Denuncio al mondo ed ai posteri con i miei libri tutte le illegalità tacitate ed impunite compiute dai poteri forti (tutte le mafie). Lo faccio con professionalità, senza pregiudizi od ideologie. Per non essere tacciato di mitomania, pazzia, calunnia, diffamazione, partigianeria, o di scrivere Fake News, riporto, in contraddittorio, la Cronaca e la faccio diventare storia. Quella Storia che nessun editore vuol pubblicare. Quelli editori che ormai nessuno più legge.

Gli editori ed i distributori censori si avvalgono dell'accusa di plagio, per cessare il rapporto. Plagio mai sollevato da alcuno in sede penale o civile, ma tanto basta per loro per censurarmi.

I miei contenuti non sono propalazioni o convinzioni personali. Mi avvalgo solo di fonti autorevoli e credibili, le quali sono doverosamente citate.

Io sono un sociologo storico: racconto la contemporaneità ad i posteri, senza censura od omertà, per uso di critica o di discussione, per ricerca e studio personale o a scopo culturale o didattico. A norma dell'art. 70, comma 1 della Legge sul diritto d'autore: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali."

L’autore ha il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo (art. 12 comma 2 Legge sul Diritto d’Autore). La legge stessa però fissa alcuni limiti al contenuto patrimoniale del diritto d’autore per esigenze di pubblica informazione, di libera discussione delle idee, di diffusione della cultura e di studio. Si tratta di limitazioni all’esercizio del diritto di autore, giustificate da un interesse generale che prevale sull’interesse personale dell’autore.

L'art. 10 della Convenzione di Unione di Berna (resa esecutiva con L. n. 399 del 1978) Atto di Parigi del 1971, ratificata o presa ad esempio dalla maggioranza degli ordinamenti internazionali, prevede il diritto di citazione con le seguenti regole: 1) Sono lecite le citazioni tratte da un'opera già resa lecitamente accessibile al pubblico, nonché le citazioni di articoli di giornali e riviste periodiche nella forma di rassegne di stampe, a condizione che dette citazioni siano fatte conformemente ai buoni usi e nella misura giustificata dallo scopo.

Ai sensi dell’art. 101 della legge 633/1941: La riproduzione di informazioni e notizie è lecita purché non sia effettuata con l’impiego di atti contrari agli usi onesti in materia giornalistica e purché se ne citi la fonte. Appare chiaro in quest'ipotesi che oltre alla violazione del diritto d'autore è apprezzabile un'ulteriore violazione e cioè quella della concorrenza (il cosiddetto parassitismo giornalistico). Quindi in questo caso non si fa concorrenza illecita al giornale e al testo ma anzi dà un valore aggiunto al brano originale inserito in un contesto più ampio di discussione e di critica.

Ed ancora: "La libertà ex art. 70 comma I, legge sul diritto di autore, di riassumere citare o anche riprodurre brani di opere, per scopi di critica, discussione o insegnamento è ammessa e si giustifica se l'opera di critica o didattica abbia finalità autonome e distinte da quelle dell'opera citata e perciò i frammenti riprodotti non creino neppure una potenziale concorrenza con i diritti di utilizzazione economica spettanti all'autore dell'opera parzialmente riprodotta" (Cassazione Civile 07/03/1997 nr. 2089).

Per questi motivi Dichiaro di essere l’esclusivo autore del libro in oggetto e di tutti i libri pubblicati sul mio portale e le opere citate ai sensi di legge contengono l’autore e la fonte. Ai sensi di legge non ho bisogno di autorizzazione alla pubblicazione essendo opere pubbliche.

Promuovo in video tutto il territorio nazionale ingiustamente maltrattato e censurato. Ascolto e Consiglio le vittime discriminate ed inascoltate. Ogni giorno da tutto il mondo sui miei siti istituzionali, sui miei blog d'informazione personali e sui miei canali video sono seguito ed apprezzato da centinaia di migliaia di navigatori web. Per quello che faccio, per quello che dico e per quello che scrivo i media mi censurano e le istituzioni mi perseguitano. Le letture e le visioni delle mie opere sono gratuite. Anche l'uso è gratuito, basta indicare la fonte. Nessuno mi sovvenziona per le spese che sostengo e mi impediscono di lavorare per potermi mantenere. Non vivo solo di aria: Sostienimi o mi faranno cessare e vinceranno loro. 

Dr Antonio Giangrande  

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(pagine) GIANGRANDE LIBRI

WEB TV: TELE WEB ITALIA

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L’ITALIA ALLO SPECCHIO

IL DNA DEGLI ITALIANI

 

 

ANNO 2023

L’ACCOGLIENZA

SECONDA PARTE

L’ATTACCO

SEDICESIMO MESE

 

DI ANTONIO GIANGRANDE

 

 

 

L’APOTEOSI

DI UN POPOLO DIFETTATO

 

Questo saggio è un aggiornamento temporale, pluritematico e pluriterritoriale, riferito al 2023, consequenziale a quello del 2022. Gli argomenti ed i territori trattati nei saggi periodici sono completati ed approfonditi in centinaia di saggi analitici specificatamente dedicati e già pubblicati negli stessi canali in forma Book o E-book, con raccolta di materiale riferito al periodo antecedente. Opere oggetto di studio e fonti propedeutiche a tesi di laurea ed inchieste giornalistiche.

Si troveranno delle recensioni deliranti e degradanti di queste opere. Il mio intento non è soggiogare l'assenso parlando del nulla, ma dimostrare che siamo un popolo difettato. In questo modo è ovvio che l'offeso si ribelli con la denigrazione del palesato.

IL GOVERNO

 

UNA BALLATA PER L’ITALIA (di Antonio Giangrande). L’ITALIA CHE SIAMO.

UNA BALLATA PER AVETRANA (di Antonio Giangrande). L’AVETRANA CHE SIAMO.

PRESENTAZIONE DELL’AUTORE.

LA SOLITA INVASIONE BARBARICA SABAUDA.

LA SOLITA ITALIOPOLI.

SOLITA LADRONIA.

SOLITO GOVERNOPOLI. MALGOVERNO ESEMPIO DI MORALITA’.

SOLITA APPALTOPOLI.

SOLITA CONCORSOPOLI ED ESAMOPOLI. I CONCORSI ED ESAMI DI STATO TRUCCATI.

ESAME DI AVVOCATO. LOBBY FORENSE, ABILITAZIONE TRUCCATA.

SOLITO SPRECOPOLI.

SOLITA SPECULOPOLI. L’ITALIA DELLE SPECULAZIONI.

 

L’AMMINISTRAZIONE

 

SOLITO DISSERVIZIOPOLI. LA DITTATURA DEI BUROCRATI.

SOLITA UGUAGLIANZIOPOLI.

IL COGLIONAVIRUS.

SANITA’: ROBA NOSTRA. UN’INCHIESTA DA NON FARE. I MARCUCCI.

 

L’ACCOGLIENZA

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA.

SOLITI PROFUGHI E FOIBE.

SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI.

 

GLI STATISTI

 

IL SOLITO AFFAIRE ALDO MORO.

IL SOLITO GIULIO ANDREOTTI. IL DIVO RE.

SOLITA TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE.

SOLITO BERLUSCONI. L'ITALIANO PER ANTONOMASIA.

IL SOLITO COMUNISTA BENITO MUSSOLINI.

 

I PARTITI

 

SOLITI 5 STELLE… CADENTI.

SOLITA LEGOPOLI. LA LEGA DA LEGARE.

SOLITI COMUNISTI. CHI LI CONOSCE LI EVITA.

IL SOLITO AMICO TERRORISTA.

1968 TRAGICA ILLUSIONE IDEOLOGICA.

 

LA GIUSTIZIA

 

SOLITO STEFANO CUCCHI & COMPANY.

LA SOLITA SARAH SCAZZI. IL DELITTO DI AVETRANA.

LA SOLITA YARA GAMBIRASIO. IL DELITTO DI BREMBATE.

SOLITO DELITTO DI PERUGIA.

SOLITA ABUSOPOLI.

SOLITA MALAGIUSTIZIOPOLI.

SOLITA GIUSTIZIOPOLI.

SOLITA MANETTOPOLI.

SOLITA IMPUNITOPOLI. L’ITALIA DELL’IMPUNITA’.

I SOLITI MISTERI ITALIANI.

BOLOGNA: UNA STRAGE PARTIGIANA.

 

LA MAFIOSITA’

 

SOLITA MAFIOPOLI.

SOLITE MAFIE IN ITALIA.

SOLITA MAFIA DELL’ANTIMAFIA.

SOLITO RIINA. LA COLPA DEI PADRI RICADE SUI FIGLI.

SOLITO CAPORALATO. IPOCRISIA E SPECULAZIONE.

LA SOLITA USUROPOLI E FALLIMENTOPOLI.

SOLITA CASTOPOLI.

LA SOLITA MASSONERIOPOLI.

CONTRO TUTTE LE MAFIE.

 

LA CULTURA ED I MEDIA

 

LA SCIENZA E’ UN’OPINIONE.

SOLITO CONTROLLO E MANIPOLAZIONE MENTALE.

SOLITA SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI.

SOLITA CULTUROPOLI. DISCULTURA ED OSCURANTISMO.

SOLITO MEDIOPOLI. CENSURA, DISINFORMAZIONE, OMERTA'.

 

LO SPETTACOLO E LO SPORT

 

SOLITO SPETTACOLOPOLI.

SOLITO SANREMO.

SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO.

 

LA SOCIETA’

 

AUSPICI, RICORDI ED ANNIVERSARI.

I MORTI FAMOSI.

ELISABETTA E LA CORTE DEGLI SCANDALI.

MEGLIO UN GIORNO DA LEONI O CENTO DA AGNELLI?

 

L’AMBIENTE

 

LA SOLITA AGROFRODOPOLI.

SOLITO ANIMALOPOLI.

IL SOLITO TERREMOTO E…

IL SOLITO AMBIENTOPOLI.

 

IL TERRITORIO

 

SOLITO TRENTINO ALTO ADIGE.

SOLITO FRIULI VENEZIA GIULIA.

SOLITA VENEZIA ED IL VENETO.

SOLITA MILANO E LA LOMBARDIA.

SOLITO TORINO ED IL PIEMONTE E LA VAL D’AOSTA.

SOLITA GENOVA E LA LIGURIA.

SOLITA BOLOGNA, PARMA ED EMILIA ROMAGNA.

SOLITA FIRENZE E LA TOSCANA.

SOLITA SIENA.

SOLITA SARDEGNA.

SOLITE MARCHE.

SOLITA PERUGIA E L’UMBRIA.

SOLITA ROMA ED IL LAZIO.

SOLITO ABRUZZO.

SOLITO MOLISE.

SOLITA NAPOLI E LA CAMPANIA.

SOLITA BARI.

SOLITA FOGGIA.

SOLITA TARANTO.

SOLITA BRINDISI.

SOLITA LECCE.

SOLITA POTENZA E LA BASILICATA.

SOLITA REGGIO E LA CALABRIA.

SOLITA PALERMO, MESSINA E LA SICILIA.

 

LE RELIGIONI

 

SOLITO GESU’ CONTRO MAOMETTO.

 

FEMMINE E LGBTI

 

SOLITO CHI COMANDA IL MONDO: FEMMINE E LGBTI.

  

L’APOTEOSI

DI UN POPOLO DIFETTATO

 

Questo saggio è un aggiornamento temporale, pluritematico e pluriterritoriale, riferito al 2023, consequenziale a quello del 2022. Gli argomenti ed i territori trattati nei saggi periodici sono completati ed approfonditi in centinaia di saggi analitici specificatamente dedicati e già pubblicati negli stessi canali in forma Book o E-book, con raccolta di materiale riferito al periodo antecedente. Opere oggetto di studio e fonti propedeutiche a tesi di laurea ed inchieste giornalistiche.

Si troveranno delle recensioni deliranti e degradanti di queste opere. Il mio intento non è soggiogare l'assenso parlando del nulla, ma dimostrare che siamo un popolo difettato. In questo modo è ovvio che l'offeso si ribelli con la denigrazione del palesato.

 

IL GOVERNO

 

UNA BALLATA PER L’ITALIA (di Antonio Giangrande). L’ITALIA CHE SIAMO.

UNA BALLATA PER AVETRANA (di Antonio Giangrande). L’AVETRANA CHE SIAMO.

PRESENTAZIONE DELL’AUTORE.

LA SOLITA INVASIONE BARBARICA SABAUDA.

LA SOLITA ITALIOPOLI.

SOLITA LADRONIA.

SOLITO GOVERNOPOLI. MALGOVERNO ESEMPIO DI MORALITA’.

SOLITA APPALTOPOLI.

SOLITA CONCORSOPOLI ED ESAMOPOLI. I CONCORSI ED ESAMI DI STATO TRUCCATI.

ESAME DI AVVOCATO. LOBBY FORENSE, ABILITAZIONE TRUCCATA.

SOLITO SPRECOPOLI.

SOLITA SPECULOPOLI. L’ITALIA DELLE SPECULAZIONI.

 

L’AMMINISTRAZIONE

 

SOLITO DISSERVIZIOPOLI. LA DITTATURA DEI BUROCRATI.

SOLITA UGUAGLIANZIOPOLI.

IL COGLIONAVIRUS.

SANITA’: ROBA NOSTRA. UN’INCHIESTA DA NON FARE. I MARCUCCI.

 

L’ACCOGLIENZA

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA.

SOLITI PROFUGHI E FOIBE.

SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI.

 

GLI STATISTI

 

IL SOLITO AFFAIRE ALDO MORO.

IL SOLITO GIULIO ANDREOTTI. IL DIVO RE.

SOLITA TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE.

SOLITO BERLUSCONI. L'ITALIANO PER ANTONOMASIA.

IL SOLITO COMUNISTA BENITO MUSSOLINI.

 

I PARTITI

 

SOLITI 5 STELLE… CADENTI.

SOLITA LEGOPOLI. LA LEGA DA LEGARE.

SOLITI COMUNISTI. CHI LI CONOSCE LI EVITA.

IL SOLITO AMICO TERRORISTA.

1968 TRAGICA ILLUSIONE IDEOLOGICA.

 

LA GIUSTIZIA

 

SOLITO STEFANO CUCCHI & COMPANY.

LA SOLITA SARAH SCAZZI. IL DELITTO DI AVETRANA.

LA SOLITA YARA GAMBIRASIO. IL DELITTO DI BREMBATE.

SOLITO DELITTO DI PERUGIA.

SOLITA ABUSOPOLI.

SOLITA MALAGIUSTIZIOPOLI.

SOLITA GIUSTIZIOPOLI.

SOLITA MANETTOPOLI.

SOLITA IMPUNITOPOLI. L’ITALIA DELL’IMPUNITA’.

I SOLITI MISTERI ITALIANI.

BOLOGNA: UNA STRAGE PARTIGIANA.

 

LA MAFIOSITA’

 

SOLITA MAFIOPOLI.

SOLITE MAFIE IN ITALIA.

SOLITA MAFIA DELL’ANTIMAFIA.

SOLITO RIINA. LA COLPA DEI PADRI RICADE SUI FIGLI.

SOLITO CAPORALATO. IPOCRISIA E SPECULAZIONE.

LA SOLITA USUROPOLI E FALLIMENTOPOLI.

SOLITA CASTOPOLI.

LA SOLITA MASSONERIOPOLI.

CONTRO TUTTE LE MAFIE.

 

LA CULTURA ED I MEDIA

 

LA SCIENZA E’ UN’OPINIONE.

SOLITO CONTROLLO E MANIPOLAZIONE MENTALE.

SOLITA SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI.

SOLITA CULTUROPOLI. DISCULTURA ED OSCURANTISMO.

SOLITO MEDIOPOLI. CENSURA, DISINFORMAZIONE, OMERTA'.

 

LO SPETTACOLO E LO SPORT

 

SOLITO SPETTACOLOPOLI.

SOLITO SANREMO.

SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO.

 

LA SOCIETA’

 

AUSPICI, RICORDI ED ANNIVERSARI.

I MORTI FAMOSI.

ELISABETTA E LA CORTE DEGLI SCANDALI.

MEGLIO UN GIORNO DA LEONI O CENTO DA AGNELLI?

 

L’AMBIENTE

 

LA SOLITA AGROFRODOPOLI.

SOLITO ANIMALOPOLI.

IL SOLITO TERREMOTO E…

IL SOLITO AMBIENTOPOLI.

 

IL TERRITORIO

 

SOLITO TRENTINO ALTO ADIGE.

SOLITO FRIULI VENEZIA GIULIA.

SOLITA VENEZIA ED IL VENETO.

SOLITA MILANO E LA LOMBARDIA.

SOLITO TORINO ED IL PIEMONTE E LA VAL D’AOSTA.

SOLITA GENOVA E LA LIGURIA.

SOLITA BOLOGNA, PARMA ED EMILIA ROMAGNA.

SOLITA FIRENZE E LA TOSCANA.

SOLITA SIENA.

SOLITA SARDEGNA.

SOLITE MARCHE.

SOLITA PERUGIA E L’UMBRIA.

SOLITA ROMA ED IL LAZIO.

SOLITO ABRUZZO.

SOLITO MOLISE.

SOLITA NAPOLI E LA CAMPANIA.

SOLITA BARI.

SOLITA FOGGIA.

SOLITA TARANTO.

SOLITA BRINDISI.

SOLITA LECCE.

SOLITA POTENZA E LA BASILICATA.

SOLITA REGGIO E LA CALABRIA.

SOLITA PALERMO, MESSINA E LA SICILIA.

 

LE RELIGIONI

 

SOLITO GESU’ CONTRO MAOMETTO.

 

FEMMINE E LGBTI

 

SOLITO CHI COMANDA IL MONDO: FEMMINE E LGBTI.

 

 

 

L’ACCOGLIENZA

INDICE PRIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI EUROPEI

Confini e Frontiere.

Quei razzisti come gli italiani.

Quei razzisti come i serbi.

Quei razzisti come i greci.

Quei razzisti come gli austriaci.

Quei razzisti come i croati.

Quei razzisti come i kosovari.

Quei razzisti come gli spagnoli.

Quei razzisti come i francesi.

Quei razzisti come gli svizzeri.

Quei razzisti come i tedeschi.

Quei razzisti come i belgi.

Quei razzisti come gli olandesi.

Quei razzisti come i danesi.

Quei razzisti come i finlandesi.

Quei razzisti come gli svedesi.

Quei razzisti come i norvegesi.

Quei razzisti come gli inglesi.

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI AFRO-ASIATICI

 

Quei razzisti come i zambiani.

Quei razzisti come i zimbabwesi.

Quei razzisti come i ghanesi.

Quei razzisti come i sudanesi.

Quei razzisti come i gabonesi.

Quei razzisti come i ciadiani.

Quei razzisti come i marocchini.

Quei razzisti come i tunisini.

Quei razzisti come gli egiziani.

Quei razzisti come i siriani.

Quei razzisti come i libanesi.

Quei razzisti come i giordani.

Quei razzisti come gli israeliani.

Quei razzisti come i turchi.

Quei razzisti come gli iraniani.

Quei razzisti come gli yemeniti.

Quei razzisti come gli afghani.

Quei razzisti come i pakistani.

Quei razzisti come gli indiani.

Quei razzisti come i thailandesi. 

Quei razzisti come gli indonesiani.

Quei razzisti come i birmani.

Quei razzisti come i bielorussi.

Quei razzisti come i russi.

Quei razzisti come i kazaki.

Quei razzisti come i nord coreani.

Quei razzisti come i cinesi.

Quei razzisti come i giapponesi.

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI OCEAN-AMERICANI

 

Quei razzisti come gli statunitensi.

Quei razzisti come i salvadoregni.

Quei razzisti come i messicani.

Quei razzisti come i cubani.

Quei razzisti come i colombiani.

Quei razzisti come i brasiliani.

Quei razzisti come i boliviani.

Quei razzisti come i peruviani.

Quei razzisti come i canadesi.

Quei razzisti come gli australiani.

Quei razzisti come i neozelandesi.

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. UNDICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. DODICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. TREDICESIMO MESE. UN ANNO DI AGGRESSIONE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. QUATTORDICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. QUINDICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. SEDICESIMO MESE

 

INDICE TERZA PARTE

 

SOLITI PROFUGHI E FOIBE. (Ho scritto un saggio dedicato)

Il Giorno del Ricordo.

SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI. (Ho scritto un saggio dedicato)

I Migranti.

I Rimpatri.

Gli affari dei Buonisti.

Quelli che…porti aperti.

Quelli che…porti chiusi.

Cosa succede in Libia.

Cosa succede in Africa.

Gli ostaggi liberati a spese nostre.

Il Caso dei Marò & C.

 

 

 

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 25 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 26 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 27 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 28 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 29 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 30 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 31 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie dell’1 giugno.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 2 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 3 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 4 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 5 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 6 giugno.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 7 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie dell’8 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 9 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 10 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie dell’11 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 12 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 13 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 14 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 15 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 16 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 17 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 18 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 19 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 20 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 21 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 22 giugno.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 23 giugno.  

Fake News e disinformazione.  

I Danni Climatici.  

Le Sanzioni.  

La Ricostruzione.  

Le Armi.  

I Partigiani.  

Criminali di Guerra.  

I Terroristi.  

I Pacifondai.  

 

 

 ANNO 2023

L’ACCOGLIENZA

SECONDA PARTE

L’ATTACCO

SEDICESIMO MESE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 25 maggio.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Lukashenko: «Mosca ha iniziato a trasferire armi nucleari in Bielorussia». Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 25 maggio 2023.

Le notizie sulla guerra di giovedì 25 maggio in diretta. Mosca: «Arrestati due ucraini che volevano sabotare le centrali nucleari russe». La Russia espelle cinque diplomatici svedesi 

• Mosca: «Sventato attacco con droni a una nostra nave sul Mar Nero».

• L’intelligence di Kiev vuole arrivare a Putin: «È in cima alla nostra lista».

• Il punto militare: mezzi americani usati nell’incursione a Belgorod: il Pentagono prende le distanze.

Ore 00:25 - L'intelligence di Kiev: «Putin è in cima alla nostra lista, si rende conto che ci stiamo avvicinando, ma forse ha paura di essere ucciso dal suo popolo»

Putin «è in cima alla lista» degli obiettivi di Kiev. Lo ha ammesso il capo aggiunto dei servizi di intelligence del ministero della Difesa ucraino, Vadim Skibitski, in un'intervista all'emittente Welt, secondo cui il presidente russo è ben consapevole dell'intenzione di Kiev di ucciderlo. «Si sta rendendo conto che ci stiamo avvicinando a lui, ma forse ha anche paura di essere ucciso dal suo stesso popolo - sostiene Skibitski - Molte persone in Russia sostengono ancora questa "operazione speciale" ma grazie ai social media e ai controlli telefonici, sappiamo che sono morti così tanti russi che questo spaventa la gente».

E tra gli obiettivi c'è anche Yevgeny Prigozhin: «La nostra priorità è eliminare coloro che ordinano ai loro uomini di attaccare». E Putin è in cima alla lista «perché coordina e decide cosa succede. Ma alla fine tutti dovranno rispondere delle loro azioni. Il capo di Stato Maggiore Valery Gerasimov e il ministro della Difesa Sergei Shoigu hanno pianificato l'attacco e ora non possono tornare indietro». Alla domanda se anche i propagandisti, gli oligarchi e i civili siano considerati degli obiettivi, Skibitsy ha risposto: «Siamo in guerra e questi sono i nostri nemici. Se una figura importante produce e finanzia armi per la Russia, allora la sua eliminazione salverebbe la vita di molti civili... Secondo le convenzioni internazionali, questo è un obiettivo legittimo».

Ore 01:08 - Dagli Usa un nuovo sistema di difesa missilistico per l'Ucraina

Nuovi aiuti militari statunitensi per l'Ucraina. Il Dipartimento di Stato americano ha infatti approvato un accordo per la vendita di un sistema avanzato di difesa missilistica terra-aria (Nasams) per un valore di 285 milioni di dollari. Lo ha reso noto il Pentagono spiegando di aver risposto a una richiesta del governo di Kiev per «aumentare la sicurezza di un Paese alleato» e così «rafforzare la stabilità politica e il progresso economico in Europa».

Ore 01:31 - Belgorod, attacco e reazione dopo il mistero dell’incursione

(Marta Serafini) Un’operazione che, al di là del suo effettivo risultato, avrebbe gettato il Cremlino nel panico. È così che gli analisti dell’Isw, il think tank di intelligence statunitense, descrivono l’incursione nella regione di Belgorod di milizie anti Putin iniziata lunedì e finita ieri. Restano però molti punti ancora non chiari su quello che sembra essere il più grande attacco transfrontaliero condotto da territorio ucraino verso quello russo.

Ore 01:58 - Mattarella: «Lavorare tutti per una pace giusta»

«Si avverte con forza l’esigenza di lavorare tutti, con ancor maggiore impegno, per una pace giusta, che sappia mettere a fattor comune le ragioni di una convivenza internazionale equa e ordinata, messa ora pesantemente a rischio con la ingiustificata aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, un Paese indipendente e sovrano la cui stessa vita viene messa in discussione». Lo ha detto il capo dello Stato, Sergio Mattarella, durante il brindisi al Quirinale in onore del Presidente della Repubblica dell’Angola Joao Manuel Gonçalves Lourenco.

Ore 02:16 - PUNTO MILITARE - Mezzi americani usati nell’incursione a Belgorod: il Pentagono prende le distanze

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli incursori di Belgord avrebbero utilizzato mezzi americani per penetrare in territorio russo. Le immagini arrivate dalle aree di confine mostrano infatti Humvee e blindati di produzione statunitense in mano alle milizie di estrema destra: un dettaglio non secondario che ha rafforzato la tesi di una collaborazione fra i gruppi partigiani russi e il governo di Kiev, e ha provocato la reazione immediata del Pentagono.

Ore 03:06 - Mosca: «Sventato attacco ucraino a una nave nel Mar Nero»

Le forze ucraine hanno cercato stamane di attaccare una nave militare russa nel Mar Nero che svolge attività di sorveglianza di due gasdotti russi verso la Turchia, ma l'operazione è stata sventata con la distruzione di tre droni marini. Lo ha detto il ministero della Difesa di Mosca. Secondo il ministero, citato dall'agenzia Ria Novosti, il tentativo di attacco è avvenuto circa 140 chilometri a nord-est del Bosforo quando i tre droni sono stati lanciati contro la nave Ivan Khurs della flotta del Mar Nero, che pattuglia le acque dove corrono i gasdotti Turks Stream e Blue Stream, nella zona di interesse economico esclusivo della Turchia.

Ore 03:57 - Mosca: «Tentato attacco di droni marittimi contro la nostra nave sul Mar Nero»

Stando a quanto riferiscono alcuni canali Telegram russi, tre droni marittimi avrebbero attaccato la nave da guerra russa Ivan Khurs. Secondo Mosca i tre droni avrebbero attaccato la nave in acque neutrali dopo che questa aveva attraversato il Bosforo. «Crediamo che i droni siano partiti da una nave civile commerciale», si legge sul canale Rybar. «L'attacco è stato respinto con successo e la nave non è stata danneggiata», sostengono dal Cremlino.

Il portavoce del ministero della Difesa di Mosca, Igor Konashenkov, ha precisato che la nave finita nel mirino è «impegnata in missioni per assicurare le operazioni dei gasdotti TurkStream e Blue Stream nella zona esclusiva economica turca».

Ore 04:03 - Zelensky: «Lavoriamo per far volare gli F-16 il prima possibile»

«Stiamo facendo tutto il possibile per ridurre i tempi» perché i «nuovi potenti velivoli (F-16) pilotati da ucraini possano cominciare a volare nei cieli ucraini». E «il primo F-16 ucraino sarà il segnale più forte dal mondo che la Russia perderà per colpa della sua aggressione, diventando più debole e isolata»: lo ha dichiarato Volodymyr Zelensky in un discorso serale postato dal sito ufficiale della presidenza ucraina.

Ore 04:25 - Allarme antiaereo in cinque regioni dell’Ovest dell’Ucraina

Nuova notte di paura. Le sirene d’allarme antiaereo risuonano in queste ore in cinque regioni dell’Ucraina, secondo i media locali: Volinia, Ivano-Frankivsk, Leopoli, Ternopil e Chernivci.

Ore 05:00 - Esplosioni nella notte a Kiev e in altre quattro regioni

Esplosioni vengono segnalate nella motte nella capitale Kiev e in altre quattro regioni dell’Ucraina, secondo i media locali. Oltre che nell’oblast di Kiev deflagrazioni sarebbero avvenute in quelli di Kharkiv, Leopoli, Rivne e Khmelnytskyi.

Le forze russe hanno effettuato attacchi con droni durante la notte a Kiev, hanno spiegato funzionari ucraini aggiungendo che le difese aeree della capitale hanno «distrutto tutti» i velivoli nemici. Serhiy Popko, capo dell’amministrazione militare di Kiev, ha dichiarato in un messaggio su Telegram che la Russia «ha nuovamente attaccato dal cielo» la capitale ucraina. «Il nemico continua a utilizzare tattiche di attacco in diverse ondate, con intervalli tra gruppi di droni attaccanti». Gli attacchi sarebbero stati effettuati utilizzando droni Shahed di fabbricazione iraniana.

Ore 07:27 - Prigozhin: «In Russia rischio rivoluzione»

Il capo della Wagner ha detto che 20 mila dei suoi combattenti sono stati uccisi nella battaglia per la città ucraina di Bakhmut e ha avvertito che la Russia potrebbe affrontare un’altra rivoluzione se la sua leadership non migliorerà la sua gestione della guerra. Prigozhin ha spiegato che il 20% dei 50 mila detenuti che Wagner aveva reclutato, e un numero simile delle sue truppe regolari, è stato ucciso nei diversi mesi di combattimenti per Bakhmut. Il leader di Wagner ha avvertito sul rischio di una «rivoluzione», dopo che i figli delle famiglie più povere vengono mandati a «morire» al fronte, mentre quelli delle «élite» sono tenuti al riparo dalla guerra. «Prima si solleveranno i soldati, poi i loro cari. Ce ne sono già decine di migliaia, parenti di coloro che sono stati uccisi. E probabilmente ce ne saranno centinaia di migliaia, non possiamo evitarlo», ha spiegato.

Ore 07:41 - L’esercito ucraino ha abbattuto tutti i droni russi usati nell’attacco su Kiev

Secondo il Kyiv Independent, le forze di difesa aerea dell’esercito ucraino hanno abbattuto tutti i droni russi utilizzati per attaccare Kiev nelle prime ore di questa mattina. Queste informazioni preliminari sono state riportate dal capo dell’amministrazione militare della capitale ucraina, Serhii Popko. Popko ha dichiarato che le forze russe hanno condotto il dodicesimo attacco di massa contro Kiev dall’inizio di maggio, che è durato oltre tre ore, ma che tutti i potenziali attacchi sono stati respinti.

Ore 07:46 - «L’alto numero delle vittime oscura il successo dei russi a Bakhmut»

Secondo un’analisi condotta dall’Institute for the Study of War, il successo russo nella conquista di Bakhmut è stato oscurato dall’elevato numero di vittime durante la lunga battaglia. Le discussioni sulle perdite russe a Bakhmut hanno dominato lo spazio mediatico e stanno offuscando gli eventuali effetti positivi residui. Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo Wagner, ha menzionato in un’intervista che vi sono state 20.000 vittime tra i suoi uomini, di cui la metà erano detenuti reclutati, per un totale di 50.000 persone coinvolte. Queste cifre hanno generato dibattiti online sul successo militare di Mosca, portando molti commentatori russi a supporre che le perdite russe siano effettivamente molto elevate. Un osservatore, l’ex ufficiale sovietico Viktor Alksnis, ha sottolineato che le perdite sono significativamente superiori rispetto a quelle registrate dall’esercito in nove anni di campagna in Afghanistan, che ammontano a poco più di 15.000 soldati uccisi.

Ore 07:49 - Gli Usa: «Ci sarebbe Kiev dietro l’attacco con droni al Cremlino»

Secondo l’intelligence Usa, l’attacco compiuto con droni le scorse settimane contro il Cremlino è stato probabilmente organizzato da una delle unità militari speciali o di intelligence di Kiev. Lo riferiscono alcuni funzionari al «New York Times», secondo cui l’intelligence Usa non è certa che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky o alcuni dei suoi ufficiali fossero informati dell’operazione.

Ore 08:21 - Isw: «Prigozhin intensifica gli attacchi contro i militari russi»

Secondo un rapporto quotidiano dell’Istituto per lo Studio della Guerra (ISW), il fondatore del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, sembra stia approfittando della sua nuova autorevolezza derivata dalla cattura di Bakhmut per intensificare i suoi attacchi contro l’establishment militare e le élite russe. Durante un’intervista con il blogger filorusso Konstantin Dolgov, Prigozhin ha affermato che la leadership militare russa non ha ancora raggiunto gli obiettivi principali della guerra in Ucraina. Ha inoltre accusato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e il capo dello Stato Maggiore dell’Esercito, il generale Valery Gerasimov, di aver bloccato il supporto e le forniture ai suoi mercenari. Prigozhin ha criticato anche il genero e la figlia di Shoigu, descritti come i tipici figli dell’élite russa, la cui esperienza di vita è in netto contrasto con quella di coloro che combattono in Ucraina. Secondo il centro studi statunitense, queste dichiarazioni rappresentano “minacce alquanto sottili e volutamente oscure” e segnano un cambiamento nelle faide di lunga data tra Prigozhin e l’establishment militare russo e alcuni individui dell’élite del Paese.

Ore 08:36 - Mosca: «Arrestati due sabotatori ucraini che avevano preso di mira centrali nucleari russe»

Le autorità di sicurezza di Mosca hanno annunciato l’arresto di due “sabotatori” ucraini che avevano pianificato attacchi con l’obiettivo di interrompere il funzionamento delle centrali nucleari russe. Secondo una nota diffusa dagli organi di stampa russi, si tratta di un gruppo di sabotaggio proveniente dai servizi di intelligence estera ucraini che avrebbe tentato di far esplodere circa 30 linee di trasmissione elettrica nelle centrali nucleari di Leningrado e Kalinin all’inizio di maggio, con l’intento di provocare l’arresto dei reattori nucleari.

Ore 08:48 - Zelensky: «Abbattuti 36 droni russi, impedito massiccio attacco a Kiev»

«È stata una notte difficile. Il nemico ha usato 36 droni Shahed per continuare a terrorizzare l’Ucraina. Nemmeno uno di essi ha raggiunto l’obiettivo». È quanto scrive in un messaggio via Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo gli attacchi notturni che l’esercito russo ha lanciato contro alcune regioni ucraine. «Sono grato alle nostre forze di difesa aerea per il risultato del 100%», si legge nel messaggio.

Ore 08:54 - Mosca e Minsk firmano l’accordo per il dispiegamento di armi nucleari tattiche russe in Bielorussia

I ministri della difesa di Russia e Bielorussia hanno firmato giovedì un documento sul dispiegamento di armi nucleari tattiche russe in Bielorussia, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Tass. Inoltre, citando i media russi, Reuters ha riferito che il ministro della difesa russo Sergei Shoigu ha dichiarato che l’Occidente sta conducendo una “guerra non dichiarata” contro Russia e Bielorussia. Shoigu si trova a Minsk per una riunione del Consiglio dei ministri della difesa degli Stati membri dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), che includono Russia, Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan.

Russia e Bielorussia, che sono stretti alleati nel conflitto in Ucraina, hanno concordato all’inizio di quest’anno di schierare una parte dell’arsenale nucleare tattico di Mosca in Bielorussia. Lo scorso anno, la Russia ha lanciato un fallito tentativo di catturare Kiev dal territorio bielorusso.

Ore 09:19 - Prigozhin: «Il gruppo Wagner ha iniziato il ritiro da Bakhmut»

Prigozhin, capo della Wagner, ha scritto su Telegram che «i gruppi di combattenti della brigata hanno iniziato a ritirarsi da Bakhmut. Ora sono le 5 del mattino del 25 maggio, noi stiamo portando via il nostro reparto da Bakhmut».

Ore 09:34 - Denti di drago, filo spinato: le «fortezze» dei russi sui mille km del fronte ucraino

(di Marta Serafini)

Dopo la caduta di Bakhmut , in molti si chiedono se davvero Kiev sia in grado di lanciare la tanto annunciata controffensiva di primavera, ormai ribattezzata dai giornali controffensiva d’estate. Domenica, in un’intervista alla tv giapponese, il capo dell’intelligence di Kiev Kyrylo Budanov ha spiegato come le forze armate ucraine abbiano «già un minimo di armi» per la controffensiva. E ha specificato come questa «inizierà presto». Budanov ha però anche aggiunto che le operazioni potrebbero durare a lungo e che dunque «è necessaria una scorta significativa di armi». Tradotto, ancora non ci siamo. Ma non manca molto.

Ore 09:37 - Shoigu: «L’Occidente provoca l’escalation del conflitto»

Il ministro della Difesa di Mosca, Serghei Shoigu, ha affermato a Minsk che i Paesi occidentali stanno alimentando il conflitto armato in Ucraina fornendo armi e assistenza militare, e sembra che stiano facendo tutto il possibile per provocare un’escalation militare. Durante un incontro con il ministro della Difesa bielorusso Viktor Khrenin, è stato deciso il dispiegamento in Bielorussia di armi nucleari non strategiche.

Ore 10:02 - La Legione per la Libertà della Russia: «Anche i patrioti di Sochi si sono uniti al movimento»

Il movimento di resistenza anti-governativa della Legione per la Libertà della Russia sta guadagnando terreno in Russia, con l’adesione di “patrioti di Sochi” responsabili delle incursioni nella regione di Belgorod. Il gruppo ha pubblicato immagini di volantini con il suo simbolo (un pugno) affissi sui muri della città. Un messaggio del gruppo afferma: “Ignoti patrioti di Sochi sostengono il movimento di resistenza! Volantini a sostegno della Legione sono apparsi sui muri della città. La libertà è vicina!”. Sochi, situata sul Mar Nero nella sud-ovest del Paese, è nota per essere una delle residenze del presidente Vladimir Putin.

Ore 10:51 - Kiev, Putin rafforza le difese di Belgorod, Bryansk e Kursk

Grandi convogli militari russi hanno attraversato ieri sera e per tutta la notte le città di Starobelsk, Lugansk e Krasnodon nella regione ucraina di Lugansk, al confine con la Russia: lo scrive su Telegram il consigliere del ministero dell’Interno di Kiev, Anton Gerashenko, commentando che il presidente russo Vladimir «Putin ha deciso di rafforzare le difese delle regioni di Belgorod, Bryansk e Kursk dopo un’operazione di ricognizione e sabotaggio riuscita a Belgorod». «Ciò significa indebolire le difese in prima linea nelle regioni di Lugansk e Donetsk», sottolinea Gerashenko.

Ore 10:52 - Volevano sabotare siti nucleari russi, arrestati ucraini

«Sabotatori» ucraini che pianificavano attentati alle centrali nucleari russe sono stati arrestati: lo ha reso noto il Servizio di sicurezza russo (Fsb), come riporta la Tass. «Un gruppo di sabotatori dell’intelligence straniera ucraina... ha cercato di far saltare circa 30 linee di trasmissione di energia presso le centrali nucleari di Leningrado e Kalinin» all’inizio di maggio per «spegnere i reattori nucleari», ha dichiarato l’Fsb in un comunicato, aggiungendo di aver arrestato due cittadini ucraini.

La centrale nucleare russa di Leningrado si trova nella città di Sosnovy Bor, nella regione di Leningrado, a circa 100 km a ovest di San Pietroburgo. La centrale di Kalinin si trova invece a circa 200 km a nord-ovest di Mosca, nella regione di Tver, vicino alla città di Udomlya.

Ore 11:05 - Zelensky, il discorso al Comitato europeo delle Regioni

«Per generazioni gli europei hanno sognato che il nostro continente si unisse come è unito oggi quando si tratta della difesa dei nostri valori comuni. E oggi l’Europa è unita. Non solo a livello formale o istituzionale, o a parole, ma con azioni concrete che salvano i nostri popoli e le nostre nazioni dal revanscismo russo, che minaccia non solo l’Ucraina ma il modo di vivere europeo». L o ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un messaggio al Comitato Europeo delle Regioni, che oggi ospita un workshop sulla ricostruzione dell’Ucraina.

«Quando il Comitato delle Regioni, le vostre città e le vostre comunità direttamente cooperano con l’Ucraina, con le nostre città e le nostre comunità non solo si rafforzano entrambi i lati, ma l’Europa intera: quando abbiamo attuato la riforma per la decentralizzazione abbiamo studiato le migliori pratiche europee e oggi il sistema ucraino, anche in tempi di guerra, corrisponde al modello democratico europeo», ha detto Zelensky. Queste riforme sulla governance locale, al di là delle specificità proprie di ogni Paese, anche in Ucraina, sono ispirate al rispetto delle comunità locali e, secondo Zelensky, daranno «risultati concreti», come «il pieno accesso all’Unione Europea e vi ringrazio per il sostegno che ci date in questo percorso». «In Ucraina abbiamo fondato un’istituzione speciale, il Congresso delle Autorità Regionali e Locali, una piattaforma che abbiamo inventato per dare maggiori possibilità di sviluppo alle nostre regioni e comunità locali, perché potessero interagire meglio con il governo centrale: il Congresso deve giocare un ruolo cruciale nella ricostruzione e io vi incoraggio a cooperare con questa istituzione».

Ore 11:12 - Wall Street Journal: «La Corea del Sud invia munizioni artiglieria all’Ucraina»

Seul ha inviato a Kiev centinaia di migliaia di proiettili di artiglieria e la fornitura è in viaggio attraverso gli Stati Uniti: lo scrive il Wall Street Journal (Wsj), che cita fonti anonime. Il Wsj sottolinea che Seul ha raggiunto un «accordo confidenziale» con Washington per trasferire le munizioni negli Usa e consegnarle all’Ucraina, dopo che gli Usa avevano chiesto al Paese un supporto di artiglieria. Il portavoce del ministero della Difesa sudcoreano ha detto oggi che Seul ha avuto colloqui con il Pentagono sull’export di munizioni, ma che ci sono imprecisioni nell’articolo del Wsj, riporta la Reuters sul suo sito.

Ore 11:22 - Podolyak: «La controffensiva non è un solo evento ma decine di azioni»

«Ancora una volta sulla controffensiva. Senza ulteriori domande: 1. Questo non è un «singolo evento» che inizierà a un’ora specifica di un giorno specifico con un solenne taglio del nastro rosso; 2. Si tratta di decine di diverse azioni per distruggere le forze di occupazione russe in diverse direzioni, che si sono già svolte ieri, si stanno svolgendo oggi e continueranno domani; 3. Anche la distruzione intensiva della logistica nemica è una controffensiva». Lo scrive su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, che ieri in un’intervista al Tg1 ha annunciato che la controffensiva ucraina «è in corso» da giorni.

Ore 11:25 - Prigozhin evoca il rischio di una rivoluzione in Russia

Una nuova «rivoluzione potrebbe scuotere la Russia se il suo balbettante sforzo bellico in Ucraina continua», ha detto il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin in un’intervista a Konstantin Dolgov, blogger filo-russo. Prigozhin si è appellato a Putin affinché dichiari «una legge marziale e una nuova ondata di mobilitazione». E ha avvertito che se le perdite russe continuano ad aumentare, «tutto questo può finire in una rivoluzione, proprio come nel 1917. I soldati si alzeranno e poi i loro cari si alzeranno. È sbagliato pensare che ce ne siano centinaia, ce ne sono già decine di migliaia, parenti di coloro che sono stati uccisi».

Ore 11:38 - Il leader dei combattenti russi anti-Putin: «Torneremo in Russia, aspettare un paio di giorni»

Il comandante del Corpo dei volontari russi anti-Putin Denis Kapustin (noto anche come Denis Nikitin) ha riferito che i combattenti responsabili dell’attacco a Belgorod torneranno presto in Russia. «Non posso rivelare quelle cose imminenti, non posso nemmeno rivelare la direzione», ma «i nostri piani futuri sono nuovi territori della Federazione Russa, in cui entreremo sicuramente... Dovrete essere solo un po’ pazienti e aspettare un paio di giorni», ha dichiarato citato da Sky News. «Il confine è piuttosto lungo, ancora una volta ci sarà un punto in cui le cose si faranno calde», ha aggiunto. A una domanda se i combattenti russi abbiano utilizzato attrezzature militari statunitensi che erano state donate per aiutare l’Ucraina a difendersi dagli attacchi russi, Kapustin ha risposto di «sapere esattamente da dove ho preso le armi, purtroppo non dai partner occidentali». Il comandante ha detto che l’Ucraina ha sostenuto il suo gruppo con informazioni, benzina, cibo e medicine, ma ha aggiunto: «Ogni decisione che prendiamo oltre i nostri confini è una nostra decisione. Ovviamente possiamo chiedere ai nostri compagni (ucraini) la loro assistenza nella pianificazione».

Ore 11:42 - La Russia espelle cinque diplomatici svedesi, chiusi i consolati

La Russia ha ordinato a cinque diplomatici svedesi di lasciare il Paese in quanto persone non gradite. Mosca ha informato l’ambasciatore svedese Malena Mard della decisione di chiudere il consolato generale russo a Goteborg il 1 settembre 2023 e di revocare il consenso all’attività del consolato generale svedese a San Pietroburgo lo stesso giorno. Il ministero ha spiegato la decisione con la dichiarazione di cinque dipendenti delle missioni diplomatiche russe in Svezia personae non gratae il 25 aprile 2023. «Queste azioni delle autorità svedesi hanno esacerbato ulteriormente le relazioni bilaterali, portandole a un livello mai raggiunto prima, in particolare a causa dell’incessante campagna russofoba in Svezia», ha dichiarato il ministero. A cinque diplomatici svedesi, tra cui tre membri dell’ufficio dell’addetto alla difesa presso l’ambasciata svedese a Mosca, è stato ordinato di lasciare il Paese entro lo stesso termine fissato dalle autorità svedesi per la partenza dei dipendenti russi.

Ore 11:46 - Fermato a Mosca «l’architetto di Putin», voleva venire a Brescia per il processo

Lanfranco Cirillo, noto come «l’architetto di Putin», è stato bloccato in aeroporto a Mosca mentre cercava di venire in Italia per partecipare al processo che lo vede imputato con le accuse di contrabbando, dichiarazione infedele, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.

Lo ha affermato giovedì mattina in tribunale a Brescia il suo avvocato, Stefano Lojacono, depositando 5 documenti che attesterebbero come il 22 maggio il professionista abbia cercato di lasciare la Russia con due biglietti aerei Mosca-Istanbul-Milano Malpensa recandosi nello scalo moscovita con il passaporto italiano -poiché quello russo è stato revocato - dove sarebbe stato fermato non consentendogli di partire. (...)

Ore 11:49 - Kiev: «Controlliamo la periferia sud-ovest di Bakhmut»

Le truppe ucraine controllano la periferia sud-occidentale di Bakhmut e i combattenti del Gruppo Wagner si trovano ancora nella città: lo scrive sul suo canale Telegram la vice ministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, aggiungendo che i russi hanno «sostituito le unità di Wagner con unità dell’esercito regolare nei sobborghi» della città. «Al momento, gli uomini di Wagner rimangono nella città di Bakhmut», afferma Malyar: «Le nostre truppe controllano la periferia della città nella parte sud-occidentale, nella zona di Plane».

Ore 11:56 - Kiev: «Il nostro obiettivo primario è Putin»

Il presidente russo Vladimir Putin è un «obiettivo primario» per i servizi segreti ucraini: lo ha detto il vice capo della Direzione principale dei servizi di Kiev, Vadym Skibitsky, in un’intervista al quotidiano tedesco Welt. «La nostra priorità è distruggere il comandante dell’unità che ha ordinato ai suoi uomini di attaccare l’Ucraina», ha detto Skibitsky, precisando che l’obiettivo principale del suo dipartimento è «Putin, perché coordina e decide cosa succede». Skibitsky ha inoltre minacciato di distruggere il porto di Mariupol, definendolo uno dei punti logistici critici delle forze di Mosca.

Ore 11:57 - L’Ue rinnova la sospensione dei dazi doganali per l’Ucraina

Il Consiglio Ue ha adottato un regolamento che rinnova per un altro anno, fino a giugno 2024, la sospensione di tutti i dazi doganali, le quote e le misure di difesa commerciale sulle esportazioni ucraine verso l’Ue. «Rinnovando queste misure, l’Ue continua a dimostrare il suo incrollabile sostegno politico ed economico all’Ucraina, che sta ancora affrontando l’aggressione militare immotivata e ingiustificata della Russia», si legge in una nota. «Queste misure aiuteranno l’Ucraina a mantenere la stabilità delle sue relazioni commerciali con l’Ue e a far funzionare la sua economia in circostanze molto difficili. Insieme a un ampio sostegno militare, finanziario e umanitario, questo è fondamentale per aiutare l’Ucraina nella sua ripresa a lungo termine».

Ore 12:01 - Zelensky: «L’Ucraina sarà parte dell’Ue e non resteranno le macerie»

«Attualmente, il sistema di governo in Ucraina, anche in condizioni di guerra, corrisponde al sistema europeo di democrazia. Ci possono essere diversi approcci nazionali a uno specifico sistema di governo in un certo Paese, ma il principio del rispetto delle regioni, del rispetto delle comunità è indispensabile per tutti. Ci sono molti esempi di questo tipo, della nostra unità, dei nostri valori comuni, delle nostre regole di vita comuni. Sono certo che tutti questi esempi ci porteranno presto a un risultato evidente, ovvero l’adesione a pieno titolo dell’Ucraina all’Unione europea». Lo ha dichiarato il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, nel suo videomessaggio alla plenaria del Comitato delle Regioni. «E sono anche sicuro di un’altra cosa: l’Ucraina sarà parte dell’Europa a tal punto che non rimarrà nemmeno una rovina. Recupereremo ogni rovina che la Russia ha portato con la sua guerra, ricostruiremo tutto, faremo di tutto per dimostrare che la nostra forza, la forza della nostra Europa, è evidente», ha puntualizzato Zelensky.

Ore 12:07 - 007 ucraini: «Stiamo cercando di uccidere Putin e Prigozhin»

Il presidente russo Vladimir Putin «è in cima alla lista, stiamo cercando di ucciderlo». Lo ha detto il vice capo dell’intelligence ucraina Vadim Skibitsky, in un’intervista al quotidiano tedesco Die Welt. «Il nostro compito prioritario è distruggere il comandante dell’unità che dà ai suoi uomini l’ordine di attaccare», ha detto Skibitsky, e Putin è colui che «coordina e decide cosa succede». A una domanda diretta del quotidiano: «Qual è il tuo rapporto con Prigozhin, il capo del gruppo di mercenari Wagner?», Skibitsky risponde: «Stiamo cercando di ucciderlo».

Ore 12:12 - Kiev: «Il nostro obiettivo primario è Putin»

Il presidente russo Vladimir Putin è un «obiettivo primario» per i servizi segreti ucraini: lo ha detto il vice capo della Direzione principale dei servizi di Kiev, Vadym Skibitsky, in un’intervista al quotidiano tedesco Welt. «La nostra priorità è distruggere il comandante dell’unità che ha ordinato ai suoi uomini di attaccare l’Ucraina», ha detto Skibitsky, precisando che l’obiettivo principale del suo dipartimento è «Putin, perché coordina e decide cosa succede». Skibitsky ha inoltre minacciato di distruggere il porto di Mariupol, definendolo uno dei punti logistici critici delle forze di Mosca.

 «Ci stiamo avvicinando sempre di più» a Putin, ha aggiunto l’alto funzionario, sottolineando che anche il presidente «ha paura di essere ucciso dal suo stesso popolo».

Ore 12:14 - Cremlino: «Gli addetti alla sicurezza Putin conoscono il loro lavoro»

I servizi incaricati della sicurezza del presidente russo Vladimir Putin «conoscono il loro lavoro e sanno quello che fanno». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando le dichiarazioni del vice capo dei servizi segreti militari ucraini, Vadim Skibitsky, secondo il quale «obiettivo primario» delle operazioni di Kiev è proprio Putin. Lo riferisce l’agenzia Tass.

Ore 12:25 - Prigozhin: «Comprensibile che Putin e io siamo obiettivi di Kiev»

«La scelta di uccidere il presidente Putin e me è comprensibile». Lo ha detto Yevgeny Prigozhin, il capo della compagnia militare privata Wagner, rispondendo a quanto affermato dal vice capo dei servizi segreti militari di Kiev, Vadim Skibitsky. «Posso dire che gli ucraini e, naturalmente, la direzione principale dell’intelligence, sono persone piuttosto crudeli», aggiunge Prigozhin su uno dei suoi canali Telegram.

Ore 12:45 - Kiev: «A periferia Bakhmut militari russi sostituiscono unità Wagner»

«Il nemico ha sostituito unità della Wagner nei sobborghi» di Bakhmut «con truppe dell’esercito regolare, all’interno della città le forze Wagner sono ancora presenti». Lo ha scritto su Telegram la vice ministro della Difesa ucraina, Hanna Maliar, secondo la quale le forze di Kiev ancora controllano parte del distretto di Litak nella zona sudoccidentale della città. In un video diffuso via Telegram il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha sostenuto che le sue unità hanno iniziato a ritirarsi da Bakhmut promettendo di trasferire entro il primo giugno il controllo della città ucraina ai militari russi, nonostante Kiev affermi di controllarne ancora alcune zone.

Ore 13:07 - Kiev: «Esercito regolare al posto di Wagner in sobborghi Bakhmut»

«Nei sobborghi di Bakhmut, il nemico ha sostituito le unità di Wagner con unità dell’esercito regolare. Al momento, gli uomini di Wagner rimangono nella città di Bakhmut». È quanto afferma la vie ministra della Difesa ucraina Hanna Maliar sul proprio canale Telegram. «Nel settore di Bakhmut, il nemico sta cercando di fermare la nostra avanzata sui fianchi con il fuoco dell’artiglieria», aggiunge Maliar, «il nemico sta ora portando altre unità sui fianchi per rinforzarli».

Ore 13:25 - Il Giappone ha intercettato aerei-spia russi al largo costa

Il Giappone ha fatto decollare i jet da combattimento dopo che sono stati individuati aerei russi «per la raccolta di informazioni» al largo delle sue coste lungo l’Oceano Pacifico e il Mar del Giappone, ha dichiarato lo Stato Maggiore del Paese. Un velivolo russo ha viaggiato dal nord del Giappone verso il basso lungo parte della sua costa occidentale, mentre l’altro ha preso una rotta simile lungo la costa opposta ed è tornato indietro nello stesso modo, ha detto lo Stato Maggiore in una breve dichiarazione: «In risposta, sono stati inviati i caccia della Forza aerea di autodifesa del Nord e altre unità».

 L’incidente, che non è il primo del genere, arriva pochi giorni dopo che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha partecipato al vertice del G7 a Hiroshima, nel Giappone occidentale, dove tutti i membri del gruppo hanno ribadito il loro sostegno a Kiev di fronte all’invasione russa. Il Giappone sta attuando le sanzioni economiche e finanziarie contro la Russia imposte dal G7 e da altri Paesi occidentali dall’inizio della sua offensiva in Ucraina 15 mesi fa. Mentre in passato aveva cercato di migliorare le relazioni con Mosca, ora il Giappone vede la potenza militare russa in Estremo Oriente e la sua cooperazione con la Cina come una seria minaccia alla sua sicurezza territoriale.

 Nel maggio 2022, jet da combattimento russi e cinesi hanno volato insieme nelle vicinanze del Giappone, subito dopo un incontro a Tokyo dei leader del «Quad», un’alleanza informale per la sicurezza dell’Asia-Pacifico che comprende Stati Uniti, Giappone, Australia e India. Più recentemente, la Russia ha condotto manovre militari nel Mar del Giappone che hanno comportato il lancio di missili. La Russia considera ora il Giappone un Paese «ostile», così come tutti i Paesi dell’UE, gli Stati Uniti e altri alleati come il Regno Unito e l’Australia. Prima della guerra in Ucraina, il Giappone aveva già un rapporto complicato e talvolta conflittuale con la Russia. I due Paesi non hanno firmato un trattato di pace dopo la Seconda Guerra Mondiale, e tutti gli sforzi per farlo sono stati bloccati da una disputa territoriale sulle isole Curili meridionali, occupate e poi annesse da Mosca dopo quel conflitto e indicate dal Giappone come «Territori del Nord».

Ore 13:32 - Londra: «Servono aiuti umanitari per 18 milioni di ucraini»

«Quasi 18 milioni di persone hanno bisogno di urgente supporto umanitario a causa delle azioni del Cremlino»: è l’appello lanciato oggi su Twitter dal governo britannico.

 «L’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia ha provocato una grave crisi umanitaria che ha colpito milioni di civili in tutto il Paese. Nonostante le dichiarazioni del Cremlino di non attaccare i civili o le infrastrutture civili. Questa è una guerra costruita sulle menzogne», scrive il ministero della Difesa.

Ore 13:42 - Kiev: «Liberati 106 prigionieri ucraini catturati a Bakhmut»

La Russia ha rilasciato 106 prigionieri ucraini catturati a Bakhmut, ha reso noto il capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak, citato dai medi nazionali. «Hanno combattuto per Bakhmut e hanno compiuto un’impresa che ha impedito al nemico di avanzare in profondità a Est. Ognuno di loro è un eroe», ha dichiarato Yermak. Tra coloro che sono tornati dalla prigionia, 68 erano considerati dispersi. Alcuni hanno ferite, ustioni, fratture. Il più anziano ha 59 anni, il più giovane ne ha 21. Inoltre, sono stati rimpatriati tre corpi, due stranieri e un ucraino. Finora sono stati rilasciate 2.430 persone, 139 i civili.

Ore 13:52 - Londra: «I filorussi tracciano gigantesca Z virtuale sul Mar Nero»

La settimana scorsa i dati del Sistema di identificazione automatica (Ais) delle navi commerciali sono stati falsificati a distanza per creare l’immagine del simbolo pro-guerra russo Z sul Mar Nero, visibile sul software di tracciamento open source: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. L’Ais viene utilizzato per tracciare le imbarcazioni, anche per garantirne la sicurezza. Le tracce che compongono l’immagine della `Z´, lunga 65 chilometri - si legge nel rapporto pubblicato su Twitter - suggeriscono una velocità delle navi fino a 102 nodi (188 km/h), un’ulteriormente conferma che si tratta di un falso. Soggetti filorussi hanno probabilmente realizzato l’immagine come operazione di propaganda, commentano gli esperti di Londra, forse nel tentativo di rafforzare il morale russo in vista di una prevista controffensiva ucraina. Ma l’iniziativa aumenta il rischio di incidenti marittimi, conclude il rapporto. E nonostante questi esercizi virtuali, la flotta russa nel Mar Nero rimane vulnerabile, sottolinea il ministero ricordando che la nave da ricognizione Ivan Khurs è stata attaccata ieri.

Ore 14:08 - Hacker filorussi attaccano il sito del Viminale per la carta d’identità elettronica

Nuovo attacco hacker del collettivo filorusso NoName057 a un obiettivo istituzionale italiano. Stavolta l’offensiva di tipo DDos - che mira a “congestionare” il traffico del sito target - ha colpito il dominio Cartadiidentita.interno.gov.it, quello dove è possibile avviare l’iter per ottenere il documento. Sito che al momento risulta ancora irraggiungibile: la Polizia postale sta supportando i gestori per arrivare ad un sollecito ripristino del servizio. Come già accaduto in passato, l’attacco è stato rivendicato su Telegram e messo in relazione al conflitto in Ucraina. «L’Italia è pronta a fornire sostegno materiale all’Ucraina, ma attende passi decisivi dagli alleati - si legge nel testo - Non è affatto un Paese indipendente. Per fortuna, noi invece siamo in grado di prendere decisioni da soli, siamo andati nello spazio internet russofobo italiano e abbiamo colpito un sito web di carta di identità elettronica».

Ore 14:10 - Gasdotto Nord Stream, la Russia convoca gli ambasciatori di Germania, Svezia e Danimarca

Il ministero degli Esteri russo ha convocato gli ambasciatori di Germania, Svezia e Danimarca per protestare contro «la completa mancanza di risultati» dell’indagine sulle esplosioni che lo scorso settembre hanno danneggiato i gasdotti del Nord Stream.

Ore 14:32 - Londra: «Servono aiuti umanitari per 18 milioni di persone»

«Quasi 18 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria a causa delle azioni del Cremlino». È quanto si legge in un appello, pubblicato su Twitter, dal ministero britannico della Difesa. «L’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia ha provocato una grave crisi umanitaria che ha colpito milioni di civili in tutto il paese. Nonostante le affermazioni del Cremlino di non attaccare civili o infrastrutture civili», si legge nel tweet della Difesa britannica.

Ore 14:38 - Zelensky incontra il ministro della Difesa svedese

«Incontro con il ministro della Difesa svedese Paul Johnson. Questioni importanti e prioritarie: la coalizione aerea, la situazione al fronte, le armi necessarie, la formula di pace, l’integrazione euro-atlantica dell’Ucraina e il sostegno della Svezia. Diventiamo ogni giorno più forti». È quanto scrive in un messaggio su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

Ore 15:01 - La Corte suprema svedese conferma condanne per 2 fratelli, erano spie di Mosca

La Corte suprema svedese ha confermato la condanna all'ergastolo per un uomo svedese di origine iraniana, Peyman Kia, accusato di essere una spia che ha lavorato per 10 anni per Mosca e per il suo servizio di intelligence militare. Il fratello minore, Payam Kia, è stato condannato a nove anni e 10 mesi.

 I due insieme hanno trasmesso informazioni alla Russia tra il 28 settembre 2011 e il 20 settembre 2021. In un primo momento entrambi i fratelli avevano presentato ricorso contro le sentenze emesse il 19 gennaio dal Tribunale distrettuale di Stoccolma, ma Payam Kia ha ritirato il suo la scorsa settimana, poche ore prima dell'annuncio del verdetto d'appello. Il suo avvocato, Björn Sandin, ha spiegato all'emittente svedese SVT che il suo cliente temeva di ricevere una condanna più alta.

Ore 15:06 - Colonna (ministra degli Esteri francese) a Tajani: «Cooperazione essenziale per il progresso»

«Grazie per il caloroso benvenuto a Roma, caro Antonio Tajani. Scambi fiduciosi su Ucraina, Tunisia, migrazione, difesa europea in particolare. La cooperazione franco-italiana è essenziale per il progresso. Andiamo avanti insieme!». Lo ha scritto la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna in un tweet.

Ore 15:15 - Mosca: «Abbattuti 28 droni di Kiev in un ultime 24 ore»

«Nell'ultimo giorno, i sistemi di difesa aerea russi hanno abbattuto 28 droni ucraini e intercettato 8 lanciarazzi multipli Himars». Lo ha affermato ai giornalisti il rappresentante ufficiale del ministero della Difesa russo, il tenente generale Igor Konashenkov. Lo riporta l'agenzia Tass. I droni sono stati distrutti nelle regioni di Kharkiv, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson.

Ore 15:26 - Zuppi: «La guerra coinvolge il Papa fino alle lacrime»

La missione di pace per l'Ucraina che il Papa ha affidato al cardinale Matteo Zuppi è «in accordo con la Segretaria di Stato. Non è strano, sarebbe strano il contrario, come altre esperienze formali ed informali del passato». Lo ha detto lo stesso Zuppi in una conferenza stampa in Vaticano. La missione - ha ricordato il cardinale - deve «contribuire ad allentare le tensioni del conflitto in Ucraina» rispetto al quale c'è un coinvolgimento del Papa «fino alle lacrime».

Ore 15:34 - Kuleba in Africa: «Nuove ambasciate e summit coi leader»

Il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, ha dichiarato che l'Ucraina aprirà più ambasciate in Africa e organizzerà un vertice con i suoi leader. «Quest'anno istituiremo nuove ambasciate in diverse parti del continente e prevediamo di tenere il primo vertice Ucraina-Africa. Invito i leader dei vostri Paesi a prendere parte a questo importante evento», ha dichiarato Kuleba in un messaggio in occasione della Giornata dell'Africa. Kuleba è attualmente in viaggio in Africa, dove ieri ha lanciato un appello da Addis Abeba affinché i leader del continente pongano fine alla loro neutralità nella guerra. Il suo tour prevede oggi una visita in Ruanda. L'obiettivo di Kiev è di promuovere la formula di pace ucraina, mentre anche Mosca tenta di rinforzare i suoi legami col continente con almeno due visite del ministro degli Esteri Serghei Lavrov quest'anno. «Stiamo ascoltando richieste di pace da vari Paesi e leader» e «nessun'altra nazione al mondo vuole la pace più dell'Ucraina. Ma sappiamo che la vera pace deve essere giusta e sostenibile», ha dichiarato Kuleba, sottolineando che «siamo aperti a discutere qualsiasi iniziativa di pace se rispetta due principi: non suggerisce concessioni territoriali e non porta a un conflitto congelato invece che alla pace.

Ore 15:49 - Austin: «Finora da gruppo di contatto 65 miliardi di aiuti a Kiev»

«In totale, il gruppo di contatto per l'Ucraina ha impegnato quasi 65 miliardi di dollari in assistenza alla sicurezza»: lo ha detto il capo del Pentagono Lloyd Austin alla riunione virtuale del gruppo di contatto. «Putin sperava che la nostra determinazione svanisse. E scommetteva che la nostra unità si sarebbe incrinata. Invece, rimaniamo uniti come sempre. E il mondo intero può vederlo», ha sottolineato.

Ore 16:04 - Kiev: «Il territorio della regione di Kherson è completamente minato»

La regione di Kherson, in Ucraina, è «completamente minata». Lo ha detto il ministro ucraino dell'Interno, Ihor Klymenko. Lo riporta Ukrinform. «Pensavamo che la regione di Kiev fosse pesantemente minata, poi si è scoperto che la regione di Chernihiv era ancora più minata. Quella di Kharkiv lo è ancora di più e quella di Kherson è completamente minata», ha spiegato. «Sappiamo quante mine arrivano ogni giorno sulla costa della regione di Kherson e ogni giorno riceviamo dati rilevanti. E queste aree dovranno essere nuovamente ispezionate», ha aggiunto.

Ore 16:28 - Sindaco di Kiev a Regioni Ue: «Aiutateci su riforma poteri locali»

«Abbiamo bisogno dell'assistenza» del Comitato europeo delle regioni «per realizzare la riforma dell'autogoverno, della decentralizzazione» amministrativa necessaria per il percorso verso l'integrazione europea. Lo ha detto il sindaco di Kiev, Vitalij Klitschko, intervenendo al workshop organizzato da Comitato europeo delle Regioni, Commissione Ue, Ocse e i governi di Ucraina, Regno Unito e Svizzera, in vista della Ukraine Recovery Conference di Londra del 21-22 giugno. «Dobbiamo preparare una tabella di marcia con i nostri partner», ha continuato, sottolineando le difficoltà che l'Ucraina sta affrontando in questo processo dovute alla «situazione insolita causata dalla guerra».

Ore 16:44 - L'inviato cinese per l'Ucraina Li Hu a Bruxelles

Il Segretario generale aggiunto per gli Affari politici e Direttore politico del Servizio europeo per l'azione esterna, Enrique Mora, ha ricevuto oggi a Bruxelles l'inviato speciale del governo cinese per gli Affari eurasiatici, Li Hui. Lo si legge in una nota. «Mora ha accolto con favore la visita dell'inviato speciale Li in Europa, in particolare a Kiev, e il recente impegno della Cina nei confronti dell'Ucraina, anche a livello di leader, nonostante sia trascorso più di un anno dall'inizio dell'illegale aggressione russa». Entrambe le parti hanno concordato di rimanere in contatto e di continuare a lavorare per una pace sostenibile in Ucraina.

Ore 16:47 - 007 Kiev precisano: «Putin obiettivo n.1 per consegnarlo all'Aia»

Vladimir Putin è l'obiettivo primario di Kiev «per la sua detenzione e consegna all'Aia». Lo precisa Andrii Yusov, un rappresentante della direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino, citato da Ukrinform. «L'Aia è inevitabile per Putin. E in questa situazione, è ancora meglio che sia vivo in tribunale», ha detto Yusov, aggiungendo che Putin «e tutta la sua banda» sono criminali di guerra. «Ed è davvero l'obiettivo numero uno - dal punto di vista della detenzione e della consegna alla Corte internazionale e al tribunale dell'Aia. L'Ucraina è uno stato civile e agisce in modo civile».

Ore 17:51 - Lukashenko: «Avviati sforzi per portare armi nucleari russe»

Sono già in corso gli sforzi per portare armi nucleari non strategiche russe in Bielorussia. Lo ha detto il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, citato dall'agenzia Tass, dopo che oggi i ministri della Difesa dei due Paesi hanno firmato a Minsk gli accordi per permettere il dispiegamento delle testate non strategiche, come annunciato dal presidente russo Vladimir Putin lo scorso marzo. «Putin mi ha informato che oggi ha firmato un decreto sulle nostre azioni per portare armi nucleari in Bielorussia», ha detto Lukashenko.

Ore 18:30 - Mosca: «Intercettati 2 bombardieri Usa sul Baltico»

Aerei da caccia russi Su-35 e Su-27 si sono alzati in volo per intercettare due bombardieri americani sul Mar Baltico che minacciavano di violare i confini russi. Lo ha detto il ministero della Difesa di Mosca citato dalla Tass.

Ore 18:59 - Perché gli Stati Uniti sostengono che ci sia l'Ucraina dietro al raid sul Cremlino?

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) C’erano probabilmente gli Ucraini dietro al raid sul Cremlino del 3 maggio, quando due droni sono stati abbattuti sopra le cupole dell’edificio più sorvegliato di Russia, a circa 700 chilometri dal confine. È quanto riferiscono al New York Times fonti di intelligence americane, spiegando però di non sapere se l’operazione ha coinvolto forze speciali dell’esercito o unità dei servizi. Le agenzie di intelligence americane sarebbero giunte a questa conclusione dopo aver ascoltato intercettazioni di funzionari ucraini che si rimpallavano le responsabilità, ma non hanno prove che Volodymyr Zelensky e i suoi uomini fossero informati dei piani.

Ore 20:14 - Lukashenko: «Mosca ha iniziato a trasferire armi nucleari in Bielorussia»

La Russia ha cominciato a trasferire le armi nucleari in Bielorussia: lo ha affermato il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, ripreso dall’agenzia di stampa BelTA. Finora, la Russia non ha commentato ma due mesi fa il presidente russo Vladimir Putin aveva annunciato la sua intenzione di farlo.

«Il trasferimento delle armi nucleari è iniziato», ha detto Lukashenko in risposta a un giornalista. La Bielorussia, che non si è impegnata direttamente sul terreno in Ucraina, ha prestato il suo territorio all’esercito russo in modo che potesse lanciare l’assalto del febbraio 2022. Lukashenko, che nella serata era a Mosca per un vertice regionale, non ha detto se le armi in questione fossero già nel Paese (che confina con Ucraina ma anche con Lituania e Polonia, membri dell’Ue e della Nato); ha precisato però che Putin gli aveva detto il giorno prima di aver firmato il decreto che permetteva il trasferimento.

Lukashenko si è anche rifiutato di specificare il numero di testate nucleari che il suo Paese riceverà, anche se ha assicurato di aver concordato con Putin tutti i dettagli; e ha anche garantito la sicurezza di tali armi, sottolineando che i bielorussi sono «persone attente». E quando il giornalista gli ha chiesto se tali armi avessero già raggiunto il territorio bielorusso, il presidente ha risposto: «È possibile. Arriverò e controllerò».

Ore 21:54 - Usa: «Dopo l'accordo tra Russia e Bielorussia non modifichiamo la nostra postura nucleare»

Gli Stati Uniti non modificheranno la loro postura nucleare, dopo l'accordo tra Russia e Bielorussia per il dislocamento delle armi nucleari tattiche. «non c'è nessuna ragione» per farlo, ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, nel briefing con i giornalisti. Gli Usa, aggiungendo che «continuano a monitorare la situazione».

Ore 22:15 - Sanzioni Usa al capo della Wagner in Mali: «Tenta di procurare materiali militari per la guerra in Ucraina»

Gli Usa hanno annunciato una serie di sanzioni economiche contro Ivan Maslov, indicandolo come «il più importante responsabile del gruppo (paramilitare russo, ndr) Wagner in Mali» e accusandolo di tentare di procurarsi equipaggiamenti militari da utilizzare nel conflitto ucraino.

«La presenza del Gruppo Wagner nel continente africano è una forza destabilizzante per qualsiasi Paese che ne consenta il dispiegamento sul proprio territorio», ha affermato Brian Nelson, il sottosegretario al Tesoro Usa preposto all'intelligence finanziaria e contro il terrorismo.

Tali sanzioni comportano il sequestro di tutti i beni di Ivan Maslov negli Stati Uniti, finanziari e immobiliari, nonché di società aventi un legame di capitali diretto con Maslov, e vietano alle società americane o presenti sul territorio americano di effettuare qualsiasi transazione con l'interessato o le società che controlla.

Ore 22:45 - Zelensky: «Abbattuti due aerei russi nella regione di Zaporizhzhia»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel suo consueto discorso serale, ha affermato che la Guardia nazionale ucraina ha abbattuto due aerei russi «tipo SU» nella regione di Zaporizhzhia. Secondo Sky News, Zelensky non ha fornito ulteriori dettagli sull'aereo ma ha aggiunto: «Sono grato a due dei nostri guerrieri particolarmente accurati. A proposito - ha poi specificato - uno di loro è già stato insignito del titolo di Eroe dell'Ucraina e ha abbattuto non solo aerei nemici ma anche un missile cruise».

Ore 00:26 - F16, Danimarca e Olanda guideranno l’addestramento dei piloti ucraini

La Danimarca e l’Olanda guideranno il programma di addestramento dei militari dell’aeronautica ucraina nell’uso dei caccia bombardieri F-16. Lo ha detto il ministro della Difesa ad interim danese Troels Lund Poulsen. «Il primo passo è individuare i Paesi disposti a partecipare alla missione di formazione, e lo stiamo facendo ora. La Danimarca è pronta a svolgere un ruolo centrale insieme ai Paesi Bassi», ha dichiarato il ministro danese, riportato dall’agenzia Ritzau. «Si concorda sul fatto che questo rappresenta un importante passo strategico a lungo termine. È ancora in fase di chiarimento se ciò significherà che la Danimarca donerà anche gli F-16 all’Ucraina», ha concluso il Poulsen. Nella confinante Svezia, un piccolo gruppo di piloti dell’aeronautica ucraina avrà l’opportunità di provare il caccia bombardiere svedese Gripen, secondo quanto riportato dall’agenzia Tt, che ha anche riportato le dichiarazioni del ministro della Difesa svedese Pål Jonson: «Gli aerei che la Svezia possiede sono necessari per la nostra difesa nazionale e al momento non c’è alcuna intenzione di prestare aerei all’Ucraina», ha dichiarato Jonson, intervistato dal canale televisivo svedese TV4.

Ore 00:30 - Mosca: abbattuto missile ucraino sulla regione russa di Rostov

«Il sistema di difesa aerea russo è entrato in azione vicino a Morozovsk», nella regione russa di Rostov, «abbattendo un missile ucraino. I militari stanno svolgendo il loro lavoro». Lo sostiene citato dalla Tass il governatore della regione meridionale della Russia, Vasily Golubev, su Telegram, esortando la popolazione a mantenere la calma. La regione di Rostov confina con le autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, nel Donbass.

Ore 01:30 - Esplosioni a Berdiansk, città occupata dai russi

Diverse esplosioni sono state segnalate nella città occupata dai russi di Berdiansk, situata nell’oblast meridionale di Zaporizhzhia in Ucraina. Lo riportano i media ucraini, citando i canali Telegram locali. Berdiansk è sotto l’occupazione russa dal febbraio 2022 e si trova a circa 100 chilometri a sud della linea del fronte.

Ore 03:37 - Allarme aereo in almeno 11 oblast ucraini, esplosioni a Dnipro

Almeno quattro esplosioni sono state udite stanotte nell’oblast ucraino sudorientale di Dnepropetrovsk e in particolare nella capitale regionale Dnipro, secondo i media locali che citano funzionari ucraini. L’allarme antiaereo è stato attivato in queste ore nella regione e in altri 10 oblast ucraini, compreso quello di Kiev.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 26 maggio.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Emissario cinese: «Mosca mantenga le regioni annesse». Lula a Putin: «Pronto a mediare con India e Cina». Marta Serafini, inviata, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 26 maggio 2023.

Le notizie sulla guerra di venerdì 26 maggio in diretta. Kiev: «Nessun compromesso possibile sui nostri territori». A Dnipro colpito un ospedale, due morti e 31 feriti 

• Prigozhin evoca il rischio di una rivoluzione in Russia.

• Emissario cinese a Mosca incontra Lavrov per i colloqui di pace.

• Perché gli Usa sostengono che ci sia l’Ucraina dietro al raid sul Cremlino?

Ore 00:24 - F16, Danimarca e Olanda guideranno l’addestramento dei piloti ucraini

La Danimarca e l’Olanda guideranno il programma di addestramento dei militari dell’aeronautica ucraina nell’uso dei caccia bombardieri F-16. Lo ha detto il ministro della Difesa ad interim danese Troels Lund Poulsen. «Il primo passo è individuare i Paesi disposti a partecipare alla missione di formazione, e lo stiamo facendo ora. La Danimarca è pronta a svolgere un ruolo centrale insieme ai Paesi Bassi», ha dichiarato il ministro danese, riportato dall’agenzia Ritzau. «Si concorda sul fatto che questo rappresenta un importante passo strategico a lungo termine. È ancora in fase di chiarimento se ciò significherà che la Danimarca donerà anche gli F-16 all’Ucraina», ha concluso il Poulsen. Nella confinante Svezia, un piccolo gruppo di piloti dell’aeronautica ucraina avrà l’opportunità di provare il caccia bombardiere svedese Gripen, secondo quanto riportato dall’agenzia Tt, che ha anche riportato le dichiarazioni del ministro della Difesa svedese Pål Jonson: «Gli aerei che la Svezia possiede sono necessari per la nostra difesa nazionale e al momento non c’è alcuna intenzione di prestare aerei all’Ucraina», ha dichiarato Jonson, intervistato dal canale televisivo svedese TV4

Ore 00:29 - Mosca: abbattuto missile ucraino sulla regione russa di Rostov

«Il sistema di difesa aerea russo è entrato in azione vicino a Morozovsk», nella regione russa di Rostov, «abbattendo un missile ucraino. I militari stanno svolgendo il loro lavoro». Lo sostiene citato dalla Tass il governatore della regione meridionale della Russia, Vasily Golubev, su Telegram, esortando la popolazione a mantenere la calma. La regione di Rostov confina con le autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, nel Donbass.

 Ore 00:32 - Zelensky: «Abbattuti due aerei russi nella regione di Zaporizhzhia»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel suo consueto discorso serale, ha affermato che la Guardia nazionale ucraina ha abbattuto due aerei russi «tipo SU» nella regione di Zaporizhzhia. Secondo Sky News, Zelensky non ha fornito ulteriori dettagli sull'aereo ma ha aggiunto: «Sono grato a due dei nostri guerrieri particolarmente accurati. A proposito - ha poi specificato - uno di loro è già stato insignito del titolo di Eroe dell'Ucraina e ha abbattuto non solo aerei nemici ma anche un missile cruise».

Ore 01:29 - Esplosioni a Berdiansk, città occupata dai russi

Diverse esplosioni sono state segnalate nella città occupata dai russi di Berdiansk, situata nell’oblast meridionale di Zaporizhzhia in Ucraina. Lo riportano i media ucraini, citando i canali Telegram locali. Berdiansk è sotto l’occupazione russa dal febbraio 2022 e si trova a circa 100 chilometri a sud della linea del fronte.

Ore 02:49 - Lukashenko: «Mosca ha iniziato a trasferire armi nucleari in Bielorussia»

La Russia ha cominciato a trasferire le armi nucleari in Bielorussia: lo ha affermato il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, ripreso dall’agenzia di stampa BelTA. Finora, la Russia non ha commentato ma due mesi fa il presidente russo Vladimir Putin aveva annunciato la sua intenzione di farlo.

«Il trasferimento delle armi nucleari è iniziato», ha detto Lukashenko in risposta a un giornalista. La Bielorussia, che non si è impegnata direttamente sul terreno in Ucraina, ha prestato il suo territorio all’esercito russo in modo che potesse lanciare l’assalto del febbraio 2022. Lukashenko, che nella serata era a Mosca per un vertice regionale, non ha detto se le armi in questione fossero già nel Paese (che confina con Ucraina ma anche con Lituania e Polonia, membri dell’Ue e della Nato); ha precisato però che Putin gli aveva detto il giorno prima di aver firmato il decreto che permetteva il trasferimento.

Lukashenko si è anche rifiutato di specificare il numero di testate nucleari che il suo Paese riceverà, anche se ha assicurato di aver concordato con Putin tutti i dettagli; e ha anche garantito la sicurezza di tali armi, sottolineando che i bielorussi sono «persone attente». E quando il giornalista gli ha chiesto se tali armi avessero già raggiunto il territorio bielorusso, il presidente ha risposto: «È possibile. Arriverò e controllerò».

Ore 03:06 - Perché gli Stati Uniti sostengono che ci sia l'Ucraina dietro al raid sul Cremlino?

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) C’erano probabilmente gli Ucraini dietro al raid sul Cremlino del 3 maggio, quando due droni sono stati abbattuti sopra le cupole dell’edificio più sorvegliato di Russia, a circa 700 chilometri dal confine. È quanto riferiscono al New York Times fonti di intelligence americane, spiegando però di non sapere se l’operazione ha coinvolto forze speciali dell’esercito o unità dei servizi. Le agenzie di intelligence americane sarebbero giunte a questa conclusione dopo aver ascoltato intercettazioni di funzionari ucraini che si rimpallavano le responsabilità, ma non hanno prove che Volodymyr Zelensky e i suoi uomini fossero informati dei piani.

Ore 03:28 - Usa, in arrivo nuovo pacchetto di aiuti militari da 300 milioni di dollari

Gli Stati Uniti prevedono di annunciare fino a 300 milioni di dollari di aiuti militari per l’Ucraina, costituiti principalmente da munizioni. Lo riportano i media internazionali, citando fonti ufficiali Usa. Il pacchetto potrebbe essere annunciato già oggi, o più probabilmente dopo il fine settimana festivo americano del Memorial Day. Dovrebbe contenere ulteriori sistemi lanciarazzi multipli guidati (Gmlrs) per lanciatori Himars e munizioni per la difesa dell’Ucraina contro la Russia. L’attrezzatura verrebbe finanziata utilizzando la Presidential Drawdown Authority (Pda), con cui il presidente può autorizzare il trasferimento di articoli e servizi dalle scorte statunitensi senza l’approvazione del Congresso in risposta a un’emergenza.

Ore 03:29 - Medvedev: la guerra in Ucraina potrebbe continuare per decenni

«Il conflitto in Ucraina potrebbe continuare per decenni se l’essenza stessa del suo governo neonazista non viene eliminata», ha detto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev durante un viaggio in Vietnam. Lo riporta l’agenzia Tass. «Questo conflitto sarà duraturo, forse decenni - ha aggiunto Medvedev -. È una nuova realtà, nuove condizioni di vita». Il vicepresidente è convinto che se il governo ucraino in carica resterà al potere «ci saranno tre anni di tregua, poi due anni di conflitto e poi tutto ricomincerà». «L’essenza stessa del dominio neonazista a Kiev deve essere eliminata», ha concluso.

Ore 03:36 - Allarme aereo in almeno 11 oblast ucraini, esplosioni a Dnipro

Almeno quattro esplosioni sono state udite stanotte nell’oblast ucraino sudorientale di Dnepropetrovsk e in particolare nella capitale regionale Dnipro, secondo i media locali che citano funzionari ucraini. L’allarme antiaereo è stato attivato in queste ore nella regione e in altri 10 oblast ucraini, compreso quello di Kiev.

Ore 05:23 - Il Giappone annuncia nuove sanzioni contro aziende russe

Il Giappone sta imponendo restrizioni all’esportazione di 80 società russe. Lo ha annunciato il governo del Paese. Tra le aziende colpite dalle sanzioni giapponesi - scrive l’agenzia Tass - ci sono l’operatore di telefonia mobile russo MegaFon, il Servizio federale di cooperazione tecnico-militare, la Fondazione russa per progetti di ricerca avanzata nell’industria della Difesa, l’ufficio di progettazione Npo Lavochkin, il produttore di camion Kamaz, la Fondazione Skolkovo e l’Istituto Skolkovo di Scienza e tecnologia. Il governo nipponico ha annunciato inoltre che presto vieterà le esportazioni di una serie di articoli che «contribuiscono a rafforzare la base industriale della Russia», ma la loro lista verrà compilata in seguito.

Ore 06:06 - Allarme aereo e esplosioni anche a Kiev

L’allarme aereo è scattato nella notte anche a Kiev. dove sono state udite alcune esplosioni.

Ore 05:48 - Esplosioni a Krasnodar, città nella Russia meridionale

Esplosioni si sono verificate stamattina nel centro di Krasnodar, capoluogo del territorio meridionale russo omonimo. Lo riferiscono i media locali, secondo i quali le difese aeree della città sono entrate in azione dopo che il centro è stato attaccato da droni. Non ci sarebbero né vittime, né feriti.

Ore 06:54 - Il cancelliere Scholz: quando sarà il momento parlerò con Putin

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è detto intenzionato a riavviare i contatti con il presidente russo Vladimir Putin sull’Ucraina «quando sarà il momento. È passato un po’ di tempo dalla mia ultima conversazione telefonica. Ma quando sarà il momento, ho intenzione di parlare di nuovo con Putin» ha affermato in un’intervista al quotidiano Koelner Stadt-Anzeiger.

Ore 07:28 - Mosca valuta positivamente sforzo pace del Vaticano

Mosca valuta positivamente l’iniziativa di pace del Vaticano, anche se fa notare che finora la Santa Sede non ha preso iniziative per il viaggio di un emissario in Russia. Lo ha detto il ministero degli Esteri russo all’agenzia Ria Novosti. «Prendiamo atto del sincero desiderio della Santa Sede di promuovere il processo di pace», ha detto il ministero degli Esteri russo. «Allo stesso tempo, nessun passo pratico è stato preso dalla parte vaticana per organizzare il viaggio a Mosca».

In questo senso il ministero ricorda che «qualsiasi sforzo in questa direzione avrà senso solo se si terrà conto della ben nota posizione di principio della Russia su possibili negoziati di pace». «Ricordiamo a questo proposito che, a differenza della Russia, che fin dall’inizio è pronta per un dialogo onesto e aperto sulla soluzione in Ucraina, il regime di Kiev rifiuta ancora categoricamente la possibilità stessa di negoziati con Mosca e si affida alla guerra».

Ore 07:34 - Kiev, abbattuti tutti i missili russi lanciati nella capitale

Le forze di difesa aerea di Kiev hanno localizzato e distrutto tutti i missili lanciati dalla Russia contro la capitale dell’Ucraina. Lo riferisce l’amministrazione militare della città di Kiev, come riporta Ukrinform.

Ore 08:09 - Kirby: no attacchi su suolo russo, Usa «chiari» con Kiev

Gli Stati Uniti non appoggiano attacchi ucraini sul suolo russo e l’amministrazione del presidente Joe Biden lo «ha chiarito» nei suoi colloqui con Kiev. Lo ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, in un’intervista alla Cnn. «Abbiamo ancora una volta chiarito agli ucraini cosa pensiamo riguardo a un attacco alla Russia: non vogliamo incoraggiarlo o consentirlo, e certamente non vogliamo che nessuna attrezzatura prodotta negli Stati Uniti venga utilizzata per attaccare il suolo russo», ha detto Kirby. Kirby ha quindi riferito di «rassicurazioni ottenute dagli ucraini» su questa questione: «Siamo stati molto chiari sul fatto che vogliamo che l’Ucraina sia in grado di difendere il proprio suolo, il proprio territorio. Sono stati attaccati. Sono stati invasi. Hanno il diritto di difendersi. Ma siamo stati altrettanto molto chiari che non vogliamo vedere un’escalation della guerra».

Ore 08:28 - Medvedev: attacco nucleare preventivo se Occidente fornisce armi a Kiev

L’Occidente non riesce a capire che il confronto fra la Russia e i Paesi della Nato può, a un certo punto, per esempio se saranno fornite armi nucleari all’Ucraina, portare a un attacco nucleare preventivo, ha detto il vice presidente del Consiglio di sicurezza nazionale Dmitry Medvedev, parlando con i giornalisti durante una visita in Vietnam. «Ci sono leggi di guerra irreversibili. In merito a forniture di armi nucleari all’Ucraina, un attacco preventivo dovrà essere portato a termine», ha spiegato. Un attacco ci sarà «se si verificheranno certe circostanze». L’Ucraina riceverà aerei e «forse anche armi nucleari. Ma questo significa che un missile con una testata nucleare li sorvolerà».

Ore 09:23 - Isw, improbabile che Putin utilizzi le armi nucleari in Ucraina

È «straordinariamente improbabile!» che Putin utilizzi le armi nucleari in Ucraina ed è «altamente improbabile» che l’eventuale dispiegamento di queste armi sul territorio bielorusso da parte di Mosca rappresenterà un’escalation della guerra in Ucraina: lo scrive l’Istituto per lo studio della guerra (Isw) nel suo rapporto quotidiano sull’andamento del conflitto. Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e il suo omologo bielorusso Viktor Khrenin hanno firmato un accordo sul dispiegamento di armi nucleari non strategiche (tattiche) russe in territorio bielorusso durante una riunione dei ministri della Difesa dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (Csto) tenuta ieri a Minsk, ricorda il centro studi statunitense. Il think tank sottolinea però che è «straordinariamente improbabile!» che Putin utilizzi le armi nucleari in Ucraina. Shoigu, da parte sua, ha anche annunciato che le forze russe dispiegheranno ulteriori contingenti militari in Bielorussia per sviluppare infrastrutture militari, espandere l’addestramento al combattimento congiunto e condurre attività di ricognizione vicino ai confini della Russia. Il dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia richiede sia un’infrastruttura militare significativa sia il comando e il controllo russo su elementi delle Forze Armate bielorusse, osservano gli esperti del centro studi. Il Cremlino intende probabilmente utilizzare questi requisiti per subordinare ulteriormente la sfera di sicurezza bielorussa alla Russia, concludono.

Ore 09:40 - Kiev: serve un vertice per la pace, l’ideale a luglio

Un vertice per la pace «è necessario» e l’Ucraina vuole che si tenga «il prima possibile: l’ideale sarebbe luglio». Tuttavia, la base per questo summit dovrebbe essere il piano di 10 punti presentato da Kiev: lo ha detto il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, in un’intervista all’agenzia di stampa russa Interfax. L’alto funzionario ha pubblicato una parte dell’intervista sul suo canale Telegram.

Ore 09:50 - Tajani: «La minaccia dell’uso dell’arma nucleare fa parte della retorica del Cremlino»

Anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani è intervenuto sulla minaccia nucleare russa, che a suo parere non è realistica: «“La minaccia dell’uso dell’arma nucleare fa parte della retorica, della propaganda del Cremlino, come per mettere paura. Come facevano nei tempi antichi i tebani, che sbattevano la spada sullo scudo per mettere paura all’avversario», ha detto al TG1 Mattina. «Io credo che questo sia un modo per cercare di intimorire l’Ucraina: non credo che Putin avrà mai il coraggio di utilizzare armi nucleari”, ha detto. “Sarebbe una sorta di autogol clamoroso e farebbe anche danno alla popolazione russa, ai militari russi impiegati», ha aggiunto.

Ore 10:19 - Kishida (Giappone): «Serve più trasparenza sugli arsenali nucleari, è necessario includere anche Cina e Russia in questo percorso»

Fumio Kishida, primo ministro giapponese, a meno di una settimana dalla conclusione del G7 di Hiroshima, rivendicato dal suo esecutivo come uno «straordinario successo», è tornato sul tema delle armi nucleari ricordando in conferenza stampa l’accordo raggiunto durante il vertice per una «maggiore trasparenza sugli arsenali nucleari nel mondo». «I paesi del G7 hanno concordato di migliorare la trasparenza sulle armi nucleari. Il Giappone lotterà per una maggiore trasparenza che generi anche fiducia tra i membri della comunità internazionale», ha dichiarato il premier giapponese nel suo intervento, suggerendo «la necessità di includere in questo percorso anche Cina e Russia».

Ore 10:30 - Medvedev: «I negoziati con l’Ucraina sono impossibili se Zelensky resta al potere»

«Ogni conflitto si conclude con un negoziato, ma finché in Ucraina sarà al potere Vladimir Zelensky non sarà possibile alcun negoziato». È quanto ha detto l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, attualmente vice capo del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, parlando durante una visita in Vietnam, e lo riporta l’agenzia di stampa russa Tass. «Finché c’è un regime a Kiev, il clown Zelensky, i negoziati sono impossibili», ha detto Medvedev, osservando che prima o poi sarà necessario negoziare. «Tutto finisce sempre con i negoziati, e questo è inevitabile, ma finché queste persone saranno al potere, la situazione per la Russia non cambierà in termini di negoziati», ha detto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, aggiungendo che ritiene che il conflitto in Ucraina potrebbe trascinarsi per decenni se non verrà distrutta quella che definisce la natura nazista del potere dell’attuale regime di Kiev.

Ore 10:36 - L’inviato di Pechino conclude il tour diplomatico, ultima tappa: Mosca

L’inviato speciale di Pechino sulla crisi ucraina, Li Hui, sta completando il suo tour diplomatico per trovare una soluzione al conflitto tra Mosca e Kiev. L’ultima tappa di Hui è proprio la capitale russa.

Nominato il mese scorso dal presidente cinese Xi Jinping all’indomani del colloquio telefonico avuto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Li è stato già a Kiev, Varsavia, Parigi e Berlino, per sondare il terreno e promuovere la formula di Pechino per la pace. Negli incontri avuti finora, Li ha ribadito la proposta in dodici punti per la soluzione politica del conflitto avanzata dalla Cina il 24 febbraio scorso, primo anniversario dall’invasione dell’Ucraina da parte dei soldati di Mosca, accolta con scetticismo in Occidente. La missione diplomatica del rappresentante speciale per gli Affari Eurasiatici di Pechino è sembrata cominciare in salita, con la prima tappa a Kiev, dove il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha richiamato l’inviato cinese al rispetto della sovranità nazionale. La Cina, invece, è la posizione avanzata da Li Hui, vuole trovare il «massimo comune denominatore per la risoluzione della crisi ucraina e adoperarsi per il cessate il fuoco». A Varsavia, il rappresentante cinese ha ribadito l’impegno a favore dei colloqui di pace, durante l’incontro con il vice ministro degli Esteri polacco, Wojciech Gerwel. Sulla base del documento formulato da Pechino per la soluzione politica del conflitto, ha detto l’inviato cinese, «la Cina è disposta a rafforzare il dialogo con tutte le parti» per «accumulare gradualmente consenso e gettare solide basi per il cessate il fuoco».

Ore 10:52 - Kiev: «Colpita struttura medica a Dnipro, ci sono vittime». Zelensky: «Un morto e 15 feriti»

Andriy Yermak, capo dell’ufficio presidenziale ucraino, ha comunicato su Telegram che a Dnipro un missile ha colpito una struttura medica: «I terroristi russi hanno colpito a Dnipro, ci sono vittime». Yermak non ha fornito ulteriori dettagli su morti o feriti.

Anche il presidente Zelensky ha postato su Telegram i video delle conseguenze dell'attacco. Secondo quanto riferisce Zelensky ci sarebbero 15 feriti e un morto: « I terroristi russi confermano ancora una volta il loro status di combattenti contro tutto ciò che è umano e onesto. Un attacco missilistico contro una clinica nella città di Dnipro. A partire da ora, una persona è stata uccisa e 15 sono rimaste ferite. Le conseguenze dei bombardamenti vengono eliminate e le vittime vengono soccorse. Tutti i servizi necessari sono coinvolti. Dobbiamo sconfiggere questi inumani irrevocabilmente e il prima possibile. Perché il nostro tempo è la nostra gente. E la nostra gente è la cosa più preziosa in Ucraina».

Ore 11:12 - Mosca: «Gli Usa sviluppano armi biologiche in Ucraina»

Secondo Ria Novosti, il ministero della Difesa russo, rappresentato dal tenente generale Igor Kirillov, ha accusato gli Stati Uniti di sviluppare armi biologiche in Ucraina. Kirillov afferma di avere dati che dimostrano il coinvolgimento degli Stati Uniti nello sviluppo di armi biologiche nel paese, incluso il prelievo di ceppi del virus dell'influenza aviaria in grado di superare le barriere interspecie. Sarebbero stati sequestrati documenti presso il laboratorio della riserva della biosfera di Askania-Nova, nella regione di Kherson, che confermerebbero il coinvolgimento dell'Istituto di medicina veterinaria di Kharkiv in programmi statunitensi. Secondo Kirillov, l'obiettivo di tali programmi sarebbe valutare le condizioni in cui i patogeni delle infezioni economicamente rilevanti possono sfuggire al controllo, creando rischi per la sicurezza alimentare. Kirillov ha anche dichiarato che il dipartimento della difesa statunitense sta studiando attivamente tali infezioni economicamente rilevanti al di fuori del territorio nazionale, in biolaboratori situati vicino ai confini dei loro avversari geopolitici. Questo, secondo il tenente generale russo, conferma che gli Stati Uniti stanno sviluppando componenti di armi biologiche al di fuori del loro territorio, incluso l'Ucraina.

Ore 11:19 - Gershkovich fa appello contro il prolungamento della detenzione in Russia

Evan Gershkovich, giornalista del Wall Street Journal, arrestato in Russia lo scorso marzo con l'accusa di spionaggio, ha presentato un'appello contro la decisione di estendere la sua custodia cautelare. I documenti del tribunale, pubblicati venerdì, indicano che la difesa del giornalista ha contestato la decisione di un giudice di prolungare la custodia cautelare fino al 30 agosto, in attesa del processo. Secondo il sito web del tribunale di Mosca, l'udienza è prevista per martedì.

Ore 11:24 - Mosca: «Nuovi attacchi con droni e artiglieria sulla regione di Belgorod»

Attacchi con droni e artiglieria nella regione russa di Belgorod, che confina con l'Ucraina. Lo ha riferito su Telegram il governatore regionale, Vyacheslav Gladkov. «La regione è stata presa di mira 14 volte», ha scritto, aggiungendo che «due attacchi sono stati effettuati utilizzando droni», mentre l'artiglieria «ha colpito ancora una volta nel villaggio di Zhuravlevka, dove sono stati sparati complessivamente 12 proiettili».

Ore 11:31 - Papa Francesco: «Gli ucraini non sognano la mediazione, ma la pace sarà raggiunta quando potranno parlare»

Papa Francesco, in una intervista a Telemundo, accenna al conflitto tra Russia e Ucraina. Il Presidente ucraino Zelenskyy afferma di non aver bisogno di intermediari; in realtà le chiede di aderire alla sua formula di pace, che prevede che la Russia restituisca i territori conquistati. Pensa che la Russia dovrebbe farlo per la pace? «Ebbene,- ha risposto Bergoglio - non era questo il tono della conversazione. Mi ha chiesto un grosso favore: darmi da fare, prendermi cura dei ragazzi che sono stati portati in Russia. Loro non sognano tanto le mediazioni, perché il blocco ucraino è davvero molto forte. Tutta Europa, Stati Uniti. In altre parole, hanno una forza propria molto grande. No? Lui era molto addolorato e ha chiesto collaborazione per cercare di far tornare i ragazzi in Ucraina». Per raggiungere la pace, pensa che la Russia dovrebbe restituire quei territori? «È un problema politico. La pace sarà raggiunta il giorno in cui potranno parlare, tra loro due o tramite altri».

Ore 11:33 - Zelensky: «Dobbiamo sconfiggere il terrore russo. Un ospedale non è un obiettivo militare»

«Solo uno stato malvagio può combattere contro le cliniche. Non ci può essere alcun obiettivo militare in questo» tipo di attacco. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha condannato su Twitter l'attacco missilistico contro l'ospedale di Dnipro parlando di «pure terrorismo russo». Zelensky ha detto che «la Russia ha scelto la via del male e non abbandonerà questa strada da sola. Dobbiamo sconfiggere il terrore e lo faremo. L'Ucraina e l'intero mondo libero insieme. Grazie a tutti coloro che nel mondo ci aiutano!».

Ore 11:46 - Raid russo a Dnipro: il bilancio è di un morto e 15 feriti (tra i quali due bambini)

(di Marta Serafini)

È di un morto e 15 feriti, tra cui due bambini, il bilancio provvisorio dell'attacco missilistico condotto dalle forze armate russe contro un ospedale nella città di Dnipro, nell'Ucraina centrale. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky affermando che «i terroristi russi confermano ancora una volta che combattono contro tutto ciò che è umano e onesto». Il riferimento è all'«attacco missilistico contro una clinica nella città di Dnipro. Allo stato attuale, una persona è stata uccisa e 15 sono rimaste ferite» mentre «tutti i servizi necessari sono stati allertati per soccorrere le vittime». Esprimendo le sue «condoglianze alla famiglia del defunto», Zelensky ha dichiarato che «dobbiamo sconfiggere questi disumani in modo irrevocabile e il prima possibile» perché «la nostra gente è la cosa più preziosa in Ucraina». Dnipro era già stata obiettivo di maggio raid nella notte.

Ore 12:02 - A Dnipro l'ospedale in fiamme

Ore 12:07 - Mosca: «Non abbiamo nessuna intenzione di usare armi nucleari»

«I nostri nemici speculano cinicamente su questa situazione e cercano di attribuirci l'inesistente intenzione di usare armi nucleari per quello che sta succedendo in Ucraina. Ma non c'è stato alcun cambiamento nel nostro approccio a questa difficile questione». Così il vice ministro degli Esteri russo Serghey Ryabkov.

Ore 12:12 - L’inviato di Xi Jinping porta a Putin i consigli del leader cinese sulla crisi ucraina

(di Guido Santevecchi)

Si può ancora credere alla sincerità di Xi Jinping quando dice ai leader europei che la Cina sostiene una soluzione pacifica per la crisi tra Russia e Ucraina? A Mosca è atteso oggi l’inviato speciale cinese per gli affari euroasiatici, Li Hui: anche se il titolo del suo incarico non lo dice, il compito del diplomatico è esplorare la possibilità di aprire un negoziato tra Mosca e Kiev. Li Hui è appena stato a Kiev dove ha incontrato il presidente Volodymyr Zelensky, poi a Varsavia, Berlino e Parigi. All’inviato cinese il governo ucraino ha ripetuto che non sono possibili compromessi sulla sovranità nazionale (quindi Kiev vorrebbe recuperare tutto il suo territorio invaso). (...)

Ore 12:26 - Kiev: «A Izium il più grande attacco russo con droni dall'inizio del conflitto»

«Oggi stiamo lavorando a Izium, dove ieri sera il nemico ha sferrato il colpo più massiccio dell'intero periodo di un'invasione su vasta scala con i droni kamikaze Shahed». Lo scrive su Telegram il governatore di Kharkiv, Oleg Synyehubov, postando un video sul luogo dei raid nella città dell'oblast. «Le imprese industriali, le infrastrutture civili sono state danneggiate e una scuola è stata distrutta. Anche gli edifici residenziali privati; sono stati danneggiati. Ora tutti i servizi stanno lavorando in modalità intensificata per eliminare le conseguenze di questi attacchi. Il terrore contro la popolazione civile, a cui ricorre il nemico, è il risultato delle sue sconfitte in prima linea», ha aggiunto. «Gli attacchi ai civili sono un'altra manifestazione dell'effettiva impotenza degli occupanti. Vinceremo».

Ore 12:28 - Cremlino: «Trasferite armi nucleari alla Bielorussia perché affronta un ambiente molto ostile»

Lo sviluppo delle relazioni militari tra Mosca e Minsk, compreso il trasferimento di armi nucleari, è necessario perché la Bielorussia, come la Russia, si trova a far fronte a «un ambiente molto ostile» con «dichiarazioni aggressive» da parte dei vicini. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall'agenzia Ria Novosti.

Ore 12:55 - Il piano Aiea per Zaporizhzhia sarà presentato martedì

Rafael Mariano Grossi, capo dell’Aiea, l’agenzia internazionale per il nucleare, è atteso martedì all’Onu per presentare un piano sulla centrale ucraina di Zaporizhzhia.

Ore 12:56 - Le strutture sanitarie colpite in Ucraina

(di Marta Serafini)

Un rapporto di eyeWitness to Atrocities, Insecurity Insight, Media Initiative for Human Rights, Physicians for Human Rights e Ukrainian Healthcare Center documenta la portata degli attacchi ai centri sanitari e al personale medico ucraino da parte delle forze russe. Nelle prime 2 settimane dell’invasione, da quattro a cinque ospedali e cliniche sono stati attaccati ogni giorno. Entro il 31 dicembre 2022, si sono verificati 707 attacchi documentati, con danni a 218 ospedali e cliniche (quasi il 9% degli ospedali del paese), 181 attacchi ad altre strutture sanitarie (come farmacie, centri del sangue, cliniche dentistiche e istituti di ricerca), 65 attacchi alle ambulanze e 86 attacchi al personale medico (con 62 morti e 52 feriti). L’ospedale di Severodonetsk è stato colpito dieci volte tra marzo e maggio 2022. Testimoni oculari dicono che i droni sono stati usati prima degli attacchi, e il fatto che molti ospedali siano stati presi di mira ripetutamente indica che questi attacchi sono deliberati. Nelle regioni sotto il controllo russo, molti medici sono stati minacciati, detenuti, tenuti in ostaggio e costretti a cooperare. I medici detenuti nelle carceri russe di Donetsk hanno rivelato resoconti di torture e trattamenti disumani.

Ore 13:02 - «Attacco di 2 droni alla città russa di Krasnodar»

Le esplosioni avvenute nelle prime ore di oggi nella città russa di Krasnodar sono state provocate dall’attacco di due droni. Lo ha detto il governatore, Veniamin Kondratyev, sul suo canale Telegram. Le esplosioni hanno provocato danni a edifici residenziali ma non vittime tra la popolazione. Negli ultimi mesi la regione di Krasnodar, sul Mar Nero, vicina al confine con l’Ucraina, è stata più volte colpita da droni ucraini, specie su serbatoi di carburante delle raffinerie locali.

Ore 13:10 - Kiev: «Estratto corpo dalle macerie a Dnipro, due morti»

«Un altro corpo è stato recuperato da sotto le macerie dell’edificio della clinica veterinaria, anch’esso colpito dal nemico. L’attacco missilistico di oggi contro Dnipro ha causato la morte di due persone». Lo scrive su Telegram il governatore di Dnipropetrovsk Serhiy Lysak in un aggiornamento sull’attacco alla clinica della città.

Ore 13:41 - Peskov: «Putin pronto a un colloquio telefonico con Scholz»

Il presidente russo Vladimir Putin è pronto ad avere un colloquio telefonico con il cancelliere tedesco Olaf Scholz sulla guerra in Ucraina. A dichiararlo è stato il portavoce Dmitry Peskov. «È necessario parlare» ha aggiunto. «Il presidente Putin resta aperto al dialogo, ma naturalmente persegue l’obiettivo fondamentale di tutelare l’interesse dei nostri cittadini».

Ore 13:49 - Michelin vende le sue attività in Russia

Il gruppo Michelin ha dichiarato di aver venduto le sue attività in Russia al gruppo russo Power International Tyres. In un comunicato, Michelin annuncia «la firma di un accordo con Power International Tyres, per l’acquisizione delle sue due società locali, Michelin Russia Tyre Manufacturing Company (MRTMC) LLC e Camso CIS LLC».

Ore 14:10 - Wsj: l’Europa fredda sul piano della Cina per l’Ucraina

Gli Stati Uniti e i loro alleati in Europa dovrebbero affermare la loro autonomia e chiedere un immediato cessate il fuoco, lasciando la Russia in possesso di parte delle aree che occupa ora in Ucraina. È il messaggio inviato da Li Hui, l’inviato cinese per l’Ucraina, all’Europa nel corso della sua recente visita nel Vecchio Continente. Lo riporta il Wall Street Journal, secondo il quale Li Hui ha invitato i governi europei a vedere la Cina come un’alternativa economica a Washington e muoversi rapidamente per mettere fine al conflitto fra Russia e Ucraina. Pur convinti che sia troppo presto per respingere i tentativi di Pechino, i governi europei — aggiunge il Wall Street Journal citando vari funzionari — avrebbero dubbi sulla capacità della Cina di agire con onestà vista il suo allineamento con la Russia, e avrebbero respinto i tentativi della Cina di dividere l’Occidente.

Ore 14:37 - Emissario cinese a Mosca: la Russia mantenga le regioni annesse

Secondo quanto appreso dai media russi, il rappresentante speciale cinese Li Hui durante la sua visita in Europa ha chiesto che Mosca «conservi» i territori dell’Ucraina annessi, ovvero le autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk, e le regioni di Zaporizhzhia e Kherson. Lo riportano le agenzie russe Ria Novosti e Tass citando un articolo del Wall Street Journal. Per il giornale americano, che fa riferimento a fonti informate sul dossier, Li Hui ha parlato anche di «cessate il fuoco immediato» in Ucraina.

Ore 14:51 - Nord Stream, Spiegel: aumentano le tracce che portano a Kiev

Nelle indagini sulle esplosioni dei gasdotti Nord Stream, aumentano le tracce che conducono all’Ucraina. È quello che scrive der Spiegel, in un’anticipazione del numero del prossimo weekend, in cui si citano dettagli emersi dalle investigazioni dell’anticrimine federale tedesco.

Ore 15:12 - L’emissario cinese vede Lavrov, colloqui durati 90 minuti

Li Hui, il rappresentante speciale cinese per gli Affari Eurasiatici, ha lasciato la sede del ministero degli Esteri di Mosca, dopo avere avuto colloqui con il ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Lo riferisce l’agenzia russa Tass, aggiungendo che il diplomatico cinese non ha rilasciato dichiarazioni all’uscita. L’incontro con il capo della diplomazia di Mosca è durato circa novanta minuti. Li è a Mosca per l’ultima tappa del suo lungo tour diplomatico per promuovere una soluzione politica alla crisi ucraina, dopo le missioni in Ucraina, Polonia, Francia e Germania.

Ore 15:21 - La Germania all'emissario cinese: «Deve fare pressione su Mosca perché ritiri le truppe dall'Ucraina»

Il governo tedesco ha richiesto all'inviato cinese Li Hui di esercitare "pressione" sulla Russia affinché ritiri le sue truppe dall'Ucraina. Un portavoce del ministero degli Esteri tedesco ha reso questa dichiarazione durante il tour di una settimana del diplomatico cinese in Europa, che include visite in Ucraina, Polonia e Francia. Durante il suo soggiorno in Germania, Li ha incontrato mercoledì il Segretario di Stato tedesco, Andreas Michaelis, per discutere della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina. Christian Wagner, portavoce del ministero degli Esteri, ha affermato che l'incontro si è concentrato su questa intensa discussione. Wagner ha sottolineato che la Cina, in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha la responsabilità speciale di svolgere un ruolo costruttivo nel promuovere la pace e la sicurezza mondiale. Il portavoce ha ribadito che la Germania ha anche invitato la Cina a esercitare pressione sulla Russia affinché ponga immediatamente fine all'attacco e si ritiri completamente dall'Ucraina.

Ore 15:30 - Milley (Usa): «Militarmente la Russia non può vincere»

Mark Milley, generale statunitense capo del Joint Chiefs of Staff, ha affermato che la Russia non può ottenere la vittoria sull'Ucraina con mezzi militari. A suo parere, invece, l'Ucraina è in grado di liberare tutti i suoi territori. Parlando dopo il 12° vertice di Ramstein che si è tenuto ieri, il generale statunitense ha aggiunto che l'obiettivo strategico della Russia – un cambio di governo a Kiev – è fallito un anno fa quando le truppe russe non sono riuscite a prendere Kiev. Tuttavia, è improbabile che la liberazione avvenga nel prossimo futuro e i combattimenti futuri saranno «difficili e sanguinosi».

Ore 15:37 - «Bombe russe su un villaggio nella regione di Donetsk»

L'area circostante il villaggio di New York, nella regione di Donetsk, è stata bombardata dalle forze armate russe utilizzando una bomba Fab-250, un ordigno comunemente impiegato negli attacchi russi in Ucraina. Secondo Pavel Kirilenko, capo dell'Amministrazione militare regionale di Donetsk, una persona è rimasta ferita. Kirilenko ha riferito su Telegram che tre grattacieli, un asilo, un ambulatorio, un cinema e una palestra sono stati danneggiati nella città. Ha inoltre sottolineato che si tratta di un altro attacco mirato contro i civili e di un altro crimine di guerra commesso dai russi nella regione di Donetsk.

Ore 15:41 - Blinken (Usa) in visita in Svezia, Norvegia e Finlandia

Il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, ha programmato una visita in Svezia, Norvegia e Finlandia dal 29 maggio al 2 giugno per rafforzare la cooperazione su questioni economiche e di sicurezza nazionale. Questa dichiarazione è stata rilasciata dal Dipartimento di Stato di Washington. Dopo l'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte della Russia, la Finlandia è entrata a far parte della NATO, mentre la Svezia sta ancora aspettando la ratifica da parte dell'Ungheria e della Turchia.

Ore 15:51 - La presidente della Georgia: «Con i voli per Mosca abbiamo venduto la nostra dignità»

«Chiunque pensi che la Russia restituirà i nostri territori in cambio delle nostre concessioni non ha imparato nulla dalla nostra storia. Come possiamo credere che l'occupante possa preoccuparsi del benessere dei nostri compatrioti? Abbiamo dimenticato chi opprime e rapisce i nostri cittadini in Abkhazia e a Tskhinvali?». Così la presidente georgiana, Salome Zurabishvili, durante il suo discorso in occasione festa nazionale per l'anniversario del giorno dell'indipendenza della repubblica georgiana. «È incomprensibile e offensivo che qualcuno conti i benefici economici della riapertura dei voli con Mosca. La nostra dignità viene davvero venduta per 200-300 milioni?».

Ore 15:55 - Cina: «Abbiamo sempre promosso i colloqui di pace, la nostra posizione è obiettiva»

In merito al conflitto in Ucraina «la Cina ha sempre mantenuto una posizione obiettiva e giusta e ha promosso attivamente colloqui per la pace. Ciò ha ricevuto ampia comprensione e sostegno nella comunità internazionale». Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, rispondendo nel briefing quotidiano con la stampa in merito all'esito dei colloqui avuti dall'emissario cinese Li Hui con i rappresentanti dell'Unione Europea. «La Cina sostiene l'Europa nel compiere maggiori sforzi per la pace e proporre una soluzione accettabile per tutti», ha spiegato dicendo che Pechino «è pronta a continuare a svolgere un ruolo costruttivo nella promozione dei colloqui per la pace».

Ore 15:59 - Kiev: «Nessun compromesso possibile sui nostri territori occupati»

Kiev ha risposto all'affermazione dell'inviato speciale di Pechino in Russia secondo il quale Mosca dovrebbe mantenere le regioni annesse. Per l'Ucraina non è invece «possibile nessun compromesso sui territori occupati».

Ore 16:41 - Lavrov a Li: «Impegnati per una soluzione diplomatica»

Nell’incontro oggi con l’inviato cinese per l’Ucraina, Li Hui, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha «confermato l’impegno di Mosca per una soluzione politico-diplomatica del conflitto», lamentando «i seri ostacoli creati dalla parte ucraina e dai suoi gestori occidentali per una ripresa dei negoziati di pace». Lo riferisce in un comunicato il ministero degli Esteri russo.

 Ore 16:50 - Parolin: «Zuppi interlocutore unico per Zelensky-Putin»

Il cardinale Matteo Zuppi, scelto da Papa Francesco per una missione in favore della pace in Ucraina, è «interlocutore unico dei due capi di Stato, il presidente ucraino Zelensky e quello russo Putin». È quanto ha chiarito il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a margine di di un incontro. Alla domanda se la richiesta della missione di Zuppi è di incontrare Putin e Zelensky, ha risposto: «Sì, questa è la richiesta, di incontrare i due capi di Stato».

Ore 17:23 - Lula a Putin: «Pronto a mediare con India e Cina»

Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva parla con Putin e ribadisce la disponibilità del Brasile, insieme a India, Indonesia e Cina, a dialogare per la pace in Ucraina. Lo riferisce lo stesso Lula su Twitter. «Ho appena parlato al telefono con il presidente della Russia, Vladimir Putin. L’ho ringraziato per l’invito a partecipare al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, e gli ho risposto che al momento non posso andare in Russia, ma ho ribadito la disponibilità del Brasile, insieme a India, Indonesia e Cina, a dialogare con entrambe le parti in conflitto alla ricerca della pace», ha twittato il capo di Stato brasiliano.

Ore 17:52 - Medvedev: «Negoziati impossibili finché c’è il pagliaccio Zelensky»

Ogni conflitto si conclude con negoziati, ma con Kiev i negoziati saranno impossibili fin tanto che resterà al potere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo ha ribadito il vice presidente del Consiglio di sicurezza nazionale russo, Dmitry Mevdedev, durante una visita in Vietnam. «Fintanto che l’attuale regime ed il pagliaccio Zelensky staranno al potere a Kiev, i colloqui saranno impossibili - ha detto Medvedev - Tutto finisce sempre nei negoziati, è inevitabile, ma fin quando queste persone saranno al potere, la situazione per la Russia non cambierà in termini di negoziati».

Ore 18:02 - Zelensky incontra a Kiev senatore Usa Graham

Zelensky, ha incontrato oggi a Kiev il senatore americano Lindsey Graham. Il video dell’incontro è stato pubblicato su Telegram dal presidente ucraino.

Ore 18:21 - Sale a 31 il bilancio dei feriti per l’attacco a Dnipro

Oltre a due civili morti sale a 31 il bilancio dei feriti dell’attacco missilistico all’ospedale di Dnipro, come riporta Ukrinform. Tra i feriti ci sono due «bambini di tre e sei anni», hanno fatto sapere le autorità locali sottolineando che oltre alla struttura sanitaria risultano danneggiati una clinica veterinaria, nove palazzi e abitazioni private.

Ore 19:15 - Alemanno: «Un fronte trasversale per sostenere l’iniziativa di pace del Papa»

Gianni Alemanno, portavoce del Comitato fermare la guerra, intervenuto al convegno «Pace subito» ha dichiarato: «Questo convegno è estremamente significativo perché, attorno al mondo Cattolico, si è riunito un fronte trasversale che va dall’ARCI e la CGIL fino al Comitato Fermare la guerra che rappresenta il mondo della destra che non vuole la guerra in Ucraina. L’obiettivo è quello di sostenere l’iniziativa di Papà Francesco per arrivare ad un cessate il fuoco e aprire un tavolo di trattative. Esiste un ampio fronte trasversale della società civile che sostiene con convinzione e speranza Papa Francesco nel suo impegno per la ricerca della pace in Ucraina. Papa Bergoglio resta l’unico leder mondiale che si sforza di proporre una vero e realistico piano per il cessate il fuoco, anche attraverso la recente nomina di Cardinal Zuppi quale mediatore di pace».

Ore 20:26 - Filo-russi: «Mariupol colpita da Kiev con missili britannici a lungo raggio»

Le forze armate ucraine avrebbero lanciato un attacco sulla città di Mariupol, attualmente in mano ai russi, utilizzando missili a lungo raggio Storm Shadow di fabbricazione britannica. Lo hanno reso noto funzionari filorussi locali citati dalla Tass. Ad essere colpito sarebbe stato l’impianto Azovstal, teatro nei primi mesi di guerra di cruenti combattimenti fra russi e ucraini.

Ore 20:33 - Oms: «967 attacchi russi alla sanità ucraina da inizio guerra: 97 morti e 126 feriti»

Sono stati finora 967 gli attacchi russi contro la sanità ucraina, 868 dei quali diretti a strutture mediche, e hanno causato almeno 97 morti e 126 feriti. Lo riportano gli ultimi dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, nel giorno in cui due persone sono morte in un attacco missilistico a Dnipro in cui è stata colpita una struttura sanitaria.

L’attacco odierno non è ancora registrato dall’Oms, che prevede un proprio processo di verifica dei dati. L’ultimo attacco registrato, contro un ospedale mobile, risale al 7 maggio. «L’Oms condanna tutti gli atti di violenza contro la sanità. Questi attacchi non solo uccidono e mutilano le persone, ma le privano anche delle cure urgenti, mettono in pericolo il personale della sanità e minano il sistema sanitario», ha detto alla Cnn la portavoce dell’Oms, Margaret Harris.

Ore 21:54 - Kiev: «48 caccia F-16 sono ciò che ci serve per sconfiggere la Russia»

«Quattro squadroni di caccia F-16 (48 aerei in totale, ndr) sono esattamente ciò di cui abbiamo bisogno per liberare il nostro Paese dall’aggressore». Lo ha scritto il ministero della Difesa ucraino su Twitter.

Il governo ucraino spera di assicurarsi presto i caccia F-16 di produzione statunitense, che costituirebbero un significativo aggiornamento dell’aviazione di Kiev e sarebbero determinanti per sconfiggere la Russia. Mercoledì scorso, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha detto che la consegna degli F-16 potrebbe inviare anche un segnale forte, facendo capire che l’invasione russa sta fallendo.

Ore 02:32 - 007 Kiev, russi preparano una provocazione a Zaporizhzhia

La Russia «sta preparando una provocazione su larga scala alla centrale nucleare di Zaporizhzhia con una simulazione di incidente». Lo ha riferito l’intelligence militare ucraina, riporta Ukrinform. «A tal fine, verrà effettuato un attacco direttamente sul territorio dell’impianto nucleare. Successivamente, sarà annunciata una fuga di emergenza di sostanze radioattive. L’Ucraina sarà come sempre incolpata dell’incidente», ha affermato il Gur, secondo cui l’obiettivo dei russi far scattare «un’indagine dettagliata durante la quale tutte le ostilità saranno interrotte», in modo da avere tempo per «riorganizzarsi». Secondo l’intelligence di Kiev, per nascondere il più possibile le loro azioni, gli occupanti hanno interrotto la rotazione del personale della missione di monitoraggio permanente dell’Aiea. «Lo scopo di questa azione è spingere la comunità internazionale a condurre un’indagine dettagliata, durante la quale tutte le ostilità saranno interrotte. In questo modo, i Rashisti sperano di ottenere la tanto attesa pausa, che servirà a riorganizzare il contingente di occupazione e fermare la controffensiva ucraina», afferma la direzione principale dell’intelligence e il ministero della Difesa dell’Ucraina.

Ore 02:37 - Biden, armi nucleari di Mosca in Bielorussia? Molto m

Joe Biden critica Mosca per aver posizionato armi nucleari in Bielorussia. Ai reporter che gli chiedevano quale fosse la sua reazione, infatti, il presidente americano ha risposto: «Estremamente negativa».

Ore 02:37 - Russi hanno bombardato sette comunità della regione di Sumy

«Le forze russe hanno bombardato sette comunità nell’oblast di Sumy, in Ucraina». Lo hanno riferito le autorità locali, spiegando che i russi hanno preso di mira le comunità di Seredyna-Buda, Novoslobidske, Velyka Pysarivka, Shalyhyne, Yunakivka, Myropillia e Bilopillia. I funzionari hanno registrato 58 colpi con mortai e artiglieria negli insediamenti, si lgge sul Kyiv Independent. Il bombardamento russo della comunità di Velyka Pysarivka ha danneggiato la «Casa dei bambini e della creatività giovanile», un liceo locale e un edificio amministrativo. Nella comunità di Bilopillia, una linea elettrica ha subito danni.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 27 maggio.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie di sabato 27 maggio. Mosca: «Bombe sulla regione di Belgorod, un morto». Kiev: «Pronti alla controffensiva». Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 27 maggio 2023.

Le notizie sulla guerra di sabato 27 maggio. Esplosioni a Berdyansk controllata dai russi. Mosca: «Attacco con droni nella regione russa di Pskov»

• Podolyak: «No a una pace che preveda cessione di territorio».

• Filorussi: «Mariupol colpita da Kiev con missili britannici a lungo raggio».

• Cardinale Filoni: «Zuppi interlocutore unico per Zelensky-Putin».

• L’inviato cinese porta a Putin i consigli di Xi sulla crisi ucraina.

• Mosca caccia centinaia di tedeschi dalla Russia. Berlino: «Ingiustificabile».

Ore 20:30 - Lula a Putin: «Pronto a mediare con India e Cina»

Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva parla con Putin e ribadisce la disponibilità del Brasile, insieme a India, Indonesia e Cina, a dialogare per la pace in Ucraina. Lo riferisce lo stesso Lula su Twitter. «Ho appena parlato al telefono con il presidente della Russia, Vladimir Putin. L’ho ringraziato per l’invito a partecipare al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, e gli ho risposto che al momento non posso andare in Russia, ma ho ribadito la disponibilità del Brasile, insieme a India, Indonesia e Cina, a dialogare con entrambe le parti in conflitto alla ricerca della pace», ha twittato il capo di Stato brasiliano.

Ore 02:30 - Kiev: i russi preparano una provocazione a Zaporizhzhia

La Russia «sta preparando una provocazione su larga scala alla centrale nucleare di Zaporizhzhia con una simulazione di incidente». Lo ha riferito l’intelligence militare ucraina, riporta Ukrinform. «A tal fine, verrà effettuato un attacco direttamente sul territorio dell’impianto nucleare. Successivamente, sarà annunciata una fuga di emergenza di sostanze radioattive. L’Ucraina sarà come sempre incolpata dell’incidente», ha affermato il Gur, secondo cui l’obiettivo dei russi far scattare «un’indagine dettagliata durante la quale tutte le ostilità saranno interrotte», in modo da avere tempo per «riorganizzarsi».

Secondo l’intelligence di Kiev, per nascondere il più possibile le loro azioni, gli occupanti hanno interrotto la rotazione del personale della missione di monitoraggio permanente dell’Aiea. «Lo scopo di questa azione è spingere la comunità internazionale a condurre un’indagine dettagliata, durante la quale tutte le ostilità saranno interrotte. In questo modo, i Rashisti sperano di ottenere la tanto attesa pausa, che servirà a riorganizzare il contingente di occupazione e fermare la controffensiva ucraina», afferma la direzione principale dell’intelligence e il ministero della Difesa dell’Ucraina.

Ore 02:36 - Biden, armi nucleari di Mosca in Bielorussia? Molto male

Joe Biden critica Mosca per aver posizionato armi nucleari in Bielorussia. Ai reporter che gli chiedevano quale fosse la sua reazione, infatti, il presidente americano ha risposto: «Estremamente negativa».

Ore 02:39 - Russi hanno bombardato sette comunità della regione di Sumy

«Le forze russe hanno bombardato sette comunità nell’oblast di Sumy, in Ucraina». Lo hanno riferito le autorità locali, spiegando che i russi hanno preso di mira le comunità di Seredyna-Buda, Novoslobidske, Velyka Pysarivka, Shalyhyne, Yunakivka, Myropillia e Bilopillia. I funzionari hanno registrato 58 colpi con mortai e artiglieria negli insediamenti, si legge sul Kyiv Independent. Il bombardamento russo della comunità di Velyka Pysarivka ha danneggiato la «Casa dei bambini e della creatività giovanile», un liceo locale e un edificio amministrativo. Nella comunità di Bilopillia, una linea elettrica ha subito danni.

Ore 05:08 - Kiev nel board Oms nonostante opposizione Mosca

L’Ucraina è entrato nel comitato esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nonostante i tentativi della Russia di impedirlo. Tra i dieci nuovi «ingressi» per il mandato triennale, anche la Corea del Nord. Mosca ha cercato di bloccare Kiev forzando una votazione, la prima dal 1977, invece del consueto cenno del capo, ma è stata sconfitta con 123 voti contro 13. Durante l’assemblea generale, i Paesi membri dell’Oms hanno appoggiato una risoluzione di condanna della guerra in Ucraina e degli attacchi russi ai servizi sanitari nel Paese. Si è trattato di una «clamorosa sconfitta per la Russia, che ha fallito nei suoi sconsiderati tentativi di minare l’autorità dei comitati regionali dell’Oms e interrompere il lavoro dell’Assemblea mondiale della sanità e del suo comitato esecutivo», ha commentato l’ambasciatore ucraino presso l’Onu a Ginevra, Yevheniia Filipenko. Da parte sua, la delegazione russa si è detta «profondamente dispiaciuta del fatto che l’assemblea abbia votato per un Paese che semplicemente politicizzerà ulteriormente il lavoro del comitato esecutivo», affermando di essere contraria alla «politicizzazione del lavoro dell’Oms».

Ore 07:15 - Il cardinale Filoni: «Un inviato come con Saddam»

(di Gian Guido Vecchi) Cardinale Filoni, il Papa ha scelto il cardinale Zuppi come «inviato» per la sua missione di pace in l’Ucraina. Nel 2003 lei era nunzio in Iraq e Wojtyla inviò Etchegaray a Bagdad. Vede delle analogie?

«L’analogia sta proprio nella nomina di un inviato straordinario. È un atto di alta attenzione nei confronti dei belligeranti. Significa che il Papa non si serve solo degli strumenti ordinari ma di qualcosa di più, è un segnale importante per le parti».

Ore 07:04 - Ucraina, prove di trattativa: il punto della situazione

(di Alessandro Trocino) La si aspetta da mesi ma non è mai partita davvero. La trattativa per una soluzione di compromesso in Ucraina è l’unica alternativa alla vittoria militare di una delle due parti in conflitto. Da tempo ci hanno provato molti Paesi e autorità, senza successo. E non sempre si è trattato di iniziative disinteressate.

 Stavolta a scendere in campo sono tre attori importanti, sia pure molto diversi: la Cina, il Brasile e il Papa. Siamo ancora alle prime fasi: c’è da aspettarsi poco, ma è comunque un primo passo.

 La Cina

Li Hui, il rappresentante speciale cinese per gli Affari eurasiatici, in visita a Mosca, ieri ha avuto un colloquio di 90 minuti con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Alla fine è uscito il solito comunicato. Ma, secondo indiscrezioni del Wall Street Journal, Li Hui avrebbe recapitato all’Europa il risultato vero della trattativa: alla Russia andrebbe lasciato il possesso delle parti dell’Ucraina che occupa ora, ovvero delle regioni annesse. La proposta, spiega il quotidiano statunitense, non è accettata da Kiev, ma neanche dagli alleati europei.

 Il Vaticano

Poi c’è la missione di pace del Vaticano. Non c’è ancora una data, ma Mosca, sempre per bocca di Lavrov, la valuta già come «positiva». E il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, accoglie con favore la disponibilità di Mosca. C’è da ricordare che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non si era dimostrato interessato a una mediazione del Papa. Parolin spiega che «Kiev non sarebbe disposta a una mediazione in senso stretto». Ma la missione vaticana non ha uno scopo immediato di mediazione, dice: «Ha lo scopo di di creare un clima, aiutare cioè ad andare verso una soluzione di pace».

 Il Brasile

Il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito la disponibilità di Mosca al dialogo sull’Ucraina nel corso di un colloquio telefonico con l’omologo brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. Secondo il Cremlino, la via diplomatica «è ancora bloccata da Kiev e dai suoi sponsor occidentali» ma Lula da parte sua si è detto disposto a condurre il dialogo.

La guerra, intanto

Schermaglie, posizionamenti tattici, dichiarazioni preliminari. Ma meglio del rumore delle armi, che non accenna a fermarsi. Dnipro è sotto attacco da una settimana. Una clinica specializzata nella cura della tubercolosi è stata colpita: due vittime e 30 feriti, tra i quali due bambini. Tre medici sono dispersi.

Ore 07:26 - Comandante dell'esercito ucraino: «Pronti alla controffensiva»

Il comandante delle Forze armate ucraine Valeriy Zaluzhny (che tre giorni fa la Russia erroneamente dava per ferito grave a causa di un bombardamento) ha pubblicato un video su Telegram che lascia intendere l'inizio della controffensiva: il filmato mostra i soldati ucraini che si preparano alla battaglia, recitando una preghiera. «È ora di riprenderci ciò che è nostro», ha detto Zaluzhny.

Intanto il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza Oleksy Danilov, che fa parte del gabinetto di guerra, ha dichiarato alla Bbc che l'Ucraina è pronta a lanciare la controffensiva e ha sottolineato che il governo ucraino non ha «il diritto di sbagliare» sulla decisione perché è una «opportunità storica che non si può perdere».

Ore 07:31 - Podolyak: «Non cederemo nessun territorio»

(di Marta Serafini, nostra inviata a Odessa) «La nostra "formula di pace" prevede come primo passo la completa rimozione dei gruppi armati russi dal territorio dell'Ucraina entro i confini del 1991. È ovvio che non sosteremmo alcuna opzione che comporti concessioni territoriali», dice Mikhailo Podolyak, consigliere di Zelensky.

Ore 07:53 - «La nave da guerra russa Ivan Khurs attaccata da droni occidentali»

I droni marini con cui l'Ucraina ha attaccato la nave della Flotta russa Ivan Khurs tre giorni fa erano di fabbricazione occidentale e sono stati lanciati da un centro operativo navale aperto con la partecipazione degli Stati Uniti a Ochakov, in Ucraina meridionale, e controllato da Starlink, ha dichiarato una fonte all'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti.

Ore 07:56 - Completate le operazioni di soccorso a Dnipro

A Dnipro sono state completate le operazioni di ricerca e soccorso all'ospedale, attaccato ieri da missili russi. Lo comunica il servizio di emergenza ucraino su Telegram. Il bilancio è di due morti, 32 feriti di cui 5 in modo grave e ci sono tre dispersi.

Ore 08:42 - «Centinaia di tedeschi devono lasciare la Russia»

«Centinaia di dipendenti pubblici tedeschi devono lasciare la Russia, tra cui diplomatici, insegnanti e dipendenti del Goethe-Institut. Ma non è detto che questa sia la fine dell'escalation diplomatica di Mosca»: lo scrive Suddeutsche Zeitung titolando «La dichiarazione di guerra diplomatica di Mosca». La Russia ha ridotto a 350 il numero del personale delle istituzioni tedesche nel Paese.

Ore 09:15 - Mosca: Kiev rinunci all'adesione a Nato e Ue se vuole la pace

Mosca ritiene che per porre fine alla guerra, l'Ucraina debba rinunciare all'adesione alla Nato e anche all'Unione europea, oltre a una serie di altre condizioni delineate dal viceministro degli Esteri Michail Galuzin in una intervista all'agenzia Tass. «Siamo convinti che un accordo sia possibile solo se cessano le ostilità da parte delle forze armate ucraine e la fornitura di armi occidentali. Per raggiungere una pace globale, giusta e duratura, l'Ucraina deve tornare a uno status neutrale non allineato, registrato nella dichiarazione del 1990 della sua sovranità statale e il rifiuto di aderire alla Nato e all'Ue», ha detto Galuzin.

Ore 09:40 - Kiev chiede alla Germania i missili da crociera Taurus

L'Ucraina ha inviato al governo tedesco una richiesta ufficiale per la fornitura di missili da crociera aria-terra Taurus con una gittata di almeno 500 chilometri, ha dichiarato oggi all'Afp il ministero della Difesa tedesco. Resta da vedere se Berlino accetterà, il che probabilmente darà luogo a un acceso dibattito interno. Il Taurus è un missile da crociera aria-terra trasportato dai caccia e sviluppato dall'omonima azienda tedesco-svedese. Grazie al suo raggio d'azione, sarebbe in grado di colpire obiettivi molto lontani dall'attuale linea del fronte nell'Ucraina orientale.

Ore 09:50 - 007 Gb: soldati della Wagner da Bakhmut verso altri fronti

I mercenari di Wagner hanno verosimilmente iniziato a ritirarsi da alcune delle loro postazioni intorno a Bakhmut e verranno probabilmente utilizzati per altre operazioni offensive nella regione del Donbass. A scriverne è l'intelligence britannica nel suo ultimo rapporto quotidiano sulla situazione al fronte divulgato dal ministero della Difesa di Londra. «Le forze del gruppo Wagner hanno probabilmente iniziato a ritirarsi da alcune delle loro posizioni intorno alla città di Bakhmut, nel Donetsk. Il 25 maggio scorso, il capo di Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha dichiarato che il ritiro delle sue forze da Bakhmut era iniziato e che il passaggio delle posizioni al Ministero della Difesa russo sarebbe proseguito fino al primo giugno. Anche il viceministro della difesa ucraino ha confermato l'avvicendamento di forze alla periferia della città».

«A partire dal 24 maggio - prosegue il rapporto - le cosiddette forze della Repubblica popolare di Donetsk sono probabilmente entrate in città per avviare le operazioni di sminamento. Nelle ultime settimane, elementi della 31ma brigata delle forze aviotrasportate russe si sono spostate dall'area di Svatove-Kreminna per andare a rafforzare i fianchi di Bakhmut».

Ore 10:07 - Mosca: attacco con droni nella regione russa Pskov

Due droni hanno attaccato la sede di una società di oleodotti nella regione russa di Pskov, vicino al confine con la Bielorussia. Lo denuncia il governatore della regione, Mikhail Vedernikov. «Sembra che l'edificio sia stato danneggiato a seguito di un attacco da parte di due veicoli aerei senza pilota. Le conclusioni finali saranno condotte in base al lavoro della squadra operativa», ha scritto su Telegram. L'edificio di uffici della società si trova fuori dal villaggio di Litvinovo, nel distretto di Nevel, e l'esplosione non ha provocato feriti. I servizi di emergenza stanno attualmente lavorando sul luogo dell'incidente.

Ore 10:10 - L’«apertura» di Mosca al Papa e gli interlocutori del Vaticano

(di Gian Guido Vecchi) Eppur si muove. L’apertura del ministero degli Esteri di Mosca alla «missione di pace» di Francesco per l’Ucraina, «prendiamo atto del sincero desiderio della Santa Sede di promuovere il processo di pace», è un primo segnale positivo per l’incarico che il Papa ha affidato al cardinale Matteo Zuppi, anche se la storia di questi quindici mesi, a partire dall’invasione russa, insegna a non farsi troppe illusioni perché le «disponibilità» sono sempre subordinate alle proprie condizioni. In ogni caso, è stato il cardinale Pietro Parolin, il Segretario di Stato che guida la diplomazia vaticana, a spiegare che «gli interlocutori saranno Mosca e Kyiv per il momento, poi vedremo».

Ore 10:27 - Isw: «I contrattacchi ucraini a Bakhmut frenano l'esercito russo»

Secondo l'analisi del think tank statunitense Isw (Institute of the study of war) i continui contrattacchi ucraini sui fianchi di Bakhmut potrebbero complicare l'operazione dell'esercito russo di sostituirsi ai militari di Wagner. Blogger militari russi hanno affermato che le forze ucraine hanno condotto con successo contrattacchi nei pressi di Orikhovo-Vasylivka (11 km a nord-ovest di Bakhmut) e Klishchiivka (7 km a sud-ovest di Bakhmut). Un importante blogger militare ha affermato che i contrattacchi ucraini nei pressi di Orikhovo-Vasylivka hanno fatto sì che elementi della compagnia Wagner si ritirassero fino a un chilometro dalle posizioni precedentemente occupate nell'area. E hanno riferito che le forze ucraine hanno catturato posizioni elevate lungo l'autostrada E40 (da Bakhmut a Slovyansk) e che i combattimenti sono in corso nell'area. Unità ucraine sono avanzate verso Klishchiivka e hanno attraversato il canale Siverskyi Donets, forse minacciando di accerchiare l'insediamento e costringere le forze russe a ritirarsi verso est. Tuttavia, i filmati geolocalizzati pubblicati il 24 e il 25 maggio indicano che le forze russe hanno probabilmente riconquistato posizioni limitate a ovest di Klishchiivka, afferma il report di Isw.

Ore 10:41 - Esplosioni a Berdyansk occupata dai russi dopo l'annuncio di Zaluzhny

Poche ore dopo il video del comandante in capo delle forze armate ucraine Valeriy Zaluzhny che lasciava intendere l'inizio della controffensiva, esplosioni vengono segnalate sui social nel distretto di Berdyansk occupato dalle forze russe, nell'oblast di Zaporizhzhia. Le deflagrazioni più forti sono state sentite nel centro della città, nella zona del porto e nei centri Khimik e Vesna, nel villaggio di Novopetrovka, che ospitano «un gran numero di truppe del Cremlino». Lo riportano i media ucraini.

Ore 11:19 - Zelensky: «Ai figli lasceremo in eredità la pace, ma dopo la vittoria»

«È la pace che lasceremo in eredità ai nostri figli e nipoti come eredità della generazione attuale. Non abbiamo e non vogliamo altre alternative. Ma per trasmettere la pace come eredità, dobbiamo arrivare al giorno in cui potremo dire di aver posto fine a questa guerra con la nostra vittoria». Lo scrive su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

Ore 11:40 - «Diminuite le attività offensive russe a Bakhmut»

A Bakhmut «il nemico è avanzato senza successo, ma l'attività offensiva complessiva è stata ridotta. Il nemico ha scommesso sugli attacchi aerei e del fuoco di artiglieria intensivo. Ieri e oggi non ci sono battaglie attive lì, né in città, né sui fianchi. Invece, il nemico sta attivamente bombardando la periferia della città e le zone vicine». Lo scrive la viceministra della Difesa ucraina Hanna Malyar in un aggiornamento su Telegram. «Manteniamo saldamente le alture dominanti precedentemente occupate a nord e a sud di Bakhmut. Allo stesso tempo, l'avanzamento di ieri e di oggi è stato sospeso per adempiere ad altri compiti», ha aggiunto. «La diminuzione dell'attività offensiva del nemico è dovuta al fatto che le truppe vengono sostituite e raggruppate. Il nemico sta cercando di rafforzare le proprie capacità».

Ore 11:58 - Kiev: non parliamo con Mosca finché sta sulla nostra terra

«Non c'è forza che possa costringere la società ucraina e la leadership al governo a parlare con i russi oggi, finché le truppe russe sono sul nostro territorio»: lo ha scritto su Twitter e Telegram il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andry Yermak.

Ore 12:51 - Lavrov: «Mi aspetto sanzioni a Kiev per le minacce a Putin»

«Non ho dubbi sul fatto che i burattinai di Washington e Londra inizino a preoccuparsi di quanto siano mentalmente stabili queste persone». A dichiararlo, con riferimento alle dichiarazioni dei responsabili dei servizi segreti di Kiev, che di recente hanno detto di considerare Vladimir Putin un obiettivo primario, è stato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, in un'intervista citata dalla Tass. «Spero che seguiranno sanzioni contro questi cosiddetti funzionari. L'Occidente deve assumersi la responsabilità di queste parole».

Ore 13:39 - Arcivescovo di Mosca: «Zuppi può favorire la pace»

«Preghiamo perché questa missione possa essere un primo passo verso una pace giusta e duratura». Raggiunto dal Sir, mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi della Federazione Russa, commenta così le parole del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin circa la missione di pace del card. Matteo Zuppi a Kiev e a Mosca. Secondo l'arcivescovo di Mosca, «la missione può favorire un processo di pace grazie alla testimonianza del card. Zuppi che è un testimone di pace, che sa soffrire per la pace, che sa essere paziente».

Ore 14:00 - Russia: «Per una pace duratura Kiev deve rinunciare a Nato e Ue»

«Per raggiungere una pace complessiva, giusta e duratura, l'Ucraina deve tornare a uno status neutrale e non allineato, fissato nella Dichiarazione di Sovranità dello Stato del 1990, e rifiutare di aderire alla Nato e all'Ue». Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo, Mikhail Galuzin, in un'intervista all'agenzia di stampa russa Tass. «Le nuove realtà territoriali che si sono sviluppate in seguito alla realizzazione del diritto dei popoli all'autodeterminazione devono essere riconosciute», ha aggiunto Galuzin.

Ore 14:09 - Fonti Ue: «La Cina non si è espressa sulle zone occupate ucraine»

L'inviato speciale del governo cinese per gli Affari eurasiatici, Li Hui, «in nessun momento» ha detto che alla Russia andrebbe lasciato il possesso dei territori occupati dell'Ucraina. «Non lo ha detto e non lo ha nemmeno lasciato intendere», assicura all'Ansa un alto funzionario europeo informato sui dettagli dell'incontro.

Ore 14:38 - Verso Consiglio Nato-Ucraina per rafforzare i rapporti

L'Alleanza Atlantica molto probabilmente offrirà a Kiev la creazione di un Consiglio Nato-Ucraina come strumento per rafforzare i rapporti politici e affiancare il piano di assistenza militare pluriennale allo studio, a quanto apprende l'Ansa. Il Consiglio, infatti, permetterebbe a Kiev di prendere parte in modo molto più approfondito ai lavori Nato di quanto non sia possibile fare con l'attuale Commissione. Alcuni alleati, specie nel fianco orientale, stanno spingendo perché all'Ucraina venga offerto già al summit di Vilnius un chiaro cronoprogramma per l'ingresso nella Nato ma sul punto, al momento, non c'è accordo tra i 31.

Ore 14:58 - Mosca: intercettati due missili cruise Storm Shadow

Le forze armate russe avrebbero intercettato due missili cruise a lungo raggio Storm Shadow, forniti a Kiev dal Regno Unito, e 19 razzi Himars nella zona di alcune operazioni speciali nelle ultime 24 ore. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, citato dalla Tass.

Ore 15:07 - Iniziato l'addestramento degli ucraini su tank Usa Abrams in Germania

Il primo gruppo di circa 400 militari ucraini ha iniziato l'addestramento in Germania sui carri armati americani M1 Abrams. Lo ha reso noto il portavoce del Pentagono, tenente colonnello Garron Harn, come riferito dal New York Times. Circa 200 soldati hanno iniziato l'addestramento ieri nei poligoni di Grafenwehr e Hohenfels, mentre i restanti 200 militari ucraini hanno iniziato l'addestramento su come rifornire e manutenere i carri armati.

Ore 15:08 - Kiev: ottenute informazioni importanti da un'azione a Belgorod

L'intelligence della Difesa ucraina sostiene di aver raccolto importanti informazioni per l'intelligence a seguito di un'operazione nella regione russa di Belgorod. Lo ha riferito il rappresentante dell'Intelligence della Difesa ucraina, Andrii Yusov, citato da Rbc Ukraine. Yusov ovviamente non ha dato ulteriori dettagli sull'azione e sui dati sensibili ottenuti dalle forze armate ucraine, ma ha chiarito che alcuni di questi dimostrerebbero che «il re è nudo» e che la Russia è vulnerabile e l'apparato del potere di Vladimir Putin si sta esaurendo.

Ore 15:39 - Kuleba: «I miei omologhi in Ue smentiscono la “proposta” della Cina»

I diplomatici di Varsavia, Berlino, Parigi e Bruxelles non confermano che il rappresentante speciale cinese Li Hui abbia espresso la richiesta di lasciare i territori ucraini occupati alla Russia: Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba dopo le rivelazioni del Wall Street Journal.

«Ho immediatamente contattato i miei colleghi in quelle capitali che ha visitato, e nessuno di loro conferma che ci siano stati annunci o negoziati anche sul riconoscimento come Russia di quei territori che la Russia occupa attualmente in Ucraina», ha detto Kuleba durante una trasmissione video, ripresa da Unian.

Ore 15:55 - Kiev: «Bombe russe sulla regione di Kherson, ferita una donna»

Le forze armate russe hanno bombardato i villaggi di Sadove e Zmiyivka nella regione di Kherson, ferendo una donna di 61 anni. Lo riporta l’Amministrazione militare regionale di Kherson, citata da Ukrinform.

«La Russia continua a terrorizzare la regione di Kherson. Sadove è stato bombardato. Una donna di 61 anni è rimasta ferita. È stata portata in un ospedale in condizioni non gravi. Zmiyivka è stata colpita successivamente. Nel villaggio è stato danneggiato un magazzino privato», ha scritto l’Amministrazione militare.

Ore 15:58 - «Nuova potente esplosione a Berdyansk»

Una potente esplosione è stata segnalata oggi per la seconda volta nell’area di Berdyansk occupata dai russi. Lo riporta Rbc Ucraina citando canali Telegram locali. In rete vengono pubblicati filmati dalla città che mostrano una densa nuvola di fumo che si è alzata dopo la nuova esplosione, mentre circolano informazioni secondo cui sarebbe coinvolta una base degli occupanti russi. Secondo quanto scrive Rbc, l’amministrazione militare della città di Berdyansk informa che sono state colpite le posizioni dei russi, forse in riferimento a questa nuova esplosione.

Ore 16:05 - Podolyak: «Avviate le operazioni preliminari per la controffensiva»

Le operazioni preliminari per spianare la strada a una controffensiva contro le forze di occupazione russe sono già iniziate. Lo ha detto il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak in un’intervista al Guardian.

«È un processo complicato, che non è questione di un giorno o di una certa data o di una certa ora», ha detto Podolyak. «È un processo continuo di liberazione e alcuni processi sono già in corso, come la distruzione delle linee di rifornimento o gli attacchi a depositi dietro le linee».

Secondo Podolyak «l’intensità sta aumentando, ma ci vorrà un periodo di tempo piuttosto lungo», prevedendo che man mano che la controffensiva prenderà slancio, ci saranno più incursioni in Russia da parte di gruppi ribelli russi simili al raid nella regione di Belgorod all’inizio di questo settimana. Su questo punto, il consigliere ha ribadito che i gruppi russi non hanno agito su ordine di Kiev, che in ogni caso non li ha ostacolati poiché «siamo profondamente solidali con qualunque movimento di protesta in Russia».

Ore 16:13 - Cremlino: «Occidente sempre più coinvolto nel conflitto»

«Il grado di coinvolgimento collettivo - diretto e indiretto - dei Paesi, dell’Occidente in questo conflitto cresce ogni giorno». Lo ha detto in un’intervista il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ripreso da Ria Novosti. Secondo Peskov questo atteggiamento potrebbe «prolungare il conflitto nel tempo», ma «non può cambiare radicalmente la situazione». «La Russia continuerà l’operazione e garantirà i suoi interessi in un modo o nell’altro e realizzerà l’adempimento dei compiti dichiarati», ha concluso.

Ore 16:45 - Prigozhin: «Usciamo da Bakhmut, ci riordiniamo e poi decidiamo cosa fare»

«Usciamo da Bakhmut, andiamo nei campi, ci riordiniamo, ci perfezioniamo, ci completiamo e a seconda della situazione in Ucraina, a seconda della situazione nel mondo, decidiamo cosa fare dopo». Lo sostiene il capo del Gruppo Wagner, Yevgney Prigozhin, in un messaggio condiviso su Telegram.

Prigozhin rivendica che «come nella Repubblica centrafricana, quando era necessario salvare urgentemente il Paese, circa 15-20 mila uomini sono pronti con giubbotti antiproiettile, armi personali e collettive e munizioni per diversi giorni di battaglia ad atterrare in qualsiasi parte del mondo e a combattere».

Per questo se il Gruppo Wagner non dovesse più operare in Ucraina, «potremmo liberare in un paio di mesi un territorio equivalente a circa il venti per cento del continente africano, visto che meno di mille uomini hanno reso completamente sicuro il Centro Africa in soli sei mesi» sottolinea il capo dei mercenari spiegando, però, che 15-20 mila uomini non sono tutti i nostri effettivi «perché alcuni di loro, la maggior parte, resteranno in Russia per prepararsi alla prossima sfida».

Ore 17:04 - Zelensky dispone sanzioni contro 51 persone e 220 aziende russe e bielorusse

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha attuato la decisione del Consiglio di sicurezza nazionale in merito a nuove sanzioni contro 51 persone fisiche e 220 persone giuridiche, tra cui società russe e bielorusse. Lo riporta Ukrainska Pravda con riferimento al decreto del presidente dell’Ucraina. Tra i 51 russi sanzionati ci sono s cienziati e direttori generali di fabbriche, mentre tra le società sanzionate ci sono compagnie ferroviarie russe e aziende di riparazioni.

Ore 17:09 - Santa Sede: «Per la pace nessun interlocutore è escluso»

«Cercare di togliere tutti gli ostacoli», a cominciare dalle minacce di una escalation nucleare, «e arrivare a un cessate il fuoco e al negoziato». Sono questi gli obiettivi di fondo della missione di pace che il Papa ha affidato al cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, per cercare di aiutare a porre fine al conflitto in Ucraina. Lo ha detto il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin a margine della presentazione del «Progetto San Bartolomeo».

Alla domanda se oltre ai due interlocutori, Kiev e Mosca, non si escluda un dialogo con Usa e Cina, Parolin ha risposto: «Per la pace non escludiamo nessuno», chiarendo che tuttavia al momento non c’è nulla di concreto. È quanto scrive Vatican News. Parolin ha parlato anzitutto di «speranza»: quella, dice, «ci deve essere sempre». «Ieri sera qualcuno mi diceva che noi credenti non possiamo mai perdere la speranza. Io mi fondo su questa affermazione...».

Sulla missione di Zuppi, il cardinale spiega che non c’è alcuna pretesa di «arrivare a creare le condizioni per la pace», ma di creare «un clima» che possa favorire la cessazione del conflitto. Sulla minaccia nucleare che aleggia sulla guerra in corso da oltre un anno, il segretario di Stato ribadisce che essa potrebbe certamente rappresentare «un ostacolo»: «Tutto quello che comporta una escalation è un ostacolo alla pace», dice.

«La missione è in questo senso: cercare di togliere tutti gli ostacoli e arrivare a un cessate il fuoco e al negoziato» Il cardinale - scrive ancora il portale vaticano - ha sottolineato come sia difficile parlare di mediazione senza creare le condizioni o comunque «un’atmosfera» che possa portare a qualche passo in avanti per la pace.

Ore 17:14 - Kiev: «Morta una donna nel raid russo su Zaporizhzhia»

Una donna di 73 anni è morta e altre due persone sono rimaste ferite in un bombardamento russo su Zaporizhzhia. Lo ha riferito su Telegram il governatore ucraino dell’oblast sotto il controllo russo, Yurii Malashko, denunciando che i russi hanno colpito 16 aree della città lanciando complessivamente 108 attacchi in 24 ore con artiglieria, droni e sistemi lancia-missili multipli.

«Il nemico sarà ritenuto responsabile per ogni crimine di guerra, per ogni destino spezzato e vita che è stata interrotta. Gli ucraini sono forti e indistruttibili, la vittoria è nostra», ha dichiarato Malashko.

Ore 17:16 - Mosca: «Bombe sulla regione di Belgorod, morto un civile»

Il governatore della regione russa di Belgorod, Vyacheslav Gladkov , ha denunciato sul suo canale Telegram, un bombardamento ucraino a Shebekino, nel quale un civile è stato ucciso, mentre due minori e un uomo sono rimasti feriti. Lo riporta la Tass.

«Una persona è stata uccisa. Era una guardia di sicurezza di un’azienda operativa della città e si trovava all’aperto al momento dell’attacco. Tra i feriti ci sono due adolescenti. Una ragazza di 15 anni ha riportato ferite alle gambe e un ragazzo di 17 anni ha subito una contusione», ha scritto Gladkov concludendo che «un uomo con ferite al cuoio capelluto è stato curato» in ospedale.

Ore 17:26 - Kiev: «Bombardamenti russi sulla regione di Kharkiv, una vittima»

Le forze russe hanno bombardato il distretto di Kupyansk, nella regione di Kharkiv, uccidendo una donna. Lo ha detto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale Oleg Syniehubov precisando che «una donna di 61 anni è morta a causa dei bombardamenti nel villaggio di Shipuvate, nel distretto di Kupyansk» e che «un uomo di 60 anni ha riportato ferite da schegge ed è stato ricoverato in ospedale».

Ore 17:52 - Berlino: «Ingiustificata l’espulsione dei tedeschi dalla Russia»

Il Ministero degli Esteri tedesco ha definito «incomprensibile» e «ingiustificabile» la decisione della Federazione russa di espellere centinaia di dipendenti pubblici tedeschi che lavorano nei settori dell’istruzione e della cultura, che dovranno lasciare il Paese entro il 1 giugno. Lo scrive la Cnn.

«La data limite fissata dalla Russia entro inizio giugno, richiede un taglio importante in tutte le aree della nostra presenza in Russia», si legge nella nota del Ministero tedesco. «Il governo federale è ora preoccupato su come garantire una presenza minima di intermediari in Russia, pur mantenendo anche una presenza diplomatica».

Ore 18:22 - Podolyak: «Putin e la sua cricca non sono legittimi rappresentanti della Russia»

«Il mondo civilizzato deve riconoscere che Putin e la sua cricca, accusati di crimini di guerra, non sono più i legittimi rappresentanti della Russia nel mondo e, quindi, non c’è nulla di cui parlare con loro. Le autorità russe di oggi dovrebbero essere rimosse da tutte le istituzioni internazionali, incluso il Consiglio di sicurezza dell’Onu». Lo ha scritto su twitter Mikhaylo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky «Quando il regime cambierà, parleremo con i successori. In particolare, sui risarcimenti e sul programma di disarmo nucleari», ha aggiunto.

Ore 18:29 - Kiev: «Tre esplosioni registrate a Mariupol»

Tre esplosioni sono state segnalate a Mariupol, città dell'Ucraina meridionale occupata dalla Russia. Lo riporta la Cnn, citando le autorità locali. Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco ucraino della città, ha indicato su Telegram che una delle esplosioni è stata causata dai sistemi di difesa aerea russi a Nikolske, un insediamento appena a nord-ovest della città.

Ore 18:45 - «Non è possibile un'Ucraina neutrale»

«Non è possibile un'Ucraina neutrale, perché oggi noi lo siamo e questo non ha impedito alla Russia di aggredirci». Lo ha affermato il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak intervistato da RaiNews24 «Noi dobbiamo fare parte integrante della Nato - ha aggiunto -, perché l'Europa deve costruire una sicurezza ottimale e oggi si capisce che solo la Russia può condurre la guerra in Europa e la Nato deve proteggere l'Europa. Poi la zona di de-militarizzazione sul territorio russo, poi lo spazio economico europeo dove l'Ucraina fa parte e poi il ritorno al diritto internazionale: queste sono le basi per parlare e concludere la guerra in maniera giusta», ha aggiunto.

Ore 18:50 - Mosca: «La fornitura di armi della Turchia a Kiev è incompatibile con un ruolo di mediazione di Ankara»

Le consegne di armi e attrezzature di Ankara a Kiev contraddicono le intenzioni della Turchia di garantire un cessate il fuoco e non sono compatibili con il suo ruolo di mediatore. Lo ha detto all'agenzia Ria Novosti Yury Pilipson, direttore del quarto dipartimento europeo del Ministero degli Esteri russo.

«Ankara ha ripetutamente affermato di voler garantire un cessate il fuoco anticipato in Ucraina e riprendere il processo negoziale attraverso la propria mediazione. Naturalmente, la fornitura di armi e attrezzature militari al regime di Kiev contraddice direttamente tali intenzioni e non è in alcun modo compatibile con il ruolo di mediatore», ha detto Pilipson.

L'arma più importante che la Turchia ha trasferito in Ucraina è il drone d'attacco Bayraktar TB-2. Le sue consegne a Kiev sono in corso dal 2018. L'ambasciatore in Turchia Vasily Bodnar ha dichiarato nell'agosto 2022 che Baykar avrebbe costruito un impianto per la produzione di questi droni d'attacco in Ucraina e che aveva già acquistato un terreno per questo scopo. Un impianto in Ucraina potrebbe essere inaugurato nel 2023, ha detto Bodnar. Ad agosto, è stato inoltre riferito che la Turchia ha consegnato all'Ucraina 50 veicoli corazzati Kirpi usati.

Ore 19:01 - Ministero della Difesa russo: «Abbattuti 12 droni ucraini in 24 ore»

La Russia ha abbattuto 12 droni ucraini nelle ultime 24 ore. Lo ha riferito il ministero della Difesa russo, aggiungendo che i velivoli senza pilota sono stati colpiti nelle autoproclamate repubbliche di Luhansk e Donetsk e nella regione di Zaporizhzhia. I sistemi di difesa aerea russi hanno anche intercettato due missili da crociera «Storm Shadow» a lungo raggio e 19 razzi dai lanciarazzi multipli Himars, ha detto ancora il ministero della Difesa di Mosca.

Ore 19:57 - Opposizione bielorussa: «Lukashenko ricoverato in una clinica di Mosca dopo l'incontro con Putin»

Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko sarebbe stato ricoverato in una clinica di Mosca dopo un incontro a porte chiuse con Vladimir Putin. La notizia arriva da Valery Tsepkalo, oppositore del dittatore della Bielorussia, candidato alla presidenza del Paese, ex ambasciatore negli Stati Uniti. È il marito di Veronika Tsepkalo, una delle tre donne candidate contro Lukashenko nella tornata elettorale dell’agosto 2020.

Ore 20:24 - Kiev: «Avanzati di 450 metri nell'area di Bakhmut»

Le truppe ucraine sono riuscite ad avanzare di altri 450 metri in alcune posizioni vicino a Bakhmut. Allo stesso tempo, Kiev ha dichiarato di aver osservato una diminuzione dell'attività russa in direzione della città. Lo sostiene in un programma televisivo il rappresentante del gruppo orientale delle forze armate ucraine, Sergey Cherevaty, come riportato da Rbc Ukraine. «Durante i nostri contrattacchi, le nostre unità sono state in grado di avanzare di 350-450 metri in alcune posizioni», ha dichiarato Cherevaty aggiungendo che gli attacchi russi sono «un numero molto inferiore rispetto al comportamento del nemico in tutti i mesi precedenti», anche se «c'è ancora un'intensità attiva in termini di fuoco sulle nostre posizioni».

Ore 21:29 - Zelensky: «La Russia perderà insieme a chi l'aiuta con il terrore»

«Ogni persona che lavora con la Russia sarà bloccata dalle sanzioni. E la Federazione Russa perderà tutto, insieme a coloro che in qualche modo cercano di aiutarla con il terrore». Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto videomessaggio serale, ripreso da Ukrinform. «Continueremo i nostri passi sanzionatori e sono in arrivo nuovi pacchetti di sanzioni, ancora più su larga scala», ha aggiunto il capo dello stato, ringraziando Giappone, Finlandia, Germania, Canada e Islanda per aver aiutato l'Ucraina questa settimana. «Renderemo forte anche la prossima settimana dal punto di vista della nostra cooperazione con i partner. Non perderemo una sola settimana», ha sottolineato.

Ore 21:31 - Putin: «Lottiamo per il diritto di essere noi stessi»

«Per noi ora è il momento dell'autodeterminazione, la lotta per il diritto di essere noi stessi». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un videomessaggio in occasione dell'apertura dell'Accademia delle Industrie Creative nel distretto artistico di Tavrida. Lo riporta Ria Novosti. «La Russia non ha bisogno di standard, crudelmente imposti dall'esterno, che sopprimono qualsiasi identità», ha aggiunto.

Ore 00:30 - Putin alle guardie di frontiera: «Proteggere la nostra sovranità con ogni mezzo»

«Le guardie di frontiera russe useranno tutte le forze e i mezzi per proteggere la sovranità e l’integrità territoriale della Russia». Lo ha detto Vladimir Putin nel suo messaggio di congratulazioni per la Giornata della guardia di frontiera. Lo riporta Ria Novosti. «Siete i discendenti della generazione che ha schiacciato il nazismo e oggi fermate il sabotaggio e gli attacchi terroristici, adempiendo onestamente e degnamente al vostro dovere», ha aggiunto.

Ore 01:26 - Esplosioni udite a Kiev, difesa aerea in azione

Esplosioni risuonano nella notte a Kiev, dove le autorità riferiscono che «la difesa aerea è in azione». L’allarme aereo è scattato sulla capitale ucraina intorno all’una di notte ora locale (la mezzanotte in Italia), ed è attivo in gran parte delle regioni del Paese.

Ore 01:50 - Attacco a Kiev, un morto e tre feriti per la caduta detriti

Nuovi attacchi nella notte a Kiev. A seguito dell’attacco sulla capitale ucraina, nel distretto di Holosiivskyi, «detriti sono caduti sul territorio di una stazione di servizio. Inizialmente, tre persone sono rimaste ferite, secondo i dati preliminari, una persona è morta». Lo riferisce l’amministrazione militare della città su Telegram. Nel distretto di Pechersk è scoppiato un incendio sul tetto di un edificio di 9 piani a causa della caduta di detriti di droni.

Ore 02:02 - Sindaco Kiev: «Distrutti 20 droni, arriva nuova ondata»

«Le forze di difesa aerea hanno già distrutto più di 20 Uav in movimento verso Kiev. Ma una nuova ondata di droni sta arrivando nella capitale». Lo riferisce su Telegram il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko, invitando i cittadini a «rimanere nei rifugi. Non trascurate la vostra sicurezza. La notte sarà difficile».

La contraerea ucraina, afferma Klitschko, ha abbattuto 20 droni nel cielo di Kiev. Quello di questa notte è il quattordicesimo attacco aereo russo sull’Ucraina nel mese di maggio.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 28 maggio.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie di domenica 28 maggio. Prigozhin: «La Wagner lascia Bakhmut, ora l'offensiva a ovest». Marta Serafini, inviata, e redazione Online su Il Corriere della sera il 28 maggio 2023.

Le notizie sulla guerra di domenica 28 maggio. Nella notte pioggia di droni su Kiev: la gente sui balconi, invece che nei rifugi, insultava Putin. Lavrov: «Gli F-16 all'Ucraina? L'Occidente sta giocando con il fuoco»

• Mosca denuncia: «Bombe sulla regione di Belgorod, un morto».

• L’annuncio di Kiev: «Pronti alla controffensiva».

• L’«apertura» della Russia al Papa e gli interlocutori del Vaticano.

• «Lukashenko ricoverato a Mosca dopo l’incontro con Putin».

Ore 00:10 - L’«apertura» di Mosca al Papa e gli interlocutori del Vaticano

(di Gian Guido Vecchi) Eppur si muove. L’apertura del ministero degli Esteri di Mosca alla «missione di pace» di Francesco per l’Ucraina, «prendiamo atto del sincero desiderio della Santa Sede di promuovere il processo di pace», è un primo segnale positivo per l’incarico che il Papa ha affidato al cardinale Matteo Zuppi, anche se la storia di questi quindici mesi, a partire dall’invasione russa, insegna a non farsi troppe illusioni perché le «disponibilità» sono sempre subordinate alle proprie condizioni. In ogni caso, è stato il cardinale Pietro Parolin, il Segretario di Stato che guida la diplomazia vaticana, a spiegare che «gli interlocutori saranno Mosca e Kyiv per il momento, poi vedremo».

Ore 00:43 - Santa Sede: «Per la pace nessun interlocutore è escluso»

«Cercare di togliere tutti gli ostacoli», a cominciare dalle minacce di una escalation nucleare, «e arrivare a un cessate il fuoco e al negoziato». Sono questi gli obiettivi di fondo della missione di pace che il Papa ha affidato al cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, per cercare di aiutare a porre fine al conflitto in Ucraina. Lo ha detto il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin a margine della presentazione del «Progetto San Bartolomeo».

Alla domanda se oltre ai due interlocutori, Kiev e Mosca, non si escluda un dialogo con Usa e Cina, Parolin ha risposto: «Per la pace non escludiamo nessuno», chiarendo che tuttavia al momento non c’è nulla di concreto. È quanto scrive Vatican News. Parolin ha parlato anzitutto di «speranza»: quella, dice, «ci deve essere sempre». «Ieri sera qualcuno mi diceva che noi credenti non possiamo mai perdere la speranza. Io mi fondo su questa affermazione...».

Sulla missione di Zuppi, il cardinale spiega che non c’è alcuna pretesa di «arrivare a creare le condizioni per la pace», ma di creare «un clima» che possa favorire la cessazione del conflitto. Sulla minaccia nucleare che aleggia sulla guerra in corso da oltre un anno, il segretario di Stato ribadisce che essa potrebbe certamente rappresentare «un ostacolo»: «Tutto quello che comporta una escalation è un ostacolo alla pace», dice.

«La missione è in questo senso: cercare di togliere tutti gli ostacoli e arrivare a un cessate il fuoco e al negoziato» Il cardinale - scrive ancora il portale vaticano - ha sottolineato come sia difficile parlare di mediazione senza creare le condizioni o comunque «un’atmosfera» che possa portare a qualche passo in avanti per la pace.

Ore 01:15 - «Lukashenko ricoverato in una clinica di Mosca dopo l’incontro con Putin»

Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko sarebbe stato ricoverato in una clinica di Mosca dopo un incontro a porte chiuse con Vladimir Putin. La notizia arriva da Valery Tsepkalo, oppositore del dittatore della Bielorussia, candidato alla presidenza del Paese, ex ambasciatore negli Stati Uniti. È il marito di Veronika Tsepkalo, una delle tre donne candidate contro Lukashenko nella tornata elettorale dell’agosto 2020.

Ore 02:10 - Mosca: «Bombe sulla regione di Belgorod, morto un civile»

Il governatore della regione russa di Belgorod, Vyacheslav Gladkov , ha denunciato sul suo canale Telegram, un bombardamento ucraino a Shebekino, nel quale un civile è stato ucciso, mentre due minori e un uomo sono rimasti feriti. Lo riporta la Tass.

«Una persona è stata uccisa. Era una guardia di sicurezza di un’azienda operativa della città e si trovava all’aperto al momento dell’attacco. Tra i feriti ci sono due adolescenti. Una ragazza di 15 anni ha riportato ferite alle gambe e un ragazzo di 17 anni ha subito una contusione», ha scritto Gladkov concludendo che «un uomo con ferite al cuoio capelluto è stato curato» in ospedale.

Ore 03:00 - Zelensky: «La Russia perderà insieme a chi l'aiuta con il terrore»

«Ogni persona che lavora con la Russia sarà bloccata dalle sanzioni. E la Federazione Russa perderà tutto, insieme a coloro che in qualche modo cercano di aiutarla con il terrore». Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto videomessaggio serale, ripreso da Ukrinform. «Continueremo i nostri passi sanzionatori e sono in arrivo nuovi pacchetti di sanzioni, ancora più su larga scala», ha aggiunto il capo dello stato, ringraziando Giappone, Finlandia, Germania, Canada e Islanda per aver aiutato l'Ucraina questa settimana. «Renderemo forte anche la prossima settimana dal punto di vista della nostra cooperazione con i partner. Non perderemo una sola settimana», ha sottolineato

Ore 03:28 - Zaluzhny, capo dell’esercito di Kiev: noi pronti alla controffensiva

(di Andrea Nicastro, inviato a Chishinau in Moldavia) Il capo di Stato maggiore ucraino non è un appassionato di social. Il suo account Twitter inglese, ad esempio, pubblica in genere appena tre o quattro volte al mese. Di solito annuncia incontri con generali occidentali, richieste di armi, cose così, fredde, istituzionali. Ieri, invece, il generale Valerii Zaluzhny ha cambiato tono con un video. Il titolo pare l’annuncio dell’offensiva ucraina di primavera. «È arrivato il tempo di riprenderci quel che ci appartiene».

Ore 03:32 - Putin: «Lottiamo per il diritto di essere noi stessi»

«Per noi ora è il momento dell'autodeterminazione, la lotta per il diritto di essere noi stessi». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un videomessaggio in occasione dell'apertura dell'Accademia delle Industrie Creative nel distretto artistico di Tavrida. Lo riporta Ria Novosti. «La Russia non ha bisogno di standard, crudelmente imposti dall'esterno, che sopprimono qualsiasi identità», ha aggiunto.

Ore 03.50 - Putin alle guardie di frontiera: «Proteggere la nostra sovranità con ogni mezzo»

«Le guardie di frontiera russe useranno tutte le forze e i mezzi per proteggere la sovranità e l’integrità territoriale della Russia». Lo ha detto Vladimir Putin nel suo messaggio di congratulazioni per la Giornata della guardia di frontiera. Lo riporta Ria Novosti. «Siete i discendenti della generazione che ha schiacciato il nazismo e oggi fermate il sabotaggio e gli attacchi terroristici, adempiendo onestamente e degnamente al vostro dovere», ha aggiunto.

Ore 04:03 - Attacco a Kiev, un morto e tre feriti per la caduta detriti

Nuovi attacchi nella notte a Kiev. A seguito dell’attacco sulla capitale ucraina, nel distretto di Holosiivskyi, «detriti sono caduti sul territorio di una stazione di servizio. Inizialmente, tre persone sono rimaste ferite, secondo i dati preliminari, una persona è morta». Lo riferisce l’amministrazione militare della città su Telegram. Nel distretto di Pechersk è scoppiato un incendio sul tetto di un edificio di 9 piani a causa della caduta di detriti di droni.

Ore 05:00 - Sindaco Kiev: «Distrutti 20 droni, arriva nuova ondata»

«Le forze di difesa aerea hanno già distrutto più di 20 Uav in movimento verso Kiev. Ma una nuova ondata di droni sta arrivando nella capitale». Lo riferisce su Telegram il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko, invitando i cittadini a «rimanere nei rifugi. Non trascurate la vostra sicurezza. La notte sarà difficile».

La contraerea ucraina, afferma Klitschko, ha abbattuto 20 droni nel cielo di Kiev. Quello di questa notte è il quattordicesimo attacco aereo russo sull’Ucraina nel mese di maggio.

Ore 06:30 - Attacco a Kiev, l’esercito ucraino ha abbattuto oltre 40 droni russi

L’esercito ucraino ha abbattuto oltre 40 droni nell’attacco di questa notte su Kiev. Secondo l’amministrazione militare della capitale si tratta dell’attacco aereo più imponente condotto dalla Russia dall’inizio dell’invasione.

Gli attacchi russi sono andati avanti l’intera notte, con le esplosioni avvertite non solo a Kiev ma anche in numerose altre città. Secondo quanto riferito dal Kiev Independent, i sistemi di difesa aerea sono rimasti attivi a lungo. Le esplosioni sono state registrate ancora questa mattina anche a Zhytomyr. Le sirene, inoltre, hanno suonato in molte regioni del Paese.

Ore 07:36 - Kiev: «Bombardate città a est e a ovest dell'Ucraina»

I raid aerei dell'esercito russo hanno colpito questa mattina alle cinque Zhytomyr, in Ucraina occidentale, come riferisce l'emittente pubblica Suspilne. Nella notte è stata bombardata anche Nikopol, nella regione orientale di Dnepropetrovsk, ha reso noto il capo militare regionale Sergey Lysak: «Sei abitazioni e e due edifici sono stati distrutti. Il gasdotto e le linee elettriche sono stati danneggiati. Non ci sono stati morti o feriti: questa è la cosa principale», ha scritto su Telegram.

Ore 08:08 - «Abbattuti 52 droni su 54, alla vigilia del Kiev day»

L'esercito ucraino questa notte ha abbattuto 52 droni di fabbricazione iraniana nello spazio aereo del Paese sui 54 lanciati dall'esercito del Cremlino proprio alla vigilia del Kiev Day, quando la capitale celebra l'anniversario della sua fondazione di 1541 anni fa con concerti, fiere e mostre.

L'Aeronautica militare ucraina ha reso noto l'abbattimento degli Shaded lanciati dalle regioni russe di Bryansk e Krasnodar indicando che l'attacco è stato effettuato a più ondate per 5 ore, come riporta Rbc-Ucraina.

Ore 08:57 - «Su Kiev l'attacco più massiccio dall'inizio della guerra»

È stato l'attacco più massiccio dall'inizio della guerra quello che, nella notte, ha martellato la capitale Kiev: lo hanno riferito le autorità locali, mentre Kiev si prepara a festeggiare la giornata di festa nazionale in ricordo dell'anniversario della fondazione della città. La capitale ucraina è stata attaccata regolarmente durante tutto il mese di maggio: questa è stata la 14esima incursione e l'attacco — secondo l'amministrazione militare della città — è stato compiuto in diverse ondate con le sirene antiaeree che hanno risuonato per 5 ore. Nell'ultima domenica di maggio la capitale ucraina festeggia «la giornata di Kiev», l'anniversario della sua fondazione ufficiale 1.541 anni fa.

Ore 09:58 - A Kiev gente sui balconi insulta Putin durante gli attacchi

Durante gli attacchi russi della scorsa notte su Kiev, alcuni residenti sono usciti sui balconi nonostante l'allarme, urlando insulti contro Putin e lo slogan «gloria alla difesa aerea», come riporta il Guardian.

Ore 10:02 - Bombardata la regione di Kharkiv: due vittime

Due civili, una donna e un uomo, sono rimasti uccisi durante il bombardamento della notte scorsa sulla regione di Kharkiv, come riferisce il capo militare regionale Oleg Sinehubov. Gli attacchi hanno colpito Chuhuyiv, Kharkiv e Kupyansk. Intensi bombardamenti anche a Kolodyazne, Krasnoye Pervoye, Fikholovka, Novomlinsk, Dvurechnaya, Zapadnoye, Masyutovka, Kislovka, Berestovoye e Volchansk: ci sono feriti e distruzioni.

Ore 10:31 - Papa: «Tante guerre, è incredibile il male che fa l'uomo»

«Oggi nel mondo c'è tanta discordia, tanta divisione. Siamo tutti collegati eppure ci troviamo scollegati tra di noi, anestetizzati dall'indifferenza e oppressi dalla solitudine. Tante guerre, pensiamo alle guerre, tanti conflitti: sembra incredibile il male che l'uomo può compiere». Lo ha detto il Papa nell'omelia della messa di Pentecoste.

Ore 10:53 - Walesa: «Senza Nato e Ue la guerra sarebbe in Polonia»

«I polacchi si sono rifugiati nella Nato e nella Ue, se non fossimo lì la guerra sarebbe anche in Polonia. L'Ucraina affronta questa guerra al posto nostro e noi la sosteniamo al massimo e vogliamo una volta per tutte mettere a posto la Russia». Lo ha detto Lech Walesa, premio Nobel per la Pace 1983, durante l'incontro Solidarietà e valori nel XXI secolo nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento.

Ore 10:59 - Kiev: «Mosca ha ridotto le sue truppe in Bielorussia»

«Il numero di truppe russe nel territorio della Bielorussia si è molto più ridotto rispetto a qualche mese fa: prima potevano essere 10-11mila, ora sono diverse migliaia. Ma nonostante questo, continuiamo a rafforzare la nostra linea di confine», ha dichiarato a Ukrinform Andriy Demchenko, portavoce del servizio di Guardia di Frontiera. Secondo Demchenko, l'area vicina al confine è minata per impedire un eventuale sfondamento ucraino.

Ore 11:12 - Lavrov: «F-16 all'Ucraina? L'Occidente sta giocando col fuoco»

Secondo il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, con i piani per fornire aerei F-16 a Kiev gli occidentali stanno «giocando col fuoco». Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha definito i piani dei Paesi occidentali per l'invio di caccia F-16 in Ucraina un'escalation inaccettabile. «Certamente si tratta di un'escalation inaccettabile. Spero che in Occidente ci siano persone ragionevoli che lo capiscano», ha dichiarato Lavrov alla trasmissione Mosca. Cremlino. Putin.

Ore 12:02 - Kiev: «I bambini del Lugansk portati in vacanza in Russia»

Il capo dell'amministrazione militare regionale del Lugansk Artem Lysohor ha reso noto con un post su Telegram che le forze russe stanno portando i bambini della regione in Russia per le cosiddette vacanze. «Il nemico continua a trasferire illegalmente i bambini dai territori occupati della nostra regione. In alcuni insediamenti del distretto di Shchastia, i russi hanno già annunciato il cosiddetto riposo per gli scolari nei campi estivi nel territorio della Federazione Russa», ha scritto Lysohor, citato da Ukrinform. Secondo le autorità, il numero di bambini ucraini portati illegalmente in Russia sono circa 150 mila, di cui 4.396 orfani.

Ore 12:04 - Il Sudafrica apre un'inchiesta sul possibile invio di armi alla Russia

Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha nominato una commissione per indagare sulle accuse statunitensi secondo cui una nave russa avrebbe raccolto armi da una base navale vicino a Città del Capo l'anno scorso. Lo ha reso noto la presidenza sudafricana, secondo quanto riportato dal Guardian. L'11 maggio l'ambasciatore degli Stati Uniti in Sud Africa Reuben Brigety ha dichiarato di essere certo che una nave russa, che attraccò presso una base navale a Simonstown nel dicembre dello scorso anno, abbia caricato armi.

Ore 12:15 - Peskov: «L'Occidente ci fa la guerra su tutti i fronti»

I Paesi occidentali stanno conducendo la loro guerra contro la Russia in tutti i campi, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un'intervista al programma tv Mosca. Cremlino. Putin. «La guerra viene condotta in un senso più ampio. La guerra contro di noi è su tutti i fronti, che si tratti di economia, relazioni internazionali o proprietà», ha spiegato.

Ore 12:24 - Salgono a 4 i morti dell'attacco all'ospedale di Dnipro

Sale a quattro il bilancio dei morti per l'attacco russo che il 26 maggio ha colpito un ospedale psichiatrico e una clinica veterinaria a Dnipro. Lo ha riferito il governatore della regione di Dnipropetrovsk, Sergiy Lysak, spiegando che sono stati identificati i resti dei cadaveri delle tre persone che risultavano disperse. «Triste notizia... Il destino di tre persone scomparse durante un attacco missilistico a Dnipro è diventato noto. Sfortunatamente, sono morti. Abbiamo i risultati dello studio dei frammenti del corpo trovati sulla scena della tragedia», ha scritto il governatore su Telegram. «Tra le vittime c'è un medico di 56 anni e un impiegato di 64 anni della struttura sanitaria sventrata. E un altro impiegato di 57 anni di una vicina clinica veterinaria».

Ore 12:50 - Yermak: «Kiev continua a vivere, gli attacchi russi falliscono»

«Kiev ha resistito. Kiev è forte e potente. Kiev è ucraina. Gli attacchi russi falliscono. La capitale continua a vivere e la gente di questa città continua a creare. Strade accoglienti che conservano la nostra storia. Mi congratulo con la gente di Kiev per la Giornata della città. L'Ucraina vincerà. Ci sarà giustizia storica». Lo scrive su Telegram il capo dell'ufficio del presidente ucraino Andriy Yermak, in occasione della Giornata di Kiev dopo l'attacco notturno sulla capitale.

Ore 12:51 - Kiev: «Se avessimo gli F-16 abbatteremmo ogni drone o missile»

«La scorsa notte, durante il massiccio attacco russo con droni contro Kiev, l'aviazione ha partecipato all'abbattimento dei velivoli senza pilota iraniani: l'aereo che usiamo per abbattere in particolare i droni non è efficace come vorremmo. Se avessimo un F-16, ovviamente, con il suo potente radar e le sue armi sarebbe in grado di svolgere i suoi compiti nel cielo il cento per cento delle volte», ha dichiarato in tv il portavoce dell'Aeronautica militare ucraina Yuriy Ihnat.

Ore 12:55 - Zelensky ringrazia la difesa di Kiev: «Siete i nostri eroi»

Zelensky ha reso omaggio agli «eroi» della difesa antiaerea che hanno contrastato l'attacco notturno a Kiev, il più pesante dall'inizio dell'invasione russa. «Ogni volta che si abbattono droni e missili nemici, si salvano vite. Siete i nostri eroi», ha ringraziato in un messaggio pubblicato su Telegram.

Ore 13:11 - Gli Usa vogliono entrare nel piano di munizioni dell'Ue per Kiev

Gli Stati Uniti puntano a rientrare nel piano munizioni approvato dall'Unione Europea e sinora riservato all'industria bellica europea. «L'apertura del processo di approvvigionamento e di acquisto alle industrie esterne all'Unione Europea permetterebbe di consegnare più rapidamente le forniture tanto necessarie all'Ucraina», dice all'Ansa un alto funzionario del governo americano. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha convocato a Bruxelles in occasione della ministeriale Difesa di metà maggio i rappresentanti delle industrie della difesa transatlantici (dunque anche statunitensi) per cercare possibili sinergie.

Ore 13:44 - Zelensky chiede al Parlamento sanzioni all'Iran per 50 anni

Il presidente ucraino Zelensky chiede al Parlamento ucraino di approvare nuove sanzioni di 50 anni contro l'Iran a causa del suo ruolo nella fornitura alla Russia di droni e attrezzature militari per la guerra. Lo riporta il Kyiv Independent, citando una bozza di risoluzione presentata al Parlamento. Secondo quanto riferito, la bozza comprenderebbe un divieto totale di commercio con l'Iran, di investimenti e trasferimento di tecnologie, oltre a impedire il ritiro di beni iraniani dal Paese. Nell'attacco di stanotte, Kiev ha riferito di aver abbattuto 52 su 54 droni Shahed di fabbricazione iraniana lanciati contro il Paese.

Ore 14:13 - Prigozhin: «Lasciamo Bakhmut, ora l'offensiva a ovest»

«I nostri piani prevedono di andare via da Bakhmut per il primo giugno. Potremmo non avere il tempo di consegnare tutto ai militari (dell'esercito regolare russo), forse ci vorrà qualche giorno in più. A condizione che a partire dal 5 giugno l'esercito abbia spazio operativo per un'offensiva a ovest. Come ha già detto il ministro della Difesa, dopo la presa di Bakhmut, l'esercito russo ha tutte le possibilità di lanciare una grande offensiva con la cattura di Kramatorsk, Sloviansk, Druzhkovka, Konstantinovka, Chasov Yar, cioè "l'anello del Donbass"». Lo scrive su Telegram il fondatore della milizia Wagner Yevgeny Prigozhin.

Ore 14:20 - La storia del gasdotto siberiano tra Cina e Russia (e l’abbraccio mortale di Xi a Putin)

(di Luca Angelini) La visita a Pechino del premier russo Mikhail Mishustin, con 1.200 imprenditori al seguito, è stata salutata in entrambe le capitali con grande sfoggio di retorica. Si è parlato di «collaborazione senza limiti», di «livello senza precedenti» nelle relazioni fra i due Paesi. «Come amate dire voi, cari amici cinesi, con l’unione è possibile anche spostare le montagne» ha detto Mishustin. Ma, a proposito di spostamenti, avrebbe potuto aggiungere che «non si muove foglia che Pechino non voglia». Perché è vero — come ha ricordato anche Guido Santevecchi sul Corriere — che l’interscambio commerciale russo-cinese a fine 2023 arriverà a 200 miliardi di dollari, che ad aprile le dogane di Pechino hanno registrato un balzo del 153% su base annua delle esportazioni verso Mosca che l’importazione in Cina di gas e petrolio russi è salita del 40%. (....) L’ennesima dimostrazione di quanto sia sbilanciato il rapporto di forza fra Xi Jinping e Vladimir Putin arriva dalla vicenda del progettato gasdotto Power of Siberia 2.

Ore 14:38 - Podolyak: «La nostra vittoria è il miglior investimento di sicurezza»

«In effetti, il miglior investimento oggi (e non solo americano) nella sicurezza è un investimento per una vittoria completa e incondizionata dell'Ucraina». Lo scrive su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. «Come simbolo che le democrazie sono molto più forti dell'oscurantismo autoritario aggressivo (soprattutto di tipo russo)... È anche un investimento nell'annullamento definitivo della reputazione della Russia e di altri miti che l'accompagnano» e «in una netta riduzione della presenza della politica corrotta russa nel mercato globale, in un ritorno al diritto internazionale per il mondo globale. Meno «millanteria russa» significa più stabilità, prevedibilità e comfort nel mondo», ha aggiunto.

Ore 15:06 - Tv russa: «Putin dovrebbe tenere colloqui internazionali la prossima settimana»

Il presidente russo Vladimir Putin dovrebbe tenere colloqui internazionali la prossima settimana, secondo il programma «Mosca. Cremlino. Putin» andato in onda oggi alla tv russa.

Il programma televisivo non ha rivelato con chi esattamente il capo dello Stato possa incontrarsi. Né il servizio stampa del Cremlino ha ancora annunciato ufficialmente il programma di Putin per la prossima settimana. Il leader russo presiederà anche un incontro con il governo e terrà consultazioni con i membri permanenti del Consiglio di sicurezza del Paese.

Ore 15:25 - Ue: «Mosca dovrà rispondere dei barbari attacchi all’Ucraina»

«Continuano i barbari attacchi della Russia che uccidono e terrorizzano i civili: l’attacco all’ospedale di Dnipro, ora a Kyiv all’alba del KyivDay. La leadership russa e i responsabili degli attacchi saranno chiamati a risponderne. Restiamo impegnati ad aiutare l’Ucraina a difendersi». Lo ha scritto su Twitter un portavoce del Servizio di Azione Esterna della Commissione Europea.

Ore 16:19 - Kiev: «La principale garanzia per l’Ucraina è far parte della Nato»

La principale garanzia per l’Ucraina è l’appartenenza alla Nato. Lo ha detto il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, in un’intervista a Voice of America ripresa da Ukrinform.

«Sapete che il presidente Zelensky ha iniziato a parlarne molti mesi fa, che abbiamo bisogno di garanzie di sicurezza nel percorso verso la nostra adesione alla Nato. Perché la principale garanzia è l’adesione alla Nato. La Nato è oggi l’alleanza più forte del mondo. Tutti lo ammettono. E sono sicuro che sarà così», ha detto Yermak specificando che «non c’è alternativa a questo, ci vediamo come membri dell’Alleanza».

Ore 17:21 - Il punto militare | I raid dei russi e i diversivi degli ucraini: le tattiche in vista dell’offensiva

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il martello russo e la sorpresa ucraina: sono le due componenti di una fase d’attesa, con le continue dichiarazioni su una futura offensiva da parte degli aggrediti.

Mosca ha usato di nuovo i droni iraniani contro le aree abitate dell’Ucraina. La tattica non cambia, è solo aumentato il numero di mezzi coinvolti. Secondo fonti di Kiev sarebbero stati ben 52, l’azione massiccia più massiccia da inizio conflitto. Come in altre occasioni la resistenza ha rivendicato un alto «rate» di intercettamento: solo due — a sentire le ricostruzioni ufficiali — hanno perforato lo scudo. Resta l’incertezza sulla veridicità degli annunci, probabile comunque che le difese siano ormai esperte nel contrasto di velivoli non troppo veloci.

Ore 17:57 - Ue: «Sulle munizioni all’Ucraina siamo in contatto con la Nato per coordinamento»

«L’Ue e la Nato stanno coordinando strettamente il sostegno all’Ucraina. Sono in corso discussioni tecniche. Queste discussioni a livello di esperti contribuiranno allo scambio d’informazioni per garantire la massima efficacia e complementarietà delle nostre rispettive azioni». Lo ha detto all’Ansa un portavoce del Servizio di Azione Esterna della Commissione Europea a proposito della possibile apertura del piano munizione dell’Ue ad aziende extra Ue e Norvegia.

Ore 17:59 - Kiev: «L’intensità degli attacchi russi su Bakhmut è molto ridotta»

Vicino alla città di Bakhmut, nella regione di Donetsk, le truppe russe continuano a bombardare le posizioni delle forze ucraine. Ma lì si è verificato solo uno scontro militare nell’ultimo giorno. Lo ha dichiarato il rappresentante del gruppo orientale delle forze armate ucraine Sergey Cherevaty, ripreso da ArmyInform.

«Nel settore di Bakhmut, gli occupanti hanno sferrato 250 attacchi con diverse armi. Le nostre truppe hanno risposto al fuoco. Come risultato di queste azioni, 80 membri del personale degli occupanti sono stati uccisi, 99 sono stati feriti e un militare russo è stato catturato, 3 sistemi di artiglieria semovente, una stazione di guerra elettronica e un deposito di munizioni sono stati distrutti», ha spiegato Cherevaty aggiungendo che «il nemico sta attualmente ruotando le sue truppe, sostituendo i combattenti della Wagner con altre unità».

Il rappresentante delle forze armate orientali ha concluso sottolineando che, nonostante i cosiddetti successi e gli obiettivi raggiunti, come riportato dai media russi, le truppe dell’aggressore non sono riuscite a stabilire completamente il controllo su Bakhmut in 10 mesi.

Ore 18:10 - Mosca: «Drone non identificato caduto nella regione russa di Krasnodar»

Un drone non identificato è caduto nelle campagne del territorio russo di Krasnodar, ma nessuno è rimasto ferito. Lo ha scritto Yury Vasin, capo del distretto, sul suo canale Telegram, citato dalla Tass.

«Oggi un veicolo aereo senza equipaggio non identificato è caduto nel territorio del distretto di Krasnoarmeisky - scrive Vasin -. L’incidente è avvenuto nei campi appartenenti alla Kubris OOO», una società agricola, senza fare vittime.

Ore 18:12 - Mosca: «Americani e polacchi nel gruppo dei sabotatori di Belgorod»

Il gruppo di sabotaggio e ricognizione, entrato nel territorio della regione di Belgorod dall’Ucraina il 22 maggio, era composto anche da persone straniere, fra cui polacchi e americani. Lo ha scritto su Telegram il governatore della regione Vyacheslav Gladkov, dopo aver fatto visita in ospedale agli abitanti dei distretti di Grayvoronsky e Shebekinsky feriti dai sabotatori. Fra i pazienti incontrati da Gladkov, riporta la Tass, vi sarebbe una donna a cui i sabotatori hanno ucciso il marito, che ha riferito di essere stata tenuta prigioniera da due ucraini e altre persone, polacche e americane.

Ore 18:15 - Lukashenko: «Da Mosca armi nucleari a chi entrerà nell’unione Russia-Bielorussia»

Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha affermato che la Russia fornirà armi nucleari a qualsiasi Stato che si unisca all’Unione Russia-Bielorussia. Lo scrive il The Kyev Independent, citando media russi. «È molto semplice - ha spiegato Lukashenko - L’unione di Bielorussia e Russia dovrebbe essere stipulata, e questo è tutto: ci saranno armi nucleari per tutti».

Ore 19:04 - Zelensky: «Kiev sopravvive, Mosca non sarà salvata dai droni»

Durante l’attacco di questa notte, «il colpo più potente è stato diretto contro la regione di Kiev. 36 droni sono stati abbattuti nella città e nella regione. È così che la Russia celebra il giorno della nostra antica Kiev. Nel corso della sua storia, Kiev ha assistito a varie atrocità da parte degli invasori. È sopravvissuta a tutti, sopravvivrà a tutti. Nessuno di loro sarà qui!». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale. «Kiev e tutte le nostre città, tutta la nostra Ucraina porranno fine alla storia del dispotismo di Mosca, che ha schiavizzato molti popoli diversi per molto tempo. Non sarà salvata dagli Shahed o da qualsiasi altro mezzo di terrore che cerca nel mondo».

«Oggi il nostro Paese ha subito uno dei più grandi attacchi russi di Shahed: 54 droni contemporaneamente. Quasi tutti sono stati abbattuti. Quasi! Sfortunatamente, ci sono stati successi nell’oblast di Zhytomyr», ha sottolineato Zelensky, spiegando che «tuttavia, la maggior parte della distruzione è stata evitata, la maggior parte delle vite che avrebbero potuto essere prese da questi Shahed sono state salvate. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo! Truppe missilistiche antiaeree e aviazione dell’Aeronautica Militare, difesa aerea delle Forze di Terra e dei nostri gruppi mobili di fuoco».

«Il fatto che la nostra capitale sia libera, il fatto che le nostre città siano difese, il fatto che libereremo ogni città attualmente occupata, tutto questo è merito di tante persone», ha affermato il presidente ucraino. «Andiamo avanti finché non libereremo tutta la nostra terra ucraina».

Guerra Ucraina - Russia, le news del 28 maggio.. Lukashenko riappare: "Armi nucleari per tutti". Lavrov: "Gli F-16 all'Ucraina una escalation inaccettabile". La Repubblica il 28 maggio 2023.

Le autorità ucraine: 52 droni russi su 54 sono stati distrutti dalla contrarea. Il governatore di Belgorod: "Americani e polacchi nel gruppo dei sabotatori"

È stato l'attacco più massiccio con droni dall'inizio della guerra quello che, nella notte, ha martellato la capitale Kiev: lo hanno riferito le autorità locali, mentre la capitale si prepara a festeggiare la giornata di festa nazionale in ricordo dell'anniversario della fondazione della città. Secondo le autorità ucraine le ondate di attacchi delle ultime ore avevano lo scopo di spingere gli ucraini a consumare tutte le difese anti-aeree. Intanto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dice: "Ogni persona che lavora con la Russia sarà bloccata dalle sanzioni. E la Federazione Russa perderà tutto, insieme a coloro che in qualche modo cercano di aiutarla con il terrore".

18:31. Putin esalta i progressi dell'Azerbaigian e l'alleanza

Il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con il suo omologo Ilham Aliyev per la festa nazionale dell'Azerbaigian, nel giorno dell'indipendenza, si legge sul sito web del Cremlino. "Il vostro Paese ha raggiunto successi impressionanti in campo economico e sociale. L'Azerbaigian gode di una meritata autorità sulla scena internazionale e svolge un ruolo attivo nell'affrontare molte questioni importanti dell'agenda internazionale", si legge nel messaggio di congratulazioni. Le relazioni russo-azere "hanno raggiunto il livello di cooperazione alleata", ha detto Putin.

18:38. Bielorussia: Lukashenko riappare: "Armi nucleari per tutti"

Il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, dopo le voci, alimentate dalla dissidenza bielorussa, sul suo stato di salute, è riapparso oggi con un messaggio, pubblicato dal suo servizio stampa e diffuso dalla Tass, in cui fa gli auguri al leader dell'Azerbaigian Ilham Aliyev e a tutti gli azeri in occasione della festa nazionale del Paese. Non solo, il leader di Minsk ha anche affermato che, se "qualcuno è preoccupato", dovrebbe stringere un'alleanza con Russia e Bielorussia e "ci saranno armi nucleari per tutti". "La Bielorussia e la Russia devono stringere un'alleanza, e basta", ha detto Lukashenko. "Dobbiamo capire strategicamente che abbiamo un'opportunità unica per unirci", ha concluso. Le voci sulla sua malattia erano già state smentite ieri quando il gruppo di monitoraggio bielorusso Gayun aveva fatto sapere di aver visto il presidente a Minsk mentre si dirigeva verso la sua residenza.

18:51. Zelensky: "Kiev sopravvive, Mosca non sarà salvata dai droni"

Durante l'attacco di questa notte, "il colpo più potente è stato diretto contro la regione di Kiev. 36 droni sono stati abbattuti nella città e nella regione. È così che la Russia celebra il giorno della nostra antica Kiev. Nel corso della sua storia, Kiev ha assistito a varie atrocità da parte degli invasori. È sopravvissuta a tutti, sopravvivrà a tutti. Nessuno di loro sarà qui!". Lo dice il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale. "Kiev e tutte le nostre città, tutta la nostra Ucraina porranno fine alla storia del dispotismo di Mosca, che ha schiavizzato molti popoli diversi per molto tempo. Non sarà salvata dagli Shahed o da qualsiasi altro mezzo di terrore che cerca nel mondo".

20:43. Podolyak, Mosca seppellisce trattato non proliferazione

Le dichiarazioni "nucleari" di Lukashenko (il sovrano nominale della Bielorussia e un propagandista VIP della guerra) indicano direttamente che la Federazione Russa sta deliberatamente "uccidendo" il concetto di deterrenza nucleare globale e "seppellendo" il Trattato globale chiave sulla non proliferazione delle armi nucleari", lo scrive su Twitter Mykhailo Podolyak, il principale consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

"Questo mina fondamentalmente i principi della sicurezza globale... Ci può essere solo una soluzione: una posizione dura nei confronti degli Stati nucleari; le pertinenti risoluzioni Onu/Aiea; ampie sanzioni contro Rosatom; sanzioni finanziarie sistemiche contro la Bielorussia e, in ultima analisi, contro la Russia..."

21:39. Kiev, drone kamikaze russo su Marhanets, nel Dnipropetrovsk

Le forze russe, in serata, hanno attaccato la regione di Dnipropetrovsk, utilizzando un drone kamikaze su Marhanets. Lo scrive su Telegram Mykola Lukashuk, capo del consiglio regionale di Dnipropetrovsk.

"Gli occupanti hanno sparato da cannoni d'artiglieria sul territorio della comunità di Myrovska" e "hanno attaccato la comunità di Marhanets con un drone kamikaze", mentre "le altre comunità sono rimaste tranquille per tutto il giorno" chiarisce il capo del consiglio regionale di Dnipropetrovsk.

20:43. Podolyak, Mosca seppellisce trattato non proliferazione

Le dichiarazioni "nucleari" di Lukashenko (il sovrano nominale della Bielorussia e un propagandista VIP della guerra) indicano direttamente che la Federazione Russa sta deliberatamente "uccidendo" il concetto di deterrenza nucleare globale e "seppellendo" il Trattato globale chiave sulla non proliferazione delle armi nucleari", lo scrive su Twitter Mykhailo Podolyak, il principale consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

"Questo mina fondamentalmente i principi della sicurezza globale... Ci può essere solo una soluzione: una posizione dura nei confronti degli Stati nucleari; le pertinenti risoluzioni Onu/Aiea; ampie sanzioni contro Rosatom; sanzioni finanziarie sistemiche contro la Bielorussia e, in ultima analisi, contro la Russia..."

21:39. Kiev, drone kamikaze russo su Marhanets, nel Dnipropetrovsk

Le forze russe, in serata, hanno attaccato la regione di Dnipropetrovsk, utilizzando un drone kamikaze su Marhanets. Lo scrive su Telegram Mykola Lukashuk, capo del consiglio regionale di Dnipropetrovsk.

"Gli occupanti hanno sparato da cannoni d'artiglieria sul territorio della comunità di Myrovska" e "hanno attaccato la comunità di Marhanets con un drone kamikaze", mentre "le altre comunità sono rimaste tranquille per tutto il giorno" chiarisce il capo del consiglio regionale di Dnipropetrovsk.

21:50 Putin si congratula con Erdogan, "avanti con il dialogo costruttivo"

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha inviato un messaggio di congratulazioni a Recep Tayyip Erdogan per la sua elezione a presidente della Turchia. In una nota riportata dal sito del Cremlino, Putin si è rivolto all' "amico" Erdogan, assicurando che le autorità russe apprezzano molto il suo "contributo personale" al rafforzamento delle "amichevoli relazioni russo-turche e della cooperazione reciprocamente vantaggiosa in vari settori".

"Vorrei confermare la nostra disponibilità a continuare il nostro dialogo costruttivo su questioni di attualità nell'agenda bilaterale, regionale e internazionale. Attribuiamo grande importanza all'attuazione dei progetti comuni previsti, in primo luogo la costruzione della centrale nucleare di Akkuyu e la creazione di un hub del gas in Turchia", ha aggiunto.

21:59 Media, l'Estonia ha addestrato cecchini ucraini

Alcune dozzine di cecchini e tiratori scelti ucraini sono stati addestrati dalla Lega per la Difesa, una forza paramilitare con incarichi di supporto alle forze armate estoni.

Secondo quanto comunica la Radiotelevisione del Paese baltico, i cecchini e i tiratori scelti ucraini avrebbero eseguito l'addestramento tra gennaio e marzo di quest'anno. Una parte sarebbe stata addestrata in Estonia.

L'addestramento militare è stato accompagnato da corsi di primo soccorso medico e da brevi corsi di formazione di difesa cibernetica.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 29 maggio.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Zelensky: «Ricostruiremo tutto ciò che la Russia ha distrutto». Andrea Nicastro, inviato, e Redazione Online su Il Corriere delle Sera il 29 maggio 2023.

Le notizie sulla guerra di lunedì 29 maggio. La Cina vuole espandere la cooperazione con la Russia. Kissinger: «La responsabilità della guerra non è solo di Mosca» 

• I raid dei russi e i diversivi degli ucraini: le tattiche in vista dell’offensiva.

• Prigozhin: «Lasciamo Bakhmut, ora l’offensiva verso ovest».

• Lukashenko: «Da Mosca armi nucleari a chi entrerà nell’unione Russia-Bielorussia».

Ore 19:49 - Il bilancio: nella notte 54 attacchi di droni contro Kiev

Durante l’attacco di questa notte, «il colpo più potente è stato diretto contro la regione di Kiev: 36 droni sono stati abbattuti nella città e nella regione. È così che la Russia celebra il giorno della nostra antica Kiev... Nel corso della sua storia, Kiev ha assistito a varie atrocità da parte degli invasori. È sopravvissuta a tutti, sopravvivrà a tutti. Nessuno di loro sarà qui!». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale.

«Oggi il nostro Paese ha subito uno dei più grandi attacchi russi di Shahed: 54 droni contemporaneamente. Quasi tutti sono stati abbattuti... Quasi!... Sfortunatamente, ci sono stati successi nell’oblast di Zhytomyr», ha sottolineato Zelensky, spiegando che «tuttavia, la maggior parte della distruzione è stata evitata, la maggior parte delle vite che avrebbero potuto essere prese da questi Shahed sono state salvate. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo! Truppe missilistiche antiaeree e aviazione dell’Aeronautica Militare, difesa aerea delle Forze di Terra e dei nostri gruppi mobili di fuoco».

Ore 23:34 - La proposta di legge di Zelensky: «Sanzioni contro l’Iran per 50 anni»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha presentato una proposta di legge che prevede l’imposizione di sanzioni per 50 anni all’Iran alleato della Russia, ha dichiarato il capo di gabinetto di Zelensky, Andriy Yermak, in risposta a quelle che secondo Kiev sono le forniture di armi di Teheran a Mosca. Kiev e i suoi alleati affermano che l’Iran ha fornito armi alla Russia, tra cui centinaia di droni, da quando Mosca ha invaso l’Ucraina lo scorso anno. Teheran respinge le accuse. Se approvato dal Parlamento ucraino, il disegno di legge bloccherebbe il transito di merci iraniane in Ucraina e l’uso del suo spazio aereo, oltre a imporre sanzioni commerciali, finanziarie e tecnologiche contro l’Iran e i suoi cittadini.

Ore 07:09 - Kiev, nuovo attacco russo con droni e missili, nessuna vittima

La Russia ha lanciato una nuova ondata di attacchi aerei contro l’Ucraina nelle prime ore del 29 maggio utilizzando droni e missili da crociera. L’amministrazione militare della città di Kiev, secondo quanto riporta Kyiv Independent, ha affermato che le forze di difesa hanno abbattuto oltre 40 obiettivi. Secondo i funzionari, Kiev ha subito il 15esimo attacco aereo russo contro la città a maggio, segnando il secondo attacco notturno consecutivo di simile intensità. Fortunatamente a Kiev non sono stati segnalati danni significativi o vittime.

«Un’altra notte impegnativa per la capitale», ha scritto il sindaco di Kiev Vitalii Klitschko sul suo Telegram ufficiale. «Tuttavia, grazie alla professionalità dei nostri difensori, non ci sono stati danni o distruzioni di infrastrutture e altre strutture, compresi gli edifici residenziali, a seguito del barbaro attacco contro Kiev». Non ci sono stati feriti o vittime, secondo il sindaco. Nel suo attacco la Russia ha usato una combinazione di droni Shahed-136 di fabbricazione iraniana e missili da crociera, ha detto l’amministrazione militare della città. Klitshcko ha riferito che i detriti di una serie di oggetti aerei russi sparati sopra la capitale nelle prime ore del 29 maggio sono caduti sul tetto di una residenza privata a un piano nel distretto Podilskyi di Kiev, così come nei distretti Sviatoshyn e Holosiivskyi.

Ore 08:04 - Nell’attacco notturno, danni a zona portuale Odessa

Nel massiccio attacco notturno dei russi sull’Ucraina, sono rimaste danneggiate le infrastrutture portuali nella regione di Odessa. Lo ha riferito Serhiy Bratchuk, consigliere del capo dell’amministrazione militare della regione.

Ore 08:40 - Kiev: oltre 206mila soldati russi morti in guerra, 400 in 24 ore

Sono circa 206.600 i soldati russi che hanno perso la vita in Ucraina da quando, lo scorso 24 febbraio, è iniziata la guerra lanciata dalla Russia. Lo rende noto il ministero della Difesa di Kiev nel suo ultimo aggiornamento spiegando che, solo nelle ultime 24 ore, sono 400 i militari russi morti in Ucraina. Sono invece 3.797 i carri armati distrutti, tre nell’ultima giornata, si legge nel rapporto.

Ore 08:56 - Kiev: 16.226 i bimbi deportati in Russia, solo 300 tornati

Secondo il governo ucraino, dall’inizio dell’invasione russa sono in totale 16.226 i bambini ucraini che sono stati deportati in Russia, dei quali solo 300 sono stati riportati alle loro famiglie o comunque in patria, mentre in totale quelli che sono stati localizzati sono 10.513. Lo scrive il Guardian, che oggi dedica a questa vicenda un reportage, che descrive la paura rivelata da alcune piccole vittime di queste deportazioni riportate in Ucraina. L’articolo parla anche di famiglie russe che hanno cercato di nascondere la presenza di un bimbo ucraino per non farselo portare via, rischiando di perdere i sussidi governativi.

Ore 09:18 - Kiev, abbattuti di notte 37 missili cruise e 29 droni russi

Le forze armate ucraine hanno intercettato 37 missili da crociera e 29 droni da combattimento russi lanciati sul suo territorio in una nuova ondata di attacchi aerei durante la scorsa notte. Lo ha dichiarato il capo di stato maggiore ucraino, Valery Zuluzhny, sul suo account Telegram. «Questa notte gli occupanti hanno attaccato dei siti militari e alcuna infrastrutture essenziali dell’Ucraina», lanciando «40 missili cruise» da aerei dal Mar Caspio, e «circa 35 droni», ha scritto.

Ore 09:22 - Erdogan continuerà a cercare soluzione al conflitto

Dopo la vittoria nel ballottaggio che lo ha confermato nel ruolo di presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan continuerà a tentare di risolvere il conflitto in Ucraina. È quanto riporta l’agenzia russa Ria Novosti facendo riferimento a fonti dell’amministrazione di Ankara. «Il tema dell’Ucraina e della mediazione della Turchia in questo conflitto è una priorità nella nostra politica estera», ha spiegato la fonte precisando che Erdogan «è forse l’unico leader mondiale che ha rapporti di fiducia sia con il presidente della Russia che con quello dell’Ucraina».

Ore 09:39 - Kiev, colpita dai russi struttura militare nell’ovest. Distrutti 5 aerei ucraini

L’esercito russo ha colpito una struttura militare nella regione di Khmelnitsky, nell’ovest dell’Ucraina, distruggendo 5 aerei. Lo riferisce il governatore della regione come riporta Ukrainska Pravda. «Di notte, le truppe russe colpiscono obiettivi nella regione di Khmelnytsky, uno di loro è un militare. Al momento sono in corso i lavori per localizzare gli incendi nei magazzini di carburanti e lubrificanti e nei depositi di materiale bellico. 5 aerei disabilitati», afferma il governatore.

Ore 09:40 - Russia inserisce senatore Usa Graham in lista ricercati

Il ministero degli Affari interni della Russia ha inserito il senatore statunitense Lindsey Graham nella lista dei ricercati per le sue «dichiarazioni russofobe». Lo riporta la Tass. In un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il senatore Graham aveva affermato che la morte dei russi durante il conflitto in Ucraina è il «miglior investimento» di Washington. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva definito le parole di Graham «una vergogna per gli Stati Uniti».

Ore 09:59 - Gb: «Cortine fumogene russe finora inefficaci»

I miliari russi pongono una forte enfasi nell’utilizzo di cortine fumogene come parte della della loro tattica di «camuffamento e inganno». Lo scrive su Twitter l’intelligence britannica, secondo cui, tuttavia, «nella pratica, la `maskirovka´ russa è stata generalmente inefficace in Ucraina, probabilmente a causa della mancanza di una forte funzione di pianificazione centrale e della scarsa disciplina nelle battaglie». Nel suo aggiornamento quotidiano sulla guerra, il ministero della Difesa di Londra fa riferimento allo scorso 24 maggio, quando «la Russia ha condotto un’esercitazione di sicurezza attorno al ponte di Crimea, che collega la città russa di Kerch alla penisola occupata e che includeva la creazione di una cortina fumogena, che ha parzialmente nascosto il ponte».

Ore 10:15 - Kiev: servono almeno 3 squadroni di F16 con 12-16 caccia

Per avere la superiorità aerea sul nemico russo, l’Ucraina ha bisogno di almeno 3-4 squadroni aerei dotati fra i 12 e i 16 caccia Usa F-16 ciascuno: la stima è stata formulata dal comandante dell’aeronautica di Kiev, generale Serghey Golubtsov, in un’intervista a Radio Liberty citata dall’Ukrainska Pravda. «Se capiamo che contro di noi il nemico usa 50 squadroni aerei operando da 39 aeroporti, ovviamente, dovremo esigere di più. Ma con almeno 3 o 4 squadroni, penso che in determinati quadranti potremo ottenere una supremazia aerea, costringendo il nemico ad abbandonare del tutto i raid che ora sta conducendo in quel quadrante», ha detto Golubtsov. «Allo stesso tempo, per pianificare un’operazione per colpire e distruggere (...) vale la pena parlare di almeno 12-16 aerei (F-16) per ogni squadrone». Il comandante della forza aerea ucraina ha aggiunto che «il nemico nei cieli non ha più alcuna superiorità tattica od operativa, perché l’Ucraina ha ricevuto un’assistenza piuttosto potente dai Paesi partner: stazioni radar per il rilevamento e l’osservazione e sistemi missilistici antiaerei, ed è sotto gli occhi di tutti il funzionamenti di questi sistemi e la percentuale degli obiettivi (missili e droni russi) colpiti», ha concluso Golubtsov.

Ore 10:52 - Kiev, frammenti di razzi sulla carreggiata nella capitale

«Nel distretto di Obolonsky, sono caduti frammenti di razzi sulla carreggiata. Tutti i servizi vengono inviati sul posto». Ne dà notizia il sindaco di Kiev Vitali Klitschko su Telegram.

Ore 10:33 - Allarme aereo a Kiev, udite forti esplosioni

Dopo l’attacco di questa notte, nuove forti esplosioni si possono udire a Kiev, dove l’allarme aereo è scattato intorno alle 11 locali (le 10 in Italia). Le autorità della città hanno riferito che la difesa aerea è in azione. «Esplosioni in città! Nelle aree centrali. Rimanete nei rifugi», ha scritto su Telegram il sindaco di Kiev, Vitaliy Klitschko.

Ore 10:58 - Forte attacco di artiglieria su regione Belgorod

Massicci bombardamenti ucraini sono in corso da stamane su Shebekino e alcuni villaggi vicini nella provincia russa di Belgorod. Lo riferiscono diversi testimoni a canali Telegram russi, secondo i quali si tratta di attacchi senza precedenti. Il noto blogger ucraino dissidente Anatoly Shari parla di attacchi «distruttivi» per le infrastrutture locali.

Shebekino, vicino alla frontiera ucraina, è stato bombardata anche durante il fine settimana, con un bilancio di un civile ucciso e tre feriti, tra cui una ragazza di 15 anni. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti. Stamane alle 10 ora locale i residenti di Shebekino e dei villaggi di Murom e Novaya Tavolzhanka hanno ricevuto via sms un nuovo allarme che li invitava a rifugiarsi nei locali sotterranei. Poco dopo è ripreso il fuoco dell’artiglieria.

Ore 11:16 - Il sindaco di Kiev: «Rimanete nei rifugi!»

(Andrea Nicastro da Odessa) E siamo a 16. Sedici attacchi aerei dall’inizio di maggio. Dopo quello massiccio su Kiev nella notte di sabato, dopo quello nella notte di domenica su Odessa, Khmelnytsky, Leopoli e Vinnytsia, questa mattina, il sindaco della capitale, ha annunciato un’altra ondata di bombe volanti. «Esplosioni in città! Nelle zone centrali. Rimanete nei rifugi!», ha scritto su suo canale Telegram il sindaco, ex campione dei pesi massimi, Klitschko.

Se sabato notte sulla capitale ucraina, la Russia aveva scatenato solo droni iraniani, nella notte di domenica hanno volato sul Paese 37 missili da crociera (40 da aerei e 9 dalle navi sul Mar Caspio) e appena 29 droni kamikaze di tipo Shahid più uno da ricognizione. Le informazioni vengono dal servizio stampa militare ucraino, quindi numeri e relazioni sui danni, vanno presi con le molle. In questo caso, però, Kiev non ha negato un successo russo. Sarebbe stato colpito un aeroporto militare a Khmelnytskyi, una regione a metà strada tra Kiev e Leopoli, nell’Ovest del Paese. Segnalate perdite di carburante e lubrificanti, incendi e danni alla pista. Non una parola su eventuali aerei colpiti. La giornata è soleggiata su quasi tutta l’Ucraina, il rischio di altri attacchi forte.

Secondo alcuni analisti, l’insistenza russa nel tenere sotto pressione le difese aeree e le aree civili risponde a una necessità tattica. Davanti all’annunciata controffensiva ucraina, Mosca cerca così di disperdere le forze armate e le munizioni di Kiev su tutto lo sterminato territorio dell’Ucraina. Più soldati devono proteggere le città dell’interno, meno ce ne sono sul fronte del Donbass.

Ore 11:21 - Prighozin attacca: se cominci guerra devi avere carattere

«Se stai iniziando una guerra, per favore abbi carattere, volontà e attributi d’acciaio - e solo allora sarai in grado di ottenere qualcosa». Così, secondo l’Isw, il finanziere del Wagner Group, Yevgeny Prigozhin, sembra aver nuovamente attaccato il presidente russo, Vladimir Putin, rispondendo a una domanda di un giornalista sul divieto dei media statali russi di parlare delle forze di Wagner. Prigozhin ha affermato che i funzionari russi avrebbero potuto godere della loro storica capacità di censurare la società russa se la Russia non avesse iniziato la guerra in Ucraina.

Ore 11:21 - Sindaco di Kiev: un ferito per l’attacco aereo in città

«I medici hanno ricoverato un ferito nel distretto di Podil della capitale». Lo riferisce il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko in un aggiornamento sull’attacco di questa mattina alla città, aggiungendo che nello stesso distretto, che ospita il quartiere storico di Podil, «frammenti di razzi sono caduti sulla strada».

Ore 11:41 - Cessato l’allarme aereo a Kiev

È cessato l’allarme aereo a Kiev dove stamattina sono risuonate forti esplosioni dovute all’attivazione del sistema di difesa aereo.

Ore 12:10 - «Si riducono le operazioni militari russe a Bakhmut, un’opportunità per Kiev»

Secondo l’Institute for the Study of War (ISW), il ritmo delle operazioni russe attorno a Bakhmut si è significativamente ridotto. Il personale ucraino nella zona si mostra ottimista riguardo alla possibilità che questa diminuzione delle operazioni russe agevoli ulteriori contrattacchi limitati e localizzati da parte di Kiev. Secondo il think tank statunitense, l’ISW, questa situazione offre alle forze ucraine nell’area l’opportunità di avviare un nuovo ciclo di operazioni intorno alla città, se lo desiderassero. Gli analisti del think tank americano sottolineano che il fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha annunciato che l’operazione di ritiro da Bakhmut potrebbe non essere completata entro la data iniziale del 1 giugno, ma potrebbe protrarsi fino al 5 dello stesso mese. Prigozhin ha spiegato che le forze Wagner necessitano di alcuni giorni aggiuntivi per trasferire tutte le attrezzature in buone condizioni, rendendo quindi necessario un ritardo nel ritiro dalla città.

Ore 12:17 - Cremlino: «Presto un colloquio telefonico tra Putin ed Erdogan»

Putin avrà presto un colloquio telefonico con l’omologo turco, Recep Tayyip Erdogan, riconfermato ieri alla guida del Paese per un nuovo mandato. Lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel briefing con la stampa. Peskov ha spiegato che “al momento non è in agenda un colloquio telefonico” tra i due leader, ma poi ha aggiunto: “Le conversazioni telefoniche con il presidente della Turchia sono coordinate il più rapidamente possibile e, naturalmente, possiamo dire con un alto grado di certezza che tale conversazione si terrà in tempi brevi”.

Ore 12:31 - Kiev: «A Bakhmut l’esercito russo ha preso il posto della Wagner»

Il ministero ucraino della Difesa dopo le parole arrivate giovedì scorso dal capo della Wagner, Yevgheny Prigozhin, ha confermato che a Bakhmut i militari russi hanno preso il controllo delle posizioni lasciate dalle unità della Wagner.

Su Telegram, il vice ministro della Difesa del governo di Kiev, Hanna Malyar, afferma che «l’intensità dell’offensiva del nemico si è ridotta in modo significativo» con «le unità della Wagner che vengono sostituite da quelle regolari» dell’esercito russo. «Le nostre truppe, con le loro azioni, stanno rendendo significativamente più complicato» il passaggio di consegne, ha aggiunto, denunciando come invece non siano diminuiti gli attacchi dell’artiglieria russa. «Le nostre truppe controllano la periferia di Bakhmut nella parte sudoccidentale», nella zona di Litak, ha ribadito, precisando che le «unità nemiche vengono sostituite anche a nord».

Ore 12:50 - Attacco missilistico su Kiev, almeno un ferito

Sarebbe di un ferito il bilancio dopo l’attacco missilistico russo su Kiev durante l’ultima allerta aerea. Su Telegram il sindaco della capitale ucraina, Vitali Klitschko, ha denunciato il «ferimento» di una persona «nel distretto Podilskyi», precisando che la vittima è stata «ricoverata». Secondo Ukrinform, sono stati trovati frammenti di missili russi nei distretti di Obolonskyi, Desnianskyi e Dniprovskyi.

Ore 13:12 - I russi attaccano Kharkiv: tra i feriti anche una donna incinta e alcuni bambini

«Il nemico ha lanciato un attacco missilistico, prima con un missile Iskander, sul villaggio di Kivsharivka, distretto di Kupyan», nella regione di Kharkiv. Lo afferma in un messaggio via Telegram il governatore della regione, Oleg Sinegubov, come riporta Ukrinform. Tre donne anziane di 73, 85 e 90 anni, una donna incinta e due bambini di 14 e 10 anni sono rimasti feriti, aggiunge Sinegubov nel messaggio, come riporta Ukrinform.

Ore 13:29 - Lavrov: «Sapremo rispondere all’addestramento dei piloti di Kiev sugli F-16»

Le truppe russe «saranno in grado di rispondere alle intenzioni dei paesi occidentali di addestrare i piloti ucraini a pilotare i caccia F-16». Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Lo riporta Ria Novosti. Secondo il responsabile della diplomazia russa, alcuni paesi europei, tra cui Danimarca e Paesi Bassi, stanno cercando di essere «in prima linea» nell’addestramento dei piloti ucraini «per compiacere gli Stati Uniti».

Ore 13:33 - Kiev: «Abbattuti tutti gli 11 missili Iskander lanciati dai russi»

L’Ucraina ha annunciato di aver abbattuto tutti i missili russi lanciati sul Paese stamane in una seconda ondata di attacchi. «Un totale di 11 missili sono stati lanciati: “Iskander-M” e “Iskander-K” provenienti da nord», ha riferito il capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny, aggiungendo che «tutti gli obiettivi sono stati distrutti dalle difese aeree».

Ore 14:04 - Lavrov: «L’accordo sul grano rischia di saltare se non si rispetta la Russia»

Rischia di saltare l’accordo sull’esportazione di grano dai porti dell’Ucraina. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov da Nairobi, dove si trova in visita ufficiale, sottolineando che non è stata rispettata la parte dell’accordo sull’esportazione dei fertilizzanti russi. «Se tutto rimane com’è, e sembra che lo sarà, allora sarà necessario prendere atto del fatto che l’accordo non funziona più», ha detto il capo della diplomazia russa. L’accordo risulta ora esteso fino al 17 luglio. Secondo Lavrov meno del 3% del grano esportato nell’ambito dell’accordo ha raggiunto i paesi più poveri.

Ore 14:33 - La presidente della Moldavia presenta una legge contro la propaganda russa

La presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha annunciato la sua intenzione di presentare al Parlamento una proposta di legge per istituire un centro nazionale di informazione e difesa dalla propaganda chiamato “Patriot”. Questo centro avrà principalmente l’obiettivo di contrastare la propaganda russa, che Sandu considera una minaccia diretta per la sicurezza del Paese. Il progetto di legge sarà reso pubblico domani per consentire una consultazione pubblica e sarà presentato al Parlamento verso la fine di giugno, come riportato dall’agenzia Moldpres. La presidente ha sottolineato che il centro “Patriot” avrà il compito di proteggere i cittadini dalla manipolazione e dagli attacchi propagandistici, identificando, prevenendo e contrastando la disinformazione a livello nazionale. Sandu ha spiegato che questa iniziativa è necessaria a causa dei continui attacchi informativi della Russia contro la Moldavia, utilizzando menzogne, propaganda e disinformazione, specialmente a partire dall’inizio del conflitto in Ucraina. Ha denunciato l’esistenza di individui ben posizionati e reti che servono interessi stranieri e hanno come unico scopo la diffusione di notizie false, la propagazione delle menzogne del Cremlino e l’ostacolo del percorso della Moldavia verso l’Unione Europea.

Ore 14:38 - La Cina nega le indiscrezioni sul piano di pace dell’emissario di Pechino Li Hui

La portavoce del ministro degli Esteri cinese, Mao Ning, non ha confermato le indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal secondo cui l’emissario in Europa Li Hui avrebbe portato come proposta quella di un cessate il fuoco immediato ma con il mantenimento da parte della Russia dei territori ucraini attualmente occupati. «Tutte le parti attribuiscono grande importanza alla visita del rappresentante speciale Li Hui, riconoscono pienamente il ruolo positivo della Cina nella promozione dei colloqui per la pace, elogiano l’appello della Cina al rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale e all’osservanza degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite ed esprimono la speranza che la Cina continui esercitare la sua influenza costruttiva», ha detto Mao Ning. «La Cina continuerà ad agire in base all’appello del presidente Xi per rafforzare il dialogo e la comunicazione con tutte le parti e incoraggiare la comunità internazionale a trovare le più ampie intese comuni».

Ore 14:46 - Visita a sorpresa di Lavrov in Kenya. Il ministro dona fertilizzanti

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, si trova a Nairobi per una visita a sorpresa, durante la quale ha annunciato una fornitura di fertilizzanti per il Paese africano. Lavrov ha dichiarato: «Nel giro di pochi giorni, un carico di 30.000 tonnellate di fertilizzanti arriverà al porto di Mombasa».

Questa iniziativa fa seguito alla promessa del presidente Putin di fornire grano e fertilizzanti gratuiti ai Paesi africani nel caso in cui l’accordo sponsorizzato dalla Turchia e dalle Nazioni Unite non fosse stato prorogato. Tuttavia, Lavrov ha osservato che il futuro dell’iniziativa del Mar Nero è incerto, affermando che sembra che l’accordo non verrà più mantenuto. Secondo Lavrov, il memorandum Russia-ONU non viene rispettato e il processo sta procedendo molto lentamente. Ha criticato le azioni dell’Unione Europea e dei suoi membri, definendole un sabotaggio aperto degli obiettivi di sicurezza alimentare. Ha sottolineato che Mosca ha la possibilità di fornire i suoi prodotti al di fuori del memorandum, ma se le Nazioni Unite fossero in grado di rispettare l’accordo, ciò avrebbe un impatto molto più positivo sul mercato alimentare e dei fertilizzanti. La visita di Lavrov in Kenya segue il tour compiuto la scorsa settimana dall’omologo ucraino, Dmytro Kuleba, in diversi paesi africani.

Ore 14:59 - Il capo degli 007 di Kiev: «I russi si pentiranno presto di aver provato a intimidirci»

Kirill Budanov, capo della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, ha affermato che un altro tentativo della Russia di intimidire gli ucraini è fallito «oggi ancora una volta» e ha avvertito: «Tutti quelli che hanno cercato di intimidirci, sognando che avrebbe avuto qualche effetto, se ne pentiranno molto presto. La nostra risposta non si farà aspettare».

Ore 15:00 - Prigozhin: «Serve creare una zona cuscinetto sul confine tra Russia e Ucraina»

Il fondatore del gruppo russo di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha proposto di creare una zona cuscinetto larga 30 chilometri sul confine tra Russia e Ucraina nell’ambito di un piano in venti punti per proteggere le regioni di confine russe dagli attacchi nemici. In questa zona, «i volontari delle milizie popolari avranno il diritto di muoversi e usare le loro armi durante lo svolgimento delle loro missioni», ha spiegato Prigozhin in una lettera indirizzata al ministero della Difesa russa e pubblicata direttamente su Twitter dopo che Mosca si è rifiutata di riceverla.

Ore 15:04 - Kissinger: «La responsabilità della guerra non è solo della Russia»

La responsabilità della guerra in Ucraina non è soltanto della Russia. L’ipotesi di un’adesione dell’ex repubblica sovietica alla Nato ha infatti dato «inizio a una serie di eventi» culminati nel conflitto. È quanto affermato da Henry Kissinger, già consigliere per la Sicurezza nazionale (1969-1975) e segretario di Stato (1973-1977) degli Usa, nel corso di un’intervista che ha rilasciato al settimanale «Die Zeit». Kissinger ha aggiunto di sostenere «la resistenza dell’Ucraina e dell’Occidente» contro la guerra mossa dalla Russia, che ha definito «estremamente spietata». Per l’ex segretario di Stato degli Usa, l’attacco russo «deve essere respinto» e Mosca non deve vincere. Kissinger ha poi osservato che «non è stato saggio combinare l’ammissione di tutti i Paesi dell’ex blocco orientale nella Nato con un invito all’Ucraina a entrarvi».

Ore 15:12 - Prigozhin: «Le truppe della Wagner hanno iniziato la ritirata da Bakhmut»

Le truppe della compagnia paramilitare Wagner hanno iniziato la ritirata da Bakhmut. È quanto risulta da un video pubblicato sul canale Telegram dell’ufficio stampa del fondatore del gruppo Wagner, Evgenij Prigozhin. Il video dimostra Prigozhin che discute la ritirata con i mercenari Wagner, chiedendo loro di «procedere con cautela». Inoltre, Prigozhin ha ribadito che le truppe intendono lasciare la città distrutta entro il primo giugno per passare alla retroguardia, mentre il controllo del fronte passerà al ministero della Difesa russo. Il leader del gruppo Wagner ha aggiunto che i suoi militari sarebbero pronti di aiutare di nuovo l’esercito della Russia, se ce ne fosse il bisogno.

Ore 15:13 - La Cina vuole espandere la cooperazione con le Russia. Il primo ministro Li a Mishustin: «Pronti ad aumentare scambi e coordinamento»

La Cina vuole espandere la cooperazione con la Russia nei consessi multilaterali, incrementare gli scambi in varie aree e attuare il consenso raggiunto dai presidenti Xi Jinping e Vladimir Putin. Lo ha detto il primo ministro Li Qiang al termine dell’incontro tenuto ieri con l’omologo russo Mikhail Mishustin a Pechino. «La Cina e’ pronta a lavorare con la Russia e altri membri dell’Unione economica eurasiatica per rafforzare la sinergia tra la Nuova via della seta e l’Unione economica eurasiatica, nonche’ per promuovere la liberalizzazione dei commerci», ha detto Li. Tra le aree di cooperazione menzionate dal premier spiccano agricoltura, commercio di servizi, sviluppo verde ed economia digitale.

Ore 15:15 - Zelensky: «Ricostruiremo tutto ciò che la Russia ha distrutto»

«L’Ucraina sarà parte integrante dell’Europa, tanto che non rimarrà nemmeno una rovina. Ricostruiremo tutto ciò che la Russia ha distrutto. Faremo di tutto per dimostrare che la nostra forza, la forza della nostra Europa, è evidente», ha dichiarato Zelensky.

Ore 15:37 - Putin firma la legge che estende le elezioni nazionali russe ai territori annessi

Putin ha firmato una legge che consente lo svolgimento di elezioni nazionali, regionali e locali, nonché di referendum, nei territori in cui è stata introdotta la legge marziale. La legge richiede solo consultazioni tra la Commissione elettorale centrale, il ministero della Difesa e il FSB. Di conseguenza, i residenti delle quattro regioni ucraine annesse alla Russia lo scorso anno, oltre alla Crimea, saranno formalmente chiamati a votare nelle prossime elezioni presidenziali. La legge prevede anche la possibilità di “trasferire con la forza, in modo controllato, i cittadini da un territorio in cui è in vigore la legge marziale a una regione in cui non lo è”. È importante notare che Putin è stato incluso nell’elenco delle persone ricercate dalla Corte penale internazionale a causa del trasferimento di minori ucraini in Russia. La legge marziale è stata introdotta nelle quattro regioni annesse alla Russia (Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson) nell’ottobre scorso.

Ore 15:50 - Il Parlamento ucraino sposta il giorno della vittoria sui nazisti all’8 maggio

I deputati della Verkhovna Rada hanno approvato la legge che istituisce la Giornata del ricordo e della vittoria sul nazismo nella seconda guerra mondiale in Ucraina, che non più il 9 come in Russia ma l’8 maggio. Questo giorno sarà un giorno festivo. I deputati ucraini Oleksiy Goncharenko e Yaroslav Zheleznyak ne hanno dato notizia sui social. Il relativo disegno di legge 9278, era stato avviato dal presidente Volodymyr Zelensky che ha anche introdotto la celebrazione della Festa dell’Europa il 9 maggio in Ucraina.

Ore 16:09 - Nuovo allarme aereo a Kiev, è il terzo di oggi. «41 mila persone al riparo in metropolitana»

Un altro allarme aereo a Kiev, il terzo di oggi. Le sirene sono scattate sul territorio della capitale ucraina, l’omonima regione e quella di Chernihiv, a nord.

«Durante il bombardamento diurno della capitale, oggi più di 41.000 persone erano nella metropolitana». Afferma l’amministrazione comunale della capitale ucraina in un messaggio su Telegram. Durante la notte invece «più di 9.000 cittadini si sono rifugiati nelle stazioni della metropolitana, compresi 1.120 bambini». Si tratta del «maggior numero di persone che sono rimaste nelle stazioni di notte durante il mese in corso».

Ore 16:24 - Podolyak: «Un accordo di pace accettabile deve comprendere il ripristino dei confini sovrani e una zona smilitarizzata»

Il consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, ha affermato su twitter che qualsiasi accordo di pace accettabile per l’Ucraina deve includere non solo un ripristino dei confini sovrani dell’Ucraina ma una zona smilitarizzata che si estenda per 100-120 km in Russia dai confini dell’Ucraina. «L’argomento chiave dell’accordo postbellico dovrebbe essere l’istituzione di salvaguardie per prevenire il ripetersi di aggressioni in futuro. Per garantire una reale sicurezza ai residenti delle regioni di Kharkiv, Chernihiv, Sumy, Zaporizhzhia, Luhansk e Donetsk e proteggerli dai bombardamenti, sarà necessario introdurre una zona di smilitarizzazione di 100-120 km sul territorio di Belgorod, Bryansk, Kursk, e le repubbliche di Rostov. Probabilmente con un contingente di controllo internazionale obbligatorio nella prima fase».

Ore 17:19 - Lavrov: «Vogliamo dare slancio ad accordi con Paesi partner»

La Russia sta aumentando «attivamente» gli accordi conclusi con i suoi partner economici nelle rispettive valute nazionali ed è intenzionata a «dare slancio» a questo processo. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov parlando ai giornalisti a Nairobi, in Kenya, dove si trova per una visita non annunciata. «Con l'aumentare del fatturato commerciale, il passaggio ai pagamenti in valute nazionali diventerà più pratico: questo è il futuro. Questo vale non solo per l'Africa, ma anche per l'America latina, i nostri amici asiatici, così come l'Iran, l'India, e la Cina», ha detto Lavrov, per il quale Mosca sta «già attivamente passando agli accordi nelle valute nazionali e la quota del dollaro (in queste transazioni) è in costante calo». Quindi «questo processo non farà che guadagnare slancio», ha concluso, rispondendo ad una domanda sull'intenzione del governo del Kenya di pagare in valuta locale per le esportazioni di petrolio. Lavrov ha quindi citato il presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva, il quale «ha già promosso la sua idea di concentrarsi sullo sviluppo di meccanismi di pagamento che non si affidino al dollaro o all'euro e si basino su decisioni e accordi da sviluppare (ad hoc), anche all'interno della struttura della Nuova banca di Sviluppo dei Brics» (il gruppo regionale che riunisce Brasile, India, Cina e Sudafrica). Secondo quanto dichiarato di recente dal vicepremier russo Alexey Overchuk, l'Unione economica eurasiatica (Eaeu) è quasi interamente passata ai pagamenti in valute nazionali, la cui quota a marzo ammontava al 90 per cento del totale. «Registriamo un'impennata nell'uso delle valute nazionali nei pagamenti reciproci da parte dei paesi dell'Unione», ha dichiarato il vicepremier russo al secondo Forum economico eurasiatico, aggiungendo che «la Eaeu è praticamente passata ai pagamenti in valute nazionali».

Ore 17:20 - Pechino: «L'Europa non colleghi le relazioni con la Cina alla vicenda ucraina»

Collegare le relazioni tra l'Europa e la Cina alla questione ucraina "non è sensato". L'ha affermato l'ambasciatore cinese presso l'Unione europea Fu Cong in una lunga intervista rilasciata al giornale britannico New Statesman. "(...) Comprendiamo l'importanza che l'Ue attribuisce alla crisi ucraina. Ma francamente non trovo sensato collegare la posizione della Cina sulla crisi ucraina con le nostre relazioni bilaterali tra Cina e Ue. Non credo sia giusto nei confronti della Cina. Ma non è realistico aspettarsi che la Cina assuma la stessa posizione degli europei, perché la Cina non è in Europa", ha affermato Fu. La scorsa settimana l'inviato di Pechino per la crisi ucraina, il rappresentante per le questioni euroasiatiche Li Hui, si è recato a Bruxelles dove ha incontrato Enrique Mora, braccio destro del capo della diplomazia europea, Josep Borrell. "L'Ue si aspetta che la Cina, membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, lavori per il ritiro immediato e incondizionato di tutte le forze e attrezzature militari russe da tutto il territorio ucraino", ha affermato Mora, secondo quanto ha scritto l'ufficio di Borrell. Fu, dal canto suo, ha spiegato che, accanto alla sovranità ucraina, si deve però tener conto anche delle rivendicazioni russe. "La Cina è molto chiara nel sostenere l'integrità territoriale di tutti i Paesi. Ma francamente non vedo come si possa avere una pace duratura se non si tiene pienamente conto delle legittime preoccupazioni di sicurezza di entrambe le parti. Quindi non si può dire che la Cina sia dalla parte della Russia su questo tema. La Cina sta cercando di facilitare la pace", ha spiegato il diplomatico. Il diplomatico ha inoltre attaccato l'Europa rispetto alla possibilità che applichi ulteriori penalità nei confronti di aziende cinesi accusate di aggirare le sanzioni nei confronti della Russia. "Se la parte europea impone sanzioni alle aziende cinesi, senza fornirci alcuna prova concreta che dimostri che queste aziende sono impegnate in attività che possono eludere o hanno eluso le sanzioni dell'Ue contro la Russia, allora certamente reagiremo. Come governo abbiamo l'obbligo di salvaguardare gli interessi legittimi delle nostre aziende".

Ore 17:22 - Kiev, arrestati due giovani che filmavano la difesa aerea ucraina in azione

Le forze dell'ordine di Kiev hanno scoperto e arrestato due giovani di 23 e 26 anni che stavano filmando i sistemi di difesa aerea in azione durante l'attacco missilistico russo di oggi. Lo fa sapere il servizio stampa della polizia ucraina, come riporta Unian. I colpevoli sono stati portati al dipartimento di polizia di Sviatoshyno, dove sono stati interrogati dagli agenti, prima di essere consegnati al Servizio di sicurezza dell'Ucraina.

Ore 17:33 - Kherson, un morto in seguito ai bombardamenti russi

Un uomo di 61 anni ha perso la vita a causa dei bombardamenti russi nella regione ucraina di Kherson, secondo quanto riferito dall'amministrazione militare regionale dell'oblast e riportato da Ukrinform. Le autorità hanno segnalato che l'uomo è stato ucciso nella sua casa a seguito del bombardamento del villaggio di Kozatske nella comunità di Nova Kakhovka. Nella stessa regione, nel villaggio di Zolota Balka, si sono verificate circa una dozzina di esplosioni che hanno causato danni a una casa.

Ore 17:34 - Il governo della Danimarca aumenta di 2.6 miliardi di dollari gli aiuti all'Ucraina

Il governo danese ha deciso di incrementare gli aiuti all'Ucraina di 2,6 miliardi di dollari, portando così il totale del fondo creato a marzo a 3,6 miliardi. La premier Mette Frederiksen ha spiegato che la guerra in Ucraina si trova in una fase molto critica, con una situazione grave sul campo di battaglia, e quindi richiede tutto il sostegno possibile. Frederiksen ha affermato che è urgente fornire armi e sostegno agli ucraini, sottolineando che altri fondi sono già stati stanziati per il 2024. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato il governo danese attraverso un post su Twitter, sottolineando che questo importante contributo rafforzerà le capacità di combattimento delle forze armate ucraine nel breve e medio termine.

Ore 18:01 - Zelensky: «Grazie a chi ci protegge dal terrore russo»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato le persone che svolgono un ruolo nella protezione degli ucraini dopo che una nuova ondata di attacchi russi ha scosso Kiev e sono stati diffusi video che documentano la corsa nei rifugi e nelle metro. «Grazie a tutti coloro che nel mondo aiutano a proteggere le persone e i nostri bambini dal terrore russo! Dallo stato terrorista!», ha scritto.

 Ore 18:02 - Due morti dopo l'attacco russo nel Donetsk

A seguito di un bombardamento russo su Toretsk, nella regione di Donetsk, sono stati registrati due decessi. Il capo dell'amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavel Kirilenko, ha confermato che l'attacco aereo avvenuto questa mattina ha causato la morte di due persone e il ferimento di altre otto. In precedenza, l'ufficio del procuratore generale dell'Ucraina aveva riportato il decesso di una persona a seguito del bombardamento di Toretsk con bombe FAB-250.

Ore 18:13 - Il governatore della regione russa di Belgorod accusa: «Un morto per gli attacchi delle forze di Kiev»

Il governatore della regione russa di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, ha attribuito la responsabilità della morte di un civile agli attacchi condotti dalle forze ucraine nella zona. Su Telegram, il governatore ha scritto: «Le località della regione di Shebekinsky sono state soggette a bombardamenti da parte delle Forze armate ucraine per più di un'ora. Purtroppo, a Grafovka, un civile è deceduto mentre si trovava nel cortile di casa impegnato in lavori domestici, colpito da una granata. È spirato sul posto a causa delle ferite riportate». Il governatore ha segnalato anche danni a dieci edifici residenziali a Grafovka, oltre al collasso della rete elettrica, attribuiti agli attacchi. Gladkov ha inoltre accusato le forze di Kiev di aver preso di mira Shebekino, Murom e Novaya Tavolzhanka.

Ore 18:21 - Ucraina, adottate nuove sanzioni contro l'Iran

I membri del Parlamento ucraino hanno approvato un pacchetto di sanzioni nei confronti dell'Iran, accusato di fornire armi a Mosca per supportare la sua invasione. Questa decisione segna la rottura delle relazioni tra Kiev e la Repubblica Islamica. «Questa risoluzione allinea le sanzioni ucraine alle azioni della comunità internazionale per isolare completamente l'Iran», ha dichiarato il Parlamento ucraino sul suo sito web.

Ore 18:24 - Pechino: «La crisi in Ucraina è nella sua fase critica, lavoriamo per promuovere la fiducia reciproca»

La portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Mao Ning, parlando della missione dei giorni scorsi a Kiev, Mosca e in altre capitali europee dell'inviato cinese Li Hui, ha ribadito che «la crisi in Ucraina è in una fase critica e la Cina continuerà a rafforzare il dialogo e la comunicazione con tutte le parti» nel tentativo di promuovere «la fiducia reciproca» e incoraggiare la comunità internazionale a cercare una soluzione politica.

Ore 18:41 - Zelensky: «Gratitudine speciale nei confronti degli americani»

«La mia speciale gratitudine in questo Memorial Day va a tutti gli americani di epoche diverse: figli e figlie, padri e madri, fratelli e sorelle, che sono diventati combattenti e la cui forza si è trasformata nella forza della libertà». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sui suoi canali social. Il Memorial Day è il giorno nel quale negli Stati Uniti d'America si commemorano i soldati americani caduti di tutte le guerre. «La tua libertà è rimasta in piedi, grazie a coloro che hanno combattuto per essa. La nostra libertà resisterà, grazie a coloro che stanno combattendo per essa», ha aggiunto.

Ore 19:18 - La Polonia chiude il confine ai camion russi e bielorussi

A partire dal primo giugno e fino a nuovo avviso, sarà interrotto il passaggio di camion provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia sul confine polacco-bielorusso, come riportato dall'agenzia di stampa polacca Pap. Questa restrizione riguarderà non solo i camion, ma anche le motrici, i rimorchi, in particolare i semirimorchi e gli autotreni. Precedentemente, il Ministro degli Affari Interni e dell'Amministrazione, Mariusz Kaminsky, aveva deciso di includere nella lista delle sanzioni 365 rappresentanti del regime bielorusso, oltre a 20 organizzazioni e 16 imprenditori, la maggior parte dei quali collegati al capitale russo.

La decisione di Kaminsky è stata annunciata il 26 maggio, in seguito alla conferma della sentenza contro il giornalista e attivista dell'"Unione dei Polacchi della Bielorussia", Andrei Pochobut, da parte della Corte Suprema bielorussa. Nel febbraio 2023, Pochobut era stato condannato a 8 anni di colonia penale. Secondo il centro per i diritti umani "Vyasna", Pochobut è stato arrestato nel marzo 2021 e da allora si trova in custodia.

Ore 20:18 - Putin telefona a Erdogan: «Complimenti per la rielezione»

Il presidente russo Vladimir Putin ha telefonato al collega turco Recep Tayyip Erdogan questa sera. Al centro della telefonata, fa sapere la presidenza turca, i complimenti e gli auguri del Cremlino per la riconferma di Erdogan, che ha vinto ieri il ballottaggio con il 52% delle preferenze, ma anche le trattative rimaste sospese tra Russia e Turchia a causa della campagna elettorale. Tra il primo turno e il ballottaggio Erdogan è riuscito a trovare il tempo di mediare per rinnovare di due mesi il «corridoio del grano»: l'accordo che consente il passaggio di generi alimentari attraverso il Mar Nero era appeso a un filo a causa del malumore di Mosca, ma il rinnovo è arrivato.

Ieri era arrivata la lettera di Putin, che lo ha definito «caro amico», augurandogli successo e buona salute «dal profondo del cuore» e in cui vengono citati i prossimi obiettivi: la centrale nucleare di Akkuyu e il progetto che mira a rendere la Turchia un hub per lo smistamento del gas verso Occidente.

Ore 20:42 - Putin a Erdogan: «La vittoria alle elezioni apre prospettive per rafforzare i nostri legami»

La vittoria di Erdogan alle elezioni ha aperto «prospettive» per rafforzare i legami tra Mosca e Ankara. Lo ha detto il presidente russo Putin congratulandosi con il suo omologo turco per la riconferma alla guida del Paese. «Il sostegno espresso dal popolo turco alla sua dirigenza apre ulteriori prospettive per lo sviluppo della cooperazione bilaterale pratica in vari campi», ha detto Putin durante la conversazione, secondo una dichiarazione del Cremlino.

Ore 20:50 - Rutte a Zelensky: «Addestrare i piloti di F-16 il prima possibile»

Il primo ministro olandese, Mark Rutte, ha annunciato su Twitter di avere parlato con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e di avergli ribadito che «i Paesi Bassi sono impegnati a sostenere l'Ucraina in ogni modo possibile, dal rafforzamento dei sistemi di difesa aerea all'inizio, all'addestramento dei piloti per gli F-16 il prima possibile».

Rutte ha ricordato che oggi «Kiev è stata nuovamente bersaglio di barbari attacchi aerei, fortunatamente con effetti limitati grazie ai sistemi di difesa aerea Patriot. Aiutare l'Ucraina a difendersi non è una scelta, va fatto. I Paesi Bassi continueranno a sostenere l'Ucraina per tutto il tempo necessario. Gli aiuti saranno anche un punto importante all'ordine del giorno del vertice della Comunità politica europea a Chisinau giovedì prossimo».

Ore 21:48 - Zelensky a Rutte: «Convinto che il sostegno dei Paesi Bassi crescerà ancora»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avuto una conversazione telefonica con il premier olandese Mark Rutte e l'ha «informato dell'intensificazione del terrore missilistico da parte dell'aggressore russo contro l'Ucraina». Zelensky ha aggiunto su Twitter che nel corso della telefonata si è «parlato della coalizione dell'aviazione e del rafforzamento della nostra difesa aerea. Apprezzo il supporto della leadership olandese, incluso quello alla sicurezza. Sono convinto che crescerà ancora!»

Ore 21:54 - Media: «La Russia ha perso duemila tank dall'inizio dell'invasione»

Dall'inizio dell'invasione, la Russia ha perso almeno duemila tank in Ucraina. La stima è del sito di giornalismo investigativo Oryx. Il calcolo è stato effettuato sulla base delle foto e i video disponibili: 1.239 carri armati risultano distrutti, 106 danneggiati e 544 catturati dagli ucraini. Nel rilanciare la notizia, Ukrainska pravda ricorda che lo Stato maggiore ucraino afferma che, dall'inizio della guerra, la Russia ha perso 3801 tank.

Ore 22:21 - Zelensky si congratula con Erdogan: «Cooperazione importante per stabilità»

«In una telefonata mi sono congratulato con Recep Tayyp Erdoganáper aver vinto le elezioni». Lo ha scritto su Twitter il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, rimarcando «il ruolo personale del presidente nel portare avanti l'iniziativa sui cereali, che è una componente importante della sicurezza alimentare globale». «La cooperazione tra Ucraina e Turchia è importante e contribuisce efficacemente alla prosperità dei nostri popoli e alla stabilità internazionale. Continueremo il suo ulteriore sviluppo e il lavoro congiunto per rafforzare la sicurezza della regione, dell'Europa e del mondo!», ha aggiunto.

Ore 22:56 - Biden: «L'attacco russo a Kiev non era inaspettato»

Gli Stati Uniti si aspettavano il nuovo duro attacco russo alla capitale ucraina Kiev. «Non è inaspettato», ha detto il presidente Joe Biden, rispondendo alle domande dei giornalisti. «Ecco perché - ha aggiunto - continueremo a dare all'Ucraina tutto ciò di cui ha bisogno».

Ore 23:19 - Lituania: «La Russia usa disinformazione contro la democrazia»

«La Russia sta usando la disinformazione come arma per indebolire le società democratiche. Tuttavia, la libertà di parola non deve essere confusa con la libertà di mentire». Lo ha detto il primo ministro lituano, Ingrida Simonyte, intervenendo al forum Globsec di Bratislava in compagnia del presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e dell'ex Premier slovacco, Eduard Heger. «A volte confondiamo la libertà di parola con la libertà di mentire», ha ribadido Simonyte;. «Questo è particolarmente problematico nell'era dei social network in cui si creano situazioni che possono limitare il sostegno all'Ucraina, lasciando via libera alla propaganda russa che sostiene l'invasione».

Ore 01:46 - Zelensky, stabilite tempistiche su come andremo avanti

«Come di consueto, il capo di Stato Maggiore e i comandanti delle direzioni operative hanno riferito al Comando. Non solo la fornitura di munizioni, non solo l’addestramento di nuove brigate, non solo le nostre tattiche. Ma anche i termini. Questo è ciò che è più importante. Tempistiche su come andremo avanti. Le decisioni sono state prese». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto messaggio serale.

Ore 03:03 - Kiev, nuovo attacco droni: ferita una donna

Almeno una persona è rimasta ferita nella notte tra lunedì e martedì durante un nuovo «attacco massiccio» di droni russi contro Kiev. Lo ha fatto sapere il sindaco della città, Vitali Klitschko. Si tratta di una donna di 27 anni, che è stata ricoverata in ospedale. Secondo l’amministrazione civile e militare di Kiev, le sue ferite sono «lievi» e sono dovute alla caduta di macerie. Sempre secondo l’amministrazione civile e militare, l’attacco notturno è stato effettuato utilizzando droni, e altre cadute di detriti hanno provocato l’incendio di una casa nel quartiere di Darnytskyi, a sud della città, e di tre auto nel quartiere centrale di Pechersky. Secondo Klitschko, anche un edificio a più piani è stato danneggiato nel distretto di Holosiivskyi. Le sirene di allarme aereo hanno suonato durante la notte a Kiev, ma anche nelle regioni di Cherkasy (centro), Kirovohrad, Mykolayiv e Kherson (sud). Lunedì, missili russi sono caduti in pieno giorno su Kiev, seminando il panico nelle strade, dopo un’altra notte di bombardamenti.

Ore 03:34 - Kiev, esplosioni nella notte: attivata la contraerea

Una serie di esplosioni ha scosso la capitale ucraina di Kiev nelle prime ore di oggi. L’amministrazione militare municipale di Kiev ha dichiarato sul suo canale Telegram che è stato attivato il sistema di difesa aerea. Le sirene di allarme antiaereo hanno risuonato nella capitale ma anche in altre località delle regioni di Kiev, Kirovograd, Cherkassk e Chernigov. Il sindaco di Kiev Vitalii Klitschko ha riferito che una donna di 27 anni è stata ferita nel distretto di Holosiivskyi. I detriti caduti sul distretto Darnytskyi di Kiev hanno provocato un incendio in una casa, ha aggiunto. Secondo le prime informazioni, tre auto hanno preso fuoco nel distretto centrale di Pecherskyi a Kiev. Non sono state ancora fornite informazioni complete su vittime e danni. L’amministrazione militare dell’oblast di Kiev ha anche riferito che la difesa aerea sta abbattendo dei droni.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 30 maggio.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Presentato all’Onu il piano per la centrale di Zaporizhzhia, Mosca: «Sicurezza nostra priorità». Usa: «Sta alla Russia evitare catastrofi». Andrea Nicastro, inviato, Paola Caruso, Giuseppe Scuotri e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 30 maggio 2023.

Le notizie sulla guerra di martedì 30 maggio, in diretta. Kiev bombardata dai russi per la terza notte consecutiva. Il governatore di Belgorod: «Raid di Kiev su campo rifugiati russo, un morto e due feriti gravi»

• Zelensky: «Stabiliti i tempi della controffensiva».

• Il Sudafrica concederà l'immunità diplomatica a Putin, nonostante il mandato di arresto della Cpi, per il vertice dei Paesi Brics.

• Mosca attaccata con droni, edifici colpiti: «Terrorismo ucraino». Kiev: «Noi non c’entriamo».

• Wall Street Journal: «Kiev e alleati pianificano summit a luglio (senza la Russia) su formula di pace».

Ore 02:20 - Zelensky: «Stabiliti i tempi della controffensiva»

«Come di consueto, il capo di Stato Maggiore e i comandanti delle direzioni operative hanno riferito al Comando. Non solo la fornitura di munizioni, non solo l’addestramento di nuove brigate, non solo le nostre tattiche. Ma anche i termini. Questo è ciò che è più importante. Tempistiche su come andremo avanti. Le decisioni sono state prese». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto messaggio serale.

Ore 05:04 - Kiev, colpito un grattacielo: un morto e tre feriti

Una persona è morta e altre tre sono rimaste ferite nell’attacco russo di questa notte su Kiev, il terzo in 24 ore, sottolinea l’amministrazione militare della città. Frammenti di un drone Shahed-136 hanno colpito un edificio nel distretto di Holosiivskyi di Kiev provocando un incendio. Quando è stato spento è stato rilevato che gli ultimi due piani avevano subito gravi danni e che una persona era morta e tre erano rimaste ferite. «Il nemico cambia costantemente le armi per l’attacco — aggiunge il comando militare —, dopo il drone combinato missilistico e poi balistico, l’aggressore ha utilizzato esclusivamente UAV». Circa 20 droni sono stati lanciati contro la città. Venti sono anche le persone evacuate dal grattacielo. Pezzi di drone hanno provocato poi un incendio in una casa nel distretto meridionale di Darnytskyi e bruciato tre auto nel distretto centrale di Pechersky. Detriti sono caduti anche nel distretto di Dnipro e Sviatoshyn. I raid aerei di stanotte hanno colpito non solo Kiev ma anche le regioni centrali di Cherkasy, Kirovohrad, Mykolayiv e nella regione meridionale di Kherson.

Ore 06:00 - Attacco nella notte a Kiev, abbattuti più di 20 droni

Un nuovo attacco russo ha colpito Kiev nella notte con molti droni determinando l’attivazione della difesa contraerea ucraina. Le forze di difesa aerea hanno abbattuto più di 20 bersagli nello spazio aereo di Kiev durante l’attacco. A seguito della caduta di detriti, vi sono distruzioni, incendi, oltre a feriti in varie zone della città. Lo riporta Rbc-Ucraina citando il sindaco della capitale Vitaliy Klychko e il capo dell’amministrazione militare di Kiev Serhii Popka.

Ore 06:41 - Russia, attacco con droni a Mosca: danni lievi, nessuna vittima

Mosca attaccata dai droni, danni «lievi» ma nessuna vittima. La capitale russa è stata presa di mira martedì all’alba da un raro attacco di droni che ha causato danni «minori» agli edifici senza causare vittime, ha dichiarato il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin. «Stamattina, all’alba, un attacco di droni ha causato lievi danni a diversi edifici. Tutti i soccorsi della città sono sul posto (…) Finora nessuno è rimasto ferito in modo grave», ha scritto Sobyanin su Telegram.

I servizi d’emergenza hanno detto all’agenzia Ria Novosti che sono stati colpiti due edifici residenziali: uno sulla Via Profsoyuznaya, nel sud-ovest di Mosca, e uno, di 24 piani, sulla Via Atlasova, nel sobborgo di Nuova Mosca, a sud della capitale. Il governatore della regione di Mosca, Andrei Vorobyov, ha detto da parte sua che diversi droni sono stati abbattuti e ha invitato la popolazione a mantenere la calma.

Ore 07:34 - Oggi riunione del Consiglio sicurezza Onu su Zaporizhzhia

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunisce oggi per discutere sulla situazione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina, e sui modi per proteggere l’impianto. Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi presenterà una relazione sull’attuale situazione della centrale, controllata dai russi, e presenterà proposte per garantire la sua sicurezza in secondo i principi dell’Aiea. L’incontro sarà presieduto dal ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassis e si svolgerà presso la sede delle Nazioni Unite a New York. Anche i rappresentanti ucraini dovrebbero prendere parte alla discussione.

Ore 07:50 - Sindaco di Mosca: due persone hanno richiesto cure mediche dopo l’attacco con i droni sulla capitale russa

«Secondo i servizi sanitari, al momento nessuno dei residenti delle case danneggiate dai droni è gravemente ferito. Due persone hanno cercato aiuto medico, ma nessuno ha avuto bisogno di ricovero in ospedale». Lo ha comunicato su Telegram il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, riferendosi ai feriti dell’attacco con droni su Mosca, che secondo Sobyanin ha colpito tre condomini.

Ore 08:09 - Kiev: abbattuti 29 droni su 31, quasi tutti sulla capitale

Le forze russe hanno lanciato la notte scorsa 31 droni kamikaze sull’Ucraina, 29 dei quali sono stati abbattuti: lo ha reso noto il comando delle forze aeree ucraine, sottolineando che quasi tutti i droni colpiti aerano in volo sui cieli alla periferia di Kiev. Lo riporta Ukrainska Pravda. L’attacco, ha precisato il comando, è stato lanciato con droni Shahed-136/131 di fabbricazione iraniana ed è durato dalle 23:30 di ieri ora locale alle 4:30 di questa mattina.

Ore 08:25 - Ministero della Difesa russo: lanciati su Mosca 8 droni, attacco terroristico ucraino

Secondo il ministero della Difesa russo, l’attacco di questa mattina all’alba su Mosca è stato eseguito con otto droni, come riporta l’agenzia Ria Novosti: cinque sono stati distrutti dai sistemi di difesa Pantsir, mentre gli altri tre sono stati danneggiati e hanno deviato dalla traiettoria che dovevano seguire.

Il ministero accusa Kiev per l’aggressione alla capitale russa. «Il regime di Kiev ha effettuato un attacco terroristico con droni su punti diversi della città di Mosca», afferma il ministero russo in una nota.

Secondo il canale Telegram Shot, un drone si è schiantato contro le finestre di un appartamento al 16esimo piano. Due persone ferite sono state medicate sul posto, ma non hanno avuto bisogno di essere trasportate in ospedale.

Ore 09:28 - Capo stato maggiore ceco: «Guerra fra Russia e Nato non impossibile»

a guerra tra Nato e Russia è il peggiore dei mondi possibili, ma non è impossibile. Lo sostiene il generale Karel Rehka, capo di stato maggiore delle forze armate ceche. «Consideriamo la guerra tra la Russia e l’Alleanza del Nord Atlantico come lo scenario peggiore, ma non è impossibile», ha detto Rehka durante una conferenza al parlamento ceco, secondo il sito novinky.cz . Secondo Rehka, a causa degli obblighi della Repubblica Ceca nei confronti della Nato, le forze armate ceche stanno cercando di prepararsi a un potenziale conflitto con un avversario tecnologicamente sviluppato - la Russia - perché «la Russia è attualmente sulla rotta verso un conflitto con l’Alleanza».

Data la situazione in Ucraina, ha sottolineato il generale, la sicurezza nazionale del Paese deve essere rafforzata, prestando particolare attenzione a superare al più presto la dipendenza dalle forniture energetiche russe.

Ore 09:35 - Kiev: 13 feriti in attacco russo nella capitale e nella regione

Durante il massiccio attacco di droni su Kiev e nella regione, 13 persone sono rimaste ferite e una donna è morta. Lo riporta RBC-Ucraina con riferimento alla dichiarazione del capo della polizia di Kiev Ivan Vyhovsky. Nove persone sono rimaste ferite a Kiev, dove una donna di 33 anni è morta, mentre altre 4 sono rimaste ferite nella Regione.

Ore 09:42 - Reznikov: «La controffensiva punta a ripristinare i confini del ‘91»

«Ci sono reali possibilità di un’avanzata durante l’estate»: intervistato dal quotidiano Ouest-France, il ministro ucraino della Difesa, Oleksiy Reznikov, evoca l’imminente controffensiva del suo esercito contro le forze russe. «Vogliamo spezzare la volontà dei russi di vincere questa guerra», dichiara il ministro, affermando che questa controffensiva punta a ripristinare «i confini del 1991 internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina», Crimea inclusa.

Secondo il ministro ucraino, l’esercito di Mosca ha «avviato una nuova mobilitazione, ma molti sono dilettanti, senza esperienza, senza padronanza delle armi. La Wagner ha usato detenuti, e per l’assedio di Bakhmut, durante sei mesi, 60.000 uomini sono morti o rimasti feriti nei combattimenti».

Per quanto riguarda la fine del conflitto spera che possa avvenire il prima possibile, grazie ai caccia F-16 che Kiev continua a chiedere all’Occidente: «Il mio sogno sarebbe di averli per la fine dell’anno, per dire che Babbo Natale esiste davvero», ha ironizzato, ricordando che i piloti ucraini devono ottenere una formazione di diversi mesi prima di poter utilizzare i jet.

Ore 09:50 - La Danimarca triplicherà le spese militari in 10 anni

La Danimarca triplicherà le spese militari nei prossimi 10 anni. Lo ha reso noto il premier Jonas Gahr Stoere.

Ore 10:08 - Il presidente tedesco Steinmeier in visita in Lituania

Il Presidente lituano, Gitanas Nausėda, ha incontrato stamattina a Vilnius il suo omologo tedesco, Frank Walter Steinmeier. Durante il loro colloquio, i due capi di stato hanno discusso di collaborazione bilaterale nel campo della difesa e delle modalità di supporto all’Ucraina in vista del vertice dell’Alleanza atlantica di luglio.

Ore 10:30 - Podolyak: «Noi non c’entriamo con i droni su Mosca»

L’Ucraina ha smentito le accuse russe di essere responsabile dell’attacco con droni di questa mattina su Mosca. «Noi non c’entriamo nulla», ha detto il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, intervistato in Tv. Ha però aggiunto che Kiev «guarda con piacere e prevede un numero crescente di attacchi».

Ore 10:34 - Intelligence Gb: pressioni sulle finanze del governo russo a causa della spesa militare elevata

«La vera spesa militare della Russia è altamente incerta a causa dell’utilizzo di linee di bilancio riservate, soprattutto dal febbraio 2022, e per la mancanza di trasparenza». Lo scrive su Twitter l’intelligence britannica, secondo cui «è quasi certo che la spesa militare di Mosca rimanga elevata e ciò sta esercitando pressioni sulle finanze del governo russo».

Ore 10:44 - Sindaco Mosca: gli evacuati dopo il raid con droni tornati a casa

Il sindaco di Mosca, Serghei Sobyanin, ha fatto sapere che le persone evacuate in seguito all'attacco con droni sulla capitale russa stanno iniziando a tornare nei loro appartamenti. «I servizi di emergenza hanno adottato tutte le misure necessarie per studiare le condizioni degli edifici danneggiati dai veicoli aerei senza equipaggio», ha scritto su Telegram il primo cittadino. «Evacuati ai fini di far lavorare liberamente i servizi speciali, i residenti stanno cominciando a tornare alle loro case. I residenti dell'edificio sulla Leninsky Prospekt saranno i primi a tornare nei loro appartamenti. Gli specialisti sono stati incaricati di eliminare i danni minori negli edifici il prima possibile», ha aggiunto.

Ore 11:03 - Attacchi in tutta l'Ucraina: 4 morti e 45 feriti in 24 ore

Nelle ultime 24 ore gli attacchi russi con droni e artiglieria hanno ucciso quattro persone e ferito 45 civili. Lo riporta Il Kiev Independent su Telegram.

Ore 11:21 - Prigozhin ai vertici militari russi: «Non fate niente contro i droni»

Il capo della compagnia militare privata Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha lanciato un nuovo durissimo attacco al ministero della Difesa russo, accusandolo di non avere garantito la protezione di Mosca contro gli attacchi con i droni come quelli avvenuti stamane. «In questo campo siamo anni indietro ai nostri avversari, forse decenni, ma non facciamo assolutamente nulla per colmare questo svantaggio», ha affermato Prigozhin su uno dei suoi canali Telegram. «Cosa fate riguardo a questo, sporchi bastardi?», chiede poi il capo della Wagner rivolgendosi ai vertici militari. «Uscite dagli uffici dove siete stati messi per difendere questo Paese. Siete il ministero della Difesa e non avete fatto niente. Perché lasciate che questi droni arrivano a Mosca?».

Ore 11:44 - Peskov: «I droni su Mosca sono una rappresaglia di Kiev. Nessuna minaccia imminente alla popolazione»

Non c'è minaccia imminente per la popolazione di Mosca. Lo ha riferito il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, alla luce dell'attacco di due droni alla capitale russa che ha provocato lievi danni a due edifici residenziali ma nessun ferito. Lo riporta Ria Novosti.

Aggiungendo che gli attacchi su Mosca sono una risposta ucraina a un attacco russo su Kiev in cui domenica è stato colpito un «centro decisionale». Peskov ha poi precisato che il presidente Vladimir Putin viene tenuto informato «in tempo reale» sui fatti.

Ore 12:18 - Il Sudafrica concederà l'immunità diplomatica a Putin

Il Sudafrica concederà a Putin l'immunità diplomatica per consentirgli di partecipare al vertice dei Paesi Brics (Russia, Brasile, India, Cina e Sud Africa) in programma a fine agosto nel paese africano nonostante il mandato di arresto emesso a marzo dalla Corte penale internazionale nei confronti del presidente russo. Il ministro sudafricano per le relazioni e la cooperazione internazionale, Naledi Pandor, riporta l'agenzia polacca Onet, ha annunciato che l'immunità sarà concessa a tutti i funzionari internazionali coinvolti in eventi legati al vertice Brics in Sudafrica.

Ore 12:39 - Ue: «non sappiamo nulla sull'origine dei droni su Mosca»

«Abbiamo presto nota delle notizie di attacchi con droni su Mosca ma non sappiamo nulla sulle origini: chiediamo a Mosca di non usare questi incidenti come scusa per aumentare ulteriormente la pressione violenta sull'Ucraina». Lo ha detto un portavoce della Commissione Europea nel corso del briefing quotidiano.

Ore 13:14 - Kiev: «Senza munizioni Ue i missili russi devasterebbero il Paese»

«La Russia manda dozzine di missili su civli innocenti ogni giorno. Noi riusciamo a intercettarne circa il 90% solo grazie all'assistenza grazie militare e alle munizioni degli alleati. Vi immaginate cosa succederebbe senza tale assistenza? sarebbe una devastazione immensa». Lo ha detto il capo della missione ucraina presso l'Ue Vsevolod Chentsov a margine dell'evento sui crimini russi in Ucraina organizzato dalla vicepresidente dell'Eurocamera ed eurodeputata del Pd, Pina Picierno. «Per liberare il nostro territorio abbiamo bisogno di supportare le nostre truppe dal cielo e abbiamo bisogno di un'aviazione forte. Per questo abbiamo chiesto gli F-16 per difendere l'Ucraina e cacciare i russi dal nostro territorio», ha aggiunto Chentsov.

Ore 13:35 - Mosca: «Kiev ha perso 16.000 soldati in un mese»

L'esercito ucraino ha perso 16.000 soldati solo nell'ultimo mese, secondo quanto ha affermato il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu. Shoigu, citato dall'agenzia Tass, ha aggiunto che le forze russe hanno distrutto in questo mese anche 16 aerei ucraini, 400 carri armati e veicoli blindati e abbattuto 29 missili da crociera a lungo raggio Storm Shadow forniti dalla Gran Bretagna a Kiev.

Ore 13:39 - L'Ucraina abbassa da 27 a 25 l'età dei coscritti alla leva

La Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, ha adottato una legge sulla riduzione del limite di età per la registrazione militare dei coscritti da 27 a 25 anni. Il documento nel suo insieme è stato sostenuto da 304 deputati. Lo riporta RBC-Ucraina con riferimento al deputato del popolo Yaroslav Zheleznyak su Telegram.

Ore 14:49 - Lavrov: «”Menzogna” armi occidentali non usate contro Mosca»

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov durante una visita nella capitale del Burundi, Bujumbura ha dichiarato che “è un’altra menzogna” l’affermazione dell’Occidente secondo la quale “le armi fornite (a Kiev) non dovrebbero essere usate contro il territorio della Federazione Russa”. Lo riportano i media russi.

Ore 15:13 - Mosca, lanciati attacchi contro centri decisionali Kiev

L’esercito russo ha lanciato attacchi missilistici in Ucraina «contro i centri decisionali centrali dove si stavano pianificando attacchi terroristici sul territorio russo sotto la direzione di esperti di intelligence occidentali». Lo ha dichiarato il ministero della Difesa russo, come riporta Ria Novosti. «Tutti gli obiettivi sono stati colpiti», ha aggiunto il Ministero di Mosca.

Ore 15:24 - Putin, giorni fa colpita la sede degli 007 militari a Kiev

La Russia ha bombardato due o tre giorni fa il quartier generale dell’intelligence militare ucraina. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin, citato dalla Tass, dopo che il suo portavoce Dmitry Peskov aveva definito gli attacchi con i droni su Mosca di oggi come una rappresaglia ad un bombardamento russo su un «centro decisionale» a Kiev avvenuto domenica.

Ore 15:32 - Scholz parla con Zelensky e condanna gli attacchi russi

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sentito al telefono il presidente ucraino Zelensky. Nel colloquio, di cui rende conto la cancelleria in una nota, il Kanzler ha condannato gli attacchi aerei russi agli obiettivi civili ucraini e ha rinnovato la sua incrollabile solidarietà all’Ucraina, alla luce dell’aggressione russa. Scholz ha ribadito che la Germania porterà avanti il sostegno anche militare a Kiev, in stretto coordinamento con gli alleati europei e internazionali.

Ore 16:15 - Putin: «Non abbiamo iniziato noi la guerra nel 2014

«Non abbiamo iniziato questa guerra nel 2014, è stato il regime di Kiev a scatenare il conflitto nel Donbass»: lo ha affermato il presidente russo, Vladimir Putin. Riferendosi all’attacco con i droni contro alcuni edifici di Mosca, Putin ha inoltre sottolineato come la Russia «non usi i metodi dei banditi ucraini, come confermano gli attacchi avvenuti a Mosca».

Ore 16:20 - Ministro Kiev, basta restrizioni ai nostri prodotti agricoli

Non è «una buona idea continuare con le restrizioni e i divieti sui prodotti agricoli provenienti dall’Ucraina, già abbiamo avuto difficoltà in occasione delle misure precedenti», che sono arrivate «in un momento delicato anche per l’accordo del Mar Nero» per l’esportazione via mare delle derrate agricole ucraine. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura di Kiev, Mykola Solsky,i intervenendo a margine della sua partecipazione al Consiglio Ue. L’Ungheria resta l’unico dei cinque Paesi ad avere annunciato restrizioni alle importazioni di Kiev ad applicarle ancora. «Noi rispettiamo tutte le decisioni di Bruxelles che migliorano l’attuale situazione, anche per gli agricoltori di questi Paesi - ha detto Solskyi - e stiamo provando a fare di tutto per impedire un’estensione delle misure restrittive».

Ore 17:27 - I droni ucraini lanciati su Mosca rappresentano un salto di qualità prima della controffensiva

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Uno dei conflitti moderni più sanguinosi è stato quello tra Iran e Iraq negli anni ’80. Assalti a trincee, ruolo dell’artiglieria, uso di armi chimiche, coinvolgimento di aree civili. Lo scenario si ripete in Ucraina, con la battaglia delle città.

 La salva di droni ucraini lanciati in direzione di Mosca rappresenta un salto di qualità, storia ben diversa dalle esplosioni sulla cupola del Cremlino in quanto questa appare come una vera operazione bellica. Studiata, provata con una serie di movimenti minori.

Ore 17:51 - Crosetto ha presentato al Copasir decreto armi Ucraina

Il ministro della Difesa Guido Crosetto, a quanto si apprende, ha presentato oggi al Copasir il nuovo decreto per l’invio di armi all’Ucraina. Si tratta del settimo provvedimento, il secondo del governo Meloni. I contenuti sono secretati come nelle altre occasioni.

Ore 17:58 - Oms: «Mille attacchi al sistema sanitario ucraino da inizio guerra»

Dall’inizio dell’invasione russa ci sono stati più di 1.000 attacchi al sistema sanitario ucraino, più che in qualsiasi altra emergenza umanitaria. Lo riporta l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Si è trattato di 1.004 attacchi a operatori sanitari, strutture, forniture e mezzi di trasporto (tra cui ambulanze) che avrebbero causato la morte di almeno 101 persone e molti feriti. «Gli attacchi all’assistenza sanitaria sono una violazione del diritto umanitario internazionale - ha dichiarato il rappresentante dell’Oms in Ucraina Jarno Habicht -. Privano le persone delle cure di cui hanno bisogno e hanno conseguenze ad ampio raggio e a lungo termine». La scorsa settimana l’Oms ha chiesto a Mosca di smettere di colpire gli ospedali in Ucraina. A causa dei danni strutturali, in alcune regioni del Paese i servizi sanitari sono solo parzialmente operativi. L’organizzazione ha osservato che, nonostante l’assistenza sanitaria di base sia rimasta ampiamente disponibile nelle aree colpite dalla guerra, i costi sono aumentati e quasi un terzo della popolazione ha difficoltà a pagare alcuni servizi sanitari.

Ore 18:00 - «Attacco ucraino sugli evacuati a Belgorod, morti e feriti»

L’Ucraina ha bombardato le abitazioni temporanee utilizzate dai residenti evacuati della regione russa di Belgorod, uccidendo e ferendo alcuni di loro. Lo denuncia il governatore regionale Vyacheslav Gladkov, citato dalla Tass. «Le forze armate ucraine hanno bombardato alloggi temporanei con le persone che erano state trasferite dai comuni rurali del distretto di Shebekino. Alcune persone sono state uccise e ferite. Ho cancellato la mia trasmissione in diretta e mi sto recando sul posto. Seguiranno i dettagli», ha detto in un video pubblicato sul suo canale Telegram.

Ore 18:23 - Russia: «Convocato l’ambasciatore finlandese, Mosca chiude ufficio ambasciata»

Il ministero degli Esteri russo ha convocato l’ambasciatore finlandese a Mosca, Antti Helantera, per informarlo della chiusura dell’ufficio dell’ambasciata russa nella citta’ finlandese di Lappeenranta dal primo luglio e degli uffici di Murmansk e Petrozavodsk del consolato generale di Finlandia a San Pietroburgo. Lo ha reso noto l’ufficio stampa del ministero degli Esteri russo in un comunicato. La Russia ha preso la sua decisione a causa del «corso conflittuale perseguito dalla Finlandia nei confronti del Paese, che ha causato gravi danni all’intero complesso delle relazioni bilaterali», ha spiegato il ministero.

Ore 18:39 - Cpi: «Sudafrica? I Paesi che ospitano i vertici cooperino»

«I Paesi che ospitano i vertici internazionali hanno l’obbligo legale di cooperare con la Corte penale internazionale nel quadro dello statuto di Roma». A dirlo un portavoce della Cpi dopo la decisione del Sudafrica di concedere a Vladimir Putin l’immunità diplomatica per consentirgli di partecipare al vertice dei Brics (Russia, Brasile, India, Cina e Sudafrica) in programma a fine agosto nonostante il mandato d’arresto spiccato a marzo da L’Aja nei confronti del presidente russo.

Ore 18:56 - Zelensky: «La più grande azienda di difesa britannica aprirà una sede in Ucraina»

La più grande azienda di sistemi di difesa britannica, la Bae Systems aprirà un ufficio in Ucraina. Lo ha affermato su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riferendo di aver tenuto oggi un incontro virtuale con i rappresentanti dell’azienda, tra cui il l’amministratore delegato Charles Woodburn e il direttore per la cooperazione con l’Ucraina Christian Seear. Il gruppo, ha spiegato Zelensky, «ha discusso la localizzazione della produzione in Ucraina» e «ha accettato di iniziare a lavorare per aprire una sede della Bae Systems» nel Paese. «Siamo pronti a diventare un importante hub regionale per la riparazione e la produzione di vari tipi di prodotti della Bae Systems», ha affermato. Il produttore di armi ha registrato un anno record per i nuovi ordini nel 2022, quando i governi occidentali hanno aumentato le spese per la difesa in risposta all’invasione russa dell’Ucraina.

Ore 20:04 - Potenti esplosioni a Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia

Sono state segnalate esplosioni a Melitopol, nel sud dell’Ucraina, secondo quanto riportato dall’amministrazione filorussa. Vladimir Rogov, membro del consiglio dell’amministrazione civile-militare della regione di Zaporizhzhia, ha scritto sul suo canale Telegram: «Una serie di esplosioni si è verificata in città, una delle quali è stata molto potente». Ha spiegato inoltre che, secondo le informazioni preliminari, le esplosioni sono state causate da un tentativo dei combattenti delle forze armate ucraine di lanciare un attacco missilistico sulla città, e che la contraerea russa è intervenuta in risposta. Il sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov, ha confermato le esplosioni nonostante non fosse in città al momento.

Ore 21:26 - Governatore di Belgorod: «Un morto e due feriti gravi nel raid ucraino sul centro di accoglienza»

Una guardia della sicurezza sarebbe morta e altre persone sarebbero rimaste ferite, di cui due in modo grave, in seguito al raid aereo condotto dalle forze di Kiev contro un centro di accoglienza temporanea nel distretto di Shebekinsky, nella regione russa di Belgorod al confine con l’Ucraina. Lo ha detto il governatore della regione russa, Vyacheslav Gladkov.

Ore 21:29 - Rafel Grossi (Aiea) presenta all’Onu un piano in cinque punti per la centrale nucleare di Zaporizhzhia

«Nessun attacco da o contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina, non usare l’impianto come deposito o base per armi pesanti o personale militare, non mettere a rischio l’alimentazione esterna dell’impianto, proteggere da attacchi o atti di sabotaggio tutte le strutture, i sistemi e i componenti essenziali per il funzionamento sicuro e protetto, non intraprendere azioni che compromettano questi principi». È il piano in cinque punti che il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Mariano Grossi, ha presentato al Consiglio di Sicurezza Onu per prevenire incidenti nucleari.

Grossi ha poi sottolineato che «dobbiamo impedire un pericoloso rilascio di materiale radioattivo e a tal fine, tenendo conto dei 7 pilastri indispensabili per la sicurezza nucleare, ho lavorato intensamente e in consultazione con la leadership dell’Ucraina e della Russia».

«Come risultato di queste intense consultazioni, ho identificato i cinque principi concreti per aiutare a garantire la sicurezza e la protezione nucleare presso la centrale di Zaporizhzhia al fine di prevenire un incidente nucleare e garantire l’integrità dell’impianto», ha detto ancora al Consiglio.

«La situazione della sicurezza nucleare e della protezione presso la centrale di Zaporizhzhia in Ucraina continua ad essere estremamente fragile e pericolosa». Lo ha affermato Grossi. «Le attività militari continuano nella regione e potrebbero aumentare molto considerevolmente nel prossimo futuro», ha continuato: «Siamo fortunati che non si sia ancora verificato un incidente nucleare, dobbiamo tutti fare tutto ciò che è in nostro potere per ridurre al minimo le possibilità che ciò accada».

Per il direttore dell’Aiea i cinque principi enunciati sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia sono «impegni essenziali per evitare il pericolo di un incidente catastrofico». «L’Aiea intende iniziare a monitorare questi principi attraverso la sua missione in loco - ha aggiunto -. Chiedo solennemente a entrambe le parti di osservare questi cinque principi, che non vanno a scapito di nessuno e a vantaggio di tutti. Evitare un incidente nucleare è possibile».

Ore 21:47 - Esplosioni a Melitopol, il sindaco in esilio: «Colpita una base militare russa»

«Violente esplosioni a Melitopol occupata dai russi. Una colonna di fumo si leva da una ex fabbrica trasformata in base militare». Lo sostiene il sindaco in esilio della città ucraina, Ivan Fedorov, che al momento non si trova a Melitopol.

Ore 22:00 - Onu, ambasciatore russo: «La sicurezza di Zaporizhzhia è una nostra priorità»

Assicurare la sicurezza nucleare «è sempre stata e rimane una priorità per il nostro paese». Lo ha detto l’ambasciatore di Mosca all’Onu, Vassily Nebenzia, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza sulla centrale di Zaporizhzhia in Ucraina.

«Mosca sin dall’inizio ha fatto ogni sforzo possibile per prevenire minacce alla sicurezza dell’impianto create dal regime di Zelensky e i suoi alleati occidentali», ha continuato, sottolineando che «condividiamo le preoccupazioni del direttore dell’Aiea Grossi sulle minacce alla sicurezza della centrale». «I bombardamenti dell’Ucraina sono inaccettabili e la proposta di Grossi di assicurare la sicurezza della centrale è in linea con le misure che abbiamo attuato da lungo tempo», ha affermato Nebenzia, ribadendo che «nelle condizioni attuali la Russia intende adottare tutte le misure per rafforzare la sicurezza dell’impianto».

Ore 22:03 - Consiglio di sicurezza Onu, gli Usa: «Sta a Mosca evitare una catastrofe nucleare a Zaporizhzhia»

«La centrale nucleare di Zaporizhzhia appartiene all’Ucraina e i suoi dati devono andare in Ucraina, non in Russia». Lo ha detto l’ambasciatrice americana all’Onu Linda Thomas-Greenfield alla riunione del Consiglio di Sicurezza. «Notizie recenti indicano che Mosca ha disconnesso i sensori vitali di monitoraggio delle radiazioni, il che significa che i dati vengono ora inviati al regolatore nucleare russo - ha aggiunto - Questa è una chiara escalation degli sforzi di Mosca per minare la sovranità ucraina sull’impianto».

«Le azioni sconsiderate della Russia sono in netto contrasto con il comportamento responsabile dell’Ucraina e sono un attacco alla sicurezza della regione e del mondo», ha continuato Thomas-Greenfield, ribadendo che bisogna restare uniti e chiedere a Putin di porre fine a questa follia. «È interamente sotto il controllo di Mosca evitare una catastrofe nucleare e porre fine alla sua guerra di aggressione contro l’Ucraina», ha concluso.

Ore 22:07 - Sì dell’Ue a sanzioni per sette persone di nazionalità russa e moldava

Via libera del Consiglio Ue alle sanzioni misure nei confronti di 7 persone nell’ambito di due quadri sanzionatori distinti: un regime di recente istituzione rivolto alle persone responsabili di azioni volte a destabilizzare, minare o minacciare la sovranità e l’indipendenza della Repubblica di Moldova, e il regime relativo alle azioni che minano o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina.

Il pacchetto intende affrontare da un lato la delicata situazione interna della Moldavia e i tentativi di destabilizzazione del Paese, dall’altro il coinvolgimento di alcuni cittadini moldavi negli sforzi per minare l’integrità territoriale dell’Ucraina sostenendo la guerra di aggressione della Russia.

Le persone sanzionate sono politici e uomini d’affari di nazionalità moldava o russa che si sono impegnati in attività destabilizzanti. Alcuni di loro sono legati al caso della «frode bancaria», che ha provocato ingenti perdite per il bilancio moldavo. Altri sono legati agli sforzi orchestrati dal Cremlino per destabilizzare la Moldavia attraverso, ad esempio, la pianificazione di manifestazioni violente, la cattiva condotta finanziaria, l’esportazione non autorizzata di capitali e il sostegno ai progetti del Servizio di sicurezza federale russo.

Inoltre, due individui sanzionati legati all’Ucraina riguardano persone che hanno fornito sostegno alle forze militari russe e hanno collaborato con le autorità di occupazione russe. Per tutti l’Ue provvederà all’inserimento nella lista nera europea, con il divieto di ingresso e transito nell’Unione e il congelamento dei beni detenuti nei 27 Paesi membri.

Ore 22:10 - Media Brasile: domani colloquio tra Lula e il Papa sull’Ucraina

Gli sforzi diplomatici per avviare un processo di pace tra Russia ed Ucraina saranno al centro di un colloquio previsto per domani tra il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, e papa Francesco. La notizia è stata data oggi dal portale brasiliano Metropoles mentre una fonte del governo ha dichiarato all’Ansa di considerare «probabile» la chiamata.

Lula difende la creazione di un «club» di Paesi che faciliti il dialogo tra Kiev e Mosca e venerdì scorso si è sentito con il leader russo, Vladimir Putin, con il quale ha parlato della sua proposta di pace. D’altra parte il presidente brasiliano non appare godere ancora della piena fiducia del leader ucraino Volodymyr Zelensky, con il quale non si è potuto riunire durante il recente vertice del G7 a Hiroshima, in Giappone.

 Ore 22:40 - Wall Street Journal: «Kiev e alleati pianificano summit a luglio (senza la Russia) su formula di pace»

L’Ucraina e i suoi alleati stanno pianificando un vertice dei leader globali senza la Russia per luglio, con l’obiettivo di rafforzare il sostegno alla «formula di pace» avanzata da Kiev per mettere fine alla guerra. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti. In un’esclusiva dal titolo «L’Ucraina e agli alleati pianificano un summit di pace senza la Russia», il quotidiano spiega anche che i funzionari europei stanno lavorando con Kiev per ridisegnare il piano di pace in 10 punti dell’Ucraina in modo che risulti più accettabile ad altre potenze globali come India, Brasile, Arabia Saudita e Cina.

La pianificazione di un vertice riscuote un forte sostegno dai leader europei incluso il presidente francese Emmanuel Macron, riporta il Wsj, secondo il quale il summit potrebbe avere luogo in luglio prima del vertice della Nato a Vilnius. Macron avrebbe offerto Parigi per ospitare l’incontro, e anche la Danimarca e la Svezia avrebbero dato la loro disponibilità. Nessuna lista dei presenti è stata stilata e la speranza è che partecipino il principe alla corona saudita Mohammed bin Salman e il premier indiano Narendra Modi.

La tempistica del summit, mette in evidenza il giornale statunitense, invierebbe un segnale al resto del mondo sul fatto che mentre l’Europa e gli Stati Uniti forniscono armi all’Ucraina allo stesso tempo cercano soluzioni diplomatiche al conflitto. L’Ucraina ha bisogno di un piano unitario del mondo civilizzato responsabile che vuole vivere in pace, ha detto Andriy Yermak, il capo dello staff del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Yermak ha ribadito che negoziati diretti con la Russia non sono possibili fino a quando le truppe restano nel Paese. L’Ucraina, ha sottolineato, non comprometterà la sua responsabilità territoriale.

Ore 23:05 - Riunione del Consiglio di Sicurezza Onu, Kiev: «Mosca usa la centrale di Zaporizhzhia per scopi militari»

«La centrale di Zaporizhzhia è occupata temporaneamente e illegalmente dalla Russia e le azioni di Mosca hanno portato alla violazione fisica dell’impianto». Lo ha affermato l’ambasciatore ucraino all’Onu, Sergiy Kyslytsya, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza, sottolineando che «Mosca continua a usare la centrale per scopi militari».

«La Russia ha violato tutti i principi chiave sulla sicurezza nucleare», ha affermato ancora, ribadendo che l’Ucraina non condurrà mai azioni che possano portare a un incidente nella centrale e che l’occupazione dell’impianto deve terminare.

Ore 23:08 - Grossi (Aiea): «Oggi al Consiglio Onu passo nella giusta direzione su Zaporizhzhia»

«Siamo incoraggiati dalle espressioni di sostegno al nostro lavoro, compreso ai cinque principi proposti oggi». Lo ha detto il direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica Rafael Grossi al termine della riunione del Consiglio di Sicurezza Onu sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina.

«Oggi è un giorno positivo per la sicurezza della centrale, abbiamo fatto un passo nella giusta direzione», ha sottolineato, pur ripetendo che bisogna pesare le parole ed essere cauti. Grossi ha poi ribadito che «il nostro lavoro continua per essere presenti a Zaporizhzhia e rafforzeremo la nostra missione».

Ore 00:44 - Dagli Usa nuovo pacchetto di aiuti per 300 milioni di dollari

Un nuovo pacchetto di aiuti da 300 milioni di dollari per l’Ucraina, comprendente anche nuove munizioni per i droni, verrà annunciato questa settimana. Lo riferiscono fonti militari Usa. L’anticipazione giunge dopo i nuovi attacchi lanciati con dei droni sulla capitale russa, dei quali Kiev nega la responsabilità. La Casa Bianca, anche oggi, ha ribadito la sua contrarietà ad attacchi compiuti sul suolo russo, pur non commentando la possibilità che i recenti raid siano stati compiuti utilizzando mezzi forniti dagli Stati Uniti.

Tutti i segreti di Putin: come fa a finanziare la guerra. Andrea Muratore su Inside Overo il 30 Maggio 2023 

La Russia continua a finanziare la sua guerra all’Ucraina e a mantenere un livello accettabile di ricambio di risorse nonostante sanzioni dure e che sull’economia reale non hanno certamente evitato a Mosca di fare marcia indietro. Anzi, come abbiamo sottolineato, la spesa militare massiccia ha permesso alla Russia di continuare a tamponare con un ampliamento della domanda interna a fini bellici la crisi della produzione.

Mosca sostiene il suo apparato bellico in un modo plurimo di modi. Ottiene risorse bypassando le sanzioni, si finanzia con le vendite di energia e materie prime, soprattutto, ha applicato una profonda ristrutturazione produttiva sostituendo la costruzione di beni di consumo e macchinari con una sistematica trasformazione verso la produzione funzionale alla guerra.

I “buchi” nelle sanzioni che la Russia sfrutta

Sul primo fronte, la Pravda ucraina ha dedicato un ampio servizio a cercare di capire come, tra profittatori di guerra, commerci illegali e triangolazioni, Mosca abbia doppiato con destrezza sanzioni e bandi occidentali. Nei fondi stanziati dalla Russia per la guerra, nel 2023 un terzo dei 362 miliardi del bilancio federale, sono incluse anche le spese per comprare prodotti sanzionati dall’Occidente da Paesi come Turchia e Armenia. 

“Per fare la guerra, i russi hanno bisogno di accedere all’elettronica occidentale. Senza di essa, è impossibile produrre moderni missili, aerei, droni, radar e carri armati russi”, nota la Pravda. “Nel 2022, i Paesi occidentali non sono riusciti a tagliare l’accesso della Russia ai loro componenti tecnologici. Ci sono ancora modi per aggirare l’embargo, che sono sufficienti per produrre alcune attrezzature” o procurarsene indirettamente. Sono noti i componenti elettronici ottenuti da frigoriferi e altri elettrodomestici entrati da Turchia e Armenia e poi smontati o i microchip che includono tecnologia occidentale triangolati con la Cina. Del resto, “le esportazioni di semiconduttori in Russia da Turchia, Armenia, Kirghizistan, Kazakistan e Serbia sono aumentate di dieci volte. Nessuno di questi Paesi produce microchip”.

Il bilancio russo

A ciò si aggiunge la ben nota continuità di forniture in materiali come i diamanti, l’oro, l’uranio e il rame ai Paesi occidentali che non hanno potuto imporre sanzioni draconiane per non sconvolgere i mercati mondiali e hanno fornito alla Russia su questo fronte 20 miliardi di dollari, quasi un terzo del bilancio militare stretto di Mosca nel 2022. La Russia poi ha ridotto da 1 miliardo a 620 milioni le entrate quotidiane da risorse fossili ma continua a finanziarsi sfruttando, a ritroso, la triangolarità vendendo quote crescenti di petrolio e gas a Cina, India, Turchia, Emirati Arabi e Singapore che poi arrivano in Occidente come prodotti finiti.

Questo – va ricordato – non contribuisce direttamente a pagare le spese belliche. Ma sicuramente garantisce la stabilità del sistema interno e della tenuta relativa del rublo, dunque evitando che Mosca debba deviare le risorse incluse nel suo bilancio grazie all’esportazione a finanziare la difesa del cambio.

In quest’ottica Mosca unisce keynesismo militare da un lato e austerità monetaria dall’altro, grazie agli sforzi della Banca centrale di Elvira Nabiullina, vivendo in uno stato di economia di guerra permanente.

L’economia di guerra di Mosca

Già prima del conflitto l’apparato di industrie della Difesa di Mosca, imperniate su colossi di Stato come Rostec e comprendente ben 1.300 aziende e 2 milioni di addetti, era uno dei pochi fiori all’occhiello della produzione nazionale. Con lo scoppio del conflitto, è ragionevole sostenere che la modalità con cui più facilmente la Russia ha coordinato lo sforzo bellico per l’invasione dell’Ucraina sia stata la militarizzazione delle filiere industriali. Il calo della produzione e della vendita di beni di consumo e la parallela crescita delle spese militari sembra confermarlo.

La mobilitazione si vede nella cooptazione delle autorità regionali da parte del governo di Vladimir Putin che potrebbe, secondo le stime più probabili, aver dilatato fino a 90 miliardi di dollari la spesa russa in equipaggiamento diretto all’esercito, e dunque oltre i 200 miliardi la spesa legata al conflitto comprensiva di finanziamento delle importazioni, pagamento delle pensioni, sostegno sanitario ai feriti di guerra.

Secondo Internationale Politik Quarterly “il Cremlino ha obbligato le autorità regionali e locali a utilizzare le loro risorse per equipaggiare i soldati con beni militari di base nella leva. La posizione di bilancio della Russia è passata da un surplus dell’1% a un deficit del 2%, nonostante le entrate record di petrolio e gas nel 2022” e questo è legato proprio al calo delle partite correnti degli enti locali.

Si crea dunque un contesto in cui la fornitura ottenuta bypassando le sanzioni di beni tecnologici spinge la difesa dell’industria nazionale, le vendite di gas e petrolio tutelano il rublo e la nuova strategia industriale consente alla Russia di mantenere attiva una produzione bellica che consente a Mosca, vista l’assoluta mancanza di veri e propri gap di rifornimenti, di mantenere viva una logistica continua fino al fronte contrapponendosi alle massicce consegne di armi occidentali all’Ucraina. Tutto questo in un contesto in cui l’economia reale è ammaccata, il potere d’acquisto del rublo fuori dal Paese agganciato allo yuan cinese e l’industria tradizionale stagnante.

La Russia ha inoltre scelto, come ha ricordato Foreign Policy, di destinare all’uso in guerra una quota significativa delle armi destinate all’export, diminuite del 70% dal 2019 a oggi. La battaglia con l’Ucraina e con l’Occidente è contro il tempo: Mosca vuole che il suo triplice schema superi in tenuta temporale quello della Nato per rifornire l’Ucraina e sostenere un tasso alto di consegne. L’Occidente e Kiev sostengono invece che la Russia non può restare sempre così mobilitata. Anche sulla sostenibilità di tali strategia si gioca il futuro, politico e militare, del conflitto ucraino. ANDREA MURATORE

Ucraina. Droni su Mosca: la nuova escalation dettata dalla frustrazione. Piccole Note (filo-Putin) il 30 Maggio 2023 su Il Giornale.

Altra svolta nella guerra ucraina: ieri otto droni hanno attaccato Mosca. Era già accaduto che Kiev inviasse un drone sulla capitale russa, ma allora, era il 3 maggio, aveva un obiettivo specifico, cioè il Cremlino. Stavolta, invece, l’attacco era diretto contro edifici residenziali, un bombardamento indiscriminato.

I droni su Mosca

Pochi, stavolta, i droni attaccanti, ma a stare alle dinamiche di questa guerra, caratterizzata da escalation graduali, potrebbe essere solo l’inizio di una nuova fase del conflitto, nella quale Kiev prenderà di mira le città russe.

Di per sé si tratterebbe di legittima difesa: essendo bombardate le sue città, Kiev ha diritto di fare altrettanto con le città russe. Sul punto, però, appare ineludibile quanto scrive Anatol Lieven su Responsible Statecraft a proposito degli attacchi in territorio russo: “Dato il ruolo fondamentale degli Stati Uniti nell’armare e sostenere l’Ucraina, l’amministrazione statunitense ha anche il diritto di dire la sua su come vengono utilizzati gli aiuti. Anzi, non ha solo tale diritto, ha anche il dovere nei confronti del popolo americano di esercitare questa influenza”.

Tale diritto-dovere di influenza, spiega Lieven, pone dei limiti alle iniziative ucraine, esplicitamente segnalati dalla Casa Bianca: non devono dar vita a uno scontro Russia-Nato. Bombardare le città russe va esattamente in questa direzione, dal momento che rischia una reazione di Mosca a più ampio raggio (si pensi se fosse accaduto negli Stati Uniti).

Lo stesso diritto-dovere dovrebbe essere proprio anche degli altri Paesi che sostengono l’Ucraina, ma la totale subordinazione all’autoritarismo di Washington non offre spazi in tal senso.

Date le considerazioni di Lieven, appare inquietante che l’amministrazione Usa non abbia sconsigliato le azioni di Kiev, ma abbia addirittura raddoppiato. Ieri, infatti, interpellato sulla possibilità di inviare a Kiev i missili a lungo raggio ATACMS, il presidente Biden, che finora si è opposto a tale fornitura, ha dichiarato che la questione “è ancora in gioco“.

Tenendo ancora una volta presenti le dinamiche di questa guerra, quando l’amministrazione Usa inizia a ventilare l’ipotesi di consegnare a Kiev un più avanzato tipo di arma, prima o poi l’ipotesi si concretizza (è accaduto per i carri armati, per i Patriot, per gli F-16).

Gli ATACMS non hanno una gittata tale da arrivare a Mosca, ma si tratta di un’ulteriore escalation, che ne prelude altre.

Sempre tenendo presenti le dinamiche della guerra, in genere, quando Kiev si esibisce in operazioni che irritano particolarmente Mosca, l’amministrazione Usa si premura di far pubblicare sui media, in forma anonima, note che segnalano la propria contrarietà all’azione.

Una presa di distanza che però non incide affatto sul conflitto, come denotano le ripetute escalation, il che denota quanto sia spuntata, se non falsa, la contrarietà in questione. Da vedere se usciranno indiscrezioni similari anche per il bombardamento della capitale russa.

Al di là, resta appunto la nuova escalation, che avvicina sempre più la guerra verso uno scontro diretto Est-Ovest. Non per nulla il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov alcuni giorni fa ha dichiarato che l’America sta “giocando col fuoco“.

Perché L’escalation

Resta da capire la ragione di questa escalation ad alto rischio. Tre i motivi. Anzitutto si tratta di silenziare la notizia della caduta di Bakhmut offrendo in pasto ai media notizie altre e che segnalino che è ancora Kiev ad avere l’iniziativa, così che la disfatta di cui sopra possa essere derubricata a incidente di percorso.

Inoltre, si tratta di coprire il vuoto prodotto dal continuo rinvio della controffensiva ucraina. Un rinvio che inizia a porre domande, che il diuturno susseguirsi di rassicurazioni da parte ucraina, che tutto è pronto e sta per iniziare, non fa che moltiplicare.

Evidentemente c’è un problema. Nonostante tutti i preparativi, gli ucraini, presumibilmente gli alti gradi militari, non si sentono affatto sicuri. Temono di mandare allo sbaraglio il loro esercito, cosa che potrebbe peraltro aprire la strada a più incisive iniziative russe.

La visita del falco Lindsey Graham a Kiev sembra che abbia avuto come scopo proprio quello di vincere tali resistenze. Peraltro, anche il video girato sul web del suo incontro con Zelensky appare istruttivo sul tema.

Nel filmato, il senatore repubblicano afferma: “La morte dei russi è il miglior denaro che abbiamo mai speso”. Frasi raccapriccianti per le quali la Russia ha emesso un mandato di cattura contro il guerrafondaio (qui un video nel quale Graham, insieme all’altro falco repubblicano, oramai defunto, John McCain, offre il sostegno dell’America agli ucraini per la loro guerra contro la Russia…era il 2016, ma era già tutto pronto, come disse Graham: ” il 2017 sarà l’anno dell’attacco”, vedi fotogramma in apertura).

Quella di Graham non è solo un’epifania del cinismo che alberga nei circoli neocon, ma è anche il punto della questione. La controffensiva ucraina, anche se non raggiungesse gli scopi prefissati, avrà comunque l’esito di uccidere altri russi, nella speranza di fiaccare le forze di Mosca e indebolire il morale del suo popolo. Da cui la vanità delle resistenze di Kiev e l’ineluttabilità della controffensiva.

Ultimo motivo dell’attuale escalation, la frustrazione di Kiev e dei suoi sponsor per gli sviluppi della situazione. Avevano appena incassato una grande vittoria, stavano festeggiando l’arrivo degli agognati F-16, che i russi hanno iniziato a bombardare con più determinazione gli aeroporti ucraini (nell’ultimo mese si erano concentrati sui depositi di munizioni e sulla logistica, per spuntare le ali alla controffensiva).

Colpire gli aeroporti non ha solo una valenza nel breve, cioè quella di precludere alla controffensiva la residua copertura aerea, ma serve anche a riportare gli antagonisti alla dura realtà.

Gli F-16 avranno bisogno di aeroporti da cui decollare e i russi hanno fatto capire che, quando arriveranno, prenderanno di mira tali aeroporti con una certa efficacia, relativizzando ancor più l’impatto delle nuove armi magiche sul conflitto (peraltro, la mossa russa era di facile intuizione, ne avevamo scritto in tempi non sospetti).

Tale la situazione, la macelleria continua.

Maggio di bombe e resistenza. Il cuore ucraino saprà ricostruire tutto, ma non potrà perdonare chi il cuore non ce l’ha. Yaryna Grusha su L'Inkiesta il 31 Maggio 2023

Nell’ultimo mese, la Russia ha lanciato diciassette attacchi notturni su Kyjiv, una città trasformata da case infiammate e buchi nell’asfalto. I cittadini della capitale si rifugiano nella metro, nei passaggi sotterranei e negli scantinati: le terrazze all’aperto dovranno aspettare ancora

Il mese migliore per visitare la capitale ucraina Kyjiv è maggio, il mese in cui la maestosa città festeggia il suo compleanno, quest’anno sono 1541 anni, il mese che sottolinea al meglio le curve delle sue salite che salgono dal basso verso l’alto, dal lungofiume del Dnipro verso la zona dei quartieri generali di Pechersk, il mese in cui Kyjiv sprofonda nei fiori degli ippocastani, il simbolo della città, il mese dei cittadini che si mettono in fila per visitare il festival del cinema o del libro.

A Kyjiv a maggio non fa più freddo, ma non fa ancora troppo caldo, i cittadini denudano le parti bianche dei loro corpi, sporgendoli timidamente al sole dolce e gentile. Il mese delle terrazze estive, delle chiacchiere davanti a un “capuorange”, un mix di caffè e di spremuta di arancia (la cultura di caffè nella capitale ucraina potrà sorprendere molti). Il mese delle primizie che vendono le signore nei mercati spontanei agli ingressi della metropolitana. Gli ingressi che nel maggio 2023 fungono da rifugi antiaerei. Le pance della metro, i passaggi sotterranei, gli scantinati sono le terrazze estive dei kyjiviani in questi giorni.

Dall’inizio del mese, la Russia ha lanciato diciassette attacchi notturni sulla capitale ucraina, solo il 29 maggio ce ne sono stati due a distanza di sei ore, di notte e di mattina, mentre i bambini andavano a scuola trovandosi per strada a correre verso il primo bunker disponibile.

Questi bambini ricorderanno la loro ormai seconda primavera così, vista da un bunker con le sirene che straziano il cielo. Ci sono soli quindici minuti prima che l’antiaerea cominci a sparare per intercettare la morte lanciata dai russi.

Il 29 maggio la distanza tra lo scatto della sirena e la reazione dell’antiaerea è stato di soli sei minuti, cogliendo di soppiatto i cittadini in fuga. Là sotto non c’è il sole gentile di maggio, non c’è un barista che ti disegna il cuoricino sulla schiuma del cappuccino, tutti sono chinati sugli schermi dei cellulari per seguire le notizie fuori, da dove arriva il rimbombo e il fischio dei cruiser e il ronzio non dei maggiolini attorno agli ippocastani, ma dei droni militari iraniani.

I detriti cadono, le case si infiammano, due bambini si chiedono «ma come siamo sopravvissuti stanotte lì», guardando la facciata di loro casa ferita e solcata.

Come sono sopravvissuti? Dove trovano le forze loro e i loro genitori per non dormire la diciassettesima notte, alcune notti anche consecutive, e il giorno dopo rimanere comunque cordiali uno verso l’altro, nella tragedia comune.

Le bombe russe possono infiammare le case, fare buchi nell’asfalto e nei campi appena seminati, possono portare via la vita se nessuno interviene a proteggerla Con l’antiaerea della solidarietà mondiale, però, non potranno mai togliere il cuore agli ucraini, il cuore grande che potrà contenere mille carrozzine con i bambini, tutte le scolaresche che vanno la mattina a scuola, i vecchi signori che donano gli ultimi soldi della pensione all’esercito, i giovani senza una gioventù nelle terrazze estive della loro città, ma nei bunker chini sul cellulare alla ricerca delle macchine o dei medicinali da mandare al fronte.

Il cuore ucraino saprà ricostruire tutti i palazzi feriti intorno, tutte le strade e tutti i ponti, saprà sotterrare le trincee e saprà mettere le protesi a tutte le parti mancanti dei corpi dei suoi difensori, ma non saprà mai perdonare chi il cuore non ce l’ha.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 31 maggio.

Mosca: «Distrutta l'ultima nave ucraina a Odessa». Droni contro una raffineria russa a Krasnodar. Andrea Nicastro, inviato, Giuseppe Scuotri e Redazione Online Il Corriere della Sera il 31 maggio 2023

Le notizie sulla guerra di mercoledì 31 maggio. Von der Leyen: «Chi può fornisca all'Ucraina sistemi a lungo raggio». Zakharova: «Vile posizione dell'Occidente sugli attacchi a Mosca».

• Presentato all’Onu il piano per la centrale di Zaporizhzhia. Mosca: «Sicurezza nostra priorità». Usa: «Sta alla Russia evitare catastrofi».

• Mosca: «Attacco ucraino su campo di rifugiati nella regione di Belgorod: un morto e due feriti gravi».

• Wall Street Journal: «Kiev e alleati pianificano summit a luglio (senza la Russia) su formula di pace».

• I droni ucraini lanciati su Mosca rappresentano un salto di qualità prima della controffensiva.

Ore 05:32 - Grossi (Aiea): «Al Consiglio Onu passo nella giusta direzione su Zaporizhzhia»

«Siamo incoraggiati dalle espressioni di sostegno al nostro lavoro, compreso ai cinque principi proposti oggi». Lo ha detto il direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica Rafael Grossi al termine della riunione del Consiglio di Sicurezza Onu sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina.

«Oggi è un giorno positivo per la sicurezza della centrale, abbiamo fatto un passo nella giusta direzione», ha sottolineato, pur ripetendo che bisogna pesare le parole ed essere cauti. Grossi ha poi ribadito che «il nostro lavoro continua per essere presenti a Zaporizhzhia e rafforzeremo la nostra missione».

Ore 05:36 - Nei 300 milioni di dollari di aiuti Usa anche munizioni per droni

Un nuovo pacchetto di aiuti da 300 milioni di dollari per l’Ucraina, comprendente anche nuove munizioni per i droni, verrà annunciato questa settimana. Lo riferiscono fonti militari Usa. L’anticipazione giunge dopo i nuovi attacchi lanciati con dei droni sulla capitale russa, dei quali Kiev nega la responsabilità. La Casa Bianca, anche oggi, ha ribadito la sua contrarietà ad attacchi compiuti sul suolo russo, pur non commentando la possibilità che i recenti raid siano stati compiuti utilizzando mezzi forniti dagli Stati Uniti.

Ore 06:11 - La Russia accusa Kiev di aver bombardato di nuovo Shebekino

Le autorità di difesa russe hanno accusato le forze armate ucraine di aver nuovamente bombardato la città di Shebekino nella regione di Belgorod, nel sud-ovest della Russia, dove una donna è rimasta ferita. «Gli edifici residenziali sono stati danneggiati. Un certo numero di veicoli ha preso fuoco», afferma una nota del centro di risposta alle crisi della regione diffusa dalla Tass. Il distretto di Shebekino, che confina con l’Ucraina, è stato oggetto di pesanti bombardamenti negli ultimi giorni. Solo lunedì, 155 proiettili sono caduti sul suo territorio, di cui 48 nel centro amministrativo del distretto

Ore 06:28 - Russia, attacco su una raffineria di Krasnodar, non ci sono vittime

Un serbatoio di stoccaggio di petrolio greggio ha preso fuoco in una raffineria di petrolio nella regione di Krasnodar, nella Russia meridionale, presumibilmente a causa di un attacco con droni: lo ha detto il governatore Veniamin Kondratyev sul suo canale Telegram. «Un incendio è scoppiato sul territorio della raffineria di petrolio Afipsky. Un impianto di raffinazione ha preso fuoco. Un attacco di droni è al momento ritenuto la causa più plausibile», ha aggiunto, precisando che «l’incendio è stato contenuto in un’area di 100 metri quadrati e non ci sono state vittime». Il rogo è stato in breve definitivamente spento.

Ore 07:04 - La moglie del dissidente Kara-Murza: «Siamo tornati ai metodi dell’Urss: torture e psichiatria punitiva»

(di Federico Fubini) Vladimir Kara-Murza è, con Alexei Navalny, l’oppositore più importante nelle carceri russe. È sopravvissuto a due avvelenamenti, nel 2015 e nel 2017. È stato arrestato un anno fa. È stato condannato di recente a 25 anni «per alto tradimento». Da allora Evgenia Kara-Murza, sua moglie, dedica dall’esilio tutta la sua energia alla battaglia contro il regime di Vladimir Putin.

 Signora, lei poteva pensare ai figli e starsene tranquilla. Perché mettersi in pericolo proprio ora?

«Non credo che avrei potuto fare altro, anche perché abbiamo tre figli. È loro padre, devo lottare per lui. Tutto quel che è successo è devastante per me come russa, come madre, come moglie. Ma non vedo possibilità di starmene buona e aspettare che le cose succedano da sole. La guerra infuria nel cuore d’Europa, c’è gente in Ucraina che muore, gente in Russia che viene picchiata e sbattuta in carcere per 15 anni solo perché si oppone a questa guerra genocida. Io sono in una situazione molto migliore».

Ore 07:39 - Governatore: «Drone ucraino provoca incendio in raffineria Krasnodar»

Il governatore della regione russa di Krasnodar ha affermato che un drone ucraino è stato la probabile causa di un incendio scoppiato nella raffineria di petrolio Afipsky. L’incendio è stato spento e non ci sono state vittime, ha aggiunto Veniamin Kondratyev. La raffineria Afipsky non è lontana dal porto di Novorossiisk sul Mar Nero, vicino a un’altra raffineria che è stata attaccata più volte questo mese.

Ore 07:52 - I droni «bucano» il cielo di Mosca. Putin: «Vogliono terrorizzarci»

(di Andrea Nicastro) La guerra in Ucraina è pronta ad aumentare ancora il livello di violenza, forse ad espandersi, di certo non accenna a fermarsi. La controffensiva ucraina per la riconquista dei territori occupati, dice il presidente Zelensky, ha già la data d’inizio fissata. Mosca bersaglia senza sosta le città lontane dal fronte. E qualcuno, sembra ovvio pensare agli ucraini, colpisce sempre più spesso il territorio russo fino alla capitale.

 Era successo all’inizio del mese con un drone esploso sulla cupola del Cremlino, è capitato di nuovo a metà maggio con l’incursione di 48 ore della Legione Russia Libera e si è ripetuto ancora ieri con un piccolo stormo di aerei senza pilota che ha beffato le difese russe sino a colpire alcuni grattacieli residenziali . «Non abbiamo nulla a che fare direttamente con tutto questo — è la difesa del consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak —, ma ovviamente siamo lieti di assistervi e prevediamo un aumento del numero di attacchi».

 La guerra esce dai confini del Paese invaso, arriva nella capitale di quello invasore. Le dichiarazioni si fanno sempre più aspre. Ritorsione, vendetta, annientamento del nemico, vittoria sono gli unici vocaboli del discorso politico udibile. Pochi giorni fa il portavoce del Consiglio di Sicurezza americano aveva detto che gli Usa «non incoraggiano e non vogliono» che le armi donate all’Ucraina per difendersi «vengano usate in territorio russo».

Ore 08:07 - Kiev, 32 droni russi abbattuti nelle ultime 24 ore

Le forze ucraine hanno abbattuto 32 droni kamikaze russi nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto lo Stato Maggiore delle Forze Armate di Kiev nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione al fronte, come riporta Ukrinform. «Nelle ultime 24 ore i nostri difensori hanno distrutto 32 droni d’attacco Shahed.

 Le unità delle forze missilistiche e dell’artiglieria hanno colpito tre posti di comando, un’area in cui si trovavano i soldati del nemico, quattro sistemi di artiglieria in posizione di tiro, un sistema missilistico antiaereo, tre depositi di carburante e una centrale per la guerra elettronica», si legge nel rapporto. Nel complesso, nelle ultime 24 ore i russi hanno lanciato 64 raid aerei sull’Ucraina, un attacco missilistico ed hanno sparato 88 razzi con sistemi a lancio multiplo.

Ore 08:35 - Ucraina, 5 morti e 19 feriti in attacco ad area occupata di Luhansk

Cinque persone sono state uccise e altre 19 sono rimaste ferite nel bombardamento di un villaggio nella regione ucraina di Luhansk occupata dai russi, secondo quanto riferito su Telegram da funzionari russi locali. Secondo quanto spiegato, quattro missili sono stati lanciati da un’unità Himars dell’esercito ucraino, colpendo il villaggio di Karpaty. Luhansk è una delle quattro regioni dell’Ucraina che la Federazione Russa ha dichiarato annessa al suo territorio.

Ore 08:40 - Russia, Zakharova: posizione Occidente su attacchi a Mosca è «vile»

La posizione dei paesi occidentali sugli attacchi con droni a Mosca è «assolutamente vile», ha detto oggi la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, aggiungendo che l’Occidente commenta solo ciò che vuole commentare. Ieri, il ministero della Difesa russo ha dichiarato che l’Ucraina ha attaccato la capitale russa con otto velivoli senza pilota, aggiungendo che tutti i droni sono stati abbattuti. «Questa è, ovviamente, una posizione assolutamente vile. Non c’è altra parola, nessuna definizione: loro (i paesi occidentali, ndr) vedono e commentano solo ciò che è vantaggioso per loro. E questa è propaganda», ha detto Zakharova alla radio della Ria Novosti.

Ore 09:22 - Medvedev contro Cleverly, funzionari sono obiettivo militare legittimo

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev si è scagliato contro il ministro degli Esteri britannico James Cleverly che ieri ha affermato che l’Ucraina «ha il diritto di proiettare la forza oltre i propri confini».

 «Gli stupidi funzionari del Regno Unito, nostro eterno nemico, dovrebbero ricordare che nel quadro del diritto internazionale universalmente accettato che regola la guerra moderna, comprese le Convenzioni dell’Aia e di Ginevra con i loro protocolli aggiuntivi, anche il loro Stato può essere qualificato come in guerra», ha scritto Medvedev in un tweet, «stando così le cose, qualsiasi suo funzionario pubblico (sia militare che civile, che faciliti la guerra) può essere considerato un obiettivo militare legittimo».

Ore 10:11 - Papa: «Propositi di pace in tutti, anche in chi ha responsabilità politiche»

Nuovo appello del Papa per la pace in Ucraina con un monito a chi ha responsabilità politiche. Il Papa, salutando i fedeli italiani all’udienza generale, saluta «con affetto i giovani di “Rondine Cittadella della Pace”con un pensiero grato per quanti, venendo dall’Ucraina e dalla Russia e da altri Paesi di guerra, hanno deciso di non essere nemici, ma di vivere da fratelli».

 «Il vostro esempio - dice Francesco-possa suscitare propositi di pace in tutti, anche in coloro che hanno responsabilità politiche. E questo ci deve portare a pregare di più per la martoriata Ucraina ed esserle vicino».

Ore 10:26 - Von der Leyen, chi può fornisca sistemi a lungo raggio

«Il bisogno immediato è l’assistenza militare per sostenere gli sforzi delle Forze Armate ucraine. Questo è il motivo per cui abbiamo appena proposto un atto di produzione di munizioni, lo chiamiamo Asap. Vogliamo spingere la nostra industria della difesa a incrementare la produzione di proiettili di artiglieria da 155 mm e 152 mm, assolutamente necessari». Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo al Forum Globsec 2023 di Bratislava.

 «E coloro che possono, dovrebbero fornire artiglieria a lungo raggio e sistemi d’arma che possano aiutare l’Ucraina a livellare il divario del campo di battaglia nel raggio d’azione delle forze d’invasione - ha aggiunto -. Il nostro sostegno è necessario anche per l’addestramento militare delle forze ucraine. Gli Stati membri stanno facendo molto e anche noi, a livello europeo, stiamo facendo la nostra giusta parte. Entro la fine dell’anno, avremo formato 30.000 militari e donne di servizio».

Ore 10:28 - Gb, Mosca sta perdendo sempre di più l’iniziativa nel conflitto

Dall’inizio di questo mese la Russia sta perdendo sempre di più l’iniziativa nel conflitto in Ucraina: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. Mosca reagisce alle azioni delle forze di Kiev piuttosto che perseguire in modo attivo i suoi obiettivi bellici, si legge nel rapporto pubblicato su Twitter. Gli esperti di Londra osservano che le forze russe hanno avuto scarso successo nei loro probabili obiettivi di neutralizzare le difese aeree e distruggere le forze di contrattacco ucraine. Sul terreno, inoltre, Mosca ha schierato di nuovo le forze di sicurezza per reagire agli attacchi partigiani nelle regioni occidentali della Russia. Dal punto di vista operativo, i comandanti russi stanno probabilmente cercando di creare forze di riserva e di posizionarle dove ritengono che si verificherà l’attesa controffensiva ucraina. Tuttavia, conclude il rapporto, questa strategia è stata probabilmente compromessa dal fatto che le forze non impegnate sono state inviate a colmare le lacune nella linea del fronte intorno a Bakhmut.

Ore 11:43 - Mosca: «Distrutta l'ultima nave da guerra di Kiev a Odessa»

Il ministero della Difesa russo ha affermato che in un bombardamento nel porto di Odessa è stata distrutta «l'ultima nave da guerra ucraina», la Yuri Olefirenko. L'unità, riferisce il dicastero citato dall'agenzia Ria Novosti, è stata distrutta in un «attacco ad alta precisione delle Forze aerospaziali russe».

Ore 12:08 - Peskov: «Preoccupanti per gli attacchi di Kiev sulle regioni russe»

Il Cremlino giudica «preoccupante» la situazione dei civili nelle regioni russe confinanti con l'Ucraina bombardate dalle forze di Kiev e assicura che «misure» di contrasto vengono adottate. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov, lamentando che non c'è stata «nemmeno una parola di condanna dall'Occidente» a proposito degli attacchi sui civili in queste regioni. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti.

Ore 12:19 - Wsj: «Uss fuggito dall'Italia grazie a criminali serbi»

Artem Uss sarebbe riuscito a scappare dall'Italia tornando a Mosca sfruttando una rete internazionale di contatti, tra cui una banda criminale serba. Lo riferisce il Wall Street Journal, citando fonti a conoscenza del dossier. Uss, figlio di un potente politico russo vicino al presidente Vladimir Putin, era agli arresti domiciliari in Italia. Circostanza che, secondo gli Stati Uniti, ne avrebbe favorito la fuga.

Ore 12:48 - Zelensky: «I russi hanno ucciso 483 bimbi, un migliaio mutilati»

Le forze russe hanno ucciso almeno 483 bambini in Ucraina dall'inizio della guerra e ne hanno mutilati quasi un migliaio. Sono le parole del presidente ucraino Zelensky durante una conferenza in occasione della Giornata internazionale dei bambini. Lo riporta Unian.

Ore 13:52 - Kiev: enormi obitori costruiti dai russi a Kursk e Rostov

Le autorità russe hanno iniziato a costruire enormi obitori per i soldati morti in Ucraina. «La Russia non è più in grado di nascondere l'ampiezza delle perdite», afferma l'intelligence militare ucraina, dando notizia della costruzione di due grandi obitori a Kursk e a Rostov sul Don. Ognuna di queste strutture, si legge su Ukrainska Pravda, ha un'area di oltre 4mila metri quadrati. Gli obitori comprendono sale per le autopsie, un migliaio di celle frigorifere, depositi di bare e una sala per il lutto. A Rostov, riferiscono i servizi di Kiev, l'obitorio è costato circa 600 milioni di rubli (7,4 milioni di dollari), mentre a Kursk sono serviti 800 milioni di rubli (9,8 milioni di dollari). A ciò va aggiunto il costo dell'impianto frigorifero, pari ad un miliardo di rubli per ogni obitorio.

Ore 14:00 - I partigiani russi: «In migliaia vogliono unirsi a noi»

I partigiani russi che la settimana scorsa hanno attaccato le forze del Cremlino dall'Ucraina hanno «migliaia» di candidati in attesa di unirsi ai loro ranghi e continueranno a fare incursioni al confine fino a quando la loro forza non sarà abbastanza grande per lanciare un assalto a Mosca: lo ha dichiarato il loro comandante al quotidiano britannico Times. «Abbiamo capacità serie», ha detto il comandante della Legione Libertà della Russia, che usa il nome di battaglia Caesar: «Abbiamo mortai, veicoli corazzati, (lanciamissili portatili, ndr) stinger, sistemi anticarro portatili e un'unità di ricognizione con droni molto efficace».

Ore 14:06 - Ambasciata russa: «Londra incoraggia gli attacchi ai civili»

Le dichiarazioni del ministro degli Esteri britannico James Cleverly, secondo il quale l'Ucraina ha il diritto di compiere attacchi anche sul territorio russo, sono un «incoraggiamento al regime di Kiev per compiere attacchi contro i nostri civili». Lo ha affermato l'ambasciata russa a Londra, citata dalla Tass.

Ore 14:18 - Medvedev: «Responsabili Gb obiettivi militari legittimi»

Ogni responsabile britannico, militare o civile, che contribuisce allo sforzo bellico dell'Ucraina «può essere visto come un obiettivo militare legittimo». Lo ha detto l'ex presidente russo Dmitry Medvedev, attuale vice capo del Consiglio di Sicurezza nazionale, dopo che il ministro degli Esteri britannico James Cleverly aveva giudicato legittimi gli attacchi militari di Kiev sul territorio russo. Londra, ha aggiunto Medvedev in un tweet ripreso dall'agenzia Tass, «sta di fatto combattendo una guerra non dichiarata contro la Russia».

Ore 14:21 - Kirby: «Gli Usa non sostengono gli attacchi di Kiev in Russia»

«Gli Stati Uniti non sostengono attacchi ucraini in Russia». Lo ha detto alla Cnn il portavoce del Consiglio per la sicurezza americana, John Kirby, sottolineando che su questo «Washington è stata chiara privatamente e pubblicamente». Il funzionario della Casa Bianca ha anticipato che ci saranno «invii di armi americane a Kiev per tutta l'estate».

Ore 13:49 - Berlino e Mosca chiudono alcuni consolati nei due Paesi

Berlino e Mosca chiuderanno una serie di consolati nei due Paesi, limitando la propria presenza diplomatica. Lo ha annunciato in conferenza stampa a Berlino il portavoce del ministero degli Esteri tedesco. Il governo russo ha comunicato di voler limitare a 350 la presenza dei dipendenti della diplomazia tedesca e delle istituzioni culturali in Russia, ha spiegato, definendo la richiesta «un passo di ulteriore escalation» rispetto all'espulsione dei diplomatici avvenuta in passato. «Per questo motivo saranno indispensabili dei cambiamenti strutturali». Berlino chiuderà tre consolati in Russia, ma manterrà l'ambasciata a Mosca e il consolato a San Pietroburgo. «La misura voluta da Mosca vedrà una mossa reciproca» e anche la Russia dovrà limitare la sua presenza in Germania, con la chiusura di diversi consolati.

Ore 14:33 - Macron: «Putin ha risvegliato la Nato con il peggior elettroshock»

Con l'invasione dell'Ucraina «Putin ha risvegliato la Nato con il peggior elettroshock». Lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, che nel 2019 aveva definito la Nato in uno stato di «morte cerebrale». «Oggi dobbiamo aiutare l'Ucraina con tutti i mezzi a portare avanti un'efficace controffensiva», ha dichiarato il capo dello Stato francese al forum Globsec di Bratislava. «È essenziale. Questo è quello che stiamo facendo e dobbiamo intensificare» gli sforzi, «perché ciò che è in gioco nei prossimi mesi è la possibilità stessa di una pace scelta e quindi duratura», ha aggiunto.

Ore 15:14 - Nordio firma la richiesta per perseguire l’architetto di Putin

Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha firmato la richiesta di perseguimento penale nei confronti di Lanfranco Cirillo, noto come «l’architetto di Putin», imputato a Brescia per plurimi reati di contrabbando doganale e falso in atto pubblico. Trattandosi di reati commessi all’estero, la Procura di Brescia aveva chiesto al Ministro di rimuovere la condizione di improcedibilità in base all’articolo 9 del codice penale. Lanfranco Cirillo si trova attualmente a Mosca; nel mese di gennaio 2023, la Russia ha comunicato all’Italia l’assenza delle condizioni per il suo arresto, avendo acquisito la cittadinanza russa.

Ore 15:31 - Il presidente della Georgia: «La nostra sicurezza è in futuro europeo»

«Per la Georgia la sua sicurezza dipende dal suo futuro europeo e l’unica strada da percorrere per garantirlo è dare alla Giorgia entro la fine dell’anno lo status di Paese candidato all’ingresso in Ue». Così la presidente georgiana Salome Zourabashvili durante il suo discorso all’Eurocamera. «L’Ucraina non solo difende il suo territorio ma sta versando il suo sangue per tutti noi, per l’Europa e per la sua sicurezza», ha aggiunto Zourabashvili.

Ore 15:35 - Zelensky ha nominato il nuovo governatore Odessa

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha firmato il decreto per la nomina del nuovo capo dell’amministrazione militare regionale di Odessa. Lo riporta Unian. Il nuovo governatore è Oleg Kiper, che in precedenza era stato a capo dell’ufficio del procuratore di Kiev. «La nomina di Kiper Oleg Oleksandrovych a capo dell’amministrazione statale regionale di Odessa è stata concordata», aveva annunciato il rappresentante permanente del Gabinetto dei ministri presso la Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, Taras Melnychuk.

Ore 15:43 - Macron: «Nessuna tregua o cessione di territori»

Il presidente francese Emmanuel Macron è convinto che l’Ue debba aiutare l’Ucraina a condurre un’offensiva «efficace» il cui obiettivo sarà «la pace duratura». Macron lo ha detto oggi intervenendo all’ultima giornata della conferenza sulla sicurezza Globsec, a Bratislava. «Nessuna tregua, nessun sacrificio di territorio. Esiste una sola pace, ed è quella che rispetta il diritto internazionale. Spetta all’Ucraina stabilire le condizioni», ha detto Macron aggiungendo di «sperare nel successo dell’offensiva».

Ore 16:01 - Russia-Eritrea: Putin, firmeremo accordi bilaterali di cooperazione

La Russia e l’Eritrea firmeranno degli accordi bilaterali di cooperazione. Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin nel corso dell’incontro avuto oggi con l’omologo eritreo Isaias Afwerki, a Mosca in visita ufficiale. «Ovviamente, dobbiamo prestare attenzione allo sviluppo dei rapporti commerciali ed economici, abbiamo buone prospettive in molte aree», ha osservato Putin. «All’ordine del giorno abbiamo la firma di una serie di accordi intergovernativi. Spero che i colleghi ci abbiano lavorato e possiamo farlo», ha aggiunto il leader russo.

Ore 16:46 - Prigozhin: «Indagare su reati dei funzionari della Difesa russa»

Il capo dei mercenari filo-Cremlino del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, sostiene di aver chiesto alla procura russa di indagare su eventuali e non meglio specificati «reati» commessi prima o durante la guerra in Ucraina da alti funzionari del settore russo della Difesa: lo riporta il Guardian. «Oggi ho inviato delle lettere al Comitato investigativo e all’ufficio del procuratore della Federazione Russa con la richiesta di verificare il fatto della commissione di un reato durante la preparazione e durante lo svolgimento dell’operazione militare speciale (così le autorità russe definiscono l’invasione dell’Ucraina, ndr) da parte di una serie di alti funzionari del ministero della Difesa», ha detto Prigozhin citato dal sito web della Reuters. Prigozhin ha più volte rivolto pesanti accuse e invettive contro i vertici delle forze armate russe. Il gruppo Wagner è accusato di crimini di guerra e atrocità.

Ore 16:54 - Kiev: 27.000 civili ucraini prigionieri in territorio russo

Più di 27mila civili ucraini sono detenuti dalla Federazione russa. Lo ha detto il commissario per i diritti umani del parlamento ucraino Dmytro Lubinets durante un briefing, riportato dal sito di notizie Ukrinform. «Secondo i nostri dati, più di 27mila civili sono tenuti in ostaggio dalla Federazione russa. E’ un numero enorme di nostri cittadini che sono effettivamente prigionieri dei russi», ha aggiunto. Alla domanda su eventuali progressi nel rilascio del giornalista dell’agenzia di stampa Unian Dmytro Khilyuk prigioniero in Russia, ha così risposto: «Purtroppo non è ancora tornato in Ucraina. Non dirò che lo riporteremo a casa nel prossimo futuro. Sono abituato a dire cose vere». Lubinets ha poi affermato di aver ripetutamente sollevato personalmente la questione con la parte russa e ha assicurato che avrebbe continuato a farlo.

Ore 18:08 - Zelensky visita la regione di Odessa e incontra le autorità locali

Oggi, il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, si è recato in visita nella regione di Odessa, come ha annunciato personalmente sul suo canale Telegram. Durante la visita, Zelensky ha incontrato il comando militare locale e i rappresentanti delle forze dell’ordine per discutere della situazione attuale nella regione. Inoltre, il presidente ha presentato alle autorità regionali il nuovo governatore, Oleh Kiper, nominato in giornata. Durante l’incontro, sono state affrontate importanti questioni attuali, come il ripristino delle infrastrutture energetiche danneggiate a causa dei bombardamenti russi, la riapertura delle imprese chiave e le esigenze dei cittadini, oltre alla riabilitazione dei militari. Queste sono state le tematiche discusse, come ha sottolineato Zelensky. Inoltre, il presidente ucraino ha elogiato il lavoro svolto dall’ufficio regionale del Servizio di Sicurezza del Paese nel contrastare le attività sovversive provenienti dalla Russia.

Ore 18:14 - Berlino: «Kiev ha il diritto di colpire degli obiettivi in Russia per autodifesa»

«Il diritto internazionale permette all’Ucraina di condurre attacchi sul territorio della Russia a scopo di autodifesa», ha detto Steffen Hebestreit, portavoce del governo tedesco, in una intervista a Deutsche welle. Hebestreit ha però detto di ritenere che per questi attacchi non dovrebbero essere usate armi fornite dalla Germania.

Ore 18:27 - Il sindaco di Bakhmut: «In città rimaste solo 500 persone, erano 70 mila»

Oleksii Reva, sindaco di Bakhmut, la città del Donbass da mesi schiacciata dalla guerra sanguinosa tra le truppe ucraine e gli invasori russi, tra esercito e gruppo Wagner, ha detto che «sono rimaste solo 500 persone» delle 70 mila che prima vivevano nella città.

 Ore 18:36 - Navalny, rinviata al 6 giugno l’udienza preliminare: rischia 30 anni di carcere

È stata rinviata al 6 giugno l’udienza preliminare del processo contro Alexei Navalny, che avrebbe dovuto tenersi oggi. Lo ha annunciato su Twitter la portavoce del dissidente russo, Kira Yarmish. Il processo, nel quale Navalny è accusato di «estremismo» e rischia 30 anni di carcere, non si terrà più a Mosca, ma nella colonia penale Ik-6 dove l’oppositore russo sta scontando un’altra condanna, ha aggiunto Yarmish.

Ore 18:43 - IL PUNTO MILITARE - Kiev e la sorpresa come strategia, Putin valuta come reagire agli attacchi

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’Ucraina non ha «alternative». Prima dell’eventuale offensiva assesta colpi puntando sulla sorpresa (relativa) e su sistemi, come i droni, che consentono operazioni di livello a costi contenuti.

L’attacco nei cieli di Mosca è arrivato dopo un’infinita serie di episodi, con i velivoli che hanno allungato sempre di più il raggio d’azione. Ed è anche cresciuto il numero di mezzi coinvolti, con caratteristiche a volte diverse. I russi ne erano consapevoli, hanno contro-manovrato schierando a difesa della capitale apparati elettronici in grado di «confondere» il segnale e batterie missilistiche. L’altro settore tenuto costantemente aperto da Kiev è quello nella regione di Belgorod con bombardamenti e incursioni. Report evidenziano difficoltà da parte della Russia, una continua apprensione per questi strikes ma anche per le possibili azioni di partigiani. Gli ucraini, poi, attuano continuamente diversivi. Un esperto ha sottolineato come creino postazioni che fingono di voler utilizzare, mantengono una mobilità per non dare punti di riferimento agli invasori. È la sfida dell’adattamento. (...)

Ore 18:51 - L’imprenditore russo Artem Uss fuggito dall’Italia grazie a una banda criminale serba

(di Redazione Milano) L’imprenditore russo Artem Uss sarebbe riuscito a scappare dall’Italia tornando a Mosca sfruttando una rete internazionale di contatti, tra cui una banda criminale serba. Lo riferisce il Wall Street Journal, confermando quanto già ricostruito dal Corriere. Uss, figlio di un potente politico russo vicino al presidente Vladimir Putin, era agli arresti domiciliari in Italia, a Basiglio (Milano). Circostanza che, secondo gli Stati Uniti, ne avrebbe favorito la fuga. (...)

Ore 18:52 - ORIENTE | OCCIDENTE - Ucraina, verso l’iniziativa di pace occidentale (e un futuro nella Nato)

(di Federico Rampini) Dopo una fantomatica mediazione cinese di cui per ora abbiamo perso le tracce, dopo una presuntuosa missione africana in nome del Grande Sud Globale, tocca all’Occidente cimentarsi con la sua iniziativa diplomatica per far cessare il conflitto in Ucraina.

Si accelerano i preparativi per una grande conferenza di pace da organizzare in tempi stretti in Europa.

Intanto si affaccia una nuova idea che spianerebbe la strada all’accesso dell’Ucraina nella Nato: dopo tanti dibattiti sul “modello coreano” del 1953 ora si scopre il “precedente tedesco” del 1955. Infine un autorevole studioso di geopolitica offre questa previsione per il futuro: l’Ucraina diventerà una specie di Israele nel cuore d’Europa, combattiva e armata fino ai denti, decisa a difendersi all’ultimo sangue, e questo avrà un impatto sugli equilibri strategici di tutto il continente. La conferenza globale sulla pace in Ucraina potrebbe tenersi in Europa in tempi rapidi. C’è chi parla di organizzarla addirittura prima del prossimo summit della Nato, in calendario l’11 luglio in Lituania. Quindi prestissimo (...)

Ore 19:02 - L’accusa di Kiev: «La Russia cambia i nomi e le date di nascita dei bambini deportati»

«In Russia, dove sono nascosti in tutte le regioni, cambiano i nomi e le date di nascita dei bambini ucraini deportati illegalmente e fanno di tutto per far loro dimenticare la loro terra natale». È la denuncia della vice primo ministro di Kiev, Irina Vereshchuk. Lo riporta Ukrainska Pravda. «Russificano con la forza, danno i cosiddetti passaporti, fanno di tutto perché i bambini dimentichino la loro terra natale, la lingua, la cultura e accettino, come si suol dire, una nuova realtà», aggiunge sottolineando come l’Ucraina abbia bisogno «di un massiccio sostegno internazionale per il ritorno dei bambini».

Ore 19:03 - Macron: «Processare Putin non è possibile se si deve trattare con lui»

Il presidente francese, Emmanuel Macron, intervenuto al Forum sulla sicurezza di Bratislava, ha dichiarato che processare Putin per i crimini di guerra commessi in Ucraina potrebbe non essere possibile visto che il presidente russo è l’unica persona con cui negoziare la fine del conflitto.

Secondo Macron la Russia ha perso qualsiasi legittimità ma se la prossima controffensiva ucraina non raggiungerà i propri obbiettivi militari dovrà esserci una rivalutazione della natura del sostegno europeo a Kiev - che sta comunque difendendo non solo i propri confini, ma quelli europei.

«Se fra qualche mese vi sarà una finestra negoziale, la questione sarà di scegliere fra un processo e una trattativa, e occorre negoziare con i leader che uno si trova davanti de facto», ha spiegato Macron. «È possibile finire col trovarsi in una posizione in cui arrivare a dire “voglio che tu finisca in prigione ma sei l’unica persona con cui posso negoziare”», ha concluso.

Ore 19:11 - Mosca: «Alla centrale di Zaporizhzhia solo un contingente difensivo»

Il viceministro degli Esteri russo, Alexander Grushko, ha affermato che la Russia non ha mai schierato né ha intenzione di schierare alcun contingente o attrezzatura militare per scopi offensivi nelle vicinanze della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Grushko ha sottolineato che sono presenti solo forze per respingere eventuali attacchi provenienti dall’Ucraina e che la Russia prenderà tutte le misure necessarie per rafforzare la sicurezza dell’impianto.

Ore 19:51 - Casa Bianca, nuovo pacchetto di aiuti per Kiev con altre munizioni per il sistema Patriot

La Casa Bianca ha annunciato l’invio di un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina. Nel nuovo invio, ha riferito il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, sono compresi, tra l’altro, nuove munizioni per i sistemi Patriot, che le forze ucraine stanno impiegando con «notevole efficacia».

Ore 20:03 - Usa: «No agli attacchi nel territorio russo con armi americane»

Gli Stati Uniti «non sostengono» attacchi all’interno del territorio russo e «certamente non vogliono vedere attacchi in Russia con materiale fornito da noi». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, sottolineando che gli Usa non dicono alle forze di Kiev «dove colpire o non colpire» o «come condurre le loro operazioni». In ultima analisi, ha aggiunto Kirby, sono il presidente Zelensky e i suoi comandanti che «decidono cosa fare».

Ore 20:08 - Casa Bianca: «Le accuse di minacce a Tara Reade sono false»

«Le accuse che la sua vita fosse in pericolo sono assolutamente false». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, a proposito del caso di Tara Reade, la donna che durante la campagna elettorale del 2020 aveva accusato Joe Biden di averla molestata e che oggi è comparsa a Mosca, dove ha detto di avere chiesto la cittadinanza russa al presidente Vladimir Putin perché minacciata dal governo Usa.

Ore 21:00 - Usa: «Non sappiamo chi ha attaccato Mosca»

Gli Stati Uniti «non sanno» chi sia il responsabile dell’attacco con i droni a Mosca. Lo ha affermato il portavoce alla Sicurezza nazionale John Kirby nel consueto briefing con i giornalisti. «Non abbiamo informazioni specifiche che ci indichino chi sia il responsabile, e non prevediamo di avviare un’indagine perché sarebbe inappropriato che lo facessimo noi». «Spetta - ha aggiunto - alle forze militari ucraine spiegare come e quando la loro controffensiva è cominciata». «Noi - ha continuato Kirby - non diciamo loro dove colpire».

Ore 20:11 - Usa: «Sta a Zelensky decidere quando negoziare con Mosca»

Spetta al presidente ucraino Volodymyr Zelensky decidere «quando è pronto» a negoziare con Mosca. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, ribadendo che finora, Vladimir Putin «non ha mostrato alcuna volontà» di discutere un possibile accordo di pace.

Ore 20:30 - Casa Bianca: «Proposta del Vaticano? Tutti i piani di pace sono benvenuti»

«Siamo a conoscenza della proposta del Vaticano per una soluzione pacifica alla guerra in Ucraina. Tutti i piani sono benvenuti». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con la stampa.

Ore 21:17 - Mosca: «Da Berlino nuovo passo ostile per distruggere rapporti»

Mosca considera la richiesta del Ministero degli Esteri tedesco di chiudere quattro consolati generali russi in Germania come un passo ostile volto a rovinare le relazioni russo-tedesche: lo ha dichiarato mercoledì il Ministero degli Esteri russo ripreso dalla Tass. «Consideriamo la richiesta del Ministero degli Esteri tedesco di chiudere i consolati generali della Russia ad Amburgo, Lipsia, Monaco e Francoforte sul Meno fino al 31 dicembre 2023, sulla scia della decisione della Germania di ridimensionare la propria presenza consolare in Russia, come un altro passo ostile volto a distruggere ulteriormente le relazioni russo-tedesche, che vantano decenni di cooperazione multiforme, intensa e reciprocamente vantaggiosa», ha dichiarato il ministero.

Ore 21:43 - Washington approva nuovo pacchetto di aiuti da 300 milioni per Kiev

L’amministrazione Biden ha annunciato l’invio di altri armi ed equipaggiamenti all’Ucraina per un valore stimato di 300 milioni di dollari, con l’ultimo pacchetto di aiuti militari che comprende sistemi di difesa aerea. Gli Stati Uniti forniranno per la prima volta all’Ucraina missili AIM-7 aria-aria a guida radar e ci saranno poi munizioni per i droni.

Ore 22:06 - Zelensky: «Odessa è una priorità ucraina sotto ogni aspetto»

«Oggi viaggio di lavoro nella nostra Odessa. Ho ringraziato i nostri soldati qui per la protezione della regione e dell’intera Ucraina. In particolare, ho visitato in ospedale i nostri difensori feriti. La regione è una priorità sotto tutti i punti di vista. È Odessa che è uno dei fondamenti della sicurezza di tutto il nostro sud, e quindi dello Stato. Il servizio di sicurezza dell’Ucraina ha ottenuto risultati molto importanti nella regione di Odessa, nel contrastare i sabotatori russi». Lo ha detto, nel suo discorso serale, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ha spiegato inoltre di aver tenuto «una riunione speciale e lunga a Odessa sulla sicurezza e la situazione sociale nella regione. C’è stato un rapporto del generale Moskalyov sulla situazione nelle aree di responsabilità della polizia militare di Odessa. Abbiamo analizzato in dettaglio come rafforzare la difesa. Le questioni economiche, il lavoro e la sicurezza sociale sono state discusse in dettaglio».

Ore 23:33 - Zelensky ringrazia gli Usa per il nuovo pacchetto di armi

«Ringrazio gli Stati Uniti d’America, personalmente il presidente Biden, entrambi i partiti del Congresso e ogni americano - tutti coloro che apprezzano la libertà - per un nuovo pacchetto di difesa per i nostri soldati». Lo ha detto , nel suo videomessaggio serale, il presidente ucraino Voldymyr Zelensky.

Il nuovo pacchetto di difesa comprende, tra le altre cose, elenca Zelensky, missili per il sistema di difesa aerea Patriot, nonché l’M142 Himars, nonché di artiglieria e altre «armi che ci sono molto necessarie».

Ore 03:18 - Esplosioni a Kiev, allarme in sette regioni

Esplosioni sono state udite questa notte a Kiev e nella regione della capitale ucraina, secondo quanto riferito dai media locali. Le amministrazioni della città e dell’oblast di Kiev hanno affermato che i sistemi di difesa aerea sono stati attivati. Gli allarmi antiaerei sono scattati nelle regioni di Kiev, Dnepropetrovsk, Poltava, Sumy, Kharkiv e Chernigov e Donetsk.

Ore 03:32 - Kiev, 3 morti in bombardamenti russi sulla capitale

Tre persone tra cui due bambini sono state uccise questa notte in un attacco aereo russo su Kiev, ha detto l’amministrazione militare della capitale ucraina. «Tre persone sono morte e altre quattro sono rimaste ferite nel distretto di Desnyansky», hanno scritto su Telegram le autorità della città.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie dell’1 giugno.

Le notizie del 1° giugno sul conflitto in Ucraina. Andrea Nicastro, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera l'1 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra di giovedì 1° giugno. Il Parlamento lettone approva la risoluzione per l'Ucraina nella Nato

• Mosca: «Distrutta l'ultima nave ucraina a Odessa».

• Droni contro una raffineria russa a Krasnodar.

• Ucraina, verso l’iniziativa di pace occidentale (e un futuro nella Nato).

• Kiev e la sorpresa come strategia, Putin valuta come reagire agli attacchi.

Ore 03:19 - Esplosioni a Kiev, allarme in sette regioni

Esplosioni sono state udite questa notte a Kiev e nella regione della capitale ucraina, secondo quanto riferito dai media locali. Le amministrazioni della città e dell’oblast di Kiev hanno affermato che i sistemi di difesa aerea sono stati attivati. Gli allarmi antiaerei sono scattati nelle regioni di Kiev, Dnepropetrovsk, Poltava, Sumy, Kharkiv e Chernigov e Donetsk.

Ore 03:33 - Kiev, 3 morti in bombardamenti russi sulla capitale

Tre persone, tra cui due bambini, sono state uccise questa notte in un attacco aereo russo su Kiev, ha detto l’amministrazione militare della capitale ucraina. «Tre persone sono morte e altre quattro sono rimaste ferite nel distretto di Desnyansky», hanno scritto su Telegram le autorità della città.

Ore 06:55 - Cremlino: «La situazione nella regione di Belgorod è allarmante, colpiti obiettivi civili»

Mosca considera «allarmante» l’attuale situazione nella regione di Belgorod. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, parlando ad una conferenza stampa. «Siamo davvero preoccupati per questa situazione, il bombardamento di obiettivi civili continua. La situazione è piuttosto allarmante, sono allo studio delle misure», ha detto Peskov ai giornalisti, aggiungendo che il lavoro per migliorare i sistemi di difesa aerea russi continuerà.

Ore 08:13 - Governatore di Belgorod: «Otto feriti nella regione»

«Non è stata una buona mattinata nella regione di Belgorod. Le forze armate ucraine hanno bombardato incessantemente il distretto di Shebekinsky. Otto persone sono rimaste ferite. Non ci sono state vittime»: Lo scrive su Telegram il governatore della regione russa di Belgorod, Vyacheslav Gladkov. In precedenza Gladkov aveva reso noto che cinque persone erano rimaste ferite nella città di Shebekino, nello stesso distretto, in seguito al «fuoco incessante» ucraino.

Ore 08:15 - Stoltenberg: «Droni su Mosca? Kiev ha diritto di difendersi»

«L’Ucraina ha il diritto di difendersi». Così il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg a proposito degli ultimi attacchi con droni che hanno colpito Mosca.

Ore 08:36 - Social russi: «Attacco ucraino a posto di blocco al confine»

«Un carro armato ha bombardato un posto di blocco al confine dove si trovavano fino a 40 persone del servizio di guardia di frontiera Fsb (i servizi d’intelligence interna russi, ndr) e coscritti (circa 20 persone)»: lo scrive su Telegram il consigliere del ministero dell’Interno ucraino, Anton Gerashenko, che cita canali russi di Telegram non meglio identificati.

Ore 08:49 - Zelensky arrivato in Moldavia alla Comunità Politica europea

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato al Mimi Castle, in Moldavia, per partecipare alla riunione della Comunità politica europea che racchiude 47 Paesi, inclusi i 27 membri dell’Unione europea, la Gran Bretagna, i Balcani Occidentali, la Turchia e i Paesi del Caucaso. La presenza di Zelensky è stata tenuta segreta fino all’ultimo per motivi di sicurezza ma nelle ultime ore si erano rincorse, a Chisinau, le voci sul suo arrivo. Zelensky è il primo leader ad arrivare al summit, la cui sessione plenaria inizierà alle 12, prima della Family photo, il momento simbolo del vertice. Una foto in cui ci sarà anche Zelensky.

Ore 09:09 - Zelensky: «Ci fermeremo quando vinceremo»

«Ci fermeremo quando vinceremo o quando la Russia smetterà di occupare i nostri territori». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando ai cronisti a margine del vertice Epc in Moldavia.

Ore 09:35 - Blinken: «Unità della Nato decisiva per risposta di Kiev a Mosca»

«La straordinaria unità e solidarietà dimostrata dall’Alleanza nell’ultimo anno e mezzo è una dei principali ragioni per cui l’Ucraina è riuscita a rispondere all’aggressione della Russia: la ministeriale di Oslo è una tappa importante per arrivare al summit dei leader di Vilnius e affronteremo la questione di come aiutare ulteriormente Kiev con grande attenzione». Lo ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken arrivando alla ministeriale.

Ore 09:50 - Zelensky: «L’Ucraina è pronta a entrare nella Nato»

«L’Ucraina è pronta a essere parte della Nato, quando anche la Nato sarà pronta ad accoglierla». Lo ha ribadito il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, arrivando al summit della Comunità politica europea che si svolge oggi al Mimi Castel, a una quarantina di chilometri da Chisinau, in Moldavia. «Le garanzie di sicurezza sono importanti non solo per l’Ucraina, ma anche per i suoi vicini», ha aggiunto il leader di Kiev.

Zelensky ha anche anticipato che oggi in Moldavia, parlerà «con alcuni dei nostri partner per una potenziale coalizione per jet da combattimento e Patriot».

Ore 10:09 - Von der Leyen: in Moldavia Europa dimostra unità e forza

«Unità e Forza. Questo è ciò che stanno dimostrando i leader europei riuniti oggi in Moldavia. Insieme difendiamo i nostri valori e difendiamo l’Ucraina. Oggi parleremo anche di sfide su scala europea: energia, sicurezza, connettività». Lo scrive in un tweet la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, arrivata da poco al summit della Comunità politica europea a Chisinau, in Moldavia.

Ore 11:03 - Kiev: nell’attacco 16 feriti, uccisa anche bambina di 9 anni con sua madre

Sono 16 le persone rimaste ferite nell’attacco missilistico russo della notte scorsa conto Kiev: lo ha reso noto su Telegram il sindaco della capitale ucraina Vitaliy Klychko. «Sedici persone sono rimaste ferite. Nove persone sono state ricoverate in ospedale, di cui una in gravi condizioni. Sette persone hanno ricevuto cure ambulatoriali, tra cui un bambino», ha scritto Klychko. Duro il commento su Twitter del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba: «Giornata internazionale per la protezione dei bambini. La Russia ha ucciso una bambina di nove anni, sua madre e un’altra donna in un attacco missilistico su Kiev. Chi ha figli, immagina cosa significhi perdere un bambino. Il terrorismo russo deve essere sconfitto. L’Ucraina può farlo con un sostegno sufficiente».

Ore 11:09 - Kiev, le tre vittime si trovavano vicino al rifugio chiuso

Il rifugio antiaereo rimasto chiuso la notte scorsa durante l’attacco missilistico russo contro Kiev si trova vicino all’ospedale del distretto di Desnianskyi colpito dai frammenti di un missile che hanno provocato la morte di tre persone, inclusa una bambina di nove anni: lo ha reso noto su Telegram il sindaco della capitale ucraina Vitalii Klitschko. «Le forze dell’ordine stanno svolgendo azioni investigative nella clinica e nel suo territorio nel distretto Desnianskyi della capitale. Sono stati aperti dei procedimenti penali. Tre persone, tra cui una bambina, sono state uccise ieri sera nei pressi della clinica - ha scritto Klitschko -. Un frammento di missile è caduto vicino all’ingresso della struttura medica quattro minuti dopo l’annuncio dell’allarme aereo. Le persone sono corse al riparo. Le indagini stanno ora accertando se il rifugio fosse aperto». Nel distretto di Desnianskyi sono state danneggiate tre scuole, un asilo, delle case e una stazione di polizia, ha aggiunto.

Ore 11:42 - Via libera dall’Eurocamera al piano munizioni Ue

112 astenuti alla legge a sostegno della produzione di munizioni Ue (Asap) per rafforzare la capacità produttiva europea ideata per sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina. Respinti gli emendamenti presentati dal gruppo dei Socialisti e democratici che richiedevano l’esclusione dell’uso dei fondi del Pnrr e del piano Coesione. Grazie all’introduzione di misure specifiche, tra cui un finanziamento di 500 milioni di euro, l’Asap mira a potenziare la capacità produttiva dell’Ue per far fronte all’attuale carenza di munizioni, missili e loro componenti.

Ore 11:42 - Meloni: l’Italia è in prima fila nel sostegno all’Ucraina

«Siamo sostenitori della politica delle porte aperte, a l’ingresso di Kiev nella Nato sarà oggetto del vertice di Vilnius. Ma voi sapete che l’Italia è in prima fila nel sostegno all’Ucraina». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni arrivando al summit Epc in Moldavia, rispondendo a chi gli chiedeva un parere sull’ingresso futuro di Kiev nella Nato.

Ore 12:01 - Mosca: respinto un tentativo di invasione ucraina

La Russia afferma di aver respinto un tentativo di «invasione» ucraina del suo territorio con carri armati e soldati. Lo dice il ministero della Difesa di Mosca.

Ore 12:20 - Von der Leyen-Zelensky: Russia fermi deportazione bambini

In occasione della Giornata internazionale dell’infanzia, il 1° giugno, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelenskyy, si sono incontrati a margine del Secondo incontro della Comunità politica europea e hanno rilasciato una dichiarazione congiunta. «Ogni bambino ha il diritto di essere libero, protetto e tenuto al sicuro. Tuttavia, la guerra di aggressione della Russia sta privando i bambini ucraini di questi diritti. In primo luogo, condanniamo con veemenza la deportazione illegale e il trasferimento di bambini ucraini, che vanno ad aggiungersi all’elenco dei crimini di guerra della Russia. Chiediamo urgentemente alla Russia di fermare immediatamente queste deportazioni, di porre fine alla pratica delle cosiddette `adozioni accelerate´ e di restituire questi bambini».

Ore 12:32 - Scholz: avanti con il sostegno militare all’Ucraina

«È molto importante sostenere Kiev, lo facciamo su larga scala e l’Europa è unita nel sostenere l’Ucraina nella difesa del proprio Paese. La Germania sta dando un contributo eccezionale con aiuti finanziari e umanitari e anche il supporto che forniamo con le armi è essenziale». Così il cancelliere tedesco Olaf Scholz arrivando al summit Epc in Moldavia. Le armi fornite a Kiev «per la difesa aerea sono molto importanti in questo momento in cui ci sono così tanti attacchi missilistici da parte della Russia», ha aggiunto Scholz, sottolineando che «questo è il contributo» da offrire «per evitare che l’Ucraina non riesca a resistere».

Ore 13:44 - Cremlino: «Attacchi a Belgorod non influiranno su conflitto»

I bombardamenti sulla regione russa di Belgorod «non avranno effetti» sulla continuazione dell’operazione militare in Ucraina. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, sottolineando che il presidente Vladimir Putin viene tenuto costantemente informato sulla situazione nella regione e rimane in contatto con il governatore.

Ore 13:42 - Zelensky: «Tutti i Paesi al confine con la Russia in Ue e Nato»

Tutti i Paesi che confinano con la Russia dovrebbero essere membri a pieno titolo dell'Ue e della Nato, poiché Mosca «cerca di inghiottire solo quelli che sono fuori dallo spazio di sicurezza comune». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al vertice della Comunità politica europea a Chisinau, in Moldova. «Quando non ci sono garanzie di sicurezza, ci sono solo garanzie di guerra», ha aggiunto Zelensky.

Ore 13:57 - La foto dell'ambasciata ucraina in Italia: un nonno vicino al corpo della nipote uccisa

«Una foto che spezza il cuore: un nonno vicino al corpo della nipote, uccisa oggi da un missile russo a Kyiv». L'immagine è stata condivisa dall'ambasciata ucraina in Italia.

Ore 14:26 - Putin: «Non ho dubbi sulla vittoria della Russia»

«Non c'è dubbio che la Federazione Russa vincerà nell'operazione militare speciale» in Ucraina. Lo ha detto il presidente russo Valdimir Putin, come riporta Ria Novosti. «Stiamo difendendo la nostra terra», ha aggiunto Putin.

Ore 15:22 - Blinken: a Vilnius pacchetto di sostegno robusto per Kiev

L’Ucraina «può aspettarsi un pacchetto molto robusto di sostegno sia politico che pratico» da parte della Nato quando l’alleanza militare guidata dagli Stati Uniti si riunirà a Vilnius a luglio. È quanto ha affermato il Segretario di Stato americano Antony Blinken, in una conferenza stampa a Oslo, dopo la riunione dei ministri degli Esteri della Nato. Lo riporta la Cnn. Le discussioni a Oslo sono state un’opportunità per «confrontarsi» sul sostegno all’Ucraina - ha aggiunto Blinken - sulla postura in caso di aggressione russa e su altre sfide, per garantire che gli alleati possano andare avanti «uniti, insieme» quando si incontreranno al vertice di luglio.

Ore 15:30 - Fitto: uso del Pnrr per armi non è all’ordine del giorno

Ampio sostegno all’Ucraina, ma l’uso dei fondi del Pnrr per l’acquisto di armi da inviare a Kiev «non è in nessun modo all’ordine del giorno». Lo ha detto il ministro Raffaele Fitto rispondendo a un’interrogazione del Pd in Senato. La risposta non ha tranquillizzato l’opposizione che chiede di «votare» su questo punto.

Ore 16:55 - Musk si accorda con il Pentagono per Starlink in Ucraina

Elon Musk ottiene un contratto con il Pentagono per Starlink in Ucraina. Il Dipartimento della Difesa, riporta l’agenzia Bloomberg, sta acquistando i terminali di comunicazione via satellite del patron di Tesla per usarli in Ucraina. «Continuiamo a lavorare con partner globali per assicurare che l’Ucraina abbia le affidabili capacità via satellite e di comunicazione di cui ha bisogno», afferma il Pentagono.

Ore 16:58 - Kiev, avviata indagine su morte di tre persone a causa di rifugio chiuso

Le autorità di Kiev hanno avviato un’indagine sulla morte di tre persone che durante un attacco missilistico da parte della Russia a Kiev hanno trovato il rifugio antiaereo chiuso e non hanno potuto mettersi al riparo. Il sindaco della capitale, Vitali Klitschko ha chiesto all’Ufficio presidenziale ucraino di sospendere dal suo incarico per tutta la durata delle indagini Dmytro Ratnikov, capo del distretto di Desnianskyi, dove è avvenuto l’incidente. Il bilancio dell’attacco russo al momento è di tre morti, tra cui una bambina, e 12 feriti. Il marito di una delle vittime ha dichiarato che nessuno ha aperto le porte del rifugio, nonostante avessero bussato più volte per cercare riparo. I missili hanno colpito anche un ospedale nel distretto di Desnianskyi. Il sindaco Klitschko ha annunciato che dopo l’incidente tutti i rifugi antiaerei presenti in città saranno controllati.

Ore 17:00 - Kiev vara sanzioni contro Lebedev, il tycoon russo amico di Bojo

L’Ucraina ha introdotto sanzioni contro il tycoon russo Aleksandr Lebedev, da tempo residente in Gran Bretagna e proprietario anche dell’Evening Standard, oltre che di un resort in Crimea. Il provvedimento è stato adottato dal Consiglio di sicurezza nazionale lo scorso 19 ottobre, ma non era stato reso noto fino a ora. Londra non ha introdotto sanzioni contro Lebedev, che ha un casale in Umbria ed è vicino all’ex Premier Boris Johnson ospite fisso alle sue feste. È stato proprio Johnson a fare in modo che il figlio di Lebedev, Evgheny, avesse un seggio alla Camera dei Lord, malgrado il parere negativo dell’MI5.

Ore 18:07 - Medvedev: sterminare il nido di vespe del regime terrorista di Kiev

L’operazione militare speciale della Russia si è trasformata in misura significativa in una lotta antiterrorismo. Lo ha detto oggi il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, aggiungendo che è necessario distruggere il «nido di vespe del regime terrorista di Kiev». Lo riporta l’agenzia Tass. «Una lotta contro il terrorismo è effettivamente ciò in cui si è ampiamente trasformata l’operazione speciale. Perché combattiamo contro i terroristi che uccidono la nostra gente», ha aggiunto Medvedev durante una visita al campo militare di Prudboy nella regione di Volgograd. Secondo Medvedev, «la risposta è chiara. Devono essere eliminati. E non solo individualmente. È necessario distruggere il vespaio stesso, il regime che è emerso in Ucraina, deve essere sterminato, deve essere distrutto».

Ore 18:07 - Zelensky: se richiesto pronti a aiutare Chisinau in Transnistria

«L’Ucraina potrà aiutare la Moldavia e potrà rispondere solo se ci sarà una richiesta». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa rispondendo a chi gli chiedeva se Kiev sarebbe pronta ad aiutare la Moldavia nel riprendere il pieno controllo della Transnistria.

Ore 18:26 - Zelensky: «Creare una coalizione con gli alleati per i caccia»

«Nell’incontro con i leader dei Paesi europei abbiamo discusso di questioni relative all’inizio dell’addestramento dei piloti ucraini sugli F-16 e altri tipi di velivoli. Abbiamo concordato di continuare a lavorare su una decisione ufficiale per creare la coalizione per gli aerei da combattimento al prossimo incontro nel formato Ramstein dopo ulteriori consultazioni con gli Usa». lo scrive il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Twitter, pubblicando un video dell’incontro .

Ore 18:45 - Mattarella: «Dalla Russia aggressione inaccettabile»

L’intervento integrale pronunciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al concerto in occasione della 77esima Festa della Repubblica: «Il conflitto in Ucraina, le crescenti tensioni cui abbiamo assistito da ultimo nei Balcani impongono un ampliamento del progetto comunitario».

Ore 19:02 - Macron: «Dal summit Nato arriverà chiaro il sostegno a Kiev»

«La Francia è sempre disponibile per parlare con tutto il mondo. Se l'occasione si presenta e può portare a delle conclusioni non saremo noi ad escluderla. Se la questione nucleare lo giustifica non mi tiro indietro». Lo ha detto il presidente della Francia Emmanuel Macron al vertice Epc spiegando che il vertice ha fornito un messaggio di «unità e sostegno» a Kiev. E dal summit della Nato ci sarà «un messaggio di sostegno molto chiaro» per l'Ucraina.

Ore 19:24 - Parlamento lettone approva risoluzione per l'Ucraina nella Nato

Con 88 voti favorevoli e 10 contrari, il Parlamento lettone (Saeima) ha approvato oggi una risoluzione in cui si esorta la Nato a presentare all'Ucraina, in occasione del vertice di Vilnius, un esplicito invito a far parte dell'Alleanza garantendone l'accesso non appena le condizioni generali lo renderanno possibile. Nella dichiarazione, il Parlamento ha ribadito l'importanza che l'Ue e la Nato continuino ad assistere l'Ucraina in modo deciso e continuativo, fornendo sostegno militare, tecnico e umanitario al Paese per tutto il tempo necessario.

Ore 19:38 - Biden: «Il sostegno Usa all'Ucraina non vacillerà mai»

«Il sostegno del popolo americano all'Ucraina non verrà meno. Sosteniamo sempre le democrazie. Sempre». Lo ha detto Joe Biden ai giornalisti al seguito in Colorado. «Vi ricordate quando ho detto che Putin era certo che la Nato sarebbe crollata? E invece siamo rimasti uniti, 40 nazioni. Gli Stati Uniti hanno radunato il mondo per resistere con l'Ucraina», ha ribadito il presidente americano.

Ore 19:58 - Il punto militare | Azioni coperte, incursioni a sorpresa e zero rivendicazioni: così l'Ucraina imita Israele

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’Ucraina emula, da tempo, la strategia israeliana. Un mix di azioni coperte e evidenti, sorprese e comunicazione. Non sostituisce la campagna bellica tradizionale ma l’affianca.

Ore 20:22 - Kiev: «Mosca aumenta i lanciamissili nel Mar Nero»

«La Federazione Russa ha aumentato a quattro il numero delle unità lanciamissili nel Mar Nero, mettendo in missione di combattimento la fregata Admiral Essen». Lo ha annunciato il Comando Operativo Sud su Facebook, riferisce Ukrinform. «Alle ore 18 c'erano due (navi) lanciamissili di superficie e due sottomarini, con una salva totale di un massimo di 24 missili Kalibr», si legge nel rapporto del Comando che ha avvertito che la minaccia di attacchi missilistici rimane estremamente alta.

Ore 20:23 - «Raid russo nel Donetsk, ucciso un civile, altri 7 feriti»

«Oggi le truppe russe hanno effettuato un altro attacco nella regione di Donetsk, a seguito del quale un civile è stato ucciso e altri sette civili sono rimasti feriti». Lo ha annunciato, citato da Ukrinform, l'ufficio del procuratore generale.

Ore 20:31 - Sunak: «Il posto giusto di Kiev è nella Nato»

Il «posto giusto» dell'Ucraina è nella Nato. Lo ha affermato il premier britannico Rishi Sunak, dal vertice della Comunità politica europea a Chisinau, in Moldova. «Sono d'accordo con il Segretario generale della Nato sul fatto che il posto legittimo dell'Ucraina è nella Nato e ciò di cui stiamo parlando anche con l'Ucraina in questo momento è assicurarci che abbia tutto il supporto di cui ha bisogno per una controffensiva di successo», ha rimarcato, citato dai media britannici.

Ore 22:57 - Kiev: oggi 15 attacchi russi sulla regione di confine di Sumy

«Nel corso della giornata odierna l'esercito russo ha attaccato 15 volte i territori di confine della regione di Sumy con artiglieria e mortai, provocando un centinaio di esplosioni e danni». Lo ha reso noto l'amministrazione militare regionale di Sumy, riporta Ukrinform. «In particolare gli invasori hanno bombardato la comunità di Velikopysarov con artiglieria semovente, provocando 28 esplosioni», precisa il report.

Ore 22:58 - Medvedev: 134mila persone reclutate da inizio anno

Dall'inizio dell'anno, in Russia sono stati reclutati 134mila nuovi soldati. A dichiararlo è stato l'ex presidente russo ed attuale vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, Dmitry Medvedev. «Dal primo gennaio al 31 maggio, oltre 134mila persone sono state accettate nelle file delle Forze Armate», ha affermato durante una visita in un campo di addestramento militare nella regione di Volgograd.

Ore 22:59 - Zelensky: «Giornata fruttuosa, si avvicina la sconfitta russa»

«Oggi, nel nostro Paese, come in molti altri Paesi, si celebra la Giornata della Protezione dei bambini. Ma anche in questo giorno uno stato terrorista ha tolto la vita a un bambino ucraino. Anche in questo giorno la Russia ha bombardato le nostre città, da Kharkiv a Kherson, da Kiev al Donbass. Ma abbiamo anche sfruttato al massimo questa giornata per avvicinare la sconfitta dei terroristi», lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo videomessaggio serale riportato da Ukrainska Pravda, facendo riferimento alla sua partecipazione in Moldavia al vertice della Comunità politica europea, dove ha incontrato numerosi leader. «E questo giorno è diventato un momento in cui avviciniamo la Russia alla responsabilità di ogni assassino, di ogni terrorista», ha aggiunto.

Ore 01:54 - Zelensky accusa: «Alcuni rifugi anti-raid a Kiev erano chiusi»

L’accusa arriva da Volodymyr Zelensky: «Alcuni rifugi a Kiev erano chiusi durante i raid russi». E ancora: «Le autorità locali ucraine devono assicurarsi che i rifugi contro i raid aerei restino sempre aperti e accessibili 24 ore al giorno». Lo ha intimato il presidente ucraino in un messaggio in video serale citato da Ukrinform, in cui afferma che la scorsa notte, quando la capitale Kiev è stata colpita dall’ennesima salva di missili e droni russi, alcuni rifugi erano chiusi a chiave.

Ore 03:17 - Ucraina: «Esplosioni nella notte a Kiev, ondate di attacchi»

Esplosioni si sono verificate a Kiev questa notte, ha riferito il sindaco Vitalii Klitschko su Telegram. Klitschko ha aggiunto che i sistemi di difesa aerea della capitale ucraina sono entrati in azione e che sarebbe «in arrivo un’altra ondata di attacchi di droni».

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 2 giugno.

Le notizie sulla guerra in Ucraina del 2 giugno. Andrea Nicastro, inviato, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere delle Sera il 2 Giugno 2023

Le notizie sulla guerra di venerdì 2 giugno. Bombardamenti nella regione di Belgorod: morte due donne, 2.500 sfollati. Kiev: «La Wagner in fuga da Bakhmut». Un drone precipita a sud-ovest di Mosca

• Zelensky: «Tutti i Paesi al confine con la Russia siano in Ue e Nato».

• Biden: «Il sostegno Usa all'Ucraina non vacillerà mai».

• Kiev imita Israele: incursioni a sorpresa e zero rivendicazioni.

Ore 01:24 - Kiev: ieri 15 attacchi russi sulla regione di confine di Sumy

«Nel corso della giornata odierna l’esercito russo ha attaccato 15 volte i territori di confine della regione di Sumy con artiglieria e mortai, provocando un centinaio di esplosioni e danni». Lo ha reso noto l’amministrazione militare regionale di Sumy, riporta Ukrinform. «In particolare gli invasori hanno bombardato la comunità di Velikopysarov con artiglieria semovente, provocando 28 esplosioni», precisa il report.

Ore 01:48 - Sunak: «Il posto giusto di Kiev è nella Nato»

Il «posto giusto» dell'Ucraina è nella Nato. Lo ha affermato il premier britannico Rishi Sunak, dal vertice della Comunità politica europea a Chisinau, in Moldova. «Sono d'accordo con il Segretario generale della Nato sul fatto che il posto legittimo dell'Ucraina è nella Nato e ciò di cui stiamo parlando anche con l'Ucraina in questo momento è assicurarci che abbia tutto il supporto di cui ha bisogno per una controffensiva di successo», ha rimarcato, citato dai media britannici.

Ore 01:55 - Giorgia Meloni cita Wojtyla sull’Europa «larga» e rilancia la battaglia del leader di Kiev

(di Marco Galluzzo, nostro inviato) CHISINAU - Il tempo di un abbraccio con Zelensky, un saluto rapido con Macron, un incontro con l’olandese Mark Rutte incentrato sull’emergenza migranti in Tunisia, ma soprattutto un intervento al secondo vertice della Comunità politica europea incentrato sull’unità e i valori comuni degli Stati che geograficamente possono chiamarsi Europa.

Giorgia Meloni partecipa per poco più di due ore ad un vertice dominato dalle parole del presidente ucraino , fa il suo intervento subito dopo il leader di Kiev, rimarca che «in questo momento l’Ucraina sta difendendo anche per conto di tutti i membri dell’Ue valori comuni», valori che hanno portato qui in Moldavia, nelle campagne a pochi chilometri dalla capitale, 40 Stati per dare un abbraccio simbolico alle aspirazioni del piccolo Paese ex sovietico nel suo percorso di avvicinamento a Bruxelles.

Ore 02:09 - Medvedev: 134mila persone reclutate da inizio anno

Dall'inizio dell'anno, in Russia sono stati reclutati 134mila nuovi soldati. A dichiararlo è stato l'ex presidente russo ed attuale vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, Dmitry Medvedev. «Dal primo gennaio al 31 maggio, oltre 134mila persone sono state accettate nelle file delle Forze Armate», ha affermato durante una visita in un campo di addestramento militare nella regione di Volgograd.

Ore 04.01 - Biden: «Il sostegno Usa all'Ucraina non vacillerà mai»

«Il sostegno del popolo americano all'Ucraina non verrà meno. Sosteniamo sempre le democrazie. Sempre». Lo ha detto Joe Biden ai giornalisti al seguito in Colorado. «Vi ricordate quando ho detto che Putin era certo che la Nato sarebbe crollata? E invece siamo rimasti uniti, 40 nazioni. Gli Stati Uniti hanno radunato il mondo per resistere con l'Ucraina», ha ribadito il presidente americano.

Ore 03:00 - Il punto militare | Azioni coperte, incursioni a sorpresa e zero rivendicazioni: così l'Ucraina imita Israele

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’Ucraina emula, da tempo, la strategia israeliana. Un mix di azioni coperte e evidenti, sorprese e comunicazione. Non sostituisce la campagna bellica tradizionale ma l’affianca.

Ore 03:47 - Zelensky: «Nato e Ue accolgano tutti i Paesi confinanti con la Russia»

(di Francesca Basso, nostra inviata) BULBOACA - «Ogni Paese che confina con la Russia e che non vuole essere fatto a pezzi dovrebbe essere membro a pieno titolo dell’Ue e della Nato. E ci sono solo due alternative a questo: o la guerra aperta o un’occupazione strisciante da parte della Russia». È duro e diretto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenuto di persona al summit della Comunità politica europea (Cpe), che si è svolto al Castel Mimi a Bulboaca, storica azienda vinicola nella Moldavia orientale a quaranta chilometri da Chisinau, non lontano dal confine con l’Ucraina e vicino alla Transnistria, la regione separatista filorussa.

Ore 04:33 - Zelensky accusa: «Alcuni rifugi anti-raid a Kiev erano chiusi»

L’accusa arriva da Volodymyr Zelensky: «Alcuni rifugi a Kiev erano chiusi durante i raid russi». E ancora: «Le autorità locali ucraine devono assicurarsi che i rifugi contro i raid aerei restino sempre aperti e accessibili 24 ore al giorno». Lo ha intimato il presidente ucraino in un messaggio in video serale citato da Ukrinform, in cui afferma che la scorsa notte, quando la capitale Kiev è stata colpita dall’ennesima salva di missili e droni russi, alcuni rifugi erano chiusi a chiave.

Ore 04:54 - Ucraina: «Esplosioni nella notte a Kiev, ondate di attacchi»

Esplosioni si sono verificate a Kiev questa notte, ha riferito il sindaco Vitalii Klitschko su Telegram. Klitschko ha aggiunto che i sistemi di difesa aerea della capitale ucraina sono entrati in azione e che sarebbe «in arrivo un’altra ondata di attacchi di droni».

Altre esplosioni sono state udite anche nell’area della città di Cherkassy e l’allarme antiaereo è stato diramato per l’intero territorio ucraino, secondo i media locali.

Ore 05:04 - Kiev: «Abbattuti stanotte oltre 30 droni russi»

Le difese aere ucraine hanno abbattuto oltre 30 droni lanciati su Kiev questa notte dalle forze russe, rende noto l’amministrazione militare della capitale aggiungendo che non sono stati segnalati al momento vittime né danni particolari in seguito agli attacchi di oggi sulla città.

Ore 05:32 - Mosca: «Respinto un attacco a Belgorod, uccisi 50 nemici»

Mosca ha dichiarato di aver respinto la scorsa notte un tentativo delle truppe ucraine di invadere la sua regione sudoccidentale di Belgorod. «Complessivamente l'attacco ha coinvolto fino a 70 miliziani, cinque carri armati, quattro veicoli blindati, sette camioncini e un camion Kamaz», ha detto ieri sera il Ministero della Difesa russo riferendo di almeno tre tentativi di attraversamento. Mosca afferma di aver usato l'aviazione e l'artiglieria per respingere gli attacchi, uccidendo più di 50 combattenti ucraini.

Ore 07:51 - Kiev: «484 bambini rimasti uccisi dall’inizio della guerra»

Sono 484 i bambini ucraini rimasti uccisi e 992 quelli feriti dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio 2022. Lo ha dichiarato l’ufficio del Procuratore generale ucraino citato da Ukrinform. Nella maggior parte dei casi, si tratta di minorenni che vivevano nella regione di Donetsk.

Ore 07:58 - Funzionario occidentale: a Bakhmut oltre 60mila russi morti o feriti

Oltre 60 mila russi sono morti o sono rimasti feriti nella campagna militare di Mosca per la conquista di Bakhmut, nell’Ucraina orientale: è la stima di un anonimo funzionario occidentale, secondo il quale il totale dei morti e dei feriti russi nel conflitto ha superato quota 200mila. «Riteniamo che la cattura di Bakhmut sia probabilmente costata alla Russia almeno 60.000 uomini (tra morti e feriti, ndr) nel settore Bakhmut-Popasna nel corso della battaglia durata un anno», ha detto il funzionario a Sky News. Si tratta di una «stima prudente», ha aggiunto, precisando che «almeno un terzo (di loro) sono stati uccisi». Secondo il funzionario, inoltre, l’Ucraina potrebbe lanciare la sua attesa controffensiva nelle prossime settimane.

Ore 08:57 - Partigiani russi: «Un nostro tank a Novaya Tavolzhanka»

I partigiani russi della Legione Libertà della Russia hanno pubblicato su Telegram una fotografia «di un loro carro armato in una zona rurale della regione russa di Belgorod». «Il nostro carro armato con la bandiera di Libertà della Russia nel villaggio di Novaya Tavolzhanka, vicino a Shebekino. Buongiorno dalla nostra patria! Continuiamo a combattere! `L´ Per la Russia! Per la libertà!», si legge nel messaggio. Mosca aveva reso noto ieri di aver respinto un tentativo di «invasione» ucraina del suo territorio con carri armati e soldati. Novaya Tavolzhanka si trova a est di Belgorod, al confine con l’Ucraina, a circa 60 km da Kharkiv.

Ore 09:35 - Zelensky: «Ucraina e Italia insieme per una pace giusta»

«Congratulazioni a Giorgia Meloni e al popolo italiano per la Festa della Repubblica Italiana. Apprezziamo la solidarietà e il pieno supporto dell’Italia nella difesa della sovranità e dell’indipendenza dell’Ucraina. Oggi l’Ucraina lotta per i valori europei di democrazia e libertà, che condividiamo con il popolo italiano». Lo scrive su Twitter Volodymyr Zelensky, aggiungendo: «Insieme raggiungeremo il nostro obiettivo comune: una pace giusta e sostenibile in Europa e nel mondo!».

Ore 09:37 - Inviato Cina: «Rischio di escalation resta alto»

Il rischio di escalation della crisi in Ucraina «resta alto». È quanto ha detto Li Hui, l’inviato speciale cinese sulla questione ucraina, parlando in un briefing della sua missione in Europa di due settimane conclusasi a fine maggio per trovare «una soluzione politica». Tutte le parti, ha aggiunto il diplomatico, «hanno apprezzato il nostro ruolo equo, oggettivo e imparziale».

Ore 09:49 - Mosca: «Attacco con droni a impianti energetici a Smolensk»

Due droni a lungo raggio hanno attaccato le strutture energetiche e di carburante nella regione di Smolensk in Russia a circa 300km dal confine ucraino. Non ci sono state vittime o danni critici. Lo ha detto Vasily Anokhin, governatore ad interim della regione, come riporta Tass. «Oggi, verso le tre del mattino nel villaggio di Peresna, distretto di Pochinkovsky e nel villaggio di Divasy, distretto di Smolensk, le struttre energetiche e di carburante sono stati attaccate da due droni a lungo raggio. Non ci sono state vittime o feriti. Non ci sono stati nemmeno danni critici e incendi», ha scritto Anokhin nel suo canale Telegram.

Ore 09:57 - Sfollati 2.500 civili nella regione russa di Belgorod

Sono oltre 2.500 i residenti della regione russa di Belgorod evacuati e alloggiati in centri di raccolta temporanea a causa dei bombardamenti ucraini sul distretto municipale di Shebekino, vicino alla frontiera. Lo ha detto il governatore, Vyacheslav Gladkov, sul suo canale Telegram.

 Gli sfollati, ha sottolineato Gladkov, citato dall’agenzia Interfax, sono per il momento alloggiati presso grandi infrastrutture sportive, dove sono stati sistemati centinaia di letti. Ma le autorità locali sono al lavoro per cercare di trovare alloggi più confortevoli. Per cominciare circa 200 persone saranno sistemate nel distretto di Yakovlevo e un centinaio di famiglie verranno trasferite nella regione di Lipetsk, su invito del governatore locale.

Ore 10:41 - Il governatore della regione russa di Belgorod: «Bombe ucraine, due morti»

Le forze ucraine hanno bombardato diversi insediamenti nella regione russa di Belgorod stamane, uccidendo almeno due donne e ferendone altre due. Lo ha detto il governatore citato dall’agenzia Ria Novosti.

Ore 10:09 - Meloni: «Pace giusta unica opzione possibile»

«Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato di pace giusta per l’Ucraina? È l’unica opzione possibile. Sono perfettamente d’accordo con lui». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a margine delle celebrazioni del 2 giugno.

Ore 10:35 - 007 britannici: Gli attacchi ucraini e i dubbi di Mosca, dove rafforzare le linee?

I servizi di intelligence del ministero della Difesa del Regno Unito sono convinti che i recenti attacchi contro le regioni al confine con l’Ucraina pongono adesso «un grande dilemma» a Mosca, ovvero se «rafforzare le difese» in queste aree o «rafforzare le linee nell’Ucraina occupata». I servizi britannici ricordano che nella notte tra il 31 maggio e il primo giugno, «gruppi di partigiani hanno attaccato la regione russa di Belgorod per la seconda volta in dieci giorni», tanto che le autorità russe sono state costrette a evacuare i civili dalla città di confine di Shebikino. Mosca ha accusato le forze armate ucraine anche se la responsabilità è stata rivendicata dal Movimento nazionale della Legione della libertà della Russia, composto da miliziani anti-Cremlino.

Ore 10:29 - Bombardamenti russi sul Donetsk, morti due civili ucraini

Ieri, nella regione di Donetsk nell’Ucraina orientale, i bombardamenti russi hanno causato la morte di due civili e il ferimento di altre 12 persone, secondo quanto riportato da Pavlo Kyrylenko, capo dell’amministrazione militare regionale, su Telegram, come riportato da Ukrinform. «Il primo giugno, i russi hanno ucciso due residenti della regione di Donetsk ad Avdiivka e Chasiv Yar», ha scritto Kyrylenko, aggiungendo che 12 persone nella regione sono rimaste ferite.

Ore 10:13 - Cina: «Territori occupati alla Russia? Report Wsj sbagliato»

Sull’ipotesi riportata dal Wsj di una proposta cinese sul cessate il fuoco, con parte dei territori occupati che resterebbero nel controllo di Mosca, l’inviato speciale di Pechino Li Hui ha affermato che «il report non è in linea con i fatti». Li, in un briefing sulla sua recente missione in Europa, ha «ricordato che Kuleba ha detto di non aver sentito» cose del genere dalle parti coinvolte. «Non so chi sia questo funzionario citato dal Wsj», ha aggiunto il diplomatico, assicurando che l’Ucraina «ha apprezzato la nostra posizione sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale e sul rispetto della carta dell’Onu».

Ore 10:48 - Pechino: «La Cina continuerà a cercare una soluzione di pace»

Li Hui, rappresentante speciale del governo cinese per gli affari eurasiatici, ha dichiarato che la Cina continuerà a cercare una «risoluzione pacifica» per la guerra in Ucraina. Durante un briefing per gli inviati di stanza in Cina, Li Hui ha informato sulle sue recenti visite in Ucraina, Polonia, Francia, Germania, Bruxelles e Russia, finalizzate a promuovere una soluzione politica alla crisi ucraina, come comunicato dal ministero degli Esteri cinese. Durante la sua visita, Li Hui ha avuto comunicazioni e scambi con i leader dei Paesi interessati e i capi dei dipartimenti degli Affari Esteri, evidenziando che tutte le parti hanno espresso pareri positivi sugli sforzi della Cina per promuovere la pace e il dialogo, e hanno apprezzato il sincero desiderio e contributo della Cina per una risoluzione pacifica della crisi. Li ha spiegato che attualmente la situazione di crisi in Ucraina è ancora caratterizzata da incertezza.

Ore 10:51 - Il portavoce dell’esercito ucraino: «La Wagner è in fuga da Bakhmut»

Il portavoce del gruppo orientale delle forze ucraine, Serhiy Cherevaty, ha dichiarato che l’esercito ucraino ha «esaurito le forze» del gruppo Wagner a Bakhmut, costringendolo a fuggire con significative perdite. Durante una diretta televisiva, Cherevaty ha riferito che i russi stanno effettuando una rotazione di truppe a Bakhmut, cercando di coprire le loro attività con un intenso fuoco di artiglieria. Negli ultimi 24 ore, le forze russe hanno lanciato un totale di 452 attacchi di artiglieria contro le posizioni ucraine e hanno effettuato 6 raid aerei. Cherevaty ha affermato: «Non permettiamo al nemico di condurre tranquillamente la rotazione: abbiamo eliminato 107 occupanti, 126 sono rimasti feriti. Abbiamo distrutto un veicolo da combattimento della fanteria nemico, 7 cannoni, un obice semovente Peon, tre depositi di munizioni e 4 veicoli militari».

Ore 10:53 - Un drone precipita a sud-ovest di Mosca

Stamane, un drone è precipitato nella regione russa di Kaluga, situata a sud-ovest di Mosca, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Ria Novosti che cita una fonte dei servizi d’emergenza. Il governatore Vladislav Shapsha aveva precedentemente dichiarato che un “oggetto non identificato” era caduto in una foresta e che non si erano registrati danni materiali e né vittime. Ria Novosti ha inoltre riferito che ieri un altro drone era precipitato nella stessa regione, a circa cinque chilometri dalla raffineria di Perviy Zavod. Questa zona si trova a circa 300 chilometri dal confine ucraino.

Ore 10:59 - «Gli Usa forniranno corazzati antiaerei Gepard, di produzione tedesca, acquistati dalla Giordania»

Gli Stati Uniti hanno deciso di fornire all’Ucraina veicoli corazzati Gepard, prodotti dalla società tedesca per la difesa Krauss-Maffei Wegmann (KMW) e precedentemente acquistati dalla Giordania. Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha incaricato la società florida Global Military Products, specializzata nel commercio di armi, di effettuare l’acquisto. Il contratto in questione ha un valore di circa 110 milioni di euro e la consegna è prevista per il 30 maggio 2024. Il Pentagono non ha reso noto il numero esatto di veicoli Gepard che verranno acquistati dalla Giordania. Si sa che la Giordania aveva precedentemente acquistato 60 esemplari tra il 2015 e il 2016 dai Paesi Bassi. Inoltre, la Germania prevede di fornire all’Ucraina altri 18 Gepard, avendo già trasferito 34 in seguito all’invasione russa. Questo mezzo corazzato ha prestato servizio nell’esercito tedesco dal 1976 fino al suo disarmo nel 2012.

Ore 11:20 - Blinken: «Siamo grati per gli sforzi italiani in Ucraina»

«Gli Stati Uniti e l’Italia condividono una profonda e duratura amicizia radicata nei nostri obiettivi reciproci di pace, prosperità e rispetto dei diritti umani in tutto il mondo. Siamo grati per gli sforzi dell’Italia a sostegno dei valori transatlantici ed europei, tra cui il forte sostegno all’Ucraina, alla libertà del suo popolo e alla sua sovranità di fronte all’aggressione della Russia. Apprezziamo anche il ruolo fondamentale dell’Italia nel promuovere la sicurezza e la stabilità nella regione del Mediterraneo e oltre come alleato della NATO e partner per affrontare le sfide globali»: lo ha detto il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, in una nota del dipartimento di Stato per manifestare le «più vive congratulazioni al popolo italiano» in occasione della Festa della Repubblica. «Il legame tra i nostri due Paesi è incarnato dai 18 milioni di americani che rivendicano il patrimonio italiano, arricchendo la nostra cultura e le nostre comunità. Mentre celebriamo questa Festa della Repubblica, onoriamo la duratura amicizia tra i nostri popoli e riaffermiamo il nostro impegno a rafforzare la nostra partnership negli anni a venire».

Ore 11:23 - Il vicepremier russo Abramchenko: «Nel 2022 export agricolo aumentato del 12%»

Nel 2022, le esportazioni dei prodotti del complesso agroindustriale russo hanno registrato un aumento del 12% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore superiore a 41,5 miliardi di dollari, come riportato dalla vicepremier russa, Viktoria Abramchenko. Ha precisato che le esportazioni verso Paesi amici sono aumentate del 25% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 34 miliardi di dollari. Le esportazioni agricole russe coprono circa 160 Paesi, con i principali mercati situati in Asia, Africa, Medio Oriente e America Latina. La vice prima ministra, citata dall’agenzia di stampa “Tass”, ha inoltre sottolineato che la Russia ha intensificato la cooperazione in questo settore con partner come Egitto, Turchia, Cina e India. Di conseguenza, le esportazioni di prodotti agricoli verso Paesi amici hanno rappresentato l’82% del volume totale delle forniture.

Ore 11:31 - Kiev sanziona Lebedev, il figlio dell’ex ufficiale Kgb è amico di Boris Johnson e lord inglese

La polemica sui legami passati tra oligarchi-donatori di origine russa e la politica britannica, in particolare il Partito Conservatore al governo, sta riprendendo vigore nel Regno Unito. Questo è accaduto dopo la notizia proveniente da Kiev riguardante la decisione dell’Ucraina di sanzionare Aleksandr Lebedev, un miliardario ed ex ufficiale del KGB che si è stabilito a Londra negli anni passati. Lebedev è noto per aver salvato il giornale moscovita d’opposizione Novaia Gazeta, sul quale scriveva Anna Politkovskaia, ma non ha mai interrotto completamente i suoi legami con il presidente e ex collega Vladimir Putin.

La decisione delle sanzioni da parte dell’Ucraina risale a ottobre, ma è trapelata solo ieri grazie alla pubblicazione di un decreto firmato dal presidente Volodymyr Zelensky. Nel decreto si contesta a Lebedev di aver contribuito a “minare la sovranità” di Kiev sulla Crimea investendo in strutture turistiche nella penisola annessa da Mosca dopo il 2014.

Il Guardian ha ripreso oggi la vicenda, sottolineando che l’oligarca preso di mira è il padre di Lord Evgeny Lebedev, che è cittadino britannico da anni ed è proprietario di un piccolo impero editoriale nel Regno Unito. Lord Evgeny Lebedev è noto per il suo sostegno al Partito Conservatore, per le feste vip e per le sue relazioni con numerose figure dell’establishment e del jet set britannico, ma soprattutto per la sua stretta amicizia con l’ex primo ministro Boris Johnson. Il giornale progressista coglie l’occasione per mettere nuovamente in discussione la controversa nomina di Lord Evgeny Lebedev come membro della Camera dei Lord, che è avvenuta durante il mandato di Johnson a Downing Street. Nonostante sia stato elogiato più volte da Zelensky come “migliore amico” dell’Ucraina tra i leader occidentali, Johnson è da tempo oggetto di critiche per le sue relazioni con figure come il figlio dell’oligarca ora sanzionato da Kiev.

Ore 11:49 - L’inviato di Pechino: «Né Kiev e né Mosca hanno chiuso la porta a un negoziato»

Né Kiev né Mosca hanno chiuso «in modo fermo» la porta a negoziati per la fine del conflitto. Lo ha assicurato l’inviato cinese per gli affari euroasiatici, Li Hui, che nei giorni scorsi è stato in missione in Russia, Ucraina e altri Paesi europei e oggi ha tenuto una conferenza stampa per riferire degli esiti. «Il rischio di escalation della guerra russo-ucraina è ancora alto», ha ammesso Li, esortando le parti a prendere misure concrete «per raffreddare la situazione», intanto garantendo la sicurezza degli impianti nucleari.

Ore 12:07 - Il parlamento svizzero blocca il trasferimento di armi all’Ucraina

La Camera bassa del Parlamento svizzero ha deciso di bloccare il trasferimento di armi e munizioni all’Ucraina, che sarebbe avvenuto attraverso Paesi terzi, confermando così la sua politica di neutralità. I deputati hanno votato a maggioranza contro la proposta presentata dalla commissione per la Politica di sicurezza del Parlamento, che avrebbe facilitato l’esportazione da Paesi terzi di armi e munizioni di fabbricazione elvetica in Ucraina. Lo ha reso noto la stessa Camera in una nota. Già nei giorni scorsi, la Svizzera aveva negato l’autorizzazione alla Germania di consegnare alle Forze armate di Kiev munizioni prodotte nella Confederazione e acquistate da Berlino ormai anni fa.

Ore 12:09 - Zelensky: «Congratulazioni a Meloni per il 2 giugno, insieme per una pace giusta»

«Congratulazioni a Giorgia Meloni e al popolo italiano per la Festa della Repubblica Italiana. Apprezziamo la solidarietà e il pieno supporto dell’Italia nella difesa della sovranità e dell’indipendenza dell’Ucraina. Oggi l’Ucraina lotta per i valori europei di democrazia e libertà, che condividiamo con il popolo italiano. Insieme raggiungeremo il nostro obiettivo comune: una pace giusta e sostenibile in Europa e nel mondo». Così, su Twitter, il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, per la festa del 2 giugno.

Ore 12:13 - Le forze ucraine colpiscono posizioni russe a Berdyansk

Le forze ucraine hanno colpito questa mattina posizioni dell'esercito russo nella città occupata di Berdyansk, nella regione di Zaporizhzhia: lo riportano i media ucraini, che citano l'amministrazione militare della città e canali Telegram locali. Secondo informazioni preliminari, diversi razzi hanno colpito l'area portuale della città. Un attacco «sulle posizioni degli invasori. Grazie alle forze armate dell'Ucraina per aver avvicinato la liberazione della città», ha scritto l'amministrazione militare. Un video pubblicato su Telegram mostra un'alta colonna di fumo nella zona del porto.

Ore 12:35 - Kiev: rifugi aperti 24 ore su 24. La decisione del sindaco Klitschko

I rifugi antiaerei a Kiev saranno aperti 24 ore su 24. Lo ha comunicato su Telegram il sindaco della città, Vitaly Klitschko. La polizia, ha aggiunto, «contribuirà a verificare la disponibilità dei rifugi durante l'allerta aerea del coprifuoco. Stiamo rafforzando il controllo». L'invito ai cittadini è quello di non ignorare gli allarmi visto che «il nemico ora sta bombardando la capitale con missili balistici».

Nei giorni scorsi una bambina di nove anni, insieme alla madre e a un'altra donna, era rimasta uccisa a Kiev in un bombardamento russo perché non era riuscite a entrare in un rifugio antiaereo.

Ore 12:48 - Il russo che guida l’esercito anti-Putin: «Abbiamo sempre più uomini e droni»

(di Andrea Nicastro, inviato a Kiev) Ilya Ponomarev è russo, miliardario ed ex deputato oggi dissidente in esilio. Ma, soprattutto, è l’uomo che sta costruendo un esercito per rovesciare Putin con la forza. Quando all’inizio dell’invasione diceva «sarò il De Gaulle russo», pochi lo prendevano sul serio. Gli ucraini hanno impiegato mesi a fidarsi della sua Legione Russia Libera. Poi volontari russi hanno combattuto in Donbass e anche a Bakhmut dalla parte ucraina. Così Kiev li ha armati, addestrati e inseriti nella Legione straniera.

Ore 13:01 - Blinken: «L’unica via per la vera pace è rafforzare Kiev»

Il capo della diplomazia americana, Antony Blinken, ha giustificato la continuazione del massiccio sostegno militare dell’Occidente all’Ucraina, sostenendo che il rafforzamento del Paese invaso dalla Russia sia un «prerequisito» per una «vera pace». «Il prerequisito per una diplomazia ragionevole e una vera pace è un’Ucraina più forte, capace di scoraggiare e difendersi da future aggressioni», ha detto il segretario di Stato in un discorso pronunciato in Finlandia, nuovo membro della Nato. Blinken ha sottolineato inoltre che «la guerra di aggressione (di Putin) è stata un fallimento strategico che diminuirà considerevolmente il potere militare, economico e diplomatico della Russia, nonché la sua influenza, nei prossimi anni». «Se guardiamo agli obiettivi e agli obiettivi strategici a lungo termine del presidente Putin, non ci sono dubbi: la Russia oggi sta molto peggio di quanto non fosse prima dell’invasione». E la prova sono le perdite sul campo di battaglia e sui mercati europei, nonché l’ingresso della Finlandia nella Nato.

Ore 13:03 - Putin: «Fare di tutto per evitare la destabilizzazione della Russia»

Le autorità russe devono «fare di tutto per evitare la destabilizzazione del Paese». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, aprendo un incontro con i membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Lo riporta Ria Novosti. Putin ha parlato degli «sforzi» che i «malvagi» stanno compiendo al fine di «scuotere la situazione all’interno della Federazione Russa» e occorre «garantire che in nessun caso sarà permesso loro di farlo».

Ore 13:31 - Governatore di Belgorod: morte due donne e feriti due uomini

Sono morte due donne, uccise dai colpi di artiglieria piovute nella notte su diverse città nella regione di confine russa di Belgorod: lo ha reso noto il governatore, Vyacheslav Gladkov, spiegando che le due vittime sono state colpite dalle schegge mentre viaggiavano in auto vicino al villaggio di Maslova Pristan. «Frammenti dei proiettili hanno colpito le auto di passaggio. Una di loro trasportava due donne: sono morte all’istante». Gladkov ha aggiunto che, oltre alle due donne uccise, anche due uomini sono rimasti feriti: i due viaggiavano in un’altra macchina sulla strada bombardata.

Ore 13:53 - Cremlino: non ci sono i requisiti per i negoziati con Kiev

Le parole di Zelensky sull’adesione dell’Ucraina alla Nato mostrano l’incapacità di Kiev nel voler risolvere i problemi al tavolo dei negoziati. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, aggiungendo che «al momento non esiste un’opzione» per i negoziati. «Non è in vista e non ci sono prerequisiti». Lo riporta la Tass. Per Peskov la Russia deve proteggere la propria sicurezza e questo esclude l’adesione dell’Ucraina alla Nato.

Ore 14:19 - Forze filoucraine in combattimento al confine russo

Un gruppo di forze filo-ucraine della «Legione della Libertà della Russia» sta combattendo contro le truppe russe alla periferia di un villaggio all’interno del confine occidentale della Russia, un giorno dopo che Mosca ha dichiarato di aver respinto tre attacchi transfrontalieri. «Abbiamo combattimenti attivi alla periferia del villaggio di Novaya Tavolzhanka. Purtroppo ci sono legionari feriti, ma la libertà si conquista con il sangue», ha dichiarato in un comunicato la Legione della Libertà della Russia.

Il gruppo descrive i suoi membri come russi che combattono contro il governo di Putin per creare un Paese che faccia parte del «mondo libero».

Ore 14:23 - Peskov: «Kiev nella Nato? Causerebbe grandi problemi per anni»

L’eventuale adesione dell’Ucraina alla Nato, come da richiesta di Zelensky, «sarebbe una delle principali fonti di problemi per gli anni a venire». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. «Molti Paesi europei, lo sanno bene, ma, sfortunatamente, Washington ordina e paga la musica nella Nato. Gli stati europei, sono solo strumenti obbedienti di questa orchestra».

Ore 15:00 - Zelensky al presidente estone Karis: «Il vostro aiuto rapido e importante»

Zelensky ha avuto oggi a Kiev un incontro con il presidente estone, Alar Karis. «L’Estonia è tra i Paesi il cui aiuto alla nostra difesa è stato il più veloce e il più significativo, giudicando dal rapporto tra il volume degli aiuti e il Prodotto interno lordo del Paese. Grazie per tutto il supporto», ha scritto il presidente ucraino su Telegram.

Ore 15:14 - Mosca: «Forze speciali cecene attive nel Donetsk»

Il distaccamento delle forze militari cecene, Akhmat, ha lanciato un’offensiva vicino alla città di Marinka, nella regione di Donetsk. Lo rende noto il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov aggiungendo che nel Donetsk il gruppo sud delle forze armate russe è soprattutto attivo nell’area di Avdeyevka area.

Ore 16:10 - Usa: sul nucleare pronti al dialogo con Russia e Cina

Gli Stati Uniti sono pronti a «discutere senza precondizioni» con la Russia e la Cina sulla non proliferazione nucleare. Lo afferma il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, sottolineando come non ci siano comunque ancora segnali che la Cina possa parlare di limiti alle armi nucleari.

Ore 15:40 - Zelensky: «Non trasciniamo nessun Paese Nato in guerra»

L’Ucraina non intende trascinare alcun Paese membro della Nato nel conflitto con la Russia. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, parlando ad una conferenza stampa congiunta con il suo omologo estone, Alar Karis, a Kiev in visita ufficiale. «Comprendiamo che non saremo membri della Nato mentre questa guerra è in corso. Non perché non vogliamo, ma perché è impossibile», ha detto il capo dello Stato ucraino. Allo stesso tempo, Zelensky ha sottolineato che l’Ucraina non sta cercando un’alternativa all’adesione alla Nato.

Ore 15:48 - Il capo della Cia in visita segreta in Cina a maggio per migliorare le relazioni con Pechino

Il direttore della Cia Bill Burns si è recato in Cina a maggio Una visita segreta di uno dei funzionari più fidati del presidente Joe Biden che spiega quanto la Casa Bianca fosse preoccupata per il deterioramento delle relazioni tra Pechino e Washington. Lo scrive il Financial Times. La Casa Bianca e la Cina non hanno la notizia. Ma un funzionario statunitense ha detto che Burns ha incontrato i vertici dell’intelligence cinese durante il viaggio. «Il mese scorso, il direttore Burns si è recato a Pechino dove ha incontrato le controparti cinesi e ha sottolineato l’importanza di mantenere linee di comunicazione aperte sui canali di intelligence», ha affermato la fonte.

La missione di Burns ha avuto luogo nello stesso mese in cui il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan ha incontrato Wang Yi, il massimo funzionario della politica estera cinese, a Vienna.

Ore 15:55 - Simson (Ue): «Non torneremo indietro sul taglio del gas russo»

«Non esiste un futuro in cui l’Europa ripristini i legami energetici con la Russia ai livelli prebellici». Lo scrive in un tweet la commissaria Ue per l’Energia, Kadri Simson, sottolineando che, con i passi intrapresi negli ultimi mesi, l’Unione europea ha «eliminato la dipendenza» dal gas russo.

Ore 15:06 - Marine Le Pen, la «cinghia di trasmissione» di Putin in Europa

(di Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi) In Francia la commissione parlamentare d’inchiesta sulle interferenze straniere ha votato a favore del rapporto della deputata macronista Constance Le Grip, che mette in evidenza «il rapporto privilegiato» tra il Rassemblement national, il partito di Marine Le Pen, e la Russia. Marine Le Pen viene considerata come una «cinghia di trasmissione» in Europa del discorso ufficiale russo , cosa peraltro molto apprezzata a Mosca. Non appena l’audizione di Marine Le Pen davanti alla commissione si è conclusa il 24 maggio, le testate giornalistiche russe hanno ripreso la sua affermazione principale, e cioè che «la Crimea è ed è sempre stata russa».

Ore 16:20 - Filorussi: 1 morto e 9 feriti nei raid ucraini a Donetsk e Berdyansk

Un civile ucciso e nove feriti è il bilancio di una serie di bombardamenti ucraini compiuti oggi contro i territori occupati dalle forze russe, secondo quanto riferito dalle locali autorità. Nella città capoluogo di Donetsk un uomo è stato ucciso nel distretto di Kuibyshevsky, secondo quanto riferito dal sindaco, citato dall’agenzia Tass. A Berdyansk invece, città della provincia di Zaporizhzhia che si affaccia sul Mar d’Azov, nove persone sono rimaste ferite in un attacco missilistico, secondo quanto riferito da un membro dell’amministrazione filorussa locale.

Ore 16:55 - Mosca: «Distrutte le difese aeree di importanti siti ucraini»

Le forze aerospaziali russe hanno colpito con missili di precisione difese aeree ucraine che «proteggevano importanti siti militari». Lo ha detto il portavoce del ministero della Difesa di Mosca, Igor Konashenkov. «Tutti gli obiettivi designati sono stati centrati», ha affermato il portavoce, citato dall’agenzia Tass. Il ministero della Difesa ha aggiunto che bombardamenti di artiglieria russi hanno distrutto due depositi di munizioni: uno a Kupyansk, nella provincia nord-orientale di Kharkiv, e uno nei pressi della città meridionale di Kherson, dove erano stoccate cinque tonnellate di esplosivi appartenenti alla 124esima Brigata della difesa ucraina.

Ore 18:19 - Reznikov vede Austin: lavoriamo per riportare pace in Europa

Il partenariato Ucraina-Usa è forte. Continueremo a lavorare per assicurare la vittoria dell’Ucraina e per riportare la pace in Europa. Lo ha scritto su twitter il ministro della Difesa ucraino, Oleksej Reznikov, dopo l’incontro con il «collega e grande amico», il segretario della Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, avvenuto a margine del forum Shangri-La a Singapore.

Ore 18:20 - Kiev: esplode mina a Kharkiv, muore una donna, feriti 3 ragazzi

Una donna è stata uccisa e tre bambini sono rimasti feriti dopo che la loro auto è passata sopra una mina nell’oblast di Kharkiv. Lo ha riferito oggi il governatore Oleh Syniehubov, scrive Kyiv Independent. Secondo Syniehubov, i quattro persone stavano viaggiando in auto tra i villaggi di Morozova Dolyna e Lemishchyne, che si trovano vicino al confine con la Russia, quando è avvenuto l’incidente. La donna di 37 anni è morta sul colpo, mentre le due adolescenti di 12 e 15 anni, e un ragazzo di 12 anni sono stati ricoverati in ospedale per le ferite riportate, dove «i medici stanno lottando per la propria vita», ha scritto Syniehubov.

Ore 18:27 - Zelensky: «La controffensiva? Quanto avverrà la vedrete»

Zelensky ha sottolineato che il «risultato della controffensiva dovrebbe essere la liberazione dei territori ucraini e, quando accadrà, si farà sentire». Lo riporta l’Ukrainska Pravda. Nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente dell’Estonia Alan Karis, il presidente ucraino ha affermato che «non si tratta di raccontare un film, ed è difficile per me dire come sarà la controffensiva. L’importante è che la Russia la veda, e la senta. Quando accadrà, saprete che sta avvenendo».

Ore 19:02 - Wallace (Gb): «Kiev può riprendersi la Crimea quest’anno»

«Contrariamente alle elucubrazioni private di alcuni altri funzionari della Nato Esiste una reale possibilità che l’Ucraina possa riconquistare con successo la Crimea, la penisola annessa illegalmente da Putin nel 2014, quest’anno quando le forze russe hanno esaurito le attrezzature necessarie». Lo afferma in un’intervista scrive al Washington Post il segretario alla Difesa britannico Ben Wallace. «Quello che abbiamo visto sul campo di battaglia è che se si colpiscono le forze russe nel posto sbagliato queste crollano. Si possono inviare decine di migliaia di giovani a morire, che è quello che stanno facendo, ma non si possono magicamente avere i carri armati e sistemi di armi di cui le truppe hanno bisogno», ha aggiunto.

Ore 19:21 - Sotto processo Maslov, lo scienziato dei missili ipersonici russi: il Cremlino lo accusa di «alto tradimento»

(di Marta Serafini) Alla sbarra per «accuse gravissime». Anatoly Maslov, 76 anni, è uno dei tre scienziati che hanno lavorato ai missili ipersonici. Maslov è stato arrestato lo scorso giugno. Dopo di che è stato spedito nella prigione di Lefortovo a Mosca, ex luogo degli interrogatori del KGB, la stessa dove è detenuto anche il corrispondente del Wall Street Journal Evan Gershkovich, per poi essere trasferito a San Pietroburgo per essere processato. Da allora il fascicolo è contrassegnato come «top secret» e nemmeno l’avvocato dell’uomo rilascia dichiarazioni alla stampa.

Ore 19:25 - «Raid russo nel Donetsk, almeno 2 morti e 4 feriti»

«Le forze russe hanno lanciato due bombe guidate contro il villaggio di Kivsharivka, uccidendo due persone e ferendone altre quattro». Lo ha riferito il governatore dell’oblast di Kharkiv Oleh Syniehubov. Lo scrive il Kyiv Independent. Secondo Syniehubov, un «edificio residenziale è stato danneggiato dall’attacco: un uomo e una donna anziani sono stati uccisi, mentre tre donne e un bambino di tre anni sono rimasti feriti». L’oblast di Kharkiv, situata nell’Ucraina nord-orientale vicino al confine con la Russia, subisce attacchi quasi quotidiani.

Ore 19:59 - Kiev, respinti 15 attacchi nemici sul fronte orientale

«Venerdì 2 giugno le forze di difesa ucraine hanno respinto 15 attacchi nemici sulla linea del fronte orientale, di cui otto nell’area di Marinka, nella regione del Donetsk». Lo ha detto lo stato maggiore delle forze armate ucraine in un post su Facebook, secondo Ukrinform. «La Federazione Russa continua a condurre una guerra di aggressione e usa tattiche terroristiche contro la popolazione civile ucraina. Oggi, di notte, il nemico ha lanciato ancora una volta un pesante attacco aereo e missilistico contro l’Ucraina, in particolare su Kiev. Ha utilizzato missili da crociera, ma sono stati tutti distrutti nel cielo», si legge nel post. «In totale, durante la giornata, il nemico ha effettuato 62 attacchi aerei e 15 attacchi missilistici e ha lanciato circa 20 attacchi contro le posizioni delle truppe ucraine e le aree popolate. La probabilità che il nemico lanci missili e attacchi aerei in tutta l’Ucraina rimane alta».

Ore 21:05 - Zelensky: arriveremo a vittoria per Europa e mondo libero

«Sono grato a tutti nel mondo che capiscono quanto sia cruciale prevalere sul `ruscismo´ (fascismo russo) in questo momento e proprio sulla terra ucraina. È fondamentale per ogni nazione confinante con lo stato terrorista russo. Sono sicuro che forniremo questa sicurezza, così necessaria, forniremo la vittoria sull’aggressione russa all’Ucraina, a tutta l’Europa e al mondo libero». Lo ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 23:33 - Zelensky: più Patriot per abbattere tutti i razzi russi

Il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato «imperativo» per l’Ucraina ricevere la quantità di sistema di difesa aerea Patriot di cui ha bisogno per proteggere completamente i suoi cieli a causa del tempo di attesa per riceverli. «Il nostro compito non è il 70-75% di distruzione dell’obiettivo, ma il 100%. Sì, è davvero un obiettivo ambizioso. È molto impegnativo, non solo a causa del tempo di attesa per i sistemi di difesa aerea Patriot, ma anche per i missili di cui hanno bisogno», ha detto Zelensky. Secondo Zelensky, l’Ucraina sa esattamente di quanti sistemi Patriot ha bisogno per proteggere il suo spazio aereo. Durante la Comunità politica europea in Moldavia il 1 giugno, Zelensky ha tenuto incontri con i leader di Germania, Danimarca, Paesi Bassi e Unione europea sulla creazione di una cosiddetta coalizione patriottica. «La domanda non è se ciascuno di questi paesi può fornirci questo», ha detto il presidente, aggiungendo che si tratta di aiutare l’Ucraina a procurarsi il sistema di difesa aerea. «Alcuni di loro hanno la capacità di fornirlo, e altri hanno diversi mezzi per aiutarci, comprese le relazioni politiche e personali con gli stati che hanno i sistemi di difesa missilistica pertinenti. Ci sono quelli che hanno finanze, altri che hanno influenza».

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 3 giugno.

Le notizie sulla guerra in Ucraina del 3 giugno. Andrea Nicastro, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 03 Giugno 2023.

Le notizie sulla guerra di sabato 3 giugno. Sebastian Coe, presidente di World Athletics, ribadisce il no alla partecipazioni degli atleti russi ai Mondiali di Budapest

• La Cina frena sui territori ucraini occupati da Mosca. L’inviato di Xi a Kiev al ritorno a Pechino avverte: `Rischio escalation, grande divario tra le parti´.

• Sono sotto attacco le regioni russe al confine, due morti a Belgorod.

• Ancora raid su Kiev, arresti per il rifugio rimasto chiuso.

• Putin chiede al Consiglio di sicurezza di «fare di tutto per impedire la destabilizzazione della Russia, considerando gli sforzi compiuti dai nemici dello Stato per influenzare la situazione interna».

Ore 01:44 - Zelensky: più Patriot per abbattere tutti i razzi russi

Il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato «imperativo» per l’Ucraina ricevere la quantità di sistema di difesa aerea Patriot di cui ha bisogno per proteggere completamente i suoi cieli a causa del tempo di attesa per riceverli. «Il nostro compito non è il 70-75% di distruzione dell’obiettivo, ma il 100%. Sì, è davvero un obiettivo ambizioso. È molto impegnativo, non solo a causa del tempo di attesa per i sistemi di difesa aerea Patriot, ma anche per i missili di cui hanno bisogno», ha detto Zelensky. Secondo Zelensky, l’Ucraina sa esattamente di quanti sistemi Patriot ha bisogno per proteggere il suo spazio aereo. Durante la Comunità politica europea in Moldavia il 1 giugno, Zelensky ha tenuto incontri con i leader di Germania, Danimarca, Paesi Bassi e Unione europea sulla creazione di una cosiddetta coalizione patriottica. «La domanda non è se ciascuno di questi paesi può fornirci questo», ha detto il presidente, aggiungendo che si tratta di aiutare l’Ucraina a procurarsi il sistema di difesa aerea. «Alcuni di loro hanno la capacità di fornirlo, e altri hanno diversi mezzi per aiutarci, comprese le relazioni politiche e personali con gli stati che hanno i sistemi di difesa missilistica pertinenti. Ci sono quelli che hanno finanze, altri che hanno influenza».

Ore 02:31 - Sotto processo Maslov, lo scienziato dei missili ipersonici russi: il Cremlino lo accusa di «alto tradimento»

(di Marta Serafini) Alla sbarra per «accuse gravissime». Anatoly Maslov, 76 anni, è uno dei tre scienziati che hanno lavorato ai missili ipersonici. Maslov è stato arrestato lo scorso giugno. Dopo di che è stato spedito nella prigione di Lefortovo a Mosca, ex luogo degli interrogatori del KGB, la stessa dove è detenuto anche il corrispondente del Wall Street Journal Evan Gershkovich, per poi essere trasferito a San Pietroburgo per essere processato. Da allora il fascicolo è contrassegnato come «top secret» e nemmeno l’avvocato dell’uomo rilascia dichiarazioni alla stampa.

Ore 02:35 - Marine Le Pen, la «cinghia di trasmissione» di Putin in Europa

(di Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi) In Francia la commissione parlamentare d’inchiesta sulle interferenze straniere ha votato a favore del rapporto della deputata macronista Constance Le Grip, che mette in evidenza «il rapporto privilegiato» tra il Rassemblement national, il partito di Marine Le Pen, e la Russia. Marine Le Pen viene considerata come una «cinghia di trasmissione» in Europa del discorso ufficiale russo , cosa peraltro molto apprezzata a Mosca. Non appena l’audizione di Marine Le Pen davanti alla commissione si è conclusa il 24 maggio, le testate giornalistiche russe hanno ripreso la sua affermazione principale, e cioè che «la Crimea è ed è sempre stata russa».

Ore 02:38 - Atletica, ribadito il no alla partecipazione dei russi ai Mondiali di Budapest

Gli atleti con passaporto russo non saranno presenti ai Campionati mondiali di atletica leggera che si svolgeranno dal 19 al 27 agosto a Budapest in Ungheria. Il presidente di World Athletics, Sebastian Coe, ha ribadito da Firenze, dove venerdì sera si è svolto il `Golden Gala Pietro Mennea´, la sua linea di leader dell’atletica mondiale di escludere gli atleti russi dalla rassegna iridata a seguito dell’invasione di Mosca in Ucraina.

Ore 02:49 - Autobomba contro quattro collaborazionisti a Mykhailivka

Autobomba contro quattro presunti collaborazionisti dei russi nella città ucraina di Mykhailivka, occupata dalle truppe di Mosca. Lo ha riferito Ivan Fedorov, sindaco in esilio di Melitopol, al sito the Kyiv Independent. Non è chiaro se i quattro sono sopravvissuti all’attentato.

Ore 03:14 - Il fronte adesso è in Russia, Putin: «Vogliono destabilizzare il Paese»

(Andrea Nicastro) «Ci saranno altri attacchi» aveva detto giovedì al Corriere il rappresentante politico della Legione Russia Libera Ilya Ponomarev. E ieri alcuni soldati della sua Legione sono di nuovo entrati in Russia per «occupare» lembi di terreno, pungere l’orgoglio della superpotenza. Ciò mentre l’artiglieria di Kiev colpiva cittadine russe da nord a sud lungo tutto il confine.

Non bastavano i 1.200 chilometri di Ucraina sui quali si confrontano l’esercito di Kiev e le forze di occupazione di Mosca. Quelle sono le province invase da Mosca tra il 2014 e il 2022 che il Cremlino ha preteso di annettere. Ora, invece, la Russia è costretta a capire che da un punto qualunque dei suoi 1.500 chilometri di frontiera legalmente riconosciuta che la separano dall’Ucraina possono arrivare delle minacce. L’incursione della Legione Russia Libera ha interessato pochi chilometri all’interno della provincia russa di Belgorod, ma l’artiglieria di Kiev ha lanciato ordigni oltre il confine un po’ ovunque. Colpite in particolare le cittadine di Maslova Pristan, Shebekino, Smolensk. Segnalate esplosioni in cinque regioni russe: Belgorod, Kursk, Kaluga, Bryansk, Smolensk. Attacchi limitati fatti di qualche colpo di cannone o pochi droni armati, abbastanza però perché i russi sentano di non essere al sicuro fino a che saranno in guerra. Due donne sono state uccise, secondo Mosca, dalle cannonate ucraine, mentre la Legione accusa le forze di sicurezza russe che tentavano di colpire i legionari.

Ore 05:00 - Usa, Austin: dialogo necessario con la Cina per evitare errori che porterebbero alla guerra

Il dialogo tra Stati Uniti e Cina è «essenziale» per evitare errori di calcolo che potrebbero portare a un conflitto. Lo ha dichiarato il Segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin, dopo che Pechino ha rifiutato un incontro formale tra lui e il suo omologo cinese. Austin e Li Shangfu si sono stretti la mano e hanno parlato brevemente per la prima volta alla cena di apertura del vertice sulla difesa Shangri-La Dialogue a Singapore. Il capo della difesa statunitense è impegnato in un tour in Asia che lo ha già portato in Giappone e che comprenderà anche una visita in India, nell’ambito di un’iniziativa degli alti funzionari americani volta a rafforzare le alleanze e le partnership nella regione per contrastare Pechino. «Gli Stati Uniti ritengono che linee di comunicazione aperte con la Repubblica Popolare Cinese siano essenziali, soprattutto tra i nostri leader militari e della difesa», ha dichiarato Austin in occasione del Dialogo di Shangri-La. «Più parliamo, più possiamo evitare i malintesi e gli errori di calcolo che potrebbero portare a crisi o conflitti».

Ore 08:09 - L’Ucraina e la Nato: no all’ingresso a breve. Ma i membri offrono «garanzie di sicurezza»

(di Giuseppe Sarcina) L’Ucraina non entrerà a breve nella Nato. Ma Stati Uniti, Regno Unito, Francia e, forse, Germania, sono pronti a offrire «garanzie di sicurezza», vale a dire anche aiuti militari consistenti, per garantirne l’indipendenza e l’integrità territoriale. La nuova ipotesi, al centro del confronto tra Washington e le capitali europee, si sovrappone a un contesto in pieno movimento. Ieri si è saputo, tra l’altro, che il direttore della Cia, William Burns, a maggio, ha incontrato i vertici dei servizi segreti cinesi, nel corso di una missione riservata a Pechino. (...)

Ore 08:11 - Bombe russe sul Kherson, feriti 5 civili (inclusi 2 bambini)

Cinque civili, tra cui due adolescenti, sono rimasti feriti durante gli attacchi delle forze russe nella regione di Kherson, in Ucraina, avvenuti ieri. La notizia è stata resa nota da Oleksandr Prokudin, capo dell’amministrazione militare regionale, secondo quanto riportato dai media nazionali. Prokudin ha precisato che le truppe russe hanno attaccato la regione 65 volte, sparando un totale di 265 proiettili. Sono stati utilizzati sistemi missilistici a lancio multiplo Grad, mortai, artiglieria, droni e aerei. La città di Kherson è stata presa di mira cinque volte, con un totale di 29 proiettili. I russi hanno attaccato aree residenziali in tutti gli insediamenti della regione. Nel distretto di Beryslav, un ambulatorio, due chiese e tre edifici amministrativi sono stati colpiti. I due adolescenti sono stati feriti dall’esplosione di un ordigno non identificato nel villaggio di Zahorianivka. Secondo il governatore, i due ragazzini, di 13 e 10 anni, stavano giocando in un parco quando si è verificata l’esplosione. Il ragazzo più grande ha riportato ferite agli arti a causa delle schegge, mentre il più giovane è stato ferito all’addome. Entrambi sono stati ricoverati in ospedale.

Ore 08:16 - I partigiani russi: «Mosca continua a bombardare Belgorod»

«L’esercito di Putin continua il suo caotico bombardamento della regione (russa, ndr) di Belgorod. Cercando di colpire le nostre forze in ogni modo, il nemico sta inondando di fuoco gli insediamenti, incurante delle vittime civili. Già oggi ci sono stati colpi di artiglieria sugli insediamenti di Shebekino, Novaya Tavolzhanka, Murom e altri...»: lo scrivono su Telegram i partigiani russi filo-ucraini della Legione Libertà della Russia. «Vista la minaccia per i civili, abbiamo concordato con il comando ucraino l’apertura di corridoi umanitari per i residenti di Belgorod che stanno soffrendo a causa dei bombardamenti dell’esercito del regime - prosegue il messaggio -. Così chiunque abbia bisogno di aiuto per consenso volontario può essere evacuato in profondità in Ucraina».

Ore 08:24 - Zelensky al Wall Street Journal: «Pronti per la controffensiva, avremo successo»

L’Ucraina è pronta a lanciare la tanto attesa controffensiva per riconquistare i territori occupati dalla Russia, ha dichiarato il presidente Volodymyr Zelensky in un’intervista pubblicata sabato sul Wall Street Journal. «Crediamo fermamente che avremo successo - ha detto il presidente ucraino -. Non so quanto tempo ci vorrà. Onestamente, può prendere molte strade diverse. Ma lo faremo e siamo pronti».

Kiev spera che una controffensiva per riconquistare il territorio cambi la dinamica della guerra che infuria da quando la Russia ha invaso 15 mesi fa. Zelensky ha detto il mese scorso che l’Ucraina aveva bisogno di aspettare l’arrivo di ulteriori veicoli corazzati occidentali prima di lanciare la controffensiva. Ha intrapreso una spinta diplomatica per mantenere il sostegno occidentale, cercando più aiuti militari e armi, che sono fondamentali per il successo dell’Ucraina nei suoi piani. La Russia detiene ampie porzioni di territorio ucraino nell’est, nel sud e nel sud-est. Un lungo periodo di tempo asciutto in alcune parti dell’Ucraina ha alimentato l’attesa che la controffensiva possa essere imminente. Nelle ultime settimane, l’Ucraina ha aumentato i suoi attacchi contro i depositi di munizioni russi e le rotte logistiche. Sabato, l’esercito ucraino ha riferito in un rapporto quotidiano che Mariinka, nella regione di Donetsk a est, era al centro dei combattimenti. Le forze ucraine hanno respinto tutti e 14 gli attacchi delle truppe russe, secondo il rapporto.

Ore 08:56 - Il ministero della Difesa britannico: stato delle forze aviotrasportate russe notevolmente degradato

Secondo il ministero della Difesa britannico, le forze aviotrasportate russe hanno assunto un ruolo sempre più significativo a Bakhmut, dove sono stati schierati elementi della 76esima e 106esima divisione. Tuttavia, l’aggiornamento dell’intelligence del ministero rileva che lo status di “élite” di queste forze russe è notevolmente degradato rispetto alla situazione precedente all’invasione. Nonostante ciò, i comandanti russi hanno probabilmente cercato di mantenere alcune di queste unità ancora relativamente capaci come riserva disponibile. Poiché sono state invece costrette a essere dispiegate per mantenere la linea del fronte a Bakhmut, è probabile che l’intera forza russa sia meno flessibile nel reagire alle sfide operative, conclude il ministero.

Ore 09:10 - Ucraina, Indonesia propone piano pace: tregua su "posizioni attuali"

Il ministro della Difesa indonesiano Prabowo Subianto ha proposto un piano per mettere fine alla guerra tra Russia e Ucraina durante una conferenza sulla difesa e la sicurezza che si svolge a Singapore, una mossa immediatamente criticata da diversi partecipanti. «Chiedo a Russia e Ucraina di impegnarsi a cessare immediatamente tutte le ostilità», con una tregua «sulle posizioni attuali», ha affermato il ministro, sottolineando che le economie e l'approvvigionamento alimentare dei paesi asiatici sono stati gravemente colpiti da questo conflitto. Il ministro ha proposto zone smilitarizzate che sarebbero garantite da osservatori e forze di pace dell'Onu e ha suggerito un «referendum nelle aree contese» organizzato dalle Nazioni Unite.

«L'Indonesia è pronta a contribuire inviando unità per una potenziale operazione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite», ha aggiunto. L'Indonesia, che privilegia la diplomazia non allineata, ha già tentato una mediazione, il presidente indonesiano Joko Widodo si è recato a Kiev e Mosca e ha incontrato i leader ucraini e russi lo scorso anno, quando il paese ha presieduto il gruppo del G20. La proposta del ministro della Difesa è stata però criticata nel corso della conferenza, con un partecipante che lo ha accusato di mettere sullo stesso piano l'aggressore e l'aggredito. Il capo della politica estera dell'UE Josep Borrell ha sostenuto che una pace in Ucraina deve essere raggiunta a condizioni accettabili senza rischiare di congelare il conflitto. «Dobbiamo portare la pace in Ucraina ma deve essere una pace giusta, non una pace di resa», ha detto, parlando dopo il ministro indonesiano. L'Indonesia ha votato a favore di una risoluzione delle Nazioni Unite che condanna l'invasione russa dell'Ucraina, ma non ha applicato sanzioni economiche contro Mosca.

Ore 10:01 - Zelensky: «Alcuni Paesi non voglio l'Ucraina nella Nato perché hanno paura della Russia»

Nella sua intervista con il Wall Street Journal, il presidente ucraino Zelensky ha detto che alcuni Paesi della Nato « hanno talmente paura della Russia da non volere l'Ucraina nell'alleanza. Se non saremo riconosciuti o se non ci saranno segnali al vertice di Vilnius, non penso abbia senso per l'Ucraina partecipare al summit».

«Non vogliamo diventare membri della Nato durante la guerra. Ora è tardi. Saremmo dovuti diventare parte dell'alleanza 15 anni fa. Siamo consapevoli che non faremo parte della Nato o di altre alleanze di sicurezza durante questa guerra», ha spiegato ancora Zelensky. «Ma quante vite ucraine deve costare la frase: l'Ucraina farà parte della Nato dopo la guerra, quando sarà sicuro? Onestamente non so se sentirò pronunciare questa frase», ha aggiunto il presidente ucraino.

Ore 10:13 - Prigozhin: «I russi hanno minato le vie di uscita da Bakhmut»

Prigozhin, il capo della Wagner, ha accusato il ministero della Difesa russo su Telegram di voler intrappolare i suoi soldati minando le vie di uscita di Bakhmut. «Poco prima di partire, abbiamo rilevato attività sospette lungo il nostro percorso di uscita. Abbiamo cominciato e abbiamo trovato una decina di luoghi in cui erano stati collocati vari ordigni esplosivi, che vanno da centinaia di mine anticarro a tonnellate di esplosivi plastici».

Secondo Prigozhin, «le persone che hanno seminato trappole in queste aree con esplosivi erano rappresentanti del ministero della Difesa». «E quando gli viene chiesto perché lo hanno fatto, puntano il dito verso l'alto», ha aggiunto, con chiaro riferimento alla leadership russa. Prigozhin ha anche annunciato che quasi tutte le sue unità hanno lasciato la città di Bakhmut, conquistata dopo diversi mesi di combattimenti contro le forze ucraine, e lasciato le posizioni recuperate all'esercito russo.

Ore 10:25 - Ministero della Difesa ucraino: «I piani per la controffensiva sono sulla buona strada»

I piani dell'Ucraina per una controffensiva contro l'occupazione russa rimangono solidi, secondo quanto riferito dal viceministro della Difesa ucraino, Volodymyr Havrylov, in un'intervista a Reuters. Nonostante un'onda "senza precedenti" di attacchi missilistici e droni in tutto il paese nelle ultime settimane, l'Ucraina ha l'ambizione di avviare la controffensiva e liberare i propri territori entro quest'anno. Havrylov ha spiegato che, oltre agli attacchi con missili da crociera, a maggio l'Ucraina ha affrontato numerosi attacchi di missili balistici, soprattutto nelle aree urbane, compresa la capitale Kiev. Ha sottolineato che l'obiettivo principale della Russia è quello di fermare la controffensiva ucraina e colpire i centri decisionali. Durante la conferenza sulla sicurezza Shangri-La Dialogue a Singapore, Havrylov ha dichiarato che l'uso massiccio di missili balistici da parte della Russia è considerato "l'ultima risorsa strategica", ma i sistemi di difesa aerea dell'Ucraina hanno dimostrato di essere efficaci al 90% contro gli attacchi russi. È stata una grande sorpresa per Mosca scoprire che l'efficacia dei loro missili balistici è quasi nulla contro i moderni sistemi di difesa aerea forniti dai partner ucraini. Havrylov ha inoltre affermato che l'Ucraina si aspetta una tabella di marcia dettagliata per l'adesione alla NATO durante il vertice del patto di difesa a Vilnius. È necessaria una chiara serie di misure da entrambe le parti, non solo un'indicazione che la porta è aperta. Sono richieste anche garanzie di sicurezza durante il periodo di transizione verso l'adesione.

Ore 10:43 - Kiev: «Il piano di pace dell'Indonesia? Non negozieremo nessuna perdita di territorio»

«Non abbiamo intenzione di negoziare alcun accordo che comporti la perdita del nostro territorio, compresa la Crimea». Così il vice ministro della Difesa ucraino, Volodymyr V Havrylov, ha respinto la proposta di pace presentata al Shangri-La Dialogue a Singapore dal ministro della Difesa indonesiano, Prabowo Subianto, che prevede la creazione di una zona smilitarizzata con il ritiro di 15 chilometri dalle posizioni avanzate di ciascuna parte.

Ore 10:53 - Vucic (Serbia): «Con Zelensky mai parlato delle sanzioni alla Russia»

Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha dichiarato che durante una breve conversazione con il presidente ucraino Zelensky, al vertice della Comunità politica europea a Chisinau la scorsa settimana, non si è discusso del tema delle sanzioni contro la Russia. Vucic ha sottolineato che la posizione di Belgrado rimane invariata, ossia non desidera imporre sanzioni a Mosca. Vucic lo ha spiegato in un'intervista alla rete televisiva serba Prva Tv, come riportato da Tass, rispondendo alle critiche in Serbia per aver stretto la mano a Zelensky. Ha commentato: «Volete che io non stringa la mano al presidente di un grande Paese che non riconosce il Kosovo e che non ha fatto nulla di male alla Serbia? Non siamo mai stati nemici dell'Ucraina e non lo siamo oggi».

Ore 11:03 - «I droni russi contengono parti prodotte dai nostri alleati»

Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio di Difesa e Sicurezza ucraina, ha detto che i droni russi Shahed, di fabbricazione iraniana, contengono parti prodotte da alleati dell'Ucraina. Lo riferisce il Kyiv Independent.

Ore 11:08 - Yermak, colloquio telefonico con Sullivan (Usa)

Andriy Yermak, capo dell'Ufficio del presidente ucraino Zelensky, ha avuto un colloquio telefonico col consigliere alla sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan. «Abbiamo parlato della formula di pace ucraina come base per raggiungere una pace duratura in Europa», ha fatto sapere lo stesso Yermak su Twitter. «Ho sottolineato l'importanza di coinvolgere il maggior numero possibile di Paesi nel sostegno al piano», ha scritto il consigliere ucraino ribadendo quanto detto pochi giorni fa dallo stesso Zelensky.

Ore 12:10 - Kiev: «Dopo i russi siamo pronti anche all'apocalisse zombi»

«Dopo i rashisti (neologismo formato dalle parole `russi´, `razzisti´ e `fascisti´, ndr), gli ucraini sono pronti a tutto! Che si tratti di alieni o di un'apocalisse di zombi»: il consigliere del ministero dell'Interno ucraino, Anton Gerashenko, scherza oggi così, con un messaggio su Telegram, sulla guerra contro la Russia. Il messaggio è accompagnato da spezzoni di film sugli zombi e su un attacco alieno alla Terra.

Ore 12:36 - Il generale americano Petraeus: «L'Ucraina non riprenderà la Crimea, la controffensiva sarà molto impressionante»

Il generale americano in pensione David Petraeus, parlando alla Bbc, sostiene che l'Ucraina, nonostante la controffensiva, non riuscirà a riprendersi la Crimea: «Tendo a pensare che gli ucraini limiteranno la capacità dei russi di rifornire la Crimea, lungo la costa sud-est, taglieranno quella linea di comunicazione e inizieranno anche il processo di isolamento della Crimea», ma alla domanda diretta sulla possibilità che Kiev possa riprendere la Crimea ha risposto: «Non in questa controffensiva. no». Patraeus ha aggiunto tuttavia che «se (gli ucraini) riescono ad arrivare al punto di iniziare a isolare la Crimea, penso che ciò cambi le dinamiche in modo molto, molto sostanziale».

Secondo l'ex capo della Cia, inoltre, Putin potrebbe «resistere» al potere anche una volta che la guerra con l'Ucraina sarà finita. «Ha ancora il controllo totale», ha detto. «Certamente, ci sono alcune critiche al ministero della difesa, al ministro della difesa Shoigu, al capo di stato maggiore Gerasimov e così via, questo è ammissibile. Ma nessuno critica Putn», ha sottolineato Petraeus, «Penso che probabilmente si aggrapperà a quel potere. Ciò a cui dobbiamo prestare attenzione però sono indicazioni che l'inimmaginabile possa improvvisamente accadere, ovvero il rovesciamento di Putin».

Ore 12:57 - Il governatore di Belgorod: «Evacuati 600 bambini dalle zone di confine con l'Ucraina»

Il governatore della regione di Belgorod in Russia, Vjaceslav Gladkov, ha annunciato che 600 bambini saranno evacuati dalle località situate vicino al confine con l'Ucraina. In un messaggio pubblicato su Telegram, il governatore ha precisato che queste aree sono state soggette ad attacchi per circa due settimane. Gladkov ha spiegato che 300 bambini sono già partiti per la regione di Kaluga, mentre altri 300 saranno inviati a Jaroslavl.

Ore 13:54 - Medvedev: «Per Mosca nessun ritorno al passato prebellico»

Qualsiasi futuro leader politico russo che cercherà di cambiare la narrazione sullo sviluppo del Paese emerso nel 2022, sarà percepito come un traditore, quindi non ci sarà alcun ritorno al passato «prebellico»: lo ha affermato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, sul suo canale Telegram, come riporta la Tass. Medvedev ha commentato così i «sogni d'oro» dei russi che hanno lasciato il Paese e attendono il ritorno ai tempi precedenti alla guerra. «Posso dire con certezza che per loro non ci sarà alcun ritorno al `luminoso´ passato europeo. E non solo perché non ci amano e non ci aspettano lì. La Russia è un Paese completamente diverso rispetto al periodo prebellico. Leader, partiti e governi vanno e vengono, mentre la memoria e i valori, cementati con il sangue, rimangono per molto tempo. Per decenni, a volte per secoli. Non saranno cambiati, né tantomeno distrutti, da nessun nuovo leader, qualunque sia la forza politica che rappresenta (per non parlare dei palesi traditori)», ha scritto Medvedev. Secondo l'ex presidente russo, «solo i rinnegati che hanno dimenticato la morte dei nostri cittadini possono sognare il ritorno a una famiglia europea amichevole», ha sottolineato.

Ore 13:59 - Kiev: «60 mila donne combattono per difendere l'Ucraina»

«Sono oltre 60 mila le donne che difendono l'Ucraina e più di 42.000 di loro sono in servizio nelle forze armate», ha reso noto il ministero della Difesa ucraino in un post su Telegram ripreso dall'agenzia Ukinform. Si tratta di un numero, aggiunge il ministero, in costante aumento , anche grazie a cambiamenti significativi nella legislazione ucraina, che consentono alle donne di integrarsi pienamente nell'esercito. «Mantengono la difesa alla pari degli uomini, combattono, corrono rischi e, purtroppo, danno la vita. Sono un modello di coraggio e dedizione per il mondo intero», ha sottolineato il ministero della Difesa.

Ore 14:02 - Mosca: «Sospensione sul trattato Start è irremovibile»

«A prescindere da qualsiasi misura o contromisura da parte americana, la nostra decisione di sospendere il Trattato Start è irremovibile». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov, commentando quanto affermato da Washington. Gli Stati Uniti si erano detti infatti pronti a discutere con Russia e Cina «senza precondizioni» di una futura cornice in materia di non proliferazione nucleare. «La nostra condizione per tornare al pieno funzionamento del trattato è che gli Stati Uniti abbandonino la loro politica fondamentalmente ostile nei confronti della Russia», ha aggiunto Ryabkov.

Ore 14:09 - Prigozhin: «La Wagner è pronta per la difesa di Belgorod»

Prigozhin ha assicurato di essere pronto a inviare i suoi uomini a difesa della regione russa di Belgorod, al confine con l'Ucraina, colpita nei giorni scorsi da intensi bombardamenti e attacchi. «Se il Ministero della Difesa non ferma ciò che sta accadendo nella regione di Belgorod o i territori russi vengono effettivamente catturati, allora evidentemente si arriva», ha detto Prigozhin. «Difenderemo il nostro popolo russo e tutti coloro che vi abitano», ha aggiunto in un messaggio audio diffuso dal suo servizio stampa, precisando che i suoi uomini non aspetteranno «l'invito» o l'autorizzazione a schierarsi nella regione. «L'unica cosa che chiederemo sono le munizioni, per non arrivare, come diciamo a casa, a culo nudo al freddo».

Ore 14:21 - L'apertura di Zelensky: «Sono interessato a incontrare Lula (Brasile)»

«Sono interessato a incontrare il Presidente brasiliano Lula. E penso che dobbiamo parlare». Lo ha detto il presidente Zelensky in un'intervista con alcuni media latino-americani a Kiev, come riporta Ukrinform. «Mi sono offerto in qualsiasi forma. Ho invitato il Presidente in numerose occasioni, l'ho invitato a visitare l'Ucraina», ha aggiunto Zelensky, sottolineando che è necessario che «il maggior numero possibile di Paesi sostenga l'Ucraina o non sostenga la Russia in questa situazione, se non sono pronti a sostenere l'Ucraina, purtroppo».

Ore 15:04 - Mosca: «Due civili uccisi dai raid al confine con l'Ucraina»

Due civili sono rimasti uccisi nel bombardamento del distretto russo di Shebekino, nella regione di Belgorod, al confine con l'Ucraina. Lo riferisce il governatore Vyacheslav Gladkov, scrive Interfax. «Una donna anziana è stata colpita in un attacco avvenuto a Novaya Tavolzhanka ed è morta sul posto per le ferite riportate. Mentre un'altra donna è rimasta uccisa in un attacco a Bezlyudovka», ha detto.

Ore 15:44 - Prigozhin: «Le fazioni interne al Cremlino stanno distruggendo la Russia»

Il leader del gruppo di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, torna all’attacco sostenendo che le fazioni interne al Cremlino stanno distruggendo lo Stato russo e cercando di seminare discordia tra lui e i combattenti ceceni. Lo riferisce il Guardian online. Secondo Prigozhin, la disputa tra lui e le forze cecene, che combattono a fianco dell’esercito russo in Ucraina, è stata risolta. Ma il capo dei mercenari ha attribuito la colpa della discordia a fazioni non identificate di Mosca che lui chiama «torri del Cremlino». «Alcune torri del Cremlino hanno deciso di fare giochi pericolosi. I giochi pericolosi sono diventati comuni nelle torri del Cremlino... stanno semplicemente distruggendo lo Stato russo», si legge in un messaggio di Prigozhin, che poi minaccia: se la fazione del Cremlino dovesse continuare con i suoi tentativi di seminare discordia, avrebbe «pagato con l’inferno». Il Cremlino non ha rilasciato commenti sulle sue affermazioni.

Ore 16:08 - Il presidente del Kirghizistan Japarov: «Pronti a lavorare a fianco dell’Ue»

«Il Kirghizistan è pronto a lavorare fianco a fianco con l’Unione Europea per risolvere problemi condivisi, incoraggiare il dialogo e trovare soluzioni durature». Lo ha detto il presidente del Kirghizistan, Sadyr Japarov, durante un incontro con il presidente del Consiglio Ue Charles Michel. Lo riporta il Guardian. Il Kirghizistan è un’ex repubblica sovietica e un alleato della Russia.

Ore 16:23 - Cremlino: «Putin aperto a raggiungere obiettivi con mezzi pacifici»

«Il Presidente Putin è stato, è e continuerà ad essere aperto a qualsiasi contatto per raggiungere i nostri obiettivi con mezzi diversi dall’operazione militare speciale. Se è possibile, sarebbe preferibile». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov in un’intervista al programma Mosca. Precisando però che «i Paesi dell’Occidente non ci lasciano altra scelta al momento».

Ore 16:50 - Cremlino: «Francia non può essere moderatore, è Paese che partecipa a conflitto»

La Francia non può essere un «moderatore» nel conflitto in Ucraina a causa della sua partecipazione attiva, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in una intervista alla Tv di Stato russa. In ogni caso, ha aggiunto, il Presidente Putin è aperto a qualsiasi contatto che porti al raggiungimento degli obiettivi russi.

Ore 17:21 - Kiev: «A Bakhmut situazione stabile, Wagner è ancora presente»

«La situazione nella città di Bakhmut è relativamente stabile. Controlliamo la periferia sud-occidentale della città. I miliziani della Wagner non hanno ancora lasciato Bakhmut e stanno conducendo lavori di addestramento con le unità dell’esercito regolare che sono arrivate». Lo afferma la viceministro della Difesa ucraina Hanna Malyar su Telegram, riporta l’Ukrainska Pravda. Secondo Malyar, in generale, la situazione al fronte «non è significativa, ma sta leggermente cambiando». Per diversi mesi consecutivi, i russi hanno avanzato verso est in quattro direzioni: Avdiivskyi, Marinskyi, Lymanskyi e Bakhmutskyi. Successivamente le forze russe sono diventate periodicamente attive in altre due direzioni: Shakhtarskyi e Kupianskyi, ricorda l’Ukrainska Pravda. «Durante questo periodo, il nemico non è riuscito a entrare nei confini delle regioni di Donetsk e Lugansk. Il nemico è esausto e ora sta sostituendo le truppe e riorganizzandosi», ha aggiunto Malyar, osservando che la geografia delle azioni offensive è «in qualche modo diversa» rispetto a prima.

Ore 18:37 - Kiev: «Ucciso in battaglia il calciatore Mykola Zhydkov»

«Il calciatore ucraino Mykola Zhydkov è morto difendendo la sua patria». Lo scrive su Twitter il ministero della Difesa ucraina, ricordando che «Mykola ha giocato per la squadra di calcio polacca Wegrzcanka. Tornato in Ucraina nell’autunno del 2022 si è unito ai ranghi delle forze di difesa. Possa il ricordo di questo Eroe essere eterno. Gloria agli Eroi!».

Ore 21:05 - Kiev: «Esplosione nella città di Dnipro»

«Un’esplosione è risuonata in serata a Dnipro», città dell’Ucraina orientale, capoluogo dell’oblast di Dnipropetrovsk, «prima dell’annuncio dell’allarme aereo». Lo scrive l’Ukrainska Pravda, citando i media locali. A partire dalle 21.20 è stato annunciato un allarme aereo nelle regioni di Dnipropetrovsk, Kharkiv, Zaporizhzhia, Donetsk e Luhansk, nonché permanentemente nella Crimea occupata, aggiunge l’Ukrainska Pravda.

Ore 00:39 - Nel raid russo alla periferia di Dnipro: venti i feriti, di cui 5 bambini. Zelensky: «È terrorismo»

Sarebbero venti le persone ferite durante l’attacco russo a un edificio residenziale nel sobborgo di Dnipro, nel villaggio di Pidhorodne: di questi 17 sono ricoverati in ospedale. Lo riferiscono le autorità locali, come riporta Ukrinform. Tra i feriti cinque bambini.

«Gli invasori russi, colpendo Dnipro, hanno dimostrato ancora una volta che il loro Paese è uno sponsor del terrorismo». Così il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, su Telegram. «I cittadini russi saranno responsabili di tutto ciò che hanno fatto contro l’Ucraina», ha denunciato Zelensky, che ha aggiunto: «I russi hanno attaccato la città di Dnipro, colpito due edifici residenziali a due piani».

Ore 02:29 - Kiev, attivati sistema di difesa aerea sulla capitale: «Crescente minaccia»

L'amministrazione militare di Kiev ha annunciato su Telegram di aver attivato i sistemi di difesa aerea a causa di una «crescente minaccia» di un attacco russo. Lo rende noto il Kiev Independent.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 4 giugno.

Le notizie sulla guerra in Ucraina del 4 giugno. Andrea Nicastro, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 4 giugno 2023.

• Questa diretta è chiusa, continua a seguire qui le notizie live sulla guerra in Ucraina

• Prigozhin: «Le fazioni interne al Cremlino stanno distruggendo la Russia».

• Kiev: «A Bakhmut situazione stabile, la Wagner è ancora presente».

• Il ministero della Difesa ucraino: «I piani per la controffensiva sono sulla buona strada».

• Sotto processo Maslov, lo scienziato dei missili ipersonici russi: il Cremlino lo accusa di «alto tradimento».

Ore 00:02 - Sotto processo Maslov, lo scienziato dei missili ipersonici russi: il Cremlino lo accusa di «alto tradimento»

(di Marta Serafini) Alla sbarra per «accuse gravissime». Anatoly Maslov, 76 anni, è uno dei tre scienziati che hanno lavorato ai missili ipersonici. Maslov è stato arrestato lo scorso giugno. Dopo di che è stato spedito nella prigione di Lefortovo a Mosca, ex luogo degli interrogatori del KGB, la stessa dove è detenuto anche il corrispondente del Wall Street Journal Evan Gershkovich, per poi essere trasferito a San Pietroburgo per essere processato. Da allora il fascicolo è contrassegnato come «top secret» e nemmeno l’avvocato dell’uomo rilascia dichiarazioni alla stampa.

Ore 01:03 - Ministero della Difesa ucraino: «I piani per la controffensiva sono sulla buona strada»

I piani dell'Ucraina per una controffensiva contro l'occupazione russa rimangono solidi, secondo quanto riferito dal viceministro della Difesa ucraino, Volodymyr Havrylov, in un'intervista a Reuters. Nonostante un'onda "senza precedenti" di attacchi missilistici e droni in tutto il paese nelle ultime settimane, l'Ucraina ha l'ambizione di avviare la controffensiva e liberare i propri territori entro quest'anno. Havrylov ha spiegato che, oltre agli attacchi con missili da crociera, a maggio l'Ucraina ha affrontato numerosi attacchi di missili balistici, soprattutto nelle aree urbane, compresa la capitale Kiev. Ha sottolineato che l'obiettivo principale della Russia è quello di fermare la controffensiva ucraina e colpire i centri decisionali.

Durante la conferenza sulla sicurezza Shangri-La Dialogue a Singapore, Havrylov ha dichiarato che l'uso massiccio di missili balistici da parte della Russia è considerato "l'ultima risorsa strategica", ma i sistemi di difesa aerea dell'Ucraina hanno dimostrato di essere efficaci al 90% contro gli attacchi russi. È stata una grande sorpresa per Mosca scoprire che l'efficacia dei loro missili balistici è quasi nulla contro i moderni sistemi di difesa aerea forniti dai partner ucraini. Havrylov ha inoltre affermato che l'Ucraina si aspetta una tabella di marcia dettagliata per l'adesione alla NATO durante il vertice del patto di difesa a Vilnius. È necessaria una chiara serie di misure da entrambe le parti, non solo un'indicazione che la porta è aperta. Sono richieste anche garanzie di sicurezza durante il periodo di transizione verso l'adesione.

Ore 01:28 - Prigozhin: «Le fazioni interne al Cremlino stanno distruggendo la Russia»

Il leader del gruppo di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, torna all’attacco sostenendo che le fazioni interne al Cremlino stanno distruggendo lo Stato russo e cercando di seminare discordia tra lui e i combattenti ceceni. Lo riferisce il Guardian online. Secondo Prigozhin, la disputa tra lui e le forze cecene, che combattono a fianco dell’esercito russo in Ucraina, è stata risolta. Ma il capo dei mercenari ha attribuito la colpa della discordia a fazioni non identificate di Mosca che lui chiama «torri del Cremlino».

«Alcune torri del Cremlino hanno deciso di fare giochi pericolosi. I giochi pericolosi sono diventati comuni nelle torri del Cremlino... stanno semplicemente distruggendo lo Stato russo», si legge in un messaggio di Prigozhin, che poi minaccia: se la fazione del Cremlino dovesse continuare con i suoi tentativi di seminare discordia, avrebbe «pagato con l’inferno». Il Cremlino non ha rilasciato commenti sulle sue affermazioni.

Ore 02:11 - Nord Stream, si rafforza la pista ucraina del sabotaggio (ma il giallo non è risolto)

(di Andrea Marinelli o Guido Olimpio) Il mistero del Nord Stream riparte da un uomo e una donna. Lui, un soldato ventenne che vivrebbe a ovest di Kiev. Lei, una cittadina tedesca, ex compagna del militare, residente a Francoforte sull’Oder, con il quale ha avuto un figlio. Sono due tasselli, insieme ad altri, a dare maggiore forza ad una pista ucraina per il sabotaggio. Storia ancora lontana, però, dalla conclusione.

Ore 02:29 - Kiev: «A Bakhmut situazione stabile, Wagner è ancora presente»

«La situazione nella città di Bakhmut è relativamente stabile. Controlliamo la periferia sud-occidentale della città. I ;miliziani della Wagner non hanno ancora lasciato Bakhmut e stanno conducendo lavori di addestramento con le unità dell’esercito regolare che sono arrivate». Lo afferma la viceministro della Difesa ucraina Hanna Malyar su Telegram, riporta l’Ukrainska Pravda. Secondo Malyar, in generale, la situazione al fronte «non è significativa, ma sta leggermente cambiando».

Per diversi mesi consecutivi, i russi hanno avanzato verso est in quattro direzioni: Avdiivskyi, Marinskyi, Lymanskyi e Bakhmutskyi. Successivamente le forze russe sono diventate periodicamente attive in altre due direzioni: Shakhtarskyi e Kupianskyi, ricorda l’Ukrainska Pravda. «Durante questo periodo, il nemico non è riuscito a entrare nei confini delle regioni di Donetsk e Lugansk. Il nemico è esausto e ora sta sostituendo le truppe e riorganizzandosi», ha aggiunto Malyar, osservando che la geografia delle azioni offensive è «in qualche modo diversa» rispetto a prima.

Ore 03:13 - Il fronte adesso è in Russia, Putin: «Vogliono destabilizzare il Paese»

(di Andrea Nicastro, nostro inviato) «Ci saranno altri attacchi» aveva detto giovedì al Corriere il rappresentante politico della Legione Russia Libera Ilya Ponomarev. E ieri alcuni soldati della sua Legione sono di nuovo entrati in Russia per «occupare» lembi di terreno, pungere l’orgoglio della superpotenza. Ciò mentre l’artiglieria di Kiev colpiva cittadine russe da nord a sud lungo tutto il confine.

Ore 04:03 - Kiev: «Esplosione nella città di Dnipro»

«Un’esplosione è risuonata in serata a Dnipro», città dell’Ucraina orientale, capoluogo dell’oblast di Dnipropetrovsk, «prima dell’annuncio dell’allarme aereo». Lo scrive l’Ukrainska Pravda, citando i media locali. A partire dalle 21.20 di sabato è stato annunciato un allarme aereo nelle regioni di Dnipropetrovsk, Kharkiv, Zaporizhzhia, Donetsk e Luhansk, nonché permanentemente nella Crimea occupata, aggiunge l’Ukrainska Pravda.

Ore 04:15 - Nel raid russo alla periferia di Dnipro: venti i feriti, di cui 5 bambini. Zelensky: «È terrorismo»

Sarebbero venti le persone ferite durante l’attacco russo a un edificio residenziale nel sobborgo di Dnipro, nel villaggio di Pidhorodne: di questi 17 sono ricoverati in ospedale. Lo riferiscono le autorità locali, come riporta Ukrinform. Tra i feriti cinque bambini.

«Gli invasori russi, colpendo Dnipro, hanno dimostrato ancora una volta che il loro Paese è uno sponsor del terrorismo». Così il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, su Telegram. «I cittadini russi saranno responsabili di tutto ciò che hanno fatto contro l’Ucraina», ha denunciato Zelensky, che ha aggiunto: «I russi hanno attaccato la città di Dnipro, colpito due edifici residenziali a due piani».

Ore 05:00 - Kiev, attivati sistema di difesa aerea sulla capitale: «Crescente minaccia»

L'amministrazione militare di Kiev ha annunciato su Telegram di aver attivato i sistemi di difesa aerea a causa di una «crescente minaccia» di un attacco russo. Lo rende noto il Kiev Independent.

Ore 07:13 - Ucraina, distrutti nella notte quattro missili da crociera russi e tre droni

Questa notte le forze di difesa aerea dell’Aeronautica delle Forze Armate dell’Ucraina hanno distrutto quattro missili da crociera russi e tre droni d’attacco. Ad annunciarlo è l’aeronautica ucraina su Telegram secondo quanto riferisce “Ukrinform”. Le forze russe «continuano gli attacchi notturni sul territorio dell’Ucraina con droni e missili da crociera su strutture militari e infrastrutture critiche», spiegano le forze armate ucraine.

Ore 07:20 - Raid su Dnipro, muore una bambina di due anni

Il corpo di una bambina di due anni è stato estratto dalle macerie di un edificio alla periferia della città ucraina di Dnipro colpita ieri sera da un attacco russo: lo ha reso noto governatore della regione di Dnipropetrovsk, Sergiy Lysak, come riportano i media nazionali. Intanto, il numero dei feriti nell’attacco è salito a 22.

Ore 07:54 - Mosca: «Abbattuto un drone nel nord della Crimea»

Un drone è stato abbattuto sui cieli di Dzhankoy, nel Nord della Crimea. Lo ha riferito Oleg Kryuchkov, consigliere per l’informazione del capo della Crimea. «A Dzhankoy, un drone è stato abbattuto. Ci sono danni ai vetri in diverse case private. Tutti i servizi funzionano», ha scritto il funzionario sul suo canale Telegram, rilanciato da Ria Novosti. Le forze armate ucraine tentano regolarmente di attaccare Sebastopoli e la Crimea con i droni. Il 25 maggio, secondo le informazioni ufficiali russe, in diverse parti della penisola ucraina sul Mar Nero - annessa da Mosca nel 2014 - sei droni sono stati bloccati e abbattuti dai sistemi di difesa aerea.

Ore 08:17 - Bombe russe sul Donetsk, quattro civili perdono la vita

Quattro civili sono morti e altri otto sono rimasti feriti nei bombardamenti russi di ieri sulla regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione regionale, Pavel Kirilenko, come riporta Rbc-Ucraina. Due delle vittime sono state segnalate a Niu-York, una ad Hirnyk e una a Siversk, ha precisato il governatore.

Ore 09:17 - Il ministero della Difesa britannico: «Russia sempre più totalitaria»

Il ministero della Difesa britannico ha affermato nel suo rapporto quotidiano di intelligence che la Russia sta assumendo un carattere sempre più totalitario. Il rapporto, pubblicato su Twitter come parte dell’aggiornamento sul conflitto, ridicolizza le “leggi draconiane” introdotte nel paese all’inizio del conflitto, che sembrano aver portato alcuni funzionari locali della sicurezza a considerare vietato persino l’esposizione pubblica dei colori blu e giallo, corrispondenti alla bandiera ucraina. Gli esperti di Londra citano un recente episodio in cui un’operatrice di una casa di cura è stata arrestata il 9 maggio per aver indossato una giacca blu e gialla sul posto di lavoro. Inoltre, nei giorni scorsi, le truppe della Guardia Nazionale russa hanno arrestato un uomo di 22 anni a Volkhov, vicino a San Pietroburgo, per aver esposto una bandiera blu e gialla delle forze aerospaziali russe. Il rapporto sottolinea che questa repressione evidenzia l’incertezza all’interno di una burocrazia russa paranoica su ciò che è considerato lecito in un sistema sempre più totalitario. Interessante notare che le critiche agli arresti provengono da una fonte inaspettata: il Partito Liberal-Democratico, un partito ultranazionalista e favorevole alla guerra, il cui logo è composto dai colori giallo su sfondo blu.

Ore 09:20 - Danilov: «Trattare con Putin? Mai: non potete costringerci a negoziare con Satana»(di Andrea Nicastro)

Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale ucraino, è uno degli uomini più duri che guidano il Paese. In questa intervista non si trattiene: parolacce contro Putin, dito medio alla minaccia atomica e nessuna concessione ad un risultato finale che non sia la vittoria. Se la prende con la Chiesa, con «quei cardinali che attraverso il Papa vogliono influenzarci» e con gli occidentali «che ancora fanno affari con Mosca, che mettono il denaro davanti alla vita e alla libertà». «Non fosse per noi — dice — a quest’ora il nuovo Hitler che si chiama Putin sarebbe arrivato a Varsavia». (...)

Ore 09:27 - I russi bombardano Vovchansk e Ivashky nell'oblast di Kharkiv

I russi hanno bombardato i villaggi di Guryiv con carri armati e Ivashky con elicotteri. Anche Vovchansk è stata pesantemente bombardata. Ad affermarlo è il capo dell'amministrazione regionale di Kharkiv Oleh Syniehubov secondo quanto riferisce "Ukrainska Pravda". Al momento non si registrano vittime ma due case sono state parzialmente distrutte. Nel villaggio di Gur'iv Kozachok, distretto di Bohodukhiv, è stata danneggiata pesantemente la Casa della Cultura.

Ore 09:38 - Borrell (Ue) incontra il ministro della Difesa ucraino Reznikov

L'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, ha incontrato il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov a margine del Forum sulla sicurezza del Dialogo Shangri-La a Singapore. «Ovunque ci incontriamo nel mondo, il legame tra l'Ue e l'Ucraina e' indissolubile. Insieme a Oleksiy Reznikov e ai colleghi dell'Ue, abbiamo sottolineato la necessita' di solidarieta' globale e sostegno all'Ucraina. Perche' sono in gioco principi comuni», ha scritto Borrell su Twitter.

Ore 09:48 - I russi colpiscono l'aeroporto ucraino di Kropyvnytskyi

Due missili da crociera russi hanno colpito un aeroporto vicino a Kropyvnytskyi, nel capoluogo dell'oblast di Kirovohrad, nella notte del 4 giugno. Ad annunciarlo è il portavoce dell'aeronautica ucraina Yuri Ishnat secondo quanto riferisce "Ukrainska Pravda". «Tutti i missili da crociera non sono stati distrutti, quattro su sei sono stati distrutti. Sfortunatamente, hanno colpito l'aeroporto vicino a Kropyvnytskyi», spiega.

Ore 10:05 - Lo Stato Maggiore ucraino: «30 attacchi russi nelle ultime 24 ore»

Nelle ultime 24 ore, le forze russe hanno condotto 30 attacchi aerei sul territorio ucraino, come evidenziato nel resoconto diffuso questa mattina dallo Stato maggiore di Kiev. Inoltre, le truppe di Mosca hanno effettuato 56 attacchi utilizzando sistemi missilistici, mirando sia alle posizioni militari ucraine che ad aree abitate da civili. Nel rapporto si legge: «Durante la scorsa notte, il nemico ha lanciato due attacchi missilistici sulle regioni di Donetsk e Dnipropetrovsk, utilizzando in particolare i sistemi missilistici Iskander. Uno dei missili ha colpito la periferia di Dnipro, causando danni a un edificio residenziale a due piani e ferendo oltre 20 civili, tra cui bambini».

Ore 11:07 - I filorussi in Crimea: «Abbattuti e neutralizzati nove droni»

Cinque droni sono stati abbattuti e altri quattro sono stati neutralizzati dai sistemi elettronici durante la notte sulla città di Dzhankoy, in Crimea: lo ha reso noto su Telegram il leader della Crimea annessa alla Russia, Sergei Aksyonov, come riporta il Guardian. I droni non hanno colpito i loro obiettivi e non ci sono state vittime, ma diverse case hanno subito danni alle finestre, ha precisato, aggiungendo che uno dei droni è stato trovato intatto sul terreno di un'abitazione e che 50 residenti della zona sono stati evacuati. La Russia ha una base aerea militare vicino a Dzhankoy.

Ore 11:31 - L'annuncio dei dissidenti russi: «Stiamo entrando a Shebekino»

I partigiani russi filo-ucraini sono entrati oggi nel distretto di Shebekino, nella regione russa di Belgorod, al confine con l'Ucraina: lo ha reso noto su Telegram la Legione Libertà della Russia. «In arrivo! Il gruppo d'assalto avanzato della Legione e della Rdk (il Corpo dei Volontari russi, ndr) sta entrano nella periferia di Shebekino. `L´ Per la Russia! Per la libertà!', si legge nel messaggio. Combattimenti sono in corso vicino alla località di Novaya Tavolzhanka, aggiunge il gruppo, sottolineando che «le truppe di Putin continuano a colpire le case dei civili con l'artiglieria pesante».

Ore 11:32 - Il governatore di Belgorod ai residenti: «Lasciate le vostre case»

«Ascoltate le autorità e lasciate provvisoriamente le vostre case per preservare ciò che è più importante, che è la vostra vita e quella dei vostri cari». È l'appello lanciato dal governatore di Belogorod, Gladkov, dopo giorni di raid dall'Ucraina sulla regione russa al confine. Sul suo canale Telegram, il funzionario ha spiegato che l'appello non è solo per il distretto di Shebekino, il più colpito dagli attacchi dei giorni scorsi, ma per tutte le aree interesate dai bombardamenti. Gladkov ha riferito che durante la notte ci sono stati attacchi dell'artiglieria ucraina contro Shebekino - dove ieri sono morte due donne - e Volokonovski, dove si registrarono numerosi danni, ma nessuna vittima. Secondo il governatore, più di 4.000 persone si trovano ora nei centri di accoglienza, per lo più scuole e dormitori universitari. I bombardamenti dall'altra parte del confine, sommati alle incursioni di gruppi paramilitari russi, hanno costretto l'Esercito e la Guardia Nazionale a rafforzare la sicurezza nell'area tra le crescenti critiche per la vulnerabilità della frontiera. Gladkov ha annunciato, ieri, l'evacuazione urgente di 600 bambini dalle città di confine, mentre altri mille saranno inviati nell'annessa penisola di Crimea.

Ore 12:10 - Kiev: «Non annunceremo l'inizio della controffensiva»

«I piani amano il silenzio. Non ci sarà alcun annuncio dell'inizio»: lo scrive oggi su Telegram la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, riferendosi all'attesa controffensiva di Kiev. Il messaggio è accompagnato da un video in cui diversi soldati invitano al silenzio con l'indice sulle labbra. Il messaggio segue l'intervista di ieri di Volodymyr Zelensky al Wall Street Journal, in cui il presidente ucraino dichiarava che il Paese è pronto a lanciare la controffensiva.

Ore 12:44 - Zelensky: «Almeno 500 bambini morti dall'inizio dell'invasione»

Zelenskyy ha dichiarato che l'invasione russa ha ucciso almeno 500 bambini ucraini. Il presidente ucraino ha fornito questo numero poche ore dopo che i soccorritori hanno trovato il corpo di una bambina di 2 anni morta in uno degli ultimi attacchi di Mosca a Dnipro. Il presidente ha dichiarato che «le armi e l'odio russo, che continuano a prendere e distruggere le vite dei bambini ucraini ogni giorno», hanno ucciso le centinaia di bambini che sono morti dall'invasione su larga scala dell'Ucraina iniziata il 24 febbraio 2022. «Molti di loro avrebbero potuto diventare famosi studiosi, artisti, campioni sportivi, contribuendo alla storia dell'Ucraina», ha detto. Zelenskyy ha affermato che è impossibile stabilire il numero esatto di bambini vittime a causa delle ostilità in corso e perché alcune aree sono sotto occupazione russa. «Dobbiamo resistere e vincere questa guerra!», ha detto il presidente ucraino. «Tutta l'Ucraina, tutto il nostro popolo, tutti i nostri bambini, devono essere liberi dal terrore russo!».

Ore 13:10 - I partigiani russi filo-ucraini chiedono un incontro con il governatore della regione del Belgorod in cambio di due prigionieri

I partigiani russi filo-ucraini che combattono a Belgord hanno chiesto un incontro con il governatore della regione russa, Vyacheslav Gladkov, proponendogli lo «scambio di due prigionieri per pochi minuti di conversazione»: lo ha annunciato su Telegram la Legione Libertà della Russia. «Oggi è una grande festa ortodossa, il giorno della Trinità. E noi, rappresentanti dell'Rdk (il Corpo dei Volontari russi, ndr) e della Legione, ci offriamo di scambiare due prigionieri per pochi minuti di conversazione con lei in chiesa. Disarmati - si legge nel messaggio -. Se verrete al tempio di Novaya Tavolzhanka fino alle 17.00 di oggi, scambieremo questi due prigionieri come gesto di buona volontà, come si dice nella vostra patria, solo per l'opportunità di parlare con lei del destino della Russia, dell'inutile guerra sanguinosa che viene condotta da un anno e mezzo e che ora si sta svolgendo sul territorio della sua regione di Belgorod». Quindi, prosegue il messaggio, «oggi fino alle 17.00 avete l'opportunità di chiacchierare senza armi e di portare a casa due cittadini russi, soldati comuni, che lei e la sua leadership politica avete mandato in questo massacro. Ci vediamo lì!».

Ore 13:33 - Mosca: «Nessun motivo di ottimismo per le relazioni tra Russia e Usa»

Secondo Yury Ushakov, assistente del presidente russo Vladimir Putin, intervistato nel programma Mosca.Cremlino.Putin, la situazione delle relazioni tra Russia e Stati Uniti non offre ancora molti motivi di ottimismo. Queste dichiarazioni sono riportate dalla Tass. Ushakov ha affermato: «Finora non c'è alcun segnale di miglioramento in vista. Come sapete, lo stato attuale delle relazioni russo-americane non suscita molto ottimismo».

Ore 13:46 - Mosca: «Abbiamo colpito aeroporti militari ucraini con missili di precisione»

L'esercito russo ha dichiarato di aver colpito aeroporti militari ucraini con armi a lungo raggio durante la notte dopo che Kiev aveva affermato che Mosca aveva colpito una base aerea nella parte centrale del Paese. «Stanotte, le forze armate della Federazione Russa hanno effettuato un attacco con armi a lancio aereo di precisione a lungo raggio contro obiettivi nemici negli aeroporti militari», ha dichiarato l'esercito russo in una nota.

Ore 13:47 - Prigozhin ammette: «Gli ucraini controllano la periferia sudovest di Bakhmut»

Prigozhin ha confermato oggi che le Forze armate ucraine controllano la periferia sud-occidentale di Bakhmut, come aveva affermato ieri la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar. Lo riporta su Telegram il consigliere del ministero dell'Interno ucraino, Anton Gerashenko.

Ore 14:32 - «3 bambini in condizioni critiche dopo l'attacco a Dnipro»

«Tre dei cinque bambini rimasti feriti a seguito dell'attacco missilistico della Russia alla periferia della città di Dnipro sono in condizioni critiche». Lo rende noto il capo dell'amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk Serhii Lysak. «Ventidue persone sono rimaste ferite, tra cui cinque bambini. Tre di loro sono in condizioni critiche - ha precisato Lysak -. I nostri medici stanno facendo tutto il possibile. Sfortunatamente, un bambino, nato nel 2021, è rimasto ucciso». Il raid russo ha completamente distrutto sei appartamenti. Secondo Lysak, la comunità colpita riceverà aiuti dai bilanci statali e regionali ucraini.

Ore 14:37 - Podolyak: «Dagli eventi di Shebkino osserviamo la caduta di Putin»

«Gli eventi di Shebekino», il distretto situato nella regione russa di Belgorod al confine con l'Ucraina, in cui sono intervenuti i partigiani filo-ucraini, dovrebbero essere considerati come il futuro della Russia. Secondo Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino, si sta assistendo alla fine dell'era di stabilità sotto Putin e alla sentenza di vent'anni di parodia rappresentata da una mano forte che ruba. Queste osservazioni sono state condivise da Podolyak su Twitter. Podolyak afferma: «I russi dovrebbero guardare più attentamente... Caos, mancanza di governo (funzionari in fuga), bombardamenti indiscriminati su quartieri residenziali da parte dell'esercito russo, saccheggi aggressivi su larga scala, estorsioni di denaro per l'evacuazione, violenza di ogni tipo, criminalità organizzata, impotenza... E, soprattutto, una totale ignoranza delle informazioni. Dopotutto, ciò che non viene mostrato in televisione non esiste, vero?»

Ore 14:55 - Cremlino: «Kiev ha armi sempre più avanzate, possibile escalation»

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha avvertito che le armi fornite all'Ucraina dai paesi occidentali stanno diventando sempre più sofisticate, aggiungendo che le possibili consegne di missili a lungo raggio potrebbero portare a una nuova escalation del conflitto. Peskov ha ipotizzato che presto si inizieranno «discussioni sulla fornitura di missili con una gittata di 500 chilometri o più dalla Francia e dalla Germania. Si tratta di un tipo di arma completamente diverso», e questi sviluppi costringono la Russia a essere «più concentrata, più forte, più mobilitata» e a continuare l'operazione militare speciale in Ucraina, come riportato da Ria Novosti.

Ore 15:50 - Il governatore Belgorod chiede ai residenti del distretto di Shebelkino di sfollare

Il governatore della regione russa di Belgorod Vyacheslav Gladkov ha chiesto ai residenti delle zone adiacenti al confine con l’Ucraina di lasciare «provvisoriamente» le loro case e sfollare altrove «per mettersi al sicuro». Il provvedimento riguarda il distretto di Shebekino, nella regione di Belgorod. Già 4mila persone sono state trasferite in rifugi, all’interno della regione.

Ore 16:13 - Partigiani russi: «Catturati due soldati a Belgorod»

I cosiddetti «partigiani russi» hanno reso noto sul loro canale Telegram di aver catturato due soldati russi alla periferia di Shebekino nella regione russa di Belgorod. La richiesta è quella di avere un incontro con il governatore locale russo. «Scambieremo questi due prigionieri semplicemente per l’opportunità di parlare con te del destino della Russia e di questa inutile sanguinosa guerra, che dura da un anno e mezzo, e ora è in corso nel territorio della tua regione di Belgorod», si legge.

Ore 16:23 - Governatore russo: «Combattimenti in corso a Belgorod»

Combattimenti sono in corso tra «sabotatori» e forze russe nel villaggio di Novaya Tavolzhanka, nella regione russa di Belgorod, confinante con l’Ucraina. Lo annuncia il governatore della regione Vyacheslav Gladkov, citato dalla Tass. «Gruppi di sabotaggio e ricognizione si sono infiltrati. I combattimenti sono in corso a Novaya Tavolzhanka. Spero saranno eliminati», ha scritto sul suo canale Telegram.

Ore 16:34 - Governatore di Belgorod: «Pronto a vedere ribelli filo-ucraini»

Il governatore della regione russa di Belgorod al confine con l’Ucraina si dice pronto a incontrare i ribelli filo-ucraini che attaccano le aree di frontiera. I partigiani russi filo-ucraini che combattono a Belgorod avevano chiesto un incontro con il governatore Vyacheslav Gladkov proponendogli lo «scambio di due prigionieri per pochi minuti di conversazione».

Ore 16:41 - Usa, conflitto o guerra fredda con la Cina non è inevitabile

«Un conflitto o una guerra fredda fra Stati Uniti e Cina non è inevitabile». Lo ha detto Jake Sullivan, il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, in un’intervista a Cnn. Sullivan ricorda di aver assistito all’incontro fra Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping e «ho visto due leader che avevano il desiderio di gestire la concorrenza. Abbiamo un’intensa concorrenza ma anche diplomazia».

Ore 17:02 - Il governatore di Belgorod: «Sabotaggi e scontri in corso a Novaya Tavolzhanka»

Unità di sabotaggio e ricognizione sono riuscite a entrare nella regione di Belgorod, nel villaggio di Novaya Tavolzhanka, e sono in corso scontri, ha denunciato il governatore della regione russa, Vyacheslav Gladkov, su Telegram. Novaya Tavolzhanka è uno dei villaggi più grandi del distretto di Shebekino che da questa mattina è oggetto di bombardamenti da parte degli ucraini. Il governatore ha anche detto di essere disposto a incontrare i sabotatori per salvare i prigionieri, alcuni dei quali potrebbero essere stati uccisi.

Ore 17:46 - Olena Zelenska inaugura a Kharkiv monumento a bimbi morti in guerra

Olena Zelenska, moglie del presidente ucraino, ha inaugurato a Kharkiv un monumento in onore dei bambini morti a causa dell’aggressione della Russia. Lo riporta Ukrinform. «È difficile inaugurare monumenti ai caduti. Soprattutto se queste vittime sono bambini», ha spiegato. «I bambini avrebbero dovuto vivere. Proprio come dovevano vivere i piccoli abitanti delle case distrutte dai missili russi in tutto il paese», ha aggiunto.

Ore 18:36 - Mosca: «Respinta incursione oltreconfine a Belgorod»

La Russia ha reso noto di aver respinto un gruppo di combattenti che dall’Ucraina tentava di entrare nella regione di Belgorod. Lo ha reso noto il ministero della Difesa. Mosca ha aggiunto di aver respinto l’attacco di «sabotatori» con l’artiglieria: «Il nemico è disperso e ritirato».

Ore 01:00 - Kadyrov offre unità cecene per «ripulire Belgorod» dai miliziani anti-Putin

Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, si è offerto di inviare unità cecene a combattere i `sabotatori´, i paramilitari russi dissidenti, nella regione di Belgorod. Kadyrov sottolineato che per eliminare miliziani sul territorio russo senza danneggiare i civili e le infrastrutture, è necessaria non solo l’esperienza militare, ma anche quella antiterrorismo; e ha ricordato che i combattenti ceceni hanno già «ripulito» la loro repubblica «dai banditi nelle foreste e nelle aree urbane». Lo ha detto sul suo canale Telegram, dopo che due unità militari russe dissidenti - il Corpo dei volontari russi e la Legione della libertà per la Russia- hanno reso noto che trasferiranno i soldati russi catturati all’esercito ucraino.

Ore 01:09 - Mosca: respinta offensiva ucraina nella regione di Donetsk, uccisi 250 soldati

Le forze russe hanno sventato una grande offensiva ucraina nella regione meridionale di Donetsk e hanno ucciso centinaia di truppe pro-Kyiv. Lo ha dichiarato il ministero della Difesa russo. In un comunicato, il ministero ha affermato che l’Ucraina ha lanciato l’offensiva domenica utilizzando sei battaglioni meccanizzati e due battaglioni di carri armati. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti. Nessuna dichiarazione ufficiale ancora da Kiev. «L’obiettivo del nemico era quello di sfondare le nostre difese nel settore più vulnerabile, a suo avviso, del fronte», ha dichiarato il ministero della Difesa. «Il nemico non ha raggiunto i suoi obiettivi, non ha avuto successo». Le forze russe hanno ucciso 250 soldati ucraini e distrutto 16 carri armati, veicoli da combattimento di fanteria e 21 veicoli corazzati da combattimento. Il capo di Stato Maggiore russo Valery Gerasimov si trovava nell’area dell’attacco ucraino, ha dichiarato il ministero.

Ore 00:58 - I miliziani anti-Putin: consegneremo a Kiev i due soldati russi catturati a Belgorod

I miliziani anti-Putin della Legione Libertà di Russia hanno annunciato che trasferiranno in Ucraina i soldati russi fatti prigionieri durante le loro incursioni a Belgorod. Lo riferisce Ukrinform. «Stiamo consegnando i prigionieri alla parte ucraina» che si occupa dello scambio di prigionieri, affermano su Telegram. Aggiungendo che il governatore di Belgorod non si è presentato all’incontro che gli era stato proposto, nel quale gli sarebbero stati consegnati due prigionieri. «È inutile comunicare con loro, sono codardi», si legge nel messaggio.

Ore 03:18 - Belgorod, impianto energetico in fiamme dopo l’attacco di un drone

L’attacco di un drone ha incendiato un impianto energetico nella regione russa di Belgorod nelle prime ore di oggi. Lo ha dichiarato il governatore della regione sul suo canale Telegram. La regione confina con l’Ucraina e nelle ultime settimane è stata oggetto di frequenti bombardamenti

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 5 giugno.

Le notizie sulla guerra in Ucraina del 5 giugno. Andrea Nicastro, inviato, Paolo Foschi e redazione Online su Il Corriere della Sera il 5 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra di lunedì 5 giugno. I partigiani russi filo-ucraini rivendicano di aver ucciso un colonnello delle forze armate di Mosca. Secondo il Cremlino nell’attacco le forze armate ucraine avrebbero perso anche diversi carri armati e mezzi blindati

• Il governatore russo: «Combattimenti a Belgorod».

• Danilov: «Trattare con Putin? Mai: non potete costringerci a negoziare con Satana».

• Il fronte adesso è in Russia, Putin: «Vogliono destabilizzare il Paese».

• Putin dona alla Chiesa l’«Icona della Trinità» di Rublev: i musei protestano.

Ore 00:58 - I miliziani anti-Putin: consegneremo a Kiev i due soldati russi catturati a Belgorod

I miliziani anti-Putin della Legione Libertà di Russia hanno annunciato che trasferiranno in Ucraina i soldati russi fatti prigionieri durante le loro incursioni a Belgorod. Lo riferisce Ukrinform. «Stiamo consegnando i prigionieri alla parte ucraina» che si occupa dello scambio di prigionieri, affermano su Telegram. Aggiungendo che il governatore di Belgorod non si è presentato all’incontro che gli era stato proposto, nel quale gli sarebbero stati consegnati due prigionieri. «È inutile comunicare con loro, sono codardi», si legge nel messaggio.

Ore 01:00 - Kadyrov offre unità cecene per «ripulire Belgorod» dai miliziani anti-Putin

Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, si è offerto di inviare unità cecene a combattere i `sabotatori´, i paramilitari russi dissidenti, nella regione di Belgorod. Kadyrov sottolineato che per eliminare miliziani sul territorio russo senza danneggiare i civili e le infrastrutture, è necessaria non solo l’esperienza militare, ma anche quella antiterrorismo; e ha ricordato che i combattenti ceceni hanno già «ripulito» la loro repubblica «dai banditi nelle foreste e nelle aree urbane». Lo ha detto sul suo canale Telegram, dopo che due unità militari russe dissidenti - il Corpo dei volontari russi e la Legione della libertà per la Russia- hanno reso noto che trasferiranno i soldati russi catturati all’esercito ucraino.

Ore 01:09 - Mosca: respinta offensiva ucraina nella regione di Donetsk, uccisi 250 soldati

Le forze russe hanno sventato una grande offensiva ucraina nella regione meridionale di Donetsk e hanno ucciso centinaia di truppe pro-Kyiv. Lo ha dichiarato il ministero della Difesa russo. In un comunicato, il ministero ha affermato che l’Ucraina ha lanciato l’offensiva domenica utilizzando sei battaglioni meccanizzati e due battaglioni di carri armati. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti. Nessuna dichiarazione ufficiale ancora da Kiev. «L’obiettivo del nemico era quello di sfondare le nostre difese nel settore più vulnerabile, a suo avviso, del fronte», ha dichiarato il ministero della Difesa. «Il nemico non ha raggiunto i suoi obiettivi, non ha avuto successo». Le forze russe hanno ucciso 250 soldati ucraini e distrutto 16 carri armati, veicoli da combattimento di fanteria e 21 veicoli corazzati da combattimento. Il capo di Stato Maggiore russo Valery Gerasimov si trovava nell’area dell’attacco ucraino, ha dichiarato il ministero.

Ore 03:18 - Belgorod, impianto energetico in fiamme dopo l’attacco di un drone

L’attacco di un drone ha incendiato un impianto energetico nella regione russa di Belgorod nelle prime ore di oggi. Lo ha dichiarato il governatore della regione sul suo canale Telegram. La regione confina con l’Ucraina e nelle ultime settimane è stata oggetto di frequenti bombardamenti

Ore 04:57 - Russia, esercitazioni militari con 60 navi al via nel Mar del Giappone

La flotta russa del Pacifico ha iniziato le esercitazioni operative nelle acque del Mar del Giappone e del Mare di Okhotsk che dureranno fino al 20 giugno. Lo ha dichiarato il Ministero della Difesa russo, secondo quanto riporta Reuters. «Più di 60 navi da guerra e di supporto, circa 35 aerei dell’aviazione navale, truppe costiere e più di 11.000 militari sono coinvolti nelle esercitazioni del raggruppamento di forze della Flotta del Pacifico», ha dichiarato il ministero su Telegram.

 Ore 06:35 - Kiev: domenica aeronautica ucraina ha sferrato 15 attacchi contro le forze russe

L’aeronautica militare ucraina ha lanciato nella giornata di domenica 15 attacchi contro i russi. È quanto si legge nel rapporto dello Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina pubblicato su Facebook. «Nell’ultima giornata, l’aviazione delle forze di difesa ha lanciato 15 attacchi sulle aree di concentrazione del personale nemico. I nostri difensori hanno distrutto sei droni UAV di ricognizione nemici. Le unità missilistiche e di artiglieria hanno colpito tre posti di comando nemici, due aree di concentrazione di armi e attrezzature militari, quattro depositi di munizioni, due sistemi missilistici antiaerei e quattro stazioni di guerra elettronica», si legge nel rapporto. Nella notte di ieri, prosegue lo Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina, «i russi hanno utilizzato missili da crociera a lancio aereo Kh-101/Kh-555 e droni da combattimento Shahed di fabbricazione iraniana. Le forze e i mezzi dei comandi aerei, in collaborazione con le unità di difesa aerea di altre componenti delle Forze Armate dell’Ucraina, hanno distrutto quattro dei sei missili da crociera Kh-101/Kh-555 e sei degli otto UAV Shahed. In totale, nelle ultime 24 ore, i russi hanno lanciato 14 attacchi missilistici, 40 attacchi aerei, 51 attacchi MLRS contro le posizioni delle truppe ucraine e gli insediamenti popolati. Si contano morti e feriti tra civili, mentre state danneggiate case private, istituti scolastici e altre infrastrutture civili e amministrative».

Ore 07:09 - Governatore regione Kaluga: 2 droni caduti su autostrada

Due droni sono caduti questa mattina sull’autostrada M3 Ucraina nella regione di Kaluga: lo ha reso noto il governatore della regione russa, Vladislav Shapsha, sottolineando che i velivoli non sono esplosi. «Due Uav (droni, ndr) sono caduti oggi in mattinata sull’autostrada M3 Ucraina al 299mo km (Zhizdra) e al 283mo km (Duminichi). Non si è verificata alcuna detonazione. L’area è stata isolata», ha scritto il governatore su Telegram.

Ore 08:07 - Chi sono i patrioti anti Putin, in Russia: dall’estrema destra ai riformisti

È una galassia varia e opaca quella dei combattenti che stanno mettendo in ridicolo le difese russe al confine tra la regione ucraina di Kharkiv e quella russa di Belgorod. La loro consistenza numerica si aggira sui duemila soldati per la Legione e 500 per il «Corpo volontari». «Sono tutti russi di etnia e passaporto, uniti dall’odio verso il regime putiniano. Alcuni vivevano in Ucraina al momento dell’invasione, altri sono venuti apposta per unirsi alla lotta, altri ancora sono soldati della Federazione che hanno disertato per unirsi alle nostre forze». Qui il servizio completo di Andrea Nicastro.

Ore 08:12 - Kiev, abbattuti 4 missili da crociera su 6 e 6 droni su 8

Le truppe ucraine hanno abbattuto ieri quattro missili da crociera Kh-101/Kh-555 su un totale di sei lanciato dai russi e sei degli otto droni kamikaze Shahed delle forze nemiche: lo ha reso noto lo Stato Maggiore delle Forze Armate di Kiev nel suo rapporto quotidiano sull’andamento del conflitto, come riporta Ukrinform. Nel complesso, nelle ultime 24 ore i russi hanno lanciato 14 attacchi missilistici, 40 raid aerei e 51 attacchi con lanciarazzi multipli contro le posizioni delle truppe ucraine e gli insediamenti popolati, sottolinea il rapporto. Da parte sua, l’aeronautica militare ucraina ha lanciato ieri 15 attacchi contro aree in cui si trovavano soldati russi. Inoltre, «le unità missilistiche e di artiglieria hanno colpito tre posti di comando nemici, due aree con armi e attrezzature militari, quattro depositi di munizioni, due sistemi missilistici antiaerei e quattro stazioni per la guerra elettronica».

Ore 08:34 - Gb, Mosca ha lanciato a maggio oltre 300 droni sull’Ucraina

La Russia ha lanciato il mese scorso contro l’Ucraina oltre 300 droni kamikaze di fabbricazione iraniana Shahed, ovvero il maggior numero registrato dall’inizio dell’invasione del Paese: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. Mosca sta probabilmente lanciando così tanti droni per cercare di costringere Kiev a consumare le sue preziose scorte di sofisticati missili di difesa aerea, si legge nel rapporto pubblicato su Twitter. Tuttavia, è «improbabile che la Russia abbia avuto un notevole successo - commentano gli esperti di Londra -: L’Ucraina ha neutralizzato almeno il 90% dei droni in arrivo, per lo più utilizzando le sue armi di difesa aerea più vecchie e più economiche e con le apparecchiature elettroniche». Inoltre, conclude il rapporto, è probabile «che la Russia abbia anche cercato di localizzare e colpire le forze ucraine ben oltre la linea del fronte», ma Mosca non riesce a colpire questi «obiettivi dinamici a distanza a causa dei suoi scarsi processi di puntamento».

Ore 08:55 - Autorità russe di Zaporizhzhia, ostilità riprese nella regione

Questa mattina i combattimenti sono ripresi nella regione di Zaporizhzhia. Lo ha detto su Telegram il funzionario dell’amministrazione russa della regione, Vladimir Rogov. «Oggi sin dalle prime ore del mattino sono riprese le ostilita’ nell’area di Vremivka, iniziate ieri. Il nemico ha lanciato una forza ancora maggiore all’attacco rispetto a ieri, nel tentativo di sfondare le nostre difese in modo più organizzato», si legge nel messaggio. Secondo Rogov, Kiev sta cercando di avanzare nell’area dei villaggi di Novopol, Pryytne, Novodarovka, Rovnopol a sud-ovest di Vremivka, vicino al confine delle regione di Zaporizhzhia e di Donetsk.

Ore 08:57 - Il cardinale Zuppi visita KIev

Il cardinale italiano Matteo Zuppi , che è stato incaricato da Papa Francesco di svolgere una missione di pace per cercare di aiutare a porre fine alla guerra in Ucraina , visiterà Kiev il 5-6 giugno, secondo quanto riporta il Guardian. «Si tratta di una iniziativa che ha come scopo principale quello di ascoltare in modo approfondito le Autorità ucraine circa le possibili vie per raggiungere una giusta pace e sostenere gesti di umanità che contribuiscano ad allentare le tensioni», riferisce un comunicato della Santa Sede.

Ore 09:25 - Russia annuncia esercitazioni militari nel Mar Baltico

Il ministero della Difesa russo ha annunciato l’avvio delle esercitazioni militari delle unità della flotta baltica nella regione di Kaliningrad. «Nel rispetto del piano di addestramento degli organi di comando e controllo militare delle forze della flotta baltica per il 2023, dal 5 al 15 giugno è iniziata un’esercitazione operativa con i raggruppamenti della flotta baltica nel Mar Baltico e presso i campi di addestramento al combattimento nella regione di Kaliningrad sotto la guida del comandante della flotta baltica, il vice ammiraglio Vladimir Vorobyov», si legge in una nota riportata dall’agenzia di stampa Ria. L’esercitazione vede impegnate circa 40 navi, oltre 3.500 militari, fino a 500 unità di equipaggiamento militare e fino a 25 aerei ed elicotteri.

Ore 10:03 - Mosca, uccisi oltre 250 soldati ucraini nell’attacco di Kiev

Mosca afferma che le forze russe hanno ucciso la notte scorsa più di 250 soldati ucraini durante l’offensiva dell’esercito di Kiev nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto il ministero della Difesa russo su Telegram.

 Ore 10:04 - Bombe russe nel Donetsk, feriti tre civili in 24 ore

Tre residenti della regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale, sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore in seguito agli attacchi delle forze russe: lo scrive su Telegram il governatore ucraino della regione, Pavel Kirilenko, come riporta il Guardian. Kirilenko non menziona alcuna manovra offensiva delle forze ucraine, come ha annunciato nella notte il ministero della Difesa russo. Donetsk è una delle quattro regioni ucraine che Mosca ha annesso alla Russia.

Ore 10:11 - Kiev, metà dei rifugi in capitale non pronti all’uso

La situazione dei rifugi antiaerei della capitale ucraina Kiev, è critica. Lo afferma il ministro dell’Industria strategica Aleksandr Kamyshyn, come riporta Ukrainska Pravda. «Al momento è stato controllato un terzo dei rifugi della città», ha detto Kamyshyn, «metà dei rifugi ispezionati non sono pronti». Secondo i dati pubblicati dallo stesso ministro, a Kiev sono stati controllati 1.849 rifugi. Di questi, 596 (il 32%) non sono pronti all’uso e altri 242 (il 13%) non hanno potuto essere nemmeno aperti.

Ore 10:47 - Kiev: non useremo gli F-16 nella controffensiva estiva

L’Ucraina non userà i caccia F-16 nella sua attesa controffensiva poiché Kiev sarà pronta a schierare questi aerei solo in autunno o in inverno: lo ha detto il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov in un’intervista all’emittente giapponese Nhk. Rispondendo alla domanda sugli F-16, Reznikov ha affermato che questi aerei non cambieranno la situazione quest’estate. Il ministro ha ricordato che alcuni Paesi occidentali stanno addestrando, o si sono offerti di addestrare, i piloti ucraini per pilotare questi caccia. Ma ci vorrà del tempo, ha sottolineato, aggiungendo che l’Ucraina dovrà anche prendere accordi con i suoi partner per avere ingegneri e tecnici per la manutenzione e la riparazione dei velivoli.

Ore 11:08 - Media, un contratto prova la vendita di armi iraniane a Mosca

Sky News pubblica oggi un contratto per la fornitura di armi alla Russia da parte dell’Iran del valore di poco più di un milione di dollari: l’emittente britannica ha ottenuto il documento da un’anonima fonte di sicurezza, secondo cui il contratto è «autentico al 100%». L’emittente precisa che non ha potuto verificarne l’autenticità in modo indipendente, ma sottolinea che se fosse autentico, il documento - di 16 pagine, datato 14 settembre 2022 - sarebbe la prima prova concreta che Teheran ha venduto munizioni a Mosca per la sua guerra in Ucraina. Il contratto, scrive Sky News, «sembra riguardare campioni di proiettili di varie dimensioni e razzi di artiglieria e carri armati per un valore di poco superiore a un milione di dollari». Il contratto, aggiunge, è stato condiviso dalla fonte insieme a cinque pagine di un altro contratto - da circa 740.000 dollari - presumibilmente collegato che include cannoni per un carro armato T-72 e cannoni per un obice, oltre a munizioni.

Ore 11:21 - Putin non ha in programma un incontro con Zuppi

Il presidente russo Vladimir Putin non ha per ora in programma un incontro con il cardinale Matteo Zuppi, emissario di Papa Francesco per l’iniziativa di pace per l’Ucraina. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dalla Tass.

Ore 11:36 - Tajani: apprezziamo lo sforzo della Santa Sede

«Noi siamo favorevoli a tutte le iniziative di pace, apprezziamo lo sforzo che sta facendo la Santa Sede per favorire la fine della guerra». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani ai giornalisti alla Farnesina.

Ore 12:14 - Kiev, delirante la versione di Mosca sulla controffensiva

L’Ucraina ha respinto oggi la versione «delirante» secondo cui le forze russe hanno bloccato la controffensiva di Kiev nella regione di Donetsk. Lo ha detto al Washington Post il portavoce del raggruppamento orientale delle forze armate di Kiev, Serhiy Cherevatyi. «In realtà, quando inizierà, tutti lo sapranno», ha affermato Cherevatyi.

Ore 12:16 - Kiev, 210.350 soldati russi uccisi da inizio guerra, oltre 400 in 24 ore

Sono 210.350 i soldati russi che hanno perso la vita in Ucraina dall’inizio dell’offensiva lanciata da Mosca. Lo ha reso noto lo Stato Maggiore delle forze armate ucraine sottolineando che nelle ultime 24 ore sono 410 i militari russi uccisi nei combattimenti. Sono invece 3.848 i carri armati russi distrutti dall’esercito ucraino, 11 nell’ultima giornata, e 12 i sistemi di artiglieria neutralizzati, 3.567 in totale.

Ore 12:40 - Cnn: Ucraina ha “coltivato” rete agenti per sabotaggi in Russia

L’Ucraina ha coltivato una rete di agenti e simpatizzanti all’interno del territorio della Russia che lavorano per compiere atti di sabotaggio contro obiettivi russi e ha iniziato a fornire loro droni per organizzare attacchi, hanno detto alla Cnn diverse persone che hanno familiarità con informazioni di intelligence statunitense in materia. I funzionari statunitensi interpellati da Cnn, che presenta l’esclusiva, ritengono che questi agenti filoucraini all’interno della Russia abbiano effettuato un attacco con droni che ha preso di mira il Cremlino all’inizio di maggio lanciando i velivoli senza pilota dall’interno della Russia. Non è chiaro se anche altri attacchi di droni effettuati nei giorni scorsi - tra cui uno contro un quartiere residenziale vicino a Mosca e un altro contro le raffinerie di petrolio nel sud della Russia - siano stati lanciati dall’interno del territorio russo o condotti da questa rete di agenti filo-ucraini.

Ore 13:01 - La comunicazione e le strategie asimmetriche della guerra

È Mosca ad annunciarla. «Le forze ucraine hanno lanciato una grande offensiva ad est di Donetsk. Il movimento coinvolge truppe, carri armati, mezzi blindati, carri trasporta truppe». Unica conferma da parte di Kiev, la comunicazione della conquista del villaggio di Svatove e lo spostamento della linea del fronte di 400 metri. Guarda caso, entrambi gli episodi sarebbero accaduti nel Donbass e Svatove è proprio sulla strada per Donetsk. Bisognerà abituarsi a questa comunicazione asimmetrica: ecco perché nel servizio di Andrea Nicastro.

Ore 13:49 - Borrell incontra il ministro della Difesa cinese Li a margine del Forum di Singapore

L’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, ha avuto un incontro con il ministro della Difesa cinese Li Shangfu a margine del Forum sulla sicurezza del Dialogo Shangri-La a Singapore. «Discussione costruttiva con il ministro della Difesa cinese Li Shangfu al Forum del Dialogo Shangri-La 2023 su questioni strategiche comuni, tra cui la guerra della Russia contro l’Ucraina, Taiwan, il Mar Cinese meridionale », ha scritto Borrell su Twitter.

Ore 13:59 - Institute for the Study of War (Isw): «A Belgorod Mosca incapace di azioni coordinate»

Le scoordinate risposte russe alle incursioni nell’oblast di Belgorod suggeriscono che la leadership russa non ha ancora deciso su come reagire ai limitati raid transfrontalieri. Lo scrive l’Institute for the Study of War (Isw) nel suo aggiornamento quotidiano sulla guerra in Ucraina, spiegando che «i rapporti contraddittori da fonti ufficiali russe sulla situazione nell’oblast di Belgorod e l’apparente decisione personale del governatore regionale Gladkov di rispondere al Corpo volontario russo (Rdk) anti Cremlino e alla Legione della libertà della Russia (Lsr) suggeriscono che il Ministero della Difesa e Gladkov non stanno coordinando le loro risposte ai raid».

Ore 14:36 - Kiev: «La visita Zuppi è una chance per vedere la realtà dell’aggressione»

«La visita di Zuppi, in quanto inviato del Papa in Ucraina, ha luogo nel contesto del mantenimento di un costante dialogo diplomatico con la Santa Sede. La consideriamo un’altra opportunità per il Vaticano di vedere da vicino la realtà della guerra di aggressione della Russia e avere informazioni dettagliate sulla formula di pace in 10 punti di Zelensky, con lo scopo di portare una pace giusta e duratura in Ucraina». Lo dice all’ANSA il portavoce del ministero degli Esteri ucraino. Kiev «si aspetta sforzi del Vaticano nell’aiutarci a riportare a casa i bambini ucraini che sono stati portati illegalmente e forzatamente in Russia».

Ore 14:45 - Kadyrov propone l’invio di truppe cecene a difesa Belgorod

Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, ha offerto al Cremlino le truppe della Repubblica del Caucaso per difendere la regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina, dalle incursioni nemiche. «I terroristi che penetrano nella regione di Belgorod potrebbero essere affrontati da distaccamenti ceceni», ha detto Kadyrov sul suo canale Telegram. Kadyrov ha sottolineato che per far fronte a questa minaccia serve non solo «l’esperienza militare, ma anche l’antiterrorismo». «Per eliminare le bande armate sul territorio russo senza conseguenze per la popolazione civile e le infrastrutture, sono necessarie conoscenze e preparazione speciali», ha affermato. A suo dire, i suoi battaglioni e le strutture di sicurezza della Repubblica contano oltre 70 mila uomini. Le unità speciali cecene «Akhmat» hanno sostituito i mercenari del gruppo Wagner sul fronte ucraino come battaglioni d’assalto nel Donbass. Dopo aver lasciato il campo di battaglia a metà del 2022, i ceceni sono tornati la scorsa settimana e da allora combattono nella città di Marinka, alla periferia di Donetsk, capoluogo dell’omonima regione.

Ore 16:04 - L’Ucraina conferma «azioni offensive» in certi settori del fronte

L’Ucraina conferma di aver condotto «azioni offensive» in alcuni settori del fronte, stando a quando dichiara la Difesa di Kiev, che afferma inoltre di aver guadagnato terreno nei pressi di Bakhmut.

Ore 16:18 - Il gruppo Wagner arresta un comandante russo, ha sparato su suoi veicoli

Il gruppo di mercenari Wagner di Evgeny Prigozhin ha catturato un comandante russo, mentre il leader intensifica ulteriormente la sua faida con l’esercito regolare. In un video pubblicato sui canali social del leader Evgeny Prigozhin, il tenente colonnello Roman Venevitin, comandante della 72a brigata russa, racconta a un inquirente che, mentre era ubriaco, aveva ordinato alle sue truppe di sparare su un convoglio Wagner. Nel filmato, Venevitin ha detto di aver agito a causa della sua «antipatia personale» per Wagner e poi si è scusato.

 Due stretti familiari di Venevitin hanno confermato al Guardian che l’uomo ripreso nel video era un loro parente. Prigozhin ha lanciato diversi feroci attacchi contro i più alti funzionari della difesa russa, lamentandosi spesso della mancanza di munizioni durante la battaglia per Bakhmut nella regione orientale di Donetsk in Ucraina.

Ore 16:25 - Kiev: «Più di 250 missili e droni russi abbattuti a maggio»

Lo scorso maggio le forze di Kiev hanno distrutto più di 250 missili di diverso tipo e droni lanciati dalla Russia. Lo ha affermato l’amministrazione regionale di Kiev su Telegram. In particolare, sono stati abbattuti 169 droni, 65 missili da crociera Kh-101, Kh-555 e Kalibr, 13 missili balistici Iskander e sette missili balistici Kinzhal. «Nessuna città, nessun Paese è stato sottoposto ad attacchi aerei così potenti da numerosi missili ipersonici, balistici, da crociera e moderni droni militari tanto quanto Kiev è stata attaccata a maggio», si legge nel messaggio.

Ore 16:33 - Zelensky vede a Kiev il ministro degli Esteri britannico: focus su summit Nato

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha incontrato a Kiev il ministro degli Esteri britannico James Cleverly. In un post su Telegram, Zelensky afferma che nel colloqyuio si è discusso di diverse questioni tra cui le aspettative dell’Ucraina dal vertice della Nato a Vilnius. Altri temi in agenda sono stati «la promozione della formula di pace ucraina e la preparazione del summit mondiale per la sua attuazione, come anche la conferenza internazionale per la ricostruzione a Londra», ha scritto il leader di Kiev. «Siamo molto grati per tutto il grande sostegno, che il Regno Unito ha dato e sta dando all’Ucraina», ha dichiarato Zelensky.

Ore 16:49 - Kiev: «Mosca parla di controffensiva per distogliere l’attenzione da Bakhmut»

La Russia diffonde informazioni su una controffensiva per distogliere l’attenzione dalle perdite che subisce intorno a Bakhmut. A scriverlo su Telegram è stata la vice ministra della Difesa ucraina, Hanna Maliar. «Cosa sta accadendo ora? Stiamo portando avanti la difesa avviata il 24 febbraio 2022. L’operazione difensiva include tutto, anche azioni di controffensiva. Quindi, in alcune aree stiamo procedendo con azioni offensive. In particolare, la direttiva di Bakhmut rimane epicentro delle ostilità. Lì ci muoviamo lungo un fronte abbastanza ampio. Abbiamo successo. Occupiamo le alture dominanti. Il nemico è sulla difensiva e vuole mantenere le sue posizioni. Nel sud, il nemico è sulla difensiva. Perché i russi diffondono notizie su una controffensiva? Perchè hanno bisogno di distogliere l’attenzione dalla disfatta lungo la direttiva di Bakhmut».

Ore 17:18 - Capo stato maggiore Usa: «Kiev ben preparata per controffensiva»

L’Ucraina «è molto ben preparata» per lanciare una controffensiva contro la Russia, ma «è troppo presto per dire quale risultato ne verrà fuori». La valutazione è del capo di stato maggiore americano, generale Mark Milley. Gli ucraini sono impegnati «in una guerra che rappresenta per loro una minaccia esistenziale ed ha un grande significato per il resto del mondo, l’Europa, gli Stati Uniti, ma anche il resto del globo», ha detto Milley in una intervista alla Cnn, concessa in Normandia. Il generale, che andrà quest’anno in pensione, è arrivato in Francia per partecipare alle celebrazioni del 79esimo anniversario del D-day, lo sbarco sulle spiagge delle Normandia che fu una delle principali operazioni alleate nella Seconda guerra mondiale.

Ore 17:51 - L’agenzia Tass: «Zuppi visiterà anche Mosca, preparativi viaggio in corso»

Il cardinale Matteo Zuppi, inviato del Vaticano per la pace in Ucraina che oggi e domani sarà a Kiev, visiterà anche Mosca. Lo rendo noto l’agenzia russa Tass citando «fonti informate in Vaticano». Il viaggio sarebbe «in preparazione» anche se non è stata esplicitata nessuna tempistica. In mattinata il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva detto che il presidente Vladimir Putin «Non ha al momento in agenda un incontro con il cardinale».

Ore 18:16 - Scholz: «Nessun timore per le manovre russe e della Nato nel Mar Baltico»

Olaf Scholz, il cancelliere tedesco, non crede che la situazione tra l’Occidente e Mosca peggiorerà a causa delle imponenti manovre nel Mar Baltico che si stanno svolgendo contemporaneamente. Durante una visita alla fregata “Mecklenburg-Vorpommern” al largo della costa tedesca del Mar Baltico vicino a Rostock, Scholz ha dichiarato: «Non ho questa preoccupazione, è gestito in modo molto responsabile dalle nostre forze». Gli alleati occidentali hanno avviato le loro esercitazioni militari annuali nel Mar Baltico: 50 navi e imbarcazioni provenienti da 19 paesi della NATO e dalla Svezia stanno partecipando all’esercitazione Baltops. Allo stesso tempo, la Russia sta conducendo esercitazioni con 40 navi, 25 aerei da combattimento e 3.000 soldati nel Mar Baltico, senza preavviso alla NATO. Secondo Scholz, tali esercitazioni rappresentano anche un segnale di forza nei confronti di Mosca da parte dell’Alleanza. Ha affermato: «È un segnale che abbiamo la capacità di difendere l’Alleanza e il Paese», ribadendo l’impegno a destinare costantemente il due per cento del prodotto interno lordo per la difesa.

Ore 18:19 - Moldavia: gli Usa impongono sanzioni contro un gruppo filorusso accusato di destabilizzare il governo

Gli Stati Uniti hanno adottato misure punitive contro sette individui e un gruppo collegato all’intelligence russa, accusati di attività volte a destabilizzare la Moldavia. Il sottosegretario al Tesoro per il Terrorismo e l’intelligence finanziaria, Brian Nelson, ha dichiarato: «Le sanzioni imposte mettono in luce gli sforzi segreti della Russia per destabilizzare nazioni democratiche». Si afferma inoltre che la Russia approfitta delle preoccupazioni dei cittadini di tali paesi per destabilizzare i governi legittimamente eletti, agendo nell’interesse di Mosca. Gli Stati Uniti, insieme all’Unione Europea, sono determinati a prendere di mira coloro che sono coinvolti in tali attività contro il governo della Moldova, come affermato nel comunicato del dipartimento del Tesoro. Tra i sette individui sanzionati, viene menzionato Konstantin Prokopyevich Sapozhnikov, leader del gruppo accusato di un complotto per destabilizzare la Moldova all’inizio del 2023.

Ore 18:24 - Partigiani russi filo-ucraini: «Il paese di Nova Tavolzhanka (regione di Belgorod) è in nostro pieno controllo»

Il paese di Nova Tavolzhanka, che si trova oltre il confine fra Ucraina e Russia nella regione di Belgorod, è sotto il «pieno controllo» dell’Rdk, il «Corpo dei volontari russi» alleati delle forze di Kiev. Lo ha dichiarato in un messaggio video citato dalla stampa ucraina il comandante dell’Rdk, Denis Nikitin. «I combattenti dell’Rdk controllano da giorni l’insediamento di Nova Tavolzhanka. Voglio ricordare a tutti i cittadini russi che questo non è un piccolo villaggio abbandonato, ma un insediamento di 5 mila persone. Ora qui ci sono solo i combattenti dell’Rdk, non c’è nessun altro governo in quest’area», ha sottolineato. Nikitin ha detto che proprio per questa ragione d’ora in poi le comunicazioni con i russi avverranno solo con le autorità federali a Mosca.

Ore 18:33 - Kuleba: «Abbiamo abbastanza armi per la controffensiva»

Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino, ha comunicato a Reuters che l’Ucraina dispone delle armi necessarie per avviare la sua controffensiva contro la Russia e che tale operazione porterà alla vittoria tanto attesa da Kiev per l’ingresso nella NATO. Tuttavia, il capo della diplomazia ucraina non ha specificato se la controffensiva sia già in corso. Secondo Kuleba, l’adesione all’Alleanza atlantica potrebbe “probabilmente” diventare possibile solo dopo la reale conclusione del conflitto.

Ore 18:58 - Bielorussia e Slovenia si contendono un seggio al Consiglio di sicurezza dell’Onu

Oggi, Bielorussia e Slovenia si contendono un seggio nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU per i prossimi due anni. Saranno i 193 Stati membri dell’organizzazione a votare per rinnovare cinque dei dieci posti non permanenti del massimo organismo dell’ONU, in un contesto reso complesso dalla guerra in Ucraina. Bielorussia e Slovenia aspirano a occupare il seggio non permanente che l’Albania lascerà vacante alla fine del suo mandato biennale nel 2023; gli altri quattro posti hanno un unico candidato ciascuno. Si contrappongono il principale alleato di Mosca e un Paese dell’Unione Europea, che fa anche parte della NATO. Minsk accusa Lubiana di essersi candidata solo per creare disturbo, concependo questa mossa ancor prima dell’inizio della guerra in Ucraina, ad opera degli Stati Uniti e dell’Unione Europea. Dal momento dell’invasione, Mosca si trova sempre più isolata all’interno del Consiglio di Sicurezza e avere un ulteriore alleato sarebbe di grande importanza per la Russia. In diverse occasioni, la Russia ha utilizzato il suo diritto di veto spostando alcune decisioni all’ambito dell’Assemblea Generale dell’ONU, dove circa 140 Paesi su 193 hanno sostenuto risoluzioni critiche verso la Russia, mentre solo pochi Paesi, tra cui la Bielorussia, hanno votato a favore di Mosca. Gli altri nuovi membri non permanenti saranno Algeria, Corea del Sud, Sierra Leone e Guyana, che sostituiranno Gabon, Brasile, Emirati Arabi Uniti e Ghana alla fine del 2023, mentre altri cinque Paesi, Ecuador, Giappone, Malta, Mozambico e Svizzera, si trovano a metà del loro mandato biennale.

Ore 19:06 - «Usa al lavoro per fornire altri 37 milioni di dollari in assistenza informatica all’Ucraina»

Gli Stati Uniti stanno collaborando con il Congresso per garantire un’ulteriore assistenza informatica all’Ucraina, fornendo 37 milioni di dollari (circa 35 milioni di euro). È quanto ha annunciato il ministero degli Esteri di Kiev, citato da Ukrinform, sottolineando che questa nuova allocazione si aggiunge ai 82 milioni di dollari (circa 77 milioni di euro) di aiuti informatici già forniti da Washington sin dalla invasione russa del febbraio 2022. Le delegazioni dei due Paesi si sono incontrate il primo giugno a Tallinn, in Estonia, per discutere delle questioni legate alla politica informatica. Durante il meeting, gli Stati Uniti hanno confermato il loro impegno a continuare a sostenere la cyberdifesa dell’Ucraina.

«Questo sostegno ha contribuito a rafforzare la capacità dell’Ucraina di individuare, scoraggiare e rispondere alle minacce informatiche, fornendo a Kiev il supporto necessario per proteggere le reti critiche e le infrastrutture digitali», ha evidenziato il ministero. Inoltre, entrambe le parti hanno condiviso le proprie prospettive sul ruolo della sicurezza informatica nello sviluppo a lungo termine del settore digitale in Ucraina, incluso il sostegno alla forza lavoro del Paese, alle istituzioni e alle infrastrutture critiche.

Ore 19:48 - Mosca: «Nessuna proroga dell’accordo sul grano se Kiev vuole imporre le sue condizioni»

Il vice ministro degli Esteri russo, Sergei Vershinin, ha fatto una dichiarazione avvertendo che un’altra estensione dell’accordo sul grano non è possibile se l’Ucraina continua a imporre le sue condizioni. Tuttavia, Vershinin ha sottolineato che le consultazioni con i rappresentanti delle Nazioni Unite per risolvere gli ostacoli alle trattative, che a suo dire sono state interrotte a causa del comportamento di Kiev, proseguiranno. «Purtroppo, ci sono state diverse condizioni presentate che hanno paralizzato la situazione», ha accusato il vice ministro, citato dalle agenzie di stampa russe. Vershinin ha informato che il Centro di coordinamento congiunto (Jcc) di Istanbul ha ripreso le ispezioni alle navi nel Mar Nero. Lo scorso marzo, Mosca aveva annunciato un’estensione di 60 giorni dell’accordo sul grano, ma aveva avvertito che sarebbe stato sospeso in assenza di garanzie. Successivamente, il 18 maggio, Recep Tayyip Erdogan, presidente della Turchia e mediatore insieme alle Nazioni Unite nell’accordo, aveva confermato un’ulteriore proroga di due mesi.

Ore 20:05 - Podolyak: «L’Ucraina non è coinvolta in quello che sta accadendo a Belgorod, è uno scontro tra russi»

«Molte persone hanno una giusta domanda: cosa sta succedendo esattamente nell’oblast di Belgorod adesso? È semplice. Un classico boomerang, una zona grigia, per la quale c’è un confronto tra l’esercito di Putin e il Corpo dei Volontari Russi (Rvc), cittadini russi che non sono d’accordo con Mosca sulla politica di genocidio. Cioè, la battaglia del Golia russo e del David russo». Così su Twitter il consigliere del presidente ucraino Mykhailo Podolyak. «L’Ucraina non è coinvolta in questo conflitto. Stiamo osservando l’andamento delle ostilità e chiediamo ancora una volta al regime di Mosca il cessate il fuoco nell’oblast di Belgorod, di sedersi immediatamente al tavolo dei negoziati con il Corpo dei Volontario Russi e di fermare l’insensato spargimento di sangue. Altrimenti, il numero dei «territori contesi» crescerà rapidamente...», conclude Podolyak.

Ore 20:25 - Controffensiva ucraina, Biden incrocia le dita

Joe Biden spera che la controffensiva dell’Ucraina contro la Russia abbia successo. Ad una domanda dei giornalisti al seguito dopo il bilaterale alla Casa Bianca con la premier danese Mette Frederiksen il presidente americano, infatti, non ha risposto ma ha alzato il braccio incrociando le dita.

Ore 20:34 - L’Ue proroga le restrizioni sull’export del grano ucraino

La Commissione europea ha deciso di prorogare fino al 15 settembre le restrizioni adottate in aprile, e in scadenza oggi, per le esportazioni di grano, mais, semi di colza e semi di girasole dall’Ucraina sul territorio di Bulgaria, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania. Lo riferisce lo stesso esecutivo comunitario. Le misure limitano a soli motivi di transito l’ingresso dei carichi nei cinque Paesi dell’Est.

Ore 20:57 - Casa Bianca: «Le azioni di Kiev oltre il confine rappresenterebbero l’escalation della guerra»

Eventuali azioni militari delle forze ucraine in territorio russo non sarebbero un vantaggio «per nessuno» e porterebbero a una «escalation» della guerra. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, sottolineando che questo tipo di escalation consentirebbe a Vladimir Putin di reclamare che quello in corso è un conflitto tra la Nato e la Russia.

Ore 21:10 - La rivendicazione dei partigiani russi filo-ucraini: «Abbiamo ucciso un colonnello delle forze armate di Mosca»

Il Corpo dei Volontari Russi e la Legione Russa hanno rivendicato di aver ucciso un colonnello delle Forze armate russe, Andrey Stesev, durante un’operazione portata avanti congiuntamente nell’oblast russo di Belgorod. La rivendicazione, con le foto dei documenti di Stesev, viene rilanciata da Ukrainska pravda. La rivendicazione afferma che il colonnello è stato ucciso in battaglia, senza precisare il luogo esatto. Stesev viene descritto come un alto ufficiale del gruppo operativo di Belgorod. «Ai suoi ordini - si legge- lui e i suoi subordinati hanno sistematicamente terrorizzato la popolazione dell’oblast di Belgorod e violato i loro diritti e libertà. In precedenza, Stesev ha ucciso civili in Cecenia, Yugoslavia, Abkhazia e Ucraina».

Ore 21:37 - Zelensky ringrazia le truppe per i progressi a Bakhmut

Zelensky ha ringraziato le sue truppe per i territori guadagnati nella devastata città di Bakhmut, nell’est del Paese, deridendo la reazione «isterica» di Mosca alle loro assicurazioni di aver respinto attacchi su larga scala. «Vediamo fino a che punto la Russia reagirà in modo isterico a ogni nostra avanzata in questo settore, a ogni nostra presa di posizione. Il nemico sa che l’Ucraina vincerà», ha dichiarato Zelensky in un video messaggio.

Ore 22:18 - L’intelligence di Kiev: «Un alto ufficiale russo ucciso a Belgorod»

Secondo quanto riferito dall’intelligence militare ucraina, un alto ufficiale russo è stato ucciso nell’oblast di Belgorod. Si tratta del colonnello Andrei Vasilyevich Stesyev, di 52 anni, che ricopriva un ruolo di rilievo nel gruppo operativo “Belgorod”. L’uccisione è avvenuta nel villaggio di Novaya Tavolzhanka, situato vicino al confine russo-ucraino. La notizia è stata riportata dal Kiev Independent. Secondo la Free Russia Legion, un gruppo armato anti-Cremlino che sostiene di combattere al fianco dell’Ucraina, Stesyev è stato ucciso durante uno scontro con le milizie. Si afferma che la Legione sia attiva a Novaya Tavolzhanka, combattendo insieme ad un’altra milizia anti-Cremlino chiamata Corpo dei Volontari Russi. L’intelligence militare ucraina ha identificato l’ufficiale come un ex comandante del 104° reggimento d’assalto aereo delle guardie, accusato di aver preso parte al massacro di Bucha nel marzo 2022. Il 4 giugno, il Corpo dei Volontari Russi ha annunciato un’altra incursione nell’oblast di Belgorod. Nello stesso giorno, il governatore dell’oblast di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, ha riferito di scontri in corso a Novaya Tavolzhanka.

Ore 23:16 - Il sindaco di Kharkiv: «Siamo sotto attacco, restate nei rifugi»

È in corso un attacco missilistico russo sulla città ucraina di Kharkiv: è quanto si legge sul profilo Telegram del sindaco della città, Igor Terekhov. Il primo cittadino raccomanda agli abitanti di restare nei rifugi, mentre le testimonianze parlano di esplosioni nella seconda città ucraina, che si trova a poche decine di chilometri dal confine con la regione russa di Belgorod.

Ore 23:18 - Zelensky: «Con Cleverly (Gran Bretagna) abbiamo discusso di una coalizione sui sistemi Patriot»

Zelensky ha discusso con James Cleverly, il ministro degli Esteri britannico, sulla possibilità di formare una nuova «coalizione di sistemi di difesa aerea Patriot». «Abbiamo continuato la conversazione su una nuova coalizione per proteggere la vita, la coalizione dei Patriot. Passo dopo passo, ci stiamo muovendo con i nostri partner per rendere questa coalizione efficace nel proteggere la vita e la libertà come tutte le altre coalizioni di difesa che sono già state istituite», ha detto Zelensky. Il presidente ucraino ha anche ringraziato il ministro Cleverly per tutto il sostegno alla difesa fornito all’Ucraina, in particolare per i missili Storm Shadow, che si sono dimostrati estremamente efficaci in prima linea. Zelensky ha inoltre discusso con il ministro degli Esteri britannico i preparativi per il Vertice Nato di Vilnius. «Il vertice deve essere significativo. Allora diventerà storico. Grazie a tutti coloro che aiutano l’Ucraina! Grazie a tutti coloro che rendono più vicina la sconfitta del terrore russo!», ha aggiunto Zelensky.

Ore 23:21 - La premier della Danimarca: «La missione di pace di Zuppi? Mancano i segnali dalla Russia»

«Siamo tutti interessati alla pace», ma «bisogna essere in due per ballare il tango», ha detto la premier danese Mette Frederiksen rispondendo ad una domanda dei giornalisti sulla missione di pace a Kiev del cardinale Matteo Zuppi, inviato nella capitale ucraina da Papa Francesco. «Ancora manca un segnale dalla Russia», ha detto la premier danese al termine del suo incontro bilaterale alla Casa Bianca col presidente Joe Biden. «Nessuno di noi nell’Alleanza vuole agire senza l’Ucraina», ha concluso.

Ore 01:40 - Allarme aereo su vasta scala nella notte

Nella notte un allarme aereo su vasta scala è stato annunciato in Ucraina. Riguarda, in particolare le regioni di Chernihiv, Sumy, Poltava, Kharkiv, Dnipropetrovsk, Donetsk, Zaporizhzhia, Kherson, Mykolaiv, Odessa e Kiev, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa ucraina Unian. Le autorità hanno comunicato che la difesa aerea è già operativa nella regione della capitale e invitato la popolazione a ripararsi nei rifugi o in altri luoghi sicuri.

Ore 01:49 - Zelensky, bene l’avanzata in direzione Bakhmut

«Sono grato a ciascuno dei nostri guerrieri, a tutti i nostri difensori che ci hanno dato le notizie che ci aspettavamo. Direzione Bakhmut — ben fatto, guerrieri». Lo ha detto il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky nel consueto messaggio serale al Paese. «Vediamo come la Russia percepisce istericamente ogni passo che facciamo lì, ogni posizione che assumiamo — ha dichiarato —. Il nemico sa che l’Ucraina vincerà. Lo vedono. Lo sentono grazie ai tuoi scioperi, soldati, e in particolare nella regione di Donetsk. Grazie per questo! Oggi vorrei celebrare in modo particolare alcune nostre unità combattenti. Queste sono la 5ª brigata d’assalto separata e la 57ª brigata di fanteria motorizzata separata, che difendono abilmente, con decisione ed efficienza le nostre posizioni, distruggendo gli occupanti e, soprattutto, andando avanti. Grazie, guerrieri! Grazie a tutti!».

Ore 03:37 - Sostegno Mosca a separatisti, caso davanti a Corte Onu

Ucraina e Russia si affronteranno oggi davanti alla Corte internazionale di giustizia dell'Aja in un caso inizialmente sollevato nel 2017 da Kiev che accusa Mosca di aver sostenuto per anni i ribelli filorussi prima dell'invasione su vasta scala di un anno fa. Quest'ultima è oggetto di un'istanza separata avanzata dall'Ucraina alla stessa Corte delle Nazioni Unite, in cui accusa Mosca di aver pianificato un genocidio. La Corte ha ordinato alla Russia di sospendere l'invasione. L'intervento degli avvocati dell'Ucraina è previsto stamattina, mentre quelli della Russa parleranno giovedì. Le repliche sono previste il 12 giugno per Kiev e due giorni più tardi per la controparte.

Le decisioni della Tribunale internazionale dell'Aja, istituito dopo la Seconda guerra mondiale per dirimere le dispute fra gli Stati membri dell'Onu, sono vincolanti, sebbene i giudici non abbiamo gli strumenti per farle rispettare. Secondo l'Ucraina, la Russia ha violato le convenzioni delle Nazioni Uniti sul finanziamento del terrorismo e sulla discriminazione razziale. Inoltre, Kiev chiede i danni per gli attacchi sferrati dai ribelli filorussi nella parte orientale del Paese fin dal 2014. Circa 13 mila persone sono morte in otto anni di violenze prima dell'invasione del 2022. Kiev accusa Mosca di aver rifornito di armi e finanziamenti i guerriglieri separatisti, ma la Russia nega qualsiasi legame coi ribelli e dopo l'invasione si è impadronita di gran parte dei territori in cui sono avvenute le violenze.

Ore 04:05 - Rientra allarme aereo tranne che a Luhansk e in Crimea

L’allarme aereo scattato stanotte in Ucraina è rientrato in tutte le regioni, tranne che a Luhansk e nella Crimea occupata, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa ucraina Unian.

Ore 04:59 - Difesa russa, interrotta avanzata Kiev nel sud Donetsk

L’avanzata ucraina nel sud Donetsk è stata interrotta, dopo che le truppe hanno subito «pesanti perdite», ha fatto sapere il ministero della Difesa russo, citato dalla Cnn che non ha potuto, però, verificare la notizia con fonti indipendenti. Sul proprio canale Telegram, la Difesa afferma che le forze russe hanno respinto un’«offensiva su larga scala» e che quelle nemiche sono state oggetto di attacchi dell’esercito, dell’aviazione dall’assalto e tattica-operative, forze missilistiche e artiglieria. Secondo il ministero della Difesa russo, gli ucraini hanno perso nel sud Donetsk oltre 1.500 uomini, 28 carri armati, inclusi otto Leopard prodotti in Germania, e 109 veicoli corazzati da combattimento.

Il capo del gruppo mercenario russo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha definito fantasie sfrenate le dichiarazioni del ministro della Difesa di Mosca sulle perdite inflitte alle truppe ucraine. «Per distruggere un migliaio e mezzo di persone, deve essere un tale massacro, in un giorno, oltre 150 chilometri (90 miglia), un massacro infernale», ha detto il capo di Wagner su Telegram. «Pertanto, penso che queste siano solo alcune fantasie sfrenate». Prigozhin ha anche affermato che le truppe di Kiev sono avanzate vicino alla città ucraina orientale di Bakhmut, di cui la Russia ha dichiarato di aver preso il controllo il mese scorso. Le truppe russe, ha detto, stavano «lentamente» lasciando il villaggio di Berkhivka vicino a Bakhmut, cosa che ha definito una «disgrazia».

Lo storico Alegi: “Ecco perché Putin e Zelensky mentono sull’Ucraina”. Edoardo Sirignano su L'Identità il 5 Giugno 2023

di EDOARDO SIRIGNANO

“Putin mente per restare al comando, evitare una guerra civile. Non si può respingere una controffensiva che non è ancora partita. Non c’è stato nessun attacco su larga scala. Zelensky, invece, diffonde fake news per confondere l’avversario”. A dirlo Gregory Alegi, giornalista, storico militare e docente presso l’Università Luiss.

L’Ucraina può passare alla controffensiva?

La Russia, da tempo, ha esaurito la propria spinta propulsiva. Si è dissanguata per prendere Backhmut. Questa città per Mosca ha assunto un valore simbolico e quindi Putin è stato costretto a conquistarla, rimettendoci truppe, mezzi e spirito offensivo. Il Cremlino, però, adesso non ha la forza per andare avanti. Ecco perché l’Ucraina ora ha realmente la possibilità di giocarsi le proprie carte. L’esercito di Zelensky ha avuto diversi mesi per riorganizzarsi. Sta imparando a usare ciò che gli abbiamo fornito.

Come si svolgerà l’attacco?

Sarà scelta un’area ristretta in cui attaccare. Non commetteranno lo stesso errore russo.

Dove proveranno a sfondare?

Non lo so. In questi giorni, stiamo palesemente assistendo a sondaggi, piccoli attacchi per capire dove l’avversario è debole. Così si vuole confondere il nemico. I russi, infatti, non sanno dove aspettarsi un attacco. Sono più che disorientati.

Putin ha dichiarato che è stata respinta l’offensiva su larga scala. Si tratta dell’ennesimo bluff?

C’è un vecchio proverbio, a quelle latitudini, che dice che nessuna notizia è vera finché il governo non l’ha smentita. Nel momento in cui Putin dice che non ha respinto la controffensiva, vuol dire che non l’ha respinta. La verità è che siamo ancora nella fase di studio. Bisognerà attendere per lo scontro decisivo. Una cosa è certa, gli ucraini hanno dimostrato di poter entrare e uscire dal territorio russo quando vogliono, di poter colpire, distruggere e scappare. Putin, quindi, ha commesso uno sbaglio nel dire: “se ne sono andati, li abbiamo respinti”. Non sarà semplice trovare una giustificazione quando ci sarà il prossimo attacco.

Possiamo parlare di guerra delle due propagande?

La comunicazione è senza dubbio un’arma. Confondere l’avversario genera incertezza. Ecco perché entrambi gli schieramenti dicono una cosa e poi ne fanno un’altra.

Esiste una differenza tra Putin e Zelensky nel diffondere fake news?

Zelensky confonde le acque per attaccare liberamente, per non dare un vantaggio al nemico. I russi, invece, sono costretti a comunicare in un certo modo per non spiegare al loro popolo perché le cose vanno male, perché ci sono tanti morti e le cannonate arrivano fino ai tetti delle loro case. C’è una differenza tra un allenatore che confonde i messaggi sull’undici della domenica e un altro che, invece, vuole convincere che la squadra va in serie b solo perché gli arbitri le remano contro.

A parte le uscite create ad arte, anche un esperto di conflitti come l’americano Petraeus parla di reazione impressionante da parte di Kiev?

La sua è un’analisi di ha esperienza in guerra, ma non di chi ha visto carte o documenti segreti.

L’Ucraina può vincere ancora il conflitto?

La Russia ha attaccato e quindi deve cercare una vittoria piena. Per gli ucraini, invece, è un successo già resistere a uno dei più grandi eserciti del pianeta. L’hanno già spuntata dal punto di vista dell’immagine. Domani nessuno avrà più paura di Putin. Detto ciò, ritengo che sia molto difficile che Zelensky si riprenda tutto il territorio perso, compresa la Crimea.

L’Occidente, dal punto di vista dell’immagine, quindi, ne esce fortificato…

La Russa ne esce con le ossa rotte. Nel migliore dei casi, sarà la ruota di scorta della Cina. Non riesce più neanche a farsi dare i soldi del petrolio venduto dall’India. L’Occidente, al contrario, soprattutto dal punto di vista ideale, ne esce vittorioso. È passato il messaggio che la nostra imperfetta democrazia, il debole sistema liberale ha vinto contro chi voleva esportare un modello autoritario.

La pace è ancora possibile?

Bisogna capire cosa intendiamo con questa parola. Si può smettere di spararsi anche tra cinque minuti. Diverso, però, è creare le condizioni purché nei prossimi cinquanta anni non ci siano conflitti. La Russia dovrà accettare che ha dei vicini, che nei suoi confronti non hanno nessun obbligo. Solo allora parleremo di pace vera.

Non crede nel dodecalogo cinese?

Mi sembra molto orientato verso Russia e Cina. Stesso discorso vale per quello indonesiano. Non si può dimenticare il passato dalla sera alla mattina. Ci sono morti, città distrutte. Nessuno vuole instabilità. Se il Cremlino perde la guerra ciò comporterebbe la più grande guerra civile degli ultimi anni. Basta guardare le ultime uscite di Prigozhin che minaccia Putin. Se quest’ultimo, altresì, tira troppo la corda non so dove andremo a finire. A nessuno si può consentire di aggredire il vicino scomodo. Anche al nostro governo spesso non piace Macron, ma non invade la Francia.

Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per lastampa.it il 5 giugno 2023.

L’episodio può essere un incidente, o più probabilmente la dimostrazione plastica di scene da guerra civile ormai frequenti nel fronte russo. E non solo a Belgorod. Quello che stiamo per raccontare è avvenuto vicino al villaggio di Semiyhiria, non lontano da Bakhmut. E siamo in grado di ricostruirlo con una certa precisione, grazie anche a due testimonianze dirette. 

Il 17 maggio truppe dell’esercito regolare russo hanno sparato contro i militari del Gruppo Wagner: la cosa è stata denunciata dallo stesso Evgheny Prigozhin, in un documento ufficiale che è ora finito sui tavoli della Difesa e dell’Alto comando (i nemici giurati di Prigozhin).

Nel documento Prigozhin scrive che il 17 maggio i suoi combattenti hanno notato «gruppi del Ministero della Difesa che minavano le strade» alle spalle della posizione del Gruppo Wagner. Più tardi quel giorno i mercenari hanno scoperto mine anticarro e proiettili di artiglieria «installati in versione controllata e portati nelle posizioni del Ministero della Difesa». Qui la situazione è degenerata. 

Secondo il report […], i mercenari stavano cominciando a liberare la strada, ma «verso le 15.40 è stato aperto contro di loro un fuoco di artiglieria leggera dalle postazioni del Ministero della Difesa».

Uno dei mezzi di Wagner, un “Ural”, è stato danneggiato e reso inutilizzabile, ma non ci sono stati feriti. […] I mercenari «hanno adottato misure di ritorsione per sventare l’aggressione e arrestare personale militare del Ministero della Difesa russo. Il capo di questo gruppo è un ufficiale del Ministero della Difesa russo, comandante di una brigata di fucilieri motorizzati, tenente colonnello, che era in uno stato di ebbrezza». 

La storia non termina qui. L’uomo, arrestato, ha parlato in un video – non si sa ovviamente con quale grado di libertà concessagli. Un graduato russo, detenuto e filmato da altri russi, registra un video stile-prigioniero di guerra. La realtà supera ormai ogni immaginazione: russi mettono alla sbarra altri russi. Prigozhin ha anche riferito che c’è in corso un’indagine sui fatti, ma molti dettagli non possono ancora essere resi pubblici.

Certo è che il comandante dell’unità russa che ha sparato contro i russi di Wagner è finito, purtroppo per lui, nelle loro mani. Si tratta di un tenente colonnello del ministero della Difesa russo, che ha dato l’ordine di sparare. Si chiama Roman Venevitin, ha affermato di averlo fatto «per ostilità personale [verso Wagner]». Nel video […] ammette di aver disarmato il gruppo di risposta rapida della brigata Wagner, poi ha dato l’ordine di sparare sull’Ural. Alla domanda su come considera adesso le sue azioni, il tenente colonnello ha fatto una lunga pausa, quindi ha risposto: «Colpevole». Ha poi dichiarato che nell’unità che ha sparato c’erano «dieci-dodici uomini».

Un uomo con questo nome esiste effettivamente, ha verificato il collettivo d’inchiesta “Sirena”, nei database militari russi disponibili: Roman Gennadyevich Venevitin, 45 anni, presta servizio presso il Ministero della Difesa, prima ha lavorato presso l’agenzia di sicurezza Sparta nella regione di Nizhny Novgorod. Il tenente colonnello è nato a Kazan, ha studiato alla Combined Arms Academy delle forze armate, nel 2013 gli è stata revocata la patente di guida per guida in stato di ebbrezza. […] trattandosi […] di un dirigente della Difesa, la cosa interroga direttamente il ministro. Shoigu fino a questo momento ha taciuto, ma è ovviamente gravissimo se la ricostruzione dei wagneriani dovesse rivelarsi corretta […].

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 6 giugno.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie di oggi. «Diga distrutta, crimine di guerra della Russia». Usa: «Numerosi morti». Andrea Nicastro, inviato, e redazione Online su Il Corriere della Sera il 6 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra di martedì 6 giugno, in diretta. Kiev: «Diga distrutta per impedirci di attraversare il Dnipro e ostacolare la nostra controffensiva». Mosca chiede di convocare il Consiglio di sicurezza dell'Onu, Guterres: «Non abbiamo informazioni indipendenti, ma è una conseguenza dell'invasione russa» 

• Il governatore russo: «Combattimenti a Belgorod».

• Danilov: «Trattare con Putin? Mai: non potete costringerci a negoziare con Satana».

• Il fronte adesso è in Russia, Putin: «Vogliono destabilizzare il Paese».

• Putin dona alla Chiesa l’«Icona della Trinità» di Rublev: i musei protestano.

Ore 04:05 - Rientra allarme aereo tranne che a Luhansk e in Crimea

L’allarme aereo scattato stanotte in Ucraina è rientrato in tutte le regioni, tranne che a Luhansk e nella Crimea occupata, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa ucraina Unian.

Ore 04:59 - Difesa russa, interrotta avanzata Kiev nel sud Donetsk

L’avanzata ucraina nel sud Donetsk è stata interrotta, dopo che le truppe hanno subito «pesanti perdite», ha fatto sapere il ministero della Difesa russo, citato dalla Cnn che non ha potuto, però, verificare la notizia con fonti indipendenti. Sul proprio canale Telegram, la Difesa afferma che le forze russe hanno respinto un’«offensiva su larga scala» e che quelle nemiche sono state oggetto di attacchi dell’esercito, dell’aviazione dall’assalto e tattica-operative, forze missilistiche e artiglieria. Secondo il ministero della Difesa russo, gli ucraini hanno perso nel sud Donetsk oltre 1.500 uomini, 28 carri armati, inclusi otto Leopard prodotti in Germania, e 109 veicoli corazzati da combattimento.

Il capo del gruppo mercenario russo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha definito fantasie sfrenate le dichiarazioni del ministro della Difesa di Mosca sulle perdite inflitte alle truppe ucraine. «Per distruggere un migliaio e mezzo di persone, deve essere un tale massacro, in un giorno, oltre 150 chilometri (90 miglia), un massacro infernale», ha detto il capo di Wagner su Telegram. «Pertanto, penso che queste siano solo alcune fantasie sfrenate». Prigozhin ha anche affermato che le truppe di Kiev sono avanzate vicino alla città ucraina orientale di Bakhmut, di cui la Russia ha dichiarato di aver preso il controllo il mese scorso. Le truppe russe, ha detto, stavano «lentamente» lasciando il villaggio di Berkhivka vicino a Bakhmut, cosa che ha definito una «disgrazia».

Ore 05:30 - Il capo di stato maggiore Usa Milley: Kiev «ben preparata» per l’offensiva

L’Ucraina è «molto ben preparata» a condurre l’offensiva primaverile sui territori occupati dalle forze russe, anche se «è troppo presto per dire quali saranno gli esiti». Lo ha dichiarato all’emittente televisiva «Cnn» il capo di stato maggiore delle forze armate statunitensi, generale Mark Milley. Secondo il generale, l’Ucraina «combatte una guerra che costituisce una minaccia esistenziale per la sopravvivenza stessa» di quel Paese, e che è «di più ampio significato per il resto del mondo, per l’Europa, per gli Stati Uniti ma anche per il Globo».

Le dichiarazioni del generale giungono all’indomani di un pesante attacco delle forze ucraine lungo la linea del fronte nella regione di Donetsk, che per quantità e tipologia delle forze in campo sembra rappresentare la prima fase dell’offensiva primaverile anticipata per mesi da Kiev e dai Paesi occidentali che sostengono l’Ucraina. L’offensiva è stata preceduta nelle ultime settimane da attacchi e sabotaggi compiuti dall’Ucraina sul territorio della Russia, e in particolare nella regione di confine di Belgorod. A questo proposito, Milley non ha escluso che tali attacchi in territorio russo possano comportare una ulteriore intensificazione del conflitto: «Esiste sempre il rischio di una escalation», ha ammesso Milley, secondo cui gli Stati Uniti stanno osservando gli avvenimenti «molto, molto attentamente».

Ore 06:11 - Kiev: Mosca ha fatto esplodere la diga di Nova Kakhovka, nel sud dell’Ucraina

L’esercito ucraino ha detto martedì che le forze di occupazione russe hanno fatto saltare in aria la diga della centrale idroelettrica di Kakhovskaya, a monte del Dnepr, nell'area di Khershon, e dal bacino è iniziata la fuoriuscita incontrollata di acqua. Un funzionario di Mosca con base nella città di Nova Kakhovka ha negato la notizia. «La diga di Kakhovka è stata fatta saltare in aria dalle forse di occupazione russe», scrive il comando sud delle forze armate ucraine sulla sua pagina Facebook. «L’entità della distruzione, la velocità e i volumi dell’acqua e le probabili aree di inondazione devono ancora essere chiarite». Reuters non è stato in grado di verificare immediatamente la dichiarazione ucraina. In precedenza, l’agenzia di stampa statale russa ha citato il sindaco di Nova Kakhovka, nominato da Mosca, che ha negato la notizia. «Tutto è tranquillo e calmo, non c’è proprio niente», secondo quanto riferisce l’agenzia russa Tass che cita quanto detto dal sindaco, Vladimir Leontiev.

Ore 06:07 - Kiev, distrutti 35 missili da crociera; danni in città

Vasto attacco aereo nella notte delle forze russe sull’Ucraina con missili da crociera aerei Kh-101/Kh-555. Lo fanno sapere media ucraini secondo i quali «le difese aeree ucraine hanno intercettato tutti i 35 missili lanciati dalla Russia». Come riporta Ukrinform, secondo l’aeronautica delle forze armate ucraine, i russi hanno attaccato di nuovo dalla zona del Mar Caspio con sei bombardieri strategici Tu-95ms. Le forze di difesa aerea e i mezzi dell’aeronautica militare delle forze armate ucraine hanno distrutto tutti i 35 missili. La maggior parte degli X-101/X-555 si stavano dirigendo verso la capitale, l’area di competenza dell’Air Command Center.

Ore 07:07 - Kiev: «L’esercito russo dice di aver distrutto 8 carri Leopard ucraini»

L’esercito russo ha distrutto più di 1.500 soldati ucraini e 28 carri armati, tra cui otto Leopard e carri armati francesi AMX-10RC a tre ruote, nel tentativo di respingere un nuovo attacco delle forze armate ucraine nella direzione di Yuzhnodonets, ha detto il ministero della Difesa russo a Ria Novosti. Secondo l’agenzia, durante il 5 giugno, il nemico ha continuato l’offensiva, ma è stato fermato senza raggiungere i compiti previsti. Secondo il ministero le unità delle forze armate ucraine che hanno partecipato all’attacco «hanno subito danni significativi». Oltre a 28 carri armati, sono stati distrutti anche 109 veicoli corazzati da combattimento.

Ore 07:30 - Mosca: «Diga Nova Kakhovka semidistrutta da bombe ucraine»

La diga di Nova Kakhovka, nella provincia ucraina di Kherson, è stata «parzialmente distrutta» a causa di bombardamenti ucraini, secondo quanto afferma il ministero delle Emergenze russo, citato dall’agenzia Ria Novosti. Il ministero afferma che non c’è pericolo per la popolazione della regione.

Ore 07:31 - Ucraina: «Danni alla diga, Zelensky convoca il Consiglio di sicurezza»

Zelensky ha convocato con urgenza il Consiglio di sicurezza nazionale dopo l’attacco alla diga e alla centrale idroelettrica di Kakhovka: lo ha annunciato il capo dell’ufficio del presidente, Andriy Yermak. «Centrale idroelettrica di Kakhovka. Un altro crimine di guerra commesso da terroristi russi. Il presidente ha convocato il Consiglio di sicurezza nazionale», ha scritto Yermak su Telegram.

Ore 07:39 - Zuppi a Kiev nell’ora più difficile: «La pace non resti solo un sogno»

(Gian Guido Vecchi) «La sofferenza e il dolore impongono l’insistenza della preghiera, e di cercare in tutti i modi di far sì che la pace non sia un sogno lontano ma diventi la realtà». Il cardinale Matteo Zuppi è arrivato ieri a Kiev come inviato del Papa, il primo viaggio da quando Francesco ha annunciato la sua «missione di pace» per l’Ucraina e, il 20 maggio, è divenuto ufficiale il suo incarico.

Ore 07:46 - Amministrazione locale: «La diga di Nova Kakhovka non è crollata»

Alcuni meccanismi della diga di Nova Kakhovka, controllata dai russi, sono stati danneggiati per un bombardamento ucraino e c’è stato un innalzamento di 2,5 metri del livello dell’acqua nel bacino, ma la diga stessa «non è stata distrutta» e «non ci sarà una catastrofe». Lo ha detto il capo dell’amministrazione locale filorussa, Vladimir Leontyev, citato dall’agenzia Ria Novosti. Leontyev ha tuttavia aggiunto che potrebbe rendersi necessaria l’evacuazione di circa 300 case a valle, nelle località di Korsunki e Dnepryan.

Ore 07:53 - Zelensky: «I terroristi russi vanno scacciati dal Paese»

«Terroristi russi. La distruzione della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka conferma per il mondo intero che devono essere scacciati da ogni angolo della terra ucraina. A loro non dovrebbe essere lasciato un solo metro, perché usano ogni metro per il terrore. Solo la vittoria dell’Ucraina restituirà la sicurezza. E questa vittoria arriverà. I terroristi non potranno fermare l’Ucraina con acqua, missili o altro. Tutti i servizi funzionano. Ho convocato il Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale. Si prega di diffondere solo informazioni ufficiali e verificate»: lo scrive su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 08:17 - Kiev: «L’attacco alla diga mette a rischio migliaia di civili»

«La Russia ha distrutto la diga di Kakhovka infliggendo probabilmente il più grande disastro tecnologico d’Europa degli ultimi decenni e mettendo a rischio migliaia di civili. Questo è un atroce crimine di guerra. L’unico modo per fermare la Russia, il più grande terrorista del 21mo secolo, è scacciarla dall’Ucraina», lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.

Ore 08:23 - Kiev: «16000 persone in zona critica, evacuazione in corso»

A causa dell’esplosione della centrale idroelettrica di Kakhovska, 16.000 persone si trovano in una «zona critica» sulla riva destra del fiume Dnipro ed è in corso un’evacuazione: lo ha affermato su Telethon il capo del dipartimento di polizia di Kherson, Alexander Prokudin, come riporta Rbc-Ucraina.

Ore 08:33 - Kuleba: «Distruzione diga è un crimine orribile»

«La distruzione da parte dei russi della diga di Kakhova è probabilmente il più grande disastro tecnologico degli ultimi decenni in Europa e mette migliaia di civili a rischio». È quanto scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, sottolineando che questo è «un crimine orribile: l’unico modo per fermare la Russia, il più grande terrorista del 21esimo secolo, è cacciarla dall’Ucraina».

Ore 08:47 - Kiev: «Esplosioni nella capitale durante la notte»

Esplosioni sono state udite a Kiev la notte scorsa: lo ha reso noto su Telegram il sindaco della capitale ucraina, Vitalii Klitschko.

Ore 08:55 - Michel: «L'attacco alla diga è un crimine di guerra»

«Sono sconvolto dall'attacco senza precedenti della diga Nova Kakhovka. La distruzione delle infrastrutture civili si qualifica chiaramente come un crimine di guerra, e faremo in modo che la Russia e i suoi alleati ne paghino le conseguenze». Così via Twitter il presidente del Consiglio Ue Charles Michel. «Solleverò la questione a giugno al Consiglio Ue e proporrò maggiore assistenza alle aree allagate. Il mio pensiero va a tutte le famiglie in Ucraina colpite da questa catastrofe», prosegue Michel.

Ore 09:03 - Cleverly a Zelensky: «Kiev può contare sul nostro sostegno»

Il ministro degli Esteri britannico, James Cleverly, si è recato ieri in Ucraina per una visita a sorpresa a Kiev dove si è impegnato ad aiutare il Paese a vincere la guerra. Cleverly ha incontrato il presidente ucraino Zelensky, tra le notizie secondo cui era in corso la tanto attesa controffensiva. Il ministro degli Esteri britannico ha dichiarato che l'Ucraina sta conducendo una «controffensiva sostenuta» contro la Russia. «L'Ucraina vincerà questa guerra e può contare sul nostro sostegno», ha aggiunto il ministro.

Ore 09:07 - Attacco alla diga di Kherson: «22mila persone a rischio inondazione»

Sono almeno 22mila le persone a rischio inondazione dopo l'attacco alla principale diga di Kherson, quella di Kakhovka nel sud dell'Ucraina, attacco del quale Kiev accusa Mosca e viceversa. Lo ha detto l'amministratore filorusso della zona, Vladimir Leontiev, parlando dei 22mila abitanti del 14 insediamenti vicino alla diga. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva parlato di 80 insediamenti a rischio. Già iniziate le procedure di evacuazione delle aree intorno alla diga di Kakhovka sul fiume Dnipro. Un funzionario ucraino ha avvertito che mancano solo cinque ore prima che l'acqua raggiunga un «livello critico».

Ore 09:44 - Kiev: «La centrale idroelettrica è completamente distrutta»

La centrale idroelettrica di Kakhovka è stata completamente distrutta «a seguito dell'esplosione della sala macchine dall'interno» e non è riparabile: lo riferisce l'emittente statale ucraina Suspilne, che cita la società statale Ukrhydroenergo. L'operatore gestisce numerose centrali idroelettriche lungo i fiumi Dnipro e Dniester.

Ore 09:45 - Kiev: «Cresce il rischio disastro nucleare a Zaporizhzhia»

Il pericolo di un «disastro nucleare» alla centrale di Zaporizhzhia «aumenta rapidamente»: lo afferma Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell'Ufficio del Presidente ucraino Zelensky. «Il mondo è di nuovo sull'orlo di un disastro nucleare, perché la centrale nucleare di Zaporizhzhia ha perso la sua fonte di raffreddamento. E questo pericolo sta aumentando rapidamente», ha dichiarato Podolyak in un messaggio ai media.

Ore 09:46 - Aiea: «Nessun pericolo nucleare immediato a Zaporizhzhia»

Non c'è «alcun pericolo nucleare immediato» alla centrale di Zaporizhzhia dopo la parziale distruzione della diga idroelettrica di Kakhovka sul fiume Dnipro, nella regione di Kherson (sud) occupata da Russia: lo ha reso noto l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea). «Gli esperti dell'Aiea» presenti sul sito «stanno monitorando da vicino la situazione», ha aggiunto l'organismo Onu in un tweet, mentre l'impianto utilizza l'acqua del fiume per raffreddare il combustibile dei noccioli dei reattori.

Ore 09:48 - Pattugliamento aereo militare Cina-Russia in mar Giappone

Le forze armate di Cina e Russia, secondo il loro piano annuale di cooperazione, «hanno organizzato e attuato» oggi «il sesto pattugliamento aereo strategico congiunto nello spazio aereo pertinente del mar del Giappone e del mar Cinese orientale». Lo riferisce a sorpresa il ministero della Difesa cinese in una breve nota annunciando un'operazione che è la sesta del suo genere dal 2019. La mossa è maturata in coincidenza con l'aumento delle manovre militari e delle esercitazioni militari degli Stati Uniti e dei suoi alleati nell'Asia-Pacifico.

Ore 10:05 - Perché la diga distrutta di Nova Khakovka è importante per Zaporizhzhia e Kherson

La diga di Nova Khakovka è stata distrutta la mattina del 6 giugno; l’esercito russo e quello ucraino si scambiano accuse su chi abbia compiuto il gesto. Ma perché è così importante? Ecco alcuni dati.

Ore 10:19 - Kiev: «Attacco a centrale duro colpo per la sicurezza alimentare»

L'attacco alla centrale idroelettrica di Kakhovska «da parte dei russi è un duro colpo per la sicurezza alimentare globale, che il nemico vuole minare, perché questo disastro interesserà il sistema di irrigazione nel sud dell'Ucraina»: lo scrive su Telegram il capo dell'ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak.

Ore 10:29 - Stoltenberg: «L’attacco alla diga è un atto oltraggioso, dimostra la brutalità della Russia»

«La distruzione della diga di Kakhovka oggi mette a rischio migliaia di civili e provoca gravi danni ambientali. Questo è un atto oltraggioso, che dimostra ancora una volta la brutalità della guerra della Russia in Ucraina». Lo scrive in un tweet il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Ore 10:37 - Il cardinale Zuppi a Kiev: «È inaccettabile che la violenza della guerra colpisca i bambini»

«L'impatto della violenza di questa guerra sui bambini è inaccettabile», ha affermato il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, durante la sua missione in Ucraina. In qualità di inviato di pace del Papa Francesco, ha ribadito il suo sostegno a Kiev e ha sottolineato che la guerra rappresenta un passo indietro che distrugge tutto e causa sofferenze ai bambini. Queste dichiarazioni sono riportate dai media ucraini dopo il primo giorno di missione del cardinale Zuppi nella capitale ucraina. L'inviato del Vaticano ha richiamato le parole di Papa Francesco, che ha detto: «Le tue lacrime sono le mie lacrime, il tuo dolore è il mio dolore», riferendosi all'Ucraina. Inoltre, il cardinale ha aggiunto: «Oggi posso dire che i tuoi figli sono i nostri figli», facendo riferimento ai numerosi bambini ucraini che sono giunti in Italia. Le parole del cardinale Zuppi, riportate da Ukrinform, riflettono la sua esperienza positiva riguardo all'ospitalità con cui gli italiani hanno accolto i bambini ucraini.

Ore 10:43 - Difesa britannica: «L'esplosione della diga è il risultato dell'invasione russa»

Durante la sua visita in Ucraina, il ministro degli Esteri britannico James Cleverly ha dichiarato che l'esplosione che ha distrutto la diga ucraina di Kakhovka è il risultato dell'invasione su vasta scala, non provocata, perpetrata dalla Russia. Cleverly ha anche sottolineato, però, che è ancora troppo presto per trarre conclusioni definitive sui dettagli dell'incidente e fare valutazioni significative al riguardo.

Ore 10:46 - Podolyak: «Mosca ha provocato il più grande disastro ambientale in Europa da decenni»

Su Twitter, il consigliere di presidenza ucraina Mykhailo Podolyak ha commentato l'esplosione della centrale idroelettrica di Kakhovka, affermando che la Russia l'ha fatta saltare in aria e ha causato il più grande disastro ambientale in Europa da decenni. Podolyak ha espresso preoccupazione per il fatto che molte comunità scompariranno a causa di questo atto di terrorismo e che le persone perderanno la vita. Ha anche sollevato l'incredulità riguardo alla dichiarazione dell'ONU che, nello stesso giorno, proclama la Giornata della lingua russa, sottolineando la necessità di una risposta adeguata a questo attacco terroristico. Podolyak ha concluso affermando che l'organizzazione che dovrebbe garantire la sicurezza globale sta diventando sempre più una parodia globale.

Ore 10:48 - «I danni alla diga non hanno avuto un impatto sul sistema energetico ucraino»

I danni provocati alla diga di Nova Kakhovka non hanno avuto un impatto sul sistema energetico dell'Ucraina. Lo ha riferito su Telegram l'azienda energetica statale Ukrenergo, che sta valutando i rischi in cooperazione con Ukrhidroenergo, l'operatore statale per la produzione di energia idroelettrica. Tuttavia, l'ufficio stampa del ministero dell'Energia ucraino ha riferito che ci sono rischi di inondazioni nella regione di Kherson. Quasi 12 mila utenti sono rimasti senza elettricità nel distretto di Ostriv, nella regione di Kherson, e sono possibili problemi con l'approvvigionamento idrico. Le autorità locali stanno preparando misure per risolvere la situazione.

Ore 10:55 - Zelensky: «I russi hanno fatto esplodere la diga dall'interno

Zelensky, pubblicando su Telegram i dettagli della riunione del Consiglio nazionale di emergenza convocato in mattinata per rispondere alla distruzione della diga di Nova Kakhovka, ha affermato che l'esplosione sarebbe stata causata dall'interno dalle forze russe. «Durante la notte, alle 02.50, i terroristi russi hanno effettuato una detonazione interna delle strutture del Kakhovskaya HPP - scrive Zelensky - circa 80 insediamenti si trovano nella zona allagata. È stato ordinato di effettuare l'evacuazione dalle aree a rischio e di fornire acqua potabile a tutte le città e villaggi che ricevevano acqua dal bacino idrico di Kakhovsky». «Ho tenuto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza nazionale - ha aggiunto Zelensky - facciamo di tutto per salvare le persone. Tutti i servizi, militari, governativi, sono coinvolti. Alla riunione è stata concordata una serie di misure internazionali e di sicurezza per ritenere la Russia responsabile di questo attacco terroristico», ha concluso il presidente ucraino.

Ore 11:07 - Kiev: «Mosca sta bombardando Kherson durante l'evacuazione»

Il ministero dell'Interno ucraino ha comunicato che l'esercito russo sta bombardando Kherson con l'artiglieria, mentre la popolazione viene evacuata dalla città.

Ore 11:09 - Sandu (Moldavia): «Pronti ad aiutare Kiev dopo la distruzione della Diga. Dalla Russia un crimine di guerra»

La presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha dichiarato di condannare «fermamente» la distruzione della diga di Nova Khakova e di essere pronta a fornire assistenza «in risposta alle inondazioni e sostenere gli sforzi per mitigare l'impatto». «Il fatto che la Russia prenda di mira le infrastrutture critiche equivale a crimini di guerra».

Ore 11:25 - Onu: «La distruzione della diga mette in pericolo migliaia di civili»

La distruzione della diga di Kakhovka «mette in pericolo migliaia di civili, lasciando molti senza casa e con gravi necessità umanitarie». È quanto si legge in un post dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari in Ucraina che sottolinea anche come «civili e infrastrutture civili non sono un obiettivo».

Ore 11:27 - Scholz: «Con l'attacco alla diga la guerra ha una nuova dimensione». Michel: «La distruzione della diga è un crimine di guerra»

Il cancelliere tedesco Scholz ha affermato che l'attacco alla diga di Nova Kakhovka dà «una nuova dimensione alla guerra della Russia».

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, si è detto «sconvolto dall'attacco senza precedenti alla diga Nova Kakhovka. La distruzione delle infrastrutture civili si qualifica chiaramente come un crimine di guerra, e riterremo responsabile la Russia e i suoi delegati. Solleverò la questione al Consiglio europeo di giugno e proporrò maggiore assistenza alle aree allagate. Il mio pensiero va a tutte le famiglie dell'Ucraina colpite da questa catastrofe».

Ore 11:31 - Shmyal: «Dopo la distruzione della diga, 80 località sono a rischio inondazione»

Il premier ucraino Denys Shmyhal ha reso noto che un Un'ottantina di località sono a rischio inondazione dopo la distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovka, nell'oblast ucraino di Kherson, parzialmente occupato dalle truppe russe. «Stiamo evacuando i residenti delle zone allagate».

Ore 11:34 - Intelligence britannica: si intensificano i combattimenti lungo il fronte

Nelle ultime 48 ore si è verificato un significativo aumento dei combattimenti lungo diversi settori del fronte, compresi quelli che erano relativamente tranquilli da diversi mesi. Questo è quanto afferma l'intelligence britannica nel suo rapporto giornaliero sulla situazione al fronte, diffuso dal Ministero della Difesa di Londra. Nello stesso documento, l'intelligence britannica segnala un'accesa disputa tra il gruppo Wagner e il Ministero della Difesa russo: «Per la prima volta», si legge, «il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha riferito che l'esercito russo ha impiegato una forza deliberata e letale contro le sue unità». Inoltre, secondo la stessa fonte, il gruppo Wagner avrebbe arrestato un comandante di brigata dell'esercito russo. «La maggior parte delle unità del gruppo Wagner è stata ritirata da Bakhmut», conclude il rapporto, osservando che «con la Russia che ha scarse riserve, il livello di risposta del gruppo Wagner al Ministero della Difesa rappresenterà un fattore chiave nel conflitto nelle prossime settimane».

Ore 11:38 - Kiev, proclamato lo stato d'emergenza a Nova Kakhovka

Le autorità della località ucraina di Nova Kakhovka, occupata dalle forze russe, hanno proclamato lo stato di emergenza dopo la parziale distruzione della centrale idroelettrica. Secondo quanto inizialmente reso noto dalle autorità locali la parte superiore della diga è stata danneggiata da proiettili di artiglieria, ma lo sbarramento non era stato distrutto; successivamente tuttavia la pressione dell'acqua avrebbe causato lo sfondamento di tre paratie.

Ore 11:39 - «La diga è stata distrutta per impedirci di attraversare il fiume Dnipro»

La Russia ha fatto saltare in aria la diga per impedire alle forze ucraine di attraversare il fiume Dnipro: lo ha detto in un briefing online la portavoce del Comando militare del sud dell'Ucraina, Natalia Humeniuk. «Questa è una reazione isterica», ha affermato Humeniuk. «Erano consapevoli che il movimento delle forze di difesa avrebbe avuto luogo, e in questo modo hanno cercato di influenzare le forze di difesa in modo che l'attraversamento del fiume Dnipro, che temevano, non avvenisse».

Ore 11:46 - Pdolyak: «La distruzione della diga ostacola la nostra controffensiva»

La Russia ha «ovvi motivi» per prendere di mira la diga di Nova Kakhovka nel sud dell'Ucraina. A sottolinearlo è stato il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. L'attacco - ha spiegato - può creare «ostacoli insormontabili» all'attesa controffensiva ucraina. Per il consigliere presidenziale, si è trattato del tentativo di rinviare la fine della guerra oltre che di un crimine deliberato: «Su un vasto territorio, verrà distrutta ogni forma di vita; molti insediamenti andranno in rovina, danni colossali verranno inflitti all'ambiente», scrive su Twitter.

Ore 11:54 - Diga distrutta, 150 tonnellate di lubrificante per macchine finite nel fiume Dnipro

«Almeno 150 tonnellate di lubrificante per macchine sono finite nel fiume Dnipro» in seguito all'attacco alla centrale idroelettrica di Kakhovka e «c'è il rischio di ulteriori perdite di oltre 300 tonnellate»: lo rende noto l'ufficio del presidente ucraino dopo la riunione del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa. Lo riporta Rbc-Ucraina.

 Ore 12:02 - Stoltenberg: «Tutti gli alleati sono d'accordo sull'ingresso dell'Ucraina nella Nato»

«Le decisioni che prenderemo al vertice di luglio a Vilnius saranno molto significative. Rafforzeremo il nostro sostegno all'Ucraina con un pacchetto pluriennale di assistenza per aiutarla a passare dall'era sovietica agli standard della Nato e avvicinare l'Ucraina alla Nato. Tutti gli alleati sono d'accordo che la porta della Nato rimane aperta, che l'Ucraina diventerà un membro dell'alleanza e che la Russia non può porre veti». Così Jens Stoltenberg, aprendo il Bucharest 9 Summit in Slovacchia.

Ore 12:07 - «L'attacco alla diga è un segnale di panico del regime di Putin»

«Gli occupanti nel panico hanno fatto saltare la diga di Kakhovka». È quanto si legge in una dichiarazione pubblicata su Telegram dall'intelligence militare ucraina, in cui si aggiunge che «questo è ovviamente un attacco terroristico ed un crimine di guerra che sarà usato come prova di fronte ad un tribunale internazionale». «Questo atto terroristico è un segnale del panico del regime di Putin» continua l'intelligence ucraina.

Ore 12:21 - Il cardinale Zuppi ricevuto da Zelensky a Kiev

Zelensky ha ricevuto il cardinale Matteo Zuppi a Kiev. Lo riferisce il quotidiano cattolico Avvenire sul suo sito. L'incontro è stato molto cordiale e, a quanto trapela, Zuppi e Zelensky hanno discusso su alcuni punti chiave per procedere nella direzione di una dialogo stabile e concreto.

Ore 12:33 - Perché la diga distrutta di Nova Khakovka è cruciale per Zaporizhzhia e Kherson

(di Redazione Esteri) Perché è così importante? Ecco alcuni dati. (...) la diga ha un bacino idrico di 18 milioni di metri cubi da cui parte l’acqua che rifornisce la centrale nucleare di Zaporizhzhia e soprattutto la penisola di Crimea, annessa militarmente da Vladimir Putin nel 2014. Da allora gli ucraini avevano fermato il flusso ma, quando il 24 febbraio è stata conquistata dall’Armata, i russi hanno fatto saltare la diga che fermava il canale di Crimea e l’approvvigionamento idrico ristabilito. La controffensiva di Kiev ha messo però in dubbio il controllo sull’area: i russi hanno già avviato l’evacuazione di circa 60 mila civili e — secondo alcune testimonianze — di mezzi e attrezzature militari, quindi potrebbero ora affidarsi a un gesto estremo. Del resto gli stessi ucraini, nelle prime fasi dell’invasione, avevano aperto intenzionalmente la diga nei pressi di Demydiv, inondando la cittadina a nord di Kiev e i campi circostanti per rallentare l’avanzata russa e salvare la capitale. (...)

Ore 12:41 - «Intercettati 20 missili diretti su Kiev»

Più di 20 missili da crociera russi sono stati lanciati contro Kiev alle prime ore di oggi ma sono stati tutti intercettati, ha reso noto su Telegram il comandante dell'amministrazione militare della capitale, Serhiy Popko.

Ore 13:00 - Kiev entra nel programma di fondi Ue per i trasporti e l'energia

L'Ucraina è entrata a far parte del programma Connecting Europe Facility (Cef) che fornisce finanziamenti europei per i settori dei trasporti, dell'energia e del digitale. L'accordo è stato firmato a Leopoli tra la commissaria europea responsabile, Adina Valean, e il ministro delle Infrastrutture ucraino, Oleksandr Kubrakov. Questa intesa consentirà ai promotori di progetti ucraini di richiedere fondi UE per progetti di interesse comune nei tre settori, migliorando la connettività dell'Ucraina con i paesi europei confinanti. L'ingresso dell'Ucraina nel programma sottolinea il suo ruolo all'interno delle reti transeuropee interconnesse, note come Ten-T.

Ore 13:22 - Kiev chiede riunione urgente del Consiglio Onu sulla diga

L’Ucraina chiede una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla distruzione della diga di Nova Kakhovka. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri ucraino.

«Sono i bambini, le donne e gli uomini dell’Ucraina che subiranno le conseguenze della terribile distruzione della diga idroelettrica di Nova Kakhovka. Questo è un atto contro l’umanità. Un crimine di guerra che non possiamo lasciare senza risposta. Oggi più che mai l’Ucraina ha bisogno del nostro aiuto», scrive in un tweet la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.

Ore 13:27 - Mosca: «Sulla diga avvertita l’Onu da ottobre. Cosa ha fatto?»

«Fin dal 21 ottobre dell’anno scorso la Russia aveva avvertito il segretario generale dell’Onu dei piani del regime di Kiev di distruggere la centrale idroelettrica di Kakhovka. Domanda per il segretario generale: cosa è stato fatto?». Lo scrive sul suo canale Telegram la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, pubblicando la lettera a quel tempo inviata dal rappresentante permanente di Mosca alle Nazioni Unite, Vasily Nebenzya. «Le forze ucraine - scriveva Nebenzya - valutano la possibilità di far passare mine d’acqua lungo il corso del Dnepr oppure di compiere un attacco missilistico». «Un tale attacco da parte dell’Ucraina - affermava ancora il diplomatico russo - porterà ad un’inondazione catastrofica dei territori limitrofi e a danni irreparabili per la città di Kherson. Il prezzo possono essere le vite di migliaia di incolpevoli cittadini». «Esorto con forza a fare tutto il possibile per evitare questo tremendo crimine», concludeva la lettera di Nebenzya.

Ore 13:39 - Il segnale di Putin dietro alla distruzione della diga di Nova Khakovka

(di Andrea Nicastro) (...) È possibile che anche la diga di Nova Kakhovka in questo 6 giugno 2022 sia stata distrutta su ordine di Mosca per frenare un’avanzata. Questa volta quella dell’esercito ucraino. Possibile, militarmente logico, ma non ancora certo. Provocare l’inondazione è un crimine di guerra, uno dei tanti di cui è accusato Putin, uno in più non può preoccuparlo. Sarebbe però anche il segnale che, se la controffensiva lo metterà nell’angolo, il presidente russo non si fermerà davanti a niente. Dopo la diga potrebbero arrivare bombardamenti stile Dresda sulle città lontane dal fronte, poi potrebbe colpire depositi chimici, reattori nucleari, i silos dei missili intercontinentali che sono bombe devastanti a causa del loro carburante e, infine, arrivare a sganciare un’atomica.

Ore 13:48 - Nella notte intercettati 35 razzi, molti diretti verso Kiev

L’Ucraina ha respinto l’ennesimo attacco missilistico notturno della Russia con le autorità che affermano di aver intercettato e distrutto tutti i 35 razzi lanciati, la maggior parte diretti verso Kiev. Secondo i militari - riporta il Kyiv Post - i russi hanno attaccato di nuovo dalla zona del Mar Caspio con sei bombardieri strategici Tu-95. Le sirene dei raid aerei hanno suonato nella capitale poco prima dell’una di notte.

Ore 13:48 - Più di 1000 persone evacuate da aree allagate a Kherson

Oltre 1000 persone sono state evacuate dalle aree allagate nella regione ucraina annessa di Kherson, dopo l’attacco alla diga di Kakhovka. Lo riporta Ukrinform. Secondo i dipendenti del servizio di emergenza statale, la polizia e i volontari hanno evacuato più di 650 persone, mentre 420 hanno lasciato in autonomia le zone allagate. I residenti della regione di Kherson che sono stati evacuati riceveranno un riparo gratuito, ha fatto sapere il ministero del Reinserimento dei territori temporaneamente occupati.

Ore 13:54 - Kiev, 24 villaggi allagati dopo l’attacco alla diga

Ventiquattro villaggi sono stati allagati dopo l’attacco alla diga di Nova Kakhovka, che ha provocato un ingente squarcio nella struttura. Lo ha reso noto il governo ucraino. «Invitiamo i cittadini a fare attenzione, perché l’acqua contiene sostanze esplosive. Inoltre 150 tonnellate di olio combustibile si sono riversate nel fiume Dnipro», ha aggiunto il ministro ucraino degli Interni, Igor Klymenko.

Ore 14:22 - Zelensky su attacco a diga: «Il mondo deve reagire»

«La Russia ha fatto esplodere una bomba di distruzione ambientale di massa. È il più grande disastro ambientale causato dall’uomo in Europa da decenni a questa parte. È il terrorista più pericoloso del mondo. Ed è per questo che la sconfitta della Russia - una sconfitta che comunque garantiremo - sarà il contributo più significativo alla sicurezza della nostra regione, della nostra Europa e del mondo intero». Lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Twitter in merito all’attacco notturno alla diga di Kakhovka, nel sud dell’Ucraina.

Per Zelensky «il mondo deve reagire» dopo quello che il presidente considera un deliberato attacco russo: «La Russia controlla la diga e l’intero impianto di Kakhovka da più di un anno. È fisicamente impossibile farla esplodere in qualche modo dall’esterno, con un bombardamento. È stata minata dagli occupanti russi. E l’hanno fatta esplodere».

Ore 14:29 - Grossi (Aiea): «Nessun rischio immediato per centrale Zaporizhzhia»

« Non c’è alcun rischio immediato per la sicurezza» della centrale nucleare di Zaporizhzhia, dopo la distruzione della diga idroelettrica di Kakhovka, che si trova a circa 150 km di distanza dall’impianto. Lo ha confermato il direttore generale dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea), Rafael Mariano Grossi. L’attacco, ha spiegato, «ha portato a una significativa riduzione del livello del serbatoio utilizzato per fornire acqua di raffreddamento» alla centrale nucleare.

Ore 14:39 - Kiev: «La diga è stata fatta saltare dalla 205ma brigata russa»

La diga della centrale idroelettrica di Kakhovka nell'oblast di Kherson è stata fatta saltare in aria dalla 205ma brigata di fanteria motorizzata russa: lo ha detto il capo del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale Oleksii Danilov, citato dal media ucraino Liga. Unità della brigata sono di stanza presso la centrale elettrica vicino a Nova Kakhovka occupata dai russi e controllavano la struttura, ha detto Danilov alla televisione nazionale. La stessa brigata di Mosca era stata accusata questa mattina da Mykhailo Podoliak, capo dell'ufficio presidenziale ucraino, citato dalla Ukrainska Pravda.

Ore 14:45 - Legge marziale ed evacuazione dei civili: il falso video di Putin che annuncia l’invasione ucraina a Belgorod

In alcune regioni della Russia, lunedì 5 giugno, i media hanno trasmesso un falso video di Vladimir Putin che annunciava l'invasione dei territori di Kursk, Belgorod e Bryansk da parte delle truppe ucraine. Il presidente russo proseguiva imponendo la legge marziale e ordinando l'evacuazione dei civili dalle zone interessate. Si tratta, in realtà, di un clamoroso fake dovuto a un cyberattacco da parte di alcuni hacker. La conferma è arrivata dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. «È vero che ci sono stati hacker in alcune regioni. In particolare so che c'è stato un attacco a Radio Mir e ad alcuni network. Adesso tutto questo è stato eliminato ed è stato ripristinato il controllo» ha spiegato Peskov.

Ore 15:04 - Zelensky: «La Russia è in guerra contro la vita e la natura»

«Ora la Russia è colpevole di un brutale ecocidio. La Russia è in guerra contro la vita, contro la natura, contro la civiltà». Scrive su Twitter il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, commentando l'attacco alla diga Kakhovka, per il quale Kiev accusa Mosca. Per Zelensky si tratta di un «atto di terrorismo russo» di un «crimine di guerra russo». «La Russia deve lasciare la terra ucraina e deve essere ritenuta pienamente responsabile del suo terrore», conclude.

Ore 15:08 - Kiev: «La centrale elettrica della diga di Khakovka è completamente distrutta»

Ukrhydroenergo, la compagnia statale ucraina che gestisce l'impianto, ha fatto sapere che la centrale elettrica della diga di Khakovka è stata completamente distrutta: «La centrale elettrica non può essere ripristinata, è completamente distrutta. La struttura idraulica è stata spazzata via».

Ore 15:25 - «40 mila persone devono essere evacuate dalle zone allagate»

Oltre 40.000 persone devono essere evacuate dalle zone allagate dopo l'esplosione avvenuta alla diga della centrale idroelettrica di Kakhovka, ma circa 25.000 si trovano nella zona occupata dai russi. Lo ha dichiarato la vice procuratrice generale dell'Ucraina, Viktoriya Lytvynova, in diretta tv. «Più di 17.000 persone sono soggette a evacuazione nel territorio controllato dall'Ucraina, e le autorità ucraine hanno già iniziato a evacuarle», ha fatto sapere Lytvynova, «ma circa 25.000 dei nostri cittadini si trovano nelle zone occupate dai russi e dovrebbero essere evacuati dalle aree non controllate dal governo».

Ore 15:32 - Zelensky incontra il cardinale Zuppi: «Il Vaticano sostenga il piano di pace ucraino»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su Telegram di aver incontrato il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale di Papa Francesco. Durante l'incontro, hanno discusso della situazione in Ucraina e della cooperazione umanitaria nel contesto della Formula di pace ucraina. Zelensky ha sottolineato che solo attraverso gli sforzi congiunti, l'isolamento diplomatico e le pressioni sulla Russia si può influenzare l'aggressore e raggiungere una pace giusta in Ucraina. Ha chiesto anche alla Santa Sede di contribuire all'attuazione del piano di pace ucraino, sottolineando che, poiché la guerra si svolge sul territorio ucraino, l'approccio per raggiungere la pace deve essere determinato dall'Ucraina stessa.

Ore 15:49 - Zelensky al cardinale Zuppi: «L'unica formula di pace è quella ucraina. La distruzione della diga avrà conseguenze terribili per l'ambiente»

«Chiedo alla Santa Sede di contribuire ad attuare il piano di pace ucraino. L'Ucraina accoglie con favore la disponibilità di altri Stati e partner a trovare vie per la pace, ma poiché la guerra è sul nostro territorio l'algoritmo per raggiungere la pace può essere solo ucraino».

« La distruzione della diga di Kakhovka conseguenze terribili per la vita delle persone e per l'ambiente. Questo crimine rappresenta una minaccia enorme e avrà conseguenze terribili per la vita delle persone e per l'ambiente».

Ore 15:54 - Svezia: «La nostra priorità è diventare membri della Nato il prima possibile»

«La massima priorità del governo svedese è diventare un membro a pieno titolo della Nato il prima possibile». Lo ha detto il ministro svedese della Difesa, Pal Jonson, incontrando in Giappone il suo omologo. «Speriamo di poterlo diventare entro il vertice di Vilnius», ha aggiunto. Secondo Jonson «l'intero fronte settentrionale della Nato sarebbe rafforzato se fossimo membri a pieno titolo».

La Svezia, ha proseguito Jonson, continuerà a fornire armi all'Ucraina nella guerra contro la Russia. «È nel nostro interesse nazionale - ha spiegato -, perché se la Russia vincesse la guerra in Ucraina questo avrebbe conseguenze disastrose sulla Svezia e sulla politica di sicurezza europea». Quindi, ha sottolineato, «sostenere l'Ucraina è fondamentale per noi, e continueremo a farlo finché sarà necessario». Sinora l'adesione della Svezia alla Nato è stata rallentata dalla Turchia, che accusa Stoccolma di essere troppo indulgente nei confronti dei "terroristi" curdi.

Ore 15:57 - Kiev: «La diga è stata attaccata per spostare l'attenzione da Belgorod»

«Il deliberato smantellamento della diga è stato compiuto dagli occupanti russi per sospendere il processo di de-occupazione da parte delle Forze di Difesa ucraine e per spostare il vettore dell'attenzione pubblica dagli eventi in corso nella regione di Belgorod». Lo ha scritto in un messaggio Telegram la viceministra della Difesa ucraina Hanna Maliar, dopo l'esplosione nella diga di Kakhovka. «Invece, gli occupanti russi hanno ottenuto l'effetto opposto», scrive Maliar, «attualmente, i civili degli insediamenti temporaneamente occupati di Kherson e della Crimea si trovano in una situazione critica, poiché la distruzione della diga li ha privati dell'acqua dolce. Inoltre, le postazioni delle unità militari russe sono state allagate, il che potrebbe portare a un dilavamento su larga scala dei campi minati russi e alla loro detonazione caotica».

Ore 16:03 - «Ad abbattere la diga è stata la 205esima brigata dei fucilieri motorizzati russi»

Il consigliere per la sicurezza nazionale ucraina, Oleksii Danilov, citato dal sito ucraino Liga, sostiene che ad abbattere la diga della centrale idroelettrica di Kakhovka siano stati i soldati russi della 205esima brigata di fucilieri motorizzati.

Ore 16:24 - Ue: «Dalla diga non ci sono pericoli immediati per la centrale nucleare di Zaporizhzhia»

La commissaria europea ha pubblicato un tweet in cui afferma che la rottura attuale della diga non costituisce un pericolo immediato per la centrale di Zaporizhzhia. Ha sottolineato che l'acqua di raffreddamento per la centrale è fornita da un laghetto operativo nelle vicinanze. Inoltre, ha dichiarato di monitorare attentamente la situazione e di essere in contatto con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica e le controparti ucraine. La commissaria ha convocato urgentemente una riunione del Consiglio consultivo per l'Ucraina a livello ministeriale.

Ore 16:54 - Zoo sommerso dall'acqua dopo il crollo della diga, morti 300 animali

Il bioparco Kazkova Dibrova ha annunciato la morte di trecento animali a causa dell'esplosione della diga di Nova Kakhovka, le cui acque hanno sommerso lo zoo situato lungo le rive del fiume Dnipro. Lo zoo ha condiviso la triste notizia sulla propria pagina Facebook, affermando che il parco era stato minato e che non è stato possibile evacuare gli animali. Nonostante gli sforzi compiuti ogni giorno da due coraggiosi lavoratori per nutrire gli animali, il bioparco è stato devastato. Un rappresentante dello zoo ha concluso affermando che l'anima è straziata dal dolore a causa della distruzione causata dalla Russia.

Ore 17:09 - Il rappresentante di Mosca all'Onu chiede una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dopo la distruzione della diga Nova Khakovna

La Russia ha chiesto di convocare una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dopo l'esplosione nella centrale idroelettrica di Nova Kakhovka. È quanto ha detto rappresentante permanente russo all'Onu, Vasilij Nebenzia. «Ne convocheremo uno. Urgentemente. Non conosco esattamente la data», ha affermato Nebenzia nel corso di una conferenza stampa. In precedenza il ministero degli Esteri dell'Ucraina ha anche chiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.

Ore 17:10 - Onu: «Non abbiamo informazioni indipendenti sull'esplosione della diga in Ucraina, ma è una conseguenza dell'invasione russa»

In seguito alla convocazione del Consiglio di sicurezza dell'Onu da parte del rappresentante permanente di Mosca, il segretario generale Antionio Guterres ha detto che «le Nazioni Unite non hanno accesso a informazioni indipendenti sulle circostanze che hanno portato alla distruzione della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka, in Ucraina, ma una cosa è chiara: questa è un'altra devastante conseguenza dell'invasione russa. Stiamo vedendo gli effetti nella città di Kherson, di Nova Kakhovka e in altre 80 città e villaggi lungo il fiume Dnipro - ha sottolineato -. E aggiunge minacce alla centrale nucleare già altamente minacciata di Zaporizhzia».

Guterres ha precisato che «l'Onu e i partner umanitari si stanno affrettando a fornire supporto in coordinamento con il governo dell'Ucraina», assicurando che «continueremo il nostro lavoro e i nostri appelli per un accesso umanitario urgente e sicuro». «La tragedia di oggi è un altro esempio dell'orribile prezzo della guerra per le persone», ha detto ancora il segretario generale, ricadendo che «gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili critiche devono cessare».

Ore 17:25 - Milley (Usa): I combattimenti in Ucraina sono aumentati ma la battaglia sarà lunga»

I combattimenti in Ucraina sono «aumentati», ma è presto per attribuire un significato definitivo a quanto accade ogni giorno. E' l'analisi tracciata dal generale Mark Milley, capo degli Stati maggiori riuniti Usa, in un'intervista all'Associated Press. «Come nella battaglia di Normandia o qualsiasi altra grande battaglia, la guerra è un dare e avere», ha detto Milley parlando dalla Normandia, dove si trova per le commemorazioni del D-Day. «Ci saranno giorni nei quali vedremo molta attività e giorni nei quali ne vedremo poca. Ci saranno azioni offensive e azioni difensive» per «un considerevole lasso di tempo», ha affermato il generale Usa.

Ore 17:27 - Washington Post: «Gli Usa erano al corrente di un piano ucraino per sabotare il gasdotto Nord Stream»

Secondo i documenti riservati del Pentagono recentemente pubblicati sulla piattaforma Discord dall'aviere statunitense Jack Teixeira e riportati dal "Washington Post", gli Stati Uniti sono stati informati da un alleato che le Forze armate ucraine stavano pianificando un attacco alle infrastrutture sottomarine dei gasdotti tra Russia e Germania nel Mar Baltico, tre mesi prima dell'esplosione dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 il 26 settembre 2022. Le informazioni dettagliate sul piano sarebbero state fornite all'intelligence degli Stati Uniti da un Paese europeo a giugno 2022. Il rapporto indica che l'operazione sarebbe stata supervisionata direttamente dal comandante delle Forze armate ucraine Valerii Zaluzhnyi, mentre il presidente Volodymyr Zelensky non ne sarebbe stato a conoscenza. Sei membri delle forze speciali ucraine sarebbero stati inviati in Germania con un falso nome nel mese di giugno, noleggiando un'imbarcazione e conducendo l'attacco utilizzando un minisommergibile nel Mar Baltico. Il rapporto menziona anche una temporanea sospensione dell'attacco per motivi non specificati. Le informazioni sarebbero state condivise anche con la Germania e altri Paesi europei.

Ore 17:31 - Scholz: «Un attacco come quello alla diga ce lo aspettavamo da tempo, parlerò con Putin»

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, intervenendo alla trasmissione `RTL Direkt Spezial – Am Tisch mit Olaf Scholz´, ha detto che «l'attacco alla diga è uno di quelli che temevamo da tempo. Ora è avvenuto. In base a tutto ciò che si può presumere, si tratta di un'aggressione della parte russa per fermare l'offensiva ucraina a difesa del proprio paese». Questo dimostra che la guerra è entrata in una nuova dimensione, ha aggiunto Scholz, spiegando di non aver parlato più, già da lungo tempo, con Vladimir Putin perché - considerato l'andamento della guerra - non era il momento giusto. «Ma intendo farlo nuovamente», ha aggiunto spiegando di voler provare a convincere Putin che il suo tentativo di annettere l'Ucraina non funzionerà.

Ore 17:40 - Zelensky: «I russi avevano minato la diga l'anno scorso»

«Tutti si erano resi conto che la Federazione Russa aveva piazzato le bombe nella diga l'anno scorso», ha spiegato Zelensky. Il presidente ha osservato che le autorità hanno valutato i rischi in anticipo, effettuando preparazioni necessarie. «È una situazione molto difficile. Ci è chiaro che saranno allagati da 35 a 80 insediamenti. Comprendiamo che ci saranno grandi problemi con l'acqua potabile nelle regioni di Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia e Kherson», ha proseguito Zelensky. Tuttavia, il presidente ha aggiunto che le conseguenze esatte dell'esplosione saranno chiare una volta scesa l'acqua.

Ore 17:57 - Finlandia: «Espulsi 9 diplomatici dell’ambasciata russa»

La Finlandia espellerà nove persone che lavorano nell’ambasciata russa e che hanno agito in qualità di intelligence. Lo ha reso noto il governo in una nota aggiungendo che «le attività violano la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche». All’annuncio ha fatto seguito un incontro tra il presidente Sauli Niinisto e il Comitato ministeriale per la politica estera e di sicurezza del paese. «Le decisioni si basano sulla valutazione del servizio di intelligence per la sicurezza finlandese», ha detto all’AFP Marja Liivala, direttore generale del ministero degli Esteri. La Supo ha dichiarato su Twitter che «questa è una grave battuta d’arresto per l’intelligence russa in Finlandia».

Ore 18:14 - Riunione urgente del Consiglio Onu sulla diga alle 22

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu terrà una riunione urgente sulla situazione presso la centrale idroelettrica di Kakhovka dopo la distruzione della diga oggi alle 16 locali, le 22 italiane. Lo conferma all’ANSA la missione degli Emirati Arabi Uniti all’Onu, presidente di turno del Consiglio di Sicurezza. L’incontro è stato chiesto sia dall’Ucraina (sostenuta dagli Stati Uniti) che dalla Russia.

Ore 18:14 - Onu: assemblea nega ingresso Minsk in Consiglio sicurezza

Respinta la richiesta della Bielorussia di entrare nel Consiglio di sicurezza. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato l’ingresso di Algeria, Guyana, Sierra Leone, Slovenia e Corea del Sud. La domanda della Bielorussia, alleata della Russia nell’invasione all’Ucraina, è stata respinta.

Ore 19:18 - Vaticano: conclusa la missione del cardinale Zuppi in Ucraina

Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), «ha concluso la breve, ma intensa visita a Kiev, accompagnato da un Officiale della Segreteria di Stato, durante la quale ha avuto modo anche di soffermarsi in preghiera nell’antica chiesa di Santa Sophia». Lo fa sapere una nota della sala stampa vaticana. «Al termine della sua missione, ringrazia cordialmente le Autorita’ civili per gli incontri svolti, in particolare per quello con il presidente Volodymyr Zelensky - si legge ancora nel documento -. I risultati di tali colloqui, come quelli con i Rappresentanti religiosi, nonche’ l’esperienza diretta dell’atroce sofferenza del popolo ucraino a causa della guerra in corso, verranno portati all’attenzione del Santo Padre e saranno senz’altro utili per valutare i passi da continuare a compiere sia a livello umanitario che nella ricerca di percorsi per una pace giusta e duratura».

Ore 19:46 - Casa Bianca, monitoriamo incidente diga presto per dire cosa è accaduto

La Casa Bianca sta «monitorando da vicino» la distruzione della diga Nova Kakhovka in Ucraina. Lo ha riferito il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, riferendo che ci sono «vittime», ma che al momento «non è possibile quantificarle». Gli Usa stanno anche verificando le notizie che indicherebbero una responsabilità russa nella distruzione della diga, ma al momento «non possiamo dire cosa è accaduto», ha riferito Kirby, né è possibile stabilire l’impatto che l’incidente avrà sul «campo di battaglia».

Ore 19:52 - Diga di Kakhovka distrutta, quali sono le conseguenze sulla controffensiva ucraina?

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La diga di Kakhovka distrutta martedì alle 2.50 del mattino nel territorio dell’Ucraina meridionale sotto il controllo russo ha un’enorme importanza strategica. Costruita fra il 1950 e il 1956, alta 30 metri e lunga 3,2 chilometri, la diga è parte di una centrale idroelettrica e si trova nella città portuale di Nova Kakhovka, sul fiume Dnipro, a 30 chilometri da Kherson. Prima dell’esplosione aveva un bacino idrico di 18 milioni di metri cubi da cui partiva l’acqua che riforniva gli impianti di raffreddamento della vicina centrale nucleare di Zaporizhzhia e la penisola di Crimea, annessa militarmente da Vladimir Putin nel 2014. Da allora gli ucraini avevano fermato il flusso ma a marzo dello scorso anno, dopo che l’area era stata conquistata dall’Armata di Putin, i russi avevano ripristinano il canale di Crimea e ristabilito così l’approvvigionamento idrico.

Ore 19:59 - Usa: numerosi morti nell’esplosione della diga

Nell’esplosione della diga in Ucraina ci sono probabilmente «numerosi morti». Lo afferma il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby.

Ore 22:32 - Onu, distruzione diga avrà conseguenze enormi

«La gravità di questo episodio sarà comprensibile nei prossimi giorni, ma è già chiaro che avrà conseguenze enormi per migliaia di persone». Lo ha detto il capo degli Affari Umanitari dell’Onu, Martin Griffiths, alla riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza convocata in seguito alla distruzione della diga di Kakhovka, che è appena cominciata a Palazzo di Vetro.

Ore 00:02 - Russia: «Diga? Attacco terroristico ucraino»

La Russia ha accusato l’Ucraina di essere responsabile dell’attacco alla diga ucraina, colpita nella notte. L’ambasciatore russo Vassy Nebenzia, nel corso del suo intervento al Consiglio di Sicurezza, ha parlato di «atto terroristico» da parte dell’Ucraina. «Con il sostegno degli alleati occidentali - ha aggiunto - ha deciso di portare avanti il suo piano terroristico». «Non è la prima volta - ha continuato - che (l’Ucraina, ndr) usano qualcun altro per fare il lavoro sporco».

Ore 00:03 - Cina dopo la diga in Ucraina lancia appello alla moderazione

«La protezione dei civili è un principio importante». Lo ha detto l’ambasciatore cinese all’Onu Zhang Jun alla riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza sull’Ucraina. «Esprimiamo la nostra grave preoccupazione» per quanto accaduto oggi, ha aggiunto, chiedendo alle parti in conflitto di «rispettare le leggi internazionali» e lanciando un appello alla «moderazione». «La Cina continuerà a stare dalla parte della pace - ha assicurato - promuovendo il dialogo per arrivare a una soluzione della crisi».

Ore 00:51 - Cnn: intelligence Usa incline a considerare Russia responsabile dell’esplosione della diga

L’intelligence americana sta valutando la responsabilità dell’esplosione della diga in Ucraina ed è incline verso la Russia come colpevole. Lo riporta Cnn citando un funzionario dell’amministrazione.

Il simbolo voluto da Lenin e abbattuto prima da Stalin e poi da Hitler. Storia di Angelo Allegri su Il Giornale il 06 Giugno 2023

Il comunismo, diceva Lenin, è il potere dei Soviet e l'elettrificazione del Paese. Di questa elettrificazione il Dnipro è uno dei simboli più potenti. Il primo piano economico sovietico del 1920, prototipo dei successivi piani quinquennali, prevedeva un'impresa colossale: addomesticare il grande fiume per produrre energia, fornire acqua all'intera Ucraina occidentale, creare una poderosa via navigabile attraverso tutto il Paese. La diga saltata per aria ieri, quella di Nova Kakhovka, è la sesta, quella più a valle, di un complesso sistema di vie d'acqua, costruzioni, sbarramenti, e centrali idroelettriche che imbrigliano il fiume per oltre 200 chilometri. Costruita tra il 1950 e il 1955 è di oltre un ventennio più giovane dell'impianto fratello, sorto a Zaporizhzhia negli anni Trenta.

Quest'ultimo, immortalato da fotografi e documentari celebrativi, è stato a lungo una delle glorie del comunismo realizzato. A costruirlo furono decine di migliaia di lavoratori, i migliori tecnici di tutta la Russia. Per non correre rischi furono chiamati gli architetti americani che si erano fatti le ossa nella gestione della Tennessee Valley Authority del New Deal, le turbine furono ordinate alla General Electric.

Nonostante tutto ciò, quando nel 1941 arrivarono i tedeschi, Stalin non ci pensò due volte e per fermare l'offensiva ordinò di far saltare in aria il complesso. In realtà le truppe naziste arrivavano da Nord e l'utilità strategica della decisione è fortemente messa in dubbio. Ma gli uomini dell'Nkvd, il predecessore del Kgb, non ebbero il coraggio di mettere in discussione l'ordine.

Alle 20.15 del 18 agosto fecero saltare con 20 tonnellate di esplosivo la grande muraglia, creando una voragine alta 20 metri e larga più di 100 (nella foto). Un'onda di sei metri precipitò a valle. Il numero dei morti è sconosciuto, gli storici confessano di non riuscire a raccapezzarsi: tra holodomor (la grande carestia voluta da Stalin) e vittime della guerra, i calcoli si fanno confusi. Le stime più accreditate vanno tra i 20 e i 100mila morti, ma c'è chi parla anche di 180mila.

In mezzo a tanto sterminio i tedeschi verificarono che i danni alla diga erano facilmente riparabili. In meno di un paio d'anni l'impianto tornò in funzione. Giusto in tempo però per essere distrutto un'altra volta, in questo caso dai nazisti in fuga di fronte all'Armata Rossa. Tra il 1944 e il 1950 la ricostruzione. Sembrava quella definitiva. Prima di Putin.

Il cinismo sanguinario del dittatore. Storia di Roberto Fabbri su Il Giornale il 06 Giugno 2023

Un capolavoro di cinismo, più che di strategia. La distruzione della grande diga di Nova Khakovka, con la conseguente devastazione di un vasto territorio lungo il fiume Dnipro (o Dniepr, come lo chiamano i russi) è l'ennesimo crimine di guerra commesso su ordine di un leader, Vladimir Putin, che segue una logica molto diversa dalla nostra. Troppi se lo dimenticano, ma al presidente diventato dittatore, delle conseguenze sui civili delle sue scelte non importa nulla, neanche se si tratta di cittadini russi. Uccidere, violentare, sequestrare e deportare bambini, distruggere città e obliterare una cultura sgradita, gelare, affamare e assetare: tutto va bene, tutto fa il suo gioco di Gewaltmensch, di uomo della violenza come valore. Putin vuole passare alla storia come il condottiero della riconquista dell'impero russo, non importa quanto immaginario. Va dunque benissimo, ai suoi occhi, anche allagare e devastare con acqua inquinata da centinaia di tonnellate di olio minerale quello che faceva funzionare i motori della diga un territorio abitato da decine di migliaia di persone, purché la temuta controffensiva nemica sia ostacolata. E meglio ancora raccontare la bugia che siano stati gli ucraini a sabotare Nova Khakovka, contro ogni logica, adducendo il pretesto che il disastro ridurrà alla sete la Crimea occupata dai russi. In realtà, a Mosca sembrano aver scelto il male minore: un danno concreto in cambio dell'acquisizione di un indubbio vantaggio militare. Una mossa cinica che segna da parte russa la discesa di un altro tragico gradino verso una guerra totale. La logica, però, non è diversa da quella che al Cremlino hanno seguito fin da quando l'obiettivo di una vittoria fulminea sull'Ucraina (ricordate lo slogan menzognero? «Demilitarizzazione e denazificazione») era sfumato: indietro non si torna, vittoria a qualsiasi prezzo. Anche oggi, il pensiero corre a ciò che Putin potrà arrivare a fare pur di non darsi per vinto. La risposta più realistica è: lottare senza risparmio di sangue (ucraino o russo che sia) in attesa di una svolta favorevole, come fanno sempre i dittatori in difficoltà. Putin spera che ci stanchiamo prima noi, e poi magari arriva un Trump a cavargli le castagne dal fuoco.

Il segnale di Putin dietro alla distruzione della diga di Nova Khakovka. Andrea Nicastro su Il Corriere della Sera il 06 giugno 2023

Il massimo della piena deve ancora arrivare, i potenziali danni alla sicurezza della centrale atomica di Zaporizhzhia sono ancora da valutare: ma l’attentato (che ricalca quanto fatto da Stalin nel 1941) indica che il presidente russo, davanti a un’eventuale controffensiva e avanzata ucraina, non si fermerà davanti a nulla

Eleonora Sidorenka è alla finestra del secondo piano della sua casa alla periferia di Kherson. «C’è acqua dappertutto — grida nel telefonino —, il fiume è arrivato fin qui. Stamattina ho visto una volpe nuotare per tenersi a galla, adesso la corrente porta via le automobili».

La sponda destra del Dnipro, quella in mano ucraina, è sott’acqua. Quella sinistra, più alta sembrerebbe al riparo. 

Un’esplosione ha aperto una voragine nella diga di Nova Kakhovka. L’acqua esce a tonnellate ogni minuto. Il livello del bacino a monte che raffredda la centrale atomica di Enerdogar scende a vista d’occhio. Basterà per tenere al sicuro i silos di stoccaggio dell’uranio esausto? E i reattori? Seppur spenti da mesi, hanno ancora il nocciolo ad una temperatura a rischio di fusione. Senza acqua sufficiente come si porterà via il calore? 

A valle della diga ci sono già i danni più visibili. Nella cittadina di Nova Kakhovka sono sott’acqua lo zoo, i bar e i ristoranti del lungo fiume. Migliaia di persone che vivono lungo il fiume stanno evacuando. 

L’allarme lanciato da Kiev indica i luoghi elevati dove trovare rifugio e mette in guardia: il massimo della piena deve ancora arrivare. Il cielo è nuvoloso, ma ieri è stata una bella giornata di sole. L’alluvione così appare ancora con più chiarezza per quello che è: un attentato. 

Per mesi russi e ucraini si sono rimbalzati l’accusa di voler distruggere la diga. Il pensiero dei più vecchi andava ai racconti del tempo di guerra quando Stalin fece saltare la diga di Zaporizhya nel 1941 per rallentare l’avanzata dei nazisti. Il numero degli ucraini affogati, si dice, arrivò a 20mila. Le scene delle mucche che urlavano nelle stalle con gli allevatori arrampicati sugli alberi fanno parte dei tragici ricordi di questa terra.

È possibile che anche la diga di Nova Kakhovka in questo 6 giugno 2022 sia stata distrutta su ordine di Mosca per frenare un’avanzata. Questa volta quella dell’esercito ucraino. Possibile, militarmente logico, ma non ancora certo. 

Provocare l’inondazione è un crimine di guerra, uno dei tanti di cui è accusato Putin, uno in più non può preoccuparlo. Sarebbe però anche il segnale che, se la controffensiva lo metterà nell’angolo, il presidente russo non si fermerà davanti a niente. 

Dopo la diga potrebbero arrivare bombardamenti stile Dresda sulle città lontane dal fronte, poi potrebbe colpire depositi chimici, reattori nucleari, i silos dei missili intercontinentali che sono bombe devastanti a causa del loro carburante e, infine, arrivare a sganciare un’atomica.

La gente fugge dall’acqua, ma nel frattempo il bombardamento dell’artiglieria russa posta sulla sponda più elevata non si ferma. È una guerra. Di solito vince chi riesce ad essere più distruttivo.

Estratto dell’articolo di Daniele Raineri per repubblica.it il 06 Giugno 2023

I soldati russi avevano minato la diga di Kakhovka sul fiume Dnipro, nel sud dell’Ucraina […] già a ottobre quando le truppe ucraine si avvicinavano alla città di Kherson – che è molto vicina. 

Si pensava che l’avrebbero fatta saltare come misura estrema per rallentare la loro avanzata […]. Poi gli ucraini si erano fermati sulla sponda ovest del Dnipro e i soldati russi non avevano fatto detonare le cariche. 

Non l’hanno fatto allora, l’hanno fatto questa notte, perché ieri è cominciata la controffensiva ucraina e Mosca teme l’apertura di un fronte anche in quella regione del sud. […] Prima di far saltare la diga le truppe russe hanno fatto salire il livello del bacino, […] fino al livello record di diciassette metri e mezzo per massimizzare l’effetto inondazione che sapevano avrebbe investito i territori a valle.

La massa d’acqua liberata ha allagato soprattutto la sponda sud, quella occupata dai russi, e dal punto di vista tattico è una mossa che rende più difficile per i soldati ucraini tentare di attraversare il fiume con mezzi pesanti. 

Prima di cominciare la controffensiva l’esercito di Kiev è stato costretto ad  aspettare per mesi l’arrivo del tempo asciutto e che le condizioni del terreno migliorassero – quindi che il fango del disgelo primaverile si solidificasse. L’allagamento deciso da Mosca adesso prolunga in modo artificiale quelle condizioni difficili. Allagare la sponda del Dnipro permette ai russi di concentrarsi su altri settori del fronte, che è molto difficile da difendere perché è lungo milleduecento chilometri.

Gli ucraini ieri hanno cominciato ad attaccare a est, nella regione di Bakhmut, e a sud, nella zona di Novodonetsk, con assalti limitati che hanno lo scopo di trovare un punto debole. L’esplosione della diga è una conferma, l’ennesima, che la controffensiva è cominciata – anche se Kiev ha deciso di mantenere un silenzio quasi assoluto su quello che sta succedendo, almeno nei primi giorni.

Il bacino di Kakhovka alimenta il canale artificiale che porta circa l’ottanta per cento dell’acqua che serve alla penisola di Crimea. Adesso quel canale resterà a secco e questo vuol dire che i soldati russi per rallentare una possibile avanzata ucraina hanno creato una crisi idrica certa, che colpirà un territorio che […] considerano parte della Russia. […] 

Salta la diga di Kakhovka. "È stata minata dai russi". Morti e migliaia di sfollati. "La diga di Kakhovka è stata fatta saltare in aria dalle forse di occupazione russe". Matteo Basile il 7 Giugno 2023 su Il Giornale.

«La diga di Kakhovka è stata fatta saltare in aria dalle forse di occupazione russe». Uno scarno comunicato dell'esercito ucraino alle prime luci dell'alba di ieri aggiunge un altro capitolo al dramma del conflitto russo-ucraino. Per tutti si tratta di un crimine di guerra ma giunti a questo punto, dopo 15 mesi di invasione, uno più o uno meno per la Russia di Putin sembra cambiare poco. Fatto sta che la diga, che ha un bacino idrico di 18 milioni di metri cubi d'acqua da cui parte, tra l'altro, l'acqua che rifornisce la centrale nucleare di Zaporizhzhia e anche la penisola di Crimea, è stata distrutta causando un disastro ambientale e umanitario senza precedenti e, secondo fonti Usa, numerosi morti. La centrale elettrica è completamente distrutta, con il ministero dell'Interno ucraino che denuncia: «L'esercito russo sta bombardando con l'artiglieria mentre la popolazione viene evacuata dalla città».

Subito infatti è iniziata l'evacuazione di oltre 40mila persone, con ampia parte del Kherson completamente allagato e circa 25mila persone che si trovano nella zona occupata dai russi doppiamente a rischio. Almeno 24 villaggi risultano allagati, oltre 150 tonnellate di olio combustibile si sono riversate nel fiume Dnipro. Il bioparco Kazkova Dibrova ha annunciato la morte di trecento animali, con il parco che era stato minato rendendo impossibile l'evacuazione. L'unica buona notizia è che, almeno nell'immediato, non sono riscontrati pericoli per la centrale di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa, con l'acqua di raffreddamento che viene fornita da un piccolo lago operativo nelle vicinanze. Immagini pubblicate sui social mostrano una devastazione impressionante. Il presidente ucraino Zelensky è furioso: «La Russia è in guerra contro la vita e la natura. Ora è colpevole di un brutale ecocidio», ha detto. Mentre il consigliere per la sicurezza nazionale Oleksii Danilov sostiene che ad abbattere la diga siano stati i soldati russi della 205ª brigata di fucilieri motorizzati, lo stesso Zelensky spiega che tutti sapevano che «i russi avevano piazzato bombe nella diga già l'anno scorso».

Ma perché portare a termine un atto del genere? I russi cercano di prendere le distanze e anzi indicano proprio gli ucraini come responsabili dell'attacco. Ma l'allagamento di una zona cruciale come quella sembra davvero l'ultimo atto di un esercito in difficoltà che cerca con ogni mezzo di rallentare la partenza della controffensiva ucraina. Bollata come impossibile da Kiev, la ricostruzione russa, anche perché la diga si trova da mesi sotto il controllo russo. «Il deliberato smantellamento della diga è stato compiuto per sospendere il processo di de-occupazione e per spostare l'attenzione pubblica dagli eventi in corso nella regione di Belgorod ma hanno ottenuto l'effetto contrario», sostiene la viceministra della Difesa ucraina Hanna Maliar. In ogni caso, sia l'Ucraina che la Russia hanno chiesto e ottenuto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell'Onu, che si è tenuta ieri sera in un clima infuocato con accuse reciproche di terrorismo. «Avrà conseguenze enormi» anche oer il rischio di contaminazione, spiegano dal Palazzo di vetro che ribadisce la condanna per gli attacchi contro i civili. Anche se l'opinione mondiale sembra non avere dubbi su chi puntare il dito.

«Sono i bambini, le donne e gli uomini dell'Ucraina che subiranno le conseguenze. Un crimine di guerra che non possiamo lasciare senza risposta. Oggi più che mai l'Ucraina ha bisogno del nostro aiuto», ha scritto su Twitter la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. Durissimo il cancelliere tedesco Olaf Scholz: «Un attacco che temevamo da tempo. Un'aggressione russa per fermare l'offensiva ucraina a difesa del proprio paese. Intendo parlare nuovamente con Putin», ha detto. Il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg parla di «atto oltraggioso, che dimostra ancora una volta la brutalità della guerra della Russia in Ucraina». Il presidente del Consiglio Ue Charles Michel si dice sconvolto per quello che definisce «un crimine di guerra. Faremo in modo che la Russia e i suoi alleati ne paghino le conseguenze». Dagli Usa invece il capo di Stato maggiore Mark Milley prevede che la guerra sarà ancora lunga e complessa. E il disastro di Nova Kakhovka ne è un esempio più che lampante.

Cosa resta delle installazioni russe dopo l’esplosione della diga in Ucraina. Mauro Indelicato il 7 Giugno 2023 su Inside Over.

Il “day after” l’esplosione sta consegnando, con il passare delle ore, un quadro della situazione sempre più drammatico nelle aree attorno a Nova Kakhovka in Ucraina. Il collasso della diga ha avuto effetti devastanti su più fronti. Interi villaggi risultano allagati, diversi quartieri di Kherson sono sott’acqua e la gente sta provando a salvare il possibile prima di essere evacuata. Non va meglio lungo l’altra sponda del Dnipro, quella occupata dai russi, da dove arrivano altre immagini di località sommerse. Non ci sono però stime, dati e cifre né di danni e né di vittime. O perché è ancora presto per quantificare il disastro oppure perché, in uno stato di guerra, nessuna parte in causa ha interesse a fornire un quadro preciso della situazione.

Anche perché ovviamente a essere coinvolti non sono stati solo i civili. Attrezzature militari, trincee e mine sono state travolte dalla piena. Diversi soldati sarebbero annegati. Gli ucraini presenti sul lato di Kherson hanno segnalato infatti la presenza di vittime tra le forze di Mosca. “Tutti i reggimenti che i russi avevano su quel lato sono stati travolti”, ha dichiarato alla Cnn il capitano ucraino Andrei Pidlisnyi.

Trincee sott’acqua e mine esplose

In alcuni video rilanciati poche ore dopo il disastro, sono state notate esplosioni lungo il corso del fiume. È il segno della presenza di mine trascinate dalla corrente verso gli argini distrutti del Dnepr. Interi campi minati sono stati sommersi. Circostanza ben prevedibile: il fiume, da quando gli ucraini sono tornati a ottobre a Kherson, si è trasformato in una linea di demarcazione del fronte. Le forze di Mosca sono ben consapevoli che in caso di ulteriore avanzata ucraina, la Crimea è a pochi passi. E così hanno iniziato a fortificare la sponda da loro controllata. Ma con l’inondazione non sono andate perse soltanto le mine piazzate tra i campi a ridosso della diga.

Molte trincee adesso sono sott’acqua. A dimostrarlo anche altri video girati con i droni. Diverse postazioni russe risultano oggi sommerse. Molti soldati potrebbero essere stati colti di sorpresa. Il capitano Pidlisnyi, parlando alla Cnn, ha parlato della sua ipotesi: “Alle unità russe – è il suo sospetto – potrebbe essere stata tenuta nascosta l’azione da parte di altri reparti”. L’azione in questione sarebbe quella del sabotaggio ad opera di Mosca. Pidlisnyi, come ben prevedibile, ha infatti portato avanti la versione di Kiev secondo cui l’ordine di abbattere la diga è a firma unicamente del Cremlino.

Un campo di battaglia sommerso

Difficile fare una stima anche sul fronte ucraino. Le autorità locali hanno sì avanzato stime sul numero di località coinvolte dall’alluvione: sarebbero almeno 81, per un totale di quasi 2.000 case allagate o parzialmente distrutte. Non si parla però di vittime. Ad ogni modo, sembra che i danni maggiori abbiano riguardato la sponda controllata dai russi. E questo per via della stessa conformazione del territorio coinvolto dalle inondazioni. “La sponda sinistra è più bassa rispetto alla destra – ha commentato ancora Pidlisnyi, il quale conosce molto bene l’area – quindi viene inondata più facilmente”.

Seguendo per un attimo l’ipotesi dettata dalla versione ucraina, vien da chiedersi se i russi fossero a conoscenza dei rischi derivanti da un’eventuale azione di sabotaggio. Oppure se a Mosca si è deciso di sacrificare volutamente parte del proprio materiale presente in zona. Ad ogni sacrificio deve corrispondere un vantaggio superiore. In questo caso, è possibile quindi ipotizzare che i comandi russi abbiano valutato maggiormente vantaggioso avere lungo il Dnipro un campo di battaglia sommerso.

Con le trincee invase dall’acqua, per diverso tempo non serviranno più mezzi, uomini e mine piazzate sul campo per scongiurare l’avanzata ucraina. Kiev infatti non potrà pensare di condurre operazioni in uno scenario del genere. I mezzi russi salvati dalla piena del Dnipro adesso potrebbero quindi essere spostati altrove. A Zaporizhzhia ad esempio, dove sono in corso combattimenti, oppure sul fronte di Bakhmut. Occorre però sottolineare che quella ucraina, per ovvie ragioni, è una versione di parte. Da Mosca hanno subito replicato sostenendo come, al contrario, i vantaggi dell’alluvione sono a favore di Kiev. “Hanno sabotato l’impianto – ha dichiarato il rappresentante russo all’Onu, Vasily Nebenzya – per raggruppare le proprie forze e causare un disastro umanitario”.

“Un’azione che non giova a nessuno”

Il punto cruciale della storia riguarda il fatto che sia a Kiev che a Mosca, al fianco di ipotetici vantaggi, dal crollo della diga di Nova Kakhova devono sostenere danni importanti. Entrambe le parti in causa hanno cioè qualcosa da guadagnare, ma anche molto da perdere. Gli ucraini potrebbero aver ottenuto un vantaggio dalla distruzione delle trincee russe lungo il Dnipro, ma al prezzo di un disastro umanitario e ambientale incalcolabile. I russi dal canto loro, potrebbero aver adesso a disposizione più uomini da destinare su altri fronti, ma al prezzo della perdita di altri soldati e altri mezzi e al prezzo inoltre di possibile danni all’unico canale che rifornisce d’acqua la Crimea.

Interessante in tal senso quanto riportato dal New York Times, secondo cui molti analisti militari occidentali hanno invitato alla prudenza: “In tanti – si legge – hanno ammonito sul tentativo di attribuire rapidamente la colpa e di considerare intenzionale il crollo della diga”. Michael Kofman, studioso di strategia militare russa al centro di studi Cna della Virginia, è andato anche oltre. “Alla fine questo disastro – ha dichiarato al Nyt – non giova a nessuno”. MAURO INDELICATO

Catastrofe umanitaria. La distruzione della diga sul fiume Dnipro mette in pericolo migliaia di persone. Linkiesta il 7 Giugno 2023

Il cedimento dell’infrastruttura nei pressi della città di Nova Kakhovka è «l’ennesimo esempio dell’orribile prezzo della guerra», ha detto António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite

Migliaia di persone nella regione di Kherson, nel sud dell’Ucraina, sono in pericolo a causa della distruzione della diga di Kakhovka, vicino alla città di Nova Kakhovka. La grande infrastruttura sul fiume Dnipro è stata distrutta nelle prime ore di martedì e immediatamente ha fatto precipitare enormi quantità d’acqua nell’area circostante, allagando una zona calda del conflitto, mettendo a rischio decine di migliaia di residenti, con la possilità di provocare disastri ambientali e umanitari di lunga durata. È una «colossale catastrofe umanitaria, economica ed ecologica», dice António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite. «È l’ennesimo esempio dell’orribile prezzo della guerra contro le persone».

Per chilometri lungo la pianura le persone hanno dovuto guadare l’acqua nel tentativo di allontanarsi, provando a mettere in salvo animali domestici e oggetti di valore. Le autorità ucraine si sono affrettate a evacuare i residenti della regione in treno e in autobus.

Secondo il New York Times, che cita come fonte Oleksandr Prokudin, capo del servizio militare regionale, circa sedicimila persone sono rimaste nella «zona critica» sulla riva occidentale del fiume controllata dagli ucraini. Secondo fonti della polizia nazionale ucraina, invece, finora ventitré tra città e villaggi sono stati allagati, e il livello dell’acqua nel Dnipro è aumentato di oltre tre metri nella città di Kherson. Alle nove di ieri sera già 1.366 persone erano state evacuate dalle zone allagate.

La distruzione della diga è avvenuta il giorno dopo quello che potrebbe essere l’inizio della tanto attesa controffensiva dell’Ucraina per respingere le forze russe a est del Dnipro, nella regione di Donetsk.

Il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha definito la distruzione della diga un «ecocidio», aggiungendo che «la Russia ha distrutto la diga di Kakhovka, infliggendo probabilmente il più grande disastro tecnologico europeo degli ultimi decenni e mettendo a rischio migliaia di civili. Questo è un atroce crimine di guerra». Gli esperti hanno fatto sapere che le inondazioni potrebbero e dovrebbero intensificarsi man mano che le acque del bacino continuano a scorrere, per raggiungere un picco nelle prossime ore.

Il New York Times racconta che intere comunità sono state inondate dall’acqua a valle della diga: «Le acque hanno sommerso le case, si sono riversate nei campi coltivati, hanno bloccato le strade e hanno allagato uno zoo nella città di Nova Kakhovka, controllata dalla Russia. Anche il municipio e il palazzo della cultura sono stati inondati». John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha già fatto sapere che Washington sta monitorando da oltre ventiquattro ore le conseguenze della distruzione. «È chiaro che la distruzione deliberata di infrastrutture civili non è consentita dalle leggi di guerra», ha affermato. «Sappiamo che ci sono vittime, e probabilmente molti morti, ma non abbiamo ancora delle stime ufficiali».

Ecocidio. L’incalcolabile impatto ambientale della distruzione della diga di Kakhovka. Fabrizio Fasanella su L'Inkiesta l'8 Giugno 2023

Una delle zone più verdi e fertili d’Europa è minacciata dalla fuoriuscita di olio idraulico e dalle esondazioni del fiume Dnipro. I campi nel sud del Paese rischiano di trasformarsi in deserto già dal prossimo anno, mentre oggi le riserve naturali annegano, i pesci agonizzano e i cittadini sopravvissuti temono di rimanere senz’acqua potabile

António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha definito «catastrofiche» le conseguenze ecologiche, umanitarie ed economiche della distruzione della diga vicino a Nova Kakhovka, nella regione meridionale ucraina di Kherson. Il cedimento di un’infrastruttura così strategica e mastodontica – fondamentale per lo sfruttamento di energia idroelettrica, la mitigazione delle piene, l’accumulo d’acqua per l’agricoltura e il raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhya – sta causando e causerà danni irreparabili ai cittadini, alle infrastrutture, all’agricoltura e all’ambiente. 

Se la zona non fosse coinvolta in una guerra, la solidarietà prenderebbe rapidamente il sopravvento, con volontari da tutta Europa presenti sul posto nella speranza di limitare i danni. “Piccolo” dettaglio: senza una guerra, scatenata in tal caso dall’invasione delle forze armate russe, il disastro non sarebbe neanche avvenuto. Sta di fatto che gli scontri e le zone sotto l’occupazione russa rendono difficili, se non impossibili, sia gli interventi umanitari, sia di bonifica. 

L’esplosione nella diga, avvenuta alle 2:50 di martedì 6 giugno, è paragonabile a «una bomba ambientale di distruzione di massa», ha detto Volodymyr Zelensky. Secondo il Guardian, il procuratore generale dell’Ucraina starebbe indagando su un possibile caso di «ecocidio» ai sensi dell’articolo 441 del codice penale nazionale, mentre la ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock – sempre molto vicina alla resistenza ucraina – ha accusato la Russia di «catastrofe ambientale». 

Il rapido svuotamento dell’invaso ha portato all’esondazione del fiume Dnipro in più punti, scardinando gli argini e allagando un’area vasta, straordinariamente fertile e ricca di biodiversità (il trentacinque per cento di quella Europea è in Ucraina) e natura. L’acqua ha travolto città, villaggi e zone agricole, trascinando con sé sostanze tossiche di ogni tipo. 

Gli esperti stanno aspettando che l’acqua si ritiri per valutare i reali danni ecologici – secondo Reuters ammonterebbero a circa cinquanta milioni di euro – connessi alla distruzione della diga, ma gli elementi attualmente a disposizione delineano uno scenario sconfortante. Intervistato dal Guardian, Denys Tsutsaiev di Greenpeace ha definito la distruzione della diga un «disastro enorme per i civili e per la natura», nonostante sia «troppo presto per valutarne l’impatto e troppo difficile fare paragoni con eventi del passato». 

A livello mediatico sta trovando molto spazio il riversamento di «petrolio» – che in realtà è olio idraulico fuoriuscito dalla sala macchine della diga – diretto con grande velocità verso il Mar Nero. Quest’ultimo potrebbe essere inquinato anche da altre agrotossine e prodotti petrolchimici. Le autorità ucraine, il ministero dell’Ambiente e il presidente Zelensky parlano di «centocinquanta tonnellate» di fluido che hanno già contaminato il fiume Dnipro, il secondo lungo del Paese dopo il Danubio, che sfocia nel Mar Nero. 

«Verrà avvelenata la terra, una delle più fertili del mondo», dichiara al Corriere Maxim Ostapenko, ex direttore del parco naturale di Khortytsya, situato a valle della diga. Il rischio, addirittura, è che la colata di fango “inquinante” raggiunga le coste della Bulgaria e della Romania: «Non voglio neppure pensare ai sedimenti degli impianti metallurgici che ci sono sul fondo del bacino a monte. Se si muovessero, causerebbero un avvelenamento perpetuo», ha aggiunto. 

Nell’infrastruttura sono sempre «presenti quattrocento tonnellate d’olio per le turbine. Tutto dipende dal livello di distruzione dell’attrezzatura e delle unità della diga. Se il danno dovesse rivelarsi particolarmente esteso, uscirebbe tutto il petrolio disponibile», spiega alla Cnn Ihor Syrota, Ceo di Ukrhydroenergo, azienda pubblica ucraina che produce energia idroelettrica. 

Intanto, sui social si sta diffondendo un video che mostra centinaia di pesci, ricoperti di liquido nero, agonizzanti su una spiaggia di Marynske, nella regione meridionale di Dnipro: una morìa che, secondo le prime ipotesi, è causata dall’olio idraulico fuoriuscito dalla diga. 

Le conseguenze sull’ecosistema ucraino non si fermano qui. Gli allagamenti hanno coinvolto tre parchi nazionali, e secondo Anton Heraščenko, consigliere ed ex viceministro del ministero degli Interni, animali, pesci e uccelli stanno morendo «in grande quantità». Stando a quanto annunciato dal ministro della Difesa, gli allagamenti hanno ucciso circa trecento animali all’interno dello zoo di Nova Kakhovka. 

Tra le zone protette coinvolte c’è la Riserva della biosfera del Mar Nero, patrimonio Unesco nella regione di Kherson, che vanta tremila specie di invertebrati, sessanta di vertebrati e ottanta di pesci. Si tratta della riserva naturale più grande del Paese, contraddistinta da una straordinaria varietà di paesaggi incontaminati: steppe forestali, paludi, deserti sabbiosi, isole e baie marine.

L’edizione inglese di Pravda, citando come fonte il ministero delle Politiche agricole e dell’alimentazione, scrive che il crollo della diga lascerà a secco trentuno sistemi di irrigazione sparsi nelle regioni di Dnipropetrovsk, Kherson e Zaporizhzhia. Nell’oblast di Kherson, stima il governo ucraino, gli allagamenti coinvolgeranno in totale diecimila ettari di terreno agricolo nella sponda destra del fiume Dnipro. In quella sinistra, sotto l’occupazione delle forze armate russe, l’area sommersa potrebbe rivelarsi molto più ampia. 

La diga nei pressi di Nova Kakhovka, come anticipavamo, è cruciale anche a livello di accumulo d’acqua per decine di campi agricoli che, già dal prossimo anno, potrebbero desertificarsi per via della carenza di risorsa idrica. Tutto il delta del fiume Dnipro, secondo Kyjiv, rischia di trasformarsi in un deserto a causa dei problemi di irrigazione. 

Intervistato dalla Cnn, Martin Griffiths, sottosegretario generale per gli affari umanitari dell’Onu, ha sottolineato l’importanza della diga per il benessere e la sopravvivenza della popolazione di un territorio già martoriato da mesi e mesi di conflitti: «L’infrastruttura colpita è l’ancora di salvezza per la regione di Kherson. In più, è una fonte chiave di irrigazione agricola nel sud di Kherson e nella penisola di Crimea. Ha un enorme impatto sull’agricoltura e la produzione alimentare. La vita diventerà più difficile per coloro che già soffrono a causa del conflitto». 

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica” il 7 giugno 2023.

Uno dopo l'altro, i parà americani si erano lanciati nella notte dai loro aerei. Ognuno aveva addosso armi, munizioni e altri equipaggiamenti per un peso di oltre trenta chili. Ma la pianura verde sotto di loro non era un pascolo della Normandia: i tedeschi avevano allagato tutto. «Quelli che erano saltati giù prima di me sono affogati, così come quelli che l'hanno fatto dopo di me. – ha raccontato John Taylor, della 101ma divisione –. Io sono caduto su un pezzetto di terra in mezzo alla palude».

Esattamente 79 anni fa, il D-Day è iniziato con questa scoperta: l'acqua era stata trasformata in uno strumento di guerra. Una pratica antichissima, che poche volte era stata impiegata su una scala così grande come nella catastrofe del Dnepr. 

In Spagna, due secoli prima di Cristo, Quinto Cecilio Metello Macedonico aveva deviato un fiume, scatenando una cascata violenta sull'accampamento dei celtiberi: i feroci avversari di Roma vennero presi dal panico e fuggirono. 

[…] Cesare invece durante l'assedio di Alesia incanalò un torrente all'interno di uno dei fossati scavati intorno alla roccaforte dei Galli, ottenendo un duplice risultato: privarli di risorse idriche e rinforzare la sua linea fortificata.

Non si tratta di episodi isolati, ma di una tattica descritta nei manuali di ogni secolo. 

Gli allagamenti come metodo di difesa sono stati così frequenti da diventare un capitolo dei trattati di strategia, a partire da quello celebre di Carl Von Clausewitz: il generale prussiano era rimasto impressionato dall'abilità olandese nel sfruttare le chiuse per provocare muraglie liquide davanti agli invasori.

Un sistema che ha funzionato fino al 1940: i nazisti occuparono i ponti con un'incursione dei parà, subito raggiunti da colonne di panzer e grazie alla blitzkrieg misero fine all'inviolabilità dei Paesi sotto il livello del mare. Ma i tecnici del Reich hanno poi replicato la lezione e non soltanto in Normandia: nella pianura pontina stravolsero alcune delle bonifiche mussoliniane per imprigionare nella melma gli Alleati sbarcati ad Anzio.

[…] Ancora più problematico affrontare le dighe in cemento armato, i manufatti più resistenti in assoluto. La Royal Air Force progettò ordigni speciali, che rimbalzavano sulla superficie dei laghi artificiali fino ad esplodere contro le infrastrutture con tre tonnellate di tritolo. 

L'operazione Chastise ne sbriciolò tre: l'obiettivo erano le centrali idroelettriche della Ruhr ma le inondazioni uccisero 1.600 civili, tra cui centinaia di lavoratori forzati dell'Est. Il motto cinico del reparto incaricato della missione era “Dopo di me il diluvio”.

Nell'estate del 1943 invece la Wehrmacht in ritirata tentò di buttare giù la stessa diga sul Dnepr distrutta ieri: riuscì a spezzarne solo un piccolo segmento, senza far tracimare il bacino, poi i tedeschi furono scacciati dalla carica del tenente Boris Suvorov dell'Armata Rossa. Ottant'anni esatti dopo, i nipoti di quei soldati sovietici l'hanno cancellata, sconvolgendo con un'ondata infinita l'intera geografia dell'Ucraina meridionale.

Quando gli ucraini colpirono la diga per far alzare il livello del Dniepr. Piccole Note (filo-Putin) il 6 Giugno 2023 su Il Giornale.

Il Washington Post dello scorso dicembre, in un reportage fiume che ripercorreva l’offensiva vittoriosa degli ucraini a Kherson, un cenno molto significativo sulla centrale idroelettrica di Nova Kakhovka, ieri colpita e danneggiata con conseguente allagamento della zona circostante, crimine del quale ucraini e russi si accusano a vicenda.

Il Wp interpella anche il Magg. Gen. Andriy Kovalchuk, incaricato di guidare la controffensiva di Kherson, il quale racconta di come fosse decisivo tagliare le linee di rifornimento che, attraversando il Dniepr, consentivano ai russi di resistere a Kherson. Tagliate queste, spiega al Wp, Kherson sarebbe caduta.

Tre le linee di rifornimento: “il ponte Antonovsky, il ponte ferroviario Antonovsky e la diga Nova Kakhovka, che alimenta un impianto idroelettrico e presenta una strada che corre sulla sua sommità”.

“Kovalchuk prese in considerazione di far tracimare il fiume. Gli ucraini, ha detto, hanno persino condotto un attacco di prova con un lanciatore HIMARS su una delle paratie della diga di Nova Kakhovka, praticando tre squarci nel metallo per vedere se si potesse innalzare il livello dell’acqua del Dnepr abbastanza da ostacolare gli attraversamenti russi senza inondare i villaggi vicini”.

“Il test è stato un successo, ha detto Kovalchuk”, anche se poi il piano non fu eseguito, dal momento i russi si ritirarono.

Cenno significativo dal momento che accenna a quanto poi sembra esser stato messo in pratica ora, anche se in maniera molto più disastrosa. Ed è ovvio che Kovalchuk, se il piano fosse stato diverso, cioè prevedesse l’allagamento della zona, non l’avrebbe mai detto al Wp, dal momento che si tratta di un crimine (non stiamo accusando il generale, riferiamo fatti).

L’attacco alla diga non solo è stato solo ventilato, è stato fatto un test, cioè la struttura è stata colpita con successo.

Peraltro, va ricordato che anche allora gli ucraini, e l’Occidente con essi, accusarono i russi di voler distruggere diga. Per inciso, i russi hanno subito dichiarato che la diga ieri è stata colpita con missili lanciati da HIMARS. Piccola coincidenza con il “test di successo” di allora.

Gen. Battisti: «la distruzione della diga di Kakhovka, abile mossa dei russi». Stefano Piazza su Panorama su il 7 Giugno 2023

Abbiamo chiesto al Generale di Corpo d’Armata Giorgio Battisti l'analisi militare dell'azione sulla diga lungo il fiume Dnepr, una strategia già usata dai russi in passato

Sono almeno 40mila le persone coinvolte nella distruzione della diga di Kakhovka che si trova sull'omonimo bacino idrico, avvenuta ieri 468esimo giorno di guerra. Le autorità ucraine fino a stamane ne hanno evacuate più di 17mila ma purtroppo più di 25mila civili sono attualmente bloccati nei territori invasi dai russi, come riferisce il procuratore generale ucraino Andriï Kostine. A questo proposito le autorità nominate da Mosca nelle aree occupate hanno detto di «aver dato inizio all'evacuazione degli abitanti di tre località». La situazione è drammatica e come riferiscono le autorità di Kiev sulla riva destra del fiume Dnepr le case allagate sono almeno 1.335 e i centri abitati inondati 24. Al momento nella città ucraina di Nova Kakhovka (che si trova nella regione meridionale di Kherson) i dispersi sarebbero sette ma il loro numero è destinato a salire. Mentre Korsunka, sulla riva sinistra del Dnepr, non esiste più visto che è stata inghiottita dalle acque. Quanto accaduto è un disastro difficilmente quantificabile a causa delle implicazioni anche di carattere ambientale che tutto questo comporta e a questo proposito il presidente ucraino Volodimir Zelenski ha definito la distruzione della diga sul fiume Dnepr «un ecocidio, una bomba di massiccia distruzione ambientale» e non si sbaglia: la distruzione della centrale idroelettrica ha causato lo sversamento nel fiume di almeno 150 tonnellate di olio idraulico e secondo le autorità ucraine la sostanza inquinante si dirige «a grande velocità attraverso il corso del fiume verso il Mar Nero» e le migliaia di pesci morti ripresi dalle telecamere sono la macabra prova. L’unica buona notizia arriva dall'intelligence militare britannica che nel suo bollettino giornaliero diffuso su Twitter scrive che «è altamente improbabile che la centrale nucleare di Zaporizhzhia (Npp), a 120 km dalla diga Nova Kakhovka, debba affrontare nell'immediato nuovi problemi di sicurezza a causa dell'abbassamento del livello dell'acqua nel suo bacino idrico». Tuttavia, per gli 007 di Londra «l'acqua nel bacino della diga, aveva raggiunto un livello record prima del crollo, portando un volume particolarmente alto di acqua che ha inondato l'area a valle. La struttura della diga rischia di deteriorarsi ulteriormente nei prossimi giorni, causando nuovi allagamenti». Altro aspetto drammatico è quello sottolineato dall'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrij Yurash,che a Sky Tg24 ha dichiarato: «La terribile azione terroristica che ha portato alla distruzione della diga di Nova Kakhovka renderà ancora più difficile l'export del grano verso i Paesi africani. Perché la Russia ha compiuto questo crimine? Perché non vuole avere un impatto solo sul nostro Paese». Per l’ambasciatore ucraino «sarà difficile organizzarci e continuare l'iniziativa del grano perché diversi porti come quelli di Mikolayiv e Kherson sono completamente fuori uso». Infine per Andrij Yurash «la Russia sbaglia se pensa che la distruzione della diga possa avere conseguenze sulla controffensiva ucraina per la riconquista dei territori occupati». I russi negano di aver fatto saltare la diga ma dalla CNN arrivano importanti notizie: secondo l’analisi dell’emittente americana la diga di Nova Kakhovka «era stata danneggiata pochi giorni prima del suo cedimento strutturale» e dalle immagini satellitari è emerso che fino al 28 maggio il ponte stradale che attraversava la struttura era integro mentre alcune immagini scattate il 5 giugno mostrano una sezione mancante. Per la CNN «l’analisi delle immagini a bassa risoluzione fa supporre che il danno sia avvenuto tra l'1 e il 2 giugno ma non possiamo verificare in modo indipendente se il danno al ponte stradale abbia avuto un ruolo nel crollo della diga o se sia stato distrutto in un attacco deliberato da una delle parti in conflitto». L'intelligence americana, sempre secondo la CNN, «sta valutando la responsabilità dell'esplosione della diga in Ucraina ed è incline verso la Russia come colpevole». Non ha dubbi invece il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen che questa mattina ha detto al quotidano Haaretz: «Secondo le stime, la Russia è responsabile dell'esplosione della diga Nova Kakhovka nel sud dell'Ucraina, che ha causato l'allagamento di vaste aree nella provincia di Kherson». Ieri il ministero degli Esteri aveva rilasciato un comunicato ufficiale in cui condannava l'esplosione della diga ma non aveva indicato la Russia come responsabile dell'attentato. Ma dal punto di vista militare la distruzione della diga cambierà il conflitto la controffensiva ucraina? Questa l'opinione del Generale di Corpo d’Armata Giorgio Battisti che nella sua carriera è stato a lungo impegnato in aree di conflitto e crisi: «Senza entrare nel merito delle cause – non ancora del tutto chiare – in quanto potrebbe essere stata un'esplosione o la conseguenza di precedenti attacchi che hanno indebolito la struttura, queste inondazioni determineranno sicuramente forti riflessi nella condotta delle operazioni militari in atto e future. Gli allagamenti hanno, innanzitutto, costretto gli incursori ucraini a ritirarsi repentinamente da alcune isole prossime alla riva sinistra del fiume presidiata dai russi, dove si erano stabiliti dopo il loro ritiro da Kherson per effettuare azioni dimostrative e di disturbo, e, soprattutto, garantiranno ora maggiore sicurezza (copertura) al fianco sinistro dello schieramento di Mosca in previsione della tanto preannunciata controffensiva di Kiev. Oltre a rendere il Dnepr inattraversabile (operazione comunque difficile anche prima vista l’ampiezza del corso d’acqua e da compire sotto il fuoco avversario), ha reso tutta la zona dalla diga al mare impraticabile per settimane a formazioni militari e ai mezzi di combattimento pesanti (a meno di quelli anfibi) riducendo così la linea di contatto di un fronte troppo lungo (oltre 1.000 km)». E i russi cosa faranno adesso? «Questo permetterà a Mosca di gestire l’impiego delle unità in Riserva, in caso di attacco, su di fronte più ridotto, in quanto le Forze Armate ucraine non dispongono della capacità per condurre un’operazione anfibia per 'colpire' dal mare il fianco sinistro russo con uno sbarco su larga scala sulle spiagge della Crimea (sono privi di una flotta militare). Il ricorso agli allagamenti non è una novità: è un 'mezzo' usato spesso nei conflitti per interdire o rallentare la progressione nemica o danneggiare il sistema bellico avversario, inserito a pieno titolo nelle pianificazioni difensive. Anche in Italia, in caso di attacco del Patto di Varsavia durante la Guerra Fredda, erano previsti ampi allagamenti nei territori del Nord Est della Penisola. I sovietici hanno usato una diga sul fiume Dnieper come 'arma' nel tentativo di rallentare l'avanzata dell'esercito tedesco nell’agosto del 1941 facendo esplodere tale struttura nei pressi della città di Zaporizhzhya. Gli ucraini hanno allagato l’area nei dintorni del villaggio di Demydiv a nord di Kiev nei primi giorni dell’invasione russa per rallentarne l’avanzata, incanalare le truppe nelle cosiddette killing zone (località predisposte per le imboscate) e costringere le colonne di carri armati a muoversi su terreni meno favorevoli. Lo stesso è stato effettuato dagli olandesi per ritardare la progressione nazista nel maggio del 1940; mentre gli Inglesi nel maggio 1943 hanno bombardato e demolito le dighe tedesche sui fiumi Eder, Sorpe e Möhne nella Regione della Ruhr per inondare le zone circostanti ricche di impianti industriali (Operazione Chastise)».

Crollo della diga Kakhovka: cosa sappiamo fino ad ora. Giorgia Audiello su L'Indipendente l'8 Giugno 2023

L’esplosione della diga di Nova Kakhovka, avvenuta lo scorso 6 giungo, nella regione ucraina meridionale di Kherson, ha comportato gravi danni ambientali, tanto che si parla di “ecocidio”, oltre al consueto scambio di accuse tra Mosca e Kiev. Tuttavia, non vi sono ancora elementi sufficienti per stabilire chi abbia causato il crollo della diga, né per poter chiarire le dinamiche dell’esplosione. L’ipotesi più accreditata fino ad ora – avanzata dal New York Times – è quella di un’esplosione dall’interno, ma non si esclude anche un cedimento strutturale a causa dei continui bombardamenti. Secondo quanto riferito dalla CNN, infatti, la diga era già danneggiata da alcuni giorni prima del crollo, ma non si può verificare se il danno preesistente abbia comportato il cedimento della struttura oppure se questa sia stata distrutta con un attacco deliberato. Dal canto suo, l’Agenzia atomica internazionale (Aiea) ha rassicurato sul fatto che non c’è alcun rischio immediato per la centrale nucleare di Zaporizhzia, sebbene siano a rischio di fusione i reattori dell’impianto.

Le autorità della località di Nova Kakhovka hanno dichiarato lo stato di emergenza dopo la rottura della struttura superiore della diga, affermando che la centrale idroelettrica è completamente distrutta e che si sono riversate nel fiume Dnepr almeno 150 tonnellate di olio idraulico. «Durante l’esplosione delle fondamenta della diga, anche la sala macchine è stata distrutta», ha detto il ministro dell’Interno ucraino, Igor Klymenko. Al momento dell’esplosione c’erano «450 tonnellate di olio idraulico nella sala macchine e 150 tonnellate sono già nel fiume Dnepr». La sostanza inquinante starebbe scendendo «a grande velocità» attraverso il fiume fino a raggiungere il mar Nero. Al contempo, circa 40.000 persone dovrebbero essere evacuate, ha detto il viceprocuratore generale dell’Ucraina Viktoriya Lytvynova: 17.000 nel territorio controllato dall’Ucraina e 25.000 in quello controllato dai russi, a seguito dell’allagamento di almeno 15 villaggi.

Il Cremlino ha condannato come un atto di «sabotaggio deliberato» da parte di Kiev la parziale distruzione della diga, mentre per il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, le forze russe hanno fatto esplodere dall’interno la struttura della diga. Il presidente russo Vladimir Putin ha parlato anche di «atto barbarico». Difficile al momento stabilire se e quale delle due parti in conflitto abbia provocato la distruzione della diga a causa degli scarsi dati a disposizione sull’incidente, sebbene ad una prima analisi i danni per Mosca risultino più ingenti considerato che, tra le altre cose, è a rischio l’approvvigionamento idrico al canale della Crimea settentrionale. In ogni caso, proprio per fare luce sull’accaduto, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, parlando al telefono con il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, ha suggerito di formare una commissione internazionale per indagare sui fatti con la partecipazione della Russia. Erdogan ha sottolineato che «la Turchia è pronta a fare tutto ciò che è in suo potere in questa materia» e che «è possibile utilizzare il meccanismo dei negoziati come nel caso del corridoio del grano». Si configura, dunque, uno scenario molto simile a quello dell’esplosione dei Nord Stream, quando all’attentato era seguita una serie di accuse reciproche nonché di congetture sulle responsabilità che poi hanno virato sempre di più in favore di Mosca, riconoscendone la sostanziale estraneità all’accaduto.

Nel caso in questione, entrambe le parti hanno ottenuto danni considerevoli, ma anche alcuni vantaggi sul piano strategico: sul piano dei “vantaggi” da parte russa, l’esplosione avrebbe rallentato una possibile controffensiva ucraina nel versante est del fiume Dnepr controllato dai russi. Zelensky, infatti, ha accusato Mosca di aver fatto saltare la diga proprio per paura della controffensiva: «Hanno paura che noi iniziamo la controffensiva in questa direzione e vogliono complicare la liberazione dei nostri territori. Loro capiscono molto bene che perderanno questa battaglia. E rallentano la liberazione dell’area», ha affermato. Inoltre, Kiev ha subito rilevanti danni agricoli – con più di 100.000 ettari di terreno allagati – e di approvvigionamento idrico con ben 31 sistemi di irrigazione interrotti.

Tuttavia, sul piano strategico militare e logistico i danni sono stati molto più pesanti per le forze russe, sia in termini di vite che per le linee di difesa. Infatti, molti militari russi sono stati travolti dalle acque dopo la rottura dell’infrastruttura e, come riporta il sito specializzato “Analisi Difesa”, «tutte le fonti concordano nel valutare che il crollo della diga di Nova Kakhovka abbia causato danni ben più gravi sulla sponda sinistra controllata dai russi e dove erano state realizzate nei mesi scorsi ampie opere difensive in vista di un possibile assalto ucraino che cercasse di costituire una testa di ponte sulla sponda sinistra del Dnepr. L’acqua le ha spazzate via insieme ai campi minati, anche quelli lasciati dai russi sulla riva destra in mano agli ucraini dopo la ritirata del novembre scorso». Ecco perché l’inondazione provocata dal crollo della diga risulta militarmente più funzionale agli obiettivi di Kiev che a quelli di Mosca, anche considerando che le forze ucraine «non dispongono dei mezzi per attraversare in forze il Dnepr». Lo stesso capitano ucraino Andrei Pidlisnyi ha spiegato che dopo il cedimento della diga i soldati ucraini hanno visto militari russi trascinati dalla corrente del fiume. «La conformazione del terreno attorno al fiume ha fatto sì che l’esercito russo, situato sulla sponda orientale, abbia subito gravi perdite a causa della breccia nella diga», ha dichiarato. A ciò si aggiunge il fatto che le truppe russe di stanza sulla riva sinistra del Dnepr sarebbero state costrette a ritirarsi di diversi chilometri in seguito all’inondazione. D’altro canto, vi è poi anche la questione – tutt’altro che secondaria – dei rifornimenti idrici alla Crimea: secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, uno degli obiettivi inequivocabili di quello che ha definito un «sabotaggio deliberato da parte ucraina» era quello di privare la Crimea dell’acqua: «Il livello dell’acqua nel bacino idrico sta diminuendo; quindi, l’approvvigionamento idrico al canale [della Crimea settentrionale] è drasticamente ridotto».

Finora, questi sono tutti gli indizi a disposizione per avere un quadro più chiaro degli avvenimenti, ma è ancora impossibile stabilire con certezza le dinamiche e le responsabilità dell’accaduto, sulle quali nel tempo faranno luce le indagini internazionali e le inchieste giornalistiche come accaduto anche con l’esplosione dei gasdotti nel Mar Baltico: su quest’ultimo argomento proprio pochi giorni fa il Washington Post ha rivelato che l’Amministrazione Biden, attraverso uno stretto alleato, era a conoscenza di un piano delle forze militari ucraine per colpire le infrastrutture sottomarine già tre mesi prima che gli attacchi venissero effettuati da una squadra di incursori subacquei al diretto comando del capo delle Forze Armate di Kiev, cioè il generale Valery Zaluzhny. Nel caso della diga di Nova Kakhovka non è da escludere un cedimento strutturale della barriera, a causa dei continui bombardamenti. Infatti, secondo la testimonianza del presidente del distretto di Novaja Kakhovka, Vladimir Leont’ev, ci fu un giorno «in cui circa 80 HIMARS furono lanciati sulla centrale». Dalle ultime notizie, si apprende di un miglioramento generale della situazione con il livello dell’acqua del bacino idrico di Kakhovka che è sceso di quasi 1,5 metri nelle ultime 24 ore. [di Giorgia Audiello]

(ANSA il 9 giugno 2023) - L'intelligence ucraina ha intercettato e reso noto l'audio di una conversazione telefonica tra ufficiali russi in cui dicono di essere stati loro a far saltare la diga di Kakhovka e non gli ucraini. Lo riporta Rbc-Ukraine. "Non sono stati loro (gli ucraini) a colpire la diga. C'è il nostro gruppo di sabotaggio. Volevano spaventare la gente con questa diga. Non è andata secondo i piani, ma più di quanto avessero previsto", afferma l'ufficiale militare russo intercettato descrivendo le conseguenze dell'esplosione.

Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio” il 9 giugno 2023.  

Mentre dal ministero della Difesa di Kyiv veniva rotto il silenzio sulla controffensiva e annunciato che le truppe ucraine erano avanzate nella zone di Bakhmut, e mentre aumentavano le conferme sui ripetuti contrattacchi di Kyiv nella zona occupata di Zaporizhzhia, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è andato nella regione di Kherson a seguire le missioni di evacuazione che vanno avanti da lunedì. 

Ha promesso che tutto verrà ricostruito dopo l’esplosione della diga di Nova Kakhovka. Poi si è spostato nell’oblast di Mykolaïv, che pure sta subendo i danni dell’inondazione. Con precisione vendicativa, la stessa strada visitata dal presidente ucraino è stata bombardata poco dopo.

Il presidente russo, Vladimir Putin […] ha definito la distruzione della diga un atto “barbarico”. Nel comunicato del Cremlino si legge che la distruzione della diga “ha portato a una catastrofe ecologica e umanitaria su larga scala”. 

Tutto vero, il danno è enorme, il rischio per la vita umana e animale è alto, ma le dighe, nella strategia di Mosca contro l’Ucraina, sono importanti e lo dimostra la breve storia degli impianti costruiti o distrutti nella parte occupata della regione di Zaporizhzhia in questi quindici mesi di guerra.

Il perverso gioco dell’acqua è fatto di costruzione e distruzione e secondo il Centro di indagini giornalistiche […] i soldati russi stanno erigendo o smantellando dighe per fare in modo che l’acqua trabocchi e allaghi strade e campi, probabilmente per fermare la controffensiva dell’esercito di Kyiv.

Mosca dovrebbe essere interessata a blandire un territorio che ha messo sotto la sua occupazione, dovrebbe fare di tutto per convincerlo che “il mondo russo” è migliore dell’occidente. Sulla riva sinistra del Dnipro il mondo russo sta invece diventando una palude, con tutti i rischi e gli svantaggi e arrivano poche notizie sulle evacuazioni affidate a un fedelissimo di Putin: il ministro delle Emergenze, Aleksander Kurenkov. 

[…] Mosca si sta preoccupando di bloccare la controffensiva, è ossessionata dal poter perdere territorio, ma non è interessata ai danni sulle persone, fisici o morali. Tanto meno sembra curarsi del fatto che quelle terre occupate, così impoverite, non soltanto sono più difficili da tenere ma sono anche un problema economico per Mosca e un rischio per il mondo.

L’inondazione nell’Ucraina meridionale […] non avrà un impatto limitato soltanto all’agricoltura ucraina. Per il Cremlino è sempre importante mostrarsi come il difensore dei paesi più poveri, ma questi allagamenti, bloccando anche la ricchezza agricola del paese invaso, sono un rischio per il fabbisogno di molti altri paesi in tutto il mondo. Tutto il territorio meridionale di Kyiv era ormai plasmato dalla diga e dai suoi canali, che avevano consentito di rendere fertili anche terre considerate meno produttive.

A questi quattro canali era stato anche dedicato un francobollo in epoca sovietica, perché non soltanto erano il prodotto di un ottimo lavoro ingegneristico, ma arricchivano il territorio ucraino […]. Per capire come potrebbe cambiare il territorio se la guerra bloccherà le riparazioni, e per provare a quantificare l’impatto globale delle inondazioni, basta guardare la Crimea, verso la quale era diretto il quarto canale e dove l’acqua non scorre dal 2014: la fisionomia della penisola è cambiata e i raccolti hanno subìto le conseguenze della riduzione della superficie coltivabile che dai 140.000 ettari del 2013 è arrivata al minimo di 10.000 nel 2015. […]

Nord Stream, il documento che imbarazza gli Usa: "La Cia sapeva tutto". Il Tempo il 06 giugno 2023

Nuove, pesanti, rivelazioni sull'esplosione del gasdotto Nord Stream, avvenuta lo scorso settembre sotto il Mar Baltico, fanno luce su una vicenda ancora poco chiara. Il Washington Post, citando un documento d’intelligence condiviso all’epoca da un Paese europeo con la Cia e tornato in superficie nell’ondata di leak diffusi su Discord da Jack Teixeira, il 22enne arrestato per spionaggio, fa chiarezza sui piani dell'Ucraina. Arriva la svolta: secondo quanto emerso, il rapporto del sistema di sicurezza avrebbe fornito informazioni dettagliate sui progetti delle forze ucraine.

Il quotidiano statunitense afferma che, tre mesi prima che avvenisse l'operazione, gli Stati Uniti avrebbero saputo dai servizi di intelligence di un Paese alleato che l'esercito ucraino stava preparando un attacco segreto all'infrastruttura con una piccola squadra di sommozzatori che riferiva direttamente al comandante quanto accadesse.  A rendere noto il documento con il Washington Post è stato proprio uno dei compartecipanti alla chat guidata dal giovane riservista incriminato per spionaggio. L'indizio sul coinvolgimento di apparati ucraini nel misterioso sabotaggio sottomarino al Nord Stream del settembre 2022 metterebbe con le spalle al muro gli Stati Uniti. 

Dove sta il nodo? Il riepilogo dell'intelligence apparso su Discord ricostruisce con estrema precisione quanto emerso nelle ultime settimane e conferma, quindi, quanto il servizio di intelligenze europeo aveva comunicato alla Cia. Il quotidiano, per ora, ha deciso di nascondere il nome del Paese europeo interessato e alcuni aspetti del piano su richiesta dei funzionari governativi. Il tacito accordo, tuttavia, sarebbe stato scoperto e l'attenzione rimane alta sui possibili risvolti. 

Nessun coinvolgimento della Russia. Guerra, Nord Stream: tre mesi prima del sabotaggio gli Stati Uniti sapevano di un piano dell’Ucraina per attaccare il gasdotto nel Mar Baltico. Rivelazione shock. Giulio Pinco Caracciolo su Il Riformista il 6 Giugno 2023 

Tre mesi prima dei bombardamenti del gasdotto Nord Stream, l’amministrazione Biden era già a conoscenza di un piano dettagliato dell’esercito ucraino su un attacco segreto alla rete sottomarina tramite una piccola squadra di sommozzatori in capo alle Forze armate ucraine. Questa la rivelazione top secret del Washington Post. 

I dettagli sul piano sono stati raccolti da un servizio di intelligence europeo e condivisi con la CIA nel giugno 2022 e fornirebbero alcune prove che collegano il governo ucraino all’eventuale attacco nel Mar Baltico. Attacco che i funzionari statunitensi e occidentali hanno definito uno sfacciato e pericoloso atto di sabotaggio dell’infrastruttura energetica europea.

Il rapporto dell’intelligence europea è stato condiviso sulla piattaforma di chat Discord, presumibilmente dal membro dell’Air National Guard Jack Teixeira. Le informazioni contenute nel rapporto non possono essere confermate immediatamente, ma la CIA ha condiviso i documenti con la Germania e altri paesi europei lo scorso giugno, secondo diversi funzionari a conoscenza della questione, che hanno parlato a condizione di anonimato per discutere di operazioni di intelligence sensibili e discussioni diplomatiche.

I dettagli che includono il numero di agenti e i metodi di attacco, mostrano che per quasi un anno gli alleati occidentali avevano le prove necessarie per sospettare di un coinvolgimento di Kiev nell’attacco. Valutazione che si è rafforzata negli ultimi mesi quando gli investigatori delle forze dell’ordine tedesche hanno scoperto prove sull’attentato sorprendentemente somiglianti alle informazioni contenute nel rapporto.

Funzionari di più paesi hanno confermato che il riepilogo dell’intelligence pubblicato su Discord riporta in maniere estremamente accurata ciò che il servizio europeo aveva già comunicato alla CIA. I funzionari ucraini, che in precedenza avevano negato che il Paese fosse coinvolto nell’attacco al Nord Stream, non hanno risposto alle richieste di commento. La Casa Bianca ha rifiutato di commentare una serie dettagliata di domande sul rapporto europeo e sul presunto complotto militare ucraino, incluso se i funzionari statunitensi abbiano tentato di impedire il proseguimento della missione.

Anche la CIA ha rifiutato di commentare

Il 26 settembre 2022 tre esplosioni sottomarine hanno causato massicce perdite sui gasdotti Nord Stream 1 e 2, lasciando intatto solo uno dei quattro collegamenti della rete. Alcuni funzionari dell’amministrazione Biden hanno inizialmente suggerito che la colpa fosse della Russia. Biden aveva definito l’attacco “un deliberato atto di sabotaggio”, promettendo che gli Stati Uniti avrebbero collaborato con i loro alleati “per andare a fondo della questione”. Con l’avvicinarsi dell’inverno, sembrava che il Cremlino avesse intenzione di soffocare il flusso di energia. Un atto di “ricatto” avevano affermato alcuni leader, progettato per intimidire i paesi europei affinché ritirassero il loro sostegno finanziario e militare all’Ucraina e si astenessero da ulteriori sanzioni.

I funzionari dell’amministrazione Biden ora ammettono in privato che non ci sono prove che indichino in modo definitivo il coinvolgimento di Mosca. Ma pubblicamente hanno deviato le domande su chi potrebbe essere responsabile. Funzionari europei in diversi paesi hanno tranquillamente suggerito che dietro l’attacco ci fosse l’Ucraina, ma si sono opposti a dirlo pubblicamente per paura che incolpare Kiev potesse rompere l’alleanza contro la Russia.

Le indagini della Germania

Gli investigatori tedeschi, che stanno indagando sull’attacco al Nord Stream, ritengono che sei persone con passaporti falsi abbiano noleggiato uno yacht a vela a settembre. L’intelligence sostiene che queste persone si siano imbarcate dalla Germania e abbiano piazzato esplosivi che hanno interrotto le condutture. Ritengono che gli agenti fossero abili sommozzatori, dato che gli esplosivi sono stati piantati a una profondità di circa 240 piedi.

Gli inquirenti hanno abbinato residui di esplosivo rinvenuti sull’oleodotto a tracce rinvenute all’interno della cabina dello yacht, denominato Andromeda. E hanno collegato individui ucraini al noleggio della barca tramite una società di copertura in Polonia. Gli investigatori sospettano anche il coinvolgimento di un membro dell’esercito ucraino coinvolto nell’operazione di sabotaggio. Giulio Pinco Caracciolo

Nord Stream: per gli investigatori tedeschi i sabotatori sarebbero partiti dalla Polonia. Stefano Baudino su L'Indipendente il 12 Giugno 2023

In Germania, gli investigatori stanno indagando su una serie di indizi che farebbero ricondurre il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 a una pista legata alla Polonia, che potrebbe essere stata utilizzata dai responsabili come quartier generale operativo. Lo ha riferito il Wall Street Journal, spiegando che gli inquirenti hanno ricostruito gli spostamenti di due settimane di “Andromeda”, uno yacht di 15 metri che si sospetta essere stato coinvolto nelle operazioni di sabotaggio avvenute nel Mar Baltico lo scorso settembre, che avrebbe deviato la sua rotta per addentrarsi nelle acque polacche. Al suo interno, sono stati rinvenuti campioni di Dna che la Germania ha cercato di “abbinare ad almeno un soldato ucraino”.

I media tedeschi avevano iniziato a parlare già lo scorso marzo del probabile coinvolgimento nel sabotaggio di uno yacht appartenente a una società, con sede in Polonia, facente capo a soggetti ucraini. Alcuni giorni fa, il Washington Post ha riferito che gli Stati Uniti sarebbero stati informati di un progetto ucraino per sabotare i gasdotti già tre mesi prima delle esplosioni che li hanno danneggiati. «La Polonia non ha avuto nulla a che fare con le esplosioni di Nord Stream 1 e Nord Stream 2 – ha subito scritto su Twitter Stanislaw Zaryn, portavoce del ministro polacco che coordina i servizi speciali, Mariusz Kaminski -. Collegare la Polonia a questi eventi è infondato».

Il Nord Stream è un gasdotto lungo 1224 km tramite cui la Russia esportava parte del proprio gas in Europa. L’infrastruttura – in grado di trasportare fino a 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno – parte da Vyborg, in Russia, e arriva a Lubmin-Greifswald, in Germania, correndo sul fondale del Mar Baltico. Il Nord Stream 2, che sostanzialmente segue in parallelo il medesimo percorso del suo “gemello”, è stato costruito a partire dal 2018 e ultimato nel settembre 2021, senza essere però mai entrato in funzione.

Il progetto è stato da sempre fortemente osteggiato dagli Usa, che per bocca del segretario di Stato Antony Blinken – nella cornice di una conferenza tenuta accanto al segretario generale della Nato Stoltenberg – il 23 marzo 2021 dichiarò che il Nord Stream 2 era «una pessima idea sia per l’Europa che per gli Stati Uniti» e che il progetto si poneva «in contraddizione con gli obiettivi di sicurezza energetica dell’Unione europea». La nuova linea avrebbe dovuto raddoppiare le forniture di gas russo all’Europa ma, dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, la Germania non rilasciò le necessarie autorizzazioni per la sua apertura. Poi, il 26 settembre 2022, due misteriose esplosioni hanno causato tre falle nei gasdotti, provocando danni senza precedenti.

A margine delle esplosioni, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva attaccato il Cremlino, parlando di un «attacco terroristico pianificato dalla Russia e un atto di aggressione nei confronti dell’Unione Europea». Nel frattempo, i servizi segreti di alcuni Paesi europei avevano riferito che, qualche giorno prima dei fatti, una serie di navi russe sarebbero state presenti nell’area dei danneggiamenti. Vladimir Putin aveva dichiarato che il danneggiamento ai gasdotti era «un atto di terrorismo di Stato», aggiungendo che «chi era «interessato al fatto che la fornitura di gas russo all’Europa passasse solo attraverso l’Ucraina ha fatto saltare tutto».

Nonostante in prima battuta gli stati Occidentali e le loro proiezioni mediatiche avessero puntato il dito contro Mosca, molte incongruenze erano emerse sin dai primi giorni successivi al sabotaggio. In ultimo, a squarciare il velo di ipocrisia che ha segnato la narrazione della vicenda è intervenuta una rivelazione giornalistica di peso: quella dell’autorevole giornalista e premio Pulitzer statunitense Seymour Hersh, secondo cui l’esplosione dei gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico sarebbe stata un’operazione segreta ordinata dalla Casa Bianca e portata avanti dalla CIA utilizzando un’esercitazione militare NATO come copertura. «Finché l’Europa continuerà a dipendere dai gasdotti per l’approvvigionamento di gas naturale a basso costo – aveva spiegato Hersh – Washington temeva che Paesi come la Germania sarebbero stati riluttanti a fornire all’Ucraina il denaro e le armi necessarie per sconfiggere la Russia». Presto si potrà scoprire a quali risultanze condurrà l’inchiesta tedesca. [di Stefano Baudino]

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 7 giugno.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Erdogan sente Putin, serve inchiesta esaustiva sulla diga. Andrea Nicastro, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 7 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra di mercoledì 7 giugno, in diretta. Continuano senza sosta le evacuazioni nel sud dell’Ucraina dopo la parziale distruzione della diga. Cina: «Siamo seriamente preoccupati per il crollo della diga»

 • La distruzione della diga di Nova Khakovka è al centro di un reciproco scambio di accuse fra Kiev e Mosca.

• Secondo gli ucraini, sarebbero stati i russi a distruggerla per rallentare l’avanzata delle truppe di Kiev e per distogliere l’attenzione da altri fronti della guerra. Secondo i russi, sarebbero stati invece gli ucraini a far saltare la diga.

• La comunità internazionale segue con apprensione gli sviluppi della situazione, le conseguenze della distruzione della diga secondo Zelensky potrebbero essere catastrofiche.

• Scholz: «Un attacco come quello alla diga ce lo aspettavamo da tempo, parlerò con Putin».

Ore 00:53 - Diga di Kakhovka distrutta, quali sono le conseguenze sulla controffensiva ucraina?

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La diga di Kakhovka distrutta martedì alle 2.50 del mattino nel territorio dell’Ucraina meridionale sotto il controllo russo ha un’enorme importanza strategica. Costruita fra il 1950 e il 1956, alta 30 metri e lunga 3,2 chilometri, la diga è parte di una centrale idroelettrica e si trova nella città portuale di Nova Kakhovka, sul fiume Dnipro, a 30 chilometri da Kherson. Prima dell’esplosione aveva un bacino idrico di 18 milioni di metri cubi da cui partiva l’acqua che riforniva gli impianti di raffreddamento della vicina centrale nucleare di Zaporizhzhia e la penisola di Crimea, annessa militarmente da Vladimir Putin nel 2014. Da allora gli ucraini avevano fermato il flusso ma a marzo dello scorso anno, dopo che l’area era stata conquistata dall’Armata di Putin, i russi avevano ripristinano il canale di Crimea e ristabilito così l’approvvigionamento idrico.

Ore 00:54 - Cnn: intelligence Usa incline a considerare Russia responsabile dell’esplosione della diga

L’intelligence americana sta valutando la responsabilità dell’esplosione della diga in Ucraina ed è incline verso la Russia come colpevole. Lo riporta Cnn citando un funzionario dell’amministrazione.

Ore 00:55 - Cina dopo la diga in Ucraina lancia appello alla moderazione

«La protezione dei civili è un principio importante». Lo ha detto l’ambasciatore cinese all’Onu Zhang Jun alla riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza sull’Ucraina. «Esprimiamo la nostra grave preoccupazione» per quanto accaduto oggi, ha aggiunto, chiedendo alle parti in conflitto di «rispettare le leggi internazionali» e lanciando un appello alla «moderazione». «La Cina continuerà a stare dalla parte della pace - ha assicurato - promuovendo il dialogo per arrivare a una soluzione della crisi».

Ore 00:56 - Russia: «Diga? Attacco terroristico ucraino»

La Russia ha accusato l’Ucraina di essere responsabile dell’attacco alla diga ucraina, colpita nella notte. L’ambasciatore russo Vassy Nebenzia, nel corso del suo intervento al Consiglio di Sicurezza, ha parlato di «atto terroristico» da parte dell’Ucraina. «Con il sostegno degli alleati occidentali - ha aggiunto - ha deciso di portare avanti il suo piano terroristico». «Non è la prima volta - ha continuato - che (l’Ucraina, ndr) usano qualcun altro per fare il lavoro sporco».

 Ore 00:57 - Il segnale di Putin dietro alla distruzione della diga di Nova Khakovka

(di Andrea Nicastro) (...) È possibile che anche la diga di Nova Kakhovka in questo 6 giugno 2022 sia stata distrutta su ordine di Mosca per frenare un’avanzata. Questa volta quella dell’esercito ucraino. Possibile, militarmente logico, ma non ancora certo. Provocare l’inondazione è un crimine di guerra, uno dei tanti di cui è accusato Putin, uno in più non può preoccuparlo. Sarebbe però anche il segnale che, se la controffensiva lo metterà nell’angolo, il presidente russo non si fermerà davanti a niente. Dopo la diga potrebbero arrivare bombardamenti stile Dresda sulle città lontane dal fronte, poi potrebbe colpire depositi chimici, reattori nucleari, i silos dei missili intercontinentali che sono bombe devastanti a causa del loro carburante e, infine, arrivare a sganciare un’atomica.

Ore 03:59 - Kiev: numerosi soldati russi morti per l’esplosione della diga

Diversi soldati russi sono stati travolti dalle acque dopo l’esplosione alla diga di Nova Khakovka: molti sono stati uccisi o feriti nel caos. Lo raccontano a Cnn alcuni soldati ucraini. Il capitano Andrei Pidlisnyi ha riferito che quando la diga è crollata «nessuno sul lato della Russia è stato in grado di scappare,.Tutti i regimenti della Russia sono stati inondati».

Ore 05:46 - Cnn: la diga era stata già danneggiata nei giorni scorsi

La diga di Nova Kakhovka, il cui cedimento ha causato l’inondazione di decine di insediamenti lungo il basso corso e l’estuario del fiume Dnipro, che segna il confine di parte dei territori ucraini occupati dalla Russia, era già stata danneggiata da bombardamenti all’inizio di questo mese. È quanto emerge da fotografie satellitari analizzate dalla «Cnn». Secondo l’emittente televisiva statunitense, le foto satellitari mostrano che la diga appariva nel complesso strutturalmente intatta almeno sino al 28 maggio scorso; fotografie scattate pochi giorni più tardi, il 5 giugno, mostrano invece danni significativi a una sessione della strada che coronava l’orlo della diga, un danno che pare provocato da un attacco esterno, forse tramite proiettili d’artiglieria. «Cnn» precisa di non poter verificare se i danni strutturali causati alla diga all’inizio di questo mese abbiano effettivamente causato il cedimento di ieri, o se quest’ultimo sia invece il risultato di esplosivi posizionati dalla Russia all’interno della centrale idroelettrica, come sostenuto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La «Cnn» riporta però anche le dichiarazioni di un ufficiale delle forze armate ucraine, il capitano Andrei Pidlisnyi, secondo cui dopo il cedimento della diga soldati ucraini hanno visto militari russi trascinati dalla corrente del fiume nel caos dell’inondazione.Tale testimonianza non sembra avvalorare l’ipotesi di un sabotaggio deliberato della Russia, ma piuttosto quella di un cedimento strutturale improvviso della diga; Pidlisnyi ha comunque dichiarato alla «Cnn» di credere che i russi abbiano fatto effettivamente esplodere la diga, e che non ne abbiano informato preventivamente le proprie unità militari a valle, forse per «mantenere l’elemento della sorpresa». Il collasso della diga di Nova Kakhovka ha causato effettivamente danni ben peggiori sulla sponda sinistra del fiume, controllata dalle forze russe e dove queste ultime avevano realizzato nei mesi scorsi vaste opere difensive in vista di ipotetici sbarchi fluviali da parte dell’Ucraina. Come sottolineato dallo stesso Pidlisnyi, la sponda del fiume controllata dai russi era più bassa di quella di destra, su cui sono attestati gli ucraini, e dunque ha risentito maggiormente del cedimento della diga. L’allagamento di queste aree è iniziato attorno alle 3 di ieri mattina (ora locale), è si è protratto per diverse ore.

Ore 07:15 - Isw: verosimile che russi abbiano fatto saltare diga

Pur specificando di non poter effettuare una «valutazione definitiva sulle responsabilità dell’incidente», il think tank americano, Institute for the Study of War ritiene che «l’equilibrio tra prove, ragionamento e retorica» suggerisca che le forze armate russe abbiano «deliberatamente» danneggiato la diga di Nova Kakhovka in Ucraina. Secondo gli esperti infatti Mosca avrebbe un «interesse maggiore e più chiaro ad inondare il basso Dnipro» rispetto a Kiev in quanto allagare il territorio «complica i tentativi di controffensiva ucraina».

Ore 07:20 - Mosca, acqua comincia a calare a Nova Kakhovka

In Ucraina meridionale, il livello dell’acqua nella città di Nova Kakhovka, allagata ieri dalla distruzione della diga vicina, ha cominciato a diminuire. Lo sostiene l’amministrazione russa della città su Telegram. «Il livello dell’acqua sulle strade che erano prima allagate, a Nova Kakhovka, ha cominciato a calare».

Ore 07:33 - Zelensky: enorme chiazza di petrolio verso il Mar Nero

A causa dell’esplosione della diga di Kakhovka,«si è formata una chiazza di petrolio di almeno 150 tonnellate che viene trasportata dalla corrente verso il Mar Nero. Non possiamo ancora prevedere quanta parte delle sostanze chimiche, dei fertilizzanti e dei prodotti petroliferi stoccati nelle aree alluvionate finirà nei fiumi e nel mare. L’evacuazione delle persone dall’area allagata è in corso: quasi ottanta insediamenti sono a rischio»: ha reso noto Volodymyr Zelensky sul sito web della presidenza ucraina.

Ore 07:35 - Altre evacuazioni da zone allagate: «Si rischia deserto»

Continuano senza sosta le evacuazioni nel sud dell’Ucraina dopo la parziale distruzione della diga di Nova Kakhovka, che ha causato allagamenti in molte località lungo il Dnepr, che è anche la linea del fronte. Decine di migliaia di civili sono minacciati dall’innalzamento delle acque su entrambi i lati del fiume; mentre sul fronte ambientale, il disastro rischia di privare di irrigazione il delta del Dnepr, una delle aree agricole più fertili del paese. Secondo Kiev, i campi nel sud dell’Ucraina potrebbero trasformarsi in deserto l’anno prossimo.

«La situazione più difficile si sta verificando nel quartiere Korabelny della città di Kherson. Finora il livello dell’acqua è salito di 3,5 metri, più di 1.000 case sono allagate», ha denunciato in una nota il vice capo di gabinetto della presidenza ucraina, Oleksii Koule’ba. Le evacuazioni continueranno oggi e nei prossimi giorni con autobus e treni. «Più di 40.000 persone rischiano di trovarsi in aree allagate. Le autorità ucraine ne stanno evacuando oltre 17mila, ma purtroppo oltre 25mila civili si trovano nel territorio sotto il controllo russo», ha aggiunto il procuratore generale ucraino Andrii Kostin. Le autorità insediate dai russi nelle regioni da loro occupate hanno dichiarato di aver avviato l’evacuazione della popolazione di tre località, mobilitando una cinquantina di autobus; e che a Nova Kakhovka, il livello dell’acqua nella città sta cominciando a scendere.

Ore 07:39 - Kuleba: Ue pronta a fornire assistenza dopo danni a diga

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato, dopo un colloquio con il capo della politica estera dell’Ue Josep Borrell, che l’Unione europea è pronta a fornire l’assistenza necessaria per mitigare le conseguenze della parziale distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovka.«L’Ue è pronta a fornire l’assistenza e gli aiuti umanitari necessari per mitigare le conseguenze di questo disastro provocato dalla Russia», ha scritto Kuleba su Twitter dopo una conversazione con Borrell.

Ore 07:50 - Kiev, uccisi oltre 800 soldati russi in ultime 24 ore

Nelle ultime 24 ore le forze armate ucraine hanno ucciso 880 soldati russi portando il totale dall’inizio del conflitto a 212.030 mila. E’ quanto si legge nell’aggiornamento quotidiano fornito dai militari di Kiev. A questi si aggiungono 3.873 carri armati, 7.560 veicoli corazzati da combattimento, 3.640 sistemi di artiglieria, 352 sistemi di difesa aerea , 314 velivoli, 299 elicotteri, 1.171 missili da crociera e 18 navi.

Ore 07:54 - Kiev, 42mila persone a rischio dopo distruzione diga

Sono «circa 42mila» le persone a rischio di inondazione su entrambe le sponde del fiume Dnipro la distruzione della diga di Nova Kakhovka. Lo hanno detto funzionari ucraini citati dal Guardian. Il picco delle acque alluvionali è previsto per oggi. La previsione è arrivata dopo che il capo degli aiuti delle Nazioni Unite Martin Griffiths ha dichiarato martedì notte al consiglio di sicurezza che la rottura della diga «avrà conseguenze gravi e di vasta portata per migliaia di persone nell’Ucraina meridionale».

Ore 08:03 - Zelensky: da alleati offerta seria e potente di caccia F-16

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato di aver ricevuto «un’offerta seria e potente» di caccia da combattimento F-16 dai leader dei Paesi alleati. Il sito presidenziale ucraino riporta le parole di Zelensky che fa riferimento alla visita in Moldavia dove ha avuto un incontro con i leader che hanno confermato la disponibilità a fornire aerei F-16. « I nostri partner sanno di quanti velivoli abbiamo bisogno. Sono molto contento delle informazioni che ho ricevuto da alcuni paesi. È stata un’offerta seria e potente», ha detto Zelensky.

Ore 08:28 - Mosca, 2.700 case allagate dopo distruzione diga Nova Kakhovka

La distruzione della diga di Nova Kakhovka ha portato all’allagamenti di circa 2.700 abitazioni in 15 insediamenti della regione di Kherson. Lo hanno riferito alla Tass i servizi di emergenza russi. In totale nella zona - secondo quanto viene riportato - vivevano 22mila persone di cui 1.300 sono state evacuate. Secondo il capo filorusso dell’amministrazione locale, Vladimir Leontiev, il villaggio di Korsunka sulla riva sinistra del Dnepr è stato completamente sommerso.

Ore 08:38 - Intelligence Gb, probabili nuovi crolli a diga e allagamenti

«È probabile che la struttura della diga di Nova Kakhovka si deteriori ulteriormente nei prossimi giorni, causando ulteriori allagamenti». E’ l’analisi effettuata dall’intelligence del Regno Unito. Quanto alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, che si trova a 120km dalla diga, è «altamente improbabile» che debba affrontare ulteriori problemi di sicurezza immediati a causa del calo del livello dell’acqua nel bacino idrico.

Ore 09:20 - Cina, record interscambio commerciale mensile con Russia

L’interscambio commerciale tra Cina e Russia è salito a maggio ai massimi su base mensile dall’aggressione delle truppe di Mosca ai danni dell’Ucraina, partita il 24 febbraio del 2022: secondo i dati diffusi oggi dalle Dogane cinesi, i flussi complessivi commerciali hanno toccato i 20,5 miliardi di dollari lo scorso mese, di cui 11,3 miliardi costituiti dall’import di Pechino di beni russi.

Ore 09:25 - Medvedev: «Zelensky sarà appeso come il Duce in piazzale Loreto»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky farà la fine del «Duce e la sua cricca fascista, appesi per i piedi in piazzale Loreto a Milano». Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev in un post sui social. Medvedev ha definito Zelensky «tossicodipendente» che sarà, secondo lui, «appeso con i suoi scagnozzi” per “tradimento della Repubblica di Ucraina e della causa Bandera». Secondo Medvedev «la delusione dei (suoi) padroni può costare a Zelensky e compagni non solo posti, ma la vita stessa».

Per questo, secondo l’ex presidente russo Medvedev «il regime di Kiev ha solo una via d’uscita: andare fino in fondo, mandando a morte migliaia di mobilitati. Ma in questo caso non dobbiamo sottovalutare il nemico. Il nemico e il mondo occidentale che lo sostiene sono pronti a tutto pur di cancellare il nostro Paese (la Russia, ndr) dalla faccia della terra». Secondo Medvedev «dobbiamo fermare il nemico e poi lanciare un’offensiva. L’obiettivo oggi non è solo liberare le nostre terre e proteggere la nostra gente» ma «il completo rovesciamento del regime nazista di Kiev».

Ore 10:01 - Zelensky: i russi non aiutano la gente colpita dall’inondazione

Dopo l’esplosione della diga di Kakhovka «i nostri servizi stanno aiutando tutte le persone coinvolte, ma possiamo intervenire solo sul territorio controllato dall’Ucraina. Nella parte occupata da Mosca, i russi non stanno nemmeno cercando di aiutare le persone»: ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelesnky. «Questo dimostra ancora una volta il cinismo con cui la Russia tratta le persone di cui ha conquistato la terra e ciò che la Russia realmente porta all’Europa e al mondo. I terroristi russi hanno dimostrato ancora una volta di essere una minaccia per tutto ciò che è vivo».

Dure le accuse del presidente contro Mosca: «La distruzione di uno dei più grandi bacini idrici dell’Ucraina è assolutamente deliberata. Almeno 100 mila persone vivevano in queste aree prima dell’invasione russa. Decine di migliaia sono ancora lì. Centinaia di migliaia di persone sono rimaste senza il normale accesso all’acqua potabile», ha scritto Zelensky su Telegram.

Ore 10:15 - Isw: «È probabile che i russi abbiano deliberatamente distrutto la diga»

Secondo l’Institute for the Study of War (ISW), è molto probabile che i russi siano stati responsabili della distruzione intenzionale della diga di Kakhovka. Nel bollettino giornaliero del think tank americano si legge: “Non possiamo fornire una valutazione definitiva sulla responsabilità dell’incidente del 6 giugno, ma le prove, i ragionamenti e la retorica suggeriscono che i russi abbiano deliberatamente danneggiato la diga”. Già il 21 ottobre 2022, l’ISW aveva notato che i russi avevano un chiaro interesse nell’allagare la parte bassa del fiume Dnipro, nonostante i danni alle loro posizioni difensive, a differenza degli ucraini. Gli ucraini infatti non avrebbero motivo di far saltare una diga con il rischio di allagare 80 centri abitati, mentre la Russia potrebbe utilizzare l’inondazione per ampliare il fiume Dnipro e complicare la controffensiva ucraina. Nonostante i russi affermino che i danni alla diga mettano a rischio l’approvvigionamento idrico della Crimea, l’ISW sottolinea che la penisola è riuscita a sopravvivere senza l’acqua del fiume Dnipro sin dalla sua occupazione russa nel 2014 e fino all’inizio dell’invasione nel 2022. Infine, c’è la possibilità che il crollo della diga sia stato causato da danni strutturali preesistenti, ma le notizie di esplosioni prima del cedimento non sono coerenti con questa ipotesi, sottolinea ancora l’ISW.

Ore 10:31 - Yurash: «Dalla distruzione della diga un impatto pesante anche sulla distribuzione del grano»

«Perchè la Russia ha commesso questo crimine, la distruzione della diga di Kakhovka? Perchè sarà difficile per noi ucraini riorganizzarci, anche riguardo all’iniziativa del grano. L’impatto in questo caso è particolarmente pesante. È stata danneggiata la capacità di produzione agricola dell’Ucraina. Anche la controffensiva sarà influenzata da questo ma se Mosca si aspetta di fermarci nella riconquista dei nostri territori, si sbaglia. La parte controllata dai russi ha avuto più danni di quella sotto il controllo ucraino». È quanto ha detto l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andri Yurash in una intervista a Sky Tg24.

Ore 10:34 - I filorussi nel Kherson: «Il crollo della diga è una situazione favorevole per noi»

Vladimir Saldo, governatore filorusso ad interim della regione di Kherson, come riportato dalla Tass, ha spiegato che «la situazione tattica e operativa dopo la distruzione della diga di Nova Kakhovka si è sviluppata in maniera favorevole alle forze russe».

Saldo ha aggiunto che «distruggendo la diga Kiev ha voluto distogliere l’attenzione dalle pesanti perdite subite nella zona di combattimento ma questa catastrofe non darà alcun vantaggio alle truppe ucraine dal punto di vista tattico. Non potranno fare nulla».

Ore 10:47 - L'ambasciatore ucraino in Vaticano: «Putin non vuole incontrare il Papa»

Andrii Yurash, ambasciatore ucraino in Vaticano, ospite a SkyTg24 ha detto di sapere che «Putin non incontrare né il cardinal Zuppi, né papa Francesco».

«I nostri sono approcci differenti», ha proseguito il diplomatico, assicurando che invece «l'Ucraina vuole partecipare alle iniziative della Santa Sede per la pace» ma anche incoraggiando il Pontefice «a essere il più vicino possibile alla visione» di Kiev. Yurash, che ha detto di apprezzare sinceramente lo sforzo di pace della Santa sede, si è augurato di vedere «di nuovo il cardinale Zuppi a Kiev, magari dopo la visita in altre capitali europee. Siamo pronti a continuare i negoziati con lui o qualsiasi altra autorità».

Ore 10:39 - L’intelligence britannica: «Dal crollo della diga improbabili pericoli per la centrale nucleare di Zaporizhzhia»

«È altamente improbabile che la centrale nucleare di Zaporizhzhia (Npp), a 120km dalla diga Nova Kakhovka, debba affrontare nell’immediato nuovi problemi di sicurezza a causa dell’abbassamento del livello dell’acqua nel suo bacino idrico». Lo ha scritto l’intelligence militare britannica nel suo bollettino giornaliero diffuso su Twitter, sottolineando che l’intera parte orientale della diga e gran parte delle infrastrutture idroelettriche e dei servizi pubblici di quell’area sono stati spazzati via. L’acqua nel bacino della diga, viene fatto notare, «aveva raggiunto un livello record prima del crollo, portando un volume particolarmente alto di acqua che ha inondato l’area a valle». «La struttura della diga - conclude l’Intelligence di Londra - rischia di deteriorarsi ulteriormente nei prossimi giorni, causando nuovi allagamenti».

Ore 11:08 - Tra gli sfollati che scappano dalla città annegata: «Alle sei l’acqua era in strada, alle sette in casa, alle 7.30 il divano galleggiava»

(di Andrea Nicastro, inviato a Virivka) (...) «Mi sono svegliato che l’acqua era già davanti a casa. Cos’è? Una tubatura?». È bastato accendere il telefonino per sapere. «La diga, si è rotta la diga». Maksim ci è nato a Kotatske, a due passi dal grande fiume e, per lui, vivere a valle della centrale idroelettrica è sempre stato come stare sotto un vulcano. «Sapevamo che sarebbe potuto accadere, ma non mi aspettavo una potenza del genere. Alle sei l’acqua era sulla strada, alle sette era in casa, alle 7.30 il divano galleggiava». Maksim non si è reso conto di quanto fosse veloce quella lentezza. Il tempo di svegliare i bambini, raccogliere soldi e medicine e già l’automobile aveva il pianale bagnato e rischiava di non partire. «Siamo stati fortunati a venire via». (...)

Ore 11:11 - Ucciso a Bakhmut Said-Khusein Yamadayev, figlio di una famosa famiglia cecena

Il figlio di Ruslan Yamadayev, ex comandante ceceno e deputato della Duma di Stato, Said-Khusein Yamadayev, è morto a Bakhmut e è stato sepolto il 3 maggio. Said-Khusein era un membro della rinomata famiglia Yamadayev. Secondo fonti della pubblicazione "Kavkaz. Realii", in precedenza era stato detenuto in un carcere ceceno, dove aveva denunciato le violenze subite dagli altri prigionieri in un videomessaggio indirizzato a Vladimir Putin. Secondo RuNews24, Said-Khusein Yamadayev è stato reclutato nella compagnia di mercenari Wagner all'inizio del 2023. Nel 2016, è stato condannato a dieci anni di carcere per vari reati e avrebbe dovuto essere rilasciato nel 2025. RuNews24 riporta che Yamadayev è morto ad aprile nei pressi di Bakhmut. Suo padre, Ruslan Yamadayev, aveva partecipato alle operazioni militari contro le truppe federali durante la prima guerra cecena e successivamente aveva disertato a favore della Russia. Ruslan Yamadayev fu assassinato a Mosca nel settembre 2008 e secondo Novaya Gazeta, potrebbe essere stato coinvolto nell'omicidio della giornalista Anna Politkovskaya.

Ore 11:13 - Allarme antiaereo in gran parte dell'Ucraina

Un allarme antiaereo è stato dichiarato in gran parte dell'Ucraina. Lo riferisce il Guardian.

Ore 11:14 - Domande e risposte sulla diga distrutta di Nova Kachovka

(di Andrea Nicastro, inviato nel Kherson)

1 La centrale nucleare di Zaporizhzhia è a rischio? La diga manteneva alto il livello del bacino da cui la centrale nucleare prende l’acqua per raffreddare i suoi impianti. Se il livello dell’acqua scendesse troppo la situazione diventerebbe critica. Per qualche giorno si potrebbe riutilizzare l’acqua in circuito chiuso, ma poi la temperatura salirebbe troppo. Lo squarcio nella diga, però, sembra essere limitato alla parte superiore e quindi gran parte del bacino a monte dovrebbe conservare acqua a sufficienza. Il gestore ucraino della centrale ha assicurato che non c’è «immediato pericolo». (...)

Ore 11:23 - Kiev: «Avanziamo lungo i fianchi di Bakhmut»

Alexander Syrsky, comandante delle forze di terra ucraine, ha detto che le truppe avanzano lungo i fianchi di Bakhmut: «Direzione Bakhmut. Le forze di difesa continuano ad avanzare sui fianchi, il nemico sta perdendo terreno vicino a Bakhmut».

Ore 11:25 - «La segnalazione alla Cia: Nord Stream sarà bucato». L’imbarazzo di Washington per il piano ucraino

(di Giuseppe Sarcina) La Cia era a conoscenza di un piano concepito da un commando ucraino per sabotare il Nord Stream 1 e 2. Il 26 settembre del 2022, un’esplosione nella profondità del Mar Baltico mise fuori uso il gasdotto che collega Russia e Germania. Ma, rivela il Washington Post , già nel giugno 2022 l’agenzia più importante dei servizi segreti americani aveva ricevuto una segnalazione dettagliata dal governo di un Paese europeo che, a sua volta, aveva raccolto il materiale da un informatore ucraino. Quel rapporto riservato è poi finito tra i documenti diffusi sulla piattaforma di videogiochi Discord da Jack Teixeira, il ventunenne militare in forza all’intelligence della Guardia nazionale nel Massachusetts. Il quotidiano americano, però, scrive di aver trovato riscontri sostanziali da diversi funzionari dell’amministrazione Biden. (...)

Ore 11:27 - Podolyak attacca Elon Musk: «Cita teorie cospirazioniste sulla diga»

Mykhailo Podolyak ribadisce su Twitter la responsabilita russa nel crollo della diga di Kakhovka e attacca chi diffonde, come il miliardario Elon Musk, «teorie cospirazioniste» sulla responsabilità ucraina. «La Russia mina le paratoie della centrale idroelettrica occupata e fa saltare la diga di Kakhovka. È un assioma», scrive Podolyak, citando le decine di centri abitati allagati, gli animali uccisi, la gente costretta a rifugiarsi sui tetti, «il disastro ambientale» i «devastanti danni al settore energetico e agricolo ucraino». Ma «per alcuni media globali: "Di chi è la colpa? È difficile dirlo. Non sapremo mai la verità". Ed Elon Musk su Twitter diffonde un video del blog di Tucker Carlson «con teorie cospirazioniste che è stata l'Ucraina a farlo!». «Si tratta forse di una prova della teoria che pi è assurda la bugia, più è facile venderla?», conclude Podolyak.

Ore 11:39 - Il tweet di Yermak: «L'ecocidio russo»

Il capo dell'ufficio della presidenza ucraina, Andriy Yermak, ha diffuso su Twitter un video che mostra centinaia di pesci morti in un fiume, denunciando così le conseguenze del crollo della diga di Kakhovka per la fauna ittica del fiume Dnipro . «Ecocidio fatto dai russi», è il commento di Yermak.

Ore 12:40 - Cnn: «USA inclini a ritenere la Russia responsabile del crollo della diga»

Gli Stati Uniti stanno ancora esaminando i fatti che hanno portato alla distruzione della diga di Nova Kakhovka per accertarne le responsabilità ma tanto Washington quanto i vari servizi di intelligence occidentali «sono propensi a pensare che la Russia ne sia il colpevole». Lo riporta la Cnn citando fonti informate. Mosca e Kiev si rinfacciano da ieri accuse in merito addossandosi l'una con l'altra la responsabilità.

Ore 11:52 - Medvedev: «Il nemico ha avviato la controffensiva»

«Il nemico ha da tempo promesso una grande controffensiva. E sembra anche aver avviato qualcosa. Dobbiamo fermare il nemico e poi sferrare un'offensiva», a sostenerlo è stato l'ex presidente e numero due del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev.

Ore 12:00 - Zelensky: «Diamo priorità all'evacuazione delle persone e alla fornitura di acqua potabile»

Zelensky ha detto oggi, durante il suo ultimo incontro con ministri e funzionari sulla distruzione della diga di Nova Kakhovka, che l'evacuazione delle persone e la fornitura urgente di acqua potabile sono al momento le "priorità" assolute.

Ore 12:04 - Kiev: «I russi potrebbero trasferire bambini per fermare la controffensiva»

Con il pretesto della minaccia di intensi bombardamenti, il servizio di sicurezza russo (Fsb) potrebbe trasferire in Crimea i bambini delle regioni occupate in Ucraina e dalle regioni confinanti con la Russia. Lo ha detto il difensore civico ucraino, Dmytro Lubinets. Lo riporta Ukrinform. Secondo Lubinets, i bambini verrebbero collocati in campi estivi e aree ricreative in tutta la penisola della Crimea durante l'estate per «ridurre i rischi dell'attesa controffensiva ucraina in direzione della Crimea» e per «screditare le forze armate e dipingere l'Ucraina come uno "stato terrorista"».

Ore 12:07 - Cina: «Siamo seriamente preoccupati per il crollo della diga Kakhovka»

La Cina si dice «seriamente preoccupata» per il crollo della diga Kakhovka in Ucraina, ma non si pronuncia sulle responsabilità. «Siamo seriamente preoccupati per la distruzione della diga Kakhovka. Siamo profondamente preoccupati per l'impatto umanitario, economico ed ecologico», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin nel suo briefing quotidiano, riferisce la Cnn. «Esortiamo le parti coinvolte nel conflitto a seguire il diritto umanitario internazionale e fare il massimo per proteggere la sicurezza dei civili e le infrastrutture civili», ha aggiunto Wang.

Ore 12:45 - Parolin: «Ci vedremo con Zuppi quando rientra dall'Ucraina. L'idea del Papa è di una missione nelle due capitali»

«Avremo un incontro con il cardinale Zuppi al suo ritorno dall'Ucraina. L'idea del Papa è quella di una missione da svolgere nelle due capitali», Kiev e Mosca. Così il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato del Vaticano, ha dichiarato a margine dell'inaugurazione del Centro Pellegrini - Info Point del Giubileo 2025 in via della Conciliazione, facendo riferimento alla missione di pace affidata da Papa Francesco a Matteo Zuppi, inviato per due giorni a Kiev. «La missione del cardinale Zuppi - ha aggiunto Parolin - è concepita come un ulteriore contributo che la Santa Sede può offrire per la pace». In risposta a una domanda sulla situazione alla Diga di Kakhovka, Parolin ha aggiunto: «Quello che è successo ieri non rappresenta nulla di nuovo negli sviluppi».

Ore 12:57 - Zakharova (Russia): «Sul crollo della diga è necessaria un'indagine internazionale»

Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, in un'intervista alla radio Sputnik sostiene che «quanto successo alla diga di Nova Kakhovka dovrebbe essere oggetto di un'indagine internazionale». Secondo Zakharova «la campagna di informazione per accusare Mosca di ciò che è successo è parte della guerra di informazione dell'Occidente contro la Russia».

Ore 13:10 - Danilov: «Ci sono esplosivi nella centrale nucleare di Zaporizhzhia»

Kiev sostiene che la Russia potrebbe star puntando come prossimo obiettivo la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Oleksiy Danilov, un alto esponente dell'ufficio di presidenza di Volodymyr Zelensky ha detto che «il mondo intero» dovrebbe esserne preoccupato:«È un dato di fatto che ci sono esplosivi (nella centrale occupata di Zaporizhzhia). Dal momento che Putin ha fatto saltare in aria la centrale idroelettrica su sua richiesta, è pronto a fare qualsiasi cosa». Stessa accusa, ma di segno opposto, da parte di Mosca. Lo ha detto il consigliere di Rosenergoatom, l'operatore russo delle centrali nucleari, Renat Karchaa. «Dio non voglia, ma è possibile», ha detto in un'intervista all'agenzia Ria Novosti, rispondendo a una domanda sul possibile uso dei missili Himars (di produzione americana) o Storm Shadow (britannico) contro la centrale nucleare.

Ore 13:40 - Ucraina, vice ministro della Difesa Maliar: «Avanziamo sul fronte Bakhmut, siamo all’offensiva»

L’Ucraina è avanzata in varie parti del fronte di Bakhmut, tra i 200 metri e il chilometri. Lo sostiene il vice ministro della Difesa ucraino Hanna Maliar. «Le nostre truppe - ha scritto su Telegram- sono passate dall’essere sulla difensiva all’offensiva in direzione di Bakhmut»

Ore 13:45 - Kiev, russi si ritirano di circa 15km a Kherson dopo inondazione

In seguito alla distruzione della diga di Nova Kakhovka le truppe russe di stanza sulla riva sinistra del Dnepr nella regione di Kherson si sono ritirate di 5-15 km. Lo ha detto Natalia Gumenyuk, capo del centro stampa delle Forze di Difesa Sud di Kiev. Lo riporta Unian. «Anche in queste condizioni, il nemico continua a bombardare la riva destra e a terrorizzare la popolazione civile anche in condizioni di evacuazione umanitaria», ha aggiunto.

Ore 13:51 - Zelensky, centinaia di migliaia senza acqua potabile

Centinaia di migliaia di persone sono state lasciate senza «il normale accesso all’acqua potabile» dopo la parziale distruzione della diga di Kakhovka. Lo ha riferito il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, definendo quanto successo un atto «assolutamente deliberato». I russi «non stanno neanche tentando di aiutare le persone» che scappano di fronte all’innalzarsi delle acque. I servizi d’emergenza di Kiev sono coinvolti nelle operazioni di soccorso ma «possono aiutare solo nel territorio sotto il controllo ucraino».

Ore 13:54 - Mosca, ucraini hanno fatto saltare conduttura di ammoniaca

Secondo il ministero della Difesa russo, il sabotaggio alla conduttura Togliatti-Odessa è avvenuto la sera del 5 giugno. La conduttura è stata costruita negli anni ‘70 e circa 2,5 milioni di tonnellate di ammoniaca, utilizzata per la produzione di fertilizzanti agricoli, vi transitavano ogni anno. Il transito è però stato sospeso il 24 febbraio del 2022, giorno dell’invasione dell’Ucraina. La riapertura della conduttura per permettere la ripresa delle esportazioni russe è una delle condizioni poste da Mosca per rinnovare l’accordo sull’esportazione del grano ucraino, attualmente rinnovato fino al 17 luglio.

Ore 14:05 - Cov. Kherson: «Campi mine allagati ma siamo in vantaggio»

Il governatore russo della regione ucraina di Kherson, Vladimir Saldo, ha messo in guardia sul fatto che l’acqua fuoriuscita dalla semidistruzione della diga di Nova Kakhovka possa aver allagato anche campi minati. «Parte dei campi minati sono stati allagati, ma i militari sanno dove si trovano», ha osservato Saldo. Le truppe russe avevano piazzato le mine quando avevano deciso di ritirarsi dalla zona, nel novembre 2022, a Sud del fiume Dnipro, che taglia in due la regione di Kherson.

 E nelle ultime settimane l’esercito ucraino si era dedicato allo sminamento dell’area per lanciare la sua controffensiva. Saldo ha anche ammesso che «dal punto di vista militare la situazione operativa e tattica è tornata favorevole alle forze russe». «Si sono fatti male da soli. Perché il calcolo era che l’indebolimento della diga avrebbe dato qualche vantaggio strategico o operativo alle forze armate ucraine. Ma non saranno in grado di fare nulla. Le nostre truppe ora hanno uno spazio aperto, che mostra chi e come sta cercando di attraversare» il fiume Dnipro. Secondo Saldo, adesso sarà anche «impossibile attraversare» il bacino idrico di Kakhovka.

Ore 14:18 - Domani l'incontro tra Lavrov e l'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria

Domani il ministro degli Esteri della Russia, Sergej Lavrov, incontrerà l'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen. Lo ha reso noto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Le parti devono proseguire il tradizionale scambio di opinioni sull'intera gamma di questioni che riguardano la Siria, con un accento sul «processo politico condotto dai siriani con il sostegno delle Nazioni Unite». Si parlerà inoltre della fornitura di assistenza umanitaria a tutti i siriani bisognosi, ha aggiunto la portavoce.

Ore 14:20 - Podolyak: «In ottobre avevamo avvertito che la Russia aveva minato la diga»

L'Ucraina aveva già lanciato un avvertimento lo scorso ottobre riguardo alla Russia che stava pianificando di far saltare la diga di Kakhovka. Questo viene evidenziato da Mykhailo Podolyak, consigliere presidenziale ucraino, su Twitter, allegando un suo vecchio tweet datato 20 ottobre 2022. «Ottobre 2022. L'Ucraina avvisa il mondo che la Russia sta preparando una catastrofe causata dall'uomo. Le paratie della diga sono state minate. In risposta... silenzio, nessuna preoccupazione, nessun avvertimento. Giugno 2023. La Russia fa esplodere l'impianto idroelettrico di Kakhovka. È tempo di trarre delle conclusioni? E forse è giunto il momento di capire da chi, quando e come è stata pianificata l'esplosione dell'impianto idroelettrico di Kakhovka?», scrive Podolyak. Nel tweet di ottobre allegato, Podolyak avverte di un piano russo per minare la diga al fine di forzare le deportazioni della popolazione verso la Russia e «allagare il territorio per fermare la controffensiva ucraina e bloccare la propria ritirata».

Ore 14:27 - «Le truppe di Kiev hanno visto militari russi travolti dall'inondazione dopo il crollo della diga»

Le truppe ucraine hanno visto i soldati russi venire travolti dall'acqua dopo l'esplosione nella diga di Kakhovka: lo ha raccontato il comandante ucraino Andrei Pidlisnyi alla Cnn. Quando la diga è crollata «nessuno dalla parte russa è riuscito a scappare. Tutti i reggimenti che i russi avevano da quella parte sono stati allagati», ha detto Pidlisnyi. «La riva sinistra del fiume Dnipro è più bassa della riva destra, quindi è più allagata», ha aggiunto il comandante di Kiev, «devi capire che le posizioni del nemico non sono solo trincee ma anche normali case civili dove vivevano».

Ore 14:41 - Zelensky: «Migliaia di animali intrappolati dall'inondazione»

«Migliaia e migliaia di animali sono intrappolati nell'alluvione dopo la distruzione della diga e di altre strutture della centrale idroelettrica di Kakhovka da parte della Russia». Lo scrive il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un tweet. «Mentre la malvagità russa terrorizza e distrugge tutti gli esseri viventi, noi stiamo facendo e continueremo a fare di tutto per salvare ogni creatura vivente!», scrive Zelensky, «ricordiamo che umanità significa prendersi cura non solo l'uno dell'altro, ma di tutti gli esseri viventi. Noi, ucraini, salviamo e proteggiamo vite umane. Grazie a tutti coloro che ci aiutano!».

Ore 14:42 - Erdogan sente Putin, serve inchiesta esaustiva sulla diga

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello russo Vladimir Putin hanno discusso oggi in una telefonata la situazione dopo il crollo della diga di Kakhovka in Ucraina. Lo riferisce l’ufficio presidenziale turco, citato dalle agenzie russe. Erdogan ha sottolineato l’esigenza di un’inchiesta esaustiva su quanto avvenuto.

Ore 15:01 - Conversazione telefonica tra Erdogan e Zelensky: «Consegnato un elenco di necessità urgenti dell'Ucraina per il disastro della diga»

Ho parlato con il presidente Erdogan della Turchia in una conversazione telefonica. Abbiamo discusso delle conseguenze umanitarie e ambientali dell'attacco terroristico russo alla centrale idroelettrica di Kakhovka, in particolare dei rischi per la centrale di Zaporizhzhia. Ho presentato un elenco delle necessità urgenti dell'Ucraina per affrontare questa catastrofe. La voce della Turchia è di grande importanza per quanto riguarda il ritiro delle truppe di occupazione dal territorio ucraino. Inoltre, abbiamo affrontato la questione del ritorno dei nostri cittadini illegalmente imprigionati, in particolare dei tatari di Crimea, e abbiamo discusso della continuazione e dell'espansione dell'iniziativa nel settore del grano. - Presidente Volodymyr Zelensky, in un tweet.

Ore 15:10 - Kiev: «Non abbiamo ancora lanciato la controffensiva»

«L’Ucraina non ha ancora lanciato la controffensiva pianificata per riconquistare il territorio occupato dalla Russia, e il suo inizio sarà evidente a tutti quando accadrà». Lo ha detto oggi il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza Oleksiy Danilov, respingendo le dichiarazioni dei funzionari russi che hanno affermato che la controffensiva fosse già iniziata. Lo riporta il Guardian.

Ore 15:28 - Zelensky sente Erdogan, «voce Turchia è importante»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sentito al telefono l’omologo turco Recep Tayyip Erdogan con il quale ha parlato della distruzione della diga di Kakhovka e delle «conseguenze umanitarie e ambientali dell’atto di terrorismo russo», sottolineando anche i «rischi per la centrale nucleare di Zaporizhzhia». «Ho consegnato un elenco delle necessità urgenti dell’Ucraina per eliminare il disastro», ha fatto sapere il leader di Kiev. «La voce della Turchia è importante quando si tratta del ritiro delle truppe di occupazione dal territorio ucraino. È importante anche quando si tratta del ritorno dei nostri cittadini detenuti illegalmente, in particolare dei tatari di Crimea, e della continuazione e dell’espansione dell’iniziativa per (l’esportazione) del grano», ha aggiunto.

Ore 15:57 - Putin a Erdogan, distruzione diga è azione barbara di Kiev

«Le autorità di Kiev, su istigazione dei loro responsabili occidentali, continuano a fare una pericolosa scommessa sull’escalation delle ostilità, a commettere crimini di guerra, a usare apertamente metodi terroristici e a organizzare sabotaggi sul territorio russo. Un chiaro esempio di ciò è la barbara azione di distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovska, nella regione di Kherson, che ha portato a un disastro ambientale e umanitario su vasta scala». Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin durante un colloquio telefonico con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come si legge in una nota del Cremlino. Lo riporta Ria Novosti.

Ore 16:41 - Putin riceverà i leader africani con un piano di pace

Putin riceverà una delegazione di capi di Stato africani che gli sottoporranno una iniziativa di pace per l'Ucraina. È quanto convenuto oggi in un colloquio telefonico tra lo stesso Putin e il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, secondo quanto rende noto il Cremlino, citato dalla Tass.

Ore 16:51 - Putin sente Ramaphosa (Sudafrica)

Putin ha avuto un colloquio telefonico con l'omologo sudafricano Cyril Ramaphosa per discutere «le questioni legate all'iniziativa africana per una soluzione al conflitto ucraino»: è quanto si legge in un comunicato del Cremlino. Putin infine riceverà «nel prossimo futuro una delegazione di diversi capi di Stato africani», conclude il documento.

Ore 16:52 - L'accusa di Kiev: «L'ordine di distruggere la diga è arrivato da Putin»

«Il comando per questo atto terroristico è arrivato dal Cremlino, dall'ufficio di Putin. Ordini di questa importanza non vengono impartiti a qualsiasi livello: non certo a livello di battaglione, di divisione, né è una situazione che compete a Shoigu (il ministro della Difesa russo, ndr)», così Khakovka deve essere arrivato direttamente da Putin: ne è convinto il segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale ucraino Oleksiy Danilov, citato dall'agenzia ucraina Ukrinform, secondo cui gli esplosivi erano stati piazzati lì in anticipo, forse già da settembre o ottobre dell'anno scorso, quindi per un'azione che era stata pianificata.

Ore 17:04 - New York Times: «La diga è esplosa dall'interno»

Il New York Times, citando alcuni funzionari ucraini, riporta che la diga sarebbe esplosa dall'interno, un'ipotesi che trova l'approvazione di molti esperti considerando che un attacco di artiglieria o comunque dall'esterno non sarebbe stato in grado di causare tali danni. La diga di Kakhovka e la centrale idroelettrica sono sotto controllo dei russi dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina.

Ore 17:13 - IL PUNTO MILITARE 474 | I droni che hanno colpito Mosca erano diretti sulle case dei funzionari dell’intelligence di Putin

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I droni che a fine maggio hanno colpito un’area residenziale di Mosca erano indirizzati contro le case di alcuni funzionari dell’intelligence di Putin, e sarebbero partiti dal territorio russo. Alcune fonti informate sull’attacco, in particolare un alto funzionario del governo e un membro dello staff di un parlamentare, hanno rivelato l’obiettivo alla rete americana Nbc: almeno uno degli edifici colpiti — ha aggiunto Strider Technologies, startup di intelligence che analizza dati open source — era legato all’Svr, il servizio estero russo, ma non è chiaro se gli appartamenti degli agenti sono stati danneggiati. «Non era un attacco casuale contro un sobborgo benestante», ha precisato a Nbc Eric Levesque, direttore operativo di Strider. «Era un colpo nella guerra psicologica di questo conflitto, che per la prima volta raggiunge i quartieri di Mosca». (..)

Ore 17:18 - L'ambasciatore Usa a Pechino incontra l'inviato cinese Li Hui: «Speriamo la Cina possa svolgere un ruolo positivo per la pace»

L'Ambasciatore statunitense a Pechino, Nicholas Burns, ha incontrato l'inviato cinese Li Hui, reduce da un giro di visite europeo per discutere la possibilità di una soluzione pacifica del conflitto ucraino. Burns, intervenuto nel corso del 2023 Global Impact Forum. Ha spiegato come nel corso della sua missione Li abbia cercato di accertare se Pechino possa effettivamente contribuire a una soluzione pacifica.

Alla domanda se la Cina possa svolgere un ruolo positivo nella guerra Burns ha replicato «lo speriamo», aggiungendo tuttavia che tutto dipende dalle specifiche iniziative del governo cinese in proposito. L'ambasciatore statunitense ha sottolineato in particolare come le proposte avanzate da Pechino partano dal riconoscimento cinese della sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina.

Ore 17:33 - Gb, non ci faremo intimidire da «spacconate» Putin

Il Regno Unito non si farà intimidire dalle «spacconate» del presidente russo Vladimir Putin contro la fornitura di armi occidentali a Kiev: lo ha assicurato il ministro degli Esteri britannico, James Cleverley. Quanto alla distruzione della diga di Nova Kakhovka per la quale Kiev e Mosca si sono lanciati accuse incrociate, Londra è in attesa di avere «tutti i fatti a disposizione» su quanto accaduto prima di pronunciarsi, ha aggiunto il capo del Foreign Office.

Ore 17:40 - Mosca, da Vaticano nessun passo concreto su visita Zuppi

«Il Vaticano non ha ancora compiuto passi concreti per organizzare una visita a Mosca dell’inviato per l’Ucraina, il cardinale Zuppi». È quanto ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, come riporta l’agenzia Tass. «La Russia valuta positivamente i tentativi del Vaticano di aiutare a porre fine al conflitto in Ucraina», ha aggiunto Zakharova.

Ore 17:58 - Mosca: «Positivi i tentativi del Vaticano per la pace»

La Russia «valuta positivamente i tentativi del Vaticano di facilitare la fine del conflitto in Ucraina» e riconosce il «sincero desiderio della Santa Sede di facilitare il processo di pace». Ma fino a questo momento il Vaticano non ha ancora intrapreso «passi concreti» per una visita del cardinale Matteo Zuppi a Mosca, dopo quella di questa settimana a Kiev. Lo ha detto all’agenzia Tass la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

Ore 18:24 - Ucraina: «Più di 10mila ettari di terra coltivabile allagati»

Diecimila ettari di terreno coltivabile sulla riva destra del Dnepr nell’oblast di Kherson e una “area molto più ampia” sulla riva sinistra sotto l’occupazione russa sono stati allagati a causa della distruzione della diga di Kakhovka. Lo ha annunciato il ministero dell’Agricoltura ucraino.

 L’approvvigionamento idrico di 31 sistemi di irrigazione è interrotto anche nelle regioni di Dnipropetrovsk, Kherson e Zaporizhia, ha proseguito la stessa fonte. Questi 31 impianti hanno permesso di irrigare 58mila ettari e di raccogliere circa un milione di tonnellate di cereali o semi oleosi nel 2021, che rappresenta circa 1,4 miliardi di euro, ha precisato il ministero, preoccupato per le conseguenze economiche del disastro. Solo 13 erano operativi sulla riva destra del Dnepr nel 2023 a causa del conflitto. Dopo la distruzione della diga di Kakhovka, il 94% è fuori servizio nell’oblast di Kherson, il 74% a Zaporizhia e il 30% nella regione di Dnipropetrovsk, secondo il ministero.

 Ore 18:58 - Zuppi, valutazioni Mosca? Prima di altri passi dobbiamo riflettere

In merito alle dichiarazioni arrivate da Mosca che valuta positivamente gli sforzi del Vaticano non sono stati ancora fatti passi «perché come ha detto il cardinale Parolin dobbiamo parlare, riflettere sulle cose che abbiamo ascoltato». Così il presidente Cei e inviato del Papa per l’Ucraina, cardinale Matteo Zuppi, a margine della presentazione del libro `Il senso religioso´ presso il Centro Internazionale di Comunione e Liberazione a Roma. «C’è grande preoccupazione per quello che è successo alla diga. Manifestiamo tanta preoccupazione e vicinanza», ha aggiunto.

Ore 01:23 - Draghi, Kiev deve vincere o per l’Ue sarà fatale

«La brutale invasione russa dell’Ucraina non era un atto di follia imprevedibile» ma «un passo premeditato» di Vladimir Putin e «un colpo intenzionale per l’Ue. I valori esistenziali dell’Unione europea sono la pace, la libertà e il rispetto della sovranità democratica», ed è «per questo che non c’è alternativa per gli Stati Uniti, l’Europa e i loro alleati se non garantire che l’Ucraina vinca questa guerra»: lo ha detto l’ex premier Mario Draghi, parlando al Mit di Boston. Per Draghi, accettare una vittoria russa “infliggerebbe un colpo fatale all’Ue».

Mario Draghi è tornato: “La Russia va sconfitta o sarà la fine dell’Europa”. Alessio De Giorgi su Il Riformista l'8 Giugno 2023 

Mario is back: l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi è tornato a parlare in pubblico per la prima volta da quando ha lasciato Palazzo Chigi e lo ha fatto con la nettezza che avevamo già conosciuto ed apprezzato fino ad ottobre.

“La Russia va sconfitta o sarà la fine dell’Europa”: Putin che trionfa o un “equilibrio instabile” nella guerra in Ucraina sarebbero estremamente pericolosi per l’Unione Europea, secondo le parole di Mario Draghi, nel suo discorso a Cambridge, nel  Massachusetts, dove ha ritirato il premio Miriam Pozen conferitogli dal Golub Center for Finance and Policy del MIT, il Massachusetts Institute of Technology. Secondo Draghi, la guerra in Ucraina ha dimostrato l’unità dell’UE nella difesa dei suoi valori fondamentali, oltrepassando gli interessi nazionali dei singoli paesi. Questa unità sarà cruciale nel futuro, soprattutto quando si tratterà di “riprogettare l’Unione per includere l’Ucraina, i Paesi balcanici e quelli dell’Europa orientale” e nell’organizzare un sistema di difesa europeo che sia complementare alla NATO.

Secondo l’ex primo ministro, le conseguenze geopolitiche di un conflitto prolungato nella parte orientale dell’Europa sono di grande rilevanza e richiedono una preparazione adeguata. Prima di tutto, l’UE deve essere pronta a potenziare le sue capacità di difesa. In secondo luogo, dobbiamo essere pronti a intraprendere un percorso con l’Ucraina che porterà alla sua adesione alla NATO. In terzo luogo, dobbiamo prepararci per un periodo prolungato in cui l’economia globale si comporterà in modo molto diverso rispetto al passato recente. Ad esempio, Draghi si aspetta che i governi abbiano deficit più elevati per sempre.

La sfida del cambiamento climatico e la necessità di rafforzare le catene di approvvigionamento richiederanno investimenti pubblici significativi che non possono essere finanziati solo tramite aumenti delle tasse. Questa maggiore spesa pubblica metterà pressione sull’inflazione, oltre ad altri possibili shock sul lato dell’offerta. Nel lungo periodo, secondo Draghi, è probabile che i tassi di interesse rimangano più alti rispetto al decennio precedente.

L’accettazione di una vittoria russa o di un equilibrio instabile indebolirebbe fatalmente gli Stati confinanti e invierebbe un messaggio agli autocrati che l’UE è disposta a fare compromessi su ciò che rappresenta e ciò che è. Segnalerebbe anche ai nostri partner orientali che il nostro impegno per la loro libertà e indipendenza, che è un pilastro della nostra politica estera, non è così saldo come sembrava. D’altra parte, una vittoria per l’Europa significherebbe una pace stabile, ma questa prospettiva sembra difficile da raggiungere. L’invasione russa fa parte di una strategia a lungo termine del presidente Putin per recuperare l’influenza passata dell’Unione Sovietica, e l’esistenza del suo governo è strettamente legata al suo successo. Ci vorrebbe un cambiamento politico interno a Mosca perché la Russia abbandoni i suoi obiettivi, ma non ci sono segni che un tale cambiamento avverrà. Alessio De Giorgi

Nient’altro che la verità. Edoardo Sirignano su L'Identità il 9 Giugno 2023

di TOMMASO CERNO

L’ha detto perfino Mario Draghi, che era presidente del Consiglio quando questa guerra è cominciata, ma che in Parlamento all’epoca parlava di sostegno al fine di raggiungere una trattativa di pace da una posizione più forte. Ora si deve vincere. Ma non preoccupatevi, perché la Nato come era evidente da mesi a chiunque non abbia gli occhi tappati invierà i primi soldati non ucraini a combattere sul terreno. Un’azione che ormai viene addirittura annunciata pubblicamente, che come sappiamo bene costituisce un livello 2 della guerra dalle conseguenze non prevedibili. Altra cosa che era chiara a tutti, l’Europa dovrà fare i conti con un’inflazione alta, con tassi di interesse che aumenteranno ancora e di molto, che si scaricheranno sulle famiglie e soprattutto sui milioni di cittadini che sono usciti da tempo da quella fascia economica che si potrebbe chiamare di sopravvivenza. Il problema è che per un anno e mezzo ci siamo raccontati una favola e cioè che la strategia che avevamo messo in campo era l’unica possibile e che questa guerra non riguardava due visioni del mondo, che dividono miliardi di cittadini in blocchi con progetti, valori, alleanze differenti. Ma riguardava solo e soltanto il gravissimo atto di invasione che la Russia aveva fatto sul terreno di uno Stato nazionale. Ebbene ora sappiamo che le questioni in gioco sono molto più grandi. E portano l’Occidente a dichiarare una strategia che finora aveva preferito tenere nascosta. Vincere significa sconfiggere la Russia, significa impegnare forze, mezzi, militari della Nato e farlo più in fretta possibile. Significa quindi dare il via libera a una contrapposizione che sale di livello e costituisce il primo passo di quella escalation di cui abbiamo tanto parlato senza comprenderne il significato drammatico quanto semplice: la guerra può uscire dal confine ucraino, può cominciare a coinvolgere milioni di persone non soltanto dal punto di vista economico e sociale, come già fa dal primo giorno, ma anche militare. Il governo italiano guidato da Giorgia Meloni è dritto su questa linea ed è abbastanza scontato che sia così. Chi invece comincia a traballare è la sinistra, in particolare il Pd, dove le voci che credono che la guerra che ci viene raccontata sia un po’ diversa da quella che stiamo combattendo cominciano a moltiplicarsi. L’ultimo caso di cronaca il vice capogruppo Paolo Ciani, che ha detto con parole chiare quello che pensano tre quarti degli elettori della sinistra, se ancora di sinistra si può parlare in questo Paese. Ma non vi preoccupate perché tanto non si sfonderà quel muro. La linea dei democratici resterà quella della fornitura di armi e dell’allineamento alla Nato su ogni decisione, come fu dal primo istante quando l’allora segretario Enrico Letta pronunciò parole chiare sul fatto che l’unica strategia era la guerra. Ma in questa Italia dalle parti invertite, dove ai poveri parla la destra e alle banche parla la sinistra, dove il salario minimo di stampo fordista è una grande idea dei progressisti mentre la vecchia contrattazione sindacale su cui la sinistra si è battuta per decenni è diventata la posizione del governo Meloni, ci si abituerà anche a una sinistra che le guerre anziché evitarle, scongiurarle, condannarle tornerà a farle. Tanto per distinguersi da chi governa. Basta un cacciatore di saluti romani. Una specie di avvistatore notturno capace di indicare ogni braccio alzato, magari intento a fare altro come nel caso della parata del 2 giugno, per sentirsi forti e diversi. Peccato che questo sia solo un segno di smarrimento culturale e di omologazione totale al conformismo di una sinistra che ha sostituito l’ideale rivoluzionario, con tutte le spazzolature della modernità, con il politicamente corretto. Non solo non c’è un’idea che sia una autentica. Ma quando si dice qualcosa, l’importante è annacquarlo per bene.

Ucraina: per Draghi la parola d'ordine è vincere. Piccole Note (filo-Putin) l'8 Giugno 2023 su Il Giornale.

“La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori, dalle Alpi all’oceano indiano: vincere! E vinceremo!” Così la dichiarazione di guerra di Benito Mussolini. “Non c’è alternativa per gli Stati Uniti, l’Europa e i loro alleati se non garantire che l’Ucraina vinca questa guerra, o per l’Ue sarà la fine”. Così Mario Draghi al Mit di Boston.

Certo, l’ex premier italiano ha modulato in maniera diversa il suo enfatico dire, modulato sui fondamenti del Credo dei neocon americani (1), spiegando che vincere è necessario a respingere l’aggressione russa e per difendere la democrazia europea, ma, appunto, è solo una diversa formulazione.

“L’Italia ripudia la guerra come […] mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, recita l’articolo 11 della Costituzione, ma ormai la Costituzione, per quanto riguarda la guerra ucraina, è andata in cavalleria, avendo subito interpretazioni surreali. La guerra durerà tempo, secondo Draghi, per cui occorrerà preparare gli Stati e i popoli a quanto essa richiederà.

L’ex banchiere, prospettano alcuni media italiani, si prepara a nuovi incarichi (italiani o internazionali) dopo la breve pausa che l’ha tenuto lontano dall’agone politico. E il discorso di ieri appare un passo propedeutico ai nuovi orizzonti.

Rasmussen e la riedizione della coalizione di volenterosi

Al di là del destino del banchiere di rito neocon, appare di interesse notare che il discorso di Draghi arriva in concomitanza con l’inquietante intervento dell’ex Segretario Nato Anders Rasmussen, che in questi tempi ha affiancato Zelensky in qualità di consigliere presidenziale (incarico passato in sordina perché è alquanto inquietante che un ex Comandante Nato sia parte attiva in una guerra contro la Russia, ma tant’è).

Il suo intervento è stato sintetizzato dal Guardian in questo modo: “Un gruppo di paesi della Nato potrebbe essere disposto a schierare truppe sul terreno in Ucraina se gli Stati membri, tra cui gli Stati Uniti, non forniranno tangibili garanzie di sicurezza a Kiev al vertice dell’Alleanza che si terrà a Vilnius”.

Le nazioni che secondo Rasmussen sarebbero pronte a inviare truppe in ucraina sarebbero la Polonia e i Paesi baltici. Da notare che l’intervento in Ucraina di una “coalizione di volenterosi”, simile a quella formatasi per l’invasione irachena, era stata a suo tempo caldeggiata dal generale David Petraeus, protagonista di primo piano della stagione delle guerre infinite made in Usa (a proposito di democrazia, alla quale si addicono le bombe).

Certo, l’ipotesi di Rasmussen è più raffinata per renderla più accettabile, perché a differenza di Petraeus, prospetta che tale forza abbia uno scopo difensivo e non sia guidata dagli Stati Uniti.

Da cui un disimpegno di Washington, che osserverebbe da oltreatlantico quella che andrebbe a configurarsi come una guerra europea su grande scala, dal momento che le altre nazioni europee non potrebbero non supportare a loro volta il contingente di Paesi Nato schierato in Ucraina qualora, come potrebbe facilmente accadere, ingaggiasse battaglia contro le forze russe.

Allargare la guerra

Resta da capire perché questa drammatizzazione proprio adesso. Perché, cioè, la Nato e i falchi Usa stiano spingendo oltremodo per ampliare un conflitto che finora è rimasto entro limiti a rischio, ma con rischi ancora gestibili e con residui margini per soluzioni negoziali.

Il punto è che temono, con qualche ragione, che la controffensiva ucraina non conseguirà il successo prospettato per mesi. La finzione tenuta in piedi finora, di una vittoria ucraina sul campo di battaglia, non reggerà alla dura realtà. Né riuscirà a erodere le risorse di Mosca in modo tale da “indebolire” la Russia in maniera significativa sul piano internazionale, come da auspici del Segretario della Difesa Usa Lloyd Austin.

La mancata vittoria sarà percepita, a ragione, come uno scacco dei falchi, che per un anno e mezzo hanno insistito sull’invio di armi sempre più potenti a Kiev e a negare possibilità al negoziato (la pace, sotto qualsiasi forma, è qualcosa di esecrando agli occhi, qualcosa di totalmente oppositivo alla guerra infinita alla quale sono consegnati).

Non è la prima volta che tali ambiti subiscono uno smacco – basti pensare all’Iraq e all’Afghanistan – ma subire una sconfitta per mani russe avrebbe un significato epocale. Così devono trovare una via di uscita dal vicolo cieco nel quale si sono cacciati, trascinando con loro l’intero Occidente.

Riportiamo da South Front: “L’attuale strategia riguardo Kiev si basa sulla speranza che la Russia esaurisca il suo potenziale militare più velocemente di quanto avverrà per la macchina militare collettiva della NATO. Questa idea sembra ragionevole solo se la NATO decide di entrare direttamente in guerra con la Russia. In questo momento il flusso di armi NATO viene semplicemente e stupidamente distrutto al fronte, senza alcun esito”. E con esse, anche l’esercito ucraino, che viene degradato giorno dopo giorno, e alla lunga non avrà più la capacità neanche di tenere il fronte.

(1) Va ricordato quando, in un intervento al Parlamento italiano, Draghi volle rendere un inusitato omaggio a Robert Kagan, ignoto ai più ma figlio di Donald, il fondatore del movimento neocon. Robert è il marito di Victoria Nuland, protagonista assoluta del colpo di stato di Maidan del 2014, e figura chiave dei circoli che stanno alimentando il conflitto ucraino (su Robert Kagan vedi Piccolenote, mentre per quanto riguarda gli stretti rapporti tra Frederick Kagan – figlio di Donald e fratello di Robert – e la moglie Kimberly con il generale Petraues rimandiamo al Washington Post. Tutto in famiglia…).

Guerra Ucraina-Russia, le notizie dell’8 giugno.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Kiev: «Acqua diga non può raffreddare reattori Zaporizhzhia». Andrea Nicastro, inviato, e redazione Online l'8 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra di giovedì 8 giugno, in diretta. Rasmussen: «Alcuni Paesi Nato potrebbero schierare truppe in Ucraina». Continuano le indagini per risalire ai mandanti dell’esplosione della diga. Kiev: «600 chilometri quadrati del Kherson sott’acqua» 

• Gli effetti sulle persone e sull’ambiente dopo la distruzione della diga di Nova Kakhovka: domande e risposte .

• Tra gli sfollati che scappano dalla città annegata: «Alle sei l’acqua era in strada, alle sette in casa, alle 7.30 il divano galleggiava».

• I droni che hanno colpito Mosca erano diretti sulle case dei funzionari dell’intelligence di Putin.

• Le parole dell’ex premier Mario Draghi: Kiev deve vincere o per l’Europa sarà la fine.

Ore 01:23 - Draghi, Kiev deve vincere o per l’Ue sarà fatale

«La brutale invasione russa dell’Ucraina non era un atto di follia imprevedibile» ma «un passo premeditato» di Vladimir Putin e «un colpo intenzionale per l’Ue. I valori esistenziali dell’Unione europea sono la pace, la libertà e il rispetto della sovranità democratica», ed è «per questo che non c’è alternativa per gli Stati Uniti, l’Europa e i loro alleati se non garantire che l’Ucraina vinca questa guerra»: lo ha detto l’ex premier Mario Draghi, parlando al Mit di Boston. Per Draghi, accettare una vittoria russa “infliggerebbe un colpo fatale all’Ue».

Ore 02:21 - Ucraina: «Più di 10mila ettari di terra coltivabile allagati»

Diecimila ettari di terreno coltivabile sulla riva destra del Dnepr nell’oblast di Kherson e una “area molto più ampia” sulla riva sinistra sotto l’occupazione russa sono stati allagati a causa della distruzione della diga di Kakhovka. Lo ha annunciato il ministero dell’Agricoltura ucraino. 

L’approvvigionamento idrico di 31 sistemi di irrigazione è interrotto anche nelle regioni di Dnipropetrovsk, Kherson e Zaporizhia, ha proseguito la stessa fonte. Questi 31 impianti hanno permesso di irrigare 58mila ettari e di raccogliere circa un milione di tonnellate di cereali o semi oleosi nel 2021, che rappresenta circa 1,4 miliardi di euro, ha precisato il ministero, preoccupato per le conseguenze economiche del disastro. Solo 13 erano operativi sulla riva destra del Dnepr nel 2023 a causa del conflitto. Dopo la distruzione della diga di Kakhovka, il 94% è fuori servizio nell’oblast di Kherson, il 74% a Zaporizhia e il 30% nella regione di Dnipropetrovsk, secondo il ministero.

 Ore 02:28 - L'accusa di Kiev: «L'ordine di distruggere la diga è arrivato da Putin»

«Il comando per questo atto terroristico è arrivato dal Cremlino, dall'ufficio di Putin. Ordini di questa importanza non vengono impartiti a qualsiasi livello: non certo a livello di battaglione, di divisione, né è una situazione che compete a Shoigu (il ministro della Difesa russo, ndr)», così Khakovka deve essere arrivato direttamente da Putin: ne è convinto il segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale ucraino Oleksiy Danilov, citato dall'agenzia ucraina Ukrinform, secondo cui gli esplosivi erano stati piazzati lì in anticipo, forse già da settembre o ottobre dell'anno scorso, quindi per un'azione che era stata pianificata.

Ore 03:21 - Telefonata Putin-bin Salman, «rafforzare legami commerciali»

Il presidente russo Vladimir Putin e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman hanno discusso della cooperazione all’interno dell’OPEC Plus durante una telefonata avvenuta stasera, secondo una dichiarazione del Cremlino. «Sono state discusse questioni della multiforme cooperazione russo-saudita. In particolare, è stata prestata attenzione alle misure per rafforzare ulteriormente i legami commerciali ed economici e l’attuazione di potenziali progetti congiunti in investimenti, logistica dei trasporti ed energia», afferma la nota di Mosca. «Le due parti hanno discusso in dettaglio come garantire la stabilita’ nel mercato mondiale dell’energia. Le parti hanno espresso grande apprezzamento per il livello di cooperazione nell’ambito dell’OPEC Plus, che consente di adottare misure tempestive ed efficienti per mantenere l’equilibrio dell’offerta e la domanda di petrolio. Hanno sottolineato inoltre l’importanza degli accordi raggiunti durante il recente incontro ministeriale a Riyadh», si legge nel comunicato. Hanno anche discusso di «vari aspetti della cooperazione russo-saudita nel quadro di altre organizzazioni multilaterali» e «hanno deciso di continuare i contatti a vari livelli», secondo il Cremlino.

Ore 04:40 - Zelensky, a Kherson un disastro, serve risposta mondo

«La situazione nella parte occupata della regione di Kherson è assolutamente catastrofica. Gli occupanti hanno semplicemente abbandonato le persone in queste terribili condizioni. Senza soccorsi, senz’acqua, sui tetti delle comunità allagate. E questo è un altro crimine deliberato della Russia: dopo che lo stato terrorista ha causato un disastro, ne massimizza anche il danno». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un lungo video pubblicato sul suo profilo Twitter, dopo la distruzione della diga di Kakhovka nel sud del Paese. «Ora abbiamo bisogno di una risposta chiara e rapida da parte del mondo a quanto sta accadendo», ha scandito Zelensky. «È persino impossibile stabilire con certezza quante persone nel territorio temporaneamente occupato della regione di Kherson possano morire senza soccorsi, senza acqua potabile, senza cibo, senza cure mediche. I nostri servizi militari e speciali stanno salvando le persone il più possibile, nonostante i bombardamenti. Ma sono necessari sforzi su larga scala. Abbiamo bisogno di organizzazioni internazionali, come il Comitato internazionale della Croce Rossa, per unirsi immediatamente all’operazione di salvataggio e aiutare le persone nella parte occupata della regione di Kherson. Ogni persona che muore li’ e’ un verdetto sull’architettura internazionale esistente e sulle organizzazioni internazionali che hanno dimenticato come salvare vite umane. Se ora non esiste un’organizzazione internazionale nell’area di questo disastro, significa che non esiste affatto, che non è in grado di funzionare».

Ore 05:00 - Allarme aereo in tre regioni, esplosioni a Sumy

Un allarme aereo è stato diramato nelle regioni ucraine di Poltava, Sumy e Chernihiv, secondo i dati della mappa online del Ministero della trasformazione digitale dell’Ucraina. Secondo la mappa online, l’allarme e’ stato lanciato all’1:05 ora locale. Alcuni media ucraini hanno riferito di esplosioni a Sumy. Lo riporta l’agenzia russa Ria Novosti.

Ore 05:41 - Allagata anche casa-museo pittrice Polina Raiko

Anche la casa-museo della famosa pittrice ucraina Polina Raiko (Pelaheja Andriivna Rajko) è stata sommersa dall’acqua a causa della distruzione della diga di Kakhovka, riferiscono i media locali. L’edificio si trova nella città di Oleshky, particolarmente colpita dalla piena. Polina Raiko è stata una pittrice autodidatta simbolista. Ha iniziato a dipingere all’età di 69 anni, ricoprendo la sua abitazione di affreschi. È morta nel 2004 all’età di 75 anni e la sua casa è diventata un museo e un monumento culturale nazionale dell’Ucraina.

 Ore 05:41 - Rasmussen, paesi Nato potrebbero dispiegare truppe

Alcuni paesi della Nato potrebbero decidere di schierare truppe sul terreno in Ucraina se i suoi stati membri non forniranno a Kiev significative garanzie di sicurezza al vertice di Vilnius dell’11 e 12 luglio, ha dichiarato al Guardian l’ex segretario generale dell’alleanza Anders Rasmussen. «Se la Nato non riesce a concordare un chiaro percorso per l’Ucraina, c’è una chiara possibilità che alcuni paesi individualmente possano agire», ha detto Rasmussen. «Sappiamo che la Polonia è molto impegnata nel fornire assistenza concreta a Kiev e non escluderei la possibilità che si impegni ancora di più in questo contesto su base nazionale e sia seguita dagli Stati baltici, magari includendo la possibilità di truppe sul terreno». L’ex segretario generale della Nato ha affermato che l’Ucraina dovrebbe ricevere prima del vertice garanzie di sicurezza scritte che comprendano la condivisione dell’intelligence, l’addestramento, la produzione di munizioni e la fornitura continua di armi prima del vertice.

Ore 05:44 - Pence, Usa devono continuare a sostenere soldati Kiev

«So che alcuni in questo dibattito hanno definito la guerra in Ucraina una disputa territoriale. No, e’ stata un’invasione russa, un’invasione russa non provocata. E credo che gli Stati Uniti d’America debbano continuare a rifornire i coraggiosi soldati in Ucraina con le risorse di cui hanno bisogno per respingere l’invasione russa e ripristinare la loro integrità territoriale». Così l’ex vicepresidente Usa Mike Pence, che ieri sera ha formalizzato la sua candidatura alla Casa Bianca, in un’intervista tv sulla Cnn.

Ore 06:06 - Aiea, livello acqua centrale Zaporizhzhia scende ancora

Sono in corso i lavori per garantire che il bacino di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia abbia la massima quantità di acqua dopo la distruzione della diga di Kakhova. Lo comunica l’Aiea, secondo quanto riportato da Kiev Independent. Il livello dell’acqua del serbatoio continua a scendere in seguito alla distruzione della centrale idroelettrica, ha avvertito l’Agenzia internazionale per l’energia atomica.

Ore 06:07 - Kiev, 5 anni e 1 mld dollari per ricostruzione diga Kakhovka

Ci vorranno almeno 5 anni e 1 miliardo di dollari per costruire una nuova centrale idroelettrica dopo la distruzione della diga di Kakhovka, in Ucraina. Lo riferisce il capo della compagnia energetica statale ucraina Ukrhydroenergo Ihor Syrota citato da Kyiv Independent. «La costruzione di una nuova diga e di una centrale idroelettrica nel sito di quella distrutta di Kakhovka richiederà almeno cinque anni e richiederà almeno 1 miliardo di dollari», afferma.

Ore 06:34 - Grossi (Aiea): lavoriamo per impedire incidente nucleare

Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, ha detto alla Ria Novosti che la sua agenzia sta facendo del suo meglio per porre fine alle sofferenze derivanti dal conflitto ucraino, oltre che prevenire un eventuale disastro nucleare. “Quindi, quello che stiamo cercando di fare è prevenire. Oltre a questo, c’è” la possibilità di “un grave incidente nucleare con grandi conseguenze radiologiche, perché questo è il nostro mandato. Vorremmo fare di più, se possiamo”, ha detto Grossi. Guerre e conflitti, qualunque siano le loro motivazioni o giustificazioni, portano inevitabilmente sofferenza, morte e dolore, e l’Aiea sta facendo tutto il possibile per garantire che le conseguenze del conflitto ucraino non peggiorino ulteriormente, ha aggiunto Grossi

Ore 06:41 - Scontri a Zaporizhzhia, si combatte nei pressi si Orekhov

Le forze ucraine stanno concentrando dei riservisti lungo il fronte della regione di Zaporizhzhia e duri scontri sono in atto lungo la linea del fronte di Orekhovo-Tokmak. E’ quanto riferiscono diverse fonti Telegram russe, secondo cui alle prime luci dell’alba, nei pressi sella citta’ di Orekhov, le forze di Kiev hanno condotto delle attivita’ di ricognizione dopo aver effettuato, ieri sera, diversi attacchi con l’artiglieria per cercare di sopprimere alcuni avamposti russi. Agli attacchi di artiglieria sono seguite delle battaglie di terra condotte diversi gruppi corazzati delle forze armate ucraine supportati da gruppi tattici. Secondo le fonti russe, si tratterebbe dei reggimenti 291 e 70: si tratta, rispettivamente, di gruppi di ricognizione e forze speciali. Una seconda ondata alle 5 del mattino ha consentito ai militari ucraini di ottenere un successo, ovvero la conquista di un’altura su cui ora starebbero cercando di costruire delle fortificazioni per mantenerne il controllo. Le forze russe hanno condotto su questo tratto del fronte i primi riservisti e gruppi corazzati mobili e stanno impiegando obici e lanciarazzi multipli (Mlrs) per bombardare la linea del fronte.

Ore 07:16 - Il leader ceceno Kadyrov mostra blindati di fabbricazione cinese in dotazione alle sue unità

Il presidente della Repubblica autonoma russa di Cecenia, Ramzan Kadyrov, ha condiviso un video sui suoi profili social in cui mostra le nuove dotazioni per le sue unità militari. Tra queste, sono visibili i veicoli blindati Tiger prodotti dall’azienda cinese Shaanxi Baoji Special Vehicles. Le unità di Kadyrov sono state attivamente coinvolte nel conflitto in Ucraina e, da alcuni giorni, il leader ceceno propone di inviare le sue truppe a difendere la regione russa di Belgorod, che è stata oggetto di incursioni ucraine. Non c’è conferma che questi veicoli saranno utilizzati nel conflitto, ma potrebbe rappresentare un precedente rischioso per la Cina, che potrebbe subire sanzioni da parte dei Paesi occidentali per aver fornito armamenti alla Federazione Russa. Nel video, Kadyrov non menziona esplicitamente questi mezzi, ma afferma che gli armamenti mostrati sono stati acquisiti dopo l’inizio dell’aggressione militare russa in Ucraina, avvenuta il 24 febbraio 2022.

Ore 07:19 - Zelensky: «I russi sparano ai soccorritori nelle aree allagate»

Secondo quanto dichiarato da Zelensky al giornale Bild, le forze russe hanno aperto il fuoco contro i soccorritori ucraini che stavano cercando di raggiungere le aree allagate nella regione di Kherson, attualmente sotto il controllo russo. I soccorritori sono impegnati nell’evacuazione di migliaia di persone nelle zone colpite dall’alluvione causata dal crollo della diga di Nova Kakhovka e della centrale idroelettrica. Zelensky ha raccontato che ci sono state vittime sia tra le persone che tra gli animali. Le persone intrappolate sul tetto delle case sommerse vedono i corpi delle persone annegate galleggiare. L’evacuazione delle persone nella parte occupata della regione di Kherson è molto difficile. Zelensky ha aggiunto che quando le forze ucraine cercano di far uscire i residenti, vengono attaccate dai soldati occupanti a distanza. Non appena i soccorritori ucraini cercano di salvare le persone, vengono colpiti. Zelensky ha concluso affermando che le conseguenze complete di ciò che sta accadendo non saranno visibili finché il livello dell’acqua non diminuirà.

Ore 07:29 - «La situazione a Kherson è catastrofica, serve una risposta del mondo»

«La situazione nella parte occupata della regione di Kherson è estremamente catastrofica», ha dichiarato Zelensky in un video pubblicato su Telegram in seguito alla distruzione della diga di Kakhovka. Zelensky ha sottolineato che è impossibile determinare con certezza quante persone nel territorio occupato della regione di Kherson potrebbero morire a causa della mancanza di soccorsi, acqua potabile, cibo e cure mediche. Nonostante i bombardamenti, i nostri servizi militari e speciali stanno facendo del loro meglio per salvare il maggior numero possibile di persone. Tuttavia, sono necessari sforzi su larga scala. Zelensky ha chiesto alle organizzazioni internazionali, come il Comitato internazionale della Croce Rossa, di unirsi immediatamente all’operazione di salvataggio e di fornire aiuto alle persone nella parte occupata della regione di Kherson.

Ore 07:48 - Rasmussen: «Alcuni Paesi Nato potrebbero schierare truppe in Ucraina»

L’ex segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha affermato che un gruppo di paesi dell’Alleanza Atlantica potrebbe prendere azioni individuali e dispiegare truppe in Ucraina se gli Stati membri non garantissero la sicurezza a Kiev durante il vertice della Nato a Vilnius, in Lituania, a luglio. Rasmussen ha citato la Polonia come un paese molto impegnato nel fornire assistenza concreta all’Ucraina e ha ipotizzato la possibilità che la Polonia, seguita dagli Stati baltici, potesse formare una coalizione di paesi disposti ad intervenire militarmente. Le garanzie di sicurezza proposte includerebbero la condivisione di informazioni, l’addestramento congiunto dell’Ucraina, l’interoperabilità con la Nato, un aumento della produzione di munizioni e la fornitura di armi.

Ore 07:59 - «Dopo il crollo della diga è cruciale mantenere l’integrità della centrale nucleare di Zaporizhzhia»

Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica Rafael Mariano Grossi dopo l’esplosione della diga di Kakhovka che rifornisce di acqua la centrale, ha dichiarato che è « essenziale mantenere l’integrità del bacino di raffreddamento della centrale e del canale di scarico della centrale nucleare di Zaporizhzhia. È fondamentale che l’impianto disponga di acqua sufficiente per fornire il raffreddamento essenziale al sito nei mesi a venire».

«Ora più che mai, la presenza rafforzata dell’Aiea presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia è di vitale importanza per contribuire a prevenire il pericolo di un incidente nucleare e le sue potenziali conseguenze per la popolazione e l’ambiente in un momento di maggiore attività militare nella regione. La possibile perdita della principale fonte di acqua di raffreddamento dell’impianto complica ulteriormente una situazione di sicurezza nucleare già estremamente difficile e impegnativa», ha dichiarato Grossi, che la prossima settimana sarà a Zaporizhzhia.

Ore 08:06 - Kiev: «600 chilometri quadrati del Kherson sono sott’acqua»

«Questa mattina il livello medio delle inondazioni è di 5,61 metri: 600 chilometri quadrati della regione di Kherson sono sott’acqua, il 32% dei quali sulla riva destra e il 68% sulla riva sinistra». Lo rende noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale ucraina di Kherson Oleksandr Prokudin.

Ore 08:19 - Diplomatico Usa: «Sapevamo che i russi avevano minato la diga»

«Sapevamo da tempo che i russi avevano minato la diga di Kakhovka, per essere pronti a farla esplodere, se lo avessero ritenuto utile. Hanno aspettato finora, perché speravano di riconquistare i territori persi nella zona di Kherson. Il fatto che abbiano deciso di farla saltare dimostra che hanno rinunciato all’idea di poter riprendere quelle regioni». Così a Repubblica Kurt Volker, già inviato per l’Ucraina dell’amministrazione Usa. La distruzione della diga conviene a Mosca per «due motivi - spiega - Creare una distrazione, costringendo Kiev a rispondere all’emergenza umanitaria provocata dall’inondazione. Il secondo, ostruire la controffensiva». Quelle regioni «darebbero agli ucraini la possibilità di avvicinarsi, e quindi colpire con i loro missili Sebastopoli». Colpire la Crimea però è ancora possibile, dice, «arrivando da est. Prima di farlo, però, gli ucraini devono spezzare il ponte di terra che collega la penisola alla Russia». Alla domanda se possono aver successo, Volker risponde: «Hanno 60 mila nuovi soldati ben addestrati. È una capacità significativa e dovrebbero essere in grado di fare meglio dei russi. La controffensiva poi non sarà un grande episodio bellico unico, ma una serie di iniziative prolungate nel tempo. Quindi c’è tempo per ricevere altre forniture militari».

Ore 08:24 - Mosca: «14 mila case allagate, evacuate più di 4 mila persone»

I servizi di emergenza russi hanno reso noto questa mattina che oltre 14.000 abitazioni sono allagate dopo il crollo della diga di Kakhovka, nella regione ucraina meridionale di Kherson, e circa 4.300 persone sono state evacuate. Lo riporta la Tass.

Ore 08:40 - Le autorità filo-russe di Zaporizhzhia: «Kiev conduce l’offensiva da 4 giorni»

Il capo dell’amministrazione russa della regione di Zaporizhzhia, Vladimir Rogov, ha detto al canale «Solovjev Liev» che le forze armate dell’Ucraina stanno conducendo un’offensiva su larga scala nella regione di Zaporizhzhia da quattro giorni, affermando inoltre che nella notte avrebbero bombardato la città di Tokmak utilizzando lanciarazzi Himars.

Ore 08:54 - Esplode una condotta di ammoniaca che portava il fertilizzante dalla Russia a Odessa

(di Andrea Nicastro) (...) una voragine si è aperta nella più lunga condotta al mondo per l’ammoniaca. Prima della guerra portava l’indispensabile componente per fertilizzanti dalla città russa di Togliatti a al porto di esportazione ucraino di Odessa. Con la guerra il pompaggio si è fermato e Mosca ha sempre chiesto di poter riprendere l’export come contropartita al consenso per l’esportazione del grano ucraino. L’episodio rischia di ricordare quello del gasdotto Nord Stream 2. La sua misteriosa esplosione nel Mare del Nord sta impedendo di fatto anche solo l’intenzione di riaprire i commerci di gas con Mosca. Lo stesso sarà ora per l’ammoniaca. «Lunedì — sostiene la Difesa russa — dei guastatori ucraini hanno causato un’esplosione alle tubature che portano ammoniaca da Togliatti a Odessa. I residui chimici si stanno versando sul terreno». Tra i due disastri ambientali, l’inondazione e la fuga di ammoniaca, si combatte. Continuano i bombardamenti ucraini sulla regione russa di Belgorod. Ieri «più di 40 proiettili su una zona industriale hanno causato un incendio e altri 20 sono esplosi in città», ha dichiarato il governatore. (...)

Ore 09:13 - Nato: «L’esito della guerra deve garantire la sovranità nazionale all’Ucraina»

«Dobbiamo rafforzare la posizione dell’Ucraina sul campo di battaglia in modo che l’esito di questa guerra garantisca che l’Ucraina prevalga come nazione sovrana e indipendente e che il presidente (russo Vladimir) Putin non vinca». Lo ha dichiarato il segretario generale Jens Stoltenberg durante un podcast in diretta con l’ambasciatore degli Stati Uniti presso la Nato Julianne Smith. «Quello che sappiamo è che gli ucraini ora hanno capacità, armi, munizioni e anche addestramento, forniti da alleati e partner della Nato», ha detto, osservando che Kiev aveva le capacità di cui ha bisogno per liberare il territorio.

Ore 09:40 - Intelligence britannica: «Le unità cecene hanno fallito la conquista di Marivka»

L’intelligence britannica, nell’ultimo rapporto sulla situazione sul campo, scrive che le unità cecene hanno condotto un tentativo fallito di conquistare la città di Marivka, vicino Donetsk, dove la linea del fronte è cambiata poco rispetto al 2015”. Al 7 giugno «il livello delle inondazioni è continuato a salire nel basso Dnipro, in seguito al crollo della diga di Kakhovka, ma probabilmente inizierà a diminuire nel corso della giornata di oggi. I bombardamenti hanno complicato i tentativi di evacuare i civili sfollati dalle aree inondate».

Ore 09:51 - Zakharova: «Se l'Occidente fornisse il nucleare a Kiev sarebbe la fine dell'umanità»

Secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, il fornire armi nucleari all'Ucraina da parte dell'Occidente porterebbe alla fine dell'umanità, ipotizzando una situazione mai sperimentata dai partner occidentali. Zakharova ha poi accusato il "regime di Kiev" di essere disposto a distruggere il proprio territorio, facendo riferimento a possibili azioni come l'utilizzo di uranio impoverito, l'inondazione con acqua e l'avvelenamento con ammoniaca. Ha inoltre affermato che il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy e il suo team si stanno trasformando in un'organizzazione terroristica internazionale, senza menzionare la presenza di compagnie militari private russe come Wagner sul suolo ucraino.

Ore 09:54 - «Se non reagiremo all'attacco contro la diga ci saranno altri crimini»

Se non ci sarà una reazione appropriata all'attacco contro la diga di Nova Kakhovka, il presidente russo, Vladimir Putin, compirà «altri crimini più gravi». È quanto ha affermato su Twitter il viceministro degli Esteri ucraino, Andriy Melnik. Secondo il funzionario, «dopo aver provocato una catastrofe di tale portata, i russi sono entrati in una nuova dimensione della guerra, ma a livello internazionale è stata espressa solo preoccupazione». Melink ha osservato che pertanto «non sono arrivate nuove misure punitive contro il Cremlino», e che questo «potrebbe portare Putin a compiere altri crimini ancora più gravi».

Ore 09:56 - Lukashenko: «La controffensiva ucraina non c'è, è solo propaganda»

Iil presidente bielorusso Alexandr Lukashenko, citato dalla Tass, ha detto che la controffensiva ucraina non c'è ed è un esempio di grande disinformazione.

Ore 09:59 - I combattimenti in Ucraina si intensificano, Orban (Ungheria) riunisce il Consiglio di difesa: «Escalation in corso»

Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha convocato questa mattina presto il consiglio di Difesa, a causa dell'intensificarsi da ieri sera dei combattimenti in Ucraina. Lo ha riferito su Facebook lo stesso Orban. «La cosa più importante sarebbe un cessate il fuoco e la pace», si legge nel post con una foto della riunione, «ma nella guerra russo-ucraina i combattimenti si sono intensificati da ieri sera. Per noi, la sicurezza dell'Ungheria viene prima di tutto».

Ore 10:03 - A Kiev protesta contro l'inerzia dell'Onu dopo il crollo della diga

Un gruppo di attivisti dell'organizzazione non governativa Unione Ucraina degli Studenti ha organizzato un presidio davanti all'ufficio locale delle Nazioni Unite a Kiev per denunciare «l'inerzia» dell'Onu nel fornire aiuto dopo il crollo della diga di Kakhovka nella regione di Kherson. La televisione statale ucraina Suspilne ha riportato la notizia. L'organizzazione ha espresso la propria indignazione per l'inazione delle Nazioni Unite. Gli organizzatori della protesta hanno dichiarato: «Ogni secondo, assistiamo non solo a un altro brutale crimine commesso dai russi, ma anche a una dimostrazione di impotenza da parte dell'organizzazione che avrebbe dovuto garantire e preservare la pace nel mondo. Invece di condannare il terrorismo ambientale della Russia, le Nazioni Unite si sono congratulate per la "Giornata della lingua russa" su Twitter e hanno invitato ad iscriversi al sito "krapka.ru" dell'Onu».

Ore 10:09 - Lukashenko: «Bisogna porre fine al conflitto tra Ucraina e Mosca»

Nel corso di un vertice del Consiglio dell'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (OTSC), il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha sottolineato l'importanza di porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina, lasciando la discussione sulle cause a un momento successivo. Lukashenko ha dichiarato: «Ogni volta che ci incontriamo, discutiamo della situazione in Ucraina (...) Vorrei solo mettere in guardia dal cercare ora di individuare le ragioni del conflitto. Prima o poi affronteremo la questione delle cause. Al momento, l'aspetto più importante è porre fine a questa guerra».

Ore 10:13 - Zelensky risponde alle indiscrezioni del Washington Post: «Non coinvolti nel sabotaggio del Nord Stream»

Zelensky ha negato ogni coinvolgimento del suo governo nel sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2. «Io sono il presidente e pertanto impartisco ordini», ha dichiarato, parlando con le testate del gruppo editoriale Axel Springer. «Nulla del genere è stato fatto dall'Ucraina. Non agirei mai in questo modo», ha aggiunto, chiedendo le prove di un coinvolgimento del suo paese.

Ore 10:17 - Bacino a monte della diga calato ieri di un metro

Il livello dell'acqua nel bacino idrico di Kakhovsky sul fiume Dnipro, a monte della diga crollata, è sceso di un metro nella giornata di ieri e continua a calare. Lo rende noto la società elettrica statale ucraina, gestore dell'impianto idroelettrico distrutto, Ukrhydroenergo, sul suo canale Telegram, citata da Ukrinform. l «A partire dalle 8:00, il livello dell'acqua continua a diminuire. Nella regione di Nikopol, il livello è di 13,05 metri. Nel corso della giornata, il livello dell'acqua nel bacino idrico di Kakhovsky è diminuito di quasi un metro», afferma il rapporto.

Ore 10:29 - Disastro della diga, Zelenksy nel Kherson: «Risarcire le vittime»

«Mi trovo in viaggio di lavoro nella regione di Kherson. Ho presieduto una riunione di coordinamento per affrontare le conseguenze dell'esplosione della diga idroelettrica di Kakhovka», ha scritto il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, su Telegram. «Durante l'incontro sono state affrontate molte questioni cruciali: la situazione operativa nella regione in seguito al disastro, l'evacuazione della popolazione dalle zone a rischio di alluvione, il ripristino dell'emergenza causata dall'esplosione della diga e l'organizzazione del supporto vitale per le aree allagate. Inoltre, abbiamo discusso delle prospettive di ripristino dell'ecosistema della regione e della situazione militare operativa nell'area colpita dal disastro», ha continuato Zelensky. Per il presidente, è fondamentale calcolare i danni subiti e stanziare fondi per compensare i residenti colpiti dal disastro. Inoltre, si intende sviluppare un programma per compensare le perdite o trasferire le attività economiche all'interno della regione di Kherson.

Ore 10:42 - Cinque morti a causa del crollo della diga nei territori occupati dai russi

Sono cinque le vittime delle inondazioni causate dalla distruzione della diga di Nova Kakhovka, nei territori occupati dalle truppe russe. Secondo l'agenzia Tass, che cita il sindaco imposto da Mosca a Nova Kakhovka, l'insediamento più vicino alla diga.

Ore 10:54 - Patrushev accusa Usa e Gran Bretagna: «Hanno interessi a continuare la guerra»

«Usa e Gran Bretagna hanno interessi a continuare il conflitto in Ucraina», sostiene Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza russo, in vista dell'incontro tra il presidente Usa Joe Biden e il primo ministro britannico Rishi Sunak nello Studio Ovale.

L'Ucraina, secondo Patrushev, era pronta a trattare la pace con la Russia: «Anche i leader dell'Ucraina erano pronti a concludere un trattato di pace e hanno presentato proposte scritte alla Russia, che abbiamo approvato in linea di principio».

Ore 10:58 - Attacco di razzi russi su Avdiivka, un ferito

Questa mattina l'esercito russo ha lanciato un attacco con almeno quattro razzi contro la cittadina di Avdiivka, nella parte del Donetsk ancora sotto il controllo ucraino, dove un residente sarebbe rimasto ferito. Ad annunciarlo su Telegram è stato il capo dell'amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, citato da Ukrinform.

Ore 11:01 - Dalla Russia: «Gli ucraini sparano sul centro sfollati della diga Kakhovka»

Secondo quanto riferisce un corrispondente della Tass, l'agenzia di stampa ufficiale della Russia, le forze ucraine avrebbero aperto il fuoco su un centro sfollati di Golayan Pristan, vicino alla foce del Dnipro, aperto in seguito al crollo della diga Kakhovka.

Ore 11:04 - Mosca accusa Kiev all'Aja: «Sono stati loro ad attaccare la diga Kakhovka»

Davanti al tribunale internazionale dell'Aja, la Russia ha accusato l'Ucraina di di aver distrutto la diga di Nova Kakhovka usando «massicci» colpi di artiglieria. Mosca continua, quindi, a respingere le affermazioni di Kiev secondo cui il responsabile del disastro è l'esercito russo. «Il regime di Kiev non solo ha lanciato massicci attacchi di artiglieria contro la diga, ma ha anche deliberatamente alzato il livello dell'acqua del bacino idrico di Kakhovka a un livello critico», ha detto il diplomatico russo Aleksander Shulgin.

Ore 11:12 - Kuleba: «I Paesi Nato non schiereranno le loro truppe in Ucraina prima della fine del conflitto»

Durante un'intervista televisiva, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha affermato che i Paesi della Nato non invieranno truppe in Ucraina fino alla fine delle ostilità. Ha dichiarato: «Prima che il conflitto armato sul territorio ucraino sia terminato, gli Stati membri della Nato non schiereranno le loro truppe nel nostro Paese. In effetti, non lo stiamo chiedendo». Kuleba ha sottolineato che una volta che l'Ucraina diventerà membro dell'Alleanza, schiererà le proprie brigate in altri Paesi Nato per difendere la loro sicurezza.

Ore 11:39 - Tv ucraina: «I russi impediscono ai residenti di fuggire dall'inondazione»

A Oleshky, nella regione di Kherson, «i residenti non possono lasciare la città sulla riva sinistra del fiume Dnipro occupata e inondata in seguito all'esplosione della diga di Kakhovka perchè i russi non li rilasciano e non gli consentono di spostarsi nelle zone che non sono allagate». Lo riferisce la tv pubblica ucraina Suspilne, aggiungendo che ci sono vittime ma non è ancora possibile stabilire il numero. I militari della Federazione Russa mandano via le persone dai locali che non sono stati allagati e si stabiliscono ai piani superiori dei condomini, dice Suspilne.

Ore 12:07 - Kiev, in 24 ore 148 bombardamenti sulla regione di Zaporizhzhia

Le forze armate russe hanno bombardato almeno 148 volte la regione ucraina meridionale di Zaporizhzhia nelle ultime 24 ore, colpendo 21 insediamenti vicini al fronte, secondo quanto afferma su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale, Yuriy Malashko, citato da Ukrinform. Un uomo di 68 anni ha inoltre ricevuto cure mediche a Kamianske, a quanto sembra per ferite dovute a una mina, ha aggiunto Malashko.

Ore 12:11 - Isw: «Il crollo della diga ha danneggiato le difese russe sulla riva sinistra del Dnipro»

Il bollettino giornaliero dell'Institute for the Study of War (Isw) riferisce che il crollo della diga di Kahovka ha provocato danni alle linee di difesa russe sulla riva sinistra del fiume Dnipro, aggiungendo che le forze di occupazione russe hanno risposto agli allagamenti «con un alto grado di disorganizzazione, esacerbando la situazione della popolazione civile». Per quanto riguarda le posizioni militari russe, il think tank americano riferisce che l'onda di piena della diga ha distrutto molte fortificazioni della prima linea russa di difesa. Inoltre i russi hanno dovuto ritirare personale e materiale militare da Oleshky e Hola Prystan, due posizioni usate in precedenza per bombardare la città di Kherson sulla riva opposta del Dnipro. L'allagamento ha anche distrutto i campi minati russi lungo il fiume, con immagini che mostrano l'esplosione di mine nell'acqua. Infine la portavoce del comando sud ucraino, Nataliya Humeniuk, ha dichiarato che i russi hanno ridispegato uomini e materiale militare dai cinque ai 15 chilometri più indietro. L'Isw non ha scritto un giudizio definitivo sulle cause e la responsabilità del crollo della diga, ma ieri ha affermato di ritenere «molto probabile» che sia stato un atto deliberato russo.

Ore 12:18 - Kiev: «Uccisi 730 soldati russi in 24 ore, 212 mila dall'inizio dell'invasione»

Sarebbero 730 i soldati russi morti nelle ultime 24 ore. Lo afferma lo Stato Maggiore di Kiev nel suo bollettino giornaliero pubblicato su Facebook, che fa salire a 212.760 il totale dei militari di Mosca uccisi dall'inizio del conflitto. L'esercito ucraino rivendica anche di aver distrutto 28 sistemi di artiglieria, 18 carri armati e 16 veicoli corazzati da combattimento nemici.

 Ore 12:23 - Mosca: «Il sabotaggio del condotto di ammoniaca causerà un impatto sull'accordo del grano»

Il sabotaggio di una conduttura per l'esportazione di ammoniaca dalla Russia, avvenuta nella regione ucraina di Kharkiv, avrà un «impatto negativo» sull'accordo per l'esportazione del grano ucraino, che arriverà a scadenza il 17 luglio. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall'agenzia Ria Novosti.

Ore 13:22 - Kiev: «Nonno e nipotino di 4 anni uccisi in attacco su Donetsk»

Un nonno, suo figlio e il nipotino di 4 anni sono morti in un attacco lanciato dall'esercito russo nella tarda serata di ieri sulla città di Ukrainsk, nella regione del Donetsk. Lo riferisce l'ufficio del procuratore generale, come riporta il Kyiv Indipendent. Altre cinque persone sono rimaste ferite in città, tra cui quattro bambini dai tre ai 13 anni. Secondo il governatore dell'oblast di Donetsk Pavlo Kyrylenko, 14 grattacieli e due residenze private a Ukrainsk sono stati danneggiati dall'attacco. Nelle ultime 24 ore, secondo il ministero della Difesa ucraino, la Russia ha bombardato 9 regioni ucraine: a Donetsk, Sumy, Chernihiv, Kharkiv, Kherson, Zaporizhzhia, Mykolaiv, Dnipropetrovsk e Luhansk.

Ore 13:23 - «Russia e Cina hanno condotto pattugliamenti aerei congiunti»

Le forze aeree russe e l'aeronautica cinese hanno condotto pattuglie congiunte nella regione dell'Asia-Pacifico. Lo ha reso noto l'ufficio stampa del ministero della Difesa della Russia, aggiungendo che le manovre l'evento si è svolto nell'ambito dell'attuazione del piano di cooperazione militare per il 2023. Come ha sottolineato il dicastero, le pattuglie «non sono dirette contro Paesi terzi». «Il gruppo aereo composto dai vettori missilistici strategici Tu-95Ms delle forze aeree russe e dai bombardieri strategici Hun-6K dell'aeronautica militare della Cina ha effettuato pattuglie aeree sulle acque del mare Giapponese e della Cina orientale, nella parte occidentale dell'Oceano Pacifico», precisa in un comunicato.

Ore 13:25 - Filorussi: «Due sfollati per diga uccisi da fuoco ucraino»

Due civili, tra cui una donna di 33 anni incinta, sono stati uccisi e altri due feriti oggi dalle forze ucraine che hanno aperto il fuoco su un punto di raccolta di sfollati dell'area inondata per la rottura della diga di Kakhovka. Lo afferma il capo dell'amministrazione filorussa della regione di Kherson, Vladimir Saldo, sul suo canale Telegram. Secondo Saldo il bombardamento è avvenuto a Golaya Pristan, vicino al delta dello Dnipro.

Ore 13:28 - Kiev: «I russi stanno bombardando Kherson»

I russi stanno bombardando Kherson, la città inondata dalla piena del fiume Dnipro, secondo quanto scrive il governatore dell'Oblast, Oleksandr Prokudin, sul suo canale Telegram.

Ore 13:32 - La viceministra della Difesa ucraina: «Avviata controffensiva a Bakhmut»

L'esercito ucraino è passato dalla difesa alla controffensiva nella direzione di Bakhmut. Lo ha affermato in un messaggio su Telegram la viceministra della Difesa dell'Ucraina, Hanna Maliar, secondo cui le truppe di Kiev sono avanzate in diverse zone da 200 fino a 1.100 metri. «I mercenari Wagner rimangono nelle unità posteriori. Attualmente, i combattimenti sono condotti dall'esercito regolare della Federazione Russa», si legge nel messaggio. Maliar ha spiegato che le forze di Kiev riescono a mantenere la difesa nella direzione di Bakhmut grazie alle fortificazioni preparate in anticipo.

Ore 13:57 - Gli esperti militari: «Esercito britannico troppo debole per combattere una guerra europea»

Gli esperti militari, durante un'audizione presso il Comitato parlamentare per la difesa, hanno affermato che le forze armate britanniche sono insufficienti per affrontare la Russia. Pertanto, suggeriscono che il Regno Unito debba incrementare la produzione di munizioni e investire immediatamente il 3% del PIL nella difesa, nonostante l'aumento recente di 11 miliardi di sterline (12,7 miliardi di euro) nella spesa militare. Questo consentirebbe alle forze armate britanniche di essere pronte a combattere sul suolo europeo entro la fine del decennio, considerando la possibilità di un coinvolgimento prioritario degli Stati Uniti in una potenziale invasione cinese di Taiwan.

Ore 14:12 - Peskov: «L'esplosione del gasdotto Togliatti-Odessa complica l'estensione dell'accordo sul grano»

Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino, ha detto che l'esplosione del gasdotto Togliatti-Odessa complica l'estensione dell'accordo sul grano. Secondo Peskov la situazione che riguarda la conduttura dell'ammoniaca può influenzare «solo negativamente» la conclusione dell'accordo. «Non sappiamo cosa vorrà fare la parte ucraina».

Ore 14:20 - Le foto del prima e dopo la distruzione della diga di Nova Kakhovka

(di Alice Scaglioni) La diga di Kakhovka è stata distrutta martedì 6 giugno, alle prime ore del mattino. Le immagini del prima e dopo, pubblicate da Maxar e Planet Labs, sono impressionanti e mostrano i territori nelle zone limitrofe alla centrale idroelettrica di Kakhovka completamente allagati. (...)

Ore 14:32 - Kiev: «A causa dell'inondazione a rischio milioni di tonnellate di raccolto»

L'Ucraina potrebbe perdere diverse milioni di tonnellate di raccolti a causa delle inondazioni causate dalla distruzione della diga di Kakhovka nel sud del paese. Lo ha affermato oggi il ministero dell'Agricoltura ucraino, citato dal Guardian. «Senza una fonte di approvvigionamento idrico, è impossibile coltivare ortaggi. Cereali e semi oleosi saranno coltivati utilizzando un modello estensivo con basse rese», ha riferito il ministero in una nota, aggiungendo che la distruzione della diga inonderà decine di migliaia di ettari di terreno agricolo nel sud dell'Ucraina e potrebbe trasformare almeno 500.000 ettari di terra senza irrigazione in «deserti». Secondo il ministero, il terreno allagato richiederà una valutazione agroecologica completa delle condizioni del suolo e nella maggior parte dei casi dovranno essere applicati speciali metodi di ripristino del suolo.

Ore 15:11 - Mosca: «Respinta offensiva ucraina a Zaporizhzhia»

Le forze russe hanno respinto oggi un tentativo di sfondamento del fronte nella provincia di Zaporizhzhia da parte delle forze ucraine distruggendo 30 carri armati ed eliminando 350 soldati di Kiev. Lo ha detto il ministro della Difesa di Mosca, Serghei Shoigu, citato dalle agenzie russe.

Ore 16:20 - Scholz: «Armi e addestramento a Kiev finché è necessario»

«Assieme siamo al fianco dell'Ucraina, che appoggiamo con le armi, con l'addestramento militare e lo faremo fino a quando sarà necessario». Così il cancelliere tedesco Olaf Scholz nelle dichiarazioni congiunte con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al termine dell'incontro a Palazzo Chigi.

Ore 16:23 - Il Washington Post conferma: «Iniziata la controffensiva ucraina»

«La tanto attesa controffensiva dell'esercito ucraino contro le forze di occupazione russe è iniziata, aprendo una fase della guerra volta a ripristinare la sovranità territoriale dell'Ucraina e a mantenere il sostegno occidentale nella guerra». Lo scrive il Washington Post citando quattro fonti militari ucraine secondo cui le truppe di Kiev hanno intensificato i loro attacchi in prima linea nel sud-est del Paese. Due funzionari ucraini, tra cui una fonte vicina al presidente Volodymyr Zelensky, hanno confermato ad Abc News che è in corso una fase attiva della controffensiva ucraina.

Ore 16:29 - Polonia: «Meccanismo ricollocamento migranti inaccettabile»

«Politicamente, pragmaticamente questo meccanismo» di ricollocamento dei richiedenti asilo in Ue «è inaccettabile per noi». Così il viceministro degli Interni polacco, Bartosz Grodecki, a margine del Consiglio Affari Interni in Lussemburgo. Il viceministro ha poi equiparato il contributo finanziario per ciascun migrante non accolto a una «sanzione», sostenendo che tale contributo non sarà «in alcun modo accettato, né consentito nel nostro Paese. Non riusciamo a spiegare a una società che ha accolto oltre un milione di profughi di guerra dall'Ucraina che ora se non ne accettano di più, dovranno pagare di tasca propria», ha aggiunto.

Ore 16:31 - Kiev: «Un morto per le inondazioni nella regione di Mykolaiv»

Un civile è morto nel villaggio di Vasylivka, nell'oblast di Mykolaiv, a causa delle inondazioni provocate dal crollo della diga di Kakhovka. Lo ha riferito il capo della polizia regionale, Serhii Shaikhet, citato da Kyiv Independent. L'uomo, di 53 anni, si era rifiutato di evacuare il giorno prima, ha aggiunto il funzionario. Si tratta della prima vittima segnalata del disastro della diga di Kakhovka nell'oblast di Mykolaiv in Ucraina, dove tre comunità sono state allagate.

Ore 16:36 - Kiev: «Si combatte, russi sulla difensiva a Zaporizhzhia»

Sulla linea «di Zaporizhzhia, nell'area di Orichova, il nemico è attivamente sulla difensiva». Lo scrive su Telegram la viceministra alla Difesa ucraina, Hanna Malyar, sottolineando che sono in corso combattimenti anche nel sud dell'Ucraina, dove «le battaglie continuano per Velika Novosilka, in direzione di Novopalivsk» nell'oblast di Donetsk.

Ore 16:48 - Kiev chiede all'Europa di aumentare forniture di elettricità

L'Ucraina chiede all'Europa di «aumentare in modo significativo» le sue forniture di elettricità dopo gli attacchi russi «alle infrastrutture energetiche del Paese» e la distruzione della diga di Kakhovka. Lo ha detto il ministro ucraino dell'Energia, German Galushchenko, parlando all'Afp a margine di un incontro a Versailles dell'Agenzia internazionale dell'energia (Aie). «Chiediamo all'Europa di aumentare» il tetto delle importazioni di elettricità per portarlo a 2 gigawatt invece dell'attuale 1 gigawatt, ha detto Galushchenko.

Ore 18:45 - Acqua diga non può raffreddare reattori Zaporizhzhia

Il bacino della diga di Kakhovka non può più fornire acqua sufficiente per raffreddare i reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo ha riferito l’operatore della diga distrutta in un attacco nel sud dell’Ucraina. L’amministratore delegato di Ukrhydroenergo, Igor Syrota, ha affermato che il livello dell’acqua è «al di sotto del punto critico di 12,7 metri», il che significa che non può più rifornire «i bacini della centrale nucleare di Zaporizhzhia per raffreddare l’impianto».

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 9 giugno.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 9 giugno. 007 Kiev: "Intercettati i russi che hanno fatto saltare la diga". La Repubblica il 9 giugno 2023.  

Putin: "La contoffensiva ucraina è iniziata ma senza successo". Il capo del Cremlino vede Lukashenko a Sochi: "Armi nucleari in Bielorussia dopo il 7 o l'8 luglio"

Le forze di Kiev hanno intensificato la loro controffensiva mentre le truppe russe hanno aperto il fuoco sui soccorritori e i sopravvissuti al disastro della diga sul Dnepr. Zelensky è andato nelle zone alluvionate e ha promesso la ricostruzione.

Punti chiave

16:53

Putin: "Controffensiva ucraina è iniziata ma senza successo"

13:58

Putin, "armi nucleari in Bielorussia dopo 7-8 luglio"

13:38

Kiev, colpito ospedale in regione Zaporizhzhia, 2 morti

11:55

Duda, Scholz e Macron parleranno di adesione alla Nato e garanzie di sicurezza

11:39

Audio militari russi, "Zaporizhzhia come Chernobyl, esploderà"

11:35

Cina e Russia puntano su maggiore collaborazione militare

11:25

Mosca, bombe Kiev su sfollati, vittime civili

09:48

Drone si schianta sulla città russa di Voronezh, 2 feriti

09:24

Nuovo incontro fra Putin e Lukashenko in Russia

05:15

Jet britannici e svedesi intercettano aerei militari russi

01:02

Allarmi aerei in quasi tutto il territorio ucraino

00:56 Usa condannano violenza contro le evacuazioni da Kherson

Gli Stati Uniti condannano ogni tipo di violenza contro chi aiuta le evacuazioni per l'esplosione della diga in Ucraina e contro chi cerca aiuto. Lo afferma il portavoce del consiglio della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, in un'intervista a Cnn.

01:02 Allarmi aerei in quasi tutto il territorio ucraino

 Allarmi aerei sono risuonati a partire dalla mezzanotte a Kiev e in diverse regioni dell'Ucraina. L'allarme aereo è scattato, poco dopo, in quasi tutto il territorio ucraino e la difesa aerea è entrata in funzione per fronteggiare la minaccia di attacchi missilistici.

01:29 Chiesa ortodossa russa: prgionieri ucraini trasferiti in Ungheria

La Chiesa ortodossa russa ha annunciato attraverso il suo servizio stampa di aver consegnato all'Ungheria un gruppo di prigionieri di guerra ucraini. Il trasferimento sarebbe avvenuto su richiesta di Budapest e con la "benedizione" del patriarca Kirill, riportano i media locali.

02:16 Attivisti: Mosca arruola con la forza uomini in Cecenia

La Russia sta arruolando con la forza uomini in Cecenia per combattere in Ucraina, imprigionando coloro che si rifiutano e minacciando le loro famiglie: lo riferiscono gli attivisti del gruppo di crisi North Caucasus Sos (Nc Sos), citati dai media locali.

04:13 Dagli Usa in arrivo altri aiuti a Kiev per due miliardi

Il Pentagono dovrebbe annunciare nelle prossime ore un nuovo pacchetto di aiuti militari da 2 miliardi di dollari per l'Ucraina. Lo riporta l'agenzia Bloomberg.

05:15 Jet britannici e svedesi intercettano aerei militari russi

Eurofighter Typhoon della britannica Raf e Gripen dell'aeronautica militare svedese hanno intercettato un aereo da ricognizione Il-20 e un caccia Su-27 delle forze aeree russe in prossimità dello spazio aereo Nato e svedese. Lo ha reso noto la Raf precisando che "gli aerei russi non erano conformi alle norme internazionali, tuttavia sono rimasti nello spazio aereo internazionale e hanno volato in modo professionale".

06:45 Kiev: attaccato l'oblast di Zhytomyr, un morto e feriti

L'esercito russo ha effettuato un attacco missilistico contro la comunità di Zviahel nella regione ucraina settentrionale di Zhytomyr, uccidendo una persona e lasciando diverse altre ferite. Lo riporta stamattina l'agenzia Ukrinform, citando le autorità locali.

07:56 Kiev, 43 scontri a fuoco nella regione di Donetsk

Oltre 40 scontri a fuoco tra le forze ucraine e quelle russe hanno avuto luogo nelle ultime 24 ore nella regione di Donetsk, nell'Ucraina orientale: lo ha reso noto lo Stato Maggiore dell'esercito di Kiev nel suo rapporto quotidiano sul conflitto, come riporta Ukrinform.

"Il nemico continua a concentrare i suoi sforzi principali nelle direzioni di Lyman, Bakhmut, Avdiivka e Marinka, continuano i pesanti combattimenti. Nelle ultime 24 ore si sono svolti 43 scontri in queste aree del fronte", si legge nel rapporto.

07:58 Kiev rivendica abbattimento 4 missili da crociera e dieci droni in Russia

Le forze ucraine rivendicano l'abbattimento di quattro missili da crociera sui sei lanciati dalla serata di ieri e dieci droni russi, sui 16. I missili che hanno superato le barriere ucraine hanno colpito un obiettivo civile nel sud del Paese.

08:00 Prosegue controffensiva nell'area di Zaporizhzhia

Prosegue la controffensiva ucraina nell'area di Zaporizhzhia. Truppe ucraine stanno cercando di avanzare a sud della città di Orikhiv per la seconda notte consecutiva. Lo riporta la Bbc, citando un alto funzionario della difesa ucraino secondo cui la Russia si trova in una fase di "difesa attiva". Secondo l'emittente britannica l'Ucraina sta cercando di riconquistare l'accesso al Mar d'Azov per eliminare un ponte terrestre con la Crimea.

08:04 Greta Thumberg, la Russia è responsabile di ecocidio

L'attivista ambientalista svedese Greta Thunberg ha chiesto che la Russia sia ritenuta responsabile per la distruzione della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka, che ha descritto come un ecocidio.

"Questo ecocidio è la continuazione dell'invasione ingiustificata della Russia in Ucraina e l'ennesima atrocità che lascia il mondo senza parole: la Russia deve essere ritenuta responsabile dei suoi crimini", ha scritto Greta sul suo account Twitter.

08:06 Mosca, 3 feriti per bombe Kiev su oblast Belgorod

Tre persone sono rimaste ferite in un bombardamento ucraino stanotte sulla regione russa di Belgorod, hanno reso noto le autorità locali citate dai media di Mosca.

Sul suo canale Telegram il governatore Vyacheslav Gladkov ha spiegato che un edificio a più piani e diverse case private sono state danneggiate nell'insediamento di Razumnoye.

Blitz dei ribelli anti-Putin. E Mosca ordina ai russi di lasciare le case a Belgorod

08:09 Zelensky rivendica risultati nel Donetsk, ma combattimenti in corso anche a Zaporizhzhia

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky rivendica, "risultati" per le forze di Kiev nei "pesanti combattimenti" in corso nella regione di Donetsk e nell'est del Paese.

Ma combattimenti sono in corso anche nella regione di Zaporizhzhia, dove le forze ucraine cercano di guadagnare territorio in direzione sud, verso la cittadina di Orikhiv, secondo quanto rendono noto i blogger militari, anticipando il piano di Kiev per riprendere il controllo sull'accesso al Mare di Azov, spaccando le forze russe in due gruppi distaccati.

Nel video messaggio che ha registrato in treno, dopo aver visitato le zone colpite dall'inondazione che ha fatto seguito all'esplosione della diga di Kakhovka, sottolinea che "ci sono risultati".

"Sono grato a tutti coloro che li hanno resi possibili. Ben fatto a Bakhmut. Passo dopo passo", ha aggiunto Zelensky parlando di alte zone di combattimento, senza per il momento fornire altri dettagli.

08:40 Kiev, un civile ucciso e altri feriti in raid Russia

Un civile è rimasto ucciso e altri tre sono stati feriti nei raid russi durati sei ore la scorsa notte, ha denunciato il ministero degli Interni a Kiev, precisando che sono stati distrutti anche quattro edifici, in seguito ai detriti causati dai missili abbattuti. Sono state diffuse le foto dell'intervento dei vigili del fuoco in edifici residenziali di Zviahel, nella regione di Zhytomyr. Due missili da crociera russi hanno colpito un obiettivo civile nella regione di Cherkasy, dove sono rimasti feriti altre otto persone, secondo il governatore. Le forze ucraine hanno reso noto l'abbattimento di 4 missili da crociera sui sei lanciati dai russi nella notte, e di dieci dei 16 droni.

08:44 Zelensky, "i russi bombardando i punti di evacuazione"

"Continuano a bombardare Kherson e le comunità della regione, che sono già state invase dai terroristi. Stanno anche bombardando i punti di evacuazione, una manifestazione di malvagità che forse nessun terrorista al mondo, tranne quelli russi, ha mai fatto": lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riferendosi alle forze russe.

08:55 Blogger russi, Kiev conquista posizioni a Zaporizhzhia

Secondo i report dei blogger militari russi, l'esercito ucraino nel corso di pesanti combattimenti durante la notte è riuscito a conquistare le posizioni occupate da tre reggimenti del Cremlino nella regione di Zaporizhzhia. Le battaglie più feroci sono cominciate alle tre del mattino nei pressi di Novodanilovka, riferisce Grey zone su Telegram, riferendo che le truppe di Kiev hanno occupato le posizioni degli avamposti del 291mo reggimento fucilieri, del 70mo reggimento e della 42ma divisione fucilieri del distretto militare sud russo.

08:59 Kiev, per Mosca l'attacco a centrale Kakhovka sarà catastrofico

Le conseguenze dell'attacco alla centrale idroelettrica di Nova Kakhovka saranno terribili per l'Ucraina, ma saranno catastrofiche per i russi: lo ha detto il segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale ucraino, Oleksiy Danilov, in un'intervista alla radio nazionale come riporta Ukrainska Pravda.

"Credetemi, le conseguenze per il nostro Paese saranno terribili, ma per i russi saranno semplicemente catastrofiche.

Perché saranno responsabili di tutto questo. E quelle persone al Cremlino che hanno dato l'ordine di abbattere la diga saranno responsabili di questo", ha affermato ribadendo che decisioni del genere "vengono prese solo al Cremlino e solo da Putin".

09:23 Kiev, livello acqua della centrale di Zaporizhzhia è stabile

"Il livello dell'acqua nel bacino di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia è stabile": lo scrive su Telegram l'operatore nucleare ucraino Energoatom.

"Nonostante l'occupazione russa abbia minato la diga della centrale di Kakhovka, la situazione rimane stabile e sotto controllo", si legge nel comunicato. "Alle ore 08:00 (le 7:00 in Italia) del 9 giugno, il livello dell'acqua nel bacino di Kakhovka, vicino a Nikopol, era di 11,74 metri e nel bacino di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia di 16,66 metri, sufficiente a soddisfare le esigenze dell'impianto", precisa Energoatom.

09:24 Nuovo incontro fra Putin e Lukashenko in Russia

Nuovo incontro oggi fra Vladimir Putin e Aleksandr Lukashenko in Russia, ha anticipato il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov. Lukashenko aveva in precedenza anticipato l'incontro, spiegando che avrebbe offerto al presidente russo un piano di sviluppo per lo Stato dell'Unione fra Mosca e Minsk, per rendere l'unione immune a pressioni esterne. L'ultimo incontro fra Putin e Lukashenko risale solo allo scorso 25 maggio, a margine del vertice del Consiglio economico euroasiatico a Mosca.

09:41 Intelligence ucraina, "intercettazioni provano che i russi hanno colpito la diga"

L'intelligence ucraina ha intercettato e reso noto l'audio di una conversazione telefonica tra ufficiali russi in cui dicono di essere stati loro a far saltare la diga di Kakhovka e non gli ucraini. Lo riporta Rbc-Ukraine. "Non sono stati loro (gli ucraini) a colpire la diga. C'è il nostro gruppo di sabotaggio. Volevano spaventare la gente con questa diga. Non è andata secondo i piani, ma più di quanto avessero previsto", afferma l'ufficiale militare russo intercettato descrivendo le conseguenze dell'esplosione.

09:45 Possibili blackout dopo attacco a centrale di Kakhovka

Il principale fornitore privato di energia elettrica in Ucraina, Dtek, non esclude possibili blackout nel Paese che in seguito all'attacco alla centrale idroelettrica di Nova Kakhovka: lo ha reso noto il direttore esecutivo della società, Dmitrij Sakharuk, come riporta Rbc-Ucraina.

Sakharuk ha spiegato che la produzione di elettricità è aumentata nelle centrali ucraine in modo che i consumatori in tutto il Paese non debbano subire blackout, ma non ha escluso questa possibilità durante le ore serali.

"La produzione di elettricità è sufficiente a coprire il fabbisogno dei consumatori, ma la situazione nel sistema energetico rimane difficile e la sera, a causa del numero limitato di unità di potenza in funzione, potrebbe verificarsi una carenza di energia", ha affermato.

09:46 Mosca, oltre 22mila edifici residenziali allagati nel Kherson

Il numero di edifici residenziali che sono stati allagati a causa del cedimento della diga di Kakhovka nella regione di Kherson è aumentato a quasi 22.300 unità. Lo riporta la Tass, che cita i servizi di emergenza. "Secondo gli ultimi dati, quasi 22.300 edifici residenziali sono stati allagati in 17 insediamenti. Il livello dell'acqua a Nova Kakhovka è sceso di 2 metri, sino a 10 metri", ha spiegato una fonte dei servizi di emergenza, aggiungendo che nei centri di accoglienza temporanea si trovano 1.117 persone, tra cui 110 bambini e 35 disabili.

09:48 Drone si schianta sulla città russa di Voronezh, 2 feriti

Un drone si è schiantato a Voronezh, grande città della Russia sud-occidentale non distante dal confine ucraino, ferendo due persone. Lo ha riferito il governatore Aleksandr Gusev sul suo canale Telegram, citato da Ria Novosti.

Le fotografie pubblicate sui social media mostrano che un edificio di più piani ha subito dei danni. "Secondo le prime informazioni un velivolo senza pilota si è schiantato su Belinsky Street a Voronezh. I servizi speciali stanno lavorando sul posto", ha scritto Gusev.

10:07 Forti esplosioni a Kharkiv

Forti esplosioni sono state udite questa mattina alla periferia di Kharkiv, nell'Ucraina nord-orientale: lo riporta Rbc-Ucraina, che cita canali Telegram locali. La polizia dell'omonima regione sta esortando i residenti a mettersi al riparo nei rifugi antiaerei.

10:55 Kiev, "a Uman colpito un supermercato non deposito di munizioni"

L'attacco russo di ieri contro il distretto di Uman, nella regione di Cherkasy, ha colpito un supermercato, non un deposito di munizioni come sostiene Mosca: lo scrive su Telegram il consigliere del ministero dell'Interno ucraino Anton Gerashenko.

"Ieri la Russia ha attaccato Uman, una città ucraina, con missili Kalibr. È stato colpito un negozio di alimentari. La Russia ha annunciato di aver distrutto un deposito di munizioni con quell'attacco. Stato terrorista", si legge nel messaggio accompagnato da un video del supermercato colpito.

11:18 Stoltenberg vede premier Finlandia, "rafforzare Kiev e Nato"

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha incontrato la premier finlandese Sanna Marin "il nostro nuovo alleato per preparare il summit della Nato a Vilnius".

Lo ha scritto lo stesso Stoltenberg su Twitter dicendo che "abbiamo in programma di rafforzare l'Ucraina con un pacchetto di sostegno pluriennale e rafforzare le nostre difese".

Stoltenberg ha aggiunto che "non vediamo l'ora di dare il benvenuto alla Svezia come alleato a pieno titolo della Nato il prima possibile".

11:25 Mosca, bombe Kiev su sfollati, vittime civili

I bombardamenti delle forze ucraine hanno causato la morte di diversi civili, tra cui una donna incinta, sfollati dopo le inondazioni causate dal crollo della diga Nova Kakhovka. Lo afferma il Cremlino. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha definito i presunti attacchi "barbari".

Nei giorni scorsi Kiev aveva accusato Mosca per aver bombardato la parte di Kherson controllata dall'Ucraina mentre erano in corso le evacuazioni degli sfollati.

11:31 Mosca, Aiea vuole inviare delegazione a Zaporizhzhia

L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) intende inviare una delegazione di 13 persone all'impianto nucleare di Zaporizhzhia.

Lo ha riferito a Interfax Renat Karchaa della Rosenergoatom, confermando di aver ricevuto una nota in merito.

La missione era prevista per la prossima settimana: sarà la terza visita di una delegazione dell'Aiea all'impianto. Tra gli obiettivi della delegazione, monitorare il rispetto dei principi di sicurezza e valutare la situazione alla luce della distruzione della diga di Nova Kakhovka nella regione di Kherson.

11:33 Kiev, "la situazione è tesa in tutte le zone del fronte"

"La situazione è tesa in tutte le zone del fronte": lo scrive su Telegram la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, sottolineando che i russi non riescono a raggiungere i loro obiettivi.

"L'est è l'epicentro" degli scontri, commenta la viceministra. "Il nemico continua a concentrare i suoi sforzi principali nelle direzioni di Lyman, Bakhmut, Avdiivka e Maryinka, e continuano i pesanti combattimenti - aggiunge -. In tutte le direzioni, il nemico conduce attacchi aerei, di artiglieria e di mortaio. Tuttavia, il nemico non riesce a raggiungere i suoi obiettivi. I nostri difensori respingono gli attacchi".

11:35 Cina e Russia puntano su maggiore collaborazione militare

Le forze armate di Cina e Russia puntano a rafforzare ulteriormente i loro legami. Il capo del dipartimento di stato maggiore congiunto della Commissione militare centrale cinese Liu Zhenli e il suo omologo russo Valery Gerasimov hanno avuto oggi una videochiamata durante la quale "hanno scambiato opinioni sull'approfondimento della cooperazione tra i due eserciti" in linea con l'attuazione "del consenso raggiunto dai due capi di Stato". Secondo una nota del ministero della Difesa di Pechino, "la Russia sarà invitata a partecipare a un ciclo di esercitazioni militari organizzato dalla parte cinese", denominato 'Northern Joint-2023'.

11:37 Sunak, sicuro di sostegno Usa a Kiev con ogni amministrazione

Il premier britannico Rishi Sunak si è detto sicuro del "forte sostegno" offerto dagli Stati Uniti all'Ucraina con qualsiasi amministrazione ci sia alla Casa Bianca in un'intervista alla Cnn ieri sera a margine del vertice col presidente Joe Biden a Washington rimbalzata poi suo media d'Oltremanica.

Il primo ministro conservatore ha sottolineato di non voler "ovviamente" interferire rispetto alla situazione politica americana, in particolare in vista delle elezioni presidenziali dell'anno prossimo, ma dopo aver incontrato i leader democratici e repubblicani al Congresso ha potuto affermare che da entrambi gli schieramenti viene garantito il supporto agli sforzi di Kiev contro l'invasione russa.

11:39 Audio militari russi, "Zaporizhzhia come Chernobyl, esploderà"

L'intelligence ucraina ha postato su Telegram la clip audio di un minuto e mezzo in cui due militari russi intercettati affermano che è della Russia la responsabilità dell'esplosione della diga di Kakhovka. Nella traduzione dal russo fatta dal Guardian, il primo militare afferma: "Il problema principale è che la centrale idroelettrica raffredda il loro reattore nucleare (della centrale di Zaporizhzhia)". E il secondo risponde: "Non c'è problema. Esploderà e sarà tutto finito".

Primo militare russo: "Quindi sono stati i nostri. Non sono loro (gli ucraini), sono i nostri". E l'altro dice, "davvero, sono stati i nostri? Hanno detto che sono stati i khokhol (termine dispregiativo per gli ucraini) a farlo saltare in aria". E il primo militare: " Non l'hanno fatta saltare. Il nostro gruppo di sabotatori è lì. Volevano causare paura con questa diga. Non è andata secondo i piani. (il risultato è ) più di quanto avessero previsto". E l'altro: "Sì, beh, naturalmente. Sarà come Chernobyl, giusto?". Il primo militare: "È stata costruita negli anni '50. È andata giù velocemente".

11:55 Duda, Scholz e Macron parleranno di adesione alla Nato e garanzie di sicurezza

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente polacco Andrzej Duda dovrebbero recarsi a Parigi lunedì prossimo per colloqui con il presidente francese Emmanuel Macron. Lo scrive il giornale online Politico, citando funzionari francesi, secondo i quali l'incontro a cena dovrebbe concentrarsi sulla spinta per l'adesione alla Nato dell'Ucraina e sulle garanzie di sicurezza da parte degli alleati in vista del vertice dell'Alleanza di luglio.

11:58 Kiev, i russi attaccano su più direzioni ma falliscono

"Il nemico continua a concentrare i suoi sforzi principali sulle direzioni di Lyman, Bakhmut, Avdiiv e Marin, dove continuano pesanti combattimenti", tuttavia "non riesce a raggiungere i suoi obiettivi. I nostri difensori respingono gli attacchi". Lo scrive su Telegram la viceministra ucraina della Difesa Hannah Malyar. "In tutte le direzioni - aggiunge - il nemico effettua attacchi aerei ed effettua attacchi con artiglieria e mortai". Nella direzione di Bakhmut, continua Malyar, "il nemico ritira le riserve e cerca di mantenere le posizioni occupate. Tenta di attaccare, ma fallisce. Ora i nostri difensori stanno conducendo operazioni di combattimento attivo in diverse aree della direzione di Bakhmut".

11:59 Esplode mina in regione Chernihiv, morto un agente

Un poliziotto ucraino è morto e un altro è rimasto ferito questa mattina a causa dell'esplosione di una mina, che fatto saltare in aria l'auto sulla quale si trovavano nella zona di confine della regione di Chernihiv, nel nord-est dell'Ucraina. La vittima aveva 39 anni.

12:17 L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) intende inviare una delegazione guidata dal suo direttore generale Rafael Grossi ad ispezionare la centrale nucleare di Zaporizhzhia per valutare la situazione dopo il crollo di una parte della diga che forma il bacino di Kakhovka, su cui si affaccia l'impianto. Lo ha confermato Renat Karchaa, consigliere di Rosenergoatom, la società russa che gestisce le centrali per la produzione di energia.

"Le agenzie competenti stanno lavorando preparare nei dettagli la visita", ha sottolineato Karchaa, citato dall'agenzia Interfax. Ieri l'Aiea aveva annunciato che la missione è in programma la settimana prossima.

Il consigliere di Rosenergoatom ha affermato che il crollo della diga di Kakhovka non comporta minacce dirette alla sicurezza della centrale di Zaporizhzhia,  perché il livello dell'acqua nel bacino utilizzato per il raffreddamento dei reattori non è calato e se necessario l'impianto può ricorrere a fonti alternative di acqua.

12:29 Schiaffo di Amsterdam a Mosca, a Kiev reperti da musei Crimea

L'oro della Scizia sarà restituito all'Ucraina: lo ha deciso la Corte suprema dei Paesi Bassi stabilendo che i prestiti al Museo di Amsterdam da parte di quattro musei della Crimea nel 2014 (quando la penisola è stata annessa unilateralmente da Mosca) devono tornare di proprietà di Kiev. Lo riferiscono i  media ucraini. I musei della Crimea, amministrati dalla Russia, volevano che l'oro di Scizia fosse restituito a loro.

"I reperti, che per anni sono stati oggetto di controversie nei Paesi Bassi, saranno restituiti all'Ucraina", ha scritto la Corte suprema olandese.

12:31 Zelensky, in zona disastro centinaia di migliaia senz'acqua

"In oltre 40 insediamenti la vita è stata distrutta e per centinaia di migliaia di persone in molte cittadine e villaggi l'accesso all'acqua potabile è fortemente ostacolato": lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo canale Telegram in una nuova dichiarazione sul disastro provocato dalla rottura della diga di Nova Kakhovka.

"Stiamo lavorando a tutti i livelli dello stato e delle autorità locali per soccorrere più gente possibile dalle aree alluvionate. L'evacuazione continua. Ovunque possiamo sistemare le persone fuori dalle zone allagate, lo facciamo. Il Servizio statale per le emergenze, la polizia e i militari stanno facendo un grande lavoro! Voglio ringraziare tutte e ognuna delle persone coinvolte", ha aggiunto il leader ucraino, che ieri ha visitato l'area di Kherson e di Mykolaiv, ribadendo che "la Russia deve essere ritenuta responsabile per questo crimine deliberato contro la gente, la natura e la vita stessa".

12:35 Kiev, Mosca valuta una ritirata verso l'interno della Crimea

In Crimea i vertici militari russi stanno valutando una ritirata verso l'interno della penisola occupata: lo scrive su Telegram la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar.

La viceministra si domanda perché le forze russe stiano equipaggiando linee difensive in profondità con i cosiddetti "denti di drago" (barricate in cemento a forma di piramide, ndr), "a una certa distanza dall'attuale linea di contatto".

In particolare, "ci sono informazioni sulla loro installazione nella direzione di Perekop - aggiunge -. La risposta a questa domanda è semplice. L'installazione di barriere di cemento 'denti di drago' indica che i vertici militari della Federazione Russa stanno valutando una ritirata verso le frontiere più lontane, in particolare in profondità nella Crimea temporaneamente occupata".

12:38 Vicepremier russo, "Crimea non resterà senz'acqua"

La Crimea, annessa dalla Russia fin dal 2014, non corre il rischio di rimanere senz'acqua in seguito al crollo della diga di Kakhovka. Lo ha affermato il vice primo ministro russo Marat Khusnullin, responsabile per il settore delle costruzioni, aggiungendo che al momento tutte le riserve di acqua per la penisola sono alla massima capacità e saranno sufficienti "per almeno 500 giorni".

Inoltre secondo Khusnullin, citato dall'agenzia Tass, la Crimea negli ultimi due anni ha sviluppato risorse idriche alternative con la costruzione di nuovi canali e lo sfruttamento delle falde sotterranee in aggiunta al Canale settentrionale della Crimea attraverso il quale scorre l'acqua proveniente dal bacino di Kakhovka. "Non lasceremo nessuno senz'acqua", ha promesso il vice premier.

12:42 Kiev, cinque morti e 13 dispersi in inondazioni

Almeno cinque persone sono morte e 13 risultano disperse nelle inondazioni causate dalla distruzione della diga di Nova Kakhovka, nel sud dell'Ucraina. E' il bilancio delle autorità ucraine, reso noto dal ministro dell'Interno Igor Klymenko.

In totale, 48 località sono state allagate, di cui 14 in aree sotto occupazione russa e 2.412 persone sono state evacuate dalla parte ucraina, ha detto su Telegram il ministro.

 12:46 Kiev, solo 10% ucraini rinuncerebbe ai territori per la pace

Solo il 10% circa degli ucraini si dice pronto a rinunciare alle terre occupate dai russi pur di raggiungere presto la pace: lo rivela un sondaggio condotto dall'Istituto internazionale di Sociologia di Kiev (Kiis), citato dall'Ukrainska Pravda.

"La stragrande maggioranza degli intervistati, pari all'84%, continua a ritenere che nessuna concessione territoriale sia accettabile, anche se per questo la guerra dovesse durare più a lungo e ci fossero altre minacce. Solo il 10% ritiene che per raggiungere la pace e preservare l'indipendenza si possa rinunciare ad alcuni territori", si legge nel comunicato dell'istituto ucraino, citato dal sito del giornale.

12:48 Croce Rossa tedesca invia aiuti umanitari in zone alluvionate

Dopo la distruzione della diga di Kachovka in Ucraina, la Croce Rossa tedesca (Drk) a Berlino ha inviato aiuti umanitari per sostenere le vittime delle inondazioni nell'area di crisi. Al mattino, un camion è stato caricato con 13,3 tonnellate di aiuti umanitari nel centro logistico della Drk all'aeroporto di Schönefeld ed è partito per l'Ucraina, ha detto la portavoce Rebecca Winkels alla Dpa.

12:49 Filorussi, 8 morti per crollo diga di Kakhovka

Sono otto le persone morte nella parte controllata dai russi della regione di Kherson per l'inondazione provocata dalla rottura della diga di Kakhovka. Lo ha detto il governatore filorusso Vladimir Saldo sul suo canale Telegram.

12:54 Filorussi, gli ucraini hanno aggravato volutamente l'inondazione

Gli ucraini hanno aggravato intenzionalmente l'inondazione seguita al crollo della diga di Kakhovka aprendo una diga a monte per alzare il livello dell'acqua, che potrebbe durare per altri 10 giorni. Lo ha affermato il capo della amministrazione filorussa della regione di Kherson, Vladimir Saldo, sul suo canale Telegram. Saldo ha detto che finora nella parte controllata dai russi sono state evacuate 5.800 persone e che sono state allagate 22.273 case in 17 insediamenti.

12:59 Manifestazione oggi davanti ad ambasciata russa a Roma

Si terrà oggi dalle 14 alle 16 la manifestazione organizzata dall'Associazione Cristiana degli Ucraini in Italia nei pressi dell'ambasciata russa a Roma. "La russia di Putin è un Paese terrorista! Si è manifestato tale per l'ennesima volta dopo aver fatto saltare la diga di Kakhovka, che ha provocato una catastrofe ecologica a livello europeo, causando le perdite di migliaia di vite umane, la morte di massa degli animali e la distruzione delle intere aree geografiche", si legge nel comunicato stampa dell'Associazione, "di fronte a tale atrocità il mondo rimane in silenzio, compreso gli organismi internazionali come l'Onu, la Croce Rossa e tanti altri. È inaccettabile! Il paese terrorista deve essere fermato!"

13:06 Kiev valuta danni "ecocidio russo", rischio antrace

Tre giorni dopo l'esplosione della diga di Nova Kakhovka, nella regione di Kherson parzialmente occupata dai russi, le autorità ucraine stanno facendo l'inventario dei danni causati da una catastrofe che ha scaricato sostanze tossiche nel fiume Dnepr e minaccia di innescare un focolaio di antrace.

"A causa della distruzione della diga", ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, "depositi di carburante, di sostanze chimiche e di fertilizzanti" sono stati allagati dall'acqua. Parte dei prodotti che venivano stoccati in queste infrastrutture si sono riversati nel Dnepr, dove si trovava la diga, o si sono depositati nei vasti campi e nelle foreste allagate su entrambe le sponde di questo fiume che sfocia nel Mar Nero.

13:18 Al via bilaterale Putin-Lukashenko a Sochi

Al via a Sochi, in Russia, un incontro bilaterale fra il presidente russo Vladimir Putin e quello della Bielorussia Aleksandr Lukashenko. "In un contesto informale, i presidenti di Bielorussia e Russia stanno parlando di qualcosa di importante. L'incontro è appena iniziato", si legge nel post di un canale Telegram vicino al servizio stampa del leader bielorusso, rilanciato dall'agenzia di stampa russa Ria Novosti.

13:21 Mosca, "serie conseguenze" per armi Giappone all'Ucraina Convocato l'ambasciatore di Tokyo

La decisione del Giappone di cominciare a consegnare materiale militare all'Ucraina" non potrà rimanere senza serie conseguenze" per le relazioni tra Mosca e Tokyo. Lo ha affermato il ministero degli Esteri russo in un comunicato, rendendo noto di avere convocato oggi l'ambasciatore giapponese a Mosca. "Con la sua decisione - si legge ancora nella nota - Tokyo spinge le relazioni bilaterali in un pericoloso vicolo cieco".

13:27 Gb, "Mosca ostacolerà accordo grano per riaprire gasdotto ammoniaca"

"L'accordo sul grano è stato prorogato di 60 giorni il 17 maggio 2023. Tuttavia, la Russia quasi certamente continua a ostacolare le esportazioni, rallentando deliberatamente le ispezioni e bloccando attivamente alcune navi. Attualmente vengono ispezionate solo una o due navi al giorno, rispetto alle sei-otto dell'autunno 2022". Lo scrive su Twitter l'intelligence britannica, aggiungendo di ritenere "probabile che la Russia farà ulteriore ostruzionismo nelle settimane precedenti la prossima scadenza di proroga del 16 luglio 2023".

13:29 Mosca, colpiti depositi di armi e munizioni in Ucraina

Depositi di armi, munizioni e attrezzature militari di fabbricazione straniera sono stati colpiti la scorsa notte da attacchi missilistici russi in Ucraina, secondo quanto afferma il ministero della Difesa di Mosca.

In un comunicato il ministero sottolinea che sono stati colpiti anche velivoli senza pilota e che in questo modo "la fornitura alle truppe ucraine nelle aree di combattimento è stata interrotta".

13:33 Kiev, allarmi aerei in quasi tutto territorio

Allarmi aerei continuano a risuonare a Kiev e in diverse regioni dell'Ucraina. L'allarme aereo è scattato poco dopo la mezzanotte in quasi tutto il territorio. Intanto gli Stati Uniti hanno condannato ogni tipo di violenza contro chi aiuta le evacuazioni per l'esplosione della diga in Ucraina.

13:35 Mosca, eliminati 680 soldati e 35 carri armati ucraini

Il ministero della Difesa russo ha affermato che 680 soldati ucraini sono stati eliminati e 35 carri armati distrutti in combattimenti nella regione di Zaporizhzhia e nel sud di quella di Donetsk, dove continuano i tentativi di avanzata delle forze di Kiev. Lo riferisce l'agenzia Tass.

13:38 Kiev, colpito ospedale in regione Zaporizhzhia, 2 morti

Due persone sono morte e altre due sono rimaste ferite nel corso di un bombardamento russo nella regione di Zaporizhzhia, che ha colpito un ospedale nella città di Gulyaipole: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'ufficio della presidenza ucraina, Andry Yermak. Le vittime, ha precisato, sono un'infermiera e un idraulico.

13:58 Putin, "armi nucleari in Bielorussia dopo 7-8 luglio"

Il dispiegamento di armi nucleari russe in Bielorussia comincerà dopo il 7 o 8 luglio, quando è prevista la conclusione dei lavori di costruzione delle installazioni necessarie. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin che oggi ha incontrato quello bielorusso Aleksandr Lukashenko a Sochi. Lo riferisce l'agenzia Interfax.

14:00 Mosca, respinti 6 attacchi russi in Zaporizhzhia e Donetsk

Il ministero della Difesa di Mosca afferma che le forze russe hanno respinto almeno sei attacchi ucraini nelle ultime 24 ore: due nella provincia di Zaporizhzhia e quattro in un'area di confine tra questa e la provincia di Donetsk. Lo riferisce l'agenzia Tass.

14:11 Mosca, Kiev ha perso 680 militari e 35 tank nel Donetsk e Zaporizhzhia

Nelle regioni ucraine di Donetsk e Zaporizhzhia, le perdite dell'esercito ucraino sono state di "680 militari ucraini, 35 carri armati, 11 veicoli da combattimento di fanteria, 19 veicoli corazzati da combattimento, sei veicoli militari, nonché un'unità di artiglieria semovente Cezar prodotta dalla Francia". Lo afferma il portavoce del ministero della Difesa russo, il tenente generale Igor Konashenkov. Lo riporta l'agenzia Tass.

14:23 Islanda chiude temporaneamente ambasciata a Mosca

L'Islanda ha annunciato la chiusura temporanea della sua ambasciata a Mosca, a partire dal 1 agosto. Si tratta del primo Paese al mondo a prendere una decisione del genere, dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina. Lo riportano le agenzie russe.

14:31 Kiev, dopo esplosione diga in 16mila rischiano evacuazione

Se il livello dell'acqua continua a salire dopo l'esplosione della diga dell'Hpp di Kakhovka, quasi 16.000 residenti dovranno essere evacuati dalla riva destra della regione di Kherson, come riporta Ukrinform. "Oggi, 559 persone sono state evacuate da aree pericolose da volontari, soccorritori e polizia. 2.334 residenti della regione sono già stati evacuati. La maggior parte di loro proviene dal microdistretto di Korabel nella città di Kherson, dove sono stati salvati 1.765 residenti di Kherson. Secondo i preliminari Secondo le stime, circa 16.000 persone dovranno essere evacuate dalla zona inondata sulla riva destra se il livello dell'acqua continua a salire", ha detto Oleksandr Prokudin, capo dell'amministrazione militare regionale di Kherson.

14:41 Raid russo su ospedale nella regione di Zaporizhzhia: due morti

Una giovane infermiera e un idraulico hanno perso la vita in seguito a un raid aereo russo contro un ospedale a Huliai Pole, nella regione ucraina di Zaporizhzhia. Lo ha scritto su Telegram Andriy Yermak, capo dell'ufficio del presidente Volodymyr Zelensky, diffondendo la foto di un edificio distrutto a Huliai Pole, città vicina al fronte nel sud dell'Ucraina.

14:52 Kiev, a Bakhmut riconquistato un chilometro in 24 ore

In alcune zone del fronte a Bakhmut, le truppe ucraine hanno ricacciato indietro l'esercito russo di 1,2 chilometri solo nella giornata di ieri: ha dichiarato il rappresentante del gruppo orientale delle forze armate di Kiev Sergiy Cherevaty, citato dall'Ukrainska Pravda. "Approfittando del fatto che il nemico sta conducendo attività di rotazione, e le nuove unità non conoscono l'area, non hanno effettuato ricognizioni adeguate, abbiamo condotto operazioni di assalto per diversi giorni. Le nostre unità in alcune aree sono avanzate fino a 1.200 metri. L'operazione difensiva che va avanti da molti mesi", ha detto Cherevaty. 

15:06 Sismografi norvegesi hanno registrato esplosione prima del crollo della diga

L'istituto di sismologia norvegese (Norsar) ha rilevato "un'esplosione" proveniente dalla regione della diga ucraina di Kakhovka prima del momento del crollo. Questo dato non attribuisce un'origine all'esplosione, supporta l'idea che la diga idroelettrica, situata in un'area sotto il controllo russo, non abbia ceduto a causa dei danni subiti durante i bombardamenti dei mesi precedenti.

15:44 Nato condanna ritiro da trattato su forze armate convenzionali

Gli alleati della Nato condannano la decisione della Russia di ritirarsi dallo storico Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa (Cfe), una pietra angolare dell'architettura di sicurezza europea, che stabilisce limiti giuridicamente vincolanti e verificabili per le principali categorie di equipaggiamento militare convenzionale degli Stati aderenti. Lo comunica l'Alleanza atlantica in una nota.

15:47 Kiev, insediato capo Corte suprema, al posto giudice arrestato

Stanislav Kravchenko, ex presidente della Corte di Cassazione Penale, ha assunto oggi l'incarico di presidente della Corte Suprema ucraina, al posto di Vsevolod Kniaziev, che è stato arrestato per ordine dell'Ufficio anticorruzione ucraino (Nabu) lo scorso 15 maggio con l'accusa di aver intascato una tangente di 2,7 milioni di dollari. Lo scrivono i media ucraini. Kravchenko è stato eletto alla carica per un mandato di almeno 4 anni lo scorso 26 maggio con i voti di 108 dei 148 giudici dell'Alta corte.

Kniaziev, secondo l'accusa, avrebbe accettato la cospicua bustarella in cambio di una decisione del tribunale che favoriva l'oligarca ucraino.

15:57 Kiev, "russi chiedono soldi ai volontari nelle zone alluvionate"

Nella regione di Kherson sulla sponda sinistra del Dnipro in mano alle forze di Mosca, "i russi chiedono soldi ai volontari per evacuare i civili" alluvionati: l'accusa è stata fatta dal vicepremier ad interim e direttore dei servizi di emergenza ucraini, Mykhailo Hryb, che conferma le tesimonianze di alcuni volontari raccolte da un corrispondente dell'agenzia ucraina Ukrinform."Confermo questa informazione. I volontari ci riferiscono che stanno passando, ma stanno passando secondo questo schema".

16:06 L'Estonia vieta l'ingresso al patriarca Kirill

Il ministero degli Esteri di Tallinn ha comunicato oggi una lista di 67 cittadini russi accusati di mancato rispetto dei diritti umani e della persecuzione dell'oppositore Vladimir Kara-Murza, cui è fatto divieto di entrare in Estonia. Tra di essi, vi è il nome del patriarca della Chiesa ortodossa russa, Kirill. Commentando la decisione, il ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, ha affermato che i divieti d'ingresso sono stati imposti a queste persone in quanto esecutori o complici della gravi violazioni dei diritti umani. "Il patriarca Kirill - ha detto Tsahkna - è uno dei più grandi sostenitori dell'ideologia di Putin. Finalmente è stato inserito nella lista nera, in quanto ha giustificato e favorito la guerra contro l'Ucraina". Tsahkna ha chiesto a tutti i Paesi alleati di emettere analoghi divieti d'ingresso "nei confronti di tutti i sostenitori e autori dei crimini della Russia". Tsahkna ha inoltre aggiunto che l'Estonia continuerà a lavorare per il rilascio incondizionato e immediato di tutti i prigionieri politici in Russia e per chiedere conto agli organizzatori delle repressioni.

16:10 Usa, Iran aiuta la Russia per impianto droni vicino Mosca

L'Iran sta aiutando la Russia a costruire un impianto per droni a est di Mosca per la guerra in Ucraina. Lo afferma la Casa Bianca, secondo la quale l'impianto dovrebbe essere completamente operativo agli inizi del 2024. L'amministrazione - riportano i media americani - condivide quindi immagini satellitari di due edifici in Russia che sarebbero sede dell'impianto. La Russia ha usato droni iraniani "nelle ultime settimane per colpire Kiev. La partnership militare fra Russia e Iran si sta rafforzando", afferma il portavoce del consiglio per consiglio per la sicurezza nazionale, John  Kirby.

16:26 Kiev chiede a Budapest informazioni sugli 11 prigionieri rilasciati dalla Russia in Ungheria

Il governo dell'Ucraina ha ricevuto a Kiev, presso la sede del Ministero degli Affari Esteri, l'incaricato d'affari ungherese per avere maggiori informazioni sulle dichiarazioni del vice primo ministro ungherese Zsolt Semien riguardo undici prigionieri ucraini rilasciati dalla Russia a Budapest. Il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko ha spiegato che, sebbene il rilascio dei prigionieri di guerra ucraini sia "sempre una buona notizia", Kiev non è stata informata dei negoziati che Budapest e Mosca hanno intrattenuto per raggiungere tale accordo. Nikolenko ha dichiarato di aver appreso dai media che gli undici cittadini ucraini di origine ungherese, provenienti dalla regione della Transcarpazia, sono stati consegnati alle autorità di Budapest. "L'Ucraina ha presentato una richiesta per ottenere informazioni dettagliate sui nostri cittadini e garantire immediatamente che il console ucraino possa accedervi per conoscere il loro stato di salute e fornire loro assistenza consolare", ha scritto Nikolenko sui social.

16:43 Russia, "drone si schianta vicino a deposito di petrolio a Kursk"

Un drone si sarebbe schiantato questo pomeriggio non lontano da un deposito di petrolio nella regione russa di Kursk: lo afferma su Telegram il governatore regionale Roman Starovoit, ripreso dalla Tass. Secondo il governatore, il velivolo senza pilota sarebbe precipitato "nella zona del parco serbatoi senza provocare danni né la distruzione della struttura". Rbk sottolinea che precedentemente le autorità russe avevano parlato di attacchi con droni nelle regioni di Belgorod e Voronezh.

16:45 Usa annunciano nuovo pacchetto aiuti Ucraina da 2,1 miliardi 

Il Dipartimento delle Difesa americano annuncia un nuovo pacchetto di aiuti all'Ucraina da 2,1 miliardi di dollari. E' quanto si legge in una nota, dove si sottolinea che gli aiuti includono anche sistemi di difesa Hawk e droni Puma. 

16:53 Putin: "Controffensiva ucraina è iniziata ma senza successo"

"Possiamo dire con certezza che la controffensiva ucraina è iniziata". Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin, come riporta Ria Novosti. Putin ha sottolineato, però, che "le forze ucraine non hanno raggiunto i loro obiettivi in nessun settore, grazie al coraggio dei soldati russi e alla corretta organizzazione delle truppe".

17:07 Putin: "Ci mancano armi moderne ma l'industria si sviluppa"

Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia "ancora non ha armi moderne a sufficienza" ma che, a suo parere, "l'industria del Paese, l'industria della Difesa e il complesso militare-industriale si stanno sviluppando rapidamente". Lo riporta l'agenzia di stampa statale russa Tass. "Sono sicuro che tutti i compiti che l'industria della difesa deve affrontare saranno sicuramente risolti", ha affermato Putin.

17:15 Putin, "truppe ucraine mantengono il potenziale offensivo"

"Tutti i tentativi di controffensiva" fatti finora dagli ucraini "sono falliti" e hanno subito perdite "impressionanti" di uomini. "Ma il potenziale offensivo delle truppe del regime di Kiev rimane". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato dall'agenzia Ria Novosti.

17:43 Accordo sul grano, nuovo round di consultazioni a Ginevra fra Onu e Russia

Una delegazione russa e rappresentanti delle Nazioni Unite hanno iniziato a Ginevra un altro ciclo di colloqui sul memorandum firmato a Istanbul nel luglio dello scorso anno per l'export di cerali e fertilizzanti. Lo hanno riferito alla Tass funzionari russi e dell'Onu. "Le discussioni stanno procedendo come previsto. Non c'è nient'altro da aggiungere per ora", ha detto la portavoce della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad) alla Tass.

17:53 Filorussi: "Ucraini bombardano centro raccolta evacuati per diga"

Le autorità della parte della regione di Kherson occupata dalle truppe russe hanno accusato le forze ucraine di avere bombardato con due missili un campo ricreativo per bambini utilizzato in questi giorni per ospitare gli evacuati per l'inondazione provocata dalla rottura della diga di Kakhovka. Il centro, che si trova nel distretto di Genichesk, è stato colpito da due missili, "presumibilmente Storm Shadow", forniti dall'Ucraina dalla Gran Bretagna, ha affermato un portavoce dei servizi d'emergenza locali citato dall'agenzia Ria Novosti. Un terzo missile, ha aggiunto, è stato abbattuto dalle difese aeree. Il governatore filorusso, Vladimir Saldo, ha confermato la notizia, aggiungendo che non vi sono ancora notizie su eventuali vittime. La maggior parte dei residenti ospitati nel campo sono "donne, bambini e anziani", ha detto l'amministrazione regionale filorussa.

18:18 Esperto, l'acqua per la centrale di Zaporizhzhia basta per 2 mesi

Le riserve d'acqua nel bacino di Kakhovka che alimentano l'impianto di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzia dovrebbero bastare ancora per almeno un mese e mezzo o due, secondo Hryhoriy Plachkov, ex capo dell'Ispettorato per l'energia nucleare ucraino, il cui parere è postato dal Media centre di Ukrinform. La stessa centrale, secondo Plachkov, dispone infatti di pozzi e altre soluzioni alternative che, insieme alle acque in calo del bacino, formano un livello sufficiente ad alimentare a lungo l'impianto di raffreddamento dei reattori. Secondo Plechkov, i russi difficilmente vorranno rischiare un disastro come quelli di Chernobyl o di Fukushima così vicino ai loro confini, anche se un fattore pericoloso, secondo l'esperto, potrebbe essere "l'allargamento delle zone attive della centrale".

18:45 Ambasciata russa in Italia accusa Kiev del sabotaggio della diga

L'ambasciata russa in Italia accusa l'Ucraina di aver compiuto "atti terroristici" contro infrastrutture civili, citando il "sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, l'esplosione sul ponte di Crimea (o di Kerch), il bombardamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, l'attacco di droni al Cremlino, la distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovka e della condotta di ammoniaca Togliatti-Odessa" ."Ci sono ancora dubbi sugli ideologi, gli autori e gli esecutori di tutti questi crimini mostruosi che stanno trascinando il mondo in un'escalation senza fine?", si chiede l'ambasciata. Secondo il testo, "la distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovka è il risultato di massicci attacchi portati dalle Forze armate ucraine per tanto tempo contro la centrale".

18:55 Kiev, 27 scontri con i russi a est nel Lugansk e nel Donetsk

"Gli occupanti russi stanno concentrando i loro sforzi principali sui tentativi di occupare completamente le regioni di Lugansk e Donetsk. Nel corso della giornata odierna si sono svolti 27 scontri". Lo ha riferito lo Stato maggiore delle Forze Armate nel riepilogo serale, scrive Unian. "Il nemico sta concentrando i suoi sforzi principali sui tentativi di occupare completamente le regioni di Lugansk e Donetsk. I 27 scontri si sono avuti nella direzione di Kupyansk, Dvorichna, Masyutivka, Liman Pershiy, Kislivka, Tabaivka, Berestov nella regione di Kharkiv e Novoselivske nella regione di Lugansk dove sono stati sottoposti ad attacchi di artiglieria e mortai", precisa lo Stato maggiore ucraino, mentre "nella direzione di Bakhmut il nemico ha effettuato azioni offensive in direzione di Bohdanivka, senza successo".

19:10 Zelensky ringrazia Biden per 2,1 miliardi di dollari di aiuti

"Grazie Biden per il pacchetto di aiuti per la sicurezza da 2,1 miliardi di dollari. Apprezziamo il forte sostegno della leadership ucraina da parte del popolo statunitense nella nostra lotta contro l'aggressione russa. Sullo sfondo del terrore e dell'ecocidio senza precedenti russo a seguito dell'esplosione della diga Kakhovskaya, questo è più importante che mai. Passo dopo passo ci stiamo avvicinando alla liberazione della terra ucraina!". Con queste parole il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ringrazia il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.

19:43 Lavrov e omologo turco ribadiscono cooperazione costruttiva

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il suo omologo turco di nuova nomina, Hakan Fidan, hanno parlato oggi al telefono e hanno ribadito il loro impegno a continuare una cooperazione costruttiva. Lo ha riferito il ministero degli Esteri russo. Lo scrive la Tass. "Le parti hanno ribadito la disponibilità a continuare una cooperazione costruttiva tra i ministeri degli Esteri dei due Paesi", ha affermato il dicastero. "I ministri hanno scambiato opinioni su questioni chiave della cooperazione russo-turca, comprese le attività della commissione intergovernativa per la cooperazione commerciale ed economica, con particolare attenzione ai progetti energetici su larga scala. Hanno anche discusso un calendario di futuri contatti. I diplomatici hanno toccato l'attuale agenda internazionale e regionale", ha infine precisato il ministero guidato da Lavrov.

20:19 Gerashchenko:"Kiev ha evacuato persone anche dalle aree occupate"

 Le forze ucraine sono riuscite ad evacuare persone anche dalla città occupata e allagata di Oleshky, sulla riva opposta a Kherson. A raccontare su Twitter "l'operazione rischiosa e pericolosa" è il consigliere del ministero dell'Interno ucraino Anton Gerashchenko. In un video allegato si vedono due donne portate in salvo su un gommone, con il loro cane, che abbracciano i loro soccorritori. "E' stata molto dura", dice Natalya, un'altra donna, raccontando dell'acqua che saliva sempre più alta e di come non sia arrivato nessun aiuto da parte dei russi. "Non potete immaginare il sollievo", quando ho visto i soccoritori ucraini, ha aggiunto l'anziana, sotto occupazione russa dall'inizio della guerra.

21:14 Reynders: "Congelati oltre 24,3 miliardi di euro di beni russi in Ue"

Finora nell'Ue sono stati "congelati" beni di persone ed entità sanzionate per la guerra russa in Ucraina per "24,3 mld di euro" e nell'Unione sono in corso "oltre 230 indagini penali per violazione" delle misure restrittive decise dall'Unione. Nell'Ue sono inoltre congelati "oltre 200 mld di euro" di asset della banca centrale russa. Lo dice il commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders, in conferenza stampa a Lussemburgo al termine del Consiglio Ue.

21:28 Zelensky riunisce vertici militari: "Discusso nostre avanzate sul fronte"

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto di aver discusso "delle nostre avanzate al fronte" in una riunione con i vertici militari. "Concentriamo l'attenzione su tutti i fronti dove è richiesta la nostra azione dove possiamo sconfiggere le forze nemiche. (Abbiamo discusso) le operazioni offensive e difensive e le nostre avanzate sulle linee del fronte. Abbiamo discusso in dettaglio la fornitura e distribuzione di munizioni e come rafforzare l'artiglieria e l'aviazione", ha detto Zelensky nel suo video discorso serale.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 10 giugno.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 10 giugno. Regno Unito: gli ucraini sfondano la prima linea della difesa russa. La Repubblica il 10 giugno 2023

Putin afferma che la controffensiva di Kiev è iniziata ma senza successo. E annuncia che a luglio schiererà armi nucleari in Bielorussia

La controffensiva ucraina prosegue, ma è frenata da milioni di mine russe. Continuano anche i raid sulle popolazioni delle zone alluvionate dal crollo della diga sul Dnepr. E l'intelligence ucraina rende nota un'intercettazione da cui emerge che a far saltare l'impianto sono stati i russi.

Punti chiave

15:48

Zelensky, "azioni controffensive in corso"

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Cremlino, non è in agenda un colloquio tra Putin e Scholz

10:09

Regno Unito, gli ucraini sfondano la prima linea delle difese russe

07:39

Kiev: russi attaccano Kherson durante l'evacuazione, feriti

00:36 Attacco russo con droni a Odessa e Mykolaiv

Un attacco russo con droni è avvenuto nella tarda serata di venerdì negli oblast di Odessa e Mykolaiv, nel sud dell'Ucraina. Secondo quanto riferito dal comando meridionale delle forze armate dell'Ucraina, sono stati utilizzati droni d'attacco del tipo Shahed-136/131 ed è stata attivata la contraerea.

01:43 A Odessa uccisi due civili

Nell'attacco su Odessa sono stati uccisi due civili, un uomo di 44 anni e la moglie quarantenne che abitavano in un condominio colpito da un drone.

02:45 Allarme aereo a Kiev

Un allarme per un imminente attacco aereo è scattato poco dopo le 2.30 a Kiev. Tutti i cittadini sono stati invitati a raggiungere i rifugi più vicini. Al momento non si hanno notizie di esplosioni e la contraerea non è entrata in azione.

06:13 A Odessa tre morti e dieci feriti

È di tre morti e dieci feriti il bilancio dell'attacco aereo notturno condotto dalle forze russe su Odessa, nel sud dell'Ucraina. Lo ha riferito il comando meridionale dell'esercito di Kiev. L'attacco è stato condotto con droni Shahed-131/136 di fabbricazione iraniana che sono stati distrutti dalla contraerea. Alcuni detriti sono però finiti su un palazzo provocando un incendio e gravi danni ad alcuni appartamenti, tra cui quelli delle vittime.

07:07 Tass: distrutti due missili balistici lanciati sulla Crimea

Le forze di difesa aerea russe dislocate in Crimea hanno distrutto due missili balistici lanciati dal territorio ucraino. Lo riferisce l'agenzia Tass, precisando che si trattava di missili tattici Grom-2 Otrk. Non risultano esserci né morti né feriti.

07:39 Kiev: russi attaccano Kherson durante l'evacuazione, feriti

"Durante le operazioni di evacuazione, le truppe russe hanno sparato di nuovo contro il centro regionale" di Kherson, "di conseguenza, tre persone sono rimaste ferite, tra cui una ragazza minorenne". Lo scrive su Telegram l'ufficio del procuratore generale della regione di Kherson, riferendosi a un bombardamento di venerdì pomeriggio. "Infrastrutture civili sono state danneggiate. I pubblici ministeri, insieme agli investigatori della polizia, continuano ad adottare tutte le misure necessarie per documentare i crimini di guerra dell'esercito russo", prosegue.

08:19 Onu: "Crisi umanitaria in Ucraina peggiora dopo la rottura della diga. 700.000 persone senz'acqua potabile"

La crisi umanitaria dell'Ucraina è "enormemente peggiore" dopo la rottura della diga di Kakhovka: lo ha detto il capo degli Affari Umanitari dell'Onu, Martin Griffiths, come riporta il Guardian.  L'Ucraina, ha sottolineato l'alto funzionario, si trova ad affrontare una situazione umanitaria "enormemente peggiore" rispetto al passato dopo il crollo della diga. Griffiths ha commentato che 700.000 persone hanno bisogno di acqua potabile e che l'inondazione dei terreni agricoli in uno dei più importanti 'granai' del mondo causerà una "cascata di problemi", tra cui la riduzione delle esportazioni di cereali, l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari a livello globale e la riduzione della disponibilità di cibo per milioni di persone più bisognose.

08:34 Mosca: "Bombe di Kiev sugli sfollati, morta una donna"

Mosca ha accusato le forze ucraine di aver bombardato alloggi per gli sfollati scappati dalle zone allagate nella regione di Kherson e di aver ucciso una donna. Secondo il governatore ad interim della regione, Volodymyr Saldo, l'attacco - probabilmente con missili britannici Storm Shadow - è avvenuto intorno alle 5 della mattina contro "centri di alloggio temporanei nella zona di Arabat Spit". "I feroci bombardamenti da parte del regime criminale di Kiev contro il porto di Zhelezny sono continuati fin dalla notte. Il Positive Hotel è stato distrutto", ha aggiunto.

08:49 Missili balistici russi sull'Ucraina centrale, colpita la regione di Poltava

Le forze russe hanno attaccato nella notte la regione di Poltava, nell'Ucraina centrale, con missili balistici, missili da crociera di tipo Iskander e droni kamikaze: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'Amministrazione militare regionale, Dmytro Lunin, come riporta Ukrinform. "Ci sono danni", ha scritto Lunin precisando che i detriti dei droni e dei missili abbattuti hanno colpito otto edifici e quattro auto. "Non ci sono state vittime", ha sottolineato. Secondo il blogger filo-russo Oleksandr Talipov l'aeroporto militare di Mirgorod è stato colpito e sono state danneggiate attrezzature e infrastrutture.

09:06 Nord Stream 2, il Wsj: "I sabotatori avrebbero usato la Polonia come base operativa"

Investigatori tedeschi stanno esaminando le prove secondo cui una squadra di sabotaggio avrebbe utilizzato la Polonia come base operativa nell'operazione per danneggiare i gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico lo scorso settembre. Lo ha riferito il Wall Street Journal. Gli inquirenti hanno ricostruito integralmente il viaggio di due settimane dell'Andromeda, uno yacht sospettato di essere coinvolto nell'esplosione avvenuta ai gasdotti che riforniscono di gas russo l'Europa. Sono stati acquisiti dati delle apparecchiature radio e di navigazione, telefoni satellitari e cellulari, account mail "e campioni di Dna lasciati a bordo, che la Germania ha cercato di collegare ad almeno un soldato ucraino", ha riportato il quotidiano.

09:11 Kiev, sale a 26 il bilancio dei feriti a Odessa

E' salito a 26 il bilancio dei feriti nell'attacco sferrato dalle forze russe la notte scorsa su Odessa, che è costato la vita a tre persone: lo ha reso noto il comando operativo Sud ucraino, come riferisce Ukrainska Pravda.

09:27 Kiev, distrutti nella notte 20 droni e 2 missili russi

Le forze ucraine hanno distrutto la notte scorsa 20 droni Shahed e due missili russi su un totale di otto missili di vario tipo e 35 droni kamikaze Shahed-136/131 di fabbricazione iraniana lanciati da Mosca contro infrastrutture critiche e strutture militari del Paese: lo ha reso noto l'Aeronautica militare ucraina, come riporta Ukrainska Pravda. L'attacco, precisa l'Aeronautica, è durato dalle 23:00 di ieri (le 22:00 in Italia) alle 5:00 ora locale di questa mattina ed è stato lanciato dall'area della costa orientale del Mare d'Azov.

09:48 Kiev, attacco russo contro l'aeroporto militare di Mirgorod

Le forze russe hanno attaccato la notte scorsa con missili e droni l'aeroporto militare di Mirgorod, nella regione di Poltava, nell'Ucraina centrale: lo ha confermato su Telegram il capo dell'Amministrazione militare regionale, Dmytro Lunin, come riporta Ukrainska Pravda. "Durante l'attacco notturno nei pressi dell'aeroporto militare di Mirgorod, il nemico ha utilizzato missili balistici e da crociera di tipo Iskander, nonché droni d'attacco di fabbricazione iraniana. Ci sono danni alle infrastrutture e alle attrezzature dell'aeroporto. Nessuna vittima", ha scritto Lunin. 

10:09 Regno Unito, gli ucraini sfondano la prima linea delle difese russe

Le forze ucraine sono penetrate nella prima linea delle difese russe in alcune aree del fronte, mentre la performance russa è stata finora contrastante: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence sull'andamento del conflitto. "Nelle ultime 48 ore si sono svolte importanti operazioni ucraine in diversi settori dell'Ucraina orientale e meridionale - si legge nel rapporto pubblicato su Twitter -. In alcune aree, le forze ucraine hanno probabilmente compiuto buoni progressi e sono penetrate nella prima linea delle difese russe. In altre, i progressi ucraini sono stati più lenti".

10:28 Parolin: "Zuppi potrebbe incontrare il Patriarca Kirill" 

L'inviato del Papa per la missione di pace in Ucraina , il cardinale Matteo Zuppi, potrebbe incontrare il Patriarca di Mosca Kirill: "Dagli elementi che ho in mano, credo che potrebbe essere prevista". Lo ha sottolineato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, a margine del meeting internazionale sulla fraternità che si svolge in Vaticano con trenta Nobel. Parolin ha parlato nei giorni scorsi con Zuppi, tornato dalla missione a Kiev: "C'è stato l'incontro con Zelensky, che non era scontato. E' stato ricevuto e ha avuto modo di approfondire i concetti che il presidente aveva già espresso al Papa e cioè di un piano di pace che vorrebbero ricevesse il consenso più ampio da parte della Comunità internazionale e certamente in questo potrà associarsi anche la Santa Sede. Adesso si vedrà in che maniera, soprattutto per quello che ricorda gli aspetti umanitari", ha spiegato Parolin. Sulla tappa a Mosca, il porporato ha ribadito che ora ne dovranno parlare col Papa "e vedere i suoi orientamenti ma credo non ci sarebbero difficoltà per incontrare Kirill. Dagli elementi che ho in mano credo che potrebbe essere prevista".

10:54 Ucraina, 6mila evacuati per crollo diga: entro 16 giugno Dnipro rientrerà negli argini

Sono seimila le persone evacuate in seguito all'attacco contro la diga Kakhovka, nella regione di Kherson nel sud dell'Ucraina. Lo afferma Vladimir Saldo, capo dell'amministrazione di Kherson nominato da Mosca, secondo il quale entro il 16 giugno le acque del fiume Dnipro rientreranno negli argini e al loro corso originale. Tra le persone evacuate ci sono anche 235 bambini, ha sottolineato Saldo, aggiungendo che le acque del fiume Dnipro sono già scese di tre metri rispetto al picco di martedì. "E' iniziato il pompaggio dell'acqua e la raccolta dei rifiuti dalle strade", ha detto Saldo.

11:29 A Kherson Mosca evacua solo chi ha il passaporto russo

La Russia sta evacuando solo i cittadini con passaporto russo dalle aree allagate nei territori occupati del sud della regione di Kherson: lo ha reso noto lo Stato Maggiore delle Forze armate ucraine, come riporta il Kyiv Independent. L'esercito  ha inoltre riferito che i russi stanno rimuovendo con la forza i civili dalle loro case negli insediamenti occupati colpiti dalle inondazioni per ospitare i militari di Mosca. "Gli occupanti russi continuano a usare le conseguenze del loro crimine per i loro scopi", si legge nel rapporto pubblicato su Facebook. 

12:00 Premier canadese Justin Trudeau arrivato a Kiev

Il premier canadese Justin Trudeau è arrivato a Kiev. In agenda è previsto l'incontro con il presidete ucraino Volodymyr Zelensky. Il leader di Ottawa, accompagnato dalla vice premier Chrystia Freeland e dall'ambasciatrice Larisa Galadza, ha deposto una corona di fiori al Memorial Wall fuori dal monastero di San Michele nel centro di Kiev. Si è fermato anche a parlare con alcuni soldati ucraini addestrati in Canada.

12:25 Scholz vuole parlare con Putin "presto"

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz intende avere "presto" un colloquio con il presidente russo Vladimir Putin. Lo ha detto lo stesso Scholz, ricordando di aver parlato con Putin poco dopo l'inizio dell'offensiva militare contro l'Ucraina. "Ho intenzione di parlarci ancora presto", ha affermato il cancelliere tedesco intervenendo al 38esimo congresso della Chiesa protestante tedesca nella città di Norimberga, nel sud della Germania. Scholz ha quindi affermato che un prerequisito per una "pace giusta" è che la Russia ritiri le sue truppe, "è necessario che questo vada capito". Rispondendo a una domanda sulla necessità di condurre colloqui, Scholz ha detto che "i negoziati vanno bene, ma bisogna capire con chi e su che cosa negoziare".

12:43 Kiev, livello dell'acqua della centrale Zaporizhzhia è stabile

Il livello dell'acqua nel bacino di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia è stabile e la situazione rimane sotto controllo: lo ha reso noto in un comunicato l'operatore nucleare ucraino Energoatom. "Alle ore 08:00 (le 9 in Italia) del 10 giugno, il livello dell'acqua nel bacino di Kakhovka, vicino a Nikopol, è di 10,42 metri e nel bacino di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia è di 16,67 metri, sufficiente a soddisfare le esigenze dell'impianto", si legge nella nota pubblicata su Telegram.

13:02 Media, governatore filorusso Kherson ferito in bombardamento hotel

Il governatore filorusso della regione ucraina occupata di Kherson, Vladimir Saldo, sarebbe rimasto ferito nel bombardamento di un hotel nel quale si trovava nella regione di Kherson. Lo riporta l'emittente Rbc-Ucraina, citando la testata locale Most, secondo cui Saldo sarebbe stato ricoverato in condizioni gravi. Al momento non ci sono conferme né smentite ufficiali in merito.

13:14 Ucraina, "in arresto a freddo" ultimo reattore di Zaporizhzhia

L'Energoatom, l'agenzia ucraina per l'energia nucleare, ha fatto sapere di aver messo in "arresto a freddo" l'ultimo reattore in funzione della centrale di Zaporizhzhia come precauzione alla luce del crollo della diga di Nova Kakhovka che ha provocato inondazioni e ridotto drasticamente il livello di acqua utilizzata per il raffreddamento. Cinque dei sei reattori dell'impianto, occupata dalle forze russe, sono già nello stesso stato di arresto a freddo. Nei prossimi giorni è prevista una visita di una delegazione dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica.

13:32  Kiev, "ripresi 1.400 metri a Bakhmut in 24 ore"

Le truppe ucraine sono avanzate fino a 1.400 metri in diversi punti del fronte vicino alla città orientale di Bakhmut nelle ultime 24 ore. "Stiamo contrattaccando. Siamo riusciti ad avanzare fino a 1.400 metri su varie sezioni del fronte", ha affermato Serhiy Cherevaty, un portavoce del comando militare orientale, sostenendo che le forze ucraine hanno inflitto pesanti perdite alle truppe russe e distrutto attrezzature militari nell'area.

13:44 Mosca, le azioni anti-russe di Reykjavik avranno una risposta

Mosca deve tenere conto della decisione ostile di Reykjavik (che ieri ha annunciato la chiusura temporanea della sua ambasciata a Mosca a partire dal primo agosto) mentre costruisce i legami con l'Islanda: una risposta appropriata deve essere inevitabilmente data a tutte le azioni anti-russe di Reykjavik. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri russo citato da Interfax. 

13:54 Ministero Difesa russo regola attività dei volontari

Le unità militari di volontari firmeranno contratti con il Ministero della Difesa russo entro il 1 luglio per ottenere lo status giuridico necessario a combattere in Ucraina. "Il Ministro della Difesa della Federazione Russa ha firmato un decreto che stabilisce la procedura per l'organizzazione delle attività di servizio delle unità volontarie al fine di aumentare l'efficienza dell'uso delle unità volontarie come parte del Gruppo congiunto di forze", si legge in una nota del ministero. "Il decreto specifica che le unità di volontari devono firmare contratti con il Ministero della Difesa della Federazione Russa entro il 1 luglio 2023: questo fornirà alle unità di volontari il necessario status giuridico e creerà approcci unificati per organizzare un supporto completo e l'esecuzione dei loro compiti".

14:23 Cremlino, non è in agenda un colloquio tra Putin e Scholz

L'agenda del presidente russo Vladimir Putin non prevede finora colloqui telefonici con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha dichiarato alla Tass il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Il cancelliere stamani ha dichiarato di avere intenzione di parlare con Putin nel prossimo futuro.  "No", ha detto Peskov, quando gli è stato chiesto se i colloqui fossero in programma.

14:59 Kiev, colpita di nuovo Kherson durante l'evacuazione: due feriti

La città di Kherson, nel sud dell'Ucraina, è stata nuovamente bombardata dalle truppe russe mentre è in corso l'evacuazione a causa dell'inondazione provocata dal crollo della diga di Kakhovka: sono stati attaccati il quartiere di Korabel, e il centro della città, una ragazza di 16 anni e un agente di polizia sono rimasti feriti. Lo riporta Rbc-Ukraine aggiungendo che i colpi di cannone hanno danneggiato dei condomini e in seguito sono scoppiati incendi.

15:25 Kiev, Trudeau annuncia nuovi aiuti militari dal Canada

Il Canada stanzia altri 500 milioni di dollari canadesi (circa 400 milioni di dollari Usa) per un nuovo pacchetto di aiuti militari all'Ucraina: lo ha annunciato il primo ministro canadese, Justin Trudeau, che è in visita a Kiev, come riportano i media ucraini, fra cui l'agenzia Ukrinform. "Il Canada è determinato a rispondere all'invasione illegale e ingiustificata (russa) continuando a fornire all'Ucraina aiuti militari, compresi altri 500 milioni di dollari, per sostenere la capacità ucraina di rispondere all'aggressione russa", afferma un comunicato stampa. Il nuovo pacchetto di aiuti comprende anche la consegna di 288 missili antiaerei Aim-7. Inoltre, Ottawa estenderà il mandato della missione di addestramento militare Unifier fino al 2026, nell'ambito della quale sono già stati addestrati più di 35.000 soldati ucraini in 8 anni, si legge su Ukrinform.

15:43 Governatore Kherson, previsti rovesci meteo su zone alluvionate

Sulle zone inondate del Kherson è previsto un "peggioramento significativo" delle condizioni meteo nei prossimi giorni, con possibili rovesci temporaleschi e grandinate con venti forti, che potrebbero peggiorare di nuovo la situazione malgrado l'acqua stia lentamente defluendo: l'allarme è del governatore della regione, Oleksandr Prokudin, che lancia un appello ai volontari che operano nella regione.

Prokudin invita a non uscire con i barchini durante i temporali, perché, scrive, è "estremamente pericoloso".

Un violento temporale è in corso a Kiev, dove alcune strade sono diventate quasi dei torrenti.

15:48 Zelensky, "azioni controffensive in corso"

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato che "azioni di controffensiva e difensive" sono in corso sul fronte orientale e meridionale, ma non  ha voluto aggiungere dettagli nè confermare che si tratti della "grande controffensiva" preannunciata da tempo. "Bisogna avere fiducia nei nostri militari, e io ce l'ho", ha aggiunto.

Le dichiarazioni di Zelensky seguono quelle del presidente russo Vladimir Putin secondo il quale la grande controffensiva ucraina destinata a respingere le truppe russe era cominciata: ieri, il capo del Cremlino aveva anche aggiunto che l'esercito di Kiev non aveva raggiunto nessun obiettivo durante tali attacchi e che stava subendo pesanti perdite. Le autorità di Kiev hanno invece cercato di ridimensionare l'ampiezza dei combattimenti, senza voler rivelare di più sulla propria strategia. Oggi, il portavoce del comando Est dell'esercito ucraino, Serhiy Cherevaty, ha detto in tv che le truppe ucraine sono riuscite ad avanzare di 1.400 metri intorno alla città devastata di Bakhmut nell'Est, di cui Mosca ha nelle scorse settimane rivendicato la conquista.

15:55 Kiev, successi delle truppe scelte ucraine a Bakhmut e Donetsk

"Oggi, 5 brigate d'assalto e 35 brigate di fanteria di marina sono impegnate in operazioni di combattimento attivo e stanno facendo progressi, con la quinta brigata d'assalto che sta prendendo una posizione dominante attorno ai fianchi di Bakhmut, e le 35 brigate di marines che invece hanno sconfitto gli occupanti nell'area di Mykolaiv, nella regione di Kherson, e ora stanno combattendo il nemico nella regione di Donetsk: lo scrive sul suo canale Telegram la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar.

Questi corpi militari - aggiunge Malyar, "hanno ricevuto lettere di ringraziamento scritte dal presidente dell'Ucraina per le loro azioni attive ed efficaci".

16:03 Russi, abbiamo abbattuto caccia di Kiev

Un caccia Mikoyan MiG-29 dell'aeronautica militare ucraina è stato abbattuto nella Repubblica popolare di Donetsk. Lo rende noto il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov durante un briefing. "I sistemi di difesa aerea hanno abbattuto un caccia MiG-29 dell'aeronautica militare ucraina vicino all'insediamento di Platonovka nella Repubblica popolare di Donetsk", ha detto Konashenkov. "Inoltre, otto droni ucraini sono stati distrutti vicino agli insediamenti di Novobakhmutovka, Kirillovka e Vladimirovka nella Repubblica popolare di Donetsk, Lisichansk nella Repubblica popolare di Lugansk e Peschanoye nella regione di Kherson", ha detto Konashenkov.

16:08 Zelensky, importante che Mosca senta di non avere molto tempo

"È 'interessante' quello che ha detto Putin sulla nostra controffensiva. È importante che la Russia senta di non avere molto tempo, secondo me. In Ucraina si stanno svolgendo azioni di controffensiva e difensive. In quale fase, non entrerò nel dettaglio", ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa congiunta con il primo ministro canadese Justin Trudeau, che oggi è in visita a Kiev. Lo riferisce Rbc-Ukraine.

16:12 Ramaphosa informa Xi della missione di pace africana

Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha informato il presidente cinese Xi Jinping sull'imminente missione dei leader africani in Russia e Ucraina per cercare di mediare la pace. Lo rende noto il governo sudafricano.

16:39 Kiev, dopo crollo della diga sostanze nocive nel fiume Inhulets

L'ispettorato dell'ambiente ucraino ha reso noto che dopo l'esplosione della centrale idroelettrica di Kakhovka è stato registrato un aumento del livello di sostanze nocive nel fiume Inhulets, affluente di destra del Dinpro, come riportano i media nazionali. "Secondo i risultati delle analisi di laboratorio, nel fiume Inhulets sono state superate le concentrazioni massime ammissibili di azoto ammonico, ferro totale e solidi sospesi. Il contenuto di residui secchi è aumentato", ha dichiarato l'ispettorato.

17:27 Zelensky, Canada appoggia ingresso Ucraina nella Nato

Il Canada si impegna attivamente per favorire l'ingresso dell'Ucraina nella Nato in vista del summit dell'Alleanza atlantica di Vilnius, e in generale, per la sicurezza dell'Ucraina e dell'intera comunità euro-atlantica: lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo canale Telegram, dopo aver firmato una dichiarazione congiunta con il premier canadese Justin Trudeau, in visita a Kiev.

17:46 Media, "russi minano sito chimico Crimea contro avanzata di Kiev"

Gli ingegneri dell'esercito russo avrebbero imbottito di esplosivi il gigantesco impianto chimico industriale Crimea Titan, nella penisola annessa da Mosca unilateralmente nel 2014, secondi funzionari ucraini e piattaforme giornalistiche indipendenti, come riporta il Kyiv Post. L'analista militare ucraino Roman Svitan ha affermato che le autorità russe nella Crimea occupata hanno già preparato l'impianto della Crimea settentrionale e "sarebbe molto probabile che facciano esplodere la fabbrica per creare una barriera chimica tossica se l'esercito ucraino si avvicinasse troppo". "Se il Cremlino ordinerà di far esplodere le cariche, l'Ucraina e gli Stati limitrofi dovranno affrontare una catastrofe provocata dall'uomo potenzialmente peggiore di Chernobyl", hanno detto funzionari ucraini.

17:49 A Kiev 35% rifugi è inutilizzabile, solo il 15% non ha problemi

A Kiev e dintorni, solo il 15% dei rifugi antiaerei è privo di problemi, mentre il 35% è addirittura inutilizzabile: lo ha reso noto il ministro per l'industria strategica ucraino, Oleksandr Kamyshin, citato dal Kyiv Independent, che ha reso noto il risultato - da lui definito "molto deludente" - di un'inchiesta svolta dal governo dopo la morte sotto un bombardamento russo di due donne e di una bambina di 9 anni che la notte del 1 giugno scorso non riuscirono a entrare in un bunker di una clinica perché era chiuso a chiave.

17:52 Proteste di fronte a base aerea in Germania contro esercitazioni e guerra

Centinaia di persone hanno protestato chiedendo la pace di fronte alla base aerea di Wunstorf, vicino ad Hanover, in Germania, in vista delle esercitazioni aeree Defender 2023 a cui partecipano 25 Paesi, la maggior parte dei quali Nato, con 250 aerei e diecimila militari. "Esercitatevi alla pace invece che alla guerra", recita uno degli striscioni esibiti oggi. Gli attivisti chiedono una soluzione diplomatica alla guerra in Ucraina e un cessate il fuoco. "Abbasso le armi! No alla guerra! Disarmo subito!".

18:05 Wsj, Polonia forse usata come base per sabotaggio Nord Stream

La Polonia potrebbe essere stata usata come base operativa per sferrare l'attacco ai gasdotti Nord Stream lo scorso anno. A scriverne è oggi il Wall Street Journal, citando dati relativi alle indagini in Germania. Gli inquirenti tedeschi stanno cercando di ricostruire il motivo per cui lo yacht che si ritiene sia stato utilizzato per effettuare il sabotaggio abbia deviato in acque polacche, secondo il quotidiano, e sarebbero riusciti a ricostruire il viaggio di due settimane dell'imbarcazione, l'Andromeda, stabilendo che entrò nelle acque polacche. La conclusione è stata raggiunta sulla base dei dati delle apparecchiature radio e di navigazione, dei telefoni satellitari e cellulari dell'Andromeda, nonché degli account Gmail, ricostruisce il Wall Street Journal. Gli investigatori tedeschi - scrive ancora - sono anche giunti alla conclusione che la sostanza utilizzata nell'atto di sabotaggio fosse l'Hmx.

18:30 Zelensky, evacuate 3mila persone in Kherson e Mykolaiv

"Ad oggi, più di tremila persone sono state evacuate dal territorio delle regioni di Kherson e Mykolaiv. Ma, ancora una volta, questo è solo un territorio libero sotto il nostro controllo. Nel territorio occupato, è solo possibile aiutare le persone in alcune aree: i terroristi russi stanno facendo di tutto affinché ci siano quante più vittime possibili del disastro": lo ha detto nel suo discorso serale il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, pubblicato sul suo canale Telegram.

18:50 Macron a Iran, stop sostegno a Russia

Il Presidente francese Emmanuel Macron ha invitato l'Iran "a porre immediatamente fine al sostegno" alla Russia nella guerra in Ucraina, attraverso la consegna di droni, durante un colloquio telefonico con il presidente iraniano, Ebrahim Raisi. Lo rende noto l'Eliseo. Il capo dello Stato francese "ha messo in guardia sulla gravità delle conseguenze, sia di sicurezza sia umanitarie, della consegna di droni da parte dell'Iran alla Russia e ha invitato Teheran a porre immediatamente fine al sostegno che sta fornendo alla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina".

19:32 Mosca, inflitte pesanti perdite, distrutti 4 Leopard

Le forze armate russe affermano di aver respinto l'avanzata ucraina nella regione di Zaporizhzhia e in quella del Donetsk meridionale infliggendo pesanti perdite alle forze nemiche. "Le perdite totali delle forze ucraine nelle aree sopra menzionate in un giorno ammontano a 300 soldati, 9 carri armati, inclusi 4 Leopard, e 11 veicoli da combattimento per la fanteria, inclusi 5 Bradley americani", ha affermato il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov.

20:12 Lettonia, organizzazioni internazionali difendano bimbi ucraini

"È dovere delle organizzazioni internazionali combattere e difendere i bambini dell'Ucraina. Dobbiamo lavorare particolarmente attivamente per garantire che i bambini ucraini rapiti dalla Russia tornino in patria". Lo ha detto Zanda Kalnina-Lukasevica, Vicepresidente del Parlamento lettone (Saeima), durante un incontro, avvenuto a Riga, con il Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite contro la violenza contro i bambini, Najat Maalla M'jid.

20:15 Lettonia, 200mila euro a Ucraina per disastro Kakhovka

Il governo della Lettonia ha stanziato 200.000 euro per sostenere l'Ucraina in seguito alla distruzione della diga di Kakhovka.

La somma stanziata sarà utilizzata per inviare all'Ucraina attrezzature, materiali e macchinari per mitigare le conseguenze più immediate delle inondazioni. Tra i materiali che la Lettonia intende mandare in Ucraina vi sono autocisterne per il trasporto dell'acqua potabile, scialuppe di salvataggio e veicoli anfibi, acqua potabile, filtri per l'acqua e pacchi alimentari.

I primi difficili giorni della controffensiva ucraina. DAVIDE MARIA DE LUCA su Il Domani il 10 giugno 2023

Fotografie e filmati rivelano le perdite subite dalle forze armate di Kiev nei primi assalti contro le linee fortificate russe.

Distrutti almeno due Leopard russi e una decina di Bradley americani, mentre l’avanzata è di pochi chilometri.

Ma gli esperti avvertono che le perdite sono inevitabili e che quello che vediamo è solo l’inizio della battaglia.

La controffensiva ucraina è iniziata da circa una settimana e dal fronte arrivano le prime notizie di perdite significative per le forze di Kiev. I canali social filorussi si sono riempiti di filmati che mostrano carri armati e blindati di fabbricazione Nato distrutti o abbandonati. Lo stesso presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che la controffensiva ucraina è iniziata e che tutti gli attacchi sono stati respinti. Ma le operazioni, avvertono gli ucraini e gli esperti occidentali, sono appena iniziate e la prima fase di ogni offensiva contro posizioni fortificare è sempre la più difficile. Serivranno ancora giorni per farsi un’idea di come sta andando l’attacco.

LE PERDITE

Non ci sono dubbi che alcuni attacchi ucraini siano andati incontro al fallimento. Il filmato più diffuso e commentato in questi giorni mostrano un tratto di campagna aperta dove giacciono abbandonati mezza dozzina di blindati ucraini, la maggior parte bloccati da mine e successivamente distrutti quando i loro equipaggi li hanno abbandonati. Una scena

Secondo Oryxcorp, uno dei più accurati progetti che si occupano di contare le perdite nel conflitto utilizzando solo fotografie e filmati geolocalizzati, gli ucraini hanno perso almeno due carri armati di fabbricazione tedesca Leopard 2, due Amx francesi, diversi blindati di altro tipo e almeno 11 Bradley, costosi veicoli da combattimento per fanteria di produzione americana. Queste ultime perdite sono particolarmente significative. Gli Stati Uniti hanno promesso all’Ucraina poco più di cento Bradley e almeno un sessantina è stata consegnata. Significa che gli ucraini hanno perso circa il 10 per cento di tutti questi importanti veicoli.

Anche se gli ucraini continuano a mantenere un silenzio pressoché totale sulle loro operazioni, la vice ministra della Difesa Hanna Malyar ha in qualche modo ammesso l’attuale difficile situazione e ha ammesso che perdite devono essere attese e che «l’equipaggiamento militare indistruttibile deve ancora essere inventato».

LE AVANZATE

Con gli ucraini silenziosi e i russi intenti a diffondere notizie sulle perdite subite dagli avversari, è difficile stabilire se questi primi scontri abbiano portato qualche risultato concreto sul campo di battaglia. I guadagni, per il momento, sembrano minimi su entrambi i fronti principali su cui si combatte. Il più importante è quello meridionale che si trova nella regione di Zaporizhzhia.

Da qui, secondo analisti ed esperti ucraini e occidentali, le forze armate ucraine sperano di avanzare fino al mare, separando così il corridoio terrestre che congiunge la Crimea occupata con il resto della Russia. I combattimenti sono stati particolarmente intensi lungo le due dirretrici che gli ucraini stanno seguendo: quella di Orikhiv, a ovest, e quella di Velyka Novosilka, più a est. Combattimenti più ridotti sono in corso anche in Donbass, la zona più calda del fronte fino a poche settimane fa, divenuta ora un fronte secondario.

Anche nella migliore delle ipotesi per gli ucraini, fino a questo momento le avanzate in tutti i settori si possono misurare in pochi chilometri al massimo. Sembra inoltre che questi primi scontri abbiano coinvolto solo la prima linea di avamposti russi, mentre gli ucraini devono ancora scontrarsi con le principali fortificazioni preparate dai russi negli scorsi mesi.

LE PROSPETTIVE

L’inizio dell’offensiva si è rivelato difficile per gli ucraini e il silenzio di Kiev sulle operazioni è interpretato da molti come la conferma che per il momento c’è poco da celebrare. Esperti e analisti raccomandando comunque prudenza. Per ora gli ucraini hanno utilizzato solo una frazione delle truppe tenute di riserva per la controffensiva, un’operazione che con ogni probabilità durerà ancora per settimane e forse mesi. «Pur non volendo dipingere un quadtro troppo roseo – ha scritto David Kofman, analista della Cna e uno dei più rispettati esperti delle forze armate russe e ucraine – Questa non è il tipo di operazione che si può giudicare sulla base di qualche giorno di combattimento».

DAVIDE MARIA DE LUCA. Giornalista politico ed economico, ha lavorato per otto anni al Post, con la Rai e con il sito di factchecking Pagella Politica.

La controffensiva ucraina appare votata al massacro. Piccole Note (filo-Putin) il 10 Giugno 2023 su Il Giornale.

La controffensiva ucraina non va affatto bene. Gli attacchi di questi primi giorni non hanno conseguito nessun risultato tattico-strategico, essendo stati tutti respinti al mittente. E alte, altissime, sono le perdite subite.

I russi parlano di seimila attaccanti eliminati, tra morti e feriti, oltre a perdite significative di carri armati, e veicoli corazzati, tra cui una ventina di Leopard 2, armamento annoverato tra le armi magiche fornite dall’Occidente (d’altronde, avevamo preannunciato le loro criticità).

Lo ha dovuto riconoscere perfino l’Institute for the Study of War (ISW), il think tank della famiglia Kagan che sta gestendo questa guerra e il flusso di informazioni dal quale dipendono i media mainstream.

Scusate l’imprecisione…

Riportiamo un passaggio di report dell’ISW perché istruttivo: “L’8 giugno le forze ucraine hanno perso veicoli forniti dall’Occidente. Le perdite sono inevitabili nel corso di un’azione militare. Le forze ucraine subiranno perdite, anche di armamenti, sia occidentali che sovietici, in tutte le operazioni offensive”.

“L’equipaggiamento occidentale non è immune dai danni più dell’equipaggiamento che gli ucraini hanno usato e perso dal febbraio 2022. Le perdite di equipaggiamento, anche di quello occidentale, all’inizio della controffensiva non è però un indicatore del futuro della controffensiva. È importante non esagerare l’impatto delle perdite […] in particolare nelle battaglie di penetrazione contro le posizioni difensive”.

Si può notare come si tenti in ogni modo di attenuare l’impatto dei rovesci subiti, una diminuitio che serve a evitare che sorgano dubbi sull’opportunità di procedere sulla via intrapresa, che si preannuncia ancora più disastrosa di quanto preventivato.

Certo, siamo ancora ai prodromi della battaglia vera e propria. Le forze ucraine che vengono immolate sotto il fuoco russo hanno solo il compito di di aprire la via all’attacco vero e proprio, che dovrebbe contare, a stare a quanto riporta Mikael Valtersson, ex alto ufficiale dell’esercito svedese, su 600 carri armati di varia natura e altrettanti veicoli corazzati, oltre alle quindici brigate di cui al report dell’ISW.

Ma anche i russi hanno riserve ancora non utilizzate e soprattutto hanno il controllo del cielo, cosa che fa dell’attacco ucraino un’azione votata al macello. Potranno sfondare, forse anche arrivare a travolgere anche l’ultima delle linee difensive predisposte dai russi, ma se le cose restano così, rischiano di arrivarci con una forza talmente degradata da restare esposta a un contrattacco devastante (si ricordi che a Zaporozhye, dove si sta concentrando l’attacco, sono presenti le forze speciali della Akhmat, le truppe cecene guidate da Kadyrov, non ancora impegnate in battaglia).

Insomma, quanto preventivato da tanti, nel piccolo anche da noi, sembra essere il destino manifesto di questa operazione voluta a tutti i costi dai falchi d’Occidente, che hanno costretto Kiev a obbedir tacendo nonostante le resistenze degli alti ufficiali ucraini.

Sul punto, val pena riportare anche un altro passaggio del report citato dell’ISW: “I continui attacchi di missili e droni russi contro Kiev e le infrastrutture critiche ucraine potrebbero aver allontanato i sistemi di difesa aerea più avanzati dell’Ucraina dalla linea del fronte […] Le precedenti valutazioni di ISW secondo cui gli attacchi aerei e missilistici russi non stavano ponendo le condizioni per difendersi dalla controffensiva ucraina potrebbero quindi essere state imprecise”.

Si riconosce, cioè, che senza un’adeguata copertura aerea la controffensiva è esposta a un devastante fuoco di contrasto. Una imprecisione, solo una imprecisione… scusate, ci siamo sbagliati.

La dottrina neocon all’esame russo

Come abbiamo scritto, l’ISW non è solo un think tank. Si tratta del pensatoio che sovraintende la guerra ucraina, il nido d’aquila dei neoconservatori americani, quelli, appunto, che hanno costretto Kiev a procedere con la controffensiva, costi quel che costi.

D’altronde i neocon sono esperti in fallimenti, basti pensare alle guerre infinite, con le sconfitte seriali cumulate sui vari campi di battaglia avviati nel mondo: l’Iraq, che da baluardo anti-iraniano degli Stati Uniti è diventato un partner di Teheran; la Libia che, sconfitto Gheddafi, è rimasta terra ostica all’Occidente; l’Afghanistan, dal quale gli Stati Uniti si sono ritirati con scorno; la Siria, che avendo resistito all’onda d’urto di un devastante regime-change, ha vinto la sua guerra.

Il punto è che l’elemento su cui si fonda l’aggressiva dottrina bellica neocon è che la guerra, con il suo apporto di caos nella nazione bersaglio e l’incremento degli utili (politici ed economici) dell’apparato militar industriale Usa, sia da perseguire come fine a se stessa, al di là del suo esito.

Tale strategia è stata imposta anche alla guerra ucraina, che ha comunque incrementato l’influenza neocon nella politica estera americana e il loro peso sugli stati clienti degli Stati Uniti, aumentando anche la forza e il lucro dell’apparato militar-industriale Usa.

Per quanto riguarda la guerra che si combatte in ucraina, la più grande preoccupazione dei neocon è che essa prosegua, alla stregua delle altre guerre infinite. A tale scopo è necessario alimentarla continuamente, da cui le continue escalation e l’attuale controffensiva, necessarie a evitare uno stallo che potrebbe aprire vie al negoziato (come da pronostici del Capo degli Stati Maggiori congiunti Usa Mark Milley).

Ma è un gioco al massacro, altrui ovviamente, che poteva dare alti dividendi nel caso in cui le nazioni bersaglio erano altre che non una superpotenza come la Russia. Nel caso specifico, certi azzardi, come l’attuale controffensiva, potrebbero avere esiti talmente disastrosi da chiudere i loro giochi di guerra prima del previsto. Vedremo.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie dell’11 giugno.

Le notizie sulla guerra in Ucraina dell’11 giugno. Andrea Nicastro, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online  su Il Corriere della Sera l'11 Giugno 2023 

Le notizie sulla guerra di domenica 11 giugno, in diretta: migliaia di sfollati per l’allagamento causato dal crollo della diga di Nova Kakhova

• L’offensiva ucraina è iniziata. Lo ha confermato il presidente Zelensky e sul fronte opposto anche Putin ha ammesso che le operazioni delle truppe di Kiev sono partite, «ma senza successo».

• La Russia continua a martellare città e postazioni ucraine, ma le truppe di Kiev, secondo l’intelligence inglese, avrebbero già sfondato in più punti la prima linea delle forze di occupazione di Mosca.

• Continua a preoccupare la situazione dei civili che si trovano sulle due rive del fiume Dnipro, una controllata dagli ucraini e l’altra dei russi, dopo il crollo della diga di Nova Kakhova. Migliaia di persone sono già state sfollate, anche sotto le bombe, mentre adesso è scattata l’emergenza per la mancanza di acqua potabile.

Ore 00:01 - Allarme dei media, minato dai russi un mega impianto chimico in Crimea

Gli ingegneri dell’esercito russo hanno imbottito di esplosivi il gigantesco impianto chimico industriale Crimea Titan, nella penisola annessa da Mosca unilateralmente nel 2014. Lo denunciano funzionari ucraini e piattaforme giornalistiche indipendenti, come riporta il Kyiv Post. L’analista militare ucraino Roman Svitan ha affermato che le autorità russe nella Crimea occupata hanno già preparato l’impianto della Crimea settentrionale e «sarebbe molto probabile che facciano esplodere la fabbrica per creare una barriera chimica tossica se l’esercito ucraino si avvicinasse troppo». «Se il Cremlino ordinerà di far esplodere le cariche, l’Ucraina e gli Stati limitrofi dovranno affrontare una catastrofe provocata dall’uomo potenzialmente peggiore di Chernobyl», hanno detto funzionari ucraini. Il capo militare regionale di Kherson Oleksandr Prokudin in un video postato su Telegram il 2 giugno ha affermato che i piani russi per far esplodere l’impianto sono ben avanzati e che se la deflagrazione avverrà «migliaia di tonnellate di materiali tossici verrebbero rilasciati». Esteso su un territorio di 4,7 chilometri quadrati e situato vicino alla città di Armiansk, il tentacolare impianto della Crimea Titan era uno dei maggiori produttori al mondo di biossido di titanio, una sostanza chimica industriale non tossica ampiamente utilizzata nella produzione di vernici, rivestimenti, integratori alimentari, nei farmaci e come sbiancante. L’uso del biossido di titanio è stato vietato in Europa nel 2022.

Ore 00:02 - Macron all’Iran: stop subito al sostegno militare alla Russia

Il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato l’Iran «a porre immediatamente fine al sostegno» alla Russia nella guerra in Ucraina, attraverso la consegna di droni, durante un colloquio telefonico con il presidente iraniano, Ebrahim Raissi. Lo rende noto l’Eliseo. Il capo dello Stato francese «ha messo in guardia sulla gravità delle conseguenze, sia di sicurezza sia umanitarie, della consegna di droni da parte dell’Iran alla Russia e ha invitato Teheran a porre immediatamente fine al sostegno che sta fornendo alla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina».

Ore 00:03 - Trudeau annuncia aiuti militari dal Canada per 500 milioni di dollari canadesi

Nel corso della sua visita a Kiev, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha presentato un nuovo pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina. «Oggi (sabato 10 giugno, ndr) posso annunciare che forniremo 500 milioni di dollari (canadesi) in nuovi finanziamenti per l’assistenza militare», ha detto in una conferenza stampa.

Ore 00:04 - Kiev: concluso l’addestramento dei carristi ucraini nel Regno Unito

Gli equipaggi ucraini hanno completato il loro addestramento sui carri armati Challenger 2 e AS90 nel Regno Unito e sono tornati in Ucraina. Lo ha reso noto sabato il ministero della Difesa britannico. «Gli equipaggi dei carri armati ucraini hanno completato l’addestramento nel Regno Unito e sono tornati a casa per continuare la loro lotta contro l’invasione illegale della Russia», ha dichiarato il ministero della Difesa su Twitter.

Ore 00:06 - Mosca: respinta avanzata ucraina nella regione di Zaporizhzhya

Le forze armate russe affermano di aver respinto l’avanzata ucraina nella regione di Zaporizhzhya e in quella del Donetsk meridionale infliggendo pesanti perdite alle forze nemiche. «Le perdite totali delle forze ucraine nelle aree sopra menzionate in un giorno ammontano a 300 soldati, 9 carri armati, inclusi 4 Leopard, e 11 veicoli da combattimento per la fanteria, inclusi 5 Bradley americani», ha affermato il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov.

Ore 00:07 - Zelensky: «In Ucraina sono in corso azioni di controffensiva e di difesa»

Volodymyr Zelensky ha scelto queste parole per confermare l’avvio dell’attesa controffensiva di Kiev. Lo ha fatto durante una conferenza stampa congiunta con il premier del Canada Justin Trudeau, giunto in visita a sorpresa nella capitale ucraina per ribadire il suo sostegno, un giorno dopo che Vladimir Putin aveva dichiarato che l’offensiva ucraina era iniziata. «Non parlerò nei dettagli», ha specificato Zelensky, che ha però risposto a distanza alle dichiarazioni del presidente russo sul fatto che le forze ucraine starebbero «subendo perdite significative». «Sono quotidianamente in contatto con i nostri comandanti delle varie direzioni. Tutti sono ora di umore positivo. Fatelo sapere a Putin», ha rimarcato Zelensky.

Ore 00:08 - Londra: le truppe ucraine hanno sfondato la prima linea russa

Le truppe scelte ucraine hanno sfondato le prime linee di difesa russe in alcune aree del fronte mentre a Bakhumut sono avanzate di quasi un chilometro e mezzo nelle ultime 24 ore. Le informazioni che arrivano dal ministero della Difesa britannico nel consueto aggiornamento sull’andamento del conflitto e quelle date dal portavoce del raggruppamento orientale delle Forze armate ucraine, Serhiy Cherevaty, sembrano confermare che la controffensiva ucraina è ormai in atto. E sebbene gli ucraini continuino a essere volutamente vaghi ed evasivi sull’andamento delle operazioni nel sud-est, cioè nell’Oblast di Zaporizhzhia, lasciano tuttavia trapelare che la spinta nel Donbass invece procede in quattro direttrici, nelle quali è sarebbero state sfondate le prime linee ultrafortificate dai russi. In questo settore, Bakhmut, conquistata il 20 maggio dai mercenari di Wagner che l’hanno poi lasciata alle truppe regolari russe, il cui avvicendamento non pare essere ancora terminato, resta il punto più caldo di questa fase della guerra.

Ore 00:09 - Sei leader africani il 16 giugno in missione di pace a Kiev, poi a Mosca

Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha illustrato sabato l’iniziativa di pace africana per l’Ucraina al presidente cinese, Xi Jinping, e al premier indiano, Narendra Modi. Sei leader africani si recheranno a Kiev il prossimo 16 giugno, dove incontreranno il presidente ucraino Volodymy Zelensky, quindi a San Pietroburgo, il 17 giugno, per incontrare il presidente russo Vladimir Putin. «Il presidente Cyril Ramaphosa ha informato il presidente cinese Xi Jinping della missione di pace dei leader africani in Ucraina e Russia - recita la nota diffusa dalla presidenza sudafricana - il presidente Ramaphosa ha preso atto del piano di pace proposto dalla Cina e ha affermato il sostegno del Sudafrica e dei leader africani alle iniziative che mirano a una risoluzione pacifica del conflitto. Il presidente Xi Jinping ha elogiato l’iniziativa del continente africano e ha riconosciuto l’impatto che il conflitto ha avuto sulle vite umane e sulla sicurezza alimentare in Africa».

Ore 00:11 - Zelensky ringrazia Trudeau per gli aiuti militari arrivati dal Canada

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato il primo ministro canadese Justin Trudeau per aver fornito aiuti militari a Kiev ed ha definito nel suo discorso video serale la fornitura di munizioni di artiglieria calibro 155 particolarmente importante. Il presidente ucraino ha poi elogiato l’impegno del Canada nel quadro della coalizione che si è formata per aiutare l’Ucraina ad acquisire aerei caccia occidentali.

Ore 00:12 - Trump: sono l’unico che può fermare la Terza Guerra Mondiale

«Appena eletto, prima ancora di entrare alla Casa Bianca metterò fine alla guerra in Ucraina, se sarà ancora in corso». Lo ha detto Donald Trump ad una convenzione dei repubblicani in Georgia. «Sono l’unico che può evitare la Terza Guerra Mondiale», ha aggiunto.

Ore 00:47 - Ucciso da un bombardamento a Kariv un vigile del fuoco

Un vigile del fuoco ucraino è morto a causa di un bombardamento russo nell’oblast di Kharkiv. Assieme ad un collega, rimasto ferito, stava spegnendo un incendio causato da un precedente attacco missilistico. Lo riferiscono i servizi di emergenza della regione, precisando che la vittima si chiamava Mykhailo Piskun e aveva 29 anni. Il collega ha riportato ferite multiple ed è stato ricoverato in ospedale.

Ore 00:47 - Deraglia un treno merci vuoto nella regione di Belgorod in Russia

Quindici vagoni di un treno merci vuoto sono deragliati nella regione meridionale di Belgorod, in Russia, al confine con l’Ucraina. Lo ha detto sabato il governatore locale, aggiungendo che non ci sono informazioni immediate sulla causa. «Secondo le informazioni preliminari, non ci sono vittime», ha detto il governatore, Vyacheslav Gladko. L’incidente è avvenuto vicino a una stazione ferroviaria nel distretto municipale di Alexeyevsky e il treno era vuoto, ha detto Gladkov.

Ore 02:04 - A Odessa arrivano i cadaveri della piena del Dnipro

dal nostro inviato a Kerson (Ucraina) Francesco Battistini

Meglio remare. «Il motore fa rumore». E stare sotto riva. «Dall’altra parte ci sono i katran di Putin, che vedono tutto». E raccattare veloci i relitti di vite ormai irriconoscibili. «Ho trovato un quadro. È il ritratto d’un anziano. L’ho messo sui social, magari qualcuno lo riconosce…».

A Odessa, dove giungono i cadaveri della piena del Dnipro: «E chissà quanti ne arriveranno ancora» di Francesco Battistini

Ore 04:36 - Mosca, respinti due attacchi ucraini nei pressi di Bakhmut

Le forze armate russe hanno respinto due attacchi ucraini nei pressi della cittadina di Bakhmut, nel Donbass. Lo riferisce la Tass, citando fonti militari. Secondo il report, l’aviazione ha colpito le roccaforti nemiche nell’area degli insediamenti di Belogorovka, Krasnoye, Kleshchievka e Novgorodskoye. Inoltre l’artiglieria ha distrutto tre postazioni di tiro con mortai da 120 mm a Verkhnekamenskoye e Krasnoye, nonché un deposito di munizioni nell’area di Belaya Gora e una stazione radar ad Avdivka.

Ore 05:20 - L’ispezione ai rifugi ucraini conferma la criticità della situazione

Il ministro dell’Industria strategica ucraino, Oleksandr Kamyshin, ha denunciato che il risultato delle ispezioni richieste dal Presidente Volodymir Zelensky, sui 4.655 rifugi antiaerei, le cui condizioni sono, ha detto, «deludenti». Solo il 15 per cento delle strutture possono essere usati «senza problemi significativi». Il 50 per cento dei rifugi sono «adatti a livello tecnico» ma devono essere «rimessi a posto» con interventi di ristrutturazione. Fra l’altro, il 44 per cento dei rifugi sono accessibili liberamente e il 21 per cento devono essere aperti ai residenti dalle guardie entro cinque minuti da un allarme aereo. Zelensky ha chiesto l’ispezione la scorsa settimana, dopo che tre persone sono rimaste uccise in un bombardamento russo dopo non essere riuscite a entrare in un rifugio.

Ore 06:12 - Drone precipita a sud di Mosca, non ci sono feriti

Un drone è stato trovato nel distretto di Medynsky nella regione di Kaluga, non ci sono state vittime. Lo ha detto il governatore Vladislav Shapsha a Ria Novosti. «Stasera nel distretto di Medynsky nella foresta, è stato scoperto un luogo dell’incidente, presumibilmente un UAV, veicolo aereo senza pilota. Non ci sono stati feriti o danni. I servizi operativi di emergenza stanno lavorando sul sito», ha scritto sul suo canale Telegram. Questo non è il primo incidente del genere nella regione di Kaluga. La mattina del 5 giugno, due droni sono caduti sul 299 e 283 chilometro dell’autostrada M3. Un altro veicolo si era schiantato a sette chilometri dal villaggio di Zhizdra a una distanza di 220 chilometri dal confine di stato.

Ore 07:17 - Kiev, distrutti 3 droni russi nella regione di Dnepropetrovsk

Le forze ucraine hanno abbattuto la notte scorsa tre droni kamikaze Shahed lanciati dai russi nella regione di Dnipropetrovsk, nell’Ucraina sud-orientale: lo ha reso noto il capo dell’Amministrazione militare regionale, Sergey Lysak, come riporta Rbc-Ucraina. «Questa notte, i difensori del Vostok PvK hanno colpito con precisione i droni nemici. Hanno distrutto contemporaneamente tre Shahed inviati dagli invasori nella regione di Dnipropetrovsk», ha dichiarato Lysak in un comunicato.

Ore 07:44 - Mosca, respinti due attacchi nei pressi di Bakhmut

Le forze armate russe hanno «respinto con successo» gli attacchi dei gruppi d’assalto dell’esercito ucraino in direzione Soledar-Artemovsk. Lo ha riferito alla Tass il portavoce delle truppe, Vadim Astafiev. L’aviazione russa avrebbe anche colpito le roccaforti nemiche nell’area degli insediamenti di Belogorovka, Krasnoye, Kleshchievka e Novgorodskoye. Inoltre l’artiglieria ha distrutto tre postazioni di tiro con mortai da 120 mm a Verkhnekamenskoye e Krasnoye, nonché un deposito di munizioni nell’area di Belaya Gora e una stazione radar ad Avdivka.

Ore 08:23 - Bombe russe sulla regione di Kherson, feriti 5 civili

Cinque civili sono rimasti feriti durante gli attacchi russi di ieri nella regione di Kherson, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto su Telegram il governatore della regione, Oleksandr Prokudin. «Nelle ultime 24 ore, il nemico ha lanciato 41 attacchi, sparando 247 proiettili da mortai, artiglieria, lanciarazzi multipli Grad, droni e aerei... L’esercito russo ha preso di mira le aree residenziali degli insediamenti della regione. Cinque persone sono rimaste ferite a causa dell’aggressione russa», si legge nel messaggio. I russi, ha aggiunto Prokudin, hanno sparato 32 proiettili contro la città di Kherson.

Ore 08:33 - Russia: a Belgorod deragliate 15 carrozze di un treno merci

Nella regione russa di Belgorod, al confine con l’Ucraina, il movimento dei treni è stato interrotto dopo che 15 vagoni sono deragliati nel distretto Alekseevsky. Lo ha annunciato il governatore della regione Vyacheslav Gladkov, secondo quanto riporta la Tass. «Di notte si è verificata un’emergenza nel distretto di Alekseevsky. 15 vagoni ferroviari sono deragliati. Erano treni vuoti», ha scritto sul canale Telegram. Gladkov ha espresso la speranza che i dipendenti delle ferrovie russe possano far fronte rapidamente alla situazione e che le comunicazioni ferroviarie vengano ripristinate.

Ore 08:41 - Russia: evacuate oltre 6 mila persone da esplosione diga

Il Ministero delle situazioni di emergenza della Russia ha riferito che dal 6 giugno, quando è saltata la diga della centrale idroelettrica di Kakhovka, 1.736 persone, tra cui 165 bambini, sono state salvate dalle aree allagate della regione di Kherson. In totale, la parte russa ha evacuato 6.026 persone, tra cui 235 bambini e 81 persone con mobilità ridotta, ha indicato il Ministero.

Ore 09:54 - 20 Paesi su 31 sostengono adesione Nato Kiev formalmente

L’ingresso dell’Ucraina nella NATO è sostenuto da 20 (su 31) membri dell’alleanza. Lo ha reso noto l’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. A oggi c’è “sostegno all’adesione dell’Ucraina all’alleanza formalizzato con 20 paesi membri”. Lo ha dichiarato Ihor Zhovkva, vice capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina. Per entrare a far parte della NATO, Kiev ha bisogno del consenso di tutti i partecipanti, ovvero 31 paesi. Zhovkva lo ha scritto in un post su Facebook, commentando la visita dal premier canadese Justin Trudeau a Kiev. “Il Canada sostiene anche la creazione del Consiglio Ucraina-NATO invece della Commissione corrispondente e questo è il primo sostegno pubblico di questo tipo per il nuovo meccanismo di interazione tra l’Ucraina e l’Alleanza” dice. “Sono passati solo 10 giorni dal Vertice in Moldova, dove abbiamo firmato una Dichiarazione Congiunta con la Romania, e ad oggi abbiamo già formalizzato il sostegno all’adesione dell’Ucraina all’Alleanza con 20 stati membri. Un altro passo concreto sul percorso euro-atlantico, un’altra voce potente a sostegno dell’Ucraina e un’altra fase di preparazione per lo svolgimento di successo del vertice NATO di Vilnius a luglio”. Il vertice di Vilnius si terrà tra un mese esatto, l’11 e il 12 luglio.

Ore 10:03 - Gb, crollo diga ha compromesso fonte acqua Crimea

Il crollo della diga di Kakhovka ha «pesantemente compromesso» il canale della Crimea del Nord, principale fonte di acqua dolce della penisola occupata. È quanto si legge nell’aggiornamento quotidiano dell’intelligence britannica. «Il canale attinge l’acqua dal bacino di Kakhovka, da un ingresso più in alto rispetto al letto del serbatoio», spiega il rapporto. «Al 9 giugno il livello dell’acqua nel bacino era probabilmente sceso al di sotto del livello dell’ingresso e l’acqua smetterà presto di fluire in Crimea» si legge. Tuttavia, prosegue il rapporto, «è probabile che le autorità russe soddisfino il fabbisogno idrico della popolazione utilizzando serbatoi, razionando l’acqua, scavando nuovi pozzi e consegnando acqua in bottiglia dalla Russia». Inoltre, aggiunge il rapporto, «le comunità sia sul lato russo sia su quello ucraino del fiume Dnipro inondato stanno affrontando una crisi igienico-sanitaria con un accesso limitato all’acqua pulita e un aumento del rischio di malattie trasmesse dall’acqua».

Ore 10:16 - Kiev, «Russi si difendono nel sud, tentano attacchi a Bakhmut»

I russi «si stanno difendendo» sul fronte sud-orientale, nella regione di Zaporizhzhia e Kherson, mentre continuerebbero ad «attaccare», senza successo, nel Donbass: così viene presentata la situazione sui fronti dove da tre giorni si segnala una controffensiva ucraina in corso da parte dello stato maggiore ucraino nel suo bollettino mattutino, citato da Ukrinform. «Il nemico si sta difendendo nelle direzioni Zaporizhzhia e Kherson», cioè sul fronte sud-est, dove «ha compiuto attacchi aerei nei distretti di Novopavlivka, Gulyaipol e Orikho» facendo fuoco con l’artiglieria su oltre 20 insediamenti. Quanto al fronte orientale, nel Donbass, dove ieri l’intelligence britannica dava conto di uno «sfondamento» delle linee nemiche e si registrava un avanzamento di 1,4 chilometri a tenaglia attorno a Bakhmut, i militari da Kiev scrivono che i russi «continuano a concentrare i loro sforzi principali nel tentativo di occupare completamente le regioni di Lugansk e Donetsk, dove continuano pesanti combattimenti. Nelle ultime 24 ore si sono svolti 35 scontri di combattimento sul tratto di fronte indicato». Quanto a Bakhmut, «il nemico ha compiuto azioni offensive in direzione di Bila Gora, ma senza successo» e ha compiuto attacchi aerei nelle aree degli insediamenti di Bila Gora, Dilyivka, Toretsk e nella regione di Donetsk. Il nemico non ha condotto operazioni offensive nella direzione di Avdiyiv. Nella direzione di Marinka, i nostri difensori hanno respinto tutti gli attacchi nemici”, si legge nel comunicato, riportato da Ukrinform. Il comando militare ucraino dà inoltre conto di 16 attacchi aerei compiuti dall’aeronautica «su aree in cui è concentrato il personale russo e 2 attacchi sui sistemi missilistici antiaerei del nemico» e di aver colpito con i missili e l’artiglieria «due punti di controllo e cinque aree» dov’erano concentrate truppe.

Ore 11:57 - Kiev: «Liberato il villaggio di Blagodatnoye nel Donetsk»

Le forze ucraine hanno liberato il villaggio di Blagodatnoye nella regione di Donetsk, nell’est del Paese: lo ha reso noto su Telegram il consigliere del ministero dell’Interno ucraino, Anton Gerashenko. «Il villaggio di Blagodatnoye nella regione di Donetsk, è stato liberato! Secondo la 68/ma Brigata separata Oleksa Dovbush, una bandiera ucraina sventola ora sul villaggio», ha scritto Gerashenko. «I soldati fanno sapere di essere riusciti a catturare dei militari russi durante l’operazione. Attendiamo i rapporti ufficiali dello Stato Maggiore», ha aggiunto.

Ore 12:37 - La liberazione del villaggio di Blagodatnoye nella regione di Donetsk

Ore 13:42 - Mosca: «Ucraini hanno tentato attaccare nave russa Priazovie»

Il Ministero della Difesa russo ha fatto sapere che questa notte a mezzanotte e 30, “le forze armate dell’Ucraina hanno tentato senza successo di attaccare la nave “Priazovie” con sei motoscafi veloci senza equipaggio”. Lo riporta Ria Novosti.

Ore 14:03 - Prigozhin: «Wagner non firmerà contratto con Mosca»

«Wagner non firmerà alcun contratto con Shoigu perché Shoigu non può gestire correttamente le formazioni militari». Così Yevgeny Prigozhin, il fondatore del gruppo di mercenari Wagner. Uno degli uomini più potenti della Russia, che ha detto che i suoi combattenti Wagner non avrebbero firmato alcun contratto con il ministro della Difesa russo poche ore dopo che il ministero della Difesa ha cercato di portare i distaccamenti di ‘volontari’ impegnati in Ucraina sotto il suo controllo. Prigozhin, il fondatore del gruppo Wagner, ha ripetutamente attaccato i vertici militari del presidente Vladimir Putin per quello che considera un tradimento per non aver combattuto adeguatamente la guerra in Ucraina. Né Shoigu né il capo di stato maggiore Valery Gerasimov hanno commentato in pubblico gli insulti e le critiche di Prigozhin. Ma sabato il ministero della Difesa ha detto che Shoigu aveva ordinato a tutti i “distaccamenti di volontari” di firmare contratti con il suo ministero entro la fine del mese, un passo che secondo il ministero aumenterebbe l’efficacia dell’esercito russo.

Ore 14:03 - Cittadino Usa arrestato a Mosca

Un cittadino americano è stato arrestato a Mosca. Si tratta del musicista ed ex parà Michael Travis Leake. Secondo quanto reso noto su Telegram dal tribunale di Mosca, l’uomo è apparso ieri davanti ai giudici della corte distrettuale Khamovniki. Accusato di traffico di stupefacenti, Leake dovrà rimane in carcere almeno fino al 6 agosto. La notizia dell’arresto è stata confermata alla Cnn sia dalla famiglia dell’uomo sia dal dipartimento di Stato. Leake viveva da anni in Russia dove era noto sulla scena rock moscovita come musicista e produttore musicale. Il suo arresto, nel quadro della guerra in Ucraina, rischia di diventare un nuovo caso diplomatico fra Stati Uniti e Russia. Dopo la liberazione a dicembre della cestista Brittney Griner, in cambio del trafficante d’armi russo Viktor Bout, attualmente sono in carcere in Russia altri due americani: l’ex marine Paul Whelan, che sta scontando una condanna a 16 anni per spionaggio, e il giornalista Evan Gershvovich, arrestato in marzo con l’accusa di spionaggio.

Ore 15:36 - Kiev, 6 le persone morte per le inondazioni nel Kherson

Il direttore della Protezione civile ucraina Viktor Vitovetsky ha reso noto che a causa delle inondazioni provocate dall’esplosione della diga di Kakhovka sono morte sei persone e dieci risultano ferite, tra cui due agenti di polizia e tre dipendenti del servizio di emergenza statale, come riferisce Ukrinform. Vitovetsky ha dichiarato che 46 insediamenti sono stati inondati e più di 3.800 famiglie sono state colpite dagli allagamenti. . In precedenza, il ministro degli Interni Igor Klymenko ha riferito su Facebook che «sono state evacuate 2.718 persone, tra cui 190 bambini»: Intanto prosegue l’evacuazione delle persone dalle aree inondate nella regione di Kherson.

Ore 16:07 - Gb, a Bakhmut un soldato russo ucciso o ferito ogni 48 cm conquistati da Mosca

Sul fronte di Bakhmut i russi hanno avuto un soldato ucciso o ferito per ogni 48 centimetri di terreno conquistato. La stima è del ministero della Difesa britannico, che ricorda su Twitter come Mosca, all’inizio dell’invasione del 24 febbraio 2022, avesse l’intenzione di occupare l’intero Donbass in 10-14 giorni. In un video allegato si vedono riprese aeree di Bakhmut sotto la neve , ridotta ad un cumulo di macerie. Su questo fronte, si legge in sovrimpressione, i russi sono avanzati di 29 km e dal maggio 2022 hanno perso 60mila uomini fra morti e feriti, praticamente uno ogni 48 centimetri di territorio conquistato. In città non vi è più acqua, elettricità o riscaldamento. E di una popolazione di 70mila abitanti ne è rimasto solo l’1%.

Ore 17:51 - Kiev, tre morti in attacco a barca soccorritori in Kherson

Almeno tre persone sono rimaste uccise e 13 ferite quando oggi i russi hanno sparato su una barca usata per soccorrere i civili dalla riva sinistra del Dnipro, nel Kherson alluvionato. Uno dei civili uccisi, un uomo di 74 anni, è stato colpito alla schiena quando ha cercato di proteggere con il proprio corpo una donna. Fra i feriti, anche due agenti di polizia ucraini. Lo scrive il governatore della regione, Oleksandr Prokudin, su Telegram.

Ore 18:13 - La guerra psicologica attorno all’offensiva: riconquistato villaggio nel Donetsk

Kiev, secondo gli analisti, sta muovendo lungo 4-5 assi. Prova a sfondare oppure semplicemente conduce operazioni di ricognizione che comportano combattimenti intensi. Ha conseguito successi a Blagodatnoye, nel Donetsk, abbandonata dai russi per evitare l’accerchiamento e nella zona di Bakhmut. Attacca le prime linee, di solito tenute da plotoni leggeri, cerca di avanzare per spingere il nemico a mobilitare le sue riserve. L’obiettivo è di impegnarlo il più possibile in aree diverse per sfruttare a proprio vantaggio una disponibilità ridotta di truppe. Qui il punto militare di Marinelli e Olimpio.

Ore 18:45 - Rilasciati 94 militari russi prigionieri

Novantaquattro militari delle forze armate russe sono stati «rimpatriati dalla prigionia ucraina». Lo ha detto il ministero della Difesa russo. «Novantaquattro militari russi sono stati rimpatriati dai territori controllati da Kiev l’11 giugno a seguito di negoziati. Hanno affrontato pericoli per la loro vita e la loro salute mentre erano prigionieri. I militari rilasciati saranno trasportati negli istituti medici del Ministero della Difesa russo dove saranno sottoposti a cure mediche e riabilitazione», ha affermato il ministero. «Tutte le cure mediche e l’assistenza psicologica necessarie vengono fornite a tutti loro», ha affermato.

Ore 18:51 - Forze ucraine liberano anche il villaggio di Nekuchne

Le forze armate ucraine hanno preso il controllo del villaggio di Neskuchne, ne distretto di Volnovakha nella regione di Donetsk. Lo ha annunciato su Facebook il 7° Battaglione Separato dell’Esercito Volontario Ucraino, parte della 129a Brigata Separata delle forze di difesa territoriale. La notizia è stata poi confermata dalle guardie di frontiera di Kiev, che hanno affermato che il villaggio «è di nuovo sotto la bandiera ucraina». L’unità - scrive Ukrinform - è guidata dal maggiore Oleksandr Hryshchuk. In giornata le forze armate ucraine avevano annunciato la liberazione di Blagodatnoye, sempre nel Donetsk.

Ore 19:42 - Nuovo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina

La Russia e l’Ucraina hanno effettuato un nuovo scambio di prigionieri di guerra, circa 100 per ognuna delle parti. Lo scrive Unian. Mosca ha restituito all’Ucraina 95 prigionieri di guerra, fra cui anche diversi militari che combatterono a lungo per tenere l’impianto Azovstal a Mariupol, oltre un anno fa. Lo rende noto il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andry Yermak. Fra gli ucraini tornati a casa, dice Yermak, figurano uomini della Guardia nazionale, guardie di frontiera, soldati catturati, oltre che a Mariupol, anche sull’Isola dei Serpenti, a Chernobyl e a Bakhmut, e anche due ufficiali.

Ore 19:58 - Zuppi: il secondo pezzo del piano di pace sarà il viaggio a Mosca

Nel piano disegnato dal Vaticano per cercare di portare pace nel conflitto tra Russia e Ucraina, vissuto un primo passo con la visita in Ucraina del presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Zuppi il «secondo pezzo sarà il viaggio a Mosca. C’è interesse, c’è attesa da parte del Governo russo e prenderemo contatti con la Chiesa russa. I segnali sono di attenzione, di attesa» e si pensa «ci sarà una certa accoglienza da parte del Governo e della Chiesa ortodossa». Lo ha detto lo stesso Zuppi, intervenendo a Repubblica delle Idee in corso a Bologna.

Ore 20:42 - Zelensky ringrazia le truppe impegnate nell’offensiva

«Sono grato ai nostri soldati per questa giornata. A ciascuna delle nostre brigate da combattimento, a ciascuna delle nostre unità. Per le offensive da parte (dei militari delle suddivisioni) di Khortytsia e Tauria, a tutti coloro che stanno attualmente combattendo, tutti coloro che sono in posizione, tutti coloro che aiutano... Grazie! Grazie per ogni passo, per ogni scontro, per ogni occupante ucciso!»: lo ha scritto in un messaggio, rilanciato dai media ucraini, il presidente Volodymyr Zelensky, che ringrazia anche i volontari, i militari, la polizia, i soccorritori, i medici e le autorità locali che stanno aiutando a salvare le persone dopo il disastro di Kakhovka.

Ore 20:55 - Liberato anche un terzo villaggio

Anche un terzo villaggio nel Donetsk è stato riconquistato dall’esercito ucraino: si tratta di Makarovka, di cui le truppe di Kiev hanno preso il controllo dopo che nel corso della giornata erano già riuscite a liberare Blagodatnoye e Nekuchne. La conferma è stata data via Telegram dal viceministro della Difesa Hanna Malyar. «In direzione di Bakhmut, le nostre truppe continuano le loro operazioni d’assalto — ha annunciato —. Ci sono successi nell’area del bacino idrico di Berkhovsky. Siamo avanzati di 250 metri nel sud, siamo avanzati in due direzioni, da 300 a 1500 metri». Ha poi aggiunto che nelle aree in cui le truppe ucraine sono sulla difensiva non è stata persa alcuna posizione.

Ore 21:55 - Kiev, russi hanno fatto saltare una diga nel Donetsk

Le forze russe hanno fatto saltare in aria una diga nella regione di Donetsk, causando allagamenti su entrambe le sponde del fiume. Lo dice all’Ukrainska Pravda il portavoce della direzione Tauride delle forze ucraine di difesa, Valeriy Shershen, secondo quanto riporta la stessa testata sul suo sito. «Sul fiume Yaly gli invasori hanno fatto saltare una diga, provocando un’inondazione su entrambe le sponde del fiume. Tuttavia, questo non influisce sulle operazioni offensive delle Forze di Difesa di Tauride», ha dichiarato Shershen.

Estratto dell’articolo di Brunella Giovara per “la Repubblica" l'11 giugno 2023.

[…] Sulla spiaggia Suvorovski, uomini attoniti guardano arrivare i resti della città che era Kherson, e di altri paesi e villaggi della regione sommersa dalla piena del Dnepr, cominciata martedì notte con la diga di Nova Kakhovka che saltava in aria, e non ancora finita. Ci vorrà ancora una settimana, prima che le acque si ritirino da quella palude stigia. 

[…]il mar Nero è unto […] è il disastro ecologico che si avvera, poi c’è quello umanitario. Migliaia di sfollati, per lo più dalla parte ucraina, e migliaia dalla zona occupata dai russi, di cui non si sa granché. E i cadaveri che sfociano in mare, […] La corrente porta ogni cosa verso Odessa[…] Le mine, anche.

Natalia Gomeniuk, capitano di corvetta e press officer dell’esercito, dice che «il Comune deve chiudere le spiagge, e subito, per almeno 200 metri di profondità. […] La piena ha trascinato giù le mine posizionate a migliaia dai russi. Andranno a esplodere contro qualunque ostacolo incontrino. Ad esempio le mine marine russe, che ogni tanto si sganciano dal fondale e arrivano qui».  

I camion scaricano sulla sabbia tonnellate di filo spinato, gli operai srotolano e posano proprio dove comincia l’acqua, l’hanno deciso i proprietari degli stabilimenti e dei ristoranti sulla riva: si può prendere il sole, ma niente bagno, l’acqua è esplosiva e anche avvelenata[…] I soccorritori faticano a recuperare i resti degli audaci bagnanti, sono mine fatte per far saltare in aria una nave. Ma le già bianche spiagge di Odessa sono quasi deserte, il mare oleoso non attira, […]

dalla riserva di Dzharylhach. […] i russi hanno cercato di evacuare i soldati sorpresi dalla piena, gli elicotteri da combattimento sono scesi e ripartiti stracarichi, ma tanti erano già annegati, tra i cadaveri recuperati molti hanno ancora il Kalashnikov a tracolla, a faccia in giù, ma la divisa è quella. Ne troveranno altri, il mare accoglie tutto e risputa sulla sabbia. […] Gli esperti dicono che adesso aumenteranno le cose e gli oggetti, i pezzetti anche minuscoli delle vite di Kherson, che infine si spiaggiano qui. Ma niente è recuperabile. E poi, chi metterà mai le mani in questa sabbia, dove affiora un paio di occhiali. 

E l’acqua scopre i ciuffi di una pelliccia, sembra una volpe. Una tutina da neonato, azzurra. Sulla collina che scende a picco, le postazioni dei soldati di vedetta, quasi invisibili. Il mare era vuoto, ora avanza questa massa di roba morta. Sull’orizzonte una striscia nera di petrolio, che corre veloce verso Ovest. Che disastro, si pensa camminando nella sabbia sporca. […]

Ucraina avanza nel Donetsk, “Russia fa saltare un’altra diga”. Adnkronos su L'Identità l'11 Giugno 2023 

L'Ucraina avanza nel Donetsk, dove ha riconquistato tre villaggi. L'esercito di Kiev ha confermato in particolare la liberazione di Blahodatne, spiegando che gli ucraini hanno preso i nemici di sorpresa entrando da una breccia nel muro di un centro ricreativo. Sei soldati russi sono stati catturati, ha riferito Valerii Shershen, portavoce dell'esercito ucraino sul fronte di Tavriia. Il villaggio liberato si trova al confine fra gli oblast di Donetsk e Zaporizhzhia, vicino a Velyka Novosilka. I soldati ucraini, ha spiegato il portavoce, hanno creato una breccia nel muro di un centro ricreativo. Sono così entrati nell'edificio, mentre veniva liberata anche la scuola, e hanno circondato gli occupanti. I militari all'interno dell'edificio hanno inizialmente rifiutato la resa ma sono stati poi catturati. Si tratta di due soldati dell'esercito russo e quattro della milizia dell'autoproclamata repubblica di Donetsk. La bandiera ucraina è stata issata sul villaggio, ha proseguito Shershen, raccontando che la popolazione locale ha abbracciato i soldati in un momento "pieno di emozione". Un video diffuso dalle forze armate di Kiev mostra i soldati mentre issano la bandiera. Un battaglione delle forze ucraine ha annunciato su Facebook di aver liberato il villaggio di Neskuchne nel distretto di Volnovakha, nell'oblast di Donetsk. Lo riporta Ukrinform. In precedenza l'esercito ha annunciato oggi la liberazione del villaggio di Blahodatne, nello stesso oblast. Liberato dalle forze di difesa ucraine anche il villaggio di Makarivka, ha dichiarato il vice ministro della Difesa ucraino Hanna Maliar. "Gli insediamenti di Blahodatne e Makarivka sono stati de-occupati", ha dichiarato in un post su Telegram, come riporta Ukrinform. Nella zona di Bakhmut, le truppe ucraine stanno continuando a condurre azioni di assalto, ha detto Maliar. "In direzione di Bakhmut, le nostre truppe continuano le loro operazioni d'assalto. Ci sono successi nell'area del bacino idrico di Berkhovsky. Siamo avanzati di 250 metri", ha detto ancora Malyar.  Le truppe russe hanno fatto saltare una diga nella regione di Donetsk. Lo ha dichiarato il portavoce delle forze di difesa della regione di Tavria Valery Shershen in un commento a Ukrainska Pravda. "Sul fiume Mokri Yala, gli occupanti hanno fatto saltare una diga, che ha portato a inondazioni su entrambe le sponde del fiume. Tuttavia, questo non influisce sulle operazioni offensive delle Forze di Difesa della direzione di Tavria", ha dichiarato. Il portavoce ha osservato che gli invasori stanno cercando di rallentare la controffensiva delle Forze armate facendo saltare le strutture idrauliche. Forze russe hanno sparato contro una barca di civili che venivano evacuati dalla riva sinistra del fiume Dnipro, uccidendo tre persone e ferendone dieci, fra cui due agenti delle forze dell'ordine. Lo ha denunciato su Telegram il capo dell'amministrazione ucraina di Kherson, Oleksandr Prokudin, citato da Ukrinform. Uno degli uccisi è un uomo di 74 anni, raggiunto da un colpo alla schiena mentre faceva scudo col proprio corpo ad una donna, ha aggiunto Prokudin. Le autorità ucraine stanno cercando di evacuare civili anche dalla riva sinistra sotto occupazione russa, nell'area allagata dopo il crollo della diga Kakhovka. Partigiani ucraini hanno fatto saltare un ponte ferroviario a Yakymivka, vicino Melitopol, in una zona occupata dai russi nell'oblast di Zaporizhzhia. Lo ha reso noto su Telegram un ufficiale delle forze armate ucraine, Anatoliy Shtefan, riferisce Ukrinform. Il ponte ferroviario serviva agli occupanti russi per far arrivare armi dalla Crimea. 

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 12 giugno.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Kiev, dagli Usa pronto un nuovo pacchetto di aiuti militari da 325 milioni di dollari. Francesco Battistini, inviati, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 12 Giugno 2023

Le notizie sulla guerra di lunedì 12 giugno. Macron: «La Francia continuerà a intensificare la fornitura di aiuti militari per l'Ucraina» 

• Zelensky conferma l’offensiva: «Azioni in corso». Riconquistati tre villaggi nel Donetsk .

• Attorno all’offensiva ucraina si sta scatenando una guerra psicologica

• A Odessa giungono i cadaveri della piena del Dnipro: «E chissà quanti ne arriveranno ancora».

• Il bilancio di Kiev: Mosca ha perso oltre 200 mila soldati.

Ore 02:01 - Kiev, russi hanno fatto saltare una diga nel Donetsk

Le forze russe hanno fatto saltare in aria una diga nella regione di Donetsk, causando allagamenti su entrambe le sponde del fiume. Lo dice all’Ukrainska Pravda il portavoce della direzione Tauride delle forze ucraine di difesa, Valeriy Shershen, secondo quanto riporta la stessa testata sul suo sito. «Sul fiume Yaly gli invasori hanno fatto saltare una diga, provocando un’inondazione su entrambe le sponde del fiume. Tuttavia, questo non influisce sulle operazioni offensive delle Forze di Difesa di Tauride», ha dichiarato Shershen. La notizia è stata diffusa mentre resta gravissima la situazione lungo le sponde del fiume Dnipro dopo il crollo della diga di Nova Kakhova.

Ore 02:08 - Torna ad aumentare il numero delle testate nucleari delle potenze militari

L’anno scorso sono cresciuti gli arsenali nucleari di diversi Paesi, in particolare della Cina, mentre altre potenze atomiche hanno continuato ad ammodernare i propri con l’aumento delle tensioni geopolitiche. «Ci stiamo avvicinando, o forse abbiamo già raggiunto, la fine di un lungo periodo in cui il numero di armi nucleari a livello mondiale è diminuito», ha dichiarato all’Afp Dan Smith, direttore dell’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma (Sipri). Secondo il Sipri, il numero totale di testate nucleari delle nove potenze nucleari - Gran Bretagna, Cina, Francia, India, Israele, Corea del Nord, Pakistan, Russia e Stati Uniti - è sceso a 12.512 all’inizio del 2023, da 12.710 all’inizio del 2022. Di questi, 9.576 erano in «scorte militari per uso potenziale», 86 in più rispetto all’anno precedente. Il Sipri distingue tra le scorte dei Paesi disponibili per l’uso e il loro inventario totale, che comprende quelle più vecchie che si prevede di smantellare. «Le scorte sono le testate nucleari utilizzabili, e il loro numero sta iniziando a salire», ha detto Smith, pur notando che i numeri sono ancora lontani dagli oltre 70.000 degli anni Ottanta. La maggior parte dell’aumento è stato registrato dalla Cina, che ha incrementato le sue scorte da 350 a 410 testate. Anche l’India, il Pakistan e la Corea del Nord hanno aumentato le loro scorte e la Russia è cresciuta in misura minore, da 4.477 a 4.489, mentre le altre potenze nucleari hanno mantenuto le dimensioni del loro arsenale. Russia e Stati Uniti insieme hanno ancora quasi il 90% di tutte le armi nucleari.

Ore 02:39 - Kiev: liberato anche un terzo villaggio

Anche un terzo villaggio nel Donetsk è stato riconquistato dall’esercito ucraino: si tratta di Makarovka, di cui le truppe di Kiev hanno preso il controllo dopo che nel corso della giornata erano già riuscite a liberare Blagodatnoye e Nekuchne. La conferma è stata data via Telegram dal viceministro della Difesa Hanna Malyar. «In direzione di Bakhmut, le nostre truppe continuano le loro operazioni d’assalto — ha annunciato —. Ci sono successi nell’area del bacino idrico di Berkhovsky. Siamo avanzati di 250 metri nel sud, siamo avanzati in due direzioni, da 300 a 1500 metri». Ha poi aggiunto che nelle aree in cui le truppe ucraine sono sulla difensiva non è stata persa alcuna posizione.

Ore 02:40 - La guerra psicologica attorno all’offensiva: riconquistato villaggio nel Donetsk

Kiev, secondo gli analisti, sta muovendo lungo 4-5 assi. Prova a sfondare oppure semplicemente conduce operazioni di ricognizione che comportano combattimenti intensi. Ha conseguito successi a Blagodatnoye, nel Donetsk, abbandonata dai russi per evitare l’accerchiamento e nella zona di Bakhmut. Attacca le prime linee, di solito tenute da plotoni leggeri, cerca di avanzare per spingere il nemico a mobilitare le sue riserve. L’obiettivo è di impegnarlo il più possibile in aree diverse per sfruttare a proprio vantaggio una disponibilità ridotta di truppe.

Ore 02:42 - Mine e ordigni, la resistenza degli agricoltori e dei boscaioli ucraini

(Marta Serafini, inviata nella regione di Kherson e Lyman) «Fermati! In quel campo, stanno sminando, non possiamo andare avanti». Sulla strada tra Mykolaiv e Kherson i terreni agricoli sono una distesa di erba alta che scintilla sotto il sole di maggio. Tutto intorno, strisce di nastro di plastica rosso e bianco e cartelli con il teschio si muovono nel vento. «Pericolo Mine». Un gruppo di tre sminatori dell’esercito si muove lento. Stanno operando per far detonare un ordigno inesploso. «Non state troppo vicino. Tra poco lo facciamo brillare», avvertono. Osserviamo dal ciglio della strada. Passano poco più di 20 minuti, poi il boato e il fumo nero. «Stiamo lavorando 7 giorni su 7, 10 ore al giorno». Si toglie il casco Valery, capo del team di sminatori. È sudato fradicio...

Ore 05:41 - Il leader coreano Kim Jong-un promette alla Russia legami più stretti

Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha espresso «pieno sostegno e solidarietà» e la volontà di costruire legami strategici più stretti con la Russia nel suo messaggio di congratulazioni inviato al presidente Vladimir Putin in occasione del Russia Day. Kim ha affermato che le relazioni amichevoli tra il Nord e la Russia sono una «preziosa risorsa strategica» e il suo Paese si adopererà per sviluppare con ogni sforzo tali legami di cooperazione, ha riferito l’agenzia statale Kcna.

Ore 05:44 - Forze ucraine bombardano Melitopol

Le forze armate ucraine hanno bombardato la città di Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia. Lo riferisce la Tass. «Una forte esplosione a Melitopol. A mezzanotte si è sentito uno scoppio in città», ha scritto l’agenzia russa citando Vladimir Rogov, presidente del movimento `W e are together with russia´ su Telegram. Secondo le prime informazioni, è stata attivata la difesa aerea, ha aggiunto. Rogov ha anche riferito che le truppe ucraine hanno lanciato razzi sulla città di Tokmak.

Ore 06:10 - Kiev: i russi saccheggiano i villaggi allagati

Nei territori occupati nella regione di Kherson l’esercito russo sta saccheggiando i villaggi allagati a seguito della distruzione della diga di Kakhovskaya. La denuncia - come riporta l’agenzia Unian - arriva dal Centro di resistenza nazionale. «Ora l’acqua alta sta iniziando a ritirarsi - si legge sul sito - e la gente del posto vuole tornare a casa. Tuttavia i russi hanno chiuso l’ingresso a questi villaggi e stanno saccheggiando le case». Secondo il Centro di resistenza nazionale, nel villaggio di Velyka Kardashinka nel distretto di Skadovsky, «i russi stanno saccheggiando anche le case dove sono rimaste le persone» mentre a Golya Prystan hanno bloccato le persone in una scuola locale, sequestrando i passaparti e impedendo loro di tornare a casa.

Ore 07:14 - Attacchi con barchini telecomandati alla nave russa. Esplosa un’altra diga

(Francesco Battistini, inviato a Odessa) «Gli ultimi sessanta russi non s’arrendevano. Resistevano. Allora siamo stati più furbi: con un lanciarazzi, abbiamo aperto un buco nella parete del locale dov’erano asserragliati e siamo entrati. Li abbiamo circondati. Sei si sono arresi. Gli altri, li abbiamo liquidati». Casa per casa, uomo dopo uomo. Da mesi a digiuno di conquiste, gli ucraini raccontano la «valorosa avanzata» nel Donetsk e la caduta del villaggio di Blagodatnoye: mille abitanti prima della guerra, oggi chi lo sa. E davanti a una mattonata diroccata, instagrammano la bandiera appesa dal sergente della 68esima brigata, nome in codice Olympus, esaltandone l’astuzia militare. Poi prendono Neskuchne e Makarovka, praticamente quattro pollai, e un’altra narrazione epica.

Ore 07:32 - Zelensky: «Corte Aja ha cominciato sopralluoghi diga»

Rappresentanti della Corte penale internazionale (Cpi) hanno visitato la scorsa settimana la provincia di Kherson, nel sud dell’Ucraina, per avviare l’indagine sull’esplosione della centrale idroelettrica e della diga. Lo ha reso noto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Rappresentanti della Corte penale internazionale hanno visitato la regione di Kherson in questi giorni», ha detto Zelensky nel suo discorso serale alla nazione, in cui ha ricordato che l’ufficio del procuratore ucraino aveva formalmente chiesto al tribunale dell’Aja di indagare sul disastro. «I lavori sono già iniziati», ha aggiunto il capo dello Stato ucraino. Secondo le autorità ucraine, sono state le forze di occupazione russe a far saltare con l’esplosivo la diga e la centrale elettrica provocando un’alluvione che ha creato un disastro ambientale e umanitario. «È molto importante che i rappresentanti della giustizia internazionale abbiano visto con i propri occhi le conseguenze di questo atto di terrorismo russo e abbiano realizzato di persona che il terrorismo russo continua».

Ore 08:31 - Kiev: «Liberato un quarto villaggio nel Donetsk»

L’esercito ucraino ha liberato un altro villaggio nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale: lo ha annunciato su Telegram la viceministra della Difesa, Hanna Malyar. Si tratta del villaggio di Storozhevoe, il quarto riconquistato dopo quelli di Blagodatnoye, Neskuchne e Makarovka. «La bandiera nazionale sventola di nuovo su Storozhevoe, e questo sarà il caso di ogni insediamento fino a quando non libereremo l’intera terra ucraina», ha scritto oggi Malyar.

Ore 09:04 - Kiev: «Quasi 400 bambini dispersi dall’inizio della guerra»

Sono 392 i bambini dispersi in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa: lo ha reso noto su Facebook l’Ufficio del difensore civico ucraino, come riporta Ukrinform. «Secondo i dati del portale statale Bambini della Guerra, al 12 giugno 2023, 392 bambini sono ritenuti dispersi in Ucraina, mentre 13.529 bambini sono stati ritrovati», si legge nel rapporto.

Ore 09:36 - Il ministero della Difesa russo sigla contratto con il distaccamento di volontari Akhmat

Il ministero della Difesa russo ha firmato il primo contratto con il distaccamento di volontari Akhmat. Come riferito dal dicastero, il contratto riguarda «la procedura per l’organizzazione delle attività di servizio delle organizzazioni di volontariato», ed è stato firmato un contratto tra il ministero della Difesa russo e il distaccamento di volontari Akhmat, addestrato dall’Accademia russa delle forze speciali. Il contratto definisce la regolamentazione legale e le attività delle unità di volontari del gruppo Akhmat nell’area dove è in corso l’operazione militare speciale, nonché l’estensione delle misure statali di protezione sociale e sostegno ai volontari e alle loro famiglie. Il documento e’ stato firmato dal vice capo di Stato maggiore della Difesa, il colonnello generale delle forze armate russe Alekseij Kim e il direttore dell’Accademia russa delle forze speciali Adam Dashaev.

Ore 09:51 - Bombe russe sull’Ucraina, 4 civili uccisi in 24 ore

Quattro civili sono stati uccisi e altri 18 sono rimasti feriti in seguito agli attacchi lanciati dalle forze russe in nove regioni ucraine nelle ultime 24 ore: lo hanno reso noto le autorità regionali, come riporta il Kyiv Independent. Gli attacchi sono stati segnalati nelle regioni di Donetsk, Sumy, Chernihiv, Kharkiv, Kherson, Zaporizhzhia, Mykolaiv, Dnipropetrovsk e Lugansk. In particolare, la parte meridionale della regione di Kherson è stata colpita ieri 26 con 132 colpi di artiglieria, mortai, sistemi missilistici a lancio multiplo Grad, aerei e droni, ha precisato l’amministrazione regionale. Tre vittime sono state segnalate nel Kherson e una nella regione di Donetsk.

Ore 09:51 - Zelensky: delegazione Tpi ha visitato zone alluvionate

«In questi giorni, rappresentanti della Corte penale internazionale (Cpi) hanno visitato la regione di Kherson. Proprio il giorno dopo il disastro, il Procuratore generale (ucraino) ha inviato una richiesta di indagine all’ufficio del Procuratore della Corte (dell’Aja), e il lavoro è cominciato»: lo ha reso noto, in un discorso tenuto la scorsa notte e riportato dal sito della presidenza, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. «È molto importante che i rappresentanti del Tribunale internazionale abbiano visto le conseguenze dell’atto terroristico russo con i loro occhi», ha detto il presidente ucraino.

Ore 10:13 - Medvedev posta foto Maidan di Kiev: «Presto si chiamerà Piazza Russia»

In occasione della festa nazionale della Russia, che si celebra oggi, l’ex presidente Dmitry Medvedev ha postato sul suo canale Telegram la fotografia della famosa Piazza Indipendenza (Maidan Nesalezhnosty) di Kiev, teatro delle manifestazioni del 2013-2014, affermando che presto si chiamerà `Piazza Russia´. «Piazza Indipendenza, prossimamente Piazza Russia», scrive Medvedev sotto una fotografia del luogo, usando per la parola `piazza´ prima quella ucraina e persiana Maidan, e poi quella russa, Ploshad. La frase risulta quindi la seguente: «Maidan Indipendenza, prossimamente Ploshad Russia». Le manifestazioni del movimento di opposizione poi denominato Euromaidan, che ebbero come epicentro la piazza, portarono alla rimozione del presidente filorusso Viktro Yanukovich, che era stato regolarmente eletto. Un evento che a Mosca è considerato un colpo di Stato sostenuto dagli Usa.

Ore 10:16 - Kiev, liberato un altro villaggio nel Donetsk

I marines di Odessa hanno annunciato di aver liberato il villaggio di Storozhove nella regione di Donetsk nell’ambito della controffensiva ucraina. Lo riporta Unian. «Come risultato dello sgombero dell’insediamento, una cinquantina di russi sono stati uccisi e quattro sono stati fatti prigionieri. Oggi la nostra bandiera sventola di nuovo su Storozhove, e lo stesso avverrà in ogni insediamento fino a quando non libereremo tutta l’Ucraina», hanno dichiarato i marines in una nota. «La bandiera nazionale sventola di nuovo su Storozhove», ha confermato la viceministra ucraina della Difesa Hanna Maliar. Nella giornata di domenica le forze ucraine avevano annunciato la liberazione di altri tre villaggi del Donetsk.

Ore 10:37 - Sindaco filorusso: Mariupol interamente ricostruita in 3 anni

La città di Mariupol, sulla costa ucraina del Mar d’Azov, semidistrutta lo scorso anno nei combattimenti che portarono alla sua conquista da parte delle forze russe, sarà interamente ricostruita «entro i prossimi tre anni». Lo ha detto il sindaco filorusso, Oleg Morgun, citato dalla Tass. Attualmente, ha sottolineato il sindaco, lavori di ricostruzione o riparazione sono in corso su 1.800 edifici, sia residenziali sia pubblici, con l’impiego di 25.000 lavoratori sia locali sia provenienti da regioni russe. I lavori di ricostruzione sono stati supervisionati durante una visita nel marzo scorso a Mariupol anche dal presidente russo Vladimir Putin, che in maggio ha inaugurato in videoconferenza il nuovo sistema del trasporto pubblico tramviario.

Ore 10:48 - Evacuate dal Kherson 2.743 persone e 112 da area russa

Nella zona alluvionata di Kherson controllata dagli ucraini finora sono stati evacuati 2.743 civili, tra cui 228 bambini e 77 persone con mobilità ridotta, 2.318 persone solo nella città di Kherson: lo scrive il governatore della regione, Oleksandr Prokudin, citato dall’Ukrainska Pravda. Durante la notte, rende noto Prokudin, il livello dell’acqua è calato di altri 64 centimetri e ha raggiunto il livello di 3,29 metri. Restano allagati 46 insediamenti, di cui 32 sulla riva destra del fiume Dnipro, controllata dagli ucraini, e 14 su quella sinistra, occupata dai russi. Prokudin afferma inoltre che, malgrado il fatto che i russi sulla riva sinistra stiano «bloccando» le evacuazioni, «le nostre operazioni di salvataggio continuano» anche sulla riva sinistra, dove «112 persone sono state estratte da lì» da soccorritori ucraini.

Ore 11:17 - Kiev, l’offensiva ucraina su Bakhmut è avanzata di 700 metri

L’esercito ucraino è avanzato nella sua manovra a tenaglia a nord e a sud di Bakhmut, e nelle ultime ore le due direzioni dell’avanzata hanno guadagnato «250 e 700 metri», infliggendo «perdite» ai russi: lo afferma il portavoce del gruppo orientale delle forze armate ucraine, Serhiy Cherevaty, citato dall’emittente Rbc-Ucraina. Secondo Cherevaty, 66 militari russi sono stati uccisi, 83 feriti e 3 catturati, e sono stati distrutti diversi veicoli corazzati, un obice, due mortai e un complesso missilistico anticarro con munizioni. Non si menzionano eventuali perdite ucraine.

Ore 11:47 - Attacco russo contro Avdiivka, due feriti

Due persone sono rimaste ferite durante un attacco dell’esercito russo contro Avdiivka avvenuto questa mattina. Lo ha riferito su Telegram il governatore ucraino della regione di Donetsk Pavlo Kyrilenko. «Due civili feriti, la Casa della Cultura danneggiata su Tsentralny Prospect ed edifici residenziali: ecco come appare Avdiyivka dopo un altro attacco aereo», ha detto Kyrilenko.

Ore 13:18 - Kiev, proseguono i combattimenti nel Donetsk e nel Lugansk

Venticinque battaglie hanno avuto luogo ieri vicino alla città di Bakhmut, nell’Ucraina orientale, e più a sud vicino ad Avdiivka e Marinka, tutte nella regione di Donetsk, ma anche vicino a Bilohorivka nella regione di Lugansk: lo ha reso noto lo Stato Maggiore dell’esercito di Kiev, come riporta Ukrinform. I russi hanno lanciato un attacco missilistico, 36 raid aerei e 38 attacchi con lanciarazzi multipli contro posizioni delle truppe ucraine e insediamenti, si legge nel rapporto. L’aeronautica militare ucraina, da parte sua, ha lanciato sei attacchi contro aree in cui si trovavano soldati russi. Inoltre, unità missilistiche e di artiglieria hanno colpito due posti di comando nemici, due unità di artiglieria e una stazione radar.

Ore 14:55 - Wsj, componenti cinesi nei droni iraniani

I componenti cinesi hanno aiutato l’Iran a consegnare droni alla Russia rapidamente. Lo riporta il Wall Street Journal citando gli investigatori occidentali che hanno esaminato il drone iraniano abbattuto in primavera in Ucraina. Gli investigatori hanno rilevato nel drone un componente cinese che mostra come il flusso verso l’Iran continua.

Ore 14:55 - Disertore russo: gravi perdite nell’esercito, morale a terra

Un esercito con il morale a terra, che soffre di gravi perdite, appesantito dal malcontento di soldati sottopagati e minato dalla sfiducia delle truppe nei confronti delle autorità: lo afferma in un’intervista esclusiva alla Bbc il tenente Dmitry Mishov, un aviatore russo 26enne fuggito in Lituania, dove ha chiesto asilo politico. Dmitry era un navigatore di elicotteri d’attacco nella base della regione di Pskov, nella Russia nord-occidentale: quando Mosca ha cominciato a preparare i velivoli per il combattimento, ha intuito che non si trattava di un’esercitazione ma che stava per arrivare una guerra. Ha cercato di lasciare l’Aeronautica nel gennaio 2022, ma le sue pratiche non erano ancora state completate quando la Russia ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio. È stato quindi inviato in Bielorussia ed è tornato in patria due mesi dopo: lo scorso gennaio sarebbe dovuto andare in «missione» in Ucraina ed è stato allora che ha deciso di lasciare: prima con un finto tentativo di suicidio sperando in un congedo per motivi di salute, poi con la fuga.

Ore 15:12 - Le reazioni ucraine alla morte di Berlusconi

(dal nostro inviato a Kiev, Francesco Battistini) Il silenzio. E se proprio bisogna dire qualcosa, parole poco tenere. In Ucraina, la morte di Berlusconi è una notizia accolta con alzate di spalle. Nessun messaggio di cordoglio. Poco spazio nei primi tg. «Vladimir Putin oserà dare di persona il suo addio e andare al funerale?», si chiede polemicamente il consigliere del ministro dell’Interno, Anton Gerashchenko, fingendo di dimenticare che il presidente russo è inseguito da un ordine di cattura del Tribunale dell’Aja: in fondo«ha detto più volte che Berlusconi era un suo caro amico». Uno dei giornali più letti, il Kyiv Post, dà fin nel titolo online - «è morto l’ammiratore di Putin» - il tono delle reazioni alla scomparsa d’un politico che veniva liquidato come filorusso: «Il controverso politico miliardario ha difeso Putin dopo l’invasione. E ha avuto una lunga storia di scandali».

Il legame «di vecchia data»col leader del Cremlino è sempre stato il registro su cui gli ucraini hanno giudicato la vicenda politica del Cavaliere. Ed è su questo che puntano i (pochi) ritratti della stampa: «Sulla scena mondiale – scrive il Kyiv Post -, Berlusconi era conosciuto per la sua amicizia con Gheddafi e col presidente Putin». Si ricordano le prese di posizioni degli ultimi tempi: «Nel settembre 2022, sette mesi dopo l’inizio della guerra, Berlusconi suggerì che Putin era stato ‘spinto’ alla guerra dal suo entourage. Un mese dopo, uscirono registrazioni in cui Berlusconi spiegava d’aver ricevuto venti bottiglie di vodka da Putin per il suo compleanno, aggiungendo che ‘io ho ricambiato con bottiglie di Lambrusco e una lettera altrettanto affettuosa’». I giornali non dimenticano come «Berlusconi abbia poi incolpato il presidente Volodymyr Zelensky della guerra all’Ucraina» e come il leader italiano non avesse troppo «tempo per la diplomazia», per esempio «quando paragonò un deputato europeo tedesco a un nazista e definì ‘abbronzato’ il presidente americano Barack Obama». Non mancano i riferimenti ai «luridi dettagli dei suoi festini sessuali», all’ «imbarazzante processo che coinvolse una spogliarellista diciassettenne», oltre che alle condanne penali. Qualche mese fa anche l’ex presidente Petro Poroshenko, milionario entrato in politica, aveva chiesto ai giornalisti internazionali di non essere più paragonato a Berlusconi o a Trump: «Io non sono mai stato amico di Putin».

Ore 15:30 - Zelensky firma legge: 8 maggio Giorno della vittoria su nazismo

Il presidente Volodymyr Zelensky ha firmato la legge che trasforma l’8 maggio nel «Giorno del ricordo e della vittoria sul nazismo nella seconda guerra mondiale 1939-1945» in Ucraina. Lo riporta Ukrainska Pravda che cita il sito web del Parlamento ucraino. Con la firma, Kiev abbandona ufficialmente la festività del Giorno della Vittoria sul nazismo, celebrata dalla Russia e i Paesi ex sovietici il 9 maggio. Nei Paesi europei, il 9 maggio si celebra invece la Festa dell’Europa, alla quale l’Ucraina ha deciso di aderire a partire da quest’anno. «Questa è pura storia, senza impurità ideologiche. E questa è la storia del nostro popolo, dei nostri alleati, dell’intero mondo libero. Oggi lo stiamo restituendo al nostro Stato», ha detto il Zelensky presentando il documento al parlamento.

Ore 16:15 - Grossi (Aiea) annuncia visita in Ucraina

Il direttore generale dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi, è in viaggio verso l’Ucraina «per incontrare il presidente Zelensky e presentare un programma di assistenza in seguito alla catastrofica inondazione della diga di Nova Kakhovka». Lo dice lui stesso in un tweet: «Valuterò la situazione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e condurrò una rotazione (della missione Aiea per l’impianto) Isamz con un team rafforzato».

Ore 17:39 - Putin accusa: «Gli ucraini bombardano le aree civili e le strutture umanitarie»

Vladimir Putin, durante la cerimonia di consegna di alcune onoreficenze in occasione della festa nazionale russa, ha detto che le truppe ucraine continuano a bombardare «aree residenziali» e «strutture umanitarie», cosa che «dal punto di vista militare non ha alcun senso».

«Perché - ha detto Putin - citato dall’agenzia Ria Novosti - il nemico colpisce aree residenziali? Per cosa? Qual è lo scopo? E strutture umanitarie. Non c’è alcun senso dal punto di vista militare». Putin ha fatto queste affermazioni parlando con una dottoressa, Olga Demicheva, presidente di una organizzazione umanitaria impegnata nel Donbass che era tra le personalità insignite di un’onoreficenza. «Lo dico - ha insistito Putin - perché lei lavora nelle strutture umanitarie, in aree residenziali».

Ore 17:43 - Guterres (Onu): «Preoccupato per il possibile mancato rinnovo dell’accordo sul grano»

Antonio Guterres, Segretario generale dell’Onu, si è detto «preoccupato» per un possibile mancato rinnovo dell’accordo sull’export del grano ucraino attraverso il Mar Nero. «Stiamo lavorando duramente per garantire il mantenimento dell’accordo, e nello stesso tempo fare progressi nel facilitare anche le esportazioni russe», ha spiegato Guterres in conferenza stampa.

Mosca si lamenta infatti degli ostacoli frapposti alle proprie esportazioni di grano e fertilizzanti attraverso il Mar Nero, e del mancato reinserimento della banca russa per lo sviluppo agricolo nel sistema Swift. Il governo russo ha minacciato più volte di denunciare l’accordo, negoziato con l’Ucraina insieme alla Turchia e all’Onu, e ne ha di fatto ostacolato l’applicazione ritardando le ispezioni delle navi ucraine.

Ore 18:03 - IL PUNTO MILITARE | Ucraina, la campagna dei villaggi: ora Kiev deve trasformare i successi tattici in risultati strategici

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’Ucraina prosegue «la campagna dei villaggi» ma resta ancora lontana dalla linea fortificata dai russi, una delle molte a protezione dell’asse che porta alla Crimea.

Le manovre

Siamo in una fase prevista, con la conquista di alcune località nella regione di Zaporizhzhia, operazioni condotte per trovare varchi da sfruttare. Progressione anche nella regione di Bakhmut ma — come confermano gli stessi ucraini — sono spostamenti di «250-700 metri». L’interrogativo riguarda il passo successivo, specie nella zona sud: la capacità di trasformare i successi tattici — che pure ci sono — in risultati strategici. Questo non si ottiene in pochi giorni, anche perché gli invasori hanno avuto tempo per prepararsi. Tra le ultime mosse c’è stata la distruzione di un’altra diga, sul fiume Mokri Yaly, per allagare il terreno. (...)

Ore 18:32 - Kiev: «L'offensiva avanza verso sud in direzione di Mariupol»

«L'esercito ucraino sta avanzando da Velika Novosilka nella regione di Donetsk lungo entrambe le sponde del fiume Mokri Yala e gli eventi più importanti si svolgeranno nelle vicinanze del villaggio di Staromlynivka nel prossimo futuro, perché il nemico ha concentrato lì le sue forze»: lo scrive su Telegram l'emittente Brc-Ucraina, citando Oleksandr Kovalenko, esperto politico-militare del gruppo «Resistenza dell'informazione». Ieri sul fiume Mokri Yala - in realtà classificato come torrente -, lungo il bacino del quale si trovano quasi tutti i villaggi che Kiev rivendica di aver riconquistato nell'ultimo giorno e mezzo, gli ucraini hanno denunciato che i russi hanno fatto saltare una diga, forse una chiusa, allagando i terreni su entrambe le sponde del corso d'acqua, per frenare l'avanzata delle forze di Kiev. Senza tuttavia riuscirci, secondo quanto postato dagli ucraini.

Ore 18:54 - Blinken: «Non abbiamo prove di un sostegno cinese a Mosca, ma siamo preoccupati dalle forniture di società private»

Gli Stati Uniti, ad oggi, non sono in possesso di informazioni che dimostrino un sostegno militare diretto della Cina nei confronti della Russia, nel quadro della guerra in Ucraina. Lo ha detto il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, durante una conferenza stampa congiunta a Washington con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. «Una fonte di preoccupazione riguarda però le società private che sono oggi impegnate nella fornitura di tecnologia alla Russia: è un tema che abbiamo sollevato in passato con le nostre controparti cinesi, e continueremo a farlo», ha detto.

Ore 18:55 - Tajani: «La Cina non deve fornire armi alla Russia»

La Cina non deve fornire nessun'arma ad un Paese che ha violato le leggi internazionali come la Russia». Lo ha detto il ministro degli Esteri Anotnio Tajani in una conferenza stampa a Washington. «Mi auguro che Pechino lavori per la pace in Ucraina», ha sottolineato il titolare della Farnesina

Ore 20:03 - Attacco russo su Orikhiv (Zaporizhzhia): un morto

Un uomo è stato ucciso e un altro ferito in un attacco russo alla cittadina di Orikhiv, nella regione di Zaporizhzhia, nel sud-est dell'Ucraina. Lo ha detto il governatore regionale Yuri Malashko. Malashko ha detto che tre bombe hanno danneggiato case private e comunicazioni nella cittadina, a circa 8 km (5 miglia) dal fronte: l'uomo che è stato ucciso aveva 48 anni e quello che è stato ferito ne ha 32 anni, ha riferito Reuters.

Ore 19:46 - Blinken: «Non abbiamo nessuna nuova informazione sulla diga, ma è Mosca ad aver iniziato la guerra»

«Sulla diga non abbiamo ulteriori informazioni su quanto accaduto esattamente. Naturalmente la Russia ha avviato questa guerra e la Russia aveva il controllo della diga e abbiamo visto i risultati che ne sono derivati per così tanti ucraini. Sappiamo che sta avendo effetti catastrofici».

Ore 19:46 - «Il successo della controffensiva può spingere Putin a negoziare»

«Il successo nella controffensiva» di Kiev «porterebbe a due cose: rafforzerebbe la sua posizione a qualsiasi tavolo negoziale, e potrebbe anche avere l'effetto di indurre Putin a concentrarsi finalmente sui negoziati per porre fine alla guerra che ha iniziato», sostiene Antony Blinken. «Nel frattempo - ha aggiunto - noi continueremo a massimizzare il supporto all'Ucraina per il successo sul campo, ma anche economico e politico perché Kiev possa guardare avanti, e non solo sopravvivere».

Ore 19:48 - Putin: «Sostenere le famiglie dei caduti e i soldati feriti è un dovere sacro»

In visita ad un ospedale militare vicino Mosca, Vladimir Putin sottolinea il «dovere sacro» di sostenere le famiglie dei caduti e i soldati rimasti feriti in Ucraina. «Lo stato farà e sta facendo di tutto per sostenere voi, le vostre famiglie e le famiglie dei vostri compagni uccisi. È un dovere sacro», ha detto il presidente russo, citato dalla Tass mentre parlava con i soldati feriti in Ucraina ricoverati nell'ospedale. Secondo l'agenzia stampa, Putin è rimasto una mezz'ora a parlare con i soldati dopo il conferimento di onorificenze di stato, concesse in occasione della giornata della Festa della Russia.

Ore 20:43 - Kiev: «In una settimana abbiamo liberato sette insediamenti»

Nell'ultima settimana, l'esercito ucraino è riuscito a liberare sette insediamenti dall'occupazione russa. Lo ha riferito la viceministra della Difesa ucraina Hanna Malyar. «Nell'ultima settimana, durante l'operazione offensiva nelle aree operative di Donetsk e Tavriysk: l'avanzata delle truppe del gruppo offensivo è stata di 6,5 km; l'area del territorio presa sotto controllo è di 90 kmq; sette insediamenti sono stati liberati: Lobkovo, Levadne, Novodarivka, Neskuchne, Storozheve, Makarivka, Blagodatne», ha scritto Malyar su Telegram.

Ore 21:25 - Scholz (Germania): «Ucraina? Putin ha sottovalutato la nostra forza, siamo uniti»

«Germania, Francia e Polonia sono al fianco dell'Ucraina». A dichiararlo è stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz questa sera a Parigi, dove ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron e il capo di stato polacco Andrzej Duda nel quadro del formato "Triangolo di Weimar". «L'Ucraina sarà sostenuta al meglio delle nostre capacità, anche con le armi - «e lo faremo per tutto il tempo necessario», ha assicurato Scholz. «Siamo uniti e ci coordiniamo strettamente l'uno con l'altro. Questa unità è la nostra forza». Putin aveva «sottovalutato questa forza quando ha deciso di lanciare l'attacco». È tempo che il presidente russo lo capisca e ponga fine alla guerra di «centinaia di migliaia di morti».

Ore 21:26 - Macron (Francia): «La controffensiva durerà settimane o anche mesi»

Macron ha dichiarato che la tanto attesa controffensiva dell'Ucraina contro l'invasione delle forze russe sarà in corso per settimane o addirittura mesi. «La controffensiva ucraina è iniziata diversi giorni fa», ha detto Macron, parlando insieme al cancelliere tedesco Olaf Scholz e al presidente polacco Andrzej Duda all'Eliseo. «Sarà implementata per diverse settimane o addirittura mesi», ha aggiunto. «Vogliamo che abbia il maggior successo possibile in modo da poter poi avviare una fase di negoziazione in buone condizioni».

Ore 21:27 - Duda (Polonia): «L'Ucraina attende un segnale chiaro per aderire all'Alleanza Atlantica»

L'Ucraina attende un segnale chiaro di appartenenza all'Alleanza atlantica. Lo ha detto il presidente polacco Andrezj Duda durante una conferenza stampa tenuta all'Eliseo al fianco dell'omologo francese Emmanuel Macron e del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Questa oggi «è la più grande speranza ucraina», ha detto Duda. «Spero che il vertice della Nato a Vilnius porterà questa buona notizia a Kiev», ha aggiunto il capo dello Stato polacco, spiegando che gli ucraini vogliono vedere questo «disco verde alla fine del tunnel».

Ore 21:37 - Telefonata tra Zelensky e il premier olandese Rutte

Zelensky ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte. Lo ha annunciato lo stesso presidente ucraino su Telegram. «Ho avuto un colloquio telefonico con il primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte», ha scritto.

«Lo ringrazio per gli aiuti umanitari destinati a eliminare le conseguenze dell'atto terroristico russo alla diga di Nova Kakhovka. Ho parlato della situazione attuale nell'area del disastro causato dall'uomo e sul campo di battaglia. Abbiamo discusso del proseguimento della cooperazione in materia di sicurezza, in particolare dell'addestramento dei piloti ucraini e del rafforzamento dello scudo celeste dell'Ucraina», ha aggiunto. «Abbiamo anche coordinato le posizioni prima del prossimo incontro nel formato Ramstein. Ho elogiato la decisione finale della Corte Suprema dei Paesi Bassi di trasferire "l'oro di Scizia" all'Ucraina», ha concluso Zelensky. «I Paesi Bassi hanno confermato la loro leadership nella difesa del diritto internazionale. Grazie per il vostro sostegno!».

Ore 22:18 - Zelensky: «L'offensiva è dura, ma ci muoviamo in avanti»

«Le battaglie sono dure, ma il nostro movimento c'è, e questo è molto importante». Lo comunica su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, facendo il punto sull'offensiva del suo esercito. «Sebbene il tempo in questi giorni sia sfavorevole - le piogge rendono più difficile il nostro compito - ma la forza dei nostri soldati dà comunque risultati», aggiunge.

Ore 23:19 - Von der Leyen: «Vogliamo la pace, ma che sia giusta»

«Noi vogliamo la pace» in Ucraina, «ma deve essere una pace giusta. Deve essere una pace che rispetta i principi della carta delle Nazioni Unite, che prevede la sovranità e l'integrità territoriale di ciascun Paese. E quindi deve rispettare il diritto degli ucraini ad essere i padroni del proprio futuro». Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in visita a Brasilia, intervenendo alla Confindustria brasiliana. Poco prima il presidente Luiz Inacio Lula da Silva aveva affermato: «È necessaria più diplomazia e meno interventi armati in Ucraina, Palestina e Yemen».

Ore 00:22 - Usa, pronto un nuovo pacchetto di aiuti a Kiev da 325 milioni

Gli Stati Uniti si apprestano ad annunciare un nuovo pacchetto di aiuti all'Ucraina da 325 milioni di dollari che include i veicoli da combattimento Bradley e Stryker. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti del Pentagono, secondo le quali il nuovo pacchetto sarà annunciato martedì. Gli aiuti arrivano mentre il capo del Pentagono Lloyd Austin di prepara a partire per Bruxelles per una serie di incontri Nato.

Ore 00:23 - Macron: «La Francia continuerà a intensificare gli aiuti militari per l'Ucraina»

Il presidente francese Macron ha confermato che Parigi continuerà a «intensificare» la fornitura di aiuti militari per l'Ucraina: «Abbiamo intensificato le forniture di armi e munizioni, di veicoli blindati e di supporto logistico. Continueremo secondo il calendario che ho dato (al presidente Zelensky) nei prossimi giorni e settimane», ha aggiunto. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha inoltre sottolineato che l'Ucraina sarà «sostenuta per tutto il tempo necessario» in termini di carri armati, artiglieria e difesa aerea.

Ore 00:25 - Il presidente della Serbia: «Preoccupato dall'escalation causata dalla controffensiva ucraina»

Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha dichiarato di essere preoccupato per un'ulteriore escalation del conflitto ucraino a causa della controffensiva in corso da parte di Kiev. «Sono preoccupato per l'escalation del conflitto. Gli ucraini hanno appena iniziato la controffensiva, che sarà molto più massiccia. Anche la risposta della Russia non sarà debole, se avrà abbastanza potere. Come la distruzione delle armi occidentali, porterà la situazione alla massima intensità», ha dichiarato Vucic all'emittente serba Happy TV. Il leader serbo ha aggiunto che Belgrado ha stretti legami sia con Mosca sia con Kiev, in quanto si è astenuta dall'imporre sanzioni contro la Russia, apprezzando anche il rifiuto di Kiev di riconoscere l'indipendenza del Kosovo.

Ore 01:25 - Kuleba, alleanza con Occidente in industria difesa

L’Ucraina sta lavorando attivamente per stringere un’alleanza nel settore della difesa con i partner occidentali che gli garantisca di poter continuare ad avere accesso alle moderne attrezzature militari di cui ha bisogno per contrastare l’aggressione russa, ha dichiarato ieri sera il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba alla televisione nazionale. Secondo Kuleba, il Ministero delle industrie strategiche e il conglomerato di difesa statale ucraino UkrOboronProm faranno parte di «un serio evento internazionale che darà slancio alla creazione di un’alleanza di industrie della difesa». Tale alleanza avrebbe due obiettivi primari: garantire una fornitura costante e affidabile di attrezzature occidentali a Kiev e facilitare la perfetta integrazione del complesso militare-industriale dell’Ucraina nella più ampia industria della difesa occidentale, ha affermato il ministro.

Ore 03:15 - Media Mosca, esercitazioni per incrociatore Nakhimov

L’incrociatore da battaglia missilistico pesante a propulsione nucleare russo Admiral Nakhimov sarà sottoposto a esercitazione in mare nel settembre 2023, dopo riparazioni e aggiornamenti eseguiti nel cantiere navale della Sevmash. Lo riporta l’agenzia di stampa Tass, citando una fonte vicina alla Marina russa. Secondo tali informazioni, l’incrociatore dovrebbe tornare allo stato operativo verso la fine del 2024.

Ore 03:24 - Il presidente del Congo: l’Africa non resti in silenzio

Il presidente congolese Denis Sassou Nguesso ha affermato che l’Africa non può «rimanere in silenzio» di fronte al conflitto in Ucraina, pochi giorni prima della mediazione di diversi capi di Stato del continente a Kiev e a Mosca. «Di fronte a una tale tragedia l’Africa non può restare muta o indifferente», ha dichiarato Sassou Nguesso durante una conferenza stampa a margine di una visita di Stato ad Abidjan, in Costa d’Avorio. Sassou Nguesso fa parte di una missione di diversi presidenti africani che venerdì e sabato si recheranno a Kiev e a Mosca, dove incontreranno i presidenti Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin.

Secondo una fonte diplomatica congolese, oltre che da Sassou Nguesso la delegazione sarà composta da Cyril Ramaphosa (Sud Africa), Macky Sall (Senegal), Yoweri Museveni (Uganda), Hakainde Hichilema (Zambia), Abdel Fattah al-Sissi (Egitto) e Azali Assoumani (Comore, e attuale presidente dell’Unione Africana). Porteranno «un messaggio di pace o almeno di pacificazione» per «far comprendere ai belligeranti le sofferenze causate da questa guerra ai popoli deboli del mondo e in particolare ai popoli dell’Africa», ha dichiarato il presidente congolese.

Ore 04:02 - Mosca, razzi francesi su centro rifugiati a Kherson

L’attacco ai centri di accoglienza temporanea dei rifugiati sull’Arabat Spit nel distretto di Genichesk, nella regione di Kherson, è stato effettuato da missili SCALP (Storm Shadow) fabbricati in Francia. Lo scrive l’agenzia russa Ria Novosti pubblicando un video di frammenti di missili. Il corrispondente dell’agenzia ha visitato il luogo dell’attacco, ha filmato le conseguenze del bombardamento e ha parlato con i feriti che si trovavano al momento dell’attacco missilistico negli edifici dove si trovava il centro di accoglienza temporanea. Sui frammenti dei razzi ci sono la data di produzione — aprile, giugno, ottobre 2003 e il nome del produttore — MBDA France sostiene Ria Novosti. Secondo i dati forniti sul sito web ufficiale del produttore, nel 2003, il primo lotto di missili SCALP (il nome francese dei missili britannici Storm Shadow) è stato prodotto presso l’impresa MBDA in Francia. Nello stesso anno, il missile fu adottato dalla Raf britannica e dall’Air Force francese, e allo stesso tempo per la prima volta questi missili furono usati durante l’invasione degli Stati Uniti Stati e dei suoi alleati in Iraq, scrive ancora Ria Novosti.i.

Ore 05:05 - Usa estendono sanzioni a Bielorussia per altro anno

Il presidente americano Joe Biden ha annunciato che il governo degli Stati Uniti estenderà le sanzioni contro la Bielorussia per un ulteriore anno a causa delle continue repressioni di Minks nei confronti dei suoi cittadini e del sostegno alla guerra della Russia in Ucraina. «Le azioni e le politiche di alcuni membri del governo della Bielorussia e di altre persone, nonché le attività dannose e gli abusi di lunga data del regime bielorusso, continuano a rappresentare una minaccia insolita e straordinaria per la sicurezza nazionale e la politica estera degli Stati Uniti», ha scritto Biden in un messaggio al Congresso americano.

Ore 05:16 - Bombe russe su Kryvyi Rih, allerta in tutto Paese

L’allarme antiaereo è stato attivato in tutta l’Ucraina nelle prime ore di martedì, secondo i media locali. Alcuni edifici civili nella città centrale di Kryvyi Rih sono stati presi di mira da attacchi russi durante la notte, ha riferito il sindaco Oleksandr Vilkul. I bombardamenti sulla città avrebbero centrato anche un edificio di cinque piani, causando seri danni. «Ci sono persone ferite in condizioni estremamente gravi», ha detto Vilkul sul suo profilo Telegram aggiungendo che «probabilmente ci sono anche persone sotto le macerie». Kryvyi Rih, la città natale del presidente Volodymyr Zelenskyy, è stata spesso bersaglio di attacchi di droni e missili russi dall’inizio della guerra di Mosca.

Ore 05:52 - Cnn, perso nell’offensiva il 15% dei corazzati Bradley forniti dagli Usa

Le forze Ucraine hanno perso almeno 16 veicoli corazzati per la fanteria Bradley durante i primi giorni dell’offensiva contro le linee russe nella regione di Donetsk, pari a circa il 15 per cento dei mezzi di quel tipo forniti a Kiev dagli Stati Uniti. Lo scrive l’emittente televisiva Cnn sulla base dell’analisi delle perdite documentate dal sito web di intelligence aperta Oryx. La «Cnn» ricorda che gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina 106 veicoli corazzati Bradley, mezzi sviluppati per trasportare sul campo di battaglia squadre di fanteria completamente equipaggiate da 10 uomini e per fornire fuoco di copertura anche contro carri armati.

L’Ucraina ha ricevuto i primi Bradley dagli Stati Uniti lo scorso gennaio, e già allora il Pentagono aveva anticipato che il mezzo avrebbe assunto un ruolo di primo piano nell’offensiva primaverile contro le forze russe. La scorsa settimana l’esercito ucraino ha subito perdite ingenti nel tentativo di sfondare le linee difensive russe a Donetsk, ma negli ultimi giorni ha conseguito risultati più incoraggianti lungo il fronte a Zaporizhzhia, riconquistando alcuni villaggi dove le forze russe avevano collocato le loro posizioni avanzate.

Ore 06:01 - Attacco russo a Kryvyi, palazzi in fiamme e vittime

A Kryvyi Rih, a seguito dell’attacco aereo notturno russo del 13 giugno, gli edifici residenziali sono stati distrutti, i civili sono rimasti gravemente feriti e ci sono stati anche morti. Lo riporta RBC-Ucraina, citando il capo dell’amministrazione militare di Kryvyi Rih Oleksandr Vilkul su Telegram. Come ha riferito in seguito il capo dell’Ova di Dnipropetrovsk, Serhiy Lysak, ci sono state vittime a seguito del massiccio attacco missilistico russo su Kryvyi Rih.

Ore 06:20 - Missili nella notte su Kiev, «tutti abbattuti»

Sono stati tutti abbattuti dai sistemi di difesa aerea i missili da crociera Kh-101/555 lanciati dai russi nella notte verso Kiev, secondo l’amministrazione militare della capitale ucraina. «Secondo rapporti provvisori, nel loro attacco a Kiev i nemici hanno utilizzato missili tradizionalmente lanciati da bombardieri strategici Tu-95Ms dall’area del Mar Caspio. Tutti gli obiettivi sono stati rilevati e distrutti con successo dalle forze di difesa nello spazio aereo intorno a Kiev», affermano le autorità ucraine aggiungendo che al momento non sono stati segnalati vittime o feriti.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 13 giugno.

Le notizie sulla guerra in Ucraina del 13 giugno. Francesco Battistini, inviato, e Redazione Online  su Il Corriere della Sera il 13 Giugno 2023 

Le notizie sulla guerra in Ucraina di martedì 13 giugno. WSJ: Usa forniranno munizioni all’uranio impoverito. Bombardata Kryvyi Rih, la città di Zelensky: 11 morti

• Zelensky conferma l’offensiva: «Azioni in corso». Riconquistati tre villaggi nel Donetsk .

• Attorno all’offensiva ucraina si sta scatenando una guerra psicologica

• A Odessa giungono i cadaveri della piena del Dnipro: «E chissà quanti ne arriveranno ancora».

• Il bilancio di Kiev: Mosca ha perso oltre 200 mila soldati.

Ore 05:52 - Cnn, perso nell’offensiva il 15% dei corazzati Bradley forniti dagli Usa

Le forze Ucraine hanno perso almeno 16 veicoli corazzati per la fanteria Bradley durante i primi giorni dell’offensiva contro le linee russe nella regione di Donetsk, pari a circa il 15 per cento dei mezzi di quel tipo forniti a Kiev dagli Stati Uniti. Lo scrive l’emittente televisiva Cnn sulla base dell’analisi delle perdite documentate dal sito web di intelligence aperta Oryx. La «Cnn» ricorda che gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina 106 veicoli corazzati Bradley, mezzi sviluppati per trasportare sul campo di battaglia squadre di fanteria completamente equipaggiate da 10 uomini e per fornire fuoco di copertura anche contro carri armati.

L’Ucraina ha ricevuto i primi Bradley dagli Stati Uniti lo scorso gennaio, e già allora il Pentagono aveva anticipato che il mezzo avrebbe assunto un ruolo di primo piano nell’offensiva primaverile contro le forze russe. La scorsa settimana l’esercito ucraino ha subito perdite ingenti nel tentativo di sfondare le linee difensive russe a Donetsk, ma negli ultimi giorni ha conseguito risultati più incoraggianti lungo il fronte a Zaporizhzhia, riconquistando alcuni villaggi dove le forze russe avevano collocato le loro posizioni avanzate.

Ore 06:20 - Missili nella notte su Kiev, «tutti abbattuti»

Sono stati tutti abbattuti dai sistemi di difesa aerea i missili da crociera Kh-101/555 lanciati dai russi nella notte verso Kiev, secondo l’amministrazione militare della capitale ucraina. «Secondo rapporti provvisori, nel loro attacco a Kiev i nemici hanno utilizzato missili tradizionalmente lanciati da bombardieri strategici Tu-95Ms dall’area del Mar Caspio. Tutti gli obiettivi sono stati rilevati e distrutti con successo dalle forze di difesa nello spazio aereo intorno a Kiev», affermano le autorità ucraine aggiungendo che al momento non sono stati segnalati vittime o feriti.

Ore 08:13 - Zelensky: «I terroristi non saranno mai perdonati»

«Altri missili terroristici, gli assassini russi continuano la loro guerra contro edifici residenziali, città ordinarie e persone. Purtroppo ci sono morti e feriti. L’operazione di soccorso a Kryvyi Rih continua. Le mie condoglianze a tutti coloro che hanno perso i loro cari! I terroristi non saranno mai perdonati e saranno ritenuti responsabili di ogni missile che lanciano»: lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky commentando l’attacco lanciato dai russi nelle prime ore di oggi contro la sua città natale.

Ore 08:15 - Attacco russo a Kryvyi Rih, 7 persone sotto le macerie

«Sette persone sono rimaste completamente sotto le macerie»: lo ha reso noto su Telegram il sindaco di Kryvyi Rih, Oleksandr Vilkul, riferendosi all’attacco lanciato dai russi nelle prime ore di oggi contro la città nella regione di Dnipropetrovsk, nell’Ucraina centrale.

Ore 08:22 - La campagna dei villaggi: ora Kiev deve trasformare i successi tattici in risultati strategici

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’Ucraina prosegue «la campagna dei villaggi» ma resta ancora lontana dalla linea fortificata dai russi, una delle molte a protezione dell’asse che porta alla Crimea.

 Le manovre

Siamo in una fase prevista, con la conquista di alcune località nella regione di Zaporizhzhia, operazioni condotte per trovare varchi da sfruttare. Progressione anche nella regione di Bakhmut ma — come confermano gli stessi ucraini — sono spostamenti di «250-700 metri». L’interrogativo riguarda il passo successivo, specie nella zona sud: la capacità di trasformare i successi tattici — che pure ci sono — in risultati strategici. Questo non si ottiene in pochi giorni, anche perché gli invasori hanno avuto tempo per prepararsi. Tra le ultime mosse c’è stata la distruzione di un’altra diga, sul fiume Mokri Yaly, per allagare il terreno.

Ore 08:25 - Kiev conquista ancora villaggi. La Nato inizia la maxi esercitazione

(Francesco Battistini, inviato a Kiev) Qui, si vede un Putin ammanettato e ripreso di spalle. Ingobbito nella divisa arancione dei prigionieri di guerra. Impaurito di fronte a tre severi giudici. Sulla Khreshchatyk, la grande strada di Kiev che cullò la Rivoluzione arancione, i passanti si fanno i selfie davanti alla gigantesca e finta foto realizzata con l’intelligenza artificiale: un processo per crimini di guerra, il grande e artificioso sogno d’ogni ucraino. Laggiù, a Mosca, ecco invece un Putin distante e ripreso dall’alto. Fiero nel salutare le sue guardie al Cremlino. E di festeggiare questo 12 giugno, Giorno della Russia.

Ore 08:33 - Kiev: «Salgono a 4 morti in attacco russo a Kryvyi Rih»

«A seguito del bombardamento sulla città di Kryvyi Rih, quattro persone sono state uccise e 25 sono rimaste ferite». Lo afferma l’ufficio del procuratore generale ucraino in un messaggio su Telegram. «L’incendio in un edificio a più piani è in fase di spegnimento e le macerie vengono rimosse», si legge nel messaggio, «edifici a più piani e privati, un’impresa privata, un’azienda automobilistica e automobili hanno subito danni significativi».

Ore 08:41 - Russia, incendio in una raffineria di petrolio a Krasnodar

Un incendio è divampato nelle scorse ore in una raffineria di petrolio nella regione russa di Krasnodar. Lo ha riferito Rbk, riportando le notizie diffuse dalle autorità locali, secondo cui l’incendio è sotto controllo e le cause al momento non sono chiare.

Ore 08:52 - Sindaco Kryvyi Rih: «Il bilancio dei morti è salito a 6»

Il bilancio dei morti nell’attacco russo alla città di Kryvyi Rih, nell’Ucraina centrale, è salito a sei: lo ha reso noto su Telegram il sindaco, Oleksandr Vilkul. «Purtroppo già sei sono morti», ha scritto il primo cittadino della città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. In precedenza era stato riferito che i feriti erano 25 e Vilkulv aveva annunciato che 10 di loro erano gravi e altri tre erano in condizioni critiche.

Ore 09:13 - Podolyak: «La Russia sta distruggendo il nostro Paese»

Attacchi come quelli che hanno colpito la città di Kryvyi Rih «accadono ogni notte perchè la Russia sta distruggendo palesemente l’Ucraina». Lo scrive in un tweet il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. «Capisco che seduti a migliaia di chilometri di distanza dall’Ucraina si possa parlare per mesi di `geopolitica´, di `accordo´ e dell’indesiderabilità di un’escalation. E permettere la furia del `mondo russo´», si legge nel tweet, «ma le decisioni chiave dovranno comunque essere prese, la Russia è destinata a perdere e a sedersi sul banco degli imputati...».

Ore 09:18 - Dombrovskis: «Distruzione diga nuova dimostrazione atrocità russe»

«Dopo la distruzione della diga di Nova Kakhovka, abbiamo espresso sostegno al popolo ucraino dopo l’attacco privo di senso, è una nuova dimostrazione delle atrocità russe, siamo sconvolti dal fatto che ci siano bombardamenti contro i soccorritori a Kherson». È quanto affermato dal vicepresidente della Commissione Ue responsabile per l’Economia, Valdis Dombrovskis, nel suo intervento in sessione plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo. «Dobbiamo seguire il potenziale impatto sull’impianto nucleare di Zaporizhzhia, la situazione è attualmente stabile, considerati i livelli idrici per il raffreddamento».

Ore 09:35 - In fiamme una fabbrica a San Pietroburgo

Un vasto incendio ha colpito oggi una fabbrica a San Pietroburgo: lo riportano i media russi sui canali Telegram. L’impianto si trova lunga la strada Vitebsky Prospekt, nell’area della tangenziale e della stazione della metropolitana Kupchino. L’incendio è stato segnalato alle 8:50 (le 7:50 ora locale) e le squadre dei soccorsi sono sul posto. Non ci sono per il momento notizie su eventuali vittime e non si conoscono le cause dell’incendio.

Ore 09:48 - Berlino: «Continueremo a inviare Leopard 2 all’Ucraina»

Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha dichiarato che la Germania non sarà in grado di sostituire tutti i carri armati che vengono danneggiati o distrutti in battaglia in Ucraina, ma Berlino continuerà a consegnare a Kiev altri carrarmati Leopard 2 a partire da luglio. Pistorius ne ha parlato ieri sera a RTL Direkt. «Non saremo in grado di sostituire tutti i carri armati che sono fuori servizio. Ma quello che stiamo facendo è continuare a consegnare altri carri armati Leopard a partire da luglio. Ed entro la fine dell’anno saranno più di 100», ha detto. Pur non confermando l’autenticità delle foto che mostrerebbero i carri armati Leopard 2 distrutti dalla Russia, Pistorius ha ammesso: «Purtroppo la natura della guerra è tale che le armi vengono distrutte, i carri armati vengono distrutti e le persone muoiono. Ecco perché il nostro sostegno all’Ucraina è così importante».

Ore 10:34 - Filorussi, almeno 17 morti per crollo diga di Kakhovka

È salito ad almeno 17 morti, sul territorio controllato dai russi, il bilancio per la rottura della diga di Kakhovka in Ucraina. Lo hanno detto le autorità filorusse della regione di Kherson citate dalla Tass. Il numero delle vittime reso noto dalle autorità filorusse, si aggiunge al bilancio di dieci morti dichiarato ieri dalle autorità ucraine nella parte di territorio controllato da Kiev.

Ore 10:39 - Mosca: «Catturati tank Leopard e mezzi Bradley Usa»

Diversi carri armati Leopard di fabbricazione tedesca e mezzi blindati americani Bradley sono stati catturati dalle forze russe nei combattimenti nella regione ucraina di Zaporizhzhia. Lo rende noto il ministero della Difesa di Mosca pubblicando un video dei mezzi.

Ore 12:09 - Wsj, Usa forniranno a Kiev munizioni all’uranio impoverito

Gli Stati Uniti dovrebbero fornire all’Ucraina munizioni all’uranio impoverito. Lo afferma il Wall Street Journal che cita un funzionario statunitense. Le munizioni all’uranio impoverito hanno già sollevato preoccupazioni e critiche per gli effetti che comportano sulla salute e sull’ambiente. Secondo la fonte del Wall Street Journal, la decisione è arrivata dopo settimane di dibattito interno all’amministrazione Biden su come equipaggiare i carri armati Abrams che gli Stati Uniti già forniscono a Kiev.

Ore 13:08 - Kiev, in direzione Bakhmut avanzati di 250 metri in un giorno

«Nel corso dell’offensiva, nell’ultimo giorno, le nostre truppe sono avanzate di 250 metri nella direzione di Bakhmut». Lo scrive su Telegram la viceministra ucraina della Difesa, Hanna Maliar, aggiungendo che i soldati di Kiev sono anche avanzati «di 200 metri nella direzione di Toretsky di 500 metri-1 chilometro nella direzione di Berdyansk». I russi, aggiunge, stanno «facendo di tutto per mantenere le posizioni conquistate. Usano attivamente truppe d’assalto e l’aviazione e colpiscono con l’artiglieria. Durante l’offensiva, le nostre truppe incontrano campi minati e fossati anticarro. Tutto ciò avviene mentre i nemici lanciano continui contrattacchi con veicoli corazzati e usano in modo massiccio Atgm e droni kamikaze».

Ore 13:16 - I media russi riferiscono che un alto generale russo è stato ucciso a Zaporizhzhia

I media russi hanno riferito che un attacco missilistico ucraino sul fronte meridionale di Zaporizhia ha ucciso un esperto generale russo. «A seguito di un attacco missilistico nemico, il capo di stato maggiore della 35a armata combinata, il generale Sergei Goryachev, è stato ucciso», ha detto l’importante blogger a favore della guerra Voenkor in un post su Telegram.

Ore 13:27 - Prigozhin: «Kiev ha ancora un grande potenziale offensivo»

Il potenziale offensivo dell’Ucraina non è affatto esaurito: lo ha detto il patron del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, rispondendo a chi gli chiedeva una valutazione sull’andamento della controffensiva delle forze di Kiev. Prigozhin ha spiegato che «ogni offensiva e i suoi risultati devono essere valutati dopo che il potenziale offensivo del nemico è esaurito. Per quanto ne so, il potenziale offensivo dell’Ucraina è tutt’altro che esaurito. Ed è per questo che, come si dice in Russia, contiamo i nostri polli in autunno - ha aggiunto -. Tra un mese e mezzo o due mesi dovremo stabilire se hanno raggiunto il loro risultato o meno».

Ore 13:40 - Putin ratifica l’accordo con la Cina sulle forniture di gas

Putin ha ratificato l’accordo fra Mosca e Pechino sulla cooperazione nel campo delle forniture di gas naturale attraverso la rotta dell’Estremo Oriente. L’accordo, riporta Ria Novosti, «determina le condizioni di base per la progettazione, la costruzione e il funzionamento dell’infrastruttura di trasporto del gas e delle forniture di gas naturale lungo la rotta dell’Estremo Oriente, compresa la sezione transfrontaliera del gasdotto», ha affermato Anastasia Bondarenko, vice capo della Federazione russa Ministero dell’Energia. In base all’accordo, sono state identificate tre organizzazioni autorizzate: da parte russa, si tratta di Gazprom , da parte cinese, la China National Oil and Gas Corporation e la China National Pipeline Company.

Ore 13:42 - Mosca arresta alcuni dipendenti del settore della Difesa: «Cooperavano con Kiev»

I servizi di sicurezza russi (Fsb) hanno annunciato di aver arrestato alcuni impiegati del settore Difesa «sospettati» di cooperare con l’intelligence ucraina per «la consegna di documenti tecnici e campioni di oggetti militari usati per produrre armi» e di «pianificare esplosioni» per danneggiare «le linee ferroviarie nelle regioni di Kursk e Belgorod che trasportano rifornimenti alle unità delle forze armate russe» che hanno invaso l’Ucraina. Lo riportano le agenzie di stampa russe. La Tass scrive che le persone fermate sarebbero due. Secondo l’agenzia Interfax, l’Fsb afferma di aver sequestrato quattro chili di esplosivo alle persone arrestate e che queste avrebbero «confessato».

Ore 13:44 - Kryvyi Rih, undici vittime tra i civili dopo i bombardamenti russi

Sale a 11 il numero dei civili uccisi a Kryvyi Rih, in Ucraina meridionale, durante il bombardamento russo delle prime ore del mattino: «Il corpo di un’altra persona morta è stato recuperato tra le macerie di un’impresa privata della città. Durante questa terribile notte, il nemico ha ucciso 11 civili», ha scritto sui social il capo dell’Amministrazione militare regionale di Dnipro Sergiy Lysak, aggiungendo che l’operazione di ricerca delle vittime e soccorso è stata completata, ora è in corso lo smantellamento delle macerie.

Ore 13:46 - La provocazione di Prigozhin: «Basta con l’Ucraina, vado in Messico»

Rispondendo a una domanda su quale potrebbe essere, dopo Bakhmut, la prossima area di intervento del gruppo Wagner, Prigozhin ha detto che i suoi mercenari si trasferiranno in Messico: «Per quanto riguarda il futuro lavoro del Gruppo Wagner in Ucraina, non sono sicuro che opereremo in Ucraina. Come questione di trolling, posso dire che ci trasferiremo nel nord del Messico».

Ore 14:06 - Il presidente dell’Algeria in Russia, inizia la visita di tre giorni

Abdelmajid Tebboune, il presidente dell’Algeria, inizia oggi una visita ufficiale di tre giorni nella Federazione Russa su invito dell’omologo Putin. La missione del leader di Algeri, rimandata più volte nelle ultime settimane, si inserisce «nell’ambito del rafforzamento della cooperazione tra i due paesi amici». Durante la visita, aggiunge la presidenza, Tebboune parteciperà anche ai lavori del Forum economico internazionale di San Pietroburgo. I rapporti tra Russia e Algeria risalgono alla guerra d’indipendenza algerina, quando il Fronte di Liberazione Nazionale cercava un sostegno esterno nella lotta contro la Francia. Nel corso degli anni, l’Algeria ha mantenuto una posizione di equidistanza formale tra l’Est e l’Ovest, intrattenendo rapporti con entrambi. La Russia fornisce all’Algeria armi e tecnologia: i due Paesi vantano collaborazioni nel settore energetico, incluso il gas e l’energia nucleare.

Ore 14:09 - I teschi (tedeschi) nella palude della guerra

(di Marta Serafini) Non ci sono solo il fango e le vittime dell’alluvione causata dal crollo della diga di Nova Kakhovka. E non c’è solo questa a guerra a spezzare la terra e la vita. Dove un tempo c’era il Dnipro, ora distese di fango si allungano dalla regione di Kherson in direzione della centrale nucleare di Zaporizhzhia. E da quelle sabbie mobili paludose emergono gli scheletri dei soldati nazisti che durante la Seconda Guerra Mondiale occuparono la regione. (...)

Ore 14:11 - Sei presidenti africani a mediare la pace?

(di Francesco Battistini, inviato a Zaporizhzhia) Ci sono un egiziano, un ugandese, uno zambiano, un comoriano, un senegalese e un sudafricano che vanno a parlare con Putin e Zelensky. Non è una barzelletta diplomatica: questo weekend, una missione di sei presidenti africani sarà davvero a Kiev e a Mosca per negoziare la pace in Ucraina. «Di fronte a una tale tragedia, il nostro continente non può restare muto o indifferente», è la frase di presentazione del leader congolese Denis Sassou Nguesso, che guiderà la delegazione. (...)

Ore 14:13 - Putin ignora Shoigu e Prigozhin lo attacca di nuovo: verrai fucilato

(di Marta Serafini) Altri segnali di tensione nella fila dell’establishment militare di Mosca. Durante il giorno della Russia, festività che commemora la proclamazione dell’indipendenza del Paese dopo la caduta dell’Urss, il presidente russo Vladimir Putin ha visitato i soldati feriti in Ucraina, conferendo ad alcuni di loro anche delle decorazioni, in un raro incontro con i militari impegnati nel conflitto. Il Cremlino non ha trasmesso subito le immagini della visita all’ospedale Vishnevsky di Krasnogorsk, alla periferia di Mosca. «Vladimir Putin ha presentato decorazioni al personale militare e ha discusso con loro», si legge in un comunicato. Tuttavia nelle immagini diffuse successivamente si vede come Putin sia accompagnato dal ministro della Difesa Sergei Shoigu ma sembri evitare ogni contatto con lui. In alcuni momenti gli dà addirittura le spalle ed evita di incrociare il suo sguardo. Secondo alcuni osservatori, l’ennesima prova di come i rapporti con lo stato maggiore dell’Esercito russo con lo zar siano tutt’altro che sereni.

Ore 14:18 - Putin firma la legge: il Mar d’Azov è «interno» alla federazione russa

Putin ha firmato oggi la legge che archivia l’accordo con l’Ucraina in quanto «confinante» sul Mar d’Azov e lo definisce come un «mare interno» della Federazione russa, in seguito all’annessione delle regioni ucraine di Zaporizhzhia, Kherson e Donetsk. Il decreto è stato pubblicato sul portale di informazione legale del governo russo; in precedenza, il disegno di legge - presentato dallo stesso Putin - era stato approvato da entrambe le camere del Parlamento russo. «A seguito dell’adesione alla Russia della Repubblica Popolare di Donetsk, della regione di Zaporizhzhia e della regione di Kherson, l’Ucraina ha perso lo status di Stato confinante con il Mare d’Azov e lo Stretto di Kerch. Il Mare d’Azov è diventato un mare interno della Russia. Alla luce di ciò, l’accordo ha perso la sua validità», aveva spiegato il Senato russo approvando l’iniziativa all’inizio del mese.

L’accordo stralciato era stato firmato dai due Paesi il 24 dicembre 2003 e ratificato dalla Russia nel 2004. Nell’ambito della controffensiva ucraina in corso da più di una settimana, Kiev sta cercando di tagliare il ponte di terra tra il territorio russo e la Crimea e di aprire un’uscita verso il Mar d’Azov.

Ore 14:22 - Mosca: respinti due attacchi di Kiev nella zona di Bakhmut

Il ministero della Difesa di Mosca, come riporta Ria Novosti, sostiene di aver respinto due attacchi ucraini a sud della città di Bakhmut: «In direzione dell’insediamento di Kleshcheevka, nella Repubblica popolare di Donetsk, al nemico non è stato permesso di penetrare nel difesa delle unità russe», ha affermato il ministero. Durante i combattimenti, ha specificato il ministero, sono stati distrutti fino a 350 militari ucraini, due veicoli corazzati da combattimento e sei veicoli.

Ore 14:47 - Casi di colera nel Kherson dopo il crollo della diga

Casi di colera ed escherichia coli si sono verificati nella regione di Kherson, sotto il controllo ucraino, dopo le inondazioni provocate dall’esplosione della diga di Kakhovka. Lo ha reso noto il capo dell’Ispettorato statale per l’ambiente dell’Ucraina Oleg Pavlenko, citato da Rbc-Ukraine, spiegando che l’acqua è contaminata anche da carburanti, fertilizzanti e pesticidi. «Sono stati segnalati casi di colera e Escherichia coli nelle aree inondate», ha dichiarato Pavlenko. L’acqua dei pozzi nelle aree inondate ora può essere usata solo dopo le analisi. Intanto le autorità hanno vietato la pesca e la vendita di pesce.

Ore 15:44 - Onu: «Mosca non fornisce garanzie per soccorrere alluvionati»

Denise Brown, coordinatrice umanitaria dell’Onu in Ucraina, ha dichiarato che le imbarcazioni per attraversare la riva sinistra del fiume Dnipro (sotto il controllo russo) compresa Oleshky, colpita dalle inondazioni dopo il crollo della diga di Kakhovka, il personale e i materiali sono pronti a intervenire, ma la Federazione Russa non ha ancora fornito le garanzie di sicurezza necessarie. «Queste garanzie sono essenziali per la sicurezza della nostra squadra e per prevenire ulteriori rischi per le persone che stiamo cercando di aiutare. Le Nazioni Unite continueranno a fornire l’assistenza necessaria nelle aree sotto il controllo del governo ucraino e faranno ogni sforzo per raggiungere le persone colpite dalle inondazioni e che hanno urgente bisogno di assistenza vitale, ovunque si trovino», ha affermato Brown.

Ore 15:46 - Parigi accusa la Russia di condurre una campagna di disinformazione

La Francia accusa la Russia di portare avanti un’operazione di influenza facendo pubblicare falsi articoli contro l’Ucraina sui grandi quotidiani francesi. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, leggendo una dichiarazione della ministra, Catherine Colonna. «Le autorità francesi hanno messo in evidenza l’esistenza di una campagna digitale di manipolazione dell’informazione contro la Francia, che implica attori russi e alla quale entità statali o affiliate allo Stato russo partecipano amplificando delle false informazioni», sostiene Colonna. Parigi è in contatto con i suoi alleati per «mettere in scacco la guerra ibrida condotta dalla Russia», ha fatto sapere la ministra.

Ore 15:50 - Prigozhin: «La Wagner non bacia i piedi a Shoigu, lui ci vuole distruggere»

Shoigu «vuole che tutti vadano in giro a baciargli i piedi, ma il gruppo Wagner non l’ha mai fatto» ed è per questo che ha cercato di «distruggere» due volte il gruppo di mercenari fondato e guidato da Evgeny Prigozhin, una prima volta in Siria e un’altra, più recente, cercando di sabotare Wagner mentre combatteva per la conquista di Bakhmut, nell’Ucraina orientale. Lasciandolo «senza armi». È lo stesso Prigozhin a dirlo, tornando ad attaccare la leadership russa e in particolare il ministro della Difesa Shoigu in un messaggio audio diffuso oggi dal suo ufficio stampa. «Non stiamo parlando solo di una qualche interferenza, stiamo parlando di distruzione fisica e intenzionale. Sia allora, che adesso», ha affermato Prigozhin. Ancor prima del tentativo di sabotaggio in Ucraina, sostiene, il primo tentativo è avvenuto l’8 febbraio 2018, quando i combattenti Wagner stavano attaccando le posizioni dell’Isis in Siria e hanno subito pesanti perdite a causa dei raid dell’aeronautica americana. Prigozhin afferma nella registrazione che gli Stati Uniti avevano ripetutamente avvertito i comandanti militari russi che stavano preparando un attacco aereo nell’area in modo che potessero rimuovere le loro unità dalla zona di impatto, ma nessuno ha informato il gruppo Wagner. Secondo Prigozhin, i tentativi del ministero della Difesa russo di «distruggere» il gruppo Wagner sono stati motivati dall’invidia e la personalità di Shoigu ha giocato un ruolo significativo. «È una persona che non sopporta quando qualcuno fa qualcosa di meglio di lui. Quindi vuole che tutti vadano in giro a baciargli i piedi, ma il gruppo Wagner non l’ha mai fatto», sostiene Prigozhin.

Ore 15:54 - Ucciso il generale russo Goryachev, è il decimo dall’inizio dell’invasione

Il generale russo Sergey Goryachev è stato ucciso da un missile lanciato dalle forze ucraine al confine tre le regioni di Donetsk e Zaporizhzhia. A riferirlo è stato un blogger russo molto noto in patria per le sue notizie sulla guerra. Goryachev, che sarebbe il decimo generale russo ucciso dall’inizio dell’invasione, comandante della 35esima armata, era stato capo del contingente russo nella repubblica separatista di Transnistria, in Moldavia, poi capo della base militare russa in Tagikistan e poi alla guida di un centro di addestramento a Khabarovsk. Il ministero della Difesa russa non ha per ora confermato la morte di Goryachev.

Ore 16:01 - Putin: «In Ucraina obiettivi adattati alla situazione, ma rimangono gli stessi»

Gli obiettivi dell’operazione militare in Ucraina «rimangono in generale sempre gli stessi», anche se «vengono adattati alla situazione corrente». Ha detto il presidente russo Vladimir Putin citato dalla Tass. «La controffensiva ucraina continua su larga scala e utilizza riserve strategiche, ma finora non ha avuto successo», ha continuato il presidente russo.

Ore 16:16 - Stoltenberg alla Casa Bianca: l’Europa aspetta la fumata bianca da Biden per il nuovo segretario generale della Nato

Jens Stoltenberg è atteso alla Casa Bianca, mentre l’Europa aspetta una «fumata bianca» da parte di Joe Biden sul futuro della guida della Nato. Da mesi infatti gli alleati europei discutono il nome del possibile successore del segretario generale, il cui mandato quasi decennale è stato già esteso fino al prossimo settembre dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Con Stoltenberg che nei mesi scorsi ha chiarito che non intende accettare una nuova estensione del mandato, sono molti i nomi che sono stati inseriti, e magari subito dopo esclusi, nel gioco del `toto nomi´ della Nato. Biden e la sua amministrazione però continuano a mantenere il massimo riserbo, limitandosi a continuare a lodare il lavoro di Stoltenberg e sottolineare che il presidente non ha ancora preso una decisione su un candidato. Il tempo per una decisione, quanto mai importante dal momento che arriva in un momento in cui l’Alleanza è impegnata in un massimo sforzo per sostenere ed aiutare l’Ucraina contro l’aggressione russa, sta per scadere, con l’avvicinarsi di quella che viene intesa come una scadenza, il vertice di Vilnius dell’11 e 12 luglio.

Ore 16:20 - Putin: «Perdite catastrofiche per le truppe di Kiev»

Le perdite sofferte dalle truppe ucraine nel corso della controffensiva contro la Russia sarebbero «pressoché catastrofiche», sostiene Vladimir Putin il quale afferma anche che la distruzione di Nova Kakhovka è stata opera di Kiev.

Ore 16:27 - I filorussi nel Kherson: Evacuate oltre 7 mila persone

Volodymyr Saldo, governatore filorusso del Kherson, ha comunicato su Telegram che dopo la distruzione della diga Kakhovka sono state evacuate più di 7 mila persone. «Nell’ultimo giorno sono state evacuate 107 persone; dall’inizio dell’alluvione 7mila e 200, di cui 421 bambini e 123 persone con mobilità ridotta. Millesettecento mila si trovano in centri di accoglienza temporanea, 84 persone sono state ricoverate in ospedale», spiega.

Ore 16:30 - Putin: «Non è necessario introdurre la legge marziale. Sono morti molti mercenari polacchi, ma Varsavia lo nasconde»

In un incontro televisivo con blogger militari, dopo settimane di bombardamenti della regione di confine di Belgorod e un’ondata di attacchi di droni sulla stessa Mosca, Putin ha riconosciuto che gli attacchi ucraini sul territorio russo erano un problema e che la Russia doveva difendere meglio i propri confini, ma avrebbe detto di non vedere la necessità di introdurre la legge marziale.

Ci sono stati «grandi perdite» fra i mercenari polacchi che stanno combattendo in Ucraina ma il governo di Varsavia «lo nasconde anche davanti alla propria popolazione», ha detto Putin.

Ore 16:34 - Russia: «Kiev ha perso 160 carrarmati durante la controffensiva»

Nel corso della sua controffensiva l’Ucraina ha già perso 160 carri armati e 360 veicoli blindati. È quanto ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, intervenendo ad un incontro con i corrispondenti militari del Paese. «Per quanto riguarda i veicoli corazzati, (le perdite dell’Ucraina) sono generalmente ancora più gravi. Durante questo periodo (le forze ucraine) hanno perso oltre 160 carri armati e oltre 360 veicoli blindati di vario tipo. Questo è solo ciò che vediamo», ha affermato il capo dello Stato. «Ci sono ancora perdite che non vediamo, che vengono inflitte da armi ad alta precisione a lungo raggio su personale militare e attrezzature. Quindi, in realtà, di perdite da parte ucraina se ne registrano ancora di più», ha aggiunto Putin.

Ore 16:37 - Olena Zelenska in visita in Israele la prossima settimana

Olena Zelenska, la first lady ucraina, visiterà Israele la prossima settimana su invito di Michal Herzog, moglie del presidente Isaac Herzog. Lo ha confermato l’ufficio dello stesso presidente secondo cui la visita sarà incentrata sui temi dell’assistenza sanitaria per i traumi e la successiva riabilitazione. Le due first lady si recheranno insieme all’Ospedale dei bambini Safra presso il Centro medico Sheba di Tel Aviv dove avranno incontri con esperti di traumi da guerra e terrorismo. Funzionari del ministero degli esteri israeliano e dell’Ue saranno presenti agli incontri. Zelenska vedrà anche soldati ucraini feriti che si trovano ora in Israele per la riabilitazione.

Ore 16:46 - Putin: «L’industria militare di Kiev presto cesserà di esistere»

L’industria della difesa ucraina presto cesserà completamente di esistere poiché non produce nulla, mentre Kiev importa tutte le sue armi e attrezzature da Paesi stranieri. Lo ha sostenuto il presidente russo, Vladimir Putin, parlando ai corrispondenti militari. «L’industria della difesa ucraina presto cesserà completamente di esistere. Cosa stanno producendo? Stanno importando munizioni, attrezzature, armi, tutto. Quindi non si può vivere e durare a lungo. Ecco perché la questione relativa alla smilitarizzazione è in una dimensione molto pratica», ha detto il presidente della Russia.

Ore 16:57 - IL PUNTO MILITARE - Così l’Armata russa tenta di respingere la controffensiva ucraina: formazioni agili e adattamento

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli ucraini premono, i russi rispondono combinando tattiche tradizionali a mosse più flessibili. Chi osserva — da lontano — prevede una fase molto lunga.

Gli invasori provano a contenere la spinta a sud con una doppia chiave. La prima è rappresentata da formazioni minori, ben mimetizzate tra edifici e vegetazione, che ingaggiano la resistenza con l’aiuto di droni e sistemi anti-carro. I piccoli velivoli permettono di aggiustare il tiro dell’artiglieria mentre elicotteri d’attacco prendono di mira le «colonne». Questo dispositivo più agile — spiega un esperto — integra il reticolo di trincee e ostacoli, come i denti di drago, ossia blocchi di cemento. E naturalmente un «mare» di mine. (...)

Ore 17:01 - Putin ammette: «Potevamo essere più preparati»

La Russia avrebbe potuto essere «più preparata» agli attacchi di droni e artiglieria da parte dell’Ucraina. Lo ha ammesso il presidente russo Vladimir Putin. «Chiaramente - ha detto in un incontro con dei corrispondenti di guerra russi - è necessario rinforzare la frontiera».

Ore 17:22 - Putin: «Alcuni nostri generali si sono dimostrati inefficienti»

«È apparso con chiarezza che ci mancano diverse cose, come le munizioni ad alta precisione, i dispositivi di comunicazione e i droni» ha osservato Putin parlando con i corrispondenti di guerra russi. «Ne abbiamo, ma purtroppo in quantità che non sono sufficienti», ha aggiunto. «Alcuni nostri generali si sono dimostrati inefficienti».

Ore 17:33 - La denuncia di Zelensky: la Cina dietro i missili di Putin

(di Federico Fubini) È un atto d’accusa principalmente contro la Cina, ma rivolto anche ai produttori occidentali di tecnologia militare, quello che l’ufficio di Volodymyr Zelensky presenta ai governi del G7. Il documento riservato, emerso in queste ore dall’ufficio del presidente ucraino, tratta un tema vitale: i seimila missili balistici lanciati dalla Russia contro l’Ucraina dal 24 febbraio 2022, oltre la metà dei quali contro obiettivi civili e con 1.734 vittime civili. (...)

Ore 17:40 - Putin: potremmo usare uranio impoverito come risposta

Anche la Russia dispone di proiettili all’uranio impoverito, e si riserva il diritto di usarli in Ucraina se saranno usati dalle forze di Kiev. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin commentando le notizie sulle forniture di queste munizioni all’Ucraina da parte della Gran Bretagna e degli Usa. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti.

Putin ha aggiunto che il conflitto in Ucraina ha mostrato che alla Russia mancano vari tipi di armamenti, in particolare «munizioni ad alta precisione, droni e così via». «Li abbiamo, ma non a sufficienza», ha precisato, citato dall’agenzia Interfax, durante un incontro con i corrispondenti di guerra. Il presidente ha tuttavia aggiunto che nell’ultimo anno Mosca ha aumentato di 2,7 volte la produzione delle principali armi e di dieci volte quelle più richieste.

Il presidente russo ha sottolineato che «l’operazione militare speciale in Ucraina» ha rivelato che nell’esercito russo ci sono generali «che si sono dimostrati, per usare un eufemismo, inefficaci» mentre altri «che sembravano essere seduti nell’ombra si sono rivelati molto efficaci e necessari».

Putin ha pure anticipato che Mosca pensa «di uscire dall’accordo sul grano, soprattutto se il corridoio viene utilizzato dall’Ucraina per attacchi con l’aiuto dei droni». Il leader del Cremlino ha aggiunto che la Russia, «in caso di ritiro dall’accordo sul grano, sarà pronta a fornire gratuitamente ai paesi più poveri il volume di grano proveniente dall’Ucraina».

Ore 18:04 - Gb annuncia aiuti militari aggiuntivi per 100 milioni

Il governo conservatore britannico di Rishi Sunak ha annunciato oggi un pacchetto di aiuti bellici aggiuntivo da destinare all’Ucraina per sostenerne la guerra con la Russia per altri 92 milioni di sterline, pari a oltre 100 milioni di euro. L’annuncio è rimbalzato sui media del Regno Unito dall’Olanda per bocca del ministro della Difesa, Ben Wallace, a margine di una riunione con i colleghi dei Paesi nordici uniti a Londra nella struttura di cooperazione militare denominato Joint Expeditionary Force. Il nuovo stanziamento servirà per incrementare l’invio di armi, munizioni e materiale vario, incluso per la difesa area. Ma si prevede che queste forniture non arrivino a Kiev prima di alcuni mesi.

Ore 18:28 - Cia avvertì l’Ucraina di non attaccare il Nord Stream

La Cia aveva messo in guardia il governo ucraino dal non attaccare il Nord Stream. L’avvertimento era stato recapitato lo scorso giugno dopo che la Cia aver ricevuto informazioni dall’intelligence olandese su un piano di Kiev per distruggere i gasdotti. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali l’intelligence olandese aveva detto alla Cia che dei sabotatori ucraini stavano cercando di affittare una barca sulla costa del Mar Baltico e volevano usare subacquei per piantare esplosivo lungo i gasdotti.

Ore 18:30 - Blinken: dagli Usa altri aiuti per 325 milioni all’Ucraina

Gli Stati Uniti annunciano ulteriori aiuti per 325 milioni di dollari all’Ucraina. Lo afferma il segretario di stato Antony Blinken, ribadendo che gli Usa continuano a essere a fianco della popolazione ucraina «il cui coraggio e la cui solidarietà ispirano il mondo». In una nota Blinken spiega che gli aiuti sono sotto forma di armi ed equipaggiamenti per «rafforzare le forze ucraine sul campo di battaglia».

Ore 19:14 - Von der Leyen: sosteniamo l’Ucraina perché ne ha diritto

«Se la Russia smette di combattere, la guerra è finita. Se l’Ucraina smette di combattere, smette di difendersi e sparisce. Questo dimostra che l’Ucraina deve essere sostenuta nel suo diritto di sovranità e integrità territoriale». Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in una conferenza stampa congiunta col presidente argentino Alberto Fernandez, al termine di un incontro alla Casa Rosada, a Buenos Aires. «Vogliamo tutti la pace ma deve essere una pace giusta e duratura», ha osservato von der Leyen, invitando a lavorare sul piano di pace in dieci punti basato sulla carta o risoluzioni Onu presentato dal presidente ucraino, Zelensky. La presidente della Commissione europea ha inoltre ringraziato l’Argentina per «il supporto fermo e incrollabile alle risoluzioni delle Nazioni Unite» sull’Ucraina.

Ore 19:16 - Stoltenberg, Kiev guadagna terreno nella controffensiva

Gli ucraini stanno avanzando e guadagnando terreno nella loro controffensiva. Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg prima di un incontro con il Segretario di Stato americano Antony Blinken, secondo quanto riportato da Sky News. Secondo Stoltenberg, la Nato si sta preparando per il vertice dei leader nella capitale lituana Vilnius, dove dovrebbe intensificare il proprio sostegno all’Ucraina.

Ore 19:52 - Kiev, con zona di sicurezza Putin intende che distruggerà tutto

Il consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, sostiene che la dichiarazione di Vladimir Putin sulla possibile creazione di una «zona di sicurezza» in Ucraina significhi in realtà che l’intenzione dei russi è quella di distruggere tutto ciò che è stato occupato finora. Lo riporta Rbc Ukraine. «La dichiarazione di Putin oggi è stata piuttosto eloquente. Ha detto che vogliono creare una `zona di sicurezza´ in Ucraina. Questo significa che distruggeranno tutto ciò che hanno occupato in Ucraina, compresa la centrale idroelettrica di Kakhovka», ha dichiarato Podolyak. Per il consigliere di Volodymyr Zelensky, i russi «vogliono fuggire dal nostro territorio dopo aver perso la guerra, ma vogliono distruggere il più possibile tutto ciò che si trova nel territorio occupato, compresa la Crimea».

Ore 02:19 - Esplosioni a Odessa, allarme antiaereo in varie regioni ucraine

Esplosioni sono state udite questa notte nella città portuale ucraina di Odessa, sul Mar Nero. Lo riportano i media locali. Oltre che nell’oblast di Odessa, nelle prime ore di oggi l’allarme antiaereo è scattato anche nelle regioni di Kirovograd, Poltava e Nikolayev.

Ore 03:20 - Zelensky,missili su Kryvyi Rig realizzati con componenti stranieri

I missili russi utilizzati nell’attacco a Kryvyi Rih in cui sono rimaste uccise 11 persone e ferite 39 contenevano oltre 50 componenti prodotti in paesi stranieri. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, riporta l’agenzia Kyiv Indipendent. «Sfortunatamente la Russia è ancora in grado di ricevere componenti per la produzione di missili, creati da società di diversi paesi, in particolare società di alcuni paesi partner», ha affermato Zelensky. «Questi componenti vengono poi consegnati in Russia in vari modi». Il presidente Zelensky ha chiesto restrizioni sanzionatorie contro queste società «a livello globale», nonché il rafforzamento del «controllo delle esportazioni di componenti militari».

Estratto dell'articolo di Marta Serafini per corriere.it il 13 giugno 2023.

Altri segnali di tensione nella fila dell’establishment militare di Mosca. Durante il giorno della Russia, festività che commemora la proclamazione dell’indipendenza del Paese dopo la caduta dell’Urss, il presidente russo Vladimir Putin ha visitato i soldati feriti in Ucraina, conferendo ad alcuni di loro anche delle decorazioni […]

 Il Cremlino non ha trasmesso subito le immagini della visita all’ospedale Vishnevsky di Krasnogorsk, alla periferia di Mosca. «Vladimir Putin ha presentato decorazioni al personale militare e ha discusso con loro», si legge in un comunicato. Tuttavia nelle immagini diffuse successivamente si vede come Putin sia accompagnato dal ministro della Difesa Sergei Shoigu ma sembri evitare ogni contatto con lui.

In alcuni momenti gli dà addirittura le spalle ed evita di incrociare il suo sguardo. Secondo alcuni osservatori, l’ennesima prova di come i rapporti con lo stato maggiore dell’Esercito russo con lo zar siano tutt’altro che sereni. 

A soffiare sul fuoco è ancora una volta il leader della Wagner, la compagnia privata di miliziani che fa capo a Putin, Evgeny Prigozhin, ormai da mesi in rotta aperta con il ministro Shoigu. Lo chef di Putin ha fatto sapere che i suoi uomini non firmeranno alcun contratto con il ministro della Difesa russo, procedura invece seguita dai miliziani ceceni del battaglione Akhmat, fedeli al leader Razman Kadyrov. 

[…]

«Shoigu non può gestire correttamente le formazioni militari», ha detto Prigozhin. In un filmato datato 5 giugno e tradotto dal commentatore ucraino Igor Sushko, Prigozhin si spinge oltre e chiede che il capo di Stato Maggiore della Russia Gerasimov e il Shoigu sia fucilati. E si spinge a prevedere come l’esecuzione avverrà. 

 Da tempo il leader della Wagner accusa entrambi non solo di non essere in grado di combattere la guerra in Ucraina ma li accusa anche di tradimento per non aver fornito adeguato sostegno militare ai suoi uomini durante la battaglia di Bakhmut.

Estratto dell’articolo di Paolo Brera per “la Repubblica” il 13 giugno 2023.

Sono già sette i paesini in cui è stata ammainata la bandiera russa. È un piccolo antipasto di una controffensiva ancora agli albori, ma nel frattempo Mosca ha un altro bel guaio da risolvere: l’ennesimo schiaffo ricevuto dal capo della Wagner, Evgenij Prigozhin, che si è rifiutato di firmare il “Contratto” con cui il ministro della Difesa Shoigu tentava di rimetterlo sui binari dell’obbedienza. 

Era il piatto freddo della vendetta, dopo la raffica di insulti ricevuti. Un documento di regole precise imposto alle formazioni «volontarie» che, come ha spiegato il generale Viktor Sobolev, non potranno più partecipare all’Operazione militare speciale se non lo firmeranno. Ieri è arrivata la firma dei ceceni di Kadyrov, il rivale numero uno di Prigozhin. Ma non erano i ceceni l’obiettivo di Sergei Shoigu.  Era chiaramente l’ex cuoco di Putin.

Per settimane Shoigu e il capo di Stato maggiore, Valery Gerasimov, avevano dovuto ingoiare i suoi rospi mentre la Wagner faceva il lavoro sporco a Bakhmut, conquistandola in un bagno di sangue. E ora che ne ha consegnato al Cremlino le chiavi, affidandone il controllo alle Forze armate russe, a Shoigu dev’essere sembrato il momento adatto per mettergli la mordacchia. 

«Gli ordini di Shoigu si applicano ai dipendenti del suo ministero, la Wagner non firmerà alcun contratto con Shoigu», un «debosciato», lo ha gelato Prigozhin, che «non può gestire formazioni militari. Cosa ci può succedere? Non ci daranno armi e munizioni? Vedremo: quando sentiranno i tuoni, verranno di corsa a chiederci aiuto».

Un altro rospo nel piatto, insomma. Vedremo se anche stavolta Shoigu sarà costretto a ingoiarlo. «Chiamiamo le cose con il loro nome: è un ammutinamento», dice su Telegram il colonnello “Strelkov”, l’ex comandante del Fsb Igor Girkin che nel 2014 guidò la prima fase della secessione del Donbass. Ma il potere di Prigozhin e della sua Wagner […] è sempre più sorprendente. 

Lui lo usa sfacciatamente infiammando le divisioni interne alla prima cerchia dei fedelissimi di Putin, come quella tra Shoigu e Gerasimov da una parte, e il generale Sergey Surovikin dall’altra. Oggi è relegato in seconda fila, ed è con lui che il capo della Wagner dice di collaborare. […]

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 14 giugno.

Le notizie sulla guerra in Ucraina del 14 giugno. Francesco Battistini, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 14 giugno 2023.

• «Ucciso il generale russo Goryachev». Putin: «Alcuni nostri generali si sono dimostrati inefficienti».

• Stoltenberg a Washington vede Biden e Blinken: nuovo pacchetto di aiuti Usa da 325 mln dollari.

• Dagli Usa munizioni all’uranio impoverito.

• Le manovre aeree della Nato lanciano segnali a Putin e Xi.

• Così l’Armata russa tenta di respingere la controffensiva ucraina: formazioni agili e adattamento.

Ore 01:33 - Kiev, con zona di sicurezza Putin intende che distruggerà tutto

Il consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, sostiene che la dichiarazione di Vladimir Putin sulla possibile creazione di una «zona di sicurezza» in Ucraina significhi in realtà che l’intenzione dei russi è quella di distruggere tutto ciò che è stato occupato finora. Lo riporta Rbc Ukraine. «La dichiarazione di Putin è stata piuttosto eloquente. Ha detto che vogliono creare una `zona di sicurezza´ in Ucraina. Questo significa che distruggeranno tutto ciò che hanno occupato in Ucraina, compresa la centrale idroelettrica di Kakhovka», ha dichiarato Podolyak. Per il consigliere di Volodymyr Zelensky, i russi «vogliono fuggire dal nostro territorio dopo aver perso la guerra, ma vogliono distruggere il più possibile tutto ciò che si trova nel territorio occupato, compresa la Crimea».

Ore 01:34 - Stoltenberg, Kiev guadagna terreno nella controffensiva

Gli ucraini stanno avanzando e guadagnando terreno nella loro controffensiva. Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg prima di un incontro con il Segretario di Stato americano Antony Blinken, secondo quanto riportato da Sky News. Secondo Stoltenberg, la Nato si sta preparando per il vertice dei leader nella capitale lituana Vilnius, dove dovrebbe intensificare il proprio sostegno all’Ucraina.

Ore 01:35 - La denuncia di Zelensky: la Cina dietro i missili di Putin

(di Federico Fubini) È un atto d’accusa principalmente contro la Cina, ma rivolto anche ai produttori occidentali di tecnologia militare, quello che l’ufficio di Volodymyr Zelensky presenta ai governi del G7. Il documento riservato, emerso in queste ore dall’ufficio del presidente ucraino, tratta un tema vitale: i seimila missili balistici lanciati dalla Russia contro l’Ucraina dal 24 febbraio 2022, oltre la metà dei quali contro obiettivi civili e con 1.734 vittime civili. (...)

Ore 01:35 - IL PUNTO MILITARE - Così l’Armata russa tenta di respingere la controffensiva ucraina: formazioni agili e adattamento

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli ucraini premono, i russi rispondono combinando tattiche tradizionali a mosse più flessibili. Chi osserva — da lontano — prevede una fase molto lunga.

Gli invasori provano a contenere la spinta a sud con una doppia chiave. La prima è rappresentata da formazioni minori, ben mimetizzate tra edifici e vegetazione, che ingaggiano la resistenza con l’aiuto di droni e sistemi anti-carro. I piccoli velivoli permettono di aggiustare il tiro dell’artiglieria mentre elicotteri d’attacco prendono di mira le «colonne». Questo dispositivo più agile — spiega un esperto — integra il reticolo di trincee e ostacoli, come i denti di drago, ossia blocchi di cemento. E naturalmente un «mare» di mine. (...)

Ore 02:21 - Esplosioni a Odessa, allarme antiaereo in varie regioni ucraine

Esplosioni sono state udite questa notte nella città portuale ucraina di Odessa, sul Mar Nero. Lo riportano i media locali. Oltre che nell’oblast di Odessa, nelle prime ore di oggi l’allarme antiaereo è scattato anche nelle regioni di Kirovograd, Poltava e Nikolayev.

Ore 03:18 - Uccisi 7 forestali, colpito dai russi anche un orfanotrofio a Bilopillia

Sette dipendenti della Forestale dell’oblast ucraino di Sumy sono rimasti uccisi in bombardamenti russi che hanno preso di mira la comunità di Seredyna-Buda, rendo noto il governatore Volodymyr Artiukh citato dai media locali. Anche un orfanotrofio che ospita 135 bambini a Bilopillia, sempre nell’oblast di Sumy, è stato colpito dai bombardamenti, aggiunge Artiukh specificando che il servizio di emergenza statale è riuscito a trasportare tutti i bimbi in salvo.

Ore 03:22 - Zelensky, missili su Kryvyi Rig realizzati con componenti stranieri

I missili russi utilizzati nell’attacco a Kryvyi Rih in cui sono rimaste uccise 11 persone e ferite 39 contenevano oltre 50 componenti prodotti in paesi stranieri. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, riporta l’agenzia Kyiv Indipendent. «Sfortunatamente la Russia è ancora in grado di ricevere componenti per la produzione di missili, creati da società di diversi paesi, in particolare società di alcuni paesi partner», ha affermato Zelensky. «Questi componenti vengono poi consegnati in Russia in vari modi». Il presidente Zelensky ha chiesto restrizioni sanzionatorie contro queste società «a livello globale», nonché il rafforzamento del «controllo delle esportazioni di componenti militari».

Ore 04:43 - Camera Usa vota risoluzione, Mosca rilasci Gershkovich

La Camera americana ha votato all’unanimità l’approvazione di una risoluzione bipartisan che chiede alla Russia di liberare immediatamente il reporter del Wall Street Journal incarcerato Evan Gershkovich. Lo riporta lo stesso quotidiano Usa. La risoluzione del Congresso richiede che Mosca rilasci Gershkovich e che gli fornisca libero accesso ai funzionari consolari statunitensi durante la sua prigionia. Non ha la forza vincolante della legge statunitense, ma sottolinea il sostegno del Congresso agli sforzi dell’amministrazione Biden per liberarlo. Gershkovich, 31 anni, è stato arrestato il 29 marzo dal Servizio di sicurezza federale (Fsb) mentre era in viaggio per un reportage nella città russa di Ekaterinburg. All’inizio di aprile i media statali russi hanno riferito che è stato formalmente accusato di spionaggio. Gershkovich si è dichiarato non colpevole, per quelle che sono le prime accuse del genere contro un giornalista americano dai tempi della Guerra fredda. Il mese scorso un tribunale russo ha esteso la sua detenzione fino ad agosto nella prigione di Lefortovo a Mosca, dove è detenuto da fine marzo.

Ore 06:15 - Tre morti e 10 feriti nell’attacco russo su Odessa

Tre persone sono state uccise e almeno altre 10 ferite nell’attacco missilistico russo di stanotte sulla città meridionale di Odessa, ha riferito il Comando meridionale dell’Ucraina in un post su Facebook.

Ore 06:59 - Usa-Cina, colloquio telefonico fra Blinken e il ministro Qin Gang

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha avuto un colloquio con il ministro degli Esteri cinese Qin Gang. «Ho parlato al telefono con il Consigliere di Stato della Repubblica popolare cinese e il ministro degli Esteri Qin Gang. Ha discusso gli sforzi in corso per mantenere canali di comunicazione aperti, nonché le questioni bilaterali e globali», ha scritto Blinken su Twitter.

Ore 07:45 - Nella notte attacco russo a Nikopol: distrutti tre droni sopra Vostok

La scorsa notte le forze russe hanno bombardato con l’artiglieria pesante la città di Nikopol, nella regione centro-meridionale ucraina di Dnipropetrovsk: lo ha reso noto su Telegram il sindaco di Kryvyi Rih, Oleksandr Vilkul. I russi hanno anche cercato di attaccare l’area con tre droni, che sono stati distrutti sopra la regione dal gruppo di forze Vostok. Le truppe ucraine non hanno subito perdite, ha sottolineato Vilkul.

Ore 08:23 - Mosca: «Respinti tentativi ucraini di avanzare a Zaporizhzhia»

Secondo quanto affermato oggi dal ministero della Difesa di Mosca, citato dalla Tass, le truppe russe stanno respingendo tutti i tentativi ucraini di avanzare nella regione di Zaporizhzhia, infliggendo pesanti perdite alle forze di Kiev. Il ministero ha diffuso un video che mostra l’equipaggio di un pezzo di artiglieria semovente Giatsint-S russo distruggere posizioni ed armamenti ucraini presso il saliente di Vremevsky salient. Secondo il comandante di una squadra di artiglieria russa, in questo settore gli ucraini stanno usando in prevalenza obici di artiglieria M777, lanciatori di razzi multipli Himars e altri armamenti occidentali.

Ore 08:29 - L’intelligence britannica: «Aumentano le sortite aeree russe»

«Nelle ultime due settimane, c’è stato un aumento delle sortite aeree tattiche russe, in particolare sull’Ucraina meridionale. Ciò è avvenuto quasi certamente in risposta alle notizie circa un’intensificazione delle operazioni offensive ucraine, in presenza delle quali le forze aeree russe (Vks) tentano di supportare le truppe di terra con i loro attacchi». A scriverlo è l’intelligence britannica nel rapporto quotidiano sulla situazione al fronte diffuso dal ministero della Difesa di Londra. «Nonostante l’aumento, il tasso di sortite giornaliere delle Vks rimane molto inferiore al picco di 300 missioni quotidiane dell’inizio della guerra», si legge ancora. «Dall’inizio dell’invasione, il sud dell’Ucraina si è rivelato spesso più adatto alle operazioni aeree russe rispetto ad altri settori del fronte. Nell’ultimo anno, le Vks hanno aumentato l’uso di armi aria-terra, che consentono agli aerei di rimanere ben lontani dai loro obiettivi», conclude il rapporto.

Ore 08:50 - Ucraina, le regioni occupate dai russi “chiedono” di votare a settembre

I leader delle regioni del Sud-Est ucraino dichiarate annesse dalla Russia (Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia) hanno proposto alla Commissione elettorale centrale russa di organizzare sul loro territorio le elezioni amministrative che nella Federazione sono state indette per il prossimo 10 settembre. Lo riferisce Kommersant citando fonti e l’informazione è stata confermata dal vicepresidente della Commissione elettorale Nikolai Bulaev. Secondo il quotidiano, i leader nominati da Mosca hanno presentato la richiesta “entro e non oltre il 12 giugno” e la Commissione elettorale centrale risponderà dopo consultazioni con il ministero della Difesa russo, procedura che per legge prevede cinque giorni di tempo. L’organizzazione “Monitoraggio pubblico indipendente” , vicina al Cremlino, sostiene che i cinque partiti che siedono nel parlamento della Federazione russa hanno già accettato di partecipare alla campagna elettorale nelle regioni direttamente coinvolte, o nel mirino, della controffensiva ucraina.

Ore 09:05 - Medvedev: «Distruggeremo i cavi di comunicazione occidentali, in risposta al sabotaggio Nord Stream»

La Russia ha tutto il diritto di distruggere i cavi di comunicazione dei Paesi occidentali disposti sul fondo dell’oceano in risposta ai sabotaggi dei gasdotti Nord Stream. Lo ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev. «Se procediamo dalla comprovata complicità dei Paesi occidentali nel sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, allora non abbiamo piu’ restrizioni, nemmeno morali, per astenerci dal distruggere le comunicazioni via cavo dei nostri nemici, poste lungo il fondo dell’oceano», ha scritto il funzionario sul proprio canale Telegram.

Ore 09:06 - Kiev abbatte 12 dei 20 missili lanciati dalla Russia

L’aeronautica di Kiev ha comunicato di aver intercettato 12 tra droni e missili lanciati dalla Russia la scorsa notte. In una nota è stato precisato che la Russia ha lanciato quattro missili da crociera Kalibr dal Mar Nero contro la città di Odessa, tre dei quali sono stati abbattuti. Il Comando operativo meridionale dell’Ucraina ha riferito di almeno tre morti e 13 feriti nella città portuale. Altri sei missili da crociera Kh-22, lanciati da bombardieri Tu-22M3, sono stati lanciati contro Donetsk dalla regione russa di Rostov. Al momento non è chiaro quale sia stato il loro impatto. La Russia ha poi lanciato 10 droni Shahed nel sud-est dell’Ucraina, nove dei quali sono stati abbattuti, ha riferito ancora l’aeronautica.

Ore 10:10 - Zelensky interverrà da remoto al Consiglio europeo di fine mese

«L’Ucraina rimane in cima alla nostra agenda europea. Il presidente Zelensky dovrebbe parlare al Consiglio europeo tramite collegamento video e i leader faranno il punto sugli ultimi sviluppi della guerra di aggressione della Russia». Lo ha detto la ministra per gli Affari europei, Jessika Roswall, aprendo il dibattito alla plenaria del Parlamento europeo sulla preparazione al Consiglio europeo del 29 e 30 giugno. «La scorsa settimana, abbiamo assistito alla distruzione della diga Nova Kakhovka che ha avuto conseguenze devastanti per migliaia di ucraini e intere comunità - ha aggiunto -. Nonostante tutto questo, lo spirito e la determinazione ucraina si rafforzano: è davvero straordinario che l’Ucraina sia stata in grado di portare avanti i suoi sforzi di riforma in queste circostanze estremamente difficili. Il futuro dell’Ucraina è all’interno dell’Unione europea. Durante questo semestre, l’Ue ha preso decisioni importanti per accelerare il sostegno all’Ucraina. Abbiamo continuato a esercitare pressioni sulla Russia adottando il decimo pacchetto settoriale e permettetemi di ribadire che la presidenza svedese sta lavorando instancabilmente al pacchetto numero 11».

Ore 10:52 - Rimandata a domani la visita di Grossi a Zaporizhzhia

La visita del direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, alla centrale nucleare di Zaporozhzhia, in programma per oggi, è stata rinviata a domani. Lo ha detto all’agenzia di stampa russa Tass un consigliere del direttore generale della società russa per le centrali nucleari Rosenergoatom, Renat Karchaa. «La missione è stata rimandata al giorno dopo», ha detto Karchaa, senza fornire spiegazioni sul rinvio.

Ore 10:53 - Collaboratrice di Navalny condannata a sette anni e mezzo

Lilia Chanysheva, la coordinatrice degli uffici dell’oppositore russo Alexei Navalny nella città di Ufa, è stata condannata a sette anni e mezzo di reclusione perchè riconosciuta colpevole di organizzazione di un’associazione estremista. Lo riferisce l’agenzia Tass. La Chanysheva, arrestata nel novembre del 2021, si è sempre dichiarata innocente.

Ore 10:55 - Kiev: «Usa non confermano la perdita di 16 tank Bradley»

La Difesa statunitense non ha ancora confermato le informazioni circolate sui media Usa e sui social a proposito della distruzione di almeno 16 carri armati d’appoggio di fabbricazione americana Bradley in dotazione alle forze armate ucraine nella loro controffensiva. Lo scrive l’Ukrainska Pravda, citando la portavoce del Pentagono Sabrina Singh. «Ho visto questi messaggi, ma non posso confermare (la veridicità) di alcuni dei video e delle immagini, almeno quelli diffusi dai russi», ha detto Singh, aggiungendo che il Dipartimento alla Difesa continua a monitorare la situazione e senza pronunciarsi sull’ipotesi di sostituire i mezzi e l’equipaggiamento militare distrutto.

Ore 11:18 - Kiev: «Russi sparano contro auto a Sumy, 6 morti (2 civili e 4 forestali)». Aperta un'indagine

L'ufficio del procuratore generale ucraino, in un messaggio via Telegram, afferma che le forze armate russe hanno sparato ieri contro un fuoristrada a Seredyna-Buda, nella regione ucraina di Sumy, uccidendo 6 persone tra cui 2 civili e 4 lavoratori forestali. Sulla vicenda è stata aperta un'indagine, le cui fasi preliminari sono condotte dagli investigatori dell'Ufficio del servizio di sicurezza ucraino della regione di Sumy.

Ore 11:22 - L'appello del leader ceceno Kadyrov agli 007 ucraini: «Datemi notizie del mio vice»

Il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha dichiarato di aver perso le tracce del suo vice, il deputato della Duma Adam Delimkhanov, e chiede all'intelligence ucraina di fornire informazioni sul luogo dell'attacco in cui potrebbe essere stato coinvolto «per ritrovare il suo caro fratello». Lo riporta l'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti. Delimkhanov si trovava in Ucraina, non si sa esattamente in quale zona di combattimento. «Non riesco a mettermi in contatto con Delimkhanov in alcun modo. Lui non si mette in contatto», ha scritto su Telegram Kadyrov. E ha promesso all'intelligence ucraina una «generosa ricompensa» per avere informazioni sulle posizioni colpite dove avrebbe potuto essere Delimkhanov, come riferiscono i media ceceni.

Ore 11:25 - Lukashenko: «Presto la guerra finirà, ci sono i prerequisiti»

Aleksandr Lukashenko, intervistato dall'emittente «Rossija 1», ha detto che il conflitto in Ucraina «finirà presto». «Finiremo questa guerra - ha detto il presidente bielorusso - ci sono già i prerequisiti, ma poi ci saranno molti problemi che verranno creati dall'Occidente».

Ore 11:31 - Fonti stampa russe: «Il braccio destro di Kadyrov ferito al fronte»

L'emittente russa «Zvezda», citando fonti parlamentari, ha fatto sapere che Adam Delimkhanov, parlamentare della Duma di Stato russa e stretto collaboratore del leader ceceno Ramzan Kadyrov, è stato ferito nell'operazione militare speciale russa in Ucraina.

In precedenza erano circolate indiscrezioni, diffuse su alcuni canali Telegram e media ucraini, secondo cui Delimkhanov fosse morto.

Ore 11:43 - Nato, incontro ad Ankara tra Turchia, Finlandia e Svezia sulla possibile adesione

È iniziato oggi nella capitale turca Ankara in quarto incontro tra Turchia, Finlandia, Svezia e Nato. Alla riunione, che ha al centro le richieste di adesione di Helsinki e Stoccolma, partecipano Akif Cagatay Kilic, principale consigliere del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, Stian Jenssen, direttore dell'Ufficio privato del segretario generale della Nato, Jan Knutsson, segretario di Stato del ministero degli Esteri svedese, e Jukka Salovaara, segretario di Stato permanente del ministero degli Esteri finlandese. Lo riferisce l'agenzia turca Anadolu.

L'incontro avviene prima che i leader della Nato si riuniscano nel vertice di Vilnius, in Lituania, l'11 e 12 luglio. Svezia e Finlandia hanno presentato domanda di adesione insieme dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia lo scorso anno. La Finlandia è diventata il 31° membro della Nato ad aprile, dopo che il parlamento turco ha ratificato la sua richiesta, ma la Turchia ha rimandato finora l'approvazione della candidatura della Svezia.

Ore 12:01 - Lukashenko: «Zelensky mi ha chiesto di parlare, ma ho rifiutato»

Lukashenko ha detto che il presidente Zelensky ha tentato di stabilire un contatto diplomatico con la Bielorussia. «Lui mi ha proposto: "Parliamo"», ha raccontato il leader bielorusso in un'intervista al canale televisivo Russia-1. «Non parlo più con lui», ha aggiunto Lukashenko, come riportano i media russi, «ma non provo alcun tipo di rabbia nei suoi confronti». Lukashenko ha anche aggiunto di aver rifiutato l'invito della delegazione ucraina che aveva proposto di tenere i negoziati di pace a Istanbul.

Ore 12:04 - Putin a colloquio con il presidente del Mali

Putin ha tenuto una conversazione telefonica con il presidente ad interim del Mali, Assimi Goita. Lo ha riferito l'ufficio stampa del Cremlino, secondo cui il colloquio è stato richiesto dalla parte maliana. I leader dei due Paesi hanno discusso della cooperazione bilaterale. «È stata prestata una particolare attenzione ai legami commerciali ed economici, comprese le forniture al Mali di grano russo, nonché fertilizzanti e carburanti», si legge nel comunicato stampa.

Ore 12:51 - «Ferito» in battaglia il braccio destro di Kadyrov

Uno dei comandanti ceceni impegnato al fronte in Ucraina, Adam Delimkhanov, che è anche deputato alla Duma russa e soprattutto il `numero due´ di Ramzan Kadyrov, è stato ferito in battaglia «ma è vivo». Lo ha reso noto l’emittente tv del ministero della Difesa russa, Zvezda, che però non ha specificato dove o quando si sia verificato l’incidente. L’uomo è considerato molto vicino a Kadyrov, che ha fatto anche un bizzarro appello all’intelligence ucraina per ritrovarlo. Secondo fonti ucraine, il corteo di Delimkhanov è finito in un’imboscata nella regione di Zaporizhzhia. Kyrylo Sazonov, un blogger militare ucraino, ha aggiunto che l’esercito russo ha trasportato via i corpi in elicotteri per mantenere segreto l’attacco (ma al solito sono notizie non verificabili). Su Telegram, il governatore ceceno Ramzan Kadyrov ha riferito che Delimkhanov non risponde al telefono; e ha promesso una «generosa ricompensa» a chiunque dell’intelligence ucraina fornisca informazioni su dove si sia verificata l’incursione contro quello che definisce il suo «caro fratello».

Ore 13:34 - Medvedev: a rischio cavi tlc occidental. Kiev lo deride

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, minaccia attacchi ai cavi di comunicazione sottomarini occidentali, attirandosi lo scherno di Kiev secondo cui - nella Giornata nazionale del Bourbon - l’ex presidente russo scrive sotto l’effetto dell’alcol. «Supponendo che sia provata la complicità dei Paesi occidentali nell’indebolimento dei Nord Stream, non ci resta alcun vincolo, nemmeno morale, per astenerci dal distruggere le comunicazioni via cavo del fondo oceanico dei nostri nemici»: afferma Medvedev dopo aver commentato le dichiarazioni di ieri del presidente Vladimir Putin su un’eventuale zona di sicurezza in Ucraina per proteggere la Russia. Il commento di Kiev non si è fatto attendere.

«Oggi il mondo festeggia il Bourbon Day - scrive il consigliere del ministero dell’Interno ucraino, Anton Gerashenko -: Medvedev lancia un nuovo post in onore della sua festa preferita. Ha suggerito di creare una zona `sanitaria´ per la Russia che corra lungo i confini di Leopoli. Ha anche minacciato di distruggere le comunicazioni via cavo oceaniche dei nostri partner. Se non bevi al mattino, hai perso un giorno!».

Ore 14:23 - Lukashenko: iniziamo a ricevere armi nucleari da Russia

La Bielorussia sta iniziando a ricevere le prime armi nucleari dalla Russia. Lo ha affermato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko in un’intervista al canale televisivo Russia-1, come riporta Ria Novosti. «Abbiamo ricevuto missili e bombe dalla Russia», dice, «una bomba è tre volte più potente di Hiroshima e Nagasaki». «Non lo so, circa un milione di persone moriranno immediatamente. Dio non voglia che quest’arma venga usata», ha aggiunto Lukashenko.

Ore 14:23 - Kiev accusa Mosca: colpito pulmino, uccise 6 persone

La Russia ha attaccato un pulmino nella regione nord-orientale di Sumy, provocando la morte di sei persone. È questa l’accusa mossa su Telegram dall’Ufficio del procuratore generale di Kiev, secondo cui le vittime erano due civili e quattro forestali. Nel frattempo, sottolinea l’Ufficio, è stata avviata un’indagine per chiarire la dinamica dell’incidente.

Ore 14:24 - Prigozhin: Wagner torna al fronte in Ucraina in agosto

I combattenti Wagner riprenderanno le operazioni in prima linea in Ucraina in agosto, ha dichiarato il fondatore della milizia privata Yevgeny Prigozhin in un video ripreso dalla Cnn. «Ci stiamo riposando e preparando. Il 5 giugno siamo partiti (dal fronte in ucraina) e il 5 agosto Wagner riprenderà i combattimenti in Ucraina», ha detto Prigozhin parlando da Ulyanovsk, dove ieri si è fatto fotografare con Viktor Bout, il trafficante d’armi graziato da Biden in cambio di Brittney Griner. Prigozhin aveva detto in precedenza che la Wagner sarebbe stata sostituita dall’esercito russo a Bakhmut e si sarebbe trasferita lontano dal fronte.

Ore 14:26 - Putin riceverà sabato delegazione africana con proposta pace

Il presidente russo Vladimir Putin riceverà sabato a San Pietroburgo una delegazione di capi di Stato africani che gli sottoporranno una loro proposta per un negoziato di pace in Ucraina. Lo ha detto il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov, citato dall’agenzia Tass. Il colloquio avverrà dopo che, il giorno prima, la delegazione africana avrà fatto visita a Kiev.

Ore 14:43 - Stoltenberg: non sappiamo se è svolta ma ucraini avanzano

Una grande controffensiva ucraina sta avendo luogo, non sappiamo se sarà una svolta nella guerra ma gli ucraini stanno avanzando e liberando molti territori: più conquiste saranno fatte e più gli ucraini saranno forti al tavolo negoziale, più avanzano e più Putin realizzerà che deve arrivare a una pace giusta». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg alla vigilia della ministeriale difesa.

Ore 14:58 - Nato: «Da Mosca minacce sul nucleare»

Nel contesto del ministeriale della Nato «si terrà la riunione del gruppo di pianificazione sul nucleare. Continuiamo a vedere una sconsiderata retorica sul nucleare da parte della Russia. Negli ultimi mesi Mosca ha sospeso la partecipazione al trattato New Start» sulla riduzione delle armi atomiche «e ha iniziato a deciso di schierare armi nucleari in Bielorussia». Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nella conferenza stampa alla vigilia della riunione dei ministri della Difesa della Nato. «I ministri discuteranno gli aspetti che riguardano il nucleare nell'attuale contesto di sicurezza e prenderanno in considerazione un adattamento in corso sulla deterrenza della Nato sul nucleare», ha aggiunto il segretario generale.

Ore 15:01 - Stoltenberg: «Il supporto della Nato fa la differenza, progressi sul campo»

«Ci incontriamo mentre l'Ucraina sta conducendo un'importante offensiva di conflitto. Siamo ancora agli inizi, non sappiamo se sarà una svolta nella guerra ma vediamo che gli ucraini stanno facendo progressi e liberando di più». Lo ha affermato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nella conferenza alla vigilia della ministeriale Difesa. «Sappiamo che più guadagni fa l'Ucraina, più forte sarà la posizione al tavolo dei negoziati. Più guadagni fa l'Ucraina, più è probabile che il presidente Putin si renda conto che non può vincere sul campo di battaglia, ma deve negoziare», ha rimarcato. «I progressi che vediamo sono una testimonianza del coraggio e dell'impegno delle forze ucraine. Dimostra anche che il supporto fornito dagli alleati della Nato sta facendo davvero la differenza sul campo di battaglia mentre parliamo», ha aggiunto.

Ore 15:04 - Cremlino: «A distruggere il Nord Stream potrebbero essere stati più Paesi»

Il Cremlino ha affermato che sta studiando tutte le informazioni sulle esplosioni che nel settembre 2022 hanno distrutto i gasdotti Nord Stream e ha affermato che a farli saltare in aria potrebbe essere stato un Paese o un gruppo di Paesi. Alla domanda su una notizia del Wall Street Journal secondo cui gli Stati Uniti avevano avvertito l'Ucraina di non attaccare il Nord Stream, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha risposto che una recente serie di notizie sui media sulle esplosioni potrebbe essere progettata per distogliere l'attenzione dai veri responsabili.

Ore 15:08 - Stoltenberg: «Nessuno può prevedere l'andamento della guerra»

«Nessuno può oggi prevedere gli sviluppi sul campo di battaglia. Le guerre sono per natura imprevedibili. Non è possibile per nessuno dire esattamente cosa accadrà nei prossimi giorni o nelle prossime settimane», ha detto Jens Stoltenberg. «Quello che sappiamo è che gli ucraini stanno avanzando sul campo e che hanno dimostrato la loro professionalità e dedizione, il che è impressionante. Stanno rispettando le aspettative e lo hanno fatto per tutta la durata della guerra, liberando anche territori a nord di Kiev, intorno Bakhmut e a sud, intorno a Kherson», ha aggiunto Stoltenberg.

Ore 16:00 - Nato, servono accordi credibili per la sicurezza di Kiev

«Al vertice di Vilnius invieremo un forte messaggio di sostegno e solidarietà all’Ucraina. E diremo chiaramente che il futuro dell’Ucraina è nella Nato. Dobbiamo garantire che, quando questa guerra finirà, ci siano accordi credibili per la sicurezza dell’Ucraina. Affinché la storia non si ripeta. E affinché la Russia non possa riposare, riarmarsi e rilanciare un nuovo attacco». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg alla vigilia della ministeriale difesa.

Ore 16:10 - Kadyrov: il mio vice è vivo,era una trappola per gli ucraini

Il braccio destro del comandante ceceno Ramzan Kadyrov, Adam Delimkhanov, «è vivo e vegeto e non è nemmeno ferito». Lo scrive sul suo canale Telegram lo stesso Kadyrov, smentendo le notizie circolate su media ucraini secondo le quali Delimkhanov era stato ucciso o ferito in Ucraina. Kadyrov aggiunge di avere diffuso falsamente egli stesso la voce che non aveva più notizie di Delimkhanov solo per smascherare la propaganda ucraina. «Ho deciso di mostrare a tutti, principalmente agli ucraini, fino a che punto si sono abbassati i loro media», aggiunge Kadyrov.

Ore 16:13 - Kiev: in tre giorni abbiamo liberato 3 chilometri quadrati

Le forze armate ucraine hanno un successo parziale nell’operazione offensiva e negli ultimi tre giorni, sono avanzate in alcune direzioni da 200 metri a 1,4 km e hanno liberato circa 3 chilometri quadrati. Lo ha riferito il portavoce dello Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina Andriy Kovalev, citato dal Military Media Center del ministero della Difesa. «In direzione di Berdyansk, continuano i combattimenti nell’area del villaggio di Makarivka. Ci sono anche battaglie nell’area dei villaggi di Novodanilivka e Novopokrovka », ha detto Kovalev, spiegando che la Russia ha aumentato il numero di attacchi missilistici e aerei.

Ore 17:20 - Kiev: Ucraina deve essere membro Nato, non partner speciale

A meno di un mese dal summit Nato di Vilnius, il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, ha ribadito la necessità di «compiere un passo deciso verso l’adesione» dell’Ucraina all’Alleanza. «Ho parlato con la ministra degli Estero tedesca Annalena Baerbock di Vilnius», ha riferito Kuleba su Twitter, «la posizione ucraina è chiara: creare il Consiglio Nato-Ucraina senza compiere un passo deciso verso l’adesione è come fornire un carro armato che non può sparare». «La Nato ha bisogno dell’Ucraina come alleato, non come partner privilegiato», ha concluso.

Ore 18:25 - Si aggrava bilancio vittime Odessa: 6 morti e 19 feriti

Si appesantisce il bilancio delle vittime dell’attacco aereo russo compiuto nella notte scorsa sulla città di Odessa. Sono sei le persone rimaste uccise e 19 quelle ferite dopo il lancio di missili da crociera Kalibr. Lo ha reso noto su Telegram il portavoce dell’amministrazione militare della città, Serguii Bratchouk. L’attacco ha distrutto mille metri quadrati di un magazzino e ha provocato un incendio su altri 400 metri quadrati. Colpite e danneggiate anche altre strutture cittadine tra cui un complesso edilizio residenziale, un istituto scolastico e alcuni ristoranti.

Ore 18:44 - Il porto di Sebastopoli, in Crimea, protetto dalla Russia

Mosca ha aumentato le difese attorno a Sebastopoli, comando della Flotta del Mar Nero. E tra le misure vi sarebbe un maggior numero di delfini impiegati in attività anti-incursori. I mammiferi sarebbero passati da 3-4 a 6-7, ospitati in speciali recinti all’interno dello scalo. Gli animali sono addestrati a scoprire oggetti (ordigni) o subacquei, possono essere dotati di cariche esplosive, un ruolo ricoperto in numerose Marine militari, dalla svedese a quella americana, dalla nord coreana all’israeliana. Qui i dettagli nel punto militare di Andrea Marinelli e Guido Olimpio.

Ore 19:07 - Distruzione diga, un milione di ucraini rischiano carenza acqua

Oltre un milione di ucraini che vivono nei distretti di Nikopolskyi e Kryvorizkyi, nella regione ucraina di Dnipropetrovsk, potrebbero rimanere senza acqua dopo la distruzione della diga di Kakhovka, lo scorso 6 giugno. L’allarme è del capo del consiglio regionale di Dnipropetrovsk, Mykola Lukashuk, citato dal Kyiv Independent. «Più di un milione di persone potrebbero rimanere senz’acqua per questo atto terroristico», ha avvertito LukashukOre 19:44 - Allarme aereo a Kiev e nella regione della capitale

Allarme aereo in tutta l’Ucraina. Lo riporta Ukrainska Pravda che cita le autorità locali. Alle alle 20.12 (le 19.12 in Italia) le sirene hanno iniziato a suonare nelle regioni orientali e centrali e, successivamente, in tutto il Paese. Le autorità ricordano che le sirene indicano la minaccia di un possibile attacco aereo e missilistico e invitano la popolazione a recarsi nei rifugi antiaerei.

Ore 19:56 - Kiev, russi aumentano bombardamenti per fermarci ma avanziamo

Le truppe russe hanno minato densamente i territori occupati e stanno aumentando il numero di bombardamenti sul fronte per fermare l’offensiva ucraina, ma le forze armate di Kiev avanzano. Lo sostiene la viceministra della Difesa ucraina Hanna Malyar citata da Ukrinform. «Nel sud, le nostre truppe stanno affrontando continuamente le mine nei campi, quindi è molto difficile avanzare. Potrebbero essere lenti a guardare i numeri, ma i progressi sono sicuri», ha affermato. «È in corso uno scontro molto serio. Il nemico sta aumentando il numero di bombardamenti: sta lanciando più colpi di artiglieria, mortai e attacchi aerei e sta cercando di fermare la nostra offensiva», ha aggiunto, sostenendo che in ogni caso, sul fronte di Bakhmut «stiamo avanzando, loro no, perché le nostre truppe non gli danno questa opportunità».

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 15 giugno.

Ucraina Russia, le notizie del 15 giugno sulla guerra. Nato: «I piloti ucraini addestrati a guidare gli F-16». Francesco Battistini, Paolo Foschi e Redazione Online e Esteri su Il Corriere della Sera il 15 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di giovedì 15 giugno. Milley (Usa): «Centinaia di migliaia di russi lungo il fronte. Mosca e Washington confermano di voler rispettare i limiti imposti sugli arsenali nucleari

• Prosegue l’offensiva ucraina, come riferito da Kiev: «Russi aumentano bombardamenti per fermarci ma avanziamo».

• Le operazioni delle truppe ucraine sono rallentate dalle mine disseminate ovunque dalle forze di occupazione.

• Mosca rivendica di aver inflitto pesanti perdite agli avversari.

• Emergenza sempre più difficile da gestire dopo la distruzione della diga sul fiume Dnipro, un milione di ucraini rischiano carenza di acqua.

Ore 00:12 - Zelensky: «Dobbiamo la vita a chi difende il nostro popolo»

«Ricordate sempre che tutti noi in Ucraina dobbiamo la nostra vita a coloro che hanno difeso la vita del nostro popolo e la nostra indipendenza. Il rispetto per i nostri soldati, il rispetto per le famiglie dei nostri soldati, il rispetto per le mogli e i mariti di tutti coloro che hanno difeso lo Stato è d’obbligo. La gratitudine verso queste persone è d’obbligo. L’Ucraina sa essere grata e dovrebbe dimostrarlo ogni giorno». Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, pubblicando il video in cui fa il resoconto della giornata. Zelensky ci ha tenuto a ringraziare «tutti coloro che stanno combattendo e lavorando per la nostra vittoria», in particolare «sono grato a ciascuno di voi che ora sta combattendo nell’est e nel sud del nostro Paese per aprire uno spazio strategico per l’Ucraina, uno spazio per muoversi verso la vittoria». Il presidente ucraino ha infine ringraziato «tutti coloro che ora sono all’attacco e sulla difensiva, che stanno assaltando le posizioni degli occupanti e respingendo i loro attacchi».

Ore 02:59 - Usa trasferiscono aerei da combattimento F22 in Medio Oriente

Le forze armate degli Stati Uniti hanno trasferito aerei da combattimento F-22 in Medio Oriente questa settimana a causa delle preoccupazioni sul «comportamento non sicuro e non professionale» da parte degli aerei russi. A darne notizia il sito dell’emittente all news Cnn, che parla di “voli aggressivi” dei militari di Mosca e cita una dichiarazione del comandante del Centcom (United States Central Command), generale Michael Erik Kurilla: «Il comportamento non sicuro e poco professionale delle forze armate russe non è quello che ci aspettiamo da un’aeronautica professionale. La loro regolare violazione delle misure di deconflitto dello spazio aereo concordate aumenta il rischio di escalation o errori di calcolo». Il riferimento è alle interazioni fra gli aerei statunitensi e russi in Medio Oriente, in particolare dentro e intorno alla Siria.

Ore 03:02 - Reportage del fronte dell’offensiva ucraina: «Liberiamo paesi fantasma»

di Francesco Battistini, inviato nel Donetsk

Certe volte arriva di tutto. «Come ti muovi, ti tirano addosso…». E quelle volte bisogna stare immobili, e basta. «I russi hanno anche più paura di noi…». Domenica, sesto giorno di controffensiva, era una di quelle volte. Il sergente Stefan, 47 anni, da cinque ore stava acquattato coi suoi soldati in una macchia di faggi, mimetizzato di fogliame, ad aspettare il momento buono per togliersi di lì. «Eravamo in una posizione scomoda. I russi nascosti anche loro, forse a meno d’un chilometro. Tutti immobili. Tutti muti. Neanche il respiro». Finché il sergente, nel silenzio della terra di nessuno fra Zaporizhzhia e il Donetsk, non ha sentito quel ronzio. All’inizio, lontano. Quindi, sopra di sé. «Api!». Le ha riconosciute subito: «Prima d’arruolarmi, facevo il contadino e avevo trenta arnie…». Stefan ha alzato lo sguardo: «Uno sciame enorme, decine di migliaia. Avevano quasi oscurato il cielo davanti. In quel momento, m’è sembrato d’essere tornato a casa!» (...)

Ore 03:08 - Allarme aereo a Kiev, appello alla popolazione: «Scappate nei rifugi»

Allarme aereo a Kiev e in altre città ucraine: confermando la strategia dei giorni scorsi, le forze russe continuano a bombardare obiettivi in tutto il Paese, per tentare di contrastare l’offensiva lanciata alla fine della scorsa settimana. «Scappate nei rifugi» il drammatico appello delle autorità.

Ore 03:11 - Ecco come i servizi segreti russi hanno riempito i giornali francesi di fake news sulla guerra

di Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi

Doppelgänger è il doppio malvagio di una persona nel folklore germanico, e anche un’operazione di disinformazione russa già documentata nel 2022, in particolare dall’organizzazione europea EU DisinfoLab e dal gigante americano Meta. Quell’operazione è passata a un secondo, più sofisticato livello, denunciato dal ministero degli Esteri francese.

Presi di mira giornali e ministeri

Parigi accusa Mosca di avere pubblicato online articoli falsi, su siti fotocopie di Parisien, le Monde, Le Figaro e 20 Minutes, con contenuti ostili all’Ucraina. La Francia condanna queste azioni come parte della «guerra ibrida» della Russia e «indegne di un membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite». «Le autorità francesi hanno scoperto l’esistenza di una campagna digitale di manipolazione delle informazioni contro la Francia che coinvolge attori russi e alla quale hanno partecipato entità statali o affiliate allo Stato russo amplificando informazioni false», ha dichiarato la ministra degli Esteri, Catherine Colonna. La campagna ha preso di mira i media francesi nonché il ministero degli Affari Esteri e altri siti governativi, creando siti specchio, ha dichiarato la portavoce Anne-Claire Legendre. A fine settembre Meta, la casa madre di Facebook, ha annunciato di aver smantellato un’operazione di influenza segreta sulla sua piattaforma proveniente dalla Russia per aumentare la visibilità di questi articoli provenienti da siti pirata, per la quale i suoi promotori, due società di consulenza di marketing e informatica, avevano speso 105.000 dollari. Meta sperava che il suo rapporto avrebbe messo fine alle operazioni, ma non è stato così. ..

Ore 03:14 - IL PUNTO MILITARE - La Russia arrocca intorno al porto di Sebastopoli

di Andrea Marinelli e Guido Olimpio

Solo pochi giorni fa l’ultimo tentativo: un attacco con barchini-esplosivi contro la nave per l’intelligence russa Priazovye. Missione in apparenza fallita lanciata lontano dai porti, ma — come sottolineano nuove informazioni dell’esperto H I Sutton — una conferma dell’importanza della sfida in mare.

Mosca ha aumentato le difese attorno a Sebastopoli, comando della Flotta del Mar Nero. E tra le misure vi sarebbe un maggior numero di delfini impiegati in attività anti-incursori. I mammiferi sarebbero passati da 3-4 a 6-7, ospitati in speciali recinti all’interno dello scalo. Gli animali sono addestrati a scoprire oggetti (ordigni) o subacquei, possono essere dotati di cariche esplosive, un ruolo ricoperto in numerose Marine militari, dalla svedese a quella americana, dalla nord coreana all’israeliana.

Nell’articolo apparso su Naval News sono indicate in modo dettagliato le protezioni adottate. Al largo incrociano un pattugliatore, motovedette ed elicotteri. Presenze rinforzate dalla copertura di lanciarazzi schierati sulla costa, con un raggio d’azione che si estende fino a 5 chilometri, e di sistemi anti-aerei Sa 15. Quindi la prima barriera mobile e reti anti-infiltrazione all’imboccatura, poco dietro «catene» di chiatte, ancora batterie e battelli veloci dotati di mitragliatrice dentro la baia, infine sbarramenti a tutela dei moli dove di solito sostano le navi e a metà dell’insenatura.

Ore 03:17 - ORIENTE-OCCIDENTE - L’Ucraina nella Nato ormai è quasi una certezza

di Federico Rampini

La guerra in Ucraina continua ad accelerare una revisione dell’analisi geopolitica e della visione strategica da parte di tutti gli attori. Cose che sembravano impossibili un anno e mezzo fa, o un anno fa, o sei mesi fa, diventano verosimili e a un certo punto perfino probabili. Abbiamo visto questa rapidità di evoluzione, per esempio, sulle sanzioni contro il gas e petrolio russo; o sul tipo di armamenti forniti dall’Occidente a Kiev. Lo stesso veloce adattamento si applica alla questione dell’appartenenza dell’Ucraina alla Nato.

Il tema sarà sul tavolo il mese prossimo al vertice Nato di Vilnius in Lituania. L’Europa arriva divisa a quell’appuntamento. L’America di Joe Biden non è nella posizione del «falco», anzi come in altre occasioni recenti (vedi i caccia F-16) punta i piedi e fa resistenza. Però abbiamo già visto questo scenario in altri dossier: i paesi più vicini geograficamente alla Russia e più esposti alla sua aggressione – Baltici, Polonia, Norvegia e Finlandia – prendono l’iniziativa di spostare i termini della discussione, e col passare del tempo la spuntano. Anche perché gli eventi tragici degli ultimi 16 mesi hanno dato a questi paesi nord-orientali una credibilità elevata...

Ore 03:32 - Soldati del reggimento Azov a processo in Russia, rischiano 15 anni di carcere

Oltre 20 soldati ucraini presi come prigionieri di guerra sono stati processati in un tribunale della Russia meridionale, secondo i media internazionali. I soldati sono membri del reggimento Azov, unità d’élite della guardia nazionale ucraina tra le ultime forze a rimanere nella città portuale assediata di Mariupol prima di arrendersi a Mosca nel maggio 2022 presso l’acciaieria Azovstal. Due delle 24 persone accusate sono state scambiate con prigionieri di guerra russi. Dei restanti 22 imputati sotto processo otto sono donne che avrebbero lavorato come cuoche per il reggimento Azov. La Russia ha classificato l’Azov come gruppo terroristico, il che significa che i soldati potrebbero essere accusati di coinvolgimento in organizzazione terroristica e di aver preso parte a quelle che il governo russo sostiene essere azioni per rovesciare i delegati sostenuti da Mosca nell’Ucraina orientale occupata dai russi. Se condannati, rischiano 15 anni di carcere.

Ore 06:20 - Crimea: «Abbattuti 6 droni ucraini, tre bloccati dalle difese elettroniche»

«Nove droni sono stati rilevati sul territorio della Repubblica di Crimea durante la notte e al mattino: sei sono stati abbattuti dalle difese aeree e tre sono stati bloccati e messi a terra da apparecchiature di guerra elettronica»: lo ha riferito Sergey Aksenov, capo della regione ucraina annessa alla Russia. Uno dei droni è esploso nel villaggio di Dokuchaevo nel distretto di Krasnogvardeysky, ha detto Aksenov, aggiungendo che non ci sono state vittime, mentre sono state danneggiate le finestre di alcune abitazioni.

Ore 06:25 - Kiev: abbattuti 13 droni lanciati dai russi contro Odessa

Le forze russe hanno attaccato Odessa con 13 droni Shahed durante la notte, tutti distrutti dalle difese aeree ucraine. Lo ha reso noto su Telegram il portavoce dell’amministrazione militare regionale Serhiy Bratchuk. Ieri uno dei missili Kalibr lanciati dai russi sulla città portuale ha centrato il magazzino di un supermercato, uccidendo sul colpo tre addetti.

Ore 06:42 - Estonia, due caccia inglesi intercettano tre aerei militari russi

I caccia Typhoon della Royal Air Force del Regno Unito sono stati impiegati in Estonia per scortare un aereo da ricognizione russo Il-20 e due caccia Su-27 che volavano vicino al confine orientale della Nato. Lo ha reso noto la RAF in un tweet. La RAF ha aggiunto che l’aereo militare russo presumibilmente «non ha rispettato le norme internazionali non collaborando con le pertinenti FIR [Flight Information Regions]».

Ore 06:45 - Filorussi di Donetsk: città bombardata dagli ucraini con 20 razzi

Le truppe ucraine hanno lanciato 20 razzi sulla città di Donetsk, secondo quanto dichiarato in una nota dall’ufficio di rappresentanza della autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (DPR) presso il Centro congiunto per il controllo e il coordinamento (JCCC) delle questioni relative ai crimini di guerra dell’Ucraina. la notizia è stata rilanciata dall’agenzia Ria Novosti. «È stato registrato un bombardamento da parte di unità armate ucraine. Sono stati lanciati 20 razzi» hanno dichiarato le autorità locali filorusse.

Ore 06:56 - Notte di allarmi antiaereo in 12 regioni dell’Ucraina

L’allarme antiaereo è risuonato questa notte in 12 regioni dell’Ucraina. Rende noto stamattina lo stato maggiore dell’esercito di Kiev, citato dai media locali. Impianti industriali sono stati danneggiati nell’oblast di Dnepropetrovsk, a seguito di esplosioni. Deflagrazioni sono state segnalate anche a Kharkov, oltre che a Odessa.

Ore 06:59 - Kiev: missili da crociera russi colpiscono la regione di Dnipro

Le difese aeree ucraine hanno abbattuto tutti i 20 droni Shahed-136/131 di fabbricazione iraniana utilizzati dalle forze russe in attacchi avvenuti durante la notte. Lo ha dichiarato l’Aeronautica Militare di Kiev nel suo aggiornamento mattutino su Telegram, sottolineando inoltre che quattro aerei strategici Tu-95MS dell’esercito russo hanno lanciato quattro missili da crociera X-101/X-555 dal Mar Caspio. Uno dei missili è stato distrutto, afferma l’Aeronautica Militare ucraina, mentre gli altri hanno colpito impianti industriali nella regione di Dnipro.

Ore 07:24 - Kryvyi Rih di nuovo sotto il fuoco russo, un ferito

Una persona è rimasta ferita la notte scorsa durante un altro attacco russo contro la città di Kryvyi Rih, nell’Ucraina centro-meridionale, che ha colpito due complessi industriali: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Sergiy Lysak, come riporta Ukrinform. «Questa notte il nemico ha attaccato di nuovo Kryvyi Rih con i razzi. Due imprese industriali sono state colpite. Un uomo di 38 anni è rimasto ferito. È ricoverato in condizioni non gravi», si legge nel post. L’attacco ha causato ingenti danni, anche a gasdotti, ha aggiunto Lysak. È la seconda volta che Kryvyi Rih, la città natale del presidente Volodymyr Zelenskiy, viene presa di mira da attacchi russi questa settimana. Martedì mattina almeno 12 persone sono morte e molte altre sono rimaste ferite dopo che un missile ha colpito un condominio e un negozio di alimentari della città.

Ore 07:31 - Filorussi: nella notte intercettati 9 droni in Crimea

La difesa aerea russa nella Crimea annessa ha intercettato la notte scorsa nove droni ucraini: lo sostiene l«amministratore russo della penisola, Sergei Aksenov, come riporta Rbc-Ucraina. In particolare, ha spiegato Aksenov su Telegram, sei droni sono stati abbattuti e altri tre sono stati fatti atterrare con l’aiuto di apparecchiature elettroniche. «Un drone è esploso nel distretto di Krasnogvardeisky, nel villaggio di Dokuchaevo», ha aggiunto senza fornire dettagli.

Ore 07:47 - WSJ: Giappone tratta fornitura proiettili a Usa

Il Wall Street Journal riporta che il Giappone è in trattative per fornire proiettili di artiglieria agli Stati Uniti per rafforzare le scorte per la controffensiva dell’Ucraina contro la Russia. Ad oggi, il Giappone ha fornito solo aiuti non letali all’Ucraina. Il WSJ afferma che Tokyo sta valutando la possibilità di fornire proiettili da 155 mm «in base a un accordo del 2016 che consente a Giappone e Stati Uniti di condividere le munizioni come parte della loro alleanza di sicurezza di lunga data».

Ore 08:22 - Kiev: già svolgiamo il ruolo di fianco est della Nato

L’Ucraina sta già, di fatto, svolgendo il ruolo di fianco orientale della Nato, proteggendo l’Europa dalla Russia: lo ha detto il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, in un’intervista a Voice of America. L’Ucraina, che svolge già il ruolo di fianco orientale de facto della Nato, «proteggendo l’Europa democratica e civile dalla barbara Russia», si aspetta che il blocco chiarisca «quando e come diventeremo membri a pieno titolo dell’Alleanza», durante il vertice della Nato a Vilnius, ha affermato Reznikov.

Ore 09:21 - Kiev, nella notte abbattuti un missile e 20 droni russi

Le difese aeree ucraine hanno abbattuto un missile da crociera e tutti i droni Shahed-136/131- 20 nel complesso - lanciati dalle forze russe la notte scorsa sul Paese: lo ha reso noto l’Aeronautica militare nel suo rapporto quotidiano, come riporta il Kyiv Independent. Mosca ha lanciato quattro missili da crociera Kh-101/Kh-555 da altrettanti aerei strategici Tu-95 basati nel Mar Caspio: oltre a quello abbattuto, gli altri tre hanno colpito due edifici industriali a Kryvyi Rih, nella regione di Dnipropterovsk. Nell’attacco, come riportato in precedenza, un civili è rimasto ferito. Nella notte sono state segnalate esplosioni in numerose città ucraine, tra cui Charkiv e Odessa

Ore 08:45 - Da Norvegia e Danimarca 9.000 proiettili di artiglieria a Kiev

La Norvegia e la Danimarca hanno concordato di donare all’Ucraina altri 9.000 proiettili di artiglieria: lo ha reso noto il ministro della Difesa norvegese, Bjórn Arild Gram, come riporta il Guardian. «L’Ucraina ha un urgente bisogno di munizioni di artiglieria. Abbiamo quindi deciso di unire le forze con la Danimarca per una nuova donazione, in modo che l’Ucraina riceva le munizioni il più rapidamente possibile. È importante continuare a dimostrare insieme il nostro sostegno all’Ucraina. La Norvegia continuerà a sostenere l’Ucraina contro le forze d’invasione russe finché sarà necessario», ha detto Gram. La Norvegia invierà proiettili e la Danimarca spolette e cariche di lancio, ha precisato il governo. Da parte sua, il ministro della Difesa danese ad interim, Troels Lund Poulsen, ha affermato che la Danimarca donerà anche 1.500 proiettili di artiglieria completi e 500 granate.

Ore 08:59 - Stoltenberg: sostegno Nato fa la differenza sul campo

«L’Ucraina ha lanciato la controffensiva. Quello che vediamo sono i primi combattimenti. Sono ancora i primi giorni, ma vediamo anche che gli ucraini ottengono posizioni e che l’Ucraina è capace di liberare terre occupate. Questo è dovuto al coraggio e alle competenze degli ucraini, ma sottolinea e dimostra che il sostegno degli alleati fornito per molti mesi fa la differenza sul terreno di battaglia. Quindi, uno dei temi principali è come possiamo rafforzare il sostegno all’Ucraina». Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al suo arrivo alla riunione dei ministri della Difesa dei Paesi alleati.

Ore 09:36 - Austin: sempre a fianco dell’Ucraina, finché sarà necessario

Prima dell’apertura dei lavori della riunione dei ministri della difesa Nato a Bruxelles, il segretario alla difesa Usa Lloyd J. Austin III si è pronunciato su twitter. «Grazie per il caloroso benvenuto al quartier generale della Nato. È una gran cosa essere di nuovo qui. Ci incontreremo con i ministri della difesa per definire come continuare a dare sostegno all’Ucraina per tutto il tempo che sarà necessario».

Ore 09:39 - Kiev, finora distrutte o danneggiate 1.554 strutture mediche

Le forze russe hanno danneggiato o distrutto dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina 1.554 strutture mediche in tutto il Paese: lo ha reso noto il ministero della Salute ucraino, come riporta Ukrinform. A più di un anno dall’inizio della guerra, l’esercito di Mosca continua a prendere di mira le infrastrutture ucraine, a lanciare attacchi missilistici e a colpire città pacifiche e civili, si legge nel rapporto. Dall’inizio dell’invasione, sono state danneggiate 1.370 strutture mediche, mentre altre 184 sono state completamente distrutte. Le infrastrutture sanitarie delle regioni di Kharkiv, Kherson, Donetsk, Mykolaiv e Kiev sono state le più colpite. Tuttavia, nonostante i continui bombardamenti, l’Ucraina sta ricostruendo le strutture colpite. Finora, 301 di esse sono state completamente ripristinate, mentre proseguono i lavori in altre 332 strutture.

Ore 10:11 - 18 morti nella zona filorussa dopo il crollo della diga

Il bilancio delle vittime nella parte controllata dalla Russia della regione è salito a 18 in seguito alle inondazioni provocate dalla distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovka: lo ha reso noto su Telegram il governatore filorusso della regione, Vladimir Saldo. Nelle ultime 24 ore, ha aggiunto, 277 persone sono state evacuate dall’area inondata, mentre più di 7.500 sono state evacuate dall’inizio delle operazioni di soccorso.

Ore 10:20 - Usa: «La guerra è una maratona, non uno sprint. Ucraina ben posizionata»

«Oggi l’Ucraina è ben posizionata per rispondere alle sfide future. Nel corso di tutta questa guerra voluta dal Cremlino le forze ucraine hanno mostrato grandi capacità e professionalità: questa è una maratona non uno sprint. Noi qui siamo uniti e continueremo a dare il sostegno necessario a Kiev per respingere l’aggressione russa». Ha detto il segretario della difesa Usa Lloyd Austin aprendo il Gruppo di Contatto per l’Ucraina al quartier generale della Nato.

Ore 10:23 - Il ministero della Difesa britannico: «La retorica di Prigozhin è una sfida all’establishment russo»

Il ministero della Difesa britannico, nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence, scrive che la retorica del fondatore del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, si sta evolvendo in una sfida a settori più ampi dell’establishment russo.

Il 10 giugno scorso, ricorda Londra nel suo rapporto pubblicato su Twitter, è stato chiesto ai membri delle «formazioni volontarie» come il Gruppo Wagner di firmare contratti direttamente con il ministero della Difesa russo, una decisione approvata dal Presidente Vladimir Putin il 13 giugno. Per diversi mesi, Prigozhin ha rivolto critiche al vetriolo ai vertici militari russi, ma si è sempre rimesso all’autorità di Putin, osservano gli analisti britannici. Tuttavia, ieri Prigozhin ha ribadito che «nessuno dei combattenti di Wagner è pronto a ripercorrere la strada della vergogna. Per questo non firmeranno i contratti». Il primo luglio, termine ultimo per la firma dei contratti da parte dei volontari, sarà probabilmente un punto chiave della faida, conclude il rapporto.

Ore 10:33 - Austin (Usa): «Aiutiamo Kiev a difendersi oggi e domani»

Gli aiuti degli alleati Nato all'Ucraina faranno sì che «le forze armate ucraine abbiano le capacità di cui hanno bisogno per difendere il loro Paese dall'aggressione russa. Sta diventando sempre più chiaro che l'Ucraina ha bisogno di una forza che sia interoperabile con la Nato. Gli sforzi in corso aiuteranno l'esercito ucraino nella battaglia di oggi, ma pongono anche le fondamenta» per il futuro. Lo dice il segretario Usa alla Difesa, Lloyd Austin, aprendo a Bruxelles, dove si riunisce la Ministeriale della Nato, la riunione del gruppo di contatto per l'Ucraina. «Le ambizioni imperiali del Cremlino - continua Austin - hanno inflitto sofferenze inimmaginabili al popolo ucraino: gli ucraini continuano ad ispirarci con la loro resilienza, il loro coraggio e il loro incrollabile impegno a mantenere libero e sicuro il loro Paese. Insieme resteremo uniti e affronteremo le sfide imposte dalle circostanze. Insieme, resteremo al fianco dell'Ucraina per tutto il tempo necessario», conclude.

Ore 10:36 - Mosca e Washington confermano l'impegno a mantenere i limiti imposti sugli arsenali nucleari

Nei contatti avuti nelle ultime settimane gli Usa e la Russia hanno deciso di continuare a scambiarsi informazioni sulle rispettive manovre militari strategiche e hanno confermato l'impegno a mantenere i limiti imposti agli arsenali nucleari dall'accordo New Start, nonostante Mosca abbia sospeso la sua partecipazione. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov citato dall'agenzia Tass.

Ore 10:37 - La controffensiva di Kiev avanza verso le truppe di Tavria Oleksandr Tarnavsky

I militari di Kiev stanno avanzando nella direzione di Tavria nell'Ucraina meridionale verso la Crimea. In particolare, solo nelle ultime 24 ore, le forze armate ucraine hanno «sfruttato» più di 4 compagnie di personale e 59 pezzi di equipaggiamento. Lo ha riferito RBC-Ucraina con riferimento al telegramma del generale di brigata, comandante del raggruppamento operativo-strategico di truppe di Tavria Oleksandr Tarnavsky.

Ore 10:48 - Il ministero degli Esteri russo: «Kiev attacca infrastrutture civili nella regione di Kherson»

Il portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che Kiev continua a bombardare le infrastrutture civili mentre la Russia sta cercando di salvare i residenti delle aree colpite dalla distruzione della diga di Nova Kakhovka, situata nella regione di Kherson.

«Mentre la Russia sta facendo ogni sforzo per salvare i residenti delle aree colpite e fornire loro tutto ciò di cui hanno bisogno, le autorità di Kiev continuano a bombardare obiettivi civili», ha affermato Zakharova, parlando ad una conferenza stampa nell'ambito del Forum economico internazionale di San Pietroburgo.

Ore 10:58 - Mosca: «Kiev rifiuta ogni possibilità di negoziati»

Maria Zakharova ha detto che Kiev sta «rifiutando ogni opportunità di negoziati con la Russia». «Il regime di Kiev, per far piacere all'Occidente, respinge in modo persistente e per principio ogni opportunità di negoziati», ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri in un briefing a margine del Forum economico internazionale di San Pietroburgo (Spief). Lo riferisce la Tass.

Ore 11:00 - Bombe russe sull'Ucraina, uccisi tre civili in 24 ore

Gli attacchi russi in Ucraina hanno provocato tre vittime e sette feriti tra i civili: lo hanno reso noto le autorità, come riporta il Kyiv Independent. Le forze russe hanno preso di mira nove regioni - Donetsk, Sumy, Chernihiv, Kharkiv, Kherson, Zaporizhzhia, Mykolaiv, Dnipropetrovsk e Lugansk. Una vittima è stata segnalata a Pereizne, nella regione di Donetsk, un'altra nel villaggio di Preobrazhenka (Zaporizhzhia) e una terza nel villaggio di Yanzhulivka (Chernihiv).

Ore 11:06 - Zelensky ringrazia Norvegia e Danimarca per le nuove munizioni

Zelenskiy ha ringraziato Norvegia e Danimarca per il loro nuovo pacchetto congiunto di difesa: «Sono grato ai governi di Norvegia e Danimarca , per il nuovo pacchetto di assistenza comune alla difesa. Il lotto aggiuntivo di proiettili di artiglieria è molto necessario per l'Ucraina sul campo di battaglia. Insieme stiamo avvicinando la nostra vittoria comune».

La Norvegia e la Danimarca hanno deciso di donare altri 9.000 munizioni di artiglieria all'Ucraina. La Norvegia invierà proiettili e la Danimarca micce e cariche di propellente, ha annunciato il governo norvegese. Il ministro della Difesa norvegese, Bjørn Arild Gram, ha dichiarato: «L'Ucraina ha un urgente bisogno di munizioni di artiglieria. Abbiamo quindi deciso di unire le forze con la Danimarca per una nuova donazione, in modo che l'Ucraina riceva le munizioni il più rapidamente possibile. È importante che continuiamo a restare uniti nel dimostrare il nostro sostegno all'Ucraina. La Norvegia continuerà a sostenere l'Ucraina contro le forze di invasione russe finché sarà necessario». Il ministro della difesa danese ad interim, Troels Lund Poulsen, ha dichiarato che la Danimarca donerà inoltre 1.500 colpi di artiglieria completi e 500 proiettili.

Ore 11:08 - Wall Street Journal: «Giappone e Usa discutono la fornitura di proiettili d'artiglieria per l'Ucraina»

Il Wall Street Journal sostiene che Giappone e Usa stiano discutendo per la fornitura di proiettili d'artiglieria da 155 millimetri da destinare all'offensiva delle forze armate ucraine nei territori occupati dalla Russia, evidenziando come le leggi in vigore in Giappone vietino l'esportazione di armi.

Secondo fonti citate dal quotidiano, il Giappone starebbe valutando di fornire i proiettili agli Stati Uniti sulla base di un accordo del 2016 che consente la condivisione di munizioni nell'ambito dell'alleanza di sicurezza tra i due Paesi; tale normativa è stata adottata però nell'ambito del cosiddetto concetto di «autodifesa collettiva», che prevede l'intervento del Giappone a difesa degli Stati Uniti nel caso questi ultimi vengano aggrediti. Il «Wall Street Journal» sostiene inoltre che gli Stati Uniti abbiano già raggiunto un accordo con la Corea del Sud per la fornitura di migliaia di proiettili d'artiglieria da 155 millimetri da destinare all'Ucraina, nonostante Seul abbia smentito indiscrezioni in proposito soltanto il mese scorso. Gli Stati Uniti sono impegnati nell'affannosa ricerca di proiettili d'artiglieria per tenere il passo del consumo di munizioni senza precedenti causato dal conflitto in Ucraina: ad oggi gli Usa hanno già fornito alle forze di Kiev più di due milioni di proiettili per obici da 155mm, ma la capacità produttiva occidentale non è attualmente in grado di far fronte al rateo d'impiego sul campo, che il dipartimento della Difesa Usa stima in più di 90mila proiettili al mese.

Ore 11:15 - Rafael Grossi, direttore generale dell'Agenzia internazionale per il nucleare, a Zaporizhzhia

Il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Rafael Grossi è arrivato nel territorio della regione di Zaporizhzhia controllato dalla Russia. Lo riferisce l'agenzia di stampa russa «Ria Novosti» citando fonti riservate.

Ore 11:16 - Bielorussia: «A maggio abbiamo abbattuto un drone ucraino»

La Guardia di frontiera bielorussa ha affermato di aver abbattuto un drone ucraino che trasportava esplosivi nella regione di Gomel, al confine con l'Ucraina settentrionale, alla fine di maggio. «L'incidente è avvenuto alla fine del mese scorso. Nel distretto di Loevski, il distaccamento di frontiera ha sentito il rumore del motore di un veicolo aereo senza pilota», ha dichiarato la Guardia di frontiera in un comunicato. Successivamente, ha aggiunto, «è stato rilevato visivamente un drone nel cielo, che si muoveva dal territorio ucraino verso la parte posteriore della Repubblica di Bielorussia». L'agenzia bielorussa ha osservato che la pattuglia di frontiera ha usato le armi per «far esplodere un elemento attaccato al drone» che si è rivelato essere di natura esplosiva.

Ore 11:50 - Russia, un attivista contro la guerra muore in carcere: «Segni di tortura»

Anatoly Berezikov, 40enne attivista contro la guerra in Ucraina, è morto in un centro detentivo del sud della Russia: lo riferisce l'ong per la difesa dei diritti umani Ovd-Info citando l'avvocata dell'uomo, Irina Gak, secondo la quale il suo cliente il giorno prima aveva dei segni sul corpo riconducibili all'uso di una pistola elettrica e le aveva detto che era stato minacciato di morte. La legale «sospetta che l'uomo possa essere stato ucciso durante la tortura», scrive Ovd-Info. L'avvocata afferma di essere andata ieri nel centro di detenzione di Rostov sul Don e che le sia stato detto che il detenuto da lei assistito non ci fosse. Lei racconta però di averlo poi visto mentre veniva portato dentro un'ambulanza. Un funzionario anonimo del centro detentivo avrebbe poi detto a Ovd-Info che ipotizzano che Berezikov si sia suicidato in cella. Secondo l'avvocata però l'uomo aveva già denunciato di aver subito violenze, la polizia aveva perquisito la casa di Berezikov senza i permessi necessari il 10 maggio e l'attivista aveva dichiarato che gli erano state fratturate delle costole. Un tribunale lo aveva poi condannato a dieci giorni di arresto accusandolo di non aver obbedito a un agente di polizia. Berezikov sarebbe dovuto uscire il 21 maggio, ma sarebbe stato di nuovo condannato, questa volta per «teppismo». L'attivista avrebbe detto alla legale che i poliziotti prima dell'udienza lo avevano portato fuori città, dove lo avrebbero torturato con una pistola stordente cercando di costringerlo a rinunciare all'assistenza di un avvocato. Ovd-Info sospetta che Berezikov possa essere stato preso di mira per aver affisso dei volantini del progetto ucraino «Voglio vivere», che invita i soldati russi ad arrendersi e spiega come consegnarsi ai militari ucraini.

Ore 12:01 - Kiev: «Avanziamo nonostante la forte resistenza russa»

L’esercito ucraino sta «avanzando» sul fronte nonostante la «potente resistenza» delle truppe russe, in particolare nel sud del Paese: lo ha detto la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, durante una conferenza stampa. Negli ultimi dieci giorni le forze ucraine sono avanzate di «oltre tre chilometri» nella zona di Bakhmut (est). Nel sud, ha inoltre riferito, c’è staa «un’avanzata graduale ma decisa» dell’esercito ucraino, anche se «il nemico sta opponendo una forte resistenza».

Ore 12:02 - Grossi inizia la visita alla centrale nucleare di Zaporizhzhia

È iniziata la visita del direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, alla centrale nucleare di Zaporizhzhia occupata dalle forze russe: lo scrive su Telegram l’operatore nucleare ucraino Energoatom.

Ore 12:03 - Stoltenberg (Nato): «In esame la deterrenza nucleare»

Domani i ministri della Difesa della Nato si riuniranno «nel gruppo Nato per la pianificazione nucleare, per assicurare che la nostra deterrenza nucleare rimanga sicura ed efficace, in un mondo più pericoloso». Lo dice il segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg, a margine della Ministeriale in corso a Bruxelles. «Monitoriamo naturalmente quello che fa la Russia - continua - finora non abbiamo visto alcun cambiamento nella loro posizione nucleare che richieda cambiamenti nella nostra posizione. Ma, nello stesso tempo, vediamo uno schema, in cui Mosca investe pesantemente in nuove capacità nucleari, moderne, e dispiega più capacità nucleari, anche vicino ai confini della Nato. La Nato ha risposto aumentando il livello di prontezza, aumentando la presenza nella parte orientale dell’Alleanza. Continueremo a monitorare quello che serve e come cambia la posizione nucleare russa».

Ore 12:13 - «Kiev, per la controffensiva schierate 3 brigate su 12»

La controffensiva delle truppe ucraine va avanti da una settimana ma Kiev ha attivato solo 3 delle 12 brigate addestrate mentre il grosso delle forze è in stand by. Lo sostengono gli analisti occidentali come riporta Reuters sul suo sito. Le truppe ucraine si trovano a una certa distanza dalla principale linea di difesa della Russia, sostiene Reuters che cita un analista militare polacco che segue da vicino la guerra, Konrad Muzyka. Per gli analisti il grosso delle forze ucraine sono concentrate vicino alla città di Orekhiv nella regione di Zaporizhzhia e Velyka Novoselka nella regione di Donetsk, a circa 80 chilometri a est.

Ore 12:24 - Zakharova: «La Russia è contraria alla guerra nucleare, utilizzo solo difensivo»

Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri, ha detto che «per la Russia è inaccettabile una guerra nucleare», sottolineando che «l’uso ipotetico delle armi nucleari è limitato a situazioni di emergenza con obiettivi esclusivamente difensivi».

Ore 12:30 - Zelensky: «Fermeremo la Russia con la forza di tutto il popolo»

«È solo attraverso la forza comune di tutto il nostro popolo che possiamo fermare il nemico. E noi fermeremo sicuramente la Russia. La cacceremo dalla nostra terra e con la libertà dell’Ucraina onoreremo la memoria di tutti coloro che hanno dato la vita per l’Ucraina, la memoria di tutti i nostri eroi di epoche diverse che hanno ugualmente sognato che gli ucraini vivessero in libertà»: scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 12:43 - La Russia terrà elezioni nelle regioni ucraine annesse il 10 settembre

La Russia terrà elezioni locali il 10 settembre nelle quattro regioni ucraine annesse lo scorso anno, così come in molte altre regioni russe. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti riferendo la decisione della Commissione elettorale centrale.

L’obiettivo, ha spiegato la commissione elettorale della Federazione, è eleggere le assemblee regionali e i consigli municipali a Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson, nonostante in queste regioni si combatta ancora.

Ore 12:45 - Stoltenberg: «La fornitura di caccia F16 all’Ucraina non è ancora stata decisa»

«Accolgo con favore la decisione di diversi alleati della Nato di fornire un addestramento per piloti di caccia. È importante e ci consentirà, in una fase successiva, anche di prendere decisioni per fornire aerei da combattimento di quarta generazione come, ad esempio, gli F-16». Ha dichiarato Stoltenberg, al suo arrivo alla riunione dei ministri della Difesa Nato. «Esattamente quando verranno prese le decisioni è troppo presto per dirlo, ma il fatto che l’addestramento sia iniziato ci offre la possibilità di decidere anche di consegnare gli aerei e poi i piloti saranno pronti a farli volare», ha aggiunto.

Ore 12:55 - Controffensiva, i militari di Kiev avanzano di oltre 1 km nell’area di Vuhledar

Le forze armate ucraine sono riuscite ad avanzare di un chilometro nella direzione di Vuhledar, nella regione di Donetsk. Lo ha reso noto l’ufficio stampa dell’esercito ucraino. «Nell’ambito dell’operazione di difesa nell’area della città di Vuhledar, sono in corso misure per migliorare la situazione tattica. Quindi, le nostre unità si sono spostate verso il nemico per una distanza di circa un chilometro», si legge in un messaggio pubblicato su Facebook.

Ore 13:29 - Crollo della diga, trovata un’altra vittima: il bilancio sale a 28 morti

Il capo della regione di Kherson, Vladimir Saldo, ha confermato che è stata trovata un’altra vittima causata dal crollo della diga di Nova Kakhovka. Il numero totale dei morti sale così a 28: 18 corpi sono stati ritrovati sula sponda occupata dai russi del fiume Dnipro, mentre altri 10 dalla parte sotto controllo ucraino.

Ore 13:49 - Sulla via dell’offensiva che libera paesi fantasma

(di Francesco Battistini, inviato sulla N15 verso Donetsk) Certe volte arriva di tutto. «Come ti muovi, ti tirano addosso…». E quelle volte bisogna stare immobili, e basta. «I russi hanno anche più paura di noi…». Domenica, sesto giorno di controffensiva, era una di quelle volte. Il sergente Stefan, 47 anni, da cinque ore stava acquattato coi suoi soldati in una macchia di faggi, mimetizzato di fogliame, ad aspettare il momento buono per togliersi di lì. «Eravamo in una posizione scomoda. I russi nascosti anche loro, forse a meno d’un chilometro. Tutti immobili. Tutti muti. Neanche il respiro». Finché il sergente, nel silenzio della terra di nessuno fra Zaporizhzhia e il Donetsk, non ha sentito quel ronzio. All’inizio, lontano. Quindi, sopra di sé. «Api!». Le ha riconosciute subito: «Prima d’arruolarmi, facevo il contadino e avevo trenta arnie…». (...)

Ore 13:51 - Mosca: «Colpiti siti di Kiev per la produzione di droni»

«Le forze aerospaziali questa notte hanno lanciato un attacco missilistico aereo di alta precisione e a lungo raggio sui siti ucraini di produzione dei droni d’attacco. Tutti i siti designati sono stati colpiti. L’obiettivo dell’attacco è stato raggiunto». Lo ha affermato il ministero della Difesa russo in un comunicato, come riporta Ria Novosti. Il ministero ha anche affermato che le difese aeree russe hanno intercettato cinque missili Himars e abbattuto 25 droni.

Ore 13:52 - IL TACCUINO MILITARE | Una lenta avanzata

(di Guido Olimpio) L’offensiva ucraina procede in apparenza lentamente, le stesse fonti ufficiali riconoscono le difficoltà per l’intenso fuoco nemico. Non è una sorpresa, i russi hanno avuto mesi di tempo per prepararsi. Come abbiamo sottolineato nei giorni scorsi, i guadagni si misurano in poche centinaia di metri.

Rabbia e proteste tra gli invasori. Un lancio preciso di razzi Himars ha provocato perdite pesanti in un reparto, rimasto due ore all’aperto ad aspettare l’arrivo di un generale. Questa la versione di blogger militari che hanno accusato il comando di aver esposto le truppe a rischi inutili. (...)

Ore 13:57 - Cecenia, chiesti 5 anni e mezzo di carcere per la madre di 2 oppositori

Sono stati chiesti cinque anni e mezzo di reclusione per Zarema Musaeva, accusata di «violenza contro un rappresentante dell’autorità» in un processo considerato di evidente matrice politica in corso in Cecenia, nel Caucaso russo. A riportare la notizia è il giornale Nastoyashchee Vremya, che cita il gruppo «Komanda protiv pytok» («Squadra contro le torture»).

Musaeva è la madre dei blogger e oppositori ceceni Abubakar e Ibrahim Yangulbaev, noti per le loro critiche al leader ceceno Ramzan Kadyrov, accusato di gravissime violazioni dei diritti umani. Abubakar, costretto a lasciare la Russia come suo fratello e altri familiari, denuncia che sua madre ha problemi di salute e il 5 giugno è stata ricoverata in ospedale. «Viene trasportata su una sedia a rotelle, non può camminare, ha difficoltà con i tribunali», ha scritto. «Una persona viene semplicemente uccisa in prigione. E questo senza che abbia alcuna colpa». Zarema Musaeva pare sia stata portata in Cecenia contro la sua volontà da Nizhny Novgorod, che dalla repubblica del Caucaso russo dista 1.800 chilometri. Secondo le autorità cecene, la donna è stata interrogata come testimone in un procedimento per «frode», poi arrestata per 15 giorni per «disobbedienza alla polizia» e quindi accusata di «violenza contro un rappresentante delle autorità» e posta in custodia cautelare in carcere.

Ore 13:59 - Prigozhin: «Ero ai funerali di Berlusconi». Ma le fonti istituzionali smentiscono

«Non so nulla di quello che è successo ieri in Russia perché ero ai funerali di Berlusconi»: questa la risposta data da Yevgeny Prigozhin, capo della Wagner, a un giornalista che gli chiedeva se fosse a conoscenza di un attacco avvenuto ieri contro le truppe russe nella zona di Kremennaya, nella provincia di Lugansk, in cui sarebbero rimasti uccisi molti soldati. Lo si legge su uno dei canali Telegram dello stesso Prigozhin. Qualificate fonti istituzionali sentite dall’Ansa smentiscono ovviamente la presenza di Prigozhin in Italia: «Non è vero nulla».

Ore 14:11 - Il vertice dei 31 ministri della Difesa della Nato

(di Giuseppe Sarcina) Si riuniscono oggi a Bruxelles i 31 ministri della Difesa che fanno parte della Nato. Il summit farà il punto sulle prime fasi della controffensiva ucraina, ancora difficili da decifrare. Nello stesso tempo si cercherà di guardare avanti, immaginando comunque una guerra che si trascinerà ancora per molto tempo. Il problema numero uno, allora, sarà il rifornimento di munizioni e di pezzi di ricambio. Ormai è chiaro che anche l’industria militare dovrà aumentare la produzione in modo consistente, altrimenti sarà difficile, se non impossibile, mantenere le posizioni conquistate dagli ucraini sul campo di battaglia. (...)

Ore 14:51 - Le Pen: «La Crimea è parte della Russia, non ha a che fare con il conflitto»

Marine Le Pen, leader di Rassemblement Nationale, il partito dell’estrema destra francese, ha dichiarato alla radio France Info che la Crimea è una parte inseparabile dalla Russia e non ha nulla a che fare con il conflitto in atto in Russia. «La Crimea non ha nulla a che fare con il conflitto in Ucraina», ha affermato. «Gli abitanti della Crimea hanno deciso di unirsi alla Russia. Questa scelta è stata condivisa anche dagli ex presidenti francesi Nicolas Sarkozy e Valery Giscard d’Estaing, e anch’io la penso come loro, che questo problema non ha nulla a che fare con il conflitto odierno in Ucraina». La Le Pen ha sottolineato che considera la Crimea parte della Russia. «Lo dico già da 10 anni e non ho cambiato idea», ha aggiunto, insistendo sul fatto che «la questione del Donbass dovrebbe essere centrale nei colloqui per risolvere il conflitto in Ucraina».

Ore 15:28 - Stoltenberg: «Dobbiamo assicurarci che Putin non vinca»

«È un momento critico per l’Ucraina. I successi che sta ottenendo sono dovuti al coraggio e alle capacità delle forze armate ucraine e abbiamo un grande rispetto per quello che ottengono ogni giorno. La situazione in Ucraina evidenzia l’importanza del supporto militare degli alleati Nato a Kiev. Vediamo che il sostegno della Nato sta dando dei risultati e sta facendo la differenza sul campo di battaglia ogni giorno».

Ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in una dichiarazione congiunta con il ministro della Difesa ucraino, Oleksji Reznikov, presso il quartier generale dell’Alleanza a Bruxelles dove oggi è iniziata una ministeriale che ha al centro l’Ucraina e la preparazione del summit di Vilnius. «Nell’incontro adesso del Gruppo di contatto di difesa dell’Ucraina e in quello a seguire della commissione Nato-Ucraina, gli alleati esprimeranno una forte solidarietà all’Ucraina. All’incontro ministeriale abbiamo discusso i preparativi per il meeting di Vilnius e il principale messaggio sarà che tutti i nostri alleati affiancheranno l’Ucraina fino a quando sarà necessario. Dobbiamo assicurarci che il presidente Putin non vinca questa guerra e che l’Ucraina prevalga come uno Stato sovrano e indipendente», ha aggiunto.

Ore 15:36 - Mosca: «Il regime di Kiev vuole il genocidio dei russi»

«Un alto funzionario dell’ufficio di Zelensky ha rivelato le intenzioni criminali del regime di Kiev che secondo lui consistono nella “massima distruzione dei russi”. Questo non è altro se non un genocidio». Lo scrive su Telegram il presidente della Duma, la Camera bassa russa, Vyacheslav Volodin. Il genocidio, spiega, «è definito dalla Convenzione della Nazioni Unite del 1948 come l’attività commessa a scopo di omicidio di massa su base nazionale, etnica, razziale o religiosa. Non possono esserci doppie interpretazioni. Il genocidio e la richiesta, fatta in pubblico, a commetterlo sono riconosciuti come crimini internazionali». Per questo, aggiunge Volodin, «la comunità mondiale, in primo luogo le Nazioni Unite, è obbligata a chiedere conto ai seguaci dei nazisti del sanguinario regime di Kiev. In caso contrario, l’Onu dovrà affrontare il destino della Società delle nazioni, che non ha potuto impedire la diffusione del fascismo e la Seconda guerra mondiale».

Ore 16:09 - Ucraina, allarme aereo in tutte le regioni

Annunciata l’allerta aerea in tutte le regioni dell’Ucraina alle 15.50. Le autorità raccomandano alle persone di mettersi al riparo. Sui social viene riportato il decollo di una caccia russo MiG-31K, che è il vettore del missile supersonico kh-47m2 kinzhal.

Ore 16:13 - Khodorkovsky, imprenditore e oppositore russo: «Improbabile che Putin lasci il potere da vivo»

Putin «probabilmente non lascerà il potere da vivo». Lo ha detto l’oppositore e imprenditore russo in esilio Mikhail Khodorkovsky durante un’intervista a Skytg24. «Finché Putin resterà al potere non vedo una soluzione del problema con un cambio di regime - ha spiegato - pertanto lui lascerà il potere probabilmente da morto, fino a quando questo non avverrà è improbabile la possibilità di effettivi cambiamenti». Una sconfitta militare della Russia in Ucraina, ha evidenziato, «potrebbe cambiare la dinamica della sua posizione. Putin si innervosirà, si sta già innervosendo, diventando una minaccia per la sua elite. A quel punto lascerà la vita come è capitato a tutti i dittatori russi». Questo potrebbe avvenire «in modo naturale», ha sottolineato, «ma potrebbe capitare che qualcuno del suo entourage capisca che è giunto il momento».

Ore 16:19 - Kiev: «In una settimana liberati dai russi più di 100 km quadrati»

«Durante l’ultima settimana, le nostre truppe sono avanzate nelle profondità del nemico fino a 3 km nell’area dell’insediamento di Mala Tokmachka e fino a 7 km a sud di Velika Novosilka. Sono stati liberati 7 insediamenti nelle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia Sono stati restituiti al controllo più di 100 chilometri quadrati di territorio ucraino». Lo afferma generale di brigata Oleksiy Hromov, vicecapo della Direzione operativa principale dello Stato maggiore delle Forze armate dell’Ucraina. Lo riporta Unian.

Ore 16:36 - IL PUNTO MILITARE | Quei 67 mila soldati ucraini addestrati da 33 Paesi alleati: i numeri del training Nato

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli aiuti occidentali all’Ucraina si sono trasformati nella Babele delle armi, un flusso di equipaggiamenti di vario tipo che le fonti ufficiali sostengono sia stato affrontato con abilità da Kiev.

I numeri, contenuti in un articolo del Pentagono, sono stati diffusi per illustrare la visita del segretario della Difesa americano Lloyd Austin a Wiesbaden, località tedesca che ospita il centro di coordinamento alleato che gestisce il supporto fornito da oltre 50 Stati. Cominciamo da qui: lo staff è composto da 200 elementi originari di 21 Paesi, personale che ha seguito ordini e passaggio per 150 mila tonnellate di materiale. Una montagna trasferita con aerei, navi, treni, camion composta da oltre 600 modelli diversi di mezzi e sistemi bellici. Parliamo di tank, blindati, veicoli leggeri, pick up, fuoristrada, cannoni a medio e lungo raggio, munizionamento, droni, radar. E ognuna delle categorie richiede manutenzione, ricambi, logistica, preparazione dei «meccanici». (...)

Ore 16:42 - Zelensky: «Se la controffensiva avrà successo, Mosca perderà la guerra»

La controffensiva ucraina sta «procedendo generalmente bene, ma è molto difficile» a causa della resistenza delle forze russe. Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in una intervista organizzata a Kiev con l’emittente «Nbc News». «Le nostre eroiche truppe stanno incontrando una resistenza molto serrata: se questa operazione porterà alla sconfitta dei russi, Mosca avrà perso la guerra», ha detto. Finora, le forze ucraine hanno fatto progressi durante la controffensiva, liberando diversi territori ma senza arrivare ad un punto di svolta.

Ore 16:44 - Milley (Usa): «Centinaia di migliaia di russo lungo il fronte»

«È prematuro dire quanto durerà la controffensiva. Ci sono diverse centinaia di migliaia di soldati russi trincerati lunga la linea del fronte, l’Ucraina sta facendo progressi, è una lotta molto difficile, molto violenta, e probabilmente avrà una durata considerevole». Ha detto Mark Milley, capo dello Stato Maggiore degli Stati Uniti d’America al quartier generale della Nato.

Ore 17:01 - Media russi: «Capo degli 007 ucraini ferito in un bombardamento»

Il capo dell’intelligence ucraina (Gur), Kirill Budanov, sarebbe stato ferito durante un attacco missilistico russo alla sede del Gur a Kiev il 29 maggio scorso. È quanto rivela Ria Novosti, citando un funzionario dei servizi di sicurezza russi con fonti nell’intelligence militare ucraina. Dopo essere stato ferito, Budanov, sarebbe stato trasportato in Germania attraverso la Polonia su un volo speciale dell’aeronautica militare statunitense. Secondo Ria Novosti, ora sarebbe ricoverato in un ospedale a Berlino.

Ore 17:10 - Milley (Usa): «Prematuro parlare della fornitura di F16»

Il capo dello Stato maggiore unificato americano, generale Mark Milley, al termine della riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina, ha dichiarato che qualsiasi tempistica per la fornitura all’Ucraina di caccia F-16 o altri apparecchi occidentali sarebbe “prematura”: «Credo sarebbe prematuro fornire una data o un periodo specifici per l’impiego in combattimento di F-16 o altri aeromobili avanzati in Ucraina: è necessario un grande lavoro preliminare, dall’addestramento linguistico a quello dei piloti».

Ore 17:12 - «L’Italia fornirà all’Ucraina ulteriore assistenza: incluse capacità critiche»

L’Italia fornirà un’ulteriore pacchetto di assistenza all’Ucraina «che include capacità altamente critiche che rispondono alle esigenze più urgenti di difesa» per Kiev. Lo ha detto il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, in conferenza stampa al termine del Gruppo di contatto per l’Ucraina.

Ore 17:28 - Meloni: «Mai messo in discussione il sostegno all’Ucraina»

«Anche sul sostegno all’Ucraina, mai in discussione dalle nostre parti, siamo importanti alleati» con Malta. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Ore 17:43 - Prigozhin sfida Putin e si ribella: «La Wagner non firmerà contratti con la Difesa»

(di Fabrizio Dragosei) Continua lo scontro infinito tra il capo dei mercenari della Wagner e i più alti vertici dello Stato. E ancora una volta Evgenij Prigozhin sembra deciso a disubbidire perfino al Comandante supremo, non solo all’odiatissimo ministro della Difesa Shojgu e al capo di Stato Maggiore Gerasimov.

Dopo che martedì Vladimir Putin aveva sostenuto l’iniziativa dei vertici militari che prevede l’obbligo per tutte le forze autonome di firmare un contratto con la Difesa, l’estroverso ex ristoratore ha risposto picche: «Nessuno dei combattenti della Wagner è pronto a percorrere di nuovo la via della vergogna. Perciò nessuno firmerà accordi», ha risposo a chi gli ricordava le parole del presidente. (...)

Ore 18:02 - Il presidente algerino Tebboune: «Putin ha accettato nostra mediazione»

Il presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune, ha dichiarato oggi a Mosca che l’omologo russo, Vladimir Putin, ha accettato una proposta di mediazione dell’Algeria nel conflitto in corso con l’Ucraina. In una dichiarazione riportata dall’agenzia ufficiale algerina «Aps», Tebboune ha ringraziato il presidente Putin per la sua «grande apertura mentale e l’accettazione della mediazione dell’Algeria tra Russia e Ucraina». Dal canto suo, il capo del Cremlino ha espresso gratitudine verso l’Algeria e il presidente Tebboune per la disponibilità a mediare con Kiev. «Ho spiegato al presidente Tebboune la visione russa, nonché le ragioni fondamentali di questo conflitto e le circostanze ad esso correlate», ha detto da parte sua Putin dopo l’odierno colloquio con il leader di Algeri.

Ore 18:05 - Militari russi accusati di torture «sistematiche» in Ucraina

In una lettera alle autorità russe, Alice Jill Edwards, relatrice speciale dell’Onu sulla tortura e altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti, ha espresso preoccupazione per le molteplici testimonianze che dimostrano che le truppe russe in Ucraina «sistematicamente e intenzionalmente» torturano civili e prigionieri di guerra. «Le pratiche riportate includono scosse elettriche, percosse, finte esecuzioni e altre minacce di morte», ha scritto. Ciò potrebbe significare che «questi metodi di tortura o altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti sono approvati dallo Stato», scrive l’esperta, in questa lettera firmata con altri esperti indipendenti.

«La tortura è un crimine di guerra e la pratica sistematica o diffusa della tortura costituisce un crimine contro l’umanità», ha affermato Edwards, che intende visitare nuovamente l’Ucraina quest’anno. I metodi impiegati fanno pensare che si tratti di «un livello di coordinamento, pianificazione e organizzazione, nonché di autorizzazione diretta, politica deliberata o tolleranza ufficiale da parte delle autorità superiori», ha sottolineato, precisando che l’obbedienza agli ordini di un superiore non può essere invocata per giustificare la tortura.

Ore 18:27 - Reznikov incontra IL segretario Nato Stoltenberg, focus su rafforzamento difesa

Il ministro della Difesa ucraino, Oleksij Reznikov, ha incontrato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, a margine della riunione del Gruppo di contatto per l’Ucraina. A renderlo noto è stato lo stesso Reznikov, secondo cui l’incontro è stato «molto produttivo». «Abbiamo discusso di progetti che promuoveranno la nostra cooperazione e porteranno risultati pratici nel rafforzare le nostre capacita’ di difesa e sicurezza», ha scritto il ministro ucraino su Twitter.

Ore 18:28 - Il Canada confisca un cargo russo, Mosca convoca diplomatico

Il ministero degli Esteri russo ha convocato un diplomatico canadese e ha avvertito che le relazioni bilaterali sono «sul punto di essere interrotte» dopo che le autorità di Ottawa hanno confiscato un cargo russo a Toronto. Lo stop dell’Antonov-124 è il primo sequestro di questo tipo da parte del Canada che vuole aumentare la pressione su Mosca per l’invasione dell’Ucraina. La misura era stata annunciata la settimana scorsa mentre il premier Justin Trudeau si trovava in visita a Kiev.

Ore 18:43 - Putin ha in programma di visitare la Turchia

Il presidente russo Vladimir Putin ha in programma di fare una visita in Turchia su invito del suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan. Lo ha detto a Interfax l’aiutante presidenziale russo Yuri Ushakov. Ushakov ha però precisato che le date del viaggio non sono ancora state decise. «Il Presidente turco ha confermato l’invito al nostro Presidente a visitare la Turchia. Ci sono dei piani, ma le date specifiche non sono ancora state discusse», ha detto Ushakov.

Ore 19:05 - Kiev: «Un’esplosione blocca ferrovia usata dai russi a Melitopol»

Un’esplosione a Melitopol, nel sud dell’Ucraina occupata dai russi, ha danneggiato la ferrovia «con la quale i russi trasportano soldati, attrezzature e merci saccheggiate»: lo scrive Rbc-Ucraina, citando il sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov. Quest’ultimo, afferma l’emittente ucraina, «ha notato che è stato scelto il momento migliore per creare danni alla ferrovia», facendo così deragliare «un treno nemico proveniente da Dniprorudny con minerale di ferro rubato dai russi». Cinque vagoni si sono rovesciati, mentre almeno 50 metri di binari sono inutilizzabili.

Ore 19:08 - Nato: «I piloti ucraini addestrati a pilotare gli F-16»

Secondo il Guardian la Nato starebbe addestrando i piloti ucraini a guidare i caccia F-16. Gli alleati Nato hanno mandato i jet di ultima generazione alla resistenza ucraina: Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, ha confermato che l’addestramento è in corso.

Ore 19:10 - Kiev: «Nei missili russi parti straniere, chi aggira sanzioni?»

Nei resti dei missili russi Iskander, Kalibr e X-101caduti o abbattuti i Ucraina sono stati trovati «componenti di produzione straniera». Di conseguenza «le autorità ucraine stanno cercando i colpevoli non solo nella Federazione Russa, chiarendo che parte della responsabilità della morte di cittadini ucraini ricade su chi elude le sanzioni». «Chi sta aiutando la Russia con i pezzi di ricambio?», si chiede in un messaggio su Telegram Rbc-Ucraina.

Ore 19:13 - Kiev: «Nell’offensiva a est progressi in varie direzioni»

«A partire da ora, operazioni offensive e difensive sono in corso in varie direzioni. A est, il nemico continua a concentrare una quantità significativa di forze e risorse e raccoglie riserve da altre direzioni»: lo scrive in un messaggio su Telegram la viceministra alla Difesa ucraina, Hanna Malyar. «In particolare, un’unità nemica di truppe d’assalto anfibie è stata spostata da sud a est. Nella direzione di Bakhmut, le azioni offensive continuano nelle direzioni di Rozdolivka - Krasnopolivka e Brekhivka - Yagidne, dove ci sono successi. Le azioni offensive continuano nelle direzioni Berdnyansk e Mariupol». «Ci sono progressi in tutte le direzioni di attacco. Circa un chilometro ciascuno», scrive Malyar. Nel corso della giornata, il nemico ha aumentato il numero di attacchi missilistici e aerei e attacchi di artiglieria e mortai. Le nostre truppe stanno affrontando una forte resistenza nemica e la loro superiorità in numero di uomini e armi. Il nemico sta cercando con tutte le sue forze di impedire l’avanzata delle nostre truppe. Allo stesso tempo, l’offensiva continua in più direzioni, i nostri difensori avanzano gradualmente ma inesorabilmente e infliggono perdite significative al nemico”, conclude la nota.

Ucraina. La controffensiva non decolla, gli ucraini muoiono. Piccole Note (filo-Putin) su Il Giornale il 15 giugno 2023

La controffensiva di Kiev stenta, tanto che anche la narrativa mainstream, abituata all’enfasi, ammette le difficoltà, poco importando però gli altissimi costi umani che essa sta comportando per gli ucraini (nessuna informazione sulle enormi perdite, contano nulla).

I Bradley Usa e le conseguenze del tritacarne

Persino la CNN ha dovuto dare notizia che sono stati distrutti 16 carri armati Bradley, cioè il “15% dei 109 che Washington ha dato a Kiev”. Nulla si dice delle perdite significative anche dei tanto propagandati Leopard 2, ma i video che circolano nel web raccontano anche questo. D’altronde, la circostanza è ammessa anche da Berlino: il Ministro della Difesa Boris Pistorius ha dichiarato che la Germania “non è in grado di sostituire tutti i carri armati attualmente sono fuori uso”.

Se l’attenzione è puntata sui carri armati (cioè sulle risorse occidentali), poco si dice delle altre criticità che sta affrontando l’esercito ucraino, della quale ha invece parlato l’ex colonnello svizzero Jaques Baud, specializzato in Paesi dell’Est, secondo il quale oltre alla nota superiorità russa nel campo dell’artiglieria, l’altro problema è il numero dei soldati.

Gli ucraini avevano annunciato che avrebbero messo su un esercito di un milione di uomini, tanti ne ritenevano necessari per sfondare e, allo stesso tempo, tenere il fronte altrove. Invece si ritrovano con 700mila fanti.

Tale carenza, afferma l’ex colonnello, si spiega con gli errori del passato. Infatti, interpellato sulla vittoriosa controffensiva precedente nella regione di Kherson, presentata come un grande successo che avrebbe dato una svolta alla guerra, ha risposto che in realtà è stato un massacro.

I russi in ritirata, predisposta per attestarsi dietro il Dniepr, hanno bersagliato gli attaccanti con l’artiglieria, infliggendo perdite “enormi” agli attaccanti. La stessa cosa, in proporzioni maggiori, è accaduta nell’altro tritacarne, quello di Bakhamut.

Insomma, i neocon possono vantare un successo indiscutibile, quello di essere riusciti nello scopo di far guerra alla Russia fino all’ultimo ucraino (questo, ad esempio, il senso delle dichiarazioni del senatore Lindsey Graham), ma tale successo, erodendo a ritmo più elevato del previsto le forze ucraine, rischia di far svaporare le loro speranze di sconfiggere Mosca.

Attacco sconsiderato

Sempre sulla controffensiva, ci sembra interessante quanto riporta un articolo di Valentin Vasilescu su al Manar, il quale racconta come siano stati distrutti alcuni carri armati ucraini. Fonte di parte, certo, ma la distruzione dei blindati è stata riferita anche dalla Cnn, che però tralascia i particolari (che invece appaiono importanti).

Nel corso di un’offensiva, scrive Vasilescu, “i veicoli corazzati sono stati costretti ad avanzare in colonna attraverso un campo in precedenza minato dai russi. In testa alla colonna avanzava un carro armato dotato di un dispositivo in grado di attivare le mine anticarro, che si muoveva a velocità moderata” [com’è ovvio, avendo il compito di ripulire il terreno ndr].

“La colonna è stata attaccata dai russi con droni suicidi Lancet-3 e missili anticarro guidati da elicotteri Ka-52 e Mi-28. Tentando di eludere il primo blindato, colpito e ormai in fiamme, i carri armati Leopard e Bradley sono usciti dal corridoio sicuro andando a finire su altre mine anticarro e saltando in aria. Di una colonna di 35 veicoli corazzati (gruppo di battaglia del battaglione), rimanevano solo 15-20 in condizioni di ingaggiare uno scontro, per cui non avevano più nessuna possibilità di attaccare [con successo ndr]

“Nel frattempo, i russi hanno utilizzato il sistema MRLS ‘Agriculture’ per piazzare mine anticarro nel corridoio lungo il quale erano avanzate le unità corazzate ucraine. Quel che restava della colonna ucraina ha fatto ritorno usando tale via, ritenendola sicura. E stavolta non c’era nessun carro armato in testa alla colonna [capace di far saltare le mine anticarro ndr]. Così sono stati messi fuori combattimento altri blindati; solo 10-12 di essi sono riusciti a tornare indietro”.

Per la cronaca, l’analista spiega come funzionano le mine del sistema Agricolture: “Il sistema MLRS, in grado di lanciare 25 missili, riesce a sparare mine anticarro o antiuomo fino a una distanza di 15 km. All’impatto con il terreno, le mine, dotate di un sensore sismico di prossimità, si seppelliscono nel terreno e non possono essere identificate visivamente. Se i russi decidono di contrattaccare, il campo minato viene disabilitato grazie a un dispositivo di autodistruzione di cui sono dotate le mine”.

La Nato ha puntato sui carri invincibili, la Russia anche sulla difesa

Interessante anche la conclusione dell’analista: “A differenza degli eserciti NATO, che si sono concentrati sull’invasione di altri paesi dotandosi di carri armati ‘invincibili’ e hanno dimenticato come difendersi, i russi hanno sviluppato molti sistemi di difesa”.

Non si tratta di magnificare la dottrina bellica russa o i loro strateghi, si vuole solo evidenziare come la realtà sia alquanto diversa dalla narrativa hollywoodiana propalata dai media mainstream (ci torneremo); e per ribadire quanto fosse sciocco, se non criminale, pensare che le magiche armi Nato avrebbero fatto polpette dei russi come hanno fatto per Saddam o Gheddafi.

Ci sembra cioè necessario dar conto delle gravi difficoltà che attanagliano le forze ucraine, difficoltà create dai loro partner-padroni d’Occidente, dai loro leader e delle capacità del nemico, più che sottovalutato per ragioni di propaganda.

Così le forze ucraine sono mandate al macello pur di evitare che uno stallo prolungato possa aprire le porte al negoziato, che resta l’unico modo per chiudere la mattanza.

Ucraina, la guerra hollywoodiana e i suoi sciamani. Piccole Note (filo-Putin) su Il Giornale il 15 giugno 2023

Spesso, nel descrivere come i media mainstream, a parte rare eccezioni, raccontano la guerra ucraina abbiamo scritto che si tratta di una narrazione in stile hollywoodiano, nella quale i fatti contano poco o nulla e dove la verità è un particolare secondario, “sfuggente”, come vantava con enfasi il New York Times all’inizio dell’invasione russa.

I media, continuava il NYT, “hanno deciso da che parte stare” e ciò implica che tutto ciò che è potenzialmente negativo per la propria parte o che contrasta con le linee guida care ai costruttori di guerra, deve essere censurato o manipolato.

Perché la guerra è anche, e forse soprattutto, “guerra di informazione”, e i media e i social devono fare la loro parte.

La meta-guerra

Se riprendiamo un articolo del passato, al quale abbiamo già dedicato una nota, è perché tale concetto è stato ribadito di recente da uno strano personaggio, Dmytro Zolotukhin, esperto di guerra dell’informazione e intelligence competitiva, nonché direttore esecutivo dell’ONG Institute of Post-Information Society.

In un’intervista a Ukrinform, il ragazzo esprime le sue opinioni, descrivendo evidentemente un format non suo. Ha idee chiare lo Zolotukhin, tanto che vorrebbe gettare “uno squalo nella piscina in cui nuota Tucker Carlson”, anchorman americano critico delle direttive mainstream sulla guerra ucraina e quindi da trattare di conseguenza.

Nell’intervista, Zolotukhin va addirittura oltre il NYT spiegando che in realtà il concetto di “guerra dell’informazione” è ormai obsoleto. Infatti, non si tratta più di combattere l’odiata disinformazione russa o di inondare il web di notizie così da soverchiare quelle altrui (ancora il NYT).

Quella che si combatte sui media è una “meta-guerra, che viene condotta simultaneamente in diverse dimensioni cognitive – emotiva, filosofica, fattuale, informativa, di civiltà e ideologica”. E invita a “gettare nella pattumiera della storia lo slogan ‘i fatti contano'”, perché è solo un feticcio occidentale giunto in Ucraina al seguito dei donatori.

Un perfetto blockbuster hollywoodiano

Al di là dell’assonanza con la nuova creatura di Zuckerberg – Meta appunto – o forse con rimandi a essa, e al di là dello scopo più prosaico di questa meta-guerra, che è quello di formare, nel senso più ontologico del termine, il recettore del racconto-informazione, si può notare che siamo nel campo della metafisica, un campo dove la visione si sovrappone alla realtà e la scienza tracima nella stregoneria.

Ma tornando a un livello meno sciamanico (1) e riprendendo l’enfatico rigetto dei “fatti”, che per Zolotukhin “non contano” nulla, riportiamo la conclusione dell’intervista: “Fin dal primo momento della guerra, ho detto che la guerra d’indipendenza ucraina è un perfetto blockbuster hollywoodiano, con la sua colonna sonora […], i suoi eroi indiscussi, Volodymyr Zelensky e Valerii Zaluzhnyi, e con i suoi episodi, che fanno piangere e ridere lo spettatore”.

“Ma c’è un problema… un blockbuster non può durare per sempre. Ecco perché abbiamo bisogno di un rapido lieto fine con la catarsi dei personaggi principali o di una sceneggiatura per le nuove stagioni della serie (che molto probabilmente è ciò che avverrà)”.

Uno dei problemi di questa guerra, che la rende meno gestibile e quindi più pericolosa di altre, è il distacco dalla realtà di quanti la stanno alimentando e raccontando. Quanto riportato ne è un piccolo esempio rivelatore.

(1) Se abbiamo scomodato lo sciamanesimo per descrivere la visionaria patologia di Zolotukhin non l’abbiamo fatto a caso. Si ricordi che la presidenza Biden, al quale è stato chiesto-imposto di provocare la guerra ucraina, ebbe il suo momento epifanico con l’immagine dello sciamano seduto sullo scranno più alto di Capitol Hill. Non per nulla, titolammo la nota relativa all’assalto al Campidoglio: “Tempo da sciamani” (per inciso, lo strano sciamano chiamato Jake Angeli, nonostante sia stato il protagonista assoluto di quegli eventi, è stato liberato, al contrario di tanti altre comparse).

Quando Petraeus annunciava il successo della controffensiva fin dai primi giorni. Piccole Note (filo-Putin) il 16 Giugno 2023 su Il Giornale.

Il 3 giugno, cioè il giorno precedente l’inizio della controffensiva ucraina, il generale David Petraeus preannunciava “l’impressionante” successo della stessa fin dai primi giorni.

Interpellato dalla BBC (vedi Guardian), profetizzava: “Penso che questa controffensiva sarà molto impressionante. La mia sensazione è che otterranno effetti grazie alle armi combinate, in altre parole eseguiranno con successo operazioni che si avvalgono della combinazione di armi, con gli ingegneri che superano i presidi difensivi, neutralizzano i campi minati e così via; dietro questi seguiranno i blindati protetti dalla fanteria che eliminerà la minaccia dei missili anticarro; quindi la difesa aerea, che terrà lontani gli aerei russi; la guerra elettronica che disturba le loro comunicazioni; la logistica a supporto e artiglieria e mortai [a martellare] davanti”.

“E la cosa più importante di tutte… è che quando gli elementi di testa inevitabilmente arriveranno al culmine del loro impiego, dopo 72-96 ore, cioè il massimo che puoi ottenere, e loro [i nemici ndr] avranno subito perdite… si muoveranno le altre unità, che andranno avanti, fino in fondo, per capitalizzare i progressi e mantenere lo slancio; penso che tutto ciò possa rimuovere l’intera difesa russa in quell’area e che si apriranno altre opportunità lungo i fianchi”.

Petraeus non è quisling qualsiasi. Era comandante in capo delle forze americane per il Medio oriente, carica che lo ha portato a dirigere le forze d’invasione Usa in Afghanistan per anni; quindi, dimessi tali panni, è diventato capo della Cia, carica che ha dovuto abbandonare a seguito di uno scandalo.

Non solo, egli è uno dei portavoce più autorevoli dei neocon, godendo di un’intimità con la famiglia Kagan negata ad altri (tale famiglia controlla l’Institute of Study of War, che ha forti rapporti con l’apparato militar-industriale Usa e gestisce il flusso delle informazioni mainstream sulla guerra ucraina e tanto altro).

Petraeus, aveva previsto tutto… ma non è andata proprio così, anzi. Tale intervista va rapportata con quel che dicono adesso i suoi colleghi, cioè che i primi attacchi, risultati disastrosi per l’Ucraina, sono qualcosa di secondario, poco significativo etc. Evidente che, dopo aver sbagliato tutti i calcoli, devono ridimensionare l’accaduto.

La sua profezia rivela quanto siano distaccati i profeti di guerra, e di sventura, dalla realtà. D’altronde, Petraeus era stato il protagonista del surge in Afghanistan, avendo convinto l’America che inviando più truppe gli Stati Uniti avrebbero conseguito una sicura vittoria (poi si son dovuti ritirare con scorno).

Ed è un po’ quel che sta accadendo in Ucraina, nel quale si è assistito a un surge di altro tipo, cioè all’invio sempre più massivo di armi, e armi sempre più sofisticate, anche in questo caso preannunciato come foriero di fulgide vittorie, quelle descritte dalle parole di Petraeus.

Lo stesso generale, in un’evidente stato di ispirazione, aveva pronosticato come necessaria la formazione di una coalizione di Paesi volenterosi che, al di fuori della NATO, inviassero contingenti militari a supporto delle forze di Kiev. Cioè la terza guerra mondiale.

Tale la follia che attanaglia i dirigenti Nato. Tale lo scacco inflitto loro dalla realtà. Ed è tragico che, nonostante l’evidente distacco dalla realtà, tali personaggi continuino a dettar legge, come dimostra l’intervista delle BBC a Petraeus – una delle tante -, il quale viene  interpellato come una sorta di oracolo nonostante i palesi, tragici, errori del passato.

(ANSA) 15 giugno 2023 Le forze armate ucraine hanno già liberato più di 100 chilometri quadrati di territorio ucraino dagli occupanti russi nel corso della controffensiva.

Lo ha dichiarato Oleksii Hromov, vice capo di stato maggiore ucraino, in un briefing a Kiev.

    "Durante l'ultima settimana, le nostre truppe sono avanzate nelle profondità del nemico fino a 3 km nell'area dell'insediamento di Mala Tokmachka e fino a 7 km a sud di Velika Novosilka. Sono stati liberati sette insediamenti nelle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia. Sono stati restituiti al controllo più di 100 chilometri quadrati di territorio ucraino", ha sottolineato Hromov. (ANSA).

Estratto dell'articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica” 15 giugno 2023

 […] Non era mai successo. Quest’anno, più del 2022, il Forum economico di San Pietroburgo che si è aperto ieri è l’epitome dell’isolamento in cui è piombata la Russia. E non tanto per la messa al bando dei reporter occidentali, quanto per la pressoché totale assenza di leader mondiali e ad di multinazionali.

Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha declinato l’invito di Vladimir Putin. Persino i leader delle vicine ex Repubbliche sovietiche hanno deciso di starne alla larga. Se si esclude il premier cubano Manuel Marrero Cruz […]  gli ospiti attesi non includono nessun funzionario straniero di rango superiore al livello ministeriale, neppure dai Paesi neutrali sul conflitto in Ucraina.

 Le più folte delegazioni straniere arrivano dal Medio Oriente, in particolare dall’Arabia Saudita, ma anche da Cina, India, Sri Lanka, Laos, Vietnam, Turchia e Thailandia. In rappresentanza degli Emirati Arabi Uniti ci saranno i ministri dell’Economia Abdulla Bin Touq Al Marri e dell’Istruzione pubblica e Tecnologia Sarah Bint Yousif Al Amiri, mentre l’ambasciatore cinese a Mosca, Zhang Hanhui, dovrebbe essere presente a un panel sui rapporti bilaterali. È lo specchio della nuova geografia delle relazioni russe.

Altro che “Davos russa” come il Forum inaugurato nel 1997 era chiamato quando attraeva politici e investitori globali, […] e competeva con il Forum economico mondiale ospitato a Davos, in Svizzera. Quest’anno l’esponente europeo di più alto profilo sarà il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó […]

In rappresentanza dell’Occidente, nonostante le sanzioni, ci sono anche i leader della Camera di commercio statunitense e dell’Associazione del business europeo (Aeb). A tutti è stato ricordato di portare contanti perché non potranno usare le loro carte di credito in Russia a causa delle sanzioni. […]

Anche il programma riflette il nuovo clima: il tema “sovranità tecnologica” compare 27 volte. Alla Russia non resta che l’autarchia. Perciò deve accontentarsi della partecipazione dei magnati russi, da Leonid Mikhelson a Vladimir Potanin. Molti l’anno scorso temevano di essere visti a San Pietroburgo e di essere di conseguenza associati all’offensiva russa contro Kiev, ma oramai sono soggetti a sanzioni e preferiscono mostrare lealtà al regime. […]

Estratto dell'articolo di Giovanni Tizian e Stefano Vergine per editorialedomani.it il 16 giugno 2023. 

Gli Emirati Arabi Uniti ospiti d’onore. La pubblicizzata alleanza con l’Iran nell’ottica del boicotaggio del dollaro americano come valuta globale. La decisione di mettere in mostra, per la prima volta con tanto di stand, i “nuovi territori” della Federazione, le conquiste della guerra in Ucraina: Donetsk, Lugansk, Kherson, Zaporizhzhia.

La 26esima edizione dello Spief, il Forum economico internazionale di San Pietroburgo che si chiuderà domani, 17 giugno, […] è servita al presidente della Federazione russa per rimarcare la frattura, ormai apparentemente insanabile, tra amici e nemici, «mondo giusto» (il titolo scelto per l’edizione era “Sviluppo sovrano: la fondazione di un mondo giusto”) e ingiusto, blocco orientale e blocco occidentale. […] Un incontro a cui hanno partecipato italiani che in Russia sono apprezzati e considerati influenti.

Su tutti Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia, fondatore dell’associazione Conoscere Eurasia, ha lavorato come consulente anche per la Fininvest di Silvio Berlusconi. A ragione Fallico è ritenuto l’italiano più vicino al Cremlino. E anche quest’anno ha voluto partecipare alla kermesse […] con l’altro biglietto da visita che tiene nel taschino: quello di presidente di Conoscere Eurasia. […]

Tra i presenti c’era anche l’associazione Gim Unimpresa, «che da oltre 20 anni difende e tutela gli interessi delle aziende italiane presenti nella Federazione russa». Il presidente Vittorio Torrembini, che è anche console onorario della Repubblica italiana presso la provincia (oblast) di Lipetsk, non era a San Pietroburgo: in questi giorni si trovava a Roma, ci ha detto. Al suo posto c’era però la direttrice generale dell’associazione, Anita Mengon. 

Per capire l’importanza di Gim è utile citare qualche azienda rappresentata, così come riportato sul sito ufficiale dell’associazione: Zoppas, Luxottica, Parmalat, Mercegaglia, Enel Russia e alcuni istituti di credito che hanno filiali nella territorio della federazione. […] 

Presente anche Pierpaolo Lodigiani, console onorario del Territorio di Krasnodar, venuto al Forum – tiene però a specificare – in qualità di imprenditore (ha all’attivo investimenti in Russia soprattutto nel settore agricolo): «A differenza di altri anni, non è prevista alcuna partecipazione istituzionale. L’approccio è fornire assistenza alle aziende italiane in Russia, non promozionale».

[…] Nel programma ufficiale pubblicato sul sito dello Spief si dà conto di una sola presenza politica italiana: Vito Petrocelli. È l’ex senatore del M5s, fino a un anno fa presidente della commissione Affari esteri, soprannominato “Petrov” per le sue dichiarate simpatie putiniane.

[…]

Questa dunque la presenza italiana allo Spief più anti-occidentale degli ultimi 26 anni. Una presenza timorosa, guardinga, incentrata su un’ambiguità di fondo: esserci per la Russia, non esserci per l’Italia. D’altra parte quello che si conclude oggi è lo Spief in cui Putin ha cristallizzato la sua idea di nuovo ordine mondiale. Basta estrapolare dal programma alcuni dei nomi dei paesi rappresentati: Brasile, India, Indonesia, Cina, Cuba, Turchia, Ungheria (unico stato europeo presente ufficialmente con il ministro degli Esteri di Orbán), Armenia, Myanmar, Pakistan, Siria, Bielorussia, Sudafrica, Nicaragua, Venezuela, Uzbekistan, Kirghizistan, Qatar e, come detto, Emirati Arabi e Iran.

L’ambasciatore iraniano in Russia, Kazem Jalali, ha annunciato ieri che il trattato sul partenariato strategico tra i due Paesi è quasi definito, tra gli obiettivi è fare a meno del dollaro negli scambi commerciali tra i due paesi.

[…]

Oltre all’Iran, l’altra presenza importante allo Spief di quest’anno è stata quella degli Emirati Arabi Uniti, che quest’anno si sono guadagnati il titolo di ospite d’onore. A rappresentare i sette sceicchi a San Pietroburgo c’era Abdullah Al-Marri, ministro dell’Economia degli Emirati. Non è casuale, visto che gli affari tra i due Paesi vanno alla grande, soprattutto da quando (marzo 2022) sono entrate in vigore le sanzioni occidentali contro la Russia.

L’interscambio commerciale tra Russia ed Emirati, secondo Mosca, l’anno scorso è aumentato del 68 per cento rispetto al 2021, arrivando a 9 miliardi di dollari in totale. La fetta più ricca della torta spetta alla Russia, che ha esportato merci nel Golfo per 8,5 miliardi di dollari, mentre il flusso inverso ha totalizzato solo 500 milioni di euro.

Quali sono i prodotti principali che dalla Federazione finiscono ad Abu Dhabi, Dubai e agli altri cinque emirati? Gli aumenti più rilevanti, ha fatto notare nelle scorse settimane Reuters, riguardano oro e petrolio. Per questo il timore di molti, nelle cancellerie occidentali, è che gli Emirati stiano aiutando Mosca ad aggirare le sanzioni.

Guerra Ucraina, la minaccia di Putin all'Occidente: aziende da nazionalizzare.  Il Tempo 15 giugno 2023

La guerra di Putin all'Occidente si giocherà anche sull'aspetto economico. Le prime a farne le spese saranno le aziende occidentali in Russia. Una mossa estrema, più volte minacciata e ora molto più vicina alla realtà: Vladimir Putin si prepara a nazionalizzare le aziende occidentali rimaste in Russia. Almeno quelle considerate «cattive» che non stanno al gioco dettato da Mosca, rendendo molto più complicato lasciare il Paese. Lo scrive il Financial Times, facendo riferimento a un provvedimento ordinato dal Cremlino per rendere possibile acquisire asset occidentali a prezzi stracciati, un primo passo per pensare misure più draconiane andando verso la piena nazionalizzazione.

Le fonti citate dal quotidiano britannico fanno riferimento a una strategia che punta a utilizzare "il bastone e la carota", con l’intenzione di punire le aziende ostili e premiare quelle che, al contrario, fossero disponibili a seguire le regole del Cremlino. Il decreto fornirebbe allo Stato russo il potere di acquisire il diritto di comprare asset con uno sconto significativo rispetto al reale valore, in modo da poterlo poi rivendere con profitto. Non solo. Qualunque società commercializzi asset occidentali dovrà essere interamente posseduta da russi o deve avviare una procedura per escludere gli azionisti stranieri. Esplicita la spiegazione fornita da Dmitry Peskov, il portavoce di Putin. Gli investitori e le aziende occidentali «sono più che benvenuti» in Russia ma «chi ha smesso di pagare i salari o ha lasciato il Paese a fronte di ingenti perdite» finisce nel gruppo delle aziende «cattive». In questi casi, «quello che facciamo con i loro asset diventa affare nostro». Tutto questo è più di un passo verso la nazionalizzazione di una parte delle aziende occidentali rimaste. Quelle che non si piegano al "pizzo" imposto dal Cremlino. Putin ha bisogno di denaro e, nella sua visione esasperata dall’andamento del conflitto in Ucraina, ritiene sia arrivato il momento di appropriarsi di tutte le risorse disponibili. 

Finora, il circolo ristretto di persone che si muove intorno a Putin ha parlato di nazionalizzazione senza arrivare a mosse concrete. Anche perché gli economisti russi hanno sempre suggerito cautela, facendo riferimento al ruolo cruciale rivestito dai capitali occidentali per l’economia russa. Il Cremlino finora ha usato le imprese occidentali come un bancomat, per compensare parte delle mancate entrate del settore energetico. Chi ha scelto di rimanere in Russia ha concesso sconti del 50% ai buyers russi e ha contribuito "volontariamente" al budget russo con un’elargizione compresa fra il 5 e il 10% di ogni singolo affare. Una spinta significativa a mantenere una posizione equilibrata, allontanando l’ipotesi nazionalizzazione, è arrivata finora dalla Governatrice della Banca centrale russa Elvira Nabiullina, preoccupata per la tenuta del mercato interno. Ora, però, sembra arrivato il momento della resa dei conti con quella parte di aziende occidentali sostanzialmente ferme, in attesa di tempi migliori. Il senso del decreto voluto da Putin è chiaro: o si lavora con e per il Cremlino o si finisce nazionalizzati.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 16 giugno.

Ucraina Russia, le notizie di oggi. Usa: «Minacce nucleari russe altamente irresponsabili» Putin: «Possiamo distruggere il centro di Kiev». Francesco Battistini, inviato, e redazione Online su Il Corriere della Sera il 16 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di venerdì 16 giugno. Kiev: «Nell’offensiva a est progressi in varie direzioni. Il centro degli scontri non è più Bakhmut, ma si sta spostando verso Mariupol». Putin chiede un minuto di silenzio per Silvio Berlusconi 

• Sulla via dell’offensiva in Ucraina: «Liberiamo paesi fantasma».

• Quei 67 mila soldati ucraini addestrati da 33 Paesi alleati: i numeri del training Nato.

• Prigozhin sfida Putin e si ribella: «La Wagner non firmerà contratti con la Difesa».

• Kiev: «In una settimana liberati dai russi più di 100 chilometri quadrati».

Ore 00:12 - Kiev: «In una settimana liberati dai russi più di 100 km quadrati»

«Durante l’ultima settimana, le nostre truppe sono avanzate nelle profondità del nemico fino a 3 km nell’area dell’insediamento di Mala Tokmachka e fino a 7 km a sud di Velika Novosilka. Sono stati liberati 7 insediamenti nelle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia Sono stati restituiti al controllo più di 100 chilometri quadrati di territorio ucraino». Lo afferma generale di brigata Oleksiy Hromov, vicecapo della Direzione operativa principale dello Stato maggiore delle Forze armate dell’Ucraina. Lo riporta Unian.

Ore 01:02 - Kiev: «Nell’offensiva a est progressi in varie direzioni»

«A partire da ora, operazioni offensive e difensive sono in corso in varie direzioni. A est, il nemico continua a concentrare una quantità significativa di forze e risorse e raccoglie riserve da altre direzioni»: lo scrive in un messaggio su Telegram la viceministra alla Difesa ucraina, Hanna Malyar. «In particolare, un’unità nemica di truppe d’assalto anfibie è stata spostata da sud a est. Nella direzione di Bakhmut, le azioni offensive continuano nelle direzioni di Rozdolivka - Krasnopolivka e Brekhivka - Yagidne, dove ci sono successi. Le azioni offensive continuano nelle direzioni Berdnyansk e Mariupol». «Ci sono progressi in tutte le direzioni di attacco. Circa un chilometro ciascuno», scrive Malyar. Nel corso della giornata, il nemico ha aumentato il numero di attacchi missilistici e aerei e attacchi di artiglieria e mortai. Le nostre truppe stanno affrontando una forte resistenza nemica e la loro superiorità in numero di uomini e armi. Il nemico sta cercando con tutte le sue forze di impedire l’avanzata delle nostre truppe. Allo stesso tempo, l’offensiva continua in più direzioni, i nostri difensori avanzano gradualmente ma inesorabilmente e infliggono perdite significative al nemico”, conclude la nota.

Ore 01:56 - IL PUNTO MILITARE | Quei 67 mila soldati ucraini addestrati da 33 Paesi alleati: i numeri del training Nato

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli aiuti occidentali all’Ucraina si sono trasformati nella Babele delle armi, un flusso di equipaggiamenti di vario tipo che le fonti ufficiali sostengono sia stato affrontato con abilità da Kiev.

I numeri, contenuti in un articolo del Pentagono, sono stati diffusi per illustrare la visita del segretario della Difesa americano Lloyd Austin a Wiesbaden, località tedesca che ospita il centro di coordinamento alleato che gestisce il supporto fornito da oltre 50 Stati. Cominciamo da qui: lo staff è composto da 200 elementi originari di 21 Paesi, personale che ha seguito ordini e passaggio per 150 mila tonnellate di materiale. Una montagna trasferita con aerei, navi, treni, camion composta da oltre 600 modelli diversi di mezzi e sistemi bellici. Parliamo di tank, blindati, veicoli leggeri, pick up, fuoristrada, cannoni a medio e lungo raggio, munizionamento, droni, radar. E ognuna delle categorie richiede manutenzione, ricambi, logistica, preparazione dei «meccanici». (...)

Ore 03:19 - Sulla via dell’offensiva che libera paesi fantasma

(di Francesco Battistini, inviato sulla N15 verso Donetsk) Certe volte arriva di tutto. «Come ti muovi, ti tirano addosso…». E quelle volte bisogna stare immobili, e basta. «I russi hanno anche più paura di noi…». Domenica, sesto giorno di controffensiva, era una di quelle volte. Il sergente Stefan, 47 anni, da cinque ore stava acquattato coi suoi soldati in una macchia di faggi, mimetizzato di fogliame, ad aspettare il momento buono per togliersi di lì. «Eravamo in una posizione scomoda. I russi nascosti anche loro, forse a meno d’un chilometro. Tutti immobili. Tutti muti. Neanche il respiro». Finché il sergente, nel silenzio della terra di nessuno fra Zaporizhzhia e il Donetsk, non ha sentito quel ronzio. All’inizio, lontano. Quindi, sopra di sé. «Api!». Le ha riconosciute subito: «Prima d’arruolarmi, facevo il contadino e avevo trenta arnie…». (...)

Ore 03:56 - Prigozhin sfida Putin e si ribella: «La Wagner non firmerà contratti con la Difesa»

(di Fabrizio Dragosei) Continua lo scontro infinito tra il capo dei mercenari della Wagner e i più alti vertici dello Stato. E ancora una volta Evgenij Prigozhin sembra deciso a disubbidire perfino al Comandante supremo, non solo all’odiatissimo ministro della Difesa Shojgu e al capo di Stato Maggiore Gerasimov.

Dopo che martedì Vladimir Putin aveva sostenuto l’iniziativa dei vertici militari che prevede l’obbligo per tutte le forze autonome di firmare un contratto con la Difesa, l’estroverso ex ristoratore ha risposto picche: «Nessuno dei combattenti della Wagner è pronto a percorrere di nuovo la via della vergogna. Perciò nessuno firmerà accordi», ha risposo a chi gli ricordava le parole del presidente. (...)

Ore 04:43 - Prigozhin e il mistero della partecipazione ai funerali di Berlusconi: «Non c’ero»

(di Fabrizio Dragosei) Aveva risposto a una domanda sugli eventi bellici di mercoledì, dando al giornalista una notizia che appariva clamorosa: «Non posso dire nulla su quanto è successo perché sono stato ai funerali di Berlusconi». Evgenij Prigozhin, il cosiddetto cuoco di Putin, capo della milizia privata Wagner che combatte in Ucraina era a Milano per le esequie dell’ex presidente del Consiglio? Notizia a dir poco incredibile che ha subito messo in modo il mondo diplomatico.

Ore 05:03 - Nato: «I piloti ucraini addestrati a pilotare gli F-16»

Secondo il Guardian la Nato starebbe addestrando i piloti ucraini a guidare i caccia F-16. Gli alleati Nato hanno mandato i jet di ultima generazione alla resistenza ucraina: Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, ha confermato che l’addestramento è in corso.

Ore 06:58 - Leader africani in missione a Kiev e San Pietroburgo

Alcuni leader africani sono attesi in Ucraina per l’inizio di una missione in cui tenteranno la mediazione fra i Paesi in guerra. Della delegazione, che doveva riunire 7 presidenti, faranno in realtà parte 4 presidenti e tre rappresentanti. Sono in programma colloqui con il presidente Volodymyr Zelensky a Kiev domani e con il presidente russo Vladimir Putin a San Pietroburgo il giorno dopo.

La missione avviene nel pieno della controffensiva ucraina ma, come ha spiegato il sudafricano Cyril Ramaphosa prima della partenza, «è proprio nei momenti di escalation del conflitto che la ricerca della pace deve essere altrettanto accelerata». I rappresentanti africani vogliono far sentire la voce di un continente che è stato duramente colpito dall’aumento dei prezzi dei cereali e dal più ampio impatto sul commercio globale dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia lo scorso anno.

Ore 07:06 - Zelensky: «Se Kiev perde Usa costretti a scegliere tra guerra e crollo Nato»

Se l’Ucraina perdesse contro la Russia, gli Stati Uniti potrebbero dover scegliere tra l’entrata in guerra con Mosca o il «collasso della Nato». Ne è convinto il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, che in una intervista alla Nbc News spiega: «Se l’Ucraina perdesse, se la Russia occupasse l’Ucraina, la Russia continuerà ad andare verso i paesi baltici» iniziando così la guerra «con uno dei paesi della Nato» e a quel punto «gli Stati Uniti dovrebbero scegliere il collasso della Nato o l’entrata in guerra».

Ore 07:28 - Kiev: «150 bambini deportati da Luhansk in Russia»

L’Ucraina afferma che 150 bambini sono stati portati illegalmente dalla regione occupata di Luhansk in Russia. Il Centro nazionale di resistenza dell’Ucraina ha reso noto che l’8 giugno i bambini sono stati deportati dal distretto di Starobilsk di Luhansk in due centri nel distretto di Prikuban della repubblica russa di Karachay-Cherkess. Il mese scorso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva dichiarato che fino a quel momento 19.393 bambini erano stati trasferiti illegalmente in Russia dai territori occupati dell’Ucraina. Il tribunale penale internazionale ha emesso a marzo un mandato d’arresto per il presidente russo, Vladimir Putin, per aver supervisionato il rapimento di bambini ucraini. Nell’accogliere la richiesta di mandati da parte del pubblico ministero della Corte penale internazionale, un collegio di giudici ha convenuto che vi erano «ragionevoli motivi» per ritenere che Putin e il suo commissario per i diritti dei bambini, Maria Alekseyevna Lvova-Belova, fossero responsabili della «deportazione illegale» di bambini ucraini. Ieri il Centro nazionale di resistenza dell’Ucraina ha riferito che 750 bambini di Luhansk dovrebbero arrivare questo mese nei due centri di Karachay-Cherkess.

Ore 08:22 - Leader africani con «proposte per rafforzare fiducia»

Saranno una serie di misure per «rafforzare la fiducia reciproca» quelle che i leader africani, in missione di pace per l’Ucraina, proporranno oggi alle autorità di Kiev e domani a quelle di Mosca. Lo scrive la Reuters, che ha visto la bozza di documento che farebbe da base alla mediazione. Tra le misure possibili, il ritiro delle truppe russe, la rimozione delle armi nucleari tattiche dalla Bielorussia, l’alleggerimento delle sanzioni e la sospensione del mandato di arresto della Corte penale internazionale contro Vladimir Putin. Sono sei i Paesi in campo, Zambia, Senegal, Congo-Brazzaville, Uganda, Egitto e Sudafrica. (AGI) Bia 160815 GIU 23 (AGI) - Roma, 16 giu. - La missione voluta dal presidente del Sudafrica sarà `capitanata´ proprio da Cyril Ramaphosa, che al suo fianco avrà i capi di stato del Senegal, Macky Sall e dello Zambia, Hakainde Hichilema. Il presidente dell’Egitto sarà rappresentato dal suo capo di governo e il ministro degli Esteri dovrebbe rappresentare l’ugandese Yoweri Museveni che, sembra, abbia contratto il Covid. Denis Sassou Nguesso sarà, invece, il grande assente di questa missione. Anche il capo di stato delle Comore, attuale presidente dell’Unione africana, Azali Assoumani, è già dall’altro ieri in Polonia, punto di `raccolta´ per la delegazione africana. Oggi, prima di andare a Kiev, i leader africani si recheranno a Boutcha, poi incontreranno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e al termine ci sarà una conferenza stampa. In serata, poi, la delegazione lascerà Kiev per recarsi a San Pietroburgo dove incontreranno il presidente russo Vladimir Putin. Artefice e coordinatrice della missione di pace africana è la Fondazione Brazzaville, il cui presidente, Jean-Yves Ollivier, ha già condotto, nelle due capitali, una missione esplorativa. «Il conflitto, così come le sanzioni imposte alla Russia dai principali partner commerciali del continente africano -rimarchera’ la delegazione- hanno avuto un effetto negativo sulle economie e sui mezzi di sussistenza africani».

Ore 08:37 - Russia: «Putin autorizza governo ad acquistare aziende occidentali, passo verso nazionalizzazione»

Il Presidente russo Vladimir Putin ha firmato la scorsa settimana un decreto che conferisce al governo i poteri per acquistare compagnie occidentali «ad uno sconto significativo», vale a dire al 50 per cento del loro valore, con una ulteriore tassa del dieci per cento del valore della transazione, come previsto da un provvedimento dello scorso dicembre. Secondo quanto ha reso noto il Financial Times, citando investitori coinvolti nella liquidazione delle aziende per cui si tratta di un «vaso di pandora» che apre la strada alla nazionalizzazione. Il governo avrà il diritto di acquistare qualsiasi asset occidentale messo in vendita in saldo, in modo da poterlo rivendere in seguito per un profitto. «Se una azienda non adempie ai suoi obblighi, passa nella categoria delle bad companies», ha commentato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citando per esempio il mancato pagamento dei salari. Gli acquirenti privati dei beni occidentali devono essere solo russi e piazzare il venti per cento della compagnia acquisita sulla borsa di Mosca.

Ore 09:17 - Al via la missione di pace dei leader africani, oggi da Zelensky, domani da Putin

Al via la missione diplomatica di pace di 7 Paesi africani nel tentativo di trovare una soluzione alla crisi ucraina. Il gruppo, che include il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa , sarà oggi a Kiev per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e domani a San Pietroburgo per incontrare il presidente russo Vladimir Putin. La presidenza del Sudafrica ha diffuso le immagini dell’arrivo di Ramaphosa in treno alla stazione di Nemishaeve, nella regione di Kiev, dalla Polonia. E la Bbc pubblica alcune foto della delegazione africana sul treno. Con Ramaphosa ci sono rappresentanti di Egitto, Senegal, Comore, Uganda, Zambia e Repubblica del Congo.

Ore 10:43 - Cremlino: «Putin aperto a proposte soluzione guerra»

Il presidente russo Vladimir Putin rimane aperto a qualsiasi contatto per discutere le opzioni sul tavolo volte a risolvere «il problema ucraino», problema che può essere «risolto in modi diversi»: lo ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, a margine del forum economico internazionale di San Pietroburgo.

 «Il presidente Putin era, è e rimane aperto a qualsiasi contatto per discutere le possibili opzioni volte a risolvere il problema ucraino. Per noi, il `problema ucraino´ non è maturato un anno fa, è maturato in molti decenni. È collegato alla sicurezza del nostro Paese, è collegato alle garanzie della sicurezza per il futuro, è collegato all’esistenza di un potenziale centro anti-russo proprio ai nostri confini, è collegato con l’avanzamento della Nato verso i nostri confini. Naturalmente, questo problema può essere risolto in molti modi. Pertanto, tutte le possibili idee che mirano a risolvere questo problema e a porre fine a questo conflitto, sono sostenute da Putin. E Putin accoglie con favore i prossimi contatti con i leader africani », ha aggiunto Peskov. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti.

Ore 10:47 - Allarme aereo a Kiev e in diverse altre regioni

Allarme aereo a Kiev, nella regione di Kiev, e in diverse altre regioni dell’Ucraina, come Vinnytsia, Cherkasy, Kirovohrad, Dnipropetrovsk, Mykolaiv e Kherson. Lo riporta la testata ucraina Unian. Un diplomatico ucraino, Olexander Scherba, sottolinea su Twitter che l’allerta aerea a Kiev è scattata proprio mentre l’Ucraina ha accolto una delegazione africana in missione di pace.

Ore 11:06 - Esplosioni a Kiev, in corso visita presidente Sudafrica

Esplosioni sono state udite questa mattina a Kiev, durante la missione di pace del presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, nella capitale. Lo riporta l’emittente statale ucraina Suspilne. In precedenza erano scattate le sirene antiaeree dopo il lancio di missili da crociera Kalibr russi dal Mar Nero verso la regione di Kiev.

Ore 11:23 - Kiev: «Situazione al fronte è tesa, avanziamo ma russi resistono»

«La situazione nell’area sotto il comando militare orientale rimane tesa. Nonostante l’avanzata delle nostre truppe a sud e malgrado il nemico perda territori e insediamenti in questa direzione, questi continua a spostare alcune delle unità più capaci di combattere verso la direzione di Bakhmut, combinando queste azioni con un potente fuoco di artiglieria e attacchi d’assalto e aerei dell’esercito sulle posizioni delle nostre truppe»: lo scrive su Telegram il comandante delle forze di terra ucraine, Oleksandr Syrskyi. «Allo stesso tempo - ha proseguito -, continuiamo a condurre azioni offensive in direzioni separate, occupando altezze dominanti, strisce di foresta con l’obiettivo di spostare gradualmente il nemico dagli approcci a Bakhmut. Rendendosi conto di ciò, le unità nemiche hanno opposto una resistenza disperata. Pertanto, è chiaro che i nostri piani necessitano di aggiustamenti e chiarimenti periodici». Su questo, dice Syrskyi, «ho tenuto una riunione con i comandanti delle unità, ha discusso questioni problematiche e ha identificato i modi per risolverli», in contatto anche con le unità che combattono.

Ore 11:39 - Cessato allarme a Kiev, abbattuti 12 missili russi

L’aeronautica ucraina afferma di aver respinto «sei missili Kinzhal, sei missili da crociera Kalibr e due droni da ricognizione» nell’attacco aereo compiuto in mattinata sull’Ucraina, compresa la capitale. A Kiev è appena cessata l’allerta aerea.

Ore 11:41 - Kuleba: «L’attacco a Kiev messaggio contro la missione africana»

«Putin costruisce la fiducia lanciando su Kiev il più massiccio attacco missilistico da settimane, proprio nel mezzo della visita di leader africani alla nostra capitale. I missili sono un messaggio all’Africa: la Russia vuole più guerra, non la pace»: lo scrive citato da Telegram il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba.

Ore 12:51 - Mattarella al nuova ambasciatore russo: «Invasione brutale»

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale, per la presentazione delle Lettere Credenziali, il nuovo Ambasciatore della Federazione Russa, Signor Alexey Vladimirovich Paramonov. Nel colloquio, il Presidente Mattarella ha ribadito ancora una volta la ferma condanna per la brutale invasione perpetrata dalle forze armate russe, che rappresenta una gravissima violazione del diritto internazionale, nonché della sovranità, dell’indipendenza e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Era presente all’incontro il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli.

Ore 14:15 - Cremlino, Putin aperto a soluzione crisi ma non a sottoscrivere accordi con leader Africa

Vladimir Putin è aperto a qualsiasi contatto e idea per risolvere la crisi in Ucraina, ma non è in programma l’adozione di documenti basati sui risultati dell’incontro del Presidente russo con i leader dei Paesi africani impegnati in una missione di mediazione che oggi li ha portati a Kiev e domani a San Pietroburgo. «Per noi il significato della frase “problema ucraino” è del tutto chiara. Non è apparsa all’improvviso lo scorso anno. Ha maturato per decenni. Riguarda la sicurezza del nostro Paese e le garanzie di sicurezza per il futuro, dell’esistenza di un centro che è apertamente ostile ai russi etnici e allo Stato russo alla nostra frontiera», ha spiegato il portavoce, Dmitry Peskov.

Ore 14:45 - Lavrov, difficile prolungare accordo che non funziona

«Come si può estendere qualcosa che non funziona?». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, rispondendo a una domanda sulla possibilità di prolungare l’accordo sul grano. Lo riporta Ria Novosti. «Solo la parte ucraina funziona - ha spiegato a margine dello Spief -, e non nel contesto proposto dal segretario generale delle Nazioni Unite, ovvero per soddisfare le esigenze dei Paesi più poveri, ma in senso puramente commerciale».

Ore 14:46 - Zelensky invita Trump e DeSantis a Kiev

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato l’ex presidente americano, Donald Trump, e il governatore della Florida, Ron DeSantis, candidati alle prossime presidenziali americane, a fare visita a Kiev. Sia Trump che DeSantis hanno messo in dubbio il continuo sostegno militare americano a Kiev nel conflitto contro la Russia. In un’intervista all’emittente Usa Nbc, Zelensky ha ammonito sul fatto che un’eventuale sconfitta dell’Ucraina porterebbe solo a un conflitto più ampio con Mosca.

Ore 14:49 - Stoltenberg, puntiamo a Consiglio Nato-Ucraina a Vilnius

«Stiamo lavorando alla creazione del Consiglio Nato-Ucraina, in cui Kiev siederà alla pari con gli alleati. La nostra ambizione è avere la prima riunione del Consiglio al summit di Vilnius con il presidente Volodymyr Zelensky». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg al termine della ministeriale Difesa.

Ore 14:50 - Cremlino, preparativi visita Putin in Turchia non ancora iniziati

I preparativi per la visita del presidente russo Vladimir Putin in Turchia non sono ancora iniziati. Lo ha detto l’aiutante presidenziale Yuri Ushakov a margine dello Spief a San Pietroburgo. «No, non ci sono ancora informazioni sulle date, perché i veri preparativi per la visita non sono ancora iniziati», ha spiegato. Ieri lo stesso Ushakov aveva reso noto che il leader del Cremlino aveva in programma di effettuare una visita in Turchia su invito del suo omologo Recep Tayyip Erdogan.

Ore 14:55 - Putin: «Ordine mondiale multipolare si sta rafforzando»

«L’ordine mondiale multipolare si sta rafforzando e questo è un processo inevitabile». Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, intervenendo al Forum economico di San Pietroburgo.

Ore 14:56 - Putin annuncia aumento salario minimo del 18,5% dal 2024

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha annunciato che a partire dal 1° gennaio 2024 il salario minimo in Russia verrà aumentato del 18,5%. L’annuncio è giunto nel corso del suo intervento alla plenaria del Forum economico internazionale di San Pietroburgo, lo Spief. Il forum internazionale, risposta russa a quello di Davos, si tiene dal 14 al 17 giugno. L’intervento di Putin era previsto per le 13 ora italiana ma è iniziato in ritardo.

Ore 14:58 - Putin, non siamo isolati, stop rapporti economici politicizzati

La Russia «non è isolata» ma non vuole relazioni con economie «politicizzate». Lo ha detto il president russo, Vladimir Putin, al Forum di San Pietroburgo. Commentando l’impatto delle sanzioni, Putin ha ricordato che «la gente diceva che saremmo stati isolati, ma al contrario, abbiamo stabilito relazioni molto migliori in termini di partner commerciali». La Russia non è interessata a sviluppare relazioni con partner che sostengono «pratiche barbare» e che sono soggetti a influenze «politiche». «La Russia sarà una parte importante dell’economia mondiale», ha assicurato il leader del Cremlino. «I cambiamenti nella geopolitica sono irreversibili e stiamo andando avanti sulla base di una politica pragmatica e di un rapporto responsabile con i partner del mercato», ha aggiunto.

Ore 15:32 - Putin: «Obbligati ad aumentare la spesa per la difesa»

«La Russia è obbligata ad aumentare la spesa per la difesa per garantire la sicurezza del paese». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin nel suo intervento al forum economico di San Pietroburgo, come riporta Ria Novosti.

Ore 15:37 - Putin: «Zelensky è la vergogna del popolo ebraico»

«Zelensky non è ebreo, ma la vergogna del popolo ebraico». Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, intervistato alla sessione plenaria del Forum di San Pietroburgo.

Ore 15:44 - Putin: «La controffensiva ucraina non ha alcuna chance»

«La controffensiva ucraina non ha alcuna chance di successo». Lo sostiene il presidente russo Vladimir Putin nel suo discorso al forum economico di san Pietroburgo, come riporta Ria Novosti. «Le forze di Kiev in questo momento attaccano in alcune aree, hanno perso diversi carri armati, i combattimenti continuano ma non hanno alcuna possibilità», ha aggiunto come riporta Tass.

Ore 15:50 - Ambasciatore russo a Roma: «Preserviamo i canali di dialogo»

L’ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Federazione russa nella Repubblica italiana, Alexey Paramonov, è stato ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la consegna delle lettere credenziali. Nel corso del colloquio al Quirinale, si legge in un post dell’ambasciata russa a Roma, «entrambe le parti hanno notato il carattere plurisecolare delle relazioni tra Russia e Italia e l’importanza di preservare i canali di dialogo e l’esperienza dell’interazione bilaterale acquisita. Sono state toccate inoltre questioni più urgenti dell’agenda bilaterale e internazionale».

Ore 16:05 - Fonti Nato: «Non c’è accordo su rimozione del Map per Kiev»

«Non c’è accordo tra gli alleati sulla proposta di rimuovere il Map per l’Ucraina, si tratta solo di una proposta». Lo dice all’Ansa un’alta fonte diplomatica al corrente delle discussioni in corso all’interno del Consiglio Atlantico. Il Piano d’azione per l’adesione (Membership Action Plan, o Map) è il programma che aiuta i Paesi che aspirano ad entrare nella Nato a raggiungere gli standard necessari in termini di qualità delle istituzioni e dello Stato di diritto, fra i vari parametri. Ma Finlandia e Svezia, ad esempio, hanno saltato questo passaggio.

Ore 16:24 - Putin: «Nato è in guerra, bruceremo sui jet e tank»

«Certamente, la Nato è coinvolta nella guerra in Ucraina. I suoi carri armati, i Leopard bruciano e bruceranno anche gli F-16». Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, al Forum economico di San Pietroburgo.

 Ore 16:29 - Putin chiede minuto silenzio per Berlusconi durante Forum

Il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto oggi di rispettare un minuto di silenzio in memoria di Silvio Berlusconi durante il Forum economico internazionale di San Pietroburgo.

Ore 16:39 - Putin: «Berlusconi personalità dal profilo universale»

Silvio Berlusconi è stato «una personalità dal profilo universale». Lo ha dichiarato il presidente russo, Vladimir Putin, durante il Forum economico internazionale di San Pietroburgo (Spief). «Berlusconi ha fatto molto per stabilire i rapporti normali a lungo termine tra la Russia e i Paesi della Nato», ha detto il titolare del Cremlino, sottolineando anche che l’ex presidente del Consiglio è stato anche «una persona energica, attiva e solare». In memoria di Berlusconi, Putin ha chiesto ai partecipanti del forum di osservare un minuto di silenzio.

Ore 16:43 - Putin: «Volendo possiamo distruggere il centro di Kiev»

 Il presidente russo Vladimir Putin, parlando al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, ha affermato che la Russia potrebbe «distruggere qualsiasi edificio nel centro di Kiev», ma ha deciso di non farlo «per una serie di motivi». Lo riporta Ria Novosti. Putin ha aggiunto che gli attacchi alla regione di Belgorod e al Cremlino «sono un tentativo di provocare la Russia a gravi azioni di ritorsione».

Ore 16:53 - Putin: «Aerei per Kiev fuori dall’Ucraina? Vedremo come colpire...»

«Se gli aerei forniti a Kiev sono basati fuori dall’Ucraina, la Russia vedrà come colpirli e dove». Lo afferma il presidente russo Vladimir Putin al forum economico di San Pietroburgo, come riporta TassOre 16:55 - Kiev: «23 civili feriti per missili russi su Kherson, 3 bimbi»

I russi hanno colpito aree residenziali della città alluvionata di Kherson, provocando almeno 23 feriti, di cui tre sono bambini e almeno tre dei quali sono in condizioni definite «critiche». Una struttura medica, un asilo nido, un supermercato ed edifici residenziali sono stati colpiti. Lo scrive il capo dell’ufficio di presidenza ucraino, Andryi Yermak, citato dal Kyiv Post su Telegram.

Ore 17:16 - Le difficoltà dell’offensiva in Ucraina: dalla guerra elettronica ai campi minati

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Un’offensiva lenta degli ucraini ostacolata dalla tattica d’attrito del nemico. Problemi nell’avanzare insieme a successi parziali. È questa la fase del conflitto.

 Il rapporto

L’istituto britannico Rusi, con Jack Watling, ha offerto una prima ricostruzione di quanto avviene nel settore meridionale, quello di Zaporizhzhia. I soldati di Kiev hanno davanti una prima linea di trincee e «nidi» rustici, un velo leggero di truppe nemiche. In questi giorni è questa fascia a essere stata superata, ma solo in alcuni punti e a caro prezzo. Subito dopo si aprono campi minati con ordigni anti-tank e anti-personale, sempre qui gli invasori utilizzano droni (ricognizione, attacco) e tiro dell’artiglieria. Più in profondità, a circa 15-20 chilometri, Mosca ha creato una fascia ancora più protetta: le postazioni sono in cemento, ben interrate, molti gli ostacoli e attorno ancora mine in quantità.

Ore 17:21 - Putin: «Alcune armi nucleari già in Bielorussia»

Alcune armi nucleari russe sono già state consegnate alla Bielorussia e il resto verranno trasferite entro la fine dell’anno. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin citato dalle agenzie di Mosca.

Ore 17:35 - Kiev: «Qualsiasi appello al dialogo da Mosca è un bluff»

«Qualsiasi appello alla pace e al dialogo proveniente dalla parte russa con l’accompagnamento di missili da crociera e balistici non è altro che un cinico e ipocrita bluff propagandistico. Volete il cessate il fuoco? È sufficiente ordinare semplicemente il ritiro delle truppe dal territorio di un paese sovrano straniero e poi possiamo parlare». Lo ha scritto su Twitter Mikhaylo Podolyak, consigliere del presidente russo, Volodymyr Zelensky.

Ore 17:50 - Metsola: «Reazione forte Europa strada da continuare»

«Fin dal primo giorno il Parlamento Europeo ha guidato il sostegno all’Ucraina e la reazione forte dell’Europa all’aggressione russa. È la strada che dobbiamo continuare a percorrere. L’Ucraina sta lottando per l’Europa e non la abbandoneremo». Lo dice il presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, nel videomessaggio inviato all’iniziativa `L’Europa presente´. «Questa guerra riguarda tutti noi - aggiunge - è una minaccia al nostro modello democratico, alla nostra sicurezza e ai nostri valori».

Ore 17:52 - «Il capo dell’Aiea Grossi a Mosca la prossima settimana»

Prevista per la prossima settimana la visita a Mosca del capo dell’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) Rafael Grossi. Lo ha riferito l’agenzia di stampa statale russa Interfax citando il capo dell’azienda per l’energia atomica russa Rosatom. Ieri Grossi ha visitato la centrale nucleare di Zaporizhzhia, controllata dalla Russia, nel sud dell’Ucraina, per valutare la situazione in seguito al crollo della diga di Kakhovka e ha dichiarato che la situazione è «seria» e che la centrale potrà funzionare in sicurezza per «un po’ di tempo».

Ore 18:09 - L’Ue: «Leader africani accolti a Kiev dai missili di Putin»

«L’Ue apprezza tutti gli sforzi fatti in direzione per la pace ma per lavorare in questa direzione è necessario parlare e incontrare le vittime di questa aggressione. È un bene quindi che i leader africani siano andati a Kiev, un anno e quattro mesi dopo l’inizio della guerra. I leader africani sono stati accolti a Kiev dai missili di Putin, credo che questo abbia reso chiaro chi sia l’aggressore». Così il portavoce del servizio esterno dell’Ue, Peter Stano, in una conferenza stampa a Bruxelles. «Spero che i leader africani vedano quanto accade in Ucraina e che quanto accaduto oggi renda chiaro anche loro quanto sincero sia Putin nella sua volontà di mediare o di accettare mediazioni», ha commentato Stano.

Ore 18:12 - Mosca: «Abbiamo avvertito gli Usa sul rischio di fornire F-16 a Kiev»

Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, sostiene che la Russia abbia avvertito ufficialmente gli Stati Uniti del rischio di fornire all’Ucraina dei cacciabombardieri F-16 in grado di trasportare testate nucleari. «Ne abbiamo discusso nell’ambito del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, dei “cinque nucleari” i cui esperti si riuniscono periodicamente», ha spiegato Lavrov.

« Gli Stati uniti hanno cercato di negare, dicendo “veramente pensate che daremo all’Ucraina apparecchi in grado di trasportare testate nucleari?”. Ma i nostri sistemi che seguiranno questi apparecchi non sono in grado di distinguere un aereo non equipaggiato con armi atomiche da uno che lo è», ha proseguito Lavrov. Per questo, la reazione russa agli F-16 che sorvolino l’Ucraina o che rappresentino una minaccia alla sicurezza nazionale russa sarà di natura tecnico-militare, ha concluso.

Ore 18:25 - Usa, annunciato pacchetto di aiuti umanitari da 205 milioni per l’Ucraina

Il Dipartimento di stato Usa ha dichiarato che gli Stati Uniti forniranno all’Ucraina 205 milioni di dollari in ulteriore assistenza umanitaria. Il nuovo stanziamento consentirà al popolo ucraino di accedere a cibo, acqua potabile sicura, servizi di protezione, istruzione, mezzi di sussistenza, assistenza legale, alloggi accessibili, assistenza sanitaria attraverso partner internazionali e Ong operanti nella regione. Questi fondi aiuteranno anche le vittime del conflitto a mantenere i contatti con i familiari da cui sono stati separati e incoraggiano il ricongiungimento familiare quando possibile. L’assistenza umanitaria fornita all’Ucraina dagli Stati Uniti, nell’anno fiscale 2023 supera i 605 milioni di dollari

Ore 18:27 - Putin: «Berlusconi un uomo brillante»

Ore 19:00 - Austin (Usa): «Il momento è critico, dobbiamo fornire assistenza a Kiev»

È importante «assicurarci di fornire all’Ucraina l’assistenza di sicurezza di cui ha bisogno per avere successo in questa battaglia», passato più di un anno dall’invasione russa del Paese. Lo ha detto il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, ai giornalisti a Bruxelles. «È molto importante che noi e i nostri partner - ha aggiunto - restiamo concentrati su questo». «Il mio focus resta quello di assicurarsi di avere il giusto tipo di assistenza di sicurezza all’Ucraina in modo che possano avere successo - ha affermato - E credo che questo sia un momento davvero critico sul campo di battaglia».

Ore 18:29 - Mosca convoca l’ambasciatore australiano: «Relazione ai minimi»

Il ministero degli Esteri di Mosca ha convocato l’ambasciatore australiano per protestare in merito alla decisione di Canberra di revocare la licenza per la costruzione di una nuova sede diplomatica di Mosca. A riportarlo è Ria Novosti spiegando che il viceministro degli Esteri Rudenko ha convocato l’ambasciatore australiano in Russia Greim Meehan e «ha protestato con forza contro la decisione del governo australiano di interrompere l’affitto del terreno dove si sta costruendo il nuovo complesso dell’ambasciata russa a Canberra».

Secondo Mosca si tratta di «un passo apertamente politicizzato e ostile volto a causare ulteriori danni alle relazioni bilaterali, che, grazie a Canberra, hanno raggiunto il punto più basso della storia». In una nota il ministero degli Esteri di Mosca ha affermato che «la Russia intende utilizzare tutti i meccanismi necessari per proteggere i propri interessi, comprese eventuali misure di ritorsione».

Ore 18:36 - Blinken: «Non ci sono indicazioni che Putin stia per usare armi nucleari»

Il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha detto che non ci sono indicazioni che la Russia si stia preparando a utilizzare armi nucleari e gli Usa non vedono motivazioni per cambiare la propria posizione sulle armi atomiche.

Ore 18:49 - Russia: «Colpiremo gli F-16 solo all’interno dell’Ucraina»

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass, ha precisato che la Russia distruggerà gli F-16, che altri Paesi forniranno a Kiev, solo all’interno «dell’Ucraina». In precedenza il presidente Putin, rispondendo a una domanda al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, aveva detto, anch’egli citato dalla Tass, che «se gli aerei forniti a Kiev saranno basati fuori dall’Ucraina, la Russia vedrà come colpirli e dove».

Ore 19:10 - Zelensky: «Solo il ritiro dei russi può fermare la guerra»

«Tutte le nazioni del mondo meritano di vivere liberamente, senza l’imposizione della volontà altrui con mezzi militari o politici. La cessazione del terrore russo e il ritiro di tutto il loro popolo dal territorio dell’Ucraina è ciò che può fermare questa guerra. L’Ucraina e il mondo non hanno bisogno di guerre. La pace è necessaria ma deve essere vera e giusta, senza alcun ricatto o inganno russo». Ha scritto su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo l’incontro avvenuto a Kiev con una delegazione di Paesi africani guidata dal presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa.

Ore 19:14 - «Il centro degli scontri non è più Bakhmut, la controffensiva si sposta verso Mariupol»

«Se la prima settimana l’epicentro era a est, ora vediamo che i combattimenti si stanno spostando a sud e che le aree più attive sono Berdiansk e Mariupol», lo ha dichiarato la viceministra della Difesa ucraina Hanna Malyar, citata dal Guardian.

Ore 19:24 - Cremlino: «Pronti al dialogo con gli Usa sul controllo delle armi nucleari»

La Russia «è pronta a negoziare» con gli Stati Uniti sul controllo delle armi nucleari. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, a margine del Forum economico internazionale di San Pietroburgo (Spief). Lo riporta Ria Novosti. Nel corso del suo discorso il presidente Vladimir Putin aveva dichiarato che Mosca non ha nessuna intenzione di «ridurre» il suo arsenale bellico nucleare.

Ore 19:33 - Casa Bianca: «Le minacce nucleari di Russia e Bielorussia sono gravemente irresponsabili»

La vice portavoce della Casa Bianca, Olivia Dalton, durante un briefing virtuale con i giornalisti, ha affermato che le minacce nucleari di Russia e Bielorussia sono «gravemente irresponsabili».

La presidenza Usa ha così criticato le dichiarazioni del presidente russo, Vladimir Putin, durante la plenaria del Forum economico internazionale di San Pietroburgo (Spief), il quale ha affermato che Mosca ha già trasferito una prima parte di armi nucleari in Bielorussia. La decisione, ha aggiunto, vuole rappresentare un elemento di deterrenza verso «tutti coloro che intendono infliggere una sconfitta strategica alla Russia».

Ore 19:47 - Zelensky: «Leader africani a Mosca? Non capisco perché ci vadano»

Zelensky si è chiesto perché la delegazione in visita di leader africani abbia pianificato di recarsi a Mosca per colloqui con Vladimir Putin dopo che un attacco missilistico russo è stato lanciato su Kiev durante la loro visita. «Questa è la loro decisione, quanto sia logico non capisco davvero», ha detto in una conferenza stampa congiunta con i leader africani, secondo quanto riportato dal Guardian.

Ore 19:54 - «Nessun negoziato con i russi mentre occupano l’Ucraina»

«Oggi, ho detto chiaramente più volte durante il nostro incontro: consentire qualsiasi negoziato con la Russia ora, mentre l’occupante è sulla nostra terra significa congelare la guerra, congelare tutto: dolore e sofferenza», ha detto Zelensky in conferenza stampa dopo aver incontrato la delegazione africana, citato da Rbc Ukraine. «Abbiamo bisogno di una vera pace e, quindi, di un vero ritiro delle truppe russe da tutta la nostra terra indipendente».

 Ore 20:00 - Ucraina: abbattuti su Kiev due missili ipersonici

Lo Stato Maggiore dell’esercito ucraino ha detto di aver abbattuto oggi sopra Kiev due missili ipersonici russi Kinzhal. Se fosse confermato, l’azione smentirebbe il presidente russo Vladimir Putin che ha definito i missili Kinzhal «imbattibili». L’aeronautica militare ucraina ha anche detto di aver abbattuto sei missili da crociera Kalibr e due droni.

Ore 20:19 - La delegazione africana svelerà le proposte per la pace dopo l’incontro con Putin

La delegazione africana giunta a Kiev ha presentato delle proposte di pace al governo ucraino, ma non le renderà pubbliche fino al termine dell’incontro di domani a San Pietroburgo con il presidente russo Vladimir Putin: è quanto pubblica l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, citando fonti diplomatiche. Stando alle fonti il colloquio con il presidente ucraino Voldoymyr Zelensky e la leadership ucraina è stato «assai franco».

Ore 20:31 - «Putin vuole minare i rapporti tra Kiev e Israele»

«Un commento fatto per provocare e un triste tentativo di propaganda». Così l’ambasciatore ucraino in Israele Yevgeny Kornichuk ha commentato le parole del presidente russo Vladimir Putin sul leader ucraino Volodymyr Zelensky, definito «una vergogna per il popolo ebraico». Al sito di Ynet Kornichuk ha detto che «dobbiamo tenere in considerazione che Putin sta cercando di minare le relazioni tra Israele e l’Ucraina prima della visita della moglie del presidente Zelensky in Israele, facendo dichiarazioni di questo tipo prima di sabato, che è un giorno sacro per gli ebrei». Il diplomatico ha aggiunto che «ci aspettiamo che il governo di Israele condanni con forza le dichiarazioni di Putin. Se non lo farà, potrebbe esserci uno slittamento o anche una cancellazione della visita della moglie del presidente Zelensky in Israele». Olena Zelenska è attesa in Israele la prossima settimana.

Ore 21:03 - Kiev: «Le frasi di Putin sulle armi nucleari in Bielorussia vanno prese sul serio»

Le affermazioni di Putin secondo cui le prime armi nucleari russe sono arrivate in Bielorussia dovrebbero essere prese «molto, molto sul serio». Lo ha dichiarato alla Cnn l’ambasciatore dell’Ucraina nel Regno Unito. Vadym Prystaiko ha detto che il riarmo della Bielorussia, uno stretto alleato della Russia, è una violazione degli accordi internazionali e un tentativo di ricattare l’Occidente. «Credo che l’Occidente debba prendere la cosa molto, molto seriamente», ha dichiarato. Quando gli è stato chiesto se l’Ucraina la considera una minaccia di Putin per usare armi nucleari nei prossimi mesi, Prystaiko ha risposto: «Credo che stesse ricattando tutti noi: gli ucraini, prima di tutto, ma anche gli europei, gli americani e tutti i nostri partner nel mondo».

Ore 21:53 - Tajani: «L’ultimo messaggio di Berlusconi è stato “lavora per la pace, fai di tutto”»

«L’ultimo messaggio che mi ha mandato quando stavo per partire per gli Usa» è stato «”lavora per la pace, insisti perché si possa raggiungere un accordo di pace tra Ucraina e Russia, fai di tutto”». La raccomandazione ricevuta da Silvio Berlusconi la rivela, intervenendo a Stasera Italia su Ra4, il vicepremier e coordinatore di FI, Antonio Tajani. «Una nota che mi ha commosso», conclude.

Ore 22:23 - Kiev: «Registriamo un successo tattico nel Sud»

Nel sud dell’Ucraina, le forze armate di Kiev «avanzano» e registrano «un successo tattico». Lo ha affermato la viceministra della Difesa ucraina Hanna Malyar in un aggiornamento su Telegram. «Le forze di difesa dell’Ucraina continuano a condurre azioni sia offensive che difensive e hanno un successo parziale. Le nostre truppe operano in condizioni di superiorità aerea e di artiglieria del nemico», si legge nel messaggio. A sud, «praticamente in tutte le aree e direzioni in cui le nostre unità stanno avanzando, stanno avendo successo tattico. Stiamo avanzando gradualmente, ora fino a due chilometri in ciascuna direzione», ha detto Malyar. Sulle linee di Berdyansk e Mariupol, «il nemico sta portando truppe da altre direzioni e aumentando la potenza di fuoco».

«A est, le forze di difesa dell’Ucraina stanno conducendo operazioni sia difensive che controffensive. Qui, il nemico sta cercando di rimuovere le nostre truppe dalle loro posizioni occupate e sta conducendo operazioni di assalto in più direzioni contemporaneamente, in particolare su Lyman», ha spiegato Malyar. A Bakhmut, «l’intensità complessiva delle ostilità è leggermente diminuita. Le nostre truppe stanno effettuando operazioni offensive in aree separate» e «il nemico sta facendo ogni sforzo per fermare le azioni offensive delle nostre forze di difesa».

Ore 22:56 - Zelensky: «Ho incontrato i comandanti dei nostri nuovi fronti, c’era Budanov»

«C’è stato un altro evento oggi, un altro punto nel mio programma che non è stato ancora annunciato. Questo è il Consiglio di Guerra. Con i nostri comandanti - i generali Syrsky, Tarnavsky, Zaluzhny, Shaptala. E con i nostri comandanti in direzioni specifiche di azioni attive - non dirò ancora i loro nomi, tutto a suo tempo. La nostra avanzata è la cosa più importante. Ciascuno dei nostri soldati, ciascuno dei nostri nuovi passi e ogni metro di terra ucraina liberato dal nemico è la cosa più importante. E c’era Budanov... Passi separati». Lo dice il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un passaggio del suo discorso serale.

Ore 23:26 - Zelensky alla missione di pace africana: «Dite a Putin di liberare i prigionieri»

Zelensky ha esortato il gruppo di leader africani a chiedere a Vladimir Putin la liberazione dei prigionieri politici in Crimea, definendola un «passo importante». Sette leader africani, tra cui i presidenti delle Comore, del Senegal, del Sudafrica e dello Zambia, oltre al primo ministro egiziano e ai rappresentanti di alto livello della Repubblica del Congo e dell’Uganda, hanno visitato oggi l’Ucraina come parte di una «missione di pace» da loro stessi definita, mirata a contribuire a porre fine alla guerra, che dura ormai da quasi 16 mesi, tra Ucraina e Russia. Domani, i leader africani si recheranno a San Pietroburgo, in Russia, per incontrare Putin. La missione in Ucraina, la prima del suo genere da parte dei leader africani, segue altre iniziative di pace, come quella della Cina.

Ore 00:53 - Ambasciatori Usa e Russia si incontrano a Washington

L’ambasciatrice Usa a Mosca, Lynne Tracy, si è incontrata con l’ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov. Lo ha annunciato in un tweet l’ambasciata Usa in Russia, riferendo che i due diplomatici hanno discusso di una serie di temi bilaterali, compreso il funzionamento delle rispettive missioni diplomatiche. Tracy si trovava a Washington per l’annuale Conferenza dei Capi Missione presso il dipartimento di Stato. Mosca ha imposto una serie di restrizioni alla sede diplomatica Usa, compreso l’impiego di dipendenti russi.

Ore 02:15 - Mosca, alcune proposte di pace «potrebbero funzionare»

Le proposte di pace di alcuni Paesi sul conflitto in Ucraina contengono idee che potrebbero funzionare. A riferirlo è la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, all’agenzia di stampa Tass durante il Forum economico che si sta svolgendo a San Pietroburgo. «Certo che ci sono», ha risposto la portavoce rispondendo alla domanda sulla possibilità di idee concrete sulle proposte di pace. «Ribadisco che siamo grati a tutti i Paesi, tutti gli Stati e le figure pubbliche, perché molte proposte sono state presentate personalmente da personaggi pubblici internazionali — ha aggiunto —. Siamo grati a tutti quelli che stanno parlando della pace, che stanno facendo proposte e che si stanno rendendo disponibili per questo».

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 17 giugno.

Ucraina-Russia, le notizie di sabato 17 giugno. Putin: «Non abbiamo rapito bambini, li abbiamo salvati». La controffensiva avanza nel sud. Francesco Battistini, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 17 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di sabato 17 giugno. Biden: «Ucraina nella Nato? Deve rispettare gli stessi standard degli alleati». Leader africani a San Pietroburgo. Mosca: «Alcune iniziative di pace potrebbero funzionare»

• Sulla via dell’offensiva in Ucraina: «Liberiamo paesi fantasma».

• Quei 67 mila soldati ucraini addestrati da 33 Paesi alleati: i numeri.

• Prigozhin sfida Putin: «La Wagner non firmerà contratti con la Difesa».

• Kiev: «In una settimana liberati dai russi più di 100 chilometri quadrati».

Ore 01:53 - Putin: «La controffensiva ucraina non ha alcuna chance»

«La controffensiva ucraina non ha alcuna chance di successo». È quanto ha detto il presidente russo Vladimir Putin nel suo discorso al Forum Economico di San Pietroburgo, come riporta Ria Novosti. Senza fornire alcuna prova, ha affermato che l’Ucraina ha perso «il 30% circa delle armi fornite dall’Occidente senza alcun successo». Secondo quanto riporta la Tass, Putin ha aggiunto: «In questo momento le forze di Kiev attaccano in alcune aree, hanno perso diversi carri armati, i combattimenti continuano ma non hanno alcuna possibilità».

Ore 02:15 - Mosca, alcune proposte di pace «potrebbero funzionare»

Le proposte di pace di alcuni Paesi sul conflitto in Ucraina contengono idee che potrebbero funzionare. A riferirlo è la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, all’agenzia di stampa Tass durante il Forum economico che si sta svolgendo a San Pietroburgo. «Certo che ci sono», ha risposto la portavoce rispondendo alla domanda sulla possibilità di idee concrete sulle proposte di pace. «Ribadisco che siamo grati a tutti i Paesi, tutti gli Stati e le figure pubbliche, perché molte proposte sono state presentate personalmente da personaggi pubblici internazionali — ha aggiunto —. Siamo grati a tutti quelli che stanno parlando della pace, che stanno facendo proposte e che si stanno rendendo disponibili per questo».

Ore 05:55 - Zelensky vede leader africani, no colloqui con Russia

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha escluso la possibilità di colloqui con la Russia al termine dell’incontro con una delegazione di leader africani che avevano esortato le due parti in guerra a ridurre la tensione. Il team diplomatico è andato a Kiev ad esprimere le preoccupazioni di un continente che ha fortemente sofferto per le conseguenze dell’invasione russa — in particolare per l’aumento dei prezzi del grano — con il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa pronto a ribadire che «dovrebbe esserci la pace attraverso i negoziati». Ma Zelensky ha respinto questa possibilità durante una conferenza stampa congiunta: «Ho detto chiaramente più volte durante il nostro incontro — ha spiegato ai giornalisti — che consentire qualsiasi negoziato con la Russia ora che l’occupante è sulla nostra terra significa congelare la guerra, congelare il dolore e la sofferenza».

Ore 08:13 - Leader africani a San Pietroburgo per incontrare Putin

La delegazione di leader africani che, ieri a Kiev , ha incontrato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sarà oggi a San Pietroburgo per colloqui col leader del Cremlino, Vladimir Putin. La squadra capeggiata dal presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, ha incassato per ora solo il netto rifiuto dell’Ucraina a negoziati con la Russia.

 «Ho detto chiaramente più volte nel nostro incontro che consentire qualsiasi negoziato con la Russia ora che l’occupante è sulla nostra terra significa congelare la guerra, congelare dolore e sofferenza», ha ribadito Zelensky che continua a chiedere il ritiro completo dei russi prima di aprire qualsiasi tavolo di pace. La delegazione africana ha espresso a Kiev le preoccupazioni di un continente che ha sofferto per le conseguenze dell’invasione russa, in particolare l’aumento dei prezzi del grano. Ramaphosa che ha insistito sul fatto che «dovrebbe esserci la pace attraverso i negoziati».

Ore 08:20 - Mosca: «Grati a chi parla di pace, ci sono idee interessanti, potrebbero funzionare»

«Ribadisco che siamo grati a tutti i Paesi, a tutti gli Stati e a tutte le figure pubbliche», a «tutti coloro che parlano di pace, di una soluzione (pacifica) e che vogliono rendersi utili» e «ci sono idee interessanti che possono funzionare». Si è espressa così la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in dichiarazioni all’agenzia di stampa russa Tass in cui ha affermato che iniziative di pace per porre fine al conflitto in Ucraina proposte da vari Paesi contengono idee che potrebbero «funzionare».

 «Ci sono idee che sono in sintonia con i nostri approcci», ha detto, citando, «ad esempio, l’iniziativa cinese». Il problema, ha accusato Zakharova, è che queste iniziative vengono bloccate «dal regime di Kiev». «Tutto questo è stato bloccato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky perché è questo il concetto che è stato definito a Washington - ha incalzato - Washington segue il principio di `uccidere quanti più russi possibile´. Un concetto che è stato espresso da importanti rappresentanti dell’establishment politico Usa, George Bush e Lindsey Graham compresi».

Ore 08:52 - Kiev: «Successo tattico nella controffensiva»

Kiev conferma che le sue truppe sono impegnate per far avanzare la controffensiva nel sud dell’Ucraina. «Praticamente in tutte le aree e le direttrici in cui le nostre unità avanzano nel sud hanno successo a livello tattico - ha riferito via Telegram il vice ministro della Difesa, Hanna Maliar - Stanno gradualmente avanzando».

Ore 10:02 - Zelensky: «Ogni metro liberato è di estrema importanza»

Ogni metro di territorio ucraino recuperato è di “estrema importanza” nella controffensiva in corso: lo ha ribadito il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. “La nostra avanzata è l’aspetto più fondamentale: ogni soldato, ogni nuovo passo, ogni metro di terra ucraina liberato dal nemico è di estrema importanza”, ha concluso.

Ore 10:56 - Kiev a Putin, Zelensky fra i 50 ebrei più influenti

In conferenza stampa ieri Vladimir Putin «ha attaccato l’essere ebreo del nostro presidente, asserendo di avere `molti amici ebrei”´che ritengono Zelensky sia un “disonore”. Ma il celebre giornale israeliano The Jerusalem Post (nel 2022) è uscito con questa copertina (con una foto di Volodymyr Zelensky di profilo in bianco e nero, ndr), che recita: `I 50 ebrei più influenti. Le nostre stelle più fulgide´». Lo scrive il Kyiv Post sul suo canale Telegram, che posta una foto della copertina del giornale israeliana.

Ore 11:39 - Kiev: «23 feriti in regione Kherson di cui 3 minori»

Il ministero dell’Interno ucraino ha dichiarato che 23 persone sono rimaste ferite dalle bombe lanciate dall’esercito russo nella regione di Kherson venerdì. Lo riporta il Guardian. Tra i feriti ci sono tre minori: un ragazzo di 15 anni, una ragazza di 16 anni e una bambina di 11 anni. In un post su Telegram il ministero ha aggiunto che sono stati danneggiati diversi edifici e che un’auto è stata data alle fiamme.

Ore 14:06 - Kiev: «Prigioniero russo ammette le violenze su donne e minori»

Un soldato russo, catturato dalla 47/a Brigata Magura delle forze ucraine, avrebbe ammesso che l’esercito di Mosca commette crimini di guerra nei territori occupati, tra i quali rientrano gli stupri nei confronti di donne e minori. Lo riporta Unian mostrando un frammento dell’interrogatorio pubblicato online. Il militare russo, in particolare, avrebbe accusato gli uomini del leader ceceno Ramzan Kadyrov. «Akhmat ha violentato donne locali a Tokmak e Molochansk. Hanno violentato una ragazza minorenne. Non so come sia finita. A quanto pare, sono stati catturati», dice il prigioniero russo nel video in cui assicura anche di essersi pentito per il suo coinvolgimento nella guerra contro l’Ucraina, definendosi esclusivamente come una «pedina».

Ore 14:33 - Zelensky: «Ogni sito ripreso ai russi consolida la vittoria»

«Ogni posizione riconquistata agli occupanti e ogni sito rioccupato dalle nostre forze sono nuovi argomenti per il mondo a favore del fatto che l’Ucraina possa vincere». Lo ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Grazie a ogni soldato! A tutti coloro che combattono contro il nemico, salvano i nostri soldati feriti, addestrano i nostri soldati e forniscono tutto il necessario per la difesa ucraina!».

Ore 15:42 - Podolyak: «La delegazione africana voleva la sospensione del mandato di cattura per Putin»

Il consigliere dell'ufficio di presidenza ucraino, Mykhailo Podoliak, ritiene che la delegazione dei Paesi africani sia venuta a Kiev solamente per chiedere la sospensione del mandato di cattura del presidente russo Vladimir Putin della Corte penale internazionale. Lo riporta Unian. Podolyak ha sottolineato che «attualmente l'unico vero piano per porre fine alla guerra è rappresentato dalla formula di pace dell'Ucraina, mentre il resto sono varie opzioni di resa». Quanto al bombardamento della capitale ucraina il giorno dell'arrivo della delegazione africana secondo Podolyak, «l'attacco missilistico a Kiev ha distrutto la lealtà che rimaneva in un certo numero di Paesi africani nei confronti della Federazione Russa».

Ore 16:16 - Biden: «Kiev nella Nato? Deve rispettare gli stessi standard»

L'Ucraina deve rispettare gli stessi standard delle altre nazioni per essere parte della Nato: lo ha detto il presidente americano Joe Biden ai reporter. Alla domanda se renderà più semplice l'adesione dell'Ucraina alla Nato Biden ha risposto con un secco «no». Precisando: «No. Perché devono soddisfare gli stessi standard. Quindi non la renderemo facile. Abbiamo fatto molto per assicurarci che possano esserci "capacità di coordinarsi militarmente"».

Ore 16:44 - Mosca: «Nessuna proposta di telefonata con Macron e Scholz»

Al momento non vi sono state specifiche proposte di telefonate fra il presidente russo Vladimir Putin e il collega francese Emmanuel Macron o il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Lo ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall'agenzia stampa Tass. «Sia Scholz che Macron, così come loro rappresentanti, hanno dichiarato l'importanza di mantenere il dialogo con la Russia, anche al massimo livello. Condividiamo questo punto di vista. Per ora non vi sono state particolari proposte di colloqui telefonici», ha affermato Peskov. «Non più tardi di ieri, il presidente ha confermato di rimanere aperto alle comunicazioni», ha aggiunto Peskov, riferendosi al discorso di Putin al Forum economico di San Pietroburgo. Il portavoce del Cremlino ha poi negato che i leader francese e tedesco abbiano tentato di entrare in contatto con Putin ma non vi siano riusciti. «Non è vero», ha affermato.

Ore 16:55 - Il punto militare | La Nato apre un centro per la sicurezza delle infrastrutture sottomarine

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La minaccia evolve, spiegano gli strateghi: cambia, si adatta. La minaccia è quella sul «fondo» del mare. Per questo la Nato ha approvato la creazione di un «centro» per garantire la sicurezza delle infrastrutture sottomarine. La nuova base è a Northwood, in Gran Bretagna, e farà parte del sistema dell’Alleanza con una competenza estesa: Atlantico, Mare del Nord, Baltico, Mediterraneo e la punta estrema, il Mar Nero. L’apparato dovrà vegliare su cavi di comunicazione, pipeline, reti energetiche, un network immenso che si sviluppa sotto la superficie marina per migliaia di chilometri.

Ore 17:22 - In corso l'incontro tra Putin e la delegazione africana

Il presidente russo Vladimir Putin e la delegazione dei Paesi africani in missione di pace stanno discutendo al Palazzo Konstantinovsky di San Pietroburgo. Sono presenti i presidenti del Sudafrica Cyril Ramaphosa, del Senegal Macky Sall, delle Isole Comore Othman Ghazali, dello Zambia Hakainde Hichilema e il primo ministro egiziano Mostafa Madbouly. La delegazione include inoltre rappresentanti dell'Uganda e del Congo-Brazzaville. Ieri i leader dei Paesi africani hanno fatto visita nella capitale ucraina Kiev dove sono stati ricevuti dal presidente Volodymyr Zelensky. Sul tavolo, oltre a eventuali negoziati di pace, sarà affrontata anche la questione relativa al rinnovo dell'accordo sulle esportazioni di cereali dall'Ucraina.

Ore 17:25 - Di quali piani di pace parla Mosca? E potrebbero davvero «funzionare»?

(di Michele Farina) «Ci sono idee nei piani di pace di diversi Paesi per l’Ucraina che potrebbero funzionare»: parola di Maria Zakharova, 47 anni, da otto portavoce del ministero degli Esteri russo, la stessa che nove giorni prima dell’invasione russa accusava sarcasticamente l’Occidente di propagare fandonie sull’imminente attacco all’Ucraina: «Fateci sapere le date e i piani — disse Zakharova, cresciuta a Pechino dove il padre faceva il diplomatico sovietico — così pianifico le mie vacanze».

Ore 17:57 - Putin: «Aperti al dialogo con chiunque chieda la pace»

La Russia «è aperta al dialogo con chiunque chieda la pace». Lo ha detto il presidente Vladimir Putin incontrando a San Pietroburgo una delegazione di capi di Stato africani che gli hanno presentato un piano per avviare una mediazione sull'Ucraina. Lo riferisce l'agenzia Interfax.

Ore 18:27 - Ramaphosa a Putin: «È tempo di mettere fine alla guerra»

«È arrivato il momento di avviare negoziati e mettere fine alla guerra»: lo ha detto il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa a quello russo Vladimir Putin, secondo quanto riferisce l'agenzia Interfax.

Ore 19:02 - Distribuiva volantini anti guerra: l'attivista russo Berezikov muore in carcere dopo le torture

(di Fabrizio Dragosei) Il legale ha capito che il suo cliente Anatoly Berezikov era morto solo perché ha casualmente visto il suo corpo che veniva caricato su un’ambulanza nel centro di detenzione dove si trovava da pochi giorni per aver distribuito volantini contro l’«Operazione militare speciale» in Ucraina. Al gruppo che si occupa di diritti umani OVD-Info l’avvocato Irina Gak ha riferito che gli agenti le avevano semplicemente detto che il quarantenne attivista non era nell’edificio, a Rostov, città della Russia europea meridionale. Avrebbe dovuto essere rilasciato giovedì, invece mercoledì scorso è stato portato all'obitorio. Un altro caso di un oppositore in buona salute che inspiegabilmente muore in un centro di detenzione preventiva o in un carcere.

Ore 19:08 - Putin: «Kiev gettò un accordo nella pattumiera della Storia»

Kiev aveva già siglato, alla fine di marzo 2022 a Istanbul, un accordo per il cessate il fuoco con Mosca, ma dopo il ritiro delle truppe russe dalla regione di Kiev lo ha gettato «nella pattumiera della Storia». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin a una delegazione di leader africani, rispolverando la celebre espressione di Trotsky. Lo riferisce l'agenzia Tass.

Ore 19:22 - Putin: «Riconoscere le nuove regioni annesse è un nostro diritto»

In base alla carta Onu la Federazione russa ha il diritto di riconoscere le nuove regioni e poi di tutelarle". Lo ha detto il leader del Cremlino, Vladimir Putin, nel corso dell'incontro con la delegazione africana a San Pietroburgo. Lo riporta Ria Novosti. Secondo Putin la logica delle azioni della Russia in relazione allo sviluppo della situazione in Ucraina «è impeccabile dal punto di vista del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite». «È stato il regime di Kiev a scatenare questa guerra nel 2014. In conformità con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, avevamo il diritto di assisterli, facendo riferimento alla clausola sull'autodifesa. Questa logica è irreprensibile dal punto di vista del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite», ha argomentato.

Ore 20:11 - Putin: «Non abbiamo rapito bambini, li abbiamo salvati»

La Russia «non ha rapito bambini ucraini», ma li ha «salvati in maniera completamente legale dalla zona di conflitto». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un incontro con i membri della delegazione africana a San Pietroburgo. Lo riporta Interfax. «Nessuno avrebbe separato i bambini dalle loro famiglie da qualche parte» ha continuato Putin spiegando che i minori che sono giunti in Russia dagli orfanotrofi sono arrivati «in modo assolutamente legale, perché i capi di queste strutture erano i loro rappresentanti legali». «Non siamo mai stati contrari al ricongiungimento dei bambini con le loro famiglie, se, ovviamente, i parenti vengono annunciati - ha concluso Putin - non c'erano ostacoli a questo, non ci sono e, ovviamente, non ci saranno mai».

Ore 20:35 - Peskov: non ci sono ragioni per estendere accordo grano

Le possibilità dell'accordo sul grano sono praticamente nulle, Mosca non vede alcun motivo per estenderlo perché ciò che è stato promesso non è stato fatto, lo ha dichiarato il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov. «È difficile prevedere una decisione definitiva in questo caso, si può solo affermare che, a giudicare da ciò che abbiamo di fatto, questo accordo non ha alcuna possibilità», ha detto Peskov in un'intervista al quotidiano Izvestia.

Ore 21:11 - Mosca: 29 morti nelle zone russe dopo il crollo della diga

È salito a 29 il bilancio delle vittime delle devastanti inondazioni nelle aree occupate dai russi dell'Ucraina meridionale, dopo il crollo della diga di Nova Kakhovka. Lo ha reso noto un funzionario regionale. «Sfortunatamente, il numero dei morti è salito a 29», ha detto Andrei Aleseyenko, capo del governo insediato dalla Russia a Kherson. Il bilancio precedente era di 17 morti dopo la distruzione della diga sul fiume Dnipro, lo scorso 6 giugno.

Ore 23:44 - A Londra da 60 Paesi per la conferenza sulla ricostruzione

Il premier britannico Rishi Sunak inviterà gli investitori e le imprese a far coincidere il «coraggio sul campo di battaglia» dell’Ucraina con il sostegno per rimettere in piedi il Paese. Sunak utilizzerà la Conferenza internazionale per la ripresa dell’Ucraina 2023 per esortare il settore privato a rendere la nazione devastata dalla guerra «finanziariamente più forte» e «tecnologicamente avanzata», ha dichiarato l’ufficio del primo ministro. Più di 1.000 esponenti stranieri provenienti da 61 Stati, insieme a dirigenti d’azienda e investitori globali, si uniranno a Sunak a Londra mercoledì. Il vertice di due giorni, ospitato congiuntamente dal Regno Unito e dall’Ucraina, mira a sbloccare il potenziale del settore privato per contribuire alla ricostruzione dell’Ucraina.

Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky parteciperà virtualmente e sia il Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che il Segretario di Stato americano Antony Blinken dovrebbero intervenire nella sessione di apertura. «Il coraggio dell’Ucraina sul campo di battaglia deve essere accompagnato dalla visione del settore privato per aiutare il Paese a ricostruire e riprendersi. Più volte l’Ucraina ha dimostrato la sua capacità di sfruttare rapidamente l’innovazione e la creatività, e so che la sua ripresa non sarà diversa», ha dichiarato Sunak.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 18 giugno.

Ucraina-Russia, le notizie di domenica 18 giugno. Kiev: «Abbattuti due elicotteri russi in 48 ore». Zelensky: «Avanziamo, passo dopo passo». Francesco Battistini, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 18 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di domenica 18 giugno. Duri scontri nel Donbass . Kuleba: «Mosca sarebbe capace di “vendere” la sconfitta come vittoria» 

• Putin: «Pronti a dialogare con chiunque voglia la pace».

• Mistero su Budanov, il capo degli 007 ucraini: le voci sul coma, le assenze.

• Zelensky: «Riconquistiamo posizioni, possiamo vincere».

• La Nato apre un centro per la sicurezza delle infrastrutture sottomarine.

Ore 00:37 - Zelensky: «Ogni sito ripreso ai russi consolida la vittoria»

«Ogni posizione riconquistata agli occupanti e ogni sito rioccupato dalle nostre forze sono nuovi argomenti per il mondo a favore del fatto che l’Ucraina possa vincere». Lo ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Grazie a ogni soldato! A tutti coloro che combattono contro il nemico, salvano i nostri soldati feriti, addestrano i nostri soldati e forniscono tutto il necessario per la difesa ucraina!».

Ore 01:00 - Biden: «Kiev nella Nato? Deve rispettare gli stessi standard»

L'Ucraina deve rispettare gli stessi standard delle altre nazioni per essere parte della Nato: lo ha detto il presidente americano Joe Biden ai reporter. Alla domanda se renderà più semplice l'adesione dell'Ucraina alla Nato Biden ha risposto con un secco «no». Precisando: «No. Perché devono soddisfare gli stessi standard. Quindi non la renderemo facile. Abbiamo fatto molto per assicurarci che possano esserci "capacità di coordinarsi militarmente"».

Ore 02:10 - Di quali piani di pace parla Mosca? E potrebbero davvero «funzionare»? Le proposte di Cina, Brasile, Arabia e Africa

(di Michele Farina) «Ci sono idee nei piani di pace di diversi Paesi per l’Ucraina che potrebbero funzionare»: parola di Maria Zakharova, 47 anni, da otto portavoce del ministero degli Esteri russo, la stessa che nove giorni prima dell’invasione russa accusava sarcasticamente l’Occidente di propagare fandonie sull’imminente attacco all’Ucraina: «Fateci sapere le date e i piani — disse Zakharova, cresciuta a Pechino dove il padre faceva il diplomatico sovietico — così pianifico le mie vacanze».

Ore 02:45 - Ramaphosa a Putin: «È tempo di mettere fine alla guerra»

«È arrivato il momento di avviare negoziati e mettere fine alla guerra»: lo ha detto il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa a quello russo Vladimir Putin, secondo quanto riferisce l'agenzia Interfax.

Ore 03:15 - Il punto militare | La Nato apre un centro per la sicurezza delle infrastrutture sottomarine

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La minaccia evolve, spiegano gli strateghi: cambia, si adatta. La minaccia è quella sul «fondo» del mare. Per questo la Nato ha approvato la creazione di un «centro» per garantire la sicurezza delle infrastrutture sottomarine. La nuova base è a Northwood, in Gran Bretagna, e farà parte del sistema dell’Alleanza con una competenza estesa: Atlantico, Mare del Nord, Baltico, Mediterraneo e la punta estrema, il Mar Nero. L’apparato dovrà vegliare su cavi di comunicazione, pipeline, reti energetiche, un network immenso che si sviluppa sotto la superficie marina per migliaia di chilometri.

Ore 03:55 - Putin: «Riconoscere le nuove regioni annesse è un nostro diritto»

In base alla carta Onu la Federazione russa ha il diritto di riconoscere le nuove regioni e poi di tutelarle". Lo ha detto il leader del Cremlino, Vladimir Putin, nel corso dell'incontro con la delegazione africana a San Pietroburgo. Lo riporta Ria Novosti. Secondo Putin la logica delle azioni della Russia in relazione allo sviluppo della situazione in Ucraina «è impeccabile dal punto di vista del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite». «È stato il regime di Kiev a scatenare questa guerra nel 2014. In conformità con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, avevamo il diritto di assisterli, facendo riferimento alla clausola sull'autodifesa. Questa logica è irreprensibile dal punto di vista del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite», ha argomentato.

Ore 04:22 - A Londra da 60 Paesi per la conferenza sulla ricostruzione

Il premier britannico Rishi Sunak inviterà gli investitori e le imprese a far coincidere il «coraggio sul campo di battaglia» dell’Ucraina con il sostegno per rimettere in piedi il Paese. Sunak utilizzerà la Conferenza internazionale per la ripresa dell’Ucraina 2023 per esortare il settore privato a rendere la nazione devastata dalla guerra «finanziariamente più forte» e «tecnologicamente avanzata», ha dichiarato l’ufficio del primo ministro. Più di 1.000 esponenti stranieri provenienti da 61 Stati, insieme a dirigenti d’azienda e investitori globali, si uniranno a Sunak a Londra mercoledì. Il vertice di due giorni, ospitato congiuntamente dal Regno Unito e dall’Ucraina, mira a sbloccare il potenziale del settore privato per contribuire alla ricostruzione dell’Ucraina.

Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky parteciperà virtualmente e sia il Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che il Segretario di Stato americano Antony Blinken dovrebbero intervenire nella sessione di apertura. «Il coraggio dell’Ucraina sul campo di battaglia deve essere accompagnato dalla visione del settore privato per aiutare il Paese a ricostruire e riprendersi. Più volte l’Ucraina ha dimostrato la sua capacità di sfruttare rapidamente l’innovazione e la creatività, e so che la sua ripresa non sarà diversa», ha dichiarato Sunak.

Ore 05:00 - Putin: «Aperti al dialogo con chiunque chieda la pace»

La Russia «è aperta al dialogo con chiunque chieda la pace». Lo ha detto il presidente Vladimir Putin incontrando a San Pietroburgo una delegazione di capi di Stato africani che gli hanno presentato un piano per avviare una mediazione sull'Ucraina. Lo riferisce l'agenzia Interfax.

Ore 05:11 - Cremlino: «Raggiunto l’obiettivo della smilitarizzazione dell’Ucraina»

L’addetto stampa del Cremlino, Dmitriy Peskov, ha affermato che l’obiettivo della Russia di «smilitarizzare» l’Ucraina è stato ampiamente raggiunto. Parlando ai media russi, Peskov ha affermato che l’Ucraina era «altamente militarizzata» all’inizio della guerra mentre ora utilizza «sempre meno armi proprie» facendo sempre più affidamento su quelle fornite dall’Occidente.

Ore 06:12 - Kiev: «300 bambini di Berdiansk deportati in Russia»

Le forze di occupazione di Mosca hanno portato quasi 300 bambini dal distretto ucraino di Berdiansk alla repubblica russa di Ciuvascia: lo ha affermato su Telegram il sindaco in esilio dell’occupata Melitopol, Ivan Fedorov. «Stanno mandando i bambini a 1.600 chilometri da casa nel profondo della Russia e li terranno come ostaggi», ha scritto Fedorov citato dai media ucraini.

Ore 08:16 - Media, 6 insediamenti ancora allagati dopo crollo diga

Sei insediamenti rimangono allagati nella regione di Kherson, in Ucraina, dopo il crollo della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka. Lo ha riferito Oleksandr Prokudin, capo dell’amministrazione militare regionale di Kherson, secondo quanto riporta Ukrinform. «Il livello medio dell’acqua era di 1,1 metri alle 21:00 (del 17 giugno). Sei insediamenti sono allagati sulla riva destra del fiume Dnipro, vale a dire Kherson, Bilozerka, Dniprovske, Novohradnieve e Blahodativka. Ben 1.274 le case rimangono sott’acqua lì», ha scritto.

Ore 09:10 - Kiev, quasi 220 mila russi uccisi dall’inizio della guerra

Le forze di difesa ucraine hanno ucciso circa 219.820 russi tra il 24 febbraio 2022 e il 18 giugno 2023, di cui 650 solo nell’ultimo giorno. Lo ha detto lo stato maggiore delle forze armate ucraine in un post su Facebook. Le forze di difesa dell’Ucraina hanno anche distrutto, dall’inizio della guerra, 3.984 carri armati nemici, 7.729 veicoli corazzati da combattimento, 3.847 sistemi di artiglieria, 610 lanciarazzi multipli, 364 sistemi di difesa aerea, 314 aerei da guerra, 304 elicotteri, 3.371 sistemi aerei tattici senza pilota, 1.211 missili da crociera, 18 navi da guerra/cutter, 6.571 autocarri e autocisterne e 52 unità di equipaggiamento specializzato.

Ore 09:26 - Kiev: in fiamme deposito russo di munizioni vicino Genichesk

Una serie di esplosioni hanno svegliato questa mattina gli abitanti di Rykovo, un villaggio vicino a Genichesk, nella regione di Kherson, dove le forze di Kiev hanno fatto esplodere un deposito di munizioni dei russi. Lo riporta la Ukrainska Pravda sul suo sito, citando il consigliere del sindaco di Mariupol Petr Andryushchenko e il comandante dell’aeronautica Mykola Oleshchukt. Quest’ultimo ha precisato che l’attacco al magazzino russo è avvenuto presso la stazione Partizany di Rykovo.

Ore 10:02 - Imposto il divieto di balneazione a Odessa

Vietato fare il bagno nel mare di Odessa, le spiagge sono state dichiarate inadatte alla balneazione a causa del significativo deterioramento delle condizioni dell’acqua. Il divieto arriva direttamente dal Comune della città, un tempo meta di vacanze. Secondo l’ufficio del sindaco, la balneazione rappresenta un rischio per la salute della popolazione della città. Anche in Crimea, altra famosa località balneare, sarebbero pochissime le persone in spiaggia, come riportato da Unian. Secondo il media ucraino, le persone evitano il mare perché spaventate dalla portata della possibile controffensiva di Kiev, oltre che da problemi idrici.

Ore 10:27 - Zelensky: spero che ogni papà in prima linea torni a casa

«Papà... Questa parola si sente milioni di volte ogni giorno e ogni volta trasmette protezione, forza e amore sconfinato. In occasione della festa del papà, vorremmo augurare che il maggior numero possibile di uomini ucraini senta questo messaggio: «Papà!». Auguro ai nostri padri di vivere a lungo e in salute. E che ogni papà che è in prima linea torni a casa». Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky celebrando la festa del papà che in Ucraina si svolge oggi. «Ringrazio ogni padre ucraino, ogni famiglia ucraina per i nostri soldati forti e coraggiosi che hanno difeso la nostra indipendenza e stanno combattendo per la vita dell’Ucraina», ha concluso Zelensky .

Ore 10:57 - Nyt: «Mosca ha distrutto la diga di Kakhovka, ci sono le prove»

Mentre Ucraina e Russia si rimpallano le accuse su chi avrebbe fatto crollare la diga di Kakhovka, il New York Times afferma che, nonostante siano «teoricamente possibili molteplici spiegazioni», le prove indicano chiaramente che la diga è stata paralizzata da un’esplosione provocata dalla parte che la controlla: la Russia”. Il media statunitense interroga ingegneri ed esperti di esplosivi, sostenendo che la diga aveva «un tallone d’Achille» ed essendo «costruita in epoca sovietica, Mosca aveva ogni pagina dei disegni tecnici e sapeva dov’era». La diga, spiegano ancora «è stata costruita con un enorme blocco di cemento alla base» ed è attraversata da «un piccolo passaggio, raggiungibile dalla sala macchine»: proprio qui «suggeriscono le prove», «è esplosa la carica che ha distrutto la diga».

Ore 11:06 - Putin: comandante forze armate Kiev Zaluzhny è all’estero

Il comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny potrebbe essere all’estero. È quanto ha affermato il presidente russo Vladimir Putin in un incontro con i corrispondenti militari. «Mi sembra che sia all’estero, ma potrei sbagliarmi», ha detto Putin rispondendo a una domanda su dove si trovi il capo delle forze armate ucraine. Nelle scorse settimane i media russi avevano diffuso voci circa il ferimento di Zaluzhny in un raid missilistico, ma il comandante era poi apparso in un video per smentirle denunciando la propaganda russa.

Ore 11:50 - Kiev: chi guiderà gli F-16 non è già partito per addestrarsi

«I piloti che guideranno gli aerei, gli F-16, non sono ancora partiti» per l’addestramento, anche se la decisione è già stata presa. Lo afferma in un programma televisivo il portavoce dell’aeronautica ucraina, Yuri Ignat, citato da Unian. I corsi di formazione per gli ufficiali ucraini nell’ambito della coalizione aeronautica internazionale sono, invece, già iniziati. «Non è così semplice - spiega Ignat -. Ci sono diverse basi di addestramento. È possibile che ce ne sia una principale e le altre siano ausiliarie, perché oltre ai piloti ci sono altri specialisti dell’aviazione che devono essere addestrati». Il portavoce dell’Aeronautica di Kiev sottolinea che «se un Paese che non ha F-16 in servizio può fornire la propria base per l’addestramento primario al volo, perché non farlo?». Per questo l’Ucraina può «considerare diverse opzioni» ed è «esattamente ciò che sta facendo il nostro management: viaggiare in diversi Paesi, incontrare i colleghi e studiare diverse basi aeree, perché dobbiamo fare tutto in fretta e allo stesso tempo con alta qualità».

Ore 11:54 - Kiev dopo incontro Putin-leader africani: «tipica frode russa»

Tipica frode russa. Un criminale di guerra ricercato a livello internazionale con un mandato d’arresto si lamenta con i leader africani di agire esclusivamente nell’ambito della Carta delle Nazioni Unite»: così il consigliere presidenziale ucraino Mykailo Podolyak descrive su twitter l’incontro ieri tra il presidente russo Vladimir Putin e i leader di 7 paesi africani. Podolyak ha ricordato che è la Russia l’aggressore e viola la Carta delle Nazioni Unite, vale a dire che ha invaso il territorio dell’Ucraina, occupato parte del territorio, ha ucciso, torturato, deportato persone. Il consigliere del capo dell’ufficio presidenziale ha anche ricordato che «i russi che hanno fatto saltare in aria la centrale idroelettrica di Kakhovskaya». «Cosa dice la carta delle Nazioni Unite riguardo alle esecuzioni dimostrative, alla tortura dei prigionieri e ai processi farsa?» aggiunge Podolyak.

Ore 12:25 - Il Papa: una preghiera per chi soffre tanto

«Una preghiera per la popolazione della martoriata Ucraina che, non dimentichiamolo, soffre tanto». È l’invito lanciato da Papa Francesco ai fedeli e pellegrini riuniti in Piazza San Pietro subito dopo la recita dell’Angelus.

Ore 12:43 - Attacco drone a sottostazione nella regione russa di Bryansk

Nella notte alcuni droni avrebbero attaccato una sottostazione elettrica nella regione russa di Bryansk, al confine con l’Ucraina. Lo riporta il media indipendente russo Baza, secondo cui si tratterebbe della sottostazione Maritskaya, vicino a Sevsk. Il primo drone avrebbe sganciato un ordigno intorno alle 23, con l’esplosione che ha danneggiato il cavo elettrico. Un’ora dopo, un altro drone avrebbe attaccato nuovamente la struttura, lasciando senza corrente la città di Sevsk e altri nove insediamenti.

Ore 12:57 - Kiev: piano di Mosca ha sempre incluso la nostra occupazione

Il piano della Russia per minare l’ordine mondiale ha sempre incluso l’occupazione dell’Ucraina». Lo ha scritto su Telegram Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino. Yermak sostiene che «la restaurazione dell’URSS 2.0 sognata dai terroristi è impossibile senza un conflitto diretto con la Nato», ma la Russia «aveva bisogno dell’Ucraina per essere pronta allo scontro con l’Alleanza atlantica». Secondo il capo dell’ufficio del presidente ucraino, «il nemico sperava che, in caso di occupazione, sarebbe stato in grado di mobilitare con la forza milioni di ucraini nell’esercito, seguendo l’esempio dei territori temporaneamente occupati di Donbass e Crimea». Yermak è convinto che l’adesione dell’Ucraina all’Alleanza possa porre fine all’invasione e attacca «chi crede che lo scenario di un’aggressione russa contro gli Stati membri della Nato sia impossibile», perché «si sbaglia». Se il mondo dovesse esitare, conclude il capo dell’ufficio del presidente di Kiev, Mosca «continuerà a vedere l’Ucraina come un obiettivo da occupare» e la «probabilità di uno scontro diretto sarà molto più alta». «Oggi, tutti noi dobbiamo pensare 10 passi avanti».

Ore 14:12 - La Nato ai Paesi africani: pace in Ucraina deve essere giusta

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha risposto ai Paesi africani che avevano incontrato Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, sottolineando che «più territori occupati l’Ucraina riuscirà a liberare, più carte avrà al tavolo dei negoziati per raggiungere una pace giusta e duratura». Nell’intervista con Die Welt, Stoltenberg aggiunge che «vogliamo tutti che questa guerra finisca», ma «affinché sia duratura, deve essere giusta» e «non può significare congelare il conflitto e accettare un patto dettato dalla Russia. Solo l’Ucraina da sola può definire le condizioni accettabili».

Ore 14:33 - Kuleba: Russia sarebbe capace di «vendere» una sconfitta come una vittoria

Il Cremlino e lo stesso presidente russo Vladimir Putin sarebbero in grado di vendere anche una sconfitta nel conflitto in Ucraina come una vittoria. Lo ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, commentando le parole rilasciate stamattina dal portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, secondo cui l’obiettivo di «smilitarizzare» l’Ucraina è stato completato. Il ministro ucraino ha suggerito ironicamente che il Cremlino potrebbe presto annunciare l’adempimento di altri «compiti» fissati da Putin. «Nella serie seguente: infatti, tutti i compiti dell’operazione militare speciale sono stati adempiuti. L’Ucraina, in quanto membro dell’Ue e della Nato, non potrà attaccare la Russia, la Crimea non graverà più sul bilancio russo, I nazisti sono rimasti solo in Russia e le perdite di militari e attrezzature russe in Ucraina, che non diremo a nessuno, ci hanno aiutato a correggere i nostri errori e a rendere la Russia più forte. La Russia è più forte che mai», ha scritto Kuleba.

Ore 15:16 - Cnn, in totale almeno 45 morti nel crollo della diga di Kakhovka

Il bilancio del crollo di una grande diga nell’Ucraina occupata dai russi è ora di almeno 45 persone, dopo che le autorità di entrambe le parti hanno fornito aggiornamenti. Lo riporta la Cnn, facendo la somma delle 16 persone scomparse annunciate dalle autorità ucraine e dei 29 morti dichiarati dalle autorità filorusse. L’Ucraina, inoltre, sostiene che ci sono anche 31 persone disperse a causa dell’inondazione, e che 3.614 persone sono state evacuate dalle aree allagate «tra cui 474 bambini e 80 persone a mobilità ridotta».

Ore 16:29 - Media, 12 container di armi su aereo della delegazione Sudafrica

La sicurezza del presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa, che è stata bloccata sull’aereo a Varsavia insieme ai giornalisti e alla delegazione sudafricana e non ha mai raggiunto Kiev, aveva tentato di scaricare 12 container con armi in Polonia. Lo riferiscono i media polacchi che tornano sulla vicenda. L’edizione polacca di Rzeczpospolita ricorda che il presidente Ramaphosa volava su un aereo separato e, arrivato a Varsavia, è andato poi in treno a Kiev dove ha incontrato con gli altri leader africani Volodymyr Zelensky. Su un altro volo c’erano 120 persone, inclusi giornalisti e guardie presidenziali. A bordo di questo velivolo c’era anche personale militare con forze speciali. La sera di giovedì 15 giugno, i doganieri polacchi non hanno permesso loro di scendere dall’aereo e ritirare i bagagli. Il capo della guardia presidenziale ha accusato il governo polacco di «sabotare deliberatamente» la pacifica missione del presidente del Sudafrica e ha aggiunto che il comportamento delle autorità polacche è stato «scioccante e razzista». La delegazione è riuscita a scendere dopo quasi 24 ore dall’aereo e poi più tardi è ripartita per il Sudafrica.

Ore 16:37 - Filorussi: «Un villaggio a Zaporizhzhia sotto il controllo di Kiev»

Le forze armate ucraine sono riuscite a prendere il controllo di Pyatikhatki, villaggio nella regione di Zaporizhzhia. Lo afferma il governatore filorusso Vladimir Rogov in un messaggio via Telegram, come riporta Ukrainska Pravda. Secondo Rogov, «gli attacchi “a onda” del nemico, nonostante le colossali perdite, hanno dato il loro risultato» e potrebbero ora apire la strada all’esercito ucraino in direzione della città di Zherebyanka.

 Ore 16:48 - Blinken incontra il ministro degli Esteri cinese Qin Gang

È durato 5 ore il colloqui tra il segretario di Stato americano Antony Blinken in visita in Cina e il ministro degli Esteri di Pechino Qin Gang. Lo fa sapere il Dipartimento di Stato americano. Domani Blinken avrà altri colloqui con Qin, con l’alto diplomatico cinese Wang Yi e forse con il presidente Xi Jinping. Né Blinken né Qin hanno rilasciato commenti sostanziali ai giornalisti all’inizio dell’incontro presso la Diaoyutai State Guesthouse di Pechino.

Ore 17:18 - Usa, «Colloqui di Blinken in Cina franchi e costruttivi»

I colloqui del segretario di stato Antony Blinken in Cina sono stati «franchi», «sostanziali» e «costruttivi»: lo rende noto il dipartimento di Stato Usa.

Ore 17:42 - Pechino: relazioni con gli Usa al livello più basso dal ‘79

Le relazioni tra Pechino e Washington sono al «punto più basso» dal 1979: lo riferisce il ministero degli Esteri cinese dopo l’incontro tra Qin Gang e il segretario di Stato Usa Antony Blinken.

Ore 18:04 - Kiev: 14mila senza elettricità nella regione di Kherson

«Nella regione di Kherson, 14.000 abbonati alla rete sono senza elettricità, principalmente nel distretto di Korabelnyi. Gli ingegneri lavorano ogni giorno. Ieri, l’alimentazione elettrica è stata ripristinata a Yasna Poliana e diverse case intorno a questo distretto». Lo ha detto Oleksandr Prokudin, il capo dell’amministrazione militare regionale di Kherson, riporta Ukrinform, secondo il quale circa l’80% delle apparecchiature elettriche non sono stati intaccati. «Pertanto, se le condizioni meteorologiche saranno favorevoli, i lavori di restauro proseguiranno», ha aggiunto. Attualmente il livello medio dell’acqua nella regione di Kherson è di 93 centimetri a causa della diga di Kakhovka saltata il 6 giugno.

Ore 18:20 - «Due civili uccisi in un raid russo nella regione di Sumy»

«La zona di confine della regione di Sumy è stata attaccata dagli invasori russi questa sera, 18 giugno. Due persone sono morte a causa del bombardamento». Lo riporta Rbc-Ucraina citando l’amministrazione statale regionale di Sumy su Telegram. «Oggi, a seguito del bombardamento di artiglieria della città di Belopolye, due civili, un padre di famiglia e suo figlio, sono stati uccisi», si legge.

Ore 18:29 - «Abbattuti due elicotteri russi in 48 ore»

«Le forze di difesa hanno abbattuto nelle ultime 48 ore due elicotteri d’attacco russi Ka-52 e 12 droni nemici». Lo ha reso noto lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, secondo Ukrainska Pravda.

Ore 18:39 - Kiev: proseguono i raid russi nel Donbass, 17 scontri militari

«Gli invasori russi continuano ad avanzare in quattro direzioni nel Donbass. Oggi ci sono stati 17 scontri militari». Lo riporta Rbc-Ucraina citando lo Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina su Facebook. «Il nemico continua a uccidere la popolazione civile ucraina, usa tattiche terroristiche, con attacchi ai militari e ai civili - si legge -. Nel corso della giornata il nemico ha lanciato più di 40 attacchi aerei, effettuato 60 bombardamenti da più sistemi di razzi di lancio contro le nostre truppe e insediamenti. Sfortunatamente, ci sono morti e feriti tra la popolazione civile, compresi dei bambini, le infrastrutture critiche sono state danneggiate, più di 20 edifici residenziali, una scuola e altre infrastrutture civili sono state distrutte e danneggiate». Secondo il report dello Stato Maggiore delle forze armate ucraine «la probabilità di attacchi missilistici e aerei in tutta l’Ucraina rimane alta». Al fronte i russi «continuano a concentrare gli sforzi principali sulle direzioni Limansky, Bakhmutsky, Avdeevsky e Maryinsky» dove «continuano le pesanti battaglie. Durante il giorno si sono svolti 17 scontri militari».

Ore 19:24 - Il punto militare | «La diga di Kakhovka è stata distrutta dai russi»: l’inchiesta del New York Times

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il bilancio del crollo della diga di Kakhovka, avvenuto all’alba del 6 giugno nell’Ucraina meridionale sotto il controllo russo, è arrivato a 45 vittime: 16 sono i morti secondo le autorità di Kiev, 29 quelli dichiarati dagli occupanti filorussi. Altre 31 persone, secondo gli ucraini, sarebbero disperse a causa dell’inondazione, mentre 3.614 sarebbero state evacuate dalle aree allagate.

Del crollo i russi avevano immediatamente accusato gli uomini di Zelensky, parlando di sabotaggio per privare la Crimea di acqua, mentre gli ucraini sostenevano già a ottobre che l’Armata avesse minato la diga sul Dnipro e che intendesse farla saltare per ostacolare la controffensiva. Si era anche pensato che la diga avesse ceduto perché colpita a ripetizione da entrambi gli schieramenti nel corso delle operazioni di guerra. Nelle prime ore dopo il crollo, tuttavia, la società idroelettrica ucraina Ukrhydroenergo, che gestisce gli impianti sul Dnipro, aveva sostenuto che a farla collassare fosse stata un’esplosione avvenuta nella sala macchine, causata quindi dai russi che la controllano.

Ore 21:45 - Zelensky: «I nostri militari avanzano, passo dopo passo»

«Non importa che in Russia ci sia chi dice che i nostri "patrioti" sono stati distrutti, sono tutti lì, stanno tutti lavorando, stanno tutti abbattendo missili russi»: lo ha scritto in serata il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo account Telegram, affermando che «non un solo "Patriota" è stato distrutto!». Aggiungendo: «I nostri militari si stanno muovendo: posizione dopo posizione, passo dopo passo stiamo andando avanti» e «la prossima settimana ci saranno nuove importanti contatti con i (nostri) partner ... per garantire che i nostri soldati abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno». «Grazie a tutti coloro che sono attualmente in battaglia, nelle posizioni e nei posti di combattimento! Grazie a tutti coloro che aiutano!», ha scritto infine il presidente ucraino.

Estratto dell'articolo di Francesco Battistini per il "Corriere della Sera" il 18 giugno 2023.

[…]Da sette mesi, da quando il suo gemello Andriy era sparito nel nulla mentre combatteva al fronte, Katerina era diventata come lui: un fantasma. Trentasette anni e pochi chili di più. Mangiava poco. Dormiva anche meno. Faticava a lavorare. Sempre a chiedersi dove fosse finita, quell’anima gemella. Catturato? Ferito? Ucciso? Di sicuro znikliy bezvisty , disperso in battaglia «nel valoroso adempimento del suo dovere».

[…] Quella sera d’inverno, il primo dicembre, 253 giorni dopo l’ultima volta che aveva parlato con Andriy un messaggino […] Il WhatsApp era in cirillico e arrivava da un numero russo. Località: Ufa, Repubblica di Bashkiria, Siberia. Utente, sconosciuto: «Ciao, mi chiamo Timur...». 

[…] «Ciao Kate. Ti scrivo da un posto della Siberia. Sono stato a combattere in Ucraina. Ora sono tornato a casa mia. Posso chiederti una cosa? L’avete sepolto o no, tuo fratello?».

[…] Un Timur che di colpo compare dal nulla per scriverle solo una cosa, una confessione: «Ho ammazzato io tuo fratello». Con una richiesta di perdono: «Scusami». Sul telefonino, certe parole, Kate ha voluto cerchiarle di rosso rabbia: «Io non avevo nessuna voglia di perdonarlo! Ho capito subito che era un poveraccio senza testa. Quel che m’importava, era soltanto sapere. Così ho finto d’essere calma, comprensiva. Mi sono sforzata di non aggredirlo. E l’ho fatto raccontare». 

Poco da dire: il 15 marzo 2022, Andriy era rimasto ferito ed era stato abbandonato dai compagni dalle parti di Mikilske, un villaggio verso il Mar Nero, «e io me lo sono trovato davanti, gli ho ordinato d’arrendersi, ma lui ha sparato e allora gli ho sparato anch’io». «Ma come hai fatto a trovarmi?», domanda lei. E lui: «Il tuo nome era memorizzato come “Kate” nella sim che ho preso dal cadavere». Lei: «Come faccio a sapere che non menti?». Lui: «Ti giro questo messaggio che gli avevi scritto tu». Lei: «E perché mi hai cercato?». Lui: «Tuo fratello è stato il primo soldato ucraino che ho ucciso. Non riesco a dimenticarmelo. Mi compare in sogno tutte le notti. E ho bisogno di dirti dov’è, per seppellirlo». 

Al telefono col nemico. La legge di guerra vieta di buttare l’orecchio oltre il fronte: la gemella di Andriy rischia, Timur anche di più. Cala qualche settimana di silenzio. Ma a fine dicembre, è Kate a rifarsi viva. 

Con una videochiamata, stavolta. Dieci minuti, per guardare negli occhi questo siberiano e screenshottarlo: un uomo che dimostra meno di trent’anni, tratti asiatici, una barba rada e nera sul mento, «mi ha detto che ormai è tornato al suo lavoro di guardia in un supermercato e fa una vita normale». Questi collegamenti diventano un’ossessione. E per un po’ di tempo, ogni volta che smonta dal suo lavoro di dentista, Kate ha l’ansia di comunicare con l’assassino. Facile capirsi, in russo: «È durata qualche mese. Io ascoltavo e parlavo poco. Ma era dura.

Ogni tanto, lui partiva con la propaganda e io perdevo la pazienza. […] Se davvero vuoi aiutarmi, dimmi come faccio a recuperare il corpo di Andriy…». 

Questo è quel che preme a Kate: «Dov’è morto mio fratello, è ancora territorio occupato dai russi. Ho saputo che l’hanno sepolto gli abitanti della zona. Ma io voglio che sia riportato nell’Ucraina libera. E riconosciuto come un eroe, perché s’è fatto ammazzare pur di non essere preso. E perché lui ci credeva: era un ingegnere, era partito volontario nel 2020 quando aveva capito che le cose si stavano mettendo male. Un romantico. Uno che voleva aiutare la gente e pensava che l’Ucraina avesse bisogno di lui».

Kate ha passato tutte le informazioni all’esercito ucraino, «ma se ne fregano, Andriy non è in una fossa comune e nessuno si muove per recuperare una salma soltanto». L’ultimo contatto col soldato russo, due mesi fa: «Ho provato a riparlarci. Ma lui ha ricominciato con le stronzate: devi capire che noi russi siamo venuti a salvarvi […]Meglio chiudere: «Io spero che Timur viva a lungo. E che continui a sognarsi Andriy. Tutte le notti».

Estratto dell'articolo di ansa.it il 18 giugno 2023.

Le forze di difesa ucraine hanno ucciso circa 219.820 russi tra il 24 febbraio 2022 e il 18 giugno 2023, di cui 650 solo nell'ultimo giorno.

Lo ha detto lo stato maggiore delle forze armate ucraine in un post su Facebook. 

Le forze di difesa dell'Ucraina hanno anche distrutto, dall'inizio della guerra, 3.984 carri armati nemici, 7.729 veicoli corazzati da combattimento, 3.847 sistemi di artiglieria, 610 lanciarazzi multipli, 364 sistemi di difesa aerea, 314 aerei da guerra, 304 elicotteri, 3.371 sistemi aerei tattici senza pilota, 1.211 missili da crociera, 18 navi da guerra/cutter, 6.571 autocarri e autocisterne e 52 unità di equipaggiamento specializzato. 

Le forze di difesa aerea ucraine hanno distrutto durante la notte due droni kamikaze Shahed russi sopra la regione di Dnipropetrovsk. Lo ha detto il governatore della regione di Dnipropetrovsk Serhii Lysak in un post su Telegram, riferisce Ukrinform.

"Di notte, l'aggressore ha lanciato due droni Shahed nella regione di Dnipropetrovsk. Tuttavia, i nostri difensori del cielo dell'Air Command East li hanno distrutti", si legge nel post.

Non sono stati registrati altri attacchi alla regione. 

Sei insediamenti ancora allagati dopo il crollo della diga Sei insediamenti sono ancora sott'acqua nella regione di Kherson dopo l'attacco russo alla diga della centrale idroelettrica di Kakhovka. Lo riferisce su Telegram Oleksandr Prokudin, capo dell'amministrazione militare regionale di Kherson, secondo Ukrinform. 

 (ANSA il 18 giugno 2023) - Mentre Ucraina e Russia si rimpallano le accuse su chi avrebbe fatto crollare la diga di Kakhovka, il New York Times afferma che, nonostante siano "teoricamente possibili molteplici spiegazioni", le prove indicano chiaramente che la diga è stata paralizzata da un'esplosione provocata dalla parte che la controlla: la Russia". 

Il media statunitense interroga ingegneri ed esperti di esplosivi, sostenendo che la diga aveva "un tallone d'Achille" ed essendo "costruita in epoca sovietica, Mosca aveva ogni pagina dei disegni tecnici e sapeva dov'era".

La diga, spiegano ancora "è stata costruita con un enorme blocco di cemento alla base" ed è attraversata da "un piccolo passaggio, raggiungibile dalla sala macchine": proprio qui "suggeriscono le prove", "è esplosa la carica che ha distrutto la diga".

Estratto dell'articolo di Francesco Battistini per il “Corriere della Sera” il 18 giugno 2023.

Per fortuna c’è la scuola 49. Un bel rifugio. Sta duecento metri in là e ci possono star dentro centocinquanta persone: per chi suona la sirena, che a Zaporizhzhia suona per tutti, e tutti i giorni più volte al giorno. La scuola 49 ha l’unico sotterraneo dei palazzoni intorno alla Prospettiva Yuvileyniy. E funziona come in ogni parte d’Ucraina: anche oggi pomeriggio scatta l’ennesimo «allarme aereo globale», il decollo del solito Mig che monta l’abituale supersonico, e l’ululato insistito consiglia di ripararsi ed è qui sotto che si va.

«Ma è un rifugio privato — dice Valentina Omeloynivna, 69 anni — e noi possiamo entrarci solo se avanza posto!».

[…] Perfino a Kiev hanno scoperto che non ce n’è abbastanza. E due settimane fa, quando una bambina e sua mamma sono morte perché han trovato sbarrato il sotterraneo (privato), è scoppiato lo scandalo: andare nei tunnel della metropolitana non basta e ci sono shelter sufficienti solo per il 10 per cento della popolazione.

Sui social è finita sott’accusa «la burocrazia che impedisce di costruirne», la procura ha aperto un’inchiesta, fra il presidente Zelensky e il sindaco Klitschko — che non si amano — son sibilate critiche reciproche: è il tabù della corruzione, tanto preoccupante prima della guerra quanto irritante sotto le bombe, che ha già portato in galera lo storico sindaco di Odessa per una mazzetta di due milioni di euro, che ha inguaiato un viceministro della Difesa per una storia di cibo alle truppe fatturato del triplo, che già da tempo aveva convinto Zelensky a chiamare l’ex campione di calcio Shevchenko come garante delle donazioni.

C’è malcontento. E l’ affaire dei rifugi è il più urgente: proprio a Odessa, la capitale immorale del Paese, un gruppo di ragazzi di un’ong ha messo in piedi il progetto Safe Place, un cantiere dove si costruiscono giganteschi cubi «portatili» di cemento rinforzato, da 22 a 40 tonnellate, capaci di proteggere da 15 a 30 persone. «Abbiamo imparato a costruirli dagl’israeliani», spiega uno dei fondatori, Ilia Blochin, 35 anni, che ha due bimbi piccoli e un giorno s’è chiesto come proteggerli: «Sono veloci da trasportare, non richiedono fondamenta: s’appoggiano sul terreno e basta».

A Kherson e a Mykolaiv, ne hanno già piazzati otto.«Ma è dura scontrarsi con certe resistenze: noi li vendiamo a 250 mila euro l’uno e ogni volta che trattiamo con un’amministrazione pubblica, il costo come minimo raddoppia». Alla direttrice Valentina, qualcuno lo deve dire: il milione che serve a costruire il rifugio per i suoi vecchietti, è una balla.

La surreale inchiesta del NYT sul crollo della diga di Kakhovka. Piccole Note (filo-Putin) su Il Giornale il 19 giugno 2023.

Il New York Times pubblica una presunta inchiesta sul collasso della diga di Kakhovka con un articolo suggestivo, dal momento che si “suggerisce” che a farla collassare siano stati i russi. In realtà, l’articolo è una raffazzonata miscellanea di elementi, dichiarazioni mirate a infondere tale suggestione ai lettori, nulla più.

“Alcune esplosioni” o “una esplosione”

La diga è crollata 6 giugno, ricorda il media, a causa di “alcune forti esplosioni avvenute tra  2:15 e le 3:00 circa”, secondo “testimoni” che le hanno udite. Un lasso di tempo invero ampio, tanto da risultare vago.

A tale frase segue questa: “Poco prima che la diga cedesse, anche i satelliti dell’intelligence americana hanno catturato segnali di calore a infrarossi che indicavano un’esplosione”.

Inutile chiedere ai cronisti del NYT di cercare di descrivere anzitutto ciò che è successo, perché è un elemento essenziale di ogni analisi. Hanno ragione i testimoni, che hanno sentito “molte forti esplosioni” o è vero quel che riferiscono i sistemi di rilevamento Usa, che hanno captato una sola esplosione?

Ma, appunto, l’articolo deve solo suggestionare, le contraddizioni evidenti, hanno poca importanza. L’inchiesta riporta le considerazioni di alcuni ingegneri ucraini e americani, nonché della società che gestiva la diga (ovviamente ucraina), secondo i quali è molto probabile che a causare il collasso della struttura sia stata una bomba piazzata nelle sue viscere.

Ma l’ipotesi che possa esser venuta giù perché bersagliata da missili viene scartata troppo facilmente. Peraltro, proprio un bombardamento spiegherebbe le “grandi esplosioni” e l’ampio lasso di tempo nel quale sono avvenute le “esplosioni”, che nel caso di un sabotaggio interno non si darebbero.

In quest’ultimo caso, infatti, ci sarebbe un’unica grande esplosione, perché la prima esplosione farebbe detonare subito anche eventuali altre cariche esplosive che si trovassero nelle vicinanze (e i tecnici interpellati parlano appunto di esplosivi piazzati o nel corridoio di manutenzione che attraversa la diga nelle profondità o nella sala controllo che si affaccia su tale corridoio).

Il sismologo 

Ancora il giornale: “Le prove visive raccolte dal NYT mostrano che c’erano evidenti danni alla carreggiata (posta sulla sommità della diga) e ad alcune paratie su un lato del fiume nei mesi precedenti la rottura della diga”.

Tali danni erano stati causati da un bombardamento dell’aprile dello scorso anno, di cui si è vantato il generale ucraino Andriy Kovalchuk in un’intervista al Washington Post. Come si nota, il NYT rileva che i colpi causarono danni, ma non sono stati questi, aggiunge, a far collassare la diga.

Ovvio, quello dell’aprile scorso era solo un test, e un “test di successo” come dichiarò appunto il generale, che si è vantato di aver provocato tre squarci nella struttura. Ed è ovvio che non sono stati quei danni a farla collassare.

Ma colpi successivi? Se il test era stato un successo, vuol dire che lo scopo era stato raggiunto. E lo scopo, aveva detto il generale, era quello di verificare se fosse possibile far collassare la diga per allagare la zona (ma senza provocare eccessivi danni, aveva concluso, non volendo ovviamente passare per genocida).

Ma andiamo avanti con l’inchiesta del NYT. Scartando l’ipotesi missilistica, la causa del collasso, secondo il giornale, sarebbe da ricondursi ad alcune “esplosioni rilevate dai sensori sismici e a un segnale a infrarossi, che secondo i funzionari statunitensi è stato captato da un satellite, che indica il calore di un’esplosione”. Ancora una volta: esplosioni o esplosione?

Al di là del particolare, il sismologo al quale fa riferimento il NYT e che avrebbe registrato con i suoi strumenti le esplosioni in questione è il dottor Ben Dando, sismologo della Norsar, agenzia sismologica norvegese, Il Norsar, spiega Dando, avrebbe localizzato tali segnali “verso le “2:54”. Ma, specifica, si riferiva a esplosioni/e avvenute/a “in una zona di 20 o 30 chilometri di diametro nella quale era ricompresa la diga“.

Dare peso a un’informazione del genere la dice lunga sull’accuratezza dell’inchiesta: siamo in una zona di guerra, con esplosioni che si susseguono senza soluzione di continuità. E peraltro si afferma che il segnale non proveniva dalla diga, ma da un’area alquanto vasta (di guerra, appunto)…

L’infrarosso che non c’è

Così veniamo al famoso segnale a infrarosso che sarebbe stato captato dai satelliti Usa, la prova principe dell’inchiesta. E qui arriva la nota esilarante: “Non era disponibile un timestamp specifico del segnale a infrarossi, ma un alto funzionario militare statunitense ha affermato che è stato rilevato poco prima del crollo della diga“.

Insomma, il documento tanto pubblicizzato dal giornale non viene reso pubblico, c’è solo un tizio, anonimo e non si sa perché (cosa rischia?) che dice che esiste. Ma come, è il documento principe, secondo loro, per accusare i russi, e non lo tirano fuori?

Potremmo fermarci qui, tanto è surreale l’asserita inchiesta giornalistica, ma val la pena accennare a come gli stessi cronisti del NYT si rendano conto che non regge, così alla rivelazione precedente aggiungono: “Un alto funzionario militare americano ha affermato che gli Stati Uniti avevano escluso un attacco esterno alla diga, come un missile, una bomba o qualche altro proiettile, e ora valuta che l’esplosione provenisse da una o più cariche piazzate al suo interno, molto probabilmente da parte russa”. Sempre un anonimo, ovviamente.

Tale considerazione, abbiamo accennato, è avallata dagli specialisti ucraini interpellati dal NYT, i quali sanno perfettamente come le autorità ucraine abbiano subito incolpato i russi, ma non ritengono importante che la fonte interpellata sia di parte.

Ecco, tutta l’inchiesta si regge su fonti di parte. E parte attiva di questo confronto con la Russia è anche il NYT, come si è vantato lo stesso giornale all’inizio della guerra, in un articolo in cui spiegava come fosse necessario per vincere la pugna propalare disinformazione (mezze verità etc).

Così è se vi pare, dunque. Resta che, nonostante tutte queste asserite prove, il NYT conclude che l’unico modo per scoprire la verità è indagare sul posto…

Invece, per quel che ci riguarda, resta il mistero del perché i satelliti e i droni Usa, che battono l’Ucraina come nessun altro Paese, ai quali peraltro si è aggiunta la rete starlink di Elon Musk, non diano informazioni su quanto avvenuto. Impossibile che non l’abbiano registrato. Particolare che interpella non poco. 

Un sito a cura di Davide Malacaria. Piccole Note (filo-Putin) su Il Giornale il 19 giugno 2023.

Lavoravo in una rivista, non più. Ma è rimasta la voglia di guardare i giornali per scorgervi scintille d’intelligenza e di conforto sulle vicende del mondo e della Chiesa. E comunicarle ad altri. Nasce da qui l’idea di questo piccolo sito. Una povera cosa, senza pretese, che spero possa essere di una qualche utilità a quanti condivideranno con me queste pagine.

Nel tempo, Piccole note si è arricchito di care collaborazioni. Non in conseguenza di qualche ricerca affannosa, ma per certa felice accumulazione spontanea. Una ricchezza per il  sito, ma molto più per il nostro povero cuore.

Per consigli e suggerimenti, rimandiamo a “Contatti”. Saranno graditi.

Davide Malacaria 

Una nota a margine, ma molto più che doverosa, per un breve cenno riguardante don Giacomo Tantardini, scomparso il 19 aprile del 2012. Senza di lui, senza la sua grata amicizia, questo sito non sarebbe mai nato.

Il no della Russia all'Onu. Diga di Nova Kakhovka, il Cremlino nega all’Onu la possibilità di ispezionare le zone alluvionate e inviare aiuti. Mentre Zelensky si rivolge alle Nazioni Unite, affinchè si posaa portare soccorso alle popolazioni ucraine nei territori sotto il controllo russo, che si trovano in una situazione di massimo allarme sanitario, in seguito all’alluvione provocato dal crollo della diga di Nova Kakhovka, dal Cremlino arriva un diniego totale. Redazione su Il Riformista il 19 Giugno 2023. 

Sarebbe “difficile garantire la sicurezza degli esperti delle Nazioni Unite che cercano di ispezionare il territorio vicino alla centrale idroelettrica di Nova Kakhovka, poiché ci sono continui bombardamenti nell’area”.  Queste le parole del portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, nel corso di una conferenza stampa.

All’inizio di giugno, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, nell’intento di offrire assistenza alla popolazione locale dopo la distruzione della diga di Nova Kakhovka, hanno ricevuto un diniego, a fronte della richiesta di accesso ai territori sulla riva sinistra del fiume Dnipro, che sono sotto il controllo delle forze armate russe.

“Non conosco tutte le sfumature qui, ma ci sono anche molte domande a questo proposito. Come attraversare? Dov’e’ la linea di contatto? Insomma, i modi per garantire la sicurezza. Sapete che ci sono continui bombardamenti, continue provocazioni (sic). Sarebbe molto difficile garantire la loro sicurezza”: questa la spiegazione fornita da Peskov.

“Le Nazioni Unite si sono impegnate con i governi dell’Ucraina e della Federazione Russa per quanto riguarda la consegna di aiuti umanitari a tutte le persone colpite dalla devastante distruzione della diga di Kakhovka”, ha affermato Denise Brown, coordinatrice umanitaria dell’ONU per l’Ucraina, aggiungendo che la Russia ha finora rifiutato la richiesta delle Nazioni Unite di accedere alle aree sotto la sua occupazione.

L’ONU ha esortato le autorità russe “ad agire in conformità con i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario” e ha dichiarato che le Nazioni Unite continueranno a cercare il necessario accesso alle aree colpite occupate dalla Russia.

Il bilancio delle vittime del crollo della diga è salito ad almeno 45 persone, hanno riferito i funzionari dell’Organizzazione. Gli allagamenti hanno anche trasportato acqua sporca a valle e al largo della costa meridionale, con gravi rischi per la salute.

La scorsa settimana, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto il sostegno internazionale per aiutare a salvare le vittime del crollo della diga nelle aree dell’Ucraina occupate dai russi e ha accusato la Russia di non fornire “alcun vero aiuto alle persone nelle aree allagate. Nel territorio occupato, è possibile aiutare le persone solo in alcune aree: i terroristi russi – ha aggiunto – stanno facendo di tutto per rendere il maggior numero possibile di vittime del disastro”.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 19 giugno.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Mosca chiede riunione dell’Onu sulle armi occidentali a Kiev Francesco Battistini, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 19 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di lunedì 19 giugno, in diretta. La road map del commissario dell’Industria dell’Unione europea: «Ci stiamo preparando per un conflitto che durerà ancora diversi mesi, o anche di più»

• New York Times: «La diga di Kakhovka è stata distrutta dai russi».

• Ancora insediamenti allagati nel Kherson, 14 mila senza luce.

• Mistero su Budanov, il capo degli 007 ucraini: le voci sul coma, le assenze.

• Kiev: «Il piano di pace di Mosca ha sempre previsto l’occupazione».

Ore 22:20 - Zelensky: «La delegazione africana ha visto chi è interessato alla pace»

«Avete visto tutti come si è svolta la visita della delegazione di leader e rappresentanti africani in Ucraina, e poi nello Stato terrorista Russo. La delegazione ha avuto l’opportunità di vedere chi è veramente interessato alla pace e chi invece incarna la guerra, è stato molto chiaro». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Twitter. «Tutto ciò che è stato discusso in Ucraina - dice - riguardava la #PeaceFormula. Punto per punto. L’intero contenuto. Tutto ciò che è stato detto in Russia riguardava la guerra, come continuare a distruggere vite. È ovvio che non c’è alternativa alla Formula della Pace di Ucraina. È bene che il mondo lo senta e lo veda sempre più spesso».

Ore 23:40 - Breton: l’Ue fornirà a Kiev un milione di armi di alto calibro

L’Unione Europea sta accelerando le forniture di armi all’Ucraina a sostegno della controffensiva intrapresa dalle forze armate ucraine, ha dichiarato il capo dell’industria dell’Ue Thierry Breton in un’intervista rilasciata oggi al quotidiano francese Le Parisien. L’Ue fornirà a Kiev un milione di armi di alto calibro nei prossimi 12 mesi. «Intendiamo intensificare i nostri sforzi per fornire armi e munizioni», ha dichiarato Breton. Ha sottolineato che si tratta di combattimenti ad alta intensità in cui le munizioni giocano un ruolo cruciale. «Ci stiamo preparando per un conflitto che durerà ancora diversi mesi, o anche di più», ha detto Breton.

Ore 01:20 - L’Onu accusa Mosca di bloccare gli aiuti alle vittime della diga

Le Nazioni Unite hanno accusato la Russia di continuare a bloccare le consegne di aiuti umanitari alle aree controllate da Mosca nell’Ucraina orientale che sono state colpite dalla recente rottura della diga di Kakhovka. La rottura della diga il 6 giugno ha inondato vaste aree della regione di Kherson sotto il controllo russo e ucraino, costringendo migliaia di persone a fuggire e suscitando timori di un disastro ambientale. «Il governo della Federazione Russa ha finora rifiutato la nostra richiesta di accedere alle aree sotto il suo temporaneo controllo militare», ha dichiarato ieri la coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite per l’Ucraina, Denise Brown. «Le Nazioni Unite continueranno a fare tutto il possibile per raggiungere tutte le persone, comprese quelle che soffrono a causa della recente distruzione della diga, che hanno urgente bisogno di assistenza salvavita, non importa dove si trovino», ha affermato Brown. «Esortiamo le autorità russe ad agire in conformità con i loro obblighi ai sensi del diritto umanitario internazionale», ha aggiunto. Sabato i funzionari nelle aree controllate dai russi hanno annunciato che il bilancio delle vittime della rottura della diga era salito a 29, mentre Kiev ha affermato che il numero di morti nel suo territorio è salito a 16, con 31 ancora dispersi. Kiev ha accusato Mosca di aver fatto saltare la diga sul fiume Dnipro, mentre la Russia ha accusato l’Ucraina. Secondo una dettagliata inchiesta del New York Times, la diga sarebbe stata fatta saltare dai russi.

Ore 05:15 - Blinken incontra il capo della diplomazia cinese Wang Yi

È iniziato a Pechino l’incontro tra il segretario di Stato americano Antony Blinken e il capo della diplomazia cinese Wang Yi. Il colloquio a porte chiuse si svolge nel complesso diplomatico di Diaoyutai, nel distretto di Haidian della capitale cinese. Blinken è il primo segretario di Stato americano a recarsi in Cina in quasi cinque anni. Arrivato ieri a Pechino, ha incontrato per la prima volta il suo omologo cinese Qin Gang, con il quale ha avuto colloqui «franchi, sostanziali e costruttivi», secondo il Dipartimento di Stato americano. Qin Gang è il ministro cinese degli Affari esteri, mentre Wang Yi è il principale funzionario incaricato delle questioni diplomatiche all’interno del Partito comunista cinese (Pcc): figura predominante nella politica estera cinese. Blinken oggi potrebbe incontrare anche il presidente cinese Xi Jinping, prima di una conferenza stampa prevista per fine giornata.

Ore 07:13 - Allarme antiaereo in sei regioni

L’allarme antiaereo è scattato nelle prime ore di oggi in sei regioni dell’Ucraina, secondo il portale ufficiale di allerta del paese citato dai media locali. Le sirene risuonano negli oblast di Odessa, Dnipropetrovsk, Mykolaiv, Sumy, Zaporozhzhia e Donetsk.

Ore 07:13 - Esplosioni a Odessa, difesa aerea in azione

Una serie di esplosioni sono state udite nella notte nella città portuale meridionale ucraina di Odessa. Lo riportano i media locali, aggiungendo che le autorità militari hanno attivato la difesa aerea in tutta la regione. In mattina l’amministrazione militare regionale di Odessa ha comunicato che le truppe russe hanno lanciato quattro missili da crociera di tipo Kalibr dal Mar Nero, tutti distrutti in cielo dalle forze di difesa.

Ore 07:14 - Zelensky: passo dopo passo, stiamo avanzando

« Le nostre truppe stanno avanzando, posizione per posizione, passo dopo passo, stiamo avanzando». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un video postato nella notte. «Questa settimana abbiamo avuto Ramstein, e l’aspetto principale è la velocità dei rifornimenti. La prossima settimana avremo nuove importanti comunicazioni con i nostri partner, per il bene del nostro movimento, per il bene delle armi, per il bene dei nostri guerrieri che hanno tutto ciò di cui hanno bisogno. Sono grato a tutti coloro che ora sono in combattimento, nelle posizioni e nei posti di combattimento», ha concluso.

Ore 07:30 - Istituto per lo studio della guerra: possibile una pausa della controffensiva

Le forze ucraine potrebbero «sospendere temporaneamente le operazioni di controffensiva per rivalutare le loro tattiche», secondo l’Istituto per lo studio della guerra nella sua ultima valutazione del conflitto citata dal Guardian. Il capo del Centro di intelligence delle forze di difesa estone, il colonnello Margo Grosberg, ha detto venerdì che crede che«non vedremo un’offensiva nei prossimi sette giorni». Il thinktank ha osservato che «le pause operative sono una caratteristica comune delle grandi imprese offensive, e questa pausa non significa la fine della controffensiva dell’Ucraina». Domenica l’Ucraina ha «continuato le azioni di controffensiva su almeno quattro settori del fronte» e «ha ottenuto limitati guadagni territoriali».

Ore 07:36 - Abbattuti 4 droni nella regione di Dnipropetrovsk

Le forze ucraine hanno abbattuto la notte scorsa quattro droni russi nella regione di Dnipropetrovsk, nell’Ucraina sud-orientale: lo ha reso noto il capo del consiglio regionale, Nikolai Lukashuk, come riporta Rbc-Ucraina. «La nostra forza aerea ha distrutto quattro droni nella regione durante la notte. Probabilmente tre Shahed e un Orlan», ha affermato Lukashuk su Telegram.

Ore 07:41 - Russia ammette avanzamenti Kiev in regione Zaporizhzhia

Dopo due settimane di controffensiva delle forze armate ucraine, la Russia ha ammesso la perdita di qualche porzione di territorio. Il rappresentante russo nella regione Zaporizhzhia, Vladimir Rogov, conquistata da Mosca fin dalle prime fasi dell’invasione, ha confermato su Telegram la perdita del «controllo operativo» su un villaggio della zona in seguito alle «azioni offensive del nemico». Ora, ha aggiunto, l’artiglieria russa sta ora bombardando per impedire agli ucraini di trincerarsi nel villaggio: se infatti le forze armate ucraine riusciranno a conquistare un punto d’appoggio a Pyatijatki e riceveranno rinforzi, la prossima località nel loro mirino sarà Zherebianki, ha avvertito. Da lì, le truppe ucraine potrebbero iniziare un’offensiva sulla città di Vasilivka, a 70 chilometri da Melitopol.

Ore 08:04 - Kiev: liberati otto villaggi in due settimane

Le unità della brigata Tavria delle forze ucraine hanno liberato otto insediamenti nel ultime due settimane di combattimenti nelle direzioni di Berdiansk e Melitopol: lo ha reso noto su Telegram la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar. Si tratta dei villaggi di Novodarivka, Levadne, Storozheve, Makarivka, Blagodatne, Lobkove, Neskuchne e Pyatikhatki. «Nel complesso, le unità del settore Tavria sono avanzate in territorio nemico fino a sette chilometri - ha aggiunto -. L’area liberata nel sud è di 113 chilometri quadrati».

Ore 08:14 - Governatore: a Belgorod 7 feriti a causa bombardamento Kiev

Sette persone sono rimaste ferite, tra cui un bambino, durante il bombardamento della città di Valuyki, nella regione di Belgorod, da parte dell’esercito ucraino. Lo ha riferito su Telegram il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov. «Secondo i dati preliminari, 7 persone sono rimaste ferite, tra cui un bambino, che ha riportato la rottura di una clavicola. Le ambulanze li hanno portati all’ospedale del distretto centrale. Altre due persone hanno ferite da schegge minori. Vengono fornite tutte le cure mediche necessarie», ha scritto Gladkov, aggiungendo che ci sono stati danni in 5 condomini e 4 abitazioni private.

Ore 08:17 - Ministero difesa Gb: Mosca trasferisce le truppe dalla sponda del Dnipro

L’esercito russo ha«molto probabilmente» iniziato a trasferire le truppe dalla sponda orientale del fiume Dnipro a Bakhmut e Zaporizhzhia, ha affermato il ministero della Difesa britannico nel suo ultimo aggiornamento dell’intelligence riferito dal Guardian. «Il ridispiegamento del DGF (Dnipro Group of Forces) probabilmente riflette la percezione della Russia che un grande attacco ucraino attraverso il Dnipro sia ora meno probabile a seguito del crollo della diga di Kakhovka e delle conseguenti inondazioni», scrive il Ministero della Difesa.

Ore 08:21 - Kherson, a fuoco un serbatoio di benzina e un magazzino

Il servizio di emergenza statale ucraino ha pubblicato un’immagine dei vigili del fuoco che combattono un incendio a Kherson, che viene riportata dal Guardian. Suspilne, l’emittente statale ucraina, riferisce che «come risultato dei bombardamenti russi a Kherson, di notte un serbatoio di benzina in una delle stazioni di servizio della città e un magazzino aziendale sono andati a fuoco. Sul luogo dell’incendio si sono recate tre unità di equipaggiamento e 15 membri del personale del servizio di emergenza statale».

Ore 08:44 - Kiev, con controffensiva riconquistati 113 km quadrati

Dall’inizio della controffensiva, le forze ucraine hanno riconquistato 113 chilometri quadrati di territorio in precedenza occupati dai russi e, oggi, anche il villaggio di Pyatykhatky sul fronte meridionale nella regione di Kharkiv: lo ha dichiarato sui social media la vice ministra della Difesa di Kiev, Ganna Maliar. Questo mese, ha scritto, dall’inizio della controffensiva, sono stati liberati in totale «otto insediamenti», pari a 113 chilometri quadrati di territorio riconquistati.

Ore 09:13 - Russia, appello a espatriati di presidente Duma: «Tornate»

Il presidente della Duma di Stato (il parlamento russo), Vyacheslav Volodin, ha invitato i russi che hanno lasciato il Paese dopo l’inizio della campagna militare in Ucraina a tornare nel Paese, avvertendo che in futuro potrebbero essere privati di questa possibilità. «Alla luce di quanto sta accadendo, la cosa giusta da fare è applicare il buon senso: oggi c’è la possibilità di tornare. Domani, con l’isteria che si sta scatenando in Europa occidentale, potrebbe non esserci più», ha scritto Volodin sul suo canale Telegram. Più della metà dei russi che hanno lasciato il Paese dopo il 24 febbraio 2022, quando è iniziata la campagna militare lanciata dal presidente russo Vladimir Putin in Ucraina, ha scritto ancora il capo della Duma, sono tornati in Russia e il processo sta continuando.

«Molte persone che hanno lasciato il Paese sono state trattate come cittadini di seconda classe. Quando sono partiti, pensavano di poter aspettare tranquillamente che tutto passasse. Non è stato così: non trovano lavoro. Non viene dato loro un lavoro. I bambini vengono trattati male nelle scuole», secondo Volodin. Riferendosi alle dichiarazioni del presidente ceco Petr Pavel, che giovedì scorso ha difeso la necessità di «tenere sotto controllo» tutti i russi che vivono all’estero, l’esponente politico russo ha sottolineato che «dopo queste parole, i nostri cittadini, che ancora rimangono nei Paesi occidentali, dovrebbero pensare a dove sono andati, a cosa hanno trovato e a cosa li aspetta».

Ore 09:22 - Invasione dell’Ucraina: la catastrofe ambientale che pagheremo tutti

Alle perdite di vite umane si aggiunte il disastro ambientale in Ucraina. Bombardati industrie, raffinerie, foreste, edifici. Emessi 155 milioni di tonnellate di CO2. La stima dei danni dopo 15 mesi di guerra nell’inchiesta di Lorenzo Cremonesi e Milena Gabanelli.

Ore 10:13 - Gb: dopo crollo diga, meno probabile attacco attraverso il Dnipro

Suspilne, l'emittente statale ucraina, citando l'autorità regionale, riferisce che Kherson e altri quattro insediamenti rimangono sommersi sulla riva destra del Dnipro controllata dall'Ucraina, e quasi 850 case sono ancora sott'acqua. Lo riporta il Guardian.

Ore 09:44 - Servizi sicurezza russi: sventati sabotaggi contro nostri funzionari

Il servizio di sicurezza russo dell'FSB ha dichiarato oggi di aver sventato una serie di «sabotaggi e complotti terroristici» ucraini contro funzionari installati dai russi nel territorio occupato russo in Ucraina e di aver arrestato una donna nell'ambito delle sue indagini. Reuters, secondo quanto riporta il Guardian, riferisce che l'FSB ha affermato che gli attacchi avevano preso di mira funzionari delle forze dell'ordine russe e funzionari governativi installati dalla Russia nella regione meridionale di Zaporizhzhia, una delle quattro aree ucraine che Mosca ha affermato di aver annesso dopo aver organizzato quello che l'Ucraina ha definito «referendum fittizio» l'anno scorso. L'FSB ha affermato di aver aperto procedimenti penali contro una donna anonima che ha descritto come «complice» con l'accusa di terrorismo e possesso illegale di esplosivi.

Ore 09:59 - 490 bambini rimasti uccisi dall'inizio della guerra

Sono 490 i bambini ucraini rimasti uccisi e 1.026 quelli feriti dall'inizio dell'invasione russa, il 24 febbraio 2022. Lo ha dichiarato l'ufficio del Procuratore generale ucraino citato da Ukrinform. Nella maggior parte dei casi, si tratta di minorenni che vivevano nella regione di Donetsk.

Ore 10:46 - Kiev: 219.820 militari russi uccisi da inizio guerra

La Russia ha perso nell'ultimo giorno 650 uomini, facendo salire a 219.820 le perdite fra le sue fila dal giorno dell'attacco di Mosca all'Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, appena diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di 219.820 uomini, 3.984 carri armati, 7.729 mezzi corazzati, 3.847 sistemi d'artiglieria, 610 lanciarazzi multipli, 364 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 314 aerei, 304 elicotteri, 6.571 attrezzature automobilistiche, 18 unità navali e 3.371 droni.

Ore 10:47 - Lavrov: Occidente cerca di destabilizzarci in vista elezioni

I Paesi occidentali «tentano apertamente di minare la stabilità politica interna» in Russia in vista delle elezioni presidenziali in programma nel marzo del 2024. Lo ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov in una riunione del partito Russia Unita del presidente Vladimir Putin. «La feroce pratica di interferire negli affari interni di Paesi sovrani - ha affermato Lavrov, citato dall'agenzia Tass - continua. Le forme di tale interferenza sono molto varie, comprese le minacce, i ricatti e l'organizzazione di rivoluzioni colorate. Hanno cercato, senza successo, di ripetere il colpo di Stato in Ucraina del 2014 sei anni dopo in Bielorussia. E cercano apertamente di minare la stabilità politica interna del nostro Paese, specialmente nel contesto delle elezioni presidenziali del prossimo anno».

Ore 10:58 - Mosca: 7 feriti in attacchi su regioni russe di confine

Sette persone sono rimaste ferite in attacchi lanciati contro regioni russe di confine con l'Ucraina. Lo hanno riferito i governatori locali. «Il distretto municipale di Valuisk è sotto attacco da parte delle forze ucraine. Secondo le prime informazioni, sette persone sono rimaste ferite, tra cui un bambino», ha riportato il governatore di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, precisando che sono stati tutti trasferiti in ospedale. Danni ma nessuna vittima invece nella regione di Kursk dove sono stati colpiti i villaggi di Tyotkino e Popovo-Lezhachi, ha fatto sapere il governatore Roman Starovoit, aggiungendo che ci sono stati dei blackout e macchine danneggiate. Infine in Crimea, due droni sono stati abbattuti nella notte.

Ore 11:03 - Cina-Usa: in corso a Pechino incontro Blinken-Xi

È in corso a Pechino l'incontro fra il segretario di stato Usa Antony Blinken e il presidente cinese Xi Jinping. Lo si legge sull'agenzia di stampa ufficiale Xinhua (Nuova Cina). L'incontro è stato confermato all'ultimo minuto, quando il viaggio del capo della diplomazia americana nella capitale cinese, volto ad appianare le tensioni fra le due potenze mondiali, sta per concludersi. L'incontro, nella Grande Sala del Popolo, su piazza Tiananmen, in pieno centro a Pechino, avviene nel secondo e ultimo giorno di visita di Blinken a Pechino. I colloqui sono stati confermati solo negli ultimi minuti e giunge a poche ore dalla ripartenza del segretario di Stato Usa, che lascerà la capitale cinese in serata, ora locale, per la successiva tappa di Londra.

Ore 11:12 - Olena Zelenska inizia visita a Tel Aviv

La moglie del capo di Stato israeliano Michal Herzog ha ricevuto oggi a Tel Aviv la first lady ucraina, Olena Zelenska. A questo incontro era presente anche il presidente Isaac Herzog. Michal Herzog e Olena Zelenska prevedono di visitare poi, presso Tel Aviv, il centro medico per bambini Safra e l'ospedale Tel ha-Shomer. In seguito incontreranno esperti israeliani specializzati nella cura di traumi infantili dovuti a combattimenti e ad altri atti di ostilità. Secondo la stampa, a questi incontri parteciperanno anche alti funzionari del ministero degli Esteri israeliano e rappresentanti della Unione europea.

Ore 11:26 - Zelensky, telefonata con Sunak

Volodymyr Zelensky ha detto di aver parlato con Rishi Sunak . Il primo ministro ucraino ha pubblicato un post sui suoi canali di social media spiegando che in una chiamata al primo ministro britannico «hanno discusso delle esigenze di difesa dell'Ucraina e della nostra ulteriore cooperazione per espandere le capacità dell'Ucraina sul campo di battaglia, in particolare attraverso armi a lungo raggio».

Ore 11:35 - Kiev: distrutte in una settimana 19 basi russe

«La retroguardia degli occupanti è in fiamme»: così titola stamani su Telegram l'emittente Rbc-Ucraina, secondo cui in una settimana di controffensiva le forze armate ucraine hanno distrutto 19 «basi» nemiche nel sud e nell'est, oltre a 10 depositi di munizioni russe. L'affermazione non è verificabile in modo indipendente. Rbc-Ucraina mostra un a mappa con i simboletti delle esplosioni, e le basi distrutte compaiono, fra gli altri posti, accanto a Skadovsk, Berdyansk, Tokmok, Pology e Vasylivka, tutte nello Zaporizhzhia, e a Lugansk, Donetsk e Volnovakhs, nel Donbass.

Ore 11:53 - Zelensky: sconfiggeremo i russi anche con la ricostruzione

In Ucraina non rimarrà nemmeno una rovina. Ricostruiremo tutto, ripristineremo tutto, e sappiamo esattamente quali passi devono essere compiuti in quali tempi e con quali risorse per sconfiggere l'aggressione russa anche con la nostra ricostruzione. Quando le rovine spariranno, non sarà solo l'aggressore a perdere, ma l'idea stessa di aggressione. E questo accadrà»: lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 11:59 - Kiev: «I russi aspettano rifornimenti, a breve nuovi attacchi»

Secondo la portavoce delle forze ucraine di Difesa Sud, Natalia Gumenyuk, le truppe russe sono in attesa di nuovi rifornimenti, e «ci sarà un’altra intensificazione degli attacchi tra pochi giorni», come riporta Rbc-Ukraine. Secondo l’esercito di Kiev, la Russia ha cambiato la sua tattica nell’uso dei droni e negli ultimi giorni li sta utilizzando di meno rispetto alle due settimane precedenti.

Ore 12:07 - Lavrov: «Confronto con Stati ostili apre chance cooperazione»

«Lo scontro con i Paesi ostili ha aperto nuove opportunità di cooperazione al di fuori dell’Occidente storico, con partner nel vicino estero, Asia, Africa, Medio Oriente e America latina», ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov aggiungendo che «è naturale che queste aree ricevano un’attenzione prioritaria» per il loro ruolo nelle questioni internazionali. Mosca svilupperà la propria agenda di politica estera e non sarà integrata in sistemi e meccanismi volti a «servire gli interessi di altri», ha sottolineato, affermando che la Russia sarà guidata dalle sue priorità nell’arena internazionale nel rispetto delle norme universalmente riconosciute del diritto internazionale stabilite nella Carta delle Nazioni Unite.

Ore 12:10 - Cremlino: «Mancato accesso Onu aree inondate per motivi sicurezza»

La Russia ha motivato con ragioni di sicurezza la mancata autorizzazione al personale dell’Onu di accedere alla parte della regione di Kherson sotto il controllo delle forze di Mosca inondata a causa del parziale crollo della diga di Kakhova. «Ci sono costanti bombardamenti, costanti provocazioni» da parte degli ucraini, ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Ria Novosti. «Obiettivi civili vengono bombardati - ha aggiunto - la popolazione è bombardata, la gente sta morendo. Qui è molto difficile garantire la loro sicurezza». In precedenza l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari dell’Onu (Ocha) e l’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Iom) avevano lamentato che la Russia non aveva permesso loro l’accesso alle aree inondate sulla riva orientale del Dnepr per portare assistenza alla popolazione.

Ore 12:45 - Stoltenberg: «Le porte della Nato sono aperte per Kiev»

«A Vilnius non abbiamo discusso di un invito formale all’Ucraina. E su questo ci sono consultazioni continue e non voglio anticiparle». Lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, rispondendo a una domanda in conferenza stampa in cancelleria a margine di una bilaterale con Olaf Scholz. «I membri dell’alleanza sono già molto concordi sul fatto che le porte della Nato sono aperte».

Ore 12:46 - L’agente russo e il dottor Fuentes: così i russi tentarono di uccidere «un traditore» a Miami

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Le storie di spionaggio sono complicate e semplici. Coinvolgono uomini addestrati ma anche persone qualsiasi, prive di esperienza, però utili alla missione. Compresa la caccia ad un agente russo fuggito negli Stati Uniti, Aleksandr Poteyev. Un uomo che doveva morire perché aveva tradito.

L’ex funzionario dell’intelligence russa è dal 2010 nella lista dei ricercati di Mosca, lo accusano di aver venduto all’Fbi una rete di spie negli Stati Uniti, un network di illegali sulla costa orientale del Paese. Vivevano da americani, come americani: lavori comuni, figli, attività insospettabili, e intanto raccoglievano informazioni. È la storia che ha ispirato la serie tv The Americans. Probabilmente non li avrebbero presi se Poteyev, un veterano dell’intelligence di grande esperienza, un ufficiale che gestiva proprio gli infiltrati in Occidente, non avesse fatto il doppio gioco.

Ore 12:49 - Kiev: «500 residenti morti per il crollo della diga a Oleshky»

Oltre 500 residenti di Oleshky, nella regione meridionale di Kherson sulla riva sinistra del fiume Dnipro occupata dalla Russia, potrebbero essere morti in seguito all’esplosione della diga di Kakhovka: lo scrive Rbc-Ukraine citando il Centro per la resistenza nazionale (Crn). «Secondo i dati a disposizione, più di 500 residenti dell’area occupata di Oleshky, sulla riva sinistra del Dnipro, sono morti perché i russi hanno fatto esplodere la diga di Kakhovka. Gli occupanti russi si sono rifiutati di evacuare chi non aveva il passaporto russo», si legge in una nota del Crn.

Ore 13:08 - Kiev: «Elezioni in Ucraina alla fine della legge marziale»

Le elezioni in Ucraina dovrebbero tenersi dopo la fine della legge marziale. A dirlo - come riporta Ukrinform - è il presidente del parlamento ucraino Ruslan Stefanchuk, che in un’intervista ha spiegato che «la legislazione dell’Ucraina prevede che durante la legge marziale eventuali elezioni sono impossibili. E questo è logico». Le prossime elezioni parlamentari regolari erano previste per l’ottobre 2023 e le elezioni presidenziali per la primavera del 2024.

Tuttavia, secondo la legge, il regime legale della legge marziale rende impossibile procedere in questo senso. Le autorità, ha sottolineato Stefanchuck, non sanno attualmente come organizzare il voto per quasi sette milioni di ucraini che si trovano al di fuori del Paese, così come per i cittadini che vivono nelle regioni temporaneamente occupate dalla Federazione russa. Sarebbe impossibile quindi riuscire a «garantire una rappresentanza adeguata». Per il presidente del parlamento ucraino, inoltre, tenere le elezioni durante la guerra potrebbe portare a una «rottura dello stato», che è ciò che la Russia si aspetta, ed è «questo il motivo per cui penso che la decisione più corretta e saggia sia quella di indire elezioni immediatamente dopo la fine della legge marziale», ha aggiunto.

Ore 13:30 - Blinken: «Pechino ha promesso di non fornire armi a Mosca»

Blinken ha spiegato che l'impegno di Pechino a non fornire armi alla Russia è stato ribadito «ripetutamente» nelle ultime settimane, non solo agli Stati Uniti ma anche ad altri Paesi, riferisce la Bbc. «Si tratta di un impegno importante, di una politica importante, e al momento non abbiamo visto nulla che lo contraddica», e ha aggiunto che gli Stati Uniti restano preoccupati per «le società private cinesi che potrebbero fornire assistenza, in alcuni casi chiaramente diretta a rafforzare la capacità militare della Russia in Ucraina».

Ore 14:51 - Kiev conferma la presa di Piatykhatky, a sud di Zaporizhzhia

L’Ucraina conferma la liberazione del villaggio di Piatykhatky, a sud di Zaporizhzhia, dopo che alcuni blogger filorussi ne avevano anticipato ieri la notizia. Lo ha dichiarato su Telegram il comandante delle Forze armate ucraine Valery Zaluzhny. Si tratta del primo territorio liberato da Kiev in quell’aerea dall’inizio della controffensiva. «I soldati della 128 brigata separata d’assalto in montagna della regione della Transcarpazia hanno liberato il villaggio di Pyatikhatky, nella regione di Zaporizhzhia, dagli occupanti russi. Gloria all’Ucraina e ai suoi soldati!» ha scritto Zaluzhny.

Ore 15:02 - Processo Navalny a porte chiuse, rischia altri 30 anni

I giudici del nuovo processo cominciato oggi contro l’oppositore russo Alexei Navalny con l’accusa di «estremismo» hanno deciso di continuare le udienze a porte chiuse. Ai giornalisti che fino a quel momento avevano potuto seguire l’udienza odierna in una stanza vicina all’aula tramite una trasmissione tv a circuito chiuso è stato quindi ordinato di allontanarsi dalla colonia penale dove Navalny è rinchiuso e dove il processo si svolge. Lo ha comunicato Vadim Polezhaev, portavoce della Corte della città di Mosca, che celebra il processo.

Ore 15:45 - Navalny lancia una nuova campagna contro la guerra

Nel giorno in cui inizia il nuovo processo nei suoi confronti nella colonia penale in cui è detenuto, l’oppositore russo Alexei Navalny ha lanciato un appello per a una campagna contro il conflitto in Ucraina e contro quelle che definisce «le menzogne di Putin». In un messaggio postato sul suo sito, Navalny ammette che sarà una «campagna lunga, dura, estenuante», ma si dichiara sicuro che potrà dare risultati, coinvolgendo quel «20% della popolazione che ha parenti o conoscenti tra i morti in questa guerra». La campagna, sottolinea, dovrà essere portata avanti contattando i cittadini via telefono e soprattutto app di messaggi.

Ore 16:03 - Kiev: «Le battaglie infuriano a Est, superiorità delle forze russe»

La viceministra della Difesa ucraina Hanna Malyar rende noto con un post su Telegram che i combattimenti nella zona orientale del Paese è ora molto difficile: l’esercito russo ha rafforzato i suoi schieramenti e sta attaccando nelle direzioni di Lyman e Kupyansk, i bombardamenti sono intensi e i combattimenti infuriano. «Il nemico non abbandona i suoi piani per raggiungere i confini delle regioni di Donetsk e Lugansk, direzione principale dell’offensiva nemica. Le nostre truppe stanno agendo con coraggio di fronte alla superiorità di forze e mezzi del nemico e non gli permettono di avanzare», scrive Malyar.

Ore 16:09 - Padre Navalny: «Il processo a porte chiuse è una decisione “svergognata”»

La decisione di tenere il processo contro Alexei Navalny a porte chiuse è «svergognata». Lo ha detto il padre dell’oppositore russo, che insieme alla moglie è stato invitato a lasciare la colonia penale di Melekhovo, 250 chilometri a est di Mosca, dove si tiene la prima udienza del processo al loro figlio, accusato di «estremismo». «Nessuna vergogna, nessuna coscienza, nessun onore», ha risposto Anatoly Navalny a un giornalista dell’Afp che gli ha chiesto un commento all’uscita della colonia penale.

Ore 16:23 - Schlein: «Pieno supporto a Kiev anche con aiuti militari»

«Siamo sempre stati chiari e lineari nel pieno supporto all’Ucraina per la difesa anche con aiuti militari. Abbiamo tenuto e continueremo a tenere un atteggiamento coerente, ma non dismettiamo la prospettiva di una pace giusta, facciamo nostre le parole di Mattarella di non distogliere la ricerca di un approdo di pace. Una forza di sinistra come la nostra non può dismettere la parola pace». Lo ha detto la segretaria Pd, Elly Schlein, nella relazione introduttiva alla direzione in corso al Nazareno.

Ore 16:15 - Israele, in visita la first lady ucraina: Olena Zelenska vede Herzog

Visita in Israele per la first lady ucraina Olena Zelenska: dopo l’incontro con il presidente Isaac Herzog e la moglie Mijal, i tre si sono recati al Safra Children’s Hospital e allo Sheba Medical Center Rehabilitation Department, dove hanno incontrato alcuni bambini e adolescenti ricoverati. Zelenska ha chiesto il sostegno internazionale per rafforzare il sistema sanitario ucraino che «non può affrontare da solo» le conseguenze della guerra. Mihal Herzog ha assicurato che Israele vuole condividere «la sua conoscenza, infrastrutture ed eccellenti strutture mediche con i bisognosi di tutto il mondo». Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, lo Stato ebraico ha fornito aiuti umanitari all’Ucraina, ma non armi come richiesto dal presidente Volodymyr Zelensky, per non entrare in conflitto con Mosca, con la quale si coordina nel teatro siriano.

Ore 16:17 - Von der Leyen, colloquio telefonico con Sunak: «Sostegno finanziario all’Ucraina»

Colloquio telefonico tra la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il primo ministro britannico Rishi Sunak in vista della conferenza sulla ricostruzione sull’Ucraina che si svolgerà mercoledì a Londra. «Ottima telefonata con Sunak. Abbiamo parlato di sostegno finanziario per l’Ucraina dopo il 2023, di opportunità e sfide per l’IA» che è «una discussione da fare con partner e aziende che la pensano allo stesso modo. E di lotta al traffico di migranti», ha twittato von der Leyen.

Ore 16:24 - Kiev: «Ungheria tiene in isolamento prigionieri di guerra ucraini»

L’Ungheria tiene «in isolamento» gli 11 prigionieri di guerra ucraini, consegnati l’8 giugno scorso dai russi a Budapest, e l’Ucraina non riesce a mettersi in contatto con loro: lo afferma il ministero degli Esteri di Kiev, che chiede alle autorità ungheresi «accesso immediato» per loro ai servizi consolari. «Tutti i tentativi da parte dei diplomatici ucraini di stabilire un contatto diretto con questi loro concittadini sono andati a vuoto. Questo, unito ad altre informazioni ricevute dai loro familiari, indica che le assicurazioni da parte dell’Ungheria sul loro status libero non sono veritiere», ha dichiarato, citato dal Kyiv Independent e da altri media ucraini, il portavoce del ministero, Oleg Nikolenko. Lo scorso 8 giugno la Chiesa ortodossa russa propose di consegnare alle autorità magiare un gruppo di 11 militari ucraini catturati dalle forze russe, tutti originari dell’oblast di Zakarpattia, nel sud-ovest dell’Ucraina, che confina con l’Ungheria. Il 9 giugno da Budapest il vicepremier Zsolt Semjén acconsentì, definendo i prigionieri di guerra «persone libere» sotto la tutela ungherese. Ma secondo Nikolenko, i prigionieri sono tenuti in isolamento, non hanno accesso diretto a fonti d’informazione e possono comunicare con i propri familiari in Ucraina solo in presenza di una terza parte. Tutto ciò, secondo Kiev, è una violazione della Convenzione europea sui Diritti umani da parte dell’Ungheria. Nella regione Zakarpattia vivono circa 150.000 persone di etnia ungherese e circa 400 di essi - fra cui gli 11 in questione - servono nell’esercito di Kiev.

Ore 16:58 - Sondaggio di Kiev: «Solo il 23% manderebbe via Zelensky dopo la guerra»

Il 73% degli ucraini vorrebbe che, quando la guerra finirà, ci fosse qualche cambiamento a livello politico e di governo, circa il 69% guarda a nuove elezioni parlamentari, il 47% cambi fra i ministri, ma solo il 23% afferma di volere un presidente differente da Volodymyr Zelensky: questo il risultato di un sondaggio commissionato all’Istituto internazionale di Sociologia di Kiev (Kiis) pubblicato oggi dal Kyiv Independent. Solo un 19% degli ucraini interpellati non vorrebbe alcun cambiamento rispetto al panorama politico-amministrativo attuale, con un 8% del totale indeciso. «Se l’appoggio alle azioni del governo centrale stava calando prima del 2022, dopo l’invasione russa la cittadinanza ha «cambiato le proprie priorità», e ora si registra in generale un favore elevato per il governo e per il raggiungimento della vittoria» militare, ha dichiarato il vicedirettore del Kiis, Anton Hrusheckyi, secondo il Kyiv Independent.

Ore 17:07 - L’iniziativa di pace africana definita storica dal Sudafrica

Nella sua lettera settimanale alla nazione, il Presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, ha oggi acclamato come «storica» la visita del gruppo non allineato African Peace Initiative in Ucraina e Russia durante il weekend. «È la prima volta che leader africani si sono imbarcati in una missione di pace al di fuori del continente», ha scritto Ramaphosa. Il viaggio diplomatico dei capi di stato di Sudafrica, Senegal, Comore e Zambia, insieme al primo ministro dell’Egitto e ad alti funzionari di Uganda e Congo-Brazzaville non ha prodotto risultati immediati, dopo gli incontri sia con il presidente ucraino Volodymir Zelensky a Kiev venerdì, sia con il presidente russo Vladimir Putin a San PIetroburgo sabato. La missione ha voluto soprattutto dare voce al continente africano che subisce indirettamente le conseguenze del conflitto in Ucraina.

Sia Russia che Ucraina sono per l’Africa essenziali fornitori di cereali e fertilizzanti e secondo dati della African Development Bank, il conflitto ha già causato una mancanza di circa 30 milioni di tonnellate di cereali in Africa. I leader africani hanno avanzato una proposta di pace in dieci punti che include una distensione nella regione, il riconoscimento della sovranità dei due paesi secondo la Carta delle Nazioni Unite e una garanzia che le esportazioni di grano avvengano senza ostacoli, oltre al ritorno dei prigionieri di guerra e dei bambini nei rispettivi paesi. I dieci punti sono stati ritenuti «molto difficili da mettere in atto» secondo quanto dichiarato dal Cremlino, mentre Zelensky ha ribadito che colloqui con Mosca sono fuori discussione finché ci sarà una presenza militare russa in territorio ucraino.

Ore 17:12 - Esplode auto in Crimea, ferito funzionario filorusso Zaporizhzhia

L’assistente del cosiddetto «vice primo ministro» della regione di Zaporizhzhia controllata dai russi, Vladimir Yepifanov, è rimasto ferito in seguito a una esplosione nella sua vettura in Crimea, sulla quale viaggiava insieme ad altre due persone. Lo ha scritto su Telegram il funzionario locale nominato dalla Russia, Vladimir Rogov, spiegando che tutti e tre sono rimasti feriti e hanno riportato gravi ustioni. «Stamattina presto un’auto è esplosa sull’autostrada da Yevpatoria a Simferopol, sulla quale viaggiava l’assistente del vice primo ministro per lo sviluppo economico della regione di Zaporizhzhia e candidato al parlamento della Russia Unita Vladimir Yepifanov», ha scritto Rogov. La causa ufficiale dell’esplosione non è stata ancora stabilita, ha aggiunto.

Ore 18:35 - Mosca chiede riunione dell’Onu su armi occidentali a Kiev

La Russia chiede una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulle forniture di armi occidentali all’Ucraina per il 29 giugno. Lo rende noto la missione diplomatica di Mosca all’Onu, citata dalla Tass.

Ore 19:49 - Navalny annuncia campagna opinione contro la guerra

Alexei Navalny annuncia il lancio di una vasta campagna d’opinione contro la guerra in Ucraina e il presidente russo Vladimir Putin. Condurremo «una lunga, persistente, esaustiva, e fondamentalmente importante campagna per far sì che la gente sia contro la guerra», si legge sul sito del dissidente russo in carcere, nel giorno in cui si è aperto un nuovo processo a suo carico per «estremismo» per il quale rischia 30 anni di detenzione. Lo riferisce Meduza. L’inizativa verrà condotta con strategie «da campagne elettorali d’alta qualità», con «sondaggi, iniziative dirette a centinaia di diversi gruppi, con un approccio particolare per ciascuno, l’identificazione di chi dubita per fargli cambiare opinione», spiega Navalny. Il dissidente intende rivolgersi direttamente «alle centinaia di migliaia di soldati mobilitati, che hanno visto con i loro occhi cos’è veramente il regime di Putin». Dato che in Russia non si possono usare strumenti tradizionali come manifestazioni o telefonate, per cambiare l’orientamento dell’opinione pubblica Navalny intende rivolgersi a nuove tecnologie fra cui call center all’estero e campagne attraverso app di messagistica. «Stiamo lavorando a soluzioni, costruiamo, assumiamo gente, raccogliamo fondi», afferma Navalany, invitando specialisti informatica e di marketing, sociologi, scienziati politici e donatori a contribuire al progetto.

Ore 00:57 - Esplosioni a Zaporizhzhia, allarme in 10 regioni

Diverse esplosioni sono state udite nelle prime ore di oggi nella città ucraina di Zaporizhzhia, secondo autorità locali citate dai media internazionali. L’allarme antiaereo è scattato anche negli oblast di Dnipropetrovsk, Kirovohrad, Mykolayiv, Odessa, Poltava, Sumy, Kharkiv, Donetsk e Kherson.

Ore 01:56 - Zelensky, no perso posizioni, nostre forze le difendono

Il presidente della Ucraina Volodymyr Zelenski ha affermato che «non abbiamo perso posizioni di combattimento, solo liberate.Le forze di difesa dell'Ucraina avanzano in alcune direzioni e difendono le loro posizioni e resistono agli assalti degli invasori russi in altre.». Lo riferisce Ukrinform. Zelensky — secondo quanto riporta Ukrinform — ha sottolineato che l'addestramento e la fornitura di equipaggiamento alle nuove brigate della Guardia nazionale e delle guardie di frontiera, sono state discusse in dettaglio durante la riunione del personale.

Ore 02:51 - Media, Unione Europea pronta a un piano di aiuti da 50 miliardi

L'Unione Europea è pronta a proporre un piano di aiuti finanziari da 50 miliardi di euro per sostenere l'Ucraina. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali l'annuncio è atteso nelle prossime ore. La proposta aiuterà a finanziare le spese correnti del governo di Kiev e pagare le priorità più urgenti per la ricostruzione.

Ore 03:35 - Esplosioni in altre quattro regioni, anche a Kiev

Esplosioni hanno scosso nella notte la città e la regione di Kiev, secondo i media locali. L'amministrazione militare della capitale dell'Ucraina ha reso noto che le difese aeree sono state attivate. Deflagrazioni sono state segnalate anche negli oblast di Cherkasy, Vinnitsa e Khmelnytskyi.

Ore 04:02 - Kiev, 208 vittime abusi sessuali da invasori russi

Kiev ha identificato 208 vittime di violenza sessuale da parte delle truppe russe dall’inizio dell’invasione, ha dichiarato l’ufficio del procuratore generale ucraino citato dai media locali. Centoquaranta dei casi registrati sono contro donne e altri 13 contro minori, spiega l’ufficio osservando che il numero reale delle vittime è probabilmente molto più alto.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 20 giugno.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi | Budanov, capo degli 007 di Kiev, ricompare in video: «Zaporizhzhia minata da russi». Francesco Battistini, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 20 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di martedì 20 giugno, in diretta. Biden: «Il ricorso di Putin ad armi nucleari tattiche è una minaccia reale» 

• Kiev: «Le battaglie infuriano a Est, superiorità delle forze russe».

• Massici attacchi nella notte a Kiev e in altre regioni.

• Il punto militare: la pausa della controffensiva per limitare le perdite.

Ore 01:56 - Zelensky: non abbiamo perso posizioni, le nostre forze le difendono

Il presidente della Ucraina Volodymyr Zelenski ha affermato che «non abbiamo perso posizioni di combattimento, solo liberate. Le forze di difesa dell'Ucraina avanzano in alcune direzioni e difendono le loro posizioni e resistono agli assalti degli invasori russi in altre.». Lo riferisce Ukrinform. Zelensky ha sottolineato che l'addestramento e la fornitura di equipaggiamento alle nuove brigate della Guardia nazionale e delle guardie di frontiera, sono state discusse in dettaglio durante la riunione del personale.

Ore 02:51 - Media, Unione Europea pronta a un piano di aiuti da 50 miliardi

L'Unione Europea è pronta a proporre un piano di aiuti finanziari da 50 miliardi di euro per sostenere l'Ucraina. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali l'annuncio è atteso nelle prossime ore. La proposta aiuterà a finanziare le spese correnti del governo di Kiev e pagare le priorità più urgenti per la ricostruzione.

Ore 04:02 - Kiev, 208 vittime abusi sessuali da invasori russi

Kiev ha identificato 208 vittime di violenza sessuale da parte delle truppe russe dall’inizio dell’invasione, ha dichiarato l’ufficio del procuratore generale ucraino citato dai media locali. Centoquaranta dei casi registrati sono contro donne e altri 13 contro minori, spiega l’ufficio osservando che il numero reale delle vittime è probabilmente molto più alto.

Ore 05:01 - Kiev, per ricostruzione Kherson servono 70 milioni

Saranno necessari circa 60-70 miliardi di euro per ripristinare case e infrastrutture nelle parti dell’oblast di Kherson danneggiate dall’esplosione della diga di Kakhovka: è la stima del capo dipartimento dell’Accademia ucraina di costruzioni, Ivan Perehinets. «Il ripristino dei 60 milioni di metri quadrati che abbiamo perso a causa dei combattimenti e dalle inondazioni ammonterà a 60-70 miliardi di dollari», ha detto Perehinets ai media locali. Con il governo ucraino che si aspetta di ricevere fondi da donatori internazionali per la ricostruzione, Perehinets ha affermato che Kiev dovrebbe disporre di risorse finanziarie sufficienti per ricostruire l’area ma che la mancanza di ingegneri qualificati ed esperti rimane un problema. Perehinets stima che la ricostruzione delle case nell’oblast di Kherson richiederà dai cinque ai dieci anni e una forza lavoro di 1,5 milioni di operai edili.

Ore 05:46 - Biden, ricorso della Russia ad armi nucleari tattiche è una minaccia «reale»

Il ricorso della Russia ad armi nucleari tattiche è una minaccia «reale». Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, giorni dopo l’annuncio da parte di Mosca dello schieramento di armi nucleari tattiche in Bielorussia. Durante una visita a Palo Alto, in California, il presidente Usa ha definito l’iniziativa della Russia «assolutamente irresponsabile»: «Durante la mia ultima visita qui, circa due anni fa, dissi che temevo il prosciugamento del fiume Colorado, e tutti mi guardarono come fossi pazzo», ha detto Biden. «Mi guardarono come quando dissi che temevo (il presidente russo, Vladimir) Putin potesse usare armi nucleari tattiche. È (un rischio) reale», ha affermato Biden.

Ore 06:00 - Kiev, nuovo attacco russo, distrutti 28 droni Shahed

Un nuovo attacco russo ha preso di mira, nella notte l’Ucraina e la capitale Kiev. Lo Stato maggiore delle forze armate ucraine ha riferito che si è trattato di un attacco con 30 droni Uav di tipo Shahed, di cui 28 distrutti dalla difesa aerea. L’amministrazione militare della città di Kiev, come riporta Rbc Ucraina, ha aggiunto che i droni sono entrati nella capitale a ondate, da diverse direzioni. Al momento non risultano vittime. «Quasi due dozzine di obiettivi nemici sono stati rilevati e distrutti dalle forze e dai mezzi della nostra difesa aerea nello spazio aereo intorno a Kiev», riferisce lo Stato maggiore delle forze armate di Kiev

Ore 06:21 - Nuovi attacchi notturni a Kiev e in altre città

Nuovi attacchi russi «massicci» hanno preso di mira Kiev e le città ucraine di Leopoli e Zaporizhzhia, secondo le autorità militari, che al momento non segnalano vittime. Gli attacchi sono arrivati sulle città da diverse direzioni attraverso droni e l’allerta è durata più di tre ore. Lo stato maggiore ucraino ha successivamente affermato che 28 droni erano stati abbattuti dalla difesa aerea ucraina sui 30 lanciati dalle forze russe sull’Ucraina durante la notte. L’amministrazione militare di Zaporizhzhia, da parte sua, ha affermato che la città e i suoi dintorni sono stati bersaglio di un «massiccio attacco» contro obiettivi civili. Secondo le prime informazioni dello Stato Maggiore, sette missili S-300 sono stati lanciati su Zaporizhzhia e nei suoi sobborghi. «Dopo una notte agitata e rumorosa, la situazione a Zaporizhjia è stabile. Grazie a Dio non ci sono feriti e nessun edificio residenziale è stato colpito», ha scritto su Telegram il segretario del consiglio comunale Anatoly Kurtev.

Ore 07:09 - Esplosioni in 4 regioni ucraine

Esplosioni hanno scosso nella notte la città e la regione di Kiev. L’amministrazione militare della capitale dell’Ucraina ha reso noto che le difese aeree sono state attivate. Deflagrazioni sono state segnalate anche negli oblast di Cherkasy, Vinnitsa e Khmelnytskyi. Nel «massiccio attacco» notturno da parte di droni kamikaze nemici quasi 20 bersagli aerei sono stati rilevati e distrutti nello spazio aereo intorno a Kiev, ha comunicato in mattinata l’amministrazione militare della capitale ucraina. I droni sono entrati nella città a ondate, da varie direzioni. L’allerta aerea è durata più di tre ore. Finora non sono pervenute informazioni su vittime o danni.

Ore 07:39 - «Nella notte abbattuti 32 droni russi su 35»

Le forze russe hanno lanciato nella notte 35 droni kamikaze Shahed sull’Ucraina, 32 dei quali sono stati abbattuti. Lo comunica lo Stato Maggiore delle Forze Armate di Kiev, come riporta Ukrinform.

Ore 07:50 - Bombe russe sulla regione di Sumy, morto un civile

Un civile è stato ucciso e altri tre, tra cui un bambino, sono rimasti ferite nel corso degli attacchi russi di ieri nella regione di Sumy. Lo riporta il Kyiv Independent. La regione ha subito 16 attacchi, durante i quali sono state prese di mira le comunità di Myropillia, Khotin, Bilopillia, Krasnopillia, Yunakivka, Shalyhyne e Novoslobidske. La vittima è stata segnalata a Yunakivka.

Ore 08:03 - La Wagner recluta esperti di videogiochi per pilotare i droni

Il gruppo mercenario russo Wagner sta ingaggiando persone di età compresa tra i 21 e i 35 anni con un «background di gioco» per lavorare come specialisti di droni, nel tentativo di espandere il bacino di reclutamento dopo le pesanti perdite subite: lo osserva l’Institute for the Study of War nel suo ultimo aggiornamento sul conflitto citato dal Guardian. I reclutatori del gruppo stanno pubblicando messaggi sulle piattaforme dei social media e le reclute non hanno bisogno di alcuna esperienza precedente. «La nuova campagna di reclutamento Wagner, secondo quanto riferito, pubblicizza l’addestramento con istruttori ben preparati, l’assicurazione sanitaria e sulla vita, l’equipaggiamento moderno e la garanzia che tutte le reclute riceveranno tutti i pagamenti promessi», ha scritto l’Isw.

Ore 08:14 - Kiev: «Ieri uccisi più di 1.000 soldati russi»

Le forze armate ucraine hanno ucciso ieri 1.010 soldati russi, un bilancio che porta il totale a quota 221.460 militari russi eliminati dall’inizio della guerra. Lo ha reso noto lo Stato Maggiore dell’esercito di Kiev nel suo aggiornamento quotidiano della situazione al fronte, come riporta Ukrinform.

Ore 09:06 - O07 Gb: Prigozhin attacca ancora il ministero della Difesa russo

«Il tono di Prigozhin nei confronti del Ministero della Difesa è diventato inequivocabilmente conflittuale». Lo scrive su Twitter l’intelligence britannica, facendo riferimento alla dichiarazione di ieri del fondatore del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin «di aspettarsi una risposta dal Ministero della Difesa russo in merito a un “contratto” di sua stesura che aveva consegnato al ministero tre giorni prima». «Sebbene il contenuto del documento di Prigozhin non sia stato reso pubblico — spiega il ministero della Difesa di Londra — l’atto di consegnarlo alza la posta in gioco ed è probabilmente un altro tentativo deliberato di minare l’autorità del vertice militare ufficiale. Il Ministero della Difesa russo quasi certamente vede questa richiesta come profondamente inopportuna in un momento in cui è alle prese con la controffensiva di Kiev».

Ore 09:50 - Fonti filorusse: la città di Nova Kakhovka colpita da droni kamikaze ucraini

Le autorità filorusse nella regione di Kherson accusano le forze armate di Kiev di aver attaccato la città di Nova Kakhovka con droni kamikaze e con missili. Lo riporta l'agenzia di stampa Tass spiegando che nell'attacco sono rimasti feriti tre civili.

Ore 10:50 - Kiev: «Sarà una dura battaglia, la Russia non si arrenderà»

L'Ucraina deve prepararsi ad affrontare una dura battaglia perché la Russia non si darà per vinta facilmente: lo ha detto in tv la viceministra della Difesa di Kiev, Hanna Malyar, come riporta Ukrainska Pravda. «È necessario capire che il nemico non si arrenderà facilmente. Dobbiamo adattarci al fatto che sarà un duello molto duro. In realtà, questo sta accadendo ora», ha affermato Malyar, sottolineando che è difficile per l'esercito ucraino avanzare verso sud a causa della resistenza nemica. Allo stesso tempo, ha aggiunto le truppe ucraine «si stanno muovendo come dovrebbero muoversi» e «i risultati più grandi devono ancora arrivare».

Ore 10:02 - Kiev: «I rifugiati ucraini sono più di otto milioni»

Oltre otto milioni di ucraini sono diventati rifugiati dall'inizio dell'invasione russa del Paese e più di cinque milioni hanno richiesto lo status di residenza temporanea nei Paesi dell'Europa occidentale: lo ha affermato su Telegram il commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino, Dmytro Lubinets, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.

Ore 10:05 - Mosca: «Ucraino arrestato in Russia per spionaggio»

L' agenzia di stampa statale russa Tass riferisce che le forze di sicurezza hanno arrestato un cittadino ucraino nella regione di Kabardino-Balkaria perché sospettato di spionaggio. L'uomo, di 44 anni, è stato arrestato nella città di Nalchik. Secondo la Fsb «è stato accertato che il detenuto, agendo su istruzioni del servizio di sicurezza dell'Ucraina, ha raccolto e consegnato informazioni militari a un ufficiale dell'intelligence straniera. L'indagine è ancora in corso. Se giudicato colpevole, rischia una pena detentiva compresa tra dieci e 20 anni.

Ore 10:51 - Kiev: soldati russi confiscano aiuti umanitari a Oleshky

Le truppe russe stanno confiscando gli aiuti umanitari destinati alla città allagata di Oleshky, nella parte occupata della regione di Kherson. Lo ha detto alla televisione ucraina il portavoce dello stato maggiore delle forze armate di Kiev Andrii Kovalov. «La situazione sulla riva sinistra è catastrofica. Gli occupanti russi stanno derubando la popolazione ucraina nel territorio temporaneamente occupato dell'Ucraina. Ai posti di blocco di Oleshky nell'oblast di Kherson, durante l'ispezione dei veicoli, gli occupanti confiscano gli aiuti umanitari destinati alla popolazione», ha detto Kovalov. La città di Oleshky, occupata dalla Russia dal febbraio 2022, è stata completamente allagata durante l'inondazione del fiume Dnipro dopo la rottura della diga di Kakhovka il 6 giugno. Invece di evacuare la popolazione, gli occupanti hanno impedito ai locali di andarsene, consentendo il passaggio solo a chi aveva passaporti russi. Secondo il National Resistance Center, oltre 500 residenti di Oleshky sono morti nelle inondazioni perché non sono stati evacuati.

Ore 10:59 - «Intercettato attacco con drone in Crimea»

Le autorità della Crimea controllata dalla Russia hanno nuovamente annunciato un attacco di droni nel nord della penisola. Secondo il capo filorusso della Crimea Serhiy Aksyonov, le unità russe hanno intercettato e fatto atterrare un drone grazie a sistemi di guerra elettronica. «Non ci sono vittime o danni», ha scritto Aksyonov su Telegram.

Ore 11:16 - Le importazioni cinesi di petrolio russo sono ai massini

Le importazioni cinesi di petrolio russo sono ai massimi dopo l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca. Lo sostiene la dogana cinese, come riporta l'agenzia Afp.

Ore 12:08 - Attacco russo nel Donetsk, colpite Kurakhove e Avdiyivka

Le forze russe hanno colpito questa mattina le città di Kurakhove e Avdiyivka - entrambe nella regione di Donetsk - con l'artiglieria, i carri armati e due razzi: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'Amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko, come riporta Ukrinform.

Ore 12:19 - Kiev: l'Ue prevede di addestrare 30 mila soldati ucraini

Nell'ambito della missione dell'Unione europea per l'assistenza militare in Ucraina, quest'anno è prevista la formazione di 30 mila militari delle forze armate ucraine. Lo ha riferito il ministero della Difesa su Telegram, secondo Ukrinform. «Nel 2023, nell'ambito della missione di assistenza militare dell'UE per l'Ucraina, si prevede di addestrare 30 mila militari delle forze armate ucraine, compresi i soldati della forza transatlantica», si legge nella nota. Come riportato, i partecipanti all'incontro di Ramstein 13 hanno discusso i piani del comando europeo degli Stati Uniti, nonché dei singoli Paesi europei, per addestrare i soldati ucraini su aerei, carri armati e altre piattaforme, nonché per garantire l'efficacia delle armi trasferite.

Ore 12:35 - Kiev tratta anche con imprese italiane per fare armi in Ucraina

L'Ucraina sta negoziando con alcuni fabbricanti occidentali di armi, italiani inclusi, per incrementare la produzione di armi - compresi i droni - e potrebbe firmare contratti nei prossimi mesi: lo ha dichiarato in un'intervista esclusiva alla Reuters il viceministro delle Industrie strategiche ucraino, Sergiy Boyev, come riporta l'agenzia di stampa sul suo sito. Oltre che con società italiane, secondo Boyev, Kiev è in trattative con società tedesche, francesi e dell'Europa dell'est per produrre armi in Ucraina. «Stiamo discutendo con loro in modo molto dettagliato. E siamo certi che i contratti saranno firmati nei prossimi mesi», ha dichiarato Boyev a margine del Salone internazionale dell'aeronautica di Parigi.

Ore 12:52 - Shoigu: «Kiev vuole colpire Crimea con missili Himars e Storm Shadow»

Il comando delle forze armate ucraine sta pianificando di lanciare attacchi sul territorio russo, compresa la Crimea, con razzi Himars e missili Storm Shadow. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa russo, Sergey Shoigu, in una riunione del consiglio del ministero.

 L’alto funzionario militare ha sottolineato che l’uso di queste armi al di fuori della zona delle operazioni militari speciali scatenerebbe attacchi immediati da parte della Russia sui centri decisionali in Ucraina e implicherebbe il pieno coinvolgimento di Stati Uniti e Regno Unito nel conflitto.

 Inoltre, Shoigu ha osservato che il regime di Kiev sta continuando i suoi tentativi di organizzare attacchi a sud di Donetsk e nelle aree di Zaporozhzhia e Donetsk, coinvolgendo le sue unità d’élite addestrate dalla Nato e un gran numero di armi fornite dall’Occidente. «Dal 4 giugno, l’esercito ucraino ha lanciato 263 attacchi contro le posizioni delle truppe russe. Grazie alle azioni competenti delle nostre unità, sono state tutte respinte e l’avversario non ha raggiunto i suoi obiettivi», ha aggiunto il ministro.

Ore 12:55 - Cremlino: «Relazioni prevedibili tra Usa e Cina importanti»

Per la Russia è importante che la Cina e gli Usa costruiscano «relazioni prevedibili» tra loro ed è sicura che la collaborazione di Pechino con altri Paesi non sarà rivolta contro Mosca. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov dopo la visita del segretario di Stato americano Antony Blinken a Pechino. Lo riferisce la Tass.

Ore 13:01 - Stoltenberg: «Al fianco di Kiev ma Nato non è parte del conflitto»

«La Nato non è parte del conflitto. Siamo al fianco dell’Ucraina e del diritto di difendersi, come previsto dalla Carta dell’Onu». Lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, durante la conferenza stampa congiunta con il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, presso la base aerea di Jagel, nello Schleswig-Holstein, in occasione della loro visita alle esercitazioni `Air Defender 2023´. Stoltenberg ha poi evidenziato il ruolo della Germania nel sostegno militare a Kiev, affermando che questi aiuti «salveranno delle vite». «Il sostegno a lungo termine per l’Ucraina sarà tra le massime priorità nel nostro vertice di Vilnius il mese prossimo», ha detto Stoltenberg.

Ore 13:15 - Cremlino: «Scambio prigionieri è un lavoro delicato e complesso»

Il tema dello scambio di prigionieri «è piuttosto delicato. Si tratta di un lavoro complesso e scrupoloso e dovrebbe essere svolto in silenzio». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando le notizie secondo cui Kiev starebbe cercando di dare la priorità ai combattenti del battaglione Azov che si trovano nelle mani di Mosca. Lo riporta Interfax.

Ore 13:20 - Ue rivede il bilancio: «50 miliardi per Kiev, 15 su migranti»

«Noi siamo in un contesto completamente differente rispetto al 2020 e queste crisi hanno avuto una ripercussione sul nostro bilancio, ne abbiamo esaurito la flessibilità. Abbiamo dovuto dare nuove priorità ai nostri fondi»: Ucraina, migrazione, competitività. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen annunciando la proposta per una revisione del bilancio pluriennale. «Sull’Ucraina proponiamo un sostegno di «50 miliardi» dal bilancio comune, sulla migrazione «abbiamo proposto un aumento del budget di 15 miliardi».

Ore 13:59 - Expo 2030: respinta la candidatura Odessa, in gara Roma, Riad e Busan

Restano tre le candidature in corsa per ospitare l'Esposizione Universale del 2030 e che saranno prese in considerazione all'elezione in programma a novembre. Lo riporta una nota del Bureau International des Expositions (Bie), l'organizzazione intergovernativa che gestisce l'Expo e che indica ancora in gara l'Italia (Roma), la Corea del Sud (Busan) e l'Arabia Saudita (Riad). È stata quindi esclusa l'Ucraina, che aveva candidato Odessa. Nella nota si precisa che oggi, durante la 172ma Assemblea Generale del Bie, sono stati presentati agli Stati membri i risultati delle missioni conoscitive svolte dal Bie per valutare i progetti di candidatura per l'Expo del 2030. Successivamente, gli Stati membri hanno votato i tre progetti che sono stati considerati dal Comitato esecutivo del Bie fattibili e in linea con i regolamenti dell'organizzazione.

Ore 14:02 - Scholz: «La Cina eserciti la sua influenza sulla Russia per la fine della guerra»

La Cina può esercitare «maggiore influenza» sulla Russia per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, durante la conferenza stampa congiunta con il primo ministro cinese Li Qiang, dopo le consultazioni governative Germania-Cina a Berlino. Scholz ha ricordato che la Cina è membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'Onu è può dare un contributo alla conclusione del conflitto. «L'imperalismo non è la soluzione. Nessuno Stato deve cambiare con la forza i confini di un altro Paese, neanche quando è nel suo "cortile di casa"», ha poi sottolineato il cancelliere tedesco.

Ore 14:21 - Lavrov: «La Nato vuole combattere ma Russia è pronta»

Se la Nato dichiara di essere contraria al congelamento del conflitto in Ucraina, allora significa che vuole combattere, ma Mosca è pronta per questo, ha avvertito il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. «Se la Nato, per bocca di Stoltenberg, dichiara ancora una volta di essere contraria al congelamento del conflitto in Ucraina, allora vogliono combattere; beh, lasciateli combattere, siamo pronti per questo», ha detto il capo della diplomazia russa parlando alla stampa. Lo riporta Ria Novosti.

Ore 14:22 - La Duma approva l'arruolamento dei detenuti

La Duma - la Camera bassa del Parlamento russo - ha approvato un progetto di legge che prevede che coloro che stanno scontando pene detentive possano arruolarsi nelle forze armate durante un periodo di mobilitazione, legge marziale o in tempo di guerra, ed essere graziati. Lo riportano diversi media, tra cui Novaya Gazeta Europa. Non possono essere arruolati coloro che sono stati condannati per «terrorismo», «tradimento», «estremismo» e «sabotaggio».

Ore 14:26 - Trump: «Un mio colloquio con Putin ha ritardato guerra in Ucraina»

Donald Trump è convinto di poter risolvere il conflitto fra Ucraina e Russia in 24 ore. In un'intervista a Fox, l'ex presidente ha sostenuto: «Troverei un accordo in 24 ore. Direi una cosa a Zelensky e una cosa a Putin. Farei un accordo molto rapidamente e questo fermerebbe la distruzione». Trump ripete da mesi che se fosse ancora presidente non ci sarebbe stata alcuna guerra e, ai microfoni di Fox, si è spinto a dire che una sua conversazione in passato con Vladimir Putin ha ritardato l'invasione dell'Ucraina di diversi anni. Il tycoon ha riferito di aver detto al presidente russo che un'invasione sarebbe stata «una catastrofe».

Ore 14:32 - In Russia esplode una fabbrica di polvere da sparo: 4 morti

Quattro persone sono morte e due sono rimaste ferite nell'esplosione che si è verificata in una fabbrica di polvere da sparo in Russia, nella regione di Tambov. Lo riporta la Tass. I vigili del fuoco sono al lavoro per spegnere le fiamme.

Ore 15:40 - In Russia la Duma approva arruolamento detenuti

In Russia la Duma di Stato, cioè la Camera bassa del Parlamento, ha approvato una legge che consente l’arruolamento di detenuti e pregiudicati. Lo riportano le agenzie di stampa russe. «Sembra opportuno applicare un approccio simile al periodo di mobilitazione, al periodo di legge marziale e al tempo di guerra», viene riferito, precisando che la novità non riguarderà chi abbia commesso reati gravi come crimini sessuali sui minori, stupro, sabotaggio, gestione illegale di materiali nucleari o sostanze radioattive e invito ad attività terroristiche. «La Legge `sul dovere militare e il servizio militare´ è integrata da nuove norme che prevedono che durante il periodo di mobilitazione, la legge marziale e in tempo di guerra, un contratto per il servizio militare nelle Forze Armate della Federazione Russa può essere stipulato con cittadini che hanno scontato la loro pena, la cui fedina penale è stata estinta, così come con cittadini con la fedina penale sporca, ad eccezione di coloro che hanno commesso crimini gravi e particolarmente gravi, così come di coloro che sono stati condannati per spionaggio, presa di ostaggi e ai sensi degli articoli relativi alla responsabilità penale per crimini estremisti», riferisce l’agenzia Tass.

Ore 16:26 - Budanov ricompare in video, Zaporizhzhia minata dai russi

Il capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov è riapparso in tv smentendo le notizie sui media russi che da giorni lo danno per morto o in coma dopo l’attacco russo a Kiev del 29 maggio. «La centrale di Zaporizhzhia è stata ulteriormente minata. E la cosa peggiore è che il dispositivo di raffreddamento è stato minato. Se lo disabilitano, allora c’è un’alta probabilità che ci saranno problemi significativi», ha affermato in una trasmissione tv il cui video è visibile su RBC-Ucraina.

Ore 17:33 - Stoltenberg: guerra logoramento, serve industria forte

La guerra in Ucraina è diventata «una guerra di logoramento, quindi logistica»: per questa ragione, secondo il segretario generale della Nato, «è ancora più importante avere un’industria della difesa forte, che sia in grado di fornire per il lungo periodo l’equipaggiamento, la manutenzione, la riparazione di diversi tipi di sistemi bellici». Accompagnato dal ministro della Difesa Boris Pistorius, il numero uno dell’Alleanza atlantica ha società di produzione di carri armati FFG e assistito all’esercitazione Air Defender 2023 dalla base aerea di Jagel. «Se vogliamo essere preparati per il lungo periodo - ha osservato - se vogliamo assicurarci che il Presidente Putin non sia in grado di tenere a lungo, dobbiamo fidarci di aziende come la FFG e dell’industria della difesa tedesca. Quindi vi ringrazio ancora una volta per quello che fate, sia il governo tedesco che l’industria».

Ore 17:35 - Lavrov: occidentali vogliono combattere? Noi pronti

Attraverso il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, gli occidentali «dicono di essere contrari a `congelare´, come dicono, il conflitto in Ucraina. Ciò significa che vogliono combattere. Bene, allora che combattano, noi siamo pronti». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, parlando con i giornalisti a Minsk. Lo riferisce l’agenzia Interfax.

Ore 17:42 - Controattacco russo sul fronte orientale per togliere l’iniziativa agli ucraini

La miglior difesa è l’attacco e i russi ci provano. Sono gli stessi ucraini a confermare la durezza dei combattimenti nelle zone di Lyman e Kupiansk. Qui il punto militare di Marinelli e Olimpio.

Ore 18:42 - Meloni da Macron: ecco cosa possiamo fare insieme per l’Ucraina

La fornitura del sistema Samp T all’Ucraina «è uno dei tanti esempi di quello che possiamo fare insieme e confido che a partire dal dialogo di oggi lo faremo ancora meglio e ancora di più in futuro». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni alla stampa insieme al presidente francese Emmanuel Macron all’Eliseo.

«Non c’è dubbio che Italia e Francia continueranno a sostenere la causa ucraina fino a quando sarà necessario e a 360 gradi - ha proseguito la premier - Se non lo facessimo non ci troveremo un mondo di pace ma ci troveremo in un mondo molto più caotico e con una guerra si avvicina a casa nostra. Gli ucraini difendono anche la nostra libertà e il principio che vince la forza del diritto non il diritto della forza».

Ore 18:54 - Wagner: Budanov in video creato dall’intelligenza artificiale

In un post su Telegram, l’account semi-ufficiale della milizia Wagner Grey Zone scrive che sono state create con l’intelligenza artificiale le immagini del capo dei servizi segreti militari ucraini Kyrilo Budanov apparso oggi in video dopo che i media e i social russi avevano detto che era in coma, o morto, dopo un attacco a Kiev. «Gli ucraini non riescono a fare i conti con la morte di Budanov, hanno deciso di realizzare una sua copia in animazione 3D che però ha immediatamente svelato il falso: non sono riusciti a generare e a disegnare sull’ologramma il taglio di capelli usuale dell’ucraino-nazista Budanov, errore immediatamente individuato dagli esperti raZoblacher. Allora, perché non ci mostrate il vero Budanov? O è stato davvero assassinato?», domanda Grey Zone.

Ore 19:12 - Kiev: mine russe da diga finiranno su spiagge Ue

«La distruzione della diga di Kakhovka ha causato danni per 1,2 miliardi di euro, l’Europa troverà sulle sue spiagge le mine russe trascinate dalle acque dell’inondazione»: lo ha dichiarato il ministro dell’Ambiente ucraino Ruslan Strilets in video-collegamento a una riunione dei ministri dell’Ambiente Ue, come riporta il Guardian. Strilets ha detto che il crollo della diga è già il più grande disastro ambientale dall’invasione: «Ci sono cose che non potremo mai ripristinare: gli ecosistemi spazzati via nel Mar Nero, 20.000 animali probabilmente morti, comprese specie endemiche che si trovavano solo in Ucraina meridionale», ha detto.

Strilets non ha specificato quali siano i danni stimati in 1,2 miliardi di euro, ma ha detto che il crollo della diga ha lasciato circa 1 milione di persone senza acqua potabile dopo che il volume del bacino di Kakhovka è precipitato di tre quarti, aggiungendo che i detriti saranno trasportati dal mare in altri Paesi. Dal canto suo, il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andry Yermak ha avvertito oggi che 150 tonnellate di inquinanti petroliferi sono alla deriva lungo il fiume Dnipro e «potrebbero raggiungere il Mediterraneo». E non solo: il crollo della diga di Kakhovka ha ucciso 95.000 tonnellate di pesci, cadaveri di delfini sono stati trovati sulle coste del Mar Nero in Bulgaria e in Turchia. Yermak ha detto che l’esplosione della diga ha inondato 50.000 ettari di foresta ucraina di cui «almeno la metà morirà». Allagati anche 10mila ettari di terreno agricolo, come ha reso noto il ministero dell’Agricoltura, mentre il ministro della Salute ha esortato i residenti a non nuotare o pescare nelle acque delle regioni di Odessa, Mykolaiv e Kherson.

Ore 19:52 - Kiev: russi scavano trincee in centri abitati a Zaporizhizhia

«Nel sud dell’Ucraina, l’offensiva continua in diverse aree, ci sono alcuni progressi in tutte le zone in cui i nostri militari si stanno muovendo. Ma il nemico non vuole cedere le posizioni che occupa, continuano i combattimenti accaniti e le battaglie potenti», scrive il vice ministro della Difesa ucraino Hanna Malya su Telegram nell’aggiornamento della sera, spiegando che «l’esercito russo sta scavando nei campi, e ci sono anche informazioni che nell’Oblast di Zaporizhzhia il nemico sta scavando trincee anche negli insediamenti dove vivono le persone, senza avvertirle prima». «Nel sud, ci sono battaglie in aree dove i soldati ucraini stanno avanzando e il nemico è sulla difensiva. Allo stesso tempo, ci sono zone in cui, al contrario, il nemico sta avanzando e noi siamo sulla difensiva», ha riferito Malyar.

Ore 20:05 - Mosca: da imprenditori 10.000 euro a soldato che distrusse tank

Un fondo di imprenditori russi chiamato «Zabota Sibiri» avrebbe donato «un premio da un milione di rubli», circa 10.800 euro al cambio attuale, a un soldato russo che - secondo le autorità di Mosca - avrebbe distrutto un carro armato Leopard di fabbricazione tedesca nell’invasione dell’Ucraina: lo sostiene il ministero della Difesa russo, ripreso dalla Tass. La tv ufficiale del ministero della Difesa russo «Zvezda» pubblica un video di propaganda che mostrerebbe un senatore russo che consegna al soldato un certificato del «premio» in un ospedale. Dal video, il presunto militare sembra apparentemente aver perduto la mano destra.

Ore 23:08 - Tajani nomina inviato speciale per ricostruzione Ucraina

L'Italia è «pronta a fare la sua parte per la ricostruzione in Ucraina con il suo sistema Paese e con imprese che hanno un patrimonio di saper fare»: lo ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani a Londra, dove è giunto per partecipare domani alla Ukraine Recovery Conference. Tajani ha quindi annunciato la nomina di un inviato speciale del ministero degli Esteri: si tratta dell'ex ambasciatore a Kiev Davide la Cecilia, che lo accompagna a Londra.

Ore 00:41 - Pentagono, sopravvalutato di 6,2 miliardi dollari il valore delle armi inviate a Kiev

Il Pentagono ha sopravvalutato di 6,2 miliardi di dollari il valore delle armi inviate all’Ucraina negli ultimi due anni, circa il doppio delle stime iniziali, una eccedenza che verrà utilizzata per futuri pacchetti di sicurezza. Lo ha reso noto la portavoce del Pentagono Sabrina Singh, spiegando che una revisione dettagliata dell’errore contabile ha rilevato che i servizi militari hanno utilizzato i costi di sostituzione piuttosto che il valore contabile delle attrezzature prelevate dalle scorte della difesa e inviate in Ucraina.

Ore 03:18 - Esplosioni nella notte nelle regioni di Sumy e Cherkasy

Esplosioni sono state udite stanotte nelle regioni ucraine di Sumy e Cherkasy, riferiscono i media locali. L’allarme antiaereo è scattato anche negli oblast di Kiev, Vinnitsa, Kirovohrad e Poltava.

Ore 03:39 - Biden sul leader cinese Xi Linping: «È un dittatore»

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito il presidente cinese Xi Jinping un dittatore. Il giorno dopo che il segretario di Stato Antony Blinken ha incontrato Xi durante un viaggio in Cina che aveva lo scopo di allentare le tensioni tra i due Paesi, l’inquilino della Casa Bianca Biden ha fatto i suoi commenti in occasione di una raccolta fondi in California e ha aggiunto che il capo di stato cinese si è trovato in grande imbarazzo quando gli Stati Uniti hanno abbattuto un pallone spia di Pechino che era finito fuori rotta. «Il motivo per cui Xi Jinping si è molto arrabbiato quando ho abbattuto quel pallone con dentro due vagoni pieni di equipaggiamento per spionaggio era che non sapeva che fosse lì», ha detto Biden secondo quanto riportato dalla Reuters, «Questa è una di quelle cose che causano grande imbarazzo nei dittatori: non sapere che qualcosa è successo». La vicenda del pallone spia cinese che ha sorvolato lo spazio aereo statunitense prima di essere abbattuto risale a febbraio e, con gli scambi di visite tra funzionari statunitensi e taiwanesi, contribuì ad amplificare le tensioni tra Stati Uniti e Cina. Blinken e Xi lunedì hanno concordato nel loro incontro di stabilizzare l’intensa rivalità tra Washington e Pechino in modo che non si trasformi in conflitto, ma non sono riusciti a produrre alcun importante passo avanti. I due hanno concordato di portare avanti lo sforzo diplomatico con ulteriori visite di funzionari statunitensi nelle prossime settimane e lo stesso Biden aveva dichiarato di ritenere che le relazioni tra i due Paesi siano sulla buona strada.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 21 giugno.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Putin: «Dispiegheremo nuovi missili nucleari Sarmat». Zelensky: «Putin ama la sua vita, non userà armi atomiche». Francesco Battistini, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 21 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di mercoledì 21 giugno, in diretta. Il presidente ucraino: «I progressi nella controffensiva sono più lenti del previsto». Mosca mette al bando il Wwf

• Controattacco russo sul fronte orientale per togliere l’iniziativa a Kiev.

• La replica di Zelensky: «Stiamo liberando i territori a Sud e a Est».

• Xi riceve Blinken a Pechino: «Discussioni franche, fatti progressi».

Ore 00:40 - Pentagono, sopravvalutato di 6,2 miliardi dollari il valore delle armi inviate a Kiev

Il Pentagono ha sopravvalutato di 6,2 miliardi di dollari il valore delle armi inviate all’Ucraina negli ultimi due anni, circa il doppio delle stime iniziali, una eccedenza che verrà utilizzata per futuri pacchetti di sicurezza. Lo ha reso noto la portavoce del Pentagono Sabrina Singh, spiegando che una revisione dettagliata dell’errore contabile ha rilevato che i servizi militari hanno utilizzato i costi di sostituzione piuttosto che il valore contabile delle attrezzature prelevate dalle scorte della difesa e inviate in Ucraina.

Ore 02:49 - IL PUNTO MILITARE - Controattacco russo sul fronte orientale per togliere l’iniziativa agli ucraini (di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La miglior difesa è l’attacco e i russi ci provano. Gli invasori hanno sferrato un’operazione sul fronte orientale e sono gli stessi ucraini a confermare la durezza dei combattimenti nelle zone di Lyman e Kupiansk.

Il racconto del conflitto segue due sentieri, il primo aperto da un contro-attacco a Est da parte di Mosca. La mossa può aver sfruttato una situazione favorevole sul terreno oppure è stata programmata dopo un’osservazione attenta. È uno schema adottato spesso dagli occupanti — segnala l’esperto Donald Hill — per togliere l’iniziativa al nemico, costringerlo a dedicare truppe che sarebbero utili per la propria offensiva, obbligarlo a consumare mezzi e munizioni. Sui canali Telegram i russi aggiungono di aver colto di sorpresa i reparti ucraini, infliggendo perdite e usando equipaggiamenti da guerra elettronica, segmento dove la Russia ha certamente un arsenale migliore. In parallelo i russi hanno condotto altri raid di droni e missili, prese di mira la capitale e Leopoli, a ovest. Una buona parte degli ordigni è stata intercettata, è la tesi di Kiev che, sull’altro versante, non ha nascosto l’asprezza degli scontri a oriente, con una supremazia di mezzi dell’avversario nel settore.

Ore 02:50 - ORIENTEoccidente - Perché la Cina rifiuta il dialogo militare con gli Usa

(di Federico Rampini) Pechino rifiuta di stabilire dei meccanismi di comunicazione bilaterale tra i vertici delle forze armate delle due superpotenze, come richiesto dagli Stati Uniti. Proprio quella che appare come la necessità più urgente, cioè avere una procedura di prevenzione delle incomprensioni, di de-escalation, per evitare una «guerra per sbaglio», oggi viene negata da Xi Jinping.

 Che cosa c’è dietro? È sintomatico delle aspettative minime che hanno preceduto la visita del segretario di Stato Antony Blinken a Pechino, il fatto che molti osservatori considerino positivo il semplice fatto che quella visita sia avvenuta.

 Dopotutto era dal 2018 (Amministrazione Trump) che non andava in Cina un capo della diplomazia americana. Allo stesso modo, sempre a conferma delle aspettative minime, è stato considerato rassicurante il fatto che Xi Jinping abbia ricevuto Blinken, anziché limitare gli incontri ai pari grado (ministri degli Esteri). Ma in passato era la prassi, che il presidente cinese ricevesse un segretario di Stato Usa in visita. Inoltre Xi ha fatto «calare dall’alto» il suo gesto: dopo il suo arrivo a Pechino per due giorni la delegazione americana ha atteso conferma di quell’incontro, e il via libera finale è arrivato solo con 45 minuti di anticipo.

Ore 02:54 - INTERVISTA ESCLUSIVA - Lula: «Nessuno vincerà questa guerra»

(di Greta Privitera) Nessuno come Luiz Inácio Lula da Silva, 77 anni, sa come si fa a rinascere. Definito da Obama «il politico più popolare del mondo», e poi rinchiuso in cella per 19 mesi, si è appena ripreso il Brasile cacciando il populista di estrema destra Jair Bolsonaro, ed è tornato da protagonista sulla scena internazionale nel suo terzo mandato. Non è una visita di circostanza quella di Lula a Roma: incontrerà il capo dello Stato Sergio Mattarella, discuterà di pace in Ucraina con Papa Francesco, di economia con Giorgia Meloni e di politica con Elly Schlein (ieri ha incontrato anche il sociologo Domenico De Masi). Alla vigilia dei colloqui, ha accettato di parlare con il Corriere.

Si è proposto come mediatore tra Russia e Ucraina. Pensa che lei e Papa Francesco avete visioni simili?

«Nel 2020, quando l’ho incontrato, abbiamo parlato  disuguaglianze nel mondo e di un’economia più solidale. Subito dopo sono arrivate la pandemia  e la campagna elettorale in Brasile. Ora incontro il Papa con un conflitto in Europa che riguarda tutti. Ho mandato un inviato speciale, Celso Amorim, a Mosca e a Kiev. Entrambi i Paesi credono di poter vincere militarmente: non sono d’accordo. Credo che ci sia troppa poca gente che parli di pace. La mia angoscia è che con così tante persone che soffrono la fame nel mondo, con così tanti bambini senza cibo, invece di occuparci di come risolvere le disuguaglianze ci stiamo occupando di guerra. È urgente che la Russia e l’Ucraina trovino una strada comune verso la pace».

Ore 02:57 - NEWLWTTERS Europe Matters - Gli Usa e il non-accordo con l’Iran sul nucleare

L’amministrazione Biden sta negoziando da sei mesi con gli iraniani — attraverso l’Oman e a margine degli incontri alle Nazioni Unite — non solo per il rilascio di cittadini americani detenuti dalla Repubblica Islamica ma anche per limitare il programma nucleare di Teheran.

Ma la stessa amministrazione sta negando nel modo più assoluto si tratti di un ritorno «temporaneo o di qualsiasi altro genere» all’accordo sul nucleare del 2015, ovvero il Joint Comprehensive Plan of Action siglato otto anni fa dall’Iran e dai 5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite più la Germania) con il contributo dell’Unione europea e dell’allora Alto rappresentante Ue Federica Mogherini — e poi abbandonato unilateralmente da Trump con l’approvazione di nuove sanzioni americane.

Quello che la Casa Bianca cerca per il momento è un accordo «tattico», un’intesa informale, non scritta, perché nessuno dei due campi è pronto per qualcosa di più ampio.

Ore 03:20 - Esplosioni nella notte nelle regioni di Sumy e Cherkasy

Esplosioni sono state udite stanotte nelle regioni ucraine di Sumy e Cherkasy, riferiscono i media locali. L’allarme antiaereo è scattato anche negli oblast di Kiev, Vinnitsa, Kirovohrad e Poltava.

Ore 03:42 - Biden sul leader cinese Xi Linping: «È un dittatore»

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito il presidente cinese Xi Jinping un dittatore. Il giorno dopo che il segretario di Stato Antony Blinken ha incontrato Xi durante un viaggio in Cina che aveva lo scopo di allentare le tensioni tra i due Paesi, l’inquilino della Casa Bianca Biden ha fatto i suoi commenti in occasione di una raccolta fondi in California e ha aggiunto che il capo di stato cinese si è trovato in grande imbarazzo quando gli Stati Uniti hanno abbattuto un pallone spia di Pechino che era finito fuori rotta. «Il motivo per cui Xi Jinping si è molto arrabbiato quando ho abbattuto quel pallone con dentro due vagoni pieni di equipaggiamento per spionaggio era che non sapeva che fosse lì», ha detto Biden secondo quanto riportato dalla Reuters, «Questa è una di quelle cose che causano grande imbarazzo nei dittatori: non sapere che qualcosa è successo». La vicenda del pallone spia cinese che ha sorvolato lo spazio aereo statunitense prima di essere abbattuto risale a febbraio e, con gli scambi di visite tra funzionari statunitensi e taiwanesi, contribuì ad amplificare le tensioni tra Stati Uniti e Cina. Blinken e Xi lunedì hanno concordato nel loro incontro di stabilizzare l’intensa rivalità tra Washington e Pechino in modo che non si trasformi in conflitto, ma non sono riusciti a produrre alcun importante passo avanti. I due hanno concordato di portare avanti lo sforzo diplomatico con ulteriori visite di funzionari statunitensi nelle prossime settimane e lo stesso Biden aveva dichiarato di ritenere che le relazioni tra i due Paesi siano sulla buona strada.

Ore 05:22 - Esplosioni anche nelle regioni di Zhytomyr e Khmelnytskyi

Esplosioni sono state udite nelle prime ore di oggi nelle regioni ucraine di Zhytomyr e Khmelnytskyi, secondo i media locali. Tutti gli allarmi aerei scattati nella notte sono stati revocati stamattina

Ore 07:22 - Kiev: Distrutti sei droni russi nella regione di Khmelnytsky

Le forze di difesa ucraine, come riportato da Unian che cita l’aeronautica di Kiev, hanno abbattuto sei droni Shahed-136/131 lanciati dai russi contro la regione di Khmelnytskyi. «Tutti i droni kamikaze sono stati distrutti dalle forze e dai mezzi dell’Air Force nella regione di Khmelnytskyi», spiegano i militari. «L’aviazione dell’aeronautica militare ha effettuato dozzine di sortite, ha colpito le posizioni, gli equipaggiamenti e le retrovie delle forze di occupazione, in particolare, con armi aeree fornite dai partner occidentali», si legge ancora nel messaggio.

Ore 07:45 - Russia: «Due droni caduti nella regione di Mosca a Naro Fominsk vicino a dei magazzini militari, sventato attacco terroristico»

La Russia ha sventato oggi un «attacco terroristico» con droni lanciato dalle forze ucraine nella regione della capitale: lo ha annunciato il ministero della Difesa di Mosca, come riporta l'agenzia di stampa Tass. «Oggi abbiamo sventato un tentativo del regime di Kiev di compiere un attacco terroristico contro strutture nella regione di Mosca con tre droni di tipo aereo - ha dichiarato il ministero -. Tutti i droni sono stati deviati dalla guerra elettronica, hanno perso il controllo e si sono si sono schiantati». Il ministero ha aggiunto che non ci sono state vittime o danni.

Ore 08:02 - Guardia di Finanza: «Dall’inizio dell’invasione russa congelati beni per 2 miliardi di euro a 28 oligarchi»

Come conseguenza della crisi russo-ucraina e dell'escalation militare, la Guardia di Finanza, quale membro del Comitato di sicurezza finanziaria, ha avviato mirati accertamenti economico-patrimoniali sugli individui e sulle entità listate nei provvedimenti restrittivi emanati dall’Unione europea. Ad oggi, sono state eseguite misure di congelamento nei confronti di 28 oligarchi russi, aventi ad oggetto fabbricati, autoveicoli, imbarcazioni, aeromobili, terreni, opere d’arte e quote societarie per un valore complessivo di circa 2 miliardi di euro.

Ore 08:36 - Il ministero della Difesa britannico: «Nel Sud combattimenti intensi»

Secondo quanto reso noto dal ministero della Difesa britannico nel suo ultimo aggiornamento sull'invasione, «intensi combattimenti» continuano nel sud dell'Ucraina. Secondo Londra, la Russia ha recentemente compiuto «uno sforzo significativo per costruire linee difensive nelle retrovie, in particolare negli approcci alla Crimea occupata», evidenziando la «valutazione di Mosca secondo cui le forze ucraine sono in grado di attaccare direttamente la Crimea». «La Russia continua a vedere il mantenimento del controllo della penisola come una priorità politica assoluta», ha aggiunto il ministero della Difesa britannico.

Ore 08:40 - Kiev: «Parziale successo della controffensiva nella regione di Zaporizhzhia»

Le forze ucraine continuano la loro offensiva nella regione di Zaporizhzhia, dove si registra un parziale successo: lo ha detto al canale tv ucraino United News il portavoce dello Stato Maggiore delle forze armate di Kiev, Andriy Kovalev, aggiungendo che contrattacchi delle truppe ucraine sono in corso nella regione di Lugansk. Lo riporta Rbc-Ucraina.

«Le Forze di difesa ucraine continuano a condurre offensive nelle direzioni di Melitopol e Berdyansk (entrambe nella regione di Zaporizhzhia, ndr) , in particolare nelle aree di Novodanilovka-Robotino, Malaya Tokmachka-Verbovoye, Volnoye Polye-Makarovka. Hanno avuto un parziale successo e stanno consolidando le loro posizioni», ha detto Kovalev. Inoltre, i soldati ucraini continuano a contenere l'offensiva delle truppe russe nelle direzioni di Limansk e Bakhmut. Allo stesso tempo, le Forze armate di Kiev hanno ottenuto un parziale successo nella regione di Lugansk. «Combattimenti particolarmente pesanti continuano nella direzione di Lyman, nelle aree delle foreste di Yampolevka e Serebryanskyi nella regione di Donetsk - ha sottolineato Kovalev -. Nella direzione di Belogorivka-Shypilivka sono state condotte azioni offensive che hanno avuto un successo parziale e le truppe stanno consolidando le loro posizioni».

Ore 09:13 - Ucraina, dalla Gran Bretagna pacchetto di aiuti finanziario da 3 miliardi di euro. Sunak: «Impediremo alla Russia di distruggere l'economia»

«Come abbiamo visto a Bakhmut e a Mariupol, ciò che la Russia non può sopportare cercherà di distruggerlo. Vogliono fare lo stesso con l'economia ucraina». Così il primo ministro britannico Rishi Sunak alla Conferenza internazionale sulla ricostruzione dell'Ucraina, come si legge in una nota di anticipazioni diffusa dal governo britannico. «La portata della sfida è reale, la guerra ha portato a un calo del 29% del Pil ucraino l'anno scorso, ma basta guardare le strade di Kiev. Nonostante la minaccia degli attacchi, le persone stanno andando avanti con le loro vite e vanno avanti con gli affari», aggiunge Sunak. Il premier britannico sottolinea quindi che «il governo del presidente Zelensky è determinato a guidare le riforme per diventare più aperto, più trasparente e pronto per gli investimenti. Questo è un paese europeo vibrante, dinamico, creativo che rifiuta di essere sottomesso». Parlando dell'impegno della Gran Bretagna, Sunak ha detto che «insieme ai nostri alleati, manterremo il nostro sostegno alla difesa dell'Ucraina e alla controffensiva. E staremo con l'Ucraina finché sarà necessario per continuare a vincere questa guerra». Il premier britannico è quindi «orgoglioso che oggi annunciamo un impegno pluriennale a sostegno dell'economia ucraina e, nei prossimi tre anni, forniremo garanzie sui prestiti per un valore di 3 miliardi di dollari».

Ore 09:32 - Baerbock: «Contrasteremo la guerra di aggressione di Putin con un'offensiva di ricostruzione»

La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha dichiarato su Twitter che il sostegno della Germania all'Ucraina «è solido come una roccia. Oggi, domani e dopodomani. A Londra il mondo contrasterà la guerra di aggressione di Putin con una offensiva di ricostruzione. Questo è nel nostro stesso interesse». La responsabile della diplomazia estera della Germania ha sottolineato che «nel breve periodo fornirà una cospicua assistenza umanitaria. Nel medio termine sosterremo finanziariamente la ricostruzione. E nel lungo termine, con il processo di adesione all'Unione europea, l'Ucraina può creare le basi per una economia sostenibile e prospera».

Ore 09:59 - I russi costruiscono fortificazioni nel nord della Crimea

La Russia ha iniziato a costruire linee difensive vicino a Perekop, nel nord della Crimea, preparandosi allo scenario in cui l'esercito ucraino tenta di entrare in Crimea.

Lo sostiene l'intelligence del dipartimento della difesa del Regno Unito mostrando anche fotografie satellitari delle trincee. «Ciò include una zona di strutture difensive lunga 9 km a 3,5 km a nord della città di Armyansk, su uno stretto istmo che collega la Crimea con la regione di Kherson. Queste elaborate barriere indicano che il comando russo considera le forze ucraine capaci di un attacco diretto alla Crimea. La Russia continua a considerare il mantenimento del controllo della penisola la sua massima priorità politica», afferma l'intelligence su Twitter.

Ore 10:09 - Cina: «Grande apprezzamento per l'iniziativa di pace africana»

La Cina ha espresso «grande apprezzamento» per «l'iniziativa africana» per mettere fine alla guerra in Ucraina, ha detto in conferenza stampa la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning.

«La Cina sostiene tutti gli sforzi volti a una soluzione pacifica della crisi ucraina e loda il ruolo positivo che il Sudafrica e altri paesi africani hanno svolto a questo riguardo», ha dichiarato Mao. «I loro sforzi riflettono bene l'appello condiviso della comunità internazionale per la fine delle ostilità e l'allentamento delle tensioni», ha aggiunto sottolineando che «i fatti hanno dimostrato che la guerra e le sanzioni non risolveranno alcun problema», ma che «il dialogo e la negoziazione sono l'unica via d'uscita praticabile». In questo contesto, ha concluso, «la Cina è pronta a lavorare con tutte le parti, compresi i paesi africani, per creare condizioni favorevoli per una soluzione politica della crisi ucraina».

Ore 10:11 - Russia: «Entro fine anno avremo due nuovi sottomarini nucleari»

Alexei Rakhmanov, capo della United Shipbuilding Corporation, in un'intervista all'agenzia di stampa Tass, ha dichiarato che la marina militare russa avrà in dotazione due nuovi sottomarini nucleari entro la fine dell'anno.

In particolare, ha spiegato che l'incrociatore missilistico sottomarino strategico a propulsione nucleare Emperor Alexander III e il sottomarino nucleare multiuso Krasnoyarsk saranno operativi entro la fine del 2023.

Ore 10:14 - Tajani incontra Blinken a Londra

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha incontrato a Londra, in occasione della "Ukraine reconstruction conference", il Segretario di Stato Usa Antony Blinken. Breve e cordiale faccia a faccia tra il vicepremier e Blinken: i due hanno avuto uno scambio incentrato interamente sul dossier ucraino. Tajani, in particolare, ha ribadito l'impegno pubblico e privato italiano per la ricostruzione, sottolineando l'importanza della conferenza di Roma.

Ore 10:29 - Zelensky a Londra: «Grazie per la fiducia e lo sforzo per la ricostruzione»

Zelensky ha voluto ringraziare la leadership britannica e ai Paesi riuniti a Londra per la conferenza internazionale per la ricostruzione dell'Ucraina «per il grande sforzo che state facendo, per la fiducia che avete riposto nel nostro paese». Intervenuto in collegamento video dopo l'apertura della conferenza affidata dal premier britannico Rishi Sunak, il presidente ucraino ha sottolineato che le imprese devono avere fiducia nel fatto che ciò che sarà ricostruito in Ucraina «non cadrà».

«È molto importante creare il terreno e le condizioni per evitare guerre in futuro. Ci saranno da ripagare tutti i debiti accumulati durante il periodo bellico, ma siamo già in grado di collaborare per proteggere vite e iniziare a ricostruire. Questo è il nostro impegno», ha detto Zelensky.

Ore 10:48 - Von der Leyen: «All'Ucraina 50 miliardi di euro per la ricostruzione, finanziati anche dai beni russi congelati»

Il nuovo strumento per sostenere l'Ucraina che la Commissione Europea ha proposto di creare nel Quadro finanziario pluriennale dell'Ue, di qui al 2027, sarà finanziato con «trasferimenti dal bilancio Ue, con prestiti» finanziati emettendo titoli «sui mercati dei capitali e, alla fine, con ricavi provenienti dagli asset russi mobilitati. Presenteremo una proposta su questi beni prima della pausa estiva, perché chi ha perpetrato» l'aggressione all'Ucraina «deve rispondere di quello che ha fatto». Lo annuncia la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, a Londra durante la Conferenza sulla ripresa dell'Ucraina.

Ore 10:57 - Ucraina, il Pentagono sovrastima "per sbaglio" di 6.2 miliardi il costo degli aiuti

Dopo aver ricontrollato i documenti il Pentagono ha scoperto di aver gonfiato per sbaglio il costo degli aiuti militari all'Ucraina di 6.2 miliardi di dollari. Dopo l'errore di maggio, in cui il valore degli aiuti era stato sovrastimato di 3 miliardi, il Pentagono ha ricontrollato e scoperto una discrepanza ancora maggiore. A renderlo noto è stata Sabrina Singh, "numero 2" del servizio stampa del Pentagono, spiegando che i funzionari del ministero hanno di nuovo ricalcolato il costo delle forniture all'Ucraina. Singh ha comunque assicurato che questo non influirà in alcun modo sulla quantità di armi fornite all'Ucraina.

Ore 11:01 - Zelensky: «La pace sia fondata sulla sicurezza e sulla democrazia»

Il presidente ucraino Zelensky — in un videomessaggio trasmesso alla Conferenza dei Paesi alleati sulla ricostruzione dell’Ucraina iniziata questa mattina a Londra — ha detto che la pace deve essere fondata sulla sicurezza, sull'unità e sulla democrazia delineando cinque aree in cui Kiev ha iniziato a creare una base per la pace. «La prima è il potenziale per l'unità. La seconda è il potenziale per la stabilità. La terza è il potenziale per la crescita. La quarta è il potenziale per la sicurezza. E la quinta, estremamente importante, è il potenziale per la democrazia».

Ore 11:02 - Sunak: «La Russia deve pagare per la distruzione che ha causato»

Il primo ministro britannico, Rishi Sunak, aprendo la conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina, in corso a Londra ha affermato che «è chiaro che la Russia deve pagare per la distruzione che ha provocato. Quindi stiamo lavorando con gli alleati per esplorare percorsi legali per utilizzare le risorse russe. E lunedì pubblicheremo una nuova legge che ci consentirà di mantenere in vigore le sanzioni fino a quando la Russia non pagherà».

Ore 11:15 - Von der Leyen: «Sulle riforme in Ucraina obiettivo in vista»

«La Commissione Europea presenta oggi un nuovo aggiornamento orale sui progressi dell’Ucraina in materia di riforma giudiziaria, lotta alla corruzione, nuove leggi sui media e sulle minoranze nazionali: questa relazione dimostra che l’obiettivo dell’Ucraina nell’Unione europea è in vista e che lavoreremo fianco a fianco con l’Ucraina fino al suo raggiungimento». Lo ha detto la presidente dell’esecutivo europeo Ursula von der Leyen alla conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina a Londra.

Ore 11:25 - Kiev: schierato solo il 30% delle nostre forze per la controffensiva

«Solo il 30% delle nostre brigate riservate alla controffensiva è attivo». Lo ha detto a Sky News l’ex presidente ucraino Petro Poroshenko, aggiungendo che il 70% delle forze offensive di Kiev deve essere ancora schierato. Secondo Poroshenko «abbiamo dimostrato progressi durante questa controffensiva», nonostante la superiorità militare della Russia. «Abbiamo sorpreso il mondo, facciamo il miracolo e abbiamo fermato la seconda più grande potenza nucleare del mondo», ha aggiunto, «la Russia è molto forte, ma non abbiamo dubbi sulla nostra vittoria».

Ore 11:26 - Dagli Usa altri 1,3 miliardi dollari per sostenere economia ucraina

Gli Stati Uniti forniranno 1,3 miliardi di dollari (1,2 miliardi di euro) in aiuti aggiuntivi per sostenere l’economia ucraina, in particolare le sue infrastrutture critiche. Lo ha annunciato il segretario di Stato Antony Blinken durante la conferenza internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina a Londra. «Finché la Russia continuerà a distruggere, noi saremo lì per aiutare l’Ucraina a ricostruire: ricostruire vite, ricostruire il loro Paese, ricostruire il loro futuro», ha detto Antony Blinken.

Ore 11:36 - Cremlino: «Biden su Xi dimostra che gli Usa sono imprevedibili»

La definizione di «dittatore» usata dal presidente Usa Joe Biden per quello cinese Xi Jinping mostra che «gli Usa conducono una politica controversa e imprevedibile». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall’agenzia Ria Novosti.

Ore 11:59 - Zelensky: «Il progressi nell’offensiva sono più lenti del previsto»

Zelensky, in un’intervista alla Bbc, ha riconosciuto che i progressi della controffensiva ucraina sono «più lenti del previsto». Aggiungendo: «Alcune persone credono che questo sia un film di Hollywood e si aspettano risultati ora. Non lo. C’è in gioco la vita delle persone».

Ore 12:33 - Domani Putin riceverà il premier del Qatar

Il presidente russo Vladimir Putin riceverà domani il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdelrahman Al Thani, in visita in Russia. Lo ha annunciato ai giornalisti il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, come riporta Ria Novosti. I due discuteranno di cooperazione commerciale, economica, culturale e umanitaria tra i due Paesi.

Ore 12:42 - Zelensky: «I boss russi temono la nostra democrazia»

«I boss in Russia hanno molta paura della nostra democrazia», perché la democrazia «apre la strada allo stato di diritto, al rispetto delle leggi: lo ha dichiarato, citato dai media ucraini, il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, parlando durante la conferenza sulla Ricostruzione in corso a Londra.

Ore 12:51 - Tajani: «Kiev può contare sull’Italia, anche per la ricostruzione»

«Cari amici ucraini. Potete contare sull’Italia e sul governo italiano. Siamo al vostro fianco in difesa della democrazia, della libertà, della pace e del diritto internazionale». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso del suo intervento alla Conferenza internazionale sulla ricostruzione dell’Ucraina in corso di svolgimento a Londra. Tajani ha poi ribadito la volontà dell’Italia di giocare «un ruolo da protagonista» nella ricostruzione del Paese.

Ore 13:02 - Premier ucraino: «Per la ricostruzione ci mancano 6,5 miliardi»

Il premier ucraino Denys Shmyhal, intervenendo alla Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina a Londra, ha ringraziato gli Stati alleati per il loro sostegno economico ma ha sottolineato che mancano ancora 6,5 miliardi di dollari per coprire i bisogni immediati del Paese, esclusi gli aiuti militari. Kiev necessità in tutto di circa 14 miliardi di dollari nel breve periodo, di questi 3,3 miliardi sono già stati messi a bilancio dal governo ucraino e 4,3 miliardi sono stati promessi dai partner internazionali.

Ore 13:19 - Fonti: Kiev in Ue? Ha attuato 2 raccomandazioni su 7 per l’adesione

L’Ucraina ha attuato pienamente due delle sette raccomandazioni della Commissione Europea per poter avviare i negoziati di adesione, ovvero quelle relative alla riforma giudiziaria e alla legge sui media. Lo fa sapere una fonte diplomatica a conoscenza del dossier. Il Commissario all’Allagamento Olivér Várhelyi ha fornito un aggiornamento ai 27 ambasciatori Ue sugli sforzi compiuti da Ucraina, Moldavia e Georgia per aderire all’Unione. Várhelyi fornirà un ulteriore aggiornamento orale anche al Consiglio Affari Generali informale di domani. I leader discuteranno l’aggiornamento nel corso del Consiglio Europeo di fine giugno.

Ore 13:50 - Mosca: «Respinti nuovi attacchi, eliminati 730 ucraini»

Le forze russe hanno respinto nuovi tentativi ucraini di avanzare nel sud e nell’est del Paese eliminando oltre 730 soldati di Kiev nelle ultime 24 ore. Lo ha detto il ministero della Difesa di Mosca nel suo bollettino quotidiano, citato dall’agenzia Tass. Le perdite più pesanti, aggiunge il ministero, sono state inflitte agli ucraini nella regione di Donetsk, dove 400 militari di Kiev sono stati eliminati. Gli altri scontri più intensi sono avvenuti nel sud del fronte di Donetsk e su quello di Zaporizhzhia. Qui, ha detto il portavoce, Igor Konashenkov, le forze aeree russe hanno bombardato le truppe ucraine nei pressi di Vremevsky distruggendo un carro armato e tre veicoli blindati da combattimento.

Ore 14:08 - Putin: «La triade nucleare russa garantisce equilibrio ai poteri del mondo»

«La triade nucleare della Russia consente di garantire in modo efficace e affidabile la deterrenza strategica e mantenere un equilibrio di potere globale. Questa è un'espressione dei risultati del colossale lavoro a lungo termine delle nostre imprese, uffici di progettazione, lavoratori e ingegneri, specialisti militari e civili», ha detto Putin in un incontro con i laureati degli Istituti di istruzione militare superiore. Circa la metà delle unità delle forze missilistiche strategiche russe sono dotate di sistemi missilistici balistici intercontinentali Yars, ha affermato il presidente, aggiungendo che la Russia continuerà lo sviluppo della triade nucleare.

Ore 14:14 - Putin: «Presto dispiegheremo nuovi missili nucleari Sarmat»

«Nel prossimo futuro, i primi lanciatori del complesso Sarmat con un nuovo missile pesante andranno in servizio di combattimento», ha detto Putin nel suo discorso, come riportano le agenzie russe, durante l’incontro al Cremlino con i laureati delle accademie militari. Il presidente russo ha anche ribadito che «rafforzare l'esercito rimane la priorità». A febbraio, la Russia aveva fallito un test missilistico intercontinentale in concomitanza con la visita del presidente Joe Biden in Ucraina. Secondo due funzionari statunitensi citati dalla Cnn, Mosca aveva informato Washington in anticipo del lancio, il test non rappresentava un rischio e gli Usa non lo consideravano un'anomalia o un'escalation. Nome in codice Nato, Satan II, il Sarmant è il missile balistico intercontinentale più potente e tecnologicamente avanzato della Russia ed è in grado di lanciare più testate nucleari. Nel discorso di oggi Putin ha anche dichiarato che la Russia continuerà a sviluppare la sua triade nucleare, riferendosi ai missili con base a terra che possono colpire obiettivi a lunga distanza, quelli lanciati da sottomarini e le bombe atomiche lanciate dagli aerei.

Ore 14:16 - Kiev: «Per una ripresa rapida servono 14.5 miliardi di euro»

Denys Shmyhal, il premier ucraino, nel suo intervento durante la Conferenza internazionale sulla ricostruzione dell'Ucraina in corso a Londra, ha detto che si aspetta di «poter esser in grado di mobilitare fondi sufficienti per la ricostruzione».

Lo riporta Ukrinform. Per la ripresa del Paese sono necessari almeno 14,5 miliardi di dollari americani. Più in generale nel prossimo decennio serviranno almeno 411 miliardi di dollari.«Funzionari governativi ed esperti nazionali e stranieri - ha spiegato Shmyhal - stanno lavorando a un'accurata valutazione dei danni causati dall'aggressore».

Ore 14:21 - Zelensky: «Putin ama la sua vita, non userà armi nucleari»

Zelensky non crede che Vladimir Putin sia «pronto» a usare le armi nucleari nel conflitto in Ucraina, perché lo zar «ha paura per la sua vita, la ama molto». Il commento di Zelensky è arrivato durante un'intervista con la Bbc. In ogni caso, ha aggiunto il presidente ucraino, «non c'è modo di dirlo con certezza, soprattutto per quanto riguarda una persona senza legami con la realtà, che nel XXI secolo ha lanciato una guerra su larga scala contro il suo vicino».

Ore 14:46 - Shoigu: «Il destino della Russia si decide ora»

Il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, ha dichiarato che il destino della Russia e il suo futuro geopolitico «si decino ora», alludendo all’esito dell’offensiva russa in Ucraina. «Attualmente si stanno decidendo le sorti della nostra patria e il suo futuro geopolitico», ha dichiarato il ministro in occasione di un evento al Cremlino in occasione della laurea degli studenti delle accademie militari russe.

Secondo Shoigu, l’Occidente ha dichiarato una «vera guerra» alla Russia e sta cercando di sconfiggerla con tutti i mezzi. «Vengono imposte sanzioni senza fine, si provocano rivolte militari e conflitti negli Stati vicini e si forniscono enormi aiuti militari al regime di Kiev», ha denunciato. Ha anche aggiunto che le Forze Armate faranno tutto il possibile per «garantire la sicurezza e la sovranità» del Paese.

Ore 15:02 - Putin: «La controffensiva ucraina rallenta»

C’è «un rallentamento della controffensiva ucraina» e «il nemico sta subendo perdite serie». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin parlando ai laureati delle accademie militari. Secondo Putin gli ucraini hanno perso finora «245 carri armati e 678 blindati di vario tipo, compresi francesi e americani», ma le forze di Kiev «non hanno esaurito il potenziale per l’avanzata». Lo riferisce l’agenzia Interfax.

Ore 15:11 - Gli ambasciatori Ue approvano l’11esimo pacchetto di sanzioni a Mosca

I rappresentanti permanenti dei Paesi membri dell’Ue hanno trovato poco fa nel Coreper l’accordo politico sull’undicesimo pacchetto di sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina, che include misure mirate a prevenire l’aggiramento delle sanzioni già approvate e ulteriori sanzioni nei confronti di individui ed entità. L’accordo, annunciato via social dalla presidenza di turno del Consiglio Ue, viene accolto «con favore» dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, secondo la quale il pacchetto darà «un altro colpo alla macchina da guerra russa».

Ore 15:23 - La Russia mette al bando il Wwf

La Procura generale della Russia ha riconosciuto il Wwf come «organizzazione indesiderata», mettendo al bando le sue attività nel Paese. Lo riferisce l’agenzia Tass.

Ore 15:45 - Lettonia: «Daremo a Kiev la nostra intera flotta di elicotteri»

La Lettonia si prepara a completare il trasferimento della sua intera flotta di elicotteri militari all’Ucraina. Lo ha detto il primo ministro lettone Arturs Krisjanis Karins, citato da un corrispondente di Ukrinform, durante la conferenza internazionale sulla ricostruzione dell’Ucraina che si sta svolgendo a Londra. La Lettonia ha fornito a Kiev assistenza militare per un valore superiore all’1% del suo Pil, consegnandogli anche tutti i sistemi di difesa aerea Stinger. Nel suo discorso, Karins ha sottolineato che «la Lettonia non si è mai fatta illusioni sulla Russia» e quindi, sullo sfondo dell’accumulo militare della Russia vicino al confine ucraino, Riga aveva deciso di inviare gli Stinger all’Ucraina già nel novembre-dicembre 2021. Queste armi sono arrivate a Kiev dopo l’approvazione degli Stati Uniti, «appena un giorno prima dell’invasione su larga scala, e fortunatamente sono stati parte della soluzione per impedire ai russi di prendere il controllo dell’aeroporto, che faceva parte del loro piano originale». «Da allora, il nostro governo ha speso più dell’1,3% del nostro Pil per tutti i tipi di aiuti all’Ucraina, di cui più dell’1% solo per le esigenze militari. Così, tutti i nostri missili Stinger sono ora in Ucraina. Abbiamo una flotta di elicotteri e li inviamo tutti - gli ultimi sono stati riverniciati per renderli utilizzabili e belli da vedere - all’Ucraina», ha concluso il primo ministro lettone.

Ore 16:41 - Prigozhin: «Serie perdite russe tenute nascoste»

La controffensiva ucraina comporta «seri problemi e perdite» per le forze russe che sono tenuti nascosti dai comandi militari, che in questo modo «ingannano il presidente Putin e il popolo russo». Lo ha detto il capo della compagnia privata militare Wagner, Yevgeny Prigozhin, in un nuovo audio postato sul suo canale Telegram. «A quale prezzo - chiede Prigozhin - stiamo conducendo questa operazione speciale? Al prezzo dell’annientamento totale dell’esercito. E per che cosa? Perché qualche buffone possa ricevere una medaglia, per far sì che i membri della sua famiglia siano intoccabili... Per far ritrarre se stesso e altri imbroglioni negli affreschi della chiesa del ministero della Difesa». «Lo ripeto - conclude il capo della Wagner - quando arriverà il disastro, potremmo ritrovarci senza esercito e senza la Russia».

Ore 16:50 - «Ieri Mosca ha aumentato del 60% gli attacchi aerei giornalieri»

Nella giornata di ieri le forze russe hanno aumentato del 60% gli attacchi aerei sull’Ucraina rispetto alla media quotidiana del mese di giugno. Lo riporta il Kyiv Post spiegando che lo Stato Maggiore delle Forze armate dell’Ucraina (Afu), nel suo ultimo briefing, ha rivelato che martedì 20 giugno sono stati effettuati 83 attacchi aerei russi, il 60% in più rispetto ai 53 effettuati mediamente ogni giorno nel mese di giugno. In totale, secondo l’analisi del media ucraino, durante il mese in corso la Russia ha condotto 1126 raid aerei sul territorio ucraino: il numero più alto è stato registrato l’11 giugno, quando gli attacchi sono stati 92.

Ore 17:07 - Parolin: «Spero nella pace ma ora non vedo prospettive»

«Per la pace in Ucraina nutro una speranza realista. Nel senso che dobbiamo continuare a offrire canali di pace con la mediazione e i buoni uffici, ma non mi pare che attualmente ci siano grandi prospettive che queste offerte siano accettate». Lo ha detto oggi a Udine il card. Pietro Parolin segretario di Stato della Santa Sede a un incontro pubblico. «Tutto il mondo è preoccupato per questa guerra - ha proseguito - e tutta la comunità internazionale deve continuare a offrire prospettive di pace. Poi ci sono anche le iniziative particolari come quelle della Santa Sede, che sin dall’inizio ha offerto una disponibilità a mediare».

Ore 17:18 - Kiev: «Avanziamo in direzione di Tavria, a sud di Zaporizhzhia»

L’esercito ucraino continua ad avanzare in direzione di Tavria, a sud di Zaporizhzhia, in direzione di Berdiansk e Melitopol. Lo riporta il comandante del Gruppo di forze operative e strategiche dell’area, Alexaner Tarnavsky, citato da Ukrainska Pravda. «In direzione Tavria, il nostro esercito sta sistematicamente mettendo il nemico fuori posizione e continua ad avanzare. I successi delle forze di difesa sono già visibili. Le unità di missili e artiglieria hanno effettuato 1.119 missioni di tiro durante la giornata» sostiene Tarnavsky. Nelle ultime due settimane le forze ucraine hanno fatto sapere di aver liberato otto insediamenti nella stessa direzione, che porta a Berdiansk e Melitopol.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 22 giugno.

Ucraina-Russia, le notizie del 22 giugno. Zelensky: «Mosca prepara un attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia». Colpito il ponte di Chongar, isolata la Crimea. Francesco Battistini, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 22 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di giovedì 22 giugno. Cremlino: «Attacco a Zaporizhzhia? Menzogna del presidente ucraino». Zuppi: «Voglio andare a Mosca, spero presto»

• Putin: «Dispiegheremo nuovi missili nucleari». La risposta di Zelensky: «Putin ama la sua vita, non userà armi atomiche».

• Il punto militare: gli ucraini puntano a logorare l’avversario, i russi resistono grazie alle linee di difesa.

• Cremlino: «Biden su Xi dimostra che gli Usa sono imprevedibili».

Ore 01:45 - IL PUNTO MILITARE - Gli ucraini puntano a logorare l’avversario, i russi resistono grazie alle linee di difesa

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli ucraini — dice Zelensky — distruggono depositi in profondità e le unità in prima linea, un tentativo di logorare l’avversario con un passo prudente senza pagare un prezzo troppo altro. I russi proseguono nel programma varato mesi fa: la costruzione continua di linee di difese non facili da superare. A meno di non voler sacrificare i propri soldati, come ha fatto Vladimir Putin usando però soprattutto (ma non solo) gli ex galeotti della Wagner. Carne da cannone.

Kiev spinge, come può, ad est e nel sud: uso di artiglieria, mosse notturne, mobilità. Mosca — come segnalato ieri — contrattacca quando si presenta l’occasione e, secondo alcuni commentatori, vuole alleggerire la pressione in altri punti con dei diversivi. L’Ucraina, alternando le iniziative terrestri a colpi a sorpresa, ha lanciato tre droni contro una base a sessanta chilometri dalla capitale nemica. L’incursione sarebbe però stata sventata grazie all’impiego dello scudo elettronico. Interessante che il raid sia avvenuto a poche ore dall’annuncio della messa a punto di un nuovo drone con un raggio d’azione di mille chilometri. Sono tentativi, operazioni simili a quelle in mare attorno a Sebastopoli. Chi li pianifica testa lo schieramento, perfeziona i velivoli (...).

Ore 01:52 - Esplosioni nella notte nell’Oblast di Kryvyi Rih

Esplosioni sono state udite nelle prime ore del 22 giugno nell’Oblast di Kryvyi Rih. Le autorità locali hanno invitato la popolazione a restare nei rifugi fino al cessato allarme.

Ore 01:56 - Bloomberg: la Ue ritiene di non poter confiscare i beni russi congelati

L’UE ha valutato che «non può confiscare legalmente beni russi congelati a titolo definitivo» e si concentra invece sull’utilizzo temporaneo di tali beni: lo ha riferito l’agenzia Bloomberg il 21 giugno, citando un documento visionato dai giornalisti. 

Ore 01:58 - L’australiano Forrest investirà 500 milioni di dollari nel fondo di sviluppo per l’Ucraina

Andrew Forrest, il secondo australiano più ricco, ha annunciato che investirà 500 milioni di dollari nell’Ucraina Development Fund e ha invitato altri investitori a seguirne l’esempio.

Ore 02:00 - Il ministro ucraino Kuleba: impossibile trattare con Putin

Sedersi a un certo punto per trattare con Putin? «No, è impossibile: lo dico in modo poco diplomatico»: queste sono state le ultime parole di un’intervista concessa per la trasmissione `Hard Talk´ della Bbc da Londra dal ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba, incalzato dall’intervistatore Stephen Sackur, dopo aver titubato un po’ nella risposta. Rispondendo a una domanda se sia vero che Volodymyr Zelensky non intenda andare al vertice Nato di Vilnius in luglio perché non gli si offre abbastanza nel processo di adesione all’Alleanza, Kuleba ha risposto che l’adesione piena di Kiev alla Nato a guerra terminata sarà una garanzia di forza e di sicurezza sul fianco orientale dell’Europa: un peso che ora la Germania porta sulle sue spalle. Quanto ai timori occidentali di una «escalation» del conflitto, che hanno ritardato decisioni importanti, come quella sulle consegne degli F-16, e i timori creati dalle minacce di Mosca, Kuleba ha risposto che «Putin non ha affatto bisogno di un motivo diretto per creare una escalation», come ha dimostrato con la stessa invasione dell’Ucraina e, più di recente, con la distruzione catastrofica della diga di Kakhovka. Quanto alle sanzioni contro la Russia, infine, all’obiezione che non stiano funzionando, Kuleba ha risposto che «funzionano», ma che non sono ancora abbastanza stringenti.

Ore 02:37 - Allarme antiaereo a Kiev e in varie regioni dell’Ucraina

È scattata l’allerta antiaerea in diversi oblast ucraini con le autorità di Kiev che hanno avvertito di possibili attacchi missilistici. Le sirene sono state attivate a Kiev e in altre località situate nelle regioni centrali, orientali e meridionali del Paese: Kharkiv, Dnipropetrovsk, Kirovohrad, Mykolaiv, Odessa, Poltava, Sumy, Cherkasy, Chernihiv, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson.

Ore 02:52 - Blinken: Usa e Europa più uniti che ma su Cina e Ucraina

«Ho informato il G7 e l’Ue sui miei incontri nella Repubblica Popolare Cinese. Siamo più uniti che mai: sulla Repubblica Popolare Cinese, sul sostegno all’Ucraina e su molte altre sfide globali»: queste le parole del segretario di Stato americano Antony Blinken, dopo aver incontrato i rappresentanti del G7, i quali hanno sostenuto la necessità di uno «stretto coordinamento» per interfacciarsi con la Cina.

Ore 03:35 - Media Usa, possibile addestramento piloti ucraini su F16 in Romania

Una coalizione di paesi occidentali sta considerando la Romania come possibile sito per l’addestramento dei piloti ucraini agli aerei da combattimento F-16, hanno detto a Politico tre funzionari del Pentagono. Secondo le fonti anonime citate dal quotidiano, il gruppo «sta lavorando per negoziare un contratto per condurre l’addestramento in un sito in Romania» e che è probabile che «la Lockheed Martin, che costruisce gli F-16, condurrà» le attività. Secondo le fonti, i paesi della Nato si stanno anche «avvicinando all’avvio di un programma che potrebbe vedere gli aerei da guerra sopra i cieli ucraini entro pochi mesi».

Ore 03:39 - Usa, la Camera approva un accordo per rafforzare le relazioni con Taiwan

La Camera dei Rappresentanti americana ha approvato un accordo volto a rafforzare le relazioni economiche tra gli Stati Uniti e Taiwan. Un voto che probabilmente provocherà le ire di Pechino. Il testo, definito «storico» da Taipei, deve ora essere approvato dal Senato prima di poter essere ratificato. In concreto, l’accordo firmato lo scorso 1 giugno mira a sviluppare il commercio tra Washington e Taipei armonizzando i controlli doganali, snellendo una serie di norme troppo stringenti e introducendo misure anti-corruzione. Gli Stati Uniti sono il più importante partner e fornitore di armi di Taiwan. L’isola è considerata dalla Cina una provincia destinata a riunirsi, in futuro, con il resto del territorio governato da Pechino.

Ore 05:42 - Terremoto di magnitudo 4.7 nel mar Nero al largo della Crimea

Un terremoto di magnitudo 4.7 è stato registrato alle 4:42 ora italiana al largo della penisola di Crimea, contesa tra Ucraina e Russia. Secondo i dati del servizio geologico statunitense Usgs, il sisma ha avuto ipocentro a meno di 10 km di profondità ed epicentro nel Mar Nero a 65 km a sud di Sebastopoli. Non si hanno al momento segnalazioni di danni a persone o cose

Ore 06:48 - Autorità filorusse, missili ucraini hanno danneggiato il ponte che collega la Crimea a Chonhar

Il governatore filorusso della regione occupata di Kherson ha reso noto che le forze ucraine hanno danneggiato il ponte che collega Chongar alla Crimea con un attacco condotto con missili Storm Shadow.

Ore 07:24 - Von der Leyen: Mosca deve pagare costi della ricostruzione

Destinare alla ricostruzione dell’Ucraina gli enormi beni sequestrati agli oligarchi e allo Stato russi «non è legalmente una cosa semplice, è molto complessa» e gli «esperti ci stanno lavorando intensamente»: «ma sono profondamente convinta, dal punto di vista politico, che non è possibile che chi ha commesso questa devastazione e distruzione in Ucraina non contribuisca alla riparazione e alla ricostruzione». È quanto ha detto in un’intervista al Corriere della Sera la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. «Per questo stiamo preparando una proposta legale prima della pausa estiva», ha aggiunto. È convinta che alla fine i perpetratori pagheranno? «Sì, lo sono», ha risposto von der Leyen.

Ore 07:32 - Filorussi: colpito un ponte tra la Crimea e l’Ucraina

Uno dei ponti che collegano la Crimea al resto dell’Ucraina è stato colpito durante la notte: lo ha reso noto su Telegram, il leader filorusso della penisola annessa, Sergei Aksyonov, aggiungendo che non ci sono state vittime. «Il ponte di Chongar è stato colpito nella notte. Non ci sono state vittime. Al momento gli artificieri stanno effettuando un esame per valutare il tipo di munizioni usato. Le autorità hanno iniziato a ispezionare la carreggiata», ha scritto Aksyonov.

Ore 08:23 - Il report: la controffensiva «più lenta di quel che ci si aspettava»

L’Institute for the Study of War, centro di ricerca britannico che dall’inizio del conflitto ne monitora gli andamenti, parla di una controffensiva ucraina «più lenta di quanto ci si aspettasse». Il report aggiunge però che «la lentezza non è indicativa del più ampio potenziale offensivo espresso dal Paese, e non significa che le future operazioni offensive non avranno successo».

Ore 09:36 - Kiev: «Le perdite russe ammontano a 222.650 soldati»

Solo ieri, sarebbero stati almeno 650 i soldati russi morti nella campagna militare per l’invasione dell’Ucraina. La cifra fa salire il conteggio a 222.650 dall’inizio della guerra. Lo ha comunicato lo Stato maggiore dell’esercito ucraino, che quotidianamente redige il bollettino degli scontri.

Ore 11:42 - Zelensky: «La Russia prepara un attentato alla centrale di Zaporizhzhia»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di stare preparando un «attentato terroristico», che riguarda una fuga radioattiva, nella centrale elettrica di Zaporizhzhia occupata dalle truppe russe nel sud dell’Ucraina. «La nostra intelligence ha ottenuto informazioni secondo cui la Russia sta considerando lo scenario di un attacco terroristico alla centrale di Zaporizhzhia», ha comunicato su Telegram. Da vari giorni notizie di intelligence riferiscono anche che i dispositivi di raffreddamento della centrale sarebbero minati (così ieri lo Spiegel). Un attacco alla centrale nucleare provocherebbe senz’altro, così Zelensky, «rilascio di radiazioni».

Ore 12:00 - Putin: «Occidente vuole combattere fino all’ultimo ucraino»

«La riserva di mobilitazione non è illimitata, e sembra che gli alleati occidentali dell’Ucraina abbiano davvero deciso di combattere la Russia fino all’ultimo ucraino». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un incontro con i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa. Lo riporta l’agenzia Interfax. «Dobbiamo procedere dal fatto che il potenziale offensivo del nemico non è stato esaurito», ha precisato Putin, «un certo numero di riserve strategiche non sono ancora state utilizzate e vi chiedo di tenerlo presente quando organizzate il lavoro di combattimento. Dobbiamo procedere dalle realtà».

Ore 12:01 - Cremlino: «Attacco a Zaporizhzhia? Menzogna di Zelensky»

Il Cremlino ha definito una “bugia” le affermazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky secondo cui le forze russe stanno preparando un attacco nella centrale nucleare di Zaporizhzhia che occupano nel sud dell’Ucraina. “È una nuova menzogna. Abbiamo appena avuto contatti con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica”, il cui direttore Rafael Grossi ha visitato la scorsa settimana la centrale elettrica di Zaporizhzhia, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

Ore 12:01 - Mosca: distrutti 13 di 81 tank forniti a Kiev da Occidente

Le truppe ucraine hanno ridotto la loro attività e si stanno riorganizzando. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu durante una riunione del Presidente con i membri del Consiglio di Sicurezza russo. Lo riferisce Ria Novosti. «Dopo 16 giorni di operazioni di combattimento attive, dopo aver subito perdite significative, al momento il nemico si sta riorganizzando e rifornendo, radunando unità di battaglioni», ha detto il ministro. Dall’inizio della controffensiva di Kiev le forze russe hanno distrutto 13 degli 81 carri armati forniti all’Ucraina da Paesi occidentali e 18 dei 109 mezzi corazzati da combattimento Bradley, ha aggiunto.

Ore 12:02 - Scholz: per Kiev non in discussione ingresso in Nato in guerra

Al vertice della Nato «nella discussione avrà un ruolo importante quale rapporto ci sarà in futuro fra la Nato e l’Ucraina - ha detto Scholz -. Il nostro sostegno pratico e concreto, coordinato strettamente gli uni con gli altri, resta decisivo e necessario alla sopravvivenza dell’Ucraina. E tuttavia dovremmo guardare con cautela alla situazione attuale. Lo stesso governo ucraino ha rilevato che un ingresso nella Nato non sia in discussione, mentre la Russia conduce una guerra contro l’Ucraina». «Perciò - ha concluso il cancelliere - io chiedo che, a Vilnius, ci si concentri su ciò che oggi ha assoluta priorità: e cioè l’effettivo rafforzamento della capacità di combattimento dell’Ucraina».

Ore 12:02 - Papa: «Non fare mancare concreta vicinanza al martoriato popolo»

«Non fare mancare concreta vicinanza, vicinanza di preghiera e di carità, al martoriato popolo ucraino». Lo ha ammonito il Papa ricevendo in Udienza i partecipanti alla 96esima Assemblea Plenaria della Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali (R.O.A.C.O.) e alla Youth Conference. «La generosità solidale - ha osservato - è spesso l’unica risposta concreta all’ingiustizia e al dolore che opprimono tanti esseri umani. Vi ringrazio, perché vi dedicate a una solidarietà fattiva, che aiuta a risanare le ferite ed è come una carezza sul volto di chi soffre. Una carezza che restituisce speranza nel trambusto dei conflitti».

Ore 12:19 - La Corte di Mosca conferma il prolungamento della detenzione per il reporter Usa Evan Gershkovich

La Corte del distretto di Lefortovo, a Mosca, ha respinto oggi un appello presentato dal giornalista americano del Wall Street Journal Evan Gershkovich contro il prolungamento della sua detenzione. Il giornalista, accusato di spionaggio, dovrà quindi rimanere in carcere almeno fino al 30 agosto, come stabilito in un primo momento.

Ore 12:58 - Esplosione a Kiev per una fuga gas, i morti sono tre

È salito a tre il bilancio dei morti nell’esplosione avvenuta nelle prime ore di oggi in un condominio di 16 piani nel distretto di Dnipro di Kiev: lo ha reso noto su Telegram il sindaco della capitale ucraina, Vitaliy Klitschko. Le squadre di soccorso hanno estratto dalle macerie il corpo di una donna, ha scritto il sindaco, aggiungendo che le operazioni di ricerca e salvataggio proseguono. Finora i feriti sono cinque, tre dei quali sono stati ricoverati in ospedale. L’esplosione, secondo i media ucraini, sarebbe stata provocata da una fuga di gas.

Ore 14:04 - Podolyak: «Il mondo fissi le linee rosse e scongiuri un attacco russo sulla centrale di Zaporizhzhia»

La Russia valuta l’opzione di un attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e «se il Cremlino deciderà di portare avanti questo scenario oggi dipende solo dalla reazione del mondo globale. Le linee rosse devono essere definite. Le conseguenze devono essere annunciate. Non domani. Oggi». Lo scrive su Twitter il consigliere della presidenza ucraina Mykhailo Podolyak. «La Russia non è in grado di mantenere il controllo di Enerhodar nel medio termine e quindi sta valutando un attacco terroristico su larga scala alla centrale nucleare di Zaporizhzhia per fermare la controffensiva ucraina e creare una zona grigia sanitaria spopolata, fissa per i prossimi anni, come parte dello status quo territoriale senza cessate il fuoco. Questa strategia comprende anche il tentativo di attaccare la diga di Kryvyi Rih con Kinzhal. Attualmente sono in corso ulteriori attività di posa di mine nella centrale nucleare, compresi i bacini di raffreddamento», afferma Podolyak. Oggi il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha dichiarato che Mosca «sta prendendo in considerazione uno scenario di attacco terroristico alla centrale nucleare di Zaporizhzhia: un attacco terroristico con rilascio di radiazioni». Il Cremlino, per bocca del suo portavoce Dmitry Peskov, ha smentito, parlando di «un’altra bugia».

Ore 14:23 - Kiev: «Liberati 14 centri abitati nel Lugansk»

Kiev rivendica altri passi avanti nella controffensiva contro gli invasori russi. «Abbiamo liberato 14 insediamenti. Si tratta del 5-7% dell'intero territorio del Lugansk, compresa l'area occupata nel 2014. Ma speriamo di poter liberare l'intera regione il più presto possibile», ha detto Artem Lysohor, capo dell'amministrazione militare di Lugansk, in un post su Telegram citato da Ukrinform. Lysohor ha sottolineato che l'oblast misura 26.700 chilometri quadrati, di cui 1400-1900 sono già stati liberati.

Ore 14:25 - Mosca: «Gli Usa non commettano l'errore di inviare truppe Nato in Ucraina»

La Russia mette in guardia gli Stati Uniti dall'inviare truppe della Nato in Ucraina, perché si tratterebbe di «un gigantesco errore storico» che avrebbe «conseguenze pericolose». Lo ha detto il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov commentando l'ipotesi avanzata di recente dall'ex segretario generale dell'Alleanza, Anders Fogh Rasmussen, secondo il quale la Polonia e i Paesi baltici potrebbero appunto inviare truppe in Ucraina se al vertice di Vilnius del mese prossimo Kiev non dovesse ottenere dalla Nato sufficienti garanzie di sicurezza. «Avvertiamo con fermezza gli Stati Uniti, che controllano la Nato, perché non importa chi parli a nome di questi Paesi, che siano ex o attuali responsabili, tutto viene deciso a Washington», ha affermato Ryabkov, citato dall'agenzia Ria Novosti. «Mettiamo in guardia con fermezza gli Usa - ha proseguito il vice ministro - da ulteriori fallimenti, da ulteriori errori che potrebbero avere conseguenze pericolose: nessuna forza Nato in Ucraina».

Ore 14:39 - Quattri feriti in un raid russo su Kherson

Le forze russe hanno lanciato un attacco Kherson, ferendo quattro persone. Lo ha riferito il governatore regionale Oleksandr Prokudin, precisando su Telegram che «oggi a mezzogiorno l'esercito russo ha colpito un edificio residenziale. Due persone sono rimaste ferite dall'attacco. Una donna di 86 anni e un uomo di 25 sono in gravi condizioni. I medici stanno lottando per la loro vita», ha aggiunto Prokudin. Anche due volontari di Rivne, di 25 e 23 anni, sono rimasti feriti e stanno ricevendo assistenza dai medici.

Ore 14:53 - «La controffensiva ucraina non soddisfa le aspettative»

Nelle sue fasi iniziali, la controffensiva dell'Ucraina sta avendo meno successo e le forze russe stanno mostrando più competenza di quanto previsto dalle valutazioni occidentali. Lo riporta la Cnn che cita due funzionari occidentali e un alto funzionario militare statunitense. Secondo uno di loro, la controffensiva «non soddisfa le aspettative su nessun fronte». Per i funzionari occidentali, le linee di difesa russe si sono dimostrate ben fortificate, rendendo difficile per le forze ucraine superarle. Diversi funzionari hanno anche detto alla Cnn che il maltempo si sta rivelando un problema per le forze ucraine. Tuttavia, gli stessi funzionari hanno avvertito che la controffensiva è ancora nelle sue fasi iniziali e che gli Stati Uniti e i loro alleati «rimangono ottimisti» sul fatto che le forze ucraine saranno in grado di ottenere guadagni territoriali nel tempo. È probabile che gli Stati Uniti e i loro alleati aspetteranno almeno fino a luglio per una valutazione più completa dell'andamento della controffensiva.

Ore 15:02 - Un elicottero Mi-24 russo si è schiantato in Bielorussia

«Il ministero della Difesa della Bielorussia riferisce che intorno alle 13:30 ora locale un elicottero russo Mi-24 ha effettuato un violento atterraggio in Bielorussia, nel distretto di Baranovytskyi. Secondo il ministero, i membri dell'equipaggio sono rimasti feriti e non ci sono state vittime a terra. Si stanno accertando le cause dell'evento». Lo scrive l'Ukrainska Pravda.

Ore 15:18 - Lanciò molotov su centro reclute in Russia, condannato a 11 anni

Il tribunale militare di Ekaterinburg ha condannato a 11 anni di reclusione un uomo accusato di aver lanciato delle molotov contro un centro di reclutamento dell'esercito russo a Perm lo scorso dicembre. Lo riferisce Radio Liberty, secondo cui l'imputato, Mikhail Sokolov, condannato in primo grado, sarebbe «un attivista contro la guerra». Dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, il governo russo ha denunciato diversi incendi o tentativi di incendi nei propri centri di reclutamento. Le autorità russe trattano questi attacchi come «atti terroristici».

Ore 15:24 - Il Papa invia il cardinale Krajewski in missione a Kherson

«Il Santo Padre invia nuovamente - per la sesta volta - il suo Elemosiniere in Ucraina». Lo comunica la Santa Sede precisando che l'Elemosiniere si recherà «nella zona di Kherson dove, a seguito della distruzione della diga, la popolazione innocente si trova in grande difficoltà e molte persone hanno perso la vita. La missione del Cardinal Konrad Krajewski è di stare con la gente, pregare con loro e portare un abbraccio e il sostegno concreto da parte del Pontefice».

Ore 16:10 - Wsj: il prolungamento della detenzione del nostro reporter è oltraggiosa

«Sebbene l'esito fosse atteso, non è meno oltraggioso che la sua detenzione continui a essere confermata. Evan è stato ingiustamente detenuto per più di 12 settimane per aver fatto solo il suo lavoro di giornalista. Continuiamo a chiedere il suo rilascio immediato». È quanto scrive in una nota il Wall Street Journal, dopo che il tribunale di Mosca ha respinto il ricorso del suo reporter Evan Gershkovich contro il prolungamento della sua detenzione fino al 30 agosto. Gershkovich, 31 anni, è stato arrestato alla fine di marzo ed è da allora detenuto nel carcere Lefortovo di Mosca.

Ore 16:21 - Abramovich ha nascosto soldi in start-up tedesche

L'oligarca russo Roman Abramovich, che è sulla lista delle sanzioni Ue, avrebbe investito milioni in almeno cinque note start-up tedesche. Lo riporta Swr, in base a una fuga di dati di oltre 400 mila documenti della società di gestione patrimoniale cipriota MeritServus relativi al periodo 2004-2022. Tagesschau si chiede quindi se l'oligarca abbia «nascosto soldi in aziende tedesche». La MeritServus è stata inserita nella lista delle sanzioni britanniche dall'aprile di quest'anno. Inoltre, alcuni estratti del registro commerciale tedesco suggerirebbero che Abramovich potrebbe ancora detenere azioni in almeno tre società di software tedesche. Tra le start-up citate dall'inchiesta di Swr c'è Auto1, piattaforma online con sede a Berlino, che sarebbe stata oggetto di investimenti tramite Target Global, venture capitalist fondata a Mosca ma con sede a Berlino, che sarebbe riconducibile anche ad Abramovich. Su richiesta di Swr, Target Global ha però negato un ruolo dell'oligarca russo, mentre Auto1 ha dichiarato che società investimenti di società di Target Global ci sono stati «molti anni prima delle prime sanzioni» contro la Russia.

Ore 16:28 - 007 di Kiev: «Ponte colpito? Ci sarà un seguito»

«Se accendono le stelle, vuol dire che c'è un motivo, giusto? Possiamo solo dire che ci sarà una continuazione». Così Andrii Yusov, un portavoce della direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino, ha commentato l'attacco al ponte Chongar che collega la Crimea al resto dell'Ucraina, per il quale Mosca accusa Kiev. Le sue parole sono una parafrasi dell'inizio di una nota opera del poeta russo Vladimir Mayakovskyi, riporta il Guardian. L'agenzia statale russa Ria-Novosti ha citato un rappresentante anonimo del comitato investigativo russo secondo cui le informazioni preliminari indicano che sono stati lanciati quattro missili sul ponte e che i resti di uno di essi mostrano segni di fabbricazione francese.

Ore 16:41 - Il punto militare | La battaglia dei ponti: Kiev colpisce dietro le linee per ostacolare la logistica russa (di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Kiev va «in profondità» e rilancia la battaglia dei ponti, una campagna condotta con nuovi equipaggiamenti e tattiche già provate. Negli ultimi giorni gli ucraini hanno messo a segno numerosi colpi nelle retrovie: sono saltati segmenti di ferrovia, comandi e depositi. Giovedì mattina ha preso di mira il ponte di Chongar, che garantisce i collegamenti tra la regione di Kherson e la Crimea. Le immagini arrivate quasi subito sul web hanno mostrato un ampio cratere. Ci saranno ritardi negli spostamenti, con il traffico deviato per lasciare spazio alle squadre di intervento. I raid avvengono in parallelo alla lenta offensiva, sono un modo per ostacolare la logistica degli invasori in particolare alle spalle del bastione difensivo creato nella regione meridionale.

Ore 16:48 - Kiev: «Mosca ha perso 4600 soldati nell'ultima settimana»

«Nell'ultima settimana le perdite dell'esercito russo in Ucraina ammontano a 4600 tra militari uccisi o feriti in modo grave», così Natalia Kostenko, vice rappresentante permanente dell'Ucraina presso l'Osce, oggi alla riunione dell'assemblea del Foro per la Cooperazione e la sicurezza a Vienna. Kostenko ha sottolineato che le operazioni militari, «si stanno via via intensificando lungo tutta la linea del fronte» e che «le forze armate ucraine continuano a svolgere operazioni sia offensive che difensive in varie aree». Aggiungendo: «Nelle due settimane di controffensiva, le forze armate ucraine hanno liberato 103 km/q di territorio».

Ore 17:08 - Kirill: «Dico di no a un'escalation del conflitto»

«I tragici sviluppi in Ucraina sono ciò che mi fa male al cuore. Il Patriarcato di Mosca assume una posizione chiara e inequivocabile: chiediamo di prevenire un'ulteriore escalation del conflitto. Nessuno sforzo dovrebbe essere risparmiato per garantire che la pace benedetta sia ripristinata nel paese devastato dalla guerra e che sia posta fine allo spargimento di sangue, insieme a qualsiasi persecuzione per motivi religiosi, politici o linguistici». È quanto afferma il patriarca di Mosca e di tutte le Russie in un messaggio di congratulazioni inviato a Jerry Pillay, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, e ai membri del Comitato centrale del Cec-Wcc in occasione del 75esimo anniversario della fondazione dell'organizzazione.

Ore 17:45 - L'Onu aggiunge la Russia alla "lista della vergogna"

Le forze armate della Russia e i gruppi armati affiliati sono stati aggiunti alla «lista della vergogna» delle Nazioni Unite per le violazioni dei diritti dei bambini a causa delle loro azioni nel conflitto in Ucraina. È quanto rivela — secondo fonti diplomatiche — il rapporto annuale del segretario generale dell'Onu che verrà diffuso la settimana prossima.

Ore 17:47 - Kuleba a Stoltenberg: «Lavoriamo perché Vilnius sia un successo»

«Ho avuto un colloquio con Jens Stoltenberg. Stiamo lavorando a stretto contatto con il Segretario generale e le capitali della Nato per rendere Vilnius un successo. Ci siamo concentrati interamente sul possibile contenuto della decisione della Nato in merito alla prospettiva di adesione dell'Ucraina. L'Ucraina è una risorsa per la Nato, la renderemo più forte». Così il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba su Twitter dopo una chiamata con il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

Ore 18:15 - Dalla conferenza di Londra impegni per 60 miliardi

Ammontano a 60 miliardi complessivi gli impegni raccolti come contributi per rimettere in piedi l'Ucraina - da spalmare sull'intero ciclo della ricostruzione, fra interventi immediati e quelli che sarà possibile realizzare dopo la guerra con la Russia - nel corso della Ukraine Recovery Conference chiusasi oggi a Londra. Lo formalizza un comunicato diffuso, attraverso il Foreign Office, dal governo britannico che ha ospitato l'evento. Secondo l'annuncio, si tratta di uno degli interventi internazionali di ricostruzione postbellica più consistenti da dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Ore 18:35 - Kiev: forte esplosione a Berdyansk la scorsa notte

Una forte esplosione ha scosso Berdyansk, città occupata dai russi, all'1.40 di questa notte. L'esplosione è avvenuta appena fuori città. Lo ha dichiarato su Telegram il consigliere del sindaco di Mariupol, Petro Andriushchenko, aggiungendo che secondo fonti locali è stata presa di mira anche una caserma russa nel villaggio di Azovske.

Ore 18:45 - Zuppi: «Voglio andare a Mosca, spero presto»

«Voglio andare a Mosca, spero presto, per la prevista seconda tappa» della missione di pace. Così l'inviato del Papa per l'Ucraina, cardinale Matteo Zuppi a margine della preghiera organizzata per la Giornata Mondiale del Rifugiato dalla Comunità di Sant'Egidio a Roma. «Speriamo di continuare a fare tutto il possibile per aiutare gli auspici di pace», ha aggiunto.

Ore 18:46 - Meloni e Metsola: fermo e incondizionato sostegno a Kiev

L'incontro tra il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, si inserisce nel contesto di «contatti stretti e continui tra le due presidenti», spiegano fonti di Palazzo Chigi, sottolineando come l'incontro abbia rappresentato l'occasione «per uno scambio di vedute sui temi al centro del prossimo Consiglio Europeo, tra cui la migrazione e l'Ucraina, e sulle prospettive europee ad un anno dalle elezioni del Parlamento Ue». Riguardo all'Ucraina, le due leader hanno riaffermato «il fermo e incondizionato sostegno a Kiev in tutte le dimensioni». Per Palazzo Chigi «un segnale chiaro di unità europea a sostegno del Paese, sostegno che ha la Nato quale componente chiave».

Ore 19:52 - Kiev: i russi si concentrano a Lyman, Bakhmut, Avdiiv e Marin

«Le forze della difesa ucraine hanno colpito oggi 23 unità di artiglieria, due snodi di comunicazione e un posto di comando delle truppe russe». Lo ha reso noto, riporta Ukrinform, lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, precisando che «l'aviazione ha effettuato 7 attacchi sulle aree dove sono concentrate le truppe russe e su quattro complessi missilistici antiaerei del nemico». Secondo lo stato maggiore, il «nemico continua a concentrare i suoi sforzi principali nelle aree di Lyman, Bakhmut, Avdiiv e Marin dove proseguono pesanti combattimenti».

Ore 20:29 - Metsola: «La soluzione al conflitto è che la Russia esca dai territori occupati illegalmente»

«Quando parliamo di pace dobbiamo capire cosa significa la parola pace: noi guardiamo questa invasione illegale del territorio dell’Ucraina, guardiamo alla pace con l’integrità territoriale, con giustizia e libertà: una pace senza questi tre elementi non è una pace. Roberta Metsola, ospite del Tg1, parla del conflitto in Ucraina, come una «invasione illegale». La presidente del Parlamento europeo assicura il sostegno dell’Europa a Kiev fin quando ci sarà bisogno, e mette in chiaro: «La soluzione è se la Russia esce dal territorio dell’Ucraina».

Ore 22:29 - Kiev: «Cinque bombardieri russi in volo verso sud-est»

L’Aeronautica militare ucraina ha annunciato su Telegram che 5 bombardieri strategici russi Tu-95MS si sono alzati in volo dall’aeroporto di Olenya, muovendo in direzione sud-est. L’Aeronautica ha invitato i cittadini ucraini a non ignorare l’allarme, in vista di possibili bombardamenti.

Ore 22:30 - Zelensky: «Briefing con gli esponenti del G7 e del G20 su Zaporizhzhia»

«Abbiamo tenuto un briefing per i Paesi partner sulla situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Erano presenti rappresentanti dei Paesi del G7 e del G20, oltre a rappresentanti di organizzazioni internazionali. Qui, nell’Ufficio. Le informazioni disponibili sono state fornite dal Gur (i servizi segreti ucraini ndr), dal team dell’Ufficio e dai nostri diplomatici. Il nostro principio è semplice: il mondo deve sapere cosa sta preparando l’occupante. Chiunque sappia deve agire». Ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riferendosi al presunto piano di Mosca, denunciato dagli ucraini, di attaccare la centrale nucleare di Zaporizhzhia. «Continueremo a informare i nostri partner», ha aggiunto il presidente ucraino spiegando che forniranno «informazioni anche a quei Paesi che si fingono neutrali già ora», perché «è ovvio che le radiazioni non chiedono chi è neutrale e possono raggiungere chiunque nel mondo». «Chiunque nel mondo può aiutare ora, ed è abbastanza chiaro cosa fare», per questo «abbiamo bisogno di una completa disattivazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia». «Oggi ho incaricato il ministro degli Affari Interni ucraino, Igor Klymenko, di prendere tutte le misure necessarie, di condurre tutto il lavoro necessario per spiegare alla popolazione tutti i rischi - ha concluso Zelensky -. Questo sarà fatto nel prossimo futuro».

Ore 23:35 - Zelensky: «Rischi su Zaporizhzhia, i russi si ritirino»

«Il completo ritiro dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia è necessario». Lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo un briefing con i Paesi partner, i rappresentanti di G7 e G20 e delle organizzazioni internazionali. «Il mondo - afferma in un messaggio su Telegram - deve sapere cosa sta preparando l’occupante. Tutti quelli che sanno devono agire. Continueremo a informare i nostri partner. Forniremo informazioni anche a quei Paesi che fingono di essere neutrali. Le radiazioni non chiedono chi è neutrale e possono raggiungere chiunque nel mondo. Di conseguenza, chiunque nel mondo può aiutare ora, ed è abbastanza chiaro cosa fare». Zelensky ha incaricato il ministro degli affari interni dell’Ucraina Ihor Klymenko «di prendere tutte le misure necessarie, di condurre tutto il necessario lavoro esplicativo con la nostra gente su tutti i rischi esistenti. E questo sarà fatto nel prossimo futuro».

Ore 00:00 - Kiev licenzia l’ambasciatore ucraino in Bielorussia

Zelensky ha firmato un decreto sul licenziamento di Igor Kizim dalla carica di ambasciatore dell’Ucraina in Bielorussia, scrive la Pravda ucraina. Il decreto è stato pubblicato giovedì sul sito web del presidente. Vale la pena notare che, nonostante i numerosi appelli a interrompere le relazioni diplomatiche non solo con la Federazione Russa, ma anche con la Bielorussia, Kiev non ha compiuto questo passo dopo l’invasione su vasta scala della Russia. L’ultima volta che il ministero degli Esteri ucraino ha deciso di richiamare l’ambasciatore Igor Kizim per consultazioni è stato ad aprile a causa di un incontro tra l’autoproclamato presidente Alexander Lukashenko e il leader degli occupanti di Donetsk, Denis Pushilin. Successivamente, l’ambasciatore ucraino non è tornato a Minsk.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 23 giugno.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Prigozhin, la rivolta: «Varcato il confine a Rostov». Posti di blocco a Mosca. Redazione Online su Il Corriere della Sera il 23 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra in Ucraina di venerdì 23 giugno. Il capo della Wagner sostiene che l'esercito russo abbia bombardato i suoi accampamenti dalle retrovie: «Diverse vittime. Siamo in 25 mila, Shoigu deve essere fermato». Kiev contro Obama: «Le sue parole sulla Crimea? Non stupiamoci poi se la Russia ci aggredisce» 

• Putin: «Dispiegheremo nuovi missili nucleari». La risposta di Zelensky: «Putin ama la sua vita, non userà armi atomiche».

• Il punto militare: gli ucraini puntano a logorare l’avversario, i russi resistono grazie alle linee di difesa.

• Cremlino: «Biden su Xi dimostra che gli Usa sono imprevedibili».

Ore 01:33 - Incontro Biden-Modi: «Rispettare l’integrità territoriale dell’Ucraina»

Usa e India chiedono «il rispetto del diritto internazionale, dei principi della Carta delle Nazioni Unite e dell’integrità territoriale e della sovranità». È quanto si legge nella dichiarazione congiunta di Joe Biden e Narendra Modi dopo l’incontro a Washington. Il presidente americano e il primo ministro indiano hanno espresso «la loro profonda preoccupazione per il conflitto in Ucraina e ne hanno pianto le terribili e tragiche conseguenze umanitarie». I due leader hanno sottolineato «i gravi e crescenti impatti della guerra sul sistema economico globale, anche sulla sicurezza alimentare, del carburante e dell’energia e sulle catene di approvvigionamento». Entrambi «hanno chiesto maggiori sforzi per mitigare le conseguenze della guerra, specialmente nel mondo in via di sviluppo. Stati Uniti e India si impegnano inoltre a fornire assistenza umanitaria continua al popolo ucraino e hanno concordato sull’importanza della ricostruzione postbellica in Ucraina».

Ore 01:40 - L’Onu inserisce l’esercito russo nella lista nera dei Paesi che violano i diritti dei bambini in guerra

Le Nazioni Unite hanno inserito le forze militari russe nell’annuale lista nera dei Paesi che violano i diritti dei bambini in conflitto per aver ucciso minori e aver attaccato scuole e ospedali in Ucraina. Il segretario generale António Guterres ha dichiarato in un nuovo rapporto al Consiglio di sicurezza di essere «sconvolto» dall’elevato numero di «gravi violazioni» contro i bambini in Ucraina avvenute nel 2022, «scioccato» dal numero di attacchi a scuole e ospedali, «preoccupato» per la detenzione di bambini, e «turbato» per il trasferimento in Russia di alcuni bambini ucraini.

Ore 01:52 - Missili e droni russi in azione nella notte: segnalate diverse esplosioni a ovest e a sud

Nella notte sono scattati gli allarmi per i raid aerei in tutta l’Ucraina. L’Air Force ha avvertito della minaccia di attacchi missilistici tramite il proprio canale Telegram ufficiale. Fonti militari di Kiev segnalano missili russi e attacchi di droni in vaste zone del Paese. I canali Telegram hanno segnalato esplosioni in diverse regioni, da Lviv a ovest, lontano dalla linea del fronte, fino a Kherson nel sud. Non ci sono segnalazioni di vittime.

Ore 02:17 - Drone abbattuto nella regione russa di Kursk

Il fuoco della contraerea russa ha abbattuto un drone sulla città meridionale di Kursk, vicino al confine ucraino. La conferma arriva dal governatore regionale Roman Starovoit su Telegram, che assicura: «Nessun danno né vittime».

Ore 04:44 - Ufficiali Usa alla Cnn: «Le prime fasi dell’offensiva ucraina hanno deluso le aspettative»

Le prime fasi dell’offensiva primaverile intrapresa dalle forze armate ucraine contro le linee difensive della Russia nei territori occupati «non stanno rispondendo alle aspettative su nessuno dei fronti» di combattimento. Lo hanno ammesso all’emittente televisiva Cnn «alti ufficiali statunitensi» anonimi, secondo cui le valutazioni effettuate dai Paesi occidentali dopo settimane di combattimenti mostrano che le linee difensive russe «si sono dimostrate ben fortificate», e le forze russe «hanno avuto successo nell’arrestare i mezzi corazzati ucraini con attacchi missilistici e mine, e hanno schierato la loro forza aerea in maniera più efficace» rispetto alle precedenti fasi del conflitto.

Pur con i mezzi corazzati forniti dai Paesi occidentali, le forze ucraine si stanno dimostrando «vulnerabili» ai campi minati, e le forze russe sono «più competenti» del previsto nelle operazioni difensive, aggiunge la Cnn, che cita anche «funzionari occidentali». Le fonti dell’emittente televisiva precisano che l’offensiva ucraina è ancora nelle sue fasi preliminari, e che gli alleati occidentali di Kiev «restano ottimisti» sulla capacità delle forze armate ucraine di conseguire avanzate significative.

Ore 07:11 - Ufficiali Usa a «Cnn», prime fasi offensiva hanno deluso le aspettative

Le prime fasi dell’offensiva primaverile intrapresa dalle forze armate ucraine contro le linee difensive della Russia nei territori occupati «non stanno rispondendo alle aspettative su nessuno dei fronti» di combattimento. Lo hanno ammesso all’emittente televisiva «Cnn» diversi «alti ufficiali statunitensi» anonimi, secondo cui le valutazioni effettuate dai Paesi occidentali dopo settimane di combattimenti mostrano che le linee difensive russe «si sono dimostrate ben fortificate», e le forze russe «hanno avuto successo nell’arrestare i mezzi corazzati ucraini con attacchi missilistici e mine, e hanno schierato la loro forza aerea in maniera piu’ efficace» rispetto alle precedenti fasi del conflitto. Pur con i mezzi corazzati forniti dai Paesi occidentali, le forze ucraine si stanno dimostrando «vulnerabili» ai campi minati, e le forze russe sono «piu’ competenti» del previsto nelle operazioni difensive, aggiunge la «Cnn», che cita anche «funzionari occidentali». Le fonti dell’emittente televisiva precisano che l’offensiva ucraina e’ ancora nelle sue fasi preliminari, e che gli alleati occidentali di Kiev «restano ottimisti» in merito alla capacita’ delle forze armate ucraine di conseguire avanzate significative.

Ore 07:36 - Kuleba: «Forse tank Abrams in campo già in questo contrattacco»

L’Ucraina potrebbe dispiegare sul campo di battaglia i carri armati statunitensi Abrams già durante l’attuale controffensiva: lo ha detto il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, in un’intervista al media statale Suspilne. «C’è speranza» che i carri armati Abrams partecipino a questa controffensiva, «ma non bisogna pensare solo in termini di questa controffensiva. Lo sottolineo costantemente nei colloqui con i partner: non si dovrebbe considerare questo contrattacco come l’ultimo e decisivo».

Ore 07:54 - Russia attacca aeroporto Khmelnytskyi, Kiev abbatte 13 missili

Questa notte la Russia ha preso di mira l’aeroporto militare nella regione di Khmelnytskyi. Le forze di difesa aerea dell’Ucraina hanno abbattuto tutti i tredici missili da crociera Kh-101/Kh-555 che sono stati lanciati. Lo riporta su Telegram il comando dell’aeronautica delle forze armate ucraine.

Ore 07:54 - Bombe russe sul Kherson, feriti 7 civili

Sette civili sono rimasti feriti durante gli attacchi russi nella regione di Kherson nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleksandr Prokudin, come riporta Ukrinform. «Nell’ultima giornata il nemico ha lanciato 91 attacchi, sparando 415 proiettili da mortai, artiglieria, (lanciamissili multipli) Grad Mlrs, droni e aerei. Il nemico ha sparato 26 proiettili contro la città di Kherson», ha scritto Prokudin. «Sette persone sono rimaste ferite a causa dell’aggressione russa», ha aggiunto. I russi hanno preso di mira quartieri residenziali e due fabbriche nella regione.

Ore 08:47 - Kiev: «Successi parziali nel sud-est»

L’esercito ucraino continua la sua offensiva nel sud-est del Paese, mentre i russi intensificarono gli attacchi a est: lo ha detto al canale tv ucraino United News il portavoce dello Stato Maggiore delle forze armate di Kiev, Andriy Kovalev, come riporta Rbc-Ucraina. «Le Forze di difesa ucraine continuano a condurre un’operazione offensiva nelle direzioni di Melitopol e Berdyansk. Ci sono stati successi parziali nelle direzioni di Novodanilovka-Robotino e Malaya Tokmachka-Novopetrivka. Stanno consolidando le loro posizioni, impegnando il fuoco dell’artiglieria su obiettivi nemici e adottando misure di controbatteria», ha affermato Kovalev. I russi concentrano i propri sforzi principali nella difesa, cercando di impedire alla truppe ucraine di avanzare in direzione di Orekhovskyy. Allo stesso tempo, le forze ucraine continuano a contenere l’offensiva russa nelle direzioni di Lyman, Avdiivka e Marinka. «Combattimenti particolarmente pesanti continuano nella direzione di Lyman, vicino alla località di Belogorovka, nella regione di Lugansk. In direzione Avdiivka, vicino agli insediamenti di Severnoye e Avdiivka, nella regione di Donetsk. In direzione Marinka, vicino a Marinka e Pobeda, nella regione di Donetsk. Le forze di difesa ucraine tengono coraggiosamente il terreno, infliggendo al nemico perdite in termini di uomini e attrezzature», ha concluso Kovalyov.

Ore 08:56 - Russia, «abbattuto drone sulla città di Kursk»

La difesa aerea russa ha abbattuto nella notte un drone in volo sulla città di Kursk, non molto lontana dal confine con l’Ucraina. Lo ha fatto sapere via Telegram il governatore della regione, Roman Starovoit, che non ha riferito di vittime o danni e ha «ringraziato i nostri militari per il loro lavoro».

Ore 09:09 - Autorità filorussa, un morto in attacco Kiev su regione Zaporizhzhia

Una persona è stata uccisa e un’altra è rimasta ferita in seguito a un attacco sul villaggio di Novohorivka nella regione di Zaporizhzhia nel sud dell’Ucraina, del quale le forze filorusse accusano le forze armate ucraine. Lo riporta l’agenzia di stampa Tass citando i servizi di emergenza russi. La Russia considera la zona di Zaporizhzhia colpita come proprio territorio.

Ore 10:54 - Zaporizhzhia: Mosca, Zelensky parla di attacchi a centrale per coprire crimini

Le parole del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, su un possibile attacco russo contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia «sono un altro tentativo di denigrare la Russia attribuendoci intenzioni inesistenti e allo stesso tempo un tentativo di coprire le loro azioni criminali, e di fatto terroristiche, che rappresentano una seria minaccia per l’ambiente». Lo ha detto alla Tass il viceministro russo degli Esteri Serghey Ryabkov. «Invitiamo nuovamente l’Aiea a sfruttare la presenza dei suoi esperti presso l’impianto ad accertare tutti gli attacchi condotti dall’Ucraina» in zona «a non chiudere gli occhi su questo e a dire chiaramente di chi è la colpa di ciò che sta accadendo e quale sia la vera minaccia per la centrale».

Ore 09:51 - Macron: «La Russia rispetti il diritto internazionale»

«La Russia deve fermare la guerra (in Ucraina ndr) e accettare di rispettare il diritto internazionale» ha detto oggi il presidente francese Emmanuel Macron durante un’intervista a France 24. «Oggi, ha aggiunto, la ripresa di un dialogo con la Russia «è possibile solo se c’è il rispetto del diritto internazionale».

Ore 10:30 - Ue adotta 11esimo pacchetto di sanzioni, aumentata pressione

A causa della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina l’Ue ha adottato l’11 pacchetto di sanzioni economiche e individuali «volte a rafforzare le attuali sanzioni dell’Ue e reprimere la loro elusione, erodendo così ulteriormente la macchina da guerra di Putin e le sue entrate». Secondo Josep Borrell, alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, «le nostre sanzioni stanno già mettendo a dura prova l’economia russa e la capacità del Cremlino di finanziare la sua aggressione. Il pacchetto di oggi aumenta la nostra pressione sulla Russia e sulla macchina da guerra di Putin. Affrontando l’elusione delle sanzioni, massimizzeremo la pressione sulla Russia privandola ulteriormente delle risorse di cui ha così disperatamente bisogno per consentirle di proseguire la sua guerra illegale contro l’Ucraina».

Ore 10:51 - Kiev, fermata offensiva russa a Kupyansk e Lyman

Le forze ucraine «hanno fermato l’offensiva del nemico nei settori di Kupyansk e Lyman», rispettivamente nelle regioni di Kharkiv e Donetsk: lo scrive su Telegram la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar.

Ore 11:06 - Metsola: «Non dimentichiamo che l’aggressore è la Russia»

«Quando qualcuno parla di questo come se fosse un conflitto tra due Paesi dimentica il punto fondamentale: un Paese non può decidere che il territorio di un altro è il suo» ha detto la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola al forum Ansa. «Io ho parlato con il presidente Zelensky prima dell’invasione e lui mi aveva espresso il l desiderio dell’Ucraina di entrare nell’Ue. Tutti i Paesi membri hanno concordato sul fatto che l’Ucraina sia nell’Ue e non credo che ciò sarebbe successo prima del 24 febbraio».

Ore 11:24 - Macron, non ho motivo di chiamare Putin ma se chiama risponderò

«Non ho motivo di chiamare» Vladimir Putin, «c’è una controffensiva ucraina. Verrà il momento, spero, di negoziati alle condizioni dell’Ucraina. Dall’altra parte, se (Putin ndr.) mi chiama per proporre qualcosa risponderò, perché la Francia è sempre stata una potenza facilitatrice e di mediazione». È quanto ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, in un’intervista rilasciata a Franceinfo, RFI e France 24, aggiungendo che prima di riprendere il dialogo con Putin sulle sfide di domani, «la Russia deve prima fermare la guerra e accettare di rispettare il diritto internazionale».

Ore 11:24 - Filorussi: «Un morto e un ferito in bombardamento a Novogorovka»

I separatisti filorussi hanno dichiarato che una persona è morta e un’altra sarebbe rimasta «seriamente ferita» in un bombardamento su una strada «a sette chilometri dal paesino di Novogorovka», nella regione ucraina di Zaporizhzhia, di cui accusano le forze armate di Kiev. Lo riporta l’agenzia Interfax citando un portavoce dei servizi di emergenza nella zona occupata dalle truppe russe.

Ore 11:52 - Cnn: «Usa delusi dalle prime fasi del contrattacco ucraino»

La controffensiva ucraina sta avendo meno successo del previsto nelle sue prime fasi e le forze russe stanno dimostrando più competenza rispetto alle valutazioni occidentali della vigilia: lo hanno dichiarato alla Cnn due funzionari occidentali e un alto funzionario militare Usa. La controffensiva «non sta soddisfacendo le aspettative su nessun fronte», ha detto uno di loro. Le linee di difesa russe si sono dimostrate ben fortificate, rendendo difficile per le forze ucraine sfondarle. Inoltre, le forze russe hanno bloccato i blindati ucraini con attacchi missilistici e mine e hanno dispiegato la potenza aerea in modo più efficace.

Ore 12:08 - Russi colpiscono azienda di trasporti di Kherson, 2 morti

Due civili sono morti e altri quattro sono rimasti feriti durante un attacco lanciato oggi dalle forze russe sulla città di Kherson, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleksandr Prokudin. Nell’attacco è stata presa di mira un’azienda di trasporti della città, ha precisato Prokudin, e le vittime sono due dipendenti, di 55 e 43 anni.

Ore 12:17 - Wagner, russi si ritirano a sud e ad est

L’esercito russo si sta ritirando in diverse aree dell’Ucraina meridionale e orientale. Lo afferma il leader del gruppo paramilitare Wagner, contraddicendo le affermazioni del Cremlino secondo cui la controffensiva di Kiev è un fallimento. «L’esercito russo si sta ritirando nelle aree di Zaporizhzhia e Kherson, le forze armate ucraine stanno spingendo», ha detto Yevgeny Prigozhin in un’intervista video pubblicata su Telegram dal suo servizio stampa. «Lo stesso sta accadendo a Bakhmut, il nemico penetrera’ sempre più in profondità nella nostra difesa», ha aggiunto l’imprenditore, riferendosi a una città orientale che i russi affermano di aver catturato ma dove gli ucraini affermano di essere progrediti sui fianchi nelle ultime settimane . Non verificabili da una fonte indipendente, le parole del capo di Wagner contraddicono comunque quelle del presidente Vladimir Putin e del suo ministro della Difesa, Sergei Shoigu, secondo i quali l’esercito russo «respinge» tutti gli attacchi ucraini. Nei giorni scorsi Putin ha ripetuto che la controffensiva ucraina è stata un fallimento e che le forze di Kiev hanno subito perdite quasi «catastrofiche».

Ore 12:35 - Kiev: «Non vogliamo acquistare una bomba sporca»

«La propaganda russa è di nuovo all’opera, cercando di fabbricare la storia della `bomba sporca´. Lo ribadisco: l’Ucraina non ha mai avuto, non ha e non ha intenzione di acquisire `bombe sporche´. Quando la Russia ha lanciato per la prima volta questa bufala l’anno scorso, abbiamo concesso pieno accesso all’Aiea, che ha sfatato questa menzogna»: lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. Il tweet segue la notizia pubblicata questa mattina dall’agenzia di stampa russa Tass secondo cui i servizi segreti russi hanno arrestato cinque persone che stavano cercando di acquistare un chilo di una sostanza radioattiva (il cesio-137) per 3,5 milioni di dollari.

Ore 12:57 - Obama: «Nel 2014 tanti russofoni in Crimea eraro pro-Russia»

I complimenti che non ti aspetti: il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che dall’ex presidente Usa sono venuti «giudizi razionali». La valutazione è per le dichiarazione di ieri Obama, in un’intervista a Christiane Amampour, alla Cnn, quando ha segnalato che in Crimea c’era «una certa simpatia» per l’annessione russa del 2014. Obama, rispondendo a una richiesta di spiegazioni sul motivo per il quale ebbe un atteggiamento rispetto all’annessione russa della Crimea meno dura rispetto a quella avuta dal presidente Joe Biden lo scorso anno, ha affermato che allora “si affrontò Vladimir Putin con gli strumenti a disposizione in quel momento dell’Ucraina”.

Ore 14:00 - Netanyahu: «Ai confini di Israele trovate armi anti tank occidentali»

Armi anti tank di fabbricazione occidentale sono state trovate ai «confini di Israele». Lo ha rivelato il premier Benyamin Netanyahu in una intervista al Jerusalem Post nella quale ha motivato le ragioni della politica di Israele nei confronti degli aiuti militari a Kiev. «Temiamo - spiegato - che qualsiasi sistema dato all’Ucraina sia usato contro di noi perché potrebbe cadere nelle mani dell’Iran. E a proposito, questa non è una possibilità teorica. In realtà è successo con le armi anticarro occidentali che ora troviamo ai nostri confini. Quindi dobbiamo stare molto attenti».

Ore 14:20 - Cremlino, armi occidentali a confini Israele sono minaccia urgente

La comparsa di armi occidentali fornite a Kiev vicino ai confini di Israele è una «minaccia molto, molto urgente». Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo a una domanda dei giornalisti, come riporta l’agenzia Tass. «Abbiamo già parlato di questa minaccia e del fatto che le armi occidentali fornite all’Ucraina vengono già vendute da vari gruppi criminali in Europa e così via», ha aggiunto Peskov, «si tratta di un processo inevitabile». «Più tali armi vengono fornite all’Ucraina, in un luogo in cui non è possibile garantire la sicurezza, più tutto questo, ovviamente, porta maggiori minacce per la sicurezza regionale e, in un contesto più ampio, globale», ha sottolineato Peskov.

Ore 14:27 - Rosatom, Aiea e Russia discutono sicurezza centrale Zaporizhzhia

Rappresentanti della Russia e dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) hanno discusso oggi a Kaliningrad della sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia, nell’Ucraina in guerra, e delle questioni sollevate a questo proposito dal direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi, presente all’incontro: lo riferisce l’agenzia di stampa Interfax citando un comunicato dell’agenzia atomica russa Rosatom.

Ore 14:43 - Mosca: «Ampliato l’elenco dei rappresentanti Ue sanzionati»

La Russia ha annunciato di aver «notevolmente ampliato l’elenco dei rappresentanti delle istituzioni europee e degli Stati membri dell’Ue» a cui «è vietato entrare in territorio russo». Secondo Mosca, si tratta di una misura di risposta alle nuove sanzioni europee contro la Russia per la guerra in Ucraina. Lo riporta la Tass citando un comunicato del ministero degli Esteri russo.

Ore 15:13 - Kiev: «La nostra forza principale non ancora dispiegata»

Il comandante delle forze di terra ucraine, generale Oleksandr Syrskyi, ha confermato per la prima volta che la forza principale della sua riserva offensiva deve ancora essere impegnata nella guerra contro la Russia dicendo: «Tutto deve ancora avvenire». Lo ha detto lo stesso Syrskyi in un’intervista al Guardian da una base militare nell’est dell’Ucraina, sottolineando tuttavia le difficoltà dei combattimenti e che negli ultimi giorni Mosca ha lanciato sforzi offensivi. «La nostra forza principale non è stata ancora impegnata a combattere e ora stiamo sondando i punti deboli nelle difese nemiche. Tutto deve ancora avvenire».

Ore 15:43 - Obama: «Sulla Crimea rispondemmo a Putin con gli strumenti che avevamo»

Barack Obama ha difeso la risposta che nel 2014 gli Stati Uniti e l’Europa diedero all’annessione della Crimea da parte della Russia, affermando che le circostanze erano diverse rispetto all’invasione dell’Ucraina. «L’Ucraina di quel periodo non è quella di oggi», ha detto l’ex presidente ieri sera in un’intervista con Christiane Amanpour alla Cnn. «C’è una ragione per cui all’epoca non ci fu un’invasione armata della Crimea: perché era piena di persone che parlavano russo e che simpatizzavano con la Russia», ha sottolineato Obama. «Io e la cancelliera tedesca Angela Merkel abbiamo risposto a Putin con gli strumenti che avevamo», ha detto l’ex presidente ricordando che «molti Paesi europei non volevano imporre le sanzioni contro Mosca».

Ore 16:21 - Kuleba: «Bomba sporca? Storia da propaganda russa»

«Torna la propaganda russa cercando di costruire la storia della “bomba sporca”. Ribadisco: l’Ucraina non ha mai avuto, non ha e non ha intenzione di acquisire “bombe sporche”». Lo ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. «Quando per la prima volta lo scorso anno la Russia ha tirato fuori questa bufala - ha aggiunto - abbiamo consentito pieno accesso all’Aiea, che ha smascherato questa bugia». Un tweet che non è passato inosservato all’agenzia russa Tass che ricorda come quattro giorni fa l’Svr, l’agenzia d’intelligence russa per l’estero, accusasse Kiev affermando che «potrebbe aver continuato a lavorare a una `bomba sporca´».

Ore 17:30 - Prigozhin smonta tutte le bugie di Putin sulla guerra in Ucraina: «L’esercito russo è una bolla scoppiata»

(Francesco Battistini) La Nato che abbaiava alla nostra porta? Falso. L’invasione? Tutta una scusa. L’Ucraina che ci minacciava? Una bugia. E le parole trionfalistiche di Putin? Idem. Non lo dice in modo così esplicito, Evgenij Prigozhin, ma è come se. Il capo del Gruppo Wagner non s’accontenta più di criticare l’«Operazione Speciale» del Cremlino, lui che a Mosca e prima di tutti ha osato chiamarla guerra. Né di dare dell’incapace, del corrotto e quanto di peggio al suo peggior nemico interno, Sergey Shoigu, il ministro della Difesa russo.

Ore 17:35 - Kiev: «Ci aspettiamo segnali chiari su nostra adesione a Nato»

«Mi aspetto che ci verrà dato un segnale chiaro e comprensibile e una formula con la quale potremo diventare ovviamente un Paese della Nato». Lo ha detto il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov. Reznikov ha aggiunot che spera che questo segnale venga dato al vertice dell’Alleanza in programma a luglio a Vilnius, in Lituania. Lo riporta la Cnn. Il vertice, si aspetta il ministro ucraino, «delineerà i termini dell’adesione» o definirà un evento specifico che farà scattare l’accettazione dell’Ucraina nell’Alleanza e farà in modo che il processo «non sia più una forma vaga e incomprensibile di porte aperte».

Ore 17:49 - Naftogaz: «La Russia ci paghi 5 miliardi di dollari per la Crimea»

La società energetica statale ucraina Naftogaz ha annunciato di aver presentato un ricorso legale negli Stati Uniti chiedendo alla Russia di versarle 5 miliardi di dollari. Sempre stando a Naftogaz, si tratterebbe del compenso che il tribunale arbitrale presso la Corte permanente di arbitrato dell’Aia avrebbe ordinato a Mosca di versare a titolo di risarcimento per i danni e le espropriazioni subite in Crimea, annessa illegalmente dalla Russia nel 2014. Lo riporta l’agenzia Interfax-Ukraine. Secondo la Tass, il Cremlino ha replicato dicendo che analizzerà «tutti gli aspetti legali di questa decisione e le opzioni per proteggere» i propri «diritti».

Ore 17:55 - Kiev: «Le principali forze per la controffensiva non stanno ancora combattendo»

Il generale Oleksandr Syrskyi, comandante in capo delle forze di terra ucraine, in una intervista al Guardian ha detto che le principali forze della controffensiva di Kiev non sono ancora state schierate sul campo di battaglia.

Il 57enne generale, protagonista dell’avanzata dello scorso autunno, si dice certo della vittoria, ma invita il mondo ad aver pazienza. «Tutti vogliono una grande vittoria, immediatamente e per sempre. Anche noi la vogliamo. Ma ci dobbiamo preparare al fatto che ci vorrà un po’ di tempo. Voglio dire - precisa- che le nostre forze principali non sono state ancora impiegate nei combattimenti, stiamo ora cercando i punti deboli nelle difese nemiche. Tutto deve ancora succedere». Syrskyi parla di «situazione difficile» ed esorta non «sottovalutare il nemico» che anticipa i movimenti ucraini e «costruisce forti difese, difficili da penetrare». Ma il generale afferma che il morale, l’addestramento e la preparazione delle truppe lo rendono fiducioso di poter trovare un’apertura che gli ucraini sapranno sfruttare. Secondo il generale, i russi hanno dispiegato 400mila uomini in Ucraina. Ma il fatto che siano superiori di numero non è un deterrente. «Non ho mai combattuto contro un numero inferiore di nemici, sono sempre stati più di noi», commenta, sottolineando che purtroppo ci saranno perdite fra gli ucraini ma cercherà di non mettere inutilmente in pericolo la vita dei suoi soldati.

Ore 18:05 - IL PUNTO MILITARE | Gli alleati aumentano la produzione di munizioni per l’Ucraina (ma ci vorrà tempo) (di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I combattimenti sono sempre intensi, Kiev e Mosca si preoccupano dei rifornimenti, in particolare delle munizioni. Molti i dati emersi nella giornata.

Gli alleati guardano, con preoccupazione, all’andamento lento dell’offensiva e studiano come alimentare il sostegno. Doug Bush, sottosegretario alla logistica del Pentagono, ha precisato in un’intervista che la produzione di munizioni da 155 millimetri è di 24 mila «colpi» al mese ma l’obiettivo è di portarla a 70-80 mila entro due anni. Difficoltà sono emerse nelle forniture di razzi per gli Himars, ci vorranno 18-24 mesi prima che sia raggiunto il livello massimo. Motivo? Non è facile mettere a punto in modo rapido i macchinari per le fabbriche. Washington ha chiesto collaborazione al Giappone e ad altri partner. (...)

Ore 18:13 - Kiev contro Obama: «Le sue parole? Non stupiamoci poi se la Russia ci aggredisce»

«Se il Sig. Barack Obama afferma pubblicamente che l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014... era legale e giustificata, allora non dobbiamo stupirci se oggi c’è un’aggressione russa su larga scala in Europa e una guerra di aggressione su larga scala che sta mietendo centinaia di migliaia di vite». Così il consigliere presidenziale ucraino Mykahilo Podolyak commenta le parole di Barack Obama, all’epoca presidente degli Stati Uniti alla Cnn. «L’attuale regime autoritario russo (nazista) è il riflesso evidente di una specifica “politica occidentale” prebellica», accusa Podolyak, «forse è il momento di iniziare ad ammettere gli errori critici invece di trovare nuove scuse?».

Ore 18:19 - Crosetto a Austin (Usa): «Abbiamo deciso subito da che parte stare»

«L’Italia non ha pensato un secondo da che parte stare» dopo l’invasione russa dell’Ucraina e ha sostenuto Kiev «anche con governi diversi». Lo ha sottolineato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, incontrando al pentagono il segretario alla Diifesa Usa, Lloyd Austin.

Ore 18:37 - «Il tempo perso nei negoziati con gli alleati ha favorito Mosca. La controffensiva non è una nuova serie Netflix»

«Il tempo perso» da Kiev per negoziare con i suoi alleati la fornitura di armi ha dato alla Russia il margine per rafforzare le sue posizioni sul fronte. Ne è convinto il consigliere della presidenza ucraina, Mykhailo Podolyak, secondo cui «il tempo è sempre importante, soprattutto in guerra». Il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha insistito sul fatto che questa lentezza nei negoziati abbia agevolato Mosca soprattutto per rafforzare le sue trincee. «Rompere il fronte russo oggi richiede un approccio ragionevole ed equilibrato. La vita di un soldato è il valore più importante per l’Ucraina. Il comando militare si concentra sulla scienza e l’intelligence militare, non su quanto dicono i tifosi dagli spalti», ha dichiarato Podolyak su Twitter. Il consigliere ha poi ribadito che la controffensiva non avviene come nei film. «La vera guerra non è quella che c’è in un film di successo al botteghino di Hollywood. La controffensiva non è parte di una nuova stagione di una serie Netflix», ha evidenziato. «Non c’è bisogno di aspettare l’azione e comprare popcorn. Le operazioni offensive delle forze armate ucraine continuano in diverse aree e quelle di formazione dei soldati sono in corso», ha concluso Podolyak.

Ore 18:53 - Zelensky licenzia il commissario di Odessa accusato di corruzione

In una riunione dello stato maggiore ucraino Zelensky ha ordinato di licenziare il «commissario militare» di Odessa, accusato di essersi arricchito impropriamente al punto che la famiglia aveva acquistato immobili e auto per milioni di dollari in Spagna. Lo riportano i media ucraini. Il presidente della fazione Servant of the People, David Arakhamia, ha annunciato l’ avvio di un’ispezione degli uffici di registrazione e arruolamento militare in tutta l’Ucraina e le forze di terra hanno osservato che avrebbero contribuito alle misure necessarie nelle indagini sull’arricchimento illegale del «commissariato militare».

Ore 19:35 - Lo Stato maggiore di Kiev: «Piccoli progressi nel Sud»

Le forze armate ucraine hanno fatto piccoli progressi nel sud del Paese. Lo ha detto il portavoce dello Stato maggiore di Kiev, Andriy Kovalev, secondo cui all’esercito presente nei territori liberati intorno a Berdyansk e Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia, dovrebbero arrivare rinforzi presto. La vice ministra della Difesa ucrain, Hanna Malyar, ha affermato su Telegram che l’esercito di Kiev ha fermato l’avanzata russa a Lyman e Kupyansk, nell’est del Paese, e che si sono registrati pesanti combattimenti anche nella regione orientale di Donetsk.

Ore 19:41 - Crosetto: «Prigozhin ha squarciato un velo di omertà»

Il capo della Wagner «ha aperto una ferita nella narrativa russa, ha squarciato un velo di omertà e di disinformazione»: così il ministro della difesa Guido Crosetto alla stampa italiana dopo l’incontro con il suo omologo Lloyd Austin al Pentagono commentando le accuse di Yevgeny Prigozhin secondo cui il ministero della difesa russo ha ingannato sulle reali motivazione dell’invasione in Ucraina. «È un elemento di rottura in quello che finora sembrava un monolite russo», ha aggiunto.

Ore 20:05 - Mosca vuole arrestare Aitala, il giudice italiano che ha indagato su Putin

(di Claudio Del Frate) La Russia ha inserito nell’elenco dei ricercati Rosario Salvatore Aitala, il giudice italiano della Corte Penale internazionale titolare delle indagini su crimini di Vladimir Putin. sfociate nel mandato di arresto internazionale contro il presidente russo. Ne ha dato notizia l’agenzia Tass.

L’agenzia non specifica quale articolo del codice venga contestato ad Aitala ma nel maggio scorso il comitato investigativo russo aveva già avanzato accuse contro la «toga» del tribunale internazionale: in particolare fu contestato il tentativo di «prendere illegalmente in custodia un funzionario che detiene lo status di persona protetta». (...)

Ore 20:50 - Prigozhin: «I missili russi hanno colpito i nostri accampamenti. Ci vendicheremo». Ci sarebbero diverse vittime

Il fondatore della Wagner, Evgheni Prigozhin, ha denunciato che l'esercito russo ha effettuato attacchi missilistici sugli accampamenti di retrovia della compagnia di mercenari nella zona di Kursk. In seguito all'attacco, in cui ci sarebbero state diverse vittime, Prigozhin ha annunciato di voler andare fino in fondo ed «eliminare la leadership militare del Paese».

«Un attacco missilistico è stato effettuato sui campi della Wagner. Ci sono molte vittime. Secondo i combattenti testimoni oculari, il colpo è stato sferrato da dietro, cioè è stato sferrato dai militari del ministero della Difesa russo», ha detto Prigozhin sui social.

«Siamo stati vilmente ingannati. Eravamo pronti a fare concessioni al ministero della Difesa (che vuole portare sotto il suo controllo i mercenari, ndr) a consegnare le nostre armi, a trovare una soluzione su come avremmo continuato a difendere il Paese. Ma questa feccia non si è calmata. Oggi, vedendo che non siamo distrutti, hanno lanciato attacchi missilistici sui nostri accampamenti di retrovia», ha tuonato Prigozhin.

«Questa creatura verrà fermata», ha aggiunto riferendosi all'odiato ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, da mesi incolpato per la carneficina di soldati sul campo e per i mancati progressi dell'offensiva in Ucraina. Poco dopo la diffusione della notizia, il ministero della Difesa russo ha smentito gli attacchi sulle basi dei mercenari e ha invitato a prendere le informazioni diffuse sui social per conto di Prigozhin come «una provocazione mediatica» che «non corrisponde alla realtà».

Ore 21:26 - Prigozhin: «Shoigu deve essere fermato. Siamo in 25 mila, uniamoci per ripristinare la giustizia»

«Il comitato di comando del gruppo Wagner ha deciso che coloro che hanno responsabilità militari per il Paese devono essere fermati», ha detto Prigozhin in un messaggio audio, chiedendo alle sue truppe e affermando che il ministro della Difesa, Sergei Shoigou, deve essere «fermato». Prigozhin sostiene che Shoigu si sia recato personalmente a Rostov sul Don per dirigere l'operazione con cui colpire la Wagner e che ora «sia scappato da Rostov come una femminuccia per non spiegare perché ha sollevato elicotteri per distruggere i nostri ragazzi, perché ha lanciato attacchi missilistici». «Questa creatura verrà fermata », ha detto, chiamando a raccolta i suoi miliziani. «Siamo 25 mila e andiamo a capire perché nel Paese c'è un tale caos», ha detto invitando le truppe regolari a unirsi per «ripristinare la giustizia».

Ore 21:42 - Prigozhin: «Il mio non è un appello a un colpo di stato militare»

Mentre da Kiev l'intelligence militare esulta già per l'escalation tra Prigozhin e Shoigu, vedendovi la «caduta della fragile dittatura di Putin», il capo della Wagner ha subito tenuto a sottolineare che il suo appello «non è per un colpo di stato militare, ma una marcia della giustizia. Le nostre azioni - ha assicurato -, non interferiscono in alcun modo con le truppe».

Ore 21:44 - Budanov (Ucraina): «La fragile dittatura di Putin è caduta»

Kirill Budanov, il capo dell'intelligence militare ucraina, ha commentato l'escalation tra il capo della compagnia di mercenari russi Wagner, Evgheni Prigozin, e il ministro della Difesa, Serghei Shoigu: «La fragile dittatura di Putin è caduta: hanno cominciato a rosicchiarsi a vicenda per potere e denaro. Ora spetta alle nostre brigate d'assalto liberare l'Ucraina e quei territori che vogliono far parte del nostro potente, invincibile e glorioso Paese».

Ore 21:56 - Putin informato del caso Prigozhin, il ministero della Difesa russo: «Attacchi non veri, solo provocazioni del capo della Wagner»

Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, come riportato dalle agenzie russe, ha detto che il presidente russo Valdimir Putin è a conoscenza della situazione denunciata da Prigozhin, capo della Wagner, e che sono state prese tutte le contromisure necessarie.

«Il presidente Putin è stato informato di tutti gli eventi relativi a Prigozhin. Si stanno prendendo le misure necessarie», ha detto. Il ministero della Difesa russo ha affermato che tutte le informazioni diffuse sui social network per conto di Prigozhin sul bombardamento da parte dell'eserciti russi su basi di retroguardia della Wagner non sono vere e rappresentano «provocazioni».

Ore 22:05 - Mosca apre inchiesta penale contro Prigozhin per aver incitato alla «rivolta armata»

Il servizio di sicurezza FSB della Russia ha aperto un caso penale contro il capo dei mercenari Yevgeny Prigozhin per aver incitato una rivolta armata, secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa TASS venerdì, citando il Comitato Nazionale Antiterrorismo.

 Ore 22:24 - Prigozhin: «Tutti i patrioti, veri patrioti, scendete in piazza, le armi le troveremo»

«Tutti i patrioti russi, i veri patrioti del Paese, scendete in piazza, le armi le troveremo. Questa notte risolveremo la questione dei traditori e criminali che hanno disonorato la Russia. I loro nomi sono Shoigu e Gerasimov», sarebbero queste le parole di Prigozhin che avrebbero spinto Mosca ad aprire un'inchiesta penale per aver incitato una rivolta.

Ore 22:34 - Tensioni Usa-Kiev sulla controffensiva, Washington: «Troppo lenta»

Si registrano tensioni tra Washington e Kiev sulla controffensiva ucraina. L'andamento del contrattacco è lento e «deludente», si sono lamentati funzionari americani. «Tutto deve ancora succedere», la risposta dei militari di Kiev. È da giorni che i vertici ucraini ammettono una temporanea scarsità di risultati, compreso lo stesso presidente Volodymyr Zelensky. Ma secondo fonti ufficiali e militari americane, interpellate dalla Cnn, l'avanzata «non sta soddisfacendo le aspettative in nessuno dei fronti»: quindi non a est, nel Donbass, dove i russi contrattaccano; ma neanche a sud, verso Meliptopol, Berdyansk e la Crimea, dove invece le truppe scelte di Kiev rivendicano quasi ogni giorno la liberazione di nuovi insediamenti. Le linee russe, hanno argomentato le fonti alle Cnn, si sono dimostrate ben fortificate e non offrono facile passaggio agli attacchi delle truppe di terra ucraine, che vengono martellate con successo dall'aviazione russa in aggiunta alla presenza di mine. Insomma, le forze ucraine si sono dimostrate «vulnerabili», mentre quelle russe, per quanto gonfiate numericamente da soldati poco addestrati e per nulla motivati, si sono rivelate «competenti» nelle loro difese. La risposta di Kiev è arrivata per bocca del comandante delle forze di terra, generale Oleksandr Syrskyi, che al Guardian ha confermato per la prima volta pubblicamente che «la nostra forza principale non è stata ancora impegnata a combattere e stiamo sondando i punti deboli nelle difese nemiche. Tutto deve ancora succedere».

Ore 22:47 - Mosca, chiusi tutti i musei per ragioni di sicurezza

La situazione sul fronte interno, in Russia, sembra precipitare. Il ministero ha dichiarato per la giornata di domani la chiusura improvvisa di tutti i musei per motivi di sicurezza. Voci incontrollate, diffuse da canali Telegram , parlano di disordini a Mosca e anche spari in una stazione della metropolitana.

Ore 23:41 - Mosca ai mercenari: «Arrestate Prigozhin»

L’Fsb, che ha aperto un procedimento penale per «insurrezione armata» contro il capo della Wagner, Evgheni Prigozhin, ha chiesto ai mercenari russi di «non ascoltare» i suoi appelli a rovesciare i vertici militari russi e anzi, «a prendere misure per il suo arresto». Lo riferiscono i media russi citando un comunicato dell’Fsb, in cui si annuncia anche che le parole di Prigozhin sono considerate «appelli a iniziare un conflitto civile armato sul territorio della Federazione Russa».

Ore 00:28 - Kiev ne approfitta e concentra le sue forze

Kiev sta concentrando diverse brigate per un’offensiva nella direzione tattica di Bakhmutovsky, approfittando Ore 23:44 - Chiusi Piazza Rossa e Mausoleo di Lenin

Crescono le misure di sicurezza a Mosca: il dipartimento di sicurezza federale ha annunciato che sabato 24 giugno rimarranno chiuse la Piazza Rossa e il Mausoleo di Lenoin. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti

della provocazione di Yevgeny Prigozhin, ha riferito il ministero della Difesa. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti.

Ore 23:52 - Il generale Surovikin ai mercenari: «Tornate alle vostre posizioni»

Il generale SergeJ Surovikin, capo di tutte le forze armate russe impegnate sul fronte ucraino ha rilasciato in tarda serata una dichiarazione in cui invita i miliziani della Wagner a «obbedire alla volontà e all’ordine del Presidente eletto dal popolo della Federazione Russa». «Vi invito a fermarvi. Il nemico sta aspettando che la nostra situazione politica interna si aggravi . Non dovremmo fare il gioco del nemico in questo momento difficile per il Paese» prosegue il generale. «Fermate le colonne e riportatele nelle loro posizioni permanenti e luoghi di concentrazione» confermando implicitamente che i reparti di mercenari stanno abbandonando le loro posizioni.

Ore 00:00 - Mosca, presidiati ministeri e Parlamento

A Mosca sono state rafforzate le misure di sicurezza davanti ai ministeri (in particolare quello della difesa) e al Parlamento. Analoghe misure sono state adottate per tutti gli «obiettivi sensibili».

Ore 00:03 - «Da Prigozhin una pugnalata alle spalle»

«Le dichiarazioni e le azioni di Prigozhin costituiscono effettivamente appelli per un conflitto civile armato sul territorio russo e una pugnalata alle spalle dei militari russi che combattono con le forze ucraine filo-naziste»: lo ha dichiarato l’ufficio stampa del servizio di sicurezza nazionale (Fsb) citato dall’agenzia Tass.

Ore 00:12 - La tv di Stato interrompe i programmi

La Tv di Stato russa ha interrotto i suoi programmi venerdì sera per dare lettura di una dichiarazione del ministero della difesa: «Tutti i messaggi e i video che circolano sui social media, attribuiti a Yevgeny Prigozhin, riguardanti presunti attacchi del Ministero della Difesa russo alle retrovie della Wagner PMC, non corrispondono alla realtà e hanno lo scopo di disinformare» ha detto lo speaker.

Ore 00:30 - Kiev: «I mercenari si dirigono verso Mosca»

Anton Gerashchenko, consigliere del ministero degli interni ucraino, ha scritto su Twitter che colonne della Wagner si stanno ritirando dalle loro posizioni. «Sono dirette a Novo cherkassk, dove hanno mil quartier generale. Una colonna di 400 veicoli ha lasciato Millerovo in direzione di Mosca». Altre fonti russe parlano di colonne che hanno abbandonato territori del Donesk, superato la frontiera russa e si stanno avvicinando a Rostov.

Ore 00:47 - Mezzi militari nelle strade di Rostov

Secondo il sito Nexta sono stati istituiti dall’Fsb posti di blocco lungo l’autostrada Rostov-Voronez-Mosca. La stessa fonte afferma che forze speciali stanno perquisendo la sede della Wagner a San Pietroburgo. Mezzi militari - non si sa se delle forze fedeli al Cremlino o a Prigozhin - sono comparsi nelle strade di Rostov.

Ore 01:14 - Rostov, autostrada bloccata

Il traffico automobilistico è stato bloccato sull’autostrada russa M-4 oltre Rostov- in direzione di Aksay, secondo quanto riferito dalla TASS sul posto. Tutte le auto in movimento da Rostov verso Aksay vengono reindirizzate in città e i posti di blocco della polizia sono stati rafforzati. La notizia era già stata anticipata da fonti ucraine.

Ore 01:17 - Prigozhin: «Abbiamo varcato il confine a Rostov»

Il capo del gruppo Wagner Prigozhin afferma che le guardie di frontiera stavano abbracciando i suoi combattenti mentre entravano in Russia, le sue forze «distruggeranno tutto ciò che si frappone». «Abbiamo varcato il confine a Rostov».

Ore 01:44 - Prigozhin: «Siamo entrati nella città russa di Rostov»

Yevgeny Prigozhin ha detto che le sue forze sono entrate nella città russa di Rostov senza incontrare resistenza. Il caso Prigozhin è scoppiato quando il capo e fondatore della compagnia Wagner, ha detto che gli accampamenti dei suoi combattenti sono stati colpiti da razzi, elicotteri da combattimento e fuoco di artiglieria su ordine del capo di stato maggiore dell’esercito russo, il generale Valery Gerasimov. Ha accusato Gerasimov di aver emesso l’ordine dopo un incontro con il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, durante il quale — ha affermato — hanno deciso di distruggere Wagner.

La sicurezza è stata rafforzata a Rostov sul Don, ha riferito Tass. Il suo corrispondente ha detto che il personale militare e delle forze dell’ordine è stato visto per le strade, con almeno un veicolo corazzato e pattuglie aeree. Il colonnello generale Sergei Surovikin, vice comandante del gruppo russo delle forze che combattono in Ucraina, ha esortato le forze Wagner a fermare qualsiasi mossa contro l’esercito, dicendo che farebbe il gioco dei nemici della Russia, che «aspettano di vedere l’esacerbazione della nostra situazione politica interna». Un altro alto ufficiale militare, il tenente generale Vladimir Alexeyev, ha denunciato la mossa di Prigozhin come «follia» e ha minacciato di scatenare una guerra civile in Russia. «È una pugnalata alle spalle per il Paese e il presidente — ha detto —. È impossibile immaginare un colpo più forte all’immagine della Russia e delle sue forze armate. Una tale provocazione potrebbe essere messa in scena solo dai nemici della Russia», ha aggiunto.

Ore 01:51 - A Mosca istituiti posti di blocco

Posti di blocco sono stati istituiti nella notte lungo le principali vie di accesso a Mosca. Tutte le strade attorno al Cremlino risultano inoltre chiuse al traffico.

 Ore 02:08 - Allarmi antiaerei suonano in tutta l’Ucraina

Un allarme antiaereo suona in tutta l’Ucraina, secondo i dati cartografici online del Ministero della trasformazione digitale ucraino. L’allarme nelle regioni di Cherkasy, Volyn, Lvov, Ternopil, Khmelnytsky, Ivano-Franskov, Transcarpazia, Rivne e Chernivtsi è stato annunciato tra le 2.20 e le 2.38.

Ore 03:02 - Prigozhin: gruppo Wagner abbatte elicottero militare russo

Il capo del gruppo mercenario Wagner Yevgeny Prigozhin ha dichiarato che le sue truppe avrebbero abbattuto un elicottero militare russo, secondo quanto riferisce Afp citando un altro messaggio audio. «Un elicottero ha appena aperto il fuoco contro una colonna di civili. È stato abbattuto da unità della Wagner», ha detto Prigozhin in un nuovo messaggio audio. Non ha fornito alcun dettaglio e AFP non ha potuto verificare il reclamo. Prigozhin in precedenza aveva affermato che le sue unità, che per mesi hanno guidato un assalto nell’Ucraina orientale, erano entrate nella regione russa meridionale di Rostov.

Ore 03:09 - Prigozhin: capo Wagner, Russia bombarda auto di civili

Evgeny Prigozhin, il capo del gruppo paramilitare Wagner, ha accusato il capo di stato maggiore russo e viceministro della Difesa Valery Gerasimov di aver ordinato un attacco aereo «in mezzo alle auto di civili». Lo riporta la Cnn. «Il campo dello staff generale — ha detto Prigozhin — ha appena dato l’ordine di far decollare gli aerei e aprire il fuoco sulle colonne di auto di civili e i camion». «Non gli interessa chi ucciderà — ha aggiunto — uccidono civili da un anno e mezzo invece di combattere il nemico». Prigozhin ha lodato i piloti russi per «essersi rifiutati di eseguire gli ordini».

Ore 03:1 - Prigozhin: Usa, scontro Wagner-Putin atteso da gennaio

È dai primi di gennaio che gli 007 Usa avevano notizie di un possibile scontro interno tra il gruppo paramilitare russo Wagner e il Cremlino. Lo riporta la Cnn. Alti funzionari del governo americano avevano rilevato tensioni tra Mosca e il capo della Wagner, Evgeny Prigozhin. L’intelligence Usa si aspettava un’escalation nei mesi seguenti. Sempre a gennaio un alto rappresentante della Casa Bianca aveva rivelato come la Wagner stesse diventando un «centro di potere rivale nei confronti dell’esercito russo e di altri militari russi». Secondo report degli 007 americani, a quel tempo Prigozhin stava portando avanti i propri interessi in Ucraina, invece di seguire le direttive del Cremlino.

Ore 03:20 - Prigozhin: governatore Rostov a cittadini, «restate in casa»

Le autorità russe a Rostov, vicino all’Ucraina, hanno esortato i residenti a rimanere in casa dopo che il capo del gruppo mercenario Wagner ha dichiarato che le sue forze erano entrate nella regione del confine meridionale. «Le forze dell’ordine stanno facendo tutto il necessario per garantire la sicurezza dei residenti», ha dichiarato il governatore di Rostov Vasily Golubev sui social, riportano i media russi. «Chiedo a tutti di mantenere la calma», ha detto, esortando la gente del posto a restare a casa. Poco prima la stessa Tass informava che il traffico era stato bloccato sull’autostrada M-4. «Tutte le auto in movimento da Rostov sul Don verso Aksay vengono reindirizzate in città e i posti di blocco della polizia sono stati rafforzati», scrive la Tass.

Ore 03:38 - Prigozhin: su social immagini scontri Wagner-esercito russo

Sui social arrivano le prime immagini dei combattimenti in corso nella regione di Rostov tra i ribelli del gruppo paramilitare Wagner e le forze militari russe che rispondono agli ordini del Cremlino. In una clip di ventiquattro secondi apparsa sull’account Twitter dell’attivista ucraino Igor Sushko, si mostrano pesanti scambi di artiglieria e aerea tra le due parti. Si sentono anche delle raffiche. Nel post si indica che le immagini sono relative alla regione di Rostov. In un altro video su Twitter, quella che viene indicata come una colonna di blindati della Wagner si dirige verso Rostov, città che si trova mille chilometri a sud di Mosca. Da un camion appare una bandiera della Federazione Russa.

Ore 03:50 - Prigozhin: allarme in città russa Lipetsk, a 400 km da Mosca

È scattato il piano d’emergenza nella regione russa di Lipetsk, a 400 chilometri da Mosca. Lo ha annunciato il governatore su Telegram, Igor Artamov, che ha invitato i cittadini «a restare calmi», ma anche dichiarato lo stato d’emergenza e l’avvio delle «misure di sicurezza». «Attenzione particolare — ha aggiunto — va data alle infrastrutture chiave». Il governatore ha invitato i cittadini a non viaggiare verso sud, in direzione dell’Ucraina, da dove, secondo le notizie diffuse dai media, stanno risalendo le colonne dei blindati del gruppo paramilitare Wagner, il cui capo, Evgeny Prigozhin, ha dichiarato di puntare a Mosca.

Ore 04:17 - Ucraina, esplosioni a Kiev e Kharkiv

Le autorità ucraine hanno riferito di esplosioni nella capitale Kiev e nella città orientale di Kharkiv, con il Paese in massima allerta di fronte a nuovi attacchi missilistici russi. «Si sentono esplosioni a Kharkiv», ha scritto il sindaco Igor Terekhov sui social media, mentre le autorità di Kiev hanno affermato che i sistemi di difesa aerea erano stati allertati. Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha dichiarato che ci sono state esplosioni nel distretto occidentale di Solomiansky. «Frammenti di un razzo hanno colpito un parcheggio», ha scritto sui social, aggiungendo che i servizi di emergenza erano sul posto. In un’altra informativa, l’aviazione ucraina ha riferito di missili diretti verso le regioni settentrionali di Sumy e Poltava e la città centrale di Dnipro.

Ore 04:33 - Prigozhin: 25 mila uomini Wagner pronti a morire

Il capo del gruppo di mercenari Wagner ha detto sabato che la sua forza di 25.000 uomini era «pronta a morire», mentre prometteva di rovesciare la leadership militare della Russia. «Tutti noi siamo pronti a morire. Tutti i 25.000, e poi altri 25.000», ha detto Yevgeny Prigozhin in un nuovo messaggio audio. «Stiamo morendo per il popolo russo».

Ore 05:11 - Prigozhin: video su Twitter, soldati della Wagner a Rostov

In rete sono stati pubblicati numerosi video che documenterebbero la presenza di soldati del gruppo Wagner per le strade di Rostov, nella Russia meridionale. In attesa di notizie ufficiali, ci sono questi documenti rilanciati da un sito di informazione americano, «Global: Military-Info», che su Twitter ha più di 250 mila follower, e secondo il quale i paramilitari avrebbero occupato la zona sud della città, quella del distretto militare. Nelle immagini si vedono decine di soldati armati e blindati in mezzo alla strada, mentre alcune persone riprendono la scena con il cellulare. In un altro video, Alexander Vindman, ex consigliere della sicurezza nazionale sotto l’amministrazione Trump, ha indicato che i soldati che si muovono per le strade di Rostov, e ripresi in un video, «sarebbero della Wagner». Notizia confermata da una giornalista tedesca, Alina Lipp, che sull’account di informazione «War Monitor», su Twitter, mostra il passaggio dei blindati per le strade del centro di Rostov e dice: «Ho chiesto chi fossero e mi hanno detto che fanno parte della Wagner».

Ore 05:14 - Prigozhin: sindaco di Mosca annuncia misure anti-terrorismo

Sergey Sobyanin, sindaco di Mosca, ha annunciato l'attuazione di «misure anti-terrorismo» per le strade della capitale russa, compresi i posti di blocco e i controlli dei veicoli. Lo riporta la Reuters.

Estratto dell'articolo di Francesco Battistini per corriere.it il 23 giugno 2023.

La Nato che abbaiava alla nostra porta? Falso. L’invasione? Tutta una scusa. L’Ucraina che ci minacciava? Una bugia. E le parole trionfalistiche di Putin? Idem. Non lo dice in modo così esplicito, Evgenij Prigozhin, ma è come se. Il capo del Gruppo Wagner non s’accontenta più di criticare l’«Operazione Speciale» del Cremlino, lui che a Mosca e prima di tutti ha osato chiamarla guerra. Né di dare dell’incapace, del corrotto e quanto di peggio al suo peggior nemico interno, Sergey Shoigu, il ministro della Difesa russo. 

Stavolta, «il cuoco di Putin» tocca un tema tabù. E in un video di trenta minuti, pubblicato sul suo canale Telegram, spiega come non sia vero che cinquecento giorni fa tutto cominciò perché la Nato e gli ucraini stavano per attaccare la Russia: «Non è successo niente di straordinario alla vigilia del 24 febbraio 2022 – dice Prigozhin -. Il ministero della Difesa sta cercando d’ingannare l’opinione pubblica e il presidente. E fa girare la storia secondo cui ci sono stati alti livelli d’aggressione da parte ucraina. E che ci avrebbero attaccato insieme all’intero blocco Nato». 

È, questa, una delle ragioni che lo stesso Vladimir Putin annunciò nel suo famoso discorso alla vigilia della guerra: «L’Operazione Speciale fu avviata per un motivo completamente diverso», spiazza tutti Prigozhin. Perché «Kiev non ha bombardato il Donbass per otto anni», come in questi mesi han sempre sostenuto da Mosca e in molti circoli putiniani, ma «solo le posizioni militari russe». 

Secondo il comandante dei mercenari - che proprio giovedì (al contrario d’altri venti organizzazioni di volontari) s’è rifiutato di firmare la «vergognosa» lettera d’affiliazione del Gruppo Wagner all’armata russa -, all’epoca c’era tutto lo spazio per negoziare col presidente ucraino Volodymyr Zelensky ed evitare questa guerra che «oggi sta andando male». Sono tre giorni che Prigozhin rincara la dose. 

[…]

Giovedì, invece, le rimostranze perché gli uomini di Wagner non hanno ancora ricevuto una sola medaglia militare, oltre alle critiche più mirate sulla strategia. Che ora vengono ripetute nel video, per smentire le versioni ufficiali che parlano d’un esercito russo ben saldo di fronte alla controffensiva ucraina: «Tutt’altro! Stanno ingannando il popolo russo. Nascondono tutto. Enormi aree sono state consegnate al nemico. I russi si stanno ritirando nelle aree di Zaporizhzhia e di Kherson, le forze ucraine stanno avanzando in profondità, a sud e a est. Lo stesso sta accadendo a Bakhmut, il nemico penetrerà ancora».

Veri o no che siano simili dettagli – perché a Kiev si continua a sospettare che queste cascate di parole siano solo un gioco delle parti -, lo sfogo di Prigozhin è la conferma d’un grande caos nella catena di comando putiniana. La propaganda del Cremlino, sostiene l’intelligence britannica, non riesce più a bloccare e a controllare tutta la controinformazione che circola sui social. E il senso di sconfitta che molti provano in Russia. 

Al Cremlino «dovrebbero ringraziare i miei uomini», dice Prigozhin, perché «ho cominciato ad addestrarli nel febbraio 2022, quando già subivamo vergognose sconfitte». E meno male, aggiunge, c’è Wagner che resiste: «Il secondo esercito del mondo è una bolla scoppiata».

Prigozhin accusa Putin. Il Cremlino risponde: "Incriminato per colpo di Stato". Il Tempo il 23 giugno 2023

Yevgeny Prigozhin, il capo dei mercenari Wagner, è tornato all'attacco dei vertici militari di Mosca. In particolar modo, il patron della Wagner, attraverso un video pubblicato su Telegram, ha smentito la narrazione russa sull'invasione dell'Ucraina. In questi lunghi mesi di guerra, Prigozhin ha ripetutamente rivolto critiche, a volte molto feroci, al ministro Shoigu, ma questa volta ha messo in dubbio le motivazioni ufficiali con cui Mosca ha giustificato al mondo la guerra contro l’Ucraina. Secondo il Comitato nazionale antiterrorismo, le accuse diffuse a nome di Yevgeny Prigozhin non hanno alcun fondamento. In serata, però, il capo dei mercenari Wagner ha dichiarato un colpo di Stato. 

Il patron della Wagner ha definito l'esercito russo "una bolla d'aria scoppiata", puntando il dito contro il ministero della Difesa e arrivando a mettere apertamente in dubbio anche le motivazioni addotte ufficialmente per la cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina. In un nuovo video diffuso su Telegram, Prigozhin ha dichiarato che, quando è iniziata l'invasione su vasta scala, la situazione del conflitto nel Donbass non era diversa da quella degli ultimi anni e non c'era nessuna "folle aggressione" da parte di Kiev.  Secondo il capo dei mercenari Wagner, quindi, il suo nemico Sergey Shoigu ha "ingannato" sia la società che Putin. 

"L'esercito russo si sta ritirando nelle aree di Zaporizhzhia e Kherson, le forze armate ucraine stanno spingendo. Lo stesso sta accadendo a Bakhmut, il nemico penetrerà sempre più in profondità nella nostra difesa. Shoigu vive secondo il principio che la menzogna deve essere enorme perché la gente vi creda. Quindi ci sono inganni. Due realtà", ha scandito il patron della Wagner. Quindi è arrivata la risposta di Mosca. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che Putin è a conoscenza del fatto che Yevgeny Prigozhin abbia sostanzialmente dichiarato un colpo di stato contro l'esercito e ha affermato che "sono state prese tutte le misure necessarie". L'FSB, il Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa, ha aperto un procedimento penale contro Prigozhin a causa della chiamata alla ribellione. 

Guerra Ucraina - Russia, le news di oggi. Il capo della Wagner guida la rivolta contro Mosca: "Marcio su Rostov, in 25mila pronti a morire". Missile su Kiev: 2 vittime. La Repubblica il 24 Giugno 2023

Il capo dei mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin dichiara ufficialmente guerra ai vertici militari di Mosca, lanciando un appello a "fermare" i capi delle forze armate russi dopo aver accusato le truppe regolari di aver bombardato gli accampamenti dei suoi combattenti , su ordine del ministro della Difesa Sergei Shoigu facendo "un numero enorme" di morti. "Siamo in 25.000", ha dichiarato il leader dei miliziani invitando i russi, in particolare i soldati, a unirsi a loro e a non opporre resistenza in quello che "non è un colpo di stato militare, ma una marcia della giustizia". Immediata la replica da Mosca: prima il ministero della Difesa russo ha respinto ogni accusa di attacchi ai mercenari. Poi scende in campo direttamente il Cremlino: il presidente Vladimir Putin "è stato informato sulla situazione intorno a Prigozhin" e "si stanno prendendo le misure necessarie". Poco dopo il comitato nazionale antiterrorismo ha aperto un procedimento penale contro il capo di Wagner "per invito alla ribellione armata", intimando il leader dei mercenari a "interrompere le azioni illegali"

"Non è un colpo di Stato". Prigozhin indagato per rivolta armata: cosa succede in Russia. Gianluca Lo Nostro il 23 Giugno 2023 su Il Giornale.

Il fondatore e capo della compagnia militare Wagner denuncia un presunto attacco missilistico condotto dall'esercito russo contro i suoi mercenari e invoca la rivolta armata per rovesciare i vertici della Difesa. Il Cremlino: "Prenderemo le misure necessarie". Attivato il "piano Fortezza" a Mosca

Non l'ha definito un colpo di Stato, ma una "marcia per la giustizia" con destinazione Mosca. Così Evgenij Prigozhin, il fondatore e capo del gruppo paramilitare Wagner, ha dichiarato guerra al ministero della Difesa russo, presieduto da Sergej Shoigu. Lo scontro tra i due è annoso, ma oggi ha vissuto una repentina evoluzione che l'ha portato al punto di non ritorno.

Dopo aver infatti accusato pubblicamente Shoigu e il capo dello Stato maggiore Valerij Gerasimov di "genocidio contro il popolo russo", smentendo anche le principali menzogne sull'Ucraina propagate dal Cremlino in quest'ultimo lustro e mezzo, Prigozhin ha fatto la sua prima mossa alle 21:05 (ora locale), pubblicando sul suo canale Telegram uno dei sette audio con il quale il comandante dei mercenari che hanno conquistato Bakhmut ha lanciato la sua personale operazione contro la leadership militare del Paese, con l'obiettivo di decapitarla. Il casus belli è rappresentato da un presunto attacco missilistico ordinato da Shoigu in persona contro un "numero enorme" di combattenti Wagner che avrebbero perso la vita. Bombardamento mostrato da un video che mostrerebbe i cadaveri dei militari in un accampamento vicino a Rostov.

L'ora zero: Prigozhin annuncia la lotta armata

"Il Consiglio dei Comandanti del Pmc Wagner ha preso una decisione: il male rappresentato dalla leadership militare del Paese deve essere fermato", dichiara il boss della Wagner in un altro audio. "Siamo in 25mila, unitevi a noi", prosegue. Interviene allora il ministero della Difesa di Mosca, che in un comunicato scredita i messaggi minatori di Prigozhin definendoli una provocazione mediatica non conforme alla realtà. Nel frattempo l'ex colonnello russo Igor Girkin (nom de guerre Strelkov), uno degli uomini più importanti alla guida dei separatisti del Donbass nel 2014, commenta paventando un principio di colpo di Stato. Ma Prigozhin tira dritto: "Questo non è un colpo di Stato militare. È una marcia per la giustizia. Le nostre azioni non interferiscono in alcun modo con le truppe".

Ad ogni azione, però, corrisponde una reazione. In una nota, il Cremlino fa sapere che il presidente Putin sta monitorando la situazione e sta prendendo tutte le misure necessarie. L'Fsb, i servizi segreti interni, annuncia l'apertura di un procedimento penale nei confronti di Evgenij Prigozhin, indagato per "rivolta armata" e ammutinamento. L'agenzia Tass rende noto che il Comitato nazionale antiterrorismo ha smentito le accuse diffuse da Prigozhin in quanto "non hanno alcun fondamento".

Sui social inizia a circolare anche un appello del generale Sergej Suroivikin, l'ex comandante in capo delle forze russe in Ucraina, che in un filmato invita i componenti del gruppo Wagner a deporre le armi: "Mi rivolgo alla leadership, ai comandanti e ai combattenti della Pmc Wagner: insieme a voi abbiamo percorso un cammino difficile. Insieme a voi abbiamo combattuto, abbiamo rischiato, abbiamo subito perdite, ma abbiamo vinto insieme. Abbiamo lo stesso sangue. Siamo guerrieri. Vi invito a fermarvi. Il nemico sta aspettando che la nostra situazione politica interna si aggravi. Non dobbiamo fare il gioco del nemico in questo momento difficile per il Paese. Bisogna farlo prima che sia troppo tardi: obbedire alla volontà e all'ordine del Presidente della Federazione Russa eletto dal popolo. Fermare le colonne e riportarle nelle loro posizioni permanenti e nei loro luoghi di concentrazione". Ma Prigozhin non molla e continua ad aggiornare i suoi fedelissimi su Telegram. "La maggior parte dei soldati ci sostiene! Riceviamo questi messaggi: 'Grazie, ragazzi! Finalmente ci sarà giustizia nell'esercito! Finalmente vi assicurerete che riceviamo munizioni e che smettano di buttarci nel tritacarne!".

Kiev osserva

Da Kiev, intanto, esultano: "La fragile dittatura di Putin è caduta: hanno cominciato a rosicchiarsi a vicenda per potere e denaro. Ora spetta alle nostre brigate d'assalto liberare l'Ucraina e quei territori che vogliono far parte del nostro potente, invincibile e glorioso Paese", ha detto il capo degli 007 ucraini Kirill Budanov.

Lapidaria invece l'osservazione dell'account ufficiale dell'esercito ucraino, che in un tweet ha scritto: "Stiamo guardando". Sul campo tutto tace, mentre dal fronte trapelano notizie non confermate di schermaglie tra soldati della Wagner e commilitoni dell'esercito regolare intorno all'area di Bakhmut. Il ministero della Difesa russo, rivela Ria Novosti, ha registrato un aumento della concentrazione delle brigate ucraine in direzione Bakhmut, collegando questa mossa al caos scaturito dai proclami di Prigozhin.

Le prossime mosse della Wagner e lo spettro di una guerra civile

Prigozhin preannuncia movimenti notturni: "Tutti i patrioti della Russia, e non i fan di un governo debole che ha tradito gli interessi dello Stato, scendano in piazza, troveremo le armi. Questa notte risolveremo la questione dei traditori che hanno disonorato la Russia. I loro nomi sono Shoigu, Gerasimov". Secondo il media indipendente russo Meduza, il comportamento del capo della Wagner in queste ultime ore avrebbe sorpreso in tanti all'interno del cerchio magico del Cremlino. Fonti vicine al capo dello Stato russo riferiscono infatti a Meduza di una mancanza di coordinamento tra Prigozhin e Putin.

Secondo una fonte citata dalla Bbc, l'Fsb ha alzato il livello di allerta nella capitale e a Rostov. Lungo l'autostrada del Don, che collega Mosca, Voronezh e Rostov, l'Fsb coadiuvato da unità speciali della Guardia nazionale (Rosvgardija) sta controllando il traffico con dei posti di blocco. Alle forze dell'ordine dispiegate è stata data l'autorizzazione a sparare in caso di minaccia. Il servizio russo dell'emittente di Stato britannica può confermare inoltre che è stato attivato il "piano Fortezza": i dettagli di questa iniziativa d'emergenza sono coperti da segreto di Stato, ma una delle misure note è la chiusura sia in entrata che in uscita dell'edificio del ministero dell'Interno. Camionette, blindati e altri mezzi dell'esercito sono stati visti nel centro di Mosca e nei pressi della Duma di Stato.

Il rischio scatenato dal signore della guerra russo dunque è quello di creare un'insanabile frattura all'interno non solo delle forze armate, ma anche dei gruppi di potere in Russia. In uno dei suoi numerosi discorsi, Prigozhin ha infatti voluto precisare che la Rosgvardija e gli altri rami della sicurezza nazionale non sono coinvolti in questa sua disputa con il ministero della Difesa, salvo poi fare marcia indietro, offrendo alla Guardia nazionale di unirsi a lui per evitare che "le cose vadano male". Questo regolamento di conti potrebbe portare alla formazione di fazioni opposte, se il tentativo di eliminare il comando militare del Paese dovesse riuscire. Le prossime ore saranno cruciali.

L'affondo del leader Wagner. Prigozhin e l’attacco senza precedenti alle bugie russe sulla guerra: “Ministero inganna popolo e Putin, non c’era aggressione ucraina”. Carmine Di Niro su L'Unità il 23 Giugno 2023

Evgenij Prigozhin è un pazzo o c’è un pazzo che si spaccia per Evgenij Prigozhin? L’ultimo video pubblicato sui social dal capo del Gruppo Wagner, la milizia privata che la Russia impiega da tempo nel conflitto in Ucraina a sostegno del suo esercito, è una vera e propria bomba politica sul Cremlino e su Vladimir Putin.

L’ex “chef” dello Zar non si accontenta più di criticare a testa bassa il Ministero della Difesa del suo “rivale”, Sergei Shoigu, da tempo finito nel suo elenco dei nemici per il mancato supporto ai suoi miliziani sul fronte.

Prigozhin infatti attacca su tutta la linea il Cremlino sull’andamento del conflitto, parla apertamente di bugie da parte del regime di Putin. Secondo il leader della Wagner “il secondo esercito mondiale”, quello russo, è una “bolla d’aria scoppiata” e si sta ritirando nelle aree di Zaporizhzhia e Kherson. “Lo stesso sta accadendo a Bakhmut, il nemico penetrerà sempre più in profondità nella nostra difesa“, ha aggiunto Prigozhin. Le parole del capo di Wagner contraddicono comunque quelle di Putin e del suo ministro Shoigu, secondo i quali l’esercito russo “respinge” tutti gli attacchi ucraini.

Ma al centro dell’invettiva non c’è solo l’andamento del conflitto sul fronte ucraino. Il capo della Wagner mette in discussione anche le “ragioni storiche” che hanno spinto Mosca ad invadere l’Ucraina il 24 febbraio dello scorso anno. “Il ministero della Difesa sta cercando di ingannare l’opinione pubblica e il presidente e di far girare la storia secondo cui ci sarebbero stati livelli folli di aggressione da parte ucraina e che ci avrebbero attaccato insieme all’intero blocco Nato”, dice Prigozhin nel video, mentre in realtà “non è successo niente di straordinario alla vigilia del 24 febbraio”.

Non solo. Secondo il capo della milizia Wagner la guerra in Ucraina si sarebbe potuta evitare negoziando con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nel video lungo circa 30 minuti afferma infatti che “l’operazione speciale è stata avviata per un motivo completamente diverso“, rispetto a quello raccontato dalla leadership russa ai cittadini, ovvero che Kiev avesse intenzione di attaccare i territori nell’Ucraina orientale controllati da Mosca.

Non poteva mancare ovviamente un attacco agli odiati vertici militari russi, perché secondo Prigozhin “loro (i vertici militari russi) sperano sempre di poter vincere questa guerra. Ma finché non c’è coordinamento, non c’è successo militare, i capi del ministero della Difesa stanno ingannando accuratamente il presidente. E il presidente riceve questi rapporti che non corrispondono alla realtà. Ci sono due agende: una sul terreno, l’altra nell’ufficio del presidente”.

La reazione ufficiale di Mosca non si è fatta attendere, altro segnale di una spaccatura senza precedenti nella catena di comando russa.  Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov come riportato dalle agenzie russe, ha detto che il presidente Putin è a conoscenza della situazione denunciata da Prigozhin e che sono state prese tutte le contromisure necessarie. “Il presidente Putin è stato informato di tutti gli eventi relativi a Prigozhin. Si stanno prendendo le misure necessarie”, ha detto. Il ministero della Difesa russo ha affermato che tutte le informazioni diffuse sui social network per conto di Prigozhin sul bombardamento da parte dell’eserciti russi su basi di retroguardia della Wagner non sono vere e rappresentano “provocazioni“.

Il servizio di sicurezza FSB della Russia ha aperto un caso penale contro Prigozhin per aver incitato una rivolta armata, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Tass, citando il Comitato Nazionale Antiterrorismo. Carmine Di Niro 23 Giugno 2023

Fake News e disinformazione.

Dezinformacija e misure attive. La propaganda di Putin ha trovato in Italia il ventre molle della civiltà liberale. Maurizio Stefanini il 24 Giugno 2023 su L'Inkiesta.

L’ultimo research paper dell’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici spiega le assurde narrazioni sul tramonto dell’Occidente e il fallimento delle democrazie diffuse da media russi attivi nel nostro Paese e da opinion maker influenzati dal Cremlino

Sia la Repubblica che la Banca d’Italia hanno imposto ai loro dipendenti di partecipare al gay pride di Roma dell’11 giugno 2022; «La galassia LGBTQI+ è un impero multinazionale, forse il quarto del pianeta per volume d’affari, sostenuto da tutti i giganti fintech, da colossi come Nike e Adidas, Coca Cola, Walt Disney e da tutto il parterre des rois del turbocapitalismo»; i popoli occidentali sono ostaggio di governanti venduti all’élite globalista, che ha come scopo l’instaurazione di una sinarchia totalitaria che prelude all’instaurazione del regno dell’Anticristo; la riproposizione di principi neonazisti da parte dell’Ucraina è sostenuta e finanziata dal mondo ashkenazita, di cui sono esponenti molti leader politici e personaggi di spicco del globalismo, con l’apporto di movimenti neocon filosionisti, presenti soprattutto negli Stati Uniti e legati al Deep State americano; per colpa dell’introduzione dell’euro ogni italiano ne ha persi settantatremila; i medici hanno ucciso deliberatamente i contagiati per farci accettare mascherine, lockdown, coprifuoco.

Sono queste alcune delle narrazioni con cui Vladimir Putin prova a convincere gli italiani a stare delle sua parte, e che sono state raccolte in “Dezinformacija e misure attive”: le narrazioni strategiche filo-Cremlino in Italia sulla democrazia liberale e la “decadenza” delle società occidentali, ultimo research paper dell’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici, a firma di Massimiliano Di Pasquale e Luigi Sergio Germani.

Come ricorda una nota del rapporto, bastano in realtà alcuni semplici dati statistici a demolire il mito della «Russia baluardo dei valori cristiani e della spiritualità contro la decadenza dell’Occidente ateo, secolarizzato e nichilista». In Russia ci sono infatti il doppio dei divorzi che in Italia. La Russia è uno dei Paesi al mondo in cui si ricorre di più all’aborto, con 53,7 ogni mille donne. In Russia ci si suicida quattro volte di più che in Italia. La percentuale media di persone affette da Aids-Hiv in Russia (1,2) è il quadruplo che in Europa (0,3). In Russia l’aspettativa di vita dei ragazzi è uguale a quella di Haiti.

Eppure, proprio questo mito viene rivenduto dalla propaganda putiniana contro quello che viene presentato come «Occidente collettivo». E la propaganda di Putin ha individuato proprio nell’Italia un ventre molle della civiltà liberale: scelta peraltro azzeccata, a vedere il modo in cui, alla faccia del preteso «pensiero unico mainstream», punti di vista pesantemente simpatetici per gli invasori dell’Ucraina sui media italiani continuano a imperversare in misura che il resto dell’Occidente neanche si sogna.

Secondo l’ipotesi del paper, sono molti i fattori storico-politici e culturali di lungo periodo per cui la società italiana è più permeabile all’influenza di narrative strategiche filo-Cremlino rispetto ad altri Paesi della comunità euro-atlantica. «Storicamente, intellettuali e politici italiani sono stati simpatizzanti della Russia. Pur appartenendo a blocchi militari opposti durante la Guerra Fredda, Urss e Italia hanno continuato a mantenere buoni rapporti economici e politici».

Il paper non vi si sofferma, ma in ciò un conoscitore di Storia non può non ritrovare la continuità dello Stato nazionale italiano con quel Ducato Sabaudo che riuscì a mantenersi indipendente appunto giocando i propri confinanti francesi e asburgici gli uni contro gli altri, secondo la celebre battuta per cui «i Savoia finivano una guerra dallo stesso lato in cui la avevano iniziata solo se avevano cambiato fronte un numero pari e non dispari di volte».

Il ministro degli Esteri e cancelliere tedesco Bernhard von Bülow disse che «un marito non deve essere geloso se sua moglie in una festa fa qualche giro di valzer con un altro cavaliere» per difendere il diritti dell’Italia a trescare con i soci della Triplice Intesa pur stando nella Triplice Alleanza, salvo poi il 24 maggio 1915 passare direttamente dall’altra parte. La Seconda Guerra Mondiale iniziò invece dal lato della Germania, salvo poi, anche là, cambiare fronte l’8 settembre. E nel dopoguerra il capo dei partigiani anticomunisti Enrico Mattei e la famiglia leader dell’imprenditoria italiana Agnelli furono in primissima a linea a combattere il comunismo in casa ma a sfruttare poi al contempo ogni possibilità di fare affari con l’Urss, dall’Eni a Togliattigrad. Se vogliamo, è anche lo schema di Silvio Berlusconi: tra il «siete solo dei comunisti» e il «voleva mettere al potere a Kyjiv gente per bene» sull’aggressione neo-staliniana all’Ucraina del vecchio agente del Kgb Putin.

Ma a ciò, ricorda il paper, si è poi aggiunta «l’enorme influenza culturale del Partito Comunista Italiano (Pci) sulla società italiana durante la Guerra Fredda». Così, «i sentimenti antiamericani hanno permeato il dibattito politico, anche se la politica estera italiana è rimasta atlantista e filoamericana. Come è stato sottolineato da Elena Aga-Rossi e Victor Zaslavsky, il Pci è riuscito a diffondere la convinzione dell’imminente collasso del capitalismo e a collegare questa convinzione al mito dello Stato proletario sovietico facendo leva sui sentimenti anticapitalisti e antiamericani diffusi negli ambienti fascisti, cattolici, socialisti e comunisti italiani. Con il passare del tempo, l’idealizzazione dell’Unione Sovietica è diminuita e il Partito comunista italiano ha preso le distanze dal regime sovietico, ma la denigrazione degli Stati Uniti è rimasta una caratteristica importante del discorso politico e culturale del partito. L’antiamericanismo continuò a definire l’identità comunista e a permeare ampi settori della cultura italiana fino al crollo dell’Unione Sovietica. La propaganda antiamericana diffusa dal Pci ha plasmato atteggiamenti e visioni del mondo anti-occidentali e ha mantenuto una forte presa nella società italiana dopo il 1991, in particolare tra gli intellettuali».

Poi, «nei primi anni ’90 inizia a svilupparsi – in un primo momento nell’ambito dell’estrema destra italiana – il fenomeno del rossobrunismo, una sintesi ideologica di fascismo e social-comunismo, caratterizzata da estremo nazionalismo e “sovranismo”, lotta alla globalizzazione e al capitalismo, antiamericanismo, ostilità nei confronti dell’Unione europea, tradizionalismo e critica radicale alla “decadenza” delle società liberal-democratiche dell’Occidente».

Questa area avvia una intensa collaborazione con intellettuali e politici ultranazionalisti russi, tra cui il filosofo e geopolitico neo-Eurasista Aleksandr Dugin, che dopo il collasso del sistema sovietico si reca con frequenza nel nostro Paese, diventando un punto di riferimento per la destra radicale e la nascente galassia rossobruna.

«Dopo l’ascesa di Vladimir Putin nel 1999 – e soprattutto dopo la svolta del Cremlino nella seconda metà degli anni 2000 verso una politica estera più assertiva, nazionalista e di contrapposizione all’Occidente – la galassia rossobruna cresce e acquisisce un profilo sempre più marcatamente filorusso e putiniano. Il rossobrunismo diventa un fenomeno politicamente rilevante a partire dal 2012-13, e le idee di quest’area entrano nei dibattici politici e mediatici mainstream, grazie all’onda populista-sovranista che allora sconvolge il sistema politico italiano».

Frutto un po’ dello stesso contraccolpo della paura del jihadismo e della crisi economica mondiale – ma innescato su un tronco nazionale differente che è quello della tradizione diplomatica machiavellico-sabauda piuttosto che dell’antiamericanismo comunista e fascista – «allo stesso tempo, a partire dalla seconda metà degli anni Duemila si afferma in Italia un’altra scuola di pensiero filo-russo, più pragmatica e moderata: quella degli intellettuali e politici Russlandversteher. Le misure attive di Mosca in Italia nell’era Putin mirano a rafforzare sia il rossobrunismo sia la corrente Russlandversteher. Ma a differenza dei rossobruni, i Russlandversteher italiani non attaccano l’Occidente, la Nato e l’Ue, ma affermano che l’Italia, al fine di tutelare i propri interessi strategici (specie in campo economico ed energetico) deve, pur appartenendo all’Alleanza Atlantica, coltivare un rapporto speciale con la Russia e rafforzare la collaborazione con Mosca in tutti i campi. I Russlandversteher, come i rossobruni, ammirano Putin come leader politico e statista. Quando scoppia la crisi ucraina nel 2013-2014 l’orientamento Russlandversteher occupa già una posizione dominante nel mondo accademico e nella comunità di esperti di politica estera in Italia». Prima dell’attacco all’Ucraina del 2022 la posizione mainstream in Italia è piuttosto la loro, e tuttora questa tendenza ha un forte spazio nel dibattito.

Si potrebbe poi forse aggiungere un ulteriore filone che, pur finendo per alimentare a sua volta narrazioni filo-Putin e anche antiamericane, viene in realtà da un certo filone complottista tipico della cultura statunitense, dal movimento No Vax a QAnon. Roba che è arrivata da noi attraverso i social, e di cui il paper non indaga esplicitamente il pedigree ideologico, ma di cui cita come importante rappresentate l’ex-nunzio apostolico negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò.

Fu lui in particolare a sostenere che i medici uccidevano i pazienti per giustificare la «dittatura sanitaria», e a parafrasare Donald Trump sostenendo che oltre al Deep State esiste una Deep Church. Secondo Viganò, Trump sarebbe un difensore dei figli della luce, mentre i suoi avversari politici sarebbero figli delle tenebre che ogni giorno lottano per «demolire la famiglia e la nazione, sfruttare i lavoratori per arricchirsi indebitamente, fomentare le divisioni intestine e le guerre, accumulare il potere e il denaro”».

In particolare, il messaggio inviato da Viganò lo scorso 15 marzo in occasione della costituzione del Movimento Internazionale dei Russofili a Mosca è di per sé una sorta di summa di questo tipo di complottismo pro-putiniano: «La crisi presente ci mostra il crollo di un Occidente corrotto in cui non vi è un Papa Leone Magno che ne salvi le sorti ma che ha ancora un destino se ritrova la propria missione provvidenziale e riconosce ciò che l’accomuna alla missione della Russia. Gli eventi recenti ci hanno mostrato che l’ateismo materialista che devastò l’impero russo e il mondo dal 1917 come annunciò la santissima Vergine Maria a Fatima si è oggi unito al liberalismo nell’ideologia globalista che è alla base del delirante progetto del Nuovo Ordine Mondiale. Un progetto infernale, come ha giustamente evidenziato in un suo recente intervento il presidente Vladimir Vladimirovich Putin, in cui l’odio per la civiltà cristiana vuole creare una società di schiavi asserviti alle élite di Davos. Una società distopica senza passato e senza futuro, senza fede e senza ideali, senza cultura e senza arte, senza padri e madri, senza famiglia e Stato, senza maestri e guide spirituali, senza rispetto per gli anziani e speranze per i nostri figli. Non possiamo stupirci che dopo aver scristianizzato il mondo occidentale, questa élite consideri la Russia un nemico da abbattere. La Federazione Russa si pone innegabilmente come ultimo baluardo della civiltà contro la barbarie e raccoglie attorno a se tutte quelle nazioni che non intendono sottostare alla colonizzazione della Nato, dell’Onu, dell’Oms, della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale e di quella congerie di fondazioni che hanno come scopo l’indottrinamento delle masse, la manipolazione dell’informazione, la creazione di primavere colorate per destabilizzare i governi legittimamente eletti e seminare caos, guerre e miseria come instrumentum regni. Alla recente farsa pandemica condotta con metodi criminali […] sono seguite nuove emergenze tra cui la guerra Ucraina provocate deliberatamente con lo scopo di distruggere il tessuto sociale ed economico delle nazioni, decimare la popolazione mondiale, concentrare il controllo nelle mani di un’oligarchia che nessuno ha eletto e che ha perpetrato un vero e proprio colpo di Stato mondiale di cui prima o poi sarà chiamata a rispondere dinnanzi al mondo. I teorizzatori di questi colpi di stato hanno nomi e volti, da iniziare con George Soros, Klaus Schwab e Bill Gates».

Ma quella di Viganò non è che una figura tra tante, anche se particolarmente clamorosa. Lo studio, appunto, «si occupa delle narrazioni strategiche relative al tramonto dell’Occidente “decadente e nichilista” e al fallimento delle democrazie liberali diffuse in Italia da media russi attivi nel nostro Paese, da media autoctoni filo-Cremlino e da opinion maker influenzati dal Cremlino, e analizza la loro evoluzione anche in relazione agli eventi chiave che hanno interessato la politica internazionale nell’ultimo decennio quali la crisi migratoria, il terrorismo jihadista, la pandemia da Covid-19, la guerra in Ucraina».

Nella parte iniziale del lavoro viene spiegato il concetto sovietico di «misure attive», che è essenziale per comprendere la strategia di influenza e di guerra cognitiva perseguita dal Cremlino nell’era Putin nei confronti delle democrazie occidentali.

Inoltre, come già ricordato, vengono appunto esaminati i principali fattori storico-politici e culturali che hanno reso la società italiana più permeabile all’influenza delle narrazioni strategiche filo-Cremlino. La seconda parte dello studio analizza la natura del regime putiniano e la sua ideologia, approfondisce il concetto di Occidente Collettivo e passa in rassegna le quattro macro-narrazioni storicamente utilizzate dal Cremlino per attaccare l’Occidente e la democrazia liberale: le élite contro il popolo; i valori minacciati; la sovranità perduta; l’imminente collasso. Nella terza parte il paper analizza le principali narrazioni sul tema del tramonto dell’Occidente e del fallimento dell’ideologia liberale diffuse dalla versione italiana di Geopolitika.ru, da Sputnik Italia e da altri «media alternativi» italiani che amplificano le narrative strategiche della propaganda russa.

Di Fatto, utili idioti di Putin. Il giornale di Travaglio e la disinformatija. LUCIANO CAPONE il 26 Maggio 2023 su Il Foglio.it.

Così il Fatto Quotidiano ricicla, forse senza neppure rendersene conto, propaganda e fake news di terza mano fabbricate in Russia contro l'Ucraina. Un caso di studio

Dice la legge di Brandolini che la quantità di energia necessaria per confutare una stronzata è molto superiore a quella necessaria per produrla. È questo il grande vantaggio della disinformazione. Rende la confutazione sicuramente un lavoro antieconomico, ma forse non del tutto inutile se serve a segnalare l’affidabilità di certe fonti. Un caso di scuola di disinformazione, che riguarda una vicenda drammatica come l’invasione dell’Ucraina, è la serie di articoli di Daniela Ranieri pubblicata sul Fatto quotidiano, che punta a descrivere – in linea con la propaganda russa – Volodymyr Zelensky come un autocrate e gli ucraini come autori di crimini contro l’umanità su vasta scala nelle regioni orientali. 

Gli articoli si basano su informazioni parziali, distorte e false. Nella consapevolezza che, secondo la legge di Brandolini, è dispersivo e inutile confutare ogni singola affermazione fallace, si può usare un caso di scuola utile per comprendere il metodo utilizzato. Nel primo articolo della serie dal titolo “I Saturnalia di Zelensky in tv fra propaganda e fake news” (del 15 maggio), l’autrice attacca i giornalisti italiani che hanno intervistato Zelensky durante la sua visita in Italia per il loro servilismo nei confronti del presidente ucraino (non a caso l’articolo del Fatto è stato elogiato dal principe dei propagandisti russi: Vladimir Solovyov). Per dimostrare che l’Ucraina è piena di nazisti (una delle ragioni usate da Putin per giustificare l’invasione) Ranieri scrive: “Soprannominati ‘Uomini in nero’, dopo le denunce di Amnesty nel 2016 sono indicati in un rapporto Osce come ‘responsabili dell’uccisione di massa di prigionieri, occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e uso sistematico di tecniche di tortura’”. 

Il primo rilevante problema di questa citazione è che non esiste. Non compare in alcun documento dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) sulla crisi in Ucraina dal 2014 a oggi. Da dove salta fuori? L’autore (non citato da Ranieri), molto probabilmente, deve essere Marco Travaglio che nel suo libro sulla propaganda “atlantista”, dal titolo “Scemi di guerra”, scrive che nel 2016 “anche l’Osce condanna duramente gli orrori dei miliziani dell’Azov, definendoli ‘responsabili dell’uccisione di massa di prigionieri, occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica’”. Insomma, la redattrice del Fatto si è fidata del suo direttore. 

Ma posto che la citazione è falsa, Travaglio se l’è inventata o l’ha ripresa da qualche parte? E dove? Non è chiaro, anche perché nel libro Travaglio non indica alcuna fonte, neppure in una nota (anzi, le note proprio non ci sono). La ricerca non è agevole, ma si scopre che quel passaggio è pressoché copiato (viene solo invertita la sequenza dei crimini contestati) dalla voce di Wikipedia sul “Reggimento Azov”, dove però non compare né come virgolettato né viene attribuito all’Osce. Su Wikipedia quella frase viene usata come sintesi di “un rapporto presentato all’Osce dalla Foundation for the Study of Democracy”. Non è quindi un “rapporto dell’Osce”, come scritto da Travaglio e Ranieri, ma “un rapporto presentato all’Osce”. 

Vabbè, sarà un dettaglio, con quel nome altisonante si tratterà sicuramente di una fondazione seria. Niente affatto. La Foundation for the Study of Democracy è una protesi propagandistica del Cremlino mascherata, neanche troppo bene, da Ong. Al suo vertice c’è il russo Maxim Grigoriev, che ha realizzato questo report anti ucraino insieme alla Russian Public Council for International Cooperation and Public Diplomacy, presieduta su nomina di Putin dall’alto diplomatico russo Sergei Ordzhonikidze (figlio di un ambasciatore sovietico e discendente di un leader bolscevico ministro di Stalin). A settembre 2022 Grigoriev con la sua Foundation for the Study of Democracy ha certificato la regolarità secondo il diritto internazionale dei referendum di annessione alla Russia nelle regioni ucraine occupate dalle truppe russe. Circa un mese prima dell’invasione dell’Ucraina, il 18 gennaio 2022, Grigoriev presentava un libro e una mostra su quanto fossero nazisti gli ucraini insieme al direttore dei servizi segreti esteri russi Sergei Naryshkin.  

Ma già nel 2019, il Cremlino aveva usato Grigoriev e la Foundation for the Study of Democracy per produrre analoghi report farlocchi per scagionare il dittatore siriano Bashar el Assad (alleato di Putin) dall’accusa di aver usato armi chimiche nel 2018 a Douma e fare ricadere la colpa sui ribelli. Mentre l’indagine indipendente dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac/Opcw) ha concluso che la responsabilità dell’attacco chimico è dell’aviazione di Assad. 

Si tratta, in sintesi, del riciclo di scadente disinformatija russa di seconda e terza mano, che in genere i giornalisti occidentali riconoscono come tale. Tranne gli utili idioti di Putin.  

Luciano Capone

Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali

I Danni Climatici.

Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi e Milena Gabanelli per il “Corriere della Sera” il 19 Giugno 2023.

Lo studio si chiama «I danni climatici causati dalla guerra della Russia in Ucraina». È la prima stima ufficiale presentata il 7 giugno scorso alla conferenza delle Nazioni Unite sul clima a Bonn dal gruppo di ricercatori guidato dall’olandese Lennard de Klerk. I dati raccolti si riferiscono ai primi dodici mesi di guerra: 119 milioni di tonnellate di CO2. 

Tanto quanto il totale delle emissioni di un Paese come il Belgio. Oggi però di mesi ne sono passati 15, e gli incendi provocati dai bombardamenti non sono mai cessati. Mantenendo la stessa proporzione si può dire che a fine maggio la stima delle emissioni totali di CO2 sia salita a 155 milioni di tonnellate. I danni totali all’ambiente, a fine aprile, sono valutati da Kiev intorno ai 52 miliardi di euro. […] 

Emissioni di CO2

Che l’invasione russa dell’Ucraina sarebbe stata anche una catastrofe ambientale per l’intero pianeta è evidente già dai primi giorni: le bombe colpiscono raffinerie (60 solo dopo 4 mesi di guerra), depositi di carburante, capannoni, circa 900 impianti industriali, bruciano intere foreste. Distrutti molti centri di depurazione delle acque, dighe. 

In totale nel primo anno di guerra ci sono stati 6.288 incendi, con 670 mila tonnellate di gasolio e benzina andati in fumo. A questo si somma la CO2 non assorbita da 280 mila ettari di foreste: in parte bruciate (57 mila ettari solo nei primi 6 mesi), in parte completamente danneggiate. In media ogni ettaro di foresta ucraina è in grado di assorbire 4,8 tonnellate di CO2.

Poi ci sono le conseguenze degli attacchi alla rete elettrica: per fronteggiare la mancanza di elettricità sono stati importati 120 mila generatori diesel, dai mini-portatili per negozi e abitazioni a impianti giganteschi per interi quartieri urbani. 

Inoltre i bombardamenti hanno messo fuori uso il 90% delle pale eoliche e il 50% dei pannelli solari, che producevano l’11% dell’elettricità nazionale. 

Lo studio presentato a Bonn dettaglia le stime del primo anno di guerra: la maggior parte delle emissioni di CO2 (50,2 milioni di tonnellate) sono legate alle attività di ricostruzione di infrastrutture e edifici, seguite dalle azioni militari (21,9 milioni), dagli incendi (17,7 milioni) e dall’esplosione dei gasdotti Nord Stream (14,6 milioni). 

[…] 

Acqua: la morte del Mar Nero

Colpiti gli impianti elettrici, saltano i depuratori e i liquami non filtrati vanno nei fiumi che finiscono nel Dnipro, che tocca il delta del Danubio e le sue immense oasi tutelate. In alcuni momenti, tra novembre e dicembre 2022, quasi 16 milioni di cittadini non hanno avuto accesso all’acqua potabile. 

Il 14 marzo 2022 la Russia ha bombardato gli impianti di trattamento delle acque reflue a Vasylivka vicino a Zaporizhzhia. Una stazione di pompaggio è stata distrutta. Ancora da valutare le conseguenze delle bombe russe contro la diga di Nova Kakhovka, sempre sul corso del basso Dnipro, ma appare ovvio che saranno gravi su tutto l’ecosistema della regione.

Nell’acqua finiscono i residui dei bombardamenti di 900 impianti industriali, chimici, e quelli delle acciaierie Azovstal a Mariupol: parliamo di piombo, bauxite, mercurio, uranio impoverito, soda caustica, zinco, nichel. […] 

Terreno: contaminato e minato

Gli attacchi su edifici e impianti stanno lasciando il terreno contaminato da metalli pesanti e altre sostanze tossiche. Colpiti a Rubizhne e nel distretto di Severodonetsk serbatoi di acido nitrico.

Poi ci sono le mine. Gli artificieri ucraini accusano i russi di averne piantate tra 6 e 10 milioni di ogni tipo e dimensione. Sono disseminate su un’area lunga oltre 2 mila chilometri. […] 

Oggi un terzo dei campi agricoli ucraini non è lavorabile, circa il 25% delle aziende agricole ha chiuso. Nel novembre scorso il ministero delle Politiche agrarie denunciava perdite per circa 6 miliardi di euro, di cui il 44% a causa di macchinari danneggiati, il 28% per raccolti distrutti e il 5% per danni ai campi coltivati. 

Oltre 12 mila chilometri quadrati di riserve naturali sono andati distrutti o si trovano nelle zone di guerra contese tra i due eserciti, mettendo a rischio 600 specie di animali e 750 di piante: un vero «ecocidio». 

Aria: si respira amianto

[…] Ma nell’aria si respirano anche le polveri di amianto. Il 24 gennaio scorso la School of Economics di Kiev contava la distruzione totale o parziale di 149.300 edifici nel Paese, di cui 131.400 case private, 17.500 palazzi residenziali e 280 «dormitori». Oggi il numero totale potrebbe essere di almeno 200 mila.

La totalità degli edifici risalenti all’epoca sovietica è tappezzata di amianto, dai tetti ai muri, e questi dominano in particolare nei centri urbani del Donbass investito più a lungo dai combattimenti sin dal tempo della crisi del 2014. Ma in tutto il Paese, sottolineano le autorità locali, il minerale killer è stato utilizzato nelle costruzioni fino al 2020. […]

Il rischio nucleare

Nonostante i continui allarmi sul pericolo nucleare, specie riguardo alla centrale atomica di Zaporizhzhia, che potrebbe essere investita a breve dalla controffensiva ucraina, almeno per il momento i rilevatori non hanno mai segnalato radiazioni irregolari. 

I commissari della missione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica lanciano continui appelli affinché i due eserciti accettino di demilitarizzare la zona, e comunque confermano che ad oggi non ci sono state fughe di materiale radioattivo. Va detto che non esistono studi completi e approfonditi. […]

Le Sanzioni.

Estratto dell'articolo di Claudio Tito per “la Repubblica” il 23 giugno 2023.

Armenia +195 per cento, Kirghizistan + 151 per cento, Uzbekistan +53 per cento, Kazakistan +25 per cento. Per capire come la Russia è sopravvissuta alle sanzioni europee dopo l’aggressione all’Ucraina, bisogna prendere proprio queste cifre. Che indicano l’aumento delle esportazioni da quei Paesi verso Mosca. Impennate record in tutto il 2022 che rimangono costanti anche nell’anno in corso. 

Dati che riguardano tutti gli Stati dell’Asia Centrale con cui il Cremlino ha sottoscritto da tempo un accordo di libero scambio e nel 1992 anche un’alleanza militare che di fatto faceva resuscitare il Patto di Varsavia.

Il meccanismo è semplice: gli “alleati” di Putin acquistano in Europa e poi rivendono alla Russia. Semiconduttori, grano, uranio, polvere da sparo. Tutti i beni essenziali alla guerra. Il meccanismo funziona anche al contrario: comprano, ad esempio, il petrolio “putiniano” e lo rivendono al Vecchio Continente. 

Molti di questi numeri sono contenuti in un dossier riservatissimo che è circolato nelle ultime settimane sul tavolo del Coreper (il Comitato che riunisce gli ambasciatori dei 27 e che l’altro ieri ha approvato l’ultimo pacchetto di sanzioni) e che è stato elaborato dagli uffici del Parlamento europeo. […]

E allora si scopre che da marzo 2022 alla fine dello scorso anno gli scambi commerciali tra la Russia e l’Asia Centrale sono cresciuti del 63% e che gli investimenti russi sono saliti dell’80%. Il Pil di quasi tutti questi Paesi si è impennato: dal + 12,6 % dell’Armenia al +8% del Tagikistan. Un altro dato significativo: le rimesse monetarie dalla Russia verso questa area sono salite del 9,4%. 

[…]  Il dossier concentra allora l’attenzione su tre “partner” principali del Cremlino: Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan. Si scopre quindi che i conti correnti gestiti da russi in banche kazake sono aumentati di 44 volte. Le importazioni sono incrementate di 8,5 miliardi di dollari e di questi quasi 2,5 miliardi (un quarto) provengono dall’Ue. Sempre grazie al Kazakistan, la Russia è diventata il “campione dell’Uranio”, ossia ne controlla il 60% di tutto il mondo.

Un materiale dall’evidente uso bellico. Come? Grazie alla società olandese Uranium One Netherlands che ha trasferito le attività kazake a favore del gruppo russo Uranium One JSC di proprietà della società statale russa Rosatom. La fornitura alla Russia di semiconduttori ha sfiorato poi il valore di 3,7 milioni di dollari nel 2022 e nel 2021 era di 17 mila dollari. 

Astana sta compensando anche l’embargo petrolifero vendendo all’Ue 27 milioni di tonnellate di petrolio. C’è un altro dato che è davvero impressionante: nel 2022 il Kazakistan ha esportato verso Mosca 11,5 tonnellate di polvere da sparo, sebbene non abbia effettuato spedizioni nel 2021. Allo stesso tempo, sempre nel 2022, il Kazakistan ha importato dalla Francia 17,8 tonnellate della stessa polvere. Procedure analoghe riguardano mirini telescopici, laser e cuscinetti per i cingolati.

[…] Nel 2022 il Kirghizistan ha esportato in Russia 392 mirini per armi (33 nel 2021). Le vendite di cuffie e microfoni nel 2022 sono aumentate di 200 volte; 1.575 cannocchiali da tiro sono stati importati da Cina, Giappone e Stati Uniti; 284 sono finiti alla Russia. Negli anni precedenti, i mirini importati in Kirghizistan non sono stati mai rivenduti. 

[…] Il fatturato commerciale Russia- Uzbekistan è invece cresciuto del 23%. Da notare il ritmo delle importazioni: Emirati Arabi + 109%; Brasile +59%; India +42%; Germania +54%. La prima mossa uzbeka è stata quella di registrare le banche russe sanzionate tra cui VTB, Gazprombank e Sovcombank. Alcune società di ingegneria russe ricevono pezzi di ricambio dall’Europa attraverso gli accordi di cooperazione Uzbekistan- Russia nei settori della meccanica, della metallurgia, dell’energia e della chimica.

La società cinese Honor ha siglato un accordo con l’esecutivo uzbeko per importare smartphone in Russia. Le esportazioni uzbeke di auto e attrezzature elettriche sono aumentate di 21 volte e i ricambi auto di 4 volte. Insomma, l’Ue dovrà forse rivedere qualcosa nei rapporti con questi Paesi.

(ANSA il 22 giugno 2023) - L'oligarca russo Roman Abramovich, che è sulla lista delle sanzioni Ue, avrebbe investito milioni in almeno cinque note start-up tedesche. Lo riporta Swr, in base a una fuga di dati di oltre 400 mila documenti della società di gestione patrimoniale cipriota MeritServus relativi al periodo 2004-2022. Tagesschau si chiede quindi se l'oligarca abbia "nascosto soldi in aziende tedesche".

La MeritServus è stata inserita nella lista delle sanzioni britanniche dall'aprile di quest'anno. Inoltre, alcuni estratti del registro commerciale tedesco suggerirebbero che Abramovich potrebbe ancora detenere azioni in almeno tre società di software tedesche. 

Tra le start-up citate dall'inchiesta di Swr c'è Auto1, piattaforma online con sede a Berlino, che sarebbe stata oggetto di investimenti tramite Target Global, venture capitalist fondata a Mosca ma con sede a Berlino, che sarebbe riconducibile anche ad Abramovich. Su richiesta di Swr, Target Global ha però negato un ruolo dell'oligarca russo, mentre Auto1 ha dichiarato che società investimenti di società di Target Global ci sono stati "molti anni prima delle prime sanzioni" contro la Russia.

Estratto dell’articolo di Franco Zantonelli per “la Repubblica” il 22 giugno 2023.

Un lussuoso chalet pagato 10,8 milioni di euro nel 2013, con una terrazza che dà sulla Streif, la pista di discesa libera di Kitzbühel, in Austria, ritenuta la più difficile del circuito della coppa del mondo di sci. Quella residenza, dallo stile tirolese, sarebbe frequentata da Maria Vorontsova, medico endocrinologo di 38 anni, la maggiore delle 2 figlie che Vladimir Putin ha avuto con la moglie da cui è divorziato. 

“Certo che la figlia di Putin abita qui, a Kitzbühel lo sanno tutti”, ha confidato, al quotidiano austriaco Der Standard, un residente della località turistica. “Una donna di nome Maria, che parla perfettamente tedesco, la si è potuta vedere, regolarmente, in questa residenza”, rincara un vicino della figlia del presidente russo.

Eppure, dall’aprile del 2022, poco dopo l’aggressione all’Ucraina, sia Maria Vorontsova che la sorella, Katerina Tikhonova, sono sottoposte a sanzioni, da parte di Ue e Stati Uniti. Fatto sta che lo stesso Putin, a quanto pare, negli anni in cui era un personaggio omaggiato quasi ovunque, risulta abbia soggiornato, a più riprese nello chalet. 

[…] un ex-agente del Kgb, titolare di una società di gestione patrimoniale domiciliata in una zona esclusiva della City di Zurigo, la Evocorp Asset Management AG che, stando all’agenzia PWC “gestisce clienti privati di origine russa, parecchi dei quali titolari di società di comodo”.

[…] L’ex-agente del Kgb risulta in affari con l’oligarca Arkady Rotenberg, che ha fatto una montagna di soldi, insieme al fratello, ottenendo appalti per realizzare infrastrutture, nella Russia di Putin. Rotenberg, soggetto a sanzioni, pure in Svizzera, avrebbe tra l’altro costruito il ponte che collega la Russia alla Crimea. 

Per tornare allo chalet di Kitzbühel, non soggetto per contro ad alcuna sanzione, sarebbe stato finanziato proprio da Arkady Rotenberg, proprietario tra l’altro di uno yacht da 30 milioni di dollari all’ancora a Malta, attraverso una società offshore con sede in un paradiso fiscale. 

Si presume si sia trattato di un attestato di stima da parte di quello che si può definire un vero e proprio “uomo di paglia”, nei confronti del despota russo che lo ha reso ricco a miliardi. Intanto, ironia della sorte, le autorità austriache cascano dalle nuvole […]

Diplomazia armata. Le sanzioni funzionano anche quando apparentemente non funzionano. Francesco Giumelli su Linkiesta il 9 Giugno 2023

La pratica di comminare punizioni economiche non contro Stati ma contro individui si è affermata solo da pochi anni nel diritto internazionale. Un saggio del Mulino su come sono diventate uno strumento di governance globale

Il tema dell’efficacia delle sanzioni è forse quello più dibattuto e discusso non solo tra accademici, ma anche nel confronto pubblico. Il frequente utilizzo delle sanzioni, unito alle altissime aspettative che questo strumento porta con sé, ha diffuso la convinzione secondo la quale le sanzioni non sarebbero uno strumento efficace.

Tuttavia, questa convinzione, radicata anche in varie discipline – dalle relazioni internazionali all’economia –, si scontra con un utilizzo crescente delle sanzioni non più solo nella gestione delle minacce alla pace, alla sicurezza internazionale e alla sopravvivenza di uno stato, ma anche nel sostegno del rispetto di norme, come la protezione dei diritti umani, oppure nella lotta contro i crimini cyber.

La sfida non deve essere quella di assegnare un «voto» all’efficacia delle sanzioni, ma di offrire degli strumenti analitici che possano ridurre sempre di più la discrezionalità con la quale viene affrontato il tema del loro successo. Partendo da una semplice distinzione terminologica (da vocaboli cioè che spesso sono usati come sinonimi, ovvero efficacia, utilità, efficienza, impatto e successo), può essere suggerita una metodologia in cinque passi per analizzare ed eventualmente formulare un giudizio su ogni caso.

Questa metodologia aiuta a capire perché continuiamo a imporre sanzioni anche quando apparentemente non funzionano. Facciamo un esempio. Nel 1994 il Consiglio di sicurezza decise di imporre un embargo sulle armi in Ruanda, dopo alcune settimane dall’inizio del genocidio. La misura apparve a molti come un gesto solamente simbolico in quanto le violenze erano perpetrate soprattutto con il machete.

Le sanzioni vennero ritenute fallimentari perché, si disse, fu solo l’intervento militare delle forze francesi a interrompere le violenze. In realtà, le sanzioni furono una componente marginale utilizzata dal Consiglio di sicurezza, ma necessaria affinché la Francia potesse intervenire e la comunità internazionale accettasse l’intervento. Le sanzioni non comportarono alcun costo per chi le impose e ottennero il risultato di mettere fine alle atrocità.

Anche se l’impatto materiale fu modesto, è difficile immaginare come il genocidio avrebbe potuto essere fermato prima e con minori costi se le sanzioni non fossero state adottate. In buona sostanza possiamo affermare che le sanzioni creano alte aspettative che non hanno un’origine ben chiara.

Probabilmente sono percepite come uno strumento eccezionale e duro che, quindi, deve necessariamente determinare l’esito delle crisi internazionali. Questo non è stato vero in passato e lo è ancora meno oggi, vista la proliferazione di misure restrittive adottate da una sempre più lunga lista di attori. 

Da “Le sanzioni internazionali. Storia, obiettivi ed efficacia” di Francesco Giumelli, Il Mulino, 168 pagine, 15 euro.

La Ricostruzione.

Camere di Commercio e camerati: Report Rai PUNTATA DEL 29/05/2023 di Luca Chianca

Collaborazione di Alessia Marzi, Carlo Tecce e Andrea Tornago

La guerra in Ucraina è ancora in corso e già si parla di ricostruzione.

La guerra in Ucraina è ancora in corso e già si parla di ricostruzione. Dall'inizio del conflitto l'Ue, gli Stati membri e le istituzioni finanziarie europee hanno messo a disposizione dell'Ucraina 50 miliardi di euro. Secondo il World Economic Forum la somma necessaria per la ricostruzione e la ripresa dell'Ucraina si attesterebbe sui 540 miliardi di dollari. Anche se in ritardo rispetto a Francia e Germania, il governo Meloni ha organizzato la sua conferenza bilaterale a Roma, dove membri del governo ucraino hanno partecipato a una giornata di incontri con i nostri ministri per la ricostruzione dell’Ucraina. Tra i ministri presenti Adolfo Urso, nominato al nuovo dicastero del Made in Italy per sostenere le nostre imprese e il nostro sistema paese. Ma come nasce l'esperienza del Ministro in questo settore? Urso è stato a lungo viceministro con delega al commercio estero, con più di 300 missioni internazionali in almeno 110 paesi. E oggi a dare una mano alle società che vogliono incontrare il Ministro, ci sono nuovi consulenti. 

Le risposte del dott. Alessandro Daffina, amministratore delegato Rothschild & Co Italia Spa

Le domande e le risposte dell'Ufficio Stampa del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso

Le domande e le risposte della società STMicroelectronics

Le domande e le risposte della dott.ssa Carmen Zizza

Le risposte del dott. Alessandro Daffina, amministratore delegato Rothschild & Co Italia Spa

Le precisazioni di Report in merito al progetto che coinvolge il Consorzio Zai

Spett.le Redazione di Report, Vi riporto di seguito le risposte alle vostre domande, con la precisazione che esse devono ritenersi complessivamente unitarie e sono ostensibili esclusivamente nella loro interezza, senza riduzioni e/o modifiche che costituirebbero un'indebita alterazione delle mie opinioni e della riferibilità delle risposte stesse al sottoscritto, il quale non le avrebbe rese se non dietro vostra garanzia di trasmissione integrale delle stesse. Secondo la nostra ricostruzione Lei avrebbe messo in contatto Carmen Zizza con la società ST per farle gestire i rapporti tra il ministro Urso e la stessa società. Nel farlo avrebbe anche mandato una lettera di accredito a ST con il curriculum di Carmen Zizza presso Rothschild & Co. Ci conferma tale circostanza? E' una ricostruzione errata: Carmen Zizza è un' ottima professionista che conosco da oltre un decennio avendoci lavorato durante la possibile quotazione della holding delle autostrade lombarde, progetto che poi non si realizzò a causa di un cambio di strategia nel settore da parte di un successivo governo. Non ho mai mandato una lettera di accredito a ST a favore di Carmen Zizza e tantomeno ho inviato a loro il suo CV, assolutamente fantasiosa e complottistica è poi l'illazione che mi sia adoperato per farle gestire i rapporti tra il Ministro Urso e la ST. A favore di Carmen Zizza ho scritto invece una normale lettera di referenza, non indirizzata ad un soggetto specifico (“to whom it may concern”), dove illustrai in quali occasioni io e lei avevamo collaborato ed il fatto che Carmen Zizza era stata oggetto di una nostra attività di due diligence che, fra l'altro, evidenziò che su di essa non risultavano condanne penali e nemmeno carichi pendenti. Tale attività di due diligence è sempre prevista per tutti i nostri nuovi clienti e tutti i nuovi fornitori di servizi professionali e l’esito positivo è condizione essenziale per l’inizio di un rapporto con Rothschild. Dalla lettera di referenze certamente si evince un giudizio decisamente positivo della professionalità, trasparenza e competenza di Carmen Zizza. In un'intervista rilasciata qualche anno fa, Marcello De Angelis, uno dei leader più noti della destra neofascista in Italia, racconta che da ragazzi frequentavate la sezione del Fronte della Gioventù dei Parioli. Corrisponde al vero? Non vedo la rilevanza della domanda e non mi risulta che Marcello De Angelis si qualifichi così, ma è vero che mi sono iscritto al Fronte della Gioventù nel 1973 non ancora quattordicenne. Mi fece il colloquio di ammissione Gianfranco Fini. È' stato un periodo della mia vita molto stimolante e mi ha decisamente arricchito umanamente. Nel 1977, nell'ambito dei Decreti Malfatti, sono stato eletto a Roma al consiglio distrettuale scolastico in rappresentanza degli studenti di destra. Ho abbandonato l'attività politica con grande rammarico nel 1978 a seguito della scomparsa di mio padre che era l'unico sostegno economico della mia famiglia. All'epoca decisi infatti di prendere il suo posto di lavoro come custode di uno stabile ai Parioli che mi consenti di frequentare part-time la facoltà di Economia e Commercio ma dovetti smettere di partecipare a qualsiasi attività politica. Ho conosciuto invece Marcello De Angelis nel 1973 in quanto compagni di classe presso il liceo scientifico Azzarita e con lui ho condiviso alcuni anni di militanza politica presso il Fronte della Gioventù di Roma. Quali sono i suoi rapporti con il Ministro Adolfo Urso? Lo conosce grazie alla vostra militanza comune nell'estrema destra? No, ai tempi della militanza nel Fronte della Gioventù non lo conoscevo, me lo presentò Carmen Zizza quando Urso era un parlamentare dell’opposizione. E mi lasci però aggiungere che noto in questa domanda un pregiudizio stereotipato, proprio di chi non è interessato ad ottenere spiegazioni, quanto a classificare l'intervistato in una tassonomia precostituita. Io non ho militato "nell'estrema destra": ho fatto parte del Fronte della Gioventù, che era l’organo giovanile di un partito politico di destra nazionale presente in parlamento. Non ho mai sentito sostenere, e giustamente, che la FGCI, organo giovanile del PCI, fosse un'organizzazione di "estrema sinistra" . Ne approfitto per chiarire una cosa che mi riguarda. Sono figlio di una donna istriana che insieme a due sorelle scappò dalla Jugoslavia titina. La sua famiglia ha avuto diverse persone finite nelle foibe. Quando ho accompagnato mia mamma a trovare i fratelli e sorelle rimasti in Istria ho visto di persona la tristezza negli occhi delle persone che vivevano sotto un regime violento, repressivo e negazionista della libertà. Per questa ragione non sono mai stato un nostalgico e non ho mai amato i regimi totalitari, anzi le dico che scenderei in piazza per difendere la nostra libertà, quindi per cortesia smettetela con questa manfrina che basta essere di destra per essere automaticamente nostalgico. Questo è pregiudizio e per quanto mi riguarda lo considero un insulto gratuito. Quali sono i suoi rapporti con Paolo Scaroni e Luigi Bisignani? Con Paolo Scaroni abbiamo lavorato insieme 9 anni; siamo stati quindi colleghi e siamo amici. Con Luigi Bisignani c’è un rapporto di amicizia che dura da circa 35 anni fa, mi venne presentato da un giornalista di “La Repubblica”. Per quanto riguarda la rete Tim, Lei e Carmen Zizza avete partecipato in qualità di Advisor di Vivendi anche ai tavoli di trattativa con il Ministero delle Imprese e del made in Italy. A gennaio il ministro Urso chiude la partita e il dossier passa nelle mani di Palazzo Chigi, con allegata una proposta di incentivi al settore di ben 2 miliardi di euro con effetti tangibili sui bilanci di Tim. Qual è stato il vostro ruolo e quanto ha inciso nella trattativa ere il rapporto tra voi e il ministro Urso? Premesso che il settore delle telecomunicazioni è stato, per miopia o ignoranza, il settore maggiormente penalizzato dai governi che si sono succeduti negli ultimi 25 anni e quindi meritevole di una profonda revisione della sua struttura concorrenziale, industriale e tariffaria, gli incentivi non hanno mai fatto parte di un negoziato come invece è stato per la Rete Tim. Gli incentivi sono stati più volte tirati in ballo dal governo, e non da altri soggetti, con l’idea che ci potesse essere un intervento governativo che favorisse il recupero di redditività ed efficienza dell’intero settore e quindi non solo di Tim. Quindi, durante le poche riunioni che sono state svolte presso il Mimint con oggetto la Rete Tim si è anche parlato di incentivi ma come semplice informativa e Rothschild, e quindi Carmen Zizza, è stata interpellata per capirne la valenza di ciascuno di essi sulle prospettive di Tim e con la possibilità di riferire al nostro cliente Vivendi. Per quanto riguarda la parte finale della domanda devo dire che il Mimint, come gli altri ministeri competenti , hanno subito comunicato la difficoltà a concedere qualunque forma di incentivo ed infatti, ad oggi, non ne sono stati concessi. Il fatto che conoscessimo personalmente il Ministro Urso non poteva incidere nè ha inciso per nulla ed è francamente offensivo anche il solo ipotizzare che tale conoscenza personale potesse avere influenza sull'esame della questione. Perché Carmen Zizza non segue più questa partita da quando il dossier è passato nelle mani di Palazzo Chigi? Perché Rothschild al momento non è coinvolta in alcuna discussione fra Vivendi e Palazzo Chigi. E' peraltro singolare che in 33 anni di carriera solo due volte mi siano state chieste informazioni su consulenti che conoscevo professionalmente. In entrambi i casi si trattava di manager donne. Un caso? Qual è il brodo di cultura in cui si forma il sospetto sull'operato e le funzioni delle donne che esercitano la professione di consulente? E soprattutto qual è l'interesse pubblico???.

Cordiali saluti, Alessandro Daffina Amministratore Delegato Rothschild & Co Italia Spa

Le domande e le risposte dell'Ufficio Stampa del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso

In riferimento alle 20 domande inviate in data 23 maggio 2023 all’indirizzo mail ufficio.stampa@mise.gov.it, il ministro Adolfo Urso ha dato mandato a questo ufficio di rispondere a tutte le questioni da voi poste in merito al lavoro svolto, su sua indicazione e sotto la sua responsabilità, dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy in relazione ad alcuni dossier cruciali per il sistema industriale e per il rilancio del Paese. Risposte doverose al fine di tutelare l’istituzione e il sistema produttivo italiano da insinuazioni che potrebbero ledere l'immagine e il ruolo che le imprese svolgono e i cui risultati in questi sei mesi di governo hanno sorpreso gli osservatori e le agenzie di valutazione internazionali, che hanno rivisto nettamente al rialzo le previsioni sul nostro Paese. Per quanto riguarda, invece, le domande inerenti alla sfera personale, già oggetto di attenzione di alcuni media in passato, quando si cercò di inficiare e condizionare l’attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) da lui presieduto, il ministro ha già presentato denunce i cui contenuti sono alla cognizione della autorità giudiziaria e sui quali non ritiene di dover fare ulteriori commenti. Le risposte saranno pertanto nel merito delle questioni che riguardano il Dicastero sulle tre realtà a cui fate riferimento: il polo logistico di Horonda in Ucraina e le aziende STMicroelectronics e TIM, entrambe quotate in Borsa e sulle quali, pertanto, è doveroso riportare le notizie con estrema cautela e perizia per gli effetti che potrebbero avere sulla quotazione dei titoli. Per quanto riguarda le 4 domande inerenti all’iniziativa del corridoio strategico tra Verona, Trieste e la città ucraina di Horonda, nell’ambito del programma per la futura ricostruzione del Paese, si precisa che il progetto nasce su sollecitazione delle Autorità ucraine per favorire il transito delle loro merci verso l’Europa e verso i mercati mondiali, a seguito del blocco russo dei porti ucraini sul Mar Nero. Per poter rispondere alla richiesta ucraina si è costituito un Consorzio di imprese, su base privatistica, aperto non solo alle aziende italiane, ma anche a eventuali soggetti dei Paesi europei interessati agli sbocchi commerciali e logistici con l’Ucraina. Il progetto è ancora in una fase preliminare con l'elaborazione di uno studio di fattibilità per linee di collegamento ferroviarie e stradali verso il nord Europa e verso il nord-est italiano. Non sono previsti costi sulle casse dello Stato italiano. In relazione al consigliere regionale del Veneto Daniele Polato, da voi citato, non sussiste alcun potenziale conflitto di interesse perché l'azienda di famiglia non fa parte del Consorzio del progetto di Horonda e comunque si occupa esclusivamente di pratiche doganali di import/export e non di gestione di infrastrutture logistiche come porti o interporti, oltre a non operare con il settore pubblico. Peraltro, da quando ricopre incarichi pubblici, ha sempre osservato in modo scrupoloso la normativa sulla trasparenza. In merito alle 6 domande relative a STMicroelectronics, è bene ricordare che la società, quotata alle Borse di Milano, Parigi e New York, è controllata dallo Stato italiano (MEF) e dallo Stato francese (FT1CI), che detengono in egual misura il 13,75% dell’azionariato. Il gruppo italo-francese, specializzato nella produzione di semiconduttori e campione europeo nell’industria del digitale, ha chiuso il 2022 con ricavi netti a 16,13 miliardi di dollari (14,77 miliardi di euro) e sta portando avanti piani di investimento decisivi per le politiche industriali del nostro Paese. Considerando la partecipazione azionaria dello Stato italiano e la rilevanza strategica delle attività del Gruppo, il Ministero ha attiva in forma consolidata una interlocuzione costante e che dura da anni, a più livelli, con STMicroelectronics, in particolare in relazione al Fondo IPCEI Microelettronica (Importante Progetto di Comune Interesse Europeo nel settore della Microelettronica), la cui istituzione in Italia risale alla legge di bilancio 2019-2021, approvata dal Parlamento il 30 dicembre 2018. Il ministro ha già annunciato che è in corso di elaborazione il piano nazionale sulla microelettronica che sarà presentato in Parlamento con un disegno di legge che recepirà la normativa europea sui semiconduttori (cd. Chips Act europeo). Relativamente alle ripetute domande sul ruolo della sig.ra Zizza in queste interlocuzioni, è bene sapere che queste sono regolate secondo la normativa interna del Mimit, così come avviene per ogni altra azienda o persona che si rapporta con il Dicastero. Tutti i dati relativi ai portatori di interesse sono resi pubblici in linea con le misure di trasparenza e accountability di cui il ministero si è dotato, e sono consultabili al sito registrotrasparenza.mise.gov.it. Si segnala inoltre che il Mimit ha realizzato un ufficio preposto alla compliance in materia di anticorruzione e trasparenza, che svolge quotidianamente l’aggiornamento delle informazioni, oltre alla costante attività di monitoraggio. In merito alle domande sul dossier Tim, si ricorda innanzitutto che si tratta di un’azienda quotata in Borsa, in cui lavorano oltre 40mila italiani, che opera in un settore strategico per il Paese. Cautela vorrebbe che si riportassero solamente informazioni certificate e veritiere. Presso il Dicastero, che ha la competenza sul settore delle telecomunicazioni, è stato istituito un tavolo utile a svolgere, con tutti gli operatori, un momento di confronto propedeutico a un possibile intervento normativo a supporto del comparto. Per tale motivo, alle riunioni del tavolo ha partecipato anche Vivendi, il principale azionista di Tim, che ha liberamente deciso di essere rappresentato da propri consulenti, quali Rothschild, nella persona del CEO italiano Alessandro Daffina, e Carmen Zizza. È necessario ulteriormente precisare che, anche alla luce di notizie di stampa recentemente pubblicate, non esiste alcuna proposta di incentivi al settore tlc di 2 miliardi di euro, come da voi asserito. Alle riunioni del tavolo, che si sono protratte per mesi, furono invece raccolte delle ipotesi di lavoro, con alcune simulazioni – anche economiche – di possibili interventi, su cui il Mimit e il Governo stanno svolgendo una serie di approfondimenti, anche in confronto con la Commissione Europea, in vista di un possibile intervento normativo, la cui valutazione è comunque ben diversa da quanto da voi ipotizzato. Relativamente ai rapporti con il dottor Daffina, CEO di Rotschild Italia, filiale nazionale di una delle più importanti banche d’investimento del mondo, si precisa che il ministro Urso lo ha conosciuto circa un anno fa, nell’ambito delle attività di carattere istituzionale in qualità di Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir). Non è abitudine del ministro valutare i propri interlocutori sulla base di appartenenze o opinioni politiche, così come dovrebbe fare chiunque rappresenti le istituzioni del Paese, compreso chi opera nel servizio pubblico. In merito alle domande sul dottor Umberto Formosa, questi ha svolto per 4 anni e 6 mesi, fino alla scadenza naturale del mandato, il ruolo di segretario particolare del sindaco di una delle più importanti città italiane, quale è Verona, operando all’interno della Pubblica Amministrazione senza alcun rilievo da parte di qualsivoglia ufficio. Pertanto, il suo curriculum è perfettamente idoneo a ricoprire le mansioni a cui è stato chiamato presso la segreteria del ministro Urso. Per quanto riguarda le vostre asserzioni relative a un Daspo, come già fatto rilevare dallo stesso al giornalista che si occupa del servizio, tale disposizione amministrativa è stata revocata e, come già da voi affermato, non risulta a suo carico alcun rilievo di natura penale. Il ministro Urso ha inteso rispondere alle vostre domande a tutela dell’istituzione che rappresenta e delle imprese citate nel vostro servizio, ringraziandovi dell’attenzione che avete posto all’attività del Ministero. Circa sei mesi fa, quando si insediò il governo, le previsioni erano nettamente negative: molti pronosticavano il crollo dell'economia, la caduta della Borsa, l'aumento dello spread. Avremmo dovuto essere già in recessione. È accaduto esattamente il contrario. Nei primi tre mesi di quest'anno il PIL dell'Italia è cresciuto più della media dei Paesi UE e più della media dei Paesi Ocse; più di quanto sia cresciuto il PIL di Stati Uniti, Giappone, Francia e Germania.

Buon lavoro. Ufficio stampa - Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso

Le domande e le risposte della dott.ssa Carmen Zizza 

Alla Cortese Attenzione del dott.ssa Carmen Zizza Roma, 28 marzo 2023 Gentile dott.ssa Zizza, in una delle prossime puntate della stagione primaverile di Report, in onda in prima serata su Rai Tre, ci occuperemo delle iniziative poste in essere, al livello nazionale ed europeo, a supporto dell’economia e dell’imprenditoria italiana all’estero. Considerato il suo pregresso expertise professionale e il suo attuale ruolo all’interno di alcune partite strategiche del nostro paese (Silicon Valley Siciliana, la trattativa sulla rete Tim), saremmo interessati a realizzare una video intervista con Lei per illustrare la valenza economica e politica degli ultimi progetti annunciati volti all’emersione dell’industria nazionale per far fronte alle attuali crisi geopolitiche. L’autore del servizio Luca Chianca è a vostra disposizione per tutti i dettagli al 3396348016. Ringraziamo per la collaborazione e restiamo in attesa di un vostro riscontro. Cordiali saluti, Alessia Marzi Redazione Report Report Roma 23 maggio 2023 Gentile dott.ssa Zizza, come anticipato per le vie brevi, al fine di poter fornire ai nostri telespettatori una informazione chiara e corretta, con la presente dettagliamo una serie di domande in previsione di un servizio previsto per la puntata di Report del 29 maggio 2023. Per esigenze di produzione avremmo necessità di ricevere Vostro riscontro entro e non oltre venerdì 26 maggio alle ore 14.00. Di seguito i punti su quali avremmo necessità di ricevere specifiche: Quale lavoro svolge? Ci risulta che fino a poche settimana fa frequentasse abitualmente il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. A che titolo e con quale ruolo? Lei è stata ingaggiata dalla società italo francese ST per facilitare gli incontri con il ministro Urso. Perché una società come ST dovrebbe passare da Lei per avere accesso al Ministro? Lei ha un contratto con il ministero? Che rapporti ha con il ministro Adolfo Urso? Ci risulta che sarebbe stata proprio Lei a preparare e consegnare la scheda informativa sul dossier di ST per Adolfo Urso, durante l'incontro di gennaio 2023 del ministro a Catania. Ci conferma tale circostanza? A che titolo ha organizzato l'evento presso lo stabilimento di Catania di ST? In qualità di consulente del ministro Urso o di ST? Da chi è stata pagata per quell'evento? Chi l'ha messa in contatto con ST? Avremmo necessità di ricevere conferma del fatto che St Le abbia fatto un contratto per le Sue attività professionali A partire da quale data? E per quale importo? Avremmo inoltre necessità di verificare la correttezza di queste informazioni: - Ci risulta che lei sia stata condannata in I grado dal Tribunale civile di Milano a risarcire l'Asam della cifra di 73.940 euro per i danni arrecati durante il suo incarico presso la società e che sia stata poi licenziata per giusta causa. - Dalla lettura della sentenza risulta anche che lei in Asam abbia speso 254mila euro per alberghi, viaggi, auto a noleggio, corsi d’inglese e iscrizioni a club privati, avendo un stipendio da direttore generale di 220 mila euro l'anno. Per quanto riguarda la rete Tim, Lei e Daffina avete partecipato in qualità di advisor di Vivendi ai tavoli di trattativa anche con il ministero del made in Italy. A gennaio il ministro Urso chiude la partita e il dossier passa nelle mani di Palazzo Chigi, con allegata una proposta di incentivi al settore di ben 2 mld di euro con effetti tangibili sui bilanci di Tim. Qual è stato il vostro ruolo e quanto ha inciso nella trattativa il rapporto tra voi e il ministro Urso? Perché non segue più questa partita da quando il dossier è passato nelle mani di Palazzo Chigi? L’autore del servizio Luca Chianca è a vostra disposizione per tutti i dettagli al Ringraziamo per la collaborazione e restiamo in attesa di un vostro riscontro. Cordiali saluti, Alessia Marzi Redazione Report Quanto alle domande formulate per iscritto dalla redazione di Report, Vi trascrivo la risposta unitaria di Carmen Zizza: “Gentili signori, sono molto costernata per la mancanza di comprensione in ordine al fatto che le Vostre richieste, come più volte rappresentato nella corrispondenza pregressa , mal si conciliano con gli obblighi di riservatezza legati alle mie attività professionali e che pertanto non è che io non voglia rispondere, ma gli è che non posso. Peraltro, non me ne vorrete, ma le domande che mi vengono rivolte con la Vostra comunicazione del 23.05.2023 mi sembrano assolutamente inconferenti rispetto alle tematiche che mi erano state rappresentate dalla Vostra collaboratrice Alessia Marzi. Anzi appaiono chiaramente tese a delegittimare la mia professionalità, senza alcun interesse pubblico. Peraltro, osservo con grande disappunto ed amarezza, come ho comunicato al dott. Sigfrido Ranucci in data 18 maggio scorso, che un individuo, che si è presentato come giornalista di Report (viso noto e chiaramente riconducibile a Report) mi ha aspettato all’ingresso del palazzo dove vivo a Milano alle 8.10 (dopo aver accompagnato mia figlia a scuola) e di fronte al mio silenzio e alla non disponibilità a concedere un’intervista, ha persistito nell'intento, inseguendomi nell’androne dello stabile ove abito e poi per le scale fino al quinto piano, puntandomi in viso un apparecchio per riprese audiovideo per tutta la durata del tallonamento all'interno del mio condominio, continuando a sollecitare un'intervista, nonostante avessi già espresso un diniego a essere ripresa e dichiarando di non voler rispondere ad alcuna domanda. Per tali condotte mi riservo di adire le vie giudiziarie . Per quanto concerne invece le domande non ricadenti nell'ambito del vincolo di riservatezza, rilevo che dovrebbe esservi noto che le vicende inerenti alla società ASAM sono state delibate dalla Corte dei Conti, che non ha ravvisato i minimi presupposti per avviare indagini contabili. L’ASAM ha sì formulato richieste in sede civile per un'asserita responsabilità oggettiva nei confronti di alcuni consiglieri di amministrazione e dirigenti, ma non solo il Tribunale ha sostanzialmente rigettato le richieste dell'amministrazione riducendole, per quel che mi riguarda, a meno di un quarantesimo della somma richiesta, ma questa è stata peraltro messa a carico della compagnia tenuta a mallevare. Quanto a quello che voi definite “club privato” evidenzio che si tratta della piattaforma “Ambrosetti -European House”, essenziale per chiunque svolga attività manageriale. Per quanto concerne poi le spese, queste sono sempre state inerenti alla mia attività professionale e spesso non ho usufruito nemmeno dei rimborsi previsti contrattualmente, che mi sarebbero spettanti in considerazione del mio status di donna, capo famiglia e madre di un minore di pochi anni. Ritengo di aver pertanto soddisfatto, per quanto nelle mie possibilità e nella rigidità dei vincoli di riservatezza che sono tenuta ad osservare, i chiarimenti da voi richiesti, anche se mi è oscura la rilevanza pubblica degli stessi. Purtroppo l’atteggiamento ed i fatti che possono essere ben ricostruiti durante il Vostro invasivo tentativo di mia intervista unitamente a quanto spesso sempre più accade al genere femminile, mi porta in maniera naturale a pensare che probabilmente se fossi stata un uomo nello svolgimento delle mie attività precedenti ed attuali, sarei stata ritenuta un’ottima consulente pronta magari anche per la sponsorizzazione ad candidatura di vertice, invece, essendo donna, la cosa deve far presupporre chissà quale cosa sotto debba esserci… e questa considerazione e riflessione personale non nasce certo da un atteggiamento psicologico vittimistico. Forse bisognerebbe anche smettere, in un momento così sempre più faticoso a livello mondiale, di coltivare dietrologie, che a mio avviso, ben poco hanno a che fare con il diritto di cronaca Carmen Zizza Vi significo che le risposte di cui sopra sono pubblicabili e possono essere comunque diffuse solo nella loro integrità, in considerazione del carattere unitario delle stesse e che ogni riduzione, modifica o alterazione priverebbe le stesse del requisito della riferibilità a Carmen Zizza, di talchè la mia assistita non presta il consenso alla loro modifica, alterazione, riduzione nè alla loro messa in onda in caso di modifiche, alterazioni di significato e riduzioni. Distinti saluti (avv. Lorenzo Borrè) Report STUDIO LEGALE BORRE' Via Germanico, 107 - 00192 Roma Gentile dott.ssa Zizza, Contrariamente a quanto Lei scrive l'interesse pubblico delle richieste che Le abbiamo posto, per verificare le informazioni in nostro possesso, sta proprio nel ruolo che lei ricopre per conto di STMicroelectronics, una società controllata dallo Stato italiano (MEF) e dallo Stato francese (FT 1CI) che, come ci ha indicato l'ufficio stampa del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, detengono in egual misura il 13,75% dell’azionariato. Inoltre STMicroelectronics ci scrive che Lei per la loro società fa da "supporto alle relazioni istituzionali con Ministeri ed Autorità Locali". Ed è proprio a seguito di una vicenda che la vede come protagonista nei rapporti tra STM e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che Le abbiamo posto delle domande e ci siamo interessati al suo lavoro che comprende temi strategici per il nostro paese. Inoltre, ci teniamo a informarLa che dal video esaminato con cura non ci risulta nessun tipo di aggressione e violenza nei suoi confronti ed escludiamo categoricamente il fatto che il nostro videomaker le abbia puntato in viso un apparecchio per riprese audiovideo per tutta la durata del tallonamento all'interno del suo condominio. Ci teniamo, infine, a precisare che nessuna immagine all'interno del suo condominio verrà mandata in onda e Le porgiamo anticipatamente le nostre scuse se ha letto il nostro impegno a capire e approfondire questi temi come un'aggressione nei suoi confronti. Cogliamo l’occasione per specificare che terremo conto delle informazioni che ci ha fornito per via scritta durante la puntata.

Cordiali saluti, Redazione Report 

A seguito delle accuse mosse dal ministro Urso nei confronti di Report e dell'assessore al bilancio del comune di Verona Michele Bertucco per aver arrecano grave discredito alle istituzioni, pregiudicando il lavoro svolto al servizio delle nostre imprese e del territorio. Report non ha operato alcuna strumentalizzazione ma una rigorosa cronaca di fatti documentati: 1. Il ministro Urso ha lanciato l'idea di un progetto per un interporto Italia-Ucraina a fine gennaio. 2. L’assessore al Bilancio del comune di Verona Michele Bertucco ha riferito a Report, durante un'intervista rilasciata a marzo, che non era ancora chiaro il progetto del ministro Urso perché in quella data, nessuno aveva presentato ufficialmente il progetto. 3. Della stessa idea era il consigliere comunale di Fdi, nonché consigliere del Consorzio Zai, Massimo Mariotti che ai nostri microfoni ha confermato di non saper nulla di più di quel che aveva letto sui giornali dopo la presentazione di Urso a gennaio LUCA CHIANCA è così complesso parlare di questo progetto del ministro? MASSIMO MARIOTTI - CONSIGLIERE COMUNALE FDI E CONSIGLIERE CONSORZIO ZAI non lo so perché io non ce l'ho neanche LUCA CHIANCA cioè lei del progetto di Urso non sa nulla MASSIMO MARIOTTI - CONSIGLIERE COMUNALE FDI E CONSIGLIERE CONSORZIO ZAI l'ho letto sul giornale (intervista registrata ma non andata in onda). 4. Conferme della mancata presentazione di un progetto concreto sono arrivate anche dal Presidente del Porto di Trieste Zeno D'Agostino Agostino sempre a Marzo e confermate telefonicamente a metà aprile LUCA CHIANCA A che punto è il progetto? ZENO D'AGOSTINO – PRESIDENTE PORTO DI TRIESTE Non lo so, penso che in queste ore in questi giorni si stanno attivando una serie di dialoghi per capire chi sono i soggetti privati da coinvolgere, poi cosa significhi il coinvolgimento del privato non lo so. (intervista registrata ma non andata in onda). 5. Unica vera novità l'incontro online del 26 aprile citato da fonti ministeriali che nulla toglie alle dichiarazioni raccolte durante la nostra inchiesta perché nessun progetto è stato presentato ufficialmente. Infine, la richiesta per chiarire l'avanzamento del progetto è stata girata direttamente al Consorzio Zai, che con noi non ha mai voluto parlare, ma soprattutto l'abbiamo rivolta al ministro Urso pochi giorni prima la messa in onda della puntata. Di seguito le domande inerenti il progetto inviate al ministro il 23 maggio 2023: 1.A che punto è l’iniziativa del corridoio strategico tra Verona, Venezia, Trieste e Horonda nell’ambito del progetto per la futura ricostruzione dell'Ucraina? 2.Quanto costerà il progetto alle casse pubbliche e quali sono le aziende private coinvolte? La risposta del Ministro già pubblicata sul nostro sito: Per quanto riguarda le domande inerenti all’iniziativa del corridoio strategico tra Verona, Trieste e la città ucraina di Horonda, nell’ambito del programma per la futura ricostruzione del Paese, si precisa che il progetto nasce su sollecitazione delle Autorità ucraine per favorire il transito delle loro merci verso l’Europa e verso i mercati mondiali, a seguito del blocco russo dei porti ucraini sul Mar Nero. Per poter rispondere alla richiesta ucraina si è costituito un Consorzio di imprese, su base privatistica, aperto non solo alle aziende italiane, ma anche a eventuali soggetti dei Paesi europei interessati agli sbocchi commerciali e logistici con l’Ucraina. Il progetto è ancora in una fase preliminare con l'elaborazione di uno studio di fattibilità per linee di collegamento ferroviarie e stradali verso il nord Europa e verso il nord-est italiano. Non sono previsti costi sulle casse dello Stato italiano. Di fatto il Ministro ha confermato le dichiarazioni rilasciate dai nostri interlocutori sostenendo che il progetto è ancora in una fase preliminare ed è in corso uno studio di fattibilità, non potendo dunque rispondere all'ultima domanda su quali aziende private fossero coinvolte. 

CAMERE DI COMMERCIO E CAMERATI di Luca Chianca Collaborazione Alessia Marzi, Carlo Tecce e Andrea Tornago Immagini di Alfredo Farina, Chiara D'Ambros, Giovanni De Faveri Montaggio Emanuele Redondi

VADYM NAUMOV – CAPO ARCHITETTO DEL COMUNE DI BUCHA Questa è la mia casa, distrutta dalle bombe.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Naumov è un architetto di Bucha, uno dei comuni ucraini passato alla storia per la strage nella quale sono morte 36 persone. Insieme a molti suoi connazionali a febbraio era a Varsavia per "Rebuild Ukraine”, una fiera organizzata pensando alla ricostruzione dell'Ucraina.

LUCA CHIANCA Anche se non avete i soldi avete già delle idee, progetti per la ricostruzione?

VADYM NAUMOV – CAPO ARCHITETTO DEL COMUNE DI BUCHA Abbiamo portato qui a Varsavia ben quattro progetti ma dobbiamo trovare gli investitori e chi ci danno una mano per ricostruire.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO A organizzare l'evento c'è la Premier Expo una società ucraina, dell'imprenditore ucraino Anatoly Sushon, prima apparteneva a una multinazionale inglese e aveva già lavorato alla ricostruzione di Sarajevo e Belgrado dopo la guerra in Jugoslavia.

DMYTRO NEGRESHA – VICESINDACO DI IRPIN Il 70 % delle infrastrutture è stato distrutto. Tutti i nostri sforzi sono diretti a ricostruire le case.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Tra gli stand troviamo anche il vicesindaco di Mariupol, una delle città martiri. Oggi è occupata dai Russi che hanno cominciato la loro ricostruzione

SERGIY ORLOV – VICESINDACO DI MARIUPOL Io adesso vivo a Zaporizhia e come me ci sono ancora 120mila persone

LUCA CHIANCA Però oggi è qui per trovare soldi e incontrare compagnie pronte a ricostruire la sua città

SERGIY ORLOV – VICESINDACO DI MARIUPOL Siamo qui per aiutare il nostro popolo e al nostro esercito, ma poi dobbiamo pensare alla ricostruzione quando Mariupol sarà liberata, abbiamo già dei progetti pronti. Solo così potremo rinascere.

LUCA CHIANCA Ma non è presto, c'è ancora la guerra?

SERGIY ORLOV – VICESINDACO DI MARIUPOL No, non è presto, dobbiamo trovare i soldi e i partner per la ricostruzione.

SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO La guerra è in corso. Tuttavia c'è già chi sta facendo affari solo parlando di ricostruzione. I Paesi membri, le istituzioni finanziarie europee hanno messo a disposizione per l'emergenza umanitaria e quella militare 50 miliardi di euro. Tra le prime a muoversi, Germania e Francia. Macron ha promesso anche di mettere a disposizione gli apparati statali, 700 imprese sono già pronte per la ricostruzione. Il G7 ha messo in piedi una piattaforma per il coordinamento dei donatori. Ma quanto ci vorrà per ricostruire? Non si sa, perché si sta ancora bombardando. Secondo vecchie stime della Banca Mondiale ci vorrebbero almeno 540 miliardi di dollari. Ma chi li donerà? Chi lo farà certamente pretenderà che poi a ricostruire siano le aziende e le imprese del proprio Paese. Trasformare cioè la distruzione in una ghiotta occasione per rilanciare un'economia in ginocchio. Ma c'è una ricostruzione di cui nessuno parla, quella umanitaria, quella degli orfani, dei mutilati, di quelle famiglie sgretolate nell'anima, quella infrastruttura umanitaria che è la più sensibile. Chi la farò? Mentre di questo nessuno parla, c'è già chi sta facendo affari, invece solo a parlare della ricostruzione materiale i nostri Luca Chianca con la collaborazione di Carlo Tecce.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Partecipare a Rebuild Ukraine significa essere in prima fila per la ricostruzione.

LUCA CHIANCA Noi li aiutiamo, loro fanno lavorare le nostre aziende, questo è un po’ un patto…

WALTER TOGNI – PRESIDENTE CAMERA DI COMMERCIO ITALIA PER L’UCRAINA È così. È chiaro che non sarà una donazione, come non fu una donazione il Piano Marshall. In cambio di questo nostro aiuto chiediamo di poter far lavorare le nostre aziende.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Ex deputato leghista, Walter Togni, oggi è a capo della Camera di commercio italiana per l’Ucraina. A Varsavia è riuscito a portare ben 37 aziende italiane.

MICHEL CIPRIANO - MANAGER DIPARTIMENTO VENDITE BERTOLI SRL Adesso,sì stiamo provando a dialogare con loro…

LUCA CHIANCA Irpin

MICHEL CIPRIANO - MANAGER DIPARTIMENTO VENDITE BERTOLI SRL Ovviamente c'è molta fila

LUCA CHIANCA Eh, vi presentate e fate.

MICHEL CIPRIANO - MANAGER DIPARTIMENTO VENDITE BERTOLI SRL Dici quello che fai, dici noi siamo un'azienda che fa gruppi elettrogeni, ce n'è bisogno? Sì, no? Proviamo.

LUCA CHIANCA C'è da ricostruire un paese intero

MICHEL CIPRIANO - MANAGER DIPARTIMENTO VENDITE BERTOLI SRL Ricorda un po' l'esempio del 2006 con l’Iraq dove ci fu l'appalto energetico vinto dall'Italia dove si ricostruì tutto: centrali elettriche generatori, gruppi elettrogeni, tutto da fare, con l'incognita però che qui non si sa quando inizierà questo lavoro.

LUCA CHIANCA Cioè qui non c'è appalto, non ci sono soldi, non c'è nulla, però tutti in fila per dire ci sarò anch'io.

MICHEL CIPRIANO - MANAGER DIPARTIMENTO VENDITE BERTOLI SRL Sì

LUCA CHIANCA Venire qua chiaramente quindi alla ricerca di quei fondi che arriveranno quando partirà la ricostruzione.

RAIMONDO DAMIGELLA – DIRETTORE ESECUTIVO COGEMAT Più che altro capire chi è l'entità che ha in mano i soldi, che ricevono i fondi dalla Comunità europea.

LUCA CHIANCA Quello interessa l'imprenditore no?

RAIMONDO DAMIGELLA – DIRETTORE ESECUTIVO COGEMAT Questo è quello che interessa a me.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Mentre si cerca di infilarsi nell’affaire Ricostruzione, sugli schermi di ogni municipalità passano costantemente video di guerra e di distruzione.

WALTER TOGNI – PRESIDENTE CAMERA DI COMMERCIO ITALIA PER L’UCRAINA Ragazzi qua stiamo parlando di cifre pazzesche è ovvio che chi diventa partner di questa cosa, da come ho capito io, non dico una corsia preferenziale, però un occhio di riguardo, mettiamola così…

LUCA CHIANCA Si assicura un posticino nella futura spartizione però

WALTER TOGNI – PRESIDENTE CAMERA DI COMMERCIO ITALIA PER L’UCRAINA Certo.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Per assicurarsi la futura spartizione bisogna parlare con l’interlocutore giusto. E oggi solo per parlare con l’interlocutore si deve pagare 7mila euro. Solo così un imprenditore a caccia di commesse può parlare in modo riservato con gli ospiti vip.

LUCA CHIANCA Chi sono gli ospiti vip che possono incontrare i partner che pagano fino a 7mila euro? Ministri?

OLENA KONONENKO – COORDINATRICE PROGETTO REBUILD UKRAINE Ministri sì.

LUCA CHIANCA O viceministri? OLENA KONONENKO – COORDINATRICE PROGETTO REBUILD UKRAINE Anche, in realtà doveva venire il ministro delle infrastrutture Kubrakov, ma era molto occupato in Ucraina e alcune compagnie hanno potuto avere un incontro non solo con i viceministri ucraini ma anche con alcuni ministri europei.

LUCA CHIANCA Erano presenti ministri danesi…

WALTER TOGNI – PRESIDENTE CAMERA DI COMMERCIO ITALIA PER L’UCRAINA c'era qualche tedesco, c'era mi pare qualche austriaco

LUCA CHIANCA Perché non c'era il ministro Urso, per esempio?

WALTER TOGNI – PRESIDENTE CAMERA DI COMMERCIO ITALIA PER L’UCRAINA Io questo non lo so, ma...

LUCA CHIANCA Però lei gli ha chiesto? di venire? L’ha invitato?

WALTER TOGNI – PRESIDENTE CAMERA DI COMMERCIO ITALIA PER L’UCRAINA Noi l'abbiamo invitato, sì.

SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO Per parlare di ricostruzione un imprenditore paga 7.000 euro, li incassa un altro imprenditore ucraino. Poi non sappiamo bene che cosa ci faccia con questi soldi, ma è solamente per favorire il dialogo con le istituzioni, gli amministratori ucraini finalizzati alla ricostruzione. Poi c'è invece il presidente della Camera di Commercio ItaliaUcraina, Walter Togni, che è un po’ adirato aveva invitato il ministro Urso, ministro del Made in Italy, ex ministro Sviluppo economico, proprio per sostenere le imprese italiane. Si sa che quando vanno a investire all'estero si trovano su un terreno difficile, ma il ministro Urso ha rifiutato. Eppure conosce bene la difficoltà di cimentarsi in un Paese straniero, perché quando non è stato al governo aveva costituito una società di consulenza per le imprese italiane che volevano investire all'estero. Poi nel 2015 è entrato nuovamente in politica con il partito di Giorgia Meloni. Nel 2018 è stato prima membro e poi nel 2021 capo del Copasir, il comitato parlamentare per il controllo sui servizi segreti e nelle more si è anche occupato di una denuncia che ha riguardato Report, quella del senatore Renzi quando era stato ripreso in un incontro all'autogrill con lo 007 Marco Mancini. Adesso Urso è ministro del made in Italy, deve sostenere il sistema Paese, insomma. L'anomalia che però ha riscontrato Report è che anche quando c'è un'azienda, che è strategica per il Paese, solo per prendere un appuntamento con il ministro deve fare ricorso ad una consulente, una facilitatrice. Chi è?

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO A Roma incontriamo un alto dirigente della STMicroelectronics, una società italo- francese che nel solo 2022 ha fatturato ben 16 miliardi di dollari. A gennaio scorso il ministro Urso è andato a trovarli nel loro stabilimento di Catania.

DIRIGENTE STMICROELECTRONICS Il ministro è venuto, perché in genere i fondi ce l'ha il Mise, ex Mise ha un fondo di 4 miliardi destinati a investimenti di semiconduttori nell'ambito dell'European Chips Act, perché i semiconduttori vengono considerati un'industria strategica in Europa.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO St con il conflitto in Ucraina è diventata ancora più strategica per renderci indipendenti dall'industria cinese. Il Mef ha una quota rilevante di ST che a Catania ha investito sulla produzione 1 miliardo di euro. Di cui 300 milioni sono stati finanziati dallo Stato italiano lo scorso anno. A Catania, dietro alla prima fila dove c'è seduto il ministro Urso e l'amministratore delegato francese Jean-Marc Chery compare una donna, bionda, nome Carmen Zizza.

DIRIGENTE STMICROELECTRONICS Sì sì sì ci ha fatto conoscere al ministro, ci ha fatto conoscere al capo di gabinetto ì.

LUCA CHIANCA Ma lei stava lì per conto del ministero o lavora per voi?

DIRIGENTE STMICROELECTRONICS No, no, no, era come freelance, ci ha fatto conoscere alcune persone del ministero, stiamo pensando anche di prenderla come consulente per aiutarci.. per aiutarci semplicemente ad avere più facilità nei contatti con i vari ministeri.

LUCA CHIANCA Possiamo dire che è una facilitatrice tra la società e l'Istituzione.

DIRIGENTE STMICROELECTRONICS La Zizza è un consulente che ci aiuta a fluidificare tutte le riunioni, relazioni che abbiamo con il ministero.

DIRIGENTE STMICROELECTRONICS Il primo incontro con il ministro Urso perché ce l'ha presentato lei.

LUCA CHIANCA Il paradosso è che voi avete l'azionista Mef, un ministero che è vostro azionista e dovete sentire la consulente Zizza per parlare e velocizzare le pratiche per parlare con Urso.

DIRIGENTE STMICROELECTRONICS Lei purtroppo non ha idea di quello che comporta la burocrazia andare a fare un finanziamento di credito agevolato.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Proprio di finanziamenti sui semiconduttori ha parlato Urso a margine dell'incontro a Catania.

TGR SICILIA - 28/01/2023 ADOLFO URSO – MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY Gli investimenti che si stanno realizzando, possono fare davvero della Sicilia, dell'Etna Valley quello che noi avevamo sempre immaginato, cioè una Silicon Valley Europea.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Sarebbe stata proprio Carmen Zizza a preparare le dichiarazioni di Adolfo Urso alla stampa. Questo è il documento esclusivo, inviato 5 giorni prima dell'incontro in Sicilia all'entourage del ministro, in cui c'è la sintesi del progetto Catanese di ST.

LUCA CHIANCA A che titolo Carmen Zizza prepara un documento così importante al ministro Urso?

DIRIGENTE MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY La Zizza entrava e usciva dal ministero senza alcun tipo di controllo aveva accesso appunto nei vari uffici di gabinetto, sia quello del capo di gabinetto che quello del ministro, quindi seguiva proprio lei delle partite importanti che in quel momento erano sul tavolo del ministro.

LUCA CHIANCA Ministro buongiorno Chianca di Report, buongiorno, senta è vero che per parlare con lei…

ADOLFO URSO – MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY Non parlo della vicenda del Copasir.

LUCA CHIANCA Non devo parlare del Copasir

ADOLFO URSO – MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY Non parlo della vicenda del Copasir, non parlo di quello che noi abbiamo accertato nel comitato

LUCA CHIANCA Volevo sapere se è vero che per parlare con lei bisogna passare attraverso Carmen Zizza?

ADOLFO URSO – MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY È vincolo di segretezza. Quello che abbiamo accertato su Report nel comitato..

LUCA CHIANCA Mi dica se è vero che per parlare con lei bisogna passare con Carmen Zizza.

ADOLFO URSO – MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY Non ne parlo

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Quando chiediamo al ministro quale sia il ruolo di Carmen Zizza, il ministro risponde citando un’audizione su Report di quando era a capo del Comitato di controllo sui servizi. Che nulla c’entra con la nostra domanda.

LUCA CHIANCA Voglio saper di Carmen Zizza, Carmen Zizza

ADOLFO URSO – MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY Non parlo di quello di quello che abbiamo accertato sulle audizioni che abbiamo al Copasir, cha abbiamo fatto sul comitato, non parliamo.

LUCA CHIANCA Voglio sapere se è normale che società per parlare con lei debbano passare attraverso Carmen Zizza, mi dica che ruolo ha nel suo lavoro da ministro Carmen Zizza, che rapporti avete con Carmen Zizza ministro, ministro.

ADOLFO URSO – MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY Le ho già detto che sull'attività del comitato su Report, o meglio le denunce fatte da un parlamentare su Report non ne posso parlare.

LUCA CHIANCA Il Copasir non c'entra nulla, il Copasir non c'entra nulla. Società partecipate dallo Stato parlano con lei attraverso e solo Carmen Zizza.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Ma per capire la formazione di Carmen Zizza bisogna fare un salto nel tempo. Comincia la sua carriera alla Provincia di Milano, poi in Milano Serravalle un’azienda che opera nella gestione di concessione di tratti autostradali, poi nel 2012 entra in Asam, la società che controllava l'autostrada milanese, diventando in poco tempo direttore generale con uno stipendio di 220mila euro l'anno.

GIOVANNI MONTAGNA – DIRETTORE GENERALE ASAM 2008 -2012 Mi ricordo che il direttore amministrativo si lamentava che c'erano delle spese esagerate di questa donna. Aveva tutta una rete di relazioni abbastanza importanti anche con il Vaticano per altro, quindi…

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Quando è in Asam spende in due anni ben 254mila euro per alberghi, viaggi, auto a noleggio, corsi d’inglese e iscrizioni a club privati.

GIOVANNI MONTAGNA – DIRETTORE GENERALE ASAM 2008 -2012 Forse appunto per mantenere questi suoi rapporti era iscritta al club Ambrosetti, estremamente prestigioso evidentemente, ma non, ecco, proprio dei più economici come iscrizione.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Sono gli anni in cui la Provincia chiede di vendere le partecipazioni in Milano Serravalle e la Zizza va in giro per il mondo a tastare il terreno per trovare possibili investitori stranieri in quei mercati.

MASSIMO GATTI – EX CONSIGLIERE PROVINCIA DI MILANO– SINISTRA DEMOCRATICA Solo per farsi aiutare a costruire il bando della Serravalle riuscì a spendere, accertati perché questo lo denunciai in consiglio, ma probabilmente c’era anche dell’altro, 390mila euro. Furono fatti tentativi a fine 2012, a luglio del 2013 e poi fu fatta un'altra asta a fine 2013. Tutte e tre fallite.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Zizza, nel frattempo, viene licenziata da Asam per giusta causa e condannata in primo grado dal tribunale civile di Milano a risarcire circa 73mila euro. Scompare dai riflettori per diversi anni e casualità vuole che nello stesso palazzo dove risiedeva Asam, all'epoca c'era la sede di Rothshild Italia, guidata da Alessandro Daffina lo stesso che introduce la Zizza alla STmicroeletronics.

LUCA CHIANCA Cioè chi ve la presenta questa Zizza?

DIRIGENTE STMICROELECTRONICS Me ne ha parlato Daffina.

LUCA CHIANCA E dicendole che cosa? La Zizza ti può creare i giusti rapporti con il ministero

DIRIGENTE STMICROELECTRONICS La Zizza ha delle relazioni istituzionali molto, molto importanti e molto efficaci.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Con questa lettera di referenza Daffina, capo di Rothschild Italia, una delle banche d'affari più importanti d'Europa illustra le competenze della Zizza, proprio pochi giorni prima dell’incontro di Catania a cui partecipa il ministro Urso.

GIORGIO MELETTI – GIORNALISTA C'è un'intervista di una quindicina di anni fa di Marcello De Angelis che racconta che da ragazzi ai Parioli frequentavano la sezione del Fronte della Gioventù, cioè l'organizzazione giovanile del Movimento sociale di Giorgio Almirante, una serie di ragazzi, tra cui Alessandro Daffina.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Molto vicino a Paolo Scaroni, e in ottimi rapporti con Luigi Bisignani, entra nel lontano 1992 in Rothschild, diventandone amministratore delegato nel 2006.

GIORGIO MELETTI – GIORNALISTA Una banca d'affari che è un santuario del capitalismo di relazione. Lui come advisor partecipa a tutte le più grandi operazioni finanziarie a partire dalla fusione tra Unicredit e Capitalia, per passare alla fusione tra Intesa e SanPaolo, però è anche quello che partecipa alla cessione dell'Ilva ad Arcelor Mittal. LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Daffina insieme alla Zizza, fino a pochi mesi fa, entrano in un'altra partita dal valore di 22,26 miliardi di euro: quella della vendita della rete Tim, come advisor del maggior azionista, Vivendi.

MAURIZIO DECINA – ECONOMISTA ESPERTO DI TELECOMUNICAZIONI La sfida, in questo momento, è molto ambiziosa, perché si tratta di riportare la rete sotto il controllo dello Stato.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Chi nel governo Meloni si è intestato da subito la titolarità del dossier Tim è stato il ministro Urso, provocando qualche malumore al Ministero delle finanze di Giorgetti, vero azionista di maggioranza di Cassa depostiti e prestiti. Negli incontri tra Urso e l'amministratore delegato di Vivendi de Puyfontaine, gli advisor di Rothshild, guidati da Alessandro Daffina e Carmen Zizza.

LUCA CHIANCA Chi gestiva i primi tavoli di Tim?

DIRIGENTE MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY La Zizza insieme a Urso, probabilmente aveva avuto mandato la Zizza da Daffina, ma lui non si è mai presentato a quelle riunioni.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO A gennaio il ministro Urso chiude la partita e il dossier passa nelle mani di Palazzo Chigi, con allegata una proposta di incentivi al settore di ben 2 miliardi euro con effetti tangibili sui bilanci di Tim.

LUCA CHIANCA Quando i dossier vanno a finire Palazzo Chigi che succede?

DIRIGENTE MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY A quel punto Carmen Zizza, uscito il dossier dal tavolo del Mimit ovviamente esce anche lei come consulente di questa partita. Probabilmente a seguito delle vostre richieste di intervista fatte anche al ministro Urso ha ridotto le sue presenze al ministero.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO E così siamo andati a Milano

GIOVANNI DE FAVERI Carmen Zizza?

CARMEN ZIZZA No.

SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO Sì, è lei. STM produce microchip, che sono strategici per un Paese in un momento in cui c'è carenza per via del conflitto ucraino. E che cosa fa? Ha difficoltà però a parlare con il ministro competente Urso. Per questo, per via della burocrazia dice il manager, per questo fa una consulenza alla signora Zizza, che è una facilitatrice, fluidificatrice, così la definisce. Insomma non riesce neanche bene lui a capire qual è il ruolo di questa signora mentre parla con la consapevolezza di farlo con un giornalista, il nostro Luca Chianca. Non è invece consapevole di essere registrato. Questo noi lo diciamo a sua tutela perché ci mancherebbe altro che vengano operate delle ritorsioni su questo manager, che è l'unico che ci ha parlato di un paradosso. Quale? Che un'azienda strategica per un Paese, che è partecipata da un ministero, per parlare con un altro ministero, debba ricorrere a una consulenza esterna. In un Paese normale funzionerebbe che il ministro Giorgetti chiama Urso e dice “Collega, guarda che ho un manager di un'azienda strategica per noi che viene e ha bisogno di parlarti”. E qui invece STM è costretto a fare una consulenza alla signora Zizza. Un contratto da 6.000€ al mese scrive per “il supporto alle relazioni istituzionali con ministeri e autorità locali”. Ecco, che vuol dire? Il ministro Urso sul ruolo dell'azienda si limita a scriverci che “tutti i dati relativi ai portatori di interessi sono resi pubblici sul sito del Ministero per la trasparenza”, però noi abbiamo verificato, il nome della Zizza non c'è. Eppure, secondo le testimonianze che abbiamo raccolto, avrebbe avuto anche un posto all'interno del Ministero a quale non ci sarebbe più recata dopo le nostre richieste di intervista. Ora la Zizza, che con noi non parla. dice perché è vincolata da obblighi di riservatezza. Mentre Alessandro Daffina, il manager di Rothschild Italia, ci scrive, colui che secondo il manager STM avrebbe presentato l'azienda proprio per favorire i rapporti istituzionali con Urso, dice “guardate che questa è un'illazione che io mi sia adoperato per farle gestire i rapporti tra il ministro Urso e quello che invece Rothschild ha sicuramente fatto una due diligence evidenziando le caratteristiche positive della signora”. Dice, in base alle informazioni ricevute una due diligence l'abbiamo fatta anche noi di Report e abbiamo anche raccolto una denuncia che è stata fatta mentre lei era direttore generale della società che gestiva le autostrade milanesi per via delle spese pazze e per cui la Zizza è stata condannata in primo grado a risarcire di 73.000 euro. La Zizza ci dice che è 1/40 di quello che mi era stato originariamente chiesto. Ora, tuttavia, la Zizza l'abbiamo ritrovata anche come consulente di Rothschild per conto di Vivendi, l'azionista di riferimento di Tim, seduta al tavolo sempre con un soldatino a un tavolo dal quale sarebbe partito un dossier con allegata la proposta di incentivo di 2 miliardi di euro a beneficio di tutto il settore. E di questo ne avrebbe anche guadagnato un po’ di ossigeno i bilanci di Tim, tutto il settore delle telecomunicazioni. Il ministro Urso ci dice che su questi incentivi e che si tratta solamente di ipotesi sulle quali il governo si sta confrontando con l'Europa. Daffina invece si smarca e dice che “gli incentivi non li abbiamo proposti noi, li ha proposti il governo. Il solo pensare che la mia amicizia con Urso abbia potuto favorire questa proposta è altamente offensivo”. E poi in due lettere separate, Daffina e la signora Zizza ci accusano di aver trattato questo tema delle consulenze solo perché si tratta di una donna. Falso, Report è per la parità di genere. E infatti adesso parliamo di un consulente uomo.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Il porto di Trieste è da sempre lo sbocco sul mare dell'Europa centro orientale. Ed è la guerra in Ucraina che ha dato ulteriore slancio ai suoi traffici. Qui sono arrivati i treni con le merci bloccate nel porto di Odessa, a causa del conflitto.

LUCA CHIANCA Quindi da Odessa partivano treni per Trieste e da Trieste si riprendeva il mare.. per..

ZENO D'AGOSTINO – PRESIDENTE AUTORITÀ PORTUALE MARE ADRIATICO ORIENTALE Esatto perfetto, abbiamo avuto un caso che ricordo un treno che è arrivato di contenitori che poi andavano a Barcellona.

LUCA CHIANCA Fino a dicembre quanti treni e quanti container?

ZENO D'AGOSTINO – PRESIDENTE AUTORITÀ PORTUALE MARE ADRIATICO ORIENTALE Abbiamo fatto circa 50 treni e 2700 container.

LUCA CHIANCA Da dicembre in poi?

ZENO D'AGOSTINO – PRESIDENTE AUTORITÀ PORTUALE MARE ADRIATICO ORIENTALE No, da dicembre in poi non c'è stata più domanda del mercato.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Tuttavia, il ministro Urso, ha lanciato un suo ambizioso progetto di ricostruzione che partisse proprio da qui, dal nord est tra il porto di Trieste e l'interporto di Verona.

TGR VENETO 21/01/2023 - ADOLFO URSO - DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY I porti di Trieste e di Venezia, il quadrante logistico di Verona sono lo sbocco naturale e alternativo a quello marittimo che purtroppo è bloccato dalla guerra. E questo è il primo tassello di quel piano per la ricostruzione che presenteremo in marzo in Italia con la partecipazione del governo ucraino.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Ma a marzo non c'è stata nessuna presentazione ufficiale del progetto. L'idea del ministro è quella di investire nell'apertura di un interporto in Ucraina, nella città di Horonda, collegato direttamente all'Italia per favorire lo scambio di merci in attesa dell'inizio della ricostruzione. A gennaio vola a Kiev insieme a Bonomi di Confindustria.

TG2 12/01/2023 CARLO BONOMI – PRESIDENTE CONFINDUSTRIA Questa è una missione che sta dimostrando come insieme al Governo, il sistema industriale italiano si mette a disposizione.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Urso è il primo ministro del governo Meloni a incontrare Zelensky, che ricambia la visita con l'onorificenza al merito della repubblica. Il giorno prima il Senato aveva votato l'invio di armi per tutto il 2023.

VERONA LETEXPO 2023 10/03/2023 – ADOLFO URSO – MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY L'Italia è convinta che occorre realizzare un piano Marshall per l'Ucraina sia perché dobbiamo dare loro quello che loro stanno dando a noi, perché loro stanno resistendo anche come frontiera delle nostre libertà europee occidentali, e comunque la ricostruzione dell'ucraina sarà anche più significativo e importante motore di crescita di tutta la nostra Unione europea. Noi siamo già il terzo partner commerciale dell'Ucraina, perché l’Ucraina è pienamente compatibile con l’economia italiana e tanto più lo saremo durante i mesi e gli anni della ricostruzione.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Il ruolo del paese come ricostruttore, secondo il pensiero del ministro Urso dovrebbe passare attraverso il progetto Di un hub Italia-Ucraina con al centro il consorzio Zai che a Verona gestisce tutto l'interporto, uno dei più grandi del nord est e da cui dovrebbe partire la merce verso l'Ucraina. Peccato che uno dei principali soci non sappia nulla. Michele Bertucco è l'assessore al bilancio del comune di Verona socio per il 30% del Consorzio.

LUCA CHIANCA Le è chiaro cosa ha progettato, cosa ha ideato il ministro Urso qui a Verona?

MICHELE BERTUCCO – ASSESSORE AL BILANCIO COMUNE DI VERONA No, non è chiaro e quello che abbiamo chiesto è che i soci e quindi il Comune di Verona venga reso partecipe di quelle che sono le intenzioni da parte del ministero. LUCA CHIANCA FUORI CAMPO A Verona però Urso ha arruolato un suo consulente: Umberto Formosa, ex ultras dell'Hellas Verona, ex segretario dell'ex sindaco di Verona Sboarina, oggi lavora come consulente al ministero del Made in Italy.

MICHELE BERTUCCO – ASSESSORE AL BILANCIO COMUNE DI VERONA La domanda che tutti dovremmo porci è perché Umberto Formosa diventa consulente strategico tra virgolette del ministro Urso con un incarico da 70mila euro all'anno? Visto che nella sua carriera è più noto come pluridaspato a Verona soprattutto l'incarico di lavoro che aveva era il segretario dell'allora sindaco di Verona Federico Sboarina per cinque anni.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Eccolo Umberto Formosa al Congresso mondiale delle famiglie tenutosi a Verona qualche anno fa, sembrerebbe fare la scorta a Matteo Salvini prima di incontrarsi con l'ex sindaco Sboarina, oggi in Fratelli d'Italia.

PAOLO BERIZZI – GIORNALISTA LA REPUBBLICA Umberto Formosa detto il picchiatore, questo è il suo soprannome, diventa l'uomo agenda di Sboarina. Che in qualche modo ce l'ha fatta, cioè che dalla curva dell'Hellas Verona, lui era un ultrà, passa dalla curva al palazzo.

LUCA CHIANCA Formosa? salve,

UMBERTO FORMOSA – SEGRETERIA DEL MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY ADOLFO URSO Salve.

LUCA CHIANCA Chianca di Report, ho saputo che lavora adesso con il ministro Urso, da Verona al Ministro Urso.

UMBERTO FORMOSA – SEGRETERIA DEL MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY ADOLFO URSO Il portavoce del mio ministro.

LUCA CHIANCA Ciao Luca piacere, so che prende 70mila euro le hanno fatto una consulenza il ministro, che fa lei per il ministro Urso adesso?

GIUSEPPE STAMEGNA - PORTAVOCE DEL MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY ADOLFO URSO Lavora nella segreteria del ministro.

LUCA CHIANCA E che fa?

UMBERTO FORMOSA – SEGRETERIA DEL MINISTRO DEL MADE IN ITALY ADOLFO URSO Lavoro nella segreteria del ministro.

LUCA CHIANCA E che fa Formosa dalla curva dell'Hellas Verona, a Sboarina al ministero? Da Verona al ministero che fa?

UMBERTO FORMOSA – SEGRETERIA DEL MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY ADOLFO URSO Non vedo il motivo per cui io debba rispondere a queste domande.

LUCA CHIANCA Beh, insomma, volevo capire da lei che cosa fa, che competenze ha, cioè viene qua per dare una mano al ministro, lo accompagna, fa la sicurezza per il Ministro.

UMBERTO FORMOSA – SEGRETERIA DEL MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY ADOLFO URSO No, ma che sicurezza.

GIUSEPPE STAMEGNA - PORTAVOCE DEL MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY ADOLFO URSO Lavora all'interno della segreteria del ministro come è scritto sul sito.

LUCA CHIANCA Per fare che cosa?

GIUSEPPE STAMEGNA -PORTAVOCE DEL MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY ADOLFO URSO La segreteria che fa?

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Il mondo dello stadio e dell'estrema destra veronese è caratterizzato anche da un'altra sigla, Fortezza Europa.

PAOLO BERIZZI – GIORNALISTA LA REPUBBLICA Fortezza Europa è oltre Forza Nuova, è un gruppo di dichiarata ispirazione neonazista, nasce nel 2017 a Verona, si ispira a quei valori identitari della destra storica ed è collegata agli ambienti di cui parlavamo, allo stadio alle manifestazioni in ricordo delle foibe, alle manifestazioni contro gli immigrati, contro i gay.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Di Fortezza Europa è anche Simone Dero Sentinella seduto a tavola con un altro esponente di Fratelli d'Italia, molto legato a Urso. Il consigliere regionale Daniele Polato in primo piano sulla sinistra. Tutti insieme a cena tra saluti nostalgici.

LUCA CHIANCA questa foto dei saluti romani che vengono fatti in questa foto...

DANIELE POLATO – CONSIGLIERE REGIONE VENETO - FRATELLI D’ITALIA I saluti romani cosa?

LUCA CHIANCA Questo che cosa è?

DANIELE POLATO – CONSIGLIERE REGIONE VENETO - FRATELLI D’ITALIA No, quello non è un saluto romano, stia attento perché potrebbe essere denunciato per diffamazione da alcune persone.

LUCA CHIANCA E questo qui? Per diffamazione?

DANIELE POLATO – CONSIGLIERE REGIONE VENETO - FRATELLI D’ITALIA Certo.

LUCA CHIANCA Il suo che fa il saluto di terza posizione?

DANIELE POLATO – CONSIGLIERE REGIONE VENETO - FRATELLI D’ITALIA Nessun saluto di terza posizione

LUCA CHIANCA Che saluto è?

DANIELE POLATO – CONSIGLIERE REGIONE VENETO - FRATELLI D’ITALIA Le ho spiegato che erano i 30 chili di quel signore che era a capotavola, questo signore qua?

LUCA CHIANCA Questo qua?

DANIELE POLATO – CONSIGLIERE REGIONE VENETO - FRATELLI D’ITALIA Che vada a vedere la cartella clinica è stato operato e ha perso 30 chili.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Daniele Polato è stato da poco assolto in Cassazione per aver sottoscritto firme, risultate poi false, che erano state raccolte da altre persone a sostegno della partecipazione elettorale della lista di Forza Nuova guidata da Luca Castellini, oggi a processo per l'assalto alla sede della Cgil a Roma nell'ottobre del ‘21.

LUCA CHIANCA Però perché Forza Nuova, lei va a dare una mano a Forza Nuova?

DANIELE POLATO – CONSIGLIERE REGIONE VENETO - FRATELLI D’ITALIA No, perché a quel tempo i partiti minori non avendo rappresentanti politici sono sempre andati da coloro che hanno pensato nella democrazia.

LUCA CHIANCA Membri di quel partito, tra l'altro alcuni di Verona hanno fatto l'assalto alla Cgil a Roma.

DANIELE POLATO – CONSIGLIERE REGIONE VENETO - FRATELLI D’ITALIA Quello è successo dopo e non c'entra nulla.

LUCA CHIANCA Per dire.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Quando Urso viene in città non manca mai di organizzare eventi in cui Polato è presente. Come quando da presidente del Copasir, si è recato all'interporto di Verona trasformato in punto di raccolta per gli aiuti umanitari.

TELEARENA 25/03/2022 ADOLFO URSO – PRESIDENTE COPASIR 2021-2022 Una sfida umanitaria, ed è significativo che questo venga fatto sia con le strutture, la Protezione Civile, il Comune di Verona, sia con i volontari.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Daniele Polato nell’interporto ha la sede della sua società di famiglia la Polar Logistics, un'agenzia doganale, che offre assistenza nelle operazioni di import export.

LUCA CHIANCA Non c'è un conflitto con il fatto del progetto ministeriale?

DANIELE POLATO – CONSIGLIERE REGIONE VENETO - FRATELLI D’ITALIA Ma sta scherzando, non hanno nulla a che fare con la logistica, son dei commercialisti doganali ma non c'entra niente, assolutamente niente.

LUCA CHIANCA Per chi fa operazioni doganali è un enorme opportunità? Gli spedizionieri di Verona avranno da guadagnare su questa operazione, no?

ZENO D'AGOSTINO – PRESIDENTE AUTORITÀ PORTUALE MARE ADRIATICO ORIENTALE Tutti quelli che stanno su quel corridoio è chiaro che ci saranno i treni da fare, ci saranno le spedizioni doganali da fare, ci saranno tutte queste cose.

LUCA CHIANCA Il suo di ruolo all'interno di questo progetto ministeriale?

DANIELE POLATO – CONSIGLIERE REGIONE VENETO - FRATELLI D’ITALIA Nulla. Assolutamente. Io presenzio con il ministro Urso come le dicevo presenzio con Lollobrigida e quant'altri, sono consigliere comunale, sono consigliere regionale.

LUCA CHIANCA Non c'ha nessun ruolo lei?

DANIELE POLATO – CONSIGLIERE REGIONE VENETO - FRATELLI D’ITALIA Assolutamente, l'unico ruolo che posso avere è eventualmente fornire la mia professionalità, ma totalmente disinteressata per il bene del Veneto e dell'Italia.

SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO Per fortuna c'è chi è generoso. Ora sul il potenziale conflitto di interesse di Polato, che è anche consigliere comunale e consigliere regionale dello stesso partito di Urso, e poi è socio dell'azienda di famiglia che si occupa di pratiche doganali import-export. Urso dice non c'è nessun conflitto. perché la famiglia, l'azienda di famiglia, non è nel progetto del Consorzio, il progetto Horonda sulla ricostruzione, non ci dice quali sono gli altri privati e soprattutto quando andrà in porto questo progetto bisognerà poi che qualcuno si occuperà anche di queste pratiche doganali. Secondo l'ambizioso progetto di ricostruzione, che ha in mente Urso, si deve partire proprio dal porto di Trieste, porto di Venezia, Interporto di Verona, un quadrante logistico dalle grandi potenzialità, che rappresenta il naturale sbocco di fronte al blocco marittimo in questo conflitto. E particolare non trascurabile, che di uno dei soci del l'Interporto, il Comune di Verona con il 30 per cento, non sappia nulla dei particolari di questo progetto di lusso. Tuttavia, da Verona, comunque, arriva un'altra risorsa un altro consulente, Umberto Formosa, che più corpulento della precedente consulente, viene dal mondo ultrà. Abbiamo sentito le accuse che gli sono state poste, quella di essere un uomo violento che dice guardate che io non ho precedenti penali, non sono sottoposto a misure di prevenzione, l'ultima mi è stata tolta nel 2018, riguardava appunto un provvedimento di Daspo. che è scaturito dopo una partita Verona Livorno, quando i tifosi hanno inneggiato, offeso il giocatore che era deceduto da poco tempo Morosini del Livorno, e avevano inneggiato slogan fascisti. Ora quello di Formosa è più un profilo da guardaspalle che da segreteria. Tuttavia, secondo Urso, invece è idoneo perché ha svolto il ruolo di capo segreteria del sindaco di Verona, l'ex sindaco Sboarina, per quattro anni. A domande, anche personalmente fatte dal nostro Luca Chianca, Formosa non ha saputo rispondere bene su quale è il suo ruolo? Forse è un nostro limite, anche perché Urso è un uomo esperto in consulenze. Quando non è stato viceministro con delega al commercio estero, dove ha realizzato oltre 300 missioni in 110 Paesi diversi, ha messo in piedi una agenzia, un'impresa di consulenza, la Italy World Services, che forniva proprio consulenza quelle imprese che volevano investire per esempio in Iran. Nel 2015 lo abbiamo intervistato proprio per questo.

DA REPORT DEL 10/05/2015 LUCA CHIANCA Lei fa il facilitatore sostanzialmente: mette un imprenditore un'impresa italiana nelle condizioni e con i buoni rapporti e contatti nel paese straniero.

ADOLFO URSO – VICEMINISTRO CON DELEGA AL COMMERCIO ESTERO 2001 - 2006 E 2009 -2010 Guardi, continuo a ripetere che i contatti e i rapporti sono secondari. Se lei va in Iran e pretende di affrontare l'Iran con la cultura del sunnita o del beduino dell'Arabia saudita lei per lo meno non fa alcun affare, per lo meno. Perché i persiani sono persiani e i beduini sono beduini. Quindi la prima cosa per fare un'attività imprenditoriale nel mondo è sapere come rapportarsi con la cultura di quel paese, di cui gli imprenditori, il commerciante, l'artigiano, l'uomo politico è impregnato.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Nel febbraio 2015, in un'inchiesta della Guardia di Finanza emergevano contatti tra Urso e l’imprenditore Andrea Pardi, titolare della Italiana Elicotteri. Pardi è stato poi coinvolto in un traffico d'armi con la Libia che lo ha visto patteggiare la pena a 1 anno e 11 mesi. Report se ne era già occupato qualche anno fa, quando Pardi aveva aggredito il nostro Giorgio Mottola.

DA REPORT DEL 07/10/2015 GIORGIO MOTTOLA Dottor Pardi mi scusi è vero che lei ha intavolato trattative per vendere aerei ai paesi…la telecamera, mi ha rotto la telecamera! Aiuto, qualcuno intervenga, aiuto! Aiuto! LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Urso via e-mail che chiede la disponibilità alla società di Pardi di turbine certificate Fincantieri da inviare In Iran per una raffineria di petrolio. L'uomo di contatto in Iran è Abbas Amirhosseini, ufficialmente produttore di lavatrici, con ottime entrature nel governo iraniano.

ABBAS AMIRHOSSEINI - IMPRENDITORE Io ho detto guarda c'è questa raffineria a Tabriz, ha questi problemi pezzi di ricambi, qui c'è un pericolo che si ferma la linea se per favore puoi dare una mano.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO In un'altra mail il mediatore iraniano avrebbe offerto un lauto compenso a Urso e la possibilità di diventare soci con la prospettiva di fare affari in futuro attraverso una società iraniana.

ABBAS AMIRHOSSEINI - IMPRENDITORE Non sono io.

LUCA CHIANCA Eh, non lo so ma queste sono le sue e-mail.

ABBAS AMIRHOSSEINI - IMPRENDITORE Con firma mia? No…

LUCA CHIANCA Eh, sì è firmato

Abbas ABBAS AMIRHOSSEINI - IMPRENDITORE Abbas Amirhosseini?

LUCA CHIANCA Sì, sì dalla sua e-mail, l’e-mail a cui le ho scritto.

ABBAS AMIRHOSSEINI - IMPRENDITORE Boh, mai, mai, mai, mai…

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Secondo Urso l’affare non si è mai concluso. Alla società iraniana Andrea Pardi aveva inviato un preventivo di due milioni di euro.

LUCA CHIANCA Questo qui.

ABBAS AMIRHOSSEINI - IMPRENDITORE Ma io mi meraviglio, perché questa società che lei sta dicendo non la conosco neanche.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Tra le carte sequestrate dalla finanza ad Andrea Pardi, spunta fuori anche un contratto di consulenza a Urso: il 5% su ogni accordo chiuso in Iran e in Sud Africa. Emerge anche che grazie a Pardi, Urso era entrato in contatto con un altro iraniano: Reza Ghaffari, che, il ministro, dice alla guardia di Finanza, di aver incontrato casualmente.

REZA GHAFFARI - IMPRENDITORE Quello è una cavolata, io non incontro le persone per caso.

LUCA CHIANCA Io chiaramente mi ero fatto un film su questo incontro.

REZA GHAFFARI - IMPRENDITORE Davvero?

LUCA CHIANCA Eh beh certo, ho pensato all'agente segreto iraniano che aggancia l'ex onorevole italiano. REZA GHAFFARI - IMPRENDITORE Ha raccontato una bella storia.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Tuttavia, Urso inizia con Ghaffari uno scambio di e-mail nelle quali offre giubbotti Antiproiettile e antitaglio.

REZA GHAFFARI - IMPRENDITORE Sì, mi ricordo. Me li ha proposti lui.

LUCA CHIANCA FUORI CAMPO Il 22 settembre 2015 altra e-mail. Oggetto aerei. Urso propone un DHC6 400 Twin Otter in diverse versioni, tra cui quella militare/paramilitare chiamata Guardian, per fare molti tipi di missione: ricerca e soccorso, pattugliamento costiero, Border Patrol.

REZA GHAFFARI - IMPRENDITORE Questo sì avevo chiesto io da lui.

LUCA CHIANCA Però lui ti propone, ti contropropone una nuova versione, versione militare/paramilitare definita The Guardian.

REZA GHAFFARI - IMPRENDITORE No, quella non mi interessava

LUCA CHIANCA Ma lui poteva venderle queste cose in Iran?

REZA GHAFFARI - IMPRENDITORE Tu che cosa pensi?

SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO No, crediamo di no, anche perché dal 2006 in poi sia la UE che l'ONU hanno gradualmente vietato l'esportazione di materiale e armamenti dual use, che possono essere utilizzati con scopi civili, ma anche in conflitto in caso di guerra, salvo deroga del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Ora Urso ci scrive che questi fatti sono emersi già sulla stampa e che aveva provveduto a denunciare e sono al vaglio della magistratura. Per quello che riguarda i contenuti delle mail con gli iraniani, l'Autorità italiana, quella che autorizza l'esportazione di armamenti Uama, ci fa sapere che l'Italia non ha autorizzato esportazioni verso l'Iran né nel 2015 né dopo di giubbotti antiproiettile o anti-taglio né di aerei. Noi lo diciamo chiaramente, Urso in questa vicenda Pardi non è stato mai indagato. Una vicenda che è emersa grazie al lavoro della nostra Intelligence, l’Aise, i servizi di sicurezza all'estero che hanno indagato sui conti di Pardi. Semmai il problema è un altro quando Urso entra prima come membro del 2018, poi diventa Presidente del Copasir nel 2021, cioè di quel Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti e controlla di fatto quelle agenzie di sicurezza che hanno inguaiato il suo cliente. E a proposito di chi controlla chi, tra 30 secondi dopo il golden minute.

Dagospia il 30 maggio 2023. NOTA STAMPA DEL MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY

In merito alla notizia del tutto falsa, con cui è stato realizzato un intero servizio giornalistico con chiaro intento diffamatorio, secondo cui vi sia la necessità di facilitatori per incontrare il ministro Urso, si precisa che in questi oltre 7 mesi di governo sono stati circa 400 gli incontri, con aziende, associazioni di impresa o istituzioni, tenuti dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy. 

Il ministro Urso ha inoltre partecipato a 221 eventi in presenza o in remoto e ha inviato 104 messaggi scritti e 39 videomessaggi a iniziative organizzate da associazioni, enti o imprese per i quali gli stessi avevano chiesto una interlocuzione diretta con il Ministro.

Migliaia di imprese hanno avuto quindi la possibilità di interloquire direttamente con il Ministro, senza bisogno di alcun facilitatore. Ovviamente lo stesso vale per STM, i cui vertici aziendali sono stati ricevuti ogni volta ne abbiano fatto richiesta così come si è data disponibilità ad incontri con loro advisor. 

In merito alle dichiarazioni di Michele Bertucco, assessore al bilancio del Comune di Verona, secondo cui il Ministro avrebbe tenuto all'oscuro il Comune in merito al progetto logistico infrastrutturale per la ricostruzione dell’Ucraina del consorzio Zai, di cui il Comune avrebbe una quota rilevante, dalla segreteria del ministro si precisa che alla prima presentazione pubblica tenutasi il 21 gennaio 2023 a Verona, sono intervenuti accanto al ministro Urso il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, il presidente della Provincia di Verona, Manuel Scalzotto, e il presidente della Camera di commercio di Verona, Giuseppe Riello, azionisti del Consorzio.

Nell’occasione lo stesso sindaco Tommasi ha dichiarato, come riportano con grande evidenza Tv e quotidiani: “Sono onorato di essere qui oggi per rappresentare la città e per il tema che stiamo trattando. Verona ha già dato dimostrazione di quanto sia attenta a quanto sta accadendo in Ucraina, grazie all’operatività del tessuto produttivo, delle imprese e delle amministrazioni di città e provincia. 

Credo sia un onore per noi come territorio ospitare il Ministro per ragionare insieme su quello che potrebbe diventare Verona nei prossimi anni. Di fatto Verona si è già incamminata verso un ruolo ancora più presente rispetto alla logistica, rispetto alla comunicazione e al legame con il Nord e l’Est Europa”.

Agli incontri operativi ha partecipato, in rappresentanza del Sindaco, l’assessore Italo Sandrini. A fronte di queste e altre palesi falsità contenute nella trasmissione, il ministro Urso ha dato mandato ai suoi legali di denunciare gli autori del servizio, il conduttore di Report e coloro i quali, a vario titolo, hanno riportato informazioni false nel corso della trasmissione.

Luigi Pereira e Francis Walsingham per startmag.it il 31 maggio 2023. 

“Se una società è una partecipata dal Mef perché ha bisogno di lobbisti per parlare con il Ministro?”. Se lo chiede la trasmissione Report di Rai3 in onda lunedì 19 maggio. ST Microelectronics, una società italo-francese che si occupa di semiconduttori, con il conflitto in Ucraina è diventata ancora più strategica per renderci indipendenti dall’industria cinese – ricorda Report – Il Mef ha una quota rilevante di STMicroelectronics che a Catania ha investito sulla produzione 1 miliardo, di cui 300 milioni sono stati finanziati dallo Stato italiano lo scorso anno.

Come ricordato nei giorni scorsi da Start Magazine, l’azionariato del colosso StM è articolato: Il principale azionista di Stm è Stmicroelectronics Holding Nv con una quota del 28% circa. E il socio di riferimento è partecipato al 50% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano e al 50% da Bpifrance Participations (organo di gestione delle partecipazioni statali francesi controllato dalla Cassa depositi e prestiti francese).

Secondo Report di Sigfrido Ranucci, a Catania nei giorni scorsi dietro alla prima fila dove c’è seduto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso (Fratelli d’Italia), e l’amministratore francese Jean-Marc Chery compare Carmen Zizza, manager e comunicatrice, da settimane indicata come una sorta di astro nascente nelle partecipate di Stato.

Secondo quanto hanno scritto lo scorso dicembre sia il Corriere della sera che il quotidiano Repubblica, in una riunione convocata dal governo per concordare una soluzione per la rete Tim, fra i nuovi consulenti del gruppo francese Vivendi – primo azionista del gruppo Tim – e di Rothschild c’erano Carmen Zizza e Daniele Ruvinetti (le prime mosse del consulente non pare stiano avendo successo su Palazzo Chigi).

Ha scritto mesi fa Start Magazine: “Carmen Zizza – come si può leggere sui social – è “relationship presso Eats” e “consulente relationship presso Medtronic”, società attiva “in tecnologia, soluzioni e servizi medicali”. È consulente di Rothschild, in ottimi rapporti con il banchiere d’affari Alessandro Daffina (numero uno di Rothschild Italia) ed è considerata vicina al ministro Adolfo Urso. Anni fa Zizza è stata direttore generale di Asam (Azienda servizi ambientali), “holding costituita dalla Provincia di Milano nel 1995 e poi passata con la chiusura dell’ente sotto il controllo della Regione Lombardia”; incarico interrotto in un modo raccontato da un articolo del Corriere della sera datato gennaio 2015 ancora sul web“.

“StM – ha scritto oggi il Fatto Quotidiano in un’anticipazione della trasmissione di Rai3 – si è convinta a staccarle un assegno di 6 mila euro al mese su consiglio di Alessandro Daffina di Rotschild (ex Fronte della Gioventù e vecchia conoscenza di Urso) che per Zizza ha firmato anche una lettera di referenze.

Ecco che cosa ha risposto il ministro Urso (ex presidente del Copasir) alle sollecitazioni, insistite e convulse, dell’inviato della trasmissione Report: “Non parlo dell’attività del Copasir. Non parlo di quello che noi abbiamo accertato nel Comitato. È vincolo si segretezza. Quello che abbiamo accertato su Report nel Comitato non ne parlo. Non parlo di quello che abbiamo accertato sulle audizioni che abbiamo fatto del Copasir, sul Comitato non parliamo. Le ho già detto che sull’attività del Comitato su Report, o meglio le denunce fatte da un parlamentare su Report non posso parlare”. Frasi che non hanno attinenza rispetto alle domande della trasmissione, chiosa Report.

Su Stm c’è comunque una partita delicata corso che solca, economia, industria, tecnologia e geopolitica. Un dossier su cui ambienti dei Servizi discutono e in parte si dividono. Il colosso St Microelectronics – secondo osservatori filo Usa – è abbastanza esposto rispetto alla Cina, vive con preoccupazione l’inasprimento dei rapporti tra Occidente e Cina, e continua a stringere accordi con clienti cinesi.

L’ultima intesa è di pochi giorni fa, con la cinese Chery: il gruppo automobilistico cinese Chery Group ha infatti stretto un accordo di cooperazione strategica con STMicroelectronics: una cooperazione tecnologica tesa alla fornitura di semiconduttori da parte del gruppo italo-francese per migliorare le prestazione delle vetture del costruttore cinese che ha varato un piano di espansione verso l’Europa con i propri brand.

Fra i settori dei Servizi italiani più filo Usa e Giappone ci si chiede: è un buon affare mettere in campo St Microelectronics? La domanda nasce da quanto riportato nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore: “«L’Italia è pronta a collaborare con il Giappone», avrebbe assicurato Meloni a Kishida. L’obiettivo è porre le basi di una collaborazione tra il polo italiano e le aziende giapponesi”, ha scritto il quotidiano confindustriale. Di sicuro il dossier St Microelectronics riserverà altre novità, non solo giornalistiche.

Le Armi.

Quali sono i Paesi con più armi nucleari pronte all’uso? Roberto Demaio su L'Indipendente il 21 Giugno 2023

Man mano che le relazioni geopolitiche si deteriorano, gli arsenali nucleari vengono rafforzati in tutto il mondo. Le testate pronte all’uso sono aumentate a 9.576 tra il 2022 e il 2023, 86 in più rispetto a un anno fa, con circa duemila tenute in stato di massima allerta. È ciò che emerge dal rapporto annuale elaborato dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI). Stati Uniti e Russia saldamente al primo e secondo posto, seguite da Cina, Regno Unito e Francia. Pechino ha aumentato le sue scorte di 60 testate nell’ultimo anno, confermandosi l’unica potenza ad aver aumentato i suoi arsenali pur facendo parte del Trattato di non Proliferazione Nucleare. Nonostante la diminuzione di scorte nucleari di USA, Russia, Regno Unito e Francia, il conflitto in Ucraina sembra aver inferto un grave colpo alla diplomazia nucleare e alla sicurezza globale. Stati Uniti e Regno Unito si sono rifiutati di rilasciare informazioni riguardanti le loro forze nucleari nel 2022 ed un nuovo accordo sul nucleare iraniano, pur se le trattative proseguono, pare tutt’altro che vicino. Elementi che fanno dire al direttore del SIPRI (Stockholm international peace research institute) che «stiamo entrando in uno dei periodi più pericolosi della storia umana».

Secondo il report annuale SIPRI, istituto internazionale indipendente che attraverso ricerche scientifiche mira a facilitare soluzioni pacifiche ai conflitti internazionali, la tensione è in aumento. Nove Stati dotati di armi nucleari, ovvero Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele, continuano a modernizzare i loro arsenali nucleari. Dell’inventario globale totale di circa 12.512 testate nel gennaio 2023, circa 9.576 erano in scorte militari per un uso potenziale, 86 in più rispetto al gennaio 2022. Circa duemila, quasi tutte appartenenti alla Russia o agli Stati Uniti, sono state mantenute in uno stato di massima allerta operativa, ovvero montate su missili o ospitate in bombardieri. Russia e Stati Uniti insieme possiedono quasi il 90% di tutte le armi nucleari.

I paesi che hanno aumentato le scorte nucleari sono Cina, India, Pakistan e Corea del Nord. La Cina però è l’unica tra questi a far parte del Trattato di non Proliferazione Nucleare (TNP). L’accordo, in vigore dal 1970 e con attualmente 191 stati firmatari, si basa su 3 principi: disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare. La corsa alle armi cinese sembra scontrarsi con ciò che prevede l’articolo VI, ovvero “ciascuna Parte si impegna a concludere in buona fede trattative su misure efficaci per una prossima cessazione della corsa agli armamenti nucleari e per il disarmo nucleare”. Al TNP si è poi aggiunto il Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari, il quale purtroppo è stato adottato solamente da 68 paesi.

Il conflitto Russia-Ucraina ha portato a gravi conseguenze sul controllo degli armamenti nucleari e la diplomazia del disarmo. Gli Stati Uniti hanno sospeso il dialogo bilaterale sulla stabilità strategica con la Russia. Nel febbraio 2023 la Russia ha annunciato la sospensione alla partecipazione al Trattato New START del 2010, l’ultimo trattato sul controllo delle armi nucleari rimasto che limita le forze nucleari strategiche russe e statunitensi. Il sostegno militare dell’Iran alle forze russe in Ucraina e la sua situazione politica hanno anche ostacolato i colloqui sul rilancio del Piano d’azione globale congiunto (JCPOA), l’accordo del 2015 inteso a impedire all’Iran di sviluppare armi nucleari. Secondo il SIPRI, la rinascita di tale accordo sembra ora sempre più improbabile. Gli Stati Uniti e il Regno Unito si sono entrambi rifiutati di rilasciare informazioni al pubblico riguardanti le loro forze nucleari nel 2022, contrariamente a quanto fatto negli anni precedenti. Nonostante le testate britanniche siano rimaste invariate nel 2022, si prevede che aumenteranno visto l’annuncio del governo britannico nel 2021 di aumentare il limite da 225 a 260 testate. La Francia ha continuato i suoi programmi per sviluppare un sottomarino missilistico balistico a propulsione nucleare di terza generazione e un nuovo missile da crociera lanciato dall’aria, nonché per rinnovare e aggiornare i sistemi esistenti. Dan Smith, direttore del SIPRI, ha commentato così il rapporto: «Stiamo entrando in uno dei periodi più pericolosi della storia umana. È imperativo che i governi del mondo trovino il modo di cooperare per calmare le tensioni geopolitiche, rallentare la corsa agli armamenti e affrontare le conseguenze sempre più gravi del degrado ambientale e dell’aumento della fame nel mondo». [di Roberto Demaio]

Come funziona il cannone a microonde nuova arma Usa contro gli sciami di droni. Lorenzo Nicolao su Il Corriere della Sera il 7 Giugno 2023

L’aeronautica statunitense ha provato Thor: sarebbe in grado di abbatterne tanti in un istante, compromettendo la loro elettronica. Il test ad aprile nella base di Kirtland (Nuovo Messico)

L’aeronautica militare statunitense sta mettendo a punto una nuova arma, potenzialmente in grado di cambiare il corso di molti conflitti contemporanei, non ultimo quello in Ucraina. Gli ingegneri Usa potrebbero presto mettere in campo uno strumento capace di far fronte, o addirittura prevenire, sequenze di attacchi come quella che ha colpito l’Ucraina negli ultimi giorni, con offensive messe a segno anche da droni lowcost iraniani. Si chiama Thor, acronimo che significa «Tactical Hiogh-power Operational Responder». In sintesi, un cannone ad energia diretta che riprodurrebbe però delle microonde (questa la novità) in grado di neutralizzare uno o più droni nell’arco di un istante. Il progetto va avanti da diversi anni, nel 2015 fu addirittura un’azienda russa a provare qualcosa di simile, ma i test positivi che sono stati tenuti ad aprile nella base militare di Kirtland (Nuovo Messico) lasciano intendere che presto l’esercito statunitense potrebbe dotarsi di questo strumento come sistema antiaereo. La diffusione dei droni e di velivoli altamente tecnologici guidati a distanza non ha fatto altro che incoraggiare lo sviluppo di questo tipo di mezzo bellico.

Nuovo sistema antiaereo

Il raggio d’azione sarebbe in grado di coprire 360 gradi e una portata di circa 10 chilometri, intervenendo direttamente sulle radiazioni elettromagnetiche dei droni. Questi velivoli diverrebbero subito ciechi e sordi, con telecamere e telemetrie rese inutilizzabili in un attimo. Il cannone a microonde Thor abbatterebbe tanto i droni nemici che operano singolarmente, quanto veri e propri sciami (i test del 2019 avevano provato la sua efficacia contro un unico velivolo). Il Laboratorio di Ricerca dell’Aeronautica Usa nelle ultime settimane di test ha voluto mettere alla prova le prestazioni reali del cannone rispetto ai modelli computerizzati. Non è stato specificato fino a quanti effettivamente possa abbatterne, ma sarebbe capace di surriscaldare l’elettronica di questi in pochi secondi, di fatto compromettendone l’utilizzo per il nemico. Questi cannoni, una volta introdotti sul campo di battaglia, potrebbero quindi essere un ottimo sistema antiaereo, alla luce di come i droni vengano oggi utilizzati per qualsiasi tipo di operazione bellica. Sufficiente vedere il ruolo giocato dai droni in questi due anni nel conflitto ucraino. Il costo del cannone sarebbe di circa 18 milioni di dollari, per uno strumento alto circa 6 metri, che sul campo può essere messo a punto da due soldati in un tempo di circa tre ore e con un’interfaccia che può essere utilizzata con grande facilità.

Migliore delle armi a energia diretta

Il rischio droni è diventato così un obiettivo prioritario della Us Air Force, che deve garantire protezione anche a molte basi esposte a questo tipo di attacchi. Fino a questo momento i droni erano risultati troppo piccoli per i tradizionali sistemi antiaerei e troppo veloci per essere abbattuti dalle armi leggere. Le microonde di Thor, hanno constatato i vertici militari che lo stanno testando, potrebbero superare anche le difficoltà riscontrate dai sistemi a energia diretta, come i laser ad alta energia, a volte troppo lenti per intercettare stormi di droni capaci di muoversi sempre più velocemente e colpire indisturbati, a spese molto contenute per le forze nemiche. Il cannone a microonde, come detto, andrebbe infatti a intervenire direttamente sull’elettronica di questi velivoli sofisticati. Non sarebbe quindi un semplice raggio, che deve mirare e colpire i mezzi nemici. L’aeronautica americana non ha rivelato alcuna data su un possibile impiego di Thor, ma i tempi, viste le necessità belliche pressoché immediate, potrebbero non essere così lunghi.

L’Italia ha versato 133 milioni di euro al fondo europeo per le armi a Kiev. Carlo Tecce su L'Espresso il 9 giugno 2023.

Dal 28 febbraio 2022, l’Unione ha trasformato lo “Strumento europeo per la pace” in serbatoio per rimborsare i Paesi membri che spediscono materiale bellico all’Ucraina. La cifra spesa da Roma arriverà a 183,5 milioni entro dicembre

Oltre 133 milioni di euro in un anno. Questa è una cifra reale, non una stima, che mostra lo sforzo economico italiano per armare l’Ucraina. Secondo i documenti del governo consultati da L’Espresso, Roma ha versato oltre 133 milioni di euro in un anno (giugno 22/giugno 23) in quel che viene definito lo Strumento europeo per la pace – European peace facility (in sigla Epf). È il fondo che fu istituito dall’Unione Europea un paio di anni fa per «prevenire i conflitti» nel mondo, ma che dal 28 febbraio 2022 è utilizzato per rimborsare (con quote dal 40 al 60 per cento) i 27 Paesi membri che sostengono militarmente la resistenza di Kiev contro gli invasori di Mosca.

Le spese europee e italiane in forniture belliche per l’Ucraina sono coperte da notizie classificate e segreti di Stato, una cautela estrema che dicono serva a evitare indebiti vantaggi all’esercito di Vladimir Putin, ma più che altro è necessaria a trattenere le informazioni per non spaventare la pubblica opinione. Le informazioni convenienti sono amplificate, quelle non convenienti sono limitate. Per esempio le istituzioni di Bruxelles esaltano spesso proprio lo Strumento europeo per la pace, che aveva una dotazione iniziale di 5,7 miliardi di euro per il periodo 2021/27, ma che, visto il cambio di uso per la guerra, ha indotto il Consiglio a portarla a 7,9 miliardi con l’intenzione già esplicitata di arrivare almeno a 12 in breve tempo.

Lo spagnolo Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, attraverso il portavoce Peter Stano, fa sapere a L’Espresso che 7,3 miliardi di euro su 7,9 sono «impegnati» per l’Ucraina in aiuti militari e umanitari e che fin qui i 27 Paesi membri hanno presentato richieste di rimborso per 10 miliardi di euro: «Molto di più del previsto». Fra aspettative, promesse e miliardi ancora virtuali, quant’è disponibile per lo Strumento europeo per la pace?

Alla vigilia dell’aggressione della Russia avvenuta il 24 febbraio 2022, nel fondo Epf c’erano circa 450 milioni di euro, impiegati in missioni in Africa e nel supporto militare a Georgia, Moldavia e Ucraina con una trentina di milioni. Per le proporzioni economiche, Roma partecipa con il 12,8 per cento, nel primo anno ha contributo con 55,3 milioni di euro allocati nel capitolo di spesa 3429 del ministero degli Esteri.

Il 28 febbraio 2022, come già ricordato, i capi di governo riuniti nel Consiglio europeo hanno modificato lo Strumento europeo per la pace e l’hanno trasformato in serbatoio collettivo per armare Kiev, prezioso soprattutto per i Paesi orientali e di confine (Baltici, Polonia, Repubblica Ceca).

Le posizioni dei Cinque Stelle sulle forniture belliche hanno lacerato il governo di Mario Draghi e ne hanno provocato la caduta il 20 luglio 2022. Ciò si riflette nei pagamenti italiani al fondo Epf. Non risultano erogazioni sino al 22 giugno 2022. Quel giorno vengono effettuati due bonifici da 5,15 e 37,20 milioni di euro, “uscite” che da settembre si ripetono con regolarità mensile per un totale di 64 milioni di euro, 13 in meno rispetto alle disponibilità.

Il governo di Giorgia Meloni non potrà mai avere esitazioni sulla guerra in Ucraina, la ferma adesione ai piani Nato/Usa ha permesso a Fratelli d’Italia di diventare un partito affidabile a differenza dei leghisti. Dunque a gennaio Roma ha girato 60 milioni di euro al fondo Epf e, per gli ultimi aggiornamenti di maggio, siamo a 69 milioni che, sommati ai 63 abbondanti del 2022, fanno oltre 133 milioni.

Il governo ha aumentato di 30,7 milioni lo stanziamento per il 2023, in capo sempre al ministero degli Esteri, per una somma complessiva di 119,5 milioni. In questo modo, entro dicembre, l’Italia avrà corrisposto 183,5 milioni al fondo Epf per le armi a Kiev. Al momento L’Unione Europea ha deliberato una spesa di 5,6 miliardi di euro per i rimborsi (di cui 2 per munizioni e missili). Roma ne dovrà inviare ancora molti di bonifici.

Il prezzo e i tempi degli F-16 all’Ucraina. Sergio Barlocchetti su Panorama su il 7 Giugno 2023

Un mare di soldi e la dipendenza tecnologica dagli Usa, ma anche l’accelerazione delle consegne degli F-35 ai Paesi che invieranno i caccia a Kiev. Che però deve prepararsi a decuplicare la spesa militare per la sua aviazione

La possibilità di ricevere gli F-16 è stata salutata dagli ucraini come una grande conquista. Ma oltre ai tempi tecnici, non certo immediati e neppure tali da cambiare il corso della guerra, e oltre alla necessità correlata di dover poi mantenere efficiente un sistema d’arma comunque molto costoso, c’è un fattore che pare essere del tutto ignorato: gli F-16, per quanto aggiornabili, sono aeroplani vecchi che dovranno essere sostituiti entro un decennio qualora le capacità dei velivoli russi (o in futuro cinesi) rimarrà quello attuale. Dunque, è necessario un ragionamento su come potrebbe essere ricostituita la forza aerea ucraina dalla fase finale del conflitto fino a un possibile – ma non scontato - ingresso nella Nato. Se nel breve termine alcune nazioni in aria di sostituzione dei jet acquisiti negli anni Ottanta possono consegnarli a Kiev prelevandoli dai loro arsenali, quindi già aggiornati e dotati dei sistemi che li rendono competitivi, come gli apparati di comunicazione che consentono di condividere con i centri di comando e controllo e con altri velivoli i dati dei bersagli (noto come Link 16), non dispongono tuttavia dei più recenti tipi di sensori e di protezioni elettroniche che invece sono presenti sui jet più moderni. Bisogna infatti considerare che la maggioranza dei paesi cha hanno offerto gli F-16 a Zelensky ha già ordinato dagli Usa gli F-35, che però hanno ratei di consegna molto lenti. E fu proprio la lentezza di una consegna, in quel caso dell’Eurofighter, che spinse l’Italia a prendere gli F-16 in leasing tra il 2003 e il 2012. Un’altra considerazione riguarda il numero di ore di volo fatte dagli F-16 destinati all’Ucraina. Ogni tipo di aeroplano ha una vita operativa finita, al termine della quale è possibile prolungarne il servizio ma spendendo molti soldi. Raramente ne vale pena, e anche in questo caso l’Italia ha grande esperienza al riguardo, avendo tenuto in servizio il mitico F-104 dal 1969 al 2004. Ebbene: la vita utile dello F-16 è di circa 8.000 ore e nei Paesi Nato normalmente e in tempo di pace, un tale aeroplano militare vola dalle 180 alle 350 ore l’anno. Considerando quindi l’età di quelli in servizio in nazioni come l’Olanda, è facile calcolare che potrebbero avere davanti ancora un migliaio di ore utili, e che quindi in meno di tre anni (in caso di prosecuzione del conflitto), ed entro quattro o cinque, andrebbero radiati. Per evitare un investimento poco utile Kiev dovrebbe quindi mirare alle serie più recenti del caccia, il cosiddetto Block-70, ovvero quelli dotati dei software più moderni, di radar in grado di identificare bersagli contemporanei e soprattutto dei sistemi di protezione elettronica che non li trasformerebbero in facili bersagli dei velivoli di quinta generazione costruiti in Russia. Ma questi F-16 Block 70 sono pochissimi, costano molto, quasi duecento milioni per esemplare, e la loro consegna non potrebbe avvenire prima di tre anni. Non a caso è quanto sta avvenendo con Bulgaria e Slovacchia, che li hanno scelti. Se l'Ucraina continua a sostenere di volersi dotare di un numero variabile di jet compreso tra un minimo di 40 e un massimo di oltre 100 aerei, il conto arriverà intorno a 8-9 miliardi di dollari, ai quali bisogna aggiungere il denaro necessario per mantenerli, circa 4,5 milioni di dollari l’anno per aeroplano, ovvero almeno 184 milioni per il numero minimo di 40. Per fare un paragone, prima della guerra Kiev spendeva per l’aviazione, cioè per tenere in volo una settantina di velivoli di costruzione sovietica, poco più di un miliardo di dollari l’anno. Quanto ai tempi, Bratislava ha ordinato gli F-16 nel 2018, ma la prima consegna avverrà non prima del 2024, ovvero tra l’aggiudicazione del contratto all’atterraggio nelle basi militari trascorrono da cinque a sei anni. L’opzione F-16 per Kiev sarà comunque estremamente costosa ma resta possibile soltanto se le consegne dei caccia avverranno seguendo quelle degli F-35, almeno per un decennio, suddividendo quindi i grandi oneri su più parti. In alternativa, ma Kiev non sarebbe altrettanto felice, alcune nazioni Nato  potrebbero cedere velivoli come i Saab Gripen (Svezia), il Dassault Rafale (Francia) e l'Eurofighter Typhoon (regno Unito, Italia, Spagna, Germania). Ma difficilmente gli americani apprezzerebbero che altri stati aprano canali di forniture che non porterebbero loro alcun vantaggio economico. Tecnicamente parlando, Parigi negli ultimi anni hanno venduto più Rafale di quanti F-16 abbiano piazzato gli Usa sul mercato internazionale, specialmente in Medioriente, mentre i Gripen sono molto più costosi da acquistare ma più economici da usare rispetto all'aeroplano americano. Infine, l'Eurofighter offre capacità più avanzate rispetto ai concorrenti e potrebbero essere disponibili prima degli F-16 Block 70 ma richiedono tempi più lunghi per l’addestramento di piloti e tecnici. Pensare che Paesi Nato europei possano cedere Eurofighter non più nuovi è plausibile, ma che oltre a quanto stanno inviando in Ucraina in termini di valore di armi possano anche finanziare l’acquisto di caccia è poco probabile. E certo a Kiev non converrebbe avere una flotta fatta di aeroplani diversi, con catene di approvvigionamento di parti differenti e abilitazioni al pilotaggio difformi. Ma è altrettanto vero che, a guerra finita, comunque il fronte russo-ucraino resterà caldo a lungo per il permanere della minaccia, e quindi l’Ucraina dovrà avere un’aviazione in grado di garantire la sicurezza dello spazio aereo.

Estratto dell’articolo di Veronica Stigliani per repubblica.it il 6 giugno 2023.

"Putin ci ha fatto un’ottima pubblicità”, ironizza Victor Talanov, direttore di Inflactech Decoys, la fabbrica ceca che produce armamenti gonfiabili. Carri armati, aerei, missili a grandezza naturale sono i prodotti di punta dell’azienda di Decin, nel nord della Repubblica Ceca, al confine con la Germania. “Nel 2022 abbiamo raddoppiato le vendite”. 

Attrezzature false per ingannare il nemico, la Russia, sebbene l’amministratore delegato Vojtech Fresser non confermi che i gonfiabili siano destinati anche all’Ucraina. Si limita a vantare clienti “in tutto il mondo”, senza fare esplicito riferimento a Kiev. Ma ammette di immaginare che “se vogliamo sostenere un Paese partner che si trova in difficoltà, invieremo loro le nostre esche gonfiabili”. Previa approvazione del governo di Praga, membro della Nato.

Non a caso nell’ultimo periodo sono entrati nel suo catalogo anche i sistemi di artiglieria Himars di fabbricazione statunitense, aggiunti a una scelta di oltre 30 strumenti proposti dall’azienda.

I prodotti, realizzati in nylon e seta sintetica, sono dotati di un’impronta termica che li rende tracciabili ai radar, per ingannare la ricognizione nemica. Possono arrivare a pesare fino a 100 chili, ma, imballati in sacchi trasportabili anche solo da due soldati, hanno bisogno solo di dieci minuti per essere gonfiati. Il costo varia dai 10mila ai 100mila dollari, ma per Fresser se il nemico colpisse il gonfiabile con “un equipaggiamento anche 20 volte più costoso, allora sarebbe una vittoria”.

[…]

Prezzi truccati dietro il boom di armi: i grandi affari Usa sulla guerra in Ucraina. Federico Giuliani l'1 Giugno 2023 su Inside Over.

Senza l’aiuto degli alleati occidentali l’Ucraina non sarebbe mai riuscita a contenere l’offensiva russa. Il supporto che Stati Uniti ed Europa hanno fornito a Kiev si è concretizzato nella condivisione di informazioni di intelligence, addestramento del personale e, soprattutto, nell’invio di equipaggiamento militare di ogni tipo.

Considerando che la guerra va ormai avanti da oltre un anno, con combattimenti particolarmente intensi, inframezzati da blitz e attacchi missilistici improvvisi, Volodymyr Zelensky ha elencato una lunga lista di armi necessarie per difendersi dai raid russi. Numeri alla mano, gli Stati Uniti sono di gran lunga il fornitore ucraino di aiuti militari più generoso in circolazione, con 46,4 bilioni di dollari fin qui spesi per assistere Kiev. Seguono Regno Unito (7,2 bilioni), Germania (3,8), Polonia (2,6), Olanda (2,5), Canada (1,5), Norvegia (1,4), Svezia (1,2), Danimarca (0,9), Finlandia (0,8), Italia (0,7) e Francia (0,7).

Nella prima fase del conflitto, Washington ha spedito missili anticarro e antiaereo portatili (5.500 Javelin e 1.400 Stinger), entrambi impiegabili a fronte di un addestramento breve. A marzo è stata la volta dei droni kamikaze Switchblade, quindi degli antiaerei Sa-8 e degli S-300, dei carri armati T-72 e Pt-91, per poi arrivare agli elicotteri pesanti Mi-17 e ai cannoni M777 da 155 millimetri.

Adesso, in vista della controffensiva annunciata da Zelensky, gli Usa sarebbero pronti ad inoltrare sistemi missilistici a lungo raggio, per non parlare del via libero dato all’invio degli F-16 da parte dei partner europei. L’aspetto fin qui trascurato riguarda il grande business che ruota attorno alla vendita di tutti questi armamenti. 

Gli affari d’oro dei produttori di armi Usa

Cbs News ha rivelato come i produttori di armi statunitensi starebbero attuando presunti trucchi per gonfiare i prezzi di vendita di veicoli e missili da inviare all’Ucraina, gravando così sulle casse del Pentagono con cifre sempre più ingenti. Detto altrimenti, i grandi produttori Usa avrebbero messo le mani su una sorta di monopolio della fornitura di armi e starebbero beneficiando di tale condizione da quando è scoppiata la guerra in Ucraina.

Date le cifre in ballo, il sito statunitense ha lasciato intendere, tra le righe, che molti produttori di armi americani auspicherebbero che il loro Paese prestasse assistenza militare (proprio come sta accadendo in Ucraina) in quanti più punti problematici del mondo possibile.

“È certamente più di quanto abbiamo dato a qualsiasi Paese prima, anche al culmine della guerra in Afghanistan. Gli aiuti che abbiamo inviato all’Ucraina per i loro militari sono superiori al nostro budget della Nasa per lo spazio”, ha affermato Hanna Homestead, analista politico presso il Center for International Policy. Alla fine dello scorso anno, Washington aveva speso circa 20 miliardi di dollari per armare l’Ucraina, e cioè quasi il doppio dell’importo che gli Stati Uniti hanno destinato, nel 2021, a 12 Paesi messi insieme, tra cui Afghanistan (4,1 miliardi di dollari), Israele (3,3 miliardi di dollari) ed Egitto (1,3 miliardi di dollari).

Alcune delle armi finite tra le mani dei soldati ucraini sono così sofisticate che le forze di Kiev, non ancora addestrate a dovere per usarle, sarebbero costrette ad usare Google Translate per comprendere i manuali delle istruzioni, scritti in lingua inglese.

Lockheed Martin, Raytheon, Boeing e Northrop Grumman, tutte società statunitensi, sono tra i principali appaltatori che producono alcune delle armi più richieste e costose inviate in Ucraina. Nelle settimane successive all’invasione russa dell’Ucraina, la capitalizzazione di mercato di Raytheon Technologies è schizzata a 155 miliardi di dollari dai 128 miliardi di dollari di inizio anno. Lockheed Martin ha iniziato il 2022 con un valore di 98 miliardi, ma alla fine dell’anno aveva raggiunto i 127 miliardi. Northrop Grumman ha iniziato l’anno a 61 miliardi per terminarlo a 84 miliardi. La guerra in Ucraina ha inoltre fatto salire le azioni dei suddetti produttori, con il prezzo delle azioni di Northrop aumentato del 40% e quello di Lockheed Martin del 37%.

Prezzi gonfiati e monopolio

William Hartung, ricercatore senior presso il Quincy Institute for Responsible Statecraft, ha spiegato che, a causa della necessità di procurarsi armi per l’esercito Usa e soddisfare le richieste di altri Stati chiave, come l’Ucraina, il Pentagono sta pagando enormi somme di denaro ai produttori di armi nazionali.

I contratti per gli appaltatori messi sul tavolo valgono miliardi e miliardi di dollari. Alcune fonti hanno fatto sapere che un missile stinger a spalla costava 25mila dollari nel 1991. Con Raytheon, che adesso è l’unico fornitore, lo stesso missile costa più di 400mila dollari. Anche tenendo conto dell’inflazione, e di alcuni miglioramenti, si tratterebbe pur sempre di un aumento di sette volte.

Un discorso simile può essere fatto per altre armi ed equipaggiamenti, come i pezzi di ricambio per aerei da combattimento. TransDigm, uno dei produttori attivi in quest’ultimo settore, sta facendo affari d’oro, visto che riceverà dal governo Usa 119 milioni di dollari per parti che dovrebbero costare 28 milioni di dollari.

Ma com’è possibile che gli Stati Uniti siano diventati vittime del monopolio di pochi, grandi produttori di armi? In passato le compagnie operative nel settore della Difesa non godevano affatto di tale monopolio. Tutto è cambiato all’inizio degli anni Novanta, precisamente nel 1993, quando il Pentagono, cercando di tagliare i costi, ha sollecitato le compagnie a fondersi. All’epoca si contavano una cinquantina di appaltatori, mentre adesso abbiamo cinque giganti: Lockheed Martin, Boeing, Raytheon, General Dynamics e Northrop Grumman. L’ultima grande fusione è avvenuta nel 2020 tra Raytheon e United Technologies.

Tornando al presente, gli Stati Uniti hanno recentemente approvato la vendita alla Polonia di 10 miliardi di dollari di munizioni e Himars. Ha inoltre già inviato 20 unità – costo stimato: almeno 5,1 milioni di dollari l’una – all’Ucraina. Lockheed Martin, la società che produce Himars, non vede l’ora di incassare la somma. FEDERICO GIULIANI

Armi all'Ucraina, anche gli Usa hanno tirato dei «pacchi». Sergio Barlocchetti su Panorama l'1 Giugno 2023

Si scopre che cannoni ed altro materiale dal Pentagono non sia utilizzabile e ci vorranno riparazioni e tempi lunghi

Prima di spedire le armi in Ucraina ogni esercito deve giocoforza eseguire un’ispezione. E non sempre lo stato di conservazione di tali mezzi e sistemi è quello ipotizzato, specialmente dalla politica che gli accordi li firma. È accaduto con i nostri carri conservati in Piemonte, che hanno poi dovuto essere riparati perché gli ucraini avevano riscontrato problemi tecnici, ed era successo ancor prima con i mezzi promessi a Zelensky dagli americani, i quali avevano pensato di rifilare agli ucraini parte degli equipaggiamenti usati in Kuwait. Un luogo il cui clima non si facilita certamente la perfetta conservazione della tecnologia, a cominciare dalla presenza di sabbia e dal clima. L'ispettore generale del Pentagono ha infatti scoperto che l'equipaggiamento prelevato dallo stock diretto in Ucraina non era affatto pronto per affrontare operazioni di combattimento. Così è stato necessario compiere operazioni di manutenzione straordinarie sia sugli obici tipo M-777 sia sui veicoli M1167. Fin qui potrebbe trattarsi soltanto di spendere qualche centinaio di migliaia di dollari in più per onorare un accordo; invece, il tempo necessario per completare le revisioni ha comportato e ancora comporterà ritardi nella consegna, e soprattutto nell’inizio delle operazioni di addestramento dei militari di Kiev al loro utilizzo. Non sarebbe stato diverso se a usare quelle forniture sarebbero stati gli americani in qualche altro scenario, e il rischio c’è stato in particolare per la vicenda di Taiwan. Ma, ancor peggio, il battaglione preposto a organizzare la manutenzione non ha assicurato che l'appaltatore tecnico soddisfacesse i requisiti di manutenzione per circa 19 mesi sugli obici M777, rendendoli di fatto pericolosi. Tra culatte bloccate e fluido idraulico non sostituito, i cannoni in questione avrebbero facilmente ucciso chi avesse tentato di utilizzarli. Eppure, l’appaltatore aveva pagato alla società incaricata per la riparazione una cifra tutt’altro che indifferente: 114 milioni di dollari per le spese di manodopera e di viaggio. Stando a quanto riferito dalla testata DefenceNews, durante il trasferimento dal Kuwait all’Europa avvenuto il 21 giugno 2022, uno degli obici incriminati aveva subito un incendio del freno di stazionamento, probabilmente a causa del suo mancato sblocco, e le fiamme erano state alimentate proprio dalla fuoriuscita di liquido idraulico. E altri difetti furono riscontrati all’arrivo delle armi in Polonia, così come a quasi tutti i 29 automezzi Humvee consegnati nell’agosto scorso, che presentavano batterie scariche, luci non funzionanti, indicatori difettosi, cinture di sicurezza danneggiate, serrature delle porte rotte, pneumatici danneggiati con quelli di scorta mancanti (probabilmente già usati come ricambi) e perdite di liquidi. Forse nelle continue richieste di armi da parte di Zelensky c’è anche la consapevolezza che la guerra è, per chi fornisce armi, un’ottima occasione per disfarsi dei rottami.

Tecnologia Nato per i missili russi: ecco come Mosca aggira l’embargo. Una rete di intermediari dalla Cina alla Turchia. Per rifornire l’armata di Putin con i chip prodotti da aziende Usa ed europee. Tra queste anche STMicroelectronics, controllata dai governi di Roma e di Parigi. Vittorio Malagutti su L'Espresso Sera il 31 Maggio 2023

Da mesi a Washington, così come a Bruxelles, i politici al governo fanno di tutto per parlar d’altro. Per i servizi di intelligence, però, non è certo un mistero. Ogni settimana, tecnologia occidentale per milioni di euro, o di dollari, se preferite, varca il confine russo e va ad alimentare la macchina bellica di Mosca. In altre parole, il regime di Vladimir Putin finora si è dimostrato capace di perforare con grande efficacia il muro delle sanzioni eretto dagli Stati Uniti e dai suoi alleati, sanzioni che hanno colpito ben 1.400 persone e oltre 200 società, con il sequestro di beni per più di 20 miliardi di euro.

L’elenco delle merci che non dovrebbero finire nei magazzini del Paese aggressore è molto lungo, ma i prodotti elettronici sono in cima alla lista proprio per il loro valore strategico, perché accanto agli usi civili sono indispensabili anche per il funzionamento dei sistemi d’arma, dai veicoli corazzati fino a radar e aerei. Giusto per fare un esempio, senza i chip fabbricati negli Usa e anche in Europa, sarebbe impossibile far volare i missili che quotidianamente portano morte e distruzione nelle città ucraine.

Eppure, dal 24 febbraio dell’anno scorso, quando cominciò l’attacco russo in direzione Kiev, il commercio di materiali ufficialmente vietati non si è mai interrotto.

La prova di questo traffico è scritta nero su bianco nei registri doganali, migliaia di documenti registrati in una banca dati che L’Espresso ha potuto esaminare. In quei file compaiono, per esempio, i nomi di multinazionali Usa come Intel e Texas Instrument, oltre al gruppo tedesco Infineon.

L’elenco comprende anche STMicroelectronics, grande azienda quotata in Borsa che ha come soci di riferimento il governo italiano e quello francese. Nei cinque mesi da marzo a ottobre dell’anno scorso, periodo a cui si riferisce la documentazione consultata da L’Espresso, sono decine e decine le transazioni che riguardano prodotti con il marchio di questi colossi dell’elettronica. «Dalla fine di febbraio 2022 - dichiara un portavoce di STMicroelectronics - abbiamo intrapreso azioni per rispettare i requisiti specifici di molteplici pacchetti di sanzioni e misure di controllo all’esportazione varate dall’Unione Europea, gli Stati Uniti e i paesi partner contro la Russia e la Bielorussia».

A quanto sembra, però, i controlli disposti dall’azienda italofrancese non si sono rivelati sufficienti a interrompere le forniture destinate alla Russia. In base a quanto riporta la banca dati doganale, tra i principali acquirenti dei chip di STMicroelectronics troviamo aziende come Ural Telecom Systems di Ekaterinburg, città degli Urali al centro del sistema militar-industriale che sostiene lo sforzo bellico del regime di Putin.

Si trovano a San Pietroburgo, invece, gli uffici della SMT-iLogic, un’altra società che tra la primavera e l’estate del 2022 risulta destinataria di decine di forniture di tecnologia con marchio STMicroelectronics. Secondo quanto dichiarato in dogana, questi prodotti sarebbero «circuiti elettronici integrati (…) per la fabbricazione di apparecchiature industriali per scopo non militare». La stessa SMT-iLogic è però finita al centro dei sospetti della coalizione occidentale. E infatti compare nell’elenco delle società messe sotto sanzione dal governo Usa. L’azienda di San Pietroburgo, si legge nel sito del Dipartimento di Stato americano, è «coinvolta in un sistema di forniture che ha lo scopo di ottenere tecnologia straniera (…) per la produzione dei droni Orlan». È questo il nome del più noto e diffuso tra i velivoli senza pilota di fabbricazione russa, impiegato in questi mesi dall’esercito di Putin nella guerra in Ucraina e prima ancora in Siria.

Com’è possibile che prodotti con il marchio STMicroelectronics siano arrivati in grande quantità alla 0, strettamente legata all’industria militare russa e da tempo sotto sanzioni occidentali? La risposta a questo interrogativo si trova nella banca dati doganale.

Alla voce “fornitore” delle merci destinate all’azienda di San Pietroburgo, i documenti esaminati da L’Espresso indicano una serie di società con base in Cina e a Hong Kong. Tutto regolare, quindi, almeno sulla carta. I chip prodotti dal gruppo franco-italiano approdano in Russia provenienti da Paesi che non hanno aderito all’embargo promosso da Stati Uniti e Unione Europea.

Uno schema elementare, una semplice triangolazione applicata migliaia di volte in questi mesi: per aggirare le sanzioni basta rifornirsi su piazze amiche e il gioco è fatto. In questo modo il Cremlino è riuscito a contenere i danni al sistema produttivo causati dalla guerra commerciale dichiarata dall’Occidente. L’export verso la Russia ha preso le strade più diverse e si è trasformato in un business che garantisce profitti milionari. E così, nell’ultimo anno, si sono moltiplicati gli intermediari con base in Estremo Oriente, come pure in Turchia, un altro Stato che si è trasformato in un efficiente porto franco per le merci sottoposte a embargo. Esemplare il caso della Smart Trading Transportation Industry and Trade Ltd con base a Istanbul, che ha venduto prodotti con marchio STMicroelectronics alla già citata Ural Telecom Systems di Ekaterinburg. Secondo il governo americano, l’azienda turca è collegata a Grigoriy Grigoriev, un uomo d’affari russo che tira le fila di un network di società che fanno da sponda a traffici illegali. A Hong Kong invece si trova la sede della Asia Pacific Links, che nella lista nera statunitense viene descritta come importante fornitore della STM-iLogic, a sua volta, come detto, colpita dal blocco Usa. Anche in questo caso, secondo Washington, la pista porta in Russia, dove risiede un certo Anton Trofimov, indicato come amministratore della Asia Pacific Links di Hong Kong.

«Abbiamo aumentato la vigilanza contro l’evasione delle sanzioni», spiega il portavoce di STMicroelectronics, ma tra intermediari offshore e società ombra finisce per diventare molto difficile individuare l’utilizzatore finale dei prodotti che aggirano l’embargo. Del resto, la via che porta a Mosca è più che mai trafficata anche in questi mesi, nonostante la guerra e la dichiarata volontà dell’Occidente di isolare il Cremlino. Non per niente nel 2022 l’export italiano verso il Paese di Putin, pur in caduta del 24 per cento rispetto al 2021, vale comunque 5,8 miliardi di euro. Nella banca dati consultata da L’Espresso sono presenti decine e decine di aziende italiane che continuano a inviare i loro prodotti in Russia. Tutto legale, perché le merci esportate non sono soggette ai divieti decisi dalla Ue. Tra i grandi gruppi industriali, la lista comprende Barilla, Ferrero, Essilor-Luxottica e Pirelli, che hanno però comunicato di aver sospeso ogni nuovo investimento in territorio russo. I file doganali segnalano anche tutti i più importanti marchi della moda, come Armani, Prada e Dolce Gabbana. Ed è lunghissimo l’elenco di piccoli e piccolissimi produttori di mobili, calzature, specialità alimentari. Business as usual, per loro, perché spesso, senza Russia, i conti aziendali andrebbero a picco.

I Partigiani.

Estratto dell’articolo di Francesco Battistini per il “Corriere della Sera” il 19 Giugno 2023.

Di sicuro, c’è solo che non lo si vede più. E che s’ostina a non comparire, adesso che tutti si chiedono se sia ancora vivo. Che fine ha fatto Kyrylo Budanov? A leggere i social russi, il numero uno dei servizi segreti ucraini è in fin di vita. 

Ad ascoltare i vertici di Kiev, che in tre settimane ne hanno già smentito quattro volte la morte, sta bene. A dar retta a una fonte diplomatica a Kiev, le chiacchiere stanno a zero: il capo degli 007 sarebbe stato visto in un incontro ufficioso degli ambasciatori europei col ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.

[…]  Di sicuro, c’è un’altra certezza: che il giallo sulla sorte di Budanov sta diventando l’ennesimo caso d’informata disinformazione. Capace di trasformare il verosimile in facsimile e il falso in qualcosa che somiglia al vero. 

I fatti. Il 29 maggio scorso, c’è un pesante attacco missilistico russo nella capitale. Viene colpito il quartier generale dei servizi militari Gur a Rybalsky, una zona che tutti chiamano «l’isola». Il traffico rimane bloccato a lungo e anche un deputato ucraino, Ilya Kiva, conferma che qualcosa di grave è accaduto.

Proprio quel giorno, nelle stesse ore dell’attacco, Budanov appare in un video: un messaggio generico, per dire solo che «un altro tentativo russo di compiere azioni terroristiche è fallito». In realtà, spiegherà qualche giorno dopo un’agenzia moscovita ultra-putiniana come Ria Novosti , «un missile ha colpito un ufficio di fianco al suo» e Budanov ha subìto un gravissimo trauma cranico. 

L’ufficiale è in coma profondo, sostengono i russi, ed è stato trasferito con un elicottero in Polonia, alla base militare di Rzeszow. Di qui il ricovero urgente in una clinica di Berlino, a bordo d’un C-21A messo a disposizione dall’aeronautica militare Usa.

La notizia di Budanov in fin di vita galleggia per qualche giorno. Kiev la smentisce e nessuno sembra prenderla troppo sul serio. Anche perché il governo ucraino pubblica un altro breve e strano video del capo dei servizi ucraini, ripreso in silenzio e immobile 

[…] I russi però insistono: come rilanciare la storia? La fonte viene «rinforzata» con una citazione più autorevole e in rete comincia a circolare la conferma d’un settimanale tedesco, Stern, che avrebbe trovato più dettagli. 

Spunta il nome dell’ospedale dove Budanov sarebbe ricoverato in gran segreto e sotto falso nome — il Bundeswehr di Berlino, in Scharnhorstrasse 13 —, con tanto di «bocche cucite delle autorità sanitarie» e «altissimi protocolli di sicurezza». Credibile? Un po’ di più: tanto che la storia viene ripresa da altri media. Peccato che tocchi a Stern precisare di non avere mai pubblicato niente del genere: quello che circola, è un falso articolo.

[…] Oggi, il silenzio di Kiev sul caso Budanov è comprensibile: da nove anni, il generale è lo stratega della guerra in Donbass, l’ideatore in Crimea del camion-bomba sul ponte di Kerch, l’organizzatore dei sabotaggi di questi mesi in territorio russo. Il Cremlino lo considera «il terrorista ucraino più pericoloso dopo Zelensky» e gl’imputa anche l’uccisione di Darya Dugina, la figlia dell’«ideologo» del putinismo. 

Ispirato dalle spedizioni punitive del Mossad israeliano, Budanov teorizza la necessità d’«uccidere russi in tutto il mondo»: perdere uno così, per gli ucraini sarebbe un colpo durissimo.

[...] sabato sera, Volodymyr Zelensky ha postato le immagini del Consiglio di guerra nel suo bunker segreto. Vi si vedono i generali Syrsky, Tarnavsky, Shaptala e Zaluzhny (pure lui, era stato dato per morto dai russi), più altri ufficiali «coperti». La didascalia è sibillina: «Non dirò ancora i nomi di questi uomini», scrive. «Tutto a suo tempo. L’avanzata è la cosa più importante. Ciascuno dei nostri soldati, ciascuno dei nostri nuovi passi è la cosa più importante. E c’era Budanov…». C’era Budanov, ma non s’è visto. Perché?

 (ANSA il 20 giugno 2023) Il capo dell'intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov è riapparso in tv smentendo le notizie sui media russi che da giorni lo danno per morto o in coma dopo l'attacco russo a Kiev del 29 maggio. "La centrale di Zaporizhzhia è stata ulteriormente minata. E la cosa peggiore è che il dispositivo di raffreddamento è stato minato. Se lo disabilitano, allora c'è un'alta probabilità che ci saranno problemi significativi", ha affermato in una trasmissione tv il cui video è visibile su RBC-Ucraina. 

Scuola di resistenza. I freedom fighters taiwanesi che combattono in Ucraina. Francesco Del Vecchio su Linkiesta il 19 Giugno 2023.

Il numero di cittadini di Taipei nelle file dei foreign fighters è significativo a livello simbolico. I volontari credono che la loro esperienza sul campo sarà utile qualora la Cina dovesse forzare la situazione sullo stretto 

Dopo l’invasione da parte della Russia il taiwanese Yao Kuan-chun si è offerto volontario per combattere in Ucraina: è andato sul campo, uno dei pochi soldati taiwanesi a essersi unito agli altri combattenti internazionali. Yao, trentenne, ha combattuto in nome di ideali giganteschi, come la democrazia e la libertà, e con la sua patria nel cuore. «Le tensioni con la Cina sono aumentate (attraverso lo stretto di Taiwan), quindi dobbiamo accelerare il passo se vogliamo essere pronti. Se oseranno o meno invadere l’isola dipende dalla nostra preparazione», ha detto Yao ai media locali.

«C’è un detto che dice: “Oggi Hong Kong, domani Taiwan”», riferendosi al timore che l’erosione cinese delle libertà avvenuta a Hong Kong possa ripetersi a Taipei, qualora questa passasse sotto il dominio di Pechino. Yao ha ricevuto solo due settimane di addestramento prima di essere inviato in prima linea. «Anche se sai cosa stai facendo, è comunque spaventoso», ha concluso.

Lu Tzu-hao, un altro soldato taiwanese che ha preso parte alle operazioni in Ucraina, ha detto di aver deciso di fare il volontario «senza pensarci troppo», scoprendo che «è davvero sorprendente che [gli ucraini] siano stati in grado di resistere per un anno». Il trentaseienne Lee Cheng-ling, rider di Uber Eats a Taichung, città centro-occidentale dell’isola, si è unito alla legione straniera ucraina in aprile e ha detto di essere stato colpito soprattutto dalla volontà del popolo ucraino.

Aveva già prestato servizio a Taiwan, sparando con gli obici: dopo essersi offerto volontario, è stato dislocato per nove mesi nell’area di Kharkiv, nell’Ucraina orientale. «Volevo solo dare una mano», ha detto Lee, aggiungendo che l’esperienza di combattimento in prima persona è «stata molto preziosa».

L’importanza di esserci

Migliaia di soldati stranieri si sono recati in Ucraina per combattere e il numero di taiwanesi tra loro è esiguo, ma significativo soprattutto a livello simbolico. L’invasione russa ha avuto una discreta risonanza nell’isola: la Cina rivendica Taiwan come parte del suo territorio, mentre Taipei si considera invece cosa distinta dalla Repubblica Popolare. Una situazione che nell’immaginario collettivo ricorda il rapporto tra Ucraina e Russia: le cose, però, sono più complicate così.

Anche Jack Yao, 28 anni, è stato tra coloro che hanno deciso di partire. È arrivato in Ucraina tre giorni dopo che il presidente Volodymyr Zelensky ha lanciato un appello ai volontari stranieri per unirsi alla lotta, viaggiando da Taipei alla Polonia e poi verso Kyjiv. Si è unito alla Legione straniera georgiana ed è stato incaricato di missioni di ricognizione.

Quando è arrivato, i russi stavano ancora cercando di conquistare Kyjiv. Ora Yao è tornato a Taiwan e ha ripreso a lavorare nell’industria del caffè, ma altri sono rimasti: in un recente video per un ente di beneficenza ucraino, due taiwanesi hanno spiegato le loro ragioni.

«Il motivo principale per cui siamo venuti qui è difendere la sicurezza degli ucraini», dicono, mostrando una bandiera di Taiwan. «Abbiamo anche paura che se la Russia vincerà, la Cina farà lo stesso con Taiwan. Siamo disposti a venire in Ucraina per sacrificare le nostre vite e la libertà per la sicurezza della gente».

La guerra non è una passeggiata

La guerra però è prima di tutto sofferenza, e un volontario taiwanese della legione straniera ucraina ha caricato pochi giorni fa un resoconto dettagliato della realtà dei combattimenti. Gli argomenti trattati sono stati le spese, i requisiti fisici, le competenze linguistiche necessarie, l’addestramento al combattimento e la mentalità che si dovrebbe possedere.

Il post è arrivato in risposta alle numerose richieste di informazioni ricevute sull’adesione alla Legione internazionale di difesa territoriale dell’Ucraina (Ildu) e ha l’obiettivo di aiutare il pubblico a comprendere appieno la situazione. Il soldato ha affermato che la mancanza di sonno e l’intenso sforzo fisico causati dalle lunghe missioni sono molto faticosi.

Peggio ancora, ha avvertito che le situazioni di vita o di morte sul campo di battaglia, lo shock da bombardamento costante e la morte dei membri della squadra possono facilmente «distruggere la mente di una persona».

Lo scopo è quello di fornire ai lettori la possibilità di fare una «valutazione completa della propria capacità e di pensarci due volte» prima di unirsi alla legione: è importante che chi non è preparato non si unisca alla legione e non diventi un peso. Il volontario ha concluso dicendo che la guerra è solo per persone con alti ideali e convinzioni, pronte a dedicarsi completamente. A queste persone, «offro solo sinceramente il mio rispetto e auguro buona fortuna». Parole che ricordano a tutti l’estrema crudeltà dell’operazione russa.

Prepararsi al conflitto

I volontari taiwanesi credono che la loro esperienza in Ucraina sarà utile qualora la Cina dovesse fare qualcosa a Taiwan: ritengono di dover essere preparati a qualsiasi evenienza, visto il crescente sviluppo militare cinese nei pressi dello stretto. I parallelismi tra Taiwan e l’Ucraina possono essere esagerati, ma il legame sentito dai partecipanti di entrambe le nazionalità di fronte al concetto di aggressione autoritaria è innegabile.

Taiwan vive sotto la minaccia militare di Pechino da quando le forze comuniste cinesi hanno sconfitto i nazionalisti nella guerra civile del 1949, spingendoli a fuggire sull’isola con la creazione di un governo rivale. Per la maggior parte dei residenti a Taiwan, oggi la guerra rimane un ricordo lontano e una possibilità astratta ma la situazione in Ucraina ha rinnovato gli interrogativi sulla possibilità di un attacco e sulla strategia generale di difesa dell’isola. Ha anche evidenziato le preoccupazioni sulla qualità dell’addestramento delle forze armate taiwanesi.

Il governo ha esteso il programma di addestramento dei riservisti, ha innalzato il livello di allerta e ha dichiarato che le principali esercitazioni militari di quest’anno saranno ispirate al conflitto in Ucraina e si concentreranno sulla guerra asimmetrica. Il ministro degli Esteri Joseph Wu ha dichiarato che Taiwan si è «ispirata all’Ucraina» per rafforzare la propria difesa.

Prima di correre verso uno storytelling sin troppo banale, come spesso i media tendono a fare, bisogna però riflettere: Taiwan non è l’Ucraina e la Cina non è la Russia. Sono due concetti distinti e allo stesso tempo fondamentali per comprendere cosa potrebbe succedere, e perché sarebbe scorretto accomunare le due situazioni.

Ci sono molte differenze tra i due Paesi, tra cui l’importanza geostrategica di Taiwan (non ultimo a livello tecnologico) e la sua stretta relazione con gli Stati Uniti. Molti paragoni ruotano intorno al fatto che Russia e Cina siano Stati autoritari che sfidano l’ordine internazionale, prendendo di mira democrazie che sostengono essere parti cruciali del loro territorio. Ma c’è di più.

Autocrati a confronto

La Russia di Putin ha ripetutamente inviato le sue forze armate in missioni di combattimento all’estero in una serie di Paesi, tra cui Georgia, Siria e Ucraina, e ha condotto importanti interventi militari contro altri Stati. Mosca ha anche sostenuto attivamente gruppi armati e milizie in varie regioni del globo. Sebbene negli ultimi anni la Cina sia stata attiva e assertiva per quanto riguarda le forze armate, Pechino ha evitato operazioni di combattimento su larga scala. La Cina, a differenza della Russia, si è astenuta da interventi massicci, invasioni o occupazioni di altri Paesi da quando ha invaso il Vietnam nel 1979.

Putin sembra amare la proiezione dell’immagine di un uomo forte che è sempre disposto a fare i dispetti al resto del mondo. Al contrario, il presidente cinese Xi Jinping – almeno finora – ha cercato soprattutto di coltivare un ruolo da statista sulla scena globale. Il leader cinese ha investito molto tempo e risorse per promuovere una serie di iniziative internazionali di alto profilo volte a dimostrare che la Cina è una potenza costruttiva e proattiva.

Facendo leva su una retorica positiva, che parla di soluzioni «win-win» e aspira a costruire una «comunità con un futuro condiviso per l’umanità». Putin, al contrario, non ha fatto alcuno sforzo reale per offrire un’alternativa alla leadership globale degli Stati Uniti, al di là di vaghe dichiarazioni (spesso in tandem con Xi), e ha offerto al mondo pochi stimoli economici, oltre alla prospettiva di maggiori esportazioni energetiche.

L’ombrello atlantico (che non c’era)

Il fatto che l’Ucraina non sia (ancora) un membro Nato, inoltre, è stato quasi certamente un fattore decisivo nel calcolo di Putin. Il leader russo sapeva che le sue forze non avrebbero dovuto confrontarsi con le armate di altri Paesi. Al contrario, Xi e i suoi colleghi sono da tempo convinti che Taiwan goda del risoluto sostegno dell’esercito statunitense.

Le relazioni tra Stati Uniti e Taiwan, sebbene tecnicamente “non ufficiali”, si sono rafforzate negli ultimi anni. Il maggior deterrente a un massiccio attacco militare cinese sull’isola è il presupposto che una guerra con Taiwan significhi anche una guerra con gli Stati Uniti.

Le differenze tra l’Ucraina e Taiwan sono nette e importanti. Per dirla senza mezzi termini: l’indipendenza dell’Ucraina non è stata fino a febbraio 2022 un interesse vitale per la sicurezza degli Stati Uniti, mentre lo è da tempo l’indipendenza di Taiwan. Come ha scritto Loren Thompson di Forbes nell’ottobre 2020, Taiwan è diventata «il perno geografico della storia nell’era del Pacifico» e se «cadesse sotto il controllo di Pechino, pacificamente o con la forza, l’equilibrio strategico cambierebbe irreparabilmente».

Thompson ha avvertito che Taiwan è uno di quei «luoghi del mondo che hanno un’importanza militare ed economica così straordinaria che un cambiamento del loro status potrebbe segnare la fine di un’era o l’inizio di un nuovo ordine globale». E questo nuovo ordine globale sarebbe guidato dal Partito comunista cinese.

La lezione di Kyjiv

Nonostante le differenze, l’esperienza della Russia in Ucraina avrà un impatto sul modo in cui la Cina pensa a Taiwan. Se le forze armate russe rimarranno impantanate in una situazione di stallo in Ucraina per un periodo prolungato e/o dovranno affrontare un’insurrezione prolungata e diffusa, ciò potrebbe far riflettere Xi e i suoi colleghi.

Certamente la Cina studierà attentamente la campagna ucraina della Russia e ne trarrà insegnamento, così come ha studiato le campagne di altre grandi potenze. Queste analisi sono prese molto sul serio, perché le stesse forze armate cinesi non combattono una guerra importante dal 1979 e non conducono uno sbarco su un’isola dal 1950 (l’isola di Hainan).

Non ci sono dubbi sul fatto che Pechino speri di annettere Taiwan ma rimangono incertezze sui tempi e sui metodi, compresa la possibilità che Xi voglia abbandonare la sua strategia di unificazione pacifica. Molti studiosi sostengono che Pechino non abbia alcuna intenzione di forzare l’unificazione, né ora né mai.

Sebbene Xi Jinping abbia fatto dell’unificazione con Taiwan un elemento chiave, è presto per intravedere l’uso della forza. La strategia principale della Cina è quella di assorbire Taiwan senza bisogno di combattere, attraverso una combinazione di intimidazione militare, isolamento diplomatico e coercizione o induzione economica.

Naturalmente, il calcolo di Pechino rispetto all’uso della forza contro Taipei può cambiare, per cui il mondo deve monitorare continuamente la situazione e rimanere attento agli avvertimenti e agli indicatori. Parte di questo monitoraggio deve includere l’esame delle valutazioni cinesi sull’operato della Russia in Ucraina nelle prossime settimane, mesi e anni.

Così le repubbliche asiatiche tornano sotto l’influenza della Russia. Roberta Zunini su L'Espresso l'8 giugno 2023.  

Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan si erano avvicinati alla Cina. Ora la guerra li riporta verso Mosca. Per ragioni soprattutto economiche

È stato un grande colpo di pubbliche relazioni dello “zar” Putin la partecipazione dei leader dei paesi dell’Asia ex sovietica alla parata del giorno della vittoria a Mosca, lo scorso 9 maggio. Gli autocrati o simili degli “Stan”, ossia Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan erano lì a testimoniare l’aumentata influenza della Russia nel proprio cortile e a fornire un pilastro al messaggio imperialista del dittatore russo, mostrando apertamente la realtà della propria dipendenza dal Cremlino.

«Noi, semplici cittadini armeni, ci addestriamo in montagna per prepararci alla prossima guerra». Il conflitto del Nagorno Karabakh tra armeni e azeri si è concluso con una fragile tregua. Per questo tanti vanno ad addestrarsi nei campi paramilitari tra le montagne vicino a Yerevan. Federico Silvio Bellanca da Yerevam su L'Espresso il 7 giugno 2023.

Nonostante la cilindrata, la moderna macchina tedesca fatica a percorrere gli ultimi metri di strada sterrata fatta di tornanti sempre più scoscesi, dove le buche si alternano al fango. Il sentiero pare soffocare, sempre più stretto tra i costoni di roccia scura delle montagne antistanti, come se il percorso fosse stato creato per disincentivare il passaggio di uomini e mezzi.

La strada per arrivare in questo “nonluogo” non è lunghissima, poco più di un’ora di macchina da Yerevam, ma nella sua durata vede l’alternarsi di molti scenari: prima la periferia urbana di cemento che si fa più aggressiva via via che ci si allontana dai palazzi in tufo rosa del centro, poi le strade di montagna asfaltate su cui ogni tanto si nota l’arancione opaco di una pompa di benzina contrastare con il nero riflettente delle pareti d’ossidiana, per inoltrarsi infine su mulattiere dove anziane con il capo incoronato dalle babushka paiono sorvegliare il passaggio tra i campi le loro mandrie, indifferenti alla modernità come probabilmente lo sono state al socialismo sovietico.

Una strada sola che racconta perfettamente le molteplici anime di un Paese che deve convivere con il desiderio di normalità e il costante pensiero della sua negazione. Perché nonostante tutto l’Armenia è e resta in una guerra sospesa da più di vent’anni e la situazione mai sopita pare essersi aggravata dopo il 2020, e potrebbe riesplodere da un momento all’altro.

Storia di un conflitto

Uno dei conflitti più celebri dell’aerea post sovietica è quello del Nagorno Karabakh, regione a maggioranza armena all’interno dei confini dell’Azerbaijan. La guerra del 1994 aveva visto la vittoria armena che era riuscita a ottenere il controllo della regione e di aree circostanti non abitate da armeni, causando migliaia di sfollati. Per due decenni la situazione è rimasta tesa ma stabile, fino a quando nel 2020 l’Azerbaijan ha deciso di tornare all’attacco. Dopo 44 giorni di guerra e oltre 7.000 morti, l’Armenia si è dovuta ritirare dalla regione, e accettare l’armistizio con mediazione russa, in cui si riconosceva all’Azerbaijan il controllo di tutti i territori adiacenti al Nagorno Karabakh, nonché parte dell’ex regione autonoma. Anche questa guerra ha causato migliaia di sfollati, ma buona parte della popolazione armena (circa 140.000 persone) continua a vivere nella regione, protetta da un contingente della Federazione russa, anche se Mosca pare aver altre priorità per l’esercito, e al contempo non vuole inimicarsi la Turchia, alleata azera, vista la situazione Ucraina.

Il ruolo del Voma

Gegam Kazarian ha lasciato l’Armenia quando era ancora giovane, direzione Spagna. Qui lui e la sorella hanno gestito cocktail bar di successo, e con il passare del tempo è arrivata anche la cittadinanza europea. Ma per entrambi l’attacco del 2020 è stato un punto di non ritorno. Sentivano crescere il bisogno di fare qualcosa. Tramite conoscenze sono venuti a sapere dell’esistenza di un campo d’addestramento in mezzo alle montagne, organizzato da un ex generale, che arruolava civili come loro. L’organizzazione, finanziata dalle donazioni della diaspora armena nel mondo, è il Voma e il suo leader Vova Vartanov. Per gli azeri si tratta a tutti gli effetti di un’organizzazione terroristica, mentre i membri si definiscono parte di un’associazione militare-patriottica impegnata nell’educazione dei civili in vista di un conflitto. Qui di soldati di professione non ce ne sono, la maggioranza delle persone che vivono la vallata nascosta tra le montagne sono giovani, tanto uomini quanto donne, venuti qui lasciando per un periodo il lavoro o gli studi, per diventare parte di una milizia. 

L’addestramento

«Quando sono arrivato in questa vallata nascosta in mezzo alle montagne – racconta Gegam – ho capito quanto non siamo pronti a vivere la guerra. Nel cuore della notte hanno lanciato una granata per svegliarci e il mio cuore per poco non si è fermato. Era parte dell’addestramento, ma se non lo si vive non lo si capisce e non si sa reagire». I civili che vengono qui passano alcune settimane a formarsi. Nei primi giorni il peso dei giubbotti in kevlar pare sovrastarli, le razioni affamarli e gli Ak-47 in legno che portano sempre dietro gli intralciano i passi. Sono cittadini di una capitale dell’Est europeo, abituati a stare in ufficio e a condividere sui social, non ad usare una latrina scavata nel terreno e chiusa con un telo di plastica. Ma poi, con il passare delle settimane, succede il miracolo: non solo gli insegnamenti paiono dare loro sicurezza su come affrontare il buio che si percepisce oltre la quotidianità, ma la fatica, il dormire tutti insieme nelle grandi tende da campo, le privazioni, uniscono quelli che fino a qualche settimana prima erano perfetti sconosciuti e che ora invece sanno di avere qualcuno su cui contare.

In questa valle dove i telefoni non prendono hanno ritrovato il coraggio della comunità, lo si percepisce mentre ridacchiano sottovoce ignorando l’istruttore che insegna a calibrare il mortaio o mentre ancora affamati lavano la gavetta nel fiume gelido chiacchierando. È il coraggio delle reclute, che ancora non hanno mai visto la battaglia. Le loro gambe non tremeranno di meno se un giorno sarà, ma forse sapranno come imbracciare il fucile e avranno meno paura sapendo di avere accanto qualcuno da poter chiamare «amico».

Chi sono davvero i legionari russi di Belgorod che vogliono rovesciare Vladimir Putin. Topi da schiacciare per Mosca, fiancheggiatori utili per Kiev: sono i combattenti finanziati dagli epurati che sognano di spodestare lo “zar” e intanto umiliano la Federazione. Sabato Angieri da Kiev su L'Espresso il 5 giugno 2023.

Li chiamano partigiani, terroristi, nazionalisti o pedine dell’Occidente; Kiev dice di non controllarli ma li appoggia, Mosca vuole «schiacciarli come topi». Sono i battaglioni di combattenti russi che nelle ultime settimane hanno debuttato in maniera eclatante nel contesto della guerra in Ucraina.

Gruppi compositi, comandati da figure fumose e dal passato ambiguo che fino a poco fa operavano perlopiù nell’ombra, al fianco delle truppe ucraine ma con uno status non ufficiale. I nomi che hanno scelto sono Legione libertà per la Russia (Svoboda Rossiy) e Corpo volontario russo (Russkiy dobrovol'cheskiy korpus, o semplicemente Rdk) e negli ultimi mesi sono stati più volte evocati come possibili esecutori di azioni in territorio russo.

Condividono l’obiettivo di rovesciare il governo di Vladimir Putin e spesso agiscono insieme ma non hanno, almeno a quanto sembra, gli stessi ideali.

La Legione libertà per la Russia è una creatura di Ilya Ponomarev: uomo d’affari ed ex membro del Partito comunista russo, l’unico deputato della Duma ad aver votato contro l’annessione della Crimea nel 2014 e a essersi astenuto nella votazione sulla legge contro la «propaganda gay». Nel 2015 è accusato dalle autorità di appropriazione indebita e, dopo quello che lui stesso definisce un «processo politico», viene fatto decadere dalla carica pubblica. Si auto-esilia in Ucraina nel 2016 e vi si stabilisce diventandone cittadino nel 2019. Ben presto entra in contatto con le élite di Kiev e, senza esporsi mai, diventa una figura molto influente. Subito dopo l’invasione russa si unisce ai battaglioni di difesa territoriale ed è a quel punto che nasce la Legione. «Non direi di essere il fondatore di questa Legione - spiegava in un’intervista a Le Figaro lo scorso febbraio - ma piuttosto diciamo che mi muovo nelle alte sfere politiche per agevolare certe cose, e che la formazione di questa unità ne è una parte». Secondo alcuni la Legione è una sorta di braccio armato di una piattaforma politica che Ponomarev stesso intende lanciare a breve (o potrebbe essere già attiva) in Russia. «C’è bisogno di una rivoluzione armata per finirla con Putin, non ci sono altre soluzioni».

Il Corpo volontario russo, invece, è guidato dal neonazista Denis Kasputin, un altro di quei personaggi che non nascondono le proprie simpatie per il terzo Reich ma che, interrogati in pubblico, rispondono che «al momento ci sono cose più importanti di cui occuparsi». E queste impellenze sono, appunto, l’abbattimento del potere putiniano. Anche Kasputin, noto altrimenti come Denis Nikitin, ha un passato degno di nota. Rinomato negli ambienti nazionalisti russi per le sue posizioni intransigenti ed estremiste, è emigrato in Germania dove ha vissuto per diversi anni e dove avrebbe avuto modo di stringere legami con l’estrema destra tedesca. Quando i carri armati russi hanno attraversato il confine ucraino ha deciso che era il suo momento e si è recato a Kiev per combattere contro l’esercito di Mosca. Kasputin ha rivendicato l’incursione a Bryansk, sempre in territorio russo, ed è sospettato dell’attentato a Kostantin Malofeev, alto dirigente di una rete televisiva.

Un’altra figura di spicco dell’Rdk è Aleksandr Skachkov, che appare sorridente nelle foto in seguito all’azione di Belgorod con uno strap raffigurante un uomo incappucciato (come quelli del Kkk) con un fucile. Secondo la piattaforma d’inchiesta Bellingcat, Skachkov (di nazionalità russa) è stato arrestato nel 2020 in Ucraina dai Servizi segreti per aver tradotto e diffuso il manifesto dell’autore della strage di Christchurch (2019), in Nuova Zelanda.

Entrambi questi gruppi hanno partecipato alla «controinvasione» della regione di Belgorod, in territorio russo, tra il 22 e il 23 maggio. In breve, lunedì notte Svoboda Rossiy ha pubblicato un comunicato nel quale affermava di aver attraversato il confine e di aver invaso la cittadina di Kozinka, oltre ad aver inviato unità nella città di Grayvoron. L’Rdk, intanto, dava manforte nelle aree limitrofe. Gli scontri si sono protratti per circa 24 ore prima che il ministero della Difesa russo annunciasse di aver «bloccato e sconfitto» i «nazionalisti infiltrati nel territorio della Federazione». Secondo Mosca oltre 70 di quei «terroristi» sarebbero stati uccisi ma i gruppi di miliziani, rientrati in Ucraina, hanno dato una versione diversa. Non solo dicono di aver riportato un «grande successo», ovvero aver dimostrato che il confine russo è permeabile, ma hanno annunciato nuove azioni.

I funzionari ucraini, soprattutto i servizi militari guidati da Kyrylo Budanov, ormai non nascondono più il loro appoggio alle formazioni di volontari russi, pur chiarendo in ogni occasione che «non agiscono su ordine di Kiev».

La scorsa settimana il consigliere di Volodymyr Zelensky, Mikhaylo Podolyak, ha dichiarato che «con l’inizio della controffensiva ci saranno più incursioni in Russia da parte di gruppi ribelli russi simili al raid nella regione di Belgorod».

Intanto, dal lato russo, il Cremlino cerca di glissare sull’argomento per non far montare il caso mediatico e derubrica le azioni di Belgorod all’opera di terroristi «finanziati ed equipaggiati dall’Occidente» per destabilizzare la Russia.

Il ritrovamento di mezzi americani utilizzati durante le azioni di guerriglia, infatti, ha spinto subito Mosca a biasimare la Casa Bianca e «il suo burattino che sta a Kiev». In ogni caso, questi gruppi armati costituiscono un ulteriore problema per il fronte interno russo anche se, almeno al momento, non sembra rappresentino una seria minaccia per il potere putiniano.

Veterani e legionari: l’ombra dell’esercito americano in Ucraina. Federico Giuliani su Inside Over il 31 maggio 2023

Tra le decine e decine di migliaia di vittime provocate dalla guerra in Ucraina troviamo anche diversi soldati americani. È difficile avere cifre esatte, anche se si contano almeno 16 veterani Usa morti combattendo l’esercito russo al fianco degli uomini di Volodymyr Zelensky.

L’ultimo caso noto, in ordine cronologico, risale a pochi giorni fa. Quando Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo mercenario Wagner, ha dichiarato alla Cnn di aver consegnato agli ucraini il corpo senza vita di Nicholas Maimer, un soldato delle forze speciali Usa in pensione, ucciso nella battaglia di Bakhmut. Da quanto emerso, Maimer si trovava nell’epicentro del conflitto, all’interno di un edificio che sarebbe crollato dopo esser stato colpito dal fuoco dell’artiglieria russa.

Il Washington Post ha raccolto altre storie simili. Come quella di Andrew Peters, 28 anni, morto a febbraio mentre combatteva come volontario con la Legione straniera ucraina. Non è più tornato a casa, o meglio, ci è tornato all’interno di un’urna bianca consegnata alla famiglia. Il personale militare ucraino inviato dall’ambasciata di Kiev a Washington – e non il governo statunitense – ha quindi reso omaggio ai genitori del ragazzo. “È una sensazione strana. È fantastico averlo a casa, avere i suoi resti con noi, ma lui non tornerà mai più”, ha detto John Peters, parlando di Andrew. 

I soldati Usa morti in Ucraina

Alcuni veterani e soldati americani hanno insomma scelto di imbracciare le armi in Ucraina. Lo hanno fatto da privati cittadini, ignorando i ripetuti avvertimenti ufficiali delle autorità sul pericolo che avrebbe comportato una simile decisione.

Non sappiamo quanti cittadini statunitensi abbiano scelto di correre questi rischi. C’è chi ipotizza migliaia, ma le cifre ufficiali sono avvolte nella nebbia. Dal canto suo, qualcuno all’inizio della guerra l’Ucraina aveva affermato che oltre 20mila cittadini statunitensi avevano espresso interesse ad unirsi alla Legione straniera del Paese.

In cambio di un impegno contrattuale per prestare servizio per diversi mesi, la Legione offre una paga compresa tra i 500 e i 3.500 dollari al mese a soldato. I sopravvissuti spiegano che la decisione di barattare la quotidianità per una causa pericolosissima, per giunta in un Paese non loro, deriverebbe dagli ideali democratici alla base del servizio militare degli Usa.

Il citato Maimer, 45 anni, aveva prestato servizio nell’esercito per due decenni. Insegnava inglese in Spagna prima che scoppiasse la guerra e decidesse di partire per l’Ucraina. Peters aveva invece lottato per adattarsi alla vita civile in Wisconsin, dopo aver lasciato l’esercito alcuni anni prima.

Storie diverse, drammi simili

Anche Cooper Andrews, un sergente in pensione del Corpo dei Marines, ha scelto di lottare per la causa ucraina. È stato ucciso nei pressi di Bakhmut il 19 aprile. La sua famiglia ha intrapreso una dura battaglia per far riportare i resti del giovane negli Stati Uniti. Andrews, 26 anni, era in Ucraina da mesi. La madre ha ricordato che voleva combattere i fascismi.

I resti del veterano del Corpo dei Marines Grady Kurpasi, 50 anni, sono rientrati in patria dopo 13 mesi di duro lavoro. Kurpasi, nato in Corea del Sud e dato in adozione da bambino ad una famiglia americana, ha servito 20 anni nei Marines, anche in Iraq. Tuttavia, il suo ritiro dall’esercito, nel novembre 2021, è stato di breve durata.

Alex Potter, ricorda invece il marito, Pete Reed, impegnato a lavorare come medico umanitario in Ucraina fino a quando, il 2 febbraio, la sua ambulanza è stata colpita da un missile. Potter aveva incontrato Reed, un veterano del Corpo dei Marines, in Iraq nel 2016 mentre lei era lì come giornalista e lui svolgeva attività umanitarie.

Storie del genere sono sempre più numerose. Ognuna è diversa dall’altra ma l’epilogo è sempre lo stesso: i familiari in lacrime che piangono i cari ormai defunti. È questo uno dei tanti orrori della guerra. FEDERICO GIULIANI

Non mercenari, ma idealisti: i russi che stanno con Kiev. MATTEO PUGLIESE su Il Domani il 03 giugno 2023

Le formazioni composte da cittadini russi che combattono a favore degli ucraini sono tre: la Legione Russia Libera, il Corpo Volontario Russo e il Battaglione Siberiano

Tutte sono inserite nelle Forze armate ucraine e non sono fatte da mercenari perché combattono per ideali, ma hanno storie e caratteristiche diverse

Non è noto poi quanto sia estesa e solida la rete clandestina di opposizione alla dittatura russa, con una gran differenza tra coloro disposti a scendere in piazza e chi a partecipare ad azioni di guerriglia

Le recenti incursioni dall’Ucraina nell’oblast russo di Belgorod hanno sollevato interrogativi sul rischio di escalation e sull’identità dei russi che combattono per Kiev contro il loro paese di origine. Sono stati variamente definiti volontari, mercenari, partigiani e foreign fighters, ma è importante fare chiarezza.

Le formazioni composte da cittadini russi che combattono a favore degli ucraini sono tre: la Legione Russia Libera, il Corpo Volontario Russo e il Battaglione Siberiano. Tutte sono inserite nelle Forze armate ucraine e non sono fatte da mercenari perché combattono per ideali, ma hanno storie e caratteristiche diverse.

LA LEGIONE RUSSIA LIBERA

La Legione Russia Libera è stata fondata a marzo 2022 da russi che vivevano già da tempo in Ucraina, dissidenti politici e alcuni disertori dell’esercito di Mosca. Ha partecipato alla controffensiva dell’estate scorsa in Donbass ed è ancora impegnata in quel settore del fronte. Il portavoce è conosciuto con il nome di battaglia Cesar e in un’intervista a Radio Free Europe si è definito un “nazionalista russo” che combatte per una “nuova Russia”. È proprio Cesar ad essere comparso in un video dalla regione di Belgorod insieme ai commilitoni, denunciando il regime corrotto e repressivo di Mosca.

Inizialmente i russi non erano ammessi nella Legione Internazionale creata da Zelensky e perciò era stata creata un’unità ad hoc, dopo alcuni controlli per evitare infiltrati e spie di Mosca. Sempre per Radio Free Europe, Cesar ha descritto il suo nazionalismo in questi termini: «Cos’è oggi la Russia di provincia? Rovine, povertà, alcolismo. Dovremmo lavorare su questo anziché espandere la nostra “prigione” a Georgia, Ucraina, Paesi Baltici e Bielorussia».

Una figura centrale nella comunità russa pro-ucraina è Ilja Ponomarev, ex deputato della Duma che dal 2016 si è trasferito a Kiev e nel 2019 ha ottenuto la cittadinanza. Ponomarev ha un passato politico variegato e controverso, perciò non è ritenuto un punto di riferimento dalla comunità russa in esilio né dalle controparti occidentali.

Tuttavia, avrebbe contribuito a reclutare membri per la Legione Russia Libera, di cui è considerato capo politico, e ha tentato di mettere il cappello su tutte le forze russe pro-ucraine con la cosiddetta “dichiarazione di Irpin”.

Il 31 agosto 2022 nella cittadina a nord della capitale martoriata dai russi si è tenuto un incontro con i referenti della Legione, del Corpo Volontario Russo e altri oppositori, ma il tentativo di dare un coordinamento politico da parte di Ponomarev è sostanzialmente fallito.

IL CORPO VOLONTARIO DI NIKITIN

Il Corpo Volontario Russo, infatti, è stato fondato ad agosto 2022 da Denis Nikitin Kapustin, noto come White Rex, un esperto di arti marziali miste originario di Mosca con idee di estrema destra e legami negli ambienti neofascisti in Europa (anche Casapound). Nikitin è cresciuto in Germania da adolescente come skinhead e si è trasferito a Kiev nel 2017, dove ha organizzato incontri di arti marziali a cui partecipavano neonazisti e suprematisti bianchi.

Per queste attività nel 2019 ha ricevuto il divieto di ingresso nell’area europea di Schengen su impulso tedesco, ma secondo il ricercatore di Bellingcat Michael Colborne ha mantenuto legami con neofascisti in Germania, Francia e altri paesi.

Il Corpo Volontario di Nikitin non ha adottato la bandiera bicolore bianco-azzurra della “Russia libera” proposta da Ponomarev e in uso dai dissidenti russi in Europa, ma continua a esibire il suo emblema di uno scudo e una spada sovrapposti su sfondo blu scuro.

Questo simbolo si ispira all’organizzazione “Idea Bianca” di Viktor Larionov, un ufficiale dei Bianchi zaristi e antibolscevichi nella guerra civile russa, che parteggerà per i tedeschi nella Seconda guerra mondiale.

Il Corpo Volontario sembra anche gemellato con il gruppo ucraino Tradizione e Ordine, legato al battaglione neofascista Revansh. A marzo 2023 Ponomarev ha criticato la formazione di Nikitin ed è evidente che il collante resti solo il coordinamento del Gur, l’intelligence militare ucraina, che impiega queste unità per azioni speciali e non convenzionali.

LE UNITÀ BIELORUSSE

Sono dinamiche già viste nella galassia di volontari bielorussi che combattono per Kiev. Inizialmente il reggimento Kastus Kalinouski, principale formazione degli esuli bielorussi, era formato da tre battaglioni: Volat, Litvin e Terror, ma quest’ultimo si è scorporato dalla formazione per dissidi interni. Esiste anche l’unità Pahonia che addestra volontari e il Gruppo Tattico “Belarus”, con diversi comandanti.

Questa frammentazione è dovuta ad ambizioni personali, agende politiche diverse e competizione tra leadership, tenute insieme dal coordinamento del Gur ucraino. Alcuni comandanti bielorussi, infatti, si sono sentiti imposti degli ordini dal governo in esilio di Svitlana Tsikhanouskaya, che ha nominato quale suo ‘ministro della Difesa’ Valery Sakhashchyk, un ex ufficiale dei paracadutisti bielorussi passato con l’opposizione.

Il territorio bielorusso non è stato ancora oggetto di incursioni armate da parte di queste formazioni, ritenute terroriste da Minsk, ma vi operano gruppi partigiani come Busly Liaciac (“le cicogne volano”) con azioni di resistenza e sabotaggio delle ferrovie, già da prima dell’invasione russa nel 2022. Infatti, a settembre 2021 la cellula “Cicogna nera” lanciò con un drone del liquido infiammabile su una caserma della polizia antisommossa Omon a Minsk e hanno contribuito anche hacker cyberpartigiani con azioni contro le infrastrutture critiche.

Le cose però potrebbero cambiare, perché questa settimana il reggimento Kalinouski ha creato un canale Telegram per reclutare una “riserva” di volontari in Europa da addestrare in Ucraina per future azioni di guerriglia in Bielorussia. L’annuncio dice: «Non importa a quale organizzazione appartieni o le tue idee politiche, se pensi che la Bielorussia vada liberata dalla dittatura di Lukashenko e capisci che l’uso della forza sia necessario, fai richiesta».

Difficile dare loro torto, visto che nel 2020 si scelse la via nonviolenta per protestare contro i brogli elettorali e il risultato fu una durissima repressione armata. Una risposta in stile Maidan sarebbe certamente stata sanguinosa, ma forse oggi il regime di Minsk non sarebbe al potere e non avrebbe potuto fornire a Mosca il suo sostegno logistico nell’invasione del 2022. Mentre la Russia ha iniziato il trasferimento di testate nucleari sul suolo di Minsk, l’oppositore bielorusso Ales Bialiatski, insignito con il premio Nobel per la pace, è stato trasferito nella colonia penale n.9 di Gorki, città quasi al confine russo, nota per il regime durissimo e i metodi brutali di detenzione.

IL BATTAGLIONE SIBERIANO

La Legione Internazionale, creata da Zelensky per reclutare volontari stranieri, aveva sino ad ora formato tre battaglioni di nazionalità miste. Una parte dei combattenti è sotto il comando nel Gur, che recentemente ha annunciato la costituzione di un Battaglione Siberiano composto da cittadini russi provenienti dalle regioni di Tuva, Chakassia, Altai, Buriazia, Jacuzia, Tomsk, Omsk, Tjumen, Vladivostok e altre regioni asiatiche, spesso appartenenti alle minoranze etniche.

Il comandante del Battaglione Siberiano è Vladislav Ammosov, un ex ufficiale del Gru (l’intelligence militare russa) originario della Jacuzia con 15 anni di esperienza e veterano della seconda guerra cecena, che dopo l’invasione del 2022 ha deciso di disertare e raggiungere l’Ucraina grazie all’aiuto di un’organizzazione polacca. Questa unità sembra attingere più dalle minoranze etniche che dal bacino nazionalista russo delle altre due, ma è ancora in via di costituzione.

LE INCURSIONI DI BELGOROD E BRYANSK

La Legione Russia Libera e il Corpo Volontario Russo, invece, sono già stati sfruttati dall’Ucraina per vere azioni di guerra asimmetrica in territorio russo. Il 2 marzo scorso un contingente del Corpo Volontario di Nikitin aveva attraversato il confine nell’oblast di Bryansk e brevemente occupato due villaggi prima di tornare indietro.

A differenza di quella di Belgorod, in questo caso non avevano partecipato combattenti della Legione, che però è stata impegnata nei punti più caldi del fronte del Donbass e ha rischiato di rimanere chiusa in una sacca a Bakhmut, accerchiata dai mercenari di Wagner, prima di ripiegare.

Nell’incursione di Belgorod del 22-23 maggio, la Difesa russa ha dichiarato di aver eliminato «70 terroristi ucraini», mentre la Legione Russia Libera ha detto di aver subito due perdite e il Corpo Volontario solo due feriti. Secondo l’accurato conteggio del sito specializzato Oryx, i “partigiani russi” nell’incursione hanno catturato un trasporto truppe, distrutto un cannone controcarro e due autocarri Ural, mentre hanno abbandonato in territorio russo due blindati americani MaxxPro, tre Humvee sempre forniti dagli Stati Uniti e due veicoli simili di produzione ucraina e polacca.

Un imbarazzo per Washington che ha più volte chiesto all’Ucraina di non impiegare le proprie forniture sul territorio russo, concetto ribadito dal portavoce americano John Kirby il 25 maggio. Anche se Nikitin ha dichiarato alla stampa che “attraversare la frontiera russa e tornare indietro può essere considerato un successo”, rimarcando che il suo gruppo ha occupato circa 42 chilometri quadrati di suolo russo per due giorni. Il 1 giugno le due unità hanno nuovamente attaccato in forze il villaggio di Šebekino, nell’oblast di Belgorod, con carri armati e mezzi blindati, distruggendo artiglieria e veicoli russi.

Da un punto di vista strategico, le azioni di Belgorod hanno creato forte imbarazzo a Mosca per l’incapacità di controllare la frontiera dalle infiltrazioni e per aver impiegato due giorni a respingere l’incursione, oltre ad aver evacuato il deposito di armi nucleari Belgorod-22 vicino al villaggio di Grajvoron.

Ciò ha dimostrato la fragilità dell’apparato difensivo russo, affidato a coscritti senza esperienza, al punto che il terrorista russo Igor Girkin, ex ufficiale condannato per l’abbattimento del volo Malaysia Airlines 17 nel 2014, ha riconosciuto l’efficacia mediatica del primo attacco e la sua funzione diversiva. L’obiettivo dell’incursione, oltre a creare allarmismo in Russia con l’esodo di abitanti delle regioni di confine, è quello di distrarre forze dal fronte del Donbass. Mosca è costretta a spostare forze significative a nord e indebolire il sud-est dove è prevista la controffensiva ucraina.

LA GUERRA ASIMMETRICA SI RITORCE CONTRO MOSCA

Controffensiva di cui il consigliere di Zelensky Mykhailo Podolyak ha parlato al Tg1, affermando che sia già in corso con singole azioni. Podolyak ha cercato di rassicurare sul fatto che le armi occidentali non verranno usate per colpire la Russia ma solo i territori occupati e ha smentito un coinvolgimento ucraino nella sortita oltre confine. È evidente però che Kiev abbia ideato e autorizzato l’operazione di disturbo, coordinata dai servizi militari del Gur e assistita logisticamente dalle forze ucraine.

Per ironia del destino, la Russia si trova a subire la stessa minaccia con attacchi asimmetrici che ha impiegato dal 2014 nella sua guerra ibrida contro l’Ucraina. Queste operazioni paramilitari condotte da cittadini russi servono anche a evidenziare le contraddizioni della narrazione di Mosca, che ora si lamenta di una guerra non convenzionale che però ha utilizzato per anni, con i cosiddetti “omini verdi” e i ribelli separatisti armati dall’Fsb. Il maggiore vantaggio di questa strategia è la cosiddetta ‘negazione plausibile’ della propria responsabilità, anche se in entrambi i casi è chiaro chi ci sia dietro le operazioni.

A conferma della regia del Gur ucraino, c’è la dichiarazione di Andriy Yusov, ufficiale dell’intelligence militare che ritiene (o spera) che questo genere di attacchi possano scatenare una reazione a catena interna in Russia con il caos politico e proteste contro la guerra. Fin’ora, questa reazione si è concretizzata soltanto con dei manifesti della Legione Russia Libera affissi di notte nella città di Sochi, sul mar Nero.

È difficile dire quale sarà la reazione della popolazione russa a questo genere di azioni, se verranno ascoltati gli appelli video dei combattenti per la libertà o provocheranno un’ulteriore chiusura dell’opinione pubblica timorosa del disordine in patria. Certamente il profilo politico di Nikitin e i suoi seguaci, legati agli ambienti neonazisti europei, fa un favore alla propaganda russa che dipinge l’Ucraina come un paese totalmente in mano ai nazisti.

È bene ricordare per l’ennesima volta che il reggimento Azov è stato epurato dagli elementi più estremisti nel 2016-2017 e si è frammentato in due unità: la Brigata d’Assalto Azov della Guardia Nazionale e la III Brigata d’Assalto dell’Esercito ucraino. 

DRONI E SABOTAGGI IN RUSSIA

Non è noto quanto sia estesa e solida la rete clandestina di opposizione alla dittatura russa, con una gran differenza tra coloro disposti a scendere in piazza e chi a partecipare ad azioni di guerriglia. Molti di coloro che protestarono contro la guerra nella primavera scorsa sono in esilio o nelle prigioni russe, dove la tortura e le violenze sessuali sono all’ordine del giorno per i detenuti politici.

È complesso anche elaborare una strategia politica per far comprendere ai russi la realtà della guerra di aggressione, dopo anni di propaganda martellante e anestesia mediatica. Il capo di Wagner Evgenij Prigožin ha evocato il rischio di una guerra civile simile a quella del 1917 se non verranno imposte la mobilitazione generale per alimentare le truppe e la legge marziale per punire i sabotaggi interni.

Con ogni probabilità, azioni complesse come i droni sul Cremlino e su Mosca, ma anche l’uccisione dei propagandisti Darya Dugina e Vladlen Tatarsky, sono opera dei servizi ucraini o di loro collaboratori locali, se non in quest’ultimo caso di un “inside job” di apparati russi, benché Ponomarev li attribuisca a un fantomatico Esercito Nazionale Repubblicano, un’entità la cui esistenza è ancora in dubbio.

Tuttavia, nel caso dei numerosissimi incendi e sabotaggi che hanno colpito industrie di armamenti e infrastrutture, caserme e uffici di reclutamento, si può ritenere che siano compiuti da oppositori russi, forse ancora disorganizzati e in cellule senza un coordinamento, o addirittura iniziative individuali.

MATTEO PUGLIESE

Analista di sicurezza internazionale ed estremismo. Il suo dottorato di ricerca all’Università di Barcellona riguarda intelligence e antiterrorismo. Ufficiale in congedo dell’Arma dei Carabinieri. Autore del saggio Kiev, Occidente (Ledizioni, 2023).

Estratto dell’articolo di Marco Ventura per “il Messaggero” l'1 giugno 2023.

Si moltiplicano le incursioni dei "partigiani russi" che combattono con gli ucraini contro Putin e hanno come obiettivo finale la presa nientemeno che del Cremlino. Al britannico "The Times" parla il loro portavoce, nome di battaglia Cesare, 49enne ex palestrato, personal trainer in città come San Pietroburgo. 

Alla testa di un battaglione di diverse centinaia di uomini, con l'ambizione di moltiplicarsi attraverso il reclutamento di quanti vogliono la testa di un leader che ha scatenato una guerra suicida e ingiusta. Certo, ammette Cesare, «noi siamo integrati nei ranghi dell'esercito ucraino», ma il dna è tutt'altro. È russo dop. E risponde a una delle priorità fissate negli ultimi giorni non solo dal comando delle forze armate ucraine in attesa di una controffensiva che stenta a decollare, ma soprattutto della guerra che gli ucraini hanno imparato proprio combattendo al fianco dei russi.

Una guerra ibrida, partigiana, in cui l'intelligence ha un ruolo fondamentale. Non a caso altri razzi sono piovuti ieri sulla zona di Belgorod, area di frontiera russa da cui partivano gli attacchi verso l'Ucraina e che adesso deve respingere le sortite dei "partigiani russi", così come un drone ha centrato in una città russa meridionale a est di Mariupol, Krasnodar, sul Mar Nero, un'altra raffineria fra le tante nel mirino dei velivoli senza piloti (e senza insegne) che bucano lo spazio aereo russo. 

[…] Anche i droni dell'altro ieri che hanno colpito il quartiere dei vip e di Putin a Mosca stanno a significare che gli ucraini un po' vogliono disorientare il nemico, inducendolo a ripianificare la dislocazione delle sue forze di difesa, un po' consegnano allo Zar un messaggio chiaro: Mosca è vulnerabile, e anche tu lo sei. 

La punta di diamante […] è rappresentata proprio dai "partigiani" di Cesare, che ammettono di avere mezzi a disposizione. «Abbiamo mortai, veicoli blindati e armati, missili Stinger, sistemi portatili anti-tank, un'unità assai efficiente di droni da ricognizione». Ovvio, Cesare non rivela da dove arrivino gli armamenti.

[…] Un diversivo che disturba non poco la programmazione difensiva del ministero della Difesa russo. E c'è anche un intento di reclutamento e diffusione della protesta anti-Putin. «Figli e figlie, patrioti veri, si uniranno a noi. Quando il nostro numero sarà aumentato quanto basta, arriveremo al Cremlino». 

Perché no. Dalla difesa dell'Ucraina e dalla de-occupazione, all'espugnazione del castello del potere nel cuore di Mosca. «Chi di spada ferisce, di spada perisce», dice Cesare. E, certo, le colonne di blindati, carri e cannoni inquadrati dai binocoli russi il giorno del passaggio attraverso la "dogana" di Belgorod, non aiutano la narrativa dell'infallibilità dello Zar. E della potenza invincibile e inviolabilità di Madre Russia.

[…] «Abbiamo fatto prigionieri di guerra e catturato parecchi veicoli», racconta Cesare al "Times" di Londra. «Le unità dell'intelligence russa se la sono data a gambe, penetrando di più ci siamo trovati di fronte al fuoco dell'artiglieria e dei jet. Non si sono fatti scrupolo di distruggere obiettivi civili pur di colpirci».

[…] Negano di essere "mercenari" proprio come i professionisti del gruppo Wagner, pronti a combattere dall'Africa alla Siria. «Noi no, noi vogliamo rovesciare il regime di Putin, siamo veri russi». Per il momento, servono anche a saggiare le difese russe e la loro (in)capacità di resistere a un attacco improvviso. Mentre per l'ennesima volta Washington ribadisce di non volere attacchi alla Russia con mezzi forniti dall'America o dalla Nato. […]

Estratto dell’articolo di Letizia Tortello per “la Stampa” il 29 maggio 2023.

La voce è mascherata, così come i volti. Rilasciano una videointervista esclusiva a La Stampa, per raccontare i loro obiettivi, dopo la conferenza stampa dei giorni scorsi: «Il regime di Mosca deve cadere, Putin è un dittatore e dev'essere sconfitto sul campo». Sono i sabotatori russi che fanno tremare il Cremlino. Loro si danno il titolo di "partigiani". L'azione più incisiva finora è stata il 22 maggio, quando sono entrati nel territorio della regione russa di Belgorod, dall'Ucraina. […] 

Chi siete? Siete russi? Da dove venite? Avete una formazione militare? Avevate mai combattuto prima d'ora?

«Siamo partigiani russi di una cellula della rete che opera nelle regioni di confine tra Russia e Ucraina. […] Siamo gente comune, molti di noi hanno alle spalle il servizio militare […] ma nessuno ha fatto il mercenario prima d'ora. Tra noi, ci sono persone con esperienza di combattimento, ma non sono tanti. Quelli già formati condividono le loro capacità con gli altri, ci addestriamo nella pratica. Non eravamo soldati prima». 

Perché volete la fine del regime di Putin?

«La nostra cellula si è formata a partire da un insieme di persone che erano contro il regime di Putin già prima della guerra […] Ciascuno di noi ha i propri conti da saldare con questo regime. Ci sono persone di opinioni diverse, siamo per lo più di destra, ma tra noi ci sono anche liberali. 

Le opposizioni di ogni tipo in Russia sono state azzerate. […] invece di protestare pacificamente, cosa che non ha portato ad alcun risultato, abbiamo deciso di imbracciare le armi. […] molti di noi hanno anche parenti in Ucraina […] abbiamo un grande obiettivo: il rovesciamento del regime. E per come la vediamo noi, deve avvenire attraverso la sconfitta in guerra di Putin».

Qual è il vostro messaggio per Vladimir Putin?

«Putin per noi è un "cechista" (agente della Ceka, la polizia segreta nell'Urss, ndr) separato dalla realtà, è un dittatore. […]». 

Fino a che punto siete disposti a spingervi? I sabotaggi nelle regioni russe continueranno?

« […] Fino a che punto siamo disposti ad arrivare dipenderà dalle risorse a disposizione. Per ora, non ne abbiamo moltissime, ma siamo riusciti a fare deragliare un treno […] Abbiamo anche fatto saltare alcune sottostazioni elettriche e diversi uffici di registrazione e reclutamento militare. Il nostro lavoro va avanti».

[…] Secondo voi, quanto durerà la guerra?

«È difficile da prevedere. […] la riserva di mobilitazione in Russia è ampia e non abbiamo speranza di poter aizzare il popolo alla rivolta. Il nostro popolo russo è abbastanza inerte su questo fronte, nessuno si preoccupa particolarmente della politica internazionale». 

[…] Da più parti vi descrivono come ultranazionalisti. Il sito investigativo Bellingcat dice che uno di voi è stato arrestato dai servizi di sicurezza ucraini per aver diffuso il manifesto neonazista di Christchurch. Come rispondete?

«[…] Abbiamo principalmente idee di destra, ma come ho detto raccogliamo persone di opinioni diverse. […] l'obiettivo è troppo grande per noi, la nostra attività è troppo pericolosa per avere anche contrasti ideologici». […]

Criminali di Guerra.

Il Presidente USA. “Xi Jinping è un dittatore”: la clamorosa uscita di Biden dopo le prove di disgelo di Blinken in Cina. A un giorno dall'incontro del segretario di Stato con il Presidente cinese, un vertice definito "molto buono". L'intervento di Biden a un evento di raccolta fondi in California. Le interpretazioni. Redazione Web su L'Unità il 21 Giugno 2023

Prove di disgelo, colloqui per allentare le tensioni. E l’incontro tra il segretario di Stato USA Antony Blinken e il Presidente cinese Xi Jinping si era chiuso con una dichiarazione che reclamava un risultato “molto buono”, perché “sono stati fatti progressi e raggiunti accordi su alcuni temi specifici”. Parole sicuramente vaghe, comunque significative: la rivendicazione di uno sforzo a non trasformare una rivalità in un conflitto. Erano quasi cinque anni che un segretario di Stato americano non visitava la Cina, un viaggio storico. A neanche un giorno dalla storica missione il Presidente Joe Biden ha rilasciato una dichiarazione clamorosa, ha definito il suo omologo cinese “un dittatore”.

È successo in occasione di un evento pubblico, una raccolta fondi in California. Ha parlato del grande imbarazzo nel quale si sarebbe trovato Xi Jinping dopo l’abbattimento del pallone spia cinese che da giorni sorvolava il territorio statunitense “Il motivo per cui Xi Jinping si è molto arrabbiato – ha continuato Biden citato dalla Reuters – quando ho abbattuto quel pallone con dentro due vagoni pieni di equipaggiamento per spionaggio era che non sapeva che fosse lì. Questa è una di quelle cose che causano grande imbarazzo nei dittatori: non sapere che qualcosa è successo”.

Il Presidente americano non è certo nuovo a uscite molto dure. Era il marzo del 2021 quando aveva definito il Presidente russo Vladimir Putin un assassino. “Lo penso”, aveva risposto in un’intervista alla ABC. La dichiarazione era arrivata all’indomani della diffusione di un report dell’intelligence americana che accusava il Presidente russo di aver autorizzato operazioni per condizionare le elezioni, per favorire la rielezione di Donald Trump. A metà marzo 2022, a quasi un mese dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, in un discorso per il Saint Patrick’s day a Capitol Hill, Biden aveva definito il Presidente russo “un dittatore omicida”, un “puro criminale”.

A un giorno dal faccia a faccia tra Blinken e Xi Jinping i toni tra Washington e Pechino tornano dunque a farsi tesi. L’uscita di Biden ha sorpreso un po’ tutti. La questione del pallone spia cinese, un giallo nei primi giorni per l’identificazione dell’oggetto misterioso, e gli scambi di visite tra funzionari statunitensi e taiwanesi, contribuì ad aumentare le tensioni tra Stati Uniti e Cina. Blinken in Cina aveva incontrato anche Wang Yi, il direttore dell’Ufficio della Commissione Centrale per gli Affari Esteri del Partito Comunista Cinese (Pcc).

I punti al centro della visita erano quelli delle aspre e centrali contese tra Washington e Pechino: la rivalità tecnologica, le sanzioni americane contro i giganti digitali cinesi, il commercio, la repressione della minoranza musulmana degli uiguri in Cina, i diritti umani in Tibet e Hong Kong, le rivendicazioni di Pechino nel Mar Cinese meridionale, i rapporti con la Corea del Nord, i cittadini statunitensi ingiustamente detenuti. Su tutti i temi, però, spiccava quello della contesa su Taiwan. “Non sosteniamo l’indipendenza di Taiwan, rimaniamo contrari a qualsiasi modifica unilaterale allo status quo da entrambe le parti. Continuiamo ad aspettarci la risoluzione pacifica delle divergenze tra le due sponde dello Stretto”.

Sia gli Stati Uniti che la Cina hanno l’obbligo di gestire questo rapporto in modo responsabile – ha detto Blinken in un punto stampa – in questo modo serve i migliori interessi degli Stati Uniti, della Cina, anzi del mondo. Ho avuto un’importante conversazione con il presidente Xi Jinping e ho avuto discussioni sincere, sostanziali e costruttive con le mie controparti, il direttore Wang Yi e il consigliere di Stato Qin Gang. Apprezzo l’ospitalità offerta dai nostri ospiti. In ogni incontro, ho sottolineato che l’impegno diretto e la comunicazione sostenuta ai livelli senior è il modo migliore per gestire responsabilmente le nostre differenze e garantire che la concorrenza non si trasformi in conflitto. E ho sentito lo stesso dalle mie controparti cinesi. Siamo entrambi d’accordo sulla necessità di stabilizzare maggiormente la nostra relazione”.

L’emittente statale China Central Television aveva riferito le parole di Xi Jinping all’ospite: “Nessuna delle due parti può modellare l’altra secondo i propri desideri, tanto meno privare l’altra del suo legittimo diritto allo sviluppo”. Pechino “spera sempre che le relazioni Cina-Usa siano sane e stabili e che i due paesi possano superare tutte le difficoltà e trovare il modo giusto per per andare d’accordo tra loro, caratterizzato da rispetto reciproco, coesistenza pacifica e cooperazione vantaggiosa per tutti. Si spera che gli Stati Uniti adottino un atteggiamento razionale e pragmatico e vengano incontro alla Cina e mettano in atto azioni per stabilizzare le relazioni e migliorare la situazione dei rapporti sino-americani”.

Blinken e Xi Jinping avevano concordato di portare avanti lo sforzo diplomatico con ulteriori visite di funzionari statunitensi nelle prossime settimane. Lo stesso Biden aveva descritto come fossero “sulla buona strada” le relazioni tra i due Paesi. Le interpretazioni più quotate che al momento spiegano l’uscita sorprendente e clamorosa di Biden sono principalmente due: quella di un messaggio di insoddisfazione per il vertice Blinken-Xi; quella della clamorosa gaffe del presidente americano.

Redazione Web 21 Giugno 2023

Delitto e castigo. L’invasione colonialista russa e l’incubo della guerra totale in Europa. Gerard Bensussan su L'Inkiesta il 22 Giugno 2023

Il conflitto in Ucraina ha riportato una brutalità in un’area geografica che si pensava fosse ormai preservata dalla violenza

Quale spettro nella nostra memoria e nelle nostre esperienze politiche passate sta evocando l’attuale guerra della Russia contro l’Ucraina? Cosa fa rivivere questa guerra? Innanzitutto, lo shock causato dal confronto immediato con la brutalità, la violenza e l’aggressione nuda e cruda, per di più accompagnata da un discorso di sterminio pronunciato senza maschera né filtro. Non che la guerra di predazione, la guerra di conquista e l’aggressione imperialista fossero mai cessate nella realtà – ma l’Europa, l’Europa geografica, l’Europa profonda, se così si può dire, e non solo l’Europa istituzionale, l’Europa, quindi, come spirito, sembrava preservata da tutta la violenza insensata del mondo, degli altri, degli altri soggetti e degli altri spazi. Lo scandalo di questa rappresentazione, di questo egoismo ontologico, è stato messo a nudo in un colpo solo la mattina del 24 febbraio 2022.

Lo spettro di una guerra totale ora tormenta le nostre coscienze, con l’Ucraina. Guerra totale nel senso che è finalizzata alla completa conquista di un territorio, di un Paese sovrano, all’annientamento di un popolo, di una tradizione, di una lingua, alla cancellazione di una popolazione e di uno spazio considerati sub-russi, che mi sembra una caratteristica specifica di questo conflitto.

Sub-russo significa ovviamente sub-umano e, tanto per cominciare, questa è la base degli innumerevoli crimini perpetrati dall’esercito di occupazione sul territorio ucraino. Ma sub-russo significa anche avere una vocazione naturale a unirsi e fondersi con la superiore entità russa. Da qui l’incredibile buona coscienza mostrata dai propagandisti di Putin e, ovviamente, la loro completa cecità. L’annessione, secondo loro, era un processo naturale di metabolizzazione e non avrebbe comportato più problemi di una digestione un po’ più difficile del solito. Nulla a che vedere con lo sradicamento, l’estirpazione e la desolazione subiti dal popolo ucraino, che ha imparato da esperienze storiche ben precedenti, tra cui l’Holodomor.

Va sottolineato che la guerra russa contro l’Ucraina “sub-russa” è una situazione di tipo coloniale. I russi, per lungo tempo, fin dall’epoca zarista, e come altri, i tedeschi in particolare, hanno sempre lavorato per ritagliare nella carne dell’Europa un impero a loro misura presunta o sognata. Questo fenomeno di colonialismo intraeuropeo, di conquista sfrenata di un Lebensraum, è ampiamente sottovalutato e poco analizzato. Eppure, è stato estremamente letale e lo sta diventando di nuovo con la Russia di Putin, che intende costruire un nuovo impero alle porte dell’Occidente, proprio nel mezzo dell’Europa, a suon di ferro e sangue, saccheggio e morte. Boris Nadezhdin, un ex membro della Duma di Stato le cui opinioni hanno un certo seguito nella Russia di oggi, parla apertamente di metodi coloniali in relazione alla guerra condotta contro l’Ucraina.

Questa duplice ragione – colonia più gerarchia –  è sufficiente a spiegare perché l’aggressione e l’invasione russa costituiscono un punto di disgiunzione tra i due popoli ormai irreversibile. Per i russi la questione non è politica, nel senso fortemente arendtiano di apparire su un palcoscenico pubblico, condiviso e discusso; è quasi “etnica”, o etnico-culturale, ed evoca l’idea vaga ma diffusa di un ritorno a una proto-situazione naturale, antica, originaria, contro l’indebita politicizzazione artificiale operata dall’Occidente. Comprensibilmente, per gli ucraini la questione è eminentemente politica, radicata in conflitti storici e basata su scelte, prima fra tutte quella della democrazia: come tale, è una questione di sopravvivenza politica. La guerra ha esacerbato questa profonda e inconciliabile frattura.

Primo Levi spiegava che quando i deportati dicevano «la fame, la fatica, la paura e il dolore, l’inverno», dicevano qualcosa di molto diverso da quello che quelle stesse parole dicevano quando erano «libere, create da e per uomini liberi che vivono nelle loro case e provano gioia e dolore». Quando le parole di alcuni dicono qualcosa di diverso dalle parole di altri, quando la guerra è anche nelle parole, allora c’è qualcosa di insanabile, qualcosa che rende rigorosamente impossibile il negoziato promosso dalle anime belle. Non ci sarà pace duratura finché i russi non parleranno con «parole libere».

La metabolizzazione russa dell’Ucraina è il risultato di una gigantesca menzogna in cui gli stessi bugiardi sono intrappolati, costretti a convincersi della verità delle loro bugie. Questa è la funzione della propaganda di guerra, che utilizza le vecchie ricette della tirannia – negazione, occultamento, sostituzione di uno scenario inventato a un’atroce scena del crimine – per forzare la verità in una narrazione, per trasfigurarla romanzandola. Queste operazioni linguistiche, a volte rozze, a volte sofisticate, cercano di far scomparire la realtà e di sostituirla con le sue contraffazioni.

Per i “metabolizzati”, il prezzo di questa sostituzione e di questa spaventosa menzogna è la trasformazione dell’intera Ucraina in un “campo”. Ed è proprio un’esperienza di questo tipo, un campo di concentramento, che gli ucraini hanno vissuto nelle parti di territorio conquistate, occupate e annesse dall’esercito invasore. Appelli aperti allo sterminio, deportazione di bambini e adulti ucraini – scomparsi, inghiottiti, camere di tortura e uccisioni. Questa generica dimensione concentrazionaria, che segna la rappresentazione della guerra e della politica nella storia, accompagna ormai tutte le analisi oggettive – il più possibile assiologicamente sobrie – che siamo portati a stabilire.

(ANSA-AFP il 18 Giugno 2023) Il nipote e custode dell'eredità del rivoluzionario comunista russo Leon Trotsky, Esteban Volkov, è morto a Città del Messico all'età di 97 anni. Lo ha annunciato il museo da lui fondato. "Il nostro direttore, compagno e amico ha lasciato questo mondo", ha annunciato la Leon Trotsky House Museum sulla sua pagina Facebook. Il museo si trova nella casa della capitale messicana in cui Trotsky, esiliato nel Paese nordamericano nel gennaio del 1937, aveva vissuto fino al suo assassinio avvenuto nell'agosto del 1940.

Nato in Ucraina nel 1926, Volkov arrivò in Messico all'età di 13 anni. Sua madre Zinaida, figlia di Trotsky, si era suicidata a Parigi mentre fuggiva dal regime di Joseph Stalin e suo padre era stato mandato nei gulag negli anni '30. Era considerato in Messico come l'ultimo testimone ancora in vita dell'assassinio di Trotsky, ucciso con un colpo di piccozza in testa dall'agente segreto del Commissariato del popolo per gli affari interni (Nkvd) Ramon Mercader.

In un'intervista alla Bbc, Volkov ha raccontato che stava tornando a casa da scuola quando ha visto un'auto della polizia davanti alla casa dove viveva con suo nonno, poi ha visto il corpo di quest'ultimo sanguinante a terra. Dopo il delitto, Volkov aveva continuato a vivere in Messico, dove aveva studiato Chimica e fondato nel 1990 il museo nell'ex casa di Trotsky, nel quartiere popolare di Coyoacan. Volkov "ha portato a termine il compito più importante della sua vita: la difesa delle idee e della carriera di suo nonno", ha elogiato il museo nel suo comunicato stampa.

Il personaggio. Chi era Esteban Volvov, nipote di Trotsky e testimone del suo brutale omicidio. L’ultimo nipote e l’ultimo testimone di quel terribile omicidio, ordinato da Stalin, compiuto a colpi di piccone davanti a un piccolo scrittoio a Città del Messico. David Romoli su L'Unità il 22 Giugno 2023

Il nome di Esteban Volkov, morto due giorni fa in Messico alla bella età di 97 anni, dice poco e lo conoscevano in pochissimi. A differenza di suo nonno, Lev Davidovich Bronstein, meglio noto come Lev Trotsky, uno dei principali tra i grandi rivoluzionari del XX secolo, certamente il più calunniato e vituperato. Ancora alla fine degli anni ‘60, molti anni dopo il XX Congresso del Pcus (il partito comunista russo) del 1956 e la denuncia dei crimini staliniani, nel Movimento Operaio lo si poteva ancora nominare a stento, tanto si era radicata la violentissima campagna diffamatoria scatenata contro di lui da Stalin.

Ancora nel 1934 (Trotzky era ancora vivo), nel suo libro sulla Rivoluzione d’ottobre, Stalin riconosceva la realtà: “Tutto il lavoro di organizzazione dell’insurrezione fu effettuato sotto la direzione del compagno Trotsky. Si può affermare con certezza che il partito è in debito prima di tutti e soprattutto con il compagno Trotsky”. In quel 1934 il partito aveva già iniziato a pagare il suo debito esiliando il benemerito in Kazakhistan nel 1928 e poi espellendolo dall’Urss, verso la Turchia, l’anno seguente. Nel ‘33 l’ex comandante dell’Armata Rossa caduto in disgrazia era in Francia, ma con il divieto di risiedere a Parigi.

Nel 1949 quell’imbarazzante riconoscimento fu sbianchettato dal libro di Stalin. Il suo nemico era stato cancellato dalla faccia della terra 9 anni prima, a Città del Messico dove era arrivato nel 1937 dopo essere passato dall’esilio francese a quello in Norvegia. Il 20 agosto 1940 l’agente spagnolo del Nkvd (la polizia segreta sovietica) Ramon Mercader, zio di Manuel e Christian De Sica, lo aveva aggredito a colpi di piccozza: la vittima era sopravvissuta solo sino al giorno seguente. Mercader si faceva passare per militante trotskista con la falsa identità di Frank Jacson.

La villa in cui si era trasferito il rivoluzionario, dopo essere stato a lungo ospite di Diego Rivera e della moglie Frida Kahlo, con la quale aveva una relazione, era stata attaccata con le mitragliatrici, il 24 maggio, da una squadra di 20 agenti del Nkvd guidata dal pittore messicano David Alfaro Siqueiros. L’attacco aveva mancato l’obiettivo e la villa era stata trasformata dai trotzkisti in un bunker difeso da squadre armate. Ma la vittima predestinata si fidava del sedicente Jacson, lo fece entrare nel suo studio per discutere un articolo e si ritrovò così indifeso alla mercé del suo assassino, insignito per l’omicidio del titolo di “eroe dell’Urss” ancor prima di essere scarcerato nel 1960, e poi anche dell’ordine di Lenin e della Stella d’oro.

Esteban Volkov, il nipote scomparso due giorni fa, era l’ultimo testimone ancora in vita di quell’assassinio, oltre che custode dell’eredità del nonno. Sei anni fa Volkov aveva inviato a Netflix una petizione, firmata da molti intellettuali tra cui Frederic Jameson, Slavoj Zizek e Nancy Fraser, contro la decisione di trasmettere la serie in 8 puntate prodotta dalla tv russa sulla vita di suo nonno. L’accusa era di falsificare la realtà storica e diffondere un’immagine bugiarda e distorta, funzionale alla propaganda putiniana, di Lev Trotzky. I registi si difesero affermando che nella serie “ci sono alcuni fatti e tutto il resto è finzione ma nulla è stato inventato nel senso della vita di Trotzky e delle sue azioni”.

La fedeltà storica dello sceneggiato è una barzelletta e del resto non era a questo che la produzione era interessata, ma alcuni particolari del prodotto televisivo sono comunque interessanti. Trotzky, notarono in molti al momento dell’uscita della serie in Italia, era descritto quasi come una rockstar, un divo della rivoluzione, e in questo c’è senza dubbio qualcosa di vero e anche di indicativo sui motivi della sua sconfitta dopo la morte del capo dei boscevichi, cioè di Lenin, nonostante fosse per ammissione dello stesso Stalin,“il leader più popolare dopo Lenin”.

Isaac Deutscher, il primo biografo di Trotzky, nota che il rivoluzionario, chiuso nella Fortezza Pietro e Paolo nel 1906, dopo il fallimento della Rivoluzione del 1905-06, sembrava, più che un detenuto politico “un prospero intellettuale occidentale fin-de-siècle in procinto di partecipare a un recevimento ufficiale”. La foto conferma. Il rivoluzionario è elegante, curatissimo pur in cella, altero. La stessa eleganza avrebbe preteso dalle uniformi della sua Armata Rossa. Brillante, intelligentissimo, doannaiolo, Trotzky aveva davvero qualcosa della star.

Lev Bronstein era nato il 7 novembre 1879 in Ucraina. Veniva da una molto agiata famiglia ebrea e aveva studiato matematica a Odessa prima di abbandonare l’università per farsi rivoluzionario di professione, prima populista, poi, in parte su spinta della prima moglie Aleksandra Sokolovskaja, marxista e socialdemocratico.

Mandato in esilio in Siberia per la prima volta nel 1900 e dopo aver scelto per nome quello di uno dei suoi carcerieri, Trotzky, aveva seguito la trafila dei rivoluzionari di quell’epoca, passando da una città all’altra a partire da Londra dove aveva conosciuto Lenin che aveva cercato invano di farlo entrare nella direzione del suo periodico Iskra, di cui era una delle penne più brillanti. Dopo la scissione tra bolscevichi e menschevichi del 1903 era rimasto con i menscevichi avversari di Lenin ma presto aveva abbandonato anche loro, pur restando vicino al leader della sinistra menscevica Martov.

Dopo la rivoluzione del 1905, che gli storici considerano oggi esser stata la vera “rivoluzione russa” nel senso proprio del termine, era tornato a Pietroburgo dove era stato l’anima e poi anche formalmente il presidente del Soviet. Fuggito dalla Siberia nel 1907 aveva ripreso il pellegrinaggio in esilio di Paese in Paese, con la seconda moglie Natalia Sedova, Lo scoppio della rivoluzione nel febbraio 1917 lo aveva raggiunto a New York, dove viveva nel Bronx a stretto contatto con Aleksandra Kollontaj, non ancora bolscevica, e Nicholaj Bucharin. Tornato in Russia era diventato uno dei principali leader bolscevichi, anche se si sarebbe iscritto al partito solo nel luglio 1917.

Presidente del Soviet di Pietroburgo nei giorni dell’insurrezione, ministro degli Esteri nelle trattative per la pace separata di Brest-Litovsk con la Germania, capo dell’Armata Rossa nella guerra civile che a un certo punto fu combattuta addirittura su 16 fronti, Trotzky sembrava destinato a ereditare la guida dell’Urss dopo la morte di Lenin. Stalin seppe sfruttare i suoi punti deboli. Trotzky era un grande oratore, il principale teorico marxista tra i bolscevichi, un intellettuale cosmopolita che parlava fluentemente diverse lingue sia pur con forte accento russo ma tutto ciò lo rendeva sospetto agli occhi dei militanti del partito che lo considerarono sempre un estraneo, diventato bolscevico tardi, con alle spalle scontri anche molto duri con Lenin nei primi anni del secolo.

Era anche arrogante, altezzoso, consapevole della propria superiorità ma inetto nelle trame di corridoio nelle quali eccelleva Stalin. Come capo dell’Armata Rossa aveva richiamato in servizio gli ufficiali dell’esercito zarista e i vecchi soldati bolscevichi non gliel’avevano mai perdonata nonostante la vittoria. Era stato tra i fautori del Terrore Rosso e aveva represso nel sangue la rivolta dei marinai di Kronstadt, da sempre l’avanguardia della rivoluzione: Stalin adoperò strumenti che il suo nemico aveva contribuito a forgiare. Trotzky, in fondo, era davvero in parte quello descritto dalla serie tv bugiarda: una star della Rivoluzione destinata a crollare in un sistema nel quale il potere era in mano agli anonimi burocrati del partito. David Romoli 22 Giugno 2023

Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “La Stampa” il 19 Giugno 2023.

Per anni, nei discorsi che se ne facevano – non spessissimo – in Europa, erano rimasti "i Paesi dell'Est". Una definizione geograficamente e politicamente confusa, ma sottilmente sprezzante, che infilava mondi diversi in un unico pregiudizio di nomi impronunciabili, storie sanguinose, confini mobili, povertà infelice e memoria cancellata.

Era la "nuova Europa", come l'aveva definita gelidamente Jacques Chirac, la metà perduta del continente, recuperata malvolentieri oltre la cortina di Ferro dopo la caduta dell'Urss. […] per molti nella "vecchia Europa" i Paesi dell'Est, […] erano apparsi più un problema che una soluzione […] Quando l'invasione russa in Ucraina ha fatto ripartire violentemente le macine della storia, pochi hanno avuto il coraggio di ammettere che la "nuova Europa" […] aveva avuto ragione e visto lontano. E che per capire l'Est bisognava osservare il mondo come lo si vede da Praga e Kyiv, Varsavia e Budapest, Minsk e Belgrado.

Quello che ha fatto Micol Flammini, la giornalista del Foglio che l'Europa Orientale l'ha vissuta, studiata, sperimentata, che ne parla le lingue e ne ha ascoltato le voci. Nel suo primo libro La cortina di vetro (Mondadori), ci sono le storie dell'Est che ha raccontato per anni, e il fallimento della "nuova Europa" che non è riuscita a trasmettere all'Occidente quel "senso d'urgenza" di fronte a un Cremlino "vorace e invasivo".

[…]Nel 1989, «Bruxelles e Washington si illudevano di aver cancellato la cortina di ferro», mentre le capitali dell'Est […] «sapevano bene che la stavano solo spostando» e che l'obiettivo, in questa tornata della storia, era di «non finire mai più dall'altra parte». La Russia aveva «continuato a percepire il collasso del suo mondo come un'umiliazione e un'ingiustizia, afflitta da una nostalgia che nessun altro pezzo dell'ex Urss provava […]

Ora che la propaganda di Mosca rivendica come "territori storici" l'Ucraina, la Polonia e il Baltico, Flammini ricorda agli appassionati di "geopolitica" convinti che i "Paesi dell'Est" siano condannati a essere eterne pedine del risiko tra Russia e Germania, come la liberazione dell'Europa Orientale fosse stata anche una rivolta anticoloniale. L'impero sovietico era stato messo in crisi dalla protesta di Solidarnosc […] come dalla "rivoluzione canora" dei baltici, con la catena umana che aveva visto centinaia di migliaia di lettoni, lituani ed estoni prendersi per mano il 23 agosto 1989. […]

la premier estone Kaja Kallas, una delle più strenue alleate dell'Ucraina che combatte, è nipote di dissidenti deportati in Siberia, mentre alla guida della cancelleria di Putin c'è Anton Vajno, il nipote del leader comunista che aveva consegnato la libertà dell'Estonia a Mosca. […] Flammini parla di «popoli imperdonabili e popoli perdonati», di un processo di elaborazione che non propone di «dimenticare il male», ma di capire che «le nazioni possono cambiare, che la storia può ammettere un'evoluzione». A condizione di conoscerla e di «assumersene la responsabilità».  

Estratto dell’articolo di Marco Ventura per “il Messaggero” l'11 giugno 2023.

Sul fronte ucraino del Donbass continuano a morire le giovani reclute delle Repubbliche periferiche russe più povere. E perciò che colpisce l'ultimo scoop della fondazione del dissidente russo Navalny, sulla vita spensierata e i lussi sfrenati del 22enne Danila Shebunov, in arte Sheba, la popstar che ha pubblicato l'ultima hit il giorno dell'invasione dell'Ucraina.  

Sheba è uno dei tanti "lei-non-sa-chi-sono-io", rampolli delle élite moscovite e sanpietroburghesi, generati dal gotha del Cremlino […] che fa studiare i figli nelle più prestigiose università europee e americane, acquista yacht e ville a Londra, Parigi e nei luoghi più chic del Mediterraneo, e non si preoccupa neppure di farli vivere nell'ombra.

[…] . Sheba, per dire, figlio di una ex assistente di volo con cui Shoigu (che nega) avrebbe notoriamente una relazione parallela con tre figli dagli anni 2000, riempie il profilo Instagram di foto in cui sfreccia al volante di una decappottabile nella luce del tramonto e invece di andare al fronte, si presenta alla Coppa del Mondo in Qatar. […] A 19 anni, secondo l'associazione anti-corruzione di Navalny, il figlio di Shoigu possedeva già due appartamenti di lusso a Mosca. C'è da sorprendersi allora se il capo dei mercenari Wagner, Prigozhin, prende di mira le élite & figli, e ne fa una campagna politica? 

[…] Elizaveta Peskova, la 24enne figlia del secondo matrimonio del portavoce di Putin, Peskov, candidamente ha dichiarato che il sistema educativo russo è «un inferno», molto meglio in Occidente. E ha partorito un post su Instagram rilanciando la formula pacifista: «No to war». Ma si capisce, lei è cresciuta in una scuola costosissima di Parigi, ha fatto l'internship in una grande casa di moda francese e perfino, a quanto parte, al Parlamento Europeo. […]  

Lo stesso vale per Polina Kovaleva, figlia 21enne del ministro degli Esteri, Lavrov, proprietaria di un meraviglioso appartamento a Londra, a un tiro di schioppo dalla sua ex Università, l'Imperial College. L'altra e meno giovane figlia di Lavrov, Ekaterina Vinokurova, 39 anni, si è formata alla Columbia University, a New York, dove ha vissuto per 17 anni. 

Forse in un sussulto di vergogna, o paura, Nikolay figlio di Peskov, dopo le polemiche sui rampolli renitenti, si è arruolato nei mercenari Wagner. Per Prigozhin resta uno «str....o» noto per le sue scorribande festaiole. Ma come soldato, dice, «non era male». Lui è la foglia di fico dell'establishment.

Estratto dell’articolo di Alessandro Rosi per ilmessaggero.it l'8 giugno 2023.

Putin spia d'elite del KGB? No. Non è stato probabilmente così. Le imprese passate del presidente russo sono probabilmente false. Si tratta, d'altra parte, di un'epoca della sua vita avvolta dal mistero. E che lui stesso non ha mai commentato. Anche se sono circolate molte storie sulle sue presunte imprese. […] 

L'indagine del quotidiano tedesco Der Spiegel svela un'altra realtà. La maggior parte del lavoro di Putin era in realtà limitato a "banali" compiti amministrativi. Citando uno degli ex colleghi di Putin presso l'ufficio di Dresda del KGB, trapela che il suo "lavoro consisteva principalmente nell'esaminare all'infinito le domande per le visite dei parenti della Germania occidentale o nella ricerca di potenziali informatori tra gli studenti stranieri dell'Università di Dresda". 

Putin, inoltre, è raramente menzionato nei registri della Stasi (il nome della polizia segreta della Germania dell'Est). In quelli che fanno riferimento a lui, è solo per quanto riguarda il suo compleanno o compiti amministrativi. 

Nessuno fornisce prove a sostegno delle storie menzionate in precedenza. Horst Jehmlich, un ex ufficiale della Stasi che ha lavorato anche a Dresda, ha detto a Der Spiegel che Putin non era altro che un "fattorino". 

"Ha mentito", era "solo un maggiore". Così Oleg Kalugin, ex ufficiale di alto rango del KGB e feroce critico di Putin, in un'intervista con RFE/RL nel 2015. Putin ha lavorato per il KGB, il servizio di intelligence dell'Unione Sovietica, per quasi due decenni.  […]

Estratto dell'articolo di Monica Perosino per “la Stampa” il 30 maggio 2023.

A Mosca si sta scrivendo un nuovo testo scolastico di Storia in cui l'invasione dell'Ucraina viene descritta come una necessaria guerra di difesa, unica soluzione all'aggressione dell'Occidente, che starebbe usando l'Ucraina come un «pugno» per colpire la Russia e come «punto d'appoggio per un attacco della Nato contro la Russia». […] Il testo, che entrerà in classe a settembre, ribadisce la linea del Cremlino secondo cui l'obiettivo sarebbe quello di «demilitarizzare e denazificare» l'Ucraina e si conclude con una frase di Viaceslav Molotov riesumata dai tempi di Urss e nazisti: «La nostra causa è giusta! Il nemico sarà sconfitto! La vittoria sarà nostra!».

[…] a leggere quelle righe saranno 16 mila bambini ucraini, figli di quei «nazisti» che la Russia vuole eliminare dalla faccia della terra. Dall'inizio dell'invasione russa sono in totale 16.226 i bambini ucraini deportati in Russia. Di questi, solo 300 sono stati riportati alle loro famiglie o comunque in patria, mentre in totale quelli che sono stati «localizzati» sul territorio della Federazione sono 10.513. Degli altri cinquemila che mancano all'appello non si sa più nulla. Si sa, invece, come raccontato dal Guardian, che alcune famiglie russe hanno tentato di nascondere bambini ucraini per non perdere i sussidi garantiti per l'affido. […]

Basta consultare le pagine web delle associazioni ucraine che stanno cercando i bambini deportati per capire che una grande parte dei piccoli scomparsi dai radar abitavano a Mariupol e nei territori occupati. […] Contrariamente a quanto immaginato, a sparire oltreconfine non sono stati solo gli orfani e bambini non accompagnati, ma anche allievi di collegi e bambini separati dalle famiglie a causa dei bombardamenti.

[…]

Alcuni bambini sono spariti da oltre un anno […]. Di alcuni si hanno tracce grazie alla spudoratezza russa, che li ha usati come bandiera della propaganda. Uno dei casi più eclatanti lo scorso febbraio: al culmine dello sfarzo a Mosca per celebrare il primo anniversario dell'inizio della guerra, il Cremlino ha mostrato alle tv di Stato i bambini «salvati» da Mariupol, in modo che potessero "ringraziare" gli invasori.

Una delle protagoniste di questa orgia di patriottismo è stata Anna Naumenko, quindicenne dai capelli neri, che è stata spinta sul palco dello stadio Luzhniki di Mosca per ringraziare un soldato soprannominato "Yuri Gagarin"[…] La mamma di Anna, Olga Naumenko, era morta per le schegge di un a bomba russa. 

Per Anna, e per gli altri 16.225 bambini, la Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso un mandato di cattura contro il presidente russo Vladimir Putin e la commissaria russa per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova, con l'accusa di crimini di guerra per aver deportato illegalmente bambini ucraini in Russia.

Tributo alla resistenza. La crudeltà dei soldati russi raccontata da chi è stata nelle loro mani. Massimiliano Coccia su L'Inkiesta il 27 Maggio 2023

Yulia Paievska è un paramedico ucraino, ha vinto il premio Sakharov 2022 e la sua storia spiega la brutalità dell’esercito di Mosca: era stata catturata e imprigionata, poi liberata grazie a una mobilitazione internazionale. «Usano scariche elettriche, ferri e botte, e vieni filmato mentre ti torturano con sadismo», racconta a Linkiesta

Yulia Paievska è soprannominata “Taira”, ha uno sguardo appuntito e dolce, un giubbotto pieno di distintivi, le braccia disseminate di tatuaggi. Il suo corpo sembra un tributo vivo alla resistenza, una sorta di perenne monito che si può toccare il punto più basso in qualsiasi momento della storia.

“Taira”, paramedico ucraino, usò una telecamera corporea per registrare l’operato della sua unità di soccorso durante l’assedio di Mariupol, successivamente è stata imprigionata dalle formazioni russe e poi liberata dopo una mobilitazione internazionale. Insignita del premio Sakharov 2022, è forse con la sua storia la migliore rappresentazione di come il popolo ucraino vive la guerra di invasione, su come ogni storia sia la storia di un corpo e di una lotta.

“Taira”, hai scelto questo soprannome da un personaggio del videogame “World of Warcraft” che ha nella grazia e nella speranza le sue caratteristiche fondative, è una guerriera che non perde l’umanità. Dopo una prigionia durissima riesce a conservare come l’eroina del videogame questi valori? Cosa ha significato per lei?

Non si può immaginare cosa significhi fare questa esperienza, essere nelle mani della Russia è talmente letale che genera rimozione perché il nostro cervello si rifiuta di credere in qualcosa di così orribile. Perché è nella natura delle persone non credere alla disumanità, alla tortura, alla fame e alla sete. Quando una prigioniera come me sopravvive alle torture può scattare un meccanismo di difesa mentale che arriva a scusare anche la Russia. Non è stato il mio caso perché avevo ben chiaro cosa stava accadendo, come e perché.

In Italia i crimini di guerra russi sono sminuiti da molti media, da molti intellettuali e giornalisti.

Amo molto l’Italia, riesco a sentire l’animo italiano, e voglio che il popolo italiano comprenda cosa significa essere nelle mani dei russi. Ad esempio cercate di immaginare che tutto ciò che avete ritenuto prezioso per voi stessi, che avete amato, venga improvvisamente disintegrato, ogni singolo istante della vostra vita stravolto. Anche i valori su cui avete poggiato la vostra esistenza sono esposti al pubblico ludibrio e distorte dal nemico. La tortura è fisica e mentale.

Non è valso a nulla il suo essere un paramedico quindi?

No, anzi. Durante tutti gli otto anni in cui sono stata sul campo di battaglia, il mio dovere professionale era salvare le vite delle persone, degli ucraini e dei russi, e ho cercato di fare del mio meglio per salvarli, non ho mai nemmeno immaginato di far loro del male e so che ogni medico che conosco farebbe lo stesso. Sono sempre stata molto orgogliosa di questo comportamento mostrato dai miei colleghi, dimostra quanto sia nobile il nostro lavoro. Quando sono stata arrestata e imprigionata, io e altri medici siamo stati accusati di cose orribili come il traffico di organi, la tortura, il non aver prestato assistenza medica ai russi. Immaginate, tutto ciò per cui ti sei tanto prodigato nella realtà viene completamente distorto tramite bugie. L’elemento peggiore è che non hanno nemmeno cercato di trovare le prove di queste azioni. Quello che hanno fatto è stato torturarti, torturarti per spingerti a fare una confessione su qualcosa che non hai mai commesso. Vieni filmato mentre ti torturano con sadismo.

Una modalità che affonda le radici nel nazismo, sembra di ascoltare le testimonianze dei prigionieri politici di Via Tasso.

Credo che sia qualcosa che proviene addirittura dal Medioevo, perché quello che ho subito l’ho letto solo nei libri di storia. Usano scariche elettriche, ferri e botte. Per farvi capire io, come molti, ero in una struttura prettamente dedicata alle torture e questa è la normalità, non l’eccezione.

Come vive un prigioniero dopo la liberazione?

I prigionieri liberati, anche dopo un anno, si trovano in condizioni orribili, davvero orribili e la riabilitazione fisica e psicologica richiede moltissimo tempo. Ho visto torturare donne e persino bambini, puoi immaginare? I russi credono di poter fare quello che vogliono perché il mondo è rimasto in silenzio per troppo tempo. Ad esempio, hanno preso i medici come ostaggi e i medici secondo il diritto internazionale non possono essere imprigionati. Le persone che salvano vite attraverso il loro dovere che vengono definite criminali.

Dialogare con lei è importante, però lascia un senso di impotenza lo confesso. Cosa può fare l’opinione pubblica europea per questa situazione?

Vi chiedo di fare un appello specifico sui civili detenuti illegalmente che sono trattenuti senza accesso ad alcun sostegno internazionale. Il Comitato internazionale della Croce Rossa non ha alcun impatto su questa situazione. Il problema dei bambini tenuti in cattività è tremendo, oltre l’orribile, perché le condizioni in cui versano sono peggiori di quelle degli schiavi.

Questa è l’ultima di tre interviste de Linkiesta alle donne che combattono il regime di Putin e l’invasione russa in Ucraina. La prima è quella a Oleksandra Matvijčuk, avvocata ucraina, presidente del Centro per le libertà civili. La seconda è quella a Oleksandra Romantsova, direttrice del Centro per le libertà civili.

I Terroristi.

Spuntano i “soldati” di Gazprom: ecco dove operano i nuovi mercenari di Mosca. Francesca Salvatore il 07 giugno 2023 su Inside Over.

Uno scontro complesso fra gruppi mercenari di vario genere e non più solo una battaglia fra due eserciti regolari: questo è il destino che ormai sembra profilarsi per il conflitto in Ucraina. Dopo un anno e più dall’inizio dell'”operazione speciale”, fallita l’ipotesi di guerra lampo tanto auspicata da Mosca, il continuo proliferare di miliziani sembra prolungare sine die i combattimenti, oltre che balcanizzare il diorama delle forze in campo.

Se nel campo ucraino si sovrappongono l’esercito di Kiev alle operazioni della guerriglia anti-Putin, in quello russo si starebbe verificando una stratificazione fra le forze regolari, la brigata Wagner di Evgenij Prigozhin e i soldati di Ramzan Kadyrov. Le ultime due componenti si inseriscono nei vuoti di potere e di risultati di Mosca, mentre i loro leader si contendono non solo il favore di Vladimir Putin, ma restano gli unici a potersi permettere di sbeffeggiare il Cremlino per le sue mancanze.

Chi sono i miliziani di Gazprom

In questo complesso castello di divise e di bandiere si inserisce la milizia privata firmata Gazprom, il colosso energetico russo. La chiamata al reclutamento sarebbe avvenuta nell’agosto scorso, attraverso una riunione convocata mediante un gruppo di messaggistica ove comunicano personale e dirigenza: meno chiaro è il dove gli arruolamenti sarebbero avvenuti. Notizie certe giungono esclusivamente dalla Siberia, dove alcune mogli hanno testimoniato l’arruolamento volontario dei mariti. In molti si sarebbero rifiutati, sospettando delle promesse fin troppo allettanti.

Fra di loro numerosi veterani della guerra in Cecenia over 50, che sono stati arruolati mentre ricoprivano il ruolo di guardie di sicurezza per la multinazionale russa con la promessa di lauti guadagni e numerosi benefici a completamento della missione. Utilizzati occasionalmente, sono andati costituendo unità via via più importanti che stanno ricoprendo un ruolo decisivo, soprattutto all’indomani del fallimento dell’offensiva russa. Alcuni sono stati arruolati per tre mesi, altri per sei: molti di loro in quel di Soledar, proprio la città a nord di Bakhmut protagonista della sconfitta delle forze di Kiev nel gennaio scorso, che ha aperto il fronte interno russo tra l’establishment della Difesa e le forze della Wagner.

 Le due unità principali: Potok e Fakel

Potok (flusso) e Fakel (torcia) sarebbero i nomi delle unità principali messe in piedi da Gazprom: due nomi evocativi per un titano degli idrocarburi, di cui oggi conosciamo l’esistenza grazie ad un’inchiesta del Financial Times che ha ricostruito le loro vite attraverso le testimonianze di parenti, commilitoni e reclutatori. L’azienda non si pronuncia sulla loro esistenza, tantomeno ha mai ammesso di essere dietro queste unità. Molti dei volontari sono stati reclutati da personalità di alto rilievo in Donbass piuttosto che in Crimea e spingono militarmente interessi politici ed economici ben evidenti, in questo caso quelli di precisi califfi del gas pronti a ricordare a Putin chi è stato sul libro paga di chi, contribuendo allo sforzo bellico.

A testimonianza di un conflitto che non prende di mira solo Kiev, ma di una lotta interna per la spartizione del potere. Tuttavia, Mosca ha bisogno e cerca spasmodicamente questa fonte inesauribile di mercenari: sia perché l’arruolamento privato fornisce delle guarentigie che il Cremlino non può dare (un milione di rubli per la missione, posto di lavoro assicurato e lunghissime ferie al termine dell’”operazione speciale”), sia perché ciò consente di non dover ricorrere ad una nuova mobilitazione generale che causerebbe panico e potrebbe generare il caos in Russia.

L’unica notizia certa che possediamo è che, agli inizi del 2023, il Primo Ministro russo Mikhail Mishustin aveva affidato a Gazpromneft, una filiale di Gazpom, il compito di formare “un’organizzazione di sicurezza privata”. Era stata la BBC News Russian a riportare per prima che il reclutamento era cominciato nella città di Omsk e che l’operazione aveva preso il nome di “Gazpromneft Security“. A capo, alti papaveri del Servizio di Sicurezza Federale russo e del ministero degli Interni. Nessuna conferma ufficiale nè alcuna dichiarazione di alto livello hanno mai confermato il collegamento tra questa organizzazione e le unità di cui sopra.

Tuttavia, ad aprile, alcuni milblogger pro-Putin hanno iniziato a mostrare combattenti del battaglione Potok, descrivendoli come legati a Gazprom: questa unità di sicurezza sarebbe stata mandata a Bakhmut per coprire i fianchi della Wagner. I miliziani in questione avrebbero lamentato mancanza di leadership e di equipaggiamenti. Tra l’inizio di aprile e la fine di maggio, poi, un prigioniero di guerra russo che ha dichiarato di chiamarsi Alexander Tkachenko avrebbe dichiarato che Gazprom, oltre a gestire l’unità Potok, sarebbe la burattinaia di Fakel e di una terza unità, denominata Plamya.

L’ira della Wagner

Sul fronte interno queste milizie non sono ben volute da tutti. Nel celebre video di 26 minuti pubblicato sul suo canale Telegram lo scorso aprile, il leader della Wagner accusava le due unità di voler interferire con la politica russa e di essere d’ostacolo ai suoi soldati. Se dal lato russo la loro importanza inizia ad essere pubblicizzata (non dall’alto) per via del ruolo rivestito in quel di Bakhmut, da Kiev giungono numerose smentite: la loro efficacia sul fronte sarebbe limitata; il gruppo sarebbe più utile a fare gli interessi dei propri patron per il futuro scacchiere nazionale russo.

Se, però, il video di Prigozhin legittima in qualche modo l’esistenza delle milizie a marchio Gazprom, vi sono altri dettagli che ne testimoniano la discesa in campo. Il web e i social network hanno fatto emergere alcuni video in cui operai di impianti Gazprom augurano buon Natale ai propri compagni in battaglia, mente il partito Pravaya Rossiya si è più volte definito un fiancheggiatore dell’unità Fakel, dichiarando anche di foraggiarla con numerose attrezzature: il partito sarebbe inoltre il padrino di un altro battagliano, composto da circa 260 unità, soprannominato “Skif”.

Ma se la rete fornisce una gran quantità di testimonianze, oltre al silenzio di Gazprom si fa assordante anche quello del Cremlino, che non si sbottona sulla partecipazione delle milizie del gas all'”operazione speciale”. Anche l’intelligence ucraina sembra essere a conoscenza del loro ruolo: in particolare l’unità Potok sembrerebbe dipendere da una forza militare più grande, Redut, composta da circa 7000 uomini, la stessa a cui avrebbero dichiarato di appartenere i miliziani di cui parla la BBC. Avrebbe avuto un ruolo importante nel fallito accerchiamento di Kiev e in quel di Kharkiv; in passato questa unità sarebbe stata al servizio degli interessi russi nello scenario siriano, occupandosi di progetti infrastrutturali gestiti da Stroytransgaz (una controllata del Volga Group), entrando in diretta concorrenza con la Wagner; un precedente che spiegherebbe buona parte dell’astio di Prigozhin per queste entità. FRANCESCA SALVATORE

Estratto dell’articolo di Marta Serafini per il “Corriere della Sera” il 26 Maggio 2023.

Ritira i suoi uomini da Bakhmut Evgeny Prigozhin e avverte: il rischio è che in Russia scoppi una nuova rivoluzione. In un video diffuso via Telegram ieri, il leader della Wagner ha annunciato che il primo giugno trasferirà definitivamente il controllo della città ai russi.

[…] lo chef del Cremlino ha avvertito del rischio di una «rivoluzione come nel 1917», dopo che i figli delle famiglie più povere vengono mandati a morire al fronte, mentre quelli delle élite sono tenuti al riparo dalla guerra. «Prima si solleveranno i soldati, poi i loro cari. Ce ne sono già decine di migliaia, parenti di coloro che sono stati uccisi. E probabilmente ce ne saranno centinaia di migliaia, non possiamo evitarlo», ha spiegato.

[…] Da Kiev intanto arriva la precisazione che Vladimir Putin è l’obiettivo primario «per la sua detenzione e consegna all’Aia». Andrii Yusov, rappresentante della direzione principale dell’intelligence della Difesa ucraina, ha corretto il tiro dopo che il giornale tedesco Die Welt ha pubblicato un’intervista del vice capo dell’intelligence ucraina Vadim Skibitsky, in cui si parlava di uccidere Putin e Prigozhin. […]

Estratto dell’articolo de “la Stampa” il 26 Maggio 2023.

I ministri della difesa bielorusso e russo, Viktor Khrenin e Serghei Shoigu, hanno firmato ieri a Minsk i documenti che regolano il dispiegamento di armi nucleari tattiche russe in Bielorussia, in risposta, ha detto Shoigu, alle attività della Nato nella regione. Le armi saranno trasferite in uno speciale impianto di stoccaggio. 

«I ministri della difesa - ha spiegato Minsk - hanno anche discusso della situazione politico-militare e della cooperazione tecnico-militare tra i ministeri della difesa». Shoigu ha in particolare preannunciato che «in futuro potranno essere prese ulteriori misure per garantire la sicurezza dello stato dell'unione fra Russia e Bielorussia» ma, va da sè, le armi resteranno sotto il controllo dii Mosca. […]

Prigozhin spara sul Cremlino: «Ha reso gli ucraini invincibili». Durissimo affondo contro Mosca del capo dei mercenari russi del gruppo Wagner, che giudica fallimentare la guerra: «I nostri nemici sono molto più forti di prima». Il Dubbio il 25 maggio 2023

Quasi in concomitanza con il ritiro delle truppe mercenarie del gruppo Wagner da Bakhmut, il suo fondatore Yevgeny Prigozhin è tornato a parlare e soprattutto a lanciare messaggi più o meno espliciti al Cremlino. La battaglia per il controllo della città mineraria ucraina è durata diversi mesi, sicuramente la più feroce e sanguinosa dell'intera guerra. Wagner ha rivendicato la conquista il 2o maggio, assicurato il passaggio di consegne all'esercito ufficiale di Mosca ma il conflitto con le élites politiche non si è placato.

E simbolicamente, ed è proprio dalle rovine della città distrutta che Prigozhin non ha mancato di rilasciare affermazioni sorprendenti, ma che appaiono a tutti gli effetti come una guerra di logoramento contro quelli che considera i suoi nemici. L'occasione per il fondatore del gruppo mercenario è stata un'intervista con il blogger filo regime putiniano Konstantin Dolgov. In una conversazione durata circa un ora, trasmessa da Bloomberg, Prigozhin ha fatto il punto sulla guerra in Ucraina e alcune delle sue parole sono sembrate un enormità sia per il tono che per il contenuto.

Basti pensare a uno dei passaggi principali: «Abbiamo condotto un'operazione speciale per cosa? Smilitarizzare e denazificare l'Ucraina? Alla fine, la denazificazione ha permesso all'Ucraina di diventare una nazione conosciuta in tutto il mondo. (...) Francamente, l'Ucraina è stata legittimata, ha detto il capo di Wagner. All'inizio dell'operazione speciale, avevano 500 carri armati... Oggi ne hanno 5000. Se avevano 20mila persone che sapevano combattere, oggi sono 400mila. Cosa abbiamo smilitarizzato? Oggi penso che l'esercito ucraino sia uno dei più forti».

Naturalmente il personaggio è rimasto fedele al suo cliché, quello di usare le iperboli come mezzo di comunicazione. Ma è chiaro che in poche righe sia praticamente smantellato tutto l'impianto politico e militare della cosiddetta Operazione Speciale. E naufragato, per Prighozin l'obiettivo propagandistico della denazificazione, anzi il nazionalismo estremo ucraino sembra essere uscito rafforzato dal conflitto non ancora concluso. La smilitarizzazione, altro intento, questo si piu concreto almeno come strategia, è fallita. L Ucraina anzi ora è una nazione armata fino ai denti grazie all'intervento diretto dei paesi occidentali, Usa in testa.

Una debacle completa che potrebbe portare a conseguenze ancor piu gravi per Vladimir Putin. la Russia infatti sarebbe sull'orlo di una possibile rivoluzione come nel 1917. Il motivo risiede nei troppi morti che ormai non possono venire piu nascosti all'opinione pubblica. E così, dice Prigozhin: «I soldati si alzeranno e poi i loro cari si alzeranno. È sbagliato pensare che ce ne siano centinaia, ce ne sono già decine di migliaia, parenti di coloro che sono stati uccisi».

E logico che si tratta di esagerazioni basate unicamente sulle sue osservazioni interessate anche se qualche dato fornito dallo stesso Prigozhin avvalora l'ipotesi di un malcontento da tenere in conto. Nell'intervista viene detto che nella battaglia di Bakhmut sono stati uccisi 50mila soldati ucraini e altri 70mila sarebbero rimasti feriti. Il bilancio per il gruppo Wagner è altrettanto drammatico; su gli oltre 50mila effettivi gli uccisi sono stati 20mila, di cui la metà erano ex detenuti arruolati nella compagnia privata militare. Sono a tutti gli effetti quei figli del popolo che vanno a morire mentre la stirpe delle élites viene messa al riparo. Ancora una volta Prigozhin ha usato un argomento difficilmente attaccabile e verosimile, intriso di un populismo che è il segno dello scontro con chi comanda a Mosca.

In questo senso ha dato anche qualche suggerimento a Putin: emanare un nuovo bando di arruolamento (forse una specie di leva obbligatoria) e imporre la legge marziale. Ciò per prevenire eventuali moti rivoluzionari. Una ricetta troppo semplice e probabilmente inapplicabile in un paese come la Russia che provocherebbe forse anche ancora piu dissenso. A meno che questo non sia l'intento nascosto di Prighozin. Quest'ultimo poi potrà anche usare come argomento l'episodio di un'incursione di alcuni uomini armati di almeno due gruppi russi anti regime che si sono infiltrati nella regione di Belgorod. Si tratterebbe di combattenti equipaggiati con un buon armamento e la cui estrazione non è chiarissima, si va dall'estrema destra a persone che si dichiarano semplicemente democratiche. Il sospetto che possano essere stati riforniti dall intelligence Usa è alto anche se tutti negano, così come gli stessi miliziani hanno detto di non agire sotto la direzione di Kiev.

L’ira di Prigozhin.Ernesto Ferrante su L'Identità il 25 Maggio 2023

Nel momento probabilmente più delicato per la Russia dall’inizio dell’operazione militare speciale in Ucraina, deflagra in tutta la sua potenza la bomba Prigozhin. Il capo della Wagner ha parlato di oltre 20mila suoi combattenti caduti nella lunga battaglia per la conquista della città di Bakhmut. Parole durissime per la strategia adottata dalle autorità del suo Paese, il cui piano per “smilitarizzare” l’Ucraina non solo è fallito, ma è riuscito a “trasformare l’esercito ucraino in uno dei più potenti al mondo”. “Gli ucraini sono come i greci o i romani nel loro periodo di massimo splendore”. E questo perché “abbiamo fatto dell’Ucraina una nazione conosciuta da tutti in tutto il mondo”, ha detto l’oligarca, intervistato dal blogger vicino al Cremlino Konstantin Dolgov.

Yevgeny Prigozhin, notoriamente vicino al presidente Vladimir Putin, ha sottolineato che “se l’Ucraina all’inizio dell’operazione speciale aveva 500 carri armati, ora ne ha cinquemila. Se allora erano in grado di mettere in campo 20mila soldati, ora ne hanno 400mila”. Inoltre i soldati di Zelensky sono “altamente organizzati, altamente addestrati, la loro intelligence è ai massimi livelli e possono operare con uguale successo con qualsiasi sistema militare”.

Dietro la sua uscita potrebbero esserci i falchi putiniani, da tempo molto critici nei confronti delle colombe annidate nel ministero della Difesa, il cui atteggiamento “pavido” sta avendo un costo salatissimo in termini di vite umane e “risultati” militari, ritenuti insoddisfacenti.

Qualsiasi equipaggiamento militare, compresi gli F-16, utilizzato da Kiev sia nella zona dell’operazione militare speciale che al di fuori di essa è considerato un obiettivo “legittimo” per la Russia. E’ questo l’avvertimento lanciato nel corso di un punto stampa dal vice ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov.

“Abbiamo ripetutamente affermato che qualsiasi equipaggiamento, qualsiasi arma utilizzata da Kiev nella zona dell’operazione militare speciale e non solo – abbiamo visto quanto è appena accaduto nella regione di Belgorod – è ovviamente un obiettivo legittimo”, ha proseguito Ryabkov, rispondendo alla domanda se i caccia F-16 saranno “un obiettivo legittimo per la Russia”.

Le forze di sicurezza russe sono ancora impegnate in operazioni di “pulizia” a Belgorod. Lo ha ammesso il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov, ribadendo che “ci sono stati numerosi attacchi con droni”. Le abitazioni danneggiate sarebbero 500. È in fase di ripristino la rete elettrica danneggiata durante l’incursione del gruppo di sabotaggio e ricognizione. “Successivamente, riprenderanno l’approvvigionamento idrico e le comunicazioni cellulari”.

Ilya Ponomarev, uno dei fondatori della Legione Russia libera, ha dichiarato al Washington Post che “sette villaggi sono sotto il nostro controllo, che si estende lungo 40 km di territorio russo”.

Ponomarev ha spiegato che la penetrazione è avvenuta principalmente dal posto di frontiera di Kozinka fra Ucraina e Russia, nel distretto di Grayvoron. Ma vi sono stati anche attacchi contro la regione di Bryansk, vicino alla Bielorussia, e in un altro punto più a sud. Inoltre, ha continuato ancora, è stato condotto un attacco di droni contro edifici del ministero dell’Interno e dei servizi dell’Fsb nella città di Belgorod.

I Pacifondai.

La chiesa russa contro la pace in Ucraina: perché il Vaticano è in difficoltà. Andrea Muratore il 17 Giugno 2023 su Inside Over. 

Matteo Maria Zuppi ha iniziato la sua missione diplomatica verso le parti in campo nella guerra russo-ucraina incontrando a Kiev il presidente Volodymyr Zelensky e aprendo la strada alla prospettiva di espandere verso Mosca la sua “offensiva di pace”. In cui il principale ostacolo può essere quello di Kirill, patriarca di Mosca riciclato come “cappellano del Cremlino” dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina a febbraio 2022.

L’inviato di Papa Francesco non mira a conquistare nel brevissimo periodo una mediazione che, con le manovre militari in atto sul fronte e la mancanza delle volontà delle parti di arrivare rapidamente al tavolo delle trattative, non può può sbocciare in forma immediata e eterodiretta. Piuttosto, vuole mostrare la necessità di pensare la pace come prospettiva e convincere Russia e Ucraina che non alla sola vittoria militare totale si può pensare come esito del conflitto, soprattutto visti i rischi di escalation che una lunga guerra minaccia di comportare.

La Chiesa cattolica, impero “morale” ed ecumenico, vuole essere mediatrice innanzitutto per lo stimolo ai contendenti a tornare a prendere in considerazione l’idea delle trattative e il superamento delle trincee di odio scavate tra popoli gemelli dalla guerra. Vittorio Macioce nel febbraio scorso scriveva su Il Giornale che “togliere la parola pace dal terreno sarebbe un errore strategico” per i Paesi interessati all’avanzamento del conflitto: Stati Uniti, Paesi europei, Cina, aggiungendo che “è impossibile girarsi dall’altra parte e questo vale per la guerra e per la pace. Non si può nascondere l’aggressione di Putin. Non si può non vedere che questo conflitto è solo il prologo di uno scenario più ampio e drammatico. La miopia è la stessa. La guerra globale non è un destino. È una scelta. Non interrogarsi su una via d’uscita è semplicemente folle”. Parole che sembrano preconizzare la missione Zuppi e la mossa di mediazione di Papa Francesco, desideroso di spegnere gli incendi a ogni periferia in fiamme del pianeta. 

La missione della Chiesa cattolica passa per il contrasto allo scontro di civiltà che si prepara, alla “Guerra mondiale a pezzi” alle cui periferie anche la cristianità entra in conflitto e si rischia di spaccare, come la guerra civile ortodossa parallela al conflitto d’Ucraina del resto da diverso tempo conferma. Una visione teleologica e politica che sembra drammaticamente diversa da quella di Kirill. Dall’inizio del conflitto intento a benedire gli stendardi delle truppe russe nella presunta “Operazione militare speciale” avviata dal Cremlino. Dopo lo scisma del 2019 della Chiesa autocefala ucraina che ha rotto con Mosca, anche il patriarcato di Kiev che riconosceva Kirill come suo riferimento a maggio ha staccato il cordone ombelicale con il suo riferimento formale.

Zuppi si dovrà recare a Mosca e per preparare il terreno alla sua missione di pace il potenziale incontro con Vladimir Putin è altrettanto importante di quello che potrebbe avere con Kirill. Se tra Vaticano e Russia le relazioni formali non sono mai venute meno dal tono di correttezza reciproca, le due Chiese hanno sempre avuto posizioni discordanti dall’invasione dell’Ucraina. Papa Francesco ha stigmatizzato indirettamente l’eccessiva complicità col potere politico dell’omologo e sminare ogni rischio e ogni minaccia che Kirill può portare a Zuppi sostenendo a Mosca il partito della guerra a oltranza è per il presidente della Conferenza Episcopale Italiana vitale. L’assenza della Chiesa ortodossa russa alla plenaria del dialogo tra Chiesa cattolica e confessioni ortodosse svoltosi dall’1 al 7 giugno scorso ad Alessandria è stata, in tal senso, rumorosa e apre alla necessità di rinsaldare un rapporto che pare essersi perduto sulla scia delle maree montanti della storia.

Per Zuppi la strada si preannuncia in salita, ma il Segretario di Stato Pietro Parolin ha detto che la Santa Sede sta lavorando al summit con Kirill e sta provando a aprire il terreno a una trattativa che deve consolidare l’obiettivo del Vaticano: non rendere la parola “pace” un tabù per nessuna delle parti in causa. Per farsi trovare pronti quando il tempo lo renderà possibile. Una sfida a tutto campo, su cui la Santa Sede gioca le sue prospettive di diplomazia e la sua unica carta: fare leva sulla credibilità e il potere morale a disposizione per creare scenari di confronto e incontro.

In tal senso, la recente consegna in Ungheria di alcuni prigionieri di guerra ucraini, accolti da Zsolt Semjén, vice di Viktor Orban, propiziata proprio dal Patriarcato di Mosca è un piccolo gesto di rottura con l’atteggiamento tradizionale di Kirill che può essere visto come un ramoscello d’ulivo verso il Vaticano e la strategia di mediazione che proprio sull’asse con l’Ungheria sembra silentemente parlare. Se son rose, fioriranno. Nel frattempo, contra mundo, la corsa di Zuppi e della Santa Sede a immaginare un mondo diverso da quello della guerra tutti contro tutti, ostacolo dopo ostacolo, continua.

Collaborazionismo pacifista. La disinformazione sicaria sulla guerra in Ucraina è incessante (e impunita). Iuri Maria Prado su L'Inkiesta il 19 Giugno 2023

Mesi di sistematiche menzogne ripetute in televisione hanno ottenuto un effetto: il leader di un partito può dire in pubblico così tante inesattezze sulla meschina invasione russa senza che nessuno lo smentisca

Il collaborazionismo pacifista non è osceno soltanto per i crimini che esso legittima, ma soprattutto per la sistematica menzogna che adopera al fine di negarne l’esistenza. Dire che la guerra all’Ucraina è stata pianificata e poi scatenata dalla Nato non significa unicamente dare legittimità all’operazione speciale: significa simultaneamente dare copertura al proclama che ne giustificava l’inizio, il protocollo della denazificazione del governo di omosessuali e drogati impiantato a Kyjiv per procura occidentale. Significa, cioè, condividere e reiterare una rappresentazione delle cose destituita di qualsiasi verità ed esclusivamente fondata sull’esigenza di farne contraffazione. 

Sull’esigenza: perché non si può sterminare un popolo semplicemente dicendo che è giusto farlo (per quanto a volte si arrivi anche a questo), e allora bisogna dire che l’ospedale è un covo nazista, che il mercato di frutta e verdura è un deposito di armi, che la donna incinta è un’attrice, che i cadaveri sono fantocci, che i ciclisti abbattuti dai cecchini sono dei passanti, che il missile sulla stazione aveva targa ucraina, che gli stupri e le decapitazioni vai a sapere, perché c’è tanta propaganda.

La brutalità assassina e stragista che ha infierito sugli ucraini abbisognava dell’assoluzione menzognera che il pacifismo collaborazionista ha offerto senza il più piccolo ripensamento e senza sosta durante un anno e mezzo di guerra, e occorre riconoscere che quella sistematica violenza sulla verità ha avuto effetto, quell’inesausta opera di disinformazione sicaria ha ottenuto un risultato se un innominabile cialtrone assoldato dai fascistelli a cinque Stelle riesce a officiare, tra applausi che travalicano quella cerchia immonda, un’orgia di mistificazione tanto spettacolare.

Vale per questo signore (ripeto: il nome non si può fare, è troppa la vergogna di cui ci macchia) ciò che scrivemmo qui sul conto dei discorsi di un altro malvissuto, quel prof. Carlo Rovelli cui ripugna la vittoria sull’aggressore perché questo significa «radere al suolo intere regioni»: e sono gli aggrediti a raderle al suolo, notoriamente. Vale l’idea di tradurle in ucraino, le farneticazioni sulla guerra cominciata dalla Nato e sulle fantasie yankee che disegnano inammissibilmente il profilo dell’uomo cattivo: e poi mandare qualcuno bravo – che so? un attore – a farne lettura a Kyjiv, a Bucha, a Mariupol, a Izjum. Vediamo gli applausi.

NYT. La guerra ucraina: i sogni della Nato e la realtà. Piccole Note (filo-Putin) il 17 Giugno 2023 su Il Giornale.

“A volte le storie che raccontiamo per vincere la guerra ci aiutano a perdere la pace”. Inizia così un articolo di Stephen Wertheim pubblicato sul New York Times di ieri. “Dopo gli attacchi dell’11 settembre – continua il cronista – gli Stati Uniti hanno deciso che il governo talebano dell’Afghanistan era colpevole tanto quanto i terroristi di al Qaeda che avevano colpito l’America. Quindi, nei successivi 20 anni ha cercato di escludere i talebani dal potere, finendo col cedere a loro l’intero paese”. 

“La storia che ci raccontiamo sulla guerra in Ucraina comporta analoghi rischi. Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina l’anno scorso, il dibattito nelle capitali occidentali sulle origini del conflitto si è chiuso individuando una sola causa: la Russia ha preso le armi esclusivamente per spinte aggressive e imperialistiche, e le politiche occidentali, compresa l’annosa espansione della NATO, erano ininfluenti”. 

[…] È difficile immaginare che in futuro gli storici possano  essere così semplicistici. Anche i tiranni non si muovono nel vuoto assoluto. Invadere l’Ucraina, il secondo paese più grande d’Europa per superficie, ha comportato enormi costi e rischi per Putin. Peraltro, prima di attaccare Kiev, in qualità di leader della Russia per più di due decenni, egli ha virato verso l’Occidente per poi andargli contro. La decisione di non ammettere nessuna responsabilità occidentale puzza di quello che gli psicologi chiamano errore di attribuzione fondamentale: la tendenza ad attribuire il comportamento degli altri alla loro natura e non alle situazioni che si trovano davanti”. 

“Infatti, tante prove suggeriscono che l’allargamento della NATO nel corso degli anni ha alimentato le apprensioni di Mosca e aumentato i rischi per l’Ucraina”. E nell’articolo cita i tanti interventi pubblici di figure di primo piano dell’establishment Usa che in passato hanno ammonito sui terribili rischi insiti nell’allargamento della Nato a Est e in particolare nell’adesione ad essa di Kiev. 

“Qualsiasi formula per una pace duratura deve riconoscere questa complessità”. spiega il cronista e da ciò discende che l’Ucraina deve esser tenuta fuori dalla NATO. 

“[…] L’Ucraina ha bisogno di un visione vera di cosa sia la vittoria – un futuro prospero, democratico e sicuro – non della vittoria di Pirro dei sogni della NATO e delle invasioni russe. I suoi partner internazionali dovrebbero iniziare a elaborare questa visione già questa estate. È tempo di passare a una fase meno propagandistica del dibattito pubblico, che impari dal passato per plasmare il futuro”. 

Abbiamo pubblicato questo testo perché non è usuale, anzi, che un media mainstream, e addirittura il NYT, pubblichi analisi che divergono dalle direttive Nato. All’Occidente serve lucidità per concludere la mattanza ucraina e gestire il futuro del Paese, ammonisce nelle sue conclusioni Wertheim. Il suo articolo e la sua pubblicazione del NYT denota che un barlume di lucidità ancora sopravvive nell’establishment d’Occidente, nonostante la follia guerrafondaia che lo ha travolto.

Se non sull’Ucraina, quando? La catastrofe morale del Pd e il coraggio dei riformisti.  Christian Rocca su L'Inkiesta il 18 Giugno 2023

Non stupisce l’abbraccio di Schlein all’avvocato del populismo che con i suoi saltimbanchi difende il suprematismo russo, perché sono evidenti i segnali di un disimpegno del Partito democratico dalla battaglia più importante del nostro tempo. È arrivato il momento di prenderne atto 

Sono stato a Napoli a parlare di Ucraina e di Europa (perché alla fine, dai, di che altro vuoi parlare) con la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, il presidente del Copasir Lorenzo Guerini e il deputato Alessandro Alfieri, tutti esponenti del Partito democratico, assieme al premio Nobel per la pace 2022 Oleksandra Matviichuk e al premio Sacharov 2022 Yulia Paievska, una paramedica che i russi hanno rapito e torturato a Mariupol per mesi, colpevole di aver curato le vittime di guerra di entrambi i fronti e di essere ucraina, quindi di non essere un essere umano, secondo il secolare suprematismo russo con cui sono stati lavati i cervelli di intere generazioni russe e di molti farabutti italiani che inondano le piazze televisive e politiche del nostro paese. 

Nessuno ha difeso, difende e difenderà il popolo, le istituzioni e i governi dell’Ucraina, dell’Europa e del mondo libero più di Picierno e di Guerini, veri paladini della resistenza antifascista del XXI secolo. È commovente ascoltarli mentre raccontano le visite a Kyjiv o a Bucha, gli incontri istituzionali, le iniziative legislative e di governo a favore di chi oggi si trova in prima linea nel grande scontro globale tra la dittatura criminale e assassina russa e la speranza di una vita libera, democratica e prospera dell’Ucraina e dell’Europa, a favore di chi si trova al fronte tra le tenebre e la luce a combattere per la propria sopravvivenza fisica e indirettamente anche per noi. 

Picierno e Guerini sono esponenti di primo piano del Pd, il partito italiano che più di ogni altro il 24 febbraio 2022 si è schierato senza tentennamenti dalla parte dell’aggredito e della libertà e contro l’aggressore e la barbarie criminale del dispotismo imperialista. 

Sedici mesi dopo il Partito democratico però non è più lo stesso, ha una nuova leader, una vecchia classe dirigente e una ritrovata sintonia con i gruppettari che in questi anni hanno alimentato odio e risentimento innanzitutto contro il Pd.

Oggi la Schlein guida come una leader studentesca una fazione minoritaria di ex civatiani, peraltro senza nemmeno Pippo Civati, di movimenti surreali come le sardine e di vecchie ciabatte, di reduci e di combattenti salvati dall’umido. 

Schlein, inoltre, conta su un grottesco establishment di partito che la detesta ma che finge di sostenerla per ragioni puramente di interesse personale, e anche su una base di amministratori locali e di militanti che vorrebbe urlare il proprio malcontento a squarciagola, ma che rinuncia perché non sa dove sbattere la testa e quindi aspetta terrorizzata e sfiduciata che passi la nottata. 

Qui non si tratta di criticare per l’ennesima volta il rapporto subalterno del Pd nei confronti di Giuseppe Conte e del populismo becero, perché di ciò sono colpevoli quasi tutti i predecessori dell’attuale segretaria, ma di segnalare la prossima capitolazione civile e morale del Pd sulla questione più rilevante del nostro tempo.  

Sull’Ucraina, sull’Europa, sulla democrazia e sulla libertà europea sotto scacco di Putin, a parole la linea del Partito democratico non è ancora cambiata, ma i segnali sono eloquenti: sono cominciate le distinzioni scabrose alla Conte, gli ammiccamenti osceni alla propaganda russa e le stravaganti manovre di personaggi inadeguati al compito come il capogruppo a Bruxelles Brando Benifei, uno che è anche sfortunato perché aveva puntato tutto sulla sconfitta di Schlein alle primarie e per questo ora si agita in modo scomposto per recuperare terreno, per moderare l’entusiasmo democratico pro Ucraina e per convincere i socialisti europei a frenare, ottenendo una sonora e splendida pernacchia.

Lo sbandamento del gruppo Pd in Europa che sull’Ucraina vota sì, vota no e si astiene, e i trucchetti parlamentari sul no all’emendamento pro Ucraina seguito dal sì al voto finale, per non perdere del tutto la faccia, sono passi goffi e imbarazzati ma in realtà anche spediti e decisi verso un cambio di linea del Pd a favore del disimpegno italiano ed europeo nei confronti del popolo ucraino che lotta contro l’imperialismo russo.

La via è segnata. Per questo non stupisce che sabato Schlein sia andata in piazza  a baciare la pantofola del Masaniello di Volturara Appula, impegnato assieme ai soliti utili saltimbanchi a diffondere la propaganda di Putin e del suprematismo russo contro l’Occidente, l’America e l’Europa, come ormai non fa più nemmeno la destra estrema e reazionaria. 

E così il partito che, piaccia o no, ha mantenuto in piedi il paese nella tempesta politica ed economica degli ultimi dieci anni e che, nonostante le scivolate populiste, ha tenuto la barra dritta sulla questione cruciale dell’attacco militare e ideologico russo all’Europa adesso sta accelerando una corsa scellerata verso la catastrofe civile e morale di una comunità politica che si definisce democratica e progressista, ma che si sta inesorabilmente trasformando in un agente della conservazione reazionaria e in volenteroso carnefice di Putin. 

Guerini, Picierno, Alfieri, Gentiloni, Gori, Orfini, Quartapelle, Sensi, Maran e gli altri eroi democratici che per dignità personale su questo punto non intendono arretrare di un millimetro dovrebbero però cominciare a prendere il coraggio a due mani e staccare la spina prima che il nuovo corso Schlein travolga anche loro. 

È nata l’internazionale pacifista: cittadini di tutto il mondo per la fine del conflitto. Salvatore Toscano su L'Indipendente il 12 Giugno 2023

Si è conclusa a Vienna la due giorni de L’International summit for peace in Ukraine, che ha interessato centinaia di persone e decine di sigle pacifiste provenienti da tutto il mondo, per un totale di 40 Paesi coinvolti. «È improbabile la sconfitta sul campo della Russia, invece è molto probabile che Putin reagisca con l’escalation. La posizione degli USA è che la guerra debba continuare, perché l’Ucraina deve essere messa in una condizione migliore per negoziare. La verità è che sarà in una condizione sempre peggiore, perché di questo passo arriverà ai negoziati distrutta», hanno dichiarato Noam Chomsky e Jeffrey Sachs, intellettuali statunitensi particolarmente critici nei confronti della politica estera di Washington, presenti al summit. A Vienna si sono riuniti obiettori di coscienza russi, pacifisti ucraini, veterani statunitensi e decine di attivisti, tutti accomunati dalla volontà di trovare una soluzione al conflitto basata sulla diplomazia e non sulla guerra perpetua. Tale auspicio è stato formalizzato in un documento, la Dichiarazione finale della società civile internazionale, che verrà inviato ai leader politici di tutto il mondo.

Le associazioni organizzatrici, tra cui le realtà italiane appartenenti alla rete Europe for Peace, hanno scelto Vienna per rilanciare il movimento pacifista internazionale. Nei due giorni di vertice, si è dibattuto sulle conseguenze di un conflitto e sugli strumenti per superarlo. «La strada che chiediamo sia intrapresa da tutti i movimenti della società civile per rendere possibile l’alternativa alla guerra» è quella del «dialogo», capace di ricostruire «la fiducia reciproca», ha dichiarato Sergio Bassolidella Rete Pace Disarmo e tra i coordinatori di Europe For Peace. Nella Dichiarazione finale del summit, la popolazione civile è stata invitata a collaborare per la realizzazione di una settimana di mobilitazione globale (dal 30 settembre all’8 ottobre 2023) “per un cessate il fuoco immediato e per negoziati di Pace che pongano fine alla guerra” in Ucraina.

Lo scorso maggio, diecimila persone hanno partecipato alla marcia per la pace PerugiAssisi: un appello internazionale relativo a tutti i conflitti in corso, con particolare riguardo per quello in Ucraina «che ci minaccia sempre più da vicino». «La guerra è la madre di tutti i crimini, cancella la vita, distrugge tutto quello che intere generazioni hanno costruito, devasta ciò che la natura ha generato. Per questo l’Italia ripudia la guerra», hanno dichiarato i promotori. [di Salvatore Toscano]

UCRAINA, CONTE: "ZELENSKY NON DECIDE CONDIZIONI PACE". Estratto da adnkronos.com il 12 giugno 2023.

"Non lascerei al presidente dell'Ucraina Zelensky il compito di decidere come e quando sedersi al tavolo e a quali condizioni". Così il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte al Forum in Masseria intervistato da Bruno Vespa. "Zelensky è in guerra ed è diventato giustamente un eroe anche grazie ai nostri aiuti. Fermo restando che tutti noi lavoriamo per difendere la sua sovranità territoriale, siamo anche noi indirettamente coinvolti nel conflitto e abbiamo pieno titolo per sederci a un tavolo: non possiamo offrire a Zelensky una cambiale in bianco perché dica come e quando fare la pace, se deve vincere o se deve arrivare a Mosca". […]

Estratto da iltempo.it il 12 giugno 2023. 

Giuseppe Conte risponde alle domande di Bruno Vespa nel corso del Forum in Masseria […] e sul tema delle armi all'Ucraina si registra un clamoroso botta e risposta tra i due. […] Vespa chiede se è veramente convinto che non dando più armi all'Ucraina la situazione può migliorare. "Ma lei è davvero convinto, invece, che noi dando armi non abbracceremmo un conflitto mondiale e scapperà anche un incidente nucleare? Mi risponda", controbatte Conte.

"Non sarebbe stato più opportuno e saggio sedersi a un tavolo per un negoziato con Putin?", domanda ancora il leader grillino. Con il giornalista che ribatte: è Vladimir Putin "che non vuole mediare". […] 

Vespa non molla il punto. "Per lei è irrilevante che un Paese sovrano venga invaso?". Il nervosismo sale con Conte che perde le staffe: "Così mi offende. Mi vuole dare del filo-putiniano? Se lei mi dice questo, mi sta dando del putiniano. Stiamo tornando alle liste di proscrizione? Offende la posizione politica e strategica di un intero movimento", afferma il leader M5s. Il quale continua con le sue argomentazioni e invoca il sostegno del pubblico: "Voi dovete applaudire più forte. Fatevi sentire! Non solo qui, ma anche al governo. Ovunque nel Paese, tutti quanti mi date ragione ma se restate in silenzio non potete poi lamentarvi".

Berlusconi "liquidato": lo sfregio in Ucraina, sospetti sui servizi di Kiev. Libero Quotidiano il 12 giugno 2023

Un orrore contro Silvio Berlusconi nel giorno della sua morte. Una foto dell'ex premier, scomparso oggi, lunedì 12 maggio, a 86 anni, e una sovrascritta in cirillico che recita: "Liquidato".

La porcheria è apparsa nelle pagine di Myrotvoretz, un sito considerato vicino ai servizi segreti dell'Ucraina, dove è stato pubblicato l'aggiornamento di una lista di proscrizione nella quale vengono resi pubblici nomi e dati di politici, giornalisti e personaggi pubblici di tutto il mondo che vengono considerati nemici di Kiev per un presunto appoggio a Vladimir Putin. 

Insomma, i voti in aula e la linea ultra-atlantista non basta: Berlusconi "liquidato", esultano i servizi di Kiev, che attaccano il fondatore di Forza Italia per alcune sue frasi su Putin nel recente passato. 

Già nel 2015, Silvio Berlusconi finì nel mirino degli ultra-nazionalisti ucraini a causa della sua visita insieme a Putin in Crimea, visita che interpretarono come una legittimazione dell'occupazione russa. In seguito a quella visita, Berlusconi fu dichiarato persona "non gradita" in Ucraina.

Nino Luca per corriere.it il 13 giugno 2023.

«Io sono russa e nel mio Paese consociamo Silvio Berlusconi dall’inizio degli anni Novanta. Ha portato nel nostro Paese le prime soap opera brasiliane, io ero piccola e mi ricordo che li guardavamo insieme in famiglia. Poi lui è diventato amico del nostro presidente, come se fosse il ponte tra i nostri Paesi. Per noi è un lutto, da noi si piange per Berlusconi. È una grande perdita». Così i fan dell’ex premier si sono radunati ad Arcore appena si è diffusa la notizia della morte di Berlusconi, scomparso a 86 anni il 12 giugno.

Estratto da open.online il 13 giugno 2023.

«L’amico del dittatore Vladimir Putin». Con queste parole, l’agenzia di stampa ucraina Unian ricorda Silvio Berlusconi. […] «Dopo l’inizio dell’aggressione da parte di Mosca e l’introduzione delle prime sanzioni dell’Occidente, Berlusconi ha giustificato l’azione dell’aggressore, sottolineando che la Russia “non poteva far altro che proteggere i cittadini ucraini di origine russa, che considera fratelli”», si legge sul sito dell’agenzia stampa. 

Nell’articolo […] viene inoltre ricordata la visita del Cav. in Crimea. «Nel settembre 2015 Berlusconi ha visitato per diversi giorni la Penisola occupata dalla Russia. Qui, in particolare […] ha avuto un incontro con Putin. In risposta, l’Ucraina gli ha vietato di entrare nel Paese per tre anni». E poi ancora: «Nel 2022, quando la Russia ha lanciato una sanguinosa guerra su vasta scala non provocata, Berlusconi ha continuato a giustificare l’aggressore, sottolineando che Mosca avrebbe voluto solo sostituire il governo di Volodymyr Zelensky con persone perbene», si legge. 

L’agenzia di stampa ricorda infine «l’ultimo anno della sua vita», quando Berlusconi «gravemente malato, in dichiarazioni pubbliche ha incoraggiato l’Ucraina a negoziare con l’aggressore. E le fughe di notizie delle registrazioni audio alla fine hanno mostrato che Berlusconi considerava Zelensky il responsabile dell’invasione russa ed era scontento del sostegno dell’Italia a Kiev”, conclude l’articolo.

Estratto da “Avvenire” il 13 giugno 2023.

Immediata la reazione delle agenzie di stampa internazionali alla notizia delle morte di Berlusconi: la Reuters, poi la Efe che parla di «personaggio chiave della politica italiana», mentre l’Afp ricorda che era stato «soprannominato l’immortale per la sua longevità politica, un imprenditore audace e innovativo che ha inventato la televisione commerciale» «Figura instancabile nella politica italiana, Berlusconi è morto a 86 anni», scrive Le Figaro, mentre Le Monde nota come sia stato una «figura di spicco della destra italiana». 

[…]«Magnate milionario e uomo d’affari - scrive The Telegraph Berlusconi ha anche trasformato il panorama politico del Paese». Per il Guardian, «Berlusconi è stato uno dei politici di primo piano in Italia, tornando in auge come politico nel 2017 nonostante una carriera macchiata da scandali sessuali, innumerevoli accuse di corruzione e una condanna per frode fiscale».

La notizia apre i siti on-line delle agenzie russe che però si limitano a ricordare i tratti biografici dell'ex premier. In Ucraina, Silvio Berlusconi viene ricordato come «l’amico di Putin». Durissimo il titolo sul sito di Radio Svoboda: «Putin ha perso un amico, un politico che non conosceva la vergogna».

(ANSA il 13 giugno 2023) - "Berlusconi se ne va e resta": così la testata economica russa Kommersant rende omaggio alla figura del Cavaliere, con un titolo emblematico degli omaggi che vari media di Mosca gli tributano. 

"L'eccentrica storia italiana - scrive il giornale - decretò che fosse lui a proporre il progetto più importante per lo sviluppo della nuova Italia di fine XX e inizio XXI secolo". Secondo Kommersant, si può dire che Berlusconi sia stato all'origine della tendenza della politica occidentale rappresentata dalla destra carismatica su entrambe le sponde dell'Atlantico, da Donald Trump a Viktor Orban.

E per questo, appunto, "Berlusconi se ne va ma resta". Nella maggior parte dei commenti dei media si sottolinea l'impulso dato da Berlusconi ai rapporti di collaborazione tra Italia e Russia e i suoi rapporti di amicizia con il presidente Vladimir Putin. La testata filo-Cremlikno Izvestiya sottolinea che dal 1994, quando Berlusconi è diventato presidente del Consiglio per la prima volta, al 2013, gli scambi commerciali tra Italia e Russia sono passati da 4,4 miliardi di dollari a 53 miliardi. 

Il giornale riporta anche un episodio particolare menzionato nelle memorie di alti funzionari del Kgb. Secondo queste testimonianze, il Cavaliere avrebbe attirato l'attenzione dello spionaggio sovietico fin da metà anni '70, quando fu avvicinato in un ricevimento da Geovrk Vartanyan, allora responsabile dei servizi segreti di Mosca in Italia, dove era ufficialmente registrato come commerciante di tappeti persiani. 

La testata economica Vedomosti, sotto il semplice titolo 'E' morto Silvio Berlusconi', si sofferma sui suoi rapporti di amicizia con Putin, ricordando che il leader russo fu ospitato nella villa in Sardegna del Cavaliere e poi che Berlusconi partecipò nel 2018 ai festeggiamenti per il compleanno dello stesso Putin. 

Il giornale sottolinea anche la posizione critica assunta da Berlusconi contro l'appoggio incondizionato dei governi occidentali a Kiev nel conflitto in Ucraina e ricorda che il Cavaliere aveva detto di aver mantenuto i contatti con lo stesso Putin con uno scambio di messaggi e doni reciproci di vodka e vino in occasione del compleanno di Berlusconi.

Estratto dell’articolo di Cesare Martinetti per “La Stampa” il 13 giugno 2023.

[…] La cronaca dei rapporti tra Berlusconi e Putin è un fotoromanzo lungo ventidue anni dove in battute e battutacce tutto si mescola: guerra e pace, politica e business, zingarate in Siberia, sul mar Nero, naturalmente in costa Smeralda. Lambrusco, vodka, sesso. Il culmine del trash aneddotico è il “lettone” donato dal presidente russo all’amico italiano, pezzo forte delle cene eleganti di Palazzo Grazioli negli anni trionfanti. 

«Un letto a baldacchino con le tende bianche intorno», secondo la testimonianza in tribunale di una che c’è stata, Patrizia D’Addario e dove il 5 novembre 2008, la storica notte dell’elezione di Barack Obama alla Casa Bianca, il presidente del Consiglio italiano leggeva poesie alle escort reclutate dal faccendiere Tarantini.

Silvio Berlusconi e Vladimir Putin si sono incontrati per la prima volta al G8 di Genova, il 19 luglio 2001. Tutti e due freschi di potere, da appena un mese il presidente del Consiglio, da un anno e mezzo l’ex colonnello del KGB. 

[…] Teatrini, con un momento simbolico alto a Pratica di Mare, il 28 maggio 2002, con gli accordi tra Russia e Nato. Berlusconi fu il celebrante della stretta di mano tra Putin e George W. Bush, e da quel momento in poi si attribuì il merito di aver fermato la Guerra Fredda. In realtà questa era finita dieci anni prima, raider americani e occidentali di tutte le risme attraversavano dal ‘92 le Russie a ovest a est facendo affari con le mafie evolute in “democrazia” dal vecchio modello sovietico.

Ciononostante, Pratica di Mare resta indubbiamente il punto più alto di avvicinamento tra Russia e occidente dalla caduta dell’Urss. Vladimir Putin era un giovane leader che stava prendendo le misure di un impero scassato, […] George W. Bush, con la solidarietà del vecchio nemico, era alle prese con il dopo 11 settembre e stava preparando la guerra a Saddam Hussein. 

Silvio Berlusconi è stato partner entusiasta di tutti e due. Ma in particolare con Putin ha cominciato ad allacciare un rapporto umano e persino famigliare. […] se con altri leader il rapporto è sempre stato alterno, alti e bassi, con regolazione opportunistica a seconda del momento da tutte le parti, […] di Vladimir Putin Berlusconi è diventato un vero supporter, anche quando la rotta del Cremlino ha cominciato a girare e la cifra liberale del leader è presto svanita.

Già nell’ottobre del 2003, quando fu arrestato Mikhail Khodorkovskij (poi rimasto in galera dieci anni), potentissimo oligarca petroliere capo della Yukos con evidenti ambizioni politiche, Berlusconi prese le parti di Putin. E lo stesso ha fatto per giustificare la guerra in Cecenia, un altro feroce massacro, deciso a freddo dal Cremlino e ignorato dall’Occidente. 

[…]  Ci sono poi almeno altri due aneddoti che raccontano questa relazione speciale. Uno tragicamente grottesco, dovuto all’impulso istintivo di Berlusconi di trasformare tutto in caricatura. Nel 2008 a Porto Rotondo in una conferenza stampa congiunta, una giornalista russa chiede a Putin se è vero che sta divorziando. Il glaciale russo, naturalmente non risponde, mentre il presidente del Consiglio italiano, come in un gioco di ragazzi, atteggia le mani come un kalashnikov e fa il gesto di sparare alla giornalista.

Una farsa, tanto più tragica se si pensa che in quel Paese ai giornalisti si spara davvero ed era stata ammazzata da non molto Anna Politkovskaja […]. Nel 2015, un anno dopo l’annessione, Silvio Berlusconi è stato poi il primo (e unico) ex capo di governo a recarsi in Crimea per un incontro con Putin, un rendez-vous tra amici in riva al mare, quattro chiacchiere con i passanti, jeans e giacchetta buttata sulle spalle. Un gesto di enorme simbolo politico subito rilanciato come tale da Mosca […]. Non sapremo mai cosa pensava davvero di Silvio Vladimir Putin, enigmatico autocrate dai tratti asiatici. Si sono usati. Ma tra i due, Berlusconi sembrava persino sincero.

Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio” il 13 giugno 2023. 

Vladimir Putin ha definito Silvio Berlusconi “un vero amico”, lo ha descritto come  un politico di  quelli che non si trovano più,  con il pregio di essere sempre chiaro, originale, pronto a parlare liberamente. Anche per Berlusconi il presidente russo era un amico, e il rapporto era stretto, frequente, pubblico. 

[…] Non è facile riconoscere di avere per amico un autocrate, un criminale di guerra, anzi peggio, un ricercato internazionale. Non è facile smarcarsi dalla speranza di una Russia parte dell’occidente. E’ complesso riconoscere che al Cremlino non è affatto seduto un presidente pronto ad aprire la Russia al mondo. Ed è la fine di ogni illusione rendersi conto che la Guerra fredda che Berlusconi era sicuro di aver concluso a Pratica di Mare si era presa una pausa per diventare bollente in Ucraina.

[…] La guerra russa contro l’Ucraina non ha soltanto svelato la brutalità di Putin […] ma ha anche sancito la disfatta di Pratica di Mare, dell’apertura tra Russia e occidente, di tutto ciò che era stato salutato come un successo ed era soltanto un’illusione. Il leader di Forza Italia non ha riconosciuto il fallimento,  ha pronunciato parole che hanno fatto infuriare gli ucraini e gli europei, ma il suo partito non ha mai osteggiato la politica dei governi italiani volta a isolare Mosca. 

Nel comunicato inviato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Putin ha scritto: “Sono stato letteralmente travolto dalla sua incredibile energia di vita, dal suo ottimismo e dal suo senso dell’umorismo. La sua scomparsa è una perdita irreparabile e un grande dolore”. I toni utilizzati dal capo del Cremlino sono intimi in modo insolito, ma condensano anche quello che Berlusconi è stato per la Russia.

La notizia della morte del leader di Forza Italia era in apertura di tutti i siti di informazione russi, che davano l’annuncio senza fronzoli o giudizi. Berlusconi non piaceva soltanto a Putin, […] ma […] anche […] ai russi, proprio per le caratteristiche enunciate da Putin. Piaceva per l’energia, per la ricchezza fatta di gaudenza e colore, per i sorrisi così estesi che i politici russi fanno di rado. 

Piaceva perché restituiva quell’immagine dell’Italia che è esattamente come certi  russi pensano al nostro paese e che cercavano, prima della guerra, di esagerare nelle sfarzose e ridanciane feste televisive di Capodanno  in cui si cantavano canzoni italiane con  un’allegria sfacciata e deformante, un’energia caricaturale e debordante.

Sappiamo com’è andata a finire: a Putin non piaceva l’occidente, gli piaceva Berlusconi. A Berlusconi non piaceva la Russia, ma ha creduto che Putin fosse l’uomo giusto per trasformarla. Forse erano amici, sicuramente non si erano capiti.

Putin, da Berlusconi contributo inestimabile a partnership. (ANSA il 12 giugno 2023.) - Silvio Berlusconi ha dato "un inestimabile contributo allo sviluppo della partnership russo-italiana reciprocamente vantaggiosa". Lo afferma il presidente russo Vladimir Putin in un messaggio di condoglianze.

Putin, 'per me Silvio è stato un vero amico'. (ANSA il 12 giugno 2023) -  "Per me Silvo è stata una persona cara e un vero amico". Lo afferma il presidente russo Vladimir Putin in un messaggio di condoglianze al presidente Sergio Mattarella per la scomparsa di Berlusconi. 

Estratto dell'articolo di Andrea Greco per “la Repubblica” il 12 giugno 2023.

[…] La liaison con Mosca è stata l'architrave geopolitica dei quattro governi Berlusconi tra 2001 e 2011, cosparsi di numerose visite dell'imprenditore-politico. 

Con ambasciatore o senza, con il consigliere Valentino Valentini (che, si mitizzava, «sapeva il russo ») o no. Sempre tra il Cremlino e la dacia, mischiando pubblico e privato da par suo. […]

Fin dagli anni '90 l'uomo del Biscione, nel guardare a Est, vedeva, più che i "comunisti", mercati promettenti […], in cui mandò in avanscoperta fidi emissari. Prima Marcello Dell'Utri, dirigente e consigliere della prima ora, e compaesano del potente Pietro Fallico, il reuccio dei banchieri italiani a Mosca. 

Poi, già al governo, Bruno Mentasti, amico caro della sua famiglia, già socio in Telepiù (dove gli fece il prestanome) che aveva ceduto l'acqua San Pellegrino e cercava nuove imprese.

[…] Quando il 30 ottobre 2003 Vittorio Mincato - ad dell'Eni che non lasciava ai gruppi rivali neanche una goccia della merce russa - dopo una cena d'affari milanese ebbe dall'allora vicepresidente di Gazprom Komarov un biglietto con su scritto "Mentasti", trasecolò. […] 

Il già socio di Berlusconi doveva intercettare 3 miliardi di metri cubi di gas di spettanza Eni e venderli in Italia. Era già costituita anche la holding Centrex, a Vienna con insieme a Mentasti vari soci schermati in società cipriote. [... ] 

L'affare [...] fu stoppato. Non subito. Il nuovo ad Eni Paolo Scaroni [...], scelto nel 2005 dal Berlusconi III, s' era prestato a firmare l'intesa nonostante diverse critiche nell'ambiente e sulla stampa. 

[…] Ma dopo i rilievi del cda Eni, e dell'antitrust, la fornitura fu riformulata (fine 2006), togliendo la senseria di Mentasti. 

Scaroni è stato il manager che più ha piegato l'ex monopolista italiano alla politica filorussa di quegli anni. Ci sono varie testimonianze, anche se la più smaccata è forse quella che non si vede: il gasdotto South Stream. [...]

Un tubo da far passare sotto il Mar Nero, al costo di 15,5 miliardi, il doppio del rivale Nabucco azero, più gradito agli Usa. Ma l'Italia e l'Eni, fin dal 2007, avevano scelto: solo nel 2014, a lavori già iniziati, il progetto è naufragato, più per le pressioni Usa sulla Bulgaria dopo l'annessione russa della Crimea e le prime sanzioni a Mosca. Oggi quel tubo sarebbe una catena al collo in più per l'Italia. 

Come emerso dai dispacci Wikileaks, parte della diplomazia Usa, ma anche della stampa italiana e degli operatori di settore, arrivò a pensare che l'assiduità di Berlusconi con Mosca celasse tornaconti personali. Si è vociferato di un piccolo giacimento in Kazakistan, intestato al Cavaliere. Lui ha smentito.

(ANSA il 12 giugno 2023)  Fu sotto la guida di Silvio Berlusconi che, nel 1994, il G7 invitò per la prima volta la Russia a partecipare ai lavori per la parte politica del vertice, tenutosi quell'anno a Napoli. 

Lo ricorda l'agenzia russa Tass, sottolineando che in tal modo il gruppo si allargò per diventare il G8. "Berlusconi - aggiunge l'agenzia - ha sviluppato una relazione personale con il presidente Vladimir Putin attraverso anni di incontri ad alto livello". (ANSA). 

(di Marina Perna) (ANSA il 12 giugno 2023) La sua politica estera è passata alle cronache come 'La diplomazia del cucù', complice quello scherzetto ad Angela Merkel a Trieste per un bilaterale nel 2008. Ma i quasi 30 anni di Silvio Berlusconi sulla scena internazionale sono stati molto di più. E anche se tanti, tra i suoi detrattori, lo ricordano per le corna nelle photo opportunity, le barzellette, i 'Mr Obamaaaa...' con la regina, i weekend con Putin e i sorrisi di sberleffo che gli riservarono Frau Angela e l'amico-nemico Sarkozy, il Cavaliere ha dettato una linea. Fatta soprattutto di rapporti d'amicizia non solo istituzionali ma anche personali con diversi leader mondiali, da George W. Bush a Gheddafi.

E soprattutto con Vladimir Putin, quell'amico da sempre e di sempre che ha fatto fatica a criticare anche di fronte all'invasione ucraina: ha condannato la guerra ma è finito in una bufera quando, era l'ottobre scorso, in un discorso con i parlamentari di Forza Italia ha dato la sua versione. Giustificando, in qualche modo, l'amico Volodia che "non voleva la guerra" e tirando in ballo gli strappi, secondo lui, compiuti negli anni da Kiev. Non senza nascondere la delusione per quel telefono rimasto muto quando provò a chiamare lo zar poche ore dopo l'invasione. Una delusione archiviata con l'annuncio di aver riallacciato i rapporti, con tanto di scambio di "affettuose" letterine e casse di vodka e Lambrusco. 

L'amicizia con Putin ha comunque contribuito alla sua politica estera e a quello 'spirito di Pratica di Mare' che lo vide protagonista della storica mediazione tra Washington e Mosca per l'avvicinamento della Russia alla Nato. Altri tempi e uno scenario lontano anni luce da quello odierno, che però gli fecero segnare punti importanti. Come la questione georgiana in cui anche la sua mediazione con W. Bush da un lato e Putin dall'altro, contribuì a scongiurare una pericolosissima escalation. Si è sempre mosso con un occhio attento a Mosca (e al suo potenziale energetico), uno strettissimo legame con l'America di Bush e il Nord Africa precedente alle primavere arabe.

Molto contestato fu il rapporto con la Libia del colonnello, così come le sue relazioni - sempre 'personali' - con rais del calibro dell'egiziano Mubarack o del tunisino Ben Alì. Con Gheddafi, Berlusconi firmò lo storico trattato di Amicizia chiudendo dopo 70 anni le ferite dell'occupazione coloniale italiana: un accordo che prevedeva il versamento di 5 miliardi di dollari di compensazione a fronte dell'impegno di Tripoli a fermare l'immigrazione e dare spazio alle imprese italiane. Una mossa antesignana di quegli accordi, invocati ancora oggi, di sostegno ai Paesi di origine per fermare i flussi.

Berlusconi nelle lunghe attese nelle tende (anche quella che il colonnello piantò a Roma) si annoiava ma Gheddafi era sempre nella sua agenda. Lo volle al G8 dell'Aquila, dove contribuì alla prima storica stretta di mano tra un presidente Usa in carica, Barack Obama, ed il rais libico. E cercò di contrastare - senza riuscirvi anche per problemi di politica interna - la missione francese in Libia. Ben più complessi invece sono stati i rapporti con l'Unione europea. 

Ad esempio con Sarkozy, con il quale non è mai andato d'accordo. Lo chiamava, in privato, 'il mio avvocato' (Sarkò anni prima di arrivare all'Eliseo seguì, per lo studio Bernheim, un'acquisizione di Fininvest). E di certo l'epilogo del suo governo che lo vide in totale rotta di collisione con l'Europa gli bruciò molto. Proprio per quei sorrisini del duo Sarkozy-Merkel: era l'ottobre del 2011, lo spread dei titoli italiani era alle stelle e nel giorno in cui l'Ue raccomandò all'Italia di fare i compiti a casa obbligandolo a tornare con una 'lettera' di impegni sulle sue riforme, la Merkel e Sarkozy risposero con un sogghigno malevolo a chi gli chiedeva se si sentissero rassicurati da Berlusconi.

(…)

Estratto da ilgiornale.it il 12 giugno 2023. 

La fine della Guerra Fredda, la nuova Russia dalle ceneri dell'Unione Sovietica, la guerra al terrorismo, i conflitti in Afghanistan e Iraq, l'allargamento dell'Unione europea e della Nato, l'attacco alla Georgia, le prime grandi crisi sistemiche, e, all'orizzonte, la Primavera araba e le rivolte nella sponda sud del Mediterraneo. 

La politica estera di Silvio Berlusconi, fatta di alleanze strategiche ma anche di legami eminentemente personali, si è inserita in un contesto di grandi cambiamenti geopolitici. Un continuo movimento tellurico che ha interessato l’estero vicino e quello lontano, e in cui l'Italia ha intessuto una trama diplomatica ancorata all'asse euro-atlantico ma con una certa propensione sia verso la sponda sud ed est del Mediterraneo sia con il dialogo con Mosca. Una scelta difficile e non priva di rischi, in cui Berlusconi, facendo leva sui rapporti tra blocchi e sulla sua personalità, ha inciso mettendo spesso in atto una politica eterodossa, ma non per questo estranea alle tradizionali alleanze e amicizie.

L'amicizia con gli Stati Uniti

Tra queste ultime, centrale quella con gli Stati Uniti, con cui Berlusconi, "figlio" dell'Italia post-bellica e al governo in una fase caratterizzata dalla visione unipolare Usa nel mondo, è sempre stato profondamente legato. Una strada che, a differenza di quanto accade oggi in Europa dopo l'invasione russa dell'Ucraina, non appariva così semplice e scontata. Tra gli Anni Novanta e i primi Duemila, il Vecchio Continente era contraddistinto da posizioni critiche riguardo la politica estera atlantica, e questo si vedeva soprattutto ad altissimo livello. 

Era un'epoca in cui i leader di Francia, Germania e Spagna, da sinistra, criticavano con toni aspri le mosse di Washington, puntando spesso su una via anche di opposizione a certe dinamiche. Berlusconi, legato dall'amicizia con George W. Bush ma non solo, fu un fermo sostenitore della postura atlantica dell'Italia, al punto che il Paese fu in prima linea nelle missioni in Afghanistan e Iraq, diventando centrale anche nel sistema della Nato. 

Il Cavaliere, a conferma di questa sinergia, fu ricevuto al Congresso degli Stati Uniti per parlare di fronte ai rappresentanti Usa in sessione plenaria. E questo atto, insieme ai vari attestati ricevuti sia da parte repubblicana che democratica, ha confermato un legame solido. E questo nonostante la sua politica estera fosse spesso diversa da quella voluta da alcuni apparati Usa, spesso perplessi dall’agenda berlusconiana e dalle modalità con cui ciò avveniva. 

Il sogno (sfumato) di integrare la Russia nell'Occidente

A questo proposito, fondamentali furono i rapporti con la Russia. Criticato per l'amicizia costruita negli anni dei suoi esecutivi con il presidente Vladimir Putin, Berlusconi, sin dalla sua prima esperienza di governo, ha perorato la causa dell'apertura dell'Occidente verso Mosca. 

Nel solco di una tradizione iniziata dalla Prima Repubblica e confermata anche dai governi con cui si è alternato di diversi colori politici, il leader di Forza Italia ha sostenuto i legami tra Italia e Russia promuovendo accordi sul fronte energetico (tra cui il sogno infranto del gasdotto South Stream) e rilanciando partnership di natura commerciale tra aziende di entrambi i Paesi.

Un rapporto che, come preventivabile, ha spesso impensierito Washington e gli alleati Nato più intransigenti, ma che non ha mai fatto venire meno l'asse con gli Stati Uniti. Questo è potuto avvenire anche perché questa tendenza a volere portare Mosca verso ovest andava di pari passo con le aperture di credito fatte dalla maggior parte delle potenze Ue verso il Cremlino, a cominciare da quella tedesca prima con Gerard Schroeder e poi con Angela Merkel. E perché anche Putin - poi anche Dmitri Mevdeved - sembrava ancora affascinato dalle sirene occidentali nella sua prima fase di potere.

Estratto dell'articolo di Massimo Gramellini per il Corriere della Sera l'8 giugno 2023.

Il nuovo vicecapogruppo alla Camera del Pd, Paolo Ciani, non è iscritto al Pd e ha fatto subito sapere di non avere alcuna intenzione di iscriversi al Pd, anche perché è già iscritto a un altro partito; inoltre ha votato contro le armi all’Ucraina in contrasto con la linea del Pd. 

Riassunto delle puntate precedenti (mi sta venendo il mal di testa). Il predecessore del vicecapogruppo non-Pd del Pd si chiamava De Luca proprio come il presidente della Campania, e non si tratta di un caso di omonimia.  

(...)

E questo accade nel partito che ogni giorno rinfaccia alla Meloni di muoversi secondo logiche di clan. 

Dimenticavo: a far fuori il figlio di De Luca in quanto figlio di De Luca per sostituirlo con un non iscritto al Pd è stata la nuova segretaria del Pd Elly Schlein, che, fino a poco prima di diventarlo, non era iscritta al Pd neanche lei.

Tutto chiaro? Chiarissimo, direi.

Non è affatto vero che il Pd è cambiato. Al contrario, rimane una solida certezza, una roccia di puro masochismo che si erge al centro del sistema con immutabile e spavaldo sprezzo del ridicolo. E non è affatto vero che ha cambiato dieci leader in sedici anni, perché sono sedici anni che a guidarlo con encomiabile coerenza è sempre lo stesso omino autolesionista immortalato dal comico Giacomo Poretti: il compagno Tafazzi.

Dalla rubrica delle lettere di “Repubblica” il 10 giugno 2023

Caro Merlo, leggendo le varie lettere, noto un certo accanimento verso la segretaria Pd. Nel clima così eccitato dalla destra le riconosco una difficoltà enorme nel rimettere assieme le varie anime e formare il pensiero del Pd. Sono convinto ci riuscirà, sperando che non si rassegni a mollare tutto.

Alberto Montanari – Mantova 

Risposta di Francesco Merlo

Caro Montanari, in politica estera, la sinistra non è eccitata dalla destra, ma da sé stessa, dalla lotta contro i suoi fantasmi. Elly Schlein, raggomitolata in un guscio di simpatica timidezza, sta via via sfaldando la compattezza del Pd sul sostegno all’Ucraina, sul ruolo della Nato in difesa della democrazia, sull’invio di armi in aiuto della guerra di resistenza di Zelensky. Non ha cambiato la linea che Enrico Letta mantenne ferma , ma ha rilanciato l’ideologia della doppiezza di cui è impastata tutta l’Italia politica, anche la sinistra dove molti vorrebbero restare. 

Ma il Pd non è la chiesa di Zuppi che dall’ambiguità può trarre forza e Schlein, a costo di sfidare la popolarità, almeno sui valori atlantici, sull’aggressione di Putin, sulle armi all’Ucraina e sulla lealtà all’Occidente non può limitarsi a fare ogni tanto capolino con un’elegante voglia di ritirarsi, di indietreggiare dal frastuono volgare. Questo inatteso ritorno della doppiezza sta ovviamente favorendo gli slittamenti verso il cosiddetto “pacifismo”, ultimo goffo approdo dei Cinque Stelle di Conte che è ormai diventato il megafono italiano di Putin.

Ma Conte, maschera del trasformismo, è posticcio qualunque parte reciti. La doppiezza invece non fa bene a Schlein. Non è infatti la fatica di chi si sta liberando di un mestiere per impararne un altro, ma il tormento di chi si mette addosso un vecchio vizio, abbraccia una filosofia ormai logora, si intossica di un veleno spirituale, si costruisce una brutta idea di sé stessa. Si sdoppia appunto in due Schlein e l’una caccia l’altra.

Occupy Kyjiv. I due inquietanti indizi che provano il cambio di tono del Pd sull’Ucraina. Mario Lavia su L'Inkiesta l'8 Giugno 2023

La segretaria dem ha fatto nominare un vice capogruppo contrario da sempre al sostegno militare agli ucraini. Se si spingerà oltre rischierà di spaccare il Partito democratico

Non siamo ancora ai tre indizi che fanno una prova ma anche solo due già preoccupano. Elly Schlein sta inviando segnali prodromici a un cambio di linea sull’Ucraina? Presto per dirlo e forse è troppo: il Partito democratico si spaccherebbe e lei sarebbe in minoranza. Però è evidente che i fatti contano e che la dicono abbastanza lunga: sulla guerra si sta cercando di cambiare almeno i toni. E i fatti sono stati due. 

Il primo è stato in occasione del voto degli europarlamentari sul documento Asap relativo al finanziamento delle munizioni per le armi in dotazione all’esercito ucraino. I dissensi alla fine sono stati più o meno i soliti, ma quello che ha colpito è stata la non-scelta della segretaria, il suo volersi rimettere alle coscienze dei deputati europei: ed è ovvio che un leader non fa così. Indica una linea. Ci fosse stato un altro segretario avrebbe detto: se bocciano i nostri emendamenti comunque non possiamo non votare per il finanziamento delle munizioni. Invece niente: vedetevela voi. Brando Benifei, il capogruppo, si è trovato in mezzo a fare da parafulmine. 

Il secondo episodio, due giorni fa quando Paolo Ciani è stato eletto vice capogruppo alla Camera. Pur tenendo presente che non si tratta di un ruolo fondamentale, ha suscitato stupore che a quella carica sia stato chiamato il leader di Demos, organizzazione politica che fa riferimento alla Comunità di Sant’Egidio legata al Pd dal patto elettorale stipulato a suo tempo da Enrico Letta e non iscritto al partito: una piccola bizzarria, ma formalmente legittima. 

Il problema è invece sul piano della sostanza. Ciani infatti è da sempre fiero oppositore dell’invio di armi all’Ucraina in nome di quel pacifismo che è molto ostile alla linea pro-Resistenza del Nazareno, una linea che Ciani ha ribadito anche ieri parlando con Repubblica: «Non credo nella vittoria militare, cioè armare l’Ucraina perché possa vincere». Dunque vincerà la Russia, come dicono Putin e Medvedev. Tanto vale smetterla qui. E i territori? «Questo si vede dopo, prima bisogna investire nella spinta per il cessate il fuoco». 

Obiettivamente, nelle ore tremende dello crollo della diga di Kakhovka che sta creando un disastro ambientale di proporzioni inaudite, sono parole inquietanti. Che non c’entrano nulla con la linea del Pd ma ben si attagliano ai pensieri e alle parole di Michele Santoro e Ginevra Bompiani. Possibile che tra i deputati del Pd – lasciamo stare Schlein – nessuno abbia avuto qualcosa da obiettare sul fatto che l’onorevole Ciani sia stato indicato dalla capogruppo Chiara Braga (ovviamente d’accordo con Schlein) per fare il vicecapogruppo? 

Siamo dunque davanti a due fatti. La leader deve però tenere presente che sull’Ucraina non si scherza. Oltre questo non può andare. Lorenzo Guerini, Piero Fassino, Enzo Amendola, Lia Quartapelle, Pina Picierno, Brando Benifei, Marianna Madia, Filippo Sensi, Elisabetta Gualmini, Simona Bonafè, Paola De Micheli e molti altri non accetterebbero un terzo svarione di questo tipo. Non basta aver sostituito Lia Quartapelle con Peppe Provenzano come responsabile Esteri del partito per pensare di poter cambiare linea, o anche solo accento, sulla guerra. 

Lunedì si riunisce la Direzione. Mediti la leader su quanto ha detto un solitamente pacato Guerini: «La nostra linea sull’Ucraina è chiara e non è minimamente in discussione». E La vicepresidente dell’Europarlamento Pina Picerno ha osservato che «Grande la confusione sotto il cielo». Ma certo, per completare la massima, la situazione non è affatto eccellente. 

La leader del Pd ha un weekend per rifletterci su, mentre partecipa al Festival di Repubblica e all’assemblea di Articolo Uno a Napoli (e magari lì si tappi le orecchie). «Sulle armi si può cambiare», ha detto Ciani. Ecco, no, su questo Elly Schlein non può rischiare una forzatura. Perderebbe.

La sfida impossibile. Il disperato viaggio di pace di Zuppi a Kiev ignorato dai signori della guerra. La voce nel deserto del presidente Cei e l'iniziativa di pace del Vaticano. Piero Sansonetti su L'Unità il 6 Giugno 2023

Il cardinale Matteo Zuppi da ieri è a Kiev per una missione di pace. È previsto che nei prossimi giorni il cardinale vada anche a Mosca. Probabilmente non riuscirà a incontrare i due leader massimi delle potenze in guerra, perché nessuno dei due sembra entusiasta dell’iniziativa del Vaticano. Resta il fatto che oggi l’unica “entità” che tenta una azione di pace è il Vaticano.

Tutto lascia credere che quella di Zuppi, inviato da Bergoglio, sia una missione disperata. Come fu disperata la missione di Francesco d’Assisi a Damietta nel 1219, circa 800 anni fa. Francesco partì da Ancona e raggiunse i crociati che stavano da 15 mesi assediando la città, sul delta del Nilo. Cercò di convincere i suoi fratelli cristiani a desistere dall’assedio. Aveva buoni argomenti perché il sultano Malik al Kamil aveva promesso che se i cristiani avessero lasciato libera la città lui avrebbe consegnato Gerusalemme.

Il comandante dei crociati, Giovanni di Brienne, si convinse e accettò il patto. Si opposero – e la spuntarono – gli oltranzisti, guidati dal cardinale Pelagio Galvan. Francesco era disperato. Cercò di farsi ricevere dal Sultano. Ci riuscì. Entrò a Damietta e venne accolto con tutti gli onori. Quando uscì, colmo di regali, cercò ancora in tutti i modi di convincere i crociati a mollare. Non ci fu niente da fare. Il 5 novembre i cristiani terminarono l’assedio, irrompendo nella città e uccidendo circa 67 mila persone su 70 mila abitanti.

Francesco tornò ad Assisi sconvolto: non era più lo stesso. Tra quella storia e questa ci sono molte similitudini. Tranne un certo rovesciamento delle parti tra laici e cristiani. Lì furono i laici a spingere per la pace e i cristiani per la guerra. Oggi è tutto alla rovescia. Il Vaticano è l’unico soggetto, nel mondo, impegnato davvero in un tentativo di arrivare almeno a una tregua. Alla sospensione dei massacri.

Tutti gli altri, da Occidente e da Oriente, da Washington a Mosca, passando per Kiev e per Bruxelles, sembrano convinti che la guerra sia l’unica soluzione. Che bisogna combatterla, vincerla o perlomeno prolungarla. Gli establishment di tutto il mondo occidentale e della Russia sembrano usciti da ogni parametro di ragionevolezza politica. E così Zuppi parte per Kiev negli stessi giorni nei quali l’Europa vota un nuovo invio di armi, e Zelensky annuncia una contro-offensiva, e Mosca una contro-contro-offensiva, e Washington si mostra ancora favorevole alla guerra.

Zuppi è solo, solissimo. Come lo fu il Santo di Assisi 8oo anni fa. Negli ambienti Vaticani si dice che il capo dei vescovi italiani sia andato lì per ascoltare. Per aprire un sentiero. Certo, sarebbe molto più forte la sua posizione se l’Europa si schierasse per la pace e assumesse un ruolo in questa vicenda, un ruolo autonomo e non subalterno agli Usa. Ma l’Europa non ha la forza, la voglia, forse nemmeno la cultura per farlo. E Zuppi è solo, solo, solo. Piero Sansonetti 6 Giugno 2023

Il viaggio del Presidente Cei. Quando Matteo Maria Zuppi mediò l’accordo di pace in Mozambico: il cardinale in missione a Kiev. Il ruolo del Presidente Cei nel percorso culminato negli Accordi di Roma. "Tutto ruotava intorno a lui, instancabile nel contattare e riunire le parti, nella ricerca di soluzioni". Zuppi inviato da Papa Francesco in Ucraina. Antonio Lamorte su L'Unità il 6 Giugno 2023

Sedici anni di guerra civile. Oltre un milione di morti, un Paese sventrato, distrutto con conseguenze devastanti per la popolazione. E una pace che sembrava impossibile. Per quell’accordo l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi venne nominato cittadino onorario del Mozambico. 66 anni, dal maggio 2022 presidente della Conferenza Episcopale italiana, di ala progressista, Zuppi è volato a Kiev per una due giorni di incontri come inviato di Papa Francesco per la guerra in Ucraina. Ha incontrato il Presidente Volodymyr Zelensky. Il cardinale dovrebbe poi andare a Mosca, al momento non è previsto un incontro con il Presidente russo Vladimir Putin. Quella del Vaticano è un’iniziativa per ascoltare le parti in conflitto e per valutare le possibili strade per raggiungere “una giusta pace”.

Lo scorso venerdì 12 agosto Zuppi era tornato a Maputo, per partecipare alle commemorazioni del trentennale dell’accordo di pace. L’ambasciatore del Mozambico presso la Santa Sede, Raúl Domingos, capo negoziatore dell’accordo per la ReNaMo– pur riconoscendo alcune questioni irrisolte in seno all’intesa come la smilitarizzazione, la smobilitazione e la reintegrazione dei guerriglieri – aveva definito l’arcivescovo perno del processo “perché tutto ruotava attorno a lui”, oltre che “instancabile nel contattare e riunire le parti, nella ricerca di soluzioni, e in vari momenti è riuscito a portare proposte consensuali, sbloccando così alcune situazioni di stallo”.

Zuppi si era recato per la prima volta in Mozambico nel 1984, in un periodo di estrema emergenza complicato oltremodo dalla siccità. La prima difficoltà per intraprendere un percorso di pace fu incontrare i rappresentanti della ReNaMo, il primo contatto si tenne in Germania con un rappresentante del gruppo. Un incontro segreto venne organizzato nel 1990 presso la Comunità di Sant’Egidio. Al tempo dei colloqui Zuppi era un giovane sacerdote, viceparroco di Santa Maria in Trastevere. La rivolta dei Garofani del 1974 aveva portato il Mozambico all’indipendenza dal Portogallo ma lo aveva spinto verso i finanziamenti dell’Unione Sovietica a favore del movimento di ispirazione marxista FreLiMo. Dopo i dominatori portoghesi le nuove autorità avrebbero voluto spazzare via anche la Chiesa, accusata di essere stata troppo accondiscendente con i colonizzatori lusitani.

Il governo marxista di Samora Machel fu istituito il 25 giugno del 1975. Le proprietà della Chiesa vennero confiscate, i seminari venivano chiusi, ai sacerdoti venne impedito di suonare le campane. Anche il Partito Comunista di Enrico Berlinguer e il nunzio apostolico a Mosca Francesco Colasuonno, in precedenza delegato apostolico in Mozambico, vennero coinvolti nella mediazione. Una volta al potere, contro il FreLiMo si scatenò la guerriglia della formazione conservatrice ReNaMo, formata dai servizi segreti della Rhodesia e finanziata dal Sudafrica. Il contesto geopolitico che tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 portò alla fine dell’Urss e a quella dell’Apartheid in Sud Africa favorì le aperture che avrebbero portato ai colloqui.

L’accordo firmato il 4 ottobre 2022, presso la sede di Sant’Egidio a Trastevere, mise fine ai sedici anni di conflitto cruento. A Roma Joaquim Chissano, presidente mozambicano e segretario del Frelimo, e Afonso Dhlakama, leader della Resistenza Nazionale Mozambicana (ReNaMo) sottoscrissero l’intesa. “Per la Comunità di Sant’Egidio le sofferenze del popolo del Mozambico non erano sofferenze verso cui restare indifferenti. Conoscendo la realtà e i problemi del Paese è cominciata una storia di relazioni, di incontri. Il problema non era solo aiutare per risolvere la crisi alimentare ma soprattutto quello di risolvere le cause e di cercare un cammino di pace”, ha ricordato recentemente Zuppi al quotidiano Il Faro di Roma. Era “un periodo molto complicato e di emergenza. Il Mozambico si trovava, infatti, in una situazione terribile a causa della siccità e della guerra”.

Boutros Ghali, all’epoca segretario generale delle Nazioni Unite, definì quello storico accordo tra il governo di Maputo e i guerriglieri della Renamo una pace con “formula italiana” per definire “l’attività pacificatrice” della Comunità, “unica nel suo genere” perché fatta di “tecniche caratterizzate da riservatezza e informalità”. Oltre al vescovo mozambicano Jaime Pedro Gonçalves, metropolita di Beira scomparso nel 2016, i mediatori erano tutti italiani. L’ex deputato socialista della Commissione Esteri e più volte segretario Mario Raffaelli (in rappresentanza del governo italiano), Andrea Riccardi (fondatore della Comunità di Sant’Egidio) e don Zuppi. Le trattative erano durate oltre due anni, erano partite nel luglio 1990. La comunità già a partire dagli anni ottanta si era spesa per offrire aiuti umanitari alla popolazione. Dopo gli accordi la Sant’Egidio aveva portato avanti nel Paese anche il programma DREAM per la cura dei malati di AIDS.

L’accordo prevedeva la consegna delle armi della guerriglia alle Nazioni Unite, l’integrazione degli ex combattenti nell’esercito regolare, lo sminamento e la pacificazione delle zone rurali. Due anni dopo, nel 1994, le prime elezioni libere nell’ex colonia portoghese coronarono il percorso negoziale. “Uno degli sforzi era quello di far comprendere che tutti, nonostante i problemi, facevano parte della medesima famiglia, quella mozambicana. Questa è stata la vera chiave per il buon esito della negoziazione. E per arrivare nel 1992, nel giorno in cui la Chiesa ricorda San Francesco, alla pace”. A 30 anni da quelle storiche firme il FreLiMo continua alla guida politica del Paese con il presidente Filipe Nyusi, la ReNaMo resta all’opposizione e non ha mai smobilitato la sua fazione armata. Gli oltranzisti hanno ripreso la guerriglia nel 2019, dopo le elezioni contestate. Il Paese è attraversato dalle violenze dei terroristi fondamentalisti di al-Shabaab. Gli accordi del 1992 restano comunque scolpiti nella storia per aver messo fine a un conflitto che brutalizzò il Paese africano.

Antonio Lamorte 6 Giugno 2023

(ANSA il 5 giugno 2023) -  "Il ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, a tutela del suo buon nome, ha dato mandato ai suoi legali per presentare una denuncia querela nei confronti del quotidiano La Repubblica in merito all'articolo pubblicato oggi 'Visti facili per gli investitori russi con il si di Giorgetti'". Lo si legge in una nota del ministero. "L'articolo e il titolo - si precisa - sono destituiti di ogni fondamento nel merito (i ministri non hanno alcun ruolo nei lavori del comitato) e fa, inoltre, riferimento a vicende decise in un'epoca in cui Giorgetti non era più ministro dello sviluppo economico (ora Mimit)". 

Estratto dell'articolo di Antonio Fraschilla per “la Repubblica” il 5 giugno 2023. 

Il figlio di un leader del partito Russia Unita di Putin ha ottenuto un visto in Italia attraverso soldi arrivati da una banca cipriota, accusata di riciclaggio, e con il coinvolgimento di faccendieri vicino all’oligarca Usmanov. Il tutto nel pieno della guerra in Ucraina e dell’embargo. 

A dare il via libera a questo visto (ma anche ad altri per russi che hanno investito in Italia) è stato il Ministero dello Sviluppo economico oggi del Made in Italy grazie a un dossier avviato quando era al vertice del dicastero Giancarlo Giorgetti: ministro in quota Lega, partito che aveva firmato un accordo nel 2017 proprio con Russia Unita.

A raccontare questa singolare storia di russi che ottengono visti in Italia (con la legge “Renzi”, poi modificata da Conte, che consente di erogare visti temporanei a stranieri che investono nel nostro Paese) è Report che oggi su Rai Tre alle 21,10 dedica un lungo servizio a Ilija Sidorov […] 

Sidorov ha avuto incarichi in diverse società di idrocarburi, compresa Gazprom, ed è figlio di Aleksandr Leonidovich Sidorov, parlamentare per il partito Russia Unita. Ilija Sidorov ha annunciato lo scorso anno un investimento di 250 mila euro nell’azienda pugliese Bio Aurum, specializzata in tecnologie biomedicali e recentemente quotata alla borsa di Milano. 

[…] Lo scorso ottobre Sidorov avanza la richiesta alle autorità italiane e si impegna a investire 250 mila euro, il minimo per accedere al visto italiano secondo la norma “Renzi” poi modificata dal governo Conte che ha abbassato ancora le soglie di investimento per accedere al beneficio.

Ma l’operazione finanziaria tra Bio Aurum e Sidorov non va in porto perché Mit Sim, l’advisor del gruppo di Filippo Surace, boccia l’investimento sospettando alcune anomalie. «Eppure la valutazione sul dossier Sidorov al ministero era stata già approvata in tempi record, la domanda arriva il 27 ottobre ed è accolta il 24 novembre», dice Report, che inoltre ha scoperto che i soldi dovevano arrivare anche da una banca di Cipro con il coinvolgimento di Georgios Serghidis, che ha una società di servizi corporate, la Gainfield, di cui si è avvalso anche l’oligarca russo Alisher Usmanov per gestire i suoi beni offshore. 

Usmanov è il numero uno degli oligarchi, molto vicino a Putin e all’ex presidente russo Medvedev, con un patrimonio stimato di circa 22,6 miliardi di dollari.

A firmare il visto di Sidorov è il capo del comitato del Mise: Maurizio Montemagno, ex dirigente antifrode dei Monopoli di Stato. Voluto fortemente dal Ministero Giorgetti che a gennaio del 2022 lo chiama accanto a sé a Via Veneto.  Intervistato da Report dice: «È il comitato che esamina tutte le istanze e ne fanno parte il nucleo valutario della Guardia di finanza, l’Uif e l’Agenzia delle entrate». 

Secondo Report , «il sospetto è che ad agevolare la pratica ci sia stato anche un motivo politico: far evitare al giovane figlio del deputato russo di andare in guerra ». Il caso Sidorov però non sarebbe isolato. Il ministero nel 2022 ha rilasciato con lo stesso meccanismo oltre 90 visti, 32 a investitori russi, 15 del Regno Unito, 15 americani e 7 dagli Emirati Arabi Uniti.

Il caso Sidorov. Report Rai PUNTATA DEL 05/06/2023 di Cataldo Ciccolella, Giulio Valesini

Collaborazione di Edoardo Garibaldi e Alessia Pelagaggi

Come vengono fatti i controlli sugli imprenditori che portano il loro denaro in Italia?

Anche l’Italia, nel 2016, sotto il governo Renzi, ha lanciato il suo programma di visti in cambio di investimenti. Un modo per attirare i paperoni del mondo e i loro capitali nel nostro Paese offrendogli due anni di permesso di soggiorno rinnovabili e un regime fiscale vantaggioso. Nel 2020 poi il governo Conte II  ha abbassato la soglia di denaro da investire sulle nostre aziende, fino a un minimo di 250mila euro, e allora il programma è diventato fra i più gettonati al mondo. Ma come vengono fatti i controlli sugli imprenditori che portano il loro denaro in Italia? Il servizio racconterà un caso che desta alcuni dubbi.

IL CASO SIDOROV di Giulio Valesini e Cataldo Ciccolella Collaborazione di Edoardo Garibaldi e Alessia Pelagaggi Immagini Paolo Palermo, Paco Sannino, Alfredo Farina Montaggio Michele Ventrone

GIULIO VALESINI FUORI CAMPO Lugano. Svizzera, dove denaro e riservatezza mettono tutti d’accordo. È al molo Paradiso che abbiamo incontrato pochi giorni fa un importante consulente finanziario, specializzato in offshore.

 CONSULENTE FINANZIARIO SVIZZERO ESPERTO IN OFFSHORE So che a Cipro non siete molto graditi.

GIULIO VALESINI Si riferisce… Ha visto l’inchiesta sugli oligarchi russi che avevano società e soldi in banche a Cipro, a Limassol, ecc.?

CONSULENTE FINANZIARIO SVIZZERO ESPERTO IN OFFSHORE Esatto. È proprio di questo che voglio parlarle. Legga qui. C’è il figlio di un parlamentare di Russia Unita, il partito di Putin, che l’anno scorso, a guerra con l’Ucraina in corso, ha ottenuto un visto per l’Italia in poche settimane investendo 250mila euro…indovini da dove partono i soldi? Da una banca cipriota sanzionata!

SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO Allora come ha fatto il signor Ilia Sidorov ad ottenere un visto in pochi giorni e in pieno conflitto ucraino, quando un cittadino italiano impiega decine e decine di mesi per ottenere un passaporto. Intanto è stato facilitato da un a legge italiana che doveva dare impulso all’economia. Sul modello Cipro e Malta il governo Renzi nel 2016 ha aperto la strada ai visti facili per quei ricchi extraeuropei che volevano investire milioni nel nostro Paese, anche solo fare beneficienza. Poi le maglie le ha allargate il secondo governo Conte per dare un impulso dopo il Covid. Ha abbassato il livello degli investimenti e ha tolto il vincolo di risiedere nel nostro Paese. Il modello è quello di Cipro, modello che è stato fortemente contestato più volte dall’Europa perché con le cittadinanze e i visti facili ha consentito il circolare di capitali non sempre puliti nel nostro continente. È proprio da Cipro che comincia la storia del nostro signor Sidorov, che intanto ha un curriculum ex Gazprom, partecipazioni in società minerarie, ma soprattutto è il figlio di un ex parlamentare della Duma, legato al partito di Putin, Russia Unita. Lo stesso partito con cui la Lega aveva stipulato un contratto di collaborazione politica e anche imprenditoriale economica con il nostro Paese. Nonostante tutto questo, nonostante il contesto di guerra come ha fatto un russo a ottenere in pochi giorni un visto?

GIULIO VALESINI FUORI CAMPO Ilia Sidorov, classe 1978, vanta un curriculum in diverse società di idrocarburi, fra cui il gigante Gazprom, il particolare non trascurabile è che l’imprenditore che è riuscito a ottenere un visto a tempo di record è figlio di Aleksandr Leonidovich Sidorov, parlamentare per il partito

RUSSIA UNITA di Putin, cioè il partito che aveva firmato un patto politico imprenditoriale con la Lega di Matteo Salvini. Come ha fatto Ilia Sidorov a ottenere il visto in tempo di guerra? E da dove arrivano i suoi soldi?

CONSULENTE FINANZIARIO SVIZZERO ESPERTO IN OFFSHORE Dalla Cyprus Development Bank, che in passato è stata punita persino dalle autorità di Cipro per aver favorito un grosso giro di riciclaggio di denaro internazionale.

GIULIO VALESINI Lei come fa a sapere, a conoscere questa storia?

CONSULENTE FINANZIARIO SVIZZERO ESPERTO IN OFFSHORE A rifinire tutto lo schema è stata un’avvocata di qui, ma di origini russe, che ha convinto il vostro ministero dello sviluppo, dicendogli che tutti i controlli antiriciclaggio erano a posto.

GIULIO VALESINI E il nostro Ministero ci ha creduto?

CONSULENTE FINANZIARIO SVIZZERO ESPERTO IN OFFSHORE O ci hanno creduto, o si sono impegnati a crederci, nonostante di anomalie ce ne siano parecchie in questa storia.

GIULIO VALESINI FUORI CAMPO Ilia Sidorov garantisce di investire 250 mila euro in una startup innovativa controllata dal gruppo Cube Labs di Filippo Surace, specializzata in tecnologie biomedicali. Recentemente quotata alla borsa di Milano.

GIULIO VALESINI Volevo informazioni su un cittadino russo: Ilia Sidorov…

FILIPPO SURACE - AMMINISTRATORE DELEGATO CUB LABS Io non l’ho mai conosciuto personalmente.

GIULIO VALESINI Ma voi come siete entrati in contatto con questo cittadino russo?

FILIPPO SURACE - AMMINISTRATORE DELEGATO CUB LABS Siamo entrati in contatto con una delle principali società mondiali che si occupa dell’investor visa, Henley and Partners.

GIULIO VALESINI FUORI CAMPO Ad introdurre Sidorov è stata la società londinese Henley and Partners, specializzata nelle operazioni di investimento per ottenere la residenza italiana. L’Italia è definita l’astro nascente per chi ha soldi da investire. A fine ottobre scorso, sotto la regia dell’avvocata russofona di base a Zurigo Marina Bastron, Sidorov avanza la sua richiesta alle autorità italiane. Si impegna ad investire 250mila euro, il minimo per accedere al visto italiano, nella Bio Aurum, la società con sede in Maglie, in provincia di Lecce. La scommessa di questa start up è riuscire a curare con principi naturali come lo zafferano alcune malattie gravi a partire dall’Alzheimer.

 GIULIO VALESINI Secondo lei Sidorov era più interessato ad investire realmente nella sua startup o ad ottenere il visto italiano?

FILIPPO SURACE AMMINISTRATORE DELEGATO CUB LABS Questo non lo so sinceramente. È un tema che a me poco interessa.

GIULIO VALESINI FUORI CAMPO L’operazione finanziaria tra Bio Aurum e Sidorov naufraga. Ma solo perché MIT Sim, l’advisor in borsa del gruppo di Surace sente puzza di bruciato. Eppure, la valutazione sul dossier Sidorov al Ministero era stata approvata in tempi record. La domanda arriva il 27 ottobre del 2022 ed è accolta il 24 novembre dello stesso anno.

GIULIO VALESINI I soldi realmente dove sono? A Cipro o in Russia?

CONSULENTE FINANZIARIO SVIZZERO ESPERTO IN OFFSHORE Beh, sicuro Sidorov ne avrà un sacco in Russia, comunque qui risulta che ne ha circa 430mila a Cipro. A gestire tutto è uno dei più quotati, Georgios Serghidis. Ha una società di servizi corporate, la Gainfield, di cui si è avvalso anche Alisher Usmanov per gestire i suoi beni offshore.

GIULIO VALESINI FUORI CAMPO Alisher Usmanov è il numero 1 degli oligarchi, molto vicino a Putin e molto vicino anche all’ex presidente russo Medvedev. Ha un patrimonio stimato di circa 22,6 miliardi di dollari, è stato per 14 anni direttore generale della Holding Gazprom Invest. Non viaggia con il jet ma con un aereo di linea personale. Quando lo ha parcheggiato in un hangar sardo, nemmeno ci entrava tutto. Le sue meravigliose ville dominano la Costa Smeralda, intestate a società offshore in cui ritroviamo collegamenti con la Gainfield di Cipro e un ruolo importante in questa storia lo gioca proprio il broker di Usmanov, Georgios Serghidis.

CONSULENTE FINANZIARIO SVIZZERO ESPERTO IN OFFSHORE Serghidis firma una lettera per il vostro Ministero dello Sviluppo economico. Dice: “questo tizio ha i contanti per investire in Italia”, o meglio “la società, che poi è solo di Sidorov, gli sgancia un dividendo da 300mila euro cash per fare l’operazione sulla vostra start-up”. È strano che nessuno al ministero si sia insospettito.

GIULIO VALESINI FUORI CAMPO Sidorov ha usufruito del programma programma Investor Visa for Italy nato sotto il governo Renzi che permette a ricchi di paesi extraeuropei di ottenere un visto di ben due anni rinnovabile per il nostro paese in cambio di investimenti in Italia. Ma pur di invogliarli, nel 2020 sotto il secondo governo Conte, abbiamo iniziato a svendere i visti dimezzando l’investimento necessario.

VALENTINO TAMBURO - ESPERTO FISCALITA’ INTERNAZIONALE Da 500mila si scende a 250mila per le start up innovative e da 1milione si scende a 500mila per le altre società. L’ultima modifica è quella della rimozione del vincolo della permanenza sul territorio dello Stato. Quindi chi acquisisce questo visto può anche non soggiornare effettivamente nella….

GIULIO VALESINI Può volar via…

VALENTINO TAMBURO - ESPERTO FISCALITA’ INTERNAZIONALE Esatto.

GIULIO VALESINI Senta noi stiamo seguendo il caso di un imprenditore russo che investe 250.000€ in una piccola startup italiana. Ora io non ho letto nessuna dichiarazione formale della banca cipriota sulla provenienza di questi fondi, cioè di aver svolto indagini sull'antiriciclaggio. Andava concesso il visto?

VALENTINO TAMBURO - ESPERTO FISCALITA’ INTERNAZIONALE Stando a quello che dice il manuale non ci sarebbe stato il presupposto per la concessione.

GIULIO VALESINI FUORI CAMPO Chi ha ritento Ilia Sidorov idoneo a ricevere il visto? A firmare il dossier è un comitato del Ministero dello Sviluppo economico, dentro c’è anche la Guardia di finanza, il Ministero dell’Interno e l’Agenzia delle Entrate.

GIULIO VALESINI Ma lei non ha verificato chi fosse questo Sidorov? figlio di un deputato della Duma, di Russia Unita, con soldi che provengono da una banca sanzionata per riciclaggio cipriota. Non l’ha insospettito?

FILIPPO SURACE - AMMINISTRATORE DELEGATO CUB LABS No, assolutamente no. Immagini un po’: il governo mi aveva detto che il soggetto era “eligible”. E nonostante il comitato di investimento visa avesse già rilasciato il visto, nel momento in cui noi abbiamo ricevuto delle ulteriori informazioni abbiamo deciso di stoppare il processo.

GIULIO VALESINI FUORI CAMPO A firmare il nulla osta per Ilia Sidorov è il capo del comitato del Mise: Maurizio Montemagno, ex dirigente antifrode dei Monopoli di stato. Voluto fortemente dal Ministero Giorgetti che a gennaio del 2022 lo chiama accanto a sé a Via Veneto.

MAURIZIO MONTEMAGNO - DIRETTORE GENERALE MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY Ma guardi c’è un comitato, non è che lo decido soltanto io. Un comitato che è Investor Visa che è composto da rappresentanti di diverse amministrazioni

GIULIO VALESINI Però lei lo preside il comitato, no?

MAURIZIO MONTEMAGNO - DIRETTORE GENERALE MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY Sì. Ho capito che lo presiedo, certo. Ma è il comitato che esamina tutte le istanze e controlla. C’è tanto di nucleo di nucleo valutario della Guardia di finanza, c’è tanto di UIF, c’è tanto di agenzia delle entrate

GIULIO VALESINI C’erano vari elementi che avrebbero dovuto indurvi a dire: mah?

MAURIZIO MONTEMAGNO - DIRETTORE GENERALE MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY Allora guardi se… io le posso spiegare che nel momento in cui è scoppiato il conflitto russo-ucraino mi sono sentito, voglio dire, in dovere di rappresentare a tutto il comitato se fosse il caso e opportuno se valutare e sospendere l’Investor Visa. Il comitato ha ritenuto di proseguire

GIULIO VALESINI Senta ma non è che qualcuno è intervenuto in favore di questo Sidorov?

MAURIZIO MONTEMAGNO - DIRETTORE GENERALE MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY No, no, no. Questo nel modo…

GIULIO VALESINI Visto il legame della Lega con il partito Russia Unita di Putin…

MAURIZIO MONTEMAGNO - DIRETTORE GENERALE MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY Questo nel modo più assoluto…né su questo né su altri

GIULIO VALESINI Lei fu scelto da Giorgetti?

MAURIZIO MONTEMAGNO - DIRETTORE GENERALE MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY Beh, scelto…insomma

GIULIO VALESINI Non c’è mica niente di male

 MAURIZIO MONTEMAGNO - DIRETTORE GENERALE MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY Si, cioè faccio parte della sua…come si dice…facevo parte della sua…ma non è della sua squadra… ho vinto un interpello. Questo nel modo più assoluto

GIULIO VALESINI SPOSTAMENTO GIULIO Se lo ricorderà Ilia Sidorov…

 MAURIZIO MONTEMAGNO - DIRETTORE GENERALE MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY Eh, ma come faccio a ricordarmelo. Non è che trattiamo una pratica…sono parecchie le pratiche.

GIULIO VALESINI FUORI CAMPO Il padre di Sidorov è di Russia Unita, partito che nel marzo 2017 ha persino fatto un contratto con la Lega ma soprattutto da anni intrattiene relazioni personali con uomini del partito di Salvini. E il Ministro del MISE, quando comincia tutta questa vicenda è Giorgetti.

ANTON SHEKHOVTSOV - DOCENTE SCIENZE POLITICHE UNIVERSITA’ DI VIENNA Russia unita ha risposto alle molte richieste della Lega di firmare questo accordo per dare un certo sostegno politico alla Lega. GIULIO VALESINI Lei ritiene che, anche alla luce del contratto il contratto tra il partito di Salvini e il partito di Putin, la Lega possa favorire operazioni finanziarie di politici o comunque persone influenti russe e dei loro famigliari nel nostro paese?

ANTON SHEKHOVTSOV - DOCENTE SCIENZE POLITICHE UNIVERSITA’ DI VIENNA Penso siano ancora più importanti i contatti individuali...Per esempio, se un politico o un funzionario russo vuole avere dei vantaggi, magari delle opportunità di lavoro o un aiuto per il visto, chiederà ai suoi amici.

GIULIO VALESINI FUORI CAMPO Alexander Sidorov, il padre dell'imprenditore Ilia, è finito sotto sanzioni internazionali dopo l'aggressione dell’Ucraina.

 ANTON SHEKHOVTSOV - DOCENTE SCIENZE POLITICHE UNIVERSITA’ DI VIENNA Ovviamente tutti i membri del regime di Putin sostengono la guerra contro l'Ucraina.

GIULIO VALESINI Il figlio di questo politico russo, Sidorov chiede e ottiene il visto con soldi provenienti da una banca cipriota, già sanzionata per riciclaggio. La ritiene una situazione normala o anomala?

ANTON SHEKHOVTSOV - DOCENTE SCIENZE POLITICHE UNIVERSITA’ DI VIENNA All’inizio dell’autunno dello scorso anno, il regime di Putin ha dichiarato una mobilitazione parziale. La mia ipotesi è che Sidorov figlio non volesse assolutamente andare nella guerra che il suo stesso regime ha iniziato contro l’Ucraina. Molti membri del regime di Putin, non volendo combattere loro stessi e morire in guerra, hanno lasciato che altri poveri andassero a morire al posto loro. E credo che questa sia stata la motivazione principale di Ilia Sidorov per il visto d’oro, e usare questo denaro opaco attraverso una banca o una società cipriota per ottenerlo

GIULIO VALESINI Capisce la nostra preoccupazione nei confronti di un programma che in 28 giorni dà il visto ad un soggetto che se lei legge le anomalie che sono state segnalate dall’advisor della Borsa di questa società, uno dice: ma come hanno al fatto al ministero a concedere il visto a questo?

MAURIZIO MONTEMAGNO - DIRETTORE GENERALE MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY Se c’è qualcosa che non è stata visto, lo si può rivedere il programma…

GIULIO VALESINI Più di qualcosa!

MAURIZIO MONTEMAGNO - DIRETTORE GENERALE MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY Se le cose voglio dire, stanno così, sicuramente esamineremo dov’è che il comitato ha sbagliato - se abbiamo sbagliato o io ho sbagliato a firmare e vediamo dove c’è stata, come si dice la falla, la pecca.

SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO Ce ne sono state tante di pecche. Almeno ce ne sarebbero. Ricapitolando. A partire dal 27 ottobre scorso, un russo, Sidorov, in pieno conflitto chiede di investire 250 mila euro in Italia. Sidorov ha un passato in Gazprom, è figlio di un ex parlamentare della Duma legato al partito di Putin Russia unita e investe 250 mila euro da una banca Cipriota che è stata in passato sanzionata per aver violato le normative antiriciclaggio e chiede di investire sulla start up pugliese che mira a curare l’Alzheimer con farmaci derivati dallo zafferano, e a gestire l’operazione finanziaria, una società che curava gli interessi di Usmanov, che è l’oligarca più ricco di quelli vicini a Putin e a garantire che tutto lecito legittimo è una lettera di una avvocatessa svizzera che ha origini russe. In questo contesto in pieno conflitto Sidorv, riesce a ottenere il visto in pochi giorni. A curare la pratica è una commissione specifica all’interno del ministero dello Sviluppo economico, oggi il Made in Italy, Maurizio Montemagno, ex Dogane è stato voluto in quel posto fortemente da Giorgetti, però poi tutta la pratica si materializza formalmente quando c’è il cambio di governo con il ministro Urso. Ora adesso Montemagno dice, non mi ricordo questa pratica di Sidorov, però insomma meno male che è stata bloccata dall’advisor della start up pugliese perché è quotata in borsa. A Report comunque risulta che Sidorov abbia ancora in piedi il visto e che stia valutando anche di investire in un’altra società dopo lo stop, ma in punta di regolamento, l’abbiamo consultato, non potrebbe perché recita, il beneficiario deve mantenere il proprio investimento originario perché anche se è in possesso di permesso non può in nessun caso sostituire la destinazione dell’investimento pena la revoca. Ecco insomma, a Sidorov dovrebbe essere revocato se così è il regolamento, il visto. Mentre invece la segreteria di Montemagno aggiunge che la banca cipriota ha garantito la conformità della normativa antiriciclaggio, ma non può farci vedere la lettera. Poi a report risulta anche che in questo anno, in pieno conflitto, sarebbero entrati in Italia ben 32 russi, ipotizziamo che abbiano ottenuto il visto, ma in base a quali controlli se il meccanismo è questo.

Foreign Affairs: Washington necessita di un endgame in Ucraina. Piccole Note (filo-Putin) il 5 Giugno 2023 su Il Giornale.

Dall’inizio della guerra ucraina, gli Stati Uniti si sono limitati a supportare l’Ucraina, aggiungendo che di certo la guerra finirà con un negoziato, ma tale finale di partita era ed è rimasto nebuloso. “Questo approccio aveva senso nei primi mesi del conflitto”, scrive Samuel Charap su Foreign Affairs, ora non più.

Infatti, secondo Charap,”è giunto il momento che gli Stati Uniti sviluppino una visione su come finirà la guerra” perché “i quindici mesi di combattimenti hanno chiarito che nessuna delle due parti ha la capacità, anche con l’aiuto esterno, di ottenere una vittoria militare decisiva sull’altra”.

Facilitare l’endgame

Da qui l’ineluttabilità dei negoziati. Gli Stati Uniti “potrebbero iniziare a cercare di condurre la guerra verso una fine negoziata nei prossimi mesi, oppure possono aspettare anni. Se decidono di attendere, i fondamenti del conflitto saranno probabilmente gli stessi, ma i costi della guerra – umani, finanziari e di altro tipo – si saranno moltiplicati. Una strategia efficace per quella che è diventata la crisi internazionale più significativa di questa generazione richiede agli Stati Uniti e ai suoi alleati di spostare la loro attenzione su come iniziare a facilitare un endgame“.

Ciò perché più dura il conflitto, più alti sono i rischi. Infatti, “un conflitto prolungato conserverebbe il rischio di una possibile escalation – o verso l’uso del nucleare da parte dei russi o verso una guerra NATO-Russia – all’attuale alto livello. Dal momento che l’Ucraina continuerebbe a godere di un supporto vitale, economico e militare, quasi totale dall’Occidente, ciò alla lunga causerà problemi di bilancio ai paesi occidentali e problemi di prontezza per le loro forze armate. La ricaduta economica globale della guerra, compresa la volatilità dei prezzi del grano e dell’energia, persisterebbe. Gli Stati Uniti non sarebbero in grado di concentrare le proprie risorse su altre priorità e la dipendenza russa dalla Cina si approfondirebbe. Anche se una lunga guerra indebolirebbe ulteriormente la Russia, quel vantaggio non supera tali costi“.

Charap non ignora le difficoltà insite in una trattativa, stante la feroce ostilità tra le parti, così specifica: “Dal momento che saranno necessari colloqui, ma un accordo è fuori discussione, la conclusione più plausibile è un armistizio […]; un cessate il fuoco duraturo che non risolva le divisioni politiche, porrebbe fine alla guerra aperta tra Russia e Ucraina, ma non al loro conflitto più ampio. Il caso archetipico è l’armistizio coreano del 1953”.

Quindi si sofferma sull’assenza di un qualsiasi impegno diplomatico da parte dell’Occidente, rilevando che “rispetto agli sforzi per fornire risorse per la controffensiva, praticamente nulla viene fatto per plasmare ciò che verrà dopo. L’amministrazione Biden dovrebbe iniziare a colmare questa lacuna“.

Ciò perché si può e si deve dar vita a trattative anche con gli scontri in atto. Infatti, Charap spiega che “durante la guerra di Corea, alcuni dei combattimenti più intensi si registrarono durante i due anni di trattative necessari a raggiungere l’armistizio, in questo periodo, infatti, si registrò il 45% delle vittime statunitensi. Iniziare a pianificare l’inevitabile diplomazia può e deve avvenire in parallelo con gli altri elementi caratterizzanti la politica statunitense, così come con la guerra in corso”.

Inoltre, occorre tenere presente che “aspettare a preparare il terreno per i negoziati ha i suoi costi. Più a lungo gli alleati e l’Ucraina continueranno a non sviluppare una linea diplomatica, più difficile sarà farlo. Con il passare dei mesi, il prezzo politico del primo passo aumenterà. Infatti, già ora qualsiasi azione degli Stati Uniti e dei loro alleati tesa ad aprire una via diplomatica, anche con il sostegno dell’Ucraina, dovrà essere gestita con estrema delicatezza, per evitare che sia vista come un’inversione di tendenza politica o un abbandono del sostegno occidentale a Kiev”.

Iniziare subito la lunga trattativa

“[…] Iniziare adesso a preparare tutto ciò ha senso anche perché la diplomazia non produrrà risultati dall’oggi al domani. Ci vorranno settimane o forse mesi per mettere d’accordo gli alleati e l’Ucraina su una strategia negoziale, e ancora di più per raggiungere un accordo con la Russia quando inizieranno i colloqui. Nel caso dell’armistizio coreano, sono stati necessari due anni e 575 incontri per mettere a punto le quasi 40 pagine dell’accordo. In altre parole, anche se domani venisse istituita una piattaforma negoziale, passerebbero mesi prima che le armi tacciano (sempre che i colloqui abbiano successo, il che è tutt’altro che scontato)”.

Nell’accordo, le parti in causa dovranno cedere qualcosa e occorrerà trovare un modo per evitare che il conflitto si riaccenda. Ma l’ostilità tra la parti dovrebbe spostarsi sul livello politico-culturale, al modo del contrasto latente tra la Germania dell’Est e quella dell’Ovest, livello nel quale Charap vede un vantaggio occidentale.

Infine, Charap tocca la vexata quaestio dell’adesione dell’Ucraina alla Nato, che scarta perché darebbe modo agli Stati Uniti di piazzare i propri armamenti nel giardino di casa della Russia, cosa che Putin non può accettare. Preferibile, dunque, offrire un’altra tutela a Kiev, ad esempio un accordo simile a quello siglato tra Usa e Israele, granitico ma non vincolante.

Di interesse il fatto che pochi giorni fa, il 2 giugno, anche Faared Zakaria, uno dei più influenti cronisti d’America, in un’intervista pubblicata dal New York Times, abbia detto che questa guerra potrebbe finire al modo di quella coreana. Quindi, ricordando le trattative intercorse nella prima fase della guerra ucraina, purtroppo fallite, ha aggiunto che probabilmente “entro la fine di quest’anno [dopo la controffensiva ucraina ndr], si potrebbe iniziare a intravedere un ritorno a quel tipo di dialogo”.

“Iraq e Ucraina, il rischio del tifo nell’informazione”: parla Fulvio Scaglione. Andrea Muratore il 29 maggio 2023 su Inside Over.

Fulvio Scaglione non ha dubbi: il giornalismo odierno, soprattutto sulla politica estera, è troppo spesso condizionato da tifoserie e visioni partigiane. Classe 1957, giornalista dal 1983, dal 2000 al 2016 vice-direttore del settimanale Famiglia Cristiana, di cui nel 2010 ha varato l’edizione on-line del giornale, Scaglione è un affermato studioso e commentatore della politica estera contemporanea, specializzato sulla Russia e sul Medio Oriente.

Il 14 giugno, presso la Fondazione delle Stelline a Milano, modererà la conferenza “Raccontare la guerra oggi” organizzata da ilGiornale.it e InsideOver con Fausto Biloslavo, Giovanna Botteri, Lucia Goracci e Alberto Negri. Con lui dialoghiamo riguardo alla sua esperienza e al futuro dell’informazione sugli scenari bellici più caldi del pianeta. 

Scaglione, grazie mille per la disponibilità. La sua carriera giornalistica è stata lunga e articolata. Quale ritiene siano state le esperienze più importanti che l’hanno segnata?

“Sicuramente, ritengo una svolta fondamentale nella mia carriera la nomina al ruolo di corrispondente da Mosca per Famiglia Cristiana nel 1992, che proseguì per tutto il decennio. La ritengo fondamentale non tanto e non solo per il ruolo di corrispondente in sé, che implica una maniera diversa e articolata di lavorare e approcciarsi ai problemi dell’informazione, quanto piuttosto per l’ampiezza di vedute che stare a Mosca in quel tempo complesso permetteva di sviluppare. Ai tempi collaboravo già con Avvenire ma ero corrispondente per un settimanale in una realtà dove lavoravano principalmente dei quotidianisti dei giornali e della Tv”.

Cosa significò per lei l’esperienza russa?

“Significò innanzitutto lavorare fianco a fianco di validi professionisti a loro volta corrispondenti da Mosca come Fiammetta Cucurnia, Enrico Franceschini, Giulietto Chiesa. Nell’era Eltsin l’informazione italiana a Mosca vedevi operativi il massimo numero di corrispondenti a Mosca. Lavorare a Mosca ebbe poi per me una grande valenza personale. Mi sono laureato a Torino in Lingua e Letteratura straniera con una tesi a tema russo sulla cinematografia degli Anni Venti in Unione Sovietica, e questo per me chiudeva un cerchio. Infine, lavorare a Mosca mi aprì la passione per il Medio Oriente. Nel 1996 visitai l’Afghanistan allora già governato dai Talebani e da lì mi appassionai a un’area di mondo che ho raccontato a lungo”

Da Mosca iniziò a raccontare anche le guerre. Guerre nate dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica e che continuano ancora. Quali ha seguito?

“Sono andato in Cecenia durante la prima guerra. In precedenza ho seguito i conflitti in Tagikistan e Nagorno-Karabakh. Conflitti sorti dalla fine prematura della superpotenza sovietica e dal coacervo di rivalità geopolitiche, secessionismi e nazionalismi che scatenò”.

Così come la fine dell’Impero ottomano ha aperto l’inizio del caos mediorientale, così vale per l’Urss e la decomposizione del suo ex spazio imperiale. L’Ucraina di oggi si inserisce in questo contesto?

“La guerra in Ucraina fa parte della lunga fine dell’Urss. L’Urss è crollata lasciando un vuoto e essendo un grande impero multinazionale, lasciando milioni di persone in luoghi che loro o i loro connazionali non ritenevano corretti sul profilo nazionale ed etnico e lasciando inoltre dietro di sé un coacervo di odii e risentimenti. Quando Putin ha detto che la fine dell’Urss è stata la più grande catastrofe geopolitica del Novecento da noi tutti l’hanno preso come una dichiarazione di nostalgia dell’Urss. In realtà evidenziava il fatto che la nascita di quindici Paesi in pochi mesi a partire dal 1991 non poteva non creare frizioni sul medio-lungo periodo. Soprattutto se in molti di questi Paesi esiste una ragione di risentimento verso la casa madre”.

Questa complessità spesso è negata dalla nostra informazione…

“Registro con tristezza che ci sono dei momenti in cui a prescindere dalle ragioni delle parti in campo il sistema informativo occidentale si allinea come un sol uomo dietro determinate posizioni, rifiutando di discutere quelli che diventano dei veri e propri dogmi. Nel 2003 sull’Iraq bisognava dire che l’invasione era giusta e avrebbe prodotto dei vantaggi, prima fra tutte la fine delle indiscutibili armi di distruzione di massa. Ricordo una copertina dell’Economist che spiegava, nell’aprile 2003, la fine dell’era del petrolio e del ricatto del greggio da parte del Medio Oriente. Si prevedeva che il petrolio poteva arrivare a costare un dollaro al barile, previsione fallimentare. Questo dimostra un fatto: sul fronte informativo, quasi ogni pronostico e giustificazione si è rivelato fallace per quanto riguarda quella guerra. Con l’Ucraina sta succedendo la stessa cosa”.

Cosa la preoccupa in particolare?

“In questa guerra, come successo con l’Iraq, è abbastanza facile stimolare il senso del tifo. E il tifo da stadio applicato alle estreme conseguenze può creare rischi e visioni distorte della realtà. In Iraq c’era Saddam Hussein, qui un Paese invaso e “vittima” per definizione, portando al grande pubblico la questione in termini di derby tra “Bene” e “Male”. Criticare questo tipo di atteggiamento finisce per non incidere sulle considerazioni finali di questa crisi. Ovviamente, è indubbio che questa guerra sia esplosa con l’invasione russa dell’Ucraina. Ma questo non deve lasciar perdere riflessioni a tutto campo sulle sue conseguenze geopolitiche per tutto il pianeta”.

Ormai sembra che tra filorussi accaniti e fautori della vittoria accanita ucraina ci sia una tribalizzazione vera e propria, non trova?

“Proliferano generalizzazioni ridicole dall’una e dall’altro lato e che spesso hanno delle firme importanti alle spalle. Mi consolo con una constatazione: queste firme importanti spesso sono le stesse che scrivevano articoli e considerazioni fuorvianti sull’Iraq. C’è della logica in questa follia, ma per fortuna d’altro canto ci sono fonti dialettiche, critiche, obiettive e intelligenti che guardano alle conseguenze di medio-lungo periodo degli eventi. E provano a difendere l’informazione di qualità”.

Ucraina. La guerra è raccontata dai think tank legati alla Difesa Usa. Piccole Note (filo-Putin) il 3 Giugno 2023 su Il Giornale.

“I principali think tank americani che si occupano di politica estera sono inondati di finanziamenti provenienti dall’industria della Difesa. Essi hanno dominato la narrazione dei media relativa alla guerra in Ucraina e raramente, se non mai, rivelano che molte delle armi americane che raccomandano di fornire all’Ucraina sono prodotte dai loro finanziatori”. Così Ben Freeman su Responsible Statecracft.

I think tank legati alla Difesa

“In breve, quando senti [o leggi ndr] un analista di un think tank commentare la guerra in Ucraina, è probabile che tu stia ascoltando qualcuno il cui datore di lavoro è finanziato dagli ambiti che traggono profitto dalla guerra, ma probabilmente non lo saprai mai”.

“Ciò avviene perché il 78% dei più importanti  think tank statunitensi che si occupano di politica estera riceve finanziamenti dal Pentagono o dalle industrie che lavorano per esso, come documenta un recente studio”, cioè il Defense Contractor Funded Think Tanks Dominate Ukraine Debate, prodotto dal Quincy Institute.

I think tank suddetti, “hanno sostenuto che la risposta statunitense alla guerra in Ucraina dovesse essere sempre più militarizzata e, rispetto a istituti simili, ma che ricevono pochi o nessun finanziamento dal comparto della difesa, hanno dominato il panorama mediatico relativo alla guerra ucraina”.

Lo studio citato “ha analizzato gli interventi di questi importanti think tank […] negli articoli relativi alla guerra ucraina pubblicati su The New York Times, The Washington Post e The Wall Street Journal.”

“Tale analisi ha rivelato che le probabilità che un media riportasse interventi di un think tank che gode del supporto della Difesa erano sette volte maggiori di quelle relative a interventi di think tank di altra natura”.

“Dei 1.247 interventi dei think tank che abbiamo monitorato nello studio, 1.064 (l’85%) erano think tank che ricevono regolarmente finanziamenti del settore della difesa. E i due think tank più citati negli articoli sulla guerra ucraina erano letteralmente inondati di dollari provenienti dal comparto della difesa: il CSIS [Center for Strategic and International Studies ndr] e The Atlantic Council”.

La punta dell’iceberg

L’articolo specifica che quanto emerso è solo la punta dell’iceberg, dal momento che solo gli ultimi due think tank citati sono trasparenti riguardo i loro finanziamenti. Di altri si sa che ricevono fondi, ma non l’ammontare.

A ciò si possono aggiungere alcune annotazioni che rendono ancora più inquietante la vicenda. Lo studio ha potuto rilevare solo i finanziamenti pubblici, essendo impossibile indagare su possibili finanziamenti off-shore, che sfuggono a ogni controllo, sia ai think tank in questione sia, soprattutto, ai singoli. Forse esistono, forse no, resta però che a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina, come da massima di Giulio Andreotti.

Inoltre, per capire meglio la portata del condizionamento dell’apparato militar industriale rispetto alla narrazione di guerra vanno tenute presenti le dinamiche dell’informazione. Al di là degli interventi diretti degli analisti che lavorano per tali think tank, c’è da tenere presente che i giornalisti, per scrivere un articolo, hanno bisogno di fonti e informazioni.

E, ovviamente, per quanto riguarda la guerra ucraina tali fonti sono o funzionari del Pentagono e dell’intelligence o i medesimi think tank… insomma, la narrazione della guerra ucraina è in pratica appannaggio quasi esclusivo degli ambiti che lucrano sul conflitto.

Ciò per quanto riguarda il cuore dell’Impero. Per quanto riguarda le colonie – tra cui la derelitta Italia – i media mainstream delle stesse, a parte rare eccezioni che confermano la regola, si limitano a fare da cassa di risonanza della narrativa che discende dall’Impero, a volte con effetti surreali.

Tutto ciò, e le interconnessioni – debite e indebite – tra l’apparato militar industriale e gli esponenti della Politica americana, complica non poco la possibilità di adire a vie diplomatiche.

Washington Post: i rischi di oltrepassare le linee rosse di Mosca. Piccole Note (filo-Putin) l'1 Giugno 2023 Su Il Giornale.

mondo

“Aumenta il desiderio di Biden di oltrepassare le linee rosse di Putin”. Questo il titolo di un articolo del Washington Post di oggi.

Il media statunitense rammenta come nel corso della guerra più volte l’Ucraina e i suoi sponsor Nato abbiano superato le linee rosse della Russia. Linee che, superate, avrebbero potuto scatenare la reazione catastrofica di Mosca. Ciò è avvenuto nonostante si stiano confrontando con una potenza nucleare e nonostante gli avvertimenti del Cremlino sulle possibili conseguenze.

Così sul WP: “Un motivo chiave per ignorare le minacce di Putin, affermano i funzionari statunitensi, è l’approccio [al conflitto] che ha egli ha tenuto fin dai primi giorni di guerra: il presidente russo non ha mantenuto le promesse di punire l’Occidente per aver fornito armi all’Ucraina. Il suo bluff ha dato ai leader statunitensi ed europei una certa fiducia nel perseverare su questa linea senza temere gravi conseguenze, ma fino a che punto si possa arrivare rimane una delle incertezze più pericolose del conflitto“.

Quando l’Occidente ha superato tali linee, rincara il Wp, Putin “non ha dato vita a un conflitto militare con Washington o i suoi alleati. Ma i funzionari occidentali sono consapevoli che ciò non significa che non lo farà mai, in particolare se ci saranno ulteriori escalation del conflitto”.

Di escalation in escalation

Da qui le escalation continue, che il Wp afferma che siano meditate a fondo e calcolate nelle possibili conseguenze, anche se “i falchi repubblicani al Congresso, nel frattempo, dicono che la minaccia dell’escalation russa non dovrebbe nemmeno essere presa in considerazione“.

Questa la conclusione del Wp: “Senza dubbio, la volontà dell’amministrazione Biden di oltrepassare le linee rosse di Putin ha rafforzato la capacità dell’Ucraina di difendersi e riconquistare il territorio a est e a sud [la realtà è più complessa ndr]. Ciò che resta da vedere, tuttavia, è se Putin continuerà a permettere all’Occidente di sfidare le sue minacce senza conseguenze”.

“Esistono delle linee rosse”, ha affermato Alexander Gabuev, direttore del Carnegie Russian Eurasia Center di Berlino, “… ma dal momento che non abbiamo modo di sapere con certezza quali siano, ciò crea rischi”.

Il problema è che il rischio in questione è l’estinzione dell’umanità, tale l’esito di una guerra termonucleare. Sono consapevoli di giocare col fuoco a tale livello, eppure perseverano. Una follia.

Nel reagire all’ennesima escalation, l’attacco dei droni contro Mosca, Putin ha affermato: “Ci stanno provocando a rispondere a tono” (BBC). Il conflitto ucraino è tutto racchiuso in questa dialettica, che va ben oltre gli sviluppi sul campo di battaglia. Se la Russia cede e risponde, sarà la terza guerra mondiale.

Il punto è che i falchi sanno perfettamente che l’Ucraina non può vincere questa guerra. L’unico modo per trasformare la sconfitta in possibile vittoria è quella di far entrare in guerra anche la Nato (nei modi e nelle forme da stabilirsi), contando anche in questo caso sul fatto che Putin non userà le armi atomiche.

Al di là dell’ignobile scommessa sull’uso della Bomba, già di per sé azzardata, anche l’ipotesi di una guerra convenzionale su ampia scala Nato-Russia è semplicemente folle. Ma così è se vi pare.

Tendenza Orsini. La débâcle di Elly Schlein sul voto europeo pro e contro la resistenza ucraina. Mario Lavia su L'Inkiesta il 2 Giugno 2023

La spaccatura del Partito democratico sugli aiuti a Kyjiv è un brutto segnale, per il partito e soprattutto per la segretaria: non avere una linea chiara sulla questione più importante del momento fa temere il peggio per tutti gli altri dossier

«Grazie con tutto il cuore, viva Elly Schlein»: è un tweet della “pagina Orsini”, e sarà pure un maramaldeggiare di certi “pacifisti”, alias “neutralisti” (se non peggio), una provocazione a bella posta, e però è un commento che ci sta. Ci sta perché la segretaria del Partito democratico non ha saputo o voluto fare quello che un leader normalmente fa: dare la linea in maniera chiara.

Sulla questione del voto a Bruxelles sul regolamento “Asap”, che è il provvedimento sulle munizioni a Kyjiv, e che è soprattutto una nuova cornice per distribuire fondi europei all’industria militare, ieri all’Europarlamento il Partito democratico si è un’altra volta diviso.

La maggioranza del gruppo a favore e in sintonia con il gruppo socialista, a cominciare dalla vicepresidente del Parlamento Pina Picierno che da sempre è in prima linea a favore dell’Ucraina, ma con quattro astenuti (Pietro Bartolo, Achille Variati, Franco Roberti e Camilla Laureti, quest’ultima componente della segreteria nazionale), uno contrario (il solito Massimiliano Smeriglio, che nemmeno è iscritto al Partito democratico ma lo frequenta dall’epoca zingarettiana e fa parte del gruppo S&D), uno è non pervenuto (Giuliano Pisapia), mentre tra i favorevoli ci sono anche Patrizia Toja e Alessandra Moretti, che erano risultate astenute ma si erano sbagliate a votare (e vabbè, capita).

Asap è l’acronimo, che letteralmente sta per Act in Support of Ammunition Production (legge a supporto della produzione di munizioni) ma non facciamola tanto lunga: questo voto, nella sostanza, riguardava gli aiuti militari (le munizioni) alla Resistenza ucraina.

Bartolo, Variati, Roberti e Smeriglio sono da sempre su una posizione diversa da quella del Partito democratico, cioè sì alle armi fino a che sarà necessario, una linea che era stata declinata con grande chiarezza dall’ex segretario Enrico Letta – e approvata in tutte le sedi svariate volte – ma che Elly Schlein ha sempre confermato pur condendola con un di più di argomentazioni a favore della “trattativa” e in questo caso dal no all’utilizzo dei fondi del Pnrr per gli aiuti.

Mercoledì su Instagram (altro che disintermediazione) Schlein aveva detto due cose: supporto a Kyjiv, e no all’utilizzo dei fondi Pnrr per le armi, ma senza chiarire altro. Il testo che i dem hanno dovuto votare però contiene entrambe le cose: sì all’aiuto a Kyjiv, e sì all’utilizzo anche di quei fondi.

Qual è la linea, quindi? Il Partito democratico sapeva benissimo che i suoi emendamenti contrari all’uso dei fondi del Pnrr sarebbero stati respinti (anche perché se un Paese volesse disporre del Pnrr per le armi a Kyjiv non può esserci nessuna Schlein che potrebbe impedirglielo), e dunque questa battaglia semmai va fatta in sede nazionale, dove intanto la destra, contrariamente a certi segnali, non ha affatto escluso di ricorrere ai soldi del Piano di ripresa e resilienza.

Ma in ogni caso quella di Schlein, con l’appoggio del responsabile Esteri Peppe Provenzano, era una scusa per poter caso mai giustificare un voto di astensione. Insomma, un trucchetto, un espediente, una scusa, o come si dice adesso una supercazzola. Solo che se la supercazzola parte dalla segretaria del partito ognuno si sente più o meno libero di fare quello che gli pare: è stato come minimo un esempio di scarsa capacità di direzione politica e come massimo un capolavoro di ambiguità.

Forse si pensa di strizzare così l’occhio ai seguaci di Michele Santoro e Moni Ovadia (di Orsini si è detto) o magari di non perdere il rapporto con i Cinquestelle, ovviamente schierati contro gli aiuti militari, e a quei nuovi arrivati nel Partito democratico che provengono da Sel, Articolo Uno e compagnia bella che non a caso occupano bei posti nella segreteria (abbiamo detto di Laureti).

Il gruppo europeo del Partito democratico risulta veramente inaffidabile sulla questione più importante di questa fase storica – la difesa dell’Ucraina –, perché va bene la coscienza personale ma qui c’è ormai una frazione attiva (quante colpe ha Nicola Zingaretti, fu lui a fare le liste delle Europee del 2019). E, a parte questo, c’è da osservare che per Elly Schlein è estremamente rischioso mostrarsi ondivaga su questo terreno. Perché se non tiene sull’Ucraina figuriamoci sul resto. Altro che «mettetevi comodi», qui è un disastro.

Realtà falsificata. Il pacifismo di Papa Francesco è un pericoloso assist alla propaganda putiniana. Anne-Marie Pelletier su L'Inkiesta il 31 Maggio 2023

Nel viaggio apostolico in Ungheria, il Pontefice ha criticato l’«infantilismo bellicoso dell’Occidente», perorando la causa di chi vorrebbe interrompere la fornitura di armi a Kyjiv e negoziare con Mosca. In questo modo però fa il gioco del dittatore russo 

Nel recente viaggio in Ungheria, Papa Francesco ha avuto indubbiamente il coraggio di ricordare a Viktor Orban, faccia a faccia, che la sua politica di immigrazione non si concilia con la sua presunta difesa dei valori cristiani. Purtroppo però sembra che la contropartita di questa franchezza sia stata la sottolineata affermazione di una convergenza di vedute con il governo ungherese sull’Ucraina. Le parole del Papa su questo tema sono state di una sorprendente brutalità. Non solo ha parlato di una «guerra insensata», ma ha anche criticato l’«infantilismo bellicoso dell’Occidente», prima di perorare la causa della pace rinunciando alle armi e negoziando. In termini assoluti, chi non sognerebbe la pace? Ma la parola “pace” va usata cum grano salis, perché la propaganda di Vladimir Putin è la prima a usare questo linguaggio. E la mediazione recentemente proposta da Xi Jinping non ispira maggior fiducia.

In realtà, fin dall’inizio della tragedia ucraina, il Vaticano ha faticato a dare un nome corretto alle cose e a prendere una posizione chiara, per non parlare del modo disinvolto con cui parla di riconciliazione per gli ucraini che vivono tuttora sotto il terrore russo. Allo stesso modo, è sorprendente il ripetuto rifiuto del Papa di andare a Kyjiv, se non recandosi anche a Mosca. È come se avessimo a che fare con una guerra in cui due campi opposti si fronteggiano simmetricamente in un conflitto che dovrebbe concludersi con un compromesso attorno a un tavolo negoziale. A Francesco piace fare appello alle radici. Sarebbe una buona idea cercare lì. Non mancano gli indizi che ci aiutano a vedere le cose un po’ più chiaramente.

Fin dalle prime ore dell’invasione, mascherata da «operazione militare speciale», tutto al Cremlino è stato un costante ribaltamento della verità, un’appropriazione indebita delle parole, una falsificazione della realtà al servizio della barbarie e del terrore. E all’interno, in Russia, è tutto delirio propagandistico, asservimento delle menti, politica repressiva spietata. Tutte queste cose riportano tragicamente e direttamente a quel passato sovietico che non è stato sanato, al terrore staliniano che riemerge, oggi, come rinasce una malefica idra.

Si tratta del passato della «notte sovietica», a cui faceva riferimento Nadejda Mandelstam e che l’attuale regime sta riabilitando con disinvolto cinismo. Da tutto questo, manifestamente, il Papa non è allarmato. Allo stesso modo non ha minimamente messo in discussione l’incredibile piano di «denazificare» l’Ucraina: non lo ha riconosciuto come un’invenzione improbabile.

Con la dovuta riverenza, vorremmo suggerire a Papa Francesco di leggere Vasilij Grossman, come molti stanno esortando a fare oggi. Rileggere quell’opera, che ci apre gli occhi su una verità che era tabù nella Russia di Grossman, ma che non dovrebbe più esserlo oggigiorno: i regimi nazista e sovietico non sono altro che fratelli gemelli, al servizio degli stessi fini, e quindi capaci di sostituirsi l’uno all’altro. «Ammesso che voi vinciate», spiega un capo campo nazista a un vecchio bolscevico in Vita e destino, «noi continueremo a vivere nella vostra vittoria».

Ecco perché, che si tratti di Putin o di Hitler, la posizione del pacifismo è altrettanto fallace. Ecco perché l’attuale argomentazione del Papa evoca irresistibilmente il 1938 e le illusioni dei negoziatori di Monaco. Era necessario parlare con Hitler per riportarlo in linea con il diritto internazionale? Era necessario parlare con Putin, l’invasore del Donbas, dopo la Crimea, per trovare un modus vivendi? La verità è che non si negozia con il diavolo. Lo stesso vale per il cosiddetto dialogo con Kyrill, questo gerarca che dà al patriarcato di Mosca il volto dell’impostura, sostenendo spudoratamente la barbarie travestita da crociata per la causa del cristianesimo. Le virtù del dialogo sono falsamente invocate quando una delle parti conosce solo la menzogna. Dobbiamo ricordare che la resistenza del pastore Bonhoeffer al nazismo lo portò a unirsi alla cospirazione del luglio 1944, che doveva porre fine a Hitler?

È ovviamente tragico che ci si ritrovi coinvolti nella spirale infernale dell’escalation militare, costretti ad ammettere che l’Ucraina si salverà solo schiacciando un sistema criminale che si piega alla forza di qualcuno più potente di lei. Può un Papa sostenere questa strategia? Non rispondiamo per lui. In ogni caso, vi è sicuramente una battaglia che potrebbe intraprendere, ed è quella della verità contro la menzogna. Non osiamo scrivere con la maiuscola le parole verità e menzogna. Eppure la situazione sembrerebbe richiederlo, vista la dimensione quasi metafisica che le bugie di Putin danno alla messinscena che si agita al Cremlino.

Ma può essere sufficiente ascoltare, lontano da ogni pathos, Vladimir Kara-Murza, l’oppositore di Putin, condannato il 17 aprile da un tribunale di Mosca a venticinque anni di carcere in una colonia penitenziaria particolarmente dura. La sua reazione dopo il verdetto è stata quasi una professione di fede: «So che verrà un giorno in cui le tenebre che coprono il nostro Paese si dissolveranno. Quando il nero sarà chiamato nero e il bianco bianco (…). Quando la guerra sarà chiamata guerra, quando l’usurpatore sarà chiamato usurpatore e quando coloro che hanno istigato e scatenato questa guerra, e non coloro che hanno cercato di fermarla, saranno bollati come criminali».

Certo, una voce molto solitaria dalla parte russa. Ma è una voce che riecheggia l’eroica resistenza in atto, a prezzo di sangue, che l’intero popolo ucraino sta opponendo da mesi a un nemico che non solo pretende di annientarlo, ma cerca anche di ingannare la gente sostenendo di essere pacifista. Possa Papa Francesco servire la causa della pace cominciando col servire la causa della verità.

Anne-Marie Pelletier, Premio Ratzinger 2014, coordinatrice del libro di K. Sigov, “Le courage de l’Ukraine”, 2023.

Estratto dell’articolo di Giuseppe Scarpa per “la Repubblica - Edizione Roma” il 30 maggio 2023. 

Una mostra d’arte filorussa ribattezzata “ResistenZa”. Con la “Z” in bella mostra nella locandina che rimanda alla lettera dipinta sui carri armati delle forze armate di Mosca impiegate in guerra contro l’Ucraina. Una mostra ospitata alla Casa della Partecipazione, quartiere San Lorenzo, via dei Sabelli 88. Una mostra autorizzata dal II Municipio che, di quello spazio, è il proprietario e gestore.

L’evento è andato in scena il 20 maggio. Le pittrici che hanno esposto i loro quadri sono Federica Vasselli ed Elena Begma. La prima, nel 2022, ha partecipato alla mostra d’arte politica “ Operazione Speciale Sila” che mirava a documentare la guerra in Ucraina, ricevendo il plauso dell’ambasciata russa in Italia. 

Begma, invece, si è laureata all’Accademia Statale d’Arte V.I. Surikov di Mosca. A presentare la mostra è stato Igor Camilli, il segretario nazionale di “Patria Socialista”, una formazione di estrema sinistra. «Ringraziamo sentitamente e fraternamente — si legge sul profilo Facebook del movimento — le presenze dell’Ambasciata Russa, Ambasciata Bielorussa, Ambasciata del Nicaragua, Ambasciata di Cuba, Comunità palestinese Roma e Lazio, dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia- Cuba e del Comitato di solidarietà con la Bielorussa».

Francesca Del Bello la presidente del II Municipio, esponente dem, spiega che « si è riunito l’ufficio di presidenza del Municipio e ha dato il via libera. Capiamo bene che il tema è controverso, […] ma di certo non possiamo negare uno spazio, si tratterebbe di operare una censura. Dobbiamo rimanere comunque nel perimetro del dettato costituzionale » , sottolinea Del Bello. 

Ma ecco ciò che ha detto durante l’inaugurazione della mostra una delle due pittrici: « Io ringrazio tutti per essere venuti qui — ha spiegato Vasselli — con la nostra presenza qui abbiamo fatto molto più noi con la solidarietà alla Russia di quanto non abbiano fatto tutti i nostri politici.

Ovviamente la mia arte è un’arte politica e […] si pone l’obiettivo di raccontare ciò che in Italia viene censurato […]. A cuore mi sta il tema della guerra nel Donbass. Uno dei miei primi quadri fu “Moscovoi”, proprio per raccontare questa cosa non detta e censurata per otto anni. L’italiano non sapeva nulla della guerra in Donbass, si è svegliato solo l’anno scorso […] con la Russia che ha invaso l’Ucraina, ma non sapeva nulla dei motivi precedenti […]».

Kissinger: l'invasione russa è stata provocata. Piccole Note (filo-Putin) il 27 Maggio 2023 su Il Giornale.

“Penso che la proposta di accettare l’Ucraina nella NATO sia stato un grave errore e abbia portato a questa guerra”. Così l’ex Segretario di Stato Henry Kissinger in un’intervista al Wall Street Journal. Una constatazione ovvia, ma che l’establishment d’Occidente nega in maniera ossessiva, continuando a ripetere che la Russia non aveva alcun motivo per invadere e che il conflitto discende esclusivamente da una folle pulsione imperialista che, in prospettiva, minaccia tutto l’Occidente.

Chi controlla il presente controlla il passato

Tale ossessiva negazione è analizzata in un articolo pubblicato sul Ron Paul Institute dall’economista Jeffrey Sachs: “L’amministrazione Biden usa incessantemente l’espressione ‘non provocata’, più recentemente, [tale espressione è stata reiterata] nel discorso di Biden in occasione nel primo anniversario della guerra, nel più recente intervento alla NATO e nell’ancor più recente dichiarazione al G7″.

“I media mainstream favorevoli a Biden si limitano a ripetere a pappagallo quanto discende dalla Casa Bianca. Il New York Times è il primo colpevole, avendo descritto l’invasione come ‘non provocata’ non meno di 26 volte in cinque editoriali, 14 articoli di opinione di cronisti del NYT e su sette contributi di esterni!” (in realtà, il computo è largamente deficitario, ma rende l’idea dell’ossessione).

La questione se l’invasione sia stata provocata o meno non è secondaria, anzi. Su quanto sia importante la comprensione e l’interpretazione della storia, Sachs cita George Orwell, che nel suo 1984 scrisse: “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”.

E, a tale proposito, commenta: “i governi lavorano incessantemente per distorcere la percezione dell’opinione pubblica riguardo il passato”. Una manipolazione che sulla guerra ucraina ha raggiunto il parossismo, così che la relativa narrazione ha oscurato e oscura tutto ciò che è accaduto prima del 24 febbraio 2022, quando è iniziata l’invasione. Nessuna provocazione, un’invasione insensata e brutale.

Invece, come ha chiarito Kissinger, e Sachs nel suo articolo, la provocazione c’è stata, eccome. Non solo l’insistenza dell’amministrazione Biden sul fatto che per Kiev le porte della Nato erano aperte – nonostante Putin avesse detto chiaramente che il passo sarebbe risultato inaccettabile – ma anche il pregresso, come annota Sachs nel suo articolo, nel quale ricorda il colpo di Stato di Maidan del 2014, che impose all’Ucraina un governo anti-russo, e il successivo attacco, questo sì non provocato, di Kiev contro le regioni filo-russe del Donbass, colpevoli di aver dichiarato la loro autonomia.

L’Ucraina sacrificata sull’altare degli interessi Usa

Ma, se la Russia ha potuto tollerare il pregresso, il casus belli è stato, appunto, il tentativo di includere l’Ucraina nell’ecumene NATO, che tanti autorevoli politici e militari Usa (tra cui l’attuale capo della Cia William Burns) sapevano che avrebbe provocato una reazione catastrofica della Russia (Sachs fa una carrellata di interventi in proposito).

Questa la conclusione di Sachs: “Se si riconosce che la questione dell’allargamento della NATO è il focus della guerra, si comprende perché le armi statunitensi non porranno fine al conflitto. La Russia lo intensificherà, se sarà necessario, perché deve impedire l’allargamento della NATO all’Ucraina”.

“La chiave per la pace in Ucraina passa attraverso negoziati basati sulla neutralità dell’Ucraina e sulla sua non adesione alla NATO. L’insistenza dell’amministrazione Biden sull’allargamento della NATO all’Ucraina ha reso l’Ucraina vittima delle aspirazioni militari statunitensi, mal concepite e irrealizzabili. È ora che le provocazioni cessino e che i negoziati riportino la pace in Ucraina”.

Sull’adesione alla Nato Kissinger non concorda con Sachs, avendo spiegato al WSJ che, al termine del conflitto, l’Ucraina (o quel che ne resterà) dovrebbe farne parte. Una considerazione che mira a porre il controllo NATO su una nazione che coltiverebbe sicuramente mire revansciste. Tale controllo sarebbe l’unico modo per frenarle, non potendo la Nato attaccare la Russia senza dar vita a una guerra termonucleare.

Al di là delle formule, serve dare garanzie alla Russia, creare un’architettura di sicurezza globale. In poche parole, serve un ordine internazionale garantito da regole, ciò che Biden e altri ripetono come un mantra. Il punto è che le regole non possono essere imposte da un solo attore, perché ciò causa solo conflitto. Perché avvenga il contrario devono essere concordate nell’ambito dell’agone globale.

NYT: Washington prende le distanze dagli attacchi di Kiev in Russia. Piccole Note (filo-Putin) il 25 Maggio 2023 su il Giornale.

L’America accusa Kiev di aver pianificato l’attacco del drone contro il Cremlino.  Così sul New York Times: “Le agenzie di intelligence americane non sanno esattamente chi abbia effettuato l’attacco questo mese, ma suggeriscono che facesse parte di una serie di operazioni segrete orchestrate dai servizi di sicurezza ucraini”.

NYT: i russi avevano ragione…

Ancora una volta gli Stati Uniti disvelano la disinformazione ucraina, che anche in questo caso aveva negato le proprie responsabilità sull’accaduto, smentendo le accuse di Mosca. Era già successo per l’attentato al ponte di Kerch e quello che aveva ucciso Darja Dugina, figlia dell’ideologo Aleksandr Dugin.

Stavolta, però, l’accusa è più pesante, dal momento che il drone ucraino aveva puntato dritto al cuore della Russia, al Cremlino e allo zar che lo abita. L’attacco, recita il Nyt, ha creato “disagio negli Stati Uniti, che più di altri forniscono attrezzature militari all’Ucraina. L’amministrazione Biden è preoccupata per il rischio che la Russia accusi gli Stati Uniti e reagisca espandendo la guerra oltre l’Ucraina”.

La denuncia del NYT fa il paio con quella di ieri, relativa agli attacchi in territorio russo degli ultimi giorni, condotte da milizie neo-naziste russe intruppate all’interno delle forze ucraine. Così recitava ieri il giornale della Grande Mela: “L’uso di attrezzature militari statunitensi in territorio russo potrebbe mettere a dura prova le relazioni tra Ucraina e Stati Uniti, che hanno fornito all’Ucraina decine di miliardi di dollari in aiuti militari a condizione che non vengano utilizzati per attaccare la Russia all’interno dei propri confini”.

Il regime di Kiev sotto esame

Un uno-due che denota il nervosismo di Washington nei confronti dell’attivismo di Kiev. Certo, è anzitutto un modo per prendere le distanze dalle operazioni incriminate, così da evitare che la reazione russa prenda di mira obiettivi non ucraini, anzitutto i tanti militari e funzionari dell’intelligence Nato (per lo più americani e inglesi) di alto grado che, nel segreto, coordinano le forze di Kiev dall’interno del territorio ucraino.

Un personale che, nonostante la presa di distanza di Washington, non è affatto estraneo alle imprese in questione, dal momento che l’Ucraina non può muovere una foglia senza la supervisione Nato né, senza tale supporto (in particolare di intelligence), le forze ucraine avrebbero potuto realizzare operazioni così efficaci.

Washington, tramite il NYT, media ufficiale del mainstream Usa, ha inteso così anzitutto lanciare un messaggio alla Russia, prendendo le distanze dai falchi Nato e dai falchetti ucraini. E un parallelo messaggio all’Ucraina, dal momento che la reprimenda distanza pubblica, e non segreta, indica che l’insofferenza di Washington potrebbe arrivare a un punto di rottura. 

Il corpo di Diệm, dopo essere stato giustiziato

Nel caso non si andrebbe automaticamente a chiudere la guerra, che si concluderà solo quando gli Stati Uniti lo reputeranno opportuno in un calcolo costi-benefici, ma potrebbe dar luogo a un regime-change a Kiev più o meno drammatico, scenario che va dal commissariamento di Zelensky fino ad arrivare a un golpe simile a quello che pose fine al regime di Ngô Đình Diệm nel corso della guerra del Vietnam (che continuò dopo il colpo di stato nel quale il presidente vietnamita perse la vita).