occidente, dal momento che il dollaro resta ancora l’arma più potente dell’Imperium tecno-finanziario.

La morte di Prigozhin, oltre che uno scopo geopolitico e militare aveva anche un obiettivo mediatico, quello di oscurare quanto avvenuto nella riunione dei Brics in Sudafrica, che in tal modo è passato in sordina.

Non solo, si voleva colpire in maniera diretta Putin, sia uccidendo Prigozhin poche ore dopo il suo intervento ai Brics, sia mettendo a punto il sabotaggio – o attentato che sia – in un aeroporto di Mosca, violando così la sicurezza della capitale russa, segnale indirizzato anche alla sicurezza dello stesso presidente. Infine, potenza dei simboli, Prighozin è stato ucciso alla vigilia della ricorrenza della festa dell’indipendenza dell’Ucraina.

Eppure Mosca ha deciso di non dare eccessivo risalto alla notizia, sia nei media sia confermando la morte di Prigozhin solo giorni dopo. Ciò per tre motivi: il primo e più importante è per dar maggior risalto alla storia, cioè a quanto avvenuto in sede Brics, piuttosto che alla cronaca nera; il secondo per non dare troppa importanza alle falle della sicurezza di Mosca; il terzo per evitare che la morte di Prigozhin abbia un contraccolpo eccessivo sulla Wagner.

L’incidente e i timori d’Occidente

Così gli inquirenti russi hanno aperto un’inchiesta per incidente, decidendosi solo successivamente ad allargarla a possibili cause esterne, anche se è improbabile che si provi il sabotaggio (come ha detto Prigozhin in un’intervista previa, basta allentare qualche vite). L’inchiesta sulla sua morte sembra destinata a finire come quella sulla morte di Enrico Mattei, ucciso in un incidente aereo perché infastidiva i padroni del petrolio.

A segnare il destino del capo della Wagner anche un altro particolare non indifferente. Essendo la punta di diamante del colpo di stato contro Putin, aveva tradito i suoi complici accordandosi con lo zar.

Non solo l’onta del tradimento – da lavare col sangue – i suoi complici esterni erano letteralmente terrorizzati dal fatto che potesse rivelare dettagli imbarazzanti. Se è certo che Prigozhin ha contribuito a smantellare la rete dei cospiratori interni, avrebbe anche potuto rilasciare interviste sui suoi contatti con le agenzie estere e forse, seppur mediati, anche con alti politici d’Occidente.

Non per nulla, dopo l’accordo con Putin si erano susseguite dichiarazioni di analisti e politologi occidentali che suggerivano che lo zar lo potesse eliminare. Avvertimento lanciato addirittura dal presidente Biden, che gli aveva suggerito di stare attento al cibo.

Come detto, Putin non aveva alcun motivo di eliminarlo. Quello che temevano veramente è che rivelasse, appunto, i suoi accordi con l’estero.

Le compagnie di mercenari e la crisi del Niger

Nessuno in Occidente ha ovviamente pianto la morte di Prigozhin, ma il ritratto che ne hanno fatto i media risulta alquanto folcloristico e minato dalla propaganda.

In realtà, la Pmc Wagner non è altro che il corrispettivo russo delle tante compagnie di mercenari che da decenni fioriscono in Occidente, note per assoldare anche criminali e per svolgere il lavoro sporco al posto delle forze armate ufficiali. La famigerata Blackwater, che tanto orrore ha seminato in Iraq, insegna.

Anche se il legame più stretto con lo Stato russo rispetto alle corrispettive compagnie anglosassoni e la propensione della Wagner per l’Africa non può non suscitare richiami alla Legione straniera, altra meta di tanti criminali che pure sfila nelle parate d’onore parigine. Insomma, tutto il mondo è paese…

Resta da vedere come la Russia riuscirà a gestire la criticità della Wagner. E se, nell’immediato, la morte di Prigozhin avrà un qualche effetto sulla crisi del Niger.

Infatti, l’Occidente potrebbe pensare di sfruttare il più o meno momentaneo sbandamento della Wagner per costringere l’Ecowas a invadere il Paese africano, reo di aver rescisso i legami neocoloniali. Uno dei freni all’intervento dell’Ecowas, infatti, era costituito proprio dalla possibilità che Niamey ricorresse al soccorso della Wagner.

Non è una mera ipotesi: in Niger il timore di un’invasione è salito al parossismo dopo la morte di Prigozhin. Così, mentre l’Occidente festeggia il decesso di un criminale, sembra apprestarsi a usare la sua morte per perpetrare un crimine molto peggiore di quelli commessi dal suddetto, dal momento che l’invasione del Niger causerebbe un’ecatombe. Vedremo.

Ps. La filiale di al-Qaeda nel Sahel ha dichiarato la jihad –  guerra santa – contro la Wagner. Non è una novità: le reti del Terrore hanno affiancato le manovre geopolitiche occidentali già in Siria, Libia, Yemen, Afghanistan… compagni di ventura ben strani (a proposito di criminali…). Tant’è.

Da L’Indipendente.

Cosa sappiamo fino ad ora della presunta morte di Prigozhin. L'Indipendente giovedì 24 agosto 2023

Si hanno ancora pochi dettagli sulle dinamiche dell’incidente aereo avvenuto ieri in Russia, durante il quale sarebbe morto anche il fondatore della Wagner Yevgeny Prigozhin che risulta nella lista dei passeggeri a bordo del mezzo. Il velivolo precipitato – l’Embraer E35 Legacy 600 – è un jet privato dello stesso Prigozhin sul quale viaggiavano sette passeggeri e tre membri dell’equipaggio, tutti morti in seguito all’incidente. Secondo i dati forniti da Flight Radar 24, il segnale dell’aereo si è interrotto all’improvviso alle 18.11 ora locale (le 17.11 in Italia) mentre il jet procedeva a 28.000 piedi di quota (8.500 metri) e a 950 chilometri orari di velocità. Nessuna anomalia sarebbe stata segnalata nei pochi minuti di volo. L’aereo era partito da Mosca alla volta di San Pietroburgo, quando si è schiantato vicino al villaggio di Kuzhenkino, nella regione occidentale di Tver, hanno precisato funzionari russi.

L’Agenzia federale russa per il trasporto aereo ha avviato un’indagine sulle cause e le dinamiche dell’incidente e ha pubblicato la lista dei passeggeri dell’Embraer, tra cui compiono Prigozhin e il suo braccio destro Dmitri Utkin. È stato inoltre avviato un procedimento penale per violazione della sicurezza durante i voli. «In merito all’incidente aereo nella regione di Tver, il dipartimento investigativo principale del comitato investigativo della Federazione Russa ha avviato un procedimento penale sulla base di un reato ai sensi dell’articolo 263 del codice penale della Federazione Russa (violazione delle norme per la sicurezza del traffico e l’esercizio del trasporto aereo)», ha affermato il comitato investigativo della Federazione Russa.

Secondo il canale Telegram Grey Zone, molto vicino al gruppo Wagner, l’aereo sarebbe stato abbattuto dal fuoco della contraerea e ciò sarebbe confermato dalle scie di condensazione visibili in alcuni video, dai residenti locali che hanno udito le raffiche e da testimoni oculari diretti. Lo stesso canale scrive che «il capo del gruppo Wagner, eroe della Russia e vero patriota, Yevgeny Viktorovich Prigozhin, è morto a causa delle azioni dei traditori della Russia. Ma anche all’Inferno sarà il migliore! Gloria alla Russia!».

Stando ad alcune fonti, lo stesso gruppo Wagner avrebbe confermato la morte del miliziano che appena due mesi fa aveva tentato di marciare su Mosca e dal canale Intel Slava si apprende che il portale Msk1 dell’agenzia funebre di Tver avrebbe confermato il ritrovamento del corpo. Tuttavia, fino a ieri circolavano notizie e considerazioni contrastanti sull’accaduto e il canale Telegram del gruppo Wagner ha scritto che «al momento stiamo aspettando informazioni dai nostri comandanti. Non c’è bisogno di trarre conclusioni affrettate. Ora siamo tutti presi dalle emozioni, ma bisogna controllarsi. Per oggi non ci saranno più messaggi fino a quando i nostri comandanti ci avviseranno di ulteriori azioni». Nella sede della PCM Wagner di San Pietroburgo però è apparsa una croce formata dalle luci accese alle finestre. Lo stesso canale ieri ha fatto sapere che «il secondo aereo che appartiene a Prigozhin, gira sulla capitale e si dirige verso l’aeroporto. Nonostante molti canali scrivano che sia morto, avrebbe potuto volare su un altro aereo». Indiscrezioni che hanno dato adito al dubbio che si sia trattato di una messa in scena per far sparire Prigozhin dai riflettori e riportare il gruppo paramilitare, privato del suo capo, sotto il controllo dell’amministrazione militare russa.

Nonostante l’accaduto presenti ancora molti elementi di mistero, diversi media italiani e occidentali hanno data per certa la morte del fondatore della compagnia militare privata quando questa non era stata ancora confermata e, soprattutto, il diretto coinvolgimento di Putin nell’incidente. «La vendetta plateale pianificata da mesi: così Putin si è liberato dell’ex amico ribelle Prigozhin», titola La Repubblica; «Mettersi al servizio di Putin o cercare vendetta: il destino dei mercenari» è, invece, uno dei titoli del Corriere della Sera. Una visione incentivata anche da alcune reazioni internazionali, tra cui quella del presidente statunitense Joe Biden che ha puntato immediatamente il dito contro il Cremlino: «Non sono sorpreso – ha detto il presidente americano. Non c’è molto di quello che accade in Russia in cui Putin non sia dietro. Ma non so molto al riguardo». Nessun dubbio nemmeno da parte di Kiev: «È ovvio che Putin non perdona nessuno», ha scritto su X il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak.

Nel frattempo, cominciano ad emergere le prime informazioni sulle cause dell’incidente: secondo quanto riferito da Donbass Today, «un ordigno esplosivo sarebbe stato piazzato nella zona del carrello di atterraggio dell’aereo. Dopo l’esplosione, un’ala è stata strappata dall’aereo, che è volata nello stabilizzatore. A causa della depressurizzazione del velivolo, i passeggeri hanno perso immediatamente conoscenza. È stato a causa dell’esplosione nel cielo che la coda dell’aereo è caduta a cinque chilometri dalla fusoliera». È ancora presto, tuttavia, per avere informazioni certe al riguardo e, soprattutto, per stabilire chi sia il responsabile dietro alla tragedia. Sarà necessario aspettare maggiori dettagli che potrebbero confermare o meno le indiscrezioni sulle responsabilità del governo russo avanzate dai media e dai vertici di potere occidentali.

Da L’Inkiesta.

Fuoco amico. Cosa sappiamo sullo schianto dell’aereo di Prigozhin. Linkiesta il 24 Agosto 2023.

Il volo, caduto a trecento chilometri da Mosca, trasportava dieci persone, tutte morte. Tra loro, conferma l’agenzia russa Rosaviatsia, ci sarebbe il capo della Wagner: il suo nome, e quello del suo vice Utkin, sono sulla lista dei passeggeri. Biden: «Non mi stupirei se dietro ci fosse Putin» 

L’unica certezza, a lungo, è il nome. Ma ogni informazione è di provenienza russa, mediata dalle autorità russe, dai media statali, con i loro tempi e le loro reticenze. C’è il nome di Yevgeniy Prigozhin (62 anni) sulla lista dell’aereo caduto ieri nella regione di Tver, vicino al villaggio di Kuzhenkinskoe, a trecento chilometri da Mosca, da dov’era partito diretto a San Pietroburgo. Sullo stesso elenco figura anche anche il suo vice Dimitri Utkin, il cofondatore della Wagner con simpatie politiche naziste.

A sentire i suoi, e cioè il gruppo Telegram Grey Zone, l’incidente è frutto di «fuoco amico»: della contraerea russa, o di un missile. Anche il presidente americano Joe Biden non ha escluso che si tratti di una vendetta di Vladimir Putin. Dai resti del jet sono stati estratti dieci corpi: tutte le persone a bordo (tre dell’equipaggio e sette passeggeri) del volo sono morte, per la convalida della loro identità, a causa delle ustioni, potrebbe servire il test del Dna. Dai video sul posto, si vedono le ultime quattro cifre del numero dell’aereo: «2795».

Collimano con la “targa” dell’aereo di Prigozhin: RA-02795. La stessa sigla identificativa è stata confermata dai media russi. Sarebbe decollato dall’aeroporto Sheremetyevo di Mosca alle sei locali (le 17 italiane). La sua ultima posizione nota, secondo il portale Flightradar24, è stata centosessanta chilometri a Nord della capitale, a otto chilometri e mezzo d’altezza da terra. 

Poi si sono perse le sue tracce. Un secondo aeromobile, affiliato al Gruppo mercenario, sarebbe poi arrivato a Mosca. Un reporter di Bellingcat ha sostenuto che Prigozhin fosse solito volare sempre con due aerei, scegliendo all’ultimo su quale salire. Solo lunedì, il capo della Wagner era comparso in un video in mimetica in cui asseriva di trovarsi in Africa, epicentro delle attività all’estero della milizia. Dopo la ribellione del 23 giugno, culmine di settimane di scontro con le gerarchie militari, era riparato in Bielorussia, dove lo avrebbero seguito fino a quattromila effettivi. 

L’agenzia federale russa del trasporto aereo (Rosaviatsia) ha confermato, riporta la Cnn, che Prigozhin era a bordo. Prima la notizia si era rincorsa su agenzie e televisioni russe. Nello stesso giorno, il generale Sergei Surovikin sarebbe stato silurato dalla guida dell’aeronautica. Surovikin era scomparso dai radar proprio dall’insurrezione: era finito, pare, agli arresti domiciliari perché sospettato d’intelligenza con il nemico, cioè Prigozhin. 

L’eliminazione di un rivale non sarebbe una sorpresa, ma in continuità con il “metodo” Putin: «i nemici non si cooptano, si distruggono», ha spiegato al Corriere l’ex consigliere di Obama, Charles Kupchan. Nessuna riabilitazione, insomma. Tra gli omicidi politici ordinati dal Cremlino: uno dei primi, l’ex spia Aleksandr Litvinenko, avvelenato con il polonio; poi la giornalista Anna Politkovskaja nel 2006, l’ex vicepremier Boris Nemcov nel 2015. Tra quelli tentati, l’oppositore Aleksej Navalny nel 2020.

Se confermata, la morte di Prigozhin difficilmente avrà un impatto sulla guerra in Ucraina. I suoi uomini avevano lasciato il fronte dopo essere stati tra i protagonisti della battaglia – della carneficina – di Bakhmut. Ora i wagneriti potrebbero venire cooptati nei ranghi dell’esercito regolare: possono tornare ancora utili al Cremlino, magari in Africa, la location, forse fittizia, dell’ultimo video. L’ultima spacconata. 

A San Pietroburgo, ieri, le luci sul quartier generale della Wagner sembravano esprimere il lutto. Putin, nel frattempo, si trovava a Kursk per l’ottantesimo anniversario della battaglia del 1943. Non ha parlato dell’incidente, ma ha elogiato i soldati «che stanno combattendo con coraggio e risolutezza in Ucraina». 

Prenderlo per la gola. A cena da Prigozhin, l’ex chef di Putin. Anna Prandoni su L'Inkiesta il 24 Agosto 2023.

Prima di diventare l’uomo russo più potente dopo Putin, il rivoltoso a capo della brigata Wagner aveva un secondo lavoro che probabilmente gli ha permesso di aumentare la sua potenza con la diplomazia legata al cibo, organizzando grandi eventi istituzionali con ospiti internazionali

Un uomo d’affari che ha conosciuto Prigozhin negli anni ’90 diceva di lui al Guardian: «È motivato, ha talento e non si tirerà indietro per ottenere ciò che vuole».

E prima di voler conquistare la Russia e di finire vittima del sistema, ha avuto un passato come ristoratore. E sono forse questi trascorsi ad avergli offerto i contatti, le relazioni e le occasioni per conoscere tutta l’intellighenzia internazionale, diventando per i vertici della politica mondiale un fidato consulente. Così come successe con Putin, che lui ha sedotto partendo dalla gola, e ha poi conquistato prendendolo letteralmente per la gola, e diventando nel tempo non solo il suo chef di riferimento ma una delle persone di cui il presidente si fidava di più.

Del resto, di chi si deve fidare di più un uomo sotto attacco che vede pericoli per la sua vita ovunque, se non della persona che gli prepara i pasti? Così scrive il Guardian: «In origine, ho pensato a Prigozhin in termini di legame intenso che può nascere tra chi offre cibo e chi lo consuma, soprattutto quando quest’ultimo è un capo di Stato paranoico come Putin. Un’intimità familiare e amata – un buon pasto – porta a una relazione lunga e stretta. In questo caso, però, ha portato anche a una rete internazionale di squadroni della morte. Ho pensato anche a come la paura dell’avvelenamento sia un luogo troppo comune per i leader mondiali che risale almeno all’imperatore romano Claudio. Affidare a qualcuno il cibo che si mangia non è una cosa banale. Ma dal punto di vista dell’autocrate, è la differenza tra la vita e la morte».

Del resto, se pensiamo a cibo e potere, pensiamo a Michael Wolff, che ha affermato che Donald Trump ama McDonald’s perché «nessuno sapeva che sarebbe arrivato proprio lui e il cibo era preconfezionato».

È difficile anche ignorare l’elemento di servitù nell’incontro tra Prigozhin e Putin. Il racconto di Prigozhin suggerisce che la sua fortuna è stata costruita grazie al merito: la completa devozione servile necessaria per sopravvivere sulla scena di Putin. La fonte della ricchezza e del potere di Prigozhin è la sua psicotica disponibilità a fare qualsiasi cosa. Egli è eternamente il ristoratore; fornirà tutto ciò che è necessario.

Ma qual è l’origine della storia professionale di questo uomo d’affari? Ha cominciato a lavorare nel settore alimentare negli anni ’90, iniziando vendendo hot dog: «Guadagnavamo 1.000 dollari al mese, che in rubli erano una montagna; mia madre riusciva a malapena a contarli», ha dichiarato nel 2011 al portale di notizie Gorod 812 di San Pietroburgo, in una delle sue uniche interviste.

Ma Prigozhin aveva mire più alte del fast food e sapeva come ottenere i contatti necessari. «Cercava sempre persone più in alto con cui fare amicizia. E ci riusciva bene», ha detto di lui un uomo d’affari che lo ha conosciuto negli anni ’90. Prigozhin ha fatto rapidamente carriera, diventando comproprietario e gestendo Contrast, la prima catena di negozi di alimentari di San Pietroburgo. Si è poi dedicato ai ristoranti, prima la Old Customs House, in russo Staraya Tamozhnya,  che occupa un locale storico sull’isola Vasilevskiy, con soffitti a volta e mattoni a vista. Un’esperienza culinaria formale, che proponeva cucina classica francese ed europea, con particolare attenzione a pesce e frutti di mare. Gli ingredienti erano importati e di qualità, e questo si rifletteva nei prezzi, tra i più alti della città.

Inizialmente, la Old Customs House impiegava le spogliarelliste per attirare la clientela, ma ben presto si sparse la voce che il cibo era eccellente e le spogliarelliste furono eliminate. Gear si concentrò sul marketing del locale come il posto più raffinato in una città che stava appena scoprendo la buona tavola. Le pop star e gli uomini d’affari amavano mangiare lì, così come il sindaco di San Pietroburgo, Anatoly Sobchak, che a volte veniva con il suo vice, Vladimir Putin.

Subito dopo ha aperto New Island, un ristorante su una barca sul fiume di San Pietroburgo, che è stato l’inizio vero e proprio dell’impero alimentare di Prigozhin, perché è qui che è avvenuto l’incontro determinante per la sua vita. Nell’estate del 2001, Putin – allora all’inizio della sua presidenza e in pace con l’Occidente – ospitò il presidente francese Jacques Chirac. Il presidente portò Chirac nel locale più in voga della città, New Island, dove in menu avrebbe trovato filetto di manzo al tartufo nero, caviale e pan di zenzero. Fu proprio Prigozhin a servire personalmente Putin e Chirac, e Putin «ha visto come non ero superiore al servizio», ha dichiarato lo chef una volta a una rivista russa. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, Prigozhin ha incantato tutti «scherzando e portando i tovaglioli» e siglando il suo ingresso nella vita gastronomica del Presidente. 

Prima della rivolta, i legami più forti di Prigozhin con Putin passavano attraverso Concord, una società di catering che è diventata una delle preferite del governo russo. Nel 2012 acquisisce il contratto per i pasti per le mense di Mosca per 10,5 miliardi di rubli (220 milioni di euro) e nel 2015 spunta anche un altro lucroso contratto con la Difesa, da 9 miliardi di rubli. Poco importano i trascorsi non proprio puliti, che portarono nel 2018 all’intossicazione di un gruppo di bambini e nel 2019 a una causa intentata da numerosi genitori. Concord è anche un importante fornitore di cibo per l’esercito russo. Possibile che ci sia Prigozhin dietro alla fornitura di razioni K scadute e fornite all’esercito.

Ma le imprese gastronomiche del nostro non si fermano qui. C’è anche il fallimento di BlinDonalts, l’alternativa populista russa rispetto a McDonald’s: una versione fast food di blinis, la più classica frittella locale, in versione sia salata che dolce, vendute al motto “Gustoso, russo, fresco”. Una ciambella senza buco: l’ultimo dei locali chiuse nel 2011. Nel 2009, apre il primo e unico ristorante privato alla Duma di Stato. E fornisce il catering per il Forum economico di San Pietroburgo, oltre a organizzare le cene di gala per l’inaugurazione di Dmitry Medvedev Presidente.

Ma grazie ai suoi contatti ad alto livello, Prigozhin ottenne contratti per fornire il catering a enti pubblici. Nel 2009, fornisce le mense di San Pietroburgo prive di locali per preparare il cibo e per questo apre un impianto di Yanino, alle porte della città, che sarà visitato da Putin, accompagnato da Prigozhin in camice bianco.

Da qui a diventare il capo della milizia anti-russa il passo è lungo e molto lontano dalle origini: ma proprio queste ci raccontano come attraverso il cibo si possa tentare di scardinare una dittatura.

Tutti i morti del presidente. Uccidere oppositori e (presunti) traditori è l’unica cosa in cui il regime di Putin è efficiente. Maurizio Stefanini su Linkiesta il 25 Agosto 2023

Prigozhin è solo l’ultimo russo fatto ammazzare, in modi più o meno brutali, dall’autocrate del Cremlino. Giornalisti, leader politici, ex agenti segreti: nessuno è realmente al sicuro in Russia

Prigozhin, ma non solo. Su Wikipedia, c’è una pagina “Suspicious deaths of Russian businesspeople (2022–2023)” tradotta in otto lingue in cui si prova ad aggiornare il conto dei funzionari, oligarchi e pezzi grossi russi che da un po’ prima dell’attacco all’Ucraina hanno iniziato a volare giù dalle finestre o a fare altre fini misteriose.

Su Linkiesta pure avevamo provato a fare un computo al 2 settembre 2022, contandone dodici. Tre di loro erano stati pugnalati, tre erano appunto «caduti di sotto», due erano stati fatti fuori a pistolettate, uno era stato impiccato, uno strangolato, uno intossicato con veleno di rospo, uno non si sapeva come. Tra i luoghi del ritrovamento del cadavere: tre in appartamento, due in garage, uno in una villa affittata per le vacanze, uno in bagno, uno in piscina, uno in ospedale, uno nell’antro di uno sciamano, uno in un palazzo. Paesi del ritrovamento: nove in Russia, di cui sei a Mosca, uno a San Pietroburgo, uno a Nizhny Novgorod e uno nel Caucaso; uno nel Surrey (Regno Unito); uno in Catalogna (Spagna); uno a Washington (Stati Uniti). Ma probabilmente la lista era incompleta, e comunque la moria è poi continuata. La pagina di Wikipedia ne enumera infatti trentatré per il 2022 e sedici per l’anno in corso.

Su Wikipedia c’è poi la pagina “List of journalists killed in Russia”, tradotta in quattro lingue tra cui italiano. Tra il 1993 e il 2009 ne conta centosessantacinque, e dal 2010 un’altra trentina. La più famosa è Anna Stepanovna Politkovskaja: autrice di articoli infuocati sulla Novaja Gazeta e di un libro sulla Russia di Vladimir Putin, il 7 ottobre 2006 venne assassinata a colpi di pistola nell’ascensore del suo palazzo, dopo che nel settembre del 2004 avevano tentato di avvelenarla.

Su Novaya Gazeta scriveva anche Anastasia Baburova, assassinata nel gennaio 2009 insieme all’avvocato difensore dei diritti umani Stanislav Markelov mentre si trovavano per le strade di Mosca. E aveva accompagnato la Politkovskaja nelle sue indagini anche Natalia Estemirova, a sua volta trovata morta nel 2009 a pochi metri dal Cremlino.

Yuri Shchekochikhin, altro giornalista investigativo, era dietro il caso “Tre Balene”: un piano di corruzione all’interno dell’Fsb. Misteriosamente, pochi giorni prima dell’incontro con l’Fbi per presentare i suoi documenti e andare avanti sull’indagine, il 3 luglio 2003, morì nel suo appartamento a causa di un allergene non identificato. L’anno scorso il redattore capo del quotidiano statale Komsomolskaya Pravda, Vladimir Nikolayevich Sungorkin, è morto «improvvisamente» di ictus durante un viaggio d’affari nella città russa di Roshchino, ma l’autopsia rivela segni di soffocamento. E sono solo alcuni dei nomi più noti.

A parte c’è una lista di altri diciotto caduti in connessione al conflitto russo-ceceno. Tra loro anche l’italiano Antonio Russo, di Radio Radicale. Dopo aver documentato guerre e stragi in Algeria, Burundi, Ruanda, Ucraina, Colombia, Bosnia e Kosovo, fu trovato morto il 16 ottobre del 2000 in Georgia, su una stradina di campagna a venticinque chilometri da Tblisi, e in prossimità della base russa di Vasiani.

Ferocemente torturato, il suo cadavere livido presentava chiare tracce di uccisione attraverso quello schiacciamento del torace che era un metodo tipico dei servizi segreti sovietici. Non solo le videocassette, articoli e appunti che portava con sé non furono mai ritrovati, ma anche il suo alloggio fu trovato privo di appunti e video, anche se gli oggetti di valore non erano stati invece toccati. Due giorni prima aveva parlato alla madre di una videocassetta scioccante, con torture e violenze dei reparti speciali russi ai danni della popolazione cecena.

Non ci sono invece pagine specifiche Wikipedia su leader politici uccisi da Putin. Ma anch’essa potrebbe essere facilmente riempita, arrivando alla dirigenza della Wagner nell’aereo abbattuto dalla contraerea. Tra loro, Boris Nemtsov: un ex-vice primo ministro che, dopo aver sostenuto la vittoria di Putin alle elezioni presidenziali del 2000, era diventato un fervente attivista dell’opposizione. È morto nel 2015 dopo essere stato colpito da un proiettile, appena un giorno prima di una marcia che aveva organizzato per respingere il coinvolgimento militare in Ucraina e la situazione economica. A segretario della Comunità degli Stati Indipendenti era arrivato l’oligarca Boris Berezovsky: imprenditore, politico e matematico. Trovato impiccato nella sua casa di Sunninghill (Regno Unito) il 23 marzo 2013.

Un’altra lista è quella degli ex agenti segreti bollati come «traditori». Esule nel Regno Unito, fu colpito dalla vendetta putiniana Alexander Litvinenko: ex ufficiale del Kgb avvelenato nel 2006 col polonio, dopo aver detto che Putin aveva organizzato attentati per incolpare i ceceni. Anche Sergei Skripal, ex del Gru a sua volta esule nel Regno Unito, subì un tentativo di avvelenamento con novichok nel 2018. Lui si salvò, come l’oppositore Navalny: lui un politico, ma trattato con questo sistema che il putinismo sembra avere a cuore appunto per le «spie».

Insomma, non è neanche potuto andare di persona a Johannesburg perché correva il rischio di essere arrestato. Lo sbarco sulla luna di una sonda russa subito prima del vertice si è concluso con un fallimento tanto più cocente in quanto subito dopo ha avuto invece successo la sonda indiana. Il rublo è ai minimi. Mosca è colpita da droni a ripetizione. Gli ucraini sono sbarcati in Crimea. Ma Putin ai Brics ha potuto comunque presentarsi con un successo, anche se ha avuto la delicatezza di non rivendicarlo pubblicamente. È caduto l’aereo in cui stava a bordo tutta la dirigenza della indocile Wagner. Uccidere oppositori e «traditori», o supposti tali, è l’unica cosa in cui il regime è efficiente. Drammaticamente efficiente.

Da L’Unità.

E Prigozhin fece la fine del feroce Berija. Entrambi sono stati importanti per l’ascesa del capo. Ma entrambi, alla fine, hanno tradito. Ed entrambi hanno pagato. Redazione Web su L'Unità il 25 Agosto 2023

Il suo nome completo era Lavrentij Pavlovič Berija. Ma in politica è conosciuto come Beria. Giovanissimo ai tempi della rivoluzione d’ottobre, aveva 18 anni, si fece rapidamente strada nei corridoi del potere societico già negli anni venti. Alla Corte di Stalin. Beria era georgiano come Stalin e salì tutti i gradini della carriera nei servizi segreti. Cioè nella polizia politica. Che nei primi anni si chiamava Nkvd, poi si chiamò GPU ( si pronunciava ghepeù) e infine Kgb (cheghebé).

Stalin lo usò come suo braccio esecutivo. Per esecutivo si intendeva addetto alle esecuzioni. Dopo la morte di Lenin, nel 1924, ai vertici del partito ci fu una strage. A parte Trotzky, che scappò in Messico ma fu raggiunto dai sicari di Berija (però solo nel 1940) a Mosca caddero molti dei principali protagonisti della rivoluzione. Tra i quali quello che Lenin chiamava “il figlio più amato dell’Ottobre”: Nicola Bucharin. Berija aveva pochi scrupoli ed era molto abile nell’organizzare. Il delitto più spaventoso fu la fucilazione di alcuni intellettuali polacchi, nel 1941, portati in un bosco e poi abbattuti. Quanti? Più di 25 mila. L’esecuzione di massa più spaventosa della storia. Beh, c’è qualche somiglianza tra questo spietato carnefice e Prigozhin. Entrambi sono stati importanti per l’ascesa del capo.

Il braccio armato. Ma entrambi, alla fine, hanno tradito. Ed entrambi hanno pagato. E’ molto probabile che Berija nel ‘53 abbia tradito Stalin e abbia favorito la sua morte. Pensando di potergli succedere. Di questo almeno lo accusavano Krusciov e Molotov. Dicevano che l’avesse avvelenato. Stalin morì nel marzo del ‘53 dopo una cena con Berija. Si sentì male e Berija impedì i soccorsi. Disse di lasciarlo in pace, che dormiva. Invece agonizzava. Sembrava che Berija ce l’avesse fatta, insieme al suo complice, Malenkov, che aveva provvisoriamente preso il posto del dittatore ma si preparava a lasciarlo a Beria. Krusciov e Malenkov però erano ossi duri. Probabilmente lo uccisero a settembre. Ma annunciarono la sua morte solo a dicembre.

Redazione Web 25 Agosto 2023 

Lo schianto vicino Mosca. Chi erano i 10 a bordo del jet di Prigozhin: il numero 2 Dmitri Utkin e i luogotenenti della Wagner. Discrepanze nelle notizie sulle identificazioni dei cadaveri. Sull'aereo sette passeggeri e tre membri dell'equipaggio. Nessun commento dal Cremlino. Redazione Web su L'Unità il 24 Agosto 2023

Dieci a bordo. Sette passeggeri, tre membri dell’equipaggio, due piloti e una hostess. A far fare il giro del mondo alla notizia dell’Embraer Legacy 600 precipitato in un viaggio tra Mosca e San Pietroburgo, a Tver, è stato il nome di Yevgenij Prigozhin, l’ex “cuoco di Putin”, capo della milizia di mercenari Wagner. Ancora da chiarire se quel jet fosse di sua proprietà, certo sembra si trattasse di uno dei due che il leader usava più spesso. A bordo, anche questo sembra essere dato per scontato, c’era si sarebbe trovato anche Dmitry Utkin, il numero due, capo militare della milizia. Nella lista diffusa dall’agenzia russa per il trasporto aereo Rosaviatsiya, comunque da prendere con le pinze, risulta anche un altro luogotenente e altri quattro membri dello Stato maggiore della potente organizzazione negli ultimi anni utilizzata dalla Russia in tutti gli scenari di guerra.

Secondo quanto si legge sui gruppi Telegram legati alla milizia il velivolo sarebbe stato abbattuto dalla contraerea russa e alcuni dei corpi portati in obitorio per l’autopsia sarebbero stati riconosciuti. “Il segno principale per riconoscere Prigozhin è stata l’assenza di un dito, mentre per Utkin la sua altezza e i tatuaggi”. Pare che proprio il vice sarebbe stato riconosciuto per primo e grazie ai tatuaggi delle SS sul collo. Sarebbe stato lui a scegliere il nome del gruppo nel quale era entrato nel 2013 dopo essere stato tenente colonnello delle forze speciali del Gru, servizio di intelligence federale in Russia. Questi dettagli non convergono con le informazioni riportate dalla testata Fontanka di San Pietroburgo che ha parlato di cadaveri irriconoscibili e quindi della necessità di un test del Dna per risalire alle identità delle vittime.

Gli altri quattro personaggi dello Stato Maggiore della Wagner nella lista sarebbero secondo quanto riportato dal media ucraino Myrotvorets Valery “Rover” Chekalov, Evgeniy “Makarych” Makaryan, Sergey Propustin e Aleksandr “Tot” Totmin. Chekalov e Propustin guardie del corpo di Prigozhin, il primo vice del capo e responsabile del servizio di sicurezza oltre che sanzionato dagli Stati Uniti mentre il secondo era esploratore e lanciagranate oltre che body guard di Prigozhin. Makaryan invece era un combattente di 38 anni che secondo quanto si legge sul canale Telegram Brief si era unito alla milizia nel 2016, aveva combattuto in Siria e in Repubblica Centrafricana. Anche Totmin aveva combattuto in Africa, in Sudan. Poche informazioni invece su Nikolai Matuseev.

I membri dell’equipaggio erano il comandante Aleksei Levshin, 51 anni, il copilota Rustam Karimov, 29 anni, e l’hostess Kristina Raspopova, 39 anni. All’esterno della sede della Wagner, a San Pietroburgo, a partire da questa mattina si sono radunate delle persone che hanno deposto stemmi del gruppo, fiori e candele per rendere omaggio al leader della milizia che lo scorso 24 giugno aveva lanciato una marcia su Mosca che aveva fatto gridare al golpe e che si era interrotta in circostanze rimaste misteriose. Una croce era comparsa sull’edificio della sede già ieri sera. Il Cremlino non ha commentato l’accaduto.

Redazione Web 24 Agosto 2023

Da Il Riformista.

Jet abbattuto. Prigozhin è morto davvero? La misteriosa rivolta, la vendetta di Putin e il futuro della Wagner. Lorenzo Vita su Il Riformista il 24 Agosto 2023 

Un aereo viene abbattuto nei cieli della regione di Tver, in Russia. Secondo le prime informazioni un jet di proprietà di Evgheni Prigozhin, leader del gruppo di mercenari russi Wagner. Poi altre informazioni. A bordo dell’aereo c’erano dieci persone, e nessuno sarebbe sopravvissuto allo schianto. Le voci che circolano attraverso i social parlano della possibilità che lo stesso Prigozhin fosse all’interno del jet. Poi la conferma dai media russi, e in particolare dall’agenzia Tass: tra gli uomini che erano a bordo del mezzo con codice di registrazione RA-02795 c’era anche lo “chef di Putin”. Insieme a lui anche il numero due Dmitri Utkin.

A confermare la presenza dei due vertici della Wagner è stata la stessa Agenzia per l’aviazione civile russa, che aveva la lista delle persone a bordo del jet. “È stata avviata un’indagine sullo schianto dell’aereo Embraer, avvenuto questa sera nella regione di Tver” riferiscono sui media di Mosca. E secondo alcuni canali vicino ai mercenari il jet privato sarebbe stato abbattuto dalla contraerea russa. La notizia della morte di Prigozhin può rappresentare, se confermata in via definitiva, uno spartiacque nel sistema politico-militare russo. Il capo della Wagner è (era) un uomo diventato negli anni il leader di una milizia che si è trasformata nella legione “straniera” di Vladimir Putin. Impegnata dall’Africa alla Siria fino al fronte del Donbass in Ucraina, sia nella prima guerra che durante l’invasione iniziata a febbraio 2022.

Nel tempo, l’uomo ha assunto un ruolo di primo piano, al punto da diventare scomodo allo stesso Putin. Per la ferocia dei suoi mercenari, le accuse di crimini di guerra e per il potere che aveva iniziato a chiedere rispetto alle gerarchie della Difesa russa, quello che è diventato noto come lo “chef di Putin” si è fatto largo fino a trasformarsi in un rivale dello stesso capo della Cremlino. Mentre le accuse sulla conduzione della guerra, con il ministro della Difesa Sergei Shoigu obiettivo delle sue dichiarazioni di fuoco insieme al capo di Stato maggiore Valerij Gerasimov, si sono fatte sempre più potenti e difficili da assecondare. Infine, la misteriosa rivolta che ha visto gli uomini della Wagner prima occupare alcune aree di Rostov sul Don per poi provare una strana quanto velleitaria marcia verso Mosca.

Una scelta che ha cambiato tutto. Da quel momento, un’ombra di arresti, sostituzioni di vertici militari vicini a Prigozhin e di strani movimenti della Wagner ha iniziato a coprire tutta la Federazione Russa e i vari angoli dell’impero dello chef, dalla Bielorussia al Sahel. Prigozhin era apparso di recente in un video proprio dall’Africa, in cui parlava di come rendere grande la Russia. Poi lo schianto di ieri sera. Un episodio su cui da subito si accendono le domande di tutto il mondo: Prigozhin è morto davvero? Chi ne ha ordinato l’uccisione? Che fine farà la Wagner? Interrogativi che non fanno che aumentare quella fitta nebbia di guerra che pervade Mosca e il sistema putiniano. Lorenzo Vita 

La ‘profezia’ sulla morte di Prigozhin e il video dello schianto del jet della Wagner. Redazione su Il Riformista il 23 Agosto 2023 

Per i media, le autorità russe e per i canali social legati al gruppo Wagner, Evgheni Prigozhin era a bordo del jet privato Embraer precipitato nel pomeriggio nella regione russa di Tver in circostanza tutte da chiarire ma che sarebbero riconducibili ad un attacco della contraerea di Vladimir Putin.

In attesa di cristallizzare la dinamica dell’incidente, con il video del jet che precipita già diffuso sui social, resta da capire chi era effettivamente a bordo in un paese come la Russia dove la libertà di informazione non c’è e dove regna la propaganda del Cremlino (basta rileggere le dichiarazioni sulla guerra in Ucraina di Putin durante il suo intervento, in video-collegamento, al vertice Brics di oggi).

Secondo l’agenzia russa Tass “l’aereo Embraer stava volando dall’aeroporto di Mosca Sheremetyevo verso San Pietroburgo. A bordo c’erano tre piloti e sette passeggeri. Sono morti tutti”. A loro volta, i servizi di emergenza hanno riferito che sono stati ritrovati i corpi di quattro persone.

Sull’aereo partito da circa un’ora, Prigozhin figurava nell’elenco dei passeggeri secondo Rosaviatsia, l’agenzia federale del trasporto aereo russo, citata dai media russi. Oltre all’ex chef di Putin, a bordo del jet c’era il braccio destro Dmitri Utkin. Lo riportano diversi canali telegram legati alla stessa Wagner, tra cui Vck-Ogpu.

I parenti di Prigozhin – secondo quanto riferisce la testata di San Pietroburgo “Fontanka” – starebbero cercando senza successo di contattarlo dopo lo schianto di un velivolo diretto da Mosca a San Pietroburgo che lo vede presente nella lista dei passeggeri.

La morte di Prigozhin (ripetiamo, tutta da confermare nel regno della propaganda), era stata anticipata da Christo Grozev, capo delle indagini sulla Russia per Bellingcat, sito di investigazioni giornalistiche. In un’intervista al Financial Times aveva spiegato che entro sei mesi la storia tra Evgeny Prigozhin e Vladimir Putin era destinata a chiudersi: o con la morte del primo, o con un secondo tentativo di colpo di Stato.

“Nel caso di golpe, sarà meglio coordinato di quello di giugno. Sono agnostico fra le due possibilità, ma fermamente convinto che una delle due si verificherà. Neanche l’élite russa è favorevole alla guerra in Ucraina – aggiunge Grozev –  ma finora non ha preso alcuna iniziativa aperta contro Putin”. L’esperto ha sottolineato che l’obiettivo delle sue indagini giornalistiche è dimostrare che il modello di governo russo è fallimentare e destinato a crollare, col fine di scoraggiare aspiranti dittatori e impedire l’instaurazione di regimi autoritari. Attualmente, Grozev – cittadino bulgaro –  sta indagando sulle cosiddette “spie dormienti“, agenti che vivono in Paesi nemici fino a quando ricevono ordini da Mosca per agire.

  "Era elencato tra i passeggeri". Jet di Prigozhin abbattuto, Wagner accusa Putin e annuncia vendetta: “Il nostro capo è morto, ora conseguenze disastrose”. Redazione su Il Riformista il 23 Agosto 2023 

Il jet privato Embraer di Evgheni Prigozhin, capo della Wagner e protagonista della marcia su Mosca dello scorso 24 giugno, è stato abbattuto dalla contraerea russa e si è schiantato nella regione di Tver. A riportarlo, via Telegram, il canale “Zona grigia” legato al gruppo di mercenari. Al momento non ci sono informazioni ufficiali sull’accaduto, ma secondo l’agenzia Tass tutte le dieci persone a bordo sono morte. Tra loro ci sarebbe lo stesso Prigozhin.

“L’aereo Embraer stava volando dall’aeroporto di Mosca Sheremetyevo verso San Pietroburgo. A bordo c’erano tre piloti e sette passeggeri. Sono morti tutti”, riporta la Tass secondo la quale l’incidente è avvenuto vicino al villaggio di Kuzhenkino. A loro volta, i servizi di emergenza hanno riferito che sono stati ritrovati al momento i corpi di otto persone. L’aereo, in volo da meno di un’ora, è bruciato quando ha toccato il suolo.  Un secondo Embraer 600, sempre collegato al leader del Gruppo Wagner, è atterrato all’aeroporto di Ostafievo, vicino a Mosca, in Russia. Lo scrive il sito russo Fontanka. Secondo Flightradar24, nel pomeriggio di oggi l’aereo ha volato da Mosca a San Pietroburgo, poi è tornato indietro facendo una piccola angolazione.

“Nell’aereo precipitato nella regione di Tver, in Russia, Evgeny Prigozhin era elencato tra i passeggeri”  riferisce Rosaviatsia, l’agenzia federale del trasporto aereo russo, citato dai media russi. Oltre all’ex chef di Putin, a bordo del jet c’era il braccio destro Dmitri Utkin. Lo riportano diversi canali telegram legati alla stessa Wagner, tra cui Vck-Ogpu. I parenti di Prigozhin – secondo quanto riferisce la testata di San Pietroburgo “Fontanka” – starebbero cercando senza successo di contattarlo dopo lo schianto di un velivolo diretto da Mosca a San Pietroburgo che lo vede presente nella lista dei passeggeri.

Si attendono conferme ufficiali anche se, nella nazione leader della propaganda, è sempre tutto da decifrare. Prigozhin, dopo la breve occupazione strategica di Rostov, città al confine con l’Ucraina e a ben 950 chilometri da Mosca, annunciò lo scorso 24 giugno l’intenzione di voler marciare verso la capitale perché in disaccordo contro i vertici militari di Vladimir Putin, a partire dal ministro della Difesa Sergei Shoigu. La marcia, inscenata, durò poche ore. Poi rientrò tutto ‘grazie’ all’intervento del presidente bielorusso Lukashenko.

Wagner: “Assassino Prigozhin avrà conseguenze disastrose”

“Il capo del gruppo Wagner, eroe della Russia e vero patriota, Yevgeny Viktorovich Prigozhin, è morto a causa delle azioni dei traditori della Russia. Ma anche all’Inferno sarà il migliore! Gloria alla Russia!”. Lo scrive il canale Telegram vicino ai Wagner Grey Zone.

Lo stesso canale annuncia vendetta. L’uccisione del capo della Wagner “avrà conseguenze disastrose’. Le persone che hanno dato l’ordine non hanno capito affatto lo stato d’animo dell’esercito e il morale. Che questo sia un insegnamento per tutti. Bisogna sempre arrivare fino in fondo”, si legge in un secondo messaggio probabilmente in riferimento alla rinuncia del leader della Wagner di arrivare fino a Mosca il giugno scorso.

Che ne sarà adesso della Wagner? Prigozhin, l’ex venditore di hot dog che ha messo in piazza i ‘panni sporchi’ di Putin: morto il nazista che voleva denazificare l’Ucraina. Paolo Guzzanti su Il Riformista il 26 Agosto 2023 

Gli eserciti mercenari non sono un’invenzione russa, visto che la Francia ha la Legione straniera sotto il comando militare centrale, Stati Uniti e Regno Unito usano unità militari private per operazione che non compromettano il governo. Ma finora mai alcun Paese moderno si era attrezzato come la Russia di Putin, mettendo i mercenari al di sopra di un esercito nazionale erede dell’Armata Rossa che insegui i nazisti fino a Berlino. Ora, Prigozhin è (quasi certamente) morto ma la sua eliminazione non toglie nulla al fatto che questo “miles gloriosus” abbia messo in piazza davanti al mondo intero lo stato disastroso di un esercito nazionale che non può fare a meno di una banda di tagliagole ed ergastolani a pagamento se vuole espugnare Bakhmut.

Da quell’impresa di alta macelleria militare sono nate le proteste contro Mosca che gli negava le munizioni, poi l’outing del 23 giugno accusò Putin di aver fatto una guerra ingiusta e mafiosa (usò la parola “racket”) contro l’Ucraina, cedendo ad un gruppo di speculatori. Poi, quella marcia su Mosca finita nel nulla. Oggi tutti sono convinti che Prigozhin sia morto per ordine di Putin. Il che forse è vero ma è irrilevante: gli effetti restano identici perché il sistema militare russo si è trovato denudato dalle bravate e dal suicidio di questo ex venditore di hot dog perché la Russia non può affrontare una vera guerra senza affittare mercenari come lanzichenecchi che vanno sotto la sigla PMC, fatte di avanzi di milizie, ex terroristi e avventurieri fuorusciti che poi compiono i crimini che il mondo ha visto in Ucraina, in Africa del nord e centrale dove prendono il posto dei francesi in fuga.

Gazprom, il gigante energetico statale, ha ben due eserciti che si chiamano Fakel e Plamya, per garantire la funzionalità degli oleodotti con le armi. Tutte queste armate private, grandi e piccole, sono finanziate dal Cremlino che preferisce evitare di compromettere un esercito nazionale male addestrato e privo di motivazione.

Dato questo stato delle cose sembra improbabile che adesso l’armata Wagner orfana di Prigozhin, accetti di mettersi in fila con le nuove reclute. Ed è impossibile che Putin e Shoigu suo ministro della Difesa, possano rinunciare ai mercenari. La morte dell’ex cuoco di Putin chiude un’epoca ancora sperimentale e ne apre una rafforzata dall’esperienza sul campo, ma afflitta dalla corruzione. Prigozhin è morto certamente per aver messo in piazza i panni sporchi del governo e più ancora dell’esercito, suo nemico giurato.

C’è poi un fatto molto curioso: la fine del capo della Wagner è stata filmata da un cellulare. Si vede il jet, poi l’esplosione che fa staccare un’ala, il jet che s’impenna e precipita fino allo schianto e al rogo con i serbatoi pieni. I corpi sono irriconoscibili se non con il test del Dna e in teoria nessuno può dire se quel grumo di carne fumante sia Prigozhin e regge l’ipotesi di una assurda carneficina solo per consentire a Prigozhin di sparire. Ma non regge. Anche gli americani sono convinti che Prigozhin sia stato fatto uccidere da Putin, che gli ha reso distrattamente omaggio definendolo “una personalità complessa” e certo è straordinario il fatto che il tremendo attentato sia stato diffuso via Internet.

Che ne sarà adesso della Wagner? I canali Telegram dicono che saranno assorbiti dall’esercito ma non ci crede nessuno. Prigozhin era anche il testimone più scomodo: fu lui nel 2014 ad eseguire per conto di Putin la prima operazione in Ucraina con soldati privi di mostrine. Da allora sono diventati famosi per le atrocità commesse in Siria, Libia, Repubblica centrale africana, Sudan e Mozambico.

L’uomo più importante ucciso nell’attentato in cui è morto Prigozhin è stato Dmitry Utkin, un neonazista con i tatuaggi delle SS sul collo che battezzò il battaglione con il nome del nome Wagner molto amato da Hitler. È un fatto inoppugnabile che l’esercito privato di Putin fosse e tuttora sia composto da nazisti dichiarati e tatuati, mandati a denazificare l’Ucraina.

Paolo Guzzanti. Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.

Francobolli di storia. Eccome se la storia si può ripetere: Putin come un faraone, l’affaire Prigozhin insegna che l’armistizio coi dittatori è un’illusione. La storia dell’umanità non fa sconti a nessuno. Basta guardarsi indietro sfogliando le cronache del passato, vi si troveranno esempi a bizzeffe. Un esempio è quanto è appena avvenuto in Russia, con la misteriosa morte di Prigozhin. Riccardo Nencini su Il Riformista il 26 Agosto 2023 

Diversi anni fa, vicino a Luxor, in Egitto, venne scoperta l’etichetta di un sandalo di re Den. Si tratta della prima immagine di un monarca mai giunta fino a noi, risale più o meno a 5000 anni fa. La raffigurazione del sovrano è una scena di crudo realismo. Viene ritratto in piedi, con un bastone tra le mani, mentre sconfigge il nemico. Un gesto deciso, il bastone levato sopra la testa nell’atto di colpire l’avversario, in ginocchio, senza pietà. L’artigiano che ha creato l’etichetta doveva dimostrare che il sovrano era invincibile, l’unico che potesse garantire l’ordine nella comunità, far rispettare le leggi, scompaginare i nemici.

Se l’immagine non fosse sufficiente, a supporto arriva la scritta in geroglifico. Agghiacciante: ‘Essi (i nemici) non esisteranno’. Come a dire: verranno spazzati via, letteralmente cancellati dalla faccia della terra. È probabile che il popolo sconfitto venisse dal Sinai.

Lo storico Franco Cardini mi ricorda spesso che una comunità si fonda su tre pilastri: la bandiera, il mito, il nemico. Nulla di meglio di una guerra contro un nemico comune, non importa se il pericolo sia reale o inventato, per riunire un popolo attorno alla stessa bandiera, rinnovare l’unità ‘nazionale’, fondare un mito condiviso.

Nulla di diverso rispetto a quanto accade anche oggi. L’esempio classico a 5000 anni di distanza dal sandalo di re Den è di nuovo Putin. Prima la retorica di un potenziale attacco esterno, ore fa l’eliminazione dell’alleato golpista, Prigozhin, il capo della Wagner. Non sappiamo chi sia il mandante dell’attentato ma possiamo intuirlo.

Il messaggio è comunque di una chiarezza cristallina: c’è un solo capo, il capo è vivo e vegeto, per chi tradisce nessuna pietà. Non le patrie galere, la morte. Nondimeno l’affaire Prigozhin insegna una seconda morale. L’armistizio coi dittatori è un’illusione. Il loro potere si fonda sul terrore, non sull’equilibrio tra poteri che godono di autonomia e autorevolezza, non sulla libera espressione dei cittadini nel voto, nella gestione della cosa pubblica, nel governo dell’economia. Chi muove contro una dittatura sa, ad ogni latitudine, di rischiare la vita. Se non porti alle estreme conseguenze il golpe e anzi pensi di trattare la resa, vai incontro a fine sicura. Non è certo quello che sia accaduto a Prigozhin quando, in marcia verso Mosca, a un certo punto rinuncia. Sappiamo però che proprio in quel momento ha avuto inizio la sua via dolorosa, il calvario, la croce. I colpi di stato in regime di dittatura o riescono o ti seppelliscono.

La storia dell’umanità non fa sconti a nessuno. Basta guardarsi indietro sfogliando le cronache del passato, vi si troveranno esempi a bizzeffe. Riccardo Nencini

Le Vittime.

Facebook: Stato Magna Grecia - Due Sicilie

Creare un nemico ...per dare una "giustificazione" ai propri delitti

Con quale animo le DIVISE piemontesi dovevano andare a casa altrui (NOSTRA) e compiere massacri ?

Per dare un "sostegno morale" alle loro DIVISE ecco che avevano bisogno di

CREARE UN NEMICO con una narrazione che fu poi la ossatura di tutta la propaganda massonica del risorgimento che ha il suo punto più basso con il museo criminale di ezechiele lombroso a torino in piemonte, nella terra di bergoglio.

Questa tecnica ha accompagnato il potere massonico fino ad oggi ed ogni volta che deve distruggere una vittima ha avuto bisogno di aggiornare la sua propaganda passando dai lazzari, ai briganti, poi ai mafiosi con la coppola, poi a quelli con il gessato, poi ai gomorristi ed oggi ai complottisti, negazionisti etcetera.

Crearsi un nemico è necessario per chi è carnefice . Ieri 1860 come oggi 2022.

Questi CRIMINALI a servizio dei fratelli (della massoneria) d'italia sono in mala fede e senza legittimazione tanto da avere bisogno di crearsene una e la cercano inventandosi un difetto dentro al nemico.

Quando vi tappano la bocca dicendo che siete brigante, lazzaro e tutte le declinazioni possibili vuol dire che stanno ripetendo questo metodo per continuare ad imporsi su di voi .

..."diremo che sono stati i briganti" ...

Se capiamo la funzione delle etichette che i giornalai della stampa igienica usano ancora oggi per zittire le vittime prescelte , allora li abbiamo disarmati

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LEGGERE PER CAPIRE! AL BANDO I MERIDIONALI

di Gianni Lannes

Il dovere della memoria: per non dimenticare mai ciò che hanno patito i figli del Sud. Dal 1870 al 1930 ben 30 milioni di persone nate in Italia sono state costrette dalla miseria e dalle persecuzioni dello Stato tricolore a lasciare la propria patria. Quello che tanti non sanno è che il piano di deportazione dei Savoia è ancora oggi un segreto di Stato, sepolto nei documenti diplomatici conservati all’Archivio storico della Farnesina.

Repetita iuvant - Come avevo già scritto e documentato in passato, i lager non sono un’invenzione dei nazisti: più di un secolo e mezzo fa i Savoia, hanno massacrato migliaia di soldati borbonici, rei di non essersi sottomessi al loro dominio. Vi dice qualcosa Fenestrelle? In seguito, i savoiardi pensarono di estendere il trattamento all’intero Mezzogiorno recalcitrante con la famigerata legge Pica. Comunque «i meridionali dovrebbero essere deportati in un luogo disabitato e lontano migliaia di chilometri dall’Italia. In Patagonia, per esempio». Non si tratta dell’ultima provocazione leghista di qualche politicante razzista. E’ una cosa seria ammantata ancora oggi dall’eterno segreto di Stato. Provate a fare richiesta di atti e documenti in materia al ministero degli Esteri. Intenzioni e progetto portano la firma di un Presidente del Consiglio italiano: Luigi Federico Menabrea (che era nato nell’estremo Nord Italia, a Chambéry, oggi in territorio francese). Imperversa il 1868: l’Italia “unita” con la violenza, il saccheggio, l’inganno e il denaro dei massoni inglesi – certo non i Mille di Garibaldi – muove i suoi primi passi e deve affrontare il brigantaggio al Sud. Nemmeno la pena di morte senza processo (con la famigerata legge Pica) sembra dissuadere i briganti, vale a dire i partigiani dell’epoca che sempre più numerosi si riuniscono in bande. Così il governo italiano, avendo già sterminato interi paesi, compresi i neonati (ad esempio: a Casalduni e Pontelandolfo) decide di cambiare strategia: deportare i briganti e loro sostenitori dall’altra parte del globo terrestre, in modo da recidere affetti e rapporto con il territorio. Un progetto perseguito per oltre un decennio e che fallì solo per la ritrosia dei Paesi stranieri a cedere aree per impiantare mattatoi per meridionali italiani.

Deportazione di massa - Il piano di deportazione è scritto nero su bianco: il progetto delle «Guantanamo» di casa Savoia si rintraccia nei documenti diplomatici conservati all’Archivio storico della Farnesina. Secondo alcune carte seppellite dall’oblio, il presidente Menabrea provò prima a sondare gli inglesi, chiedendo loro un’area nel Mar Rosso, senza riuscirci. Quindi, il 16 settembre del 1868, il capo del governo italiano contatta il Ministro Della Croce a Buenos Aires, perché domandi al governo argentino la disponibilità di una zona «nelle regioni dell’America del Sud e più particolarmente in quelle bagnate dal Rio Negro, che i geografi indicano come limite fra i territori dell’Argentina e le regioni deserte della Patagonia». Anche questo secondo tentativo, però, annega in un buco nell’acqua, perché tre mesi più tardi, il 10 dicembre, Menabrea è già all’opera per trovare soluzioni alternative. Contatta il console generale a Tunisi, Luigi Pinna, e gli chiede di «studiare la possibilità di stabilire in Tunisia una colonia penitenziaria italiana». Ma anche i tunisini oppongono un no. A questo punto Menabrea ritorna alla carica con gli inglesi. Prima chiede loro di poter costruire un «carcere per meridionali» sull’isola di Socotra (tra la Somalia e lo Yemen), quindi domanda loro di farsi perlomeno da tramite con l’Olanda, perché conceda un’autorizzazione identica per un’area del Borneo. Menabrea e il governo italiano sono assolutamente convinti della necessità di deportare lontano dalla terra madre i criminali del Sud. Il senatore Giovanni Visconti Venosta, più volte ministro degli Esteri, incontrando il ministro d’Inghilterra sir Bartle Frere, si spingerà a dirgli: «Presso le nostre impressionabili popolazioni del Mezzogiorno la pena della deportazione colpisce più le fantasie e atterrisce più della stessa pena di morte».

È l’idea di abbandonare la famiglia, il Paese natale, il deterrente che il governo considera la carta giusta per sconfiggere la lotta contadina. Tanto più che in quegli anni sta nascendo il mito di alcune figure come Carmine Crocco (detto Donatelli) brigante che riesce a riunire intorno a sé una banda composta di almeno 2500 uomini e che viene visto come un eroe dalla popolazione locale e lo stratega imprendibile Michele Caruso di Torremaggiore.

Campi di concentramento - Le istanze del governo italiano, però, cadono nel vuoto. Il 3 gennaio 1872 il governo inglese fa sapere di non vedere di buon occhio la creazione di un enorme centro penitenziario per i meridionali italiani. Il 20 dicembre di quell’anno anche l’Olanda si defila: concentrare criminali italiani in un luogo circoscritto viene visto come un problema per la sicurezza interna. Gli ultimi tentativi risalgono al 1873. Il lombardo Carlo Cadorna, Ministro a Londra, prende contatto con il conte Granville, Ministro degli Esteri inglese, ancora per il Borneo. E ancora una volta, da Londra, arriva un rifiuto. Nel frattempo, le carceri dell’Italia Unita traboccavano di meridionali e i briganti continuavano a combattere. L’11 settembre 1872, il “Times” pubblicò una lettera giunta da Napoli che metteva in luce la recrudescenza del brigantaggio in Italia. Il “Times” ci aggiunse un articolo di fondo in cui non si risparmiavano sferzate ai Piemontesi per l’incapacità di «eradicare completamente una così grave piaga».

Oltre il patibolo - Convinto che la paura della deportazione in terre lontane avrebbe spaventato i meridionali più di qualunque tortura e perfino della morte, il Ministro degli Esteri, Visconti Venosta, decise di mettere alle strette gli inglesi. Il 19 dicembre 1872, a Roma, incontrò il ministro d’Inghilterra Sir Bartle Frere e gli parlò chiaro. Il suo discorso è ancora agli atti, negli Archivi della Farnesina. Disse: «Se ci ponessimo in Italia ad applicare la pena di morte con un’implacabile frequenza, se ad ogni istante si alzasse il patibolo, l’opinione e i costumi in Italia vi ripugnerebbero, i giurati stessi finirebbero o per assolvere, o per ammettere in ogni caso le circostanze attenuanti. Bisogna dunque pensare – disse il Ministro della neonata Italia – ad aggiungere alla pena di morte un’altra pena, quella della deportazione, tanto più che presso le nostre impressionabili popolazioni del Mezzogiorno la pena della deportazione colpisce più le fantasie e atterrisce più della stessa pena di morte. I briganti, per esempio, che sono atterriti all’idea di andar a finire i loro giorni in paesi lontani, ed ignoti, vanno col più grande stoicismo incontro al patibolo». Sir Bartle Frere prese tempo ma i piemontesi non si arresero. È del 3 gennaio 1873 un documento confidenziale in cui Cadorna ragguaglia Visconti Venosta sul colloquio avuto col conte Granville relativamente alla «cessione di una parte della Costa Nord Est dell’isola di Borneo». Il rappresentante del Governo italiano disse al Ministro degli Esteri inglese che i briganti «avvezzi a mettere la loro vita in pericolo, resi più feroci dalla stessa lor vita, salgono spesso il patibolo stoicamente, cinicamente (esempio tristissimo per le popolazioni!). Invece la fantasia fervida, immaginosa di quelle popolazioni rende ad essi ed alle loro famiglie terribile la pena della deportazione. In Italia, e massime nel Mezzodì, ove è grande l’attaccamento alla terra, ed al proprio sangue, il pensiero di non vedere più mai il sole natale, la moglie, i figli, di passare, e finire la vita in lontano ignoto paese, lontani da tutto, e da tutti, è pensiero che atterrisce». Granville però fu irremovibile: l’Inghilterra non avrebbe aiutato l’Italia a deportare i Meridionali.

Sepolti vivi - Ma quanti erano i detenuti del Sud che marcivano nelle galere italiane? Secondo la rivista «Due Sicilie» (diretta da Antonio Pagano), un’indicazione si trova in una lettera del savoiardo Menabrea, al Ministro della Marina, il nizzardo Augusto Riboty. Menabrea sostiene che sarebbe stato «utile e urgente» trovare «una località dove stabilire una colonia penitenziaria per le molte migliaia di condannati» che popolavano gli stabilimenti carcerari. A proposito della Marina Militare, la Forza armata si prestò ad esplorare una serie di luoghi adatti alla deportazione dei meridionali. Il Borneo e le isole adiacenti, innanzitutto, ma anche – secondo documenti pubblicati da «Due Sicilie» – «l’est dell’Australia». L’anarchico Giovanni Passannante che la sera del 17 novembre 1878 attenta con un temperino alla vita di Umberto I di Savoia, rimedia decenni di segregazione e torture fino a quando muore nel 1910 all’interno del manicomio di Montelupo Fiorentino. Il suo cranio ed il cervello sono stati esposti fino a qualche anno fa in un museo criminologico, ma ora riposano a Salvia di Lucania. I libri di storia tricolore dopo un secolo e mezzo ancora nascondono la verità. Chissà perché? Altro che “Unità d’Italia”: è in atto ancora la morte civile. Infatti, solo negli ultimi dieci anni, ben 700 mila giovani laureati sono stati costretti ad abbandonare il Sud. E anche se non vige più la pena di morte, va in scena la morte per pena.

Sulle strade di Kyjiv Il vuoto del passato, l’energia del presente e la voglia di futuro dell’Ucraina. Yaryna Grusha su L'Inkiesta il 28 Agosto 2023

Per le strade della capitale si può percepire un cambiamento netto rispetto allo scorso anno: le vie e i negozi deserti del 2022 sono stati riempiti da un nuovo dinamismo, da un’umanità che ha ripreso ad affollare la città

L’anno scorso, camminando per le strade di Kyjiv, ero sopraffatta dalla sensazione di vuoto. Le strade di una capitale di tre milioni e mezzo abitanti, dove ho vissuto per tredici anni, per me erano deserte. Alzavo lo sguardo e vedevo sulle finestre dei palazzi alti lo scotch sulle finestre, una tecnica per preservare il vetro dall’onda d’urto di un’esplosione. Allora i padroni delle case, partiti nei primi giorni dell’invasione russa su larga scala, non erano ancora tornati a toglierlo. Con la mente facevo i calcoli delle persone e delle macchine che incontravo per strada e di tutti i palazzi di Kyjiv, una cifra sproporzionata: le case erano molte di più della gente che girava intorno anche nell’ora di punta. Il vuoto nei negozi dove le commesse erano contente non di venderti qualcosa, ma almeno di fare quattro chiacchiere. Il vuoto nella metro dove potevi trovare il posto a sedere in qualsiasi ora del giorno e della sera. Il vuoto era devastante, assordante e angosciante eppure l’estate scorsa le sirene le avrò sentite tre volte in due settimane.

Quest’anno invece al posto del vuoto sento una forte energia. Sono così contenta di essere trasportata dalla folla in entrata e in uscita di un vagone metro per fare poi una lunga fila che come un branco di pinguini aspetta prima di salire sulle scale mobili. Sono contenta di aspettare con il libro in mano un’amica che arriva in ritardo perché c’è un ingorgo per strada e sono altrettanto contenta di fare la fila alla cassa di un supermercato, mettendo sul nastro prodotti ucraini.

C’è una forte energia e una grande voglia di futuro. Si sente nei cantieri che nonostante le sirene e i possibili bombardamenti stanno costruendo le future case per i futuri ucraini. Si sente nelle pubblicità che offrono di imparare le lingue straniere utili per trovare un lavoro. Si sente tra le mamme che girano per strada con le carrozzine anche se ogni volta che scatta la sirena devono scendere in un rifugio. I kyjiviani scendono nei rifugi, soprattutto quelli che sono stati colti dalla sirena mentre erano per strada. Il rifugio migliore è la stazione della metropolitana: all’ingresso il personale distribuisce le sedie, e ormai gli impiegati dei negozi vicini scendono con le loro. La sirena smette di suonare, e tutti come talpe salgono sopra e ricominciano a costruire il futuro.

La mia amica, quella arrivata in ritardo, dice che vuole vivere in Ucraina e vuole avere una famiglia ucraina. Parliamo con lei degli uomini ucraini e del disturbo post traumatico da stress che subiscono già e che subiranno tutti quelli che sono stati al fronte e anche quelli che non ci sono stati ma sono impegnati nel volontariato.

Incontro velocemente uno di questi uomini. È il marito di un’amica che avevo ospitato insieme con il figlio nel febbraio del 2022. Mi dice che all’inizio di settembre partirà in missione al fronte con il corpo volontario dei paramedici “Hospitaliery” in qualità di autista. Ha fatto un corso di addestramento da paramedico, casomai anche lui debba assistere un ferito. Come autista ha fatto il corso di guida fuoristrada in condizioni critiche. Dice che per entrare in “Hospitaliery” c’è una fila di migliaia di persone, lui ha dovuto chiedere a un amico di avanzare nella lista. Dice anche che prima o poi toccherà a tutti gli uomini di prendere parte in questa guerra, lui ha deciso di contribuire così. Ha bevuto la sua bevanda rinfrescante e mi ha salutata in fretta perché aveva un appuntamento con lo psicologo. Migliaia e migliaia sono in fila per avvicinare il futuro comune, per avere il futuro. Non per normalizzare il presente, la guerra, le sirene, il fronte aperto ma per avvicinare il futuro sicuro, ognuno con il proprio contributo.

Pensavo al futuro mentre lavavo le finestre nell’appartamento della mia amica dai segni dello scotch scrostato.

Viviamo, resistiamo. La mia campagna, la salvezza perduta e un sabato di festa trasformatosi in un sabato di sangue. Yaryna Grusha su L'Inkiesta il 21 Agosto 2023.

In Ucraina ogni famiglia ha perso qualcuno o conosce qualcuno che ha perso qualcuno in guerra. In guerra non significa solo al fronte. In guerra significa anche un corpo steso per strada coperto dal telo argentato

Lascio la campagna ucraina, dove ho passato otto giorni, negli ultimi tre anni è stato il periodo più lungo che mi sono potuta concedere con i miei genitori. La campagna ucraina di fine agosto è ancora verde, profumante, con quei campi di grano che essiccano sotto il sole emanando l’elisir vitale con le centauree blu tra le spighe di grano, così belle da sistemare tra i capelli.

Il mondo è bello in generale, peccato che il vicino di casa ti voglia uccidere e ogni sirena che scatta sul cellulare te lo ricorda. La mia cara amica Victoria Amelina, scrittrice ucraina uccisa da un missile russo, in una sua poesia scriveva:

Suona la sirena in tutto il paese

Come se ogni volta volessero uccidere

Tutti

Però centrano uno solo

Di solito quello di lato

Oggi non sei tu, finita la sirena

Le sirene suonano e avvisano che sono venute a prendere qualcuno, un soldato nella trincea, un soldato in borghese che sul terrazzo di qualche bar pranza con la sua fidanzata, godendo quelle poche ore in licenza, oppure un civile, un signore che sta in fila per il pane o una bambina di sei anni con il viso angelico, la figlia unica e unica gioia dei suoi genitori, o la signora che con la sua cesta tornava a casa dalla chiesa dopo la messa di benedizione delle mele per la festa di Trasfigurazione di Cristo detta anche Spas, che in ucraino vuol dire salvezza. La salvezza per lei non c’è stata. La signora e la bambina sono due vittime dell’attacco feroce e spietato dei russi al centro di Chernihiv, la città che ha già sofferto una distruzione devastante tra il febbraio e il marzo del 2022.

Qualche minuto dopo l’attacco, in rete è girata la foto del marito seduto accanto al corpo della moglie, coperto dal telo argentato. Sotto il telo c’è anche la cesta, le mele benedette si saranno sparse per strada. Posto la foto sui social e mi arriva un messaggio privato di una amica che avevo ospitato assieme al figlio nel febbraio del 2022 in fuga da Kyjiv. L’amica mi scrive che la signora uccisa della foto è una compagna di corso di suo fratello, suo padre invece stava in un negozio a cinquecento metri dal posto dove è caduto il missile portando via la vita di sette persone e ferendone centocnquantotto. Un sabato di festa che si è trasformato in un sabato di sangue. La trasfigurazione è avvenuta, quella di un mostro in un mostro che per l’ennesima volta fa vedere la sua faccia spietata.

La compagna di corso del fratello della mia amica, il padre del vicino di casa, la figlia, la madre, il padre. In Ucraina ogni famiglia ha perso qualcuno o conosce qualcuno che ha perso qualcuno in guerra. In guerra non significa al fronte. In guerra significa anche per strada perché i civili sono soldati, intanto perché i razzi russi li prendono di mira ma anche perché sono soldati simili a quelli della trincea perché anche loro resistono da diciassette mesi. Vivere nonostante i missili è già una resistenza, essere ucraini ed essere vivi è già una resistenza.

Esco dalla visita medica post operatoria insieme con mia madre, la porto a pranzo in un ristorante georgiano, mangiamo i khinkali, il gelato fatto artigianale, ordino un espresso, un caffè che non bevo da ottobre dell’anno scorso perché non è compatibile con i sonniferi e ansiolitici. La accompagno alla metro e la saluto forse per un anno, forse… viviamo, resistiamo.

(ANSA il 18 agosto 2023) - Il numero dei soldati ucraini e russi uccisi o feriti dall'inizio della guerra in Ucraina è di quasi 500.000. Lo riporta il New York Times citando fonti americane, secondo le quali un calcolo preciso è difficile da effettuare considerato che Mosca tende ad abbassare le stime e Kiev non riporta dati ufficiali.

(ANSA il 18 agosto 2023) - L'intelligence statunitense stima che la controffensiva dell'Ucraina non riuscirà a raggiungere Melitopol, la città chiave del sud-est del Paese. Lo riferiscono al Washington Post fonti anonime al corrente di tali informazioni al momento considerate riservate, una previsione che se si rivelasse corretta, significherebbe che Kiev non riuscirebbe a raggiungere uno dei principali obiettivi della sua controffensiva, ovvero riuscire entro l'anno a bloccare il corridoio terrestre che collega la Russia alla Crimea.

(ANSA il 18 agosto 2023) - La valutazione riferita dal Washington Post si basa sull'analisi della capacità della Russia nel difendere il territorio occupato attraverso campi minati e trincee, ed è probabile che tale analisi sollevi quesiti a Kiev e nelle capitali occidentali sul perché una controffensiva che comporta l'impiego di decine di miliardi di dollari in armi e attrezzature militari occidentali non riesca a raggiungere i suoi obiettivi.

Ora la guerra presenta il conto: "Mezzo milione di morti e feriti". Storia di Matteo Basile su Il Giornale il 19 agosto 2023.

Dopo le polemiche, un piccola svolta. Prima Kiev si lamenta perché non avrà a disposizione la fornitura di caccia F16 per l'inverno e ieri ecco arrivare rassicurazioni dagli Stati Uniti e dai partner europei. Non proprio un cambio di rotta radicale per il destino del conflitto, almeno per le tempistiche, ma comunque un passo avanti non da poco, nel momento in cui sul campo le posizioni sembrano cristallizzate e la controffensiva non sta andando come l'Occidente contava.

Ma adesso è ufficiale che i piloti ucraini inizieranno l'addestramento sugli F-16 a fine mese in Danimarca. Lo ha annunciato il ministero della Difesa danese precisando che una coalizione di 11 Paesi sarà coinvolta con un altro centro allestito in Romania. Nel contempo, gli Stati Uniti hanno dato il via libera alla stessa Danimarca e ai Paesi Bassi per l'invio dei caccia in Ucraina, una volta completato l'addestramento. «È una pietra miliare importante per l'Ucraina per difendere la sua gente e il suo Paese», ha detto il ministro degli Esteri olandese Wopke Hoekstra. L'intera missione sarà coordinata dagli Stati Uniti «pronti a sostenere l'impegno per l'addestramento in coordinamento con la coalizione e disposti ad ospitarlo per piloti ucraini se l'Europa avrà raggiunto il limite delle capacità di addestramento», ha confermato il portavoce del Pentagono Patrick Ryder. Un passo importante che è al tempo stesso una risposta forte alle richieste di Kiev ma anche una dimostrazione concreta di sostegno, proprio nel momento in cui l'intelligence Usa, come riportato dal Washington Post inizia a dubitare del successo a tutto tondo della controffensiva ucraina. «Non ci si aspetta che riuscirà a raggiungere Melitopol», riporta il quotidiano. Melitopol è base strategica per il conflitto, visto che permette alla Russia di spostare truppe e rifornimenti dalla Crimea verso i territori occupati. «Non commento le indiscrezioni di intelligence. Negli ultimi due anni ci sono state molte analisi su come la guerra si sarebbe evoluta. Non facciamo previsioni perché la guerra, questa guerra, è imprevedibile. Ho fiducia nel coraggio degli ucraini», ha detto Jake Sullivan, consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca.

Intanto il conflitto non si ferma. Secondo una stima il numero complessivo dei soldati ucraini e russi uccisi o feriti dall'inizio della guerra è di circa 500mila. Un calcolo difficile da effettuare e in cui la stima è molto probabilmente per difetto ma rende l'idea delle proporzioni della tragedia. Con la Russia che continua a colpire con bombe e missili sull'Ucraina, con allarmi aerei in tutto il Paese, Kiev risponde come spesso sta facendo nelle ultime settimane. Un drone ucraino, solo parzialmente bloccato dalla contraerea russa, ha colpito un edificio del centro di Mosca provocando un'esplosione nella zona dell'Expo Center. Chiuso l'aeroporto di Vnukovo e bloccato lo spazio aereo sulla capitale russa per diverse ore nel timore di nuovi attacchi, con sette voli in arrivo a Mosca dirottati su altri aeroporti. Un grosso incendio si è invece sviluppato al terminal petrolifero russo di Novorossiysk, uno dei porti più importanti del Mar Nero, principale terminal per l'esportazione di petrolio russo. Ignote le cause del rogo ma anche in questo caso si sospetta un attacco ucraino, come già avvenuto in diversi altri depositi.

Intanto, dopo il boicottaggio russo e i numerosi attacchi contro depositi di stoccaggio, ieri la prima nave che trasportava grano seguendo la rotta del corridoio sul Mar Nero dall'Ucraina alla Turchia, è arrivata in sicurezza nel Bosforo. La nave, con bandiera di Hong Kong operata da una azienda tedesca, era bloccata in Ucraina dall'inizio della guerra ed è partita il giorno prima da Odessa. Un primo segnale, dopo il mancato rinnovo di Mosca dell'accordo sulle esportazioni di grano dall'Ucraina.

Tra morti e feriti il bilancio della guerra in Ucraina sfiora quota mezzo milione. Il confronto degli Usa con Vietnam e Afghanistan. A riportarlo è il News York Times che prende in considerazione anche un altro fattore: quello della dimensione dell’esercito: Putin può contare su una popolazione notevolmente più ampia. Redazione su Il Riformista il 18 Agosto 2023 

Il numero totale di truppe ucraine e russe uccise o ferite dalla guerra in Ucraina iniziata 18 mesi fa si avvicina a 500.000. Il bilancio arriva da funzionari statunitensi, ma le cifre – difficili da stimare – restano camuffate da Mosca, che tende a sottovalutare le proprie perdite, con Kyiv che non divulga bollettini ufficiali. Numeri alla mano si calcolano 300.000 vittime militari russe, con 120.000 morti e 170.000-180.000 feriti, mentre quelle ucraine a circa 70.000 morti e 100.000-120.000 feriti.

A riportarlo è il News York Times che prende in considerazione anche un altro fattore: quello della dimensione dell’esercito: Putin può contare su una popolazione notevolmente più ampia da cui reclutare nuove truppe, tuttavia  la guerra ha avuto un pesante impatto su entrambi i lati, in primis sui civili, con migliaia di vittime e milioni di sfollati.

L’Ucraina ha cambiato le sue tattiche in campo di battaglia, cercando di ridurre i decessi e preservare la forza di combattimento di prima linea, con il Paese che sta affrontando sfide come la carenza di cure mediche immediate sul fronte e il rischio di esaurire le scorte di munizioni.

Numeri e i paragoni

Le stime delle vittime si basano su immagini satellitari, intercettazioni di comunicazioni, social media e rapporti dei media da parte dei giornalisti presenti in loco, nonché rapporti ufficiali dei due governi.

A confronto, l’Ucraina ha subìto un numero di morti militari che supera già quello delle truppe americane morte durante la guerra in Vietnam e approssimativamente uguaglia il numero di forze di sicurezza uccise durante l’intera guerra in Afghanistan.

Il rapporto della Ong. La richiesta dei comandanti russi: “Fino a 150 mila rubli per restituire i corpi alle famiglie dei soldati”. Il rapporto di Crimea SOS. Redazione su Il Riformista il 18 Agosto 2023 

I comandanti russi stanno richiedendo denaro alle famiglie dei soldati caduti di Mosca in cambio del rilascio dei corpi dei loro cari. È questo quanto afferma un’organizzazione non governativa ucraina, Crimea SOS, che ha reso pubblico il rapporto sul comportamento dei militari.

Questi ultimi sarebbero soliti trasportare i corpi dei soldati deceduti all’obitorio di Simferopol, la seconda città più grande della Crimea, occupata dai russi, riferendo ai parenti delle vittime che i cadaveri dei loro congiunti sarebbero ancora sul fronte e richiedendo un pagamento di circa 100-150mila rubli (equivalenti a 980-1.470 euro) per recuperarli.

Crimea SOS afferma che la richiesta di pagamento viene giustificata sostenendo la pericolosità del trasporto e del tornare sui campi di guerra, e che in caso contrario non sarebbe un’operazione immediata.

Anche il New York Times ha riportato ulteriori testimonianze che supportano questo scenario.

In diversi casi – sostiene il quotidiano – ai soldati è stato ordinato di non recuperare i corpi dei loro compagni caduti sul campo di battaglia: in questo modo i russi possono essere dichiarati “dispersi” anziché “caduti“, evitando così il pagamento di un indennizzo alle famiglie. Un militare ha raccontato: “C’erano corpi ovunque, ma nessuno si prendeva la briga di recuperarli per questo motivo”.

500 bambini uccisi dalle bombe in Ucraina: i volti, i nomi, le storie. Lorenzo Cremonesi, e Alessandra Muglia su Il Corriere della Sera domenica 13 agosto 2023.

Da Polina che con il suo ciuffo rosa è diventata un simbolo, ad Alisa che voleva portare in salvo il suo cagnolino, da Sasha uccisa mentre fuggiva in barca sul Dnipro con la nonna a Serhii, colpito appena nato in ospedale

Il memoriale di Kharkiv

(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Kharkiv)

Una bambina e un bambino volano al cielo guardando verso l’alto. La bambina ha un orsacchiotto che le pende dalla mano destra e che il bambino appena sotto accenna ad afferrare. Sulla base in marmo nero si legge un epitaffio: «Ai piccoli angeli che tanto presto hanno subito la crudeltà degli uomini…». La gente si ferma, dice una preghiera sottovoce, fa una foto, oppure si limita a riflettere. Le autorità hanno inaugurato due mesi fa il monumento ai bambini morti qui a Kharkiv perché è la seconda città del Paese e l’anno scorso venne pesantemente bombardata dai russi. Le vittime furono migliaia, tra loro 77 bambini morti e quasi 250 feriti. Un dato che per il Paese è in continua crescita. Ieri la procura generale di Kiev ricordava che «i bambini morti sono ormai oltre 500». Secondo l’Onu già a giugno il numero dei piccoli martiri era attorno a 540 e 1050 i feriti in tutta l’Ucraina.

26 febbraio 2022: Polina e il suo ciuffo rosa, la sorella Sofia rimessa in piedi a Roma (di Alessandra Muglia)

Il suo ciuffo rosa è diventato subito il simbolo del dramma dei bambini nella guerra innescata da Mosca. Polina, dieci anni, stava finendo le elementari: è stata la prima vittima con un volto e un nome del fuoco russo nel Paese. Era in fuga da Kiev con la sua famiglia, via da quel conflitto iniziato soltanto poche ore prima. Ma l’auto su cui viaggiava è stata fermata da una pioggia di proiettili che non le hanno lasciato scampo. Con lei sono morti i suoi genitori, Anton Kudrin e Svetlana Zapadynskaya, entrambi veterinari. Suo fratellino Semyon se n’è andato pochi giorni dopo in ospedale. Unica sopravvissuta la sorella Sofia, oggi 14enne: dopo la terapia intensiva sembrava destinata a restare in carrozzella a vita. Invece, dopo settimane di cure al San Raffele di Roma, è tornata a camminare.

6 marzo 2022: Alisa che portava in salvo la gabbia con il cagnolino (di Lorenzo Cremonesi, inviato a Kharkiv)

Alisa Perebyinis aveva 9 anni e stava scappando con la gabbietta del loro cane in mano. La mamma doveva occuparsi del fratellino più piccolo e spingeva un trolley con le poche cose che era riuscita a raccogliere dalla casa bombardata. Ma Alisa aveva anche un compito particolare, non doveva solo badare al cagnolino. Sotto la coperta sul fondo della gabbietta aveva nascosto soldi e i pochi gioielli della nonna: faceva freddo, quindici gradi sottozero, ma per nessun motivo doveva mollare la presa. Così l’abbiamo trovata nei giornalisti quella giornata gelida del 6 marzo 2022. Era riversa sulla strada devastata dalle cannonate russe, dopo il ponte di Irpin, alle porte di Kiev, vicina ai cadaveri della mamma e del fratellino, anche il cagnolino era stato ucciso dalle schegge: la gabbietta era vicino al viso.

10 marzo 2022: Sasha in fuga con la nonna, il corpo trovato un mese dopo (di Alessandra Muglia)

Sasha che sorride con i dentini da latte, abbracciato al suo gatto, gli occhi biricchini che spuntano da un caschetto di capelli biondo cenere. La sua foto per quasi un mese era circolata su social e media, approdata anche a «Chi l’ha visto». Di Sasha si erano perse le tracce dopo che era fuggito con la nonna da Vyshhorod, sobborgo di Kiev assediato dai russi. Era il 10 marzo, l’«operazione speciale» era iniziata da poco. Tra ponti colpiti e strade bloccate, la nonna e Sasha, 4 anni appena compiuti, volevano raggiungere in barca l’altra sponda del Dnipro con dei vicini. Ma il fuoco li ha raggiunti. Il corpo dell’anziana è stato ritrovato subito, mentre del piccolo per settimane nessuna traccia. La mamma, Anna Yakhno, aveva lanciato appelli per le ricerche. Ed è stata sempre lei con un post a spegnere ogni speranza: il fiume ha poi restituito anche il corpicino di Sasha crivellato di colpi.

23 novembre 2022: Serhii, colpito appena nato nella corsia d’ospedale (di Lorenzo Cremonesi, inviato a Kharkiv)

I russi bombardano gli ospedali. Lo fanno in modo metodico, continuo, con la stessa tenacia criminale che adottavano in Siria negli anni scorsi. La notte dello scorso 23 novembre è accaduto nel padiglione della maternità che si trova nella cittadina di Vilniansk, una quarantina di chilometri a est di Zaporizhzhia. Un loro missile ha ucciso Serhii Podlianov, che era nato da meno di 48 ore e la mamma Maria l’aveva appena allattato. L’esplosione ha fatto crollare i muri, Maria ha cercato di salvare il figlio sepolto dai calcinacci, ma si muoveva a fatica, lei stessa era rimasta ferita. «Abbiamo un figlio», aveva scritto al marito militare poco prima, era il loro quarto. Ma lui non ha fatto in tempo a tornare per vederlo in vita. Serhii è stato sepolto in una piccola bara bianca accanto alle tombe fresche dei soldati.

28 aprile 2023, un missile nel sonno: «Kyrylo voleva studiare» (di Lorenzo Cremonesi, inviato a Kharkiv)

Non c’è stata alcuna possibilità di sopravvivere al missile che ha colpito la loro palazzina nel mezzo della notte a Uman per Kyrylo Pysariev di 17 anni e la sorella undicenne Sofia. Era il 28 aprile 2023, hanno perso la vita 23 civili, inclusi 6 bambini. «Kyrylo era uno studente brillante, sognava di poter continuare a studiare, ma non è stato possibile», ha detto la maestra Tamila, che aveva seguito la famiglia da quando era sfollata dal Lugansk nel 2014. I genitori si sono salvati col terzo figlio perché dormivano in un’altra stanza. Sono le storie comuni dei bombarda-menti, dove la fortuna fa la differenza tra la vita e la morte. I missili russi arrivano all’improvviso nelle zone urbane. A differenza che nei nuclei sul fronte, la gente in posti come Uman non scende più nei rifugi quando suonano le sirene. Spesso non c’è il tempo.

“Le vittime di guerra non sono tutte uguali”: il confronto che inchioda l’ipocrisia dei media. Martina Piumatti il 9 Agosto 2023 su Inside Over. 

Guerre, stragi di civili, crisi umanitarie dovrebbero essere sempre “notiziabili”. Alcune, però, lo sono più di altre. A smascherare la presunta imparzialità dei media – e lo fa in uno dei baluardi della credibilità giornalistica, The New York Times  – è un report che misura il peso specifico del pregiudizio di giornali, e giornalisti. Perché, oltre ad essere spesso l’unica cosa che legge l’utente medio, i titoli condizionano il modo in cui una notizia viene interpretata e ricordata, semplificando la posizione della testata su una questione in modo riconoscibile per il proprio target.

Gli autori – Esther Brito Ruiz e Jeff Bachman dell’American University School of International Service – hanno confrontato la copertura del Times dell’intervento saudita in Yemen nel 2015 con quella dell’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022. Il gap è impressionante: mentre il primo ha prodotto 546 articoli in sette anni e mezzo (tra il 26 marzo 2015 e il 30 novembre 2022), i titoli sull’Ucraina hanno sfondato quota 500 in meno di tre mesi, per raddoppiare entro nove, occupando quotidianamente la prima pagina. Uno spazio che la crisi in Yemen si è guadagnata solo dopo oltre tre anni. 

Yemen 2015 contro Ucraina 2022

L’analisi comparativa si basa su alcuni elementi comuni: i civili sono stati vittime di entrambi i conflitti; entrambi hanno minato la sicurezza alimentare e, in entrambi, gli Stati Uniti hanno fornito supporto militare a una delle due parti (54 miliardi di dollari ai sauditi e 75 miliardi agli ucraini). Ma il divario tra i due contesti non si ferma alla portata e alla rilevanza della copertura mediatica. Anche il tono varia parecchio. Se per gli yemeniti tende al distaccato neutrale, per gli ucraini vira verso l’empatico convinto.

“Quando abbiamo analizzato i titoli sullo Yemen e l’Ucraina, – spiegano Brito Ruiz e Bachman – li abbiamo classificati come “episodici”, nel senso che si concentrano su eventi specifici, o “tematici”, nel senso che sono più contestuali. I titoli in gran parte episodici sullo Yemen possono dare l’impressione che il danno riportato sia accidentale. Mentre, articoli contestuali sull’Ucraina tracciano le più ampie implicazioni del conflitto e riportano di continuo storie che evidenziano le responsabilità russe”. L’attribuzione delle responsabilità pare selettiva, passando da netta a sfumata. Dei 50 titoli sullo Yemen che riportano attacchi specifici compiuti dalla coalizione guidata dai sauditi, solo 18 – il 36% – attribuiscono la responsabilità all’Arabia Saudita o alla coalizione. L’88% dei titoli dedicati agli attacchi russi – 44 su 50 totali – incolpa esplicitamente la Russia. Al contrario, nessuno dei quattro titoli sugli attacchi ucraini sottolinea la responsabilità all’Ucraina.

Uno scontro di narrazioni

La sofferenza umana non è tutta uguale. E certi “cattivi” sono più cattivi di altri. Se da una parte si minimizza, dall’altra si enfatizza. Se “Le forze russe martellano i civili…” e “La Russia picchia l’Ucraina…“, la “carestia” si limiterebbe a “inseguire” lo Yemen, discolpando gli “amici” sauditi dalle loro documentate colpe. Insomma, anche il Nyt, stracitato nume dell’imparzialità giornalistica, parrebbe cedere a pregiudizi perfettamente conformi agli obiettivi geopolitici degli Stati Uniti (che armano in un caso i “cattivi”-sauditi e nell’altro i “buoni”-ucraini). Un doppio standard che inchioda l’ipocrisia diffusa, e non sempre consapevole, dell’Occidente, “dove er più pulito c’ha la rogna”. E che, certo, non risparmia la “narrazione” mediatica della guerra in Ucraina.

Dal presentatore inglese di Al Jazeera, Peter Dobbie, che si è lasciato scappare che gli ucraini in fuga dalla guerra sono “persone benestanti della classe media” che “non sono ovviamente rifugiati che cercano di scappare da aree del Medio Oriente che sono ancora in un grande stato di guerra; sono persone che assomigliano a qualsiasi famiglia europea a cui vivresti accanto”. A BFM TV, il canale di notizie via cavo più visto in Francia, dove Philippe Corbe ha dichiarato: “Non stiamo parlando di siriani in fuga dai bombardamenti del regime siriano sostenuto da Putin, stiamo parlando di europei che se ne vanno in auto che sembrano le nostre per salvare le loro vite”. Fino a Charlie D’Agata di CBS News che da Kiev è arrivato a dire: “Questo non è un posto, con tutto il rispetto, come l’Iraq o l’Afghanistan che ha visto infuriare il conflitto per decenni. Questa è una città relativamente civile, relativamente europea – devo anche scegliere queste parole con attenzione – dove non te lo aspetteresti o speri che accada”.

Poi, demolite nel tritacarne social, le varie testate hanno fatto tutte mea culpa. Ma la sensazione che l’attenzione mediatica per il popolo martoriato di turno dipenda dal suo essere “relativamente” vicino, simile, o bianco, resta.

Newsweek: La controffensiva della NATO in Ucraina è fallita. Piccole Note (filo-Putin) l'8 Agosto 2023 su Il Giornale.

La controffensiva ucraina è fallita: nonostante gli attacchi si susseguano con continuità restano senza esito. Un tragico fallimento della NATO, che ha mandato al massacro i soldati ucraini, costringendo Kiev a obbedir tacendo. Si è avverata così la profezia di Zelensky al Wall Street Journal: “moriranno molti soldati”… Basta non parlarne, come sta avvenendo, e la macelleria può continuare indisturbata.

Hanno approcciato la Russia come fosse l’Iraq…

La NATO e gli Stati Uniti, consci del fallimento, cercano di eludere le proprie responsabilità. Un’operazione palesata da un articolo del New York Times, che spiegava come gli ucraini abbiano avuto poco tempo per acquisire le tattiche NATO, così, non trovandosi a loro agio con esse, hanno usato quelle a loro più note, che risalivano ai tempi dell’Unione sovietica.

A riportare e commentare la nota del NYT è Ellie Cook su Newsweek, che dettaglia tale narrativa nei particolari, ma spiega che la realtà è tutt’altra, come si evince dal titolo del suo articolo: “Perché le tattiche NATO stanno fallendo in Ucraina”.

Il punto, spiega la Cook, è che le tattiche NATO si basano sul controllo dei cieli, che in Ucraina non è dato (né si darà, vedi Washington Post). Da cui la debacle.

Ancora la Cook: “Nessuno, nelle forze armate della NATO, ha sperimentato combattimenti simili a quelli in cui si sono trovati gli ucraini negli ultimi 18 mesi”, ha detto a Newsweek Davis Ellison, analista strategico del Centro per gli studi sulla sicurezza dell’Aia (HCSS) .

“Le dinamiche della guerra terrestre della NATO non sono mai state messe seriamente alla prova contro una grande potenza, nonostante decenni di investimenti e addestramento”, ha aggiunto.

In casi come l’Iraq e la Guerra del Golfo del 1991, “le forze statunitensi e occidentali sono state in grado di stabilire rapidamente una massiccia superiorità aerea”, ha detto a Newsweek Paul van Hooft, un altro analista dell’HCSS .

Già, i falchi occidentali hanno trattato la Russia come se fosse l’Iraq di Saddam o la Libia di Gheddafi. Una dissociazione dalla realtà costata sangue al popolo ucraino, tragedia alla quale vanno aggiunti i danni inflitti all’economia europea e globale (danno minore, ma non per questo trascurabile), e che la dice lunga sulla lucidità di quanti hanno preparato e stanno alimentando questa guerra per procura contro la Russia.

Peraltro, sulla cinica presa di distanza della Nato riguardo la mancanza di addestramento degli ucraini, suona tragicamente ironico il finale dell’articolo di Newsweek, che riporta le recenti dichiarazioni del generale Pat Ryder, addetto stampa del Pentagono: “Addestriamo gli ucraini dal 2014“, ha detto Ryder, aggiungendo che gli Stati Uniti sono “fiduciosi sul fatto che hanno ancora a loro disposizione una significativa capacità di combattimento e che la impiegheranno in un momento e in un luogo a loro scelta”.

Sottolineiamo: dal 2014 la Nato addestra gli ucraini…

Il dogma dell’Ucraina nella NATO e la tragedia di Zelensky

Interessante, sulla situazione ucraina, quanto scritto da James W. Carden su The American conservative: “Mentre la guerra in Ucraina si approssima al suo disastroso epilogo, possiamo ragionevolmente aspettarci che quanti hanno contribuito a far scoppiare questo conflitto – e quanti hanno sostenuto questa guerra ridicola e inutile fin dall’inizio – paghino un prezzo altrettanto alto di quello pagato dagli architetti e dalle cheerleader del fiasco iracheno: nessuno”.

A pagare il conto saranno solo gli ucraini e la stessa Ucraina, che al termine della guerra rischia di sparire dalla carta geografica, con le regioni orientali controllate dai russi e quelle occidentali sotto l’influenza più o meno forte della Polonia, che già scalpita in tal senso.

Una tragedia che si poteva evitare facilmente, scrive ancora Carden: “Una semplice dichiarazione da parte degli Stati Uniti e della NATO di ritirare il loro impegno, fatto a Bucarest nel 2008, secondo il quale Ucraina e Georgia ‘sarebbero diventate’ membri dell’Alleanza, avrebbe favorito in molti modi una convivenza pacifica tra Russia e Ucraina. Ma no. A guidare la macchina delle ultime quattro amministrazioni statunitensi (Bush, Obama, Trump, Biden) erano gli ideologi. E l’idea che l’Ucraina avesse ‘il diritto di scegliere le proprie alleanze’ e che noi avessimo il dovere di consentirlo finì per essere trattata come fosse una sacra scrittura”.

Controffensiva fallita, un problema in più per Zelensky

Se l’Ucraina sta male, anche Zelensky non si sente eccessivamente bene. Si susseguono notizie su asseriti attentati russi alla sua persona. Nutriamo seri dubbi sulla veridicità dei mandanti: inutile uccidere un burattino sostituibile, soprattutto ora che è in difficoltà. Anzi sarebbe estremamente controproducente, perché creerebbe un martire e Mosca attirerebbe su di sé la riprovazione internazionale.

Ma il susseguirsi di tali notizie è in sé una notizia e dice che c’è chi vuole voltare pagina in Ucraina, un po’ come accadde in sorte al presidente del Vietnam del Sud Ngo Dinh Diem durante la guerra omologa (fu assassinato dai suoi generali con il placet Usa).

A consolidare tale impressione un articolo di Politico che riferisce come l’assassinio di Zelensky non provocherebbe vuoti di potere, dal momento che esistono sostituti validi. Comico prestato alla politica, Zelensky si è consegnato alla tragedia. Ma, come spesso accade nelle tragedie, il protagonista muore.

(ANSA l'8 agosto 2023) Sono oltre 250.000 i soldati russi uccisi dalle forze ucraine dall'inizio dell'invasione del Paese da parte di Mosca: lo annuncia lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, come riporta Ukrinform. Dal 24 febbraio 2022 sono morti 250.800 uomini, inclusi 560 nella giornata di ieri. Nel suo aggiornamento sulle perdite subite finora da Mosca, l'esercito indica che si registrano anche 315 caccia, 312 elicotteri e 4,158 droni abbattuti. Inoltre le forze di Kiev affermano di aver distrutto 4,254 carri armati russi, 4,996 sistemi di artiglieria, oltre a 18 navi e 1,377 missili da crociera.

I Soccorsi in Prima Linea.

La seconda prima linea. La battaglia ucraina per salvare la vita ai soldati e ai civili feriti, e poi ridargliene un’altra. L'Inkiesta il 7 Agosto 2023

I medici, sotto il tiro russo che non risparmia nemmeno le ambulanze, fanno miracoli agli «stabilization point», ma decine di migliaia di persone hanno subìto amputazioni. A differenza dei macellai di Mosca, Kyjiv conosce il costo dell’avanzata

In una guerra ci si focalizza sul numero dei caduti, ma c’è un dato altrettanto importante. Quello dei feriti. Impedire che passino dalla seconda categoria alla prima, salvare la loro vita – negli «stabilization point» a ridosso del fronte e poi negli ospedali – fa parte dello sforzo titanico degli ucraini. C’è un terzo tempo: rimettere i soldati nelle condizioni di combattere e, un giorno, di vivere un’esistenza normale.

Una statistica delle più dolorose, tanto per la nazione in armi quanto per i civili inermi, riguarda le amputazioni. Si calcola che dai venti ai cinquantamila ucraini abbiano perso una parte del corpo dall’inizio dell’invasione. Una cifra così alta, specialmente tra i cittadini a causa del terrorismo della Federazione, non si vedeva dal Primo conflitto mondiale, come ha raccontato il Wall Street Journal.

Per dare un’idea: nella carneficina del 1914-1918 si calcola che 67mila tedeschi e 41mila inglesi abbiano subìto un’amputazione, al tempo una delle uniche tecniche d’emergenza disponibili. I media che spettacolarizzano la controffensiva, titolano sui suoi «rallentamenti», mancano di rispetto al prezzo disumano che paga, in termini di lutti e di conseguenze incancellabili.

Un paziente dovrebbe ricevere una protesi entro novanta giorni dall’amputazione per evitare l’atrofia, ma a causa della scala dei bombardamenti russi, delle mine che hanno disseminato ovunque, il sistema sanitario fatica a tenere il passo. In alcuni casi l’attesa è di un anno. È particolarmente grave la situazione dei bimbi, che devono cambiare più di un apparecchio sostitutivo mentre crescono.

Il governo di Kyjiv stanzia ventimila euro ai soldati mutilati, la ditta specializzata Ottobock pratica sconti, ma molte persone riescono a permettersi il trattamento grazie agli enti caritativi e alle raccolte fondi. Un altro problema – lo stesso che incontra l’esercito – è la carenza di medici e infermieri o, nel caso della riabilitazione, di figure con una formazione specifica.

Una fondazione molto attiva è Superhumans. La direttrice, Olga Rudneva, ha detto al giornale americano che riescono a trattare solo cinquanta amputati al mese. Tra i suoi testimonial, ed è pazienti, c’è l’appena ventenne Ruslana Danilkina, ex soldatessa ferita dagli shrapnel di un ordigno russo, e il ventiquattrenne Denys Kryvenko, che ha perso entrambe le gambe e un arto nell’inferno di Bakhmut.

Il New York Times ha descritto come funziona il sistema di pronto soccorso. Quattro linee di trattamento collegano le trincee ai venti ospedali della regione, una cinquantina di unità mediche sono distaccate assieme alle brigate. Ci sono «codici» colorati: verde, il più lieve; giallo; rosso, il peggiore. Per salvare una vita a un ferito, dovrebbe raggiungere l’ospedale in venticinque minuti. A causa dei bombardamenti, a volte ci arriva dopo ore.

È negli stabilization points, un’altra prima linea, che si fanno miracoli. All’Ucraina non servono lodi per quest’eroismo, non ha tempo di ascoltarle: le occorrono bendaggi, farmaci, protesi, munizioni. È cauta nell’avanzata perché, a differenza del Cremlino che macella come carne da cannone le sue truppe, conosce fin troppo bene quale sacrificio c’è dietro a ogni località riconquistata.

I Patrioti.

"Morto il fantasma di Kiev": cos’è successo in Ucraina. Roberto Vivaldelli il 27 Agosto 2023 su Il Giornale.

Era uno dei più celebri piloti di caccia ucraini: Juice Andrii Pilshchykov è morto insieme ad altri due suoi colleghi durante un incidente che ha coinvolto due aerei da addestramento L-39 in Ucraina

Il pilota Andriy Pilshchykov, noto come "Juice", è uno dei tre morti nella collisione tra L-39 verificatasi in Ucraina nella giornata di venerdì. Era conosciuto anche negli Stati Uniti e in Europa per essere stato uno dei due piloti che la scorsa estate si sono recati a Washington Dc per incontrare i membri del Congresso degli Stati Uniti e fare pressione per ottenere gli F-16 per combattere gli invasori russi: un lavoro di lobbying che ha dato i suoi frutti poche settimane fa, quando Danimarca e Paesi Bassi hanno dichiarato che avrebbero fornito i tanto agognati jet all'Ucraina. Secondo le autorità ucraine, Kiev riuscirà ad ottenere 120 F-16, e i primi aerei da combattimento voleranno probabilmente sui cieli del Paese all'inizio del prossimo anno, anche se "Juice" non li potrà pilotare. Gli altri piloti morti sono il maggiore Vyacheslav Minka e il collega Sergey Prokazin. "Esprimiamo le nostre condoglianze alle famiglie delle vittime. È una perdita dolorosa e irreparabile per tutti noi", ha dichiarato l'aeronautica militare.

Indagini in corso sull'indicente

Nel frattempo, le autorità di Kiev indagano sull'incidente che ha provocato la morte di "Juice" e degli altri due piloti. Come riporta il Guardian, l'aeronautica militare ucraina ha dichiarato che non vi è alcun indizio di un possibile coinvolgimento della Russia nell'incidente verificatosi venerdì a ovest della capitale. Una cosa è certa: "juice" non esaudirà il suo sogno di pilotare un F-16, nonostante si fosse speso in prima persona. "Non potete nemmeno immaginare quanto desiderasse pilotare un F-16", ha scritto online il portavoce dell'aeronautica militare Yuriy Ihnat. "Ma ora che gli aerei americani sono effettivamente all'orizzonte, non li piloterà". Il soprannome "Juice" gli è stato dato dai piloti statunitensi durante un'esercitazione congiunta poiché astemio: al posto dell'alcol, preferiva i succhi di frutta. Inhat ha spiegato al Guardian che Pilshchykov è stato protagonista, in questi mesi, di numerose missioni di combattimento. "Era la principale forza trainante dietro un gruppo di pressione che promuoveva molte decisioni sugli F-16", ha detto Ihnat, sottolineando che Pilshchikov aveva "parlato dei bisogni urgenti dell'aeronautica ucraina" spiegando che molte delle sue idee "hanno prodotto risultati incredibili".

Chi era "Juice", il fantasma di Kiev

"Juice" pilotava un MiG-29 e faceva parte di un'unità conosciuta come il "Fantasma di Kiev" che difendeva l'Ucraina centrale e settentrionale dall'inizio della guerra. Secondo l'aeronautica militare, Pilshchikov venerdì scorso era in missione vicino alla città di Zhytomyr, a circa 140 chilometri (87 miglia) a ovest di Kiev, quando si è verificato l'incidente nel quale ha perso la vita. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito "un disastro" l’incidente aereo che ha causato la morte di tre piloti e ha osservato che Pilshchikov "ha aiutato molto il suo Paese" e "non sarà mai dimenticato". "Le indagini su quanto accaduto sono in corso. È troppo presto per parlare dei dettagli. Naturalmente tutte le circostanze verranno chiarite", ha sottolineando Zelensky, omaggiando così un aereo dell'Ucraina.

Estratto dell’articolo di Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera” giovedì 3 agosto 2023. 

È la strategia della decapitazione: colpire il leader per destabilizzare lo schieramento nemico. Il rischio è messo nel conto, vale per Vladimir Putin come per Volodymyr Zelensky. Da quando è iniziata la crisi le indiscrezioni sui piani per assassinare il presidente ucraino si sono succedute con frequenza.

Uno dei progetti sarebbe stato sventato dalla Cia, altri dai servizi segreti locali. Minacce reali si sono mescolate a racconti più «colorati»: le segnalazioni sulla presenza di presunti killer, le manovre di membri delle forze speciali del Gru russo o dei miliziani ceceni offerti da Kadyrov, i traditori disposti a collaborare con l’invasore. Kiev […] ha adottato misure di prevenzione ferree […] gli angeli custodi non possono mai riposare. 

Gli spostamenti di Zelensky sono protetti dal riserbo più stretto, anche perché il numero uno va spesso a visitare i soldati a ridosso delle prime linee. Non può permettersi di restare perennemente nel bunker […] Così grande attenzione alle sortite nelle regioni in guerra o nei viaggi all’estero: infatti uno in Bulgaria sarebbe stato annullato all’ultimo momento dopo una fuga di notizie. Possibili i depistaggi logistici e i diversivi per creare una cortina fumogena in una sfida dove non sottovalutano l’avversario […]

Allo scudo «nazionale» si aggiunge quello offerto dagli occidentali. Rivelazioni trapelate un anno fa indicavano una difesa a cerchi da parte degli americani. Il primo è esterno, con la caccia a «notizie» su possibili rischi, […]Il secondo è più vicino «alla testa», un occhio che guarda movimenti, uffici, missioni. Ma è possibile che Kiev non dica proprio tutto al partner Nato perché le spie possono celarsi in strutture atlantiche. Il terzo riguarda la sopravvivenza della catena di comando […]

Ovviamente sulla carta. Il sito Politico ha dedicato un articolo al meccanismo istituzionale che verrebbe attivato nel caso dell’uccisione di Zelensky. La guida sarebbe assunta dal presidente del Parlamento, Ruslan Stefanchuk — nonostante un indice di gradimento poco elevato — con alle spalle un consiglio composto da Andriy Yermak (attuale responsabile dell’ufficio presidenziale), dal ministro degli Esteri Dmytro Kuleba e dal collega della Difesa Oleksii Rezhnikov. […] Per gli esperti […] più delle istituzioni conterà la determinazione del popolo, disposto ad accettare figure meno carismatiche o soluzioni pro tempore in nome della resistenza.

Il Bestiario, la Salutigna. La Salutigna è un animale leggendario che in ambito sportivo non saluta l’avversaria in quanto simbolo del nemico. Giovanni Zola il 3 Agosto 2023 su Il Giornale.

La Salutigna è un animale leggendario che in ambito sportivo non saluta l’avversaria in quanto simbolo del nemico.

La Salutigna è un essere mitologico che, avendo tutte le ragioni per essere incazzata perché il proprio Paese è stato militarmente aggredito in una escalation di morte e devastazione, se la prende con l’avversaria sportiva che oggettivamente non ha nessuna colpa per la guerra in atto. La Salutigna in questo modo innesca un meccanismo vizioso che allarga il conflitto in un ambito che per definizione dovrebbe essere di pace e lealtà. La Salutigna purtroppo è sostenuta dagli organizzatori e dirigenti sportivi che giustificano il suo odio nei confronti di chi non ha colpe dirette e indirette. Assistiamo così a un brutto spettacolo proprio là dove, malgrado gli orribili conflitti in corso, ci si aspetta che i comportamenti degli atleti siano un esempio di concordia soprattutto per le generazioni più giovani.

Nell’antica Grecia, durante le Olimpiadi che vedevano partecipare gli atleti da tutto il paese, era vigente la pace olimpica. In questo periodo cessavano tutte le controversie pubbliche e private, atleti e spettatori potevano recarsi in tutta sicurezza ai giochi attraversando territori nemici. Stupide civiltà del passato…

Lo sport nasce come sublimazione della violenza attraverso una sana competizione, una sorta di religione laica che dovrebbe lasciare fuori dalla porta la violenza e l’odio del mondo ordinario. D’altra parte una religione senza perdono, a pensarci bene, non ha la forza di resistere all’impatto con la realtà.

Avallare l’atteggiamento della Salutigna significa contaminare lo sport con un concatenarsi di risentimenti senza fine. A meno che non vogliamo trasformare l’avversario sportivo in un nemico politico, allora potremmo introdurre nella scherma spade vere e nel tennis palle d’acciaio. Sempre nei tempi antichi, per evitare lunghe guerre e inutile spargimento di sangue, c’era l’usanza di scegliere due campioni per parte per risolvere le guerre. Vogliamo che lo sport si riduca a questo? Quanti conflitti ci sono oggi nel mondo, quanti conflitti si sono consumati? Vogliamo istituire lo sputo nell’occhio a fine gara tra sportivi i cui Paesi sono o sono stati in guerra? Allora, se vogliamo essere coerenti, non stracciamoci le vesti, con la solita retorica vestita di buonismo, per gli episodi di violenza nello sport.

Estratto dell’articolo di Flavio Vanetti per il “Corriere della Sera” sabato 29 luglio 2023

Diciamo pure che il bureau della Fie ha aggiustato a martellate la regola 122 (quella del saluto) per fare sì che Olga Kharlan possa partecipare con l’Ucraina alla gara a squadre della sciabola. Ma così è. E la campionessa apprezza: «Ringrazio il Comitato della Fie: per noi atleti la cosa più importante è poter competere. Nel mio caso lo è anche per la mia famiglia, per le compagne e per il mio Paese: in questi giorni difficili ho trovato la forza per gareggiare». Quindi c’è un doveroso pensiero alla wild card olimpica concessa dal presidente del Cio, Thomas Bach («quando l’ho saputo, ho pianto dalla gioia»), ma la calma ritrovata non cancella ore turbolente e riflessioni che rimangono. E che vanno oltre lo «scatolone» che ospita il Mondiale.

Olga, ci spiega se c’era un accordo con la Fie sul saluto a distanza, in alternativa alla stretta di mano? La federazione dice che lei ammette che la penalità inflitta era giusta.

«Forse c’è stato un malinteso. Mi avevano detto che era possibile salutare in quel modo. Invece quella ragazza (non nomina mai Anna Smirnova, ndr) voleva stringermi la mano. Non me l’aspettavo: l’ho considerata una provocazione».

I russi avevano premeditato tutto?

«Ne sono assolutamente sicura e volevano forzarmi a un gesto di pace che loro in realtà non desiderano. Se fossero stati sinceri avrebbero accettato il saluto con le lame: era comunque un modo per rispettarsi».

Si potrà mai tornare, tra ucraini e russi, alla situazione precedente la guerra?

«Non so se riuscirò a vedere quel giorno (il sorriso di Olga è amaro, ndr ). I russi hanno distrutto il concetto di fratellanza — almeno così la chiamavano — che caratterizzava le nostre relazioni. Forse tra 10 o 20 anni si potrà discutere di pace. Ma oggi è troppo presto. E troppi sono i danni». 

La guerra è nei suoi pensieri. Ma lei deve anche fare l’atleta.

«È una situazione stressante. Sono qui, però la mente va alla famiglia che vive a Nikolaev. Prima della gara contro la russa, anzi, contro l’atleta neutrale, ho chiamato i miei e ho detto che sarei salita in pedana: erano in un rifugio anti-bombe. Come posso tirare senza ragionare su quello che stanno vivendo? Non posso stringere la mano a chi rappresenta un invasore che fa certe cose ai miei cari e al mio Paese». 

[…]

Ha ricevuto testimonianze di solidarietà dopo la squalifica?

 «Dagli atleti, ma soprattutto dai soldati. Mi hanno inviato video e messaggi dal fronte, ringraziandomi: è come se avessi combattuto al loro fianco».  

Si dice che lo sport dovrebbe essere separato dalla politica. Ma non è così. 

«Politica è stare attorno a un tavolo, discutere e decidere. Qui parliamo di una guerra e di un’invasione. E chi ha occupato invia i propri atleti a un Mondiale…». 

Chi è Luigi Samele, il compagno di Olga Kharlan: “Fiero della sua scelta”. Il campione olimpico italiano di sciabola ha commentato la vicenda relativa all'atleta ucraina. Il viaggio fatto nel 2022 per portarla in Italia insieme alla sorella. Redazione Web su L'Unità il 28 Luglio 2023

Era il marzo del 2022, Luigi Samele era partito per l’Ungheria, direzione Budapest. L’atleta italiano, campione olimpico di sciabola, doveva incontrare la fidanzata Olga Kharlan che insieme alla sorella era scappata dall’Ucraina. Da appena un mese era iniziata l”operazione speciale’ avviata dal Cremlino. La Russia aveva invaso e iniziato a bombardare Kiev e le principali città ucraine. La Kharlan dall’Italia era tornata nella capitale del suo Paese per stare con la sua famiglia. Allo scoppio della guerra, lei e la sorella erano fuggite prima in Romania, per poi – grazie all’aiuto di un atleta rumeno (l’ex olimpionico rumeno Mihai Covaliu) – raggiungere l’Ungheria.

Chi è Luigi Samele compagno di Olga Kharlan

Nella capitale magiara l’incontro con il suo fidanzato e compagno. Chi è Luigi Samele compagno di Olga Kharlan? La coppia è tra le più solide del panorama sportivo. Entrambi campioni olimpici (lui ha vinto due medaglie d’argento alle ultime Olimpiadi di Tokyo nel 2020, lei ha vinto l’oro a Pechino nel 2008) di scherma, gareggiano nella stessa disciplina: la sciabola. La Kharlan ha 32 anni, ed è originaria di Mykolayiv, città vicina ad Odessa. Samele, nato a Foggia, ha invece 36 anni. I due stanno insieme da anni e sono davvero molto innamorati. Uniti dopo il divorzio di lei, nel 2014, vivono insieme a Bologna.

Il caso a Milano

La Kharlan è balzata all’onore delle cronache per non aver stretto la mano all’avversaria russa Anna Smirnova. L’atleta ucraina ha vinto il match, durante i Mondiali di scherma in corso in Italia a Milano, ed ha ‘offerto’ alla sconfitta il tocco della spada. Quest’ultimo gesto era il solo saluto consentito agli atleti durante il covid. La Smirnova ha rifiutato e per protesta ha occupato la pedana, dove poco prima aveva sfidato la Kharlan, per 45 minuti, seduta e in silenzio. Successivamente i giudici hanno squalificato l’atleta ucraina per poi riabilitarla in seguito al ricorso fatto dalla Federazione ucraina. “Sono fiero della scelta che ha preso, bisogna sempre seguire il proprio istinto e il proprio cuore anche perché io caratterialmente sono così“, queste le parole del compagno della campionessa ucraina, lo sciabolatore italiano Luigi Samele.

Redazione Web 28 Luglio 2023

Sovversivi.

(ANSA-AFP giovedì 10 agosto 2023) - Il fondatore del colosso tecnologico russo Yandex ha descritto l'intervento militare di Mosca in Ucraina come "barbaro", rendendolo uno dei pochi importanti uomini d'affari legati alla Russia a parlare contro il conflitto. 

"L'invasione russa dell'Ucraina è barbara e io sono categoricamente contrario", ha dichiarato Arkady Volozh in una nota. "Sono inorridito per il destino delle persone in Ucraina - molti dei quali miei amici personali e parenti - le cui case vengono bombardate ogni giorno", ha aggiunto, sottolineando di essere "contro la guerra".

Volozh, che si è trasferito in Israele nel 2014, si è dimesso da Ceo di Yandex e dal consiglio di amministrazione nel giugno dello scorso anno, dopo essere stato preso di mira dalle sanzioni dell'Ue. Yandex, la principale società internet russa e il motore di ricerca più popolare, ha affrontato mesi di instabilità dopo l'inizio del conflitto, con molti dipendenti che hanno lasciato il Paese.

A dicembre, un alleato di lunga data del presidente Vladimir Putin, Alexei Kudrin, ha dichiarato che si sarebbe unito al gruppo come consulente per lo sviluppo aziendale per supervisionare le operazioni. 

Negli ultimi anni, le autorità russe hanno costantemente aumentato il controllo su internet, un tempo considerato l'ultimo baluardo della libertà di parola nel Paese. Tutte le principali organizzazioni dei media sono già di proprietà statale o sono vicine alla linea del Cremlino.

Anna Politkovskaja e le altre, quelle donne che scrivono il vero e spaventano il potere. Colpite da violenza fisica, messe alla gogna, uccise. Sono giornaliste, scrittrici, attiviste. Voci libere che, dalla Russia all’Ucraina, fino al Medio Oriente, svelano orrori della guerra, intrecci criminali e abusi dei dittatori. Che cercano di fermarle nei modi più feroci. Helena Janeczek su L'Espresso il 10 Agosto 2023

Ai piedi dei nuovi grattacieli c’è un po’ di verde ignorato dai passi milanesi sempre di corsa. “Giardini Anna Politkovskaja” si chiama. “Ti avessero ascoltata, da viva” rimugino, pensiero che ha ripreso a far male dopo il 5 luglio scorso. Dopo aver visto le foto di una donna rapata, il volto verde-alieno, le dita spezzate, la schiena massacrata con metodo, come chi è abituato a torturare. Una donna colpita da una violenza anche simbolica, da mettere alla gogna: i capelli si tagliano alle streghe e alle “puttane andate col nemico”, alle internate nei riformatori e manicomi e lager.

Ma Elena Milašina, che aveva conosciuto Politkovskaja a Novaja Gazeta, ha scelto di assumerne l’eredità come quella di Natalja Estemirova, rapita e uccisa nel 2009 a Grozny, attivista di Memorial e collaboratrice dello stesso giornale. Il direttore Dmitrij Muratov ha ricevuto il Nobel per la pace nel 2021, il premio è andato a Memorial l’anno dopo: proprio perché sia l’associazione co-fondata da Sacharov che il più importante organo d’opposizione sono stati soppressi in Russia. Minacciata di morte, già assalita in passato, Milašina stessa ha divulgato la prova di quanto le è accaduto. Appena lei e l’avvocato Nemov hanno preso un taxi all’aeroporto di Grozny, un commando li ha rapiti, pistola alla tempia.

Per ironia della sorte hanno ricevuto le prime cure a Beslan, teatro del più orribile atto di terrorismo ceceno, un orrore utilissimo perché fino all’invasione dell’Ucraina ci si scordasse della Cecenia “pacificata”. Eppure Politkovskaja e le sue eredi non hanno smesso di denunciare che la guerra del 1999, secondo loro orchestrata da Putin tramite gli attentati a Mosca attribuiti ai ceceni, era stata la base per la sua ascesa al potere e tutto ciò che ne è seguito. Milašina si è avventurata a Grozny per seguire il processo farsa contro Zarema Musaeva, madre dei dissidenti fratelli Yangulbaev, rapita e sbattuta in una prigione dove rischiava di morire anche solo di diabete. In più, mentre una campagna d’odio centrava i Yangulbaev, una quarantina di membri della famiglia sono scomparsi senza traccia.

È questa la Cecenia di Ramzan Kadyrov, con la sua faccia da venduto a Mordor, i suoi “Allah akbar” risonanti insieme alle benedizioni della santa guerra russo-ortodossa. Putin lo ha spedito a Rostov, a disarmare le truppe Wagner, ma non c’è stata ombra di scontro. La ferocia riesce meglio contro i deboli e gli inermi. Come in Siria, dove c’erano i Kadyrovcy, i mercenari Wagner e, soprattutto, le bombe russe - sui corridoi umanitari, gli ospedali e altri obiettivi civili - a fare più vittime dell’Isis. E se le forze russe e (filo)iraniane a sostegno di Assad non hanno mai infierito sulle zone dello “Stato islamico”, va detto che nell’Is comandavano spesso i ceceni formati dalla brutalità della guerra in patria.

Tutto questo lo sapeva bene Elizabeth Tsurkov. Emigrata con la famiglia da Leningrado in Israele, diventa da giovane adulta - soprattutto dal periodo delle “primavere arabe”- una studiosa stimata per il suo appassionato approfondimento delle questioni dei diritti in Medio Oriente. Per svolgere le ricerche sul campo per la sua dissertazione a Princeton, era stata in Siria, Libano e Iraq, Paesi dove poteva entrare solo grazie al passaporto russo.

Il 21 marzo twitta di cinque civili curdi siriani uccisi da una milizia filo-turca mentre celebravano Nowruz, il capodanno persiano. Il suo account conta 80.000 follower ma su Instagram posta foto scattate in Iraq. In quel periodo, una telecamera interna la mostra entrare in un caffè di Bagdad in compagnia di un uomo: in jeans e maglietta, a capo scoperto, rilassata. In altri video appare tutta in nero, alla maniera delle sciite tradizionaliste, mentre si fa intervistare sul movimento che studia: quello di Muqtada al-Sadr, capo della maggiore milizia sciita in lotta contro l’invasione Usa del 2003, ora leader di un movimento con un enorme seguito popolare.

Karrada, il quartiere dove si era stabilita - mi dice Marta Bellingreri, che a Bagdad è tornata da poco scrivendone per L’Espresso - è il luogo d’incontro dei ragazzi che, dal 2019, si battono per un Paese più equo e libero, meno settario, meno corrotto. Una sfida per chiunque veda nell’Iraq una terra di conquista da sfruttare. A febbraio viene rapito Jassim al-Asadi, ecologista iracheno. Prima ancora, negli anni caldi delle proteste, sono centinaia gli attivisti uccisi o fatti sparire dalle milizie filo-iraniane. Questo contesto inquadra meglio la notizia - scoppiata sempre il 5 luglio - che Tsurkov sia da mesi ostaggio di Kataib Hezbollah, la formazione più potente legata a Teheran e pure al nuovo governo iracheno che ne è prono.

Sono pessimi i rapporti di queste milizie con il movimento di al-Sadr, ostile non solo agli Usa e Israele ma a ogni ingerenza straniera, compresa quella iraniana. Altrettanto pessimi i giudizi che Tsurkov ha espresso verso i governi dei Paesi di cui è cittadina. Per i nazionalisti sionisti una traditrice che sta con i palestinesi e gli arabi, per la controparte una “spia del Mossad”. Sembrerebbero piuttosto le spie vere, attratte dal clima libero di Karrada, ciò da cui Tsurkov non ha tutelato abbastanza né se stessa né i suoi contatti. Princeton rilascia una nota accorata, d’altronde non ha fatto meglio Cambridge per Giulio Regeni che era “solo” italiano.

Neanche le università più prestigiose coprono i dottorandi quando devono fare ricerca in certi luoghi. Il rischio è tutto loro, gli allori ricadono sull’ateneo se va liscia. Per Patrick Zaki, Bologna ha dimostrato invece che anche l’Alma Mater più antica può non perdere l’anima. L’unica speranza di rivedere Tsurkov è che, obtorto collo, Israele ottenga uno scambio di prigionieri grazie alla mediazione russa. Netanyahu non ha mai rotto con Putin e Putin è grande acquirente di know how e droni iraniani. I più micidiali, diretti sul Kurdistan iracheno come sull’Ucraina, si chiamano Shaheed, cosa che dovrebbe esaltare Kadyrov.

Erano invece russi i due missili mirati alla pizzeria Ria di Kramatorsk il 27 giugno. I morti e i feriti causati da quel crimine di guerra allungano l’elenco mostruoso di vittime dovute ai metodi inaugurati in Cecenia, come ripeteva Politkovskaja. Il 5 luglio si sono celebrati anche i funerali di Victoria Amelina, scrittrice e preziosa intellettuale ucraina, prestatasi a documentare i crimini russi. Una mano che, scrivendo, raccoglie il vero - anche se è la mano di una donna - resta ancora così pericolosa che il potere dispotico riesce a fermarla solo con la violenza. Non è una consolazione.

Marina Ovsyannikova, ora Putin vuole toglierle anche i figli...La giornalista dissidente russa si trova in Francia da mesi con la figlia minorenne e l’ex marito si è rivolto al tribunale di Mosca per privarla dei diritti genitoriali. Gennaro Grimolizzi su Il Dubbio il 9 agosto 2023

Ci sono tanti modi in Russia per perseguitare un oppositore politico. Lo sa bene la giornalista Marina Ovsyannikova, che da diversi mesi si trova in Francia con la figlia minorenne. La reporter di origini ucraine è diventata famosa per aver esposto nel marzo del 2022, durante una diretta di Channel One, un cartello contro la guerra. Da allora la vita di Ovsyannikova ( collaboratrice del nostro giornale, è stata ospite del Dubbio, a maggio, durante il Salone internazionale del libro di Torino) è cambiata radicalmente ed è stata stravolta anche da un punto di vista familiare e affettivo. Il figlio non vuole più avere contatti con lei e l’ex marito dallo scorso anno ha iniziato una battaglia legale per ottenere l’affidamento esclusivo della figlia dodicenne.

È di due giorni fa la notizia relativa all’iscrizione di un procedimento, presso il tribunale Shcherbinsky di Mosca, contro Marina Ovsyannikova per privarla dei diritti genitoriali. La causa è stata intentata dall'ex marito della giornalista, Igor Ovsyannikov, che lavora a Russia Today. A gennaio lo stesso tribunale moscovita ha parzialmente accolto un altro ricorso di Igor Ovsyannikov sempre in materia di affidamento della figlia con contestuale obbligo per l’ex reporter di Channel One al versamento di una somma di danaro. Qualche mese prima, nell'ottobre 2022, dopo la fuga dalla Russia di Ovsyannikova, l’autorità giudiziaria ha stabilito che i figli della giornalista devono vivere con il padre, accogliendo così la richiesta dell’ex coniuge per il trasferimento della custodia. «Una sentenza inapplicabile», ha subito precisato Dmitry Zakhvatov, avvocato di Marina Ovsyannikova.

La giornalista dissidente ha commentato la notizia della nuova azione giudiziaria con amarezza, senza perdere però la fiducia. Vuole continuare a denunciare i crimini della Russia e garantire un futuro sereno alla figlia. «Una nuova causa – ha detto Ovsyannikova - è arrivata dalla Russia. Questa volta mi vogliono privare dei diritti genitoriali per la mia posizione contro la guerra. Penso che la mia famiglia in Russia sia stata presa in ostaggio. Non riesco a trovare altre spiegazioni per tutte le azioni che si stanno intentando nei miei confronti. Forse, queste non sono minacce dirette, ma si vuole fare una pressione psicologica più o meno esplicita. Poco tempo fa, un tribunale russo ha già limitato i miei diritti di genitore, affermando che “i bambini devono vivere con il padre, perché la madre è impegnata in attività politiche”. Ecco perché è difficile comprendere il senso di questa nuova causa, a meno che non si voglia fare una pressione psicologica e intimidire, di conseguenza, tutti coloro che si oppongono alla guerra».

Ovsyannikova riflette pure sulla nuova vita lontano dalla Russia di Putin. «Insieme a mia figlia – ha aggiunto - vivo in Francia. Questo paese ci ha dato ospitalità e proteione, dopo che sono fuggita dagli arresti domiciliari perché incriminata in un procedimento penale ai sensi dell'articolo 207.3 del codice penale russo, incostituzionale, sui falsi. Ora cresco mia figlia da sola, cercando di adattarmi alla vita di un paese straniero, senza una casa di proprietà e senza un lavoro fisso. Nel frattempo, il mio ex marito e la sua nuova compagna vivono felici a casa mia. Lui non comunica con me o con mia figlia. Ma ogni mese dalla Russia mi chiede di pagare gli alimenti per una somma che si aggira attorno ai 17mila rubli. Non ho dubbi che la decisione del tribunale di privarmi dei diritti genitoriali sarà positiva per il mio ex marito, dato che non ho taciuto e continuo a parlare attivamente contro la guerra, la propaganda e il regime criminale di Putin».

Dopo la protesta clamorosa davanti alle telecamere del più importante canale televisivo russo, Marina Ovsyannikova si è dimessa e ha lasciato una prima volta la Russia nella primavera del 2022. Ha lavorato per alcuni mesi in Germania, collaborando con il giornale Die Welt, per poi fare di nuovo ritorno a Mosca. Nella capitale russa ha continuato a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze nefaste della guerra in Ucraina. Per questo è stata multata tre volte in base alla normativa sul discredito delle forze armate. Nell’agosto di un anno fa è stato aperto un procedimento penale contro Ovsyannikova per la diffusione di notizie false sull'esercito russo e sull’operazione militare speciale in corso. I nuovi guai giudiziari derivano per aver inscenato un’altra protesta clamorosa. La giornalista si è appostata nelle vicinanze del Cremlino esponendo un poster con la scritta “Putin è un assassino. I suoi soldati sono fascisti”. Per questo fatto è stata mandata agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. Nell’ottobre 2022 il colpo di scena. Con un’azione rischiosa e rocambolesca Marina è riuscita a privarsi del dispositivo di controllo elettronico e a scappare da Mosca con la figlia. Il ministero dell’Interno russo ha inserito la reporter nella lista dei ricercati. Poca cosa rispetto alla ritrovata libertà in Francia.

Renitenti e disertori.

La storia del pilota russo che ha disertato in Ucraina. Mauro Indelicato il 25 Agosto 2023 su Inside Over.

Mercoledì scorso in Ucraina la giornata è iniziata con una sorpresa che ha coinvolto gli addetti della base militare di Poltava. Si tratta di una struttura situata nell’area centrale del Paese, lontana circa 300 km dai fronti più delicati in cui si sta combattendo. Gli addetti, in particolare, hanno notato l’avvicinamento di un elicottero russo verso l’area della base militare. Il mezzo però, un Mi-8 Amtsh, non aveva intenzioni offensive. Al contrario, è atterrato regolarmente e senza subire danni.

In un primo momento fonti russe hanno parlato di disorientamento da parte dell’equipaggio e di un errore del pilota. Poche ore dopo invece la storia ha preso un’altra piega: da Kiev è stato spiegato che il pilota non è stato tratto in errore ma, in realtà, ha preparato questa rocambolesca fuga nelle scorse settimane con l’aiuto dei servizi segreti militari ucraini. 

Una diserzione quindi, effettuata peraltro dopo che anche la famiglia alcuni giorni addietro si è spostata dalla Russia all’Ucraina. L’azione sarebbe stata effettuata in modo autonomo dal pilota, senza averla concordata invece con gli altri due membri dell’equipaggio. Questi ultimi, secondo i media ucraini, avrebbero invece rifiutato di arrendersi e per questo, come specificato dagli stessi servizi di Kiev, sarebbero stati “eliminati”.

L’arrivo dell’elicottero russo a Poltava

Tutto è iniziato quando l’Mi-8 si è avvicinato nell’area della base di Poltava. A bordo c’erano tre uomini di equipaggio, decollati da una base militare russa poche ore prima. Diversi canali Telegram filorussi hanno riportato la notizia del clamoroso atterraggio dell’elicottero in Ucraina. Si è però parlato inizialmente di mera fatalità. Così come sottolineato in un articolo del Kyiv Post in cui è stata ricostruita l’intera vicenda, i media russi hanno ipotizzato un errore da parte del pilota o dell’intero equipaggio. Forse, è stata la versione più accreditata nelle prime ore, l’arrivo a Poltava dell’elicottero è stato causato da un disorientamento da parte dell’equipaggio.

Alcuni dettagli emersi successivamente però hanno reso meno credibile questa pista. Il mezzo è atterrato infatti senza problemi a Poltava e senza subire la prevedibile reazione della contraerea ucraina. Inoltre le prime immagini hanno mostrato l’elicottero intatto, atterrato in un campo vicino a una delle piste della base militare. A questo occorre aggiungere che Poltava si trova ben distante dalle linee del fronte. In caso di disorientamento, il pilota avrebbe avuto modo e tempo per capire l’errore.

Il giornalista ucraino Yuriy Butusov, in un post pubblicato sul canale Telegram Obozrevate, ha quindi avanzato l’idea che l’elicottero fosse atterrato in Ucraina intenzionalmente. Una tesi che, con il passare delle ore, ha preso sempre più piede.

La versione raccontata dai servizi militari di Kiev

Nel primo pomeriggio sono stati gli stessi ucraini a svelare il mistero. Intervistato sul canale tv 1+1, il portavoce della direzione dei servizi segreti militari di Kiev, Andriy Yusov, ha rivelato importanti dettagli della vicenda. In primo luogo, è stata confermata l’intenzionalità della diserzione. Il pilota alla guida dell’Mi-8 si è diretto di sua iniziativa verso Poltava. In secondo luogo, l’intera operazione è stata guidata dagli stessi servizi ucraini.

Un mese fa infatti, il pilota ha deciso di disertare ed è stato predisposto un piano con le forze di Kiev per portare l’elicottero in Ucraina. Non è chiaro al momento se il pilota sia stato o meno contattato dai servizi ucraini oppure se si è rivolto di sua iniziativa a Kiev. Yusov ha però spiegato che i servizi ucraini hanno proceduto alla collocazione della famiglia del pilota in territorio ucraino, in una zona ritenuta sicura. Così facendo, oggi è stato possibile far scattare la fase operativa del piano.

L’azione è stata facilitata anche dal fatto che l’elicottero in questione era destinato a trasportare pezzi di ricambio per i caccia russi da una base a un’altra. Dunque aveva imbarcato carburante sufficiente per affrontare un lungo viaggio ed evitare ogni sospetto. La diserzione, come detto in precedenza, sarebbe stata voluta unicamente dal pilota. Gli altri due membri dell’equipaggio non erano forse a conoscenza delle reali intenzioni del militare russo. Yusov ha parlato di una loro “eliminazione“: i due infatti, una volta atterrati a Poltava, avrebbero rifiutato la resa e potrebbe essere nata una colluttazione con i militari ucraini.

La strategia ucraina volta a reclutare spie dalla Russia

Sia l’elicottero che i mezzi trasportati a bordo sono integri e adesso nelle disponibilità di Kiev. Per l’Ucraina si tratta di un successo soprattutto mediatico, visto che l’impossessamento di un mezzo russo da solo non sposta certamente gli attuali equilibri del conflitto. Rendere nota la vicenda sta servendo oggi agli ucraini a destare profonda impressione ai russi. Mostrare cioè la capacità dei propri servizi segreti di reclutare spie e disertori direttamente dalla Russia.

Anche perché non è la prima volta che capita. Mesi fa a Mosca è stato attuato un giro di vite tra i membri delle forze di sicurezza della capitale dopo la scoperta, effettuata dall’Fsb, di talpe che fornivano sul deep web informazioni agli ucraini in cambio di denaro. Segno di una costante attività da parte dei servizi di Kiev volta a reperire informazioni direttamente dal campo russo. Il tutto in un contesto di “guerra delle spie” che, soprattutto a inizio conflitto, sembrava appannaggio del Cremlino. MAURO INDELICATO

Tessuto umano. Passeggiando a Kyjiv scopro le nuove distanze (fisiche ed emotive) tra noi ucraini. Yaryna Grusha su L'Inkiesta il 24 Agosto 2023.

La capitale è cambiata eppure finora ha sempre trovato lo spazio per accogliere tutti e farli sentire come se fossero a casa loro. Ma si nota la differenza tra chi è stato al fronte e chi ha sempre vissuto nelle retrovie. Tra quelli che hanno perso qualcuno caro e quelli che per ora sono stati risparmiati

Camminando per le strade di Kyjiv, larghe, lunghe e collinose – Kyjiv è costruita sulle salite e discese, ne parlo nella guida letteraria “Dimensione Kyjiv” che ho curato per la BUR-Rizzoli – penso alla distanza, quella fisica e quella metaforica. Kyjiv è una città enorme, a volte per spostarsi da una parte all’altra ci metti anche due ore. A Kyjiv viaggi in una metropolitana che per attraversare il fiume Dnipro sbuca dal tunnel e poi viaggia sul ponte e ti sposta dalla riva destra alla riva sinistra e viceversa, cammini nella città bassa e per salire su quella alta devi prendere una funicolare, e per arrivare a destinazione puoi prendere il mini autobus che si chiama marshrutke, o il filobus o il tram. 

Le distanze di Kyjiv sono così grandi da poter leggere un libro, da ascoltare un podcast o un album nuovo dell’artista preferito, da poter passare tanto tempo a studiare le facce dei compagni di viaggio casuali. 

Il tessuto umano di Kyjiv è cambiato. Tanta gente è andata via, tanta gente è arrivata dall’Est dell’Ucraina dove la situazione è più pericolosa. A Kyjiv invece c’è l’antiaerea migliore e la capitale è la città più sicura dell’Ucraina.

Ci sono i nuovi kyjiviani che con le loro storie di trasferimento accorciano le distanze tra l’Ucraina orientale e l’Ucraina centrale. I kyjiviani storici fanno fila ai confini del paese per accorciare le distanze tra la loro casa a Kyjiv e la loro nuova casa all’estero. Non sono più padroni della loro città, sono diventati turisti. Chissà se presto arriverà un nuovo termine per descrivere lo sfollato che qualche volta l’anno torna nel posto che una volta era la sua casa. 

Sono una di quelli che una volta tornata in città gira con il telefono in mano perché non si ricorda i nomi delle vie e nota tutte queste nuove distanze. La distanza tra me, forestiera, e i miei amici che vivono la vita in Ucraina, cerco di accorciarla, cerco di avvicinarmi, cerco di fare domande a volte inopportune per sentirmi più partecipe, eppure non potrò mai vivere quello che vive un ucraino in Ucraina. 

Anche la distanza nella lingua si accorcia, mi avvicino alla mia madrelingua ucraina, la uso tutti i giorni, accantonando l’italiano e allungando la distanza tra l’italiano e me. Ma l’italiano mi manca tanto, l’italiano vive in me con la mia gesticolazione all’italiana, con la mie cadenze e con il ritmo della frase. Parlo in ucraino tutti i giorni e invece scrivo in italiano per non allungare la distanza con il posto dove a breve tornerò.

Ci sono altre distanze che si notano, quella tra chi è stato al fronte e chi ha sempre vissuto nelle retrovie. Tra quelli che hanno perso qualcuno caro e quelli che per ora sono stati risparmiati, tra quelli che hanno qualcuno che serve nell’esercito e quelli che no. Le distanze tra quelli che hanno ancora una casa e quelli che non ce l’hanno più. 

Kyjiv è cambiata eppure finora ha sempre trovato lo spazio per accogliere tutti e per far sentire tutti come se fossero a casa loro. Lo psicologo Stanchyshyn, autore del libro “Le altalene delle emozioni in guerra”,  dice che tutto quello che ci succede è normale, l’unica cosa non normale è la guerra. 

Salendo una salita a scale verso la via Yaroslavl Val, dove si trova l’ambasciata italiana, penso che tutte queste distanze non si sarebbero mai formate se la Russia non avesse invaso l’Ucraina già nel 2014. Tutto sarebbe rimasto al suo posto, tutti sarebbero rimasti ancora vivi.

Non salvate il soldato King. Le ultime rivelazioni spiegano ritardi e silenzi. Ernesto Ferrante su L'Identità il 16 Agosto 2023

La storia di Trevis King deve essere riscritta. Quello che era stato fatto passare per un soldato “disertore” alle prese con procedimenti disciplinari, sarebbe in realtà un uomo stanco del razzismo latente nell’esercito Usa, che ha scelto consapevolmente di ribellarsi a certe logiche entrando illegalmente nel territorio della Repubblica popolare democratica di Corea, nell’area di sicurezza congiunta di Panmunjom.

Con l’opinione pubblica statunitense già sotto shock per la storia di due cittadini afroamericani torturati per diverse ore da parte di sei agenti bianchi in Mississippi, rivelata solo adesso dopo sette mesi di “occultamento” giudiziario e mediatico da parte delle autorità, gli aggiornamenti che arrivano dalla Corea del Nord possono avere un effetto dirompente.

Secondo la Korean Central News Agency, il militare fermato dalle guardie di frontiera ha raccontato di “albergare risentimento contro il trattamento disumano e la discriminazione razziale subita nell’esercito degli Stati Uniti”. La sua intenzione sarebbe quella di chiedere asilo in Corea del Nord o in un Paese terzo, disilluso com’è dalla “disuguaglianza della società americana”.

“Il soldato americano, Travis King, ha disertato ed è scappato in Corea del Nord per sfuggire ai maltrattamenti e alle discriminazioni razziali dell’esercito” a stelle e strisce. Lo hanno riportato i media statali, confermando ufficialmente che Travis King è detenuto a Pyongyang dal 18 luglio.

Gli Stati Uniti avevano precedentemente affermato che ha attraversato il confine presso l’Area di sicurezza congiunta nella zona demilitarizzata che separa il Nord e il Sud “volontariamente e senza autorizzazione”.

Il Comando delle Nazioni Unite, che sovrintende al rispetto dell’armistizio che ha posto fine ai combattimenti nella guerra tra le due Coree, formalmente mai finita, ha reso noto il mese scorso di aver iniziato una conversazione in merito con il Nord.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken era stato “sibillino”, precisando che mentre erano stati presi contatti con i nordcoreani, Washington non aveva ancora idea di dove fosse King o in quali condizioni.

Poco prima di rilasciare i loro commenti su King, l’agenzia ufficiale norcoreana ha descritto l’America come “l’impero antipopolare dei mali, totalmente depravato a causa di ogni sorta di mali sociali”.

“Non contenti di essere conniventi e promuovere la discriminazione razziale, i crimini legati alle armi, il maltrattamento dei minori e il lavoro forzato dilagante nella loro società, gli Stati Uniti hanno imposto standard di diritti umani non etici ad altri paesi e fomentato disordini interni e confusione”, si legge nella dichiarazione.

Vladimir Tikhonov, professore di studi coreani all’Università di Oslo, ha detto all’AFP che poiché King “è nero, immagino che possieda un certo valore propagandistico per i nordcoreani”.

“Il razzismo bianco e il maltrattamento dei neri è un punto che la propaganda nordcoreana tradizionalmente enfatizza, tutto il tempo dalla guerra di Corea, quindi King può essere usato per amplificare questo messaggio”, ha aggiunto ancora.

La fuga di King che attraversa il confine mentre le relazioni tra le due Coree sono in uno dei loro punti più bassi di sempre, con la diplomazia in stallo e il leader nordcoreano Kim Jong Un sempre più convinto di sviluppare e testare nuove armi, comprese le testate nucleari tattiche, e il vertice trilaterale tra Seoul, Tokyo e Washington previsto per venerdì in Maryland, durante il quale i leader dovrebbero annunciare piani per espandere la cooperazione militare, assume una connotazione totalmente diversa rispetto a quella iniziale. Non è escluso che possa essere utilizzata come pedina negoziale.

Altra purga di Zelensky. Caccia tutti i reclutatori: "Cinismo e corruzione". Il repulisti del presidente, nel mirino pure il ministro della Difesa. Fermati sei disertori. Francesco De Palo l'11 Agosto 2023 su Il Giornale.

Missili e corruzione sull'asse Mosca-Kiev. La guerra sta diventando sempre più di nervi oltre che di armi, come dimostra l'improvvisa decisione del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy di licenziare i capi di tutti i centri di reclutamento militari regionali dell'Ucraina. Troppo forte il timore, rafforzato dalle indagini dell'Intelligence, di atteggiamenti non lineari, proprio mentre gli attacchi missilistici russi non si fermano e la Casa Bianca decide di fornire, tramite il congresso, altri miliardi a Kiev.

Ma andiamo con ordine. Al termine della riunione del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale sul controllo dei centri di reclutamento territoriale, Zelenskyy ha annunciato di aver sollevato tutti i commissari militari regionali. «Questo sistema dovrebbe essere gestito da persone che sanno esattamente cos'è la guerra, perché cinismo e corruzione durante la guerra sono alto tradimento», ha detto, proseguendo le cosiddette «purghe» che sono iniziate da tempo sia nel suo entourage che in alcune caselle del governo ucraino. «Arricchimento illegale, legalizzazione di fondi ottenuti illegalmente, profitti illeciti, trasporto illegale attraverso la frontiera di coscritti. La nostra soluzione: licenziamo tutti i commissari militari», ha annunciato su Telegram. Ma non è tutto, perché il valzer di poltrone toccherà anche il ministro della Difesa Oleksii Reznikov, già toccato nel febbraio scorso da scandali di corruzione. Uno dei sostituti potrebbe essere il numero uno dell'intelligence militare, Kyrilo Budanov.

I problemi di numeri al fronte, aggravati dalle alte perdite della controffensiva, iniziano a pesare. La guardia di frontiera statale ha fermato diversi individui che tentavano di lasciare il Paese, apparentemente per evitare la coscrizione. Secondo il Guardian, a Odessa le guardie di frontiera hanno trovato due ucraini in età militare nascosti in uno scompartimento segreto sotto il sedile del passeggero di un veicolo. Avevano pagato a due moldavi 4.500 dollari ciascuno per portarli oltre il confine. Nel distretto di Berehove, nell'oblast occidentale, le autorità hanno fermato un veicolo su cui viaggiavano sei uomini in età militare. Due hanno affermato di agire come trafficanti e avevano accettato di aiutare gli altri quattro ad attraversare il confine con la Romania per un compenso di 4mila dollari ciascuno. In Ucraina, agli uomini di età compresa tra i 18 e i 60 anni è stato proibito di lasciare il Paese, nel caso fossero necessari nella lotta contro l'invasione russa.

Il «repulisti» di Kiev arriva proprio mentre Washington prepara una doppia mossa. Da un lato annuncia che i sei piloti ucraini che si stanno addestrando per utilizzare gli F-16 non saranno pronti prima di un anno: dovranno seguire un corso nel Regno Unito della durata di quattro mesi, per poi passare all'addestramento da combattimento. Dall'altro la Casa Bianca ha chiesto al Congresso di stanziare altri 24 miliardi di aiuti all'Ucraina. Si sommano ai 113 miliardi già inviati dall'inizio della guerra.

E il portavoce dell'intelligence militare, Andriy Yusov, prova a spostare il pericolo a Mosca: «Date le dinamiche degli ultimi mesi, il numero, la geografia e l'intensità, sarebbe logico ipotizzare un aumento degli attacchi quotidiani. Il concetto di sicurezza è sempre più distante dai residenti di Mosca e il mondo intero continua a vedere che il sistema di difesa russo è inefficace, obsoleto e non può rispondere adeguatamente alle sfide moderne».

L’altra faccia dell’Ucraina: «Non voglio morire in guerra» - Andrea Soglio su Panorama 5 Agosto 2023

Le reclute del battaglione Azov vengono addestrate in poco meno di due settimane per poi essere mandate al fronte.

Dal fronte storie di uomini, persone che hanno deciso di dire No alla guerra

Di Giuseppe Borello, Matteo Delbò, Andrea Sceresini

Gli ordini di Magdy Zahary scuotono le reclute ucraine sedute ad ascoltarlo sotto i pini di una ex base sovietica nell’Oblast di Kiev. Sono arrivate ieri e le prossime arriveranno tra dieci giorni. Un usso continuo, a decine, al punto che per loro non c’è neanche il tempo di cucire i nomi sulla divisa. Una volta varcato il cancello diventano come i numeri scritti a mano che portano appiccicati con lo scotch sul braccio sinistro. Gli viene assegnato un kalashnikov, tre caricatori vuoti e una branda. A tenergli gli occhi puntati addosso ci pensa un sergente che preferisce semplicemente farsi chiamare Dozor, il guardiano: «Qui da noi sono tutti volontari, nel loro cuore c’è solo odio per i russi. Quelli che vengono reclutati per strada non li vogliamo». Per formare un soldato da mandare in prima linea in Ucraina ci vogliono poco meno di due settimane. Un corso accelerato di primo soccorso, strategia militare e uso delle armi, che normalmente richiede due anni di preparazione a un marine americano. Le giovani reclute della brigata Azov lo sanno bene, se lo sentono ripetere in continuazione da Magdy Zahary, il loro istruttore californiano: «Non cerco di essere cattivo. Ho poche ore per insegnarvi mesi e mesi di concetti. Voglio che siate uniti quando vi ritroverete a Backmut, in Crimea, ovunque». Dopo una vita nel corpo dei marine, Zahary ora si sgola per lasciare qualche briciola di conoscenza nella testa di questi ragazzi che pochi giorni prima erano ancora chini sui libri dell’università. Dove non arriverà la sua esperienza, arriverà quella del fronte, non serve nascondere la verità: «Il vostro braccio è appena saltato in aria. La vostra macchina è fuori uso. Il fucile si è inceppato. Siete nella merda». Magdy mima ogni scena, è talmente teatrale che i suoi gesti abbattono ogni barriera linguistica. Lo sguardo dei ventenni è diventato assente, da un pezzo hanno smesso di prendere appunti e ora sono persi in quello che tra pochi giorni potrebbe essere il loro destino. «Svegliatevi», urla il marine: «Lo vedete che i russi stanno arrivando. Il medico è impegnato altrove. Siete ancora in tempo per salvarvi la vita da soli usando questo laccio emostatico con l’unico braccio che vi è rimasto». L’esercito ucraino ha un disperato bisogno di uomini per tenere le sue posizioni e alimentare la controensiva. Dopo due anni di guerra gli uci di reclutamento faticano sempre di più a trovare nuove reclute e così i commissari hanno cambiato strategia. Le cartoline del servizio militare vengono distribuite all’uscita delle metropolitane, davanti ai supermercati, persino in posti di blocco improvvisati. I più furbi si informano su Telegram, nei gruppi dei renitenti alla leva si condividono le posizioni Gps da evitare per essere arruolati. Mentre i più sprovveduti, una volta beccati, cercano l’ultima resistenza nella fuga. Sono i loro video a rimbalzare sui social network, immobilizzati faccia a terra, sbattuti nel retro di un furgone bianco oppure difesi da anziane signore che ammoniscono i commissari militari a rispettare la legge. «Devono capire che anche se siamo in guerra esistono delle procedure», sussurra tra sé e sé l’avvocato Oleg Lukyanchuk dopo aver terminato una telefonata con un cliente nel suo studio di Poltava. «Da quando è in vigore la legge marziale, più di mille clienti al mese mi hanno chiesto di essere esentati dalla mobilitazione», non fa in tempo a nire una frase che il telefono di Oleg torna a squillare. «Ricevo centinaia di telefonate al giorno, ora metto il silenzioso», continua l’avvocato: «La nostra legge parla chiaro. La chiamata alle armi deve essere consegnata a casa o sul luogo di lavoro e deve essere preventivamente autorizzata. Ci dovrebbe essere un elenco dei destinatari». Anche se in Ucraina gli uomini tra i 18 e i 60 anni non possono lasciare il Paese, non tutti possono essere coscritti. Un padre di tre gli può evitare il fronte, come anche uno studente universitario o chi ha un genitore disabile. Esenzioni che spesso vengono ignorate dai militari che reclutano per strada. «Prima dicono che se una persona non accetta la convocazione nirà in carcere», ricorda Oleg: «Ma in realtà c’è solo una sanzione amministrativa. Poi, si può arrivare anche alla violenza sica». Oltre le vie legali esiste un sottobosco di migliaia di persone che hanno trovato una soluzione per sfuggire alla guerra. C’è chi si nasconde nelle case degli amici, chi va a vivere in campagna e chi si affida alla rete dei tracanti che per 2.500 euro ti assicurano un viaggio di sola andata fuori dall’Ucraina. «Il meccanismo è semplice, queste persone sono in contatto con la polizia di frontiera», appoggiato al parapetto di una diga in Alto Adige, Ivan inizia il suo racconto che l’ha portato da Kharkiv alle Dolomiti: «Con una parte dei tuoi soldi il tracante corrompe i poliziotti. Su Telegram ti dà un orario e una posizione Gps dove devi farti trovare. In quel momento la polizia di frontiera ucraina spegne le telecamere a infrarossi e si gira dall’altra parte». Ivan si accende una sigaretta, si prende il suo tempo per guardare il bosco che scende no al bacino: «Quei pini mi ricordano quella sera. Ero morto di paura, la torcia del telefonino illuminava a stento gli alberi che avevo davanti. Mi sono detto: “Dove cazzo vado? Dove nisco?” . Stavo per avere una crisi di panico quando il tracante che mi seguiva su Telegram mi dice: “Stai calmo, vedo la tua posizione Gps. Fra poco arriverai in un campo aperto, lì devi correre e basta, non voltarti indietro” . Dopo trecento metri ero in Moldavia, ho ricominciato a respirare». Prima dell’invasione russa, Ivan ha lavorato come cameriere a Venezia, oggi grazie anche alla sua parlantina veneta ci ha messo poco a trovare un posto in un grande hotel vicino Bolzano. «Gli italiani pensano molto agli aari loro e non si curano più di tanto della guerra», continua accendendosi un’altra sigaretta: «Questa però non è una guerra, è un massacro. Ho sempre pensato che ucraini, russi e bielorussi siano fratelli. Mentre ora la propaganda di Putin e degli altri potenti ci sta facendo il lavaggio del cervello. Ognuno pensa di essere nel giusto, tutti dicono di combattere i nazisti e non si accorgono di andare al macello». Ivan si è sottratto alla guerra per evitare di sparare contro i suoi amici che si erano trovati improvvisamente sotto occupazione russa. Un risiko perverso che trasforma gli amici in nemici a seconda dei territori che vengono conquistati. È impossibile trovare un lo conduttore tra chi pensa che la guerra non sia la soluzione. C’è chi semplicemente si nasconde per paura, chi per non abbandonare i propri gli, chi perché lo vieta la propria religione, chi per motivi politici, chi perché è un pacista. Ideali che nessuno si azzarda più a manifestare pubblicamente nelle piazze di Kiev e di Mosca per paura di ritorsioni. «In guerra ci vanno due tipi di persone»,  conclude Ivan: «C’è chi vuole difendere il proprio Paese. E chi lo fa solo per soldi. L'economia dell'Ucraina è distrutta completamente. Non c'è più lavoro». Nel suo ucio nel centro di Tbilisi, in Georgia, Darya Berg è impegnata ad arruolare nuovi volontari per gestire il prossimo arrivo di disertori russi. È la responsabile del dipartimento di soccorso ed evacuazione dell’associazione Go by the forest, il suo obiettivo è aiutare i russi a evitare la mobilitazione imposta da Putin. «Abbiamo fatto scappare più di settemila persone dalla Russia dall’inizio della guerra», racconta mentre controlla gli ultimi messaggi che sono arrivati su Telegram: «Arrivano a spararsi tra di loro perché è l’unico modo che hanno per farsi trasferire in un ospedale militare. Poi, contattano la nostra organizzazione e proviamo ad aiutarli. Abbiamo bisogno di specialisti in grado di disegnare vere e proprie mappe con le migliori vie di fuga». Il suo assistente Anton aspetta sulla porta, è sempre più impaziente: «Scusate ma è arrivata una richiesta urgente. Un soldato è fuggito da un ospedale di Mosca perché non voleva tornare al fronte. È ricercato e ha bisogno di una via d’uscita». Darya ritorna con lo sguardo sul suo cellulare: «Dobbiamo sapere dove si trova esattamente questo ragazzo. Dopodiché, una volta individuata la zona, proveremo a immaginare quale conne fargli attraversare. Vediamo di trovare un tassista che per denaro è disposto a nasconderlo sotto una coperta».

Sono migliaia i russi che da quando è stata dichiarata la mobilitazione sono scappati in Turchia, Armenia e Georgia. Basta un visto turistico rilasciato alla frontiera senza neanche tante domande. I più fortunati sono riusciti a prendere l’aereo, ma quando i controlli della polizia russa si sono intensificati c’è chi è arrivato ad attraversare a piedi le vette innevate del Caucaso. A Tbilisi si è costituita una nutrita comunità di disertori, vivono in un luogo segreto che chiamano «shelter», il rifugio. Hanno cibo, letti a castello e sale comuni. Una sorta d’ostello dove nel salone troneggia il busto di Lenin verniciato di viola con un coniglietto di peluche sulla spalla. Gleb Golod, un giornalista ventiseienne del sud della Russia, è nel pieno di un dibattito con quattro suoi connazionali. Uno di loro legge un messaggio che gli è arrivato: «Ti abbiamo segnalato ai servizi segreti. Ammazzeremo tuo padre e poi verremo a cagare sulla sua tomba», poi rivolgendosi al compagno davanti a lui: «Questo perché nessuno ore a questa gente uno straccio di speranza, credono di agire per il bene della Russia». Vista dallo «shelter», Mosca è lontana, qui si può fantasticare su quello che sarà il dopo Putin e sul ruolo che dovrebbero avere gli oppositori politici in esilio. Tra i cinque, un ventenne con una bandana calata sulla bocca forse ha trovato l’unica soluzione a questa guerra a un passo dal diventare mondiale: «È inutile escogitare piani se non si ha un minimo di seguito tra i cittadini che vivono in Russia. Quando il regime sarà caduto nessuno si metterà ad ascoltare chi ora pontica dall’estero. Dovrà essere il popolo russo a decidere, soltanto il popolo». Il busto colorato di Lenin li osserva dalla mensola. Chissà cosa avrebbe pensato di questi giovani che portano avanti una rivoluzione senza neanche sparare un colpo.

I Traditori.

Vietato esprimersi contro la guerra: l’Ucraina arresta il leader pacifista Sheliazhenko. Roberto Demaio su L'Indipendente sabato 19 agosto 2023.

Agli arresti domiciliari con ritiro del passaporto, obbligo di reperibilità e firma. Questa la decisione presa il 15 agosto dal giudice Sergienko del Tribunale del Distretto di Solomyanskyi di Kyiv nei confronti di Yurii Sheliazhenko, il pacifista ucraino noto per documentare l’esistenza di un grande movimento per la pace in Ucraina. Dovrà rimanere al suo domicilio dalle ore 22 alle 6 del giorno successivo tutti i giorni fino all’11 ottobre e le uniche motivazioni stabilite “valide” per lasciare l’abitazione sono la presenza di bombardamenti aerei in zona e la necessità di ricevere assistenza sanitaria d’emergenza. È stato ritirato anche il passaporto, nonostante il già attivo divieto di lasciare il paese per tutti i maschi tra i 18 e i 60 anni. Yurii Sheliazhenko è un sostenitore gandhiano della pace in Ucraina e nel mondo che ha evidenziato come l’odio e l’animosità spesso portino a considerare nemici coloro che cercano la pace e il dialogo. È anche segretario esecutivo dell’organizzazione chiamata Movimento Pacifista Ucraino, per la quale l’International Peace Bureau ha già annunciato l’intenzione di proposta di candidatura al Premio Nobel per la Pace nel 2024. L’8 agosto il suo appartamento era stato perquisito dai servizi segreti ucraini che, nonostante l’assenza di materiale filorusso, hanno comunque deciso di sequestrare a Yurii telefono e computer. Gli stessi servizi segreti lo hanno portato davanti al giudice Sergienko accusandolo di “giustificare la guerra di aggressione russa”, reato che comporterebbe fino a cinque anni di carcere.

È l’ennesima pagina nera di un libro che sembra non finire mai. È dallo scoppio del conflitto che la libertà di stampa in Ucraina viene minata da leggi e provvedimenti liberticidi. Già dal 20 marzo 2022 un decreto presidenziale ha limitato le attività di 11 partiti politici e ha accorpato i canali televisivi nazionali sotto United News, rete che trasmetteva 24 ore su 24. Nonostante l’assetto si sia poi allentato, a marzo scorso è entrata in vigore una nuova legge sui media già approvata da dicembre che ha assegnato nuovi poteri speciali all’autorità ufficiale di regolamentazione nazionale, la quale ora potrà ammonire, multare, revocare la licenza, sospendere qualsiasi organo d’informazione e bloccare temporaneamente in via extragiudiziale l’accesso a risorse online. Nell’aprile dell’anno scorso un blogger è stato arrestato per aver diffuso contenuti giudicati dalle autorità “anti-patriottici”, rischiando fino a 15 anni di carcere. Sempre in Ucraina, dove vige la coscrizione obbligatoria e dove dal 2015 l’età della leva militare obbligatoria è stata innalzata fino ai 27 anni, è stata promulgata all’inizio di quest’anno una legge che prevede il rafforzamento delle pene del personale militare in caso di diserzione, inosservanza o critiche agli ordini. Inoltre, esistono anche forme non governative di repressione della libertà di espressione come Myrotvorec’, kill list che pubblica informazioni sensibili su coloro che sono ritenuti “un pericolo per la sicurezza nazionale”.

Ma anche in Russia il dissenso sembra essere la prima vittima: solamente nel 2022, secondo Amnesty, sono stati 2.307 i casi di detenzione amministrativa, la quale però rappresenta solamente una delle forme con le quali il governo cerca di reprimere il dissenso. In altri casi si è agito con licenziamenti, intimidazioni, o con l’attribuzione ai critici di guerra dell’etichetta “agenti stranieri”, una formulazione il cui uso è definito da specifiche leggi (come la Legge federale sul controllo dell’attività delle persone sotto influenza straniera) e utilizzata sempre con maggior frequenza in Russia. Roman Dobrokhotov, giornalista russo, ha dichiarato che «La vita in Russia è incompatibile con lo status di “agente straniero”». La censura ha colpito anche il mondo dell’arte, con molti artisti che si sono visti cancellare gli eventi o costretti ad andare in esilio forzato, per timore di come il governo avrebbe potuto reagire alle proprie posizioni contro la guerra.

Il conflitto Russia-Ucraina non fa altro che dimostrare, per l’ennesima volta, come da ambo i lati belligeranti vi sia una forte repressione dei movimenti pacifisti e come in ogni guerra chi cerca di non combattere e di proporre soluzioni di pace venga puntualmente perseguitato e privato delle proprie libertà fondamentali. [di Roberto Demaio] 

I miserabili. Il destino segnato dei collaborazionisti ucraini alleati di Putin. Federico Bosco su L'Inkiesta il 17 Agosto 2023

Gli oligarchi coinvolti nell’occupazione russa della Crimea e del Donbas sono accusati di tradimento in Ucraina, sanzionati in occidente e cercano un ruolo nel sistema del Cremlino, ma il regime li guarda con sdegno e sospetto

Fin dall’annessione illegale della Crimea e la guerra ibrida scatenata nel Donbas nel 2014 la Russia ha integrato i collaborazionisti delle élite politiche ucraine locali nelle nuove strutture di potere, un processo che con l’invasione su larga scala del 2022 è diventato più vasto, esplicito e intenso. Per queste persone non c’è modo di tornare indietro: in Ucraina sono considerati dei traditori, in Occidente sono soggetti a sanzioni individuali, per il resto del mondo sono poco più che delle nullità.

La loro unica opzione è trovare un posto di rilievo nel sistema politico o negli apparati dello Stato della Federazione Russa, il paese di cui ora fanno (illegalmente) parte. Ma in un momento di restrizioni economiche, incertezze per il futuro e sospetti reciproci il sistema di lunga data dei clan politici del Cremlino è riluttante nell’ammettere nuovi membri, specialmente se si tratta di persone che hanno tanto da chiedere e poco da offrire. 

Nonostante le annessioni territoriali e le dichiarazioni retoriche firmate da Vladimir Putin su come russi e ucraini siano “un unico popolo”, a Mosca nessuno vede le regioni ucraine annesse alla Russia come parte della propria nazione, ma solo come brandelli di territorio strappati all’Ucraina per umiliarne le aspirazioni di libertà, identità e indipendenza nazionale. 

I collaborazionisti ucraini sono principalmente ex membri di rilievo dei partiti filorussi della politica ucraina pre-bellica, piccoli oligarchi in affari con alcuni magnati russi e funzionari statali corrotti che sono riusciti a scalare le gerarchie del potere locale. 

Secondo Konstantin Skorkin, analista del Carnegie Endowment for International Peace, questi gruppi condividono un destino che dipende interamente dall’esito della guerra e la consapevolezza che se la Russia viene sconfitta per loro è la fine, ma le realtà territoriali in cui si muovono sono troppo diverse per presentarsi come fronte unitario che rivendica i propri interessi nei confronti di Mosca. 

La realtà dell’Ucraina occupata può essere divisa in tre parti: la penisola di Crimea, le due “repubbliche popolari” del Donbas, e le regioni (oblast) di Kherson e Zaporizhzhia.

Il gruppo più privilegiato è quello dei collaborazionisti in Crimea, da sempre una regione di grande importanza strategica per Mosca che nel 2014 è stata velocemente annessa alla Russia con un referendum farsa, e dove fin dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica esiste un élite locale etnicamente russa. 

Sono rappresentati da Sergei Aksyonov, da nove anni governatore della penisola. Aksyonov è un russo nato nella Moldavia sovietica e cresciuto in Crimea, nel 2010 diventò membro del parlamento locale per rappresentare la comunità russa, da sempre è schierato dalla parte di Putin.

Intorno a lui si è costruito un gruppo strutturato, che ha messo insieme le élite russo-ucraine locali e alcune persone vicine al regime dell’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich fuggite in Crimea dopo la rivoluzione di Euromaidan. Pertanto si tratta di un gruppo realmente vicino a Mosca, che governa un territorio dove la maggioranza della popolazione non è apertamente ostile, e che finora non è stato coinvolto negli scontri diretti tra carri armati e soldati, né allo spostamento delle linee di contatto e alla ferocia della guerra di attrito che caratterizza le altre regioni.  

La posizione di chi governa il Donbas è molto diversa. Mosca ha sempre tenuto a debita distanza le due repubbliche fittizie di Donetsk e Luhansk, che probabilmente nelle intenzioni iniziali di Putin dovevano restare gli strumenti di una guerra per procura contro lo Stato ucraino fino all’istallazione a Kyjiv di un regime pro-Cremlino. 

Per tenerle sotto controllo la Russia ha elevato a leder politici dei personaggi marginali, e anche dopo l’annessione dell’anno scorso ha continuato a usare le milizie locali come carne da cannone, fino a ridurle all’irrilevanza – le operazioni più importanti sono state affidate ai mercenari della Wagner e ai soldati ceceni.

I ministri più importanti dei governi di Donetsk e Luhansk sono funzionari russi nominati dal Cremlino, gli ucraini che ne fanno parte sono consapevoli che qualsiasi passo falso diventerebbe l’occasione per una repulisti su vasta scala che porrebbe fine allo status speciale del Donbas, che per loro rimane l’unica realtà dove possono sperare di esercitare potere. 

Ad affrontare la sfida più dura però sono gli ucraini che governano gli oblast di Kherson e Zaporizhzhia. Questa è una zona di prima linea, conquistata solo parzialmente dai russi, dov’è presente una rete di partigiani che conduce operazioni di sabotaggio e tentativi di eliminare (a volte riuscendoci) i funzionari nominati da Mosca. Qui la popolazione è diffusamente ostile agli occupanti, non c’è un sentimento filorusso da coltivare né una milizia locale, la sicurezza dei collaborazionisti dipende interamente dai soldati russi. 

I due centri di gravità sono i governatori ad interim Yevgeny Balitsky a Zaporizhzhia e Vladimir Saldo a Kherson. Entrambi hanno un passato nella politica locale pre-bellica, e i loro entourage includono ex membri del regime di Yanukovich. Questi individui sanno benissimo che il loro destino è appeso a un filo, se la controffensiva avrà successo i territori che governano saranno i primi a essere riconquistati da Kyjiv, e loro verranno dimenticati da Mosca.

Fatta eccezione per la Crimea, le aspirazioni degli ex politici ucraini di essere trattati alla pari dai russi non si sono realizzate mentre i rischi della loro scelta crescono ogni giorno. Anche se la Russia riuscisse a mantenere il controllo di tutti i territori occupati con un armistizio o un cessate il fuoco, i governatori locali si troverebbero ad amministrare delle città ridotte in macerie circondate da postazioni militari e campi minati, una realtà ben diversa dalla spartizione di potere e ricchezze che probabilmente avevano immaginato all’inizio dell’invasione.

Sia nel 2014 che nel 2022 la Russia non è riuscita a dividere le élite ucraine, anche la maggior parte degli oligarchi e dei politici filorussi dell’Ucraina orientale – che guardavano a Putin come un garante – non volevano subire un’invasione militare. In entrambe le occasioni solo una piccola minoranza (la più miserabile) si è schierata dalla parte di Mosca, in entrambe le occasioni la Russia ha sottovalutato la forza dell’identità nazionale dell’Ucraina.

Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per “la Stampa” domenica 13 agosto 2023.

Cancellare ogni riferimento alla Russia. Ripulire le biografie. Riscoprirsi kazaki, armeni, turchi, europei. O israeliani, per via di una qualche ascendenza ebraica. Emigrare, se si hanno doppi e tripli passaporti. I miliardari più legati al potere putiniano cercano, talora maldestramente, di rifarsi un'immagine. Non hanno il coraggio di parlare contro Putin, ma di far sparire la Russia dalla loro vita sì. 

Roman Abramovich aveva aperto la strada, aveva cominciato anni fa ad attivarsi per non apparire più così russo, o non più soltanto russo. Dal 2018 ha acquisito anche la cittadinanza israeliana, in seguito quella portoghese. Ma Abramovich non è il solo a cercare di diluire la propria appartenenza alla Russia. Arkady Volozh è il caso più lampante ma solo l'ultimo in ordine di tempo, non è affatto il solo. 

L'ex capo di Yandex l'altro giorno ha definito – alla buon'ora: dopo diciotto mesi – la guerra della Russia «barbarica». È uno dei due "coraggiosi" che l'hanno fatto, tra i miliardari russi (l'altro è Oleg Tinkov). Ma Volozh si è preparato la strada da tempo in questo modo: «Ha iniziato a trasportare il team Yandex all'estero molto prima della guerra», ha dichiarato uno dei dipendenti. 

I dipendenti di Yandex.Food lavorano in Israele dalla pandemia. In Israele Volozh possiede diverse proprietà immobiliari. I gruppi di lavoro Yandex.Lavki e Yandex.Taxi sono basati in buona parte in Israele. Soprattutto, Volozh ha rimosso dal suo sito web quasi tutti i riferimenti ai legami con la Russia e l'Urss. 

Molti oligarchi sono critici di Putin e della guerra in privato, ma in pubblico restano prudenti, temono ritorsioni, e sanno che sono in gioco miliardi di dollari di beni in Russia, che appartengono a loro nominalmente ma restano comunque esigibili (o nei casi estremi espropriabili) da Putin. In qualunque momento.

Catherine Belton, l'autrice di un grande libro sulla cerchia di Putin, ha scritto che Volozh ha fatto sorridere tanti osservatori quando la scorsa settimana, per prendere le distanze dalla guerra in Russia, ha pubblicato sul suo sito web una nuova biografia in cui si descrive come «imprenditore tecnologico israeliano nato in Kazakistan». Non russo. Non un russo che fino a qualche anno fa incontrava Putin al Cremlino. 

Non è il solo che cerca di distanziarsi dalla Russia e dalle sue origini russe. Il comproprietario e presidente del consiglio di sorveglianza del consorzio Alfa Group, Mikhail Fridman, caduto sotto le sanzioni occidentali, si definisce da tempo «un uomo d'affari russo-israeliano nato in Ucraina». Eppure le sue critiche sono sempre solo sussurrate.  […]

L'appartenenza russa impaccia. Imbarazza. Agentsmedia ricorda il caso del banchiere d'affari Ruben Vardanyan, ex capo della "Troika Dialog", che adesso si presenta come un finanziere di «origine armena». Nel settembre 2022 ha rinunciato alla cittadinanza russa e si è trasferito in Nagorno-Karabakh. Un altro importante uomo d'affari, Viktor Vekselberg (nella lista delle sanzioni Usa dal 2018, Vekselberg ha avuto proficue relazioni trasversali con la politica in Italia) sottolinea ormai di essere nato in Ucraina e di essere cittadino di Cipro.  […]

Guerra in Ucraina, “mappa in mano”. Il clamoroso tradimento dell'ufficiale russo. Il Tempo il 13 agosto 2023

Un video apparso sul web mostra un ufficiale russo catturato dagli ucraini che illustra su una mappa le posizioni dei soldati di Mosca presenti sulla riva sinistra del fiume Dnipro. Secondo il canale Telegram russo Grey Zone, si dovrebbe trattare proprio del maggiore Tomov, comandante del battaglione russo 1822, che era scomparso qualche giorno fa, probabilmente catturato durante un raid delle forze speciali dell’Ucraina che ha colto di sorpresa le truppe di Vladimir Putin. La storia è raccontata dal sito del Kyiv Post, che spiega come le immagini del video non siano state verificate in maniera indipendente. 

Secondo il think tank americano Institute for the study of war, gli ucraini hanno condotto l’otto agosto un raid sulla riva sinistra del fiume Dnipro, dove sono approdati su sette barche con 6-7 persone ciascuna, vicino all’area di Kozachi Laheri, e sono penetrate di 800 metri oltre le linee di difesa russe. Uno dei migliori successi della controffensiva di Kiev contro le forze della Russia.

I Corrotti.

Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera” giovedì 27 luglio 2023.

Ciò che più lascia stupiti nella vicenda del giro di mazzette all’ufficio di reclutamento militare del distretto meridionale è che tutti sapevano, ma pochi parlavano e, soprattutto, nessuno denunciava. Accadeva dal 2017, era sufficiente pagare 5.000 dollari per evitare la leva: erano coinvolti medici compiacenti che falsificavano i referti e impiegati che li avallavano. 

Per tutti garantiva lo stesso massimo responsabile, Yehven Borysov, capo dell’ufficio centrale di Odessa, che adesso è sotto processo e rischia lunghi anni di carcere. Il sistema era ben rodato, tanto che non è bastato lo scoppio della guerra l’anno scorso a farlo saltare […]

«Noi valutiamo che Borysov sia stato pagato da forse 25.000 persone, c’è chi dice sino a 50.000. Lui non ha saputo spiegare l’origine dei 5 milioni di dollari che la polizia ha scoperto a casa sua e neppure dove la sua famiglia abbia trovato i soldi per fare importanti investimenti in Spagna», ci spiega il 37enne Valery Bolgan, direttore del giornale online di Odessa Intent Press. 

Sono casi come questo che l’altra sera hanno spinto Volodymyr Zelensky a tornare a denunciare la corruzione nel Paese e la necessità di porvi rapidamente rimedio per soddisfare i requisiti di adesione all’Unione Europea e soprattutto con l’intento di motivare l’unità nazionale alla resistenza contro l’occupazione russa. «Nessuno perdonerà parlamentari, giudici, commissari militari e qualsiasi funzionario pubblico per essere andato contro gli interessi del nostro Stato. Recarsi in vacanza in una costosa località balneare all’estero è un palese tradimento dell’Ucraina in guerra», ha tuonato il presidente.

[..] lo scandalo esploso negli ultimi giorni del parlamentare del suo partito, il 43enne Yuri Aristov, scoperto dai servizi segreti e denunciato per avere trascorso una settimana al Waldorf Astoria con la famiglia su un’isola privata delle Maldive pagando 2.700 dollari a notte. 

Due le imputazioni: essere andato all’estero senza permesso (lui si era dato malato dopo una visita ufficiale in Lituania), visto che la legge marziale vieta agli uomini della sua età di espatriare, e averlo fatto da deputato in contravvenzione ai regolamenti per i funzionari pubblici. 

Zelensky parla apertamente di «tolleranza zero per i corrotti». A suo dire, la questione morale è ormai un imperativo categorico, i colpevoli vanno puniti nel rispetto dei soldati, per i quali ogni risorsa pubblica va impiegata per comprare munizioni, missili, droni. «È inammissibile qualsiasi forma di arricchimento personale ai danni della società», tuona.

Il tema non è nuovo e per Zelensky diventerà sicuramente la grande sfida destinata a determinare il suo futuro politico nel dopoguerra. Del resto, nel 2019 era stato eletto proprio sulla base della sua promessa di lotta alla corruzione nello Stato e tra i partiti controllati dagli oligarchi. 

«È dalla sua nascita nel 1991 che l’Ucraina combatte il sistema corrotto lasciato in eredità dallo sfascio dell’Unione Sovietica. Oggi c’è chi si scandalizza delle mazzette nel distretto militare di Odessa. Ma sappiamo tutti benissimo che lo stesso accadeva in quelli di Kiev, Leopoli, Dnipro e in tutti gli altri. Il paradosso è che ci capita di scoprire casi di esentati alla leva per reali motivi medici che pagano pur di partire volontari a combattere i russi», commenta ancora Bolgan.

[…] Ciò non toglie che la situazione sia migliorata negli ultimi mesi. L’anno scorso Zelensky licenziò i funzionari civili e militari pagati da Mosca che avevano facilitato l’avanzata russa su Kherson. Fece scandalo il caso del parlamentare del sud-est, Oleksandr Ponomaryov, scoperto essere a libro paga di Mosca. Lo scorso gennaio furono licenziati e processati 4 viceministri e 5 governatori regionali. E il 16 maggio è stato condannato per corruzione addirittura il giudice-capo della Corte Suprema, Vsevolod Kniaziev. La lista è destinata ad allungarsi.

Ucraina, Zelensky sfida i suoi corrotti: «Nessuno vi perdonerà». Storia di Lorenzo Cremonesi Corriere della Sera mercoledì 26 luglio 2023.

Ciò che più lascia stupiti nella vicenda del giro di mazzette all’ufficio di reclutamento militare del distretto meridionale è che tutti sapevano, ma pochi parlavano e, soprattutto, nessuno denunciava. Accadeva dal 2017, era sufficiente pagare 5.000 dollari per evitare la leva: erano coinvolti medici compiacenti che falsificavano i referti e impiegati che li avallavano.

Per tutti garantiva lo stesso massimo responsabile, Yehven Borysov, capo dell’ufficio centrale di Odessa, che adesso è sotto processo e rischia lunghi anni di carcere. Il sistema era ben rodato, tanto che non è bastato lo scoppio della guerra l’anno scorso a farlo saltare: sono stati necessari 17 mesi di combattimenti, le sofferenze di soldati e civili, l’attuale fase di incertezza sui fronti della controffensiva e la richiesta di giustizia di chi rischia e soffre con il fucile in mano perché si decidesse di porre fine alla corruzione. «Noi valutiamo che Borysov sia stato pagato da forse 25.000 persone, c’è chi dice sino a 50.000. Lui non ha saputo spiegare l’origine dei 5 milioni di dollari che la polizia ha scoperto a casa sua e neppure dove la sua famiglia abbia trovato i soldi per fare importanti investimenti in Spagna», ci spiega il 37enne Valery Bolgan, direttore del giornale online di Odessa Intent Press e di un’organizzazione civile locale che si occupa di investigare temi di ordine pubblico.

Sono casi come questo che l’altra sera hanno spinto a tornare a denunciare la corruzione nel Paese e la necessità di porvi rapidamente rimedio per soddisfare i requisiti di adesione all’Unione Europea e soprattutto con l’intento di motivare l’unità nazionale alla resistenza contro l’occupazione russa.

«Nessuno perdonerà parlamentari, giudici, commissari militari e qualsiasi funzionario pubblico per essere andato contro gli interessi del nostro Stato. Recarsi in vacanza in una costosa località balneare all’estero è un palese tradimento dell’Ucraina in guerra», ha tuonato il presidente riferendosi in particolare allo scandalo esploso negli ultimi giorni del parlamentare del suo partito, il 43enne Yuri Aristov, scoperto dai servizi segreti e denunciato per avere trascorso una settimana al Waldorf Astoria con la famiglia su un’isola privata delle Maldive pagando 2.700 dollari a notte. Due le imputazioni: essere andato all’estero senza permesso (lui si era dato malato dopo una visita ufficiale in Lituania), visto che la legge marziale vieta agli uomini della sua età di espatriare, e averlo fatto da deputato in contravvenzione ai regolamenti per i funzionari pubblici.

Zelensky parla apertamente di «tolleranza zero per i corrotti». A suo dire, la questione morale è ormai un imperativo categorico, i colpevoli vanno puniti nel rispetto dei soldati, per i quali ogni risorsa pubblica va impiegata per comprare munizioni, missili, droni. «È inammissibile qualsiasi forma di arricchimento personale ai danni della società», tuona.

Il tema non è nuovo e per Zelensky diventerà sicuramente la grande sfida destinata a determinare il suo futuro politico nel dopoguerra. Del resto, nel 2019 era stato eletto proprio sulla base della sua promessa di lotta alla corruzione nello Stato e tra i partiti controllati dagli oligarchi. «È dalla sua nascita nel 1991 che l’Ucraina combatte il sistema corrotto lasciato in eredità dallo sfascio dell’Unione Sovietica. Oggi c’è chi si scandalizza delle mazzette nel distretto militare di Odessa. Ma sappiamo tutti benissimo che lo stesso accadeva in quelli di Kiev, Leopoli, Dnipro e in tutti gli altri. Il paradosso è che ci capita di scoprire casi di esentati alla leva per reali motivi medici che pagano pur di partire volontari a combattere i russi», commenta ancora Bolgan.

Ma le inchieste non sono semplici, gli stessi media locali sino all’anno scorso erano controllati da potenti oligarchi molto poco interessati a denunciare gli scandali di corruzione. «Oggi ci sono colleghi che non investigano perché temono di essere mandati subito sul fronte. In passato alcuni giornalisti sono anche stati uccisi. Un po’ come da voi in Italia ci sono stati giornalisti minacciati dalla mafia», ci dice un reporter locale che esige di restare anonimo.

Ciò non toglie che la situazione sia migliorata negli ultimi mesi. L’anno scorso Zelensky licenziò i funzionari civili e militari pagati da Mosca che avevano facilitato l’avanzata russa su Kherson. Fece scandalo il caso del parlamentare del sud-est, Oleksandr Ponomaryov, scoperto essere a libro paga di Mosca. Lo scorso gennaio furono licenziati e processati 4 viceministri e 5 governatori regionali. E il 16 maggio è stato condannato per corruzione addirittura il giudice-capo della Corte Suprema, Vsevolod Kniaziev. La lista è destinata ad allungarsi.

Le Spie.

Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica” lunedì 28 agosto 2023

Natalia Burlinova è un’elegante signora quarantenne russa che frequenta il nostro Paese, partecipa a conferenze di alto livello sulla politica estera, e ospita a Mosca studiosi o giovani leader italiani interessati a coltivare il dialogo con la “Terza Roma”. 

Quello che forse finora ci era sfuggito, però, è che di mestiere lavora con il servizio di intelligence Federalnaya Sluzhba Bezopasnosti (Fsb), uno dei famigerati successori del Kgb, allo scopo di reclutare complici occidentali disposti a diffondere la propaganda del Cremlino e magari spiare. 

[…] il dipartimento alla Giustizia americano, che incriminando Natalia il 17 aprile scorso, ha alzato il velo su questa nuova operazione di larga scala organizzata dalla Russia per interferire con le nostre democrazie, Italia inclusa.

Venerdì il New York Times ha pubblicato un articolo su un rapporto dell’intelligence americana che denuncia la nuova strategia dell’Fsb per influenzare l’opinione pubblica occidentale. Il servizio segreto di Mosca usa organizzazioni in apparenza indipendenti per contattare leader e studiosi occidentali […] 

Un personaggio al centro dell’offensiva è Natalia Burlinova, fondatrice e presidentessa di Public Initiative Creative Diplomacy, organizzazione non governativa dedita alla «promozione degli interessi nazionali russi». “Picreadi” organizza “Meeting Russia”, programma annuale per portare a Mosca giovani leader e intellettuali occidentali; pubblica una rivista con lo stesso nome; e partecipa a seminari internazionali. […] 

Il problema è che il 17 aprile scorso Burlinova è stata incriminata dal dipartimento alla Giustizia, in seguito ad un’inchiesta condotta dall’ufficio di Detroit dell’Fbi.

Il manifesto “Wanted” che la ritrae per l’arresto spiega così la ragione: «È ricercata con l’accusa di aver agito come agente illegale di un governo straniero, la Russia, negli Usa. Avrebbe cospirato con un ufficiale dell’Fsb per reclutare cittadini statunitensi che si recheranno a Mosca per un programma chiamato Meeting Russia, gestito dall’organizzazione da lei guidata, “Picreadi”. […] In cambio, Burlinova ha fornito all’Fsb informazioni sui cittadini statunitensi reclutati, compresi i curriculum e il passaporto, fotografie e analisi delle loro opinioni sulla Russia».

[…] 

Ma cosa c’entra l’Italia? Per capirlo basta visitare il sito di “Picreadi”, dove si apprende che nel 2017 Burlinova aveva ospitato attraverso “Meeeting Russia” la giornalista Maria Michela D’Alessandro, presentata come studentessa italiana all’Università di San Pietroburgo, nel 2019 Karolina Muti, ricercatrice dell’Istituto Affari Internazionali, e nel 2021 Eleonora Tafuro dell’Ispi. Il 13 maggio del 2019, poi, aveva organizzato un seminario a Milano con l’Ispi, intitolato “Russian Foreign Policy: Facing International Turbulence”.

Naturalmente partecipare ad una conferenza non è una colpa, e non significa che le persone o le istituzioni coinvolte siano poi state reclutate dall’Fsb per diffondere propaganda russa in Italia. La spiegazione più plausibile è che non sapessero neppur e quale fosse il vero mestiere di Burlinova, e quindi gli obiettivi reali, condivisi con gli ex datori di lavoro di Putin. 

[…] La notizia rilevante però sta nell’attenzione che Mosca ha riservato al nostro Paese nel corso degli anni, e la penetrazione capillare dei suoi agenti, capaci di infiltrare alcuni dei più autorevoli centri di ricerca sulla politica estera. Ai nostri servizi di controspionaggio spetta il compito, che sicuramente avranno svolto almeno dal momento dell’incriminazione di Burlinova da parte dei colleghi americani, di capire quanto fosse ampia la sua rete da noi e quali risultati concreti potrebbe aver ottenuto. […]

Il Nyt: “Così Mosca ingaggia accademici occidentali per fare propaganda”. Il giornale Usa pubblica un report degli 007 americani, che svelerebbe una rete di “influencer” cooptati per screditare l’Ucraina. Il Dubbio il 26 agosto 2023

La Russia sta intensificando i suoi sforzi per diffondere negli Stati Uniti e in Occidente propaganda a favore di Mosca e messaggi anti-Ucraina, utilizzando organizzazioni e influencer. Lo riporta il New York Times, citando fonti dell'intelligence americana che ha analizzato documenti riservati dell'Fsb, il servizio federale per la sicurezza della Federazione russa. L'analisi è stata resa pubblica.

La propaganda, sostengono a Washington, potrebbe avere ricevuto un impulso dopo il fallito ammutinamento contro i vertici militari russi di Evgeny Prigozhin, quando due mesi fa aveva tentato con il gruppo paramilitare Wagner di puntare verso Mosca. Gli 007 del Cremlino avrebbero portato avanti una strategia di disinformazione già sperimentata nel 2016 per favorire la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane. Ma le informazioni, rese pubbliche venerdì, indicano un'attività ancora più profonda. Si parla di gruppi di "cooptati": persone, od organizzazioni ufficialmente indipendenti ma che, in realtà, si muovono sotto la direzione dei servizi segreti russi. Queste operazioni includono il sostegno alla Russia attraverso cittadini e uomini di cultura americani ed europei.

Tra i nomi indicati nel report come figure di spicco dell'organizzazione figura Natalia Burlinova, incriminata quest'anno dal dipartimento della Giustizia. Secondo i procuratori federali, Burlinova aveva reclutato una serie di cittadini americani che appartengono al mondo accademico, convincendoli a partecipare alle attività di una noprofit, Creative Diplomacy, da lei stessa fondata per "favorire il dialogo con la Russia". Un'ottantina di persone provenienti da numerosi Paesi ha aderito al programma. Il dipartimento del Tesoro ha, nei mesi scorsi, sanzionato due rappresentanti dell'Fsb, tra cui Yegor Sergeyevich Popov, sospettato di essere stato un complice di Burlinova. Tra gli obiettivi della coppia c'era quello di creare una rete di "futuri influencer occidentali" su cui il Cremlino puntava per farne alleati di Mosca e strumenti insospettabili per diffondere la propaganda.

Altri nomi indicati nel report sono quelli di Andrey Stepanenko, che ha lavorato per i servizi russi dal 2014 al 2019; Maksim Grigoryev, direttore della Fondazione per lo Studio della democrazia, un 'think tank' americano che diffondeva messaggi negativi sull'Ucraina; e Anton Tsvetkov, considerato il capo di un gruppo chiamato "Funzionari della Russia".

Tra le attività promosse ci sarebbero state manifestazioni di protesta a Mosca, inclusa una organizzata fuori dall'ambasciata Usa. Altre manifestazioni sono state organizzate contro il Bard College di New York, gemellato a un college di San Pietroburgo.

Estratto dell’articolo di Angelo Allegri per “il Giornale” martedì 22 agosto 2023.

Saranno pure la «nuova nobiltà», secondo la celebre definizione di Nicolaj Patrushev, fedele braccio destro di Vladimir Putin, ma nemmeno spie e agenti segreti russi sfuggono ai problemi di genere propri delle società occidentali. 

A dimostrarlo è il caso di Katerina Myers reso noto dal sito Mediazona. A dispetto del nome Katerina era fino a qualche tempo fa un ufficiale (uomo) dell'Fsb, principale servizio segreto russo, impegnato per 12 anni in incarichi delicati e di responsabilità. 

Nel 2020 la decisione di cambiare sesso, con gli intuibili problemi professionali. E non solo, visto che il suo avvocato ha parlato di numerose minacce di morte. Per questo nel dicembre 2022 la Myers decise di espatriare e riparare all'estero con la copertura della nuova identità.

Il tentativo fallì, lei fu fermata dalla polizia. Ora è stata condannata a 300mila rubli di multa (poco più di 3mila euro) per espatrio illegale. L'interessata ha rinunciato all'appello e si è impegnata a mantenere il silenzio sull'intera vicenda in cambio della rinuncia da parte delle autorità ad ulteriori azioni legali. […]

(ANSA venerdì 11 agosto 2023) - Una presunta spia cinese al servizio dell'americana Cia, la Central Intelligence Agency, reclutata in Italia: il ministero per la Sicurezza dello Stato di Pechino ha reso noto oggi in un post di aver sottoposto a "misure esecutive" un connazionale, soprannominato Zeng, che "svolgeva attività di spionaggio". 

Nato a luglio del 1971, Zeng era stato mandato dalla sua compagnia - un importante gruppo industriale militare mandarino - a studiare in Italia. In quel periodo, un funzionario dell'ambasciata americana a Roma, chiamato Seth secondo il post che lo qualifica come agente della Cia, prese l'iniziativa di avvicinarlo e di fare la sua conoscenza.

Da allora, Seth avrebbe sviluppato uno stretto rapporto con Zeng attraverso attività come cene, gite e altre attività, in cambio di "una grande quantità di informazioni fondamentali sulla Cina". Zeng sarebbe scivolato in uno stato di sudditanza psicologica, consentendo all'agente Cia "di instillare i valori occidentali" e di promettere "un'enorme quantità di denaro e di aiutare la famiglia di Zeng a migrare negli Usa". 

Si è scoperto, secondo altri dettagli forniti dal network statale Cctv, che l'uomo aveva firmato un accordo di spionaggio e ricevuto una formazione specifica prima di tornare in Cina. La Cctv ha aggiunto che erano state prese "misure obbligatorie" contro di lui, senza fornire dettagli. Mentre il ministero ha trasferito il caso alla procura per la revisione e l'azione penale, secondo il post. 

La Cina ha intensificato la supervisione su quelle che ritiene essere attività di spionaggio. All'inizio di agosto, il ministero della Sicurezza dello Stato ha detto che la nazione dovrebbe incoraggiare i cittadini a unirsi al controspionaggio, includendo la creazione di canali per segnalare attività sospette e premi ad hoc.

E' di luglio, invece, l'introduzione della legge anti-spionaggio che vieta di trasferire le informazioni su sicurezza e interessi nazionali definiti peraltro in modo generico. La normativa ha creato allarme nella comunità straniera: l'ambasciatore Ue a Pechino Jorge Toledo, ad esempio, ha detto lo scorso maggio che l'apertura dell'economia cinese era incompatibile con la legge sul controspionaggio.

Estratto dell’articolo di Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera” venerdì 11 agosto 2023. 

Una storia di spionaggio può iniziare in modo banale, con una persona che si reca all’ambasciata di un Paese per offrire la sua collaborazione. È ciò che ha fatto Thomas H., ufficiale dell’esercito tedesco, arrestato con l’accusa di collusione con i russi. Il militare, in servizio a Coblenza in un reparto della Bundeswehr, le Forze armate tedesche, ha ripetuto un modus operandi visto in diversi casi, con il contatto diretto. 

L’individuo chiede di essere ricevuto oppure scrive un messaggio, quindi presenta subito qualcosa che possa convincere l’acquirente: nomi, dettagli, particolari. È il primo passo della danza, poi aspetta che gli altri rispondano. Se rispondono. Perché la controparte deve fidarsi, c’è sempre il timore che il dono sia un frutto avvelenato. Ecco perché serve «merce» di valore e verificabile.

Secondo le indagini, Thomas H. ha compiuto due mosse. La prima con i rappresentanti del consolato di Mosca a Bonn, quindi con la sede principale a Berlino. E in almeno in una occasione ha calato le «carte», raccontando quello che poteva dare alla Russia. La tattica scelta ha eliminato il pericolo di un intermediario, però non lo ha messo al riparo da rischi. Gli uffici diplomatici sono monitorati, «vedette» e occhi elettronici controllano chi entra e chi esce. Registrano i movimenti dei «legali», gli agenti che agiscono sotto copertura diplomatica. Annotano le targhe dei veicoli. Schedano i visitatori.

L’ufficiale non si è preoccupato troppo e a maggio ha lanciato la sua esca. […] è possibile che Thomas H. abbia passato (o provato a farlo) documentazione sulle forze armate, sulla tecnologia e ricerca, eventuali rapporti con Paesi alleati. Una spia può essere utile in tanti modi: per l’accesso a materiale riservato, perché in grado di segnalare colleghi potenzialmente reclutabili oppure come «porta d’ingresso» su programmi sviluppati in ambito Nato.

L’individuazione dell’ufficiale ha seguito di pochi giorni il caso di Sergei Sergienko, assistente parlamentare del partito di estrema destra AfD, che aveva una missione […] contrastare le forniture a Kiev attraverso una mobilitazione politica. Un agente di influenza che doveva mobilitare i filo-Putin nell’arena tedesca […]. In dicembre era stata scoperta una breccia aperta da Carsten Linke, appartenente all’intelligence, con il complice Arthur Eller. Vicino all’estrema destra, Linke passava ai russi segreti sugli Himars, i lanciarazzi Usa a lunga gittata […] La Germania, insieme alla Polonia, si è trasformata in una retrovia di supporto, ha ospitato il centro che coordina l’arrivo degli equipaggiamenti, ha preso una posizione politica più netta. E questo l’ha tramutata in un bersaglio primario per Mosca.

Estratto dell’articolo dal "Corriere della Sera" lunedì 7 agosto 2023.

Sulla carta era un semplice assistente parlamentare del partito di estrema destra tedesco AfD. In realtà lavorava per Putin, dall’ufficio del deputato di ultradestra Eugen Schmidt. Vladimir Sergienko, 52 anni, analista politico nato a Leopoli in Ucraina e naturalizzato tedesco, ha agito come intermediario tra il Cremlino e i deputati tedeschi dell’AfD, ha rivelato un’indagine congiunta condotta da The Insider e Der Spiegel. 

Il suo compito era quello di rallentare le forniture dei tank Leopard all’Ucraina, con ricorsi e campagne filorusse. Per affrontare le spese legali aveva chiesto a Mosca di mandargli 93 mila euro. A smascherarlo il carteggio da lui tenuto con un tale «Alexei», un presunto agente del Fsb russo.

[…] Il caso dimostra il grado sorprendente con cui Mosca è stata in grado di cooptare o reclutare figure nell’establishment politico tedesco e incaricarle di portare avanti la propria guerra.

(ANSA lunedì 7 agosto 2023) - Il servizio di sicurezza dell'Ucraina (Sbu) ha annunciato di aver arrestato un informatore russo che stava prendendo parte all'organizzazione di un attacco aereo russo nella regione di Mykolaiv durante la visita del presidente Volodymyr Zelensky. Lo riporta l'Ukrainska Pravda. 

"Il servizio di sicurezza ha arrestato un informatore dei servizi speciali russi, che, alla vigilia del recente viaggio del presidente nella regione di Mykolaiv, stava raccogliendo informazioni sulla visita programmata", ha dichiarato il servizio di sicurezza, spiegando che l'informatore ha cercato di scoprire l'ora e i luoghi del percorso del Capo dello Stato nella regione". L'Sbu ha riferito che l'indagine riguarda anche altri incarichi ricevuti dai russi.

"Zelensky deve morire". Trappola per il leader: arrestata donna ucraina. Raccoglieva dettagli sulla visita a Mykolaiv. Colpito un palazzo a Pokrovsk: 5 vittime. Andrea Cuomo l' 8 Agosto 2023 su Il Giornale.

Lavorava in un negozio di una base militare a Ochakov, nella regione di Mykolaiv. Ma era un impiego di copertura. Il suo compito era raccogliere informazioni più possibile precise su un viaggio di Volodymyr Zelensky proprio a Mykolaiv. Un viaggio che per i servizi segreti di Mosca avrebbe dovuto essere l'ultimo del presidente-attore. Perché lì, nella città del Sud dell'Ucraina, Zelensky avrebbe dovuto essere ucciso in un massiccio bombardamento «mirato».

Operazione addio Zelensky. Che sia fantapolitica o realtà non si sa. Ma i servizi di sicurezza ucraini (Sbu) sono convinti che il piano fosse quello. Per ora c'è solo un arresto, una donna di nazionalità ucraina ma «informatrice dei servizi segreti russi - si legge nel comunicato degli 007 di Kiev - che stava raccogliendo informazioni sulla prevista visita del presidente nella regione di Mykolaiv», vicino alla linea del fronte, in vista di un «massiccio attacco aereo». Il compito della donna, originaria proprio di Mykolaiv, era chiaro: «Stabilire l'orario e l'elenco dei luoghi dell'itinerario provvisorio del Capo di Stato nella regione», in modo che l'attacco aereo potesse essere il più possibile intelligente. La donna, di cui non sono state rese note le generalità ma di cui è stata diffusa una foto pixelata dell'arresto, ovviamente aveva con sé un telefono con il quale avrebbe inviato e ricevuto messaggi piuttosto espliciti sull'operazione, e anche appunti scritti a mano sulle attività militari.

Zelensky si è recato nella regione di Mykolaiv più volte negli ultimi mesi ma la data scelta dagli attentatori era il 27 luglio, Zelensky: quel giorno il presidente si era recato a sorpresa nella località per inaugurare un centro medico per la cura dei militari feriti al fronte. Si sa che Zelensky, come lui stesso ha ricordato sul servizio di messaggistica Telegram, era stato informato dell'Sbu del possibile attentato e riceveva continui aggiornamenti sulla «lotta ai traditori», come scrive l'Sbu, che aggiunge di adottato «misure di sicurezza aggiuntive» per la visita di Zelensky a Mykolaiv.

La spia in gonnella era stata individuata da tempo ma non era stata immediatamente arrestata in modo da riuscire a ottenere maggiori informazioni «sui suoi sponsor russi e sui compiti a lei assegnati». È accusata di diffusione non autorizzata di informazioni su armi e movimenti di truppe e rischia fino a 12 anni di carcere. Secondo l'Sbu la donna avrebbe cercato di ottenere informazioni sull'ubicazione dei sistemi di guerra elettronica ucraini e dei depositi di munizioni ed è stata arrestata in flagrante mentre cercava di trasmettere le informazioni ai servizi segreti russi.

Ieri Zelensky ha ringraziato tutti i partner che sono al nostro fianco per difendere i cieli dell'Ucraina, che stanno costruendo insieme a noi un vero e proprio scudo aereo per il nostro Paese». Lo scudo aereo non ha però impedito gli attacchi missilistici di ieri a Pokrovsk, nella regione di Donetsk: un edificio residenziale colpito e almeno cinque morti (e numerosi feriti). Nella notte tra domenica e ieri un fitto bombardamento nella regione di Dnipropetrovsk e nel distretto di Nikopol. Bombe anche su Kherson, dove una donna di 59 anni è morta per un colpo d'artiglieria che ha colpito la sua casa, e a Khaklrkiv, dove le vittime sono state due. Da parte sua la Russia sostiene di aver abbattuto un drone ucraino nella regione di Kaluga, a meno di 200 chilometri da Mosca.

Le Armi.

Gli aerei da combattimento. Cosa sono gli F16 e perché sono importanti nella guerra in Ucraina, Danimarca e Olanda forniscono i caccia a Kiev. La fornitura di 42 aerei al Paese invaso dalla Russia. Secondo alcuni osservatori potrebbero volerci anche sei mesi prima di vederli operativi. Redazione Web su L'Unità il 21 Agosto 2023

Danimarca e Olanda hanno dato il via libera alla fornitura di 42 caccia F-16 a Kiev. È una svolta importante nella cronologia della guerra in Ucraina esplosa nel febbraio 2022 a causa dell’invasione della Russia di Vladimir Putin. Non è chiaro quando i jet entreranno in funzione. Alcuni osservatori ipotizzano anche fino a sei mesi. I caccia devono essere spediti, vanno preparate le squadre per la manutenzione, con ricambi e centri di assistenza, devono essere addestrati i piloti. Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky è impegnato in un tour europeo che lo ha visto in Svezia, Paesi Bassi, Danimarca. Ha ringraziato i Paesi che forniranno i jet. È atteso ad Atene alla cena informale dei leader dei Paesi Balcani Occidentali. Zelensky in una visita alla base aerea di Skrydstrup è entrato in un F16.

La controffensiva dell’Ucraina procede lentamente. Il conflitto continua a trascinarsi su tempistiche molto lunghe. Kiev ha promesso vendetta per la strage di Chernihiv e lancia attacchi su diverse direttrici con i droni. Gli F16 sono i caccia più noti al mondo costruiti dall’appaltatore della difesa americano Lockheed Martin. È un aereo da combattimento multiruolo dotato di un cannone Vulcan M61 e da 11 posizioni per il montaggio di armi e altre attrezzature. Può essere monoposto e biposto, di solito il carico consiste in due due bombe da 2.000 libbre (907 kg), due missili aria-aria a corto raggio AIM-9 Sidewinder, due missili aria-aria a medio raggio AIM-120 e due missili esterni da 2.400 libbre. Può raggiungere una velocità di 2.400 km/h, ha un’apertura alare di quasi dieci metri e una lunghezza di 15, pesa 8.935 chili senza carburante e ha un peso massimo al decollo di 17.010 chili.

Sono gestiti da 25 Paesi in tutto il mondo. Sono stati usati nella Guerra del Golfo, in Afghanistam, Kosovo e nel Golfo Persico. Furono costruiti a partire dall’intuizione del Maggiore John Boyd, pilota istruttore USAF, che alla fine degli anni Sessanta si convinse del fatto che nel combattimento aereo era il fattore “Energia”, quota e velocità, a risultare vincente. Il progetto LWF, Light Weight Fighter, Y-F-16 venne dichiarato il 13 gennaio 1975. L’F-16 doveva chiamarsi semplicemente Falcon – si legge sul sito Aereimilitari.org – , ma il nome era già stato registrato dalla francese Dassault, per cui fu deciso di chiamarlo Fighting Falcon, anche se nell’uso corrente la parola ‘Fighting’ è spesso omessa. Peraltro i piloti, che all’inizio lo soprannominarono ‘Electric Jet’ per via del suo sistema di controllo di volo elettronico, gli hanno affibbiato il nomignolo di ‘Viper’”.

E ancora: “Ancora dopo trent’anni di vita operativa, è difficile tracciare un giudizio definitivo su questo caccia. Il Falcon ha costituito il sogno di migliaia di piloti nel mondo, per via della sua estrema facilità di pilotaggio che semplifica notevolmente il lavoro del pilota. La sua maneggevolezza ha costituito per anni il punto di riferimento nel dogfight. Viceversa, i pianificatori di missioni hanno dovuto fare i conti con un raggio d’azione per niente esaltante e con una limitata capacità di trasportare armamento di caduta (durante l’operazione Desert Storm i pacchetti di attacco prevedevano anche 40 – 50 caccia F-16 contro un singolo obiettivo reale) ma tutto questo va messo in relazione con il fatto che al Falcon sono stati assegnati una serie di ruoli e compiti ben diversi rispetto a quelli per i quali era stato concepito e progettato. I fatti però parlano chiaro e valgono più di qualsiasi analisi a tavolino, ed il successo commerciale e operativo del Falcon è un dato di fatto indiscutibile”.

Il Capo della Repubblica Popolare di Donetsk, Denis Pushilin, a Rossiya 24 ha commentato: “Creeranno ulteriori difficoltà ma l’esercito russo sa cosa fare con questi velivoli. Sarà di certo un ulteriore ostacolo a una rapida risoluzione della situazione. Naturalmente, le nostre unità anno cosa fare con questi aerei”. Il Presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi scelto da Papa Francesco come mediatore nei colloqui che il Vaticano sta portando avanti con le parti sul campo, alla platea del Meeting di Comunione e Liberazione ha criticato anche l’Europa che “dovrebbe fare molto di più. Deve cercare in tutti i modi di aiutare iniziative per la pace, seguendo l’invito di papa Francesco a una pace creativa” e parlato di una pace “giusta e sicura, da raggiungere con il dialogo e non con le armi”. Redazione Web 21 Agosto 2023

Missili anti-aerei riciclati: così Kiev colpisce il territorio russo. Giovanni Chiacchio il 22 agosto 2023 su Inside Over.

Sin dall’inizio del confitto l’esercito ucraino ha fatto un largo uso di soluzioni “alla MacGyver” volte a cagionare pesanti danni alle forze russe a fronte di uno scarso dispendio di risorse. Per far fronte alla sua temporanea carenza di sistemi missilistici a lungo raggio, le forze di Kiev stanno riutilizzando vecchi missili anti aerei riadattati al nuovo scopo.

I missili S-200

I sistemi missilistici S-200 appartengono alla categoria dei Surface to air missile (Sam), impiegata al fine di intercettare aeromobili e missili balistici nemici. Tali sistemi sono entrati in servizio nel 1967 e dispongono di un range operativo pari a 300 km, un’altitudine massima di 40mila metri e una velocità pari a Mach 4. Il missile presenta una testata pesante 90 kg e costituita da piccole sfere d’acciaio, altamente funzionali a distruggere obbiettivi volanti. Il sistema di propulsione è formato da un primo stadio composto da quattro booster a propellente solido e un successivo stadio a propellente liquido. Nel corso degli anni tali sistemi sono progressivamente divenuti obsoleti, in virtù della difficoltà nell’intercettare obbiettivi a bassa quota e dell’impossibilità di montare i missili su piattaforme mobili. In particolare in Ucraina il missile è ricordato per l’abbattimento di un Tupolev Tu-154 civile russo durante un’esercitazione, errore che costò la vita a 78 persone. Gli S-200 in virtù della propria obsolescenza vennero ritirati dal servizio attivo dalle forze ucraine nel 2013, ma già cinque anni dopo il Vice Ministro della Difesa Ivan Rusnak annunciò l’intenzione di rimettere in attività tali sistemi. 

L’impiego in guerra

I sistemi S-200 dispongono di un radar che copre un vasto tratto di cielo, pertanto inadatto a guidare una traiettoria rivolta verso la superficie. Gli specialisti ucraini sono però riusciti a riprogettare il sistema di guida del missile al fine di renderlo idoneo a colpire obbiettivi terrestri. Grazie alle modifiche i sistemi S-200 sono quindi stati trasformati in un missile balistico a lungo raggio “de facto”, avente un elevato range operativo pari a ben 600 km.

L’elevata velocità dei missili, unita all’elevato raggio, ha consentito di impiegare gli S-200 al fine di colpire diverse strutture logistiche russe, supportando la campagna di logoramento ucraina a danno delle forze di Mosca. La conversione di sistemi missilistici anti aerei in missili balistici a lungo raggio non risulta essere una novità nel presente conflitto, in quanto vi sono già state diverse occasioni in cui le forze russe hanno già impiegato sistemi Sam S-300 come missili balistici. 

Utilità e problemi

La principale funzionalità dell’impiego degli S-200 come missili balistici a lungo raggio consiste nella preservazione degli stock di Tochka-U, in costante diminuzione a causa del conflitto. L’Ucraina al momento presenta evidenti carenze relative ai sistemi missilistici a lungo raggio, risultando in buona parte dipendente dall’Occidente su tale fronte. A tal proposito è più che mai necessario preservare al massimo le rimanenti scorte di tali missili, impiegando al massimo munizioni circuitanti a lungo raggio, o sistemi anti aerei riconvertiti.

D’altro canto gli S-200 presentano però una testata non adatta a distruggere obbiettivi terrestri fortificati e perciò essi stessi presentano possibilità di impiego piuttosto limitate, tuttavia non è da escludere che gli specialisti ucraini riescano ad adattarne anche la testata, incrementando notevolmente le possibilità di impiego del sistema stesso. In ultima analisi, l’Ucraina sta attualmente sviluppando i propri sistemi missilistici a lungo raggio, i quali tuttavia necessiteranno di diversi mesi per la produzione su vasta scala. I sistemi S-200 riconvertiti, possono quindi rappresentare un’efficace soluzione di medio termine, consentendo alle forze ucraine di colpire in profondità le linee russe sino all’arrivo dei nuovi missili. GIOVANNI CHIACCHIO

Hiroshima e Nagasaki: 78 anni fa l'atomica sul Giappone. Marianna Baroli su Panorama il 6 Agosto 2023

Le immagini del bombardamento - e delle conseguenze - che segnò la fine della Seconda Guerra Mondiale e inaugurò l'era della paura nucleare

Su ordine del presidente americano Harry Truman, esattamente 78 anni fa, il 6 agosto 1945, alle 8.15 del mattino, l'equipaggio del bombardiere Enola Gay delle Forze armate degli Stati Uniti sganciò su Hiroshima il primo ordigno atomico a uso bellico della storia, chiamato Little Boy, cogliendo di sorpresa la città giapponese, importante centro navale e militare.

Lo spostamento d'aria di eccezionale potenza rase al suolo le case e gli edifici nel raggio di circa 2 km. Ai gravissimi effetti termici e radioattivi immediati (80.000 morti e quasi 40.000 feriti, più 13.000 dispersi) si aggiunsero negli anni successivi gli effetti delle radiazioni, che portarono le vittime a quota 250.000. Bomba atomica su Hiroshima - video Tre giorni dopo fu la volta di Fat Man, la seconda bomba atomica lanciata su Nagasaki, responsabile di 70.000 vittime dirette entro la fine del 1945, più altrettante negli anni successivi. Il 14 agosto successivo, la riunione del governo nel rifugio antiaereo del Palazzo imperiale vide l'imperatore Hirohito annunciare la volontà di arrendersi dopo i drammatici bombardamenti delle due città. L'indomani il suo discorso di resa fu consegnato alla radio, malgrado il tentativo di bloccarlo da parte di alcuni giovani ufficiali dell'esercito. In questa gallery fotografica ripercorriamo il tragico evento bellico e le sue terribili conseguenze sulla popolazione locale, segnata per anni da quella che è unanimamente riconosciuta come una delle pagine più buie della storia.

Hiroshima e Nagasaki: una morte piacevole...Piccole Note (filo-Putin) il 14 Agosto 2023 su Il Giornale.

Dopo le esplosioni di Hiroshima e Nagasaki i giapponesi avvertirono l’America che, oltre alle vittime dell’esplosione, si stavano registrando decessi ulteriori causati dalle radiazioni.

Il rischio della radioattività persistente all’esplosione non era ben chiaro a quanti lavorarono al progetto Manhattan, anche se le misure protettive imposte agli addetti denotano che certa coscienza c’era.

Un po’ tale rischio non interessava, soprattutto ai generali e ai produttori della bomba (più propensi, piuttosto, a mettere a punto l’arma definitiva), un po’ fu sottovalutato dagli scienziati che avevano creato la bomba atomica.

Ma i documenti declassificati pubblicati sul National Security Archive, dimostrano che gli Stati Uniti, successivamente, furono informati sia dai giapponesi sia dai loro stessi tecnici, inviati sul posto per monitorare gli effetti delle Bombe, che qualcosa di orribile si stava consumando.

In un primo momento il generale Leslie Groves, che dirigeva per contro della Difesa il progetto Manhattan, derubricò i resoconti giapponesi come mera “propaganda”, alla quale era inutile dare peso.

Ma i tecnici americani, dopo aver compiuto esami sul luogo, produssero un documento non più negabile su quanto si stava consumando, firmato dal colonnello Stafford Warren, che fu inviato agli scienziati del progetto, i quali rielaborarono i dati e produssero un documento sugli effetti devastanti della radioattività (firmato il 1 settembre 1945).

Il generale Groves fu interpellato nuovamente sulla vicenda, stavolta dal Congresso degli Stati Uniti. Così si legge sul sito citato: “Che avesse letto o meno il rapporto di Stafford Warren, Groves non poteva più affermare che non ci fossero morti per malattie causate dalle radiazioni, ma continuò a disinformare. Così, disse ai senatori statunitensi che non c’erano ‘residui radioattivi’ nelle città bombardate e che la morte provocata delle malattie causate dalle radiazioni era un ‘modo molto piacevole di morire'”.

George Kistiakowsky, scienziato che aveva partecipato al progetto Manhattan, disse che aveva mentito in maniera spudorata, segno che il generale doveva esser stato messo al corrente di quanto avveniva in Giappone.

Robert Oppenheimer, il padre della Bomba, annota il sito, osservò il più assoluto silenzio.

Nikola Tesla, il folle geniaccio "papà" di Oppenheimer. Francesco Specchia su Libero Quotidiano il 26 agosto 2023

Tutto cominciò da un piccolo sole che albeggiava nel cervello di un piccolo genio. «Avevo circa dodici anni quando, per la prima volta, riuscii a scacciare una visione grazie alla forza di volontà ma non mai stato in grado di controllare i lampi di luce, vedevo come un piccolo sole...».

A raccontarne la vita stroboscopica (che parte dalla suddetta allucinazione infantile e si trasformerà, con gli anni, in una nova tecnologica, e in un fiammeggiante paesaggio scientifico-teosofico con tanto di eco ditamburi da Marte...); be’, la figura di Nikola Tesla ricorda quella di Albert Einstein che incontra il Jack Nicholson pazzoide di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Mentre il cinema gode del successo estivo del film Oppenheimer, l’editoria rilancia scoperte, miracoli e follie di colui che Oppenheimer considerava un maestro e un padre putativo. Nikola Tesla la mia vita. L’autobiografia di un genio (Garzanti, pp 146, euro 15, prefazione di Gabriella Greison) è più di un racconto esistenziale. La vita di Tesla è ammantata da così tante leggende che si potrebbe persino dubitare del fatto che l’uomo sia esistito veramente.

FUTURO ROBOTICO Ingegnere, rutilante per un’immaginazione prodigiosa che gli permetteva di visualizzare le sue macchine nei minimi particolari senza doverne disegnare i modelli su carta, Tesla fu uno dei grandi innovatori della fisica moderna. Fu un inventore geniale in grado di tradurre in realtà quasi trecento delle sue «visioni» e che anticipò la futura robotica (sviluppata con il nome di «teleautomatica»). Non solo. Al suo intuito si devono molte delle più decisive scoperte nel campo delle scienze applicate, dalla bobina che porta il suo nome al motore a corrente alternata in su. Personaggio chiacchierato anche per le sue idiosincrasie, nel 1919 Tesla pubblica a puntate sulla rivista The Electrical Experimenter la propria autobiografia: qui racconta l’infanzia a Smiljan, nell’attuale Croazia; e i primi esperimenti e i successi che gli valsero il riconoscimento di oltre duecentocinquanta brevetti; e il trasferimento negli Usa, dove strinse amicizia con lo scrittore Mark Twain (da lui piazzato su una piattaforma vibrante luminescente a effetto lassativo) e animò la celebre rivalità con il collega Thomas Edison.

Il quale, peraltro, l’assunse dietro lettera di raccomandazione da parte di Charles Batchelor, ovvero l’uomo che gestiva la filiale della compagnia in cui aveva lavorato Nikola. Il messaggio recitava: «Conosco due grandi uomini: uno siete voi, l’altro è questo giovane»; ossia un ragazzino che aveva già inventato l’aereo a decollo verticale, il radiocomando a distanza, la lampada per flash fotografici, la telegrafia e si avviava a scoprire le onde radio (nel 1944 la Corte Suprema degli Stati Uniti toglie il brevetto a Marconi e riconobbe il lavoro proprio di Nikola).

Tesla mise le basi perfino della trasmissione a distanza di energia elettromagnetica, solida base per il teletrasporto alla Star Trek. «Senza fallo le mie invenzioni funzionano come pensavo avrebbero fatto e l’esperimento riesce come avevo previsto. E perché mai dovrebbe andare direttamente? L’ingegneria sia meccanica che elettrica produce risultati discreti e sperimentabili. Non c’è argomento che non possa essere spiegato matematicamente», scrive Nikola. In un testo pregno di consigli anche per i giovani, compresi gli ostacoli che dovette affrontare assieme alla coscienza di ciò che stava diventando.

MOLTI OSTACOLI E di ostacoli, lo scienziato non aveva avuti pochi. I suoi guizzi psico-compulsivi erano leggendari. Era un maniaco dell’igiene, aveva l’ossessione del “numero 3”: ripeteva per tre volte il giro di certi isolati e quando passeggiava contava sempre i passi. Calcolava il volume della zuppa che stava per mangiare o del tè che stava per bere per contare i movimenti della mascella. Odiava le sfere, perle comprese (il che gli procurava problemi con gli appuntamenti femminili). Tesla aveva pure la tendenza ad elettrificare ogni cosa nel raggio dei cinque metri, dalle scuole agli abiti dei passanti. Passò la sua vita professionale tra Budapest, Parigi, Strasburgo e gli States, sempre sottovalutato dalla scienza ufficiale. In compenso, era sulla bocca di tutti, parlava otto lingue, italiano compreso; aveva brevettato 700 invenzioni; e, nella sfida sull’uso industriale dell’elettricità con Edison - suo acerrimo rivale - appunto, la sua corrente alternata vinse la sfida e Nikola mostrò i suoi risultati all’Esposizione Universale di Chicago nel 1893. Due anni dopo il suo sogno delle Cascate del Niagara diventa realtà: la “sua” prima centrale idroelettrica è pronta. Nel 1915 tramite il New York Times venne annunciato che sia Nikola che Edison avrebbero potuto essere i Premi Nobel per la fisica, ma nessuno dei due vinse. Tesla scoprì di tutto. Perfino l’unità di misura SI della densità di flusso magnetico viene rinominata in suo onore e chiamata Tesla (T). Tra i vari riconoscimenti ci sono anche lauree ad honorem presso la Columbia University e l'Università di Yale. La sua vita è stata oggetto di libri e film (The Prestige il migliore, lo impersonava David Bowie), anche perché morì misteriosamente, poverissimo, in un albergo di New York nel 1943, dopo aver sostenuto di aver ricevuto comunicazione da alieni del pianeta rosso. Come per lo scrittore Philip K. Dick il suo fascicolo pare sia ancora secretato dall’Fbi. Tesla non era un uomo, Era, appunto, un intero sistema solare...

Quando Oppenheimer andò contro la bomba atomica, altro che Stoltenberg. L’umanità è a un bivio. Stiamo con Oppenheimer o con Stoltenberg? Con la scienza o con la guerra? Con la ragione o con la forza e le divise? Con Bergoglio o con Biden? Piero Sansonetti su L'Unità il 24 Agosto 2023 

Gli intellettuali una volta avevano un peso notevole nel dibattito pubblico. Anche se raramente la spuntavano sulla realpolitik. Non solo, come si crede, i filosofi o gli scrittori, o i poeti, o i giornalisti, cioè gli intellettuali di cultura umanista. Anche gli scienziati. Robert Oppenheimer, al quale è dedicato un film di grande successo negli Stati Uniti che oggi arriva anche in Italia, è uno di questi. Lui ha legato la sua vita a due grandi fatti. La realizzazione della bomba atomica e l’opposizione alla bomba atomica.

La costruzione di una clamorosa arma da guerra, la più devastante della storia dell’uomo, e l’opposizione all’uso di quell’arma. Fu capace di coordinare il lavoro di moltissimi suoi colleghi, fino a realizzare una energia devastatrice sulla base di molte intuizioni di molti grandi fisici internazionali – da Enrico Fermi ad Einstein – e di non farsi travolgere dal suo successo, ma di conservare la lucidità per contestare il risultato del suo lavoro e per chiedere al Presidente degli Stati Uniti di non farne uso.

L’opposizione alla bomba atomica accomunò, negli anni, molti grandi scienziati. Oltre ad Oppenheimer ci furono Einstein, Bertrand Russell, Jean Frederic Curie e moltissimi altri. Persino il capo dell’esercito americano, Ike Eisenhower, era con loro. Nell’agosto del 1945 Henry Truman, che da pochi mesi aveva assunto la Presidenza degli Stati Uniti (per via della morte improvvisa di Roosevelt) non li ascoltò e si rese autore di uno dei più grandi crimini di guerra di tutti i tempi. Chissà se Roosevelt avrebbe fatto la stessa cosa o se avrebbe dato retta agli scienziati che lui aveva riunito e messo al lavoro. Molti degli scienziati che si opposero all’uso della atomica furono poi protagonisti del movimento pacifista internazionale.

Erano quelli che furono chiamati i partigiani della pace e che combatterono al fianco di milioni di attivisti di sinistra e cristiani. Furono accusati di essere nipotini di Stalin. Loro erano nipoti di Cristo e dell’Illuminismo. Oggi gli intellettuali sono spariti. Sul palco sale Stoltenberg, il capo della Nato, che ricorda quel generale americano, ma un po’ tedesco, del film di Kubrick, il dottor Stranamore, al quale spesso scattava inavvertitamente il braccio nel saluto fascista. L’umanità è a un bivio. Stiamo con Oppenheimer o con Stoltenberg? Con la scienza o con la guerra? Con la ragione o con la forza e le divise? Con Bergoglio o con Biden? Piero Sansonetti 24 Agosto 2023

La pellicola sul padre della bomba atomica. Oppenheimer e i limiti del film: tra guerra e calcolo dei morti, i conti non tornano. Il contesto è quello di un film in cui si finge che il fisico americano, dottor Oppenheimer, abbia costruito una bomba mostruosa di cui fu ideatore e realizzatore. Il che è vero solo in parte: nei primi anni Quaranta tutti gli Istituti di fisica cercavano di spaccare l’atomo per farne una bomba, nazisti e giapponesi compresi. Paolo Guzzanti su Il Riformista il 25 Agosto 2023 

Il film “Oppenheimer” è arrivato nelle sale italiane ed avrà successo perché è ottimo cinema con ottimi attori e una sceneggiatura emozionante. Purtroppo, a nostro parere, il film ha un limite che pochi possono percepire, per una questione di contesto: quando e con quali conseguenze i fatti sia militari che emotivi accaddero. Il film è stato interamente concepito da persone nate molto dopo la bomba. Chi era bambino ai tempi delle prima atomiche e non solo di Hiroshima resta marchiato a fuoco dal terrore di una morte possibile senza preavviso lasciando degli esseri non più viventi un’impronta sul suolo. Ma il contesto è quello di un film in cui si finge che il fisico americano dottor Oppenheimer abbia costruito una bomba mostruosa di cui fu ideatore e realizzatore. Il che è solo in parte è vero perché nei primi Quaranta tutti gli Istituti di fisica cercavano di spaccare l’atomo per farne una bomba, nazisti e giapponesi compresi.

Chi sarebbe arrivato primo avrebbe vinto, senza alcuno scrupolo. Robert Oppenheimer realizzò Il Progetto Manhattan con i più grandi fisici del mondo, fra cui l’italiano Enrico Fermi, che aveva salvato la moglie ebrea negli Stati Uniti.

Il film punta sulla scena in cui si ammette che nessuno sa prevedere gli effetti della bomba sperimentale in New Mexico. Ma poi lo si vide, e il costo apparve accettabile: il Giappone aggressore resisteva in modo e nelle battaglie di Okinawa, Guadalcanal, Guam, Midway, Saipam, Iwo Jima, morivano più di centomila uomini per volta e i primi bombardamenti convenzionali su Tokyo fecero più morti di quelli di Hiroshima e Nagasaki. Per ottenere la resa del Giappone sarebbe stato necessario sacrificare almeno seicentomila americani.

Furono questi numeri a convincere il nuovo presidente Henry Truman a dire sì. Ma ciò che emerge dallo spettacolare film di Christopher Nolan che fa di Oppenheimer il padre stregone della diabolica arma che era sognata dagli inglesi che difendevano le miniere di acqua pesante cui miravano gli scienziati di Hitler mentre i sovietici tallonavano americani: Stalin non si impressionò affatto quando gli dissero di Hiroshima, ed è vero che Einstein come Oppenheimer si posero problemi etici sui limiti dell’uso delle armi, mentre emergeva la rivoluzione dell’energia nucleare. Il contesto della guerra, il calcolo dei milioni di morti, l’impatto emotivo e i dubbi di coscienza ebbero uno spessore e una lunga serie di conseguenze sul pensiero occidentale, sulle arti e la letteratura occidentale, estesa molto fecondamente al Giappone, ma non molto oltre.

L’America raramente riesce a raccontare sé stessa se non come protagonista assoluta ed è ciò che accade anche in questo capolavoro dell’arte cinematografica, ma con la civetteria di esserlo specialmente nel male, impossessandosi di una colpa che, se è colpa, è di tutti. La conseguenza buona di quella bomba mostruosa fu l’equilibrio del terrore che ha preservato l’umanità dalle grandi catastrofi mondiali di cui si vede l’ultima orribile creatura: la guerra Russia contro Ucraina, con protagonisti nati vent’anni dopo la bomba come il superfalco Dmitrij Anatolevic Medvedev (che si comporta come il dottor Stranamore del film di Kubrik) e lo stesso Vladimir Putin: due uomini moderni in giacca sartoriale e cravatta, che minacciano l’uso di bombe nucleari: ora all’“Isola” (come i russi chiamano la Gran Bretagna) ora alla odiata Polonia e poi all’Europa intera.

Il film ha un pregio in più nel suo effetto collaterale: stimolare le coscienze rispetto ai due diversi contesti attraverso la storia di Oppenheimer: quello del 1945 e quello di oggi, mentre fronteggiamo la catastrofe attuale che ci minaccia non per colpa di quegli antichi scienziati di ottanta anni fa che, senza saperlo e insieme a Oppenheimer, crearono l’equilibrio del terrore, cui tre generazioni devono la vita.

Paolo Guzzanti. Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.

Il film e la biografia. Chi era Oppenheimer, il fisico padre della bomba atomica: “Sono diventato morte, distruttore di mondi”. Arriva in Italia il film di Cristopher Nolan ispirato dal libro Premio Pulitzer. Il fisico di origini ebraiche fu il coordinatore del progetto Manhattan nei laboratori di Los Alamos. "Sapevamo che il mondo non sarebbe più stato lo stesso. Quel giorno, alcune persone hanno riso, alcune hanno pianto, la maggior parte è rimasta in silenzio”. Redazione Web su L'Unità il 23 Agosto 2023

Arriva al cinema anche in Italia da mercoledì 23 agosto con il volto di Cillian Murphy e la regia di Cristopher Nolan la vita del “padre della bomba atomica”. Oppenheimer è il film più atteso dell’estate insieme con Barbie. Racconta la vita dello scienziato che si occupò di astronomia teorica, fisica nucleare, meccanica quantistica, spettroscopia e teoria della relatività. E in particolare del suo incarico nel coordinare l’enorme squadra che portò alla costruzione della bomba atomica: un’impresa straordinaria e orribile al tempo stesso. “Sono diventato Morte, il distruttore di mondi”, la frase che disse dopo la sperimentazione della prima bomba atomica nel New Mexico, tratta da un testo sacro dell’induismo.

Julius Robert Oppenheimer nacque nell’aprile del 1904 a New York. Famiglia di origini ebraiche, padre importatore di tessuti emigrato dalla Russia, madre pittrice. A 21 anni si laureò ad Harvard in fisica, studiò a Cambridge e in Germania a Gottinga dove insegnava il fisico Max Born e dove riuscì entrare in contatto con alcuni tra gli scienziati più influenti della sua generazione. Piuttosto ciclotimico, grande fumatore, si interessava molto allo sviluppo di teorie e tecniche ancora inesplorate della fisica.

Quando tornò negli Stati Uniti lavorò al California Institute of Technology e ad Harvard. Fu da subito piuttosto preoccupato dall’ascesa del nazismo in Germania, si avvicinò a movimenti di sinistra e fece donazioni per aiutare colleghi tedeschi a lasciare l’Europa. Sposò nel 1940 Katherine Puening. La coppia ebbe due figli. Ebbe una relazione travagliata con Jean Tatlock, comunista. Il programma per sviluppare la bomba atomica fu attivato nel 1941: l’anno dopo venne chiamato Progetto Manhattan. A coinvolgere Oppenheimer fu il membro del Comitato nazionale della ricerca per la difesa James B. Conant.

Il fisico venne messo a capo del laboratorio principale di Los Alamos, nei pressi di Santa Fe, per studiare e sviluppare la bomba atomica. Una squadra che arrivò a seimila persone. Oppenheimer, 38 anni, coordinava sia i gruppi teorici che quelli sperimentali. La prima detonazione di un’arma nucleare venne sperimentata la mattina del 16 luglio del 1945 nel deserto della Jornada del Muerto. Appena tre settimane dopo la bomba vene sganciata su Hiroshima e Nagasaki causando la morte di almeno 200mila persone.

Oppenheimer divenne automaticamente “il padre della bomba atomica”. Al presidente Harry Truman avrebbe confidato di sentire “le mani sporche di sangue”. Divenne uno dei più grandi e strenui sostenitori di regole comuni e internazionali per gestire la proliferazione degli ordigni nucleari e membro della Commissione per l’Energia Atomica (AEC). Fu contrario allo sviluppo della bomba H, accusato di essere una spia sovietica ed escluso dalle attività riservate dell’AEC. Continuò a tenere conferenze e nel 1963 ricevette il premio Enrico Fermi. Morì a quasi 63 anni il 18 febbraio del 1967 in New Jersey. Aveva ammesso in una lettera al fratello di avere a volte “bisogno più della fisica che degli amici”.

Il film è stato ispirato dalla biografia vincitrice del Premio Pulitzer di Kai Bird e Martin J. Sherwin American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer. Vanta un cast stellare con Matt Damon, Emily Blunt, Florence Pugh e Robert Downey Jr. “Sapevamo che il mondo non sarebbe più stato lo stesso. Quel giorno, alcune persone hanno riso, alcune hanno pianto, la maggior parte è rimasta in silenzio”, disse in un’intervista vent’anni dopo l’esplosione della bomba atomica.

Redazione Web 23 Agosto 2023

Estratto dell’articolo di Arianna Finos per “la Repubblica” martedì 22 agosto 2023.

La premessa di questa intervista a Christopher Nolan è lo scarto temporale. Siamo a Parigi, l’11 luglio, hotel Le Bristol, in quello che si rivelerà uno degli ultimi incontri del regista, tre giorni prima della première londinese interrotta dallo sciopero degli attori di Hollywood. Quaranta giorni dopo Oppenheimer ha superato i 662 milioni di dollari ed esce nelle nostre sale il 23, con Universal. Al momento dell’incontro, però, Nolan non sa di avercela fatta [...]

Oppenheimer è un thriller sulla vita turbolenta del fisico teorico americano a capo del progetto Manhattan e sulle due bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki che hanno aperto una nuova era per l’umanità. Affronta i temi della genialità, dell’arroganza e dell’errore, individuale e collettivo. Perché un film su Oppenheimer?

«Faccio parte di una generazione cresciuta, negli anni 80, con la paura della bomba. Ma quando faccio un film scelgo: leggendo American Prometheus ho trovato la sua storia la più drammatica mai letta, che attraverso la vicenda di un individuo raccontava un’epoca in cui gli scienziati erano le persone più importanti, interrogati dalla politica, dalla cultura, e non era facile trovare risposte. La tensione che c’è tra il personale e l’universale è ciò che trovo davvero interessante. Oppenheimer è l’uomo che più ha cambiato il mondo, rendendolo quello in cui viviamo e in cui vivremo».

Oggi il mondo affronta una nuova rivoluzione tecnologica con l’Intelligenza Artificiale.

«Nel corso della nostra vita emergono continuamente nuove tecnologie, accompagnate dalla paura delle conseguenze. Questo sentimento è anche figlio dell’esperienza con Oppenheimer, che ha incarnato la massima espressione della scienza e del progresso scientifico, intrinsecamente un sentimento positivo che però ha portato alla fine a conseguenze tragiche. 

Molti ricercatori di IA mi confessano di aver guardato a Oppenheimer per capire quale sia la loro responsabilità, come comportarsi. Molte delle questioni proposte sull’IA, cose come il controllo internazionale di questa tecnologia, ricordano la battaglia di Oppenheimer, dopo Hiroshima e Nagasaki, per affidare a un corpo internazionale di scienziati il controllo dell’energia nucleare. Abbiamo visto ciò che gli è successo. La sua storia è importante per i ricercatori oggi, ma non offre risposte facili. È un ammonimento».

Il prometeo americano ha pagato un prezzo alto.

«Ha sottovalutato il fatto che l’establishment e le istituzioni assorbono e trasformano ogni sviluppo per i proprio scopi, più che guidare il mondo verso una nuova era utopica» 

Oppenheimer ha sempre cercato di spingesi oltre i propri limiti. Lei?

«Il suo era un intelletto straordinario e unico. C’è un punto di contatto tra noi, relativamente superficiale, ma che mi è stato utile a capire il suo ruolo nel progetto Manhattan: Oppenheimer si è trovato a dirigere un progetto gigantesco, con un gruppo eterogeneo di talenti da tutto il mondo: somiglia al lavoro del regista». 

Come sarebbe il mondo senza Oppeheimer e l’atomica?

«[...] lui l’ha vista come un’arma abbastanza potente da fermare le guerre mondiali. Avevano vissuto la prima, cercavano di porre fine alla seconda. C’è chi ritiene che in realtà una certa stabilità del mondo è stata raggiunta grazie all’esistenza di queste armi. Personalmente io non lo trovo così rassicurante. Ma questo dimostra che non ci sono risposte facili al dilemma di fronte alla scoperta di queste invenzioni e nel film si racconta il conflitto tra gli scienziati e l’establishment militare». 

[...]

Si è parlato molto dell’esplosione atomica raffigurata nel film e del fatto che lei abbia scelto di non usare effetti digitali.

«[...] ho sfidato la mia squadra di effetti visivi e digitali a inventare cose analogiche del mondo reale, come fotografie, cose microscopiche che potevano diventare più grandi sullo schermo. Così hanno fatto per le esplosioni. Avevamo il filmato dell’evento reale a cui fare riferimento, sapevamo esattamente a cosa miravamo, ma dovevamo andare oltre l’apparenza.

Dare al pubblico un assaggio di come sarebbe stato essere in quel bunker a guardare quello che accade. Abbiamo messo gli attori in ambienti reali, i bunker, le tende che si trovano nel deserto di notte e tutti i protocolli di sicurezza che sono stati testati, realizzato vere esplosioni usando tecniche della vecchia scuola».

[...]

Le alterne vicende del pensiero armato. Gian Paolo Caprettini – semiologo, critico televisivo, accademico - su L'Indipendente sabato 5 agosto 2023.

Forse nessun automobilista che percorra l’autostrada Torino-Piacenza-Cremona sa che 2245 anni fa, 222 avanti Cristo, in una località chiamata Clastidium, oggi Casteggio, i Romani sbaragliarono i Galli Insubri e che nella battaglia morirono 30-40 mila guerrieri. Quei campi, ora attraversati da arterie stradali, sono dunque insanguinati. E questo è soltanto un esempio delle cento battaglie campali combattute in quelle zone anche soltanto sino alle nostre guerre di Indipendenza. Ad esempio, Marengo, anno 1800, cinquanta chilometri ad ovest da lì, con la inattesa vittoria di Napoleone, poi Solferino e San Martino, seconda guerra di Indipendenza, 1859, centosessanta chilometri a nord-est da Casteggio, 5000 morti tra piemontesi, francesi e austriaci.

Le terre sono piene di orrore, ricoprono di silenzio la violenza e l’odio tra popoli e anche le legittime, naturali aspirazioni si scontrano con il pensiero armato, con gli ostacoli posti dai conflitti di interesse, dalla volontà di dominio. E le morti degli scontri dell’Antichità sono ancora più devastanti, anche in misura proporzionale, perché più devastanti erano le armi che in massima parte procuravano morti per dissanguamento.

Quando finirà questo orrore, quando smetteremo di giocare da bambini ai soldatini, decapitando per divertimento teste di plastica o esaltandoci alla PlayStation coi videogame di guerra, quando i mercanti di armi non siederanno più in Parlamento, quando smetteremo di scambiare la difesa per l’offesa, di interpretare la morte dei nemici come una vittoria, quando cominceremo a provare vergogna, a sentire la responsabilità di ogni decisione, di ogni gesto irreparabile che abbiamo causato o che abbiamo semplicemente incoraggiato rimanendo indifferenti?

Siano consegnate dunque le armi ai bambini che piangono, alle donne oltraggiate, agli anziani ingiuriati, ai giovani arruolati per scontri dove le ragioni e i pretesti non si riescono a distinguere. Quando mai renderemo inoffensive queste minacce, queste promesse di giustizia fondate sulla sofferenza e l’arbitrio? C’è chi consente di vendere armi a chiunque e c’è di conseguenza chi se ne serve per portare a termine stragi, quasi una battaglia personale contro nemici inconsapevoli.

La guerra è un omicidio di massa, è una dimostrazione non di potere ma di orrore, è la decisione spesso di qualche criminale che si nasconde nelle retrovie o che cavalca in prima linea, invasato, disturbato da deliri di vittoria come ricompensa non si sa di che cosa.

Le armi. L’etimologia di questa parola si rivela nella lingua inglese dove “arm” significa “braccio”. Dunque l’origine remota di “arma” sta nel significato di prolungamento del braccio. L’arma è impugnata, a cominciare dalla selce lavorata, dai nostri lontani progenitori, per procurarsi cibo o per risolvere le contese tra simili. La nascita dell’arma vive di questa ambiguità fondamentale, archetipica: nasce all’insegna dei bisogni per la sopravvivenza e sfocia nel desiderio di sopprimere avversari, competitori delle stesse prede, dello stesso territorio. L’arma ha un’anima etologica, territoriale. Il braccio a cui si appoggia, come avverrà in seguito per le armi bianche e per le armi da fuoco, è lo stesso braccio che poteva stendersi per stringere la mano, a dimostrazione appunto che era sguarnito e che quindi era pacifico.

L’arma ha una impronta somatica, ha un’origine corporea, connessa ai segnali prossemici di vicinanza e lontananza. Fino all’esasperazione contraddittoria della testata nucleare che esprime la sua forza devastante anche a distanze impensabili. Nell’arma nucleare si è esaltato ai massimi gradi il concetto di minaccia, e quindi di deterrente. Non è più necessario che gli eserciti siano schierati, che si misurino strategicamente le distanze, che si inventino dispositivi che forniscono informazioni sul campo. L’arma nucleare ci viene raccontata come l’arma a più alto potenziale emotivo, per la paura che riesce a generare, per la carica di tensione che deve venire governata perché non si proceda ad azionarla in modo irreparabile. L’arma nucleare è già devastante ancora prima che venga azionata, è il prodotto massimo dell’alleanza distorta fra scienza e potere, fra tecnologia e dominio. Non si tratta di diventare pacifisti, di negare le forze pulsionali profonde connesse all’affermazione personale, di tenere occultate le nostri parti oscure, di spegnere dentro di noi i fuochi e le passioni, di edulcorare ciò che di sua natura è giustamente contraddittorio. La questione è come sempre di non essere ipocriti, di considerare le armi per quello che sono, dunque di conoscere bene i limiti del concetto di difesa, esercitandola però senza timore.

Parlare di armi significa in ultima analisi parlare di limiti, di giuste misure, anche nella vita quotidiana dove il pensiero armato incombe sempre per cancellare qualsiasi forma di rispetto, insultare gratuitamente, fraintendere volontariamente, provocare invece di comprendere, insidiare insomma in qualsiasi circostanza la civiltà umana e renderla irrealizzabile o vana. [di Gian Paolo Caprettini – semiologo, critico televisivo, accademico]

Estratto dell’articolo di Giovanni Pigni per “La Stampa” mercoledì 2 agosto 2023.

I ripetuti attacchi di droni sui grattacieli di Mosca City hanno scioccato gli abitanti della capitale russa. Pavel Aksenov, giornalista ed esperto militare della Bbc specializzato in aviazione, spiega perché i sistemi antiaerei russi sono inefficaci contro questi attacchi. 

Come fanno i droni ucraini a raggiungere indisturbati il centro della capitale russa?

«Questi droni volano a bassa quota, contengono dettagli in plastica, dunque sono difficilmente identificabili dai radar. 

Abbatterli è difficile: ci vogliono dei sistemi antiaerei a corto raggio, che vanno posizionati vicino all'obiettivo da difendere. Non è dunque possibile coprire l'intero territorio della Russia con questi mezzi.

Anche i sistemi di guerra elettronica che interferiscono con la navigazione satellitare dei droni non possono coprire vaste aree. Sono efficaci contro i droni che vengono manovrati a distanza, mentre questi sembrano volare secondo coordinate prestabilite utilizzando un sistema di navigazione inerziale. 

[…] «Come dichiarano le autorità ucraine, l'obiettivo non è fare vittime tra i russi ma far sentire loro che c'è la guerra. Per questo, quando il drone entra in città, il suo obiettivo è già raggiunto in quanto per abbatterlo bisogna sparare con la contraerea nel centro della città, i resti dei razzi possono cadere sulle strade». 

Negli ultimi giorni sembra che la controffensiva ucraina si sia intensificata. Qual è la situazione al fronte?

«I combattimenti si sono intensificati da qualche tempo intorno a Bakhmut. Ora le forze ucraine cercano di avanzare nella zona di Orekhovo. In un video appena pubblicato dal ministero della Difesa russo, il capo dello Stato maggiore Gerasimov è apparso a Zaporizhzhia. Questo significa che in questo punto del fronte la situazione si è complicata per la Russia e richiede la massima attenzione». 

Alcune fonti note che le truppe ucraine hanno cambiato tattica.

«[…] l'obiettivo è ora esaurire le riserve del nemico, indebolirne le difese con l'artiglieria fino a creare un varco. […]» […]

I missili di Kim contro le truppe russe: cosa rivela lo strano attacco di Kiev. Federico Giuliani l'1 Agosto 2023 su Inside Over. 

Kiev ha utilizzato armi fabbricate in Corea del Nord per colpire le postazioni delle forze russe dislocate in Ucraina. Nei pressi della città di Bakhmut, gli uomini di Volodymyr Zelensky avrebbero impiegato sistemi missilistici a lancio multiplo Grad (Mlrs) risalenti all’epoca sovietica, e fabbricati oltre il 38esimo parallelo, rivolgendo le munizioni di Pyongyang, uno dei più fidati alleati del Cremlino, contro le truppe di Mosca.

La notizia è stata riportata dal Financial Times, che per la prima volta dallo scoppio della guerra in Ucraina hanno dimostrato il lancio di missili made in North Korea da parte degli ucraini contro i soldati di Vladimir Putin. La composizione dell’arsenale ucraino evidenzia come questo sia ormai diventato un “calderone di armi”, comprendente tanto gli equipaggiamenti più moderni quanto quelli risalenti agli anni della Guerra Fredda. 

Nel caso specifico, un comandante d’artiglieria ucraino ha spiegato che le munizioni nordcoreane, pur a disposizione di Kiev, non sarebbero mai state le preferite delle sue truppe a causa del loro tasso relativamente alto di guasti, tra errori di accensione e mancate esplosioni. La maggior parte delle suddette munizioni sarebbe stata prodotta negli anni ’80 e ’90.

In ogni caso, il Grad – il suo nome è traducibile come “grandine” – è un Mlrs semovente da 122 mm progettato dall’Unione Sovietica. Un singolo sistema è in grado di lanciare fino a 40 razzi in meno di 20 secondi dai tubi montati sul telaio del camion Ural.

L’Ucraina e i missili nordcoreani

“Sono molto inaffidabili e a volte fanno cose folli”, ha dichiarato un soldato ucraino parlando delle munizioni fabbricate in Corea del Nord. Ma come ha fatto Kiev ad entrare in loro possesso? Pare che i razzi siano stati sequestrati da una nave da un Paese amico, prima di essere consegnati all’Ucraina. Non si conoscono ulteriori dettagli in merito ad una vicenda singolare.

Il ministero della Difesa ucraino ha invece spiegato che le munizioni nordcoreane sarebbero state prelevate direttamente dalle forze russe. “Catturiamo i loro carri armati, catturiamo il loro equipaggiamento ed è molto probabile che questo sia anche il risultato dell’operazione militare condotta con successo dall’esercito ucraino”, ha detto Yuriy Sak, consigliere del ministro della Difesa ucraino.

È invece altamente improbabile l’ipotesi secondo cui la Corea del Nord avrebbe consegnato le proprie munizioni all’Ucraina. Pyongyang ha infatti sostenuto l’offensiva del Cremlino sin dalle sue prime battute. Il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, è peraltro volato a Pyongyang questa settimana per celebrare il 70esimo anniversario dell’armistizio della Guerra di Corea e per rafforzare la cooperazione tra i due Paesi.

Le armi di Kim e la fabbrica ucraina

Lo scorso marzo, gli Stati Uniti affermavano di avere prove relative a presunte negoziazioni tra Mosca e Pyongyang. A detta di Washington, i russi avrebbero scambiato con i nordcoreani cibo per ricevere armi. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa, John Kirby, aveva inoltre dichiarato che la Corea del Nord aveva venduto razzi e missili al gruppo Wagner al culmine della battaglia di Bakhmut, la più lunga e sanguinosa della guerra in corso. Yevgeny Prigozhin aveva respinto l’accusa, ma il fatto che le munizioni nordcoreane siano spuntate proprio nei pressi della città di Bakhmut fa emergere qualche sospetto.

Attenzione però a quanto accaduto in passato. Nel 2017, il New York Times scriveva che il successo raggiunto in quel periodo dalla Corea del Nord nel testare un missile balistico intercontinentale (capace di raggiungere il territorio degli Stati Uniti), sarebbe stato reso possibile grazie agli acquisti sul mercato nero da parte di Pyongyang di potenti motori a razzo.

Il governo nordcoreano avrebbe prelevato il necessario dalla fabbrica ucraina di missili Yuzhmash, una struttura situata a Dnipro e storicamente legata al programma missilistico russo. L’allora capo del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina, Oleksandr Turchynov, ha negato il coinvolgimento di Kiev, etichettando queste notizie come parte di una campagna diffamatoria russa. 

L’Elite Militare.

Gli uomini forti di Zelensky. Che fine ha fatto il battaglione Azov, i ‘militari speciali’ di Kiev tornati in Ucraina. Dalle accuse di nazismo e di crimini di guerra, alle gesta eroiche di Azovstal. Dopo la liberazione da parte di Erdogan di cinque membri della brigata, qual è oggi il ruolo di questi soldati. Redazione Web su L'Unità il 19 Agosto 2023

Sono tre i motivi per i quali il Battaglione Azov è conosciuto. Il primo è precedente all’invasione russa che ha scatenato la guerra in Ucraina. Si tratta del mito di Stepan Bandera, leader dell’estrema destra ucraina che ai tempi dell’invasione nazista, collaborava con i tedeschi per tenere a bada l’ingombrante presenza della Russia comunista di Stalin. Figura controversa, anche rispetto ai rapporti con la Germania nazista, Bandera ha alimentato la cultura estremista in Ucraina. Filone diventato pretesto per Vladimir Putin quando ha giustificato la sua ‘operazione speciale‘ per denazificare l’Ucraina.

Che fine ha fatto il Battaglione Azov

Scusa che già fu utilizzata per poi occupare il Donbass, i cui cittadini a maggioranza russofona sarebbero stati vittime delle ‘pratiche naziste dello stato ucraino‘. La seconda ragione che ha dato popolarità al Battaglione Azov è stata la storica resistenza nell’acciaieria dell’Azovstal, uno dei momenti cruciali del conflitto e fondamentale per la presa della città di Mariupol da parte delle forze russe. Infine il terzo motivo, ben spiegato da una foto.

Lo scorso mese di luglio il presidente Volodymyr Zelensky si è fatto immortalare insieme ai cinque comandanti del Battaglione Azov rilasciati dal Presidente turco Recep Tayyp Erdogan. Gli ufficiali erano stati liberati da Putin dopo un accordo siglato con Kiev per il rilascio reciproco di alcuni prigionieri. Ma i militari sarebbero dovuti restare in Turchia, terreno ‘neutro’. Invece sono tornati a casa e ad oggi il Battaglione Azov è tornato più operativo che mai.

Il presente

Che fine ha fatto il Battaglione Azov? La brigata, secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, conta circa 4mila volontari. Questi ultimi sarebbero ben equipaggiati e ben armati. Avrebbero a disposizione mezzi pesanti e militari, oltre che le dovute tecnologie. Il loro ritorno al fronte non sarebbe più un mistero. Le reminiscenze neo naziste sarebbero state messe da parte o addirittura dimenticate. Ma forse questo è più il frutto della propaganda di stato ucraina. Zaporizhzhia, Lugansk e quindi il Donbass: sarebbero questi i territori nei quali il Battaglione Azov sarebbe impegnato e per i quali i suoi membri sono stati addestrati a partire dallo scorso autunno. Redazione Web 19 Agosto 2023

I Mercenari.

Estratto dell’articolo di Marco Ventura per “Il Messaggero” sabato 26 agosto 2023.

Pochi sanno che il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, il grande nemico di Prigozhin, può contare anche lui su un proprio esercito privato, chiamato "Patriot", che per un soffio ha perso l'appalto per proteggere le miniere d'oro nella Repubblica centrafricana, battuto proprio dal Wagner Group dell'ex cuoco di Putin. Adesso che Prigozhin è morto (o così pare), "Patriot" è una delle decine di Pmc, o Compagnie private militari, che si accalcano per spartirsi le spoglie della Wagner, assumendone i mercenari in cerca di nuovo padrone.

I leader dei piccoli o grandi Stati africani hanno solo l'imbarazzo della scelta, perché sono già decine i gruppi paramilitari che operano da un capo all'altro del continente, anche se nessuno finora era riuscito a creare un meccanismo così efficace di sicurezza da un lato, e gestione delle risorse naturali come compenso dall'altro. Un modello di business che tutti vogliono imitare. E sostituire.

Qualcuno fa risalire la storia dei mercenari russi in Africa a un incontro a porte chiuse dell'ex ufficiale delle forze speciali sudafricane dei tempi dell'Apartheid, Eben Barlow, fondatore di una compagnia privata, con esponenti del ministero della Difesa russo nel 2010 a San Pietroburgo, città di Putin e Prigozhin. Barlow spiegò come le compagnie mercenarie russe avrebbero penetrato l'Africa. L'altro ispiratore di Prigozhin, paradossalmente, è un americano, l'ex marine Erik Prince con l'Academi, la terza incarnazione dell'infausta Blackwater irachena, legata alla Cia e finanziata dagli Emirati.

Prince ha combattuto i pirati del Corno d'Africa addestrando la forza marittima del Puntland, in Somalia.

Con un altro marchio, il Frontier Services Group, base a Hong Kong, ha protetto armi in pugno gli interessi cinesi in Africa, e insieme a un socio australiano ex pilota di caccia e ad alcuni veterani sudafricani, ha potenziato la guerra civile del generale Haftar in Libia contro il governo di Tripoli, che a sua volta si è rivolto alla turca Sadat International Defense Consultancy (base a Istanbul e solidi rapporti coi servizi segreti di quel Paese).

Ci sono poi i francesi della Secopex riuniti dall'ex parà Pierre Marziali, ucciso a Bengasi nel 2011 perché contrastava la rivoluzione. L'altro co-fondatore di Secopex, David Hornus, ha istituito la CorpGuard, vincitrice dell'appalto per il training dei soldati della Costa d'Avorio. E non potevano mancare, in questo quadro ricostruito su "New Lines Magazine" da Amanda Kladec, ricercatrice del King's College già investigatrice del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, i legionari francesi del romeno Horatiu Potra con la Asociata Ralf, attiva nell'Africa francofona. I francesi sono stati poi estromessi dal Mali e rimpiazzati da Wagner nella guerra alla Jihad [...]

Ma gli stessi Wagner, chiamati a bonificare dallo Stato Islamico la provincia di Cabo Delgado, Mozambico, per incapacità sono stati sostituiti dal sudafricano Dyck Advisory Group. Oltre al Mali, il primo e principale caposaldo wagnerita è la Repubblica centrafricana. 

 Non a caso, a margine del vertice Brics a Johannesburg il ministro degli Esteri russo, Lavrov, ha voluto incontrare a quattr'occhi il suo presidente. Così come viceministri della Difesa di Mosca sono andati in Siria e nella Libia di Bengasi per riannodare i rapporti e garantire, si presume, un fluido passaggio di consegne a qualche nuova organizzazione paramilitare putiniana. Alcuni gruppi si sono formati attorno alle grandi aziende di Stato: Gazprom, Lukoil e Roscosmos.

La più quotata "Redut", creata nel 2008 da veterani del Gru, il servizio segreto militare russo, con combattenti attinti alla 45a Brigata incursori, affidata a un parente del numero 2 del Gru, generale Alexeyev, e rodata nell'invasione del 24 febbraio in Ucraina col colpito di uccidere Zelensky. Inevitabile lo scontro col rivale Prigozhin. Poi Redut è entrata nell'orbita di Gazprom. E infine ci sarebbe Convoj, il gruppo che risponde a Sergey Aksyonov, il moldavo governatore della Crimea occupata. Qualche giorno prima della presunta morte di Prigozhin, Redut avrebbe cominciato ad arruolare mercenari per l'Africa. Guarda caso.

La brigata dei mercenari. Che fine ha fatto la Wagner e che ruolo ha in Bielorussia. Dopo la sceneggiata del 'golpe' tentato da Prigozhin i soldati al suo comando sono sul territorio di Minsk. I loro nuovi compiti e obiettivi. Senza dimenticare il dispiegamento in Africa. Redazione Web su L'Unità il 19 Agosto 2023 

Che fine ha fatto Evgenij Prigozhin? Che fine ha fatto la Wagner e che ruolo ha in Bielorussia? Sono passati ormai quasi due mesi dalla marcia verso Mosca dei mercenari guidati dall’ex chef di Vladimir Putin. Dopo dichiarazioni bellicose, poi ritirate (i soldati della brigata sarebbero stati ‘umiliati’ dai vertici militari del Cremlino) e uno scontro (evitato) tra lo stesso Prigozhin e il Ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, le certezze sarebbero due: l’ex chef del presidente russo si troverebbe ‘esiliato’ a San Pietroburgo, mentre il grosso delle sue truppe si trovano in Bielorussia.

Che fine ha fatto la Wagner e che ruolo ha in Bielorussia

Le conferme, su quest’ultimo punto, sono arrivate dal leader bielorusso in persona: Aljaksandr Lukashenko. Il Presidente della ‘Russia Bianca‘ ha parlato della Wagner in due occasioni. Nella prima si è trattato di una provocazione nei confronti della Polonia (“I soldati della Wagner vogliono marciare verso Varsavia“), nella seconda si è tratta di affermazioni a margine di un incontro avvenuto pochi giorni fa con il Ministro della difesa cinese Li Shangfu (“Gli uomini della Wagner sono sul territorio bielorusso“).

La brigata

Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera i mercenari starebbero svolgendo due funzioni: da una parte addestrare parte delle truppe di Minsk, dall’altra salvaguardare l’ordine pubblico nel paese. Un duplice ruolo, quello assunto dai brigatisti di Mosca: forze militare pronte a interventi fuori dai confini di Minsk, polizia speciale agli ordini di Lukashenko in persona. Quest’ultimo è il garante di Prigozhin e dei suoi uomini rispetto al pugno duro utilizzato da Putin dopo la sceneggiata di giugno.

L’Africa

Sarebbero circa 4mila i mercenari della Wagner presenti sul territorio bielorusso. Di questi, circa 800 sono partiti per l’Africa. Quest’ultimo passaggio è molto importante. È evidente quanto il continente nero sia fondamentale per i piani imperialistici ed economici di Putin. Da un punto di vista commerciale, l’Africa non ha nella Russia un forte partner. Ma da quello energetico e militare, si. D’altro canto, l’Africa è una manna dal cielo, sia per il portafoglio di Prigozhin che per le casse del Cremlino.

Redazione Web 19 Agosto 2023

La Wagner libera killer e stupratori, l'sos delle donne. La brigata mercenaria Wagner ha arruolato tra le sue fila migliaia di detenuti per combattere in Ucraina, offrendo in cambio il ritorno alla libertà, senza scontare il resto della condanna. Redazione il 21 Agosto 2023 su Il Giornale.

La brigata mercenaria Wagner ha arruolato tra le sue fila migliaia di detenuti per combattere in Ucraina, offrendo in cambio il ritorno alla libertà, senza scontare il resto della condanna. E adesso, dopo che molti di loro sono tornati a una vita normale dopo aver combattuto, in Russia scatta l'allarme lanciato dalle donne. Tra quelli che erano stati reclutati dalla milizia di Evgenij Prigozhin infatti ci sono molti che hanno commesso omicidi e violenze proprio contro le donne. E adesso, le vittime e le famiglie vivono nella paura di vedere tornare a casa i carnefici prima del previsto. L'allarme è stato raccolto dal britannico «Guardian» sollevando, tra l'altro un caso limite. Nel 2020 l'omicidio di Vera Pekhteleva scosse perfino un Paese come la Russia, dove la violenza contro le donne spesso è poco considerata. Vladislav Kanyus ha passato ore a torturare la donna prima di ucciderla, tanto che al processo è emerso che le ferite sul corpo della vittima erano addirittura 111. L'uomo venne condannato a 17 anni di carcere ma a metà maggio è stato arruolato dai Wagner ed è partito per il fronte, come testimoniano alcune foto che lo ritraggono in divisa. E ora potrebbe tornare a uccidere indisturbato, anzi, essendo considerato un eroe della patria. Tra i reclutati dei Wagner ci sono tra l'altro moltissimi condannati, oltre che per omicidio e altri crimini violenti, anche per stupro e altri abusi, le cui vittime sono ancora vive e ora sono di nuovo a rischio. «Abbiamo ricevuto tanti messaggi da persone spaventate. Sanno che se gli uomini che le hanno tormentate tornano da questa guerra e ricominciano a picchiarle o addirittura a ucciderle, la polizia non farà nulla, perché ora questi uomini sono visti come eroi invece che stupratori o assassini», ha denunciato Alena Popova, un'attivista russa per i diritti delle donne.

Militarizzazione permanente. In Russia proliferano gruppi di mercenari locali per mantenere l’ordine pubblico. Michelangelo Freyrie su L'Inkiesta il 3 Agosto 2023

Il Cremlino ha permesso ai governatori delle regioni interne di fondare delle aziende speciali, simili alla Wagner, per prevenire atti di sabotaggio. Una risposta agli attacchi dei droni alle città russe e alla difficoltà di mantenere un flusso costante di soldati in Ucraina

La politica in Russia è un infinito corso di bricolage. Putin e i suoi creano nuovi comitati, rilanciano progetti di legge pescati dal calderone della Duma (la camera bassa), abbandonano e affilano slogan, fanno e rifanno l’architettura costituzionale con la leggerezza di chi non deve rendere conto a nessuno, se non alle proprie ambizioni. Ricomponendo il mosaico di leggi approvate negli ultimi mesi, quello che emerge è la volontà del Cremlino di attuare una militarizzazione permanente del Paese. L’ultimo tassello è la riforma militare approvata il 26 luglio, che integra e affianca la mobilitazione parziale dell’autunno scorso e l’espansione delle forze armate decisa a gennaio 2023. Con la riforma di luglio sono state introdotte due novità. La prima misura alza a trent’anni l’età massima per il servizio di leva, allargando così il bacino di uomini reclutabili nelle forze armate da 6,7 milioni a 7,4 nel 2025 e da 7,6 a quasi dieci milioni nel 2030. Lo stesso vale per la riserva di ex soldati, che a seconda del grado potranno essere richiamati anche alla veneranda età di settant’anni, non proprio il momento della vita ideale per combattere una guerra. 

La riforma del servizio di leva include anche un elemento repressivo, dato che rende operativa la digitalizzazione della chiamata alle armi e il divieto di espatrio per chi è stato contattato dall’ufficio di leva. Ciò pone definitivamente fine alla tradizione russa di renitenza alla leva: per decenni è stato sufficiente evitare fisicamente i funzionari del commissariato militare incaricati di recapitare il documento di richiamo, spesso sfociando in fughe rocambolesche per chi non era abbastanza abbiente da corrompere i burocrati militari. 

Nuovi mercenari per il Cremlino

La seconda novità è quella che ha fatto più scalpore alla luce dell’ammutinamento della Wagner di Prigozhin. Con un emendamento è stata introdotta la possibilità da parte della presidenza federale di incaricare i governatori delle regioni di fondare delle aziende speciali, simili appunto alla Wagner, per garantire l’ordine pubblico e prevenire atti di sabotaggio. Armati dalla Rosgvardia, la guardia nazionale, queste formazioni potranno abbattere i droni ucraini che in questi giorni sono tornati a colpire il territorio russo. Le aziende speciali hanno destato confusione e interesse sia perché complicano ulteriormente la gestione della sicurezza interna russa, ad oggi popolata da numerose agenzie federali e regionali, sia perché apparentemente rappresentano una sorta di responsabilizzazione dei governatori. 

Negli anni 2000-2010 Putin ha completamente svuotato le autorità locali e sostituito i leader radicati sul territorio con tecnocrati a lui fedeli; a partire dal Covid, questi governatori imposti dall’alto sono diventati il volto del sacrificio e delle decisioni impopolari imposte da Mosca. Le scorribande da parte delle milizie anti-Putin di estrema destra nella regione di Belgorod, gli attacchi con droni alle città russe e il tentativo di reclutare “volontari” senza ricorrere agli strumenti ufficiali dello stato hanno posto proprio i governatori al centro della scena. 

Rendendosi conto di non poter contare sull’aiuto del Cremlino, molti di questi potentati hanno dovuto fare da sé. A Belgorod, il governatore Vyacheslav Gladkov ha fondato un’unità di difesa territoriale e si è visto costretto a gestire in prima persona le conseguenze della guerra imperialista che infuria al di là dei confini regionali. A Mosca, il sindaco Sergei Sobyanin ha instaurato un servizio di sicurezza cittadino per provare a rispondere ai continui raid ucraini (per ora senza successo). 

Anche se non è chiaro cosa succederà a queste unità esistenti, è verosimile che prevedendo un nuovo ruolo per la Rosgvardia le autorità federali abbiano provato a riportare sotto il controllo diretto di un’agenzia federale la gestione della sicurezza territoriale, lasciando però i governatori come capri espiratori nel caso le cose vadano male. Solo Mosca, governata dal fedelissimo di Putin Sergei Sobyanin, potrà continuare a operare liberamente. 

Preparazioni per una guerra lunga

È facile leggere la riforma come una risposta a crisi immediate, ovvero gli attacchi alle città russe e la difficoltà di mantenere un flusso costante di soldati per alimentare l’invasione dell’Ucraina, senza ricorrere ad attori incontrollabili come Wagner. Ma dietro a un approccio ambiguo, che rifugge le grandi riforme e privilegia più misure legislative distribuite nel tempo, si delinea un disegno strategico piuttosto chiaro e con obiettivi a lungo termine.

Innanzitutto, la riforma della leva porta il numero di uomini reclutabili a numeri immensi, nonostante il declino demografico in atto e di molto superiori al 1,5 milioni di soldati in servizio attivo previsti dalla riforma di gennaio del ministro della Difesa Sergei Shoigu. Le misure avranno un effetto strutturale, inclusa un’espansione della burocrazia militare, che si farà sentire a partire dal 2024; non ci sarà quindi alcun impatto sul più modesto ciclo di leva dell’autunno 2023.

In secondo luogo, la creazione di compagnie militari private sotto l’egida dei governatori (ma con il controllo indiretto della Rosgvardia, che da giugno può essere equipaggiata con mezzi militari pesanti) complica l’ecosistema di attori incaricata di preservare la sicurezza interna russa. In teoria, ciò dovrebbe accelerare la competizione all’interno delle élite, diluire la forza militare dei singoli servizi di sicurezza e rendere ancora più complesso tessere coalizioni anti-Putin con sufficiente massa critica da rovesciare il regime. È lecito qui avere dei dubbi, data la scarsa opposizione alla marcia su Mosca di Prigozhin.

Infine, rafforzando i canali di reclutamento delle forze armate ufficiali e creando nuove forme di cooptazione, il Cremlino potrà proseguire con la militarizzazione strisciante della società russa senza ricorrere a misure improvvise e impopolare come la mobilitazione parziale. 

Insomma, il quadro che emerge è quello di un Paese che si sta progressivamente e metodicamente attrezzando per una lunga guerra in Ucraina e a un confronto permanente con Nato e Unione Europea. La natura di queste riforme è di puntellare la capacità repressiva del regime e di ampliare l’unico vantaggio militare che la Russia può esercitare nei confronti di Kyjiv e i suoi alleati: la massa e la volontà di sacrificare i propri cittadini. Non è ovviamente scontato che ciò avverrà, ma nelle teste dei decisori politici russi sembra prevalere la velleità di ristabilire gli strumenti necessari per ricorrere alla coercizione militare. 

Estratto dell’articolo di Marco Ventura per “il Messaggero” giovedì 27 luglio 2023.

«Neppure Lukashenko riesce a mitigare la paura che Putin continua ad avere riguardo al gruppo Wagner». L'Institute for the study of war, con base a Washington, cita fonti russe anonime per le quali l'incontro del 23-25 luglio tra i due leader è durato due giorni per l'insistenza dello Zar a trattare nei dettagli la questione aperta dalla marcia su Mosca di Prigozhin e la sua "ridislocazione". 

[…] Putin vorrebbe riportare sotto il controllo del Cremlino la holding Wagner, "requisire" il business del Gruppo, missione che secondo il Wall Street Journal si sta rivelando «uno dei più complessi trasferimenti d'impresa della storia».

E dietro lo smantellamento e la ricomposizione dell'impero economico c'è la "guerra" tra Putin e Prigozhin su chi dovrà prendere le redini di ciò che resta dell'organizzazione: Prigozhin vorrebbe il co-fondatore Dmitry Utkin. Putin promuove un altro comandante, ex capo delle unità anti-terrorismo dell'Interno, Andrei Troshev alias Sedoy, "capelli grigi". 

Ma intanto c'è il problema della struttura societaria della holding, un groviglio di società fittizie, innumerevoli "matrioske" che fanno la guerra dal Donbass alla Siria, dal Mali al Sudan, dalla Repubblica centrafricana a Madagascar e Libia. 

E potrebbe esserci il ruolo destabilizzante dei mercenari Wagner anche nel tentativo di colpo di Stato in cui ieri una parte della Guardia presidenziale del Niger ha circondare e "preso in consegna" il presidente Bazoum, filo-occidentale, che due mesi fa aveva messo in guardia contro la minaccia di Wagner e dei jihadisti.

[…] Ma in Russia e fuori, i Wagner hanno interessi che spaziano da contratti di Stato miliardari nel catering e nelle costruzioni ai centri commerciali, all'industria del lusso (navi e aerei), alle miniere e all'hackeraggio internazionale. Il catering e i media sono i settori che Putin ha chiuso subito. Restano gli altri. Il Wsj parla di «architettura aziendale intricata, che conduce operazioni fuori dalla Russia e sfuma i legami col Cremlino». Emerge un castello di oltre 70 società di facciata, controllate e fornitrici l'una dell'altra. 

Metà dell'impero di Wagner finora si nutriva di contratti per i pasti all'esercito e alle scuole, o nell'immobiliare. L'altra metà consiste nel gruppo paramilitare Wagner, «insieme di attività d'affari apparentemente scollegate, coinvolte in interferenze politiche, miniere e mercenari in giro per il mondo». Questo proliferare di società fa parte di uno stesso disegno che distribuisce soldi, attrezzature e personale.

In Siria i mercenari sono al soldo della Evro Polis, che per Assad protegge campi di gas e petrolio e ne viene compensata con un quarto dei profitti. Operazioni lucrose per Putin come per Prigozhin […] 

Si chiama M-Finance la compagnia delle miniere di oro e diamanti e del mercato del legname nella Repubblica centrafricana. Qui, la Seva Security Services paga i contractor e garantisce la sicurezza del Presidente. In Madagascar, la Wagner è co-proprietaria col governo di aziende minerarie, il personale in parte lo stesso della Midas Resources che gestisce miniere d'oro nella Repubblica centrafricana, inclusa la N'dassima strappata ai canadesi, con previsioni di profitti per miliardi di dollari in dieci anni. […]

Estratto dell'articolo di Jacopo Iacoboni per la Stampa giovedì 27 luglio 2023.  

(...)

Le perversioni del "macellaio". Dopo le foto della sua villa a San Pietroburgo - pistole d'oro e parrucche nell'armadio, foto ridicole, i selfie, e le tragiche foto di teste mozzate di africani, la stanza "del piacere" e quella col ventilatore in caso di Covid - apprendiamo altri dettagli sulla passione che Prigozhin aveva per giovanissime ragazze, preferibilmente vergini - secondo quanto raccontano due di loro ad Anastasia Mikhaylova, del collettivo giornalistico The Insider, uno dei più affidabili e conosciuti tra i media indipendenti russi. 

La ragazza è stata chiamata col nome di "Masha", ovviamente per proteggerne l'identità. Le sue parole sono state confermate da una delle rappresentanti dell'associazione che difende i diritti di queste donne. La Stampa non ha potuto verificare indipendentemente i loro racconti.

Il sindacato delle sex workers ha dichiarato che la predilezione di Prigozhin per le ragazze appena maggiorenni non era un segreto, «era convinto che scambiandosi liquidi vitali avrebbe prolungato la sua giovinezza». Prigozhin avrebbe anche delle piccolissime sfere metalliche impiantate nel prepuzio, convinto che questo dia piacere alle donne che paga. 

Con queste testimonianze si rinnova la terribile storia del Drago con le giovani ragazze, con dettagli utili a comprendere altre facce di questa allucinante e violenta personalità.

Prigozhin in un albergo aveva solitamente, secondo il racconto di una delle ragazze, sempre alcune giovani tenutegli a disposizione dai suoi sottoposti . 

«Chiamava le vergini le "shampoos", perché come lo shampoo in albergo, le apri e le butti via», dice la rappresentante del sindacato. Una di loro racconta come andò con lei: 

(...) C'erano ragazze, non vergini, a cui lui pagava 5 mila rubli (50 euro) per fare sesso. Sono state loro a dirmi che era Prigozhin. A quel punto sapevo già chi fosse Prigozhin: avevo letto i media indipendenti e le inchieste sul "cuoco di Putin". Scioccata, sono andata nella stanza d'albergo e l'ho aspettato.

È stato molto veloce, ha un cazzo molto piccolo, con piccole palline sotto la pelle. Quando se ne è andato, mi ha detto: "Sii più gentile". Perché avevo un'espressione spaventata. Anche per il mio carattere folle, vendere la mia verginità a Prigozhin è un po' troppo. Ha lasciato i soldi sulla sedia, 100 mila (rubli, 1.000 euro circa): 40 mila li avrei presi per me, 60 mila li avrei dati alla procacciatrice».

Estratto dell’articolo di Federico Giuliani per ilgiornale.it mercoledì 26 luglio 2023.

Da quando ha cercato, invano, di tirare una spallata alla leadership militare della Russia, Yevgeny Prigozhin è finito sotto la luce dei riflettori […] anche e soprattutto per alcuni bizzarri (e presunti) particolari intimi legati alla sua vita privata. 

Se gli interni dell'ufficio e della casa di Prigozhin […] avevano fornito una prima panoramica sui gusti del personaggio – tra armi d'oro, passaporti falsi con molteplici nomi, svariate parrucche e travestimenti e persino un elicottero parcheggiato in giardino – adesso i recenti racconti di alcune sex workers russe hanno fatto emergere quelli che potrebbero essere i gusti sessuali dell'uomo che ha sfidato Vladimir Putin.

Piccola premessa: l'intera vicenda è stata raccontata dal sito The Insider, che ha contattato una donna russa, rinominata Masha per proteggere la sua vera identità, la quale avrebbe […] venduto la sua verginità a Prigozhin a 18 anni di età. […] 

[…] le rivelazioni ci parlano di un Prigozhin amante delle ragazze più giovani, in particolare delle vergini, visto che il capo della Wagner crederebbe che fare sesso con loro prolungherebbe la giovinezza. […] Prendendo per buone le parole di Masha, l'ex cuoco di Putin avrebbe persino un'eccentrica ossessione per lo scambio di fluidi corporei con le suddette vergini. 

[…] prima di finire in Bielorussia, Prigozhin avrebbe avuto a disposizione un harem formato da ragazze poco più che diciottenni in stanze in affitto al Solo Sokos Hotel di San Pietroburgo. "Ha fatto sesso senza preservativo perché credeva così di scambiare energia. Credeva di ricevere una carica di vitalità dalle ragazze", ha dichiarato la fonte. 

"Era l'autunno del 2019. Avevo 18 anni, vivevo a San Pietroburgo, ero profondamente depressa e dovevo andare in ospedale. In quel periodo ho incontrato un'altra ragazza, più o meno della mia età. Era stata cacciata di casa e aveva davvero bisogno di soldi. Mi ha chiesto se volevo vendere la mia verginità per 40mila rubli (circa 623 dollari). Avrebbe ricevuto una commissione. Ho detto ok, anche se non avevo bisogno di soldi", ha invece ricordato Masha.

Masha sarebbe stata presentata al magnaccia di Prigozhin, un'altra donna sulla trentina con lunghi capelli scuri, in un caffè sulla Prospettiva Nevskij, il viale principale di San Pietroburgo. "Mi ha detto che dovevo andare in clinica per farmi controllare la verginità. Sono stata mandata alla clinica Sogaz, non distante da lì", ha aggiunto la ragazza. Alla reception sarebbe stato necessario dire una parola d'ordine, "sport femminili", per indicare di esser lì appositamente per essere ispezionate per Prigozhin. 

Terminati i controlli, Masha ha detto di esser stata portata al Solo Sokos Hotel: "Sembrava che ci fossero sempre stanze riservate a lui e alle ragazze. C'erano sempre persone che le supervisionavano". Ad un certo punto Prigozhin sarebbe entrato nella sua stanza, non prima di essersi arrabbiato per aver bussato alla porta sbagliata.

"Tutto è stato molto veloce. Ha un pene molto piccolo, e anche delle piccole sfere impiantate sotto la pelle del prepuzio. Ha lasciato i soldi in una pila su una sedia. Erano 100mila rubli. Ne ho presi 40mila per me, 60mila per il magnaccia". È così che si sarebbe consumato il rapporto tra la vergine Masha e Prigozhin. Quest'ultimo, prima di andarsene, avrebbe consigliato alla ragazza di "essere più gentile" e di togliere l'espressione austera dal viso. "Anche con la mia folle personalità, vendere la mia verginità a Prigozhin è stato un po' esagerato", ha quindi ammesso Masha a distanza di anni.

 Jacopo Iacoboni per lastampa.it mercoledì 26 luglio 2023. 

Un ex detenuto russo, anche di un certo rilievo, di nome Sasha “Kurara”, ha postato un video su telegram nel quale sostiene che Evgheny Prigozhin – il celebre oligarca che ha ormai ammesso lui stesso di essere il fondatore del Gruppo di mercenari Wagner, uno dei sodali di Putin fin da quando gli apparecchiava la cena a San Pietroburgo (di qui il nomignolo di “cuoco di Putin”, ormai assolutamente riduttivo – è un «gallo”, ossia un ex detenuto anche lui, penetrato da uomini, forniva servizi sessuali ad altri prigionieri, e per questo aveva finito per occupare il rango “sociale” più basso nella ferrea gerarchia carceraria. 

La storia, un mix cruento di omofobia, scontri ra gang carcerari, sommovimenti nel potere underground russo – che La Stampa non ha potuto verificare indipendentemente – getta una nuova luce su un proclama vergato da Prigozhin il 17 novembre, nel quale l’oligarca annunciava l’intenzione di creare dei battaglioni di “violentati nell’ano”, «non posso metterli assieme agli altri combattenti di Wagner, creerò una divisione apposita».

Prigozhin aveva scritto: «Tutte le società hanno determinate regole di vita. Per esempio, in America è consuetudine che gli uomini si penetrino a vicenda. Le regole del carcere, invece, dicono che non si può stringere la mano a persone di basso rango, “i galli”, “gli offesi”, “gli abbattuti”, “i crestati”». Ora, se fosse vero quanto dice “Kurara” la storia acquisterebbe un senso diverso. 

Il video di Sasha inizia così: «Buon giorno, detenuti. Pace e prosperità alle vostre case. Vorrei aggiungermi a quanto già detto da “Grisha” di Mosca, il mio nome è Sasha, mi conoscono come Sasha Kurara. Vorrei farvi sapere che assieme a Evgheny Prigozhin siamo stati in prigione nello stesso periodo. Prigozhin è un pederasta, Prigozhin è un “offeso” (ossia una delle categorie di quelli che hanno ranghi sociali abbassati, in carcere, a causa di inclinazioni sessuali o semplicemente per il loro esser diversi), che in carcere aveva il suo posto, stava al suo posto, e accettava il suo posto.

 E ora, voi che vi unite alla sua sua compagnia mercenaria, la Pmc Wagner, vi mettete sotto la scritta “froci”. Dunque, siete comandati e organizzati da un frocio, vi rendete uguali a un frocio, anzi, non uguali, di rango più basso dei froci, perché state sotto un frocio, che in persona mi fece del sesso orale, quando eravamo in prigione, ci divertivamo così. Ti ricordi, Zhenya? Ricòrdatelo, fottuto gallo p..., venivi s...» 

In un secondo video lo stesso ex detenuto dice: «Sono qui, se non ci credete, incontriamoci. Mi trovo in Turchia, ad Alanya. Nessun problema a incontrarci.  Se non vi taglio la gola, vi fotto in culo. Tutti voi che siete in Wagner, guardate qui, e qui e qui [nel video mostra tutta una serie di tatuaggi carcerari], sono passato attraverso un sacco di cose, nella mia vita, e sono responsabile per ogni singola mia parola. Prigozhin è un frocio, io personalmente l’ho s… in bocca».

Il contenuto di entrambe queste clip è stato rilanciato da diversi account che analizzano il mondo underground russo. Ma Kurara non è il solo che sta mandando messaggi minacciosi a Prigozhin su un suo presunto passato. Il “Grisha” a cui Kurara si riferisce è Grisha “Moskovskiy”, anche lui un bandito e detenuto russo che secomdo alcuni sarebbe a livelli alti nella gerarchia carceraria: anche lui ha minacciato tutti i detenuti russi che accettano di unirsi al Gruppo Wagner dicendo che un uomo che si rispetti non andrebbe in Ucraina a uccidere donne, bambini e anziani.

In questo coacervo di brutalità e tremenda omofobia, il bersaglio di questi video – che sono diventati subito a modo loro virali – ossia Evgheny Prigozhin, tace. Nonostante in questo periodo non si può dire che sia stato parco di esternazioni. Finora non c’è una sua risposta alle minacce e alle allusioni violente di cui questa volta è lui stesso vittima. 

Criminali contro l’Umanità.

Francobolli di storia. Eccome se la storia si può ripetere: Putin come un faraone, l’affaire Prigozhin insegna che l’armistizio coi dittatori è un’illusione. La storia dell’umanità non fa sconti a nessuno. Basta guardarsi indietro sfogliando le cronache del passato, vi si troveranno esempi a bizzeffe. Un esempio è quanto è appena avvenuto in Russia, con la misteriosa morte di Prigozhin. Riccardo Nencini su Il Riformista il 26 Agosto 2023 

Diversi anni fa, vicino a Luxor, in Egitto, venne scoperta l’etichetta di un sandalo di re Den. Si tratta della prima immagine di un monarca mai giunta fino a noi, risale più o meno a 5000 anni fa. La raffigurazione del sovrano è una scena di crudo realismo. Viene ritratto in piedi, con un bastone tra le mani, mentre sconfigge il nemico. Un gesto deciso, il bastone levato sopra la testa nell’atto di colpire l’avversario, in ginocchio, senza pietà. L’artigiano che ha creato l’etichetta doveva dimostrare che il sovrano era invincibile, l’unico che potesse garantire l’ordine nella comunità, far rispettare le leggi, scompaginare i nemici.

Se l’immagine non fosse sufficiente, a supporto arriva la scritta in geroglifico. Agghiacciante: ‘Essi (i nemici) non esisteranno’. Come a dire: verranno spazzati via, letteralmente cancellati dalla faccia della terra. È probabile che il popolo sconfitto venisse dal Sinai.

Lo storico Franco Cardini mi ricorda spesso che una comunità si fonda su tre pilastri: la bandiera, il mito, il nemico. Nulla di meglio di una guerra contro un nemico comune, non importa se il pericolo sia reale o inventato, per riunire un popolo attorno alla stessa bandiera, rinnovare l’unità ‘nazionale’, fondare un mito condiviso.

Nulla di diverso rispetto a quanto accade anche oggi. L’esempio classico a 5000 anni di distanza dal sandalo di re Den è di nuovo Putin. Prima la retorica di un potenziale attacco esterno, ore fa l’eliminazione dell’alleato golpista, Prigozhin, il capo della Wagner. Non sappiamo chi sia il mandante dell’attentato ma possiamo intuirlo.

Il messaggio è comunque di una chiarezza cristallina: c’è un solo capo, il capo è vivo e vegeto, per chi tradisce nessuna pietà. Non le patrie galere, la morte. Nondimeno l’affaire Prigozhin insegna una seconda morale. L’armistizio coi dittatori è un’illusione. Il loro potere si fonda sul terrore, non sull’equilibrio tra poteri che godono di autonomia e autorevolezza, non sulla libera espressione dei cittadini nel voto, nella gestione della cosa pubblica, nel governo dell’economia. Chi muove contro una dittatura sa, ad ogni latitudine, di rischiare la vita. Se non porti alle estreme conseguenze il golpe e anzi pensi di trattare la resa, vai incontro a fine sicura. Non è certo quello che sia accaduto a Prigozhin quando, in marcia verso Mosca, a un certo punto rinuncia. Sappiamo però che proprio in quel momento ha avuto inizio la sua via dolorosa, il calvario, la croce. I colpi di stato in regime di dittatura o riescono o ti seppelliscono.

La storia dell’umanità non fa sconti a nessuno. Basta guardarsi indietro sfogliando le cronache del passato, vi si troveranno esempi a bizzeffe.

Riccardo Nencini

Guerra in Ucraina. Un'altra reporter avvelenata: scrisse dei crimini di guerra di Mosca. La Kostyuchenko era in Ucraina, si è sentita male in Germania. Berlino indaga. Francesco De Palo il 26 Agosto 2023 su Il Giornale.

Si allunga la lista degli oppositori russi finiti nel mirino della repressione putiniana. Secondo la procura tedesca la giornalista russa residente a Berlino, Elena Kostyuchenko, sarebbe stata colpita dalla scure del Cremlino. Per questa ragione sta indagando sul tentato omicidio della giornalista che ha manifestato sintomi compatibili con l'avvelenamento: disorientamento, dolori addominali e estremità gonfie durante un viaggio in treno da Monaco a Berlino.

Si tratta di una corrispondente che si è distinta per inchieste mirate sui presunti crimini di guerra russi in Ucraina e che, fino alla chiusura, ha lavorato per Novaya Gazeta, il megafono indipendente che ha vinto il Premio Nobel per la pace per i suoi reportage sulla Russia e che annovera tra le sue penne Anna Politkovskaya, la giornalista assassinata dopo alcuni reportages sulla Cecenia. «Quando sono scesa alla stazione mi sono resa conto che non sapevo come tornare a casa - ha scritto due settimane fa sulla rivista letteraria n+1 - Sapevo che dovevo trasferirmi in metropolitana, ma non riuscivo a capire come».

Elena Kostyuchenko non è sola: altre due colleghe russe che vivevano all'estero hanno accusato sintomi di avvelenamento nello stesso periodo. Si tratta di Natalia Arno, presidente della Fondazione Russia Libera con sede negli Stati Uniti, che si è ammalata a Praga e di Irina Babloyana, giornalista radiofonica che si è sentita male a Tbilisi. Inizialmente si pensava che la Kostyuchenko avesse i sintomi del Covid, ma una volta eseguiti tutti i test erano ormai trascorsi troppi giorni per individuare eventuali residui di veleno.

Il caso segue per modalità e merito quello del noto dissidente russo Aleksey Navalny, condannato a 19 anni di carcere nel processo in cui è accusato di «estremismo». Era stato arrestato a Mosca nel gennaio del 2021, dove era rientrato da Berlino: nella capitale tedesca era stato curato per un avvelenamento. All'attivista politico russo era stato somministrato il Novichok, come confermato dal governo della Germania, dove il più famoso oppositore di Putin era stato ricoverato presso l'ospedale Charité. I primi sintomi sono datati 22 agosto, mentre Navalny era in volo dalla Siberia a Mosca. Dopo un atterraggio di emergenza, venne ricoverato a Omsk dove entrò in coma. I medici parlarono di un «disturbo del metabolismo». Si tratta della stessa sostanza usata nel 2018 contro l'ex spia Sergei Skripal e la figlia Yulia, avvelenati nel Regno Unito. Sempre nel 2018 Pyotr Verzilov, uno dei fondatori del gruppo di protesta Pussy Riot, si ammalò gravemente e fu trasportato in aereo a Berlino, dove i medici ritennero l'avvelenamento «altamente plausibile». Tra i sopravvissuti a due tentativi di avvelenamento, nel 2015 e nel 2017, c'è una figura di spicco dell'opposizione al regime, come Vladimir Kara-Murza, riconosciuto pochi mesi fa colpevole di tradimento e condannato a 25 anni di reclusione.

La più grande paura di Putin è un ritorno al 1917. Emanuel Pietrobon il 10 luglio 2023 su Inside Over. 

La marcia su Mosca di Evgenij Prigožin è cominciata all’improvviso e si è conclusa nel mistero. Le ventiquattro ore più confuse e convulse della guerra in Ucraina sembravano destinate ad aprire una voragine in Russia, invece hanno determinato l’inizio della fine del re dei mercenari.

Il grande smog della disinformazione ha annebbiato la vista agli osservatori esterni, impedendogli di capire che cosa stesse accadendo e se l’apparente attendismo di Vladimir Putin fosse da interpretare come paziente strategia oppure come paralizzante paura. 

Sulle nostre colonne avevamo azzardato un’ipotesi: che l’immobilismo di Putin fosse parte di una strategia ispirata dalle lezioni del tentato golpe militare in Turchia del luglio 2016, utilizzato da Recep Tayyip Erdoğan, che della sua preparazione era al corrente, per stanare i doppiogiochisti, far uscire allo scoperto le quinte colonne e condurre un ultimo repulisti nelle stanze dei bottoni. E così è stato.

Il Wagnerazo è stato un boomerang per Prigožin e i suoi sostenitori, come evidenziato dal riavvio delle purghe in sordina – tre decessi sospetti fra il 24 giugno e il 4 luglio –, ma questo non vuol dire che il futuro del sistema costruito da Putin nel dopo-Eltsin sia stato securizzato a tempo indefinito. Perché la più grande paura dei siloviki è, dal dopo-Wagnerazo, più sentita che mai: un ritorno al 1917.

Kornilov, il “Prigozhin prima di Prigozhin”

Russia, agosto 1917. È passato un mese dalla tre giorni di violenze di luglio, che ha messo a dura prova l’ordine pubblico, gli oneri della guerra hanno affossato gli indici economici e sociali, l’insurrezione bolscevica di Lenin va aggravandosi ed espandendosi col passare del tempo, Nicola II è apaticamente assente, la rovina è all’orizzonte.

Mancano due mesi alla Rivoluzione che cambierà il Novecento, esito imprevisto (oppure no?) di una macchinazione tedesca, e soltanto un pugno di persone, esterne alla cerchia zarista, sembra avere contezza e consapevolezza del destino a cui sta andando incontro la Russia. Uno dei pochi avveduti si chiama Lavr Kornilov, comandante in capo dell’Esercito, ed è pronto a sfidare lo Zar pur di salvare la Russia.

Kornilov era uno dei più grandi detrattori della linea politica dello Zar. Non voleva che la Russia si ritirasse dalla guerra, ma che la combattesse in modo adeguato – più armi, più punizioni per ammutinati e indisciplinati. E chiedeva a gran voce allo Zar di prendere sul serio la minaccia bolscevica. Sul finire di agosto, preso atto che entrambe le richieste erano state ignorate, avrebbe radunato un manipolo di soldati e si sarebbe messo in marcia sulla capitale.

Il piano di Kornilov, per vincere la guerra ed evitare la rivoluzione in casa, consisteva nell’entrare nella capitale, che all’epoca era Pietrogrado, per eliminare i neonati Soviet, imporre un cambio di regia al Ministero della Guerra retto da Aleksandr Kerenskij e innescare un rimpasto agli alti livelli.

Il lato oscuro della Rivoluzione d’ottobre

Kornilov godeva del supporto morale – e, sembra, persino militare – di Londra, che da tempo aveva infiltrato degli agenti nella Russia zarista per controbilanciare le operazioni destabilizzative del Kaiser, e si sarebbe messo in marcia nonostante l’ultimatum di Kerenskij. Era il 27 agosto.

I Soviet reagirono alla notizia della marcia su Pietrogrado armandosi e preparando barricate, coordinati nell’organizzazione della resistenza da un rivoluzionario di nome Lev Trockij. Era tutto pronto per la battaglia. Ma nessun combattimento avrebbe avuto luogo. Gli ammutinati, debilitati dagli scontri con le truppe regolari e i bolscevichi lungo il tragitto per Pietrogrado, non arrivarono mai alla capitale.

Kornilov voleva salvare la Russia, ma il tentato putsch avrebbe avuto l’effetto opposto: l’arrivo accelerato della Rivoluzione. Il grande smog della disinformazione impedì all’epoca e impedisce tutt’oggi agli storici di capire i retroscena e di individuare tutti gli attori coinvolti nel tentato putsch di Kornilov, le cui reali ragioni dell’imprevedibile epilogo restano avvolte dal mistero.

Centosei anni dopo, nel 2023, qualcun altro ha ripercorso le orme di Kornilov, Evgenij Prigožin, più o meno per gli stessi motivi – disaccordi con la Difesa – e in un contesto simile – una guerra –, mancando anch’egli l’obiettivo di entrare nella capitale. Ed è la paura del ripetersi dell’epilogo del precedente storico, il collasso del sistema, che nei giorni del Wagnerazo spinse Putin a dichiarare che non avrebbe permesso “un ritorno della Russia al 1917”.

La maledizione dell’eterno ritorno

1598. 1917. 1991. 1999. Quattro sono le date che hanno impresso una svolta epocale nella storia della Russia e il cui ricordo, custodito con funzione pedagogica, costituisce parte integrante della memoria collettiva e dell’identità nazionale. Quattro date che sono sinonimo di guerra civile, di disgregazione del sistema, e che rappresentano il motivo dell’intronizzazione di Putin l’ultima sera del Novecento.

Il 1598 è l’anno dell’inizio della cosiddetta Età dei torbidi (Смутное время), un periodo di interregno cominciato con la fine dei Rurikidi e terminato con l’inizio dei Romanov. Il 1917 è l’anno dell’epilogo di sangue dell’epoca zarista, la Rivoluzione russa, e dell’avvio di una guerra civile durata fino al 1923. Il 1991 è il capolinea dell’epopea sovietica e l’atto primo di un remake dell’Età dei torbidi, protagonizzato da terrorismi e secessionismi, che nel 1999 sembrava sul punto di condurre alla coriandolizzazione della Russia. Quattro date, quattro traumi, che sono l’origine e la ragione del golpe bianco di capodanno. 

La rivolta di Prigozhin, la scommessa di Putin

Le quattro date-chiave della storia della Russia sono una delle manifestazioni di quella che potrebbe essere definita la maledizione dell’anarchia ciclica, un anatema che la intrappola in un loop temporale: il riproporsi a cadenza periodica dello stesso evento. Le marce sulla capitale – Kornilov nel 1917, Prigožin nel 2023. I rivoluzionari – Pugaciòf e Lenin. I secessionisti – l’imam Șamil, lo sceicco Mansur, Șamil Basaev. I collassi sistemici – nel 1598, nel 1917, nel 1991.

Lo stato profondo intronizzò Putin sullo scanno di Russia, nel lontano 1999, per evitare che l’ultimo anno del Novecento spianasse la strada a un nuovo 1991 o, peggio ancora, a un ritorno al 1917. La marcia su Mosca, sebbene naufragata, ha reso quegli spettri più reali che mai. Perciò Putin, nel corso del Wagnerazo, dichiarava che non avrebbe permesso un nuovo 1917. E utilizzerà ogni mezzo, dal guinzagliamento dei poteri che formano il potere a una stretta simil-sovietica sull’intera società, per evitare questo ritorno al passato. 

EMANUEL PIETROBON

Putin contro l'egemonia dell'Occidente: "La guerra ha una sola ragione". Il presidente russo si unisce in videoconferenza al vertice dei Brics in Sudafrica. Un'occasione per confermare le tesi sulla guerra e l'Occidente, ma anche per lanciare un messaggio sul Donbass. Lorenzo Vita il 23 Agosto 2023 su Il Giornale.

Tabella dei contenuti

 La guerra in Ucraina secondo Putin

 Il ringraziamento ai Brics per una soluzione

 L'attacco all'Occidente per parlare all'Africa

Al summit dei Brics di Johannesburg è il turno del presidente russo Vladimir Putin. Il capo del Cremlino è intervenuto in videoconferenza per parlare ai leader degli altri Paesi del blocco (Brasile, Cina, India e Sudafrica) ma anche per inviare segnali a tutto il mondo. Sia all'Occidente, sia a quel "sud del mondo" che guarda con sempre maggiore interesse alla piattaforma politica che si riunisce in Sudafrica. E che nelle più rosee ambizioni di alcuni dovrebbe rappresentare il contraltare al G7.

La guerra in Ucraina secondo Putin

Putin è tornato a parlare della guerra in Ucraina, confermando la narrazione che ha intrapreso sin da prima dell'inizio dell'invasione del febbraio 2022. Per il presidente russo, Mosca "ha deciso di sostenere la gente che sta combattendo per la sua cultura, le sue tradizioni, la sua lingua e il suo futuro". In un chiaro riferimento alle popolazione del Donbass e a quelle ipotesi di "genocidio" con le quali il presidente russo aveva iniziato a giustificare l'eventuale conflitto sin dai mesi precedenti al conflitto. "Le nostre azioni in Ucraina hanno una sola ragione: mettere fine alla guerra scatenata dall'Occidente e i suoi satelliti in Ucraina contro il popolo del Donbass", ha continuato Putin come riportato da Ansa. E queste parole confermano che per il capo del Cremlino non ci sono ripensamenti riguardo la giustificazione della guerra e, di conseguenza, non ci sono possibilità di ritrattare quantomeno sul territorio occupato dall'anno scorso.

Il ringraziamento ai Brics per una soluzione

Un segnale su una linea rossa per il futuro della guerra e per un ipotetico negoziato con l'Ucraina? L'ipotesi non è da escludere. Putin, infatti, non ha negato a priori la possibilità di una trattativa con Volodymyr Zelensky. E questo lo si evince soprattutto dalle successive frasi del presidente russo rivolte agli altri colleghi dei Brics. Il leader del Cremlino si è detto grato per i Paesi "che partecipano attivamente agli sforzi per mettere fine a questa situazione e per raggiungere una soluzione giusta con mezzi pacifici". Queste frasi possono apparire certamente paradossali se pronunciate da un leader che ha dato inizio alla guerra e che continua a colpire il territorio ucraino. Ma potrebbero anche esprimere - nei modi tipici del sistema di pensiero putiniano - un'apertura al negoziato.

L'attacco all'Occidente per parlare all'Africa

Lo scenario del summit Brics di Johannesburg serve poi a Putin per parlare anche al resto del mondo, e in particolare a quei Paesi africani che sembrano sempre più attrattati dalle sirene russe e del blocco alternativo all'Occidente. "Siamo contro ogni egemonia e la propaganda di alcuni Paesi su una loro esclusività e la loro nuova politica basata su questo postulato, una politica di continuazione del colonialismo e del neocolonialismo" ha rilanciato il presidente russo. E questo messaggio sembra rivolto soprattutto a quei Paesi teatro di colpi di Stato (ultimo il Niger) in cui le manifestazioni di protesta inneggiano a Mosca, a Putin ma anche alla stessa Wagner: la compagnia di un Evgenij Prigozhin apparso di nuovo in Africa nel suo ultimo video di propaganda. Nonostante ostacoli, impoverimento economico, guerra in Ucraina e sanzioni da parte dell'Occidente, la partita africana, per la Russia, è tutt'altro che finita.

"Stalin modernizzatore". Il sondaggio choc (senza Putin) sui leader russi. Storia di Andrea Muratore su Il Giornale martedì 22 agosto 2023.

Iosif Stalin in Russia resta il terzo leader più popolare della storia del Paese. A riportarlo una ricerca del centro studi politici Russian Field, considerato uno dei più indipendenti dall'autorità politica nel Paese guidato da Vladimir Putin, che ha raccolto in un ampio sondaggio opinioni e ricordi della popolazione russa alla luce di vent'anni di putinismo e di oltre trent'anni passati dopo la fine dell'Unione Sovietica.

Pietro il Grande, Caterina e Stalin sul podio

Il trio di leader che compone il podio è significativo: primo fra tutti il "padre della patria Pietro il Grande, lo zar che tra fine Seicento e inizio Settecento guidò la vittoria nelle guerre contro la Svezia, la modernizzazione dell'esercito, della marina e della burocrazia del Paese, lo spostamento della capitale a San Pietroburgo. Seconda, Caterina la Grande, la fondatrice di Odessa, madrina dell'espansione della Russia verso il Mar Nero e protagonista alla fine del Settecento dell'ingresso in forze dell'Impero nel concerto europeo delle potenze. Terzo, infine, proprio Stalin.

Il dittatore sovietico, vero e proprio "zar" rosso nel suo periodo al potere dal 1924 al 1953, è considerato una figura complessa e dalle molte sfaccettature. Che però convince sostanzialmente la popolazione russa. In anni contraddistinti, in passato, dal declino economico e della potenza del Paese, la figura di Stalin è riapparsa all'attenzione dell'opinione pubblica. E Putin, in vent'anni, ha fatto di tutto per riscoprire il mito del "Piccolo Padre".

I gulag e le repressioni a tutto campo della dittatura bolscevica sono in secondo piano nel giudizio storico su Stalin in Russia rispetto alla sua figura di modernizzatore del Paese con la forzata, accelerata e spesso brutale industrializzazione che diede le basi all'Urss per resistere fino al 1991 e, soprattutto, al ruolo di comandante militare vittorioso nella "Grande guerra patriottica", la reazione all'invasione tedesca scatenata con l'Operazione Barbarossa il 22 giugno 1941. A costo di perdite immense, superiori ai 20 milioni di morti, le forze sovietiche assorbirono l'urto maggiore della macchina da guerra tedesca e liberarono tutte le nazioni occupate dalla Germania nazista dal 1939 in avanti, arrivando a conquistare Berlino nel maggio 1945.

Video correlato: Russia, Putin inaugura nuova linea metropolitana superficie a Mosca (Dailymotion)

Stalin? Più funzionale di Lenin per Putin

L'82% dei russi ha un'opinione positiva di Pietro il Grande e il 71% di Caterina. Ma anche i due terzi del Paese, il 65% per la precisione, approva l'operato di Stalin. Interessante, a tal proposito, il commento del Kommersant: "Questo praticamente coincide con i risultati degli ultimi sondaggi di altri centri di ricerca, da cui è anche chiaro che Stalin è al culmine del suo rating, essendo notevolmente aumentato rispetto ai primi anni 2000: secondo uno degli ultimi sondaggi del Centro Levada (ritenuto il più indipendente di tutti), il numero di coloro che trattano il generalissimo con rispetto (47%), ammirazione (7%) e simpatia (9%), raggiunge il 63%, un altro 23% parla di indifferenza. È interessante notare che secondo i risultati del sondaggio Russian Field, Leonid Brezhnev è visto quasi positivamente come lui (61% di valutazioni positive e 17% negative)".

Stalin stacca decisamente Lenin, i cui voti positivi sono il 52% del totale a fronte di un numero di opinioni negative maggiori, pari al 28% degli intervistati. Si vede, in questo, una lunga onda della tendenza del governo di Putin a mettere in luce maggiormente le ombre di Lenin rispetto a quelle di Stalin. Un dato di fatto esacerbato dall'invasione dell'Ucraina, giustificata anche per porre rimedio a quello che Putin ha definito un "errore di Lenin" a cui, con un saggio teorico post-rivoluzionario, va detto che però Stalin fu consenziente: la definizione della base nazionale delle repubbliche sovietiche, che avrebbe dato il via libera tra il 1989 e il 1991 alla frantumazione dell'Urss. Stalin, che da georgiano riscoprì anche i miti del nazionalismo russo, da Alessandro I vincitore di Napoleone (curiosamente indietro nel sondaggio con solo il 42% dei voti positivi) ai generali Suvorov, Nevskij, Bagration e Kutuzov, fu "zar" a tutto tondo e ricostruttore del mito della Grande Russia. Un esempio migliore da seguire per Putin.

Gorbaciov e Eltsin? Visti negativamente

Nel sondaggio di Russian Field su tredici leader le ultime due posizioni sono occupate dai predecessori di Putin: Mikhail Gorbacev è penultimo col 19% di opinioni positivie e ben il 64% di impressioni negative. Boris Eltsin ultimo, invece, col 17% di voti favorevoli e il 63% di opinioni negative.

I leader degli anni Ottanta e Novanta sono associati, nella narrazione russa, al declino e alla perdita di prestigio. E proprio sulla diversità rispetto a loro era, di fatto, Putin ha costruito le basi del suo consenso. Rivendicando, non senza ragioni nel primo decennio del suo mandato, un rilancio dell'economia e del prestigio globale di Mosca che però dal 2014 in avanti, con la Crimea, si è iniziato a scontrare con le sanzioni e l'aumento del braccio di ferro con l'Occidente.

In quest'ottica, è bene ricordare che nel sondaggio in questione Putin, che ha governato già per un periodo di tempo maggiore a quello passato al Cremlino da Gorbacev e Eltsin messi assieme, non c'è. Russian Field non è un ente ritenuto sotto il diretto controllo del Cremlino: autocensura per evitare guai? O timore che un sondaggio divisivo possa aprire una breccia sulla figura di Putin e compromettere l'attività del think tank? Difficile dirlo. Certamente, sarebbe interessante capire se nel giudizio storico, che è diverso da quello politico immanente, Putin sia considerato dai russi più vicino ai tre grandi leader visti come modernizzatori e avanzatori del prestigio nazionale nella sua narrativa o alle figure più divisive a cui è associata una fase di regresso del Paese. Dopo un anno e mezzo di guerra in Ucraina e sue conseguenze, certamente i piatti della bilancia sono meno equilibrati a favore della prima opzione rispetto al passato.

Kharkiv, parlano i sopravvissuti: «Torture, sevizie sessuali con scariche elettriche. Così siamo fuggiti dai territori occupati dai russi». Lorenzo Cremonesi su Il Corriere della Sera mercoledì 16 agosto 2023. 

Sono riusciti a scappare attraverso il «corridoio verde»: «Gli uomini vengono torturati con elettroshock sui genitali. Minacciano di prendere i nostri figli e farli adottare da famiglie russe»

«Le autorità d’occupazione russe torturano in modo metodico gli uomini che rifiutano di fare il servizio militare. E per tanti sono sevizie sessuali continue, con elettroshock ai genitali e ogni tipo di violenza immaginabile. Una politica del disprezzo e dell’umiliazione di massa per imporre i loro piani di annichilimento della nostra identità nazionale», denunciano gli ucraini che riescono a uscire dai territori occupati e tornare nel loro Paese. 

Li incontriamo nel centro di accoglienza a Kharkiv della «Shlokh Ukraine» (Strada per l’Ucraina), l’organizzazione umanitaria che si occupa di assisterli. Un fenomeno poco conosciuto. Le ultime ondate rilevanti di persone in fuga le avevamo seguite nella primavera 2022 ed erano civili in arrivo a Zaporizhzhia da Mariupol e dal Kherson. Ma negli ultimi mesi si è aperto a intermittenza un nuovo «corridoio verde» di gente che riesce a evacuare dal Donbass, Mariupol e dalle altre regioni occupate nel sud, entra in Russia vicino a Rostov, si sposta verso Belgorod, attraversa a piedi e sotto la minaccia degli spari per oltre 3 chilometri la «terra di nessuno» del confine tra il villaggio russo di Kolotilovka e quello ucraino di Pokrovka, per raggiungere la città di Sumy sulla via di Kharkiv. 

I numeri non sono alti. «Parliamo di una media di 100 persone al giorno quando è possibile passare, per lo più anziani e donne. Però, tra le interruzioni per la guerra e gli alt improvvisi imposti dalle autorità russe, raramente superano i 1.000 al mese. L’ultimo blocco è stato dal 24 luglio al 4 agosto. Sappiamo che vorrebbero venire in decine di migliaia, ma scoraggia l’arbitrarietà degli ufficiali russi. In media da quando lasciano le loro case all’arrivo da noi impiegano tra i 5 e 10 giorni, per un viaggio che in tempi normali prenderebbe ben meno di 24 ore. L’ultimo posto di blocco prima della frontiera è controllato dagli agenti del famigerato Fsb (il servizio segreto russo ndr) e loro hanno l’autorità di fermare e arrestare chiunque al «filtration center», come in effetti avviene regolarmente tutti i giorni: i desaparecidos abbondano», denuncia la 34enne Irina Dudkina, che ha l’incarico di accoglierli alla fine di quella che qui chiamano «la marcia della paura». 

Uno dei motivi di rinuncia per le famiglie con neonati è che Mosca considera russi i bambini nati sotto occupazione. S’impone così l’ultimatum fondato sul ricatto dei sentimenti. «Se volete andare in Ucraina siete libere, ma i vostri figli restano qui e verranno adottati da famiglie russe»: è il diktat che angoscia le madri chiamate a scegliere in pochi minuti tra l’amore per la patria e la libertà, oppure per i figli.

Per gli uomini sopra i 18 anni il motivo più frequente che induce a partire è la lettera di precetto. «L’ho ricevuta a fine luglio. Era l’ordine di presentarmi al distretto militare di Lugansk entro il primo agosto. Avrei dovuto andare a combattere contro i miei compatrioti ucraini. In caso contrario, sarei stato arrestato come disertore», dice il 30enne Artiom, appena arrivato a Kharkiv con la moglie 29enne Anastasia e i loro quattro bambini di età compresa tra 4 e 11 anni. «I russi erano arrivati al nostro villaggio di Starobelsk il primo marzo 2022. All’inizio ci hanno ignorato, credevano di vincere facile. Poi la situazione è cambiata gradualmente, sono iniziate le perquisizioni e le minacce, specie da parte dei soldati ceceni e dei volontari filorussi locali. Gente violenta, che entra in casa e ruba a piacimento, specie se capisce che non hai il passaporto russo. Pochi mesi fa i loro servizi segreti hanno scoperto che mio fratello è volontario con la 53esima Brigata di fanteria a Dnipro. Ho avuto paura. Il mio amico Evgenii è stato rapito e torturato per essersi rifiutato di andare militare», aggiunge Artiom. Per Anastasia il problema è cresciuto quando la sanità locale ha rifiutato qualsiasi assistenza medica ai figli, se non con la promessa che sarebbero diventati cittadini russi entro la fine dell’anno.

Ma la storia più drammatica la raccontano la 39enne Irina Golovko e il marito Grigori di 40 anni, appena arrivati con i due figli di 3 e 6 anni. Piangono, si rassicurano, ogni tanto sorridono. Lui è stato in carcere per 7 mesi. «Gli aguzzini torturano con l’elettricità. Lo fanno su tutto il corpo degli uomini, specie ai genitali. A giovani e vecchi, più volte al giorno. Ci odiano, dicono che siamo gay depravati schiavi degli europei. L’unico modo per essere libero è stato accettare di farmi riprendere in un video dove denuncio il nazismo ucraino», dice lui. Vengono dal villaggio di Golapristan, sulla sponda orientale del Dnipro, che venne devastato dall’inondazione provocata dall’attacco russo contro la diga di Nova Kachovka il 6 giugno. Grigori dopo la liberazione ha visitato brevemente Goalpristan. Mostra le foto della loro casa devastata e dice: «Tutto è stato distrutto dalle acque, i russi non hanno fatto nulla per aiutare la gente. Ci sono centinaia di cadaveri insepolti. Esigono che gli ucraini diventino russi: oppure morti o profughi. Ci hanno lasciati partire perché non ci vogliono più».

Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “la Stampa” lunedì 14 agosto 2023

Esiste un tabù che non viene quasi mai menzionato, negli interminabili dibattiti su cosa in Russia sia andato storto, e quando il Cremlino abbia voltato le spalle alla visione occidentale della democrazia. Il momento in cui è accaduto – o almeno in cui è diventato chiaro – non è un segreto, anzi, è avvenuto sotto gli occhi di tutto il mondo, trasmesso in diretta dalla Cnn. 

Era il 4 ottobre 1993, il giorno in cui Boris Eltsin ordinò di prendere a cannonate il Parlamento che aveva sciolto nonostante la legge non glielo permettesse, per poi rifondare la Russia postsovietica con una Costituzione che gli conferiva poteri da monarca.

Tutto il resto - dal 9 agosto 1999, quando Eltsin presentò Vladimir Putin come nuovo premier e suo "delfino" prescelto, al 24 febbraio 2022 in cui il presidente russo lanciò bombe sulle città ucraine – è stato la conseguenza di quel giorno, in cui il Cremlino decise che il potere in Russia non avrebbe mai potuto venire trasferito per mezzo delle elezioni, meno che mai nelle mani di una opposizione. 

È singolare che a ricordarlo ai russi sia un uomo rinchiuso in un carcere di massima sicurezza, Alexey Navalny, che ha pubblicato quella che ha definito una «confessione di paura e odio» verso coloro che hanno «venduto, bevuto, dilapidato l'opportunità storica che il nostro Paese aveva negli Anni 90». 

[…] Nella narrazione comunemente accettata sia dei liberali russi, sia dall'Occidente, fino all'arrivo di Putin, la Russia era sul cammino – per quanto complicato dal disastro economico e dalla nostalgia sovietica – verso l'Europa, e negli ultimi 18 mesi quasi tutti, da Bill Clinton ad Angela Merkel, si sono concentrati sui «mea culpa» di non aver compreso a fondo che Putin era il cattivo principale e non solo un autocrate «moderato».

Ma il prigioniero politico che il presidente russo odia al punto da non chiamarlo mai per nome arriva quasi a scagionarlo: «Non è con Putin, è stato con Eltsin, con Tania e Valia (la figlia del primo presidente Tatiana con il marito e capo dello staff del Cremlino Valentin Yumashev, ndr), Chubais, gli oligarchi e tutta la banda del partito e del komsomol che si erano ribattezzati democratici, che nel 1994 invece che andare verso l'Europa siamo andati in Asia Centrale». 

Non è stato Putin, messo al Cremlino dalla «famiglia» eltsiniana. Le sue svolte – i bombardamenti della Cecenia nel 2000, il blitz contro le tv private nel 2001, la strage della Dubrovka nel 2002, l'arresto di Mikhail Khodorkovsky nel 2003, l'abolizione delle elezioni locali dopo la tragedia di Beslan nel 2004, i primi omicidi degli oppositori nel 2006, il discorso di Monaco nel 2007, l'attacco alla Georgia nel 2008 – sono state cruciali nell'involuzione del dittatore, e del suo popolo, che si sono alimentati a vicenda di rancori e risentimenti imperiali. Ma «non c'è stato un golpe, palese o strisciante, degli uomini del Kgb, sono stati i cosiddetti riformatori democratici a chiamarli», ricorda Navalny.

Nelle elezioni del 1996 Eltsin aveva vinto grazie ai brogli, ai soldi degli oligarchi, alla censura nei media sul suo stato fisico e mentale. Il fatto che dall'altra parte ci fosse un comunista stalinista come Gennady Ziuganov (tuttora un pilastro del putinismo) non giustifica il peccato originale. 

[…]  Se esiste davvero una responsabilità dell'Occidente, consiste non nell'aver «ferito l'orgoglio» nazionalista russo, ma nell'aver chiuso gli occhi su una Russia sempre più corrotta e autoritaria, mentre faceva pressioni sull'Ucraina (forse perché non temeva di «umiliarla») per una maggiore democrazia e trasparenza.

[…]  L'appello di Navalny alla purezza degli ideali confligge con la realpolitik che esige «compromessi necessari con persone spiacevoli», e lui stesso lo riconosce. Ma siccome è quasi certo che la fine della guerra coinciderà con un regime change al Cremlino, il «sogno di un dittatore buono» potrebbe ripresentarsi come pericolosa tentazione.

L'Italia riconosce l'Holodomor come genocidio. Ma a sinistra i crimini del comunismo sono ancora un tabù. Gianluca Lo Nostro il 28 Luglio 2023 su Il Giornale.

Il Senato ha approvato la mozione che riconosce la carestia degli anni Trenta ordinata da Stalin come genocidio. Unanimità mancata per poco: chi sono i 4 parlamentari che si sono astenuti

Tabella dei contenuti

 Il ruolo storico della sinistra e la reazione di Kiev

 Che cos'è stato l'Holodomor

 Chi lo riconosce come genocidio

Quando in parlamento un atto viene approvato all'unanimità si consuma un momento di rara coesione nazionale. Due giorni fa in Senato, dov'è stata accolta la mozione n.45 che riconosce l'Holodomor come genocidio ai danni del popolo ucraino, l'unanimità – e di conseguenza anche la coesione nazionale – purtroppo è mancata. E soltanto per una manciata di voti, non contrari, ma di astenuti. Il largo consenso (130 favorevoli provenienti da tutte le forze politiche) ottenuto in parlamento sul crimine perpetrato il secolo scorso dal regime staliniano contro l'Ucraina è stato offuscato dai 4 senatori dell'Alleanza Verdi Sinistra che si sono rifiutati di esprimersi. Questi i nomi dei parlamentari che hanno deciso di non votare né sì né no: Ilaria Cucchi, Peppe De Cristofaro, Aurora Floridia e Tino Magni.

Un comportamento inconcepibile, motivato così da De Cristofaro durante la dichiarazione di voto: "Non voteremo a favore di questa mozione, non per difendere lo stalinismo, ma per l'utilizzo finalizzato allo scontro politico nel presente che si vuole fare di un giudizio storico. Ci sono dei fatti indiscutibili, ma c'è anche un'interpretazione di quei fatti dal nostro punto di vista discutibile e tendenziosa", ha detto, aggiungendo che la grande carestia ha interessato più luoghi all'interno dell'Urss e non soltanto l'Ucraina. "Noi ci asterremo sulla mozione n. 45, perché concordiamo completamente sulla denuncia dello stalinismo, ma non concordiamo neanche un po' sulla sacralizzazione del nazionalismo che di questa mozione è il vero obiettivo", conclude, ritenendo poi "inesistente" la continuità tra l'Unione Sovietica e Putin. Sarà pure vero che il neo Zar non condivide gli ideali del socialismo reale, ma se allora la continuità tra i due Stati è insussistente perché la Federazione russa ha ereditato in automatico il seggio dell'Urss all'Onu? E perché non ha rinunciato al suo arsenale nucleare, visto che le repubbliche sovietiche si sono dissolte creando nuovi Stati indipendenti? Chi è il responsabile delle azioni dello Stato russo, se non il governo russo? Domande senza risposta, che forse celano un altro atteggiamento.

Il ruolo storico della sinistra e la reazione di Kiev

Per una parte della sinistra italiana – non tutta, dato che questa mozione è stata adottata grazie anche ai voti del Partito democratico – il retaggio culturale dell'Unione sovietica è ancora un tabù che le impedisce di uscire dalla vecchia logica dello scontro tra blocchi (quello occidentale capitalista contro quello sovietico socialista) che ha dominato la politica italiana per tutto il Secondo dopoguerra. La conseguenza estrema di tale reticenza, forse motivata da un'anacronistica nostalgia, porta a momenti di evidente imbarazzo che da un lato mettono a disagio il governo, dall'altro compromettono la reputazione internazionale di un Paese che ha fatto del sostegno non solo militare ma soprattutto morale all'Ucraina uno dei capisaldi della sua politica estera. Il 15 febbraio scorso la commissione Esteri della Camera aveva accolto all'unanimità una risoluzione presentata dal presidente Giulio Tremonti e firmata anche da 2 deputati del Movimento 5 Stelle e dalla dem Lia Quartapelle che impegnava l'esecutivo a riconoscere l'Holodomor "per la promozione in Italia e all'estero della consapevolezza e del ricordo di quella tragedia".

Per nostra fortuna, però, da Kiev sono arrivati messaggi di apprezzamento per la presa di posizione del parlamento italiano. "Sono grato al Senato italiano per aver riconosciuto l'Holodomor del 1932-1933 come genocidio del popolo ucraino. Questo importante passo ristabilisce la giustizia storica, onora milioni di vittime e mette in guardia le generazioni future dal crimine di genocidio. Grazie mille", ha scritto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba su Twitter condividendo un'istantanea del voto dove risaltano quei quattro "ribelli". Il ringraziamento più importante è arrivato dal presidente Volodymyr Zelensky in persona, abituato dai primi giorni della guerra a esternare la sua gratitudine verso i partner occidentali con tweet brevi e diretti.

Che cos'è stato l'Holodomor

Ma che cos'è stato l'Holodomor e perché l'Italia è intervenuta ufficialmente per condannare le azioni di uno Stato che oggi non esiste più ma il cui successore (la Federazione russa) non ha mai chiesto scusa e per il quale continua a negarne l'intento genocida? L'Holodomor fu una carestia scatenata dal dittatore sovietico Iosif Stalin tra il 1932 e il 1933. Per garantire il raggiungimento delle quote fissate sull'agricoltura, lo Stato ordinò la confisca del bestiame e dei raccolti. Secondo un decreto del 1931, chiunque – perfino un bambino – raccogliesse il grano senza il permesso del governo veniva considerato alla stregua di un ladro e poteva essere fucilato sul posto con l'accusa di aver rubato "proprietà socialista". L'Holodomor causò la morte di un numero incalcolabile di persone: le stime più conservative partono dai 3 milioni e mezzo mentre secondo altri studiosi le vittime sarebbero 10 milioni.

All'epoca Stalin si sentiva minacciato dal pericolo di una "controrivoluzione" nell'ingombrante repubblica ucraina, incorporata nel 1922 nell'Urss. Le velleità indipendentiste e l'impetuosa coscienza nazionale del popolo ucraino rappresentavano un elemento di destabilizzazione per il controllo totalitario operato da Stalin, impegnato a implementare i cosiddetti piani quinquennali con cui intendeva industrializzare in tempi record in Russia, allora una delle nazioni più povere e sottosviluppate d'Europa. Parallelamente, il regime lanciò una campagna di collettivizzazione forzata delle terre, sequestrando derrate alimentari e bruciando, come avvertimento, i raccolti dei contadini che avevano osato opporsi. L'Ucraina era un Paese principalmente agricolo e Stalin intendeva sfruttare il "granaio d'Europa" finanziando i piani quinquennali grazie agli introiti derivanti dall'esportazione di grano all'estero. Sterminati o rimasti senza cibo, gli ucraini furono costretti a nutrirsi di quello che trovavano, anche gli animali domestici. In alcuni casi si ricorse al cannibalismo. L'Unione sovietica non pubblicò mai i dati del censimento del 1937 che mostravano un impressionante crollo demografico in Ucraina, dovuto alla carestia e alla deportazione di civili trasferiti con la forza in Siberia. Per nascondere la strage di innocenti allora venne deciso di ripopolare le aree più colpite dall'Holodomor con immigrati provenienti dalla Russia. Nelle regioni più orientali del Donetsk e del Lugansk i nuovi abitanti di etnia russa furono al centro di questo processo di assimilazione e vennero impiegati nelle miniere di acciaio e carbone del Donbass.

Chi lo riconosce come genocidio

Oggi l'Holodomor è riconosciuto come genocidio da 34 Stati e dall'Unione europea. Quest'anno, oltre all'Italia, sono state introdotte delle risoluzioni dai parlamenti di Belgio, Croazia, Francia, Islanda e Slovenia. Ciononostante, il Cremlino ha sempre negato la sua responsabilità, sostenendo invece che le ragioni della carestia degli anni Trenta sarebbero banalmente riconducibili a una particolare stagione sfortunata per i raccolti, incentivata da Stati Uniti ed Europa che volevano invece il grano gratis da Mosca. Raphael Lemkin, "inventore" del termine genocidio, nel 1953 descrisse l'Holodomor come un "classico esempio di genocidio sovietico, il suo più lungo e ampio esperimento di russificazione: la distruzione della nazione ucraina". La Convenzione sulla prevenzione e repressione del crimine di genocidio dell'Onu inquadra il genocidio come un crimine internazionale se risponde a una delle seguenti attività: uccisione dei membri di un gruppo; gravi danni fisici o mentali causati ai membri di un gruppo; infliggere deliberatamente a un gruppo condizioni di vita mirate a determinarne la distruzione fisica totale o parziale; imporre misure volte a prevenire le nascite all’interno di un gruppo; trasferimento forzato dei bambini di un gruppo in un altro gruppo.

Intanto l'ambasciata russa ha inviato una lettera ai legislatori italiani invitandoli a non equiparare i morti dell'Holodomor, definita "tragedia comune risultato della sovrapposizione di errori gestionali da parte delle amministrazioni regionali delle zone agricole dell’Urss sulle condizioni climatiche sfavorevoli dei primi anni Trenta il cui ricordo unisce i popoli di Russia, Ucraina e Kazakistan", a un genocidio. "Dobbiamo tenere aperto il dialogo con Mosca e sappiamo bene qual è la loro posizione. Noi la pensiamo in modo assolutamente diverso. Non condividiamo le affermazioni contenute nella lettera dell'ambasciata russa. L'ambasciatore è l'ambasciatore ma lettere così si respingono al mittente", ha commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Il genocidio per fame fu il primo atto di violenta aggressione russa all’Ucraina. Holomodor, la storia dell’antico odio russo-ucraino. Paolo Guzzanti su Il Riformista il 28 Luglio 2023 

Tutti conoscono il detto sarcastico secondo cui “i comunisti mangiano i bambini”. Il sarcasmo è stato usato per molto tempo dopo i fatti del biennio 1932-33 per[1]ché tutti i giornali del mondo avevano descritto la strage in Ucraina come una deliberata decisione di Joseph Stalin quando decise eliminare gli agricoltori proprietari della loro terra che avevano dato vita a un grande benessere economico con il libero mercato dei loro prodotti.

Stalin ordinò che tutti i prodotti fossero consegnati allo Stato. I contadini cominciarono a morire di fame. Quando Winston Churchill andò a Mosca subito dopo il rovesciamento dei fronti, riuscì ad instaurare un rapporto umano con Stalin grazie al largo uso di whisky e vodka.

Con loro era sempre il segretario personale di Churchill, sir Anthony Montague Browne, che nelle sue memorie ricorda il momento in cui Churchill chiese spudoratamente a Stalin quanti milioni di ucraini avesse fatto fuori con la falsa carestia: “Dodici milioni?”. Stalin rispose senza scomporsi “Un po’ di meno, direi la metà”.

Ma il punto più impressionante dell’immane strage riguarda i bambini che morivano di fame per primi e che gli adulti di fame avevano cominciato mangiarne i cadaveri. Gli ufficiali del NKVD specialisti nello scovare ciò che i contadini nascondevano, arrestavano e fucilavano.

Quando Stalin seppe che i contadini tentavano di sfamarsi con i loro morti, ne decretò la fucilazione per “reprimere il disgustoso crimine del cannibalismo”. Alcune macellerie esibivano in vetrina parti di corpi umani e i corrispondenti dei maggiori giornali occidentali riferivano con sdegno questa mostruosità.

Stalin aveva consentito nei primissimi anni Trenta quella mezza privatizzazione che fu chiamata Nuova Politica Economica e che produsse un diffuso benessere nell’intera Unione Sovietica. Questo sviluppo commerciale e alimentare non piacque affatto Stalin, il quale aveva deciso di trasformare l’Unione Sovietica in una potenza industriale e volle che le industrie nascessero proprio nella parte dell’Ucraina più fertile e ricca dei beni della terra, come sarebbe oggi se la Russia non stesse devastandola con una invasione distruttiva e punitiva.

L’industrializzazione si poté realizzare con lo sterminio deliberato di una popolazione compresa fra i sei e i dieci milioni. Tutto l’apparato propagandistico della Unione Sovietica fu subito mobilitato per diffondere una versione adatta all’estero, ripetendo in modo ossessiva che la carestia era stata creata ad arte dai nemici del socialismo. E fu creato anche questo slogan sarcastico usato poi per decenni in tutte le conferenze stampa e nei discorsi dei leader comunisti nel mondo per ridicolizzare chiunque raccontasse la verità: “Come tutti voi sapete, i comunisti mangiano i bambini”.

La verità fu poi ammessa da Michael Gorbaciov e poi di Boris Eltsin, i quali ammisero altre verità negate come protocolli segreti con cui Hitler e Stalin decisero di iniziare insieme la Seconda guerra mondiale. Il genocidio per fame procurata ha ricevuto il nome di Holodomor: fu il primo atto di violenta aggressione russa all’Ucraina. E quando una parte degli ucraini accolse i nazisti come liberatori chiedendo di poter combattere al loro fianco, cosa che in parte avvenne, fu consumata la seconda grande rottura mai più rimarginata e che costituisce il retroterra dell’antico odio che è alla base dell’invasione russa iniziata il 24 febbraio del 2022.

Paolo Guzzanti

L’Economia.

Mosca cieca. Il crollo del rublo e i futili rimedi della Russia al declino della sua economia. Maurizio Stefanini su L'Inkiesta il 17 Agosto 2023

La valuta della Federazione ha toccato i minimi storici sul dollaro e ormai è in calo costante da quando è iniziata la guerra. È un successo delle sanzioni occidentali, che hanno congelato le riserve estere e reso più difficile per il regime fare affari con altri Paesi. Su questo fronte, le contromosse del regime non producono alcun effetto 

Funzionano le sanzioni alla Russia? Sul tema, cui Linkiesta ha dedicato un dossier, ogni tanto arrivano nuove riflessioni, e ad esempio il 6 agosto una testata certamente non sospettabile di simpatia per Vladimir Putin come Le Monde in un editoriale aveva sollevato dubbi, citando appunto una sua inchiesta su una «flotta fantasma» che starebbe contrabbandando petrolio russo, e che rappresenterebbe ormai tra il dieci e il venti per cento della capacità di trasporto totale della flotta mondiale di petroliere. In capo a qualche giorno, però, il rublo ha raggiunto un minimo sul dollaro, che è stato unanimemente attribuito appunto all’effetto delle sanzioni: anche da Le Monde, e soprattutto dal Wall Street Journal, la cui analisi è stata ampiamente citata. Ancora Le Monde, tra tante altre testate, riferisce di come Putin stia provando a lanciare un rublo digitale, appunto nella speranza di riuscire a aggirare le sanzioni.

Lunedì mattina il rublo ha toccato il minimo sul dollaro: centouno rispetto ai sessanta pre-conflitto, e centoundici con l’euro. Significa che la moneta russa valeva ormai meno di un centesimo di entrambe le valute di riferimento. Il giorno stesso il consigliere economico di Vladimir Putin, Maxim Oreshkin ha pubblicato un editoriale sulla Tass in cui ha accusato la Banca centrale russa di aver adottato politiche monetarie troppo morbide.

Elvira Nabiullina, la governatrice dell’istituto, è notoriamente da tempo in una posizione complicata. Si dà per scontato che sia contraria all’avventura in Ucraina, ma è rimasta al suo posto: un po’ per fedeltà all’istituzione, un po’ perché comunque due sue tentativi di dimettersi sarebbero stati respinti. Ha comunque cercato di opporsi a alcune derive pericolose, adesso si è difesa sostenendo che grazie ai suoi interventi l’inflazione è rimasta bassa così come il rischio alla stabilità finanziaria del Paese, ed ha subito convocato una riunione straordinaria del Consiglio di amministrazione che ha aumentato i tassi dall’8,5 per cento annuo al dodici per cento. Una decisione presa per tentare di riportare l’inflazione al quattro per cento entro il 2024, spiega la Tass. Un effetto c’è stato, dal momento il rublo si è un po’ risollevato, fino a quota 96,5 per dollaro e 105,6 per euro.

Ma nel lungo periodo se allarghiamo lo sguardo al valore del rublo prima dell’annessione della Crimea scopriamo che è crollato a meno di un terzo. Il problema di fondo è la riduzione del surplus commerciale russo.

Le sanzioni occidentali hanno infatti congelato le riserve estere della Russia e reso più difficile per il regime fare affari con il mondo esterno. Ciò ha portato a una carenza di prodotti e servizi nel paese e ha fatto aumentare in modo allarmante il costo della vita tra la popolazione. Così a giugno le esportazioni, calcolate in dollari, hanno accusato una contrazione del trentotto per cento scontando in particolare la flessione dei prezzi delle materie prime, mentre le importazioni hanno registrato un incremento del diciotto per cento. Inoltre l’inflazione ha toccato a luglio il livello massimo da cinque mesi portandosi al 4,3 per cento a fronte del 3,3 per cento di giugno, e potrebbe arrivare al 6,5 entro la fine dell’anno. Anche il calo del prezzo del petrolio ha avuto un impatto negativo sull’economia russa, essendo i suoi proventi la fonte principale di entrate del Cremlino. Specie per finanziare questa guerra.

L’aumento dei tassi di interesse ha ora arginato la caduta del rublo, ma ha reso più costoso prendere in prestito denaro in Russia. Ciò rallenta l’economia russa: riduce l’inflazione, ma rende più difficile per le società russe investire e crescere. Anche la vendita delle riserve valutarie da parte della Banca centrale russa è una misura che contribuisce a stabilizzare il rublo, ma con un costo, visto che riduce questo margine di manovra.

Secondo quanto riportato dalle agenzie internazionali, Mosca starebbe a questo punto valutando anche l’introduzione di forme di controllo dei capitali a difesa del rublo: la vendita obbligatoria dei proventi derivanti dalle esportazioni e limiti ai trasferimenti bancari in valuta estera potrebbero essere tra le misure allo studio.

Ma, soprattutto, ci sarebbe questo rublo digitale basato sulla tecnologia blockchain, la cui fase di test è iniziata proprio a ferragosto. «Vtb è diventata la prima banca a testare con successo le transazioni in rubli digitali sulla sua app mobile», ha dichiarato la seconda banca più grande della Russia in una nota.

La Banca Centrale Russa aveva annunciato che dodici banche e seicento privati stavano testando questa fase sperimentale. Al momento potranno effettuare pagamenti presso trenta punti vendita dislocati in undici città del Paese. A lungo termine, «le operazioni saranno gratuite per i cittadini e con una commissione minima per le aziende», ha detto la Banca Centrale Russa. A differenza delle criptovalute, che utilizzano anch’esse la tecnologia blockchain, il rublo digitale fa parte del modello Cbdc: Central Bank Digital Currency. Sarebbe controllato dalla Banca Centrale e conservato nei portafogli elettronici, con la sicurezza garantita dal servizio di sicurezza federale Fsb. E si può immaginare dove arriverebbe la possibilità di controllo sui cittadini.

La Fake News.

Dal "traditore" Gorbaciov alla guerra all'Ucraina: così Mosca riscrive i libri di storia. Storia di Andrea Muratore su Il Giornale mercoledì 9 agosto 2023.

I manuali scolastici in Russia per i ragazzi dagli 11 ai 17 anni avranno, nell'insegnamento della storia, la narrazione sulle aspirazioni imperiali del Paese e la giustificazione dell'attacco all'Ucraina al centro. A dichiararlo il ministro dell'Istruzione russo, Sergey Kravtsov, che ieri ha presentato la nuova versione dei testi scolastici ufficiali del suo dicastero per l'insegnamento della storia dal 1945 a oggi. Tra gli autori figura anche il consigliere presidenziale Vladimir Medinskij, già ministro della Cultura.

Un testo che, ha detto Kravtsov in conferenza stampa a Mosca, è stato "scritto in poco più di cinque mesi" per "trasmettere gli obiettivi [dell'offensiva russa in Ucraina] agli scolari" e plasmare una visione del Paese funzionale ai desideri di Vladimir Putin. La base dei contenuti del libro sono infatti le prese di posizione pubbliche e gli annunci-manifesto di Putin nei mesi e nei giorni precedenti l'invasione dell'Ucraina. Tesi espresse nell'articolo "Sull'unità storica di russi e ucraini" pubblicato sul sito del Cremlino a firma di Vladimir Putin nel luglio 2021, in cui il presidente russo denunciava che "il muro che è emerso negli ultimi anni tra Russia e Ucraina, tra le parti di ciò che è essenzialmente lo stesso spazio storico e spirituale, a mio avviso rappresenta una sfortuna e una tragedia comune" causata dai "risultati degli sforzi deliberati di quelle forze che hanno sempre cercato di minare la nostra unità" alimentando il nazionalismo e l'autonomismo ucraino contro Mosca. Una presa di posizione consolidata con i discorsi di riconoscimento dell'indipendenza dei separatisti del Donbass e dell'annuncio della guerra a Kiev del febbraio 2022, ampi stralci dei quali sono ripresi nei nuovi testi scolastici.

I testi presenteranno poi contenuti digitali, accessibili tramite QR code, a fianco di mappe aggiornate con l'espansione della Russia dopo l'inizio della guerra e con il riferimento ai territori incorporati dal 2014, con l'annessione della Crimea, al periodo post-invasione. Mirando a legittimare nelle nuove generazioni il consenso alla linea-Putin.

In sostanza gli scolari russi apprenderanno ora che l'Ucraina è uno Stato "nazionalista, in cui ogni riferimento alla cultura russa è perseguitato", ma al contempo "artificiale", la cui distanza dalla Russia è aumentata per iniziativa di quell'Occidente che mira a "destabilizzare la situazione all'interno della Russia" e a sostenere attivamente Kiev per dissanguare Mosca, aggiungendo a ciò sanzioni che rappresentano una minaccia peggiore "di quella posta da Napoleone" due secoli fa.

La riscrittura della storia imporrà, al contempo, una svolta completa anche nelle altre politiche educative legate al recente passato. Rispetto ai libri di testo del passato, infatti, il nuovo testo stigmatizza notevolmente figure come Mikhail Gorbaciov, su cui negli ultimi tempi i giudizi erano sempre stati sostanzialmente neutri, in quanto ritenuto artefice di quella che Putin ritiene la più grande "catastrofe geopolitica del XX secolo", la dissoluzione dell'Unione Sovietica. Grande spazio sarà dato nei testi alla storia dei Paesi non allineati e del Terzo Mondo dell'epoca della Guerra Fredda a cui la Russia vuole guardare con attenzione, obliterando un presunto "eurocentrismo" denunciato da Kravtsov come nocivo per la mentalità russa.

Si vede nelle mosse della politica educativa russa sulla storia tutto il peso della propaganda per consolidare in senso nazionalista e patriottico la cultura collettiva e trasmettere come verità la versione politica attuale, in una fase in cui Putin cerca di capire le linee guida per il futuro del Paese e per la successione al suo sistema di potere. E l'operato di un abile stratega come Mendinskij, che due anni fa conversando con il giornalista italiano Davide Brullo parlava del fatto che "avere una politica storica statale è indispensabile per ogni Paese, soprattutto per quei Paesi che hanno un passato così importante come la Russia" dato che "la politica storica è strettamente legata alla sovranità storica, e quindi alla nostra capacità di interpretare autonomamente la nostra storia e la nostra visione di sviluppo futuro".

Una presa di posizione chiara e netta che rende Mendinskij, consigliere di Putin su queste tematiche, il regista del processo con cui la narrativa russa si sta rivoluzionando: negli anni in Russia sta venendo valorizzata la narrazione dell'impero zarista, specie nella fase della guerra contro Napoleone, e quella dell'Unione Sovietica di Stalin, funzionale a Putin in quanto vincitore della guerra col Terzo Reich e padre dell'attuale potenza militare russa, mentre sono letti in senso più negativo l'operato di Lenin, che avrebbe compiuto il peccato originale di annacquare la solida tenuta della centralità russa sulle periferie come la stessa Ucraina, e del "traditore" Gorbaciov. La riscrittura della storia, ha ricordato lo Smithsonian Institute, era del resto una tradizione nel sistema educativo sovietico. Putin ne recupera i capisaldi adattandoli alla sua visione identitaria e nazionalista. Mirando a fare dell'educazione un'arma per consolidare il consenso ai progetti egemonici di Mosca sul medio e lungo periodo, conquistando i cuori e le menti delle nuove generazioni.

Estratto dell’articolo di Gabriele Carrer per formiche.net mercoledì 9 agosto 2023.

Secondo Eusebio Filopatro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni “nuota in acque agitate sacrificando gli interessi nazionali a un supino iperatlantismo”. 

Secondo Eusebio Filopatro ciò è dimostrato dal fatto che Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, “ha protestato minacciando il lancio di un nuovo partito”. 

Secondo Eusebio Filipatro la stessa Meloni dovrebbe essere prudente sul de-risking dalla Cina e sui rapporti con gli Stati Uniti: mentre veniva ricevuta dal presidente statunitense Joe Biden, il New York Times “ha scritto un duro editoriale con il suo ritratto sfigurato”, “lei stessa, il suo governo, la sua coalizione sono profondamente antipatici all’’attuale amministrazione statunitense”.

Secondo Eusebio Filopatro dovrebbe fare visita in Cina, prima di decidere sul rinnovo del memorandum d’intesa sulla Via della Seta, dove troverà “una potenza che non proietta preferenze ideologiche e di politica interna sui partner”. 

Ma chi è Eusebio Filopatro? Un “analista di politica estera per Italia e Unione europea” che ha affidato i suoi pensieri al Global Times, tabloid in lingua inglese della propaganda del Partito comunista cinese, molto impegnato a criticare l’intenzione italiana di non rinnovare il memorandum d’intesa sulla Via della Seta nel decennale del lancio da parte del leader Xi Jinping.

Ma cercando “Eusebio Filopatro” su Google gli unici risultati rimandano a Eusebio Filopatro, pseudonimo del gesuita Giuseppe Sanfelice, vissuto tra il XVII e il XVIII secolo. Tanto da far dubitare dell’esistenza di Eusebio Filopatro, analista di politica estera per Italia e Unione europea. […] 

Non è la prima volta che emergono dubbi sugli esperti interpellati del Global Times. Due anni fa era emerso il caso di Wilson Edwards, biologo svizzero citato anche da altri media di Stato della Cina (compresa l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua), dal Partito comunista cinese e dal governo di Pechino per le sue posizioni critiche nei confronti delle indagini degli Stati Uniti sull’origine del Covid-19 (crisi internazionale che la propaganda cinese ha tentato di sfruttare, anche in Italia). 

L’ambasciata svizzera in Cina aveva diffuso una nota “alla ricerca di Wilson Edwards”: “Se esisti, vorremmo conoscerti! Ma è più probabile che si tratti di una notizia falsa e chiediamo alla stampa e ai netizen cinesi di rimuovere i post”. […]

La democrazia scandinava. Il labile confine tra libertà e offesa, il corano in fiamme in Svezia e Danimarca e la disinformazione russa. Alessio De Giorgi su Il Riformista il 3 Agosto 2023 

È libertà di espressione bruciare una copia di un testo sacro, che sia Corano o Vangelo poco importa? Ed è libertà di espressione farlo di fronte ad ambasciate di paesi fortemente legati a quelle religioni, con un palese gesto di sfida e di provocazione?

E se questo rischia di mettere in crisi le relazioni internazionali del tuo Paese, in un quadro politico assai delicato, con una guerra alle porte e sotto i colpi di una fortissima campagna di disinformazione, può la nazione al mondo da sempre tra le prime nelle classifiche mondiali delle libertà di espressione derogare in queste circostanze a tali diritti fondamentali? In sintesi estrema ciò che sta accadendo in Svezia ed in parte anche in Danimarca pone esattamente questi quesiti.

I fatti. Da qualche anno prima in Danimarca e poi in Svezia il leader di un piccolo partito di destra estrema ed islamofobica ha iniziato a bruciare copie del corano in manifestazioni pubbliche. Le sue “gesta” sono state recentemente imitate da altri, fino ad arrivare ad un rogo orchestrato di fronte alla moschea centrale di Stoccolma, con uno schieramento di polizia imponente, autorizzato da un tribunale svedese che si era espresso contro le autorità che volevano vietarlo: quest’ultima vicenda, per la sua simbolicità, ha ovviamente scatenato (e sta scatenando ancora) molte reazioni internazionali nei paesi islamici fino ad arrivare ad un vero e proprio assalto di qualche centinaio di manifestanti a Baghdad all’ambasciata di Svezia in Iraq a giugno ed alla successiva espulsione dell’ambasciatore di Stoccolma dal Paese mediorientale.

La discussione in Svezia si protrae da oltre un mese nel dibattito pubblico. Non è cosa di poco conto: nel DNA di tutte le democrazie scandinave la questione della libertà di espressione è fondamentale e non è mai stata messa in discussione, in nessuna occasione. Anche al di fuori della Scandinavia è stata peraltro oggetto di dibattito: basti pensare alla vicenda delle vignette di Charlie Hebdo, che portarono al drammatico attentato a Parigi nel 2015 con la sua scia di 12 morti ed 11 feriti nel quartier generale della rivista satirica.

A forzare la mano (ed anche a scoperchiare ciò che c’è sotto) è stato il moderato premier svedese Ulf Hjalmar Kristersson, da un anno a capo di un governo di coalizione di centro-destra. Kristersson, nel corso dell’ultima settimana, ha più volte denunciato con grande enfasi quella che ha definito una vera e propria campagna di disinformazione orchestrata dalla Russia per impedire alla Svezia di aderire alla Nato, la cui domanda è stata finalmente accettata nell’ultimo vertice di Tallin, ma che deve avere il sì definitivo da parte di tutti gli altri stati membri ed in particolare dal Parlamento della Turchia di Erdogan.

La Russia non è certamente nuova a questo genere di attività di disinformazione. Con una ormai centenaria tradizione alle spalle e con un presidente che è stato a lungo uomo del KGB, la Russia, secondo molti osservatori internazionali, ha fortemente intensificato le sue attività di disinformazione all’estero in Africa – e vediamo in questi giorni in Niger quali sono i risultati -, in Asia, in America ed in Europa. Sì, in Europa. Perché dopo aver sfruttato con grande abilità le maglie larghe aperte dai social media nella seconda metà dello scorso decennio (Brexit, Italia e Catalogna, per citare tre esempi), oggi continua con altre modalità la sua attività in quasi tutti i paesi occidentali.

Tanto che gli allarmi in questi mesi sono arrivati dalla Francia, dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia, dai Paesi nordici e dalla stessa Italia, dove il Copasir si è occupato più volte della questione ma dove, a differenza che in altri Paesi, manca un’autorità preposta a contrastarla.

In questa “guerra” della disinformazione in Scandinavia, parallela a quella reale che si combatte in Ucraina, in gioco c’è lo scacchiere geopolitico del Nord Europa. Dopo quella della Finlandia, l’adesione della Svezia all’alleanza atlantica, adesione sulla quale molti leader occidentali hanno insistito strappando faticosamente e dopo molti mesi un sì ad Erdogan, è cruciale nello scacchiere geopolitico scosso dalla guerra in corso tra la Russia e l’Ucraina, dopo l’aggressione di Putin.

La Svezia infatti, tanto più che è territorio di Stoccolma l’isola di Gotland, quella che alcuni analisti hanno definito una “portaerei inaffondabile in mezzo al Baltico”, è un crocevia importantissimo nell’unico specchio d’acqua che le navi ed i sommergibili russi possono utilizzare per controllare da San Pietroburgo e da Kaliningrad lo stesso Baltico e soprattutto i mari del nord. Con la Svezia dentro l’alleanza atlantica, la Russia sarebbe letteralmente “circondata” nel mar baltico: tutti i paesi che si affacciano infatti aderirebbero a quel punto alla NATO.

La denuncia che Kristersson ha fatto aveva nomi e cognomi: “La Svezia è attualmente obiettivo di campagne di disinformazione sostenute da Stati e da entità paragonabili a Stati, il cui scopo è danneggiare la Svezia e gli interessi svedesi”, ha scritto mercoledì sul suo profilo Instagram Ulf Kristersson, indicando esplicitamente la Russia come mandante, in Svezia e nei paesi islamici, di questa campagna.

Mentre continuano le reazioni nei paesi islamici, sobillati da Mosca e dall’Iran – attore in silenzio, ma che sicuramente sotto traccia lavora nella stessa direzione e coi medesimi interessi -, la controreazione svedese è stata netta ed ha coinvolto anche la Danimarca, paese storicamente amico di Stoccolma: è di due giorni fa una dichiarazione congiunta con la premier danese Frederiksen con la quale i due paesi si impegnano a collaborare contro la campagna di disinformazione, a rafforzare le misure di sicurezza contro il rischio “fortissimo” di attentati terroristici e di valutare insieme come riuscire a conciliare meglio libertà di espressione e di manifestazione col rispetto di ogni credenza religiosa. Da qui, il passo per vietare in futuro manifestazioni come quella del giugno scorso di fronte alla moschea di Stoccolma è davvero breve. Anche per una fiera ed inossidabile democrazia scandinava.

Alessio De Giorgi. Giornalista, genovese di nascita e toscano di adozione, romano dai tempi del referendum costituzionale del 2016, fondatore e poi a lungo direttore di Gay.it, è esperto di digitale e social media. È stato anche responsabile della comunicazione digitale del Partito Democratico e di Italia Viva

Le Profezie.

Estratto dell’articolo di Enrico Franceschini per repubblica.it mercoledì 23 agosto 2023.

 “Entro sei mesi o Prigozhin sarà morto o ci sarà un secondo golpe contro Putin”. Una previsione degna di attenzione, perché a pronunciarla è Christo Grozev, capo delle indagini sulla Russia per Bellingcat, il sito internazionale di investigazioni giornalistiche autore di numerosi scoop sui complotti e gli assassinii organizzati dal Cremlino.

[...] 

Ancora più rilevante per valutare la previsione odierna sulla Russia è il fatto che, nel gennaio scorso, Grozev affermò pubblicamente: “Entro sei mesi Prigozhin si rivolterà contro Putin”.

Ebbene, il tentato golpe lanciato dal capo della Wagner è avvenuto il 23 giugno, dunque entro il periodo di sei mesi da lui previsto. Ora il giornalista investigativo di Bellingcat, che ha ottime fonti in Russia ed è bravissimo a trovare informazioni dai “big data” che circolano online, fa un’altra profezia dello stesso genere: segnalando (e non è il solo a dirlo) che la partita tra Prigozhin e Putin non è chiusa.

“Dopo il tentato golpe di giugno, Putin è andato in tivù e ha definito Prigozhin un traditore”, afferma Grozev in una lunga intervista al Financial Times. “Tutti sanno cosa fa Putin a coloro che definisce traditori. Ma stavolta non è successo nulla. Chiaramente Putin vuole vedere Prigozhin morto, ma non può ancora farlo. Io dico che entro sei mesi o Prigozhin sarà morto o ci sarà un secondo golpe contro Putin. Sono agnostico fra le due possibilità, ma fermamente convinto che una delle due si verificherà”. 

[...]

"Prigozhin ucciso o nuovo golpe...". La profezia-choc sulla Russia. Christo Grozev, del portale Bellingcat, è certo: o Putin eliminerà Prigozhin o ci sarà un nuovo tentativo golpista in Russia nei prossimi mesi. Andrea Muratore il 16 Agosto 2023 su Il Giornale.

"Se Evgenij Prigozhin, patron dei mercenari della Wagner, non verrà ucciso, tra sei mesi in Russia ci sarà un altro colpo di stato, come quello tentato lo scorso 23 giugno": la presa di posizione di Christo Grozev, tra gli analisti di punta della gruppo di analisti di open source intelligence Bellingcat, sul futuro della Russia è netta e apre a analizzare scenari complessi per il post-ammutinamento della Wagner.

Il 54enne Grozev ha parlato in un'intervista al Financial Times per spiegare come a suo avviso la partita aperta dall'ammutinamento possa chiudersi nei mesi a venire e, al contempo, come anche Vladimir Putin non possa dormire sonni tranquilli. Grozev, di cittadinanza bulgara, da diversi mesi prima dell'ammutinamento scriveva sul sito di Bellingcat e su Twitter che a suo avviso le continue tensioni tra la Wagner e il ministero della Difesa russo preconizzassero una possibile rivolta. I fatti gli hanno dato ragione. Ora Grozev, che a febbraio ha dovuto lasciare Vienna dopo che l'Austria si è dichiarata in difficoltà a garantire la sua incolumità fisica di fronte alle minacce russe dopo che il governo di Mosca lo ha classificato come "agente straniero", si trova negli Usa e ha parlato con Edward Luce del Ft dopo averlo incontrato ad Aspen, remota località delle Montagne Rocciose in Colorado.

Per Grozev il Rubicone è stato varcato quando Putin ha definito in televisione i mercenari che si erano rivoltati come dei "traditori" e indicato in Prighozin, di fatto, un nemico da abbattere. Le parole hanno un peso in sistemi come quello russo: "Tutti sanno cosa fanno i russi con i cittadini indicati come traditori e Putin non lo ha fatto", dice Grozev dichiarandosi certo che lo Zar non ha intenzione di ricucire con il suo ex "chef" e "vuole vederlo morto. Ma non può ancora eliminarlo. Tra sei mesi o Prigozhin sarà morto o ci sarà stato un secondo colpo di stato. Non solo quale sia l'opzione più probabile tra i due, ma non riesco a vedere uno scenario in cui non accadrà nessuna delle due cose". Uno scenario in cui a convergere siano blocchi del sistema putiniano, dagli oligarchi all'Fsb, non è da escludere in un contesto in cui per Grozev Putin sta, dopo l'invasione dell'Ucraina, obbligando i russi a vivere in una "grande Corea del Nord".

Putin nel frattempo prende tempo con la guerra in Ucraina e porta avanti una strategia tesa a "ritardare qualsiasi esito militare fino alle elezioni americane. Spera che il sostegno occidentale sarà soffocato da una vittoria di Trump", secondo Grozev. In questo scenario la gestione del futuro della Wagner, la cui permanenza in Bielorussia non è più data per certa, può essere un nodo chiave. Certamente riportare sotto il controllo le truppe mercenarie che si sono ben distinte a Bakhmut è un obiettivo chiave del Cremlino, che non vuole subire indebolimenti del fronte oggi messo sotto stress dalla controffensiva ucraina.

Al contempo, Putin appare ben certo di essersi allevato delle serpi in seno e del fatto che proprio una Wagner tornata a piede libero potrebbe essere nuovamente la centrale di elaborazione di un secondo tentativo golpista. Nonostante l'apparente mediazione di Aleksandr Lukashenko, nonostante un incontro confermato tra Putin e Prigozhin al Cremlino pochi giorni dopo l'ammutinamento e nonostante un tentativo di far rientrare la situazione, dunque, per l'analista investigativo di Bellingcat a Mosca deve ancora suonare l'ora della resa dei conti. E nei prossimi mesi i rapporti Putin-Prigozhin e i movimenti nell'élite e lo Stato profondo russo andranno monitorati con attenzione.

I Pacifondai.

I Brics si allargano: cosa significa per il mondo? Luca Romano il 25 Agosto 2023 su Il Giornale

I leader del club Brics hanno aperto le porte a sei nuovi Paesi. Il presidente cinese Xi Jinping: “Questa espansione è storica”

Giovedì i leader del club Brics hanno deciso di aprire le porte ad altri sei Paesi: Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti si sono uniti al gruppo che comprende Cina, Russia, India, Brasile e Sudafrica.

L’annuncio è arrivato nel corso di una conferenza stampa tenutasi durante il quindicesimo vertice Brics, alla quale hanno partecipato il presidente cinese Xi Jinping e gli altri leader della cooperazione, tra cui il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e il primo ministro indiano Narendra Modi. Il presidente russo Vladimir Putin ha partecipato in videocollegamento. L’adesione dei sei nuovi membri entrerà in vigore a partire dal primo gennaio 2024. "Questa espansione del numero dei membri è storica" sono le parole di Xi Jinping, che ha invitato i membri Brics a collaborare per scrivere un nuovo capitolo di solidarietà e cooperazione tra i mercati emergenti ed i Paesi in via di sviluppo.

I leader Brics si sono congratulati con i nuovi Paesi membri e hanno espresso grande fiducia nel futuro. “Questa espansione rappresenta un nuovo punto di partenza”, conferma il presidente cinese Xi, “porterà nuovo vigore al meccanismo di cooperazione del gruppo e rafforzerà ulteriormente la forza per la pace e lo sviluppo nel mondo”.

I Paesi Brics hanno raggiunto un accordo sulla prima fase del processo di espansione e seguiranno altre fasi, ha confermato il presidente Ramaphosa: “Apprezziamo gli interessamenti da parte di altri Paesi nella costruzione della partnership Brics”. Nel corso del quindicesimo vertice, i leader si sono soffermati sulla necessità di concentrare gli sforzi per un mondo più giusto, inclusivo e prospero.

Il presidente brasiliano Lula ha rimarcato che l’interesse di altri Paesi ad aderire alla cooperazione dimostra quanto sia rilevante il perseguimento di un nuovo ordine economico mondiale. Pieno sostegno all’allargamento dell’alleanza anche da parte del premier indiano Modi: "L'India ha sempre creduto che l'aggiunta di nuovi membri rafforzerà ulteriormente il Brics come organizzazione e darà un nuovo impeto agli sforzi condivisi. Questo rafforzerà anche la fiducia di molti Paesi in un ordine mondiale multipolare".

Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che Mosca stabilirà relazioni giuste con tutti i Paesi che faranno parte dei Brics, con l’obiettivo di espandere nella comunità internazionale l’influenza di questo modello di cooperazione.

L’adesione al gruppo è diventata un obiettivo attraente per i Paesi in via di sviluppo, spiega Xi Jinping: "L'espansione riflette la volontà dei Paesi membri di unirsi e cooperare con altre realtà in via di sviluppo, soddisfa le aspettative della comunità internazionale e serve gli interessi comuni dei mercati emergenti e dei Paesi in via di sviluppo".

Nonostante le turbolenze nel panorama internazionale, i Brics, che coprono oltre il 40 per cento della popolazione mondiale e rappresentano un quarto dell’economia globale, hanno ottenuto notevoli risultati contribuendo a promuovere lo sviluppo comune e ad affrontare le sfide globali, compreso il crescente divario economico tra i paesi Nord e Sud, il cambiamento climatico e la governance digitale.

La New Development Bank (NDB), fondata dai Brics, con sede a Shanghai, riassume gli sforzi dell’alleanza per affrontare le sfide infrastrutturali e di sviluppo, portando avanti al contempo l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.

Come prima istituzione finanziaria multilaterale globale avviata interamente dai Paesi in via di sviluppo, la NDB ha sin qui approvato 98 progetti per un valore totale di 33,2 miliardi di dollari, fornendo una garanzia per la costruzione di infrastrutture e lo sviluppo sostenibile nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, contribuendo così alla crescita globale.

La NDB ha avuto un occhio di riguardo per la sfera green, poiché circa il 40 per cento dei progetti della banca sono focalizzati sulla mitigazione e sull’adattamento ai cambiamenti climatici.

Per quanto concerne la sfera digitale, il gruppo ha redatto il cosidetto Brics Digital Economy Partnership Framework, accendendo i riflettori sui punti in comune e le complementarità tra membri nell’economia digitale.

La Cina è un investitore chiave della cooperazione. Le importazioni e le esportazioni di Pechino con gli altri membri sono aumentate del 19,1 per cento su base annua raggiungendo 2,38 trilioni di yuan (circa 330,62 miliardi di dollari) durante il periodo gennaio-luglio, secondo i dati dell'Amministrazione generale delle dogane.

 Dall'Argentina all'Iran: si allargano i Brics. Dal prossimo gennaio altri 6 Paesi nel blocco anti-occidentale. Chiara Clausi il 25 Agosto 2023 su Il Giornale.

I Brics avranno altri sei membri dal primo gennaio 2024: Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. Lo ha annunciato il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, nel corso della conferenza stampa finale del vertice di Johannesburg. I Paesi del Brics finora sono Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. «Sottolineiamo l'importanza di incoraggiare l'uso delle valute locali nel commercio internazionale e nelle transazioni finanziarie tra i Brics e i loro partner» si legge nelle conclusioni sul sito del summit. L'obiettivo è infatti emanciparsi dalla supremazia del dollaro sui mercati. Ramaphosa ha spiegato fra l'altro: «La nostra visione del Brics» è quella di «paladino dei bisogni dei popoli del Sud Globale». Vladimir Putin nel collegamento video, perché la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti a marzo, non ha fatto menzione dello schianto del jet in cui avrebbe perso la vita Yevgeny Prigozhin, ma ha parlato dell'espansione del gruppo Brics «per far sì che cresca la sua influenza nel mondo». I Paesi del «miliardo d'oro» appartenenti al sistema occidentale, cercano di imporre le loro regole «per preservare il mondo unipolare», ha detto il presidente russo. Secondo Putin il loro è «colonialismo in una nuova confezione». «I Brics, dopo la loro espansione, sono uno dei pilastri portanti di un nuovo ordine giusto basato sui principi della Carta delle Nazioni Unite. E non nella loro interpretazione distorta», ha aggiunto il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov. Xi Jinping ha pure espresso soddisfazione per gli accordi raggiunti, e ha osservato che l'allargamento dei Brics «rappresenta un nuovo capitolo nella collaborazione dei Paesi emergenti e in via di sviluppo». Xi infatti si è molto speso per consolidare il gruppo allo scopo di bilanciare il peso di iniziative occidentali, come il G7.

È intervenuto poi il premier indiano Narendra Modi: «Questo rafforzerà anche la fiducia di molti Paesi in un ordine mondiale multipolare». Con l'ingresso dei nuovi Paesi le nazioni Brics «rappresenteranno il 36% del Pil mondiale e il 47% della popolazione del pianeta», ha fatto notare il presidente brasiliano Lula da Silva. I paesi del blocco inoltre hanno espresso la loro posizione a favore della risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina. La dichiarazione finale contiene anche delle proposte di mediazione.

Chiara Clausi

Così gli Stati Uniti cercano di convincere l’Ucraina a negoziare. La controffensiva non sta andando bene e le vittime aumentano. Perciò negli Usa crescono i malumori. Il messaggio dall’amministrazione Biden è: occorre cedere su qualcosa e trattare per la pace. E anche Zelensky, per la prima volta, apre a una soluzione politica sulla Crimea. Sabato Angieri su L'Espresso il 28 Agosto 2023

In Ucraina si dovrà trattare. Non in un ipotetico futuro, ma presto. E non è detto che agli alti livelli non siano già stati stabiliti contatti. Il motivo è semplice: la controffensiva ucraina sta fallendo e non si intravedono spiragli per una svolta, mentre il numero dei morti e degli inabili al combattimento aumenta significativamente.

A dirlo non sono i movimenti di pacifisti o i simpatizzanti malcelati di Vladimir Putin, ma il New York Times e il Washington Post nella stessa settimana. Se le due principali testate statunitensi – che dall’inizio della guerra si sono spesso fatte portavoce di messaggi dell’amministrazione di Joe Biden rivolti al mondo e ai vertici ucraini – scrivono che Kiev dovrà cedere qualcosa per avere la pace, non lo si può ignorare.

Nello specifico, «gli ambienti dei servizi segreti statunitensi ritengono che la controffensiva ucraina non riuscirà a raggiungere la città chiave di Melitopol», che si trova nel Sud-Est del Paese, sulla costa del Mar Nero. Melitopol è stata più volte indicata dai vertici militari ucraini come un obiettivo fondamentale per tagliare la linea dei rifornimenti terrestri dalle regioni russe alla Crimea. Riuscire a spezzare il fronte in quel punto significherebbe impedire alle truppe di occupazione di ricevere aiuti dalle retrovie e permetterebbe la riconquista di Kherson est, oltre all’intensificarsi delle azioni contro la Crimea. Ma, al netto di qualche piccola avanzata a Sud di Zaporizhzhia, i soldati ucraini non sono riusciti a scalfire la linea delle difese russe.

«Bisogna avere pazienza», continuano a ripetere i vertici ucraini, Volodymyr Zelensky in testa. Fino a poco tempo fa lo sostenevano (almeno ufficialmente) anche Oltreoceano. Ma due nuove preoccupazioni adombrano ancora di più il campo. Le elezioni presidenziali del 2024 negli Usa e il numero dei caduti sul campo. 

Se Donald Trump dovesse avere la possibilità di correre per la presidenza, l’Ucraina diventerà senz’altro uno dei temi caldi della campagna elettorale. I Repubblicani hanno già fatto capire che iniziano a essere stanchi e in più di un’occasione Kevin McCarthy, il presidente della Camera, ha dichiarato che gli Usa non hanno «firmato un assegno in bianco» a Kiev. Infatti, la nuova richiesta del presidente Biden – ovvero lo stanziamento di ulteriori 24 miliardi di dollari per sostenere l’Ucraina – non ha raccolto lo stesso entusiasmo del dicembre 2022, quando Camera e Senato avevano approvato senza indugi ben 45 miliardi di dollari per il Paese invaso dalla Russia. Biden aveva insistito sul fatto che quello «sforzo straordinario» avrebbe permesso a Kiev di condurre un’operazione decisiva, che avrebbe palesato la sconfitta militare russa e costretto Mosca a trattare alle condizioni di Zelensky.

Così non sembra e, infatti, il principale sfidante repubblicano di Trump, Ron DeSantis, ha iniziato a mettere in discussione il ruolo di Washington nel conflitto. Non ai livelli dell’ex presidente, ora indagato, che si è detto sicuro di poter «risolvere il conflitto in 24 ore». In che modo non è chiaro, ma tutto lascia supporre che il governo ucraino non ne sarebbe felice.

Tuttavia, per la campagna elettorale bisognerà aspettare l’anno nuovo. Il problema imminente, semmai, sono i soldati. Il Nyt, nelle scorse settimane, ha pubblicato delle cifre impressionanti: le perdite militari della Russia si avvicinano a 300 mila unità, di cui 120 mila morti e 170-180 mila feriti; i morti ucraini, invece, sfiorano i 70 mila e sarebbero 100-120 mila i feriti. Considerato l’attuale stallo della controffensiva e il probabile ritorno a una guerra d’attrito nei mesi freddi, Kiev ha bisogno di fanti e, al netto delle nuove reclute, non può permettersi perdite ingenti.

Gli studiosi militari dicono che le forze che vanno all’attacco hanno bisogno di un numero di soldati tre volte superiore rispetto a chi difende. Infatti, l’anno scorso la strenua e vittoriosa difesa degli ucraini lasciò il mondo sorpreso. Si ipotizzava un rapporto di un morto o ferito grave ucraino a fronte di sette russi. Ora questo rapporto si sarebbe ridotto a uno a tre. Nel frattempo, i reparti speciali addestrati dai Paesi Nato sono in attesa di un corridoio sicuro tra le linee nemiche per essere impiegati. «Non possiamo permetterci di mandare i migliori dei nostri al macello», lasciano intendere i vertici delle forze armate di Kiev, mentre chiedono più munizioni agli alleati.

Se ci si concentra su queste notizie è perché non si tratta solo di articoli giornalistici. Le «fonti anonime» del Pentagono, del governo e dell’esercito che sono evocate come riferimento non fanno altro che veicolare la linea della Casa Bianca. Quando il Nyt e il Wp pubblicano qualcosa se ne parla in tutto il pianeta. E allora quale migliore strumento per annunciare – come è successo, per esempio, in occasione degli attentati al gasdotto Nord Stream o alla figlia dell’ideologo nazionalista russo Alexander Dugin – che «potrebbero essere stati gli ucraini»? In quelle occasioni il messaggio era chiaro: gli Usa sono estranei e contrari a queste operazioni, che sono concepite e messe in atto dall’intelligence ucraina.

Infatti, «non vogliamo lo scontro con la Russia», ha ribadito in più occasioni l’amministrazione Biden ed è quasi scontato che sia vero. A che pro impegnarsi in un conflitto diretto, nel quale le due principali potenze nucleari globali potrebbero aprire le porte dell’Apocalisse, quando Putin ha deciso scientemente di invadere l’Ucraina e di attirarsi il biasimo di mezzo mondo, interrompendo (quasi) ogni scambio con i Paesi europei e costringendo Mosca a cercare nuovi alleati (resi, tra l’altro, baldanzosi dalle difficoltà economiche del gigante eurasiatico)? Il gas russo in Europa occidentale non arriva più, la Nato sta vivendo una seconda giovinezza, gli Usa sono quasi riusciti a far dimenticare la figura tremenda del ritiro dall’Afghanistan e il rublo crolla del 12 per cento.

No, dunque, Washington non ha bisogno che il conflitto aumenti d’intensità: il Cremlino riesce benissimo a farsi del male da solo. E, nel frattempo, a farne molto di più all’Ucraina con i bombardamenti sulle infrastrutture civili e sui depositi di grano. Del resto, le sortite ucraine in territorio russo non spostano gli equilibri del conflitto. Gli attacchi alle navi e ai porti russi del Mar Nero causano danni importanti, ma non inceppano la macchina da guerra del Cremlino.

E l’ottimismo occidentale scema proprio quando Kiev ne avrebbe più bisogno. Intanto dagli ambienti della Nato trapelano frasi che sembrano voler sondare il terreno: se l’Ucraina acconsentisse a cedere la Crimea sarebbe un primo passo e un’arma negoziale importante. «Impossibile», tuonavano i fedelissimi di Zelensky, «prima la vittoria sul campo e poi la trattativa». Ma lo stesso presidente, in un’intervista all'emittente 1+1, ha per la prima volta aperto a una soluzione diplomatica: «Sulla Crimea meglio una soluzione politica a una militare».

Intanto sul campo la controffensiva non è finita. E i generali statunitensi ritengono che il conflitto si trascinerà almeno fino alla metà del 2024.

Partiti canaglia. L’ipocrita posizione della sinistra sulla guerra all’Ucraina e quella uguale della destra. Iuri Maria Prado su L'Inkiesta il 28 Agosto 2023

I progressisti cedono sempre più spesso alle ragioni dei finti pacifisti e i conservatori non hanno mai nemmeno nascosto le simpatie per Mosca. Un atteggiamento praticamente identico, che infatti gli uni non possono rinfacciare agli altri

Nel giudicare i felici e sempre più sfrenati cedimenti progressisti alle ragioni della pace pacifista, a soluzione e liberatoria di un anno e mezzo di attorcigliamenti sulla pace mica tanto buona ma comunque migliore della guerra (Enrico Letta), sulle armi che non risolvono il conflitto (Elly Schlein), sui ripensamenti in piazza arcobaleno sotto le insegne di Hamas e dei fascistelli a Cinquestelle, ripensamenti visto che di armi all’Ucraina «ne abbiamo mandate tante» e la guerra accidenti non è finita (Gianni Cuperlo), varrà la pena di ricordare il contegno dell’altra parte.

Non tanto le dismissioni di t-shirt dell’ex comunista padano, in raggomitolata attesa di tempi più adatti, pacifismo aiutando, alla rivalutazione «di una delle persone più lungimiranti al potere sulla faccia della terra». E nemmeno l’eco della voce “liberale” che deplorava l’incapacità italiana ed europea di capire che l’amico di lettone voleva solo mettere delle persone perbene al posto dei drogati e degli omosessuali che comandano a Kyjiv. Questo è stato il folklore – per quanto osceno – delle presunte genuinità atlantiste di casa nostra.

Ma la ciccia di un approccio effettualmente identico stava nelle ambiguità e nelle latitanze dei meno compromessi, vedi l’Antonio Tajani che, in granitica postura pre-ministeriale, insidiato dalla temibile domanda sull’impegno italiano a favore della resistenza Ucraina supercazzolava sulla fornitura di armi «difensive», e poi si lanciava nell’esempio (testuale) dei «giubbotti antiproiettile». Ritenutezze, chiamiamole così, cui l’attuale ministro degli Esteri si obbligava non si sa se per compiacere Arcore o Mosca, sempre che in argomento una cosa non valesse l’altra.

La realtà è che l’ipocrita e anguillesca posizione progressista sulla guerra all’Ucraina (posizione della quale, almeno da queste parti, si scrive da tempo) non ha dovuto fare pubblicamente i conti con un fronte avversario che ne assumeva una veramente diversa, e da una parte e dall’altra si è perlopiù trattato di andare avanti con juicio: da sinistra senza pregiudicare definitivamente le prospettive di affascinante avventura e tenendo buona la trippona del partito in eterna ruminazione antiamericana; da destra nella facile e nominalistica riaffermazione delle appartenenze occidentali, ma per carità senza lasciarsi andare alle divisive maleducazioni di Joe Biden e, mi raccomando, senza dimenticare che d’accordo le ragioni degli aggrediti ma ci sono anche le bollette degli italiani.

Elly Schlein che preparava l’odierno cammino verso la pace pacifista difendendo i passati voti sugli aiuti con l’argomento secondo cui si trattava di una scelta «da non condannare» (solo una mezza colpa, insomma) agghindava in forma rainbow-friendly la sostanza di un atteggiamento identico a destra.

E la verità è che il nostro profilo di Stato canaglia è stato solo un poco più smascherato, a sinistra, e a sinistra va ulteriormente smascherandosi in modo appena più esibizionistico. E non a caso da destra non glielo rinfacciano.

Putinismo in sonno. Il 24 febbraio 2022 non ha cambiato nulla, gli amici del Cremlino sono sempre lì. Carmelo Palma su L'Inkiesta il 26 Agosto 2023.

L’ultima impresa criminale dell’autocrate russo, l’uccisione di Prigozhin, è solo l’ennesima dimostrazione che in Italia, oggi come ieri, si fa solo finta di non vedere la natura profonda e dichiarata del disegno criminale di Mosca. La politica, dalle nostre parti, non si smentisce mai

L’orazione funebre con cui Vladimir Putin, celebrando il morto, ne ha rivendicato l’assassinio – Prigozhin era un «uomo di talento», ma aveva «fatto errori» che l’hanno evidentemente perduto – appartiene alle macabre liturgie di una mafia politica, in cui tutti i “punciuti” sono legati da promesse di sangue e di vendetta. Il che conferma come sia qualcosa di meno irrazionale dell’ipocondria a tenere Putin rinserrato nei suoi bunker iper-protetti, con un corteo di fedelissimi guardiaspalle e assaggiatori, e fa presagire presto o tardi anche per lui un incidente funesto. E per presto che sia, sarebbe comunque troppo tardi.

Però, per quel che rileva alle nostre latitudini, l’ultima impresa criminale di Putin non ha svelato nulla di quel che da vent’anni era evidente e, in Italia evidentemente negato, sia sulle caratteristiche soggettive di questo ex colonnello del Kgb che ha scalato i ranghi del potere russo, sia sulle caratteristiche oggettive del suo regime e disegno politico.

Quanti in questi vent’anni hanno cantato la grandezza di Putin o ne hanno relativizzato la mostruosa bassezza hanno rappresentato l’infamia o, nel migliore dei casi, la vergognosa mediocrità di un’Italia politica, che non ha nessuna passione per il diritto e la libertà e che si acconcia a qualunque servaggio, anche a quello che camuffa nella grandeur sovietico-stalinista un’etica politica cleptocratica da capomandamento.

Si tratta di un’Italia eterna: di ieri, di oggi e purtroppo, a saggiarne bene lo spirito, di domani, che avendo pure inteso l’Alleanza Atlantica come una forma di padronato politico generoso, ma appunto padronale – un pegno della sconfitta bellica – fin dalla stagione di Yalta ha prediletto equidistanze e equivicinanze levantine e sodalizi contraddittori e variabili.

Visto che in politica spesso si va dal male al peggio e dalla tragedia alla farsa, se nella stagione andreottiana l’ostpolitik italiana aveva la postura cinica dell’andreottiano «non mi impiccio», in quella successiva ha preso la forma dell’impiccio strategico degli aspiranti domatori e garanti dell’orso russo al guinzaglio (Romano Prodi, Massimo D’Alema e giù giù fino a Matteo Renzi e Paolo Gentiloni) o del vero e proprio comparaggio politico col corleonese del Cremlino e con i capataz della mafia stragista moscovita (Silvio Berlusconi e al seguito tutta la destra fascio-leghista). Per non parlare dell’ostpolitik grillina e contiana, con la trasformazione dell’Italia, Covid aiutando, nella vetrina delle scorrerie paramilitari russe in territorio Nato.

Questa persuasione bipartisan che gli affari internazionali siano qualcosa che ha più a che fare con la senseria che con la politica e che il realismo non possa che essere declinato in senso affaristico, predatorio o parassitario con la Russia di Putin ha trovato un banco di prova paradigmatico e fatale. Non sono certo stati solo gli italiani a credere o a fare finta di credere che quelle di Putin fossero intemperanze giustificate dalla difficoltà dell’impresa di tenere in piedi e unita una Russia economicamente fallita e civilmente degradata.

Ma certamente in Italia è stata unanime e totale (con la sola eccezione del pazzo del villaggio politico, Marco Pannella) la rimozione e la negazione della natura profonda e peraltro pure dichiarata del disegno putiniano, espansionistico, terroristico e nichilistico quanto quello wahabita, ma strategicamente molto più pericoloso, perché annidato nelle viscere e nel subconscio politico di larga parte delle masse europee, addestrate a pensare con una guerra cognitiva di lungo corso e perfettamente ingegnerizzata, non solo sui canali digitali, che la democrazia e la globalizzazione politica occidentale fossero un inganno, un affare in perdita, una truffa del deep state globale e che Putin fosse l’interprete di una resistenza più che giustificata all’andazzo delle cose.

In Italia i pupazzi putiniani hanno fatto e fanno i presidenti della Rai e delle Camere, i Ministri e i direttori dei giornali, gli anchorman e gli ospiti di ordinanza di qualunque talk show e il 24 febbraio 2022 non ha cambiato niente. Infatti nulla poteva cambiare in un Paese in cui l’antiputinismo obbligato del 25 febbraio – Volodymyr Zelensky non è scappato, gli ucraini si sono splendidamente difesi, gli Stati Uniti li hanno sostenuti e l’Europa è andata a rimorchio, anche grazie a uno straordinario Mario Draghi – non è stato dettato da un cambiamento di opinioni, ma di circostanze e di convenienze, in attesa di tempi migliori.

Tempi che arriveranno quando l’opinione pubblica si sarà vieppiù stancata di questa guerra, dell’idea di pagarla chissà quanto e per quanto e di un eroismo ucraino letteralmente incomprensibile, se non come effetto dell’amore per la libertà, per lo stato di diritto e per la dignità umana e quindi incompreso da chi è stato scientificamente istruito a disprezzare questi principi come fregnacce prima da decenni di agnosticismo politico e poi di maleducazione antipolitica.

Il putinismo italiano è in sonno, ma pronto a risvegliarsi, più stupido e cattivo che mai, quando potrà sperare che, contro ogni ragionevolezza e decenza, questa guerra si chiuda come una parentesi e uno sfortunato malinteso e si torni all’antico regime di corruzione politica e economica con Mosca. Magari con una bella cerimonia di riconciliazione officiata dal portavoce di Putin, il caro Dmitry Peskov, che tutt’altro che incredibilmente tiene ancora appuntate al bavero le insegne di Commendatore al Merito della Repubblica italiana, che nessuno gli ha mai tolto, chissà perché.

Estratto dell'articolo di Francesco Curridori per “il Giornale” venerdì 25 agosto 2023.  

 Michele Santoro e Luigi De Magistris di nuovo insieme. Per la serie «a volte ritornano», il noto conduttore della Rai e l’ex sindaco di Napoli sono pronti a fare fronte comune in nome della pace in Ucraina. 

Sabato, infatti, si terrà al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca, un evento organizzato da Michele Santoro per lanciare un appello al popolo pacifista, sempre più contrario all’invio di nuove armi all’Ucraina. 

Il «no» alla guerra sarebbe, dunque, il collante dell’ennesima formazione a sinistra del Pd che, insieme a Verdi, Sinistra Italiana e alle varie associazioni terzomondiste e «manettare», spera di superare la soglia di sbarramento alle prossime elezioni Europee.

Certo, parlare di lista o partito è ancora un’utopia, ma Santoro sogna di tornare a Bruxelles. Un obiettivo che, come ci spiegano gli esperti, al momento sembra quasi irrealizzabile. «A sinistra c’è un eccesso di offerta politica “verticale”: ambientalista, movimentista, pacifista, anticapitalista, antiatlantista, ecc. A questa segmentazione dell’offerta non corrisponde un’altrettanta segmentazione della domanda», spiega Carlo Buttaroni, che è il fondatore dell’Istituto Tecné, che assicura: «Alla fine, pescano tutti nello stesso bacino elettorale. Per chi arriva al 3% c’è chi scende al 2% o all’1%».

(...)  «Oggi – spiega Benini - il Pd della Schlein piace molto anche a chi vota più a sinistra e, quindi, c’è uno spazio sempre più ristretto a sinistra».

Santoro e De Magistris, insomma, sono ancora due personalità riconosciute e rispettate all’interno della sinistra radicale, ma il loro appeal non è certo quello che avevano dieci anni fa quando dialogavano amichevolmente nel palcoscenico di Annozero. Ma non solo. Secondo Antonio Noto, il tema della guerra non è sufficiente a dar vita a un soggetto politico vincente: «Quando si decide di votare un partito non lo si fa perché si condivide un solo tema tanto è vero che il partito dei Pensionati non supera mai l’1%. Lo stesso succede ai Verdi, sebbene gli italiani abbiano una maggiore attenzione all’ambiente rispetto che al passato». Alessandro Amadori, invece, sembra dare una chance al duo Santoro-De Magistris: «Fino a non molti anni fa, Rifondazione Comunista e la sinistra radicale valevano circa l’8-10%.

(...)

Santoro in campo per sfidare i dem, lancia la lista dei forcaioli anti-Usa. Il teletribuno lavora al rassemblement con De Magistris, Bompiani, La Valle, Vauro e Capanna. Ma tra loro è già scoppiata la guerra e l'ex sindaco Luigino si sfila. Domenico Di Sanzo il 27 Agosto 2023 su Il Giornale.

Vogliono la pace ma già si fanno la guerra tra di loro. Partiamo dalla notizia. Michele Santoro, Raniero La Valle, Luigi De Magistris e Ginevra Bompiani si sono dati appuntamento al Caffè della Versiliana «per dare una rappresentanza al popolo della Pace». «E se spuntasse un Arcobaleno?», il titolo dell'evento promosso dall'ex conduttore. L'appuntamento di Marina di Pietrasanta, spiega Santoro, «è un appello per rendere visibile il popolo del no alle armi». Il volto simbolo dell'antiberlusconismo catodico dice che bisogna capire «se vale la pena presentare una lista alle elezioni europee». E però De Magistris, l'alter ego pacifista di Santoro, già frena. «Non nascono liste, l'obiettivo è far capire che tutti gli altri temi, dall'inflazione al caro-energia, non si risolvono senza la fine della guerra», ha fatto sapere l'ex sindaco di Napoli. La verità è che il fronte pacifista è vasto e frastagliato più che mai. Ed ecco le prime voci su una rivalità tra Santoro e De Magistris. Con il secondo che preferirebbe correre alle europee con il «suo» logo Unione Popolare, che già si era presentato alle elezioni politiche dell'anno scorso raccogliendo l'1,4%. Meglio soli che male accompagnati, soprattutto se di mezzo c'è un personaggio ingombrante come il giornalista. «Uno che potrebbe mettere in ombra l'ego di De Magistris», guerreggiano dal fronte della Pace.

A completare il quadretto per niente pacifico ci sono due storici esponenti della sinistra anti-occidentale. D'altronde, come spiegò Marco Pannella in un'intervista al Corriere della Sera del 1991, «il pacifismo in questo secolo ha prodotto effetti catastrofici, convergenti con quelli del nazismo e del comunismo». Detto da uno che di non violenza se ne intendeva. Sicuramente pacifista ma poco pacifica è la scrittrice Ginevra Bompiani, al fianco di Santoro alla Versiliana. Eccola, il 17 maggio scorso, attaccare in diretta tv il presidente dell'Ucraina aggredita dalla Russia: «L'Italia è suddita, Zelensky era un mediocre attore ed è diventato un grande manipolatore». Non male per l'intellettuale figlia di Valentino Bompiani, fondatore dell'omonima casa editrice, ora diventata opinionista da talk show in quota pacifismo. L'ultimo arco del quartetto messo insieme da Santoro è Raniero La Valle. Classe 1931, giornalista cattolico progressista, è stato senatore e deputato della Sinistra Indipendente.

Ma oltre ai quattro c'è di più. Per capire chi potrebbe sostenere la lista di Santoro basta scorrere l'elenco dei vip che hanno sottoscritto l'appello per la Staffetta dell'Umanità, una serie di cortei andati in scena in tutta Italia il 7 maggio scorso. Ci sono Massimo Cacciari e Fausto Bertinotti. Mario Capanna e Donatella Di Cesare. Vauro Senesi e Padre Alex Zanotelli. Poi Moni Ovadia, Piergiorgio Odifreddi e Mimmo Lucano. Ma anche Carlo Rovelli, Alessandro Barbero e Fiorella Mannoia. Mentre tra i partiti che hanno sostenuto il cartello elettorale di De Magistris troviamo Rifondazione Comunista e Potere al Popolo. Con Santoro anche i sindacalisti di base dell'Usb. L'ex teletribuno è sicuro: «Valiamo tra il 3 e il 5%».

Ma a fare la guerra alla Staffetta ci hanno pensato gli altri pacifisti. Ovvero le sigle della «Rete italiana per il Disarmo», gruppo che coinvolge Cgil, Arci, Acli, Agesci, Legambiente, Libera. «Il protagonismo da capibanda non serve», la stroncatura di Santoro da parte della RiPD, più orientata verso i Verdi e la Sinistra, il M5s e il Pd di Elly Schlein. Difficile che i pacifisti facciano pace prima delle europee.

La curia e l’aggressore. L’Europa non va criticata per come sta sostenendo l’Ucraina, ma per non averlo fatto prima. Massimiliano Coccia su Linkiesta il 25 Agosto 2023

Al Meeting di Rimini il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha accusato Bruxelles di fare poco per la pace, ma non è così: dal 24 febbraio 2022 ha sostenuto lo sforzo bellico della resistenza, creato un percorso straordinario per includere il Paese tra i nuovi membri e comminato pacchetti di sanzioni per fermare la Russia

Qualche giorno fa, intervenendo al Meeting di Rimini, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e inviato speciale del Santo Padre per l’Ucraina, ha nuovamente accusato l’Europa di fare poco o nulla per la pace. Una tesi sostenuta da molti ambienti della sinistra italiana e dalle realtà dell’associazionismo pacifista, una tesi che più il tempo passa più diventa l’ennesimo argomento per indebolire il fronte difensivo e resistenziale del popolo ucraino.

L’Unione europea e il complesso delle sue tre istituzioni, Consiglio, Parlamento e Commissione, in questi mesi non ha solamente sostenuto lo sforzo bellico di Kyjiv e comminato svariati pacchetti di sanzioni ma costantemente lasciato un canale di dialogo aperto col Cremlino che nel corso del tempo si è rivelato vano e inutile, per una ragione molto semplice: la diplomazia raramente può far cambiare idea a chi pianifica una guerra di aggressione.

Ma l’Europa e tutti i Paesi occidentali (compresa la Santa Sede) c’è da dire che sulla questione Ucraina hanno immense responsabilità che risalgono ai tempi di Euromaidan e della prima invasione della Crimea e del Donbas. L’Europa e l’Occidente nel suo insieme ignorano quello che avveniva a Kyjiv e tutti i provvedimenti presi dopo l’annessione criminale della Crimea nel 2014 furono teorici. Ad esempio, il Consiglio Europeo decise di vietare l’esportazione di armi dei Paesi membri verso la Russia, un finto embargo visto nel quinquennio tra il 2015 e il 2020 al Cremlino furono vendute armi, mezzi e attrezzature militari per un totale di trecendoquarantasei milioni di euro. Su questi armamenti dalla Santa Sede e dai movimenti pacifisti in quegli anni non arrivò nessuna condanna, non ci fu nessuna campagna contro un sistema che alimentava con armi e risorse derivanti dagli introiti di gas, petrolio e carbone la dittatura russa.

La timidezza passata dell’Europa e dell’Occidente è parte del problema ucraino perché in fin dei conti il calcolo geopolitico che fu meschinamente operato fu: meglio tener buona la Russia che sostenere l’Ucraina.

E questo calcolo lo fece anche la Santa Sede che ospitò, su richiesta della Chiesa greco-ucraina nel 2015, un incontro a porte chiuse, con tutte le Chiese ortodosse proprio sulla crescente pressione di Vladimir Putin sull’area; i rappresentanti ucraini chiesero un impegno a Papa Francesco per fare pressione per il ripristino della legalità internazionale, esponendo il rischio di future escalation.

Non ci furono più incontri successivi. Non ci furono azioni successive se non stimabili e importanti campagne di raccolta fondi e solidarietà per le vittime del conflitto.

Negli ultimi due anni la Chiesa di Roma non ha tracciato una discontinuità rispetto al passato cercando di portare a termine azioni diplomatiche che puntassero al cessate il fuoco e alla fine del conflitto senza chiedere un disimpegno totale della Russia dall’area, una sorta di richiamo agli uomini di buona volontà dagli scarsi esiti che però determina un’ambiguità strutturale nel nostro dibattito pubblico.

Il Cardinale Zuppi ad esempio dimentica che l’Europa, con un percorso straordinario, punta a includere Kyjiv all’interno dei Paesi membri e che questo rappresenta l’unico punto di caduta utile a est, che con altrettanta rapidità ha permesso nel corso del conflitto un sostegno all’economia e alle istituzioni del Paese evitando il rischio di una erosione democratica preziosa per un futuro di pace. Inoltre, questa Europa, ancora troppo figlia delle volontà intergovernative, è l’unico porto di sicuro approdo per milioni di rifugiati e di dissidenti.

C’è da chiedersi se un pezzo della discussione che la Chiesa porta avanti è figlio di un condizionamento politico che si vive nelle stanze vaticane dove negli ultimi dieci anni si è puntato molto e forse troppo ad un’apertura verso la Cina, apertura che vede proprio i Gesuiti come pontieri di un dialogo che punta a far diventare la Santa Romana Chiesa non un elemento disturbante del regime di Pechino ma coadiuvante di un nuovo mondo multipolare con meno democrazia e più soft power vaticano. 

Il giallo e il blu. Il Pd ha il dovere di tenere alta la bandiera della Resistenza ucraina. Mario Lavia su Linkiesta il 25 Agosto 2023

La notizia della morte di Prigozhin è solo l’ennesima dimostrazione della brutalità di Putin e della Russia. La politica italiana, con il governo e soprattutto con le forze d’opposizione, non può permettersi alcun tipo di ambiguità su questo dossier

Come fece Adolf Hitler con Ernst Röhm nel 1934, e con altri per un numero incalcolabile di volte, il macellaio di Mosca ha voluto rafforzare nel mondo la sua immagine potente: la strage che ha coinvolto il suo ex cuoco Yevgeny Prigozhin, il capo della Wagner divenuto acerrimo nemico, e altre nove persone, fra cui altri cinque importanti uomini della milizia privata, non dovrebbe in teoria lasciare in giro nemmeno un’oncia di problematicità circa la natura criminale di Vladimir Putin, la cui bestialità si è espressa prima col silenzio, poi con le vomitevoli “condoglianze” alle famiglie delle vittime.

Lo stile di Hitler, lo stile di Stalin: il nemico assassinato «aveva commesso errori», e gli «errori» i dittatori non li lasciano passare, meritano il sangue. Dopo mesi di colpevole sonnolenza dei media e anche della politica, adesso l’Occidente deve rialzare la testa.

Prigozhin era un uomo spregevolissimo, non è questo il punto. Il fatto è che l’uomo nero del Cremlino fa quello che vuole. E mentre ammazza nemici e gente inerme, Alexei Navalny è in carcere chissà fino a quando: e anche su questo il mondo libero avrebbe dovuto e dovrebbe fare di più.

Distratti dalle spesso penose vicende italiane, ora è necessario che le voci serie di questo Paese ritrovino la strada della lotta a fianco dell’Ucraina e facciano crescere un clima di contrapposizione morale e politica al regime di Mosca.

Ultimamente si sono riascoltate le voci dei “pacifisti” stanchi di guerra come la Teresa Batista di Jorge Amado e incapaci di comprendere che la guerra continua per colpa del mostro del Cremlino e che pertanto parallelamente deve proseguire la guerra alla guerra, che non consiste in una fantomatica «tregua» né tantomeno nella cessione alla Russia di territorio ucraino.

In Italia sta al governo mantenere la giusta posizione atlantica fin qui seguita dai tempi di Mario Draghi. E sta alle forze democratiche dell’opposizione riprendere e tenere alta la bandiera della Resistenza ucraina.

Parliamoci chiaro: un Partito democratico che non ha mai sconfessato la corretta posizione di Enrico Letta ha dato però negli ultimi tempi l’impressione, e anche qualcosa di più, di volerla ripiegare, quella bandiera, perché questa è l’ora del salario minimo e della relativa petizione, perché l’emergenza economica incombe, e infine perché l’Ucraina “non tira” e non porta voti, anzi forse ne toglie.

Ma di fronte alla dittatura di Vladimir Putin non c’è calcolo elettorale che tenga né può esserci priorità più urgente. È una questione morale. Per questo è importante che il Partito democratico si faccia sentire. E lo tenga a mente Maurizio Landini che si appresta a organizzare una grande manifestazione sui temi sociali il 7 ottobre alla quale andranno Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e i loro sostenitori: più che bandiere rosse portate in piazza quelle gialle e blu, i colori della moderna libertà.

Finale di partita. L’impossibile negoziato tra Russia e Ucraina. Federico Bosco su L'Inkiesta il 21 Agosto 2023.

Dopo un anno e mezzo di guerra dovrebbe essere evidente a chiunque che questo non è un conflitto tra due nazioni per il controllo di territori contesi. Mosca non vuole trovare un compromesso, ma sottomettere Kyjiv

Il commento di un alto funzionario della Nato sulle possibili soluzioni della guerra in Ucraina ha suscitato polemiche, riaprendo il dibattito sulle concessioni territoriali che il paese aggredito dovrebbe riconoscere al paese aggressore in cambio di un ipotetico cessate il fuoco a tempo indeterminato. A scatenare la polemica le parole di Stian Jenssen, direttore dell’ufficio privato del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che in un dibattito con i media norvegesi ha detto di pensare che una soluzione della guerra «potrebbe essere la rinuncia dell’Ucraina di una parte del proprio territorio in cambio dell’adesione alla Nato», ribadendo tuttavia che la linea di Stoltenberg (e dell’alleanza) è che «spetta all’Ucraina decidere quando e a quali condizioni negoziare con la Russia».

La dichiarazione di Jenssen sono state riportate dalla testata norvegese VG e non rappresentano una posizione ufficiale della Nato, né uno scenario discusso in una conferenza istituzionale. Ciò nonostante, hanno infastidito Kyjiv, che non ha tardato a rispondere. «Scambiare territori per l’ombrello della Nato? È ridicolo. Ciò significa scegliere deliberatamente la sconfitta della democrazia», ha commentato sui social Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, sottolineando che una soluzione del genere sarebbe un invito per chiunque a intraprendere aggressioni militari.

Jenssen si è poi scusato, sottolineando che il suo commento faceva parte di una discussione più ampia e riconoscendo che non avrebbe dovuto esprimersi in quel modo, mentre Stoltenberg ha riaffermato la posizione della Nato intervenendo a un incontro pubblico ad Arendal, in Norvegia, ha riportato l’emittente Nrk.

La polemica tra i vertici della Nato e Kyjiv è comprensibile, la questione è estremamente sensibile poiché dopo un anno e mezzo sono tanti in Occidente a desiderare una soluzione apparentemente razionale e collaudata di fronte a una guerra che di razionale non ha niente, se non la determinazione dell’Ucraina a non sparire dalle carte geografiche.

Tuttavia, anche se per può risultare rassicurante l’idea di congelare il conflitto con una soluzione che rievoca la linea d’armistizio del trentottesimo parallelo che da più di settant’anni divide la Corea del Nord dalla Corea del Sud, con tanto di ingresso nella Nato dell’Ucraina mutilata sul modello dell’ingresso nell’alleanza della Germania Ovest senza la Germania Est, la realtà dell’invasione russa dell’Ucraina è diversa da questi precedenti. 

Dopo un anno e mezzo di invasione su vasta scala, dove la distruzione sistematica di obiettivi e infrastrutture civili da parte dell’aggressore è la regola, dovrebbe essere evidente a chiunque che questa guerra non è un conflitto tra due nazioni per il controllo di territori contesi. La Russia non è disposta a rinunciare a sottomettere l’Ucraina, da parte del Cremlino non c’è nessun segnale in questa direzione. 

Se i carri armati russi non marciano più verso Kyjiv è perché non hanno la forza di farlo, non perché Mosca ha rinunciato a rovesciare il governo Zelensky per installare un proprio uomo al suo posto. 

Tutte le azioni della Russia dimostrano invece che Vladimir Putin vuole annichilire le aspirazioni dell’Ucraina mettendo in ginocchio la popolazione, distruggendo territori, e compromettendone le prospettive economiche; scommettendo nella stanchezza dei governi e delle opinioni pubbliche occidentali, elezione dopo elezione, a partire dagli Stati Uniti. 

L’annullamento dell’accordo sul grano e l’assedio del golfo di Odessa da parte di Mosca è la dimostrazione più recente e sanguinosa della determinazione russa a proseguire il conflitto, non a cercare un compromesso.

Anche se nel concreto è improbabile (non impossibile) che la marina russa attacchi una nave cargo diretta in Cina o in qualche paese in via di sviluppo, con l’uscita dall’accordo la Russia si è assegnata il diritto di minacciare e perquisire le navi in transito (scoraggiandole e gonfiando  i costi assicurativi), e un pretesto per attaccare le infrastrutture (silos e terminal portuali) del principale settore economico ucraino con l’obiettivo di decimarlo, e comprometterne la performance negli anni a venire.

Se il Cremlino volesse semplicemente tenere i territori che ha occupato e distrutto (trasformandoli nel territorio più minato del mondo) non comprometterebbe la navigazione nel Mar Nero danneggiando il commercio globale di grano, e non attaccherebbe obiettivi civili ucraini in profondità, limitandosi a colpire le retrovie della controffensiva ucraina. Invece di concentrarsi sulle dichiarazioni infastidite dei membri del governo Zelensky di fronte a proposte che non trovano riscontro nella realtà, i polemici della “pace” a tutti i costi dovrebbero osservare con più attenzione cosa dicono Putin e i suoi portavoce, formali e informali.

Dimitri Medvedev, oggi vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, ha commentato squallidamente su X (ex Twitter) l’idea dell’Ucraina nella Nato in cambio di concessioni territoriali come un’idea apparentemente «interessante», a patto che gli ucraini «rinunciano a Kyjiv, capitale dell’antico Rus, trasferendo la loro capitale a Lviv, ammesso che i polacchi siano disposti a lasciare Lemberg (nome tedesco-asburgico della città, ndr) ai fan del lardoso cocainomane».

Putin non ha commentato direttamente la breve diatriba Nato-Kyjiv, ma nel suo intervento alla Conferenza di Mosca sulla sicurezza internazionale ha accusato l’Occidente di perseguire «una politica avventuristica e neocoloniale» che genera tensione in tutto il mondo. «L’Ucraina è un buon esempio di dove porta questa politica di gettare benzina sul fuoco. Pompando miliardi di dollari nel regime neonazista, fornendogli hardware, armi e munizioni e inviando i loro consiglieri militari e mercenari, stanno facendo tutto il possibile per alimentare ancora di più questo conflitto e coinvolgere altre nazioni», ha detto il presidente russo rivolgendosi a funzionari e ministri della difesa di diversi paesi, compresa la Cina (parole che presto riascolteremo nei talk show italiani, e non da Putin).

La leadership russa nega all’Ucraina il diritto stesso di esistere, non il controllo della Crimea e del Donbas, e vede nell’intero Occidente un nemico assoluto della Russia, nonostante sia falso. Le disastrose conseguenze umane ed economiche di un anno e mezzo di guerra non hanno modificato la posizione di Mosca, che rimane la stessa del 24 febbraio 2022.

L'ipotesi di un Trump-bis spaventa Bruxelles. "È vicino a Putin, può far saltare l'Alleanza". Storia di Valeria Robecco su Il Giornale il 20 Agosto 2023  

L'ipotesi di un Trump-bis spaventa Bruxelles. "È vicino a Putin, può far saltare l'Alleanza"© Fornito da Il Giornale

Donald Trump rimane l'indiscusso protagonista della scena politica americana e nonostante i numerosi processi, i sondaggi lo vedono saldamente avanti ai rivali delle primarie repubblicane, e testa a testa con Joe Biden in una eventuale nuova sfida tra i due per la Casa Bianca. L'ipotesi di un secondo mandato del tycoon, tuttavia, non solo preoccupa democratici e moderati negli Usa, ma agita il Vecchio Continente. Secondo alcune fonti citate dal New York Times, per la maggior parte dei governi europei pubblicamente il discorso è da evitare, ma dietro le quinte si interrogano sul possibile ritorno al 1600 Pennsylvania Avenue dell'ex presidente. E soprattutto sulle conseguenze che potrebbe avere per la guerra in Ucraina e la coesione dell'alleanza.

I paesi dell'Europa centrale sono più convinti di poter gestire una seconda presidenza di The Donald rispetto a quelli occidentali, soprattutto la Germania, dove tremano alla prospettiva di un Trump 2.0. L'idea «è un po' terrificante», ha spiegato al quotidiano newyorkese Steven Everts, diplomatico dell'Ue che diverrà a breve direttore dell'European Unione Institute for Security Studies. «Ci siamo sentiti sollevati dal presidente Biden e dalla sua risposta sull'Ucraina, ma ora siamo costretti ad affrontare di nuovo la questione Trump - ha aggiunto - Dato l'enorme ruolo che gli Stati Uniti svolgono nella sicurezza europea dobbiamo ripensare a cosa questo significhi per la nostra stessa politica e difesa, oltre che per l'Ucraina». Durante la sua presidenza, Trump ha minacciato di ritirarsi dalla Nato, ha negato gli aiuti a Kiev mentre lottava con l'insurrezione sostenuta dalla Russia, ha ordinato il ritiro di migliaia di truppe americane dalla Germania (mossa successivamente ribaltata da Biden), e ha parlato con ammirazione del presidente russo Vladimir Putin.

Proprio riguardo allo zar del Cremlino, in un'intervista a Fox Business Trump ha offerto una nuova bizzarra motivazione per cui è convinto che Putin non avrebbe invaso l'Ucraina se lui fosse stato al comando. «Ero la pupilla dei suoi occhi. Non sarebbe mai andato in Ucraina, ma era solo per il mio rapporto con lui», ha detto, ripetendo che potrebbe «porre fine al conflitto in un giorno» costringendo Kiev a «fare un accordo».

Un secondo mandato di Trump «sarebbe diverso dal primo e molto peggiore. Ora ha esperienza, sa quali leve azionare, ed è arrabbiato», ha commentato invece Thomas Kleine-Brockhoff, ex funzionario del governo tedesco ora al German Marshall Fund. Mentre Ivo Daalder, ex ambasciatore americano alla Nato, ha sottolineato che gli europei «sono molto, molto preoccupati sulle elezioni del 2024 e l'impatto che avranno» sull'Alleanza. E il timore per un ritorno al potere del tycoon, sempre secondo il New York Times, sarebbe pure uno dei possibili fattori - ovviamente non il principale - che avrebbero spinto alla svolta diplomatica Usa, Sud Corea e Giappone. Il nuovo patto di sicurezza siglato venerdì a Camp David è stato forgiato pensando alle minacce di Cina e Corea del Nord, ma dicendo di voler istituzionalizzare la cooperazione trilaterale per rendere più difficile per futuri leader di sfilarsi dall'alleanza, si sarebbe pensato anche alla possibilità di un ritorno al potere di Trump. Anche perché, ricorda il Nyt, sia Tokyo che Seul hanno lottato per quattro anni con l'ex presidente che minacciava di ridimensionare gli impegni economici e di sicurezza di lunga data degli Usa mentre corteggiava Cina, Corea del Nord e Russia.

La domanda paradossale. Donald Trump eletto in carcere, il dibattito negli Usa sul tycoon che disprezza l’Ue e solidarizza con Putin. Questo paradosso ha un effetto galvanizzante sui suoi elettori dichiarati o potenziali, anche considerando che l’America è il paese in cui l’underdog, alla fine, vince. Paolo Guzzanti su Il riformista il 19 Agosto 2023

L’opinione americana, giornali, tv e social, rimpallano una domanda paradossale, nel senso che è tanto assurda quanto perfettamente realistica: se Donald Trump fosse arrestato e condannato, potrebbe o no governare il Paese come legittimo Presidente degli Stati Uniti d’America? Nessuno può dirlo perché i faldoni d’accusa nutriti dai procuratori sono ben quattro, ciascuno con i propri allegati che richiedono anni di discussione in sede giudiziaria. Di qui la questione paradossale e del tutto reale: la Costituzione americana si preoccupa soltanto di garantire il sacro rispetto della volontà dell’elettore. Lui è il padrone e può mandare alla Casa Bianca chiunque, perché non un condannato, visto che non esiste una norma che lo vieti, mentre da noi è legale solo ciò che è permesso.

Quindi, un Donald Trump in prigione, se fosse eletto alla Casa Bianca costituirebbe un problema costituzionale irrisolvibile. Nei dibattiti c’è chi sostiene seriamente che potrebbe essere domiciliato in galera mentre governa in Paese, scontando la sua pena. Ciò non accadrà mai, ma intanto se ne discute animatamente in linea di principio: chi oserebbe negare il potere sovrano del popolo elettore?

Che questo paradosso sia esaminato nei minimi dettagli da stampa, televisione e social americani mostra la differenza fra la democrazia americana, nata da una rivoluzione che precede quella francese, con le democrazie europee.

Il risultato politico è che soltanto negli Stati Uniti poteva suscitare un animato dibattito l’idea di un detenuto eletto Presidente, e che di conseguenza tutte le nuove accuse per processare Trump resteranno probabilmente inefficaci in una campagna elettorale e persino alla sua possibile elezione. Ed è evidente che Donald Trump con i suoi avvocati stia usando in maniera quasi diabolica tutte le opportunità che il suo stato di accusato permette e che lui stesso ogni giorno emetta i suoi Twitter aggiornando il numero di anni che potrebbe passare in prigione se condannato e che per ora, secondo i suoi calcoli sarebbero 561.

Questo paradosso ha un effetto galvanizzante sui suoi elettori dichiarati o potenziali, anche considerando che l’America è il paese in cui l’underdog, alla fine, vince. Decine di film popolari raccontano la solidarietà con un evaso che viene accompagnato e coccolato dalle cronache e dall’ospitalità di ogni casolare. Questo è lo stesso spirito rivendicato dai sostenitori dell’emendamento che permette ai cittadini di portare le armi.

È così che l’aggiornamento delle accuse per i fatti del 6 gennaio al Capitol Hill alimenta la solidarietà pro-Trump e del resto il grand Old Party repubblicano è quasi tutto schierato con lui, malgrado le riluttanze del rampante Ron De Santis governatore della Florida.

Questo consolidamento della posizione dello scaltro tycoon (che ha difeso in un dibattito televisivo l’autenticità della sua bizzarra capigliatura) provochi molto allarme in casa democratica, visto che il partito dell’asinello dispone come unico candidato l’attuale presidente, come vuole la tradizione che però è visibilmente penalizzato da un corpo decadente, cosa che lascia prevedere la sua sostituzione nel corso del quadriennio con la vice Kamala Harris, un ex procuratore detestata dai giovani per la sua severità nei confronti dei consumatori di marijuana. Un’eventuale elezione di Trump capovolgerebbe la politica estera e quella della difesa dell’attuale amministrazione perché il candidato repubblicano non fa mistero della sua solidarietà con Vladimir Putin e del crescente disprezzo nei confronti dell’Unione Europea e della Germania in particolare.

Così, più “the Donald” è vulnerato dagli indictment, più crescono le sue possibilità di successo, sostenute da un elettorato di ex migranti legali che si oppongono ai migranti illegali, e da un ceto medio che non intende seguitare pagare di sua tasca il riarmo europeo in funzione antirussa. L’allarme per un attivo intervento russo sulla campagna elettorale, è del resto in crescita e pubblicamente biasimato dalla stampa liberal.

Paolo Guzzanti. Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.

Ucraina: i tre niet USA alla fine della guerra. Piccole Note (filo-Putin) il 18 Agosto 2023 su Il Giornale.

Articolo storico quello di Ted Snider pubblicato su The American Conservative del 16 agosto. Ne pubblichiamo ampi stralci.

“Il 25 febbraio, il giorno dopo l’inizio dell’invasione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ebbe a dichiarare di essere pronto ad abbandonare l’idea di far aderire l’Ucraina alla NATO”.

Primo tentativo di pace: il primo, Zelensky

Così Zelensky: “Non abbiamo paura di parlare con la Russia. Non abbiamo paura di parlare delle garanzie di sicurezza per il nostro stato. Non abbiamo paura di parlare della possibilità di uno stato neutrale. Non siamo nella NATO adesso… Dobbiamo parlare della fine dell’invasione. Dobbiamo parlare di un cessate il fuoco”.

Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino, aveva confermato: “l’Ucraina vuole la pace ed è pronta per un negoziato con la Russia, anche sullo status neutrale in rapporto alla NATO”. Interpellato dalla alla Reuters il 25 febbraio aveva detto: “Se i colloqui sono possibili, si devono fare. Se a Mosca dicono di voler negoziare, anche sullo status neutrale, non abbiamo timore di farlo. Possiamo parlare anche di questo”.

“[…] Il 27 febbraio, a soli tre giorni dall’inizio della guerra, Russia e Ucraina hanno così annunciato che avrebbero tenuto dei colloqui in Bielorussia. La delegazione ucraina vi giungeva con la volontà di negoziare la neutralità. Infatti, Zelensky aveva dichiarato: ‘Abbiamo concordato che la delegazione ucraina s’incontrerà con quella russa senza precondizioni‘”.

“Dopo il primo round negoziale, le due delegazioni tornarono in patria per consultazioni, dopo aver però già focalizzato i temi prioritari [dell’accordo]. A incoraggiare le aspettative, l’intesa per un secondo round […] svolti in Bielorussia, al confine tra Bielorussia e Ucraina, il 3 marzo”.

“Sebbene l’Ucraina fosse disposta a discutere la neutralità e ‘la fine dell’invasione’, gli Stati Uniti non lo erano affatto. Il 25 febbraio, lo stesso giorno in cui Zelensky aveva dichiarato di ‘non aver paura di parlare con la Russia’ e di ‘non aver paura di parlare di neutralità del suo stato’, il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price, in una conferenza stampa, dichiarava: ‘[…] Osserviamo che Mosca suggerisce l’avvio di contatti diplomatici mentre ha i fucili spianati e mentre i razzi, i mortai e l’artiglieria di Mosca prendono di mira il popolo ucraino. Questa non è vera diplomazia. Queste non sono le condizioni per una vera diplomazia’. Gli Stati Uniti hanno detto no ai colloqui con la Bielorussia”, conclude Snider.

Secondo tentativo di pace: la mediazione di Bennet

“[…] Il 6 marzo, pochi giorni dopo la conclusione del secondo round negoziale in Bielorussia, i media israeliani riferirono che l’allora primo ministro Naftali Bennett aveva compiuto un viaggio a sorpresa a Mosca, per incontrare Putin nel tentativo di dar vita a una mediazione. Dopo aver incontrato Putin, Bennet parlò due volte con Zelensky e, successivamente, con il presidente francese Emmanuel Macron recandosi poi in Germania per incontrare il cancelliere tedesco Olaf Scholz”.

“[…] in un’intervista  del 2 febbraio 2023, Bennet ha rivelato dettagli su quanto era  stato concordato, di come  i colloqui serrati avessero avuto successo e cosa è avvenuto dopo. Secondo Bennett, ‘Zelensky mi ha chiesto di contattare Putin'”, cosa che Bennett fece dopo aver detto agli Stati Uniti: “Godo della fiducia di entrambe le parti” e ‘posso parlare con confidenza con Putin. Posso essere un tramite'”.

“[…] Secondo Bennet, sebbene gli Stati Uniti gli avessero detto che ‘non c’erano possibilità di successo’, Putin gli aveva invece confidato: ‘Possiamo raggiungere un cessate il fuoco’. E per raggiungere il cessate il fuoco, Bennet afferma che Putin aveva fatto ‘enormi concessioni'” Tra queste, la più importante: “Putin ha ‘rinunciato’ alla richiesta di ‘un disarmo totale dell’Ucraina”.

“Anche Zelenskyj aveva fatto ‘un’enorme concessione’. Secondo Bennet, Putin si era lamentato della promessa non mantenuta dell’Occidente riguardo all’espansione della NATO e aveva chiesto a Bennet di trasmettere un messaggio a Zelensky: ‘Dimmi che non aderirai alla NATO e l’invasione cesserà’. Bennett afferma che ‘Zelensky aveva rinunciato all’adesione alla NATO'”.

“Avendo promesso di non aderire alla NATO, Zelensky voleva garanzie sulla sicurezza. Putin, però, temeva che gli accordi di sicurezza con le grandi potenze fossero qualcosa di simile all’adesione alla NATO. Ma Bennett suggerì di abbandonare le garanzie in stile NATO per adattare all’Ucraina, invece, ‘il modello israeliano’, basato sulla creazione di un esercito forte e indipendente in grado di difendersi. Questa soluzione fu accettata sia da Putin che da Zelensky” [per inciso, a inizi luglio, Biden ha proposto esattamente il modello israeliano come garanzia di sicurezza per l’Ucraina, invece della sua adesione alla NATO, ndr].

Dopo aver ottenuto tali “promesse”, Bennet informò gli alleati. Così Snider sintetizza il ricordo di Bennet: “Boris Johnson assunse una posizione aggressiva. Macron e Scholz erano più pragmatici. Biden oscillava tra le due posizioni. Bennett disse che ‘c’erano buone possibilità per raggiungere un cessate il fuoco’. Ma l’ostruzione statunitense, evidenziata per la prima volta [nei negoziati] in Bielorussia, è proseguita. Bennett ha dichiarato che l’Occidente aveva deciso di ‘continuare a colpire Putin'”.

Alla domanda dell’intervistatore che chiedeva se, quindi, il negoziato fosse stato “bloccato”, Bennet ha risposto: “L’hanno bloccato”. Eppure, ricorda Snider, “fonti ‘al corrente dei dettagli dell’incontro’ dissero che Zelenskyj reputava la proposta ‘difficile’, ma non ‘impossibile’ e che “il divario tra le parti non è così grande’”.

“Il giornalista Barak Ravid riferì ad Axios che le concessioni russe comprendevano una smilitarizzazione limitata al solo Donbass, l’assicurazione non ci sarebbe stato nessun regime-change a Kiev e che l’Ucraina avrebbe potuto mantenere la sua sovranità. Zelensky, a sua volta, aveva assicurato che era ormai ‘disincantato’ riguardo l’adesione alla NATO e che aveva trovato la proposta di Putin ‘non così estrema come aveva previsto'”.

“Come accaduto [per i negoziati] in Bielorussia, la chance di concedere la non adesione alla NATO in cambio della pace è stata ‘bloccata’ dagli Stati Uniti”.

Terzo tentativo, la mediazione della Turchia

Così arriviamo all’aprile del 2022, terzo tentativo, stavolta a mediare è la Turchia, il tentativo più fruttuoso. “Già al 20 marzo, Zelensky sembrava aver capito che la porta aperta della NATO per l’Ucraina era un mero gioco di prestigio. Infatti, in un’intervista alla CNN aveva dichiarato di aver chiesto personalmente ai leader della NATO ‘di dire apertamente se avrebbero accettato [l’Ucraina] nella NATO tra un anno o due o cinque, Basta che lo dicano apertamente e chiaramente, altrimenti possono semplicemente dire di no. E la risposta è stata molto chiara, non diventerai mai membro della NATO, ma nelle dichiarazioni pubbliche le porte rimarranno aperte”.

“Ai colloqui di Istanbul di fine di marzo, Zelensky si mosse in base a questa consapevolezza, promettendo di non aderire alla NATO. Il 29 marzo, i negoziatori ucraini affermarono che Kiev era pronta ad accettare la neutralità se, in base a un accordo internazionale, stati occidentali come Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna avessero dato a loro volta garanzie di sicurezza vincolanti”.

Così Fiona Hill su Foreign Policy del settembre-ottobre 2022: “Secondo molti ex alti funzionari statunitensi con cui abbiamo parlato, nell’aprile 2022, i negoziatori russi e ucraini avrebbero concordato in via provvisoria le linee guida di un accordo: la Russia si sarebbe ritirata sulla sue posizioni del 23 febbraio, quando controllava parte della regione del Donbass e tutta la Crimea, e in cambio l’Ucraina avrebbe promesso di non chiedere l’adesione alla NATO, ma di ottenere garanzie di sicurezza da un certo numero di paesi”.

“Putin ha recentemente rivelato ulteriori dettagli dell’accordo. Il 13 giugno 2023, rispondendo alle domande dei corrispondenti di guerra, ha confermato: ‘Abbiamo raggiunto un accordo a Istanbul'”. In seguito, ha rivelato che l’accordo non era solo verbale. Si era arrivati al punto di produrre un documento firmato”.

Altro dettaglio importante rivelato da Putin, annota Snider: “Durante i colloqui di Istanbul, abbiamo firmato questo documento. Abbiamo discusso a lungo, ci siamo scontrati e così via, ma il documento era molto corposo ed è stato firmato da Medinsky per la nostra parte e dal capo della loro squadra negoziale” [Arakhamia,  ndr].

La bozza di accordo è stata poi resa pubblica in occasione del vertice con i leader africani. Nell’occasione Putin l’ha mostrata ai suoi interlocutori, spiegando: “Vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che attraverso la mediazione del presidente [Tayyip] Erdogan, come sapete, si sono svolti in Turchia una serie di colloqui tra Russia e Ucraina allo scopo di elaborare sia le misure di rafforzamento della fiducia reciproca che di redigere il testo di un accordo. Non abbiamo detto agli ucraini che questo trattato sarebbe stato classificato [cioè tenuto segreto, ndr], ma, allo stesso tempo, non l’abbiamo mai reso pubblico, né commentato. Questa bozza di accordo è stata firmata dal capo del team negoziale di Kiev. C’è la sua firma”.

“[…] L’accordo, dal titolo ‘Trattato sulla neutralità permanente e le garanzie di sicurezza dell’Ucraina’, dichiarava che l’Ucraina avrebbe fatto della ‘neutralità permanente’ una norma della sua Costituzione. Secondo quanto riferito da RT, un media finanziato dallo stato russo, ‘Russia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina e Francia sono  garanti” [dell’accordo, ndr],

“[…] Come per i negoziati intrattenuti con Bennett, la Russia avrebbe rinunciato alla richiesta della completa smilitarizzazione dell’Ucraina, sebbene ci fosse ancora divario tra Russia e Ucraina sulle dimensioni delle forze armate ucraine e sul numero di carri armati, aerei e lanciamissili” [di cui potevano dotarsi].

Ai leader africani giunti a Mosca, Putin ha spiegato l’epilogo della vicenda: “Dopo aver ritirato le nostre truppe da Kiev – come avevamo promesso [il neretto è nostro, ndr] – le autorità di Kiev… hanno gettato [i loro impegni] nella pattumiera della storia. Hanno lasciato cadere tutto”. Putin, scrive Snider, “ha implicitamente incolpato gli Stati Uniti di quanto avvenuto, affermando che quando gli interessi dell’Ucraina ‘non sono in sintonia’ con gli interessi degli Stati Uniti, ‘alla fine contano gli interessi degli Stati Uniti. Sappiamo che hanno loro la chiave per risolvere i problemi’” ucraini.

A conferma delle parole di Putin, quanto dichiarato dal “ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, il quale ha affermato che, dopo i negoziati, ‘la Turchia non pensava che la guerra Russia-Ucraina sarebbe durata a lungo”. Ma, ha detto , ‘ci sono paesi all’interno della NATO che vogliono che la guerra prosegua’. Dopo la riunione dei ministri degli Esteri della NATO’, ha aggiunto, ‘ho avuto l’impressione che… ci fosse chi, all’interno della NATO, volesse […] che la guerra proseguisse per indebolire la Russia’”.

Altra conferma, le dichiarazioni del vicepresidente del partito di Erdogan, Numan Kurtulmus, il quale, interpellato dalla CNN, ha detto: “Sappiamo che il nostro presidente sta parlando con i leader di entrambi i paesi. Su alcuni temi ci sono stati progressi e si è raggiunta un’intesa, poi all’improvviso abbiamo visto che la guerra ha accelerato… Qualcuno sta cercando di non porre fine alla guerra. Gli Stati Uniti credono che sia nel loro interesse la prosecuzione della guerra… C’è chi vuole che questa guerra continui… Putin-Zelensky stavano per firmare, ma qualcuno non ha voluto”.

“Agli Stati Uniti si è unita la Gran Bretagna”, conclude Snider, anch’essa ha interesse affinché “il conflitto prosegua”. “Il 9 aprile [2022] l’allora primo ministro britannico Boris Johnson si precipitò a Kiev per frenare Zelensky, insistendo sul fatto che il presidente russo Vladimir Putin ‘deve essere messo sotto pressione, non ci si deve negoziare” e che, anche se l’Ucraina fosse pronta a firmare un accordo con la Russia, ‘l’Occidente non lo è affatto'”.

La Storia insegna. Il paradosso degli europei fortunati e l’obbligo di difendere la democrazia. Annalisa De Simone su L'Inkiesta il 18 Agosto 2023.

Diamo così per scontate la nostra pace, libertà e democrazia che non ricordiamo attraverso quale percorso sono state ottenute: guerre, resistenza, carneficine. E così alcuni, pur di rigettare gli orrori del mondo sono disposti a legittimare con capovolte retoriche una mostruosità come l’aggressione all’Ucraina 

Questo è un articolo del nuovo numero di Linkiesta Magazine, con gli articoli di Big Ideas del New York Times. Si può comprare, qui sullo store, con spese di spedizione incluse, oppure in edicola a Milano e Roma e negli aeroporti e nelle stazioni di tutta Italia.

Il conforto che siamo soliti ricavarne è raro. Siamo nati dalla parte più fortunata del mondo, quella che ci permette di godere di un sistema politico ispirato da valori come la giustizia, la libertà, la pace e la sovranità democratica. Allungando lo sguardo a ciò che è lontano da noi, possiamo accorgerci di quanto le democrazie siano un’eccezione, e non la regola. Maturare una visione d’insieme dal di dentro, immersi come siamo nell’oggetto che si vuole riflettere, può risultare complicato. Più facile sarebbe osservarlo dal di fuori, nella distanza da ciò che abbiamo imparato a dare ormai per scontato, come se questo sistema che si basa su principi esatti e inderogabili fosse da sempre esistito. Inquadrarlo, insomma, da un altrove.

Qualcosa di simile dev’essere accaduto agli astronauti della missione Apollo 8, quando, circondati dal mistero dell’oscurità cosmica, hanno scattato una delle fotografie più celebri dell’umanità: uno scatto pervaso in ogni suo minimo dettaglio dai sorprendenti enigmi della natura, così suggestivo da restare impresso nella memoria di tanti di noi. Per la prima volta nella Storia degli uomini hanno fotografato la Terra dal satellite che le gira attorno, la Luna. Ed ecco in un colpo d’occhio, l’imponente sfericità del nostro pianeta, tutta la sua rotondezza, una forma percepibile solo come dottrina, o come messa in scena del sapere scientifico.

L’evocazione di tipologie di governo diverse dalla nostra, più ingiuste e più restrittive, è un atto mentale simile a chi avanza su una strada dritta pur sapendo, dentro di sé, che quella strada non è altro che un minuscolo segmento di una superficie rotonda. Se si vuole esprimere un’opinione su ciò che accade nel mondo, in sistemi lontanissimi dalle nostre tutele, c’è bisogno dello stesso sforzo d’immaginazione e di una presa di coscienza che parta ugualmente da dati reali.

Forse, questa serpeggiante diffidenza verso i privilegi accordati delle democrazie si lega a un sentimento di delusione. Speravamo che fosse in parte in un altro modo, un modo più giusto, poi così non è stato, non nelle forme che ci eravamo augurati, e alcuni di noi si sentono traditi o disaffezionati. Può darsi sia questo, chissà. Tuttavia, alle prese con la sconfortante consapevolezza di ciò che stenta ancora a muoversi nel verso giusto, sarebbe utile rivolgere gli occhi più in là, nel confronto con forme di potere differenti, tanto da riappropriarci delle dovute differenze. Potrebbe allora sembrarci di vivere, non dico nel migliore dei mondi possibili, ma in una comunità, come quella europea e come la rete delle sue alleanze, a cui non si può negare il rispetto di alcuni valori essenziali.

Mi ero ripromessa che non avrei ceduto alla tentazione di rubare frasi assemblate da altri, ma voglio ora concedermi il vezzo di una citazione: «Mi piace soprattutto muovermi dentro altri uomini, e quanto tempo ci vuole prima che io trovi la strada per uscirne», scrive in La rapidità dello spirito Elias Canetti. Muoversi dentro a sconosciuti, per istinto di mimesi, per naturale atto d’identificazione, e pensarsi nelle vesti di chi è un nostro simile, anche se lontanissimo dal calore del riparo di cui oggi godiamo.

Dal 24 febbraio dello scorso anno, gli uomini dell’esercito di chi ha invaso uno Stato sovrano, i russi, e sul fronte opposto gli uomini aggrediti, gli ucraini, che continuano ostinatamente a difendersi, partecipano a una guerra ferocissima. Sono uomini come noi, gli uni e gli altri. Una sterminata umanità dentro cui muoversi, come scrive Canetti, fino a sentirne lo strazio, e tutta l’angoscia, per poi uscirne facendo appello all’unica via di fuga concessa: il meccanismo di difesa che rende possibile abitare in un mondo ricolmo di orrori, senza caricarsi sulle spalle il dolore di ogni individuo che lo popola. Poi però tornarci col pensiero. Per chi crede, con una preghiera. Inquadrata da questa prospettiva, direi umanitaria, la questione è semplice: come non smarrirsi nel dolore di chi, a differenza nostra, è costretto ogni giorno alla minaccia della morte? Di chi subisce per sé e per i propri cari l’incombenza di un pericolo fatale?

Temo, però, non sia questa l’unica lente attraverso cui riflettere sulla questione. Oltre al lancinante pensiero di uomini costretti al fronte, che attaccano o che resistono in nome di valori essenziali quali la democrazia e la libertà, soldati che si sterminano alle porte della nostra Europa, c’è bisogno di una riflessione meno emotiva, capace di scivolare dalle parti del ragionamento cosciente. L’immaterialità di un principio, per quanto alto possa essere, sembrerebbe sacrilega rispetto alla consistenza fisica del sangue, dei brandelli di carne, rispetto ai corpi dilaniati e senza vita di uomini, di donne e bambini, di giovani o anziani. Ciò nonostante è appunto l’immaterialità dei principi ad aver orientato la nostra concezione di mondo, permettendo la nascita delle democrazie.

Perfino l’idea di una pace duratura che sarebbe stata assicurata dalla scacchiera di Paesi europei governati da un’uguale forma politica, era all’inizio soltanto congetturale. Un’utopia. Ma è da qui che siamo giunti alla costituzione dei nostri sistemi di tutela. È dall’immaterialità di valori essenziali e condivisi che viene a plasmarsi l’assioma attraverso cui prende forma la modernità del nostro vivere insieme. L’Unione europea è stata edificata a partire dalla luce di questi valori: ci siamo dotati di diritti e di doveri, di garanzie, di tutele, di libertà. Nulla, in questo percorso, è stato esonerato da un certo grado di sgradevolezza, di profonde ingiustizie, di dolore o di morte.

Immersi negli orrori del mondo, fra le due, possiamo scegliere di sentirci a nostro agio rifiutando qualsiasi forma di violenza, o di sentirci nel giusto. Avendo negli anni coltivato un’idea di libertà dovuta e perenne, abbiamo in parte rimosso cosa ci ha condotto fino a qui: le guerre, la resistenza, fiumi di carneficine. La libertà garantita dallo Stato di diritto è una conquista recente da dover guardare sotto stretta sorveglianza, e da dover difendere, opponendosi all’illusione che sia un primo passo a cui ne seguiranno per forza altri nella via del progresso. Convincersi del contrario per sentirsi a proprio agio, invece che nel giusto, porta dalle parti di un paradosso: pur di rigettare gli orrori del mondo, siamo disposti, in una vertigine di capovolte retoriche, a legittimare delle mostruosità.

Viene in mente il paradosso esposto da Ralf Dahrendorf, noto come “Paradosso di Martínez”. Siamo nel 1986. In Nicaragua, il sole cade verticale sulle coste frastagliate, sulle spiagge sabbiose e sui vulcani. Come un qualsiasi turista, lo studioso e politico tedesco entra in uno dei negozi posti in fila sul corso di Managua e fa un giro fra gli scaffali. Preso da un sentimento di desolazione, osserva ammutolito i ripiani quasi vuoti. Più tardi, quando avrà modo di confrontarsi col ministro del Commercio, Alejandro Martínez, chiedendo spiegazioni si sentirà rispondere: «Prima della rivoluzione, i grandi magazzini della capitale erano strapieni. Vi si trovava tutto ciò che un americano trova a Miami. Ma la maggioranza della gente non poteva permettersi praticamente nulla di ciò che era esposto, così abbiamo cancellato tutto: ogni abitante del Nicaragua oggi può permettersi ciò che si trova da comprare!». La rivoluzione, dunque, che trasforma un mondo ingiusto di abbondanza per pochi, in uno altrettanto ingiusto di scarsezza per chiunque.

La guerra è ingiusta. Uccidere un proprio simile è ingiusto. Dare il via a un’aggressione militare in nome di una spietata ideologia imperialistica è incredibilmente ingiusto. Difendere con le armi la libertà del proprio Stato sovrano è giusto, certo, ma se riduciamo la scala soffermandoci sul singolo soldato pronto a morire per l’indipendenza del suo Paese, anche questo destino non può che apparirci ingiusto. Confutare l’ingiustizia di un conflitto sarebbe impossibile per chiunque. Ma è una premessa, questa, che non può confondersi con lo svolgimento. Il punto è che esistono diversi gradi di responsabilità, diversi gradi di pericolo, e che un ragionamento sensato dovrebbe annidarsi rigorosamente fra queste pieghe. Muoversi dentro agli uomini, come scrive Canetti, per accogliere l’oscurità dell’esposizione alla morte è un imperativo umano. A cui segue una strada che è battuta dal riflesso della ragione, spietata e brutale, ma necessaria.

L’Unione europea è formata da una comunità di Stati che promulgano scelte di governo a volte sorde ai problemi reali, e a volte inesatte – non mi dilungherò sulle politiche migratorie, la platea dei diritti civili, il ritardo sulla transizione ecologica… – ma resta comunque un paradigma che ci ha accordato maggiore stabilità, maggiori tutele e un benessere più diffuso. Il confine della nostra Europa, che è a volte ingiusta, ma come ogni forma di governo perfettibile, si trova ora a ridosso di una linea immaginaria eppure viva: di difesa d’inderogabili principi.

La guerra mossa da Vladimir Putin all’Ucraina vuole trasformare uno Stato di diritto in cui non tutti (ancora oggi) hanno di fatto accesso alla stessa dose di libertà, in uno Stato dove la libertà diventerebbe un lusso per chiunque. Eccolo il paradosso di chi non vuole o non arriva a cogliere le dovute differenze. Davanti agli orrori del mondo, come lo è una guerra, possiamo sentirci a nostro agio ripetendo formule vaghe da cui erompe generica la parola “pace”, oppure stare dalla parte del giusto. Ragionando. Proponendo quanto è realmente fattibile. Rivendicando la difesa – anche armata – di valori essenziali, ottenuti in passato con il sacrificio e con la morte. Nulla è perenne, soprattutto i diritti. È la Storia che ce lo insegna.

Questo è un articolo del nuovo numero di Linkiesta Magazine, con gli articoli di Big Ideas del New York Times. Si può comprare, qui sullo store, con spese di spedizione incluse, oppure in edicola a Milano e Roma e negli aeroporti e nelle stazioni di tutta Italia.

Nicolas Sarkozy: "Sulla Crimea non si torna indietro", è polemica. Storia di Redazione Tgcom24 giovedì 17 agosto 2023.

Nicolas Sarkozy evoca un'Ucraina "neutrale", un referendum attraverso il quale "approvare" l'annessione della Crimea, perché sulla penisola del Mar Nero ritiene ormai "illusorio ogni passo indietro". L'ex presidente francese parla dei russi come "diversi da noi" ma di cui "abbiamo bisogno, e loro hanno bisogno di noi". E, infine, dice chiaramente che "Putin ha sbagliato" ma che adesso "va trovata una soluzione alla guerra", ovvero un inequivocabile appello al compromesso che sembra rivolto alla comunità internazionale. Parole che hanno innescato immediatamente la polemica, in Francia e oltre.

Nicolas Sarkozy: "I russi sono diversi da noi"  La crisi ucraina è al centro di un'intervista fiume che l'ex capo dello Stato francese concede a Le Figaro, in cui traccia senza indugio la sua personale idea su come uscire dall'impasse nello scontro tra Mosca e Kiev. Idea che non coincide però con il percorso fino a ora intrapreso dalle cancellerie occidentali, Quai d'Orsay ed Eliseo compresi. Poco importa, evidentemente, per l'ex presidente che si esprime dapprima sui rapporti con Mosca e dice: "I russi sono slavi. Sono diversi da noi. La discussione è sempre difficile e ha causato molti malintesi nella nostra storia comune. Nonostante questo noi abbiamo bisogno di loro e loro hanno bisogno di noi". Poi su Putin: "Ha sbagliato, quello che ha fatto è grave e si traduce in un fallimento, ma una volta detto questo bisogna trovare una via d'uscita. La Russia è un vicino dell'Europa e tale rimarrà".

Sulla Crimea non si torna indietro  "L'annessione della Crimea nel 2014 è stata una chiara violazione del diritto internazionale. Ma rispetto a questo territorio, che è stato russo fino al 1954 e dove la maggioranza della popolazione si è sempre sentita russa, penso che ogni arretramento sia illusorio; anche se ritengo che per ratificare l'attuale stato di cose sarà necessario un referendum indiscutibile, cioè organizzato sotto lo stretto controllo della comunità internazionale" ha aggiunto SarKozy.   

Lo scontro sui social  Parole che attirano le lodi del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, che su X scrive: "Nicolas Sarkozy non ha perso il suo buon senso". L'Ucraina al contrario risponde con sdegno, con le parole del consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak il quale, ancora su X, descrive quella dell'ex presidente francese come una " logica criminale, in cui giustifica le guerre di aggressione della Russia", che "smaschera una delle cause fondamentali della guerra odierna. E' stato l'incoraggiamento da parte dei leader occidentali dei piani criminali di Putin di impadronirsi di terre straniere. L'incoraggiamento di Sarkozy è una complicità diretta in un crimine lungo anni".

Le critiche dal mondo politico  Fin qui le parti direttamente coinvolte nel conflitto. Ma le parole di Sarkozy hanno suscitato una raffica di critiche da parte di politici in Francia, che le considerano "vergognose" e accusano l'ex presidente di essere stato "comprato" dalla Russia di Putin. Ad aprire il fuoco di fila è  Julien Bayou, deputato leader degli ecologisti, che definisce l'intervista "scioccante" e attacca Sarkozy "comprato dai russi", con riferimento ai legami emersi di recente con una compagnia di assicurazioni russa. Sempre nella maggioranza, l'eurodeputata (Renew) Nathalie Loiseau deplora "la dipendenza di una parte della classe politica europea dalle opinioni di Vladimir Putin", mentre il suo collega belga Guy Verhofstadt si chiede se "ridere o piangere" alle dichiarazioni di Sarkozy, emblematiche di "tragici errori" nei confronti di una Russia. Ed è una tale bufera che perfino il Quai d'Orsay sente di dover ribadire: "La posizione della Francia sulla guerra di aggressione russa in Ucraina è ben nota". 

La racaille di Mosca. L’abbaglio di Sarkozy e l’unione del mondo civile contro il fascismo russo. Christian Rocca su L'Inkiesta il 19 Agosto 2023

L’ex presidente francese vuole che l’Ucraina rinunci a parte dei territori occupati illegalmente dal suo invasore, ma con la feccia del Cremlino questa non è una soluzione praticabile. Serve un ulteriore sforzo, invece, per aiutare Kyjiv a liberare la Crimea e a porre fine alla guerra

L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy non è esattamente il personaggio pubblico più adatto a dare lezioni di geopolitica al mondo contemporaneo, avendo creato ai suoi tempi parecchio caos in Africa ed essendosi voltato dall’altra parte quando Vladimir Putin ha invaso la Georgia nelle prove generali della guerra in Ucraina, cominciata nel 2014 e continuata su larga scala un anno e mezzo fa. 

Eppure la sua intervista a Le Figaro ha fatto ugualmente il giro del mondo in un’estate in cui le cancellerie e i vertici militari della Nato si chiedono che cosa stia succedendo in Ucraina, a che punto sia la controffensiva liberatrice dei partigiani di Kyjiv, fino a dove si spingeranno le armate imperialiste del Cremlino e, soprattutto, quanto resisterà ancora la solida alleanza del mondo civile contro, per usare un termine caro a Sarkozy, la racaille, la feccia, fascista russa. 

Da qualche settimana si vedono pochi avanzamenti militari sul campo, oppure si percepiscono come troppo lenti, le armi occidentali cominciano a scarseggiare mentre si scoprono progetti segreti da parte del complesso militare-industriale dell’asse del male Mosca-Teheran, in un ciclo politico globale che guarda con attenzione le prossime elezioni europee e, sopratutto, le presidenziali americane di novembre 2024, quando il difensore dell’America, dell’Europa e dell’Ucraina Joe Biden dovrà affrontare l’amichetto di Putin e golpista in chief Donald Trump. 

La difesa occidentale dell’Ucraina fin qui è stata allo stesso tempo ammirevole e deficitaria: ammirevole perché senza di essa oggi non ci sarebbe più l’Ucraina, e deficitaria perché con un impegno maggiore in termini di fornitura e di addestramento militare probabilmente oggi non ci sarebbe più la guerra. 

Gli F-16 necessari a riconquistare la Crimea e a risolvere la partita una volta per tutte tardano ad arrivare nelle basi militari ucraine, così come i missili a lunga gittata, ma a questo punto del conflitto l’urgenza e la priorità per gli ucraini, e per chi ha a cuore la libertà e la democrazia, sono quelle di evitare l’inesorabile e prevedibile stanchezza dell’Occidente. 

Putin può permettersi di aspettare che in Occidente cambi il vento, anche perché non si imbarazza a continuare a commettere crimini di guerra su crimini di guerra né a mandare al macello la fanteria russa. L’Ucraina no, l’Ucraina si difende quotidianamente da centinaia di missili e di aerei nemici programmati per uccidere deliberatamente la popolazione civile, e quindi ha bisogno di cacciare gli invasori, di ottenere i risarcimenti dei danni per avviare la ricostruzione, di vedere i criminali alla sbarra e di assicurarsi grazie alla vittoria sul campo di battaglia una pace futura e stabile. 

La proposta di Sarkozy e di altri sapientoni che non si curano delle sorti degli ucraini (ovvero che l’Ucraina si dovrebbe convincere a rinunciare a parte dei territori occupati illegalmente dai russi) non è una soluzione praticabile e non è una mediazione di nessun tipo, semmai è una capitolazione di fronte all’imperialismo russo che, se i Sarkozy di questo mondo avessero la meglio, vedrebbe premiata la sua furia assassina e distruttrice. 

L’Ucraina non potrà mai cedere territori e cittadini in cambio della promessa di sicurezza, ed è forse il caso di ripetere a voce alta che la sicurezza di una parte degli ucraini non potrà mai essere garantita a danno di altri ucraini che per effetto dello scambio rimarrebbero sotto occupazione e quindi minacciati, torturati e stuprati dagli invasori. 

La guerra tra l’invasore e l’invaso può finire solo in due modi: con la vittoria politica e militare dei russi, ma con la certezza che poi continuerà altrove, nei paesi baltici, in Polonia, dentro i vecchi confini dell’Urss o del Patto di Varsavia, se non addirittura dell’impero russo; oppure può finire con la liberazione della Crimea, occupata nel 2014, e con la vittoria del favoloso popolo resistente d’Ucraina. 

Se siamo a questo punto è proprio perché nel 2014 il mondo ha  seguito la linea Sarkozy, ovvero quella di lasciare che la Russia mantenesse il controllo dei territori illegalmente occupati. Putin si è così convinto che l’Occidente avrebbe continuato a far finta di niente, come niente ha fatto dopo la Georgia e dopo la Crimea e il Donbas, e infatti il 24 febbraio 2022 ha scatenato l’invasione su larga scala di tutta l’Ucraina (che peraltro Sarkozy fino al giorno prima sosteneva che non sarebbe mai avvenuta). Ma per fortuna di tutti noi Sarkozy è in pensione e alla Casa Bianca non ci sono più né Obama né Trump, i gemelli diversi del disimpegno americano e gli amministratori del declino americano. 

Ora però serve un ulteriore e un maggiore impegno degli adulti di Washington, Parigi, Berlino, Londra e Bruxelles per fermare il conflitto in Ucraina, e certamente non servono le proposte stravaganti volte a convincere Zelensky ad abbandonare una parte dei suoi concittadini nelle mani della racaille russa che, ovunque abbia occupato militarmente, come a Bucha, si è visto cosa è capace di fare.

L’Ucraina, grazie agli aiuti del mondo civile, ha dimostrato di essere in grado di combattere, di sconfiggere e di cacciare i russi dal proprio territorio, ma dovrà essere messa nelle condizioni di ultimare la sua opera di difesa nazionale con armi più sofisticate e addestramenti più massicci, perché prima gli ucraini libereranno i territori occupati dagli imperialisti russi, prima finirà la guerra russa all’Ucraina.

La guerra ucraina: una questione di prestigio...Piccole Note (filo-Putin) il 16 Agosto 2023 su Il Giornale.

“Blinken e Biden stanno costruendo un quadro di politica estera destinato a durare nel tempo”. Questo il titolo di un articolo di David Ignatius pubblicato sul Washington Post nel quale si spiega che, mentre la mannaia giudiziaria continua a imperversare su Trump – siamo alla quarta incriminazione -, il duo in questione sta fissando le fondamenta della politica estera americana in modo che un futuro presidente, altro da Biden, sia costretto a non deviare dalle direttrici attuali.

I fondamentalisti della guerra

Così il rapporto con la Cina dovrebbe proseguire su binari conflittuali, perseverando nel rischio di un conflitto aperto, e il confronto con la Russia continuerà, dal momento che l’America sta già immaginando il futuro di Kiev a “medio e lungo termine”, per un ausilio che sia più sostenibile, in cui si riesca a “costruire un esercito di livello mondiale” (prospettiva allarmante…).

La Russia, ha detto Blinken, non deve illudersi di poter “sopravvivere all’Ucraina e a noi” (cioè agli Stati Uniti), dove va sottolineato quel “sopravvivere”, che fa della guerra in corso un conflitto esistenziale.

Proprio l’estremismo della narrazione riguardo alla guerra ucraina è il focus di un articolo di Branko Marcetic su Responsible Statecraft. “A causa della retorica iperbolica” di questa guerra, atta a sostenere la necessità di aiutare in tutti i modi Kiev, scrive Marcetic, “l’opinione pubblica è stata indotta a pensare che l’esito della guerra non riguardi solo Kiev e la sua riconquista del territorio perduto, ma abbia una posta in gioco esistenziale, per la sicurezza degli Stati Uniti, per l’intero ordine globale e persino per la stessa democrazia”.

Quindi “sciogliere gli Stati Uniti dalla guerra” richiederà che questi ultimi virino drasticamente da tale linea che vede il “futuro della stessa pace globale e della democrazia legato alla sconfitta russa […]. Questi discorsi massimalisti in questo momento sono il pensiero dominante del panorama politico statunitense”.

Ritorno alla “teoria del domino”

“Non è sbagliato – continua Marcetic – percepire in queste tematiche […] echi della ‘teoria del domino’ dell’era della Guerra Fredda, dottrina screditata che ha portato gli Stati Uniti a essere trascinati nella disastrosa guerra del Vietnam”.

Anche se pochi di quanti sono consegnati a tale massimalismo credono davvero in tale visione apocalittica, scrive Marcetic, è pur vero che la posta esistenziale c’è, ma è altra.

Infatti, avendo proclamato ossessivamente tale assunto, ormai sono in gioco “il prestigio e la credibilità degli Stati Uniti e della NATO. E così come il sostegno all’Ucraina ha rinvigorito e, almeno pubblicamente, unificato l’alleanza, porre fine alla guerra dopo un’offensiva fallita e con il controllo ucraino sul suo territorio tutt’altro che ripristinato, potrebbe avere l’effetto opposto”.

“Peggio ancora, qualsiasi successo russo, reale o presunto, potrebbe essere visto come politicamente inaccettabile o addirittura umiliante per la leadership della NATO, oltre a far emergere divisioni finora represse. La paura per la perdita di prestigio e di credibilità è stato uno dei fattori chiave per il perdurare del coinvolgimento degli Stati Uniti in Vietnam, ma anche in Iraq , Afghanistan e in altre guerre”.

La guerra e le presidenziali Usa

E nonostante il consenso degli americani all’impegno di Washington nella guerra inizi a vacillare, con gli elettori repubblicani e gli indipendenti per lo più schierati per il disimpegno, resta che la maggioranza degli elettori democratici persevera in tale posizione, costringendo Biden a non retrocedere, se vuole vincere le presidenziali.

Ciò, però, annota Marcetic, espone Biden a un altro rischio: se si dovesse registrare una vittoria russa, gli elettori democratici potrebbero punirlo.

Ma ci sono altri rischi ancora più gravi, annota Marcetic: come infatti “ci ricorda il rafforzamento delle truppe polacche al confine con la Bielorussia, una guerra prolungata comporta maggiori possibilità di escalation, che potrebbero costringere gli stati della NATO a decidere se mantenere o meno i loro impegni relativi all’Articolo V”, cioè alla mutua difesa.

Questa la conclusione di Marcetic: “Una cosa è certa: più a lungo l’amministrazione Biden attende per gettare le basi per porre fine alla guerra attraverso la diplomazia, sia pubblicamente che dietro le quinte, più difficile sarà farlo, con costi sempre più alti a carico del popolo ucraino. Speriamo che, se esiste un piano B, la Casa Bianca se lo tenga semplicemente ben stretto al petto”, pronto, cioè, per essere applicato.

Ipotesi per un piano B

Di un possibile piano B ha parlato il capo dell’ufficio del Segretario generale della NATO, Stian Jensen, in un convegno in Norvegia: “La soluzione [della guerra] potrebbe essere che l’Ucraina rinunci a parte del suo territorio in cambio dell’adesione alla NATO”.

A riportarne le parole è il sito Strana che spiega: “I negoziati sullo status postbellico dell’Ucraina sono già in corso, ha detto Jensen, e non è l’unico a porre domande sulla possibile cessione di parte del territorio alla Federazione Russa”.

“Non sto dicendo che dovrebbe essere così – ha precisato Jensen -, ma potrebbe essere una possibile soluzione. Ci sono progressi significativi sulla questione della futura adesione dell’Ucraina alla NATO”.

Per inciso, l’ipotesi della cessione di parte dei territori ucraini alla Russia in cambio dell’adesione alla NATO era stata avanzata a metà luglio anche da Oleksiy Arestovich, ex consigliere di Zelensky, a conferma che se ne sta parlando, seppur sottotraccia.

Ma sul piano B pesa, e molto, quanto scritto da Marcetic.

Il libro nero degli italiani nei gulag: il vero volto del comunismo di cui non si parla volentieri. Vittoria Belmonte il 18 agosto 2023 su Il Secolo d'Italia. 

Quanti sono gli italiani periti nei gulag in Unione sovietica? Una domanda che nessuno si pone più oggi, visto che la tendenza dominante è quella di rintracciare i fantasmi del fascismo (finito nel 1945). Salvo qualche voce isolata, come quella di Ernesto Galli della Loggia pochi giorni fa sul Corriere, a nessuno pare conveniente attardarsi sui danni del comunismo, sui suoi “errori ed orrori”, come direbbe qualcuno…

Galli della Loggia e la censura della parola “comunista”

Anzi, l’annotazione di Galli della Loggia sulla censura dell’aggettivo comunista accostato a qualche nefandezza (tipo i delitti delle Br) ha dato così fastidio che ancora ieri si leggevano repliche piccate, tipo quella apparsa sul Fatto nella quale si rivendicava al Pci di avere fatto i conti con i terroristi di casa propria mentre nel Msi ciò non sarebbe accaduto. Sorvolando, ad esempio, sulla richiesta di Almirante della pena di morte per i terroristi sia neri che rossi.

I conti col passato li fanno gli storici

Ma lasciamo la parola ai ricercatori e agli storici che hanno ancora la voglia e il coraggio di andare controcorrente e di svelare pagine oscurate sul comunismo e le sue vittime: ora abbiamo a disposizione uno studio approfondito e documentato sugli italiani nei gulag, (Il libro nero degli italiani nei gulag, Leg edizioni, pp. 573, euro 24) curato da Francesco Bigazzi e che raccoglie scritti di Dario Fertilio, Ugo Intini, Aldo G.Ricci, Elena Parkhomenko, Stefano Mensurati, Giovanni Di Girolamo, padre Fiorenzo Reati, Anatoli Razumov.

Le cifre di un orrore rimosso

Il numero delle vittime non è ancora definito in modo incontrovertibile ma alcune cifre sono certe: 822  comunisti e anarchici emigrati in Russia, 78 incarcerati durante le purghe staliniane, 1200-1500 deportati nel 1942 nei gulag del Kazakistan tra gli italiani di Crimea. E infine c’è il tragico capitolo dei circa 64mila prigionieri di guerra del Csir e dell’Armir, 40mila dei quali morti nei gulag.

Togliatti e le reticenze del Pci

Dati alla mano – sottolinea – Bigazzi – “possiamo dimostrare che le condanne a morte di antifascisti furono ben più numerose in Unione sovietica sotto Stalin che non in Italia sotto Mussolini“. Ci sono poi le responsabilità del Pci e di Palmiro Togliatti nel silenziare il dramma degli italiani inghiottiti nell’Arcipelago Gulag. Se ne occupa, nel libro, Ugo Intini che con l’Avanti promosse contro lo storico segretario comunista una campagna di verità che risale al 1988.  L’idea del nostro giornale – ha raccontato Intini nel 2012 – “nacque sulla scia della Perestroika avviata da Gorbaciov e la conseguente apertura degli archivi. Da quegli archivi saltarono fuori delle carte che riabilitarono la figura di Nikolaj Bucharin, condannato a morte nel ’38 da un tribunale staliniano con un coinvolgimento diretto del leader del Pci”.

Il dramma degli italiani di Crimea

Particolarmente crudele, infine, il dramma dei circa 2000 italiani della comunità di Kerc che a partire dal 1921 e fino alla fine degli anni Cinquanta vennero repressi perché sospettati di sabotare la rivoluzione in quanto stranieri. Un calvario che nel libro viene descritto da Stefano Mensurati ricorrendo a numerose testimonianze inedite.

In una fase politica in cui si parla molto, in termini di propaganda, di fare i conti con la propria storia, i saggi raccolti nel Libro nero degli italiani nei gulag aiutano  a capire quanta ipocrisia vi sia da parte della famiglia politica della sinistra che ha perennemente il dito puntato contro il nemico. Sono saggi che fanno ben capire, infatti, il ruolo attivo del gruppo togliattiano nel terrore staliniano e denunciano – osserva infine Bigazzi – i tentativi della dirigenza del Pci di continuare a coprire i misfatti di Stalin fino al crollo dell’Urss e la messa al bando del Pcus. Un atteggiamento oscurantista che, salvo alcune eccezioni, influenza la stragrande maggioranza degli eredi del Pci”.

Dall’Ungheria all’Ucraina. Storia dell’ipocrisia autoassolutoria della sinistra sui crimini dei russi. Francesco Cundari su L'Inkiesta il 15 Agosto 2023

Lo spettacolo di arte varia degli intellettuali postcomunisti che si mescolano agli youtuber più impresentabili fa temere che in questi decenni l’autoritratto della sinistra sia stato tutto una truffa

Questo è un articolo del nuovo numero di Linkiesta Magazine, con gli articoli di Big Ideas del New York Times. Si può comprare già adesso, qui sullo store, con spese di spedizione incluse. In edicola a Milano e Roma e negli aeroporti e nelle stazioni di tutta Italia

Un antico e incoercibile riflesso autoassolutorio spinge molte brave persone a respingere qualsiasi analisi critica delle proprie posizioni politiche, con l’argomento che ben altre, ben più gravi e ben più evidenti contraddizioni caratterizzerebbero la parte avversa. È un fatto che questo riflesso sia particolarmente diffuso a sinistra: il lettore giudichi da solo se la ragione è che tra gli elettori di sinistra ci sono più ipocriti o che tra gli eletti di destra ci sono più farabutti. Da un punto di vista puramente logico, personalmente, mi limito a osservare che le due ipotesi non si escludono reciprocamente.

Per quanto si possano detestare certi riflessi condizionati e certe concessioni al cattivo gusto del pubblico, bisogna ammettere che nel caso della guerra in Ucraina sarebbe però davvero arduo diffondersi sulle contraddizioni della sinistra senza dire una parola sulle incredibili giravolte compiute nel frattempo dalla destra. E il fatto che tale arduo compito sia brillantemente portato a termine da molti commentatori non fa che confermare l’importanza di tutta questa noiosa premessa.

Gli elogi di Silvio Berlusconi a Vladimir Putin, le ripetute occasioni in cui ne ha convintamente rilanciato le più spudorate falsificazioni propagandistiche e le tante altre imbarazzanti peculiarità del loro decennale rapporto, come tutto quel che riguardava Berlusconi, hanno suscitato nel corso degli anni, se non altro, un minimo di attenzione e anche di scandalo. Le prodezze di Matteo Salvini sono state oggetto di internazionale spernacchiamento fino all’altro ieri, in particolare quando il leader della Lega ha avuto l’infelice idea di esportare il suo gusto per il triplo gioco in Polonia, Paese per ovvie ragioni, storiche e geografiche, assai sensibile al problema dell’aggressività russa (indimenticabile la faccia di Salvini nel momento in cui il sindaco con cui credeva di cogliere una bella photo opportunity gli mostra una maglietta di Putin come quelle da lui sfoggiate fino a pochi anni prima).

Molto meno ricordate e criticate sono invece le analoghe imprese compiute da Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia fino all’invasione del 24 febbraio 2022. Eppure, dopo l’occupazione russa della Crimea nel 2014, Meloni e il suo partito si sono battuti per anni a sostegno di Putin e contro le sanzioni occidentali (come il Movimento 5 stelle, del resto).  A sinistra, bisogna dirlo, nessuno si è mai spinto a tanto (il Movimento 5 stelle, infatti, non ha mai appartenuto al campo della sinistra, e questa storia ne è solo l’ennesima dimostrazione).

Il desolante panorama appena ricordato non costituisce però una buona ragione per ignorare un problema che invece riguarda proprio la sinistra italiana, la sua storia e la sua identità. Un problema che la guerra in Ucraina ha evidenziato in modo implacabile, e, almeno per me, persino sconvolgente.

Dall’invasione russa del 24 febbraio, i nomi più illustri dell’intellighenzia progressista hanno firmato appelli demenziali, ripieni delle più ridicole e già mille volte smentite fake news della propaganda putiniana; storici e filosofi che hanno insegnato nelle maggiori università e scritto sui principali quotidiani del Paese non hanno esitato a partecipare a convegni e pubblicare persino dei libri con fascio-populisti formatisi nella Gabbia di Gianluigi Paragone; accademici dei Lincei e filologi sottilissimi si sono mescolati a rinomati cialtroni del web, nazi-comunisti da operetta, blogger no vax e tutto il campionario di disperati che abitualmente tuonano contro il «mainstream» da qualche canale YouTube. Gente con cui in qualsiasi altro momento della loro vita non avrebbero accettato di prendere un caffè.

È vero, un simile spettacolo non era del tutto inedito. Un’ampia e istruttiva anticipazione ci era già stata offerta dal gran numero di politici e intellettuali di sinistra finiti a cantare le lodi di Giuseppe Conte, l’eroe dei due governi, dichiaratamente populista e sovranista fino al settembre 2019 (il “Conte uno”), convintamente europeista e occidentale dal settembre 2019 al febbraio 2021 (il “Conte due”), nuovamente filo-putiniano e anti-atlantista dal febbraio 2021 a oggi (prima in forme più ambigue e sofferte, durante il governo Draghi, poi sempre più esplicite, con il ritorno all’opposizione).

Con la guerra in Ucraina si assiste però a un innegabile salto di qualità. E si torna immediatamente dalla farsa alla tragedia. Naturalmente ora in molti avrebbero buon gioco a ricordare di averlo sempre detto: dalla sinistra non (o anche anti) comunista alla destra (più o meno) liberale, a tutti coloro che per decenni hanno contestato ambiguità, doppio standard e ipocrisie di un certo mondo pacifista (peraltro non solo di matrice ex Pci, ma anche cattolico).

In molti ora potrebbero dire: di che vi stupite? Cosa c’è di diverso dai tempi in cui dirigenti e intellettuali comunisti rilanciavano le peggiori calunnie sulla rivoluzione ungherese? Eppure quella vicenda segnò una spaccatura profonda, anzitutto tra gli intellettuali (che firmarono il famoso appello dei 101) e in parte anche nel gruppo dirigente comunista (il caso più famoso è quello di Antonio Giolitti). Ha però una qualche importanza, per l’identità della sinistra italiana proveniente dal Pci, anche il modo in cui quella vicenda è stata poi raccontata ed elaborata, con tutta l’autoindulgenza, l’autocensura e il senno del poi di cui si è fatto ampio uso. Mi riferisco al tentativo di descrivere uno sviluppo lineare dal tragico errore del ’56, per usare uno dei tanti eufemismi di cui trabocca questa storia, alla scelta di condannare l’invasione di Praga del ’68, a tutto quel che è venuto dopo, con Enrico Berlinguer.

Si potrà legittimamente criticare il modo in cui i comunisti hanno così sminuito le loro responsabilità da un lato e ingigantito il loro ruolo e anche la portata del loro dissenso dall’altro, ma per l’identità di una forza politica, per i valori e gli orientamenti che trasmette ai propri militanti ed elettori, e alle successive generazioni, contano pure le versioni di comodo, le verità ufficiali e i luoghi comuni. Soprattutto i luoghi comuni: ripetuti fino allo sfinimento, introiettati e rilanciati anche da chi non ne abbia avuto alcuna diretta esperienza. Si potrà dunque contestare il rigore storico di quelle narrazioni, ma non il loro senso: una traiettoria che si allontanava sempre di più dagli orrori (e dalle balle) del socialismo reale, per avvicinarsi gradualmente fino a identificarsi (anche qui, s’intende, non senza grande disinvoltura) con la socialdemocrazia occidentale, europeista e atlantista.

L’indegno spettacolo offerto oggi da politici e intellettuali di antica tradizione marxista, comunista o post-comunista pone dunque a chi ha in buona fede condiviso e difeso quella tradizione una domanda decisiva e ineludibile, di carattere morale prima ancora che politico. E cioè: quella narrazione è stata solo un imbroglio, un gioco delle tre carte, un puro incrocio di tatticismi e convenienze, come sempre e inevitabilmente intrecciato ai movimenti delle carriere e delle leadership personali? Quella storia, quella identità, quella tradizione aveva e ha ancora, insomma, un qualche senso, può ancora essere raccontata come l’evoluzione – sia pure sofferta, contraddittoria, difficile – di un grande partito, e del suo popolo, verso posizioni, come si sarebbe detto una volta, sempre più coerentemente democratiche e progressive, o era davvero soltanto una truffa?

Certo, quando il gioco era condotto a colpi di citazioni dal Capitale e dalla Fenomenologia dello Spirito, quando su Raitre poteva capitare di seguire il dibattito sulla teoria del valore di Marx tra Lucio Colletti ed Eric Hobsbawm, quando l’iniziativa politica e culturale abbracciava davvero il mondo intero e le sue infinite complicazioni, era pur comprensibile una qualche esitazione e confusione, o perlomeno una prudente sospensione del giudizio. Ma dopo aver visto gli eredi e i custodi di quella tradizione politico-culturale ripetere le fregnacce dei più screditati guru da social network, parlare di vaccini, green pass e Donbas con gli stessi pseudo-argomenti dello zio scemo al pranzo di Natale, è difficile resistere al sospetto che al cuore di tanta profondità non ci fosse niente di niente.

Chi voglia salvare l’onore di quella tradizione e dunque l’identità della sinistra attuale, che per tanta parte ne discende, dovrà alzare la voce e abbandonare ogni timidezza. Non è più tempo di concessioni alla tattica e allo spirito del tempo. Gli storici di domani non saranno indulgenti come i giornalisti di oggi e non accetteranno giustificazioni.

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Sondaggio: anche la maggioranza degli americani dice basta alle armi all’Ucraina. Valeria Casolaro su L'Indipendente lunedì 14 agosto 2023

La maggioranza degli americani sarebbe contrario all’invio di ulteriori finanziamenti a sostegno dell’Ucraina nella guerra contro la Russia: è quanto emerso da un sondaggio condotto dalla CNN nel luglio di quest’anno. Il 55% degli intervistati, infatti, ritiene che il Congresso non dovrebbe autorizzare ulteriori finanziamenti, mentre il 51% che gli Stati Uniti abbiano già fatto abbastanza per sostenere l’Ucraina nel conflitto (lo scorso anno, all’indomani del scoppio della guerra, il dato si fermava al 38%). La maggior parte degli intervistati (63%) ritiene che gli aiuti più efficaci rientrino nell’ambito dell’assistenza nella raccolta di informazioni, il 53% nell’addestramento militare e solamente il 43% con l’ulteriore invio di armi. Un’alta percentuale degli intervistati (77%) si dice poi preoccupata del fatto che la guerra proseguirà ancora per molto tempo, senza che si venga a capo di una soluzione.

In particolare, il dato cambia a seconda dell’orientamento politico. Tra i repubblicani, infatti, il 71% ritiene che il Congresso non debba più inviare finanziamenti all’Ucraina, mentre il 59% che gli Stati Uniti abbiano già fatto abbastanza in sostegno del Paese in conflitto. Tra i democratici, invece, oltre la metà (62%) è a favore di ulteriori finanziamenti, mentre il 61% ritiene che gli Stati Uniti dovrebbero fare di più. Tra gli indipendenti, la maggior parte (56% per il primo quesito, 55% per il secondo) si mostra in linea con il blocco ai finanziamenti. Tra coloro che temono che il conflitto si prolungherà per molto tempo, i democratici sono la maggior parte (82%), seguiti dagli indipendenti (75%) e dai repubblicani (73%).

Il sondaggio, seppur eseguito su di un campione di popolazione (1.279 individui) non è tuttavia irrilevante, poiché suggerisce come la maggioranza dei cittadini abbia potenzialmente opinioni in contrasto con le politiche intraprese dai capi di governo, in particolare per quanto riguarda l’invio di armi nel contesto del conflitto russo-ucraino. Una tendenza rilevata, sempre tramite sondaggio, anche nel nostro Paese. [di Valeria Casolaro]

Ucraina: la guerra del Mar Nero. Piccole Note (filo-Putin) il 9 Agosto 2023 su Il Giornale.

“”Se la guerra si estenderà al Mar Nero sarà un disastro per la nostra regione”, ha avvertito Recep Erdogan. Ed è proprio quel che sta avvenendo: “L’Ucraina dichiara guerra alle navi russe in transito sul Mar Nero”, annuncia un titolo di Politico.

“Tutto ciò che i russi stanno muovendo avanti e indietro sul Mar Nero sono nostri validi obiettivi militari”, ha detto a Politico Oleg Ustenko, consigliere economico del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, il quale ha spiegato che si tratta di una rappresaglia per il ritiro della Russia dall’accordo sul grano del Mar Nero mediato dalle Nazioni Unite e agli attacchi missilistici contro magazzini agricoli e porti”, dove il riferimento è agli attacchi contro Odessa, con i russi che dicono di aver colpito obiettivi militari.

E già una petroliera russa è stata presa di mira: un drone l’ha danneggiata. L’attacco ha fatto salire alle stelle le assicurazioni delle navi russe. Un punto per l’Ucraina. Ma quel che sottende la dichiarazione è che Kiev e i suoi sponsor intendono rendere il Mar Nero impraticabile.

Si tratta, cioè, di un’ulteriore escalation, dove peraltro gli obiettivi sono dichiaratamente civili (non errori di mira). Ma soprattutto ciò rende quel tratto di mare a rischio per tutti, non solo per le navi russe.

Mar Nero a rischio catastrofe

A maggior rischio saranno le navi della Turchia, che battono quel mare con certa regolarità. E, peraltro, ciò pone una seria criticità ad Ankara, perché il controllo di quel tratto di mare, grazie al Bosforo, è per essa un punto di forza geopolitico ed economico di importanza primaria.

Non solo, va ricordato che, se la petroliera russa fosse affondata, la marea nera avrebbe inondato anche le spiagge ucraine e turche. E qui le cose si complicano e di molto (dov’è Greta Thunberg che aveva gridato all’ecocidio quando collassò la diga di Kakhovka?).

Non per nulla, Erdogan è seriamente preoccupato, come denota la dichiarazione che abbiamo riferito nell’incipit della nostra nota. Nella guerra ci sono dei limiti che pure vanno rispettati: la Russia non bombarda a tappeto Kiev, l’Ucraina dovrebbe porsi domande anche sui propri, dal momento che la decisione rischia una catastrofe dalla quale non rimarrà indenne.

La peculiarità suicida della decisione denota che è indotta, cioè parto dei suoi sponsor, ai quali non interessano granché le conseguenze sull’intera regione, come peraltro evidenzia anche l’invio delle bombe a grappolo Usa a Kiev, che mieteranno vittime civili per i prossimi decenni (vedi quanto successo in Laos con le cluster bombs made in USA).

Ricordiamo, en passant, che l’idea di un intervento aggressivo nel Mar Nero è cara alla Gran Bretagna e aveva trovato un’entusiastica sponda nei neocon USA. Così il Times di maggio 2022: “La Gran Bretagna sta esaminando insieme agli alleati l’ipotesi di inviare navi da guerra nel Mar Nero per proteggere i mercantili che trasportano grano ucraino”.

La disfida del Mar Nero serve anche a tenere in vita la guerra: la controffensiva di terra ucraina è fallita, urge aprire un altro fronte.

L’esplosione di Derince e l’incontro Putin-Erdogan

Oltre che dalle nuvole di tempesta che si addensano sul Mar Nero, la Turchia in questi giorni è stata scossa da un altro accadimento nefasto: due giorni fa un’esplosione ha devastato alcuni silos destinati allo stoccaggio del grano nel porto di Derince. Un’esplosione che ha allarmato l’intera nazione perché nei silos erano stipate 75mila tonnellate di grano, il 20% del quale è andato perduto.

L’inchiesta sulle cause dell’esplosione è ancora in corso. La prima spiegazione, che vuole che sia stata causata dalla compressione del grano, è alquanto aleatoria, ma eviterebbe di indagare più a fondo e aprire contenziosi più a rischio. Resta, infatti, la possibilità che sia stato un sabotaggio. Se tale ipotesi venisse confermata (cosa al momento ardua), Erdogan ha minacciato la chiusura del Bosforo.

In attesa delle notizie di cronaca e delle decisioni future, resta che le sirene di allarme risuonano alte ad Ankara, tanto che Erdogan ha convocato il Consiglio di Sicurezza nazionale (Anadolu).

In questa temperie va segnalato che il 3 agosto il portavoce del Cremlino Dmitrj Peskov ha annunciato che Putin ed Erdogan si incontreranno a breve, confermando così l’annuncio dato in precedenza dal presidente turco. Oltre alla criticità ucraina, i due presidenti ora condividono anche quella del Mar Nero.

Il presidente della Nigeria chiede di invadere il Niger. Piccole Note (filo-Putin) il 4 agosto 2023 su Il Giornale.

Il presidente della Nigeria Bola Tinubu ha chiesto al Senato l’autorizzazione a invadere il Niger per deporre la giunta militare che ha preso il potere una settimana fa.

Una follia che costerà altro sangue all’Africa. Il governo nigerino ha già detto che è pronto a difendersi e con esso si sono schierati Mali e Burkina Faso. Se il passo di Tinubu avrà un seguito, si preannuncia una guerra su larga scala nel continente.

Ai tempi della Guerra Fredda, Urss e Stati Uniti hanno dato vita a diverse guerre per procura in Africa. Quella che si prospetta è una guerra per procura analoga, perché Tinubu sembra che si muova per difendere gli interessi di Francia e Stati Uniti, inferociti per l’imprevisto rovescio del loro protetto Mohamed Bazoum.

Quest’ultimo oggi ha anche firmato uno stranissimo articolo pubblicato sul Washington Post dal titolo: “Presidente del Niger: Il mio paese è sotto attacco e sono stato preso in ostaggio”.

Aggressori e aggrediti

Un articolo che, fin dal titolo (che riecheggia tematiche usati per l’11 settembre), sembra scritto da qualche funzionario del Dipartimento di Stato, sia per i toni che per le argomentazioni, e nel quale, soprattutto, non dice mai ai suoi interlocutori d’Occidente di evitare un intervento armato contro il suo Paese, pur sapendo che sarebbe un bagno di sangue e perseguire vie diplomatiche.

Tale disprezzo per la vita dei suoi connazionali rivela tanto della persona e non ne fa rimpiangere la rimozione. Va da sé che il suo intervento sulla stampa estera evidenzia anche che, nonostante si atteggi a “ostaggio”, non soffre di particolari restrizioni, condividendo, in questo, la nuova libertà di cui possono godere i nigerini, non più sottoposti a un regime di coprifuoco (usuali in tutti i golpe africani, ai quali peraltro erano solite seguire rappresaglie, non registrate in Niger).

Quanto potrebbe avvenire in Niger riecheggia qualcosa di molto familiare, cioè quanto accaduto in Ucraina (tralasciando torti e ragioni e stando solo alla nuda cronaca): nel 2014 in Ucraina c’è stato un golpe, al quale è seguito, dopo anni di guerra aperta e non nel Donbass, l’invasione russa.

Altra analogia, le manifestazioni di piazza che hanno accompagnato il golpe a sostegno dei nuovi padroni del vapore, manifestazioni che si sono registrate, affollate, anche in Niger, solo che lì erano bandiere Ue e Usa, qui russe.

Ciò dà modo di ricordare che un refrain ossessivo della guerra ucraina, servito per tacitare il dissenso, è stato quello della ineludibile distinzione tra aggressore e aggredito. Un refrain che, applicato al caso nigerino, vedrebbe, nel  caso si concretizzasse l’intervento armato, degli aggressori, la Nigeria e i suoi alleati, e un aggredito, il Niger.

La diversità sta tutta nella narrazione, cioè il golpe di Maidan è stato raccontato come una rivoluzione contro un regime oppressivo, quello nigerino come un golpe contro un governo illuminato (forse dalle radiazioni, dal momento che ha lasciato in eredità al Paese 20 milioni di tonnellate di detriti provenienti dalle cave di uranio…).

L’approccio muscolare dell’Occidente

Resta che la contemporaneità tra l’articolo di Bazoum sul Washington Post e la decisione del presidente nigeriano di chiedere l’autorizzazione a un intervento armato non appare affatto casuale.

Da quando c’è stato il colpo di Stato nessun leader della Ue o negli Stati Uniti ha detto una sola parola in favore della diplomazia, da cui si deduce che l’unica soluzione immaginata per la crisi è la resa dei reprobi o l’uso della forza.

Al contrario Russia e Cina, pur chiedendo il ripristino della legalità, hanno esortato a una soluzione politica della crisi.

Ma lo sfoggio muscolare d’Occidente rende la guerra una prospettiva reale (inutile ricordare che il flusso di migranti arriverà al parossismo). E ciò non solo perché l’Occidente reputa inaccettabile perdere la presa sul Niger, ma anche per aprire una nuova stagione africana.

Il punto è che in questi tempi dominati dalla guerra ucraina i Paesi africani hanno dirazzato dalle direttive dei loro vecchi padroni, rimasti ai loro posti di comando, seppure indiretto.

Così la guerra portata a uno dei Paesi più poveri del mondo, se ci sarà, sarà anche un simbolo della nuova determinazione dell’Occidente a contrastare questo vento di libertà, che ha nella Russia un punto di riferimento naturale, quasi obbligato, solo perché potenza antagonista al cosiddetto ordine basato sulle regole che ha reso l’Africa un continente depredato.

Non si tratta di magnificare la Russia, solo di ricordare le tragiche ferite inflitte all’Africa nei secoli recenti, non certo da Mosca, e registrare come il conflitto tra potenze e il contrasto alla prospettiva di un mondo multipolare rischia di precipitare il continente dimenticato in un altro e più oscuro abisso.

L'Ucraina è un cimitero, ma è un segreto ineffabile. Piccole Note (filo-Putin) il 4 Agosto 2023 su Il Giornale.

“Washington sminuisce le perdite dell’Ucraina e incrementa quelle russe. Ufficiali presenti alle riunioni al Pentagono mi dicono che i piccoli successi ucraini sul campo di battaglia (che vengono quasi istantaneamente annullati) riecheggiano nelle riunioni dei generali a quattro stelle, alla Casa Bianca e a Foggy Bottom [Dipartimento di Stato ndr]”.

Ucraina: la realtà, un inutile optional

“Questi rapporti sono trattati come prove incontrovertibili dell’inevitabile vittoria ucraina. In questo clima, gli ufficiali di Stato maggiore sono riluttanti a riferire l’effettiva prestazione militare dei russi o l’impatto della sua potenza militare”. Così Douglas MacGregor su American conservative, il quale aggiunge che tale dissociazione dalla realtà è dilata dai media, per cui la “scommessa” sulla vittoria ucraina resta, nel loro mondo surreale, una prospettiva reale.

Solo di tanto in tanto la realtà emerge, per sbaglio sui media mainstream, peraltro soffocata da informazioni distorsive. È il caso di un cenno sfuggito alla penna di due cronisti del New York Times che hanno visitato gli ospedali da campo ucraini – invece di scrivere dagli alberghi, come tanti altri – nei giorni in cui gli ucraini avevano lanciato la seconda ondata della controffensiva, decisa a causa della pressione dell’Occidente che aveva espresso “frustrazione” per la pausa di riflessione decisa da Kiev dopo gli insuccessi pregressi.

Spingere gli ucraini a un attacco in forze era un suicidio, avevamo osservato in altra nota, una crudele, inutile, macelleria. Lo ha rivelato, di sfuggita appunto, anche il NYT succitato, nonostante l’articolo fosse ingolfato dalle usate fumisterie: “Posizionati vicino alle linee del fronte […] gli ospedali da campo temporanei, che hanno il compito di stabilizzare i pazienti prima di trasportarli altrove, hanno ricevuto un costante afflusso di soldati feriti negli scontri. I numeri sono stati ‘colossali’, ci ha detto un medico”.

L’ennesima, tragica, ingerenza nefasta dell’Occidente, ormai consegnato al verbo dei falchi liberal e neocon. Così chiosa MacGregor: “La guerra per procura dell’America contro la Russia ha trasformato l’Ucraina in un cimitero”.

C’è un altro fattore, secondo MacGregor, che alimenta la prosecuzione della guerra: il fatto che la Russia ha deciso di attestarsi in difesa per minimizzare le perdite. Sembra paradossale, ed è certo un bene per l’Ucraina, ma ha una conseguenza: “le operazioni difensive non vincono le guerre e così Washington continua a credere che l’Ucraina possa vincere”.

Infine, altro fattore che spinge in tal senso è il lucro dell’apparato militar industriale. Inutile ripetersi sui guadagni stratosferici delle aziende Usa di tale settore, più interessante in questa sede ripetere che la guerra ucraina è vista dagli stessi ambiti come un “banco di prova ottimale” per lo sviluppo delle tecnologie belliche (vedi New York Times). Di due giorni fa il titolo di Defense.scoop, tratto dal commento di funzionario del Pentagono : “L’Ucraina è un ‘laboratorio straordinario’ per l’IA militare”. Armi più avanzate aprono nuovi mercati…

I costi della guerra di logoramento

Resta, però, che proseguire il conflitto perseverando in una guerra di logoramento ha i suoi imprevisti, il primo del quale è il degrado progressivo dell’esercito ucraino. Supplire a tale deficit con un mini intervento NATO guidato da Varsavia – ne accenna anche MacGregor – potrebbe scatenare una guerra su larga scala, ripetendo le dinamiche della Seconda guerra mondiale, iniziata anch’essa in Polonia. Così tale folle intervento, al momento, è solo un possibile orizzonte.

Inoltre, nel calcolo costi benefici, non è detto che il logoramento inflitto alla Russia sia maggiore di quello occidentale. Il progressivo deterioramento del comparto produttivo europeo causato dalla guerra potrebbe non dispiacere eccessivamente a Washington, anzi, ma lo stallo potrebbe egualmente costringere gli States a decidere ad abbandonare Kiev al suo destino.

La mancanza di qualche successo concreto, infatti, sta mettendo sotto pressione la narrativa trionfalistica che ha accompagnato il conflitto. Questa guerra si regge tutta su tale narrativa, come da incipit di questa nota. Se non potrà essere alimentata diventerà sempre meno sostenibile proseguire nello sforzo bellico.

Un po’ come accadde per le guerre del Vietnam e dell’Afghanistan, la cui fine fu anticipata rispettivamente dai Pentagon Papers e da una serie di articoli pubblicati sul Washington Post (vedi Piccolenote) che hanno demolito la stolida propaganda di guerra, rivelando la dura realtà.

Infine, a Washington sanno anche che esiste il rischio di perdere in maniera clamorosa questa guerra per procura, rischio che aumenta con il progressivo degrado delle forze di Kiev e l’altrettanto progressivo svuotamento degli arsenali NATO.

Per tornare agli esempi precedenti, tutto sembrava bloccato in Vietnam fino a quando l’offensiva del Tet non inflisse una ferita mortale alle forze statunitensi e del Vietnam del Sud, decretandone la sconfitta. E tutto sembrava bloccato in Afghanistan fino a quando tutto è crollato di schianto, con l’esercito afghano armato e addestrato dagli Stati Uniti messo in rotta in due giorni. Chiudiamo segnalando un articolo di Gianluca de Feo su Repubblica che scrive dei “timori per lo stallo dell’offensiva ucraina”, che potrebbero portare a un cessate il fuoco. Evidentemente anche nelle colonie iniziano ad arrivare gli spifferi che da tanto tempo soffiano nelle segrete stanze di Washington.

Due pesi, due misure. L’invasione russa e la differenza tra antimperialismo di facciata e becero antiamericanismo. Federico Bosco su L'Inkiesta il 5 Agosto 2023

Dopo aver passato decenni a condannare i mali del colonialismo e gli abusi delle grandi potenze occidentali, i leader politici dell’America Latina e dell’Africa sono rimasti in silenzio di fronte all’aggressione imperialista di Mosca contro Kyjiv. Un atteggiamento tanto pragmatico quanto ipocrita 

L’imperialismo di Vladimir Putin ha fatto cadere il velo dell’antimperialismo di facciata di molti leader di potenze regionali e paesi in via di sviluppo, rivelando tutta l’ipocrisia di chi nasconde dietro una visione del mondo progressista, nobile e ricca di valori universali quello che in realtà non è altro che il solito antioccidentalismo e antiamericanismo denso di ideologia e privo di coerenza. Dopo aver passato decenni a condannare i mali dell’imperialismo e del colonialismo, i leader politici di Africa e America Latina non hanno condannato la violente aggressione imperialista della Russia nei confronti dell’Ucraina, dimostrando una certa confusione nel riconoscere cosa stava succedendo e un ambivalente equilibrismo nel modo in cui rispondere.

Sia chiaro, la storia coloniale e imperiale delle potenze occidentali è costellata di orrori che hanno segnato il destino di popoli e nazioni, lasciando ferite che in molti casi non saranno mai del tutto rimarginate. Ma proprio perché l’imperialismo è un torto criminale, perché non condannarlo con altrettanta veemenza quando è la Russia ad applicarlo, qui e ora, in un modo così ideologico, guerrafondaio, e atroce da risultare quasi genocida?

L’atteggiamento dei leader africani e sudamericani in parte è una scelta giustificata dal pragmatismo, non schierarsi per non subire rappresaglie o ritorsioni da una potenza che per loro – a differenza dei paesi europei – rappresenta una minaccia molto più forte. In fondo, per loro questa guerra è un problema dell’Europa e degli Stati Uniti, uno guerra lontana che non li riguarda. In questo caso però il pragmatismo non viene premiato, poiché il Cremlino non lo riconosce come tale ma come un segno di debolezza. 

Mosca non rispetta la scelta di chi desidera restare neutrale per restarne fuori, il rifiuto di proseguire con l’accordo che garantiva il flusso delle esportazioni agroalimentari attraverso il Ma Nero è un attacco alla sicurezza alimentare globale, un modo per usare le forniture di grano e cereali come uno strumento coercitivo per conseguire obiettivi geopolitici colpendo proprio quei paesi che si erano sforzati di restare lontani dalla guerra.  

Con l’uscita della Russia dall’iniziativa del Mar Nero, l’invasione russa dell’Ucraina è diventata in modo evidente una guerra imperialista che riguarda tutti, anche i paesi del cosiddetto Sud globale. Tuttavia, nelle stesse ore in cui Putin gettava le basi per il suo attacco alla sicurezza alimentare del continente più affamato del mondo a Bruxelles erano in corso le riunioni del vertice tra i rappresentanti dell’Unione europea e della Comunità di Stati latinoamericani e dei Caraibi (Celac). 

Nel comunicato finale i paesi del Celac non hanno condannato la Russia, limitandosi a esprimere «preoccupazione per la guerra», con un’eccezione: il presidente cileno Gabriel Boric, socialista e progressista, che ha definito l’invasione russa dell’Ucraina «un’inaccettabile guerra di aggressione imperialista che viola il diritto internazionale», chiedendo (invano) ai partner latinoamericani di riconoscere pubblicamente questa realtà. 

Qualche settimana prima, durante la sua visita Roma lo stimato presidente del Brasile Luiz Iñacio Lula da Silva aveva detto in conferenza stampa che «bisogna smettere di sparare e iniziare a parlare». A vertice Celac-Ue di Bruxelles però Lula ha scelto di restare in silenzio, dimostrando che quelle frasi erano solo l’equilibrismo di chi parla vagamente di pace senza distinguere tra chi ha scelto la guerra, e chi è costretto ad affrontarla.

La strada quindi è ancora lunga, ma nonostante le risposte ambigue all’invasione, nonostante la propaganda russa in Africa e America Latina, nonostante le finzioni e la riluttanza nello schierarsi apertamente dalla parte dell’Ucraina, la maggior parte del mondo riconosce la realtà della guerra imperialista della Russia.

Al vertice Russia-Africa di San Pietroburgo della scorsa settimana si sono presentati solo diciassette capi di stato, un calo incredibile rispetto ai quarantatré leader dell’edizione precedente di quattro anni fa, e gran parte del vertice è stato occupato dalla questione delle forniture di grano con la richiesta africana di ripristinare l’accordo del Mar Nero e avviare colloqui di pace con l’Ucraina.  Le offerte di Putin di regalare qualche tonnellata di grano ai paesi più bisognosi, e di vendere grano e fertilizzanti a prezzi più bassi ai paesi che non aderiscono alle sanzioni, sono state viste per quello che sono: un vile ricatto. 

Secondo le dichiarazioni del Segretario di Stato americano Antony Blinken, ieri in un dibattito alle Nazioni Unite più di novanta paesi si sono unite agli Stati Uniti per firmare un comunicato che condanna l’uso del cibo come un’arma. Chissà se a quel punto anche gli antimperialisti di casa nostra riconosceranno la differenza tra una potenzia imperialista che aggredisce una nazione che non rappresentava nessuna minaccia, e un paese che è stato aggredito per il solo e unico motivo di non accettare i limiti imposti dal perimetro post-coloniale di un impero che non esiste più da almeno trent’anni. 

Da corriere.it mercoledì 2 agosto 2023.

«Io sono contro qualsiasi guerra, credo che la guerra per procura in Ucraina sia iniziata molto prima, con la violazione degli accordi di Minsk. La mia sensazione è che la Nato sia fuori controllo, la Nato dovrebbe iniziare a parlare di diplomazia e l’avrebbe dovuto fare già mesi fa quando gli Stati Uniti rifiutarono un avvio dei negoziati». Così la star statunitense e militante pacifista ed ambientalista Susan Sarandon, premiata con la Colonna d’Oro alla Carriera al Magna Graecia Film Festival, in conferenza stampa.

«Credo che la guerra non riguardi l'Ucraina ma riguardi la Russia, è un tentativo di indebolire la Russia per i suoi rapporti con la Cina - sottolinea l'attrice -. Il mio cuore è terribilmente spezzato e sofferente nell'assistere alle devastazioni e alle morti che si stanno verificando sia in Ucraina che in Russia. Bisogna iniziare a lavorare con la diplomazia per cercare di porre fine a questa guerra, fine che di certo non si può ottenere utilizzando le bombe al grappolo che sono contro le convenzioni di Ginevra», conclude la star di «Thelma e Loiuse» tra gli applausi del pubblico in sala.

Pugni, preti e calcio. Una storia bellissima per spiegare la distinzione tra aggredito e aggressore. Iuri Maria Prado su L'Inkiesta il 31 Luglio 2023

Era il 1962, in una rinomata scuola romana condotta dai gesuiti. Durante una partita, un ragazzo disse a un compagno di classe: «Sporco ebreo». E in risposta ricevette un cazzottone. Ma a essere sospeso non fu quello che aveva reagito con violenza fisica all’insulto, bensì l’altro. Chissà come finirebbe oggi

Un mio amico mi ha raccontato una storia bellissima. Una storia di pugni e di preti. Una storia di partite di pallone. Una storia di punizioni. Una storia di giustizia.

Era il 1962, in una rinomata scuola romana condotta dai gesuiti. Nella classe di questo amico che mi ha raccontato la storia, c’erano due ragazzi ebrei. I preti indottrinavano accuratamente gli altri al dovere di trattare con rispetto e indiscriminata amicizia quei due. Uno dei quali – il protagonista della storia – era particolarmente asino, ma fortissimo a calcio, e perciò conteso da tutti ad averlo in squadra.

Ebbene, durante una partita, a contrasto delle prestazioni e delle abilità vincenti di quel campioncino, un altro, su cui evidentemente la lezione gesuita aveva fatto poca presa, ringhiò fuori «sporco ebreo». Quello allora gli ammolla una pizza che lo manda a terra, un cazzottone che spacca la faccia al bullo. I compagni guardano la scena, mentre abbondante sangue ributta dalla bocca e dal naso dell’incauto ripetitore antisemita.

Intervennero le autorità scolastiche. L’accaduto non poteva certo passare come se non fosse stato. I genitori del ragazzo acciaccato reclamarono provvedimenti contro il responsabile.

Passarono giorni nell’attesa del verdetto: sospensione, sicuro, preconizzavano tutti. Infine, il collegio giudicante sciolse la riserva ed emise il provvedimento: e fu sospensione, appunto.

Solo che, contro le attese, e a percuotere e formare le giovani coscienze dei compagni, sospeso non fu il ragazzo che aveva usato i pugni sulla faccia dello stronzetto. Ma quest’ultimo, sospeso perché aveva detto «sporco ebreo» a quell’altro e non ostante l’altro avesse reagito con violenza fisica all’insulto.

Mi dice il mio amico (e c’è da crederci) che la sanzione, così imprevedibilmente orientata, così forte nella capacità di ribaltare prognosi di giustizia non solo diverse ma opposte, così “avanzata” nell’ordinare la gerarchia delle offese, nel punire la più grave e originaria e nell’assolvere quella apparentemente sproporzionata, impressionò profondamente i ragazzi.

Solo vent’anni prima, una scena così non ci sarebbe stata: perché vent’anni prima non ci sarebbero stati ragazzi ebrei in quella scuola, né in altre. Comunque, i preti insegnarono a quel ragazzo, lasciatosi andare a un insulto razzista, uno che poi avrebbe fatto molta strada nell’amministrazione dello Stato, gli insegnarono che l’ingiustizia della sopraffazione può essere sopraffatta due volte, prima da chi vi resiste e poi da una giustizia più forte. Lo insegnarono a quel ragazzo e lo insegnarono a tutti gli altri, ai genitori che volevano la punizione dello «sporco ebreo» e ai compagni che lo guardavano mentre metteva al suo posto il vigliacco. Chissà se oggi, onusto d’anni e di incarichi, e ormai rimarginati gli sbreghi sulla faccia, quell’uomo se ne ricorda.

E chissà se in una democratica scuola pubblica dei nostri giorni si assisterebbe all’applicazione di una giustizia analoga, e non invece a una composizione pretesco-progressista a sigillo di una pace inclusiva, contro l’odio, con le ragioni dell’aggressore poste sullo stesso piano di quelle dell’aggredito.

Nato, Biden e Zelensky prigionieri di un circolo vizioso. Piccole Note (filo-Putin) il 28 Luglio 2023 su Il Giornale.

Fornire all’Ucraina ancora più armi e aspettarsi che vinca la guerra è “per definizione una follia strategica”. Questa guerra non sarà vinta sul campo di battaglia perché nessuna guerra si vince più in questo modo. Infatti, “gli Stati Uniti vincono battaglie e perdono guerre da 50 anni”. Così Sean McFate docente alla Syracuse University e autorevole esponente dell’Atlantic Council, think thank non certo filo-russo.

Le sue osservazioni sono state pubblicate su USA Today, accompagnate da quelle altrettanto realistiche di Steven Myers, ufficiale dell’Us Air Force con un passato al Dipartimento di Stato, secondo il quale le tattiche adottate dai russi sono “completamente incoerenti rispetto a un’ipotesi di conquista” territoriale.

Il conflitto, ha aggiunto, “finirà con uno stallo, che adesso penso fosse nelle intenzioni di Putin fin dall’inizio”. Zelensky è “in trappola”, ha aggiunto: “Il presidente Biden, la NATO e Zelensky si sono intrappolati in un Comma 22 di loro creazione, incapaci di soddisfare le aspettative irrealistiche che hanno creato”.

Il circolo vizioso creato dalla NATO, Biden e Zelensky

Il Comma 22, espressione che prende il nome dal titolo di un romanzo di Joseph Heller del 1961, è una situazione paradossale, un circolo vizioso dal quale è impossibile uscire.

Per esplicitare le osservazioni di Myers, il Comma 22 si è creato preannunciando una vittoria a tutto campo di Kiev, data per certa grazie all’ausilio NATO, che è impossibile da ottenere.

Allo stesso tempo, aver venduto al mondo tale prospettiva impedisce alla leadership della NATO, degli USA e dell’Ucraina di trattare con Mosca su basi più realistiche, perché ciò avrebbe il sapore di una sconfitta.

Gli ucraini non stanno morendo come mosche al fronte per vincere la guerra, cosa ad oggi fuori dai radar, ma solo e soltanto per questo motivo, cioè per impedire il collasso di questa narrativa trionfale.

Interessanti, nella giornata di ieri, anche le dichiarazioni di Oleksiy Arestovich, già consigliere di Zelensky poi allontanato, il quale ha detto che, una volta tagliato il collegamento tra Russia e Crimea, l’Ucraina potrà infine “trattare” con Mosca (la Crimea, cioè, resterebbe russa).

Al di là del sviluppo sul piano militare delineato dalle sue parole, invero dubbio, è interessante che Arestovich abbia accennato a una prospettiva che in Ucraina (e altrove) è passibile di esser tacciata di alto tradimento, cioè quella di avviare negoziati.

Dal momento che Arestovich conserva certa autorevolezza e non è affatto isolato, è evidente che le sue parole segnalano un’insoddisfazione serpeggiante in parte della leadership di Kiev per quanto riguarda la gestione del conflitto.

Arestovich e i dubbi sulla controffensiva

Ancora più acute le altre osservazioni di Arestovich, secondo il quale, il comandante delle forze armate ucraine, Valerij Zaluznyj, deve affrontare un “compito impossibile”: ottenere un positivo risultato militare e salvare l’esercito senza che esso perda la sua capacità di combattimento (fonte Strana.ua).

È un po’ quel che abbiamo provato a far emergere nelle precedenti note. Nell’alto Comando di Kiev, dopo i fallimenti iniziali, era forte il timore che, lanciando all’attacco le forze, pure consistenti, ancora non compromesse negli scontri precedenti, l’esercito ucraino si degradasse eccessivamente nell’impatto con le difese russe. Tanto da non poter più garantire un’adeguata capacità di combattimento.

Incalzato dall’America e dalla NATO, che esigono risultati da ostendere all’opinione pubblica mondiale, il Comando ucraino ha dovuto piegare la testa ed è stato costretto a mandare l’esercito all’assalto.

I risultati di questi due giorni di attacchi lancia in resta sono stati devastanti, con forti perdite di uomini e mezzi e nessuna conquista significativa. Tanto che agli squilli di tromba iniziali, riecheggiati un po’ dappertutto sui media occidentali, sono seguiti commenti più laconici e attenuati.

Non siamo ancora ai titoli di coda di questo rinnovato slancio offensivo, ma l’incipit non promette nulla di buono per Kiev. Anche in questo caso la realtà non ha avuto alcun peso sulla decisione di attaccare. Da cui il disastro. 

N.B. nella foto di apertura scattata al recente vertice NATO di Vilnius, la stretta di mano Biden-Zelensky di fronte allo sguardo compiaciuto di Stoltemberg. 

Video "Heil Zelensky" virale in Germania. Si muove l'intelligence: chi c'è dietro. Il Tempo il 28 luglio 2023

Un video di propaganda pro-Russia è diventato virale in poco tempo sui social media in Germania. Nel filmato, ambientato in un fittizio villaggio del Palatinato, i soldati della Bundeswehr suonano il campanello di una piccola casa dove una famiglia è seduta davanti alla televisione. Una comandante e diversi soldati cominciano a requisire gli oggetti presenti nel soggiorno della famiglia per conto del governo federale, sostenendo che l’intera proprietà è ora «un aiuto per il signor Zelensky», mentre la televisione trasmette un comizio di un finto cancelliere tedesco Olaf Scholz che afferma che la Germania continuerà a sostenere l’Ucraina. La comandante appende poi una foto del presidente ucraino al muro e saluta con un «Heil Zelensky!». Alla fine del video una scritta recita: «la tua casa è nella Nato? Accetta la Nato in casa tua». Vengono poi forniti una serie di dati: dall’inizio del 2022, oltre 22 miliardi di euro «sono affluiti dal bilancio tedesco all’Ucraina».

Il messaggio del video sostiene che il governo tedesco sta prendendo tutto dalla popolazione solo per sostenere l’Ucraina. C’è anche un riferimento ironico ai carri armati Leopard forniti da Berlino a Kiev, con la comandante che sequestra un peluche di un leopardo dalle mani di un bambino. La clip è stata pubblicata online mercoledì scorso e da allora è stata vista da migliaia di persone.  Il video è stato diffuso per la prima volta da account di social media in lingua russa, come riporta Zdf che, con uno strumento di riconoscimento facciale, è riuscita a identificare gli attori scoprendo che provengono tutti dalla Russia. Nel video sono stati utilizzati anche effetti speciali, come hanno scoperto alcuni giornalisti investigativi. Il villaggio, infatti, è quello di Rhodt nel Palatinato, ma per il filmato è stata usata una vecchia foto della cittadina tedesca che è poi stata animata digitalmente. Insomma, una produzione di livello. 

Alcuni canali Telegram russi hanno sostenuto che dietro al video possa esserci l’AfD, il partito di estrema destra tedesco. Ma questa ipotesi è stata seccamente smentita dall’ufficio stampa dell’AfD, come riporta sempre Zdf, sottolineando che tutto indica effettivamente che il filmato provenga dalla Russia. L’Ufficio federale per la protezione della costituzione (BfV), l’intelligence interna tedesca, è a conoscenza del video. «Si adatta al contenuto degli sforzi in corso da parte di attori di disinformazione filo-russi», ha spiegato il Bfv alla Zdf. L’obiettivo è ripetutamente quello di «incitare la popolazione locale contro il governo federale e contro il sostegno dell’Ucraina nella sua difesa contro l’aggressore russo», ha affermato ancora l’intelligence tedesca, aggiungendo che parte di questi sforzi è la costante ripetizione di narrazioni ben note in variazioni leggermente modificate - «in questo caso, ad esempio, una presunta espropriazione della popolazione a favore dell’Ucraina o la vicinanza della Bundeswehr e del governo ucraino al fascismo».

La senti questa voce? L’indignazione intermittente dei pacifisti sulla guerra in Ucraina. Iuri Maria Prado su L'Inkiesta il 28 Luglio 2023

Nessuno dei sedicenti progressisti biasima Mosca per aver bombardato un parco giochi, ma molti si scandalizzano se la resistenza ucraina fa saltare il pilone del ponte che porta i convogli militari del Cremlino a commettere crimini umanitari nel paese invaso

Tu prendi la voce pacifista di questi due anni e passa di guerra per procura, questa guerra dell’occidente «armato fini ai denti» che corrompe la naturale predisposizione dei vicini a stare sotto il tacco russo. Non c’è, la voce pacifista, quando il criminale di guerra ammassa centocinquantamila soldati ai confini dell’Ucraina. Non c’è quando il criminale di guerra annuncia l’inizio dell’operazione speciale. Non c’è quando si fa sapere da Mosca che si tratta di rimuovere e di sostituire con gente perbene il governo nazista degli omosessuali e drogati di Kyjiv. 

Poi arriva, la voce pacifista. Arriva quando quelli dicono che resisteranno. Arriva quando la gravida sventrata ha un curriculum improbabile: faceva la modella. Arriva per il tramite del giornalista democratico che raccomanda di non fidarsi della propaganda, perché c’è anche chi dice che l’ospedale era un covo di nazisti, e vai a sapere dove sta la verità. Arriva la voce pacifista con le cronache sulla stazione devastata dal missile con targa discutibile, verosimilmente ucraina. Arriva la voce pacifista a commento dei bossoli mancanti ai margini del massacro di Bucha. 

Poi, nei mesi, ormai negli anni, continua ad arrivare sì e no. Dipende. Non arriva – perché «e allora il Vietnam?» – sulla notizia dei soldati decapitati. Non arriva – perché «e allora l’Iraq?»- sulle donne e i bambini stuprati. Non arriva – perché «e allora i Territori Occupati?» – sugli asili inceneriti. Non arriva – perché e «allora i profitti dei mercanti di armi?» – sui condomini sventrati dai droni iraniani.

Arriva la voce pacifista a tutela del pilone del ponte che porta i convogli militari del macellaio a denazificare i mercati le chiese ucraine, arriva con il conforto della giornalista d’inchiesta che chiede a Zelensky – a Zelensky, non a Putin, a Zelensky, perdio – «dove vuole fermarsi». Arriva la voce del pacifista quando sale la bolletta del gas che affligge i desideri di pace della Repubblica fondata sull’antifascismo, contro l’Italia serva della Nato che manda soldi agli ucraini e si dimentica dei dipendenti dell’Atac e dei diritti di undicimila resistenti della Rai.

Non arriva la voce del pacifista sul proclama del generale russo che rivendica il dovere morale di «bruciare i bambini ucraini». Arriva la voce del pacifista a salvaguardia dell’accademico che arrota la erre nella deplorazione della pace sacrificata alla brama di guerra che “rade al suolo intere regioni”, e chi sia a raderle al suolo è un dettaglio di cui il fisico da televendita progressista non si interessa.

Non arriva la voce pacifista a commento del santone panslavista che celebra le virtù identitarie delle bombe sui parchi giochi dei bambini: arriva a censura del presidente statunitense che parla maleducatamente di Putin. Non arriva la voce pacifista sulle dichiarazioni dello stalinista che definisce «passanti» i ciclisti abbattuti dai cecchini. Non arriva la voce del pacifista quando il genocida prende per fame, per sete e per freddo le città assediate: arriva quando l’aiuto ai bambini nei rifugi, alle vedove, ai volontari che proteggono le famiglie dai saccheggi e dalle torture, attenta al reddito di cittadinanza.

Arriva la voce pacifista a conforto e ad assoluzione degli stragisti: a dare il nome di pace alla vittoria e all’impunità degli assassini.

La repressione del movimento contro la guerra in Russia. Valeria Casolaro su L'Indipendente mercoledì 26 luglio 2023.

Oltre 20 mila attivisti contro la guerra, in Russia, sono stati vittime della repressione governativa dall’inizio dell’operazione militare in Ucraina. A denunciarlo è un lungo e dettagliato rapporto di Amnesty International, che riporta come Mosca stia mettendo in atto una “gamma complessa ed estesa di tattiche” volte a silenziare i pacifisti. Oltre 2.300 dissidenti in detenzione amministrativa, licenziamenti e intimidazioni diffuse, uso arbitrario dell’accusa di “agente straniero” verso gli oppositori, una censura sempre più capillare anche nel mondo dell’arte: questi i meccanismi attraverso il quale gli antimilitaristi finiscono nella rete della repressione. Un rapporto che merita di essere riportato anche perché Amnesty, a differenza di altre organizzazioni per i diritti umani – spesso smaccatamente filoamericane – ha una storia equilibrata e imparziale, come dimostrato con le sue battaglie per Julian Assange, per i diritti dei palestinesi ed altre cause assai invise ai governi occidentali.

L’ONG, molto più super partes e critica nei confronti dei governi occidentali di tante altre (è una delle pochissime a condurre una lotta per la liberazione di Assange e quindi di forte critica agli Stati Uniti, oltre ad aver più volte definito quanto accade in Palestina un apartheid in atto per mano degli israeliani) ha recentemente stilato un rapporto sullo stato della repressione contro il dissenso pacifista in Russia (iniziato immediatamente dopo lo scoppio della guerra). Qui viene riportato in che modo il Paese adotta quotidianamente “nuove e assurde leggi che criminalizzano chi esprime liberamente le proprie opinioni”, mentre “il difettoso sistema penale, caratterizzato da processi profondamente ingiusti, è stato utilizzato per comminare pene detentive e multe salate per mettere a tacere i critici in risposta al minimo dissenso”. Alcuni attivisti sono stati infatti incarcerati solamente per aver pronunciato frasi contro la guerra: è il caso di Vladimir Rumyantsev, di Vologda (nella Russia settentrionale), il quale dovrà scontare tre anni di prigione per aver trasmesso, dal proprio appartamento, testimonianze sulla guerra di mezzi di informazione di blogger vietati dalle autorità.Un caso ancor più sconcertante è quello di Anatoly Berezikov, arrestato per aver appeso volantini contro la guerra in Ucraina a Rostov sul Don, città non lontana dal confine ucraino. Secondo quanto riferito dalla ONG russa Department One, l’accusa contro di lui era di “alto tradimento”. Lo scorso 10 maggio l’uomo è stato posto sotto detenzione amministrativa e la data del rilascio è stata posticipata più volte. Durante questo periodo, ha raccontato ai propri avvocati come le forze dell’ordine avessero ripetutamente usato scariche elettriche contro di lui. Il 14 giugno, un giorno prima del suo rilascio, è stato trovato morto nella sua cella. Le guardie sostengono si sia trattato di un suicidio.

Solamente nel 2022, denuncia Amnesty, sono state 2.307 i casi di detenzione amministrativa, la quale tuttavia rappresenta solamente una delle forme con le quali il governo cerca di reprimere il dissenso. In altri casi si è agito con licenziamenti e intimidazioni, o con l’attribuzione ai critici di guerra dell’etichetta “agenti stranieri”. Si tratta di una formulazione il cui uso è definito da specifiche leggi (come la Legge federale sul controllo dell’attività delle persone sotto influenza straniera, entrata in vigore lo scorso 1° dicembre) e utilizzata sempre con maggior frequenza in Russia, proprio perché utile per screditare e stigmatizzare tanto le associazioni quanto i singoli individui. Roman Dobrokhotov, giornalista russo, ha dichiarato che «La vita in Russia è incompatibile con lo status di “agente straniero”». La censura ha colpito anche il mondo dell’arte, con molti artisti che si sono visti cancellare gli eventi o costretti ad andare in esilio forzato, per timore di come il governo avrebbe potuto reagire alle proprie posizioni contro la guerra.

Tuttavia, sarebbe ingenuo non riconoscere che, in fondo, il dissenso è la prima vittima di tutte le guerre. E, per tenerlo sotto controllo il più possibile, la censura è una complice imprescindibile. In Ucraina la situazione non è molto migliore rispetto a quella della Russia. Recentemente è stata approvata una legge,  fortemente voluta da Zelensky, che amplia notevolmente il potere del governo sui mezzi di informazione e che, secondo diversi media e critici, mette a serio rischio la libertà di stampa. I poteri del Consiglio nazionale per la radiotelevisione (i cui membri sono nominati direttamente dal Presidente e dal Parlamento), sono infatti stati molto ampliati, permettendo al Consiglio di vietare temporaneamente l’attività dei mezzi di informazione in rete, chiedere ai fornitori di Internet di bloccare l’accesso a determinate pagine o siti senza dover passare da un tribunale e regolamentare l’attività degli operatori televisivi, tanto in rete che via cavo. Nell’aprile dell’anno scorso, inoltre, poco dopo lo scoppio della guerra, un blogger è stato arrestato per aver diffuso contenuti giudicati dalle autorità “anti-patriottici”, rischiando fino a 15 anni di carcere – e non sarebbe azzardato supporre che esistano molti casi simili, dei quali, semplicemente, non si ha notizia. Altra legge promulgata all’inizio di quest’anno in Ucraina (dove vige la coscrizione obbligatoria) e fortemente voluta da Zelensky prevede il rafforzamento delle pene del personale militare in caso di diserzione, inosservanza o critiche agli ordini.

La prima vittima di ogni conflitto, insomma, è sempre la libertà di espressione e di azione. [di Valeria Casolaro]

Gli Alleati chiedono agli ucraini di andare al macello. Piccole Note (filo-Putin) il 25 Luglio 2023 su Il Giornale.

“Fondamentalmente, la critica degli Alleati è che l’Ucraina non sta andando abbastanza forte”. Così Jonathan Grotefendt in un articolo pubblicato su Antiwar, che aggiunge: “La scorsa settimana i leader occidentali hanno iniziato a esprimere la loro frustrazione per la controffensiva ucraina. Una frustrazione che si fonda sul fatto che l’Ucraina non usa tattiche basate su ‘attacchi combinati’. Ciò significa integrare fanteria, veicoli corazzati e artiglieria”.

La guerra, le strategie degli Alleati, le macerie

Secondo Grotefendt, che dettaglia quanto tali recriminazioni siano diffuse anche sui media, in tal modo gli Alleati chiedono agli ucraini una maggiore aggressività, in poche parole di andare allo sbaraglio, nonostante i costi altissimi in termini di vite umane già pagati da essi dall’inizio della controffensiva (se in tal modo può essere definito un attacco che non va da nessuna parte).

Abbiamo dedicato altre note per spiegare quanto l’attacco ucraino sia velleitario, non certo per colpa dell’esercito di Kiev quanto per colpa dei suoi strateghi, ucraini e Nato.

Ma che fosse un attacco votato al fallimento era ben chiaro agli strateghi di cui sopra. Lo hanno detto alcuni, lo ha scritto anche Daniel Michaels in un articolo di due giorni fa pubblicato addirittura sul Wall Street Journal, che nel sottotitolo recita: “Stati Uniti e Kiev sapevano dei deficit, ma Kiev ha comunque lanciato l’offensiva”.

“Quando l’Ucraina ha lanciato la sua grande controffensiva questa primavera, – scrive Michaels – i funzionari militari occidentali sapevano che Kiev non aveva un addestramento adatto né le armi – dai proiettili agli aerei da guerra – di cui aveva bisogno per mettere in rotta le forze russe. Ma speravano che il coraggio e l’intraprendenza degli ucraini avrebbero avuto la meglio”.

“Non è andata così. Campi minati estesi e mortali, vaste fortificazioni e la potenza aerea russa si sono combinati per sbarrare la strada a possibili conquiste significative da parte dell’esercito ucraino. Invece, la campagna rischia di precipitare in una situazione di stallo con il potenziale di bruciare vite e armamenti senza che si registri un vero cambiamento”.

Il Time aveva paventato la disfatta

In realtà, alla leadership di Kiev, che ha comunque le sue terribili responsabilità, non è stata data altra scelta dagli Alleati che quella lanciare le forze ucraine al macello. Il mandato irrevocabile a dare inizio alla missione è giunto inappellabile. Lo avevano detto tanti, lo aveva scritto a chiare lettere anche il Time lo scorso aprile, prima cioè che l’attacco iniziasse.

“L’Ucraina non è pronta per la sua grande offensiva, ma non ha scelta”, spiegava il titolo dell’articolo di Mark Galeotti. “Kiev è costretta a un attacco in primavera o in estate, nonostante abbia bruciato le munizioni così velocemente che l’Occidente non riesce a tenere il passo”. 

Gli Alleati sapevano che l’offensiva ucraina non aveva speranza.

Quindi quanto si osserva sul campo di battaglia non è altro che la cronaca di un suicidio annunciato. Solo che a morire non sono gli strateghi che l’hanno voluto, ma i ragazzi e gli uomini ucraini che cadono come mosche al fronte.

Mentre le sofferenze dei civili diventano sempre più insostenibili, anche a motivo delle spericolate iniziative di Kiev (anche queste coordinate con le agenzie straniere), che con i suoi attacchi contro obiettivi civili russi, del tutto inutili sul piano bellico, attirano le pesanti ritorsioni di Mosca.

Continua Grotefendt: “Come per la maggior parte delle guerre statunitensi – per procura o dirette – il paese che le subisce viene completamente distrutto. L’economia viene distrutta, l’infrastruttura viene distrutta e, insieme all’enorme quantità di perdite di vite umane, anche lo spirito del paese viene distrutto”.

“Se la storia è una guida, l’Ucraina alla fine svanirà dal ciclo delle notizie per essere abbandonata dall’Occidente. Le bandiere blu e gialle svaniranno dalle immagini dei profili di facebook per essere sostituite con il prossimo soggetto verso il quale i media mainstream alimenteranno la rabbia della gente. Come avvenuto con l’Afghanistan, l’Iraq, la Siria, la Libia e lo Yemen, il paese devastato dalla guerra dovrà raccogliere i cocci e seppellire i morti, e starà molto peggio di prima”.

L’unico motivo che al momento frena la macelleria è la consapevolezza, da parte delle menti più lucide dell’Impero, che un attacco alzo zero delle residue forze ucraine potrebbe portare alla sconfitta totale di Kiev. Solo per questo motivo, e non certo per ragioni umanitarie, gli appelli perché Kiev forzi ulteriormente la mano sono rimasti inascoltati. Almeno per ora.

Luttwak, il falco ragionevole

Di interesse, nell’articolo di Grotefendt, anche il cenno sul potere dei media di creare e alimentare la rabbia popolare verso uno Stato, un popolo o una religione. Si pensi agli islamici, e agli arabi in generale, nel corso della guerra al Terrore, oggi sostituiti dai russi. Solo per fare un esempio (domani saranno i cinesi?).

Concludiamo con un’appendice obbligata. Ieri abbiamo dato conto di due tweet di Edward Luttwak nel quale il superfalco USA chiedeva la fine delle ostilità. Si è ripetuto. Questo, infatti, il tweet di oggi: “Sì, se l’Ucraina potesse portare al collasso l’esercito russo, potrebbe chiedere qualsiasi cosa, anche di mandare Putin sotto processo. Per come stanno le cose, l’Ucraina non può sconfiggere l’esercito russo, mentre le forze armate russe possono continuare a distruggere le infrastrutture ucraine. È ora di far finire la guerra”.

Ci sono ancora barlumi di lucidità nell’establishment imperiale. D’altronde lo scacco dell’America e degli Alleati della NATO in questa guerra è palese. E anche alcuni dei falchi, oltre che i realisti, iniziano a prendere consapevolezza che sia giunto il momento di trovare una via di uscita che salvi la faccia all’impero, piuttosto che rischiare l’onta di una possibile disfatta in stile Afghanistan.

Già, perché quello che doveva essere il secondo Afghanistan per la Russia (tale anche la profezia della Clinton), rischia di trasformarsi nel secondo Afghanistan di Biden. E il presidente degli Stati Uniti sa che non potrebbe sopravvivere (politicamente) a un tale uno-due.