Denuncio al mondo ed ai posteri con i miei libri tutte le illegalità tacitate ed impunite compiute dai poteri forti (tutte le mafie). Lo faccio con professionalità, senza pregiudizi od ideologie. Per non essere tacciato di mitomania, pazzia, calunnia, diffamazione, partigianeria, o di scrivere Fake News, riporto, in contraddittorio, la Cronaca e la faccio diventare storia. Quella Storia che nessun editore vuol pubblicare. Quelli editori che ormai nessuno più legge.
Gli editori ed i distributori censori si avvalgono dell'accusa di plagio, per cessare il rapporto. Plagio mai sollevato da alcuno in sede penale o civile, ma tanto basta per loro per censurarmi.
I miei contenuti non sono propalazioni o convinzioni personali. Mi avvalgo solo di fonti autorevoli e credibili, le quali sono doverosamente citate.
Io sono un sociologo storico: racconto la contemporaneità ad i posteri, senza censura od omertà, per uso di critica o di discussione, per ricerca e studio personale o a scopo culturale o didattico. A norma dell'art. 70, comma 1 della Legge sul diritto d'autore: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali."
L’autore ha il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo (art. 12 comma 2 Legge sul Diritto d’Autore). La legge stessa però fissa alcuni limiti al contenuto patrimoniale del diritto d’autore per esigenze di pubblica informazione, di libera discussione delle idee, di diffusione della cultura e di studio. Si tratta di limitazioni all’esercizio del diritto di autore, giustificate da un interesse generale che prevale sull’interesse personale dell’autore.
L'art. 10 della Convenzione di Unione di Berna (resa esecutiva con L. n. 399 del 1978) Atto di Parigi del 1971, ratificata o presa ad esempio dalla maggioranza degli ordinamenti internazionali, prevede il diritto di citazione con le seguenti regole: 1) Sono lecite le citazioni tratte da un'opera già resa lecitamente accessibile al pubblico, nonché le citazioni di articoli di giornali e riviste periodiche nella forma di rassegne di stampe, a condizione che dette citazioni siano fatte conformemente ai buoni usi e nella misura giustificata dallo scopo.
Ai sensi dell’art. 101 della legge 633/1941: La riproduzione di informazioni e notizie è lecita purché non sia effettuata con l’impiego di atti contrari agli usi onesti in materia giornalistica e purché se ne citi la fonte. Appare chiaro in quest'ipotesi che oltre alla violazione del diritto d'autore è apprezzabile un'ulteriore violazione e cioè quella della concorrenza (il cosiddetto parassitismo giornalistico). Quindi in questo caso non si fa concorrenza illecita al giornale e al testo ma anzi dà un valore aggiunto al brano originale inserito in un contesto più ampio di discussione e di critica.
Ed ancora: "La libertà ex art. 70 comma I, legge sul diritto di autore, di riassumere citare o anche riprodurre brani di opere, per scopi di critica, discussione o insegnamento è ammessa e si giustifica se l'opera di critica o didattica abbia finalità autonome e distinte da quelle dell'opera citata e perciò i frammenti riprodotti non creino neppure una potenziale concorrenza con i diritti di utilizzazione economica spettanti all'autore dell'opera parzialmente riprodotta" (Cassazione Civile 07/03/1997 nr. 2089).
Per questi motivi Dichiaro di essere l’esclusivo autore del libro in oggetto e di tutti i libri pubblicati sul mio portale e le opere citate ai sensi di legge contengono l’autore e la fonte. Ai sensi di legge non ho bisogno di autorizzazione alla pubblicazione essendo opere pubbliche.
Promuovo in video tutto il territorio nazionale ingiustamente maltrattato e censurato. Ascolto e Consiglio le vittime discriminate ed inascoltate. Ogni giorno da tutto il mondo sui miei siti istituzionali, sui miei blog d'informazione personali e sui miei canali video sono seguito ed apprezzato da centinaia di migliaia di navigatori web. Per quello che faccio, per quello che dico e per quello che scrivo i media mi censurano e le istituzioni mi perseguitano. Le letture e le visioni delle mie opere sono gratuite. Anche l'uso è gratuito, basta indicare la fonte. Nessuno mi sovvenziona per le spese che sostengo e mi impediscono di lavorare per potermi mantenere. Non vivo solo di aria: Sostienimi o mi faranno cessare e vinceranno loro.
Dr Antonio Giangrande
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NEWS: RASSEGNA STAMPA - CONTROVOCE - NOTIZIE VERE DAL POPOLO - NOTIZIE SENZA CENSURA
L’ITALIA ALLO SPECCHIO
IL DNA DEGLI ITALIANI
ANNO 2023
L’ACCOGLIENZA
SECONDA PARTE
L’ATTACCO
QUINDICESIMO MESE
DI ANTONIO GIANGRANDE
L’APOTEOSI
DI UN POPOLO DIFETTATO
Questo saggio è un aggiornamento temporale, pluritematico e pluriterritoriale, riferito al 2023, consequenziale a quello del 2022. Gli argomenti ed i territori trattati nei saggi periodici sono completati ed approfonditi in centinaia di saggi analitici specificatamente dedicati e già pubblicati negli stessi canali in forma Book o E-book, con raccolta di materiale riferito al periodo antecedente. Opere oggetto di studio e fonti propedeutiche a tesi di laurea ed inchieste giornalistiche.
Si troveranno delle recensioni deliranti e degradanti di queste opere. Il mio intento non è soggiogare l'assenso parlando del nulla, ma dimostrare che siamo un popolo difettato. In questo modo è ovvio che l'offeso si ribelli con la denigrazione del palesato.
IL GOVERNO
UNA BALLATA PER L’ITALIA (di Antonio Giangrande). L’ITALIA CHE SIAMO.
UNA BALLATA PER AVETRANA (di Antonio Giangrande). L’AVETRANA CHE SIAMO.
PRESENTAZIONE DELL’AUTORE.
LA SOLITA INVASIONE BARBARICA SABAUDA.
LA SOLITA ITALIOPOLI.
SOLITA LADRONIA.
SOLITO GOVERNOPOLI. MALGOVERNO ESEMPIO DI MORALITA’.
SOLITA APPALTOPOLI.
SOLITA CONCORSOPOLI ED ESAMOPOLI. I CONCORSI ED ESAMI DI STATO TRUCCATI.
ESAME DI AVVOCATO. LOBBY FORENSE, ABILITAZIONE TRUCCATA.
SOLITO SPRECOPOLI.
SOLITA SPECULOPOLI. L’ITALIA DELLE SPECULAZIONI.
L’AMMINISTRAZIONE
SOLITO DISSERVIZIOPOLI. LA DITTATURA DEI BUROCRATI.
SOLITA UGUAGLIANZIOPOLI.
IL COGLIONAVIRUS.
SANITA’: ROBA NOSTRA. UN’INCHIESTA DA NON FARE. I MARCUCCI.
L’ACCOGLIENZA
SOLITA ITALIA RAZZISTA.
SOLITI PROFUGHI E FOIBE.
SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI.
GLI STATISTI
IL SOLITO AFFAIRE ALDO MORO.
IL SOLITO GIULIO ANDREOTTI. IL DIVO RE.
SOLITA TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE.
SOLITO BERLUSCONI. L'ITALIANO PER ANTONOMASIA.
IL SOLITO COMUNISTA BENITO MUSSOLINI.
I PARTITI
SOLITI 5 STELLE… CADENTI.
SOLITA LEGOPOLI. LA LEGA DA LEGARE.
SOLITI COMUNISTI. CHI LI CONOSCE LI EVITA.
IL SOLITO AMICO TERRORISTA.
1968 TRAGICA ILLUSIONE IDEOLOGICA.
LA GIUSTIZIA
SOLITO STEFANO CUCCHI & COMPANY.
LA SOLITA SARAH SCAZZI. IL DELITTO DI AVETRANA.
LA SOLITA YARA GAMBIRASIO. IL DELITTO DI BREMBATE.
SOLITO DELITTO DI PERUGIA.
SOLITA ABUSOPOLI.
SOLITA MALAGIUSTIZIOPOLI.
SOLITA GIUSTIZIOPOLI.
SOLITA MANETTOPOLI.
SOLITA IMPUNITOPOLI. L’ITALIA DELL’IMPUNITA’.
I SOLITI MISTERI ITALIANI.
BOLOGNA: UNA STRAGE PARTIGIANA.
LA MAFIOSITA’
SOLITA MAFIOPOLI.
SOLITE MAFIE IN ITALIA.
SOLITA MAFIA DELL’ANTIMAFIA.
SOLITO RIINA. LA COLPA DEI PADRI RICADE SUI FIGLI.
SOLITO CAPORALATO. IPOCRISIA E SPECULAZIONE.
LA SOLITA USUROPOLI E FALLIMENTOPOLI.
SOLITA CASTOPOLI.
LA SOLITA MASSONERIOPOLI.
CONTRO TUTTE LE MAFIE.
LA CULTURA ED I MEDIA
LA SCIENZA E’ UN’OPINIONE.
SOLITO CONTROLLO E MANIPOLAZIONE MENTALE.
SOLITA SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI.
SOLITA CULTUROPOLI. DISCULTURA ED OSCURANTISMO.
SOLITO MEDIOPOLI. CENSURA, DISINFORMAZIONE, OMERTA'.
LO SPETTACOLO E LO SPORT
SOLITO SPETTACOLOPOLI.
SOLITO SANREMO.
SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO.
LA SOCIETA’
AUSPICI, RICORDI ED ANNIVERSARI.
I MORTI FAMOSI.
ELISABETTA E LA CORTE DEGLI SCANDALI.
MEGLIO UN GIORNO DA LEONI O CENTO DA AGNELLI?
L’AMBIENTE
LA SOLITA AGROFRODOPOLI.
SOLITO ANIMALOPOLI.
IL SOLITO TERREMOTO E…
IL SOLITO AMBIENTOPOLI.
IL TERRITORIO
SOLITO TRENTINO ALTO ADIGE.
SOLITO FRIULI VENEZIA GIULIA.
SOLITA VENEZIA ED IL VENETO.
SOLITA MILANO E LA LOMBARDIA.
SOLITO TORINO ED IL PIEMONTE E LA VAL D’AOSTA.
SOLITA GENOVA E LA LIGURIA.
SOLITA BOLOGNA, PARMA ED EMILIA ROMAGNA.
SOLITA FIRENZE E LA TOSCANA.
SOLITA SIENA.
SOLITA SARDEGNA.
SOLITE MARCHE.
SOLITA PERUGIA E L’UMBRIA.
SOLITA ROMA ED IL LAZIO.
SOLITO ABRUZZO.
SOLITO MOLISE.
SOLITA NAPOLI E LA CAMPANIA.
SOLITA BARI.
SOLITA FOGGIA.
SOLITA TARANTO.
SOLITA BRINDISI.
SOLITA LECCE.
SOLITA POTENZA E LA BASILICATA.
SOLITA REGGIO E LA CALABRIA.
SOLITA PALERMO, MESSINA E LA SICILIA.
LE RELIGIONI
SOLITO GESU’ CONTRO MAOMETTO.
FEMMINE E LGBTI
SOLITO CHI COMANDA IL MONDO: FEMMINE E LGBTI.
L’ACCOGLIENZA
INDICE PRIMA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
GLI EUROPEI
Quei razzisti come gli italiani.
Quei razzisti come i greci.
Quei razzisti come gli austriaci.
Quei razzisti come i croati.
Quei razzisti come i kosovari.
Quei razzisti come gli spagnoli.
Quei razzisti come i francesi.
Quei razzisti come gli svizzeri.
Quei razzisti come i tedeschi.
Quei razzisti come i belgi.
Quei razzisti come gli olandesi.
Quei razzisti come i danesi.
Quei razzisti come i finlandesi.
Quei razzisti come gli svedesi.
Quei razzisti come i norvegesi.
Quei razzisti come gli inglesi.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
GLI AFRO-ASIATICI
Quei razzisti come i zambiani.
Quei razzisti come i zimbabwesi.
Quei razzisti come i ghanesi.
Quei razzisti come i sudanesi.
Quei razzisti come i gabonesi.
Quei razzisti come i ciadiani.
Quei razzisti come i marocchini.
Quei razzisti come i tunisini.
Quei razzisti come gli egiziani.
Quei razzisti come i siriani.
Quei razzisti come i libanesi.
Quei razzisti come i giordani.
Quei razzisti come gli israeliani.
Quei razzisti come i turchi.
Quei razzisti come gli iraniani.
Quei razzisti come gli yemeniti.
Quei razzisti come gli afghani.
Quei razzisti come i pakistani.
Quei razzisti come gli indiani.
Quei razzisti come i thailandesi.
Quei razzisti come gli indonesiani.
Quei razzisti come i birmani.
Quei razzisti come i bielorussi.
Quei razzisti come i russi.
Quei razzisti come i kazaki.
Quei razzisti come i nord coreani.
Quei razzisti come i cinesi.
Quei razzisti come i giapponesi.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
GLI OCEAN-AMERICANI
Quei razzisti come gli statunitensi.
Quei razzisti come i salvadoregni.
Quei razzisti come i messicani.
Quei razzisti come i cubani.
Quei razzisti come i colombiani.
Quei razzisti come i brasiliani.
Quei razzisti come i boliviani.
Quei razzisti come i peruviani.
Quei razzisti come i canadesi.
Quei razzisti come i neozelandesi.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. UNDICESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. DODICESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. TREDICESIMO MESE. UN ANNO DI AGGRESSIONE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. QUATTORDICESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. QUINDICESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. SEDICESIMO MESE
INDICE TERZA PARTE
SOLITI PROFUGHI E FOIBE. (Ho scritto un saggio dedicato)
Il Giorno del Ricordo.
SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI. (Ho scritto un saggio dedicato)
I Migranti.
I Rimpatri.
Gli affari dei Buonisti.
Quelli che…porti aperti.
Quelli che…porti chiusi.
Cosa succede in Libia.
Cosa succede in Africa.
Gli ostaggi liberati a spese nostre.
Il Caso dei Marò & C.
Sommario
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 25 aprile.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 26 aprile.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 27 aprile.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 28 aprile.
Guerra Ucraina-Russia, le notizia del 29 aprile.
Guerra Ucraina-Russia, le notizia del 30 aprile.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 1° maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 2 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 3 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 4 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 5 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 6 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 7 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie dell’8 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 9 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 10 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie dell’11 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 12 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 13 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 14 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 15 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 16 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 17 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 18 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 19 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 20 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 21 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 22 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 23 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 24 maggio.
ANNO 2023
L’ACCOGLIENZA
SECONDA PARTE
L’ATTACCO
QUINDICESIMO MESE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina, in diretta. Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 25 aprile | Kiev: «Stiamo inviando 100 droni kamikaze a Bakhmut». Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 25 aprile 2023
Le notizie sulla guerra di martedì 25 aprile. Esercitazioni russe nel Baltico, simulato attacco aereo nemico. Medvedev: «Cresce la prospettiva di una guerra nucleare»
• Lavrov all’Onu: «L’operazione militare speciale serve a sradicare le minacce alla nostra sicurezza»
• Peskov: «Putin non ha sosia, non è malato e non passa il suo tempo in un bunker nucleare»
• Guterres: «Consenata a Lavrov una lettera per Putin con proposta per l’accordo sul grano». Il ministro degli Esteri russo: «Siamo a un punto morto»
Ore 01:20 - Macron critica le dichiarazione dell'ambasciatore cinese in Francia sulla sovranità delle ex repubbliche sovietiche
Il presidente francese Emmanuel Macron ha condannato il linguaggio utilizzato dall'ambasciatore cinese in Francia, Lu Shaye, che nei giorni scorsi ha messo in discussione l'indipendenza delle ex repubbliche sovietiche e la sovranità ucraina sulla Crimea. «Penso che non spetta ad un diplomatico avere questo tipo di linguaggio», ha detto Macron a margine del vertice sullo sviluppo dell'energia eolica nel Mare del Nord a Ostenda, in Belgio. «Quindi, piena solidarietà ai Paesi che sono stati attaccati nella lettura della loro storia e delle loro frontiere», ha aggiunto il capo dello Stato.
Ore 01:53 - Zelensky: «Prepariamo il nostro settore energetico per il prossimo inverno»
«Ho avuto una riunione speciale di coordinamento a Zhytomyr con tutti i responsabili della regione. Abbiamo discusso nel dettaglio la situazione di sicurezza, economica e sociale nella regione. Abbiamo preso decisioni, in particolare, per ripristinare il settore energetico dopo i raid russi. Stiamo già preparando il nostro settore energetico per il prossimo inverno». È quanto ha dichiarato nel suo consueto messaggio serale il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, riferendo sulla visita di lavoro svolta nella regione di Zhytomyr, nell'Ucraina centro-occidentale.
Ore 02:45 - Borrell: «Oltre 1.000 missili all’Ucraina, ma il flusso di munizioni aumenti»
Josep Borrell, Alto rappresentante Ue per politica estera e di difesa, ha esortato i governi ad «accelerare la consegna di munizioni all'Ucraina». Il messaggio è stato rivolto ai ministri della difesa al termine della riunione dei ministri degli esteri in Lussemburgo. Il flusso di munizioni verso l’Ucraina deve aumentare «nei prossimi giorni - ha detto Borrell -. Sono stati forniti più di mille missili. La quantità di munizioni sta crescendo e deve crescere più rapidamente nei prossimi giorni».
Ore 03:01 - Prigozhin: la controffensiva di Kiev comincerà dopo caduta di Bakhmut
Il giorno in cui le forze russe avranno preso il controllo dell'intera città di Bakhmut, «quel giorno comincerà la controffensiva Ucraina». Se n'è detto convinto Yevgenij Prigozhin, capo della compagnia militare privata Wagner, in un commento in merito alla situazione sul campo postato sul suo canale Telegram. «Per quanto riguarda la carneficina di Bakhmut — scrive Prigozhin — il nostro compito è macellare l'esercito ucraino, non dare loro l'opportunità di riunirsi per una controffensiva. In questo senso stiamo ottenendo un successo e ai miei uomini do un voto a cinque stelle. Mentre a me stesso darei un tre meno, perché era necessario macellarli di più in modo che non rimanesse in vita un solo soldato ucraino. Ma non appena avremo finito di occuparci di Bakhmut, non appena cacceremo l'ultimo soldato dalla città o lo annienteremo nella città, quel giorno inizierà la controffensiva ucraina».
Secondo il capo della Wagner, infatti, Zelensky ha bisogno della «più grande vittoria». Quanto ai motivi per i quali la controffensiva ucraina non è ancora cominciata, Prigozhin cita il fango creato dal disgelo e dalla pioggia e la volontà di Zelensky di concentrarsi sulla resistenza a Bakhmut almeno fino al 9 maggio per «rovinare la festa» ai russi nell'anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale.
Prigozhin conclude con un omaggio allo stesso Zelensky, affermando che, «non importa quanto venga criticato», sta operando «in un modo altamente professionale».
Ore 03:30 - L’attacco in Russia bloccato dagli Usa, i droni in Crimea e a Mosca: la guerra segreta (e senza limiti) di Kiev
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli ucraini saggiano le difese nemiche sul fronte terrestre, lungo i fiumi, all’interno della Russia e in Mar Nero. Sono le mosse di una strategia che non si pone dei limiti, come rivelano le carte segrete del Pentagono e sviluppi recenti.
La resistenza ha provato di nuovo a colpire la base di Sebastopoli usando almeno tre droni marittimi, mezzi che però — secondo Mosca — sono stati fermati prima che potessero raggiungere dei target. I russi sono in guardia: all’esterno e all’imboccatura del porto hanno piazzato sei sbarramenti, con reti, chiatte e ostacoli rimuovibili.
Ore 04:54 - Lavrov contro gli Usa: «Distruggono la globalizzazione»
Gli Stati Uniti hanno intrapreso un percorso di «distruzione della globalizzazione, che per molti anni hanno salutato come bene supremo di tutta l'umanità», ha detto Lavrov accusando Occidente e Usa di essere stati ipocriti nell'applicare i loro standard in situazioni diverse nel mondo. Lavrov ha anche accusato il Fondo monetario internazionale di essersi «trasformato» in un organismo al lavoro per «raggiungere gli obiettivi degli Usa e dei loro alleati, compresi quelli di natura militare».
Ore 04:42 - Lavrov: «Raggiunto un limite pericoloso, come durante la Guerra Fredda, forse ancora più pericoloso»
«Ancora una volta, come è avvenuto durante la Guerra Fredda, abbiamo raggiunto un limite pericoloso, forse ancora più pericoloso», ha detto Lavrov nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu presieduto dalla Russia.
Ore 05:00 - Guterres: «Consegnata a Lavrov una lettera per Putin con proposta per l'accordo sul grano»
Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres hanno parlato dell'accordo sul grano ucraino nel corso del bilaterale che si è tenuto all'Onu.
Il Palazzo di Vetro ha fatto sapere che Guterres «ha consegnato a Lavrov una lettera per il presidente Vladimir Putin con una proposta finalizzata al miglioramento ed espansione dell'accordo, tenendo conto delle posizioni espresse dalle parti e dei rischi posti dall'insicurezza alimentare globale». Una lettera analoga è stata indirizzata agli altri due firmatari dell'accordo.
Guterres ha inoltre «preso atto» delle preoccupazioni espresse da Mosca sull'attuazione del Memorandum riguardo la promozione dei prodotti alimentari e dei fertilizzanti russi, ha «fornito un rapporto dettagliato sui progressi già compiuti e ha ribadito l'impegno delle Nazioni Unite a continuare a lavorare per affrontare le questioni rimanenti». Guterres ha anche aggiornato Lavrov sugli sforzi del segretariato per affrontare le questioni del paese ospitante, in particolare i visti per i funzionari russi.
Ore 07:47 - Lavrov attacca, è scontro all’Onu. Allarme a Mosca e in Crimea per i droni ucraini e la Cina smentisce il suoi ambasciatore a Parigi (di Lorenzo Cremonesi)
ORICHIV (Regione di Zaporizhzhia) I russi lungo tutto il fronte intensificano i bombardamenti per prevenire l’offensiva ucraina, ma è soltanto nella zona di Bakhmut, nel Donbass, che provano ancora ad attaccare con le fanterie. Lo dice il capo dell’intelligence ucraina, Kyrylo Budanov, e lo confermano i soldati nelle trincee. Qui a sud di Zaporizhzhia potrebbe scattare a breve l’offensiva verso Melitopol e la Crimea, ma in realtà prevalgono gli scambi tra artiglierie. «I russi bombardano anche con gli aerei, però le loro fanterie stanno trincerandosi ogni giorno di più», ci spiegano i soldati nella zona della cittadina di Orchiv. Restano scarse anche le informazioni sull’eventualità di avanzate ucraine, che sarebbero già in corso da Kherson attraverso il fiume Dnipro.
Più attiva è la sfida a distanza con missili e droni. I russi rivelano di avere trovato nelle foreste 30 chilometri da Mosca un Uj-22, che è un drone di fabbricazione ucraina in grado di trasportare sino a 40 chili di esplosivo per 800 chilometri. Sappiamo anche dalla recente fuga di documenti Usa top-secret che Washington preme per impedire blitz ucraini nel profondo del territorio russo, ma le regole del gioco potrebbero cambiare. E infatti l’altra sera i droni ucraini sono anche tornati a prendere di mira la Flotta del Mar Nero nel porto di Sebastopoli in Crimea, pare che i russi li abbiano fermati.
Tuttavia, lo scenario russo-ucraino è dominato al momento dalla diplomazia internazionale. A Mosca ieri s’intendeva approfittare del periodo di turno russo nel mese di aprile alla presidenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per rilanciare le ragioni dell’invasione. Sergei Lavrov doveva presiedere il summit sul multilateralismo e sui principi fondativi dell’Onu, ma si è lanciato in una serie di accuse contro l’Occidente imputandogli mire egemoniche e aggressività imperialista», tanto da avere costretto il governo Putin a «difendersi». «Siamo in una situazione ancora più pericolosa di quella della guerra fredda», ha aggiunto Lavrov. È la solita retorica dell’aggressore che vorrebbe presentarsi come aggredito ribadita continuamente dallo stesso Putin. Quasi nessuno dei 15 Paesi del Consiglio di sicurezza ha mandato i propri rappresentanti ad ascoltare il ministro.
Durissime le reazioni, a partire dal Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che ha puntato il dito contro «le massicce sofferenze e devastazioni causate dall’invasione in Ucraina» e imputato ai russi la responsabilità della destabilizzazione globale, dominata dal rischio del conflitto nucleare. L’Unione Europea ha messo in luce l’aspetto paradossale e «cinico» della dittatura russa, che a parole difende il multilateralismo, ma in effetti con la guerra in Ucraina lo rinnega totalmente.
Sono momenti difficili anche per Pechino. Il ministero degli Esteri cinese ha dovuto smentire le dichiarazioni due giorni fa del suo ambasciatore a Parigi, Lu Shaye, che aveva messo in dubbio la sovranità dei Paesi nati dalle ex-repubbliche sovietiche negli anni Novanta. Da Kiev alle repubbliche baltiche la protesta è stata corale.
Ore 07:53 - Perché l’ambasciatore cinese in Francia dice che i Paesi ex sovietici «non sono sovrani» (e non è una gaffe)
(di Guido Santevecchi) I Paesi dell’ex Unione Sovietica? «Non hanno statuto effettivo nel diritto internazionale perché non c’è stato accordo per concretizzare la loro sovranità». Lo ha detto l’ambasciatore della Repubblica popolare cinese a Parigi in un’intervista alla tv francese Lci. Lu Shaye parla un ottimo francese, perciò non ci sono dubbi: ha espresso chiaramente il suo pensiero mentre discuteva del possibile ruolo di Pechino in una mediazione sulla guerra in Ucraina. E alla domanda sui confini ucraini e sulla Crimea occupata dai russi nel 2014, l’ambasciatore Lu ha risposto: «Dipende da come si percepisce il problema. C’è la Storia. La Crimea era parte della Russia, è stato Krusciov ad offrirla all’Ucraina all’epoca dell’Urss». Poi, l’ambasciatore di Xi Jinping ha invitato la comunità internazionale a smetterla di «chicaner», cavillare sulla questione delle frontiere ex sovietiche: «Ora è urgente realizzare il cessate il fuoco». Quindi, i confini sono un cavillo e gli Stati usciti dal crollo dell’impero sovietico restano in una linea grigia, nella visione diplomatica di Sua Eccellenza Lu Shaye.
Ore 08:57 - La Russia continua il suo attacco su Avdiivka e Bakhmut e fortifica le posizioni vicino a Kupyansk
Le forze della Russia continuano l’attacco contro le città ucraine di Avdiivka, Mariinka e Bakhmut sul fronte orientale, mentre fortificano le loro posizioni vicino a Kupyansk, nella provincia nord-orientale di Kharkiv, e bombardano le città vicine la linea del fronte nel Sud. «Gli sforzi principali del nemico continuano a concentrarsi sullo svolgimento di azioni offensive nelle aree di Bakhmut, Avdiivka e Mariinka», afferma il rapporto dello Stato maggiore ucraino.
«Unità delle Forze di difesa ucraine hanno respinto 43 attacchi nemici nelle citate zone del fronte nel corso della scorsa giornata», aggiunge la nota ufficiale, che colloca i combattimenti più duri ancora una volta a Bakhmut e Mariinka. Secondo il bollettino, la Russia rimane «sulla difensiva» nei territori che occupa nelle province ucraine meridionali di Zaporizhzhia e Kherson, dove però continua a lanciare attacchi contro «aree abitate» situate a ridosso della linea del fronte in quella zona. Vicino alla città nord-orientale di Kupyansk, controllata dall’Ucraina, la Russia sta erigendo fortificazioni, secondo lo Stato maggiore di Kiev, e ieri non ha lanciato attacchi nell’area di Liman (Est), dove le forze russe sono state costrette a riorganizzarsi dopo aver subito pesanti perdite. Lo Stato maggiore ha anche riferito che l’esercito di Kiev ha lanciato ieri nove attacchi contro aree in cui la Russia ha concentrato truppe ed equipaggiamento militare. L’Ucraina ha anche lanciato tre attacchi contro i sistemi missilistici antiaerei russi e abbattuto 10 droni nemici, secondo il rapporto.
Ore 09:24 - Attacco russo a Kupyansk, persone sotto le macerie. Zelensky: «Colpito il museo, 5 civili feriti»
L’esercito russo ha attaccato questa mattina il centro di Kupyansk, nella regione orientale ucraina di Kharkiv, cinque civili sono rimasti feriti e altre persone sono sotto le macerie. È stato colpito un museo. Lo ha reso noto il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak. «I russi hanno sparato contro il centro della città di Kupyansk nella regione di Kharkiv. Ci sono persone sotto le macerie, si sa già di 5 feriti.
Il presidente Zelensky ha detto che a essere stato abbattuto è stato il museo di storia di Kupyansk. Il presidente ucraino lo ha riferito su Telegram precisando che al momento si sa di cinque civili feriti e altre persone sono sotto le macerie.
Ore 09:25 - Medvedev: «Cresce la prospettiva di una guerra nucleare»
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente Dmitri Medvedev ha detto che «la prospettiva di una guerra nucleare non solo esiste, ma sta crescendo», aggiungendo che il «mondo probabilmente è sull’orlo di una nuova guerra globale, che però si può ancora evitare».
Ore 09:31 - Zelensky: «Nell’attacco a Kupyansk è morto un impiegato del museo»
«Kupyansk, centro città, museo di storia locale. Il Paese terrorista sta facendo di tutto per distruggerci. La nostra storia, la nostra cultura, il nostro popolo. Uccidendo gli ucraini con metodi barbari. Non abbiamo il diritto di dimenticarcene nemmeno per un secondo. Dobbiamo reagire e lo faremo. Finora si sa di un morto tra i dipendenti del museo e 10 feriti. Persone sotto le macerie», scrive Zelensky.
Ore 09:32 - Mosca convoca l’ambasciatore moldavo ed espelle dal Paese uno dei diplomatici di Chisinau
L’ambasciatore moldavo in Russia Lilian Darii è arrivato al ministero degli Esteri russo, dove è stato convocato a causa dell’espulsione di un diplomatico russo da Chisinau avvenuta la scorsa settimana. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Ria Novosti. L’ambasciata russa a Chisinau ha riferito che le autorità moldave non hanno spiegato le ragioni della loro decisione, ma questo è accaduto dopo che al presidente della regione russa del Tatarstan, Rustam Minnikhanov, è stato negato l’ingresso in Moldova lo scorso 17 aprile. Minnikhanov avrebbe dovuto partecipare in Gagauzia, regione autonoma moldava, al congresso internazionale della diplomazia popolare.
In risposta a questa decisione il Ministero degli Esteri russo ha annunciato, in una nota citata dalla Tass, l’espulsione di un diplomatico moldavo dall’ambasciata moldava a Mosca.
Ore 10:35 - Per il «Financial Times» Europa e Giappone ostacolano gli Usa nel divieto di export verso la Russia
L’Unione europea e il Giappone si sarebbero opposti alla proposta degli Stati Uniti ai paesi del G7 di vietare tutte le esportazioni verso la Russia, ha riferito il Financial Times , citando tre fonti anonime.
Una dichiarazione dei leader del G7, che si sta preparando per il loro incontro a Hiroshima il mese prossimo, include l’impegno a sostituire l’attuale sistema di sanzioni settoriali contro la Russia con un divieto totale delle esportazioni, secondo i documenti ottenuti dal FT. Sarebbero previste esenzioni per i beni agricoli, medici e di altro tipo.
Tuttavia, i rappresentanti del Giappone e dei paesi dell’UE si sono espressi contro la proposta degli Stati Uniti in un incontro tenutosi la scorsa settimana, secondo fonti del FT. «Dal nostro punto di vista, semplicemente non è fattibile», ha detto alla pubblicazione uno dei funzionari anonimi.
I funzionari temono che il divieto di esportazione proposto dagli Stati Uniti rischi di rinnovare tensioni tra gli Stati membri dell’UE come quelle sul decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e potenzialmente indebolire le misure già in atto.
Il Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca ha rifiutato di commentare per il FT sui colloqui con i partner del G7, affermando che gli Stati Uniti «continueranno a cercare modi per ritenere la Russia responsabile». Finora, le sanzioni hanno quasi dimezzato il valore delle esportazioni dell’UE e del G7 verso la Russia, ha scritto Bloomberg il 20 aprile. Secondo il Trade Data Monitor di Ginevra, le merci provenienti da Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone che ancora raggiungono la Russia valgono circa 66 miliardi di dollari.
Ore 12:08 - Intelligence GB: «Morti russi in calo mentre Mosca si prepara all’offensiva ucraina»
«Le perdite della Russia si sono molto probabilmente ridotte, poiché il tentativo di offensiva invernale non ha raggiunto gli obiettivi prefissati e le forze russe sono ora concentrate sulla preparazione delle operazioni per respingere la prevista controffensiva ucraina. Il tasso medio di vittime giornaliere della Russia è molto probabilmente diminuito di circa il 30%»: lo ha scritto su Twitter l’intelligence del ministero della Difesa britannico. «I dati diffusi dallo Stato Maggiore ucraino suggeriscono una riduzione da una media giornaliera di 776 vittime russe a marzo, a una media di 568 ad aprile», si legge nel report che sottolinea: «L’Intelligence della Difesa non può verificare l’esatta metodologia dell’Ucraina, ma è probabile che la tendenza generale sia accurata».
Ore 12:11 - Sono tre i droni trovati nella regione di Mosca
Sono tre i droni ritrovati tra domenica e oggi nel distretto di Bogorodsky, ad est di Mosca, ma solo uno di essi era carico di esplosivo. Lo hanno detto fonti dei servizi d’emergenza all’agenzia Ria Novosti. Un velivolo senza pilota con a bordo 18 chilogrammi di esplosivo è stato trovato domenica vicino a una cooperativa di giardinaggio. Un altro, con un motore di fabbricazione americana, e un terzo, di cui si è saputo oggi, sono stati rinvenuti nella stessa area. Ma nessuno dei due era armato. Le indagini sono ancora in corso per stabilire la provenienza dei velivoli senza pilota.
Ore 12:13 - Mosca: «Mancano le condizioni per estendere l’accordo sul grano»
«Le circostanze non sono ancora favorevoli» a un’estensione dell’accordo per le esportazione del grano ucraino dai porti sul Mar Nero, che scadrà a metà maggio. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aggiungendo che le condizioni di consentire anche le esportazioni russe «non sono ancora state attuate». «Continueremo a monitorare» la situazione, ha aggiunto Peskov, citato dalla Tass.
Ore 12:16 - Kiev: «Continui raid ucraini sulla sponda est del Dnipro, vicino Kherson»
Le forze ucraine basate sul lato occidentale del fiume Dnipro stanno effettuando frequenti raid sulla sponda orientale vicino alla città di Kherson per cercare di spingere fuori le truppe russe. Lo ha detto oggi in tv il vice capo dell’amministrazione regionale Yuriy Sobolevskiy, osservando che i raid ucraini hanno lo scopo di ridurre la capacità di combattimento delle truppe russe che hanno bombardato la città di Kherson da quando si sono ritirate.
«I nostri militari visitano molto spesso la sponda sinistra, conducendo raid. Le forze armate ucraine stanno lavorando in modo molto efficace», ha affermato Sobolevskiy. «I risultati arriveranno come sulla riva occidentale della regione di Kherson quando, grazie a un’operazione complessa e lunga, siamo stati in grado di liberare i nostri territori con perdite minime per i nostri militari. La stessa cosa accade ora sulla riva sinistra».
Le forze russe hanno tenuto il lato orientale del fiume Dnipro vicino a Kherson da quando si sono ritirate dalla città meridionale a novembre dopo mesi di occupazione. Sobolevskiy non ha fornito ulteriori dettagli sull’annunciata controffensiva ucraina affermando che un’operazione militare richiede «silenzio informativo».
Ore 12:52 - Von der Leyen: «Oggi l’Ue eroga 1,5 miliardi di euro a Kiev»
«Oggi forniamo all’Ucraina altri 1,5 miliardi di euro nell’ambito del nostro pacchetto annuale di assistenza macrofinanziaria. Continueremo ad aiutare l’Ucraina a resistere all’aggressione della Russia, a mantenere in funzione le sue istituzioni e infrastrutture e ad attuare riforme fondamentali». Lo ha scritto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un tweet sia in inglese che in ucraino.
Il pagamento odierno arriva dopo che la Commissione ha constatato che l’Ucraina ha continuato a compiere progressi soddisfacenti verso l’attuazione delle condizioni politiche concordate e ha rispettato gli obblighi di comunicazione, che mirano a garantire un uso trasparente ed efficiente dei fondi. In particolare, l’Ucraina ha compiuto importanti progressi per rafforzare lo Stato di diritto, rafforzare la stabilità finanziaria, migliorare il funzionamento del sistema del gas e promuovere un clima imprenditoriale migliore.
Tale riscontro consentirà inoltre l’erogazione di due ulteriori mensilità da 1,5 miliardi ciascuna nei mesi di maggio e giugno. Complessivamente, dall’inizio della guerra, il sostegno all’Ucraina e agli ucraini ammonta a circa 68 miliardi di euro. Ciò include il sostegno finanziario, umanitario, di emergenza e militare all’Ucraina da parte dell’Ue, degli Stati membri e delle istituzioni finanziarie europee, nonché le risorse messe a disposizione per aiutare gli Stati membri a soddisfare le esigenze degli ucraini in fuga dalla guerra.
Ore 12:57 - Media: «Su controffensiva falsi segnali di Kiev per confondere Mosca»
Alla vigilia dell'attesa controffensiva ucraina che ci sarà tra poche settimane - molto probabilmente a metà maggio, se il terreno è abbastanza asciutto, o forse all'inizio di giugno - l'Ucraina sta inviando quanti più falsi segnali possibili per confondere la Russia su quando e dove colpirà nell'Est del Paese, lungo una linea di fronte a forma di mezzaluna che ora si estende per centinaia di chilometri. Lo scrive Politico, osservando che ai giornalisti viene impedito di visitare vaste porzioni di territorio.
La spinta principale potrebbe sorprendere tutti e arrivare nell'oblast' nord-orientale di Kharkiv, dove le difese russe sono crollate lo scorso autunno. Da allora l'Ucraina non ha seguito molto la regione e il fronte si è distinto per la sua mancanza di attività, forse un tentativo di distogliere i russi. L'obiettivo di un attacco qui sarebbe quello di entrare a Lugansk, costringere la Russia a lasciare Severodonetsk e minacciare Bakhmut. Ma i guadagni strategici che deriverebbero da un successo a nord non sono paragonabili a quelli che si potrebbero ottenere con una spinta a sud da Kherson e Zaporizhzhia, o da entrambe, verso Mariupol, Berdiansk, Melitopol e Tokmak, con l'obiettivo di tagliare il cosiddetto ponte di terra che collega la Russia continentale e i territori ucraini meridionali che occupa attraverso l'istmo di Crimea, annesso da Mosca nel 2014.
La Russia sembra temere soprattutto una spinta verso sud, senza dubbio preoccupata che un successo in questo campo possa portare l'Ucraina a prendere di mira la Crimea subito dopo, cosa che i generali statunitensi in pensione Ben Hodges e David Petraeus hanno sostenuto a gran voce. In recenti interviste, Hodges ha dichiarato a Politico di ritenere che la Crimea sia la chiave per porre fine alla guerra con una colossale sconfitta militare russa.
Ore 13:37 - Media: «Decine di tombe di miliziani Wagner scoperte in Siberia»
Decine di nuove tombe dove sono state seppelliti i mercenari della milizia privata Wagner morti in battaglia in Ucraina sono state scoperte a Novosibirsk, nel sud-ovest della Siberia: lo riferisce radio Svoboda Sibir.Realii, che fa riferimento a un video girato da una persona del luogo. Le immagini mostrano decine di nuove tombe di persone morte, secondo le date sulle lapidi, tra novembre 2022 e gennaio 2023. Quasi tutte le tombe hanno ghirlande con una stella gialla e una croce nera, uno dei simboli di Wagner . Complessivamente Sibir.Realii è riuscito a identificare circa 200 tombe. Nelle scorse settimane, i giornalisti russi hanno mostrato due luoghi di sepoltura vicino a Irkutsk, in Siberia centrale.
Ore 13:40 - Kiev denuncia «l'ipocrisia» di Lavrov all'Onu
Kiev ha denunciato l'«ipocrisia» del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che ieri ha presieduto una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu a New York sulla «difesa dei principi» della Carta delle Nazioni Unite. «Un vero circo ipocrita. Lavrov presiede il Consiglio di Sicurezza dell'ONU giustificando la guerra, i massacri, la distruzione totale...», ha sbottato su Twitter Mykhaïlo Podolyak, consigliere di Volodymyr Zelensky. «La Russia sta chiaramente umiliando la democrazia, la libertà e le convenzioni», ha aggiunto.
L'autenticità del tweet di Podoliak è stata confermata all'AFP da una fonte della presidenza ucraina. Il capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov, è a New York da lunedì, mentre la Russia detiene la presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite fino alla fine di aprile. Ieri il ministro russo ha dichiarato che il sistema delle Nazioni Unite «è in profonda crisi», accusando l'Occidente, e in particolare gli Stati Uniti, di esserne responsabile. Oggi dovrà presiedere una sessione di dibattiti sulla situazione in Medio Oriente e tenere una conferenza stampa, dopo oltre un anno di invasione in Ucraina.
Ore 13:49 - Peskov: «Putin non ha sosia, non è malato e non vive in un bunker»
Vladimir Putin non ha nessun sosia, non è malato e non è vero che passa la maggior parte del suo tempo nascosto in un bunker nucleare. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha denunciato le ultime «bugie» diffuse su Putin nel corso di una conferenza a Mosca. «Avrete probabilmente sentito che ha molti sosia - ha detto - che lavorano al posto suo mentre lui se ne sta seduto in un bunker...Un'altra bugia...Voi vedete com'è il nostro presidente, è ed è sempre stato superattivo, quelli che lavorano a fianco lui difficilmente riescono a stargli dietro».
E ancora, secondo il portavoce, Putin «ha un'energia che può solo essere invidiata e così, grazie a Dio, la sua salute. Naturalmente non siede in nessun bunker, anche questa è una bugia».
Ore 13:55 - Sale a due il bilancio delle vittime nell'attacco russo al museo di Kupyansk
Sono due le vittime estratte finora dalle macerie del museo della Storia di Kupyansk, nella regione orientale di Kahrkiv, colpito e distrutto questa mattina da un missile russo. Si tratta di due donne dipendenti del museo: lo ha riferito Rbc-Ukraine, citando il governatore Oleg Sinegubov. I soccorritori sostengono che sotto i detriti potrebbe esserci anche un'altra persona.
Ore 14:15 - Esercito ucraino: «Il gruppo Wagner sarà distrutto a Bakhmut»
«L'operazione di Bakhmut ci dà benefici perché il nemico perde ogni giorno un gran numero di soldati, per esempio 175 russi sono stati uccisi e 213 sono stati feriti ieri solo a Bakhmut. Molti veicoli sono stati distrutti, tank e droni, e alla fine posso dire che distruggeremo totalmente il gruppo Wagner entro la fine dell'operazione». Lo ha detto il portavoce del gruppo orientale delle Forze armate ucraine, Serhiy Cherevaty, in un'intervista all'Ansa. «Se i Wagner combatteranno nel modo in cui hanno combattuto finora, con tante perdite, significa che distruggeremo completamente i Wagner a Bakhmut e non esisteranno più», ha aggiunto.
Ore 14:32 - Kiev: «Da 3 a 6 mesi per riprendere il controllo dell'Ucraina orientale»
Per quanto riguarda la liberazione dei territori dell'Ucraina dell'est, «a mio parere potrebbero volerci da 3 a 6 mesi». Lo ha detto il portavoce del gruppo orientale delle Forze armate ucraine, Serhiy Cherevaty, in un'intervista all'Ansa. «Dipenderà da quanti armi e veicoli avremo», ha aggiunto, spiegando comunque di non poter riferire sulla controffensiva: «Non è nostro compito sapere cosa lo stato maggiore sta preparando. Noi come combattenti sul campo prepariamo il terreno per il suo inizio, uccidiamo i nemici e ne distruggiamo il potenziale militare».
Ore 14:53 - La Svezia espelle cinque diplomatici russi
La Svezia ha deciso di espellere cinque diplomatici russi. Lo ha detto il ministro degli Esteri Tobias Billstrom alla televisione Svt, ripresa dall'agenzia russa Tass. «Certamente seguirà una risposta» da parte di Mosca, ha detto una fonte del Ministero degli Esteri russo alla stessa Tass.
Ore 15:06 - Kiev: «Ad oggi uccisi 187.770 soldati russi, 690 negli ultimi giorni»
Tra il 24 febbraio 2022 e il 25 aprile 2023, le forze di difesa ucraine hanno ucciso circa 187.770 invasori russi, di cui 690 solo nell'ultimo giorno. Lo ha detto lo stato maggiore delle forze armate ucraine in un post su Facebook, come riportato dall'agenzia ucraina Ukrinform.
Ore 15:27 - L’economia russa può sopportare una guerra lunga (ma impedisce a Mosca di vincerla)
(di Luca Angelini) Funzionano. No, non funzionano. Stanno iniziando a funzionare. No, funzioneranno soltanto fra anni. Delle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia per l’invasione dell’Ucraina s’è detto tutto e il suo contrario (qui l’approfondimento pubblicato pochi giorni fa dal Consiglio europeo). E, visto che ne abbiamo parlato spesso anche in questa Rassegna, vale forse la pena riportare il punto sulla questione che ha provato a fare l’Economist . Il titolo dell'articolo dice già molto: «L’economia russa può sopportare una guerra lunga, ma non una guerra più intensa».
Il settimanale britannico non fa sconti nel giudicare infondati gli iniziali proclami, soprattutto statunitensi, sulla capacità delle sanzioni di mettere rapidamente in ginocchio Mosca: « La speranza che lo stato dell’economia russa avrebbe costituito una qualche forma di limitazione alla guerra è svanita ». Eppure, lo stesso Vladimir Putin ha, di recente, ammesso che gli effetti delle sanzioni occidentali stanno iniziando a farsi sentire. In effetti, ecco il corollario, secondo l’Economist: «La domanda non è tanto se la Russia possa sopportare una guerra di logoramento ancora più lunga (può farlo), ma se può sostenere il tipo di intensificazione del conflitto di cui la Russia avrà probabilmente bisogno per trasformare le sue prospettive sul campo di battaglia. Questo appare quasi impossibile». Potremmo forse tradurre così: l’economia russa non impedirà al Cremlino di condurre una guerra lunga, ma gli impedirà quasi di sicuro di vincerla.
Ore 15:32 - Non si scava più a Kupyansk: il bilancio finale è di 2 morti e 6 feriti
Le operazioni di soccorso e salvataggio a Kupyansk, la città della regione di Kharkiv bombardata oggi dai russi, si sono interrotte alle 14 (ora ucraina). Lo ha riferito il ministro dell'Interno ucraino Ihor Klymenko, ripreso da Ukrinform. Sotto le macerie del museo i soccorritori hanno trovato i corpi di due donne uccise dalle bombe, e sei feriti.
«I soccorritori hanno trovato sotto le macerie il corpo della seconda donna uccisa durante il bombardamento di un museo di storia locale a Kupyansk. Al momento, sappiamo di due donne uccise e sei feriti», riferisce il servizio stampa della Procura regionale di Kharkiv. La mattina del 25 aprile, le truppe russe hanno sparato due missili S-300 al centro di Kupyansk , distruggendo i locali del museo.
Ore 15:35 - Stoltenberg: «In Ucraina modello russo tossico da fermare una volta per tutte»
«La Nato starà con l'Ucraina finché necessario. Non sappiamo quando finirà la guerra, ma siamo al corrente che l'aggressione russa è un modello tossico che deve essere fermato una volta per tutte». Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, durante il punto stampa con il primo ministro della Georgia, Irakli Garibashvili.
«La Georgia e il popolo georgiano lo capiscono molto bene. L'Ucraina sta facendo valere il suo diritto all'autodifesa stabilito dalla Carta delle Nazioni Unite e ci aspettiamo che tutti i Paesi partner sostengano questo obiettivo», ha aggiunto Stoltenberg.
Ore 15:54 - Mariupol, le immagini dell'acciaieria Azovstal a 11 mesi dalla resa degli ucraini
Undici mesi fa il Ministero della Difesa russo diffondeva il video degli ultimi soldati ucraini che si arrendevano, dopo tre mesi di resistenza, nell’acciaieria Azovstal a Mariupol. Ecco cosa resta dell’acciaieria.
Ore 16:03 - Medvedev sulla ricandidatura di Biden: «Un nonno disperato»
Un «nonno disperato»: così l'ex presidente russo Dmitry Medvedev ha definito Joe Biden reagendo all'annuncio della sua ricandidatura alle presidenziali del 2024. «Se fossi al posto dell'esercito Usa - ha aggiunto Medvedev in un post sul suo canale Telegram - creerei subito una finta valigetta con falsi codici nucleari nel caso vincesse, per evitare conseguenze irreparabili». Il testo è corredato da una foto modificata di Biden con il volto storpiato.
Ore 16:21 - Giunti a Oslo 100 soldati ucraini: si addestreranno per un mese con l'esercito norvegese
Cento militari ucraini sono arrivati ieri in Norvegia per sottoporsi a quattro settimane di addestramento negli ambiti della medicina militare, del tiro a segno e della leadership di squadra. Lo hanno riferito le forze armate norvegesi, citate dal Kyiv Independent. Gli istruttori provengono dalla Norwegian Home Guard di Oslo e questo è il primo corso del genere in Norvegia, il cui governo ha stanziato 300 milioni di dollari per il sostegno militare all'Ucraina nel primo anno dell'invasione su vasta scala della Russia.
Ore 16:29 - Kiev: «La Russia ha migliorato la sua strategia a Bakhmut»
La Russia ha «migliorato» la sua tattica nella battaglia per Bakhmut, ma - nonostante questo - «ci sono diversi motivi importanti per mantenere» la città. Lo ha scritto su Telegram il colonnello generale Oleksandr Syrskyi, ripreso da Suspiline, l'emittente statale ucraina.
«Per gli assalti a Bakhmut, i russi hanno migliorato le loro tattiche, hanno formato unità per compensare le perdite, usano attivamente droni e gadget per coordinare le loro azioni. Nonostante la situazione difficile, ci sono diverse ragioni importanti per mantenere Bakhmut» ha detto Syrskyi.
Ore 17:25 - Sudafrica, il partito di governo chiede l'uscita del Paese dalla Corte penale internazionale: «Manca di imparzialità»
«Il partito al governo, l'Anc, ha deciso che il Sudafrica deve uscire dalla Corte Penale Internazionale». Lo ha annunciato il presidente Ramaphosa durante una conferenza stampa a Pretoria in occasione della visita del presidente della Finlandia.
Secondo il leader sudafricano la Corte manca di imparzialità nei confronti dei paesi in via di sviluppo : «Vorremmo che si discuta seriamente della gestione ingiusta della Corte, quindi il partito ha deciso che dovremmo ritirarci», ha aggiunto. «Questa Corte non serve gli interessi di tutti, ma solo di alcuni», gli ha fatto eco il segretario generale del'Anc, Fikile Mbalula.
La questione ruota soprattutto intorno a Vladimir Putin. Il leader russo, che è stato invitato al summit dei Brics a Johannesburg il prossimo agosto, se mettesse piede nel Paese dovrebbe essere tratto in arresto, nel rispetto del mandato emesso dalla Cpi per le accuse di crimini di guerra. Tuttavia già nel 2015, quando il Sudafrica invitò a un summit dell'Unione Africana l'allora Presidente del Sudan Omar al-Bashir, anche lui sotto mandato di arresto della Cpi accusato di avere commesso crimini di guerra, l'allora presidente Jacob Zuma si accertò di persona che al-Bashir non venisse arrestato.
Ore 17:31 - Il patriarca Kirill: «Quelli che non servono la Russia sono nemici interni»
Il capo della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kirill, oggi ha descritto i russi che hanno smesso di servire la loro patria come «nemici interni» e il patriottismo come una delle «più grandi virtù». Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Ria, citata da Orthodox Times.
«Oggi le nostre preghiere sono dirette alla nostra patria, che il Signore può proteggere da tutti i nemici esterni ed interni, da tutti coloro che non associano la propria vita alla Russia, che sono pronti a fare soldi in Russia, ma non sono mai stati pronti a servire la patria», ha detto Kirill, tornando così a manifestare la sua stretta vicinanza al presidente Vladimir Putin e il suo sostegno alla guerra in Ucraina.
«Dobbiamo instillare nel mondo, e attraverso il sermone ecclesiastico, l'amore per la patria, che è la più grande virtù», ha aggiunto nel suo sermone dalla Cattedrale dell'Arcangelo all'interno del complesso del Cremlino. Il patriarca di Mosca e di tutte le Russie non ha approfondito, ma le sue osservazioni hanno mostrato in parte di prendere di mira i russi che evitano la coscrizione, a volte fuggendo all'estero per evitare quella che Putin chiama «operazione militare speciale» in Ucraina. Putin usa spesso la Chiesa ortodossa e le sue ricche tradizioni per promuovere un senso di orgoglio nazionale e patriottismo tra i russi. La settimana scorsa ha assistito alla messa di Pasqua tenendo in mano un cero e facendo più volte il segno della croce.
Ore 17:42 - L'ex portavoce di Zelensky Iuliia Mendel: «Risultati militari impressionanti a Kherson»
«L'esercito ucraino ha affermato che sta ottenendo "risultati impressionanti" contro le forze russe sulla sponda orientale del fiume Dnipro a Kherson. "Siamo riusciti a colpire e distruggere pezzi di artiglieria, carri armati, veicoli, veicoli corazzati e sistemi di difesa aerea nemici", ha detto la portavoce del comando meridionale dell'Ucraina Natalia Humeniuk». Lo ha scritto su Twitter Iuliia Mendel, ex portavoce del presidente ucraino Zelensky. Mendel ha concluso citando ancora le dichiarazioni di Humeniuk: «In altre parole, il nostro lavoro di sgombero della linea del fronte della sponda orientale è abbastanza potente, ma stiamo ancora lavorando in modalità di fuoco di controbatteria».
Ore 17:49 - Esercitazioni russe nel Baltico, simulato attacco aereo nemico
Una decina di caccia russi della flotta del Baltico hanno partecipato oggi a una esercitazione in cui è stato simulato un tentativo di attacco di aerei nemici alla Federazione russa. Secondo l'ufficio stampa della flotta, citato dall'agenzia Interfax, i jet Sukhoi Su-27 si sono alzati in volo per abbattere i velivoli che, secondo i piani dell'esercitazione, intendevano colpire con missili e bombe «strutture militari strategicamente importanti». Gli obiettivi nemici sono stati virtualmente «distrutti durante una battaglia aerea», ha aggiunto la fonte.
Ore 18:12 - Russia, critica la guerra in Ucraina al telefono: condannato a 7 anni di carcere
Un tribunale russo ha condannato un ex agente di polizia per aver diffuso pubblicamente false informazioni sull'esercito e per aver criticato la guerra in Ucraina. L'ex funzionario, Semiel Vedel, è stato condannato lunedì a sette anni di carcere ai sensi di una legge che il Cremlino ha utilizzato attivamente per soffocare il dissenso.
Gli è stato inoltre impedito di lavorare nelle forze dell'ordine per quattro anni dopo il suo rilascio. Il pubblico ministero ha affermato che durante tre conversazioni telefoniche Vedel ha definito la Russia un «paese assassino», ha usato «Gloria all'Ucraina» come saluto e ha affermato che la Russia stava subendo «enormi perdite». L'ufficiale, che è nato in Ucraina, ha sostenuto che stava condividendo informazioni ottenute da amici del dipartimento di polizia di Kiev.
Ore 18:33 - Kiev: «Dopo la sua liberazione, alla Crimea servirà un'amministrazione militare»
Dopo la liberazione della penisola di Crimea dovrebbe essere costituita un'amministrazione militare, seguita dalla creazione di un'amministrazione civile-militare e dallo svolgimento di elezioni. Lo ha detto Tamila Tasheva, rappresentante permanente del presidente dell'Ucraina nella Repubblica autonoma di Crimea, ripresa da Ukrinform.
«Come parte di un gruppo di lavoro, abbiamo considerato come gli organi statali opereranno in Crimea dopo la sua de-occupazione. Dirò subito che la nostra visione - dei parlamentari, dei rappresentanti degli enti statali - è che, naturalmente, prima dovrebbe essere creata un'amministrazione militare in Crimea. Poi ci dovrebbe essere una transizione verso un'amministrazione civile-militare, seguita da elezioni e da una transizione alla vita civile», ha detto Tasheva. «Per noi è molto importante che i giovani siano coinvolti. Dovrebbero diventare personale di ricostruzione che andrà nella penisola di Crimea e ricostruirà la nostra Crimea», ha concluso la rappresentante di Zelensky.
Ore 18:50 - Esercito ucraino: «Respinti 36 attacchi verso Bakhmut, Avdiivka e Marinka»
Le forze di difesa ucraine hanno respinto 36 attacchi dell'esercito russo nelle aree di Bakhmut, Avdiivka e Marinka. Lo ha reso noto in un post su Facebook lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, secondo cui le truppe russe stanno concentrando i loro sforzi in operazioni offensive in queste aree. I combattimenti più accesi sono concentrati ancora a Bakhmut e Marinka, nella regione di Donetsk.
Ore 19:22 - L'Ucraina ricostruirà con nuovi criteri 6 città distrutte dai russi
L’Ucraina trasformerà completamente sei città che sono state gravemente danneggiate o distrutte durante l’invasione russa. Il programma di ricostruzione è stato annunciato dal primo ministro ucraino Denys Shmyhal, ripreso da Reuters. Al progetto parteciperanno i partner occidentali di Kiev, pronti a investire miliardi di dollari. I centri coinvolti sono Borodianka e Moshchun, entrambe nei pressi di Kiev, Yahidine nel nord del Paese, Trostianets e Tsyrkuny a Est e Posad-Pokrovske a Sud. Shmyhal ha detto che le città saranno ricostruite «completamente e seguendo criteri nuovi»
Ore 19:28 - Lavrov sulla ricandidatura di Biden: «Mosca non interferisce in affari interni di altri Paesi»
Il governo russo non interferisce negli affari interni di un altro Paese». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, rispondendo alla domanda di un giornalista, in una conferenza stampa alle Nazioni Unite, su cosa pensasse il Cremlino della candidatura di Joe Biden, che stamani ha annunciato ufficialmente di correre per le elezioni del 2024.
Ore 19:48 - «Bruciano libri russi in piazza come i nazisti», l'accusa di Lavrov a Kiev
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha accusato l'Ucraina di «discriminare» i russofoni e di minacciare la sicurezza della Russia. «Noi - ha detto parlando in conferenza stampa alle Nazioni Unite - non vogliamo discriminazione in Ucraina nei confronti di chi parla russo e degli ortodossi russi». Lavrov ha aggiunto che in «Ucraina bruciano i libri russi in piazza in stile nazista». «Noi - ha aggiunto - non vogliamo minacce alla nostra sicurezza da parte dell'Ucraina».
Ore 19:50 - Kiev: «Stiamo inviando 100 droni kamikaze a Bakhmut»
L'esercito ucraino sta inviando 100 droni kamikaze in direzione di Bakhmut. Lo ha scritto su Telegram il vicepremier e ministro della Trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov. «Stiamo inviando 100 droni kamikaze in direzione di Bakhmut. In due giorni, gli abbonati della pubblicazione online Blyskavka hanno raccolto tramite United24 oltre 10,4 milioni di grivnie ucraine (circa 2,5 milioni di euro ndr) per acquistare 500 droni kamikaze» ha riferito Fedorov. Il vicepremier ucraino ha concluso aggiungendo che «il primo lotto di "uccelli" sta già volando verso una delle unità di ricognizione aerea della 59a brigata. Aiuteranno i combattenti a consegnare rapidamente "doni" ai russi».
Ore 19:59 - Lavrov: «Accordo sul grano arrivato a un punto morto»
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov considera l'accordo sull'esportazione del grano ucraino arrivato a un «punto morto». «Ci sono ancora blocchi - ha aggiunto - all'esportazione dei prodotti russi». Lavrov ha minacciato che il patto, raggiunto il mese scorso, e che dovrebbe durare sessanta giorni, potrebbe non essere rinnovato da Mosca, se l'Occidente «non rimuoverà gli ostacoli».
Ore 20:18 - Prigozhin: «Non faccio parte della cerchia ristretta di Putin»
Il fondatore del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha dichiarato di non far parte della cerchia ristretta del presidente russo Vladimir Putin, sottolineando di non avere nulla a che fare con il Cremlino. Lo ha affermato in un'intervista con il portale defenceweb, citata dall'agenzia russa Tass.
«Le storie sulla mia conoscenza del presidente Putin sono molto, molto esagerate. Certo, ho comunicato con lui, ma le voci sulla nostra conoscenza sono solo questo: voci», ha spiegato quello che veniva definito il "cuoco di Putin". Secondo il fondatore del gruppo Wagner, molto probabilmente Putin ha visitato i suoi ristoranti a San Pietroburgo quando era vicesindaco. All'epoca, «non avevo alcun interesse a parlare con lui», ha detto Prigozhin, sottolineando di aver incontrato Putin per la prima volta solo quando era presidente e concludendo di non avere «la possibilità di andare a trovarlo quando voglio, o di chiamarlo».
Ore 20:31 - Lavrov: «La pubblicità complica lo scambio di prigionieri con gli Usa»
Dopo che Joe Biden e Vladimir Putin si sono visti nel giugno 2021 a Ginevra è stato creato un canale speciale, non pubblico, per lo scambio di prigionieri». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov all'Onu, ammonendo che parlarne pubblicamente complica i colloqui. In Russia diversi americani sono in carcere per «diversi crimini», ha aggiunto, inclusi l'ex marine Paul Whelan e il reporter del Wsj Evan Gershkovich.
«Non accettiamo l'idea che un giornalista non possa commettere un crimine», ha sottolineato. «Nessuno menziona Julian Assange, nessuno menziona una nostra giornalista che è stata due anni in carcere in Usa - ha continuato - Abbiamo circa 60 russi in carcere in Usa e in tanti casi le accuse sono dubbie».
Ore 20:47 - L'Ucraina pianifica nuove sanzioni contro l'Iran
L'Ucraina intende introdurre ulteriori sanzioni contro l'Iran, Paese che ha fornito alla Russia i suoi droni «kamikaze» Shahed. Le sanzioni proposte verrebbero introdotte per un periodo di 50 anni. Lo riferisce la ministra dell'Economia ucraina Yulia Svyrydenko, citata dal Kyiv Independent. «Le precedenti restrizioni imposte dall'Ucraina e dai nostri partner a individui e società direttamente coinvolti nella fornitura di armi alla Russia non sono state purtroppo prese sul serio», ha dichiarato la ministra aggiungendo che «il sostegno all'aggressore non resterà impunito» e che l'Ucraina si sta adoperando «per coinvolgere il maggior numero possibile di Paesi del mondo in queste decisioni difficili» riguardanti ulteriori sanzioni.
Le sanzioni includono il divieto di trasferire tecnologia e diritti di proprietà intellettuale ai residenti in Iran, nonché di effettuare investimenti o pagamenti elettronici nel Paese. Sono state proposte anche restrizioni sulle operazioni commerciali.
Ore 20:55 - Lavrov: «Nessuno ha bisogno della terza guerra mondiale»
«Nessuno ha bisogno della terza guerra mondiale, ma sembra che qualcuno sia pronto ad andare fino in fondo». Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov parlando con i giornalisti all'Onu. Anche se «quando si parla di terza guerra mondiale tutti puntano subito il dito contro la Russia», ha aggiunto.
Ore 21:04 - «L'Ue si militarizza per contenere la Russia», l'attacco di Lavrov
L'Unione Europea «si sta militarizzando a un ritmo accelerato e si sta trasformando in una struttura aggressiva con l'obiettivo dichiarato di contenere la Russia». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, durante un briefing con i giornalisti all'Onu.
Ore 22:04 - Putin vara una stretta sui beni di persone di Paesi ostili
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che introduce il controllo amministrativo temporaneo delle autorità di Mosca sui beni di persone provenienti da Paesi ostili in risposta al sequestro o alla restrizione dei diritti sulle proprietà russe all'estero. Lo riporta la Tass.
Il decreto parla della «necessità di adottare misure urgenti» in risposta alle azioni illegali degli Usa e altri Paesi per privare o limitare i diritti di proprietà della Russia, delle sue aziende e dei suoi cittadini.
L'Economist: "Difficile per Putin aumentare lo sforzo bellico evitando malumori in patria". La Russia incassa bene le sanzioni occidentali: sopporta la guerra lunga “ma la sua economia le impedisce di vincerla”. Redazione su Il Riformista il 25 Aprile 2023
Il settimanale britannico Economist giudica infondati gli iniziali proclami, soprattutto Usa, sulla capacità delle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia per l’invasione dell’Ucraina di mettere rapidamente in ginocchio Mosca: “La speranza che lo stato dell’economia russa avrebbe costituito una qualche forma di limitazione alla guerra è svanita”.
Anche se lo stesso Vladimir Putin ha ammesso che gli effetti delle sanzioni occidentali stanno iniziando a farsi sentire. L’Economist titola: “L’economia russa può sopportare una guerra lunga, ma non una guerra più intensa”, e nel corollario scrive: “La domanda non è tanto se la Russia possa sopportare una guerra di logoramento ancora più lunga (può farlo), ma se può sostenere il tipo di intensificazione del conflitto di cui la Russia avrà probabilmente bisogno per trasformare le sue prospettive sul campo di battaglia. Questo appare quasi impossibile”. Che in breve si potrebbe tradurre con “l’economia russa non impedirà al Cremlino di condurre una guerra lunga, ma gli impedirà di vincerla”.
A giudizio dell’Economist “la burocrazia russa ha messo a segno tre imprese negli ultimi 14 mesi. Ha trovato il modo di resistere alla raffica di sanzioni annunciata da Blinken (segretario di Stato Usa, ndr). Ha fornito abbastanza uomini e materiale per alimentare l’invasione russa. E tutto questo è stato fatto senza un brusco calo del tenore di vita, che potrebbe provocare disordini popolari. Ma qualsiasi tentativo di intensificare il conflitto annullerebbe inevitabilmente questi successi”.
I motivi per cui le sanzioni contro Mosca non hanno avuto il devastante effetto promesso per il settimanale sono il limitato e talvolta controproducente effetto sugli oligarchi (che in qualche caso hanno potuto appropriarsi di asset lasciati a disposizione dalle aziende occidentali che hanno lasciato la Russia); le misure finanziarie che hanno comunque lasciato aperti alcuni spiragli (vedi il mantenimento di Gazprombank all’interno del sistema Swift); gli acquisti di gas e petrolio russi da parte di Cina e India; le immancabili ‘triangolazioni’ per far arrivare in Russia, tramite Paesi terzi, i beni sottoposti a embargo (senza contare che molti Paesi hanno rifiutato di adottare le sanzioni); l’ottenimento, grazie agli hacker, di software occidentale per l’aviazione civile russa; le notevoli risorse finanziarie russe, accumulate soprattutto grazie all’export di idrocarburi e altre materie prime.
Il prezzo di gas e petrolio sui mercati mondiali sta rendendo più complicato per il Cremlino continuare a mantenere i deficit di bilancio entro limiti sopportabili come la spesa militare ha dinamiche sue proprie, che non possono essere aggirate. Le stime del numero di veicoli blindati distrutti durante la guerra oscillano tra 8mila e 16mila. La Russia ha anche perso molti aerei, droni e sistemi di artiglieria e sta anche cercando di produrre più armi.
Dmitri Medvedev, oggi vicepresidente del consiglio di sicurezza della Russia, ha di recente sostenuto che il Paese produrrà 1.500 carri armati moderni nel 2023. Funzionari hanno anche affermato che vogliono che i droni vengano fabbricati in massa in Russia. Per fabbricare armi avanzate, c’è bisogno di accedere a componenti, di fabbricazione occidentale, “dual-use” (civile e militare) di fascia alta, dai motori ai microchip, che sono difficili da ottenere a causa delle sanzioni.
È vero che Mosca può in parte cercare di supplire alla scarsa qualità degli armamenti con la quantità svuotando i magazzini bellici figli dell’era sovietica e provando a rimodernarli. Questo sembra prendere la strada della guerra di logoramento, non di riuscire a dare una spallata bellica decisiva.
Capitolo reclutamento. “Il Paese prima della guerra aveva circa 17 milioni di giovani. Ma più ragazzi al fronte significa meno di loro negli uffici e nelle fabbriche”, così “nel 2022 il numero di russi occupati di età inferiore ai 35 anni è diminuito di 1,3 milioni,” secondo FinExpertiza, una società di revisione. Ad oggi ci sono 2,5 posti vacanti per ogni disoccupato, cosa che rende il mercato del lavoro russo due volte più a corto di manodopera di quello americano.
Considerando le capacità e i limiti attuali della Russia, essa probabilmente opterà per una campagna di logoramento a ritmo più lento in Ucraina. L’Economist infatti aggiunge: “Putin è riuscito a tenere al riparo l’economia russa dai peggiori effetti della guerra e delle sanzioni – ma in un modo che rende la guerra difficile da vincere”.
Bild: «Kiev ha provato a uccidere Putin con un drone». Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 26 Aprile 2023
Le notizie sulla guerra di mercoledì 26 aprile, in diretta. Giornalista di Repubblica ferito a Kherson. Gli Eurofighter della Nato intercettano aerei da ricognizione russi nel Mar Baltico
• Monito dell’ex presidente russo Medvedev: Mosca «non esiterà» a usare l’arma nucleare, se «la Russia si trova di fronte ad un atto di aggressione con l’uso di altri tipi di armi che minacci l’esistenza dello Stato».
• Secondo l’Economist, l’economia russa può sopportare una guerra lunga (ma impedisce a Mosca di vincerla): l’analisi.
• Joe Biden ha annunciato ufficialmente la sua candidatura per le elezioni Usa del 2024. Lavrov, incalzato dai cronisti, commenta così: «Mosca non interferisce in affari interni di altri Paesi».
Ore 02:00 - Putin firma un decreto che opera una stretta sui beni di persone di Paesi ostili
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto sull’introduzione di una gestione temporanea dei beni di persone provenienti da Paesi ostili in risposta al sequestro o alla restrizione dei diritti sulle proprietà russe all’estero. Lo riferisce Tass, secondo cui nel decreto si parla della «necessità di adottare misure urgenti» in risposta alle azioni illegali degli Stati Uniti e di altri Paesi volte a privare o limitare i diritti di proprietà della Federazione Russa, delle sue aziende e dei suoi cittadini. In questi casi viene introdotta un’amministrazione temporanea in relazione alle proprietà e ai beni di persone provenienti da Paesi ostili in Russia.
Ore 02:45 - Museo di Kupyansk, Zelensky: «Barbaro attacco, i russi pagheranno questi crimini di guerra»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato il «barbaro» attacco russo al museo di storia locale a Kupyansk, nel nord-est dell’Ucraina, un nuovo «crimine di guerra» ai suoi occhi che ha provocato 2 morti e 10 feriti. «Tutti i colpevoli di questi crimini di guerra saranno assicurati alla giustizia», ha aggiunto Zelensky che, in un breve video condiviso sul suo canale Telegram, ha mostrato un edificio sventrato, finestre in frantumi e detriti: «Il Paese terrorista sta facendo di tutto per distruggerci completamente, ma noi risponderemo». L’attacco russo è avvenuto con l’ausilio di missili terra-aria di origine sovietica S-300, ha chiarito il presidente ucraino. Kupyansk, a un centinaio di chilometri dalla città di Kharkiv, contava più di 25.000 abitanti prima della guerra. È stata presa dai russi nei primi giorni dell’invasione, più di un anno fa. Gli ucraini hanno poi riconquistato la città a settembre, dopo una fulminea controffensiva. Ma le forze di Mosca, rafforzate dalla mobilitazione di centinaia di migliaia di riservisti in Russia, sono tornate all’attacco all’inizio di quest’anno .
Ore 03:35 - L’Ucraina: «Stiamo inviando 100 droni kamikaze a Bakhmut»
L’esercito ucraino sta inviando 100 droni kamikaze in direzione di Bakhmut. Lo ha scritto su Telegram il vicepremier e ministro della Trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov. «Stiamo inviando 100 droni kamikaze in direzione di Bakhmut. In due giorni, gli abbonati della pubblicazione online Blyskavka hanno raccolto tramite United24 oltre 10,4 milioni di grivnie ucraine (circa 2,5 milioni di euro, ndr) per acquistare 500 droni kamikaze» ha riferito Fedorov. Il vicepremier ucraino ha concluso aggiungendo che «il primo lotto di “uccelli” sta già volando verso una delle unità di ricognizione aerea della 59a brigata. Aiuteranno i combattenti a consegnare rapidamente “doni” ai russi».
Ore 07:39 - Isw: «La Russia evita misure apertamente repressive perché teme per la stabilità di governo»
Secondo l’ultimo rapporto quotidiano dell’Istituto per lo studio della guerra (Isw), e come riportato da Ukrainska Pravda, il Cremlino starebbe evitando misure apertamente repressive perché teme per la stabilità del governo. Secondo gli esperti del centro studi statunitense, gli ultranazionalisti russi continuano a sostenere un ritorno del Cremlino alla repressione stalinista e si aspettano che il presidente Vladimir Putin rafforzi le misure contro il dissenso alla guerra in Ucraina. Tuttavia, prosegue il rapporto, Mosca continua a evitare azioni apertamente repressive, probabilmente poiché è preoccupato per la stabilità del sistema. Sebbene «gli ultranazionalisti russi abbiano ripetutamente invitato il Cremlino a nazionalizzare le proprietà appartenenti ai russi che hanno `tradito´ il Paese fuggendo, il Cremlino sembra esitante nell’introdurre misure così impopolari», scrive il think-tank, ricordando che il governo ha ritirato dalla Duma di Stato un disegno di legge che prevedeva un aumento delle tasse dal 13% al 30% per i cittadini che fuggono dal Paese.
Ore 07:41 - Caccia tedeschi e britannici della Nato intercettano tre aerei da ricognizione russi sul Baltico
Caccia tedeschi e britannici della Nato hanno intercettato tre aerei da ricognizione russi nello spazio aereo internazionale sul Mar Baltico. A darne notizia oggi è stata l’aeronautica tedesca. I tre velivoli russi - due caccia SU-27 ed un Ilyushin Il-20 - non stavano trasmettendo i segnali con il transponder e sono stati intercettati dagli Eurofighter dei due paesi.
Ore 07:49 - IL PUNTO MILITARE 433 - Come sarà e quando partirà la controffensiva ucraina?
(di Guido Olimpio, Andrea Marinelli e Lorenzo Cremonesi, inviato) Le aspettative sono alte. Forse troppo. L’Ucraina deve dare un segnale, rivolto alla nazione e alla comunità internazionale. Senza successi sensibili — è il messaggio ripetuto dai Paesi donatori — sarà complicato inviare materiale all’infinito. La finestra d’opportunità potrebbe chiudersi e lo sa bene anche Vladimir Putin , che per questo è disposto a trascinare i combattimenti su un fronte lungo quasi mille chilometri.
Gli ucraini contano su circa 40 Brigate, ognuna con 4 mila uomini. Di queste potrebbero esserne impegnate nell’offensiva una ventina, divise in due «gruppi», con «azioni consecutive e simultanee». Mobilità, agilità, abilità nello sfruttare le brecce sono fattori decisivi, insieme a due componenti chiave: l’intelligence — compresa quella garantita dalla Nato — e il mascheramento su dove sarà concentrata la spinta. Probabilmente verso sud. Zelensky allinea 9 nuove Brigate, composte in parte dai militari addestrati dalla Nato: 9-10 mila preparati dagli Usa, 16 mila dall’Unione europea, altri dai restanti partner. La coalizione ha spedito 230-250 tank e oltre 1.550 blindati, cannoni a lunga gittata (un terzo di quelli mandati nella prima fase erano usurati), apparati necessari per superare gli ostacoli fisici e naturali, quindi droni, veicoli. Non è però chiaro quale sia il livello di training delle truppe e va compreso se i soldati hanno assorbito le tecniche per lanciare manovre combinate. (...)
Ore 08:07 - Putin firma il decreto per prendere il controllo degli asset russi di due società energetiche straniere
Vladimir Putin, nella giornata di martedì 25 aprile, ha firmato il decreto che gli consente di prendere il controllo degli asset in Russia di due società energetiche straniere, mettendo nero su bianco la possibilità per Mosca di intraprendere simili provvedimenti anche nei confronti di altre aziende.
Con questo decreto Mosca ha in pratica nazionalizzato le divisioni russe di Uniper (società europea del settore dell’energia con sede a Dusseldorf) e di Fortum Oyj (società statale finlandese che gestisce centrali elettriche).
La Russia giustifica la sua mossa sostenendo che fosse necessario prendere contromisure «urgenti» per contrastare non meglio specificate manovre degli Usa e di altri Paesi «non amichevoli e contrarie al diritto internazionali».
Gli asset delle due aziende sono stati momentaneamente piazzati sotto il controllo governativo, almeno fino a quando non saranno tolte le sanzioni contro la Russia.
Ore 08:30 - Intelligence britannica: «A Bakhmut proseguono combattimenti pesanti»
«Continuano i pesanti combattimenti a corto raggio nei quartieri occidentali di Bakhmut». A confermarlo questa mattina è stata l’analisi che ogni giorno l’intelligence della difesa britannica dedica alla situazione in Ucraina. «Uno dei principali sviluppi dell’ultima settimana sono stati i combattimenti alla periferia della città, in particolare nei pressi del villaggio di Khromove, mentre l’Ucraina cerca di mantenere il controllo della via di rifornimento 0506». Le altre strade non sono asfaltate e sono quindi rese inaccessibili dal fango, spiegano ancora gli analisti di Londra. «Essendo la città sotto attacco da oltre 11 mesi, le difese ucraine di Bakhmut sono state integrate come un elemento di una zona difensiva molto più profonda, che include la città di Chasiv Yar a ovest», conclude l’analisi che spiega le mosse strategiche delle due parti in conflitto.
Ore 08:53 - Ucrina e Danimarca ampliano la loro collaborazione energetica
La Danimarca ha firmato un accordo quinquennale con l'Ucraina per aiutare il Paese devastato dalla guerra a ricostruire la capacità eolica distrutta e a rafforzare la propria indipendenza energetica dalla Russia. È quanto ha dichiarato ieri il ministero del Clima danese. «La nuova collaborazione quinquennale contribuirà a far sì che l'Ucraina sia in grado di espandere ulteriormente la propria fornitura di elettricità con l'energia eolica», ha dichiarato il ministero in un comunicato, aggiungendo che la cooperazione tra i paesi in materia di energia risale al 2014, anno in cui la Russia annesse unilateralmente la Crimea. L'annessione della Crimea fu il primo atto di violazione del diritto internazionale da parte della Russia verso l'Ucraina. L'Unione Europea e gli Stati Uniti non hanno mai riconosciuto tale annessione.
Ore 09:04 - Shmyhal: «Serve un piano Marshall per l'Ucraina»
Denys Shmyhal, premier ucraino, ha manifestato la necessità di un piano Marshall per la ricostruzione dell'Ucraino dopo l'invasione russa: «Mosca ci ha inflitto una distruzione senza precedenti che non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale. Quasi un terzo del nostro territorio è contaminato da mine e proiettili. Decine di migliaia di case eliminati, migliaia di ospedali e scuole distrutti, il 50% del sistema energetico danneggiato. Bombe, missili e proiettili russi hanno spazzato via centinaia di città e villaggi. La Banca Mondiale ha condotto un'analisi approfondita della distruzione in quelle aree dove attualmente non ci sono combattimenti e presenza russa. Questa analisi ha determinato che le esigenze di ricostruzione d'Ucraina ammontano già a 411 miliardi di dollari. Sfortunatamente, questo non è il conteggio finale».
Il premier lo ha scritto sul Sole 24 ore, aggiungendo che «l'Ucraina sta lavorando con i partner sul suo Piano Marshall». Così come dopo la Seconda guerra mondiale, spiega il primo ministro, «un tale piano ha aiutato l'Europa e l'Italia a rinascere, la ricostruzione dell'Ucraina sarà una vittoria non solo per noi. Tale programma potrebbe diventare uno dei principali stimoli per l'economia europea negli anni 2020. L'Italia è la terza economia dell'Unione Europea. Le imprese italiane possono giocare un ruolo chiave nel Piano di ricostruzione. Stiamo già invitando le imprese italiane a collaborare, perché l'attuazione del Piano di Ricostruzione inizia quest'anno. Il nostro Governo ha identificato diversi settori chiave che costituiranno la base per la ripresa e la trasformazione della nostra economia. Innanzitutto, è il complesso militare-industriale. L'Europa deve essere pronta a difendersi, il che significa un aumento significativo della produzione delle armi e delle attrezzature. Questo significa investimenti, nuove tecnologie, nuovi posti di lavoro. Il complesso militare industriale italiano può diventare uno dei leader su questo percorso».
Ore 09:20 - Usa, presentata al Congresso una bozza di risoluzione sulla «vittoria» di Kiev: Ripristino dei confini territoriali e ingresso nella Nato
Ripristino dei confini territoriali stabiliti nel 1991 e l'ingresso dell'Ucraina nella Nato. Sono questi i termini considerati «vittoria di Kiev» contro la Russia nella bozza di documento presentato durante una conferenza stampa della Commissione di Helsinki - un'agenzia governativa Usa istituita nel 1975 per promuovere gli obiettivi dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) - dai membri del Congresso degli Stati Uniti.
Il documento afferma che la politica degli Stati Uniti dovrebbe mirare a «garantire che l'Ucraina possa mantenere la sovranità sui suoi confini riconosciuti a livello internazionale, perseguire la giustizia e le riparazioni per aiutare a facilitare la ricostruzione dell'Ucraina, e integrare l'Ucraina nelle istituzioni euro-atlantiche come la Nato, in linea con la politica Usa sin dal 2008». Il testo della bozza di risoluzione prevede anche che gli Stati Uniti si attivino per assicurare che la Russia paghi riparazioni all'Ucraina per i danni causati dal conflitto in corso nel Paese.
Ore 09:35 - Personale militare bielorusso addestrato in Russia all'utilizzo di armi nucleari tattiche
Il personale militare bielorusso è stato addestrato in un campo militare in Russia nella «manutenzione e nell'uso» di armi nucleari tattiche «per il sistema missilistico operativo-tattico Iskander-M», ha affermato il ministero della Difesa russo. Durante le esercitazioni, iniziate il 3 aprile, è stata prestata particolare attenzione all'ulteriore miglioramento delle abilità pratiche nella preparazione del sistema missilistico per l'uso e il dispiegamento, nonché alla conduzione di lanci di addestramento al combattimento, ha aggiunto il ministero.
Ore 09:53 - Papa Francesco: «Preghiamo per la martoriata Ucraina»
Il Santo Padre al termine dell'udienza generale: «Non dimentichiamo di pregare per la martoriata Ucraina»
Ore 09:55 - Volley, l’ucraino Plotnytskyi non stringe la mano al russo Sapozhkov
(di Pierfrancesco Catucci) Perugia-Verona, terza giornata del playoff per il quinto posto di pallavolo maschile che garantisce l’accesso alla Challenge Cup, la terza coppa europea. Da un lato della rete Oleh Plotnytskyi, 25 anni, ucraino, schiacciatore di Perugia da quattro stagioni; dall’altro Maksim Sapozhkov, 22 anni, russo, opposto di Verona dall’inizio di questo campionato. Siamo al momento dei saluti finali, dopo il successo per 3-0 degli umbri: Plotnytskyi e Sapozhkov sono tra gli ultimi delle rispettive squadre ad arrivare sotto rete. Tutti stringono la mano a tutti – di solito – in una doppia fila indiana che procede in senso opposto. Quando si incrociano, però, Sapozhkov sa già che dovrà dissimulare. Plotnytskyi ha lo sguardo fisso davanti a sé, dà il cinque a Mozic, poi tira indietro il braccio, avvicina la mano alla gamba e ignora il russo dall’altra parte della rete, per tornare a salutare gli altri giocatori alle sue spalle. Non una novità, lo aveva fatto un’oretta e mezza prima in occasione del saluto iniziale. E lo aveva fatto anche in entrambe le gare della stagione regolare. (...)
Ore 09:58 - Finlandia nella Nato: «Grati all'Italia per la rapida ratifica»
«Siamo grati all'Italia, perché l'Italia è stata uno di quei Paesi che ha ratificato molto rapidamente» l'ingresso della Finlandia nella Nato. Lo ha detto il ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto in una video intervista in esclusiva ad askanews, la prima rilasciata a un media italiano dopo lo storico ingresso della Finlandia nella Nato, il 4 aprile, dove lo stesso ministro ha avuto un importante ruolo. Nell'intervista Haavisto parla anche dei sentimenti dei giorni che hanno preceduto l'ingresso nella Nato del suo Paese: «Ogni giorno sembrava piuttosto lungo mentre aspettavamo l'ultima ratifica», dice. «Anche se questo processo è stato piuttosto rapido (se si guarda allo standard Nato, abbiamo iniziato lo scorso maggio e ora siamo già membri, quindi è meno di un anno) nelle circostanze in cui l'Europa è in guerra, quando c'è un'aggressione russa contro l'Ucraina, ogni giorno sembrava piuttosto lungo mentre aspettavamo l'ultima ratifica» ha affermato il ministro. «L'adesione della Finlandia» ha comunque dovuto attendere «le ultime ratifiche, fortunatamente arrivate da Ungheria e Turchia».
Ore 10:02 - Cina-Russia, firmato un protocollo d'intesa sul rafforzamento della cooperazione marittima
Cina e Russia hanno stipulato un protocollo d'intesa sul rafforzamento della cooperazione tra le forze dell'ordine marittime. L'accordo è stato siglato tra la Guardia costiera cinese e il Servizio di sicurezza federale russo a Murmansk, nella Russia nord-occidentale, allo scopo di rafforzare la cooperazione nel contrasto del terrorismo, dell'immigrazione clandestina e nel contrabbando di stupefacenti.
Ore 10:04 - Zelensky: «La Russia non usi le centrali nucleari per ricattarci»
«Trentasette anni fa, l’incidente della centrale nucleare di Chernobyl ha lasciato un’enorme cicatrice in tutto il mondo. È passato più di un anno dalla liberazione dell’impianto dall’invasore. Dobbiamo fare di tutto per evitare che lo “stato terrorista” utilizzi le centrali nucleari per ricattare l’Ucraina e il mondo». Lo scrive su Twitter il presidente ucraino Vlodomir Zelensky.
Ore 10:09 - In corso a Roma la Conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina
È in corso da stamane a Roma la conferenza bilaterale per la ricostruzione dell'Ucraina. A fare gli onori di casa la premier Giorgia Meloni, i suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri Giancarlo Giorgetti e Adolfo Urso. In rappresentanza di Kiev, il primo ministro Denys Shmyhal ed il titolare degli Esteri Dmytro Kuleba tra gli altri.
In quest'ottica, le circa 600 aziende italiane presenti al Palazzo dei Congressi dell'Eur sono chiamate a condividere la propria expertise con gli interlocutori ucraini, per fornire loro le migliori soluzioni di breve, medio e lungo periodo. E chi sarà in grado di ben posizionarsi nella fase di «fast recovery» si troverà in vantaggio quando la ricostruzione vera e propria sarà avviata. Il governo considera del resto fondamentale il coinvolgimento dei soggetti privati, perché la ricostruzione vale 411 miliardi e non potrà essere finanziata tutta da fondi pubblici.
Ore 10:37 - In Russia ex sindaco dissidente a processo nega le accuse
L'esponente dell'opposizione russa Yevgeny Roizman, uno degli ultimi critici del Cremlino, si è dichiarato non colpevole all'inizio del processo che lo vede accusato di «screditare» l'esercito russo. Roizman, 60 anni — secondo una diretta YouTube dell'udienza in aula trasmessa dai suoi sostenitori — ha denunciato l'aggressione della Russia all'Ucraina. Rischia fino a tre anni di carcere.
Già danneggiata da precedenti ondate di repressione, l'opposizione russa è stata schiacciata dall'aggressione all'Ucraina. Gli ultimi grandi critici di Putin sono emigrati o sono stati incarcerati.
Ore 10:48 - Navalny: «Contro di me nuove accuse di terrorismo»
L'oppositore russo Alexei Navalny, incarcerato da oltre un anno, ha detto che contro di lui è stata aperta una nuova inchiesta con l'accusa di «terrorismo», oltre a quella di «estremismo» già esistente. «Gli investigatori mi hanno detto che un nuovo caso è stato aperto separatamente contro di me e che verrò processato da una Corte militare», ha detto Navalny, citato dall'agenzia Tass.
Ore 11:00 - Peskov: «Putin non ha nessun sosia, sono solo bugie»
Vladimir Putin non ha nessun sosia, non è malato e non è vero che passa la maggior parte del suo tempo nascosto in un bunker nucleare. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha denunciato le ultime «bugie» diffuse su Putin nel corso di una conferenza a Mosca. «Avrete probabilmente sentito che ha molti sosia — ha detto — che lavorano al posto suo mentre lui se ne sta seduto in un bunker...Un'altra bugia...Voi vedete come è il nostro presidente, è ed è sempre stato superattivo, quelli che lavorano al suo fianco difficilmente riescono a stargli dietro». E ancora, secondo il portavoce, Putin «ha un'energia che può solo essere inviata e così, grazie a Dio, la sua salute. Naturalmente non siede in nessun bunker, anche questa è una bugia».
Ore 11:17 - Il Papa e i cardinali: «Tutta la Chiesa lavori per la pace»
Si è riunito nei giorni 24 e 25 aprile il Consiglio dei Cardinali: erano presenti, con il Papa, tutti i cardinali che vi prendono parte e il segretario del Consiglio. «Al centro della conversazione le situazioni di guerra e di conflitto in cui si trovano molte parti del mondo e la necessità di un lavoro unitario di costruzione della pace da parte di tutta la Chiesa», si legge in una nota della Sala stampa vaticana. Tra gli altri temi trattati, oltre alla situazione sociopolitica ed ecclesiale delle diverse regioni di appartenenza dei cardinali, anche i preparativi per l'assemblea sinodale di ottobre e la implementazione della Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, con attenzione particolare allo sforzo per tradurre, ai diversi livelli, il lavoro di riforma condotto nella Curia romana. La prossima sessione sarà nel mese di giugno di quest'anno.
Ore 11:18 - Kiev: attaccati 122 insediamenti in 24 ore, 2 morti e 16 feriti
Nelle ultime 24 ore, sono stati segnalati attacchi russi in otto oblast ucraini — Sumy, Chernihiv, Kharkiv, Kherson, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk, Luhansk e Donetsk — nei quali due civili sono stati uccisi e almeno 16 sono rimasti feriti. Lo ha reso noto il ministero della Difesa ucraino. La Russia ha colpito un totale di 122 insediamenti utilizzando mortai, carri armati, artiglieria, sistemi di razzi a lancio multiplo (MLRS), sistemi missilistici antiaerei, droni e aviazione tattica, secondo il rapporto. Sono state colpite anche 102 infrastrutture.
Ore 11:37 - Mattarella: «L'Ucraina entri nella Ue il prima possibile»
«L'Italia esprime il forte convincimento favorevole all'ingresso dell'Ucraina nell'Unione Europea nel più breve tempo possibile e apprezziamo l'impegno del suo governo per il cammino di riforme intraprese per rispettare i parametri comunitari». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando una delegazione ucraina al Quirinale.
Ore 11:49 - Bei: «Necessari 14 miliardi per i bisogni più urgenti dell'Ucraina»
«Sono necessari 14 miliardi di dollari per le priorità più urgenti dell'Ucraina nel 2023: bisogna concentrarsi su investimenti che non possono aspettare la fine della guerra. Dobbiamo affrontare questi fabbisogni adesso, sostenendo l'economia per evitare ulteriori perdite e ulteriori danni». Lo ha detto la vicepresidente della Banca europea per gli investimenti (Bei) Gelsomina Vigliotti alla conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina in corso a Roma. La Bei finora ha fornito un sostegno di «2 miliardi euro per i servizi pubblici, progetti infrastrutturali che contribuiranno a migliorare le condizioni di vita della popolazione, come l'ammodernamento degli ospedali di Kiev e Odessa, strutture educative a Zaporizhzhia e Sumy».
Oltre a questo «ci saranno strade e ferrovie da rimettere in sesto, intervenire su acqua potabile, sistema fognario e risorse per garantire la crescita del settore privato. Bisogna garantire un flusso continuo attraverso l'Ucraina», ha aggiunto, sottolineando che la Bei sta lavorando con tutti i potenziali donatori. Quanto all'Italia, è al fianco con forza alla Bei, e «noi siamo pronti a sostenere i partner italiani» nei progetti che porteranno avanti in Ucraina in settori come «infrastrutture, resilienza energetica, agricoltura, edilizia, trasporti».
Ore 12:05 - Sindaco di Zaporizhzhia: «Città pronta alla controffensiva»
«Faremo tutto quello che è sotto la nostra responsabilità» per quanto riguarda la controffensiva. «Con le forze armate abbiamo realizzato costruzioni per evitare un attacco di terra» e «siamo pronti alla controffensiva». Lo dichiara il sindaco della città di Zaporizhzhia, Anatolii Kurtiev, in un'intervista all'Ansa.
Ore 12:12 - In Russia inviate le prime convocazioni militari online
Inviate le prime convocazioni militari di arruolamento per via elettronica in Russia. L'avviso riporta esplicitamente l'avvertimento di «misure restrittive» nel caso la persona convocata non si presenti, ha denunciato Grigory Sverdin, direttore di Go by the Forest, iniziativa anti guerra. «Attenzione! Se non vi presenterete a un centro per il reclutamento militare entro la data indicata, saranno imposte a vostro carico misure restrittive», si legge nella lettera inviata a un residente di San Pietroburgo. La legge per l'invio delle notifiche elettroniche, e le conseguenti sanzioni in caso di non adempimento, è stata varata in tempi record lo scorso 14 aprile.
Ore 12:16 - Tajani: «Noi in prima fila nella ricostruzione dell'Ucraina. La Russia paghi per i danni»
«La ricostruzione è parte fondamentale dell'azione di vicinanza che noi italiani, noi europei, vogliamo concretamente dimostrare all'Ucraina. È un passo importante perché l'Ucraina sarà parte importante dell'Ue e del mercato unico. È giusto quindi che si inizi a lavorare. La ricostruzione inizia ora e noi vogliamo essere in prima fila, ponendone le basi». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani alla plenaria della Conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina a Roma. Aggiungendo: «La Russia dovrà pagare per le distruzioni compiute in Ucraina».
Ore 12:34 - Cremlino: «Potremmo controllare altre aziende straniere»
Dopo aver acquisito il controllo dell'azienda tedesca Unipro e della finlandese Fortum, la Russia potrebbe trasferire sotto l'amministrazione temporanea dello Stato le proprietà di altre società straniere. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Ore 12:42 - Kuleba: «Vinceremo la guerra ed entreremo presto nell'Ue»
«L'Ucraina vincerà questa guerra, la vittoria significherà restituire al Paese la sua integrità territoriale». Lo ha detto il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba alla conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina in corso a Roma. Aggiungendo: «Diventeremo membri dell'Ue e questo accadrà quanto prima».
Kuleba ha anche ringraziato l'Italia per il sostegno: «L'interesse dimostrato dalle imprese italiane è la notizia migliore che potessimo ricevere atterrando a Roma. Ringrazio le istituzioni e le aziende per essere al fianco dell'Ucraina e per un impegno di lunga durata. I contatti tra i nostri governi sono più dinamici che mai».
Ore 12:54 - Dieci diplomatici norvegesi espulsi dalla Russia
Dieci diplomatici norvegesi sono stati espulsi dalla Russia. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri citato dall'agenzia Ria Novosti.
Ore 13:12 - Meloni: «La pace è possibile ma non può essere una resa»
«Diamo sostegno anche al piano di pace in 10 punti: crediamo nella possibilità di soluzione diplomatica a patto che non si pensi che la soluzione del conflitto possa essere la resa di un Paese aggredito, perché sarebbe ingiusto e costituirebbe un mondo in cui diritto del più forte vince sul diritto e non conviene a nessuno. Alla pace si potrà arrivare solo quando la Russia cesserà le ostilità e gli attacchi agli obiettivi civili». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell'Ucraina.
Ore 13:27 - Prigozhin: «La controffensiva ucraina scatterà dopo il 2 maggio»
La controffensiva ucraina scatterà dopo il 2 maggio, e potrebbe anche coincidere con il 9 maggio, data in cui la Russia festeggia l'anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale. Lo ha detto Yevgeny Prigozhin, il capo della compagnia privata militare Wagner, in un audio postato sul suo canale Telegram. Secondo Prigozhin, la controffensiva scatterà dopo che avrà smesso di piovere, per consentire di avanzare ai mezzi pesanti, che attualmente sono bloccati dal fango. «L'ultima pioggia - sottolinea - è prevista il 2 maggio. Poi ci vorrà un'altra settimana perché il terreno si asciughi. A quel punto le forze ucraine saranno pronte a muoversi. Lo faranno il 9 maggio, per rovinarci la festa? Forse sì, forse no».
Ore 13:28 - Zelensky: «Lungo e significativo colloquio con Xi»
«Ho avuto una telefonata lunga e significativa con il presidente cinese Xi Jinping. Credo che questo colloquio, così come la nomina dell'ambasciatore dell'Ucraina in Cina, darà un forte impulso allo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali». Lo ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Twitter.
Un dialogo telefonico tra Zelensky e Xi — il primo —, era stato chiesto dal governo ucraino oltre un mese fa, quando il presidente cinese si era recato a Mosca per incontrare Putin.
Ore 13:47 - Zelensky: «Non cederemo mai i nostri territori»
Dopo la telefonata con il presidente cinese Xi Jinping, Zelensky ha parlato in videocollegamento alla Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell'Ucraina in corso oggi a Roma. E ha precisato: «L'Ucraina non cederà mai i suoi territori. Anche se molti territori sono stati distrutti, noi li vogliamo ricostruire».
Ore 13:54 - Quanti Putin ci sono? Kiev torna sull'ipotesi sosia. Peskov: «Bugie»
(di Fabrizio Dragosei) Ma quali sosia, figuriamoci! Al Cremlino hanno dovuto smentire sdegnati per l’ennesima volta la voce sull’esistenza di «controfigure» di Vladimir Putin da usare al momento opportuno. Il leader è sempre «super attivo, sta benissimo e siamo noi collaboratori che spesso facciamo fatica a stargli dietro». Il fedele Dmitrij Peskov è intervenuto nuovamente: «Un’altra bugia». Anche adesso la congettura arriva dai servizi segreti ucraini che non hanno digerito il fatto che il presidente russo sia comparso nei giorni scorsi in zone di guerra nelle regioni di Kherson e Lugansk , territori che Kiev rivendica.
Ore 14:01 - Xi a Zelensky: «Nessun vincitore in una guerra nucleare»
«Il dialogo e la negoziazione sono l'unica via d'uscita praticabile», secondo il presidente cinese Xi Jinping che, nella sua prima telefonata dallo scoppio della guerra con la controparte Volodymyr Zelensky, ha voluto sottolineare che «non ci sono vincitori in una guerra nucleare». Nell'affrontare la questione nucleare, «tutte le parti interessate dovrebbero rimanere calme e sobrie, concentrarsi veramente sul futuro e sul destino di se stesse e di tutta l'umanità, e gestire e controllare congiuntamente la crisi», ha aggiunto Xi, nel resoconto del network statale Cctv.
Ore 14:07 - Meloni: «Roma si candida a ospitare Recovery Conference 2025»
«È nostro compito aiutare l'Ucraina a scrivere il nuovo capitolo della sua storia, e l'Italia ha le carte in regola per essere protagonista, non solo per la determinazione, la credibilità con cui ha fatto le sue scelte e senza mai tentennare, ma anche perché nel 2024 sarà presidente di turno del G7, è stata protagonista di tutte le grandi scelte di questi anni e perché si candida a ospitare nel 2025 la Ukraine Recovery Conference, una conferenza molto più grande di questa, per segnare la nostra volontà ad andare avanti su questo terreno». Così la premier Giorgia Meloni, alla Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell'Ucraina.
Ore 14:16 - Meloni: «L'Italia può aiutare il miracolo economico ucraino»
«L'Italia può contribuire a realizzare un miracolo economico ucraino». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, nell'intervento a conclusione della Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell'Ucraina, citando il boom italiano del dopoguerra.
Ore 14:20 - Zakharova: «Kiev rifiuta ogni iniziativa per la pace»
Kiev «rifiuta ogni sana iniziativa per la soluzione del conflitto». Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in un commento alla telefonata tra il presidente cinese Xi Jinping e quello ucraino Volodymyr Zelensky. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti. «Le autorità ucraine e i loro curatori occidentali — ha aggiunto — hanno già dimostrato la loro capacità di ostacolare le iniziative di pace. Pertanto, qualsiasi appello alla pace difficilmente può essere adeguatamente percepito dai burattini controllati da Washington».
Ore 14:44 - Zelensky e Xi Jinping, un’ora di telefonata: «La Cina invierà un rappresentante a Kiev»
(di Guido Santevecchi) Dopo un anno di ritardo e mesi di appelli dalla comunità internazionale, Xi Jinping ha finalmente parlato con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La telefonata è stata annunciata da Pechino: la signora Hua Chunying, assistente ministro degli Esteri e portavoce ha twittato la notizia in inglese e poi in russo. Poco dopo, sempre su Twitter, la prima dichiarazione di Zelensky. «Ho avuto una lunga e significativa conversazione al telefono con il presidente cinese, spero in uno sviluppo importante nelle relazioni bilaterali» tra Kiev e Pechino. La telefonata è durata circa un’ora, dicono fonti ucraine. La tv statale di Pechino ha riferito che Xi ha detto a Zelensky che «dialogo e negoziato sono la sola via d’uscita» dal conflitto con la Russia. Xi ha aggiunto che Pechino invierà un rappresentante speciale a Kiev per colloqui diretti a risolvere la crisi.
Ore 15:25 - Mattarella: «Serve una pace giusta. L’Ucraina entri nella Ue il prima possibile»
L’Italia sosterrà l’Ucraina «finché sarà necessario» per arrivare a una pace, ma che sia una «pace giusta». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che riceve al Quirinale il primo ministro di Kiev Denys Shmyhal tocca temi centrali nella questione Ucraina dettando la linea politica italiana nel giorno in cui a Roma si apre la Conferenza bilaterale tra istituzioni e imprenditori dedicata alla discussione di interventi e progetti attraverso i quali l’Italia può offrire contributi concreti alla resilienza e alla ricostruzione dell’Ucraina.
Ore 15:33 - Giornalista di Repubblica ferito a Kherson
L'inviato di Repubblica in Ucraina, Corrado Zunino, è stato ferito vicino a Kherson. L'auto sulla quale viaggiava è stata colpita e lui è stato ferito a una spalla. Non si hanno notizie del collaboratore che viaggiava con lui.
Ore 15:53 - La Russa riceve primo ministro Kiev Shmyhal
Il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha ricevuto a Palazzo Madama il Primo Ministro d’Ucraina, Denys Shmyhal. Lo comunica palazzo Madama.
Ore 15:55 - John Kirby, portavoce del Consiglio per la sicurezza americana: «Bene la telefonata tra Zelensky e Xi»
«Siamo contenti che Xi e Zelensky si siano parlati. È da tempo che chiediamo che la Cina ascolti la prospettiva ucraina». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza americana, John Kirby, in un briefing con la stampa. «Non possiamo sapere se questa telefonata portare a qualcosa. Sta all’Ucraina e Zelensky decidere se vogliono sedersi al tavolo dei negoziati per la pace», ha sottolineato.
Ore 15:56 - Prigozhin smentisce le perdite in un raid jihadista nel Mali
Il capo della compagnia russa Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha affermato che nessuno dei suoi mercenari risulta tra le vittime dell’attacco di matrice jihadista avvenuto nel fine settimana nel Mali centrale. Il gruppo islamista Gsim ha rivendicato l’attacco kamikaze di sabato a Sevare, in cui sarebbero stati uccisi o feriti decine di soldati maliani e di «mercenari» russi. «Posso dire che, secondo le mie informazioni, non ci sono state assolutamente vittime di Wagner a Sevare», ha affermato Prigozhin sui social media. «Jabhat al-Nusra, Al-Qaeda e altre organizzazioni provano a vantarsi, ma sono indebolite da diversi anni e non sono in grado di attaccare», ha aggiunto, chiamando Gsim con il suo nome arabo, il cui acronimo è Jnim. La presenza di Wagner è stata riportata in aree di conflitto che includono l’Ucrain, la Siria, la Libia, il Mali e la Repubblica Centrafricana, dove il gruppo è stato accusato di abusi. La giunta militare del Mali ha iniziato a collaborare l’anno scorso con la compagnia russa, definendo i suoi membri «istruttori». «Sul fronte dei terroristi, per quanto ne so, ci sono forti perdite. L’esercito maliano ha un controllo perfetto in Mali», ha dichiarato Prigozhin. Bamako ha reso noto che nel raid a Sevare sono morti dieci civili e tre soldati, insieme a decine di jihadisti, mentre Gsim ha ammesso il decesso di 15 islamisti.
Ore 15:57 - Nuovo scambio di prigionieri Russia-Ucraina, circa 40 per parte
Un nuovo scambio di prigionieri è avvenuto oggi tra Russia e Ucraina, con la liberazione di 44 ucraini e 40 russi. Lo hanno reso noto le due parti citate dalle agenzie dei rispettivi Paesi. Lunedì il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, aveva detto che dall’inizio del conflitto erano già stati scambiati oltre 2.200 prigionieri per parte e che ci si stava avvicinando a uno scambio «tutti per tutti».
Ore 16:01 - Ferito in Ucraina Corrado Zunino, inviato di Repubblica: era vicino a Kherson
(dal nostro inviato, Lorenzo Cremonesi) Corrado Zunino giornalista e inviato di Repubblica in Ucraina è rimasto ferito durante l’attacco di un drone a Kherson.
Il giornalista ferito alla spalla si trova ora in ospedale e non appare in gravi condizioni. Non si hanno invece notizie ancora sulla sorte del collaboratore di Zunino che si trovava con lui in automobile. I due si trovavano in automobile su un ponte nella zona di Kherson quando sono stati colpiti da un drone russo. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rassicura sulle condizioni di Zunino: «Sta bene ed è seguito dalla nostra Ambasciata a Kiev. Sono insieme al Ministro Kuleba che mi ha assicurato la collaborazione delle autorità ucraine. Ho espresso solidarietà al direttore Molinari».
Ore 16:08 - Il peso delle aspettative di Kiev (e degli alleati occidentali) sulla controffensiva
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’offensiva ucraina deve ancora cominciare oppure è già iniziata con azioni limitate. Indiscrezioni ipotizzano che sarà a maggio, non appena i ranghi saranno al completo di uomini e mezzi. Speculazioni sommate alle aspettative.
Ore 16:34 - Telefonata tra Xi e Zelensky: la diplomazia cinese si muove (mentre quella americana dorme)
(Federico Rampini) La diplomazia cinese si muove, quella americana è in vacanza? Metto a confronto due vicende apparentemente molto lontane. Da una parte c’è la telefonata di Xi Jinping a Vladimir Zelensky. Dall’altra c’è la scandalosa «sede vacante» in Via Veneto a Roma, dove manca da un’eternità un vero ambasciatore americano: Joe Biden ancora non ha designato il suo candidato a rappresentare gli Stati Uniti in Italia.
Ore 16:48 - Un aereo militare russo si è schiantato nella regione di Murmansk
Un aereo militare russo si è schiantato nella regione di Murmansk, nel Nord dell’Ucraina, dopo avere preso fuoco. Lo riporta la Tass.
Ore 17:24 - Mosca: «L’istituto di cultura a Cipro attaccato con Molotov»
È stato provocato da un attacco con il lancio di bottiglie Molotov l’incendio che oggi ha gravemente danneggiato l’Istituto di cultura russo a Nicosia. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, affemando che si è trattato di «un atto terroristico». «Sono sicura che i terroristi fossero sostenitori del regime di Kiev», ha aggiunto Zakharova su Telegram, aggiungendo che «fortunatamente nessuno è rimasto ferito».
Ore 17:27 - Il premier ucraina Shmyhal: «Anche se Putin userà l’atomica continueremo a lottare»
Qualora il presidente russo Vladimir Putin dovesse decidere di usare l’arma atomica l’Ucraina continuerà a lottare. Lo ha detto il premier ucraino Denys Shmyhal nell’intervista che sarà trasmessa stasera a «Porta a porta». «Come reagirà l’Occidente va chiesto a loro ma credo che se uno Stato nucleare usa quest’arma per un attacco terrorista, questo Stato deve essere riconosciuto come terrorista e con i terroristi non si negozia», ha detto Shmyhal.
Ore 18:00 - Kuleba: «Le forze armate sono in contatto con Zunino, lo aiuteranno»
«Nel momento in cui ho appreso la notizia di questo evento infausto, ho contattato le nostre forze militari che mi hanno dato i dettagli del caso. Sono entrati in contatto con il giornalista e faranno tutto quello che possono per aiutarlo». Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a Skytg24 sul ferimento in Ucraina del giornalista italiano Corrado Zunino. Il ministro ha confermato che il collaboratore che accompagnava il collaboratore di Repubblica è rimasto ucciso sotto i colpi dei russi. «Ai russi non interessa se sei russo, italiano o ucraino, loro semplicemente sparano», ha aggiunto Kuleba.
Ore 18:08 - Kuleba insiste: «Il Papa è benvenuto a Kiev quando vuole»
«Accoglieremmo il papa a braccia aperte, l’Ucraina è con il papa per la pace. Il nostro invito è ancora valido, è un invito permanentemente aperto, può venire in qualsiasi momento». Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, a Skytg24. «Non so perché non sia ancora venuto: noi abbiamo dei colloqui con il Vaticano e l’invito non è stato respinto, ma non abbiamo ancora una data ufficiale per una visita del Papa», ha aggiunto, dicendosi convinto che «le persone in Ucraina apprezzerebbero tantissimo e sarebbero liete di accogliere il Papa in questo periodo» così buio.
Ore 18:20 - Procuratore Kiev: «Aperti 80 mila casi per crimini di guerra»
«Al momento stiamo indagando su più di 80mila casi di possibili crimini di guerra. Il numero di crimini è alto, dovuto soprattutto al fatto che le ostilità si tengono in aree urbane». Così il procuratore generale ucraino, Andriy Kostin, durante un’audizione alla commissione Libertà civili del Parlamento europeo. «I russi puntano alle infrastrutture civili critiche durante l’inverno per far morire di fame e di freddo la popolazione. Deportano minori e li sottopongono ad adozioni forzate e rieducazione, questi sono segnali di una campagna di persecuzione che mira all’esistenza stessa dello stato ucraino», ha spiegato il procuratore.
Ore 19:07 - Zelensky sente Meloni: «Grazie per l’instancabile sostegno»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su Twitter di aver sentito al telefono il primo ministro Giorgia Meloni. «L’ho ringraziata per aver tenuto la Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina e per la sua leadership personale nell’instancabile sostegno agli ucraini. Abbiamo discusso dell’ulteriore cooperazione nel settore della difesa e dei prossimi eventi internazionali», ha scritto il leader ucraino.
Ore 19:32 - Bild: «Kiev ha provato a uccidere Putin con un drone»
Domenica scorsa i servizi segreti ucraini avrebbero tentato di uccidere Vladimir Putin con un drone esplosivo. Sebbene l’agguato sia fallito, il tentativo sarebbe stato tenuto segreto dalle autorità russe. Lo scrive la Bild. Nel pomeriggio del 23 aprile sarebbe stato fatto partire dall’Ucraina un drone UJ-22 con una portata fino a 800 km e con a bordo «30 blocchi di esplosivo C4, per un peso totale di 17 kg». L’obiettivo sarebbe stato il parco industriale di Rudnevo, vicino Mosca, in cui avrebbe potuto esserci una visita di Putin. Il drone è però precipitato 20 km prima. Non è chiaro se la visita di Putin sul posto ci sia mai stata.
Ore 19:58 - Ue: «Positiva la telefonata tra Zelensky e Xi»
«È positivo che la chiamata tra i presidenti Zelensky e Xi abbia finalmente avuto luogo e che i canali di comunicazione siano aperti. L’Ue ha sempre incoraggiato la Cina a condividere la responsabilità globale di difendere e sostenere la Carta dell’Onu e principi del diritto internazionale». È quanto riferisce un alto funzionario Ue a proposito del colloquio telefonico tra i due leader. L’Ue, aggiunge l’alto funzionario, «prende atto dell’intenzione della Cina di inviare un inviato speciale in Ucraina (e in altri Paesi)» e «resta in attesa di maggiori dettagli su questa iniziativa».
Ore 20:30 - Portavoce von der Leyen: telefonata chiesta durante l’incontro con Xi
«Accogliamo questa telefonata. La presidente von der Leyen e il presidente Macron avevano trasmesso la richiesta del presidente Zelensky per un colloquio telefonico durante il loro incontro con il presidente Xi a Pechino». Lo afferma Eric Mamer, il portavoce della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. «È un primo passo importante e atteso da tempo dalla Cina nell’esercizio delle proprie responsabilità in qualità di membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. La leadership cinese deve usare la sua influenza per portare la Russia a porre fine alla sua guerra di aggressione, ripristinare l’integrità territoriale dell’Ucraina e rispettare la sua sovranità, come base per una pace giusta», aggiunge Mamer.
Ore 21:25 - Procura Kiev: oltre 10mila civili uccisi da inizio guerra
Il procuratore generale ucraino, Andriy Kostin, ritiene che siano oltre 10mila i civili rimasti uccisi dall’inizio della guerra. «Ad oggi sono stati registrati oltre 80mila crimini di guerra commessi dalla Federazione Russa in Ucraina. Oltre 10mila civili sono stati uccisi, oltre 13mila feriti e oltre 98mila infrastrutture civili sono state danneggiate o distrutte», ha detto Kostin in un’informativa alla commissione Giustizia, Libertà Civili e Interni del Parlamento Ue, secondo quanto riferisce la sua pagina Facebook, rilanciata da Ukrinform.
Ore 02:02 - Kiev, missili russi su Mykolaiv, un morto e 15 feriti
Le forze russe hanno lanciato un attacco contro Mykolaiv, uccidendo una persone e ferendone altre cinque. Lo riporta il Kiev Independent, spiegando che la regione è stata colpita da quattro missili S-300. Almeno uno di questi ha colpito un edificio residenziale a più piani, mentre un altro una residenza privata.
Ore 02:07 - Biden, Usa e Corea del Sud al fianco del popolo ucraino
Stati Uniti e Corea del Sud insieme «nel sostegno al popolo dell’Ucraina». Lo scrive il presidente Joe Biden nel suo account ufficiale di Twitter, a commento della visita alla Casa Bianca del presidente Yoon Suk Yeol. I due Paesi, ha commentato Biden, «condividono l’impegno al fianco del popolo dell’Ucraina contro il brutale assalto alla loro democrazia». «La questione — ha aggiunto — della flagrante violazione della legge internazionale da parte della Russia è importante per i Paesi ovunque, non solo in Europa».
Estratto dell'articolo di repubblica.it il 26 aprile 2023.
Il nostro inviato Corrado Zunino e il suo fixer Bogdan Bitik sono stati vittime di un agguato, molto probabilmente di cecchini russi, alle porte di Kherson, nel Sud dell'Ucraina. Bitik purtroppo non ce l'ha fatta ed è morto: lascia la moglie e un figlio. Corrado, ferito a una spalla, è ricoverato all'ospedale civile di Kherson.
"Abbiamo passato tre check-point, Bogdan ha parlato con i militari ucraini e ci hanno fatto passare senza problemi. Non era una zona di combattimenti. Poi siamo stati colpiti, ho sentito un sibilo e ho visto Bogdan a terra, non si muoveva, ho strisciato fino a togliermi dalla fila del fuoco. Ho corso fino a quando non ho incrociato un'auto di un civile. Ero pieno di sangue, mi sono fatto portare fino all'ospedale di Kherson. Ho quattro ferite ma sono stato curato perfettamente. Ho provato più volte a chiamare Bogdan, non rispondeva. Era un mio grande amico, è una sofferenza atroce", ci ha raccontato Corrado al telefono.
I due viaggiavano facendosi chiaramente riconoscere come giornalisti. "Avevo il giubbotto con la scritta Press", ci ha detto Corrado. Dalle foto si vede che dal lato anteriore del giubbotto, ora sequestrato dalla polizia, è stato estratto da un proiettile. [...]
Corrado Zunino, inviato di Repubblica ferito in Ucraina vicino a Kherson. Ucciso il suo interprete. Redazione CdG 1947 su Il Corriere del Giorno il 26 Aprile 2023
I due reporter viaggiavano come giornalisti facendosi chiaramente riconoscere . "Avevo il giubbotto con la scritta Press", ha raccontato Zunino. Dalle foto pubblicate dal quotidiano La Repubblica si vede che il giubbotto, ora sequestrato dalla polizia, è stato colpito da un proiettile.
Il collega Corrado Zunino giornalista ed inviato di Repubblica in Ucraina è rimasto ferito durante l’attacco di un gruppo di cecchini russi nella cittadina Kherson. Il suo collaboratore Bogdan Bitik rimasto colpito è deceduto. Zunino ferito alla spalla adesso si trova in ospedale e non appare in gravi condizioni . Il suo collaboratore che si trovava con lui in automobile su un ponte nella zona di Kherson quando sono stati colpiti da un drone russo, purtroppo è morto.
“Ci hanno colpito, ho visto Bogdan a terra, non si muoveva, ho strisciato fino a togliermi dalla fila del fuoco. Ho corso fino a quando non ho incrociato un’auto di un civile. Ero pieno di sangue, mi sono fatto portare fino all’ospedale di Kherson. Ho provato più volte a chiamare Bogdan, non rispondeva. Era un mio grande amico, è una sofferenza atroce”, ha raccontato al telefono Corrado Zunino al suo giornale .
I due reporter viaggiavano come giornalisti facendosi chiaramente riconoscere . “Avevo il giubbotto con la scritta Press”, ha raccontato Zunino. Dalle foto pubblicate dal quotidiano La Repubblica si vede che il giubbotto, ora sequestrato dalla polizia, è stato colpito da un proiettile.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rassicura sulle condizioni di Zunino: “Sta bene ed è seguito dalla nostra Ambasciata a Kiev. Sono insieme al Ministro Kuleba che mi ha assicurato la collaborazione delle autorità ucraine. Ho espresso solidarietà al direttore Molinari“.
“Nel momento in cui ho appreso la notizia di questo evento infausto, ho contattato le nostre forze militari che mi hanno dato i dettagli del caso. Sono entrati in contatto con il giornalista e faranno tutto quello che possono per aiutarlo”, ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a Skytg24. Il ministro ha confermato che il collaboratore che accompagnava Zunino è rimasto ucciso sotto i colpi dei russi. “Ai russi non interessa se sei russo, italiano o ucraino, loro semplicemente sparano”, ha aggiunto Kuleba.
“Desidero esprimere i migliori auguri di pronta guarigione al giornalista di Repubblica Corrado Zunino, rimasto ferito ad una spalla durante l’attacco di un drone a Kherson in Ucraina – gli auguri del presidente del Senato, Ignazio La Russa – A lui e al direttore Maurizio Molinari giunga la vicinanza mia personale e del Senato“. Redazione CdG 1947
Ferito in Ucraina Corrado Zunino, inviato di Repubblica: era vicino a Kherson. Ucciso il suo interprete. Lorenzo Cremonesi su Il Corriere della Sera il 26 Aprile 2023
Il reporter è stato colpito a una spalla. Morto Bogdan Bitik che si trovava con il giornalista
Lo contattiamo che sta decollando a bordo di un elicottero militare ucraino da Kherson alla volta di Odessa. Può volare e viaggiare: sta relativamente bene Corrado Zunino, l’inviato 57enne di Repubblica preso di mira ieri dai cecchini russi in una delle aree più calde del conflitto russo-ucraino. Il suo interprete e amico Bogdan Bitik invece non ce l’ha fatta, i soldati ucraini hanno atteso parecchie ore prima di recuperare il suo corpo. Ha una moglie e un figlio piccolo, che adesso la comunità dei giornalisti ucraini e quelli di Repubblica cercano di confortare.
«Sto bene, ho quattro ferite, tre sono dovute a una caduta mentre scappavo, una, quella alla spalla, è stata provocata da un proiettile. Avevo il giubbotto antiproiettile. Probabilmente il colpo che ha ferito me ha anche ucciso Bogdan trapassandogli il petto», racconta Zunino. Kherson è ben nota a noi giornalisti che seguiamo questa guerra. Venne occupata dai russi sin dai primissimi giorni del conflitto e liberata dagli ucraini l’11 novembre. Da allora però i russi si sono attestati dall’altra parte del Dnipro, il grande fiume che sfiora i quartieri orientali della città prima di raggiungere l’estuario verso il Mar Nero.
Nel tratto di fronte a Kherson è largo poco più di un chilometro: un confine naturale, dove però è sufficiente un kalashnikov per uccidere chi transita sull’altra sponda. E infatti i russi tirano in continuazione, notte e giorno. I loro bombardamenti hanno svuotato la città e i raid sono cresciuti negli ultimi giorni, mentre si parla di commando ucraini attestati sulle isolette acquitrinose sulla sponda orientale.
Zunino ci spiega che ieri a metà giornata la situazione era «relativamente tranquilla», si udivano colpi in lontananza. Lui e Bogdan raggiungono in auto il ponte Antonovsky, che l’autunno scorso è stato danneggiato in due punti, oggi non è attraversabile. La popolazione locale evita in tutti i modi di transitare comunque sul lungo fiume. Poco più a nord vi rimase leggermente ferito al collo il giovane giornalista italiano Claudio Locatelli in dicembre. I due scendono dall’auto e proseguono a piedi poche decine di metri lungo il ponte. La situazione è talmente calma che Bogdan non indossa giubbotto o elmetto. Ma i soldati gridano loro «go away». Ricorda ancora Zunino: «Ce ne siamo andati via subito, ho sentito che tra loro dicevano che eravamo della stampa», come del resto si legge anche sulla scritta «press», che lui ha al petto. «Mentre ero di spalle e Bogdan ancora voltato verso la sponda russa, ho sentito un sibilo, una sensazione di bruciore alla spalla e ho visto Bogdan stramazzare». Lui si butta a terra, striscia lontano, raggiunge un’auto che lo porta all’ospedale locale. «La presenza a Roma del ministro degli Esteri ucraino Kuleba facilita le operazioni di soccorso», twitta lo stesso Antonio Tajani.
È l’inviato di guerra di Repubblica. Il giornalista Corrado Zunino ferito in Ucraina: “Sfiorato da proiettile che ha ucciso il mio interprete”. Fabio Calcagni su Il Riformista il 26 Aprile 2023
Corrado Zunino, inviato di Repubblica in Ucraina dove segue il conflitto giunto al 14esimo mese dopo l’invasione russa, è stato ferito oggi alle porte di Kherson, dopo che l’auto su cui viaggiava con il suo fixer è stata colpita.
A riferirlo è lo stesso quotidiano, che sottolinea come Zunino sia stato ricoverato all’ospedale civile di Kherson, per una ferita alla spalla.
Sulla vicenda si è espresso anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Corrado Zunino, giornalista di Repubblica, rimasto ferito ad una spalla durante l’attacco di un drone a Kherson, sta bene ed è seguito dalla nostra Ambasciata a Kiev. Sono insieme al Ministro Kuleba che ha assicurato la piena collaborazione delle autorità ucraine”, scrive su Twitter il titolare della Farnesina.
“Ho informato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed espresso solidarietà e sostegno al Direttore Molinari. Seguiamo eventuali sviluppi”, si legge ancora nel tweet del ministro.
Maggiore informazioni su quanto accaduto a Kherson sono arrivate, via Twitter, dallo stesso Zunino. Il giornalista di Repubblica ha spiegato di esser stato attaccato mentre era in viaggio da Khersone verso Odessa. “Sto bene, ho una ferita alla spalla destra, sfiorata dal proiettile che ha centrato il mio grande amico Bogdan. Credo sia morto, all’inizio del Ponte di Kherson. Un dolore infinito. Avevo il giubbotto con la scritta Press“, il racconto affidato al social del reporter del quotidiano.
Bogdan è il fixer ed interprete di Zunino in Ucraina: l’uomo lascia moglie e figlio, come riporta Repubblica.
Sempre al suo quotidiano Zunino ha raccontato: “Avevo il giubbotto con la scritta Press. Ci hanno colpito, ho visto Bogdan a terra, non si muoveva, ho strisciato fino a togliermi dalla fila del fuoco. Ho corso fino a quando non ho incrociato un’auto di un civile. Ero pieno di sangue, mi sono fatto portare fino all’ospedale di Kherson. Ho provato più volte a chiamare Bogdan, non rispondeva. Era un mio grande amico, è una sofferenza atroce“.
La notizia del ferimento di Zunino è arrivata anche nell’Aula del Senato, dove il parlamentare del Partito Democratico Alessandro Alfieri nel corso del suo intervento dopo l’informativa del ministro Fitto sul Pnrr ha espresso “solidarietà Corrado Zunino colpito a Kherson, solidarietà anche al suo giornale La Repubblica”.
Sulla vicenda sono arrivate anche le parole del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, ospite di SkyTg24: “Nel momento in cui ho appreso la notizia di questo evento infausto, ho contattato le nostre forze militari che mi hanno dato i dettagli del caso. Sono entrati in contatto con il giornalista e faranno tutto quello che possono per aiutarlo“, ha detto il ministro ucraino. Kuleba ha confermato che il collaboratore che accompagnava Zunino è rimasto ucciso sotto i colpi dei russi. “Ai russi non interessa se sei russo, italiano o ucraino, loro semplicemente sparano“.
A dicembre altri due giornalisti italiani erano stati colpiti da russi in un attacco, sempre a Kherson. Claudio Locatelli e Niccolò Celesti denunciarono di esser stati attaccati “intenzionalmente” dai russi nella città per mesi al centro di feroci combattimenti tra le parti, riuscendo però a fuggire.
Un colpo, raccontava in un video Locatelli, “ha danneggiato l’auto. Siamo rimasti bloccati, sotto tiro, prima di metterci in salvo. Ho perso sangue ma la ferita è lieve. Avessi aperto la porta sarei senza una gamba o peggio. La macchina è ben segnalata, l’attacco contro di noi, visto luogo e dinamica, è stato intenzionale. Il tiro proveniva dalla sponda oltre il Nipro, dove si trova l’esercito russo“.
Fabio Calcagni. Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.
Estratto dell’articolo di Corrado Zunino per la Repubblica il 27 aprile 2023.
Ho sentito i colpi, un bruciore alla spalla e ho visto Bogdan cadere a terra a un metro da me. Pochi secondi. È morto davanti ai miei occhi. Una sofferenza atroce. Bogdan era un grande amico e un giornalista di valore.
Lavoravamo insieme da mesi. In tutte e cinque le mie missioni in Ucraina ho avuto lui al mio fianco. Lunedì sera eravamo arrivati a Mykolaiv con l'obiettivo di muoverci verso Kherson, a Sud, per raccontare la controffensiva ucraina. Dal 20 aprile ci sono notizie di incursioni delle forze di Kiev al di là del ponte Antonovsky, nella zona sotto controllo dei russi. Abbiamo organizzato il viaggio con le attenzioni e le prudenze sempre usate.
(…)
Il corpo di Bogdan
Ci avviciniamo al ponte Antonovsky perché dal 20 e poi dal 22 aprile ci sono evidenze di incursioni ucraine sull'altra sponda. Lasciamo la macchina e saliamo la rampa. Non si sentono esplosioni né rumori di droni, ci fermiamo per filmare il ponte che è parzialmente distrutto in due punti. Ci sono dei militari ucraini a circa 20 metri da noi. Ho addosso il giubbotto antiproiettili blu con la scritta bianca "press", "stampa", e in testa l'elmetto.
All'improvviso gli ucraini urlano "go away, go away", andate via, e "press, press". Sono pochi secondi: mi giro per tornare verso la macchina che è a 30 metri dai noi, Bogdan rimane fermo, sento un colpo da dietro, la spalla che brucia. Mi giro sperando che Bogdan mi stia seguendo, ma lui non si muove, è a terra. Pochi metri e cado anche io. Perdo sangue dalla spalla e cadendo mi ferisco a una mano, al ginocchio, al naso. Non capisco da dove arrivi. Siamo ancora sotto tiro.
Scoprirò dopo in ospedale che un terzo proiettile si è conficcato anche nella parte anteriore del mio giubbotto, che la polizia ucraina ha sequestrato per le indagini. Mi rialzo, decido di non tornare alla macchina perché sarei ancora un bersaglio, corro, vedo i due militari ucraini nel check-point nel pilone, li guardo per capire da dove provengano gli spari. Nulla. Continuo a correre.
Sulla strada verso Kherson incrocio una macchina civile, gli faccio segno di fermarsi. Ho il sangue che mi cola dal naso, ferite da caduta in tre punti e una quarta ferita da proiettile alla spalla destra. L'uomo alla guida è uno del quartiere, gli chiedo di portarmi al primo ospedale. In macchina mi parla, racconta del momento in cui la zona è stata liberata dai russi, io continuo a chiamare Bogdan sul cellulare, ancora e ancora. Non risponde. Due ore dopo mi dicono che il suo corpo è lì, sempre lì, sul terreno: è troppo pericoloso andarlo a prendere sotto il tiro dei cecchini.
Il trasporto verso l'ospedale
Arrivo all'ospedale di Kherson. Ci sono tre donne alla reception e un medico: mi controllano le ferite, mi fanno le analisi. Arrivano la polizia e le forze speciali ucraine. C'è Dmytro, il responsabile dell'ufficio stampa militare delle Forze Sud. È il primo a dirmi: "Sniper", cecchini, "possono tirare anche da così lontano, 400-500 metri". La polizia sequestra il mio giubbotto: dovranno analizzare il proiettile che si è conficcato all'interno dell'intelaiatura per capire chi ha sparato. Mi dicono che del mio caso si sta occupando l'ufficio di presidenza. Mi portano in ambulanza, un'ora di viaggio in direzione Mykolaiv.
Nel tragitto un sergente medico mi mostra sul telefono la foto di un bambino di 12 anni completamente coperto di sangue per un bombardamento in casa. Mi racconta che i russi sparano su tutto, che i medici sono il primo target. In una piazzola vengo prelevato con un elicottero militare, viaggiamo per un'ora a quota bassa fino alla clinica militare di Odessa.
Il mio amico Bogdan Bitik
Ripenso a un anno fa, a giugno. Con Bogdan eravamo andati a Lysychansk per aiutare un gruppo di ucraini che cercavano di scappare dalle bombe. Portammo in salvo quattro donne della stessa famiglia fino a Bakhmut, che all'epoca non era il deserto di macerie che è oggi. Bogdan era generoso. Un ucraino che stava dalla parte della sua gente ma voleva anche capirne i difetti. Cercava di essere comprensivo con le persone, con le loro paure, non si scontrava mai con nessuno. Era di una grande intelligenza. Due sere fa gli ho detto: "Quando torno in Italia ad agosto vieni su con me, in Liguria, e festeggiamo il mio compleanno". Mi ha risposto: "L'Italia. Mi piacerebbe tanto. Ma non credo che mi faranno ancora uscire dall'Ucraina".
Chi è Corrado Zunino il reporter di Repubblica ferito a Kherson in un agguato. Umberto De Giovannangeli su Il Riformista il 27 Aprile 2023
L’America calza l’elmetto. L’Europa latita o invia armi. La diplomazia parla cinese. “Ho avuto una telefonata con il presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping. Durante la conversazione, durata un’ora, abbiamo discusso una serie di questioni di attualità delle relazioni bilaterali. Particolare attenzione è stata rivolta alle modalità di una possibile cooperazione per stabilire una pace giusta e sostenibile per l’Ucraina”. È quanto scrive in un messaggio su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato a Zelensky che la Cina “è sempre stata dalla parte della pace”.
Lo ha riferito l’emittente cinese Cctv dando notizia del colloquio telefonico tra i leader. La “posizione fondamentale” della Cina è quella di “promuovere colloqui per la pace”, ha detto Xi. La conversazione tra i due presidenti, la prima dall’inizio dell’offensiva russa, ha avuto luogo su iniziativa di Kiev, secondo quanto afferma il governo cinese. La Cina non sceglierà di essere uno “spettatore” della “crisi ucraina” né di “gettare benzina sul fuoco” o di sfruttare la situazione per i propri interessi. Ha detto il leader cinese al presidente ucraino, secondo quanto riporta l’agenzia cinese Xinhua che evidenzia il ruolo della Cina come membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e “grande Paese responsabile”. Le azioni del gigante asiatico, ha detto Xi, sono “alla luce del sole” e “perfettamente legittime”.
Washington gioca di rimessa. “Siamo contenti che Xi e Zelensky si siano parlati. E’ da tempo che chiediamo che la Cina ascolti la prospettiva ucraina”, ha dichiarato il portavoce del Consiglio per la sicurezza americana, John Kirby. “Non possiamo sapere se questa telefonata può portare a qualcosa. Sta all’Ucraina e Zelensky decidere se vogliono sedersi al tavolo dei negoziati per la pace”, ha sottolineato. Intanto la guerra non risparmia i giornalisti. L’inviato di Repubblica Corrado Zunino e il suo fixer Bogdan Bitik sono stati vittime di un agguato di cecchini russi ieri alle porte di Kherson, nel Sud dell’Ucraina. Bitik purtroppo non ce l’ha fatta ed è morto: lascia la moglie e un figlio. Zunino ferito a una spalla, è ricoverato all’ospedale civile di Kherson.
Sempre ieri è andata in scena a Roma, al Palazzo dei Congressi all’Eur, la Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina. “Crediamo nella possibilità di una soluzione diplomatica a patto che non si pensi che la soluzione del conflitto possa essere la resa di un Paese aggredito”, ha affermato la premier Giorgia Meloni nel suo intervento. “E’ nostro compito aiutare l’Ucraina a scrivere un nuovo capitolo della sua storia e l’Italia ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista, per la determinazione, la credibilità con cui abbiamo fatto le nostre scelte e non abbiamo mai tentennato ma anche perché nel 2024 sarà presidente di turno del G7, è stata protagonista in tutte le grandi scelte fatte in questi anni”, dice, candidando il nostro Paese a ospitare nel 2025 la Ukraine recovery conference. A rompere l’idillio sono le Ong.
Dice a Il Riformista Silvia Stilli, portavoce dell’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (Aoi), che rappresenta più di 500 organizzazioni non governative, interne e internazionali: “La ricostruzione passa dal business nessuno spazio per la ricostruzione del tessuto sociale. Non parlano di sociale per sostenere il ritorno a casa nè Italia nè Ucraina. Tajani ha citato come nota di colore organizzazioni e cittadini che portano aiuti e accolgono ma ha fatto intendere che l’umanitario coinvolgerà principalmente le imprese. Terzo Settore out”. “Le Ong – rimarca Stilli – sono state invitate senza poter parlare nei gruppi di lavoro. Tutto solo business”.
Umberto De Giovannangeli. Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.
Biografia geopolitica. Come i cosacchi sono diventati il simbolo dell’identità ucraina. Yaroslav Hrytsak su L'Inkiesta il 27 Aprile 2023
Come spiega Yaroslav Hrytsak nel suo saggio “Storia dell’Ucraina” (Il Mulino), senza il cosaccato non è possibile scrivere la storia ucraina
Il cosaccato ucraino è il simbolo centrale dell’identità ucraina. Come i polacchi si ritengono gli eredi della szlachta, così molti ucraini ritengono di essere gli eredi dei cosacchi. In particolare, l’inno nazionale ucraino definisce gli ucraini appartenenti alla «progenie cosacca». Il pubblicista russo-ucraino contemporaneo Anatolij Stryljanyj ha descritto il ruolo del cosaccato come nucleo dell’identità ucraina in un altro modo. Il cosaccato come fenomeno, ha sottolineato, esisteva sia nella storia russa che in quella ucraina. Ma la storia della Russia può essere scritta anche senza i cosacchi; invece, senza il cosaccato non è possibile scrivere la storia ucraina.
Inizialmente nel cosaccato l’elemento nazionale era quasi assente. Rappresentava piuttosto un tipico fenomeno di confine: organizzazioni brigantesche che sorgevano ai confini degli ultimi insediamenti tra le terre coltivate e la steppa euroasiatica – sugli Urali, lungo il Don e il Kuban e sul basso corso del Niprò. Il cosaccato era una particolare organizzazione sociale.
Metaforicamente i cosacchi possono essere definiti «pirati della steppa» e, con riferimento alle loro continue incursioni sulle coste turche, persino pirati del Mar Nero. Gli storici opterebbero per un termine più preciso e universale: «banditi sociali». In questo termine non c’è nulla di offensivo. «Banditi sociali» furono Robin Hood, lo slovacco e polacco Janosyk, l’americano Billy the Kid e l’ucraino Oleksa Dovbuš. Loro, così come i cosacchi della Sič, li conosciamo per i soprannomi (appellativi). Dal momento che rapinavano prevalentemente gli aristocratici, che nella società contadina spesso erano anche «stranieri» (Robin Hood era anglosassone, l’aristocrazia normanna), nell’immaginazione della gente semplice erano assurti al ruolo di eroi della lotta contro l’oppressione sociale e nazionale. Le storie sui «banditi sociali» venivano celebrate nei canti popolari e diventavano il soggetto dei romanzi d’avventura.
(…)
I cosacchi vissero una vita libera ma piena di pericoli. Il pericolo era il prezzo da pagare per la libertà. Il loro principale insediamento era la Zaporiz’ka Sič, un accampamento-fortezza di legno nascosto in luoghi che già conosciamo dai manoscritti bizantini: oltre le rapide del Niprò, lungo quello che una volta era il cammino «dai variaghi ai greci». Si ritiene che la prima Sič fosse stata costruita intorno al 1550. Da allora e fino al 1775, quando la distrussero gli eserciti russi, il luogo in cui si trovava la Sič cambiò almeno otto volte. Ma ogni volta veniva ricostruita secondo uno schema che veniva replicato in luoghi dotati di difese naturali – nelle isole dei fiumi, nascoste tra le sponde paludose. Lì vivevano i cosacchi.
La maggioranza dei cosacchi non viveva nella Sič, ma nelle terre circostanti. Essi si riunivano nella Sič durante le azioni militari. Gli stessi cosacchi non trascorrevano tutto il tempo impegnati esclusivamente nelle campagne militari. Essi si occupavano, così come il resto della popolazione non cosacca, dei lavori della terra, dell’artigianato, della pesca e del commercio. Tuttavia, la vita in una condizione di costante pericolo dettava le sue regole. Alle donne era severamente vietato l’ingresso nella Sič.
I cosacchi erano noti per la severa disciplina durante le operazioni militari. Durante le spedizioni per mare l’acquavite era severamente proibita, i trasgressori erano puniti con la morte. I cosacchi erano noti anche per il forte senso di solidarietà (fratellanza) e l’ethos egualitario: quando nella Sič eleggevano il košovyj (leader militare), lo ricoprivano di spazzatura affinché non si insuperbisse.
Un altro requisito per la sopravvivenza era l’apprendimento dell’arte della guerra, e la tecnica degli uomini della steppa rimase la migliore fino alla fine del XVI secolo. Di conseguenza l’arma dei cosacchi (la sciabola curva), l’abbigliamento (i larghi pantaloni rimboccati negli stivali) e la pettinatura (il ciuffo sulla testa rasata) seguivano i modelli delle popolazioni nomadi. E lo stesso nome kozak, «uomo libero», era di origine turca. Gli ambasciatori occidentali che giunsero alla Zaporiz’ka Sič, quando videro le armi e l’abbigliamento dei cosacchi, non riuscirono subito a capire quale fosse la loro religione, se musulmana o cristiana.
L’arte militare dei cosacchi venne affinata nel corso delle spedizioni contro il khan di Crimea, la Moldavia e l’impero ottomano. Il re polacco Stefan Batory (1576-86) decise di farne un esercito mercenario permanente, il cosiddetto rejestrowane kozactwo. L’ironia consisteva nel fatto che i «cosacchi regolari» non dovevano solo difendere i confini della Rzeczpospolita, ma anche trattenere i cosacchi zaporoghi dall’assalire gli ottomani e i tatari di Crimea. Perché le spedizioni dei cosacchi zaporoghi provocavano conflitti con l’impero ottomano e provocavano continui fastidi a Varsavia. Di conseguenza tra i regolari e i cosacchi zaporoghi c’era una frizione.
(…)
Il cosaccato ucraino esistette per trecento anni, e solo negli ultimi cento fece parte dello stato cosacco. La storia dei cosac- chi, sebbene non del tutto scontata, era legata alle prime fasi della globalizzazione I cosacchi cavalcarono la prima ondata, ma scomparvero quando non furono in grado di affrontare le sfide di quella successiva. Ciò che è rimasto di loro è l’idea dell’Ucraina come una terra riottosa, libera e ricca.
Da “Storia dell’Ucraina”, di Yaroslav Hrytsak, Il Mulino, p.424, 30.00 euro
Il Cremlino: «Attentato a Putin? È stampa scandalistica». Postazioni su Zaporizhzhia: Mosca si prepara alla controffensiva di Kiev. Lorenzo Cremonesi, inviato, Redazione Online su Il Corriere della Sera il 27 aprile 2023.
Le notizie sulla guerra di giovedì 27 aprile, in diretta. Bombe sulla regione di Kherson: un morto. Mosca vara un decreto di cittadinanza nei territori ucraini occupati, chi non sceglie di diventare russo sarà trattato da straniero
• Xi sente Zelensky: presto un diplomatico cinese in Ucraina.
• Cnn: Mosca ha sgomberato una base in Crimea in vista della controffensiva ucraina.
• Secondo la Bild, gli 007 di Kiev domenica hanno provato a uccidere Putin con un drone carico di esplosivo, che però è precipitato a 20 chilometri dall’obiettivo.
Ore 02:01 - Kiev, missili russi su Mykolaiv, un morto e 15 feriti
Le forze russe hanno lanciato un attacco contro Mykolaiv, uccidendo una persone e ferendone altre cinque. Lo riporta il Kiev Independent, spiegando che la regione è stata colpita da quattro missili S-300. Almeno uno di questi ha colpito un edificio residenziale a più piani, mentre un altro una residenza privata.
Ore 02:08 - Biden, Usa e Corea del Sud al fianco del popolo ucraino
Stati Uniti e Corea del Sud insieme «nel sostegno al popolo dell’Ucraina». Lo scrive il presidente Joe Biden nel suo account ufficiale di Twitter, a commento della visita alla Casa Bianca del presidente Yoon Suk Yeol. I due Paesi, ha commentato Biden, «condividono l’impegno al fianco del popolo dell’Ucraina contro il brutale assalto alla loro democrazia». «La questione — ha aggiunto — della flagrante violazione della legge internazionale da parte della Russia è importante per i Paesi ovunque, non solo in Europa».
Ore 03:22 - Bild: «Kiev ha provato a uccidere Putin con un drone»
Domenica scorsa i servizi segreti ucraini avrebbero tentato di uccidere Vladimir Putin con un drone esplosivo. Sebbene l’agguato sia fallito, il tentativo sarebbe stato tenuto segreto dalle autorità russe. Lo scrive la Bild. Nel pomeriggio del 23 aprile sarebbe stato fatto partire dall’Ucraina un drone UJ-22 con una portata fino a 800 km e con a bordo «30 blocchi di esplosivo C4, per un peso totale di 17 kg». L’obiettivo sarebbe stato il parco industriale di Rudnevo, vicino Mosca, in cui avrebbe potuto esserci una visita di Putin. Il drone è però precipitato 20 km prima. Non è chiaro se la visita di Putin sul posto ci sia mai stata.
Ore 04:40 - Il sindaco di Mykolaiv: quattro forti esplosioni
«Intorno all’una di notte, i residenti di Mykolaiv hanno sentito 4 forti esplosioni», ha scritto su Telegram il sindaco della città Oleksandr Senkevych. «Uno dei missili ha colpito un grattacielo. Un altro ha colpito una casa privata», ha spiegato specificando che alcune case della città sono senza corrente elettrica. Vitaliy Kim, capo dell’amministrazione militare della regione, ha confermato i primi dati: «Al momento siamo a conoscenza di 15 feriti e 1 morto».
Mykolaiv si trova sul Mar Nero, a circa 170 chilometri dalla Crimea, la penisola annessa a Mosca. Le forze russe l’hanno spesso presa di mira dall’inizio dell’invasione nel febbraio 2022. Secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, da allora in Ucraina sono stati uccisi più di 8.000 civili. L’UNHCR ha aggiunto che queste cifre, aggiornate l’ultima volta a metà marzo, sono probabilmente sottostimate. La nuova offensiva arriva a 24 ore da un altro attacco missilistico che ha preso di mira un museo di Kupiansk, città vicina alla linea del fronte nel nord-est del Paese. L’attacco ha registrato 2 morti e 10 feriti spingendo, nuovamente, il presidente Volodymyr Zelensky ad accusare la Russia di voler cancellare la storia e la cultura dell’Ucraina.
Ore 05:24 - Zelensy: liberati dalla prigionia russa oltre 2 mila ucraini
Dall’inizio dell’invasione russa, un totale di 2.279 prigionieri ucraini sono stati salvati e riportati alle loro case. Lo ha dichiarato, secondo quanto scrive sui social il portale Kiev Independent, il presidente Volodymyr Zelensky in un discorso video.
Ore 07:24 - Russia, piano di Mosca per esercitare influenza su Paesi stranieri
La Russia progetta di istituire un’organizzazione scientifica fittizia, a partecipazione internazionale, per esercitare influenza, recuperare i contatti con i singoli Paesi da cui è stata sottoposta a sanzioni a seguito della guerra che ha mosso l’Ucraina e, in un secondo momento, far valere i propri interessi È quanto rivela un’inchiesta giornalistica internazionale, che ha visionato un documento strategico attribuito al Cremlino. In particolare, si tratta della «Piattaforma baltica», ufficialmente un forum scientifico che dovrebbe riunire esperti di vari Stati per occuparsi dell’inquinamento in questo mare.
Secondo il documento, redatto nel 2023, con la «Piattaforma baltica» Mosca intenderebbe veicolare messaggi favorevoli nei Paesi occidentali, influenzandone l’opinione pubblica. Il documento del Cremlino cita esplicitamente come obiettivi Estonia, Lettonia e Lituania, menzionando inoltre la Germania e i Paesi scandinavi. Operativa dall’autunno del 2023, la «Piattaforma baltica» dovrebbe attuare «una transizione graduale nella discussione da argomenti non politici a contenuti politici attuali», secondo quanto si legge nel documento della presidenza russa.
Ore 07:31 - Si intensificano i combattimenti a Bakhmut, 324 attacchi in 24 ore
L’esercito russo ha attaccato Bakhmut 324 volte nelle ultime 24 ore, usando artiglieria e lanciarazzi multipli. Lo ha detto alla tv nazionale ucraina Serhiy Cherevatiy, portavoce del gruppo di forze dell’Ucraina orientale, aggiungendo che le forze di Mosca hanno intensificato gli attacchi alla città-chiave per prendere la regione industriale ucraina orientale del Donbass. «I russi stanno distruggendo edifici a Bakhmut per impedire ai nostri soldati di usarli come fortificazioni», ha detto ancora Cherevatiy.
Lo stato maggiore delle forze armate ucraine, in un rapporto su Facebook, ha affermato che i combattimenti hanno attanagliato Bakhmut e le aree vicine. Ha aggiunto che le forze russe non sono riuscite ad avanzare su due villaggi a nord-ovest, mentre almeno una dozzina di località sono finite sotto il fuoco russo. Dall’altra parte, il capo della forza mercenaria russa Wagner ha affermato che le truppe ucraine si stanno riversando in numero sempre maggiore nell’area in vista di una «inevitabile» controffensiva.
Ore 09:11 - Giorgia Meloni: «Parlato con Zelensky, l’Italia scommette sul futuro dell’Ucraina»
«Ho avuto una proficua conversazione con il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Come promesso a Kiev due mesi fa, abbiamo organizzato ieri a Roma la Conferenza sulla ricostruzione. L’Italia scommette sul futuro dell’Ucraina». Lo scrive in un tweet la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Ore 09:14 - Il premier dell'Ucraina in Vaticano per l'udienza con Papa Francesco
Denys Smyhal, il primo ministro dell'Ucraina, è arrivato in Vaticano per l'udienza in programma stamane con Papa Francesco. Il premier ucraino andrà quindi a colloquio col cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. L'udienza, momento importante nei rapporti della Santa Sede col Paese in guerra e nel quadro della diplomazia pontificia riguardante il conflitto russo-ucraino, avviene alla vigilia della partenza di papa Bergoglio per il suo viaggio in Ungheria, nazione che condivide una parte dei suoi confini proprio con l'Ucraina. Ieri a Roma, Smyhal ha partecipato alla Conferenza bilaterale per la ricostruzione del suo Paese. Stamattina rafforzato il dispositivo di sicurezza intorno al Vaticano per l'arrivo della delegazione ucraina.
Ore 09:17 - Isw: la Russia trasferisce i veicoli corazzati dalla Crimea alla regione ucraina del Donetsk
Secondo quanto riferito dall'Istituto americano per lo studio della guerra (Isw), i russi dalla Crimea si stanno preparando per una controffensiva delle Forze Armate. Come scrivono gli analisti, le immagini satellitari indicano che le truppe russe hanno trasferito veicoli corazzati e sistemi di artiglieria dalla Crimea (penisola ucraina annessa dalla Russia nel marzo 2014) a un'area non specificata a partire dal 25 aprile. «Le truppe russe potrebbero trasferire attrezzature militari per sostenere le operazioni offensive russe in corso nella regione di Donetsk o in altre aree del fronte, preparandosi a una possibile controffensiva dell'Ucraina», ha spiegato Isw.
Ore 09:23 - Zelensky: «La Gran Bretagna sia apripista per la coalizione degli aerei da guerra»
Zelensky ha parlato con Timothy Barrow, consigliere per la Sicurezza nazionale del primo ministro britannico, dell'ulteriore rafforzamento del sostegno alla difesa dell'Ucraina e ha invitato la parte britannica a fare da apripista alla cosiddetta «coalizione degli aerei da guerra» per fornire alla nazione jet da combattimento.
«Vorrei chiederle di continuare a convincere i suoi partner della necessità di fornire all'Ucraina tutte le armi e le attrezzature militari necessarie», ha detto Zelensky sottolineando poi l'importanza di ricevere aerei da guerra occidentali dai partner internazionali, così come altri tipi di armi necessarie per respingere gli invasori russi. Le parti hanno anche discusso dei preparativi per il vertice della Nato, che si terrà a Vilnius quest'estate. Zelensky ha affermato che l'Ucraina si aspetta dal vertice decisioni specifiche che avvicinino la fine della guerra e rafforzino la sicurezza europea.
Il ministro degli Esteri britannico, James Cleverly, ha riaffermato la promessa della Nato di far diventare l'Ucraina un membro in futuro, ma al momento il diplomatico ritiene che l'attenzione principale debba essere rivolta al rafforzamento delle capacità di difesa dell'Ucraina.
Ore 09:34 - Bakhmut, l’esercito russo taglia le linee di rifornimento per i militari ucraini
L’esercito russo ha preso il controllo dell’ultimo tratto dell’autostrada a Bakhmut utilizzata da Kiev per portare i rifornimenti ai propri soldati. Ad annunciarlo è stato il capo ad interim dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, Denis Pushilin, ed è stato riportato dall’agenzia Tass. «Il nemico perde parte delle sue riserve lungo il percorso», ha detto Pushilin, «ma ha ancora la possibilità di muoversi anche sotto i bombardamenti». Alcune unità dell’esercito di Kiev, secondo il governatore, starebbero cercando di allontanarsi dalle strade principali attraverso i campi.
Ore 09:57 - Intelligence britannica: «Allestite posizioni di combattimento sui tetti della centrale di Zaporizhzhia»
Il ministero della Difesa britannico, nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence, ha pubblicato un’immagine satellitare della centrale di Zaporizhzhia scattata il mese scorso nella quale si nota che le forze russe hanno allestito posizioni di combattimento con sacchi di sabbia sui tetti di molti dei sei edifici che ospitano i reattori della centrale nucleare. La Russia controlla la centrale dal marzo 2022, tuttavia questa è la prima indicazione dell’integrazione degli edifici dei reattori nella pianificazione della difesa tattica, si legge nel rapporto pubblicato su Twitter.
«È probabile che la Russia abbia costruito queste posizioni perché è sempre più preoccupata dalle prospettive di una grande offensiva ucraina», commentano gli esperti di Londra sottolineando che questa mossa probabilmente aumenta le possibilità di danneggiare i sistemi di sicurezza della centrale in caso di combattimenti intorno alla centrale stessa. Tuttavia, conclude il ministero, «è improbabile che si verifichino danni catastrofici diretti ai reattori nella maggior parte degli scenari plausibili che prevedono l’uso di armi di fanteria, poiché le strutture sono molto rinforzate».
Ore 10:02 - L’esercito russo si prepara alla controffensiva ucraina, Kiev: «800 km di linea difensiva, mobilitato un gran numero di militari»
L’esercito russo ha costruito una linea difensiva di oltre 800 chilometri, triplicata in alcuni punti, e mobilitato un gran numero di soldati per mantenerla, in attesa di un’annunciata controffensiva ucraina. Dopo un’offensiva russa nei mesi scorsi, con progressi limitati, l’esercito ucraino sta preparando la sua controffensiva, annunciata per la primavera, anche se potrebbe essere rinviata all’estate. L’esercito russo sembra aver imparato dagli errori del passato e ha organizzato le sue difese con l’obiettivo di mantenere il conflitto come una guerra di logoramento.
Ore 10:06 - Melitopol, esplode un ordigno nella cittadina ucraina: un morto e un ferito
Stando a quanto riportato dall’amministrazione comunale di Melitopol, cittadina nella regione ucraina di Zaporizhzhia, una persona è morta e un’altra è rimasta ferita oggi nell’esplosione di un ordigno vicino a un condomini.
«Un’esplosione si è verificata vicino all’ingresso di un condominio in Kirova Street a Melitopol intorno alle 5:15 di oggi. Un ordigno esplosivo improvvisato è deflagrato. Una persona è rimasta ferita ed è stata ricoverata in ospedale», ha detto l’amministrazione su Telegram. Ma più tardi, il dipartimento del ministero dell’Interno russo nella regione di Zaporizhzhia ha affermato che a seguito dell’esplosione a Melitopol, un agente di polizia è morto e un altro è rimasto ferito.
Ore 10:17 - Trovato un missile con scritte in russo vicino a Danzica, in Polonia
I giornalisti della radio polacca Rmf Fm affermano che l’oggetto militare trovato in un bosco vicino Danzica in Polonia sarebbe un missile aria-terra trovato martedì anche se sembra che sia caduto qualche giorno prima. Il relitto avrebbe scritte in russo a indicare armi di fabbricazione sovietica e presumibilmente non ci sarebbero testate. L’ufficio del procuratore di Danzica ha rifiutato di commentare. I residenti locali, nei commenti ai media polacchi, pensavano che fosse caduto un razzo o un drone. Il relitto è stato trovato a circa 500 km dal confine con l’Ucraina, a più di 400 km dal confine con la Bielorussia e a circa 240 km dalla regione russa di Kaliningrad.
Ore 10:28 - Isw: Mosca importa i cittadini russi nelle aree occupate in Ucraina e deporta gli ucraini reinsediandoli con la forza in Russia
Una deliberata campagna di spopolamento nelle aree occupate ucraine per facilitare il ripopolamento dei territori del Paese con cittadini russi: è anche questa la strategia di Mosca in Ucraina, come riporta l’Istituto per lo studio della Guerra (Isw) nel suo rapporto quotidiano.
Il centro studi statunitense ricorda che ieri la vice ministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, ha dichiarato che la Russia sta cercando di cambiare la composizione etnica del Paese con un reinsediamento su larga scala di persone provenienti soprattutto dalle regioni più povere e remote della Russia. Malyar ha osservato che gli sforzi più intensi sono in corso nella regione di Lugansk (est), sottolineando che Mosca sta anche deportando gli ucraini e li sta reinsediando con la forza in Russia. Il think-tank non esclude che in questo modo Mosca speri di integrare ulteriormente le aree occupate dal punto di vista sociale, amministrativo, politico ed economico, complicando così le condizioni per la reintegrazione di questi territori nell’Ucraina.
Ore 11:05 - L'esercito russo scava trincee in previsione della controffensiva ucraina
Le truppe russe stanno scavando trincee e allestendo fortificazioni nei territori occupati dell'Ucraina in previsione della controffensiva di Kiev. Le aree nelle quali le forze di Mosca pensano che avverrà l'attacco dell'esercito ucraino sono quelle attorno a Zaporozhzia e il confine con la Crimea. Lo riporta RBC-Ucraina, riferendosi a immagini satellitari che confermerebbero che l'esercito russo ha iniziato a scavare trincee dopo la liberazione di Kherson.
Ore 11:07 - Faccia a faccia tra il primo ministro ucraino e Papa Francesco: «La pace è un fiore fragile»
Mezz'ora di faccia a faccia tra il Papa e il primo ministro ucraino Denys Shmyhal. Al momento dello scambio dei doni, Bergoglio ha donato a Shmyhal una fusione in bronzo di un fiore che nasce con la scritta “La pace è un fiore fragile”; il Messaggio per la Pace di quest'anno; Il Documento sulla Fratellanza Umana; Il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della Lev; Il volume “Un'Enciclica sulla pace in Ucraina”. Il Primo Ministro, a sua volta, ha donato al Papa una riproduzione di una caraffa in ceramica raffigurante un gallo, rimasta intatta anche dopo un bombardamento nei pressi di Kiev, e spighe di grano dall'Ucraina. Un libro di foto sulla guerra in corso e la resistenza del popolo ucraino.
Ore 11:28 - Stoltenberg, dati a Kiev 1.550 blindati e 230 carri armati
Gli alleati della Nato e i partner del gruppo di contatto sull’Ucraina hanno fornito a Kiev 1.550 veicoli blindati e 230 carri armati. Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nel corso di un incontro con il primo ministro del Lussemburgo Xavier Bettel.
Ore 11:37 - Cremlino, Xi non ha parlato con Putin di sovranità Ucraina
Durante la sua visita del mese scorso a Mosca, il presidente cinese Xi Jinping non ha discusso con quello russo Vladimir Putin di un ritorno dell’Ucraina alla piena sovranità sul suo territorio nei confini del 1991. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe, commentando la telefonata di ieri tra Xi e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 12:00 - Il primo ministro Shmyhal invita il Papa in Ucraina
Nel corso dell’udienza di stamane in Vaticano il primo ministro Denys Shmyhal ha invitato papa Francesco a recarsi in Ucraina. Lo ha riferito all’Ansa l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash. «Sì, il Santo Padre è stato nuovamente invitato - ha risposto il diplomatico -. Questo invito è stato già espresso più volte e sicuramente ripetuto ancora».
Ore 12:25 - Kiev: «I russi tagliano la gola ai prigionieri dopo l'interrogatorio»
Il servizio di sicurezza ucraino avrebbe la conferma che gli occupanti russi uccidono brutalmente i prigionieri di guerra ucraini dopo gli interrogatori. In un audio con una conversazione fra militari della Federazione Russa, di cui è entrato in possesso lo Sbu, un soldato racconterebbe in dettaglio a un suo conoscente come taglia la gola a un prigioniero ucraino.
«I prigionieri di guerra - afferma - non ha senso per noi tenerli. Una volta ottenute da loro tutte le informazioni, devono essere eliminati». Il servizio di sicurezza dell'Ucraina ha comunicato di conoscere l'identità del "carnefice", così come dove prestava servizio e con chi parlava. Si tratterebbe di Suchko Yevhen Yuriyovych, nato nel 1995 nella regione russa di Novgorod. È stato mobilitato nell'autunno del 2022 ed è stato dispiegato nella regione di Kharkiv. «Lo Sbu sta lavorando per garantire che Suchko e ogni criminale di guerra della Federazione Russa ricevano la meritata punizione per le loro atrocità», ha affermato il servizio di sicurezza ucraino, aggiungendo che «sono in corso oltre 35.000 procedimenti penali per violazioni delle leggi e dei costumi di guerra».
Ore 12:34 - Cremlino: «Siamo contenti degli sforzi di pace, ma alle nostre condizioni»
Il portavoce del presidente Putin, Dmitri Peskov, all'indomani della telefonata tra Zelensky e Xi Jinping, ha ribadito che il Cremlino accoglie con favore qualsiasi tentativo di porre fine al conflitto ucraino, ma alle condizioni della Russia. «Siamo pronti ad accogliere qualsiasi iniziativa possa anticipare la fine del conflitto in Ucraina e il raggiungimento degli obiettivi della Russia», ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. «Per quanto riguarda il fatto stesso dei contatti (tra Ucraina e Cina), questa è una questione sovrana dei rispettivi Paesi», ha aggiunto Peskov aggiungendo che non sono in programma nuovi contatti tra Vladimir Putin e Xi Jinping nel prossimo futuro.
Ore 12:52 - Cavalli, arte e società: come ha fatto la famiglia di Prigozhin a eludere le sanzioni
(di Marta Serafini) Fino a pochi giorni prima dell’invasione dell’Ucraina, i figli di Prigozhin potevano muoversi liberamente in tutta l’UE, godendosi una vita di lusso internazionale anche se il padre e le sue aziende sono sotto sanzioni dal 2016. Tuttavia, a differenza di molti magnati russi sostenuti dal Cremlino, i cui parenti vivono semplicemente delle loro fortune, i governi occidentali ritengono che i membri della famiglia del fondatore della Wagner abbiano svolto per anni un ruolo attivo nelle sue molteplici attività, spiega il Financial Times. (...)
Ore 12:54 - «Io sono il tuo eroe», così i reduci russi indottrinano gli studenti
(di Marta Serafini) Il tuo eroe» tiene «lezioni di coraggio». Sui banchi di scuola russi, i soldati di ritorno dal fronte raccontano ai bambini la guerra. Mostrano video, fanno provare loro l’equipaggiamento militare, educano al «patriottismo». E lo fanno per inculcare nella mente dei più piccoli l’odio per il nemico. È il canale indipendente russo Verstka a raccontarci come funziona la propaganda scolastica in Russia mentre Meduza pubblica la traduzione in inglese della storia. E’ febbraio quando Rosmolodyozh, l’agenzia federale russa per gli affari giovanili, annuncia «Il tuo eroe». Ufficialmente non si tratta di un programma di propaganda scolastica. L’operazione viene venduta come un supporto per i militari tornati dalla «zona di operazioni militari speciali». (...)
Ore 12:56 - Kiev: «Troppe aspettative sul contrattacco ucraino»
«Le aspettative» sul contrattacco ucraino «si sono decisamente surriscaldate». Così il ministro ucraino della Difesa Reznikov parlando a Rbc-Ucraina e riportato da Ukrainska Pravda. «Sono d'accordo» ha affermato rispondendo a una domanda sull'argomento, «tutti vogliono un'altra vittoria; prima non credevamo nella vittoria, volevamo solo che l'Ucraina sopravvivesse, almeno in minima parte, per preservare qualcosa del suo territorio», ha spiegato.
«Ma le nostre forze armate hanno avuto successo e tutti hanno iniziato a credere nella vittoria, dopo l'Isola dei serpenti, Kiev, Chernihiv e l'oblast di Sumy, quello di Kharkiv e Kherson. Vogliono un'altra vittoria. Va bene, sono emozioni, aspettative di un successo», ha aggiunto. Tuttavia, ha aggiunto, «con lo stato maggiore e la viceministra della Difesa Hanna Maliar, siamo d'accordo su questo messaggio: "Ragazzi, non sopravvalutate le vostre stesse aspettative in modo da non restare delusi in seguito. Non è così semplice, è una guerra"».
Ore 13:02 - Kiev: «L’Ucraina ha già ricevuto 42.000 terminali Starlink»
Dall’inizio dell’invasione della Russia l’Ucraina ha ricevuto 42.000 terminali internet della rete satellitare Starlink della società SpaceX di Elon Musk: lo ha detto a Ukrinform il vice primo ministro e ministro della Trasformazione Digitale ucraino, Mykhailo Fedorov. «Tutto funziona costantemente. Siamo in costante comunicazione con l’azienda e rispondiamo prontamente a tutto. Ora in Ucraina ci sono 42.000 terminali Starlink che forniscono comunicazioni a ingegneri nel settore dell’energia, medici e militari», ha affermato Fedorov.
Il ministro ha sottolineato che «lo Stato non ha speso un solo centesimo» per i terminali, in quanto essi sono stati tutti donati da partner internazionali, che pagano le attrezzature a condizioni agevolate. La Starlink fornisce l’accesso a Internet a banda larga attraverso la sua rete di satelliti. La velocità di Internet è fino a 1 Gbps per ogni abbonato e il servizio può essere utilizzato in qualsiasi parte del mondo.
Ore 13:02 - Mosca: «Occidente non nasconde più essere dietro alla pianificazione della controffensiva Kiev»
«L’Occidente afferma esplicitamente che farà tutto il possibile per far sì che sia un successo la controffensiva delle forze armate ucraine, pianificata per il prossimo futuro. Ovvero non nascondono nemmeno di essere dietro a tutta questa pianificazione militare, non solo a livello di guida tattica, ma anche sul collocamento» delle forze «in base al loro piano strategico». Si è espressa così la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, secondo quanto riporta l’agenzia russa Tass. Zakharova ha ripetuto le accuse contro l’Occidente per il suo «coinvolgimento diretto nel conflitto».
Ore 13:17 - Lula: «Spesso una guerra non ha bisogno di un vincitore»
«Ciascuna parte vuole vincere e spesso una guerra non ha bisogno di un vincitore. Si tratta solo di fermarsi, raggiungere un compromesso e riportare tutti alla normalità. Penso che sia possibile», come lo dimostra la costruzione dell’Ue dopo la Seconda guerra mondiale, «ed è per questo che sto cercando di fare la mia parte». Lo ha detto il presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva, parlando della guerra in Ucraina in un’intervista rilasciata a El Paìs durante la sua visita ufficiale in Spagna. Il leader brasiliano a inizio aprile si è attirato le critiche dei leader occidentali perché ha affermato che sia l’Ucraina che la Russia hanno deciso di entrare in guerra e che gli aiuti militari statunitensi stanno alimentando il conflitto.
Ore 13:50 - Ucraina, la Wagner sospende gli attacchi a Bakhmut per la visita dei giornalisti Usa
Il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, in un messaggio audio diffuso via Telegram, ha riferito che il gruppo ha deciso di sospendere il fuoco d'artiglieria a Bakhmut per permettere alle forze ucraine dall'altra parte della linea del fronte di mostrare in sicurezza la città ai giornalisti Usa in visita. «È stata presa la decisione di sospendere il fuoco dell'artiglieria in modo che i giornalisti americani possano filmare Bakhmut in sicurezza e tornare a casa», ha detto Prigozhin, secondo la trascrizione dell'audio riportata dal Guardian. Nello stesso messaggio Prigozhin ha avvertito la parte ucraina di non tentare di far intervenire altre forze con la scusa della visita dei giornalisti.
Ore 14:05 - Mosca: «Risponderemo all'espulsione dei diplomatici russi dalla Svezia»
«Consideriamo la decisione delle autorità svedesi come parte di un percorso di scontro con la Russia. Naturalmente, tali azioni non rimarranno senza risposta», ha affermato Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo. Martedì, il ministro degli Esteri svedese, Tobias Billstrom, aveva annunciato l'espulsione dal regno di cinque diplomatici russi, aggiungendo che le loro attività erano «incompatibili con lo status di diplomatico».
Ore 14:27 - Cremlino: «L'attentato a Putin? Un'invenzione della stampa scandalistica»
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha liquidato le affermazioni di un giornalista ucraino circolate sui media di Kiev, e riprese dal tabloid tedesco Bild, secondo le quali i servizi segreti ucraini avrebbero cercato di uccidere il presidente russo Vladimir Putin con un drone. «Invenzioni da stampa scandalistica. Non siamo a conoscenza di queste pubblicazioni - ha detto Peskov, citato dalla Tass -. Ora ci sono tante invenzioni da stampa scandalistica come questa. Non c'è ragione di andare a leggere tutte queste cose».
Ore 14:31 - Mosca respinge la richiesta degli Usa di poter far visita al giornalista Gershkovich
La Russia ha respinto la richiesta dell'ambasciata degli Stati Uniti per una visita al giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, in carcere a Mosca, per l'11 maggio «a causa della situazione relativa al rifiuto dei visti per i giornalisti russi a recarsi a New York». Lo ha detto il ministero degli Esteri russo, come riporta Ria Novosti. «È stato sottolineato in particolare che un atto di sabotaggio (il mancato rilascio dei visti ai giornalisti russi, ndr) volto a ostacolare il normale lavoro giornalistico non rimarrà senza ritorsioni», afferma il ministero russo.
Ore 15:18 - Mosca: «No a escalation nucleare ma non sfidateci»
La Russia non prevede un’escalation nucleare nel suo confronto con l’Occidente sull’Ucraina, ma ha messo in guardia dal mettere alla prova la sua pazienza. «Faremo tutto il possibile per impedire lo sviluppo di eventi secondo lo scenario peggiore, ma non a costo di violare i nostri interessi vitali», ha dichiarato Zakharova in una conferenza stampa, come riportano le agenzie russe. «Non consiglio a nessuno di dubitare della nostra determinazione e di mettere alla prova la nostra pazienza nella pratica», ha aggiunto.
La Russia ha fortemente criticato la fornitura di armi occidentali all’Ucraina e l’espansione della Nato a Est. «Continuano a violare deliberatamente i nostri interessi fondamentali, creano deliberatamente rischi e alzano la posta in gioco nel confronto con la Russia», ha denunciato Zakharova. L’ex presidente russo, Dmitri Medvedev, uno stretto alleato del leader del Cremlino Vladimir Putin, ha dichiarato all’inizio di questa settimana che il mondo è «molto probabilmente sull’orlo di una nuova guerra mondiale».
Ore 17:03 - Putin: «Sosteniamo gli obiettivi ambiziosi di Erdogan»
Vladimir Putin ha salutato oggi la prima centrale nucleare turca, quella di Akkuyu, costruita dalla Russia, come «un simbolo» della cooperazione tra Mosca e Ankara. «Questo è un altro esempio convincente di quanto lei sta facendo per il suo Paese», ha aggiunto Putin rivolgendosi al presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante la cerimonia online per l’arrivo del primo combustibile per la centrale. «Lei sa come porre obiettivi ambiziosi e si muove con fiducia verso la loro realizzazione, e noi sosteniamo un tale atteggiamento», ha aggiunto il presidente russo, a meno di un mese dalle elezioni presidenziali in Turchia.
Quella di oggi è la prima apparizione pubblica di Erdogan dopo un malore accusato durante una intervista televisiva. Putin gli ha rivolto gli auguri per una pronta ripresa e ha aggiunto che senza di lui sarebbe stato «difficile parlare del successo» del progetto della centrale nucleare.
Ore 17:07 - Kiev: «Gli aerei F-16 sarebbero un deterrente, non una provocazione a Mosca»
Consegnare caccia F-16 all’Ucraina sarebbe un atto di deterrenza, non una provocazione verso la Russia. Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, elencando su Twitter diverse armi per le quali si temeva che la consegna avrebbe scatenato un’escalation, poi non avvenuta. «Tipi di armi che, ci avevano detto, avrebbero provocato la Russia verso un’escalation se date all’Ucraina, cosa che non è avvenuta: artiglieria, Mlrs, difesa aerea, tank, missili a lungo raggio. Non lo farebbero neanche gli F-16. Dare all’Ucraina gli F-16 sarebbe un deterrente verso la Russia invece che una provocazione. E’ tempo di fare questo passo», ha scritto Kuleba.
Ore 17:12 - Bombe russe sulla regione di Kharkiv, un morto e quattro feriti
Le truppe russe hanno bombardato il villaggio di Tokarivka nella regione di Kharkiv, una persona è morta e quattro sono rimaste ferite. Lo ha reso noto su Telegram Oleg Sinegubov, capo della regione di Kharkiv, ripreso da Ukrinform. «Il nemico ha appena bombardato il villaggio di Tokarivka, distretto di Kharkiv. I lavoratori di Kharkiv Oblenergo, che stavano lavorando al ripristino delle linee elettriche, sono rimasti feriti. Sfortunatamente, una persona è stata uccisa e altre 4 sono rimaste ferite», afferma il rapporto.
Ore 17:15 - Media russi: «Il generale Mizintsev, noto come il "macellaio di Mariupol", non è più viceministro della Difesa»
Il generale russo Mikhail Mizintsev, tristemente noto come il «macellaio di Mariupol», sarebbe stato rimosso dall'incarico di vice ministro della Difesa, che ricopriva dallo scorso settembre. Lo ha reso noto in un post su Telegram Alexander Sladkov, corrispondente del quotidiano di stato russo Izvestia.
Nel commentare la notizia su Twitter, il consigliere del ministero ucraino dell'Interno Anton Gerashenko, ricorda che fu Mizintsev a ordinare il bombardamento dell'ospedale materno di Mariupol, del teatro e delle case civili. Sottoposto a sanzioni europee e britanniche, Mizintsev era stato messo a capo della logistica come vice ministro e avrebbe «rubato parecchio», nota ancora Gerashenko, sottolineando comunque che la notizia della sua rimozione non è stata ancora confermata ufficialmente. Al Tweet viene allegato un video nel quale si vede il generale raccontare l'esecuzione di 93 persone disarmate in abiti civili a Mariupol.
Ore 17:26 - Kiev: «Il giornalista Zunino ha ignorato gli avvertimenti e non ha rispettato le regole»
Il giornalista italiano Corrado Zunino, ferito ieri dai russi nella regione di Kherson, avrebbe ignorato le regole di condotta dei media in zona di guerra, oltre agli avvertimenti dei militari ucraini. Lo sostiene il Comando operativo sud dell'esercito ucraino, in una comunicazione su Facebook ripresa dai media ucraini, tra cui Ukrinform in apertura del sito e l'Ukrainska Pravda. Secondo la loro versione, Zunino non avrebbe informato gli addetti stampa responsabili del suo lavoro in città. E sul posto ha ignorato gli avvertimenti preventivi dei militari ucraini sul pericolo e le grida di «Pericolo, signore! Pericolo, signore!». «In quanto responsabile della trasferta - aggiunge il Comando operativo sud - Zunino aveva l'obbligo di assicurarsi che un membro del suo gruppo non solo indossasse un giubbotto con la scritta Press, ma anche una protezione al suo interno. L'italiano ha violato le regole di condotta per i giornalisti in teatri di combattimento». In ogni caso, conclude la nota, «l'uccisione e il ferimento di giornalisti è un altro crimine di guerra della Russia».
Ore 17:36 - La first lady Zelenska: «Oltre 19mila minori ucraini trattenuti in Russia»
A oggi «361 minori sono tornati in Ucraina, ma ancora 19.390 sono trattenuti in Russia, e questo numero non comprende quelli dei territori occupati. Al mondo non chiediamo solo di preoccuparsi per il destino dei nostri figli, ma di offrire tutto l'aiuto che può». È l'appello che la first lady ucraina, Olena Zelenska, ha rivolto all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa intervenendo al dibattito - che sarà seguito da votazione - sul rapporto sulla deportazione e il trasferimento forzato di minori e altri civili ucraini verso la Russia e i territori che occupati.
Ore 17:57 - Il punto militare | Il comandante della Nato in Europa: «Consegnato il 98% del materiale promesso a Kiev». Tutto pronto per l’offensiva?
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’Alleanza atlantica assicura di aver dato il possibile agli ucraini, Kiev vuole avere i depositi pieni e invoca altri aiuti. Sono posizioni differenti che rispecchiano la realtà, ma anche un gioco di ombre per proteggere le mosse.
Il comandante delle forze Nato in Europa, il generale Christopher Cavoli, ha affermato in una deposizione al Congresso che la coalizione ha già consegnato il 98% dei mezzi da combattimento promessi. È un dato significativo che include oltre 230 nuovi tank, più di 1.500 blindati e tutti i mezzi necessari a sostenere l’eventuale offensiva.
Ore 18:10 - Prigozhin: «Cessate il fuoco a Bakhmut? Era una battuta di umorismo militare»
Era solo una battuta di «umorismo militare». Così Yevgeny Prigozhin, il capo dei mercenari della Wagner, ha spiegato il suo precedente annuncio di un «cessate il fuoco» a Bakhmut in occasione dell'arrivo di giornalisti americani. Lo riporta l'agenzia stampa di stato russa Tass. Stamattina Prigozhin aveva dichiarato che gli ucraini stavano accompagnando giornalisti americani verso il fronte di Bakhmut, aggiungendo di aver deciso un cessate il fuoco in modo che «i giornalisti americani possano girare con calma immagini a Bakhmut e tornare a casa». Poi il capo della Wagner ha chiarito che era solo una battuta di spirito.
«Erano arrivate informazioni che giornalisti americani stavano arrivando da Chasov Yar accompagnati da Tserber, il comandante della 57esima brigata dell'esercito ucraino a cui diamo la caccia da tempo senza poterlo catturare. Ho fatto una dichiarazione ai media. Si trattava di umorismo militare, niente più. Era una battuta», ha affermato Prigozhin.
Ore 18:47 - Cnn: «Mosca ha sgomberato una base in Crimea in vista della controffensiva ucraina»
Le forze russe hanno lasciato un'importante base nel nord della Crimea in previsione di una possibile offensiva ucraina nella penisola. Lo sostiene la Cnn, in possesso di immagini satellitari dalle quali emerge lo sgombro della base nei pressi del villaggio di Medvedivka, vicino al confine con la regione di Kherson.
Non è immediatamente chiaro dove Mosca abbia ridispiegato le proprie forze ed equipaggiamenti, ma le autorità della penisola annessa dalla Federazione nel 2014 hanno fatto capire di temere un'azione di Kiev. «Penso che la decisione di costruire strutture difensive in Crimea e sulle postazioni vicine sia corretta e giustificata - aveva detto l'11 aprile scorso il governatore della penisola, Sergei Aksyonov - In generale, posso dire che le nostre forze armate hanno costruito una difesa moderna e profondamente articolata. Questo non significa che saranno necessariamente utilizzate per lo scopo previsto. Dovevamo prepararci a qualsiasi scenario, e l'abbiamo fatto».
Partendo da queste dichiarazioni, l'opinione degli esperti di difesa è che il ritiro dell'equipaggiamento militare russo dalla base di Medvedivka potrebbe essere collegato a operazioni difensive in vista della controffensiva ucraina. Le immagini del satellite Ue Sentinel 2 del 21 gennaio scorso mostrano una grande presenza di equipaggiamento russo, sottolinea la Cnn, mentre da quelle a più alta risoluzione del satellite Maxar dell'11 febbraio si evince la presenza di decine di veicoli blindati, carri armati e pezzi di artiglieria. Mezzi che non sono più visibili nelle nuove immagini di Sentinel 2 risalenti al 27 marzo scorso.
Ore 19:07 - Settima sanzione russa a Wikipedia: 22.300 euro per non aver rimosso informazioni militari riservate
Nuova sanzione in Russia, la settima quest'anno, contro Wikipedia. L'enciclopedia libera di internet dovrà versare l'equivalente di 22.300 euro (due milioni di rubli) per non aver rimosso informazioni proibite, secondo quanto ha stabilito il tribunale Taganski di Mosca.
Wikimedia Foundation, a cui fa capo l'edizione russa di Wikipedia, non ha accettato di rimuovere un articolo su una unità militare con informazioni riservate, vale a dire l'ubicazione, la composizione e l'equipaggiamento di un battaglione militare, nonché informazioni relative alla cosiddetta operazione militare speciale . In tutto, Wikipedia Russia ha dovuto versare allo stato russo 8,5 milioni di rubli.
Ore 19:23 - Il Consiglio d'Europa: «Le deportazioni russe di minori ucraini sono genocidio»
«Le prove raccolte sulla deportazione e il trasferimento forzato di bambini ucraini in Russia o nei territori che sta occupando mostrano che queste pratiche corrispondono al crimine di genocidio». Lo afferma l'assemblea del Consiglio d'Europa in un rapporto votato all'unanimità in cui si chiede a Mosca di cessare immediatamente e incondizionatamente quanto sta attuando nei confronti dei minori ucraini.
«I trasferimenti forzati, le deportazioni illegali e la "rieducazione" dei bambini, che sono particolarmente vulnerabili e bisognosi di protezione, sono abominevoli nel loro obiettivo di annientare ogni legame e caratteristica della loro identità ucraina», si denuncia nel rapporto. Secondo l'assemblea «la natura organizzata e sistematica delle pratiche adottate da Mosca, il fatto che hanno caratteristiche simili nelle diverse regioni occupate ma anche nel corso del tempo portano a concludere che l'intenzione è quella di distruggere l'Ucraina, l'identità ucraina e le caratteristiche culturali e linguistiche del suo popolo».
Ore 19:30 - Ferimento del giornalista Zunino, Repubblica risponde a Kiev: «Ha rispettato le regole»
«La direzione di Repubblica prende atto delle dichiarazioni del Comando operativo sud dell'esercito ucraino, sottolinea come Corrado Zunino, munito di documenti lasciapassare per la zona di Kherson regolarmente chiesti e rilasciati dalle autorità militari ucraine, abbia improntato il suo comportamento al rispetto delle regole di condotta dei media in zona di guerra, e condivide con le autorità ucraine l'interesse a chiarire ogni aspetto di quanto accaduto sul ponte Antonovsky nella giornata del 26 aprile. A tal fine attende il rientro in Italia del suo inviato».
Ore 19:34 - Il generale Usa: «Forze di terra russe più grandi oggi che all'inizio della guerra»
«Le forze di terra russe sono più grandi oggi che all'inizio del conflitto». Lo ha affermato il generale americano Christopher Cavoli, capo delle forze della Nato in Europa, sottolineando che nonostante abbia subito migliaia di perdite dall'inizio della guerra, la Russia ha ancora molta potenza di fuoco nel proprio arsenale. «Le forze di terra russe sono state in qualche modo ridotte da questo conflitto, ma sono più grandi oggi di quanto non lo fossero all'inizio della guerra», ha detto Cavoli davanti alla Commissione per i servizi armati della Camera degli Stati Uniti, aggiungendo che «l'Aeronautica militare ha perso molto poco, 80 aerei. Hanno altri 1.000 combattenti e cacciabombardieri, mentre la Marina ha perso solo una nave».
Secondo Cavoli «gran parte dell'esercito russo non ha avuto un impatto negativo» dall'invasione in Ucraina. «I russi sono più attivi di come li abbiamo visti negli anni. I loro pattugliamenti nell'Atlantico sono ad un livello superiore rispetto a quello che abbiamo visto negli ultimi anni,» ha assicurato il generale. «E questo - ha concluso - nonostante tutti gli sforzi che stanno intraprendendo in Ucraina».
Ore 19:42 - Gli Usa impongono nuove sanzioni a Russia e Iran per l'ingiusta detenzione di cittadini americani
L'amministrazione Biden ha imposto oggi nuove sanzioni a Russia e Iran per l'ingiusta detenzione di cittadini americani. Alti funzionari dell'amministrazione non hanno voluto specificare quali detenzioni siano specificamente alla base delle sanzioni, affermando che si tratta di una risposta a un modello di azioni da parte dei due Paesi che trattengono ingiustamente gli americani, sia attualmente che in passato. Le fonti hanno tuttavia precisato che le sanzioni erano in programma ben prima dell'arresto, il mese scorso, del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich in Russia, la cui detenzione è stata rapidamente dichiarata ingiusta dal governo statunitense, come quella dell'altro cittadino Usa attualmente detenuto in Russia, Paul Whelan.
Le sanzioni sono rivolte precisamente ai servizi russi Fsb e alla Guardia rivoluzionaria dell'Iran: si tratta della prima applicazione del nuovo tipo di sanzioni istituite lo scorso anno dal presidente Joe Biden, da utilizzare contro coloro che tengono ingiustamente prigionieri gli americani.
Tuttavia le sanzioni sono in gran parte simboliche, dal momento che entrambe le organizzazioni sono già sottoposte ad ampie sanzioni per una serie di comportamenti che vanno dall'interferenza elettorale all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, fino al sostegno alle attività terroristiche.
Oltre a colpire le due organizzazioni, l'amministrazione aggiunge ulteriori sanzioni a 4 leader dell'IRGC, cioè i Guardiani della rivoluzione, che si ritiene siano coinvolti in tentativi di sequestro. Secondo le fonti, l'alleggerimento di queste sanzioni potrebbe essere usato come incentivo nei negoziati per cercare di ottenere il rilascio degli americani detenuti all'estero.
Ore 20:40 - Mosca vara un decreto di cittadinanza nei territori occupati, chi non diventa russo sarà trattato da straniero
Vladimir Putin ha varato un decreto sulla cittadinanza nei territori ucraini occupati che considera come straniero chiunque non abbia scelto di prendere la nazionalità russa. Potranno quindi fare domanda per permessi di soggiorno. Dovranno essere prese le loro impronte digitali.
Ore 20:55 - Bulgaria: «Da Mosca forte incremento di attacchi ibridi»
La Bulgaria sta affrontando un aumento senza precedenti di attacchi ibridi russi. Lo ha affermato oggi a Sofia il ministro degli Esteri bulgaro Nikolay Milkov, ripreso dai media locali.
A suo dire, i numerosi casi registrati «sono volti a minare la stabilità della Bulgaria, e di conseguenza i valori e i processi democratici». «La Russia utilizza un ricco arsenale di tattiche ibride, strumentalizza le forniture di energia e generi alimentari, applica cyberattacchi per controllare le tecnologie sensibili», ha aggiunto Milkov.
Secondo il ministro, si osserva in Bulgaria un rafforzamento senza precedenti della propaganda di Mosca «volta alla destabilizzazione politica interna della nostra società, provocando malcontento e riducendo la solidarietà con l'Ucraina».
Ore 21:27 - Comici russi si fingono Zelensky e ingannano il presidente della Fed Jerome Powell
Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell è caduto nella trappola di due impostori russi che si sono finti il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, intrattenendosi in una conversazione su più temi, dall'inflazione alla banca centrale russa. Lo riportano i media americani citando alcuni video andati in onda sulla tv di stato russa.
Dai filmati emerge un Powell che paventa almeno altri due rialzi dei tassi di interesse e ipotizza l'apertura di una Fed a Kiev. La conversazione è avvenuta in gennaio e secondo la Fed i video sono stati ritoccati. «Abbiamo riferito il caso alle autorità e in rispetto dei loro sforzi non commenteremo ulteriormente», afferma la Fed descrivendo la telefonata come «amichevole. Nessuna informazione riservata è stata discussa».
A fingersi Zelensky sono stati Vladimir Kuznetsov e Alexei Stolyarov, conosciuti con i soprannomi di Vovan e Lexus. Sostenitori di Vladimir Putin, i due da anni cercano di ingannare, in molti casi con successo, i politici stranieri. Il caso è destinato a sollevare polemiche sulla sicurezza all'interno della Fed visto che i "finti" Zelensky sono riusciti ad arrivare fino al presidente della Fed aggirando i controlli.
Ore 22:00 - Putin: «L'industria russa dei droni potrebbe superare i 12 miliardi di dollari»
Il volume dell'industria russa dei droni potrebbe raggiungere un trilione di rubli (12,2 miliardi di dollari). Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin, citato dalla Tass, in visita al parco industriale di Rudnevo, che ospita diverse società specializzate nello sviluppo e nella produzione di velivoli senza pilota.
«È un settore estremamente importante dell'industria nazionale, molto promettente. Abbiamo verificato proprio ora, i miei colleghi e io, e ho visto una cifra di volume per il prossimo futuro di 500 miliardi di rubli. Ma sono d'accordo con me che si tratta di una stima molto prudente. Molto probabilmente, se tutti noi iniziamo a lavorare intensamente, incluso lo Stato, sarà di 1 trilione di rubli (pari a 12,2 miliardi di dollari, ndr)», ha detto Putin.
Secondo il presidente russo inoltre, l'industria dei droni «in primo luogo, è il futuro. E ciò che è ancora più importante: le applicazioni dei droni sono semplicemente illimitate: non esiste un'industria o settore economico in cui l'uso dei droni non sarebbe possibile». Il presidente ha aggiunto che lo sviluppo dei droni «aumenterà fondamentalmente e seriamente la competitività di qualsiasi economia».
Ore 22:20 - Zelensky: «Dal Consiglio d'Europa risultato politico importante»
La risoluzione dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa che «riconosce che la deportazione russa di bambini ucraini costituisce la prova del crimine di genocidio» è «un risultato politico importante». Lo afferma sui social il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Accolgo con favore il primo riconoscimento di questo fatto da parte di un organo statutario del Consiglio d'Europa, organizzazione che unisce tutta l'Europa», aggiunge.
«In pratica, questa decisione aiuterà in modo significativo i nostri sforzi globali per assicurare alla giustizia la Russia e i suoi funzionari, compreso il capo dello Stato terrorista, per il genocidio e le politiche di genocidio contro l'Ucraina», conclude Zelensky.
Ore 23:07 - Zelensky: «Missili russi su Kostyantynivka, ci sono feriti e danni a edifici civili»
Un attacco serale sulla cittadina di Kostyantynivka, nella regione di Donetsk, ha provocato danni e anche vittime: a denunciarlo è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un videomessaggio citato da Ukrinform. «A Mykolaiv - aveva premesso il leader - è già stata completata la demolizione dei detriti sul luogo dell'attacco missilistico avvenuto ieri sera. Più di 20 feriti, una persona è morta. Le mie condoglianze alla famiglia e agli amici. Dozzine di case comuni e due istituti scolastici sono stati danneggiati dai razzi». Stasera, ha proseguito «è stato effettuato un altro attacco missilistico su Kostyantynivka, nella regione di Donetsk. Anche una scuola, un ospedale e edifici residenziali sono stati danneggiati. Sfortunatamente, ci sono persone ferite», ha detto Zelensky.
Ore 00:30 - Intercettato soldato russo: ha tagliato la gola ai prigionieri
In una telefonata intercettata dal servizio di sicurezza ucraino (Sbu), un soldato russo avrebbe ammesso di aver ripetutamente ucciso prigionieri di guerra ucraini tagliando loro la gola dopo averli interrogati. Lo riporta lo stesso Sbu su Telegram, ripreso dal Kyiv Independent. «I prigionieri di guerra, una volta che abbiamo avuto da loro tutte le informazioni, non ha senso tenerli ancora... Devono essere smaltiti», dice il militare russo che gli 007 ucraini hanno identificato come Yevgeny Suchko, delle regione russa di Novgorod, nato nel 1995. Arruolato nell’autunno del 2022, da allora si trova nell’oblast di Kharkiv, sostengono ancora i servizi ucraini. Nell’intercettazione, il soldato russo spiega anche come tagliare la gola a una persona, aggiungendo di averlo fatto «abbastanza» volte. L’Sbu aggiunge su Telegram che farà «in modo che questo criminale di guerra e ogni altro criminale di guerra della Federazione Russa siano ritenuti responsabili». Nelle scorse settimane era circolato un video che mostrava la decapitazione di un soldato ucraino. Il 17 aprile il commissario per i diritti umani ucraino, Dmytro Lubinets, aveva dichiarato all’Ukrainska Pravda che il suo ufficio ha ricevuto «diverse decine» di video di presunte esecuzioni di prigionieri di guerra ucraini da parte dei militari russi.
Ore 05:12 - Esplosioni nella notte. A Dnipro morti una donna e un bimbo di tre anni
Esplosioni a Kiev e la regione che circonda la capitale sono state segnalate nelle prime ore del mattino da Interfax Ucraina e canali Telegram. Dnipro, Kremenchuk e Poltava nell’Ucraina centrale e in Mykolaïv nel sud le città colpite. Gli attacchi arrivano un giorno dopo che il Cremlino aveva detto che avrebbe accolto tutto ciò che potrebbe portare alla fine del conflitto, riferendosi a una telefonata tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy di mercoledì. Era la prima volta che i leader parlavano dai tempi della Russia ha invaso l’Ucraina nel febbraio dello scorso anno. Ma il Mosca ha affermato che deve ancora raggiungere gli obiettivi di la sua «operazione militare speciale» in Ucraina. Presidente russo Vladimir Putin ha lanciato l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio, 2022, dicendo che era necessario proteggere la Russia. L’Ucraina e i suoi alleati occidentali lo hanno respinto, affermando il l’invasione è stata una presa di terra non provocata da parte di Putin, che ha ha portato alla più grande guerra di terra in Europa dalla seconda guerra mondiale. Le forze russe hanno subito battute d’arresto in tutto il conflitto e hanno cercato per 10 mesi di aprirsi la strada nei resti in frantumi di Bakhmut, una volta una città di 70.000 abitanti. La Russia vede Bakhmut come un trampolino di lancio fondamentale verso altre città nell’Ucraina orientale, ora il suo principale obiettivo militare.
Ore 05:49 - Undici missili russi abbattuti dalla difesa aerea ucraina
Undici missili cruise russi sono stati abbattuti nei cieli di Kiev dalla difesa aerea ucraina, senza che abbiano causato vittime o danni gravi. «Secondo i dati preliminari, 11 missili da crociera sono stati distrutti nello spazio aereo di Kiev. Oltre ai missili, sono stati abbattuti anche due droni», ha dichiarato un portavoce del Comune su Telegram.
Ore 06:17 - Le forze russe sgombrano una base nella Crimea settentrionale
Le forze armate russe hanno sgombrato una base militare nel nord della penisola di Crimea, che sino allo scorso febbraio ospitava decine di mezzi corazzati, carri armati e pezzi d’artiglieria. Lo scrive l’emittente televisiva «Cnn», che pubblica una serie di fotografie satellitari della base militare sita vicino alla cittadina di Medvedivka, non lontano dal confine tra la penisola e la regione di Kherson. Foto satellitari scattate tra gennaio e febbraio mostrano l’elevata concentrazione di mezzi militari, oltre a una vasta rete di trincee e strutture difensive. Fotografie più recenti, scattate dal satellite europeo Sentinel 2 il 27 marzo, mostrano però che nelle ultime settimane il sito militare è stato quasi svuotato. Non è chiaro, secondo la «Cnn», dove la Russia abbia riposizionato i mezzi militari, ma da settimane Kharkiv è indicata come probabile bersaglio dell’offensiva primaverile organizzata dalle forze armate ucraine, che puntano a isolare proprio la Crimea dalle regioni dell’Ucraina orientale occupate dalle forze russe.
Erdogan non muore e riceve la telefonata di Putin. Piccole Note (Filo-Putin) il 27 Aprile 2023 su Il Giornale.
Il malore di Erdogan in diretta televisiva ha fatto il giro del mondo. Un malore non da poco, se ha costretto il presidente turco ad annullare gli impegni, ma di gravità controversa: un infarto, problemi cardiaci meno drammatici, una gastrite…
L’incidente deve aver suscitato speranze nei circoli neocon che vedono il sultano come il fumo negli occhi per aver fatto virare la nave turca verso acque più orientali, allontanandola dall’Atlantico e dai ristretti vincoli Nato.
La morte del sultano avrebbe sistemato l’anomalia turca una volte per tutte; o, se anche sopravvissuto, i gravi postumi avrebbero pesato irrevocabilmente sulle elezioni alle porte, consegnando la vittoria all’opposizione (più atlantista).
Se telefonando…
Di oggi la doccia fredda. Putin ha telefonato a Erdogan, dissolvendo tali speranze. I due hanno parlato dei “rapporti turco-russi”, quindi Erdogan ha ringraziato Putin per “il contributo reso alla centrale nucleare di Akkuyu, dove oggi si terrà la cerimonia per la consegna del combustibile nucleare”.
Inoltre, nella conversazione, “sono stati valutati gli sviluppi della guerra russo-ucraina e i piani sull’accordo sui cereali, con il presidente Erdoğan che ha affermato come, attraverso il gruppo di lavoro proposto, si potrebbero lavorare su nuove iniziative” (negoziati con l’Ucraina?). Infine, sono stati discussi anche gli “sviluppi in Siria”.
Conversazione densa, come da report di Anadolu, che dimostra come il sultano sia ancora vivo e vegeto. Ai suoi nemici occorrerà aspettare il 14 maggio, data delle presidenziali, per sperare in un regime-change meno drammatico.
Ad oggi, come rileva The Cradle, una decina di sondaggi danno il suo avversario Kemal Kilicdaroglu in netto vantaggio, anche se sembra probabile che si arrivi al ballottaggio.
Al sultano nuoce la crisi economica che attanaglia il Paese, ma soprattutto il recente terremoto, che ha devastato la Turchia e, non si sa perché, anche la sua immagine di uomo forte. Ma un conto sono i sondaggi, un conto i voti (Brexit docet).
La normalizzazione Siria-Turchia
In attesa delle elezioni, va sottolineata l’importanza dell’ultimo punto della conversazione con Putin, cioè gli sviluppi in Siria. Due giorni fa, Mosca ha ospitato un vertice dei ministri della Difesa e i capi dell’intelligence di Turchia, Siria e Iran (oltre a quello russo) per tentare di risolvere il rebus siriano (Anadolu).
Damasco vuole che la Turchia ritiri tutte le truppe dal suo Paese e smetta di bombardare i curdi siriani. Ankara si è detta disponibile, ma deve poter dichiarare vittoria, cioè che la missione di impedire attacchi curdi contro il suo territorio è riuscita, per cui vuole garanzie in tal senso (in realtà i curdi si sono solo difesi, ma i turchi temono sorprese in caso di ritiro).
La Russia sta portando avanti con successo l’ardua mediazione, nonostante il forte contrasto statunitense. Infatti, i recenti colloqui tenuti a Mosca sono stati “costruttivi” (Reuters).
Tanto che il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha dichiarato che “all’inizio di maggio potrebbe tenersi una riunione dei presidenti di Siria, Russia, Iran e Turchia per normalizzare le relazioni tra Ankara e Damasco” (North Press Agency). Dichiarazione resa due giorni fa, cioè nel giorno in cui Erdogan ha accusato il malore. Coincidenza sfortunata.
Le notizie del 28 aprile sul conflitto in Ucraina. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 28 aprile 2023.
Gli aggiornamenti sulla guerra di venerdì 28 aprile
• Putin firma la legge: chi è accusato di alto tradimento rischia l'ergastolo. Nei territori ucraini occupati chi non chiede la cittadinanza russa potrà essere espulso.
• Filo-russi: «Razzi ucraini su un minibus a Donetsk, 7 morti e 10 feriti».
• Papa Francesco vede Orban e parla di Ucraina: «L’Europa cerchi la pace, nessuno è nemico per sempre».
• Ue: «Raggiunto l'accordo con i cinque paesi che hanno bloccato il grano ucraino»
Ore 05:00 - Esplosioni nella notte. A Dnipro morti una donna e un bimbo di tre anni
Esplosioni a Kiev e la regione che circonda la capitale sono state segnalate nelle prime ore del mattino da Interfax Ucraina e canali Telegram. Non ci sono dettagli su quali obiettivi siano stati colpiti o di danni e vittime. Dnipro, Kremenchuk e Poltava nell’Ucraina centrale e in Mykolaïv nel sud le città colpite. Gli attacchi arrivano un giorno dopo che il Cremlino aveva detto che avrebbe accolto tutto ciò che potrebbe portare alla fine del conflitto, riferendosi a una telefonata tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy Mercoledì. Era la prima volta che i leader parlavano dai tempi della Russia ha invaso l’Ucraina nel febbraio dello scorso anno. Ma il Mosca ha affermato che deve ancora raggiungere gli obiettivi di la sua «operazione militare speciale» in Ucraina. Presidente russo Vladimir Putin ha lanciato l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio, 2022, dicendo che era necessario proteggere la Russia. L’Ucraina e i suoi alleati occidentali lo hanno respinto, affermando il l’invasione è stata una presa di terra non provocata da parte di Putin, che ha ha portato alla più grande guerra di terra in Europa dalla seconda guerra mondiale. Le forze russe hanno subito battute d’arresto in tutto il conflitto e hanno cercato per 10 mesi di aprirsi la strada nei resti in frantumi di Bakhmut, una volta una città di 70.000 abitanti. La Russia vede Bakhmut come un trampolino di lancio fondamentale verso altre città nell’Ucraina orientale, ora il suo principale obiettivo militare.
Ore 05:48 - Undici missili russi abbattuti dalla difesa aerea ucraina
Undici missili cruise russi sono stati abbattuti nei cieli di Kiev dalla difesa aerea ucraina, senza che abbiano causato vittime o danni gravi. «Secondo i dati preliminari, 11 missili da crociera sono stati distrutti nello spazio aereo di Kiev. Oltre ai missili, sono stati abbattuti anche due droni», ha dichiarato un portavoce del Comune su Telegram.
Ore 07:10 - Kiev torna sotto attacco dei missili russi
Dal nostro inviato, Lorenzo Cremonesi
ZAPORIZHZHIA — Erano parecchie settimane che Kiev non veniva più colpita da missili. Ultimamente c’erano stati alcuni allarmi per droni e non avevano neppure scalfito l’atmosfera di nuova normalità che ormai caratterizza la capitale. Ma questa mattina presto la zona della capitale è tornata ad essere presa di mira dai missili russi.
Per ora non ci sono ancora notizie di danni o vittime, potrebbero arrivare presto. A meno che non siano stati colpiti obiettivi militari e allora sarebbe il silenzio. Si sa invece di danni e vittime nel resto del Paese. Ci sarebbero almeno 16 morti, compresi una donna e un bambino di cinque anni a Dnipro. Colpiti alcuni centri urbani nel resto del centro del Paese, oltre a Dnipro anche Kremenchuk e Poltava. Per il secondo giorno consecutivo attaccato ancora il centro di Mykolaiv nel sud. Qui sembra che i russi stiano cercando di disturbare i preparativi della prossima offensiva ucraina che potrebbe iniziare nelle prossime settimane. L’arrivo degli aiuti militari occidentali e l’inizio del caldo stanno avvicinando il momento dell’attacco.
Ore 08:25 - Ondata di attacchi russi all’alba sull’Ucraina, almeno 16 morti
L’esercito russo ha lanciato più di una dozzina di missili da crociera su Kiev, in Ucraina centrale e al Sud uccidendo cinque civili tra cui un bambino di due anni e la giovane madre a Dnipro, hanno reso noto le autorità di Kiev pubblicando immagini degli attacchi sui social. Le sirene dei raid aerei hanno suonato intorno alla capitale a quasi due mesi dagli ultimi attacchi. Colpita anche Mykolaiv. «Le truppe russe hanno lanciato un massiccio attacco missilistico contro l’Ucraina», ha dichiarato il capo della polizia nazionale Igor Klymenko, come riporta Rbc-Ukraine.
Ore 09:23 - Kiev, i morti a Uman sono 14, anche un bambino
È salito a dieci, tra cui un bambino, il bilancio delle vittime nell’attacco russo a Uman, nell’Ucraina centrale, dove un edificio residenziale è stato colpito da un missile, secondo quanto ha reso noto il ministro degli Interni Igor Klymenko citato da Unian. I feriti sono 17. Durante l’operazione di soccorsi sono stati tratti in salvo tre bambini.
Ore 09:45 - Kuleba: «Uccidere innocenti nel sonno è risposta russa a iniziative pace»
«Gli attacchi missilistici che uccidono ucraini innocenti nel sonno, compreso un bambino di 2 anni, sono la risposta della Russia a tutte le iniziative di pace». Lo ha scritto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba su Twitter affermando che «la via per la pace è cacciare la Russia dall’Ucraina. La via per la pace è armare l’Ucraina con gli F-16 e proteggere i bambini dal terrore russo».
Ore 10:33 - Kiev: «Mykolaiv colpita con Iskander-K, difficili da rilevare»
L’esercito russo ha colpito Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina, con missili Iskander-K «difficili da rilevare», ha detto il portavoce del Comando dell’aeronautica ucraina Yuriy Ignat, citato da Rbc-Ukraine. «Secondo le ultime informazioni a nostra disposizione, i missili Iskander-K sono stati lanciati da Sud. È un missile da crociera, che, in linea di principio, ha le stesse prestazioni dei Calibre, ma Iskander-K è un missile non balistico, vola molto basso, questo è il problema del suo rilevamento e anche dell’abbattimento, questi missili possono essere lanciati da una distanza abbastanza ridotta», ha spiegato Ignat.
Ore 10:43 - Cnn: «Droni Iran usati da russi hanno tecnologia occidentale»
Sono alimentati da un motore basato su tecnologia occidentale, tedesca per la precisione, i cosiddetti droni kamikaze Shahed-136 venduti dall’Iran alle forze armate russe che li utilizzano nella guerra in Ucraina. Tecnologia che l’Iran avrebbe ottenuto in modo illecito una ventina di anni fa. E’ quanto emerge da uno studio condotto da Conflict Armament Research (Car), un’organizzazione con sede nel Regno Unito che indaga sui componenti delle armi, condiviso in esclusiva con la Cnn.
E che mostrerebbe come l’Iran sia in grado di riprodurre alla perfezione la tecnologia militare che ha ottenuto in maniera illegittima. In quest’ottica, un’altra preoccupazione dei funzionari occidentali è che la Russia possa condividere con gli iraniani armi e attrezzature di fabbricazione occidentale recuperate sul campo di battaglia in Ucraina. Analizzando i resti di droni Shahed-136 in Ucraina tra l’ottobre dello scorso anno e marzo 2023, i ricercatori di Car hanno potuto confermare che il motore dello Shahed-136 è stato sottoposto alla revisione del motore da parte di una società iraniana chiamata Oje Parvaz Mado Nafar, nota come Mado, con sede nella città di Shokuhieh nella provincia di Qom. La società è stata sanzionata da Regno Unito, Stati Uniti e Unione Europea nel dicembre dello scorso anno. Secondo i governi occidentali e le Nazioni Unite, infatti, la Mado svolge un ruolo cruciale nell’espansione dell’industria dei droni in Iran.
Ore 11:32 - Usa, imposte sanzioni a Russia e Iran per ingiusta detenzione americani
L’amministrazione Biden ha imposto oggi nuove sanzioni a Russia e Iran per l’ingiusta detenzione di cittadini americani. Alti funzionari dell’amministrazione non hanno voluto specificare quali detenzioni siano specificamente alla base delle sanzioni, affermando che si tratta di una risposta a un modello di azioni da parte dei due Paesi che trattengono ingiustamente gli americani, sia attualmente che in passato. Le fonti hanno tuttavia precisato che le sanzioni erano in programma ben prima dell’arresto, il mese scorso, del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich in Russia, la cui detenzione è stata rapidamente dichiarata ingiusta dal governo statunitense, come quella dell’altro cittadino Usa attualmente detenuto in Russia, Paul Whelan. Le sanzioni sono rivolte precisamente ai servizi russi Fsb e alla Guardia rivoluzionaria dell’Iran e si tratta della prima applicazione del nuovo tipo di sanzioni istituite lo scorso anno dal presidente Joe Biden, da utilizzare contro coloro che tengono ingiustamente prigionieri gli americani. Tuttavia le sanzioni sono in gran parte simboliche, dal momento che entrambe le organizzazioni sono già sottoposte ad ampie sanzioni per una serie di comportamenti che vanno dall’interferenza elettorale all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, fino al sostegno alle attività terroristiche. Oltre a colpire le due organizzazioni, l’amministrazione aggiunge ulteriori sanzioni a 4 leader dell’IRGC, cioè i Guardiani della rivoluzione, che si ritiene siano coinvolti in tentativi di sequestro. Secondo le fonti, l’alleggerimento di queste sanzioni potrebbe essere usato come incentivo nei negoziati per cercare di ottenere il rilascio degli americani detenuti all’estero.
Ore 13:02 - Kiev: «Nella controffensiva useremo i carri armati Leopard, non gli Abrams»
«L’addestramento è in fase di completamento, perché oltre alle armi e all’equipaggiamento militare, anche il nostro personale militare deve padroneggiarlo. Abbiamo ricevuto sistemi molto moderni. Permettetemi di ricordarvi che oltre alla coalizione di carri armati che include principalmente i carri armati Leopard-2 più Challenger, e il Leopard-1 che arriverà poco dopo, stiamo aspettando gli Abrams. Ma gli Abrams non saranno usati in questa controffensiva, credo, anche se i nostri equipaggi sono già andati alle esercitazioni». Lo ha detto il ministro della Difesa ucraina Oleksii Reznikov spiegando che Kiev è pronta alla controffensiva.
«Ma, inoltre, disponiamo di un gran numero di veicoli corazzati di vario tipo: veicoli corazzati per il trasporto di personale e veicoli da combattimento di fanteria: Bradley, Marder, Stryker e CV 90 dalla Svezia. Anche qui i corsi preparatori sono in fase di completamento».
Ore 13:07 - Sale a 15 il bilancio dei morti a Uman
Sono 15 i civili rimasti uccisi a Uman, in Ucraina centrale, nell’attacco lanciato prima dell’alba dall’esercito russo. Lo riferisce il Ministero degli Interni ucraino nel suo ultimo aggiornamento sul bilancio delle vittime, ripreso da Unian.
Il bilancio provvisorio dei morti negli attacchi russi di oggi, sale quindi a 17.
Ore 13:17 - Zelensky sui bombardamenti a Uman: «Solo insieme possiamo sconfiggere il terrore russo»
«Uman... Va ancora avanti la fase di rimozione delle macerie». Il presidente Ucraino Zelensky torna a twittare nel giorno della strage nella città dell’Ucraina centrale provocata da un attacco missilistico russo, come denunciano da ore le autorità locali.
Tra le vittime, scrive, ci sono due bambini «che non possono essere identificati». «Non si sa cosa sia accaduto ai loro genitori - aggiunge il presidente ucraino - I soccorritori continueranno a lavorare fin quando non saranno sicuri che nessun altro sia rimasto sotto le macerie. Solo tutti insieme possiamo sconfiggere il terrore russo, con armi per l’Ucraina, sanzioni più dure contro lo stato terrorista e sentenze giuste per gli assassini russi».
Ore 13:20 - Papa Francesco: «Dove sono gli "sforzi creativi" di pace?»
«In questa fase storica i pericoli sono tanti oggi, tanti. Ma, mi chiedo, anche pensando alla martoriata Ucraina, dove sono gli sforzi creativi di pace? Dove stanno?». Lo ha affermato il Papa nel suo discorso alle autorità a Budapest.
Francesco ha fatto riferimento alla Dichiarazione di Robert Schuman del 9 maggio 1950: «"Il contributo che un'Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche", in quanto - parole memorabili! - "la pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano"».
Ore 13:29 - Filorussi: «Razzo ucraino su un minibus a Donetsk, 7 morti tra cui un bambino»
Sette persone, tra cui un minore, sono state uccise oggi a Donetsk, dove un razzo lanciato dalle forze ucraine ha colpito un minibus. I feriti sono invece 10. Lo ha reso noto il sindaco Aleksey Kulemzin, ripreso dall'agenzia Ria Novosti. Secondo le autorità filorusse, gli ucraini hanno bombardato Donetsk poco dopo le 13 ora locale con almeno 10 razzi.
Ore 13:38 - Si aggrava il bilancio delle vittime a Uman: 16 morti
Si è aggravato il bilancio delle vittime a Uman, la città dell'Ucraina centrale attaccata prima dell'alba dall'esercito russo: sono 16 i morti nel condominio di nove piani colpito da missili, tra cui tre bambini. Lo ha reso noto il servizio di emergenza ucraino, riportato da Unian.
Ore 13:45 - Ue: «Gli attacchi russi ai civili sono crimini contro l'umanità»
Gli attacchi russi sui civili e sulle infrastrutture civili sono crimini contro l'umanità». Lo ha affermato il portavoce del Servizio di Azione Esterna per l'Ue, Peter Stano, sottolineando la gravità degli attacchi delle ultime ore da parte della Russia su diverse città ucraine, Kiev inclusa.
«La notte scorsa e questa mattina la Russia ha nuovamente bombardato massicciamente l'Ucraina, con attacchi di missili e droni in tutto il Paese. Ancora una volta hanno colpito i civili mentre dormivano, causando seri danni, uccidendo civili innocenti e ferendo molte persone, inclusi bambini. Gli attacchi sconsiderati di droni e missili contro la popolazione ucraina sono quotidiani», ha spiegato Stano.
Ore 14:12 - Mosca: «In Ucraina bombardati obiettivi militari»
Il Ministero della Difesa russo ha detto di avere colpito obiettivi militari in una serie di bombardamenti missilistici avvenuti la scorsa notte. Il Ministero, citato dall'agenzia Tass, non fa invece riferimento alle vittime civili denunciate dagli ucraini.
Secondo il portavoce Igor Konashenkov, i bombardamenti missilistici sono stati compiuti con missili «di precisione a lunga gittata» su aree in cui erano state radunate unità di riserva dell'esercito ucraino che venivano mandate al fronte. «Tutti gli obiettivi designati sono stati colpiti e l'avanzata dei rinforzi nemici verso le aree di combattimento è stata impedita», ha aggiunto il portavoce.
Ore 14:17 - Peskov: «Rispettiamo tutti la moratoria sulle armi nucleari»
«Al momento tutti si stanno attenendo alla moratoria sull'uso delle armi nucleari». Così il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha minimizzato il rischio che la Russia possa riprendere a condurre test sulle armi nucleari. Un'ipotesi che nei giorni scorsi era stata sollevata da Lynne Tracy, l'ambasciatrice degli Stati Uniti in Russia. «Al momento tutti si attengono alla moratoria. Non c'è altro da aggiungere», ha detto Peskov in conferenza stampa.
Ore 14:26 - La banca centrale russa prevede un'inflazione fino al 6,5% nel 2023
La Banca Centrale Russa prevede un incremento del tasso d'inflazione dall'attuale 4 fino al 6,5% nel corso del 2023. Lo si legge nella nota diffusa a seguito della riunione del Consiglio dell'Istituto, che ha deciso di lasciare invariati i tassi al 7,5%. Per far fronte all'incremento dei prezzi Mosca valuta un «rialzo per stabilizzare l'inflazione vicino al 4% nel 2024 e oltre».
«In base all'attuale posizione della politica economica - spiegano a Mosca - l'inflazione annua salirà tra il 4,5 e il 6,5% nel 2023 per ritornare al 4% nel 2024».
Al momento, secondo la Banca Centrale Russa, l'inflazione nel paese è «significativamente bassa» al 2,5% rispetto al picco dell'11% registrato in febbraio e al 3,5% di marzo. La dinamica attuale prezzi è cresciuta rispetto alla fine del 2022 ed è «largamente intorno al 4% su base annua» mentre la «componente stabile dell'attuale crescita dei prezzi è finora sotto il 4% su base annua».
Tra le cause dell'attuale livello di incremento dei prezzi, secondo la Banca Centrale Russa, si contano «un adattamento in corso dell'economia russa alle restrizioni commerciali e finanziarie esterne» (le sanzioni, ndr) e il «livello elevato di scorte in un certo numero di categorie merceologiche associato a una domanda interna dei consumatori essenzialmente modesta».
In questo quadro «la debolezza del rublo a partire dalla fine del 2022 non ha influito molto nella dinamica dei prezzi». Per questo «le stime sull'inflazione per le famiglie e per le imprese sono elevate, ma le rispettive tendenze divergono, perché in aprile le prime si sono ridotte e le seconde sono invece salite».
Ore 14:34 - Il vicepremier russo visita Bakhmut: «Spero la ricostruzione inizi presto»
Il vice primo ministro russo Marat Khusnullin, che oggi ha visitato Bakhmut, ha postato sul suo canale Telegram un video che lo ritrae in divisa militare, con l'elmetto e un giubbetto antiproiettile mentre cammina tra le rovine della città. «Voglio ringraziare di cuore - scrive Khusnullin - tutti i nostri combattenti impegnati ad Artyomovsk (il nome russo di Bakhmut, ndr). Spero che presto potremo iniziare i lavori per il restauro della città!».
Ore 14:43 - Cento tra scrittori e attori scrivono a Putin: «Libera Navalny»
Più di cento tra scrittori, attori, giornalisti, registi e altri personaggi pubblici hanno sottoscritto una lettera aperta indirizzata al presidente russo Vladimir Putin in cui si chiede la fine dei soprusi in carcere contro Alexey Navalny e il rilascio dell'oppositore, detenuto per motivi politici. Lo riporta Meduza.
Tra i firmatari, ci sono Svetlana Alexievich, Anne Applebaum, Margaret Atwood, Jude Law, Salman Rushdie, Orhan Pamuk, Herta Muller, Eric Cantona, Olga Tokarczuk, Mario Vargas Llosa.
Ore 14:53 - Sale a 17 il bilancio dei morti nei bombardamenti a Uman: tre sono bambini
Sono 17 le persone rimaste uccise a Uman, città nel centro dell'Ucraina colpita nelle scorse ore da un attacco missilistico. «Continuano le operazioni di soccorso», ha detto il governatore Ihor Taburets. Funzionari ucraini hanno confermato alla Cnn che ci sono tre bambini fra le 17 vittime. Le vittime dei raid russi di oggi salgono a 19: a Dnipro, ha riportato in precedenza la Bbc, sono rimaste uccise una donna e la figlia di tre anni.
Ore 15:02 - Uman, una donna mostra la sua casa distrutta dalle bombe: «Un razzo ci ha colpiti»
Una donna in lacrime si riprende con il telefono a Uman, in Ucraina, nella sua abitazione colpita nella notte da un missile russo. «Un razzo ha colpito la nostra casa, siamo ricoperti di sangue, i bambini stavano dormendo. Grazie a Dio siamo vivi ma sono così spaventata. Russi vi odio», dice in lacrime. Nell'attacco dell'esercito di Mosca sulla città sono morte 17 persone.
Ore 15:09 - Cremlino: «La Moldova sarà assorbita dalla Romania»
La Russia vede «una deriva» della Moldova che la porterà verso «l'assorbimento» da parte della Romania. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel corso di un punto stampa. «Hanno già distrutto la loro lingua, non la chiamano più lingua moldava. Vediamo una deriva verso l'assorbimento da parte della Romania. Vediamo azioni volte a limitare deliberatamente la propria sovranità», ha detto, commentando le parole del vice presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, Dmitry Medvedev, secondo cui la Moldova, dopo la decisione di vietare l'ingresso nel Paese a una serie di funzionari russi tra cui il presidente Vladimir Putin, non esiste più.
Ore 15:17 - Putin firma la legge sull'ergastolo per alto tradimento
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato la legge che prevede di introdurre il carcere a vita come possibile pena per il reato di «alto tradimento», finora punito in Russia con la reclusione fino a 20 anni. Lo riporta la Tass. Il provvedimento è stato approvato nei giorni scorsi dal Parlamento. Viene anche innalzata da 15 a 20 anni di carcere la pena massima per gli attacchi terroristici.
Ore 15:21 - Cremlino: «Colpito il quartier generale ucraino a Bakhmut»
Missili russi hanno colpito il quartiere generale ucraino a Bakhmut e le unità della "Legione straniera" a Konstantinovka nel Donetsk. Lo ha fatto sapere il Ministero della Difesa russo sul proprio canale Telegram, ripreso da Ria Novosti. Inoltre, continua la nota, attacchi aerei tattici operativi e dell'esercito, fuoco di artiglieria e sistemi di lanciafiamme pesanti del Gruppo di forze meridionale hanno colpito unità nemiche nell'area di Bogdanovka, Chasov Yar, Nikolaevka, Krasnoy e Predtechino nel Donetsk.
Ore 15:29 - La Moldova vieta l'ingresso a Putin e altri russi pro-guerra
Il primo ministro moldavo Dorin Recean ha annunciato che le autorità di Chisinau hanno stilato una lista nera di russi, tra cui Vladimir Putin, a cui è stato vietato l'ingresso in Moldova. Lo riportano i siti moldavi sottolineando che immediata è stata la reazione di Dmitry Medvedev: «Nessuno ci andrà adesso. Forse tra un po'», ha scritto provocatoriamente l'ex presidente russo.
«Abbiamo una lunga lista e manderemo tutti a casa. La Federazione Russa non può dirci cosa dovremmo o possiamo fare. La Moldova è un paese libero e sovrano. Tutti dovrebbero conoscere il loro posto», ha sottolineato Recean. Secondo i media moldavi non tutti i nomi della lista sono stati resi pubblici, ma le persone che vi sono state inserite ne sono a conoscenza.
Tra loro, oltre a Putin, ci sono funzionari e artisti che promuovono e sostengono la guerra della Russia con l'Ucraina. Tra questi figura anche Filipp Kirkorov, noto cantante pop russo, convinto sostenitore di Putin. «Un essere misterioso chiamato Recean ha annunciato che né il presidente russo né i funzionari russi potranno entrare nel suo paese, la Moldova. Beh, prima di tutto, nessuno ci andrà adesso. Forse tra un po'», ha scritto Medvedev secondo quanto riporta il portale polacco Onet.
Ore 15:44 - I superstiti dei bombardamenti di Uman: «Qui vivevano tanti bambini, colpite le camere da letto»
Tatiana, 29 anni, dice di sentirsi miracolata. Solamente un muro ha separato lei, suo marito e i suoi due bambini di 2 e 10 anni dal missile che ha colpito un palazzo residenziale di Uman, lasciando dietro di sé una scia di sangue che conta almeno 17 morti, mentre si continua a scavare sotto le macerie. «Non so nulla delle condizioni della mia casa, vedo che la mia finestra è bruciata, probabilmente è stata distrutta», dice Tatiana all'Ansa. «Alle 4 abbiamo ricevuto l'allarme aereo che mi ha svegliata, ma come ormai siamo tutti abituati, sono tornata a letto e ho cercato di dormire. Poi però abbiamo sentito l'esplosione e abbiamo preso i nostri figli, telefoni e documenti e siamo fuggiti».
Tatiana racconta di non avere dubbi: «Tutte le persone che vivevano nei piani che sono crollati e bruciati sono morte lì. Il missile ha colpito la parte del palazzo in cui c'erano le camere da letto. Questa zona è residenziale, tanti bambini vivevano qui. Conoscevo tutte le persone di quella parte di palazzo, i miei vicini di casa. Ora sono sotto shock, non so che giorno sia, non sto realizzando cosa sia accaduto», dice ancora. «Non so come mi sia salvata, credo sia stato Dio. Non posso spiegarmelo in altro modo: il mio appartamento è intatto e quello accanto è distrutto».
Ore 15:51 - Estonia: «Garantire le esportazioni di grano dai porti ucraini»
«L'aggressione attuata dalla Russia ha notevolmente compromesso la sicurezza alimentare e sta aumentando la fame e la sofferenza nel mondo. Questo è il motivo per cui è fondamentale aiutare a facilitare le esportazioni di grano e cibo dall'Ucraina, anche attraverso i porti ucraini». Lo ha detto il ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, partecipando all'incontro, avvenuto oggi a Odessa, tra i ministri degli Esteri dei paesi nordici e baltici e il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.
Nel corso della giornata, i ministri degli Esteri hanno visitato il porto di Odessa e partecipato all'Odessa Reconstruction Forum. Il ministro estone Tsahkna ha, a tal proposito, presentato la proposta di ospitare il Forum per la ricostruzione dell'Ucraina del 2025 a Tallinn come un modo per sottolineare l'importanza della cooperazione internazionale nella ricostruzione dell'Ucraina.
Ore 15:54 - Zelensky chiede l'invio al fronte dei commissari di reclutamento
I commissari militari di retroguardia dei centri di reclutamento verranno inviati al fronte e i combattenti feriti verranno messi al loro posto in sostituzione. Lo annuncia il ministro della Difesa Oleksiy Reznikov, citato da Ukrinform. «C'è una semplice raccomandazioni del presidente dell'Ucraina. Ha dato una seria raccomandazione al comandante in capo Valery Zaluzhny che la stragrande maggioranza dei commissari militari che sono stati a lungo seduti (nei centri di reclutamento, ndr) siano inviati come personale militare in prima linea. Al loro posto andranno i militari feriti, che sanno, tra l'altro, come svolgere correttamente il lavoro per soddisfare le esigenze di mobilitazione».
Ore 16:19 - Salgono a 20 i morti nell'attacco russo a Uman
Sono saliti a 20 i morti nell'attacco russo che ha colpito questa mattina all'alba la cittadina di Uman, nella regione ucraina di Cherkasy. Lo riferisce il ministero dell'Interno, come riporta Unian. Tra loro ci sono anche 3 bambini. Mentre sono 18 le persone rimaste ferite, di cui 9 sono state ricoverate in ospedale. Intanto, si scava ancora sotto le macerie dell'edificio residenziale di 9 piani colpito da due missili russi.
Ore 16:25 - Zelensky: «Con Xi Jinping ho parlato di integrità territoriale ucraina secondo i confini del '91»
Con il presidente cinese Xi, nella telefonata di mercoledì scorso, si è parlato «di integrità territoriale dell'Ucraina, del rispetto della Carta delle Nazioni Unite, della nostra sovranità e del nostro intero territorio, compresa la Crimea, l'intero Donbass secondo i confini del 1991».
Lo ha dichiarato il presidente ucraino Voldymyr Zelensky nella conferenza stampa congiunta con i presidenti di Repubblica Ceca e Slovacchia, Petr Pavel e Zuzana Chaputova, oggi a Kiev. Lo riporta Ukrinform. Zelensky ha spiegato di aver invitato il leader cinese ad aiutare a restituire gli ucraini catturati e i bambini deportati dalla Russia.
Un altro argomento di conversazione, secondo Zelensky, è stato l'esportazione di grano e la necessità di un corridoio all'interno della Black Sea Grain Initiative. Il capo dello stato ucraino ha aggiunto di aver sollevato anche la questione delle armi per la Russia. «L'Ucraina vorrebbe che tutti gli Stati comprendessero i rischi di fornire qualsiasi tipo di arma alla Federazione Russa. Ho sentito una risposta positiva in questo senso», ha sottolineato Zelensky.
Ore 17:03 - La sindaca di Uman: «Oggi è un giorno triste ma ci rialzeremo»
«Oggi è un giorno di tristezza per noi. Ma come parte dell'identità ucraina di sopravvivere e superare le difficoltà, sono certo che la città si riprenderà. Lo dimostrano già i tanti volontari che aiutano qui». Lo ha detto all'Ansa la sindaca di Uman, Iryna Pletnyova, sul luogo dell'attacco russo. «C'è la guerra nel nostro Paese e un attacco tutti i giorni, dobbiamo essere pronti. Ma come la maggior parte degli ucraini, molti cittadini non seguono gli allarmi», ha spiegato. «Sin dai primi minuti abbiamo organizzato tutti i servizi sotto la nostra responsabilità, dopo 20 minuti tutti i soccorritori erano qui e abbiamo dato aiuto».
Ore 17:18 - La lettera di 100 artisti per il rilascio di Navalny: «Schiacciato in una cella di cemento, basta torture»
Sono oltre cento, tra loro ci sono i grandi della musica, della letteratura, del cinema. Poi giornalisti e personaggi pubblici. Sono gli autori di una lettera aperta, indirizzata al presidente russo Vladimir Putin, in cui chiedono la fine dei soprusi in carcere contro Aleksej Navalny e il rilascio dell'oppositore, detenuto da 11 anni per motivi politici, che adesso rischia anche un processo separato per «estremismo» collegato all’uccisione del blogger pro-guerra Vladlen Tatarsky.
Ore 17:24 - Putin: «Le regioni ucraine annesse sono nostre terre storiche»
Le quattro regioni dell'Ucraina annesse da Mosca sono «terre storiche» russe e i loro abitanti «parte del nostro popolo». Lo ha affermato il presidente Vladimir Putin parlando a San Pietroburgo. Pertanto oggi è necessario «difendere e proteggere la loro decisione inequivocabile di tornare alla Russia», ha aggiunto Putin, citato dall'agenzia Tass.
Ore 17:30 - Putin: «Bisogna fare muro contro l'aggressione economica dell'Occidente»
Tutte le autorità russe devono lavorare come «una squadra coesa e ben coordinata» per far fronte alla «aggressione economica dell'Occidente». Lo ha detto il presidente Vladimir Putin parlando a San Pietroburgo a una riunione del Consiglio dei Legislatori, che comprende membri delle due camere del Parlamento nazionale e rappresentanti dei Parlamenti delle repubbliche.
Ore 17:40 - Salgono a 21 i morti nell'attacco russo su Uman
È salito a 21 morti in Ucraina il bilancio dell'attacco missilistico russo che ha colpito questa mattina all'alba la cittadina di Uman, nella regione ucraina di Cherkasy. Lo ha reso noto in un post sul suo canale Telegram il capo dell'amministrazione regionale, Ihor Taburets.
«Ventuno morti al momento. Dolore e rabbia. Le operazioni di ricerca e soccorso proseguono. Continuiamo a fornire l'assistenza necessaria alle vittime. Grazie a tutti i volontari e alle associazioni di beneficenza. Nove famiglie sono già state collocate in alloggi temporanei, preparati per gli sfollati locali», ha scritto Taburets.
Ore 17:49 - Chi non richiederà la cittadinanza russa potrà essere espulso dalle regioni ucraine occupate
I residenti dell e quattro regioni ucraine annesse dalla Russia che non accettano di diventare cittadini russi saranno considerati stranieri e potranno essere espulsi se porteranno «una minaccia alla sicurezza nazionale» con attività che comprendono anche la «partecipazione a raduni e manifestazioni non autorizzate». È quanto prevede una legge firmata e promulgata dal presidente Vladimir Putin dopo essere stata approvata dal Parlamento.
I non russi potranno essere espulsi dai territori delle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson se pongono appunto «una minaccia alla sicurezza nazionale», sostenendo «un cambiamento violento delle fondamenta dell'ordine costituzionale», pianificando atti terroristici, sostenendo il terrorismo, ma anche partecipando a raduni non autorizzati.
Anche i residenti che abbiano ottenuto la cittadinanza russa potrebbero vedersela revocata, e quindi rischierebbero l'espulsione, sempre in caso di minaccia alla sicurezza nazionale e per la diffusione di notizie giudicate false che «provocano discredito» alle forze armate. Gli altri reati che possono portare alla revoca della cittadinanza russa sono, tra gli altri, la renitenza alla leva militare e la diserzione.
Ore 18:01 - Zelensky parla con Michel: «Il bando sull'import di prodotti agricoli ucraini viola gli accordi»
Volodymir Zelensky ha parlato al telefono con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, informandolo delle tragiche conseguenze di un altro attacco missilistico contro città ucraine in cui sono stati uccisi civili, inclusi bambini. «Abbiamo discusso del bando alle importazioni di prodotti agricoli ucraini introdotto da altri Paesi confinanti. Ho espresso la mia profonda preoccupazione per tali decisioni e sottolineato che questi passi sono una decisa violazione dell'Accordo di associazione e dei trattati fondativi dell'Ue», ha scritto Zelensky. «Ho chiesto che venga individuata una soluzione alla situazione, che tenga in considerazione le leggi Ue, l'Accordo di associazione e gli interessi delle parti», ha quindi concluso.
Ore 18:21 - Putin: «La Russia non si isolerà, allargherà le relazioni con i paesi amici»
La Russia non si isolerà, ma piuttosto allargherà le relazioni con i paesi amici. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin all'Assemblea federale russa. «Non ci isoleremo. Al contrario, espanderemo relazioni pragmatiche, eque e reciprocamente vantaggiose ovvero partenariati con paesi amici in Eurasia, Africa, America Latina», ha aggiunto.
«Negli Stati Uniti, tra l'altro, abbiamo molte persone che la pensano come noi. Lo stesso vale per l'Europa. Le élite si comportano in modo diverso. Ma sappiamo che le élite in questi paesi sono spesso ben lungi dal condurre politiche che vanno a beneficio degli interessi della loro stessa gente. Si ritorcerà contro di loro», ha detto ancora Putin aggiungendo che Mosca è pronta a lavorare con i partner stranieri e le società che «apprezzano la sua reputazione commerciale e vogliono cooperare con la Russia».
Ore 18:30 - Sale a 23 il bilancio dei morti a Uman, trovato il corpo di un altro bambino
Il corpo di un altro bambino è stato ritrovato tra le macerie del palazzo colpito da un attacco russo a Uman, portando a 23 il numero dei morti. Lo ha riferito il Ministero dell'Interno ucraino su Telegram. «Uman. Alle 19:00, il corpo del bambino è stato ritrovato. Numero di morti: 23, di cui 4 bambini», ha riferito il Ministero sul social.
Ore 18:47 - Michel a Zelensky: «Gli attacchi russi aumentano la nostra determinazione»
«Ho chiamato il presidente Zelensky. Abbiamo discusso dell'estensione delle esportazioni esenti da dazi per un altro anno dall'Ucraina verso l'Ue. Il sostegno militare, umanitario e politico continuerà finché sarà necessario. I continui attacchi russi sui civili non fanno che rafforzare la nostra determinazione». Lo ha scritto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, su Twitter.
Ore 18:54 - Il punto militare | La Francia insegue le spie russe, infiltrate tra militari ed eventi sportivi
La caccia alle spie è una missione senza limiti. A volte i «battitori» le lasciano correre per vedere dove vanno, in altre le fermano, in altre ancora le «bruciano» rivelandone solo l’identità. Nel taccuino di oggi, alcuni episodi di una battaglia resa intensa dal c onflitto in Ucraina.
Ore 19:03 - Berlino: «In Russia non c'è più libertà d'espressione»
Il governo tedesco ha aspramente criticato la situazione dei diritti umani in Russia. «Il fatto è che in Russia non c'è più libertà di espressione», ha detto la vice portavoce del governo, Christiane Hoffmann, in conferenza stampa a Berlino, come riportano i media tedeschi.
Hoffmann ha spiegato che la Germania osserva «con grande preoccupazione» il modo in cui la Russia tratta i membri dell'opposizione e le organizzazioni non governative, sottolineando che la situazione è peggiorata, in particolare dall'inizio della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina. «È con grande preoccupazione e sgomento che assistiamo non solo all'aggressione esterna della Russia, ma anche alla repressione interna», ha commentato.
La portavoce ha poi fatto riferimento alla decisione di Mosca di ordinare lo scioglimento del centro di analisi Sowa, che si occupa di nazionalismo, xenofobia e razzismo in Russia. La chiusura di Sowa va ad aggiungersi a «un triste elenco» di altri ordini simili contro organizzazioni non governative in Russia, tra cui quelli dell'organizzazione Memorial, che l'anno scorso ha ricevuto il premio Nobel per la Pace, ha ricordato ancora la portavoce.
Ore 19:06 - Ue: «Raggiunto accordo con i paesi che hanno bloccato il grano ucraino»
«La Commissione europea ha raggiunto un accordo di principio con B ulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia per quanto riguarda i prodotti agroalimentari dall'Ucraina. Abbiamo agito per rispondere alle preoccupazioni sia degli agricoltori dei paesi vicini dell'Ue, che dell'Ucraina». Lo ha annunciato su Twitter il vicepresidente dell'Esecutivo Ue, Valdis Dombrovskis.
«Gli elementi chiave dell'accordo - spiega Dombrovskis -, come concordato anche con l'Ucraina, sono: revoca delle misure unilaterali da parte di Polonia, Slovacchia, Ungheria e Bulgaria; misure di salvaguardia eccezionali per quattro prodotti: grano, mais, colza, semi di girasole; pacchetto di sostegno da 100 milioni di euro per gli agricoltori interessati in 5 Stati membri; indagini di salvaguardia su alcuni altri prodotti incluso l'olio; lavorare per garantire l'esportazione in altri paesi attraverso corsie di solidarietà».
«Accolgo con favore l'accordo di principio trovato sul transito di quattro tipi di cereali e semi ucraini. Un accordo che preserva sia la capacità di esportazione dell'Ucraina, in modo che continui a nutrire il mondo, sia i mezzi di sussistenza dei nostri agricoltori», ha commentato la presidente von der Leyen in un altro tweet.
Ore 19:13 - Kuleba: «Controffensiva? Potrebbe non essere la battaglia decisiva»
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba mette in guardia dal considerare l'attesa controffensiva di Kiev come una «battaglia decisiva» che metterà fine alla guerra. «La controffensiva non deve essere considerata come una battaglia decisiva. La battaglia decisiva sarà quella che porterà alla completa liberazione dei territori ucraini. Potremo trarre questa conclusione alla fine, non all'inizio della battaglia», ha detto Kuleba, ripreso da Interfax-Ukraine, dopo che altri esponenti del governo hanno invitato a non esagerare le aspettative. «Se servirà una sola controffensiva, allora e ne sarà una, se ne serviranno due o più, così sarà. Non è un conflitto che possiamo congelare», ha detto ancora Kuleba, sottolineando che l'Ucraina combatterà fino alla vittoria.
Ore 19:34 - Morto combattendo in Ucraina l’ex giornalista della Bbc Bondarenko
L’ex giornalista della Bbc Oleksander Bondarenko è morto combattendo in Ucraina. Bondarenko aveva lavorato per il servizio ucraino della Bbc dal 2007 al 2011, prima di passare ad altre testate. Originario della regione orientale di Luhansk, ora occupata da Mosca, Bondarenko si era unito come volontario alla difesa territoriale poco dopo l’invasione russa del territorio ucraino. In seguito, aveva prestato servizio nell’esercito come esperto di comunicazione. Secondo i suoi amici, la sua scomparsa è stata annunciata con la notizia che era morto in battaglia, ma non sono stati forniti ulteriori dettagli sulla sua morte. Il sito della Bbc ha reso omaggio alla memoria di Bondarenko, ricordandolo come un giornalista coraggioso e un difensore della libertà di stampa.
Ore 19:48 - Commissione Ue, raggiunto un accordo sul transito dei prodotti agroalimentari provenienti dall'Ucraina
La Commissione europea ha annunciato di aver raggiunto un accordo preliminare con Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia per l'importazione di prodotti agroalimentari provenienti dall'Ucraina. Il vicepresidente della Commissione europea con delega al commercio, Valdis Dombrovskis, ha dichiarato su Twitter che l'accordo tiene conto delle preoccupazioni degli agricoltori dei Paesi confinanti e dell'Ucraina stessa. L'accordo prevede il ritiro delle misure unilaterali adottate da Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Ungheria, misure di salvaguardia per grano, mais, colza e semi di girasole, un pacchetto di sostegno di 100 milioni di euro per gli agricoltori colpiti nei cinque Stati membri, indagini di salvaguardia su alcuni altri prodotti, come l'olio di girasole, e il lavoro per garantire l'esportazione verso altri Paesi attraverso le corsie di solidarietà. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha accolto con favore l'accordo preliminare per il transito di quattro tipi di cereali e semi ucraini, in grado di preservare la capacità di esportazione dell'Ucraina e i mezzi di sussistenza degli agricoltori.
Ore 20:03 - Russia, ergastolo per i colpevoli di tradimento: Putin firma il decreto
Putin ha firmato venerdì un decreto che aumenta formalmente la pena massima per tradimento all' ergastolo, come parte di un'azione per reprimere il dissenso dallo scoppio della guerra in Ucraina.
Il decreto è stato pubblicato sul sito del Cremlino. I legislatori avevano già votato per aumentare la pena massima per il tradimento all'ergastolo, rispetto ai precedenti 20 anni. I legislatori hanno anche approvato l'aumento della pena massima per la «realizzazione di un atto terroristico» - definito come un'azione che mette a rischio la vita e mira a destabilizzare la Russia - a 20 anni, rispetto ai 15 anni attuali. Coloro che sono riconosciuti colpevoli di sabotaggio potrebbero essere condannati a 20 anni di reclusione, rispetto ai 15 precedenti, mentre le persone condannate per«terrorismo internazionale» potrebbero essere condannate all'ergastolo, rispetto ai precedenti 12 anni. Il decreto non spiega cosa sia il «terrorismo internazionale».
Putin ha firmato il nuovo decreto in un momento in cui i gruppi per i diritti umani dicono che le autorità stanno intensificando gli sforzi per zittire le poche voci di opposizione rimaste. La Russia afferma che tali leggi sono necessarie per proteggere il paese dall'infiltrazione di agenzie di intelligence ucraine e occidentali.
Ore 20:15 - Onu, l'Italia condanna la Russia per il sequestro dei bambini ucraini
Oggi la Rappresentanza permanente dell'Italia presso le Nazioni Unite ha condannato la deportazione dei bambini ucraini da parte della Russia. Durante il meeting informale dei membri del Consiglio di Sicurezza svoltosi stamani al Palazzo di Vetro di New York, l'ambasciatore Maurizio Massari ha evidenziato come la deportazione e il trasferimento illegale della popolazione civile, specialmente dei bambini, costituisca una violazione dei diritti umani e, secondo la legge internazionale, equivalga a un crimine di guerra quando la "Potenza Occupante" trasferisce tutta o parte della popolazione dei territori occupati.
L'ambasciatore ha inoltre chiesto alla Russia di permettere ai bambini di riunirsi alle loro famiglie, ricordando come i report abbiano descritto la brutale realtà dell'aumento del numero di bambini rapiti. Infine, Massari ha condannato con forza i ripetuti attacchi a scuole e ospedali e richiamato al rispetto dei principi di Vancouver e Parigi, nonché alla Safe Schools Declaration, tre documenti internazionali riconosciuti dall'ONU che sostengono il rispetto dei diritti umani e impegnano i Paesi a proteggere studenti, insegnanti e scuole nei conflitti armati.
Ore 20:49 - Gli Usa installano in Ucraina una rete di sensori per rilevare le esplosioni nucleari
Secondo il New York Times, gli Stati Uniti stanno attualmente installando una rete di sensori in Ucraina, che ha la capacità di rilevare la presenza di radiazioni derivanti da un'esplosione di armi nucleari o bombe sporche. Questa operazione sarebbe gestita dal Nuclear Emergency Support Team (Nest), un'unità di esperti atomici che fa parte della National Nuclear Security Administration, agenzia federale del Dipartimento dell'Energia.
Il Nest sta collaborando con l'Ucraina per il dispiegamento dei sensori di radiazione, l'addestramento del personale, il monitoraggio dei dati e l'allerta in caso di radiazioni mortali. In una dichiarazione inviata al New York Times, l'agenzia ha spiegato che la rete di sensori è stata dispiegata «in tutta la regione» e sarà in grado di identificare «dimensioni, posizione ed effetti di qualsiasi esplosione nucleare». Inoltre, i sensori possono impedire alla Russia di utilizzare armi nucleari in Ucraina senza essere ritenuta responsabile.
Ore 22:24 - Cremlino, allo studio un nuovo sistema di pagamento per i russi in Turchia
È allo studio un nuovo sistema di pagamento per i turisti russi in Turchia. Lo ha detto oggi all'agenzia di stampa russa «Sputnik» il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. In precedenza, il governatore della Banca centrale russa, Elvira Nabiullina, aveva affermato che l'autorità di regolamentazione russa stava sviluppando un nuovo sistema di pagamento, alternativa al circuito Mir, in collaborazione con un certo numero di Paesi, tra cui la Turchia. Secondo il quotidiano turco «Hurriyet», il nuovo sistema di pagamento si chiamerà Rebit Kart e consentirà ai turisti russi di «usare facilmente» le loro carte di credito in Turchia con l'aiuto di un'applicazione per smartphone. Le banche turche hanno sospeso circuito di pagamenti russo Mir per non incorrere in possibili sanzioni degli Stati Uniti a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina.
Zelensky mostra il video di Mariupol: «Oltre il 90% distrutto». Kiev: «Pronti a evacuazione di massa da Kherson». Lorenzo Cremonesi, inviato, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 29 aprile 2023.
Le notizie sulla guerra di sabato 29 aprile, in diretta. Attacco di un drone ucraino su Sebastopoli nella notte: colpito un deposito di petrolio
• Sono 23 i morti dell’attacco russo a Uman, tra le vittime anche bambini.
• Zelensky: «Inizieremo la controffensiva anche senza F-16».
• Prigozhin: ««La Wagner cesserà presto di esistere, servono più armi».
• Putin: «Chi non chiede la cittadinanza nelle regioni annesse è considerato straniero e deve lasciare i territori».
Ore 00:12 - Arrivati in Ucraina i semoventi Caesar donati dalla Danimarca
Il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov ha annunciato l’arrivo in Ucraina delle unità di artiglieria semovente Caesar di fabbricazione francese donate dalla Danimarca. «Caesar dalla Danimarca sono già in Ucraina», ha scritto Reznikov su Twitter, ringraziando il popolo danese, il loro Ministero della Difesa, così come i partner francesi.
Ieri, parlando in conferenza stampa, Reznikov ha detto che le forze ucraine sono quasi pronte per una controffensiva. «Non appena ci sarà la volontà di Dio, il tempo e la decisione dei comandanti, inizierà», ha precisato.
Ore 00:10 - Putin firma la legge per le espulsioni dalle regioni ucraine
I residenti delle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia che non accettano di diventare cittadini russi saranno considerati stranieri e potranno essere espulsi se porteranno «una minaccia alla sicurezza nazionale» con attività che comprendono anche la «partecipazione a raduni e manifestazioni non autorizzate». È quanto prevede una legge firmata e promulgata oggi dal presidente Vladimir Putin dopo essere stata approvata dal Parlamento.
Ore 00:15 - Putin firma il decreto: ergastolo per i colpevoli di tradimento
Putin ha firmato venerdì un decreto che aumenta la pena massima per tradimento all'ergastolo, come parte di un'azione per reprimere il dissenso dallo scoppio della guerra in Ucraina. Il decreto è stato pubblicato sul sito del Cremlino. I legislatori avevano già votato per aumentare la pena massima per il tradimento all'ergastolo, rispetto ai precedenti 20 anni. I legislatori hanno anche approvato l'aumento della pena massima per la «realizzazione di un atto terroristico» - definito come un'azione che mette a rischio la vita e mira a destabilizzare la Russia - a 20 anni, rispetto ai 15 anni attuali. Coloro che sono riconosciuti colpevoli di sabotaggio potrebbero essere condannati a 20 anni di reclusione, rispetto ai 15 precedenti, mentre le persone condannate per«terrorismo internazionale» potrebbero essere condannate all'ergastolo, rispetto ai precedenti 12 anni.
Ore 00:51 - Borrell: «Putin non vuole la fine della guerra»
La Russia non vuole cessare la guerra in Ucraina. Lo pensa l'Alto rappresentante dell'Unione europea (UE) per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, in visita a Cartagena de Indias (Colombia). «Purtroppo, quando sento il presidente Putin non posso essere ottimista, perché continua a dire che ha obiettivi militari e, fino a quando non li raggiungerà, non smetterà di bombardare e distruggere il Paese», ha detto Borrell ai giornalisti.
Ore 00:53 - A Uman i morti salgono a 23, compresi cinque bambini
Gli attacchi russi hanno colpito ieri le città in tutta l'Ucraina, uccidendo 25 persone, tra cui cinque bambini. È stato colpito anche un condominio nella storica città di Uman: qui le vittime sono 23. Stasera, i soccorritori di Uman hanno estratto il corpo di un altro bambino, il quinto, da sotto le macerie.
Continuano ancora le ricerche di altri bimbi che risultano dispersi, come riporta la Cnn, che potrebbero essere sepolti sotto i detriti del condominio bombardato.
Ore 03:14 - La Germania vuole produrre 250mila proiettili di artiglieria per Kiev
L'Ue vorrebbe fornire un milione di proiettili di artiglieria da 155 mm all'Ucraina e un terzo di questa quantità potrebbe produrla la Germania. Lo scrive il giornale Frankfurter Allgemeine Zeitung, come riporta Ukrinform.
Ore 04:47 - Prigozhin: «La Wagner potrebbe presto cessare di esistere»
Il gruppo Wagner, protagonista dei feroci combattimenti a Bakhmut, potrebbe presto cessare di esistere. Lo ha affermato il capo della brigata privata, Evgenij Prigozhin, parlando con il blogger di guerra Semyon Pegov. Le parole del «cuoco di Putin» sono state registrate in un video diffuso sui social, ma non si sa se Prigozhin parlasse seriamente o stesse scherzando, mentre pronunciava quelle frasi sullo scioglimento della sua milizia. È certo che il capo della Wagner si è ripetutamente lamentato per la mancanza di munizioni e di assistenza da parte dell’esercito russo. «La Wagner, in un breve periodo di tempo, cesserà di esistere. Noi diventeremo storia, niente di cui preoccuparsi, cose come questa possono accadere», ha sottolineato.
Ore 05:22 - Un drone colpisce un deposito di petrolio a Sebastopoli
Nella notte l’attacco di un drone ucraino ha provoca un’esplosione e un grande incendio a un deposito di petrolio nella zona di Kozacha a Sebastopoli, in Crimea. Secondo fonti locali è andata a fuoco una vasta area, di circa 1000 metri quadrati, come riporta Unian su Telegram. Le autorità russe hanno confermato l'attacco di droni su una zona di Kozacha adibita allo stoccaggio di carburante.
Ore 08:20 - Mosca valuta le proposte di Guterres (Onu) sulla proroga dell’accordo sul grano
Le proposte sulla proroga dell’accordo sull’export del grano ucraino attraverso il Mar Nero presentate dal Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres sono attualmente all’esame di Mosca: lo ha reso noto il viceministro degli Esteri russo, Sergey Vershinin.
La lettera di Guterres - inviata anche a Turchia e Ucraina, le altre parti firmatarie dell’accordo - era stata ricevuta attraverso i canali diplomatici mercoledì scorso.
Ore 08:24 - Lavrov: «I tentativi dell’Occidente di isolarci stanno fallendo»
«I tentativi di Washington e dei suoi alleati per isolare Mosca stanno fallendo». Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in un discorso ai partecipanti alla Conferenza mondiale online sul multipolarismo. «Sembra naturale che gli sforzi di Washington e dei suoi alleati per invertire il corso della storia e costringere la comunità internazionale a rispettare un `ordine mondiale basato sulle regole´ siano falliti. Mi limiterò a citare il completo fallimento della linea degli occidentali per isolare la Russia. L’85% della popolazione mondiale non è disposto a tirare fuori le castagne dal fuoco per le ex metropoli coloniali», ha detto il ministro.
Secondo Lavrov, il movimento verso il multipolarismo globale è diventato un dato di fatto, una realtà geopolitica. I nuovi centri mondiali - in Eurasia, nella regione Asia-Pacifico, Medio Oriente, Africa e America Latina - stanno ottenendo un successo impressionante - basandosi sull’indipendenza, la sovranità statale e l’identità culturale e di civiltà. «Allo stesso tempo, sono guidati dai loro interessi nazionali fondamentali, perseguono una politica indipendente negli affari interni ed esterni. Non vogliono più essere ostaggi dei giochi geopolitici di altre persone ed esecutori della volontà di qualcun altro», ha aggiunto il ministro degli Esteri, riferisce Ria Novosti.
Ore 08:42 - Zelensky: «La controffensiva prevede la liberazione della Crimea»
La controffensiva che le forze armate ucraine stanno programmando per liberare i territori occupati dalla Russia prevede anche la liberazione della Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. Lo ha detto in un’intervista all’emittente pubblica finlandese Yle il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky.
Uno degli obiettivi di questa controffensiva, per la quale il ministro della Difesa di Kiev ha detto ieri che i militari ucraini sono quasi pronti, è proprio quello di riprendere il controllo della penisola sul Mar Nero; ma, ha aggiunto, per riuscirci è sempre più necessario il sostegno degli alleati occidentali. Secondo Zelensky, le truppe russe perdono ogni giorno motivazione e al tempo stesso temono le conseguenze della loro ritirata.
Ore 09:32 - Mosca: «Sotto controllo l’incendio a Sebastopoli causato da drone»
L’incendio attribuito a un drone ucraino a un deposito di carburante a Sebastopoli, in Crimea, è ora sotto controllo, secondo quanto dichiara il governatore della regione annessa dalla Russia, citato dall’agenzia Tass. Il governatore ha aggiunto che l’incendio ha danneggiato quattro serbatoi.
Ore 09:46 - Russia: «I rapporti con gli Stati Uniti quasi inesistenti»
I rapporti fra Russia e Stati Uniti “sono a un livello estremamente basso, se non nullo”: lo ha ribadito il viceministro degli Esteri russo, Sergey Vershinin, sottolineando tuttavia come entrambi i Paesi abbiano interesse a mantenere aperte le rispettive ambasciate. Vershinin ha ricordato come per Mosca rimanga valido il principio di piena reciprocità: “Se verranno adottate delle iniziative ostili contro la Federazione russa su base bilaterale, la parte statunitense riceverà esattamente la stessa reazione”.
Ore 10:00 - 007 Gb: «I rifornimenti militari di Kiev obiettivo dei missili russi»
Con gli attacchi missilistici effettuati nella giornata di ieri dalle truppe di Mosca contro l’Ucraina è «molto probabile» che la Russia «stesse tentando di intercettare unità di riserva ucraine e rifornimenti militari recentemente forniti all’Ucraina». Lo afferma l’intelligence del ministero della Difesa del Regno Unito nel suo report sulla guerra in Ucraina. «Nelle prime ore del 28 aprile 2023, la Russia ha lanciato la prima grande ondata di attacchi con missili da crociera contro l’Ucraina dall’inizio di marzo 2023. Sebbene l’Ucraina abbia abbattuto la maggior parte dei missili, almeno 25 civili sono stati uccisi», si legge nel report. «Gli attacchi suggeriscono una svolta nell’uso da parte della Russia di attacchi a lungo raggio. L’ondata ha coinvolto meno missili rispetto a quelli durante l’inverno ed è improbabile che abbia preso di mira l’infrastruttura energetica dell’Ucraina», spiega ancora l’intelligence britannica, secondo cui il `targeting´ sugli obiettivi da parte delle truppe russe è «inefficiente e dà la priorità alla necessità militare percepita rispetto alla prevenzione dei danni collaterali, comprese le morti civili».
Ore 10:01 - Il ministero Esteri chiede a Polonia e altri Paesi ripristino dell’import agricolo
Kiev ha chiesto alla Polonia e agli altri Paesi che hanno interrotto le importazioni e il transito di prodotti agricoli dall’Ucraina di ripristinarli. Le restrizioni messe in atto da alcuni Paesi dell’Ue «non rispettano l’accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Ue e i principi e le norme del mercato unico», ha scritto in un messaggio su Facebook un rappresentante del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko. A suo avviso, esiste la base giuridica per la ripresa delle esportazioni verso Polonia, Romania, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria, oltre a quella per continuare senza ostacoli le esportazioni agli altri Stati membri dell’Ue ed extra Ue. Una soluzione equilibrata e guidata dallo spirito di solidarietà «è l’unico modo per contrastare con successo la guerra della Russia contro l’Ucraina» e per «rafforzare il mercato unico, di cui l’Ucraina diventerà un membro», ha spiegato Nikolenko.
Ore 11:00 - «La Germania addestra forze speciali Kiev per controffensiva»
L’esercito tedesco sta addestrando in Germania i soldati delle forze speciali ucraine in vista della controffensiva di Kiev contro le truppe russe. L’addestramento si sta svolgendo in circa dodici basi delle forze armate tedesche, secondo quanto riporta Bild. Secondo il quotidiano tedesco, le forze speciali ucraine sono addestrate in tattiche di combattimento di strada, il che, secondo Bild, indica apparentemente che Kiev si sta preparando a condurre operazioni in aree popolate. Inoltre, l’esercito ucraino viene addestrato per prendere d’assalto le posizioni fortificate di un potenziale nemico, nonché azioni nelle retrovie. I soldati ucraini avevano già seguito addestramenti in Germania, in particolare sull’utilizzo dei carri armati tedeschi Leopard 2 che Berlino e altri Paesi hanno fornito a Kiev.
Ore 11:05 - Zelensky: «Oltre il 90% di Mariupol è distrutto»
«Oltre il 90% di Mariupol è distrutto». Lo scrive su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, condividendo un video che confronta le immagini della città prima della guerra e le recenti fotografie satellitari pubblicate da Google, che mostrano la devastazione degli edifici. «Mariupol. Quasi mezzo milione di persone una volta vivevano lì. E ora non sono rimaste quasi più case intatte. Lo stato terrorista ha fatto di tutto per uccidere questa città», ha scritto il leader ucraino.
Ore 11:27 - Ministro ucraino: «Per il 2024 servono non meno di 18 miliardi»
I possibili nuovi aiuti dell'Unione europea all'Ucraina nel 2024, dopo il pacchetto di assistenza macro-finanziaria da 18 miliardi dell'Ue deciso per quest'anno, «penso che non possa essere minore dell'importo esistente di 18 miliardi». Lo ha detto il ministro delle Finanze ucraino a margine al consiglio Ecofin informale a Stoccolma. «Non sarebbe un compito molto facile per noi ridurre drasticamente le nostre spese - ha anche segnalato -. Ovviamente dipende dalla campagna militare».
Ore 11:33 - Kiev all'ambasciata polacca: «Il blocco dell'import è inaccettabile»
Il ministero degli Esteri ucraino ha presentato all'ambasciata polacca e alla delegazione dell'Ue nel Paese note sulla «inaccettabile» situazione delle restrizioni all'import di prodotti agricoli ucraini. Kiev sottolinea che «esistono tutte le basi giuridiche per la ripresa immediata delle esportazioni di prodotti agricoli ucraini verso Polonia, Romania, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria» ed «esorta i partner a trovare una soluzione equilibrata basata sulla legislazione Ue, sull'accordo di associazione Ue-Ucraina e nello spirito di solidarietà».
Ore 11:49 - Medvedev: «Sconfiggere completamente e smilitarizzare Kiev»
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, afferma che all'Ucraina va inflitta una «sconfitta completa», che il suo esercito va distrutto, il «regime nazista» va «definitivamente rovesciato» e i suoi responsabili vanno «puniti» e l'intero territorio ucraino va completamente «smilitarizzato». Secondo il canale Telegram del «falco» del Cremlino, citato dall'agenzia Tass, occorre una «massiccia distruzione del personale e delle attrezzature militari utilizzati dal regime nazista durante la sua controffensiva» e infliggere la «massima sconfitta militare alle forze armate dell'Ucraina». L'ex presidente russo auspica anche «la completa sconfitta del nemico e il rovesciamento definitivo del regime nazista a Kiev con la sua completa smilitarizzazione in tutto il territorio dell'Ucraina». Medvedev ha infine commentato le dichiarazioni di Kiev sulla necessità di avere nuove armi e sulla richiesta di restituzione della Crimea, sostenendo che si tratti di un delirio. «Che cos'è questo? Il crepuscolo contraddittorio di una mente intrisa di droghe? Il delirio dell'insicurezza? La pressione sui suoi benefattori? Una paranoia generale e persistente? Assolutamente sì. Tutto questo insieme» ha concluso l'ex presidente russo.
Ore 13:04 - Prigozhin: «La controffensiva di Kiev inizierà entro il 15 maggio»
L'esercito ucraino è pronto per una controffensiva che sarà lanciata entro il 15 maggio. Lo sostiene il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, in un'intervista video con il giornalista Semyon Pegov, citata dalla Tass. «L'esercito ucraino è pronto per la controffensiva. È stato ostacolato dal maltempo e, forse, da alcuni problemi interni che ha dovuto risolvere», ha detto Prigozhin. «Forse ci daranno un po' di riposo il 9 maggio, ma l'offensiva inizierà al 100% prima del 15 maggio», ha concluso.
Ore 14:07 - «Nova Kakhovka è sotto l'intenso fuoco dell'artiglieria»
La città di Nova Kakhovka, nella regione ucraina di Kherson, è bersagliata da un «intenso» fuoco di artiglieria. Lo riferiscono le autorità insediate da Mosca.
Ore 14:47 - Zelensky: «Inizieremo la controffensiva anche senza F-16»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato i partner occidentali a prendere la decisione di fornire all'Ucraina i caccia F-16, sottolineando però che la mancanza di velivoli moderni non influirà sull'inizio della controffensiva: «Ad essere onesti, sarebbe molto utile (avere gli F-16).
Siamo consapevoli che non ritarderemo più di tanto, quindi inizieremo la controffensiva anche prima di avere gli F-16 o altri aerei. Inizieremo e andremo avanti». Lo ha detto in un'intervista con i rappresentanti dei media finlandesi, svedesi, danesi e norvegesi, come riporta Ukrinform.
Ore 14:54 - Kiev: «Distrutti tre droni nemici, di cui due Shahed»
Le Forze armate ucraine hanno distrutto tre droni russi, tra cui due Shahed di fabbricazione iraniana, nelle prime ore di sabato 29 aprile. Lo ha scritto su Facebook il Comando delle forze aeree ucraine, citato da Ukrinform.
Intorno alle 4 del mattino, le unità del Comando aereo orientale dell'aeronautica ucraina hanno distrutto due droni Shahed, mentre intorno alle 10 è stato distrutto un altro drone tattico dei russi.
Ore 15:11 - 007 Kiev: «A Sebastopoli la punizione di Dio per Uman»
«Nella città di Sebastopoli, il 29 aprile, ha avuto luogo un'esplosione che è la punizione di Dio, in particolare per i civili uccisi a Uman, tra i quali ci sono cinque bambini. Questa punizione sarà di lunga durata». Lo ha dichiarato Andriy Yusov, portavoce dell'intelligence del ministero della Difesa dell'Ucraina, parlando a Rbc Ukraine. «Si consiglia a tutti i residenti della Crimea temporaneamente occupata di non trovarsi vicino alle strutture militari nel prossimo futuro», ha aggiunto. Il funzionario ha riferito che l'esplosione ha distrutto più di 10 serbatoi di prodotti petroliferi destinati alla flotta russa nel Mar Nero.
Ore 15:14 - Kiev: «Pronti all'evacuazione di massa da Kherson»
L'amministrazione ucraina della regione di Kherson, nel sud del Paese, si sta preparando per un'evacuazione di massa nel caso in cui dovessero aumentare i bombardamenti russi, com'è già avvenuto ieri, riferisce il Kyiv Independent.
Oggi il governatore Oleksandr Prokudin ha dichiarato che a causa dell'aumento degli attacchi russi nell'oblast e in tutto il Paese, ha ordinato di preparare i mezzi di evacuazione per un numero maggiore di persone. L'esercito del Cremlino ha lasciato Kherson nel novembre scorso ritirandosi sulla sponda orientale del fiume Dnipro.
Ore 15:33 - Kiev: «I russi hanno bombardato Chernihiv, un morto»
L’esercito russo ha colpito la regione di Chernihiv uccidendo un uomo e ferendo un adolescente. Lo riporta su Facebook la polizia della regione, citata da Rbc Ukraine. «Oggi, le truppe di occupazione hanno nuovamente bombardato il confine della regione di Chernihiv. Un residente locale di 63 anni è morto a seguito di un attacco nemico alla comunità di Semenivska. L’adolescente di 14 anni ferito è stato evacuato dalla polizia e consegnato ai medici», ha dichiarato la polizia.
Ore 15:42 - Filorussi: «Bruciamo tutti i depositi di petrolio a Odessa»
La senatrice filorussa della Crimea, l'ucraina Olga Kovitidi, ha reagito all'incendio provocato da un drone di dieci serbatoi di prodotti petroliferi a Sebastopoli, in Crimea, chiedendo una risposta dura da parte della Russia: «Non abbiamo più tempo per "ballare il lento". Quello che è successo richiede un'azione dura. Tutti i depositi di petrolio a Odessa devono essere distrutti. È necessario prendere la decisione strategica di neutralizzare Odessa come base militare ucraina». Lo riporta Insider.
Ore 15:59 - Nella regione di Belgorod 5 villaggi russi al buio per attacchi ucraini
Cinque villaggi russi al confine con l'Ucraina sono rimasti senza energia elettrica dopo essere stati colpiti dall'artiglieria ucraina. Lo ha dichiarato il governatore della regione russa sud-occidentale di Belgorod, confinante con l'Ucraina. «Il villaggio di Novaya Tavolzhanka è stato bombardato oggi dagli ucraini», ha dichiarato il governatore di Belgorod Vyacheslav Gladkov su Telegram. «Le linee elettriche sono state danneggiate», ha detto, aggiungendo che i residenti del villaggio e di altri quattro nelle vicinanze sono «senza elettricità».
Ore 16:04 - Concluse le ricerche a Uman, 23 morti di cui 6 bambini
Il ministero degli Interni ucraino Igor Klymenko ha annunciato il completamento dell'operazione di ricerca e soccorso a Uman. Il bilancio finale è di 23 vittime civili, di cui 6 sono minori. «Tra i morti ci sono sei bambini: tre maschi (di un anno e mezzo, 16 e 17 anni) e tre femmine (8, 11 e 14 anni)», ha riferito il ministero su Telegram, sottolineando che tutti i corpi sono stati identificati. «Soccorritori, poliziotti e volontari sono riusciti a salvare 17 persone dalle macerie».
Ore 16:27 - La minaccia di Prigozhin: «La Wagner cesserà presto di esistere, servono più armi»
(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Kherson) La milizia privata russa Wagner potrebbe presto cessare di esistere, parola del suo fondatore padre-padrone. Non è la prima volta che Yevgeny Prigozhin rilascia dichiarazioni clamorose per la loro radicalità, salvo poi contraddirle e addirittura annunciare tutto l’opposto. Eppure, spesso le sue parole sono state rivelatrici delle tensioni e contrasti che lacerano la dirigenza russa in questi mesi difficili di guerra contro l’Ucraina.
Ore 16:40 - Pelosi: «È una lotta fra democrazia e autocrazia, dobbiamo vincere»
Dobbiamo vincere. Dobbiamo portare questo conflitto a una conclusione positiva, per il popolo ucraino e per il nostro Paese. Ora c'è una lotta nel mondo tra democrazia e autocrazia, la sua manifestazione è in Ucraina». Lo ha detto l'ex speaker della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, in un'intervista all'Associated Press a un anno dal suo viaggio a Kiev. Aggiungendo: «Il sostegno all'Ucraina è stato bipartisan e bicamerale e il popolo americano sostiene la democrazia in Ucraina . Credo che continueremo a farlo per tutto il tempo necessario per vincere».
Ore 17:18 - IL PUNTO MILITARE | I raid con i droni e lo scudo aereo: capacità e limiti della resistenza ucraina
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Attacco e risposta. I colpi letali sulle città dell’Ucraina e il raid sull’impianto petrolifero di Sebastopoli rappresentano una fase del conflitto, con implicazioni che vanno oltre gli stessi target. Partiamo dal secondo episodio. Il gigantesco «fungo» di fumo sulla città della Crimea causato dall’incursione dei droni ucraini, l’allarme continuo, il timore della Russia per sorprese analoghe sul proprio territorio, paure estese fino alla capitale. Kiev ha un arsenale ridotto, tuttavia ha creato un potere di deterrenza. Usando i velivoli senza pilota per operazioni in profondità, azione ripetuta in mare con le infiltrazioni di «battelli» radiocomandanti sempre contro Sebastopoli. Un crescendo accompagnato dallo sviluppo di mezzi su sentieri paralleli. Ecco i droni modificati — come il vecchio Tu 141 nato per la ricognizione e trasformato in «kamikaze» —, quelli più «artigianali» e le ultime creazioni.
Ore 17:30 - Due donne disperse a Uman nel luogo dell'attacco di ieri
Due donne risultano disperse a Uman, nella regione di Cherkasy, dove si sono concluse le operazioni di ricerca e soccorso sul luogo dell'attacco missilistico russo di ieri. Lo ha annunciato su Facebook il ministro ucraino degli Affari interni Igor Klymenko, come riporta Ukrinform.
Ore 17:41 - La talpa del Pentagono poteva essere uno «sparatore di massa»
(di Guido Olimpio) Jack Teixeira, l’aviere accusato di aver diffuso i documenti segreti del Pentagono, ha un lato oscuro. Quello di un potenziale «sparatore di massa» (mass shooter). E al pari di altri aveva «trasmesso» segnali verso l’esterno. Che dovevano essere valutati con maggiore severità. Nelle carte giudiziarie c’è molto sul suo cuore di tenebra. Nel 2018 quando il futuro militare è ancora al liceo si fa notare in negativo: parla di bottiglie Molotov, lancia minacce razziste. I comportamenti anomali finiscono nell’archivio della polizia locale che si oppone, successivamente, alla sua richiesta di acquistare un’arma.
Ore 17:47 - Zelensky: «Se la decisione dipendesse da Stoltenberg, saremmo nella Nato»
«Se la decisione di aderire alla Nato dipendesse da Stoltenberg, l'Ucraina sarebbe nell'Alleanza». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un'intervista rilasciata ai giornali scandinavi e ripresa da Ukrainska Pravda. «Il nostro ultimo incontro è stato il migliore di tutti - ha aggiunto - ma si tratta di una decisione collegiale». Zelensky ha parlato del «timore» di alcuni Stati per l'eventuale reazione russa all'ingresso dell'Ucraina nella Nato definendolo «ingiusto». Il leader di Kiev, per supportare la sua tesi, ha fatto l'esempio della Finlandia che si è «rapidamente» unita all'Alleanza senza che vi sia stata alcuna reazione da parte della Russia.
Ore 17:50 - La Polonia chiude la scuola dei figli dei diplomatici russi a Varsavia
È scontro fra Russia e Polonia per la decisione di Varsavia di sfrattare la scuola per i figli dei diplomatici russi, nel quadro di rapporti già molto tesi per la guerra in Ucraina. Lo sfratto è stato eseguito oggi su richiesta della municipalità di Varsavia, d'accordo con il ministero degli Esteri polacco, ha reso noto un portavoce del dicastero. Mosca ha parlato di azione «ostile», minacciando «conseguenze».
Ore 18:26 - Zelensky: «Ungheria irragionevole, è membro Nato e sostiene Mosca?»
L'Ungheria si comporta in modo «irragionevole», come può un Paese della Nato sostenere la Russia? A chiederselo è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in una intervista con diversi giornalisti scandinavi, secondo quanto riporta Ukrainska Pravda. «Mi sembra che vi sia confusione politica fra le elite dell'Ungheria. C'è una strana situazione: come può un Paese Nato essere a favore della Russia e contro l'Alleanza?», ha rimarcato Zelensky. «Penso sia un comportamento irragionevole... essere alleati non è una parola, si tratta di convinzioni e azioni», ha continuato. «E se tutti gli alleati dicono: "la Russia ci chiama nemici, dobbiamo rimetterla al suo posto", non è che uno stato dice: "no, la Russia è nostro alleato". Non va così. Questo significa che non sei più un alleato dell'Alleanza. Sei un alleato de jure, ma di fatto lavori contro (la Nato)», ha proseguito Zelensky.
Ore 19:00 - Papa Francesco incontra Hilarion: il «piano B» della diplomazia (se cade il putiniano Kirill)
(di Gian Guido Vecchi, inviato a Budapest) l dialogo ecumenico e la diplomazia hanno i loro tempi, spesso lunghi, e c’è sempre un piano B. Così Papa Francesco, dopo gli incontri del mattino, ha incontrato nella nunziatura di Budapest il metropolita Hilarion, fino all’anno scorso «ministro degli Esteri» e numero due del Patriarcato ortodosso di Mosca, poi «licenziato» e mandato in Ungheria per le sue posizioni contro la guerra mentre il patriarca Kirill benediceva l’invasione dell’Ucraina. L’incontro è durato venti minuti, come sempre il Papa ha salutato il metropolita con un abbraccio, baciando la sua croce pettorale.
Ore 20:00 - Zelensky: «Ho sempre con me una pistola, so sparare»
«Ho una pistola e so sparare». È la confidenza fatta dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, al giornalista Dmytro Komarov della televisione Ucraina 1+1 che è stato con lui nel corso di un suo viaggio all’interno del Paese realizzando un documentario. «Ti rendi conto se il presidente ucraino diventasse prigioniero dei russi? Penso che sarebbe un peccato...», ha detto Zelensky confermando di essere in grado di proteggersi qualora si trovasse in situazione di emergenza.
Ore 20:35 - Prigozhin a Shoigu: «Dateci le munizioni o ci ritiriamo da Bakhmut»
Yevgeny Prigozhin, capo della Wagner, ha minacciato di far ritirare le sue truppe da Bakhmut se non riceverà munizioni da Mosca. Lo riporta il Kiev Independent. Prigozhin ha detto a `WarGonzo´ di aver inviato una lettera al ministro della Difesa russo Sergey Shoigu, un ultimatum che è scaduto nella giornata di ieri. Il fondatore del gruppo Wagner si è lamentato più volte negli ultimi mesi della mancanza di munizioni e ha anche accusato l’esercito regolare russo di esseri preso il merito per le conquiste effettuate da Wagner a Bakhmut.
Ore 21:07 - Zelensky: «Presto un tribunale per i crimini russi»
Nel consueto discorso serale, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto: «La prossima settimana sarà molto importante dal punto di vista della nostra lotta per la giustizia, per punire lo stato terrorista e tutti i suoi criminali di guerra. Stiamo lavorando per creare un tribunale per il crimine di aggressione russa». Lo riporta Ukrainska Pravda. Ha anche sottolineato che bisogna«accelerare la sconfitta dello stato terrorista». Secondo Zelensky «non è sufficiente per l’Ucraina e per il mondo che la Russia sia debole, come sta già accadendo. È invece necessario che risponda pienamente di tutto ciò che ha fatto».
Il leader ucraino ha poi annunciato che si stanno «preparando nuove sanzioni contro persone e aziende che lavorano per il complesso industriale militare dei terroristi» russi e «contro entità straniere le cui forniture aiutano la Russia a prolungare questa aggressione».
Ore 21:10 - «Mille droni russi contro le infrastrutture energia ucraine da ottobre»
La Russia ha utilizzato più di 1.000 droni e missili in 33 attacchi su larga scala contro le infrastrutture energetiche dell’Ucraina dall’ottobre 2022 ad oggi. Lo ha detto il viceministro dell’Energia ucraino Farid Safarov alla televisione nazionale, secondo Ukrinform. «A partire da ottobre il settore energetico ucraino ha subito molti danni. La nazione terrorista ha effettuato più di 33 attacchi massicci. Più di 1.000 droni e missili sono stati lanciati contro strutture energetiche e 270 di questi hanno colpito insieme centrali termoelettriche, centrali termiche, centrali idroelettriche e così via - ha precisato Safarov -. Il 43% delle reti principali sono state danneggiate. Nella maggior parte dei casi, sono state colpite più volte».
Ore 23:16 - Kiev: dozzine di piloti pronti a combattare su caccia F-16
«Diverse dozzine» di piloti ucraini sono già pronti a combattere sui caccia F-16. Lo ha detto il portavoce dell'Aeronautica militare di Kiev, Yuriy Ignat. Lo riporta Ukrinform. «Abbiamo in programma di trasferire tutti i piloti sugli F16. Dobbiamo insegnare a tutti», ha aggiunto spiegando che il comando dell'aeronautica ha individuato per ora «piloti che hanno già un certo livello di inglese, esperienza di combattimento, e si tratta di giovani piloti. Sono pronti a combattere anche domani».
Ore 00:44 - Mosca, due morti nella regione russa di Bryansk
Due persone sono state uccise nella regione russa di Bryansk a seguito di un bombardamento sul villaggio di Suzemka da parte delle forze armate ucraine, afferma il governatore Alexander Bogomaz citato dall’agenzia di stampa ufficiale Tass. Sul suo profilo Telegram, Bogomaz ha spiegato che un edificio residenziale è stato completamente distrutto e altre due case pesantemente danneggiate. Si registra anche un ferito. Situato nell’estremo ovest della Russia, l’oblast di Bryansk confina a sud con le regioni ucraine di Sumy e di Chernihiv.
Mosca rimuove il generale Mizintsev, il «macellaio di Mariupol». Wagner: «Un chilometro e mezzo e prendiamo Bakhmut» di Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 30 aprile 2023.
Le notizie sulla guerra di domenica 30 aprile, in diretta. Bombe ucraine sulla regione russa di Bryansk: 4 morti. Esplosioni in serata a Pavlograd, nell’area del Dnipropetrovsk, e a Berdiansk, vicino Zaporizhzhia
• Prigozhin a Shoigu: «Dateci le armi o ci ritiriamo da Bakhmut».
• Il reportage da Kherson, da qui potrebbe partire l'offensiva.
• Zelensky: «Inizieremo la controffensiva anche senza F-16».
• Capacità e limiti della resistenza ucraina: cosa succede.
Ore 04:44 - Cuba: «Gli Usa alimentano l’escalation del conflitto»
La leadership degli Stati Uniti è responsabile di alimentare il conflitto in Ucraina e sta cercando attraverso la pressione dei media di incolpare la Russia per la crisi, ha detto il presidente del parlamento cubano Esteban Lazo citato dall’agenzia di stampa russa Tass. «Ribadiamo a nome del parlamento cubano la più vigorosa condanna delle sanzioni unilaterali imposte alla Russia. Ci opponiamo alla politica di isolamento della Russia attraverso una potente campagna mediatica volta a incitare all’odio contro la Russia, che cercano di incolpare per l’escalation del conflitto. Siamo ben consapevoli di come opera il governo degli Stati Uniti, il vero colpevole di questo problema», ha detto il leader dell’Assemblea nazionale del potere popolare in un incontro all’Avana con il presidente della Duma di Stato (la camera bassa russa) Vyacheslav Volodin. Lazo ha sottolineato che Cuba condanna anche la politica di espansione della Nato e l’avvicinamento dell’Alleanza atlantica ai confini della Russia.
Ore 04:46 - L’Ucraina bombarda la regione russa di Bryansk, due morti
Due persone sono state uccise a seguito del bombardamento del villaggio di Suzemka nella regione di Bryansk da parte delle forze armate ucraine: la notizia è stata riportata dal governatore Alexander Bogomaz nel suo canale Telegram, secondo quanto citato dall’agenzia ufficiale Tass. «Sfortunatamente, due civili sono stati uccisi a seguito del colpo inflitto dai nazisti ucraini», ha detto Bogomaz. Il governatore ha anche parlato di un edificio residenziale completamente distrutto, assieme ad altre due case. Sul posto i servizi di emergenza. In precedenza, Bogomaz aveva riferito di un proiettile che aveva colpito un edificio residenziale a Suzemka, causando la sua parziale distruzione e il ferimento di una persona.
Ore 08:31 - Kiev: «Attacco russo a Nikopol con artiglieria»
Nella notte le truppe russe hanno colpito con l’artiglieria la città di Nikopol, nella regione di Dnipropetrovsk, in Ucraina orientale, dove ci sono stati danneggiamenti a case e edifici residenziali e alle linee di trasmissione elettrica. Lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare regionale Sergi Lysak citato da Ukrinform.
«Nella notte Nikopol è stata colpita dall’artiglieria nemica. La gente è rimasta illesa. Tuttavia, sono state danneggiate sette case unifamiliari, sette condomini ed è stata colpita una linea di trasmissione elettrica», ha riferito Lysak.
Ore 09:01 - Wagner: «Ci manca un chilometro e mezzo per prendere Bakhmut»
«I nostri combattenti devono percorrere circa un chilometro e mezzo di area urbana per liberare Bakhmut (in russo Artemovsk) ha dichiarato all’agenzia statale russa Ria Novosti un militare della milizia privata Wagner.
«La linea del fronte si sta avvicinando sempre di più (alla periferia occidentale della città). I militari ucraini sono a un chilometro e mezzo», ha raccontato, aggiungendo che la sua unità è riuscita a prendere d’assalto un blocco con edifici residenziali dietro la ferrovia, che divide la città in due parti. I palazzi si trovano su una collina da cui l’esercito ucraino ha monitorato e corretto il fuoco sui gruppi d’assalto Wagner. Finora, i militanti di Kiev controllano l’edificio dell’istituto medico, situato nel punto occidentale più alto di Bakhmut, ha detto.
Ore 09:54 - Kherson sotto attacco russo: «Un civile morto e feriti»
Un civile è rimasto ucciso e un altro ferito durante i bombardamenti russi di ieri su quartieri residenziali della regione di Kherson, nel Sud dell’Ucraina. «Gli occupanti russi hanno sparato 27 volte sugli insediamenti pacifici della regione di Kherson. Hanno usato artiglieria, missili, mortai, carri armati e droni. Il nemico ha colpito i quartieri residenziali degli insediamenti della regione. Ieri, a causa dell’aggressione russa, una persona è stata uccisa e un’altra è rimasta ferita», ha dichiarato l’amministrazione militare della regione riportata da Ukrinform. Il vice capo del consiglio regionale di Kherson, Yuriy Sobolevsky, ha reso noto che anche questa notte la città di Kherson è stata colpita dall’esercito russo e che due persone sono rimaste ferite.
Ore 10:17 - Sale a 477 il bilancio dei bambini uccisi in Ucraina
È aumentato a 477 il numero di bambini che hanno perso la vita nei bombardamenti russi in Ucraina, rende noto la Procura generale di Kiev, come riporta Ukrinform. I minorenni feriti sono 955. «A oggi, più di 1.432 bambini sono stati colpiti in Ucraina a causa dell’aggressione ella Russia. Secondo le informazioni ufficiali, 477 bambini sono stati uccisi e più di 955 sono stati feriti», si legge nel report della Procura, che sottolinea come i dati non siano completi.
Il 28 aprile 6 bambini sono morti in un edificio colpito da un missile a Uman e un’altra piccola di due anni è stata uccisa in un attacco a Dnipro.
Ore 10:48 - Kiev: «Uccisi 190.510 soldati russi»
Sarebbero 190.510 i soldati russi rimasti uccisi dall’inizio della guerra in Ucraina. Lo afferma il bollettino giornaliero dello stato maggiore di Kiev, che riporta l’uccisione di 470 soldati di Mosca nelle ultime 24 ore.
Ore 11:04 - Papa, futuro di pace non di guerra, di culle non di tombe
«Ci rivolgiamo ora alla Madonna. A lei, Magna Domina Hungarorum, che invocate come Regina e Patrona, affido tutti gli ungheresi. E da questa grande città e da questo nobile Paese vorrei riporre nel suo cuore la fede e il futuro dell’intero Continente europeo, a cui ho pensato in questi giorni, e in modo particolare la causa della pace». Così il Papa al Regina Caeli, a Budapest. «Santa Vergine, guarda ai popoli che più soffrono - ha invocato -. Guarda soprattutto al vicino martoriato popolo ucraino e al popolo russo, a te consacrati. Tu sei la Regina della pace, infondi nei cuori degli uomini e dei responsabili delle Nazioni il desiderio di costruire la pace, di dare alle giovani generazioni un futuro di speranza, non di guerra; un avvenire pieno di culle, non di tombe; un mondo di fratelli, non di muri».
Ore 11:09 - Zelensky: «Se non fossi presidente sarei sul campo di battaglia»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che se non avesse guidato l’Ucraina durante un’invasione russa su vasta scala, sarebbe comunque a combattere sul campo. Lo ha detto in un’intervista a giornalisti finlandesi, svedesi, danesi e norvegesi. «Sarei sicuramente in Ucraina e sicuramente combatterei», ha detto Zelensky. Un giornalista lo ha incalzato se sarebbe diventato un soldato: «Penso di sì» ha risposto il presidente ucraino.
Ore 11:13 - Kiev: «I russi hanno bombardato Kramatorsk e Kostiantynivka nella notte»
Nella notte, le truppe russe hanno bombardato Kramatorsk e Kostiantynivka, nella regione di Donetsk. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa Rbc Ucraina. Secondo quanto riferito dal governatore ucraino di Donetsk, Pavlo Kyrilenko, intorno alla mezzanotte i russi hanno sparato cinque razzi su Kramatorsk. «Fortunatamente non ci sono state vittime. Due razzi sono caduti in un campo fuori citta’, due in una zona industriale e uno in un’area privata vicino a un edificio residenziale, ma ha danneggiato solo la superficie dell’asfalto», ha dichiarato Kyrilenko. A Kostiantynivka sono stati danneggiati dieci edifici e la distribuzione dell’acqua ha sofferto carenze parziali.
Ore 12:18 - La figlia di Navalny: «La salute di mio padre sta peggiorando»
La figlia di Alexey Navalny, esponente dell’opposizione russa incarcerato, ha affermato che le condizioni di salute del padre si stanno deteriorando. Parlando con Jim Acosta della Cnn alla cena di ieri sera dei corrispondenti della Casa Bianca, Dasha Navalnaya ha descritto la situazione come «incredibilmente difficile». «Sta facendo il meglio che può in una prigione russa che non ha le migliori condizioni», ha detto. «Le guardie della struttura carceraria gli tolgono il cibo», ha aggiunto. «La sua salute si sta deteriorando e stiamo facendo tutto il possibile per dargli le cure di cui ha bisogno».
Navalny, esponente dell’opposizione e critico del presidente russo Vladimir Putin, sta scontando una condanna a 9 anni di carcere in una prigione di massima sicurezza a est di Mosca. All’inizio di questa settimana, ha scritto su Twitter di dover affrontare un nuovo «caso di terrorismo» davanti a un tribunale militare - separato dalle attuali accuse contro di lui - che potrebbe significare altri decenni di carcere. Dasha Navalnaya ha dichiarato che per lei era importante partecipare alla cena dei corrispondenti della Casa Bianca perché «l’America come Paese rappresenta la libertà di parola, la libertà di espressione politica». «Questo è ciò per cui mio padre e la Fondazione anticorruzione si battono», ha detto.
Ore 12:20 - Rabbia di Kiev per Merkel che difende la sua politica su Mosca
Kiev attacca Angela Merkel, commentando un’intervista in cui l’ex cancelliera tedesca difende nuovamente la sua politica sulla Russia nonostante la guerra in ucraina. «L’ex cancelliera Merkel, che ha reso l’Europa totalmente dipendente dall’energia russa, si giustifica: `Ho fatto di tutto per evitare che la Russia iniziasse una guerra, ed è per questo che ho ottenuto´... il gas russo a basso costo. Fantastico. Dopo tutto, la guerra non è iniziata, giusto?», ha scritto con rabbia su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. «Dopo 430 giorni di guerra brutale, potete davvero disprezzare così profondamente la libertà, ignorare così palesemente i massacri russi e odiare così apertamente il diritto all’autodifesa dell’Ucraina? Se non potete correggere gli errori del passato, smettete di trovare scuse e di incoraggiare l’aggressore», ha aggiunto Podolyak.
Ore 13:34 - Kiev: «Troveremo ovunque chi ha commesso crimini di guerra»
«Chiunque abbia commesso crimini di guerra o contro l’umanità in Ucraina, compresi lo stupro e l’omicidio di civili e bambini, sarà trovato e distrutto in qualsiasi parte del mondo»: lo ha detto il capo dell’intelligence militare ucraina, Kirill Budanov, in un’intervista al canale televisivo americano Pbs. Budanov ha aggiunto che l’Ucraina «ha abbastanza forze e mezzi propri» per fare questo.
Ore 13:35 - Kiev: «Raid su Sebastopoli preparatorio per controffensiva»
L’incendio al deposito di petrolio di Sebastopoli, in Crimea, è un lavoro preparatorio prima della controffensiva dell’esercito ucraino, ha detto in tv la portavoce delle forze di difesa Sud di Kiev Natalya Gumenyuk. E ha osservato che minare la logistica del nemico è uno degli elementi di preparazione per le operazioni delle forze di difesa ucraine: «Questo lavoro è preparatorio a quell’ampia offensiva su vasta scala che tutti si aspettano», ha dichiarato.
Ore 14:27 - Incendio in una fabbrica russa di armamenti
Un incendio si è sviluppato ieri sera in una fabbrica di armamenti nella città russa di Perm. Immagini di alte colonne di fumo nero sono state condivise sui social locali. L’incendio nella fabbrica della società Motovilikha è stato confermato dal ministero russo per le emergenze, riferisce Ukrainska Pravda. A quanto scrive il quotidiano russo Kommersant, la Motovilikha, società soggetta a sanzioni europee, è l’unico produttore russo di sistemi lancia missili multipli. Secondo le autorità, l’incendio si è sviluppato in una centralina di trasmissione.
Ore 14:54 - Zelensky: «Ho una pistola, mi sarei difeso da assalto russo»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky porta una pistola e ha spiegato che l’avrebbe usata per difendersi se i russi avessero attaccato il suo quartier generale nei primi giorni dell’invasione. «So sparare. Potete immaginare il titolo “Il presidente ucraino catturato dai russi”? Sarebbe un disonore», ha detto Zelensky in una intervista alla rete televisiva 1+1, rilanciata dal Guardian. Kiev ha riferito in passato che i russi avevano previsto di catturare il presidente ucraino all’inizio dell’invasione, ma che il complotto era stato sventato prima di una possibile irruzione nella sede del governo a via Bankova. «Nessuno sarebbe stato preso prigioniero perché avevamo preparato seriamente la difesa di via Bankova», ha detto Zelensky, spiegando che assieme alla sua cerchia ristretta avrebbe combattuto fino alla morte. Alla domanda se porta una pistola e fa pratica nel suo uso, ha risposto di sì. Ha però sottolineato che non la userebbe certo per suicidarsi, «ma sicuramente per rispondere al fuoco».
Ore 15:51 - Russi e bielorussi gareggiano ai Mondiali di judo, Kiev boicotta
La nazionale ucraina di judo ha deciso di boicottare il campionato mondiale di judo, in programma dal 7 al 13 maggio a Doha, in Qatar. Ad annunciarlo, scrive Ukrinform, è stato Vitalii Dubrova, capo allenatore della nazionale ucraina. La decisione è legata al fatto che gli atleti russi e bielorussi sono stati autorizzati a gareggiare come neutrali.
Nell’ultimo giorno utile per presentare le domande di partecipazione al campionato mondiale, la Federazione internazionale di judo ha annunciato che i rappresentanti di Russia e Bielorussia avrebbero ripreso a gareggiare. Secondo Dubrova, la Federazione non ha nemmeno controllato gli atleti che hanno fatto domanda.
Ore 15:59 - Zelensky sente Macron, informato sulla situazione al fronte
Zelensky ha avuto una conversazione telefonica con il presidente francese Emmanuel Macron. «L’ho ringraziato per il sostegno completo ed efficace della Francia all’Ucraina. Abbiamo discusso la cooperazione nel lavorare con altri partner internazionali per consolidare il loro sostegno alla Formula di pace ucraina. Abbiamo coordinato le nostre posizioni alla vigilia di importanti eventi internazionali e concordato i prossimi passi concreti nell’ambito del dialogo bilaterale», ha scritto Zelensky su Telegram.
«L’ho informato dettagliatamente della situazione in prima linea e delle prospettive del suo sviluppo a maggio e giugno. Ho anche posto l’accento sui bisogni prioritari delle forze di difesa ucraine», ha aggiunto. «La velocità e la specificità della risposta è molto importante, è qualcosa che migliora notevolmente le nostre capacità. Apprezziamo la conferma della Francia di fornire alle nostre forze armate un potente pacchetto corazzato».
Ore 16:30 - Pupo: Non vado più a Mosca. Ma non per le polemiche»
Dopo le polemiche di questi ultimi giorni, il dietrofront: Pupo non andrà più a Mosca, al festival «patriottico» Road To Yalta, dove doveva fare il giudice e il superospite.
Ore 17:18 - Zelensky: «Insieme impediremo a Mosca di prolungare la guerra»
Se gli alleati rimarranno il più possibile uniti per difendere e proteggere i valori comuni, attuando gli accordi di difesa il più rapidamente possibile, «tutti insieme in Ucraina, in Europa, nel mondo, saremo in grado di impedire alla Russia di prolungare la guerra e ripristinare una pace normale e giusta». Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in occasione della giornata in cui si celebrano le guardie di frontiera ucraine. Per il presidente ucraino «è molto importante che la Russia riceva segnali sempre più forti che il mondo non perdonerà nessuno degli atti di terrore» commessi da Mosca, e che il maggior numero possibile di attori globali continui «a sostenere il regime di sanzioni contro la Russia».
Zelensky ha poi ringraziato «ogni singola persona nel mondo che contribuisce a rafforzare l’isolamento dei terroristi e a fermare qualsiasi fornitura di armi, che lavora per bloccare il complesso militare-industriale russo e per rafforzare le capacità di difesa dell’intera Europa». Il presidente ucraino si è poi rivolto agli alleati dicendosi grato per le armi e per il sostegno finanziario, e ha ringraziato l’Italia «per i suoi sforzi per ricostruire il nostro Paese il prima possibile».
Ore 17:41 - Mosca rimuove il generale Mizintsev, il «macellaio di Mariupol»
L’esercito russo ha sostituito il suo generale di grado più alto responsabile della logistica, in vista dell’attesa controffensiva da parte di Kiev. La conferma arriva dopo giorni in cui si sono rincorse voci sul licenziamento del generale Mikhail Mizintsev, detto il «macellaio di Mariupol» per il suo ruolo nell’assedio della città portuale un anno fa.
Il ministero della Difesa russo ha affermato che Alexei Kuzmenkov, un ex funzionario della Guardia nazionale, ha sostituito Mizintsev. «Kuzmenkov è stato nominato alla carica di viceministro russo della Difesa, responsabile del supporto logistico delle forze armate», afferma la nota. Non vengono, comunque, precisati i motivi per cui Mizintsev è stato sostituito dopo soli sette mesi di lavoro.
Ore 17:44 - IL PUNTO MILITARE | I 66 sabotatori ucraini arrestati per gli attacchi contro le ferrovie russe: la battaglia dietro le linee
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I sabotaggi contro le ferrovie in Russia, l’eliminazione dei collaborazionisti, gli «incidenti» d’origine incerta nelle industrie belliche: sono episodi diversi che raccontano l’altra guerra, quella dietro le linee contro Mosca. Da molti mesi la rete ferroviaria in Russia è colpita da azioni di disturbo, una ripetizione di quanto avvenuto in Bielorussia, una delle retrovie logistiche dell’Armata. Gli atti hanno riguardato 21 regioni e portato all’arresto di 66 persone, in gran parte giovani.
Ore 18:08 - «Chiusi nelle buche», così Mosca punisce i suoi soldati
Messi nelle buche chiuse da una griglia metallica. Così Mosca punisce i suoi soldati indisciplinati, che violano il regolamento, si ubriacano o vogliono semplicemente tornare a casa. A denunciarlo su Twitter sono gli 007 britannici che, secondo l’ultimo aggiornamento del ministero della Difesa di Londra sulla guerra in Ucraina, descrivono come i comandanti russi hanno probabilmente iniziato a «punire le violazioni disciplinari» rinchiudendo i soldati da punire in quelle che chiamano “Zinda”, «celle improvvisate che consistono in buche scavate nel terreno e coperte poi da una grata». A supporto della segnalazione, l’Intelligence cita «molti rapporti redatti dal personale russo», anche se ulteriori dettagli sui tempi della punizione non sono noti.
Ore 18:18 - Lettonia: gli asset russi congelati servano a ricostruire l’Ucraina
«L’Unione Europea deve raggiungere una soluzione comune per reindirizzare i beni russi congelati alla ricostruzione dell’Ucraina». Lo ha affermato il ministro delle Finanze lettone, Arvils Ašeradens, durante la riunione Ecofin tenutasi ieri. Sottolineando: «La Russia deve pagare per la guerra che ha causato e le sue tragiche conseguenze in Ucraina».
Ore 18:19 - La Germania invia a Kiev un nuovo sistema difesa aerea Iris-T
La Germania ha consegnato un altro pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, compreso un nuovo sistema di difesa aerea Iris-t. Lo riferisce il sito del governo tedesco. Due altri sistemi Iris-T tedeschi erano arrivati dalla Germania in ottobre e il 19 aprile, ricorda Ukrainska Pravda. Il sistema comprende tre veicoli: un camion capace di lanciare otto missili, un veicolo radar e un veicolo di comando.
Ore 18:57 - Podolyak: «I dirigenti ungheresi scelgano ora da che parte stare»
«Oggi è tempo di bianco o nero. Non ci sono mezze misure. O si incoraggia il genocidio russo e la guerra di Putin contro l’umanità e l’Ucraina, oppure si sostiene sempre e ovunque, in ogni cosa l’Ucraina, la coalizione filo-ucraina, il mondo libero... È tempo che i dirigenti ungheresi e gli emigrati politici e culturali russi se ne rendano conto...». Lo scrive su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak.
Ore 20:42 - Papa Francesco: «In corso missione di pace della Santa Sede per l’Ucraina»
È in corso una missione di pace per l’Ucraina da parte della Santa Sede. Lo ha reso noto papa Francesco durante la conferenza stampa a bordo dell’aereo che lo riportava a Roma da Budapest. «In questi incontri non abbiamo parlato certo di Cappuccetto Rosso», ha detto il pontefice rispondendo sui colloqui avuti con il premier Viktor Orban e il metropolita Hilarion e su una loro possibile intermediazione con Mosca.
«Abbiamo parlato della guerra. A tutti interessa la strada della pace e io sono disposto a fare tutto quello che si deve fare. Adesso è in corso una missione della Santa Sede che non è pubblica. Quando sarà pubblica lo dirò».
Ore 20:45 - «La Santa Sede aiuterà Kiev a riportare a casa i bambini deportati in Russia»
«Penso di sì, perché la Santa Sede ha già fatto da intermediario in alcune situazioni di scambio di prigionieri tramite l’ambasciata». Così papa Francesco ha risposto alle domande dei giornalisti a bordo dell’aereo papale dall’Ungheria in merito all’aiuto chiesto dal primo ministro ucraino per portare indietro i bambini deportati in Russia. «La Santa Sede è disposta a farlo perché è la cosa giusta. Questo non deve essere un casus belli ma caso di umanità, un problema di umanità prima di bottino di guerra. Bisogna fare tutto quello che di umano è possibile».
Ore 20:48 - Papa Francesco: «L’incontro con Kirill si dovrà fare»
«Con Kirill ho parlato una sola volta dall’inizio della guerra, per 40 minuti. Poi tramite il metropolita Antonj che ha preso il posto di Hilarion c’è un rapporto con Kirill. C’è sospeso l’incontro a Gerusalemme che dovevamo avere l’anno scorso a giugno, ma si dovrà fare». Lo ha detto papa Francesco rispondendo alle domande dei giornalisti a bordo dell’aereo che dall’Ungheria lo stava riportando in Italia. «Poi con la parte russa ho un buon rapporto con l’ambasciatore presso la Santa Sede, che adesso lascia dopo 7 anni: è una persona seria, colta. Molto equilibrata. I rapporti con i russi avvengono tramite questo ambasciatore», ha spiegato.
Ore 20:57 - La missione di pace della Santa Sede, i bambini deportati e l’incontro con Kirill: cosa ha detto papa Francesco sull’Ucraina
(di Gian Guido Vecchi) «In questi incontri non abbiamo parlato di Cappuccetto Rosso… A tutti interessa la pace in Ucraina. Io sono disposto a fare tutto quello che si deve fare. Adesso è in corso una missione. Ancora non è pubblica, quando sarà pubblica lo dirò». Il Volo AZ4001 è decollato da una decina di minuti quando Francesco raggiunge in giornalisti che lo hanno seguito nei tre giorni a Budapest.
Ore 21:42 - Kiev: «Chi vive nei territori occupati prenda il passaporto russo e attenda la liberazione»
Gli ucraini nei territori temporaneamente occupati devono prendere un passaporto russo «per salvarsi la vita o andarsene in qualche modo». Lo ha affermato il commissario per i diritti umani della Verkhovna Rada, il parlamento di Kiev, Dmytro Lubinets, ripreso da Unian.
«Penso che tutti i cittadini ucraini che rifiutano un passaporto russo saranno arrestati e diventeranno ostaggi civili della Federazione Russa», ha detto. Per questo motivo il consiglio è «prendi un passaporto, sopravvivi e aspetta fino a quando non libereremo questo territorio». A quel punto, grazie a una legge in corso di elaborazione, si potrà «rinunciare ufficialmente a quel passaporto e tornare alla vita normale».
Lubinets si è detto «categoricamente contrario» a perseguire i cittadini ucraini delle zone occupate che accetteranno documenti russi. «Comprendiamo che ciò accade sotto pressione fisica, i nostri cittadini lo fanno per sopravvivere».
Ore 21:46 - Kiev: «Il nemico non riesce a prendere il controllo di Bakhmut»
Nonostante abbiano riportato diverse vittorie, le forze armate russe «non riescono a prendere il controllo della città» di Bakhmut. Lo ha scritto su Telegram la vice ministra ucraina della Difesa Anna Malyar.
«Il nemico continua ad attaccare in direzione di Bakhmut, i feroci combattimenti continuano anche nella stessa città. Il nemico non riesce a prendere il controllo di Bakhmut, nonostante abbia gettato tutte le sue risorse nella battaglia e abbia avuto un certo successo» ha dichiarato Malyar.
Ore 22:13 - Esplosione a Pavlograd, nella regione del Dnipropetrovsk
Un’esplosione è stata registrata in serata nella città di Pavlograd nella regione di Dnipropetrovsk. Lo riporta Rbc-Ucraina. Al momento dell’esplosione nell’area era in corso un’allerta anti-aerea. Le autorità locali hanno invitato i residenti a rimanere nei rifugi in attesa di informazioni ufficiali.
Ore 23:00 - Avvertite esplosioni a Berdiansk, città occupata dai russi vicino Zaporizhzhia
Alcune esplosioni sono state avvertite nella città di Berdiansk, occupata dai russi, nella regione di Zaporizhzhia. Lo ha scritto su Telegram il sindaco in esilio di Melitopol Ivan Fedorov, ripreso da Ukrinform. «C’è molto rumore a Berdiansk. I residenti riferiscono di esplosioni che si sentono in diversi quartieri della città. Stiamo aspettando buone notizie dallo Stato Maggiore», ha dichiarato.
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Ore 03:16 - Allarme aereo in gran parte dell’Ucraina, anche a Kiev
Nuova notte di paura in Ucraina. L’allarme antiaereo è stato diramato nelle prime ore di oggi in gran parte dell’Ucraina, anche a Kiev. Lo riportano i media locali. Ieri sera le forze russe hanno bombardato la città di Orikhiv, nell’oblast di Zaporizhzhia.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 1° maggio.
Casa Bianca: «Centomila soldati russi morti, 20mila da dicembre». Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera l'1 maggio 2023.
Le notizie sulla guerra di lunedì 1° maggio, in diretta. L’Italia e i cannoni a Kiev non funzionanti: «Mezzi datati, ditta Usa doveva sistemarli». Reznikov: «Pronti per la controffensiva».
• Mosca rimuove il generale Mizintsev, il «macellaio di Mariupol», responsabile della logistica. Al suo posto Alexei Kuzmenkov.
• I sabotatori delle ferrovie russe arrestati: la battaglia dietro le linee.
• La Wagner: «Un chilometro e mezzo e prendiamo Bakhmut».
• Kiev bombarda la regione russa di Bryansk.
Ore 00:24 - Esplosione a Pavlograd, nella regione del Dnipropetrovsk
Un’esplosione è stata registrata in serata nella città di Pavlograd nella regione di Dnipropetrovsk. Lo riporta Rbc-Ucraina. Al momento dell’esplosione nell’area era in corso un’allerta anti-aerea. Le autorità locali hanno invitato i residenti a rimanere nei rifugi in attesa di informazioni ufficiali.
Ore 01:26 - Kiev: «Il nemico non riesce a prendere il controllo di Bakhmut»
Nonostante abbiano riportato diverse vittorie, le forze armate russe «non riescono a prendere il controllo della città» di Bakhmut. Lo ha scritto su Telegram la vice ministra ucraina della Difesa Anna Malyar. «Il nemico continua ad attaccare in direzione di Bakhmut, i feroci combattimenti continuano anche nella stessa città. Il nemico non riesce a prendere il controllo di Bakhmut, nonostante abbia gettato tutte le sue risorse nella battaglia e abbia avuto un certo successo» ha dichiarato Malyar.
Ore 02:39 - Wagner: «Ci manca un chilometro e mezzo per prendere Bakhmut»
«I nostri combattenti devono percorrere circa un chilometro e mezzo di area urbana per liberare Bakhmut (in russo Artemovsk) ha dichiarato all’agenzia statale russa Ria Novosti un militare della milizia privata Wagner. «La linea del fronte si sta avvicinando sempre di più (alla periferia occidentale della città). I militari ucraini sono a un chilometro e mezzo», ha raccontato, aggiungendo che la sua unità è riuscita a prendere d’assalto un blocco con edifici residenziali dietro la ferrovia, che divide la città in due parti. I palazzi si trovano su una collina da cui l’esercito ucraino ha monitorato e corretto il fuoco sui gruppi d’assalto Wagner. Finora, i militanti di Kiev controllano l’edificio dell’istituto medico, situato nel punto occidentale più alto di Bakhmut, ha detto.
Ore 02:50 - Avvertite esplosioni a Berdiansk, città occupata dai russi vicino Zaporizhzhia
Alcune esplosioni sono state avvertite nella città di Berdiansk, occupata dai russi, nella regione di Zaporizhzhia. Lo ha scritto su Telegram il sindaco in esilio di Melitopol Ivan Fedorov, ripreso da Ukrinform. «C’è molto rumore a Berdiansk. I residenti riferiscono di esplosioni che si sentono in diversi quartieri della città. Stiamo aspettando buone notizie dallo Stato Maggiore», ha dichiarato.
Ore 03:24 - Mosca rimuove il generale Mizintsev, il «macellaio di Mariupol»
L’esercito russo ha sostituito il suo generale di grado più alto responsabile della logistica, in vista dell’attesa controffensiva da parte di Kiev. La conferma arriva dopo giorni in cui si sono rincorse voci sul licenziamento del generale Mikhail Mizintsev, detto il «macellaio di Mariupol» per il suo ruolo nell’assedio della città portuale un anno fa.
Il ministero della Difesa russo ha affermato che Alexei Kuzmenkov, un ex funzionario della Guardia nazionale, ha sostituito Mizintsev. «Kuzmenkov è stato nominato alla carica di viceministro russo della Difesa, responsabile del supporto logistico delle forze armate», afferma la nota. Non vengono, comunque, precisati i motivi per cui Mizintsev è stato sostituito dopo soli sette mesi di lavoro.
Ore 03:47 - Allarme aereo in gran parte dell’Ucraina, anche a Kiev
Nuova notte di paura in Ucraina. L’allarme antiaereo è stato diramato nelle prime ore di oggi in gran parte dell’Ucraina, anche a Kiev. Lo riportano i media locali. Ieri sera le forze russe hanno bombardato la città di Orikhiv, nell’oblast di Zaporizhzhia.
Ore 03:56 - Pupo: «Non vado più a Mosca. Ma non per le polemiche»
Dopo le polemiche di questi ultimi giorni, il dietrofront: Pupo non andrà più a Mosca, al festival «patriottico» Road To Yalta, dove doveva fare il giudice e il superospite.
Ore 04:31 - IL PUNTO MILITARE | I 66 sabotatori ucraini arrestati per gli attacchi contro le ferrovie russe: la battaglia dietro le linee
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I sabotaggi contro le ferrovie in Russia, l’eliminazione dei collaborazionisti, gli «incidenti» d’origine incerta nelle industrie belliche: sono episodi diversi che raccontano l’altra guerra, quella dietro le linee contro Mosca. Da molti mesi la rete ferroviaria in Russia è colpita da azioni di disturbo, una ripetizione di quanto avvenuto in Bielorussia, una delle retrovie logistiche dell’Armata. Gli atti hanno riguardato 21 regioni e portato all’arresto di 66 persone, in gran parte giovani.
Ore 05:02 - Esplosioni a Kiev, difesa antiaerea in azione
Una serie di esplosioni è stata segnalata a Kiev, come riportano i media ucraini. Il capo dell’ufficio presidenziale Andrii Yermak ha affermato che la difesa antiaerea è al lavoro. L’amministrazione militare della capitale ucraina ha esortato i residenti a rimanere nei rifugi. L’allarme antiaereo è stato diramato in città intorno alle 3.40 ed è stato attivo a lungo.
Ore 05:46 - La missione di pace della Santa Sede, i bambini deportati e l’incontro con Kirill: cosa ha detto papa Francesco sull’Ucraina
(di Gian Guido Vecchi) «In questi incontri non abbiamo parlato di Cappuccetto Rosso… A tutti interessa la pace in Ucraina. Io sono disposto a fare tutto quello che si deve fare. Adesso è in corso una missione. Ancora non è pubblica, quando sarà pubblica lo dirò». Il Volo AZ4001 è decollato da una decina di minuti quando Francesco raggiunge in giornalisti che lo hanno seguito nei tre giorni a Budapest.
Ore 08:08 - Nella notte missili e droni contro Kiev: «Tutti abbattuti»
«Nessuna vittima o danno alle infrastrutture»: il capo dell’amministrazione militare della città di Kiev Sergii Popko ha riferito che «secondo le informazioni preliminari, tutti i missili e i droni russi» lanciati questa notte contro la capitale ucraina «sono stati distrutti nello spazio aereo di Kiev dalle forze delle forze di difesa aerea». «Questa notte, il nemico ha effettuato un altro massiccio attacco aereo contro l’Ucraina. Il secondo consecutivo negli ultimi 3 giorni. Secondo le prime informazioni, l’attacco missilistico è stato effettuato da velivoli strategici (tipo Tu95ms)», ha dichiarato.
Ore 08:08 - Attacchi nella notte del primo maggio in Ucraina orientale
Nella notte del primo maggio l’esercito russo ha bombardato Pavlograd, nella regione orientale ucraina di Dnipropetrovsk, dove secondo il governatore Nikolai Lukashuk 25 persone sono state ferite, tra cui alcuni bambini. Lo riporta Rbc-Ukraine. Altre località della regione sono state colpite, ci sono incendi, danni a edifici residenziali, un sito industriale, scuole. Le truppe russe hanno lanciato anche 54 attacchi sul distretto nord-orientale di Sumy. «Gli invasori hanno attaccato con aerei strategici: 9 Tu-95 dalla regione russa di Murmansk e 2 Tu-160 dal Mar Caspio», ha detto il comandante dell’esercito ucraino Valery Zaluzhny».
Ore 08:16 - Bombardamento russo a Kherson: «Un civile morto e tre feriti»
Una civile è rimasto ucciso e tre feriti nella notte durante i bombardamenti lanciati dall’esercito russo sulla regione meridionale ucraina di Kherson, ha dichiarato l’amministrazione militare locale. Mosca ha lanciato nuove salve di missili contro le città ucraine nelle prime ore di lunedì, che secondo le forze di Kiev sono state in gran parte neutralizzate. «L’esercito russo ha preso di mira le aree residenziali delle zone popolate della regione e un edificio ufficiale nel centro di Kherson», ha dichiarato su Telegram il capo dell’amministrazione militare locale, Oleksander Prokudin. «Come risultato dell’aggressione russa, una persona è morta e altre tre, tra cui un bambino, sono rimaste ferite», ha aggiunto, notando che la città è stata bombardata otto volte in circa 24 ore.
Ore 08:30 - «I russi vogliono conquistare Bakhmut entro il 9 maggio»
I russi hanno fissato un’altra «scadenza» per l’occupazione di Bakhmut - 9 maggio. È quanto riferisce Rbc-Ucraina, citando una fonte ben informata. Presumibilmente, il presidente russo Vladimir Putin «vuole annunciare con una nota vittoriosa la fine della guerra, così da poter affermane che «tutti gli obiettivi della cosiddetta `operazione speciale´ sono stati raggiunti e `l’esercito ucraino ha stato sconfitto».
Ore 08:39 - Financial Times: «20 semoventi italiani inviati a Kiev sono inutilizzabili»
«Non tutte le armi che sono state consegnate all’Ucraina sono in buone condizioni. Nessuno dei venti cannoni semoventi che l’Italia ha fornito all’Ucraina è funzionante». Lo scrive il Financial Times citando un consigliere del ministero della Difesa ucraino, in un articolo in cui il quotidiano della City riferisce dell’imminente controffensiva che l’Ucraina intende lanciare.
Ore 09:19 - Mosca: «L’esercito di Kiev costruisce rifugi a Kherson»
L’esercito ucraino sta costruendo rifugi in cemento armato a Kherson, trasformandola in un’area fortificata. Lo ha annunciato lunedì alla Tass il primo vicepresidente della commissione per i media e le comunicazioni di massa della Camera civica (OP) della Federazione Russa, consigliere freelance del governatore ad interim della regione di Kherson, capo del dipartimento di giornalismo di Kherson Università statale Alexander Malkevich. «Stanno trasformando la città in un deserto arido. L’ultima decisione, espressa dalle autorità di Kiev di Kherson, è quella di installare, erigere in luoghi pubblici, accanto a mercati, stazioni ferroviarie, 10 rifugi in cemento armato. Stanno progettando di dispiegarli nei prossimi giorni. Non è chiaro che tipo di rifugi in cemento armato siano. La città sta appena iniziando a trasformarsi in un’area fortificata», ha affermato.
Ore 09:24 - A Leningrado attacco alla linea di trasmissione elettrica
Un supporto della linea di trasmissione elettrica è stato fatto saltare in aria nell’insediamento Susaninsky del distretto di Gatchinsky nella regione di Leningrado. Sul secondo supporto è stata trovata una carica con una miccia, è stata rimossa e sminata, secondo quanto riferito sul suo canale Telegram dal governatore della regione Alexander Drozdenko. L’alimentazione elettrica degli insediamenti e delle infrastrutture civili non è stata colpita.
Ore 10:09 - Corea del Sud, il viceministro degli Esteri presto in visita di due giorni a Mosca
Il vice ministro degli Esteri della Corea del Sud, Chang Ho-jin, dovrebbe recarsi a metà maggio in visita in Russia. Lo riferisce l’agenzia ufficiale «Yonhap» citando fonti di governo. Chang, ambasciatore in Russia sino allo scorso mese, giungerebbe a Mosca nel pieno di una frizione nata dopo che il presidente sudcoreano, Yoon Suk-Yeol, aveva annunciato la possibilità di inviare forniture militari all’Ucraina. Il Cremlino aveva risposto avvertendo che un simile impegno, pur se di armi «non letali», avrebbe reso Seul protagonista del conflitto e autore di un gesto «apertamente ostile» nei confronti della Russia.
Ore 10:12 - Media ucraini: «34 feriti a Pavlohrad, 5 bambini»
Cinque bambini sono rimasti feriti nel bombardamento russo durante la notte nel distretto di Pavlograd, nella regione ucraina orientale di Dnipropetrovsk, ha riferito il capo dell’amministrazione militare regionale Sergy Lysak citato da Suspilne. Il bambino più piccolo ha 8 anni. In totale i civili feriti sono 34, due persone sono in terapia intensiva. «Le persone hanno fratture, tagli e lacerazioni, contusioni, avvelenamento da prodotti della combustione. Due donne, 45 e 55 anni, sono in terapia intensiva», ha dichiarato Lysak.
Ore 10:53 - Zelensky: «Grazie alla Nuova Zelanda per l’addestramento dei militari»
Volodymyr Zelensky ha annunciato su Telegram di aver avuto un colloquio con il primo ministro della Nuova Zelanda, Chris Hipkins. «Ho avuto una telefonata con il primo ministro della Nuova Zelanda, Chris Hipkins», ha scritto il presidente dell’Ucraina. «Ho ringraziato la Nuova Zelanda per la partecipazione all’addestramento dei nostri militari. Facciamo affidamento sulla sua continuazione, oltre che su un’ulteriore cooperazione in materia di difesa e questioni umanitarie. Abbiamo discusso della necessità di un ulteriore consolidamento dei Paesi della regione del Pacifico nel sostenere l’Ucraina».
Ore 11:20 - Governatore Bryansk: «Treno merci deraglia dopo l’esplosione di un ordigno sui binari»
Un treno merci è deragliato nella regione russa di Bryansk dopo l’esplosione di un ordigno piazzato sui binari. Lo ha reso noto il governatore regionale, Alexander Bogomaz, attraverso Telegram. «Nel distretto di Unecha, al chilometro 136 della linea ferroviaria di Bryansk, un ordigno non identificato è esploso» causando «il deragliamento della locomotiva di un treno merci. Non ci sono vittime», ha specificato Bogomaz. I servizi di emergenza hanno aggiunto che il deragliamento ha causato anche un incendio. Le autorità ferroviarie hanno comunicato la possibilità di rallentamenti dei treni lungo le linee Novozybkov-Mosca e Klimov-Mosca.
Ore 12:17 - 007 Gb: fortificazioni mai viste in aree occupate da Mosca
«La Russia ha costruito alcuni dei più estesi sistemi di Difesa mai visti al mondo da molti decenni nelle aree attualmente controllate da Mosca in Ucraina. Non sono solo vicino alle attuali linee del fronte ma anche all’interno del suo territorio nelle regioni di Belgorod e Kursk». È quanto scrive l’Intelligence britannica nel suo aggiornamento giornaliero sull’andamento del conflitto. «Le difese evidenziano la profonda preoccupazione dei leader russi che l’Ucraina possa raggiungere un importante passo avanti» con l’annunciata controffensiva.
Ore 12:27 - «Gli attacchi russi hanno causato danni alle reti elettriche»
I bombardamenti russi nella notte hanno danneggiato in modo significativo l'infrastruttura della rete elettrica nelle regioni di Dnipropetrovsk e Kherson: ha reso noto il servizio stampa del ministero dell'Energia ucraino, come riporta Unian. «Nessun danno è stato registrato agli impianti di generazione di elettricità, ma ci sono stati danni significativi alle reti di distribuzione. Di conseguenza, parte i cittadini della città di Dnipro e della regione sono senza luce. Anche la situazione nella regione di Kherson è diventata più complicata: più di 11.000 utenti nella città di Kherson e 7.100 nella regione sono senza corrente a causa dei bombardamenti», ha affermato il ministero, aggiungendo che per riparare i danni ci vorranno diversi giorni.
Ore 12:42 - Kiev: «Per la controffensiva è tutto pronto»
Per quanto riguarda la controffensiva «stiamo tagliando il traguardo, quando possiamo dire che sì, è tutto pronto». Lo ha detto il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, in un'intervista ai canali Tv di Kiev. Lo riporta Unian. «Lo Stato maggiore, in base alla situazione sul campo di battaglia, deciderà come, dove e quando. Tutto deve essere valutato e pianificato», ha aggiunto. Reznikov ha spiegato poi i tre fattori chiave per una controffensiva di successo: «la disponibilità di armi, militari preparati e addestrati che conoscono il loro piano e garantire all'offensiva tutto ciò che è necessario».
Ore 14:05 - Mosca conferma attacco a Pavlograd: colpiti siti che producono armi
Le forze russe hanno lanciato un attacco missilistico di alta precisione a lungo raggio, via aria e via mare, contro le strutture del complesso militare-industriale ucraino di Pavlograd, nel distretto orientale di Dnipropetrovsk . Lo ha dichiarato il ministero della Difesa russo, citato da Ria Novosti. «L'obiettivo dell'attacco è stato raggiunto. Tutte le strutture designate sono state colpite», ha precisato il ministero sottolineando che «il funzionamento delle imprese che producono munizioni, armi ed equipaggiamento militare» per le forze armate ucraine è stato interrotto.
Ore 14:32 - Ministrero Difesa italiano: «I nostri semoventi non funzionano? Dati a una ditta Usa per la manutenzione prima dell'invio»
Da Kiev filtra la notizia di semoventi inviati dall’Italia in cattive condizioni, tali da non consentirne l’utilizzo? L'ipotesi di qualche malfunzionamento non è accolta con troppo stupore dalla nostra Difesa: sono mezzi datati, che non erano in uso in Italia — dicono fonti del ministero —, ma proprio per questo prima dell’invio sono stati affidati, per la manutenzione, a una ditta statunitense per rimetterli in condizioni di funzionare. Potrebbe essere stato proprio nel passaggio della manutenzione il problema. In ogni caso gli invii dall’Italia, le cui liste sono state compilate già dal governo precedente, contano un centinaio di mezzi (sono venti quelli che, secondo Kiev, sarebbero inutilizzabili).
Ore 15:58 - Kiev: «Un bambino ucciso da un attacco russo nel Nord»
Il governatore di Chernihiv Viacheslav Chaus ha reso noto che un bambino è rimasto ucciso questo pomeriggio durante un attacco russo nella regione dell'Ucraina settentrionale: «Intorno alle 15.37 è stato colpito un istituto scolastico chiuso a Novhorod-Siverskyi, un bambino che si trovava nelle vicinanze è morto», ha scritto Chaus citato da Rbc-Ukraine.
Ore 16:08 - Il rimpianto di Zelensky: «I figli? Li stanno crescendo mia moglie Olena e la guerra»
«C’è chi dice che non sono un cattivo presidente, ma certo che in questo momento non sono un buon padre. Mi dispiace di non avere tempo per i figli e che i miei figli non siano stati cresciuti da me: in questo momento li stanno crescendo mia moglie e la guerra». Sono le amare riflessioni che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo un anno e tre mesi dall’invasione russa dell’Ucraina, ha condiviso in una tavola rotonda con giornalisti di diverse testate scandinave.
Ore 16:22 - Kiev a cittadini delle zone occupate: non prendete passaporti russi
Il vice primo ministro di Kiev, Iryna Vereshchuk, ha raccomandato agli ucraini che vivono sotto l’occupazione russa di non prendere in nessun caso passaporti russi. Lo riporta Unian. «Le mie raccomandazioni agli ucraini nei territori temporaneamente occupati rimangono le stesse: non prendere passaporti russi, non cooperare con gli occupanti, andarsene se possibile, aspettate le forze armate», ha dichiarato Vereshchuk. Il giorno prima, il difensore civico ucraino Dmytro Lubinets aveva chiesto il contrario.
Ore 16:31 - Kiev: «I russi preparano un piano di evacuazione da Zaporizhzhia»
Le autorità russe stanno preparando piani di evacuazione nelle zone occupate della regione di Zaporizhzhia. Lo ha riferito il Centro nazionale di resistenza dell’Ucraina, citato dal Kyiv Independent. Stando a quanto riportano fonti locali, le autorità di occupazione stanno preparando l’evacuazione dei lavoratori e delle loro famiglie e sono state distribuite istruzioni su come distruggere documenti e attrezzature. Le autorità di occupazione russe stanno anche «rafforzando le misure» per identificare le persone coinvolte nei movimenti partigiani ucraini e questo include la perquisizione delle case di coloro che sono sospettati di «slealtà».
Ore 17:03 - Corrado Zunino è ritornato in Italia
Il giornalista Corrado Zunino è rientrato in Italia dopo essere rimasto ferito in Ucraina nei pressi di Kherson il 26 aprile. «Sono tornato in Italia. Grazie di cuore a chi mi è stato vicino, a tutta Repubblica che è un giornale speciale, ai medici ucraini, ai funzionari dello Stato italiano che mi hanno seguito dal giorno dell’omicidio di Bogdan Bitik, un giornalista, un amico per sempre», ha scritto sul suo profilo Twitter.
Sono tornato in Italia. Grazie di cuore a chi mi è stato vicino, a tutta Repubblica che è un giornale speciale, ai medici ucraini, ai funzionari dello Stato italiano che mi hanno seguito dal giorno dell'omicidio di Bogdan Bitik, un giornalista, un amico per sempre. pic.twitter.com/kLIgTkMj2H
Ore 17:30 - Zelensky a Trudeau: «Serve maggiore pressione sulle sanzioni»
«Ho avuto una telefonata con il primo ministro canadese Justin Trudeau. Abbiamo discusso il programma di cooperazione per la difesa a lungo termine. Ho preso atto dell'inizio delle confische dei beni russi e ho chiesto una maggiore pressione delle sanzioni sulla Russia. Abbiamo coordinato le posizioni alla vigilia del vertice Nato e di altri eventi internazionali». Lo ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 17:32 - Mosca: «Respinti attacchi di droni ucraini su Sebastopoli»
La Flotta del Mar Nero, supportata dai sistemi di difesa aerea, sta respingendo un attacco di droni a Sebastopoli. Lo ha dichiarato Mikhail Razvozzhayev, governatore della città della Crimea occupata dalle forze russe, citato da Ria Novosti. «Le forze della flotta, in collaborazione con la difesa aerea, stanno respingendo un attacco di droni nemici sulla rada esterna. Un drone è già stato abbattuto. Tutti i servizi della città sono in attesa», ha scritto nel suo canale Telegram Razvozzhayev esortando i cittadini a mantenere la calma.
Ore 17:57 - Prigozhin a Mosca: «Ci servono 300 tonnellate di munizioni al giorno»
Yevgeny Prigozhin insiste nella sua richiesta al ministero della Difesa russo perché aumenti le forniture di munizioni ai suoi combattenti impegnati a Bakhmut. In un video pubblicato sul suo canale Telegram, il capo del gruppo Wagner ha dichiarato di aver bisogno di almeno 300 tonnellate di proiettili d'artiglieria al giorno per l'assalto alla cittadina dell'Ucraina orientale. «Trecento tonnellate al giorno corrispondono a 10 container da carico, non molto... Ma ce ne viene fornito non più di un terzo», ha detto Prigozhin mentre ispezionava scatole di fucili in un magazzino che ha detto essere nella città di Soledar, a nordest di Bakhmut.
Ore 19:48 - Casa Bianca: 100 mila soldati russi morti, 20 mila da dicembre
La Casa Bianca ha detto che la Russia ha perso 100 mila soldati nel conflitto, 20 mila soltanto da dicembre, in quella che è diventata una dura guerra di logoramento. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha affermato che la stima degli Stati Uniti si basa su dati dell'intelligence americana recentemente declassificati.
Ore 20:53 - Usa: offensiva russa su Bakhmut è fallita
Gli Stati Uniti hanno affermato che l’offensiva russa nell’Ucraina orientale è «fallita». Lo sostiene il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale John Kirby, citato da Sky News. La Casa Bianca ha stimato 100mila vittime, tra cui 20mila morti, tra le truppe russe da dicembre. Circa la metà delle morti apparterrebbero al Gruppo Wagner, ha detto Kirby, aggiungendo che l’offensiva russa su Bakhmut, nella regione orientale ucraina del Donbass, è «in stallo» ed è «fallita».
Ore 21:15 - Kiev: mediazione Vaticano? Non ne sappiamo nulla
L’Ucraina non è al corrente di alcuna mediazione del Vaticano per una soluzione del conflitto con la Russia, mediazione cui ha accennato ieri il Papa sul volo lo riportava a Roma dopo il viaggio in Ungheria. Lo ha detto alla Cnn una fonte vicina alla presidenza ucraina, secondo cui «il presidente Zelensky non ha dato alcun consenso ad una discussione di questo tipo per conto dell’Ucraina: se colloqui sono in corso, stanno avvenendo senza che noi ne siamo a conoscenza e senza la nostra benedizione».
Ore 22:32 - Zelensky: per ogni attacco invasori russi avranno risposta
«Per ogni attacco di questo tipo, gli invasori russi riceveranno la nostra risposta. Nessuna possibilità per l'occupante russo sulla nostra terra! Solo distruzione per il nemico». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto discorso serale, dopo la nuova giornata di raid russi, che hanno fatto 3 morti e 40 feriti. «Regione di Chernihiv, villaggio di Lyzunivka. Lì, una bomba sganciata da un aereo russo ha distrutto un'altra scuola ucraina. Purtroppo, questo attacco ha tolto la vita a un adolescente, un ragazzo nato nel 2009... 14 anni! Si trovava proprio vicino alla scuola - ha detto Zelensky, elencando le conseguenze degli attacchi - Pavlohrad, regione di Dnipropetrovsk. I missili dei terroristi hanno causato la morte di due persone, giovani ragazzi... Altre quaranta persone - donne, bambini e uomini - hanno ricevuto assistenza medica in seguito a ferite e traumi».
Kiev: «Pronte otto brigate per la controffensiva». di Lorenzo Cremonesi, inviato, Paolo Foschi, Giuseppe Benedini e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 2 maggio 2023.
Le notizie sulla guerra di martedì 2 maggio, in diretta. Il Cremlino: «Non siamo a conoscenza di alcuna missione del Vaticano». Cina e India riconoscono «l’aggressione russa» all’Onu
• Secondo gli Usa è disastroso il bilancio per la Russia della guerra: come riferito da John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, Mosca ha perso da dicembre, centomila uomini, di cui 20 mila del gruppo Wagner . E l’offensiva nel Donbass sarebbe da considerarsi ormai fallita.
• La notte di missili russi su tutta l’Ucraina non scoraggia Kiev: «Pronti alla controffensiva»
• I sabotatori delle ferrovie russe arrestati: la battaglia dietro le linee.
Ore 00:58 - Duda: Polonia farà ogni sforzo per l’ingresso di Ucraina e Moldavia nell’Ue
La Polonia farà ogni sforzo durante la sua presidenza del Consiglio dell’UE per garantire che l’Ucraina e la Moldavia diventino membri del blocco: è quanto ha dichiarato alla stampa Andrzej Duda, presidente polacco, il 1° maggio,
Ore 01:01 - Attacco a Pavlohrad: due morti e 40 feriti
È di due morti e almeno 40 feriti il bilancio dell’attacco missilistico russo della notte fra il 30 aprile e il primo maggio a Pavlohrad, nell’oblast di Dnipropetrovsk . Lo ha riferito nel suo discorso serale il presidente ucraino Volodymir Zelensky.
Ore 03:21 - Kiev: mediazione Vaticano? Non ne sappiamo nulla
L’Ucraina non è al corrente di alcuna mediazione del Vaticano per una soluzione del conflitto con la Russia, mediazione cui ha accennato ieri il Papa sul volo lo riportava a Roma dopo il viaggio in Ungheria. Lo ha detto alla Cnn una fonte vicina alla presidenza ucraina, secondo cui «il presidente Zelensky non ha dato alcun consenso ad una discussione di questo tipo per conto dell’Ucraina: se colloqui sono in corso, stanno avvenendo senza che noi ne siamo a conoscenza e senza la nostra benedizione».
Ore 03:22 - Casa Bianca: 100 mila soldati russi morti da dicembre
La Casa Bianca ha detto che la Russia ha perso 100 mila soldati nel conflitto da dicembre, di cui 20 mila del gruppo Wagner, in quella che è diventata una dura guerra di logoramento. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha affermato che la stima degli Stati Uniti si basa su dati dell'intelligence americana recentemente declassificati.
Ore 06:33 - Mosca: colpito a Kramatorsk un carico di munizioni ucraine
Le truppe missilistiche e d’artiglieria del battaglione meridionale russo hanno colpito una stazione ferroviaria a Kramatorsk nell’area di Soledar-Bakhmut, distruggendo un carico di munizioni ucraine. Lo ha detto all’agenzia di stampa ufficiale russa Tass il portavoce militare Vadim Astafiev.
Ore 07:53 - Kyiv Independent: «Uccisi vicino a Bakhmut due cittadini canadesi»
Il Kyiv Independent ha riportato su Twitter che due cittadini canadesi sono stati uccisi in una azione nei pressi di Bakhmut, una città dell'oblast di Donetsk che da tempo è al centro dei combattimenti tra le forze ucraine e quelle russe d'invasione.
Ore 07:54 - Dalla Russia: «Le forze ucraine hanno bombardato la regione russa di Bryansk»
Il governatore di Bryansk, Alexander Bogomaz, ha riferito su Telegram che in mattinata le forze armate ucraine hanno bombardato il villaggio di Kurkovichi, situato nella regione russa di Bryansk vicino al confine con l'Ucraina. Ciò è accaduto un giorno dopo che un'esplosione ha fatto deragliare un treno merci nella stessa regione. Bogomaz ha precisato che non ci sono state vittime nel bombardamento, ma un'abitazione è stata colpita dal fuoco. Le operazioni di soccorso sono in corso sul luogo dell'incidente.
Ore 08:20 - Scholz: «Le armi tedesche in Ucraina non devono essere utilizzate per attaccare la Russia»
L'Ucraina non deve utilizzare le armi che ha ottenuto dalla Germania per attaccare la Russia. È quanto dichiarato dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz, come riferisce il quotidiano «Handelsblatt». Il capo del governo federale ha evidenziato come la stessa posizione sia tenuta dagli altri Stati che forniscono aiuti militari all'ex repubblica sovietica. Per Scholz, è necessario «fare di tutto» al fine di evitare una guerra tra la Russia e la Nato.
Ore 08:22 - Isw: Mosca informa la popolazione degli attacchi in Ucraina per ridurre l'ansia nel Paese
Secondo quanto riportato da Ukrainska Pravda, l'Istituto per lo studio della guerra (Isw), ha riferito che il ministero della Difesa russo ha iniziato a fornire informazioni sugli attacchi missilistici in territorio ucraino, al fine di ridurre l'ansia nel paese riguardo alla prevista controffensiva di Kiev. L'Isw ha citato l'esempio dell'attacco russo contro Pavlograd nella notte tra il 30 aprile e l'1 maggio, affermando che il ministero della Difesa russo ha dichiarato che l'attacco ha preso di mira le strutture militari-industriali ucraine e ha interrotto la produzione di risorse militari. Gli esperti del think-tank hanno inoltre osservato che il ministero della Difesa russo ha recentemente cambiato la sua retorica, pubblicizzando ampiamente le sue campagne di attacchi, probabilmente per mostrare un approccio proattivo a fronte della crescente preoccupazione nel media russo riguardo a una possibile controffensiva ucraina.
Ore 08:28 - Yermak: «Intere generazioni di russi pagheranno per i danni provocati all'Ucraina»
In un post su Telegram, Andriy Yermak, capo dell'ufficio presidenziale ucraino, ha affermato che le future generazioni di russi dovranno pagare per le azioni compiute dalla loro nazione durante la guerra, includendo i danni ambientali causati al territorio ucraino. Yermak ha sottolineato che la Russia dovrà rispondere per tutto ciò che ha causato, compresi i danni alle infrastrutture e le perdite umane, nonché per i rapimenti di bambini. Inoltre, ha avvertito che le generazioni future di russi non avranno scelta se non quella di pagare il prezzo delle azioni del loro paese, e saranno gravati dalla responsabilità di essere discendenti dei terroristi russi che hanno commesso il genocidio del popolo ucraino. Yermak ha concluso dicendo che non ci sarà modo per i discendenti dei terroristi russi di nascondersi da questa vergogna in qualsiasi parte del mondo.
Ore 08:56 - Il comandante ucraino Syrskyi a Bakhmut: «Attese decisioni importanti»
Il capo delle forze terrestri ucraine, Oleksandr Syrskyi, ha annunciato oggi di essere giunto a Bakhmut, nella regione di Donetsk, come riferito sul proprio canale Telegram. «Sono qui con i nostri soldati che stanno svolgendo missioni di combattimento in direzione di Bakhmut», ha scritto il comandante, aggiungendo di aver preso «una serie di decisioni importanti» insieme al comando militare del Paese per «assicurare una difesa efficace» e infliggere le massime perdite possibili al nemico. Syrskyi ha anche parlato con i difensori del fronte orientale, sottolineando l'importanza di prestare attenzione a tutti, dal soldato al comandante, poiché la dedizione e la professionalità di tutti sono cruciali per la sopravvivenza di Bakhmut.
Ore 08:58 - La precisazione del ministero della Difesa italiano sui mezzi forniti all'Ucraina
«Alcuni quotidiani italiani hanno ripreso un articolo del Financial Times secondo il quale un anonimo consigliere del ministro della Difesa ucraino avrebbe espresso disappunto per la qualità di alcune forniture militari, inviate da vari Paesi, per aiutare l'Ucraina. Tra i tanti, vengono citati alcuni mezzi forniti dall'Italia. Senza entrare nel dettaglio di decreti secretati dal precedente Governo, il ministero della Difesa precisa che su richiesta Ucraina, tra i vari aiuti, sono anche stati donati mezzi che erano stati dismessi dalle Forze Armate italiane da molti anni e mai offerti proprio per il loro stato di manutenzione e vetustà».
È quanto si legge in una nota del ministero della Difesa. «I mezzi sono stati richiesti, comunque, da parte ucraina, nonostante le condizioni, per essere revisionati e messi in funzione, vista la urgente necessità di mezzi per fronteggiare l'aggressione russa - prosegue la nota -. Sull'esito della rimessa in efficienza il Ministero della Difesa italiano non è stato aggiornato, trattandosi solo di mezzi classificati come di non conveniente riparazione. Tanto si precisa al fine di dirimere eventuali equivoci, prevenire sterili polemiche e sottolineare quanto sia importante il sostegno all'Ucraina».
Ore 09:17 - Ucraina: 480 bambini morti e 960 feriti dall'inizio dell'invasione russa
Sono almeno 480 i bambini morti in Ucraina dal 24 febbraio del 2022, quando la Russia ha iniziato l'invasione del Paese. Lo denuncia la procura di Kiev sul suo canale di Telegram, aggiungendo che altri 960 sono rimasti feriti «a causa dell'aggressione armata su larga scala da parte della Russia». Ma «questa cifra non è definitiva», ha aggiunto, perché «continua il lavoro» per individuare le vittime «nei luoghi dove sono ancora in corso le ostilità, nei territori temporaneamente occupati e in quelli che sono stati liberati». Il maggior numero di vittime infantili si registra nella provinca di Donetsk, dove la procura parla di 453 tra morti e feriti, seguita da quella di Charkiv con 275. Sono invece 128 i bambini morti o feriti nella provincia di Kiev e 94 quelli a Kherson. Nella provincia di Zaporizhzhia, dove si trova la centrale nucleare più grande d'Europa, sono 89 i bambini morti o feriti, mentre in quella di Mykolaiv sono 89, a Chernihiv 70, in quella di Dnipropetrovsk 67 e a Luhansk 66.
Ore 09:18 - Otto soldati ucraini uccisi negli scontri a Kherson
Otto soldati delle forze armate ucraine sarebbero stati uccisi e quattro feriti in un conflitto a fuoco con le truppe russe nella regione di Kherson. Lo ha riferito il Servizio d'emergenza della Federazione russa, citato dalle agenzie locali, spiegando che il fuoco dell'artiglieria russa ha distrutto i cannoni semoventi ucraini e un mortaio in possesso delle truppe di Kiev. Kherson è una delle regioni parzialmente occupate dell'Ucraina che la Federazione Russa ha annesso l'anno scorso.
Ore 09:24 - Gli Usa: «20 mila russi morti da dicembre». L’esca di Bakhmut, i preparativi sulla Crimea: la strategia del generale ucraino Zaluzhnyi
(Lorenzo Cremonesi, inviato a Odessa) Oltre 20.000 soldati russi morti dallo scorso dicembre in Ucraina — specie sul fronte di Bakhmut, nel Donbass. Sembra, soprattutto quest’ultimo, un bagno di sangue inutile, visto che negli ultimi giorni gli ucraini stanno riconquistando terreno e truppe corazzate fresche dei campi Nato all’estero stanno posizionandosi nelle vicinanze. Le ultime dichiarazioni americane sui caduti russi (20 mila russi morti da dicembre, appunto, oltre a 80 mila feriti) e ciò che abbiamo visto sul terreno nelle ultime settimane sui fronti della guerra fanno ritenere che la strategia del capo di Stato maggiore ucraino, Valery Zaluzhnyi, si stia rivelando vincente. (...)
Ore 09:27 - Intelligence britannica: «Russia a corto di munizioni, così nascono divisioni interne. Destituito il viceministro russo alla Difesa, Mizintsev»
La valutazione quotidiana dell'intelligence diffusa via Twitter dal ministero della Difesa di Londra più di un anno dopo l'invasione russa dell'Ucraina afferma che la Russia non ha abbastanza munizioni per avere successo in un'offensiva e che la carenza di munizioni sta causando divisioni interne, in particolare tra il ministero russo della Difesa e il Gruppo Wagner. Secondo il rapporto, il 27 aprile, «social media russi legati ai militari» hanno riferito della destituzione del viceministro russo della Difesa, Mikhail Mizintsev, responsabile della logistica militare, in carica da «soli otto mesi». Anche se il licenziamento di Mizintsev non è stato confermato da Mosca, il rapporto evidenzia come i problemi di logistica restino al centro della difficile campagna della Russia in Ucraina. La Russia continua a dare priorità alla mobilitazione della sua industria della difesa, ma non riesce a rispondere alle richieste in tempo di guerra. Il rapporto conclude che, mentre i leader politici russi insistono nel chiedere successo sul campo di battaglia, i professionisti russi della logistica sono nel mezzo della crisi.
Ore 09:54 - Kiev: «Non siamo a conoscenza di una missione di pace del Vaticano»
L'Ucraina «non è a conoscenza» di una missione di pace del Vaticano per risolvere la guerra. Lo ha affermato un esponente ucraino vicino all'ufficio presidenziale di Kiev alla Cnn. «Il presidente Zelensky non ha acconsentito a tali discussioni per conto dell'Ucraina. Se ci sono colloqui, stanno avvenendo a nostra insaputa o senza la nostra benedizione», ha sottolineato. Papa Francesco nei giorni scorsi, tornando da Budapest, aveva fatto riferimento a una missione della Santa Sede per porre fine alla guerra in Ucraina, ma senza dare dettagli.
Ore 10:53 - Zelensky: «Il nostro obiettivo è liberare tutta l'Ucraina e restituire la vita normale a ogni persona e famiglia»
«Il nostro stato ha già dimostrato di poter vincere. Abbiamo dimostrato che possiamo liberare la nostra terra dall'occupante. Tutti coloro che assicurano la liberazione hanno dimostrato che, insieme alla bandiera blu e gialla, torna la vita normale per ogni persona e per ogni famiglia. Il nostro obiettivo è restituire questa vita a tutta l'Ucraina, a tutte quelle aree che sono ancora temporaneamente sotto occupazione». Ha scritto il presidente ucraino Zelensky in un post su Telegram.
Ore 11:03 - Presidente Polonia: «L'adesione della Moldavia e dell'Ucraina all'Ue è una nostra priorità»
Durante la sua presidenza del Consiglio dell'Unione Europea, il presidente polacco Andrzej Duda ha dichiarato che l'adesione dell'Ucraina e della Moldavia all'Unione Europea sarà una delle priorità della Polonia. Duda ha evidenziato che la Polonia sostiene la politica della "porta aperta" dell'UE, e che i paesi dei Balcani occidentali dovrebbero essere accettati nel blocco europeo. Nel febbraio del 2022, Varsavia ha promosso una lettera per la rapida adesione dell'Ucraina all'UE, e secondo Duda, l'Ucraina è ora un paese candidato che deve diventare parte dell'UE il prima possibile. La Polonia assumerà la presidenza del Consiglio dell'UE nella prima metà del 2025.
Ore 11:33 - Kuleba: «I caccia F-16 arriveranno, è una questione di tempo»
«Ci saranno gli F-16, è una questione di tempo. Penso che dipenderà dalla decisione degli Stati Uniti e dai risultati della controffensiva». Così ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un'intervista televisiva. Come riporta Ukrainska Pravda, Kuleba è convinto che prima o poi gli alleati occidentali decideranno di fornire all'Ucraina i caccia richiesti. Certo, ammette, «se avessimo già gli F-16 adesso, la nostra controffensiva sarebbe molto più veloce e saremmo in grado di salvare molte più vite».
Ore 11:47 - Mosca: «Dal Sudan abbiamo evacuato anche gli ucraini»
Ci sarebbero anche cittadini dell'Ucraina e della Moldavia tra i circa 200 evacuati oggi dal Sudan dalle forze speciali russe. A farlo sapere è stato il ministero degli Esteri di Mosca.
Gli evacuati, sottolinea il ministero, sono cittadini russi, di ex repubbliche dell'Unione sovietica o di Paesi amici, tra cui appunto Ucraina, Moldavia, Bielorussia, Kazakhstan, Kirghizistan, Bangladesh e lo stesso Sudan. I voli delle forze aerospaziali russe che hanno fatto uscire questi cittadini dal Sudan sono decollati dalla base di Al Shahid Mukhtar, 35 chilometri da Khartoum. L'ambasciata russa a Khartoum continua a essere operativa.
Ore 12:12 - Kiev: «191.420 morti russi, 460 nelle ultime 24 ore»
Sarebbero ormai più di 191mila i soldati russi morti dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Il bollettino giornaliero dello stato maggiore ucraino riporta 460 russi uccisi nella giornata di ieri, per un totale di 191.420 dal 24 febbraio 2022. Secondo stime diffuse ieri dalla Casa Bianca, dallo scorso dicembre la Russia ha perso oltre 100mila uomini, 20mila dei quali rimasti uccisi e il resto feriti.
Ore 12:14 - Shoighu: «Avviata produzione di massa di nuovi tipi di armi»
La Russia ha avviato la produzione di massa degli ultimi tipi di armi sviluppate dalla JSC Tactical Missiles Corporation (Ktrv). Lo ha detto oggi il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, in un incontro con funzionari del ministero riportato dall’agenzia di stampa Ria.
«L’azienda fornisce una vasta gamma di armi aeree e navali nella zona dell’operazione militare speciale, molte delle quali non hanno pari - ha detto il ministro - per alcuni dei più recenti tipi di armi, la Corporation è passata alla produzione di massa, nel più breve tempo possibile, completando tutte le fasi di sviluppo. La creazione di campioni promettenti e moderni continua». Secondo Shoighu la Ktrv dovrebbe raddoppiare la produzione di armi ad alta precisione nel più breve tempo possibile.
Ore 12:28 - Il ministro della Difesa russo: «15.000 soldati ucraini uccisi in un mese»
Le forze armate ucraine hanno perso «oltre 15.000 uomini soltanto nell’ultimo mese». È quanto afferma il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu. «Nonostante l’assistenza militare senza precedenti dai Paesi occidentali, il nemico sta subendo perdite significative», ha aggiunto il ministro, citato dall’agenzia Interfax.
Ore 12:30 - Kiev: «Bombe russe su Kherson, 7 feriti»
Nella regione di Kherson le truppe russe hanno bombardato Kherson e villaggi della comunità di Belozersk, causando 7 feriti. Lo riporta Ukrinform citando l’ufficio del procuratore regionale di Kherson.
Ore 13:23 - Breton (commissario europeo per il Mercato interno): «Domani piano Ue per 1 milione di munizioni l’anno»
Il piano Ue per aumentare le capacità di produzione «ad almeno un milione all’anno» è pronto e «domani» sarà proposto alla riunione settimanale dei commissari Ue. Lo ha annunciato il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, in conferenza stampa a Stoccolma.
«Spero che verrà adottato per garantire che saremo in grado di dare all’industria della difesa ciò di cui ha bisogno per rafforzare la produzione di munizioni» e aiutare Kiev, ha evidenziato Breton. «Abbiamo individuato undici Paesi con una forte industria della difesa» e «quindici aziende» del settore che possono contribuire a centrare l’obiettivo, ha aggiunto.
Ore 13:29 - Tinder lascerà la Russia entro il 30 giugno
La società statunitense Match Group, che gestisce l’app di incontri Tinder, ha deciso di lasciare il mercato della Federazione Russa. È quanto risulta da una nota della società ripresa dall’agenzia di stampa «Tass». «I nostri marchi stanno adottando misure per limitare l’accesso ai loro servizi in Russia e porteranno a termine il loro ritiro dal mercato russo entro il 30 giugno 2023», si legge nella nota.
Ore 13:47 - L’iniziativa diplomatica del Papa (e i dubbi di Kiev)
(Giuseppe Sarcina, dalla newsletter AmericaCina) Ieri, lunedì primo maggio, un consigliere di Volodymyr Zelensky ha dichiarato alla Cnn che il governo di Kiev non sa nulla dell’iniziativa diplomatica della Santa Sede: «Se ci sono colloqui stanno avvenendo a nostra insaputa». Mercoledì 30 aprile, papa Francesco, sull’aereo di ritorno da Budapest, aveva detto ai giornalisti che «era in corso una missione segreta per la pace». Il Pontefice ha riferito di averne parlato anche con il presidente ungherese, Viktor Orban e con il vescovo ortodosso Hilarion, spedito a Budapest come metropolita dopo che aveva criticato la posizione sulla guerra del patriarca di Mosca Kirill.
• La precisazione degli ucraini ha spiazzato la comunità diplomatica, se non altro perché giovedì 27 aprile, il primo ministro Denys Shmyhal era stato ricevuto da Bergoglio in udienza privata nel Vaticano. Shmyhal si era fermato mezz’ora con il Papa e poi aveva avuto altre riunioni con il Segretario di Stato Pietro Parolin e con il Segretario per i rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, Richard Gallagher. Poi lo stesso Shmyhal, in una conferenza stampa, aveva spiegato di aver chiesto a Papa Francesco «un aiuto per facilitare il ritorno dei bambini deportati in Russia». Il premier ucraino aveva specificato che si era parlato anche del «piano di pace» presentato da Zelensky. La nota del Vaticano aggiungeva che «i colloqui» avevano toccato «gli aspetti umanitari collegati alla guerra e gli sforzi per ristabilire la pace».
• Difficile immaginare che in quel contesto non si sia parlato anche della «missione segreta» evocata da Francesco. Restano i dubbi, però, sulla reale portata dell’iniziativa diplomatica.
Ore 13:42 - Cremlino: «Non siamo a conoscenza di missione del Vaticano»
Il Cremlino «non è a conoscenza» di una missione di pace del Vaticano per l’Ucraina. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov citato dall’agenzia Tass.
Ore 14:17 - Putin inaugura in videoconferenza la nuova rete di tram a Mariupol
Il presidente russo Vladimir Putin ha inaugurato oggi con una cerimonia in videoconferenza la nuova rete di tram costruita a Mariupol, la città nel sud-est dell'Ucraina conquistata lo scorso anno dai russi. La Russia, ha detto Putin, citato dalla Tass, non risparmierà alcuno sforzo per riportare alla normalità la vita nelle quattro regioni annesse in Ucraina.
Ore 14:21 - Kiev inaugura il registro delle persone scomparse in Crimea e nel Donbass
Le autorità ucraine hanno recentemente annunciato la creazione di un registro nazionale delle persone disperse in risposta alle conseguenze dell'aggressione militare russa, che ha portato a deportazioni forzate, esecuzioni sommarie, detenzioni arbitrarie, sequestri e rapimenti, e separazioni familiari. Il registro raccoglierà i dati personali essenziali dei cittadini di cui si sono perse le tracce, insieme al luogo, giorno e orario dell'ultimo avvistamento, al fine di facilitare il coordinamento delle operazioni di ricerca e stabilire se una persona è "scomparsa o deceduta". Il governo di Kiev stima che dal 2014 a oggi, si è persa traccia di "decine di migliaia di persone tra soldati e civili", compresi molti minori.
L'iniziativa arriva in un momento di intensi scontri nel paese, in particolare a Bakhmout, dove il governo ucraino sta preparando una controffensiva per riprendere il controllo dei territori occupati dalle forze russe. L'intelligence statunitense ha definito l'avanzata russa nel Donbass "fallimentare", sostenendo che l'esercito russo avrebbe subito 100mila morti e feriti negli ultimi cinque mesi, la maggior parte dei quali proprio a Bakhmout. Il portavoce John Kirby ha affermato che il clima e la necessità di non rivelare il giorno esatto dell'operazione al Cremlino, sono elementi cruciali nella pianificazione della controffensiva.
Il registro nazionale delle persone disperse è gestito dal ministero dei Territori temporaneamente occupati e degli Sfollati interni, che ha precisato che il nuovo database raccoglierà solo i dati personali essenziali dei cittadini. Inoltre, l'iniziativa mira a rispondere alle conseguenze dell'aggressione militare russa, che ha portato alla perdita di migliaia di vite umane e ha causato sofferenza e separazione per molte famiglie.
Ore 14:27 - Mosca: «Gli Usa non possono sapere niente delle nostre perdite in Ucraina»
Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha dichiarato che gli Stati Uniti non possono conoscere le perdite della Russia nell'operazione speciale in Ucraina e che i dati forniti dal portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa, John Kirby, sono privi di fondamento. Kirby aveva dichiarato che oltre 100 mila militari russi erano stati uccisi o gravemente feriti nell'operazione. Peskov ha affermato che Washington non ha l'opportunità di fornire dati corretti e ha invitato a concentrarsi solo sulle cifre pubblicate dal ministero della Difesa russo. La dichiarazione è stata fatta in conferenza stampa in risposta ad una domanda in merito. «Cifre a casaccio - ha detto Peskov -. Bisogna orientarsi solo sulle cifre che il ministero della Difesa russo pubblica in modo tempestivo».
Ore 15:15 - Russia: «Kiev ha perso 290 tra soldati e mercenari in ultime 24 ore»
L’Ucraina ha perso fino a 290 tra soldati regolari e stranieri a contratto, oltre a 12 componenti di equipaggiamento militare, nella direzione di Donetsk nelle ultime 24 ore. Lo ha annunciato il ministero della Difesa russo, che prosegue la sua battaglia con le autorità ucraine sulle cifre dal campo di guerra. «Nell’ultimo giorno, fino a 290 militari ucraini e mercenari stranieri, un carro armato, quattro veicoli corazzati da combattimento, sei veicoli e un obice D-20 sono stati distrutti in questa direzione [Donetsk]», ha affermato il ministero in una nota.
Ore 15:44 - Wagner: «Ucciso il comandante delle forze di difesa territoriale ucraina»
Il fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha annunciato la distruzione di un’auto blindata, nella quale, «presumibilmente», si trovava il comandante delle forze di difesa territoriale delle truppe ucraine, Igor Tantsyura che si stava dirigendo a Bakhmut. Lo riporta Ria Novosti citando il servizio stampa di Wagner. «Stiamo attualmente chiarendo queste informazioni», viene spiegato.
Ore 16:31 - Meloni: scommettiamo sulla vittoria dell’Ucraina
«Scommettiamo sulla vittoria dell’Ucraina, siamo uniti su questo punto». Lo afferma la premier Giorgia Meloni a fianco del Cancelliere della Repubblica d’Austria, Karl Nehammer.
Ore 16:58 - Mosca, esplosioni a Zaporizhzhia
«Oggi, a partire dalle 15.30 circa (le 16.30 in Italia, ndr), diverse esplosioni sono risuonate nel centro della città di Zaporizhzhia, temporaneamente occupata dal regime di Zelensky. Sono state udite in diverse parti della città». Lo ha scritto su Telegram Vladimir Rogov, membro del consiglio dell’amministrazione regionale. L’imminente controffensiva ucraina, annunciata da Kiev e dall’Occidente, dovrebbe riguardare anche la regione di Zaporizhzhia, con l’obiettivo di raggiungere la costa del Mar d’Azov per tagliare il corridoio terrestre verso la Crimea. Lo riporta l’agenzia russa Ria Novosti.
Ore 17:14 - Prorogate di 90 giorni legge marziale e mobilitazione generale
La Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, ha approvato i decreti della presidenza che prorogano di 90 giorni nel Paese la legge marziale e la mobilitazione generale a partire dal prossimo 20 maggio. Lo ha riferito il portale di notizie ucraino Ukrinform, precisando che entrambi i provvedimenti sono passati a larga maggioranza.
Ore 17:17 - Smentita la morte del generale Tantsyura
Le parole del fondatore di Wagner, Yevgeny Prigozhin, sulla possibile morte del comandante delle forze di difesa territoriale delle forze armate ucraine, il maggiore generale Igor Tantsyura, nei pressi di Bakhmut, «sono false». Lo ha detto Alexey Dmitrashkovsky, capo del servizio di pubbliche relazioni del Comando delle forze di difesa territoriale delle forze armate dell’Ucraina. Lo riporta Rbc-Ukraine. «Ho appena parlato con il generale Tantsyura. È vivo e vegeto, Prigozhin ha dimostrato ancora una volta di essere un chiacchierone», ha spiegato.
Ore 18:58 - Kiev: «Due persone uccise da mine antiuomo nella regione di Kharkiv»
Un trattore ha colpito una mina in un campo tra i villaggi di Verbivka e Vovchyi Yar nella regione di Kharkiv, uccidendo due uomini di 39 e 47 anni. Lo ha riferito su Telegram il governatore della regione, Oleh Syniehubov. Syniehubov ha esortato la popolazione locale a prestare la massima attenzione e a non recarsi nelle foreste, nei campi, sulle rive dei bacini idrici e in altre aree potenzialmente minate.
Ore 19:04 - Kuleba: «Controffensiva? Parlare di meno e lavorare di più per realizzarla»
«Lavorare di più e parlare di meno». È questa la ricetta del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba per realizzare la controffensiva contro l’esercito russo. Commentando le dichiarazioni di alcuni esperti militari, il capo della diplomazia ha affermato che coloro che sostengono la tesi del «fallimento» nella preparazione dell’atteso contrattacco di Kiev «sono gli stessi esperti e media che, alla vigilia del 24 febbraio, avevano affermato che l’Ucraina non avrebbe resistito ai colpi della Russia. Gli scettici avevano detto `tre giorni´. Gli ottimisti `una settimana e moriremo tutti´. Dobbiamo parlare meno della controffensiva e lavorare di più per realizzarla. E lo facciamo al 120% ogni giorno». Kuleba ha inoltre osservato che il comandante in capo delle forze armate Valery Zaluzhny e il presidente Volodymyr Zelensky tengono continuamente incontri e negoziati con i partner occidentali, con i quali il tema delle armi per la controffensiva è sempre presente.
Ore 19:08 - Von der Leyen: «Aumentare la produzione di munizioni per Kiev»
«Sono lieto di incontrare il presidente Pavel a Praga. L’ho ringraziato per il fermo sostegno della Repubblica Ceca all’Ucraina. Dobbiamo intensificare con urgenza la produzione, l’approvvigionamento e la consegna di munizioni. Per questo la Commissione dell’Ue presenterà domani l’Atto a sostegno della produzione di munizioni». Lo scrive in un tweet la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che a Praga ha incontrato il presidente della Repubblica Ceca Petr Pavel.
«La proposta comprenderà un fondi europei per 500 milioni di euro ai quali si aggiungono altri 500 milioni di euro di co-finanziamenti degli Stati per un totale di un miliardo di euro. Questa è una buona notizia per l’Ucraina ma anche per la capacità di difesa dell’Ue», ha spiegato von der Leyen in una dichiarazione alla stampa, rimarcando come anche Pavel, di ritorno recentemente dall’Ucraina, abbia sottolineato che la necessità più urgente per Kiev riguarda le munizioni.
«Ho apprezzato l’approccio di von der Leyen sulla futura membership dell’Ucraina, che non è un dossier facile», ha sottolineato da parte sua Pavel spendendo anche parole di elogio per la linea della Commissione Ue sulla Cina, che è stata tra i dossier sul tavolo dell’incontro.
Ore 19:34 - Risoluzione parlamento di Kiev: «Il regime russo è fascista»
La Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, ha adottato una risoluzione dove si definisce il «regime del dittatore russo Vladimir Putin» con il termine di «rashismo», una contrazione di «fascismo russo». Lo riportano i media di Kiev. Secondo la risoluzione, la guerra della Russia in Ucraina ha messo in luce la «vera essenza del regime di Putin», una «dittatura neo-imperiale e totalitaria che imita le peggiori pratiche del passato e incarna le idee del fascismo e del nazionalsocialismo nella versione moderna del fascismo russo».
Ore 19:54 - Ambasciata di Mosca all’Onu: «La nostra presidenza è stata un successo»
La presidenza russa del Consiglio di sicurezza dell’Onu è stata «un successo» e «senza incidenti». Lo ha affermato il rappresentante permanente della Russia all’Onu, Vasily Nebenzya. Lo riporta Ria Novosti. In precedenza il ministero degli Esteri russo ha affermato che Mosca , nonostante la situazione tesa dovuta agli sforzi delle delegazioni occidentali, è stata in grado di garantire l’efficace lavoro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. In precedenza, il ministero degli Esteri russo ha affermato che Mosca «nonostante la situazione tesa dovuta agli sforzi delle delegazioni occidentali» è stata in grado di garantire «l’efficace lavoro» del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Ore 20:03 - Cina e India riconoscono «l'aggressione russa» all'Onu
Cina e India, finora contrarie a condannare Mosca per l’invasione dell’Ucraina, hanno votato una risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu relativa ai rapporti tra le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa in cui si fa esplicito riferimento alla «aggressione dell’Ucraina da parte della Federazione russa». Il via libera al testo della risoluzione (approvata la settimana scorsa con 122 voti favorevoli, 5 contrari e 18 astensioni) rappresenta un primo cambio di rotta diplomatico nella posizione di Delhi e Pechino nei confronti della guerra di Vladimir Putin in Ucraina. Un passo apprezzato dall’Alto rappresentante Ue Josep Borrell su Twitter.
Ore 20:30 - Kiev annuncia la formazione di otto brigate con 40 mila soldati per la controffensiva
Sono state formate otto nuove brigate di soldati ucraini per prendere parte a una futura controffensiva. Lo ha annunciato il ministro degli Interni ucraino Ihor Klymenko, tra crescenti speculazioni sui tempi e sulla possibilità di riuscire a infliggere una grave sconfitta all'esercito russo. «Le prime brigate d'assalto comprendono in totale fino a 40 mila soldati», ha detto, aggiungendo che i militari avrebbero bisogno di ulteriore addestramento prima di essere pronti a prendere parte ai combattimenti. Il processo di addestramento richiederà altre due o tre settimane prima che le truppe possano essere impiegate «in operazioni di carattere offensivo».
Ore 21:21 - Un altro treno è deragliato a Bryansk, in Russia
Per il secondo giorno consecutivo, un treno merci è deragliato oggi nella regione russa di Bryansk, al confine con l'Ucraina, a causa di un «ordigno esplosivo» piazzato sui binari. Lo ha reso noto il governatore locale Alexander Bogomaz: «Una locomotiva e diversi vagoni del treno sono deragliati», ha dichiarato, aggiungendo che anche in questo caso non ci sono state vittime.
Ore 22:46 - Esplosione in un ex centro di addestramento russo in Crimea
Un'esplosione è stata segnalata in una ex base di addestramento per le guardie di frontiera vicino al villaggio di Shkolnoye, a pochi chilometri dall'aeroporto di Simferopol, nella Crimea occupata dai russi. Lo riferisce Radio Free Europe/Radio Liberty, citata da Kyiv Independent
Ore 23:38 - Cina e India si sono astenute sul passaggio più delicato della risoluzione Onu
Cina e India hanno votato sì nel complesso alla risoluzione dal titolo «Cooperazione tra le Nazioni Unite e regionali e altre organizzazioni: cooperazione tra Nazioni Unite e Consiglio d'Europa», ma si sono astenute sul passaggio più delicato: quello in cui si fa riferimento all'«aggressione da parte della Federazione Russa contro l'Ucraina», e «contro la Georgia prima di quella». Lo precisano fonti diplomatiche.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 3 maggio.
Esplosioni a Kiev, Odessa e Zaporizhzhia. Raffineria in Russia attaccata da un drone. Lorenzo Cremonesi, inviato, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 3 maggio 2023.
Le notizie sulla guerra di mercoledì 3 maggio, in diretta. Il Vaticano: «La missione di pace si farà, sorpresi dalle reazioni: Mosca e Kiev ne sono a conoscenza». Bombe russe sulla regione di Kherson; 21 morti e 48 feriti
• Due droni abbattuti sopra il Cremlino. Peskov: «Attentato ucraino alla vita di Putin». Mosca apre un’indagine per terrorismo. Zelensky nega responsabilità: «Lasciamo il leader russo al tribunale».
• Intelligence britannica: «Meno missili russi negli ultimi attacchi, Mosca deve ripristinare le scorte».
• Secondo un leak Usa c'erano navi russe su Nord Stream quando è esploso.
• Le schermaglie prima dell’offensiva: i russi colpiscono target militari, la resistenza si affida ai raid.
Ore 01:00 - Un altro treno merci deraglia nella regione russa di Bryansk
Nella regione di Bryansk, una locomotiva e vagoni di un treno merci sono deragliati. Lo riferiscono le ferrovie russe citate da Ria Novosti. Secondo quanto riportato dall'agenzia russa, l'incidente è stato causato dalla manomissione del trasporto ferroviario da parte di persone non autorizzate. Stando alle informazioni preliminari, non ci sono vittime, non ci sono incendi e il traffico sulla tratta è stato sospeso. Si tratta del secondo sabotaggio alle ferrovie della regione di Bryansk in pochi giorni.
Ore 01:05 - Zelensky al Wp, nessun colloquio con la Casa Bianca sui leak
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non ha avuto alcuna conversazione con la Casa Bianca sulla recente fuga di documenti top secret dell’intelligence statunitense, per la quale è stato arrestato l’aviere Jack Teixeira: lo ha detto lui stesso in un’intervista al «Washington Post», definendo le rivelazioni dannose sia per Washington che per Kiev. Zelensky ha riferito di aver appreso delle rivelazioni come tutti gli altri, dai media. «Non ho ricevuto informazioni dalla Casa Bianca o dal Pentagono in anticipo», ha detto. «Non abbiamo avuto queste informazioni. Personalmente no. È decisamente una brutta storia.
«È infruttuoso per noi», ha aggiunto. «Non arreca benefici alla reputazione della Casa Bianca, e credo che non sia vantaggioso per la reputazione degli Stati Uniti», ha osservato. I documenti trapelati online attraverso la piattaforma di messaggistica Discord hanno rivelato le cupe valutazioni degli Stati Uniti sulla guerra dell’Ucraina con la Russia, tra cui la carenza di armi di Kiev in vista di una controffensiva molto attesa, e che Washington ha chiesto all’Ucraina di posticipare i suoi attacchi pianificati contro la Russia in occasione dell’anniversario dell’invasione di Mosca a febbraio.
Ore 04:02 - Esplosioni a Kiev, in azione difesa antiaerea
Esplosioni vengono segnalate dalla mezzanotte a Kiev e nella regione della capitale ucraina, secondo quanto riporta il media locale «Klymenko Time» citato anche dall’agenzia russa Tass. Deflagrazioni sono riportate inoltre nella città nordorientale di Dnipro, mentre ieri sera venivano segnalate in quella centrale di Kropyvnytskyi. Le esplosioni sarebbero causate dal lavoro dei sistemi di difesa missilistica antiaerea, con le sirene d’allarme che stanno risuonando in diverse regioni dell’Ucraina.
Ore 04:29 - Serbatoio petrolio in fiamme in russa Krasnodar
Un serbatoio di stoccaggio di petrolio ha preso fuoco oggi nell’insediamento di Volna, nel territorio meridionale russo di Krasnodar al confine con la Crimea. Lo rendono noto le autorità locali, citate dall’agenzia di stampa ufficiale Tass. «Secondo le informazioni preliminari, non sono stati segnalati morti o feriti e l’incendio non rappresenta una minaccia per i residenti», secondo il governatore Veniamin Kondratyev.
Ore 06:25 - Cnn, ultimati i preparativi per l’offensiva di primavera
Le forze armate ucraine hanno ultimato i preparativi in vista dell’offensiva di primavera contro le forze russe. Lo ha dichiarato all’emittente televisiva «Cnn» un militare ucraino, identificato con lo pseudonimo di «Artur». «Siamo pronti e in attesa da un po’ del via libera per una controffensiva. Abbiamo completato il rifornimento», ha spiegato tramite un messaggio scritto il militare, che è parte della 46esima Brigata aviotrasportata indipendente dell’Esercito ucraino schierata in direzione di Zaporizhzhia.
Secondo «Artur», oltre agli equipaggiamenti e agli armamenti forniti dai Paesi della Nato, la brigata ha ricevuto volontari e donazioni di denaro, droni, vestiario e automezzi da parte di privati cittadini. «Sappiamo che il nostro comando è in grado di condurre la controffensiva. Le operazioni vicino a Kiev e Kharkiv sono un buon esempio», ha affermato il militare, riferendosi alle controffensive effettuate con successo dalle forze di Kiev lo scorso anno. «La cosa più importante è che libereremo la nostra madrepatria, e questo ci dà forza. È la cosa più importante». Il militare ha ammesso però che alcuni aspetti dell’imminente offensiva preoccupano i suoi commilitoni: «Anzitutto, non avremo l’elemento della sorpresa. Ogni smartphone urla in merito a questa operazione. I russi magari non sapranno dove si verificherà, o forse sì. Se lo sanno, saranno preparati».
Ore 06:02 - Nord Stream, un report colloca le navi della marina russa vicino al sito dell’esplosione dell’oleodotto
Secondo un documentario investigativo, navi russe in grado di eseguire operazioni subacquee erano presenti vicino al luogo in cui si sono in seguito verificate le esplosioni dei gasdotti Nord Stream. Secondo quanto riferito, le navi sono state localizzate utilizzando intercettazioni di comunicazioni della marina russa. Le esplosioni sottomarine dello scorso settembre hanno messo fuori uso i due gasdotti Nord Stream, costruiti per trasportare il gas dalla Russia all’Europa. La causa delle esplosioni non è ancora chiara. Subito dopo, alcuni in Occidente hanno puntato il dito contro la Russia, mentre Mosca ha incolpato i Paesi occidentali, incluso il Regno Unito. Più recentemente, ci sono state segnalazioni secondo cui l’intelligence indicava agenti filo-ucraini, sebbene non lo stesso governo ucraino. Indagini formali sono ancora in corso nei Paesi vicini al luogo dell’esplosione. Finora, queste nazioni hanno solo affermato di ritenere che le esplosioni siano state il risultato di un sabotaggio piuttosto che di qualsiasi tipo di incidente.
Il documentario investigativo si concentra su quelli che dicono essere movimenti sospetti di navi nel periodo precedente alle esplosioni di Nord Stream. Si ritiene che i mezzi di navigazione includano la nave da ricerca navale russa Sibiryakov, il rimorchiatore SB-123 e una terza nave della flotta navale russa che i media non sono stati in grado di identificare per nome. Queste erano le cosiddette «navi fantasma», i cui trasmettitori erano spenti. Le emittenti, tuttavia, affermano di essere state in grado di tracciare i loro movimenti, utilizzando le comunicazioni radio intercettate dalle navi inviate alle basi navali russe tra giugno e settembre 2022.
Solo cinque giorni prima delle esplosioni dei gasdotti Nord Stream, secondo quanto riferito da un documentario investigativo, il rimorchiatore russo SB-123 è arrivato sul sito e vi è rimasto per un’intera serata e notte
Questi movimenti sono stati monitorati da un ex ufficiale dell’intelligence navale britannica, che ha lavorato all’intercettazione della flotta baltica russa fino al suo ritiro nel 2018. L’ex ufficiale — che rimane anonimo nel documentario — afferma di aver utilizzato informazioni open-source e comunicazioni radio per effettuare la sua ricerca. Si dice che queste navi siano rimaste nelle vicinanze di un luogo dell’esplosione per diverse ore e, in un caso, per quasi un giorno intero. Si ritiene che una delle navi, la Sibiryakov, sia in grado di sorvegliare e mappare sott’acqua, nonché di lanciare un piccolo veicolo sottomarino.
L’ex ufficiale dell’intelligence della Royal Naval afferma che a giugno la Sibiryakov ha utilizzato una rotta di navigazione insolita, intorno al luogo in cui l’oleodotto sarebbe successivamente esploso, e ha cambiato il suo schema di comunicazione in un ricevitore segreto. Un’altra nave senza nome era presente anche in quella zona la settimana di giugno precedente. E una terza nave, il rimorchiatore navale SB-123, sarebbe arrivata appena cinque giorni prima delle esplosioni di settembre. La comunicazione radio suggerisce che sia rimasto lì per tutta la sera e la notte prima di salpare verso la Russia. Si afferma che le immagini satellitari esaminate dalle emittenti supportino le affermazioni sui percorsi insoliti, e altri rapporti in Germania avevano dichiarato che si trovava nell’area il 21-22 settembre.
Ore 07:32 - Vasto incendio vicino al ponte di Crimea, massima allerta
Si è diffuso su un'area di 1.200 metri quadrati l'incendio scoppiato nelle prime ore del mattino in un deposito di prodotti petroliferi nel distretto russo di Temryuk, vicino al ponte di Crimea (vedi notizia delle ore 4:29), sullo stretto di Kerch, che collega la Russia continentale con la penisola annessa unilateralmente da Mosca nel 2014. Lo riporta Ria Novosti citando il capo del distretto Fedor Babenkov. Il governatore di Krasnodar Veniamin Kondratyev ha affermato che «l'incendio è stato classificato al più alto grado di difficoltà. È stato fatto ogni sforzo per impedire che il fuoco si propaghi ulteriormente».
Ore 08:12 - Podolyak al Corriere: «Armi italiane difettose? Normale manutenzione»
(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Odessa) «La cosa principale è che siamo grati al governo italiano per l’assistenza tecnica e militare fornita all’Ucraina», replica Mikhail Podolyak alle recenti notizie riguardanti la partita di cannoni semoventi italiani arrivati a Kiev non funzionanti. Le parole di questo, che è tra i più noti consiglieri del presidente Volodymyr Zelensky, non nascondono l’ottimismo imperante in questo periodo tra i vertici ucraini: prevale la convinzione di essere alla vigilia di importanti svolte militari e che Mosca abbia ormai perso l’iniziativa.
Ore 08:46 - Attacco ucraino al deposito in Crimea: si intensificano le operazioni anche nelle zone frontaliere russe
(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Odessa) Un altro deposito di carburanti russo legato al sistema militare della Crimea è andato a fuoco nelle ultime ore. Lo rivelano le stesse autorità russe locali. Il secondo in pochi giorni. La settimana scorsa i droni ucraini avevano bombardato il deposito carburanti della flotta del Mar Nero a Sebastopoli. Un attacco che pregiudica seriamente le capacità operative delle navi russe e che gli stessi ucraini presentano nel contesto dei preparativi della prossima offensiva militare. Questa volta il blitz è avvenuto nella regione di Krasnodar, non lontano al ponte di Kerch che collega la penisola della Crimea al territorio russo delimitando anche il mare di Azov. Sempre più ormai i comandi ucraini hanno deciso di intensificare le operazioni anche nelle zone frontaliere russe e non nascondono più la paternità dei blitz.
Ore 08:20 - Kiev: 21 su 26 droni russi di fabbricazione iraniana abbattuti
L'aeronautica militare ucraina ha riferito di aver abbattuto 21 dei 26 droni «kamikaze» Shahed di fabbricazione iraniana lanciati dalla Russia contro l'Ucraina durante la notte. I droni sono stati lanciati da nord nell'oblast di Bryansk in Russia e da sud sulla costa del Mar d'Azov. Lo riporta The Kyiv Independent su Telegram. Tutti i droni lanciati sulla capitale Kiev sono stati abbattuti.
Ore 08:21 - Attacco di droni ucraini alla base militare di Seshcha nella regione di Bryansk
In risposta all'attacco russo, Kiev ha lanciato un attacco di droni sull'aeroporto militare russo di Seshcha nella regione di Bryansk, dal quale sono partiti i razzi che nella notte hanno colpito l'Ucraina (vedi notizia delle 8:20). Secondo una fonte del sito Readovka, due droni sono esplosi nella base, mentre altri sono stati abbattuti. I danni sarebbero contenuti. Un aereo Antonov An-124 è adesso inutilizzabile (come riporta Unian su Telegram). Non ci sono al momento notizie di vittime. Ore 09:15 - Mosca: «Sventati attacchi ucraini in Crimea»
Il Servizio federale per la sicurezza russo (Fsb) ha fermato le attività della rete di intelligence militare dell'Ucraina che stava pianificando una serie di attacchi terroristici di alto profilo in Crimea. Lo scrive l'agenzia russa Ria Novosti, citando un comunicato dell'Fsb. «L'Fsb della Federazione Russa ha interrotto le attività della rete di intelligence del Ministero della Difesa dell'Ucraina, che prevedeva di commettere una serie di clamorosi sabotaggi e atti terroristici sul territorio della Repubblica di Crimea», si legge nella nota dei servizi di sicurezza russi. Obiettivi degli attacchi, secondo i servizi di Mosca, anche il governatore della Crimea, Sergey Aksenov, il presidente del Parlamento Vladimir Konstantinov e la sindaca della città di Yalta, Yanina Pavlenko. Secondo i russi, obiettivi degli attacchi erano anche «infrastrutture di trasporto della penisola».
Ore 09:42 - Intelligence britannica: «Meno missili russi negli ultimi attacchi, Mosca deve ripristinare le scorte»
«Il 28 aprile e l'1 maggio, la Russia ha colpito l'Ucraina con missili da crociera lanciati dall'aria: sono stati i primi attacchi di questo tipo in 50 giorni dopo il 9 marzo. In entrambi i casi sono stati utilizzati meno missili rispetto agli attacchi precedenti, il che è probabilmente dovuto ai tentativi della Russia di ripristinare le sue scorte di missili da crociera». Lo scrive su Twitter il l'intelligence britannica. «Gli obiettivi colpiti nei recenti attacchi— rileva il ministero della Difesa di Londra — non sono la rete elettrica, ma le infrastrutture militari, industriali e logistiche dell'Ucraina».
Ore 09:57 - Papa: «Pregate il rosario per la pace, specialmente per l'Ucraina»
«All'inizio di questo mese di maggio ricordo la richiesta della Madonna di Fatima ai tre pastorelli: "Pregate il rosario ogni giorno per la pace nel mondo e la fine della guerra". Anch'io ve lo chiedo: pregate il rosario per la pace. Maria, Madre di Gesù e nostra, ci aiuti a costruire vie di incontro e sentieri di dialogo, e ci dia il coraggio di intraprenderli senza indugio». Lo ha detto papa Francesco nel corso dell'udienza generale, salutando i pellegrini di lingua portoghese. Poi, salutando i pellegrini polacchi, ha aggiunto: «Invocate la sua intercessione per i vostri Paesi e per l'intera Europa, chiedendo la perseveranza nella fede, l'unità e la cooperazione armoniosa, ma prima di tutto la pace, specialmente nella vicina Ucraina».
Infine, salutando i pellegrini di lingua italiana, anche qui invitando «in questo mese di maggio da poco iniziato a rinnovare la devozione alla Madonna», ha concluso: «A Lei, Madre di consolazione e Regina della pace, affido la martoriata popolazione ucraina».
Ore 10:10 - Turchia: i viceministri della Difesa Mosca-Kiev venerdì a Istanbul
È atteso per venerdì a Istanbul un incontro tra i vice ministri della Difesa di Turchia, Russia e Ucraina per discutere l'estensione dell'accordo per l'esportazione di grano tramite il mar Nero. Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa di Ankara come riporta Anadolu. A marzo Mosca aveva acconsentito ad un estensione di soli 60 giorni del patto che, a partire dall'intesa trovata la scorsa estate, ha permesso l'esportazione di oltre 27,5 milioni di tonnellate di grano e prodotti alimentari dai porti ucraini.
Ore 10:40 - «Bombe russe sul supermercato a Kherson, tre morti»
Il ministro degli Interni ucraino Igor Klimenko ha reso noto che un bombardamento russo ha colpito l'unico supermercato aperto a Kherson, uccidendo tre civili e ferendone altri cinque, come riferisce Rbc Ukraine. Colpiti dipendenti e persone che stavano facendo la spesa. «Gli assassini russi devono essere consegnati alla giustizia. O distrutti», ha affermato Klimenko.
Ore 10:47 - Yermak: «Sentito Urso, importanti novità in vista»
«Ho discusso il prosieguo del sostegno con un amico sincero dell'Ucraina, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Ho ringraziato il popolo ed il governo italiani per aver aiutato l'Ucraina in questa terribile guerra. Importanti novità in vista». Così su Twitter il capo dell'ufficio della presidenza ucraina, Andriy Yermak.
Ore 10:58 - In vista della controffensiva coprifuoco totale a Kherson
In vista della controffensiva ucraina, a Kherson sarà introdotto un coprifuoco totale che durerà dalle 20:00 del 5 maggio alle 06:00 dell'8 maggio: lo ha annunciato il capo militare regionale Alexander Prokudin, citato dai media ucraini. Durante queste 58 ore saranno vietati gli spostamenti e la città sarà chiusa all'ingresso e all'uscita. Prokudin ha aggiunto che le restrizioni sono necessarie in modo che «le forze dell'ordine possano svolgere il proprio lavoro senza mettere in pericolo i residenti».
Ore 11:17 - Visita a sorpresa del presidente Zelensky in Finlandia
Il presidente Volodymyr Zelensky è oggi a Helsinki, in Finlandia, dove più tardi dovrebbe tenere una conferenza stampa con l'omologo Sauli Niinisto. Lo riferisce il quotidiano finlandese Helsingin Sanomat precisando che gli incontri previsti intorno a mezzogiorno (ora locale) sono stati posticipati di un'ora.
Ore 11:33 - Nella notte missili su Zaporizhzhia, colpite abitazioni
Il capo dell'amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia, Yuriy Malashko, ha riferito che questa notte l'esercito russo «ha sferrato due attacchi contro le infrastrutture civili» nella città. Secondo quanto riferito dal sindaco, Anatolii Kurtiev, una casa è stata completamente distrutta, altre due sono state gravemente danneggiate e circa 40 avevano finestre rotte e tetti danneggiati. «Grazie a Dio non ci sono state vittime o feriti», ha aggiunto.
Ore 11:50 - L'Ucraina chiede aiuto a Israele per i bambini portati in Russia
L'Ucraina spera di ottenere aiuti da Israele per accrescere le pressioni su Mosca al fine di recuperare migliaia di bambini ucraini trasferiti in territorio russo nel corso del conflitto. Lo ha detto al Times of Israel la vicepresidente del parlamento di Kiev Olena Kondratiuk durante una visita a Gerusalemme. Secondo Kiev il numero dei bambini costretti a stabilirsi in Russia è di circa 20 mila.
Ore 12:03 - Zakharova: false notizie su navi russe vicino all'oleodotto esploso
Il ministero degli Esteri russo ha smentito le informazioni pubblicate sui alcuni media internazionali secondo cui una nave da guerra russa si sarebbe trovata nell'area delle esplosioni del gasdotto Nord Stream. «Tali invenzioni non mirano a stabilire la verità, ma sono progettate per confondere la situazione», ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. «Vorrei dissipare le speculazioni - ha aggiunto - dal 19 al 24 settembre 2022, la flotta baltica ha praticato un'esercitazione pianificata lungo le coste e non poteva essere localizzata nell'area del presunto attacco terroristico al gasdotto Nord Stream 2 a causa della notevole lontananza geografica».
Ore 12:29 - A Helsinki summit dei Paesi nordici con Zelensky sul sostegno a Kiev
Nel summit dei Paesi nordici che si terrà oggi a Helsinki, a cui partecipa Zelensky, si parlerà dell'aggressione della Russia in Ucraina, del continuo sostegno dei Paesi nordici stessi a Kiev, nonché degli sviluppi nei rapporti fra l'Ucraina e l'Ue e la Nato e dell'iniziativa di pace di Kiev. Lo ha riferito il presidente finlandese, Sauli Niinisto.
Il vertice si tiene al palazzo presidenziale finlandese e partecipano Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda. Precisamente i partecipanti sono il primo ministro svedese Ulf Kristersson, il premier norvegese Jonas Gahr Store, la premier danese Mette Frederiksen, la premier islandese Katrín Jakobsdóttir e il presidente finlandese Niinisto. «C'è ancora un urgente bisogno di sostegno militare per garantire che gli ucraini siano il più forti possibile nella lotta contro la Russia», ha dichiarato la premier danese Frederiksen in un comunicato. «Dobbiamo aiutare a ricostruire l'Ucraina e mantenere viva la speranza di una vita quotidiana normale e di un futuro giusto dall'altra parte della guerra», ha aggiunto.
Ore 12:40 - Von der Leyen: «Con il piano sulle munizioni aiutiamo Kiev e Ue»
Il nuovo piano Ue per produrre un milione di munizioni all'anno «contribuirà a fornire più munizioni all'Ucraina per difendere i suoi cittadini e rafforzerà anche le nostre capacità di difesa europee». Lo afferma la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, evidenziando che con l'Act in support of ammunition production (Asap) presentato oggi a Bruxelles mobiliterà, insieme agli Stati membri, «un ulteriore miliardo di euro per potenziare le capacità in tutta Europa».
Ore 13:02 - Zelensky a Berlino il 13 maggio
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, oggi in visita a sorpresa a Helsinki, sarà a Berlino il prossimo 13 maggio. Lo riferisce l'emittente tedesca Ntv.
Ore 13:08 - Il Papa, la missione segreta del Vaticano sull’Ucraina e quello che Mosca e Kiev (in realtà) sapevano
(di Gian Guido Vecchi) Il Papa non ha parlato a caso, quando ai giornalisti che lo avevano seguito nel viaggio in Ungheria ha rivelato, domenica, che «anche adesso è in corso una missione» per «cercare una strada di pace» in Ucraina, «ma ancora non è pubblica, vediamo... Quando sarà pubblica, ne parlerò». I «non sappiamo» arrivati ieri da Kiev e Mosca, piuttosto, mostrano tutta la difficoltà di un’impresa che quattordici mesi di conflitto hanno reso sempre più ardua: una soluzione diplomatica alla guerra iniziata con l’invasione russa. Chi doveva sapere, spiegano Oltretevere, era stato informato per tempo; le due parti ne erano al corrente e non l’hanno certo saputo dai giornali.
Ore 13:24 - Kiev: 520 soldati russi uccisi nel giro di 24 ore
L'esercito ucraino ha ucciso 520 soldati russi e distrutto uno dei loro carri armati, 6 veicoli corazzati da combattimento e 16 sistemi di artiglieria nell'ultimo giorno. Lo comunica su Facebook lo stato maggiore ucraino. Distrutti, tra gli altri, anche 16 sistemi d'artiglieria e due sistemi di difesa aerea. Secondo lo stesso stato maggiore ucraino dall'inizio delle ostilità il 24 febbraio 2022 i soldati russi morti sono 191.940, mentre i veicoli corazzati da combattimento distrutti sono 7.199.
Ore 13:36 - E se Xi Jinping si stesse davvero stancando della guerra di Putin?
(di Luca Angelini) Nella Rassegna del 27 aprile avevamo parlato dei motivi per cui, secondo gli analisti americani Liana Fix e Michael Kimmage, Xi Jinping non permetterà mai che l’«amico» Vladimir Putin perda la guerra in Ucraina. In sintesi, scrivevano, «una Russia sconfitta non è nell’interesse della Cina. Il Cremlino è il partner più importante di Pechino nella sua opposizione all’ordine internazionale guidato dagli Stati Uniti.
Nonostante le loro molte differenze, Cina e Russia hanno unito le forze per promuovere un ordine alternativo con le proprie regole di guerra e pace, i propri centri finanziari e le proprie istituzioni multilaterali. Un’umiliazione russa in Ucraina minerebbe questa narrazione, dando agli Stati Uniti maggiore libertà di concentrare le proprie energie e risorse sulla competizione con la Cina».
Anche Fix e Kimmage ammettevano, però, che Pechino non vuole perdere l’Europa, né rinunciare a un ruolo di primo piano nella ricostruzione post bellica dell’Ucraina.
Ore 14:00 - Kiev: 100 attacchi da forze ucraine su siti russi a Kherson
Secondo il comando operativo Sud dell'esercito ucraino, unità aeronautiche, missilistiche e di artiglieria hanno lanciato oggi circa 100 attacchi sulle postazioni russe della riva sinistra del fiume Dnipro a Kherson. Lo riporta Unian. «Le forze di difesa dell'Ucraina hanno distrutto il complesso di sorveglianza russo Murom-M e molte attrezzature nemiche», riferisce il comando.
Ore 13:44 - Tentato attacco al Cremlino con 2 droni
Due droni hanno cercato la notte scorsa di attaccare il Cremlino. Lo riferisce la Ria Novosti. I droni sono stati disattivati e abbattuti. La conferma arriva dall'amministrazione presidenziale russa. La caduta di detriti non ha provocato feriti. La Russia lo ha definito un attacco terroristico.
Ore 14:02 - Cremlino: «Attentato di Kiev a Putin, risponderemo»
L'attacco sventato la notte scorsa sul Cremlino con due droni è stato un attentato terroristico ucraino alla vita del presidente Vladimir Putin, che è rimasto illeso. Lo afferma il servizio stampa del Cremlino citato dall'agenzia Ria Novosti, aggiungendo che Mosca adotterà misure di ritorsione contro Kiev. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto che Putin non era al Cremlino durante l'attacco dei droni, ma stava lavorando a Novo Ogarevo.
Ore 14:14 - Peskov: «La parata del 9 maggio si terrà come previsto»
Si terrà come previsto la parata del 9 maggio sulla Piazza Rossa per l'anniversario della vittoria sul nazismo, nonostante un attacco con due droni avvenuto la scorsa notte sul Cremlino. Lo annuncia il portavoce Dmitry Peskov, citato dalla Tass.
Ore 14:31 - Il video del drone sul Cremlino
Secondo i russi i droni ucraini sul palazzo residenziale di Mosca sono stati neutralizzati. In un video postato su Twitter dall'ex portavoce di Zelensky, Iuliia Mendel, si vede un drone che esplode sopra la cupola del Cremlino. La didascalia del tweet recita: «Il giorno della vittoria si avvicina?».
Ore 14:47 - Droni vietati nel cielo di Mosca
Il sindaco di Mosca, Serghey Sobyanin, ha disposto il divieto di sorvolo di droni sulla capitale dopo che due droni sono stati abbattuti mentre cercavano di colpire la residenza del presidente Vladimir Putin nel Cremlino. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti.
Ore 14:50 - Zelensky: «Presto inizieremo la controffensiva»
«Perché sono sicuro che avremo i caccia? Perché presto iniziamo le azioni offensive, dopo le quali sono sicuro che ci daranno gli aerei. Vorrei che fosse il contrario, sarebbe stato più facile per noi, ma è così com’è, e siamo grati per tutto», ha detto Zelensky. Secondo il capo dello Stato ucraino, prima di ottenere gli armi dai partner internazionali, il Paese deve mostrare dei risultati sul campo di battaglia.
Ore 14:56 - Russia: «Ora bombarderemo la residenza di Zelensky a Kiev»
«I terroristi si sono stabiliti a Kiev e, come sapete, i negoziati con loro sono inutili. Devono solo essere distrutti, rapidamente e senza pietà. È ora di lanciare un attacco missilistico contro la residenza del presidente ucraino Zelensky a Kiev». Così il deputato della Duma della regione di Crimea Mikhail Sheremet dopo il presunto attentato di Kiev contro il Cremlino denunciato da Mosca.
Secondo Shermet Zelensky da oggi dovrebbe «cominciare ad avere paura». «L’Ucraina è diventata uno stato terrorista ed è arrivato il momento di colpirlo dove può provare più dolore», ha aggiunto. A diffondere la notizia di un presunto attacco al Cremlino è stato il servizio della presidenza russa, affermando che per colpire la residenza di Putin la scorsa notte sono stati utilizzati due droni.
Ore 14:58 - Ucraina: «Droni contro il Cremlino lanciati da partigiani russi, noi non abbiamo nulla a che fare»
«Sono apparse informazioni che il drone sul Cremlino sia stato lanciato da partigiani russi della regione di Mosca». Ha scritto su Twitter Anton Gerashchenko, consigliere del ministero ucraino dell’Interno.
«Non abbiamo nulla a che fare» con il presunto attacco al Cremlino con i droni di cui Mosca accusa Kiev, sostiene invece Podolyak, consigliere di Zelensky, in un messaggio ai giornalisti. «La nostra è una guerra di difesa, non attacchiamo il territorio russo».
Ore 15:01 - Zelensky: «Finché continua la guerra non potremo entrare nella Nato»
Durante una conferenza stampa congiunta a Helsinki con il presidente della Finlandia Sauli Niinisto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che l’Ucraina non diventerà membro della Nato finché la guerra non sarà conclusa. Tuttavia, ha sottolineato che l’Ucraina sta cercando garanzie di sicurezza e un invito dall’Alleanza per potersi unire. Zelensky ha espresso il desiderio che i partner della Nato compiano passi significativi verso l’Ucraina, oltre ad aprire le porte, in modo da motivare la società ucraina a credere che ci sia un sostegno concreto e non solo una promessa per il futuro. Il presidente ucraino ha sottolineato che l’Ucraina ha bisogno di supporto oggi e che il sostegno politico dovrebbe manifestarsi attraverso un invito per il paese ad entrare nella Nato.
Ore 15:42 - Podolyak: «Il clan di Putin sta perdendo il controllo sulla Russia»
«Seguiamo con interesse il crescente numero di contrattempi e incidenti che avvengono in varie parti della Russia. L’emergenza di droni non identificati presso impianti per l’energia o nel territorio del Cremlino può solo indicare l’attività di guerriglia delle forze locali di resistenza. Come sapete, i droni si possono comprare in ogni negozio militare... la perdita del potere di controllo sul paese da parte del clan di Putin è ovvia. Ma, d’altra parte, la Russia ha ripetutamente parlato del suo totale controllo dello spazio aereo. In una parola, qualcosa sta accadendo in Russia, ma definitivamente senza droni ucraini sul Cremlino».
Ore 15:44 - «Attacco terroristico per assassinare Putin» o messinscena per legittimare le rappresaglie contro Kiev? Ore 15:48 - Prigozhin: «La controffensiva di Kiev è cominciata»
Il leader del gruppo mercenario russo Wagner, Evgeny Prigozhin, ha affermato di ritenere che la controffensiva dell’Ucraina sia iniziata, dopo aver osservato una maggiore attività lungo la linea del fronte. In un comunicato pubblicato su Telegram, Prigozhin ha affermato che nei prossimi giorni inizierà la “fase attiva” della controffensiva, riferisce Guardian.
Ore 15:58 - IL PUNTO MILITARE 440 | I droni su Mosca fanno parte della strategia ucraina (con i raid, i sabotaggi e gli incendi)
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Le incursioni in direzione di Mosca, le esplosioni in territorio russo, i binari fatti saltare, gli incendi nei siti — tutti insieme — racchiudono una strategia degli ucraini e anticipano, forse, l’offensiva terrestre. Una sfida che apre scenari imprevedibili.
In questi mesi Kiev ha provato ad allungare il raggio dei suoi droni con due target prioritari: la capitale nemica e Sebastopoli, in Crimea. Molti i tentativi, ogni volta aggiungendo qualche chilometro o potenza come documentano i rottami lasciati dai mezzi impiegati, che nelle scorse settimane sono caduti anche a 40 chilometri da Mosca. Pericoli temuti dagli stessi invasori, infatti attorno alla città sono state aumentate le batterie anti-aeree, comprese alcune piazzate sui tetti di palazzi ufficiali. Gli ucraini hanno sperimentato nuovi velivoli e giocato sulla propaganda, con l’offerta di una ricompensa da parte di un imprenditore a chi riuscirà a far arrivare un drone sulla Piazza Rossa per la parata della Vittoria del 9 maggio. (...)
Ore 16:12 - Arriva il sì degli ambasciatori Ue all’acquisto di munizioni per Kiev
Gli ambasciatori dell’Ue hanno approvato la decisione sulla misura di assistenza nell’ambito dello strumento europeo per la pace per sostenere le forze armate ucraine attraverso 1 miliardo di euro per l’approvvigionamento congiunto di munizioni e missili. Lo riferisce la presidenza svedese di turno del Consiglio Ue. Si tratta del secondo pilastro del piano Ue per aumentare l’invio di munizioni a Kiev.
Ore 16:19 - La Russia bombarda un villaggio vicino Kherson, tre condomini distrutti
Suspilne, l’emittente statale ucraina, citando l’autorità regionale, riferisce che la Russia ha colpito un villaggio nella regione di Kherson. «L’aviazione russa ha attaccato Kizomys nella regione di Kherson. Ha sganciato tre bombe aeree guidate sul villaggio. Tre edifici residenziali sono stati completamente distrutti e un gasdotto è stato danneggiato. Non ci sono morti o feriti», si legge sul suo canale Telegram.
Ore 16:21 - Il presidente della Duma: «Kiev come Al-Qaeda, distruggeremo il regime nazista»
«Il regime nazista di Kiev deve essere riconosciuto come organizzazione terroristica. Oggi non è meno pericoloso di Al-Qaeda», ha dichiarato il presidente della Duma, Viacheslav Volodin, su Telegram. «I politici dei Paesi occidentali che stanno pompando armi al regime di Zelensky devono rendersi conto di essere diventati non solo sponsor, ma anche diretti complici di attività terroristiche», ha aggiunto. «Non ci possono essere negoziati. Chiederemo l’uso di armi in grado di fermare e distruggere il regime terroristico di Kiev».
(di Lorenzo Cremonesi)
Un «attacco terroristico per assassinare il presidente Putin» al Cremlino, oppure una messa in scena del regime russo per poi legittimare qualsiasi rappresaglia contro Kiev? La domanda è lecita in questi giorni di tensione alle stelle nello scenario del conflitto russo-ucraino. Le accuse russe contro l’Ucraina sono parte integrante della guerra e potrebbero preludere ad azioni su larga scala contro lo stesso presidente Zelensky. Se fossero confermate, lascia interdetti il fatto che i droni ucraini siano riusciti a volare tanto vicini ai palazzi del potere nemici. Negli ultimi giorni, del resto, i portavoce russi hanno segnalato i tentativi ucraini di colpire Mosca con i droni. Il più recente meno di una settimana fa, secondo i russi, era stato caratterizzato dal ritrovamento di un drone caduto nei boschi una trentina di chilometri a sud dal Cremlino. Oggi i portavoce ucraini negano di avere alcuna responsabilità nelle esplosioni che la scorsa notte hanno scosso il cuore di Mosca Mosca comunque rassicura: almeno nella capitale le celebrazioni per l’anniversario della «grande vittoria patriottica» del 9 maggio avranno luogo come previsto. Ma questo solo nella capitale, visto che le regioni a ridosso dell’Ucraina, e specialmente la Crimea, sono in piena emergenza. I russi si attendono l’inizio della controffensiva militare ucraina da un momento all’altro. Ieri i comandi militari ucraini hanno annunciato 58 ore di coprifuoco nella regione di Kherson liberata nel novembre scorso. Che sia il preludio di blitz di commando a est del fiume Dnipro? Non è dato di saperlo. Ma intanto i russi bombardano la zona ucraina causando almeno tre morti civili. Non sappiamo quanto durerà questa fase di attesa in cui i due avversari cercano di confondersi a vicenda. Certo è che la tensione continua a crescere.
Ore 16:24 - Fuga di notizie, il viaggio di Zelensky a Berlino è a rischio
«La visita a Berlino da parte di Volodymyr Zelensky potrebbe essere annullata a causa della fuga di notizie che ha reso pubblico il viaggio del presidente ucraino nella capitale tedesca previsto per il 13 e 14 maggio prossimi», riporta t-online. «A Kiev c’è molta irritazione per il fatto che la notizia della visita sia stata anticipata con così largo anticipo, con conseguenti possibili problemi di sicurezza», continua l’articolo. Secondo i circoli filogovernativi in Ucraina, «informazioni sulla politica di sicurezza apparentemente molto sensibili fossero state pubblicate deliberatamente da fonti tedesche», il che è stato definito «irresponsabile» e potrebbe «mettere in discussione una possibile visita del presidente ucraino».
«Siamo molto dispiaciuti - ha detto il capo della diplomazia americana, Anthony Blinken, a un evento live del Washington Post - che documenti riservati siano stati resi pubblici. Noi prendiamo molto sul serio il dovere di proteggere le informazioni».
Ore 16:33 - Usa: «Droni sul Cremlino? Prendiamo con le pinze tutte le notizie da Mosca»
«Ho visto le notizie dal Cremlino, non possiamo confermare nulla e comunque prendere tutto quello che arriva da Mosca con le pinze». Lo ha detto Antony Blinken in un intervento al Washington Post a proposito delle notizie su un attacco di droni contro Vladimir Putin. «Qualsiasi cosa sia accaduta, non c’è stato alcun preavviso».
Ore 16:40 - Vietati i droni anche su San Pietroburgo
Dopo Mosca anche San Pietroburgo ha vietato il volo di droni sulla città, secondo quanto riporta la testata locale Fontanka.
Ore 16:53 - Sale a 16 il numero di morti in seguito ai bombardamenti russi nella regione di Kherson
È salito a 16 il bilancio dei morti a seguito dei bombardamenti russi avvenuti oggi sulla regione di Kherson. Lo riferiscono le autorità locali.
Ore 17:05 - Kiev: «Il nostro obiettivo è liberare il Paese, non colpirne altri»
«Non abbiamo informazioni sui presunti attentati contro il Cremlino, ma come ha ripetutamente affermato il presidente Zelensky, l’Ucraina sta usando tutte le sue forze e i mezzi a disposizione per liberare i propri territori e non per attaccare altri». Così il portavoce del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Sergei Nikiforov, a Bbc news. Secondo Nikiforov il vero attentato è quello contro gli abitanti degli edifici di Dnipro e Uman recentemente colpiti dai missili russi. «Quello che è successo a Mosca è, ovviamente, un tentativo di escalation della situazione in vista del 9 maggio»,ha aggiunto. Il 9 maggio in Russia si celebra il Giorno della vittoria in ricordo del trionfo sulla Germania nazista nella Seconda guerra mondiale.
Ore 17:08 - Trovati i resti di un altro drone a 100 chilometri da Mosca
Il relitto di un altro drone è stato trovato oggi circa cento chilometri a sud-est di Mosca nell’area di Kolomna. Lo hanno detto fonti delle forze dell’ordine alla Tass. Il drone è stato trovato in una foresta. Sul luogo dell’impatto si è formato un piccolo cratere. Nella stessa area era precipitato un altro drone lo scorso febbraio in quello che il governatore, Andrei Vorobyov, aveva definito «un attacco fallito».
Ore 17:10 - Mosca: «La Cina ha una posizione imparziale sulla questione dell’Ucraina»
«Partiamo dal fatto che la Cina non solo ha una posizione imparziale sulla crisi ucraina, ma comprende anche perfettamente le cause e l’essenza di ciò che sta accadendo», ha detto Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri di Mosca. «Apprezziamo molto - ha continuato - la sincera disponibilità dei nostri amici cinesi a contribuire alla risoluzione della crisi ucraina attraverso mezzi politici e diplomatici».
Ore 17:30 - Navalny: «In cella mi costringono ad ascoltare i discorsi di Putin»
Meduza riferisce che Alexei Navalny racconta di essere obbligato in carcere alla «tortura» di ascoltare forzatamente i discorsi di Putin. Navalny sostiene, però, di esserne anche felice perché le bugie del presidente russo sulla guerra in Ucraina lo rassicurano sul fatto di aver preso la decisione giusta.
«Il momento in cui Putin dice: “noi non abbiamo iniziato questa guerra, sono loro che l’hanno iniziata e stiamo cercando di concluderla”, arriva proprio mentre mi sono appena sdraiato, mi sono tirato le coperte fin sul mento e ho chiuso gli occhi. Ogni volta, scuoto la testa di fronte all’audacia di questa bugia evidente e poi penso: “ho fatto la cosa giusta”. Meglio essere in carcere che stare con questo tipo di autorità. E mi addormento felice».
Ore 17:42 - Zelensky: «Non abbiamo attaccato Putin, lo lasciamo al tribunale»
Da Helsinki il presidente ucraino Zelensky ha negato qualsiasi coinvolgimento ucraino nell’attacco di due droni abbattuti sopra il Cremlino: «Noi non attacchiamo Putin o Mosca. Noi stiamo combattendo sul nostro territorio difendendo le nostre città e villaggi. Non abbiamo abbastanza armi per poterlo fare. Non attacchiamo Putin, lo lasciamo al tribunale».
Ore 17:47 - Mosca: «Dal Vaticano ancora nessuna comunicazione sul piano di pace»
La Russia ribadisce di «non aver ancora ricevuto alcuna proposta o piano specifico Vaticano per un accordo di pace in Ucraina». La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha sottolineato che Mosca «non ha nulla di questo genere e non ha i dettagli dell’iniziativa citata di recente da Papa Francesco».
Ore 17:58 - Il Vaticano: «La missione di pace si farà. Sorpresi dalla reazione di Mosca e Kiev, ne sono a conoscenza»
«La missione di pace si farà. Mi sorprende che Kiev e Mosca abbiano detto di non esserne a conoscenza». Lo ha affermato il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, rispondendo ai giornalisti a margine di un evento su don Tonino Bello alla Lumsa. Sulle affermazioni di Kiev e Mosca che hanno entrambe dichiarato in questi giorni di non essere al corrente di iniziative diplomatiche del Papa, Parolin ha precisato: «A mia conoscenza, erano e sono a conoscenza» della missione.
«Che posso aggiungere oltre a quello che ha detto Papa Francesco? Ecco lui ha detto che è in corso, che ci sarà la missione che sarà annunciata nel momento in cui sarà pubblica», ha spiegato Parolin rispondendo a una domanda diretta se conferma la missione di pace di cui ha parlato il Papa a bordo dell’aereo papale di ritorno da Budapest.
Alla domanda se la missione è in corso o se ci sarà, ha precisato: «Ci sarà». Sui dettagli della missione ha invece replicato: «Non entro nei particolari. Il Papa ha parlato in questi termini, lasciamo a lui di dare eventuali e ulteriori informazioni».
Interpellato ancora sulla negazione della iniziativa della Santa Sede da parte dei belligeranti e su come interpretarla, ha detto: «Direi che, se non fosse la spiegazione più semplice, che mi sorprende e non so a quale motivazione o ragionamento risponda. Poi sapete com’è, in mezzo ai meandri della burocrazia può darsi che le comunicazioni non arrivino dove devono arrivare. Però le mie sono solo interpretazioni, io so che sono state informate le due parti».
Ore 18:04 - Zelensky attacca Mosca: «Basta manipolazioni, lasciate l’Ucraina»
«La Russia non ha vittorie sul campo, la seconda armata del mondo è perduta» e «ha bisogno di una motivazione per andare avanti». Lo ha affermato il presidente ucraino Zelensky in conferenza stampa a Helsinki. «Questo è ciò che sta accadendo» e «per questo deve fare mosse inaspettate: tentativi di assassinio, droni a sorpresa. La risposta è semplice: basta attaccarci, basta usare armi, lasciate la nostra terra. La soluzione è così semplice, senza entrare in queste manipolazioni».
Ore 18:12 - Mosca: «Abbattuti due droni d’attacco in Crimea»
La difesa russa ha abbattuto due droni d’attacco in Crimea. Lo ha reso noto Oleg Kryuchkov, consigliere del capo della Crimea per la politica dell’informazione, sul proprio canale Telegram, ripreso dall’agenzia Tass. «Le forze di difesa aerea hanno funzionato con successo nel sud-est della Crimea. Non ci sono feriti o vittime», ha aggiunto sempre in un messaggio Telegram il presidente della Crimea, Sergey Aksyonov.
Ore 18:19 - Medvedev: «Dopo l’attacco di oggi l’eliminazione fisica di Zelensky è l’unica opzione»
«Dopo l’attacco terroristico di oggi, non ci sono altre opzioni se non l’eliminazione fisica di Zelensky. Non è nemmeno necessario firmare l’atto di resa incondizionata. Anche Hitler, come si sa, non l’ha firmato». È la minaccia che ha lanciato su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russa, Dmitri Medvedev.
Ore 19:10 - Zelensky: «L’Ucraina può e deve diventare il 33esimo membro della Nato»
«Auguro sinceramente alla Svezia di completare la procedura di adesione il prima possibile. Insieme a voi, la Nato sarà composta da 32 membri. L’Ucraina può e dovrebbe diventare il 33esimo membro. Penso di sì, e lo auguro davvero al nostro Paese». Lo ha affermato il presidente ucraino Zelensky in conferenza stampa durante la sua visita non annunciata in Finlandia. Lo riporta Ukraiska Pravda. Il leader ucraino ha anche sottolineato che Kiev è già un membro de facto della Nato e sta cooperando con l’Alleanza a beneficio della difesa comune.
Ore 19:27 - Sale a 18 il numero dei morti nei bombardamenti russi su Kherson
Sale a 18 morti e 46 feriti il bilancio dei bombardamenti russi sulla regione di Kherson. Lo ha reso noto la presidenza ucraina.
Ore 19:28 - Ue: «Mosca non usi il presunto attacco dei droni ucraini per un’escalation»
«Siamo a conoscenza delle affermazioni delle autorità russe sui presunti attacchi di droni che avrebbero colpito il Cremlino e stiamo cercando di ottenere maggiori informazioni su ciò che è realmente accaduto. I presunti attacchi con i droni non devono essere usati come pretesto per un’ulteriore escalation della continua aggressione della Russia al di fuori dei suoi confini». Lo ha riferito all’Ansa Peter Stano, portavoce del servizio di azione esterna dalla Commissione Europea.
Ore 19:45 - Gli Usa annunciano il 37esimo pacchetto di armi per l’Ucraina
Un nuovo pacchetto di armi Usa all’Ucraina è stato annunciato dalla portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, durante un briefing con la stampa. Si tratta del 37esimo dall’inizio della guerra. Il pacchetto, secondo le anticipazioni fornite dalla portavoce, conterrà principalmente munizioni per i sistemi di difesa aerea Himars e per altri sistemi di artiglieria.
Ore 19:49 - I Paesi baltici e la Polonia stanno preparando una dichiarazione di sostegno per l’ingresso di Kiev nella Nato
Gli Stati baltici e la Polonia stano preparando una dichiarazione di sostegno all’ammissione dell’Ucraina alla Nato da presentare ufficialmente in occasione del vertice della Nato in programma per il prossimo luglio a Vilnius. Lo ha annunciato il presidente del Parlamento lettone, Edvards Smiltens, dopo un incontro avvenuto oggi a Riga, con il suo omologo estone, Lauri Hussar.
«Dobbiamo dimostrare chiaramente che la Nato è un’alleanza orientata alla difesa. Ed è la sola alleanza che sarà in grado di proteggerci: è nell’interesse di tutti avere un’alleanza più grande e più forte che renda il nostro continente più sicuro», ha affermato Hussar. Smiltens ha, dal canto suo, sottolineato che è necessario dare all’Ucraina non solo una promessa di adesione futura all’Alleanza atlantica, ma una precisa tabella di marcia per l’accessione.
Ore 19:55 - Casa Bianca: «Droni sul Cremlino? Mai incoraggiato Kiev a colpire fuori dai suoi confini»
«Gli Stati Uniti sin dall’inizio non hanno incoraggiato o messo l’Ucraina in condizione di colpire al di là dei propri confini». Lo ha affermato la portavoce della Casa Bianca, Karine Jeanne-Pierre, sottolineando che l’amministrazione americana «è al corrente» delle notizie secondo cui sarebbe stato sventato un attacco con droni sul Cremlino attribuito da Mosca a Kiev per colpire Vladimir Putin «ma non è in grado di verificarne l’autenticità».
Ore 20:35 - Washington: «Troppo presto per dire se i droni sul Cremlino fossero un’operazione “false flag”»
È «troppo presto» per dire se le accuse russe di un tentativo di uccidere Vladimir Putin con un attacco con droni sul Cremlino sia un’operazione false flag, ovvero un’operazione sotto falsa bandiera per far cadere la responsabilità su Kiev. Lo ha affermato durante un briefing la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre.
Ore 20:29 - Kiev: «21 morti e 48 feriti a Kherson, non perdoneremo»
«Il mondo ha bisogno di vedere e sapere questo. Una stazione ferroviaria e un incrocio, una casa, un negozio di ferramenta, un supermercato, un distributore di benzina: sai cosa accomuna questi luoghi? La scia insanguinata che lascia la Russia con i suoi proiettili, uccidendo civili a Kherson e nella regione di Kherson. Ad oggi, 21 persone sono state uccise. 48 feriti. Tutti civili ! Le mie condoglianze alle famiglie e agli amici delle vittime. Non perdoneremo mai i colpevoli. Sconfiggeremo lo stato malvagio e chiederemo conto a tutti i colpevoli». Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Zelensky.
Ore 21:10 - Prigozhin: «Oggi la Wagner è avanzata di 230 metri a Bakhmut»
Il fondatore del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha riferito che i suoi mercenari sono avanzati di 230 metri a Bakhmut, la città nell’est dell’Ucraina teatro di duri combattimenti, mentre 2,64 chilometri quadrati di territorio rimangono ancora sotto controllo ucraino. Lo ha riportato Ria Novosti. «Oggi le unità Wagner sono avanzate di 230 metri e hanno occupato un’area di 54.000 metri quadrati. Sotto il controllo nemico rimangono invece 2,64 chilometri quadrati di territorio» ha detto Prigozhin.
Ore 21:17 - Mosca apre indagine per terrorismo dopo l’attacco dei droni sul Cremlino
La Russia ha aperto un’indagine per terrorismo dopo che Mosca ha dichiarato di aver abbattuto due droni diretti alla residenza del presidente Vladimir Putin e ha accusato l’Ucraina di un tentativo di assassinio «terroristico».
«Il Comitato Investigativo della Russia ha aperto un procedimento penale per terrorismo in relazione al tentativo di colpire la residenza del Cremlino del presidente della Russia», si legge in un comunicato del Comitato, che indaga sui principali crimini.
Ore 21:41 - Kiev: «I russi hanno collocato esplosivi nella centrale di Zaporizhzhia»
I russi hanno collocato attrezzature militari, armi ed esplosivi nei locali del reparto turbine della quarta unità di potenza della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo denuncia la commissione statale ucraina, come riporta Ukrinform.
«Rappresentanti dell’Aiea hanno riferito che gli occupanti russi hanno collocato attrezzature militari, armi ed esplosivi nei locali del reparto turbine dell’unità di potenza n. 4 della centrale nucleare di Zaporizhzhya. È stato reso noto durante l’incontro settimanale tra il Centro di crisi dell’Aiea (IEC) e la Commissione statale per la regolamentazione nucleare» ucraina, afferma la Commissione.
Ore 21:53 - Usa: «Cresciuta minaccia di attacchi missilistici a Kiev»
L’Ambasciata degli Stati Uniti in Ucraina ha avvertito di una «crescente minaccia di attacchi missilistici», anche a Kiev. «Alla luce della recente intensificazione degli attacchi in tutta l’Ucraina e della retorica incendiaria di Mosca, il dipartimento di Stato avverte i cittadini statunitensi che la minaccia di attacchi missilistici è in aumento, anche a Kiev e nell’oblast di Kiev», si legge in un avviso di sicurezza.
Ore 22:28 - Podolyak: «Le minacce di Medvedev sono vuote»
«Vuote». Così il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak ha definito le minacce espresse da Dmitrij Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, alla leadership ucraina in seguito all’attacco di un drone al Cremlino.
«C’è un brillante commento finlandese per ogni dichiarazione minacciosa da parte di un tipico soggetto russo, specialmente riguardo alla “distruzione fisica”: Tyhjät tynnyrit kolisevat eniten (“Una botte vuota fa più rumore”)», ha twittato Podolyak. Il consigliere si riferiva alle dichiarazioni fatte da Medvedev il quale ha detto che «dopo l’attacco terroristico di oggi, non ci sono altre opzioni se non l’eliminazione fisica di Zelensky».
Ore 22:38 - Zelensky in viaggio dalla Finlandia ai Paesi Bassi
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è in viaggio dalla Finlandia ai Paesi Bassi. Lo riportano i media olandesi. È la prima volta dall'invasione russa dell'Ucraina che Zelensky visita i Paesi Bassi.
Ore 22:44 - Kiev: «In serata ancora bombe su Kherson»
Nel corso della serata ci sono stati nuovi bombardamenti russi su Kherson, dove si sono udite molte esplosioni. Lo ha riferito su Telegram il capo dell'amministrazione militare della città Roman Mrochko, ripreso dai media ucraini. Oggi a causa di bombe russe 21 persone sono state uccise e 48 ferite
Ore 23:03 - Zelensky terrà un discorso domani all'Aja
Il presidente ucraino Zelensky, arrivato in serata nei Paesi Bassi, terrà domani un discorso all'Aja dal titolo «Non c'è pace senza giustizia». Il luogo del discorso è probabilmente dovuto al fatto che in città si trova la Corte penale internazionale, che ha emesso mandati di arresto nei confronti di Vladimir Putin e della commissaria russa per i bambini per la deportazione di minori dall'Ucraina.
Lo ha reso noto il media olandese RTL Nieuws. Il 4 maggio è celebrato nei Paesi Bassi come il Giorno della Memoria per le vittime della seconda guerra mondiale e dei successivi conflitti armati, ma, affermano i media olandesi, non vuol dire che la visita del presidente ucraino sia stata programmata per questo anniversario.
Ore 01:53 - Tre esplosioni a Kiev, la testimonianza dei giornalisti
Tre esplosioni sono state udite a Kiev: lo riportano i giornalisti di Rbc-Ucraina sul posto. Poco prima era scattato l’allarme aereo nella Capitale e nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Poltava, Kharkiv, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e in alcune aree della regione di Kirovograd.
Ore 02:00 - Un’esplosione anche a Zaporizhzhia
Un’esplosione è stata udita a Zaporizhzhia: lo riporta su Telegram la tv pubblica ucraina Suspilne aggiungendo che nella regione è stato dichiarato un allarme aereo.
Ore 02:07 - Kiev: «Attacco aereo russo sulla Capitale, ma la difesa funziona»
Le forze russe hanno lanciato un attacco aereo su Kiev: lo ha reso noto l’Amministrazione militare della capitale ucraina sottolineando che la contraerea è stata attivata. «La difesa aerea funziona! Restate calmi! Rimanete nei rifugi fino alla fine del raid aereo!»: scrive l’Amministrazione su Telegram
Ore 02:15 - Tv ucraina: esplosioni a Odessa
Esplosioni sono state udite a Odessa, nell’Ucraina sud-occidentale: lo riporta su Telegram la tv pubblica ucraina Suspilne. Un’allerta aerea è stata dichiarata nella città e nell’omonima regione.
Ore 03:22 - Drone attacca una raffineria russa a Ilsky
La raffineria Ilsky, nel porto di Novorossiysk, cittadina nella regione russa di Krasnodar, nel sud del Paese, è stata attaccata da un drone nella notte ed il suo serbatoio ha preso fuoco: lo ha reso noto un portavoce dei servizi di emergenza locali, come riporta l’agenzia di stampa russa Tass. «A seguito di un attacco di un drone non identificato, è scoppiato un incendio nel serbatoio della raffineria di petrolio di Ilsky, nell’insediamento di Ilsky», ha dichiarato il portavoce.
Estratto dell’articolo di Francesco Bechis per "il Messaggero" il 3 maggio 2023.
Colpo di scena al Palazzo di Vetro. Cina e India hanno votato una risoluzione dell'Assemblea generale dell'Onu che parla esplicitamente di «aggressione» della Federazione russa all'Ucraina. È la prima volta che i due Paesi asiatici - fermi dall'inizio della guerra su una posizione di neutralità - riconoscono in un documento ufficiale la Russia di Vladimir Putin come aggressore.
La risoluzione votata da 122 Paesi - contrarie Russia, Bielorussia, Corea del Nord, Siria e Nicaragua - non è incentrata sulla guerra ma su «una più stretta cooperazione tra Onu e Consiglio d'Europa». E nondimeno nella premessa si riferisce alle «difficoltà senza precedenti che l'Europa deve attualmente affrontare in seguito all'aggressione della Federazione russa contro l'Ucraina, e contro la Georgia in precedenza».
Difficile scorgere nel voto a favore dei due Paesi finora rimasti neutrali - con loro anche il Brasile di Lula - un cambio di rotta in politica estera di Pechino e Nuova Dehli. Agli occhi dell'Alto Rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell è ad ogni modo una buona notizia. «La risoluzione qualifica chiaramente la guerra contro l'Ucraina come aggressione da parte della Federazione Russa» esulta il capo della diplomazia europea su twitter.
Stando al sito dell'Onu il voto risale allo scorso 26 aprile. Ovvero un giorno prima della telefonata tra il leader cinese Xi Jinping e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la prima dall'inizio del conflitto. […]
Non è chiaro se il voto cinese all'Onu sia stato un avvertimento all'alleato russo sulla guerra e la necessità di fermare l'escalation. «Va detto che la risoluzione non condanna l'aggressione, ma riconosce che ha creato "sfide senza precedenti"» spiega Marta Dassù, direttrice di Aspenia. «Un messaggio però c'è. La Cina non vuole pregiudicare i rapporti con l'Europa, il suo principale mercato. Ha tratto i benefici possibili dalla guerra, adesso vuole limitare i danni».
[…] Per il Cremlino resta un incidente di non poco conto. Non a caso nelle ore precedenti al voto la delegazione russa all'Onu si era pubblicamente scagliata contro la «politicizzazione» della risoluzione invitando «tutti i membri responsabili della comunità internazionale a votare contro». L'appello però è caduto nel vuoto. Cina e India si sono astenute in una prima votazione per escludere il paragrafo sull'aggressione russa, poi hanno dato il via libera al testo finale. […]
Cina e India riconoscono all'Onu «l'aggressione russa» in Ucraina. Stefano Piazza su Panorama il 03 Maggio 2023
I due grandi paesi che fino a qualche giorno fa si erano sempre dichiarati contrari a condannare Mosca per l'invasione dell'Ucraina, hanno votato la risoluzione dell'Assemblea generale dell'Onu relativa ai rapporti tra le Nazioni Unite e il Consiglio d'Europa in cui si fa esplicito riferimento «all’aggressione della Federazione russa dell'Ucraina».
A oltre 400 giorni dall'inizio della invasione russa dell'Ucraina, la Cina e l’India hanno preso posizione sul conflitto lanciato dal presidente russo Vladimir Putin il 24 febbraio del 2022. Cinesi e indiani, che fino a qualche giorno fa si erano sempre dichiarati contrari a condannare Mosca per l'invasione dell'Ucraina, hanno votato lo scorso 26 aprile una risoluzione dell'Assemblea generale dell'Onu relativa ai rapporti tra le Nazioni Unite e il Consiglio d'Europa in cui si fa esplicito riferimento «all’aggressione della Federazione russa dell'Ucraina». Il voto inizialmente era passato inosservato ma alcuni osservatori attenti ai lavori sono stati abili a individuare il riferimento alla guerra in Ucraina inserito nel nono paragrafo del preambolo che recita quanto segue: «Riconoscendo inoltre che le sfide senza precedenti che l'Europa deve ora affrontare in seguito all'aggressione da parte della Federazione Russa contro l'Ucraina e contro la Georgia in precedenza, e la cessazione dell'appartenenza della Federazione Russa al Consiglio d'Europa, [noi] chiediamo una cooperazione rafforzata tra le Nazioni Unite e il Consiglio d'Europa».
La risoluzione approvata con 122 voti favorevoli, 5 contrari e 18 astensioni è il primo cambiamento di rotta dei due giganti asiatici nei confronti della guerra scatenata da Vladimir Putin in Ucraina. Tra coloro che hanno votato contro troviamo ovviamente la Russia, la Bielorussia, la Siria, il Nicaragua e la Corea del Nord. E adesso che accadrà? Non molto visti gli importanti rapporti che sia la Cina che l’India hanno con Mosca ed in particolare quelli legati alle forniture commerciali e a quelle militari che passano attraverso triangolazioni con «paesi amici» e il loro fermo rifiuto di allinearsi con le opinioni politiche occidentali. Tuttavia, il voto è comunque un primo segnale che Putin farebbe bene a non trascurare. L’ Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell su Twitter ha scritto: «L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione sulla cooperazione con il Consiglio d'Europa con 122 voti, compresi i principali partner del G20 come Cina, Brasile, India e Indonesia. Accogliamo con favore la risoluzione, che qualifica chiaramente la guerra contro l'Ucraina come aggressione da parte della Federazione Russa». La Cina, in particolare, ha subito forti pressioni dall'Occidente per censurare apertamente il Cremlino per aver lanciato l'invasione. Un documento in 12 punti pubblicato a febbraio dal ministero degli Esteri cinese e descritto come un «piano di pace» è stato criticato dagli europei per aver offuscato i confini tra l'aggressore, la Russia, e vera la vittima, l'Ucraina. Infatti nel documento cinese non ci sono mai le parole «guerra», «invasione» oppure «aggressione» per descrivere la situazione sul terreno e parla invece di«crisi ucraina». La posizione deliberatamente ambivalente della Cina, che l'Occidente vede come orientata alla Russia, è stata uno dei principali punti di disaccordo durante l'incontro del mese scorso a Pechino tra il presidente cinese Xi Jinping e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. «La Cina, essendo un membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha una grande responsabilità nell'usare la sua influenza in un'amicizia costruita da decenni con la Russia. E contiamo sul fatto che la Cina eserciti davvero anche questa responsabilità e sia molto chiara nei messaggi», aveva detto von der Leyen alla fine del suo viaggio. Successivamente Xi Jinping per la prima da quando la Russia ha lanciato l'invasione ha parlato telefonicamente con il presidente ucraino Volodymr Zelensky. Intanto la guerra continua e la scorsa notte secondo il servizio stampa presidenziale russo c’è stato un attacco contro il Cremlino per colpire Putin: «La scorsa notte è stato effettuato un tentativo di colpire con due droni ucraini la residenza del presidente russo al Cremlino; l'attacco è stato sventato e Putin risulta illeso». Poi attraverso l'agenzia Ria è stato comunicato che il presidente russo ora è al lavoro fuori Mosca a Novo Ogaryovo. Poi il portavoce della presidenza Dmitri Peskov ha affermato che Putin non era al Cremlino durante l'attacco. Il Cremlino ha definito l'accaduto come «un atto terroristico pianificato e un attentato alla vita del presidente della Federazione, compiuto prima del Giorno della Vittoria, la parata del 9 maggio, alla quale è prevista anche la presenza di ospiti stranieri». A proposito della parata Dmitri Peskov ha fatto sapere che «non ci saranno cambiamenti al programma e le celebrazioni si terranno come previsto». Magari con qualche cautela in più aggiungiamo noi.
No, Cina e India non hanno riconosciuto l’aggressione russa dell’Ucraina. Salvatore Toscano su L'Indipendente il 4 Maggio 2023.
In Italia gran parte delle testate giornalistiche ha diffuso la notizia del ripensamento di Pechino e Nuova Delhi sul riconoscimento dell’aggressione russa dell’Ucraina. “Cina e India riconoscono ‘l’aggressione russa’ all’Onu”, ha titolato Ansa; Open ha rilanciato aggiungendo un “per la prima volta” all’interno del titolo, mentre Matteo Renzi all’esordio da direttore de Il Riformista ha optato per un “Cina e India scaricano Putin all’Onu”. Insomma, la narrazione è tanto chiara quanto fuorviante: una conseguenza della deriva del giornalismo contemporaneo, ossessionato dall’inseguire la notizia fino a forzarla. In sede ONU è stata sì votata una risoluzione col voto favorevole di India e Cina, ma riguardava la collaborazione generale tra le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa. Precedentemente, l’Assemblea aveva votato per inserire nella risoluzione anche un paragrafo che faceva riferimento proprio alla Russia come Stato aggressore, ma Cina e India si sono astenute.
L’euforia del “ripensamento” da parte dei due Paesi asiatici ha colpito non solo il settore giornalistico ma anche il mondo politico. L’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Josep Borrell ha accolto il voto dei due Paesi «con favore». «La risoluzione – ha sottolineato in un tweet – qualifica chiaramente la guerra contro l’Ucraina come aggressione da parte della Federazione Russa». «Il riconoscimento di Cina e India dell’aggressione russa può diventare uno spartiacque nella crisi ucraina», ha dichiarato invece l’ex segretario di +Europa Benedetto Della Vedova, salvo poi ritornare sui propri passi qualche ora dopo: «è stato chiarito che Cina e India, pur votando a favore del testo finale che lo conteneva, sullo specifico paragrafo della risoluzione sull’aggressione russa si sono astenuti». La notizia del “ripensamento”, al di là della retorica, è una forzatura che non cambia la posizione di neutralità di Cina e India, assunta anche a marzo 2022, quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione di condanna dell’invasione russa dell’Ucraina con 141 voti favorevoli, cinque contrari e 35 astenuti, tra cui proprio Pechino e Nuova Delhi.
Voto sull’inserimento del paragrafo 9, pagina 2, nella risoluzione “Cooperazione tra Nazioni Unite e Consiglio d’Europa”.
Vista la diffusione a livello globale della fake news, è intervenuta la stessa Rappresentanza Permanente di Cina presso le Nazioni Unite, che ha dichiarato: «Il voto favorevole era relativo all’intero testo della risoluzione e non può essere considerato un’approvazione del paragrafo [9 NdR]». [di Salvatore Toscano]
Il generale che ha salvato Kiev e ha cambiato le sorti della guerra in Ucraina. Giovanni Chiacchio il 3 Maggio 2023 su Inside Over.
Nell’ultimo anno l’esercito ucraino è balzato agli onori della cronaca grazie alla sua impressionante efficacia, che gli ha consentito di respingere un nemico nettamente superiore in termini di disponibilità di equipaggiamento. Buona parte dei media si è concentrata nel lodare il generale Valery Zaluzhny, Comandante in Capo delle forze ucraine e divenuto ormai una vera e propria “stella. Tuttavia, il successo delle forze ucraine non è stato determinato da un singolo individuo, ma da una gigantesca costellazione composta da tantissimi ufficiali, soldati semplici, politici e cittadini che negli ultimi otto anni hanno contribuito a trasformare il paese, consentendogli di respingere l’attacco di quello che sino ad un anno fa era considerato il secondo esercito al mondo. L’astro emergente dell’esercito di Kiev è però il generale Oleksandr Syrsky, soldato che si potrebbe essere già ritagliato un posto tra i migliori comandanti militari della storia (e che potrebbe aver fornito delle lezioni essenziali per una eventuale difesa di Taiwan)
L'arruolamento e i primi anni nelle forze armate di Kiev
Arruolatosi nell’esercito sovietico negli anni Ottanta, Syrsky si diploma nel 1986 all’Accademia di Comando di Mosca, dieci anni dopo si laurea con lode all’Accademia delle Forze Armate e nel 2005 all’Accademia Nazionale di Difesa dell’Ucraina. Posto al comando della 72 Brigata Meccanizzata, nel 2009 viene nominato maggiore generale.
Nel novembre 2013 ha discusso la riforma dell’esercito ucraino su modello Nato alla sede dell’Alleanza. Con l’insorgere della prima invasione russa dell’Ucraina del 2014 viene nominato comandante dell’Operazione Anti Terrorismo ed è lui a coordinare la ritirata da Delbatseve.
Nel 2016 dirige il Quartier Generale Operativo Congiunto delle Forze Armate Ucraine e viene nominato Tenente Generale. L’anno successivo assume il comando dell’Operazione Anti Terrorismo, sostituita dalla Joint Forces. Nel 2019 viene nominato Comandante delle Forze di Terra ucraine e l’anno successivo promosso Colonnello Generale.
Il ruolo del generale Syrsky nella guerra in Ucraina
Nel febbraio 2022 è a lui che viene affidata la difesa della capitale Kiev. Nella fase iniziale dell’invasione le forze ucraine nella capitale si trovavano in una situazione estremamente problematica, a causa di una grande preponderanza degli effettivi russi. Syrsky prese quindi una decisione cruciale, organizzare una difesa costituita da due anelli, uno a protezione della capitale e uno a protezione dei sobborghi, assegnando i generali a capo delle varie scuole militari a protezione di zone ben precise, creando una catena di comando flessibile dove le decisioni tattiche sarebbero state prese da ufficiali sul campo senza consultare il quartier generale.
La seconda decisione cruciale del generale consiste nell’ordine di spostare tutte le unità d’artiglieria e gli asset dell’aviazione lontani dalle basi militari, al fine di impedire che il first strike russo disabilitasse le capacità di reazione ucraine e di garantire l’impiego di tali risorse nella fase successiva del conflitto. La terza decisione cruciale consiste nell’ordine di creare battaglioni d’artiglieria improvvisati tramite l’impiego dei pezzi d’artiglieria usati come strumenti d’addestramento nelle scuole militari vicine alla capitale.
La battaglia per la capitale
Il 24 febbraio la Russia lancia la sua invasione dell’Ucraina, l’obiettivo delle truppe di Mosca è l’aeroporto Antonov di Hostomel. La conquista di tale aeroporto avrebbe permesso ai russi di far atterrare truppe aviotrasportate per lanciare un rapido assalto alla capitale ucraina e far collassare rapidamente il governo, con grave danno per il morale ucraino.
Il first strike russo tuttavia si rivela tuttavia completamente inefficace, grazie al ricollocamento degli asset ordinato da Syrsky nei giorni precedenti. L’aviazione russa non riesce a distruggere né le forze aeree ucraine, né l’artiglieria. In conseguenza di ciò le forze russe che attaccano l’aeroporto si ritrovano sotto il possente fuoco della contraerea ucraina. Le unità russe riescono comunque ad occupare l’aeroporto grazie alla loro superiorità numerica, ma vengono investiti dal possente fuoco dell’artiglieria ucraina (anch’essa spostata in posizioni difensive da Syrsky).
Non avendo ottenuto la superiorità aerea, i russi non riescono a far tacere l’artiglieria ucraina che danneggiando le piste impedisce l’arrivo di rinforzi e consente alle forze della 4 brigata di reazione rapida di eseguire un contrattacco meccanizzato che porta alla liberazione dell’aeroporto. La sconfitta a Hostomel sancisce l’inizio del fallimento dell’operazione russa. Il giorno successivo il tentativo delle forze infiltrate russe di uccidere il presidente Zelensky fallisce miseramente e i piccoli gruppi infiltrati vengono facilmente distrutti.
Il 26 febbraio gli ucraini respingono l’attacco russo sulla centrale elettrica di Kiev e il tentativo delle forze di Mosca di occupare la città di Vasilkyiv e il relativo aeroporto non va a segno. Il 27 febbraio le forze russe entrano a Bucha, ma vengono rapidamente massacrate dalle forze ucraine appoggiate dai residenti locali. Di fronte ai costanti fallimenti delle proprie forze, il generale russo Andrei Aleksandrovich Sukhovetsky è costretto a recarsi sul fronte e viene immediatamente ucciso da un cecchino ucraino. Gli ucraini impiegano piccoli gruppi di fanteria che logorano le fragili linee di rifornimento russe, impedendo di creare una forza adeguata a vincere le devastanti battaglie urbane in corso attorno a Kiev.
La fanteria leggera ucraina utilizza inoltre una intelligente tecnica, colpendo il primo e l’ultimo mezzo nel convogli russi, imbottigliando il resto delle unità e consentendo all’artiglieria di distruggerla. Le forze di Mosca tentano allora una manovra azzardata, spostando truppe dagli Oblast nord orientali ucraine (perdendo forza combattente per occuparle) al fine attaccare Kiev da est, ma l’attacco finisce per arenarsi sulla città di Brovary.
Dopo aver costantemente logorato le forze russe il 16 marzo 2022 l’esercito ucraino lancia la sua controffensiva, mirando ai fianchi delle forze russe, decisamente poco difesi. La controffensiva ottiene pieno successo ed entro il 28 marzo l’attacco russo alla capitale ucraina è ormai esaurito, il giorno successivo le forze di Kiev liberano l’autostrada M01, spezzando l’assedio di Chernihiv e determinando il collasso dell’intero fronte russo sulle Oblast di Kyiv, Chernihiv e Sumy. I successi di Syrsky gli valgono il titolo di “Eroe dell’Ucraina”.
La controffensiva dell'autunno 2022
Quando durante l’estate del 2022 molti ritenevano che si stesse ormai andando verso un conflitto congelato, Syrsky è il principale artefice dell’offensiva che ha consentito all’Ucraina di assumere definitivamente l’iniziativa. Attraverso una martellante propaganda gli ucraini pubblicizzano costantemente i preparativi per una controffensiva a sud, portando i russi a spostare ingenti quantitativi di uomini e mezzi a Kherson. In conseguenza di ciò i russi finiscono per indebolire sempre più le loro forze, trovandosi sguarniti su un fronte lunghissimo.
Posto a capo delle forze ucraine nell’Oblast di Kharkhiv, è proprio Syrsky ad eseguire nel mese di settembre la controffensiva da lui stesso pianificata. In questo caso la controffensiva anziché puntare sui fianchi dello schieramento russo, viene diretta verso il centro di gravità russo nell’area, la città di Kupiansk. In pochi giorni le forze ucraine raggiungono il loro obiettivo, determinando il collasso del fronte russo. Il crollo delle forze di Mosca nell’Oblast di Kharkhiv segna non solo l’assunzione dell’iniziativa da parte degli ucraini, ma anche la morte dei piani russi di conquista del Donbass, in virtù della perdita della città di Izyum. All’inizio del mese di ottobre è sempre lui a guidare le forze ucraine nella vittoriosa battaglia di Lyman, primo significativo successo ucraino nel Donbass dall’inizio della guerra.
Le brillanti vittorie militari ottenute dal generale Syrsky sono la perfetta rappresentazione del successo del lungo percorso di riforme che l’Ucraina ha seguito dal 2014 a oggi. Un percorso che non si è esaurito con la guerra, ma che anzi sta proseguendo anche sotto i bombardamenti.
Fondi, piani e tecnologia. Le prove portano a Kiev. Nonostante le smentite di Volodymyr Zelensky l'attacco al sancta sanctorum del potere russo è il frutto della complessa operazione finanziaria, tecnologica e strategica che ha trasformato i droni ucraini in una delle armi più insidiose del conflitto. Gian Micalessin il 5 Maggio 2023 su Il Giornale.
Per lanciarla hanno usato il faccione di Mark Hamill, l'attore interprete di Luke Skywalker nella prima trilogia di guerre stellari. «L'Esercito di Droni» non è, però, un nuovo episodio della celebre saga bensì il punto di partenza della campagna tecnologica e militare che ha permesso a Kiev di far volare due aerei senza pilota nei cieli di Mosca e colpire una cupola del Cremlino. Nonostante le smentite di Volodymyr Zelensky l'attacco al sancta sanctorum del potere russo è il frutto della complessa operazione finanziaria, tecnologica e strategica che ha trasformato i droni ucraini in una delle armi più insidiose del conflitto.
In tutto questo il primo a metterci la faccia è stato Hamill che dal luglio 2022 è il testimonial della raccolta di fondi lanciata per finanziare lo sviluppo dell'«Esercito di Droni» di Kiev. Ma se Hamill ne è il volto la mente della campagna è Mykhaïlo Fedorov, il 32enne ministro per lo sviluppo digitale di Kiev battutosi per allestire un'articolata flotta di aerei senza pilota e sopperire così alla carenza di missili a lungo raggio. Grazie alle idee di Fedorov e al volto di Hamill la campagna ha generato oltre 100 milioni di dollari consentendo l'acquisto di 3.200 droni e l'addestramento di 7mila piloti. Parte di quel denaro è confluito anche nel fondo da oltre 550 milioni di dollari garantito, nel 2023, alle aziende pronte ad investire nella progettazione e produzione di droni d'assalto hi-tech. Grazie a questi sussidi Dmytro Shymkiv e Yuriy Pederiy, due ex-manager della Microsoft di Kiev, hanno lanciato AeroDrone la compagnia che produce l'Enterprise e il Discovery, due modelli di droni ad alta autonomia il primo dei quali può volare fino a 3mila chilometri di distanza trasportando 300 chili di esplosivo. A droni come questi bisogna guardare se si cercano i protagonisti del raid sul Cremlino e di altre incursioni-beffa messe a segno a centinaia di chilometri dal confine russo.
Le prime risalgono allo scorso dicembre quando gli Uav ucraini colpiscono le basi aeree di Saratov e Ryazan penetrando per oltre cinquecento chilometri in territorio russo. Attacchi che con il passar dei mese incominciano a puntare sempre più in alto. Se quello alle guglie del Cremlino è il più plateale quello più pericoloso per l'incolumità di Vladimir Putin va a segno già il 23 aprile. Quel giorno, infatti un drone UJ 22 decollato da Kharkiv e caricato con 30 panetti di C-4 canadese precipita nei pressi del parco industriale di Rudnevo a Mosca dove è attesa una visita del Presidente russo. Ovviamente Fedorov si guarda bene, al pari di Zelensky, dall'ammettere di voler colpire i territori o i vertici russi. Sul suo sito Telegram sottolinea con orgoglio, però, le prestazioni dell'R 18 «capace - secondo le sue parole - di volare fino a Mosca e tornare indietro». E pur negando di aver mai progettato di colpire Mosca il ministro ammette di esser pronto ad appoggiare «qualsiasi mezzo in grado di fermare la Russia e garantirci la vittoria». Parole registrate dai servizi di sicurezza russa e dai vertici militari a cui è stata affidata la pianificazione della rappresaglia. Una rappresaglia che nonostante le minacce difficilmente bucherà la rete d'intelligence e le difese missilistiche allestite dalla Nato a difesa del bunker presidenziale di Kiev. Ma Zelensky non è il solo obbiettivo. Per questo - in attesa d'inquadrare il bersaglio numero uno - i missili ipersonici Kinzhal potrebbero colpire, come primo segnale, qualsiasi altra personalità dell'entourage politico-militare di Kiev.
Enigma e scenari dividono gli esperti. Attentato Cremlino, il messaggio a Putin: “Volevi conquistare il mondo, non sai difendere il tetto di casa tua”. Aldo Torchiaro su Il Riformista il 5 Maggio 2023
L’attacco del drone che ha colpito il Cremlino, il giorno dopo, apre una prospettiva nuova sulla guerra. Il Riformista ha provato a sentire alcuni degli analisti che conoscono meglio lo scenario ucraino-russo. Il professor Andrea Margelletti, Presidente del Centro Studi Internazionali, è didascalico: “Gli indiziati sono due. Il primo: le forze speciali ucraine che operano ormai da molto tempo in Russia utilizzando una serie di reti informative che il servizio segreto ucraino SBU ha messo in campo. Il secondo: un avversario politico di Putin ha voluto mandare un messaggio devastante per la leadership del presidente russo”.
Se le ipotesi sugli autori sono circoscritte, il movente rimane meno definito. “Al di là di chi sia stato, il messaggio è forte: volevi conquistare il mondo, non sai difendere il tetto di casa tua. Un segnale incontrovertibile di vulnerabilità”, aggiunge Margelletti. Che ragiona poi sul conflitto che verrà: “La guerra è già combattuta con i droni. Dall’inizio del conflitto. E col passare del tempo sempre di più. Diventerà un confronto tra droni contro droni, tipo Orazi e Curiazi? Ci saranno droni in aria e purtroppo ancora molti morti a terra”.
Il giorno dopo l’attacco, la nebbia sulla piazza Rossa non si dirada. Putin non era al Cremlino, non ha subìto alcun danno. “Come ben sa chi fa questo lavoro, il presidente russo si trova solo raramente in quel palazzo. Nemmeno i servizi segreti russi sanno dove si trova esattamente”, ci dice l’ex direttore della Divisione Analisi e Studi del Sisde, Alfredo Mantici.
Il generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa – ed ex capo di Stato maggiore dell’aeronautica – ci ricorda gli autorevoli precedenti: “Gli Stati Uniti hanno usato un drone per colpire Bin Laden, in fatto di attacco ai simboli avversari non c’è niente di tanto forte”, ci dice. Non scarta nessuna ipotesi, nemmeno la più sottile. Anzi: “Non si può escludere che sia un caso di false flag. Una messinscena dei servizi segreti militari che autorizza una aggressione ancora più forte contro Kiev, come di fatto si è poi verificata”.
I bombardamenti ieri si sono moltiplicati, con un bilancio di vittime tristemente alto. Gli attacchi attacchi aerei si sono moltiplicati su Kiev ed altre città ucraine, inclusa Odessa, senza provocare vittime. Esplosioni anche a Zaporizhzhia e allarmi aerei nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Poltava, Kharkiv, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk. Nathalie Tocci, direttrice dello IAI, l’Istituto Affari Internazionali, slega le reazioni dalla necessità di essere autorizzate. “Alla Russia non occorrono scuse particolari per bombardare di più o di meno, colpiscono in modo sproporzionato dall’inizio”, fa notare. E guarda avanti: “Ora cosa succederà? Tra pochi giorni sarà il 9 maggio, anniversario della vittoria russa nella II guerra mondiale che a Mosca si attende come il giorno più autocelebrativo dell’anno”. E dunque? “A Putin serve una motivazione per una mobilitazione più ampia, un richiamo al patriottismo che faccia leva sui simboli sacri. Quale punto migliore del cupolino del Cremlino, al centro della piazza Rossa?”, suggerisce Nathalie Tocci.
Giammarco Sicuro è stato l’inviato Rai in Ucraina che segue le dinamiche militari in un campo e nell’altro. “È complicato dire chi ci sia dietro, ma è del tutto improbabile pensare che Kiev si lanci in operazioni di questo tipo, rischiose e improduttive. Hanno altro da fare al momento, tanto più che nessun ingenuo può pensare, da remoto, di colpire Putin così”, argomenta l’inviato di guerra. “Ha dimostrato l’inconsistenza delle difese interne, ma sembra il gesto di una operazione di sabotaggio interno. I russi tengono tantissimo alla propaganda del 9 maggio, molto delle loro campagne ruota intorno a questa data”, fa notare anche lui. E per il futuro? “Può esserci una svolta dietro l’angolo. Un segnale che qualcuno doveva interpretare, dietro le quinte, e che è arrivato a quel qualcuno più forte e più chiaro di quel che pensiamo noi”. Sembra andare nella stessa direzione il parere di Marco Scurria, che per Fdi segue gli Esteri ed è un osservatore attento di quel che accade tra Kiev e Mosca: “Gli scenari sono più di quanti si possa credere. Dietro c’è l’esigenza di dare un segnale forte a Putin. Da parte di chi, non so dirlo. So che attori interessati a farlo sono molti, dagli oligarchi russi a pezzi dell’intelligence militare, dagli oppositori politici alla Cina”. E con quale scopo si è deciso di lanciare il drone sulla cupola di un palazzo del potere simbolico ma disabitato? “Per creare uno shock che doveva mettere un punto. Richiamare i due pugili agli angoli del ring. Drone e reazione al drone, poi fermatevi. Perché la realtà è che nessuno dei due contendenti può più permettersi i costi di questa guerra”, conclude il senatore Scurria. Da parte russa le risposte in effetti sono più stonate che sproporzionate.
“Dietro l’attentato con droni a Vladimir Putin al Cremlino ci sono gli Stati Uniti”, dice Dimitrij Peskov, portavoce della presidenza russa, citato dall’agenzia di stampa Novosti. “I tentativi di negarlo sia a Kiev che a Washington sono, ovviamente, del tutto ridicoli” ha detto il responsabile. “Sappiamo benissimo che le decisioni su queste azioni e attentati terroristici non vengono prese a Kiev ma a Washington”. Peskov ha aggiunto: “Kiev sta già facendo quello che gli dicono di fare”. “Penso che sicuramente non sia qualcosa che possa essere facilmente organizzato da dilettanti. Mi sembra piuttosto un attacco di professionisti”, dice Andrej Kortunov, direttore accademico del Consiglio russo per gli affari internazionali (Riac) a Mosca. Le accuse sono respinte in toto dagli americani. L’alto rappresentante dell’Unione Europea per la Politica estera Josep Borrell ha esortato le autorità russe a non utilizzare l’attacco per giustificare un’escalation dell’aggressione contro il paese vicino. “Ho ascoltato il presidente Zelensky e ha detto molto chiaramente che gli ucraini non sono coinvolti in questi attacchi e che difendono il loro Paese combattendo solo sul loro territorio”, ha dichiarato Borrell, avallando la dissociazionedi Kiev dall’azione.
Aldo Torchiaro. Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.
“Kiev vuole la vittoria, poi la pace E non ci dice tutto della guerra”. Edoardo Sirignano su L'Identità il 5 Maggio 2023
“Gli ucraini non ci dicono tutto. C’è qualcosa che non condividono, nel timore di essere messi sotto controllo”. Così il generale Paolo Poletti, tra i maggiori esperti italiani di intelligence, commenta l’episodio del drone abbattuto sopra il Cremlino.
Da dove è partito l’attacco?
È presto per dirlo. Possiamo basarci su alcuni elementi obiettivi. Sicuramente il drone non è partito da molto lontano, considerando l’apparecchio che ci hanno descritto e fatto vedere. Si tratta di uno strumento che ha una gettata limitata.
Agenti ucraini o fiancheggiatori i responsabili?
Può essere, così come possono essere stati gruppi ultranazionalisti per spingere il Cremlino a un’azione militare più decisa. Scartiamo, però, l’ipotesi fantasiosa che sia stato Putin per giustificare un’ulteriore escalation.
Dietro l’operazione potrebbe esserci l’intelligence americana ed europea?
Non penso! I rapporti tra intelligence sono molto stretti, ma comincio a dubitare che gli ucraini dicano tutto ad americani ed europei sulle azioni che intendono intraprendere. C’è qualcosa che non condividono nel timore di essere messi sotto controllo. L’Ucraina, oggi, si sente più autonoma, più sicura di sé e quindi tende a nascondere qualcosa. Comincia a tenersi un margine di autonomia in relazione ai propri obiettivi.
Tale modus operandi, intanto, rischia di metterci in seria difficoltà…
Armiamo Kiev per difendere il principio dell’autodeterminazione. Riteniamo che sia legittima una risposta militare a un’aggressione ingiusta. Giuridicamente siamo cobelligeranti. Gli ucraini, però, combattono una guerra sul campo. Noi li sosteniamo, sperando ancora in una soluzione politica, mentre a loro interessa solo vincere. Senza aver battuto la Russia, difficilmente cercheranno una mediazione.
Quali saranno, intanto, le conseguenze di un episodio fino a ieri imprevedibile?
Al di là delle posizioni di Medvedev e del presidente della Duma, che sono estremisti per contratto, ci sono parti dell’establishment russo che si distinguono per la prudenza sull’episodio e sulle conseguenze da trarne.
Perché?
Sono consapevoli della debolezza e della disorganizzazione della macchina militare russa, come rivelato da Prigozin. Tutti restano in attesa della controffensiva ucraina. Vediamo come sarà organizzata e cosa porterà. Mi sembra, comunque, che la strategia di Putin, fino a ora, non abbia portato a grandi risultati. Ecco perché potremmo trovarci in una situazione di non sconfitta e di non vittoria per entrambi gli attori coinvolti nel conflitto.
La minaccia nucleare è dietro l’angolo?
Al momento, direi proprio di no! È troppo alto il rischio che si corre.
L’Europa, comunque, non può farsi trovare impreparata. Deve magari attrezzarsi con un esercito continentale…
Si sta ragionando, da molti anni, sull’argomento. Sarebbe una risposta efficace ed economica. Oggi in Europa ci troviamo otto-dieci armate, ciascuna con i suoi mezzi, i suoi costi. L’interscambiabilità di armamenti, ricambi e quant’altro è nei fatti un problema. Un esercito unico europeo, con un armamento e un equipaggiamento comune, porterebbe, senz’altro, a un risparmio.
Perché allora non si va in questa direzione?
Gli Stati europei, politicamente, sono ancora lontani. Vecchi retaggi fanno sentire il loro peso, tradizioni dure a morire. Per questa ragione, non ci sono passi in avanti. Si preferisce chiudersi sulla visione deterministica della storia e sul contrasto tra chi crede che a spuntarla saranno le democrazie liberali e chi invece democrature come Russia e Cina. Rischiamo, intanto, una marginalizzazione dell’Europa, perché troppo piccola e divisa per contare, sia a livello economico che militare.
I droni sul Cremlino. Prove di terza guerra mondiale. Piccole Note (filo-Putin) il 3 Maggio 2023 su Il Giornale.
I droni lanciati sul Cremlino questa notte indicano il livello di follia raggiunto da questa guerra. Certo, si tratta di un’azione del tutto spettacolare, dal momento che non potevano fare che qualche danno, non avendo alcuna possibilità di penetrare il bunker che protegge il presidente russo.
Ma si può immaginare cosa sarebbe successo se al posto del Cremlino ci fosse stata la Casa Bianca… l’Ucraina sarebbe stata letteralmente incenerita. Kiev nega responsabilità sull’accaduto, ma non può essere creduta, nonostante stavolta il suo diniego potrebbe essere vero.
Mosca non può far altro che puntare il dito contro Kiev: non può certo accusare Washington o altri Paesi (che pure usano gli ucraini come manovalanza) senza dare inizio a una guerra, e a una guerra atomica data la portata dell’attacco subito (l’ipotesi che sia parto di guerriglieri russi è ridicola: servono capacità altissime per violare i sofisticati presidi che di certo difendono il Cremlino; né è una false flag, è assurdo pensare che il Cremlino possa ostentare proprie vulnerabilità).
Si tratta di una pazzia vera e propria che sta alla Nato sedare. Stavolta Mosca può lasciar correre, ma puntare una posta tanto alta contando sulla moderazione della risposta russa è follia.
E dire che a essere additato come pazzo è Putin. Se fosse davvero pazzo, nessuno dei suoi tanti e variegati nemici avrebbe osato tanto.
Servirebbe che Biden chiamasse il suo omologo russo: la linea rossa è stata istituita proprio per eventualità del genere; cioè per rassicurare il nemico, che tale rimane anche se ci si parla, che non si vuole un conflitto atomico.
Ma, anche se a livello più basso, una linea di dialogo Nato – Russia si è certamente aperta tra la notte e la mattina. Lo denota il fatto che un attacco tanto spettacolare è stato reso di pubblico dominio solo molte ore dopo l’accaduto, a giorno inoltrato.
Evidentemente nelle ore precedenti, nel segreto, si sono intrecciate richieste, spiegazioni, rassicurazioni e quanto altro. Il mondo è rimasto così per ore sospeso sull’abisso, senza che nessuno sapesse nulla.
Bisogna chiudere questa maledetta guerra. E in fretta.
Ps. L’attacco al Cremlino ha un ulteriore scopo. La controffensiva ucraina stenta a partire e tanti sono gli articoli che trasudano diffidenza sul suo esito. Pericolosa flessione della propaganda. Serviva una notizia di successo. L’attacco spettacolare riempie il buco e rinfocola la narrativa trionfalistica.
La controffensiva ucraina: l'irrevocabile, inutile strage. Piccole Note (filo-Putin) il 3 Maggio 2023 su Il Giornale.
“L’Ucraina non è pronta per la sua grande offensiva, ma non ha scelta”. Questo il titolo di un articolo di Mark Galeotti per il Time che inizia così: “Kiev non ha altra scelta se non quella di lanciare un’importante offensiva primaverile o estiva. I suoi leader sono sempre più intrappolati. Come ha affermato un funzionario della difesa americano: ‘Gli ucraini hanno sorpreso noi e Putin in passato, ma ora hanno molto meno spazio di manovra”.
Controffensiva spuntata, ma irrevocabile
“[…] Il presidente Zelensky – continua il giornale britannico – ha gestito l’Occidente con grande abilità, ma per mantenere tale sostegno deve dimostrare quello che gli addetti ai lavori di Washington chiamano piuttosto sfacciatamente un ‘ritorno dell’investimento'”.
Zelenky è chiamato anche a fare un’opera di “bilanciamento in politica interna”, dal momento che subisce la pressione dei falchi, aggiunge Galeotti.
Molto interessante anche un altro cenno, di tutt’altro tenore: “Un diplomatico occidentale ha parlato di una ‘surreale esperienza parallela’ avuta a Kiev: mentre i suoi interlocutori ‘dibattono su potenziali formati per i negoziati la sera”, il giorno successivo, in pubblico, ‘urlano che non possono darsi colloqui con la Russia’”. Vuol dire che spazi di manovra per negoziati esistono…
Galeotti continua parlando delle difficoltà in cui si dibattono le forze di Kiev, emerse anche dai documenti trapelati dal Pentagono: mancanza di munizioni, scarsità di blindati, poco o nullo supporto aereo, ridotte capacità delle truppe. E riferisce delle diffidenze ormai generalizzate riguardo la possibilità di ottenere una vittoria totale, in contrasto con la pubblica narrativa.
Ma “Kiev dovrà attaccare a prescindere, puntando probabilmente su qualche obiettivo ambizioso”, ad esempio Melitopol, “nodo stradale e ferroviario la cui liberazione taglierebbe il cosiddetto ponte di terra tra Crimea e Russia”.
Washington Post: la carneficina prossima ventura
A complicare le cose il fatto che l’annuncio dell’attacco, sebbene ottimo per sostenere la propaganda e così far affluire armamenti a Kiev, ha fatto perdere alle forze ucraine l’essenziale elemento sorpresa.
E ha permesso ai russi di preparare la difesa, come dettaglia il Time spiegando come questi abbiano ridotto gli attacchi, in particolare nell’area di Bakhmut (riducendo così le proprie perdite), per dedicarsi all’erezione di presidi difensivi.
Non solo, secondo M.K. Bhadrakumar, in questi giorni i russi, che hanno intensificato gli attacchi con droni, missili e artiglieria, stanno prendendo di mira la logistica e le concentrazioni dei militari ucraini per tagliare le ali all’attacco avversario (Indianpunchline).
Va da sé, infine, che chi attacca subisce maggiori perdite di chi difende. Così è giustificato quanto titola il Washington Post: “Una carneficina ancora più grande in arrivo”. Di interesse la conclusione, nella quale spiega che nonostante tale macelleria, la documentazione trapelata dal Pentagono indica che “in tutti gli scenari considerati i negoziati per porre fine al conflitto nel 2023 restano improbabili”.
Di interesse perché diversi politici e analisti prevedono che la controffensiva esaurirà le risorse ucraine ed eroderà il sostegno Nato, aprendo spazi al negoziato. Il Wp registra invece la spinta per una chiusura totale a tale prospettiva. Affinché la guerra prosegua fino all’ultimo ucraino.
Kiev: «Nostro il drone abbattuto sopra il palazzo presidenziale» di Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini, inviati, Paolo Foschi, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 4 maggio 2023.
Le notizie sulla guerra di giovedì 4 maggio, in diretta. Colpite da droni una raffineria nella regione russa di Rostov e una nella regione di Krasnodar. La Cina invita le parti a evitare l’escalation
• Droni sul Cremlino: colpo di Kiev o progetto dei servizi segreti russi.
• L’attentato a Putin, uno sfregio all’immagine dello zar intoccabile.
• L’annuncio di Zelensky: «Non siamo stati noi, presto la controffensiva».
• La missione segreta del Vaticano e quello che Mosca e Kiev sapevano.
Ore 01:53 - Esplosioni a Kiev, la testimonianza dei giornalisti
Tre esplosioni sono state udite a Kiev: lo riportano i giornalisti di Rbc-Ucraina sul posto. Poco prima era scattato l’allarme aereo nella Capitale e nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Poltava, Kharkiv, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e in alcune aree della regione di Kirovograd.
Ore 01:57 - Un’esplosione anche a Zaporizhzhia
Un’esplosione è stata udita a Zaporizhzhia: lo riporta su Telegram la tv pubblica ucraina Suspilne aggiungendo che nella regione è stato dichiarato un allarme aereo.
Ore 02:08 - Kiev: «Attacco aereo russo sulla Capitale, ma la difesa funziona»
Le forze russe hanno lanciato un attacco aereo su Kiev: lo ha reso noto l’Amministrazione militare della capitale ucraina sottolineando che la contraerea è stata attivata. «La difesa aerea funziona! Restate calmi! Rimanete nei rifugi fino alla fine del raid aereo!»: scrive l’Amministrazione su Telegram
Ore 03:31 - Tv ucraina: esplosioni a Odessa
Esplosioni sono state udite a Odessa, nell’Ucraina sud-occidentale: lo riporta su Telegram la tv pubblica ucraina Suspilne. Un’allerta aerea è stata dichiarata nella città e nell’omonima regione.
Ore 03:31 - Raffineria russa in fiamme dopo l’attacco di un drone
La raffineria Ilsky, nel porto di Novorossiysk, cittadina nella regione russa di Krasnodar, nel sud del Paese, è stata attaccata da un drone nella notte ed il suo serbatoio ha preso fuoco: lo ha reso noto un portavoce dei servizi di emergenza locali, come riporta l’agenzia di stampa russa Tass. «A seguito di un attacco di un drone non identificato, è scoppiato un incendio nel serbatoio della raffineria di petrolio di Ilsky, nell’insediamento di Ilsky», ha dichiarato il portavoce.
Ore 03:37 - Zelensky, visita a sorpresa nei Paesi Bassi
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy è arrivato nei Paesi Bassi per una visita senza preavviso. Lo ha riferito l’agenzia di stampa olandese Anp. Il leader ucraino terrà un discorso all’Aia intitolato «Non c’è pace senza giustizia». Nella città olandese Zelensky dovrebbe visitare, tra l’altro, la sede della Corte penale internazionale, che a marzo ha emesso un mandato di cattura per il presidente russo Vladimir Putin. Ieri mattina Zelenskyy era a Helsinki, in Finlandia, per un summit di Paesi del Nord Europa.
Ore 05:05 - Spento l’incendio nella raffineria russa sul Mar Nero
L’incendio scoppiato nel serbatoio di prodotti petroliferi della raffineria di petrolio di Ilsky, nella regione di Krasnodar, è stato spento: lo ha reso noto il Dipartimento regionale del ministero delle Emergenze russo. Lo riporta la Tass. «L’incendio è stato spento alle 5:17 del mattino (le 4:17 in Italia)», ha precisato il Dipartimento
Ore 05:19 - Usa: aumenta la minaccia di attacchi russi a Kiev
Gli Stati Uniti hanno messo in guardia i cittadini americani in Ucraina contro un aumento della minaccia di attacchi missilistici russi a Kiev: lo riporta sul suo sito l’Ambasciata statunitense a Kiev. «Alla luce della recente recrudescenza degli attacchi in Ucraina e della retorica incendiaria di Mosca, il Dipartimento di Stato avverte i cittadini statunitensi dell’aumento della minaccia di attacchi missilistici, anche a Kiev e nell’Oblast di Kiev», si legge nel messaggio. «L’Ambasciata degli Stati Uniti esorta i cittadini statunitensi a osservare gli allarmi aerei, a ripararsi in modo appropriato, a seguire le indicazioni delle autorità locali e a consultare le informazioni aggiuntive sulla sicurezza fornite da un precedente documento di sicurezza», prosegue la nota consigliando tra l’altro di lasciare il Paese «quando è sicuro farlo».
Ore 05:37 - Kiev: nessuna vittima negli attacchi russi della notte sulla Capitale
Gli attacchi russi di questa notte contro Kiev non hanno provocato vittime o danni: lo ha reso noto su Telegram l’amministrazione della capitale ucraina, sottolineando che tutti i missili e i droni nemici sono stati distrutti. Lo riporta il Guardian. «Un altro attacco aereo a Kiev. Per la capitale è già il terzo di quattro giorni a maggio! La nostra città non ha sentito una tale intensità di attacchi dall’inizio di quest’anno! - si legge nel messaggio -. Questa notte, l’aggressore ha nuovamente effettuato un complesso attacco aereo sulla capitale (nella capitale, l’allarme è durato più di 3 ore e mezza). I russi hanno attaccato Kiev con l’uso di munizioni di sbarramento e missili di tipo Shahed e missili, probabilmente di tipo balistico (il tipo definitivo di missili utilizzati sarà determinato solo dopo l’esame dei resti). Secondo le informazioni preliminari, nello spazio aereo di Kiev le nostre forze di difesa aerea hanno distrutto tutti i missili e i droni nemici! I dati sono in corso di verifica. Secondo i rapporti operativi, non ci sono state vittime tra la popolazione civile e non sono state distrutte strutture residenziali o infrastrutture».
Ore 05:39 - Cnn: funzionari di Kiev hanno chiamato la Casa Bianca per «negare il coinvolgimento nell’attacco al Cremlino»
Funzionari del governo dell’Ucraina hanno contattato privatamente la Casa Bianca per «negare il coinvolgimento diretto» di Kiev nell’attacco tramite velivoli senza pilota sferrato ieri contro il Cremlino, denunciato dalla Russia come un tentativo di assassinio ai danni del presidente Vladimir Putin. Lo scrive l’emittente televisiva «Cnn», che cita fonti anonime della Casa Bianca. Il viceportavoce del dipartimento di Stato Usa, Verdant Patel, ha dichiarato che Washington ha sempre dissuaso l’Ucraina dal condurre attacchi all’interno del territorio russo, ma ha aggiunto che gli Stati Uniti continueranno in ogni caso a «sostenere i nostri partner ucraini per tutto il tempo necessario». Il senatore Mark Warner, presidente della commissione Intelligence del Senato federale Usa, ha dichiarato che al momento non esiste «alcuna indicazione» che l’attacco contro il Cremlino sia stato orchestrato dall’Ucraina, pur precisando che tale ipotesi non è’ stata scartata dall’intelligence statunitense.
Ore 05:48 - Mosca: risponderemo all’attacco al Cremlino quando lo riterremo necessario
Mosca risponderà all’attacco al Cremlino quando lo riterrà necessario: così l’Ambasciatore russo all’Onu, Anatoly Antonov, riporta la Tass. «Cosa farebbero gli americani se un drone colpisse la Casa Bianca, il Campidoglio o il Pentagono?. La risposta è ovvia per chiunque: la punizione sarebbe dura e inevitabile. La Russia risponderà a questo atto di terrorismo sconsiderato e arrogante. Risponderà quando lo riterrà necessario. Risponderà in base alle valutazioni della minaccia che Kiev ha creato per la leadership del nostro Paese», ha affermato, definendo i commenti dei funzionari di Washington «sorprendentemente cinici e assurdi».
Ore 07:28 - Kiev: «Nella notte distrutti 18 droni russi su 24»
La Russia ha lanciato nella notte 24 droni kamikaze sull’Ucraina, di cui 18 sono stati distrutti: lo ha reso noto su Telegram l’Aeronautica delle Forze Armate di Kiev, come riporta Rbc-Ucraina. Gli attacchi, ha precisato l’Aeronautica, sono stati effettuati dalle direzioni settentrionale e meridionale e sono stati lanciati dalla regione di Bryansk e dalla costa orientale del Mar d’Azov.
Ore 07:49 - Attentato a Putin, uno sfregio all’immagine dello zar intoccabile
(di Marco Imarisio) Come nel 1942. Quando caddero per l’ultima volta le bombe su Mosca, il nemico era alle porte e il piccolo padre Stalin era chiuso in un bunker. Da ieri pomeriggio i media di Stato ripetono questo mantra all’unisono. Non lo fanno per disfattismo, ma per risvegliare paure ancestrali nel loro vasto pubblico, quello della Russia più profonda. Nelle ultime settimane molti conduttori e ospiti dei più importanti talk show di propaganda avevano evocato lo spauracchio di un attacco su Mosca. Lo aveva fatto Vladimir Solovyov, che il 27 aprile aveva detto di essere «preoccupatissimo» per l’incolumità personale del suo grande amico Vladimir Putin.
Ore 07:51 - Droni sul Cremlino: colpo di Kiev o progetto folle dei servizi russi
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I lampi nella notte di Mosca sono stretti tra due verità. La prima chiama in causa gli ucraini, la seconda rovescia la responsabilità sui russi. Sulla mappa c’è un sentiero, descritto dalle mosse di Kiev. Da mesi ha provato ad allungare il raggio dei suoi droni con due target prioritari: la capitale nemica e Sebastopoli, in Crimea. Molti i tentativi, ogni volta aggiungendo qualche chilometro o potenza come documentano i rottami lasciati dai mezzi impiegati, caduti in passato anche a 40 chilometri da Mosca.
Pericoli temuti dagli stessi invasori, tanto che in città sono state aumentate le batterie anti-aeree con la creazione di postazioni. Gli ucraini hanno sperimentato nuovi velivoli costruiti in casa, hanno modificato modelli civili dotandoli di cariche esplosive, hanno pubblicizzato ordigni capaci di centrare un bersaglio a 700 chilometri di distanza.
Ore 08:01 - Nella notte a Kiev l’attacco russo più intenso del 2023
«La scorsa notte Kiev ha subito l’attacco russo più intenso del 2023», ha scritto su Telegram il capo dell’amministrazione militare della capitale ucraina Sergiy Popko. Lo Stato maggiore, nel report della mattina pubblicato su Facebook, ha reso noto che l’esercito russo ha lanciato nelle ultime 24 ore contro l’Ucraina 68 attacchi aerei, 67 attacchi con lanciarazzi multipli, due missili: ci sono civili feriti, edifici residenziali e infrastrutture distrutti e danneggiati. Prese di mira le regioni settentrionali, centrali e meridionali dell’Ucraina, Secondo l’esercito ucraino, la probabilità di nuovi attacchi rimane alta.
Ore 08:26 - Sale a 23 il bilancio dei civili uccisi ieri a Kherson
È salito a 23 il bilancio dei civili rimasti uccisi ieri per i bombardamenti russi nella regione di Kherson, nel Sud dell’Ucraina. I feriti sono 46, di cui due bambini, come riferisce Ukrinform citando il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Prokudin. «Nell’ultima giornata il nemico ha lanciato 98 attacchi, sparando 539 proiettili di artiglieria pesante, Grad Mlrs, da carri armati, droni e aerei — ha riferito Prokudin —. La città di Kherson è stata colpita con particolare brutalità. Ottantadue proiettili hanno colpito la piazza Pryvokzalna, il territorio e i locali della stazione ferroviaria, una stazione di servizio, due stabilimenti commerciali, una fabbrica, un’azienda automobilistica, un passaggio a livello».
Ore 08:29 - Kiev: «Sui droni a Odessa scritte “per Mosca e il Cremlino”»
«Per Mosca» e «Per il Cremlino»: sono le scritte che si leggono sulla coda di due droni lanciati dall’esercito russo questa notte su Odessa, secondo alcune fotografie pubblicate su Facebook dal Comando operativo sud delle forze armate ucraine. «A Odessa di notte il nemico ha attaccato con 15 Shahed-131/136. Dodici sono stati distrutti dalla difesa aerea» e «tre hanno colpito i dormitori di un istituto scolastico di Odessa» ma «nessuno si è fatto male», ha scritto il comando.
Ore 08:57 - Zelensky alla Corte penale internazionale dell’Aia
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato nei Paesi Bassi dove tra l’altro incontrerà i vertici della Corte penale internazionale, che a marzo hanno emesso un mandato d’arresto per il presidente russo Vladimir Putin e la commissaria Maria Alekseyevna Lvova-Belova con l’accusa di crimini di guerra e deportazione illegale di bambini ucraini. «Siamo all’Aia. Incontreremo i vertici della Corte penale internazionale», ha dichiarato all’Afp il portavoce Sergiy Nykyforov.
Ore 09:04 - Dopo i droni su Mosca, quelli su Kiev: l’attacco più intenso del 2023 sulla capitale
(di Marta Serafini, inviata a Kiev) Dopo i droni su Mosca, quelli su Kiev. «La scorsa notte la nostra capitale ha subito l’attacco russo più intenso del 2023». Con queste parole il capo dell’amministrazione militare della capitale ucraina Sergiy Popko ha dato conto dei raid russi che questa notte hanno fatto seguito al volo di droni sul Cremlino. È la terza volta che Mosca colpisce Kiev dall’inizio di maggio, dopo un periodo di relativa tranquillità e dopo che per tutto l’inverno sono state prese di mira le infrastrutture energetiche.
Lo Stato maggiore, nel report della mattina, ha reso noto che l’esercito russo ha lanciato nelle ultime 24 ore contro l’Ucraina 68 attacchi aerei, con droni e missili: ci sono civili feriti, edifici residenziali e infrastrutture distrutti e danneggiati. Ma l’attacco non sembra avere certo la stessa intensità di quello di ottobre che fece seguito al sabotaggio del ponte di Kerch in Crimea e che provocò decine di morti in tutto il Paese. Presto però per dire se la situazione nella capitale e nelle altre città tornerà stabile. Nelle scorse ore l’ambasciata statunitense ha avvertito i suoi connazionali del rischio di nuovi attacchi in particolare sulla capitale, una probabilità che anche secondo l’esercito ucraino, rimane alta.
Ore 09:07 - Mosca: «Attaccata con un drone una raffineria a Rostov»
Un drone ha provocato un’esplosione questa mattina che ha fatto divampare le fiamme nella raffineria di petrolio di Novoshakhtinsk, nella regione di Rostov. Lo rende noto la Tass citando il governatore della regione Vasily Golubev secondo il quale l’incendio è stato spento e la raffineria ha ripreso a funzionare. In precedenza l’agenzia di stampa statale russa aveva riferito dell’attacco con un drone durante la notte alla raffineria di Ilsky, nella regione russa di Krasnodar, nel Sud del Paese.
Ore 09:46 - La Cina invita alla calma dopo i droni sul Cremlino
La Cina invita alla calma e alla moderazione dopo gli attacchi compiuti da droni contro il Cremlino, secondo quanto denunciato dalla Russia. La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha affermato nel briefing quotidiano che la posizione di Pechino «sulla crisi ucraina è coerente e chiara: tutte le parti dovrebbero evitare di intraprendere qualsiasi azione che possa aggravare ulteriormente la situazione».
Ore 10:12 - Fonti Difesa Gb: tutti sanno che Putin non sta al Cremlino
«Lo sanno tutti che Putin non sta al Cremlino e non c’è nessun vantaggio per l’Ucraina nel colpirlo». Lo sostiene un’importante fonte del ministero della Difesa britannica parlando con Sky news, riferendosi al drone che ieri è esploso sopra la cupola del Senato russo. «Tutto è possibile — sottolinea la fonte — ma non c’è alcun vantaggio per l’Ucraina nel farlo, non c’è alcun vantaggio militare, tutti sanno che Putin non rimane al Cremlino. Semmai l’episodio è a favore della Russia, che cerca così di ottenere sostegno contro l’Ucraina».
Ore 10:35 - Zelensky alla Corte penale dell’Aja
Zelensky, che è arrivato alla sede della Corte penale internazionale (Cpi) all'Aja protetto da un imponente servizio di sicurezza, incontra i vertici della Corte, che ha emesso un mandato di arresto per Putin per crimini di guerra.
Nel programma del presidente ucraino in visita nei Paesi Bassi ci sono altri incontri: con il premier olandese Mark Rutte, con il primo ministro belga Alexander de Croo e con il re Willem-Alexander. È prevista anche una visita alla base dell’aeronautica olandese.
Ore 10:55 - Podolyak: «L’attacco al Cremlino? Una messinscena di Mosca»
«Una messinscena assoluta». Così Mikhailo Podolyak il consigliere di Zelensky, ha definito su Twitter l’attacco con droni sul Cremlino che per Mosca è stata opera di Kiev. «Il Cremlino, un drone, due persone sui gradini della cupola del Palazzo del Senato, una pausa di 12 ore prima della pubblicazione della notizia, i video simultanei da diverse angolazioni. Una messinscena assoluta», si legge nel tweet. «Cosa non è una messinscena, invece, e necessita di una vera reazione», sottolinea Podolyak, «sono l’assassinio di massa deliberato da parte della Russia di 23 civili a Kherson quello stesso giorno e il posizionamento di grandi volumi di esplosivo in una delle sale turbine della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Decidete le vostre priorità».
Ore 11:08 - Cina: la posizione sull'Ucraina non è cambiata dopo il voto Onu
La Cina ha detto che la sua posizione sulla guerra in Ucraina «non è cambiata» dopo il voto all'Onu del 26 aprile di sostegno alla risoluzione che descriveva il conflitto come «aggressione da parte della Federazione Russa». La missione permanente cinese all'Onu, in una email al South China Morning Post (Scmp), ha chiarito che il voto era «sull'intero testo e non un'approvazione di quel paragrafo» specifico. «La posizione della Cina non è cambiata e il voto non ha nulla a che fare con la telefonata tra i capi due di stato» di Pechino e Kiev, Xi Jinping e Volodymyr Zelensky, avvenuta sempre il 26 aprile.
Ore 11:25 - «Forte esplosione a Mariupol»
Il consigliere del sindaco di Mariupol, Petro Andryushchenko, ha riferito su Telegram di una «forte esplosione» risuonata nella città occupata dai russi. Lo riporta Rbc Ucraina. «È stata udita da tutte le zone della città», ha riferito Andryushchenko.
Ore 11:27 - Borrell: «Mosca non usi presunti attacchi come scusa per l'escalation»
Quanto al lancio del drone sul Cremlino «ho ascoltato il presidente Zelensky che ha affermato molto chiaramente che gli ucraini non sono coinvolti negli attacchi e stanno difendendo il paese, ma stanno combattendo sul loro territorio, che non stanno attaccando la Russia. Così è stato detto da Zelensky e questo è quello che ho da dire. Chiediamo alla Russia di non utilizzare questi presunti attacchi come scusa per continuare l'escalation della guerra». Lo ha detto l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo al Consiglio Esteri Sviluppo a Bruxelles.
Ore 11:31 - Zelensky alla Corte dell'Aja: «Vogliamo vedere Putin condannato»
«Oggi all'Aja avremmo voluto vedere un altro Vladimir, quello che merita di essere condannato per i suoi crimini nella capitale del diritto internazionale. Sono sicuro che questo succederà, quando vinceremo e noi vinceremo!». Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in conferenza stampa all'Aja, dove ha incontrato i vertici della Corte penale internazionale (Cpi), che ha emesso a marzo un mandato di cattura per Vladimir Putin, accusato di crimini di guerra.
Inoltre, Zelensky, auspicando la formazione di un tribunale speciale per i crimini di aggressione, ha accusato la Russia di 6.000 crimini di guerra solo ad aprile: «Crimini che hanno portato alla morte di 207 civili ucraini, tra cui 11 bambini. Solo ieri a Kherson sono state uccise 23 persone e ferite altre 49», ha detto, elencando i presunti crimini di guerra commessi dalla Russia, tra i quali «milioni» di attacchi nelle regioni del Donbass, «persone uccise durante l'occupazione di Bucha, un campo di filtraggio che Mosca ha allestito nella nostra terra indipendente, prigionieri torturati durante la prigionia russa».
Ore 11:35 - Paskov: «Gli Usa mandanti dell'attacco al Cremlino»
Ci sono gli Usa dietro all'attacco compiuto sul Cremlino con due droni inviati dall'Ucraina. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall'agenzia Ria Novosti. Aggiungendo: «Le attività terroristiche e di sabotaggio delle forze armate ucraine in Russia stanno raggiungendo un livello senza precedenti».
Ore 11:51 - Peskov: «Il Papa vuole la pace ma non ci risulta un piano»
«Sappiamo che il Pontefice pensa costantemente alla pace e a come mettere fine a questo conflitto, ma non siamo a conoscenza di alcun piano dettagliato proposto dal Vaticano». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti, in merito alla missione di pace di cui ha parlato Papa Francesco.
Ore 12:04 - Gli Usa iniziano a credere alla «svolta cinese»: Blinken apre all’idea di lavorare con Pechino
(di Guido Santevecchi) Gli Stati Uniti cominciano a credere che la Cina possa svolgere un ruolo pacificatore e valutano la possibilità di lavorare insieme per mediare tra Kiev e Mosca. Da quando dieci giorni fa Xi Jinping ha finalmente parlato con Volodymyr Zelensky, tra i responsabili dell’Amministrazione Biden circola questo scenario, scrive il rispettato David Ignatius sul Washington Post: prima la spallata militare ucraina, subito dopo l’offensiva diplomatica congiunta per cercare di aprire il negoziato e fermare la guerra.
Ore 12:15 - Zakharova: «Zelensky un tossico entusiasta dell'atomica»
«Un tossicodipendente entusiasta della bomba atomica»: così la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha definito in un commento su Telegram le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Corte penale internazionale, secondo le quali quella con la Russia deve essere «l'ultima guerra».
Ore 12:41 - Zelensky ha incontrato il premier olandese Mark Rutte
Ore 13:38 - Blinken: le accuse Mosca agli Usa sull'attacco al Cremlino sono «ridicole»
La Casa Bianca ha definito «ridicole» le affermazioni della Russia, secondo cui gli Stati Uniti sono dietro un attacco di droni al Cremlino. Lo afferma il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, che - citato dai media americani - ha definito anche «false» le accuse arrivate oggi dal portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov.
«Gli Usa non incoraggiano, non sostengono e non forniscono supporto ad attacchi contro singoli leader», ha tagliato corto Kirby.
Ore 13:20 - Putin parteciperà alla parata del 9 maggio a Mosca
La parata militare del 9 maggio a Mosca si terrà senza alcuna modifica e vedrà la partecipazione del presidente russo Vladimir Putin. Lo ha annunciato il portavoce presidenziale Dmitry Peskov, smentendo così l'ipotesi di cambiamenti nel programma della manifestazione dopo l'attacco con droni di ieri al CremlinoOre 13:45 - Incendio in una base militare russa a Novgorod
Un incendio è scoppiato nella base militare russa a Novgorod. Ukinform pubblica il video delle fiamme su Telegram.
Ore 13:50 - Zelensky: «Nessun motivo razionale per rimandare l'invio dei caccia»
«È tempo di prendere decisioni positive per l'Ucraina sui moderni caccia. Non c'è alcuna motivazione razionale per rimandare» l'invio di tali armi. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa con i primi ministri olandese e belga. Aggiungendo: « Ci sono tante sfide, tante difficoltà, abbiamo bisogno di tante cose per arrivare alla vittoria: abbiamo bisogno di amici cari. Adesso stiamo parlando di quello che sta succedendo al fronte e di cosa abbiamo bisogno, di questo parliamo (con i premier olandese Mark Rutte e belga Alexander de Croo, ndr.), di quello di cui l'Ucraina ha bisogno, di come possiamo essere aiutati. Non voglio parlare dei dettagli della controffensiva, dico solo che servono tante cose. Per il resto siamo realistici: sappiamo che non entreremo nella Nato durante la guerra. Ma dopo la guerra».
Ore 14:05 - Zelensky: «La controffensiva avrà successo ma perderemo vite»
«Crediamo nel successo della nostra controffensiva, non pensiamo che non ce la faremo. Sappiamo qual è l'obiettivo. Ma vittoria non è la parola giusta perché anche se vinci perdi anche, intendo perdi vite umane»: lo ha detto Zelensky in conferenza stampa in Olanda.
Ore 14:18 - Zelensky: «Minacce di morte? Non mi interessano»
«Qualsiasi decisione della Russia non è interessante per noi oggi. Non mi interessa ciò che dicono ma ciò che fanno e vediamo un Paese demotivato, non vediamo un forte esercito russo sul campo di battaglia» e quanto alle minacce di morte, «non è un argomento interessante». Lo ha detto Zelensky in conferenza stampa con i primi ministri olandese e belga, commentando le minacce di morte lanciate ieri da parte di Dmitri Medvedev.
Ore 14:48 - Kiev: «Mosca rapisce civili obbligandoli a confessare falsi attacchi»
Nella parte occupata della regione di Zaporizhzhia, i russi rapiscono civili e li costringono a confessare la presunta preparazione di un attacco terroristico. Lo ha scritto su Telegram il sindaco in esilio di Melitopol, Ivan Fedorov. Secondo Fedorov, i russi fanno finta di trovare armi ed esplosivi che in realtà hanno preparato loro e «catturano le persone per strada che non capiscono nemmeno cosa stia succedendo, facendoli «confessare che stanno preparando un attacco terroristico».
Ore 14:56 - Prigozhin: «Fuori discussione rispondere a un drone con l'atomica»
«Posso dire che l'uso di armi nucleari in risposta a un drone è, ovviamente, fuori discussione». Lo ha scritto su Telegram il capo del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, commentando la possibile reazione di Mosca al presunto attacco ucraino sul Cremlino con i droni. Per Prigozhin «prima di tutto dobbiamo mettere alle strette il responsabile della guerra con i droni, capire come questo potrebbe accadere in linea di principio, e poi fare ogni sforzo per renderci una potenza leader nello sviluppo della tecnologia dei droni e rispondere esattamente con lo stesso tipo di droni». «Così com'è - ha concluso il capo della Wagner -, sembriamo dei pagliacci che minacciano di "bombardare" per un drone per bambini».
Ore 15:11 - Usa: «noi niente a che fare con attacco a Cremlino»
«Non abbiamo niente a che fare» con l’attacco al Cremlino. Lo ha ribadito il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, negando qualsiasi coinvolgimento di Washington. «Quelle di Peskov sono solo bugie, pure e semplici», ha aggiunto Kirby, facendo riferimento alle accuse lanciate dal portavoce del Cremlino secondo cui «le decisioni su tali attacchi terroristici vengono prese a Washington» e Kiev «si limita ad attuarle». Gli Stati Uniti non sostengono né incoraggiano gli attacchi ucraini al di fuori dei confini del Paese, ha aggiunto il portavoce Usa, sottolineando che Washington in merito è stata «chiara, sia pubblicamente che in privato».
Ore 16:27 - Kiev: «Impossibile evacuare tutti i civili da Avdiivka»
Vitaliy Barabash, capo dell’amministrazione militare di Avdiivka, una delle aree più calde della regione ucraina di Donetsk, dubita che sia possibile una completa evacuazione dei civili. Lo ha detto durante un intervento a Hromadske. Secondo Barabash, ci sono ancora 1.778 persone ad Avdiivka: in città sarebbe rimasto anche un bambino del quale le autorità stanno cercando, senza successo, i genitori. «È impossibile e irrealistico evacuare tutti, anche dal punto di vista legale. Cioè, non c’è la possibilità di evacuare tutti. Non esiste un meccanismo legale per farlo» ha spiegato il capo dell’amministrazione militare di Avdiivka, aggiungendo che «ieri sono state evacuate due persone, ma prima di allora per diversi giorni non è stato evacuato nessuno». «La città è stata sottoposta a pesanti bombardamenti da un anno, ora non c’è più silenzio durante il giorno. Ma la gente non ha comunque fretta di andarsene» ha concluso Barabash.
Ore 17:00 - Von der Leyen sente Trudeau: continuare il sostegno a Kiev
«Buon colloquio con Justin Trudeau per discutere alcune delle questioni chiave all’ordine del giorno del vertice G7 di Hiroshima: proseguire nel sostegno all’Ucraina, finanziariamente e militarmente; garantire la nostra sicurezza economica; aumentare i finanziamenti globali per il clima e lo sviluppo». Lo scrive in un tweet la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen dopo un colloquio telefonico con il primo ministro canadese.
Ore 17:39 - Usa, Kiev sta mettendo a punto dettagli controffensiva
Lo stato maggiore ucraino sta mettendo a punto i dettagli sulle priorità, tempistica e scala della propria controffensiva: lo ha dichiarato il direttore dell’intelligence statunitense, Avril Haines. «Entrambe le forze in campo si stano concentrando sulla preparazione per una potenziale controffensiva ucraina, questa primavera o estate, che ha l’obbiettivo di espellere la Russia dai territori illegalmente annessi», ha spiegato Haines. Il direttore dell’intelligence ha ribadito come gli Stati Uniti stiano facendo molto per aumentare le probabilità di successo di Kiev nelle prossime operazioni. Ma anche se la controffensiva dovesse fallire «la Russia non riuscirebbe a organizzare una propria offensiva entro la fine dell’anno, a meno di non ricorrere alla mobilitazione obbligatoria e a forniture di munizioni da parte di terze parti», ha concluso.
Ore 17:43 - Arrestato sindaco di Odessa in un caso di corruzione
Kiev annuncia l’arresto del sindaco del porto di Odessa sul Mar Nero in un importante caso di corruzione risalente a prima dell’invasione. Kiev ha lottato per liberarsi dalla corruzione, uno degli obiettivi dichiarati della rivoluzione di Maidan del 2014, e per anni le autorità hanno giurato di eliminarla nel tentativo di aderire all’UE. L’ufficio anticorruzione ucraino ha dichiarato in un comunicato di aver arrestato Gennadiy Trukhanov, che ha guidato lo storico porto dal 2014. «Il sindaco di Odessa è stato preso in custodia», ha dichiarato in un comunicato l’Ufficio del Procuratore specializzato anticorruzione del Paese dilaniato dalla guerra. Trukhanov è accusato di «appropriazione indebita di fondi di bilancio per oltre 92 milioni di grivna ucraina (2,2 milioni di euro) come risultato di un piano di acquisto» di una fabbrica in fallimento a un «prezzo due volte gonfiato».
Ore 17:56 - Zelensky vede re olandese: grazie per ampio sostegno
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto sapere di aver incontrato il re Willem-Alexander dei Paesi Bassi e di averlo ringraziato per «l’ampio sostegno all’Ucraina nella difesa della nostra libertà e indipendenza, nonché per la preoccupazione personale del re e della famiglia reale per gli ucraini giunti nei Paesi Bassi in cerca di rifugio dalla guerra». «Sin dai primi giorni dell’attacco russo, abbiamo sentito che i Paesi Bassi e l’intero popolo olandese sono dalla parte dell’Ucraina», ha aggiunto il leader di Kiev in un messaggio su Telegram.
Ore 18:22 - Gli ucraini hanno studiato come colpire la Russia, ma la dinamica dell’attacco al Cremlino lascia dubbi
Gli ucraini smentiscono il loro coinvolgimento nell’attacco sul Cremlino di mercoledì, però non possono negare di aver studiato come colpire in profondità la Russia.
Ripartiamo dal passato. Nell’estate di un anno fa gli uomini di Zelensky prendono di mira il comando della Flotta del Mar Nero, a Sebastopoli. La dinamica non è molto diversa da quanto visto a Mosca. L’11 marzo del 2022 un drone Tu 141 finisce fuori rotta e cade nei pressi di Zagabria, Croazia. È un vecchio modello da ricognizione sul quale i tecnici di Kiev hanno lavorato per dotarlo di testata bellica. Siamo ad una distanza di 500 chilometri dall’Ucraina. Ai primi di dicembre nuova sorpresa: sono colpite le basi aeree di Engels e quella di Ryazan, a circa 250 chilometri dalla capitale russa. Il 6 tocca ad una installazione a Kursk, a circa 175 chilometri dal confine ucraino, quindi a infrastrutture a Bryansk. I media, gli esperti, i russi seguono gli sviluppi, annotano i tentativi.
Ore 18:27 - 007 Usa: «Molto improbabile che la Russia usi armi nucleari»
È «molto improbabile» che la Russia usi armi nucleari. Lo ha affermato Avril Haines, direttrice dell’Intelligence nazionale Usa, davanti alla Commissione Servizi armati del Senato. Di recente i leader occidentali hanno avvertito che Putin potrebbe usare «qualunque strumento gli sia rimasto», compreso quello nucleare.
Ore 18:29 - Olena Zelenska a Londra per l’incoronazione di Carlo III, sarà a colloquio con la moglie Sunak
La first lady ucraina Olena Zelenska è a Londra, dove assisterà all’incoronazione di Carlo III, in programma sabato 6 maggio. Lo riporta Sky News riferendo che Zelenska ha avuto oggi un incontro con la moglie di Rishi Sunak, Akshata Murthy, a Downing Street.
Ore 18:39 - «Abbattuto un drone vicino alla base russa di Sebastopoli»
Un drone è stato abbattuto vicino alla base aerea russa di Sebastopoli, in Crimea. Lo riferisce il governatore della regione.
Ore 19:32 - Allarme aereo a Kiev, udite esplosioni nella capitale
«Un incendio è scoppiato in un edificio non residenziale nel distretto di Solomyansk, a Kiev, a causa della caduta dei frammenti dell’Uav abbattuto». Lo riferisce l’amministrazione militare della capitale ucraina. Il sindaco Vitaly Klitschko ha dichiarato che i soccorritori hanno localizzato l’incendio in un edificio di 4 piani e che le fiamme «sono state contenute. A seguito della caduta dei detriti dell’Uav, le strutture dell’edificio su un’area di 150 metri quadrati sono state danneggiate. Le informazioni sulle vittime sono in fase di chiarimento». Il sindaco ha inoltre riferito di un incendio anche «su una piccola area di territorio nel distretto di Pechersk a causa della caduta di detriti di drone. Gli edifici sono intatti. Non ci sono vittime».
Ore 19:42 - Abbattuto drone sopra il palazzo presidenziale di Kiev
(dalla nostra inviata a Kiev, Marta Serafini) Abbattuto un drone nella capitale ucraina proprio sopra il palazzo presidenziale nella serata di oggi. I detriti del drone paiono essere caduti all’interno del complesso di palazzo Mariyinsky dove ha sede il governo ucraino. Il presidente Volodymyr Zelensky al momento si trova in visita all’estero in Olanda. La notizia arriva dopo che in mattinata decine di droni sono stati abbattuti sulla capitale e su Odessa, dopo che Mosca ha diffuso la notizia di un «attacco» con droni sopra il Cremlino.
Ore 20:03 - Casa Bianca: «Gli ucraini hanno tutto per la controffensiva»
Gli ucraini hanno tutto per la controffensiva e sono pronti: lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, ricordando che Kiev ha le munizioni, l’artiglieria, la difesa anti aerea, truppe addestrate all’estero.
Ore 20:07 - La Casa Bianca ribadisce: «Peskov è un bugiardo»
«Le dichiarazioni di Dmitri Peskov sul coinvolgimento degli Stati Uniti nell’attacco al Cremlino sono bugie. Pure e semplici». Lo ha ribadito il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, in un briefing con la stampa.
«Sin dall’inizio la Russia ha cercato di dipingere il conflitto in Ucraina come una guerra dell’ovest contro Mosca, non è così», ha sottolineato Kirby. «Il Cremlino vuole far credere che la grande madre Russia sia stata aggredita. Non è così, l’aggressore è Mosca». Detto questo, ha aggiunto il portavoce per la sicurezza nazionale Usa, «Putin non ha bisogno di scuse per uccidere ucraini innocenti. Lo fa tutti i giorni».
Ore 21:43 - Zelensky: «Grazie ai Paesi nordici, vinceremo per il bene dell’Europa»
«Sono grato a Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda per le decisioni forti prese ieri e sono grato ai Paesi Bassi e al Belgio per le decisioni forti prese oggi! Vinceremo questa guerra per il bene della libertà dell’Ucraina, di tutta l’Europa e di tutti coloro che nel mondo amano la libertà e la giustizia!». Lo ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Twitter riferendo degli ultimi «due giorni».
Ore 22:18 - Casa Bianca: «Biden e Zelensky si parlano regolarmente e spesso»
«Biden e Zelensky parlano regolarmente e spesso» Lo ha detto John Kirby, portavoce del Consiglio Nazionale di Sicurezza della Casa Bianca, ripreso da Ukrinform.
Ore 22:44 - Era ucraino il drone abbattuto su Kiev: «Perso il controllo del velivolo»
L'aeronautica ucraina ha riferito che il drone abbattuto questa sera nei cieli di Kiev apparteneva alle forze ucraine e se ne era perso il controllo. «Il 4 maggio, intorno alle 20:00 nella regione di Kiev, durante un volo, l'UAV Bayraktar TB2 ha perso il controllo», scrive la forza aerea su Telegram.
«Poiché la presenza incontrollata di Uav nel cielo della capitale poteva portare a conseguenze indesiderabili», il velivolo «è stato distrutto. Probabilmente si tratta di un malfunzionamento tecnico, i motivi sono in fase di accertamento. Non ci sono state vittime o feriti a seguito di operazioni e la caduta del relitto dell'Uav».
Ore 03:46 - Improbabile un’offensiva russa significativa secondo il capo 007 Usa
«È improbabile che le forze russe siano in grado di organizzare un’operazione offensiva significativa quest’anno»: lo ha detto la direttrice della National Intelligence - che sovrintende la comunità dell’intelligence Usa - Avril Haines in una testimonianza davanti alla commissione per le forze armate del Senato, aggiungendo che l’esercito russo ha guadagnato meno territorio ad aprile rispetto a qualsiasi dei tre mesi precedenti e si trova ad affrontare «significative carenze» di munizioni e di personale. «Se la Russia non avvia una mobilitazione obbligatoria e non si assicura sostanziali forniture di munizioni di terze parti oltre alle consegne esistenti dall’Iran e da altri Paesi, sarà sempre più difficile per i russi sostenere operazioni offensive anche modeste», ha spiegato. Il conflitto, ha proseguito, rimane una «guerra di attrito brutale». Secondo le valutazioni degli Stati Uniti, ha affermato Haines, Vladimir Putin «probabilmente ha ridimensionato le sue ambizioni immediate» di consolidare il controllo del territorio già occupato nell’est e nel sud del Paese e di garantire che l’Ucraina non aderisca alla Nato.
Ore 04:53 - Kiev, addestrati 10mila operatori nel progetto «Esercito di droni»
In Ucraina sono già stati addestrati 10mila operatori di droni nell’ambito del progetto «Esercito di droni»: lo ha detto in tv il vice premier per l’innovazione e ministro della trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov, come riporta Ukrainska Pravda. Il progetto, ha spiegato Fedorov, ha come obiettivi il lancio di 60 compagnie d’attacco di droni e la trasformazione della dottrina sull’uso di questi velivoli. «Recentemente, abbiamo terminato la prima parte del progetto di addestramento dei piloti, durante questo periodo sono stati addestrati 10mila piloti - ha detto il ministro -. L’Esercito di droni riguarda lo sviluppo completo del campo dei velivoli senza pilota, sia dal punto di vista della produzione sia dal punto di vista della loro applicazione».
Mancano munizioni: "No a morte insensata". Prigozhin insulta i colonnelli di Putin e lascia Bakhmut: “I miei uomini stanno morendo, voi gatti grassi”. Redazione su Il Riformista il 5 Maggio 2023
L’annuncio in un video, con tanto di accuse rivolte alle Russia di Vladimir Putin per la morte dei “suoi” mercenari. Parole durissime quelle pronunciate da Evgheny Prigozhin, capo del Gruppo Wagner, che ha lanciato un vero e proprio ultimatum al Cremlino annunciando il ritiro dei suoi uomini il prossimo 10 maggio da Bakhmut, dove dalla scorsa estate le forze russe e quelle ucraine si stanno fronteggiando per prendere il controllo di una delle cittadine più strategiche del Donbass,
“Dichiaro a nome dei combattenti Wagner, a nome del comando Wagner, che il 10 maggio 2023 siamo obbligati a trasferire le posizioni nell’insediamento di Bakhmut alle unità del ministero della Difesa e a ritirare i resti dei campi Wagner per leccarci le ferite“, ha sottolineato Prigozhin in un comunicato. “Sto ritirando le unità Wagner da Bakhmut perché in mancanza di munizioni sono destinate a morire senza senso” denuncia il capo dei mercenari, lanciando pesanti accuse a Mosca.
Nel video pubblicato sul canale Telegram vengono mostrati i corpi senza vita dei suoi soldati. File di cadaveri di combattenti che, come afferma Prigozhin nel video riportato anche da Ukrainska Pravda, sarebbero morti negli scontri del 4 maggio. Poi il leader dei mercenari denuncia “una carenza di munizioni del 70%”, accusando direttamente il capo di Stato Maggiore delle forze armate, Valery Gerasimov, e il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, della morte dei suoi uomini. “Shoigu, Gerasimov, dove sono le munizioni?” tuona Prigozhin. “Il sangue è ancora fresco. Sono venuti qui come volontari e stanno morendo così potete star seduti come gatti grassi nei vostri uffici di lusso”.
Accuse che non vengono commentate dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Abbiamo letto sui media, ma non possiamo commentare perché riguarda l’operazione militare speciale in corso”, ha affermato Peskov, citato da Ria Novosti.
Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per lastampa.it il 5 maggio 2023.
Shoigu e Gerasimov, siete solo «puttane che vivono in ufficio, mentre i figli della Russia muoiono». Poi l’avviso: «I miei soldati non soffriranno perdite prive di senso e ingiustificate a Bakhmut senza munizioni. Per questo lasceremo Bakhmut il 10 maggio».
Chi parla così, in maniera oscena e inusitata anche per i suoi standard, è Evgheny Prigozhin, il capo dei mercenari del Gruppo Wagner, una mina vagante e ormai probabilmente una scheggia impazzita del regime putiniano che appare, da tanti segnali, allo sbando, anche psicologicamente.
Putin nella sua storia di tiranno evoluto in dittatore ha sempre usato il divide et impera, utilizzando a suo piacimento fazioni e clan uno contro l’altro, e è questo il motivo per cui a Prigozhin è stato fin qui concesso di sopravvivere a queste intemerate che da mesi, con alterna fortuna, va facendo contro la Difesa russa e l’Alto comando, ma adesso la situazione sembra arrivata in uno di quei classici punti che non è sbagliato definire fuori controllo.
Innanzitutto perché Prigozhin espone ormai costantemente il fatto che anche a Bakhmut – che doveva essere nei piani l’unica vera “conquista” dei russi in sei mesi di offensiva invernale [..] la situazione non è affatto stabilizzata e, dice Prigozhin, muoiono almeno 100 soldati di Wagner al giorno. […] Ma stavolta Prigozhin si supera: registra un video in cui, sullo sfondo di dozzine cadaveri ricoperti di sangue, accusa direttamente il ministro della Difesa e il generale in capo di tutte le forze armate russe di essere i responsabili di queste morti, per aver lasciato senza munizione il fronte di Bakhmut.
«Abbiamo una carenza di munizioni del 70%», grida Prigozhin nel video. E indica soldati letteralmente riversi nel sangue e cadaveri allineati in fila sul terreno. «Shoigu, Gerasimov, dove cazzo sono le munizioni? Voi siete seduti in club costosi, stronzi. I vostri figli si divertono a fare video su YouTube [qui Prigozhin sembra riferirsi al genero di Shoigu, Alexander Stolyarov, marito di Ksenia Shoigu, che gestisce un canale Youtube da 4 milioni di iscritti, che parla di viaggi, food, sport, bella vita, nda.]. Pensate di essere i padroni del mondo, di avere il diritto di controllare le loro vite. Pensate che ne avete il diritto. Ci sono calcoli elementari: se dai munizioni a norma, ci sono cinque volte meno di loro [e indica i morti]. Questi ragazzi sono venuti qui come volontari e stanno morendo perché voi possiate vivere nei vostri uffici a rimpinzarvi. Ricordatevene». […]
Kadyrov: «Se la Wagner lascia Bakhmut, le forze cecene sono pronte a sostituirla» di Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini, inviati, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 5 maggio 2023.
Le notizie sulla guerra di venerdì 5 maggio, in diretta. Il capo della Wagner: «Lo stato maggiore responsabile di migliaia di morti russi». Mosca annuncia l’evacuazione parziale di 18 villaggi vicini al fronte nell’area di Zaporizhzhia
• Gli ucraini hanno studiato come colpire la Russia, ma la dinamica dell’attacco al Cremlino lascia dubbi.
• Mosca: «Gli Usa mandanti dell’attacco al Cremlino». Zelensky alla Corte dell’Aja: «Vogliamo vedere Putin condannato».
• Kiev: «Nostro il drone abbattuto sopra il palazzo presidenziale».
• Borrell (Ue): «Non è il momento della diplomazia, ma degli aiuti militari» .
Ore 04:43 - Kiev, addestrati 10mila operatori nel progetto «Esercito di droni»
In Ucraina sono già stati addestrati 10mila operatori di droni nell’ambito del progetto «Esercito di droni»: lo ha detto in tv il vice premier per l’innovazione e ministro della trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov, come riporta Ukrainska Pravda. Il progetto, ha spiegato Fedorov, ha come obiettivi il lancio di 60 compagnie d’attacco di droni e la trasformazione della dottrina sull’uso di questi velivoli. «Recentemente, abbiamo terminato la prima parte del progetto di addestramento dei piloti, durante questo periodo sono stati addestrati 10mila piloti - ha detto il ministro -. L’Esercito di droni riguarda lo sviluppo completo del campo dei velivoli senza pilota, sia dal punto di vista della produzione sia dal punto di vista della loro applicazione».
Ore 04:47 - Per l’intelligence Usa il ricorso della Russia alle armi nucleari è improbabile
Il ricorso della Russia alle armi nucleari è un’ ipotesi «molto improbabile». Lo ha dichiarato la direttrice dell’Intelligence nazionale Usa, Avril Haines, nel corso di una audizione di fronte alla commissione Servizi armati del Senato federale. «Attualmente la giudichiamo una possibilità molto remota» nonostante le perdite militari subite da Mosca in Ucraina e il sostegno militare sempre più forte dei Paesi occidentali a Kiev, ha dichiarato la funzionaria. Le tensioni nucleari tra Stati Uniti e Russia sono aumentate dopo l’inizio del conflitto in Ucraina: il presidente russo Vladimir Putin ha avvertito più volte che Mosca è pronta a ricorre al proprio deterrente nucleare per difendere la propria «integrità territoriale». Lo scorso febbraio il presidente russo ha annunciato la sospensione della partecipazione di Mosca al trattato New Start. La Russia ha inoltre annunciato lo schieramento di armi nucleari tattiche in Bielorussia, pur fornendo al contempo alcune rassicurazioni, ad esempio sull’astensione dal condurre test di armi nucleari.
Ore 04:59 - Il leader della milizia Wagner accusa Mosca della morte dei suoi uomini
Yevgeny Prigozhin ha denunciato in un video la forte carenza di munizioni di cui soffre il Gruppo Wagner, accusando i vertici militari russi della morte dei suoi mercenari sul campo di battaglia. Nel video pubblicato sul canale Telegram del suo servizio stampa, riporta Ukrainska Pravda, Prigozhin dichiara di soffrire «una carenza di munizioni del 70%» e mostra file di cadaveri di combattenti che sarebbero morti il 4 maggio. Il patron della Wagner si scaglia poi contro la leadership dell’esercito regolare russo accusando il capo di Stato Maggiore delle forze armate, Valery Gerasimov, e il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, della morte dei suoi uomini.
Ore 05:26 - La Russia usa l’attacco al Cremlino per cancellare delle parate del 9 maggio
La Russia starebbe usando gli attacchi con i droni al Cremlino dei giorni scorsi per cancellare un certo numero di parate del 9 maggio. Lo riporta l’Isw, Istituto per lo studio della guerra, citato da la Ukrainska Pravda. Fonti russe hanno riferito che sono state già cancellate le parate in 21 città della Russia e della Crimea occupata, senza una giustificazione ufficiale o per motivi di sicurezza, scrive il centro studi statunitense. Secondo gli analisti dell’Isw, il Cremlino vuole usare l’attacco non solo per cancellare gli eventi del 9 maggio, ma anche per presentare la guerra in Ucraina come una minaccia esistenziale per il Paese. Il Cremlino spera di limitare gli eventi del 9 maggio, si legge ancora, anche per timore che le celebrazioni in onore dei militari deceduti possano diventare una potenziale fonte di protesta interna a causa dell’elevato numero di vittime in Ucraina.
Ore 07:30 - Video choc di Prigozhin per chiedere munizioni al Cremlino, dozzine di soldati russi morti
Prigozhin, leader della Wagner, sostenuta dal Cremlino, ha pubblicato un video sul suo canale Telegram che mostra dozzine di soldati russi morti e si scaglia contro l’esercito russo per la sua incapacità di fornire munizioni alle sue forze. Con una scarica di imprecazioni, Prigozhin accusa il capo di stato maggiore delle forze armate russe Valery Gerasimov e il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu per una «carenza del 70% di munizioni» sul campo di battaglia in Ucraina e per la morte dei soldati. Secondo Prigozhin, i soldati sono stati uccisi in Ucraina il 4 maggio.
Ore 07:50 - Cina: «Continueremo a facilitare i colloqui per la pace»
La Cina continuerà «a facilitare i colloqui per la pace ed è pronta a mantenere la comunicazione e il coordinamento con la Russia per dare un contributo concreto a una soluzione politica della crisi» in Ucraina. È quanto ha detto il ministro degli Esteri Qin Gang all’omologo russo Serghei Lavrov, in un incontro avuto giovedì a margine della ministeriale Esteri dei Paesi Sco di Goa, in India. Lavrov, nel resoconto della Xinhua, ha replicato che Mosca dà importanza al “documento di posizione” cinese sulla soluzione politica della crisi ucraina, concordando sui principi di base, ed è pronta a mantenere una stretta comunicazione.
Qin e Lavrov, inoltre, hanno anche scambiato opinioni su altre questioni internazionali e regionali di interesse comune, concordando di sviluppare ulteriormente le relazioni bilaterali e trasformare la Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco) in una piattaforma di «cooperazione reciprocamente vantaggiosa». La Cina, inoltre, è pronta a collaborare con la Russia per attuare gli importanti consensi raggiunti dai rispettivi capi di Stato, Xi Jinping e Vladimir Putin, «per rafforzare la comunicazione strategica».
Lavrov, inoltre, ha affermato che la visita di Xi a Mosca dello scorso marzo ha dato un grande impulso allo sviluppo delle relazioni bilaterali, assicurando che la Russia «è disposta a portare avanti congiuntamente la cooperazione con la Cina in varie aree e ad elevare i legami bilaterali a un nuovo massimo». Entrambe le parti hanno convenuto di pianificare e organizzare scambi ad alto livello di diverso genere per consolidare «la cooperazione economica e commerciale, approfondire gli scambi culturali e interpersonali», nonché «di migliorare la comunicazione e il coordinamento con gli altri Stati Sco e di mantenere la solidarietà e la cooperazione in modo da trasformare la Sco in una piattaforma per una cooperazione reciprocamente vantaggiosa». Il proposito di rafforzamento del coordinamento e della cooperazione è relativo anche all’interno dei BRICS, del G-20, delle Nazioni Unite e di altri contesti, con la «volontà di opporsi a tutte le forme di egemonismo, di salvaguardare gli interessi comuni delle economie di mercato emergenti e dei Paesi in via di sviluppo e di sostenere l’equità e la giustizia internazionale». Qin a Lavorov hanno concordato, infine, di rafforzare comunicazione e coordinamento nell’Asia-Pacifico contro «una nuova Guerra Fredda» e a tutela di pace e stabilità regionali. Attualmente del blocco Sco fanno parte Cina, Russia, India, Pakistan e quattro Paesi dell’Asia centrale: Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. L’Iran e la Bielorussia dovrebbero entrare a pieno titolo a luglio nel vertice dei leader a Nuova Delhi.
Ore 08:07 - «In Italia scorte di armi esaurite» (complice il supporto all’Ucraina): il livello di sicurezza è «inadeguato»
(di Francesco Verderami) Sul mercato scarseggiano esplosivi e polvere da sparo, e il problema assume un rilievo di sicurezza nazionale. Perché le Forze Armate — come spiegano fonti accreditate della Difesa — soffrono di uno «scarso livello di munizionamento» che le mette in «seria difficoltà». Questa è una storia che parte da lontano. Nell’ultimo decennio in Italia, a fronte di un drastico calo della domanda, sono scomparsi i due terzi delle aziende produttrici. Le moderne tattiche di guerra avevano modificato le esigenze militari e per ragioni di costi si preferiva acquistare all’estero quanto serviva. Ma con l’invasione dell’Ucraina si è tornati ai conflitti novecenteschi, costringendo tutti i Paesi a una corsa affannosa per aumentare le riserve. (...)
Ore 08:27 - L’Ucraina abbatte su Kiev un proprio drone fuori controllo per evitare circostanze «indesiderabili»
L’aeronautica ucraina ha dichiarato di aver abbattuto un proprio drone sul quale aveva perso il controllo su Kiev giovedì, dopo che una serie di esplosioni ha scosso la capitale. Lo riferisce l’agenzia di stampa France Presse. Andriy Yermak, uno dei bracci destri del presidente ucraino, inizialmente aveva detto che un drone nemico era stato abbattuto, ma in seguito l’aeronautica militare ha precisato che era ucraino e che era stato distrutto per evitare «circostanze indesiderabili».
Ore 08:44 - Usa: «Contro l’Ucraina 145 attacchi di Mosca in pochi giorni, non distoglieremo lo sguardo»
«Dal 1 maggio, la Russia ha lanciato più di 145 attacchi aerei in tutta l’Ucraina. Ciò significa che la Russia ha lanciato più di un missile, un drone o una bomba ogni ora, 24 ore al giorno per quattro giorni consecutivi», ha affermato. Negli attacchi, ha detto, sarebbero stati uccisi o feriti oltre cento civili innocenti in tutto il Paese, tra cui almeno cinque bambini.
«Gli Stati Uniti non distoglieranno mai lo sguardo da ciò che sta accadendo in Ucraina e dai brutali attacchi della Russia alle infrastrutture civili», ha affermato Vedant Patel, viceportavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti in una conferenza stampa. Intanto, la direttrice dell’intelligence Avril Haines ha detto alla commissione per i servizi armati del Senato Usa che «è altamente improbabile che la Russia utilizzi armi nucleari durante la sua guerra contro l’Ucraina», riferisce Ukrinform citando la Reuters.
Ore 08:47 - Lo Stato Maggiore ucraino: «Nelle ultime 24 ore eliminati 620 militari russi»
Nelle ultime 24 ore, le forze ucraine hanno eliminato 620 militari russi. È quanto affermato dallo Stato maggiore di Kiev. Sono stati inoltre distrutti tre carri armati, otto veicoli corazzati da combattimenti, 16 sistemi di artiglieria, tre lanciarazzi multipli, 17 droni e 30 automobili e autocisterne.
Ore 08:53 - Russia, oggi Putin presiede il Consiglio di sicurezza: il Cremlino insiste nel dire che è routine
Putin oggi presiederà una riunione con i membri permanenti del Consiglio di sicurezza nazionale. Riunione ordinaria già in programma da tempo, ha insistito ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, presentando la questione dell’attacco con i droni al Cremlino solo come uno dei tanti all’ordine del giorno oggi. L’agenzia Tass ricorda che Putin si riunisce regolarmente, a cadenza settimanale, con il Consiglio di sicurezza nazionale e che l’ultima riunione risale al 21 aprile.
Sono membri permanenti del Consiglio, il Premier Mikhail Mishustin, la Presidente del Consiglio della Federazione, Valentina Matviyenko, il Presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, il Segretario del Consiglio di sicurezza, Nikolay Patrushev, il vice Segretario, Dmitry Medvedev, il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, il direttore dell’Fsb, Alexander Bortnikov, il capo di gabinetto del Cremlino, Anton Vaino, il ministro degli Interni Vladimir Kolokoltsev e il direttore dei Servizi esteri (Svr), Sergey Naryshkin.
Ore 08:55 - Russia: «L’attacco di un drone ha causato un incendio sul territorio della raffineria di Ilskij (Krasnodar)»
L’attacco di un drone ha causato un incendio sul territorio della raffineria di Ilskij, situata nella regione di Krasnodar. Lo ha riferito l’agenzia di stampa «Tass», citando i servizi di emergenza locali. «Un drone ha attaccato il territorio della raffineria di Ilskij, a seguito del quale e’ iniziato un incendio su un’area di 60 metri quadrati. Ad ora, le fiamme sono state circoscritte», ha detto un rappresentante dei servizi di emergenza. L’ufficio stampa del ministero delle Situazioni di emergenza ha confermato che l’incendio e’ stato domato e non ci sarebbero vittime o feriti.
Ore 08:58 - Bill Clinton: «Nel 2011 sapevo che l’attacco di Putin era solo questione di tempo»
«Vladimir Putin mi disse nel 2011 - tre anni prima di prendere la Crimea - di non sostenere l’accordo che avevo fatto con Boris Eltsin. “Non sono d’accordo - mi disse - E non lo sostengo. E non ne sono vincolato”. E sapevo da quel giorno in poi che era solo una questione di tempo». Lo scrive il Financial Times, citando l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, che afferma di aver realizzato nel 2011 che fosse «solo una questione di tempo» prima che Vladimir Putin si muovesse contro l’Ucraina dopo aver avuto parlato con il presidente russo a Davos, in Svizzera. Durante quell’incontro, afferma Clinton, Putin rifiutò un accordo mediato dagli Stati Uniti e concordato dal suo predecessore, Boris Eltsin, per rispettare il territorio dell’Ucraina in cambio della rinuncia di Kiev al suo arsenale nucleare dell’era sovietica.
Ore 09:10 - L’Ucraina abbatte due droni in arrivo dalla Russia
Le forze di invasione russe in Ucraina hanno diretto due droni nella regione di Dnipropetrovsk. Sono stati abbattuti dai militari del comando aereo “Est” ucraino. Lo ha annunciato il capo dell’amministrazione militare regionale, Serhiy Lysak. L’aeronautica delle forze armate ucraine ha affermato che nella notte del 5 maggio il nemico ha utilizzato due droni d’attacco Shahed-136/131 dalla direzione sud-est. Entrambi i droni sono stati distrutti nell’area di responsabilità dell’East Air Command. Lo Stato maggiore delle forze armate ucraine ha fatto notare che il 4 maggio la Russia ha lanciato un massiccio attacco sul territorio dell’Ucraina, utilizzando droni d’attacco iraniani Shahed: 18 su 24 sono stati distrutti da Combattenti ucraini, più uno da ricognizione.
Ore 09:36 - Borrell: «Non è il momento della diplomazia, ma degli aiuti militari»
«Purtroppo non è il momento delle sessioni diplomatiche, ma di sostenere militarmente la guerra» dell’Ucraina contro gli invasori russi. Lo dice l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, a Firenze durante lo State of the Union 2023. «Mi sento un diplomatico - aggiunge - ma anche come una sorta di ministro della Difesa dell’Ue. Non avrei mai pensato di passare così tanto tempo pensando a quante munizioni da artiglieria possiamo fornire» a Kiev.
Ore 09:49 - Droni sul Cremlino, Maduro esprime solidarietà a Putin
Nicolás Maduro, presidente del Venezuela, ha telefonato al suo omologo Vladimir Putin, esprimendogli sostegno e solidarietà dopo il caso dei droni esplosi sul Cremlino. «Ho avuto un contatto telefonico con il presidente Vladimir Putin per esprimere tutto il sostegno del popolo venezuelano di fronte all’attacco terroristico al Cremlino», ha detto attraverso i social il capo dello Stato venezuelano. Maduro ha poi affermato di aver parlato con Putin anche «dell’importanza di approfondire le relazioni di cooperazione bilaterale tra la Federazione Russa e la Repubblica Bolivariana del Venezuela». Subito dopo il caso dei droni, Maduro aveva già espresso la sua «condanna totale» del «tentato omicidio», presumibilmente commesso contro Putin, attraverso un comunicato rilasciato dal ministero degli Esteri venezuelano.
Ore 09:58 - Borrell: «La guerra ha unito l’Occidente, forse con Trump sarebbe stato diverso. Putin fermi il conflitto»
«La guerra ci ha uniti. Non c’è nulla che possa unire più di un nemico, di una minaccia. E la sensazione di dover affrontare una minaccia esistenziale ci ha unito più di qualsiasi discorso, di qualsiasi approccio teorico sulla necessità dell’integrazione», ha detto Borrell.
«Ma ha unito anche l’Occidente. Le relazioni transatlantiche non sono mai state cosi’ forti come oggi. Almeno con il Presidente Biden. Forse con il Presidente Trump le cose sarebbero state diverse», ha aggiunto. Di fronte alla guerra in Ucraina, l’Occidente e gli Stati transatlantici, Canada, Regno Unito, Stati Uniti, ed Europa, hanno dimostrato una notevole unita’. E credo che uno degli errori di Putin sia stato quello di pensare che gli europei non sarebbero stati uniti a causa della dipendenza energetica, ad esempio, che le opinioni pubbliche europee si sarebbero stancate di sostenere gli ucraini e che gli Stati Uniti e l’Europa si sarebbero scontrati su come dividere gli oneri della gestione. Non è così», ha concluso l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza.
«L’unico messaggio per Putin è che interrompa questa guerra, bisogna insistere con la Russia che si ritiri dall’Ucraina, ma non chiedete a me di smettere di sostenere l’Ucraina: la guerra non può finire con l’Ucraina che diventa una seconda Bielorussia. L’unica cosa che può essere definito piano di pace è quello dell’Ucraina, quello della Cina è un libro dei sogni ma la Cina ha un ruolo».
Ore 10:07 - Prigozhin contro Shoigu, Gerasimov e le “elite”: «Loro ingrassano, qui i ragazzi muoiono»
Evgheny Prigozhin ha recentemente pubblicato un nuovo attacco verbale contro i leader della difesa e dell’élite russa per la carneficina di Bakhmut. Mentre si trovava di fronte a un gruppo di cadaveri insanguinati, il capo dei mercenari della Wagner ha nominato esplicitamente il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, e il capo di stato maggiore, Valery Gerasimov, per le perdite subite e per la mancata consegna del 70% delle munizioni necessarie. Il video del discorso di Prigozhin è stato pubblicato sul canale Telegram della Wagner. Nel suo discorso, Prigozhin ha insultato i leader russi, definendoli “feccia” e accusandoli di essere troppo lontani dal fronte di guerra per capire le difficoltà che i soldati stanno affrontando. Ha anche affermato che se fossero state fornite le quote di munizioni richieste, ci sarebbero state meno morti tra i soldati. Prigozhin ha poi sottolineato che i soldati della Wagner sono volontari e che stanno morendo per il bene dell’élite russa, che vive in uffici lussuosi e non ha mai sperimentato la realtà della guerra. Il linguaggio usato da Prigozhin è stato estremamente volgare e offensivo.
Ore 10:10 - Lavrov: «Zelensky fa di tutto per perdere il rispetto degli altri Paesi»
Durante una conferenza stampa, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha dichiarato che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta cercando di isolare l’Ucraina dal resto del mondo. Lavrov ha fatto quest’affermazione in seguito all’attacco con i droni contro il Cremlino avvenuto questa settimana. Il ministro ha sottolineato che non è necessario aspettare altri attacchi o provocazioni perché, secondo lui, Zelensky e il suo team stanno già facendo di tutto per scoraggiare qualsiasi Paese a comunicare con l’Ucraina, sia attraverso i media che attraverso le loro azioni. Tuttavia, Lavrov ha anche affermato che la Russia resta sempre aperta a una soluzione diplomatica del conflitto.
Ore 10:23 - Lavrov: «Risponderemo con passi concreti ad attacco droni»
«L’attacco con i droni al Cremlino è un atto ostile, e la Russia risponderà con passi concreti»: lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov come riporta Interfax. Ha poi aggiunto che «i problemi in Ucraina non possono essere risolti con il `congelamento´ della linea di contatto nel Donbass; è una questione geopolitica».
Ore 10:37 - Prigozhin: «La Wagner si ritirerà da Bakhmut il 10 maggio»
Il 10 maggio, un giorno dopo l’anniversario della vittoria sul nazismo, la Wagner si ritirerà da Bakhmut, cedendo le sue posizioni all’esercito russo. Lo ha annunciato il capo della compagnia militare privata, Yevgeny Prigozhin, dopo aver denunciato in un video la carenza nella fornitura di munizioni da parte dei vertici militari.
Ore 10:52 - Cremlino: «Manterremo contatti con gli Usa se necessari»
La Russia continuerà a tenere contatti con gli Usa «se sono necessari per raggiungere gli obiettivi e garantire gli interessi» di Mosca. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che ieri aveva accusato Washington di essere dietro all’attacco con due droni sul palazzo presidenziale. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti.
Ore 11:22 - Kiev: «Restituiti all’Ucraina i corpi di 80 soldati»
Le autorità di Kiev hanno riferito che i corpi di 80 militari caduti sono stati restituiti all’Ucraina oggi. «Oggi è stato possibile riportare a casa i corpi di 80 difensori caduti. Il trasferimento dei corpi dai territori temporaneamente occupati dell’Ucraina è avvenuto con l’assistenza dell’Ufficio del Commissario per le persone scomparse del ministero della Reintegrazione in collaborazione con le forze dell’ordine», ha scritto il ministero ucraino della Reintegrazione dei territori occupati su Telegram, senza menzionare se vi sia stato uno scambio con la controparte russa. «Il trasferimento dei corpi dei caduti viene effettuato in conformità con le norme delle Convenzioni di Ginevra. I corpi dei nostri difensori saranno consegnati alle loro famiglie per una degna sepoltura», ha aggiunto.
Ore 12:04 - Vasto incendio in due magazzini con liquidi infiammabili a Ekaterinburg, in Russia
E’ divampato un incendio in due magazzini contenenti liquidi infiammabili e gomme a Ekaterinburg, nella regione russa di Sverdlovsk. Lo ha reso noto il dipartimento regionale del ministero delle Situazioni di emergenza russo. «Secondo le informazioni operative, l’area dell’incendio a Ekaterinburg ha raggiunto 2 mila metri quadri. Due magazzini che contengono liquidi infiammabili e gomme hanno preso fuoco», ha affermato l’organismo ministeriale.
Ore 12:10 - Prigozhin attacca i vertici dell’esercito russo e annuncia il ritiro della Wagner da Bakhmut il 10 maggio
(Marta Serafini, inviata a Kharkiv) Non c’è pace, nemmeno tra il capo della Wagner e i vertici dell’esercito russo. E prova ne é l’ultimo annuncio di Evgeny Prigozhin: il 10 maggio, un giorno dopo l’anniversario della vittoria sul nazismo, la Wagner si ritirerà da Bakhmut, cedendo le sue posizioni all’esercito russo. Prigozhin ha diffuso la dichiarazione poche ore dopo avere postato sui suoi canali Telegram un video in cui mostra decine di cadaveri di combattenti della Wagner stesi a terra e scaglia insulti pesanti contro il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo di Stato maggiore Valery Gerasimov, già al centro in passato dei suoi sfoghi. «Annuncio ufficialmente che i miei ragazzi non sopporteranno perdite a Bakhmut senza munizioni», dice. «Pertanto, dal 10 maggio, lasciamo la città. Ci mancano ancora solo due chilometri, ma se non volete dare ai russi una vittoria con la conquista di Bakhmut, questi sono problemi vostri».
Ore 12:26 - Kiev usa i Patriot e abbatte un missile ipersonico russo
L’Ucraina ha usato per la prima volta il sistema di missili statunitensi Patriot e ha abbattuto il missile balistico ipersonico russo Kynzhal: lo scrive il sito ucraino Defense Express, che ha ricevuto la foto del relitto. Nella notte del 4 maggio, oltre ai droni kamikaze Shahed nemici, c’erano missili «probabilmente balistici» nel cielo sopra Kiev, afferma il media ucraino. Secondo una foto di detriti caduti sullo stadio della capitale, il missile ha subito un danno da penetrazione, indicando che l’intercettazione è stata abbastanza efficace nel distruggere la testata mentre era ancora in aria.
Ore 12:29 - Attivista di Memorial arrestato all’aeroporto di Mosca
Il direttore del «Centro per la memoria storica» di Perm, Alexander Chernyshov, stamattina è stato fatto scendere dall’aereo sul quale si era imbarcato e arrestato all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca: lo riferiscono le testate Meduza e Novaya Gazeta Europa citando il canale Telegram di Memorial, l’ong per la difesa dei diritti umani che l’anno scorso ha ricevuto il Nobel per la Pace ma che le autorità russe hanno ordinato di sciogliere. I giornali presumono che l’arresto sia legato al caso della rimozione dell’archivio di Memorial a Perm, dove a marzo Chernyshov e altri attivisti dell’ong hanno subito perquisizioni che la polizia russa ha definito semplicemente «controlli».
Ore 12:48 - Ambasciatrice Usa all’Onu critica vicinanza Brasile a Russia
L’ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, ha criticato la vicinanza del Brasile alla Russia in merito alla proposta di pace difesa dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva per la guerra in Ucraina.
«Non stiamo dicendo che il Brasile non dovrebbe impegnarsi nella ricerca della pace, stiamo dicendo che questo sforzo deve tenere conto dell’Ucraina e non può essere un negoziato basato nel ricompensare la Russia per aver preso territori ucraini», ha affermato la diplomatica.
L’inviata del presidente Joe Biden è stata ricevuta ieri dall’ex ministro degli Esteri e attuale consigliere internazionale di Lula, Celso Amorim.
Thomas-Greenfield ha detto di aver «incoraggiato» la visita che Amorim dovrebbe compiere prossimamente in Ucraina, dopo essere stato ricevuto da Vladimir Putin a Mosca.
Lula è stato criticato dalla Casa Bianca dopo aver affermato che Russia e Ucraina sono ugualmente responsabili del conflitto iniziato nel febbraio 2022 con l’invasione delle truppe di Mosca. Il mese scorso, inoltre, Lula ha ricevuto a Brasilia il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.
Ore 13:04 - Borrell: «La Russia restituisca i bambini all’Ucraina»
«Altre prove che indicano i crimini russi nella guerra contro l’Ucraina. Il rapporto Osce del Meccanismo di Mosca attivato sul caso dei bambini ucraini deportati con la forza dimostra il disprezzo della Russia per i suoi obblighi internazionali». Così via Twitter l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell.
«La Russia deve porre fine a questa pratica illegale e restituire quei bambini all’Ucraina», aggiunte Borrell.
Ore 13:20 - Mosca accusa Kiev: «Preparavano un attentato a un dirigente della centrale nucleare di Zaporizhzhia»
Secondo i servizi segreti russi un gruppo di «sabotatori» mandato da Kiev «stava preparando un attacco terroristico» contro uno dei capi della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa che si trova nella parte di Ucraina occupata dalla Russia. Ria Novosti parla di «un’agente di reclutamento, Victoria Budnikova, nata nel 1974 e di una intermediaria, Yulia Tkachuk, nata nel 1969, che si trova in Finlandia, un paese recentemente entrato a far parte del blocco politico-militare della Nato.
«Un ordigno esplosivo pronto per l’uso è stato confiscato, così come armi leggere automatiche, munizioni ed esplosivi», ha aggiunto l’Fsb, secondo quanto riferisce l’agenzia russa Ria Novosti. Due cittadini ucraini «nati nel 1984 e nel 1979» sono stati trattenuti e «il dipartimento investigativo dell’Fsb della Russia per la regione di Zaporizhzhia ha avviato un procedimento penale».
Ore 13:36 - L’Ucraina intensifica i segnali di disturbo Gps in tutto il territorio russo
Per evitare incursioni nemiche, gli ucraini hanno intensificato in Russia le misure di disturbo dei segnali Gps. Già dallo scorso aprile, interferenze classificate come «decise» - vale a dire, quando almeno il dieci per cento degli aerei che sorvolano la zona ogni giorno segnalano stop alla ricezione dei segnali - erano state segnalate in almeno 15 regioni del Paese. All’inizio dell’anno, i segnali Gps risultavano disturbati solo intorno a Mosca e al fiume Volga. Entro metà aprile, le interferenze si erano estese fino a includere le regioni di Ivanovo, Yaroslav, Ryazan, Kaluga e Tver, che circondano Mosca. Ma ieri mattina, dopo l’attacco dei due droni al Cremlino, è stato raggiunto un picco, anche secondo quanto ha segnalato Yandex, la cui app per telefonini si basa sul segnale Gps.
Ore 13:46 - Kiev: «La Wagner non lascerà Bakhmut, Prigozhin vuole scaricare la responsabilità del fallimento»
Il portavoce dell’intelligence militare ucraina, citato dai media nazionali, sostiene che la Wagner non si ritirerà da Bakhmut e che le parole di Prigozhin serviranno solo ad autoassolversi dalla responsabilità del fallimento. «Prigozhin non ritirerà i wagneriani da Bakhmut. Queste dichiarazioni sono state fatte da Prigozhin in considerazione del fatto che non può mantenere la promessa di catturare Bakhmut prima del 9 maggio. Ecco perché ora sta cercando di dare la colpa a qualcuno, perché si è reso conto di non poter più mantenere la parola data», ha spiegato Chernyak indicando che sul terreno non è stato registrato nessun ritiro di truppe. Allo stesso tempo, Chernyak ha sottolineato che il gruppo Wagner ha certamente problemi di approvvigionamento di munizioni, «ma non importa quanto gli venga dato, non sarà sufficiente per loro. Cioè, più gliene vengono date, più ne hanno bisogno e più ne vogliono ricevere», ha osservato, «le parole di Prigozhin non rivelano fame di granate ma per l’intenzione di declinare la responsabilità per i fallimenti».
Ore 13:48 - Tajani: «Emergono grandi difficoltà nell’esercito russo, il caso Wagner ne è la prova»
«Io credo che stia emergendo una grande difficoltà nell’esercito russo, una difficoltà che si era vista fin dall’inizio, ma adesso lo scontro con la Wagner dimostra che ci sono delle crepe organizzative. Se le truppe al fronte non ricevono le munizioni è difficile combattere. Questo significa che la Russia può essere sconfitta. Noi ci auguriamo che che questa guerra finisca il prima possibile e possa avere una pace giusta». Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine di una convention di Forza Italia a Milano.
Ore 14:26 - L’ex viceministro della Difesa russo si unisce alla Wagner
L’ex vice ministro della Difesa russo Mikhail Mizintsev si sarebbe unito al gruppo mercenario Wagner come vice comandante. Lo riporta la Cnn riprendendo un blogger militare russo Alexander Simonov che ha pubblicato due video su Telegram che mostrano Mizintsev che indossa un’uniforme marchiata Wagner e apparentemente in giro nella città ucraina orientale di Bakhmut. Il ministero della Difesa russo ha annunciato domenica di aver sostituito Mizintsev, che era viceministro della difesa russo per la logistica. Il generale, soprannominato “il macellaio di Mariupol”, era nel ruolo dal settembre 2022.
Ore 14:28 - Kiev smentisce l’abbattimento di un missile ipersonico
Yuri Ignat, portavoce del comando dell’aeronautica delle forze armate ucraine, ha smentito le informazioni in merito al presunto abbattimento di un missile balistico su Kiev la notte del 4 maggio. «C’era una possibilità di utilizzo, ma non sono stati registrati missili balistici», ha detto il portavoce parlando a Suspilne. La smentita giunge dopo che oggi, il portale Defence Express aveva riferito del possibile abbattimento di un missile ipersonico Kh-47 Kinzhal sopra Kiev quella notte.
Ore 14:29 - Gruppo hacker pro-Mosca «colpisce il sito web del Senato francese»
Il sito web del Senato francese è andato offline a causa di un presunto attacco hacker rivendicato da un gruppo filo-russo. «L’accesso al sito è interrotto da questa mattina», ha fatto sapere la Camera alta del Parlamento di Parigi su Twitter poco prima di mezzogiorno, precisando che tecnici sono al lavoro per risolvere il problema. L’azione è stata rivendicata da un gruppo che si fa chiamare NoName su Telegram e che ha spiegato di aver agito perché «la Francia sta lavorando con l’Ucraina su un nuovo pacchetto di “aiuti” che potrebbe includere armi». Sempre gli stessi hacker a marzo avevano sostenuto di aver messo offline per diverse ore il sito web dell’Assemblea nazionale francese.
Ore 14:39 - Svezia: «Sostenere l’integrazione di Kiev nell’Ue»
«La guerra in Ucraina ha evidenziato che il processo di allargamento è lo strumento più efficace per creare stabilità e sicurezza in Europa. Dobbiamo fare il possibile per sostenere l’integrazione dell’Ucraina e della Moldavia. Abbiamo apprezzato le riforme di Kiev contro la corruzione, li stiamo aiutando a portare avanti anche le altre riforme oltre che a vincere la guerra». Lo ha affermato il ministro degli Esteri svedese, Tobias Billstrom, allo State of the Union a Firenze. In questo quadro la Svezia, che ha la presidenza di turno del semestre europeo, «ha lavorato anche all’allargamento ai Balcani occidentali».
Ore 15:25 - Prighozin: «Lo stato maggiore di Mosca ha causato migliaia di morti russi»
Lo stato maggiore russo è responsabile di «decine di migliaia di morti e feriti russi» in Ucraina. Questa la nuova accusa del capo del Gruppo Wagner Yevgeny Prighozin che, inveendo contro i vertici militari russi, ha annunciato che il 10 maggio la sua compagnia lascerà Bakhmut.
Ore 15:32 - Mosca annuncia l’evacuazione parziale di 18 centri nella regione di Zaporizhzhia
La Russia ha annunciato l’evacuazione «parziale» degli insediamenti occupati vicino alla linea del fronte nel sud dell’Ucraina. Il provvedimento di evacuazione, deciso da Mosca, interessa in un primo momento cittadini fragili, in particolare bambini, anziani, disabili e pazienti degli ospedali, di 18 insediamenti nella regione di Zaporizhzhia vicini al fronte. Lo ha precisato il governatore della porzione di regione occupata dai russi, Yevgeny Balitsky, ripreso dall’agenzia Interfax. La decisione, ha aggiunto Balitsky, è stata presa per «proteggere queste persone dal fuoco nemico». Secondo quanto riferito dall’agenzia Tass, l’operazione riguarderebbe circa 70 mila persone.
Ore 16:30 - Kherson si prepara al coprifuoco totale sotto le bombe russe
Dopo un’altra notte di bombardamenti e le sirene di questa mattina e del primo pomeriggio, i cittadini di Kherson fanno scorte di cibo e acqua in vista del coprifuoco totale che scatterà questa sera alle 20 e si concluderà la mattina di lunedì 8 maggio. Lo riferiscono i media ucraini.
Nei giorni scorsi il capo militare regionale Alexander Prokudin ha affermato che durante il coprifuoco la città sarà chiusa all’ingresso e all’uscita e «le restrizioni sono necessarie in modo che le forze ucraine possano svolgere il proprio lavoro e non mettere in pericolo i residenti», in vista della controffensiva. La città dell’Ucraina meridionale è stata per mesi sotto l’occupazione dell’esercito russo che si è ritirato sulla sponda est del fiume Dnipro a novembre.
Ore 16:34 - Kiev: «Distrutti i depositi di munizioni della Wagner a Bakhmut»
Le forze armate dell’Ucraina hanno distrutto i depositi delle munizioni della Wagner nei pressi di Bakhmut. Lo annuncia la viceministro della Difesa Anna Malyar su Telegram, ripresa da Ukrainska Pravda. «I nostri combattenti hanno distrutto i luoghi di deposito delle munizioni Wagner. Stiamo anche attirando tutte le forze per neutralizzare il nemico», annuncia.
Ore 16:42 - Kiev: «Putin non permetterà al gruppo Wagner di ritirarsi»
Le forze armate ucraine sono scettiche riguardo alla dichiarazione del leader del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, secondo cui i mercenari si ritireranno da Bakhmut il 10 maggio.
«Ai Wagner semplicemente non sarà permesso di lasciare la città, perché Prigozhin non decide nulla qui, tutte le azioni del Wagner sono comandate personalmente dal dittatore russo Vladimir Putin», ha detto Serhiy Cherevaty, portavoce del gruppo orientale delle forze armate dell’Ucraina, in un commento a Ukrainska Pravda. «Prigozhin mente anche sulla mancanza di proiettili», ha aggiunto, affermando che «i Wagner stanno subendo enormi perdite a causa delle azioni di successo delle forze di difesa ucraine» e i mercenari «hanno molte munizioni: solo nelle ultime 24 ore hanno colpito le posizioni delle truppe ucraine 520 volte. Ciò che manca davvero a Prigozhin e ai suoi sono le persone», perché «i prigionieri non vanno più al fronte».
Ore 16:57 - Mosca evacua anche Energodar, città della centrale nucleare di Zaporizhzhia
Tra le località che le autorità russe stanno evacuando nella regione ucraina sud-orientale di Zaporizhzia c’è anche la città di Energodar, dove si trova la centrale nucleare più grande d’Europa: lo ha specificato su Telegram Yevgeny Balitsky, governatore della parte di regione occupata dalla Federazione da marzo 2022 Yevgeny Balitsky in vista della controffensiva ucraina.
Lo scorso autunno, le autorità di occupazione russe hanno annunciato evacuazioni simili nella regione meridionale di Kherson, poco prima di un’offensiva che ha permesso all’esercito ucraino di riprendere la capitale della regione occupata dai russi.
Ore 17:26 - Il punto militare | La guerra del carburante in Ucraina: Kiev si prepara alla controffensiva colpendo depositi e raffinerie
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) È la guerra del «carburante», condotta dagli ucraini in modo sistematico: un’azione per ridurre le scorte a disposizione dell’Armata. Gli attacchi contro depositi e raffinerie sono diventati più frequenti. Sono coinvolti siti petroliferi vicini al confine, ma anche a maggiore distanza: gli ultimi episodi sono stati registrati negli oblast russi di Krasnodar e Rostov.
I grandi serbatoi sono stati colpiti con velivoli senza pilota, di solito quando è scesa l’oscurità. Enormi gli incendi marcati da colonne di fumo nero, la risposta frenetica dei pompieri per contenere le fiamme, le preoccupazioni delle autorità locali.
Ore 17:31 - Filorussi: «Gli ucraini ammassano truppe nella regione di Kharkiv»
L’Ucraina sta ammassando truppe nella regione nord-orientale di Kharkiv verso la linea del fronte con quelle russe e nel contempo sta facendo evacuare i civili dalla zona. Lo ha reso noto il capo dell’amministrazione filorussa provvisoria, Vitaly Ganchev, all’agenzia Tass. «Abbiamo sentito dai residenti locali che con le truppe ucraine vi sono molti mercenari stranieri», ha aggiunto Ganchev.
Ore 17:33 - Kiev ai cittadini di Nikopol ed Energodar: «Restate a casa nel weekend»
Il capo dell’amministrazione militare del distretto di Nikopol, Yevhen Yevtushenko, ha esortato i residenti del distretto di Nikopol e del territorio occupato di Energodar - città sulla riva opposta del Dnipro che ospita la centrale nucleare di Zaporizhzhia - a non uscire di casa durante il weekend. «Questo fine settimana vi chiedo di restare a casa e di non uscire se non strettamente necessario... Questo vale non solo per il distretto di Nikopol, ma anche per il territorio occupato sulla riva dell’Energodar», ha scritto su Telegram, chiedendo inoltre di non ignorare gli allarmi aerei e non avvicinarsi agli edifici amministrativi.
Ore 17:45 - Kiev: «Bombe su Sloviansk e Kramatorsk, danni a due fabbriche»
Le truppe russe hanno bombardato le città di Sloviansk e Kramatorsk, nella regione di Donetsk, danneggiando due fabbriche. Lo ha riferito su Facebook Pavlo Kyrylenko, capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk. «Sloviansk e Kramatorsk sono sotto tiro: il nemico sta colpendo le imprese industriali», dice il messaggio. «A Sloviansk, due missili S-300 hanno colpito l’edificio dello stabilimento Zeus Ceramics, a Kramatorsk l’edificio amministrativo dell’Nkmz è stato danneggiato. Secondo i dati preliminari, non ci sono state vittime. Ci sono danni ai locali, ma tutte le attrezzature di valore sono state portate via tempestivamente».
Ore 18:29 - Il consigliere di Lula in Ucraina la settimana prossima
Celso Amorim, ex ministro degli Esteri e attuale consigliere per la politica estera del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, si recherà in Ucraina la prossima settimana per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky, Secondo il portale della tv Globo News, il viaggio dovrebbe svolgersi dopo la cerimonia di incoronazione di domani di re Carlo III a Londra.
Ore 18:55 - Kadyrov: «Forze cecene pronte a sostituire la Wagner a Bakhmut»
Le forze speciali cecene Akhmat sono pronte a prendere il posto di quelle della Wagner a Bakhmut se il suo capo Yevgeny Prigozhin darà seguito all’annuncio di volersi ritirare dal 10 maggio. Lo ha detto il leader ceceno Ramzan Kadyrov sul suo canale Telegram. «I nostri combattenti sono pronti ad occupare la città», ha scritto Kadyrov, citato dall’agenzia Tass.
Ore 19:40 - Biden annuncia a sorpresa una conferenza stampa oggi, la notte in Italia
Joe Biden ha annunciato a sorpresa «un’importante conferenza stampa» per oggi pomeriggio, la notte in Italia. Parlando con i giornalisti al seguito alla Casa Bianca il presidente americano ha detto che risponderà a tutte le domande — dalla Russia all’intelligenza artificiale — in questo punto con la stampa che non era segnalato nell’agenda ufficiale.
Ore 19:57 - Sunak a Lula: «Pace impossibile se la Russia non si ritira»
La pace in Ucraina è «impossibile fino a quando le forze russe» resteranno nel Paese: lo ha detto il primo ministro britannico Rishi Sunak ricevendo oggi per un faccia a faccia il presidente brasiliano, Inácio Lula da Silva, ospite a Londra con numerosi altri leader del pianeta per la cerimonia d’incoronazione formale di domani nell’abbazia di Westminster di re Carlo III e della regina Camilla. Lo si legge in una nota di Downing Street, stando alla quale Sunak ha poi ribadito l’appello a «fare pressione sul presidente (Vladimir) Putin affinché ritiri le sue truppe» dal territorio ucraino.
Ore 20:12 - Ok del Consiglio Ue all’acquisto di munizioni per 1 miliardo
Via libera del Consiglio Ue alla misura di assistenza del valore di 1 miliardo di euro nell’ambito del Fondo europeo per la pace (Epf) che contribuirà ulteriormente a rafforzare le capacità e la resilienza dell’Ucraina per difendere la propria indipendenza, sovranità e integrità territoriale e proteggere la popolazione civile dall’aggressione militare russa in corso. La misura di assistenza finanzierà la fornitura alle Forze armate ucraine di proiettili di artiglieria calibro 155 mm e, se richiesto, di missili che saranno acquistati congiuntamente dagli Stati membri dell’Ue dall’industria europea della difesa. La misura sosterrà l’approvvigionamento congiunto di munizioni e missili da operatori economici stabiliti nell’Ue o in Norvegia e la produzione di tali munizioni e missili nell’Ue o in Norvegia.
Le catene di approvvigionamento di questi operatori possono includere operatori stabiliti o che producono al di fuori dell’Ue o della Norvegia. La misura riguarderà anche le consegne di munizioni e missili che hanno subito una fase importante della loro produzione nell’Ue o in Norvegia, che consiste nell’assemblaggio finale. La decisione riguarda il cosiddetto «track 2» dell’accordo del Consiglio del 20 marzo 2023 su un approccio a tre livelli volto ad accelerare la fornitura e l’approvvigionamento congiunto di munizioni d’artiglieria con l’obiettivo di fornire un milione di proiettili d’artiglieria all’Ucraina entro dodici mesi dall’accordo del Consiglio. Per essere ammessi al rimborso dell’Epf, i contratti o gli ordini di acquisto dovranno essere conclusi prima del 30 settembre 2023 nel contesto di un progetto esistente dell’Agenzia Europea per la Difesa o attraverso progetti complementari di acquisizione congiunta guidati da uno Stato membro.
Ore 20:39 - Kiev: 4 persone evacuate da Bakhmut, una donna uccisa dai russi
La polizia nazionale ucraina ha riferito che le autorità di Bakhmut hanno tentato di evacuare cinque persone dalla città, ma una di loro, una donna, è rimasta uccisa durante la fuga. L’anziana donna stava tentando di fuggire insieme al figlio a bordo di un mezzo ma è stata colpita a morte dai russi. Lo riporta il Kiev Independent.
Ore 23:36 - Entrato in vigore questa sera coprifuoco a Kherson
Il coprifuoco annunciato dalle autorità ucraine è iniziato a Kherson questa sera alle 20 (le 19 italiane) e durerà fino a lunedì alle 6 (le 5 italiane). «Durante queste 58 ore sarà vietato muoversi e sostare per le strade della città. Kherson sarà chiusa all'ingresso e all'uscita», ha annunciato il capo dell'amministrazione militare locale Oleksandr Prokudin su Telegram.
Ore 23:37 - Zelensky ringrazia i combattenti dell'Aeronautica
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato, nel corso del suo consueto videomessaggio serale, tutti quelli che stanno attualmente combattendo per l'Ucraina, e in particolare nell'ultima settimana i combattenti dell'aeronautica e tutte le unità che proteggono il cielo. Lo riporta Ukrinform.
Ore 00:03 - Grazie agli incontri a Helsinki e l’Aja rafforzato arsenale ucraino
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto soddisfatto del risultato del suo viaggio a Helsinki e l’Aja, grazie al quale ha ottenuto ulteriori aiuti militari. «Sono lieto di annunciare che, come risultato degli incontri a Helsinki e L’Aja, abbiamo ottenuto nuove armi per i nostri militari di terra, aria e mare», ha detto il leader ucraino nel suo consueto messaggio serale. Con questa missione, ha aggiunto, c’è stato «un significativo rafforzamento» del sostegno internazionale all’Ucraina e sono stati fatti progressi verso l’adesione di Kiev all’Ue e la Nato. Zelenski ha anche sottolineato l’importanza della visita al tribunale penale internazionale dell’Aja, affinché le autorità russe rendano conto dei crimini di guerra in ucraina.
Ore 00:12 - La first lady ucraina Olena Zelenska ospite a Buckingham Palace
La first lady ucraina, Olena Zelenska, ha incontrato questa sera a Buckingham Palace la principessa del Galles, Kate Middleton, e la first lady statunitense Jill Biden. Le tre donne erano tra gli ospiti di un ricevimento organizzato dal re Carlo II in vista dell’incoronazione di domani. «Sono stata onorata di parlare con la Principessa del Galles e con la First Lady degli Stati Uniti, Jill Biden, al ricevimento ufficiale per l’incoronazione Bodi Sua Maestà Carlo III», ha scritto Zelenska sul suo profilo Twitter, «È stato un vero piacere incontrare queste squisite signore dal cuore aperto e grandi amiche dell’Ucraina».
Ore 01:55 - Bombe al fosforo su Bakhmut. Kiev: «Il nemico vuole cancellare la città»
Le forze di occupazione russe hanno usato in serata bombe al fosforo e munizioni incendiarie nella città di Bakhmut, nell’oblast di Donetsk. Lo scrive la Pravda ucraina che mostra un video e cita il servizio stampa delle Forze per le operazioni speciali (SSO) dell’Ucraina. «Il nemico - afferma la Sso - ha usato munizioni al fosforo e incendiarie a Bakhmut, cercando di cancellare la città dalla faccia della Terra. Tuttavia, i soldati della Sso e di altre unità delle Forze di Difesa ucraine continuano a difendere coraggiosamente la città. E in queste condizioni, continuiamo a distruggere il nemico».
Estratto da tg24.sky.it il 5 maggio 2023.
Scoppia una colluttazione al vertice in Turchia dopo che un delegato russo strappa la bandiera ucraina durante un’intervista. Il video dell’incidente è stato pubblicato sui social ed è diventato subito virale.
Lo scontro è avvenuto al vertice dei paesi della Cooperazione economica del Mar Nero che si è tenuto ad Ankara. La capitale turca ha ospitato i rappresentanti di circa 12 paesi, tra i quali anche quelli di Kiev e Mosca.
Appena la delegazione ucraina ha esposto la bandiera gialla e blu è scoppiato un dibattito sfociato in un vero e proprio scontro. L’incidente è avvenuto al di fuori dell’aula del Congresso tra il deputato ucraino Oleksandr Marikovski che ha srotolato la sua bandiera nazionale dietro a un membro della delegazione russa, Olga Timofeeva, mentre veniva intervistata.
E’ a quel punto che un altro membro della delegazione russa, di nome Valery Stavitsky ha strappato la bandiera dalle mani del signor Marikovski. La reazione è stata immediata. Il video mostra i due uomini coinvolti in un alterco fisico. […]
Le notizie del 6 maggio sul conflitto in Ucraina. Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini, inviati, e Redazione Online su Il Corriere della sera il 6 Maggio 2023
Le notizie sulla guerra di sabato 6 maggio
• Prigozhin, annuncia il ritiro della Wagner da Bakhmut il 10 maggio. Kadyrov: «I ceceni pronti a sostituirla».
• Mosca evacua parti della regione di Zaporizhzhia. Kiev ai cittadini della zona: «Restate a casa nel weekend».
• Gli ucraini dichiarano di aver distrutto i depositi di munizioni della Wagner a Bakhmut.
• L’ex viceministro della Difesa russo Mikhail Mizintsev si è unito alla Wagner come vice comandante.
Ore 04:14 - La Russia usa bombe al fosforo e munizioni incendiarie su Bakhmut
Le forze di occupazione russe hanno usato in serata bombe al fosforo e munizioni incendiarie nella città di Bakhmut, nell’oblast di Donetsk. Lo scrive la Pravda ucraina che mostra un video e cita il servizio stampa delle Forze per le Operazioni Speciali (SSO) dell’Ucraina. «Il nemico - afferma la Sso - ha usato munizioni al fosforo e incendiarie a Bakhmut, cercando di cancellare la città dalla faccia della Terra. Tuttavia, i soldati della SSO e di altre unità delle Forze di Difesa ucraine continuano a difendere coraggiosamente la città. E in queste condizioni, continuiamo a distruggere il nemico». Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol, ha pubblicato il video e ha commentato sui social: «Bakhmut. Munizioni al fosforo. Miserabili bastardi. La stessa situazione fu a Mariupol. Quando non possono fare nulla, vengono sparate munizioni al fosforo».
Ore 04:17 - Più di 397 milioni di dollari il costo stimato per sminare l’Ucraina
Le risorse necessarie per lo sminamento dei territori dell’Ucraina per il 2023 ammontano a più di 397 milioni di dollari. Lo ha detto a Ukrinform il primo vice ministro della Difesa ucraino, Oleksandr Pavliuk. «Il costo stimato dell’intera gamma delle attività di sminamento umanitario - ha precisato - è di 37 miliardi di dollari. Il fabbisogno per il solo anno in corso è di oltre 397 milioni di dollari, secondo la Banca mondiale. Questo costo non è definitivo, l’importo può diminuire in modo significativo o aumentare», ha affermato Pavliuk. Le spese per lo sminamento sono al centro dello studio per il bilancio del prossimo anno, a partire dal budget necessario per creare ed equipaggiare nuove unità che rafforzeranno le capacità di sminamento del Ministero della Difesa.
Ore 04:25 - La first lady ucraina Olena Zelenska ospite a Buckingham Palace
La first lady ucraina, Olena Zelenska, ha incontrato ieri sera a Buckingham Palace la principessa del Galles, Kate Middleton, e la first lady statunitense Jill Biden. Le tre donne erano tra gli ospiti di un ricevimento organizzato dal re Carlo II in vista dell’incoronazione di oggi. «Sono stata onorata di parlare con la Principessa del Galles e con la First Lady degli Stati Uniti, Jill Biden, al ricevimento ufficiale per l’incoronazione di Sua Maestà Carlo III», ha scritto Zelenska sul suo profilo Twitter, «È stato un vero piacere incontrare queste squisite signore dal cuore aperto e grandi amiche dell’Ucraina».
Ore 06:41 - La priorità russa non è più Bakhmut, ma la controffensiva di Kiev
Il ministero della Difesa russo ha modificato la propria priorità sul campo di battaglia, spostando l’attenzione operativa dalla cattura di Bakhmut alla preparazione per affrontare una controffensiva ucraina. È quanto afferma il rapporto dell’American Institute for the Study of War (Isw) del 5 maggio. Secondo gli analisti, tale cambiamento ha messo i mercenari di «Wagner» in una posizione difficile e i video con minacce del leader Prigozhin «mostrano la sua disperazione e la sua rabbia profonda». «La persistenza di Wagner a Bakhmut - prosegue il rapporto - è in contrasto con un rallentamento generale delle operazioni offensive russe altrove in Ucraina, poiché l’esercito regolare russo sembra in gran parte spostare l’attenzione per prepararsi a una controffensiva ucraina tanto attesa. Al momento, non si sa se Prigozhin abbia davvero intenzione di ritirarsi da Bakhmut il 10 maggio, o se abbia fatto questa dichiarazione in un ultimo disperato tentativo di ottenere l’appoggio del ministero della Difesa».
Ore 07:58 - Kiev, nella notte abbattuti 4 droni kamikaze sul Dnipropetrovsk
La difesa antiaerea ucraina durante la notte ha abbattuto quattro droni kamikaze di fabbricazione iraniana «Shahed» nella regione di Dnipropetrovsk, che a est confina con quelle di Donetsk e Zaporizhzhia: lo scrive il sito dell’agenzia Ukrinform, citando l’account Telegram del governatore dell’Oblast, Serhyi Lysak.
Ore 09:58 - Kiev ci ripensa e conferma: abbattuto missile ipersonico
Dopo una iniziale smentita, il comandante dell’aeronautica delle forze armate ucraine Mykola Oleschuk ha confermato che un missile ipersonico Kinzhal è stato abbattuto sui cieli della capitale Kiev la notte del 4 maggio dal sistema antimissile statunitense Patriot. «Congratulazioni al popolo ucraino per un evento storico! Sì, abbiamo abbattuto il Kinzhal» con i «Patriot», ha scritto su Telegram. «Il missile Kh-47 è stato lanciato da un MiG-31K dal territorio della Russia», ha aggiunto. Ieri, il portale Defense Express aveva riferito dell’abbattimento del missile, ma il portavoce dell’aeronautica ucraina aveva poi smentito.
Ore 10:23 - Esplosioni in Crimea. Filorussi: attivata antiaerea
Questa mattina nella Crimea occupata si sono verificate diverse esplosioni. Lo riferiscono i media ucraini che citano i canali Telegram locali, nei quali sono stati pubblicati video girati presumibilmente da residenti della penisola che mostrano del fumo. Secondo quanto riferito, le esplosioni sono state udite dai residenti del distretto di Krasnogvardiysky della penisola occupata. Successivamente Oleg Kryuchkov, consigliere del governatore filorusso della Crimea, ha riferito che «la difesa aerea è stata attivata nel nord» e «non ci sono state vittime e danni».
Ore 10:44 - Gb: timori di attacchi dietro cancellazioni parate 9 maggio
Le preoccupazioni della leadership russa sulla sua vulnerabilità agli attacchi e le potenziali proteste pubbliche sulla guerra in Ucraina hanno contribuito alla decisione di annullare molte parate del Giorno della Vittoria del 9 maggio, citando problemi di sicurezza. Lo sostiene il ministero della Difesa britannico nel suo ultimo aggiornamento di intelligence. Il ministero ha affermato che sei regioni russe, la Crimea occupata e 21 città hanno annullato le loro parate che ricordano la vittoria dell’Unione Sovietica sulla Germania nazista. «La tempistica dell’attacco con drone al Cremlino pochi giorni prima del Giorno della Vittoria mostra la crescente vulnerabilità della Russia a tali attacchi e ha quasi certamente aumentato la percezione della minaccia della leadership russa rispetto agli eventi del Giorno della Vittoria. È probabile che anche le possibilità di proteste per la guerra in Ucraina abbiamo influenzato i calcoli della leadership russa», scrive il ministero su Twitter, aggiungendo che probabilmente la celebrazione del Giorno della Vittoria di Mosca si svolgerà ma su scala ridotta.
Ore 11:06 - Kiev: abbattuto missile russo grazie a sistema di difesa Patriot
Le unità di difesa aerea ucraine hanno abbattuto un missile Kinzhal russo grazie ad un sistema di difesa aerea Patriot. Lo ha reso noto l’aeronautica ucraina attraverso un messaggio su Telegram. «Abbiamo abbattuto un missile Kinzhal `impareggiabile´! È successo durante l’attacco notturno del 4 maggio nel cielo sopra la regione di Kiev. Il missile Kh-47 è stato lanciato da un Mig-31K», ha dichiarato il generale Mykola Oleshchuk, comandante dell’aeronautica militare delle forze armate ucraine.
Ore 11:32 - Kiev, tre feriti in un attacco russo su Nikopol
Le forze russe hanno bombardato Nikopol con razzi «Grad» e artiglieria. Lo ha riferito il capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, Serhii Lysak, aggiungendo che tre persone sono rimaste ferite. Secondo quanto riferito, quattro dozzine di proiettili sono stati sparati sulla città e una impresa industriale è stata colpita. «Tre lavoratori sono rimasti feriti. Sono uomini di 48, 50 e 58 anni», scrive Lysak.
Ore 12:25 - Lo scrittore russo Zakhar Prilepin ferito nell’esplosione di un’autobomba
Lo scrittore Zakhar Prilepin è stato ferito, e il suo autista è morto nell’esplosione di un’auto in cui si stavano recando a Nizhny Novgorod. Il canale Telegram Honest Detective scrive che l’esplosione è avvenuta mentre lo scrittore stava guidando per andare dai suoi parenti: il dispositivo era stato inserito sotto al fondo dell’auto.
Ore 13:20 - Mosca accusa Usa e Gb per attentato a blogger Prilepin
Secondo Mosca gli Usa e la Gran Bretagna hanno una «responsabilità diretta» nell’attentato compiuto oggi contro Zakhar Prilepin, uno dei più noti blogger e corrispondenti di guerra russi. Lo scrive su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. «Washington e la NATO hanno nutrito un’altra cellula terroristica internazionale, il regime di Kiev», ha scritto Zakharova. «Bin Laden, l’Isis, e adesso Zelensky con i suoi criminali, responsabilità diretta degli Usa e della Gran Bretagna», ha aggiunto la portavoce, per poi concludere: «Preghiamo per Zakhar».
Ore 13:35 - Prigozhin ringrazia Kadyrov per avvicendamento Bakhmut
Il capo della milizia Wagner, Yevgeni Prigozhin, ha ringraziato il leader ceceno Ramzan Kadyrov per l’offerta di avvicendamento delle sue truppe nella città ucraina di Bakhmut a partire da mercoledì 10 maggio. Il capo della Wagner aveva duramente criticato lo stato maggiore russo, lamentando eccessive perdite umane e carenza di risorse militari. Prigozhin ha reso noto via Telegram di avere già preso contatto con i comandanti ceceni, spiegando che «mancano poco più di due chilometri quadrati» per prendere Bakhmut, che sarà «certamente conquistata» dalle forze kadyrovite. Prigozhin ha anche espresso fiducia nell’erogazione di risorse necessarie da parte del Ministero della Difesa russo ai ceceni.
Ore 13:42 - Aperta indagine per terrorismo su attentato Prilepin
Le autorità russe hanno aperto ufficialmente una inchiesta per terrorismo sull’attentato a Zakhar Prilepin, avvenuto nei pressi di Nizhny Novgorod, che ha provocato la morte di un autista e il ferimento dello scrittore. Lo rende noto il comitato investigativo della Federazione russa. Il reato ipotizzato è all’articolo 205 del codice penale russo (attacco terroristico).
Ore 16:02 - Prilepin operato, incertezza sulle sue condizioni cliniche
I medici hanno deciso di operare Zakhar Prilepin. In un primo momento si pensava di trasferire via aerea lo scrittore a Mosca. Il paziente è sotto i ferri nell’ospedale regionale di Semashko e non c’è certezza circa le sue condizioni. In un primo momento definite gravi, poi non tali da mettere in pericolo la sua vita, con ferite limitate a «fratture minori», sono ora nuovamente valutate molto serie. Una incertezza che lascia propendere per questa ultima ipotesi.
Ore 16:03 - Prigozhin chiede all’esercito russo di poter cedere le proprie postazioni a Bakhmut alle truppe cecene di Kadyrov
Prigozhin (Wagner) ha chiesto oggi all’esercito russo il permesso di cedere le proprie postazioni nella città ucraina di Bakhmut alle truppe del leader ceceno Ramzan Kadyrov, in segno di protesta per la mancanza di munizioni. «Vi chiedo di emettere un ordine di battaglia sul trasferimento, entro la mezzanotte del 10 maggio, delle posizioni del gruppo Wagner alle unità del battaglione Akhmat nella località di Bakhmout e dintorni», ha scritto Prigozhin in una lettera del suo servizio stampa indirizzata al ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu.
Ore 16:18 - Medvedev: «Il vile attacco nazista a Prilepin non resterà impunito»
«Una performance cinica e un vile attacco condotto da estremisti nazisti». Così il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha definito l’attentato contro lo scrittore Zachar Prilepin in un telegramma a lui inviato, assicurando che «non resterà impunito».
Ore 16:09 - Mosca: «Abbattuto un missile balistico ucraino sulla Crimea»
Un missile balistico ucraino Grom-2 è stato abbattuto in Crimea. Lo riferiscono le agenzie russe citando il capo della penisola annessa alla Russia, Serghei Aksyonov
Ore 16:25 - Zelensky rende omaggio al coraggio e alla forza della fanteria ucraina
«Oggi l’Ucraina celebra il coraggio e la forza dei soldati di fanteria che danno al nostro Paese il risultato più significativo: l’indomabilità della nostra difesa», il presidente Zelensky rende omaggio su Telegram al coraggio e alla forza dei soldati di fanteria.
«È un grande onore oggi congratularmi con voi per la Giornata della fanteria, è un onore per me ogni giorno rappresentare nelle relazioni con il mondo, in particolare, i nostri soldati, come i nostri fanti: esemplare coraggio ucraino, esemplare resilienza ucraina. Lo stato è forte, perché combattete con dignità - conclude il presidente ucraino - insieme a tutte le forze di difesa e sicurezza ucraine! Vi ringrazio per questo!»
Ore 18:16 - L’impegno del Donbass, la svolta su Putin, i molti lavori: chi è Prilepin, lo scrittore russo ferito in un attentato
(di Fabrizio Dragosei) Si vantava di aver ammazzato più ucraini di chiunque altro: ora è in ospedale, colpito mentre tornava nel Lugansk. Era stato eletto in parlamento, ma ha rinunciato per tornare al fronte.
Già anni fa, durante la «sporca guerra» tra gli indipendentisti filorussi e le truppe di Kiev, lui si vantava di aver ammazzato più ucraini di chiunque altro con il suo battaglione. Zakhar Prilepin, in ospedale per le ferite riportate nell’attentato subito nella regione di Nizhnij Novgorod, stava tornando dalla cosiddetta repubblica autonoma di Lugansk, dove era arrivato a gennaio per unirsi nuovamente ai combattenti impegnati nell’Operazione militare speciale di Vladimir Putin. (...)
Ore 18:21 - Russia: l’uomo arrestato in seguito all’attentato a Prilepin avrebbe «confessato» di lavorare per Kiev
Come riportato dalle agenzie russe, il comitato investigativo russo ha fatto sapere che l’uomo fermato in relazione all’attentato contro lo scrittore nazionalista Zakhar Prilepin, si chaima Aleksandr Permyakov e avrebbe confessato di aver «agito su ordine dei servizi segreti ucraini».
«Sulla strada lungo il percorso dell’auto di Prilepin», si legge nella ricostruzione del Comitato investigativo russo dopo l’interrogatorio, «Permyakov ha piazzato un ordigno esplosivo che ha azionato a distanza. Successivamente è fuggito dalla scena, ma è stato arrestato dalle forze dell’ordine quando è uscito dal bosco in un’altra zona abitata».
Ore 19:05 - Russia: un uomo si fa esplodere per non consegnarsi alla polizia
Secondo quanto riferiscono le agenzie russe, un uomo si sarebbe fatto esplodere per evitare di essere arrestato dalla polizia. L’episodio sarebbe avvenuto nel territorio del Krasnodar, regione della Russia meridionale a cavallo tra il Mar Nero e il Mare d’Azov.
Questa mattina gli agenti della polizia stradale di Yeysk hanno fermato una «Niva» (un piccolo fuoristrada) ma l’autista si era rifiutato di mostrare i documenti, si era chiuso in macchina e aveva minacciato di farsi saltare in aria. Sul posto è allora intervenuta una squadra di «Spetsnaz», le forze speciali, ma l’uomo si è davvero fatto esplodere all’interno della sua vettura. Alcuni agenti hanno subito ferite leggere.
Ore 19:09 - Media russi: Prilepin in coma farmacologico
Secondo fonti non identificate riportate dal quotidiano russo Izvestia, i dottori hanno concluso l’operazione sullo scrittore nazionalista russo Zakhar Prilepin, che è stato vittima di un attacco in cui la sua auto è esplosa. Prilepin sarebbe in coma farmacologico, ma in condizioni stabili.
«L’operazione ha avuto successo, dopo l’operazione Zakhar è tornato in sé, ora è in coma farmacologico per riprendersi più velocemente», ha detto il governatore della regione di Nizhny Novgorod Gleb Nikitin sul suo canale Telegram, come riporta Ria Novosti.
Ore 19:21 - L’Ucraina accusa la Russia di aver attaccato Bakhmut con armi al fosforo
Secondo quanto riportato dalla Bbc, la Russia sarebbe accusata di aver attaccato la città di Bakhmut con armi incendiarie al fosforo. L’esercito ucraino ha diffuso filmati con droni che sembravano mostrare Bakhmut in fiamme, mentre il fosforo bianco si riversava sulla città. «Le armi al fosforo bianco non sono vietate, ma il loro utilizzo in aree civili è considerato un crimine di guerra», scrive la Bbc. «Innescano incendi a rapida diffusione che sono molto difficili da spegnere. La Russia è stata accusata di usarle in passato». La Russia ha cercato per mesi di conquistare Bakhmut, malgrado il suo discutibile valore strategico. Funzionari occidentali hanno stimato che migliaia di soldati di Mosca siano morti nell’assalto. Su Twitter, il ministero della Difesa ucraino ha affermato che l’attacco aveva preso di mira «aree non occupate di Bakhmut con munizioni incendiarie».
Ore 19:28 - Ucraina: la Russia libera 45 militari impegnati nella difesa dell’Azovstal
La Russia ha liberato 45 combattenti che erano stati impegnati nella battaglia dell’acciaieria Azovstal di Mariupol. Lo ha annunciato Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «Stiamo riportando indietro 45 dei nostri. Si tratta di 42 uomini e 3 donne, difensori dell’Azovstal. Sono tutti guardie nazionali dell’unità creata 9 anni fa», ha riferito Yermak su Twitter. «La nostra gente è il nostro valore più grande», ha proseguito, «gloria agli eroi ucraini! Siamo felici di vedervi tutti a casa!». E Zelensky assicura: «Porteremo a casa tutti i prigionieri».
Ore 19:34 - L’Ucraina rilascia 3 piloti russi
Il ministero russo della Difesa ha riferito su Telegram che tre piloti russi sono stati liberati dalla prigionia in Ucraina. Il ministero ha dichiarato che i piloti, che erano in pericolo di vita in prigionia, sono stati restituiti attraverso un processo negoziale complesso dal territorio controllato dal regime di Kiev. Si aggiunge che gli aerei da trasporto militari li porteranno a Mosca per cure e riabilitazione. La notizia arriva poco dopo che il capo dell’ufficio del presidente ucraino Zelensky, Andriy Yermak, ha annunciato la liberazione di 45 combattenti che erano stati detenuti in Russia dopo la battaglia dell’acciaieria Azovstal di Mariupol. In passato, Kiev e Mosca hanno concordato diversi scambi di prigionieri.
Ore 19:42 - Zelensky: «Tutta l’Ucraina si affida all’aiuto degli Usa»
Tutta l’Ucraina «fa affidamento sul sostegno degli Stati Uniti». Lo ha sottolineato su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha incontrato una delegazione dello stato americano dello Utah. «Ho incontrato una delegazione dello stato americano dello Utah guidata dal presidente del Senato dello stato, Stuart Adams, che comprendeva anche rappresentanti di imprese e organizzazioni di beneficenza», ha scritto Zelensky, «Simili visite rappresentano segnali di sostegno al nostro Paese non solo a livello nazionale, ma anche a livello regionale. Vorrei ringraziarvi a nome del popolo ucraino, perché la nostra società, tutti sentiamo e facciamo affidamento sul vostro sostegno - il sostegno degli Stati Uniti», ha aggiunto il presidente ucraino. «Fin dall’inizio della guerra su vasta scala, fin dall’inizio dell’aggressione della Russia».
Ore 19:53 - Sei sminatori ucraini uccisi dal fuoco russo
Sei sminatori ucraini sono stati uccisi dal fuoco russo nel sud dell’Ucraina. Lo hanno reso noto funzionari di Kiev. “Sei dei nostri specialisti sono stati uccisi”, ha detto il servizio di soccorso di emergenza del Paese, aggiungendo che sono stati “vittime di colpi mentre svolgevano operazioni di sminamento nella regione di Kherson”.
Ore 20:01 - Mosca accusa: «Usa e Ucraina responsabili dell’attentato a Prilepin»
«La responsabilità dell’attentato terroristico contro Zakhar Prilepin non è solo delle autorità ucraine, ma ricade anche sui loro protettore occidentali, principalmente gli Stati Uniti». Lo ha denunciato in una nota il ministero degli Esteri russo. «È ovvio che si tratta di un altro atto terroristico organizzato e realizzato dal regime di Kiev, dietro il quale ci sono i suoi curatori occidentali», si legge nella nota diffusa dalle agenzie russe. L’attacco, prosegue Mosca, «è l’ennesima manifestazione di quell’approccio sistematico all’eliminazione degli oppositori ideologici, che grazie agli sofrzi di Washingotn, si è attivamente radicato in Ucraina fin dal 2014, diventando il principale riflesso del regime di Kiev».
Ore 22:03 - Kadyrov chiede formalmente a Putin il dispiegamento dei ceceni a Bakhmut
Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, ha pubblicato su Telegram la lettera con cui chiede ufficialmente a Putin di autorizzare il dispiegamento di combattenti della sua unità “Akhmat” nelle postazioni occupate dai mercenari della Wagner a Bakhmut. È stato lo stesso capo della Wagner Prigozhin ad avvertire che i suoi uomini si ritireranno il 10 maggio da Bakhmut per le troppe perdite subite, in mancanza di munizioni che non arrivano da Mosca.
Ore 03:20 - «Tre attacchi aerei su Mykolaiv»
Nella notte tra sabato e domenica tre attacchi aerei russi si sono verificati nei pressi della città di Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina. Lo ha riferito - secondo i media locali - il capo dell’amministrazione regionale di Mykolayiv, Vitaliy Kim, precisando che non ci sono state chiamate di emergenza ai vigili del fuoco e alla polizia. «O le difese aeree hanno funzionato o gli attacchi non hanno causato vittime» ha aggiunto.
Estratto dell’articolo di Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera” il 7 marzo 2023
Li vanno a prendere uno per uno, quasi che ci fosse una lista di bersagli e una finestra d’opportunità. Zakhar Prilepin, scrittore-combattente, è il terzo a essere stato preso di mira dopo la figlia di Dugin e il blogger Vladlen Tatarsky. Nazionalisti accesi, sostenitori di una lotta senza quartiere. Hanno impugnato la spada, sono stati colpiti dalla spada. Il militante infatti era stato definito dagli ucraini fin dal 2018 «una minaccia terroristica».
Kiev, ieri, ha usato la formula «non confermiamo non smentiamo» un eventuale ruolo, però non ha mai negato di essere pronta ad agire in Russia e «sempre di più in profondità», come aveva promesso il capo della sua intelligence Budanov nell’aprile di un anno fa. Una strategia portata avanti con sabotaggi, incursioni, eliminazioni. […] La dimostrazione di poter penetrare qualsiasi cerchio di sicurezza, dalla Crimea a Mosca.
Questo non vuol dire che ogni «incidente» o agguato sia opera degli ucraini e non esclude neppure le provocazioni, sospettate da alcuni per i misteriosi droni sul tetto del Cremlino. […] In questi mesi i servizi ucraini hanno dispiegato un apparato dalle molte dimensioni, hanno copiato gli israeliani e i loro nemici, i russi. […] hanno optato per i droni, i commandos hanno piazzato ordigni, un camion pieno di esplosivo ha danneggiato il ponte di Kerch, i sicari hanno liquidato collaborazionisti nelle città occupate […]
Elaborate le trame per arrivare al target, affidandosi […] a donne, a probabili complicità, a giri volutamente tortuosi per mascherare le «impronte» […] Un fronte dove c’è spazio per «partigiani» russi, eventuali gruppi di resistenza. Nel caso di Prilepin c’è stata un’assunzione di responsabilità da parte di Atesh, movimento dei tatari di Crimea. Possono essere coinvolti, ma anche la coperta dietro cui si cela altro.
Le azioni vanno pesate perché provocano fibrillazioni lontane. Alle spalle dell’Ucraina c’è una grande coalizione che non sempre è in sintonia con le scelte di Zelensky, specie se prende troppi rischi e porta la sfida nel cortile di Putin. Il presidente ne è consapevole, così come Budanov, e infatti non dicono tutto agli americani. O sostengono di non dirlo, e gli alleati giurano di non saperlo. […]
Kiev anticipa l’eventuale offensiva con le operazioni parallele, è consapevole delle ripercussioni interne alla Russia, spera di inasprire le liti tra i gerarchi e i generali, punisce o fa punire i personaggi estremisti, alimenta la paranoia del regime e dei suoi cantori. Ogni volta che uno di loro sta per avviare l’accensione deve pensarci due volte. È un duello estenuante, dove ora è possibile la risposta dell’invasore.
Estratto dell’articolo di Luigi Guelpa per ilgiornale.it il 7 marzo 2023
«Gerasimov ha sulla coscienza la morte di centinaia di soldati russi. Prima o poi dovrà rendere conto dei suoi fallimenti». Era lo scorso ottobre quando lo scrittore ed ex deputato nazionalista Zakhar Prilepin, 47enne veterano del Donbass, manifestava tutto il proprio disappunto verso la catena di comando dell'esercito russo, in un'intervista concessa al quotidiano Prospekt. Ieri Prilepin è stato vittima di un attentato. […] Prilepin […] è vicinissimo alle posizioni del capo della Wagner Prigozhin, così come a quelle del leader ceceno Kadyrov […]
Mentre Mosca accusa Usa e Gran Bretagna di aver cercato di assassinare Prilepin in collaborazione del sedicente gruppo terroristico di partigiani russo-ucraini Atesh, lo scrittore è il terzo sostenitore della Wagner, dopo il blogger Vladlen Tatarsky e la giornalista Daria Dugina, a rimanere coinvolto in un attentato. […]
Prigozhin insomma sembra avere il tocco della medusa: chi gli si avvicina troppo, […] rischia di perdere la vita. Da ieri però il proprietario della milizia privata ha deciso […] di defilarsi dall'assalto nel cuore dell'Ucraina. […]
Prigozhin sostiene di essere stato «tradito da Mosca» e ha insultato l'esercito russo per l'incapacità di fornire munizioni. Le sue accuse sono rivolte al capo di stato maggiore delle forze armate Gerasimov e al ministro della Difesa Shoigu. […]
Kiev ritiene che dietro l'atto sovversivo ci sia la firma di Putin, […] Sul caso l'autorità giudiziaria russa ha aperto una inchiesta per terrorismo. Sotto la vettura in cui viaggiava Prilepin è stato sistemato un ordigno esplosivo di oltre 2 chili, collocato da Oleksandr Permyakov, un trentenne con precedenti penali, fermato nel pomeriggio. Il detenuto dice di aver agito su istruzioni degli 007 ucraini, ma Kiev nega ogni coinvolgimento.
Estratto dell’articolo di Fabrizio Dragosei per il “Corriere della Sera” il 7 marzo 2023
Già anni fa, durante la «sporca guerra» tra gli indipendentisti filorussi e le truppe di Kiev, si vantava di aver ammazzato più ucraini di chiunque altro con il suo battaglione. Zakhar Prilepin stava tornando dalla […] Operazione militare speciale di Vladimir Putin che lo scrittore chiama da anni «imperatore Putin».
Questo perché secondo le strampalate teorie che il quasi cinquantenne Prilepin va sostenendo dal 2014, «la Russia ha diritto all’espansione… tutta l’Ucraina deve essere parte della Russia». Un’applicazione di quel concetto di Malorossya o Grande Russia che proprio lui ha lanciato per primo e che tanto è poi piaciuto a sostenitori del Cremlino. […] prima Prilepin era un’altra cosa e addirittura organizzava manifestazioni contro il Cremlino.
Era un seguace di Eduard Limonov e membro del suo partito Nazional-bolscevico. Lo imitava in tante cose e ammirava quella sua aria da «intellettuale maledetto», […] Dopo l’università, Prilepin aveva fatto lavori di tutti i tipi. Operaio, guardiano notturno, fino ad arruolarsi negli Omon, i reparti di polizia antisommossa. Dal 1996 al 1999 aveva servito in Cecenia. […]
Tornato in Russia, aveva iniziato a lavorare come giornalista, a scrivere racconti e un romanzo. «Non si può liquidare Prilepin come un propagandista, come Dugina o Tatarsky. Lui è anche un grande scrittore», ha affermato ieri Daniela Di Sora, fondatrice di Voland, la casa editrice che ha pubblicato in Italia «Patologie», «Sankia», «Il Peccato» e «Il monastero». Un suo lavoro, da molti bollato come antisemita, era intitolato «Una lettera al compagno Stalin», critica alla società liberale russa.
Poi la rottura con Limonov, la fondazione di un movimento chiamato «Per la verità» che avrebbe dovuto diventare un partito politico da far correre alle elezioni del 2021. Invece alla fine Prilepin si era avvicinato a Vladislav Surkov, ex vicepremier e ideologo del Cremlino […]. E il movimento di Prilepin era confluito in Russia Giusta, uno dei partiti creati a tavolino per dare l’impressione che in Russia esista una qualche opposizione (in questo caso moderatamente di sinistra). Di recente è tornato a combattere. È incluso nella prima lista delle persone sanzionate dall’Ue.
L’ombra del terrorismo. Ernesto Ferrante su L'Identità il 7 Maggio 2023
L’ombra scura del terrorismo si allunga sulla tradizionale parata prevista per la “Giornata della vittoria” del 9 maggio. Lo scrittore russo Zakhar Prilepin è stato ferito ieri in un attentato nella regione di Nizhny Novgorod. Secondo il sito russo Rbc, Prilepin era a bordo di una Audi Q7. Stava rientrando a Mosca dai territori delle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, quando si è fermato per pranzare. Gli attentatori avrebbero seguito la sua auto, collocando la bomba sotto il cofano mentre Prilepin era lontano. Le sue condizioni sarebbero gravi. L’autista è rimasto ucciso. L’ordigno improvvisato usato per eliminarlo conteneva circa due chili di esplosivo. E’ stato comandato a distanza. Lo ha rivelato la Tass, citando l’esito delle indagini preliminari. Sui social sono state pubblicate le immagini del cratere profondo 1,5 metri causato dall’esplosione.
L’intellettuale, sostenitore dell’operazione militare speciale in Ucraina, in passato ha combattuto in Cecenia nei ranghi dell’Omon, l’unità antiterrorismo della polizia russa. A gennaio si era arruolato nella Guardia Nazionale. A renderlo noto era stato il suo ufficio stampa, secondo cui era già sul campo “per svolgere missioni di combattimento”. Nel suo curriculum figura anche un ruolo da consigliere della Repubblica di Donetsk.
La sua è una figura complessa, non collocabile tout court tra le schiere “putiniane”. Ha lavorato con Anna Politkovkaya a Literateraturnaya Gazeta, manifestato con Aleksei Navalny e scritto romanzi di successo.
Un sospetto è stato arrestato. A riferirlo è stato il ministero dell’Interno russo, citato dai media nazionali, senza fornire ulteriori dettagli.
“Nella regione di Nizhny Novgorod, la polizia ha arrestato un uomo che potrebbe essere coinvolto nell’esplosione dell’auto in cui si trovava Zakhar Prilepin – ha detto Irina Volk, rappresentante del ministero dell’Interno – Il sospetto, secondo i testimoni, era stato visto nella zona del villaggio di Pionerski”.
Il soggetto fermato era già stato condannato in precedenza. E’ nato nel 1993. Le forze dell’ordine sono impegnate nella ricerca di eventuali complici.
Prilepin è stato vittima di “un attacco terroristico”. Non ha dubbi il Comitato investigativo russo. E’ stato avviato “un procedimento penale ai sensi dell’articolo 205 del Codice penale della Federazione Russa ”. L’azione, rivendicata dal gruppo Atesh, movimento di partigiani della Crimea che riunisce ucraini, tatari e russi, è avvenuta poco più di un mese dopo l’uccisione in un caffè di San Pietroburgo del celebre blogger militare russo Vladlen Tatasky. Ad agosto, invece, era rimasta uccisa nell’esplosione della sua auto poco fuori la capitale, Daria Dugina, figlia dell’ideologo nazionalista Alexander Dugin, considerato il vero obiettivo dell’attacco.
La Russia ha puntato il dito contro il “regime di Kiev” e contro Stati Uniti e Gran Bretagna. “Washington e la Nato hanno alimentato un’altra cellula terroristica internazionale: il regime di Kiev. Bin Laden, Isis, ora Zelensky con i delinquenti. La diretta responsabilità di Stati Uniti e Gran Bretagna. Preghiamo per Zachar”, ha attaccato su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
“Una performance cinica e un vile attacco condotto da estremisti nazisti”. Così il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha definito l’accaduto in un telegramma a lui inviato, assicurando che “non resterà impunito”.
Sul fronte di guerra si è registrata una novità non da poco. Il comandante delle forze dell’aeronautica ucraina, Mykola Oleshchuk, ha fatto sapere di aver abbattuto un missile ipersonico Kinzhal sulla sua capitale usando il nuovo sistema di difesa Patriot ricevuto dagli Stati Uniti.
“Abbiamo abbattuto il Kinzhal, è successo nella notte del 4 maggio nei cieli della regione di Kiev”, ha spiegato Oleshchuk, precisando che il missile Kh-47era stato lanciato da un MiG-31K ed abbattuto da un Patriot.
Gli ucraini hanno accusato i soldati russi di utilizzare “munizioni al fosforo ed incendiarie a Bakhmut, nel tentativo di cancellare la città dalla faccia della terra”. “Comunque i militari delle forze speciali e le altre unità della forza dei difesa continuano a difendere coraggiosamente la città”, ha denunciato l’ufficio stampa delle Forze Speciali di Zelensky.
I combattenti della compagnia militare privata russa Wagner consegneranno le loro posizioni a Bakhmut alle truppe russe il 10 maggio per preservare il personale e riposare nelle retrovie, ha dichiarato il suo fondatore Yevgeny Prigozhin in un video. “Chiedo al capo dello Stato Maggiore di firmare un ordine di combattimento per la PMC Wagner, affinché consegni le posizioni nell’insediamento di Bakhmut alle truppe del Ministero della Difesa”, ha continuato Prigozhin.
Nel frattempo, i suoi uomini hanno condotto un potente assalto in tutte le direzioni. Gli sforzi principali sono volti a tagliare le “linee di rifornimento”. Attacchi a Khromovo e Ivanovskoye. Il nemico continua a ritirarsi sulle ultime linee di difesa, subendo perdite ingenti, quantificate in 400-600 unità al giorno.
Dietro la rabbia sul volto di Prigozhin ci sono fallimento e paura. Cristina Brasi su Panorama il 6 Maggio 2023.
L'analisi della nostra profiler del discorso con cui il leader del Gruppo Wagner attacca il Cremlino e annuncia la ritirata da Bakhmut
Come un fulmine a ciel sereno è arrivato l’annuncio da parte del fondatore dell’organizzazione paramilitare di Mosca Yevgeny Prigozhin del ritiro del gruppo Wagner da Bakhmut. Nelle precedenti settimane aveva invitato Mosca a porre «coraggiosamente fine alla guerra» attraverso qualche operazione militare «avendo ormai raggiunto i propri obiettivi». Sorprendente quindi l’annuncio del ritiro delle truppe di mercenari da Bakhmut entro il 10 maggio 2023 anche se tempo Prigozhin accusa i vertici militari di non aver fornito sufficienti mezzi militari per la guerra in Ucraina. Ma cosa c’è dietro alle sue parole? Nel video notturno si rileverebbe in Prigozhin un uomo non interessato alla perdita di vite umane, come dichiarato verbalmente, ma avvinto nel tentativo di salvarsi. I soldati morti rappresenterebbero per lui la sconfitta che gli starebbe costando la vita. L’utilizzo dell’indice come puntatore, così come lo sporgersi in avanti con il busto accentuando il contenuto verbale collerico, sarebbero una messinscena finalizzata a trovare una via d’uscita relativamente alla propria situazione personale, un tentativo di mostrarsi minaccioso e intimidatorio. Si evidenzierebbe a tal proposito come, le microespressioni di rabbia, siano inizialmente più presenti e accese, ma come esse vadano man mano a scemare lasciando sempre più spazio al terrore di Prigozhin rispetto alla sua sicurezza. Le microespressioni di disprezzo rilevate ogni qualvolta fa riferimento ai cadaveri mostrerebbero non solo come questi non abbiano per lui il minimo peso, ma come abbiano l’unica funzione di rappresentargli il proprio fallimento sul campo, la cui conseguenza potrebbe essere rappresentata dalla perdita della propria vita. Prigozhin sarebbe una persona da sempre concentrata sull’acquisizione di potere e status e il cui sviluppo personale sarebbe stato caratterizzato da un’equiparazione tra beni materiali e relazioni interpersonali. Per mezzo dell’alienazione emotiva, il processo di identificazione, inteso come quel processo psichico mediante cui il soggetto acquista una qualità, un tratto, una funzione appartenente a un’altra persona rendendoli propri e fornendo degli elementi su cui si costruire la propria identità personale, avrebbe fatto sì che Prigozhin si identificasse solo con ciò che possedeva. Avrebbe così sviluppato una mente transazionale, ossia un modello basato sulla misura in termini di valore per sé stesso, senza considerare l’impatto delle proprie azioni sugli altri. Questa eccessiva focalizzazione gli avrebbe creato un senso di vanità e di presunzione facendogli sviluppare l’illusione di essere completamente indipendente e autosufficiente. La conseguenza sarebbe stata quella della perdita del contatto con la realtà, ignorando l’interconnessione e l’interdipendenza con le altre persone. Tali elementi sono quelli che gli avrebbero consentito di strumentalizzare le spoglie per i propri fini. La capacità di rapportarsi agli altri sarebbe solo di natura superficiale e Prigozhin mostrerebbe assenza di sentimenti, di controllo e di senso etico. Ciò è quanto gli consentirebbe di agire crudelmente, violentemente e aggressivamente, rimanendo emotivamente freddo nel rifiuto delle norme sociali. La seconda parte del video sarebbe presumibilmente girata successivamente e mostrerebbe come sia presente una difficoltà nel portare avanti la messinscena, come evidenziato dalla netta diminuzione delle espressioni di rabbia che lascerebbero il posto a microespressioni di natura meramente egoistica. Si consideri infatti che sarebbe presente uno spregio per la verità e per l’incolumità altrui. Ciò andrebbe ad indicare come il sentimento prevalente, di cui si sarebbe caricato nel corso della registrazione, sia l’angoscia per il rischio di perdita della propria vita. Prigozhin, a differenza di Putin, non sarebbe formato al controllo per cui emergerebbe con chiarezza come sia sempre più affaticato nel mostrarsi minaccioso in quanto, in realtà, non sarebbe più in grado di controllare il proprio terrore. Verrebbe inoltre a mancargli la possibilità di scarico della frustrazione per mezzo dell’agire condotte crudeli e violente nei confronti di quanto da egli considerato nemico, portandolo così a una totale perdita di controllo. Mancando il controllo si evidenzierebbe come comparirebbero sempre più espressioni che potrebbero essere ascrivibili al quadro di natura psicotica precedentemente descritto. Il senso di fallimento avrebbe prodotto in Prigozhin quella che viene definita ferita narcisistica, ossia una forte umiliazione che farebbe sentire il soggetto che la sperimenta impotente e vulnerabile. La ferita narcisistica produrrebbe nel soggetto un senso di depressione e un’emozione di rabbia verso l’altro che farebbe vivere il prossimo con modalità svalutanti e persecutorie. Questi elementi farebbero sì che un presunto nemico venisse identificato come il bersaglio per una rivendicazione o una rivincita personale consentendogli così di scaricare gli impulsi aggressivi accresciuti dalla frustrazione. Nel caso in cui si verificasse il passaggio all’azione, l’azione violenta assolverebbe il compito di riscattarlo dal senso di umiliazione provato. Il condurre un’azione violenta di grande portata potrebbe perciò rappresentare una vera e propria missione in cui l’onnipotenza, l’aggressività e il senso di grandiosità patologici si canalizzerebbero trovando significato. L’efferatezza sarebbe inoltre resa possibile dal fatto che l’altro sarebbe percepito come oggetto di gratificazione per mezzo della messa in atto delle proprie fantasie di natura aggressiva. Queste modalità psichiche delineerebbero quindi Prigozhin come un soggetto in grado di portare a termine con successo le proprie imprese criminali.
Prigozhin non bluffa: Kadyrov a Bakhmut. I russi si ripiazzano per la controffensiva. Storia di Matteo Basile su Il Giornale il 6 Maggio 2023
Prigozhin non bluffa: Kadyrov a Bakhmut. I russi si ripiazzano per la controffensiva© Fornito da Il Giornale
La città che fino a qualche mese fa nessuno conosceva, resta centrale per le sorti del conflitto. Se non tutto, molto passa da Bakhmut. Sotto assedio da mesi, è il fulcro della resistenza ucraina e il simbolo di un possibile successo, oppure di una clamorosa disfatta, da parte dei russi. Quello di Prigozhin non era un bluff: il capo della milizia di mercenari Wagner ha dato il suo via libera alla richiesta di avvicendamento per cedere le sue posizioni alle truppe cecene di Ramzan Kadyrov. Proprio a partire dalla mezzanotte di mercoledì 10 maggio, come aveva minacciato nel video choc dell'altro giorno. Non solo, Prigozhin ha ringraziato Kadyrov per l'offerta di sostituirlo, dopo aver attaccato frontalmente lo stato maggiore russo, lamentando eccessive perdite umane e l'assenza di rifornimenti militari. «Sto già contattando i suoi rappresentanti per iniziare immediatamente il trasferimento delle posizioni, in modo che il 10 maggio alle 00.00, esattamente nel momento in cui, secondo i nostri calcoli, esauriremo completamente il nostro potenziale di combattimento, i nostri compagni prenderanno il nostro posto e continueranno l'assalto al villaggio di Bakhmut», ha detto Prigozhin. Tra macellai, ci si intende.
Ma cosa cambia a questo punto? Le forze di Kadyrov, spietate come quelle dei Wagner («Siamo pronti, la nmostra strategia funzionerà», ha detto), riusciranno a portare a termine un assedio lungo, sanguinoso e, a quanto affermano i russi, quasi concluso? Secondo l'istituto americano per lo studio della guerra l'esito potrebbe non essere scontato. Il ministero della Difesa russo, infatti, secondo il report ha modificato la propria priorità sul campo di battaglia, spostando l'attenzione operativa dalla cattura di Bakhmut alla preparazione per affrontare una controffensiva ucraina. Proprio per questo motivo Prigozhin avrebbe mostrato «la sua disperazione e la sua rabbia profonda» anche se non si esclude che il suo ultimatum sia in realtà «un disperato tentativo di ottenere l'appoggio del ministero della Difesa». Ma intanto, in ogni caso, a Bakhmut si continua a combattere e le forze ucraine accusano i russi di usare bombe al fosforo nell'assedio. Il filmato di un drone sembra mostrare la città in fiamme mentre il fosforo bianco cade dall'alto.
E mentre la controffensiva si prepara a partire, è guerra di missili. Un razzo balistico ucraino Grom-2 è stato abbattuto in Crimea secondo quanto riferisce il capo filorusso della penisola Serghei Aksyonov. Sarebbe un altro segnale di contrattacco ucraino con Mosca che però non sta a guardare. Se nei giorni scorsi Kiev aveva smentito l'utilizzo di un missile Patriot per abbattere un razzo russo, ieri la retromarcia. «Abbiamo abbattuto un missile Kinzhal impareggiabile! È successo durante l'attacco notturno del 4 maggio nel cielo sopra la regione di Kiev. Il missile Kh-47 è stato lanciato da un Mig-31K», ha confermato il generale Mykola Oleshchuk.
Missili o guerra di terra, la controffensiva ci sarà. Il comandante in capo delle forze armate dell'Ucraina Valeriy Zaluzhnyi, ha avuto ieri un colloquio telefonico con il capo dello stato maggiore congiunto degli Stati Uniti Mark Milley. Il tema della conversazione, come riferito dallo stesso Zaluzhnyi, «gli sviluppi in prima linea e sui preparativi per i futuri passi del nostro esercito per la liberazione del territorio ucraino». Solo questione di tempo, dunque, con esiti tutti da verificare. Mentre un piccolo segnale distensivo è rappresentato dall'ennesimo scambio di prigionieri con tre piloti dell'Aeronautica russi che sono tornati in patria in cambio della liberazione di 45 soldati ucraini che avevano partecipato alla battaglia di Mariupol. E che, entro breve, potrebbero anche tornare in prima linea. Per la grande controffensiva che ormai aspettano tutti.
Guerra in Ucraina, “restiamo a Bakhmut”. Pace fatta tra i Wagner e la Russia. Il Tempo il 07 maggio 2023
Una notizia che può cambiare il destino della guerra in Ucraina, pronta alla controffensiva contro la Russia. Il fondatore e leader del gruppo di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha annunciato che resterà a Bakhmut a combattere insieme ai suoi uomini dopo aver ricevuto garanzie sulla fornitura della munizioni richieste. «Stanotte abbiamo ricevuto un ordine di combattimento, promettono di fornirci le munizioni e le armi di necessarie per continuare ulteriori azioni», ha affermato sul canale Telegram
Prigozhin ha spiegato che l’ordine ricevuto nella notte è «il primo in tutto questo tempo» e promette che al gruppo Wagner arriveranno «tutte le munizioni e le armi di cui abbiamo bisogno» per far sì che «il nemico non avanzi». Inoltre «ci è stato detto che possiamo agire a Bakhmut nel mondo in cui riteniamo più adatto», prosegue Prigozhin, segnalando che «Surovikin sarà la persona che gestirà i rapporti tra il gruppo Wagner e il ministero della Difesa». Il riferimento è al generale russo Sergei Surovikin, a capo di quella definita una “operazione militare speciale” in Ucraina.
In precedenza il capo e fondatore dei mercenari aveva annunciato che il gruppo Wagner si sarebbe ritiro da Bakhmut il 10 maggio, con un video furibondo contro il Cremlino. Successivamente il leader ceceno Ramzan Kadyrov aveva fatto sapere che i suoi uomini erano pronti a prendere le postazioni che il gruppo Wagner avrebbe lasciato libere a Bakhmut. Ma ora la situazione non cambierà e saranno sempre i soldati dello “chef” di Vladimir Putin a guidare la guerra contro Kiev.
Guerra e pace. «Mi trovo intrappolato tra la mia identità di scrittore in lingua russa e il mio patriottismo ucraino». Andrej Kurkov su L'Inkiesta il 6 Maggio 2023
Un grande autore racconta di aver sempre saputo, sulla sua pelle, che la definizione di che cosa significhi essere ucraini è fluida. Ma ora l’invasione del paese da parte della Russia ha reso il dibattito più divisivo di quanto non lo sia mai stato
Questo è un articolo dell’ultimo numero di Linkiesta Magazine + New York Times Turning Points 2023 in edicola a Milano e Roma e negli aeroporti e nelle stazioni di tutta Italia. E ordinabile qui.
A partire dal febbraio dell’anno scorso ho pensato spesso alla questione dell’identità. Personalmente, io mi considero un ucraino, ma c’è un elemento della mia identità che su alcuni dei miei colleghi intellettuali ucraini ha lo stesso effetto che un drappo rosso ha su un toro: sono etnicamente russo, la mia lingua materna è il russo e scrivo in russo. Come risultato, mi trovo intrappolato tra la mia identità e il mio patriottismo ucraino e una forte corrente di nazionalismo che sembra avere la stessa smania di dividere il Paese che ha il presidente russo, Vladimir Putin.
Per più di trent’anni persone che conosco e persone che non conosco si sono rivolte a me chiedendomi di iniziare a scrivere in ucraino. Certe volte accettano la mia spiegazione secondo la quale scrivo nella mia lingua materna e ho il diritto di farlo. Altre volte incontro invece incomprensione od opinioni contrarie. Ma la conversazioni rimangono di norma su un piano amichevole. Allo stesso modo, ogni tanto delle persone anonime che non mi hanno in simpatia postano dei messaggi sui social affermando che non sono uno scrittore ucraino ma piuttosto uno scrittore russo.
Se fosse possibile ignorare il fatto che la mia lingua è il russo e che le mie origini sono russe, sospetto che riceverei un caldo benvenuto tra i ranghi degli ucraini che passano moltissimo tempo sui social impegnati a determinare pubblicamente chi sia o non sia un ucraino con tutti i crismi e chi invece ucraino non lo sia affatto.
L’Ucraina stessa è un meraviglioso Paese con un carattere e un passato complessi. Ciascuno ha nella testa una propria immagine dello Stato ucraino e tutti pensano che l’immagine che hanno nella loro testa sia quella corretta. In altre parole, siamo una società di individualisti. E vedo una prova di ciò – con tutte le sue contraddizioni e i suoi paradossi – nell’esistenza di centinaia di partiti politici registrati presso il ministero della Giustizia.
Non bastasse, l’Ucraina ha dozzine di diversi gruppi nazionalisti che spesso litigano fra loro nel tentativo di definire che cosa sia il “vero nazionalismo”. In ogni caso, non hanno rappresentanza nel Parlamento ucraino perché neanche un solo partito nazionalista è riuscito a superare la soglia di sbarramento del 5 per cento nelle elezioni del 2019. E, senza seggi in Parlamento, è difficile dire quale reale peso politico abbiano questi gruppi.
Il patriottismo ucraino, al contrario del nazionalismo, è più specifico e nell’elenco delle caratteristiche che fanno di qualcuno un patriota non è richiesto l’uso esclusivo della lingua ucraina. Gli attivisti tatari di Crimea che sono il bersaglio dei servizi di sicurezza russa parlano per lo più in russo o nel loro nativo tataro crimeano. Ma nessuno mette per questo in dubbio il loro patriottismo.
Anch’io sono un patriota. E, sotto quasi tutti gli aspetti, gli elementi che mi caratterizzano equivalgono a ciò che molti ritengono essere l’ideale ucraino. Non ascolto l’opinione della maggioranza. La libertà – intesa soprattutto come libertà di parola e di esprimere la propria creatività – ha per me più valore del denaro e della stabilità. Non mi piace il governo e non ho paura di criticarlo. Oltretutto, non ho sostenuto il presidente Volodymyr Zelensky prima della guerra e non ho votato per lui nelle elezioni presidenziali (anche se ora, invece, lo sostengo senz’altro).
L’Ucraina come Stato indipendente è maturata sotto i miei occhi. Ho vissuto in Unione Sovietica per quasi trent’anni e ora vivo nell’Ucraina indipendente da trentun anni. Sono rinate e sono cresciute rigogliose una letteratura ucraina e una cultura ucraina post-sovietiche e ora è venuta su una generazione europea di nuovi ucraini per i quali tutto quello che è sovietico è straniero.
Questa generazione ha anche reso più attraente la lingua ucraina e la letteratura scritta in questa lingua. Nel 2012 sono uscite contemporaneamente l’edizione in russo e quella in ucraino del mio romanzo Jimi Hendrix a Leopoli (uscito in italiano per l’editore Keller nella traduzione di Rosa Mauro, ndt). E a quel punto mi sono reso conto che in Ucraina un libro pubblicato in ucraino avrebbe venduto meglio dello stesso libro pubblicato in russo. Da allora, i miei libri tradotti in ucraino hanno sempre venduto di più della loro edizione in russo. La lingua russa sta perdendo la sua posizione in Ucraina e, francamente, la cosa non mi dispiace. I giovani ucraini leggono sempre meno in russo e ciò significa che comprano meno libri in russo.
A febbraio dell’anno scorso ho deciso di non pubblicare i miei libri nella loro lingua originale – il russo. Che escano in ucraino, in francese, in inglese. A partire dal 2014 è stato proibito alle librerie russe di importarli dall’Ucraina. La prima volta in cui è stata fermata la pubblicazione dei miei libri in Russia risale al 2005, dopo la Rivoluzione arancione alla quale ho preso parte. La seconda volta risale al 2008, dopo un breve “disgelo” durante il quale furono ripubblicati molti dei miei romanzi. Ma sono abituato all’idea che io, come scrittore, in Russia non esisto. Lì non ho lettori, ma non me ne rammarico. È un ideale patriottico, più che nazionalistico, ma per alcuni ciò non sembra sufficiente.
Di recente, nella sezione ucraina di Facebook si è fatto sempre più spesso riferimento alla lingua russa come “lingua del nemico”. Il conflitto linguistico rimane la prerogativa dell’arena politica. Prima dell’inizio della guerra nel 2014, i difensori della lingua ucraina combattevano contro i difensori della lingua russa – e dell’influenza russa – in Ucraina. Ma l’attuale aggressione militare ha rimosso dal dibattito la voce di queste persone. Le azioni del Cremlino hanno reso possibile ciò che nel nostro Paese individualistico appariva impossibile: incoraggiare gli ucraini che hanno il russo come lingua materna a passare pian piano alla lingua ucraina.
Tuttavia, in modo beffardo, Vladimir Putin ha sempre reso gli ucraini di lingua russa “responsabili” della guerra sostenendo che la sua “operazione militare speciale” fosse necessaria per proteggere chi parlava russo in una terra straniera ostile alla loro esistenza. E ora alcuni intellettuali ucraini considerano tutti gli ucraini di lingua russa come parzialmente responsabili di questa guerra. Se in Ucraina non ci fossero persone di lingua russa, sostengono, allora non ci sarebbe nessuna guerra! Per me, Putin e questi nazionalisti costituiscono le due facce della stessa medaglia.
La realtà è che l’Ucraina è, ed è sempre stata, uno Stato multiculturale con più di una dozzina di gruppi etnici. C’è una scissione nella società ucraina tra idealisti nazionalisti e realisti patriottici e ora la maggioranza, piena di differenze al suo interno, della nazione è intrappolata nel mezzo.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 7 maggio | Allarme aereo in tutta l'Ucraina, esplosioni a Kiev e Odessa. Marta Serafini, inviata, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 7 Maggio 2023
Le notizie sulla guerra di domenica 7 maggio, in diretta. Mosca accusa gli Usa e l’Occidente per il ferimento dello scrittore pro-Putin Prilepin
• Esplode l’auto: ferito lo scrittore pro Cremlino Prilepin. Fermato un uomo ucraino. Mosca accusa Usa e Regno Unito per l’attentato.
• La Wagner aveva annunciato che avrebbe ceduto le posizioni di Bakhmut ai ceceni di Kadyrov, ma poi ha annunciato: restiamo, Mosca ci ha assicurato le munizioni.
• Kiev: «I russi bombardano Bakhmut con munizioni al fosforo».
• L’aeronautica ucraina ammette di aver abbattuto un missile ipersonico.
• Dalla Russia liberati 45 combattenti dell’acciaieria Azovstal di Mariupol.
Ore 00:44 - Chi è Prilepin, lo scrittore russo ferito in un attentato
(di Fabrizio Dragosei) Si vantava di aver ammazzato più ucraini di chiunque altro: ora è in ospedale, colpito da un'autobomba mentre tornava nel Lugansk. Era stato eletto in parlamento, ma ha rinunciato per tornare al fronte. Già anni fa, durante la «sporca guerra» tra gli indipendentisti filorussi e le truppe di Kiev, lui si vantava di aver ammazzato più ucraini di chiunque altro con il suo battaglione. Zakhar Prilepin, in ospedale per le ferite riportate nell’attentato subito nella regione di Nizhnij Novgorod, stava tornando dalla cosiddetta repubblica autonoma di Lugansk, dove era arrivato a gennaio per unirsi nuovamente ai combattenti impegnati nell’Operazione militare speciale di Vladimir Putin.
Ore 00:50 - Russia: l’uomo arrestato per l'attentato a Prilepin avrebbe «confessato» di lavorare per Kiev
Come riportato dalle agenzie russe, il comitato investigativo russo ha fatto sapere che l’uomo fermato in relazione all’attentato contro lo scrittore nazionalista Zakhar Prilepin, si chiama Aleksandr Permyakov e avrebbe confessato di aver «agito su ordine dei servizi segreti ucraini». «Sulla strada lungo il percorso dell’auto di Prilepin», si legge nella ricostruzione del Comitato investigativo russo dopo l’interrogatorio, «Permyakov ha piazzato un ordigno esplosivo che ha azionato a distanza. Successivamente è fuggito dalla scena, ma è stato arrestato dalle forze dell’ordine quando è uscito dal bosco in un’altra zona abitata».
Ore 01:00 - Mosca: «Usa e Ucraina responsabili dell’attentato a Prilepin»
«La responsabilità dell’attentato terroristico contro Zakhar Prilepin non è solo delle autorità ucraine, ma ricade anche sui loro protettore occidentali, principalmente gli Stati Uniti». Lo ha denunciato in una nota il ministero degli Esteri russo. «È ovvio che si tratta di un altro atto terroristico organizzato e realizzato dal regime di Kiev, dietro il quale ci sono i suoi curatori occidentali», si legge nella nota diffusa dalle agenzie russe. L’attacco, prosegue Mosca, «è l’ennesima manifestazione di quell’approccio sistematico all’eliminazione degli oppositori ideologici, che grazie agli sforzi di Washington, si è attivamente radicato in Ucraina fin dal 2014, diventando il principale riflesso del regime di Kiev».
Ore 01:15 - Kadyrov chiede a Putin il dispiegamento dei ceceni a Bakhmut
Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, ha pubblicato su Telegram la lettera con cui chiede ufficialmente a Putin di autorizzare il dispiegamento di combattenti della sua unità “Akhmat” nelle postazioni occupate dai mercenari della Wagner a Bakhmut. È stato lo stesso capo della Wagner Prigozhin ad avvertire che i suoi uomini si ritireranno il 10 maggio da Bakhmut per le troppe perdite subite, in mancanza di munizioni che non arrivano da Mosca.
Ore 03:39 - «Tre attacchi aerei russi su Mykolaiv»
Nella notte tra sabato e domenica tre attacchi aerei russi si sono verificati nei pressi della città di Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina. Lo ha riferito - secondo i media locali - il capo dell’amministrazione regionale di Mykolayiv, Vitaliy Kim, precisando che non ci sono state chiamate di emergenza ai vigili del fuoco e alla polizia. «O le difese aeree hanno funzionato o gli attacchi non hanno causato vittime» ha aggiunto.
Ore 03:40 - Prigozhin: «Completata l’operazione “Tritacarne Bakhmut”»
«L’operazione “Tritacarne Bakhmut” del gruppo Wagner ha adempiuto al suo compito». Lo ha affermato alla Ria Novosti il fondatore del gruppo Yevgeny Prigozhin. «Va notato che l’operazione del tritacarne Bakhmut — ha spiegato — è stata progettata principalmente non per prendere l’insediamento di Bakhmut, ma per macinare le unità delle forze armate ucraine e organizzare una tregua per l’esercito russo per ripristinare la capacità di combattimento. Il tritacarne Bakhmut ha svolto completamente il suo compito». Prigozhin aveva precedentemente annunciato il ritiro della Wagner da Bakhmut per il 10 maggio. Il capo della Cecenia, Ramzan Kadyrov, ha annunciato che avrebbe inviato combattenti del distaccamento speciale Akhmat per sostituirla.
Ore 03:55 - A Bakhmut munizioni al fosforo per la seconda notte consecutiva
Per la seconda notte consecutiva i russi hanno usato munizioni al fosforo a Bakhmut, lo riporta United24Media su Telegram, pubblicando anche un video delle esplosioni.
Ore 04:00 - Esplosioni in diverse città della Crimea
Diverse esplosioni si sono verificate in diverse città in tutta la Crimea nella notte, secondo i media russi e ucraini. Secondo i russi i sistemi di difesa aerea hanno respinto gli attacchi. Secondo i canali Telegram ucraini, le esplosioni hanno avuto luogo a Sebastopoli e Saki, dove si trova una base aerea russa. L’agenzia Reuters non è stata in grado di verificare in modo indipendente le notizie. Gli attacchi contro obiettivi controllati dai russi si sono intensificati nelle ultime due settimane, soprattutto in Crimea.
Ore 04:53 - Aiea: la situazione a Zaporizhzhya è pericolosa
«La situazione generale intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhya sta diventando sempre più imprevedibile e potenzialmente pericolosa. Sono estremamente preoccupato per i reali rischi per la sicurezza e la sicurezza nucleare che l’impianto deve affrontare». Lo ha detto il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi. «Dobbiamo agire ora — ha dichiarato sul sito dell’agenzia — per prevenire la minaccia di un grave incidente nucleare e le relative conseguenze per la popolazione e l’ambiente. Questo grande impianto nucleare deve essere protetto. Continuerò a sollecitare tutte le parti a impegnarsi a raggiungere questo obiettivo vitale e l’Aiea continuerà a fare tutto il possibile per contribuire a garantire la sicurezza nucleare».
Ore 05:50 - Governatore di Sebastopoli: respinti attacchi ucraini con droni
L’Ucraina ha lanciato un attacco notturno con dieci droni in Crimea. Lo ha dichiarato il governatore di Sebastopoli, Mikhail Razvozhaev, sul proprio canale Telegram, come riporta l’agenzia Ria Novosti. «Di notte, le forze di difesa aerea e i sistemi di guerra elettronica hanno respinto un altro attacco a Sebastopoli. Un Uav ha perso il controllo ed è caduto in una zona boschiva, il relitto è stato trovato dai dipendenti del Ministero degli affari interni e del Ministero della Emergenze. Nessuna struttura in città è stata danneggiata».
Ore 14:32 - Kiev, distrutto da russi vecchio aereo Nato in esposizione a Kharkiv
«Un aereo della Nato è stato distrutto dai russi». Lo ha scritto il ministero della Difesa dell’Ucraina sul suo account ufficiale di Twitter ironizzando sul fatto che fosse «un obiettivo importante e strategico dal punto di vista del Cremlino». L’aereo in questione, un antico Aero L-29 Delfin di fabbricazione cecoslovacca, era collocato su un piedistallo a Vovchansk, nella regione di Kharkiv.
Ore 05:53 - «Nella notte abbattuto un drone russo di ricognizione su Kiev»
Durante l’allarme notturno a Kiev è stato scoperto un drone da ricognizione della Russia sulla capitale ucraina che è stato abbattuto. Lo riporta Unian su Telegram. Non ci sono al momento notizie di vittime o danni.
Ore 06:51 - Forze armate Kiev: «Pesanti battaglie a Bakhmut e Marynka»
«Sono in corso pesanti battaglie per le città di Bakhmut e Maryinka». Lo afferma il rapporto giornaliero dello Stato maggiore delle forze armate ucraine, pubblicato su Facebook. «Nell’ultimo giorno, il nemico ha lanciato molti attacchi, in particolare, su Chasiv Yar, Kostiantynivka e Kherson. Sulle posizioni delle nostre truppe e sugli insediamenti popolati».
Ore 08:48 - Kiev, distrutto drone russo sulla capitale ucraina
L’esercito ucraino ha distrutto un drone da ricognizione russo su Kiev nelle scorse ore, ha riferito l’amministrazione militare della città di Kiev su Telegram, scrive il Kyiv Independent. Secondo le prime informazioni, non ci sono state vittime o danni. Il capo dell’amministrazione militare nel suo post ha anche esortato i residenti di Kiev a non ignorare le sirene dei raid aerei. Diversi attacchi di droni russi si sono verificati sulla capitale negli ultimi giorni. Il 3 maggio, l’esercito ucraino ha riferito di aver abbattuto tutti i droni di fabbricazione iraniana che la Russia ha lanciato contro la città, mentre due droni sono stati abbattuti su Kiev il 28 aprile, ha riferito l’amministrazione militare della capitale ucraina.
Ore 09:17 - La variabile tempo
(Dalla nostra inviata a Kharkiv, Marta Serafini) - Entrambi gli eserciti hanno carri armati, artiglieria e decine di migliaia di soldati pronti ad affrontarsi sui campi di battaglia dell’Ucraina nella tanto attesa controffensiva ucraina contro la Russia. Ma una cosa distingue chiaramente le due parti: il tempo. Secondo il New York Times, Kiev soffre la pressione a breve tempo da parte dei suoi sostenitori occidentali, perché gli Stati Uniti e i suoi alleati trattano la controffensiva come un test critico: tutte le armi mandate devono tradursi in un risultato, è il concetto. Se gli ucraini non saranno all’altezza delle aspettative, rischiano un’erosione del sostegno occidentale. E questo dato è fonte di ansia per gli alti funzionari di Kiev, che sanno come una vittoria sia determinate nello scontro tra il Cremlino e l’Occidente. E temono come l’avvicinarsi delle elezioni negli Stati Uniti possa cambiare l’atteggiamento nei confronti di Kiev.
In Russia, il presidente Vladimir Putin affronta le sue sfide, ma sembra operare su una linea temporale molto più lunga, gravato da limitazioni economiche e militari ma libero dalle pressioni politiche interne che rendono così incerto il continuo sostegno occidentale all’Ucraina.
Ore 09:30 - Bombardata Nikopol, muore una donna di 72 anni
Nelle prime ore del mattino di oggi le forze russe hanno sparato più di 30 proiettili a Nikopol, nell’Oblast di Dnipropetrovsk nell’Ucraina centro-orientale, uccidendo una donna anziana e ferendo tre persone. Lo riferisce su Telegram il governatore dell’Oblast, Serhiy Lysak, scrive Kyiv Independent. «Durante la notte, hanno colpito due volte il distretto di Nikopol. Hanno usato lanciarazzi multipli Grad e artiglieria pesante. Sono stati sparati più di 30 proiettili. Una donna di 72 anni è morta. Tre abitanti del posto sono rimasti feriti. Uno ha subito un trauma cranico. Due sono in uno stato di stress e con commozioni cerebrali», ha sottolineato il governatore. I bombardamenti hanno anche danneggiato sette case, un grattacielo, infranto le finestre di un dormitorio universitario, colpito tre gasdotti, una linea elettrica, 14 pannelli solari, fabbricati agricoli e cinque auto, ha aggiunto Lysak.
Ore 09:48 - Salito a 193.430 il numero di soldati russi uccisi in guerra
Il numero di soldati russi uccisi o feriti dall’inizio della guerra è aumentato a 193.430. Lo indicano le ultime stime dell’esercito ucraino. La cifra è aumentata di 660 persone rispetto a quella diffusa ieri. L’aggiornamento ha inoltre detto che altri sei carri armati e dieci veicoli corazzati sono stati distrutti, portando il totale rispettivamente a 3.723 e 7.248.
Ore 09:57 - Esce dal coma lo scrittore russo Prilepin
Lo scrittore russo Zakhar Prilepin, gravemente ferito in un attentato, è uscito dal coma farmacologico. «È cosciente, secondo i medici le sue condizioni sono stabili, l’umore vivace», riferisce oggi il governatore di Nizhny Novgorod Gleb Nikitin sul suo canale Telegram. Ieri Prilepin è rimasto gravemente ferito quando un ordigno esplosivo attaccato alla sua auto è esploso nella regione di Nizhny Novgorod, uccidendo il suo autista. Secondo le autorità, l’attacco è stato effettuato con una mina anticarro. Poche ore dopo l’incidente, avvenuto non lontano dalla cittadina di Bor, è stato arrestato, secondo il ministero dell’Interno, un uomo di trent’anni che avrebbe precedenti penali. È stata avviata un’indagine su un sospetto attacco terroristico. Mosca incolpa Kiev e gli stati occidentali per l’attacco. Prilepin è considerato un forte sostenitore della guerra della Russia contro l’Ucraina. In precedenza ha combattuto a fianco dei separatisti pro-Mosca nella regione ucraina del Donbass. Una volta si è descritto come un imperialista.
Ore 11:30 - Russia, danni nella notte a gasdotto e linee elettriche a Belgorod
Le forze ucraine hanno attaccato la regione russa di Belgorod nella notte tra sabato e domenica, danneggiando un gasdotto, linee elettriche e un’abitazione nel villaggio di Spodaryushino. Lo ha annunciato il governatore della regione. “La cosa più importante è che non ci siano state vittime”, ha scritto Vyacheslav Gladkov su Telegram. La città di Belgorod, vicina al confine con l’Ucraina, è tra le regioni della Russia meridionale che dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina sono state prese di mira da attacchi a obiettivi come depositi di carburante e munizioni. L’Ucraina non rivendica quasi mai pubblicamente la responsabilità degli attacchi in Russia e nei territori ucraini controllati da Mosca. Tuttavia, ha recentemente affermato che la distruzione delle infrastrutture rientra nei preparativi per l’assalto di terra che sta pianificando.
Ore 11:31 - Filorussi, 2 civili uccisi da bombe Kiev in oblast Zaporizhzhia
Due civili sono stati uccisi da un bombardamento di forze ucraine sulla parte della regione di Zaporizhzhia occupata dai russi, in Ucraina. Lo hanno detto i servizi d’emergenza citati dall’agenzia Tass. Il bombardamento è avvenuto la scorsa notte sull’insediamento di Bogatoye, nel distretto di Pologi. «Una casa è andata distrutta», hanno aggiunto le fonti, sottolineando che questa «è un’ulteriore prova che i residenti devono essere evacuati il più presto possibile dagli insediamenti vicini alla linea del fronte» mentre vanno aumentando di intensità i bombardamenti ucraini. Il governatore della parte controllata dai russi della regione di Zaporizhzhia, Yevgeny Balitsky, ha detto nei giorni scorsi che gli abitanti di 18 insediamenti devono essere evacuati e ieri ha confermato che i primi mille civili sono stati ricollocati più a sud ricevendo la necessaria assistenza. Secondo un altro dirigente filorusso locale, Andrei Kozenko, l’evacuazione, che rimane su base volontaria, dovrebbe riguardare circa 70.000 persone. Diversi osservatori militari ritengono che proprio nella regione di Zaporizhzhia le forze ucraine potrebbero cercare di sfondare il fronte nell’ambito della controffensiva più volte annunciata.
Ore 11:34 - 007 Kiev: Mosca può preparare provocazioni per il 9 maggio
«Per il 9 maggio, Mosca può preparare provocazioni» in Russia e Bielorussia. Lo ha dichiarato su Telegram Andriy Yusov, rappresentante della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino. «Dal 2014, gli occupanti usano questo tipo di provocazione, ed è possibile che lo affronteremo ora. In questa situazione, le provocazioni possono essere dirette dai servizi speciali russi contro la popolazione civile russa e programmate in determinate date, ad esempio il 9 maggio», ha affermato. Yusov ha suggerito inoltre che i russi potrebbero dirigere provocazioni anche contro la Bielorussia: una simile «operazione false flag» russa potrebbe mirare a trascinare l’esercito bielorusso in guerra contro l’Ucraina.
Ore 11:42 - Kiev, almeno 5 feriti per missile su regione di Kharkiv
Le forze russe hanno lanciato un attacco missilistico su Balaklia, nella regione di Kharkiv, provocando almeno 5 feriti. Lo riferisce su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleg Synegubov. Secondo le prime informazioni, «un missile S-300 ha colpito un parcheggio. Tutti i servizi di emergenza sono attualmente sul posto. Secondo le prime informazioni, 5 civili sono rimasti feriti. Due donne di 75 anni e una donna di 50 anni hanno riportato ferite da esplosione. Due uomini, di 20 e 85 anni, hanno ferite relativamente lievi», ha scritto il funzionario.
Ore 11:56 - Wagner: Mosca ha promesso più munizioni dopo video, restiamo a Bakhmout
Il capo di Wagner, Evgheni Prigozhin, ha riferito di aver ricevuto la «promessa» da Mosca di ricevere più munizioni e armamenti, dopo aver minacciato di ritirarsi dalla città ucraina di Bakhmout per mancanza di sostegno. «Ieri sera abbiamo ricevuto un ordine di combattimento (...). Promettono di fornirci tutte le munizioni e gli armamenti di cui abbiamo bisogno per continuare le operazioni», ha dichiarato il fondatore del gruppo di mercenari in un messaggio audio.
Prigozhin ha spiegato che l’ordine ricevuto nella notte è «il primo in tutto questo tempo» e promette che al gruppo Wagner arriveranno «tutte le munizioni e le armi di cui abbiamo bisogno» per far sì che «il nemico non avanzi». Inoltre «ci è stato detto che possiamo agire a Bakhmut nel mondo in cui riteniamo più adatto», prosegue Prigozhin, segnalando che «Surovikin sarà la persona che gestirà i rapporti tra il gruppo Wagner e il ministero della Difesa». Il riferimento è al generale russo Sergei Surovikin, a capo dell«operazione militare speciale in Ucraina.
Ore 12:39 - Fsb: sventato attacco con drone su base aerea russa
Le forze di intelligence di Mosca hanno fatto sapere che è stato sventato un attacco ucraino con drone alla base aerea militare di Severny, nella regione di Ivanovo, nella Russia centrale. «L’Fsb in collaborazione con il ministero dell’Interno russo ha sventato un tentativo di atto di sabotaggio e terrorismo pianificato dall’intelligence ucraina contro l’aeroporto militare di Severny utilizzando droni che trasportavano esplosivi», hanno riferito gli 007 di Mosca.
Ore 12:45 - Kiev, 75 attacchi nella regione di Zaporizhzhia in 24 ore
La regione di Zaporizhzhia è stata colpita da 75 attacchi nell’ultimo giorno, secondo le autorità locali. Lo riporta il Guardian. L’amministrazione militare di Zaporizhzhia ha dichiarato su Telegram che 16 insediamenti lungo la linea del fronte sono stati colpiti da artiglieria e proiettili antiaerei, anche se ha aggiunto che non ci sono state vittime.
Ore 13.00 - Polonia: jet ha evitato collisione con caccia russo
Un aereo polacco, di pattuglia per conto dell’agenzia Frontex sul Mar Nero vicino alla Romania, ha evitato per un soffio una collisione con un caccia russo. L’episodio, riferito da Varsavia e Bucarest, è avvenuto venerdì. Il jet russo SU-35 ha effettuato «manovre aggressive e pericolose», avvicinandosi all’aereo polacco senza mantenere una distanza di sicurezza, provocando turbolenze, perdita di quota e una temporanea perdita di controllo dell’aereo, ha sottolineato Anna Michalska, portavoce della guardia di frontiera polacca.
Ore 13:39 - 007 ucraini: continueremo a uccidere russi in tutto il mondo
Il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, ha rifiutato di confermare o smentire le informazioni sul possibile coinvolgimento dei servizi segreti ucraini negli attentati che hanno ferito o ucciso, negli ultimi mesi, diversi esponenti della propaganda nazionalista russa, tra cui ieri lo scrittore Zakhar Prilepin. In un’intervista, rilanciata dall’agenzia Unian, Budanov ha sottolineato che l’Ucraina combatterà contro gli invasori russi fino alla vittoria completa. «Tutto quello che commenterò è che abbiamo ucciso russi e uccideremo russi in qualsiasi parte del mondo fino alla completa vittoria dell’Ucraina», ha dichiarato il capo del Gur.
Ore 17:42 - Rheinmetall fornirà a Kiev due sistemi di difesa aerea prodotti in Italia
L'azienda tedesca Rheinmetall sta producendo in Italia armi (sviluppate e testate in Svizzera) che saranno trasferite in Ucraina. In particolare, entro la fine dell'anno saranno consegnati due sistemi di difesa aerea dal valore di 183 milioni di franchi, poco meno di 182 milioni di euro. «Rheinmetall fornirà due sistemi Skynex all'Ucraina entro fine 2023», ha detto oggi a Keystone-ATS il portavoce della società Oliver Hoffmann, confermando un articolo del domenicale Sonntagszeitung. I sistemi sono stati sviluppati dalla Rheinmetall Air Defence, che ha sede sociale a Zurigo. I sistemi di difesa contraerea in questione vengono fabbricati a Roma, da dove poi verranno consegnati direttamente agli ucraini. Come noto, la Svizzera proibisce l'esportazione di materiale bellico in direzione di Kiev, ma non il trasferimento di know-how ad altri Paesi, come specifica l'articolo 7 dell'ordinanza in materia. La maggior parte delle nazioni europee, Italia compresa, figura sulla lista. Attraverso questa disposizione si può quindi di fatto aggirare il divieto.
Ore 17:54 - Kiev: «Quando lanceremo la controffensiva la Russia cadrà nel panico»
«La Russia andrà nel panico quando lanceremo la nostra controffensiva». A dirlo è Volodymyr Gavrilov, viceministro della difesa Ucraina, in un'intervista al britannico The Independent. Gavrilov ha precisato che «la propaganda russa presenta un'immagine falsa di ciò che sta realmente accadendo sul campo di battaglia e che questa guerra sarà vinta proprio sul campo, non sugli schermi televisivi e neanche su Internet». «Non sarei sorpreso - ha aggiunto - se un giorno, forse questo mese o il mese prossimo, vedessimo qualcosa che contribuisce al collasso immediato della strategia della Russia, del suo esercito e della sua economia». Secondo il viceministro della Difesa la situazione a Bakhmut è stato un «momento chiave nella preparazione dell'Ucraina per la controffensiva».
Ore 18:03 - Zaporizhzhia, «evacuate oltre 1500 persone»
Il governatore filorusso ad interim di Zaporizhzhia, dove si trova la centrale nucleare più grande d'Europa, ha scritto su Telegram che oltre 1500 persone sono state evacuate dalla zona. «Sono già state sfollate 1.552 persone dal territorio di cinque distretti e due città in prima linea, tra cui 632 minori, 145 pazienti del centro psico-neurologico, di cui 10 con mobilità ridotta. Le persone stanno anche lasciando da sole i territori pericolosi a bordo di veicoli privati».
Ore 18:16 - Generale Syrskyi (Ucraina): «Situazione testa sul fronte orientale, ma sotto controllo»
La situazione sul fronte orientale ucraino è «tesa ma sotto controllo». Lo ha assicurato il comandante in capo responsabile dell'area, Olexandr Syrskyi, che ieri ha fatto il punto della situazione nelle aree operative e ha discusso con i vertici militari le ulteriori misure da adottare. Secondo la valutazione di Syrskyi, negli ultimi giorni le forze militari russe hanno aumentato l'intensità del fuoco delle armi pesanti, hanno schierato attrezzature più moderne e hanno raggruppato le loro truppe. «Questo indica che il nemico non cambierà i suoi piani e sta facendo di tutto per ottenere il controllo di Bakhmut e continuare la sua offensiva», ha dichiarato il comandante del Gruppo est dell'Esercito.
Ore 18:28 - Podolyak: «Lo scontro tra Prigozhin e Shoigu serve solo a distogliere l'attenzione»
Mikhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, sostiene che lo scontro fra il capo del gruppo Wagner Prigozhin e il ministero della Difesa russo sia solo un modo per «distogliere l'attenzione».
«Il discorso pubblico offensivo all'interno del "triangolo speciale" Prigozhin-Kadyrov-Shoigu con il silenzio complice di Surovikin non ha alcun bisogno di essere discusso... Non si tratta affatto di guerra/Bakhmut/informazioni operative sullo stato delle cose, ma solo di una primitiva deviazione dell'attenzione», ha scritto Podolyak su Twitter. «Ora, la cosa principale è la calma prima della tempesta, l'accumulo di armi e la distruzione delle retrovie russe», ha concluso riferendosi all'attesa controffensiva di Kiev.
Ore 18:38 - Prilepin esce dal coma farmacologico indotto dopo l'operazione
Prilepin è uscito dal coma e le sue condizioni appaiono in miglioramento ma le conseguenze politiche potrebbero essere pesanti. Mosca, ancora una volta, ha accusato Kiev e i suoi «mandanti» occidentali e molti commentatori dalle parti del Cremlino hanno minacciato pesanti ritorsioni.
Ore 18:49 - Polonia: «L'incidente sfiorato (tra due jet) sul Mar Nero è una provocazione russa»
Piotr Mueller, portavoce del governo polacco, ha definito «una provocazione russa probabilmente pianificata» la collisione sfiorata sulle acque del Mar Nero tra un caccia russo e un aereo della Polonia. «L'equipaggio polacco ha preso le giuste misure ed è riuscito ad atterrare in sicurezza», ha detto il portavoce. L'aereo polacco, un Turbolet L-410, era impegnato in un'operazione di pattugliamento sotto comando romeno per l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex). L'episodio è stato rivelato dalla portavoce della Guardia di frontiera di Varsavia, Anna Michalska, attraverso Twitter. «L'aereo polacco è stato avvicinato tre volte sul Mar Nero da un jet da combattimento russo, che ha eseguito manovre aggressive e pericolose», ha scritto Michalska, aggiungendo che l'equipaggio polacco avrebbe perso «per un attimo» il controllo dell'aereo. «Possiamo notare che l'obiettivo della Russia è quello di attirare l'attenzione internazionale su provocazioni del genere», ha ancora affermato Mueller commentando l'accaduto.
Ore 19:03 - IL PUNTO MILITARE 446 - Ucraina, un Patriot ha abbattuto il missile ipersonico di Putin (ma ci sono troppe aspettative sull’offensiva)
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il sistema Patriot ha abbattuto un missile ipersonico russo Kinzhal: l’episodio è stato prima smentito e poi celebrato dagli ucraini, quasi che fosse l’esito di una battaglia. Una soddisfazione motivata dall’emergenza: per mesi Kiev ha ammesso di non avere risposte contro vettori lanciati su città e fabbriche.
Il KH47 M2 — questa la sigla — è una delle nuove armi elogiate pubblicamente da Vladimir Putin. Lanciabile da un caccia MIG 31 in volo sul territorio russo, è molto manovrabile e veloce, per questo difficile da contrastare. L’Armata ha iniziato a usarlo dopo l’invasione insieme ad altri ordigni nella campagna di terrore e distruzione. Gli ucraini hanno dispiegato i pochi apparati disponibili, non in grado di fermare questo tipo di minaccia così come quella degli Iskander. (...)
Ore 19:31 - Zelensky: «Ci prepariamo ai nuovi eventi di maggio e giugno»
«È molto importante che il mondo sia a conoscenza di ogni atto del terrore russo contro il nostro popolo, contro Nikopol», e «del brutale bombardamento di Kherson e della sua regione», ma anche «degli attacchi a Kharkiv e nella regione, del terrore contro i villaggi nelle zone di confine delle regioni di Chernihiv e Sumy e dell'inferno nell'oblast di Donetsk».
Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto videomessaggio serale su Telegram, ringraziando poi «tutti quelli che nel mondo che sono con l'Ucraina e sostengono i nostri soldati». Il leader ucraino ha parlato della settimana che si è quasi conclusa, che a suo dire è stata «molto fruttuosa per l'Ucraina. In questi giorni ci stiamo preparando attivamente per i nuovi eventi di maggio e giugno», e ha auspicato «risultati fruttuosi sia nella fornitura di armi per i nostri soldati, sia nelle soluzioni per l'Ucraina, sia nei negoziati con i nostri partner».
Ore 19:42 - «Nikopol ancora sotto il fuoco russo, almeno un ferito»
«Nikopol è sotto il fuoco dell'artiglieria pesante russa, con il suo esercito d'invasione che ha usato l'artiglieria pesante per bombardare la città della regione ucraina di Dnipropetrovsk». Lo ha riferito il capo del consiglio regionale di Dnipropetrovsk, Mykola Lukashuk, su Telegram, secondo quanto riportato da Ukrinform, precisando che «un uomo di 43 anni, ha riportato ferite». A seguito del raid sono stati danneggiati una stazione di servizio, un negozio, una linea elettrica e un certo numero di auto e camion. Nelle prime ore di questa mattina le forze russe hanno sparato più di 30 proiettili a Nikopol, uccidendo una donna anziana e ferendo tre persone.
Ore 20:52 - A Mosca le prove generali della parata del «Giorno della Vittoria»
Ore 22:47 - La Turchia rifiuta di consegnare a Kiev i propri sistemi di difesa aerea (acquistati dala Russia) come proposto dagli Usa
La Turchia ha respinto la proposta degli Stati Uniti che suggeriva ad Ankara di inviare i propri sistemi di difesa aerea S-400 che aveva acquistato dalla Russia. Ad affermarlo è il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu citato dall'agenzia turca "Anadolu". «Gli Stati Uniti ci hanno chiesto di inviare gli S-400 in Ucraina, e abbiamo detto di no», ha detto il ministro spiegando che questa proposta è «inaccettabile in quanto lede la sovranità turca». Gli Stati Uniti negli anni scorsi hanno escluso la Turchia dal programma F35 dopo l'acquisizione del sistema di difesa aerea russo. I funzionari turchi hanno ripetutamente affermato che la Turchia ha acquistato gli S-400 per una questione di sicurezza nazionale e nessun altro paese ha il diritto di interferire con questo. Secondo "Anadolu" quanto nel 2017 la Turchia non è riuscita nei suoi sforzi prolungati per acquistare un sistema di difesa dagli Stati Uniti, Ankara decise di firmare un contratto con la Russia. I funzionari statunitensi hanno espresso opposizione al loro dispiegamento, sostenendo che l'S-400 sarebbe incompatibile con i sistemi Nato.
Ore 23:12 - Allarme aereo a Kiev e in tutta l'Ucraina, esplosioni a Odessa
Ukrainska Pravda riporta di un allarme aereo risuonato in quasi tutta l'Ucraina e a Kiev mentre a Odessa si sono registrate esplosioni a seguito di un raid aereo russo.
Ore 00:47 - Esplosioni a Kiev dopo l’allarme aereo
L’amministrazione militare della città di Kiev riferisce che la difesa aerea è in funzione, mentre i media riportano di esplosioni che risuonano nella capitale.
Ore 01:28 - Il sindaco di Kiev: caduto il relitto di un drone
Nel distretto di Sviatoshyn è caduto il relitto di un drone. Tutti i servizi sono andati sul posto. Stiamo chiarendo le informazioni su eventuali feriti e vittime». Lo scrive su Telegram il sindaco di Kiev, Vitalii Klitschko, in merito all’attacco aereo in corso sulla capitale dell’Ucraina.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie dell’8 maggio.
«Fermati i reattori nucleari di Zaporizhzia». Zelensky: «Il 9 maggio festeggeremo l'Europa». Marta Serafini, inviata, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera l'8 maggio 2023.
Le notizie in diretta sulla guerra in Ucraina di lunedì 8 maggio | Pioggia di droni russi alla vigilia della festa a Mosca per il V-Day sul nazismo. Kiev: «Tutti abbattuti». Colpite la capitale e Odessa, almeno tre morti. Zelensky: la Russia sarà sconfitta come la Germania nel ‘45
• L’allarme aereo è suonato in tutta l’Ucraina nella tarda serata del 7 maggio, poi nelle città di Kiev e Odessa si sono udite forti esplosioni.
• A Bakhmut si combatte ancora, secondo alcuni osservatori le truppe russe sarebbero all’attacco nella speranza di conquistare la città prima delle celebrazioni della Giornata della Vittoria del 9 maggio, anniversario della capitolazione nazista nella seconda guerra mondiale.
• A Zaporizhzhia è iniziata l’evacuazione dei civili ordinata da Mosca, oltre 1500 persone stanno lasciando la città.
• L’aeronautica ucraina ammette di aver abbattuto un missile ipersonico .
• Lukasheno a Mosca per la parata del 9 maggio, Ursula von der Leyen a Kiev
Ore 23.23 - Allarme aereo a Kiev e in tutta l'Ucraina, esplosioni a Odessa
Ukrainska Pravda riporta di un allarme aereo risuonato in quasi tutta l'Ucraina e a Kiev mentre a Odessa si sono registrate esplosioni a seguito di un raid aereo russo
Ore 00:25 - Esplosioni a Kiev, difesa aerea in azione
L’amministrazione militare della città di Kiev riferisce che la difesa aerea è in funzione, mentre i media riportano di esplosioni che risuonano nella capitale.
Ore 01:08 - Il sindaco di Kiev: caduto il relitto di un drone
Nel distretto di Sviatoshyn è caduto il relitto di un drone. Tutti i servizi sono andati sul posto. Stiamo chiarendo le informazioni su eventuali feriti e vittime». Lo scrive su Telegram il sindaco di Kiev, Vitalii Klitschko, in merito all’attacco aereo in corso sulla capitale dell’Ucraina.
Ore 01:27 - IL PUNTO MILITARE 446 - Ucraina, un Patriot ha abbattuto il missile ipersonico di Putin (ma ci sono troppe aspettative sull’offensiva)
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il sistema Patriot ha abbattuto un missile ipersonico russo Kinzhal: l’episodio è stato prima smentito e poi celebrato dagli ucraini, quasi che fosse l’esito di una battaglia. Una soddisfazione motivata dall’emergenza: per mesi Kiev ha ammesso di non avere risposte contro vettori lanciati su città e fabbriche.
Il KH47 M2 — questa la sigla — è una delle nuove armi elogiate pubblicamente da Vladimir Putin. Lanciabile da un caccia MIG 31 in volo sul territorio russo, è molto manovrabile e veloce, per questo difficile da contrastare. L’Armata ha iniziato a usarlo dopo l’invasione insieme ad altri ordigni nella campagna di terrore e distruzione. Gli ucraini hanno dispiegato i pochi apparati disponibili, non in grado di fermare questo tipo di minaccia così come quella degli Iskander. (...)
Ore 01:42 - Esplosioni a Kiev, il sindaco: «Quattro feriti»
«Tre persone sono rimaste ferite sul luogo dell’esplosione nel distretto di Solomyansky e una a Svyatoshynskyi. L’assistenza medica è fornita sul posto». Lo scrive su Telegram il sindaco di Kiev, Vitalii Klitschko, in merito all’attacco aereo notturno contro la capitale dell’Ucraina. Secondo quanto scrive su Telegram il governatore della regione di Kiev, Serhiy Popko, «a seguito di detriti caduti nel cortile di un edificio residenziale, un’auto è stata colpita e ha preso fuoco». Inoltre altri detriti sono finiti su un edificio residenziale.
Ore 02:00 - Detriti di un drone russo caduti sulla pista dell’aeroporto di Zhulyany
«Nel distretto di Solomyansk i detriti di un drone colpito dalla contraerea sono caduti sulla pista dell’aeroporto di Zhulyany. Non risultano incendi». Lo scrive su Telegram il governatore della regione di Kiev, Serhiy Popko, facendo riferimento all’attacco aereo notturno contro la capitale dell’Ucraina. L’aeroporto di Zhulyany è il secondo aeroporto di Kiev ed è chiuso ai voli di linea dopo l’invasione russa del febbraio 2022.
Ore 03:03 - Attacco a Kiev, i feriti sono cinque
Salgono a cinque i feriti a seguito dell’attacco aereo notturno su Kiev, condotto con numerosi droni. Lo ha precisato il sindaco della capitale ucraina, Vitalii Klitschko, su Telegram. Tre persone sono rimaste ferite nel distretto di Solomyansky e due nel distretto di Sviatoshyn. Secondo quanto riportato dalle forze armate ucraine, i detriti dei droni abbattuti dalla contraerea hanno danneggiato una conduttura del gas e un deposito di carburante. Sul posto sono intervenute le squadre di emergenza
Ore 03:04 - Missili russi su Odessa, colpito un magazzino alimentare
Missili hanno colpito la città di Odessa, nel sud dell’Ucraina. L’attacco - secondo quanto riferisce il Comando Operativo «Sud» dell’esercito ucraino - è stato lanciato dall’aviazione. «Il nemico ha lanciato un attacco missilistico su Odessa da aerei strategici. Ha diretto i missili X-22 sul magazzino di un’impresa alimentare e su un’area ricreativa sulla costa del Mar Nero», si legge in un post su Facebook.
Ore 06:28 - Kiev: Ucraina attaccata nella notte con 35 droni, tutti abbattuti
La scorsa notte i russi hanno attaccato l’Ucraina con 35 droni kamikaze di fabbricazione iraniana, che sono stati tutti distrutti dalla contraerea. Lo comunica lo stato maggiore delle forze armate ucraine in un post su Facebook. «La notte dell’8 maggio 2023 il nemico ha nuovamente attaccato l’Ucraina, utilizzando Uav d’attacco Shahed di fabbricazione iraniana. I nostri difensori hanno distrutto 35 droni su 35» si legge nel post. Secondo quanto riferito dai media locali, ci sono stati anche attacchi missilistici dalle navi russe nel mar Nero, fra le città bersagliate, anche Pavlhorad.
Ore 06:33 - Kissinger: la crisi in Ucraina a un punto di svolta, negoziati possibili
Henry Kissinger, l’ex segretario di Stato Usa, ritiene che l’attuale crisi in Ucraina possa avvicinarsi a un punto di svolta. «Ora che la Cina è entrata nel negoziato, penso che arriverà al culmine entro la fine dell’anno», ha detto nel corso di una intervista concessa all’emittente televisiva Cbs News. «Parleremo di processi negoziali e persino di negoziati reali», ha aggiunto. «Se un presidente venisse da me e mi dicesse di volare a Mosca per parlare con Putin? Sarei propenso a farlo. Ma sarei un consigliere, non una persona attiva», ha risposto.
Ore 06:57 - La Cina ospiterà il vertice con le 5 ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale
Il presidente Xi Jinping ospiterà il 18 e 19 maggio prossimi il primo vertice con i leader di 5 ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale (Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Turkmenistan), regione storicamente sotto l’influenza russa e sotto pressione dopo l’invasione di Mosca ai danni dell’Ucraina. Il summit Cina-Asia centrale si terrà nella città settentrionale di Xi’an, capoluogo dello Shaanxi, punto di partenza dell’antica Via della Seta. L’iniziativa vuole consolidare l’influenza di Pechino nell’area e si terrà quasi in concomitanza con il summit dei leader del G7 (19-21 maggio) di Hiroshima, in Giappone.
Ore 07:12 - Ondata di attacchi su Kiev
(Dalla nostra inviata a Kharkiv Marta Serafini)- Questa notte la Russia ha lanciato un’ondata di attacchi su larga scala su Kiev e in tutta l’Ucraina, causando distruzioni e feriti. Mosca si prepara per la sua festa del Giorno della Vittoria. Almeno cinque persone sono rimaste ferite negli attacchi a Kiev, mentre i missili russi hanno causato un enorme incendio in un magazzino di prodotti alimentari nella città di Odessa sul Mar Nero. Le esplosioni sono state segnalate in diverse altre regioni ucraine lunedì mattina presto.
Secondo il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, tre persone sono rimaste ferite nel distretto di Solomyanskyi della città, mentre altre due sono rimaste ferite dopo che il relitto di un drone è caduto nel distretto di Sviatoshyn, entrambi a ovest del centro della capitale. Le sirene hanno suonato per ore in due terzi del Paese ed esplosioni nella regione meridionale di Kherson e nella regione di Zaporizhzhia nel sud-est. Intanto, le forze russe hanno intensificato il bombardamento di Bakhmut, sperando di prenderla entro martedì, ha detto il principale generale ucraino incaricato della difesa della città assediata.
Ore 07:28 - Kiev, abbattuti 35 droni russi di fabbricazione iraniana
Nel distretto Solomianskyi di Kyiv, un serbatoio di gasolio è stato danneggiato e sono state segnalate perdite di carburante, ma non si è verificato alcun incendio. Sono stati danneggiati circa 15 camion e 5 auto in un parcheggio, oltre a un tubo del gas ad alta pressione. Nelle ultime 24 ore, la Russia ha lanciato 16 missili, prendendo di mira i distretti di Kharkiv, Kreson, Mykolaiv e Odessa; 61 attacchi aerei e almeno 52 attacchi MLRS contro le postazioni militari dell’Ucraina e le infrastrutture civili.
Ore 08:05 - Xi ospiterà il 18-19 maggio primo summit Cina-Asia Centrale
Il presidente Xi Jinping ospiterà il 18 e 19 maggio prossimi il primo vertice con i leader di 5 ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale (Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Turkmenistan), regione storicamente sotto l’influenza russa e sotto pressione dopo l’invasione di Mosca ai danni dell’Ucraina. Il summit Cina-Asia centrale si terrà nella città settentrionale di Xi’an, capoluogo dello Shaanxi, punto di partenza dell’antica Via della Seta. L’iniziativa vuole consolidare l’influenza di Pechino nell’area e si terrà quasi in concomitanza con il summit dei leader del G7 (19-21 maggio) di Hiroshima, in Giappone.
Ore 08:36 - Filorussi: oltre 1.600 persone evacuate da Zaporizhzhia
Sono oltre 1.600 le persone evacuate da Zaporizhzhia, tra cui circa 660 bambini e 230 pazienti di un centro di cure psichiatriche. Lo ha riferito su Telegram il governatore della regione controllata dai russi, Yevgeny Balitsky. Venerdì scorso, le autorità filorusse hanno annunciato lo sgombero di alcune zone della regione in vista dell’imminente controffensiva ucraina. Balitsky ha precisato che le persone sono state spostate «verso le aree sicure della regione di Zaporizhzhia».
Ore 09:02 - Zelensky: la Russia sarà sconfitta come lo fu il nazismo
La Russia sarà sconfitta «nello stesso modo» in cui lo fu il nazismo nel 1945: parola del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, che ha rilasciato una dichiarazione alla vigilia del 9 maggio, data nella quale in Russia e nei Paesi dell’ex Urss si celebra la Giornata della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica, come viene chiamata la seconda Guerra Mondiale. «Tutto il male che la Russia moderna porta con sé sarà sconfitto nello stesso modo in cui fu sconfitto il nazismo», ha dichiarato Zelensky sui social, ribadendo la promessa di «liberare» tutti i territori ucraini occupati dalle forze di Mosca.
Ore 09:05 - Gb: Mosca recluta militari fra gli immigrati asiatici
La Russia sta reclutando i lavoratori presenti nel Paese e provenienti dalla Asia centrale per prestare servizio come militari in Ucraina. Lo scrive su Twitter l’intelligence britannica, precisando che «i reclutatori hanno visitato le moschee e gli uffici dell’immigrazione per arruolare personale». «Radio Free Europe ha riferito che i reclutatori offrono bonus di iscrizione di 2.390 dollari e stipendi fino a 4.160 al mese - prosegue il ministero della Difesa di Londra - Ai migranti è stato anche offerto un percorso rapido per la cittadinanza russa da sei mesi a un anno, invece di cinque anni». «L’elevato stipendio mensile e i bonus di iscrizione attireranno alcuni lavoratori migranti a iscriversi - spiega il rapporto di intelligence - Queste reclute vengono probabilmente inviate in prima linea in Ucraina, dove il tasso di vittime è estremamente alto. Il reclutamento di migranti fa parte dei tentativi del Ministero della Difesa russo di raggiungere il suo obiettivo di 400.000 volontari per combattere in Ucraina. Le autorità stanno quasi certamente cercando di ritardare il più a lungo possibile qualsiasi nuova mobilitazione obbligatoria per ridurre al minimo il dissenso interno».
Ore 09:20 - Kissinger: negoziati possibili entro fine anno grazie a Cina
L’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger ha affermato che i negoziati per risolvere il conflitto in Ucraina potrebbero aver luogo entro la fine di quest’anno. «Ora che la Cina è inclusa nel processo di negoziazione, tutto dovrebbe cambiare - ha detto alla Cbs - Penso che entro la fine dell’anno potrebbero esserci negoziati reali».
Ore 09:31 - Isw, il potere del generale Gerasimov eroso da Wagner e Kadyrov
Gli analisti del think tank statunitense Isw sostengono che l’ultimo litigio tra la Wagner e il ministero della Difesa russo dimostra che il generale dell’esercitoValery Gerasimov, comandante generale della campagna in Ucraina, e forse il ministro della Difesa Sergei Shoigu «non hanno la capacità di comandare il capo di Wagner Yevgeny Prigozhin e il leader ceceno Ramzan Kadyrov come subordinati, ma devono invece negoziare con loro come pari». Per Isw, «le degradate capacità di Gerasimov di controllare i suoi comandanti probabilmente limiteranno ulteriormente la capacità dell’esercito russo di condurre operazioni coerenti che coinvolgono diverse aree di responsabilità». Isw valuta come improbabile che Putin rimuova Gerasimov dalla carica di comandante generale per motivi di reputazione, e quindi l’indebolimento pubblico di Gerasimov da parte di Prigozhin e Kadyrov potrebbe avere un impatto duraturo sul potere del comandante generale in Ucraina.
Ore 09:49 - Ue verso sanzioni a Paesi e aziende che aiutano Mosca
L’undicesimo pacchetto di sanzioni Ue contro l’invasione dell’Ucraina - che inizierà a essere discusso questa settimana al Consiglio Ue - prenderà di mira i Paesi terzi che stanno permettendo alla Russia di aggirare le misure restrittive introdotte finora da Bruxelles. Il testo delle nuove sanzioni, che nel fine settimana è stato trasmesso agli ambasciatori dei Ventisette, includerà anche misure restrittive nei confronti di alcune aziende cinesi e iraniane, come affermato da due fonti citate da Politico. Le nuove restrizioni, riporta ancora la testata europea, potrebbero andare a colpire anche la Turchia e il Kazakistan, citati più volte da alti funzionari Ue come esempio di Paesi dai quali starebbero aumentano le esportazioni verso la Russia di beni oggetto dell’export ban europeo verso Mosca. Oltre che a livello europeo, il tema dell’elusione delle sanzioni alla Russia verrà affrontato anche al tavolo dei G7 tra i ministri delle Finanze, previsto da giovedì a sabato a Niigata, in Giappone.
Ore 09:55 - Cnn: la Russia manda al fronte i tank T 55 della Guerra Fredda
Mosca ha tirato fuori dai depositi attrezzature militari vecchie, inclusi i carri armati T-55, un modello commissionato per la prima volta dall’Armata Rossa dell’Unione Sovietica nel 1948, poco dopo la fine della seconda guerra mondiale. Sono così vecchi che si possono trovare nei musei. Lo sostiene la Cnn che ha analizzato immagini satellitari. «L’Y 55 è stato il carro armato principale utilizzato dall’Unione Sovietica nell’era della Guerra Fredda», ha detto lo storico John Delaney, curatore senior presso l’Imperial War Museum (IWM) a Duxford, Cambridge. Quando la Russia iniziò a smantellare i propri T-55 negli anni ‘80, ce n’erano ancora più di 28.000, ha detto Delaney, aggiungendo che erano stati messi fuori servizio piuttosto che demoliti. «I sovietici non hanno mai buttato via niente», ha spiegato. «Probabilmente ce n’è un numero significativo nei capannoni in attesa di essere riconfigurato». Le immagini satellitari indicano che la Russia ha prelevato dozzine di carri armati dal deposito di una base ad Arsenyev, nell’estremo oriente della Russia. Le foto disponibili al pubblico mostrano che uno dei carri armati immagazzinati alla base è il T-55. «Saranno lì da un decennio o più», dice Delaney. «Avranno bisogno di una notevole quantità di lavoro per riportarli in buone condizioni di funzionamento». La Russia non ha confermato che sta schierando il T-55 in prima linea e il Ministero della Difesa di Mosca non ha risposto alla richiesta di commento della Cnn. Ma, nelle ultime settimane, blogger pro-Cremlino ben informati hanno condiviso fotografie che mostrano questi carri armati nei territori occupati dai russi in Ucraina. Il sito Web di intelligence open source con sede nei Paesi Bassi Oryx afferma di avere prove visive che la Russia ha perso più di 1.900 carri armati dall’inizio dell’invasione, quasi i due terzi di una flotta iniziale di circa 3.000.
Ore 10:07 - Ft: Ue valuta sanzioni a società cinesi che assistono industria militare russa
Per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Unione europea ha proposto sanzioni alle società cinesi che sostengono la macchina da guerra russa. Il quotidiano «Financial Times» riporta che sette aziende cinesi, accusate di vendere attrezzature che potrebbero essere utilizzate nelle armi russe, sono state elencate in un nuovo pacchetto di sanzioni che sarà discusso dall’Ue questa settimana. La lista delle sanzioni richiede l’approvazione unanime dei 27 Stati membri prima di poter essere applicato. L’Ue aveva finora evitato di prendere di mira la Cina, sostenendo che nessuna prova dimostrava che Pechino stesse fornendo direttamente armi a Mosca. Tuttavia, questa nuova decisione rischia di irritare la Cina, che è ansiosa di impedire a Bruxelles di schierarsi con Washington nella battaglia per l’influenza globale.
Ore 10:08 - Scrittore russo Prilepin racconta attentato: «Mia figlia lasciata 5 minuti prima, se fosse saltata in aria la seconda mina saremmo morti tutti»
«Dico ai demoni: non intimidite nessuno. Dio esiste. Vinceremo»: con queste parole lo scrittore nazionalista russo, Zakhar Prilepin, conclude il racconto fatto su Telegram dell’attentato in cui è rimasto ferito due giorni fa e che è costato la vita a un suo assistente, Alexander Shubin. «C’è stata un po’ di confusione sui media - ha precisato - Sasha (Shubin, ndr) era a destra, al posto del passeggero. Guidavo io. L’esplosione è avvenuta sotto il suo posto». Lo scrittore racconta quindi di aver perso conoscenza per alcuni minuti e di essere stato soccorso dalle persone del posto, che lo hanno aiutato a uscire dall’autovettura. Riguardo alla figlia, Pripelin precisa che l’aveva lasciata cinque minuti prima dell’esplosione. In ospedale ha poi appreso che erano due le mine che dovevano esplodere, ma il responsabile «si è spaventato ed è scappato dopo l’esplosione della prima. Se avesse fatto saltare in aria la seconda, saremmo morti tutti». Pripelin ha poi precisato di avere entrambe le gambe fratturate.
Ore 10:17 - Kiev, in 24 ore colpite 10 regioni ucraine, 3 morti e 28 feriti
È severo il bilancio dell’ultima ondata di attacchi. Nelle ultime 24 ore, le forze russe hanno bombardato 10 regioni dell’Ucraina, colpendo 127 insediamenti e 139 infrastrutture. Almeno 3 persone risultano morte e altre 28 ferite, secondo dati diffusi dal ministero della Difesa di Kiev riportati dal sito dell’Ukrainska Pravda. Nella regione di Kiev, si legge ancora, i raid sono durati circa 4 ore: «La difesa aerea ha funzionario e nessun colpo è andato a segno», dice il bollettino. Attorno e nella capitale ucraina si registrano incendi di sterpaglie, subito spenti, causati dai detriti dei droni abbattuti, e il danneggiamento di varie automobili, senza vittime.
Ore 11:13 - Sindaco Kiev: stanotte l’attacco più grave da inizio guerra
Quello di stanotte è stato il più massiccio attacco russo a Kiev dall’inizio dell’invasione. Lo ha detto il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko ai media mentre si trovava sul luogo della caduta del relitto di uno dei droni abbattuti sulla capitale. «Grazie alle nostre forze di difesa aerea, tutti i 36 droni sono stati abbattuti. Questo è l’attacco più massiccio alla nostra città dall’inizio della guerra», ha affermato, citato da Unian, sottolineando che nessuno è morto mentre 5 persone sono rimaste ferite. «Nessuno è in pericolo di vita», ha spiegato, riferendo inoltre di danni a edifici residenziali, oltre a un asilo e una scuola.
Ore 11:24 - Allarmi aerei in tutta l’Ucraina dopo i raid notturni
Gli allarmi aerei stanno risuonando in tutta l’Ucraina. Lo hanno annunciato, come riferiscono i media online, le autorità di Kiev. Il suono delle sirene arriva mentre l’Ucraina ha subito oltre cento attacchi nel corso della notte. Gli allarmi si avvertono regolarmente in Ucraina, in particolare vicino alla linea del fronte, ma la portata dell’allerta potrebbe indicare che sono in arrivo altri attacchi.
Ore 11:33 - Un cadavere recuperato dalle macerie ad Odessa
Natalya Humenyuk, capo del centro stampa delle Forze di difesa e sicurezza meridionali ucraine, ha riferito che il corpo di una guardia è stato recuperato dalle macerie di un magazzino che stanotte è stato distrutto in un attacco missilistico russo a Odessa. Lo riporta Suspilne, ricordando che nell’attacco tre dipendenti del magazzino sono rimasti feriti lievemente.
Ore 11:34 - La Turchia non si unirà a sanzioni Usa e Ue contro la Russia
La Turchia non si unirà alle sanzioni degli Usa e della Ue contro la Russia. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu. «Non ci uniremo alle sanzioni unilaterali che gli Stati Uniti e l’Ue hanno imposto alla Russia. Lo decidiamo nel nostro interesse», ha detto al canale televisivo turco Lider Haber.
Ore 11:43 - Uccidere russi ovunque, Peskov: «Parole Budanov mostruose»
«Le dichiarazioni delle autorità ucraine sulla loro disponibilità a `uccidere russi in tutto il mondo´ indicano che Kiev è diventata non solo uno sponsor, ma un organizzatore diretto di atti terroristici». Lo ha detto il portavoce del presidente della Federazione Russa Dmitry Peskov, commentando la dichiarazione del capo dell’intelligence ucraina Kirill Budanov. «Questa è una dichiarazione davvero mostruosa. Ciò che ha detto il signor Budanov è una conferma diretta che il regime di Kiev non sta solo sponsorizzando attività terroristiche, ma è l’organizzatore diretto di questa attività. E questa dichiarazione fornisce un’altra caratteristica molto importante del regime di Kiev», ha detto il portavoce del Cremlino, aggiungendo che «abbiamo servizi speciali che faranno tutto il necessario dopo tali dichiarazioni. Nessuno dovrebbe avere dubbi al riguardo».
Ore 12:17 - Von der Leyen domani a Kiev per la giornata dell’Europa
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sarà domani a Kiev per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e «riaffermare l’incrollabile sostegno dell’Ue nei confronti dell’Ucraina». Lo annuncia il portavoce di von der Leyen, Eric Mamer, sottolineando che la visita coincide con la giornata dell’Europa.
Ore 13:00 - Con la guerra uccisi 480 bambini
A seguito dell’invasione russa, almeno 1.444 bambini sono stati uccisi o feriti. Lo scrive l’agenzia Ukrinform. «Secondo le informazioni ufficiali dei procuratori minorili, 480 bambini sono stati uccisi e più di 964 hanno riportato lesioni di vario grado di gravità», riferisce l’ufficio del procuratore generale . Le cifre non sono definitive. La maggior parte dei bambini è stata uccisa o ferita nella regione di Donetsk (455), nella regione di Kharkiv (275), nella regione di Kyiv (128), nella regione di Kherson (96), nella regione di Zaporizhzhia (89), nella regione di Mykolaiv (89), nella regione di Chernihiv (70), nella regione di Dnipropetrovsk (67), nella regione di Luhansk (66).
Ore 13:34 - Governatore russo: massiccio attacco ucraino a Belgorod
Nella regione russa di Belgorod, le autorità locali riferiscono di «massicci bombardamenti da parte delle forze armate ucraine. La città di Shebekino è stata attaccata, ci sono quattro feriti», ha riferito il governatore di Belgorod Vyacheslav Gladkov, citato da Ria Novosti. «Oggi, Shebekino è stata colpita da massicci bombardamenti delle forze armate ucraine. Al primo attacco non ci sono stati danni, al secondo c’è stata un’esplosione vicino a tre condomini: ci sono 4 feriti», ha detto Gladkov. La città di Shebekino si trova a quattro chilometri dal confine con l’Ucraina.
Ore 14:03 - Kiev: «È la Russia che vuole reincarnare il nazismo»
«8 maggio. Un giorno di commemorazione delle vittime del regime nazista. Un giorno di lutto per gli eroi che sono morti combattendo. E il Giorno della vittoria, che ci dice che, per quanto sia difficile, l’oscurità perde sempre. Qual è la differenza tra la Russia e il mondo civilizzato? Noi ricordiamo i nostri eroi. Ricordiamo il terribile prezzo pagato per la vittoria sul nazismo. Lo capiamo come nessun altro, perché oggi assistiamo a un altro tentativo di reincarnazione del nazismo (questa volta russo). Un tentativo di affogare il mondo nel sangue degli innocenti...». Lo scrive il consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak in un tweet. «Loro (i russi) ballano sulle ossa, festeggiano e gridano “Ehi, Berlino, possiamo farlo di nuovo”. Per loro è un giorno di guerra. Un giorno di danza. Un giorno di celebrazione dell’omicidio di massa. E fa parte del culto dell’odio...», aggiunge Podolyak.
Ore 14:13 - La Russia ferma l’accordo sul grano del Mar Nero
«Ancora una volta la Federazione Russa ha effettivamente fermato “l’iniziativa del grano” rifiutando di registrare le navi in arrivo e di effettuare le loro ispezioni. Questo approccio contraddice i termini dell’attuale accordo», ha detto il ministero della Ricostruzione ucraino.
Ore 14:29 - Attacchi russi nel Kherson: 9 feriti
Secondo quanto comunicato dall’ufficio del procuratore generale e reso noto dal governatore regionale Prokudin, l’esercito russo ha colpito il villaggio di Stanislav, nell’oblast di Kherson, ferendo sei civili, tra cui un bambino di 9 anni. Le truppe di Mosca hanno anche attaccato alcuni insediamenti nei distretti di Beryslav, ferendo altre tre persone. Stamattina l’amministrazione militare dell’oblast di Kherson ha riferito che le forze russe hanno attaccato la regione 42 volte nelle ultime 24 ore.
Ore 14:50 - Cherevaty, portavoce del comando orientale delle forze armate ucraine: «Morti almeno 100 mila russi a Bakhmut»
Sarebbero almeno 100mila i soldati russi morti nel tentativo di conquistare Bakhmut. La stima è del colonnello Serhiy Cherevaty, portavoce del comando orientale delle forze armate ucraine. Si tratta di un calcolo «approssimativo», ha detto alla Tv ucraina, rilanciato dal Guardian. «Sono sicuro che ulteriori verifiche faranno crescere il dato. Questo è normale perché il nemico ha utilizzato i cosiddetti assalti tritacarne», ha aggiunto, riferendosi alle ondate successive di attacchi di soldati russi usati come carne da cannone. Secondo Cherevaty, i russi a Bakhmut non sono a corto di munizioni come sostiene Yevgeny Prigozhin. Queste dichiarazioni del capo dei mercenari della Wagner, sostiene, arrivano perché Prigozhin «ha fatto troppe promesse sulla cattura di Bakhmut e inventa questo nonsense sulla mancanza di munizioni, perché non ha altre “vittorie” oltre alle perdite di uomini».
Ore 15:08 - Kiev: «60 droni russi di fabbricazione iraniana su obiettivi ucraini»
La Russia ha lanciato 60 droni kamikaze di fabbricazione iraniana contro obiettivi ucraini, 36 dei quali nella capitale Kiev. Lo ha annunciato il sindaco della città ucraina. I detriti hanno tuttavia colpito appartamenti e altri edifici, ferendo almeno cinque persone a terra.
Ore 15:36 - Kiev: «I civili catturati dai russi costretti a scavare trincee»
Numerosi civili ucraini catturati dai russi sono costretti a scavare trincee in previsione di una controffensiva ucraina, ma non saranno in ogni caso considerati traditori. Lo ha precisato il quartier generale di coordinamento per il trattamento dei prigionieri di guerra, secondo quanto riferito da Ukrinform. Su iniziativa della organizzazione non governativa Civilians in Captivity, si è svolto presso la sede del Coordinamento un incontro con le famiglie degli ostaggi civili trattenuti dalla Federazione Russa. I rappresentanti del quartier generale, del servizio di sicurezza Sbu e dell’ufficio del difensore civico hanno risposto alle domande poste dalle famiglie degli ucraini catturati. Il rappresentante del difensore civico ha osservato che per il ritorno degli ostaggi civili è necessaria la volontà politica del Paese aggressore e che in ogni caso non dovrebbero essere oggetto di scambio, perché, secondo il diritto umanitario internazionale, i civili dovrebbero essere rilasciati senza alcuna precondizione. «Abbiamo cittadini russi che sono stati condannati. Ma non c’è ancora risposta dalla Russia in merito alla loro disponibilità a scambiarli con la nostra gente. I nostri ostaggi civili sono accusati nella Federazione Russa di resistere alla cosiddetta operazione speciale e sono trattenuti per costringere l’Ucraina a negoziati politici, che non ci saranno. Ma sono in corso negoziati per uscire dallo stallo e un processo per il rilascio dei nostri civili». Il funzionario della Sbu Viktor Kononenko ha assicurato alle famiglie degli ostaggi civili detenuti dalla Russia che i negoziati per ricondurli a casa non si fermeranno mai. Tra le ipotesi, anche quella di scambiare i sacerdoti del Patriarcato di Mosca trattenuti per il loro sostegno agli invasori.
Ore 16:21 - «I droni sul Cremlino lanciati da una via ad est di Mosca»
L’analista militare ucraino Oleg Zhdanov ha riferito che secondo alcuni testimoni oculari i droni lanciati sul Cremlino il 3 maggio sarebbero arrivati da via Ordynska, cioè da est di Mosca: se fossero arrivati dal territorio ucraino sarebbero stati lanciati da ovest. Lo riporta Unian. Secondo l’esperto, l’opposizione russa potrebbe essere coinvolta in questo incidente, ma potrebbe anche essere una messa in scena voluta dal presidente russo e dal suo entourage per evitare di partecipare alla parata del 9 maggio per timore di essere attaccato :« Quindi ci sono due opzioni. O è stato fatto dall’opposizione russa, che voleva davvero intimidire Putin e impedirgli di lasciare il bunker, o è stato inscenato dal presidente russo e dal suo entourage per evitare di partecipare alla parata del 9 maggio», ha detto Zhdanov.
Ore 16:35 - Esercito di Kiev: «Stiamo avanzando in direzione Bakhmut»
I soldati ucraini sono avanzati di un chilometro in direzione di Bakhmut, la città dell’Ucraina orientale dove dall’estate 2022 infuriano battaglie con le forze russe e soprattutto con la milizia privata Wagner. Lo riferisce il comandante dell’unità di terra ucraino Mykola Volokhov, citato da Unian. «Stiamo lavorando, abbiamo un risultato: un chilometro, un intero chilometro di terra ucraina è stato ripulito e liberato dai mercenari Wagner, liberato dagli invasori. Continuiamo a combattere. Penso che non sia tutto per oggi. La vittoria sarà nostra. Gloria all’Ucraina», ha detto Volokhov.
Ore 16:40 - Kiev: «L’attacco alla Croce Rossa viola il diritto internazionale»
Oggi, nella Giornata mondiale della Croce Rossa, la Russia ha attaccato l’impianto di stoccaggio degli aiuti umanitari della Croce Rossa ucraina a Odessa. Questa è un’altra grave violazione del diritto internazionale. Mosca deve smetterla di prendere di mira le infrastrutture civili e di impedire agli aiuti di raggiungere le persone bisognose”. Lo ha denunciato su Twitter Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli Esteri ucraino.
Ore 17:07 - Kiev: «A Mariupol è iniziata la mobilitazione russa»
«Le commissioni di coscrizione hanno iniziato a funzionare a Mariupol. Gli occupanti stanno già cercando. Il nemico prevede di arruolare uomini fino ad agosto». Lo scrive il Consiglio comunale della città ucraina Mariupol su Telegram citando il sindaco e gli stessi abitanti della città.
Ore 17:10 - È cambiata la strategia di comunicazione di Kiev: ora minaccia di colpire i russi «ovunque»
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La strategia di comunicazione ucraina è cambiata. Per mesi ha negato operazioni clandestine in territorio russo, ora alterna il «non confermiamo non smentiamo» alla minaccia di colpire i russi ovunque.
Gli attacchi in serie a basi e installazioni, la grande esplosione sul ponte di Kerch, gli omicidi mirati sono diventati una costante e, negli ultimi tempi, hanno sostituito iniziative belliche di ampia portata da parte di Kiev. Una scelta e una necessità. L’esercito deve preparare le brigate, addestrare i soldati, mettere in ordine i corazzati in vista dell’offensiva. In alternativa ha mantenuto la pressione con gli strike dietro le linee o in Russia. Solo che, all’inizio, tenendo anche conto degli inviti alla prudenza di Washington decisa a evitare l’escalation con il Cremlino, il governo Zelensky ha preferito tenere un profilo basso.
Ore 17:30 - Pechino: «La nostra cooperazione economica con Mosca è corretta»
Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, commentando la notizia di possibili sanzioni dell’Ue contro sette società cinesi per aver sostenuto la macchina da guerra russa, ha detto in conferenza stampa che la «cooperazione economica e commerciale Cina-Russia è del tutto corretta. Non si rivolge a terze parti e sarà esente da interruzioni o coercizione da parte di terzi». «Sulla questione ucraina, la Cina mantiene una posizione obiettiva e giusta, promuove attivamente colloqui per la pace e ha svolto un ruolo costruttivo nel facilitare una soluzione politica della crisi», ha sottolineato.
Ore 17:40 - Ucraina: «A Mariupol i russi iniziano la mobilitazione forzata, reclutamento fino ad agosto»
A Mariupol le forze russe «hanno iniziato la mobilitazione forzata». Lo riporta The Kyiv Independent, che rilancia le denunce delle autorità di questa città dell’Ucraina sudorientale. I russi, scrive anche Ukrainska Pravda, «hanno iniziato una campagna di reclutamento nella città temporaneamente occupata». Secondo il sindaco ucraino eletto di Mariupol, Vadym Boichenko, «hanno iniziato a lavorare in città uffici per l’arruolamento» e i russi «cercano i cittadini che non rispettano “l’obbligo militare”». Stando a Boichenko, «il nemico prevede di arruolare uomini fino ad agosto». Su Telegram le autorità hanno anche diffuso una foto di un documento che sarebbe una «convocazione per una visita medica da parte dell’ufficio di reclutamento militare» ricevuta da un abitante di Mariupol.
Ore 17:45 - Zaporizhzhia, sospeso il funzionamento della centrale
Il funzionamento delle unità della centrale nucleare di Zaporizhzhia è stato sospeso «per evitare provocazioni delle forze armate ucraine». A dirlo, secondo i media russi, è stato il capo ad interim dell’amministrazione d’occupazione russa dell’Oblast’ Evgenij Balitsky.
Ore 17:48 - Portavoce del ministero degli Esteri di Mosca: «Zelensky è l’incarnazione di Giuda nel XXI secolo»
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è «la nuova incarnazione di Giuda nel XXI secolo». Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, dopo che Zelensky ha anticipato le celebrazioni per la fine della Seconda guerra mondiale dal 9 maggio - giornata della vittoria in Russia - all’8 maggio. «Cosa potrebbe essere peggio di un nemico? Un traditore. Questo è Zelensky. La nuova incarnazione di Giuda nel XXI secolo», ha detto Zakharova. «Cancellando il giorno della vittoria il 9 maggio ha tradito i suoi antenati: sia coloro che hanno combattuto nell’Armata rossa, sia coloro che hanno sofferto e sono stati torturati nei campi di concentramento», ha continuato la portavoce, che ha definito Zelensky «un complice dei nazisti 80 anni dopo».
Il capo dello Stato ucraino ha sottoscritto un decreto in base al quale il 9 maggio l’Ucraina celebrerà la giornata dell’Europa e l’8 maggio diventerà una giornata del ricordo e della vittoria sul nazismo nella Seconda guerra mondiale.
Ore 17:51 - L’ambasciata ricorda agli italiani di lasciare l’Ucraina a causa «degli attacchi armati»
Con un post sui suoi profili social, l’ambasciata italiana in Ucraina ha invitato i suoi cittadini, come accade dall'inizio del conflitto, a lasciare il Paese: «Attacchi armati in Ucraina. La situazione di sicurezza resta critica. Rischio interruzioni di energia. Lasciare immediatamente il Paese. Tutti i viaggi sono assolutamente sconsigliati». Nel post anche i numeri di telefono a cui rivolgersi: Ambasciata +380503102111, Unità di Crisi Farnesina +390636225.
Ore 18:11 - Germania: bandite da Berlino le bandiere russe e sovietiche alla commemorazione del 9 maggio
Divieto di esporre bandiere russe e sovietiche domani al memoriale sovietico nel Tiergarten, nel centro di Berlino, in occasione della commemorazione della capitolazione tedesca dell'8 e 9 maggio del 1945. Lo ha stabilito l'Alta Corte amministrativa della capitale tedesca. Saranno quindi vietate attorno al Memoriale, nel parco del Tiergarten, le bandiere russa e sovietica, nonché i nastri di Saint-Georges, formati da tre bande nere e regolarmente issati in Russia per commemorare la vittoria sulla Germania nazista nel 1945. Le bandiere ucraine, inizialmente vietate dalla polizia, saranno ammesse, ha deciso il tribunale amministrativo di Berlino.
Ore 18:19 - Le truppe russe di occupazione stanno lasciando Skadovsk e limitando le attività in altri insediamenti
Lo stato maggiore delle forze armate ucraine, nel briefing quotidiano, afferma che le truppe russe di occupazione stanno lasciando Skadovsk, regione di Kherson, e stanno anche limitando le attività delle loro «amministrazioni» in altri insediamenti.
Sempre secondo lo stato maggiore, nella notte tra il 6 e il 7 maggio gli occupanti hanno caricato sui veicoli a motore documenti, attrezzature per ufficio e altri beni delle istituzioni statali, e già la mattina del 7 maggio una parte significativa dell'amministrazione di occupazione russa ha lasciato la città insieme con le loro famiglie. Attualmente, una situazione simile si osserva - secondo Kiev - in insediamenti della regione come Mykhailivka, Petrivka, Shevchenko, Shiroke, Ulyanivka e Krasne.
Ore 18:36 - L'annuncio della Polonia: «Abbiamo consegnato dieci caccia Mig-29 all'Ucraina»
Il vice primo ministro e ministro della Difesa polacco Mariusz Blaszczak, in un discorso trasmesso dalla tv nazionale, ha annunciato che la Polonia ha già consegnato dieci aerei caccia Mig-29 alle forze armate ucraine.
Ore 18:39 - «A Bakhmut bombardamenti costanti, non abbiamo notato carenze di munizioni russe»
«Il nemico sta cercando di attaccare 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non abbiamo notato che hanno una carenza di munizioni, come affermano. Penso che sia il contrario. L'intensità dei bombardamenti sta solo aumentando». È il racconto alla tv ucraina di Ihor Shepetin, comandante di battaglione della brigata di difesa territoriale. Shepetin ha detto che le dichiarazioni di Prigozhin sono state un tentativo di «fuorviare» l'esercito ucraino di fronte alle «enormi perdite» della Wagner. «Penso che il nemico sia già disperato. Sta usando tutti i mezzi a sua disposizione per cercare di cacciare le nostre forze di difesa da Bakhmut. Ma il nemico non ci sta riuscendo e non ci riuscirà», ha detto Shepetin, aggiungendo che gli ucraini non correvano il rischio di essere accerchiati e - pur avendo «alcuni problemi logistici» - erano comunque in grado di evacuare i feriti e ricevere rifornimenti di munizioni.
Ore 18:51 - Un raid missilistico russo ha distrutto il magazzino della Croce Rossa a Odessa
Ore 19:04 - Lukashenko in visita a Mosca
Alexander Lukashenko, il presidente bielorusso, è arrivato a Mosca per una visita di lavoro. Lo ha detto a Ria Novosti Natalya Eismont, addetta stampa del leader di Minsk. Non è ancora noto se Lukashenko sarà fra gli «ospiti stranieri» che presenzieranno domani a Mosca alla parata per il Giorno della Vittoria per la quale «Si stanno prendendo tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza» ha assicurato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Ore 19:11 - Farnesina: «Si raccomanda massima prudenza, tutti i viaggi verso l'Ucraina sono fortemente sconsigliati»
«Si continuano a registrare sempre più pesanti attacchi missilistici a Kiev e in tutto il territorio ucraino. Si raccomanda la massima prudenza. Tutti i viaggi verso l'Ucraina, a qualsiasi titolo, sono assolutamente sconsigliati. Ai connazionali ancora presenti in Ucraina è fortemente raccomandato di utilizzare i mezzi tuttora disponibili, inclusi i treni, per lasciare immediatamente il Paese, negli orari in cui non è in vigore il coprifuoco». È quanto si legge sul sito Viaggiare Sicuri, gestito dall'Unità di Crisi della Farnesina, in un aggiornamento odierno pubblicato anche sulla homepage dell'ambasciata d'Italia a Kiev.
Ore 19:47 - Kiev: «I russi avanzano in quattro direzioni, feroci battaglia per Bakhmut e Maryinka»
«Gli invasori russi stanno conducendo operazioni offensive nelle direzioni Lyman, Bakhmut, Avdiivka e Maryinka dove oggi sono stati registrati circa 30 attacchi nemici. Sono in corso feroci battaglie per Bakhmut e Maryinka». Rende noto lo stato maggiore delle forze armate ucraine nell'aggiornamento serale pubblicato su Facebook, riferisce Ukrinform. «Nel corso della giornata odierna il nemico ha lanciato 11 attacchi missilistici, 59 attacchi aerei ed effettuato 76 attacchi utilizzando più sistemi di razzi di lancio. Sono stati colpiti i civili, mentre edifici residenziali privati; e altre infrastrutture civili sono state distrutte e danneggiate. La probabilità di ulteriori attacchi missilistici e attacchi aerei in tutto il territorio dell'Ucraina rimane alta».
Ore 19:51 - Dispiegati in Ucraina i primi rada antidroni prodotti in Israele
Secondo quanto riferito dall'organizzazione di volontari lituani "Blue/Yellow" e riportato da Haaretz, l'Ucraina sta attualmente dispiegando i primi sistemi radar anti droni di produzione israeliana. La società produttrice dei sistemi è l'israeliana "Rada Electronic Industries", mentre l'organizzazione "Blue/Yellow" ha acquistato i sistemi e li ha donati all'Ucraina. La "Blue/Yellow" ha dichiarato che i primi tre radar sono già arrivati in Ucraina e sono stati schierati. È noto che Israele si è finora mostrato restio a fornire alla Ucraina, che ne ha più volte fatto richiesta, il sistema di difesa anti-missile Iron Dome e altri mezzi di intercettazione, temendo di compromettere i suoi rapporti con la Russia, in particolare per quanto riguarda i suoi interventi in Siria.
Ore 20:32 - Prigozhin: «Abbiamo cominciato a ricevere munizioni»
Il capo della milizia Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha annunciato che le sue forze impegnate nella battaglia per Bakhmut stanno cominciando a ricevere munizioni dalla Russia. Giusto la scorsa settimana «il cuoco di Putin» aveva accusato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e lo stato maggiore del mancato rifornimento di munizioni, lamentando anche eccessive perdite umane nella sanguinosa battaglia per il possesso della città ucraina. Sembrerebbe il preludio alla permanenza della stessa Wagner nello scenario, a differenza di quanto filtrato nei giorni scorsi. Mercoledì 10 maggio a quella di Prigozhin avrebbe infatti dovuto succedere la milizia cecena di Kadyrov.
Ore 20:41 - Metsola: «Ucraina nell'Ue, negoziati il prima possibile»
«La posizione del Parlamento europeo è di avviare i negoziati di adesione il prima possibile. Perché diciamo questo? Perché l'Ucraina si batte per ciò in cui crediamo». Lo ha dichiarato la presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola in un'intervista rilasciata all'European Broadcasting Union alla vigilia dell'Europe Day. «Chiediamo agli ucraini di mantenere la stabilità e la pace sul territorio dell'Unione europea alla mercé di un Paese che invade costantemente» gli altri Stati, ha poi aggiunto.
Ore 21:21 - Kiev: «Raid russi a Kharkiv, almeno quattro esplosioni»
«Le forze russe stanno bombardando Kharkiv» e «almeno quattro esplosioni» sono state registrate alle 21:57 ora locale. Lo riferisce la tv pubblica ucraina Suspilne.
Ore 21:27 - «Sospeso il funzionamento dei reattori nucleari di Zaporizhzia»
Nella centrale nucleare di Zaporizhzia «il funzionamento delle unità è stato sospeso a causa di azioni imprevedibili da parte dell'Ucraina». Lo ha dichiarato il governatore ad interim filorusso della regione Yevhen Balitsky in un'intervista al canale televisivo Krym 24. Sembre Balitsky ha inoltre ricordato che il livello dell'acqua nel bacino idrico di Kakhovka è salito a un livello critico a causa delle inondazioni, dello scarico di acqua dalle centrali idroelettriche controllate dalle autorità di Kiev a monte del Dnepr e del bombardamento della stazione da parte delle forze armate ucraine. Da questo punto di vista, ulteriore aumento del livello potrebbe portare alla rottura di una diga vicino alla città di Kamenka-Dneprovskaya e all'allagamento della stessa centrale di Zaporizhzhia.
Ore 23:37 - Il Pulitzer ai reporter ucraini dell'Ap a Mariupol
I giornalisti ucraini dell'Ap Mstyslav Chernov, Evgeniy Maloletka, Vasilisa Stepanenko e Lori Hinnant hanno vinto il premio Pulitzer per il servizio pubblico - il più prestigioso di tutti i Pulitzer - per i loro «coraggiosi» reportage da Mariupol, allora sotto assedio russo. Proprio il mese scorso Maloletka aveva vinto anche il World Press Photo of the Year per la sua straziante immagine della donna incinta ferita trasportata fuori dall'ospedale di Mariupol in barella tra le rovine. L'Ap ha inoltre vinto un secondo Pulitzer per la copertura fotografica della guerra, mentre lo staff del New York Times si è aggiudicato il premio «International Reporting» per la sua «risoluta copertura dell'invasione russa dell'Ucraina, compresa un'indagine di otto mesi sulle morti ucraine a Bucha».
Estratto dell’articolo di Fabrizio Dragosei per il “Corriere della Sera” l'8 maggio 2023.
Anche questa volta poche ore dopo l’attentato a un esponente di spicco dell’intelligentsia filo-Cremlino gli inquirenti sono riusciti a trovare l’esecutore. Come sempre, assoldato dai servizi segreti ucraini, secondo le dichiarazioni diffuse immediatamente. Ma è proprio così?
In altri casi si è visto che la situazione era ben diversa e che, magari, l’autore del crimine era del tutto all’oscuro di quanto avrebbe dovuto succedere. E le ipotesi/certezze sui mandanti potevano essere pure fantasie. Da mesi in tantissime città della Russia si susseguono attentati, incendi, esplosioni e uccisioni. E le piste seguite all’inizio delle indagini sembrano poi non portare da nessuna parte.
Sono gli ucraini? O sono distaccamenti di resistenza russi, come sostengono alcuni oppositori di Putin? O, ancora, dietro questi avvenimenti si nasconde una lotta senza esclusione di colpi tra i vari gruppi di potere che ruotano attorno allo stesso Zar?
[…] Dai dati raccolti da vari siti investigativi russi emerge che l’uso di attentatori «involontari» si sta diffondendo sempre di più. Sarebbero almeno 16 i casi di pensionati e studenti ingannati in qualche modo e spinti a commettere crimini. Misteriosi «truffatori» chiamano la vittima spacciandosi per funzionari dei servizi russi e la convincono ad agire per smascherare presunti agenti stranieri o banditi. È successo a Elena Belova, una pensionata di 65 anni che ha incendiato la Bmw di un ufficiale dello Stato maggiore e che al momento della cattura ha gridato «gloria all’Ucraina».
E a uno studente ventiduenne di San Pietroburgo che il 17 marzo ha dato fuoco a un bancomat nel centro commerciale Kontinent. I servizi, secondo il suo racconto, gli avevano detto di farlo perché da quel bancomat una banda ucraina truffava ignari clienti. Anche lui, di fronte a quelli che credeva essere finti poliziotti avrebbe dovuto gridare «Viva l’Ucraina», per confonderli.
Il nemico pubblico numero uno per il Cremlino oggi è il generale Kyrylo Budanov, capo dello spionaggio militare ucraino Hur che starebbe dietro tutte queste azioni, compresi gli assassinii. Ma lui punta invece il dito contro fazioni russe in lotta, a cominciare da quella di Evgenij Prigozhin, il capo della Wagner da tempo in rotta di collisione con i militari.
Estratto dell’articolo di P.B. per “la Repubblica” l'8 maggio 2023.
Prigozhin ha voltato le carte e sì, era proprio un bluff. Il leader dei mercenari della Wagner ha annunciato ieri mattina sul suo canaleTelegram che non lascerà Bakhmut, come aveva detto tre giorni fa in un’epica sfuriata contro la «feccia» del ministro della Difesa e del capo di Stato maggiore, colpevoli di lesinargli le munizioni. «Stanotte abbiamo ricevuto un ordine di combattimento: promettono di fornirci le munizioni e le armi necessarie per continuare ulteriori azioni».
La previsione di Kiev si è rivelata esatta: la pantomima serviva solo a regolare conticini sospesi, altro che abbandonare le postazioni. In effetti mentre lo “Chef di Putin” insultava i vertici della Difesa e giocava di fioretto con l’altro brutale leader militare che opera a fianco dei soldati russi, il ceceno Kadyrov, su quel paio di chilometri quadrati devastati dalle bombe rimasti sotto il controllo ucraino a Bakhmut è piovuto il fosforo di un attacco russo micidiale, non esattamente il segno della presunta difficoltà lamentata dalla Wagner. […]
Fino a sabato Prigozhin e Kadyrov giocavano, in mezzo a questo massacro insensato per le macerie di una cittadina di provincia bombardata da dieci mesi, scrivendo lettere in carta intestata al comando militare: se va via la gloriosa Wagner veniamo noi ceceni al loro posto, dateci l’ordine e partiamo, scriveva Kadyrov; dateci ordine di arretrare così lasciamo le postazioni ai gloriosi ceceni, replicava Prigozhin. […]
Dopo la sfuriata terribile in un video davanti a tre file di suoi soldati massacrati, sabato Prigozhin aveva scritto al ministro Shoigu questa lettera protocollata: «Accettando il consenso del capo della Repubblica cecena, eroe della Russia, eroe della Repubblica di Lugansk, eroe della Repubblica di Donetsk, colonnello generale Kadyrov, per sostituire le unità del Wagner con unità delle forze speciali Akhmat che si sono comportate eroicamente durante l’assalto a Mariupol e ad altri territori, vi chiedo di emettere un ordine di trasferimento delle posizioni della Wagner al battaglione Akhmat a Bakhmut e dintorni prima delle ore 00:00 del 10 maggio». […]
Anche noi, scriveva Kadyrov, abbiamo avuto guai con le munizioni ma non abbiamo fatto tutto questo caos. Quindi ora «se il fratello maggiore Prigozhin e la Wagner se ne andranno, suo fratello minore Kadyrov e Akhmat verranno al suo posto pronti ad avanzare e occupare Bakhmut, è questione di ore». […]
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 9 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie di oggi, 9 maggio, Giornalista francese ucciso in un bombardamento. Cina: «Chiediamo a Ucraina e Russia di finire la guerra». Marta Serafini, inviata a Pokrovs’k, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 9 maggio 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di martedì 9 maggio. Amran Soldin, 32enne corrispondente di Afp, era nei pressi di Bakhmut in compagnia di quattro colleghi, rimasti illesi, e di militari ucraini
• Il governatore filorusso della regione Yevhen Balitsky ha annunciato che il funzionamento dei reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhia «è stato sospeso a causa di azioni imprevedibili da parte dell'Ucraina».
• Ora Kiev minaccia di colpire i russi «ovunque».
• Oggi è la Giornata dell'Europa, Ursula von der Leyen: «Avviare i negoziati di adesione dell'Ucraina all'Ue il prima possibile».
• Putin: «L'Occidente vuole dettare le regole del mondo. Contro di noi una guerra vera».
Ore 23:43 - Mosca, sospesi reattori centrale Zaporizhzhia
Sospeso il funzionamento dei reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhia «a causa di azioni imprevedibili da parte dell’Ucraina». Lo ha reso noto il governatore ad interim della regione, Yevhen Balitsky in un’intervista al canale televisivo Krym 24, rilanciata da Ria Novosti. Balitsky ha aggiunto che il livello dell’acqua nel bacino idrico di Kakhovka è aumentato dopo che le autorità di Kiev hanno deciso di iniziare a scaricare l’acqua dalle dighe: «Il livello dell’acqua nel bacino idrico di Kakhovka è salito a un livello critico a causa delle inondazioni, dello scarico di acqua dalle centrali idroelettriche controllate dalle autorità di Kiev a monte del Dnepr e del bombardamento della stazione da parte delle forze armate ucraine. Un ulteriore aumento potrebbe portare alla rottura di una diga vicino alla città di Kamenka-Dneprovskaya, all’allagamento delle città e dei villaggi vicini e alla centrale nucleare», ha proseguito. «Comprendiamo che si tratta di manipolazione. Pertanto, i reattori nucleari sono ora sospesi», ha detto ancora il governatore della regione.
Ore 00:32 - Sondaggio Kiev, per 67% cittadini guerra può finire solo con vittoria
Secondo un sondaggio pubblicato dalla Fondazione Iniziative Democratiche di Kiev oltre il 67% degli ucraini afferma che la guerra con la Russia può finire solo dopo la vittoria e nessun compromesso con la Russia è accettabile. Il 22% degli intervistati afferma che alcuni compromessi sono possibili. Il 5% degli intervistati afferma che qualsiasi compromesso è accettabile purché metta fine alla guerra. Secondo lo stesso sondaggio, l’82% degli ucraini afferma che non c’è differenza tra il presidente russo Vladimir Putin e Adolf Hitler. L’11% degli intervistati afferma di essere «probabilmente d’accordo» con questa affermazione. Gli ucraini vedono anche la Polonia (68%), gli Stati Uniti (67%) e il Regno Unito (45%) come gli alleati più fedeli, mentre il presidente polacco Andrzej Duda, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e l’ex primo ministro britannico Boris Johnson come i più importanti sostenitori dell’Ucraina. Le due persone più popolari in Ucraina sono il presidente Volodymyr Zelensky e il comandante in capo delle forze armate, Valeriy Zaluzhnyi.
Ore 01:28 - Zelensky: azioni per sminare territorio più velocemente
L’Ucraina sta preparando uno speciale sistema di azioni che aiuterà a sminare più velocemente i territori liberati dagli invasori russi. Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, lo riferisce «Ukrinform». «Ad oggi, più di 170mila chilometri quadrati del nostro territorio sono contaminati da mine e munizioni inesplose. In generale, dicono che ci vogliono decenni per affrontare una simile minaccia. Dobbiamo farlo molto più velocemente. Stiamo preparando uno speciale sistema di azioni che aiuterà a sminare il territorio più velocemente dopo la disoccupazione», ha detto Zelensky.
Ore 02:17 - Cnn, «Altri 1,2 miliardi di aiuti Usa a Kiev a lungo termine»
Gli Stati Uniti forniranno 1,2 miliardi di dollari in più in aiuti militari a lungo termine a Kiev per rafforzare ulteriormente le sue difese aeree mentre la Russia continua a colpire l’Ucraina con droni, razzi e missili terra-aria: lo riferiscono media Usa, citando dirigenti americani. Il pacchetto di aiuti dovrebbe essere annunciato oggi e il denaro sarà fornito nell’ambito dell’Iniziativa di assistenza alla sicurezza dell’Ucraina.
A differenza delle armi, delle munizioni e degli equipaggiamenti americani che vengono inviati più frequentemente in Ucraina dalle scorte del Pentagono — e quindi possono essere consegnati rapidamente — questo denaro deve essere speso nei prossimi mesi o addirittura anni per garantire le future esigenze di sicurezza dell’Ucraina. Questo stanziamento finanzierà i sistemi di difesa aerea Hawk, le munizioni e i droni per la difesa aerea. I fondi serviranno anche ad acquistare artiglieria, razzi, assistenza per immagini satellitari, nonché a garantire la manutenzione continua e i pezzi di ricambio per una varietà di sistemi.
Ore 05:52 - Raid russi su Kiev, allerta in 14 regioni
I sistemi di difesa aerea dell’Ucraina stanno respingendo gli attacchi russi alla capitale del Paese: lo riferisce l’amministrazione militare di Kiev, dopo che sono stati diramati allerta di raid aerei in tutto il Paese, come riporta Reuters. «I sistemi di difesa aerea stanno funzionando alla periferia di Kiev», ha dichiarato l’amministrazione su Telegram. I servizi di emergenza ucraini hanno emesso allarmi per raid aerei a Kiev e nella maggior parte dell’Ucraina centrale e orientale all’alba, estendendosi da Vynnitsya nell’ovest a tutte le regioni orientali e a sud fino a Kherson e alla regione di Odessa sul Mar Nero.
Ore 06:17 - Attacco missilistico a Kiev, difesa antiaerea abbatte razzi
Le truppe russe hanno lanciato un attacco missilistico su Kiev. Secondo i dati preliminari, un incendio è scoppiato in una casa privata nel distretto di Holosiiv della capitale a causa della caduta di detriti. Lo riporta Rbc-Ucraina citando il canale Telegram Kmva. «Conseguenze preliminari dell’abbattimento di razzi nemici sulla capitale: nel distretto di Holosiivsk, a seguito della caduta di detriti nel cortile di una casa privata, è scoppiato un incendio, nel distretto di Shevchenkivskyi sono stati trovati detriti sulla carreggiata», è stato riferito in una nota. Nella notte sono state segnalate esplosioni a Kiev e in tutta la regione. Secondo il Kmva, l’esercito russo ha lanciato 15 razzi, ma — secondo le prime informazioni, i missili sono stati distrutti dal sistema di difesa antiaereo di Kiev.
Ore 07:15 - Kiev: «25 missili sull’Ucraina, 15 abbattuti a Kiev»
Durante la notte l’esercito russo ha lanciato 25 missili sull’Ucraina, 15 su Kiev, la maggior parte è stata abbattuta dalla contraerea, rende noto questa mattina l’aeronautica militare ucraina, citata dai media. A Kiev non ci sono state vittime stando alle prime informazioni, secondo il capo dell’amministrazione militare della capitale Sergiy Popko . Detriti sono caduti su un’abitazione nel distretto di Holosiivskyi, nel sud-ovest della capitale ha detto il sindaco di Vitali Klitschko. «Kyev si è alzata di nuovo e si alzerà in futuro», ha detto Popko.
Ore 07:23 - Von der Leyen a Kiev: «Qui sono difesi i valori dell’Ue»
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen è arrivata a Kiev. «È bello tornare a Kiev. Dove i valori a noi cari vengono difesi ogni giorno. È quindi un luogo appropriato per celebrare la Giornata dell’Europa. Accolgo la scelta del presidente Zelensky di rendere il 9 maggio la Giornata dell’Europa anche qui in Ucraina», scrive in un tweet che la ritrae dopo che è scesa dal treno, alla stazione della capitale ucraina.
A un cronista del pool della European Newsroom ha detto: «Accolgo con grande favore la decisione del presidente Zelensky di rendere il 9 maggio la giornata dell'Europa, l'Ucraina fa parte della nostra famiglia europea».
Good to be back in Kyiv.
Ore 07:31 - Nuovi attacchi russi sull'Ucraina in vista della parata a Mosca
(di Marta Serafini, inviata a Pokrovs’k) Nuovi attacchi sull’Ucraina in vista delle celebrazioni della Parata della vittoria a Mosca, i russi hanno lanciato otto missili da crociera Kalibr da portaerei nel Mar Nero, che hanno puntato sulle regioni orientali del Ucraina. Tutti 8 sono stati distrutti dai mezzi di difesa aerea ucraina.
Alle 4:00 del mattino, i russi hanno lanciato 17 missili da crociera Kh-101/Kh-555 da 4 aerei dell'aviazione strategica Tu-95ms (dalla regione del mar Caspio). Le forze ucraine difesa aerea hanno distrutto 14 missili da crociera. Un totale di 15 missili da crociera Kh-101/Kh-555 sono stati distrutti. Tutti gli 8 missili che Mosca ha diretto nella regione di Dnipro sono abbattuti. Detriti di «rottami metallici» russi sono caduti su un edificio di quattro piani a Dnipro. Una donna di 32 anni è rimasta ferita, è in ospedale. La testata del missile è stata trovata in appartamento al terzo piano. Gli ingegneri degli esplosivi stanno lavorando per rimovete i detriti pericolosi , diverse dozzine di residenti sono stati evacuati.
Ore 07:34 - Von der Leyen: «Eviteremo che si eludano le sanzioni Ue»
«Stiamo continuando ad aumentare la pressione sulla Russia. È uno dei punti su cui informerò il presidente Zelensky. L'attenzione è ora rivolta alla rigorosa attuazione delle sanzioni e all'adozione di misure contro l'elusione». Lo ha detto Ursula von der Leyen, al suo arrivo a Kiev, ad uno dei cronisti del pool della European Newsroom. «Siamo determinati a chiudere le scappatoie esistenti. Nessuno ne dubiti», ha proseguito von der Leyen, sottolineando: «La mia presenza a Kiev il 9 maggio è simbolica, ma è anche il segno di un dato cruciale: l'Ue lavora fianco a fianco con l'Ucraina su molte questioni».
Ore 07:40 - Putin riduce le celebrazioni per il giorno della vittoria in Russia
(di Marco Imarisio) È il giorno di una vittoria senza vittoria. Quando si avvicina il 9 maggio, la festività più importante del calendario, per spiegare l’enfasi e il significato della parata sulla Piazza Rossa, gli studiosi tirano fuori dal cassetto la pobedobesie, un concetto che si può tradurre come mania o ossessione per il trionfo, qualcosa di cui la società russa è stata imbevuta negli ultimi vent’anni.
Ore 07:48 - Kiev: «Mosca inizia giorno della Vittoria lanciando missili»
«Nella notte del "sacro" giorno del 9 maggio, giorno della Vittoria (uno dei giorni festivi più commemorati, che segna l'anniversario della sconfitta della Germania nazista nel 1945, ndr) gli occupanti russi hanno colpito il territorio dell'Ucraina con missili da crociera marittimi e aerei, con due ondate di bombardamenti sul Paese», ha detto il comandante dell'aeronautica militare ucraina Mykola Oleschuk, citato dall'Ukrainska Pravda.
Ore 07:52 - Tutto pronto a Mosca per la parata della Vittoria
Ore 09:15 - Putin dalla Piazza Rossa: «Contro di noi una vera guerra»
Il presidente russo Vladimir Putin parla sulla Piazza Rossa durante la parata della Vittoria (contro il nazismo). «Contro di noi scatenata una vera guerra, ma abbiamo sconfitto il terrorismo. L'Occidente dimentica chi ha sconfitto il male». Aggiungendo: «La Russia come tutti vuole la pace, ma ci difenderemo». L'Occidente «provoca conflitti sanguinosi», semina i semi della «russofobia» e pretende di «dettare le sue regole a tutte le nazioni». «Ogni ideologia di supremazia è criminale che porta morte, ma le elite occidentali globaliste continuano a parlare in modo esclusivo, organizzano conflitti e aggressioni».
Ore 09:38 - Putin: «L'Occidente vuole dettare le sue regole al mondo. Il nostro futuro dipende dall'operazione speciale»
L'Occidente «provoca conflitti sanguinosi», semina i semi della «russofobia» e pretende di «dettare le sue regole a tutte le nazioni». ha detto nel suo discorso alla parata sulla Piazza Rossa per l'anniversario della vittoria sul nazismo. «Il futuro della sovranità russa dipende dai partecipanti all'operazione militare speciale». E ha chiuso l'intervento inneggiando «alla vittoria». «Niente è più forte della nostra unità».
Ore 09:52 - Kim a Putin: «Supererai le sfide contro le forze ostili»
Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha inviato un messaggio di congratulazioni all'omologo russo Vladimir Putin per le celebrazioni di Mosca del Giorno della Vittoria, in onore della sconfitta della Germania nazista da parte dell'Unione Sovietica. Kim, secondo un dispaccio dell'agenzia Kcna, si è detto certo che la Russia «supererà tutte le sfide e le minacce delle forze ostili» a conclusione della sua «lotta sacra per realizzare la giustizia internazionale» e contro le «pratiche arbitrarie degli imperialisti». Si tratta di giudizi a sostegno di Mosca nell'aggressione dell'Ucraina, a conferma dei rapporti rafforzati tra i due Paesi.
Ore 10:00 - Putin: «Il regime di Kiev è criminale»
Il presidente russo Vladimir Putin ha definito «criminale il regime di Kiev». Lo riporta la Tass. Per Putin, «il popolo ucraino è diventato ostaggio del colpo di stato, dei piani dell'Occidente, questa è la causa dell'attuale catastrofe in Ucraina».
Ore 10:14 - Ppe: accelerare i tempi per l'ingresso di Kiev nella Nato
Concedere all'Ucraina un invito formale per l'ingresso nella Nato quanto prima e garantirne l'ingresso a guerra finita. È quanto chiede il Partito popolare europeo con un position paper rinominato «Carta di Varsavia» che invita ad evitare l'esistenza di «Stati cuscinetto» e che questa sera, stando a fonti interne a Ppe, dovrebbe vedere il via libera finale di tutto il gruppo dei Popolari all'Eurocamera. «Dare una prospettiva di lungo termine, come è successo a Bucarest (al summit dell'Alleanza del 2008, ndr) non ha funzionato», ha spiegato il capogruppo Manfred Weber.
Ore 10:24 - Kiev: «L'Ucraina più vicina all'adesione all'Unione europea»
Secondo il primo ministro ucraino Denys Shmyhal l'Ucraina si avvicina ogni giorno di più all'obiettivo di aderire all'Unione Europea, riporta Ukrinform. «Oggi, per la prima volta, insieme ai Paesi dell'Ue, celebriamo la Giornata dell'Europa. Come si addice a un Paese che condivide i valori e i principi europei di libertà, uguaglianza e rispetto. Che è idealmente e spiritualmente parte di una famiglia europea unita e che sta gradualmente ma inesorabilmente tornando a casa», ha detto Shmyhal, «ogni giorno ci avviciniamo al nostro obiettivo: l'adesione all'Unione Europea».
Ore 12:10 - Chi c’era sul palco del Giorno della Vittoria con Putin
Accanto al presidente russo, sul palco allestito sulla Piazza Rossa, si sono accomodati dittatori (il fedele alleato bielorusso Lukashenko), presidenti, veterani della Seconda guerra mondiale, giovani reclute delle forze armate moscovite.
Ore 10:26 - A Mosca annullata anche la parata aerea per questioni di sicurezza
La parata aerea prevista nelle celebrazioni del Giorno della Vittoria sulla Piazza Rossa di Mosca è stata annullata. Lo riporta la Tass. Dopo che la colonna militare ha attraversato la Piazza Rossa di Mosca, i membri della banda militare sono tornati al centro della piazza e hanno completato la parata militare eseguendo la canzone Pobeda (Vittoria). Per motivi di sicurezza e dopo i droni che sono riusciti la scorsa settimana a sorvolare il Cremlino, era stata anche cancellata la marcia del Reggimento degli Immortali e la parata non si è svolta, come da tradizione, anche in altre città russe.
Ore 10:29 - Prigozhin: «Le unità militari russe fuggono da Bakhmut»
«Lo Stato è incapace di difendere la Russia», ha affermato il capo della milizia privata Wagner Yevgeny Prigozhin e ha accusato i militari russi di fuggire dai combattimenti a Bakhmut, dove infuriano i combattimenti, a cui prende parte in forze La Wagner. «Oggi una delle unità del ministero della Difesa è fuggita da uno dei nostri fianchi. Hanno lasciato le loro posizioni, sono fuggiti tutti», ha detto Prigozhin, «Perché lo Stato non può difendere il Paese?», ha detto in un video postato su Telegram, mentre il presidente Putin era alla parata militare a Mosca.
Ore 10:52 - Scholz: «Il prossimo pacchetto di sanzioni Ue non sarà l'ultimo»
«Siamo già sulla strada per discutere miglioramenti del nuovo pacchetto di sanzioni. E il prossimo non sarà l'ultimo. Questo è un impegno costante sul quale stiamo ancora lavorando». Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz nel punto stampa con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in merito alle sanzioni Ue per la guerra in Ucraina.
Ore 10:56 - Scholz: «L'Ucraina europea è la risposta migliore a Mosca»
«È importante preparare già adesso il futuro della nuova ucraina. Un'ucraina europea, democratica, prospera è la cosa migliore che possiamo opporre alle politiche revisionistiche e contro il diritto internazionale di Putin». Lo ha detto il cancelliere Olaf Scholz intervenendo alla Plenaria del Pe in occasione della Giornata dell'Europa.
Ore 12:06 - Alla parata della Vittoria a Mosca un solo carro armato
Solo un carro armato, un vecchio T-34, ha sfilato alla parata di Mosca per la Vittoria sul nazismo, come mostra un video pubblicato su Twitter. Gli altri mezzi che hanno partecipato alla cerimonia, in processione sulla Piazza Rossa, sono stati semoventi militari e lanciarazzi.
Ore 12:14 - Zelensky a von der Leyen: «Ci serve una nuova vittoria»
«L'Europa è stata resa possibile dalla sconfitta del male dell'aggressione» e «insieme oggi stiamo combattendo di nuovo il male dell'aggressione e la politica di odio che la Russia ha riportato nel nostro continente, quindi ora abbiamo bisogno di una nuova vittoria e torniamo al senso delle parole della dichiarazione di Schuman. I nostri sforzi per un'Europa unita, per la sicurezza e la pace devono essere forti quanto le aspirazioni russe di distruggere la libertà in Europa». Così il presidente ucraino Zelensky in conferenza stampa a Kiev con Ursula von der Leyen.
E ha aggiunto: «Ho ringraziato Ursula per la prontezza dell'Unione europea di fornire all'Ucraina le necessarie munizioni, un miliardo di proiettili di artiglieria. Abbiamo discusso la questione chiave della velocità di consegna di queste munizioni perché ne abbiamo bisogno ora sul campo di battaglia».
Ore 12:25 - Kiev: in 24 ore l'esercito russo ha attaccato 10 regioni ucraine
Nelle ultime 24 ore l'esercito russo ha attaccato dieci regioni ucraine, 17 civili sono rimasti feriti, ha dichiarato l'ufficio stampa del ministero della Difesa ucraino citato dal Kyiv Independent. Sono stati usati mortai, armi leggere, lanciagranate, carri armati, artiglieria, sistemi di razzi a lancio multiplo (Mlrs), sistemi missilistici antiaerei, droni, aviazione strategica e tattica per colpire le regioni di Kiev, Sumy, Cherkasy, Chernihiv, Kharkiv, Kherson, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk, Lugansk e Donetsk. Danni e distruzioni sono stati registrati anche alle infrastrutture locali.
Ore 12:33 - Zelensky: spero presto nell'undicesimo pacchetto di sanzioni a Mosca
Per quanto riguarda le sanzioni a Mosca, in conferenza stampa con la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen, Zelensky ha detto: «Abbiamo toccato anche il tema delle sanzioni russe. Contiamo sul fatto che l'undicesimo pacchetto di sanzioni Ue venga approvato nel prossimo futuro. Una parte dovrebbe riguardare anche il settore nucleare» russo.
Ore 13:05 - Von der Leyen: «Accelerare sulle munizioni a Kiev è la priorità»
«La prima priorità è aiutare ad assicurare le munizioni di cui l'Ucraina ha bisogno. Lavoriamo su tre percorsi: il più veloce è il rilascio immediato di munizioni dalle riserve degli stati membri. Abbiamo riservato un miliardo di euro per questo e sta funzionando, un numero considerevole di munizioni è stato inviato o è in dirittura di arrivo, ma va fatto più urgentemente. Il secondo percorso su cui abbiamo trovato un accordo la scorsa settimana è di fornire un miliardo di euro per l'approvvigionamento di munizioni da 152 e 155 millimetri. E per accelerare questo, il terzo percorso è aiutare gli stati membri ad aumentare la produzione e accelerare la consegna delle munizioni per rispondere ai bisogni dell'Ucraina e degli Stati membri», ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen oggi a Kiev.
Ore 13:09 - Prigozhin e lo sfogo social: «Leadership di idioti, hanno le munizioni e non ce le danno. E se viene fuori che il nonnetto è un co...?»
(di Marco Imarisio) Anche Evgenij Prigozhin celebra il 9 maggio. A modo suo, ovviamente. Con un video girato al fronte, nel quale appare in mimetica, e inveisce contro il ministero della Difesa, suo nemico giurato, che secondo lui lo avrebbe minacciato di incriminarlo per alto tradimento nel caso di abbandono del fronte di Bakmut da parte della sua Brigata Wagner. Niente di nuovo sotto il sole, la saga degli sfoghi dell’ex cuoco di Vladimir Putin contro i governanti di Mosca fa ormai parte del paesaggio. «Leadership di idioti», la definisce in questo nuovo video. Ma c’è un passaggio durante il quale Prigozhin sembra spingersi oltre, senza fare nomi. «Hanno i depositi pieni di munizioni» dice durante la sua odierna invettiva. «Ma invece di darcele, lasciano uccidere i nostri soldati, e il nonnetto felice crede che gli stia andando tutto bene. Speriamo che abbia ragione. E che Dio lo mantenga in salute. Ma che ne sarà di noi, dei nostri figli e dei nostri nipoti, se per caso, la mia è solo una supposizione, viene fuori che questo nonnetto è un grandissimo coglione?».
Ore 13:40 - Putin e il discorso nel Giorno della Vittoria (con un solo carro armato a sfilare)
(di Marco Imarisio) L’unico carro armato che sfila sulla Piazza Rossa è un vecchio T-34. La sigla non dice molto a chi non è esperto di cose militari. Ma si tratta del modello usato dalle forze armate sovietiche durante la Seconda Guerra Mondiale, così carico di anni che gli sono stati persino dedicati alcuni monumenti. Gli altri mezzi pesanti non sono disponibili. All’inizio, Vladimir Putin rivolge un tradizionale saluto ai partecipanti vicini e lontani. Cittadini, militari, veterani. E poi aggiunge all’elenco anche «soldati e comandanti che in questo momento stanno partecipando all’Operazione militare speciale».
Ore 14:07 - Il Parlamento europeo approva l’adozione della procedura d’urgenza per il piano munizioni
Il Parlamento europeo ha votato per l’adozione della procedura d’urgenza per la proposta di regolamento presentata dalla Commissione europea riguardante il sostegno alla produzione di munizioni all’interno dell’Unione Europea. La proposta mira ad aumentare la produzione di munizioni in Europa per consegnare all’Ucraina un milione di munizioni all’anno. L’aula di Strasburgo riunita in sessione plenaria ha approvato la procedura con 518 voti a favore, 59 contrari e 31 astenuti. La votazione sul testo si svolgerà nella prossima sessione plenaria prevista per il 31 maggio e il primo giugno a Bruxelles.
Ore 14:15 - Varsavia, attivisti filo-ucraini bloccano l’ambasciatore russo fuori dal mausoleo dei soldati sovietici
Secondo i giornalisti della France Presse, attivisti filo-ucraini hanno impedito all’ambasciatore russo in Polonia, Sergei Andreev, di deporre fiori fuori dal mausoleo dei soldati sovietici a Varsavia, durante la celebrazione della vittoria della Russia sulla Germania nazista nella seconda guerra mondiale. Inoltre, all’ingresso del mausoleo, diverse decine di attivisti hanno allestito un’installazione artistica con centinaia di bandiere ucraine e croci commemorative per gli ucraini uccisi durante l’invasione russa, inclusi modelli di edifici residenziali distrutti dai bombardamenti russi in diverse città ucraine.
Viktoria Pohrebniak, un’attivista dell’organizzazione filo-ucraina Euromaidan, ha dichiarato alla France Presse che lo scopo dell’azione di protesta era «mostrare le conseguenze della guerra russa contro l’Ucraina». Naturalmente «cercheranno di dimostrare che stanno ancora combattendo contro il fascismo», ha aggiunto. «Sono loro che hanno rianimato il fascismo, che gli hanno dato un altro nome».
Ore 14:19 - Von der Leyen: «Il nostro obiettivo è fornire munizioni a Kiev»
«La prima priorità è aiutare a garantire le munizioni di cui l’Ucraina ha bisogno. Stiamo lavorando su tre binari: la via più rapida è l’immediata cessione di munizioni dalle scorte degli Stati membri. Abbiamo stanziato un miliardo di euro e sta funzionando. Scorte significative di munizioni sono state consegnate o sono in viaggio verso l’Ucraina, ma occorre fare di più, con urgenza». Ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella conferenza stampa a Kiev con il presidente ucraino Zelensky.
«Pertanto, il secondo percorso che abbiamo concordato la scorsa settimana fornisce un miliardo di euro dal Fondo europeo per la pace per l’approvvigionamento di munizioni da 155 e 152 millimetri da parte degli Stati membri. Per accelerare questo lavoro, il terzo binario aiuterà gli Stati membri ad aumentare la produzione, ampliarla e accelerare la consegna di munizioni per soddisfare le esigenze dell’Ucraina e degli Stati membri», ha aggiunto.
Ore 14:26 - Il ministro degli Esteri cinese: «Chiediamo a Kiev e Mosca di finire la guerra»
«Noi deploriamo che la guerra, iniziata oltre un anno fa, non sia ancora finita. Ed esortiamo entrambe le parti a chiudere questa guerra». Lo ha detto il ministro degli Esteri cinese, Quin Gang, in conferenza stampa a Berlino con Annalena Baerbock. Il ministro ha ricordato il piano di pace presentato da Pechino e ha sostenuto che è stato «salutato positivamente sia dalla Russia sia dall’Ucraina». «Noi continuiamo a spingere per i negoziati. La Russia ha detto di essere aperta al negoziato», ha aggiunto.
Ore 14:30 - Guterres (Onu): «In questo momento la pace in Ucraina non è possibile». Podolyak: «Le sue parole mi sorprendono»
Mikhaylo Podolyak, consigliere dell’Ufficio del presidente ucraino Zelensky ha espresso sorpresa per le parole a El País del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres: «È alquanto sorprendente la dichiarazione di Guterres secondo il quale “in questo momento non è possibile la pace in Ucraina”», scrive Podolyak su Twitter. «Sorprendente perché la pace sarebbe possibile se all’aggressore si ricordassero gli articoli della Carta delle Nazioni Unite e si chiedesse “cortesemente” di lasciare il territorio straniero, se la Federazione Russa non fosse più considerata parte delle Nazioni Unite e del Consiglio di Sicurezza Onu e se la Russia ritirasse le sue truppe dall’Ucraina», aggiunge, elencando le sue motivazioni in risposta a Guterres. «Non c’è bisogno - conclude - di creare spunti e giustificare la finta impotenza quando è tutto ovvio».
Ore 14:33 - Zelensky: «L’Ue rimuova le restrizioni sull’export dei prodotti agricoli»
L’Ucraina si aspetta che l’Ue rimuova il «prima possibile» le restrizioni imposte da alcuni Paesi alle esportazioni di alcuni suoi prodotti agricoli. Lo ha sottolineato Zelensky, in conferenza stampa insieme a Ursula von der Leyen. «Purtroppo - ha notato Zelensky - abbiamo avuto problemi dove avremmo dovuto avere forti segni di solidarietà, in particolare in relazione alle minacce che affrontiamo oggi e alle misure protezioniste, anche violente, da parte dei nostri vicini» sui prodotti agricoli, «che non possono che deluderci, per essere gentili. Le restrizioni alle nostre esportazioni sono assolutamente inaccettabili, perché rafforzano la possibilità di aggressione». «Ci aspettiamo - ha continuato - che gli aspetti problematici vengano monitorati e che non vengano prese decisioni senza consultare l’Ucraina. Ci aspettiamo forti soluzioni europee. E ci attendiamo che tutte le restrizioni vengano rimosse al più presto possibile. Riusciremo a trovare decisioni ottimali, che difendano gli interessi dell’Europa in generale e gli interessi degli ucraini, che stanno soffrendo per tutto e anche per le restrizioni all’export.
Ore 14:47 - La Germania alla Cina: «La neutralità significa prendere le parti di Mosca. Pechino può avere un ruolo decisivo»
Annalena Baerbock, ministro degli Esteri tedesco, ha esortato la Cina a prendere posizione rispetto al conflitto in Ucraina, sottolineando che «la neutralità si riduce a schierarsi con l’aggressore». «La Cina può, se lo decide, svolgere un ruolo importante per porre fine alla guerra», ha aggiunto la responsabile della diplomazia tedesca in conferenza stampa con l’omologo cinese Qin Gang.
Ore 14:49 - Pachino: «Se l’Ue sanzionerà le nostre imprese noi replicheremo»
La Cina «replicherà» ad eventuali sanzioni europee alle sue imprese motivato dal loro supposto sostegno alla Russia. Lo ha detto il ministro degli Esteri cinese Qin Gang a Berlino.
Ore 15:14 - Kiev: «Sorprendenti parole Guterres, pace possibile se Mosca si ritira»
«La dichiarazione del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres per cui `la pace in Ucraina in questo momento sia impossibile´ è alquanto sorprendente. Perché la pace è abbastanza possibile se... 1. All’aggressore vengono finalmente ricordati gli articoli pertinenti della Carta dell’Onu e gli si chiede “gentilmente” di lasciare il territorio straniero. 2. Se la Russia non è più considerata parte dell’organizzazione delle Nazioni Unite e del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. 3. Se la Russia ritirerà le sue truppe dall’Ucraina». Lo scrive su Twitter Mikhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Non c’è bisogno di creare idee e giustificare l’artificiale impotenza quando tutto è ovvio», conclude il post di Podolyak.
Ore 15:20 - La Lituania proibirà alcune esportazioni verso la Russia
La Lituania sta concordando con Bruxelles l’introduzione di uno speciale divieto di esportazioni, applicabile a un numero limitato di merci, verso la Russia. Il divieto, che sarebbe valido solamente nel Paese baltico e potrebbe entrare in vigore nel giro di un mese, dovrebbe aiutare a prevenire l’elusione delle sanzioni emesse dall’Unione Europea nei confronti di Mosca. Intervenendo in conferenza stampa, il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, ha ricordato che «il Diritto comunitario consente l’applicazione di alcune restrizioni, in particolare nei confronti di beni aventi uso molteplice, qualora la loro uscita dai confini dell’Unione Europea ne possa determinare il passaggio nelle mani di uno stato belligerante». «Questo», ha aggiunto il ministro, «è proprio il caso della Russia e della Bielorussia».
Ore 15:38 - Gli Stati Uniti annunciano nuovo pacchetto armi da 1,2 miliardi di dollari
Gli Stati Uniti annunciano una nuovo pacchetto di armi per l’Ucraina per un valore di 1,2 miliardi di dollari. Il pacchetto «riafferma l’incrollabile sostegno Usa per l’Ucraina, rafforza la sua difesa aerea e sostiene le sue necessità di munizioni di artiglieria», si legge in un comunicato del Pentagono che spiega come il nuovo invio di armi comprende sistemi di difesa aerea e munizioni per artiglieria, in particolare quelle da 155mm per i sistemi Howitzer. Sono compresi anche munizioni per i sistemi di difesa da droni e fondi per i servizi di immagini satellitari e per l’addestramento. Il pacchetto è finanziato dall’Ukraine Security Assistance Initiative (Usai) che permette all’amministrazione Biden di acquistare le armi da inviare dall’industria bellica invece che prenderle dagli arsenali militari Usa.
Ore 15:47 - Kiev: «Lukashenko salta pranzo al Cremlino, rientro anticipato per motivi salute»
Aleksandr Lukashenko non avrebbe partecipato al pranzo offerto al Cremlino da Vladimir Putin ai leader dei sette Paesi della Csi che avevano accettato il suo invito a Mosca, per partecipare oggi alle cerimonie per la Giornata della Vittoria. Una foto dell’evento, pubblicata da Anton Gersashenko, consigliere del ministro degli Interni ucraino, su twitter indica solo cinque ospiti seduti al tavolo, oltre al presidente russo, nessuno dei quali, per corporatura, sembra il presidente bielorusso. Citando canali Telegram russi, Gerashenko sostiene che Lukashenko ha lasciato Mosca in anticipo per ragioni di salute ed è arrivato in aeroporto in ambulanza. Lukashenko aveva deposto, insieme agli altri leader stranieri, corone di fiori e fiori alla Tomba del milite ignoto, alle pendici del Cremlino, come ha reso noto l’agenzia bielorussa Belta, senza precisare altro, e come dimostrano le foto dell’evento pubblicate sul sito del Cremlino. Fonti non ufficiali hanno aggiunto tuttavia che Lukashenko, che ha 68 anni e già durante la parata non sembrava essere in gran forma, era arrivato alla Tomba a bordo di una macchinetta.
Ore 15:52 - Kiev: «Immorale presenza di alcuni leader stranieri a Mosca»
«Immorale e ostile». L’Ucrania bolla così la presenza a Mosca del premier dell’Armenia e dei leader di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan in occasione delle celebrazioni a Mosca per la Giornata della vittoria. In una nota il ministero degli Esteri di Kiev denuncia quello che considera un «passo immorale e ostile nei confronti dell’Ucraina» che mostra «disprezzo nei confronti della popolazione ucraina che sta lottando per la sopravvivenza e la libertà». Questi Paesi, affermano da Kiev, «non meritano di essere utilizzati adesso dal Cremlino per partecipare a un’azione falsa che non ha nulla a che vedere con l’impresa dei vincitori sul nazismo».
Ore 16:00 - Von der Leyen a Kiev: «Focus su ripresa e adesione»
Colloquio a Kiev tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il premier ucraino Denys Shmyhal. L’incontro, stando a quanto riferito su Twitter dalla politica tedesca, è stato «produttivo» e ha toccato «i numerosi ambiti di cooperazione tra la Commissione europea e l’Ucraina». «Ci siamo concentrati in particolare sulla rapida ripresa e la ricostruzione in vista della conferenza di Londra, l’esportazione di grano ucraino e i progressi nelle sette tappe per l’adesione» di Kiev all’Ue, ha sottolineato von der Leyen.
Ore 16:29 - Cina, Dubai, India: l’enorme flotta fantasma che aiuta la Russia a esportare petrolio
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Una flotta fantasma aiuta la Russia ad esportare il suo petrolio sotto sanzioni: centinaia di petroliere dirette soprattutto in Asia ma che incrociano lungo le rotte del Mediterraneo. L’Unione Europea ora cerca di inasprire le regole nella speranza di contenere i traffici.
Ore 16:33 - Kiev: «A Bakhmut uccisi oltre 160 soldati russi in un giorno»
Nell’ultimo giorno di combattimenti a Bakhmut «sono stati uccisi 166 occupanti russi mentre altri 206 sono rimasti feriti». Lo ha detto in diretta tv il portavoce del Gruppo orientale delle forze armate ucraine, Serhiy Cherevaty,. Lo riporta Ukrinform. «Il nemico continua a considerare la conquista di Bakhmut un obiettivo prioritario», ha spiegato Cherevaty, aggiungendo che «nell’ultimo giorno il nemico ha bombardato questo settore 375 volte con varie tipologie e calibri di artiglieria».
Ore 17:42 - Cina: «Continueremo a dialogare con la Germania per il cessate il fuoco in Ucraina»
«Come membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e in qualità di grande Paese responsabile, la Cina non si limiterà a guardare l’incendio a distanza, né aggiungerà benzina sul fuoco. Pechino vuole mantenere la comunicazione con le parti interessate, inclusa la Germania, per raggiungere un cessate il fuoco anticipato».
Ore 17:47 - Mosca denuncia il sondaggio dell’agenzia ucraina Unian «quale altro influente russo volete vedere ucciso?»
La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha detto che il «regime di Kiev» supera in atrocità quello nazista, «coinvolgendo l’intera società non solo nelle persecuzioni e segregazioni naziste, ma direttamente in attività terroristiche». Zakharova ha denunciato il fatto che l’agenzia di Stato ucraina Unian ha lanciato un sondaggio tra i suoi lettori per sapere quale presentatore televisivo, corrispondente militare o influente personaggio dei media russo vorrebbero vedere ucciso dopo gli attentati di cui sono state vittime Darya Dugina, Vladlen Tatarsky e Zakhar Prilepin.
«Quasi 50.000 persone hanno già votato» scegliendo tra una lista di nomi proposta dall’agenzia, sottolinea Zakharova in un post su Telegram. «Nel Terzo Reich - afferma ancora la portavoce - compilavano liste di proscrizione di nemici, compresi personaggi del mondo artistico, culturale, scientifico e politico. Il regime di Kiev è andato oltre coinvolgendo l’intera società» in «attività terroristiche». «Lo studente ha superato il maestro», conclude Zakharova.
Ore 18:01 - L’Iran pensa di spostare la produzione di droni in Bielorussia
Le autorità iraniane potrebbero probabilmente voler trasferire la produzione o l’assemblaggio di droni in Bielorussia. Lo ha sostenuto l’emittente pubblica ucraina Suspilne. Yuri Ignat, portavoce dell’aeronautica ucraina, avrebbe affermato che con questa decisione «l’Iran vuole evitare la responsabilità per la fornitura di armi, evitare sanzioni e pressioni da parte di altri Paesi. E può spostare la produzione in Bielorussia, per così dire, e chiudere in questo modo il problema», ha aggiunto.
Ore 18:07 - Il 15 maggio a Berlino ci sarà l’incontro tra i ministri della Difesa di Germania e Italia
I ministri della Difesa di Germania e Italia, Boris Pistorius e Guido Crosetto, si incontreranno a Berlino il 15 maggio. Pistorius e Crosetto discuteranno degli aiuti militari per l’Ucraina, impegnata a respingere l’invasione russa. Ulteriori temi che verranno affrontati durante i colloqui comprendono la preparazione del prossimo vertice della Nato, il rafforzamento della capacità di azione dell’Ue, la cooperazione tra Germania e Italia nel settore degli armamenti e l’impegno futuro nel Sahel. Crosetto verrà ricevuto con gli onori militari e, insieme a Pistorius deporrà una corona al monumento ai caduti delle Forze armate tedesche (Bundeswehr).
Ore 18:15 - Il Regno Unito chiede alle aziende di fornire missili a lungo raggio a Kiev
Il Fondo Internazionale per l’Ucraina, un gruppo di Paesi europei tra cui Regno Unito, Norvegia, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia, ha emesso un avviso pubblico la scorsa settimana, chiedendo alle aziende interessate di fornire missili con una portata massima di 300 km per l’Ucraina. Il ministero della Difesa britannico, che amministra il fondo, ha richiesto alle aziende di mettersi in contatto se in grado di fornire missili lanciabili da terra, mare o aria con un carico utile compreso tra 20 e 490 kg. L’avviso ha inoltre elencato altri requisiti desiderabili per i missili, tra cui una bassa probabilità di intercettazione, capacità di pianificazione della missione e metodi di penetrazione della difesa aerea per aumentare la probabilità di successo dell’attacco.
Ore 18:43 - Regno Unito: «Accoglieremmo con favore il coinvolgimento della Cina per mettere fine al conflitto in Ucraina»
Il segretario del Foreign Office britannico, James Cleverly, ha detto che accoglierebbe con favore l’intervento della Cina per mettere fine al conflitto in Ucraina. «Non credo che dovremmo essere maligni su questo. Sappiamo che Xi gode di un notevole grado di influenza su Vladimir Putin - sostiene Cleverly -. Se può usare quell’influenza per realizzare quello che ha dichiarato pubblicamente di sentire fortemente, la sovranità, l’integrità territoriale, il non uso di armi nucleari, la non minaccia delle armi nucleari, allora perché dovremmo essere critici di un simile intervento, se è significativo e se effettivamente raggiunge lo scopo? Due grandi se. Se attraverso il suo intervento può aiutare a ripristinare la sovranità dell’Ucraina e far uscire le truppe russe da quel Paese, non sarò critico su questo», ha aggiunto davanti alla platea statunitense del Consiglio Atlantico.
Ore 19:18 - Gli Usa annunciano di aver neutralizzato “Snake”, lo spyware russo utilizzato contro i Paesi Nato
Gli Stati Uniti hanno annunciato di aver neutralizzato lo spyware denominato “Snake”, che i servizi segreti russi hanno utilizzato ripetutamente contro i Paesi membri della Nato negli ultimi 20 anni. «Attraverso un’operazione ad alta tecnologia, che ha rivolto questo malware russo contro se stessa, le forze dell’ordine statunitensi hanno neutralizzato uno dei più sofisticati strumenti di spionaggio informatico della Russia», ha affermato la viceministra della giustizia Lisa Monaco, in un comunicato.
Ore 19:43 - Ucraina, giornalista francese di Afp ucciso in un bombardamento
Il giornalista di Afp di 32 anni, Arman Soldin, è stato ucciso nel corso di un bombardamento nell’Est del Paese. Lo rende noto l’agenzia stampa francese. «Siamo sconvolti nell’apprendere della morte del video giornalista Arman Soldin nell’est dell’Ucraina oggi. Tutti i nostri pensieri vanno alla sua famiglia e ai suoi cari», si legge in un tweet.
Soldin, coordinatore video dell’Afp in Ucraina, è stato ucciso nel pomeriggio in un attacco con razzi Grad, secondo i quattro colleghi della stessa France Presse (illesi) che lo accompagnavano. Il bombardamento è avvenuto verso le 16.30 ora locale (le 15.30 in Italia) nei dintorni di Chasiv Yar, località vicino a Bakhmut, che è quotidianamente presa di mire dalle forze russe.
Ore 20:40 - Kiev: «Attacco missilistico russo su edifici residenziali a Kupiansk, tre civili feriti»
«L’esercito russo a fine giornata ha lanciato un attacco missilistico sulla città di Kupiansk, nella regione di Kharkiv, ferendo tre civili». Lo ha reso noto il governatore dell’oblast Oleh Syniehubov, ripreso da Ukrinform.
«Il nemico ha appena lanciato un altro attacco missilistico su Kupiansk. È stata colpita una struttura industriale civile. Almeno cinque edifici residenziali sono stati danneggiati. Sfortunatamente, ci sono feriti», ha precisato. Secondo le prime informazioni si tratta di due donne e di un uomo. Uno dei feriti è stato curato sul posto, mentre gli altri due sono stati ricoverati in ospedale.
Ore 21:16 - Blinken: «Kiev ha ciò di cui ha bisogno per riconquistare il suo territorio»
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha affermato di ritenere che l’Ucraina abbia le risorse di cui ha bisogno per riconquistare, attraverso una controffensiva, il territorio occupato dalla Russia. «Hanno ciò di cui hanno bisogno per continuare ad avere successo nel riconquistare il territorio che è stato preso con la forza dalla Russia negli ultimi 14 mesi», ha detto Blinken in una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri britannico James Cleverly.
«Non è solo una questione di armi, ma di addestramento», ha aggiunto Blinken. «Dobbiamo essere sicuri che gli ucraini possano mantenere i sistemi che forniamo loro, ed è importante, ovviamente, che abbiano i piani giusti, ancora una volta, per avere successo».
Ore 22:28 - Macron: «Cordoglio per la morte del giornalista Arman Soldin»
«Un giornalista dell’Agenzia France Presse, un nostro connazionale, Arman Soldin, è stato ucciso in Ucraina. Con coraggio, dalle prime ore del conflitto, era al fronte per stabilire i fatti. Per informarci. Condividiamo il dolore dei suoi cari e di tutti i suoi colleghi». Lo ha scritto in un tweet il presidente francese Emmanuel Macron.
Blu profondo. La Russia vuole sabotare le infrastrutture sottomarine nell’Atlantico perché immagina una guerra ancora lunga. Michelangelo Freyrie su L'Inkiesta il 10 Maggio 2023.
Secondo la Nato, Mosca starebbe mappando obiettivi critici nella regione euro-atlantica, soprattutto sui fondali, per danneggiare la quotidianità di cittadini e Stati, e intaccare la risolutezza dell’Alleanza in un potenziale conflitto aperto.
Le guerre sono combattute da società, non eserciti o élite. Lo scontro armato è un atto profondamente politico, e la violenza organizzata è inevitabilmente indirizzata verso chi in una società decide su inizio e fine delle ostilità. In democrazia si tratta degli elettori, e per questo le dittature tendono a bersagliare i pilastri che sostengono la vita di una comunità.
La comunità euro-atlantica, in particolare, si basa sull’esistenza di una connessione cablata fra le due coste dell’Atlantico. Oggi, il novantacinque per cento dei dati viene trasmesso attraverso 1,3 milioni di chilometri di cavi sottomarini in giro per il mondo, fra cui dieci trilioni di dollari in transazioni finanziarie. Senza la connessione transatlantica sarebbe inconcepibile pensare a un’alleanza come la Nato, ma anche che la quotidianità del miliardo di cittadini dell’Alleanza atlantica possa continuare indisturbata.
I sabotaggi russi e l’allarme Nato
Il monito lanciato la settimana scorsa da David Cattler, il vicesegretario generale Nato responsabile per intelligence e sicurezza, riflette questa consapevolezza. Secondo Cattler ci sarebbero infatti indicazioni che la Russia starebbe mappando una serie di infrastrutture critiche sparse nella regione euro-atlantica, e in particolare sui fondali marini, per individuare potenziali obiettivi e avere una leva contro l’Occidente in caso di un conflitto aperto. Anche se grazie alle comunicazioni satellitari e la ridondanza di cavi sarebbe quasi impossibile scindere completamente Europa e America del Nord, è evidente che atti di sabotaggio ben assestati potrebbero avere effetti devastanti sulla capacità dell’Alleanza atlantica di reagire e sulla tenuta delle società occidentali: più che una paralisi totale, sarebbe come un ictus debilitante.
In effetti, non serve che l’azione russa sia completamente devastante, ma solo che infligga danni abbastanza pesanti da danneggiare la quotidianità europea e americana e intaccare la risolutezza dei Paesi dell’Alleanza in un potenziale conflitto. La guerra è una gara di volontà, dove vince chi è disposto a combattere un giorno in più rispetto al proprio nemico. La tradizione strategica russa pone questo principio al centro delle riflessioni, memore forse dello scontro titanico che ha portato alla vittoria sovietica nel secondo conflitto mondiale.
La dottrina russa di sabotaggio
Il primo obiettivo di una campagna militare è sempre quello di incrinare la determinazione dell’avversario a versare sangue e risorse nell’abisso della guerra: in Ucraina come nel 1945, Mosca è convinta di avere dalla propria un respiro molto più lungo dei propri avversari e una tolleranza per il dolore di gran lunga più alta dell’Europa. Nelle considerazioni russe, la tenuta occidentale e il supporto all’Ucraina potrebbero raggiungere il proprio apice in estate, per poi diminuire con l’avvicinarsi di un nuovo inverno di guerra.
Per questo, le infrastrutture critiche sono sempre rientrate fra gli obiettivi privilegiati delle forze armate russe. La distruzione di obiettivi critici (ribattezzata con la sigla Sopvko in russo) rientra fra le attività immaginabili da Mosca sia all’inizio di una guerra, sia nelle fasi finali di una crisi politica. In entrambi gli scenari, la Sopvko è pensata come un modo per applicare pressione all’avversario con un dispendio minimo di risorse, con la consapevolezza che l’effetto psicologico sulla popolazione civile e la classe politica supera di gran lunga il danno materiale inflitto. Si tratta, nella concezione russa, di una “risposta asimmetrica” sviluppata nel corso dei decenni per segnalare la propria volontà di condurre una lotta senza quartiere, senza rischiare l’utilizzo di armi nucleari.
Nelle considerazioni di Mosca, poter scompaginare il sistema economico avversario e dare un’impressione di spregiudicatezza rende queste infrastrutture obiettivi militari. Basti pensare alla campagna di attacchi lanciata contro le centrali e impianti elettrici in Ucraina: a prescindere da considerazioni puramente militari, i bombardamenti sono stato accompagnati da una campagna informativa volta ad amplificare ed esagerare i danni inflitti.
Nord Stream 2 e il Gugi
Queste considerazioni possono sembrare molto astratte, ma dopo il sabotaggio da parte di ignoti di Nord Stream 2 queste considerazioni sono molto più presenti nei ragionamenti strategici dell’Alleanza atlantica. È noto che la marina russa stia conducendo operazioni di ricognizione al largo del Portogallo e che ha a disposizione numerosi mezzi per effettuare tali attacchi a cavi sottomarini e infrastrutture energetiche. Il Direttorato principale della ricerca sottomarina (Gugi), parte del ministero della Difesa, è un’unità speciale ritenuta responsabile di possibili atti di sabotaggio.
Il Gugi dispone di imbarcazioni che possono rilasciare sommergibili specializzati in grado di manipolare i fondali, tagliare i cavi di comunicazione e piazzare cariche esplosive. Inoltre, le forze russe hanno accesso a palombari specializzati e sottomarini per sorvegliare i fondali, anche se la perdita del sottomarino speciale Losharik in un incendio nel 2019 ha rappresentato una significativa perdita di capacità. Ai mezzi russi si somma infine la vastità dell’Oceano Atlantico, che rende molto difficile sorvegliare con costanza centinaia di chilometri di cavi e altre infrastrutture.
La Nato ha già iniziato ad abbozzare una risposta creando una cella di coordinamento per le minacce alle infrastrutture critiche a Bruxelles, e anche gli Stati membri stanno iniziando ad addentrarsi nel tema (l’Italia lo sta facendo con un Polo nazionale della subacquea a La Spezia). Ma ci vorranno ancora parecchi mesi prima che le acque fra Europa e Nord America, tanto importanti per l’Alleanza, siano messe in sicurezza.
Estratto da wired.it il 9 maggio 2023.
Mentre i bombardamenti continuano a martoriare l’Ucraina, in Russia si stanno tenendo le tradizionali celebrazioni del Giorno della vittoria, con cui ogni 9 maggio si ricorda la sconfitta della Germania nazista e la fine della Seconda guerra mondiale. […] Vladimir Putin ha presieduto la consueta parata militare a Mosca, quest’anno ristretta a solo 51 mezzi e privata di diversi elementi tradizionali.
Delle lunghe colonne di carri armati sovietici e dell’aviazione russa non c’è più traccia. Un singolo e decisamente piccolo carro T-34/85, prodotto nel 1944, ha aperto la parata militare. Mentre nemmeno un aereo ha sorvolato Mosca il 9 maggio 2023.
Tutti quei mezzi, un tempo simbolo della liberazione dell’Europa dalla dittatura nazista, ora giacciono distrutti in Ucraina o pronti a nuovi attacchi […]. Non a caso, un’altra grave assenza di questo 9 maggio è quella del Reggimento immortale, cioè la marcia in cui i parenti dei reduci della Seconda guerra mondiale sfilano nella piazza Rossa portando in trionfo le foto dei propri cari.
Il regime di Putin ha infatti vietato loro di partecipare alle celebrazioni. Ufficialmente per motivi di sicurezza ma, secondo i commentatori del New York Times, per evitare che molti decidessero di portare le immagini delle persone morte in Ucraina in oltre un anno di Guerra.
Presenti, invece, con circa un quinto di tutti i mezzi militari in parata, i soldati del dittatore ceceno e integralista islamico Ramzan Kadyrov, senza i quali la sfilata non avrebbe raggiunto nemmeno i 50 mezzi. Nulla rispetto ai 131 del 2022 o ai 197 del 2021.
Così, dopo il T-34/85, sono arrivati 7 mezzi corazzati Tigr-Ms, 6 Vpk-Urals e i 10 Remdiesel Z-Sts “Akhmat”, usati solo dall’esercito di Kadyrov. Poi, un singolo corazzato anfibio Btr-82A ha guidato 6 lanciatori per missili balistici ipersonici Srbm Iskander.
Dietro, un altro Btr-82A ha aperto la strada a 6 trasportatori dei sistemi di contraerea S-400 e un altro ancora ha preceduto 3 lanciatori per missili balistici intercontinentali Rs-24 Yars e altri 6 Tigr-M. La parata è stata chiusa da appena 3 veicoli corazzati Vpk-7829 Bumerang. Niente carri armati moderni, niente droni aerei o marini, nessun jet di ultima generazione, nessun bombardiere atomico. […]
Estratto dell’articolo di Micol Flammini per ilfoglio.it il 9 maggio 2023.
Alla parata del 9 maggio […] il Cremlino è arrivato lanciando 25 missili contro l’Ucraina. Alle nove in punto, sulla Piazza Rossa, è iniziata la sfilata di politici, propagandisti, veterani, mezzi militari – in misura ridotta rispetto agli altri anni: c’era un solo carro armato, un T-34 – e soldati.
Il presidente russo è riuscito a raggruppare attorno a sé i leader dell’Asia centrale, anche il presidente kazaco, Qasym Jomart Toqaev, che dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina ha cercato di prendere le distanze dal Cremlino, era al fianco di Vladimir Putin; come il suo omologo uzbeco, Shavkat Mirziyoyev, e il premier armeno, Nikol Pashinyan, ha annunciato la sua presenza soltanto ieri.
La Csto, l’organizzazione del trattato di sicurezza collettiva, era al completo a Mosca con i leader di Bielorussia, Kazakistan, Armenia, Korghizistan e Tagikistan tutti seduti sugli spalti disposti sotto la scritta 9 maggio e le bandiere russe.
E’ questa la nota più significativa della parata, Putin ha voluto mostrare un’alleanza che si ricompone. Perché questi capi di stato e di governo, nonostante più volte abbiano preso le distanze dall’invasione e abbiano lasciato trapelare i timori che Mosca possa espandere la guerra nei loro paesi, erano vicini a Putin in un giorno tanto significativo per il conflitto, non si sa.
La guerra contro Kyiv è entrata nel suo secondo anno e […] come lo scorso anno, il Cremlino non aveva vittorie da rivendicare allora e non le ha adesso: attendeva la caduta di Bakhmut per mano della Wagner. Il 9 maggio è un giorno molto importante per Putin, lo ha riempito di simboli e avvertimenti.
Da commemorazioni del passato, il presidente russo, ormai da anni, lo ha reso uno spettacolo di minacce, di promesse di guerra. Da anni il 9 maggio non è più il ricordo di una vittoria passata, ma la promessa di una guerra futura.
Ventiquattro città hanno cancellato la parata, ufficialmente per motivi legati alla sicurezza, probabilmente perché se Mosca era sguarnita di mezzi militari da esporre in piazza, difficilmente altre città avrebbero potuto fare di meglio.
[…] Putin […] ha usato il suo discorso per ripercorrere la lista delle sue accuse: contro le “élite globaliste”, contro l’Ucraina “ostaggio di un regime”, contro la “russofobia” che ha spinto il mondo a dimenticare chi ha liberato l’Europa dal “male”: vogliamo vedere il mondo libero, ha detto il presidente russo.
Ha ammesso che c’è una guerra, ma che la vera guerra non è certo l’operazione militare speciale in Ucraina, ma è “la guerra contro la Russia”. […] A muovere questo conflitto è l’occidente che “provoca scontri e colpi di stato, distrugge i valori tradizionali per continuare a dettare le proprie regole” e Kyiv ormai “è merce di scambio nelle sue mani”. Ha ricordato chi combatte, chi è morto combattendo, ha ricordato i soldati di professione e i mobilitati, che difendono quello che è più importante per la Russia: “La sicurezza, la nostra nazione dipende da voi” e anche il futuro della Russia.
Non era questa la premessa iniziale, quando Putin dichiarò l’inizio dell’invasione, lasciò intendere che Mosca non sarebbe stata coinvolta, che il compito dei soldati russi era “liberare”, “denazificare”, in ballo c’era il futuro di Kyiv e quello della memoria della Seconda guerra mondiale. Ora, lo ammette lui stesso, in ballo c’è il futuro della Russia. L’idea della guerra di difesa serve a Putin per convincere i russi che i sacrifici che stanno facendo sono indispensabili, vitali, anche una nuova mobilitazione potrebbe esserlo.
Parata della vittoria, a Mosca sfila un solo carro armato (ed è della Seconda Guerra Mondiale). Cosa direbbe Eltsin, se vedesse dov’è la Russia oggi (o del perché quello di Putin è un bilancio disastroso). Federico Rampini su Il Corriere della Sera il 9 Maggio 2023.
Durante la presidenza di Eltsin, la Russia procedette a privatizzazioni che sottrassero risorse nazionali a favore degli oligarchi, e il Paese fu segnato da crisi economica, impoverimento, disoccupazione. Eppure il bilancio del suo successore è peggiore: ecco perché
Se Boris Eltsin vedesse dov’è la Russia oggi, sarebbe esterrefatto? Lungi dall’aver restaurato lo status di superpotenza, ricostruendo l’area d’influenza strategica dell’Unione sovietica, il suo successore governa un Paese ben più debole.
Il bilancio di Vladimir Putin è disastroso perfino in confronto a quello che viene considerato uno dei punti più bassi nella storia russa. Putin doveva essere il leader del grande revival nazionalista, rispetto a due personaggi che lui stesso e molti russi considerano fallimentari: Mikhail Gorbacev, ovvero il «liquidatore» dell’impero sovietico, e Eltsin, ovvero colui che guidò una transizione caotica verso la democrazia e il capitalismo, in un periodo segnato anche dal primo allargamento della Nato a Oriente.
Eppure né Gorbacev né Eltsin subirono insuccessi paragonabili a quelli di Putin.
Questo esercizio che consiste nell’immaginare «cosa ne penserebbe Eltsin» viene proposto da due studiosi americani di geopolitica, Stephen Brooks e William Wohlforth, in un saggio che appare sull’ultimo numero della rivista Foreign Affairs, intitolato «The Myth of Multipolarity». La tesi può essere contestata, però è ben argomentata. L’esercizio è istruttivo proprio perché prende come punto di riferimento una presidenza a posteriori giudicata catastrofica per molti aspetti.
Sotto Eltsin – presidente dal 1991 al 1999 – la Russia procedette a privatizzazioni che furono una grande rapina di risorse nazionali a vantaggio degli oligarchi, in un periodo segnato da crisi economica, impoverimento di massa, disoccupazione, una bancarotta sovrana.
Però in quello stesso periodo la Russia venne inserita nel G7 che così divenne G8, e fu associata alla Nato con un accordo di partecipazione esterna che sembrò quasi preludere a un suo ingresso.
Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina, in diretta
Fu lo stesso Eltsin a scegliersi Putin come primo ministro, e quest’ultimo per molti anni (inclusa la sua prima presidenza) si guardò bene dal denunciare presunti «accerchiamenti» da parte dell’Occidente. Nonostante la sua pessima fama – a cui non giovava l’alcolismo – Eltsin presiedette una Russia più forte di quella odierna, sostengono i due studiosi americani. «Negli anni Novanta – scrivono i due esperti – se avessero detto a Eltsin che nel 2023 la Russia avrebbe combattuto una guerra per mantenere la sua sfera d’influenza in Ucraina, non avrebbe creduto che il suo Paese potesse cadere così in basso: durante la sua presidenza era scontato che l’Ucraina rimanesse un’alleata affidabile».
Brooks e Wohlforth osservano che gli anni Novanta furono definiti il «momento unipolare», in cui l’America godeva di una superiorità incontrastata: aveva vinto la guerra fredda, l’Urss si era dissolta, la Cina era ancora agli albori della sua ascesa economica. Eppure oggi Putin «non riesce a ottenere qualcosa che la Russia aveva già, all’epoca in cui il primato Usa era ai massimi».
Se poi qualcuno avesse detto a Eltsin che la Russia del 2023 non sarebbe riuscita a vincere la guerra contro l’Ucraina, paese la cui economia è un decimo di quella di Mosca? Anche qui il leader degli anni Novanta sarebbe stato incredulo. «Ma perfino se Putin avesse conquistato velocemente Kiev, e vi avesse installato un governo filo-russo com’era nelle sue previsioni iniziali – aggiungono i due studiosi – questo avrebbe avuto un impatto minimo sui rapporti di forze mondiali».
L’esito del conflitto naturalmente è importante per ragioni di principio. Ma se lo si guarda esclusivamente dal punto di vista degli equilibri globali, «che l’Ucraina sia allineata con la Nato, oppure con la Russia, o con nessuno, non altera in modo significativo l’equilibrio mondiale, vista la piccola dimensione dell’economia locale».
«Infine – concludono Brooks e Wohlforth – l’Ucraina non è un alleato degli Stati Uniti. La Russia difficilmente potrebbe osare attaccare uno degli alleati. Visto il modo in cui Washington ha reagito dopo un attacco ad un paese non-alleato – armi, intelligence, sanzioni – il Cremlino sa che gli americani farebbero molto di più per proteggere un vero alleato».
Il senso dell’esercizio è questo: contrariamente alla retorica che emana da Mosca, la presidenza Putin non è segnata da una riscossa, al contrario appare deludente nella sua statura geopolitica perfino in confronto all’era «nefasta» di Eltsin, colui che lo nominò.
Putin con i “satelliti” del Cremlino: parata militare nel segno del Csto. Paolo Mauri il 10 maggio 2023 su Inside Over
Nella mattinata di martedì 9 maggio, la Piazza Rossa di Mosca è stata teatro dell’annuale parata per la vittoria nella Seconda guerra mondiale. Quest’anno, gli eventi bellici hanno inciso più profondamente nell’organizzazione dell’evento, e, insieme ai velivoli, alla sfilata sono mancati i carri armati e altri mezzi pesanti che solitamente si vedevano percorrere il porfido della piazza. Nessun obice semovente, nessun veicolo lanciarazzi, nessun drone o mezzo corazzato da combattimento.
La decisione del Cremlino di evitare di non far sfilare questi mezzi è prettamente simbolica, e fatta per non turbare troppo un’opinione pubblica che sta cominciando a capire la portata del conflitto in atto, propagandato da Mosca come una guerra dell’Occidente verso la Russia e soprattutto verso i valori che rappresenta, come ad esempio il multipolarismo, le tradizioni familiari e la lotta al nazifascismo. Nel suo discorso il presidente Vladimir Putin, infatti, non ha mancato di sottolineare le presunte colpe occidentali per quanto sta accadendo in Ucraina e come in Europa si starebbe sdoganando il nazismo, in quanto in certi Paesi est-europei vengono abbattuti i monumenti dell’epoca sovietica, quando erano oppressi dal tallone del socialismo reale.
Gli ospiti di Putin per il Giorno della Vittoria
Nella tribuna montata a ridosso della Piazza Rossa, insieme al presidente della Federazione e ai massimi vertici militari e politici locali, ha spiccato la presenza dei leader dei Paesi del Csto (Collective Security Treaty Organisation), il trattato multilaterale che lega a Mosca alcuni Paesi che un tempo facevano parte dell’URSS.
Posto d’onore riservato al presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev, già in visita nella capitale russa per una due giorni di colloqui bilaterali per approfondire la partnership su un’ampia gamma di scambi economici e culturali. Presenti anche il presidente del Kirghizistan, Sadyr Zhaparov, quello tagico, Emomali Rahmon, quello bielorusso Alexander Lukashenko e un po’ a sorpresa il primo ministro armeno Nikol Pashinyan. Insieme a loro anche il presidente dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev, che però non fa più parte del Csto dal 2012. Numerose le delegazioni militari dei Paesi cosiddetti non allineati e presenti anche inviati dall’Iran e dalla Cina, quest’ultima che è stata espressamente ricordata nel discorso di Putin per la prima volta nella storia della parata militare di Mosca. Anche quest’anno nessun leader “occidentale” era presente, nemmeno il presidente serbo Vucic che pure aveva partecipato nell’edizione del 2018 e aveva inviato una delegazione nel 2020.
Una parata in tono dimesso, anche rispetto a quella “pandemica” o a quella dello scorso anno, ma che è altamente simbolica proprio per la presenza al completo delle massime cariche dei Paesi facenti parte del Csto, gli unici capi di Stato presenti: nemmeno Xi Jinping, sempre più solo al comando di una Cina che in questo momento appare essere il partner più importante della Russia, era presente. Non sappiamo se il leader cinese sia stato invitato o meno, e qualora lo fosse stato la sua assenza è da leggersi come un segnale che Pechino ha voluto mandare al Cremlino e all’Occidente di ricerca di più equidistanza possibile in questo momento storico così particolarmente delicato.
Putin rilancia il Csto
La presenza dei leader dei Paesi dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva riflette invece il desiderio del Cremlino di riappropriarsi del suo intorno, cioè di tornare il Paese di riferimento per quei Paesi che un tempo gravitavano nell’orbita di Mosca e che oggi appaiono sempre più distanti da essa: in testa proprio l’Armenia, che per motivazioni legate al conflitto mai del tutto sopito con l’Azerbaigian, ha cominciato a guardare a occidente. A settembre del 2022, infatti, la presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi aveva effettuato un viaggio a Yerevan in una mossa un po’ a sorpresa che ha evidenziato come i rapporti tra il piccolo Paese caucasico e la Russia si fossero incrinati proprio per questioni correlate al conflitto in Ucraina. In occasione della prima serie di scontri armati tra Armenia e Azerbaigian che si sono avuti all’incirca all’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, Yerevan aveva esplicitamente chiesto l’intervento del Csto, ma Mosca aveva rifiutato, e anche le forze di interposizione russe sono apparse imbelli davanti agli assalti azeri. Questo perché il Cremlino si era concentrato nello sfrozo bellico in Ucraina che si stava dimostrando molto più duro del previsto.
Anche lo stesso Kazakistan ha mostrato, nel recente passato, sintomi di un fastidio più acceso nei confronti di Mosca: approfittando di questioni energetiche connesse all’attuale conflitto ucraino lo scorso luglio il presidente Tokayev aveva annunciato la necessità di diversificare le rotte petrolifere dal Paese definendo prioritario il Trans-Capsian Pipeline, ovvero esprimendo la volontà di proseguire le consegne di gas in Europa aggirando la Russia. Tokayev aveva rilasciato la dichiarazione il giorno dopo che un tribunale russo aveva ordinato la sospensione del terminal offshore del Caspian Pipeline Consortium per 30 giorni che avrebbe bloccato l’accesso degli idrocarburi kazaki al mercato mondiale attraverso la Russia. Qualcosa che è avvenuto per tre volte nel solo 2022. Kazakistan che aveva fatto trapelare anche la possibilità, poi rientrata, di abbandonare lo stesso Csto, generando più di un malumore in quel del Cremlino nel timore che, sull’esempio kazako, altri Paesi della regione dell’Asia Centrale ex sovietica potessero fare altrettanto.
Del resto proprio in quell’area particolarmente delicate e importante dal punto di vista geopolitico, la Cina sta lentamente ma costantemente prendendo lo spazio lasciato vuoto dalla Russia tramite aiuti economici e costruzione di infrastrutture strategiche, anche se, va detto, non sta riscuotendo simpatie ovunque col Tagikistan che, ormai fortemente indebitato col Dragone (il 52% del debito estero di Dushanbe è in mano cinese) sta cominciando a preoccuparsi. Capiamo meglio, quindi, perché il Cremlino abbia voluto la presenza dei leader del Csto alla parata di Mosca, che è un momento altamente simbolico. Attendiamo però di vedere la reazione cinese, che come abbiamo visto ha forti interessi in alcuni di quegli stessi Paesi, e che molto probabilmente si vedrà nel medio termine. PAOLO MAURI
Tutti i segreti sulla parata della vittoria. Federico Giuliani il 9 Maggio 2023 su Il Giornale.
Inizialmente la parata serviva a celebrare un evento storico. Oggi, oltre a ricordare la vittoria russa nella Seconda Guerra Mondiale, la sfilata è una leva che moltiplica il consenso attorno e Putin
Tabella dei contenuti
La parata del 9 maggio
Identità russa
Il Giorno della Vittoria
Il 9 maggio Mosca celebra una grande parata militare per commemorare la vittoria russa nella Seconda Guerra Mondiale. È il cosiddetto Giorno della Vittoria - dal 1965 una festa nazionale - un evento volto a ricordare al popolo russo, e al mondo intero, i sacrifici compiuti dall’allora Unione Sovietica nell’ultimo conflitto mondiale, nel 1945, per sconfiggere la Germania di Adolf Hitler. Per la cronaca, morirono 27 milioni di cittadini sovietici, in quella che i russi chiamano la Grande Guerra Patriottica. In tempi recenti, soprattutto in seguito all’elezione di Vladimir Putin, il 9 maggio è diventato uno spettacolo di forza delle truppe e dell’equipaggiamento militare del Cremlino.
La parata del 9 maggio
Con l’avvio della cosiddetta “operazione militare speciale” il 9 maggio per la Russia ha assunto un ulteriore significato. Un anno fa, dopo circa tre mesi di guerra in Ucraina, i reggimenti che avevano fino a quel momento svolto un ruolo chiave nel conflitto hanno sfilato davanti alla leadership russa e a Putin. Resta da capire che cosa accadrà quest’anno, ma è lecito supporre che non mancheranno collegamenti con la questione ucraina.
I riflettori, come detto, sono puntati sulla parata militare. La sfilata del Giorno della Vittoria è stata celebrata, occasionalmente, in epoca sovietica e poi ripresa dal presidente Boris Eltsin per il 50esimo anniversario nel 1995.
Identità russa
È stato tuttavia Putin, nel 2008, a rendere quella giornata un evento annuale con attrezzature militari. L'identità russa è stata in gran parte creata con il Giorno della Vittoria sullo sfondo, con libri scolastici e libri di storia incentrati sulla Russia come liberatrice dell'Europa in tempo di guerra.
In un contesto normale, e quindi svuotato della guerra in Ucraina, la suddetta parata rappresenta un'enorme dimostrazione della forza della Russia, del controllo di Putin sul Paese e sull’esercito, nonché del peso geopolitico che il Paese incarna nel mondo intero. È un evento ideale, insomma, per consentire al Cremlino di mettere in mostra le sue ultime armi.
Il Giorno della Vittoria
Il Giorno della Vittoria, il contesto all’interno del quale si svolge anche la parata militare, è stato istituito nel 1945, per celebrare la sconfitta della Germania nazionalsocialista e la conseguente vittoria dell'Unione Sovietica.
La prima sfilata militare risale al 1945. Fino agli anni '90, si è tenuta solo in occasione di speciali anniversari della Seconda Guerra Mondiale, nel 1965 e nel 1985. La svolta, se così può essere definita, è arrivata con Eltsin nel 1995. Di pari passo, anche il Giorno della Vittoria è diventato sempre più "militarista".
Da questo punto di vista, è importante sottolineare un aspetto. La parata è un simbolo di ciò che la Russia vuole proiettare nel mondo, più che un termometro capace di misurare quanto sia davvero potente l'esercito del paese. Anche perché, banalmente, quando una particolare arma viene mostrata al pubblico, questo non fa capire quante ne possiede Mosca.
Se, in un primo momento, la parata serviva a celebrare un evento storico, oggi, oltre a ricordare la vittoria russa nella Seconda Guerra Mondiale, la sfilata è una leva che moltiplica il consenso attorno al governo di Putin. Ancor di più con la guerra in Ucraina in corso.
Da lasicilia.it il 6 marzo 2023
“Vladimir Putin mi disse nel 2011 – tre anni prima di prendere la Crimea – di non sostenere l’accordo che avevo fatto con Boris Eltsin. ‘Non sono d’accordo – mi disse – E non lo sostengo. E non ne sono vincolato’. E sapevo da quel giorno in poi che era solo una questione di tempo”.
Lo scrive il Financial Times, citando l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, che afferma di aver realizzato nel 2011 che fosse “solo una questione di tempo” prima che Vladimir Putin si muovesse contro l’Ucraina dopo aver avuto parlato con il presidente russo a Davos, in Svizzera. Durante quell’incontro, afferma Clinton, Putin rifiutò un accordo mediato dagli Stati Uniti e concordato dal suo predecessore, Boris Eltsin, per rispettare il territorio dell’Ucraina in cambio della rinuncia di Kiev al suo arsenale nucleare dell’era sovietica.
La Giornata della Vittoria vista dall’ex Urss. Emanuel Pietrobon su Inside Over il 12 Maggio 2023
Nove maggio è la data, Giornata della Vittoria è il nome, Piazza Rossa è il luogo. Nove maggio è la data della Giornata della Vittoria che, salvo alcune eccezioni, dal 1945 richiama annualmente il popolo del principe Vladimir nella Piazza Rossa, per l’occasione convertita in passerella sulla quale sfilano le forze armate in tutta la loro potenza.
Il 9/5 è il giorno in cui i popoli un tempo sovietici accarezzano il ricordo della Grande guerra patriottica, commemorando la resa incondizionata della Germania nazista e giubilando davanti alle marce dei difensori della patria di oggi e di ieri.
Erroneamente associata alla Federazione russa, per via della centralità rivestita nella nuova identità nazionale e della sontuosità che la caratterizza, la Giornata della Vittoria è, in realtà, un momento di cordoglio collettivo esteso in tutto lo spazio postsovietico. Perché tra Stalingrado e Berlino non caddero soltanto i russi, ma anche i soldati delle altre sorelle sovietiche.
Il 9 maggio secondo gli -stan
La Giornata della Vittoria è il momento in cui degli Stati oggi indipendenti, alcuni dei quali divisi da antagonismi e altri ancora passati a nuove sfere di influenza, rammentano di essere stati parte di un tutt’uno fino all’inizio degli anni Novanta. Un tutt’uno rispondente al nome di Secondo Mondo.
Negli -stan, datori di un tributo di sangue superiore a 1,5 milioni di morti, il 9 maggio è una festività nazionale riconosciuta sin dal 1991, l’anno del loro conseguimento dell’indipendenza, con le uniche eccezioni del Turkmenistan, dove è stata calendarizzata nel 2000, e dell’Uzbekistan, dove è stata introdotta nel calendario festivo nel 1999 e con delle sostanziali differenze rispetto al resto dell’ex Urss.
In Uzbekistan, dove la Giornata della Vittoria è conosciuta come la Giornata della Rimembranza e dell’Onore, il 9/5 ha sperimentato un processo di desovietizzazione durante la lunga era di Islam Karimov, il padre della nazione, emblematizzato dalle celebrazioni sottotono e dalle raccomandazioni ai veterani di non sfilare con vessilli sovietici.
Alcuni -stan hanno preferito la decirillizzazione come mezzo di manifestazione velleitarie di rinascita culturale e di rigetto del passato. L’Uzbekistan, invece, ha preferito scommettere sulla rivisitazione in chiave prettamente nazionale e nazionalistica del più importante momento di rimembranza collettiva dei popoli postsovietici, il 9/5, spogliandolo di ogni elemento che potesse essere capitalizzato dalla Russia per proiettare potere morbido su di esso.
In Turkmenistan, a differenza dell’Uzbekistan, il V-Day è stato più laicizzato che desovietizzato e, per di più, non viene celebrato sottotono. Il 9/5, nel più chiuso degli -stan, è un giorno di parate, mostre e persino di amnistie presidenziali.
La Vittoria secondo il Caucaso meridionale
Il 9 maggio è V-Day anche nei tre Paesi della Transcaucasia, Armenia, Azerbaigian e Georgia, sebbene l’erosione dell’influenza politica e culturale della Russia nella regione abbia comportato una diminuzione dell’interesse generale da parte delle popolazioni.
In Georgia, dove la guerra del 2008 ha accelerato il ritmo del passo in direzione di un nuovo blocco (geo)politico e civilizzazionale al quale appartenere – l’Occidente –, il V-Day continua a conservare il significato originale, ma è crescentemente associato alla Russia. Un po’ perché più sentito dalla comunità russa che dai georgiani. E un po’ perché celebrato con vigore nelle due province ribelli, de facto indipendenti, di Abcasia e Ossezia del Sud. Il risultato è che, secondo il ricercatore Cesare Figari Barberis, “il ricordo della Grande guerra patriottica sta diventando sempre più ideologizzato e politicizzato per via della peculiare situazione geopolitica della Georgia”.
In Armenia e in Azerbaigian, Paesi uniti dal passato sovietico ma divisi dalla questione karabakha, il V-Day ha cessato di essere la festa della nazione dal 1991.
In Armenia le giornate dell’8 e del 9 maggio sono protagonizzate dalla Giornata della Liberazione di Şuşa, sebbene le celebrazioni per la capitolazione della Germania nazista continuino a essere sentite sia popolarmente sia politicamente. Trattasi, invero, di una causa che viene ricordata positivamente perché, come spiegato da Figari Barberis, “l’Armenia sovietica fornì circa 300.000 soldati alla Grande guerra patriottica, ovvero circa il 23% della sua popolazione”.
Il V-Day azero, inserito nel calendario festivo da Heydar Aliyev e regolarmente rimembrato dal 1993, durante l’era di Ilham Aliyev ha mantenuto lo status di festività pubblica, ma sono aumentati i tentativi statali di “far gradualmente perdere rilevanza alla sua commemorazione”. È lecito attendersi che la nuova giornata della vittoria introdotta nel 2020, la Zəfər Günü dedicata alla fine della seconda guerra del Karabakh, adombri il 9/5 e diventi uno dei pilastri fondativi della rinascente identità nazionale.
Il V-Day secondo il resto del mondo russo
Il 9/5 continua a essere visto e vissuto come il Giorno della Vittoria, nel senso sovietico (e poi russo) della data, in porzioni del Mondo russo, come Bielorussia, Serbia ed Entità serba di Bosnia, dove, in tutti e tre i casi, è una sorta di V-Day alla russa in miniatura, con parate, sfilate di veterani e mostre di orgoglio nazionale.
La Giornata della Vittoria continua a esistere, a volte meramente preservato da determinati segmenti popolari, anche in parte del defunto Patto di Varsavia. In Bulgaria, dove cade l’8/5, è il momento della deposizione di fiori ai piedi del Monumento all’Armata rossa.
In Lettonia, ex repubblica sovietica, nell’aprile 2023 è nato un dibattito parlamentare circa la possibilità di sostituire il V-Day, rimasuglio di epoca sovietica, con il Giorno dell’Europa. In Israele, Paese che Vladimir Putin ha definito parte del mondo russo, il 9/5 è un momento di rimembranza nazionale, noto come il Giorno della Vittoria in Europa, che l’influsso di immigrati dall’ex Urss ha russificato: dalla presenza di veterani con vessilli sovietici alla sfilata dei Reggimenti immortali.
In Moldavia e in Ucraina, infine, il V-Day è diventato una festa divisiva. Nella prima, dove è la Ziua Victoriei și a Comemorării Eroilor Căzuți pentru Independența Patriei, il 9/5 ha visto l’organizzazione di sfilate alla russa durante l’era Dodon e sembra proiettato verso un “fato georgiano”: giubilo per la minoranza russa e per uno stato fantoccio, in questo caso la Transnistria, indifferenza mista a diffidenza per il resto della popolazione.
In Ucraina, a partire dal dopo-Euromaidan, il V-Day ha sperimentato un processo di trasfigurazione in direzione della completa desovietizzazione. Prima riformattato a livello semantico, con la vittoria nella Grande guerra patriottica diventata vittoria nella Seconda guerra mondiale. Poi spogliato di ogni segno, con la messa al bando dei simboli comunisti.
La guerra in Ucraina non ha fatto che accelerare il processo di rimozione del 9/5 dalla memoria collettiva degli ucraini, che a partire dal 2023, su iniziativa di Volodymyr Zelensky, è stata anticipata all’8/5 e affiancata dalla celebrazione della Giornata dell’Europa, coincidente col 9/5, come segno di ringraziamento e di riconoscimento. Ringraziamento all’eurofamiglia per il supporto dato all’Ucraina durante la guerra. Riconoscimento di un’avvenuta metamorfosi identitaria: l’Ucraina è (diventata) Occidente. EMANUEL PIETROBON
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 10 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie di oggi 10 maggio. «Il Cremlino sta perdendo la pazienza con Prigozhin». Kiev: «Liberati oltre 2 chilometri nell’area di Bakhmut». Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 10 maggio 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di mercoledì 10 maggio. La Gran Bretagna pronta a classificare la Wagner come «organizzazione terroristica». Mosca: «Dispiacere per il giornalista Arman Soldin ucciso»
• Donna ucraina morta in un attacco russo a Kherson .
• La minaccia di Kiev: «Colpiremo i russi ovunque».
• L’addio ad Arman Soldin, il reporter di Afp ucciso nell’est dell’Ucraina.
• Mosca: «Esplosi due droni nella regione russa di Belgorod»
Ore 02:11 - La Casa Bianca omaggia il reporter ucciso, il giornalista Arman Soldin: «il mondo è in debito con i giornalisti uccisi in Ucraina»
La Casa Bianca ha reso omaggio al giornalista dell’Afp Arman Soldin, ucciso nell’Ucraina orientale, affermando che il mondo è «in debito» con i giornalisti che hanno perso la vita per coprire il conflitto. «Il giornalismo è fondamentale per una società libera — ha detto in una nota l’addetta stampa Karine Jean-Pierre —. Il mondo è in debito con Arman e con gli altri 10 giornalisti e operatori dei media che hanno perso la vita mentre facevano luce sugli orrori dell’invasione russa».
Ore 02:16 - La Gran Bretagna pronta a classificare la Brigata Wagner come «organizzazione terroristica»
La Gran Bretagna è pronta a classificare formalmente il gruppo di mercenari della compagnia privata russa Wagner come «organizzazione terroristica», una mossa che imporrebbe sanzioni finanziarie alla Brigata che ha guidato l’assalto a Bakhmut e che aumenterebbe le pressioni sulla Russia. Lo riporta il quotidiano The Times. Il ministero dell’Interno starebbe lavorando a questa strategia «da due mesi e la formalizzazione dovrebbe arrivare in poche settimane», riporta il giornale citando una fonte governativa. Una volta emanato, il provvedimento stabilirebbe come reato l’appartenenza alla Wagner, incoraggiarne il sostegno o mostrare il suo logo in pubblico, assicura The Times. Oltre a imporre sanzioni economiche al gruppo, sarebbe impossibile per Brigata Wagner raccogliere fondi se questi arrivassero da istituzioni finanziarie britanniche.
Ore 05:01 - Usa-Regno Unito: Blinken incontra Cleverly a Washington. Focus su Ucraina e Sudan
Il segretario di Stato Usa Antony Bliniken ha incontrato a Washington il suo omologo del Regno Unito, James Cleverly. Al centro dei colloqui tra i due capi della diplomazia il sostegno all’Ucraina: Cleverly ha sollecitato l’America a non far mancare il pieno appoggio a Kiev anche nel caso l’offensiva primaverile contro le forze russe non vada a buon fine. I due funzionari hanno discusso l’estensione dell’accordo sul grano ucraino e la cooperazione per la ricostruzione dell’Ucraina. Blinken ha ringraziato il Regno Unito per l’assistenza fornita da Londra all’evacuazione di cittadini statunitensi dal Sudan, e ha ribadito l’appello di Washington a cessare immediatamente le ostilità nel Paese africano.
Ore 05:03 - Lula: «L’Ue ha ragione nel sostenere la resistenza di Kiev, inaccettabile occupazione del territorio»
L’Unione Europea ha le sue ragioni nel sostenere la resistenza dell’Ucraina contro la Russia, e Kiev non può accettare la violazione della sua sovranità e l’occupazione del suo territorio. Lo ha detto il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, in un passaggio della conferenza stampa concessa al termine dell’incontro bilaterale con il primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, in visita a Brasilia. «L’Ucraina non può accettare l’occupazione del territorio, deve resistere. L’Unione Europea ha le sue ragioni nel sostenere l’Ucraina contro l’invasione della Russia. Il Brasile e altri Paesi hanno le loro ragioni nel cercare una soluzione intermedia e condivisa. Se non ne fossi convinto, non sarei così impegnato», ha affermato Lula che poi detto di sperare che il consigliere speciale per la politica estera della presidenza della Repubblica, Celso Amorim, torni dalla missione ufficiale in Ucraina con «un inizio di soluzioni» per il conflitto in corso con la Russia: «Amorim è arrivato in Ucraina. Era già andato in Russia. Spero che Celso mi porti se non la soluzione, almeno suggerimenti di soluzioni in modo che possiamo iniziare a parlare di pace — ha detto il presidente brasiliano —. Sappiamo cosa vuole Putin, ora sapremo cosa vuole Zelensky, avremo gli strumenti per parlare con altri Paesi e costruire, chissà, la possibilità di fermare questa guerra», ha detto.
Il consigliere speciale Amorim domani incontrerà il presidente ucraino. Obiettivo del viaggio è cercare di ricucire il rapporto con Kiev, dopo le polemiche generate dalle recenti affermazioni di Lula secondo cui Zelensky sarebbe responsabile per la guerra in Ucraina tanto quanto Putin, e secondo cui Stati Uniti e Unione Europea fomentano il conflitto. La visita in Ucraina segue il viaggio alla fine di marzo a Mosca, durante il quale Amorim ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin.
Ore 05:18 - Gli Usa: «Continueremo l’addestramento di 2.000 soldati ucraini»
Gli Stati Uniti continuano ad addestrare «un paio di migliaia» di soldati ucraini nel campo militare di Grafenwoehr, in Germania. Lo ha detto il portavoce del Pentagono, il generale Patrick Ryder. «Saremo in grado di mantenere tale supporto nell’addestrare gli ucraini fintanto che la domanda sarà presente», ha detto Ryder aggiungendo che i funzionari statunitensi continuano a discutere le esigenze tattiche e di combattimento con i partner ucraini. Secondo il portavoce del Pentagono, l’ulteriore addestramento dipenderà da quante unità le forze armate ucraine possono inviare all’estero per condurre le esercitazioni. Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha annunciato alla fine di aprile che gli Stati Uniti inizieranno ad addestrare le forze ucraine sui carri armati Abrams di fabbricazione americana nelle prossime settimane.
Ore 07:40 - Kiev: «Abbattuto un drone nella regione russa di Kursk»
Nella regione russa di Kursk, al confine con l’Ucraina, la difesa aerea ha abbattuto un drone «nemico» e la caduta dei rottami ha danneggiato una casa e un gasdotto. Lo ha riferito la Reuters citando il governatore regionale Roman Starovoyt, secondo cui «i detriti sono caduti nel villaggio di Tolmachevo, nessuno è rimasto ferito».
Ore 08:27 - Chi era Arman Soldin, il reporter di Afp ucciso in Ucraina. «Ogni suo racconto ci ha resi fieri di lui»
(Marta Serafini, inviata nella regione del Donetsk) «Niente per lui era banale». Sono distrutti i colleghi dell’Afp di Roma. La notizia che il loro collega, il collega di tutti noi Arman Soldin è stato ucciso a Chasiv Yar, nell’Est dell’Ucraina, a 10 chilometri da Bakhmut, è appena arrivata. «Era proprio in Italia che Arman aveva mosso i suoi primi passi. Era stato preso per uno stage nel 2015», raccontano chiedendo di rispettare il silenzio.
Ore 08:58 - Timmermans: «Putin ha già perso la guerra»
Il presidente russo Vladimir Putin «ha già perso» la guerra in Ucraina. Lo ha detto all’emittente radiofonica «France Inter» Frans Timmermans, vice-presidente della Commissione europea. I russi «hanno fallito ovunque, non sono più capaci di avanzare, questo dimostra una disperazione con questi droni», ha affermato Timmermans, secondo il quale «gli ucraini hanno i mezzi per respingere i russi e lo faranno». L’Unione europea riesce a «mobilitare dei fondi e una volontà industriale di fabbricare queste munizioni necessarie in Ucraina», ha affermato Timmermans.
Ore 09:12 - Kiev: «Russia non permette evacuare personale Zaporizhzhia»
I soldati russi stanno impedendo ai dipendenti della centrale nucleare occupata di Zaporizhzhia di evacuare una vicina città in prima linea con le loro famiglie, hanno detto le forze armate ucraine. «A Energodar, i russi hanno organizzato una cosiddetta ‘evacuazione’ per i familiari dei dipendenti della centrale nucleare di Zaporizhzhia, ma i dipendenti della centrale non vengono autorizzati a lasciare la città», ha dichiarato in una nota lo stato maggiore delle forze armate ucraine. Le autorità sostenute dalla Russia hanno ordinato l’evacuazione di migliaia di civili lungo il fronte meridionale mentre incombe una controffensiva ucraina.
Ore 10:30 - Le truppe ucraine avanzano a Bakhmut, la 72esima brigata russa ha lasciato le posizioni
(di Marta Serafini, inviata a Kramatorsk) Le forze ucraine affermano di essere avanzate su Bakhmut nella notte. La 72esima brigata russa ha lasciato posizioni su un’area di quasi 3 km quadrati e questo ora permette agli ucraini di controllare un quarto della città. Alcuni analisti fanno notare come sia significativo che la 72esima faccia parte del nuovo III corpo scelto dell’esercito russo, dunque non un reparto normale. «A Bakhmut i combattenti della terza brigata delle forze armate dell’Ucraina sono avanzati di 2,6 km durante l’assalto alle posizioni russe». «Le nostre forze armate hanno sconfitto due compagnie della 72esima brigata della Federazione Russa», ha detto il comandante del reggimento Azov. Secondo quanto scrive Kyiv Independent, le truppe d’assalto hanno ucciso 64 soldati russi durante l’offensiva nella periferia sud-occidentale di Bakhmut . Tra le vittime ci sono anche i mercenari Wagner, mentre 5 soldati russi sono stati catturati.
Ore 10:44 - Keleba: «Questa controffensiva potrebbe non essere l’ultima»
«Non pensate a questa controffensiva come l’ultima, perché non sappiamo quale sarà l’esito. Se riusciremo a liberare i nostri territori con questa controffensiva, allora alla fine diremo di sì, è stata l’ultima. Altrimenti significa che dovremo prepararci per la prossima». Così il ministro ucraino degli Esteri, Dmytro Kuleba, in un’intervista alla tedesca Bild. Kuleba è anche tornato sulle parole dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev, che ha chiesto pubblicamente l’assassinio del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. «Medvedev dovrebbe bere meno vodka prima di andare su Telegram. Questo è tutto quello che posso dire al riguardo», ha commentato, aggiungendo che, però «se i russi potessero uccidere il presidente Zelensky, ci proverebbero sicuramente».
Ore 11:20 - Kiev: russi intendono evacuare tecnici centrale Zaporizhzhia
Le forze russe intendono evacuare i lavoratori della centrale nucleare di Zaporizhzhia. A denunciarlo è l’operatore nucleare ucraino Energoatom su Telegram. «Sono state ricevute informazioni sulla preparazione degli occupanti russi per “l’evacuazione” di circa 3.100 persone dalla città satellite della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Prima di tutto, si tratta dell’allontanamento di 2.700 lavoratori dell’impianto che hanno firmato un contratto con la falsa “Organizzazione operativa della centrale nucleare di Zaporizhzhia” o un’altra impresa Rosatom, e dei membri delle loro famiglie», ha scritto la società ucraina. «Gli occupanti russi dimostrano la loro incapacità di garantire il funzionamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, poiché ora vi è una catastrofica mancanza di personale qualificato» ha aggiunto Energoatom.
Ore 11:35 - Negoziati sul grano ucraino, fonti russe: verso proroga accordo
I negoziati ad Ankara sarebbero vicini a una proroga dell’accordo sul grano ucraino. Lo scrive oggi l’agenzia di stampa russa Tass. Mosca ha insistito sul fatto che l’accordo scade il 18 maggio, sostenendo che le sanzioni occidentali in settori come banche e assicurazioni le impediscono di esportare i propri prodotti agricoli. L’Ucraina ha chiesto un’estensione a più lungo termine e ha suggerito che vorrebbe vedere ulteriori porti inclusi nell’accordo. «Ci sono informazioni secondo cui l’accordo verrà eventualmente esteso dopo il 18 maggio. Ecco perché ne parlo come un dato di fatto», ha detto una fonte alla Tass. «E ci sono - ha continuato - aspettative che vi sarà inclusa l’esportazione di prodotti russi. Per il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, l’estensione dell’accordo è un segnale per l’Occidente che ci si può fidare di Ankara. Pertanto, le autorità faranno tutto il possibile per continuare l’iniziativa del grano».
Ore 13:08 - Cremlino: «Dispiacere per la morte del giornalista dell’Afp»
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha espresso oggi «dispiacere» per la morte del giornalista dell’Afp Arman Soldin in Ucraina , aggiungendo che le circostanze di quanto accaduto vanno chiarite. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti.
Ore 13:11 - La Polonia protesta con Russia per l’aereo di Frontex intercettato
L’ambasciatore russo in Polonia è stato convocato al ministero degli Esteri dove ha ricevuto una nota di protesta per l’episodio relativo a un aereo polacco in missione per Frontex intercettato da un jet militare russo sul Mar Nero la scorsa settimana. Lo riferiscono le agenzie russe citando il ministero degli Esteri di Varsavia.
Ore 13:22 - Zelensky a Zeit: «Ci riprendiamo tutto indietro»
«La nostra missione è salvare il nostro Paese, la nostra indipendenza, il nostro popolo. Ci riprendiamo tutto indietro». Lo dice il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky in un’intervista al settimanale tedesco Die Zeit, secondo un’anticipazione.
Ore 13:32 - Mosca uscirà dal trattato sulle armi convenzionali in Europa
Il presidente russo Vladimir Putin ha avviato le procedure parlamentari per uscire ufficialmente dal Trattato sulle forze convenzionali in Europa (Cfe), al quale Mosca ha già sospeso la sua partecipazione fin dal 2015. Lo riferiscono le agenzie russe. Il trattato era in vigore dal 1990 ed emendato nel 1997 dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica, ma i Paesi della Nato, lamenta Mosca, non hanno ratificato tali emendamenti.
Ore 13:37 - Putin revoca le limitazioni dei viaggi da e per la Georgia. La presidente della Georgia: «È una provocazione»
Un decreto del presidente russo Vladimir Putin ha abolito il regime dei visti per i cittadini della Georgia che intendono recarsi in Russia, ha cancellato la raccomandazione ai cittadini russi di non recarsi in Georgia e ha revocato il bando alle compagnie aeree russe dall’effettuare voli verso la Georgia. Lo riferiscono le agenzie russe.
La notizia della revoca delle restrizioni, è stata commentata dalla presidente filo-occidentale della Georgia, Salome Zurabishvili, come «un’altra provocazione». Negli ultimi mesi la presidente si è più volte espressa contro un riavvicinamento tra Mosca e il governo di Tbilisi guidato dal partito Sogno Georgiano.
Ore 14:47 - Unesco: con Soldin sono 12 i giornalisti uccisi
La direttrice generala dell’Unesco, Audrey Azoulay, ha condannato l’attacco in cui ha perso la vita ieri vicino a Bakhmut, il giornalista della France Presse, Arman Soldin, e ha chiesto sia aperta un’inchiesta per appurare le circostanze della morte del giornalista. Soldin, come riferisce l’Unesco, è il dodicesimo giornalista ucciso in Ucraina dall’inizio della guerra. «Rinnovo il mio appello al rispetto del diritto internazionale umanitario - ha dichiarato la direttrice generale dell’Unesco - compresa la risoluzione 2222 del 2015 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla protezione dei giornalisti, dei professionisti dei media e del personale associato nei conflitti armati».
Ore 15:09 - La Polonia cambia il nome di Kaliningrad in Krolewiec
Le autorità polacche hanno deciso di rinominare l’exclave russa di Kaliningrad con il nome in lingua madre Krolewiec. L’iniziativa del governo locale è sostenuta da Varsavia, riferisce l’agenzia nazionale Pap. «La Polonia ritorna alla denominazione tradizionale relativa alla sua storia e al suo patrimonio culturale», ha dichiarato il ministero dello Sviluppo e della Tecnologia Waldemar Buda, aggiungendo: «Non vogliamo la russificazione». Il Cremlino ha condannato: «Questa non è più nemmeno russofobia, sono processi che rasentano la follia», ha detto Dmitry Peskov.
Ore 15:19 - Kiev: gravi perdite nella Wagner, Bakhmut resta l’obiettivo di Mosca
Serhiy Cherevatyi, portavoce delle truppe ucraine nell’est, ha detto che la situazione a Bakhmut rimane «difficile», e che Mosca — che considera la città un obiettivo strategico — è sempre più costretta a utilizzare le forze dell’esercito regolare a causa delle pesanti perdite tra il gruppo Wagner.
Ore 15:36 - Meloni: «Scommettiamo su un’Ucraina libera ed europea»
«Abbiamo in modo fermo e determinato sostenuto il popolo ucraino e la causa ucraina. E abbiamo confermato il sostegno all’Ucraina a 360 gradi fin quando sarà necessario, ma abbiamo parlato anche di ricostruzione, a conferma che scommettiamo sul futuro di pace e libertà e sul futuro europeo dell’Ucraina». Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni congiunte con il primo ministro della Repubblica Ceca, Petr Fiala, a Praga.
Ore 16:56 - Kiev: Mosca diffonde falsità sulla morte dei nostri comandanti»
Il ministero della Difesa ucraino ha dichiarato che il nemico sta diffondendo disinformazione sulla liquidazione dei comandanti delle Forze armate ucraine. In realtà, sostiene il viceministro della Difesa ucraino Anna Malyar, nulla di tutto ciò è vero. Il riferimento è alle informazioni diffuse da Mosca nelle ultime settimane, in particolare quando Yevgeny Prigozhin aveva affermato che i caccia della Wagner avevano distrutto un veicolo blindato che trasportava il maggiore generale Igor Tantsyura, comandante delle Forza di difesa territoriale. Alla fine questa informazione si è rivelata falsa. «Il campo informativo russo sta diffondendo informazioni sulla presunta liquidazione dei nostri comandanti. Ci sono tre notizie nel giro di una settimana», ha dichiarato Malyar smentendo le informazioni provenienti da Mosca.
Ore 17:40 - Kiev: «Liberati oltre 2 chilometri nell’area di Bakhmut»
Nei pressi di Bakhmut le Forze di difesa ucraine hanno liberato più di due chilometri di territorio dal controllo delle forze russe. Lo ha dichiarato Mykola Volokhov, comandante dell’unità di ricognizione “Terra” del gruppo tattico Azov, all’emittente ucraina Espresso TV. «Ora possiamo dire che le Forze di difesa hanno liberato più di 2 km di Bakhmut. Questo risultato è stato raggiunto dalla terza brigata d’assalto separata delle Forze armate dell’Ucraina che comprende l’unità “Terra”» ha dichiarato Volokhov. «Abbiamo ucciso un gran numero di russi e fatto prigionieri», ha concluso il comandante ucraino.
Ore 17:49 - Il punto militare | Gli Usa hanno neutralizzato il «serpente», il malware usato per vent’anni dalle spie russe
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli Stati Uniti hanno neutralizzato il «serpente», un malware utilizzato per circa vent’anni dalle spie russe per trafugare documenti sensibili in una cinquantina di Paesi, soprattutto appartenenti alla Nato. A rivelarlo è stato martedì il dipartimento di Giustizia americano, specificando che «Snake» sarebbe stato introdotto da un’unità dell’Fsb in centinaia di computer per sorvegliare fra gli altri membri di governo, centri di ricerca e giornalisti. «La Russia ha utilizzato un malware estremamente sofisticato per rubare informazioni sensibili ai nostri alleati, ripulendole poi attraverso una rete di computer infetti negli Stati Uniti in un cinico tentativo di nascondere i proprie crimini», ha spiegato in un comunicato il procuratore del distretto orientale di New York, Breon Peace. «Si tratta della più sofisticata operazione a lungo termine di un malware di cyberspionaggio».
Ore 17:58 - Putin firma il decreto per l’addestramento dei riservisti
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha dato il via libera al decreto che prevede l’avvio dell’addestramento militare dei riservisti nel corso del 2023. Questo è quanto riportato dall’agenzia stampa Tass, la quale ha precisato che il testo ufficiale è stato reso noto attraverso il sito web del governo. Tale addestramento interesserà i riservisti provenienti dalle Forze Armate, dalla Guardia nazionale, dalle agenzie di sicurezza e dai servizi di intelligence dell’Fsb.
È importante ricordare che l’addestramento dei riservisti rappresenta un evento annuale, come evidenziato dalla Tass. In base a quanto previsto dal decreto, il dipartimento per la mobilitazione del ministero della Difesa si occuperà di elaborare le direttive necessarie per gli uffici regionali di leva. Solo dopo aver completato questa procedura, si darà il via alle chiamate dei riservisti.
Ore 18:17 - Baerbock: «La Cina ha una responsabilità speciale per garantire la pace»
Annalena Baerbock, ministro degli Esteri tedesco, insieme alla sua omologa francese, Catherine Colonna, ha fatto appello alla responsabilità della Cina come membro del Consiglio di sicurezza dell’Onu per quanto riguarda la guerra contro l’Ucraina. «In qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Cina ha una responsabilità speciale per garantire la pace nel mondo», ha affermato Baerbock a Parigi, come riporta Tagesschau. «Come membro del Consiglio di sicurezza, non solo hai dei diritti, ma hai anche dei doveri», ha aggiunto la ministra tedesca. Tra le responsabilità, secondo Baerbock, c’è anche quella di «nominare chiaramente l’aggressore in caso di guerra di aggressione». Se la Russia ritira le sue truppe dall’Ucraina, la pace sarà ristabilita, ha affermato ancora Baerbock, sottolineando che se l’Ucraina smettesse di difendersi, smetterebbe anche di esistere, così come la Carta delle Nazioni Unite.
Ore 18:20 - Prigozhin (Wagner): «A Bakhmut rischiamo seriamente l’accerchiamento»
«C’è il serio rischio che il Gruppo Wagner venga accerchiato a Bakhmut a causa del cedimento dei fianchi. I fianchi si stanno già incrinando e stanno cedendo. In assenza di munizioni, il `tritacarne´ funzionerà in senso opposto: l’Afu (le Forze armate dell’Ucraina) distruggerà le milizie della Wagner». La situazione è stata descritta così su Telegram dal capo dei mercenari, Yevgeny Prigozhin, in un lungo elenco di affermazioni a proposito del fronte più caldo della guerra, quello appunto della città del Donetsk. Per Prigozhin, però, «Bakhmut ha circa il 5% occupato dal nemico» e comunque «non ha alcuna importanza strategica» perché «era necessaria per ridurre la forza del nemico e permettere all’esercito russo di mobilitarsi dopo i fallimenti e la ritirata delle forze armate russe da Kharkiv, Kherson e altre regioni». Il capo della Wagner torna anche a insistere sul tema munizioni. Dopo aver minacciato di abbandonare la città, salvo poi aver fatto un passo indietro, Prigozhin spiega che «nella notte tra il 6 e il 7 maggio è stato emesso un ordine che prometteva di fornire munizioni alla Wagner», ma che «ad oggi, le munizioni sono state fornite in quantità minime». In ogni caso, conclude l’ex cuoco di Putin, «la Wagner continua la sua offensiva a Bakhmut e attende una decisione sul rilascio di munizioni e armamenti nelle quantità richieste».
Ore 18:30 - Nato: «Non stiamo lavorando a piani militari contro la Cina»
Il capo del Comitato militare della Nato, l’ammiraglio Rob Bauer, al termine della riunione del Comitato nel Quartier generale dell’Alleanza a Bruxelles ha detto che la «Nato non vede la Cina non come una minaccia, ma come una sfida. E la differenza è che quando parliamo di questi piani militari è che la Nato non sta lavorando a piani militari contro la Cina. Stiamo lavorando a piani militari contro la Russia e i gruppi terroristici, qui è dove si concentrano i piani».
Ore 18:54 - Nato: «Un conflitto con la Russia potrebbe presentarsi in qualunque momento»
«Dobbiamo prepararci al fatto che il conflitto (con la Russia, ndr) può presentarsi in qualsiasi momento. La Nato si è preparata a questa nuova era. Per anni le autorità militari della Nato hanno monitorato il comportamento sempre più aggressivo della Russia. Insieme abbiamo attuato il più grande aumento della difesa collettiva dai tempi della Guerra Fredda, ma il lavoro non è ancora finito», ha detto Bauer durante il briefing con la stampa.
Ore 19:09 - Svezia: «Adesso non siamo in grado di fornire caccia a Kiev»
Il ministro della Difesa svedese Pål Jonson ha detto all’emittente nazionale Svt che al momento Stoccolma non è in grado di fornire all’Ucraina gli aerei da combattimento Gripen, prodotti dalla Saab.
Per ora, ha continuato Jonson, l’impegno della Svezia si concentrerà sull’addestramento e sulla manutenzione dei mezzi già inviati.
Ore 19:24 - Morte del giornalista Soldin: aperta in Francia un’inchiesta per crimini di guerra
Un’inchiesta per crimini di guerra è stata aperta in Francia dopo la morte - ieri in Ucraina - del reporter dell’agenzia France Presse, Arman Soldin: è quanto riferisce la procura nazionale antiterrorismo di Parigi. L’inchiesta è stata affidata ai Gendarmi dell’Ufficio Centrale per la lotta ai crimini contro l’umanità. L’obiettivo è determinare le circostanze della morte del cronista francese di 32 anni, nato a Sarajevo, colpito da missili Grad nei pressi di Bakhmut. La zona epicentro degli scontri è da mesi nel mirino dell’esercito russo di Vladimir Putin.
Ore 20:02 - Donna ucraina uccisa da un attacco russo nel Kherson
Una donna è rimasta uccisa durante un attacco effettuato dall’esercito russo con colpi di mortaio in un villaggio del distretto di Kakhova, nell’oblast di Kherson. Lo ha comunicato l’Ufficio del procuratore generale di Kiev, citato dai media ucraini. Nell’attacco sono stati danneggiati diversi edifici. È stata avviata un’indagine preliminare da parte dell’Ucraina per violazione delle leggi e dei costumi di guerra e per omicidio intenzionale.
Ore 20:18 - Il presidente della Repubblica Ceca: «Praga potrebbe fornire caccia da combattimento all’Ucraina»
La Repubblica Ceca apre alla possibilità di fornire all’Ucraina alcuni dei suoi jet da combattimento L-159 per sostenere la controffensiva di Kiev. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica Ceca, Petr Pavel, citato da Sky News. «Vale la pena di valutare la possibilità di fornire all’Ucraina i nostri aerei L-159», ha dichiarato Pavel chiarendo che «come aerei di supporto diretto al combattimento, potrebbero aiutare in modo significativo l’Ucraina nella controffensiva». Il caccia L-159 è un aereo da combattimento leggero di fabbricazione ceca, progettato per il supporto aereo delle forze di terra, per la ricognizione e in parte anche per missioni di combattimento.
Ore 20:55 - Meduza: «Il Cremlino sta perdendo la pazienza con Prigozhin (Wagner), considerato una seria minaccia»
Secondo quanto riferito dal sito indipendente Meduza, che cita fonti vicine al Cremlino, le sparate del capo della Wagner Yevgeny Prigozhin cominciano «seriamente a preoccupare la leadership russa», in particolare le sue affermazioni sul «nonno felice che dice di far bene» sono state considerate «ancor più negativamente».
«Potrà dire poi che parlava del ministro della Difesa Sergei Shoigu... , ma sappiamo quali conclusioni trarrà la gente», nota una fonte, mentre l’altra pensa che il nonno fosse proprio il presidente russo Vladimir Putin.
Molte fonti hanno detto a Meduza di ritenere che Prigozhin abbia superato «una linea rossa», mentre c’è chi dice che al Cremlino lo considerano una «seria minaccia». Prigozhin avrebbe promesso a Putin di poter catturare la città ucraina Bakhmut e il suo comportamento sarebbe dovuto al fallimento di questo obiettivo. Ma intanto le agenzie di stampa di Stato, riferiscono fonti di Meduza, hanno già ricevuto l’avvertimento che, se continuerà ad attaccare il ministero della Difesa, Prigozhin dovrà essere descritto come «un traditore» della Russia. E non è detto che le autorità si limitino a questo. «Fino a quando la Wagner è (al fronte), c’è poco che possa minacciare Prigozhin, ha la capacità di parlare direttamente con il presidente. Ma se continua, le forze di sicurezza ufficiali sicuramente lo fermeranno», dicono le fonti vicine al Cremlino.
Ore 21:46 - Zelensky: «Non lasceremo ai russi un solo pezzo dell’Ucraina»
«Non dobbiamo dimenticare che ogni giorno in cui l’occupante è presente sul nostro territorio è una tentazione per lui di pensare che avrà successo. Non avrà successo! Dobbiamo restituire la libertà e la sicurezza a tutta la terra ucraina e a tutta la terra europea. E lo faremo! Non lasceremo un solo pezzo della nostra terra al nemico - la tirannia non regnerà da nessuna parte». Ha scritto Zelensky su Telegram, ringraziando anche «tutti i Paesi partner, ognuno di voi che ci aiuta a rafforzare la nostra forza e a rendere la difesa ucraina ancora più attiva».
Il presidente ucraino ha dato infine degli aggiornamenti sugli aspetti tattici, spiegando che «la nostra unità internazionale sta lavorando molto attivamente e dettagliatamente con i nostri partner per sviluppare nuovi pacchetti di difesa per l’Ucraina» e che «nuove decisioni sono già a livello operativo, più protezione per i nostri cieli, più opportunità per la nostra difesa e per il movimento a terra». Per questa ragione, ha concluso Zelensky, «ci aspettiamo passi appropriati dai nostri partner nel prossimo futuro».
Ore 22:44 - Il Cremlino: «Risponderemo ai droni di Kiev quando e come riterremo»
Le autorità russe hanno preso e prenderanno tutte le misure di sicurezza necessarie dopo i tentativi di Kiev di attaccare il Cremlino con i droni: lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un’intervista al canale ATV, come riporta Tass. «Stiamo prendendo e continueremo a prendere tutte le misure possibili per garantire la nostra sicurezza. Naturalmente, come abbiamo detto nella dichiarazione, risponderemo a tali misure quando e come lo riterremo opportuno», ha sottolineato.
Ore 22:46 - Mosca: «Esplosi due droni nella regione russa di Belgorod»
Due droni sono esplosi sopra alcune case dell’area residenziale del distretto di Belgorod, nell’omonima regione russa al confine con l’Ucraina. Lo ha reso noto su Telegram il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov. Secondo quanto riportato da Gladkov, non ci sono vittime. «Due droni sono esplosi e sono caduti sopra un’area residenziale privata nel distretto di Belgorod. Secondo i rapporti preliminari, non ci sono state vittime. Due case sono state danneggiate: finestre rotte, recinzioni e un’auto in frantumi. I servizi operativi sono sul posto» ha scritto su Telegram il governatore della regione russa di Belgorod.
Ore 22:55 - Zelensky: «In Ucraina il mondo vedrà di cosa è capace l’Europa»
«Sono fiducioso che il progetto di ricostruzione dell’Ucraina dopo le ostilità e dopo la guerra darà impulso allo sviluppo almeno della nostra intera regione - seguendo l’Ucraina e tutti i nostri partner che coopereranno con l’Ucraina. È qui, in Ucraina, che il mondo vedrà di cosa è capace l’Europa. Qui, in Ucraina, avremo il massimo dell’Europa in Europa - il massimo possibile di ciò che i valori europei sono in grado di fare, di ciò che la cooperazione europea e globale è in grado di fare». Lo ha detto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 22:59 - Mosca: «In Ucraina agiamo lentamente perché non stanno facendo la guerra»
«Naturalmente è molto difficile confrontare i potenziali militari di Russia e Ucraina. E ci si può chiedere: perché i russi agiscono così lentamente? Perché i russi non stanno facendo la guerra»: così il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, in un'intervista per l'Atv della Republika Srpska di Bosnia Erzegovina, ripresa da Tass, descrive l'operazione speciale. «Non stiamo facendo una guerra. È una cosa completamente diversa fare una guerra: è la distruzione totale delle infrastrutture, è la distruzione totale delle città. Noi non stiamo facendo questo. Cerchiamo di preservare le infrastrutture e le vite umane», ha spiegato
Ore 00:21 - Mosca, un drone ucraino ha colpito edificio a Starodub
Un drone ucraino ha colpito un edificio a Starodub, città della Russia europea sudoccidentale, situata nel bassopiano del fiume Desna. A darne notizie è stato il governatore della regione di Bryansk Alexander Bogomaz. Lo riporta Ria Novosti. «Un drone ucraino ha bombardato un edificio amministrativo a Starodub. Non ci sono state vittime», ha scritto Bogomaz sul suo canale Telegram.
Putin ritira il trattato sulle forze convenzionali in Europa: cosa cambia. Il presidente russo ha dato ordine di ritirarsi dal trattato, stipulato nel 1990 con i Paesi Nato, che stabiliva un tetto alla presenza di armi ed equipaggiamento convenzionali in Europa. Mauro Indelicato il 10 Maggio 2023 su Il Giornale.
Tabella dei contenuti
L'ordine partito dal Cremlino
Il significato politico della scelta di Putin
Vladimir Putin ha ordinato il ritiro dal trattato per la riduzione e la limitazione delle forze armate convenzionali in Europa (Cfe). Un documento, siglato nel 1990 tra Paesi del Patto di Varsavia e della Nato, il cui obiettivo era il contenimento della presenza di uomini e mezzi militari nel Vecchio Continente. La mossa del presidente russo conferma la distanza oramai ben marcata tra l'occidente e Mosca. Il tutto in una fase molto delicata del conflitto in Ucraina.
L'ordine partito dal Cremlino
Il presidente russo nelle scorse ore, così come sottolineato dai media locali, ha dato mandato al vice ministro degli Esteri, Sergei Ryabkov, di espletare tutte le procedure propedeutiche all'uscita di Mosca dal Cfe. Ryabkov, tra le altre cose, è chiamato alla stesura di una relazione da presentare poi in parlamento per la (scontata) approvazione finale.
L'ordine quindi appare perentorio: Putin vuole l'uscita del suo Paese dal trattato del 1990. All'epoca della firma, avvenuta a Parigi, il contesto era radicalmente diverso. Si andava verso una progressiva distensione tra l'occidente e l'Unione Sovietica, destinata di lì a un anno a sciogliersi e a lasciare spazio all'attuale Federazione russa. Nella capitale francese, i leader dei Paesi Nato e di quel che rimaneva del Patto di Varsavia si erano dati appuntamento per redigere un documento con cui ci si impegnava al contenimento della presenza militare convenzionale in Europa.
Il documento stabilisce restrizioni su cinque precise categorie di equipaggiamenti convenzionali. Si va dai carri armati ai veicoli corazzati, passando per pezzi di artiglieria, elicotteri d'attacco e aerei da combattimento. Secondo quanto stabilito nel 1990, i Paesi firmatari sono tenuti a non sforare le quote di armamenti da piazzare nel Vecchio Continente. Un modo, soprattutto in quel contesto, per certificare la volontà di distendere la tensione e di evitare ulteriori corse agli equipaggiamenti convenzionali.
Il significato politico della scelta di Putin
Se la firma del 1990 ha dato un forte input, all'indomani della caduta del muro di Berlino, al riavvicinamento tra i due blocchi che all'epoca si dividevano l'Europa, l'indietreggiamento annunciato nelle scorse ore da Mosca va ovviamente letto in senso opposto. Il significato della scelta di Putin va infatti valutato soprattutto a livello politico. Il trattato, di per sé, già da anni non era più osservato. Mosca aveva sospeso la partecipazione al Cfe nel 2007, mentre dal 2015 in poi il Cremlino non ha più inviato rappresentanti nelle periodiche riunioni del gruppo di consulenza.
Dunque, la decisione odierna tutto sommato non sembra avere grandi risvolti pratici. Tuttavia, un ritiro definitivo da parte della Russia è destinato a segnare un ulteriore solco con l'Europa. In linea del resto con quanto già avvenuto su entrambi i fronti, quello della Nato e quello russo, dall'inizio della guerra in Ucraina.
Fonti vaticane: possibile incontro tra il Papa e Zelensky a Roma. Poi Mattarella e Meloni. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera l'11 maggio 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di giovedì 11 maggio. Il presidente ucraino: «Per la controffensiva serve più tempo». Mosca ammette: «La situazione è difficile». Il sito Meduza: «Il Cremlino sta perdendo la pazienza con Prigozhin»
• Il Cremlino ammette: «In Ucraina situazione difficile».
• Le parole di Zelensky sulla controffensiva sono un diversivo?
• La Gran Bretagna consegna a Kiev missili a lungo raggio.
• La minaccia degli ucraini: «Colpiremo i russi ovunque».
Ore 01:00 - Morte del giornalista Soldin: aperta in Francia un’inchiesta per crimini di guerra
Un’inchiesta per crimini di guerra è stata aperta in Francia dopo la morte - ieri in Ucraina - del reporter dell’agenzia France Presse, Arman Soldin: è quanto riferisce la procura nazionale antiterrorismo di Parigi. L’inchiesta è stata affidata ai Gendarmi dell’Ufficio Centrale per la lotta ai crimini contro l’umanità. L’obiettivo è determinare le circostanze della morte del cronista francese di 32 anni, nato a Sarajevo, colpito da missili Grad nei pressi di Bakhmut. La zona epicentro degli scontri è da mesi nel mirino dell’esercito russo di Vladimir Putin.
Ore 01:22 - Donna ucraina uccisa da un attacco russo nel Kherson
Una donna è rimasta uccisa durante un attacco effettuato dall’esercito russo con colpi di mortaio in un villaggio del distretto di Kakhova, nell’oblast di Kherson. Lo ha comunicato l’Ufficio del procuratore generale di Kiev, citato dai media ucraini. Nell’attacco sono stati danneggiati diversi edifici. È stata avviata un’indagine preliminare da parte dell’Ucraina per violazione delle leggi e dei costumi di guerra e per omicidio intenzionale.
Ore 02:02 - Mosca: «Esplosi due droni nella regione russa di Belgorod»
Due droni sono esplosi sopra alcune case dell’area residenziale del distretto di Belgorod, nell’omonima regione russa al confine con l’Ucraina. Lo ha reso noto su Telegram il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov. Secondo quanto riportato da Gladkov, non ci sono vittime. «Due droni sono esplosi e sono caduti sopra un’area residenziale privata nel distretto di Belgorod. Secondo i rapporti preliminari, non ci sono state vittime. Due case sono state danneggiate: finestre rotte, recinzioni e un’auto in frantumi. I servizi operativi sono sul posto» ha scritto su Telegram il governatore della regione russa di Belgorod.
Ore 02:43 - Mosca, un drone ucraino ha colpito edificio a Starodub
Un drone ucraino ha colpito un edificio a Starodub, città della Russia europea sudoccidentale, situata nel bassopiano del fiume Desna. A darne notizie è stato il governatore della regione di Bryansk Alexander Bogomaz. Lo riporta Ria Novosti. «Un drone ucraino ha bombardato un edificio amministrativo a Starodub. Non ci sono state vittime», ha scritto Bogomaz sul suo canale Telegram.
Ore 03:08 - Il punto militare | Gli Usa hanno neutralizzato il «serpente», il malware usato per vent’anni dalle spie russe
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli Stati Uniti hanno neutralizzato il «serpente», un malware utilizzato per circa vent’anni dalle spie russe per trafugare documenti sensibili in una cinquantina di Paesi, soprattutto appartenenti alla Nato. A rivelarlo è stato martedì il dipartimento di Giustizia americano, specificando che «Snake» sarebbe stato introdotto da un’unità dell’Fsb in centinaia di computer per sorvegliare fra gli altri membri di governo, centri di ricerca e giornalisti. «La Russia ha utilizzato un malware estremamente sofisticato per rubare informazioni sensibili ai nostri alleati, ripulendole poi attraverso una rete di computer infetti negli Stati Uniti in un cinico tentativo di nascondere i proprie crimini», ha spiegato in un comunicato il procuratore del distretto orientale di New York, Breon Peace. «Si tratta della più sofisticata operazione a lungo termine di un malware di cyberspionaggio».
Ore 03:43 - Meduza: «Il Cremlino sta perdendo la pazienza con Prigozhin (Wagner), considerato una seria minaccia»
Secondo quanto riferito dal sito indipendente Meduza, che cita fonti vicine al Cremlino, le sparate del capo della Wagner Yevgeny Prigozhin cominciano «seriamente a preoccupare la leadership russa», in particolare le sue affermazioni sul «nonno felice che dice di far bene» sono state considerate «ancor più negativamente».
«Potrà dire poi che parlava del ministro della Difesa Sergei Shoigu... , ma sappiamo quali conclusioni trarrà la gente», nota una fonte, mentre l’altra pensa che il nonno fosse proprio il presidente russo Vladimir Putin.
Molte fonti hanno detto a Meduza di ritenere che Prigozhin abbia superato «una linea rossa», mentre c’è chi dice che al Cremlino lo considerano una «seria minaccia». Prigozhin avrebbe promesso a Putin di poter catturare la città ucraina Bakhmut e il suo comportamento sarebbe dovuto al fallimento di questo obiettivo. Ma intanto le agenzie di stampa di Stato, riferiscono fonti di Meduza, hanno già ricevuto l’avvertimento che, se continuerà ad attaccare il ministero della Difesa, Prigozhin dovrà essere descritto come «un traditore» della Russia. E non è detto che le autorità si limitino a questo. «Fino a quando la Wagner è (al fronte), c’è poco che possa minacciare Prigozhin, ha la capacità di parlare direttamente con il presidente. Ma se continua, le forze di sicurezza ufficiali sicuramente lo fermeranno», dicono le fonti vicine al Cremlino.
Ore 04:14 - Donna ucraina uccisa da un attacco russo nel Kherson
Una donna è rimasta uccisa durante un attacco effettuato dall’esercito russo con colpi di mortaio in un villaggio del distretto di Kakhova, nell’oblast di Kherson. Lo ha comunicato l’Ufficio del procuratore generale di Kiev, citato dai media ucraini. Nell’attacco sono stati danneggiati diversi edifici. È stata avviata un’indagine preliminare da parte dell’Ucraina per violazione delle leggi e dei costumi di guerra e per omicidio intenzionale.
Ore 05:00 - Zelensky: «In Ucraina il mondo vedrà di cosa è capace l’Europa»
«Sono fiducioso che il progetto di ricostruzione dell’Ucraina dopo le ostilità e dopo la guerra darà impulso allo sviluppo almeno della nostra intera regione - seguendo l’Ucraina e tutti i nostri partner che coopereranno con l’Ucraina. È qui, in Ucraina, che il mondo vedrà di cosa è capace l’Europa. Qui, in Ucraina, avremo il massimo dell’Europa in Europa - il massimo possibile di ciò che i valori europei sono in grado di fare, di ciò che la cooperazione europea e globale è in grado di fare». Lo ha detto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 05:17 - Trump, «Basta aiuti all’Ucraina, l’Europa metta più soldi»
Nuovo affondo di Donald Trump sull’Ucraina. Rispondendo alla domanda di una elettrice, l’ex presidente Usa ha fatto capire che non approverebbe l’invio di nuovi aiuti all’Ucraina. «Noi - ha spiegato, parlando al faccia a faccia sulla Cnn - abbiamo dato 171 miliardi, mentre tutta l’Europa che, messa insieme ha le dimensioni della nostra economia, solo venti. Noi 170, loro 20. Quindi - ha aggiunto - devono mettere loro più soldi, perché hanno avuto vantaggi da noi in questi anni».
Ed ha poi aggiunto: «Se io fossi presidente risolverei la guerra in Ucraina in un giorno». Il tycoon non si è sbilanciato su chi dovrebbe vincere il conflitto, se Kiev o la Russia. «Voglio che la gente smetta di morire», ha detto.
Ore 06:22 - Peskov: «Costretti a operazione militare da errori dell’Occidente»
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che la Russia è stata costretta a lanciare la sua operazione militare in Ucraina per una serie di errori dell’Occidente. E la Russia è uno Stato troppo grande e potente per essere trattato in questo modo o per arrendersi, ha detto Peskov, citato dalla Ria Novosti. «È difficile dire come sarà il futuro. Ora tutti gli eventi stanno accadendo così velocemente, siamo limitati nella nostra capacità di fare previsioni, che si tratti di economia o politica... I Paesi occidentali hanno fatto molte cose cattive e hanno fatto molti errori, e quindi hanno costretto la Russia a iniziare la sua operazione speciale», ha specificato in un’intervista al canale Atv della Republika Srpska, Bosnia ed Erzegovina.
«I Paesi occidentali ci hanno ingannato dopo il crollo dell’Urss, hanno anche organizzato sei ondate di espansione della Nato», ha aggiunto Peskov. «Questo sistema di errori ha portato il presidente russo Vladimir Putin a decidere di lanciare l’operazione».
Ore 07:15 - Scacco ucraino a Bakhmut: «Il nemico si ritira fino a 2 chilometri»
(di Marta Serafini)
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
DISTRETTO DI BAKHMUT - «Oggi è stata una buona giornata non è arrivato nemmeno un ferito». Igor e Konstantine della divisione medica aspettano con l’ambulanza pronta a partire. Il tritacarne Bakhmut è a 25 chilometri. L’artiglieria ucraina è al lavoro. «Da questa mattina i russi tacciono». Possibile che le sorti della battaglia più sanguinosa di questa guerra stiano cambiando? La risposta la dà su Telegram il comandante delle forze di terra dell’esercito ucraino, il colonnello generale Oleksandr Syrskyi. «Stiamo conducendo efficaci contrattacchi» e «in alcune aree del fronte il nemico si è ritirato fino a 2 chilometri di distanza».
A compiere l’assalto diverse unità, tra cui gli Azov della 3ª brigata d’assalto, un’unità delle forze speciali. Mentre sui social gira il video di un soldato russo che si arrende in trincea e viene portato sulle linee ucraine grazie alla guida di un drone, immediatamente torna a farsi sentire anche il comandante della Wagner Evgeny Prigozhin. Che, di nuovo, lamenta la mancanza di armi scaricando le responsabilità. Ma soprattutto conferma come la 72ª brigata dell’esercito russo, un corpo scelto e non di coscritti, abbia abbandonato le posizioni. «Sono fuggiti e hanno esposto un fronte largo quasi due chilometri e profondo 500 metri». Il rischio ora è che «il gruppo Wagner venga accerchiato a causa del cedimento dei fianchi». E il «tritacarne» diventerebbe così una trappola mortale.
Una débacle per il Cremlino dopo 11 mesi di battaglia per una sola città? Il generale Syrsky non parla di controffensiva nelle sue dichiarazioni ma il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba in una intervista alla Bild spiega: «La controffensiva non sarà l’ultima, dato che non sappiamo quale sarà il risultato». Come dire, potrebbe accadere dell’altro in attesa della liberazione. Per il consigliere del presidente ucraino Mykhailo Podolyak, Bakhmut è «un perfetto Zugzwang per Prigozhin». Che, tradotto dal linguaggio degli scacchi, significa che la Wagner perderà qualunque mossa faccia. E perderà anche fuori dal campo di battaglia.
Ore 07:22 - Yermak: «L’Ucraina ringrazia l’Italia per il sostegno»
«Il primo ministro Meloni l’ha capito perfettamente, ancora a febbraio, nel corso della visita a Bucha: ogni aiuto in difesa dell`Ucraina si fonda sui principi di libertà e giustizia, sui nostri valori comuni. Se qualcuno avesse dubbi, che vada a visitare quella periferia, oggi in sicurezza, dove gli invasori hanno trucidato 400 persone nei primi giorni dell`invasione. La vita sta riprendendo il sopravvento, ma la morte è ancora riluttante a lasciare il campo: le sue tracce sono ovunque».
È quanto ha scritto il capo di gabinetto del presidente ucraino Volodymyr Zellensky, Andriy Yermak, in un intervento sul Corriere della Sera. «Di recente il premier italiano ha spiegato a chiare lettere a chi addossare la responsabilità del conflitto. “Credete che a qualcuno piaccia la guerra?”, ha chiesto. Ma i negoziati di pace esigono precise condizioni. Meloni vuole risposte senza mezzi termini dai suoi contestatori: “Dobbiamo o non dobbiamo chiedere alla Russia di cessare le ostilità e ritirare le truppe dal territorio ucraino? Credete che occorra ridisegnare i confini dell’Ucraina? E come? Credete che i territori occupati debbano essere consegnati a Mosca? Se vogliamo parlare seriamente di pace, esigo risposte a queste domande. Altrimenti non è altro che propaganda ai danni di una nazione sovrana, di un popolo libero e della legge internazionale. E questo è da irresponsabili», ha proseguito Yermak, che ha espresso a grande riconoscenza dell’Ucraina «per l’incredibile sostegno” offerto dall’Italia “con le armi, con le parole e con i fatti». «Quando, tanti anni fa, mi sono innamorato dell`Italia, non avrei mai potuto immaginare fino a che punto un giorno l`Ucraina sarebbe stata riconoscente verso il vostro Paese. Il popolo e il governo italiano hanno dimostrato il loro coraggio nel sostenere la nostra causa senza riserve e senza ambiguità. Per tutto questo non posso dirvi altro che “Grazie mille cari amici!”».
Ore 07:31 - Il Cremlino ammette: «In Ucraina situazione molto difficile»
Il Cremlino ammette che la situazione in Ucraina è «molto difficile» e ancora lontana dai suoi obiettivi ma precisa che questo dipende dal fatto che «non è una guerra, ma un’operazione condotta cercando di salvare città e vite umane».
«L’operazione militare speciale continua. È un’operazione molto difficile e, naturalmente, alcuni obiettivi sono stati raggiunti in un anno», ha dichiarato il portavoce della presidenza russa Dmitry Peskov in un’intervista al canale televisivo bosniaco ATV, riportata dall’agenzia Tass. Se la priorità stabilita a inizio operazione dal presidente Vladimir Putin era quella di garantire la sicurezza dei residenti del Donbass, ha sottolineato Peskov, questo obiettivo è stato raggiunto solo in parte.
«Questo compito è stato risolto solo parzialmente. Siamo ancora lontani dal poterlo completare. Ci sono bombardamenti da lanciatori multipli, bombardamenti su Donetsk e altre località e dobbiamo respingere il nemico a una distanza considerevole. Per questo l’operazione continuerà», ha sottolineato Peskov, che ha ricordato i risultati ottenuti: «sono stati liberati territori importanti nel Donbass», ha detto. Per il portavoce di Putin non ci sono dubbi sul fatto che le forze russe finiranno per conquistare la città contesa di Bakhmut, devastata da 9 mesi da quella che è diventata la battaglia più lunga del conflitto. La lentezza dei progressi russi, ha insistito, è dovuta al fatto che «non siamo in guerra. Fare la guerra è una cosa completamente diversa, e significa la distruzione completa delle infrastrutture e delle città. Non lo stiamo facendo. Stiamo cercando di salvare le infrastrutture e le vite umane».
Ore 08:30 - Ucraina, allarme antiaereo in diverse regioni del Paese
È stato lanciato un allarme antiaereo in diverse regioni dell’Ucraina, tra cui Sumy, Kharkiv, Kherson e Zaporizhzhia. Lo scrive il Guardian.
Ore 08:37 - Presidente Repubblica Ceca: «Stiamo fornendo all’Ucraina due sistemi antiaerei Kub»
La Repubblica Ceca sta fornendo all’Ucraina due sistemi missilistici a media gittata Kub 2K12 di fabbricazione sovietica. È quanto dichiarato dal presidente ceco, Petr Pavel, secondo cui la consegna include un «numero relativamente elevato di missili». Per l’ex generale, l’esercito del Paese aggredito dalla Russia può utilizzare immediatamente i Kub 2K12 «perché già li conosce». Pavel ha aggiunto che Praga potrebbe trasferire all’Ucraina aerei da combattimento leggeri Aero L-159 Alca, prodotti dall’azienda per l’aviazione ceca Aero Vodochody.
Ore 08:39 - Kiev denuncia: attacchi russi sulla regione di Zaporizhzhia con bombe a grappolo»
Il capo dell’amministrazione regionale, Yuriy Malashko, citato da Rbc Ukraine, ha denunciato l’utilizzo di bombe a grappolo (vietate dalle convenzioni internazionali) per i bombardamenti russi sulla regione di Zaporizhzhia.
Secondo Malashko ci sono distruzioni in 20 diverse località della regione, dove si trova la centrale nucleare più grande d’Europa. «A Malokaterinovka, 8 persone sono state colpite da proiettili a grappolo. Tre di loro sono operatori di ambulanze. Feriti residenti locali, 3 uomini e 2 donne», ha detto Malashko.
Ore 09:09 - Zelensky: «Abbiamo bisogno di più tempo per la controffensiva, oggi perderemmo troppe persone. Sarebbe inaccettabile»
Il presidente ucraino Zelensky, in un’intervista alla Bbc, ha detto che il suo Paese ha bisogno di più tempo prima di poter lanciare la sua controffensiva che potrebbe rivelarsi decisiva per la guerra contro la Russia. «Con quello che abbiamo possiamo andare avanti e vincere, ma perderemmo molte persone e penso che questo sia inaccettabile. Dobbiamo aspettare, abbiamo bisogno di un po’ più di tempo». Zelensky ha detto che le squadre militari addestrate dalla Nato sono pronte, ma ciò che manca sono armamenti e mezzi.
Il presidente ucraino si è detto fiducioso sul fatto che l’esercito di Kiev possa avanzare e ha avvertito del rischio che il conflitto si blocchi che è proprio ciò che vorrebbe la Russia. «I nostri partner occidentali non possono obbligarci ad abbandonare dei territori alla Russia».
Ore 09:53 - Fonti Usa: «La Wagner ha ancora molte munizioni a Bakhmut»
«Le forze affiliate a Wagner, la principale organizzazione paramilitare russa, continuano a detenere la maggior parte del territorio nella città ucraina orientale di Bakhmut e possiedono notevoli scorte di munizioni nonostante alcune perdite». Lo scrive il sito “Politico”, citando due alti funzionari statunitensi. Lunedì il leader di Wagner Yevgeny Prigozhin è apparso in una serie di video sui social minacciando di ritirare completamente i suoi soldati da Bakhmut a causa della carenza di munizioni. Successivamente, aveva dichiarato che il ministero della Difesa russo aveva assicurato che avrebbe inviato risorse aggiuntive in prima linea. Le dichiarazioni hanno suscitato speculazioni secondo cui i combattenti di Wagner potrebbero presto abbandonare del tutto Bakhmut, creando potenzialmente un’apertura per l’avanzata delle forze ucraine.
Ore 10:04 - Ministero della Difesa britannico: «La Russia ha inviato 10 mila detenuti a combattere in Ucraina»
Il ministero della Difesa britannico ha denunciato che le forze armate russe hanno arruolato 10mila detenuti da aprile e li hanno inviati a combattere in Ucraina. Secondo la nota, il piano di reclutamento dei detenuti è stato intensificato dall’inizio dell’anno in un’ampia campagna di arruolamento che mira ad aumentare il numero di uomini dell’esercito russo. Tale sforzo, sostiene il ministero della Difesa britannico, è volto a evitare una nuova mobilitazione obbligatoria che sarebbe impopolare tra la popolazione.
Ore 10:12 - Peskov: «I droni al Cremlino sono un attacco terroristico a Putin»
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, in un’intervista al canale serbo ATV, è tornato a parlare dell’abbattimento dei droni sopra la sede del Parlamento russo: «In effetti, lo possiamo interpretare come un tentativo di compiere un atto di terrorismo contro il presidente russo - ha aggiunto Peskov - Si tratta di un’attività terroristica del Paese assolutamente oltraggiosa e inaccettabile. Riteniamo che in questo modo l’Ucraina si metta effettivamente alla pari con gli stati sponsor del terrorismo. Nemmeno de jure, ma de facto. Ovviamente, come abbiamo già detto, risponderemo quando e come lo riterremo lo riterremo opportuno».
Ore 10:27 - Un drone ucraino colpisce un deposito di petrolio in Russia
Un drone delle forze ucraine ha colpito un deposito di petrolio nella regione russa di Byransk, secondo quanto riferito dal governatore Oleksandr Bogomaz sul suo canale Telgram. Il drone ha colpito un deposito della compagnia Rosneft senza provocare vittime, ha sottolineato il governatore, citato dall’agenzia Ria Novosti.
Ore 10:28 - Zelensky: «Il sostegno degli Usa non verrà meno dopo le elezioni»
«Chissà dove saremo quando ci saranno le elezioni, ma credo che per allora avremo vinto», ha detto il leader ucraino nel suo quartier generale a Kiev, nell’intervista per le emittenti del servizio pubblico membri di Eurovision News, tra cui la Bbc. Sottolineando che l’Ucraina «gode ancora del supporto bipartisan del Congresso». «Tutti avranno un’idea» sulle possibili soluzioni al conflitto, «ma non possono fare pressione sull’Ucraina affinché ceda territori. Perché un Paese del mondo dovrebbe dare a Putin il suo territorio?», ha poi aggiunto.
Quanto all’arsenale russo, Zelensky ha rilevato che le sanzioni occidentali hanno avuto un impatto sulla loro industria della difesa, portando al progressivo esaurimento di scorte di missili e di artiglieria. «Hanno ancora molto nei loro magazzini, ma vediamo già che hanno ridotto i bombardamenti quotidiani in alcune zone», ha spiegato. Sottolineando però che Mosca ha trovato il modo di aggirare alcune delle sanzioni. Quindi, ha chiesto ai partner occidentali di prendere di mira i Paesi che aiutano la Russia ad aggirare i divieti.
Ore 10:31 - Borrell: «Kiev non ha ancora vinto, ma Mosca ha già perso la guerra»
L’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, intervenendo al Summit sulla difesa e la sicurezza europea, ha detto che «l’esercito russo è già stato sconfitto. Guardate cosa sta succedendo nel terreno. La Russia ha continuato a bombardare. Hanno provato a prendere Kiev in un paio di settimane. Hanno fallito, sono stati respinti. Non sono stati in grado di prendere Bakhmut. È una guerra sanguinosa ma la Russia ha perso questa guerra. L’Ucraina non ha ancora vinto, ma per la Russia è chiaramente una sconfitta militare».
Ore 11:09 - Il ministro degli Esteri cinese a Parigi: «Le relazioni Cina-Ue non siano limitate da terze parti»
Dopo la visita in Germania, Qin Gang, il ministro degli Esteri cinese, è andato a Parigi per chiedere alla Francia di rafforzare la cooperazione nell’affrontare «le sfide globali». Un richiamo che non cade inascoltato a Parigi, dove ancora risuonano le parole del presidente Emmanuel Macron il quale, di ritorno da Pechino ad aprile, disse che l’Europa non può essere “vassalla” degli Stati uniti, in riferimento alla questione di Taiwan. Qin ha incontrato ieri la ministra degli Esteri transalpina Catherina Colonna e le ha detto: «La Cina ha sempre visto l’Europa come un partner strategico globale e ha sempre espresso un chiaro sostegno agli sforzi dell’Europa per rafforzare l’autonomia strategica e il suo ruolo attivo sulla scena internazionale. Le relazioni Cina-Ue - ha continuato - non dovrebbero né prendere di mira, essere collegate o essere limitate da una terza parte».
Ore 11:19 - Danilov (Ucraina): «Alcuni Paesi vogliono farci negoziare le condizioni con Mosca»
Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa dell’Ucraina, ha detto che alcuni Paesi «stanno cercando di far sedere l’Ucraina al tavolo dei negoziati con la Russia, alle condizioni di Mosca». Parlando alla tv nazionale, Danilov «c’è un’escalation della situazione per farci sedere rapidamente al tavolo dei negoziati, alle condizioni della Russia». «C’è un’enorme campagna in corso in questo senso, con molte offerte da diversi Paesi», ha proseguito, aggiungendo però che a suo dire, il presidente Zelensky deciderà di negoziare «solo alle condizioni del nostro Paese». «Nessuno rinuncerà agli interessi nazionali», ha concluso, «non importa quanto lo vorrebbero i rappresentanti di alcuni Paesi».
Ore 11:23 - Borrell: «Infastidito dalle critiche che arrivano dalla sinistra per il sostegno all’Ucraina»
«Mi infastidisce che anche da sinistra arrivino delle critiche per il sostegno all’Ucraina», ha detto Borrell durante il Summit europeo su Difesa e Sicurezza a Bruxelles. «Mi accusano di alimentare la guerra, ma io non alimento la guerra, io sostengo l’Ucraina», ha proseguito Borrell, evidenziando che mettendo fine all’assistenza a Kiev «non finisce la guerra», «semplicemente sparisce l’Ucraina». «Se smettiamo di sostenere l’Ucraina, la Russia vincerà la guerra, occuperà Kiev e trasformerà l’Ucraina in una seconda Bielorussia», ha insistito il diplomatico europeo. «Ci saranno truppe russe al confine con la Polonia e la nostra insicurezza aumenterà, mentre l’Ucraina non esisterà più. Questo è il modo in cui le cose andranno», ha insistito, prima di commentare la posizione di quei Paesi contrari all’invio di armi a Kiev: «Non so se sia ipocrisia o ingenuità».
Ore 11:31 - Borrell: «L’Ue è pronta ai negoziati di pace, ma Putin non vuole»
«L’Unione europea è pronta per i negoziati di pace in Ucraina, ma tutti coloro che si sono recati al Cremlino per parlare con Putin sono tornati con lo stesso messaggio: “ho un obiettivo militare e finché non lo otterrò, la guerra non finirà”». Il diplomatico europeo ha ricordato che «in questo momento è in corso un bombardamento sistematico dei civili, una distruzione sistematica di un Paese». Secondo Borrell, «non si tratta di uno scontro tra un esercito e un altro, ma di un bombardamento quotidiano» di citta e infrastrutture civili. «La Russia uccide civili, rapisce bambini», ha aggiunto, invitando il mondo a «guardare alla guerra per quello che effettivamente è».
Ore 11:44 - Londra consegna a Kiev missili a lungo raggio
Secondo quanto riportato da Cnn e confermato da fonti occidentali anonime, la Gran Bretagna ha fornito all’Ucraina missili da crociera a lungo raggio Storm Shadow, in preparazione alla prevista controffensiva. Il missile Storm Shadow è in grado di colpire il territorio controllato dalla Russia nell’Ucraina orientale. Un funzionario occidentale ha dichiarato che il governo britannico ha ricevuto assicurazioni dal governo ucraino che questi missili saranno utilizzati solo all’interno del territorio sovrano ucraino e non in Russia.
Lo Storm Shadow è un missile da crociera a lungo raggio con capacità stealth (che permette di diminuire la propria evidenza all’osservazione nemica), sviluppato congiuntamente da Regno Unito e Francia, e viene tipicamente lanciato dall’aria. Con una gittata di oltre 250 chilometri, è appena inferiore alla capacità dei sistemi missilistici tattici dell’esercito di superficie (Atacms), prodotti negli Stati Uniti, che l’Ucraina chiede da tempo.
Ore 11:58 - Borrell: «Abbiamo smesso di comprare gas dalla Russia e Mosca non può venderlo alla Cina. Avranno grossi problemi»
«Abbiamo smesso di acquistare gas russo, sembra incredibile che mesi fa il 40% del gas russo provenisse dalla Russia», la Russia «non può venderlo in contanti alla Cina, che è troppo lontana. Non può costruire oleodotti in Cina. Quindi la Russia avrà grossi problemi per ottenere i soldi che stavano ricevendo da noi. La Cina non è un sostituto. Quindi dobbiamo fare molta attenzione diplomaticamente a non spingere la Russia nelle mani della Cina».
Ore 12:01 - Bombardamento russo a Oleksandrivka, due feriti
Due persone sono rimaste ferite in un bombardamento a Oleksandrivka, città ucraina nella regione di Donetsk, avvenuto ieri: lo ha annunciato questa mattina Pavlo Kyrylenko, responsabile dell’amministrazione militare regionale di Donetsk. «A Kostiantynivka, una persona è stata ferita, un cinema, un’infrastruttura e un’abitazione privata sono stati danneggiati. Sette case sono state danneggiate a Chassiv Yar, altre sette a Toretsk. Otto abitazioni sono state danneggiate a Zvanivka», ha spiegato il governatore su Telegram, «Nella direzione di Donetsk, la comunità di Kurakhove è stata colpita da cinque attacchi: non ci sono informazioni sulle vittime e sui danni», ha aggiunto.
Ore 12:17 - Papa Francesco riceve l’ambasciatore russo uscente presso la Santa Sede
Papa Francesco ha incontrato oggi in Vaticano Alexander Avdeev, ambasciatore della Federazione Russa presso la Santa Sede, «in visita di congedo». Lo riferisce il Bollettino della sala stampa vaticana. Papa Francesco ha sempre espresso la sua stima per questo diplomatico russo, di fatto il suo collegamento con il Cremlino in questi mesi della guerra. Il 25 febbraio 2022, il giorno dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, Papa Francesco si era recato dall’ambasciatore per esprimere la sua preoccupazione e per avere uno spiraglio per un dialogo con Vladimir Putin, che però finora non c’è stato.
Ore 12:20 - Mosca: «Risponderemo ai missili a lungo raggio consegnati a Kiev»
Le forniture della Gran Bretagna di missili a lungo raggio all’Ucraina sono uno sviluppo «fortemente negativo» e richiederanno «una risposta adeguata» da parte delle forze armate russe, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Ore 12:22 - Prigozhin (Wagner): «La controffensiva di Kiev è già cominciata»
Il fondatore della compagnia paramilitare russa Wagner, Evgenij Prigozhin, prova a smentire le dichiarazioni di Zelensky alla Bbc. Il presidente ucraino sostiene che Kiev avrà bisogno di più tempo prima di iniziare la controffensiva, mentre il capo della Wagner ribatte che è già cominciata: «Zelensky sta facendo il furbo, la controffensiva è già in pieno svolgimento. Nella direzione di Bakhmut, le unità delle Forze armate ucraine stanno cercando di sfondare la difesa e, sfortunatamente, in alcuni luoghi ci riescono», ha detto Prigozhin in un messaggio audio pubblicato sul suo canale Telegram. Secondo il leader del gruppo Wagner, le forze di Kiev «devono prima affrontare in direzione di Bakhmut i militari Wagner, e poi andare (...) verso Zaporizhzhia e le regioni di Bryansk e Belgorod». «Pertanto, la controffensiva delle Forze armate ucraine è già iniziata. Quelle unità che sono già state addestrate e che hanno ricevuto le armi, le attrezzature, i carri armati necessari, sono già completamente coinvolte».
Ore 12:27 - Trump su Putin: «Ragazzo intelligente». L’intervista alla Cnn non piace all’Ucraina
Nell’intervista alla Cnn, Donald Trump è tornato a parlare della guerra in Ucraina. Il tycoon, commentando l’invasione ha rifiutato di dire se voleva che Kiev vincesse la guerra e ha definito il presidente russo Vladimir Putin «un ragazzo intelligente» che ha fatto «un enorme errore». «Invece che un criminale di guerra» come avrebbero voluto in Ucraina, e come fa notare l’agenzia Unian. «Non penso a vincere o perdere. Sto pensando a come sistemare le cose».
In Ucraina le dichiarazioni hanno fatto grande scalpore. «Trump non ha definito Putin un criminale di guerra e non ha detto se vuole che l’Ucraina vinca la guerra» scrive il canale tv Suspilne sul suo sito. Il tutto anche se Trump alla conduttrice di Cnn This Morning Kaitlan Collins ha detto di avere «un ottimo rapporto con il presidente (ucraino) Volodymyr Zelensky perché mi ha sostenuto nella storia dell’impeachment quando ha detto “il presidente non ha fatto nulla di male”».
Trump ha poi detto: «Voglio che tutti smettano di morire», affermando di essere pronto a porre fine alla guerra «in 24 ore».
Ore 12:34 - L’Ue: «La Turchia si deve allineare alle nostre sanzioni contro Mosca»
«Non ci attendiamo solo dalla Turchia l’allineamento alle nostre sanzioni nei confronti di Mosca». Ha dichiarato il portavoce della Commissione europea, Peter Stano, nella conferenza stampa quotidiana dell’esecutivo Ue. «Dai Paesi candidati all’Ue ci attendiamo il loro allineamento a tutte le posizioni e a tutte le decisioni dell’Ue in politica estera. Noi dunque interagiamo con i nostri partner turchi, così come con gli altri, perché questo appello ad allinearsi alle nostre sanzioni o a introdurre simili misure è rivolto a tutti, è quanto è contenuto già nelle conclusioni del Consiglio europeo dell’anno scorso. Ed è molto importante per noi, perché si tratta di proteggere l’Ucraina e di punire l’aggressore che viola violentemente la Carta dell’Ue».
Ore 12:41 - Johansson a Kiev: cooperazione contro il traffico di armi
La commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, è arrivata a Kiev dove incontrerà il ministro dell’Interno ucraino, Ihor Klymenko. «Sul tavolo un confronto su: cooperazione di polizia, prevenzione del traffico di armi da fuoco, indagini sui crimini di guerra e sostegno per lo sminamento», ha spiegato Johansson.
Ore 12:58 - Mosca: «I giudici della Cpi nella lista dei ricercati dalla Russia»
Il Comitato investigativo della Russia porrà sulla lista dei ricercati i giudici della Corte penale internazionale che hanno emesso il mandato di arresto per Putin. Lo ha detto il presidente dello stesso Comitato, Alexander Bastrikin, citato dall’agenzia Ria Novosti.
Ore 13:18 - Bloomberg: a Kiev consegnate armi per 30 miliardi di dollari
«Rifornita con oltre 30 miliardi di dollari in armi appena consegnate dai suoi alleati, l’Ucraina si sta preparando per una controffensiva che potrebbe spingere la Russia ad avvicinarsi alla fine della guerra, o dimostrare che nessuna delle due parti ha abbastanza potenza di fuoco per cogliere il vantaggio». Lo scrive Bloomberg, che aggiunge: «Gli armamenti consegnati a Kiev da dicembre costano più di quanto qualsiasi membro della Nato, ad eccezione degli Stati Uniti, spenda in un anno».
Ore 13:55 - La Gran Bretagna conferma: «Stiamo consegnano missili a più lungo raggio all’Ucraina»
La Gran Bretagna ha confermato oggi che sta fornendo all’Ucraina i missili a più lunga gittata richiesti per la sua lotta contro l’invasione delle forze russe. Lo scrive la Bbc. Il missile da crociera “Storm Shadow” ha una gittata di oltre 250 km, secondo il produttore. Al contrario, i missili Himars forniti dagli Stati Uniti e utilizzati dall’Ucraina hanno solo una gittata di circa 80 km. I missili vengono lanciati dagli aerei, quindi il raggio più lungo significa che i piloti ucraini saranno in grado di stare più lontano dalle linee del fronte. Sono considerati da Kiev necessari in vista della nuova controffensiva su cui Kiev punta.
Ore 14:08 - La Cina avverte l’Ue: «Bruxelles non crei un pessimo precedente sanzionando le nostre imprese»
La Cina ha espresso la speranza che l’Unione Europea agisca con cautela e non crei un «pessimo precedente» sanzionando sette delle sue società per aver aiutato la Russia ad eludere le sanzioni internazionali legate alla guerra in Ucraina. Il ministero del Commercio cinese ha dichiarato in una nota di opporsi con fermezza alle sanzioni unilaterali che non hanno fondamento nel diritto internazionale e che non sono autorizzate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Queste dichiarazioni sono state fatte in seguito alla proposta presentata dalla Germania agli altri Stati membri dell’UE per impedire l’elusione delle sanzioni contro la Russia da parte di paesi non appartenenti all’UE, nota come «clausola russa». Questa prevede che le aziende dei Paesi terzi, al momento dell’acquisto di determinati beni di produzione europea, siano vincolati a non esportarli successivamente in Russia.
Inoltre, secondo la proposta avanzata dal rappresentante permanente della Germania presso l’Ue, l’ambasciatore Michael Clauss, gli importatori dovrebbero assicurare per contratto di non rivendere le merci esportate in Russia ad altre società, a meno che queste non applichino anche la «clausola russa». Questo obbligo dovrebbe essere particolarmente applicato all’esportazione di beni a duplice uso, cioè utilizzabili per scopi civili e militari. Tale proposta si inserisce nei negoziati in corso per un undicesimo pacchetto di sanzioni europee contro la Russia per la guerra in Ucraina, al fine di contrastare l’elusione delle misure punitive già adottate. In questo contesto, la Commissione europea ha proposto di limitare le esportazioni verso determinati Paesi terzi a causa del sospetto di aggiramento delle sanzioni contro la Russia. Tuttavia, alcuni Stati membri sono scettici riguardo a questa proposta, in quanto temono che includere Paesi come la Cina in tale elenco possa provocare ritorsioni. Oltre alla Cina, i mercati utilizzati per eludere le sanzioni contro la Russia includono il Kazakhstan, l’Armenia e gli Emirati Arabi Uniti.
Ore 14:17 - L’inviato speciale del Brasile incontra Zelensky: Kiev e Mosca facciano concessioni per finire la guerra
L’ex ministro degli Esteri brasiliano Celso Amorim, inviato speciale della presidenza brasiliana in Ucraina, ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per discutere la necessità che entrambe le parti, Kiev e Mosca, facciano concessioni al fine di porre fine alla guerra in corso. La visita di Amorim a Kiev segue quella avvenuta ad aprile con il presidente russo Vladimir Putin, evidenziando l’impegno del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva nel cercare una soluzione pacifica al conflitto, nonostante le critiche della comunità internazionale riguardo all’invio di armi all’Ucraina.
Ore 14:25 - Mosca: «Mercenari da 70 Paesi combattono con l’Ucraina»
La Russia sostiene che ci sono mercenari di 70 Paesi che combattono dalla parte dell’Ucraina. Lo riporta la Tass citando il presidente del comitato investigativo russo, Aleksandr Bastrikin. «Sono stati accertati il reclutamento e la partecipazione di mercenari, seguaci del regime nazista di oltre 70 Stati, principalmente dall’Europa e dall’America», ha detto Bastrikin in una conferenza della Corte Costituzionale in occasione del Forum legale internazionale di San Pietroburgo.
Ore 15:02 - «In quattro mesi più disertori russi di tutto il 2022»
Nei primi quattro mesi del 2023 il numero di casi di diserzione di soldati russi sono stati più di tutto il 2022. Lo riporta Mediazona, il sito anti-putiniano dedicato al sistema giuridico russo creato da Maria Alyokhina e Nadezhda Tolokonnikova, attiviste e cofondatrici del gruppo Pussy Riot. Da gennaio alla prima settimana di maggio 2023, i tribunali russi hanno aperto 1.053 procedimenti penali legati all’articolo 337 del codice penale russo, che è quello riguardante l’abbandono non autorizzato di unità militare. Nel 2022 i casi totali erano stati 1.001.
Secondo quanto riportato nei documenti rilasciati dai tribunali militari russi, la maggior parte dei casi sarebbero stati avviati dopo l’annuncio della mobilitazione e del rafforzamento delle pene contro la diserzione nella seconda metà dello scorso anno. In Russia i disertori solitamente hanno condanne sospese, il che significa che possono essere mandati di nuovo in guerra. Queste possono essere sostituite con vere condanne in caso di cattiva condotta o ripetuto rifiuto di combattere.
Ore 15:20 - Il punto militare | Le parole di Zelensky sulla controffensiva sono un diversivo?
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Volodymyr Zelensky ha dichiarato alla Bbc che «è prematuro lanciare un’offensiva, costerebbe troppe vite». Un’affermazione che racchiude qualche diversivo, ma anche la realtà.
Primo. L’Ucraina gioca molto sull’attesa, vuole tenere sulla corda un avversario che si aspetta un assalto. Sono mesi che se ne parla, escono mappe dettagliate sugli obiettivi, non c’è alcun effetto sorpresa, fattore spesso decisivo nelle operazioni belliche. Piccole e grandi. Dunque il presidente, insieme ai suoi generali, prova a mascherare: se non tutto, almeno qualcosa. Tesi rilanciata dal capo della Wagner, Evgeny Prighozin, accusato a sua volta dagli ucraini di giocare con falsi annunci.
Ore 15:23 - Mattarella: «Contrastare Mosca ma cercare un approdo di pace»
Bisogna «contrastare la politica di aggressività della Russia» ma ciò «non ci deve distogliere dalla ricerca di un approdo di pace». Lo ha sottolineato il presidente Sergio Mattarella nel suo colloquio ad Oslo con il premier norvegese Jonas Gahr Store. «La decisione della Russia (di attaccare ndr) è irrazionale: ci auguriamo che a Mosca tornino elementi di razionalità».
Ore 15:53 - Zelensky invita Lula a Kiev
Volodymyr Zelensky ha invitato a Kiev il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, dopo aver ricevuto il suo inviato speciale Celso Amorin. «Ho incontrato il Consigliere speciale di politica estera del presidente brasiliano, Celso Amorin. Ho sottolineato che l’unico piano capace di fermare l’aggressione russa in Ucraina é la formula di pace ucraina. Abbiamo discusso la possibilità di tenere un summit Ucraina-America Latina. Sono pronto a continuare il dialogo con il presidente Lula e ad accoglierlo a Kiev», ha scritto il presidente ucraino su Twitter.
Ore 16:13 - Usa: «Il Sudafrica ha fornito armi alla Russia»
Gli americani hanno accusato il Sudafrica di aver fornito armi alla Russia nonostante la professata neutralità di Pretoria nella guerra in Ucraina. «Armare i russi è estremamente grave e non riteniamo che questo problema sia risolto», ha affermato l'ambasciatore Usa, Reuben Brigety, aggiungendo di essere sicuro che armi e munizioni sono state caricate su un mercantile russo a Città del Capo a dicembre.
Secondo Brigety, la nave cargo che ha trasportato armi è la «Lady R» che a dicembre ha attraccato per tre giorni nel porto militare di Simon's Town. Lo riferisce il sito sudafricano «News24» dando conto della conferenza stampa per i media locali tenuta da Brigety a Pretoria su un altro tema. «Abbiamo notato che la nave cargo russa ha attraccato nella base navale di Simon's Town tra il 6 e l'8 dicembre 2022. Siamo certi che siano state caricate armi e munizioni a bordo della nave che era diretta di ritorno in Russia», ha dichiarato l'ambasciatore. «Chiediamo che il Sudafrica pratichi con coerenza la politica di non-allineamento», ha detto Brigety .
Ore 16:37 - Mosca: l'accordo sul grano cesserà senza un consenso entro il 18 maggio
Se entro il 18 maggio, data della sua scadenza, non sarà raggiunto un consenso tra i partecipanti ai negoziati sulle condizioni della sua proroga, l'accordo per l'export di grano dal Mar Nero cesserà di esistere. Lo ha dichiarato il viceministro degli Esteri russo, Serghei Vershinin.
Ore 17:28 - Incontro Usa-Cina a Vienna, discusso anche di Ucraina
Il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Biden, Jake Sullivan, e il massimo diplomatico cinese Wang Yi si sono incontrati per due giorni a Vienna per discutere della guerra in Ucraina e di questioni di sicurezza globale. A dichiararlo è stato un comunicato della Casa Bianca. «Le due parti hanno avuto discussioni sincere, sostanziali e costruttive su questioni chiave nelle relazioni bilaterali Usa-Cina», si legge nel comunicato dove si sottolinea che la Casa Bianca mira a mantenere una comunicazione aperta con la Cina. Le due parti hanno concordato di continuare il «canale strategico di comunicazione» e di continuare su quanto è emerso dall'incontro tra Biden e il presidente cinese Xi Jinping a Bali, in Indonesia, lo scorso anno.
Ore 18:20 - Zelensky ha proposto vertice con America Latina
Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky ha proposto la realizzazione di un vertice con l’America Latina in cui esaminare le prospettive di soluzione della crisi generata dall’invasione russa del suo Paese. L’idea, ha indicato lo stesso Zelensky via Twitter, è emersa durante un colloquio ieri con l’ex ministro degli Esteri brasiliano e consigliere del presidente Luiz Inacio Lula da Silva, Celso Amorim. Nell’incontro con Amorim, ha sottolineato il capo dello Stato ucraino, «ho sottolineato che l’unico piano capace di frenare l’aggressione russa in Ucraina à la formula di pace ucraina». «Abbiamo inoltre discusso - ha infine detto - la possibilità di tenere un vertice Ucraina-America Latina. Sono ansioso di continuare la discussione con il presidente Lula, invitandolo in Ucraina».
Ore 18:26 - «Avete allevato un mostro», la donna che ha lasciato un messaggio con insulti sulla tomba dei genitori di Putin è stata condannata
Una donna russa di 60 anni è stata condannata a due anni con sospensione della pena per aver lasciato un biglietto con un «messaggio offensivo» sulla tomba dei genitori del presidente Vladimir Putin a San Pietroburgo. Lo riporta il sito indipendente di notizie Sota, secondo cui l’accusa aveva chiesto tre anni per Irina Tsybaneva, che a ottobre era stata rinviata a giudizio per aver profanato la tomba di quelli che nel messaggio aveva definito «i genitori di un maniaco».
«Morte a Putin, avete allevato un mostro e un assassino», aveva scritto la donna esortando i genitori defunti a «portarlo con voi». La donna aveva ammesso di aver scritto il messaggio dopo aver visto le notizie sulla guerra in Ucraina e «aver capito che tutto è molto spaventoso, molto triste e che ci sono molti morti». Secondo Sota, Tsybaneva non ha intenzione di presentare ricorso contro la sentenza.
Ore 19:10 - Zelensky sabato a Berlino, possibile visita a Roma
Zelensky sabato è atteso a Berlino per incontrare il cancelliere Scholz e il presidente Steinmeier, il giorno dopo sarà nella sala dell'incoronazione del municipio di Aquisgrana per ricevere il Premio Carlo Magno. A quanto si apprende da fonti qualificate, nell'ambito di un tour in Germania, il presidente ucraino potrebbe ritagliare lo spazio per una visita a Roma, dove incontrerebbe la premier Giorgia Meloni. La notizia al momento non trova conferme ufficiali.
Ore 19:36 - Fonti vaticane: possibile incontro tra il Papa e Zelensky a Roma
«È possibile che il Papa incontri il presidente ucraino nella giornata di sabato». Lo dicono fonti vaticane all'Ansa, rispondendo in merito alle indiscrezioni secondo le quali il presidente Volodymir Zelensky possa fare una visita lampo a Roma. Si tratta al momento solo di un'ipotesi e non ci sono dunque conferme ufficiali sull'ora e sul luogo di questo eventuale incontro. Il Papa ha ricevuto il premier ucraino Denys Shmyhal un paio di settimane fa mentre aveva ricevuto Zelensky, prima della guerra, nel febbraio 2020.
Ore 21:00 - Sabato possibile incontro Mattarella-Zelensky
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, potrebbe incontrare sabato prossimo quello dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Al momento mancano conferme ufficiali e si tratta solo di un’ipotesi.
Prigozhin: «Persi 5 chilometri a Bakhmut». Zelensky oggi a Roma: incontrerà Mattarella, Meloni e il Papa. Marta Serafini, inviata, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 12 maggio 2023.
Le notizie in diretta sulla guerra di venerdì 12 maggio. Isw: «Prigozhin sta seriamente disturbando i vertici del Cremlino». Usa: «Carri armati Abrams in Ucraina a inizio autunno»
• Il Cremlino ammette: «In Ucraina situazione difficile».
• Le parole di Zelensky sulla controffensiva sono un diversivo?
• I missili a lungo raggio in arrivo da Londra a umentano la profondità dei raid ucraini.
• Fonti vaticane: possibile incontro tra il Papa e Zelensky a Roma.
Ore 01:19 - Zelensky non potrà parlare all’Eurovision
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non potrà parlare in videomessaggio durante la finale dell’Eurovision per decisione dell’organizzatore del concorso canoro in svolgimento in questi giorni a Liverpool. «La richiesta del signor Zelensky di rivolgersi al pubblico dell’Eurovision Song Contest, sebbene avanzata con intenzioni lodevoli, non può essere accettata a malincuore perché violerebbe le regole dell’evento», ha dichiarato l’Unione europea di radiodiffusione (UER), che organizza il concorso. «Uno dei pilastri del concorso è la natura non politica dell’evento. Questo principio vieta dichiarazioni politiche o simili durante il concorso», ha spiegato l’UER. Quest’anno L’eurovision song contest si svolge Liverpool, nel nord dell’Inghilterra, poiché il Regno Unito si è offerto di ospitare l’Eurovision al posto del vincitore dell’anno scorso, l’Ucraina, che avrebbe dovuto ospitare l’evento ma ha dovuto rinunciare a causa dell’invasione russa. La finale, che si terrà sabato e che vedrà la partecipazione di 26 Paesi, includerà uno speciale tributo all’Ucraina, con l’esibizione di 11 artisti ucraini, tra cui la Kalush Orchestra, vincitrice dello scorso anno. Durante la serata saranno proiettati dei videoclip che mostreranno le diverse zone del Paese. Liverpool ha anche inaugurato un monumento all’Ucraina come «simbolo di speranza», una statua in alluminio raffigurante un uomo con in mano un libro da cui sventola una colomba con la bandiera ucraina. La statua rimarrà a Strawberry Field, il giardino che circonda l’orfanotrofio dell’Esercito della Salvezza che ha dato il nome alla canzone psichedelica cult dei Beatles, prima di essere inviata in Ucraina al termine della guerra. La Russia è stata esclusa dalla competizione, come nell’edizione del 2022.
Ore 01:24 - Fonti Vaticano, sabato possibile incontro Papa Francesco-Zelensky
«È possibile che il Papa incontri il presidente ucraino nella giornata di sabato». Lo dicono fonti vaticane all'Ansa, rispondendo in merito alle indiscrezioni secondo le quali il presidente Volodymir Zelensky possa fare una visita lampo a Roma. Si tratta al momento solo di un'ipotesi e non ci sono dunque conferme ufficiali sull'ora e sul luogo di questo eventuale incontro. Il Papa ha ricevuto il premier ucraino Denys Shmyhal un paio di settimane fa mentre aveva ricevuto Zelensky, prima della guerra, nel febbraio 2020. Nel corso della visita a Roma, Zelensky dovrebbe incontrare anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la premier Giorgia Meloni
Ore 01:26 - IL PUNTO MILITARE - Zelensky frena sulla controffensiva: si va davvero verso lo «scenario coreano»?
di Andrea Marinelli e Guido Olimpio
Volodymyr Zelensky ha dichiarato alla Bbc che «è prematuro lanciare un’offensiva, costerebbe troppe vite». Un’affermazione che racchiude qualche diversivo, ma anche la realtà. Primo. L’Ucraina gioca molto sull’attesa, vuole tenere sulla corda un avversario che si aspetta un assalto. Sono mesi che se ne parla, escono mappe dettagliate sugli obiettivi, non c’è alcun effetto sorpresa, fattore spesso decisivo nelle operazioni belliche. Piccole e grandi. Dunque il presidente, insieme ai suoi generali, prova a mascherare: se non tutto, almeno qualcosa. Tesi rilanciata dal capo della Wagner, Evgeny Prighozin, accusato a sua volta dagli ucraini di giocare con falsi annunci.
Ore 01:35 - Usa vendono 60 elicotteri da trasporto militare alla Germania
Gli Stati Uniti hanno approvato la vendita di 60 elicotteri da trasporto militari e di altre attrezzature alla Germania, membro della Nato, per 8,5 miliardi di dollari. L’operazione ha lo scopo di «migliorare le capacità di sollevamento» delle forze armate tedesche, consentendo così alla Germania di «migliorare la sicurezza interna e prevenire le minacce regionali», ha dichiarato in un comunicato la Defense Security Cooperation Agency (DSCA) statunitense. Gli elicotteri interessati sono i CH-47F Chinook, elicotteri militari da manovra e da attacco. L’accordo «sosterrà la politica di sicurezza nazionale ed estera degli Stati Uniti rafforzando la sicurezza di un alleato della NATO la cui forza è importante per la stabilità politica ed economica dell’Europa», si legge nel comunicato. Il Dipartimento di Stato americano ha approvato la possibile vendita e il DSCA l’ha notificata al Congresso ieri.
Ore 01:38 - Ministero della Difesa russo: il nostro assalto a Bakhmut continua
L’assalto delle truppe russe a Bakhmut continua. Lo ha reso noto il ministero della Difesa russo sostenendo che i distaccamenti d’assalto «continuano a liberare la parte occidentale di Bakhmut con il supporto dell’aviazione e dell’artiglieria». Lo riporta Ria Novosti. Le dichiarazioni sono arrivate dopo che da varie fronti è trapelata la notizia di grandi difficoltà per le truppe russe nella città contesa da mesi.
Ore 06:40 - Arrivati in Germania i carri armati Abrams inviati da Washington
I carri armati statunitensi Abrams, necessari per l’addestramento delle forze ucraine, sono arrivati in Germania e sono in viaggio verso la base dell’esercito di Grafenwoehr, dove l’addestramento inizierà nelle prossime settimane. Lo scrive The Kyiv Independent che cita l’Associated Press. I carri armati sono stati modificati secondo le specifiche militari e dovrebbero arrivare in Ucraina all’inizio dell’autunno, ha dichiarato all’AP un funzionario statunitense a sotto anonimato. A fine gennaio, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva annunciato l’invio di carri armati Abrams all’Ucraina. L’obiettivo era quello di fare pressione sulla Germania affinché autorizzasse la consegna dei propri carri armati Leopard all’Ucraina. Rispetto ai carri armati sovietici, scrive The Kyiv Independent, che sia l’Ucraina che la Russia utilizzano attualmente sul campo di battaglia, la mobilità e la potenza di fuoco delle attrezzature occidentali potrebbero aiutare l’Ucraina a lanciare operazioni di controffensiva più efficaci.
Ore 07:40 - Papa Francesco e l’agenda di sabato lasciata vuota: così apre la porta a un incontro con Zelensky in Vaticano
(di Gian Guido Vecchi) Di conferme ufficiali non ce ne sono, il momento è delicato e meno si parla meglio è, «qualsiasi parola, anche pronunciata con le migliori intenzioni, rischia di diventare un ostacolo più che un aiuto alla pace», ma insomma ai piani alti della Santa Sede fanno notare che nella giornata di sabato l’agenda ufficiale del Papa è vuota, il che accade assai di rado. Lo spazio per un incontro è aperto.
Del resto le indiscrezioni su un’udienza al presidente ucraino Volodymyr Zelensky in arrivo a Roma si sono moltiplicate ieri pomeriggio e Oltretevere il «possibile» è diventato «probabile», accompagnato della certezza che Francesco, nel caso, non aspetta altro ed è pronto a riceverlo: perché «la pace si fa sempre aprendo canali», osservava a fine aprile, di ritorno dall’Ungheria, annunciando una «missione» riservata per «aprire una strada di pace» tra Mosca e Kiev. (...)
Ore 07:43 - «Prigozhin (Wagner) sta disturbando seriamente i vertici del Cremlino»
Secondo l’ultimo rapporto sull’attuale conflitto in Ucraina pubblicato dall’Istituto per lo studio della guerra (Isw), fonti del Cremlino - che hanno preferito rimanere anonime - hanno dichiarato che i recenti videomessaggi del leader e fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, stanno seriamente disturbando la massima leadership russa. Prigozhin ha infatti attaccato frontalmente Mosca e messo in dubbio la sua capacità di proteggere la Russia.
Ore 07:54 - Forte esplosione a Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia
A Melitopol, città dell’Ucraina sud-orientale nell’oblast di Zaporizhzhia, è stata avvertita una forte esplosione, come ha notificato il sindaco della città, Ivan Fedorov, senza però fornire ulteriori dettagli.
Secondo Ria-Melitopol, l’esplosione è stata ben udita dai residenti della parte centrale della città, nell’area del parco e di Pischanaya. Secondo la versione delle forze russe nella città, a scoppiare è stato un ordigno piazzato dai militari ucraini in un bidone della spazzatura.
Ore 08:15 - Mosca nega: «Kiev non ha sfondato la linea del fronte di Bakhmut»
Il ministero della Difesa di Mosca ha negato che l’esercito ucraino abbia sfondato la linea del fronte in vari punti, come sostenuto da diverse fonti su Telegram, sostenendo che la situazione sul campo è sotto controllo. Il riferimento è a quanto hanno scritto molti blogger militari russi, secondo i quali le forze di Kiev era avanzato a nord e a sud della città di Bakhmut, assediata da mesi nell’Ucraina orientale. Secondo alcuni sarebbe quindi iniziata la tanto attesa controffensiva di primavera, di cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva parlato proprio ieri sottolineando che sarebbe stato necessario «più tempo». In un post il ministero della Difesa russo ha scritto che «le dichiarazioni diffuse dai singoli canali Telegram sulle “scoperte della difesa” in diverse aree lungo la linea del contatto militare non corrispondono alla realtà». E ancora: «la situazione generale nell’area dell’operazione militare speciale è sotto controllo».
Ore 08:20 - Prigozhin invita Shoigu (ministro della Difesa russo) a Bakhmut
Il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha invitato il ministro della Difesa russo Sergey Shouigu a Bakhmut. Lo si legge in una lettera inviata a Shoigu e pubblicata da Prigozhin su Telegram. «Tenendo conto della difficile situazione operativa, nonché della tua pluriennale esperienza nelle operazioni di combattimento, ti chiedo di venire nel territorio dell’insediamento di Bakhmut, che è sotto il controllo delle unità paramilitari della Federazione Russa, e valutare tu stesso la situazione», scrive Prigozhin.
Ore 08:21 - Un ufficiale ucraino: «A Bakhmut siamo in una fase offensiva attiva»
Secondo uno dei funzionari ucraini dispiegati nell’area, l’Ucraina è attualmente impegnata in una “fase offensiva attiva” intorno a Bakhmut, dopo mesi di attività prevalentemente difensive. Il maggiore Maksym Zhorin ha dichiarato su Telegram, citato dalla Cnn, che ci sono eventi dinamici che si stanno verificando sia sul fianco meridionale che su quello settentrionale di Bakhmut, ma non è ancora possibile parlare del risultato.
Ore 08:33 - Il Cremlino nega l’avanzata ucraina a Bakhmut, ma Prigozhin smentisce: «Riprendono terreno, Shoigu venga a valutare». I blogger pro Russia: «Forze di Mosca perdono diverse roccaforti»
(di Marta Serafini)
DALLA NOSTRA INVIATA
KRAMATORSK - Il Cremlino nega l’avanzata su Bakhmut ma sono gli stessi blogger pro russi ed è lo stesso Evgeny Prighozin a sostenere che le forze ucraine stanno riprendendo terreno. Ancora una volta lo scontro è tra il potente ministro della Difesa di Mosca Sergey Shoigu e il capo della Wagner: «Le dichiarazioni individuali su Telegram su una “svolta” su diversi punti in prima linea non corrispondono alla realtà», hanno fatto sapere dal Cremlino. Parole cui Prigozhin ha risposto invitando Shoigu a Bakhmut: «Tenendo conto della difficile situazione operativa, nonché della tua pluriennale esperienza nelle operazioni di combattimento, ti chiedo di venire nel territorio dell’insediamento di Bakhmut, che è sotto il controllo delle unità paramilitari della Federazione Russa, e valutare tu stesso la situazione», scrive Prigozhin.
Un blogger militare russo, Sasha Simonov, ha affermato che le unità della quarta brigata dell’esercito russo si sono ritirate da un’area a ovest della città: «E questo è coerente con i rapporti ucraini sui progressi di questa settimana a Bakhmut», riporta la Cnn. «I combattenti ucraini hanno anche tentato una svolta vicino a Bohdanivka, a nord-ovest di Bakhmut», ha detto Simonov. Un altro blogger, Rybar, riporta l’avanzata ucraina sui fianchi di Bakhmut. Rybar afferma che gli ucraini sono avanzati vicino a Klishchiivka e Bohdanivka e che le forze russe hanno perso “diverse roccaforti” Da Kiev ovviamente c’è molta prudenza ma con il passare delle ore ci si inizia a sbilanciare. «A Bakhmut è in corso un’attiva fase offensiva delle forze ucraine. Il nemico è per lo più sulla difensiva. E in posizione di shock», ha scritto su Telegram uno degli ufficiali ucraini sul fronte, il maggiore Maksym Zhorin. «I russi devono tenere una difesa pesante e la loro avanzata è per ora fuori discussione. In questo momento si stanno verificando eventi dinamici sul fianco meridionale e su quello settentrionale di Bakhmut ma non parleremo ancora del risultato», ha affermato Zhorin. «Per quanto riguarda la «mancanza di munizioni» di Wagner o di altre unità russe... posso assicurarvi che a loro non mancano le armi», ha aggiunto. Se sia questa la tanto annunciata controffensiva o meno è tutto ancora da vedere. Ma una cosa è sicura. Per la prima volta in 11 mesi il “tritacarne” Bakhmut inizia a traballare. E la tanto annunciata vittoria di Putin non c’è stata.
Ore 08:40 - L’accusa della Russia: «L’Ucraina minaccia il personale della centrale nucleare di Zaporizhzhia»
Il funzionario dell’amministrazione regionale di Zaporizhzhia, Vladimir Rogov, ha denunciato che le autorità di Kiev continuano a inviare messaggi minatori ai dipendenti della centrale nucleare di Zaporizhzhia sui social media. Rogov ha affermato che queste azioni sono un tentativo del regime di Kiev di minare i processi di recupero della centrale nucleare e paralizzare il suo lavoro. Nonostante ciò, la centrale continua a funzionare normalmente e non c’è stata alcuna evacuazione, contrariamente a quanto sostenuto dalla parte ucraina. Le persone sono state intimidite pubblicando i loro dati personali sui social network e minacciandole di rappresaglie e omicidi, sia pubblicamente che attraverso messaggi personali su varie chat.
Ore 09:02 - Il governatore del Kherson: «Una vittima e quattro feriti dopo gli attacchi russi»
Una persona è morta e altri quattro hanno riportato ferite a causa degli attacchi russi sferrati ieri nella regione di Kherson. È quanto affermato dal governatore della regione di Kherson, Oleksandr Prokudin. «L’esercito russo ha colpito i quartieri residenziali degli insediamenti della regione: edifici scolastici, ospedali e il territorio di due imprese di infrastrutture critiche nella città di Kherson», ha scritto Prokudin su Telegram.
Ore 09:14 - Isw: «La Russia ha abbandonato l’obiettivo di accerchiare Bakhmut»
Secondo l’Istituto per lo Studio della guerra (Isw), il dispiegamento di forze russe di bassa qualità intorno a Bakhmut suggerisce che la Russia ha abbandonato l’obiettivo di accerchiare un gran numero di forze ucraine in quella zona. L’Isw sostiene che la Russia ha iniziato a ridurre gli sforzi intorno alla città a gennaio, quando ha smesso di reclutare prigionieri per il Gruppo Wagner. Questa decisione ha probabilmente spinto il capo di Wagner, Evgeny Prigozhin, ad intensificare gli sforzi intorno a Soledar e Bakhmut e ad esprimere pubblicamente la sua delusione per la mancanza di sostegno. Anche se la Russia ha stanziato più risorse per il fronte di Bakhmut a marzo e aprile, inviando carri armati T-90 e forze aviotrasportate russe (Vdv) nell’area, l’incapacità di reparti irregolari e degradati di mantenere i fianchi della città suggerisce che la Russia ha ridotto gli sforzi. L’Isw ha quindi suggerito che il pericolo di un accerchiamento russo di forze ucraine significative a Bakhmut potrebbe essere passato.
Ore 09:16 - Kiev: «I russi mentono, siamo avanzati di due chilometri»
Le forze armate ucraine sono avanzate di 2 km nell’area di Bakhmut. Per giustificare i loro fallimenti, i russi inventano vittorie e diffondono false informazioni sul comando militare ucraino. È quanto afferma la vice ministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar. Lo riporta Unian. «Durante la settimana, Bakhmut e gli eventi ad essa correlati sono rimasti l’argomento principale nei canali telegrafici e nei mass media russi», ha aggiunto Malyar, «l’analisi dei rapporti mostra che questa città è estremamente importante per il nemico. È quasi sacra».
Ore 09:25 - Lunedì la visita dell’inviato cinese a Kiev per promuovere i negoziati, poi andrà a Mosca
L’inviato speciale cinese sarà a Kiev lunedì e poi si recherà a Mosca. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri, a Pechino.
Ore 09:47 - L’inviato cinese in visita anche in Germania, Polonia e Francia
L’inviato speciale cinese per gli affari eurasiatici Li Hui si recherà lunedì 15 maggio in Russia e Ucraina per consultazioni sulla crisi ucraina. Li farà tappa anche in Germania, Polonia e Francia in quello che il ministero degli Esteri cinese, che ha annunciato il viaggio, definisce «uno sforzo per promuovere colloqui di pace». Il rappresentante speciale del governo di Pechino «discuterà una soluzione politica alla crisi ucraina con ciascuna delle parti», ha fatto sapere il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin.
Ore 09:49 - Usa: «L’Ucraina riceverà nuovi carrarmati Abrams a inizio autunno»
Lloyd Austin, segretario della Difesa degli Usa, ha detto in audizione al Senato che l’Ucraina riceverà i carrarmati Abrams all’inizio dell’autunno e che i programmi di addestramento dei militari ucraini per il loro utilizzo dovrebbero essere completati entro quella data. Lo riferiscono i media internazionali. «Stiamo facendo tutto il possibile per accelerare la consegna di questi carri armati. Secondo le nostre previsioni, ciò avverrà all’inizio dell’autunno. Nel frattempo, abbiamo trasferito diversi carrarmati sul campo di addestramento per consentire agli ucraini di iniziare l’addestramento. Quando l’addestramento sarà completato, i carri armati saranno disponibili per l’uso», ha detto.
Ore 10:02 - Lavrov: «In Ucraina la Russia esercita il suo diritto all’autodifesa»
Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, è tornato ad attaccare gli Stati Uniti e is suoi alleati sostenendo che la Russia in Ucraina sta esercitando il proprio diritto di autodifesa e l’Occidente tenta «cinicamente, cercando di accusare la Federazione Russa», di violare il diritto internazionale, malgrado lo abbia calpestato in Libia e Jugoslavia, puntando anche il dito contro quello che a suo avviso è una «logica perversa».
Secondo Lavrov, «l’operazione militare speciale viene condotta sulla base dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, che prevede il diritto all’autodifesa individuale e collettiva, che è stato prontamente notificato al Consiglio di sicurezza dell’Onu».
E «la Corte internazionale, un organo statutario delle Nazioni Unite, la cui autorità difficilmente può essere sopravvalutata, è soggetta a pressioni colossali», ha affermato il ministro degli Esteri, pur senza citare il mandato di arresto per il presidente Putin, «in questo caso, il regime neonazista di Kiev e i suoi padroni americani hanno avviato una causa basata su una logica perversa contro la Federazione Russa ai sensi della Convenzione sulla prevenzione del genocidio».
Ore 10:08 - Cnn: «L’esercito di Kiev ha iniziato la preparazione per la controffensiva»
Secondo quanto riferisce un alto funzionario dell’esercito statunitense alla Cnn, l’Ucraina avrebbe iniziato le operazioni preparazione per la tanto attesa controffensiva. Le operazioni di «shaping», come lo definiscono le fonti, consistono nel colpire obiettivi come depositi di armi, centri di comando e sistemi di blindatura e artiglieria per preparare il campo di battaglia all’avanzata delle forze. È una tattica standard adottata prima di grandi operazioni combinate.
Ore 10:11 - Cina pronta a un «ruolo costruttivo per la tregua»
Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, a commento dell’annuncio dell’invio del rappresentante speciale della Cina per gli affari euro-asiatici, Li Hui, in cinque Paesi (Ucraina, Russia, Polonia, Germania e Francia) «per comunicare con tutte le parti in merito alla soluzione politica della crisi ucraina», ha detto che la Cina è pronta a svolgere un «ruolo costruttivo» per creare consenso attorno al cessate il fuoco e all’apertura di colloqui di pace.
Ore 10:14 - Kiev smentisce: «Zelensky non ha mai chiesto di intervenire all’Eurovision»
La presidenza ucraina smentisce quanto riportato dai media secondo cui Volodymyr Zelensky avrebbe chiesto agli organizzatori dell’Eurovision Song Contest di intervenire online durante l’evento. Riferendosi a una notizia del Times secondo cui Zelensky avrebbe chiesto agli organizzatori dell’Eurovision di rivolgersi al pubblico durante la finale del concorso, l’addetto stampa del presidente ucraino Sergii Nykyforov ha dichiarato su Facebook che «le informazioni del Times non sono vere. L’ufficio del presidente dell’Ucraina non ha contattato gli organizzatori dell’Eurovision Song Contest con l’offerta dell’intervento online di Volodymyr Zelensky durante la finale o in qualsiasi altra fase del concorso».
Ore 10:31 - La Turchia verso l’ok all’estensione dell’accordo sull’export del grano
Il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, ha annunciato che si sta procedendo verso l’estensione dell’accordo sull’esportazione del grano ucraino. Durante un discorso tenuto ieri e reso noto in mattinata, Akar ha dichiarato che si sta avvicinando alla conclusione dell’estensione dell’accordo. L’annuncio è stato fatto dopo un incontro svoltosi ieri a Istanbul, a cui hanno partecipato Ucraina, Russia, Turchia e Nazioni Unite. Inoltre, nell’incontro si è discusso della ripresa dell’operatività del gasdotto Togliatti-Odessa per le consegne di ammoniaca, componente chimico essenziale dei fertilizzanti minerali, richiesta da Mosca, come indicato in un comunicato dell’Onu.
Ankara è stata un attore importante nella conclusione dell’accordo del Mar Nero, firmato il 22 luglio per 120 giorni da Onu, Ucraina, Russia e Turchia per l’apertura del corridoio marittimo che dal 1 agosto ha consentito l’uscita di quasi 30 milioni di tonnellate di prodotti agricoli dall’Ucraina. Questi prodotti erano destinati alla Cina, alla Turchia, all’Unione Europea e ad altri paesi fragili e vulnerabili, molto dipendenti dalle importazioni dal Mar Nero, come l’Egitto, la Tunisia, il Bangladesh o lo Yemen. L’accordo, che ha contribuito a mitigare la crisi alimentare globale causata dalla guerra, è scaduto il 18 maggio ed è stato rinnovato per quattro mesi. La Russia non aveva accettato un terzo rinnovo, ma martedì Stati Uniti e Regno Unito avevano chiesto congiuntamente la proroga dell’accordo, denunciando il fatto che la Russia continui a usare il cibo “come un’arma”.
Mosca ha lamentato la mancata applicazione di un secondo accordo con l’Ucraina per consentire le proprie esportazioni di cereali e fertilizzanti e ha denunciato di non poter vendere i propri prodotti e i propri fertilizzanti a causa delle sanzioni occidentali che colpiscono in particolare i settori finanziario e logistico.
Ore 10:42 - Confermato per domani l’incontro tra Zelensky e Mattarella
L’incontro tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il presidente dell’Ucraina Zelensky è stato confermato. Non è ancora stato diffuso l’orario di questo appuntamento al Quirinale. Zelensky potrebbe incontrare anche il Papa, ma la notizia della visita in Vaticano del leader ucraino non è ancora confermata da fonti ufficiali.
Ore 11:13 - Kiev: «I missili a lungo raggio non eliminano la necessità di F-16»
L’arrivo dei missili Storm Shadow dalla Gran Bretagna non elimina la necessità di caccia occidentali per l’Ucraina. Lo ha affermato il capo dell’ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak, su Telegram. «Gli F-16 per l’Ucraina offriranno l’opportunità di chiudere il cielo, privando il nemico degli strumenti per terrorizzare i civili», ha affermato Yermak. «Gli aerei russi non dovrebbero trovarsi nello spazio aereo ucraino. Prima lo facciamo insieme, più veloce sarà la vittoria».
Ore 13:02 - Mosca: «Respinta offensiva su un fronte di 95 km in Donbass»
Le forze russe hanno respinto un’offensiva ucraina lungo un fronte di 95 chilometri nel Donbass. Lo annuncia il ministero della Difesa citato dalle agenzie russe. Il ministero precisa che nella regione di Soledar sono stati respinti 26 attacchi delle forze ucraine in cui sono stati impiegati fino a 40 carri armati e oltre mille militari.
Ore 11:32 - 13 Paesi membri: il piano Ue sul grano mina il mercato interno
«Le misure adottate il 2 maggio dalla Commissione senza consultare gli Stati membri, legate alla limitazione selettiva delle importazioni dall’Ucraina, solleva serie preoccupazioni perché comportano un trattamento differenziato nel mercato interno». Lo scrivono i ministri dell’Agricoltura di 13 Stati membri (Francia, Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Estonia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovenia e Spagna) in una lettera indirizzata alla Commissione europea in merito alle recenti proposte avanzate da Palazzo Berlaymont per risolvere la questione dell’import dei prodotti agricoli provenienti dall’Ucraina.
Ore 11:38 - Tass: «Zelensky dal Papa non per l’iniziativa di pace»
Il possibile incontro del presidente ucraino Volodymyr Zelensky con Papa Francesco durante una prossima visita a Roma non è legato alla «missione di pace» di cui ha parlato il Pontefice nei giorni scorsi. Lo scrive la Tass da Roma citando «una fonte vaticana». Secondo la fonte, Zelensky ha fatto richiesta «solo alcuni giorni fa» di essere ricevuto dal Papa nell’ambito della sua visita a Roma.
Ore 12:46 - Zelensky: «Quelli del Cremlino faranno una brutta fine»
«Quelli che sono lì al Cremlino, credetemi, faranno una brutta fine. Non so come, a dire il vero, ma vorrei che finisse in fretta. Ma sicuramente non finiranno con la loro morte», ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, citato dal media indipendente bielorusso Nexta. «Il nostro cammino non è facile, è difficile come l’anno scorso. Tuttavia, l’Ucraina è molto più forte ora che l’anno scorso o in qualsiasi altro anno di questa guerra per la libertà e l’indipendenza del nostro Paese. Inoltre, l’Ucraina è più forte ora che in qualsiasi altro momento del confronto con questo impero (russo). Il nostro tempo è il tempo della vittoria», ha scritto Zelensky sui social.
Ore 13:01 - Kiev: «Presa la zona vicino Bakhmut, i russi lasciano la posizione»
Nella regione di Donetsk ieri i combattenti ucraini del battaglione Aidar hanno ripreso il territorio vicino al villaggio di Ivanivske vicino a Bakhmut: lo ha riferito il 24mo battaglione d’assalto Aidar su Telegram, citato da Unian. Durante i combattimenti sono state inflitte al nemico perdite significative: gli occupanti russi hanno perso unità di 4 brigate e anche lasciato le posizioni occupate da queste unità.
Ore 13:28 - Mosca: «Eliminati 900 soldati ucraini in 24 ore»
Novecento militari ucraini sono rimasti uccisi o feriti nelle ultime 24 ore solo nella regione di Donetsk, secondo quanto affermato dal ministero della Difesa russo. Le truppe di Mosca, aggiunge il ministero in un comunicato, hanno inoltre distrutto «30 veicoli corazzati» e diversi pezzi d’artiglieria.
Ore 14:03 - Kiev: «Vogliamo la fine della guerra entro l’inverno»
«Vogliamo terminare completamente la guerra entro l’inverno». È quanto ha affermato il Segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa dell’Ucraina Oleksiy Danilov, in un’intervista, lo riporta Unian. Danilov non ha escluso che le forze armate ucraine possano, in caso di successo della controffensiva, far finire la guerra entro l’inizio dell’inverno.
Ore 14:15 - Ministero Difesa russo: truppe russe si ritirano parzialmente da Bakhmut
Il ministero della Difesa russo ha annunciato il parziale ritiro da Bakhmut, lasciando la periferia settentrionale della città, verso «posizioni più vantaggiose presso il bacino idrico di Berkhivka». Significa che le truppe russe sono indietreggiate di diversi chilometri con l’avanzata dell’esercito ucraino. Non ci sono al momento conferme ufficiali da parte delle forze ucraine.
Ore 14:29 - Prigozhin: «Forze regolari russe in fuga da Bakhmut»
Le forze regolari dell'esercito russo si sono date alla «fuga» a Bakhmut. Lo afferma Yevgeny Prigozhin, capo della compagnia militare privata Wagner. Il portavoce del ministero della Difesa di Mosca, Igor Konashenkov, aveva detto che le unità russe si erano «raggruppate» per assumere una linea più vantaggiosa. «Quello che ha detto Konashenkov si chiama fuga, non riorganizzarsi», ha commentato Prigozhin sul suo canale Telegram.
In un videomessaggio di oltre cinque minuti Prigozhin accusa il ministero degli Esteri di Mosca di «edulcorare» i rapporti sulla situazione a Bakhmut e avverte che ciò porterà ad «una tragedia totale per la Russia». L'accordo con l'esercito, dice ancora Prigozhin, era che le forze d'assalto della Wagner continuassero ad avanzare dentro Bakhmut per conquistare l'intera città e che nel frattempo le forze regolari di Mosca prendessero il controllo dei fianchi per proteggere i miliziani. Ma i soldati russi hanno abbandonato i fianchi e ora la situazione si sta capovolgendo e gli ucraini potrebbero circondare le unità della Wagner che continuano ad avanzare nel centro cittadino. Per i miliziani della Wagner la situazione è tanto più pericolosa, aggiunge Prigozhin, in quanto sui fianchi del fronte vi sono delle alture, dalle quali è possibile tenere sotto tiro l'intera città.
Ore 15:02 - Zelensky ospite a Porta a Porta domani alle 18.30
Domani, Zelensky sarà ospite di Bruno Vespa alle 18.30 in diretta su Rai 1, in uno speciale Porta a Porta, in collaborazione con il Tg1. Interverranno direttori di quotidiani e telegiornali nazionali.
Ore 15:26 - Medvedev: «Zelensky potrebbe suicidarsi come Hitler»
«La creatura in verde ha augurato la morte a tutti al Cremlino. Chi morirà come, non lo sappiamo, perché le vie del Signore sono imperscrutabili. Ma un tossicodipendente a Kiev ha solo la possibilità di scomparire con le sue stesse mani. Impazzisci commettendo un codardo suicidio. Come Hitler che ingoia veleno per cani». È l'ennesimo attacco del vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev su Telegram contro il presidente ucraino Voldymyr Zelensky.
Ore 15:33 - Danilov: «Per la Russia il peggio è appena cominciato»
«Tutti i tentativi della Russia di intimidire gli ucraini e il mondo con una cosiddetta "risposta adeguata" sono conversazioni con sé stessi. Tutto ciò che Putin poteva usare, lo ha usato. E per la Russia, il peggio è appena cominciato. La Russia senza gli sviluppi e gli investimenti occidentali è un Paese fake. I russi avranno molti incontri "piacevoli" con le tecnologie avanzate... e non si tratterà di smartphone». Lo ha scritto su Twitter il segretario del Consiglio di sicurezza ucraino Oleksiy Danilov.
Ore 16:12 - Zelensky parla con Sunak: grazie per i missili a lungo raggio
«Ho avuto una telefonata con il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak. L'ho ringraziato per il significativo potenziamento delle nostre capacità con i missili a lungo raggio Storm Shadow e per l'insostituibile assistenza militare. Abbiamo discusso di ulteriore cooperazione in materia di difesa e coordinato le nostre posizioni alla vigilia dei prossimi eventi internazionali. In particolare, abbiamo bisogno di segnali chiari sul futuro dell'Ucraina con la Nato». Lo ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 16:38 - Prigozhin: «Oggi abbiamo perso 5 chilometri vicino Bakhmut»
La Russia ha perso 5 chilometri quadrati di territorio vicino a Bakhmut. Lo sostiene il capo del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, in un audio diffuso su Telegram e citato dalla Cnn. L'Ucraina «sarà a una distanza di 500 metri da Bakhmut, occupando tutte le altezze tattiche», ha affermato Prigozhin. Ha anche osservato che le forze ucraine hanno «completamente liberato» la strada da Chasiv Yar a Bakhmut, che è una via chiave per Kiev per rifornire le sue forze a Bakhmut.
Ore 16:43 - Medvedev: «I nostri avversari ci conducono verso la terza guerra mondiale»
Il numero due del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha dichiarato che gli avversari di Mosca «di fatto conducono il mondo verso la terza guerra mondiale, verso una catastrofe globale nella quale non ci possono essere vincitori per definizione, come sappiamo». Lo riporta l'agenzia di stampa statale russa Tass. «È ovvio che una guerra ibrida su vasta scala è in corso contro il nostro Paese. I patrocinatori americani ed europei pompano i nostri nemici con armi letali di ogni tipo, incoraggiano il terrore nelle regioni di confine della Russia, compiono sabotaggi e omicidi politici», ha dichiarato Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza della Russia.
Ore 16:48 - Ecco come combattono gli ucraini
(di Marta Serafini, inviata nel Donetsk) Georghy, tenente della 59esima brigata, mostra le tecniche di combattimento che gli ucraini stanno usando nell’avanzata su Bakhmut in un campo di tiro dell’esercito di Kiev nella regione di Donetsk.
Ore 17:14 - Rheinmetall crea una joint venture in Ucraina per produrre tank
Il produttore tedesco d'armi Rheinmetall sta attuando una joint venture con la società statale ucraina Ukroboronprom per costruire una fabbrica di riparazione, manutenzione e produzione di carri armati in Ucraina. «I contratti sono stati firmati», ha dichiarato il Ceo di Rheinmetall, Armin Papperger, ad Handelsblatt. Rheinmetall parteciperà al 51% alla nuova compagnia frutto della collaborazione. Dovrebbero poi seguire altre simili joint venture per la produzione di munizioni e per la difesa aerea.
Ore 17:28 - Putin e Ramaphosa discutono del vertice Brics a Johannesburg
Il presidente russo Vladimir Putin e quello sudafricano Cyril Ramaphosa hanno avuto una conversazione telefonica durante la quale hanno discusso i preparativi per il prossimo vertice dei Paesi Brics in programma a Johannesburg. Lo ha fatto sapere il servizio stampa del Cremlino citato dall'agenzia Tass. Putin ha espresso sostegno per «l'idea del presidente sudafricano per una partecipazione dei leader africani a una discussione su una soluzione in Ucraina».
Ore 17:40 - Casa Bianca: «Armi dal Sudafrica alla Russia? questione grave»
Gli Usa hanno costantemente e fortemente sollecitato gli altri Paesi a non fornire armi alla Russia per la guerra in Ucraina: così il portavoce del consiglio di sicurezza nazionale Usa John Kirby ha risposto ad una domanda sulle accuse dell’ambasciatore americano a Pretoria di aver inviato segretamente armi a Mosca nonostante la sua dichiarata neutralità nel conflitto in Ucraina. Kirby si è rifiutato di entrare nella questione specifica ma ha sottolineato che fornire armi alla Russia «è una questione grave».
Ore 17:58 - Roma blindata per l’arrivo di Zelensky: no fly zone e tiratori scelti
Roma blindata per l’arrivo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La questura di Roma ha varato un piano sicurezza che prevede anche la no fly zone e il divieto di sorvolo per i droni. Previsto l’impiego di artificieri, elicotteri e tiratori scelti. Verranno effettuate bonifiche e controlli anche nel sottosuolo. Sorvegliati il Tevere e i parchi, dove la vigilanza sarà assicurata anche dal reparto a cavallo, mentre il controllo dal cielo sarà realizzato con gli elicotteri della Polizia. In campo anche le unità antiterrorismo di polizia e carabinieri.
Previsto anche un aumento dei controlli nelle stazioni ferroviarie, gli aeroporti e sulle principali arterie stradali e autostradali. Inoltre, a partire da domani sarà istituita, presso la sala operativa della questura, nell’area riservata alla gestione dei grandi eventi, una task force dove verranno coordinati tutti i servizi di ordine e sicurezza pubblica.
Saranno circa un migliaio gli agenti delle forze dell’ordine in campo. Secondo quanto si apprende, il dispositivo di sicurezza prevede anche l’impiego dei reparti speciali che affiancheranno il personale già al seguito del presidente ucraino durante gli spostamenti e gli incontri con il presidente Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni e papa Francesco.
Ore 18:07 - Media russi: «Abbattuto caccia ucraino nel Donetsk»
Il Ministero della Difesa russo ha riferito di aver abbattuto un caccia ucraino Su-27 nella Repubblica popolare di Donetsk e di aver distrutto un deposito di munizioni di artiglieria vicino ad Avdeyevka.
«Le forze di difesa aerea hanno abbattuto un caccia Su-27 dell’aeronautica militare ucraina vicino a Chasov Yar nella Repubblica popolare di Donetsk», ha affermato il portavoce del ministero Igor Konashenkov in una conferenza stampa.
«Un deposito di munizioni di artiglieria della 110a brigata meccanizzata delle forze armate ucraine è stato distrutto vicino ad Avdeyevka», ha detto.
Ore 18:13 - Il punto militare | I missili a lungo raggio in arrivo da Londra aumentano la profondità dei raid ucraini
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Nuove armi, operazioni belliche a Bakhmut e mosse diplomatiche: Volodymyr Zelensky mantiene l’iniziativa mentre continuano le speculazioni sulla futura offensiva.
La Gran Bretagna ha confermato l’invio degli Storm Shadow, missili da crociera con capacità di lungo raggio. La versione fornita può centrare un target a 290 chilometri, è lanciata da un caccia — hanno modificato i Su 24 di concezione russa — ed è impiegata contro centri comando, snodi, ma anche postazioni protette.
Ore 18:19 - Zelensky: «I russi hanno già perso la guerra nella loro mente»
Le forze russe «sono già preparate internamente alla sconfitta, hanno già perso questa guerra nella loro mente». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram. Per questo motivo, secondo il presidente ucraino «dobbiamo fare pressione su di loro ogni giorno, affinché il loro senso di sconfitta si trasformi nella loro fuga, nei loro errori, nelle loro perdite».
Zelensky ha poi ringraziato «ognuno di voi che sta distruggendo il nemico», tutti «coloro che stanno restituendo la nostra terra all’Ucraina nonostante le difficoltà» e ha promesso che «ci stiamo preparando per dare a voi, guerrieri, ancora più armi, ancora più opportunità per vincere l’aggressore e ripristinare la pace». «Gloria a tutti i nostri guerrieri che ora sono in combattimento, nelle postazioni di combattimento e nelle missioni di combattimento» ha concluso il presidente ucraino, «grazie a tutti coloro che addestrano i nostri combattenti e «a coloro che curano e ristabiliscono i soldati ucraini dopo le loro ferite».
Ore 18:34 - Lituania: «Superare il tabù dell’assistenza militare all’Ucraina»
La premier lituana, Ingrida Simonyte, ha rivolto un appello alle potenze alleate dell’Ucraina perché superino «il tabù dell’assistenza militare a Kiev».
«Nel difendere la libertà, non dobbiamo pensare come ad un tabù al tema degli aiuti militari», ha detto a margine di una riunione con gli omologhi estone e lettone, Kaja Kallas e Krisjanis Karins.
Simonyte si è quindi espressa a favore della fornitura all’esercito ucraino delle armi necessarie ad affrontare la Russia, ivi compresi caccia e missili a lungo raggio. «Dobbiamo aiutare l’Ucraina a vincere la guerra. E’ l’unica forma di pace sostenibile, per evitare una nuova guerra in Europa», ha aggiunto la premier citata dall’emittente lettone Lrt.
Ore 18:38 - Mosca ammette la ritirata dal nord di Bakhmut, gli ucraini ora controllano la strada per Chasiv Yar
(di Marta Serafini, inviata nel distretto di Bakhmut) Il Ministero della Difesa russo ha riconosciuto una ritirata dalle posizioni a nord di Bakhmut, che consente alle truppe ucraine di controllare la strada per Chasiv Yar. Lo scrive la Pravda ucraina, citando il briefing del rappresentante del Ministero della Difesa russo Igor Konashenkov.
Konashenkov ha affermato: «Nella direzione tattica di Soledar, il nemico ieri ha effettuato operazioni offensive lungo l’intera linea di contatto tra le parti, lunga più di 95 chilometri. Le unità delle forze armate ucraine hanno lanciato 26 attacchi, in cui sono stati coinvolti più di mille militari, fino a 40 carri armati, nonché altre attrezzature militari e speciali. Tutti gli attacchi delle unità delle forze armate ucraine sono stati respinti. L’intera operazione per entrare a Bakhmut è in corso dall’8 ottobre 2022, 7 mesi. Durante questo periodo, abbiamo preso, tra le altre cose, il bacino idrico di Berkhovskoye, l’insediamento di Berkhovka e ci siamo spostati lungo la strada Bakhmut-Slaviansk in direzione di Slaviansk. Ora il processo è invertito».
Ore 18:46 - La Slovacchia rimuove il blocco sul grano ucraino
La Slovacchia ha deciso oggi di rimuovere tutte le misure unilaterali connesse all’importazione dei prodotti agricoli dall’Ucraina. Lo riferiscono fonti diplomatiche. Il pacchetto di aiuti Ue da 100 milioni di euro agli agricoltori dei Paesi confinanti con l’Ucraina (Polonia, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia, Romania) è legato alla revoca del blocco dell’import di prodotti agricoli dall’Ucraina imposto da quattro (Polonia, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia) dei cinque Paesi che hanno denunciato un crollo dei prezzi alla produzione a causa delle importazioni a dazio zero da Kiev. Finora le misure unilaterali sono state rimosse da tutti gli Stati, eccetto l’Ungheria.
Ore 19:01 - Mosca: «Missili ucraini su Lugansk, non ci sono vittime»
Le forze armate ucraine hanno lanciato un attacco missilistico contro la città di Lugansk, nell’omonima regione del fronte orientale. Al momento non si hanno notizie di vittime. Lo riporta la Tass citando Darya Lantratova, membro della Camera alta del Parlamento russo che proviene dalla Repubblica Popolare di Lugansk. Secondo la senatrice, sono stati lanciati due missili. «Hanno colpito l’edificio di un ex impianto di costruzione di macchinari. Secondo i dati preliminari, i civili non sono stati feriti», ha scritto sul suo canale Telegram Lantratova.
Ore 19:30 - Borrell (Ue): «L’unico piano di pace sostenibile è quello ucraino»
«Continueremo a supportare l’Ucraina finché ciò sarà necessario. C’è un aggressore e un aggredito, e la vittima è l’Ucraina. La Russia non vuole fermare la guerra, l’Ucraina non può fermarla. Noi vogliamo la pace e lo vogliono anche gli ucraini ma non vogliamo che l’Ucraina diventi una seconda Bielorussia.» Lo ha detto l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell, in conferenza stampa dopo il Consiglio Affari Esteri informale di Stoccolma.
«L’unico piano di pace sostenibile è quello ucraino», ha aggiunto Borrell. Domani, a Stoccolma, arriverà anche il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba e sul tavolo, nel pomeriggio, è previsto il dossier Cina. «Posso dire che la mia lettera sul ricalibrare delle relazioni con Pechino è stata ben accolta nelle sue linee generali», ha spiegato.
Ore 00:25 - Lugansk: il bilancio è di sei bambini e un parlamentare russo feriti
Sei bambini e il primo vicepresidente della Commissione per gli affari interetnici della Duma russa Viktor Vodolatsky sono rimasti feriti nell’attacco missilistico lanciato dalle forze ucraine a Lugansk in Donbass. Lo hanno reso noto le autorità locali citate dall’agenzia di stampa russa Tass.
Ore 01:46 - Podolyak, nessun compromesso a scapito dei nostri territori
Il piano di pace della Cina contiene «posizioni abbastanza corrette» come, ad esempio, il punto relativo «alla sovranità e all’integrità territoriale» ma la formula di pace ucraina «è l’unica possibile». Lo ha detto Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Lo riporta Ukrinform. Podolyak ha ribadito che bisogna partire da un «punto chiave» ovvero «nessun compromesso a scapito dei nostri territori».
Ore 01:54 - Sirene in funzione in 12 regioni dell’Ucraina
Allarme antiaereo in funzione in 12 regioni ucraine. Lo riporta il sito Kiev Independent, aggiungendo che l’amministrazione militare della città di Kiev ha chiesto agli abitanti di rimanere nei rifugi.
Ore 03:06 - Attacco russo a Mykolaiv: colpita una fabbrica, tre i feriti
Tre persone sono rimaste ferite in un attacco messo a segno dai russi alla città di Mykolaiv. Lo ha riferito il sindaco, Oleksandr Sienkevych, sul proprio account Telegram. Stando a quanto riportato dal Kiev Independent, sia il sindaco di Mykolaiv che il governatore dell’omonima regione, Vitaly Kim, hanno dichiarato che le forze russe hanno preso di mira una fabbrica locale e che l’attacco ha innescato un incendio nello stabilimento e in tre appartamenti di un edificio vicino di cinque piani.
Le notizie del 13 maggio sul conflitto in Ucraina. Marta Serafini, inviata, Rinaldo Frignani, Monica Guerzoni, e redazione Online su Il Corriere della Sera il 13 maggio 2023.
Le notizie in diretta sulla guerra di sabato 13 maggio. Leak Usa: «Kiev voleva colpire in Russia». Attacco di hacker russi ai siti istituzionali italiani
• Zelensky a Roma: ha incontrato il Papa, Meloni e Mattarella.
• Precipitati 4 velivoli nella regione russa di Bryansk, forse abbattuti.
• I russi ripiegano a Bakhmut, Prigozhin attacca il comando di Mosca.
• Cremlino: l’invio dei missili da Londra è una misura « molto ostile».
Ore 04:45 - Sirene in funzione in 12 regioni dell’Ucraina
Allarme antiaereo in funzione in 12 regioni ucraine. Lo riporta il sito Kiev Independent, aggiungendo che l’amministrazione militare della città di Kiev ha chiesto agli abitanti di rimanere nei rifugi.
Ore 04:53 - Roma blindata per l’arrivo di Zelensky: no fly zone e tiratori scelti
Roma blindata per l’arrivo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La questura di Roma ha varato un piano sicurezza che prevede anche la no fly zone e il divieto di sorvolo per i droni. Previsto l’impiego di artificieri, elicotteri e tiratori scelti. Verranno effettuate bonifiche e controlli anche nel sottosuolo. Sorvegliati il Tevere e i parchi, dove la vigilanza sarà assicurata anche dal reparto a cavallo, mentre il controllo dal cielo sarà realizzato con gli elicotteri della Polizia. In campo anche le unità antiterrorismo di polizia e carabinieri.
Previsto anche un aumento dei controlli nelle stazioni ferroviarie, gli aeroporti e sulle principali arterie stradali e autostradali. Inoltre, a partire da domani sarà istituita, presso la sala operativa della questura, nell’area riservata alla gestione dei grandi eventi, una task force dove verranno coordinati tutti i servizi di ordine e sicurezza pubblica.
Saranno circa un migliaio gli agenti delle forze dell’ordine in campo. Secondo quanto si apprende, il dispositivo di sicurezza prevede anche l’impiego dei reparti speciali che affiancheranno il personale già al seguito del presidente ucraino durante gli spostamenti e gli incontri con il presidente Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni e papa Francesco.
Ore 06:13 - Institute for the Study of War: Le truppe di Kiev avanzano a Bakhmut
A partire dal 12 maggio, «le forze ucraine hanno guadagnato terreno a nord-ovest di Bakhmut in contrattacchi localizzati»: lo scrivono gli analisti dell’Institute for the Study of War, che citano anche un video in cui si vedono truppe russe in fuga dal fuoco dell’artiglieria ucraina sulla riva meridionale del bacino idrico di Berkhivske, a circa 4 km a nord-ovest di Bakhmut. «Questo filmato conferma visivamente le affermazioni fatte da diversi blogger militari russi secondo cui le forze ucraine hanno guadagnato terreno a nord-ovest di Bakhmut nell’area tra Bohdanivka e Berkhivka». Venerdì, il vice ministro difesa dell’Ucraina Hanna Malyar ha detto che l’esercito ucraino è avanzato di 2 km in direzione di Bakhmut; e il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha invitato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu a Bakhmut per «valutare in modo indipendente la situazione attuale».
Ore 06:16 - Il G7 ribadisce l’impegno a sostenere economicamente l’Ucraina
I ministri delle Finanze del G7 hanno ripetuto il loro «fermo impegno» ad appoggiare economicamente l’Ucraina fino a quando sia necessario e a continuare ad applicare le sanzioni a Mosca, oltre a lavorare per evitare che la Russia possa eludere queste misure di pressione. Il G7 «continuerà ad affrontare le esigenze di finanziamento a breve termine dell’Ucraina», oltre a sostenere «gli sforzi congiunti per riparare le sue infrastrutture critiche» e aiutare i Paesi vicini colpiti dall’afflusso di rifugiati, si legge nella dichiarazione congiunta adottata alla fine della riunione dei ministri delle finanze a Niigata (Giappone). Il testo sottolinea anche la «incrollabile volontà» del G7 di imporre sanzioni e altre misure alla Russia «per minare la sua capacità di condurre la guerra» e per «contrastare qualsiasi tentativo di eludere» queste misure punitive. Il volume dell’impegno per il sostegno economico e di bilancio all’Ucraina per il 2023 e l’inizio del 2024 ammonta a 44 miliardi di dollari: è quanto si legge nella dichiarazione adottata al termine della riunione dei ministri delle Finanze e dei governatori delle Banche centrali del G7, in Giappone.
Ore 07:07 - La battaglia di Bakhmut: «Oggi non si può morire, oggi stiamo avanzando»
(dalla nostra inviata nel distretto di Bakhmut, Marta Serafini) Quando i medici della 225esima scaricano dall’ambulanza il sergente Viktor, tutti tirano un sospiro di sollievo. È cosciente, anche se ha ferite alla cassa toracica, all’inguine e alla testa. «Oggi non si può morire, oggi stiamo avanzando», gli dicono i barellieri mentre lo trasferiscono su un secondo mezzo che lo porterà al punto di stabilizzazione più vicino.
«Non stiamo sfondando ancora ma stiamo andando in avanti», spiegano i militari della 225esima mentre sulle mappe di Deep State, l’app di mappe usata dai soldati ucraini, per la prima volta in sette mesi di battaglia compaiono le macchie blu che indicano le aree riconquistate. Quasi cinque chilometri quadrati vicino al fiume Siversky-Donets, tra i villaggi di Ivanivske e Kurdiumivka, a sud di Bakhmut sono stati liberati dalla 3ª brigata d’assalto.
Ma anche a nord della città c’è movimento. Vicino alla M-03 in direzione Bakhmut e Soledar, l’artiglieria ucraina è al lavoro, una colonna di mezzi blindati per il trasporto fanteria si sposta verso Sloviansk. Le notizie che arrivano dal fronte, a una manciata di chilometri, sono buone. Gli ucraini da ieri mattina stanno avanzando anche sul fianco nord di Bakhmut. A riconoscerlo è pure il ministero della Difesa russo che nel pomeriggio deve ammettere la ritirata e spiegare come ora siano le truppe ucraine a controllare la strada per Chasiv Yar, la «strada della morte» da mesi contesa. «L’intera operazione per entrare a Bakhmut è in corso da ottobre scorso, 7 mesi. Durante questo periodo, abbiamo preso il bacino idrico di Berkhovskoye, l’insediamento di Berkhovka e ci siamo spostati lungo la strada Bakhmut-Sloviansk in direzione di Sloviansk. Ora il processo è invertito».
Evgeny Prigozhin, ormai più presente in rete di un tiktoker e forse furente anche per le dichiarazioni di un comandante ucraino che alla Cnn parla di miliziani della Wagner in fuga, continua a martellare il Cremlino e accusa: il ministero della Difesa «deve smetterla subito di dire bugie», afferma il capo della Wagner aggiungendo che quella descritta non è una ritirata. «C’è stata semplicemente una fuga di unità del ministero della Difesa dai fianchi» che ha portato a una perdita di terreno di 5 km quadrati.
Tra gli osservatori ucraini (ma anche tra quelli filo russi e secondo lo stesso Prigozhin) c’è chi vede nell’avanzata un tentativo di accerchiare sia sul fianco settentrionale che su quello meridionale delle forze della Wagner. Una mossa che andrebbe ben oltre la semplice avanzata. E che lascerebbe davvero pensare ad una controffensiva. A Kiev però nessuno si sbilancia. La vice ministra ucraina della Difesa, Hanna Maliar, parla di «un’avanzata di 2 km». Ma invita a vederla da una prospettiva difensiva: «Non abbiamo perso una sola posizione a Bakhmut questa settimana». Per il maggiore Maksym Zhorin, l’Ucraina è invece in una «fase offensiva attiva». E, secondo quanto riferisce un alto funzionario dell’esercito Usa alla Cnn, l’Ucraina avrebbe iniziato le operazioni di preparazione della controffensiva. In gergo «shaping», ossia colpire obiettivi come depositi di armi, centri di comando e sistemi di blindatura e artiglieria per preparare il campo di battaglia. A Bakhmut e non solo.
Ore 08:34 - Roma blindata per Zelensky: stop ai voli, tiratori scelti, controlli satellitari
(Rinaldo Frignani) Le strade attorno al Parco dei Principi Grand Hotel sono deserte. Transennate e pattugliate dall’Esercito che controlla ogni angolo del quartiere delle ambasciate, fra Villa Borghese e i Parioli. Oggi, e forse domani, il lussuoso albergo che da sempre ospita anche la nomenclatura della diplomazia americana in visita nella Capitale, potrebbe trasformarsi nel quartier generale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 09:13 - Nuovo attacco nella notte a Kiev, abbattuti tutti i droni
«Sesto attacco aereo sulla capitale dall’inizio di maggio». Lo scrive su Telegram il capo dell’amministrazione militare della città di Kiev, Serhiy Popko, riferendo di un attacco avvenuto questa notte contro la capitale. «Questa volta, il nemico ha lanciato un attacco utilizzando solo veicoli aerei senza pilota. Durante l’ultimo allarme aereo, durato 2,5 ore a Kiev, nello spazio aereo in direzione della capitale sono state rilevate munizioni iraniane `Shahed´. Tutti i droni nemici che si stavano muovendo verso Kiev sono stati distrutti con successo» e «nella capitale non si registrano danni o feriti», ha spiegato Popko.
Ore 09:21 - G7: «Sostegno a Ucraina e condanna alla guerra russa»
«Ribadiamo il nostro fermo sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario e siamo uniti la nostra condanna della guerra di aggressione illegale, ingiustificabile e non provocata della Russia contro l’Ucraina». È questo il primo punto del comunicato finale del G7 finanziario che si è concluso a Nigata in Giappone. «Siamo fermamente impegnati - è scritto - a continuare ad affrontare l’urgente finanziamento a breve termine dell’Ucraina, oltre a sostenere i paesi vicini e altri paesi gravemente colpiti». Evidenziato anche l’impegno per la ricostruzione e la riparazione delle infrastrutture critiche ucraine.
Ore 09:39 - Papa: «Guerra Ucraina ha portato sofferenza e morte indicibili»
«La guerra in corso in Ucraina» «ha portato sofferenza e morte indicibili». Lo ha sottolineato Papa Francesco ricevendo in udienza gli ambasciatori di Islanda, Bangladesh, Siria, Gambia e Kazakhstan presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.
Ore 09:45 - Kiev: «Almeno 11 feriti nell’attacco russo a Khmelnytsky»
È «di almeno 11 feriti il bilancio dell’attacco russo nella regione ucraina di Khmelnytsky». Lo ha annunciato il sindaco di Khmelnytsky, Oleksandr Simchyshyn, citato da Unian, aggiungendo che numerosi edifici sono stati danneggiati. «Attualmente abbiamo 11 feriti, ma potrebbero aumentare. Uno di loro è ricoverato, ma la sua vita non è in pericolo», ha precisato.
Ore 10:04 - Berlino: «Nuovi aiuti militari a Kiev per 2,7 miliardi»
«Il governo tedesco fornirà ulteriori attrezzature militari per un valore di 2,7 miliardi di euro a all’Ucraina. Il pacchetto include carri armati Leopard 1, veicoli da combattimento di fanteria, droni da ricognizione e altre attrezzature militari». secondo Der Spiegel.
Ore 10:07 - Kiev: «Avvistato in Polonia un possibile pallone-spia bielorusso»
Un oggetto non identificato è entrato nello spazio aereo polacco dalla Bielorussia: lo ha riferito il ministero della Difesa locale, spiegando che si è trattato probabilmente di un pallone di osservazione. La Polonia, membro della Nato, è in allerta per le infrazioni del suo spazio aereo mentre infuria la guerra nella vicina Ucraina dopo gli incidenti di novembre e dicembre in cui dei missili sono atterrati sul suo territorio.
«L'Air Operations Center ha notato l'apparizione nello spazio aereo polacco di un oggetto che volava dalla direzione della Bielorussia», ha detto il ministero della Difesa su Twitter. «Probabilmente è un pallone di osservazione», ha aggiunto.
«Il contatto radar è stato perso vicino a Rypin», una città nella Polonia centro-settentrionale. Un portavoce della Forza di difesa territoriale polacca ha detto a Reuters che sono in corso ricerche dell'oggetto.
Ore 10:13 - Zelensky arrivato all’aeroporto di Ciampino
L'Airbus A319 dell'Aeronautica Militare con a bordo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in visita in Italia per la prima volta dall'inizio dell'invasione russa, è atterrato sulla pista dell'aeroporto di Ciampino. Ad accoglierlo, tra ingenti misure di sicurezza e con due carabinieri e due avieri schierati in alta uniforme ai piedi della scaletta, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, l'ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk e l'ambasciatore di Italia a Kiev Pier Francesco Zazo.
Ore 10:15 - Kiev: «Forti esplosioni a Mariupol»
Il consigliere del sindaco di Mariupol, Petro Andryushchenko, ha riferito che «forti esplosioni» si sono verificate questa mattina nella città occupata dai russi. Lo scrive l’Ukrainska Pravda. «Questa volta l’epicentro è in direzione di Azovstal», ha precisato.
Ore 10:31 - Zelensky atteso intorno alle 12 al Quirinale da Mattarella
Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è atteso al Quirinale tra le 11.30 e le 12 per l'incontro con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Ore 10:42 - Tajani: «L'Italia dà il benvenuto a Zelensky»
«L'Italia dà il benvenuto al Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky. Rinnoviamo il nostro impegno al fianco del popolo ucraino, a difesa della libertà e della democrazia», scrive su twitter il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
L'Italia dà il benvenuto al Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky. Rinnoviamo il nostro impegno al fianco del popolo ucraino, a difesa della libertà e della democraziaOre 11:03 - Zelensky arrivato all' hotel Parco dei Principi a villa Borghese
Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky è arrivato all'Hotel Parco dei Principi a Roma. La zona Pinciano Parioli intorno all'albergo che affaccia su villa Borghese è letteralmente blindata. Alle 11.30 Zelesnsky è atteso al Quirinale, dove è stato una prima volta nel 2020.
Ore 10:49 - Zelensky a Ciampino: il video della stretta di mani con Tajani
Ore 10:25 - Zelensky su Twitter: «Sono a Roma, vedrò Mattarella, Meloni e il Papa»
Ore 11:06 - Salvini: «Avrei visto Zelensky ma non era previsto»
«Spero che sia un incontro importante, sono ai massimi livelli: Santo Padre, presidente del Consiglio e presidente della Repubblica. Leggo ricostruzioni surreali in base al quale io non sarei andato, ma non è mai stato previsto». A dirlo è il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, nel corso di un punto stampa a Milano, parlando della visita a Roma del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Il presidente del Consiglio incontra un presidente del Consiglio. Spero che oltre al doveroso sostegno dell'Ucraina, si trovi il tempo di pensare al dopo, al giorno del cessate del fuoco e al giorno della pace e alla fine della guerra. Spero che ai tavoli si parli anche di questo», ha aggiunto Salvini. Ai cronisti che gli hanno chiesto se avrebbe incontrato Zelensky, il vicepremier ha risposto: «Ci mancherebbe altro, sono stato alla conferenza per la ricostruzione dieci giorni fa».
Ore 11:09 - In piazza Barberini ucraini attendono Zelensky: «Speriamo si fermi»
Sfidando la pioggia e intonando il loro inno nazionale molti ucraini che vivono a Roma si sono ritrovati a piazza Barberini in occasione della visita del presidente Zelensky nella capitale. «Vogliamo dire al presidente che siamo con lui - ha detto Oles Horodetskyy, presidente dell'associazione cristiana degli ucraini in Italia - siamo sicuri che l'Ucraina manderà via gli invasori per dare vita a una pace giusta».
Ore 11:32 - Borrell: «A Bakhmut servono mille munizioni al giorno a Kiev»
«Nella zona di Bakhmut, dove continuano i combattimenti, Kuleba ha spiegato che l'Ucraina ha bisogno di mille munizioni di artiglieria al giorno. Questo per avere un'idea dell'intensità dei combattimenti e la potenza di fuoco della Russia». Lo ha detto l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell a margine del Consiglio Affari Esteri informale in Svezia. «Dobbiamo aumentare la velocità delle nostre forniture. Dobbiamo svuotare gli stock e riempirli di nuovo. Il nuovo pacchetto della Germania è notizia molto buona, altri seguano l'esempio», ha aggiunto Borrell.
Ore 11:33 - L'incontro di Zelensky con Papa Francesco dopo le 15
L'incontro di Papa Francesco con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky si terrà dopo le ore 15. Da quanto si apprende, il presidente ed il suo seguito giungeranno, quindi, in Vaticano nel primo pomeriggio per l'attesa visita. Quindi, il seguito del presidente ucraino si incontrerà con i vertici della Segreteria di Stato vaticana ma non con il Segretario di Stato, card. Pietro Parolin oggi a Fatima.
Ore 11:37 - Podolyak: «Dare le armi all'Ucraina porta alla pace»
Alcuni «Paesi annunciano grandi pacchetti di aiuti alla difesa per l'Ucraina. Lo fanno in modo dimostrativo. L'ultimo esempio è quello tedesco di 2,7 miliardi di euro. Questo indica che la guerra possa finire, che la Federazione Russa sia destinata a perdere e ad una vergogna storica. Non fanno più paura a nessuno». Lo scrive su Twitter il consigliere del presidente ucraino Mykhailo Podolyak, aggiungendo che «fornire armi all'Ucraina permette di tornare alla pace e ad uno sviluppo prevedibile e stabile».
Ore 11:43 - Giorgia Meloni arrivata a Palazzo Chigi
Giorgia Meloni è appena arrivata a Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio avrà un colloquio con il presidente ucraino, Volodomir Zelensky, e poi un pranzo, previsto dopo le 13.
Ore 11:57 - Picierno (Pd): «Benvenuto Zelensky, difendiamo valori europei»
«Oggi è un giorno importante per l'Italia e per l'Europa. La visita del Presidente Zelensky a Roma non è meramente simbolica ma rappresenta l'occasione per ampliare il sostegno politico, diplomatico e strategico a Kyiv nei prossimi mesi. Nessuna timidezza può esserci nel difendere la democrazia ucraina e il sistema di valori europei. Benvenuto Presidente! Slava Ukraini, Slava Europi!». Così la vicepresidente del Parlamento europeo ed esponente del Pd Pina Picierno.
Ore 12:00 - Kiev: «Stiamo avanzando a Bakhmut, spingiamo via i russi»
L'esercito ucraino continua a spingere le truppe russe fuori dalle posizioni che avevano guadagnato in direzione della città orientale di Bakhmut: «Oggi le forze armate di Kiev sono riuscite ad avanzare di ulteriori 300 metri in profondità e sta valutando la possibilità di accerchiare gli invasori». Lo ha reso noto il gruppo orientale delle forze armate Sergey Cherevaty citato da Rbc-Ukraine. «Oggi, in alcune aree, le nostre unità sono riuscite ad avanzare in profondità fino a 300 metri in direzione Bakhmut. La cosa più importante come risultato di questa operazione di difesa è che il nemico viene costantemente colpito, il personale militare e le attrezzature vengono distrutte», ha detto Cherevaty.
Ore 12:00 - Zelensky lascia hotel per andare al Quirinale
Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, in divisa nera, ha lasciato l'hotel Parco dei Principi per recarsi al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Ore 12:06 - Zelensky arrivato al Quirinale per incontro con Mattarella
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha accolto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel cortile del Quirinale. I due si sono salutati con una stretta di mano e poi hanno assistito agli onori dei reparti e ai rispettivi inni nazionali. Sul torrino del Quirinale è stata issata la bandiera ucraina.
Ore 12:13 - «Vittoria»: comunità ucraina saluta il passaggio di Zelensky
«Ucraina, Ucraina. Vittoria» Così la comunità ucraina ha salutato il passaggio del corteo di auto al seguito del presidente Zelensky a Piazza Barberini. Le auto sono passate dirette al Quirinale mentre una folta delegazione di ucraini residenti a Roma scandivano «Benvenuto». «Speravamo di poterlo incontrare ma capiamo che per motivi di sicurezza non ha potuto. Lui sa che noi siamo qui e siamo con lui», dice Oles Horodetskyy, presidente dell'associazione cristiana degli ucraini in Italia.
Ore 12:25 - Bandiera ucraina issata a palazzo Chigi in attesa dell'arrivo di Zelensky
La bandiera dell'Ucraina sventola dal balcone dell'ingresso principale di palazzo Chigi, insieme alla bandiera italiana e a quella dell'Unione europea, in attesa dell'incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 12:47 - Nel cortile di Palazzo Chigi allestito il picchetto d'onore per l'arrivo di Zelensky
Nel cortile di Palazzo Chigi è già pronto il picchetto d'onore che accoglierà Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino verrà accolto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e riceverà gli onori militari dalla brigata Granatieri di Sardegna e dai Lancieri di Montebello. Non verranno invece eseguiti gli inni nazionali, in quanto già suonati all'arrivo di Zelensky al Quirinale.
Ore 12:27 - Mattarella a Zelensky: «Siamo al vostro fianco»
«Per l'Italia è un onore averla qui a Roma. Sono lieto di incontrarla nuovamente dopo il nostro incontro di oltre tre anni addietro, anche se la condizione che voi state affrontando è ben diversa. Noi siamo pienamente al vostro fianco, benvenuto presidente». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aprendo l'incontro al Quirinale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 12:31 - Quirinale, Mattarella riceve Zelensky, presente anche Tajani
In corso l'incontro al Quirinale tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky. Lo riferisce una nota del Quirinale. Presente anche il vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani.
Ore 13:04 - Zelensky a Palazzo Chigi per l'incontro con Meloni
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a Palazzo Chigi per l'incontro con la premier Giorgia Meloni. Sul portone della sede della Presidenza del Consiglio, secondo il protocollo, sventolano la bandiera dell'Unione europea, al centro il tricolore italiano e poi quella dell'Ucraina. Dopo il pranzo di lavoro sono previste dichiarazioni congiunte alla stampa.
Ore 13:15 - Iniziato il colloquio tra Zelensky e Meloni
È cominciato il colloquio tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky a Palazzo Chigi. Si tratta, viene spiegato, di un incontro in forma privata.
Ore 13:12 - Abbraccio e stretta di mano tra Meloni e Zelensky
Un caloroso abbraccio e una stretta di mano tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, al suo arrivo a palazzo Chigi. A breve comincerà il pranzo di lavoro, a seguire le dichiarazioni alla stampa.
Ore 13:21 - Meloni ribadirà a Zelensky il fermo sostegno dell’Italia a Kiev
L’incontro tra la premier Giorgia Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a quanto si apprende, sarà l’occasione per ribadire il fermo sostegno dell’Italia all’Ucraina a 360 gradi, alla sua integrità territoriale, alla sovranità e all’indipendenza di Kiev e la vicinanza del popolo italiano al popolo ucraino impegnato a difendere i valori condivisi di libertà e di democrazia messi a repentaglio dalla guerra di invasione russa.
L’incontro tra Meloni e Zelensky, sottolineano fonti italiane, rappresenta un segnale dall’elevato valore simbolico per l’importanza che Kiev assegna ai rapporti bilaterali rispetto alla guerra di aggressione russa. La visita di Zelensky a Roma è la prima tappa di un giro delle principali capitali europee nei prossimi giorni.
Ore 13:23 - Meloni a Zelensky: «L’Italia sostiene l’adesione di Kiev all’Ue»
«L’Italia sin dall’inizio è stata in prima linea per l’attribuzione all’Ucraina dello status di candidato all’Unione Europea, e continuerà ad assicurare il suo appoggio per facilitare la progressiva integrazione di Kiev che sta combattendo per la difesa dei valori europei di libertà e di democrazia ed è un avamposto della sicurezza del Continente europeo». Lo ha assicurato, a quanto si apprende, la premier Giorgia Meloni al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante il loro incontro a Palazzo Chigi.
Ore 13:26 - L’Italia assicurerà aiuti militari a Kiev fino a una pace giusta
L’Italia, in raccordo con i principali Alleati, continuerà a fornire il supporto necessario, anche militare, affinché si arrivi a una pace giusta per l’Ucraina, che potrà esserci solo se la Russia cesserà le ostilità. È uno dei concetti, a quanto si apprende, che verranno espressi dalla premier Giorgia Meloni nel colloquio appena iniziato con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Allo stesso tempo, viene spiegato, l’Italia continuerà a sostenere un’applicazione rigorosa delle sanzioni che sono uno dei principali strumenti nei confronti dell’aggressore, insieme a quello finanziario e militare, per far cessare le ostilità.
Ore 13:45 - Zelensky dal Papa, l'irritazione di Mosca
La visita di Volodymyr Zelensky in Vaticano suscita irritazione a Mosca, dove il Cremlino per ora si è limitato a non commentare, mentre analisti e osservatori valutano come poco significativa, e costruttiva, la tappa del presidente ucraino che oggi incontra Papa Francesco.
L'agenzia Regnum ha consultato diversi esperti. Secondo Vladimir Bruter dell'Istituto Internazionale di ricerche politiche, «Zelensky va per la photo opportunity. La decisione è stata presa dagli Stati Uniti. L'Occidente, volendo, potrà al massimo proporre un cessate il fuoco, ma senza la fine del conflitto».
Per Bruter, l'idea di un cessate il fuoco potrebbe arrivare su suggerimento americano, ma solo in caso di grandi perdite per l'Ucraina nei combattimenti che si stanno intensificando. Insomma, per ora al Vaticano va in scena una "imitazione" di un percorso negoziale.
Ore 13:54 - Zelensky: «L'Italia è dalla parte giusta in questa guerra»
«A Roma ho incontrato il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Sono grato per la posizione coerente sul sostegno all'Ucraina. Apprezziamo l'assistenza importante militare che dà al nostro Paese la capacità di resistere all'aggressione russa. La chiave del nostro successo sul campo di battaglia è la ricezione tempestiva dell'assistenza necessaria. L'Italia era e è dalla parte giusta, dalla parte della verità in questa guerra. Ci stiamo muovendo nella direzione della vittoria. La vittoria è significa la pace per il nostro Stato». Così Volodymyr Zelensky in un messaggio su Telegram in ucraino e in italiano.
Ore 14:12 - Zelensky-Meloni: colloquio in inglese
(di Monica Guerzoni) Ore due del pomeriggio, Zelensky è a colloquio con la premier Meloni. Dopo gli onori militari e l’accoglienza con baci abbracci e strette di mano il capo della resistenza ucraina è a Palazzo Chigi, faccia a faccia con il capo del governo italiano. Lui in felpa nera e pantaloni verde militare, lei con un rigoroso tailleur nero pantalone e capelli legati in una coda di cavallo. Al colloquio a due, che si svolge in inglese, seguirà la colazione di lavoro con le rispettive delegazioni. In quella italiana ci sarà un ministro degli esteri Antonio Tajani dell’intesa segretaria Giovanbattista Fazzolari l’ambasciatore e consigliere diplomatico della prendere Francesco Taló e l’ambasciatore italiano a Kiev Francesco Zazo. Assente Matteo Salvini perché, come ha dichiarato, il ministro e vicepremier si «occupa di altro». Al termine, nella sala dei Galeoni, le dichiarazioni congiunte dei due presidenti, al momento (per scelta degli staff) senza domande dei giornalisti.
Ore 14:18 - Mosca: «Kiev ha colpito civili a Lugansk con Storm Shadow»
L'esercito ucraino ha utilizzato i missili a lungo raggio Storm Shadow forniti dal Regno Unito per attaccare aree civili a Lugansk dove sono rimasti feriti anche sei bambini, ha riferito il ministero della Difesa russo citato dalla Tass. «Ieri gli aerei ucraini hanno effettuato un attacco missilistico contro due aziende a Lugansk. L'attacco è stato fatto con gli Storm Shadow forniti dal Regno Unito, nonostante le dichiarazioni di Londra secondo cui non sarebbero state usate in attacchi contro civili». «I caccia russi hanno abbattuto sia il Su-24 che ha effettuato l'attacco sia il caccia MiG-29 che lo ha coperto», ha aggiunto.
Ore 14:20 - Kiev: «A Bakhmut il nemico sta perdendo attrezzature e uomini»
«Continua l'operazione difensiva nel settore di Bakhmut. I nostri soldati stanno avanzando in alcune aree del fronte, mentre il nemico sta perdendo attrezzature e uomini. Gloria all'Ucraina e ai nostri eroi!». Lo ha scritto su Telegram il comandante delle forze di terra dell'esercito ucraino, Oleksandr Syrsky.
Ore 14:27 - «70 minuti di faccia a faccia tra Meloni e Zelensky»
È durato un'ora e 10 minuti è finito il faccia a faccia tra il premier italiano Giorgia Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 14:47 - Prigozhin attacca Gerasimov: «Una m.... di comando militare»
«Ho letto un articolo di un esperto militare australiano, un generale, su Gerasimov. L'articolo si intitola "più pericoloso del nemico". Certamente, dopo questo articolo, gli ucraini monitoreranno da vicino i movimenti del "grande comandante" per non essere colpiti accidentalmente. Un comando militare così m.... è importantissimo per la vittoria del nemico». Lo ha dichiarato su Telegram il capo del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, attaccando nuovamente il capo di Stato maggiore russo. Valery Gerasimov. «Gli ucraini abbracciano questi leader e li proteggono, sono la chiave del loro successo», ha aggiunto Prigozhin, riaccendendo la polemica contro la catena di comando russa in Ucraina.
Ore 14:51 - Berlino: «Zelensky in visita domani in Germania»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky domani terrà la sua prima visita in Germania dall'invasione dei russi. Lo scrive la Dpa, citando fonti di governo. Che il leader arrivi in Germania stasera o domenica mattina non è ancora chiaro.
Ore 14:54 - Foti (capogruppo FdI alla Camera): «Il nostro sostegno a Kiev è a 360 gradi»
«Il conflitto che sta colpendo il cuore dell'Europa coinvolge tutti. Per questo, il nostro sostegno a Kiev, come ribadito oggi dal presidente del Consiglio, è a 360 gradi. La visita di Zelensky a Roma ne rinsalda l'amicizia, in difesa della libertà e della democrazia, verso una pace giusta con l'auspicio che la Russia cessi le ostilità. Per noi, vicinanza all'Ucraina significa anche mantenere una rigorosa applicazione delle sanzioni e il supporto a tutte le iniziative volte a facilitare l'esportazione di grano. Il governo Meloni è al fianco di uno Stato aggredito senza esitazioni, condannando l'operato della Russia, che ha deliberatamente aggredito il popolo ucraino». Lo dichiara Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera.
Ore 14:56 - Letta (Pd): «Italia e Ue al fianco dell'Ucraina»
«L'Italia e l'Unione Europea a fianco dell'Ucraina». Lo scrive su Twitter Enrico Letta, pubblicando la foto di Mattarella e Zelensky.
Ore 14:59 - Calenda: «Visita Zelensky ci ricorda che nostro posto è con Kiev»
«La visita del Presidente Ucraino #Zelensky e gli incontri con i vertici delle nostre Istituzioni ci ricordano che il posto dell'Italia è a fianco del popolo ucraino e della sua lotta». Lo scrive su Twitter il leader di Azione, Carlo Calenda.
Ore 15:00 - Precipitati 4 velivoli nella regione russa di Bryansk, forse abbattuti
PrSecondo i canali Telgram Mash, nella regione russa di Bryansk, al confine con l’Ucraina, sono precipitati, probabilmente abbattuti, quattro velivoli da guerra russi: due caccia Mi-8 e due elicotteri Su-34 e Su-35. Entrambi gli elicotteri sono precipitati nei pressi di Klintsy, mentre gli aeri sono precipitati nei pressi della frontiera ucraina, località Starodub. Secondo fonti degli inquirenti russi inviati sul posto, i velivoli potrebbero essere stati abbattuti dal territorio russo e si cercano “sabotatori”. In precedenza era stato confermato lo schianto di un elicottero.
Ore 15:04 - Via della Conciliazione svuotata per l’arrivo della delegazione Ucraina
Si sta predisponendo via della Conciliazione per l’arrivo del corteo di auto che trasporta Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino, intorno alle 16, incontrerà il Papa in Vaticano. I food truck sul percorso sono stati invitati a spostarsi altrove. Anche a Piazza San Pietro le forze di polizia stanno liberando il lato dal quale passerà l’auto presidenziale per transitare dall’Arco delle Campane. Il faccia a faccia non si dovrebbe tenere nel Palazzo Apostolico bensì nello studio dell’Aula Paolo VI.
Ore 15:33 - Meloni: «Con Kiev a 360 gradi»
«Lungo e proficuo confronto con il presidente Zelensky, che voglio ringraziare per la sua visita veramente importante». Lo ha detto Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni alla stampa con il preidente ucraino, ribadendo il sostegno dell’Italia a 360 gradi. «Abbiamo ribadito a Zelensky sostegno alla pace, purché sia una pace giusta — ha precisalo la premier italiana — e appoggiamo il piano in 10 punti proposto dal presidente ucraino. Questo è importante perché alla pace non si può arrivare con nessuna posizione di resa».
Ore 15:41 - Meloni: «Scommettiamo sulla vittoria dell’Ucraina»
«A fine febbraio sono stata a Kiev. Noi abbiamo realizzato lo scorso 26 una grande conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina per dimostrare che la nostra nazione vuole svolgere un ruolo di primo piano per la ricostruzione e che scommettiamo sulla vittoria dell’Ucraina». Lo ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al termine dell’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 15:43 - Attacchi degli hacker russi a siti istituzionali italiani
Il gruppo di hacker russi noName057 ha rivendicato su Telegram alcuni attacchi sferrati a siti istituzionali italiani, in concomitanza con la visita a Roma di Zelensky. Secondo quanto scritto dal gruppo, sotto attacco sono stati il siti del Viminale e quello del Consiglio Superiore della Magistratura attualmente però accessibili.
Ore 15:46 - Zelensky: «Grazie Giorgia, non dimenticherò mai l’aiuto»
«Giorgia, ti ringrazio per la possibilità di essere in questo bellissimo Stato con una grande storia, sono qui per stringerle la mano e ringraziare per aver dato rifugio ai cittadini ucraini, non lo dimenticherò mai». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa congiunta a Palazzo Chigi rivolgendosi alla premier Giorgia Meloni.
Aggiungendo: «Ora per noi la priorità è la sicurezza, oggi abbiamo abbattuto 17 droni russi di fabbricazione iraniana che colpivano le nostre infrastrutture. Noi abbiamo scelto la pace, ma la guerra è nel nostro territorio».
E poi il presidente ucraino ringrazia anche per la bandiera del suo Paese che sventola per le strade di Roma.
Ore 15:59 - Meloni: «Pronti a sostenere il partenariato di Kiev con la Nato. Gli ucraini stanno facendo la guerra anche per noi»
La conferenza stampa di Meloni e Zelensky si è conclusa con un secondo intervento della premier italiana che ha ribadito: «Siamo pronti a sostenere un’ulteriore intensificazione del partenariato dell’Ucraina con la Nato, ne parleremo a Vilnius al vertice di luglio, sarà probabilmente il tema centrale».
Senza dimenticare l’ingresso di Kiev nell’Unione europea. «L’Italia da sempre, sin dall’inizio ha sostenuto l’idea dell’ingresso della Ucraina in Ue», ha precisato Meloni.
«La verità è che l’Ucraina è vittima di aggressione e che difendendo la propria integrità e identità, allontana la guerra dal resto dell’Europa. Quello che gli ucraini lo stanno facendo, lo stanno facendo anche per noi».
Ore 16:10 - Zelensky è arrivato in Vaticano per l’incontro con il Papa
Zelensky è appena arrivato in Vaticano dove è previsto l’incontro con papa Francesco. Sarà ricevuto dal pontefice non nel Palazzo Apostolico ma nella cosiddetta Auletta adiacente all’Aula Paolo VI.
Ore 16:42 - Zelensky a colloquio con il Papa
Il presidente ucraino a colloquio con il Papa nell’Auletta adiacente all’Aula Paolo VI.
Ore 16:49 - Il Papa a Zelensky: «Grazie della visita». Lui: «Un onore»
«La ringrazio per questa visita», ha detto il Papa accogliendo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «È un grande onore», ha risposto il presidente.
I temi del colloquio tra il Papa e il presidente Volodymyr Zelensky, durato circa quaranta minuti, «sono riferibili alla situazione umanitaria e politica dell’Ucraina» provocata dalla guerra in corso. «Il Papa — riferisce il portavoce vaticano Matteo Bruni ha assicurato la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall’invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno. Entrambi hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione. Il Papa ha sottolineato in particolare la necessità urgente di “gesti di umanità” nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto».
Ore 17:13 - Il colloquio tra il Papa e Zelensky è durato 40 minuti
Il colloquio del presidente ucraino con il pontefice è terminato ed è durato 40 minuti.
Ore 17:00 - Il Papa dona a Zelensky una scultura con il ramoscello della pace
Papa Francesco ha donato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky una piccola scultura che rappresenta un ramoscello d’ulivo, simbolo della pace. Il presidente ucraino ha invece donato al Papa un’icona della Madonna dipinta sui resti di un giubbotto antiproiettile.
Ore 17:36 - Zelensky è rientrato al Parco dei Principi
Zelensky ha fatto rientro all’hotel Parco dei Principi di Roma dopo l’incontro di quaranta minuti con Papa Francesco in Vaticano, dopo quelli al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La parte ufficiale della visita di Zelensky a Roma è conclusa. Alle 18:30 lo attende ancora l’intervista in diretta su Rai1 da parte di Bruno Vespa e da diversi direttori di testate. Dopodiché non è ancora stabilito se Zelensky si fermerà la serata a Roma dormendo al Parco dei Principi per partire domattina per Berlino o se il decollo per la Germania sarà questa sera.
Ore 17:45 - A Bakhmut si combatte senza sosta, gli ucraini avanzano ancora
(di Marta Serafini, inviata a Kostyantynivka) La battaglia per Bakhmut continua. Mentre le forze ucraine continuano ad avanzare un bambino è stato ucciso in un attacco russo a Kostyantynivka nell’oblast di Donetsk. Le forze russe hanno bombardato Kostiantynivka con un lanciarazzo Smerch da 300 mm, uccidendo due persone e ferendone 10, tra cui altri bambini. Per tutta la mattina, la città è stata sotto pesante attacco, con grad e Smerch come abbiamo potuto osservare sul posto.
Ore 17:49 - Papa a Zelensky: in Ucraina necessità urgente di gesti di umanità
Ore 18:00 - Zelensky: «Ho chiesto al Papa di appoggiare il nostro piano di pace»
«Sono grato al Papa per la sua personale attenzione alla tragedia di milioni di ucraini. Ho anche sottolineato decine di migliaia di bambini deportati. Dobbiamo fare ogni sforzo per riportarli a casa. Inoltre, ho chiesto di condannare i crimini russi in Ucraina. Perché non può esserci uguaglianza tra la vittima e l’aggressore. Ho anche parlato della nostra formula di pace come dell’unica formula efficace per raggiungere una pace giusta. Gli ho offerto di unirsi alla sua attuazione». Così il presidente Zelensky su Telegram dopo l’incontro con il Pontefice.
Ore 18:10 - Il punto militare | La guerra nei cieli: quattro velivoli dell’Armata precipitano in Russia, duello fra Patriot e missili ipersonici
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I due contendenti, oltre a combattere duramente a Bakhmut, si sfidano a colpi di missili. Non sempre chiari i dettagli degli episodi protetti da riservatezza e schermaglie. Questo mentre la Germania manda un segnale forte con aiuti militari per 2,7 miliardi di euro all’Ucraina. Due caccia — un Su 35 e un Su 34 — e due elicotteri Mil 8 — di cui uno per la guerra elettronica — sono precipitati nella regione di confine di Bryansk. Le informazioni a riguardo sono ancora incerte, tuttavia stando ad alcune ricostruzioni i velivoli sarebbero stati abbattuti. Da incursori o, come suggerisce qualcuno, dall’interno del territorio ucraino? E con quale sistema? Se il bilancio dovesse trovare conferma, rappresenterebbe una novità tattica importante con Kiev in grado di ostacolare a distanza le missioni dell’aviazione avversaria.
Ore 18:34 - Zelensky in diretta su Rai1 con Bruno Vespa
Lo speciale Porta a Porta in diretta su Rai1 con Zelensky si sta svolgendo all’Altare della Patria, con diversi giornalisti e direttori di giornali.
Ore 18:37 - Zelensky in diretta tv: il piano di pace deve essere ucraino
«È stato un onore incontrare il Papa, ma il piano di pace deve essere ucraino, ne abbiamo parlato con papa Francesco perché siamo interessati a coinvolgere il Vaticano e l’Italia». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a «Porta a Porta». Il piano di pace ucraino «è molto pratico», «abbiamo il sostegno del Vaticano, dell’Italia e di molti Paesi, e abbiamo l’obiettivo di coinvolgerne sempre di più».
Ore 18:38 - Zelensky in tv: non vogliamo perdere l’appoggio dell’Italia
«Non vogliamo perdere l’appoggio dell’Italia. Qui in Italia non sentiamo la guerra, ma bisogna capire che cosa succede da noi. Sono venuto io a dirlo e a ringraziarvi». Sono le parole di Zelensky in diretta a Porta a Porta.
Ore 18:41 - Zelensky in tv: la mia famiglia sta bene, lavoriamo per vittoria
«La vita è cambiata, tutti lavorano per la vittoria». Lo ha detto il presidente ucraino Voldymyr Zelensky ospite di una puntata speciale di Porta a Porta, rispondendo a una domanda di Bruno Vespa sulla sua famiglia. «La famiglia sta bene», ha risposto ZelenskyOre 18:45 - Zelensky in tv: «Putin uccide la sua gente per difendere la poltrona»
«Putin è un piccolo leader che uccide per difendere la propria poltrona. Uccide non solo la nostra gente ma anche i russi». Sono le parole di Zelensky in diretta a Porta a Porta. Aggiungendo: «Il regime di Putin non è diverso da quello nazista».
Ore 18:45 - Zelensky in tv: «Putin è isolato, noi più vicini alla pace»
«In Russia la gente non è motivata a combattere, scappa, e l’amministrazione militare mobilita i criminali dalle prigioni. Putin in difficoltà avvicina noi alla pace, lui voleva fare un’occupazione veloce, e molti leader mondiali pensavano che sarebbe andata così, ma Putin non ha capito la sua gente, oggi è isolato». Sono le parole di Zelensky in diretta a Porta a Porta.
Ore 18:48 - Zelensky in tv: «Trump al potere non ha risolto la questione della Crimea»
Cosa succederebbe se Trump tornasse al potere? È la domanda di Ferruccio de Bortoli al presidente ucraino. Che risponde: «Quando Trump era presidente non ha risolto la questione della Crimea occupata, non siamo riusciti a uscire dalla situazione. Chi sarà presidente lo deciderà il popolo americano, poi vedremo quale sarà la posizione sull’Ucraina. Non se Trump può aiutarci».
Ore 18:53 - Zelensky in tv: «I russi al fronte non sono motivati»
I russi mandati al fronte in Ucraina «non sono motivati», Mosca è dovuta ricorrere ai coscritti, agli «eserciti privati», ai reclutati nelle carceri. E «noi ogni giorno li respingiamo»: lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Vittoriano a Roma dove è in corso una puntata speciale di Porta a Porta su Rai 1.
Ore 18:58 - Zelensky in tv: «La vittoria non è solo territorio, ma giustizia»
«Anche nella nostra società c’è un approccio diverso sul concetto di vittoria. Per chi ha perso i figli non so cosa significhi vittoria. Non è solo una questione di territori». Lo ha detto il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, intervistato nel corso dello speciale di «Porta a Porta» in occasione della sua visita in Italia. «Noi abbiamo bisogno di un Tribunale per chi ha deciso i massacri, non basta la giustizia di Dio, ci sono anziani che hanno sepolto i giovani e i figli, e chiedono giustizia», ha aggiunto.
Ore 18:59 - Zelensky in tv: «Controffensiva? Passi importanti a breve»
«I passi importanti saranno fatti a breve». Lo ha detto il leader ucraino Volodymyr Zelensky a Porta a Porta rispondendo ad una domanda sui tempi e gli obiettivi della controffensiva ucraina. Il leader ucraino non si è sbilanciato ulteriormente. «Non aiuterebbe l’Ucraina», ha chiarito, assicurando soltanto che «ci stiamo preparando con grande impegno e faremo passi importanti. Siamo molto motivati. Non posso rispondere» sui tempi e i modi, «ma vedrete i risultati. Noi crediamo nella vittoria».
Ore 19:00 - Zelensky in tv: «Se l’Ucraina cade il passo successivo è la Moldavia. Se Putin attacca i Baltici i vostri figli in guerra»
«So che se l’Ucraina cade, il passo successivo è la Moldavia e poi i Paesi baltici. Putin arriva lì, forse non Italia, ma i Paesi baltici sono membri della Nato e voi dovrete mandare lì in guerra i vostri figli». Sono le parole di Zelensky in diretta a Porta a Porta.
Ore 19:08 - Zelensky in tv: vogliamo mettere fine alla guerra, non vogliamo il caos
«È importante finire la guerra in Ucraina, mettere il punto. Putin porta l’aggressione. Noi non vogliamo vivere nel Ore 19:08 - Zelensky in tv: «Non è vero che non ho voluto incontrare Salvini»
«Non è vero che non ho voluto vedere Salvini, lo vedrei con piacere». Sono le parole di Zelensky in diretta a Porta a Porta.
caos». Sono le parole di Zelensky in diretta a Porta a Porta.
Ore 19:11 - Zelensky in tv: più del 70% dei bielorussi sono contro la Russia
«Più del 70% della popolazione della Bielorussia è contro la Russia. Loro capiscono che possono diventare i prossimi. Per loro è difficile». Sono le parole di Zelensky in diretta a Porta a Porta. Aggiungendo: «Spero che la Bielorussia resti indipendente, anche loro stanno combattendo una specie di guerra».
Ore 19:14 - Zelensky in tv: «Putin è come una belva feroce, attacca quando vede l’unità europea»
Il presidente russo Vladimir Putin è come una grande belva feroce, che attacca quando vede l’unità in Europa. Lo ha detto Zelensky, a Porta a Porta. «Noi non siamo ciechi, vediamo come alcuni Paesi aiutano ad aggirare le sanzioni contro la Russia».
Ore 19:17 - Zelensky in tv: «Bisogna proporre una formula concreta per la pace»
«La questione è che la nostra gente sta morendo. Posso essere d’accordo quando la gente fa delle proposte e abbiamo accettato quella sul grano. Così si lavora insieme. Con il corridoio del grano è andata bene. Ma la Russia lo sta bloccando. Il nostro approccio per la formula della pace è concreto e penso che siamo dalla parte giusta. Non vogliamo imporre nulla, ma non possiamo accettare alcune cose, come minacciare un disastro nucleare». Lo ha detto Zelensky, a Porta a Porta.
Ore 19:25 - Zelensky in tv: «Parlare con Putin? No, di cosa? Per lui è uno scherzo»
«Parlare con Putin? No, di cosa? Quando sono diventato presidente nel 2019 l’ho incontrato per porre fine alla guerra (in Crimea, ndr). Ho accettato la sua proposta. Ma ogni giorno succedeva qualcosa, una provocazione, una persona uccisa. I cecchini rimanevano sui territori occupati, come in un safari con la vita delle persone. Ho chiamato il Cremlino e tutti gli Stati: Francia, Germania. Con chi devo parlare? Non vede nulla. Per lui è uno scherzo. Putin potrebbe anche fare passi diplomatici, ma credetemi un anno dopo inizierebbe a uccidere di nuovo». Lo ha detto Zelensky, a Porta a Porta.
Ha poi aggiunto: «Putin uccide, non possiamo avere mediazioni con lui. Non capisce fino in fondo cosa accade davvero in Ucraina. Penso che lui abbia perso la cognizione della realtà».
Ore 19:34 - Zelensky in tv: «Putin userà la propaganda per uscire dalla guerra»
«Putin controlla l’informazione in Russia e quando capirà che non potrà uscire vittorioso dal conflitto, farà in grazie alla propaganda di far credere che ha comunque vinto. L’unica soluzione è che i russi lascino i territori occupati. Quel che possiamo fare è agire con le sanzioni, fare pressioni e non solo vincere sul campo di battaglia». Lo ha detto Zelensky, a Porta a Porta.
Ore 19:39 - Zelensky in tv: «Quello sul Cremlino non era un nostro drone»
«Quello sul Cremlino non era un nostro drone. Putin lo voleva far credere. Aveva bisogno di colpirci in qualche modo. Lui inventa delle cose, ma non siamo stati noi. L’avremmo detto, non avremmo avuto paura di ammetterlo». Lo ha detto Zelensky, a Porta a Porta.
Ore 19:41 - Zelensky in tv: «Non credo che Putin userà le armi nucleari, vuole vivere»
«Credo che Putin non userà le armi nucleari. Nessuno può sapere che cosa passa per la testa del presidente russo». Lo ha detto Zelensky a Porta a Porta su Rai1. Zelensky ha aggiunto che «Putin ha tanta voglia di vivere e cercherà di fare di tutto per vivere».
Ore 19:44 - Zelensky in tv: «Dobbiamo costruire ponti con l’America Latina»
«Non aver sviluppato rapporti con l’America Latina è stato un nostro errore. Anche i rapporti con l’Africa, vanno cambiati. Ora sto cercando di costruire nuovi ponti con l’America Latina, ma è un lavoro enorme». Lo ha detto Zelensky a Porta a Porta.
Ore 19:47 - Zelensky: «Via d’uscita solo con la controffensiva»
«La via d’uscita c’è perché ci saranno le azioni di controffensiva, perché respingeremo i russi. Quando saremo sul confine con la Crimea, diminuirà il suo (di Putin, ndr) sostegno interno in Russia e dovrà trovare una via d’uscita». Lo ha detto Zelensky, a Porta a Porta.
Ore 20:09 - Le foto aeree di Bakhmut: la città è immersa nel fumo degli incendi e dei proiettili
(di Marta Serafini, inviata) Kostantinivka - «Potresti pensare che sia nebbia. Ma non è. Questo è il fumo degli incendi e dei proiettili fumogeni usati dal nemico nei disperati tentativi di sfondare la nostra difesa», ha dichiarato il comandante della 24a brigata meccanizzata separata intitolata al re Danylo, commentando le foto aeree di Bakhmut condivise sui social dal Ministero della Difesa ucraino.
Ore 20:37 - «Giorgia», «Volodymyr»: l’amicizia nata tra Meloni e Zelensky (che ha fatto ritardare il cerimoniale)
(di Monica Guerzoni) «Il mio amico Volodymyr», la «cara Giorgia». L’incontro a palazzo Chigi tra il presidente venuto da Kiev e la premier italiana è andato avanti più del previsto, tanto che la delegazione ucraina ha lasciato piazza Colonna, in direzione Città del Vaticano, con diversi minuti di ritardo sulla tabella di marcia.
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Ore 21:02 - Zelensky ha invitato il Papa a visitare l’Ucraina
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky «ha invitato Papa Francesco a visitare l’Ucraina per sostenere con la preghiera tutti gli ucraini, che soffrono a causa del terrore russo e combattono contro il male che è arrivato in terra ucraina». Lo sha reso noto la presidenza ucraina in una nota sull’incontro di oggi tra Zelensky e il pontefice.
Ore 21:25 - Prigozhin: «Ho scritto a Shoigu, ha respinto lettera»
Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha respinto una lettera del capo della Wagner Yevgeny Prigozhin, una lettera che «rifletteva i problemi con le unità del Ministero della Difesa, nonché gli appelli di massa dei mobilitati che desiderano unirsi al Wagner a causa della mancanza di controllo nelle unità del Ministero della Difesa». Lo scrive lo stesso Prigozhin su Telegram.
Ore 21:46 - Leak Usa: «Zelensky voleva colpire in territorio russo»
«Zelensky si è guadagnato la fiducia dei governi occidentali rifiutando di usare le armi che gli sono state fornite per colpire la Russia in casa, ma in privato il presidente ucraino ha proposto una direzione ben più audace, colpendo in territorio russo». È quanto emerge dai leak Usa trapelati nell’ultimo mese e diffusi dal Washington Post. In particolare, il leader di Kiev «ha ipotizzato l’occupazione di villaggi in Russia per avere più leva su Mosca, il bombardamento di un oleodotto che trasporto petrolio dalla Russia all’Ungheria e l’uso di missili a lungo raggio per colpire la Russia nei sui confini».
Ore 22:32 - La dichiarazione congiunta Ucraina-Italia sul sostegno a Kiev
«Il Presidente dell’Ucraina e il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana hanno ribadito la loro inequivocabile condanna della guerra di aggressione in corso da parte della Russia contro l’Ucraina. L’Ucraina ha dimostrato una notevole determinazione nell’esercitare il suo diritto all’autodifesa contro questo attacco immotivato e ingiustificato. La Russia deve ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue Forze militari dal territorio dell’Ucraina all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti». Questo si legge nella dichiarazione congiunta Italia-Ucraina, dopo l’incontro tra Zelensky e Meloni a Roma.
«La Repubblica Italiana ha dato un solido contributo militare all’Ucraina, che continuerà tenendo costantemente conto delle esigenze più urgenti e immediate», sostenendo Kiev nel suo piano di pace e nell’impegno ad «assicurare alla giustizia i responsabili di crimini di guerra». Inoltre, l’Ucraina e l’Italia «concordano sulla necessità di aumentare la pressione collettiva sulla Russia attraverso ulteriori sanzioni».
«Il futuro dell’Ucraina e del suo popolo è nella Famiglia europea. L’Unione Europea ha già riconosciuto la prospettiva europea dell’Ucraina e le ha concesso lo status di Paese candidato. La Repubblica Italiana sostiene con forza l’Ucraina nei suoi sforzi di riforma e nel soddisfare i requisiti necessari per avviare i negoziati di adesione nel 2023 auspicando un rapporto positivo della Commissione Europea».
Ore 23:13 - Zelensky ha lasciato Roma
Il presidente ucraino Zelensky ha lasciato la capitale. Lo rende noto il questore di Roma, Carmine Belfiore, ringraziando «tutti coloro che hanno contribuito a che la visita avvenisse senza criticità».
Guerra in Ucraina. "Zelensky voleva colpire la Russia": le ultime rivelazioni sul leader ucraino. Federico Giuliani il 14 Maggio 2023 su Il Giornale.
Secondo quanto riportato da alcuni leak Usa Volodymyr Zelensky avrebbe in privato "un istinto aggressivo che contrasta con la sua immagine pubblica". Il leader ucraino voleva addirittura colpire la Russia all'interno dei suoi confini
Tabella dei contenuti
Gli ultimi leak su Zelensky
Attaccare la Russia
Colpire le infrastrutture strategiche
La posizione degli Usa
Volodymy Zelensky ha rifiutato di usare le armi ricevute dai Paesi occidentali per colpire la Russia nel suo territorio. Eppure, dietro le quinte, il presidente ucraino avrebbe proposto di fare l'esatto contrario, e cioè attaccare Mosca in profondità, occupando villaggi, bombardando infrastrutture strategiche e usando missili a lungo raggio. È questa l'ultima, clamorosa rivelazione contenuta in alcuni leak del Pentagono che dipingono uno Zelensky privato dall'istinto "aggressivo", ben diverso da quell'immagine di "uomo calmo e stoico che affronta la brutale" invasione russa.
Gli ultimi leak su Zelensky
Nel giorno della visita a Roma di Zelensky, il Washington Post ha dato ampio spazio ad una rivelazione presumibilmente contenuta nei numerosi file top secret condivisi online da Jack Teixeira, un ex aviere della Massachusetts Air National Guard, adesso arrestato. Il report in questione tratteggia un leader ucraino inedito, che in privato avrebbe proposto una direzione audace.
Altro che difendersi dall'offensiva russa. Secondo documenti segreti dell'intelligence statunitense, che descrivono in dettaglio le comunicazioni interne di Zelensky con i suoi migliori aiutanti e leader militari, il capo di Kiev avrebbe spinto per attaccare obiettivi all'interno dei confini della Russia.
Attaccare la Russia
I documenti in questione fanno riferimento ad alcuni incontri avvenuti negli ultimi mesi. In uno, risalente alla fine di gennaio, Zelensky aveva suggerito che Kiev conducesse "attacchi in Russia" mentre le truppe a terra entravano nel territorio nemico e "occupavano non specificate città russe di confine", il tutto per consentire a "Kiev di guadagnare maggiore leva nelle discussioni con Mosca".
In un altro incontro a febbraio con il generale Valery Zaluzhny, Zelensky aveva espresso la sua "preoccupazione" sul fatto che l'Ucraina non aveva "missili di lungo raggio capaci di raggiungere i dispiegamenti di truppe russe in Russia". Il presidente ucraino aveva quindi "suggerito di attaccare alcune località a Rostov", una regione della Russia occidentale, usando droni.
Colpire le infrastrutture strategiche
Alla metà di febbraio, incontrando il vice premier Yuliya Svrydenko, Zelensky aveva inoltre suggerito che l'Ucraina facesse "saltare" l'oleodotto dell'era sovietica Druzhba che fornisce petrolio all'Ungheria. Una "minaccia", secondo l'intelligence americana, senza significato: Zelensky stava "esprimendo la sua rabbia nei confronti dell'Ungheria" e probabilmente si è lasciato andare a "minacce iperboliche e senza senso", è riportato in uno dei documenti citati dal Washington Post.
Il nodo dei missili a lungo raggio è un tema molto delicato per la Casa Bianca, preoccupata dalla possibilità che lo scontro possa finire fuori controllo e generare un braccio di ferro tra gli Stati Uniti e la Russia. Dal canto suo, Washington ha fornito all'Ucraina miliardi di armi avanzate ma ha finora respinto la richiesta di missili Atacms a lungo raggio.
La posizione degli Usa
L'amministrazione Biden ha fatto sapere al Washington Post che i commenti intercettati di Zelensky non sono il motivo della bocciatura della richiesta. "L'Ucraina si è ripetutamente impegnata a usare le armi fornite in modo responsabile e strategico quando necessario, e abbiamo fiducia che continuerà a farlo", ha detto un funzionario del Pentagono.
Non tutte le carte segrete del Pentagono indicano però uno Zelensky che preme per azioni aggressive. Uno dei documenti descrive infatti un piano messo a punto dall'intelligence militare ucraina lo scorso anno per un attacco sotto copertura contro le forze russe in Siria tramite l'aiuto dei curdi. Il piano in questione sarebbe stato bocciato dal presidente ucraino lo scorso dicembre.
Zelensky a Parigi: «Il legame con l’Europa si rafforza». Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 14 Maggio 2023
Le notizie in diretta sulla guerra di domenica 14 maggio. Il presidente ucraino oggi ha ricevuto il premio Carlo Magno in Germania: «La sconfitta russa irreversibile già quest’anno»
• Ieri Zelensky ha incontrato il Papa, Meloni e Mattarella a Roma.
• Il presidente ucraino in tv: «Putin uccide, con lui non parlo».
• Precipitati 4 velivoli nella regione russa di Bryansk: duello nei cieli.
• Le truppe ucraine continuano ad avanzare a Bakhmut.
Ore 00:03 - Raid russi su Ternopil, la città del gruppo ucraino all’Eurovision durante la finale a Liverpool
Le truppe russe hanno lanciato un attacco missilistico su Ternopil, nell’ovest dell’Ucraina, colpendo la zona industriale della città. Si tratta della città dei Tvorchi, il gruppo ucraino che si sta esibendo all’Eurovision, e l’attacco è stato fatto proprio mentre il gruppo ucraino si trovata sul palco di Liverpool. Secondo il sindaco Serhii Nadal, «un edificio non residenziale ha preso fuoco» nella città e sul posto stanno lavorando i soccorritori.
Ore 00:08 - Zelensky: «Grazie al Papa, una speranza per i nostri bambini»
«Ho incontrato Papa Francesco. Spero che questo colloquio abbia conseguenze storiche per l’Ucraina. In particolare, per quanto riguarda il rientro dei bambini ucraini a casa». Lo ha scritto Volodymyr Zelensky su Twitter dopo l’incontro in Vaticano.
Ore 01:12 - L’esercito di Kiev avanza nel fumo di Bakhmut
(di Marta Serafini, nostra inviata) «È così da questa mattina, è l’inferno». Guarda il cielo la signora Ludmilla. Sta aspettando che i volontari vengano ad aiutarla per ritirare la pensione. «Chissà se questa settimana riesco». I boati però non lasciano tregua sul cielo di Kostyantynivka. Sulla collina a ovest della città, verso Chasiv Yar, i lanciarazzi sono in postazione. Colonne di mezzi e uomini si spostano di continuo tra le vie di una cittadina che sembra ormai un’enorme caserma a cielo aperto.
Pochi chilometri più in là c’è Bakhmut. Un colpo. «Questi erano Grad». Altri colpi. «Smerch». Le sirene non suonano nemmeno più.
Ore 01:52 - «Giorgia», «Volodymyr»: l’amicizia nata tra Meloni e Zelensky (che ha fatto ritardare il cerimoniale)
(di Monica Guerzoni) «Il mio amico Volodymyr», la «cara Giorgia».
L’incontro a palazzo Chigi tra il presidente venuto da Kiev e la premier italiana è andato avanti più del previsto, tanto che la delegazione ucraina ha lasciato piazza Colonna, in direzione Città del Vaticano, con diversi minuti di ritardo sulla tabella di marcia.
Ore 02:13 - Zelensky sfida Putin: non temo di essere ucciso, è Putin che ha paura
(di Paola Di Caro) In serata, Volodymyr Zelensky fa il punto sulla sua intensa giornata in uno speciale Porta a Porta condotto in diretta da Bruno Vespa dalla terrazza del Vittoriano. Manca da Roma «dall’inizio del 2020, era un’altra vita». Si vede San Pietro, e la storia di una città che lo ha accolto a braccia aperte in tutte le sue rappresentanze e anche con il gotha del giornalismo che lo intervista assieme al padrone di casa, direttori ed editorialisti.
Ore 03:11 - Il punto militare | La guerra nei cieli: quattro velivoli dell’Armata precipitano in Russia, duello fra Patriot e missili ipersonici
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I due contendenti, oltre a combattere duramente a Bakhmut, si sfidano a colpi di missili. Non sempre chiari i dettagli degli episodi protetti da riservatezza e schermaglie. Questo mentre la Germania manda un segnale forte con aiuti militari per 2,7 miliardi di euro all’Ucraina.
Due caccia — un Su 35 e un Su 34 — e due elicotteri Mil 8 — di cui uno per la guerra elettronica — sono precipitati nella regione di confine di Bryansk. Le informazioni a riguardo sono ancora incerte, tuttavia stando ad alcune ricostruzioni i velivoli sarebbero stati abbattuti. Da incursori o, come suggerisce qualcuno, dall’interno del territorio ucraino? E con quale sistema? Se il bilancio dovesse trovare conferma, rappresenterebbe una novità tattica importante con Kiev in grado di ostacolare a distanza le missioni dell’aviazione avversaria.
Ore 04:55 - Zelensky: «Il Papa condanni i crimini russi. Il piano di pace sia ucraino»
(di Fabrizio Caccia) La bandiera gialloblù dell’Ucraina sventola sul Torrino del Quirinale, accanto a quella italiana, a quella europea e allo stendardo del presidente della Repubblica. É la prima visita in Italia di Volodymyr Zelensky dall’inizio dell’invasione russa e il capo dello Stato, Sergio Mattarella, accoglie sul Colle l’uomo di Kiev con una calorosa stretta di mano: «Benvenuto presidente, è un onore averla qui. Siamo pienamente al vostro fianco. Che la pace in Ucraina sia vera e non una resa».
Ore 05:00 - Zelensky a Berlino per preparare la sua controffensiva
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a Berlino nella notte per la sua prima visita in Germania dall’inizio della guerra, un Paese che intende esprimere la sua solidarietà consegnando nuove armi per un valore di 2,7 miliardi di euro. Dopo la visita a Roma e in Vaticano, Zelensky ha annunciato sul suo account Twitter che la sua visita sarà dedicata a «un pacchetto molto importante» di consegne di armi al suo Paese e alla «ricostruzione» dell’Ucraina.
La mossa arriva durante i preparativi per un’offensiva primaverile dell’esercito ucraino, mentre Kiev e Mosca rivendicano entrambe il successo a Bakhmut e nei dintorni. I dettagli della visita a Berlino non sono stati immediatamente resi noti per motivi di sicurezza. Ma secondo i media tedeschi Volodymyr Zelensky dovrebbe incontrare in mattinata il cancelliere Olaf Scholz e il capo dello Stato Frank-Walter Steinmeier.
Ore 08:23 - Zelensky arrivato a Berlino
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è a Berlino dove oggi per lui si terrà una giornata di incontri. Sui social ribadisce gli obiettivi della visita: «Armi, difesa aerea, ricostruzione», scrive su Twitter. Sono previsti incontri con il presidente tedesco Frank Walter Steinmeier e il cancelliere Olaf Scholz.
Ore 08:29 - Kiev: «Massiccio attacco nella notte a Kharkiv, in Donetsk»
Un massiccio attacco missilistico è stato lanciato dall’esercito russo durante la notte sulla regione di Kharkiv, in Ucraina orientale, ha riferito il capo dell’amministrazione militare regionale Oleg Sinegubov, citato da Rbc-Ukraine. Sono stati danneggiate infrastrutture di trasporto e un condominio ma non ci sono state vittime.
Ore 08:31 - Esercito Mosca: «Presa parte di un’autostrada cruciale in Donetsk»
Secondo le forze speciali del Gruppo Sud della Federazione, l’esercito russo ha preso il pieno controllo di una sezione dell’autostrada vicino al villaggio di Novokalinovo vicino ad Avdiivka, nel Donetsk, uno dei fronti dove si concentrano le battaglie. Lo riporta Ria Novosti. «Siamo sul tratto della strada H20, l’area dell’insediamento di Novokalinovo. Il tratto di strada è sotto il nostro controllo. Abbiamo qui le squadre di fuoco di mortai. Per gli ucraini è molto difficile sfonddare», ha riferito un combattente del Gruppo Sud all’agenzia di stampa statale russa Novokalinovo si trova a circa sette chilometri a nord di Avdiivka, una delle principali aree fortificate sul territorio dell’autoproclamata repubblica del Donetsk che finora rimane sotto il controllo di Kiev.
Ore 08:52 - Zelensky è arrivato dal presidente Steinmeier a Berlino
Il presidente Volodymyr Zelensky è arrivato al castello di Bellevue, a Berlino, dove sarà accolto dal presidente Frank-Walter Steinmeier, per il saluto di benvenuto alla sua prima visita in Germania dall’inizio della guerra. L’arrivo del leader ucraino era stata confermata solo ieri ufficialmente e l’atterraggio dall’Italia è avvenuto nel cuore della notte, in una capitale blindata. Nelle prossime ore, Zelensky è atteso in cancelleria da Olaf Scholz, dove terrà anche un incontro con la stampa, e nel pomeriggio ad Aquisgrana, dove riceverà il Karlspreis, dedicatp quest’anno al popolo ucraino e al suo presidente. Ieri il governo tedesco ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari da 2,7 miliardi, raddoppiando le risorse messe finora in campo a sostegno di Kiev.
Ore 09:13 - Prigozhin: «Ho scritto a Shoigu, ha respinto la lettera»
Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha respinto una lettera del capo della Wagner Yevgeny Prigozhin, una lettera che «rifletteva i problemi con le unità del Ministero della Difesa, nonché gli appelli di massa dei mobilitati che desiderano unirsi al Wagner a causa della mancanza di controllo nelle unità del Ministero della Difesa». Lo scrive lo stesso Prigozhin su Telegram.
Ore 09:29 - Zelensky in Germania: «Focus consegna armi e difesa aerea»
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è arrivato a Berlino per la sua prima visita in Germania dall’inizio della guerra. Il vertice, scrive su Twitter lo stesso Zelensky, sarà incentrato sulla discussione di «un pacchetto molto importante» di armi da consegnare all’Ucraina e della «difesa aerea». Al centro dei colloqui anche la «ricostruzione» del Paese e il suo ingresso in Unione Europea.
Ore 09:37 - L’intelligence ucraina riceverà 105 droni Vector da Berlino
L’intelligence militare ucraina riceverà 105 droni Vector, in base al contratto stipulato tra il ministero della Difesa di Kiev e il produttore tedesco Quantum-Systems GmbH, come riferisce Ukrinform. «Questo è il secondo lotto di droni Vector per l’esercito ucraino, finanziato dal governo tedesco. Nell’agosto 2022, l’Ucraina ha ordinato e ricevuto 33 droni tedeschi dello stesso modello, che hanno dimostrato la loro elevata efficienza sul campo di battaglia», ha dichiarato la direzione dell’intelligence, osservando che «ci vogliono due minuti per iniziare a lavorare con il drone Vector». Questo tipo di velivolo senza pilota assemblato ha un’apertura alare di 2,8 metri e può essere lanciato a mano, è dotato di sensori elettro-ottici e infrarossi, che gli consentono di rilevare obiettivi nemici 24 ore su 24, mentre il design robusto del drone riduce l’impatto dei fattori meteorologici. La velocità può raggiungere i 72 chilometri orari, la durata di un volo è di 120 minuti. Grazie ai canali di trasmissione dati protetti, Vector può trasmettere video alle stazioni di terra in tempo reale durante le missioni di combattimento.
Ore 09:44 - Zelensky arrivato a Berlino nella notte
È stato lo stesso Volodymyr Zelensky ad annunciare in nottata l’arrivo a Berlino in provenienza dall’Italia: atterrato intorno alle 0,30 della scorsa nella capitale tedesca, Zelensky si è poi spostato in elicottero al Bendlerblock, la seconda residenza ufficiale del Ministro della Difesa. La visita - la prima del presidente ucraino in Germania dall’invasione russa del suo paese - si svolge tra imponenti misure di sicurezza. La Luftwaffe ha trasferito il presidente da Roma con un Airbus A319, che ha viaggiato protetto da caccia Eurofighter in viaggio verso Berlino, scrive la Bild.
«Già a Berlino», ha twittato poco dopo l’atterraggio il presidente ucraino. «Armi. Importante pacchetto. Difesa aerea. Ricostruzione. Ue. Nato. Sicurezza». La visita prevede incontri con il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier per una colazione a Berlino. Zelensky verrà poi ricevuto con gli onori militari da Olaf Scholz che poi si intratterrà con lui per un colloquio privato.
Ore 09:48 - Allerta aerea in varie regioni del Paese
Un’allerta aerea è stata dichiarata nelle regioni ucraine di Sumy, Poltava, Kharkiv, Dnepropetrovsk, nonche’ nella regione di Zaporizhzhia. Questo quanto emerge dalla mappa online del ministero della Trasformazione digitale del Paese. In precedenza e’ stato riferito di danni a varie infrastrutture critiche, alcune delle quali nelle regioni ucraine di Dnipropetrovsk e Nikolaev.
Ore 10:28 - Scholz riceve Zelensky in Cancelleria con onori militari
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato presso la Cancelleria tedesca a Berlino per l’incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Zelensky, che ha precedentemente incontrato il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, è stato accolto con gli onori militari. Dopo una conversazione privata con Scholz, per Zelensky è previsto un colloquio allargato ad altre autorità del governo tedesco e, successivamente, dovrebbe esserci anche una conferenza stampa. Al termine della visita di Zelensky a Berlino, riporta Der Spiegel, sono previste consultazioni nell’ambito del gabinetto di sicurezza. Oltre a Scholz, il comitato comprende il ministro della Difesa Boris Pistorius, il ministro dell’Interno Nancy Faeser e il ministro degli Esteri Annalena Baerbock.
Ore 11:29 - Kiev: «Cinque uccisi da ordigno lasciato dai russi nel Kherson»
Cinque persone sono state uccise da un ordigno esplosivo lasciato dall’esercito russo in un villaggio nella regione di Kherson. A riferirlo su Telegram il capo dell’Ufficio del presidente ucraino, Andrii Yermak. «Nella regione di Kherson, gli esplosivi lasciati dall’esercito russo hanno ucciso cinque civili», ha scritto Yermak. «La tragedia è avvenuta in una delle aziende agricole nel villaggio di Myrolyubivka, comunità di Novovorontsov. È detonato un proiettile inesploso. La vittima più giovane aveva 27 anni, il più anziano 68».
Ore 12:31 - Scholz: «La Russia deve rispondere dei suoi atti»
«La Russia deve rispondere dei sui atti». Lo ha detto il cancelliere Scholz a Berlino in conferenza stampa con il presidente ucraino Zelensky.
Ore 12:35 - Papa Francesco: «Con le armi non si otterrà mai la sicurezza e la stabilità»
(da Città del Vaticano, Gian Guido Vecchi) «Con le armi non si otterrà mai la sicurezza e la stabilità, al contrario si continuerà a distruggere anche ogni speranza di pace». Papa Francesco parla dopo il Regina Coeli, all’indomani dell’udienza con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Non si riferisce direttamente alla guerra in Ucraina ma al conflitto «tra israeliani e palestinesi», uno dei frammenti principali di quella «terza guerra mondiale a pezzi» che denuncia dall’inizio del pontificato. Ma le parole del Papa, è evidente, valgono per tutti: «In questi giorni abbiamo assistito di nuovo a scontri armati tra israeliani e palestinesi, nei quali hanno perso la vita persone innocenti anche donne e bambini. Auspico che la tregua appena raggiunta diventi stabile e che le armi tracciano perché con le armi non si otterrà mai la sicurezza e la stabilità, al contrario si continuerà a distruggere anche ogni speranza di pace», sillaba. E alla fine, come ogni settimana dall’inizio dell’invasione russa, invitava a pregare Maria e dice: «Chiediamo alla Madonna di alleviare la sofferenza della martoriata Ucraina e di tutte le nazioni ferite da guerre e violenze».
Ore 12:56 - Zelensky: «Non attacchiamo il territorio russo, liberiamo il nostro»
«Non attacchiamo il territorio russo, liberiamo il territorio legalmente nostro». A dichiararlo, rassicurando i partner occidentali sul fatto che le forze ucraine non intendono attaccare il territorio russo con le armi più potenti che l'Ucraina sta chiedendo, è stato il presidente Volodymyr Zelensky, a Berlino. «Non abbiamo tempo, forze o armi in eccedenza per questo». «I preparativi di una controffensiva sono incentrati unicamente sulla liberazione «del nostro territorio, riconosciuto come tale dal mondo intero».
Ore 12:54 - Mosca: «Colpiti siti di armi occidentali in Ucraina»
Il ministero della Difesa russo ha reso noto che gli attacchi della notte a Ternopil (in Ucraina occidentale) e Petropavlivka, nella regione orientale di Dnipropetrovsk, hanno «colpito» siti di armi occidentali. Sia nell'Est che nell'ovest dell'Ucraina.
Ore 13:28 - Zelensky: «Ancora qualche visita in Occidente e lanceremo l'offensiva»
Le armi consegnate dall'Occidente basteranno per una controffensiva? «Ancora qualche visita e saranno sufficienti», ha risposto oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a una domanda di una giornalista ucraina in cancelleria a Berlino.
Ore 13:39 - Zelensky: «Vogliamo la pace ma deve essere una pace giusta»
«Noi vogliamo la pace ma deve essere una pace giusta. L'Ucraina ha diritto alla sua integrità territoriale come tutti gli altri Paesi». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in cancelleria a Berlino, con il cancelliere Olaf Scholz.
Ore 13:41 - Cremlino: «L'Ucraina sponsor del terrorismo»
Il Cremlino afferma che l'Ucraina è diventata uno sponsor statale del terrorismo: «Kiev sponsorizza, istiga e perpetra gli omicidi di russi». Lo riporta la Tass.
Ore 14:34 - Peskov, partenariato con Armenia ha «un futuro brillante»
Le relazioni di partenariato tra Russia e Armenia hanno un futuro brillante, anche se ci sono situazione delicate. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, parlando all'emittente «Russia 1». «Si stanno ancora sviluppando partenariati avanzati, relazioni speciali che hanno profonde radici storiche. Siamo convinti che abbiano anche un futuro luminoso», ha detto Peskov.
Ore 14:07 - Zelensky: «Sconfitta russa "irriversibile" già quest'anno»
Il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, durante la sua visita in Germania, ha affermato che «già quest'anno l'Ucraina, insieme ai suoi partner, può rendere irreversibile la sconfitta della Russia nella guerra». Come riporta l'agenzai ucraina Unian, nella conferenza stampa a Berlino dopo il colloquio col cancelliere Olaf Scholz, Zelensky ha sottolineato che «è giunto il momento di agire». «Vogliamo tutti che questa guerra finisca finalmente, ma finisca con una pace giusta e onesta», ha aggiunto.
Ore 14:16 - Kiev: «Abbiamo abbattuto noi elicotteri e aerei a Bryansk»
Le forze di difesa aerea ucraine hanno abbattuto ieri 3 elicotteri e 2 aerei nella regione russa di Bryansk, al confine con l'Ucraina. Lo afferma il portavoce dell'aeronautica ucraina Yuri Ignat, in diretta tv sull'emittente nazionale. Ignat ha chiarito che i velivoli stavano volando in missione di combattimento verso il fronte. Lo riporta Ukrainska Pravda. In un primo momento, i servizi di emergenza russi avevano affermato che l'elicottero era precipitato a causa dell'incendio del motore, omettendo di dire che era stato abbattuto ed era esploso prima dello scoppio dell'incendio.
Ore 14:46 - Mosca: «È ovvio che Kiev sia coinvolta negli omicidi dei russi»
La Russia è sicura che l'Ucraina sia complice di attacchi contro i russi. Lo ha dichiarato alla televisione Rossiya-1 il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass. L'affermazione di Peskov arriva a seguito di una dichiarazione di Kyrylo Budanov, capo dell'intelligence militare ucraina, che qualche giorno fa si era rifiutato di rispondere sul coinvolgimento di Kiev negli attacchi in territorio russo aggiungendo, però, che avrebbero continuato «a uccidere russi ovunque sulla faccia di questo mondo». «È chiarissimo che dietro le uccisioni c'è il regime di Kiev. Non si limita a sponsorizzare queste uccisioni, ma le organizza, le istiga e le esegue», ha detto Peskov aggiungendo che la Russia costruirà le sue politiche tenendo conto di ciò che i servizi speciali di Mosca «sanno cosa bisogna fare dopo dichiarazioni del genere».
Ore 14:53 - Kiev: «I russi bombardano la regione di Kherson, ucciso un uomo»
Le forze armate russe hanno bombardato la regione di Kherson nel pomeriggio di oggi, uccidendo un uomo. Lo scrive su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale Oleksandr Prokudin. «L'artiglieria russa ha attaccato un edificio residenziale nel villaggio di Respubljanets. Un uomo di 64 anni, che si trovava nel suo giardino, è stato ferito mortalmente dal bombardamento» ha dichiarato Prokudin.
Ore 15:23 - Minsk: «Messi in assetto sistemi missilistici sul confine ovest»
La Bielorussia ha messo in assetto da combattimento sistemi missilistici tattici e a lancio multiplo sul confine occidentale del Paese. Lo ha dichiarato il canale televisivo del ministero della Difesa bielorusso, citato da Interfax. «I sistemi missilistici tattici e i sistemi missilistici a lancio multiplo sono posizionati ai confini occidentali. L'esercito dimostra chiaramente che i nostri sistemi Polonez e Tochka risponderanno immediatamente a qualsiasi tentativo di aggressione contro la Bielorussia», ha dichiarato il canale televisivo e ha aggiunto che stanno operando come parte del controllo di prontezza al combattimento.
Ore 15:53 - «Bombardata Marhanets, nella regione di Dnipropetrovsk»
Nel pomeriggio le forze russe hanno bombardato la comunità di Marhanets del distretto di Nikopol, nella regione di Dnipropetrovsk. Negli attacchi dei russi sono rimaste ferite due persone, un uomo e una donna, entrambi di 38 anni, che sono stati ricoverati in ospedale in condizioni non gravi. Lo sostiene su Telegram Serhiy Lysak, capo dell’Amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, come riporta Ukrinform.
Ore 15:57 - Zelensky nel NordReno Westfalia
Zelensky è arrivato nel NordReno-Westfalia proveniente da Berlino. Secondo informazioni della Dpa, è stato accompagnato a Aquisgrana dal cancelliere Olaf Scholz e accolto sul posto dal primo ministro del Land, il cristianodemocratico Hendrik Wuest. Zelensky verrà insignito del Premio Carlo Magno.
Ore 16:10 - Zelensky stasera a Parigi dopo le tappe a Roma e Berlino
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarà stasera a Parigi dopo le tappe a Roma e in Germania tra Berlino e Aquisgrana. Lo riferiscono fonti citate dalla France Presse.
Ore 16:40 - Isw, Kiev ha ripreso 16 km quadrati a Bakhmut in 3 giorni
L’Institute for the Study of War statunitense (Isw) sostiene che le forze ucraine hanno riconquistato oltre 16 chilometri quadrati di territorio a Bakhmut in tre giorni. «Il 13 maggio, il portavoce del gruppo delle forze orientali ucraine, il colonnello Serhiy Cherevaty, ha dichiarato che le forze ucraine hanno liberato 17,3 chilometri quadrati di territorio nella direzione di Bakhmut in tre giorni di contrattacchi. Isw ha valutato al 13 maggio che le forze ucraine hanno liberato 16,85 chilometri quadrati nell’area di Bakhmut durante i recenti contrattacchi», riferisce il think tank Isw nell’ultimo aggiornamento.
Ore 16:41 - «Bombe russe sulla regione di Kharkiv, morti due civili»
Le forze russe hanno bombardato un villaggio nella regione di Kharkiv, uccidendo due civili. Lo ha scritto su Telegram il responsabile dell’amministrazione militare locale, Oleh Syniehubov, come riportato da Ukrinform. «Gli occupanti hanno nuovamente bombardato le case dei civili nella regione di Kharkiv», ha dichiarato Syniehubov precisando che l’attacco è avvenuto sul villaggio di Starytsia, nel distretto di Chuhuiv. «Purtroppo, due civili sono stati uccisi nel bombardamento: una donna di 59 anni e un uomo di 65», ha concluso il responsabile dell’amministrazione militare locale.
Ore 17:08 - Scholz: «L’Ucraina fa parte della famiglia europea»
«In Europa si è consolidata una visione chiara: l’Ucraina è parte della nostra famiglia europea. Questo lo hanno sottolineato il presidente francese Emmanuel Macron, l’ex premier italiano Mario Draghi, il presidente rumeno Klaus Johannis ed io, un anno fa insieme a Kiev. E noi ci riconosciamo tutti in questa affermazione». Lo ha detto Olaf Scholz nel suo discorso in occasione della cerimonia di consegna del Karlspreis a Volodymyr Zelensky ad Aquisgrana.
Ore 17:34 - Von der Leyen: al fianco di Kiev fino all’impossibile
«Con il premio di oggi, inviamo un messaggio chiaro: siamo al fianco del presidente Volodymyr Zelensky. Siamo con il popolo ucraino. Siamo al loro fianco finché, insieme, non raggiungeremo l’impossibile». Lo ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, intervenendo ad Aquisgrana. «Siamo fermamente al loro fianco. Non parlo solo delle decine di miliardi di euro di sostegno, delle sanzioni a tappeto, o delle armi che abbiamo promesso e consegnato. Mi riferisco anche di accompagnare l’Ucraina nel suo cammino verso l’Unione. L’Ucraina si batte per i nostri valori», ha aggiunto.
Ore 17:43 - Kiev: riconquistate più di 10 posizioni nemiche a Bakhmut
L’esercito ucraino «continua ad avanzare» nei sobborghi di Bakhmut. «Oggi le nostre unità hanno catturato più di dieci posizioni nemiche a nord e a sud della periferia di Bakhmut e hanno ripulito una vasta area del massiccio forestale nel distretto di Ivanovo». Lo ha annunciato la vice ministra della Difesa ucraina Hanna Malyar su Telegram, aggiungendo che «soldati nemici» di diverse unità «sono stati catturati». «Fa molto caldo nella stessa Bakhmut. Il nemico ha raccolto lì tutte le sue forze e sta cercando di avanzare, distruggendo tutto sul suo cammino. Sono in corso feroci battaglie», ha sottolineato la viceministra.
Ore 17:45 - Il punto militare | Avanzata a Bakhmut: sta per cominciare la controffensiva ucraina?
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) «Ancora qualche visita e poi lanceremo l’offensiva». La dichiarazione di Volodymyr Zelensky in Germania indica la necessità di disporre di ogni singola cartuccia ed evitare un’azione «prematura», come lui stesso ha sottolineato. I russi, invece, sostengono che l’operazione è iniziata alludendo agli assalti a Bakhmut. Meno schematico è quanto racconta il campo, dove ognuno si prepara in vista di uno scontro ampio.
Ore 18:12 - Zelensky: «Vinceremo contro l’aggressore ma solo insieme»
«Dobbiamo vincere e dobbiamo sconfiggere l’aggressore». Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo aver ricevuto il Kralspreis ad Aquisgrana. «Noi riusciremo a compiere la nostra missione ma soltanto insieme», ha aggiunto.
Ore 19:33 - Eliseo: «Macron e Zelensky parleranno di urgenze militari»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è atteso a Parigi per cena dal presidente francese Emmanuel Macron. Secondo una nota dell’Eliseo i due leader discuteranno delle «urgenti necessità militari e umanitarie dell’Ucraina».
Ore 18:24 - Macron: «Mosca verso una forma di vassallaggio verso la Cina»
La Russia sta entrando in una «forma di vassallaggio verso la Cina». Lo sostiene il presidente francese Emmanuel Macron in un’intervista al quotidiano L’Opinion. «La Russia ha già perso geopoliticamente» la guerra in Ucraina, ha aggiunto Macron, riferendosi alle relazioni di Mosca con i suoi alleati tradizionali, con la Cina o a proposito dell’allargamento della Nato a Svezia e Finlandia.
Ore 18:30 - Podolyak: «Bakhmut è il preludio della controffensiva»
A Bakhmut «l’Ucraina ha preso l’iniziativa. Ciò non significa che verrà liberata domani. Ma i combattimenti pesanti continueranno» e «in un senso più ampio, Bakhmut è il preludio di una controffensiva. È la porta che apre la possibilità all’Ucraina di lanciare una controffensiva di successo». Lo ha dichiarato il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak in un’intervista alla Bild, aggiungendo che «la controffensiva non è un evento unico che è iniziato oggi e finisce domani. Si tratta di molte azioni, alcune delle quali sono già in corso.(...) Esistono già piccoli progressi locali in diverse parti della regione di Donetsk».
Ore 20:48 - Zelensky è a Parigi: «Il legame con l’Europa si rafforza»
Zelensky è atterrato a Parigi per una «cena di lavoro» con Macron. Dalla capitale francese ha scritto su Telegram: «Ogni visita, le capacità difensive e offensive dell’Ucraina aumentano. Il legame con l’Europa si rafforza e la pressione sulla Russia aumenta. Incontrerò il mio amico Emmanuel. Discutiamo i punti più importanti delle relazioni bilaterali».
Ore 21:38 - Zelensky accolto all’Eliseo da Macron
Zelensky è stato accolto sulla scalinata dell’Eliso da Macron. La Guardia repubblicana ha reso gli onori a Zelensky, nel cortile dell’Eliseo. I due leader ceneranno insieme al palazzo presidenziale.
Ore 22:49 - Macron saluta Zelensky su Twitter: «Benvenuto amico della Francia»
«Caro presidente Zelensky, amico della Francia, benvenuto». Lo ha scritto su Twitter il presidente francese, Emmanuel Macron, dopo aver accolto il suo omologo ucraino all’Eliseo.
Ore 23:34 - Attacco russo a Khmelnytsky, colpito un deposito di carburante
Ore 23:48 - Zelensky: «Ucraina e Francia difendono la libertà e la sicurezza dell'Europa»
«L'Ucraina e la Francia difendono insieme la libertà e la sicurezza dell'Europa! Ogni giorno avviciniamo tutti gli ucraini e gli europei alla pace». Lo scrive su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ricevuto stasera all'Eliseo da Emmanuel Macron.
Estratto dell’articolo di Giovanni Ruggiero per open.online il 14 maggio 2024.
Su come e quando partirà la controffensiva ucraina Volodymyr Zelensky ha volutamente risposto con vaghezza durante l’intervista a Porta a porta alla fine della sua visita in Italia ieri 13 maggio.
[…] E se da un lato Zelensky ha ribadito la totale estraneità di Kiev al presunto attacco con i droni sul Cremlino, i suoi piani non escluderebbero un’escalation del conflitto lungo una direzione più audace, secondo quanto rivela il Washington post che cita nuovi passaggi dei documenti militari Usa ritrovati settimane fa nelle chat su Discord.
[…] Zelensky non escluderebbe di portare il conflitto oltre i confini ucraini, colpendo il territorio russo, fino a ipotizzare «l’occupazione di villaggi in Russia per avere più leva su Mosca, bombardare un oleodotto che trasferisce il petrolio russo all’Ungheria – tra i paesi Ue considerato più vicino al Cremlino ma anche membro della Nato – e usare missili a lungo raggio per colpire la Russia nei suoi confini».
Nei documenti del Pentagono […] emerge che Zelensky in una riunione dello scorso gennaio ha suggerito di mettere a segno attacchi in Russia. In un altro vertice a fine febbraio con il generale Valery Zalnzhny, l’ufficiale più alto in grado delle forze ucraine, Zelensky si è detto «preoccupato perché l’Ucraina non ha missili a lungo raggio in grado di raggiungere gli schieramenti di truppe russe in Russia né altro con cui attaccarli».
Per questo, il presidente ucraino avrebbe suggerito di «attaccare luoghi non specificati a Rostov», regione russa poco distante dal confine ucraino, sfruttando i droni. L’ipotesi di colpire invece l’oleodotto tra Russia e Ungheria è emerso in un incontro a metà febbraio con il vice ministro Yuliya Svrydenko. In quell’occasione Zelensky ha indicato di «far saltare in aria» l’oleodotto Druzhba, con l’obiettivo di «distruggere l’industria di Viktor Orban, che si basa pesantemente sul petrolio russo».
I funzionari dell’intelligence Usa spiegano nei dettagli delle conversazioni intercettate che Zelensky in quelle riunioni stava «esperimento rabbia nei confronti dell’Ungheria e quindi potrebbe fare minacce iperboliche e prive di significato». […] Proprio al quotidiano Usa, Zelensky aveva smentito di avere intenzione di occupare parti della Russia, bollando quella fuga di notizie dell’intelligenze statunitense come «fantasie», pur difendendo il suo diritto di usare tattiche non convenzionali nella difesa del suo paese.
Zelensky rientra in Ucraina: «Avremo armi nuove e più potenti». Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 15 maggio 2023.
Le notizie sulla guerra di lunedì 15 maggio. Ambasciatore ucraino in Vaticano: «Nessuna crisi». Il doppio gioco di Prigozhin: la ritirata degli ucraini da Bakhmut in cambio delle posizioni delle truppe dell'esercito russo.
• Gli ucraini avanzano a Bakhmut: conquistate 10 postazioni russe.
• Il punto militare: quando inizierà la controffensiva?
• Zelensky a Parigi dopo il tour in Italia e Germania.
• La Bielorussia schiera sistemi missilistici al confine ovest.
Ore 23:46 - Zelensky da Macron: «Con la Francia difendiamo la sicurezza dell’Europa»
«L’Ucraina e la Francia difendono insieme la libertà e la sicurezza dell’Europa! Ogni giorno avviciniamo tutti gli ucraini e gli europei alla pace». Lo scrive su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ricevuto stasera all’Eliseo da Emmanuel Macron.
Ore 00:45 - La Francia promette nuovi carri armati all’Ucraina
«Nelle prossime settimane, la Francia formerà e attrezzerà diversi battaglioni con decine di veicoli blindati e carri leggeri, fra cui degli Amx-10Rc»: lo si legge in un comunicato congiunto al termine della cena di lavoro all’Eliseo fra il presidente francese Emmanuel Macron e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 00:46 - Macron e Zelensky chiedono nuove sanzioni per la Russia
Il presidente francese Emmanuel Macron e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky chiedono nuove sanzioni contro la Russia dopo il loro vertice bilaterale a Parigi.
Ore 01:08 - Il Washington post: «Nato tratta adesione Kiev, per ora nessun invito»
Fra i paesi membri della Nato c’è un «consenso» sul fatto che non ci sarà alcun invito formale all’Ucraina per l’adesione all’alleanza al prossimo vertice dell’11 e 12 luglio. Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti, secondo le quali i membri della Nato stanno trattando per determinare i prossimi passi per l’Ucraina cercando di risolvere le divisioni esistenti su quanto velocemente Kiev potrebbe aderire. I paesi dell’Europa orientale premono per passi concreti verso l’adesione, incluso l’impegno a una tabella di marcia per l’accesso di Kiev, mentre gli Stati Uniti e alcuni paesi dell’Europa Occidentale premono per passi più contenuti. Le trattative si sono intensificate nelle ultime settimane in vista del vertice.
Ore 07:15 - Washington Post: «Prigozhin offrì all’Ucraina la posizione delle truppe russe in cambio del ritiro di quelle di Kiev»
Prigozhin, leader della Wagner, avrebbe offerto al governo ucraino la posizione delle forze russe in cambio del ritiro delle truppe di Kiev dalla città assediata di Bakhmut, dove i mercenari stavano registrando pesanti perdite. A riportarlo è il Washington Post che spiega che Prigozhin avrebbe trasmesso la proposta ai suoi contatti all’interno dell’intelligence militare ucraina, con i quali ha mantenuto comunicazioni segrete durante la guerra, stando a quanto rivelano documenti dell’intelligence statunitense precedentemente non dichiarati trapelati sulla piattaforma Discord. I contatti sono stati confermati anche da due ufficiali ucraini.
Ore 07:18 - Macron: «Addestreremo ed equipaggeremo i battaglioni ucraini»
«Per far fronte all’aggressione della Russia la Francia continuerà a fornire sostegno politico, finanziario, umanitario e militare agli ucraini finché sarà necessario. Nelle prossime settimane, quindi, addestreremo ed equipaggeremo diversi battaglioni ucraini con decine di veicoli blindati e carri armati leggeri». Così su Twitter il presidente francesce Emmanuel Macron al termine dell’incontro con Volodymyr Zelensky.
«Per aiutare a proteggere la popolazione dagli attacchi russi, la Francia sta concentrando i suoi sforzi sulle capacità di difesa aerea dell’Ucraina. Per rafforzare la capacità dell’Ucraina di perseguire i crimini di guerra, abbiamo inviato sul campo due laboratori mobili di Dna. Questa assistenza continuerà a crescere. Non ci deve essere impunità. Per assicurare alla giustizia i responsabili dei crimini di guerra, insieme all’Ucraina ribadiamo il nostro sostegno alle indagini della Corte penale internazionale. Dobbiamo anche garantire - ha proseguito - il perseguimento della leadership politica. Stiamo lavorando per la creazione di un tribunale ad hoc. E il nuovo Centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione contro l’Ucraina deve essere avviato al più presto».
«Per una pace giusta e duratura, la Francia sostiene l’iniziativa dell’Ucraina. Il piano di pace ucraino prevede una serie di obiettivi importanti, sui quali la Francia sta già lavorando. Siamo pronti a fare del nostro meglio per mobilitare la comunità internazionale. Dobbiamo garantire la più ampia partecipazione possibile a un vertice mondiale per la pace nei prossimi mesi. La Francia rimane fortemente impegnata per l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti. Concludo questo messaggio rendendo omaggio alla determinazione e al coraggio del popolo e delle forze armate ucraine: non solo state difendendo la vostra nazione sotto attacco della Russia, ma state anche contribuendo alla sicurezza del nostro continente, l’Europa. Ucraini, caro Volodymyr, a nome mio e della nazione francese, potete contare sul nostro sostegno, sulla nostra amicizia e sulla nostra fratellanza», ha concluso Macron.
Ore 07:21 - Zelensky: «Russia sconfitta già entro quest’anno». Scholz: «Mosca si ritiri»
(di Marta Serafini)
DALLA NOSTRA INVIATA - «La sconfitta russa sarà irreversibile e arriverà già quest’anno». Da Roma vola a Berlino il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, scortato dai caccia tedeschi per una nuova tappa del suo tour europeo volto a rafforzare i legami con gli alleati europei e stringere i tempi sulla consegna delle armi.
Una visita sicuramente soddisfacente per Kiev dopo mesi di rapporti tesi con Berlino. Dalla Germania, in particolare, arriva la conferma della consegna di nuove forniture militari per un valore complessivo di 2,7 miliardi di euro. Alla volta di Kiev partiranno quattro sistemi antiaerei, numerosi Gepard, una trentina di Leopard e un centinaio di carri armati blindati. «Ancora qualche altra visita e poi saremo pronti per l’offensiva», ha dichiarato Zelensky. (...)
Ore 07:48 - Zelensky al Washington Post: «Munizioni e meteo cruciali per la riuscita della controffensiva»
Il presidente ucraino Zelensky, in una lunga intervista al Washington Post, ha dichiarato che i preparativi per la controffensiva delle forze ucraine «per noi sono una questione prioritaria, perciò abbiamo dovuto preparare i nostri piani in anticipo. La verità è questa: ci sono problemi in diverse aree, e il primo riguarda ovviamente le munizioni. Dico che questa è una priorità non per lamentarmi, ma perché è una risorsa senza la quale una controffensiva è impossibile». Il presidente ucraino ha anche fatto riferimento alle perdite di armamenti e personale subiti dall'Ucraina: «Il punto è di avviare una controffensiva e di non perdere il territorio di cui assumiamo il controllo. Siamo più forti, penso che siamo più motivati della Russia. Ciononostante, dobbiamo essere pronti a tutto, accumulare armi e personale motivato», ha spiegato il presidente, sostenendo che «la nostra tattica, sin dall'inizio della guerra e prima della guerra (...) è stata di mantenere il controllo di tutto il nostro territorio ma risparmiando più personale possibile».
Un altro fattore cruciale per la riuscita della controffensiva sono le condizioni meteorologiche: il fango ha impedito sinora la conduzione di vaste manovre sul campo, ma ha anche posto significative difficoltà per le forze russe, come riconosciuto da Zelensky: «Hanno fallito la loro offensiva. Hanno parzialmente fallito. Vediamo che di volta in volta tentano di attaccare, ma sono intrappolati nel fango e dalle loro decisioni, e nel fango della scarsa motivazione del loro personale militare». Secondo Zelensky, «ovunque i russi hanno ottenuto successi parziali, o successi limitati nel tempo, e poi sono stati nuovamente respinti dalle nostre truppe». Zelensky ha dichiarato inoltre che il rifiuto delle autorità ucraine di fornire indicazioni in merito alle perdite militari subite da Kiev «è una decisione generale delle nostre forze armate. Tutto questo verrà reso noto dopo la fine della guerra. Conosciamo le perdite, contiamo ogni persona, e questa, ovviamente, è una delle cose che saranno del tutto accessibili al mondo intero».
Ore 07:54 - Il doppio gioco di Prigozhin: la ritirata degli ucraini da Bakhmut in cambio delle posizioni delle truppe dell'esercito russo (che non sono le sue)
(di Marta Serafini)
KRAMATORSK - Evgeny Prigozhin, il capo del gruppo Wagner, a fine gennaio ha offerto al governo ucraino la posizione delle forze russe in cambio del ritiro delle truppe di Kiev dalla città assediata di Bakhmut, dove i mercenari Wagner stavano registrando pesanti perdite. Lo riporta il Washington Post.
Il giornale statunitense spiega che Prigozhin avrebbe trasmesso la proposta ai suoi contatti all'interno dell'intelligence militare ucraina, con i quali ha mantenuto comunicazioni segrete durante la guerra, stando a quanto rivelano documenti dell'intelligence statunitense trapelati sulla piattaforma Discord. (...)
Ore 08:03 - Isw: «La Russia attacca su Kiev, obiettivo la capacità controffensiva»
Serie sempre più regolari di attacchi russi con droni e missili fanno probabilmente parte di una nuova campagna incentrata su Kiev volta a degradare le capacità ucraine di condurre operazioni di controffensiva, secondo l'analisi dell'Istituto per lo studio della guerra (Isw) citata dal Kyiv Independent. I recenti attacchi hanno preso di mira Kiev e «presunte strutture militari, industriali e logistiche ucraine». La scelta degli obiettivi, insieme con l'utilizzo dei droni Shahed per sopraffare le difese aeree ucraine, suggerisce che la capacità di controffensiva sia l'obiettivo della nuova campagna aerea russa, secondo il rapporto. Isw sottolinea che le forze russe hanno condotto un'altra serie di attacchi con droni e missili sabato e domenica notte, dopo che le forze hanno condotto almeno 10 serie di attacchi in tutta l'Ucraina dal 19 aprile.
Ore 08:20 - Zelensky a Londra: «Incontrerò il mio amico Rishi (Sunak)»
«Il Regno Unito è un leader quando si tratta di espandere le nostre capacità a terra e in volo. Questa collaborazione continuerà oggi. Incontrerò il mio amico Rishi. Condurremo negoziati sostanziali faccia a faccia e nelle delegazioni», ha scritto pochi minuti fa il presidente ucraino Volodymyr Zelensky annunciando di essere a Londra per un incontro con il premier britannico Rishi Sunak. Un'ulteriore tappa, aggiunta a sorpresa, del tour che lo ha portato a Roma, Berlino e poi ieri sera a Parigi.
Ore 08:22 - Ambasciatore ucraino in Vaticano: «Non c'è scontro, siamo in uno dei momenti di massima intensità nei nostri rapporti»
Quello tra il presidente ucraino Zelensky e il Papa è stato «un colloquio franco e fruttuoso» e la «falsa impressione» che non sia andata così «viene dal fatto che prima dell'incontro le due parti non hanno chiarito le loro rispettive precondizioni, ma in realtà è stato ricco per entrambi». Così al Corriere della Sera l'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andrij Yurash.
«Noi - ha ribadito il diplomatico - chiediamo che qualsiasi proposta tenga ben presente la situazione sul terreno, oltre alle proposte ucraine e ai principi del diritto internazionale. E non c'è dubbio che la legge internazionale riconosca il diritto alla nostra indipendenza e integrità. Se la mediazione vaticana include i punti del piano di pace ucraino, certo sarà molto bene accetta. Non c'è scontro, non abbiamo dubbi sul fatto che la Santa Sede possa decidere di cooperare anche soltanto con alcuni dei dieci punti che compongono il nostro piano». Il diplomatico nega ogni crisi tra Vaticano e Kiev: «Al contrario, siamo in uno dei momenti di massima intensità nei nostri rapporti». Rispetto a una visita del Papa a Kiev e Mosca «dubito sia possibile la tappa a Mosca. Il nostro invito al Papa resta valido. Zelensky lo ha reiterato, siamo in attesa».
Ore 09:02 - La Gran Bretagna consegnerà missili antiaerei e droni a lungo raggio, l'annuncio
«Oggi il primo ministro (Rishi Sunak) confermerà (a Volodymyr Zelensky) l'ulteriore fornitura da parte del Regno Unito di centinaia di missili di difesa aerea e ulteriori sistemi aerei senza pilota, tra cui centinaia di nuovi droni d'attacco a lungo raggio con una portata di oltre 200 km», si legge in un comunicato di Downing Street che conferma l'incontro a Londra fra Sunak e il presidente ucraino Voldymyr Zelensky. «Questi saranno tutti consegnati nei prossimi mesi mentre l'Ucraina si prepara a intensificare la sua resistenza all'invasione russa in corso». L'incontro a avrà luogo nella residenza del primo ministro a Chequers.
Ore 09:23 - Inizia la missione a Mosca e Kiev dell'inviato cinese: «La Cina promuove attivamente i colloqui di pace»
Parte oggi la missione del rappresentante speciale cinese Li Hui in Ucraina e altri quattro Paesi, tra cui la Russia, per cercare una soluzione al conflitto tra Mosca e Kiev. La missione è stata annunciata dal portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin. Le visite in Ucraina, Polonia, Francia, Germania e Russia serviranno a «comunicare con tutte le parti in merito alla soluzione politica della crisi ucraina», aveva detto il portavoce, aggiungendo che dallo scoppio della crisi, «la Cina ha sempre mantenuto una posizione obiettiva e imparziale, promuovendo attivamente i colloqui di pace». Li Hui sarà il funzionario cinese più alto in grado a visitare l'Ucraina dall'inizio dell'aggressione russa, e la visita «dimostra che la Cina è fermamente dalla parte della pace» e Pechino, ha aggiunto Wang Wenbin, «è disposta a continuare a svolgere un ruolo costruttivo nella costruzione di un maggiore consenso internazionale sul cessate il fuoco e l'apertura di colloqui di pace e per evitare l'escalation della situazione».
Li Hui, fino al 2019 ambasciatore in Russia, è il rappresentante speciale per gli Affari Euro-asiatici del governo cinese, ed è stato nominato il mese scorso dal presidente Xi Jinping, dopo il primo colloquio telefonico con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dall'inizio della guerra. Un colloquio «lungo e significativo», lo ha descritto Zelensky, nel quale Xi ha sottolineato che la Cina intende promuovere la pace. La missione dell'inviato cinese sarà vista con attenzione in Occidente, per i legami tra Pechino e Mosca, e per la posizione cinese rispetto alla guerra. La Cina non ha mai condannato la Russia per l'invasione dell'Ucraina e si presenta come neutrale rispetto al conflitto, una posizione criticata settimana scorsa dalla ministro degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock (all'indomani dell'incontro con l'omologo cinese, Qin Gang, in visita a Berlino) che ha chiesto alla Cina di «nominare chiaramente l'aggressore». Pechino ha avanzato, a febbraio scorso, un piano in dodici punti per la soluzione politica del conflitto, dove sono ribaditi alcuni dei punti chiave della Cina per arrivare a una soluzione del conflitto, e che finora è stato accolto freddamente in Occidente. L'inizio del viaggio dell'inviato cinese giunge nel pieno della missione in diversi Paesi europei del presidente ucraino, cominciata sabato scorso dall'Italia: a Roma, Zelensky aveva sottolineato che Xi gli aveva assicurato che la Cina non avrebbe venduto armi alla Russia.
Ore 09:58 - Bielorussia, dubbi sullo stato di salute di Lukashenko: assente da eventi pubblici dal 9 maggio
Alexandr Lukashenko anche ieri non è apparso in pubblico, nel corso della cerimonia per il Giorno della bandiera, un'importante celebrazione nazionale. Crescono i dubbi sullo stato di salute del presidente della Bielorussia: secondo l'agenzia Nexta dal rientro da Mosca, Lukashenko è scomparso dai radar. Ieri è stato il quinto giorno di fila senza apparizioni pubbliche. Lukashenko, subito dopo la parata a Mosca, secondo le ricostruzioni, è ripartito frettolosamente a causa delle sue condizioni di salute, senza partecipare al pranzo offerto da Vladimir Putin. Un'ambulanza lo ha accompagnato all'aeroporto. Secondo alcune notizie che sono circolate in questi giorni, il presidente è stato ricoverato al Republican Clinical Medical Center l'11 maggio e di recente diversi specialisti del Centro di chirurgia cardiovascolare sono spesso volati da Mosca a Minsk per curare Lukashenko.
Ore 10:10 - Sunak agli alleati: «Aiutare Kiev in un momento cruciale»
Il premier britannico Rishi Sunak ha lanciato un appello globale agli alleati occidentali per sostenere militarmente l’Ucraina «in questo momento cruciale», riferendosi alla controffensiva delle truppe di Kiev per respingere l’invasione russa. È quanto si legge nel comunicato diffuso da Downing Street diffuso prima dell’incontro col presidente Volodymyr Zelensky a Chequers, la residenza ufficiale di campagna del primo ministro. Sunak si impegna a portare avanti il suo appello nel corso dei prossimi vertici internazionali al Consiglio d’Europa e nel G7.
Ore 10:30 - Kiev: «L’inviato cinese sarà in Ucraina domani e mercoledì»
L’inviato cinese Li Hui, rappresentante speciale per gli affari eurasiatici incaricato di discutere una soluzione alla guerra in Ucraina, visiterà Kiev domani e mercoledì: lo ha dichiarato all’Afp un alto funzionario del governo ucraino. «Sarà a Kiev il 16 e il 17 maggio», ha dichiarato il funzionario a condizione di anonimato. Secondo Pechino, Li Hui, ex ambasciatore cinese in Russia, si recherà da lunedì in Ucraina, Polonia, Francia, Germania e Russia per discutere di «una soluzione politica della crisi ucraina».
Ore 10:38 - Prigozhin: «Sono fake news i leak dagli Usa su di me»
Il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha smentito come una «fake news» il contenuto di alcuni leak usciti negli Usa secondo i quali avrebbe indicato alle forze ucraine posizioni delle truppe russe da bombardare. Dietro a queste presunte rivelazioni, afferma in un video Prigozhin, potrebbe esserci «qualche giornalista in cerca di clamore» oppure qualche «compagno» dell’establishment. «Cercheranno di buttare su di me tanta merda quanto potranno», afferma ancora il capo della Wagner.
Ore 11:16 - Kiev: «4 morti in attacchi a est, colpito un ospedale»
Si contano quattro morti in un attacco russo nell’est dell’ucraina, stando a fonti ufficiali ucraine le quali aggiungono che è stato colpito un ospedale.
Ore 09:38 - Ucraina: «Primo successo nell'offensiva a Bakhmut»
I militari ucraini parlano di un «primo successo» nell'offensiva nella zona di Bakhmut, nell'est dell'Ucraina. «L'avanzata delle truppe nella direzione di Bakhmut» è «il primo successo dell'offensiva» a difesa di questa città che i russi tentano di conquistare da mesi, secondo il comandante delle forze di terra delle Forze Armate ucraine, Oleksandr Syrsky. Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa di Kiev.
Ore 11:24 - Kiev: «Situazione difficile a Bakhmut, russi portano truppe»
«Tutto è difficile a Bakhmut e dintorni. Molto. Nonostante tutto, le nostre truppe sono riuscite ad avanzare per diversi giorni». Lo scrive su Telegram la viceministra della Difesa ucraina Hanna Malyar sottolineando che «i russi non cambiano i loro obiettivi. Stanno trascinando le loro unità d’assalto anfibie alla periferia di Bakhmut. I pesanti combattimenti continuano. La difesa di Bakhmut continua».
Ore 11:28 - Zelensky: «Felice di incontrare Sunak, lavoriamo alla vittoria»
«Felice di incontrare di nuovo il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak. Continuiamo il nostro lavoro per la vittoria dell’Ucraina». Lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, pubblicando una foto con Sunak al suo arrivo a Chequers, in Regno Unito.
Ore 11:50 - Cremlino: «Il leak su Prigozhin ha l’aria di una bufala»
«Ha tutta l’aria di una bufala» il leak del Pentagono pubblicato dal Washington Post secondo il quale il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin avrebbe fornito coordinate agli ucraini per bombardare le truppe russe. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Ria.
Ore 12:11 - Cremlino: «Vassalli della Cina? Macron ha visione errata»
Il Cremlino è «in totale disaccordo» con l’affermazione del presidente francese Emmanuel Macron che ha parlato di un «vassallaggio» della Russia nei confronti della Cina. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov citato dall’agenzia Ria Novosti. Le parole di Macron, pronunciate in un’intervista all’Opinion, riflettono una comprensione completamente errata di quanto sta avvenendo, ha aggiunto Peskov.
Ore 12:21 - Michel: «Aiuti militari veloci cruciali per controffensiva»
«Stiamo seguendo da vicino la situazione sui campi di battaglia dell’Ucraina che sta respingendo gli invasori. Proprio ora l’Ucraina ha bisogno di più supporto militare e veloce. Questo sarà cruciale per la sua controffensiva. Gli analisti stanno lavorando duramente per fornire all’Ucraina ciò di cui hanno bisogno». Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nella conferenza stampa con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sui prossimi impegni internazionali.
Ore 12:25 - Kiev: «Nave russa con missili Kalibr sul Mar d’Azov»
Nel Mar d’Azov attualmente ci sono due navi russe, tra cui un vettore di missili da crociera Kalibr con una salva totale di 8 unità. Lo riporta la Marina delle forze armate ucraine su Facebook. Per molto tempo sul Mar d’Azov c’è stata solo una nave russa senza missili e, come sostengono diversi osservatori militari, la controffensiva delle truppe di Kiev potrebbe muovere in direzione sud proprio verso il Mar d’Azov. La Marina delle forze armate ucraine riporta anche la presenza di 6 navi russe in allerta nel Mar Nero e altre 5, tra cui una che trasporta fino a 4 missili Kalibr, nel Mar Mediterraneo.
Ore 12:32 - Von der Leyen: «Creare registro danni di Mosca in Ucraina»
Al summit del Consiglio d’Europa si discuterà come rendere la Russia responsabile per la guerra in Ucraina e l’Ue promoverà l’istituzione di un registro sui danni provocati da Mosca nel corso del conflitto. «Sarà un primo passo importante per la compensazione», ha spiegato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Ore 12:33 - Arrivato a Roma il nuovo ambasciatore di Mosca Paramonov
È arrivato a Roma il nuovo ambasciatore della Russia in Italia, Alexey Vladimirovich Paramonov. Lo ha riferito attraverso una nota la stessa ambasciata russa. Paramonov è stato nominato ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Federazione Russa presso la Repubblica Italiana, e contemporaneamente anche presso la Repubblica di San Marino. Nato nel 1962, il diplomatico russo e’ laureato in Relazioni economiche internazionali e parla italiano, inglese e francese. Dopo aver svolto tra il 1986 e il 1988 il servizio militare di leva presso le Forze armate dell’Urss con il grado di tenente, ha ricoperto diversi incarichi in ambito diplomatico. Paramonov è stato insignito nel 2011 della medaglia dell’Ordine al merito per la patria di II classe e nel 2020 del Certificato d’onore del presidente della Federazione Russa.
Ore 12:43 - 007 Kiev: «152 mila russi si preparano alla difesa nel sud»
Circa 152 mila truppe russe sono ora concentrate nei territori occupati delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia, e le loro azioni indicano che si stanno preparando alla difesa. A sostenerlo è il rappresentante dell’intelligence del ministero della Difesa dell’Ucraina, Andriy Chernyak, sottolineando che «al momento non stiamo registrando alcun ritiro di truppe» in quelle regioni. «C’è un certo movimento: portano via qualcosa, evacuano qualcuno, cercano di rubare qualcosa, ma non vediamo un vero ritiro», ha detto Chernyak citato da Ukrainska Pravda. I russi stanno rafforzando le loro fortificazioni e costruendone di nuove, ha aggiunto.
Ore 12:49 - Kiev: «Abbattuti 2 droni russi nei pressi di Bakhmut»
All’alba di oggi le forze ucraine hanno abbattuto due droni russi nei pressi di Bakhmut grazie ai cannoni anti-drone. Lo riporta su Telegram il Servizio di frontiera statale ucraino. «Nei pressi della città-fortezza di Bakhmut, i nostri combattenti hanno contrastato con successo i droni degli occupanti. All’alba, gli uomini della ricognizione aerea nemica hanno deciso di raggiungere l’obiettivo utilizzando 2 UAV contemporaneamente. Le guardie di frontiera erano pronte, così come il loro cannone anti-drone: entrambi gli `uccelli´ nemici sono atterrati» ha scritto su Telegram il Servizio di frontiera statale.
Ore 12:52 - Zelensky: «Con la Gran Bretagna lavoriamo a una “coalizione per i jet”»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto al termine dei colloqui a Chequers col premier britannico Rishi Sunak che stanno lavorando alla creazione di «una coalizione per i jet» da guerra da fornire a Kiev. «Nel prossimo futuro sentirete alcune decisioni molto importanti, ma dobbiamo lavorarci ancora un po’», ha aggiunto Zelensky.
Ore 13:05 - Kiev: i russi costruiscono fortificazioni a Mariupol
Le forze russe si stanno preparando per la difesa di Mariupol e hanno costruito fortificazioni nella città occupata e nei villaggi vicini. Lo denuncia il consigliere del sindaco ucraino di Mariupol, Petro Andryushchenko, pubblicando su Telegram immagini che ritraggono - secondo quanto riferito - le fortificazioni russe. «Fossati, bunker di cemento con punti di tiro. Tutto è camuffato. Tutte le fortificazioni sono state costruite negli ultimi mesi. Vicino a ogni ponte sui fiumi Kalchik e Kalmius. Per tutta la loro lunghezza a Mariupol e nei villaggi della periferia», ha scritto Andryushchenko. «I russi si stanno preparando. Si stanno preparando a combattere per Mariupol», ha aggiunto, invitando i residenti locali a lasciare la città.
Ore 13:06 - Michel: decisione su negoziati per Kiev in Ue a fine anno
Sull’apertura dei negoziati di adesione dell’Ucraina «la Commissione varerà un rapporto a ottobre e sarà un importante documento, poi inserirò il punto in agenda entro fine anno». Lo ha detto il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, in conferenza stampa spiegando che gli Stati membri decideranno sulla base della relazione della Commissione e «dei progressi» fatti da Kiev.
Ore 13:08 - Von der Leyen: tanti passi per adesione ma resta da fare
«Sono stati fatti molti progressi» per l’avvio dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’Ue «ma resta ancora del lavoro da fare. Alcuni passi, dei setti previsti, sono stati già fatti ma altri sono ancora in corso». Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in conferenza stampa con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. «Dipende dal Paese candidato quanto veloce procede e quanto è buona la qualità del lavoro compiuto, poi noi presentiamo agli Stati Ue le opzioni su come andare avanti», ha spiegato. Von der Leyen ha ricordato che «a giugno la Commissione presenterà un rapporto orale, intermedio, sui progressi dell’Ucraina e ottobre sarà invece presentato il rapporto completo» sulla base del quale si esprimeranno gli Stati per decidere l’eventuale avvio dei negoziati.
Ore 13:41 - 007 di Kiev sui leak di Prigozhin: no comment ma l’Ucraina fa di tutto
La Direzione principale dell’intelligence ucraina (Mdi) non conferma né smentisce l’articolo del Washington Post secondo cui Yevgeny Prigozhin, fondatore del Gruppo Wagner, avrebbe offerto loro informazioni sulle posizioni dell’esercito russo in cambio del ritiro delle forze armate ucraine da Bakhmut. Ma «è chiaro che l’Ucraina sta facendo tutto il possibile per proteggere i propri interessi nazionali, per de-occupare effettivamente il territorio», afferma Andrei Yusov, portavoce della Direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa. Il portavoce della Mdi ha chiarito che Kiev utilizza diversi metodi e mezzi per ottenere le informazioni necessarie e ha spiegato che «non credo che dovremmo commentare con voi questo».
Ore 13:09 - Mosca, abbattuto il primo Storm Shadow in Ucraina
Il ministero della Difesa russo ha detto che le forze di Mosca in Ucraina hanno abbattuto il primo missile da crociera Storm Shadow fornito dalla Gran Bretagna a Kiev. Lo riferiscono le agenzie russe.
Ore 13:50 - Russia: media: agli alti funzionari è vietato dimettersi
Agli alti funzionari russi sarebbe stato informalmente proibito di dimettersi durante la guerra in Ucraina e alcuni sarebbero stati minacciati di ripercussioni penali nel caso in cui lo facessero: lo sostiene la testata investigativa iStories citando quattro proprie fonti in un articolo ripreso anche dal Moscow Times. «So di almeno due casi in cui dei governatori hanno cercato di lasciare i loro posti, ma non solo non è stato loro permesso dal dipartimento per le politiche interne (dell’amministrazione presidenziale) ma è stato anche accennato il fatto che potrebbero essere perseguiti penalmente», dice a iStories un ex funzionario dei servizi di sicurezza russi (Fsb). Le fonti di iStories affermano che siano possibili eccezioni al presunto divieto trattandosi di qualcosa di informale e non legale: per esempio, sempre secondo il giornale, i funzionari potrebbero essere sollevati dai loro incarichi per motivi di salute o per casi di corruzione.
Ore 14:03 - Filorussi: «Esplosione nel centro di Lugansk, 4 feriti»
L’agenzia di stampa statale russa Tass, citando i servizi di emergenza dei separatisti filorussi, riferisce che quattro persone sarebbero rimaste ferite in un’esplosione nel centro di Lugansk, nel Donbass occupato dalle forze russe. Precedentemente la Tass, citando il canale televisivo Lugansk-24, riferiva di un’esplosione a Lugansk vicino alla sede della compagnia radiotelevisiva dei separatisti.
Ore 14:14 - Regno Unito: «Non è prevista una nostra fornitura di jet militari a Kiev»
La Gran Bretagna non ha intenzione di inviare jet da combattimento in Ucraina dopo che Kiev ha espressamente indicato di voler utilizzare gli F-16. Lo ha precisato il portavoce del primo ministro Rishi Sunak, sottolineando che la Raf non dispone di quel tipo di velivoli ma ha in dotazione i più sofisticati Typhoon e F-35. «Si sta discutendo con altri Paesi che utilizzano gli F-16», ha detto ancora il portavoce. Come dichiarato in precedenza da Downing Street, il Regno Unito si occuperà dell’addestramento di piloti ucraini, iniziando in estate con dei corsi di volo base per fornire capacità applicabili a diverse tipologie di aereo.
Ore 15:18 - Stoltenberg: l’Ucraina un giorno entrerà nella Nato
«Penso che sia ovvio che gli alleati della Nato, quando si incontreranno a luglio, invieranno un messaggio molto chiaro di sostegno all’Ucraina, che si manifesterà in molti modi diversi. Per quanto riguarda l’adesione, mi aspetto che gli alleati dicano che l’Ucraina diventerà un membro dell’Alleanza, come dichiarato più volte dai capi di Stato e di governo. Tutti gli alleati concordano anche sul fatto che l’Ucraina ha il diritto di scegliere la propria strada: non spetta a Mosca decidere cosa può fare l’Ucraina ma all’Ucraina e ai 31 alleati della Nato decidere sulla questione dell’adesione. Naturalmente, la porta della Nato rimane aperta». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg parlando al Copenhagen Democracy Summit.
Ore 15:28 - Filorussi: ministro Interno Lugansk ferito in tentato omicidio
L’agenzia di stampa statale russa Tass, citando una fonte nelle «forze dell’ordine regionali», sostiene che il de facto «ministro dell’Interno» ad interim dei separatisti filorussi di Lugansk, Igor Kornet, sarebbe stato «gravemente ferito» in un «tentativo di omicidio» nel centro di Lugansk e sarebbe ora ricoverato «in terapia intensiva».
Un passante è stato ucciso nell’attentato. «Tre persone tra le guardie del ministro sono rimaste ferite e sono in gravi condizioni», ha aggiunto la fonte. L’esplosione è avvenuta a Luhansk, nel negozio di un barbiere situato accanto all’edificio della compagnia radiotelevisiva statale e a 500 metri dal palazzo del governo e dall’edificio del Consiglio popolare.
Ore 15:41 - Zelensky, nel tour in Ue accordi per pacchetti potenti di difesa
«Sono estremamente soddisfatto dei nostri risultati e accordi» raggiunti in Italia, Germania, Francia e Regno Unito. «E sono molto grato a Rishi (Sunak). È stato un buon incontro con Giorgia (Meloni), con Olaf (Scholz), Emmanuel (Macron) e oggi nel Regno Unito. Pacchetti di difesa davvero importanti e potenti. Questi sono gli accordi». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky citato in una nota della presidenza ucraina, facendo un bilancio del suo tour europeo.
Ore 15:48 - 007 Kiev: Lukashenko è malato ma a noi interessa salute di Putin
L’intelligence ucraina ha confermato che il presidente bielorusso Alexander Lukashenko è malato. Andriy Yusov, rappresentante della Direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa, ha affermato, come riporta Unian: «Sì, ci sono informazioni sui problemi di salute del dittatore, ma non entreremo nei dettagli. Dopotutto, la salute di Putin è molto più interessante per gli ucraini e per il mondo intero della salute di Lukashenko», ha detto.
Ore 16:33 - Ambasciata russa Londra: Zelensky pesa su contribuenti Uk
«Zelensky è in città. È ora che i contribuenti britannici diano un altro generoso contributo». È quanto si legge in un tweet dell’ambasciata russa a Londra in occasione della visita del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky nella capitale del Regno Unito.
Ore 16:45 - Von der Leyen: a G7 punto su sanzioni attuali e future
«Al G7 discuteremo anche delle sanzioni e naturalmente faremo il punto sulle misure esistenti e future. La Commissione ha proposto l’undicesimo pacchetto di sanzioni. Si concentra principalmente sull’applicazione e l’anti-elusione. Questo è ovviamente, come sempre, molto strettamente coordinato con gli altri partner del G7 che stanno anche costruendo pacchetti simili». Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella conferenza stampa assieme al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sui prossimi impegni internazionali.
Ore 17:11 - Per Mosca è «un attentato» l’attacco a Lugansk
A Lugansk, è stato «un attentato» quello che ha coinvolto il ministro dell’Interno filo-russo, Igor Kornet, che ora è in terapia intensiva. Lo ha riferito all’agenzia russa Tass una fonte delle forze di sicurezza.
Ore 17:38 - Russia: «Intercettati sul Baltico un aereo francese e uno tedesco»
La Russia ha affermato di aver fatto decollare uno dei suoi aerei da guerra per intercettare due aerei militari - uno francese e uno tedesco - sul Mar Baltico, che ha accusato di aver voluto «violare il confine» russo. «Dopo che gli aerei militari stranieri sono tornato indietro dal confine di stato russo – ha scritto il ministero della Difesa russo su Telegram –, l’aereo da combattimento russo è tornato sano e salvo all’aeroporto».
Ore 17:58 - Polizia ucraina: gli 007 di Kiev dietro l’attentato a Kornet
Ci sarebbero i servizi di sicurezza dell’Ucraina (Sbu) dietro l’attentato esplosivo avvenuto nel centro di Luhansk nel quale è rimasto gravemente ferito il ministro dell’Interno filorusso dell’autoproclamata Repubblica di Luhansk, Igor Kornet. Lo riporta Ukrainska Pravda che cita una fonte di polizia. Secondo i media russi Kornet, gravemente ferito, si trova in terapia intensiva. Nell’esplosione sarebbero rimaste ferite, complessivamente, sette persone.
Ore 18:20 - Zelensky rientra in Ucraina: «Torniamo con armi nuove e più potenti»
«Tre lunghi giorni, e i nostri soldati e il nostro Stato stanno diventando più forti. Molto più forti. Italia, Germania, Francia, Regno Unito... Stiamo tornando a casa con nuovi pacchetti di difesa. Più armi nuove e potenti per il fronte, più protezione per il nostro popolo, più sostegno politico». Lo scrive in un messaggio su Telegram un soddisfatto Volodymyr Zelensky dopo le visite diplomatiche degli ultimi giorni.
Ore 18:49 - Onu: «23.600 vittime civili dall’inizio della guerra»
«L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha verificato l’incredibile cifra di 23.600 vittime civili dal 24 febbraio 2022, e sappiamo tutti che il costo effettivo sarà probabilmente molto più alto». Lo ha detto il sottosegretario generale dell’Onu per gli affari umanitari, Martin Griffiths, in occasione di una riunione del Consiglio di Sicurezza.
Ore 19:31 - L’Oms chiude la sede di Mosca
La sede europea dell’Oms ha deciso di chiudere il suo ufficio a Mosca e di trasferirne le funzioni in Danimarca. Lo ha reso noto la stessa Oms. La decisione, presa oggi durante una sessione virtuale, fa seguito alle richieste dei membri già dall’anno scorso di chiudere l’ufficio a causa dell’invasione russa dell’Ucraina.
Ore 20:23 - Intense battaglie nella periferia ovest di Bakhmut
Stanno circolando in Rete diversi video che ritraggono intense battaglie in corso oggi, lunedì 15 maggio, tra i grattacieli della periferia occidentale di Bakhmut. La 5a Brigata d’assalto ucraina ha dichiarato in proposito su Facebook: «Anche se stiamo respingendo il nemico sui fianchi, la situazione in città è sull’orlo dell’inferno perché il nemico sta usando tutti i mezzi». Ciononostante il portavoce del gruppo orientale delle forze armate di Kiev Serhiy Cherevaty ha reso noto che negli ultimi due giorni le truppe ucraine sono riuscite ad avanzare fino a due chilometri in alcuni punti intorno alla città.
Ore 20:41 - Zelensky: «Incontro con il Papa abbastanza incoraggiante»
L’incontro con Papa Francesco è stato «abbastanza incoraggiante». È quanto dice Volodymyr Zelensky in un video pubblicato su Twitter e registrato sull’aereo del rientro in Ucraina dopo la sua missione in Europa. «Ringrazio l'Italia per l'aiuto nel proteggere la nostra gente e i nostri cieli e nel preparare la completa ricostruzione dell'Ucraina dopo le ostilità», ha poi aggiunto.
Ore 20:46 - Macron: «Non daremo aerei caccia all'Ucraina»
Precisazione di Emmanuel Macron a seguito della visita di Zelensky a Parigi: il presidente francese ha affermato che il suo Paese non fornirà aerei caccia all'Ucraina ma garantirà soltanto «la formazione di piloti».
Ore 21:36 - Arrestato un ex dipendente del consolato Usa di Vladivostok
Un ex dipendente del consolato statunitense di Vladivostok, Robert Shonov, è stato arrestato con l'accusa di «cooperazione su base confidenziale con uno Stato o un'organizzazione straniera». Lo riporta la Tass. Rischia fino a otto anni di carcere.
Ore 02:28 - Forti esplosioni a Kiev, allerta in tutto il Paese
Almeno dieci forti esplosioni sono state udite a Kiev durante la notte. Lo riportano i media locali, aggiungendo che deflagrazioni sono avvenute anche in altre parti della regione della capitale ucraina e in quella di Cherkasy. Il capo dell'ufficio presidenziale Andrii Yermak ha affermato che la difesa aerea è al lavoro. L'allarme antiaereo è attivo in tutti gli oblast dell'Ucraina, a causa della minaccia di attacchi missilistici russi.
Il sindaco di Kiev, Vitalii Klitschko, ha riferito che i detriti di un missile sono caduti sulla zona dello zoo nel distretto Shevchenkivskyi. E anche su quello di Solomianskyi, dove un edificio è stato danneggiato e diverse auto hanno preso fuoco con un bilancio di tre persone rimaste ferite. Il capo dell'amministrazione militare della capitale ucraina, Serhii Popko, ha affermato che detriti di missili sono caduti anche nei distretti di Obolonskyi e Darnytskyi senza causare vittime o danni particolari.
Kiev: «Le forze ucraine hanno ripreso 20 km quadrati a Bakhmut». Redazione Online su Il Corriere della Sera il 16 maggio 2023.
Le notizie in diretta sulla guerra di martedì 16 maggio. Attentato nel Luhansk al ministro filorusso: arrestato ex funzionario ambasciata Usa. Ucraina: «Su Kiev attacco aereo russo di intensità eccezionale». Abbattuti 6 missili ipersonici della Russia
• Zelensky è rientrato in Ucraina dopo il viaggio in Italia, Gran Bretagna, Francia e Germania: «Avremo armi nuove e più potenti».
• Infuria la battaglia intorno a Bakhmut, le truppe ucraine guadagnano chilometri ma dichiarano: «La situazione è sull’orlo dell’inferno».
• Il punto militare: Chi è il generale Syrskyi, architetto della futura controffensiva di Kiev.
• Kiev: «Abbattuti missili ipersonici russi Kinzhal», ma Mosca smentisce. L'Ucraina utilizza il sistema antiaereo Patriot, ogni abbattimento costa 1 milione di dollari.
Ore 02:28 - Forti esplosioni a Kiev, allerta in tutto il Paese
Le difese antiaeree ucraine sono entrate in azione martedì prima dell’alba per respingere un «massiccio» attacco di droni e missili su Kiev, il giorno dopo l’annunciato ritorno nella capitale del presidente Volodymyr Zelensky dal suo tour in Europa. «Il nemico ha lanciato un attacco massiccio da più direzioni e contemporaneamente, utilizzando droni e missili», ha affermato l’autorità militare di Kiev in un comunicato pubblicato sul proprio account Telegram. «L’attacco era eccezionale nella sua densità, un numero massiccio di missili in un lasso di tempo molto ristretto. Secondo le prime informazioni, la stragrande maggioranza degli obiettivi nemici nel cielo di Kiev è stata individuata e distrutta», aggiunge il comunicato.
Il sindaco di Kiev, Vitalii Klitschko riferisce che i detriti di un missile sono caduti sulla zona dello zoo nel distretto Shevchenkivskyi. E anche su quello di Solomianskyi, dove un edificio è stato danneggiato e diverse auto hanno preso fuoco con un bilancio di tre persone rimaste ferite. Il capo dell'amministrazione militare della capitale ucraina, Serhii Popko, afferma che detriti di missili sono caduti anche nei distretti di Obolonskyi e Darnytskyi senza causare vittime o danni particolari.
Ore 07:02 - Mosca: l’attacco a Luhansk è un attentato. Polizia ucraina: 007 di Kiev dietro l’attentato.
A Lugansk, è stato «un attentato» quello che ha coinvolto il ministro dell’Interno filo-russo, Igor Kornet, che ora è in terapia intensiva. Lo ha riferito all’agenzia russa Tass una fonte delle forze di sicurezza.
Ci sarebbero i servizi di sicurezza dell’Ucraina (Sbu) dietro l’attentato esplosivo avvenuto nel centro di Luhansk nel quale è rimasto gravemente ferito il ministro dell’Interno filorusso dell’autoproclamata Repubblica di Luhansk, Igor Kornet. Lo riporta Ukrainska Pravda che cita una fonte di polizia.
Ore 07:04 - Arrestato un ex dipendente del consolato Usa di Vladivostok
Un ex dipendente del consolato statunitense di Vladivostok, Robert Shonov, è stato arrestato con l’accusa di «cooperazione su base confidenziale con uno Stato o un’organizzazione straniera». Lo riporta la Tass. Rischia fino a otto anni di carcere.
Ore 07:29 - Ucraina: «Lanciato su Kiev un attacco aereo di intensità eccezionale»
Nella notte la Russia ha lanciato su Kiev un attacco aereo di «intensità eccezionale», ha reso noto l’amministrazione militare della capitale ucraina, come riporta il Kyiv Independent. Si è trattato del «massimo numero di attacchi missilistici nel più breve lasso di tempo» possibile, ha spiegato l’amministrazione sul suo canale Telegram, aggiungendo che le forze russe hanno probabilmente utilizzato droni, oltre a missili balistici e da crociera.
Secondo le informazioni preliminari, la difesa aerea ucraina ha distrutto la maggior parte dei droni e dei missili russi, i cui detriti sono caduti nei distretti di Shevchenkivskyi, Sviatoshynskyi, Solomianskyi, Obolonskyi e Darnytskyi. I danni maggiori sono stati segnalati nel distretto di Solomianskyi, dove è scoppiato un incendio in un edificio non residenziale. I detriti dei droni e dei missili sono caduti sulle auto parcheggiate, nei cortili e nei parchi degli altri distretti. Al momento non si segnalano vittime.
Ore 07:37 - Russia: abbattuto un drone ucraino nella regione di Bryansk
Le forze di difesa aerea russe hanno abbattuto un drone ucraino a Klintsy, nella regione di Bryansk: non si sono registrate vittime, ha detto il governatore Alexander Bogomaz su Telegram. «Oggi, il sistema di difesa aerea delle forze armate russe a Klintsy ha abbattuto un UAV ucraino. Non ci sono state vittime. Il balcone di un edificio residenziale è stato danneggiato», ha spiegato Bogomaz. I servizi di emergenza stanno lavorando sul posto, secondo quanto si legge sulla Ria Novosti.
Ore 07:41 - Il sistema di difesa aereo ucraino ha abbattuto 6 missili Kinzhal, 3 missili balistici e 9 missili Kalibr: tutti quelli lanciati dalla Russia contro Kiev
Nella notte le forze di difesa aeree ucraine hanno abbattuto un numero ingente di attacchi missilistici provenienti dalla Russia. Sono stati abbattuti sei missili Kinzhal, 9 missili Kalibr e tre missili balistici, tutti quelli che sono stati lanciati dalla Russia verso Kiev, come ha reso noto il comandante in capo delle Forze armate ucraine, Valery Zalushny.
IL PUNTO MILITARE 446 - L’Armata russa ha cominciato a usare il Kinzhal dopo l’invasione, nella campagna di terrore che colpisce le città ucraine. La risposta di Kiev è il sistema Patriot, una difesa contro i missili ipersonici mancata per mesi.
Ore 07:46 - Arrivati dagli Usa in Germania 31 carrarmati Abrams da addestramento per l'Ucraina
Nella base delle Forze armate tedesche (Bundeswehr) a Grafenwoehr, in Baviera, sono giunti 31 carri armati M1 Abrams da addestramento degli Stati Uniti destinati all'Ucraina, che sta affrontando l'invasione russa. Secondo quanto riportato dal quotidiano "Frankfurter Allgemeine Zeitung", si prevede che gli equipaggi ucraini arriveranno presso l'installazione militare «nelle prossime settimane» per iniziare la formazione sull'uso e la manutenzione dei veicoli corazzati M1 Abrams. Gli Stati Uniti avevano annunciato a fine aprile di fornire inizialmente carri armati da addestramento non idonei al combattimento, mentre quelli da combattimento erano ancora in fase di riparazione. A gennaio, gli Stati Uniti avevano comunicato il trasferimento di 31 M1 Abrams all'Ucraina, precisando che sarebbero trascorsi «molti mesi» prima che i carri armati arrivassero nel Paese attaccato dalla Russia.
Ore 07:50 - Borrell: «Servono misure contro l'India perché rivende il petrolio russo nell'Unione europea»
L'alto rappresentante dell'Unione Europea per la Politica estera, Josep Borrell, ha dichiarato in un'intervista al Financial Times che l'Unione Europea dovrebbe adottare misure nei confronti dell'India, che rivende petrolio russo in Europa sotto forma di combustibili raffinati, inclusa la benzina e il diesel. Nel corso dell'ultimo anno, l'India è emersa come uno dei principali acquirenti di petrolio russo, respinto dalle nazioni occidentali a causa delle sanzioni imposte contro Mosca per l'aggressione in Ucraina. L'accesso all'abbondante greggio russo ha incrementato la produzione e i profitti delle raffinerie indiane, consentendo loro di esportare prodotti raffinati in Europa in modo competitivo e di acquisire una quota di mercato maggiore. Borrell ha affermato: «Se il diesel o la benzina provenienti dall'India e prodotti con petrolio russo stanno entrando in Europa, si tratta chiaramente di un'elusione delle sanzioni e gli Stati membri devono prendere provvedimenti».
Ore 08:06 - Vita da Azov, un anno dopo: «Elettrochoc e una bomba: vi racconto il lager dei russi»
(di Alessandra Muglia)
DALLA NOSTRA INVIATA
VENEZIA - Dalle acciaierie di Mariupol a Venezia. Fa effetto vedere Arseniy Fedosiuk accanto alla moglie Yulia, sullo sfondo del Canal Grande. Lui è un sergente del reggimento Azov, sopravvissuto a settimane di assedio e a mesi di prigionia. Lei, la donna che si era recata anche dal Papa a Roma insieme alla consorte del super comandante Prokopenko. per sensibilizzare il mondo sul destino dei soldati accerchiati nella città simbolo della resistenza. Malgrado le cicatrici della guerra Arseniy sembra un ragazzino, più giovane dei suoi trent’anni. «In realtà ho la schiena di un vecchietto», sospira. Porta ferite nascoste. (...)
Ore 08:19 - La Cia condivide sui social un video per reclutare spie russe
La CIA sta intensificando i suoi sforzi per incoraggiare i cittadini russi a rivelare i segreti del loro Paese e ha deciso di diffondere un video su Telegram rivolto a coloro che sono delusi dal presidente Vladimir Putin. Il video è stato successivamente pubblicato anche su altre piattaforme come YouTube, Twitter, Instagram e Facebook. Il video suggerisce che i russi possono contribuire a migliorare le cose fornendo informazioni alla CIA, mantenendo comunque il loro patriottismo. Mostra anche come farlo, utilizzando il browser Tor per accedere al "dark web" e strumenti di crittografia delle comunicazioni.
«La CIA desidera conoscere la verità sulla Russia e sta cercando persone affidabili che possano condividerla con noi», spiega l'agenzia nel video. «Le vostre informazioni potrebbero essere più preziose di quanto pensiate». L'agenzia americana ha affermato di sperare di entrare in contatto con individui che lavorano nei settori dell'intelligence, della diplomazia, della scienza, della tecnologia e altri settori simili. La CIA è interessata a tutti i tipi di informazioni, comprese quelle di natura politica ed economica.
Ore 08:27 - Donbass, prosegue la battaglia: «Nelle ultime ore i russi hanno fatto il pieno di munizioni»
(di Marta Serafini)
DALLA NOSTRA INVIATA
CHASIV YAR - In Donbass la battaglia prosegue. Nelle postazioni di artiglieria della 57esima, gli obici sparano senza sosta in direzione di Bakhmut, mentre i russi rispondono. «Nelle ultime ore il nemico ha fatto il pieno di munizioni», spiega il maggiore Yuri. I suoi uomini osservano il campo con l’aiuto dei droni. «Vediamo i russi delle forze regolari arrendersi senza pensarci due volte ma i miliziani della Wagner restano nelle trincee e si nascondono sotto i corpi dei loro compagni morti», racconta ancora Yuri. Che aggiunge: «Sembrano sotto effetto di qualche droga».
Ore 08:33 - Mosca: «La Nato vuole usare l'Asia come base di lancio per le minacce alla Russia»
Il viceministro degli Esteri russo Mikhail Galuzin ha dichiarato oggi che gli Stati Uniti e la Nato stanno cercando di trasformare l'Asia centrale in una base per le loro minacce ai confini meridionali della Russia. Secondo Galuzin, Stati Uniti e Nato cercano di coinvolgere i paesi dell'Asia centrale in programmi e corsi di formazione dei loro partner, e parlano costantemente della ripresa delle esercitazioni congiunte nella regione e del dispiegamento delle loro infrastrutture militari. «Questi sforzi sono chiaramente diretti a contenere la Russia, separando la regione dal nostro paese e trasformandola gradualmente in una base per minacciare i nostri confini meridionali», ha dichiarato il diplomatico russo al Valdai Club, citato dalla Ria Novosti.
Ore 08:43 - Prigozhin (Wagner): sui social il video in cui indica le zone di Bakhmut ancora da conquistare
Il leader del gruppo paramilitare russo Wagner, Evgenij Prigozhin, ha pubblicato un nuovo video sui suoi profili social in cui indica su una mappa le parti della città di Bakhmut, chiamata Artemovsk in russo, che ancora devono essere conquistate. Secondo il leader del gruppo, le truppe ucraine si stanno ritirando da alcune parti della città, ma si oppongono con ferocia. Nel video si parla anche dell'evacuazione di 21 civili da uno degli edifici situati nella zona di combattimento. Inoltre, il leader del gruppo Wagner menziona un mercenario statunitense presumibilmente ucciso dai paramilitari nella zona. La conversazione si conclude con l'indicazione da parte di Prigozhin di un altro punto della mappa che le truppe intendono conquistare e con la conferma del suo sottoposto della difficoltà della situazione.
Ore 09:01 - Corruzione su vasta scala alla Corte Suprema ucraina, gli inquirenti di Kiev: sospettato il presidente, coinvolti molti giudici
È stata scoperta una vasta rete di corruzione all'interno della Corte Suprema dell'Ucraina che coinvolge molti dei suoi giudici, come rivelato dall'Ufficio nazionale anticorruzione del paese. Secondo l'ufficio, i magistrati della Corte Suprema hanno ricevuto tangenti per il loro lavoro e per questo motivo sono in corso indagini urgenti. Attivisti anti-corruzione sostengono che anche il presidente della Corte Suprema, Vsevolod Knyazev, sarebbe stato coinvolto in queste attività illecite. Si tratta di una delle numerose operazioni anticorruzione condotte in Ucraina negli ultimi mesi, in risposta alle richieste dell'Unione Europea per ottenere lo status di paese candidato nel 2022. L'Ucraina ha un problema diffuso di corruzione in molte delle sue istituzioni ed è classificata al 122esimo posto su 180 paesi nella classifica di Transparency International del 2021. Nel tentativo di contrastare la corruzione, il Ministero della Difesa ha recentemente creato un nuovo dipartimento per la Prevenzione della Corruzione, che ha già portato a diversi licenziamenti e ad una serie di nuove inchieste.
Ore 09:02 - Isw: il Cremlino non agirà contro Prigozhin (per ora)
Secondo l'ultimo aggiornamento del think tank statunitense Isw (Institute for the Study of War), le accuse mosse contro il capo della milizia privata Wagner, Yevgeny Prigozhin, di aver fornito informazioni all'intelligence ucraina sulle posizioni delle truppe russe da bombardare, non porteranno probabilmente il Cremlino a rimuoverlo nel breve termine. Tuttavia, queste accuse potrebbero contribuire agli sforzi del Cremlino per screditare Prigozhin come traditore. L'Isw sottolinea che il Cremlino sta probabilmente preparando una campagna di informazione per screditare pubblicamente Prigozhin come traditore, ma non minaccerà il suo potere mentre le forze della Wagner sono impegnate in prima linea. Gli analisti del think tank riferiscono che la rimozione di Prigozhin interromperebbe le linee russe a Bakhmut, dove comanda le forze della Wagner nel Donbass. Tuttavia, il Cremlino non può rimuovere pubblicamente Prigozhin dal suo controllo sulla Wagner, poiché quest'ultima è una società indipendente e Prigozhin non ha alcuna posizione ufficiale nel governo russo. Inoltre, la rimozione di Prigozhin dimostrerebbe il controllo diretto del Cremlino sul gruppo di mercenari, da cui Putin ha cercato di mantenere una distanza formale.
Ore 09:13 - Usa: «Noi abbiamo pieno rispetto del trattato New Start, la Russia faccia lo stesso»
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno mantenuto i termini del trattato New Start, non più rispettato dalla Russia da febbraio, con il dispiegamento di 662 missili intercontinentali e 1.419 testate nucleari. Nel rendere note le cifre del loro arsenale nucleare strategico di deterrenza, gli Stati Uniti hanno invitato la Russia a rispettare il trattato sul disarmo nucleare. Al 1 marzo, il Dipartimento di Stato ha precisato che gli Stati Uniti hanno schierato 662 missili balistici intercontinentali, compresi quelli a bordo di sottomarini e bombardieri, 1.419 testate nucleari e 800 lanciatori. Il Dipartimento di Stato ha anche affermato che gli Stati Uniti invitano la Russia a rispettare i propri obblighi legali e aderire nuovamente all'accordo New Start, nonché alle misure di stabilizzazione, trasparenza e verifica ivi contenute.
Ore 09:31 - I filorussi a Bakhmut: «Situazione tesa, ma avanziamo»
«Il nemico ha intensificato i bombardamenti sugli insediamenti, quando i civili vengono feriti e muoiono, è sempre molto dura». Così il leader dei sepratisti filorussi a Donetsk, Denis Pushilin, ha affermato che i bombardamenti della regione da parte delle forze ucraine si sono intensificati. Pushilin ha anche ammesso che «la situazione a Bakhmut è tesa», ma che le forze russe e la Wagner «continuano ad avanzare e sono stati inviati rinforzi ai fianchi» della città diventata fulcro delle ostilità in Ucraina.
Ore 09:41 - Il delegato della Cina all'Onu: «Sosteniamo la mediazione dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica»
La Cina continuerà a sostenere la direzione generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) affinché mantenga la comunicazione con Russia e Ucraina nel quadro della guerra, svolgendo un ruolo rilevante nel garantire la sicurezza degli impianti nucleari civili. Lo ha dichiarato ieri il rappresentante permanente della Cina alle Nazioni Unite, Zhang Jun, durante una riunione del Consiglio di sicurezza. La comunita' internazionale deve promuovere una soluzione politica alla guerra in Ucraina con il «massimo senso d'urgenza» e intraprendere azioni decisive per mitigare i costi umanitari del conflitto, ha aggiunto, ribadendo che la fine delle ostilità richiede uno sforzo concertato.
Ore 09:43 - Dombrovskis: «Esaminiamo società che aiutano ad aggirare le sanzioni»
Sull'elusione delle sanzioni «abbiamo anche istituito un inviato specifico che si occupa specificamente dell'applicazione delle sanzioni. Stiamo anche esaminando alcune entità nazionali che stanno aiutando ad aggirare le sanzioni e come affrontare meglio questo problema. E chiaramente le dogane hanno un ruolo importante da svolgere in questo senso. Stiamo discutendo di sanzioni, nuove sanzioni sono in arrivo, ma anche una maggiore attenzione all'attuazione delle sanzioni». Lo ha detto il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, al suo arrivo alla riunione dell'Ecofin.
Le sanzioni stanno funzionando - ha detto Dombrovskis -. L'anno scorso, nonostante il record dei prezzi dell'energia, l'economia russa è stata in recessione e si prevede che lo sarà anche quest'anno. Inoltre, a seguito dell'introduzione delle sanzioni sul petrolio e sugli altri idrocarburi russi, la posizione fiscale della Russia si sta rapidamente deteriorando».
Ore 09:44 - Medvedev risponde a Macron: «A essere sconfitta non è la Russia, ma la Nato»
Dmitri Medvedev, ex presidente russo e oggi vicepresidente del Consiglio di sicurezza, ha risposto al presidente francese Macron, il quale nel fine settimana aveva parlato di «sconfitta geopolitica» della Russia. A essere sconfitta, ha replicato Medvedev, è stata «la politica primitiva della Nato con la sua pretesa di avere un ruolo esclusivo nel XXI secolo». «Un anno fa», ha denunciato l'ex vicepresidente russo, «la Nato ci ha pigramente inviato garanzie di sicurezza e ora l'Alleanza va a dormire e si sveglia col pensiero della Russia».
Ore 09:50 - Ucraina, il consigliere del ministro della Difesa: vorremmo 40/50 caccia F-16 dai nostri partner
L'Ucraina ha espresso il desiderio di ottenere circa 40-50 caccia F-16 dai suoi partner internazionali. Questa dichiarazione è stata fatta da Yuriy Sak, consigliere del ministro della Difesa ucraino, Oleksij Reznikov, e riportata dal quotidiano "Politico". Secondo Sak, Kiev intende formare tre o quattro squadroni per garantire la protezione dello spazio aereo ucraino, poiché attualmente il paese «non dispone di mezzi per fermare gli aerei russi».
«Nessuno dice che sia impossibile. Rispetto alla situazione di tre mesi fa, quando stavamo ancora cercando di ottenere carri armati, oggi tutti parlano di una coalizione di caccia, il che è molto promettente. Sappiamo che la nostra difesa aerea non sarà completa senza i caccia F-16», ha affermato Sak. Ha inoltre osservato che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky vorrebbe che la questione della fornitura di caccia diventasse un punto centrale del vertice del G7 a Hiroshima e del vertice della NATO a Vilnius a luglio. Secondo Sak, durante un recente viaggio in Europa, Zelensky ha ricevuto assicurazioni dai leader occidentali che la questione verrà discussa nei prossimi giorni. Il consigliere ha aggiunto che, sebbene Regno Unito, Italia, Francia e Germania non dispongano di F-16 da offrire a Kiev, potrebbero rivolgersi agli Stati Uniti e alla Turchia per ottenere il supporto richiesto.
Ore 09:53 - «I 6 missili Kinzhal volavano verso Kiev. La capitale è la priorità dei russi»
Yuri Ignat, portavoce dell'Aeronautica ucraina, riferisce che tutti e sei i missili balistici Kinzhal abbattuti questa notte stavano volando verso la capitale Kiev. Lo riportano il sito Zn.ua e Ukrinform. «Il lavoro ha un enorme successo. Sei Kinzhal è un indicatore impressionante. Kiev rimane l'epicentro, la capitale è sempre stata una priorità per i russi, quindi è protetta con mezzi seri. Qui ci sono strutture infrastrutturali e altre importanti strutture statali», ha dichiarato Ignat.
Ore 10:01 - Arrestato il capo della Corte Suprema di Kiev mentre riceve una tangente da 3 milioni di euro
Le autorità anticorruzione hanno arrestato il capo della Corte suprema ucraina Vsevolod Knyazev mentre riceveva una tangente da 3 milioni di dollari. Lo riportano i media ucraini. Le indagini sono in corso. Secondo fonti Zn.Ua, altri 18 giudici delle forze armate ucraine sono stati perquisiti e Knyazev ha ricevuto denaro da persone che hanno agito nell'interesse dell'oligarca ucraino Konstantin Zhevago.
Ore 10:07 - Prigozhin mostra la carta di identità di un cittadino americano morto a Bakhmut
Secondo alcuni media russi, il capo della brigata Wagner Prigozhin avrebbe mostrato la foto della carta di identità di Nicholas Dwain, cittadino americano andato a combattere in Ucraina e, secondo quanto detto da Prigozhin, morto sul campo di battaglia: «Perché sei venuto sul suolo russo? »
Ore 10:34 - Il ministero della Difesa britannico: progressi graduali della Wagner a Bakhmut, ma Kiev stabilizza i fianchi
L'Intelligence del ministero della Difesa del Regno Unito ha comunicato tramite il proprio account Twitter che «le forze del Gruppo Wagner stanno facendo progressi graduali nel liberare il territorio della città di Bakhmut e della provincia di Donetsk dalle posizioni ucraine». Tuttavia, secondo i servizi di sicurezza, «negli ultimi quattro giorni le forze ucraine hanno ottenuto dei progressi tattici per stabilizzare i loro fianchi a Bakhmut, guadagnando un po' di vantaggio».
L'Intelligence ha dichiarato che «gli attacchi ucraini hanno costretto i russi a ritirarsi dalla linea del fronte nord-occidentale della città. Inoltre, l'Ucraina è in grado di contenere l'avanzata russa nella zona occidentale, lungo la linea Donetsk-Donbass, dimostrandosi un ostacolo e attuando un piano difensivo intorno alla città di Chasiv Yar, nel Donetsk».
La scorsa domenica, il governo di Kiev ha riferito nuovi sviluppi militari a Bakhmut, tra cui la presa di più di dieci posizioni nemiche a nord e a sud della città. Due giorni prima, il capo del Gruppo Wagner, Yevgeni Prigozhin, aveva chiesto al ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, di recarsi nel territorio conteso per valutare la difficile situazione operativa sul fronte.
Ore 10:36 - Putin nomina un nuovo ambasciatore presso la Santa Sede
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha nominato il nuovo ambasciatore della Federazione presso la Santa Sede: si tratta di Ivan Soltanovsky, che succede ad Aleksander Avdeev. Lo riporta l'agenzia Ria Novosti citando il relativo decreto presidenziale.
Ore 10:40 - Kiev: «A Bakhmut i mercenari Wagner come topi in trappola, ricorriamo ad azioni controffensive»
«Usando il principio della difesa attiva, ricorriamo ad azioni controffensive in alcune direzioni vicino a Bakhmut». Lo ha dichiarato il comandante delle forze di terra delle forze armate ucraine Oleksandr Syrsky, che ha visitato i comandanti e i soldati al fronte di Bakhmut. «I Wagneriti (mercenari Wagner) sono entrati a Bakhmut come topi in una trappola», ha detto Syrsky, sottolineando che «il nemico ha più risorse ma distruggiamo i suoi piani».
Ore 10:51 - Il ministro delle Finanze tedesco: «Inaccettabile che alcuni Paesi riescano a eludere le sanzioni»
«Dobbiamo prendere in considerazioni ulteriori misure per prevenire l'elusione delle sanzioni. Siamo consapevoli che ci sono ancora Paesi che fanno consegne alla Russia e questo non può essere accettato». Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, al suo arrivo alla riunione dell'Ecofin a Bruxelles. «Vogliamo esercitare pressione sulla Russia. Ci sono sanzioni pesanti che non possono essere eluse da altri Paesi che ne beneficiano aggirandole. Questo è inaccettabile», ha detto ancora Lindner.
Ore 11:23 - L'emissario cinese in Polonia venerdì
L'inviato cinese Li Hui, incaricato di discutere la soluzione della situazione in Ucraina, è atteso a Varsavia venerdì per un incontro con il governo polacco. Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri polacco, Lukasz Jasina.
Ore 11:34 - Bombardamento russo sul Kherson, sei feriti
Sei civili, tra cui un bambino, sono rimasti feriti in seguito ai bombardamenti russi di ieri nella regione di Kherson, nell'Ucraina meridionale, che è stata attaccata 80 volte: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale, Oleksandr Prokudin, come riporta Ukrinform. «Nell'ultima giornata il nemico ha lanciato 80 attacchi, sparando 407 proiettili da artiglieria pesante, carri armati, droni e aerei. Il nemico ha bombardato la città di Kherson 14 volte» con 60 proiettili, ha scritto Prokudin sottolineando che sono stati presi di mira quartieri residenziali nella regione e un istituto scolastico nell'omonima città
Ore 11:40 - Zelensky a Checkers, Kate al piano con gli ucraini: i Windsor e la guerra
(di Enrica Roddolo)
Accolto a Checkers – la residenza di campagna dei primi ministri britannici dai primi del Novecento - fra i ritratti di aristocratici e libri antichi compresi i diari dell’ammiraglio Nelson - il presidente ucraino Zelensky ha avuto ieri l’assicurazione che Londra metterà a disposizione anche i droni capaci di raggiungere lunghe distanze e attaccare le linee russe, fermando i rifornimenti. Oltre ad assicurare missili. E addestramento come sta già facendo. Alla vigilia dell’anniversario dell’invasione dell’Ucraina, mentre il presidente degli Stati Uniti incontrava Zelensky a Kiev, Re Carlo III aveva visitato infatti le forze ucraine nel centro di addestramento nel Wiltshire, nel Regno Unito. «Siete straordinari», aveva detto il Re ai soldati che in cinque settimane saranno addestrati da forze britanniche e internazionali. Per aggiungere: «Non so come riuscite a fare tutto questo, sono pieno di ammirazione per voi».
Ore 11:42 - Podolyak (Ucraina) accusa: «Mosca accoglie l'inviato cinese dopo i raid di stanotte»
Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell'Ufficio del Presidente, ha commentato il raid notturno di missili e droni russi su Kiev sostenendo che in questo modo la Russia ha accolto nella capitale il rappresentante speciale della Cina. Podolyak ha definito questo attacco già l'ottavo tentativo del «clan Putin» di attaccare Kiev su larga scala a maggio.
Ore 11:52 - Kiev: «Possiamo diventare la banca energetica d'Europa»
Due strutture di stoccaggio sotterraneo e le capacità di produzione e trasporto di biogas e idrogeno verde: lo ha affermato su Facebook l'amministratore delegato della società statale di petrolio e gas Naftogaz, Oleksiy Chernyshov. «L'Ucraina può diventare una `banca dell'energia´ dell'Europa, uno degli elementi chiave della sua sicurezza energetica - ha scritto Chernyshov, come riporta Ukrinform -. Abbiamo molto da offrire: gas dai nostri giacimenti, depositi sotterranei per lo stoccaggio delle riserve strategiche dei Paesi europei, strutture per la produzione e il trasporto di biogas e idrogeno verde». Secondo Chernyshov, la Russia pensava che senza i suoi vettori energetici il continente si sarebbe indebolito, ma la «banca dell'energia» ucraina lo renderà ancora più forte. Come riportato in precedenza, la Naftogaz prevede di rafforzare la cooperazione con i partner europei per lo stoccaggio del gas in depositi sotterranei e la produzione di gas.
Ore 12:30 - Mosca: «Monitoriamo le attività della Cia sul nostro territorio»
La Cia e le altre agenzie di intelligence occidentali «non indeboliscono» la loro attività sul territorio della Russia. Lo ha affermato l'addetto stampa del presidente della Federazione Russa Dmitry Peskov. Lo riporta Ria Novosti. «Non ho informazioni ma sono convinto che i nostri servizi speciali stiano monitorando adeguatamente anche questo spazio, in base al fatto, e lo sappiamo tutti molto bene, che la Cia e altri servizi segreti occidentali non indeboliscono le loro attività sul territorio del nostro Paese», ha spiegato Peskov.
Ore 12:31 - La Russia sostiene di aver abbattuto un sistema di difesa aereo Patriot
Le forze armate russe hanno reso noto di aver distrutto un sistema di difesa aerea Patriot americano a Kiev con un missile ipersonico Kinzhal. Lo riporta Ria Novosti citando il ministero della Difesa russo. «Un attacco ad alta precisione effettuato con un missile ipersonico Kinzhal nella città di Kiev ha colpito un sistema missilistico antiaereo Patriot di fabbricazione statunitense», ha affermato il ministero.
Ore 12:46 - Peskov sul Russiagate: «L'esito dell'inchiesta dimostra le assurdità delle accuse»
Durante una conferenza stampa, Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha commentato il rapporto del procuratore speciale degli Stati Uniti John Durham, il quale sostiene che l'FBI non avrebbe dovuto avviare l'inchiesta sul cosiddetto "Russiagate" e sulla campagna elettorale di Donald Trump. Secondo Peskov, questo rapporto dimostra l'assurdità delle accuse contro la Russia. Il portavoce ha ricordato che la Russia ha negato fermamente qualsiasi accusa sin dall'inizio dei fatti. Ha inoltre affermato che non è la prima volta che gli americani avviano un'indagine complessa e di ampia portata solo per concludere che non ci sono state interferenze da parte della Russia. Peskov ha sottolineato che coloro che sono stati coinvolti nelle indagini confermano l'assurdità delle accuse rivolte al loro paese. Ha anche evidenziato che la Russia non ha interferito nei vari livelli del governo degli Stati Uniti e che negli ultimi anni c'è stata una tendenza a incolpare la Russia per ogni cosa.
Ore 12:47 - Russia: «Non pubblicheremo il totale delle nostre armi offensive strategiche. Il New Start è sospeso»
La Russia non pubblicherà i dati sulle quantità totali di armi offensive strategiche ai sensi del Nuovo trattato per la riduzione delle armi strategiche (Nuovo Start) dopo che il Dipartimento di Stato americano ha pubblicato queste informazioni ai sensi del trattato. Lo ha dichiarato a Mosca il viceministro degli Esteri Sergey Ryabkov secondo Ria Novosti. «No, non lo faremo», ha detto Ryabkov ai giornalisti. "Anche i colleghi di altri dipartimenti l'hanno esaminato... Il Nuovo Start è sospeso" ha aggiunto.
Ore 13:25 - Olena Zelenska in Corea del Sud, ricevuta da presidente Yoon
Il presidente sudcoreano, Yoon Suk Yeol, ha promesso di aumentare gli aiuti militari non letali a Kiev durante un incontro con la first lady ucraina, Olena Zelenska, che ha visitato il Paese asiatico come inviata speciale del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Seul, secondo quanto riferito dall’ufficio di Yoon, fornirà tra le altre cose ambulanze e attrezzature per individuare le mine antiuomo.
Ore 13:45 - Kiev: «Sei morti a Kharkiv e Donetsk nelle ultime 24 ore»
Sei persone sono morte nelle regioni di Kharkiv e Donetsk nelle ultime 24 ore. Lo hanno riferito i governatori locali, Oleh Syniehubov e Pavlo Kyrylenko, precisando che un uomo e una donna del villaggio di Dvorichna hanno perso la vita sotto i bombardamenti, mentre un altro uomo è rimasto ferito. Quattro invece le vittime degli attacchi russi ad Avdiivka mentre a Chasiv Yar, 15 km a ovest di Bakhmut, in tre sono stati feriti.
Ore 13:46 - Kiev: «La bandiera ucraina issata al centro Nato di Tallin»
Oggi la bandiera nazionale ucraina viene ufficialmente issata presso il centro di eccellenza per la difesa cibernetica della Nato nella capitale estone, Tallinn, ha twittato il ministero degli Esteri ucraino postando la foto della bandiera tra le altre della Nato ed esprimendo gratitudine al governo dell’Estonia per il suo sostegno e la sua assistenza nel percorso verso la Nato.
Ore 13:50 - Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa: «Da Mosca e Kiev ok a missione pace leader Africa»
Mosca e Kiev avrebbero accettato una «missione di pace» portata avanti dai leader africani. Lo ha affermato il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. «Ho presentato l’iniziativa a nome di Zambia, Senegal, Congo, Uganda, Egitto e Sudafrica. Entrambi i leader con cui ho avuto l’opportunità di parlare, i presidenti Putin e Zelensky, hanno convenuto di essere pronti ad accettare la missione dei capi di stato africani a Mosca e Kiev», ha detto Ramaphosa in una conferenza stampa con il primo ministro di Singapore, Lee Hsienlong. Lo riporta Ria Novosti. Il leader del Sudafrica ha affermato che Washington, Londra e l’Ue sono stati informati dell’iniziativa di pace dei paesi africani in merito al conflitto in Ucraina. Il piano avrebbe ricevuto «un cauto sostegno».
Ore 14:35 - Zelensky invitato da Re Salman (Arabia Saudita) al vertice arabo di Gedda di venerdì
Il re Salman dell'Arabia Saudita ha esteso un invito al presidente ucraino Volodymyr Zelensky come "ospite d'onore" al prossimo summit arabo che si terrà a Gedda venerdì. Secondo fonti diplomatiche citate dall'agenzia di stampa Dpa, si ritiene che questa sia un'opportunità per il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman di discutere con Zelensky su come porre fine al conflitto attraverso negoziati tra Mosca e Kiev. Al momento, non ci sono conferme da parte dell'Ucraina. L'Arabia Saudita si è offerta più volte di agire come mediatore tra Russia e Ucraina, e lo scorso anno la monarchia del Golfo ha annunciato di aver facilitato il rilascio di dieci detenuti provenienti da diversi paesi, in seguito a negoziati tra le due parti. Il summit di venerdì segnerà anche il ritorno della Siria nella Lega Araba, e è stato invitato il leader siriano Bashar al-Assad, dopo oltre dieci anni di isolamento dovuto alla violenta repressione delle proteste del 2011, che ha poi sfociato in un lungo e sanguinoso conflitto.
Ore 16:09 - Kiev: «Le forze ucraine hanno ripreso 20 km quadrati a Bakhmut»
(di Marta Serafini, inviata nel distretto di Bakhmut) Le forze ucraine hanno ripreso circa 20 km quadrati (7,5 miglia quadrate) di territorio dalle forze russe intorno alla città orientale di Bakhmut negli ultimi giorni, spiega il vice ministro della Difesa ucraino Hanna Maliar.
Ore 16:22 - Media ucraini: «I servizi russi arruolano ex militanti dell’Isis»
Il servizio di sicurezza federale russo (FSB) ha reclutato ex combattenti dell’Isis nel corso degli anni come «agenti» in paesi quali l’Ucraina. Lo riferisce il media indipendente russo Meduza. Fonti citate da Meduza affermano che ci sono numerosi casi di tali «agenti» in Ucraina e altrove. Il loro compito sarebbe quello di «spiare, tentare di corrompere persone di interesse o persino commettere omicidi a contratto».
Ore 16:43 - Il Papa con la bandiera ucraina in un francobollo vaticano
La fotografia di Papa Francesco che tiene in mano una bandiera ucraina arrivata da Bucha è ora l’immagine di un francobollo vaticano. Era il 6 aprile del 2022 e al termine dell’udienza generale il Papa, parlando dell’Ucraina come «popolo nobile e martire», chiese di non dimenticare i bambini che soffrono per questa guerra. «Al fianco degli ucraini, popolo nobile e martire», riporta la didascalia. Il francobollo aderisce all’iniziativa PostEurop che ha stabilito l’emessione nei vari Stati di una serie di francobolli sul tema «Pace, il più grande valore dell’umanità»; a lanciare la proposta - come riferisce Vatican News - era stato l’operatore postale ucraino Ukrposhta.
Ore 16:46 - «Bin Salman ha invitato Zelensky al summit di Gedda»
Il re saudita Bin Salman ha invitato il leader ucraino Volodymyr Zelenksy al summit di Gedda. Lo scrive la Dpa, citando fonti diplomatiche saudite. Zelensky sarebbe atteso come ospite d’onore e la sua partecipazione al vertice potrebbe offrire, secondo le fonti saudite, la possibilità di una soluzione al conflitto russo-ucraino. Secondo un diplomatico saudita si potrebbero discutere le vie per intraprendere le trattative fra Mosca e Kiev.
Ore 17:24 - 007 Kiev: «Prigozhin dice la verità nell’80% dei casi»
Il capo dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, Kyrylo Budanov, ha affermato che «la maggior parte» di ciò che dice il leader dei mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin «è vera», e che i suoi miliziani «hanno mostrato la loro massima efficienza», a differenza dell’esercito regolare russo. Lo riporta Unian. «La cosa peggiore è che la maggior parte di ciò che Prigozhin dice è vera. Ci sono alcune cose che non posso nemmeno dire che sono false, sono semplicemente percepite in due modi. Ma l’80% di ciò che dice è generalmente la pura verità. Assolutamente pura», ha detto Budanov. «Non mi fa molto piacere ammetterlo, tuttavia i Wagner hanno mostrato la massima efficienza, in contrasto con l’esercito russo che ha mostrato la massima inefficienza». E in questo contesto, «i conflitti si sono intensificati ancora di più».
Ore 17:25 - Capo 007 ucraini: «Uccisi esponenti dei media russi»
Il capo dell’intelligence militare ucraina, Kirill Budanov, ha ammesso oggi che i servizi di Kiev sono responsabili di uccisioni di persone del mondo dei media russi. In un’intervista su Youtube con il giornalista ucraino Valery Savchuk, circolata su vari canali Telegram ucraini, Budanov risponde così alla domanda se Kiev potrebbe cercare di uccidere il giornalista russo Vladimir Solovyov o il filosofo Alexander Dugin: «Ne abbiamo già raggiunti molti, comprese personalità pubbliche e dei media».
Già il 7 maggio scorso Budanov aveva detto che i servizi segreti ucraini hanno ucciso russi e continueranno «a uccidere russi ovunque sulla faccia di questo mondo fino alla completa vittoria dell’Ucraina». Kiev, tuttavia, non ha mai confermato di essere responsabile di alcuni attentati contro personalità del mondo mediatico e culturale russo sostenitrici dell’intervento in Ucraina, che Mosca ha addebitato ai servizi ucraini. In particolare l’uccisione di Darya Dugina, la figlia di Alexander Dugin, nell’agosto del 2022, quella del blogger e corrispondente di guerra Vladlen Tatarsky il mese scorso e il ferimento dello scrittore Zakhar Prilepin il 6 maggio.
Ore 17:27 - La battaglia aerea: i russi bombardano, gli ucraini sostengono di aver distrutto sei missili ipersonici
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I belligeranti si colpiscono dal cielo, testano gli apparati combattendo, rivendicano successi. La sfida continua tra lancia e scudo.
Mosca prosegue sul sentiero di guerra e, a cadenza non sempre regolare, conduce bombardamenti massicci. Nelle scorse ore ha utilizzato missili Kalibr, i droni iraniani, gli ipersonici Kinzhal. Armi di tipo diverso per complicare la risposta della difesa attorno a Kiev, «proiettili» che arrivano da quote differenti, con caratteristiche differenti. Possibile il ricorso a droni-esca per attirare il fuoco e distogliere l’attenzione da quelli veri, dotati di testata bellica. Gli ucraini hanno sostenuto di avere intercettato 18 bersagli, compresi 6 Kinzhal e ciò implica un eventuale successo dei Patriot forniti dalla Nato, a loro volta target degli invasori. Infatti i russi hanno annunciato di avere colpito una batteria con un Kinzhal. È un duello intenso con il corredo di propaganda sui risultati effettivi.
Ore 17:34 - Mosca su Budanov: «I servizi di Kiev terroristi»
I servizi segreti ucraini sono «terroristi» e «coloro che giustificano il regime di Kiev e lo sponsorizzano sono complici dei terroristi». Lo afferma la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, dopo che il capo dell’intelligence militare ucraina, Kirill Budanov, ha ammesso la responsabilità nell’uccisione di alcune figure mediatiche russe. «L’Onu non ci farà caso nemmeno questa volta?», chiede la portavoce in un commento sul suo canale Telegram.
Ore 18:00 - Media russi: «Chiesti 9 anni di carcere per attivista»
L’accusa ha chiesto 9 anni di carcere per l’attivista per i diritti umani Mikhail Krieger, sotto processo in Russia per i suoi post sui social. Per tutta risposta lui, alla fine dell’udienza, ha iniziato a cantare canzoni ucraine. Lo riferisce il media bielorusso Nexta, vicino all’opposizione contro il regime di Minsk. Krieger è accusato in particolare di aver «giustificato il terrorismo».
Ore 18:42 - Borrell al ministro degli Esteri indiano: «Sostenga piano di pace di Kiev»
L’Alto rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell ha incontrato il ministro degli Affari esteri del governo indiano, Subrahmanyam Jaishankar, a margine del primo Consiglio commercio e tecnologia Ue-India. Borrell ha elogiato il lavoro dell’India in qualità di attuale Presidente del G20 e gli sforzi compiuti in questa veste per affrontare anche i diversi interessi dei Paesi al di fuori della piattaforma del G20, in uno spirito di interconnessione globale. Borrell ha ribadito al Ministro Jaishankar la ferma volontà dell’Ue di sostenere l’Ucraina, compresi gli sforzi per garantire una pace globale, giusta e duratura basata sulla Carta delle Nazioni Unite. Ha inoltre ricordato l’impegno a continuare ad affrontare le conseguenze globali della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, concentrandosi sulla sicurezza alimentare. L’Alto rappresentante ha chiesto a Jaishankar che l’India sostenga l’iniziativa di pace dell’Ucraina e solleciti la Russia a concordare l’estensione cruciale dell’Iniziativa per i cereali del Mar Nero. Borrell e il Ministro hanno avuto uno scambio di opinioni sull’espansione del pilastro della sicurezza e della difesa della cooperazione bilaterale tra l’Ue e l’India. Hanno concordato di intensificare ulteriormente la cooperazione in materia di sicurezza, con particolare riguardo alla cybersicurezza.
Ore 18:58 - Meloni: «Diritto internazionale sotto attacco con la guerra d’aggressione russa»
Il Consiglio d’Europa nasce per difendere i diritti fondamentali e il diritto internazionale, «valori che ora in Europa sono sotto attacco con la guerra d’aggressione russa in Ucraina». Lo ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Reykjavik, in Islanda, dove partecipa al Consiglio d’Europa. «L’idea di un vertice che non si celebra dal 2005 è venuta proprio a Torino. Sono contenta che abbiamo avuto un ruolo in questo senso», ha detto Meloni. «Se saltano le regole del diritto internazionale, questo accade ed e’ un mondo che non conviene a nessuno», ha aggiunto.
Ore 19:20 - Usa: danneggiato un sistema Patriot in raid russo vicino Kiev
Un sistema di difesa missilistica Patriot di fabbricazione statunitense è stato probabilmente danneggiato, ma non distrutto, nei raid notturni condotti dalla Russia vicino Kiev. Lo ha reso noto un funzionario degli Stati Uniti alla Cnn, precisando che sono in corso valutazioni per stabilire l’entità dei danni, così da determinare se il sistema debba essere ritirato o semplicemente riparato sul posto dagli ucraini. In precedenza il ministero della Difesa russo aveva rivendicato la distruzione di un sistema Patriot in un attacco condotto nella notte con un missile ipersonico Kinzhal.
Ore 19:40 - Gli Usa condannano l’arresto di un ex dipendente consolato in Russia
Gli Usa «condannano fortemente» l’arresto per spionaggio di Robert Shonov, un ex dipendente russo che ha lavorato per oltre 25 anni al consolato generale Usa di Vladivostok prima di essere impiegato da una compagnia che fornisce servizi all’ambasciata americana a Mosca «nello stretto rispetto delle leggi e delle norme russe». «Il suo essere preso di mira ai sensi dello statuto di “cooperazione confidenziale” evidenzia l’uso sfacciato da parte della Russia di leggi sempre più repressive contro i propri cittadini», ha detto il dipartimento di Stato Usa.
Ore 20:23 - Usa: la solidarietà del G7 verso l’Ucraina è più forte
«La solidarietà del G7 verso l’Ucraina è più forte dell’anno scorso». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, in un briefing con la stampa sottolineando che l’intento comune dei leader «è l’isolamento di Putin».
Ore 20:24 - Zelensky: uniti con l’ Europa, siamo europei perciò siamo liberi
«Tutti i missili sono stati abbattuti, grazie a tutti voi», ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in collegamento con il Consiglio d’Europa in corso a Reykjavik. «Siamo europei, perciò siamo liberi». «Grazie a tutti voi per la difesa aerea. Un anno fa non eravamo in grado di difenderci dai missili ipersonici», oggi sono stati abbattuti tutti. «Nell’unità riusciamo a dare il 100% quando si tratta di difendere il popolo ucraino e l’Europa». «Abbiamo bisogno di jet moderni. Non dobbiamo lasciare nulla all’aggressore. Il 100% è garantito dalle armi e dall’addestramento. Il 100% delle sanzioni è garantito dall’onestà. Il 100% del nostro piano di pace è affidato alla diplomazia».
Ore 20:37 - Meloni a Zelensky: «Il mondo libero è grato all’Ucraina»
«A Zelensky voglio dire che l’intera Europa e tutto il mondo libero sono loro debitori. Il presidente Zelensky ci ha ringraziato per come stiamo aiutando l’Ucraina. Ma siamo noi debitori all’Ucraina: ha fatto capire al mondo intero quanto possa essere difficile piegare un popolo libero». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al summit dei capi di Stato e di governo del Consiglio d’Europa a Reykjavik.
Ore 21:10 - Von der Leyen: appello ai leader per il sostegno al piano pace di Kiev
«Faremo tutto il possibile affinché tu porti l’Ucraina alla pace, a una pace giusta, e non faremo nulla per l’Ucraina senza l’Ucraina. Per questo sosteniamo con forza la formula di pace dell’Ucraina. La formula di pace ucraina è il fondamento del loro cammino verso la pace. Ed è per questo che chiedo che questo vertice si mobiliti davvero dietro questa formula di pace». Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo al summit del Consiglio d’Europa a Reykjavik. «A volte è così importante che tutti uniscano le forze. Gli ucraini devono combattere per la democrazia e per la libertà. È nostra comune lotta stare al loro fianco per tutto il tempo necessario», ha concluso.
Ore 21:20 - Mosca smentisce l’abbattimento dei sei missili Kinzhal
Mosca smentisce le affermazioni di Kiev secondo cui la contraerea ucraina avrebbe abbattuto sei missili ipersonici russi Kinzhal. Lo rendono noto fonti russe.
Ore 21:45 - Intelligence ucraina: «Mosca schiera circa 400 mila uomini al momento»
Sono circa 400mila i russi attualmente schierati in Ucraina, secondo le stime del servizio di intelligence militare ucraino. La componente dell’esercito è composta da circa 370 mila soldati, ha reso noto il capo dell’intelligence, Kyrylo Budanov, alla televisione di Stato di Kiev. Inoltre, ci sono circa 20mila membri della Guardia Russa, un’unità paramilitare d’élite.
A questi si aggiungono poi i gruppi privati come la Wagner di Yevgeny Prigozhin, che stanno fornendo altri 7mila uomini. Budanov ha precisato che pochissimi stranieri stanno combattendo tra le file dei russi. «Non si sono mai preoccupati di far combattere gli stranieri - ha detto-. Piuttosto, hanno adottato l’approccio di compensare le perdite in Ucraina con i detenuti».
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 17 maggio.
Pentagono: «Sistema Patriot danneggiato ma operativo». L’inviato di Pechino a Kiev. Marta Serafini, inviata, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 17 maggio 2023.
Le notizie sulla guerra di mercoledì 17 maggio. Ucciso un ex soldato Usa a Bakhmut. Lavrov: «Siamo disposti a studiare la proposta di pace dall’Africa». Putin agli ebrei russi: «Combattiamo i seguaci diretti del nazismo»
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• Kiev: «Abbiamo ripreso 20 km quadrati a Bakhmut».
• Gli ucraini sostengono di aver distrutto sei missili ipersonici russi.
• Prigozhin: «Abbiamo ucciso un cittadino americano a Bakhmut».
• Zelensky è convinto di poter vincere la guerra entro l’anno, ma la controffensiva ancora non parte.
Ore 01:13 - Mosca smentisce la notizia dell’abbattimento di 6 missili Kinzhal
Mosca ha smentito che l’Ucraina abbia abbattuto sei missili ipersonici Kinzhal nelle prime ore di martedì. «La Federazione Russa non ha lanciato tanti Kinzhal quanti presumibilmente abbattono ogni volta che fanno le loro dichiarazioni», ha dichiarato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu a Ria Novosti, aggiungendo che il numero di intercettazioni rivendicate dall’Ucraina era «tre volte superiore ai missili che stiamo lanciando. E sbagliano sempre il tipo di missile», ha affermato Shoigu. «Ecco perché non li colpiscono».
Ore 01:17 - Kiev: la Russia attualmente schiera 400 mila militari in Ucraina
Sono circa 400mila i russi attualmente schierati in Ucraina, secondo le stime del servizio di intelligence militare ucraino. La componente dell’esercito è stimata in circa 370 mila soldati, ha reso noto il capo dell’intelligence, Kyrylo Budanov, alla televisione di Stato di Kiev. Inoltre, ci sono circa 20mila membri della Guardia Russa, un’unità paramilitare d’élite.
A questi si aggiungono poi i gruppi privati come la Wagner di Yevgeny Prigozhin, che stanno fornendo altri 7mila uomini. Budanov ha precisato che pochissimi stranieri stanno combattendo tra le file dei russi. «Non si sono mai preoccupati di far combattere gli stranieri - ha detto-. Piuttosto, hanno adottato l’approccio di compensare le perdite in Ucraina con i detenuti».
Ore 01:19 - Usa: danneggiato un sistema Patriot in raid russo vicino Kiev
Un sistema di difesa missilistica Patriot di fabbricazione statunitense è stato probabilmente danneggiato, ma non distrutto, nei raid notturni condotti dalla Russia vicino Kiev. Lo ha reso noto un funzionario degli Stati Uniti alla Cnn, precisando che sono in corso valutazioni per stabilire l’entità dei danni, così da determinare se il sistema debba essere ritirato o semplicemente riparato sul posto dagli ucraini. In precedenza il ministero della Difesa russo aveva rivendicato la distruzione di un sistema Patriot in un attacco condotto nella notte con un missile ipersonico Kinzhal.
Ore 01:20 - La battaglia aerea: i russi bombardano, gli ucraini sostengono di aver distrutto sei missili ipersonici
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I belligeranti si colpiscono dal cielo, testano gli apparati combattendo, rivendicano successi. La sfida continua tra lancia e scudo.
Mosca prosegue sul sentiero di guerra e, a cadenza non sempre regolare, conduce bombardamenti massicci. Nelle scorse ore ha utilizzato missili Kalibr, i droni iraniani, gli ipersonici Kinzhal. Armi di tipo diverso per complicare la risposta della difesa attorno a Kiev, «proiettili» che arrivano da quote differenti, con caratteristiche differenti. Possibile il ricorso a droni-esca per attirare il fuoco e distogliere l’attenzione da quelli veri, dotati di testata bellica. Gli ucraini hanno sostenuto di avere intercettato 18 bersagli, compresi 6 Kinzhal e ciò implica un eventuale successo dei Patriot forniti dalla Nato, a loro volta target degli invasori. Infatti i russi hanno annunciato di avere colpito una batteria con un Kinzhal. È un duello intenso con il corredo di propaganda sui risultati effettivi.
Ore 02:41 - Usa: i russi attaccano da più direzioni per confondere la difesa ucraina
La Russia sta utilizzando più munizioni del solito nel tentativo di sopraffare e confondere le difese aeree ucraine. Lo riferisce un funzionario Usa alla Cnn. Le forze di Mosca, spiega la fonte, hanno lanciato attacchi aerei più estesi e da più direzioni contemporaneamente prendendo di mira i centri di comando a Kiev e in altri luoghi strategici. Questo, secondo il funzionario americano, potrebbe essere un tentativo di costringere l’Ucraina a ritardare la sua tanto attesa controffensiva. Secondo Washington, tuttavia il piano potrebbe trasformarsi in un vantaggio per le forze di Kiev, poiché la Russia sta attingendo dalla sua già limitata riserva di munizioni ad alta precisione.
Ore 03:03 - Ex soldato Usa ucciso dall’artiglieria russa a Bakhmut
Un ex «berretto verde» americano che era in Ucraina per addestrare gli ucraini, è rimasto ucciso a Bakhmut. Nick Maimer, 45 anni, veterano originario dell’Idaho, era in Europa a insegnare inglese quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Da allora aveva deciso di fare qualcosa per aiutare chi era stato attaccato. Era stato il gruppo paramilitare Wagner ad annunciare lunedì la morte dell’americano. La famiglia ha confermato la notizia dopo che uno zio di Maimer ha visionato il video girato dai paramilitari russi. «Nick ha vissuto molto e per gli altri - ha detto lo zio, Paul Maimer - era andato in Ucraina per motivi umanitari, cercando di fare del bene al mondo».
Ore 03:30 - L’Ungheria voterà no alla prossima tranche di aiuti militari Ue a Kiev
L’Ungheria ha deciso di non approvare l’erogazione della prossima tranche di sostegno militare all’Ucraina fornita nell’ambito del Fondo europeo per la pace (EPF) dell’Unione europea, secondo Reuters. Un portavoce del governo ha affermato che l’Ungheria non è d’accordo con l’uso esclusivo delle risorse del Fondo a favore dell’Ucraina, poiché ritiene che questa dotazione non consenta di indirizzare finanziamenti sufficienti alla promozione degli interessi dell’UE in altre regioni.
Ore 07:49 - Donna ferita in bombardamento russo su Mykolaiv
Una donna è rimasta ferita in seguito a un attacco russo sulla cittadina ucraina di Mykolaiv. Lo ha detto il governatore locale Vitaly Kim. Lo riporta il Kiev Independent. Kim in seguito ha mostrato una foto di un negozio di alimentari danneggiato. Il sindaco della città Oleksandr Sienkevych ha dichiarato tramite il suo canale Telegram che in città sono stati segnalati diversi incendi in seguito all’ultimo attacco russo.
Ore 08:23 - Accordo sul grano in scadenza, oggi l’ultima nave
Dovrebbe lasciare oggi il porto ucraino l’ultima nave carica di cereali in base all’accordo sull’esportazione di grano nel Mar Nero in scadenza domani.
Sono finora falliti i tentativi di rinnovare l’intesa firmata con Ucraina e Russia grazie alla mediazione turca e dell’Onu. Da settimane Mosca minaccia di sfilarsi: «Rimangono ancora molte questioni irrisolte riguardo alla nostra parte di accordo, ora dovremo prendere una decisione», ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Ma quali sono le richieste russe? Riferisce Reuters che in una lettera all’Onu del 16 marzo, l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, ha affermato che Mosca prenderebbe in considerazione l’estensione dell’accordo sull’esportazione di grano dall’Ucraina oltre il 18 maggio solo se i seguenti «problemi sistemici» fossero risolti: Restituzione della Banca agricola russa (Rosselkhozbank) al sistema di pagamento SWIFT.
Ripresa delle forniture alla Russia di macchine agricole e ricambi.
Revoca delle restrizioni sull’assicurazione e l’accesso ai porti per navi e merci russe. La ripresa di un gasdotto di ammoniaca da Togliatti di Russa a Odessa in Ucraina. Sblocco dei conti e delle attività finanziarie delle aziende russe di fertilizzanti.
Ancora poche ore e la partita si chiude.
Ore 08:41 - Borrell: l’India spinga Mosca a rinnovare l’accordo sul grano
L’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, ha incontrato il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, a margine del primo Consiglio per il commercio e la tecnologia Ue-India che si tiene oggi a Bruxelles. Nel corso dell’incontro, Borrell ha chiesto a Jaishankar che l’India sostenga l’iniziativa di pace dell’Ucraina e che solleciti la Russia a concordare l’estensione dell’iniziativa per il grano nel Mar Nero. Ribadendo la ferma determinazione dell’Ue a sostegno dell’Ucraina, Borrell ha inoltre ricordato l’impegno dell’Ue a continuare ad affrontare le conseguenze globali della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, concentrandosi sulla sicurezza alimentare. L’Alto rappresentante ha poi elogiato il lavoro dell’India in qualità di attuale presidente del G20.
Ore 09:43 - Regione di Kherson, bombe russe su un ospedale e un grattacielo
Infrastrutture civili ancora bersagli di Mosca. L’esercito russo ha bombardato in mattinata un ospedale a Beryslav e un grattacielo a Kherson. «Hanno centrato l’unità di terapia intensiva e il dipartimento centrale» riferisce il capo della regione Oleksandr Prokudin su Telegram. Non risultano al momento feriti. L’ufficio del procuratore regionale di Kherson ha riferito che nella città un missile nemico ha colpito un grattacielo e altre infrastrutture civili sono state danneggiate dai bombardamenti.
Ore 10:04 - Lavrov: «Il sostegno degli Stati Uniti (all’Ucraina) potrebbe finire come è successo con l’Afghanistan. La Casa Bianca ci chiede di rilasciare due condannati per spionaggio»
Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo, ha rilasciato un’intervista al canale televisivo Tsargrad, nella quale ha affermato che la guerra in Ucraina potrebbe finire a causa dell’abbandono, da parte degli Stati Uniti, dei suoi alleati, cosa che Washington aveva già fatto in Afghanistan.
Lavrov ha ricordato che gli Usa «hanno abbandonato la leadership afghana su cui avevano fatto affidamento durante la ventennale occupazione statunitense di quel paese». «Spero che i politici moderni prestino attenzione alla storia», ha aggiunto Lavrov. «Gli analisti politici scrivono molto su questo. Prevedono che tutto questo continuerà finché gli americani ne avranno bisogno. Queste persone (il governo di Kiev) saranno al potere finché gli Usa ne avranno bisogno».
Il ministro degli Esteri ha poi parlato delle telefonate che l’assistente di Vladimir Putin, Yuri Ushakov, riceverebbe dalla Casa Bianca affinché il Cremlino rilasci il giornalista statunitense Evan Gershkovich e l’ex marine Paul Whelan, condannati per spionaggio: «A volte Ushakov riceve chiamate da Washington, dalla Casa Bianca, con lo stessa richiesta: liberare Paul Whelan, e ora anche il giornalista Evan Gershkovich».
Lavrov ha aggiunto che la seconda questione al centro del dialogo tra Mosca e Washington è quella relativa alle condizioni di lavoro dei rispettivi diplomatici nei due Paesi.
Ore 10:18 - Lavrov: «La guerra finirà se gli Usa smetteranno di sostenere Kiev. La Russia è aperta alla diplomazia ma non abbiamo ricevuto ancora nessuna proposta»
Secondo il ministro Lavrov, intervistato dall’emittente televisiva Tsargrad, il conflitto con l’Ucraina «finirà se gli Stati Uniti smetteranno di sostenere Kiev», sostenendo anche che la Russia «rimane aperta alla diplomazia sulla questione dell’Ucraina» ma per ora Mosca non vede «alcuna proposta seria dai suoi colleghi occidentali. Sento dire che dobbiamo tornare ai confini del 1991 e che la Crimea non è nostra. Questa è diplomazia?», si chiede Lavrov. «Sono ultimatum e ricatti».
Ore 10:24 - Papa Francesco: «Preghiamo per la pace, si soffre tanto»
Papa Francesco, durante l’udienza generale, ha pregato per due volte per la pace in Ucraina. La prima volta lo ha fatto salutando i fedeli polacchi, la seconda quelli di lingua italiana. A loro ha rivolto un appello: «Chiediamo al Signore per la martoriata Ucraina: si soffre tanto, si soffre tanto. Preghiamo per i feriti, per i bambini, per quelli che sono morti. Preghiamo perché torni la pace». Queste le parole di Francesco.
Ore 10:38 - Ucraina, il ministero dell’Energia registra carenze di elettricità in quattro regioni del Paese
Ieri si sono verificati problemi con la fornitura di corrente elettrica in quattro regioni dell’Ucraina, secondo quanto riportato dal ministero dell’Energia ucraino su Telegram. Nella regione di Dnipropetrovsk, circa seimila utenti hanno subito un’interruzione di corrente, mentre nel Donbass una miniera con 30 persone è stata scollegata dalla linea elettrica. Le carenze di elettricità riscontrate anche nelle regioni di Odessa e Sumy sono state attribuite a guasti tecnici, come spiegato dal ministero. In generale, a causa di attacchi precedenti, alcuni utenti nelle città di Donetsk, Zaporizhzhia, Sumy, Kharkiv, Kherson e Chernihiv sono ancora privi di elettricità.
Ore 10:40 - Telefonata Putin-Tokayev (Kazakistan): «Per rafforzare le relazioni»
Il presidente russo Vladimir Putin e quello kazako Qasym-Jomart Tokayev hanno avuto oggi una conversazione telefonica durante la quale hanno «ribadito la comune volontà di rafforzare ulteriormente le relazioni di alleanza tra Russia e Kazakistan ed espandere la cooperazione strategica». Lo riferisce in una nota il Cremlino. Putin, si aggiunge nel comunicato, citato dalle agenzie russe, ha fatto gli auguri a Tokayev per il suo 70/o compleanno.
Ore 10:45 - L’Ue invita il Giappone a proseguire nel sostegno a Kiev
In vista del prossimo vertice del G7 a Hiroshima, in programma a partire dal 19 maggio, l’ambasciatore dell’Unione europea in Giappone, Jean-Eric Paquet, ha ripreso a discutere dell’invasione russa in Ucraina, facendo un nuovo appello al governo di Tokyo affinché sostenga militarmente la resistenza ucraina fino al completo ripristino della sovranità del paese invaso dalla Russia. «L’Unione Europea sta fornendo un supporto completo all’Ucraina in ogni aspetto, compreso il sostegno militare, impegnandosi enormemente anche per assistere i rifugiati ucraini e mantenere una pressione economica sul governo russo tramite sanzioni», ha dichiarato l’ambasciatore, citato dai media locali. «Abbiamo fiducia che il Giappone e tutti i Paesi del G7 collaborino per impedire alla Russia di utilizzare armi nucleari, condannando in modo inequivocabile e unito l’aggressione, al fine di isolare il governo russo», ha aggiunto il diplomatico nel suo intervento.
Ore 10:59 - La Finlandia denuncia: «La Russia ha congelato i conti bancari della nostra ambasciata»
Il ministero degli Esteri finlandese ha denunciato che la Russia ha congelato i conti bancari delle rappresentanze finlandesi. «Il ministero degli Esteri conferma che i conti delle rappresentanze finlandesi in Russia sono congelati e non possono essere utilizzati. La situazione è grave e la questione è oggetto di indagine», ha dichiarato il ministero degli Esteri in un commento al più grande quotidiano finlandese Helsingin Sanomat. Oltre all’ambasciata finlandese a Mosca, c’è un consolato generale della Finlandia a San Pietroburgo.
Ore 11:00 - Lavrov: «Le relazioni tra Russia e Cina sono di mutuo rispetto e vantaggio. È il nostro principale partner commerciale»
Nell’intervista a Tsagrad, Lavrov ha risposto alle recenti dichiarazioni del presidente francese Macron che aveva definito la Federazione russa un vassallo di Pechino: «La Cina è il nostro principale partner commerciale, molto più avanti di tutti gli altri, ed è un importante partner commerciale per 140 dei quasi 200 paesi del mondo. Sì, è un paese potente, in rapida crescita - ha aggiunto -. Ma Mosca non vede alcuna minaccia dalla Repubblica popolare cinese. Abbiamo relazioni molto strette e basate sulla fiducia a tutti i livelli. Relazioni di mutuo rispetto e mutuo vantaggio. E se nel mondo occidentale tali relazioni sono estremamente rare, ammesso che si verifichino, allora questi non sono i nostri problemi».
Ore 11:07 - Lavrov: «L’Europa ha perso la sua indipendenza»
Qualunque cosa dica il presidente Emmanuel Macron sull’autonomia strategica. Non importa quanto Borrell dichiari sulla necessità che l’Europa sia più attiva nella regione indo-pacifica. L’Europa ha ceduto tutte le sue posizioni all’Alleanza del Nord Atlantico, ha perso completamente la sua indipendenza - sottolineando -, che saranno gli americani a decidere quando e come utilizzare l’Europa a proprio vantaggio. I più colpiti da quello che sta accadendo in Ucraina, a parte il popolo ucraino, sono diventati gli europei - insiste Lavrov -. Ciò vale sia per l’esaurimento dei loro bilanci sia per la linea che sono costretti a perseguire: pompare l’Ucraina a proprie spese con armi, fondi per mantenere l’equilibrio di bilancio, fondi per pagare pensioni, stipendi».
Ore 11:09 - Putin e il presidente iraniano partecipano online alla firma per la nuova ferrovia
Il presidente russo Vladimir Putin e quello iraniano Ebrahim Raisi hanno partecipato oggi in videoconferenza alla firma di un accordo per la costruzione di un tratto ferroviario tra Rasht e Astara, in Iran, che dovrebbe completare i collegamenti sul cosiddetto Corridoio internazionale per i trasporti Nord-Sud, destinato a collegare San Pietroburgo a Bombay per una lunghezza di 7.200 chilometri. Lo riferiscono le agenzie russe. Il corridoio è pensato come alternativa alle rotte marittime che collegano l’Europa all’Oceano Indiano attraverso il Canale di Suez.
Ore 11:32 - Russia: «Il logo delle elezioni settembre ricorda invasione Ucraina»
La commissione elettorale centrale russa ha presentato il logo della giornata unica di voto 2023 per le regionali e comunali: raffigura la lettera V latina nei colori della bandiera russa. Il carattere grafico V in cirillico non esiste, ma è stato disegnato sui carri armati russi durante l’invasione dell’Ucraina insieme con la lettera latina Z. Le due lettere sono le iniziali del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma secondo alcune spiegazioni non volevano indicare il capo di stato ucraino come obiettivo, piuttosto la vittoria.
L’11 settembre in Russia ci saranno le elezioni regionali e locali: sarà una verifica elettorale importante dopo l`invasione in Ucraina che misurerà il consenso dei russi rispetto alle scelte di Vladimir Putin. Anche se tradizionalmente queste elezioni si concentrano su affari locali, come la gestione degli investimenti pubblici, e non hanno grande partecipazione da parte degli elettori.
Ore 11:37 - Kiev smentisce distruzione sistema missilistico Patriot
Il portavoce dell’aeronautica delle forze armate ucraine, Yuri Ignat, ha affermato che il sistema missilistico antiaereo Patriot non può essere distrutto con un singolo colpo, anche se si tratta di un missile Kinzhal. Lo riporta Ukrainska Pravda. «Lasciamo che tutto cio che dicono i russi rimanga nel loro archivio di propaganda», ha dichiarato Ignat. Gli Stati Uniti non hanno confermato la distruzione del sistema di difesa aerea Patriot in Ucraina, tuttavia, secondo alcune informazioni, il sistema potrebbe essere stato danneggiato.
Ore 11:45 - Minsk: «Ancora nessuna arma nucleare tattica russa nel Paese»
Il rappresentante permanente della Bielorussia all’Onu, Valentin Rybakov, ha riferito che le armi nucleari tattiche russe non sono ancora state schierate sul territorio del Paese. Lo riporta Ukrainska Pravda. «Questo annuncio sul dispiegamento di armi nucleari tattiche nella Repubblica di Bielorussia è, prima di tutto, solo una dichiarazione. Nulla in senso pratico è stato fatto al riguardo», ha affermato Rybakov durante un dibattito all’Onu. Secondo il rappresentante di Minsk, se verrà presa una decisione in questo settore, sarà «la decisione del governo della Bielorussia, non di qualsiasi altro stato». Il 25 marzo scorso, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato il dispiegamento in Bielorussia di armi nucleari tattiche entro luglio.
Ore 11:54 - Proteste a Kiev: «Rifugi chiusi durante l’attacco russo»
I residenti di Kiev si sono lamentati con l’amministrazione militare della città per il fatto che durante l’ultimo attacco sulla città, alcuni rifugi antiaerei erano chiusi. «Sfortunatamente, casi simili sono stati registrati in quasi tutti i quartieri della capitale», hanno riferito le autorità, parlando di un fatto «inaccettabile» e annunciando controlli.
«Chiudere i rifugi durante la guerra, durante attacchi aerei così massicci, è un crimine», ha dichiarato Serhiy Popko, capo dell’amministrazione militare di Kiev. «Al più presto, tutti i rifugi nella città dovranno essere ispezionati, tutti i luoghi a cui la popolazione civile non ha accesso devono essere registrati e i guardiani garantiranno immediatamente l’accesso senza ostacoli. Casi come la chiusura dei rifugi nella capitale non dovrebbero esserci, è inaccettabile».
Ore 11:59 - Kuleba: «Coalizione per fornire aerei occidentali entro l’anno»
Quest’anno si formerà una coalizione per fornire all’Ucraina aerei da combattimento occidentali. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, alla televisione nazionale ucraina, aggiungendo che alcuni alleati dell’Ucraina hanno espresso la volontà di addestrare i militari ucraini per l’utilizzo dei caccia occidentali. «Tutto questo è il risultato dei viaggi internazionali fatti dal presidente e da tutti noi che lavoriamo sul fronte diplomatico - ha aggiunto Kuleba. La nostra priorità è l’F-16, ma non stiamo annullando altre opzioni di aerei. È come con i carri armati. Una volta formata la coalizione, tutto accadrà molto rapidamente».
Durante la visita del presidente Volodymyr Zelensky nel Regno Unito il 15 maggio, il primo ministro britannico Rishi Sunak ha affermato che fornire aerei da combattimento occidentali all’Ucraina «non era una cosa semplice», ma che il Regno Unito era comunque pronto a essere «una parte fondamentale dei paesi della coalizione» aiutando L’Ucraina in questo sforzo. Il Regno Unito ha promesso di addestrare i piloti ucraini sugli F-16 quest’estate.
Ore 12:07 - Michel: «Oligarchi russi comprano partiti e media in alcuni paesi»
«Sappiamo che c’è un veleno mortale contro la democrazia, un cocktail di corruzione e disinformazione: in alcuni Paesi c’è un modello con gli oligarchi, vicini alla Russia, che comprano partiti politici, media e praticano una destabilizzazione massiccia. Ma c’è un rimedio, un antidoto, l’indipendenza della giustizia, lo stato di diritto, per mettere sotto controllo questo veleno, questa minaccia». Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, al dibattito generale della giornata conclusiva del summit dei capi di stato e di governo del Consiglio d’Europa, a Reykjavik.
Ore 12:14 - Il metropolita Antonij riceve il nuovo ambasciatore presso la Santa Sede Soltanovsky
Oggi, presso il Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, il presidente del Dree, il metropolita Antonij di Volokolamsk, ha incontrato il neo nominato Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Federazione Russa presso il Vaticano Ivan Soltanovsky. Ne dà notizia lo stesso Dipartimento. “Il Metropolita - fa sapere il Dipartimento-si è congratulato con il diplomatico russo per la sua nomina, consegnandogli un dono del Patriarcato di Mosca. Nell’incontro si è discusso diversi temi del dialogo ortodosso-cattolico, nonché un’ampia gamma di argomenti di reciproco interesse”. All’incontro hanno partecipato anche il vicepresidente del Dree, l’archimandrita Filaret e l’addetto del primo dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo Nemudrov. Di recente, il Metropolita Antonij è stato in Vaticano per una visita di lavoro. Al termine dell’udienza generale del 3 maggio in Piazza San Pietro, ha salutato il Papa. In Vaticano ha parlato con diversi capi dicastero, in particolare con i Prefetti per le Chiese Orientali e quello per il Clero. Incontri anche presso il Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
Ore 12:17 - Putin: «Combattiamo contro seguaci diretti del nazismo»
«Oggi, in Russia e in altri Paesi, si celebra solennemente il 26 di Iyar, il Giorno della Salvezza e della Liberazione. Questa data occupa un posto speciale nel calendario religioso ebraico e serve a conservare la memoria dell’impresa senza precedenti dei soldati dell’Armata Rossa e degli eserciti dei Paesi alleati nella coalizione anti-hitleriana che schiacciò il nazismo, salvò gli ebrei e altri popoli dalla minaccia del totale annientamento». Inizia così una nota del presidente russo, Vladimir Putin, pubblicata sul sito del Cremlino. «Sia noi che le generazioni future dobbiamo custodire la verità storica sulla seconda guerra mondiale, capire a quali conseguenze distruttive porta ogni connivenza con il nazionalismo, l’antisemitismo, la xenofobia. È con i diretti seguaci del nazismo che i nostri combattenti e comandanti stanno combattendo oggi nel corso di un’operazione militare speciale», ha aggiunto Putin, riferendosi alla guerra in Ucraina.
Ore 12:19 - Scholz: «Mantenere i ponti con l’altra Russia»
I militari russi che partecipano all’operazione militare speciale in Ucraina stanno combattendo contro «i seguaci diretti del nazismo». Lo ha detto il presidente Vladimir Putin in un messaggio agli ebrei russi e tutti coloro che festeggiano la Giornata della Salvezza e della Liberazione.
«Sia noi sia le generazioni future - scrive Putin nel messaggio, citato dalla Tass - dobbiamo tenere come sacra la verità storica sulla Seconda guerra mondiale e capire le devastanti conseguenze di ogni connivenza con il nazionalismo, l’antisemitismo e la xenofobia. Sono i seguaci diretti del nazismo che i nostri soldati e comandanti stanno combattendo nell’operazione militare speciale».
Ore 12:47 - Il primo ministro belga cita Draghi: «Dobbiamo fare “whatever it takes”»
Per supportare l’Ucraina e la democrazia «dobbiamo essere pronti a fare whatever it takes come disse Mario Draghi per difendere l’euro». È quanto ha detto il primo ministro belga Alexander de Croo intervenendo al quarto summit del Consiglio d’Europa a Reykyavik. Il riferimento è alla celeberrima frase pronunciata dall’ex presidente della Bce in un discorso a Londra il 26 luglio 2012, nel pieno della tempesta del debito sovrano.
Ore 12:53 - Filorussi: «3 morti in nuovo bombardamento ucraino a Donetsk»
Tre persone sono state uccise e due ferite in un nuovo bombardamento delle forze ucraine su Donetsk, secondo quanto reso noto dal sindaco citato dall’agenzia Ria Novosti. L’attacco, precisa il sindaco, è avvenuto sul distretto Kuibyshevsky. In precedenza lo stesso sindaco, citato dalla Tass, aveva dato notizia di un morto e quattro feriti in un bombardamento sul distretto Petrovsky.
Ore 13:04 - Lavrov: «Pronti a considerare le proposte di Africa e Sudamerica»
La Russia «è pronta a prendere in considerazione le proposte degli stati africani e latino-americani per risolvere la crisi ucraina». Lo afferma il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov, come riporta la Tass. L’Occidente, sostiene Lavrov, «insiste che è pronto a considerare solo il piano di Zelensky».
Ore 13:15 - Prigozhin: «Shoigu è a Bakhmut da una settimana»
Il ministro della Difesa russo, Sergey Shoigu «è a Bakhmut da circa una settimana, presso il quartier generale dell’unità d’assalto in uno dei sotterranei della città». Lo afferma il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, sul proprio canale Telegram, rispondendo a una domanda in cui gli si chiedeva se Shoigu avesse risposto al suo invito. Prigozhin aveva in precedenza affermato di aver inviato una lettera a Shoigu invitandolo a vedere con i suoi occhi la situazione a Bakhmut, ma che la sua missiva era stata rifiutata.
Ore 13:24 - A Reykjavik 7 Paesi non firmano il registro dei danni in Ucraina
Il Consiglio d’Europa ha istituito un registro dei danni per l’Ucraina, considerato un primo passo verso un meccanismo internazionale di risarcimento per le vittime dell’aggressione russa. Ma 7 Paesi membri su 46 totali non hanno aderito. Si tratta, quindi, di un «accordo parziale», come spiega lo stesso Consiglio d’Europa in una nota. Ad annunciare la novità del registro questa mattina a Reykjavik, dove si svolge il vertice dei capi di Stato e di governo dell’organizzazione, sono stati il segretario generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejcinovic Buric, il primo ministro dell’Islanda, Katrin Jakobsdottir, il primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, il ministro degli Esteri dell’Islanda e presidente del comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, Thordis Kolbrun Reykfjord Gylfadottir, il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, e il ministro della Giustizia dell’Ucraina, Denis Malyuska.
Ore 13:33 - Kiev: «Avanziamo ancora a Bakhmut, presi altri 500 metri»
Le forze ucraine «sono avanzate fino a 500 metri» nell’ultimo giorno in varie direzioni del fronte di Bakhmut, come parte dell’operazione di difesa. Lo ha riferito il portavoce del gruppo orientale delle forze armate dell’Ucraina, Serhii Cherevaty, com riporta Unian. A Bakhmut continuano feroci i combattimenti. «Il nemico sta cercando di prendere questa città a tutti i costi. Per farlo, la cancella letteralmente dalla faccia della terra in modo che le forze di difesa possano usare meno gli edifici come fortificazioni», ha affermato Cherevaty spiegando che i russi hanno sparato contro le posizioni ucraine 456 volte con vari tipi di munizioni, «confermando così che non c’è una mancanza di proiettili».
Ore 13:35 - Parolin: «La Santa Sede continua a fare la sua parte per la pace»
«Insieme a Papa Francesco dovremmo chiedere, insieme all’Ucraina, come creare la pace: non possiamo accettare passivamente che la guerra di aggressione continui in quel Paese. È il popolo ucraino che sta morendo e soffre. È il momento di prendere iniziative per creare una pace giusta in Ucraina e in tutte le cosiddette aree grigie in Europa. Vi garantisco che la Santa Sede continuerà a fare la propria parte». Lo ha detto il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, intervenendo al summit dei capi di stato e di governo del Consiglio d’Europa, a Reykjavik.
Ore 13:55 - L’Ucraina è diventata membro del centro Nato per la cyberdifesa
L’Ucraina è stata nominata membro del Centro di eccellenza per la difesa cibernetica della Nato (Ccdcoe) insieme a Giappone, Irlanda e Islanda. Lo riporta un comunicato del centro. L’adesione è stata ufficializzata nel corso delle celebrazioni per il 15esimo anniversario del Ccdcoe, che ha sede a Tallinn, in Estonia, e si occupa di fornire conoscenze e formazione nel campo della cyberdifesa ai Paesi che ne fanno parte. Le bandiere nazionali dei nuovi Stati aderenti sono state issate al fianco di quelle degli altri 34 partecipanti.
Ore 14:21 - Usa: «Finanzieremo il Registro dei danni in Ucraina»
«Siamo al cospetto di una grave sfida contro i diritti umani, lo stato di diritto e la democrazia. La guerra russa di aggressione è un affronto a tutti questi tre principi. I membri delle forze armate russe e alti ufficiali russi hanno commesso crimini contro umanità. La Russia ha calpestato lo stato di diritto». Lo ha dichiarato l’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, intervenendo al summit dei capi di stato e di governo del Consiglio d’Europa, a Reykjavik, che ha istituito il Registro dei danni causati dall’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina. «Aderiremo al Registro come membri fondatori e prevediamo con il Congresso di fornire finanziamenti iniziali - ha aggiunto la diplomatica statunitense -. I danni causati dalla Russia devono essere documentati affinché i responsabili siano chiamati a rispondere e il mondo veda cosa hanno fatto».
Ore 15:14 - Olanda: «Ancora nessun progresso sull’invio di caccia F-16»
Non c’è stato alcun progresso nei colloqui internazionali sul possibile invio di caccia F-16 all’Ucraina. Lo ha riferito il ministro degli Esteri olandese, Wopke Hoekstra, sottolineando che non è stata «ancora raggiunta una soluzione». «Quando saremo pronti a farlo e a comunicarlo, lo faremo», ha aggiunto. Ieri il premier britannico Rishi Sunak ha annunciato di aver concordato con l’omologo olandese Mark Rutte di «lavorare alla costruzione di una coalizione internazionale per fornire all’Ucraina capacità aeree di combattimento, sostenendola in tutto, dall’addestramento all’approvvigionamento di F-16».
Ore 15:16 - Possibile in serata l’incontro tra Zelensky e l’inviato della Cina
«È possibile un incontro nel pomeriggio» tra Zelensky e l’inviato cinese Li Hui: lo ha dichiarato un alto funzionario ucraino a condizione di anonimato. Lo scambio sarebbe il primo tra Zelensky, che sta incoraggiando Pechino a fare pressione su Putin, e l’alto funzionario cinese dall’inizio dell’invasione russa. Secondo Pechino,Li Hui, rappresentante speciale per gli affari eurasiatici ed ex ambasciatore cinese a Mosca, dovrebbe discutere della «soluzione politica» del conflitto ucraino durante un tour europeo che lo porterà anche in Polonia, Francia, Germania e Russia.
Ore 15:22 - Il presidente del Sudafrica vuole andare in Ucraina con una proposta di pace
Durante una conversazione telefonica il presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosatra, ha« informato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky della sua intenzione di volare in Ucraina come parte di una missione da diversi paesi africani» con una proposta di pace. Lo afferma il portavoce presidenziale ucraino, Sergei Nikiforov, come riporta Ukrainska Pravda. «Il presidente dell’Ucraina ha accolto con favore tale iniziativa pacifica», aggiunge Nikiforov, «Volodymyr Zelensky è pronto a ricevere illustri ospiti in Ucraina, ascoltare le loro proposte, parlare della formula di pace ucraina e invitarli a unirsi alla sua attuazione».
Ore 15:24 - Germania: «Non forniremo jet a Kiev»
Secondo il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, la Germania non fornirà aerei da combattimento all’Ucraina. La Bundeswehr «non può svolgere un ruolo attivo», ha detto Pistorius dopo un incontro con il ministro della Difesa britannico Ben Wallace a Berlino, come riporta Tagesschau. «Non si tratta di questioni che vengono decise a Berlino», ha aggiunto Pistorius, spiegando che la Bundeswehr non ha né le capacità, né le competenze riguardo alla questione della fornitura di jet a Kiev. La Germania, ha affermato il ministro della Difesa tedesco, è esperta di carri armati e difesa aerea e si concentrerà anche sulla fornitura di munizioni. Wallace ha sottolineato che anche il Regno Unito non fornirà jet, ma aiuterà ad addestrare i piloti ucraini.
Ore 15:33 - Bloomber: «L’accordo sul grano ucraino sarà prolungato»
Secondo quanto riferito da Bloomberg, che cita funzionari turchi, l’accordo sul grano del Mar Nero «è pronto per essere esteso» e oggi sarebbe previsto un annuncio. Il vice ministro delle Infrastrutture ucraino Yuriy Vaskov - scrive l’agenzia - non ha ancora confermato l’accordo, affermando in un messaggio che è troppo presto per commentare.
Ore 15:36 - Lavrov: «La Russia è disposta a studiare la proposta di pace dei Paesi dell’Africa»
Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha dichiarato che la Russia non è a conoscenza dei dettagli delle proposte di pace presentate dai Paesi dell’Africa e dal Brasile, ma è disposta a esaminarle. Al contrario dell’Occidente, che accetta solo il piano proposto da Kiev. Durante una conferenza stampa con il suo omologo bielorusso, Serghei Aleinik, Lavrov ha menzionato altre iniziative di pace provenienti dal Brasile e dal presidente del Sudafrica, rispondendo agli appelli dei loro amici latinoamericani e africani. Ha sottolineato che la Russia è disponibile a studiare tali proposte, che sono generate dal sincero desiderio di contribuire alla stabilizzazione dell’ordine mondiale. Tuttavia, Lavrov ha precisato che finora la Russia non ha ricevuto alcun documento ufficiale da parte del Brasile o degli africani, a differenza di quanto accaduto con i loro vicini cinesi.
Lavrov ha denunciato l’atteggiamento dell’Europa e degli Stati Uniti nei confronti dell’iniziativa cinese, affermando che sostanzialmente ignorano la proposta russa di discutere la questione. Ha evidenziato che l’Occidente afferma apertamente che la Russia non vuole negoziare secondo i termini di Kiev e che l’unico piano che l’Occidente può promuovere è il piano in 10 punti di Zelensky. Lavrov ha spiegato che tale piano richiede la capitolazione della Russia, un processo legale e il pagamento di risarcimenti all’Ucraina, solo dopo di che il governo di Kiev accetterebbe di firmare un accordo di pace. Ha concluso dicendo: «Fate voi stessi le vostre valutazioni».
Ore 15:44 - L’ultimatum dell’Ungheria: «O verranno rimosse le sanzioni alla banca Otp o no agli aiuti per Kiev»
Péter Szijjartó, ministro degli Esteri ungherese, ha affermato che «finché gli ucraini non rimuoveranno la banca Otp dalla lista dei sostenitori internazionali della guerra, l’Ungheria non potrà partecipare alle decisioni sul Fondo europeo per la pace e sulle sanzioni». Parlando all’ambasciata ungherese a Vienna, il ministro ha affermato che l’Ucraina sta diventando sempre più ostile nei confronti dell’Ungheria, motivo per cui il governo non può sostenere né l’11esimo pacchetto di sanzioni, né l’ulteriore sostegno di 500 milioni di euro con il Fondo europeo per la pace. «Mentre ci aspettiamo ulteriori danni economici, l’Ucraina sta diventando sempre più ostile nei confronti dell’Ungheria», ha detto.
Szijjarto ha espresso «preoccupazione per le conseguenze del conflitto armato in corso e ha criticato le sanzioni proposte», che secondo lui «vanno contro il buon senso». Ha anche messo in guardia contro l’imposizione di misure a otto società cinesi, «in quanto potrebbe danneggiare le relazioni e ostacolare la cooperazione tra Europa e Cina».
Ore 15:52 - L’ex ambasciatore americano a Kiev forse avvelenato mesi prima della guerra
John Herbst, ex ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina, ha riportato sintomi compatibili con un possibile avvelenamento mesi prima dell’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022 da parte di Vladimir Putin. Herbst, attualmente direttore senior dell’Eurasia Center presso l’Atlantic Council, ha parlato con Newsweek dopo che il sito giornalistico russo indipendente Agentstvo, citando fonti anonime, lo ha indicato come una delle persone che avrebbero subito presunti avvelenamenti o aggressioni da parte di individui legati ai servizi di intelligence russi negli ultimi due anni. Secondo il sito, l’FBI ha avviato un’indagine sul deterioramento della salute di Herbst in quel periodo.
Herbst ha dichiarato a Newsweek che l’Atlantic Council ha rilasciato una dichiarazione conclusiva e che non fornirà ulteriori dettagli. Il think tank con sede a Washington ha affermato che, sebbene Herbst sia tornato in piena salute, nell’aprile 2021 ha manifestato sintomi che potrebbero essere stati compatibili con un avvelenamento, inclusi livelli elevati di tossine nel sangue. Nonostante i medici abbiano trattato efficacemente l’ambasciatore Herbst in quel momento, non hanno potuto confermare definitivamente la causa come avvelenamento, ha spiegato il centro di studi.
L’Atlantic Council ricorda che Herbst e il suo Eurasia Center sono state voci influenti negli Stati Uniti nell’analisi e nelle risposte alle minacce russe nei confronti degli Stati Uniti e dell’Ucraina, compresa la guerra in corso, e sostengono la sovranità, l’indipendenza e la libertà dell’Ucraina.
Ore 15:54 - L’inviato speciale della Cina atterrato a Kiev
L’inviato speciale cinese Li Hui è arrivato a Kiev, nel quadro di una missione per individuare «una soluzione politica» alla crisi che lo porterà anche a Mosca e in diverse altre capitali europee (Varsavia, Parigi e Berlino). È la visita di un esponente cinese di più alto rango dall’inizio della guerra lo scorso anno. Non è ancora stato precisato chi incontrerà Li a Kiev.
Ore 16:04 - Kiev furiosa per la gag di una delle maggiori radio francesi sul «Circo Zelensky»
L'ambasciatore ucraino in Francia, Vadym Omelchenko, si è dichiarato scandalizzato e ha chiesto scuse alla radio francese Rtl dopo una gag sul "circo Zelensky". Su Twitter, ha criticato il cinismo e la mancanza di tatto della gag, sottolineando che tali commenti non rappresentano il popolo amico. Ha chiesto scusa al suo presidente e al suo popolo, che stanno soffrendo e lottando per la propria libertà, ma anche per la possibilità di godere della leggerezza della vita.
La polemica riguarda uno sketch del comico lionese Laurent Gerra, trasmesso dalla radio francese RTL il 15 maggio, in cui si fa riferimento al "circo Zelensky" che sarebbe arrivato a Parigi "con il suo tendone". Gerra ha ironizzato sugli "artisti" del presidente ucraino, includendo una parodia di Joe Biden come "l'equilibrista americano sul suo deambulatore magico" e di Ursula Von der Leyen come "la donna barbuta" (Assumendo che il termine "buttadentro" sia un errore, perché non ha un significato chiaro in questo contesto).
Ore 16:07 - Ria Novosti conferma: prorogato di due mesi l'accordo sul grano
L'accordo sull'esportazione del grano ucraino è stato prorogato per altri due mesi. Lo riferisce l'agenzia russa Ria Novosti citando il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. «Mi auguro che questa decisione, che è di vitale importanza per il funzionamento continuo delle filiere alimentari globali e soprattutto per facilitare l'accesso ai cereali dei Paesi bisognosi, sia vantaggiosa per tutte le parti», ha dichiarato il presidente turco su Twitter.
Ore 16:08 - Bambino ucraino muore in uno dei bombardamenti russi nel Kherson
«I russi hanno ucciso un bambino nella regione di Kherson. È accaduto a seguito dei bombardamenti a Zelenivka. Suo padre l'ha portato in ospedale in braccio». Lo scrive su Telegram il capo dell'ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak. «Ferite anche altre due persone. Erano tutti vicino ad un negozio. I terroristi russi continuano a uccidere cinicamente i civili», ha aggiunto nel messaggio.
Ore 16:20 - Putin: «La Russia svilupperà la rotta del Mare del Nord con partner stranieri»
«Dovremmo pensare al futuro: la rotta del Mare del Nord si sta aprendo e anche il cambiamento climatico, piaccia o no, sta avvenendo», ha detto Putin in un incontro con i membri del governo. «Esistono dei piani per lo sviluppo della rotta del Mare del Nord - ha aggiunto Putin - in particolare con i nostri partner stranieri che, come ho già detto più volte, vogliono sviluppare relazioni con la Russia e mostrano interesse per questa attivitÃà». Nel complesso, Putin ha definito la questione dello sviluppo della NSR estremamente importante per la Russia: «Il servizio regolare di una nave portacontainer a propulsione nucleare è già stato lanciato, ed è stato commissionato un secondo rompighiaccio nucleare, l'Ural».
Ore 16:26 - Russia: ordinati arresti di produttore e regista contro la guerra
Il tribunale Basmanny di Mosca ha ordinato in contumacia l’arresto del produttore cinematografico Alexander Rodnyansky e del drammaturgo e regista Ivan Vyrypaev accusandoli di «diffusione di false informazioni sull’esercito» sulla base di una legge bavaglio che di fatto proibisce di criticare l’invasione dell’Ucraina. Lo riferisce l’edizione in lingua russa della Bbc. Le udienze si sono svolte il 27 aprile ma il tribunale moscovita ne ha dato notizia solo oggi.
Rodnyansky ha prodotto film di successo come Leviathan e La ragazza d’autunno. Quando le truppe russe hanno invaso l’Ucraina l’anno scorso si è subito espresso apertamente contro la guerra e ha annunciato l’interruzione di tutti i suoi progetti in Russia.
Anche Vyrypaev si è subito schierato contro la guerra definendola «mostruosa» e «criminale» e l’anno scorso ha promesso di destinare i proventi dei diritti d’autore delle opere in russo a fondi per aiutare le vittime della guerra, ma «solo a organizzazioni pacifiche e in nessun caso militari».
Ore 16:43 - Kiev confisca i beni al capo filorusso di Kherson
L’alta Corte anticorruzione ucraina ha accolto la richiesta del Ministero della Giustizia di confiscare i beni di Volodymyr Saldo, l’ex sindaco di Kherson che collabora con le forze di occupazione di Mosca ed è stato massimo rappresentante dell’amministrazione russa durante l’occupazione della città. Lo riporta il Kiyv Independent. Parte dei beni appartenenti a Saldo sono già stati confiscati il 9 maggio. Saldo ha proprietà a Kherson, Odessa e nella Crimea, la penisola annessa unilateralmente da Mosca nel 2014. Saldo è stato sanzionato da Ucraina, Regno Unito, Stati Uniti, Unione europea, Canada, Svizzera, Giappone e Nuova Zelanda dopo l’inizio dell’invasione nel febbraio 2022.
Ore 16:46 - Londra: «La decisione sull’invio di aerei F-16 a Kiev spetta alla Casa Bianca»
Qualsiasi decisione sull’invio degli F16 all’Ucraina «spetta alla Casa Bianca». Lo ha detto il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, dopo aver incontrato l’omologo tedesco, Boris Pistorius, oggi a Berlino. Le dichiarazioni arrivano dopo che durante il summit dei leader europei a Reykjavik, Londra ha annunciato che sta lavorando con l’Olanda per forgiare una coalizione internazionale per aiutare l’Ucraina ad ottenere gli F16 che Kiev da tempo chiede agli alleati.
Wallace ha spiegato che il Regno Unito potrà contribuire con «addestramento e sostegno, con alcuni limiti perché non abbiamo piloti di F16». «Quello che possiamo fare è quello che stiamo facendo - ha poi concluso - che è aiutare ogni nazione che viene da noi e dice `vogliamo portare i tank in Ucraina´ e noi aiutiamo questo processo».
Ore 17:13 - Kiev: «Grati ai partner per la proroga dell’accordo sul grano»
«Sbloccato l’accordo sul grano, continuerà ad essere valido fino al 18 luglio. Il mondo continuerà a ricevere prodotti ucraini grazie agli sforzi dei nostri partner - Turchia e Onu. Siamo grati ai partner». Lo dichiara il vice primo ministro ucraino Oleksandr Kubrakov. «Accogliamo con favore il proseguimento del lavoro dell’Iniziativa, ma sottolineiamo che deve funzionare efficacemente. Per farlo, bisogna eliminare i problemi che la Russia sta creando da diversi mesi. Speriamo che i partner facciano del loro meglio per far sì che l’accordo funzioni e che la Russia smetta di usare il cibo come arma e ricatto», aggiunge Kubrakov.
Ore 17:30 - Il punto militare | Kyrylo Budanov, chi è il capo dell’intelligence ucraina che ammette gli omicidi in Russia
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il racconto è quello di Kiev. Il 6 agosto 2016 un commando sbarca in un punto della Crimea, deve sabotare una base. Il team, invece, è intercettato dai russi, segue un conflitto a fuoco edun colonnello dell’Fsb resta ucciso. Gli incursori riescono a sottrarsi alla gigantesca caccia all’uomo. Di quella squadra faceva parte Kyrylo Budanov, uno degli elementi dell’intelligence militare dell’Ucraina, il Gur. Mosca lo inserisce nella lista nera, mentre il suo governo lo premia con una medaglia. Avranno ancora bisogno di lui.
Ore 17:47 - Kiev all’inviato cinese: rispettare l’integrità territoriale
Kiev considera «importante» la «partecipazione» della Cina agli sforzi di pace, ha detto il ministro degli Esteri ucraino all’inviato cinese Li Hui arrivato oggi nel Paese. Kuleba ha sottolineato all’inviato di Pechino la necessità di «rispettare l’integrità territoriale» dell’Ucraina, lodando al contempo il ruolo «importante» della Cina. A Kiev, il ministro ucraino «ha spiegato in dettaglio al rappresentante speciale cinese i principi del ripristino di una pace duratura e giusta, basata sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina», ha dichiarato il ministero in un comunicato.
Ore 18:07 - Kiev: attacchi russi con i droni Shahed sulla regione di Sumy
Le forze armate russe hanno colpito la città di Okhtyrka, nella regione di Sumy, utilizzando droni Shahed. Lo ha dichiarato Volodymyr Artyukh, capo dell’Amministrazione militare della regione nord-orientale ucraina, citato da Rbc Ukraine. «Solo 30 minuti fa sono stato informato che la città di Okhtyrka è stata colpita da uno Shahed. Si sta indagando sulle conseguenze», ha dichiarato Artyukh.
Ore 18:14 - Rosstat, il Pil russo del primo trimestre è -1,9% rispetto al 2022
Il Pil della Russia è sceso dell’1,9% nei primi tre mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, secondo una valutazione preliminare dell’agenzia statale per le statistiche Rosstat. Lo riferisce l’agenzia Tass.
Ore 19:24 - Kiev all’inviato della Cina: «No a proposte di pace che prevedano perdite di territori»
No a proposte che prevedano «la perdita di territori o il congelamento del conflitto». Questa la posizione ucraina ribadita dal ministro degli Esteri Dmytro Kuleba nell’incontro avuto a Kiev con l’inviato cinese Li Hui. In una nota del Ministero degli Esteri si legge che «Kuleba ha informato dettagliatamente il rappresentante speciale del governo della Repubblica popolare cinese sui principi del ripristino di una pace stabile e giusta basata sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina».
Ore 19:32 - Tornano dopo 28 anni i controlli ai confini tra Bielorussia e Russia. Le ong: «Si cerca chi fugge dai reclutamenti»
Tornano per la prima volta dopo 28 anni i controlli lungo i confini della Bielorussia con la Russia, per evitare l’ingresso di stranieri di nazionalità terze. Secondo le ong per la difesa dei diritti umani, i controlli serviranno a bloccare i russi che cercano di fuggire a eventuali nuove mobilitazioni. I controlli vengono effettuati da guardie bielorusse in stretta cooperazione con i russi.
Ore 20:13 - Casa Bianca: «Al G7 in Giappone focus su guerra in Ucraina e nuove sanzioni a Mosca»
Al G7 di Hiroshima una parte «importante» delle discussioni si concentrerà sulla guerra in Ucraina. Lo ha detto il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One che sta portando il presidente Joe Biden in Giappone. Ci si concentrerà non solo sulla «situazione sul terreno», ma anche sulle sanzioni da imporre e implementare contro la Russia, ha anticipato Sullivan.
Ore 20:57 - Pentagono, sistema Patriot danneggiato ma operativo
Una postazione del sistema di difesa aerea Patriot, fornito adgli Usa all’Ucraina, ha subito danni ma è ancora operativo, ha detto un funzionario della difesa statunitense. «Il sistema Patriot rimane operativo» e il danno - causato da un proiettile non specificato che è atterrato vicino - è ancora in fase di valutazione.
Ore 21:51 - Duma approva trasferimento forzato dalle zone ucraine occupate
La Camera bassa del Parlamento russo, la Duma di Stato, ha approvato in seconda lettura alcuni emendamenti che permetteranno il «trasferimento forzato» dei residenti delle regioni occupate dell’Ucraina. Lo riporta Bbc Russia. Grazie a questa decisione, che avrà bisogno della terza lettura per l’approvazione, Mosca potrà attuare «spostamenti forzati e controllati» dei cittadini dai territori in cui è stata introdotta la legge marziale, quindi tutti quelli momentaneamente occupati in Ucraina eccezion fatta per la Crimea, a quelli in cui non vige questo regime. Inoltre, gli emendamenti consentiranno la detenzione fino a 30 giorni - in una zona in cui vige la legge marziale - per chi sarà considerato colpevole di aver violato i divieti stabiliti dai decreti del presidente russo Vladimir Putin. Infine, le nuove regole permetteranno di tenere elezioni e referendum dove è stata introdotta la legge marziale: nei territori ucraini occupati dalle forze russe, comprese le regioni di Donetsk e Lugansk dovrebbero svolgersi a settembre
Ore 21:54 - Usa, bene accordo su grano: Mosca non usi fame come arma
Gli Stati Uniti hanno accolto con favore l’annuncio del presidente turco Recep Tayyip Erdogan di una proroga di due mesi dell’accordo per l’esportazione di grano ucraino e fertilizzanti russi attraverso le acque del Mar Nero. «Non credo sia necessario ricordare alla Russia ogni settimana di mantenere le sue promesse e di smettere di usare la fame come arma nella sua guerra contro l’Ucraina», ha dichiarato il vice portavoce del Dipartimento di Stato americano Vedant Patel, aggiungendo che l’accordo è «essenziale» per mantenere la sicurezza alimentare globale.
Ore 23:53 - Zelensky, serve maggior consolidamento mondo per fare pressione su Russia
«I bombardamenti regolari sulle regioni di Sumy, Chernihiv, Dnipro, Zaporizhzhia e Donbass dimostrano ancora che abbiamo bisogno di un consolidamento ancora maggiore del mondo per fare pressione sulla Russia, ancora più forza per i nostri soldati per distruggere ogni postazione terroristica e ancora più sostegno per la nostra gente per salvare vite umane e restituire sicurezza alle nostre città e ai nostri villaggi». Lo scrive il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo canale Telegram. «Oggi, il bombardamento russo sulla regione di Kherson ha causato la morte di un altro bambino. Il suo nome era Vsevolod. Avrebbe compiuto sei anni a luglio. Le mie condoglianze alla famiglia e agli amici», ha aggiunto.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 18 maggio.
Le notizie sulla guerra in Ucraina del 18 maggio. Marta Serafini, inviata dal fronte di Bakhmut, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 18 Maggio 2023
Le notizie sulla guerra di giovedì 18 maggio. Nonostante la proroga dell’accordo sul grano, il corridoio per l’export non è ancora stato riaperto
• Il rappresentante cinese Li Hui a Kiev ha incontrato ieri il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.
• Mosca: prorogato l’accordo del grano, ma correggiamo le distorsioni.
• Il presidente Sudafrica vuole andare da Zelensky con una proposta di pace.
• Bielorussia, tornano i controlli al confine con la Russia dopo 28 anni.
• Mosca diffonde a Onu lettera su piani Kiev «per uccidere russi ovunque».
Ore 00:00 - Zelensky, serve maggior consolidamento mondo per fare pressione su Russia
«I bombardamenti regolari sulle regioni di Sumy, Chernihiv, Dnipro, Zaporizhzhia e Donbass dimostrano ancora che abbiamo bisogno di un consolidamento ancora maggiore del mondo per fare pressione sulla Russia, ancora più forza per i nostri soldati per distruggere ogni postazione terroristica e ancora più sostegno per la nostra gente per salvare vite umane e restituire sicurezza alle nostre città e ai nostri villaggi». Lo scrive il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo canale Telegram. «Oggi, il bombardamento russo sulla regione di Kherson ha causato la morte di un altro bambino. Il suo nome era Vsevolod. Avrebbe compiuto sei anni a luglio. Le mie condoglianze alla famiglia e agli amici», ha aggiunto.
Ore 00:24 - Un Memorandum per la tutela dei dati e della di proprietà intellettuale
Il Consiglio per la Sicurezza dell’Ucraina e l’Ufficio ucraino per la Proprietà Intellettuale, hanno concluso e pubblicato un Memorandum sull’interazione e la cooperazione in materia di protezione dei dati personali e dei diritti derivanti dalla proprietà intellettuale. L’aggressione militare della Federazione Russa nei confronti dell’Ucraina ha, infatti, comportato la necessità di garantire un maggiore controllo dei dati e della di proprietà intellettuale, in un’evidente ottica di salvaguardia degli interessi nazionali.
Ore 02:41 - Kiev, attacchi russi al confine nord-orientale
L’esercito russo ha bombardato quattro comunità nell’oblast di Sumy, al confine nord-orientale dell’Ucraina con la Russia. Lo riporta The Kyiv Independent Secondo i funzionari, le forze russe hanno preso di mira le comunità di Bilopillia, Novoslobidske, Seredyna-Buda e Znob-Novhorodske. Sono stati registrati oltre 180 colpi con mortai, lanciagranate, e armi leggere negli insediamenti. Il bombardamento russo della comunità di Novoslobidske ha danneggiato una casa. Secondo l’amministrazione, un altro edificio residenziale nella stessa comunità ha preso fuoco. Sumy Oblast è stato l’obiettivo di diversi attacchi russi, sostiene sempre The Kyiv Independent, da quando parte del territorio è stato liberato dal controllo di Mosca.
Ore 02:33 - Allarme antiaereo, Kiev «Non ignorate sirene»
Un allarme antiaereo è scattato questa notte nella maggior parte dell’Ucraina, inclusa Kiev. Lo riporta «The Kyiv Independent» giornale online ucraino. Il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andrii Yermak ha esortato i cittadini a non ignorare le sirene.
Ore 04:43 - Esplosioni a Kiev. Difesa aerea al lavoro
Almeno cinque forti esplosioni sono state sentite a Kiev nella notte: lo riporta il giornale online ucraino «The Kyiv Independent». La difesa aerea è al lavoro, secondo quanto riferito dall’amministrazione militare della città di Kiev. L’allarme antiaereo era scattato qualche ora prima nella maggior parte dell’Ucraina, inclusa la capitale.
Ore 05:44 - Esplosioni a Kiev e in altre città del Paese
Le forze armate ucraine hanno segnalato esplosioni a Kiev e in altre città dell’Ucraina, inclusa Odessa, a seguito di una nuova ondata di attacchi missilistici sferrati dalle forze russe nelle prime ore di oggi. A Kiev, in particolare, «la caduta di rottami» avrebbe causato incendi in almeno due distretti nella parte orientale della citta’, come comunicato su Telegram dal sindaco Vitalii Klitschko. La autorità militari dell’Ucraina hanno sollecitato i cittadini a cercare riparo.
Ore 05:58 - Incendio a Kiev per detriti missili russi
I detriti dei missili russi hanno provocato un incendio in un edificio non residenziale nel distretto Desnianskyi di Kiev: lo ha riferito il capo dell’amministrazione militare della capitale ucraina, Serhii Popko, secondo quanto riporta «The Kyiv Independent».
Ore 06:44 - Kiev, abbattuti tutti gli obiettivi nemici sulla capitale
L’Ucraina ha bloccato tutti gli obiettivi nemici durante l’attacco aereo a Kiev di questa notte. È quanto emerge dalle informazioni preliminari riportate dal capo dell’amministrazione militare della città di Kiev, Serhii Popko, secondo quanto riportano media ucraini.
Ore 07:36 - «Missili russi su Odessa nella notte, un morto»
Una persona è morta e altre due sono rimaste ferite nella notte in seguito ad un attacco missilistico russo su Odessa: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare, Serhiy Bratchuk, come riportano i media ucraini. «Odessa. Attacco missilistico di notte: la maggior parte dei missili del nemico sono stati abbattuti sul mare dalle forze di difesa aerea. Sfortunatamente, è stato colpito un impianto industriale: una persona è stata uccisa, due sono rimaste ferite», ha scritto Bratchuk.
Ore 07:53 - Isw: le truppe russe stanno perdendo l’iniziativa a Bakhmut
Nonostante la natura limitata dei contrattacchi delle forze ucraine, le truppe russe stanno perdendo l’iniziativa nell’area di Bakhmut: lo scrive l’Istituto per lo studio della guerra (Isw) nel suo rapporto quotidiano sull’andamento del conflitto. La viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, ha affermato che le truppe ucraine stanno avanzando in direzioni non specificate sui fianchi di Bakhmut, mentre il portavoce del Gruppo orientale delle forze ucraine, il colonnello Serhiy Cherevaty, ha comunicato che i suoi soldati hanno guadagnato ieri fino a 500 metri in direzione di Bakhmut. Da parte sua, il ministero della Difesa russo ha dichiarato che le sue truppe aviotrasportate hanno fatto pochi progressi, ma ha riconosciuto i continui contrattacchi ucraini sui fianchi di Bakhmut vicino a Bohdanivka (5 km a nord-ovest di Bakhmut) e Ivanivske (6 km a ovest di Bakhmut). Intanto, il fondatore del Gruppo Wagner, Yevhen Prigozhin, ha negato che i suoi mercenari hanno messo a segno guadagni territoriali, come aveva affermato il ministero della Difesa russo, criticando il ministero per aver falsamente rappresentato una ritirata come una conquista di nuove posizioni.
Ore 08:37 - Gb: Mosca vieta ai suoi alti funzionari di dimettersi
Lo Stato russo ha probabilmente imposto ai suoi alti funzionari il divieto di dimettersi mentre continua «l’operazione militare speciale» in Ucraina: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. La misura riguarda probabilmente i leader regionali, i funzionari della sicurezza e i membri della potente amministrazione presidenziale. In privato, commentano gli esperti di Londra, molti funzionari sono probabilmente molto scettici nei confronti della guerra, oltre a soffrire spesso di stress da lavoro all’interno di un apparato bellico definito disfunzionale. Ed è probabile, prosegue il rapporto, che il divieto sia accompagnato da minacce velate di procedimenti penali, sia pur basati su accuse inventate. Oltre ad essere preoccupate per i vuoti che gli eventuali funzionari dimissionari lascerebbero, probabilmente le autorità cercano così anche di evitare qualsiasi impressione di disfattismo e di rafforzare il senso di responsabilità collettiva per la guerra.
Ore 08:44 - Esplosione sulla linea ferroviaria in Crimea, treno merci deragliato
Un treno che trasportava grano è deragliato a Simferopoli, in Crimea. Lo ha detto il capo dell'amministrazione della penisola annessa alla Russia, citato dall'agenzia Interfax, aggiungendo che non ci sono morti o feriti. Il deragliamento è dovuto a un'esplosione sui binari, causata da un sabotaggio. La circolazione dei treni pendolari è sospesa. Il trasporto passeggeri sarà riorganizzato con l'utilizzo di autobus.
Ore 08:50 - Nono attacco russo su Kiev nel mese: «Bombardamento senza precedenti»
Gli attacchi di questa mattina a Kiev sono i noni (a maggio) di una serie di recenti incursioni della Russia che sono «senza precedenti per potenza, intensità e varietà». Lo ha scritto su Telegram l'Amministrazione regionale della città di Kiev (KMBA), dove sono tuttora in vigore gli allarmi per i raid aerei. «Questa volta l'attacco è stato effettuato da bombardieri strategici Tu-95MS e Tu-160 della regione del Caspio, probabilmente con missili da crociera del tipo X-101/555. Dopo aver lanciato i razzi, il nemico ha schierato i suoi UAV da ricognizione sulla capitale», ha scritto il KMBA. L'esercito ucraino ha riferito di diverse esplosioni a Kiev e in altre parti del paese stamattina presto, esortando le persone a rimanere nei rifugi antiaerei.
Ore 08:55 - Il potere di Putin scricchiola? I segnali delle difficoltà di Mosca
(di Federico Fubini) Immaginate il dittatore di un regime in guerra che non vince sul campo da un anno, che non recluta nuovi soldati per timore di una rivolta, che minaccia l’arresto dei suoi funzionari se si dimettono, mentre le élite nel Paese diventano sempre più scettiche nei suoi confronti. In più, il suo governo si affida a una banda di mercenari il cui leader insulta il ministro della Difesa, il comandante dell’esercito e probabilmente il dittatore stesso. Scommettereste sul futuro di un regime del genere? Perché quello di Vladimir Putin è così.
Ore 09:27 - Kiev: abbattuti 29 missili su 30 e 4 droni
La difesa aerea ucraina ha respinto nella notte diverse ondate di attacchi russi e distrutto 29 missili da crociera su 30 e 4 droni. È il bilancio del servizio stampa dell'aeronautica militare delle forze armate ucraine.
Ore 12:07 - Non esclusa partecipazione in presenza di Zelensky al G7
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky prenderà sicuramente parte al G7, ma non è ancora noto in quale formato, se collegato da Kiev in videoconferenza o in presenza. La decisione finale sulla possibilità di una visita in Giappone verrà presa in base alla situazione militare. Lo scrive l'agenzia giapponese Kyodo citando l'ufficio del presidente ucraino, Igor Zhovkva, in un commento rilanciato dai media ucraini.
Ore 09:53 - Nyt, gli Usa non consentono a Kiev di addestrarsi sugli F16
Washington è talmente riluttante ad approvare qualsiasi trasferimento degli F16 a Kiev che «ai piloti ucraini attualmente non è nemmeno permesso di addestrarsi sugli F-16 di proprietà degli Stati europei». Lo sostiene al New York Times un alto funzionario ucraino che ha parlato in condizione di anonimato. L'amministrazione Biden, che deve approvare qualsiasi trasferimento degli aerei di fabbricazione americana, non è convinta che l'Ucraina abbia bisogno dei costosi jet. La riluttanza americana a consentire l'addestramento limita fortemente una nuova coalizione europea proposta per aiutare l'Ucraina a ottenere e far volare gli F-16.
Ore 11:09 - Kiev: «Continua la nostra avanzata a Bakhmut»
Le truppe ucraine continuano l'avanzata in direzione di Bakhmut a una distanza di 150-1700 metri al giorno e hanno ucciso in battaglia 130 russi e catturati 4. Lo ha detto il rappresentante del gruppo orientale delle forze armate ucraine Sergey Cherevaty come riporta Ukrainska Pravda. «Bakhmut rimane l'epicentro delle ostilità nell'Ucraina orientale. Durante i combattimenti, le nostre unità, nonostante non vi sia alcun vantaggio in termini di personale, proiettili e attrezzature, continuano ad avanzare sui fianchi», afferma.
Ore 11:11 - I leader del G7 discuteranno di un vertice di pace
I leader del G7 discuteranno l'idea di un vertice internazionale di pace sull'Ucraina in occasione della riunione di questa settimana: lo riporta Reuters sul suo sito riferendo le affermazioni di un funzionario dell'Unione europea. I leader del G7 si incontreranno dal 19 al 21 maggio nella città giapponese di Hiroshima.
Ore 12:08 - Moldavia: «Vogliamo aderire all'Ue il prima possibile»
La Moldavia vuole aderire all'Unione Europea «il prima possibile» per proteggersi dalla minaccia russa e spera in una decisione «nei prossimi mesi» sull'apertura dei colloqui: lo ha detto la presidente del Paese, Maia Sandu, in un'intervista all'agenzia Afp. «Crediamo di poter salvare la nostra democrazia solo facendo parte dell'Ue», ha affermato Sandu in vista di una manifestazione pro-europea a Chisinau. Aggiungendo: «La Russia continuerà a essere una grande fonte di instabilità negli anni a venire e noi dobbiamo proteggerci».
Ore 12:21 - «Due feriti da bomba ucraina nella regione russa di Kursk»
Due civili sono rimasti feriti nella regione russa di Kursk, vicino all'Ucraina, per l'esplosione di un ordigno sganciato da un drone delle forze di Kiev su una struttura sportiva. Lo ha detto il governatore della regione, Roma Starovoit, citato dalle agenzie russe. L'ordigno è caduto sul villaggio di Glushkovo, ha precisato il governatore.
Ore 12:40 - Danilov: «Kiev è un obiettivo maniacale e irraggiungibile di Putin»
«Kiev rimane l'obiettivo maniacale e irraggiungibile di Putin. I luoghi simbolo di Kiev sono l'obiettivo degli attacchi missilistici russi». Lo scrive in un tweet Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell'Ucraina, dopo i pesanti bombardamenti sulla capitale. «Il Cremlino ha bisogno di questi attacchi insensati e super costosi per la Russia sulla capitale per aumentare il grado di isteria patriottica all'interno del Paese», scrive Danilov, «in Russia si sta sviluppando un processo di disperazione e delusione nei confronti delle autorità, sullo sfondo dell'offensiva fallita e dei fallimenti al fronte».
Ore 13:00 - Medvedev: «Kissinger sbaglia quando vuole l'Ucraina nella Nato»
L'ex Segretario di Stato americano Henry Kissinger sbaglierebbe quando chiede all'Ucraina di aderire alla Nato. Lo ha affermato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia Dmitry Medvedev nel suo canale Telegram. «Certo, tra 10 giorni compirà 100 anni e ha anche incontrato Breznev. Tuttavia, qui ha completamente torto. Ha definito il conflitto tra Stati Uniti e Cina la principale minaccia per l'umanità. Ho sempre creduto che per una corretta valutazione della situazione sia importante tenere conto non di una minaccia ipotetica, ma diretta ed evidente», ha scritto l'ex presidente russo. In precedenza, Kissinger, in un'intervista a The Economist, ha spiegato che l'ammissione dell'Ucraina alla Nato impedirebbe un nuovo round di tensione tra Mosca e Kiev. Pechino ha già fatto sapere di non vedere l'ipotesi di buon occhio.
Ore 13:18 - Prigozhin: «I soldati russi si sono ritirati a nord di Bakhmut»
Yevgeny Prigozhin, il capo del gruppo mercenario russo Wagner, ha accusato le unità regolari dell'esercito russo di essersi ritirate a 570 metri a nord della città ucraina orientale di Bakhmut, lasciando scoperti i fianchi dei suoi stessi combattenti. Lo riporta il Guardian. «Sfortunatamente, unità del ministero della Difesa russo si sono ritirate fino a 570 metri a nord di Bakhmut, esponendo i nostri fianchi», ha detto Prigozhin in un messaggio vocale.
Ore 13:27 - Jack Teixeira, la talpa dei documenti segreti del Pentagono, era già stato scoperto ma non sospeso
(di Alessandra Muglia) Si aggrava la posizione di Jack Teixeira, il riservista ventunenne della Guardia nazionale dell’Aeronautica del Massachusetts arrestato il mese scorso per aver diffuso online decine di documenti riservati del Pentagono. Alla vigilia della sua comparsa in tribunale per la probabile convalida della custodia cautelare, emergono nuovi particolari sulla vicenda. (...) Quasi sette mesi prima che le autorità federali lo accusassero di aver diffuso i leak, i suoi superiori lo avevano visto accedere a informazioni classificate non correlate al suo lavoro, prendere appunti e infilarseli in tasca.
Ore 14:13 - Mosca: abbiamo colpito depositi di armi e truppe di riserva
Il ministero della Difesa russo ha affermato che nei bombardamenti della scorsa notte in Ucraina sono stati colpiti «grandi depositi di armi e attrezzature militari di fabbricazione straniera e truppe di riserva nemiche». «Tutti i bersagli designati sono stati colpiti», dice il ministero, citato dall'agenzia Ria Novosti, aggiungendo che è stato anche «impedito l'avanzamento delle riserve ucraine nelle aree di combattimento».
Ore 14:28 - Kiev: vogliamo Pechino coinvolta nella nostra formula di pace
«Siamo interessati a coinvolgere la Cina nell'attuazione della formula di pace ucraina», ha scritto su Telegram il capo dell'ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, che ieri ha preso parte all'incontro con la delegazione cinese guidata dall'inviato di Pechino Li Hui. «Abbiamo anche discusso degli attacchi della Russia alle nostre infrastrutture, del rapimento dei nostri figli, dell'ecocidio e di altri problemi causati dalla guerra russa», ha dichiarato Yermak, «e abbiamo parlato in dettaglio dei dieci punti della formula di pace del presidente Zelensky: poiché l'aggressione avviene sul territorio del nostro Paese, il piano di pace ucraino contiene risposte esaurienti a tutte le sfide poste da questa guerra».
Ore 14:50 - Perché Putin non può scaricare Prigozhin e la Wagner
(di Luca Angelini) Ma cosa aspetta Vladimir Putin a sbarazzarsi di Evgeny Prigozhin e della brigata Wagner? Per quanto smentite dai diretti interessati, le indiscrezioni pubblicate dal Washington Post su un suo possibile «tradimento» (informazioni agli ucraini sulla posizione delle truppe dell’esercito regolare russo in cambio del ritiro di Kiev da Bakhmut) avrebbero potuto essere la goccia che fa traboccare un vaso già abbondantemente pieno, viste le continue critiche di Prigozhin ai vertici militari russi. Nonché, nei giorni scorsi, a un non meglio specificato «nonno felice convinto che vada tutto bene» nei quali molti hanno visto proprio Vladimir Putin. Dunque, cosa aspetta lo «Zar» a toglierlo di mezzo?
Ore 15:01 - Kiev, attacco russo a Kharkiv: una persona sotto le macerie
L’esercito russo ha attaccato il villaggio di Tsvirkuny, nella regione ucraina di Kharkiv. Lo afferma in un messaggio via Telegram il capo dell’amministrazione regionale Oleg Synegubov, come riporta Ukrinform. «Secondo le prime informazioni, è stato colpito un edificio residenziale privato. potrebbe esserci una persona sotto le macerie», ha aggiunto.
Ore 15:38 - Zelensky, nessun ritorno alla pace senza restituzione della Crimea
Non ci sarà un ritorno alla pace nelle relazioni internazionali e alla legge senza la restituzione della Crimea all’Ucraina. Lo ha affermato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, parlando a una cerimonia dedicata alla giornata della memoria delle vittime del genocidio dei Tatari di Crimea. «Ora sempre più leader si rendono conto che senza la restituzione della Crimea non ci sarà un ritorno della pace nelle relazioni internazionali e del pieno potere del diritto internazionale», ha osservato il presidente.
Ore 15:42 - Poroshenko: avrebbero dovuto darci le armi nel 2014
«Se le armi che possediamo attualmente ce le avessero date nel 2014 la storia sarebbe andata diversamente»: lo ha affermato l’ex presidente ucraino Petro Poroshenko, intervistato dal quotidiano francese le Figaro. «Poco a poco il mondo sta capendo chi è Putin. Dopo aver ripetuto per anni che non bisognava dargli alcuna fiducia, il mio messaggio oggi è: non dovete temere le conseguenze di una sua disfatta», ha continuato aggiungendo che l’inizio della controffensiva ucraina è ormai questione di «giorni».
Ore 15:57 - Duma, sì alla deportazione forzata da regioni occupate
La Duma, il ramo basso del Parlamento russo, ha approvato in terza e ultima lettura alcuni emendamenti che prevedono la possibilità della «deportazione forzata e controllata» di persone dai territori in cui è stata introdotta la legge marziale, e quindi le regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, in parte occupate dalle truppe russe. Lo riporta Novaya Gazeta Europa. Inoltre, il progetto di legge prevede che le forze di sicurezza possano trattenere per 30 giorni le persone accusate di aver violato «divieti e restrizioni» stabiliti dai decreti presidenziali nei territori in cui vige la legge marziale.
Ore 16:13 - Zelensky al G7 solo in videoconferenza
Il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha affermato, parlando con i giornalisti a Hiroshima, che il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky non parteciperà di persona al vertice del G7 ma prenderà parte ad una sessione del G7 domenica in videoconferenza. Lo riporta il Guardian.
Ore 16:26 - Ucraina, 3.400 militari italiani sul fianco Est nel 2023
«La Difesa continuerà la convinta partecipazione alle iniziative sul fianco est messe in atto dalla Nato: qui l’impegno è significativo e prevede per il 2023 un complessivo massimo in termini di personale di circa 3.400 unità, che in termini di assetti si traduce in circa 600 mezzi e materiali terrestri, cinque unità navali e circa trenta assetti aerei». Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto alle commissioni di Esteri e Difesa, nell’ambito dell’esame delle deliberazioni sulle missioni. Per il 2023 - ha spiegato - è previsto anche «il dislocamento nel Mar Baltico di un’unità navale con capacità di difesa aerea e missilistica, quale contributo al rafforzamento dello spazio aereo polacco e dell’area euro-atlantica».
Ore 16:49 - Svelato il bunker di Putin nel castello sul Mar Nero
Svelato da Business Insider il progetto del bunker di Vladimir Putin a Gelendzhik, sul Mar Nero: la pubblicazione, oltre a mostrare le immagini della cosiddetta «dacia imperiale», mostra i disegni serviti per la costruzione del complesso sotterraneo a prova di bomba realizzato per il presidente russo. Due anni fa la video inchiesta di Aleksej Navalny rivelò l’esistenza del principesco palazzo sul Mar Nero provocando indignazione e polemiche nel Paese. Nel progetto della Metro Style, di un appaltatore russo ora scomparso, ripreso ora da Insider, si vedono due tunnel separati collegati da un ascensore che scende a circa 50 metri sotto la superficie. I tunnel, rivestiti di cemento spesso, sono dotati di acqua fresca, ventilazione e cavi estesi sufficienti a sostenere gli occupanti vip per giorni o settimane. «Uno dei tunnel è dotato di tutti i tipi di sicurezza», ha dichiarato Thaddeus Gabryszewski, un ingegnere esperto di strutture difensive che ha esaminato gli schemi per Insider. «C’è un sistema antincendio. C’è l’acqua, ci sono le fognature. Tutto questo è destinato a far sopravvivere o a far fuggire qualcuno». Le due gallerie sono lunghe rispettivamente circa 40 e 60 metri e larghe 6 metri, con 6.500 metri quadrati di spazio abitativo potenziale, che presenta segni di resistenza alle esplosioni. Le uscite da questi tunnel sono visibili appena sotto il complesso del palazzo, sulla scogliera di Gelendzhik, come mostrano le foto pubblicate da Insider. Tuttavia, commentano gli analisti di Insider, nonostante il lusso e le difese da castello visibili nelle immagini del palazzo, i costruttori sembrano aver trascurato un dettaglio cruciale: non hanno nascosto accuratamente il progetto della fortificazione sotterranea, «che qualsiasi apparato di sicurezza statale competente avrebbe protetto con le unghie e con i denti per tenerli segreti».
Ore 17:33 - Perché la Russia ha intensificato i bombardamenti su Kiev?
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’ultimo raid russo sull’Ucraina unisce tattica e una strategia ben delineata fin dai primi giorni del conflitto.
Sono stati lanciati 6 modernissimi Kinzhal, 21 KH 101/KH 555, 2 Iskander, 2 droni kamikaze iraniani Shahed, 2 droni da ricognizione. Non sappiamo se hanno aggiunto ordigni-esca. Sono stati impiegati bombardieri che incrociavano lontani, sul Mar Caspio e sul territorio russo. Gli ucraini hanno sostenuto di avere intercettato 29 «pezzi» su 30 e attribuiscono qualche danneggiamento «ai frammenti caduti». Come sempre sono bollettini inverificabili, anche se per alcuni esperti la capacità di abbattere i vettori è passata dal 10 per cento dell’inverno 2022 ad un 70-80 per cento. Merito dei sistemi ottenuti dall’Occidente e del progressivo addestramento delle unità chiamate alla missione. Forniture, aggiustamenti pragmatici, intelligence avrebbero dato il loro contributo.
Ore 17:46 - Zelensky: «La riconquista della Crimea è necessaria per la pace»
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha riaffermato l’impegno del suo governo nel recuperare la Crimea, che è stata occupata dalla Russia nel 2014. Durante la commemorazione del 79º anniversario della deportazione dei tatari di Crimea da parte dell’URSS, Zelensky ha dichiarato che la Crimea tornerà a far parte dell’Ucraina. Ha sottolineato che questo è essenziale per ripristinare la pace e il rispetto del diritto internazionale. Zelensky ha promesso di garantire la libertà dei tatari di Crimea nella loro terra e di evitare che siano costretti a vivere lontano dalla penisola. Ha anche ricordato che l’URSS ha proibito ai tatari deportati, in particolare in Uzbekistan, di tornare in Crimea per decenni. Il presidente ucraino ha sottolineato gli sforzi in corso per consentire il ritorno di coloro che sono fuggiti dopo l’annessione russa. Organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato la persecuzione subita dai tatari di Crimea dopo l’annessione russa nel 2014. Secondo le autorità ucraine, 116 dei 180 prigionieri politici detenuti in Crimea sono tatari.
Ore 18:21 - Il bunker di Putin sul Mar Nero: due tunnel di 50 metri sotto terra (forse pensati per gli attacchi nucleari)
Ai già 17mila e più metri quadri di saloni, corridoi e stanze tra cui una cantina per vini, un casinò e una chiesa privata — oltre a un campo da hockey per condividere una delle sua passioni con gli accoliti — del suo palazzo in stile imperiale sul Mar Nero, Vladimir Putin ha fatto aggiungere anche due tunnel che hanno tutta l’aria di due bunker.
A rivelarne l’esistenza è stata, ha scoperto Business Insider, la negligenza degli stessi costruttori. L’azienda che si occupò dei lavori, la Metro Style, pubblicò infatti i disegni dei progetti dei due tunnel sul proprio sito. La Metro Style fu fondata negli anni Novanta da tre soci e ha anche realizzato i lavori per la costruzione dei tunnel della metropolitana di Mosca. (...)
Ore 18:26 - A Mosca il sindaco impone la quarantena per i casi di aviaria
Il sindaco di Mosca, Sergej Sobjanin, ha imposto la quarantena in 11 dei 125 distretti della capitale russa a seguito di un’esplosione di casi di influenza aviaria ad alta patogenicità. Un’ordinanza vieta ai residenti di visitare le aree a rischio in cui l’influenza si sta diffondendo. Le misure restrittive rimarranno in vigore nelle zone colpite, minacciate e sotto sorveglianza fino all’adozione di nuove misure per prevenire la diffusione e eliminare il focolaio di influenza, come specificato nell’ordinanza del sindaco. Saranno intensificati i servizi di sorveglianza epidemiologica per individuare i casi potenziali e per regolamentare le operazioni legate all’allevamento di pollame, come importazione, esportazione e macellazione di volatili, che sono vietate nelle zone interessate dalla quarantena. Dal mese di maggio, sono stati segnalati in tutta la Russia ventidue focolai di influenza aviaria che hanno causato la morte di migliaia di uccelli, secondo quanto spiegato dal Servizio federale di sorveglianza veterinaria e fitosanitaria russo.
Ore 18:30 - Irina Scherbakova (Nobel per la Pace 2022): «L’unica soluzione è inviare armi all’Ucraina»
Irina Scherbakova, Premio Nobel per la Pace 2022, a margine dell’evento “Guerra e pace nel XXI secolo. La Russia di Putin e l’invasione dell’Ucraina” che si è tenuto all’Università Cattolica di Milano, ha detto di ritenere che «questa pace non sia possibile senza inviare armi, dobbiamo sostenere l’Ucraina altrimenti non ci sarà alcuna pace e devo ammettere che il mondo Occidentale e i suoi politici per molto tempo hanno guardato altrove e non hanno ascoltato i moniti che avevamo fatto sull’aggressività di Putin, quindi, ritengo che non vi sia altra soluzione».
Nell’Aula Magna di largo Gemelli la fondatrice di Memorial, la prima associazione indipendente nata in Russia alla fine degli anni ‘80, si confronterà con i professori Karl Schlogel, professore emerito di Storia dell’Europa Orientale, Europa-Universitat Viadrina a Francoforte sull’Oder, e Vittorio Emanuele Parsi, direttore di ASERI (Alta Scuola di Economia e Relazioni internazionali) dell’Università Cattolica. «Io credo - ha continuato - che sia difficile per me stessa, perché sono cresciuta pacifista e ho sempre creduto alla pace», ma «questa guerra e i mezzi con cui viene condotta contro l’Ucraina mira ad annientare - ha concluso - l’Ucraina in quanto stato indipendente».
Ore 18:36 - Ucraina nell’Ue, Kiev: «A giungo ci aspettiamo la valutazione positiva dell’Unione»
A giugno «ci aspettiamo una valutazione piuttosto positiva» sul percorso dell’Ucraina per l’adesione all’Ue «perché rispetto al briefing sull’andamento degli altri Paesi, l’Ucraina ha compiuto passi molto più solidi e sostenibili formando istituzioni, rendendole operative e funzionanti».
Così la vice primo ministro per l’integrazione europea ed euro-atlantica dell’Ucraina, Olga Stefanishina. «Stiamo preparando l’assessment che sarà presentato dalla Commissione europea a giugno, che potrebbe essere il primo test della nostra maturità politica in termini di riforme e sulla nostra preparazione per iniziare i negoziati per l’adesione all’Ue. A questo punto abbiamo raggiunto una dinamica molto buona», in particolare sul tema delle riforme giudiziarie, ha aggiunto. «Stiamo pianificando di intensificare questa valutazione fatta dalla Commissione Europea, con una serie di leggi adottate in questi mesi, tra cui la lotta al terrorismo e l’antiriciclaggio».
«A questo punto, non posso nominare un singolo Paese in Ue, a parte forse uno che potete immaginare, che possa essere contrario a intensificare l’agenda europea dell’adesione dell’Ucraina», ha detto il viceministro. Sul recente caso dell’arresto per corruzione del capo della Corte suprema ucraina «stiamo ancora valutando le sue conseguenze» nell’ambito del processo di adesione all’Ue. «È un caso eccellente in termini di lotta alla corruzione» ma «è difficile identificare come questo caso possa incidere sulla valutazione complessiva. D’altra parte, ci ha dato un segnale forte a livello nazionale che non c’è impunità» per questi crimini.
Ore 18:41 - Kiev denuncia: «La posizione di 5/6 Paesi dell’Ue blocca le sanzioni a Rosatom»
«Stiamo lavorando a stretto contatto per preparare il prossimo pacchetto di sanzioni dell’Ue. Il maggiore lavoro riguarda le sanzioni nel settore nucleare. C’è una mancanza di desiderio nel sanzionare il management di Rosatom e altre istituzioni affiliate a causa della posizione di alcuni Stati membri, direi cinque o sei». Ha detto Stefanishyna. «Credo che sia un discorso pericoloso, perché fondamentalmente la Russia sta realizzando un ricatto nucleare al centro dell’Europa» con la centrale di Zaporizhzhia. «Abbiamo invitato i membri e le istituzioni dell’Ue a intensificare le sanzioni e speriamo che abbiano luogo», ha aggiunto. Inoltre, «speriamo che il prossimo pacchetto di sanzioni riguardi i funzionari che sono coinvolti direttamente nella deportazione forzata dei bambini ucraini dai territori occupati».
Ore 18:50 - Nato: «Abbiamo fiducia nelle capacità delle forze ucraine per la controffensiva»
«Dall’inizio della guerra abbiamo provveduto ad un livello di aiuti senza precedenti per l’Ucraina e sono fiducioso che le forze ucraine abbiano la capacità di riprendere le aree occupate. Il nostro supporto si è evoluto. Accolgo con favore il recente annuncio da parte degli Alleati di inviare missili da crociera a Kiev e di voler addestrare i piloti ucraini». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in conferenza stampa da Lisbona, aggiungendo che la Nato sarà «al fianco dell’Ucraina finché sarà necessario».
Ore 18:59 - Corridoio per l’export non ancora riaperto nonostante la proroga dell’accordo sul grano
Nonostante le dichiarazioni di Russia e Turchia riguardo alla proroga dell’accordo, il corridoio marittimo per l’esportazione del grano ucraino attraverso il Mar Nero non è stato ancora riaperto, come confermato da fonti governative di Kiev. Nonostante l’annuncio della proroga sia avvenuto ieri, finora non ha portato alla ripresa delle attività. Il centro congiunto di Istanbul non ha ancora ispezionato alcuna nave in entrata né ieri né oggi, secondo quanto spiegato dalle fonti. Attualmente, ci sono 62 navi in attesa di ispezione, alcune delle quali fermano da diversi mesi. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha accolto con soddisfazione l’annuncio della proroga dell’accordo sulle esportazioni per altri due mesi, arrivato proprio un giorno prima della scadenza dell’intesa e dopo i dubbi espressi dalla Russia riguardo al suo rinnovo.
Ore 19:08 - La Norvegia fornirà all’Ucraina tre radar Arthur
La Norvegia ha deciso di donare tre radar Arthur (Artillery Hunting Radar) all’Ucraina. Lo ha detto all’emittente «Nrk» il ministro della Difesa Bjorn Arild Gram. I radar saranno usati per localizzare l’artiglieria nemica. «Dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina in modo che possa continuare la lotta per la libertà e l’indipendenza. Sono necessarie più armi, e queste sono capacità molto richieste per l’Ucraina che non avremmo potuto ottenere senza una stretta collaborazione con il Regno Unito», ha afferma il ministro della Difesa.
Il radar Arthur «è un sistema in grado di garantire le capacità di ricerca, individuazione e identificazione delle sorgenti di fuoco attive avversarie, determinando punto di origine e di impatto delle traiettorie, consentendo di erogare, in tempo reale, l’eventuale fuoco di risposta», riporta il sito dell’Esercito Italiano.
Ore 19:23 - Nato: «Bene addestramento per caccia occidentali»
«Il nostro sostegno si è evoluto attraverso le diverse fasi del conflitto. Dalle armi anticarro leggere, ai sistemi avanzati di difesa aerea, veicoli corazzati e carri armati pesanti. E accolgo con favore i recenti annunci degli alleati sulla fornitura di missili da crociera e sull’addestramento dei piloti ucraini all’uso di caccia occidentali». Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa a Lisbona con il premier portoghese, Antonio Costa. «Dobbiamo mantenere il nostro sostegno. Sia ora che a lungo termine, in modo che l’Ucraina prevalga come Stato sovrano e indipendente in Europa. A Vilnius in luglio, il nostro summit invierà un forte segnale di sostegno. Mi aspetto che gli alleati concorderanno un programma di assistenza strategica pluriennale. Consentire all’Ucraina di passare dalle dottrine, attrezzature e addestramento dell’era sovietica a quelle della Nato. E per raggiungere l’interoperabilità con gli alleati della Nato», ha aggiunto.
Ore 19:26 - Zelensky rende omaggio ai tatari di Crimea
Volodymyr Zelensky ha reso oggi omaggio ai tatari di Crimea, deportati dai sovietici nel 1944, per celebrare l’unità dell’Ucraina. Il presidente ucraino è apparso su Twitter indossando una vychyvanka, tradizionale indumento slavo ricamato, con motivi «che simboleggiano l’unità dell’Ucraina e dei popoli tatari di Crimea». Nel suo messaggio ha ricordato che 79 anni fa il regime sovietico iniziò a deportare i tatari di Crimea, «un popolo che volevano cancellare, privare delle proprie case, privare del diritto alla vita». «Ma i tatari sono sopravvissuti», ha aggiunto. Possa il Vychyvanka Day, tradizionalmente celebrato in Ucraina il 18 maggio, essere quest’anno “un promemoria di ciò che il nostro popolo ha passato e della forza della nostra cultura”, ha concluso, poiché la Crimea è occupata dalla Russia dal 2014.
Ore 19:44 - Nato: «A Vilnius piano per l’assistenza pluriennale a Kiev»
«A Vilnius a luglio daremo un forte segnale di sostegno all’Ucraina. Mi aspetto che sia firmato un piano per l’assistenza strategica pluriennale a Kiev per fornire le capacità all’Ucraina di transitare dall’era sovietica alla dottrina della Nato, con attrezzature a addestramenti. E per raggiungere un’interoperabilità con gli Alleati della Nato». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in conferenza stampa da Lisbona.
Ore 20:07 - Allarme aereo in tutta l’Ucraina
In tutta l’Ucraina è scattato l’allarme antiaereo. Le sirene hanno suonato prima a Kiev e poi in tutte le regioni dopo che dal territorio russo è decollato un Mig-31, potenziale vettore di missili ipersonici Kinzhal. Lo riportano i media e i canali Telegram ucraini.
Ore 20:58 - Usa: «Riparata la batteria del sistema Patriot danneggiata dai russi»
«È stata riparata ed è tornata completamente operativa» la batteria di missili «Patriot che era stata danneggiata» in un attacco russo in Ucraina. Lo ha dichiarato Sabrina Singh, addetta stampa del Pentagono.
Ore 22:03 - Zelensky: «Per la controffensiva siamo a buon punto»
«Le brigate offensive sono a buon punto, ci stiamo preparando. Ma non fornirò ulteriori dettagli». Ha detto Zelensky al termine di un incontro con i comandanti delle sue forze armate a proposito della tanto attesa controffensiva di primavera. Negli ultimi giorni l’esercito di Kiev ha ottenuto successi sulla linea del fronte di Bakhmut facendo ritenere ad alcuni che la controffensiva sia già iniziata. L’Ucraina non ha però fatto alcun annuncio ufficiale in merito.
Ore 22:22 - Usa: «Dal G7 nuove sanzioni per isolare economicamente la Russia»
«Il G7 annuncerà nuove sanzioni per isolare economicamente la Russia». Lo ha detto un alto funzionario americano in un briefing dal Giappone precisando che sarà mantenuto il price cap sul petrolio russo. Le misure colpiranno i settori dell’energia, della difesa e la capacità di Mosca di mobilitare i suoi asset finanziari.
Ore 23:00 - Errore del Pentagono: sopravvalutate di 3 miliardi di dollari le armi inviate a Kiev
Il Pentagono ha sopravvalutato il valore delle armi inviate all’Ucraina di 3 miliardi di dollari a causa di un errore contabile. Lo riporta il Financial Times citando alcune fonti, secondo le quali l’errore è stato nel sostituire le armi inviate dalle scorte americane con nuove apparecchiature invece che iscrivere il prezzo di acquisto meno l’ammortamento. Non è chiaro come l’errore inciderà sui fondi stanziati dal Congresso per l’Ucraina.
Ore 23:35 - Zelensky: «Bene le brigate offensive, ci stiamo preparando»
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha annunciato di aver tenuto una riunione del gabinetto militare, «una cerchia ristretta con i responsabili della difesa dello stato», ha dichiarato nel suo videomessaggio serale. «Le brigate offensive stanno andando bene. Ma non è il momento di fornire dettagli. Ci stiamo preparando», ha aggiunto.
Ore 00:13 - Usa: «Non impediremo ad alleati di inviare jet a Kiev»
Gli Stati Uniti hanno fatto sapere agli alleati europei che non bloccheranno l’invio di jet F16 all’Ucraina. Lo riferiscono fonti dell’amministrazione Biden in Giappone.
Ore 00:13 - Russia: «Prenderemo ogni misura contro le minacce della Russia»
«La Russia si riserva il diritto di prendere tutte le misure necessarie per neutralizzare le minacce alla sicurezza» provenienti dall’Ucraina. Lo ha detto l’ambasciatore russo all’Onu Vassily Nebenzia a una riunione del Consiglio di Sicurezza. «Gli obiettivi dell’operazione militare speciale saranno raggiunti», ha aggiunto, precisando che «i paesi occidentali insistono ostinatamente sul fatto che non sono parti in conflitto, ma aiutano solo l’Ucraina a difendersi». «In realtà - ha proseguito - è esattamente il contrario. L’Occidente sta conducendo una guerra per procura in Ucraina».
Ore 01:16 - Londra, nuove sanzioni contro la Russia: stop all’import di diamanti
Il Regno Unito ha annunciato nuove sanzioni contro il settore minerario russo, prendendo di mira le importazioni di alluminio, diamanti, rame e nichel nel tentativo di limitare la capacità di Mosca di finanziare la sua guerra in Ucraina. «Come mostrano le sanzioni annunciate oggi, il G7 rimane unito di fronte alla minaccia della Russia e fermo nel suo sostegno» a Kiev, ha detto il primo ministro britannico Rishi Sunak a margine del vertice che si apre nelle prossime ore nella città giapponese di Hiroshima.
Ore 03:35 - G7, Michel: Ue limiterà il commercio di diamanti russi
L’Unione Europea «limiterà il commercio di diamanti russi» come parte delle sanzioni contro l’invasione dell’Ucraina, ha annunciato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel al vertice del G7 a Hiroshima, in Giappone. «I diamanti russi non sono per sempre», ha scherzato con la stampa Michel, confermando un imminente provvedimento Ue dopo l’embargo già annunciato dal Regno Unito su queste pietre preziose che ogni anno fruttano diversi miliardi di dollari a Mosca.
Ore 03:44 - Sirene antiaereo suonano a Kiev e in altre città
Le sirene dei raid aerei hanno suonato nella notte a Kiev e in altre città del Paese, dove i funzionari militari e i media hanno riferito di «esplosioni» a Leopoli e Rivne nell’ovest e a Kherson nel sud. «La difesa aerea è al lavoro nello spazio aereo di Kiev. Rimanete nei rifugi finché non sarà tutto finito», ha esortato su Telegram il capo dell’amministrazione civile e militare della capitale, Sergei Popko. Il suo omologo della regione meridionale di Kryvyi Rih, Oleksandr Vilkul, ha lanciato un appello simile e ha riferito di «esplosioni».
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 19 maggio.
Svolta al G7, Biden: «Addestreremo i piloti ucraini per i caccia F-16». Allerta aerea a Kiev: «Rimanete nei rifugi». Marta Serafini, inviata dal fronte di Bakhmut, Viviana Mazza, inviata a Hiroshima, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 19 Maggio 2023
Le notizie in diretta sulla guerra di venerdì 19 maggio. G7: «La Russia ritiri subito le sue truppe». Mosca: «Distrutte munizioni all'uranio, nube verso l'Europa». L'Agenzia atomica polacca smentisce
• Secondo il Pentagono, la batteria di missili Patriot che Mosca sosteneva di aver distrutto era stata solo danneggiata ed è già stata riparata.
• A Bakhmut si continua a combattere, la situazione è confusa e Kiev rivendica nuovi successi. La controffensiva ucraina ancora non parte.
• Zelensky andrà di persona al G7 di Hiroshima, Kiev: «Incontrerà Biden».
• Esplosioni in serata a Mariupol. Kiev: «Colpita base russa ai margini della città».
Ore 00:23 - Usa: non impediremo agli alleati di inviare jet F16 a Kiev
Gli Stati Uniti hanno fatto sapere agli alleati europei che non bloccheranno l’invio di jet F16 all’Ucraina. Lo riferiscono fonti dell’amministrazione Biden in Giappone. L’amministrazione Biden ha segnalato agli alleati europei nelle ultime settimane che gli Stati Uniti non bloccheranno l’export di aerei da combattimento F-16 in Ucraina, hanno riferito funzionari alla Cnn sottolineando di non aver ricevuto alcuna richiesta formale per l’invio dei jet. Tra i paesi europei che possiedono gli F16 Made in Usa, i Paesi Bassi hanno già manifestato la volontà di esportarli a Kiev. Le fonti hanno ribadito che Washington resta riluttante ad inviare i propri F16 all’Ucraina.
Ore 00:24 - Russia: «Prenderemo ogni misura contro le minacce della Russia»
«La Russia si riserva il diritto di prendere tutte le misure necessarie per neutralizzare le minacce alla sicurezza» provenienti dall’Ucraina. Lo ha detto l’ambasciatore russo all’Onu Vassily Nebenzia a una riunione del Consiglio di Sicurezza. «Gli obiettivi dell’operazione militare speciale saranno raggiunti», ha aggiunto, precisando che «i paesi occidentali insistono ostinatamente sul fatto che non sono parti in conflitto, ma aiutano solo l’Ucraina a difendersi». «In realtà - ha proseguito - è esattamente il contrario. L’Occidente sta conducendo una guerra per procura in Ucraina».
Ore 00:26 - Usa: riparata la batteria di Patriot danneggiata dai missili russi
«È stata riparata ed è tornata completamente operativa» la batteria di missili «Patriot che era stata danneggiata» in un attacco russo in Ucraina. Lo ha dichiarato Sabrina Singh, addetta stampa del Pentagono, riferendosi a quella che è stata definita la “battaglia dei cieli” di poche notti fa, quando Kiev ha rivendicato l’abbattimento di 6 missili ipersonici russi, mentre Mosca aveva affermato di aver distrutto una batteria di missili Patriot, notizia poi ridimensionata sia dall’Ucraina, sia dagli Stati Uniti.
Ore 00:31 - Il bunker di Putin sul Mar Nero: due tunnel di 50 metri sotto terra (forse pensati per gli attacchi nucleari)
Ai già 17mila e più metri quadri di saloni, corridoi e stanze tra cui una cantina per vini, un casinò e una chiesa privata — oltre a un campo da hockey per condividere una delle sua passioni con gli accoliti — del suo palazzo in stile imperiale sul Mar Nero, Vladimir Putin ha fatto aggiungere anche due tunnel che hanno tutta l’aria di due bunker.
A rivelarne l’esistenza è stata, ha scoperto Business Insider, la negligenza degli stessi costruttori. L’azienda che si occupò dei lavori, la Metro Style, pubblicò infatti i disegni dei progetti dei due tunnel sul proprio sito. La Metro Style fu fondata negli anni Novanta da tre soci e ha anche realizzato i lavori per la costruzione dei tunnel della metropolitana di Mosca. (...)
Ore 00:32 - Perché la Russia ha intensificato i bombardamenti su Kiev?
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’ultimo raid russo sull’Ucraina unisce tattica e una strategia ben delineata fin dai primi giorni del conflitto.
Sono stati lanciati 6 modernissimi Kinzhal, 21 KH 101/KH 555, 2 Iskander, 2 droni kamikaze iraniani Shahed, 2 droni da ricognizione. Non sappiamo se hanno aggiunto ordigni-esca. Sono stati impiegati bombardieri che incrociavano lontani, sul Mar Caspio e sul territorio russo. Gli ucraini hanno sostenuto di avere intercettato 29 «pezzi» su 30 e attribuiscono qualche danneggiamento «ai frammenti caduti». Come sempre sono bollettini inverificabili, anche se per alcuni esperti la capacità di abbattere i vettori è passata dal 10 per cento dell’inverno 2022 ad un 70-80 per cento. Merito dei sistemi ottenuti dall’Occidente e del progressivo addestramento delle unità chiamate alla missione. Forniture, aggiustamenti pragmatici, intelligence avrebbero dato il loro contributo.
Ore 01:21 - Londra, nuove sanzioni contro la Russia: stop all’import di diamanti
Il Regno Unito ha annunciato nuove sanzioni contro il settore minerario russo, prendendo di mira le importazioni di alluminio, diamanti, rame e nichel nel tentativo di limitare la capacità di Mosca di finanziare la sua guerra in Ucraina. «Come mostrano le sanzioni annunciate oggi, il G7 rimane unito di fronte alla minaccia della Russia e fermo nel suo sostegno» a Kiev, ha detto il primo ministro britannico Rishi Sunak a margine del vertice che si apre nelle prossime ore nella città giapponese di Hiroshima.
Ore 01:41 - Prigozhin: improbabile la conquista di Bakhmut nei prossimi giorni
Il capo del gruppo paramilitare russo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha dichiarato che è improbabile che la città di Bakhmut, epicentro di mesi di combattimenti nell’Ucraina orientale, venga presa nei prossimi giorni. «È improbabile che Bakhmut venga completamente conquistata domani o dopodomani», ha dichiarato Yevgeny Prigozhin su Telegram, riferendo di pesanti combattimenti nella periferia sud-occidentale della città. «Bakhmut non è ancora stata presa. C’è un sobborgo chiamato Samolet. È una fortezza inespugnabile formata da file di edifici. Le battaglie più dure si stanno svolgendo lì in questo momento», ha aggiunto il leader dei Wagner. «Una richiesta importante quindi: la felicità ama il silenzio. Finiamo il lavoro», ha concluso.
Ore 03:34 - G7, Michel: Ue limiterà il commercio di diamanti russi
L’Unione Europea «limiterà il commercio di diamanti russi» come parte delle sanzioni contro l’invasione dell’Ucraina, ha annunciato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel al vertice del G7 a Hiroshima, in Giappone. «I diamanti russi non sono per sempre», ha scherzato con la stampa Michel, confermando un imminente provvedimento Ue dopo l’embargo già annunciato dal Regno Unito su queste pietre preziose che ogni anno fruttano diversi miliardi di dollari a Mosca.
Ore 03:44 - Sirene antiaereo suonano a Kiev e in altre città
Le sirene dei raid aerei hanno suonato nella notte a Kiev e in altre città del Paese, dove i funzionari militari e i media hanno riferito di «esplosioni» a Leopoli e Rivne nell’ovest e a Kherson nel sud. «La difesa aerea è al lavoro nello spazio aereo di Kiev. Rimanete nei rifugi finché non sarà tutto finito», ha esortato su Telegram il capo dell’amministrazione civile e militare della capitale, Sergei Popko. Il suo omologo della regione meridionale di Kryvyi Rih, Oleksandr Vilkul, ha lanciato un appello simile e ha riferito di «esplosioni».
Ore 05:03 - G7, Michel: Ue appoggia pienamente la formula di pace dell’Ucraina
L’Unione europea appoggia pienamente la formula di pace del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nel corso di una conferenza stampa a margine del G7 a Hiroshima, in Giappone. «Qualunque piano di pace credibile deve essere ancorato ai principi della Carta Onu, della sovranità e dell’integrità territoriale», ha ammonito Michel, aggiungendo che «una cosa è chiara: spetta solo all’Ucraina stabilire quando considerare la conduzione di negoziati».
Ore 05:03 - G7, Michel: Ue sta lavorando per consegnare più armi e munizioni a Kiev
L’Unione europea sta lavorando duramente per consegnare all’Ucraina ciò di cui ha bisogno per fronteggiare l’invasione della Russia. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nel corso di una conferenza stampa a margine del G7 a Hiroshima, in Giappone. «Stiamo lavorando per consegnare all’Ucraina ciò di cui ha bisogno: più armi, più munizioni e più in fretta. Questo sarà cruciale per la controffensiva», ha detto Michel, ribadendo che l’Ue continuerà a sostenere militarmente Kiev «per tutto il tempo necessario».
Ore 06:40 - G7, Zelensky a sorpresa parteciperà di persona al vertice
dalla nostra inviata Viviana Mazza
Hiroshima - Il presidente ucraino Volodymyr Zelesnsky è atteso di persona al G7 a Hiroshima questo fine settimana, secondo fonti citate dal Financial Times. Già ieri si era diffusa la voce non confermata che fosse possibile una partecipazione non in remoto ma di persona. In questi 15 mesi di guerra Zelensky ha spesso fatto perno sui simboli per attirare l’attenzione del mondo sull’aggressione russa in Ucraina. Nella sua richiesta di altre armi e anche di caccia su cui cresce il supporto nell’Ue mentre gli Stati Uniti hanno finora opposto resistenza, il leader ucraino ha lasciato per la prima volta il suo paese per recarsi a Washington lo scorso dicembre, e nei giorni scorsi ha fatto tappa in Italia, Germania, Francia e Regno Unito - tutti Paesi membri del G7.
La presenza di Zelensky è vista anche come un tentativo di persuadere paesi quasi India e Brasile presenti al G7 come osservatori, che non hanno adottato le misure punitive occidentali contro la Russia per l’aggressione in Ucraina. Ma la visita renderà anche più complicato per il premier giapponese Kishida e per gli Stati Uniti spostare l’attenzione del summit anche sulla Cina e l’Indo-Pacifico.
Ore 07:34 - Esplosioni segnalate a Leopoli
Esplosioni sono state segnalate a Leopoli durante la notte. Lo ha riferito Radio Svoboda su Telegram. Gli allarmi antiaerei sono stati attivati in tutte le oblast ucraine e nella città di Kiev a partire dalle 2,30 ora locale a causa della minaccia di attacchi con droni e missili. Esplosioni sono state segnalate anche da gruppi di monitoraggio locali nelle regioni di Chernihiv, Mykolaiv, Dnipropetrovsk, compresa la città di Kryvyi Rih, secondo Oleksandr Vilkul, capo dell’amministrazione militare della città.
Ore 07:36 - Nuova notte di attacchi su Kiev e altre città
Kiev e altre città dell’Ucraina sono state nuovamente attaccate prima dell’alba dalle forze russe, secondo l’esercito ucraino che ha affermato di aver intercettato tutti i droni esplosivi che hanno preso di mira la capitale. «Il decimo attacco aereo in 19 giorni a maggio», ha scritto su Telegram l’amministrazione militare della città di Kiev riferendo di «diverse ondate» di droni esplosivi durante la notte. «Tutti i bersagli aerei rilevati che si muovevano in direzione della città sono stati distrutti», ha aggiunto. Per precisione, le difese aeree ucraine hanno abbattuto con successo tre missili da crociera russi e 16 droni kamikaze durante la notte, secondo quanto riferisce l’aeronautica ucraina su Telegram: la Russia ha attaccato l’Ucraina da nord e sud-est con 26 droni Shahed di fabbricazione iraniana e 6 missili da crociera Kalibr dal Mar Nero. Funzionari militari e media locali hanno anche riferito di esplosioni a Leopoli e Rivne a ovest, e a Kherson e Kryvyi Rih a sud.
Ore 07:47 - Zelensky in presenza al G7: «Presenza essenziale»
(Dalla nostra inviata a Kramatorsk Marta Serafini)- Un alto funzionario della sicurezza ucraina, Oleksiy Danilov, ha confermato ufficialmente che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parteciperà di persona al G7 di Hiroshima. «Lì si decideranno cose molto importanti e quindi la presenza del nostro presidente è assolutamente essenziale per difendere i nostri interessi», ha detto Danilov alla tv di stato ucraina. Non è stato detto quando è previsto l’intervento di Zelensky al vertice per motivi di sicurezza ma dovrebbe essere previsto per domenica mattina. Zelensky prenderà parte a una sessione plenaria sul conflitto in Ucraina in programma domenica 21 maggio. Il primo ministro giapponese Fumio Kishida aveva invitato il presidente ucraino a partecipare al vertice lo scorso 21 marzo, durante la visita a sorpresa del premier giapponese a Kiev. Si tratterebbe del primo viaggio in Asia dall’aggressione russa a Kiev. Per Zelensky potrebbe essere l’occasione di incontrare i capi di Stato e di governo di alcuni Paesi - tra questi il premier indiano Modi e il presidente brasiliano Lula - che finora hanno avuto un atteggiamento neutrale di fronte al conflitto.
Ore 08:17 - Servizi segreti Kiev: Putin teme di essere ucciso
I servizi segreti ucraini non hanno ancora ucciso Vladimir Putin «perché si nasconde. Ha ricominciato solo adesso a rimettere la testa fuori, e quando lo fa non siamo sicuri che sia davvero lui». Lo dice in una intervista a Repubblica il generale Vadym Skibitsky, il numero due dell’intelligence militare, il Gur. «Penso che i russi siano in guerra tra loro, lottano per emergere. Gente come Prigozhin, Girkin e altri che criticano il potere e l’esercito - afferma -Non sono il nostro obiettivo principale, non sono così importanti. Colpire un comandante di unità che manda i suoi all’assalto è prioritario».Qui il dossier Usa sui 4 scenari, comprese le morti di Putin e Zelensky, che potrebbero portare all’escalation.
Ore 08:42 - Zelensky atteso al vertice della Lega araba a Gedda
(Dalla nostra inviata a Kramatorsk Marta Serafini) - Secondo Bloomberg il presidente ucraino Volodymyr Zelensky prima di andare in Giappone dovrebbe prendere parte anche al vertice della Lega Araba a Gedda. Re Salman dell’Arabia Saudita ha invitato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, come «ospite d’onore», l’occasione per il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman per parlare con Zelensky di come porre fine al conflitto con negoziati tra Mosca e Kiev. Sinora non ci sono conferme da parte ucraina. L’Arabia Saudita si è più volte offerta di mediare tra Russia e Ucraina e lo scorso anno la monarchia del Golfo - che ha mantenuto relazioni con Mosca dopo l’invasione russa dell’Ucraina - aveva annunciato di aver mediato tra i due Paesi per il rilascio di dieci detenuti di diversi Paesi. Il summit di oggi sarà anche il primo dal ritorno della Siria nella Lega Araba ed è stato invitato il leader siriano Bashar al-Assad, dopo più di dieci anni di isolamento a seguito della repressione delle proteste che nel 2011 sfociò presto in un lungo e sanguinoso conflitto.
Ore 09:12 - Gb, nuova ondata di sanzioni a Mosca anche per il furto di grano
Il Regno Unito ha annunciato oggi che la nuova ondata di sanzioni contro la Russia riguarda imprese e persone collegate alla capacità della Russia di finanziare e condurre la guerra. Il giro di vite, come si legge sul sito del governo britannico, colpisce anche persone ed entità collegate al furto e alla rivendita di grano ucraino, oltre a prendere di mira le principali compagnie energetiche e di armi della Russia, oltre ad aziende collegate a Rosatom, che producono materiali e tecnologie avanzate, compresi i laser.
Ore 09:25 - Gb: sabotaggio ferrovia Crimea interromperebbe fornitura missili
«La Russia agirà per riparare rapidamente la linea, ma l’incidente interromperà i rifornimenti, forse anche di armi, come i missili da crociera Kalibr, alla flotta del Mar Nero». Lo ha scritto su Twitter l’intelligence britannica, commentando l’incidente di ieri sulla ferrovia in Crimea, dove alcuni vagoni sono deragliati a causa di una detonazione, sull’unica linea di collegamento ferroviario con Sebastopoli. «Qualsiasi sabotaggio in quest’area sensibile aumenterà i timori del Cremlino sulla sua capacità di proteggere altre infrastrutture chiave della Crimea», scrive il ministero della Difesa di Londra, aggiungendo che «la penisola mantiene un ruolo psicologico e logistico fondamentale nel sostenere la guerra della Russia contro l’Ucraina».
Ore 09:28 - Londra, Putin pagherà il prezzo dell’invasione dell’Ucraina
«Putin ei suoi sostenitori devono, e pagheranno, il prezzo dell’invasione illegale dell’Ucraina. Ecco perché attraverso le nuove sanzioni di oggi stiamo aumentando la pressione economica su Putin, rendendogli più difficile condurre la sua guerra illegale e infliggere indicibili sofferenze a innocenti ucraini». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico James Cleverly, come riporta il sito del governo. «Continueremo ad aumentare questa pressione e a reprimere le forme di elusione finché l’Ucraina non prevarrà e la pace sarà assicurata. Il nostro sostegno a Kiev è risoluto e rimarrà tale finché sarà necessario», ha detto.
Ore 09:40 - Von der Leyen: raccogliere consensi per piano pace Zelensky
«Vogliamo tutti la fine di questa guerra. Gli ucraini vogliono soprattutto la pace, ma ovviamente una pace giusta. I negoziati di pace che equiparano l’aggressore e la vittima devono essere respinti. Dovremmo sostenere gli sforzi di Zelensky per raccogliere consensi alla sua Formula di pace». Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel dibattito sull’Ucraina al G7 di Hiroshima. «Dobbiamo abbinare la determinazione ucraina con la nostra perseveranza e resistenza. Dobbiamo dare all’Ucraina gli strumenti ora per difendersi con successo e riconquistare la piena sovranità e integrità territoriale. Dovremmo fornire all’Ucraina il necessario sostegno militare e finanziario. E dobbiamo farlo per tutto il tempo necessario», ha aggiunto.
Ore 09:41 - Kiev, nuovo massiccio attacco: «Mosca cerca di esaurire la difesa»
«Un altro massiccio attacco russo sull’Ucraina ieri sera. Decimo attacco aereo russo su Kiev nei 19 giorni di maggio. Un’altra notte insonne per molti di noi: lo Stato terrorista cerca di esaurire la difesa aerea ucraina e il popolo ucraino», ha scritto su Twitter Anton Gerashchenko, consigliere del governo di Kiev. «Ci sono stati danni in diverse regioni ucraine, una donna di 64 anni è rimasta gravemente ferita», ha aggiunto.
Ore 10:10 - Bce: «La guerra Ucraina resta un rischio al ribasso per la ripresa»
La guerra russa contro l’Ucraina continua inoltre a rappresentare un significativo rischio al ribasso per l’economia. Tuttavia, il recente riassorbimento dei passati shock avversi dal lato dell’offerta, se perdurasse, potrebbe rafforzare la fiducia e sostenere una crescita più elevata rispetto alle attese correnti. Anche la perdurante tenuta del mercato del lavoro, nella misura in cui sostiene il clima di fiducia e la spesa delle famiglie, potrebbe determinare una crescita maggiore del previsto. Lo sottolinea la Bce nel bollettino economico diffuso oggi.
Ore 10:14 - G7, Michel: «I diamanti russi non sono per sempre»
«Continueremo ad aiutare l’Ucraina con un forte sostegno militare, politico, umanitario e finanziario. L’Ue e i suoi Stati membri hanno già fornito oltre 70 miliardi di euro di assistenza all’Ucraina. L’Ue ha anche intrapreso un’azione radicale per frenare l’azione militare della Russia. Ora siamo concentrati sul chiudere la porta alle scappatoie e continuare a tagliare fuori la Russia dalle forniture critiche. Limiteremo il commercio di diamanti russi. I diamanti russi non sono per sempre e spiegheremo apertamente e francamente perché queste sanzioni sono necessarie e giustificate». Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in conferenza stampa al G7.
Ore 10:38 - Zelensky in viaggio verso Gedda per il summit della Lega Araba
È arrivata la conferma. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è in viaggio verso la città di Gedda per partecipare al vertice della Lega Araba. Lo ha detto a Reuters una fonte vicina al summit. Da Gedda Zelensky partirà direttamente per il G7 di Hiroshima in Giappone su un aereo del governo francese, ha detto la stessa fonte sempre a Reuters. Secondo precedenti informazioni, il capo di Stato ucraino dovrebbe arrivare a Hiroshima nella serata di sabato. Al vertice della Lega Araba sarà eccezionalmente presente il presidente siriano Bashar al Assad dopo oltre un decennio. La Siria è stata di recente riammessa nell’organizzazione da cui era stata espulsa nel 2011.
Ore 10:46 - G7, uniti sulle sanzioni coordinate contro la Russia
«Rimaniamo uniti nell’imporre sanzioni coordinate e altre azioni economiche» per minare «ulteriormente la capacità della Russia di portare avanti la sua aggressione illegale» nei confronti dell’Ucraina. È quanto si legge nelle dichiarazioni congiunte dei leader del G7 al termine della sessione sull’Ucraina.
Nello statement c’è, come ipotizzato da alcune fonti alla vigilia, un passaggio esplicito sui diamanti: «Per ridurre le entrate che la Russia riceve dall’esportazione di diamanti - si legge nel documento - continueremo a lavorare a stretto contatto per limitare il commercio e l’uso di diamanti estratti, lavorati o prodotti in Russia e a impegnarci con i partner chiave con l’obiettivo di garantire l’efficace attuazione di future misure restrittive coordinate, anche attraverso tecnologie di tracciamento».
Infine, c’è un riferimento agli aiuti stranieri: «Ribadiamo l’invito ai Paesi terzi a cessare immediatamente di fornire sostegno materiale all’aggressione della Russia o dovranno affrontare gravi costi».
«Rafforzeremo il nostro coordinamento per prevenire e rispondere alle terze parti che forniscono armi alla Russia e continueremo a intraprendere azioni contro gli attori dei Paesi terzi che sostengono materialmente la guerra della Russia», continua la dichiarazione.
Ore 11:05 - G7: nuove sanzioni per fiaccare macchina da guerra russa
Il G7 ha concordato nuove sanzioni per «fiaccare la macchina da guerra della Russia». Lo si legge in una dichiarazione dei leader dei Sette Grandi, riuniti a Hiroshima, e dedicata all’Ucraina. Al fine di ridurre le entrate della Russia, è finito nel mirino l’export di diamanti: a tale scopo, «continueremo a lavorare a stretto contatto per limitare il commercio e l’uso di diamanti estratti, lavorati o prodotti in Russia, impegnandoci con partner chiave al fine di garantire l’efficacia dell’attuazione di misure restrittive coordinate, anche attraverso tecnologie di tracciamento».
Ore 11:11 - Ministro della Difesa russo sul fronte di Zaporizhzhia
Il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, ha visitato il fronte della provincia di Zaporizhzhia, in Ucraina, che secondo molti osservatori militari potrebbe diventare il principale campo di battaglia nella annunciata controffensiva ucraina. Shoigu, riferisce l’agenzia Ria Novosti, ha ispezionato il centro di comando avanzato del gruppo Est dell’esercito, a cui appartengono le truppe di Mosca dispiegate in questa regione.
Ore 11:18 - Shoigu in visita truppe russe in zona Zaporizhzhia
Il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, è volato in Ucraina, nella regione meridionale di Zaporizhzhia, per visitare le truppe russe. Lo ha fatto sapere Mosca, precisando che Shoigu ha «ispezionato una delle formazioni del gruppo di Vostok in direzione di Zaporizhzhia».
Ore 11:25 - G7: «La Russia ritiri subito le sue truppe dall’Ucraina»
Il G7 esorta la Russia a porre fine «alla sua aggressione in corso e a ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente le sue truppe e il suo equipaggiamento militare dall’intero territorio dell’Ucraina». L’aggressione della Russia contro l’Ucraina, si legge in una nota dei leader del Sette Grandi riuniti a Hiroshima, «costituisce una violazione del diritto internazionale, in particolare della Carta dell’Onu». Mentre, «una pace giusta non può essere realizzata senza il ritiro completo e incondizionato di truppe e attrezzature militari russe». Condanna, inoltre, «per la retorica nucleare irresponsabile della Russia».
Charles Michel, Giorgia Meloni, Justin Trudeau, Emmanuel Macron, Fumio Kishida, Joe Biden, Olaf Scholz, Rishi Sunak, e Ursula von der Leyen a Hiroshima (Imagoeconomica)
Ore 11:53 - Zelensky è arrivato a Gedda per il summit della Lega araba
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato all’aeroporto internazionale di Gedda, in Arabia Saudita, per partecipare al summit della Lega Araba. Lo riferisce Al Arabiya, precisando che Zelensky è partito a bordo di un velivolo francese dalla Polonia. L’inizio del vertice della Lega Araba è previsto per le 14:30 locali, le 13:30 in Italia.
Appena arrivato a Gedda, il presidente ucraino ha detto che l’obiettivo della sua visita è «rafforzare le nostre relazioni con l’Arabia Saudita e il mondo arabo», aggiungendo che durante gli incontri saranno affrontate anche «questioni energetiche».
Ore 12:19 - Zelensky: «Presenterò a bin Salman la nostra formula di pace»
Appena arrivato a Gedda Zelensky ha scritto su Twitter: «Parlerò al vertice della Lega Araba. Incontrerò il principe ereditario Muhammad bin Salman al-Saud e terrò altri colloqui bilaterali. Le nostre priorità sono il ritorno di tutti i prigionieri politici della Crimea e dei territori occupati e delle persone deportate illegalmente, la presentazione della nostra formula di pace e garanzie di sicurezza energetica per il prossimo inverno. L’Arabia Saudita svolge un ruolo significativo e siamo pronti a portare la nostra collaborazione a un nuovo livello».
Ore 12:23 - Mosca: «Gli attacchi terroristici in Russia sono opera degli Usa»
Diversi «attacchi terroristici» avvenuti in Russia, tra cui le uccisioni di Darya Dugina e Vladlen Tatarsky, il ferimento dello scrittore Zakhar Prilepin e l'attentato al Ponte di Crimea, sono stati «pianificati e compiuti con il coordinamento delle agenzie di intelligence degli Usa». Lo ha detto il capo del Consiglio di Sicurezza nazionale russo, Nikolai Patrushev, citato dall'agenzia Ria Novosti.
Ore 12:48 - Mosca: «Distrutte munizioni all'uranio, nube verso l'Europa»
Un deposito di munizioni all'uranio impoverito inviate dall'Occidente è stato distrutto da un bombardamento russo e come conseguenza si è formata una «nube radioattiva» che si muove verso l'Europa. Lo ha detto il capo del Consiglio di Sicurezza russo, Nikolai Patrushev, citato dall'agenzia Ria Novosti. Secondo Patrushev un aumento dei livelli radioattivi è già stato rilevato in Polonia.
Patrushev non dice dove sarebbe avvenuto il bombardamento: potrebbe riguardare l'attacco russo del 13 maggio nella regione di Khmelnitsky, ad ovest di Kiev, che ha provocato una gigantesca nuvola nera.
Non ci sono conferme indipendenti di questa notizia e l'uranio impoverito delle munizioni non è in grado di generare una nube.
Ore 13:49 - Kiev: «I russi a Bakhmut perdono un battaglione al giorno»
Le truppe russe vicino a Bakhmut perdono un battaglione al giorno, il numero totale di perdite nemiche nella direzione di Bakhmut arriva fino a 70mila tra morti e feriti: lo ha detto il ministro della Difesa ucraino Alexei Reznikov a margine del Forum ucraino-americano, citato da Rbc-Ucraina.
Ore 14:25 - La Wagner acquista elmetti dalla Cina nonostante le sanzioni
Una società di copertura del gruppo mercenario russo Wagner ha acquisito decine di migliaia di elmetti militari dalla Cina alla fine dell'anno scorso, nello stesso momento in cui il capo del gruppo Yevgeny Prigozhin stava radunando un vasto esercito di prigionieri per attaccare l'Ucraina. L'acquisto del materiale militare è avvenuto nonostante le sanzioni imposte alla Russia. Lo riporta il Financial Times.
Ore 14:36 - Putin: pressione aggressiva, quasi tutti arsenali puntati contro di noi
È una «pressione aggressiva esterna» quella che viene «esercitata nei confronti della Russia», «quasi tutti gli arsenali sono puntati contro di noi». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in una riunione del Consiglio per le relazioni interetniche. «Quasi l'intero arsenale è diretto contro di noi, contro la nostra società: economico, militare, politico, informativo. È stata dispiegata una potente propaganda anti-russa».
Ore 14:38 - Non c’è nessuna nube radioattiva sull’Europa, oggi, nonostante le parole del «falco» di Putin
(di Massimo Sideri) Gli allarmi sulle nubi radioattive non sono mai da prendere alla leggera. Ma proprio per questo vanno soppesati restando ancorati a ciò che si può provare. Nikolaj Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa (lo possiamo considerare sicuramente un falco di Putin), ha fatto trapelare la notizia che sarebbe stato colpito un deposito di armi e materiale bellico con uranio impoverito «inviato dall’Occidente» e che una non ben identificata «nube radioattiva» si starebbe spostando in direzione europea, nell’area polacca. Secondo Patrushev, citato dall’agenzia Ria Novosti, «un aumento dei livelli di radioattività sarebbe già stato segnalato in Polonia». Paese da cui non c’è nessuna conferma.
Partiamo dai fatti scientificamente certi: come conferma Alessandro Dodaro, capo del Dipartimento Enea sulla fusione e sulla sicurezza nucleare, l’uranio impoverito è un metallo pesante che non può in nessuna maniera essere la causa di una qualunque fenomeno di radioattività, meno che mai nell’aria.
Ore 14:43 - Bin Salman: «Arabia Saudita pronta a mediare per la pace»
«È molto importante che il conflitto in Ucraina si risolva pacificamente». Lo ha detto il principe ereditario dell'Arabia Saudita Mohammed bin Salman nel corso del suo discorso di apertura del vertice della Lega Araba a Gedda, dove è presente in qualità di ospite anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Salman ha ribadito che «il Regno è pronto a mediare tra Russia e Ucraina». Lo riporta Al Arabiya.
Ore 14:45 - Agenzia atomica polacca: «Nessuna emergenza in Europa, false informazioni»
«Non abbiamo ricevuto alcuna notifica di emergenza radioattiva», lo scrive l'Agenzia atomica polacca sul suo sito spiegando di essere «in costante contatto con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, l'Autorità di regolamentazione nucleare ucraina (Snriu)» e di aver accesso «al Sistema Internazionale di Notifica Precoce di Emergenza Radiazioni (Usie)». Dopo le «informazioni false sul pericolo di radiazioni in Polonia» l'Agenzia spiega che «la situazione nel Paese è normale»: i picchi «osservati negli ultimi giorni in Polonia, ma anche nel resto d'Europa, non sono insoliti» e si «verificano regolarmente» con le piogge.
Ore 14:47 - Zelensky a leader arabi: «Alcuni di voi hanno chiuso occhi»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato oggi «alcuni» leader arabi di non essersi schierati a fianco dell'Ucraina nella guerra in corso in Europa orientale. Parlando al summit della Lega Araba in corso a Gedda, in Arabia Saudita, Zelensky ha detto: «Sfortunatamente nel mondo e anche fra voi ci sono alcuni che hanno chiuso gli occhi di fronte a queste prigioni e alle annessioni illegittime». Zelensky ha poi invitato i leader arabi a «guardare con onestà» al conflitto in corso in Ucraina.
Ore 15:08 - Erdogan: «Non sanzioneremo la Russia»
«Non siamo al punto in cui imporremmo sanzioni alla Russia come ha fatto l'Occidente. Non siamo vincolati dalle sanzioni dell'Occidente». Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante un'intervista con Cnn, come riporta il canale televisivo sul proprio sito. «La Russia e la Turchia hanno bisogno l'una dell'altra in ogni possibile settore», ha aggiunto il presidente turco definendo «speciale» il suo rapporto con Putin.
Ore 15:16 - La Russia mette al bando Greenpeace, «indesiderata»
La Procura generale della Russia ha dichiarato Greenpeace «organizzazione indesiderata» mettendola quindi al bando dal Paese.
Ore 15:52 - Zelensky ringrazia bin Salman e lo invita in Ucraina
«Il presidente Volodymyr Zelensky ha invitato Muhammad bin Salman a visitare l'Ucraina e lo ha anche ringraziato per aver sostenuto la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina». Lo ha scritto in un messaggio su Twitter il capo dell'ufficio del presidente ucraino Andriy Yermak, in merito all'incontro tra Zelensky e il principe ereditario saudita.
Ore 16:10 - Nessuna via per il negoziato, si continua a combattere: che cosa ha deciso il G7 sulla guerra in Ucraina
(di Giuseppe Sarcina) Al G7 di Hiroshima passa, ancora una volta, la linea della Casa Bianca, concordata con Volodymyr Zelensky. Non ci sono aperture sostanziali ai tentativi diplomatici del Papa e di Xi Jinping. È in arrivo un’altra stretta sulle sanzioni, ma resta irrisolto il problema politico di fondo: come convincere i Paesi terzi a non favorire la Russia.
Ore 16:23 - Morti a Bakhmut 5 bielorussi che combattevano con gli ucraini
«Ho il cuore spezzato per la morte di cinque membri del reggimento bielorusso Kastus Kalinouski che combattevano per l'Ucraina a Bakhmut». Così su Twitter l'oppositrice bielorussa Svetlana Tsikhanouskaya. «Il reggimento ha riferito che un comandante è stato ucciso mentre tentava di far evacuare i feriti. Quattro soldati morti si trovano sotto le macerie dopo che l'edificio dove si trovavano è stato colpito dal fuoco dell'artiglieria nemica e non possono essere recuperati per ora. I combattimenti continuano», prosegue Tsikhanouskaya. «Questi volontari bielorussi si sono sacrificati per la libertà dei nostri Paesi. Saranno ricordati per sempre come veri eroi di Bielorussia e Ucraina», conclude.
Ore 16:48 - Il punto militare | Prosegue il duello aereo: i quattro velivoli abbattuti in Russia sarebbero stati centrati dai Patriot
Sono stati i Patriot a distruggere quattro velivoli in Russia? È probabile: lo hanno fatto sapere fonti militari negli ambienti del Congresso, messaggi affidati ai membri dello staff dei parlamentari americani. La notizia, pubblicata dalla Cnn, riporta indirettamente a quanto avvenuto pochi giorni fa. Due caccia e due elicotteri precipitano nella zona di Bryansk, territorio russo non lontano dal confine con l’Ucraina. Le autorità sostengono che si è trattato di una trappola tesa da commandos ucraini, dotati di missili portatili. Kiev smentisce ipotizzando un clamoroso caso di fuoco amico, con i mezzi tirati giù dalla contraerea, in allarme e nervosa per le attività nemiche. Indecisi gli osservatori che non hanno escluso l’uso di missili dal lato ucraino. Unanime però il giudizio sulle conseguenze: gravi.
Ore 16:57 - Biden ha promesso al G7 che gli Usa addestreranno i piloti ucraini per gli F-16
Joe Biden ha informato venerdì i leader del G7 che gli Usa sosterranno uno sforzo congiunto con alleati e partner per addestrare i piloti ucraini su velivoli di quarta generazione, compresi gli F-16: lo ha detto alla Cnn un alto dirigente dell'amministrazione, precisando che la formazione non dovrebbe svolgersi negli Stati Uniti e probabilmente avverrà interamente in Europa. Ma il personale americano parteciperà all'addestramento insieme ad alleati e partner in Europa. Si prevede che ci vorranno diversi mesi per il completamento.
Ore 17:01 - Mosca, mandato di arresto per il giudice della Corte penale internazionale Karim Khan
Il procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan è stato inserito nella lista dei ricercati della Russia, secondo un avviso emesso dal ministero degli Interni russo, due mesi dopo che la Cpi ha emesso un mandato di arresto per Vladimir Putin. «Data di nascita: 30 marzo 1970. Luogo di nascita: Edimburgo, Scozia (...) Ricercato ai sensi di un articolo del codice penale», recita l'avviso, pubblicato sul sito web del ministero, senza specificare la natura del reato.
Ore 17:12 - G7: «Le minacce di Mosca inammissibili, la guerra nucleare non può essere vinta»
«La retorica nucleare irresponsabile della Russia, l'indebolimento dei regimi di controllo degli armamenti e l'intenzione dichiarata di dispiegare armi nucleari in Bielorussia sono pericolose e inaccettabili». Lo sottolineano i leader del G7, nella dichiarazione sul nucleare al vertice a Hiroshima. «Ricordiamo la dichiarazione a Bali di tutti i leader del G20, compresa la Russia. In questo contesto, ribadiamo la nostra posizione secondo cui le minacce da parte della Russia dell'uso di armi nucleari, per non parlare di qualsiasi ricorso alle armi nucleari da parte di Mosca nel contesto della sua aggressione contro l'Ucraina sono inammissibili».
Ore 18:03 - Zelensky: «Grazie all'Iraq per il sostegno, visitate l'Ucraina»
«Durante l'incontro con il primo ministro iracheno Mohammed Shiaa al-Sudani l'ho ringraziato per la solidarietà dell'Iraq nei confronti dell'Ucraina e del popolo ucraino, per la ferma posizione a sostegno della sovranità e dell'integrità territoriale del nostro Stato, per il principio dell'inviolabilità dei confini e per il rispetto delle norme del diritto internazionale». Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Zelensky ha spiegato che i due capi di Stato hanno discusso «le possibili modalità di partecipazione dell'Iraq all'attuazione della Formula di pace ucraina, uno strumento affidabile per fermare la guerra, e la cooperazione in ambito umanitario». Infine, il presidente ucraino ci ha tenuto a ricordare il sostegno di Baghdad «nel quadro delle organizzazioni internazionali, in particolare delle risoluzioni dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite» e ha invitato il primo ministro iracheno «a visitare l'Ucraina per discutere di importanti aree di cooperazione interstatale».
Ore 18:11 - Zelensky: «Bene decisione storica di Biden coalizione internazionale F16»
«Accolgo con favore la storica decisione degli Stati Uniti e del presidente americano Joe Biden di sostenere una coalizione internazionale di jet da combattimento. Ciò migliorerà notevolmente il nostro esercito nel cielo. Conto di discutere l'attuazione pratica di questa decisione al vertice G7 di Hiroshima». Lo scrive su twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo il via libera di Biden all'addestramento dei piloti ucraini per gli F16.
Ore 18:36 - Greenpeace: «Assurda decisione di Mosca contro di noi»
Greenpeace giudica una mossa «assurda, irresponsabile e distruttiva» la decisione della Procura generale russa di dichiarare l'organizzazione come «indesiderabile» in Russia. La fine delle attività di Greenpeace in Russia «priverà la Russia di uno dei maggiori esperti nel combattere i problemi ambientali», aggiunge l'organizzazione in una dichiarazione sul suo sito in russo.
Ore 18:49 - Sanzioni di Mosca contro 500 americani, tra cui Obama
La Russia ha adottato sanzioni contro 500 cittadini americani, tra i quali l'ex presidente Barack Obama, accusati a vario titolo di diffondere la «russofobia» e di cooperare all'invio di armi all'Ucraina. A tutti è vietato l'ingresso in Russia. Lo annuncia il ministero degli Esteri di Mosca.
Ore 18:50 - Fonti Aiea: «Nessun elemento di nube radioattiva in Europa»
«Non sono pervenuti elementi a conferma di quanto sostenuto dalle fonti russe in merito ad una presunta nube radioattiva». Così una fonte dell'Aiea in merito alle notizie diffuse da Mosca sui rischi di una nube verso l'Europa.
Ore 18:51 - Mosca nega nuovamente la visita consolare a giornalista del «Wsj»
Il governo russo ha nuovamente negato il permesso alle autorità consolari americane a Mosca di visitare in carcere il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, arrestato con l'accusa di spionaggio. Lo ha detto il ministero degli Esteri di Mosca spiegando che la decisione è stata presa in risposta al rifiuto degli Usa di concedere visti ai giornalisti russi che volevano seguire il ministro degli Esteri Serghei Lavrov a New York, dove presiedeva una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
Ore 19:39 - L’Arabia Saudita si dichiara neutrale nel conflitto in Ucraina dopo la visita di Zelensky
L’Arabia Saudita ha dichiarato di essere ufficialmente neutrale nel conflitto tra Russia e Ucraina. Lo ha reso noto il suo ministro degli Esteri nel giorno in cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha visitato Gedda per parlare alla Lega Araba. Lo riporta il Guardian, precisando che la decisione saudita potrebbe essere un esito positivo per Zelensky, dopo che lo scorso anno i rapporti tra Russia e Arabia Saudita sembravano essere ai massimi storici. A settembre Riad ha negoziato il rilascio dei prigionieri catturati durante i combattimenti in Ucraina.
Ore 19:48 - Londra: «Bene la decisione degli Usa sull’addestramento degli ucraini sugli F-16»
Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha accolto con favore il sostegno degli Stati Uniti a un’iniziativa di diversi paesi, tra cui il Regno Unito, per addestrare i piloti ucraini su aerei da combattimento, compresi gli F16. «Il Regno Unito lavorerà con Stati Uniti, Paesi Bassi, Belgio e Danimarca per fornire all’Ucraina la capacità di combattimento aereo di cui ha bisogno», ha affermato Rishi Sunak, salutando come «benvenuto» il sostegno americano a questa iniziativa multilaterale.
Ore 20:01 - Kiev: «Zelensky incontrerà Biden al G7»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parteciperà al vertice del G7 in Giappone, a Hiroshima, dove ha in programma di incontrare il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Lo ha detto alla tv ucraina Andriy Yermak, il capo dell’ufficio di Zelensky, ripreso da Ukrinform. «Il presidente ucraino incontrerà il presidente Biden nei prossimi giorni», ha precisato Yermak, sottolineando che i due leader discuteranno con molta probabilità del sostegno degli Stati Uniti ad una «coalizione di jet da combattimento» per l’Ucraina e di altre questioni.
«Penso che non ci sia solo questo tema, ma anche molti altri, che saranno discussi in dettaglio. Ma già oggi possiamo parlare della creazione di una coalizione di jet, e questo indica che l’Ucraina avrà molto presto tutto ciò di cui ha bisogno per proteggere il nostro cielo ucraino, le nostre città e i nostri cittadini», ha aggiunto, confermando infine che Zelensky parteciperà di persona al vertice in Giappone.
Ore 21:00 - Mosca ha emesso mandati di arresto per i giudici della Corte Penale Internazionale
La Russia ha emesso mandati di cattura per i giudici della Corte Penale Internazionale che hanno ordinato l’arresto di Putin. Lo ha annunciato il direttore del Comitato investigativo russo Alexander Bastrikin. Il presidente Aitala, i suoi due colleghi e il procuratore adesso sono sulla lista dei ricercati della Russia, elenco che verrà probabilmente condiviso con gli alleati della Federazione. È la ritorsione della Federazione contro i magistrati della Corte. Il portavoce di Putin mercoledì ha detto che «nessuno oserà arrestare il leader di una potenza nucleare».
Ore 21:04 - Danimarca: «Contribuiremo a formare i piloti ucraini sugli F-16»
La Danimarca ha dichiarato di accogliere con favore la decisione degli Stati Uniti di approvare l’addestramento dei piloti ucraini sui caccia F-16. «Lo sosteniamo e lavoreremo con gli alleati per fornire l’addestramento», ha affermato il ministro della Difesa danese Troels Lund Poulsen.
Ore 21:06 - Kiev: «Tre forti esplosioni nei sobborghi di Mariupol»
«Nella città occupata di Mariupol i residenti hanno riferito stasera di esplosioni nei sobborghi e all’aeroporto, dove è di stanza il personale degli invasori (russi, ndr)». Lo ha reso noto Petro Andryushchenko, un consigliere del sindaco della città, citato da Ukrainska Pravda. «Sappiamo di tre potenti esplosioni che i residenti di Mariupol hanno sentito, il nemico dovrebbe avere subito perdite significative», ha precisato.
Ore 21:17 - Washington, via libera alle nuove sanzioni contro la Russia
Il dipartimento di Stato americano ha dato il via libera alle nuove sanzioni americane contro la Russia preannunciate al G7. Colpiti, in particolare, società del settore energetico, della difesa e delle risorse naturali. Ma anche «entità coinvolta nella logistica degli scambi militari tra Mosca e Teheran e il gruppo paramilitare Wagner.
Gli Stati Uniti, si legge in una nota del dipartimento di Stato, continueranno ad agire contro la Russia fino a quando «non metterà fine alla sua guerra brutale e illegale contro l’Ucraina». Attuando gli impegni presi al vertice del G7, Washington annuncia di aver varato misure per «diminuire ulteriormente la capacità della Russia di reperire armi e aggirare le sanzioni nonché per ridurre la dipendenza dall’energia di Mosca».
Le nuove sanzioni americane colpiscono anche persone, «le autorità fantoccio imposte dalla Russia in Ucraina, coloro che sono coinvolti nel furto di grano ucraino e nel trasferimento sistematico e illegale e/o deportazione dei bambini ucraini».
Ore 21:39 - Media: «La Russia importa droni attraverso il Kazakistan»
Nonostante le sanzioni occidentali, la Russia acquista e importa droni ed elettronica per le sue forze armate attraverso il Kazakistan. Lo riportano alcuni media tra i quali Der Spiegel.
«Le statistiche sul commercio estero mostrano che il volume delle importazioni di droni e microelettronica in Kazakistan è aumentato in modo significativo dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Anche la portata delle importazioni di questi beni dal Kazakistan alla Russia è aumentata. Gli intermediari di importazione sono società kazake registrate dai russi dopo l’inizio della guerra».
Ore 22:12 - Kiev: «Attaccata una base con 150 russi alle porte di Mariupol»
«Il consigliere del sindaco della città ucraina occupata dai russi Mariupol, Petro Andryushchenko, ha affermato che in serata le forze armate ucraine hanno attaccato una base russa alle porte della città, con all’interno 150 occupanti. Inoltre, questa struttura è stata sistematicamente utilizzata per installare sistemi di difesa aerea». Lo riporta il sito Unian, aggiungendo al contempo che «i russi stanno mentendo sulla posizione delle esplosioni». In precedenza Andryushchenko aveva riferito di forti esplosioni udite dai residenti in città e che si sarebbero verificate alla periferia di Mariupol.
«Giudicando dalle immagini, se le informazioni saranno confermate, il nemico (i russi, ndr) dovrebbe aver subito perdite significative», si legge in un post Telegram delle autorità cittadine di Mariupol (attualmente al di fuori della città) ripreso dalla Cnn.
Ore 22:16 - Medvedev: «Da inizio anno Mosca ha reclutato 117 mila soldati»
L’ex presidente e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dimitri Medvedev, ha affermato oggi che le forze armate di Mosca hanno reclutato oltre 117 mila soldati dall’inizio dell’anno. Per Medvedev questa cifra dovrebbe essere il «punto di partenza» in vista di futuri processi di reclutamento.
Ore 23:33 - Le immagini delle esplosioni a Mariupol
Sui social network sono diversi i video che documentano le esplosioni avvenute, secondo le autorità ucraine, alla periferia di Mariupol, città occupata dalle forze armate russe. Stando ai resoconti di Kiev, sarebbero state causate da un attacco condotto dall'esercito ucraino contro una base di Mosca situata nei pressi dell'aeroporto.
Ore 00:21 - Allerta aerea a Kiev: «Attacco in corso, state nei rifugi»
Dopo la mezzanotte è stato annunciato un allarme aereo a Kiev, nell'area attorno alla capitale ucraina e a Chernihiv . Il capo dell'ufficio del presidente, Andriy Yermak, ha esortato le persone a prestare attenzione all'allarme e a non interrompere il lavoro delle forze di difesa aerea. «La difesa aerea sta operando intorno allo spazio aereo di Kiev. Rimani nei rifugi fino alla fine dell'attacco!», hanno avvertito le autorità.
Ore 01:34 - Attacco a Kiev: fiamme sul tetto di un edificio nel quartiere Dnipro
Un incendio è scoppiato sul tetto di un edificio a Kiev provocato dalla caduta dei detriti durante l’attacco di questa notte sulla capitale. Lo riferisce il sindaco Vitaly Klitschko. «Incendio causato dalla caduta di detriti nel quartiere Dnipro della capitale», ha scritto il sindaco sottolineando che le fiamme sono divampate «sul tetto di un edificio di 9 piani in uno dei complessi residenziali nel distretto. Tutti i servizi funzionano in loco. Le informazioni sulle vittime non sono ancora state ricevute». Diverse esplosioni sono risuonate nella notte sulla capitale. Le autorità hanno riferito che la difesa aerea è in azione sulla città.
Ore 04:53 - Casa Bianca: sì agli F16 ma «non è il momento»
Il consigliere alla Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, ha confermato ai giornalisti presenti a Hiroshima che il presidente Joe Biden ha detto ai suo omologhi del G7 che gli Stati Uniti sosterranno uno sforzo congiunto per addestrare i piloti ucraini sui caccia F16, ma precisando che «non è il momento» dell’utilizzo di questi aerei nel conflitto. «Ora che abbiamo consegnato tutto ciò che avevamo detto di consegnare in modo da poter mettere gli ucraini in grado di fare progressi sul campo di battaglia, abbiamo raggiunto il momento di guardare in fondo alla strada e dire di cosa l’Ucraina avrà bisogno come parte di una forza futura per essere in grado di difendersi dall’aggressione russa. Gli aerei da combattimento F16 di quarta generazione ne fanno parte», ha affermato Sullivan. Tuttavia, ha aggiunto, «la nostra opinione è che non è questo il momento dell’utilizzo degli F16 nei combattimenti». Sullivan ha infine ribadito che l’equipaggiamento militare fornito all’Ucraina non è destinato a lanciare attacchi in territorio russo.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 20 maggio.
Le notizie sulla guerra in Ucraina del 20 maggio. Marta Serafini, inviata dal fronte di Bakhmut, Giuseppe Scuotri e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 20 maggio 2023.
Le notizie sulla guerra di sabato 20 maggio. Il capo della Wagner ha affermato in un video di controllare ogni zona della città e che i suoi uomini andranno via il 25 maggio. Zelensky: «Gli incontri al G7 rafforzano Kiev»
• Svolta al G7, Biden: «Via libera all’addestramento di piloti ucraini per i caccia F-16».
• Prosegue il duello aereo: i quattro velivoli abbattuti in Russia sarebbero stati centrati dai Patriot.
• Kiev: «I russi a Bakhmut perdono un battaglione al giorno».
• Papa Francesco ha affidato la missione di pace in Ucraina al cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna.
Ore 05:30 - G7 di Hiroshima: ufficiale l’arrivo di Zelensky
Il Giappone ha ufficializzato la partecipazione di persona del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al summit G7 in corso a Hiroshima, il cui arrivo - hanno detto fonti all’ANSA - è atteso oggi, già nel pomeriggio. «Zelensky ha espresso il forte desiderio di partecipare faccia a faccia a questo vertice», ha scritto in una nota il ministero degli Esteri nipponico. «Dopo aver attentamente considerato l’ordine del giorno e il programma del vertice, abbiamo deciso di tenere una sessione sull’Ucraina, con la presenza di persona di Zelensky, l’ultimo giorno del vertice». Zelensky avrà vari bilaterali, tra cui quelli con Kishida e Macron.
Ore 05:55 - Kiev: respinto l’attacco russo con droni della scorsa notte
L’amministrazione civile e militare di Kiev ha dichiarato di aver completamente respinto un nuovo attacco di droni russi alla capitale questa notte. Sono caduti dei detriti, precisa la stessa fonte, ma senza causare vittime per il momento. «La scorsa notte, l’aggressore ha effettuato un altro massiccio attacco di droni», ha scritto su Telegram il capo dell’amministrazione civile e militare di Kiev, Serhii Popko. «Tutti i bersagli aerei rilevati sono stati abbattuti dalla difesa aerea della città», ha sottolineato, aggiungendo che secondo le informazioni preliminari sono stati utilizzati droni di tipo Shahed. I detriti, ha precisato Popko, hanni provocato l’incendio di un tetto di un edificio residenziale nel distretto di Dniprovskyi. Esplosioni sono state registrate anche nelle regioni di Cherniguiv (centro-nord) e Mariupol (sud-est). I sistemi di difesa aerea rimangono attivi nelle regioni di Kiev e Cherniguiv, secondo l’esercito.
Ore 07:44 - Isw: «Le forze ucraine evitano l’accerchiamento russo a Bakhmut»
Secondo il rapporto quotidiano dell’Istituto per lo studio della guerra (Isw) sul conflitto, i recenti contrattacchi ucraini nelle vicinanze di Bakhmut, nella regione di Donetsk, hanno molto probabilmente impedito un accerchiamento russo nell’area. Nonostante Mosca concentri le sue risorse per combattere intorno alla città, i contrattacchi ucraini hanno eliminato la minaccia di accerchiamento e costretto le truppe russe a difendersi da uno sforzo offensivo limitato e localizzato, come presumibilmente pianificato dal comando ucraino. Secondo il portavoce del Comando operativo orientale dell’esercito ucraino, Serhii Cherevatyi, nelle ultime giornate le truppe ucraine hanno guadagnato fino a 500 metri di territorio in alcune aree della linea del fronte di Bakhmut. Inoltre, la vice ministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, ha affermato che le forze russe hanno concentrato la maggior parte delle loro risorse intorno a Bakhmut, rallentando l’avanzata ucraina. Tuttavia, secondo l’Isw, le forze russe potrebbero rimanere deboli sui fianchi di Bakhmut.
Ore 07:46 - Dopo l’incontro con Zelensky, Biden annuncerà nuovi aiuti militari
Biden annuncerà un nuovo pacchetto di aiuti militari destinati all’Ucraina del valore di 375 milioni di dollari. Lo anticipa il quotidiano «Politico», secondo cui l’annuncio seguirà l’incontro il presidente americano e Zelensky in programma a margine del G7 di Hiroshima, in Giappone. Gli aiuti includeranno proiettili d’artiglieria, veicoli corazzanti e armi anticarro. Nelle scorse ore la Casa Bianca ha inoltre segnalato di essere pronta ad autorizzare i Paesi alleati a trasferire aeri da combattimento F-16 all’Ucraina.
Ore 07:49 - Macron a Meloni: «Pronti a offrire ogni aiuto utile per l’alluvione»
È in corso il faccia a faccia tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron a margine del vertice dei G7 a Hiroshima. Il presidente francese ha offerto «ogni aiuto utile» all’Italia colpita dal maltempo. In un messaggio pubblicato su Twitter, Macron ha scritto che «l’Italia è colpita da alluvioni che hanno provocato danni ingenti. Interi quartieri spazzati via. Pensiamo alle vittime e alle famiglie che hanno perso tutto. La Francia è solidale».
Ore 07:58 - Zelensky vola su un aereo del governo francese
Zelensky arriverà a Hiroshima a bordo di un aereo messo a disposizione dal governo francese. Lo ha confermato una fonte diplomatica alla Cnn. Anche al 32esimo vertice della Lega Araba a Gedda, in Arabia Saudita, Zelensky è arrivato a bordo di un aereo del governo francese, come aveva riferito l’ambasciatore di Parigi in Arabia Saudita.
Ore 08:05 - L’intelligence britannica: rinforzi russi a Bakhmut
È probabile che i vertici russi continuino a considerare la presa di Bakhmut l’obiettivo di guerra immediato più importante: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. Negli ultimi quattro giorni, la Russia ha molto probabilmente dispiegato diversi battaglioni per rinforzare il settore della città contesa, si legge nel rapporto pubblicato su Twitter. Ciò segue i guadagni tattici realizzati dalle forze ucraine a metà maggio sui fianchi di Bakhmut, nella regione di Donetsk, nonché i dubbi espressi pubblicamente sull’impegno delle forze del Gruppo Wagner a continuare a combattere in questo settore. La Russia probabilmente mantiene relativamente poche unità da combattimento non impegnate in Ucraina, osservano gli esperti di Londra: ciò significa che i rinforzi inviati a Bakhmut rappresentano un impegno notevole da parte del comando russo.
Ore 08:19 - Cinquecento americani nella lista nera di Mosca
C’è una lista nera di 500 americani che (anche se volessero) non potrebbero entrare in Russia. Tra loro l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, l’ex ambasciatore di Washington a Mosca Jon Huntsman e il generale Charles Q. Brown, futuro capo di stato maggiore degli Stati Uniti. Come riporta la Cnn anche a due suoi giornalisti, Stephen Colbert e Erin Burnett, è stato impedito l’ingresso in Russia. Si tratta, ha spiegato il ministero degli Affari Esteri di Mosca, di una «risposta alle sanzioni anti-russe imposte dall’amministrazione di Joe Biden». La lista include anche coloro che «nel governo e nelle forze dell’ordine» sono direttamente coinvolti in quella che Mosca considera «la persecuzione dei dissidenti» che aizzati da Donald Trump assaltarono il Campidoglio nel gennaio 2020.
Ore 09:04 - Zelenksy atterrato a Hiroshima per partecipare al G7
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a Hiroshima, per partecipare ai lavori del G7. Zelensky è arrivato da Gedda, dove ha partecipato al vertice della Lega Araba, a bordo dell’aereo della Presidenza francese.
Ore 09:05 - Zelensky su Twitter: «Oggi la pace si avvicina»
«Giappone. G7. Incontri importanti con partner e amici dell'Ucraina. Sicurezza e cooperazione rafforzata per la nostra vittoria. La pace diventerà più vicina oggi». Ha scritto Zelensky su Twitter dopo essere atterrato in Giappone.
Ore 09:29 - Il Ministero della Difesa britannico: «La Russia invia rinforzi a Bakhmut per rivendicare un qualche successo nella guerra»
La Russia sta inviando nuovi rinforzi a Bakhmut, nell'oblast di Donetsk nell'Ucraina orientale, nel tentativo di avanzare per «rivendicare un qualche successo nella guerra». Lo afferma il ministero della Difesa britannico su Twitter. La Russia, come si legge nell'ultimo aggiornamento dell'intelligence britannica, ha inviato nella città assediata «numerosi battaglioni» negli ultimi quattro giorni. «Dato che la Russia ha relativamente poche unità combattenti disponibili in Ucraina, il ridispiegamento» nella zona di Bakhmut «rappresenta un notevole impegno da parte del comando russo».
Ore 09:30 - Bombardamento russo su Zaporizhzhia, 9 civili feriti
Nove civili sono rimasti feriti in seguito ai bombardamenti russi di ieri nella regione di Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale, Yurii Malashko, come riporta Ukrinform. I feriti sono stati segnalati a Mala Tokmachka, Tavriiske e Verkhnia Tersa. Secondo i dati dell'Amministrazione militare, le truppe russe hanno lanciato ieri 92 attacchi in 16 insediamenti della regione.
Ore 09:32 - I leader del G7 alla Cina: «Pechino faccia pressione sulla Russia perché la guerra finisca»
Il G7 ha emesso una dichiarazione in cui ha chiesto alla Cina di esercitare "pressione" sulla Russia al fine di raggiungere una soluzione alla crisi in Ucraina. Nello stesso comunicato, il G7 si è anche opposto alla presunta volontà della Cina di "militarizzare" l'Asia e il Pacifico.
Ore 10:01 - Bombe russe sul Kherson: uccisi due civili. Bombardamenti russi anche su Kharkiv, muore un civile
Due civili sono stati uccisi e uno è rimasto ferito durante i bombardamenti russi della notte scorsa nella regione di Kherson: lo ha reso noto l'Ufficio del Procuratore Generale ucraino su Telegram, come riporta Ukrinform. Le vittime sono state segnalate nella città di Beryslav, dove è stata colpita un'abitazione, mentre la persona ferita si trovava a Kindiika, una cittadina non lontana da Kherson.
Bombardamenti russi anche sulla regione di Kharkiv dove è morto un civile.
Ore 10:14 - Il monito dei leader del G7 alla Cina sull'attività di militarizzazione in Asia e nel Pacifico
leader del G7 hanno messo in guardia la Cina sulle sue «attività di militarizzazione» nella regione dell'Asia-Pacifico, mantenendo allo stesso tempo ferma la volontà di avere con Pechino «relazioni costruttive e stabili». In un comunicato finale diffuso a summit ancora in corso a Hiroshima, i leader dei Sette Grandi hanno anche esortato Pechino «a fare pressione sulla Russia affinché fermi la sua aggressione militare e ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente le sue truppe dall'Ucraina».
Ore 10:42 - Mosca, drone non identificato ed equipaggiato con una telecamera trovato nel centro della città
Un drone non identificato è stato trovato oggi nel centro di Mosca: lo scrive il media indipendente russo Baza sul suo canale Telegram, come riporta Rbc-Ucraina. Secondo le autorità russe, il drone - che era equipaggiato con una telecamera - à stato trovato questa mattina da un addetto alla sicurezza dell'Accademia del Trasporto Acquatico all'esterno dell'istituto, sull'argine Novodanilovskaya. La polizia e gli artificieri russi si trovano sul posto.
Ore 10:50 - In corso l'incontro tra Giorgia Meloni e il presidente ucraino Zelensky
È in corso, secondo quanto si apprende da fonti italiane, un incontro fra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky.
Ore 11:05 - Sunak e Macron al G7: «Forte unità di obiettivi e approccio comune su Ucraina e Cina»
Il primo ministro britannico Rishi Sunak e il presidente francese Emmanuel Macron hanno tenuto un incontro bilaterale durante il summit del G7 in corso in Giappone. Secondo una nota di Downing Street, i due leader hanno espresso apprezzamento per l'unità di obiettivi emersa all'interno del G7 riguardo alla situazione dell'invasione russa in Ucraina e all'approccio collettivo alla minaccia economica rappresentata dalla Cina. Durante la loro discussione, Macron e Sunak hanno esaminato il modo in cui il Regno Unito e la Francia possono continuare a sostenere la difesa dell'Ucraina, inclusa la fornitura di assistenza militare e di lungo termine per la sicurezza, e hanno concordato di mantenere stretti contatti in vista del summit della Nato. Inoltre, i due leader hanno discusso dei progressi compiuti nel loro lavoro congiunto per affrontare il tema dell'immigrazione illegale attraverso la Manica.
Ore 11:26 - Papa Francesco ai leader del G7: «Ricordare la lezione dell'arma atomica»
Papa Francesco scrive al G7 di Hiroshima chiedendo di ricordare sempre la lezione dell'arma atomica che colpì la città giapponese alla fine della Seconda Guerra Mondiale, alla luce della guerra in Ucraina. «Hiroshima, come "simbolo della memoria", proclama con forza l'inadeguatezza delle armi nucleari per rispondere in modo efficace alle grandi minacce odierne alla pace e per garantire la sicurezza nazionale e internazionale», sono le sue parole.
Ore 11:28 - Russia e Iran scommettono su una rotta alternativa a Suez (per aggirare le sanzioni)
(di Valentina Iorio) L’accordo tra Russia e Iran per aprire un nuovo tratto ferroviario rappresenta solo un tassello dell’Instc, il corridoio internazionale di trasporto Nord-Sud, che nelle intenzioni di Mosca dovrebbe diventare una via alternativa al canale di Suez per portare le merci dal Mar Baltico all’Oceano Indiano, attraverso rotte marittime, stradali e ferroviarie. Ed è l’ennesimo segno del rafforzamento della collaborazione tra i due Paesi. (...)
Ore 11:31 - Hiroshima, abbraccio caloroso tra Sunak e Zelensky
Dopo l'incontro con Giorgia Meloni, il presidente ucraino Zelensky è stato ricevuto dal primo ministro britannico Rishi Sunak. Sunak e Zelensky, che si sono visti pochi giorni fa a Londra, si sono abbracciati calorosamente durante l'incontro e si sono seduti fianco a fianco prima di iniziare a discutere. Zelensky, arrivato a Hiroshima questa mattina, ha gia' incontrato il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni.
Ore 11:35 - Gli Usa non si opporranno all’invio di caccia F-16 all’Ucraina
(di Viviana Mazza)
(...) La Casa Bianca ha fatto trapelare non solo che non si opporrà al trasferimento a Kiev dei caccia F-16 prodotti in America in dotazione ad altri Paesi europei, ma anche che gli americani insieme agli alleati addestreranno in Europa i piloti ucraini a «partire dalle prossime settimane». In passato, il Pentagono ha stimato il tempo per l’addestramento intorno ai 18 mesi; altri esperti dicono che se nel caso di piloti già abituati con altri velivoli potrebbe richiedere meno tempo, ma comunque almeno sei o nove mesi. Alla domanda del Corriere se Washington stia valutando anche se inviare direttamente gli F-16, un funzionario dell’amministrazione Biden ha replicato che «durante l’addestramento, la nostra coalizione di Paesi deciderà quando fornire i caccia, quanti e chi lo farà». Parole ripetute esattamente dal consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan nel briefing di ieri mattina con i giornalisti. (...)
Ore 11:46 - Mosca: «Rischi colossali per l'Occidente se invierà caccia F-16 all'Ucraina»
I Paesi occidentali incorreranno in «rischi colossali» se forniranno all'Ucraina caccia F-16. Lo ha affermato il vice ministro degli Esteri russo, Alexander Grushko, dopo che il presidente americano Joe Biden ha riferito ai leader del G7 che Washington sostiene programmi alleati di addestramento di piloti ucraini sugli F-16.
Ore 11:44 - «Putin teme un colpo di stato interno»
Secondo il capo dell'intelligence militare di Kiev, Kyrylo Budanov, il presidente russo Vladimir Putin «non si fida dell'ambiente attorno a lui» e teme un possibile colpo di stato interno. Questa dichiarazione è stata fatta durante un'intervista al giornalista Dmytro Komarov, diffusa sul canale YouTube "World Inside Out" e citata dai media online del ministero della Difesa ucraino attraverso il loro canale Telegram.
Ore 11:54 - Meloni racconta a Biden dell'alluvione
Ore 11:55 - Medvedev: «No a colloqui con Kiev, negoziati solo con gli Stati Uniti per decidere dell'ordine mondiale dopo il conflitto»
Dmitry Medvedev, vice Presidente del Consiglio di sicurezza nazionale russo, ha affermato che al momento colloqui con Kiev non servono e che, casomai, i negoziati dovrebbero svolgersi solo con i «padroni occidentali di Kiev a Washington» e per discutere dell'ordine mondiale post conflitto, ha aggiunto l'ex Presidente ed ex Premier in un post su Telegram. «Come si può dare inizio a negoziati alla pari con un Paese neo nazista mezzo decaduto e sotto influenza esterna? Negoziati sono possibili solo con i suoi padroni, vale a dire con Washington. Non c'è nessun altro con cui parlare. Ed è possibile trattare solo su un ordine mondiale post conflitto. Ma è troppo presto per parlarne. Non c'è bisogno di alcuna trattativa» al momento.
Ore 12:01 - Le condoglianze di Biden e di tutti i leader del G7 per le vittime dell'alluvione in Emilia-Romagna
«Desidero ringraziare i leader del G7 e i partner di più Nazioni che in queste ore stanno esprimendo parole di solidarietà all'Italia e alle popolazioni colpite dall'alluvione. La vostra vicinanza è un segno tangibile della nostra coesione nei difficili momenti. Grazie». Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Desidero ringraziare i leader del G7 e i partner di più Nazioni che in queste ore stanno esprimendo parole di solidarietà all'Italia e alle popolazioni colpite dall'alluvione. La vostra vicinanza è un segno tangibile della nostra coesione nei difficili momenti. Grazie.
Ore 12:14 - Zelensky ringrazia Sunak per l'impegno sulla fornitura degli aerei militari
«Ho ringraziato» Sunak «per la leadership del Regno Unito nella coalizione internazionale di jet da combattimento. Abbiamo discusso dell'ulteriore attuazione degli accordi raggiunti durante i negoziati tenutisi nel Regno Unito il 14 maggio. Abbiamo parlato dello sviluppo delle relazioni bilaterali tra Ucraina e Regno Unito e coordinato le nostre posizioni in vista del vertice del G7», ha scritto Zelensky su Telegram.
Ore 12:22 - Zelensky incontra Modi a Hiroshima: «India partecipi alla nostra formula di pace»
Il presidente ucraino Zelensky ha incontrato il presidente dell'India, Narendra Modi. «Durante l'incontro, ho parlato delle esigenze dell'Ucraina nello sminamento e per quanto concerne gli ospedali mobili. Ho informato Narendra Modi nel dettaglio sull'iniziativa della formula di pace ucraina e ha invitato l'India a unirsi alla sua attuazione», ha spiegato Zelensky su Telegram. «La guerra ha portato molte crisi e sofferenze. Bambini deportati, territori minati, citta' distrutte, destini distrutti. Ringrazio l'India per aver sostenuto l'integrita' territoriale e la sovranita' del nostro Paese, in particolare presso le sedi delle organizzazioni internazionali, e per aver fornito aiuti umanitari all'Ucraina», ha aggiunto il capo dello Stato ucraino.
Ore 12:29 - Incontro Zelensky-Meloni: «Proseguire il dialogo»
«È importante proseguire il dialogo tra Ucraina e Italia in materia di relazioni bilaterali. Si è discusso della difesa e del sostegno politico all'Ucraina da parte dell'Italia e dei primi risultati della visita in Italia, avvenuta il 13 maggio. È necessario migliorare le nostre capacità di difesa aerea, compreso l'addestramento dei nostri piloti», scrive il presidente ucraino su Telegram. «Abbiamo coordinato le nostre posizioni in vista della partecipazione ai lavori del G7».
Ore 12:52 - Biden-Meloni, l'abbraccio al G7: rientro anticipato per entrambi?
(di Viviana Mazza)
Nei primi due giorni di summit il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è tipicamente socievole e loquace e ci sono solo sette-otto persone al tavolo: può spendere alcuni momenti con ciascuno dei leader del G7. Secondo quanto si apprende da fonti italiane, Biden ha espresso le sue condoglianze alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per le vittime dell'alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna. Avvicinandosi a margine dei lavori, le ha stretto la mano e abbracciandola le ha manifestato parole di sostegno, solidarietà e conforto. D’altra parte c’è qualcosa che i due leader hanno in comune: Biden è stato costretto a tagliare corto il viaggio, cancellando il summit Quad in Australia, per questioni interne dovendo tornare a negoziare il tetto del debito ed evitare i rischi di default. Secondo indiscrezioni, le pressioni starebbero portando anche Meloni a valutare un ritorno anticipato in Italia, per recarsi subito in Emilia Romagna. Sulla Cina, il tema caldo per il governo italiano, Meloni ha assicurato l’allineamento agli Stati Uniti: il governo Biden spinge non solo al dialogo sulla Cina, ma anche con Paesi terzi sulla Cina, a proposito del controllo degli investimenti - tema complicato per i governi europei - oltre che alla protezione di tecnologie occidentali sensibili.
Ore 13:51 - Incontro Zelensky-Meloni, Yermak: «Focus su come migliorare la difesa aerea ucraina»
«È necessario migliorare le capacità di difesa aerea, compreso l'addestramento dei nostri piloti». Ha scritto su Twitter Andriy Yermak, il capo dell'ufficio presidenziale di Zelensky, commentando l'incontro che «il presidente dell'Ucraina Zelensky e la sua squadra ha tenuto con il primo ministro dell'Italia Giorgia Meloni» a margine del summit del G7 in corso a Hiroshima. Incontro dove, come aveva già scritto Zelensky su Telegram, «si è discusso della difesa e del sostegno politico dell'Italia all'Ucraina».
Ore 13:54 - G7, Zelensky incontra il presidente del Consiglio Ue: l'attenzione sull'adesione di Kiev all'Unione
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel nel suo incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky «ha sottolineato il suo forte sostegno alla preparazione di un nuovo pacchetto economico macrofinanziario pluriennale per il periodo successivo al 2023, che testimonierebbe l'impegno a lungo termine dell'Ue nella lotta dell'Ucraina contro la guerra illegale della Russia. Anche il sostegno militare si sta intensificando con la consegna di munizioni e la creazione di una coalizione per i jet da combattimento». È quanto si apprende dal portavoce di Michel dopo l'incontro al G7.
«Particolare attenzione è stata prestata alla questione delle restrizioni all'esportazione di prodotti agricoli ucraini da parte di alcuni paesi dell'Unione europea e all'inammissibilità della loro proroga dopo il 5 giugno», ha aggiunto il presidente ucraino.
Ore 14:03 - Macron: «La presenza di Zelensky al G7 può essere un punto di svolta»
Il presidente francese Macron, dopo il bilaterale con il presidente ucraino, ha detto che la presenza di Zelensky al G7 «può essere un punto di svolta» per il Paese invaso dalle truppe russe. L'arrivo a sorpresa di Zelensky è una «opportunità unica» per «esprimere la propria situazione, trasmettere il proprio messaggio e condividere il proprio punto di vista», ha sottolineato Macron, sostenendo che può «essere un punto di svolta».
Ore 14:25 - Meloni, rientro anticipato in Italia. Conferenza stampa alle 16 (ora italiana)
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, terrà una conferenza stampa al Grand Prince Hotel di Hiroshima intorno alle 23 ora locale (le 16 in Italia). La premier, impegnata in Giappone per la riunione del G7, ha infatti deciso di anticipare il rientro in Italia per seguire da vicino l'emergenza maltempo che ha colpito in particolare l'Emilia Romagna.
Ore 14:28 - Modi: «L'India farà tutto il possibile per trovare una soluzione al conflitto»
L'India farà «tutto il possibile» per trovare una soluzione al conflitto russo-ucraino, ha assicurato il primo ministro indiano Narendra Modi al presidente Zelensky, durante un incontro a margine del vertice del G7. «Comprendo pienamente la sua sofferenza e quella del popolo ucraino. Posso assicurarle che per risolvere (questa guerra ndr), l'India e io personalmente faremo tutto il possibile», ha detto Modi a Zelensky.
Ore 15:05 - Lavrov: «Le decisioni del G7 puntano a raddoppiare il contenimento di Mosca e Pechino»
Le decisioni prese nel vertice del G7 a Hiroshima puntano a «contenere» sia la Russia che la Cina. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, citato dalla Tass. «Le decisioni discusse e prese oggi al vertice del G7 a Hiroshima mirano a raddoppiare il contenimento di Russia e Cina».
Ore 15:13 - Prigozhin rivendica la conquista di Bakhmut
Il leader del gruppo paramilitare russo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha rivendicato oggi la conquista della città di Bakhmut, epicentro dei combattimenti nell'est dell'Ucraina. «Il 20 maggio 2023, oggi a mezzogiorno, Bakhmut è stata presa nella sua totalità», ha annunciato Prigozhin in un video diffuso su Telegram.
Il capo della milizia mercenaria, in tenuta da combattimento davanti a una fila di miliziani con in mano bandiere russe e stendardi di Wagner, ha aggiunto che le sue truppe cominceranno il ritiro dalla città dal 25 maggio per riposarsi e riqualificarsi, consegnando Bakhmut all'esercito regolare russo. «Abbiamo completamente preso l'intera città, casa per casa», ha aggiunto.
Ore 15:14 - Podolyak: «La Russia ha paura della controffensiva e degli aerei»
Mykhailo Podolyak, consigliere presidenziale ucraino, risponde al vice ministro degli Esteri russo, Alexander Grushko, che paventa «rischi colossali» se l'Occidente invierà caccia F-16 a Kiev: «Il nuovo dolce stile della propaganda russa: "Non date all'Ucraina aerei caccia e ritirate i sistemi di difesa missilistici perché questo ci impedisce di attaccarli con i missili". Di che ha paura la Russia? Del consolidamento degli alleati pro-Ucraina. Di una difesa anti missile di alta qualità. Della controffensiva. Degli aerei. Bisogna fare in fretta e di più».
Ore 15:39 - Media: «Il presidente brasiliano Lula riluttante a incontrare Zelensky al G7»
Il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, sarebbe riluttante a incontrare il suo omologo ucraino, Volodymir Zelensky, in una riunione privata che si svolgerebbe a margine del G7: lo sostiene l'online del quotidiano Estadao. Secondo il giornale, il governo di Zelensky ha contattato la diplomazia brasiliana ieri, poco dopo che il leader ucraino aveva confermato la sua partecipazione al G7, chiedendo un incontro bilaterale con Lula. Il ministero degli Esteri brasiliano non ha ancora risposto e nemmeno Lula, che finora ha addotto problemi di agenda, avrebbe preso una decisione in merito.
Dietro la sua titubanza ci sarebbe il pressing del suo Partito dei lavoratori (Pt, di sinistra), che vuole che il Brasile mantenga una posizione di «neutralità» nel conflitto. In tal senso il governo Lula si è alleato all'Indonesia per cercare di fermare l'avanzata diplomatica dei Paesi occidentali, che insistono sulla loro forte posizione di critica alla Russia. Lula è stato a sua volta criticato da molte nazioni, tra cui gli Usa, per non aver condannato con fermezza l'invasione delle truppe di Vladimir Putin e per aver sostenuto che Zelensky è «colpevole quanto Putin» per la guerra.
Ore 15:42 - Kiev smentisce Prigozhin: «A Bakhmut la battaglia prosegue»
L'esercito ucraino ha negato che i mercenari Wagner abbiano preso il pieno controllo della città di Bakhmut e ha riferito che le sue truppe continuano a combattere. «È falso. Le nostre unità stanno combattendo a Bakhmut», ha detto il portavoce militare Serhiy Cherevaty, citato da Sky News, dopo che il capo del gruppo mercenario russo Prighozin ha dichiarato che le sue forze hanno preso il pieno controllo della città.
Ore 16:02 - Kiev: «Controlliamo zone di Bakhmut, situazione critica»
«Pesanti combattimenti a Bakhmut. La situazione è critica. Allo stesso tempo, le nostre truppe mantengono la difesa nell'area (del distretto) di Litak. A partire da ora, i nostri difensori controllano alcune strutture industriali e infrastrutturali di quest'area e del settore privato». Lo ha scritto su Telegram la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar.
Ore 16:13 - Kiev smentisce la presa russa di Bakhmut ma ammette le difficoltà, Prigozhin annuncia la data del probabile ritiro
(di Marta Serafini, inviata dal fronte di Bakhmut) Kiev smentisce le affermazioni di Yevgeny Prigozhin, che sostiene di aver preso il pieno controllo di Bakhmut, ma ammette che la situazione è critica. Il leader della Wagner, dal canto suo, su Telegram ha annunciato la data del 25 maggio come possibile giorno in cui consegnerà Bakhmut all’esercito russo. Intanto sono state colpite Kramatorsk e Sloviansk. A Kramatorsk sono stati avvertiti una forte esplosione e colpi in cielo, probabilmente della contraerea.
Ore 16:27 - Kiev: «24 russi uccisi nell'attacco a Mariupol»
Sarebbero 24 gli «occupanti russi» uccisi a Mariupol nelle esplosioni che hanno coinvolto ieri una base militare delle truppe di Mosca. Lo ha affermato Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco della città ucraina attualmente sotto il controllo dei russi. Ci sarebbero inoltre 37 feriti. Secondo Andriushchenko «molti» tank russi sarebbero stati distrutti insieme ad altre attrezzature militari. Lo riporta Ukrainska Pravda.
Ore 16:38 - Lavrov: «Abbiamo risposto a una guerra dichiarata dall'occidente»
Sergei Lavrov ribadisce la narrativa russa secondo la quale «la guerra è stata dichiarata dall'Occidente». «Bisogna capire che noi non promuoviamo ostilità contro nessuno. Dobbiamo dare una risposta ferma e coerente a chi ci ha dichiarato guerra», ha affermato il ministro degli Esteri russo, parlando alla Assemblea del Consiglio per la politica estera e di difesa.
Secondo Lavrov, ripreso dalla Tass, «le ostilità originano dall'altra parte della barricata, la barricata che separa chi vuole vivere secondo la propria testa e il bene dei popoli e chi vive a spese degli altri». Nel lancio della Tass non viene menzionata l'Ucraina, invasa l'anno scorso dalla Russia.
Ore 16:43 - Giappone, Australia, Stati Uniti e India: «Impegnati per pace giusta in Ucraina, inaccettabili le minacce nucleari»
I leader del Quad, gruppo che riunisce Giappone, Australia, Stati Uniti e India, in un comunicato congiunto a margine del G7 hanno espresso la loro «profonda preoccupazione per la guerra che infuria in Ucraina», «riconoscono i suoi gravi impatti sul sistema economico globale», si impegnano a «continuare l'assistenza umanitaria a Kiev per la sua ripresa» e restano «impegnati nel dialogo e nella diplomazia» per una «pace globale, giusta e duratura coerente con la Carta delle Nazioni Unite», definendo «grave e inammissibile l'uso o la minaccia di usare le armi nucleari».
«Sosteniamo - si legge nel testo - l'adesione al diritto internazionale, la risoluzione pacifica delle controversie e il rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite, compresa l'integrità territoriale e la sovranità di tutti gli stati. In questo contesto, oggi esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per la guerra che infuria in Ucraina e ne piangiamo le terribili e tragiche conseguenze umanitarie. Riconosciamo i suoi gravi impatti sul sistema economico globale, inclusi la sicurezza alimentare, dei combustibili e dell'energia e le catene di approvvigionamento critiche. Continueremo a fornire assistenza umanitaria all'Ucraina per la sua ripresa. Consapevoli che la nostra non deve essere un'era di guerra, rimaniamo impegnati nel dialogo e nella diplomazia. Sosteniamo una pace globale, giusta e duratura coerente con la Carta delle Nazioni Unite. In questo contesto, conveniamo che l'uso, o la minaccia di uso, di armi nucleari è grave e inammissibile».
Ore 17:18 - Intelligence ucraina: «Mosca può produrre 67 missili al mese»
La Russia è in grado di produrre fino a 67 missili al mese. La stima è di Vadym Skibitsky, vicecapo dell'intelligence militare di Kiev, secondo cui i frammenti di missili lanciati contro l'Ucraina suggeriscono che siano «appena usciti dalla catena di montaggio» per supplire agli stock ormai quasi esauriti.
Intervistato da Rbc-Ukraine, Skibitsky ritiene che i russi siano in grado di produrre fino a 67 missili al mese: 35 missili da crociera Kh101, 25 missili da crociera Kalibr, cinque missili balistici M723 per il sistema Iskander-M, e due missili balistici ipersonici Kinzhal. Questo significa che Mosca riesce ad acquistare componenti per i missili malgrado le sanzioni imposte dall'Occidente.
Ore 17:25 - Il punto di militare | Quali sono le conseguenze del via libera ai caccia F-16 per Kiev da parte del G7?
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il via libera del G7 agli F-16 per Kiev è innanzitutto un segnale di appoggio sul lungo termine. Le ripercussioni effettive non possono essere immediate, ma la decisione è sufficiente a innescare le reazioni da Mosca: vi assumete «rischi colossali», è l’avvertimento.
Kiev ha chiesto almeno 200 aerei, cifra che deve fare i conti con la realtà. Belgio, Danimarca, Grecia, Olanda e Portogallo ne hanno, tuttavia hanno offerto opzioni a seconda delle loro possibilità, dai velivoli al solo training del personale.
Ore 17:45 - Mosca: «Abbattuti missili Himars e Storm Shadow e una bomba teleguidata di fabbricazione Usa»
I sistemi russi di difesa aerea hanno intercettato 12 razzi lanciati con il sistema Himars e missili da crociera Stor Shadow, oltre a una bomba teleguidata Gbu-32 di fabbricazione statunitense. Lo ha annunciato il rappresentante ufficiale del ministero della Difesa russo, il tenente generale Igor Konashenkov, ripreso dalla Tass.
Inoltre, secondo Konashenkov, 18 droni ucraini sono stati distrutti nei cieli di diversi insediamenti delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk.
Ore 17:55 - Parigi: «Pronti ad addestrare piloti ucraini ma abbiamo timori per la barriera linguistica»
La Francia è interessata ad addestrare piloti ucraini all'uso dei caccia occidentali, ma ha sollevato preoccupazione per le possibili barriere linguistiche, emerge da fonti dell'Eliseo che precisano che i corsi sono in francese. Per questo la Francia sta lavorando insieme all'Ucraina per individuare piloti ucraini in grado di parlare anche il francese, oltre che l'inglese.È previsto che i corsi di addestramento per piloti già preparati a volare su caccia sovietici dureranno dai quattro ai nove mesi.
Ore 17:59 - Meloni: «Non abbiamo F-16, valuteremo con gli alleati l'addestramento dei piloti»
L'Italia contribuirà alla fornitura di F-16 a Kiev? «Noi non disponiamo di F-16 e quindi difficilmente potremmo partecipare a questo progetto. Quello che c'è da valutare con gli alleati è un eventuale addestramento dei piloti ucraini. È una decisione che non abbiamo ancora preso, è una cosa che si sta discutendo con gli alleati». Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel punto stampa al G7 di Hiroshima.
Ore 18:12 - Zelensky: «Incontri con Meloni, Sunak, Modi, Michel, Macron e Scholz rafforzano Kiev»
Il presidente ucraino ha sottolineato su Twitter come gli incontri con i leader a margine del G7 «aggiungano forza all'Ucraina». Zelensky cita gli incontri con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il premier britannico Rishi Sunak e l'indiano Narendra Modi, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Il tweet è accompagnato da un breve filmato degli incontri, fra strette di mano e abbracci con i leader presenti a Hiroshima.
Ore 18:27 - Washington: «Domani bilaterale tra Biden e Zelensky e poi conferenza stampa»
Joe Biden avrà un incontro bilaterale domani con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alle 14.15 locali e poi terrà una conferenza stampa all'Hilton Hiroshima alle 18.15 locali. Lo ha reso noto la Casa Bianca.
Ore 18:34 - La corte dell'Aja: «Mandato d'arresto di Mosca? Restiamo inflessibili»
La Corte Penale internazionale dell'Aja fa sapere di restare «inflessibile», malgrado il mandato d'arresto emesso da Mosca contro il procuratore Karim Khan in risposta a quello spiccato dalla Corte nei confronti del presidente russo Vladimir Putin per crimini di guerra. «La Cpi trova queste misure inaccettabili. La Corte resterà inflessibile nel portare avanti il suo mandato legale per assicurare alla giustizia i responsabili dei crimini più efferati», si legge in una nota del tribunale internazionale.
Ore 18:39 - Papa Francesco ha affidato al cardinale Zuppi la missione di pace in Ucraina
«Posso confermare che Papa Francesco ha affidato al cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, l'incarico di condurre una missione, in accordo con la Segreteria di Stato, che contribuisca ad allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina, nella speranza, mai dimessa dal Santo Padre, che questo possa avviare percorsi di pace. I tempi di tale missione e le sue modalità sono attualmente allo studio». Lo ha comunicato il direttore della Sala stampa vaticana.
Ore 18:59 - Zelensky: «Con Meloni ho discusso del rafforzamento della difesa aerea»
«Ho incontrato Giorgia Meloni, capo del governo italiano. Abbiamo visto come i nostri accordi dai negoziati a Roma sono stati implementati. Ho detto a Giorgia delle intese al summit della Lega Araba. Abbiamo visto come possiamo rafforzare con l'Italia la nostra capacità di proteggere vite dal terrore aereo russo». Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un messaggio video in cui ha parlato degli incontri avuti oggi con diversi leader a margine del G7 di Hiroshima.
«Formula di pace. Attraiamo il maggior numero possibile di paesi e leader per il bene dell'Ucraina. Difesa. Programmi di sostegno a lungo termine per l'Ucraina. Finanza ed economia. Il primo giorno ad Hiroshima per il G7 è molto potente. Il secondo lo sarà ancora di più», ha scritto Zelensky nel tweet che accompagna il video.
Ore 19:14 - Prigozhin annuncia di controllare la città, Kiev smentisce. Cosa sta succedendo a Bakhmut
(di Marta Serafini, inviata dal fronte di Bakhmut) Evgeny Prigozhin, leader della Wagner, è tornato a reclamare il controllo di Bakhmut, proprio mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si trovava in Giappone per prendere parte al G7. In un filmato postato su Telegram, lo chef di Putin, in tenuta mimetica, davanti a un gruppo di mercenari schierati davanti a degli edifici in rovina, ha sentenziato: «Oggi, a mezzogiorno, Bakhmut è stata presa nella sua interezza». E poi ha aggiunto: «Le mie truppe cominceranno il ritiro dal 25 maggio per riposarsi e riorganizzarsi».
Già due settimane fa lo chef di Putin aveva sostenuto come l’«operazione tritacarne» fosse compiuta rivendicando il controllo del 95% della città, salvo poi affermare di volersi ritirare per mancanza di munizioni minacciando i vertici della Difesa di Mosca di lasciare Bakhmut alle forze ucraine. Ora però il leader della Wagner sembra proclamare vittoria. Tuttavia, pochi minuti dopo il suo ennesimo comunicato, Kiev, pur ammettendo come la situazione sul campo sia difficile, lo ha smentito. «Intensi combattimenti a Bakhmut, la situazione è critica», ha dichiarato la viceministra della Difesa Hanna Maliar, aggiungendo che le forze di Kiev «tengono la difesa» e «controllano certi impianti industriali e infrastrutture nell’area».
Una smentita è arrivata anche dal portavoce militare ucraino Serhiy Cherevaty che ha spiegato: «Non è vero. In città si combatte ancora». Il tutto mentre dal Cremlino nessuno si prendeva la briga di commentare le parole di Prigozhin.
Cosa succede dunque a Bakhmut? A partire dal 6 maggio, le forze di Kiev — guidate dalla 3ª Brigata d’assalto — sfruttando la mancanza di munizioni del nemico sono riuscite ad avanzare sui fianchi sud e nord della città, spezzando di fatto la tenaglia e respingendo il nemico per alcuni chilometri. Un rovesciamento per la prima volta in sette mesi, da quando Prigozhin ha dato il via all’operazione «tritacarne». Centinaia di russi sono caduti e in decine sono stati fatti prigionieri. Ma da ormai tre giorni, come abbiamo raccontato dal campo, i russi hanno ricevuto le munizioni, e lo slancio iniziale si è fermato. Bakhmut resta dunque ancora contesa. E la battaglia per il suo controllo, la più sanguinosa di questa guerra, costata migliaia di vite umane e che ha ridotto in cenere un’intera città, non è ancora finita.
Ore 21:08 - Kiev: «Razzi russi sul Donetsk, feriti 6 civili tra cui un 11enne»
Le truppe russe hanno effettuato un attacco missilistico sulla città di Toretsk nella regione di Donetsk, a seguito del quale «6 civili sono rimasti feriti, tra cui un bambino, e sono stati danneggiate alcune infrastrutture». Lo ha comunicato il capo dell'amministrazione militare regionale di Donetsk Pavel Kirilenko, ripreso da Ukrainska Pravda. Sarebbe stato colpito anche un ospedale.
«Due donne, tre uomini e un ragazzo di 11 anni hanno riportato ferite di varia gravità. In particolare, si tratta di ferite da schegge, commozioni cerebrali, lesioni craniocerebrali e da mina esplosiva. Tutte le vittime hanno ricevuto assistenza medica, le loro condizioni sono soddisfacenti», ha aggiunto.
Ore 20:58 - G7, il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Yermak incontra il consigliere Usa Sullivan: «Parlato degli F-16»
Il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, ha incontrato il Consigliere americano per la sicurezza nazionale Jake Sullivan a margine del G7 di Hiroshima. «Abbiamo parlato della coalizione degli aerei caccia, così come della formula di pace. Ho ringraziato Jake per il suo sostegno nel fornire all’Ucraina gli F-16, per la sua efficienza e sincerità nell’aiutare l’Ucraina», ha scritto Yermak su Twitter. Con Sullivan «si ottiene il massimo di efficacia, ed è esattamente quello che ci serve per opporci alla risorse russe in questa guerra», ha aggiunto, ringraziando il presidente americano Joe Biden, il Congresso e il popolo americano per il loro supporto.
Ore 00:10 - Ministero Difesa russo annuncia «liberazione» di Bakhmut
Il ministero della Difesa russo ha annunciato la «liberazione» di Bakhmut, la città ucraina da mesi teatro di feroci scontri. Lo rende noto la Tass. Il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prighozin, aveva annunciato di aver preso «il pieno controllo della città».
«Nella direzione tattica di Artyomovsk (il nome russo di Bakhmut, ndr), le squadre d’assalto della compagnia militare privata Wagner con il supporto dell’artiglieria e dell’aviazione del gruppo tattico meridionale hanno completato la liberazione della città», ha dichiarato il ministero, citato dall’agenzia russa.
Ore 01:07 - Putin si congratula con la Wagner per la presa di Bakhmut
Il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con le squadre d’assalto del gruppo di mercenari Wagner per la «liberazione di Artyomovsk», la città ucraina di Bakhmut. Lo riferisce il Cremlino citato dalla Tass.
Ore 03:53 - Macron: «Zelensky al G7 è un modo per costruire la pace»
La presenza di Volodymyr Zelensky al G7 di Hiroshima è «un modo per costruire la pace». Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, durante un incontro con la stampa in Giappone. Mettere un aereo francese a disposizione del leader ucraino per portarlo prima al vertice della Lega Araba e poi al G7 in Giappone è «la Francia che costruisce la pace e cerca soluzioni», ha aggiunto Macron.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 21 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie di oggi 21 maggio. Kiev: «Manteniamo una piccola parte di Bakhmut». Putin: «Zelensky al G7? Show propaganda». Marta Serafini, inviata dal fronte di Bakhmut, Giuseppe Scuotri e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 21 maggio 2023.
Le notizie in diretta sulla guerra di domenica 21 maggio. Biden annuncia un nuovo pacchetto di aiuti per l'Ucraina. Kiev ringrazia: «L'ok agli F-16 è un momento storico»
• Dal vertice G7 in corso a Hiroshima, in Giappone, arriva l’adesione di diversi Paesi europei alla cosiddetta «jet coalition», la coalizione di caccia F-16 promessi l’altro ieri agli ucraini. Ma non è ancora chiaro chi li fornirà (né quanti o quando).
• Anche l’Italia potrebbe far parte della «jet coalition» a favore dell’Ucraina, come spiega il nostro inviato a Hiroshima.
• Nel primo pomeriggio di domenica, il presidente americano Joe Biden ha avuto un incontro bilaterale con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a margine del G7.
Ore 01:00 - Il punto di militare | Quali sono le conseguenze del via libera ai caccia F-16 per Kiev da parte del G7?
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il via libera del G7 agli F-16 per Kiev è innanzitutto un segnale di appoggio sul lungo termine. Le ripercussioni effettive non possono essere immediate, ma la decisione è sufficiente a innescare le reazioni da Mosca: vi assumete «rischi colossali», è l’avvertimento.
Kiev ha chiesto almeno 200 aerei, cifra che deve fare i conti con la realtà. Belgio, Danimarca, Grecia, Olanda e Portogallo ne hanno, tuttavia hanno offerto opzioni a seconda delle loro possibilità, dai velivoli al solo training del personale.
Ore 01:09 - Washington: «Domani bilaterale tra Biden e Zelensky e poi conferenza stampa»
Joe Biden avrà un incontro bilaterale domani con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alle 14.15 locali e poi terrà una conferenza stampa all'Hilton Hiroshima alle 18.15 locali. Lo ha reso noto la Casa Bianca.
Ore 01:32 - Prigozhin rivendica la conquista di Bakhmut
Il leader del gruppo paramilitare russo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha rivendicato oggi la conquista della città di Bakhmut, epicentro dei combattimenti nell'est dell'Ucraina. «Il 20 maggio 2023, oggi a mezzogiorno, Bakhmut è stata presa nella sua totalità», ha annunciato Prigozhin in un video diffuso su Telegram.
Il capo della milizia mercenaria, in tenuta da combattimento davanti a una fila di miliziani con in mano bandiere russe e stendardi di Wagner, ha aggiunto che le sue truppe cominceranno il ritiro dalla città dal 25 maggio per riposarsi e riqualificarsi, consegnando Bakhmut all'esercito regolare russo. «Abbiamo completamente preso l'intera città, casa per casa», ha aggiunto.Ore 01:39 - Kiev smentisce la presa russa di Bakhmut ma ammette le difficoltà, Prigozhin annuncia la data del probabile ritiro
(di Marta Serafini, inviata dal fronte di Bakhmut) Kiev smentisce le affermazioni di Yevgeny Prigozhin, che sostiene di aver preso il pieno controllo di Bakhmut, ma ammette che la situazione è critica. Il leader della Wagner, dal canto suo, su Telegram ha annunciato la data del 25 maggio come possibile giorno in cui consegnerà Bakhmut all’esercito russo. Intanto sono state colpite Kramatorsk e Sloviansk. A Kramatorsk sono stati avvertiti una forte esplosione e colpi in cielo, probabilmente della contraerea.
Ore 02:00 - G7, l’apertura di Meloni sui jet: «Potremo partecipare al training dei piloti»
(di Marco Galluzzo) Anche l’Italia potrebbe far parte della cosiddetta jet coalition a favore dell’Ucraina. Lo ha confermato Giorgia Meloni in conferenza stampa, prima di lasciare anzitempo i lavori del G7 e rientrare in Italia per recarsi nei luoghi dell’alluvione. Il capo del governo ha ricordato che il nostro Paese non dispone di caccia F-16, quelli richiesti dal presidente ucraino Zelensky, che ha abbracciato e incontrato prima di lasciare il Giappone, ma ha fatto capire che d’intesa con gli alleati europei, «anche se una decisione ancora non è stata presa, il nostro Paese potrebbe partecipare all’addestramento di piloti ucraini» nelle basi italiane.
Ore 04:06 - Papa Francesco ha affidato al cardinale Zuppi la missione di pace in Ucrain
«Posso confermare che Papa Francesco ha affidato al cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, l'incarico di condurre una missione, in accordo con la Segreteria di Stato, che contribuisca ad allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina, nella speranza, mai dimessa dal Santo Padre, che questo possa avviare percorsi di pace. I tempi di tale missione e le sue modalità sono attualmente allo studio». Lo ha comunicato il direttore della Sala stampa vaticana.
Ore 04:15 - Kiev smentisce la presa russa di Bakhmut ma ammette le difficoltà, Prigozhin annuncia la data del probabile ritiro
(di Marta Serafini, inviata dal fronte di Bakhmut) Kiev smentisce le affermazioni di Yevgeny Prigozhin, che sostiene di aver preso il pieno controllo di Bakhmut, ma ammette che la situazione è critica. Il leader della Wagner, dal canto suo, su Telegram ha annunciato la data del 25 maggio come possibile giorno in cui consegnerà Bakhmut all’esercito russo. Intanto sono state colpite Kramatorsk e Sloviansk. A Kramatorsk sono stati avvertiti una forte esplosione e colpi in cielo, probabilmente della contraerea.
Ore 04:52 - Ministero Difesa russo annuncia «liberazione» di Bakhmut
Il ministero della Difesa russo ha annunciato la «liberazione» di Bakhmut, la città ucraina da mesi teatro di feroci scontri. Lo rende noto la Tass. Il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prighozin, aveva annunciato di aver preso «il pieno controllo della città».
«Nella direzione tattica di Artyomovsk (il nome russo di Bakhmut, ndr), le squadre d’assalto della compagnia militare privata Wagner con il supporto dell’artiglieria e dell’aviazione del gruppo tattico meridionale hanno completato la liberazione della città», ha dichiarato il ministero, citato dall’agenzia russa.
Ore 05:03 - Putin si congratula con la Wagner per la presa di Bakhmut
Il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con le squadre d’assalto del gruppo di mercenari Wagner per la «liberazione di Artyomovsk», la città ucraina di Bakhmut. Lo riferisce il Cremlino citato dalla Tass.
Ore 08:17 - G7, bilaterale Zelensky-Biden
In corso a Hiroshima il bilaterale tra il presidente ucraino Zelensky e il presidente degli Usa Joe Biden.
Ore 08:26 - Zelensky: «Grato per la scelta di addestrare i nostri piloti. L'ok agli F-16 è un momento storico»
«Sono grato per la decisione di addestrare i nostri piloti su moderni aerei da combattimento». Lo ha detto Zelensky nel suo intervento alla sessione conclusiva del G7. «Lo scudo aereo può essere completo solo quando i sistemi di difesa aerea a terra sono integrati da moderni velivoli in aria. Ora siamo sulla strada per eliminare il gap di capacità - ha sottolineato -. Quando i nostri piloti conosceranno l'F16 e quando questi velivoli appariranno nei nostri cieli, avrà importanza non solo per l'Ucraina. Questo sarà un momento storico per l'intera architettura della sicurezza in Europa e nel mondo».
Ore 08:27 - Biden assicura a Zelensky nuovi aiuti militari
Il presidente americano Joe Biden, al termine del colloquio con il presidente Zelensky, ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari all'Ucraina da parte degli Usa. Biden non ha specificato l'ammontare degli aiuti, ma ha affermato che il nuovo pacchetto include armi che gli Stati Uniti hanno già inviato in Ucraina, come artiglieria e veicoli blindati. Zelensky ha ringraziato Biden per i nuovi aiuti militari e per essere stato al suo fianco per fronteggiare l'invasione russa dell'Ucraina iniziata nel febbraio 2022.
Ore 08:31 - Kishida (Giappone): «È stata dimostrata la nostra inflessibile solidarietà all'Ucraina»
«Il G7 ha dato nuovamente prova del proprio sostegno all'Ucraina», ha dichiarato il primo ministro del Giappone, Fumio Kishida, durante una conferenza stampa al termine del vertice dei capi di Stato e di governo del G7 a Hiroshima. «E' significativo aver dato dimostrazione dell'inflessibile solidarietà del G7 all'Ucraina, e della nostra determinazione a tutelare l'ordine internazionale libero e aperto basato sul diritto», ha detto Kishida, aggiungendo che il G7 «non accetta alcuna modifica dello status quo attraverso l'uso della forza, ovunque si verifichi nel mondo».
Ore 08:42 - Zelensky: «Bakhmut è distrutta»
«Penso di no»: così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto a una domanda della stampa che a Hiroshima, a margine dei lavori del G7 in Giappone, gli ha chiesto se parti della città di Bakhmut fossero ancora sotto il controllo di Kiev. È «rimasto poco» della città di Bakhmut, è «distrutta», ha detto Zelensky. La città, situata nella regione sud orientale ucraina di Donetsk, dopo essere stata per mesi teatro di aspre battaglia, da ieri sarebbe totalmente sotto il controllo delle forze russe, come dichiarato dal leader del gruppo paramilitare Wagner, Evgenij Prigozhin.
Ore 08:48 - Zelensky a Giorgia Meloni: «Il tuo carattere ci dà forza»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato tutti i leader del G7 di Hiroshima per il sostegno. «Grazie, Giorgia Meloni, per la forza del tuo carattere che dà forza a tutti noi. Ringrazio il governo italiano, il parlamento e tutti gli italiani che sostengono la tutela del nostro popolo», ha affermato Zelensky.
Ore 08:49 - Il ministro della Difesa russo: «Abbiamo il pieno controllo di Bakhmut»
«L'operazione per stabilire il controllo su Artyomovsk (il nome russo di Bakhmut ndr) è stata completata». Lo ha affermato il ministero della Difesa russo. «La liberazione della città di Artyomovsk è stata completata a seguito delle operazioni offensive delle squadre d'assalto del gruppo Wagner supportate da artiglieria e aerei delle forze del Sud», ha affermato il ministero russo.
Ore 09:07 - Zelensky: «Bakhmut esiste solo nei nostri cuori, lì non c'è più niente»
«A Bakhmut non c'è più niente, hanno distrutto tutti gli edifici. Per ora Bakhmut esiste solo nei nostri cuori. Dovete capire che non c'è niente - ha detto il presidente ucraino - oggi Bakhmut è solo nei nostri cuori».
Ore 09:18 - Putin si congratula con la Wagner per la caduta di Bakhmut
Il presidente russo, Vladimir Putin, si congratula con i «distaccamenti d'assalto Wagner, così come con tutti i militari delle unità delle forze armate russe, che hanno fornito loro il supporto necessario e la copertura del fianco, per il completamento dell'operazione per liberare Artyomovsk». Lo ha riferito il servizio stampa del Crelmino, utilizzando il nome di epoca sovietica di Bakhmut.
Ore 09:21 - Biden a Zelensky: «Il coraggio degli ucraini suscita lo stupore del mondo»
«Il coraggio degli ucraini suscita lo stupore del resto del mondo. La brutalità con cui (il presidente russo, Vladimir) Putin sta compiendo questo assalto è qualcosa che credo nessuno avrebbe potuto immaginare appena due anni fa». Gli Stati Uniti, ha promesso Biden, «continueranno per questa ragione a fare tutto il possibile per rafforzare la capacita' dell'Ucraina di difendersi».
Ore 09:33 - Il portavoce di Zelensky su Facebook: «Affermazioni su Bakhmut mal interpretate»
Sergii Nykyforov, portavoce di Zelensky, ha scritto su Facebook che le affermazioni del presidente ucraino sulla presa di Bakhmut da parte dei russi sono state mal interpretate: «Zelensky ha risposto di no alla domanda "i russi hanno preso Bakhmut?"»
Ore 09:42 - Il ministero della Difesa britannico: «Gli attacchi russi mirano a indebolire il sistema di difesa aereo di Kiev»
Secondo l'aggiornamento quotidiano di intelligence del ministero della Difesa britannico, la Russia ha ripreso a lanciare attacchi missilistici a lungo raggio in Ucraina con frequenza crescente dall'inizio di questo mese. Si ritiene che questi attacchi siano principalmente mirati a indebolire le difese aeree di Kiev. Il rapporto pubblicato su Twitter indica che la Russia ha iniziato ad utilizzare più spesso droni di sorveglianza non armati, tra cui i SuperCam, che sono relativamente economici e hanno un ampio raggio d'azione per sorvolare gli obiettivi dei missili da crociera russi. Gli esperti di Londra commentano che è molto probabile che la Russia abbia adottato questa tattica al fine di ottenere una valutazione più rapida dei danni sul campo di battaglia e migliorare il proprio ciclo di puntamento. Il rapporto evidenzia che la lentezza e l'inefficienza del processo di targeting dell'esercito russo sono state una delle principali debolezze delle sue prestazioni in Ucraina. Tuttavia, i droni di sorveglianza sono altamente vulnerabili al fuoco delle difese aeree ucraine.
Ore 09:52 - Il ministero della Difesa russo: «Bakhmut presa completamente»
Il ministero della Difesa russo ha annunciato di aver completamente conquistato Bakhmut. «Come risultato delle azioni offensive dei distaccamenti d'assalto Wagner, con il supporto dell'artiglieria e dell'aviazione del Gruppo di forze meridionale, la liberazione della città di Artemovsk è stata completata», si legge nella nota diffusa dalla Difesa russa, che usa il nome dato alla città nel 1924 dai sovietici. Con questa dichiarazione il governo russo conferma il capo di Wagner, Yevgeny Prigozhin, che aveva già rivendicato, in un video diffuso ieri la presa della città. «Abbiamo completamente perso l'intera città», ha detto Prigozhin che ieri sera aveva ricevuto le congratulazioni di Vladimir Putin. Nel video, comunque, Prigozhin, ha colto l'opportunità di attaccare nuovamente la leadership militare russa: «abbiamo combattuto non solo contro le forze ucraine, ma anche contro la burocrazia russa che ci ha messo i bastoni tra le ruote».
Ore 10:13 - G7, Scholz: «L'invio dei caccia F-16 è un messaggio alla Russia»
« L'invio dei caccia F-16 all'Ucraina prima di tutto è un messaggio a coloro che hanno attaccato l'Ucraina. La Russia non può contare sul calo del sostegno all'Ucraina». Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, parlando con i giornalisti a margine del G7, secondo quanto riportato dai media tedeschi. Al momento gli Stati Uniti hanno approvato l'addestramento dei piloti ucraini sugli F-16 ma per l'invio, ha precisato Scholz, «gli Stati Uniti non hanno ancora deciso cosa accadrà alla fine dell'addestramento».
Ore 10:18 - Zelensky ringrazia Biden per i 375 milioni di dollari in aiuti militari
«Un'enorme gratitudine da parte del nostro popolo per la potente assistenza finanziaria fornita all'Ucraina dagli Stati Uniti, che ammonta a 37 miliardi di dollari, nonché per un nuovo pacchetto di assistenza militare del valore di 375 milioni di dollari, scrive Zelensky. Con Biden «abbiamo discusso di un'ulteriore cooperazione per rafforzare le capacità di difesa del nostro Paese, nonché dell'attuazione della formula di pace ucraina» ha aggiunto Zelensky concludendo che i due capi di Stato hanno anche avuto «uno scambio di opinioni sui progetti per la ricostruzione e il recupero dell'Ucraina».
Ore 10:45 - Ora i russi controllano Bakhmut, ma non possono spostarsi da lì
(di Marta Serafini)
«Bakhmut per oggi resta solo nei nostri cuori». È con queste parole che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rispondendo ai giornalisti al G7 in Giappone, commenta il destino della città. Che tradotto, significa, il leader della Wagner Evgeny Prigozhin e il Cremlino potranno anche dire di aver preso Bakhmut ma hanno conquistato solo macerie. (...)
Ore 11:07 - Kiev: «I combattimenti per Bakhmut non si fermano»
Secondo il rapporto dello Stato maggiore ucraino citato da Ukrainska Pravda, il nemico sta continuando ad attuare azioni offensive in direzione di Bakhmut e i combattimenti per la città non si sono fermati. Si afferma che il nemico stia concentrando i suoi principali sforzi nelle direzioni di Kupyansk, Lymansk, Bakhmut, Avdiivsk e Maryinka. Nelle ultime 24 ore si sono verificati 53 scontri nelle aree del fronte, e Bakhmut e Maryinka rimangono i principali epicentri degli scontri.
Ore 11:08 - Trudeau (Canada): «Senza gli aiuti oggi Kiev non sarebbe in piedi»
Il sostegno degli alleati è stato cruciale per la sopravvivenza dell'Ucraina all'invasione russa e i Paesi che spingono per un cessate il fuoco devono riconoscere che la Russia ha tutte le colpe. Lo ha dichiarato il primo ministro canadese Justin Trudeau, citato da Canadianpress, durante il G7 di Hiroshima. «Se non fossimo stati presenti con un significativo sostegno militare, oggi l'Ucraina non sarebbe in piedi», ha detto Trudeau, «non esiteremo a continuare a garantire che la Russia non riesca a far sì che il potere faccia ancora una volta la cosa giusta in questo mondo».
Ore 11:29 - Zelensky in visita al memoriale della pace di Hiroshima
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, insieme al primo ministro giapponese Fumio Kishida, ha visitato il memoriale della Pace di Hiroshima in ricordo delle vittime della prima bomba atomica sganciata il 6 agosto 1945 dagli Usa. Zelensky ha deposto un mazzo di fiori con nastri con i colori della bandiera dell'Ucraina.
Ore 11:37 - Kiev: «Il nostro esercito ha semi-accerchiato Bakhmut»
Le forze ucraine hanno «semi-circondato» Bakhmut, che la Russia ha rivendicato ieri di aver catturato, sostiene la viceministra della Difesa ucraina Hanna Maliar. «L'avanzata delle nostre truppe nei sobborghi lungo i fianchi, che è ancora in corso, rende molto difficile per il nemico rimanere a Bakhmut. Le nostre truppe hanno preso la città in semi-accerchiamento, il che ci dà l'opportunità di distruggerli. Pertanto, il nemico deve difendersi nella parte della città che controlla. I nostri difensori mantengono il controllo sulle strutture industriali e infrastrutturali e sul settore privato nell'area Litak», ha riferito.
Ore 11:41 - Per Putin Bakhmut è Artyomovsk, il nome sovietico abbandonato nel 2016
Oggi Vladimir Putin si è congratulato «con le unità d’assalto di Wagner e con i militari di tutte le forze dell’armata russa, che hanno fornito il sostegno necessario e la copertura per portare a termine la liberazione di Artemovsk». Il presidente russo si riferisce a Bakhmut ma usa il nome sovietico Artemovsk che fu dato alla città nel 1924, in onore del leader bolscevico Fyodor Sergeyev, meglio conosciuto come il compagno Artem.
Ore 12:12 - Papa Francesco: «Non abituiamoci alla guerra, siamo sempre vicini al popolo martoriato»
«Non abituiamoci alla guerra. Siamo sempre vicino al martoriato popolo ucraino». Lo ha detto Papa Francesco affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano dopo la recita del Regina Caeli con i fedeli ed i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro.
Ore 12:34 - Biden: «Putin non infrangerà la nostra determinazione»
Putin «non infrangerà la nostra determinazione» a sostenere l'Ucraina «come pensava di poter fare», ha detto Biden il quale ha assicurato a Volodymyr Zelensky che Washington e i Paesi che sostengono Kiev «non vacilleranno» di fronte alla guerra della Russia in Ucraina. «Putin non infrangera' la nostra determinazione», ha aggiunto.
Ore 12:59 - Zelensky: «Bakhmut non è occupata dai russi»
«Ora la nostra gente sta portando a termine una missione molto importante. Ora sono a Bakhmut. Non dirò dove esattamente, ma Bakhmut non è occupata dalla Federazione Russa. Non posso condividere con voi le opinioni tattiche dei nostri militari, dei nostri guerrieri. Ma a oggi posso dire che il Paese, che è decine di volte più grande di noi, non può occuparci e non può vincere in questa guerra», ha rimarcato Zelensky, citato dai media internazionali.
Ore 13:14 - L'esercito di Kiev non esclude il ritiro da Bakhmut
L'esercito ucraino non esclude che le forze armate possano ritirarsi da Bakhmut. Lo scrive Rbc-Ucraina citando il portavoce del gruppo orientale delle Forze armate ucraine Serhiy Cherevaty. «Il ritiro dalla città o la sua difesa saranno decisi solo tenendo conto dell'opportunità e preservando le nostre forze e mezzi. Sono possibili varie opzioni, ma questo resta solo alla valutazione del comando, che per più di un anno di guerra ha dimostrato di prendere sempre le decisioni giuste», ha affermato Cherevaty, aggiungendo che l'esercito ucraino ha un modo sicuro per un possibile ritiro da Bakhmut.
Ore 13:23 - Zelensky: «I russi lo sentiranno quando ci sarà la controffensiva»
«La Russia lo sentirà quando ci sarà la controffensiva», così il presidente Zelensky durante la conferenza stampa in chiusura del G7 a Hiroshima.
Ore 13:39 - Zelensky: «Le foto di Hiroshima mi ricordano la devastazione di Bakhmut e di altre città ucraine»
Dopo la sua visita al memoriale di Hiroshima, Volodymyr Zelensky ha detto che le fotografie della città giapponese distrutta dall'esplosione atomici, «mi ricordano Bakhmut ed altre città e villaggi» ucraini distrutti. «Oggi è un'area totalmente distrutta, non è rimasto nulla, non una singola persona. Oggi è una tragedia ma in futuro ci sarà ricostruzione e ripresa», ha detto ancora. Rispondendo poi ad una domanda su modi e tempi dell'attesa controffensiva russa, ha detto: «la Russia si accorgerà dell'offensiva».
Ore 13:48 - «Nessuno può ricattare il mondo con l'atomica»
«Hiroshima. Museo della Pace. Memoriale delle vittime del bombardamento atomico. Questi luoghi sono un importante promemoria della necessità di mantenere la sicurezza nucleare. Nessuno ha il diritto di ricattare il mondo con un disastro da radiazioni». Ha scritto Zelensky su Telegram.
Ore 14:27 - Kiev: «Ci aspettiamo decine di caccia dall'Occidente»
L'Aeronautica di Kiev si aspetta che arrivino diverse decine di caccia di fabbricazione occidentale, dopo che Washington ha dato la luce verde. «I velivoli non vengono consegnati in modo singolo, ma in un'unità, con uno squadrone che nel nostro caso è composto da 12 aerei, mentre per gli alleati occidentali può arrivare a 18», ha detto alla televisione ucraina il portavoce dell'Aeronautica militare Yuri Ihnat, precisando quindi che «diverse decine di caccia potranno essere inizialmente consegnati all'Ucraina».
Ore 14:29 - Prigozhin minimizza sul ruolo dell'esercito russo nella «conquista» di Bakhmut
Evgenij Prigozhin, fondatore della compagnia paramilitare russa Wagner, ha affermato attraverso un messaggio vocale su Telegram che l'esercito regolare di Mosca ha avuto un ruolo minimo nella conquista della città ucraina di Bakhmut. Prigozhin ha dichiarato: «Durante la battaglia per Bakhmut, praticamente nessuno dell'esercito ci ha aiutato».
Tuttavia, nel medesimo messaggio, il leader di Wagner ha elogiato le singole unità delle forze russe e ha criticato nuovamente la leadership del ministero della Difesa di Mosca, accusandola di ostacolare gli sforzi bellici a causa della sua incompetenza. In precedenza, Prigozhin aveva riferito pesanti perdite subite dal gruppo Wagner durante la campagna per conquistare Bakhmut. In un comunicato stampa, il ministro della Difesa russo ha affermato che la liberazione della città ucraina è stata completata e ha attribuito il merito alle «azioni offensive dei distaccamenti d'assalto Wagner, sostenuti dall'artiglieria e dall'aviazione delle forze meridionali».
Ore 14:34 - IL PUNTO MILITARE - Ucraina, l’adattamento dei russi alla guerra: perché l’Armata di Putin non va sottovalutata
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) (...) I russi, pur tra tante inefficienze, hanno mostrato grande adattamento. Sono stati corretti errori che hanno pesato. E la macchina bellica, nonostante i molti aneddoti negativi, resta possente. I cambiamenti — riconoscono gli esperti Jack Watling e Nick Reynolds — sono avvenuti sempre in reazione a situazioni difficili, ossia misure del «dopo». Una conferma dell’incapacità di anticipare mosse. Però lo Stato Maggiore ha cercato soluzioni ed è riuscito spesso a trovarle. (...)
Ore 14:39 - Kiev: «Manteniamo una piccola parte di Bakhmut, ma avanziamo ai lati»
Il comandante delle forze terrestri ucraine, Oleksandr Syrsky, ha affermato che le sue truppe controllano ancora solo una porzione «insignificante» di Bakhmut, della quale i mercenari russi della Wagner rivendicano la cattura, ma stanno avanzando sui fianchi. «Sebbene ormai controlliamo solo una parte insignificante di Bakhmut, l'importanza di difenderla resta attuale. Noi continuiamo ad avanzare sui fianchi alla periferia di Bakhmut», ha detto il comandante.
Ore 14:51 - Putin: «Zelensky al G7? Show propaganda»
La presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al G7 ha reso il vertice un «propaganda show». Lo ha detto il ministero degli Esteri russo, citato dalla Tass.
Ore 15:22 - Il ministero degli Esteri russo: «G7 evento politicizzato per prendere di mira Cina e Russia»
Il ministero degli Esteri russo ha definito il vertice del G7 tenutosi a Hiroshima, in Giappone, come un evento «politicizzato» mirato a prendere di mira la Russia e la Cina. Secondo il ministero, il G7 è diventato «irreversibilmente deteriorato» e il forum è ora visto come un "incubatore" in cui si preparano iniziative distruttive che minano la stabilità globale sotto la guida degli anglosassoni. La nota del ministero di Mosca afferma che il G7 alimenta un'isteria anti-russa e anti-cinese. Inoltre, il G7 viene accusato di avvicinarsi a stati non occidentali nel tentativo di ostacolare lo sviluppo dei loro legami con Mosca e Pechino. Il ministero russo ritiene che il G7 non sia in grado di rappresentare gli interessi della regione Asia-Pacifico, dell'Asia meridionale, del Medio Oriente, dell'Africa o dell'America Latina.
Ore 16:00 - Kadyrov è convinto che gli 007 europei vogliano eliminarlo
Il capo della Repubblica cecena, Ramzan Kadyrov, sostiene di essere nel mirino dei servizi segreti europei e ucraini, che starebbero tentando di eliminarlo. Lo ha detto lo stesso Kadyrov nel corso di un’intervista alla tv statale russa. «Stanno facendo di tutto per sbarazzarsi di me. Ci sono informazioni secondo cui i servizi speciali europei stanno preparando attacchi terroristici contro di me attraverso quelli ucraini», ha affermato il leader ceceno.
Ore 16:27 - Zelensky ringrazia il Giappone per gli aiuti
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, su Twitter, ha ringraziato pubblicamente il Giappone per «il pacchetto di assistenza finanziaria da 7,6 miliardi di dollari» messo a disposizione di Kiev, così come per la «decisione di accogliere i militari ucraini feriti per le cure» e per i «100 camion aggiuntivi» forniti all’Ucraina. Il messaggio è stato divulgato durante l’incontro del leader ucraino con il primo ministro giapponese Fumio Kishida, a margine del vertice del G7 a Hiroshima.
Ore 16:53 - Kiev: «Bombe russe su un villaggio nella regione di Kherson»
Nella regione di Kherson, 12 case, un centro culturale, un negozio e altri due edifici sono stati danneggiati dall’attacco condotto dalle forze russe contro il villaggio di Stanilsav. Lo ha reso noto su Telegram l’amministrazione regionale di Kherson. Il raid sarebbe stato effettuato con bombe teleguidate. La regione di Kherson fa parte dei territori che la Russia ha annesso a seguito dei referendum, non riconosciuti a livello internazionale, del settembre 2022.
Ore 17:10 - Il procuratore della Corte Penale Internazionale e il giudice italiano Aitala incriminati in contumacia in Russia
Il comitato investigativo della Federazione russa ha incriminato in contumacia il procuratore Khan Karim e il giudice Rosario Salvatore Aitala della Corte penale internazionale. I due avevano contribuito, lo scorso marzo, a emettere un mandato d’arresto contro Vladmir Putin, accusato della deportazione illegale di bambini dall’Ucraina. Lo riporta Ria Novosti. Entrambi, nei giorni scorsi, erano stati inseriti dalle autorità russe nella lista dei criminali ricercati.
Ore 17:52 - Kiev: «Continuano le operazioni offensive ucraine ai lati di Bakhmut»
Il comandante delle forze di terra ucraine, Oleksandr Syrsky, ha riferito di aver visitato il fronte di Bakhmut e che continuano le «azioni offensive» ai margini della città. «Direzione Bakhmut. Visitato i nostri soldati e comandanti in prima linea. (...) Le forze di difesa continuano le azioni offensive sui fianchi vicino a Bakhmut. Nonostante ora controlliamo la periferia della città, l’importanza della sua difesa non perde di significato. In futuro, questo ci darà l’opportunità di entrare in città quando cambierà la situazione operativa al fronte», ha scritto su Telegram.
Ore 18:13 - Da Bakhmut caduta agli F16, così in Ucraina torna lo scenario di una guerra destinata a durare anni, o decenni (lo “stallo coreano”)
(di Federico Rampini) La caduta di Bakhmut, la città che i vertici militari ucraini ammettono ora di aver perso, è un rovescio di importanza simbolica per Kiev. Per i suoi alleati, America in testa, ha due conseguenze immediate. La prima è di smorzare le aspettative forse troppo ottimiste su un esito trionfale della controffensiva ucraina. La seconda, conseguente, è che si rafforza una corrente di pensiero già ben radicata da mesi al Pentagono, e che abbiamo l’abitudine di definire “lo scenario coreano”.
Ore 19:32 - Kiev: «Bombe russe su edifici civili sul Donetsk, 2 morti e 6 feriti»
Due civili sono stati uccisi e 6 sono rimasti feriti a causa dei bombardamenti russi di oggi sulla regione di Donetsk. Lo ha annunciato l’ufficio del procuratore regionale dell’oblast su Facebook. «Il 21 maggio 2023, le città di Avdiivka, Chasiv Yar, la città di Niu-York, Toretsk e il villaggio di Georgiyvka sono state attaccate dagli occupanti», hanno riferito le autorità.
«Due uomini di 46 e 55 anni sono morti a seguito dei colpi su un edificio residenziale. Altri sei residenti locali - due uomini e quattro donne - sono rimasti feriti», hanno aggiunto, sottolineando che negli attacchi sono state danneggiate abitazioni private, un condominio, un’azienda e infrastrutture civili.
Ore 20:11 - F-16 all’Ucraina, i piloti di Kiev saranno addestrati anche da istruttori italiani?
(di Rinaldo Frignani) Domande e risposte sui jet per Kiev: quale contributo potrebbe fornire l’Italia? Il modello di F-16 previsto per l’Ucraina è simile a quello italiano?
Ore 21:04 - Il comandante delle truppe di terra ucraine visita il fronte di Bakhmut
Il comandante delle forze di terra ucraine, il colonnello generale Oleksandr Syrskyi, ha detto di aver visitato le posizioni al fronte vicino a Bakhmut.
Syrskyi ha ringraziato i soldati che difendono l’area, e affermato che le truppe ucraine continuano le operazioni offensive sui fianchi della martoriata città. «Ho visitato i nostri soldati e comandanti in prima linea. E li ho ringraziati. L’operazione difensiva continua», ha scritto su Telegram.
Ore 21:08 - Zelensky: «Intesa con la maggioranza del mondo su ogni punto importante»
«Stiamo concludendo questa settimana molto difficile ma molto importante. Venerdì abbiamo avuto la Lega Araba. Sabato e domenica - G7 più Ucraina e un formato ampliato - sette più i partner, tra cui il Sud del mondo, più l’Ucraina. È stato intenso. Il mondo sente la nostra posizione. Garanzie di protezione e sicurezza, il ritorno di tutti i nostri territori, di tutto il nostro popolo, la giustizia, l’attuazione della nostra Formula di pace. Abbiamo un’intesa con la maggioranza del mondo su ogni punto importante per l’Ucraina. E insieme aumenteremo il potenziale dell’Ucraina». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale registrato in aereo.
Ore 02:28 - Allarme anti-aereo a Kiev, esplosioni a Dnipro
Le sirene di allarme antiaereo sono scattate nelle prime ore di lunedì 22 maggio a Kiev e in altre città ucraine. Esplosioni sono state udite a Dnipro, ma non si sa ancora se siano state causate da missili russi andati a segno o dalle azioni della contraerea.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 22 maggio.
Le notizie sulla guerra in Ucraina del 22 maggio. Marta Serafini, nostra inviata a Dnipro, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 22 maggio 2023.
Le notizie in diretta sulla guerra di lunedì 22 maggio. Esercito di Kiev: «Siamo ancora a Bakhmut». Prigozhin: «La Wagner via da Bakhmut entro il 1° giugno»
• I russi controllano Bakhmut, ma non possono spostarsi da lì. E Zelensky dice che sono solo macerie. Il reportage della nostra inviata.
• L’adattamento dei russi: perché l’Armata di Putin non va sottovalutata.
• Dal G7 del weekend ok alla coalizione per i caccia F-16 promessi a Kiev. Quale potrà essere il ruolo dell’Italia? Lo spieghiamo qui.
• Biden ha ricevuto una «garanzia netta» da Zelensky: non userà gli F-16 per attaccare il territorio russo.
• In Ucraina torna lo scenario di una guerra destinata a durare anni.
Ore 02:23 - Zelensky: «Intesa con la maggioranza del mondo su ogni punto importante»
«Stiamo concludendo questa settimana molto difficile ma molto importante. Venerdì abbiamo avuto la Lega Araba. Sabato e domenica - G7 più Ucraina e un formato ampliato - sette più i partner, tra cui il Sud del mondo, più l’Ucraina. È stato intenso. Il mondo sente la nostra posizione. Garanzie di protezione e sicurezza, il ritorno di tutti i nostri territori, di tutto il nostro popolo, la giustizia, l’attuazione della nostra Formula di pace. Abbiamo un’intesa con la maggioranza del mondo su ogni punto importante per l’Ucraina. E insieme aumenteremo il potenziale dell’Ucraina». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale registrato in aereo.
Ore 02:24 - F-16 all’Ucraina, i piloti di Kiev saranno addestrati anche da istruttori italiani?
(di Rinaldo Frignani) Domande e risposte sui jet per Kiev: quale contributo potrebbe fornire l’Italia? Il modello di F-16 previsto per l’Ucraina è simile a quello italiano?
Ore 02:25 - Da Bakhmut caduta agli F16, così in Ucraina torna lo scenario di una guerra destinata a durare anni, o decenni (lo “stallo coreano”)
(di Federico Rampini) La caduta di Bakhmut, la città che i vertici militari ucraini ammettono ora di aver perso, è un rovescio di importanza simbolica per Kiev. Per i suoi alleati, America in testa, ha due conseguenze immediate. La prima è di smorzare le aspettative forse troppo ottimiste su un esito trionfale della controffensiva ucraina. La seconda, conseguente, è che si rafforza una corrente di pensiero già ben radicata da mesi al Pentagono, e che abbiamo l’abitudine di definire “lo scenario coreano”.
Ore 02:26 - IL PUNTO MILITARE - Ucraina, l’adattamento dei russi alla guerra: perché l’Armata di Putin non va sottovalutata
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) (...) I russi, pur tra tante inefficienze, hanno mostrato grande adattamento. Sono stati corretti errori che hanno pesato. E la macchina bellica, nonostante i molti aneddoti negativi, resta possente. I cambiamenti — riconoscono gli esperti Jack Watling e Nick Reynolds — sono avvenuti sempre in reazione a situazioni difficili, ossia misure del «dopo». Una conferma dell’incapacità di anticipare mosse. Però lo Stato Maggiore ha cercato soluzioni ed è riuscito spesso a trovarle. (...)
Ore 02:40 - Allarme anti-aereo a Kiev, esplosioni a Dnipro
Le sirene di allarme antiaereo sono scattate nelle prime ore di lunedì 22 maggio a Kiev e in altre città ucraine. Esplosioni sono state udite a Dnipro, ma non si sa ancora se siano state causate da missili russi andati a segno o dalle azioni della contraerea.
Ore 02:41 - Russia: trasferimento F16 a Kiev coinvolgerebbe la Nato nella guerra
Il trasferimento di jet da combattimento F-16 all’Ucraina solleverebbe la questione del coinvolgimento della Nato nel conflitto. Lo ha dichiarato l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, in alcune osservazioni pubblicate sul canale di messaggistica Telegram dell’ambasciata. Antonov ha anche affermato che qualsiasi attacco ucraino alla Crimea sarebbe considerato un attacco alla Russia. «È importante che gli Stati Uniti siano pienamente consapevoli della risposta russa», ha affermato.
Ore 05:25 - G7, la Cina convoca l’ambasciatore giapponese a Pechino
Il viceministro degli Esteri della Cina, Sun Widong, ha convocato l’ambasciatore giapponese a Pechino, Hideo Tarumi, per protestare contro «il clamore in merito alle questioni riguardanti la Cina» che ha caratterizzato il vertice dei capi di Stato e di governo del G7 a Hiroshima. Lo ha reso noto con un comunicato il ministero degli Esteri cinese. Sun ha accusato il Giappone e gli altri Paesi del G7 di aver assunto «attività e dichiarazioni congiunte (...) tese ad ingiuriare e attaccare la Cina, interferendo esplicitamente negli affari interni cinesi, violando i principi di base del diritto internazionale e lo spirito dei quattro documenti politici sottoscritti da Cina e Giappone», ovvero la Dichiarazione congiunta bilaterale del 1972. Il viceministro ha inoltre accusato il Giappone di aver intrapreso in seno al G7 iniziative «lesive della sovranità, della sicurezza e degli interessi di sviluppo della Cina». «Il Giappone dovrebbe correggere la propria comprensione della Cina, abbracciare l’autonomia strategica, aderire ai principi dei quattro documenti politici e promuovere davvero lo sviluppo stabile delle relazioni bilaterali», afferma la nota ministeriale. Ieri Pechino ha espresso «forte insoddisfazione» per il comunicato diffuso dai leader del G7, che definisce le vaste rivendicazioni territoriali della Cina nel Mar Cinese Meridionale «del tutto prive di basi giuridiche», e condanna le «attività di militarizzazione» della prima potenza asiatica nella regione.
Ore 06:39 - G7: è saltato l’incontro fra Zelensky e il presidente brasiliano Lula
Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva si è detto «arrabbiato» per il mancato incontro con il leader ucraino Volodymyr Zelensky a margine del vertice del G7, aggiungendo che il suo omologo ucraino non sembra interessato a negoziare la pace con la Russia. Entrambi i leader hanno spiegato che problemi di agenda hanno impedito loro di incontrarsi. Lula ha sottolineato che il suo team aveva fissato un incontro con Zelensky per domenica pomeriggio ma il presidente ucraino è arrivato in ritardo e il colloquio è saltato
Ore 07:21 - Bakhmut distrutta è in mani russe: la conquista delle ultime macerie
(di Marta Serafini, inviata a Kramatorsk) «Bakhmut per oggi resta solo nei nostri cuori». Non lo dice, Zelensky. Non lo vuole dire ai giornalisti al G7 in Giappone, mentre il tricolore russo viene issato sulla polvere. «Lì non c’è più niente», aggiunge. Il significato e il significante: il leader della Wagner Evgeny Prigozhin e il Cremlino potranno anche dire di aver preso Bakhmut, ma hanno conquistato solo macerie.
Ore 07:29 - Kiev: «I combattimenti continuano a Bakhmut»
Le forze armate ucraine hanno riferito che i combattimenti a Bakhmut continuano, nonostante la Russia abbia annunciato di aver completato nel fine settimana la conquista della città. «Il nemico continua a condurre azioni offensive», ha fatto sapere Kiev, aggiungendo che nelle ultime 24 ore le forze russe hanno «cercato senza successo di recuperare le posizioni perdute a sud dell’insediamento di Ivanivske», vicino a Bakhmut.
Ore 07:40 - La centrale nucleare di Zaporizhzhia interrompe la produzione
La centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dai russi, ha di nuovo interrotto l’immissione di corrente in rete. Lo fa sapere l’amministrazione dell’impianto.
Ore 07:50 - Attacco nella notte a Dnipro, Kharkiv e Zaporizhzhia
(di Marta Serafini, inviata a Dnipro) Nella notte di lunedì i russi hanno attaccato la città Dnipro in modo combinato: sia con missili che con droni kamikaze. Abbiamo potuto sentire e vedere decide di esplosioni. Secondo il comando militare della città, l’attacco è stato respinto dalla contraerea. Sono state segnalate esplosioni anche a Kharkiv e Zaporizhzhia.
Ore 07:53 - «Otto feriti a Dnipro per i raid russi della notte»
Per gli attacchi a Dnipro della notte il governatore della regione, Serhiy Lysak, ha dichiarato su Telegram: «Grazie alle forze di difesa, abbiamo resistito all’attacco: 15 droni e quattro missili da crociera sono stati abbattuti sulla regione, mentre otto persone sono rimaste ferite, tre delle quali sono state ricoverate in ospedale. Decine di veicoli sono stati distrutti o danneggiati, così come nove condomini, diverse case private, negozi, un asilo ed edifici amministrativi».
Ore 08:40 - 007 Gb: «Mosca sta creando nuovo gruppo aviazione d’attacco»
«È molto probabile che la Russia stia creando un nuovo gruppo di aviazione d’attacco “d’élite” con nome in codice “Shtorm” per operare in Ucraina». Lo ha riferito l’intelligence britannica nel suo bollettino quotidiano sulla guerra, precisando che l’unità sarà probabilmente composta da «almeno uno squadrone di cacciabombardieri Su-24 Fencer e Su-34 Fullback e uno squadrone di elicotteri d’attacco». «Il mix di tipi di caccia suggerisce che il gruppo avrà un ruolo primario nelle missioni di attacco al suolo», hanno sottolineato gli 007, riportando che Mosca «mira ad attrarre piloti altamente qualificati e motivati offrendo grandi incentivi salariali e aprendo il reclutamento ad aviatori in pensione».
Ore 08:41 - Esercito di Kiev: «Siamo a Bakhmut, distrutta, non conquistata»
Il Comando delle forze per le operazioni speciali ucraino ha rilasciato un video e foto che mostrano la distruzione di Bakhmut, nel Donetsk: «La città oggi. I nostri soldati sono partiti per una missione di combattimento attraverso una città distrutta ma non conquistata», dichiara il Comando, citato da Ukrainska Pravda che pubblica le immagini. «I nostri occhi a Bakhmut: un operatore di droni che non solo controlla la posizione del nemico e corregge la nostra artiglieria. Cattura anche il modo in cui la città viene uccisa dalle forze di occupazione russe», dice il Comando.
Ore 09:00 - Lula: «Zelensky non s'è presentato all'incontro al G7»
Il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, ha affermato che il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, «non si è presentato» all'incontro bilaterale fissato con lui al G7 di Hiroshima. «Avevamo in programma un colloquio bilaterale con l'Ucraina alle 15. Abbiamo ricevuto informazioni che erano in ritardo e, nel frattempo, ho incontrato il presidente del Vietnam. Quando il presidente vietnamita se ne è andato, quello ucraino non si è presentato. Sicuramente aveva un altro appuntamento e non poteva venire», ha detto Lula in una conferenza stampa svoltasi dopo la fine del vertice.
Ore 09:27 - Isw: «Improbabile che Wagner combatta fuori Bakhmut»
«I mercenari Wagner controllano i confini amministrativi occidentali di Bakhmut, mentre le forze ucraine continuano a concentrarsi sui contrattacchi alla periferia della città. È improbabile che le forze stanche di Wagner siano in grado di continuare le operazioni offensive al di fuori della città». Lo scrivono gli analisti dell'Istituto per lo studio della guerra (Isw). «I funzionari militari di Kiev hanno riferito che le forze ucraine controllano una parte insignificante a sud ovest della città intorno all'autostrada T0504 - prosegue il think tank statunitense -. Un tacito riconoscimento che le forze russe hanno preso il controllo del resto della Bakhmut occidentale e nordoccidentale, se non di tutta. Le dichiarazioni di questi funzionari indicano che le forze ucraine si sono ritirate dalle restanti aree ad eccezione di quelle adiacenti alle due autostrade che portano alla città. La probabile cattura da parte del gruppo Wagner dell'ultima piccola area rimanente a ovest della città non ha alcun impatto sui contrattacchi ucraini in corso a nord o a sud di Bakhmut, né influisce sul controllo ucraino sulle linee di comunicazione di terra intorno alla città che le forze esauste di Wagner dovrebbero raggiungere per condurre ulteriori operazioni offensive».
Ore 10:00 - Mosca: «F-16? Gli sforzi dell'Occidente sono inutili»
Il piano dell'Occidente di fornire all'Ucraina jet da combattimento F-16 di fabbricazione statunitense e di addestrare i piloti ucraini «è completamente inutile. Le nostre capacità consentono di raggiungere indiscutibilmente ogni obiettivo dell'operazione militare speciale». Lo afferma il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, come riporta Interfax. «Nessun attacco alla sicurezza della Federazione Russa, indipendentemente dalla portata di tali misure adottate dall'Occidente collettivo guidato dagli Stati Uniti, porterà al risultato cercato dall'Occidente», ha dichiarato Ryabkov ai giornalisti.
Ore 10:09 - Aiea: situazione a Zaporizhzhia estremamente vulnerabile
Il direttore generale dell'Aiea Rafael Mariano Grossi in un tweet ha affermato che la situazione nella centrale nucleare di Zaporizhzhia «è estremamente vulnerabile, questa situazione non può continuare», dopo che il sito dovuto disconnettersi dalla rete elettrica ucraina. «La centrale questa mattina è scollegata dalla rete elettrica esterna per la settima volta durante il conflitto, sta usando adesso generatori diesel di emergenza per l'alimentazione; la situazione della sicurezza nucleare dell'impianto è estremamente vulnerabile. Dobbiamo decidere di proteggere l'impianto ora: questa situazione non può continuare», ha scritto.
Ore 10:18 - Podolyak: «Liberare la Crimea con ogni mezzo per fermare le aggressioni russe»
«La Crimea è una parte indiscutibile e inseparabile dell'Ucraina. Lo era, lo è e lo sarà. La liberazione della Crimea con qualsiasi forza e mezzo militare è l'unico modo razionale per fermare le "aggressioni russe" e riportare il mondo al diritto internazionale». Lo ha scritto su Twitter Mykhailo Podolyak, il consigliere di Zelensky.
Ore 10:42 - Incidente a Mosca per l'auto di Kirill, la chiesa smentisce
L'auto, una Aurus, forse appartenente al patriarca Kirill, ha avuto un incidente nel centro di Mosca. Ma una fonte della Chiesa ortodossa russa ha riferito che le informazioni dei media sull'incidente con l'auto del patriarca Kirill non sono vere. Secondo alcuni canali Telgram, ripresi dai media ucraini, l'incidente è avvenuto alle 6:30 locali all'incrocio tra Mira Avenue e Bolnichny Lane. A seguito della collisione, una persona è rimasta ferita ma ha rifiutato il ricovero. Secondo fonti della Chiesa ortodossa, presumibilmente alle 9:50, l'Aurus con il patriarca Kirill era diretta verso la Cattedrale di Cristo Salvatore.
Ore 10:55 - Lukashenko mercoledì sarà a Mosca per incontrare Putin
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko incontrerà mercoledì a Mosca il presidente russo Vladimir Putin per discutere «questioni in sospeso nella relazioni» tra i due Paesi. Lo annuncia l'agenzia bielorussa Belta ripresa da Ria Novosti.
Ore 11:18 - Francia: nulla escluso sugli F-16, ma ora bisogna formare i piloti
«La Francia è pronta con i nostri partner europei a partecipare alla formazione dei piloti ucraini. Questo richiederà un certo numero di mesi. Oggi i bisogni dell'Ucraina sono quelli di munizioni, di veicoli e di assistenza. Noi forniamo tutto questo, abbiamo un nuovo pacchetto preparato dal presidente della Repubblica e dal presidente Zelensky, e manteniamo le nostre promesse. La Francia ha consegnato in tempo e in modo ordinato tutto quello che ha deciso di fornire». Lo ha dichiarato la ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna, al suo arrivo al suo arrivo al Consiglio Affari esteri dell'Ue. Aggiungendo: «Sugli F-16 nulla è escluso, non ci sono tabù, ma siamo nello stadio della formazione e della proposta di formazione coordinata tra partner europei e alleati».
Ore 11:35 - Baerbock: «La sanzioni a Mosca siano formulate in modo chiaro»
Per quanto riguarda l'undicesimo pacchetto di sanzioni Ue alla Russia, queste «siamo sostanzialmente più avanti nella discussione. È importante che tutti siano d'accordo e che le sanzioni non debbano essere aggirate» e che ci debbano «essere conseguenze» anche se «le singole aziende esportano materiale per armi», ma ciò «deve essere formulato in modo molto chiaro e preciso», garantendo la «certezza del diritto». Così la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, entrando al Consiglio Affari Esteri.
Ore 11:39 - Mosca: bombardamenti nella regione russa di Belgorod
Diversi villaggi della regione russa di Belgorod, vicino al confine con l'Ucraina, sono stati bombardati stamane dalle forze di Kiev. Lo riferisce il governatore, Vyacheslav Gladkov, sul suo canale Telegram. I bombardamenti sono avvenuti a partire dalle 9 ora locale nel distretto di Graivoronsky provocando danni ma nessuna vittima, precisa il governatore, citato dall'agenzia Ria Novosti. Tra i villaggi bombardati vi sono quelli di Antonovka, Kozinka, Gora-Podil, Graivoron e Zamostye.
Una milizia di estrema destra russa che combatte al fianco delle truppe ucraine ha detto di avere compiuto incursioni proprio nella provincia di Belgorod e in quella di Bryansk. In un video diffuso dall'organizzazione e ripreso dall'agenzia ucraina Unian si vedono miliziani accanto a cartelli dei villaggi di Lyubimovka, nella regione di Belgorod, e di quelli di Bezlyudovka and Churovichi, in quella di Bryansk.
Ore 11:46 - Ripristinata l'energia nella centrale di Zaporizhzhia
Suspilne, l'emittente statale ucraina, riferisce che l'alimentazione elettrica esterna alla centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata ripristinata, dopo che una precedente interruzione aveva costretto l'impianto a fare affidamento su generatori diesel di emergenza. «I lavoratori dell'energia hanno ripristinato la linea di trasmissione dell'energia che alimenta la centrale. La stazione sta passando all'alimentazione dal sistema energetico ucraino», ha riferito Ukrenergo su Telegram.
Ore 11:47 - Putin nomina Butin nuovo viceministro degli Esteri
Il presidente russo Vladimir Putin ha nominato Sergei Butin viceministro degli esteri della Federazione Russa. Il decreto è stato pubblicato sul portale internet ufficiale del Cremlino. Lo riporta Ria Novosti. In precedenza Butin è stato direttore della segreteria generale del dipartimento del ministero degli Esteri russo. Il decreto entra in vigore dalla data della sua firma.
Ore 12:11 - Kiev: situazione invariata a Bakhmut, teniamo la zona a sudovest
La situazione a Bakhmut non è cambiata rispetto a ieri e le forze ucraine continuano a controllare il distretto di Litak, nel sudovest della città. Lo ha riferito la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, citata da Rbc Ucraina. «Ricordiamo che ieri le nostre forze armate hanno mantenuto il controllo di alcune infrastrutture, impianti industriali e del settore privato nel distretto sud-occidentale — ha affermato Litak —. Questo è il distretto di Litak (Aereo). Anche oggi manteniamo il controllo di questa parte della città».
Ore 12:20 - In Bielorussia graziato l'oppositore Protasievich
Le autorità bielorusse hanno graziato Roman Protasievich, l'oppositore che due anni fa era stato arrestato dopo che un volo della Ryanair su cui si trovava era stato dirottato per essere fatto atterrare a Minsk. Lo riferisce l'agenzia Belta.
Ore 13:51 - Tajani: «Sugli F16 a Kiev lavoriamo a una decisione comune»
«Sugli F16 decideremo tutti insieme, con i partner europei e con la Nato. Non avendo l'Italia in dotazione F-16 non ne può fornire, ma lavoreremo per prendere una decisione comune con gli alleati». Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani all'uscita dall'incontro con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola a Bruxelles.
Ore 12:41 - Prigozhin: «La Wagner via da Bakhmut entro l'1 giugno»
Yevgeny Prigozhin, il capo del gruppo di combattenti privato russo Wagner, conferma che le sue truppe lasceranno la città ucraina di Bakhmut tra il 25 maggio e il 1 giugno, dopo aver rivendicato la conquista della città nel fine settimana. Prigozhin in un messaggio audio su Telegram ha confermato che la città del Donbass sarà consegnata all'esercito regolare russo, aggiungendo che il ministero della Difesa di Mosca dovrebbe creare «un reggimento di generali» per mantenere le posizioni. «Se non ci sono abbastanza unità del ministero della Difesa per occupare Bakhmut, ci sono migliaia di generali per farlo, bisogna addestrare un reggimento di generali, dare loro tutti i fucili e tutto andrà bene», ha ironizzato, lanciando una nuova frecciata all'alto comando militare russo.
Ore 13:32 - Mosca: «Ucraini penetrati nel territorio russo a Belgorod»
Le forze ucraine sono penetrate in territorio russo nella regione di Belgorod e sono in corso scontri con le forze di Mosca. Lo ha detto il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov, sul suo canale Telegram, citato dall'agenzia Ria Novosti. Su vari canali Telegram sia russi sia ucraini circolano video degli scontri, con l'utilizzo anche di elicotteri.
Ore 13:55 - Partigiani russi: «Basta con la dittatura del Cremlino, abbiamo attaccato noi a Belgorod e Bryansk»
I partigiani russi di Freedom of Russia e il Corpo dei volontari russi hanno annunciato oggi in diversi messaggi su Telegram, anche con video, di aver lanciato dei raid al confine tra Russia e Ucraina e di aver messo le loro bandiere nelle località di Bezlyudovka, Churovichi e Lyubimovka, nelle regioni russe di Belgorod, Bryansk e Kursk. E hanno lanciato un appello: «Cittadini della Russia, siamo russi come voi. L'unica differenza è che non vogliamo più giustificare le azioni dei criminali al potere e vogliamo che la dittatura del Cremlino finisca. Le prime bandiere di una Russia libera all'alba sulle città liberate», scrivono.
Il Corpo dei volontari russi e della Legione della libertà della Russia chiedono nel loro appello alla popolazione delle regioni di confine con l'Ucraina di «restare a casa, non opporre resistenza e non avere paura». «Non siamo vostri nemici», scrivono su Telegram, «a differenza degli zombie di Putin, noi non tocchiamo i civili e non li usiamo per i nostri scopi. La libertà è vicina. Vi daremo altri dettagli a breve». Sulla rete intanto sono comparsi video con militari, carri armati e anche un elicottero, sebbene non ci siano conferme ufficiali né da parte ucraina né da parte russa. Il governatore di Belgorod aveva accusato i sabotatori ucraini dell'attacco in territorio russo (vedi notizia delle 13:32)
Ore 14:29 - Kiev: «A Belgorod incursione condotta solo dai miliziani russi»
L'incursione dal territorio ucraino nella regione russa di Belgorod è condotta soltanto da miliziani russi appartenenti a due organizzazioni, Libertà per la Russia e il Corpo dei volontari russi. Lo ha detto un rappresentante dell'intelligence militare ucraina, Andriy Yusov, alla testata Suspilne. Scopo dell'operazione, aggiunge, è «creare una fascia di sicurezza» in territorio russo.
Ore 14:35 - Cremlino: incursione in Russia per distogliere l'attenzione da Bakhmut
Un'operazione «per distogliere l'attenzione» dalla sconfitta subita a Bakhmut. Così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito l'incursione avvenuta oggi dall'Ucraina nel territorio russo nella provincia di Belgorod.
Ore 14:50 - Partigiani russi: «Proseguiamo l'incursione in Russia»
I miliziani russi entrati in Russia dall'Ucraina hanno annunciato di voler proseguire la loro incursione e dopo aver oltrepassato il centro abitato di Gora-Podol hanno attaccato Grayvoron, il capoluogo del distretto di Grayvoronsky, dove si svolgono i combattimenti. Lo afferma sul suo canale Telegram l'organizzazione Libertà per la Russia, sottolineando che l'operazione è condotta insieme con il Corpo dei Volontari russi.
Ore 15:40 - Fumata nera su sanzioni e fondi Epf a Bruxelles
Al Consiglio Affari Esteri non si è trovato un accordo per approvare l'ottava tranche del rimborso degli aiuti militari a Kiev nel quadro dello European Peace Facility a causa del veto dell'Ungheria. Lo riportano fonti diplomatiche. Per quanto riguarda invece l'undicesimo pacchetto sanzioni non si sarebbe verificato un disaccordo fra i 27 ma restano necessari «ulteriori approfondimenti». La palla passerà ora al prossimo comitato dei rappresentanti permanenti, fissato per mercoledì prossimo.
Ore 15:44 - Podolyak: «Non abbiamo "niente a che fare" con l'attacco a Belgorod»
«L'Ucraina sta seguendo gli eventi nella regione russa di Belgorod con interesse (...) ma non ha nulla a che fare con essi»: lo ha scritto su Twitter il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, commentando gli scontri armati in corso nella regione di confine russa. «Come sapete, i carri armati sono venduti da qualsiasi mercante d'armi russo e i gruppi di guerriglieri clandestini sono composti da cittadini russi», ha aggiunto il funzionario, ribadendo versione posta dalle autorità ucraine secondo cui la responsabilità dell'attacco a Belgorod sarebbe di gruppo dissidenti russi.
Ore 16:11 - Media ucraini: «Fila di auto in uscita da Belgorod»
I russi stanno fuggendo da Belgorod, all'uscita della città si sono formati ingorghi stradali di chilometri. Lo riporta Unian citando media locali. Unian mostra foto con una fila di macchine che si dirige dentro il territorio della Russia.
Ore 16:45 - Assemblea parlamentare Nato: «I leader lavorino per ingresso Kiev»
L'Assemblea parlamentare della Nato si è impegnata a mantenere un sostegno «incrollabile» all'Ucraina e ha fatto appello ai leader dell'Alleanza affinché accelerino le consegne di aerei da combattimento e di altro materiale militare di cui Kiev ha bisogno nella sua lotta contro l'aggressione russa. «La Russia cerca di distruggere la democrazia dell'Ucraina e, per estensione, di minare i valori fondamentali della Nato e dell'intero mondo democratico, civile e pacifico», si legge in una dichiarazione adottata dall'Assemblea, che riunisce i parlamentari di tutte le 31 nazioni alleate e si è riunita in Lussemburgo. I delegati hanno inoltre esortato i leader al prossimo vertice di Vilnius a riconfermare che il «posto giusto dell'Ucraina è nella Nato e che l'Ucraina diventerà un membro dell'Alleanza». A tal fine i governi e i parlamenti alleati dovrebbero «concordare i prossimi passi significativi verso l'adesione dell'Ucraina» e sottolineare «la necessità di solide garanzie di sicurezza future per l'Ucraina fino all'acquisizione dell'adesione».
Ore 16:56 - Paul Whelan «positivo e fiducioso» sul suo rilascio dalla Russia
L'ex marine statunitense Paul Whelan, in un'intervista a Cnn ha dichiarato di essere «positivo e fiducioso» che «la ruota stia girando» nel verso giusto per permettere il suo rilascio dalla Russia, dove è detenuto dal 2018 con l'accusa di spionaggio. Il caso di Whelan sembrava essere passato in secondo piano quando il governo Usa ha lavorato per far rilasciare la star del basket americana Brittney Griner in uno scambio di prigionieri che ha visto coinvolto il trafficante d'armi russo Viktor Bout.
Nell'intervista dal suo campo di prigionia Whelan ha dichiarato che il suo caso non è stato lasciato dietro, nonostante adesso un nuovo cittadino statunitense è finito nelle prigioni russe: il giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich. «Sebbene il caso di Evan sia una priorità, anche il mio è una priorità e le persone sono consapevoli del fatto che questo sta avendo un impatto estremamente negativo su di me e la mia famiglia. E mi è stato detto che il governo sta lavorando instancabilmente per farmi uscire di qui e riportarmi a casa», ha detto Whelan.
Ore 17:03 - Seconda missione di Kuleba in Africa, inizia dal Marocco
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha iniziato il suo secondo viaggio in Africa con una prima tappa in Marocco. Lo ha annunciato lo stesso Kuleba su Instagram, riferisce Ukrinform. «I nostri partner marocchini ci hanno invitato a visitare la bellissima Moschea Hassan II a Casablanca, la più grande in Africa. È una vera opera d'arte, creata da più di 10.000 artisti e artigiani marocchini da oltre sette anni», ha affermato il ministro, osservando che le porte della moschea sono state realizzate in titanio ucraino.
Kuleba ha poi ricordato che la visita in Marocco è la prima in assoluto per un ministro degli Esteri ucraino da quanto sono iniziate le relazioni bilaterali. «Sono in corso colloqui importanti con i leader e le imprese africane», ha aggiunto, spiegando che le visite avranno lo scopo di coinvolgere il maggior numero possibile di Paesi africani nell'attuazione della Formula di pace, ma anche per garantire il sostegno alle esportazioni nell'ambito dell'accordo sul grano, con l'obiettivo di creare nuove opportunità di affari per gli ucraini. Ukrinform ricorda che lo scorso 16 maggio il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa aveva annunciato che i Paesi africani avrebbero proposto un'iniziativa di pace per porre fine alla guerra della Russia contro l'Ucraina.
Ore 17:09 - Tikhanovskaya, leader dell'opposizione bielorussa: «Lukashenko complice nel rapimento bimbi ucraini»
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha ordinato personalmente il trasferimento illegale di orfani ucraini e potrebbe essere colpevole di crimini di guerra. Come riporta il Guardian, l'accusa arriva da Svetlana Tikhanovskaya, leader dell'opposizione bielorussa, attualmente in esilio a Vilnius. Secondo Tikhanovskaya «ampie prove» documentano il «coinvolgimento diretto» di Lukashenko nella deportazione di bambini ucraini dai territori occupati dalla Russia alla Bielorussia.
«So che oggi i ministri dell'Unione europea discuteranno di sanzioni e pressioni sulla Russia per porre fine alla guerra», ha scritto su Twitter la leader dell'opposizione, «ma non dimenticatevi di Lukashenko» perché «è coinvolto nella guerra contro l'Ucraina e nel rapimento dei bambini ucraini come complice di Putin e colpevole di crimini contro l'umanità in Bielorussia».
In un rapporto inviato alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, citata dal giornale britannico, Tikhanovskaya sostiene che «Lukashenko ha ordinato personalmente il trasferimento degli orfani in Bielorussia e ha facilitato il loro arrivo con un sostegno finanziario e organizzativo».
Ore 17:25 - Cosa significano gli attacchi ucraini a Belgorod, in Russia, e quali sono le conseguenze?
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’attacco nella regione di Belgorod era prevedibile, quasi annunciato. Da indiscrezioni, mosse, attività emerse in lungo periodo.
Primo. A gennaio scorso, secondo le carte riservate del Pentagono diffuse dall’aviere Jack Teixeira, il presidente Zelensky in persona aveva chiesto ai suoi uomini un’azione in territorio russo con la presa di un villaggio. Un modo per avere una «leva» nei confronti del Cremlino. Questa era solo una delle diverse ipotesi considerate e poi accantonate. Tutte su questo sentiero.
Ore 17:29 - Russia: «A Belgorod un regime speciale anti-terrorismo»
Un regime speciale per operazioni anti-terrorismo è stato dichiarato da oggi nella regione russa di Belgorod, dopo un'incursione di forze nemiche dalla vicina Ucraina. Lo ha annunciato il governatore citato dalle agenzie russe.
Ore 17:52 - Tajani: «Italia non ha F-16 ma su armi decidiamo con Ue e Nato»
«Noi non abbiamo F-16 quindi non possiamo inviare in Ucraina aerei che non abbiamo». Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al termine del Consiglio Ue Affari esteri a Bruxelles, rispondendo a una domanda sull'invio dei jet a Kiev. «Io credo che tutte le questioni che riguardano decisioni è di tipo militare o di azione per la difesa Ucraina debbano essere prese insieme dalla Nato e dall'Unione europea. Saranno importanti le discussioni che ci saranno al consiglio informale della Nato il 31 di questo mese e il primo di giugno e poi al vertice di Vilnius. Lì si affronteranno molte cose», ha aggiunto.
Ore 18:03 - L’intelligence di Kiev ai russi: «Arrendetevi e vi salverete»
Il maggiore generale Kirill Budanov, capo della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, ha rivolto un appello ai militari russi invitandoli a arrendersi, avvertendo che la situazione potrebbe peggiorare. Budanov ha consigliato ai militari russi di considerare l’opzione di desistere, sottolineando che il regime del Cremlino non è riuscito a raggiungere i propri obiettivi durante l’invasione dell’Ucraina che è durata oltre un anno. Ha dichiarato: «Faccio appello ai militari russi, a coloro che hanno avuto la fortuna di sopravvivere agli assalti: la situazione potrebbe peggiorare. Avete una scelta: morire o preservare la vostra vita».
Ore 18:18 - La guerra si sposta a Belgorod, cingolati ucraini avanzano sulla frontiera: in campo contro Mosca anche i disertori russi (di Marta Serafini)
La guerra si sposta sul confine tra Ucraina e Russia, dove ieri u n gruppo di sabotatori ha condotto un’operazione nella regione di Belgorod. Il governatore Vyacheslav Gladkov ha confermato come almeno tre persone siano state ferite e alcuni edifici siano stati danneggiati. In un comunicato ha affermato che «un gruppo di sabotaggio e ricognizione delle forze armate ucraine è entrato nel territorio del distretto di Grayvoron». E aggiunto come l’esercito, insieme al servizio di frontiera, Rosgvardiya e le FSB «stanno adottando le misure necessarie per eliminare il nemico». Kiev ha negato ogni responsabilità attribuendo l’attacco alla «resistenza violenta» della Russia.
Nella difficoltà generale di trovare conferme, ieri sul canale Telegram «Baza», legato ai servizi russi, circolavano filmati che mostrano un blindato ucraino avanzare su un checkpoint di frontiera. E, sempre secondo «Baza» ci sarebbero stati combattimenti in tre insediamenti sulla strada che conduce dall’Ucraina nord-orientale in Russia. In altri video pubblicati sui social, si può vedere un elicottero Mi-8 russo che spara razzi su Kozinka. A rivendicare l’azione, un gruppo che si fa chiamare Legione della Libertà della Russia, che su Twitter ha annunciato di aver «completamente liberato» Kozinka e di «aver raggiunto il centro del distretto Graivoron». Si tratta di una legione di oppositori e disertori russi che combatte in seno alle Forze ucraine, creata nel marzo 2022. Ma a firmare l’operazione è anche il Corpo dei Volontari Russi già autore di un’operazione nella regione di Belgorod a marzo, formato nel luglio 2022 e composto da nazionalisti russi di estrema destra contrari al regime di Vladimir Putin. Il servizio di intelligence militare ucraino ha attribuito l’ operazione a «cittadini russi orientati all’opposizione», e il consigliere di Zelensky Mykhailo Podolyak ha spiegato come «il movimento di liberazione russo possa contribuire alla corretta conclusione della guerra in Ucraina e accelerare in modo significativo l’inizio degli eventi di trasformazione nell’élite politica russa». Non è chiaro se il raid faccia parte di una strategia legata alla controffensiva ucraina ma all’inizio di questo mese, quattro aerei militari russi, tra cui due jet e due elicotteri sono stati abbattuti nella regione di Bryansk, sempre vicino al confine.
Ore 18:26 - L’opposizione politica bielorussa: «Bambini ucraini deportati anche qui»
Svetlana Tikhanovskaya, leader dell’opposizione bielorussa, ha denunciato l’illecita deportazione di alcuni orfani ucraini in Bielorussia, implicando direttamente il presidente Alexander Lukashenko e il suo regime. Secondo Tikhanovskaya, esistono prove concrete del coinvolgimento di Lukashenko nel trasferimento dei bambini provenienti dalle aree ucraine occupate dai russi. Un rapporto inviato da Tikhanovskaya alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e ai ministri degli Esteri dell’Unione europea, sostiene che Lukashenko abbia personalmente ordinato e agevolato il trasferimento degli orfani in Bielorussia, fornendo supporto finanziario e organizzativo. Secondo stime riportate nel rapporto, entro la fine di maggio, si prevede che circa 2.150 bambini ucraini saranno deportati in Bielorussia. La maggior parte di essi viene portata al campo di Dubrava, gestito da Belaruskali, una compagnia di stato che produce carbonato di potassio.
Ore 18:31 - Borrell: «I sistemi di difesa aerea faranno la differenza. Ogni giorno di ritardo nella consegna misurato in termini di vite umane»
«Il successo della difesa ucraina dipende non solo dal coraggio del popolo ucraino, ma anche dall’abilità con cui verranno consegnate le armi e le munizioni. Per questo motivo il sostegno militare deve continuare, essere intensificato ed esteso. I sistemi di difesa aerea sono necessari perché questo farà la differenza sul campo di battaglia». Lo ha detto l’alto rappresentante Ue, Josep Borrell, in conferenza stampa al termine del Consiglio Affari Esteri. «Ogni giorno di ritardo nella consegna andrà misurato in termini di vite umane», ha proseguito Borrell, aggiungendo di aver chiesto ai ministri dei 27 di «accelerare con la consegna, di partecipare negli acquisti congiunti delle munizioni per l’Ucraina e di finalizzare il lavoro per la prossima tranche dello European Peace facility».
Ore 18:40 - I residenti del Belgorod lasciano la zona di confine
«La maggior parte degli abitanti» dei villaggi della regione di Belgorod vicini alla frontiera con l’Ucraina dove oggi è avvenuta un’incursione da oltre confine «hanno lasciato il territorio». Lo ha detto il governatore, Vyacheslav Gladkov, citato dall’agenzia Ria Novosti. Le autorità, ha aggiunto, hanno fornito mezzi di trasporto a chi non ne era in possesso.
Ore 19:01 - Il Portogallo non invierà F-16 all’Ucraina, ma addestrerà piloti
Il Portogallo non prevede di inviare aerei da combattimento F-16 a Kiev, ma si offre di addestrare i piloti ucraini. Questa dichiarazione è stata fatta dal ministro degli Esteri portoghese, João Gomes Cravinho, come riportato dal Diario de Noticias. Invio degli F-16 della nostra aeronautica non è una possibilità attualmente considerata, poiché il Portogallo dispone di un numero limitato di aerei.
Tuttavia, il Portogallo è aperto all’idea di addestrare i piloti ucraini e mette a disposizione i suoi esperti piloti e addestratori, in collaborazione con altri Paesi che possiedono F-16. Questo è quanto ha concluso il ministro degli Esteri portoghese.
Ore 19:13 - Ucraina, in un mese trovati 50 corpi di persone scomparse
Le squadre di ricerca ucraine hanno trovato 50 corpi di persone scomparse solo nell'ultimo mese in aree precedentemente occupate dalle forze russe, ha detto un funzionario ucraino secondo Cnn.
Il commissario ucraino per le persone scomparse in circostanze speciali Oleh Kotenko ha affermato che i corpi sono stati scoperti nelle regioni di Donetsk, Lugansk e Kharkiv. Il ministero dell'Interno ucraino ha dichiarato che circa 23.000 persone sono state ufficialmente ritenute disperse dall'inizio dell'invasione russa. La commissione sta ancora cercando nel territorio.
Ore 19:41 - Kiev: «Attacco "sabotatori" a Belgorod, 8 feriti»
È salito ad almeno otto feriti il bilancio dell'attacco sferrato da un gruppo di «sabotatori» arrivati dall'Ucraina tramite il posto di confine di Graivoron. Lo ha detto su Telegram il governatore della provincia russa di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, durante una diretta sul social media russo VKontakte.
Ore 19:55 - Kiev: «Attacchi russi in un villaggio nel Kherson, un ferito»
Le truppe russe hanno sparato sul villaggio di Kachkarivka, nella regione di Kherson, ferendo un civile. Lo rende noto l’amministrazione militare regionale di Kherson su Telegram, citata da Ukrinform. «La vittima è stata ricoverata in ospedale, i medici gli stanno fornendo l’assistenza necessaria», ha dichiarato l’amministrazione militare regionale.
Ore 20:26 - Usa: «Il gruppo Wagner vuole rifornire di armi la Russia tramite il Mali»
Gli Stati Uniti stanno monitorando gli sforzi del gruppo Wagner di far transitare le armi dirette in Ucraina tramite il Mali. Lo afferma il Dipartimento di stato americano, sottolineando come al momento non ci sono indicazioni che Wagner abbia avuto successo nella sua operazione.
«Siamo stati informati che Wagner sta cercando di far transitare il materiale acquisito per aiutare la guerra della Russia tramite il Mali ed è pronto a usare documenti falsi per le transazioni», spiega il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller.
Ore 20:43 - Londra: «La guerra sta entrando in una fase critica»
La guerra in Ucraina «sta entrando in una fase critica». Lo ha detto il primo ministro britannico, Rishi Sunak, aggiornando i parlamentari del suo Paese sull’esito della partecipazione al vertice del G7 in Giappone.
Sunak, riportano i media locali, ha detto di aver accolto con favore l’imposizione di restrizioni più severe sulle esportazioni che aiutano la «macchina da guerra russa», riferendosi alle ulteriori sanzioni imposte dal Regno Unito in concomitanza con il vertice. Ha anche ribadito che l’Occidente appoggia l’Ucraina e che «la libertà deve vincere». «Staremo con l’Ucraina per tutto il tempo necessario», ha aggiunto.
Ore 20:53 - Russia, a giorni nuova udienza per estendere la carcerazione del reporter americano Gershkovich
Si terrà in Russia a giorni, questa settimana, un’udienza per estendere la carcerazione preventiva del giornalista americano del Wall Street Journal Evan Gershkovich. Lo rende noto la Cnn citando una fonte informata.
Gershkovich, accusato di spionaggio, avrebbe dovuto rimanere in carcere fino al 29 maggio, secondo quanto stabilito nell’udienza dello scorso aprile in cui gli sono stati negati gli arresti domiciliari. Non è chiaro, precisa la Cnn, se il reporter sarà in aula.
Ore 21:04 - Putin fissa un tetto all’acquisto di valuta straniera con accredito su conti esteri
Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato un tetto di un miliardo di dollari al mese agli acquisti di valuta straniera da parte dei russi con accredito su conti esteri, un provvedimento teso a rendere la vita più difficile ai russi che hanno lasciato il Paese.
«Il governo russo in cooperazione con la Banca di Russia opera al fine di garantire un tetto mensile non superiore al miliardo di dollari per gli acquisti di valuta straniera da parte di residenti sui mercati interni russi per accreditare tali somme su conti aperti su banche che si trovano fuori dalla Russia», si legge nel decreto.
Ore 21:22 - Canali russi: «Uccisi 39 presunti sabotatori ucraini a Belgorod»
Canali Telegram russi come Baza e Shot riferiscono che le forze russe avrebbero ucciso 39 presunti sabotatori ucraini nella regione di Belgorod. Cinque persone, invece, sarebbero state tratte in arresto.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 23 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie di oggi 23 maggio | Partigiani russi: «Non siamo stati annientati a Belgorod». Medvedev: «Gli F-16 avvicinano l’apocalisse nucleare». Marta Serafini, nostra inviata a Dnipro, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 23 maggio 2023.
Le notizie sulla guerra di martedì 23 maggio in diretta. Gershkovich, il giornalista del Wsj rimane in carcere per altri tre mesi. Poroshenko: «Su Bakhmut non è detta l’ultima parola». Zelensky in visita al fronte nel Donetsk
• F-16 a Kiev forse entro l’autunno. Borrell: «Addestramento iniziato».
• Presunti «partigiani russi» attaccano in Russia. Mosca: «Sabotatori».
• La Russia sposta truppe a Belgorod: evacuate 9 località della regione.
Ore 04:14 - Nato cambia strategia, concentrazione forze in Estonia
Le truppe statunitensi organizzano un assalto aereo. I marines britannici effettuano uno sbarco notturno sulla spiaggia. I paracadutisti francesi si lanciano dal cielo dopo aver attraversato l’Europa in volo. In Estonia, sul confine orientale della Nato, esercitazioni degli alleati all’ombra della guerra della Russia contro l’Ucraina. Il messaggio è chiaro. «Dice che con breve preavviso possiamo schierarci molto velocemente», spiega il tenente colonnello Edouard Bros, comandante delle truppe francesi in Estonia che partecipano all’esercitazione Spring Storm. A quindici mesi dall’inizio della guerra della Russia contro l’Ucraina e a un mese dal vertice dei leader della Nato a Vilnius, l’alleanza sta rafforzando le sue difese orientali. Ora che Mosca ha spostato indietro le lancette del tempo di decenni riportandole alla «Guerra Fredda», la Nato sta conducendo la più grande riorganizzazione delle sue difese e della sua pianificazione da una generazione a questa parte.
«Questo cambiamento ci porterà da un’alleanza ottimizzata per le operazioni di contingenza fuori area a un’alleanza adatta a operazioni su larga scala per difendere ogni centimetro del territorio dell’alleanza», ha dichiarato questo mese il generale statunitense Christopher Cavoli, comandante supremo della Nato in Europa. «Questo è reso necessario dalle nuove realtà che dobbiamo affrontare». Al vertice di Madrid dell’anno scorso, spinto dalla distruzione provocata dalle truppe russe in Ucraina, la Nato è tornata alla «deterrenza per negazione», come durante lo stallo della «Guerra Fredda» con l’Unione Sovietica. Ciò significa fermare qualsiasi attacco di Mosca ai confini, piuttosto che essere disposti a cedere territori in prima linea come quelli baltici, che poi dovrebbero essere riconquistati. Da quando Mosca ha iniziato l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, l’Alleanza ha aggiunto migliaia di truppe al suo confine orientale. Ha schierato altri quattro «gruppi tattici» multinazionali in Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria, oltre a quelli istituiti al confine con la Russia in Polonia e negli Stati baltici dopo la presa della Crimea da parte di Mosca nel 2014. I membri della Nato stanno ora pianificando come aumentare il dispiegamento nei Paesi baltici e in Polonia fino a raggiungere le dimensioni di una brigata, il che significherebbe aggiungere altre migliaia di truppe, «dove e quando necessario».
Ore 06:51 - MIlizia anti-Putin attacca nella regione di Belgorod
I combattimenti sono scoppiati lungo il confine russo con l’Ucraina dopo che le sedicenti forze partigiane russe hanno affermato di aver invaso un villaggio di confine all’interno della Russia per la prima volta durante la guerra. La Legione della Libertà della Russia , che si descrive come una milizia anti-Cremlino che cerca di liberare la Russia da Vladimir Putin, ha affermato di aver attraversato il confine e di aver invaso l’insediamento di Kozinka, mentre inviava unità nella città di Grayvoron nella regione russa di Belgorod. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che il presidente Vladimir Putin è stato informato e che sono in corso lavori per cacciare i «sabotatori», ha riferito l’agenzia di stampa statale RIA Novosti. «Siamo gli stessi russi di voi», ha detto una dichiarazione rilasciata dalla Legione della Libertà della Russia sui social media. «Ci distinguiamo solo per il fatto che non abbiamo più voluto giustificare le azioni dei criminali al potere e abbiamo preso le armi per difendere la nostra e la vostra libertà. Ma oggi è tempo che tutti si assumano la responsabilità del proprio futuro. È ora di porre fine alla dittatura del Cremlino».
Ore 08:07 - Governatore Belgorod: «Regione attaccata da droni»
Diversi attacchi di droni hanno preso di mira case e un edificio amministrativo nella regione russa di Belgorod nella notte di lunedì, a seguito di un’incursione di combattenti armati provenienti dall’Ucraina: lo ha reso noto su Telegram il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov, precisando che gli attacchi non hanno provocato feriti o vittime.
Ore 08:44 - Russia, in crash la più grande rete di comunicazione domestica
In Russia Rostelecom, la più grande rete di comunicazione domestica, ha smesso di funzionare per cause ancora da chiarire. Problemi sono segnalati da utenti di tutta la Russia: i clienti del provider hanno scoperto che molti siti non vengono caricati. Sul social VKontakte, i rappresentanti dell’operatore confermano il crash, ma non parlano di tempi per la sua correzione.
Il problema riguarda Telegram e WhatsApp, GitHub, Figma, Zoom, Last.fm, DeviantArt, The Verge e molti altri. Nelle reti di altri provider russi, tutto viene caricato come al solito.
Ore 08:58 - Kiev: «L’Olanda potrebbe essere il primo Paese a fornire aerei F-16»
Yuriy Sak, consigliere del ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, ha affermato che «i Paesi Bassi sono nella posizione di essere (il) primo» paese a donare aerei da combattimento F-16 all’Ucraina. I Paesi Bassi hanno attualmente in uso 24 F-16 che sono «dispiegabili operativamente» e «rimarranno in uso fino alla metà del 2024», ha detto da parte sua un portavoce del ministero della Difesa olandese, citato da Politico.
«Successivamente, sono disponibili per un’altra destinazione, come la vendita», ha aggiunto. I Paesi Bassi hanno anche altri 18 F-16 «che non sono più utilizzati operativamente» e «possono anche ricevere una destinazione diversa», ha insistito il portavoce olandese. Dodici di questi 18 aerei in origine sarebbero dovuti essere trasferiti a una società privata, ma questo trasferimento è stato ritardato, ha osservato il portavoce, senza aggiungere dettagli.
Ore 09:01 - Governatore di Kherson: «Attacchi russi di ieri hanno causato una vittima e 3 feriti»
Gli attacchi russi lanciati nel corso delle ultime 24 ore hanno causato una vittima e tre feriti. Lo ha affermato su Telegram il governatore regionale di Kherson, Oleksandr Prokudin. In particolare, la città di Kherson è stata attaccata sei volte. Sono state colpite due imprese negli insediamenti della regione.
Ore 09:04 - Cosa significano gli attacchi ucraini a Belgorod, in Russia, e quali sono le conseguenze?
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’attacco nella regione di Belgorod era prevedibile, quasi annunciato. Da indiscrezioni, mosse, attività emerse nel lungo periodo.
Primo. A gennaio scorso, secondo le carte riservate del Pentagono diffuse dall’aviere Jack Teixeira, il presidente Zelensky in persona aveva chiesto ai suoi uomini un’azione in territorio russo con la presa di un villaggio. Un modo per avere una «leva» nei confronti del Cremlino. Questa era solo una delle diverse ipotesi considerate e poi accantonate. Tutte su questo sentiero.
Ore 09:09 - Borrell: «Convinceremo Ungheria a sbloccare aiuti»
«Purtroppo l’Ungheria sta bloccando l’aumento del Fondo europeo per la pace a favore dell’Ucraina ma sono sicuro che riusciremo a risolvere». Lo ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo alla riunione dei ministri della Difesa dell’Ue.
Ore 09:13 - Borrell: «Grazie all’Epf date a Kiev armi per 10 miliardi»
«Al Consiglio Difesa oggi ci occuperemo anche dello European Peace Facility: grazie a questo fondo abbiamo mobilizzato 10 miliardi di aiuti militari all’Ucraina rispetto ai 3,5 miliardi di richieste di rimborsi che abbiamo ricevuto, è molto di più di quanto ci aspettassimo». Lo ha detto l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell, che si è poi detto sicuro che l’ottava tranche di rimborsi, al momento ferma per colpa del veto dell’Ungheria, verrà «sbloccata».
Ore 09:17 - Cremlino: «Putin nomina Maxim Travnikov per lotta corruzione»
Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha nominato Maxim Travnikov a capo del Dipartimento presidenziale russo per la funzione pubblica, le risorse umane e la lotta alla corruzione: il decreto corrispondente è stato pubblicato sul portale della gazzetta ufficiale russa.
Ore 10:05 - Kiev: «A Bakhmut ancora attacchi ma cala l’offensiva russa»
«L’attività offensiva del nemico nel settore di Bakhmut è leggermente diminuita ieri, ma il numero di attacchi rimane elevato». Lo scrive sul suo canale Telegram la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, ribadendo che truppe di Kiev controllano la periferia sud-occidentale della città, nella zona di Plane.
«A Bakhmut i combattimenti sono diminuiti e il nemico continua a sgomberare le aree di cui aveva preso il controllo», aggiunge la viceministra, sottolineando che «i combattimenti continuano nei sobborghi, il nemico cerca di prendere posizioni vantaggiose, ma non ci riesce. In alcune zone il nemico è sulla difensiva. Subisce pesanti perdite. Sui fianchi a nord e a sud di Bakhmut si registra una leggera avanzata».
Ore 09:20 - Borrell: «L’addestramento per gli F-16 è già iniziato»
«L’addestramento dei piloti ucraini per gli F-16 è già iniziato in molti Paesi, come la Polonia. Questo prenderà tempo ma prima si inizia meglio è. All’inizio si discute, i Paesi sono riluttanti, come per i Leopard, ma alla fine ci si arriva. Ed è una misura ulteriore per far sì che l’Ucraina si possa difendere». Lo ha detto l’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell.
Ore 10:19 - L’avvertimento della presidente della Moldavia: «Putin sarà arrestato se entrerà nel nostro territorio»
La presidente della Moldavia, Maia Sandu, in un’intervista a Euronews Romania, ha affermato che le autorità moldave sono pronte ad arrestare il presidente russo Vladimir Putin, qualora provasse a entrare nel Paese. Sandu ha ricordato come la Moldavia sia firmataria dell’accordo della Corte penale internazionale, che ha emesso un mandato di cattura nei confronti di Putin. La presidente ha poi ricordato come attualmente la Moldova non sia in pericolo, poiché la guerra iniziata dalla Russia «è oltre confine». «Adesso non c’è alcun rischio di invasione militare per la Moldavia, grazie all’Ucraina che tiene l’esercito russo lontano dai nostri confini. Ma stiamo affrontando tentativi da parte della Russia di destabilizzare il nostro Paese. Abbiamo parlato di questi tentativi qualche mese fa. Fortunatamente, le nostre istituzioni sono riuscite a difendere il Paese e stiamo diventando sempre più resilienti», ha detto Sandu. La presidente ha poi sottolineato che, per la prima volta dall’indipendenza, la Moldova, ad eccezione della Transnistria, non consuma gas russo.
Ore 10:32 - Kiev, esercitazioni militari fino al 25 maggio: «Non segnalate sui social i movimenti»
L’ufficio stampa delle forze terrestri ucraine ha annunciato, in un messaggio su Facebook, che le esercitazioni militari si terranno a Kiev e nell’omonima regione da oggi al 25 maggio. Lo scopo delle esercitazioni è «aumentare le capacità di combattimento». «Nell’ambito delle manovre si svolgeranno movimento di truppe e attrezzature pesanti. Chiediamo ai cittadini di mantenere la calma e di non segnalare sulle reti sociali il movimento delle attrezzature e del personale», ha aggiunto l’ufficio stampa.
Ore 10:41 - Attacco russo nel Donetsk: colpita la città di Toretsk
La città di Toretsk, nella regione ucraina di Donetsk (est), è stata attaccata questa mattina dalle forze russe: lo ha reso noto su Twitter il governatore della regione, Pavlo Kyrylenko. «Questa mattina i russi hanno colpito Toretsk, fortunatamente senza fare vittime. Sono stati danneggiati una scuola che ospitava il Punto di invincibilità, l’annesso di una chiesa e gli edifici nel raggio di 100 metri dall’epicentro. Secondo le prime informazioni, il nemico ha utilizzato bombe aeree», si legge nel messaggio.
Ore 10:45 - Ministero della Difesa britannico: «La Russia affronta una minaccia grave sul confine, sosterrà di essere vittima della guerra»
Secondo il ministero della Difesa britannico «la Russia sta affrontando una minaccia sempre più grave alla sicurezza in più ambiti nelle sue regioni di confine, con perdite di aerei da combattimento, attacchi con ordigni esplosivi improvvisati sulle linee ferroviarie e ora azioni partigiane dirette». Il ministero aggiunge che «quasi certamente la Russia userà questi incidenti per sostenere la narrativa ufficiale secondo cui è vittima della guerra». Il riferimento è anche ai fatti della regione russa di Belgorod, al confine con l'Ucraina, teatro ieri dell'incursione rivendicata dai cosiddetti "partigiani russi" di Freedom of Russia, che Mosca ha attribuito a "sabotatori" ucraini.
Ore 10:59 - Zelensky in visita al fronte, il presidente ucraino nel Donetsk
Zelensky ha visitato le posizioni in prima linea del fronte di Vugledar-Marinka nel Donetsk per la Giornata del Corpo dei Marines. Lo riferisce la presidenza ucraina, sottolineando che il leader ha ascoltato il rapporto del comandante dei marines e ha parlato con i soldati. «Ogni giorno i marines dimostrano di essere una forza potente» e «abbiamo bisogno di più di quel potere. Pertanto, a partire da oggi, stiamo aumentando in modo significativo il potenziale dei marines e creando un Corpo dei Marines», ha affermato, aggiungendo che si formeranno nuove brigate con attrezzature e armi moderne.
Ore 11:03 - Fonti ucraine: la Russia sposta truppe a Belgorod
A causa della situazione al confine russo-ucraino, la Russia sta spostando le sue truppe dal fronte nella regione di Belgorod. Lo ha affermato l'agenzia di stampa «Rbk Ucraina», citando le sue fonti nell'intelligence ucraina. Secondo l'agenzia, attualmente il comando russo sta prendendo una decisione sul possibile trasferimento delle unita' della terza divisione fucilieri motorizzata da Makiivka, nella regione di Luhansk, alla regione di Belgorod.
Ore 11:35 - Il governatore di Belgorod: «12 feriti dopo gli attacchi ucraini»
Le persone che hanno riportato ferite in seguito agli attacchi ucraini nel distretto di Grajvoron, nella regione di Belgorod, sarebbero 12. A riferirlo su Telegram è stato il governatore regionale di Belgorod, Vjacheslav Gladkov. «Sin dalla mattina, gli insediamenti del distretto di Grajvoron - Golovcino, Antonovka, Kozinka, Spodaryushino, Gora Podol, Glotovo, Zamostje, Bezymeno, Zarechje, Grajvoron, Mokraja Orlovka - sono stati sottoposti a numerosi attacchi di mortaio e artiglieria», si legge nel messaggio. «Di conseguenza, ci sono 12 civili feriti, 29 abitazioni private e tre auto che sono state danneggiate», ha proseguito Gladkov. Infine, il governatore ha aggiunto che in 14 insediamenti del distretto si verificano carenze di elettricità. «Inizieremo i lavori di riparazione quando lo consentirà la situazione operativa», ha concluso il governatore.
Ore 11:44 - I gruppi dei dissidenti russi: «Stiamo continuando a liberare la regione di Belgorod»
La Legione "Libertà per la Russia" e il Corpo volontario russo filo-ucraino (Rdk) stanno continuando le operazioni di liberazione nella regione di Belgorod. Questo è stato comunicato attraverso un messaggio pubblicato sul canale Telegram della Legione. Il messaggio afferma che l'esercito della Federazione Russa non è stato in grado di contrastare un gruppo di volontari patriottici che si sono armati e hanno affrontato apertamente il regime di Mosca per garantire un futuro libero alla Russia. Questo evento ha demolito il mito secondo cui i cittadini russi sono al sicuro e che la Federazione Russa sia forte. Le autorità hanno, per anni, saccheggiato il bilancio e mentito sullo stato del paese. Il messaggio sottolinea inoltre che la Federazione Russa non ha risorse per affrontare questa crisi, con i militari morti, feriti o in Ucraina. La sicurezza del paese non è affatto garantita. Nella regione di Belgorod c'è panico e si è organizzata una parziale evacuazione, anche se molti cittadini locali stanno fuggendo in modo spontaneo. Questo conclude il messaggio.
Ore 11:47 - Orban: «Le sanzioni dell'Ue non funzionano, serve un accordo sulla sicurezza»
«Le sanzioni decise dall'Unione europea contro la Russia non stanno funzionando». Ne è convinto il primo ministro ungherese Viktor Orban che, invece, ha suggerito «un accordo sulla sicurezza europea» che, a suo avviso, dovrebbero raggiungere Russia e Ue. Intervenendo al Forum economico del Qatar, Orban ha detto che «è necessario concludere un accordo con la Russia sul futuro della sicurezza europea». Il primo ministro ungherese ha poi illustrato quelli che, secondo lui, sono due approcci differenti su come sarà l'Unione europea in futuro. Secondo Orban Bruxelles vuole creare gli «Stati Uniti d'Europa» mentre diversi paesi, tra cui l'Ungheria, sono favorevoli all'espansione delle competenze nazionali dei paesi membri.
Ore 11:49 - Kiev: «A Belgorod una prevedibile crisi interna russa che si stava preparando da prima dell'invasione»
Secondo la vice ministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, la situazione nella regione di Belgorod rappresenta una crisi interna russa prevedibile che si stava sviluppando già prima dell'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte della Russia. Malyar afferma che si tratta di patrioti russi che si sono ribellati al regime di Putin. L'azione di Putin e la guerra condotta contro l'Ucraina sono una fonte di malcontento per i russi consapevoli, motivo per cui molti di loro si vergognano di mostrarsi come cittadini russi. Secondo la vice ministra, questo malcontento accumulato nel tempo ha portato alla situazione attuale nella regione di Belgorod. Malyar sottolinea che è evidente per tutti che il regime deve essere cambiato e che questa massa critica si è riunita ora, ma non è qualcosa di improvviso. Si tratta di tendenze interne alla Russia, guidate dal desiderio dei cittadini di cambiare il sistema politico del paese e porre fine alla guerra sanguinosa scatenata dal Cremlino.
Ore 11:56 - Peskov: «Cremlino preoccupato per l'incursione a Belgorod. L'invio di caccia F-16 non cambierà la situazione»
Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha affermato che l'invio all'Ucraina di caccia F-16 da parte dei Paesi occidentali dimostra il loro coinvolgimento sempre maggiore nel conflitto ma non cambierà radicalmente la situazione sul campo. Peskov ha anche detto che il Cremlino è «preoccupato» per «le infiltrazioni di sabotatori ucraini» nella provincia di Belgorod e che «l'operazione militare speciale» continuerà «anche per impedire» che si verifichino altre situazioni simili.
Ore 11:57 - «L'Ucraina potrebbe ricevere gli F-16 entro l'autunno»
«È realistico» pensare che la consegna dei caccia F-16 occidentali all'Ucraina possa avvenire entro l'autunno. Lo scrive Politico, citando un funzionario europeo. «Alla domanda se sia realistico per l'Ucraina ottenere gli F-16 entro l'autunno, un alto funzionario della difesa dell'Europa centrale è stato ottimista, dicendo di `pensare che lo sia´», scrive il giornale, aggiungendo che «soppesando la stessa domanda, un alto diplomatico dell'Europa orientale ha scherzato: Perché no?».
Ore 12:01 - Orban: «Kiev non può vincere la guerra contro la Russia»
Viktor Orban, in un'intervista con l'emittente «Bloomberg», ha detto che l'Ucraina non può vincere la guerra contro la Russia: «Guardando le cifre, guardando l'ambiente circostante, osservando il fatto che la Nato non è pronta a inviare truppe, è ovvio che non ci può essere una vittoria per i poveri ucraini sul campo di battaglia».
Ore 12:05 - Il dipartimento di Stato Usa: «Il gruppo Wagner cerca di aggirare la mancanza di munizioni rifornendosi in Mali»
Secondo il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller, il gruppo russo Wagner sta cercando di superare la carenza di armi e munizioni che i suoi mercenari in Ucraina stanno affrontando, ottenendo materiale militare dal Mali. Durante una conferenza stampa, Miller ha affermato che ci sono segnalazioni secondo cui Wagner ha cercato di acquistare sistemi militari da fornitori stranieri e di far transitare queste armi attraverso il Mali come intermediario. Ha specificato che al momento non ci sono indicazioni che tali acquisizioni siano state completate, ma che la situazione viene attentamente monitorata. Miller ha anche ricordato che gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a diverse persone ed entità che sostengono le operazioni militari di Wagner. I mercenari di Wagner hanno combattuto al fianco delle truppe russe regolari in Ucraina, partecipando a battaglie intense come quella di Bakhmut. I Paesi occidentali hanno espresso preoccupazione per le attività di Wagner in Mali fin dalla fine del 2021. Il Mali, un Paese dell'Africa occidentale governato da una giunta militare salita al potere con un colpo di Stato nell'agosto 2021, ha stretti legami con la Russia, tanto da costringere il ritiro delle truppe francesi. La giunta militare di Bamako ha più volte sostenuto che i militari russi presenti nel Paese non siano mercenari, ma addestratori che aiutano le truppe locali a combattere le milizie jihadiste utilizzando attrezzature acquistate dalla Russia.
Ore 12:07 - Incontro a Teheran tra il comandante della Marina russa e l'omologo iraniano
Il comandante della Marina russa, Nikolai Yevmenov, ha effettuato una visita in Iran, dove si è incontrato con il suo omologo commodoro Shahram Irani e altri ufficiali di alto rango della repubblica islamica. La notizia è stata resa nota dal Ministero della Difesa russo. Durante l'incontro, le due parti hanno discusso della cooperazione navale e della condivisione di esperienze tra i due Paesi, come riportato dal Ministero. Yevmenov ha inoltre visitato accademie, basi navali e industrie della difesa iraniane.
Ore 12:26 - Via libera dell’Ue ad aiuti per 1,5 miliardi per l’Ucraina
La Commissione Ue ha dato via libera ad una nuova tranche di aiuti da 1,5 miliardi di euro per l’Ucraina. Si tratta della quarta tranche erogata da Bruxelles nell’ambito del pacchetto di assistenza macro-finanziaria da 18 miliardi messo in campo per Kiev. «Dall’inizio di quest’anno abbiamo erogato 7,5 miliardi di euro in assistenza macro-finanziaria. Questi finanziamenti stanno contribuendo in modo significativo a coprire le esigenze finanziarie immediate dell’Ucraina. E ulteriori aiuti arriveranno», ha sottolineato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
Ore 12:28 - «Evacuazioni da 9 località della regione di Belgorod»
I residenti di nove centri abitati della regione russa di Belgorod sono stati evacuati a causa dei combattimenti tra le forze russe e un gruppo di miliziani anti-Putin. «I residenti di Grayvoron, Novostroyevka, Gorkovsky, Bezymeno, Mokraya Orlovka, Glotovo, Gora-Podil, Zamostye e Spodaryusheno sono stati trasferiti», ha scritto il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov, su Telegram. Lo riporta la Tass.
Ore 12:45 - Medvedev sui miliziani a Belgorod: «Distruggerli come sorci»
Coloro che hanno attuato l’incursione nella regione russa di Belgorod dall’Ucraina sono «farabutti» che non devono essere fatti prigionieri ma «distrutti come sorci». Lo ha detto l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, attualmente vice capo del Consiglio di Sicurezza nazionale, citato dall’agenzia Ria Novosti. E ha accusato gli ucraini per l’attacco su territorio russo. «Il regime di Kiev, così come i suoi sponsor negli Stati Uniti e nell’Ue, è responsabile della sortita nella regione di Belgorod».
Ore 13:07 - Medvedev torna a evocare «l’apocalisse nucleare»
«Più distruttive diventano le armi che Kiev riceve, più si avvicina la possibilità di un’apocalisse nucleare». Lo ha dichiarato l’ex presidente russo, Dmitry Medvedev, citato dai media locali.
Ore 13:19 - Mosca: «Sconfitti gli incursori nella regione di Belgorod»
I «nazionalisti» che si sono infiltrati dall’Ucraina nella regione russa di Belgorod sono stati «bloccati e sconfitti». Lo afferma il ministero della Difesa di Mosca, aggiungendo che «più di 70 terroristi sono stati eliminati» e il resto sono stati ricacciati in territorio ucraino. Le forze russe hanno fatto ricorso ad «attacchi dell’aviazione» e al «fuoco dell’artiglieria» nell’operazione «antiterrorismo».
Ore 13:23 - Media, in Bulgaria arrestato un combattente della Wagner
Le forze dell’ordine bulgare avrebbero arrestato il 15 maggio un combattente della Wagner mentre tentava di attraversare illegalmente il confine della Bulgaria. È quanto scrive l’agenzia d’informazione di Sofia Vesti citando la Gulagu.net, un’organizzazione russa per la tutela dei diritti umani. Il suo fondatore, Vladimir Osechkin, è ricercato dalle autorità di Mosca e da anni vive in Francia. Secondo la pubblicazione su Telegram di Gulagu.net, il miliziano della Wagner si chiama Sergey Gorshenin e ha combattuto per la compagnia privata dal 2018 al 2022, in Siria e Ucraina. Attualmente Gorshenin si troverebbe in un centro per migranti in Bulgaria dove sarebbe sottoposto a interrogatori. L’ufficio stampa del Ministero dell’Interno bulgaro conferma la notizia, ma al momento non può fornire altre informazioni.
Ore 13:27 - Mosca: a Belgorod terrorismo di Kiev per perdita Bakhmut
L’incursione nella regione russa di Belgorod è stata compiuta da «una formazione nazionalista ucraina» come «azione terroristica» in risposta alla sconfitta subita a Bakhmut. Lo ha affermato in un comunicato il ministero della Difesa.
Ore 13:51 - Il viceministro russo Piotr Kucherenko morto all’improvviso in aereo, aveva criticato la guerra
(di Monica Ricci Sargentini) Un’altra morte misteriosa in Russia. Il viceministro della Scienza e dell’Istruzione superiore della Federazione Russa Piotr Kucherenko, che aveva duramente condannato l’invasione russa in Ucraina, è deceduto il 20 maggio dopo essere tornato da un viaggio d’affari a Cuba. Ne ha dato notizia il canale Telegram del ministero dell’Istruzione e della Scienza russo. «L’aereo è atterrato nella città di Mineralnje Vodij, dove i medici hanno cercato di fornire assistenza, ma non è stato possibile salvare Piotr Aleksandrovich», si legge nel messaggio. Il ministero ha espresso profonde condoglianze alla famiglia e agli amici del viceministro che, lo scorso 3 maggio, aveva compiuto 46 anni.
Ore 13:55 - Stoltenberg: «Con F-16 messaggio a Mosca, non ci logorerà»
L’addestramento dei piloti ucraini all’uso degli F-16 o di altri caccia di produzione occidentale è «un passo importante» che permetterà agli alleati di fornire i jet «a un certo momento». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg arrivando al palazzo Europa di Bruxelles per prendere parte al Consiglio Difesa. «Così diamo anche un messaggio: sosterremo l’Ucraina quanto serve e Mosca non pensi di logorarci sfruttando il fattore tempo», ha aggiunto.
Ore 14:09 - Soldati ucraini a Bakhmut: le immagini di una bodycam
Ore 14:19 - Kiev: «Orban sbaglia, libereremo tutti i nostri territori»
Viktor Orban «si sbaglia», l’Ucraina «continuerà a combattere fino alla liberazione» dei territori occupati dai russi. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko, replicando alle parole del premier ungherese secondo cui Kiev non può vincere la guerra. «Gli stessi politici europei dicevano l’anno scorso che l’Ucraina non aveva alcuna possibilità di resistere per più di 72 ore. Si sbagliavano allora e si sbagliano adesso. A differenza dei sostenitori della resa al nemico senza resistenza, gli ucraini continueranno a combattere fino alla completa liberazione dei loro territori».
Ore 14:36 - I russi bombardano un condominio ad Avdiivka, 2 feriti
Le forze russe hanno lanciato oggi un attacco missilistico sulla città di Avdiivka, nella regione ucraina di Donetsk, distruggendo completamente un edificio residenziale di nove piani: due persone sono rimaste ferite, di cui una è in gravi condizioni, e altre cinque potrebbero essere sotto le macerie: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare della città, Vitaliy Barabash, come riporta Ukrainska Pravda.
Ore 14:49 - Kiev: «I fatti di Belgorod non saranno l’ultimo caso di ribellione»
L’incidente nella regione di Belgorod non sarà l’ultimo caso di ribellione all’interno della Russia. Lo sostiene il consigliere del ministero della Difesa ucraino, Yuriy Sak, in un’intervista a Times Radio citata da Rbc Ukraine. «Per noi è sorprendente che ci sia voluto così tanto tempo perché i ribelli e i partigiani russi diventassero attivi nel tentativo di sbarazzarsi del regime terroristico che porta morte e distruzione in Ucraina e isola la Russia a livello internazionale. Più di 200mila soldati russi sono stati uccisi», afferma Sack.
Ore 15:02 - Esercito di Kiev: «Prigozhin sa che prima o poi lo faranno a pezzi»
Le dichiarazioni del capo della milizia privata Wagner Yevgeny Prigozhin secondo cui i suoi mercenari si ritireranno da Bakhmut dopo il 25 maggio «è motivata dalla paura e dalla preoccupazione per la sua reputazione. Tuttavia, la leadership russa non glielo permetterà. Sa bene che prima o poi sarà fatto a pezzi». Lo ha dichiarato il portavoce del gruppo orientale delle Forze armate ucraine Sergey Cherevaty in un’intervista a Rbc-Ucraina.
«Penso che Prigozhin sia incredibilmente desideroso di andarsene da lì. Vuole salvare ciò che resta del suo staff e della sua reputazione. Dopotutto, sa che il prossimo passo sarà una sanguinosa disfatta», ha detto. Secondo Cherevaty, Prigozhin non è un militare, ma solo un avventuriero, un uomo d’affari. «Ma ha visto cosa ha fatto il generale ucraino Syrsky nella regione di Kharkiv, quando l’esercito regolare russo è scappato ovunque. E si rende conto che il comandante può organizzarsi ulteriormente contro i combattenti di Wagner», ha osservato il portavoce.
Ore 15:08 - Poroshenko: «Su Bakhmut non è ancora detta l’ultima parola»
«A Bakhmut la situazione è difficile ma non è ancora detta l’ultima parola». Così l’ex presidente ucraino Petro Poroshenko ha commentato all’Ansa la situazione dell’avanzata russa sul fronte di Bakhmut, nell’est dell’Ucraina, a margine della sua visita al Parlamento europeo. Oggi a Bruxelles Poroshenko ha incontrato il “gruppo di amicizia con l’Ucraina” dell’Eurocamera, e la segreteria del Ppe per parlare della situazione in Ucraina e delle tappe del processo d’ingresso dei Kiev nell’Ue. «Il mio obiettivo con gli incontri di oggi è rafforzare la stabilità dell’Ucraina e la nostra vittoria sull’aggressore russo», ha spiegato Poroshenko che nella giornata di domani incontrerà anche il leader del Ppe Manfred Weber.
Ore 15:24 - «Bombe russe sulla regione di Kherson, morta una donna»
Una persona è morta a causa dei bombardamenti russi sul villaggio di Kozatske, nella regione di Kherson. Lo riporta su Telegram l’ufficio del procuratore regionale di Kherson, scrivendo che «l’esercito russo ha effettuato un attacco di mortaio sul villaggio di Kozatske» e «una donna è morta a causa del bombardamento».
Ore 15:30 - L’utile di Gazprom crolla del 41% nel 2022
L’utile netto della Gazprom (multinazionale russa) nel 2022 è crollato del 41% rispetto all’anno precedente a 15,8 miliardi di dollari. Lo riferisce l’agenzia Interfax citando i dati resi noti dal consiglio di amministrazione, che ha raccomandato di non distribuire dividendi per l’anno passato.
Ore 16:08 - Kiev: «La Russia blocca l’arrivo delle navi in porto a Pivdenny»
Il porto ucraino di Pivdenny, vicino a Odessa, ha interrotto le operazioni perché la Russia non permette l’ingresso alle navi, escludendolo di fatto dall’accordo che consente esportazioni sicure di grano dal Mar Nero. Lo ha dichiarato oggi un funzionario ucraino, citato dal Guardian, parlando di «grave violazione». L’Onu, che insieme alla Turchia ha mediato l’accordo e la sua estensione, ha espresso ieri preoccupazione per il fatto che nel porto di Pivdenny non è entrata alcuna nave dal 2 maggio nonostante faccia parte dell’accordo. Anche l’ingresso delle navi nei porti di Odessa e Chornomorsk sarebbe stato limitato.
Ore 15:48 - Borrell: «Le prossime settimane decisive per la guerra. Finora a Kiev 220 mila munizioni e 1300 missili »
«Le prossime settimane, i prossimi mesi, da un punto di vista strategico saranno decisivi per la guerra in Ucraina. Siamo tutti d’accordo su questo. Proprio per questo motivo il Consiglio Difesa si è concentrato sul novanta per cento sul nostro sostegno militare all’Ucraina. Abbiamo potuto trarre vantaggio dalla presenza del segretario generale della Nato, Jens Stoltenebrg». Lo ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al termine del Consiglio Difesa.
Per quanto riguarda le armi degli Alleati a Kiev, Borrell ha detto che finora sono stati consegnati all’Ucraina dall’Ue «1300 missili e 220mila munizioni d’artiglieria di vario calibro».
Ore 16:20 - Il punto militare | I mezzi americani, l’operazione complessa, la sicurezza: i 5 segnali dell’incursione a Belgorod
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’incursione nella regione di Belgorod conferma la fase di instabilità in un «teatro» che in teoria dovrebbe essere protetto in modo più attento. Le autorità hanno confermato la situazione di instabilità denunciando anche raid di droni. C’è da chiedersi quale fosse e sia il livello di sicurezza, il numero di soldati e agenti disponibili in un settore notoriamente esposto. Possibile che nessuno abbia messo in conto quanto è poi avvenuto? La Russia, secondo uno scenario, dovrà impiegare maggiori forze per la sorveglianza di una frontiera lunga, magari prelevando unità destinate ad altri settori.
Ore 16:49 - L’Ue verso l’aumento da 3,5 miliardi del Fondo per la Pace
«La maggioranza degli Stati membri» è intenzionato ad approvare un ulteriore finanziamento dello European Peace Facility per 3,5 miliardi di euro ma l’accordo formale non c’è ancora e si dovrà attendere le prossime riunioni del Coreper o del Cops - i comitati dei rappresentanti permanenti presso le istituzioni europee - per l’ok definitivo. Lo ha detto l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell al termine del Consiglio Difesa. La prossima tranche, secondo la proposta attuale, riserverà 1 miliardo di euro all’Ucraina e 2,5 miliardi al resto del mondo.
Ore 16:51 - Corte di Mosca prolunga di 3 mesi l’arresto di Gershkovich
La Corte del distretto di Lefortovo a Mosca ha prolungato di tre mesi, fino al 30 agosto, l’arresto del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, accusato di spionaggio. Lo riferisce l’agenzia Interfax.
Ore 17:02 - Spagna, non abbiamo F-16 e non potremo addestrare piloti
La ministra della Difesa spagnola Margarita Robles ha affermato che la Spagna non possiede caccia F-16 e per questo non potrà consegnarli all’Ucraina né addestrare i piloti. Robles, parlando a margine del Consiglio Difesa a Bruxelles ha ribadito l’appoggio a Kiev e ha affermato che Madrid contribuirà secondo la sua disponibilità. «Noi possediamo gli F-18, gli Eurofighter» ma «non gli F-16» e ogni aereo ha un processo di addestramento diverso.
La ministra spagnola ha poi ricordato che Madrid ha già fornito aiuti consistenti a Kiev. Sei tank Leopard sono già arrivati in Ucraina e altri 4 sono nella fase finale della riparazione per poi poter essere consegnati. La Spagna ha inoltre addestrato già mille militari ucraini a Toledo, ha iniziato la formazione di sanitari per l’applicazione di protesi e sta curando combattenti feriti all’ospedale di Saragozza.
Ore 17:14 - Kiev: «Mosca tiene in ostaggio 24 mila civili ucraini»
Secondo i dati del Registro delle persone scomparse, circa 24 mila civili ucraini sono ancora prigionieri della Russia: ha dichiarato il commissario per i diritti umani Dmytro Lubinets durante un incontro con i parenti dei prigionieri di guerra e dei dispersi. Lo riporta Ukrinform. Nel corso dell’incontro, a Dnipro, Lubinets ha parlato del rifiuto da parte russa di condurre uno scambio di prigionieri «tutti per tutti», nonché del rimpatrio dei feriti gravi e del ritorno dei civili. Secondo Lubinets, i russi stanno ritardando lo scambio per influenzare negativamente l’atteggiamento dei parenti nei confronti dell’Ucraina.
Ore 17:20 - Polonia: l’ddestramento sugli F-16 non è iniziato ma pronti a farlo
La Polonia è «pronta a iniziare» il programma di addestramento dei piloti ucraini per gli F-16, ma l’addestramento «non è ancora iniziato». Lo ha detto il ministro della Difesa polacco, Mariusz Błaszczak, in un punto stampa al termine del Consiglio Difesa, smentendo in parte quanto riferito in mattinata dall’alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell.
Ore 17:33 - «A Kupyansk record di bombardamenti: 565 attacchi in 24 ore»
«La linea del fronte di Kupyansk, nella regione di Kharkiv, è la zona maggiormente presa di mira dai bombardamenti russi: nelle ultime 24 ore l’esercito del Cremlino ha attaccato la città per 565 volte con diversi sistemi di armi e munizioni». Lo ha riferito il portavoce del Raggruppamento orientale delle Forze armate ucraine Sergy Cherevaty, come riporta Ukrinform.
Kupyansk, Bakhmut e Avdiivka, secondo lo stato maggiore sono le tre zone del fronte che stanno subendo la buona parte degli attacchi russi negli ultimi mesi e settimane.
Ore 17:48 - Mosca: un morto e 13 feriti nell’incursione a Belgorod
Un civile è rimasto ucciso nell’incursione dal territorio ucraino nella regione russa di Belgorod. Lo riferisce il governatore, Vyacheslav Gladkov, sul suo canale Telegram, precisando che il civile è morto nel villaggio di confine di Kozinka e che sua moglie è rimasta ferita. Secondo le autorità della regione nell’operazione sono stati feriti 13 civili.
Ore 17:55 - Kirby: «Gershkovich libero subito, il giornalismo non è un crimine»
«Il giornalismo non è un crimine» e per questo il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich detenuto in Russia deve essere «rilasciato immediatamente». A chiederlo è il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, che alla Cnn ha detto che Gershkovich «non dovrebbe essere affatto trattenuto. Il giornalismo non è un crimine. Deve essere rilasciato immediatamente. Lavoreremo ancora molto, molto duramente per vedere se riusciamo a riportarlo a casa dalla sua famiglia». Oggi è stata estesa al 30 agosto la detenzione del giornalista americano Gershkovich e i funzionari statunitensi stanno ancora chiedendo l’accesso consolare. «Non ci sono motivi per negare l’accesso consolare», ha detto Kirby.
Ore 18:04 - Putin: «Momenti difficili ma che consolideranno la Russia»
«La Russia sta passando momenti difficili», ma ciò porterà a «un forte consolidamento». Lo ha detto il presidente Vladimir Putin durante una cerimonia per la consegna di onorificenze a personale del settore pubblico. «Oggi è un momento particolare — ha sottolineato Putin — per il nostro consolidamento e il rafforzamento del nostro sentimento nazionale, del desiderio di rafforzare in ogni modo le basi della nostra spiritualità, creare le condizioni nelle sfere dell’economia, della produzione e dell’educazione dei nostri giovani per garantire un futuro incondizionato del nostro Paese».
Ore 18:23 - Kiev: lavoriamo a zona smilitarizzata per la centrale di Zaporizhzhia
L’Ucraina lavora alla creazione di una zona smilitarizzata per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, dove i rischi restano enormi. Lo ha dichiarato il primo ministro ucraino Denys Shmyhal durante la riunione del consiglio dei ministri, secondo quanto riportato da Rbc Ucraina. «Ukrenergo ha ripristinato l’alimentazione dell’impianto, ma permangono rischi colossali. Stiamo lavorando con tutti i partner per costringere la Russia a lasciare la centrale nucleare di Zaporizhzhia e creare una zona smilitarizzata attorno all’impianto», ha affermato Shmyhal.
Ore 18:33 - Partigiani russi: «Nessun successo oggi per le truppe di Putin, i numeri delle nostre perdite sono inventati»
«A differenza dell’esercito “eroico” dipinto dai resoconti del Cremlino, le truppe di Putin non si sono distinte con alcun successo durante queste 24 ore. Ma hanno mostrato un successo eccezionale nella corsa a lunga distanza». È quanto affermato i membri della legione Freedom of Russia in un messaggio Telegram che hanno attaccato Belgorod, rispondendo a quanto affermato dal ministero della Difesa russo che aveva annunciato la sconfitta dei «sabotatori». «Ma mentre loro corrono vigliaccamente tra i cespugli, noi andiamo avanti verso il nostro obiettivo: la completa liberazione della Russia», si legge nel messaggio.
Aggiungendo: «Non parliamo a vanvera come i propagandisti del Cremlino che ci attribuiscono perdite inventate, presto vedrete la conferma video delle nostre azioni. Abbiamo “smilitarizzato” una compagnia motorizzata delle forze armate russe e distrutto diverse unità dei loro veicoli blindati».
Ore 18:56 - Massacri e conquiste: così Prigozhin si è guadagnato la fiducia di Putin
(di Fabrizio Dragosei) Il «trionfatore di Bakhmut», come sembra ormai volersi dipingere agli occhi dei russi, ha deciso nelle ultime ore di abbassare leggermente i toni nei confronti dell’Esercito e del ministro della Difesa. Soprattutto perché Evgenij Prigozhin vuole ritirare i suoi miliziani dalla città distrutta e affidarne entro pochi giorni il controllo proprio alle Forze armate regolari. «Perché sa che altrimenti sarebbe fatto a pezzi», dicono gli ucraini. Perché gli uomini della Wagner debbono «riposarsi nelle retrovie» in attesa di nuovi difficili incarichi, secondo la versione dell’ex ristoratore, ex rapinatore e ladro diventato indomito combattente per conto di Vladimir Putin.
Ore 19:02 - Kiev: nel Donetsk corpi di persone uccise durante l’occupazione
Nel villaggio liberato dall’esercito ucraino di Bohorodychne, nella regione di Donetsk, le forze dell’ordine hanno trovato i corpi di cinque uomini e due donne uccisi durante l’occupazione russa. Lo ha reso noto su Telegram l’ufficio del procuratore generale, come riferisce Ukrinform. «I magistrati, insieme agli investigatori della polizia, hanno trovato i corpi di cinque uomini e due donne di età compresa tra i 60 e i 72 anni nel villaggio liberato di Bohorodychne, nel distretto di Kramatorsk», ha scritto la procura, spiegando che si stanno prendendo misure per stabilire le circostanze dei crimini. Finora le forze dell’ordine ucraine hanno trovato 385 corpi nella regione di Donetsk, nei territori liberati dalle truppe russe, e 282 persone sono state identificate.
Ore 19:47 - Attacco con droni: tre villaggi russi senza elettricità
Tre villaggi russi della regione di Kursk, al confine con l’Ucraina, sono rimasti senza corrente dopo che un drone ha fatto esplodere una centralina elettrica. Lo ha affermato su Telegram il governatore di questa regione, Roman Starvoit, riferisce il Guardian. Nessuno è rimasto ferito e i tecnici sono al lavoro per ripristinare l’erogazione dell’energia elettrica.
Ore 19:52 - Prigozhin: «Non siamo sfiniti, abbiamo 10mila arruolamenti al mese»
«Nella Wagner non c’è nessun tipo di sfinimento, si arruolano più di 10.000 persone ogni mese». Lo afferma in un messaggio su Telegram il capo della milizia armata Yevgeny Prigozhin, rispondendo a una richiesta di Newsweek di commentare le affermazioni del think tank americano, Institute for the study of war (Isw), secondo cui le truppe della Wagner sono sfinite. Sulla possibilità che il gruppo Wagner combatta fuori da Bakhmut, Prighozin risponde: «Sono affari nostri».
Ore 20:19 - Mosca, intercettati due bombardieri Usa su Mar Baltico
Due bombardieri statunitensi B-1B sono stati intercettati sul Mar Baltico da un caccia russo Su-27. Lo ha affermato il Centro di controllo della difesa nazionale, come riporta Ria Novosti. Secondo quanto affermato dal centro di controllo, i due bersaglieri si stavano avvicinando al confine russo. «Dopo l’allontanamento degli aerei da guerra stranieri dal confine di Stato, il caccia russo è tornato al suo campo d’aviazione», si legge in un comunicato del centro operativo del ministero della Difesa russo.
Ore 22:19 - Russia, coscritti devono restituire passaporti
I coscritti russi dovranno restituire il loro passaporto alle autorità entro cinque giorni dalla notifica della chiamata al servizio militare. Lo stabilisce un emendamento alla legge sulle procedure di entrata e uscita dalla Russia, che è stato approvato oggi dai deputati della Duma, secondo quanto riferisce il sito Meduza. I passaporti verranno restituiti al termine del servizio militare. I passaporti che non verranno consegnati alle autorità saranno annullati.
Ore 23:31 - Zelensky: ogni viaggio all’estero ci fa diventare più forti
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ricordato nel suo messaggio serale su Telegram la missione odierna nella regione del Donetsk, dove ha «annunciato la creazione del corpo dei marines in Ucraina», sottolineando che «il viaggio al fronte è stato la componente finale dopo i molti incontri e trattative» avute «con i partner che si sono svolti in questi giorni e nelle settimane precedenti». Il leader ucraino che si è congratulato con il corpo dei marine, ha poi aggiunto che «il compito principale del nostro Stato e il significato di quasi tutte le nostre comunicazioni internazionali sta proprio nel rafforzare l’Ucraina e la nostra difesa, nell’aumentare le capacità dei nostri soldati e del nostro Stato in generale. Ogni viaggio all’estero e quasi ogni negoziazione consente all’Ucraina di diventare più forte».
Estratto dell'articolo di Maurizio Stefanini per “Libero quotidiano” il 23 maggio 2023.
Se non ci fossero stati i precedenti, forse la morte improvvisa del vice ministro dell’Istruzione russo Piotr Kucherenko a soli 46 anni su un volo di ritorno da Cuba non avrebbe suscitato particolari interrogativi. Le prime ricostruzioni ufficiali si riferiscono infatti a una condizione cardiaca patologica di cui soffriva, e i familiari confermano.
I precedenti però ci sono, e si riferiscono a una lunghissima serie di pezzi grossi, oligarchi e burocrati russi che hanno iniziato a morire in modo misterioso dall'inizio della guerra in Ucraina: strani suicidi, voli dalla finestra, e simili.
[…] c'è ormai addirittura una voce di Wikipedia apposita. “Suspicious deaths of Russian business people (2022–’23)”. «Dall'inizio del 2022, si sono verificate numerose morti insolite di uomini d'affari o alti funzionari russi, a volte compresi i loro familiari, in quelle che alcune fonti suggeriscono essere circostanze sospette, a dimostrazione delle terribili condizioni in cui versano i cittadini russi», spiega. E conta 32 casi con 39 vittime, perché in alcuni casi c'erano andati di mezzo anche i familiari.
Il 23 marzo 2022, ad esempio, Vasily Melnikov, 43enne proprietario di una società che importava attrezzature mediche, fu trovato cadavere assieme a moglie e due figli. Il 18 aprile 2022 Vladislav Avaev, 51enne vicepresidente di Gazprombank, era stato trovato cadavere nel suo appartamento assieme alla moglie e a una figlia 13enne. Tre giorni dopo toccaa a Sergeij Protosenya, 55 anni top manager di Novatek, colosso dell’energia dopo Gazprom: morto con la mogie e la figlia 18enne.
Ma già The Sun, lo scorso 5 aprile, aveva aggiornato la cifra a 40: escludendo i parenti, ma aggiungendo la figlia di Dugin, Darya, saltata in aria in un'auto riempita di esplosivo lo scorso 20 agosto. E anche Vladimir Makei, ministro degli Esteri bielorusso suicida il 26 novembre.
L’ultimo di quella lista era Igor Shkurko: 49enne vicedirettore generale del gigante energetico Yakutskenergo, scoperto cadavere nella sua cella in un centro di detenzione (era accusato di corruzione). Un’inchiesta di Usa Today però ha contato «38 uomini d'affari e oligarchi vicini al Cremlino... morti in circostanze misteriose o sospette tra il 2014 e il 2017».
[…]
Il fatto che si tratti però di un membro del governo, per quanto di livello minore, rappresenta un improvviso salto di qualità. A suscitare il sospetto sul caso di Kucherenko, che ricopriva la carica di viceministro dal marzo 2020, c'è il particolare che con lui aveva parlato Roman Super, pluripremiato giornalista indipendente e regista di documentari.
Proprio poco prima di lasciare la Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina: senza fornire ulteriori dettagli temporali, ma si sa che il reporter se ne andò dal Paese per motivi di sicurezza sei mesi dopo l’inizio della guerra.
Kucherenko gli avrebbe espresso la sua contrarietà rispetto all’invasione dell’Ucraina, e si era lamentato d non potere lasciare il Paese. «È impossibile, ci confiscano i passaporti. E non c’è mondo che sarebbe felice di vedere un viceministro russo dopo questa invasione fascista». Aveva anche ammesso di aver preso «antidepressivi e tranquillanti allo stesso tempo a manciate».
«Non è davvero d’aiuto. non dormo molto. Mi sento malissimo. Siamo tutti tenuti in ostaggio. Nessuno può fare una sbirciatina. Non puoi immaginare il grado di brutalizzazione del nostro paese. Tra un anno non riconoscerai nemmeno la Russia».
Si è sentito male sull’aereo in cui la delegazione russa stava tornando da un viaggio d’affari a Cuba. [...]
Ucraina. Attaccare Belgorod per nascondere la caduta di Bakhmut. Piccole Note (filo-Putin) il 23 Maggio 2023 su Il Giornale.
Ieri ha fatto il giro del mondo la notizia dell’attacco contro Belgorod, cittadina russa presso i confini ucraini, contrastata con la celerità del caso dalle forze russe. Operazione che si è ripetuta oggi, con esito altrettanto infausto per gli incursori, almeno a stare ai media russi. Secondo gli ucraini ad attaccare sarebbero stati militanti di due fantomatiche milizie di asseriti “partigiani” russi, ma ovviamente Mosca accusa Kiev di aver tirato le fila.
I media occidentali si sono limitati a riferire la notizia, accreditando la presa di distanza di Kiev per l’usuale riflesso condizionato a sposare in toto la narrazione ucraina e per eludere imbarazzanti connubi, di cui è ovviamente connivente la Nato, che arma e gestisce le forze di Kiev.
Far sparire la sconfitta di Bakhmut
Inutili dal punto di vista tattico e strategico, questi attacchi hanno avuto uno scopo principale, come denota la tempistica: nascondere la notizia della caduta di Bakhmut, un vero e proprio scacco per Kiev e i suoi sponsor, e dimostrare che gli ucraini hanno ancora frecce al loro arco, in attesa dell’annunciata controffensiva.
Infatti, ormai da due giorni, invece di dar conto dell’inutile quanto disastrosa difesa di Bakhmut, i media d’Occidente sono inondati da notizie su questi fantomatici “partigiani” russi.
In realtà, si tratta di partigiani alquanto anomali. Jacopo Iacoboni, cronista della Stampa, ha rilanciato in un tweet, accreditandola, l’identificazione di uno degli “eroi” in questione da parte di Aric Toler che, sempre via tweet, spiegava che Bellingcat si era occupata dell’eroe in questione, Alexey Levkin, e aveva dedicato due articoli all’organizzazione da lui fondata, la Wotanjugend.
Si tratta di un’organizzazione neo-nazista, le cui gesta sono descritte nel dettaglio negli articoli segnalati da Toler. Ci limitiamo a riferire quanto accenna Toler nel suo tweet, cioè che nell’olimpo di tale Agenzia nazista figurano Timothy McVeigh (strage di Oklaoma City,1995, 168 vittime) e Anders Breivik (attentato duplice del 22 luglio 2011 a Oslo, 8 vittime, e Utoya ,69 vittime).
Di uno dei due articoli di Bellingcat riportiamo solo il cenno relativo agli attentati a Christchurch, in Nuova Zelanda, del 15 marzo 2019,, contro una moschea e un centro islamico, che hanno causato 50 vittime.
In un post sulla strage di Christchurch, la Wotanjugend definiva il killer un “vichingo vendicativo che si è sicuramente guadagnato un posto nel Valhalla”. Di tale organizzazione si è occupata anche la polizia Ceca, perché responsabile di diversi attacchi contro la comunità ebraica del Paese (Haaretz).
Il fondatore nazista del Russian Volunteer Corps
Del Russian Volunteer Corps, una delle due milizie protagoniste dell’incursione, si è occupato anche il Financial Times, spiegando che è stato fondato dal “famigerato estremista” di destra Denis Nikitin, alias Denis Kapustin, “nome di battaglia Rex, a motivo del suo marchio di abbigliamento che lo identifica come nazionalista bianco, White Rex, è un ex combattente di arti marziali che ha legami con neonazisti e nazionalisti bianchi di tutto l’Occidente”.
“Nato in Russia – continua il FT – Nikitin ha vissuto in Germania per poi trasferirsi in Ucraina nel 2017. A Kiev ha organizzato fight club per russi, ucraini e neonazisti occidentali. Queste attività di estrema destra gli hanno attirato, nel 2019, un divieto di circolazione nella zona Schengen per 10 anni, ma, nonostante questo, è rimasto attivo in Europa. ‘È ancora presente nell’attivismo di estrema destra in Germania, Francia, Bulgaria e in altri Paesi’, ha spiegato Michael Colborne, giornalista e ricercatore di Bellingcat”.
Quanto al disconoscimento dell’operazione dei neonazisti nel territorio russo da parte delle autorità di Kiev, riportiamo ancora il FT: “Nikitin ha detto che le autorità ucraine hanno approvato l’operazione. ‘Sì, certo, l’azione è stata concordata, altrimenti non avrebbe potuto essere fatta’, ha detto. ‘Come immagini che io sia arrivato là nel buio della notte? Ci sono ponti minati, telecamere, droni a ricerca di calore, punti di osservazione nascosti’, ha aggiunto. ‘Se non mi fossi coordinato con nessuno [dell’esercito ucraino]… penso che saremmo stati semplicemente distrutti'”. Ovvio, ma sentirlo dalla viva voce del nazista è altra cosa.
La Nato, che supervisiona l’esercito di Kiev, sta giocando un gioco pericoloso. Si tratta di portare Mosca, che sta avendo la meglio nel confronto militare, in uno scontro asimmetrico che ha come obiettivo la destabilizzazione di particolari aree della Russia (le Agenzie americane hanno una certa professionalità nel settore).
Ma questo tipo di scontro ha le caratteristiche precipue del Terrore, sia nelle azioni perpetrate che nei suoi protagonisti, come si evince da quanto riportato sopra. Mosca potrebbe irritarsi.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 24 maggio.
Guerra Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Nato: «Presto per dire quando daremo F-16 a Kiev». Mosca: «Sventato attacco con droni alla nostra nave sul Mar Nero». Marta Serafini, inviata, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 24 maggio 2023
Le notizie sulla guerra di mercoledì 24 maggio in diretta. La Bbc: «Gli Usa prendono le distanze dagli attacchi a Belgorod». Pechino: «Collaborazione con Mosca verso un nuovo livello».
Questa diretta è stata chiusa. Clicca qui per leggere le ultime notizie sulla guerra in Ucraina.
• Attacchi nella regione di Belgorod. Mosca: «Sono ucraini». Kiev nega.
• Medvedev: «Gli F-16 a Kiev avvicinano l’apocalisse nucleare».
• Viceministro russo muore per un malore, aveva criticato la guerra.
• Altri tre mesi di arresto per il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, accusato di spionaggio.
Ore 02:30 - Ucraina, il capo dell’intelligence militare: «Abbiamo le armi, presto partirà la controffensiva»
Il capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov ha dichiarato in un’intervista alla Japan Broadcasting Corporation citata dal Kyiv Independent che l’Ucraina ha abbastanza armi e che la tanto attesa controffensiva inizierà «presto». «Molti civili rimangono sotto occupazione russa e non possiamo perdere altro tempo. Abbiamo già la quantità base di armi e altre attrezzature. Tutto quello che posso dire è che inizierà presto» la controffensiva, ha assicurato il capo degli 007 di Kiev. Budanov ha aggiunto che l’Ucraina deve «usare tutte le forze e i mezzi» per cacciare la Russia dal suo territorio, e che sarebbe necessaria una maggiore riserva di armi e munizioni per continuare questo sforzo. Secondo le sue stime, il 90% degli attacchi russi contro le formazioni di truppe ucraine e la logistica, che hanno lo scopo di ostacolare i preparativi per la controffensiva, sono stati intercettati.
Ore 02:50 - Mosca, un drone colpisce un’auto a Belgorod: nessun ferito
Un drone con un ordigno esplosivo ha colpito un’auto su una strada a Belgorod, nessuno è rimasto ferito: lo ha comunicato il governatore della regione di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, nel suo canale Telegram.
Ore 05:10 - Bbc: «Gli Usa prendono le distanze dagli attacchi a Belgorod»
Gli Stati Uniti hanno preso le distanze dagli attacchi da parte di gruppi armati nei pressi di Belgorod, in territorio russo vicino al confine con l’Ucraina, che Mosca afferma esser stati portati avanti da terroristi ucraini. Lo afferma la Bbc citando un portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, secondo cui Washington «non incoraggia e non agevola attacchi all’interno della Russia».
Il portavoce si è detto «scettico» sui reportage e le ricostruzioni via social secondo cui coloro che hanno effettuato gli attacchi erano equipaggiati con mezzi di produzione Usa, aggiunge l’emittente britannica. Kiev ha affermato di non essere responsabile degli attacchi, che invece asserisce sarebbero stati effettuati da gruppi paramilitari russi che si oppongono al presidente Vladimir Putin. Ieri gli attacchi hanno provocato l’evacuazione della regione di Belgorod. Diversi civili sono rimasti feriti, e secondo Mosca una donna di 82 anni è morta durante la fuga.
Ore 06:14 - Peskov: «La Russia raggiungerà i suoi obiettivi in Ucraina»
La Russia non ha alcuna intenzione di fermarsi in Ucraina e raggiungerà i suoi obiettivi. Lo ha assicurato all’agenzia di stampa statale TASS il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov : «La Russia sta prendendo in considerazione solo il completamento dell’operazione militare speciale: deve garantire i suoi interessi, raggiungere gli obiettivi attraverso l’esercito o con tutti gli altri mezzi disponibili», ha detto Peskov rispondendo alla domanda se la Russia fosse pronta a prendere in considerazione la possibilità di fermare il conflitto.
Ore 07:25 - Il significato dell’incursione a Bolgorod: colpo psicologico a Mosca
Reuters ha elaborato un’interessante analisi di ciò che significa Belgorod per le operazioni militari della Russia, secondo quanto riporta il Guardian. Un’incursione di due giorni dall’Ucraina ai confini occidentali della Russia potrebbe costringere il Cremlino a deviare le truppe dalla linea del fronte mentre Kiev prepara un’importante controffensiva e infliggere un colpo psicologico a Mosca, secondo analisti militari intervistati o citati dall’agenzia. Sebbene Kiev abbia negato qualsiasi ruolo, il più grande raid transfrontaliero dall’Ucraina da quando la Russia ha invaso 15 mesi fa è stato quasi certamente coordinato con le forze armate ucraine mentre si prepara a tentare di riconquistare il territorio, hanno detto gli esperti. «Gli ucraini stanno cercando di trascinare i russi in direzioni diverse per creare varchi. I russi sono costretti a inviare rinforzi», ha affermato Neil Melvin, analista del Royal United Services Institute (RUSI).
Ore 07:35 - Peskov: non ci sono condizioni per parlare di pace
È troppo presto per parlare di una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina perché attualmente non ci sono i prerequisiti per questo scenario: lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un’intervista alla Tass. Alla domanda su quale dei vari piani di riconciliazione, proposti da altri paesi, sarebbe preferibile per la Russia, il portavoce della presidenza russa ha risposto che «è troppo presto per parlarne». «Nessun prerequisito per un processo di pace è ancora al suo posto, evidentemente», ha spiegato, aggiungendo: «L’operazione militare speciale continua». Rispondendo invece alla domanda se il Cremlino fosse pronto a negoziare con qualcuno del governo in carica di Kiev, Peskov ha detto che «questo è quasi impossibile, perché qualsiasi negoziato con la Russia è proibito» in Ucraina. Lo scorso ottobre, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha emesso un decreto che vieta qualsiasi colloquio con Mosca, affermando di non essere interessato a interagire con il suo omologo russo Vladimir Putin.
Ore 07:40 - Raid a Belgorod, gruppo anti-Putin: obiettivo è liberare la Russia
Il gruppo russo anti-Putin, che ha affermato di aver attraversato il confine con l’Ucraina e di avere attaccato la regione russa di Belgorod, ha riferito che il suo obiettivo è la «completa liberazione della Russia». La Legione Libertà per la Russia ha definito l’attacco nella regione di Belgorod una «operazione di mantenimento della pace» ed ha affermato che l’obiettivo è creare una «zona smilitarizzata tra Russia e Ucraina, distruggere le forze di sicurezza che servono il regime di Putin e dimostrare al popolo russo che è possibile creare sacche di resistenza e combattere con successo contro il regime di Putin». «Questi obiettivi dell’operazione sono stati raggiunti con successo», ha aggiunto il gruppo.
Veicoli dei partigiani russi distrutti nella regione di Belgorod: il fermo-immagine da un video diffuso dal ministero della Difesa russi (Epa)
Ore 8:10 - Belgorod, attacco e reazione dopo il mistero dell’incursione
(di Marta Serafini, inviata) Un’operazione che, al di là del suo effettivo risultato, avrebbe gettato il Cremlino nel panico. È così che gli analisti dell’Isw, il think tank di intelligence statunitense, descrivono l’incursione nella regione di Belgorod di milizie anti Putin iniziata lunedì e finita ieri. Restano però molti punti ancora non chiari su quello che sembra essere il più grande attacco transfrontaliero condotto da territorio ucraino verso quello russo. Il bilancio, secondo il governatore della regione Vyacheslav Gladkov, è di un civile ucciso nel villaggio di confine di Kozinka e di 13 feriti, tra cui la stessa moglie del governatore. Gladkov ha avvertito gli sfollati di non tornare per il momento. E ha aggiunto che le difese aeree hanno abbattuto i droni durante la notte, danneggiando gli edifici.
Ore 08:29 - Mosca costretta a rivedere piani dopo gli attacchi a Belgorod
Gli attacchi nella regione russa di Belgorod da parte di militanti russi che combattono al fianco dell’Ucraina potrebbero costringere Mosca a schierare un maggior numero di forze lungo il confine invece che in prima linea, dove è attesa la grande controffensiva di Kiev: lo sostiene Andriy Zagorodnyuk, un ex ministro della Difesa ucraino, oggi consulente del governo di Kiev, come riporta il New York Times. Per questo, Zagorodnyuk definisce le operazioni a Belgorod una «pietra miliare» della guerra. «I russi vedranno che ci sono problemi tra i loro stessi cittadini, quindi l’idea di una Russia unificata sarà seriamente danneggiata», aggiunge. Concorda con Zagorodnyuk il capo politico dei militanti russi della legione Libertà della Russia, l’ex deputato Ilya Ponomarev: «Pensiamo che ora debbano riconsiderare la situazione e dispiegare più forze lungo il confine ucraino», ha detto Ponomarev in un’intervista al New York Times, aggiungendo che il gruppo ha catturato una decina di guardie di frontiera russe. «Gli ucraini stanno cercando di spingere i russi in diverse direzioni per aprire dei varchi - osserva l’analista del Royal United Services Institute, Neil Melvin, in un’analisi della situazione pubblicata sul sito dell’agenzia di stampa Reuters -. I russi sono costretti a inviare rinforzi».
Ore 08:40 - Drone russo su villaggio di Kharkiv, scuola in fiamme
Un attacco russo con un drone Shahad è stato compiuto oggi su un villaggio nella regione di Kharkiv ed ha lasciato «in fiamme un edificio scolastico, un centro culturale e degli uffici». Lo riferisce l’emittente statale ucraina Suspilne, citando un responsabile dell’autorità regionale.
Ore 08:47 - Sunak: l’Occidente sosterrà Kiev nella guerra per anni
Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha dichiarato a una conferenza sulla difesa a Londra che gli alleati occidentali dell’Ucraina sono pronti a sostenere il Paese nella guerra «per anni», come riferisce la stampa britannica. E ha aggiunto che la strategia della Russia di «aspettare. . . e che le persone (in Occidente) si stancheranno, si annoieranno. . . non funzionerà», riporta il Financial Times. «Ora stiamo conducendo una conversazione con gli alleati su quali accordi di sicurezza multilaterali e bilaterali a lungo termine possiamo mettere in atto con l’Ucraina», ha affermato Sunak.
Ore 08:48 - Il bilancio della guerra: ieri 400 vittime russe, il totale sale a 204.760
Lo Stato maggiore della Difesa dell’Ucraina ha riferito oggi che la Russia ha perso 204.760 soldati dall’inizio della sua guerra nel Paese, il 24 febbraio dello scorso anno. Questo numero include 400 vittime che le forze russe hanno subito nell’ultimo giorno. Secondo quanto affermato, la Russia ha anche perso 3.792 carri armati, 7.424 veicoli corazzati da combattimento, 6.146 veicoli e tank di carburante, 3.339 sistemi di artiglieria, 570 sistemi di razzi a lancio multiplo, 327 sistemi di difesa aerea, 309 aeroplani, 296 elicotteri, 2.871 droni e 18 imbarcazioni.
Ore 08:50 - Mosca: non ci sono le condizioni per una soluzione pacifica
Sarebbe prematuro parlare di una soluzione pacifica del conflitto ucraino perché non esistono attualmente i presupposti per questo scenario: lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un’intervista all’agenzia di stampa russa Tass. A chi gli chiedeva quale dei vari piani di riconciliazione, proposti da altri Paesi, sarebbe preferibile per la Russia e se Mosca ha una sua variante, Peskov ha risposto: «È troppo presto per parlarne. Non ci sono ancora i presupposti per un processo di pace, evidentemente», aggiungendo che «l’operazione militare speciale continua». Rispondendo poi alla domanda se il Cremlino è pronto a negoziare con qualcuno del governo in carica a Kiev, Peskov ha risposto: «Questo è difficilmente possibile, perché qualsiasi trattativa con la Russia è vietata (in Ucraina, ndr)».
Ore 09:07 - Kiev, dopo Belgorod nuove azioni in altre 3 regioni russe
Il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa ucraino Oleksiy Danilov ha parlato in tv di nuove azioni in tre regioni russe, dopo quelli che Mosca ha definito operazioni di sabotatori nella regione di Belgorod: «Ci saranno dei passi avanti in altre regioni di confine della Russia finché il regime criminale di Putin non porrà fine alla sua guerra contro l’Ucraina. I russi non si sentiranno al sicuro in nessun angolo della Federazione», ha detto, come riporta Unian. «Bryansk, Kursk, Voronezh e altre regioni non possono essere sicure, dato il numero di cittadini russi che sono contro il regime», ha aggiunto Danilov.
Ore 09:21 - Governatore Belgorod: ancora 9 persone in ospedale e 550 sfollati
La notte «non è trascorsa del tutto tranquilla», «ci sono stati numerosi attacchi con droni»: a scriverlo su Telegram è stato Vyacheslav Gladkov, governatore della regione russa di Belgorod, facendo il punto sulla situazione dopo l’incursione di lunedì. «La maggior parte dei sistemi di difesa aerea ha resistito, ma ci sono danni a Belgorod: automobili, case private, uffici. La cosa più importante è che non ci siano vittime». «Un gasdotto è stato danneggiato nel distretto di Grayvoron», scrive ancora. «È in corso un piccolo incendio. È inoltre in fase di ripristino la rete elettrica danneggiata durante l’incursione del gruppo di sabotaggio e ricognizione. Tutti i lavori per ripristinare l’alimentazione nel distretto di Grayvoron saranno completati oggi. Successivamente, riprenderanno l’approvvigionamento idrico e le comunicazioni cellulari». Inoltre «ci sono nove persone negli ospedali: tre persone sono in terapia intensiva in gravi condizioni. Ci sono più di 550 persone nei centri di accoglienza temporanea. Spero anche che non appena le forze dell’ordine lo permetteranno, possiate tornare alle vostre case», conclude Gladkov, secondo quanto riporta il `Guardian´.
Ore 09:32 - Pechino: collaborazione con Mosca verso un nuovo livello
La Cina è disposta a lavorare con la Russia per promuovere la cooperazione pragmatica tra i due Paesi in vari campi e portarla a un «nuovo livello»: lo ha detto il premier cinese, Li Qiang, al primo ministro russo Mikhail Mishustin durante il loro incontro a Pechino. Lo riportano i media internazionali. La cooperazione pragmatica tra Cina e Russia ha mostrato un «buon» trend di sviluppo e anche la scala degli investimenti tra i due Paesi è in continuo miglioramento, ha aggiunto Li.
Ore 09:57 - Papa: l’Ucraina è martoriata, si soffre tanto lì, non dimentichiamoli
Il Papa, al termine dell’udienza generale, rivolge nuovamente la sua preoccupazione per l’Ucraina. «Viene tristezza a tutti per la martoriata Ucraina. Si soffre tanto lì, non dimentichiamoli. Preghiamo oggi Maria Ausiliatrice che sia vicino al popolo ucraino», le parole del Papa a braccio.
Ore 09:59 - Gb, nell’esercito russo sono peggiorati i problemi di disciplina
L’intelligence del ministero della Difesa britannico nel suo report quotidiano parla di un peggioramento dei problemi di disciplina nell’esercito russo. Secondo analisti britannici, indagini credibili di giornalisti russi indipendenti mostrano che tra gennaio e maggio 2023 i tribunali militari russi hanno affrontato 1.053 casi di assenza non autorizzata del personale militare, più che in tutto il 2022. L’esercito russo ha cercato di mantenere la disciplina nei suoi ranghi durante la guerra in Ucraina, ma dopo la mobilitazione forzata dei riservisti dall’ottobre 2022, molto probabilmente questo problema è peggiorato. I dati del tribunale mostrano che la maggior parte di coloro che sono stati giudicati colpevoli di assenteismo sono ora in libertà vigilata, il che significa che potrebbero essere ridistribuiti nella zona di guerra in Ucraina. «Gli sforzi della Russia per migliorare la disciplina si concentrano sulla punizione dei trasgressori e sull’incoraggiamento del fervore patriottico piuttosto che affrontare le cause profonde della frustrazione dei soldati», hanno affermato gli analisti britannici.
Ore 10:18 - «Nessun combattente ucraino è entrato in territorio russo»
Durante l’operazione nella regione russa di Belgorod, nessun combattente ucraino è entrato nel territorio della Russia: lo riporta il New York Times, che cita un alto funzionario ucraino. Secondo il funzionario, che ha voluto mantenere l’anonimato, l’esercito ucraino fornisce sostegno ai combattenti e sta proteggendo il confine dell’Ucraina in caso di un contrattacco russo. La fonte ha poi affermato che nessun combattente ucraino è entrato in territorio russo.
Ore 10:31 - Lavrov: «L’espansione della Nato è simile alle politiche hitleriane»
L’attuale espansione della Nato è guidata dalle stesse ambizioni delle politiche hitleriane: lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, in occasione di un incontro internazionale di alti rappresentanti per le questioni di sicurezza. Lo riporta la Tass. «In effetti, l’espansione sconsiderata della Nato riflette le stesse idee di quelle che guidavano la politica della “Drang nach Osten” (Spinta verso l’est) di (Adolf) Hitler», ha affermato Lavrov.
Ore 10:48 - Isw: Kiev non riferisce di battaglie a Bakhmut, forse successi della Wagner
«Nel suo rapporto di ieri alle 18, lo stato maggiore ucraino non ha riferito di combattimenti nella città di Bakhmut per la prima volta dal dicembre 2022». Lo scrive il think tank statunitense Institute for the study of war (Isw), sottolineando che questo «suggerisce che le forze del gruppo Wagner potrebbero aver compiuto ulteriori progressi all’interno della città». Anche nell’aggiornamento di stamattina, lo stato maggiore di Kiev non fa riferimento a battaglie per la città.
Ore 10:56 - Chiuso per ore il ponte di Crimea per esercitazioni
Il ponte di Crimea è stato chiuso per diverse ore a causa delle esercitazioni che si stanno svolgendo in quell’area: lo ha dichiarato il capo della Crimea Sergey Aksyonov sul suo canale Telegram, come riporta la Tass. «Il traffico sarà ripristinato tra alcune ore», ha dichiarato.
Ore 11:14 - La Polonia verso l’acquisto di sottomarini nel 2023
La Polonia intende avviare quest’anno un programma di acquisto di sottomarini: lo ha reso noto il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak, come riportano i media internazionali. Varsavia ha aumentato le spese militari dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con l’impegno di raddoppiare le dimensioni dell’esercito e spendere il 4% del pil per la difesa nel 2023.
Ore 11:15 - Xi riceve il primo ministro russo Mishustin a Pechino
Il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato oggi il primo ministro russo Mikhail Mishustin a Pechino, circa due mesi dopo la visita compiuta a Mosca. «Porti i miei saluti sinceri al mio buon amico Vladimir Putin», ha detto Xi a Mishustin, secondo quanto riferisce l’agenzia russa Tass.
Ore 11:28 - Zelensky: «Vogliamo la pace per la generazione dei nostri figli»
«La pace della generazione dei nostri genitori è quella ereditata da coloro che hanno sconfitto la penultima grande aggressione in Europa. E la pace della generazione dei nostri figli è la pace che stiamo conquistando proprio ora nella lotta contro l’ultima aggressione in Europa»: lo scrive su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 11:30 - Denti di drago e trincee: lo «scudo» russo per rallentare la controffensiva ucraina
(di Marta Serafini, inviata a Kherson) La nuova arma di Mosca contro Kiev sono i denti di drago. Mentre l’Ucraina prepara la controffensiva, la Russia ha fortificato le sue posizioni lungo la linea del fronte per quasi 1.000 km. Le immagini satellitari esaminate e analizzate da esperti militari hanno rivelato una rete di fossati anticarro, labirinti di trincee, barricate di cemento chiamati «denti di drago», cavalli di frisa e campi minati. Costruito in ferro e calcestruzzo, la cui forma è particolarmente efficace per arrestare l’avanzata di carri armati, il dente di drago viene usato a partire dalla Seconda guerra mondiale.
Ore 11:42 - Cina e Russia, cos’è il «nuovo livello» di collaborazione
(di Guido Santevecchi) Il G7 ha appena mandato moniti alla Russia e alla Cina: accogliendo al vertice di Hiroshima l’ucraino Zelensky e condannando la strategia di «coercizione economica» (qui la spiegazione del termine) di Xi Jinping e la sua ambizione di mettere le mani su Taiwan. La risposta arriva da Pechino, dove il primo ministro russo Mikhail Mishustin è sbarcato portandosi al seguito un battaglione di 1.200 imprenditori in cerca di affari per sfuggire alle sanzioni occidentali. Subito, la diplomazia sino-russa ha creato un nuovo slogan, dopo quello sulla «collaborazione senza limiti» lanciato da Xi e Putin l’anno scorso (alla vigilia dell’invasione dell’Ucraina).
Ore 11:50 - Autorità russe: «Il ponte di Crimea è stato riaperto»
Il ponte di Crimea è stato riaperto dopo la chiusura per diverse ore per «esercitazioni» (vedi notizia delle 10.56). Lo ha reso noto un funzionario dell'amministrazione russa della Crimea, come riporta il Guardian.
Ore 12:01 - Mosca: «Gli F-16 saranno un obiettivo legittimo»
Gli F-16 saranno per la Russia un obiettivo legittimo quando verranno consegnati all'Ucraina. Lo afferma il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov, secondo quanto riporta Ria Novosti.
Ore 12:13 - Zakharova: «L'Occidente sta attuando la pulizia etnica»
Ci sono tutti i segnali che l'Occidente stia attuando una pulizia etnica degli ucraini sul territorio dell'Ucraina. È l'accusa della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, secondo quanto riporta Ria Novosti. «In Ucraina, l'attività mercenaria sta crescendo in modo esuberante. Per la partecipazione alle ostilità come parte delle forze armate dell'Ucraina, i mercenari polacchi vengono ricompensati con appezzamenti di terreno gratuiti nella parte occidentale del Paese, nelle regioni di Volyn, Lvov e Transcarpazia. La legislazione ucraina prevede ora prestiti agevolati, la costruzione di case per le famiglie dei mercenari morti a spese dei contribuenti ucraini... Ci sono tutti i segni che l'Occidente sta attuando una vera e propria pulizia etnica degli ucraini sul territorio dell'Ucraina, perché non ci può essere altra descrizione o definizione per una tale catastrofe che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. I curatori occidentali stanno facendo di tutto per distruggere completamente gli ucraini come popolo, come comunità», ha detto Zakharova durante un briefing. Aggiungendo: «Per la partecipazione al conflitto militare, in cui i cittadini ucraini stanno morendo, a questi mercenari viene data la terra, è persino impossibile da capire».
Ore 12:19 - Wallace a Kiev, sul tavolo addestramento e armi
Il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov ha incontrato a Kiev il segretario alla Difesa britannico Ben Wallace per discutere dell'addestramento delle forze armate ucraine e del trasferimento a Kiev dei missili a lungo raggio Storm shadow e di altre armi. Reznikov ha dichiarato di aver discusso con Wallace la prospettiva di adesione alla Nato nel contesto del prossimo vertice dell'Alleanza a Vilnius. Il segretario alla Difesa britannico dal canto suo ha osservato: «L'Ucraina ha ricevuto i missili Storm shadow che possono essere utilizzati a lungo raggio. Si tratta di alcuni dei primi missili a lungo raggio forniti all'Ucraina dai suoi alleati».
Ore 12:39 - Mosca: «Kiev preleva di nascosto organi dai soldati morti»
Il ministero della Salute ucraino, secondo una fonte delle istituzioni mediche di Kherson che ha parlato con Ria Novosti, sta segretamente prelevando in un ospedale militare di Kherson organi dai corpi dei soldati ucraini morti, senza informare i loro familiari. «Naturalmente, le istituzioni internazionali fingono di non accorgersi di questi fatti e persino di queste informazioni», commenta la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, durante un briefing.
Ore 12:42 - Xi conferma sostegno alla Russia su «interessi fondamentali»
La Cina intende continuare la cooperazione con la Russia per «un fermo sostegno reciproco riguardo gli interessi fondamentali di entrambe le parti». Lo ha detto il presidente cinese Xi Jinping ricevendo a Pechino il primo ministro russo Mikhail Mishustin. Lo riferisce la televisione cinese ripresa dall'agenzia russa Ria Novosti.
Ore 12:59 - Mosca: «Risponderemo con fermezza ad altre incursioni»
La Russia risponderà «prontamente e con fermezza» ad eventuali altre incursioni sul suo territorio come quella avvenuta nella regione di Belgorod. Lo ha detto il ministero della Difesa citato dalla Tass, imputando l'incursione alle forze di Kiev.
Ore 13:16 - Kiev: «Mosca schiera con urgenza la fregata Makarov nel Mar Nero»
La Russia ha schierato d'urgenza la fregata Admiral Makarov nel Mar Nero, secondo il portavoce del Comando operativo meridionale ucraino Vladislav Nazarov, citato da Unian. «Pertanto, abbiamo fino a otto missili Kalibr nel Mar Nero. Prestate attenzione agli avvisi di raid aerei. Rimanete nei rifugi nelle regioni in cui è stato dichiarato», ha detto Nazarov.
Ore 13:17 - Governatore di Belgorod: «Abbattuto un drone vicino alla città»
«Il nostro sistema di difesa aerea è entrato in azione sopra la regione di Belgorod. Un drone è stato abbattuto mentre si avvicinava alla città. Secondo le prime informazioni, non ci sono vittime». È quanto afferma in un messaggio via Telegram il governatore della regione russa di Belgorod, Vyacheslav Gladkov.
Ore 13:22 - Drone americano partito da Sigonella in missione sul Mar Nero
Oggi un drone americano, identificato come RQ-4 Global Hawk, ha condotto una missione di ricognizione nel Mar Nero al largo della costa della Crimea, come riportato da Rbc-Ucraina citando il servizio Flightradar24. Il velivolo, decollato dalla base Usa di Sigonella, ha attraversato lo spazio aereo di diversi Paesi europei a un’altitudine di 18.000 metri prima di dirigere verso il Mar Nero. Il RQ-4 Global Hawk è caratterizzato da una velocità massima di volo di 575 km/h e un’autonomia di 34 ore. È interessante notare che già il 17 marzo scorso un drone dello stesso modello era stato rilevato dai radar nel Mar Nero.
L'RQ-4 Global Hawk, prodotto dalla società statunitense Northrop Grumman, può sorvegliare in un periodo di 24 ore fino a 100mila chilometri quadrati di territorio, ovvero un'area delle dimensioni della Corea del Sud o dell'Islanda. Il drone viene utilizzato come piattaforma Hale (High Altitude Long Endurance) per la raccolta di informazioni a supporto di operazioni militari in tutto il mondo. In particolare, le sue capacità di sorveglianza consentono un più preciso puntamento delle armi e una migliore protezione delle forze amiche.
Ore 13:24 - Prigozhin: «In Russia serve la legge marziale o rischiamo di f.....ci»
Il fondatore della Wagner, Evgeny Prigozhin, riconosce il rischio di una sconfitta in Ucraina. Il capo della brigata di mercenari, in un’intervista programmata ripresa oggi da The Moscow Times, ha delineato il suo piano su come prevenire la debacle. E anche da chi prende ordini e da chi no: «Amo la mia patria, obbedisco a Putin, Shoigu è inutile». Sui modelli di vita invece predilige la Corea del Nord: «La Russia ha bisogno di vivere a immagine della Corea del Nord per un certo numero di anni, chiudere tutti i confini, smetterla di essere sciocca, ritirare tutti i suoi giovani dall’estero e lavorare sodo. Così arriveremo a qualche risultato». Afferma poi che «Ora siamo in uno stato in cui possiamo semplicemente fo**ere la Russia. Pertanto, dobbiamo introdurre la legge marziale, dobbiamo annunciare nuove ondate di mobilitazione, dobbiamo trasferire tutto il possibile alla produzione di munizioni. Dobbiamo smettere di ingrassare, smettere di costruire nuove strade, nuove infrastrutture e lavorare solo per la guerra». A suo dire l’esercito russo sotto il ministro della Difesa Sergei Shoigu si è degradato. La colpa di tutto, secondo lui, è il «sistema di servilismo» costruito da Shoigu nell’esercito, e anche la riuscita riforma dell’esercito ucraino.
Ore 14:19 - Ferito alla testa comandante delle forze armate ucraine
Il comandante in capo delle Forze armate ucraine Valeriy Zaluzhny ha riportato ferite alla testa e da schegge in un attacco missilistico delle truppe russe contro un posto di comando nei pressi di Kherson, in Ucraina meridionale, all'inizio di maggio. Lo scrive Ria Novosti.
Secondo le fonti dell'agenzia di stampa russa, il generale Zaluzhny ha subito un trauma cranico e ferite multiple da schegge durante un attacco delle forze russe a un posto di comando ucraino vicino al villaggio di Posad-Pokrovskoye, nelle vicinanze di Kherson. È stato trasportato a Mykolaiv per i primi soccorsi e successivamente in elicottero all'ospedale militare di Kiev. Secondo una fonte «le condizioni del comandante in capo sono complicate da una malattia pregressa: vivrà, ma non potrà fare il suo lavoro».
Ore 14:54 - Prigozhin: «Morti oltre 20 mila miliziani della Wagner a Bakhmut»
Il gruppo Wagner ha perso oltre 20mila combattenti nella lunga battaglia per la città di Bakhmut, nell'oblast di Donetsk nell'Ucraina orientale. E il piano della Russia per «smilitarizzare» l'Ucraina non solo è fallito, ma è riuscito a «trasformare l'esercito ucraino in uno dei più potenti al mondo». Lo ha detto il capo di Wagner, Yevgeny Prigozhin, aggiungendo che circa il 20 per cento dei 50mila prigionieri russi reclutati per combattere in Ucraina sono morti. I dati dei russi morti in Ucraina sono in contrasto con quelli forniti da Mosca, secondo la quale sarebbero oltre seimila i militari morti nella guerra in Ucraina.
Ore 14:58 - Kiev: «La centrale di Zaporizhzhia usata come base militare russa»
I russi continuano a portare uomini e mezzi dentro vicino a ciascuna delle unità di potenza della centrale nucleare occupata di Zaporozhzhia che è «effettivamente utilizzata come base logistica e militare». Lo denuncia la direzione principale dell'intelligence di Kiev come riportano i media ucraini. «Nonostante i numerosi appelli dell'Aiea e dei leader mondiali, gli occupanti non riducono la loro presenza nella centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ora sul territorio delle unità di potenza n. 1, 2, 4 sono presenti in modo permanente personale russo, veicoli blindati e camion».
Ore 15:00 - Il punto militare | Mezzi americani usati nell’incursione a Belgorod: il Pentagono prende le distanze
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli incursori di Belgord avrebbero utilizzato mezzi americani per penetrare in territorio russo. Le immagini arrivate dalle aree di confine mostrano infatti Humvee e blindati di produzione statunitense in mano alle milizie di estrema destra: un dettaglio non secondario che ha rafforzato la tesi di una collaborazione fra i gruppi partigiani russi e il governo di Kiev, e ha provocato la reazione immediata del Pentagono.
Ore 15:10 - Mosca annuncia il processo a 5 mercenari stranieri dal 31 maggio
In una Corte nella città russa di Rostov sul Don comincerà il 31 maggio un processo nei confronti di cinque mercenari stranieri catturati mentre combattevano con le truppe ucraine nel Donbass. Lo ha annunciato il servizio stampa della Corte militare del Distretto sud, come riporta Ria Novosti.
Ore 15:36 - Il partigiano Ponomarev: 7 villaggi sotto nostro controllo a Belgorod
«Sette villaggi sono sotto il nostro controllo.. che si estende lungo 40 km di territorio russo». Raggiunto dal Washington Post, l'ex deputato russo Ilya Ponomarev, risponde così con un audio messaggio alle domande sull'incursione di lunedì nell'oblast russo di Belgorod, rivendicata dalla Legione Russia Libera e il Corpo dei Volontari Russi, che si oppongono al regime di Putin. Ponomarev, che è uno dei fondatori della Legione Russia libera, afferma che l'attacco è passato principalmente dal posto di frontiera di Kozinka fra Ucraina e Russia, nel distretto di Grayvoron, dell'oblast di Belgorod. Ma vi sono stati anche attacchi nella regione russa di Bryansk, vicino alla Bielorussia, e in un altro punto più a sud. Inoltre, afferma, è stato condotto un attacco di droni contro edifici del ministero dell'Interno e dei servizi dell'Fsb nella città di Belgorod. Il Washington Post non è in grado di verificare le informazioni di Ponomarev, così come quelle di Vyacheslav Gladkov, governatore di Belgorod, che ieri riferiva che le forze russe stavano «ripulendo l'area» dai «sabotatori ucraini». Ieri sera la Legione Russia libera affermava di trovarsi ancora in territorio russo.
Ore 15:54 - Media, esplosione a un checkpoint nella regione di Belgorod
Un'esplosione si è verificata nei pressi del checkpoint di Grayvoron, nella regione di Belgorod. Lo riferisce un corrispondente di Ria Novosti sul posto. Il fatto è avvenuto intorno alle 15.20 ora di Mosca. Al posto di blocco erano presenti i giornalisti di diversi media, nessuno dei quali è rimasto ferito. Grayvoron è una delle città teatro dell'incursione di partigiani russi.
Ore 15:56 - Arrestato in Russia il direttore di un istituto scientifico
Il direttore di un importante istituto scientifico russo è stato arrestato ad agosto in Russia con l'accusa di tradimento con altri due esperti di tecnologia missilistica ipersonica con l'accusa di aver svelato segreti alla Cina: lo rivela un'esclusiva Reuters citando sul suo sito due persone a conoscenza del caso. Alexander Shiplyuk, capo del Khristianovich Institute of Theoretical and Applied Mechanics della Siberia, è sospettato di aver consegnato materiale riservato a una conferenza in Cina nel 2017. Il 56enne si dichiara innocente e insiste che le informazioni non erano classificate ed erano liberamente disponibili online.
Ore 16:00 - Intelligence di Kiev: collaboriamo con i combattenti a Belgorod
Andriy Chernyak, un funzionario della direzione dell'intelligence militare ucraina, ha riconosciuto per la prima volta una forma di cooperazione con il Corpo dei Volontari russi e la Legione Russia Libera. Lo scrive il Financial Times online a proposito delle operazioni di sabotaggio nell'area di Belgorod. «Certo, comunichiamo con loro. Certo, condividiamo alcune informazioni. E, si potrebbe dire, collaboriamo anche con loro», ha detto Chernyak. Secondo il Ft, la fonte ha escluso qualsiasi diretto coinvolgimento delle forze ucraine negli attacchi spiegando che si tratta di un'iniziativa portata avanti da russi.
Ore 16:15 - «110 carri armati Leopard 1 in arrivo dalla Germania»
L'Ucraina riceverà presto 110 carri armati Leopard 1A5 dalla Germania: lo ha affermato l'ambasciatore ucraino a Berlino, Oleksii Makeiev, sul suo profilo di Twitter. Makeiev non ha fornito alcun dettaglio sui tempi di consegna dei mezzi corazzati.
Ore 16:47 - Kiev: «False le notizie sul ferimento di Zaluzhny»
«Bugie». Così il Centro per le comunicazioni strategiche (Spravdi) del governo ucraino ha bollato le ultime notizie diffuse dai media russi sul ferimento del comandante in capo delle Forze armate ucraine Valeriy Zaluzhny all'inizio di maggio. «Una bugia: i falsi del Cremlino hanno lanciato un altro "flash" che, a seguito di un attacco missilistico russo, il comandante Valery Zaluzhny è stato gravemente ferito», scrive il centro su Telegram, sottolineando che «è falso e di questo c'è la conferma video». Lo Spravdi ha condiviso poi un filmato che mostra l'intervento online del generale a una conferenza a Odessa il 20 maggio.
Ore 17:05 - Mosca: «Sventato attacco ucraino a una nave nel Mar Nero»
Le forze ucraine hanno cercato stamane di attaccare una nave militare russa nel Mar Nero che svolge attività di sorveglianza di due gasdotti russi verso la Turchia, ma l'operazione è stata sventata con la distruzione di tre droni marini. Lo ha detto il ministero della Difesa di Mosca. Secondo il ministero, citato dall'agenzia Ria Novosti, il tentativo di attacco è avvenuto circa 140 chilometri a nord-est del Bosforo quando i tre droni sono stati lanciati contro la nave Ivan Khurs della flotta del Mar Nero, che pattuglia le acque dove corrono i gasdotti Turks Stream e Blue Stream, nella zona di interesse economico esclusivo della Turchia.
Ore 17:10 - Putin: «Chi sostiene un mondo unipolare si spara sul piede»
«Coloro che sostengono un mondo unipolare si sparano ad un piede». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin intervenuto al secondo Forum economico euroasiatico. «Chi la pensa in questo modo - ha aggiunto il capo del Cremlino citato dall'agenzia Ria Novosti - danneggia l'economia globale e sostanzialmente si spara ad un piede, e anche nei piedi di coloro che sono ancora costretti ad obbedire ai suoi ordini».
Ore 17:39 - Prigozhin: «Abbiamo militarizzato l'Ucraina, ora è la nazione più famosa del mondo»
In una intervista a un blogger russo, il capo della Wagner, Yevgeny Progozhin, ha detto: «La guerra ha reso l'Ucraina la nazione più famosa del mondo. Paradossalmente, la Russia voleva smilitarizzare l'Ucraina, ma invece l'ha militarizzata con le migliori armi del mondo». Di conseguenza gli obiettivi dell'operazione speciale di «smilitarizzazione» e «denazificazione» sono completamente falliti.
E ancora: «Abbiamo fatto dell'Ucraina una nazione che è conosciuta da tutti in tutto il mondo. Sono come i greci o i romani nel loro periodo di massimo splendore. L'Ucraina è diventata un Paese conosciuto ovunque». Per quanto riguarda la «smilitarizzazione»: «Se l'Ucraina all'inizio dell'operazione speciale aveva 500 carri armati, ora ne ha cinquemila. Se allora erano in grado di mettere in campo 20 mila soldati, ora ne hanno 400 mila. Come abbiamo fatto? I due obiettivi chiave della guerra non solo sono falliti per la Russia, ma hanno funzionato al contrario», ha detto.
Ore 17:56 - Kiev: i russi colpiscono un asilo nido nell'oblast di Sumy
«Le forze russe hanno colpito un asilo nell'oblast di Sumy con una bomba guidata». Lo ha reso noto oggi l'amministrazione militare della regione, precisando che al momento si sta verificando se si siano o meno registrate delle vittime. Lo scrive il Kyiv Independent.
Ore 18:05 - Stoltenberg (Nato): «Troppo presto per dire quando consegneremo gli F-16»
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in conferenza stampa con il primo ministro della Lettonia, ha detto che «è troppo presto dire quando e come saranno consegnati gli F-16 all’Ucraina ma è importare iniziare l’addestramento dei piloti, poi dipenderà come evolve la guerra, che è imprevedibile per natura. Ma la decisione sugli F-16 mostra che l’Alleanza è decisa a sostenere Kiev sul lungo periodo e il fatto di avere jet moderni di quarta generazione rafforzerà comunque le capacità del Paese di difendersi da altri possibili attacchi russi».
Ore 18:15 - Ucraina: «Il Giappone ci ha fornito 100 veicoli militari»
Andriy Yermak, capo dell’ufficio presidenziale ucraino, ha annunciato su Twitter che il Giappone ha fornito a Kiev 100 veicoli militari «compresi anche camion e suv».
Ore 18:21 - I partigiani russi: «A Belgorod abbiamo perso due uomini»
«Le nostre perdite totali durante l'operazione sono state di 2 uomini uccisi e 10 feriti. In contrasto con le dichiarazioni ipocrite dei propagandisti, che non sono in grado di vincere e quindi ci dipingono con perdite enormi». È quanto affermano i `partigiani´ russi della legione Freedom for Russia sul loro canale Telegram, parlando dell'incursione che hanno condotto lunedì nella regione russa di Belgorod. La legione ha tenuto una conferenza stampa in una regione al confine con l'Ucraina.
Ore 18:22 - Mosca: «Tentato attacco di droni marittimi contro la nostra nave sul Mar Nero»
Stando a quanto riferiscono alcuni canali Telegram russi, tre droni marittimi avrebbero attaccato la nave da guerra russa Ivan Khurs. Secondo Mosca i tre droni avrebbero attaccato la nave in acque neutrali dopo che questa aveva attraversato il Bosforo. «Crediamo che i droni siano partiti da una nave civile commerciale», si legge sul canale Rybar. «L'attacco è stato respinto con successo e la nave non è stata danneggiata», sostengono dal Cremlino.
Il portavoce del ministero della Difesa di Mosca, Igor Konashenkov, ha precisato che la nave finita nel mirino è «impegnata in missioni per assicurare le operazioni dei gasdotti TurkStream e Blue Stream nella zona esclusiva economica turca».
Ore 18:45 - Kiev ringrazia la Slovacchia per l'invio di Mig
Il premier ucraino Denys Shmyhal ha annunciato su Twitter di avere «parlato con il nuovo primo ministro della Slovacchia Ludovit Odor» e di averlo «ringraziato per aver fornito» all'Ucraina «i MiG-29». I due hanno «discusso di un'ulteriore cooperazione nel campo della difesa, dell'energia e della ricostruzione, in particolare dello sviluppo della logistica e delle infrastrutture di frontiera. Apprezziamo il pieno sostegno all'Ucraina da parte del nuovo governo», conclude Shmyhal.
Ore 19:00 - Xi Jinping riceve il primo ministro russo Mishustin
Xi Jinping e il primo ministro russo Mikhail Mishustin si sono incontrati a Pechino, dove Mishustin era in visita. Durante l'incontro, il presidente cinese ha elogiato la missione di alto livello del primo ministro russo, la prima dopo l'inizio dell'invasione russa in Ucraina. Xi ha affermato che la Cina è pronta a sostenere fermamente la Russia in questioni riguardanti gli interessi fondamentali di entrambi i paesi. La cooperazione economica e diplomatica tra Cina e Russia si è intensificata negli ultimi anni e si è rafforzata ulteriormente a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina, nonostante la Cina si dichiari neutrale. Mishustin ha commentato che attualmente le relazioni tra i due paesi sono a un livello senza precedenti, caratterizzate dal mutuo rispetto degli interessi reciproci e dal desiderio di affrontare insieme le sfide internazionali e le pressioni delle sanzioni occidentali. Mishustin è accompagnato da alti funzionari, tra cui il vice-premier Alexander Novak, responsabile della diplomazia energetica, dato che la Cina è diventata uno dei principali clienti dei prodotti energetici russi. Novak ha sottolineato che nel 2023 i rifornimenti energetici della Russia verso la Cina aumenteranno del 40% rispetto all'anno precedente.
Ore 19:05 - Casa Bianca: «Inaccettabile la proroga della detenzione di Gershkovich»
Il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha definito «inaccettabile e ingiustificabile» la scelta della Russia di prorogare la detenzione del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich. Kirby sostiene che Gershkovich «deve essere rilasciato, non è un criminale, ma un giornalista, e deve tornare a casa».
Ore 19:07 - Mosca: «Un drone marittimo ucraino contro una nostra nave, sventato l'attacco»
Ore 19:16 - Stoltenberg: «Putin ha sottovalutato gli ucraini, noi non dobbiamo sottovalutare la Russia»
«Putin ha commesso l'errore di sottovalutare gli ucraini, di sottovalutare noi. E noi non dovremmo sottovalutare la Russia». Così Jens Stoltenberg (Nato) durante un incontro organizzato dal German Marshall Fund of the United States a Bruxelles. «Perché è vero - ha aggiunto - che hanno subito molte vittime. Hanno il morale basso. Hanno un'attrezzatura carente, cattiva formazione, cattiva logistica, scarsa leadership. Ma quello che manca loro in qualità, hanno cercato di compensarlo in quantità, con la massa, quindi dobbiamo essere preparati per il lungo periodo. E l'unico modo per farlo è garantire che l'Europa e il Nord America si uniscano non solo per affrontare la guerra in Ucraina, ma anche per affrontare ciò che la guerra in Ucraina rispecchia». «E cioè - ha concluso - che viviamo in un mondo molto più competitivo con grandi rivalità di potenza, inclusa l'ascesa della Cina, e finché restiamo uniti, Nord America ed Europa, siamo in grado di proteggerci a vicenda. Siamo 50% della potenza economica mondiale, il 50% della potenza militare mondiale».
Ore 19:19 - Usa: «Verifichiamo le notizie sull'utilizzo di veicoli americani a Belgorod»
L'amministrazione Biden sta indagando sulle notizie riguardanti l'utilizzo di veicoli militari statunitensi in un'incursione sul territorio russo, che Mosca attribuisce a forze sostenute dall'Ucraina. È quanto ha annunciato il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale americano, John Kirby. Kirby ha ribadito durante una conferenza stampa che Washington non approva né sostiene l'uso del proprio equipaggiamento militare in tali circostanze.
Ore 19:24 - Marine Le Pen: «Crimea parte legittima della Russia, il popolo ha espresso liberamente la sua volontà»
«La Crimea è parte legittima della Russia». Lo ha detto la leader del Rassemblement National Marine Le Pen dicendo di sostenere «pienamente il referendum» con cui la regione è stata annessa alla Russia. «Credo che il popolo della Crimea abbia espresso liberamente la propria volontà votando per il ricongiungimento con la Russia», ha affermato nel corso di un'udienza sull'interferenza straniera nell'Assemblea nazionale francese. «La Crimea è stata russa per due secoli e ucraina per 60 anni» e «i suoi abitanti si sentono parte della Russia», ha proseguito Le Pen.
Ore 19:31 - Usa: «Siamo stati chiari con Kiev, non devono utilizzare armi americane sul suolo russo»
Gli Stati Uniti sono stati «chiari con l'Ucraina» sul fatto che «le attrezzature militari americane» fornite all'esercito di Kiev «non vadano usate all'interno dei confini della Russia». Lo ha dichiarato in un briefing il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, spiegando che Washington sta esaminando le informazioni secondo le quali veicoli americani sarebbero stati utilizzati dagli ucraini in Russia. «Stiamo esaminando quei rapporti secondo cui le apparecchiature statunitensi potrebbero essere state usate», ha detto Kirby aggiungendo che «non supportiamo l'uso" di attrezzature statunitensi per questi attacchi.
Ore 19:33 - L'intelligence di Kiev: «Putin è in cima alla nostra lista, si rende conto che ci stiamo avvicinando, ma forse ha paura di essere ucciso dal suo popolo»
Putin «è in cima alla lista» degli obiettivi di Kiev. Lo ha ammesso il capo aggiunto dei servizi di intelligence del ministero della Difesa ucraino, Vadim Skibitski, in un'intervista all'emittente Welt, secondo cui il presidente russo è ben consapevole dell'intenzione di Kiev di ucciderlo. «Si sta rendendo conto che ci stiamo avvicinando a lui, ma forse ha anche paura di essere ucciso dal suo stesso popolo - sostiene Skibitski - Molte persone in Russia sostengono ancora questa "operazione speciale" ma grazie ai social media e ai controlli telefonici, sappiamo che sono morti così tanti russi che questo spaventa la gente». E tra gli obiettivi c'è anche Yevgeny Prigozhin: «La nostra priorità è eliminare coloro che ordinano ai loro uomini di attaccare». E Putin è in cima alla lista «perché coordina e decide cosa succede. Ma alla fine tutti dovranno rispondere delle loro azioni. Il capo di Stato Maggiore Valery Gerasimov e il ministro della Difesa Sergei Shoigu hanno pianificato l'attacco e ora non possono tornare indietro». Alla domanda se anche i propagandisti, gli oligarchi e i civili siano considerati degli obiettivi, Skibitsy ha risposto: «Siamo in guerra e questi sono i nostri nemici. Se una figura importante produce e finanzia armi per la Russia, allora la sua eliminazione salverebbe la vita di molti civili... Secondo le convenzioni internazionali, questo è un obiettivo legittimo».
Ore 20:30 - Podolyak: «La controffensiva è in corso da giorni»
«La controffensiva ucraina è già in corso da giorni»: lo ha dichiarato Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un'intervista al Tg1. «È una guerra intensa lungo 1500 chilometri di confine – ha aggiunto–, ma le azioni sono già partite».
Ore 21:43 - Mattarella: «Lavorare tutti per una pace giusta»
«Si avverte con forza l’esigenza di lavorare tutti, con ancor maggiore impegno, per una pace giusta, che sappia mettere a fattor comune le ragioni di una convivenza internazionale equa e ordinata, messa ora pesantemente a rischio con la ingiustificata aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, un Paese indipendente e sovrano la cui stessa vita viene messa in discussione». Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella durante il brindisi al Quirinale in onore del Presidente della Repubblica dell’Angola Joao Manuel Gonçalves Lourenco.
Ore 21:54 - Usa: i servizi segreti ucraini dietro l’attacco al Cremlino
Secondo i servizi segreti americani, l’attacco con i droni al Cremlino dello scorso 3 maggio sarebbe stato orchestrato direttamente dagli 007 ucraini. Lo riporta il New York Times.
Ore 22:27 - Dagli Usa un nuovo sistema di difesa missilistico per l'Ucraina
Nuovi aiuti militari statunitensi per l'Ucraina. Il Dipartimento di Stato americano ha infatti approvato un accordo per la vendita di un sistema avanzato di difesa missilistica terra-aria (Nasams) per un valore di 285 milioni di dollari. Lo ha reso noto il Pentagono spiegando di aver risposto a una richiesta del governo di Kiev per «aumentare la sicurezza di un Paese alleato» e così «rafforzare la stabilità politica e il progresso economico in Europa».
Ore 23:40 - Zelensky: «Lavoriamo per far volare gli F-16 il prima possibile»
«Stiamo facendo tutto il possibile per ridurre i tempi» perché i «nuovi potenti velivoli (F-16) pilotati da ucraini possano cominciare a volare nei cieli ucraini». E «il primo F-16 ucraino sarà il segnale più forte dal mondo che la Russia perderà per colpa della sua aggressione, diventando più debole e isolata»: lo ha dichiarato Volodymyr Zelensky in un discorso serale postato dal sito ufficiale della presidenza ucraina.
Ore 02:13 - Allarme antiaereo in cinque regioni dell’Ovest
Nuova notte di paura. Le sirene d’allarme antiaereo risuonano in queste ore in cinque regioni dell’Ucraina, secondo i media locali: Volinia, Ivano-Frankivsk, Leopoli, Ternopil e Chernivci.
Ore 02:49 - Ucraina: esplosioni a Kiev e in altre quattro regioni
Esplosioni vengono segnalate nella motte nella capitale Kiev e in altre quattro regioni dell’Ucraina, secondo i media locali. Oltre che nell’oblast di Kiev deflagrazioni sarebbero avvenute in quelli di Kharkiv, Leopoli, Rivne e Khmelnytskyi.
Articolo del “New York Times” – dalla rassegna stampa estera di “Epr comunicazione” il 12 maggio 2023.
A più di un anno dall'invasione di Vladimir Putin, la rete del commercio globale si è adattata alle sanzioni occidentali, con una organizzazione di intermediari che inviano automobili, prodotti elettronici e altro ancora in Russia. Scrive il NYT.
In una strada polverosa alla periferia di Dubai, Sohrab Fani sta approfittando della risposta dell'Occidente alla guerra in Ucraina: il suo negozio installa riscaldatori per sedili nelle auto che vengono riesportate in Russia.
Dodicimila cuscinetti riscaldanti hanno languito nel suo magazzino per anni, ha detto, fino a quando l'invasione della Russia e le conseguenti sanzioni occidentali hanno allontanato le case automobilistiche americane, europee e giapponesi dal mercato russo. Ora i russi importano le auto via Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, e poiché le auto spedite in Medio Oriente tendono a essere costruite per i climi caldi, i negozi di accessori come quello del signor Fani fanno affari d'oro equipaggiandole per il clima invernale.
"Quando sono arrivati i russi, li ho esauriti", ha detto il signor Fani, che ha ordinato altre migliaia di imbottiture per il riscaldamento dei sedili. "In Russia ci sono le sanzioni. Qui non ci sono. Qui si fanno affari".
A più di un anno dall'invasione dell'Ucraina, le sanzioni occidentali hanno danneggiato l'economia russa, ma non l'hanno paralizzata. La rete del commercio globale si è adattata, permettendo al leader russo di mantenere in gran parte una promessa fondamentale: che la guerra non avrebbe interrotto drasticamente lo stile di vita delle élite russe.
La Russia continua a importare merci occidentali ambite, grazie a una rete globale di intermediari.
A Mosca, gli ultimi iPhone sono disponibili per la consegna in giornata a un prezzo inferiore a quello al dettaglio in Europa. Nei grandi magazzini si trovano ancora Gucci, Prada e Burberry. I siti di vendita di auto elencano nuove Land Rover, Audi e BMW.
L'anno scorso quasi tutti i principali marchi occidentali di elettronica, automobili e beni di lusso hanno annunciato il ritiro dalla Russia. Non tutti i loro prodotti violano tecnicamente le sanzioni, ma il commercio con la Russia è diventato molto difficile di fronte all'indignazione dell'opinione pubblica, alle pressioni dei dipendenti e alle restrizioni sulle esportazioni di semiconduttori e sulle transazioni finanziarie.
Tuttavia, la domanda russa di articoli di lusso rimane forte e i commercianti di Dubai e di altri Paesi la soddisfano.
"Le persone ricche restano sempre ricche", ha dichiarato Ecaterina Condratiuc, direttore delle comunicazioni di un autosalone di lusso di Dubai che ha recentemente spedito una Porsche Cayenne Turbo GT da 300.000 dollari a un concessionario russo. La guerra, ha aggiunto, "non li ha toccati".
A Dubai, gli acquirenti si aggirano per gli showroom di un vasto mercato automobilistico, contrattando per le auto occidentali - il Dodge Ram è uno dei preferiti di recente - da acquistare in contanti e spedire in Russia. Alcuni sono russi facoltosi che acquistano veicoli per se stessi, o piccoli imprenditori che cercano di rivendere le auto per fare soldi facili.
In altri casi, le concessionarie russe, avendo perso le affiliazioni ufficiali con i marchi occidentali, stanno organizzando le proprie importazioni, a volte di centinaia di auto alla volta.
La società di analisi russa Autostat ha riferito che tali importazioni indirette hanno rappresentato il 12% delle 626.300 autovetture nuove vendute in Russia nel 2022.
Anche l'elettronica percorre strade tortuose per raggiungere il mercato russo. Nel vecchio quartiere commerciale di Dubai, Deira, i grossisti di elettronica si sono affannati a reclutare personale che parla russo.
"È una cosa segreta", ha detto il proprietario di Bright Zone International General Trading L.L.C., a pochi metri da un grossista di extension per capelli. "La concorrenza è molto dura in questo momento per la Russia".
Il proprietario, che ha chiesto di essere identificato solo con il suo cognome, Tura, ha detto che l'anno scorso ha spedito in Russia centinaia di smartphone e computer portatili in vista delle festività natalizie. Un potenziale acquirente voleva un preventivo per 15.000 iPhone, ha detto il signor Tura, ma a quanto pare ha trovato un affare migliore altrove.
In un altro negozio di elettronica nelle vicinanze, un venditore afghano, Abdullah Ahmadzai, ha detto di essere arrivato a Dubai meno di un anno prima e di aver imparato abbastanza russo da poter negoziare con i suoi clienti russofoni. Dall'altra parte della strada, un uomo proveniente dal Tagikistan, un'ex repubblica sovietica, ha detto che lui e il suo collega hanno trovato rapidamente lavoro in un negozio che vende telefoni, computer portatili e droni.
"Tutti i negozi qui cercano persone che parlano russo", ha detto. "Siamo stati fortunati".
Dopo che molte aziende occidentali hanno abbandonato la Russia, il governo di Putin ha incoraggiato le importazioni non autorizzate dei loro prodotti da altri Paesi. Il ministero del commercio russo ha pubblicato un elenco di decine di aziende i cui prodotti potevano essere importati senza il consenso dei produttori, tra cui Apple, Audi, Volvo e Yamaha.
"Chiunque voglia importare qualsiasi bene di lusso potrà farlo", ha promesso Putin lo scorso maggio.
Un rapporto russo ha stimato che queste "importazioni parallele" di computer portatili, tablet e smartphone hanno totalizzato 1,5 miliardi di dollari l'anno scorso. Allo stesso tempo, auto ed elettronica cinesi si sono riversate sul mercato russo.
"Puoi portare qui tutto quello che vuoi, purché tu abbia i soldi", ha detto Pyotr Bakanov, un giornalista del settore auto con sede a Mosca. "Tutti quelli che non sono pigri portano qui le auto".
Le nuove rotte commerciali passano in gran parte attraverso Paesi che hanno relazioni amichevoli con Mosca. Analisti e funzionari occidentali hanno indicato la Turchia, la Cina e le ex repubbliche sovietiche come l'Armenia e il Kazakistan come Paesi che stanno reindirizzando le merci occidentali verso la Russia.
Secondo loro, il Cremlino sta approfittando di queste importazioni non solo per tranquillizzare una popolazione abituata a telefoni e automobili straniere, ma anche per procurarsi microchip per le armi utilizzate contro l'Ucraina.
Bakanov, come altri blogger e giornalisti russi che si occupano di auto, è entrato lui stesso nel giro: pubblica annunci sull'app di messaggistica Telegram, offrendo di importare auto "su ordinazione da qualsiasi parte del mondo".
Ha detto che anche i pezzi di ricambio per auto straniere arrivano attraverso l'importazione parallela - alcuni sono ora disponibili in Russia a prezzi più bassi rispetto a prima della guerra, quando quei pezzi erano venduti da rivenditori autorizzati che applicavano premi elevati.
Gli espedienti sono diventati così diffusi che le pubblicazioni automobilistiche russe pubblicano regolarmente recensioni di auto prodotte per i mercati esteri. La console multimediale della Toyota Camry prodotta per la Cina funziona solo in cinese, ha avvertito un popolare sito web di auto a febbraio; il recensore ha suggerito di tenere un'applicazione di traduzione per smartphone davanti al display.
Nel mercato automobilistico di Dubai, una sera di marzo, Sergei Kashkarov si è seduto sul sedile del passeggero di una Toyota grigia parcheggiata, negoziando il suo ultimo affare: l'invio di sei auto Mitsubishi a un concessionario della città siberiana di Novosibirsk tramite traghetto e camion, passando per l'Iran e il Kazakistan. Kashkarov si è trasferito a Dubai dalla Siberia nel 2021 e, dopo l'invasione, si è affermato come intermediario mettendo in contatto i concessionari di auto russi con i fornitori di Dubai.
"Ho un sacco di lavoro", ha detto. "Non mi lamento affatto".
I nuovi schemi commerciali si manifestano nelle statistiche internazionali: le esportazioni di auto dall'Unione Europea alla Russia, ad esempio, sono scese a circa 1 miliardo di euro nel 2022, da 5 miliardi di euro nel 2021.
Ma le esportazioni dell'Unione Europea verso il Kazakistan sono quasi quadruplicate, superando i 700 milioni di euro, e quelle verso gli Emirati sono aumentate del 40%, raggiungendo i 2,4 miliardi di euro. L'Armenia riferisce che le sue importazioni di auto sono più che quintuplicate, raggiungendo i 712 milioni di dollari l'anno scorso.
Le aziende automobilistiche occidentali in genere negano di sapere che le loro auto siano destinate alla Russia in quantità significative, o che ci sia un picco di vendite negli Emirati.
"Non abbiamo visto nulla di tutto ciò", ha dichiarato Jim Rowan, amministratore delegato della Volvo.
Paul Jacobson, direttore finanziario della General Motors, ha detto: "Non sono a conoscenza di nulla che vada in Russia".
Le case automobilistiche avrebbero difficoltà a tracciare le vendite di veicoli attraverso gli intermediari, dicono i funzionari dell'industria. Inoltre, i funzionari statunitensi responsabili dell'applicazione delle restrizioni si sono concentrati maggiormente sui beni che possono essere utilizzati per scopi militari.
Gli Emirati Arabi Uniti sono stati identificati come "Paese di attenzione" dai funzionari statunitensi per il loro ruolo di hub per i prodotti spediti in Russia in violazione delle sanzioni. I prodotti elettronici sono particolarmente preoccupanti, secondo i funzionari, perché i loro chip possono essere riutilizzati per uso militare.
"Gli Emirati Arabi Uniti hanno adottato misure rigorose che regolano i permessi di importazione e di esportazione per i materiali a duplice uso, al fine di prevenire il loro sfruttamento per scopi militari", ha dichiarato un funzionario emiratino.
Mentre si trovava al mercato dell'auto di Dubai, un gruppo di tre uomini ha detto di dividere il proprio tempo tra la Russia e l'Armenia. Si sono rifiutati di dire cosa facessero per vivere, ma hanno descritto l'importazione e la rivendita di auto come un'attività secondaria redditizia; uno ha detto di aver comprato circa 100 auto nell'ultimo anno.
"Dubai è una città tre in uno", ha detto un uomo che si chiama Aik. "Vai in vacanza, compri un'auto per te e ne compri altre da rivendere".
Articolo del “Financial Times” – dalla rassegna stampa estera di “Epr comunicazione” l'11 maggio 2023.
I funzionari occidentali ritengono che la nazione abbia dirottato le esportazioni sensibili oggetto delle sanzioni
Più di un miliardo di dollari di esportazioni dell'UE, oggetto di sanzioni, sono scomparsi durante il transito verso i partner economici della Russia, un flusso di "commercio fantasma" che i funzionari occidentali ritengono abbia contribuito a sostenere l'economia di guerra di Vladimir Putin. Scrive il Financial Times.
I dati pubblici analizzati dal Financial Times hanno rilevato che solo circa la metà di un campione di 2 miliardi di dollari di prodotti controllati "a doppio uso" spediti dall'UE ha effettivamente raggiunto le destinazioni dichiarate in Kazakistan, Kirghizistan e Armenia.
Questi beni, ritenuti dall'UE potenzialmente utilizzabili dai servizi militari o di intelligence e soggetti a controlli sulle esportazioni, potrebbero essere entrati in Russia direttamente dall'UE con la scusa di essere solo di passaggio.
Una quota sproporzionata delle esportazioni fantasma, che non hanno mai raggiunto la loro destinazione ufficiale, ha lasciato l'UE dai Paesi baltici confinanti con la Russia e la Bielorussia.
Gli articoli sono stati spediti nel 2022, dopo l'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte della Russia, quando il delicato commercio dell'UE con Kazakistan, Kirghizistan e Armenia - tre Stati ex-sovietici ora in unione economica con la Russia - è salito a livelli senza precedenti.
La mancata corrispondenza dei registri suggerisce che la Russia ha eluso le sanzioni a tappeto inserendo nelle dichiarazioni doganali dell'UE destinazioni false da parte di intermediari, agenti o fornitori. Questa tecnica ha aiutato Mosca a mantenere l'accesso a prodotti europei cruciali, tra cui componenti per aerei, apparecchiature ottiche e turbine a gas.
"Dove altro potrebbe andare?", ha chiesto Erki Kodar, ministro estone per le sanzioni. "Perché quei Paesi dovrebbero improvvisamente avere bisogno di quei beni in questo momento? Chi ha più bisogno di questi beni nella regione? Ovviamente la Russia".
Per alcune categorie specifiche di beni - tra cui turbine a gas, saldatrici e apparecchiature per la radiodiffusione - quasi nessuno degli articoli inviati dall'UE sembra aver raggiunto le destinazioni previste, secondo i dati sulle importazioni.
Questo commercio mancante sottolinea la complessità degli sforzi per chiudere l'accesso della Russia ai beni sensibili, anche quando questi sono soggetti a restrizioni concertate dai Paesi del G7.
"Alcune discrepanze nelle statistiche degli specchi commerciali globali non sono insolite, ma questo va oltre i tipici errori minori", ha dichiarato Elina Ribakova, senior fellow del Peterson Institute for International Economics.
"Ci sono voluti quasi dieci anni e molte multe multimiliardarie perché il settore finanziario iniziasse a prestare attenzione alle sanzioni. Perché le aziende dovrebbero essere diverse con i controlli sulle esportazioni?".
Gli sforzi occidentali per inasprire le sanzioni si sono in gran parte concentrati sulle scappatoie della riesportazione, quando le merci raggiungono la Russia attraverso un Paese terzo. L'analisi del FT suggerisce che anche il commercio fantasma, in cui gli articoli scompaiono durante il transito e non arrivano mai a destinazione, ha potenzialmente rappresentato una grande stampella economica per la Russia.
A febbraio, l'UE ha vietato il transito in Russia dei beni a duplice uso, il che significa che non possono entrare in Russia direttamente dall'UE, anche se in ultima analisi sono destinati a un altro Paese.
Ma i funzionari degli Stati baltici temono che il divieto non sia sufficiente ad arginare il flusso e stanno cercando di fermare il contrabbando a livello nazionale.
La Lituania ha spinto per restrizioni più severe su una gamma più ampia di beni a duplice uso e sensibili, in particolare tecnologie avanzate e parti dell'aviazione, e vuole impedire che le merci vietate vengano inviate alla Bielorussia, alleata della Russia. I ministri hanno anche iniziato a studiare misure nazionali per impedire che alcuni prodotti lascino la Lituania.
Gabrielius Landsbergis, ministro degli Esteri lituano, ha dichiarato che l'UE avrà bisogno di molta "volontà politica" per adottare le misure necessarie ad applicare il regime di sanzioni contro i Paesi o le aziende non conformi. "Siamo pronti ad adottare misure nazionali per assicurarci che le tecnologie sensibili non appaiano sul campo di battaglia", ha dichiarato.
Gli estoni hanno anche appoggiato un divieto completo di transito per i prodotti che lasciano l'UE, che copra non solo i beni a doppio uso, ma anche altre categorie di beni soggetti a sanzioni e restrizioni. "La questione è se sia meglio avere un divieto totale di transito - con eccezioni umanitarie. È più facile implementare un divieto totale che un elenco aperto che continua a crescere", ha aggiunto Kodar.
La cifra reale del probabile flusso di importazioni fantasma della Russia è significativamente più alta, poiché il miliardo di dollari si riferisce solo a un campione di beni soggetti a restrizioni che il FT è riuscito a confrontare con i dati dei flussi commerciali internazionali.
Considerando tutti gli scambi commerciali dell'UE nell'anno successivo all'inizio della guerra in Ucraina, il divario tra le statistiche dell'UE e del Kazakistan implica che 2,9 miliardi di dollari di scambi commerciali sono scomparsi tra i due Paesi.
Nel 2021, l'ultimo anno solare completo prima dell'invasione su larga scala dell'Ucraina, la cifra equivalente era di 450 milioni di dollari. L'analisi del FT conferma anche che i prodotti soggetti a restrizioni hanno molte più probabilità di diventare esportazioni fantasma rispetto ad altri.
Heli Simola, economista senior presso l'Istituto per le Economie Emergenti della Banca di Finlandia, ha dichiarato: "Questi dati speculari [corrispondenza tra i registri delle esportazioni e delle importazioni] non sono mai identici, ma le discrepanze e l'improvvisa impennata ci dicono che c'è qualcosa. Ci sono esportazioni reali verso il Kazakistan. Ma in alcuni casi è chiaro che si tratta di evasione delle sanzioni".
Nessuno dei dati è completo. Il Kirghizistan ha pubblicato solo i dati commerciali fino all'ottobre 2022. La maggior parte dei dati degli altri Paesi arriva solo fino a dicembre.
Le cifre citate dal FT non includono il flusso separato e consistente di merci che sembrano arrivare in Kazakistan e poi essere riesportate in Russia.
L'aumento delle merci controllate dall'UE con il Kazakistan come destinazione è ora sufficiente a compensare circa il 40% del calo delle esportazioni verso la Russia e la Bielorussia dopo l'imposizione di sanzioni all'inizio della guerra.
I dati indicano possibili problemi a lungo termine legati all'abuso delle regole di transito. La Russia è stata soggetta a sanzioni da quando ha conquistato il territorio ucraino nel 2014, creando un incentivo per il Paese a utilizzare l'esenzione dal transito per aggirare le regole.
Nei 13 mesi precedenti la guerra, la Lituania ha dichiarato di aver inviato al Kazakistan 28 milioni di dollari di beni a duplice uso statisticamente tracciabili, mentre i kazaki hanno dichiarato di averne ricevuti solo 9 milioni.
L'invasione su larga scala del 2022 ha aumentato in modo significativo le dimensioni dei flussi e il divario delle importazioni. Nei 13 mesi successivi all'inizio della guerra, i dati della Lituania mostrano che la Lituania ha inviato 84 milioni di dollari di tali beni al Kazakistan, che ha riferito di averne ricevuti solo 11 milioni; ciò significa che le esportazioni dichiarate verso il Paese sono aumentate di 56 milioni di dollari nel periodo, ma le importazioni dichiarate sono aumentate di soli 2 milioni di dollari.
Il governo kazako ha recentemente adottato misure contro la riesportazione di merci in Russia. "Per una questione di principio, come governo non abbiamo aderito alle sanzioni, ma stiamo facendo del nostro meglio per proteggere la nostra economia dalle loro conseguenze indesiderate", ha dichiarato un alto funzionario kazako.
"Ciò significa che stiamo adottando misure per impedire l'uso del nostro territorio per aggirare le sanzioni. E su questo manteniamo un dialogo regolare e franco con i nostri partner".
Quell'enorme cantiere da 750 miliardi di dollari. Seicento nostre aziende pronte per gli appalti. Tutto il mondo guarda agli affari del dopo guerra, con l’incognita dei tempi All’Italia assegnata la zona di Donetsk: la più complicata. Una scommessa. Gian Micalessin il 27 Aprile 2023 su Il Giornale.
Se la guerra è un affare la ricostruzione lo è ancor di più. Dopo 40 anni e passa di missioni internazionali condotte con efficacia sul piano militare e della sicurezza, ma fallimentari dal punto di vista politico ed economico (Afghanistan, Libano e Iraq insegnano) il nostro governo è intenzionato a garantirsi un posto al sole nella ricostruzione dell’Ucraina. L’affare, se e quando la guerra finirà, non è da poco. Un rapporto pubblicato a marzo della Banca Mondiale stima in 411 miliardi di dollari il costo di un nuovo Piano Marshall per Kiev. Mala grande incognita è la conclusione delle ostilità.
Al momento non sono in vista né un cessate il fuoco, né - tantomeno una pace duratura. Dunque l’unica certezza è l’esponenziale crescita dei danni. Non a caso la stima della Banca Mondiale è già rincarata di 62 miliardi rispetto ai 349 ipotizzati a settembre. E molti osservatori internazionali stimano un costo finale di 750 miliardi. Quanto basta per trasformare l’Ucraina del dopo-guerra nel più grande cantiere del mondo.
Dunque nonostante i progetti messi sulla carta oggi rischino di rivelarsi, alla fine, irrealizzabili, o superati, è comunque importante garantirsi un posto a tavola. Ed è questo l’obbiettivo della conferenza bilaterale per la ricostruzione apertasi ieri a Roma.
Una conferenza a cui partecipano 600 aziende italiane e 200 ucraine e registra la presenza delle principali autorità dei due paesi, dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Denys Shmyhal e Dmytro Kuleba rispettivamente premier e ministro degli esteri di Kiev.
Ovviamente l’Italia non è la sola ad aver compreso l’importanza della scommessa. Già lo scorso agosto il presidente turco Recep Tayyp Erdogan spiazzò tutti sbandierando un memorandum sulla ricostruzione firmato durante il vertice di Leopoli. A dicembre Emmanuel Macron rispose con una conferenza allargata a 700 aziende francesi in cui oltre a offrire garanzie statali a chi investiva in Ucraina annunciò contratti per 100 milioni di euro per la fornitura di ponti galleggianti, infrastrutture ferroviarie e sementi agricole. La Germania invece ha approfittato del Recovery Construction Forum, svoltosi a febbraio a Varsavia, per annunciare la creazione di un fondo di garanzia sugli investimenti e importanti interventi nel settore del cemento.
L’Italia nel suo piccolo si era messa in moto già a giugno 2022 quando Confindustria e governo ucraino siglarono un memorandum «per ricostruire l’economia... ripristinare le infrastrutture... attrarre investimenti e intensificare la cooperazione economica e industriale». Intese seguite a gennaio dalla visita a Kiev del ministro dell’Impresa Adolfo Urso e dall’inaugurazione presso la nostra ambasciata di un ufficio di Confindustria per agevolare gli interventi delle nostre aziende. L’attivismo del governo sconta però i ristretti e complessi ambiti territoriali riservati all’Italia da quella Conferenza di Lugano che a luglio 2022 ha definito le zone d’intervento assegnando a Italia e Polonia la ricostruzione dell’oblast di Donetsk. Una scommessa non da poco per il nostro paese. Cuore assieme al Lugansk della presenza filo-russa la regione è al centro dei combattimenti fin dal 2104 quando votò per la secessione da Kiev. Una secessione seguita lo scorso 31 settembre all’annessione a Mosca. Proprio per questo la partecipazione dell’Italia alla ricostruzione e le sue dimensioni restano ad oggi difficilmente quantificabili. Se un ipotetico cessate il fuoco fotografasse l’attuale situazione bellica l’«oblast» resterebbe una regione divisa e contesa con il capoluogo Donetsk e il 60 per cento dei territori in mano a Mosca e il 40 per cento, tra cui le città di Sloviansk e Kramatosk, in quelle di Kiev. Ma ovviamente da qui alla fine del conflitto tutto può cambiare. Anche perché, come insegnava Alberto Sordi, «Finché c’è guerra c’è speranza...».
Ricostruire l'Ucraina, la Mermec di Monopoli risanerà le linee ferroviarie. Pertosa firma un memorandum con l’azienda statale Ukrzaliznycja. CHIARA MUNAFÒ il 27 Aprile 2023 su La Gazzetta del Mezzogiorno
Il viaggio di Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz in treno verso Kiev, lo scorso giugno, rende bene il ruolo delle ferrovie per l’Ucraina e per il suo legame con l’Unione europea. Un ambito strategico nella cooperazione dell’Italia nel Paese, che ha visto la firma di due accordi in materia di tecnologia ferroviaria per l’azienda Mermec, durante la Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina che si è svolta a Roma.
Il presidente di «Angel» Holding, Vito Pertosa, che guida il gruppo a cui fa capo Mermec, parla dell’appuntamento romano come «un giorno importante, e una buona iniziativa del governo in competizione con quelle di altri paesi europei». Non è però un punto di inizio per l’azienda, che ha preso contatti con Kiev un anno e mezzo fa, subito dopo l’invasione russa.
L’accordo firmato con le Ferrovie nazionali ucraine Ukrzaliznycja è un memorandum of understanding che ha come obiettivo l’implementazione di progetti congiunti per sviluppare nuove tecnologie, anche con standard europei, per la sicurezza delle infrastrutture, in grado di consentire i collegamenti di persone e merci all’interno del Paese e con gli Stati UE confinanti. «E permettere loro di affrancarsi dalla Russia», spiega Pertosa. L’altra intesa è stata sottoscritta con un altro partner del settore ucraino.
Si può iniziare da subito, a giudizio del presidente di Angel Holding, a lavorare in sicurezza con le attività di monitoraggio e formazione, nelle zone non interessate del conflitto, altri interventi sullo scartamento, per esempio, richiederanno tempi più lunghi.
Queste attività, al di là del valore economico ancora da definire, «sono importanti per mettere per primi il cappello sulla sedia e trascinare tutta la filiera», secondo Pertosa che ritiene «cruciale prima di tutto iniziare delle attività nei settori strategici e fare degli accordi solidi che rendano un pò difficile la vita ai nostri competitor».
Il Gruppo Mermec, fondato a Monopoli, in provincia di Bari, è presente in oltre 70 Paesi. È un innovatore di punta, specializzato nella progettazione e sviluppo di soluzioni integrate per la diagnostica, il segnalamento e la manutenzione predittiva delle infrastrutture ferroviarie, metropolitane e tramviarie.[Ansa]
Ricostruire l’Ucraina. Oggi c’è la conferenza peccato che manchi la pace. Giovanni Vasso su L'Identità il 26 Aprile 2023
Si vis pacem, parafrasando l’abusatissima massima del semisconosciuto latino Vegezio, para la conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina. Il dopoguerra inizia oggi. Almeno è questa la speranza. A Roma, mille imprese insieme al ministro Adolfo Urso, si incontreranno per parlare della ricostruzione in Ucraina. La conferenza punta a rafforzare il rapporto commerciale tra l’Italia e Kiev che, già prima della guerra, era molto solido. Per il governo italiano, la ricostruzione dell’Ucraina è un obiettivo importante, naturale conseguenza dell’impegno deciso, costoso e senza tentennamenti alla causa di Kiev. Un impegno che, come noto, si è tradotto nell’esportazione e nella fornitura di armi e sistemi di difesa alle forze armate ucraine, nella rottura dei rapporti commerciali con la Russia e nell’applicazione delle sanzioni internazionali ai danni di Mosca.
Il ministro Adolfo Urso ha presentato la conferenza partendo dal principio. Intervistato dal Corriere della Sera, Urso ha ricordato che “eravamo già il terzo partner commerciale globale dell’Ucraina, leader in settori significativi”. Una premessa che porterebbe, per il ministro alle imprese e Made in Italy, a una considerazione: “E’ doveroso nei confronti di quel popolo il meeting sulla ricostruzione, dobbiamo dare la speranza della pace”. I negoziati internazionali segnano il passo e le trattative si vanno raggelando sempre di più ma ciò non scoraggia Urso che già sogna, per l’Italia, un ruolo da madrina per l’ingresso in Ue di Kiev: “Saremo sempre al fianco dell’Ucraina, anche nella ricostruzione del Paese per favorirne il percorso di adesione all’Unione Europea. Anzi, in alcuni casi bisogna adoperarsi subito, come per il ripristino delle centrali elettriche e irrigue e per la semina dei raccolti. La comunità internazionale è impegnata. Un meeting analogo si era svolto in Germania a ottobre, poi in Francia e un altro se ne terrò a giugno a Londra con una conferenza dei donatori”.
L’Italia si organizza e le aziende si mobilitano, assicura Urso. “Tra associazioni e imprese saranno presenti in più di mille. Ci saranno tutte le più grandi società private e pubbliche italiane nei settori strategici dello sviluppo”. Quali? Lo ha spiegato lo stesso ministro: “La conferenza sarà divisa in tavoli a cui parteciperanno aziende, istituzioni ed enti ucraini che si confronteranno con le nostre. Ci sarà un tavolo su infrastrutture, logistica e trasporti dove sarà presentato il progetto del dry port di Horonda”.
Tutto parte, come è ovvio, dalle infrastrutture. Si comincerà dalla cooperazione per “una piattaforma ferroviaria di smistamento al confine con l’Ungheria, partecipata da un consorzio pubblico-privato con imprese italiane che si occuperanno della sua costruzione” che servirà a “esportare merci ucraine che potranno arrivare all’interporto Quadrante Europa di Verona e al porto di Trieste, candidato a diventare uno degli scali maggiori per Kiev”. Non è certo una novità. Già nei mesi scorsi, infatti, Urso aveva lanciato l’idea di fare dello scalo giuliano il “porto” dell’Ucraina. Al di là degli slogan, il collegamento servirebbe ad aprire nuove rotte tra il Mediterraneo e la Mitteleuropa. Insomma, far tornare il porto di Trieste alle origini di quello che fu il suo ruolo, nodale e decisivo nell’impero asburgico, prima dell’annessione all’Italia: la porta dell’Europa centrale sul Mediterraneo.
Adolfo Urso ha poi riferito che durante la conferenza che inizia oggi “avremo tavoli dedicati a energia; agroindustria; salute; metallurgia e aerospace e servizi digitali, in quest’ultimo caso siamo già al lavoro”. Insomma, l’Italia ha grandi ambizioni. Il governo, dal suo insediamento e dal momento stesso che ha confermato se non addirittura rafforzato il sostegno all’Ucraina e alla Nato che a Roma era stato avviato dall’esecutivo di Mario Draghi, vuole dare alle imprese qualcosa di più della speranza di partecipare a quello che poi sarà il grande affare della ricostruzione di un Paese immenso e martoriato dalla guerra. L’invito del governo, finora, è stato accolto da mille operatori economici. Che non sono pochi ma in fondo non appaiono nemmeno tantissimi. Bisognerà verificare, inoltre, gli spazi che effettivamente verranno lasciati alle imprese economiche italiane in Ucraina. Ma, prima di ogni altra cosa, bisognerebbe che la guerra finisse. Che arrivasse la pace.
Guerra in Ucraina, boom di assenti ingiustificati nell'esercito russo. Il tempo il 24 maggio 2023
Una «ricerca attendibile» condotta da giornalisti russi indipendenti rivela che «tra gennaio e maggio 2023, i tribunali militari della Russia si sono occupati di 1.053 casi riguardanti personale accusato di ‘assenza ingiustificata’, un numero superiore a quello registrato per l’intero 2022». I numeri sono ricavati da un’analisi dell’intelligence britannica, pubblicata nel rapporto quotidiano sul conflitto in Ucraina diffuso dal ministero della Difesa di Londra.
«L’esercito russo ha lottato per imporre la disciplina nei suoi ranghi durante le sue operazioni in Ucraina, ma i suoi problemi sono molto probabilmente peggiorati a seguito della mobilitazione forzata dei riservisti a partire dall’ottobre scorso», si legge ancora nel rapporto. «I dati dei tribunali suggeriscono - prosegue il report - che la maggior parte di coloro che sono ritenuti colpevoli di assenza ingiustificata sono ora puniti con sospensione della pena, il che significa che possono essere riassegnati ‘all’operazione militare speciale’. Gli sforzi della Russia per migliorare la disciplina - si osserva infine nel rapporto sulla guerra - si sono concentrati sul dare esempi nel gestire gli inadempienti e promuovere lo zelo patriottico, piuttosto che affrontare le cause profonde della disillusione dei soldati». Un rapporto che mette sempre di più in risalto i problemi dei soldati di Vladimir Putin.
Caccia ai sabotatori. Ernesto Ferrante su L'Identità il 24 Maggio 2023
L’incursione del gruppo di sabotaggio neonazista filo-ucraino a Belgorod è un segnale preoccupante per la Russia, perché diffonde insicurezza tra gli abitanti che vivono nella regione e mostra la vulnerabilità della striscia di confine con l’Ucraina.
Dopo aver subito una sconfitta strategicamente rilevante a Bakhmut, Kiev aveva bisogno di un “riscatto” almeno dal punto di vista simbolico e l’attacco in territorio russo, seppur militarmente inefficace, era l’ideale in quest’ottica.
“Legionari” e “volontari” sono passati attraverso la frontiera, che era stata precedentemente bombardata, a bordo di mezzi corazzati. La loro marcia si è arrestata per l’intervento dell’esercito russo. Sarebbero stati eliminati 70 sabotatori ucraini, quattro veicoli corazzati da combattimento e cinque furgoni.
“Il Ministero della Difesa della Federazione Russa, insieme alle forze dell’ordine, continua a ripulire il territorio del distretto Graivoronsky della regione di Belgorod dal gruppo di sabotaggio e ricognizione delle forze armate dell’Ucraina”, ha scritto su Telegram il governatore della regione Vyacheslav Gladkov, facendo “appello ai residenti del distretto di Grayvoronsky affinché tornino alle loro case”.
Gli investigatori di Mosca hanno aperto un’indagine per terrorismo sull’incursione. L’obiettivo, si legge in una nota, è quello di “stabilire l’identità degli aggressori e tutte le circostanze dell’incidente”. Kiev ha negato di essere dietro gli attacchi. Il Cremlino ha espresso “profonda preoccupazione” per i fatti di Belgorod, dove sono ancora attivi “militanti ucraini”. Nel corso di una conferenza stampa, il portavoce Dmitry Peskov ha sottolineato che quanto accaduto conferma che “è necessario portare avanti l’operazione militare speciale”, lanciata per “prevenire tali incursioni”.
Durissimo l’ex presidente russo, Dmitry Medvedev: “Questi rifiuti della società devono essere distrutti come topi e nemmeno fatti prigionieri”.
Borrell e Stoltenberg sono per la guerra a oltranza. Finora, gli Stati membri dell’Ue hanno fornito a Zelensky “220mila munizioni e 1.300 missili”, per un valore stimato “pari a 800 mln” di euro, ha rivelato con soddisfazione l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell a Bruxelles, al termine del Consiglio Difesa.
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg è andato addirittura oltre, rivendicando di fatto il coinvolgimento nel conflitto: “Abbiamo dimostrato la volontà degli alleati Nato di fornire davvero sostegno all’Ucraina. E abbiamo visto che questo supporto è stato determinante. Il presidente Putin ha totalmente sottovalutato gli alleati e i partner della Nato, la nostra disponibilità, la nostra prontezza a fornire sostegno all’Ucraina”.
Il presidente russo Vladimir Putin, durante una cerimonia al Cremlino per premiare i cittadini che si sono distinti nei settori della cultura, della cosmonautica e dell’istruzione, ha puntato il dito contro “il nemico che fa la guerra alle persone che vivono nel Donbass”.
“Viene spesso detto che la Russia ha iniziato la guerra. No, la Russia, con l’aiuto di un’operazione militare speciale, sta cercando di fermare la guerra condotta contro di noi, contro il nostro popolo che, in parte e a causa di una ingiustizia storica, è finito fuori dai confini dello storico stato russo”, ha concluso Putin.
Dalla parte giusta. Chi sono i soldati russi che combattono al fianco dell’esercito ucraino. Michelangelo Freyrie su L'Inkiesta il 25 Maggio 2023
Il Corpo dei Volontari Russi (Cvr), la Legione Libertà della Russia (Llr) e l’Armata Nazionale Repubblicana (Anr) hanno deciso di coordinare la loro lotta armata contro il regime di Vladimir Putin
La guerra è arrivata in Russia, e mentre nella regione di Belgorod il fumo dei combattimenti non si è ancora diradato, le recriminazioni sono già iniziate. I media e le autorità sembrano ancora incapaci di fornire una narrazione che spieghi come la guerra sia arrivata sul territorio russo, ma i blogger militari nazionalisti e Yevgeniy Prigozhin non hanno perso tempo a sparare bordate verso le istituzioni. I toni sono meno brutali del solito, ma il messaggio rimane: Mosca è incapace di difendere i confini del Paese.
Al netto della retorica, l’approccio sottotono con cui le autorità russe hanno reagito nelle prime ventiquattro ore è rivelatorio. Il 22 maggio il confine russo-ucraino è stato attraversato da due gruppi militanti composti da cittadini russi, il Corpo dei Volontari Russi (Cvr) e la Legione “Libertà della Russia” (Llr).
Le unità sono avanzate per cinque chilometri nella regione di Belgorod con due carri armati e dieci veicoli blindati. Le truppe hanno occupato alcuni villaggi, rivendicando di voler creare una “zona cuscinetto” per impedire ulteriori attacchi da parte russa. L’obiettivo di per sé sembra essere più una scusa per organizzare un raid dal chiaro valore politico. Non bisogna neanche farsi trarre in inganno dai meme scaturiti dall’azione, come i falsi annunci sulla creazione di una “Repubblica Popolare di Belgorod”, parodia dei sedicenti Stati separatisti in Donbas nel 2014.
Chi sono i russi che combattono con Kyjiv
Più che il fatto in sé, ciò che conta è infatti chi ha eseguito l’operazione, così come le reazioni delle autorità governative russe. Ovviamente le informazioni a disposizione sono scarse, e questa non può che essere un’analisi incompleta basata sulle affermazioni di alcuni degli attori coinvolti – e delle quali è impossibile verificare la veridicità. Lo Stato delle cose sembra il seguente. Cvr e Llr sono le due sigle che assieme alla cosiddetta “Armata Nazionale Repubblicana” (Anr) hanno firmato la Dichiarazione di Irpin nel settembre del 2022. Con questo atto, i tre gruppi hanno deciso di formalizzare e coordinare la loro lotta armata contro il regime di Vladimir Putin.
Si tratta di una coalizione eterogenea che, riunita sotto un tricolore bianco-blu-bianco privato del “rosso sangue imperialista” della bandiera russa, ambisce a rovesciare il governo federale. A oggi non sembrano esistere particolari contatti fra questa alleanza di esuli in armi per l’Ucraina e i vari centri di resistenza civile dentro e fuori dalla Russia.
Di sicuro c’è che i tre gruppi hanno adottato approcci molto diversi nella loro resistenza a Putin. L’Anr è vicina al controverso politico Ilya Ponomarev e ha rivendicato diverse azioni di sabotaggio allo sforzo bellico russo su territorio federale, spaziando da sabotaggi alle linee ferroviarie fino all’assassinio di Darya Dugina l’anno scorso.
Il Cvr è invece inquadrato nelle Forze di difesa territoriale ucraine ed è composto per lo più da elementi di estrema destra impegnati in Donbas fin dal 2014. Il capo del Cvr, Denis Nikitin alias Kapustin alias “Rex”, è un neonazista bandito da Schengen nel 2019 e già autore di un raid nella regione di Bryansk a marzo 2023.
La Legione “Libertà della Russia”, invece, fa parte della Legione Internazionale di volontari stranieri, accorsi nei primi giorni di guerra per sostenere la causa ucraina. Quasi tutte le nazionalità dell’ex Unione Sovietica sono rappresentate in questa organizzazione, ma la formazione russa in particolare è avvolta nella segretezza. L’unità arriverebbe a circa mille soldati e sembrerebbe reclutare anche fra prigionieri di guerra russi arresisi all’Ucraina. Pur essendo considerata un’organizzazione terroristica dalle autorità russe, la Llr non sembrerebbe essere stata coinvolta in azioni armate nel corso della guerra. Discorso diverso per il Cvr, non iscritto nel registro di organizzazioni terroristiche ma dietro ad almeno tre raid oltreconfine.
La reazione russa
Non è la prima volta che il territorio russo viene colpito nel corso del conflitto. Gli ultimi quindici mesi hanno visto diversi episodi di sabotaggio, raid oltreconfine e attentati spettacolari, come da ultimo l’innocua esplosione ai danni della bandiera issata sopra il Cremlino. La stessa regione di Belgorod, che in qualità di retrovia del settore di Kharkiv ospita diversi depositi di rifornimenti e snodi logistici, è stata ripetutamente colpita nel corso delle ultime settimane. Ma mai prima d’ora i russi avevano reagito in maniera così massiccia.
Il governatore dell’Oblast’ ha annunciato l’imposizione di un regime speciale anti-terrorismo, simile a quello in vigore in Cecenia fino al 2008 e volto a restringere diverse libertà civili. I video emersi dalle cittadine coinvolte nello scontro mostrano l’utilizzo di elicotteri da combattimento Mi-8, mentre alcuni blogger riportano addirittura la mobilitazione di una brigata motorizzata dell’esercito, oltre che alla guardia nazionale Rosgvardia teoricamente predisposta per questi compiti. L’area di Grayvoron, a cinque chilometri dal confine, è stata evacuata, e il 23 maggio le autorità russe sostengono di aver ucciso «settanta invasori» e di aver «completamente eliminato le unità in fuga usando armi a lunga gittata su territorio ucraino».
Questa esagerazione è un atto dovuto, anche se confonde le acque: da un lato, il Cremlino parla di un atto di guerra ucraino volto a distogliere l’attenzione da Bakhmut, dall’altro, si ricorre al linguaggio e gli strumenti antiterroristici. Ciò non è inaspettato data la disinvoltura istituzionale russa. Tuttavia, è evidente che Mosca nutre ancora diversi dubbi rispetto a come gestire questo e altri episodi sul suolo russo ma legati al conflitto in Ucraina. In ogni caso, l’attacco da parte di un’entità politica che, con tutti i limiti del caso, si pone come alternativa all’ordine vigente sta già avendo un effetto psicologico non secondario sulla popolazione e sul regime.
E ora?
Rimane da vedere quindi se la rappresaglia del Cremlino si rivolgerà verso l’esterno o verso l’interno. Il fallimento dei servizi di sicurezza russi ha già generato speculazioni su un possibile giro di vite e la risurrezione dello Smersh, il temuto servizio di controspionaggio staliniano.
Questa reazione sarebbe forse esagerata se si considera la relazione simbiotica fra Putin, ex uomo del Kgb, e l’Fsb, i servizi responsabili per la sicurezza interna e l’integrità delle frontiere. È verosimile quindi che potrebbero aver luogo diversi licenziamenti e possibilmente un ampliamento dei poteri speciali assunti dalle autorità per sostenere quella che ormai è sempre meno una “Operazione speciale”. D’altro canto, le autorità di Kyjiv hanno ammesso di essere state informate dell’operazione, ma come in altri casi smentiscono alcun coinvolgimento. Qualsiasi tipo di escalation da parte russa, che in casi simili è stata finora limitata a un’intensificazione dei bombardamenti sulle città ucraine, sarà tutt’altro che una scelta obbligata.
Usa: neutralizzato spyware russo. Ha colpito per 20 anni i Paesi Nato. Il Tempo il 09 maggio 2023
Uno "spyware" russo che per vent'anni ha carpito informazioni nei settori più disparati, dalla finanza ai giornali fino ai ministeri di Esteri e Difesa in diversi Paesi Nato. Gli Stati Uniti hanno annunciato di aver neutralizzato un programma di spionaggio chiamato "Snake" che, a detta delle agenzie di intelligence russe, è stato usato ripetutamente contro i Paesi della Nato negli ultimi 20 anni. "Attraverso un’operazione ad alta tecnologia che ha messo questo malware russo contro se stesso, le forze dell’ordine degli Stati Uniti hanno neutralizzato uno dei più sofisticati strumenti di spionaggio informatico della Russia", ha rivendicato in un comunicato l’assistente del procuratore generale Lisa Monaco.
L’operazione che ha affossato "Snake" era denominata in codice "MEDUSA". Il Dipartimento di Giustizia e altri partner globali hanno identificato il malware nei sistemi informatici di almeno 50 Paesi. Il gruppo russo conosciuto come Turla lo ha utilizzato per colpire Stati membri della Nato, settori finanziari, giornalisti e altri obiettivi del governo russo già nel 2004, hanno dichiarato i funzionari. L'Fbi ha dichiarato di aver recentemente creato uno strumento chiamato "PERSEUS", usato per neutralizzare lo spyware dopo aver ricevuto l’autorizzazione da un giudice di Brooklyn a garantire l’accesso remoto ai computer infetti.
Il software realizzato dall'agenzia americana infatti "stabilisce sessioni di comunicazione con l’impianto del malware Snake su un determinato computer ed emette comandi che inducono l’impianto Snake a disattivarsi senza influire sul computer host o sulle applicazioni legittime presenti sul computer", fa sapere il Dipartimento. Il malware Snake è stato precedentemente valutato dalla comunità di intelligence statunitense come "uno dei set di malware più sofisticati utilizzati dai servizi segreti russi" per colpire i ministeri degli affari esteri e i ministeri della difesa dei Paesi alleati della Nato.
Il programma malevolo è progettato anche per dare agli operatori di Turla la possibilità di distribuire in remoto, ossia sui dispositivi degli utenti, alcuni malware per estendere le funzionalità 2base" di Snake e sottrarre informazioni e documenti sensibili memorizzati su una particolare macchina. I computer infetti, inoltre, agiscono come una rete peer-to-peer nascosta comunicando tra loro.
007 e il favore dello zar. Rita Cavallaro su L'Identità il 4 Maggio 2023.
Il boomerang dei servizi segreti italiani, che non si accorgono della fuga di Artem Uss e regalano l’Africa ai russi. È una parabola discendente quella dei nostri 007, considerati in passato un fiore all’occhiello negli scenari internazionali e oggi raggirati dalle spie del Gru, il servizio segreto militare russo artefice dell’esfiltrazione di Uss, il trafficante d’armi al soldo di Vladimir Putin, fatto evadere dalla sua villa di Basiglio con un’operazione degna dei migliori film di Hollywood, senza che la nostra sicurezza nazionale si accorgesse di nulla. Un duro colpo per il controspionaggio italiano, che ha minato i rapporti soprattutto con gli Stati Uniti, i quali attendevano l’estradizione del prigioniero e, consci dei rischi, avevano ampiamente avvisato l’Italia sia della caratura criminale del soggetto sia dell’alto rischio di fuga. E che si sono oltremodo indispettiti quando dal nostro Paese la scusa per giustificare il fallimento della missione è stata che i servizi segreti non erano stati avvisati da nessuno, quando il compito del controspionaggio è operare in autonomia per stringere il cerchio di osservazione attorno a spie estere e personaggi ritenuti pericolosi per la nostra democrazia. La verità è che dietro le scusanti e le fake news sull’esfiltrazione di Uss c’è l’imbarazzo della nostra intelligence per non aver in alcun modo, nonostante gli alert interni ed esterni, adottato contromisure in grado di fermare il piano del Gru, che ha portato via Uss dai domiciliari senza alcuna resistenza. E che oggi sta mettendo in atto una strategia da “asso pigliatutto” in Africa, il continente in grado di destabilizzare gli equilibri mondiali. D’altronde il Gru, l’apparato politico militare del Cremlino che ha preso il sopravvento dopo l’estromissione dell’Svr, il servizio di intelligence nazionale russo con competenze estere, e dell’Fsb, il servizio federale per la sicurezza interna della Federazione Russa, si è distinto per aver organizzato con dovizia l’invasione in Ucraina e, da allora, ha piazzato le sue spie non solo nei Paesi chiave del Patto Atlantico, ma negli Stati più instabili dell’Africa, dove la nostra intelligence aveva gettato le basi per la costituzione di ordini democratici e si è vista sfilare tutto il lavoro fatto, con il conseguente spreco di risorse finanziarie, proprio dagli agenti del Gru, con l’ausilio sui territori degli uomini della Brigata paramilitare Wagner e degli 007 turchi di Erdogan. È sullo scacchiere africano che ora si gioca la partita per la conquista della supremazia globale, con un’alleanza più o meno occulta guidata da Russia, Cina e Turchia, unite per minare le basi dell’Occidente. Un patto segreto che si sviluppa sul risiko dei territori e i cui inquietanti retroscena raccontano dell’azione pressante dei servizi russi, che stanno occupando “manu militari” Paesi e pezzi di regioni attraverso presunti o veri e propri colpi di stato, saccheggiando e uccidendo i poveri cittadini africani. Finora la Wagner, su ordine di Mosca, ha disarticolato completamente qualsiasi struttura che la nostra intelligence aveva costruito nel tempo in Mali. In Sudan come in Libia il servizio segreto italiano estero Aise ha sbagliato le attività, fidandosi del supporto di tagliatore che, una volta formati, si sono alleati con i russi. Da Tripoli, infatti, sono in aumento le partenze di barconi carichi di clandestini e, per questa estate, è prevista un’invasione epocale di migranti sulle coste italiane, in barba a qualsiasi accordo bilaterale condiviso tra il nostro governo e gli omologhi africani. Il Sudan ha avuto un effetto farfalla del tutto negativo per i nostri 007, che avevano offerto aiuto al generale sudanese Mohamed Dagalo, leader del Rapid Support Forces, allo scopo di arginare l’arrivo dei clandestini sulle nostre coste. Il gruppo paramilitare di Dagalo, formato da terroristi e tagliagole, è stato equipaggiato con armi e addestrato da funzionari dello Stato e agenti segreti italiani. E solo ora si scopre che l’addestramento ai generali golpisti altro non era che un regalo ai russi. Perché mentre gli 007 nostrani formavano militarmente gli uomini di Dagalo, il generale sudanese faceva il doppio gioco, alleandosi con la Brigata Wagner, ovvero con i russi al soldo di Putin, senza che la nostra intelligence se ne accorgesse. Risulta così tardivo l’appello lanciato un paio di giorni fa dall’ex autorità delegata Marco Minniti circa la presenza in Africa dei russi, quando queste nuove leve agli ordini del Cremlino sono state addestrate negli anni proprio dagli italiani. E a nulla servono le giustificazioni dei servizi segreti “non avvisati” dell’infiltrazione capillare delle spie russe sia in casa nostra e che nei punti chiave del pianeta. L’attività di egemonizzazione di Mosca a scapito dell’Italia, d’altronde, è nota almeno da sei mesi prima dell’invasione dell’Ucraina, quando le spie russe gettavano le basi per mettere in atto il progetto di Putin, nel quale era previsto l’utilizzo di agenti italiani prezzolati, di cui aveva fatto riferimento perfino l’ex premier Mario Draghi nel caso del dossier Usa sulle ombre russe. Dei presunti collegamenti tra pezzi della nostra intelligence e spie del Cremlino ne aveva parlato anche la sedicente agente segreta Cecilia Marogna, l’ex manager sarda che lavorava per l’allora capo dell’Aise, Luciano Carta, e per l’attuale direttore, Giovanni Caravelli. Le dichiarazioni della Marogna sono agli atti del processo in Vaticano al cardinale Angelo Becciu, nel quale era imputata, e raccontano la storia di due emissari di Putin che volevano portare a Mosca le reliquie di San Nicola di Bari. In una relazione finita al Copasir, Marogna conferma “di aver presentato ed accreditato, presso la Segreteria dello Stato Vaticano, i generali Carta e Caravelli nell’ottobre 2017. Particolare la conoscenza del generale Caravelli, che mi fu presentato dall’imprenditore romano Piergiorgio Bassi”. Lo stesso imprenditore che, nell’occasione, accreditò i due emissari russi
Perché Putin non può scaricare Prigozhin e la Wagner, nonostante tutto. Luca Angelini su Il Corriere della Sera il 18 Maggio 2023
Cosa aspetta Putin a sbarazzarsi del capo della Wagner, che continua a insultare i vertici militari russi? E perché lo fa?
Ma cosa aspetta Vladimir Putin a sbarazzarsi di Evgeny Prigozhin e della brigata Wagner? Per quanto smentite dai diretti interessati, le indiscrezioni pubblicate dal Washington Post su un suo possibile «tradimento» (informazioni agli ucraini sulla posizione delle truppe dell’esercito regolare russo in cambio del ritiro di Kiev da Bakhmut) avrebbero potuto essere la goccia che fa traboccare un vaso già abbondantemente pieno, viste le continue critiche di Prigozhin ai vertici militari russi. Nonché, nei giorni scorsi, a un non meglio specificato «nonno felice convinto che vada tutto bene» nei quali molti hanno visto proprio Vladimir Putin. Dunque, cosa aspetta lo «Zar» a toglierlo di mezzo?
La domanda giusta, forse, è «perché» aspetta. Ed è quella a cui provano a rispondere, sul sito di Foreign Affairs, Andrei Soldatov e Irina Borogan, del Center for European Policy Analysis, cofondatori del sito Argentura.ru, che monitora le attività dei servizi segreti russi. I due analisti non negano certo che Prigozhin stia provocando un’irritazione — eufemismo — crescente in molti corridoi di Mosca. Ma non in tutti. «Per comprendere la forza relativa di Prigozhin e della Wagner in Russia, è necessario considerare come la compagnia mercenaria viene vista da quattro diverse parti dello Stato russo: l’agenzia di intelligence militare, nota come Gru; i militari in generale; l’agenzia per la sicurezza dello Stato, nota come Fsb; e lo stesso Putin».
Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina, in diretta
Riassumendo e semplificando: il Gru è sempre stato il più «benevolo» nei confronti della Wagner. Anche perché molti membri sia dell’uno che dell’altra provengono dalle stesse file: quelle degli Spetsnatz. «Si tratta — come aveva spiegato a RaiNews Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa — di forze speciali presenti non solo in Russia, ma anche in altri Paesi che fondamentalmente hanno tre missioni speciali da svolgere: la cosiddetta MA, Military Assistance (Assistenza Militare), la ricognizione in profondità degli obiettivi da colpire e delle mosse dei nemici, infine l’azione diretta, ossia colpire, neutralizzare, anche uccidere il bersaglio. Sono un soggetto pubblico, non hanno nulla a che vedere con i “contractors”, i cosiddetti mercenari, ossia soggetti privati pagati dai russi per combattere». All’interno del Gru c’è, però, una sezione che supervisiona le attività dei gruppi mercenari, Wagner inclusa.
«Pochi mesi dopo la prima segnalazione dell’esistenza della Wagner (nel 2015, ndr), un funzionario del Gru ci confermò — scrivono Soldatov e Borogan — l’esistenza di questo nuovo dipartimento, che era composto, ovviamente, da veterani Spetsnaz. Per il Gru, la Wagner ha fornito un comodo mezzo per negare le proprie operazioni, in un momento in cui la Russia smentiva pubblicamente il suo coinvolgimento diretto nell’Ucraina orientale», ai tempi dell’annessione della Crimea e del sostegno di Mosca alle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk, nel Donbass.
I due analisti sottolineano alcune analogie fra la Wagner e la statunitense Blackwater, altre, forse più forti, ci sono con periodi passati della storia russa: «Per il Gru, la Wagner rappresenta anche la continuazione di una tradizione molto più antica che risale all’epoca sovietica, quando il Cremlino utilizzava forze per procura per intervenire nei conflitti in tutto il mondo. “È proprio come quando avevamo i nostri militari sotto mentite spoglie in Spagna durante la guerra civile”, ci ha detto un funzionario del Gru nel 2017, quando gli abbiamo chiesto perché l’agenzia avesse bisogno di una compagnia militare privata come la Wagner. (...) Per il Gru, l’esperienza russa nella guerra civile spagnola è diventata una comoda giustificazione per il suo sostegno alle forze Wagner in Ucraina, dove il Cremlino ha insistito sul fatto di combattere ancora una volta i fascisti». E fonti contattate da Soldatov e Borogan hanno confermato loro che all’interno del Gru la Wagner viene ancora considerata uno strumento utile.
Non altrettanto benevolo è invece l’atteggiamento, verso Prigozhin e i suoi, dell’esercito e dell’Fsb, erede del Kgb (dai cui ranghi, notoriamente, proviene lo stesso Putin). Del resto, è proprio verso i vertici militari che il fondatore della Wagner dirige, con frequenza e virulenza crescenti, i suoi strali. Anche se, viste le lotte intestine nelle forze armate di Mosca, qualcuno che vede con favore le «esternazioni» di Prigozhin si trova sempre (ad esempio fra i sostenitori del generale Sergei Surovikin, messo da parte per affidare la campagna in Ucraina al capo di Stato maggiore Valery Gerasimov, tra i bersagli preferiti nei video del capo della Wagner). Quanto all’Fsb, l’ostilità nei confronti della Wagner è palese, anche se l’autorità dei servizi segreti si sta solo lentamente ricostruendo, dopo le mancanze messe in luce all’inizio dell’invasione, circa la capacità di resistenza ucraina (va anche detto che probabilmente Putin ha ascoltato soltanto chi gli riferiva gradite bugie, piuttosto che scomode verità).
Nessuna delle tre posizioni su Prigozhin e la Wagner fin qui considerate — Gru, forze armate e Fsb — pesa però, per Soldatov e Borogan, quanto la quarta: quella di Vladimir Putin. Che, a sua volta, deriva dalla complessa relazione dello «Zar» con l’apparato militare. «Durante i suoi primi anni al potere, una delle maggiori sfide di Putin è stata quella di tenere sotto controllo i militari. Essendo uno dei più grandi del mondo in un enorme Paese in cui tutto viene fatto in casa, l’esercito russo ha una lunga tradizione nell’assicurarsi che il mondo esterno sappia il meno possibile delle sue attività. Ciò significa che le solite forme di gestione e controllo pubblico, attraverso il Parlamento, le forze dell’ordine o i media, semplicemente non hanno luogo in Russia. Durante il suo primo decennio in carica, Putin ha cercato di rafforzare la presa sull’esercito nominando l’ex generale del Kgb e suo amico fidato Sergei Ivanov come ministro della difesa. Ma Putin è stato costretto a sostituirlo nel 2007, quando era diventato chiaro che gli sforzi di Ivanov per lanciare un’ampia riforma militare erano falliti. In seguito, con Shoigu, un altro estraneo all’esercito, Putin ha di nuovo tentato di ottenere più influenza. Ma ora, dopo più di un anno di guerra in Ucraina, ci sono poche prove che Putin abbia avuto più successo con Shoigu di quanto ne abbia avuto con Ivanov».
Ma c’è di più. Ed ha a che fare con l’ossessione putiniana per le possibili minacce al suo dominio. «Putin capisce che in tempo di guerra i militari tendono a guadagnare più potere all’interno dello Stato. Sa che più a lungo la guerra continua, più questo potere crescerà e più difficile sarà per lui esercitare il controllo. E poiché tende a vedere il mondo in termini di minacce, il potere relativo dei militari è qualcosa che lo preoccupa, per certi versi anche più delle performance dell’esercito sul campo di battaglia». In quest’ottica, Putin considererebbe Prigozhin, più che una minaccia, una pedina utile per rimettere in riga chi potrebbe minacciarlo davvero.
Anche in questo caso, i due analisti vanno a pescare un precedente nella storia russa, ma assai più lontano rispetto al periodo sovietico: «Nel diciottesimo secolo, lo zar Pietro il Grande fece di Alexander Menshikov, la sua versione di buffone di corte, il principe più potente del Paese per lo stesso motivo: Menshikov, con le sue modeste origini, non aveva una posizione all’interno dell’aristocrazia russa, ed era brutale, spietato e assolutamente fedele allo zar, che aveva l’abitudine di picchiarlo con un bastone».
Il calcolo di Prigozhin di poter essere il Menshikov di Putin potrebbe, però, rivelarsi azzardato: «Quello che Prigozhin sembra non capire è che la Russia di Putin non è quella di Pietro il Grande, per quanto lui e Putin abbiano cercato di farla diventare tale. Molti settori della società russa, in particolare la burocrazia del Paese, guardano con orrore e disgusto alle scorribande del boss della Wagner». E potrebbero approfittare di un eventuale rovescio militare sul campo della Wagner — dopo tante vite e dotazioni militari sacrificate nell’assedio di Bakhmut — per chiederne la testa.
Che, per sua fortuna, potrebbe cadere in modo più metaforico che reale. Anzi, ricordano Soldatov e Borogan, «il presidente russo ha una lunga esperienza nel fare un uso efficace di burocrati, politici e altri scagnozzi falliti: viene in mente l’ex presidente e primo ministro Dmitry Medvedev. Prigozhin potrebbe essere il prossimo».
Signorotto della guerra. Prigozhin sta distruggendo la lunga tradizione militare russa dall’interno. Michelangelo Freyrie su L'Inkiesta il 18 Maggio 2023.
Il leader della Wagner ha costruito un impero dietro una cortina fumogena di incertezza, diventando un manovratore centrale della politica estera del Cremlino. Ultimamente, però, sembra sempre più un battitore libero, svincolato anche dal controllo di Putin
Cuoco di Putin, mafioso di serie B, signore della guerra, Wunderwaffe del Cremlino, antagonista dell’establishment militare, possibile successore dello zar, sadico, genio manipolatore: il potere di Yevgeniy Prigozhin deriva in buona parte anche dall’accumulazione di ritratti mediatici che gli vengono fatti.
In un sistema politico, non solo russo, nel quale i fatti sono appiattiti sull’interpretazione spesso superficiale dei media, l’ambiguità sul vero ruolo politico di Prigozhin è la leva sulla quale lui ha costruito il proprio impero. Il patron di Wagner si muove nella palude moscovita dietro a una cortina fumogena di incertezza: oltre l’ovvio rischio fisico che si corre, antagonizzarlo vuol dire finire nel tritacarne degli scontri di palazzo, nel quale Prigozhin è tanto parte attiva quanto pedina.
È a partire dalla metà dello scorso decennio che la sua compagnia militare privata si è arrogata parte della politica estera russa, agendo da longa manus del servizio segreto militare Gru, entrando in conflitto i suoi avversari: le forze armate, il ministero della Difesa e, a volte, il servizio segreto federale Fsb. Ma come sappiamo, guardando alle attività di Wagner in Africa e Donbas, Prigozhin è tutto fuorché un burattino dei suoi sponsor istituzionali: avanza una propria agenda politica volta ad accumulare sufficiente capitale politico e monetario per sopravvivere agli scontri con rappresentanti delle istituzioni che lo disprezzano.
Feudalesimo e burocrazia
Dopo anni di riserbo, l’ex carcerato ha iniziato a partecipare attivamente alla vita pubblica russa, inscenandosi come battitore libero con il fegato di parlare al potere ufficiale, corrotto e incapace di eseguire gli ordini del presidente. La sua presenza mediatica è un’arma nello scontro fra le due anime del regime putiniano. Da un lato c’è la burocrazia militare e civile, i tecnocrati e piccoli cleptocrati conniventi che sorreggono lo Stato russo, per convinzione o convenienza; dall’altro i rappresentanti di un sistema quasi feudale, vassalli come Ramzan Kadyrov o lo stesso Prigozhin legati fra di loro e al Capo tramite un sistema di fedeltà personale.
Questa pantomima si è violentemente rovesciata sulle operazioni militari in Ucraina, un errore che potrebbe costare caro ai russi. La sclerosi organizzativa al nocciolo di un’invasione disastrosa, senza coordinazione fra forze armate e formazioni di soldati professionisti, reclute, ceceni, sedicenti separatisti e mercenari, sta raggiungendo il proprio apice in questi giorni a Bakhmut. Il conflitto mediatico fra Wagner e le forze regolari è violentissimo, fatto di accuse reciproche e inquietanti video nel cuore della notte in cui Prigozhin grida improperi al ministro della Difesa Sergey Shoigu e al capo di stato maggiore Valerij Gerasimov.
Autosabotaggio
In un Paese in cui le istituzioni sono ridotte a un’arma nella lotta fra bande, le bordate mediatiche hanno un valore e si traducono normalmente anche in atti di sabotaggio incrociati. A inizio maggio si è consumata una pesante lotta intestina sull’allocazione delle scarse munizioni di artiglieria lungo la linea del fronte, con i vertici di Wagner che esigevano la priorità a Bakhmut rispetto ad altri settori. Oggi, i contrattacchi ucraini stanno indebolendo la posizione russa nella cittadina-simbolo della lotta per il futuro del Paese, e il comando russo ha ceduto alla pressione dell’opinione pubblica nazionalista (e forse del Cremlino) di rafforzare i fianchi della falange mercenaria a rischio di essere circondata. Nelle ultime ore pare che ciò stia avvenendo con l’invio dei paracadutisti del Vdv, una formazione che fu di élite ma che oggi è un’ombra di ciò che era nel 2022.
Alla vigilia della controffensiva russa, Mosca si vede quindi costretta a impegnare uomini e munizioni in una battaglia ormai persa.
Il comandante del Vdv, Mikhail Teplisnki, sembra per di più essere un uomo vicino a Prigozhin – l’amicizia fra i due potrebbe quindi aver pesato più del raziocinio strategico. Ciò pone un grosso punto interrogativo sulla capacità che avranno i russi di organizzare una difesa flessibile contro gli ucraini. Se la catena di comando si inceppa, non rispetta le gerarchie ed è inquinata da considerazioni politiche, allora difficilmente riuscirà a garantire sufficiente coordinamento per effettuare le azioni più basilari di un apparato difensivo: contrattacchi locali, ritirate tattiche, azioni congiunte fra unità di diversa provenienza, rafforzamento “volante” usando brigate di riserva.
I disastri militari sembrano ormai aver screditato completamente le forze armate, che annaspano per riguadagnare una qualsiasi forma di autorità di fronte al Cremlino. Il leak del Washington Post su un sospetto tentativo di scambio intavolato da Prigozhin con le forze ucraine (un ritiro da Bakhmut in cambio delle coordinate Gps delle truppe regolari russe) sicuramente indebolirà la posizione del capo mercenario e rafforzerà la mano delle forze armate, trattandosi forse di un tradimento troppo smaccato per essere tollerato. La stessa questione vale per i commenti sarcastici di Prigozhin riguardo un «vecchio nonno che pensa che tutto stia andando bene»: pur senza nominare Vladimir Putin direttamente, è la cosa che più si avvicina alla lesa maestà.
Ma mentre gli opinionisti indipendenti russi continuano a speculare che Putin sia pronto a eliminare Prigozhin alla prima occasione buona (come da ultimo Aleksandr Zhelenin su Republic.ru), l’Occidente dovrebbe sperare che Wagner rimanga nella posizione di gettare nel caos la catena di comando russa, scavalcando le gerarchie e sabotando così lo sforzo bellico di quello che sarebbe, su carta, uno degli eserciti più potenti del mondo.
Guerra in Ucraina, mercenari Wagner nella lista dei terroristi con Isis e Al-Qaeda. Il Tempo il 10 maggio 2023
Continua l’emarginazione della Russia a livello globale. La Gran Bretagna è infatti pronta a inserire formalmente il gruppo di miliziani Wagner nella lista delle organizzazioni terroristiche, a fianco di al-Qaeda e dello Stato Islamico (Isis). Lo scrive il Times citando una fonte del governo britannico e parlando di una misura per esercitare ulteriore pressione nei confronti di Mosca durante la guerra in Ucraina. La decisione sarebbe «imminente» e dovrebbe essere formalizzata nelle prossime settimane.
Allo stesso modo i 331 deputati francesi hanno votato all’unanimità una risoluzione per chiedere all’Unione europea che il gruppo Wagner sia inserito nella sua lista di organizzazioni terroristiche. Queste misure renderebbero un reato penale appartenere al gruppo guidato da Yevgeny Prigozhin, partecipare alle sue riunioni, incoraggiarne il sostegno o portare il logo del gruppo in pubblico. Previste anche sanzioni finanziarie nei confronti del gruppo, che avrebbe quindi difficoltà a raccogliere fondi.
La risoluzione votata dal Parlamento francese ha invece lo scopo di «rafforzare gli strumenti giuridici contro il gruppo Wagner. Aggiungerlo alla lista della Ue colpirebbe tutti gli stakeholder, le banche, che rendono possibile la sua attività», ha spiegato Benjamin Haddad, deputato appartenente al partito del presidente Emmanuel Macron e uno degli autori del testo. La risoluzione non è vincolante ma invia «un messaggio politico e simbolico». Prigozhin negli ultimi giorni è tornato a criticare le alte sfere militari del Cremlino per la gestione delle forze sul campo in Ucraina.
Terroristi come Isis e Al Qaeda: la possibile svolta contro il gruppo Wagner. Francesca Salvatore il 10 Maggio 2023 su Insiede Over.
L’Unione Europea e il Regno Unito potrebbero etichettare il gruppo Wagner come organizzazione terroristica, minando un altro tassello dell’universo militare russo per via della “dimensione internazionale e della gravità” dei suoi interventi ma soprattutto per via delle sua attività destabilizzanti. Una richiesta che viene dai parlamenti e dai politici di varie nazioni europee che fa seguito a un’altra importante decisione presa alcuni mesi fa: il 25 novembre scorso, infatti, il parlamento dell’Unione Europea aveva designato la Federazione Russa come Stato sponsor del terrorismo spaccando l’Europa tra detrattori e sostenitori della mossa.
Una cordata di Stati europei
Dapprima è stata la Francia, il 9 maggio scorso, a dare voto unanime dell’Assemblea Nazionale al fine di dichiarare il gruppo di mercenari come formazione terrorista. Si tratta per ora di un testo non vincolante che vuole esercitare una moral suasion a livello diplomatico affinché la richiesta venga accolta a livello dell’Unione. Ancor prima dei cugini d’oltralpe erano stati i partiti verdi belgi, rispettivamente froncofono e fiammingo, Ecolo e Groen, nel marzo scorso, ad avanzare una richiesta similare. A fargli eco, nelle settimane successive, le Repubbliche baltiche, Polonia e Repubblica Ceca, tutte concordi nel ritenere che il gruppo soddisfi i criteri per essere inscritto nella lista delle organizzazioni terroristiche dell’Ue per via delle sue attività nel teatro ucraino e in Africa. Ora, a questa sequela di richieste, potrebbe aggiungersi il Regno Unito: a riferirlo il Times che cita una fonte interna al governo britannico: Londra potrebbe dunque conferire al gruppo di miliziani di Yevgeny Prigozhin il medesimo status riservato a Isis e al-Qaeda. Una decisione che parrebbe imminente e che potrebbe diventare operativa nelle prossime settimane al fine di esercitare maggiore pressione politica sul Cremlino.
Il significato diverso per Londra e Parigi
La designazione, da parte di Londra, avrebbe un significato non solo diplomatico ma anche penale: diverrebbe perseguibile penalmente non solo l’arruolamento nel gruppo ma anche la partecipazione alle sue riunioni e manifestazioni, il supporto in ogni sua forma nonché l’esposizione pubblica di loghi e simboli appartenenti alla brigata. A ciò si aggiungerebbero le sanzioni finanziarie volte a privare il gruppo di qualsivoglia sostegno economico. Nel caso francese, invece, si guarda ben oltre i confini nazionali: la designazione avrebbe come scopo il rafforzamento degli strumenti giuridici volti a colpire il gruppo, assestando un colpo ad attori chiave come cleptocrati e oligarchi, banche, proprietà, intermediari di ogni tipo che costituiscono la longa manus di Vladimir Putin all’estero. Del resto è comprensibile come la Wagner sia per Parigi il nemico numero uno in Africa ove Macron, alle prese con una politica traballante ed un clima di rinnovato odio anti-francese, annaspa nel tentativo di contrastare il jihadismo, soprattutto in aree come il Mali. Non a caso, nella risoluzione francese la motivazione “africana” è ben espressa e sottolineata a chiare lettere e giunge dopo una manciata di mesi dal ritiro forzato delle truppe francesi da Burkina Faso e Mali, guidati da giunte molto ostili a Parigi: in Mali, soprattutto, la giunta è stata accusata di avvalersi proprio dei servizi della Wagner e di volgersi verso Mosca.
Uno strumento complesso
Questa differenza di strumenti, che riflette una differenza di vedute tutt’altro che minimale tra le due sponde della Manica, trova un’ulteriore critica -a livello di approccio-da parte della Commissione Europea. Come ha riferito il portavoce per gli Affari Esteri Peter Stano, “per dichiarare ufficialmente che Wagner è un’organizzazione terroristica, è necessaria la condanna da parte di uno dei Paesi membri Ue”. Solo dopo questo passaggio, gli Stati membri, in seno al Consiglio, possono discuterne e poi prendere una decisione. Cosa significherebbe questo per l’Unione? Alle sanzioni che Wagner ha già ricevuto per i crimini commessi in Ucraina, Libia e in Siria si aggiungerebbe dunque tale designazione, tirando in ballo una questione reputazionale che renderebbe impossibile trattare per le vie legali con l’organizzazione stessa in prossimo futuro.
Il pressing sui parlamenti internazionali e sull’Unione sta avvenendo negli ultimi mesi anche grazie al contributo della diaspora ucraina, coadiuvata da esperti legali specializzati in questioni transnazionali. Tuttavia, il diritto internazionale pone una serie di complessi cavilli. Se dimostrare le responsabilità nell’invasione è cosa semplice, imputare i singoli capi d’accusa è cosa ben più complessa. Il lungo elenco di crimini imputati alla Wagner come il pericolo per la pace, gli omicidi, i saccheggi, i danni al patrimonio naturale e artistico, le operazioni di disinformazione richiedono standard di dimostrabilità altissimi, come ad esempio testimoni oculari, ma soprattutto chiede ad una corte nazionale di esprimersi su fatti accaduti fuori dalla sua giurisdizione.
Alla complessità burocratica e legale si aggiungono i numerosi interrogativi che questo tipo di etichette generano. Oltre a rischiare di spaccare il fronte europeo, già claudicante e in ordine sparso, in attesa di una decisione dell’Unione si rischia di avere 27 (+1) trattamenti differenti della Brigata Wagner, il che metterebbe a repentaglio non solo il meccanismo comunitario ma la sua stessa credibilità. Vi è poi l’atavico dilemma: la rincorsa sanzionatoria è effettivamente efficace nello strozzare il nemico o rallenta ancor di più l’eventuale processo di pacificazione o almeno la tregua? E ancora: quanto si rischia l’incoerenza se movimenti simili non fossero trattati alla stessa stregua? FRANCESCA SALVATORE
New York Times: gli F-16 a Kiev e il conflitto congelato. Piccole Note (filo-Putin) il 20 Maggio 2023 su Il Giornale.
Biden cede alle pressioni e toglie il veto sull’invio degli F-16 a Kiev da parte dei Paesi europei. L’ennesima escalation. Ma i jet arriveranno troppo tardi per essere usati nella controffensiva delle forze di Kiev.
Così appare interessante come il New York Times spiega la decisione: “Mentre Biden non crede che gli aerei da combattimento giocheranno un ruolo importante nel conflitto a breve termine, fornirli fa parte di una strategia volta a difendere l’Ucraina a lungo termine, dopo che l’attuale fase della guerra sarà finita”.
“Ciò suggerisce che l’amministrazione e i suoi alleati adesso credono che anche se ci sarà una fine negoziata degli scontri – forse un armistizio simile a quello coreano – l’Ucraina avrà bisogno di una capacità militare a lungo termine” per fronteggiare la Russia. Quanto scrive il NYT riecheggia quel che si leggeva giorni fa in un articolo di Politico, del quale riportiamo l’incipit.
Politico e il conflitto congelato
“I funzionari statunitensi stanno studiando la possibilità che la guerra Russia-Ucraina vada a prendere la forma di un conflitto congelato che durerà molti anni – forse decenni – andando a unirsi al lungo elenco dei tanti conflitti di lunga durata, come quello della penisola coreana e altri […]”.
“Le opzioni in discussione all’interno dell’amministrazione Biden per un ‘congelamento’ a lungo termine si stanno concentrando su quali potrebbero essere le linee di demarcazione che Ucraina e Russia potrebbero impegnarsi a non oltrepassare, senza però accettarle come confini ufficiali. Tali colloqui, sebbene ancora provvisori, hanno avuto luogo in varie agenzie statunitensi e alla Casa Bianca”.
“Questo scenario potrebbe rivelarsi l’esito più realistico a lungo termine, dato che né Kiev né Mosca appaiono inclini ad ammettere la sconfitta”. Inoltre, questa conclusione, secondo Politico, appare sempre più probabile perché all’interno dell’amministrazione Biden “sta aumentando la sensazione che l’imminente controffensiva ucraina non infliggerà un colpo mortale alla Russia” [d’altronde era impossibile ndr.].
“Un conflitto congelato – nel quale cessano gli scontri, ma nessuna delle due parti può dichiarare vittoria né si arriva a un accordo ufficiale sulla fine della guerra – può essere un risultato politicamente preferibile a lungo termine sia per gli Stati Uniti che per gli altri paesi che sostengono l’Ucraina”.
La mediazione cinese e quella saudita
Un altro tassello di questo puzzle viene dal Global Times: “Considerando che una guerra prolungata non ha alcun significato pratico per entrambe le parti e che nessuna delle due parti può distruggere l’altra […] alla fine, i contendenti dovranno scendere a compromessi. Pertanto, la mediazione della Cina, sebbene inizialmente difficile, diventerà sempre più importante nell’evoluzione della situazione”.
Interessante anche l’offerta di mediazione saudita, annunciata da Riad subito dopo la partecipazione di Zelensky al summit della Lega araba (ci torneremo). Se si considera che Emirati arabi e Arabia Saudita hanno già mediato scambi di prigionieri tra Russia e Ucraina, l’iniziativa non appare affatto velleitaria.
La Cina non può portare la pace in Ucraina perché sarebbe una vittoria diplomatica inaccettabile per l’America. Serve una convergenza più ampia. Il moltiplicarsi delle offerte di mediazione – va ricordata anche quella africana – oltre a segnalare che il mondo non può sostenere a lungo i costi di un conflitto attivo di tale portata. aiuta a costruire un ambito in cui possano (eventualmente) iniziare le trattative.
Dakar e Minerve, il mistero dei sottomarini "persi" nel Mediterraneo. Nel gennaio del 1968 il "Dakar" e il "Minerve", entrambi sottomarini del "blocco occidentale", scomparvero nelle profondità del Mediterraneo. Lo stesso anno altri due sottomarini ben più celebri trovarono lo stesso destino. Davide Bartoccini il 18 Maggio 2023 su Il Giornale.
Gennaio 1968. Nel cuore del Mediterraneo, mentre le profondità oceaniche erano un pericoloso crocevia per sommergibili in guardingo pattugliamento da Guerra Fredda, due sottomarini, uno francese e uno israeliano, persero il contatto con le basi sulla terraferma per scomparire nel nulla senza apparente motivo. Erano classificati con i nomi di Fs Minerve e Ins Dakar.
Ma non è tutto. Nello stesso anno altri due sottomarini di classe superiore, l'Uss Scorpion americano e il K-129 sovietico, finirono sul fondo dell'oceano, Atlantico e Pacifico, il primo l'11 marzo e il secondo il 5 giugno.
Nel 1970 una terza unità, un altro sottomarino francese di classe Daphne, con il nome di Eurydice come la ninfa scelta da Orfeo per moglie, affondò a largo di Cap Camarat per quella che si ipotizzò essere una collisione che compromise i timoni e portò il battello verso l'inevitabile implosione alla profondità di collasso intorno ai 600 metri.
Tutti gli equipaggi, in tutti e tre i casi, persero tragicamente la vita. Tutti e tre i casi vennero archiviati come incidenti senza possibilità di accertarne le cause, avvenuti durante esercitazioni o missioni di routine. L'Eurydice a il Minerve potevano essersi scontrati con un'unità di superficie non meglio identificata in un giorno di forte burrasca.
Tuttavia, un'altra teoria con i suoi particolari retroscena, continua ad attirare dietrologie e congetture date dalla particolare concomitanza tra la sparizione del Dakar, del Minerve, e un possibile collegamento tra i due sottomarini che - secondo alcune ipotesi - potrebbero essere stati coinvolti in una missione segreta che prevedeva un rendez-vous che non andò a buon fine. Si tratta solo di una strampalata ipotesi da appassionati di cappa e spada? È più che probabile, ma è comunque un'occasione per ripercorrere gli eventi.
La scomparsa del Minerve
Il 27 gennaio del 1968, il sottomarino Minerve, identificativo visivo S647, lascia il porto di Tolone dopo aver sbarcato un alto ufficiale per condurre un’esercitazione di routine in un settore a 12 miglia a sud-est di Cap Sicié. Un aereo Asw per la guerra antisommergibile modello Breguet Atlantic I è incaricato di dargli la caccia e simulare - nel caso lo riesca a rilevare e tracciare - le procedure di ingaggio. Le condizioni meteo non sono delle migliori e il mare forza 5 tende ad ingrossarsi, peggiorando le condizioni di navigazione in superficie tanto che l’esercitazione, anche per mancanza di visibilità, viene annullata.
C’è un problema però: l’interruzione improvvisa delle comunicazioni radio tra il sottomarino e il pattugliatore marittimo che, messo in allarme dal silenzio radio, avverte il comando a terra. Quando neanche il comando sottomarini ricevere risposta, si pensa immediatamente al peggio e viene lanciata una missione di ricerca e soccorso che non darà alcun risultato. Il Minerve è scomparso in un tratto di mare dove il fondale raggiunge facilmente i 2000 metri di profondità. Sarà avviata un’indagine per tentare di far luce sull’accaduto. I 52 uomini dell'equipaggio non faranno mai ritorno.
Durante l'inchiesta viene sottolineato come il Minerve fosse affidabile nella sua integrità strutturale e in completa efficienza, dunque andava considerato un battello estremamente sicuro. Nel corso delle indagini l’ipotesi dello speronamento, subito preso in esame, viene completamente accantonato. Mentre l’ipotesi che il Minerve sia rimasto vittima di una mina navale rimasta ancorata al fondale, trova fondamento nelle teorie ma non nella pratica: mancavano i tipici segni di un'esplosione in profondità, e i sismografi non avevano registrato nulla se non una tenue anomalia a -600 metri. Non c'erano inoltre tracce di nafta o altro in superficie.
All’epoca vennero presero in esame anche le speculazioni di un abordage en plongée da parte di un sottomarino nemico, evidentemente sovietico, per quanto fosse altamente improbabile che un sottomarino di Mosca si fosse spinto all’imbocco dei maggiori porti francesi per ingaggiare un avversario senza apparente motivo. A renderlo noto saranno i documenti confidenziali desecretati nel 2018. Ci vorrà comunque un anno in più per trovare il relitto. Diviso in tre parti, il Minerve è stato localizzato a circa 35 chilometri dalla costa di Tolone, giacente ad una profondità di 2.400 metri. Era il 22 luglio del 2019. La commozione per i parenti dell’equipaggio fu immensa. Ma nessuna risposta sulla perdita del sottomarino si rese in ogni caso “definitiva”.
La scomparsa del Dakar
Il 25 gennaio del 1968 il sottomarino Dakar, varato come HMS Totem per la Royal Navy del 1943 ed entrato a far parte nella Marina israeliana nel novembre del '67, era in navigazione nel Mediterraneo per portate a termine il suo viaggio da Portsmouth, Inghilterra, ad Haifa, nel giovane Stato di Israele. Risale a tale data l’ultimo rapporto operativo inviato via radio al quartier generale navale israeliano. Perché il giorno dopo, alle 06.00 del del 26 gennaio, come stabilito da normali direttive, non invierà alcun messaggio. Entrando così in un inquietante silenzio radio mentre si trova al largo delle coste dell’Egitto, storico avversario dello Stato Ebraico.
A mezzodì, il comando israeliano capta un corto e disturbato segnale radio, ma non è chiaro se provenga dal Dakar, che dovrebbe trovarsi al largo di Alessandria e che da quel momento sparisce senza lasciare traccia. Viene lanciata immediatamente una complessa operazione di ricerca lungo la rotta prestabilita. Ma in questo caso, il rischio che si sia verificato uno scontro con unità nemiche è più plausibile e la posta in gioco più alta: è noto infatti che unità di superficie sovietiche - e plausibilmente anche sottomarini - incrocino in quell’area di mare dove passano le rotte di diversi mercantili russi provenienti dal Mar Nero alla volta dell’Egitto. Tali rotte si intersecano in diversi punti con quella seguita dal Dakar. Si ricordi, inoltre, che al tempo molte delle navi mercantili russe fungevano da “navi spia”. In 69, tra ufficiali e marinai, mancheranno all’appello per non fare mai ritorno.
Anche in questo caso saranno diversi gli scenari che l’indagine riporta come possibile causa del tragico evento. Un errore umano o un malfunzionamento, sebbene l’equipaggio fosse perfettamente addestrato, i controlli anti-sabotaggio avessero scongiurato ogni rischio e l’integrità del sottomarino garantita. Un attacco da parte di un’unità nemica, forse egiziana ma anche sovietica in pattugliamento nel Mediterraneo, o una collisione con un'altra nave che però, come nel caso del Minerve, non si accorse di niente o tacque il tutto. Di tutti i documenti top-secret relativi all’affondamento e alla sparizione del Dakar, ne sono stati declassificati ad ora solo 16. Il rapporto di 87 pagine consegnato all’allora ministro della Difesa Moshe Dayan rimane segreto.
Il 9 febbraio 1969, a più di un anno dalla scomparsa del Dakar, un pescatore recupera la boa d'emergenza di poppa sulla costa di Khan Yunis, a sud-ovest di Gaza. Il 28 maggio 1999 - anche per merito di informazioni d'intelligence ottenute da fonti americane - il relitto del Dakar viene localizzato e identificato da un'equipe americana a 500 chilometri dalla costa israeliana, sul fondale che separa Creta e Cipro. Giace a 2.900 metri di profondità. Secondo le immagini raccolta dai robot subacquei lo scafo riporta uno squarcio, ma, anche in questo caso nessun mercantile denunciò collisioni in quel tratto di mare, né vennero avvistati all'epoca detriti o macchie di nafta associabili ad un natante affondato. Lasciando un alone di mistero sugli eventi che perdura ancora oggi.
La questione sovietica
L’inchiesta condotta dagli israeliani si trovò ad appurare alcuni aspetti politici e diplomatici che viziarono le ricerche e che divennero parte, per quanto si possa ritenere secondaria, dell’avvenimento. Secondo quanto reso noto, Israele chiese aiuto all’Unione Sovietica nella fase di ricerca del sottomarino scomparso passando per un Paese terzo, che non viene mai menzionato nei documenti declassificati, senza ottenere risposta da Mosca. Fu il primo caso nella storia che vide uno stato "rifiutarsi" di fornire aiuti nella ricerca. Al contrario pare che la propaganda sovietica, ricalcando alcune fonti egiziane che dichiaravano che il Dakar fosse stato affondato da una nave da guerra egiziana con cariche di profondità, la fregata Assyout, si abbandonò ad allusioni riguardanti la missione del sottomarino israeliano perduto, che sarebbe stato impegnato - sempre secondo i sovietici - in una missione ai danni degli Stati arabi.
Ciò che c’è di vero in questa storia, ed è stato reso noto in dettaglio dai documenti desecretati sulla scomparsa del Dakar, è che il governo di Ankara non abbia permesso di condurre ricerche autonome lungo la costa meridionale della Turchia, conducendo ricerche “proprie” con la sola presenza di guide inviate dagli israeliani. Con il senno di poi, si pensò che questo parziale diniego potesse essere collegato ad alcuni preparativi che la Turchia stava effettuando in vista dell'invasione di Cipro, sebbene questa sarebbe avvenuta solo nel 1974.
Nonostante non esista alcuna connessione evidente tra la tragica scomparsa sottomarino francese Minerve e quella del sottomarino israeliano Dakar, la concomitanza delle sparizioni in passato diede adito a molte teorie: una di queste ipotizzava che i due sottomarini fossero stati impegnati nella stessa missione con alto livello di segretezza. Missione o esercitazione che sarebbe terminata in tragedia.
La scomparsa dei sottomarini nucleari dei “nemici di sempre” e il caso Eurydice
Il sottomarino francese Eurydice, identificativo visivo S644, fu protagonista, come scritto in apertura di un drammatico incidente che lo fece scomparire sotto i flutti di fronte ad Cap Camart, 15 chilometri al largo di St.Tropez. L'ordine del 4 marzo del 1970 prevedeva esercitazioni analoghe a quelle condotte dal Minerve, nella zona delle isole d’Hyères, dove i fondali sono molto meno profondi. Durante l'esercitazione con tempo sereno, il sottomarino gemello del Minerve scomparve nel nulla come il suo predecessore. Ma nel caso dell’Eurydice tracce di nafta e detriti vennero individuate nell'area di mare interessata, e il rilevamento di una forte esplosione avvenuta in profondità captato, alle ore 07:28, da un centro di monitoraggio geofisico. Il relitto dell’Eurydice venne quindi individuato pochi mesi più tardi da una nave per ricerca oceanografica della Marina degli Stati Uniti. Era adagiato du un fondale ad una profondità di 750 metri.
Si trattò dunque di una tragica fatalità, o di un difetto di produzione o progettazione mai individuato nella classe Daphne che venne trascurato o taciuto dal governo di Parigi? Oppure si trattò di tre diversi casi di collisione che non vennero denunciati da unità di superficie, fossero esse militari o mercantili, o di una serie di eventi del tutto scollegati tra loro? Esercitazioni di routine e trasferimenti andati a finire male? Del resto, un sottomarino da guerra, come un aereo, espone il suo equipaggio ai rischi dell'immersione e del decollo. Chi detiene il comando, è dotato di nervi d'acciaio.
Una qualità che si ricollega ad un altro avvenimento, quello della tragedia sfiorata dal sottomarino Flore, identificativo visivo S 645, della stessa classe, la Daphne - sottomarini d'attacco a propulsione convenzionale, di concezione francese, costruita tra il 1958 e il 1970 per la Marine nationale e per l'esportazione - che andò quasi perduto nel 1971 a causa di uno grave problema allo snorkel. Sarà proprio il comandate, grazie alla sua esperienza e prontezza ad ordinare l'immediata risalita d’emergenza, per evitare il peggio. La parola "snorkel" - un tubo estendibile di cui sono dotati i sottomarini a propulsione convenzionale che consente l'afflusso d'aria necessario al funzionamento dei motori mentre sono in immersione a 10/12 metri - sarà ricorrente nelle indagini sulla scomparsa del Minerve e nell'inchiesta per la perdita dell'Eurydice.
La coincidenza che quello stesso anno il sottomarino nucleare americano Uss Scorpion e il sottomarino lanciamissili sovietico K-129 (del quale si occuperà la CIA per trafugare segreti militari mediante una scenografica copertura, ndr) scomparvero nel nulla, non fece altro che aumentare voci e speculazioni, gettando un'ombra inquietante sulle dinamiche di quella che alcuni chiamano la "guerra sommersa". Un'occulta (e occultata) guerra sottomarina che mieté vittime in silenzio e che nessuno avrebbe mai dovuto rendere nota per mantenere l'equilibrio ed evitare ogni escalation. Ipotesi da cappa e spada appunto. Si dirà lo stesso quando nel 2001 si consumò la tragedia del sottomarino nucleare russo Kursk. La lettura di pagine e pagine di documenti desecretati spesso non porta ad altro che ripetere la versione dei fatti ufficiali come del resto stiamo riportando: quattro sottomarini, nel 1968, sono spariti nelle profondità del mare mentre in superficie tutti temevano la terza guerra mondiale, per essere trovati solo molti anni più tardi senza chiarire misteri. Questo è quanto.
Ucraina. I proiettili all'uranio impoverito: un pericolo per tutti. Piccole Norre (filo-Putin) il 18 Maggio 2023 su Il Giornale.
L’Agenzia polacca per l’energia atomica ha smentito le voci su un innalzamento del livello di radiazioni sul proprio territorio. Tale allarme si è propagato in rete dopo le due potenti esplosioni registrate il 13 maggio a Khmelnytskyi, in Ucraina, che hanno distrutto altrettanti depositi di munizioni.
La paura era dilagata a motivo della forma delle esplosioni, il minaccioso fungo atomico, che ha creato la suggestione che a essere presi di mira dai russi fossero i proiettili all’uranio impoverito inviati dalla Gran Bretagna a Kiev, destinati a bucare i carri armati russi. Ma l’esplosione non avrebbe prodotto funghi atomici.
Fake, ma pericolo reale
Inoltre, l’Agenzia atomica polacca ha spiegato che sì, “c’è stato davvero un aumento delle radiazioni elettromagnetiche in città [a Khmelnytskyi], due giorni prima dell’attacco. Ma, stiamo parlando di un piccolo incremento, del tipo che a volte si può osservare nei giorni di pioggia”. E ha concluso spiegando che non si registra nessuna anomalia radioattiva sul suolo polacco.
Qualche spiegazione in più si poteva certo spendere, perché la conferma che a Khmelnytskyi si è registrato un livello più alto di radiazioni prima dell’attacco potrebbe indurre a pensare che in città fossero arrivati i proiettili in questione.
Certo, il sospetto poteva essere fugato in fretta se si fosse esplicitato che le radiazioni emesse dall’uranio impoverito sono dello stesso tipo di quelle che si registrano in costanza di temporali, ma a un non addetto ai lavori tale equivalenza suona di non facile comprensione.
Né il fatto che non si registri radioattività in eccesso in territorio polacco fuga la possibilità che invece tale incremento possa essere avvenuto sul suolo ucraino, cosa che le autorità di Kiev eviterebbero di annunciare urbi et orbi per non essere linciate dalle folle inferocite.
Ma al di là del dato, e prendendo per buona la smentita, tale Fake news virale ha messo in luce un pericolo reale e ineludibile.
Altre volte Usa e Nato hanno usato i proiettili all’uranio impoverito, in particolare in Iraq e nella ex Jugoslavia, causando patologie ai civili. Tale connessione è ormai evidente, anche se è sussurrata per non dar fastidio ai potenti.
Così citiamo, per puro caso, l’Enciclopedia Britannica: “Dopo la Guerra del Golfo Persico sono state sollevate domande circa l’impatto dell’uranio impoverito sulla salute umana e sull’ambiente. Alcuni scienziati, esperti medici e veterani della Guerra del Golfo ritengono che l’esposizione causi una varietà di problemi di salute, compreso il cancro“.
“I veterani europei della NATO del conflitto bosniaco hanno mosso accuse simili. In Iraq sono stati segnalati tassi elevati di cancro e difetti alla nascita tra i civili in aree che hanno visto pesanti combattimenti durante la Guerra del Golfo Persico e la Guerra in Iraq, sebbene alla conclusione di quest’ultima guerra, la connessione tra quei rapporti e l’uranio impoverito non sia stata indagata” [già nessuna indagine, per i motivi suddetti…].
Nell’ex Jugoslavia sono invece state fatte indagini. Sempre la Britannica: “L’Organizzazione mondiale della sanità ha identificato una serie di località in Bosnia e in Kosovo che richiedono decontaminazione”.
Ma tanto a soffrire e morire saranno civili, tra cui bambini e bambine, ucraini. Poco male per i cittadini europei, avranno pensato in Gran Bretagna, applicando all’Ucraina lo stesso metro dell’Iraq e dell’ex Jugoslavia.
Resta, però, che i russi hanno armi e intelligence leggermente diversi dai due Paesi suddetti e siano alquanto irritati per la fornitura di tali proiettili. E stanno cercando in tutti i modi di eliminarli prima che arrivino al fronte.
Se riescono, l’esplosione dei magazzini di stoccaggio farà disperdere la radioattività nell’aere e i venti la porteranno lontano. Forse molto lontano. Per tacer del grano ucraino, esportato in tutto il mondo… do you remember Chernobyl?
Rassicurazioni e smentite
Certo si può contare sulle rassicurazioni britanniche, le quali, nell’inviare i proiettili all’uranio a Kiev, hanno spiegato come la Royal Society ha assicurato che l’impatto sulla salute causato dall’uso dei proiettili all’uranio impoverito sarà “probabilmente basso” (Sky).
In effetti, la Royal Society ha fatto due studi su tale tema (primo e secondo), che sono stati usati dal Pentagono, al tempo della guerra irachena, per affermare che tali proiettili erano innocui.
Peccato che il Guardian, al tempo, pubblicò una secca smentita: “La [Royal] Society, la più importante istituzione scientifica britannica, è infuriata con il Pentagono che ha affermato di avere il suo sostegno nel ritenere che l’uranio impoverito non è pericoloso”.
“In realtà, ha affermato la Society, sia i soldati che i civili sono in pericolo, sia a breve che a lungo termine. I bambini che giocano in siti contaminati sono particolarmente a rischio“.
A rivelare la boutade delle autorità britanniche è il sito Declassified Uk, il quale si è peritato di chiedere alla Royal Society se avesse fatto altri studi che, smentendo quelli passati, confermassero le attuali rassicurazioni sul tema delle autorità del loro Paese.
La risposta della Royal Society alla sollecitazione di Declassified Uk è stata un secco “no”: “Non abbiamo aggiornato o pubblicato su questo argomento dopo quegli studi”. Se queste sono le rassicurazioni…
Facciamo chiarezza. Uranio impoverito: cos’è, cosa provoca e dove si trova. Il metallo pesante usato in guerra che terrorizza l’Europa. Giulio Pinco Caracciolo su Il Riformista il 19 Maggio 2023
La giornata di oggi è stata caratterizzata dalla notizia di un presunto allarme per l’arrivo di una nube tossica e radioattiva verso l’Europa. Conseguenza secondo Mosca di un pesante bombardamento che ha colpito un deposito di munizioni all’uranio impoverito. Una notizia che ha fatto il giro del web corredata da immagini di un attacco russo avvenuto il 13 maggio nella regione di Khmelnitsky, ad ovest di Kiev, che ha provocato una gigantesca nuvola nera a forma di fungo atomico.
A supporto della tesi allarmistica, il Cremlino ha citato la Polonia dove, a suoi dire, si sarebbe già registrato un aumento dei livelli di radioattività nel Paese. Non è tardata però ad arrivare la smentita dell’Agenzia atomica polacca: “i picchi osservati negli ultimi giorni in Polonia, ma anche nel resto d’Europa, non sono insoliti” e si “verificano regolarmente” con le piogge.
Emergenza rientrata. Ma sta di fatto che il pericolo eventuale esiste perché effettivamente di proiettili perforanti con punte di uranio impoverito ne esistono eccome. Ma facciamo un po’ di chiarezza.
Uranio impoverito. Di cosa parliamo?
Esistono due tipi di uranio radioattivo: l’uranio 235 e l’uranio 238.
L’uranio 235 – è fortemente radioattivo e per tali ragioni viene utilizzato dalle industrie del combustibile nucleare e delle armi che cercano di estrarlo dal metallo naturale. Appena estratto, esso prende il nome di “uranio arricchito” e viene impiegato nelle barre di combustibile e nelle armi nucleari.
L’uranio 238 – dagli scarti del processo estrattivo, composto principalmente da uranio 238. L’industria bellica americana ed inglese ha utilizzato l’uranio impoverito durante le missioni, inclusa la Guerra del Golfo e nei Balcani.
Per via dell’alta densità riesce a penetrare l’armatura massiccia di un carro armato. Una volta esploso, la punta dell’uranio si disintegra per via del calore creato e le particelle di uranio impoverito iniziano a bruciare. L’uso del sottoprodotto derivato dall’arricchimento dell’uranio come rinforzo per i proiettili anticarro è una pratica comune in uso in molti paesi, compresa la Russia.
L’utilizzo dell’uranio in guerra, viola le convenzioni internazionali?
Questo genere di munizioni è classificato tra le armi convenzionali, la cui applicazione in guerra non è vietata da alcuna convenzione internazionale. Data la sua densità pari al doppio rispetto a quella del piombo, che rende le punte particolarmente resistenti, è in grado di perforare le corazze.
Il loro uso è quindi completamente legittimo. Al contrario di molte altre armi già usate da Mosca in Ucraina, come le bombe a grappolo, vietate dalla Convenzione sulle munizioni a grappolo del 2010, o quelle incendiarie contro obiettivi non militari, non esplicitamente vietate ma il cui uso contro le infrastrutture civili è considerato un crimine di guerra.
I proiettili perforanti con uranio impoverito non hanno nulla a che fare con le armi nucleari e hanno una radioattività bassissima. Mentre dal punto di vista chimico, il particolato che si genera all’impatto di un proiettile può avere effetti sulla salute umana se inalato, come la maggior parte dei metalli pesanti usati nell’artiglieria e negli esplosivi.
Cosa succede all’organismo a contatto con l’uranio?
Gli effetti sull’essere umano sono devastanti. A cominciare dall’equipaggio che si trova all’interno dei carri armati. Oltre al rischio derivante dalle schegge di metallo, la possibilità di morire per soffocamento è molto alta. Anche a lungo termine le conseguenze sull’ambiente e sugli esseri umani sono terribili, sia per la sua radioattività sia per la tossicità del metallo. La conseguenza più probabile a lungo termine è che il metallo radioattivo si depositi all’interno dei polmoni provocando varie forme di cancro.
Per rilevare la presenza o meno di uranio impoverito, basta prelevare un campione di urina. Se il test è positivo si dovranno effettuare controlli sui reni, poiché il metallo tende a concentrarsi lì e potrebbe influenzarne la funzione. Giulio Pinco Caracciolo
Ucraina. Il Patriot colpito, più di un miliardo di dollari in fumo. Piccole Norre (filo-Putin) il 17 Maggio 2023 su Il Giornale.
“I missili Patriot non salveranno l’Ucraina”. Titolava così una nota del National Interest del 9 maggio. Ieri, l’ennesima arma magica inviata a Kiev è stata distrutta/danneggiata dai russi. Era ovvio, lo spiegava il NI che, senza una rete difensiva più ampia (jet, altre difese) i Patriot non solo non avrebbero protetto le città ucraine, ma erano essi stessi “vulnerabili”.
Incrinata la magia dei Patriot
Questa la smentita del portavoce dell’aeronautica ucraina Yuriy Ihnat: “Distruggere il sistema con un Kinzhal, è impossibile. Tutto quello che dicono [i russi], può restare nel loro armamentario propagandistico” (Reuters). Ma l’America ha confermato i danni (New York Times).
Possibile che nell’attacco sia morto qualche americano, dal momento che il Patriot necessita di 90 operatori e certo non avranno affidato un sistema d’arma tanto sofisticato e che costa più di un miliardo di dollari esclusivamente al personale ucraino, tirato su in fretta da fine gennaio (CNN). Per inciso, il Pil del Burundi è di 2.7 miliardi di dollari…
Zelensky continua a recitare la sua parte e, dopo il danno, ha chiesto più armi. Forse ciò solleciterà l’arrivo dell’Iron Dome made in Israel in forza all’Us Army, come promesso la settimana scorsa dal comandante della Difesa spaziale e missilistica, generale Daniel Karbler (Jerusalem Post).
Peccato che nel recente conflitto di Gaza, come rileva Haaretz, l’Iron Dome si sia rivelato un po’ fallace. Cosa nota, Repubblica del maggio 2021, spiegava che “dopo dieci anni di successi, il mito della ‘Cupola d’acciaio’ viene messo in discussione”(non per nulla Tel Aviv nell’ultimo conflitto ha schierato un’altra difesa, la Fionda di David).
E in Ucraina, l’Iron Dome non dovrà vedersela con i razzi artigianali di Hamas… Evidentemente gli Usa hanno trovato un altro modo per dimostrare il loro impegno pro-Kiev e smaltire scorte obsolete.
Di interesse altri cenni del National Interest: “I Patriot non porranno fine alla guerra ucraina né consentiranno a Kiev di negoziare o riprendere la Crimea o il Donbass. Dimostrano solo un falso impegno americano, che può solo prolungare la carneficina”.
“Pochi benefici” dai Patriot, conclude il NI, “Tuttavia, Washington può ancora svolgere un ruolo chiave per porre fine alla guerra. I mezzi tattici non possono raggiungere questo fine strategico; i sistemi d’arma non si dimostreranno decisivi, ma il potere diplomatico sì. Washington può ancora ottenere molto facendo meno. La via per raggiungere la pace in Ucraina non dovrebbe essere lastricata di armi, ma di intelligenza diplomatica“.
Diplomazia
Quanto alla diplomazia, nulla si sa dell’inviato di pace cinese, che ieri era a Kiev. Ma alla sua missione si è affiancata un’inusuale mediazione africana guidata dal Sudafrica, oggi arrivata a Mosca (Reuters). Ed è forse per creare difficoltà a tale missione che l’ambasciatore Usa a Pretoria alcuni giorni fa aveva lanciato l’esilarante allarme su un’asserita fornitura di armi sudafricane alla Russia.
Intanto, Seymour Hersh lancia una notizia bomba: secondo fonti di intelligence Usa, la Polonia – uno dei Paesi più coinvolti nel sostegno a Kiev – si farebbe portavoce di altri Paesi confinanti con l’Ucraina (Ungheria, Lituania, Estonia, Cecoslovacchia e Lettonia) per far pressioni su Zelensky affinché avvii negoziati.
Da ultimo, Politico ricorda che i fondi stanziati dal Congresso Usa per l’Ucraina finiranno a metà estate. I falchi urgono un nuovo stanziamento, ma gli Usa sono alle prese con una difficile trattativa tra i due opposti partiti per alzare il tetto del debito dello Stato (che altrimenti andrà in default).
In pratica il Congresso deve produrre una Legge di bilancio, nella quale dovrebbe trovare posto un altro stanziamento per Kiev. Ma si prevedono difficoltà, data la pattuglia di repubblicani che si oppone a tale capitolo di spesa.
Londra fornisce a Kiev armi in grado di colpire in territorio russo. Piccole Note (filo-Putin) il 17 Maggio 2023 su Il Giornale.
Insieme ai missili a lungo raggio, Londra fornirà all’Ucraina droni suicidi con un raggio di azione doppio rispetto agli Himars inviati a Kiev dagli Stati Uniti (oltre ad altro). La novità di questo ulteriore invio di armi è che Londra sta fornendo a Kiev sistemi d’armi in grado di raggiungere in profondità il territorio russo.
Armi, promesse e indiscrezioni
Il fatto che Kiev rassicuri che non sarà usata a tale scopo, ma solo per attaccare la Crimea, che peraltro Mosca (come anche il Segretario di Stato Usa Blinken) considera linea rossa da non attraversare, non rassicura affatto, dato il drone che ha attaccato il Cremlino e le tante incursioni di droni ucraini contro obiettivi situati all’interno dei confini russi.
Peraltro, due giorni prima dell’annuncio della nuova dotazione, il Washington Post pubblicava nuove rivelazioni filtrate dall’intelligence Usa, in cui venivano riferite alcune intercettazioni delle conversazioni del presidente ucraino.
Il Wp, riferiva che Zelensky si era guadagnato la fiducia dei leader d’Occidente per aver limitato il conflitto al suolo ucraino (peraltro una sciocchezza, per quando riferito prima), e continuava: “Ma a porte chiuse, il leader ucraino ha proposto di assumere iniziative più audaci: occupare villaggi russi per far leva su Mosca, bombardare un oleodotto che porta il petrolio russo all’Ungheria, Paese membro della NATO, e, nel segreto, sogna che missili a lungo raggio colpiscano obiettivi all’interno dei confini della Russia, come riferiscono documenti segreti dell’intelligence statunitense che riportano nel dettaglio le sue conversazioni con i suoi assistenti più importanti e con i vertici militari”.
Insomma, Londra sa perfettamente cosa sta facendo: sta usando le forze dell’Ucraina per attaccare città e villaggi russi in territorio russo. Non che sia una novità, ma il fatto che la nuova strada sia intrapresa in maniera tanto aperta e dichiarata dimostra quanto si sia alzato il livello dello scontro. Siamo ai limiti del conflitto aperto tra un Paese NATO e la Russia, cioè alle soglie della Terza guerra mondiale.
I fautori della guerra infinita, benché siano loro a promuovere tale escalation, stanno facendo di tutto per tenere in sordina questa evoluzione del conflitto. La loro più grande paura, infatti, è che i cittadini dei Paesi occidentali prendano coscienza dell’abisso nel quale i circoli iper-atlantisti li stanno precipitando e chiedano loro di fermarsi.
A tale scopo, i media acquiescenti tengono bassa la narrativa, limitandosi alla cronaca di guerra e a quanto correlato, evitando di toccare temi sensibili, come appunto i pericoli di una risposta russa di pari livello. Tale la situazione, tale la meschina deriva della politica europea, incapace di arginare tale spinta distruttiva (se non connivente), tale la follia.
Elicotteri, autocarri e tanti missili: quali armi l’Italia vende all’estero. Nel giro di affari (in crescita) di 5,3 miliardi di euro, ci sono centinaia di commesse e decine di aziende. Ecco cosa abbiamo esportato nel 2022. Il dominio di Leonardo, il salto di Mbda. Carlo Tecce su L'Espresso il 4 maggio 2023.
Gli italiani fanno bene le armi. Il mondo le apprezza, le brama, le compra. E dentro la massa di 5,3 miliardi di euro di esportazioni nel 2022 in crescita di oltre il 13 per cento sul 2021, come scritto in anteprima dall’Espresso consultando la relazione annuale del governo, ci sono velivoli terrestri, aeromobili, siluri, bombe, missili, razzi.
Alla voce “materiali” corrispondono trasferimenti autorizzati per 3,352 miliardi di euro. I ricavi più consistenti derivano dal programma di elicotteri AW129 di Leonardo: per attrezzature, ricambi, servizi, la multinazionale con sede a Roma ha incassato 500 milioni di euro, la vendita di tre modelli ne ha procurati 82 milioni (dunque il costo è di 27,3 ciascuno), inoltre ci sono le relative apparecchiature militari da 45 milioni di euro. Nel complesso gli AW129 hanno fruttato 627 milioni di euro.
La cosiddetta categoria 006, quella “terrestre”, vale 369 milioni di euro e si compone, perlopiù, di 220 autocarri cabinati di tipo M AT410T50W (108 milioni), 267 autocarri protetti MTV (79) e parti per i blindati Superav 8x8 (43 milioni).
Il pezzo più pregiato e costoso fra le armi da fuoco è il siluro europeo MU90: 10 esemplari hanno generato introiti per 107 milioni di euro. Per la quantità, invece, vanno segnalati i 216 missili Aspide (165 miloni) e 118 Aster (28 milioni). Una dozzina di missili antinave italiani e francesi Otomat MK2/A hanno superato le frontiere al prezzo di 70 milioni.
Il mercato delle esportazioni è al solito dominato da Leonardo che ne detiene il 47 per cento. La seconda quota, in netta flessione, è sempre di Iveco Defence Vehicles col 14,08 (-9 punti), al terzo posto c’è Mbda Italia che, in crescita, sfiora l’8.
Il probabile nuovo direttore generale di Leonardo, Lorenzo Mariani, proviene proprio da Mbda Italia, azienda specializzata in missili che appartiene a un consorzio europeo di cui la stessa Leonardo è azionista al 25 per cento. Mariani era in corsa per la guida dell’ex Finmeccanica, ma poi il governo ha indicato l’ex ministro Roberto Cingolani amministratore delegato in coppia con il diplomatico Stefano Pontecorvo. Come opera di mediazione politica e di equilibrio dirigenziale, in mezzo a una stagione decisiva per l’industria bellica, Palazzo Chigi ha scelto di affiancare Mariani a Cingolani.
Boom di armi italiane: oltre 5 miliardi nel ‘22. Primo cliente la Turchia. Il ritorno dei sauditi. Tutti i numeri del giro di affari (in forte crescita per la guerra) del materiale bellico “Made in Italy”: più 13 per cento di esportazioni, ma crescono anche le importazioni fuori dall’Ue e le intermediazioni. Ripartono le commesse in Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Il caso Qatar. E quegli acquisti di Kiev. Carlo Tecce su L'Espresso il 2 Maggio 2023
Il mercato delle armi oggi è come gli ombrelloni a Ferragosto. Ha superato la pandemia. Ha sfruttato la guerra in Ucraina. Ha preso il controllo della geopolitica. Lo scorso anno l’Autorità competente (Uama) insediata presso il ministero degli Esteri ha registrato esportazioni di materiale bellico, made in Italy per dirla col governo, per circa 5,3 miliardi di euro, dunque più 13,47 per cento rispetto ai 4,6 miliardi del 2021. Anche le importazioni da paesi non europei sono in costante aumento: 727 milioni nel 2022 contro i 678 milioni nel 2021, un salto nel triennio del 238 per cento.
Nella relazione annuale del governo al Parlamento, documento che l’Espresso ha consultato in anteprima, si palesano gli effetti della guerra in Ucraina. Per chi fabbrica armi, com’è ovvio, si sta per aprire una stagione ricca. Lo si riscontra nella caterva di «licenze globali di progetto» che crescono di numero e di valore. E di conseguenza, in un mercato in fermento, che triangola, che si espande, si accentuano le intermediazioni di vario tipo: 319 per 396 milioni di euro, più 337 per cento.
Quest’anno il primo cliente è la Turchia con 589 milioni di euro di acquisti, al secondo posto gli Stati Uniti, al terzo la Germania, quarto il Qatar, quinto a “sorpresa” Singapore con 177 milioni di euro relativi alle prime consegne di velivoli di addestramento di Leonardo.
Il Qatar ha pianificato spese a lungo termine e dunque oscilla ai vertici della classifica, ma rimane affezionato compratore: 255,7 milioni nel 2022, nel complesso 7,5 miliardi di euro in 6 anni. La flotta navale dei qatarioti, che ricambiano col metano, praticamente è Made in Italy. I diritti civili no. Non ci assomigliano nemmeno.
Il governo di Roma – nel 2022 per quasi 11 mesi c’era Mario Draghi – ha superato la ritrosia nei confronti dell’Arabia Saudita dopo l’omicidio di Stato del giornalista dissidente Jamal Khashoggi e soprattutto il coinvolgimento del regime monarchico nella guerra dello Yemen.
Nel 2021 il governo gialloverde di Giuseppe Conte revocò le autorizzazioni concesse tra il 2016 e il 2018 alla società Rwm del gruppo tedesco Rheinmentall, che ha un grosso sito di produzione in Sardegna, un altro a Ghedi in provincia di Brescia e forniva bombe d’aereo a Emirati Arabia Uniti e Arabia Saudita. Un mese fa Meloni ha confermato la rimozione di ogni divieto ad Abu Dhabi come già stabilito da Draghi. Prontamente le commesse ai sauditi sono quasi triplicate da 47 a 123 milioni di euro e quelle agli emirati sono passate da 56 a 121 milioni di euro.
La Rwm ha fatto sapere ai cittadini riottosi di Domusnovas (Carbonia-Iglesias) che in questo periodo si fa incetta di contratti e bisogna assumere 150 operai. Alla vigilia dell’invasione della Russia, due anni fa, pure l’Ucraina ordinò bombe da Rwm in tre spedizioni per un totale di 223.000 euro. Com’è noto gli Stati Uniti, l’intera Nato, perciò l’Europa e dunque l’Italia sostengono la resistenza di Kiev con miliardi di euro in armi. Le donazioni italiane sono stimate in centinaia di milioni. Niente di preciso poiché tutto è coperto da segreto di Stato. Però di certo lo scorso anno, si legge nella relazione, l’Ucraina ha ricevuto/pagato esportazioni di materiale bellico italiano per 3,8 milioni di euro. Amici, sempre. Clienti, a volte.
Il «pacco» dei cannoni M109L che l'Italia ha consegnato all'Ucraina. Sergio Barlocchetti su Panorama il 02 Maggio 2023
L'Italia accusata di aver fornito a Kiev armi obsolete. Ma non è la solita furbata all'italiana. SI tratta del frutto di decenni di politiche contro ogni investimento nel campo della difesa
Come stabilito dal Governo Draghi lo scorso anno, l’Italia ha consegnato all’Ucraina venti carri d’artiglieria M109L tra i circa 300 che erano stati depositati presso il centro di manutenzione di Lenta, nel vercellese. Tuttavia, qualche giorno fa il Financial Times ha riportato la notizia che nessuno dei primi venti mezzi forniti come parte dell'assistenza militare era pronto per essere usato. Si tratta delle versioni aggiornate a una ventina d’anni fa dei cannoni da 109 mm sviluppati sul progetto M155 di costruzione americana. L’originale era denominato 155/45 e traeva origine addirittura da un pezzo francese dello stesso calibro, il 155 mm “Gpf” fornito agli Usa nel corso della Prima guerra mondiale. E la versione degli anni Sessanta ha fatto il suo esordio in battaglia durante la guerra del Vietnam. Ebbene: i 109L nei primi anni Novanta sostituirono gli M109G “155/23” ed erano dotati di una bocca da fuoco più efficiente, ovvero erano “155/39”, quindi più precisi e con portata maggiore, di 30 km al posto di 24 km, realizzata su accordo con gli Usa dalla Oto Melara, oggi Leonardo, “copiando” alcune soluzioni dall'obice a traino anglotedesco FH-70. Si tratta comunque sempre di pezzi di concezione classica che l’Italia nel decennio successivo ha sostituito con i cannoni tedeschi PzH 2000 “155/52” che hanno una gittata di 40 chilometri. Dei vecchi 109L ne avevamo quasi 300 esemplari e per questo li abbiamo anche ceduti a Gibuti (12 unità come parziale compensazione per l’uso del sedime dove sorge la base italiana), mentre altri sarebbero stati dati al Pakistan. Ciò non deve far pensare che sia la nostra sia soltanto “fuffa da rottamare”, poiché in realtà con le opportune modifiche, come proposto da Leonardo anni fa, era possibile realizzare una versione da esportazione con caratteristiche contemporanee, in grado cioè di usare munizioni intelligenti e fornire questa opportunità come kit di aggiornamento a una serie di nazioni che hanno ancora in arsenale gli M109L. Ma è altrettanto vero che, stante la situazione di inutilizzo durata anni, prima di mandarli in Ucraina sarebbe stata necessaria una revisione completa che gli Usa si erano detti d’accordo di finanziare. Secondo la stampa italiana questa revisione sarebbe stata eseguita da un’azienda specializzata in Friuli, fatto che avrebbe spiegato il transito dei treni che li trasportavano dalla provincia Udine, e che oltre agli M109L portavano anche una ventina cannoni italiani FH-70 e cinque unità Pzh-2000. L’altro ieri il Financial Times ha però reso noto che tutti i cannoni italiani non sarebbero utilizzabili per vari malfunzionamenti. L’accordo con l’Italia, stabilito tra la primavera e l’estate 2022, prevedeva piano era che avremmo dato a Kiev 60 obici dei quali gli Stati Uniti avrebbero pagato la rimessa in efficienza, ma ora si scopre che del primo lotto, risalente all’autunno scorso, le parti prodotte negli Stati Uniti non sarebbero state compatibili con il mezzo italiano diventando inservibili. E incredibilmente, da fonti militari ufficiali si apprende che a proposito della rimessa in efficienza, la nostra Difesa non è stata informata sull’esito delle operazioni. Ma considerando che lo M109 è uno degli obici semoventi da 155 mm più diffusi al mondo, in servizio in più di 40 paesi, nemmeno l'esercito americano ha in programma la sua dismissione, e dunque il problema sta semmai nell’aggiornamento necessario per renderlo conforme ai requisiti moderni. Una delle modifiche più recenti è denominata M109-A6 Paladin, ed è stata sviluppata da dalla divisione sistemi di terra di United Defense LP (Bae Systems Land and Armaments), e prodotta presso il Paladin Production Operation Center di Chambersburg, in Pennsylvania, Usa. Schierata per la prima volta nel 1994, è stata operativa con gli eserciti di Stati Uniti e Israele, ed è stata selezionata anche da Kuwait e Taiwan.
Il sistema Paladin viene gestito da un equipaggio di quattro persone, un comandante, un autista, un mitragliere e un caricatore, ed è in grado di operare in modo indipendente senza assistenza tecnica esterna. L'equipaggio riceve i dati della missione tramite un sistema di comunicazione digitale sicuro, calcola i dati di sparo, sblocca automaticamente il cannone dalla posizione nella quale viaggia sul mezzo mobile, punta e spara per poi mantenere puntato il bersaglio anche se in movimento. Il tutto entro i 60 secondi. Utilizzato a sostegno dell'operazione Iraqi Freedom dal marzo 2003, inclusa l'operazione Al Fajr a Fallujah nel novembre 2004, dove ha dimostrato di essere molto efficace e al contempo di aver mantenuto buona parte delle caratteristiche di semplicità del progetto originale, oggi vetusto. Bae Systems ha fornito 219 kit di modifica “Paladin” dell'esercito americano che consentono l'uso del sistema di carica d’artiglieria modulare (Macs) e del proiettile Excalibur XM92 a guida di precisione sviluppato da Raytheon con Bofors Defense (una filiale svedese di Bae Systems), nel 2005. La cadenza di fuoco massima arriva a otto colpi al minuto, tre colpi in 15 secondi o un colpo ogni tre minuti a seconda della versione delle munizioni e della situazione. La pistola è azionata da un sistema automatico di controllo del fuoco con computer balistico, dotato di un backup ottico. Il sistema di posizionamento e navigazione inerziale del veicolo è integrato con il sistema di controllo automatico del fuoco. L'equipaggio rimane nel veicolo per tutta la missione. La protezione contro la guerra nucleare, chimica e biologica è installata con sistemi di protezione individuale dell'equipaggio, inclusa l'aria a temperatura controllata. La torretta è dotata di rivestimento antischegge in Kevlar. Ovviamente i sistemi italiani dati all’Ucraina non potevano essere così aggiornati, anche considerando il pericolo che possano cadere in mani russe. Se noi abbiamo detto il vero, cioè che i nostri esemplari di M109L erano vetusti e bisognosi di manutenzione, difficile dire a quale livello di tecnologia e aggiornamento son stati portati con i dollari di Washington.
Londra invia proiettili all'uranio impoverito in Ucraina. Piccole Note (filo-Putin) il 2 Maggio 2023 su Il Giornale.
“Il ministro delle forze armate britanniche James Heappey ha confermato che l’Ucraina ha ricevuto il controverso uranio impoverito dal Regno Unito per i carri armati Challenger 2 di fabbricazione britannica”. Così Dave DeCamp su Antiwar.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che la Gran Bretagna si assume la responsabilità della decisione (The Sentinel), facendo eco alle parole di Putin, il quale a suo tempo aveva dichiarato che la Russia avrebbe agito di “conseguenza”.
Detriti radioattivi
“Sebbene sia improbabile che la decisione del Regno Unito di inviare proiettili all’uranio impoverito in Ucraina si dimostri un punto di svolta per la guerra, avrà un impatto duraturo, potenzialmente devastante, su soldati, civili e sull’ambiente”. Scrive Joshua Frank su Responsable Statecraft.
Il suo articolo descrive in maniera esauriente le conseguenze che tali ordigni – usate per bucare le corazze dei blindati – provocano sia sui soldati che le utilizzano che su quanti si troveranno in futuro alle prese con le radiazioni che rilasciano.
L’esito sarà un “campo di battaglia avvelenato, pieno di detriti radioattivi” che produrranno danni sui civili ucraini anche dopo la fine della guerra. Le conseguenze di tali ordigni, benché “minimizzate” da Usa e Gran Bretagna, che più ne hanno fatto uso nelle guerre recenti, sono ormai fuori discussione.
Chi volesse, può leggere l’articolo di Frank che fa un resoconto di quanto riscontrato per la guerra irachena e altro, ricordando che tali proiettili sono stati usati non solo in “Kuwait, ma anche in Bosnia, Iraq, Kosovo, Siria e Serbia”.
E annota che “numerosi studi hanno mostrato una correlazione diretta tra l’esposizione all’uranio e le malattie renali, le malformazioni genetiche dei neonati (se le madri erano state esposte), l’aumento di patologie della tiroide e diverse forme di malattie autoimmuni. L’elenco è ampio e terrificante”, conclude, ricordando, in altra parte, la patologia più comune prodotta dalla radioattività: il tumore.
Avvelenare l’Ucraina
I residui radioattivi, inoltre, hanno il vizio di contaminare i terreni. E il fatto che l’Ucraina sia considerata il granaio del mondo dovrebbe far suonare qualche campanello di allarme aggiuntivo.
Questa la conclusione di Frank: “Se la macabra eredità dell’uso dell’uranio impoverito da parte degli americani ci può suggerire qualcosa, è che quei proiettili all’uranio impoverito che gli inglesi stanno fornendo all’Ucraina […] avranno un impatto radioattivo che rimarrà in quel paese per gli anni a venire, con conseguenze debilitanti, potenzialmente fatali”.
Ovviamente nessuna protesta per la decisione britannica, né delle ong umanitarie, né tantomeno degli ambientalisti, che quando a parlare è il Potere, quello vero, conservano un ossequioso silenzio.
"I file del sottomarino atomico nel bagno del pub": è giallo in Inghilterra. Storia di Massimo Balsamo su Il Giornale il 30 aprile 2023.
Sapone detergente, carta igienica e documenti classificati: questo quanto hanno trovato le autorità britanniche nel bagno di un pub Wetherspoons nel borgo di Barrow-in-Furness nella contea inglese della Cumbria, nord dell'Inghilterra. La Royal Navy ha annunciato l'apertura di un'indagine ma sono già emersi i primi dettagli dell'inusuale ritrovamento: secondo quanto riportato dal Sun, i file segreti conterrebbero delle informazioni sul sottomarino Hms Anson, tra quelli più all'avanguardia della Marina britannica e dal valore di 1,3 miliardi di sterline.
L'indagine della Royal Navy
Come evidenziato dal tabloid, le autorità hanno ritrovato i file nel pub Furness Railway, per la precisione sul pavimento della toilette del locale. Secondo quanto riferito da un portavoce della Royal Navy, i file riguarderebbero l'addestramento generico e non conterrebbero informazioni classificate. Secondo il giornale, però, i documenti riguarderebbero il funzionamento interno del sottomarino, con tanto di dettagli chiave sull'idraulica che controlla i portelli dei siluri, la manovrabilità e la galleggiabilità.
L'Hms Anson è un sottomarino d'attacco a propulsione nucleare ed è lungo 97 metri per un totale di 7.800 tonnellate. Secondo i costruttori, può circumnavigare il globo senza mai riemergere. È costruito presso il cantiere navale della Bae Systems a Barrow-in-Furness, in Cumbria, ovvero nei pressi del pub Wetherspoons sopra citato. Il mistero si infittisce con il passare delle ore e non mancano le testimonianza su quanto accaduto l'altra sera."È stata una notte piuttosto vivace. Il pub era pieno di gente del porto, sia militari che civili", la versione di un testimone:"Sono andato in bagno e i documenti erano stesi sul pavimento del bagno: chiunque avrebbe potuto trovarli". E ancora, con un pizzico di ironia: "È stata una fortuna che non fossi una spia russa sotto copertura".
L'ex capitano del sottomarino, il comandante Ryan Ramsay, ha dichiarato: “Sembra che qualcuno abbia tolto i documenti dalla barca per studiarle. Fanno parte di un libro che copre tutti i sistemi del sottomarino". Qualche giovane che lavora a bordo avrebbe potuto portare i file con sè per studiarli, ma su questo aspetto farà luce la Royal Navy. Divertito il comandante Ramsay: "È bello vedere il loro impegno nell'apprendimento, ma il pub è probabilmente il posto sbagliato". Non è il primo caso di questo tipo: due anni fa furono trovati dei documenti riservati della difesa britannica nei pressi di una fermata d'autobus nel Kent.
La nuova arma svedese per controllare i russi. Lorenzo Vita su Inside Over il 30 Aprile 2023
La Svezia procede nel suo programma di modernizzazione delle forze armate e in particolare della flotta. La Saab, in un comunicato, ha confermato di avere consegnato a Stoccolma la nuova nave Sigint Hms Artemis, unità che si unirà alla flotta svedese per sostituire la ormai obsoleta nave Hms Orion.
Una nave per controllare il Baltico
Per Stoccolma, impegnata politicamente nel percorso per entrare a far parte della Nato, l’arrivo dell’Artemis rappresenta un passaggio fondamentale, considerati anche i ritardi avuti nella consegna della nave. La Marina svedese, infatti, si dota di un’unità che rende possibile migliorare la capacità di intelligence navale di una nazione fortemente proiettata nei mari, in particolare quello Baltico, e in un periodo di grande conflittualità con la Russia.
La crescente importanza della regione per i piani europei e atlantici e l’assertività di Mosca si ripercuotono in particolare su quel mare, come del resto confermato non solo dalle più recenti iniziative Ue in campo energetico, ma anche con i documenti di diverse potenze impegnate nella regione che vedono l’Alto Nord al centro delle rispettive agende strategiche. nonché testimoniato dal sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2.
L’importanza di “Artemis”
Artemis, realizzata da una partnership tra Saab e Polska Grupa Zbrojeniowa (PGZ) e varata nel cantiere polacco di Gdynia nel 2019, attende così il suo ingresso nella flotta svedese dopo una serie di lavori nel cantiere di Karlskrona, in Svezia. Con i suoi 74,6 metri di lunghezza, 14 di larghezza, e con le sue 3mila tonnellate, la nave rappresenta non solo un vanto per la cantieristica svedese (e in parte polacca) ma anche un’immagine plastica del motivo per cui la Nato è molto interessata all’inserimento di Stoccolma nella famiglia atlantica.
A questo proposito, il segretario della Difesa Usa, Lloyd Austin, ha ribadito al suo omologo svedese Pal Jonson di non vedere l’ora di averlo come alleato nella Nato, ipotizzando che il passaggio avvenga a margine del summit di Vilnius a luglio.
La Nato vuole la Svezia
A differenza di altri Paesi dell’area già interni all’Alleanza ma impossibilitati a fornire un contributo di forze e tecnologie molto elevato, la Svezia (così come la Finlandia) può essere considerata già una potenza in linea con gli standard Nato e in grado di dare al blocco euro-americano più capacità di difesa. Una nave Sigint appena realizzata secondo le più moderne tecnologie, in un’area centrale per il controllo dei movimenti della Russia e in particolare per ciò che avviene intorno a Kaliningrad, è un elemento da non sottovalutare negli schemi militari della regione, soprattutto in settore così rilevante come quello dell’intelligence navale.
Svezia e spionaggio russo
Il tema è costantemente al centro delle cronache regionali, anche in particolare di quelle svedesi. Non va dimenticato che in questi giorni la Svezia ha ordinato l’espulsione di cinque addetti dell’ambasciata russa di Stoccolma e l’intelligence nazionale, il Sapo, ha una lunga lista di nomi sospetti. Prima di queste espulsioni, le emittenti pubbliche baltiche avevano acceso i riflettori sulle attività di spionaggio russe nel mare anche intorno alla Svezia attraverso navi apparentemente civili, come pescherecci e imbarcazioni per la ricerca oceanografica. LORENZO VITA
Ancora pressioni per inviare bombe grappolo a Kiev. Piccole Note (filoPutin) il 28 Aprile 2023 su Il Giornale.
“L’Ucraina potrebbe fare un uso ‘molto efficace’ delle cosiddette bombe a grappolo che gli Stati Uniti finora si sono rifiutati di fornire”. Così Christopher G. Cavoli, comandante delle operazioni statunitensi in Europa nel corso di una riunione della commissione per le forze armate della Camera.
Smaltire i magazzini
La dichiarazione del generale è riportata dal Libertarian Institute che spiega come Mike Rogers, esponente repubblicano a capo di detta commissione, abbia raccolto la sollecitazione del generale affermando che “L’amministrazione [non sta] dando all’Ucraina le armi di cui ha bisogno per vincere, anzitutto le bombe a grappolo“.
Gli Stati Uniti, ha aggiunto Rogers, hanno “in magazzino 3 milioni” di bombe a grappolo e inviarle in Ucraina consentirebbe al governo di risparmiare sullo stoccaggio e smaltire esplosivi dell’era della Guerra Fredda, che altrimenti dovrebbero essere distrutti con costi aggiuntivi (in realtà, probabilmente costerebbe più spedirli a Kiev, ma tant’è).
La sollecitazione di Rogers ha trovato l’entusiastica adesione di un altro repubblicano della Commissione, Joe Wilson, perché tali armi, ha spiegato, avrebbero portato l’Ucraina alla vittoria (sic). Gli ucraini hanno chiesto più volte agli Stati Uniti tali munizioni, ma finora l’amministrazione Biden ha risposto niet.
“Le dichiarazioni di Rogers e Wilson [e quelle più autorevoli del generale ndr] giungono mentre si assiste a una rinnovata spinta al Congresso per fornire a Kiev bombe a grappolo”, annota il Libertarian Institute, che riferisce di una lettera di sollecito in tal senso inviata all’amministrazione Biden lo scorso mese a firma di diversi esponenti bipartisan del Congresso.
Bombe a grappolo e crimini contro l’umanità
Tali bombe sono state concepite per contrastare un assembramento militare, dal momento che, una volta sparato il vettore principale, questo dissemina sul terreno una rete di ordigni meno potenti, ma sempre micidiali. Tali armi sono state messe al bando da una Convenzione internazionale del 2010 alla quale hanno aderito 120 Paesi (non hanno aderito Usa, Russia, Ucraina e pochi altri).
Il divieto nasce da motivi umanitari perché spesso gli ordigni espulsi dal vettore principale non esplodono, causando successivamente “innumerevoli morti civili nel dopoguerra, a volte anche per decenni a seguire. Dopo la guerra del Vietnam, in Laos sono rimaste inesplose ben 20 milioni di bombe . Migliaia di bambini sono rimasti uccisi e feriti”, annota il Libertarian Institute.
Sul punto, anche un articolo del Washington Post dal titolo: “Le bombe a grappolo sono troppo rischiose per usarle in Ucraina”, che spiegava come tali armi avrebbero fatto strame di civili ucraini nel dopoguerra.
Nel conflitto in corso sono state utilizzate, anche se russi e ucraini negano. E val la pena rammentare come i media mainstream denunciavano con forza il loro uso da parte dei russi (Human Rights Watch), anche se poi si è scoperto che anche gli ucraini ne hanno fatto uso (New York Times).
Ma proprio tali denunce circostanziate fanno capire che finora l’utilizzo è stato limitato. Ben altra cosa sarebbe se si desse fondo ai magazzini Usa, come da scellerate richieste.
Peraltro, l’uso conclamato di tali ordigni renderebbe i Paesi alleati degli Usa nel sostegno all’Ucraina conniventi di un crimine contro l’umanità, come da denuncia di Amnesty international fatta al tempo contro i russi.
Infine, avendo quasi tutti questi Paesi (Italia compresa) firmato la Convenzione che le mette al bando, si troverebbero di fronte un problema giuridico perché sarebbero di fatto correi della sua violazione.
La spesa militare nel mondo ha di nuovo raggiunto un record storico. Valeria Casolaro su L'Indipendente il 25 aprile 2023
Le spese militari nel mondo continuano ad aumentare e, per il secondo anno di fila, raggiungono un record storico. Una conferma amara, giunta giusto a ridosso del 25 aprile, la giornata in cui in Italia si celebra la fine del regime fascista e il cammino verso la fine di un conflitto che ha lasciato profonde ferite nel nostro Paese e nell’intera Europa, non ancora risanate. Nel 2022, in tutto il mondo, la spesa militare è infatti aumentata del 3,7% rispetto al 2021 (quando già si erano toccati livelli senza precedenti), arrivando a toccare i 2.240 miliardi di dollari. L’Europa ha registrato l’aumento maggiore, il più grande dai tempi della Guerra Fredda, mentre Stati Uniti, Russia e Cina si confermano i maggiori consumatori individuali, raggiungendo complessivamente il 56% del totale globale della spesa militare. I dati – corretti per l’inflazione – sono stati resi noti dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), istituto internazionale indipendente con sede a Stoccolma.
Secondo quanto riferito dal rapporto tali aumenti, in particolare in Occidente, sono dovuti all’invasione russa dell’Ucraina, oltre che alla crescente minaccia percepita da parte della Cina. L’Ucraina è il Paese con il maggior aumento della spesa, pari al 640% (arrivando così a toccare i 44 miliardi di dollari), mentre per la Russia le spese sono aumentate del 9,2% (toccando gli 86,4 miliardi di dollari). In termini di spese totali, gli Stati Uniti rimangono in cima alla classifica con una quota che supera gli 877 miliardi di dollari e un aumento dello 0,7% rispetto al 2021. Si tratta di una cifra di ben tre volte superiore a quella della Cina, al secondo posto dopo gli USA con i suoi 292 miliardi di dollari (+4,2%). Per Pechino nel 2022 la spesa militare è aumentata per il 28° anno consecutivo. Tra i Paesi NATO spicca poi la Finlandia, con un aumento della spesa pari al 36%, seguita da Lituania (27%) e Svezia (12%).
L’aumento complessivo ammonta a 127 miliardi in un solo anno, cifra che “supera di gran lunga i 100 miliardi annui che sarebbero necessari a mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico ma che gli Stati non riescono a destinare a tale scopo, per scelte politiche miopi” dichiara la Rete italiana Pace e disarmo. “La guerra e i conflitti armati non portano solo morte e distruzione, ma anche devastazione dell’ambiente e distruzione del clima“. [di Valeria Casolaro]
La caccia ai diamanti russi: ora si vuole tracciare il tesoro del Cremlino. Lorenzo Vita il 2 Maggio 2023 su Inside Over
I diamanti russi rappresentano uno dei “buchi neri” delle sanzioni occidentali. Da tempo diversi governi del blocco euro-atlantico e i maggiori sostenitori di Kiev nel mondo chiedono che il mercato delle pietre preziose russe venga inserito pienamente nell’alveo dei provvedimenti contro il Cremlino. Il motivo è la quantità di denaro mossa dalla produzione e vendita di diamanti grezzi e lavorati: un volume che per la Russia significa almeno 4 miliardi di euro ogni anno derivante dalla loro esportazione.
Fino a questo momento, come ha ricordato un articolo de il Post, l’Unione europea non ha saputo trovare la quadra sulle sanzioni ai diamanti russi in particolare per il veto del Belgio. Anversa, infatti, è uno dei maggiori hub mondiali di questo settore, e questo implica che il mercato dei diamanti rappresenta per il Paese un pilastro della propria economia. Colpire l’importazione di diamanti russi significherebbe quindi andare a incidere in modo significativo su un elemento portante dell’economia locale e, in assenza di contrappesi, rischiando di minare un segmento molto rilevante del mercato di Anversa.
Il pressing di Kiev su Ue e G7
Dall’inizio della guerra in Ucraina, non solo Kiev ma anche molte cancellerie europee hanno premuto sul Belgio affinché bloccasse completamente questo commercio con cui la Russia, attraverso la società Alrosa, incassa miliardi direttamente da quel blocco occidentale che supporta le forze ucraine. Il Belgio, dall’inizio dell’invasione, ha limitato l’import di queste pietre dalla Federazione russa – quasi tutte dalla lontana Jacuzia – ma, allo stesso tempo, ha evitato di far sì che nei vari pacchetti delle sanzioni fosse incluso l’intero mercato dei diamanti. Una scelta che è stata condannata soprattutto se messa in parallelo con i provvedimenti assunti invece contro il gas e il petrolio di Mosca e che è stata anche negata dal governo belga.
Ora, come riporta un articolo di Politico, si starebbe muovendo direttamente il G7. Il gruppo dei “grandi”, infatti, che rappresenta Paesi che condannano la decisione russa dell’invasione dell’Ucraina e che hanno già accelerato su vari tipi di sanzioni, sta cercando di arrivare a una soluzione per un divieto internazionale di questi diamanti. L’idea è che possa essere proposto un piano già nel vertice che si terrà in Giappone il 19 maggio che prevede soprattutto il tracciamento delle gemme onde evitare che queste arrivino comunque nei mercati occidentali eludendo le sanzioni.
Al momento, spiegano gli esperti, basta che i diamanti siano lavorati e rietichettati in altre parti per far sì che questi non siano sanzionabili. Ma il G7 starebbe cercando di evitare questa elusione utilizzando dei dispositivi della Spacecode per identificare la provenienza del diamante a prescindere dalla semplice etichetta.
Come arrivare a un blocco mondiale
L’ipotesi del tracciamento dei diamanti e della loro origine era piaciuta al Belgio perché essa rappresenterebbe una prima garanzia di un percorso per un blocco mondiale. Il tema è particolarmente sentito dal governo di Bruxelles poiché ha più volte sostenuto che sarebbe stato deleterio bloccare le importazioni in Belgio – pur rappresentando esse un’entrata molto importante per Mosca – se non ci fosse stato un sistema di divieto internazionale. Anversa sarebbe stata sostituita da altri centri e, inoltre, nulla avrebbe escluso che quei diamanti sarebbero arrivati in Europa attraverso canali illegali. Oltretutto, la Russia ha un mercato di riferimento che è l’Europa, ma non è impensabile credere che questo tipo di pietre si sposti su altri clienti in altre aree del mondo come del resto avvenuto per altre merci. Altre critiche arrivano inoltre sull’utilità delle sanzioni ora. Per molti tecnici, il tempo per prevedere un’applicazione generalizzata di questa tecnologia sarebbe molto ampio, e sicuramente non inciderebbe sulle casse russe in questa fase del conflitto né probabilmente per il 2024.
La notizia, in ogni caso, conferma l’intenzione del G7 di inserirsi in questo mondo complesso, ricco e in cui la Russia ha indubbiamente un peso specifico molto rilevante. Anche se va detto che l’arma rischia di essere al momento spuntata. Di fatto, Anversa ha già ridotto sensibilmente le importazioni di diamanti russi che, come ricorda il Guardian, sono già crollate proprio nei mesi successivi all’inizio del conflitto in Ucraina. Inoltre, ci si chiede quanto possa incidere un sistema previsto dal G7 senza l’avallo di Paesi fondamentali per i mercati del lusso e delle pietre preziose: non è un interrogativo relativo, specialmente per le aziende che lavorano in questo settore. Domande che inizieranno a cercare una risposta in Giappone.
Estratto dell'articolo di Franco Zantonelli per repubblica.it il 2 Maggio 2023.
Da mercoledì 3 maggio a venerdì 12 si terrà da Christie’s, a Ginevra, la più importante asta di gioielli della storia. Un evento che suscita non poche polemiche, visto il passato di chi ha accumulato quei gioielli. Oltre 700 pietre per un valore di 150 milioni di dollari, comprendente il diamante da 90 carati di origine indiana “Briolette of India”, che ha avuto tra i proprietari Caterina de Medici.
[…]
Si diceva delle polemiche. Derivano dal fatto che quell’immensa fortuna risale al periodo nazista, in quanto venne accumulata da un imprenditore austriaco ben introdotto nel regime hitleriano, quando vigeva il principio dell’arianizzazione delle proprietà delle persone di religione ebraica. Si tratta di Helmut Horten, accusato di spoliazione dei beni degli ebrei, cui secondo l’accusa che, tra il 1945 e il 1948 lo fece finire in carcere, sottraeva aziende floride a prezzi di realizzo. Iniziò con quei metodi nel 1936, a Duisburg, ritirando l’impresa tessile di proprietà di un ebreo fuggito all’estero.
[...]
Fatto sta che, con questi metodi l’imprenditore austriaco, accumulò una fortuna stimata da Forbes 2,9 miliardi di dollari. Così Helmut Horten avrebbe creato un impero, nel settore dei grandi magazzini. Uscito di prigione si trasferì a Croglio, nel Canton Ticino, dove creò una fondazione con obiettivi filantropici. Morto nel 1987, la sua fortuna passò alla vedova Heidi, lei pure nel frattempo deceduta.
Il ricavato dell’asta, intitolata a quest’ultima, ha fatto sapere Christie’s, andrà in buona parte alla Fondazione Horten, impegnata nella ricerca medica e nella protezione dell’infanzia, ma servirà, pure, per finanziare un’organizzazione che “vuol far progredire la ricerca e l’educazione sull’Olocausto”. Un bel modo per lavarsi la coscienza ha mandato a dire, da Amsterdam, la figlia di Reinhold Stephan.
La stessa Fondazione Horten ha, comunque, incaricato un giovane storico tedesco, Peter Hoeres, dell’università di Würzburg, di indagare sul passato del suo fondatore. Ebbene, ne vien fuori che il magnate fu effettivamente membro del partito nazista ma che, successivamente, venne assolto dal comitato per la denazificazione. [...]
Oleksandra Matvijčuk. La Russia si è macchiata di crimini orribili per decenni ed è rimasta impunita. Massimiliano Coccia su L'Inkiesta il 25 Maggio 2023
Una pace giusta per l’Ucraina passa anche dalle aule dei tribunali internazionali sui crimini di guerra, dice a Linkiesta la presidente del Centro per le libertà civili che ha vinto il Premio Nobel per la Pace 2022
Oleksandra Matvijčuk è un’avvocata ucraina, presidente del Centro per le libertà civili, che assieme a lei è stata insignita dall’Accademia di Svezia del Premio Nobel per la pace.
La sua organizzazione svolge dal molto tempo sul territorio un’azione fondamentale di tutela della democrazia, dello Stato di diritto e cerca di attutire a livello psicologico e sociale i danni permanenti del conflitto. La sua storia politica è la storia di una generazione che dalla Rivoluzione della dignità in poi ha visto l’Europa non come un’idea ma come un approdo.
È ormai passato più di un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, cosa deve fare a suo avviso la comunità internazionale per aumentare la consapevolezza nell’opinione pubblica che in Ucraina si gioca una partita essenziale per il futuro delle democrazie?
Quando è iniziata l’invasione su larga scala, il mondo democratico ha detto «aiutiamo l’Ucraina a non perdere» e l’Ucraina ha iniziato a ricevere le prime armi per difendersi, ma ora è il momento di passare a un’altra narrazione ovvero occorre dire «aiutiamo l’Ucraina a vincere velocemente». C’è un’enorme differenza tra «aiutiamo l’Ucraina a non perdere» e «aiutiamo l’Ucraina a vincere velocemente» perché senza avere un obiettivo comune, non possiamo avere una strategia comune. E ora è il momento di farlo. Abbiamo passato un anno a parlare di carri armati Leopard, di jet da combattimento e molte altre questioni. Per gli ucraini il tempo significa urgenza, il tempo si traduce in numerosi morti sul campo di battaglia nei territori occupati, non abbiamo tempo per le attese e le indecisioni.
Raggiungere una pace giusta passa anche per la giustizia nelle aule dei tribunali internazionali sui crimini di guerra che la Russia sta commettendo in Ucraina. Talmente tanti e vasti da far pensare che il Cremlino pensi non solo alla vittoria ma all’impunità…
Tutto ciò che stiamo affrontando in Ucraina è il risultato della totale impunità commessa dalla Russia per decenni. Le truppe russe hanno commesso crimini orribili in Cecenia, Moldavia, Georgia, Mali, Siria e Libia e non sono mai state punite. Ciò ha portato a una situazione in cui la Russia ha iniziato a credere di poter fare ciò che vuole. Non c’è nessun motivo militare per colpire civili, per deportare bambini. Non c’è motivo di costringere le persone a scendere in cantina e sparare alla gente, non c’è motivo di usare i carri armati per disperdere i corpi nelle strade, non c’è motivo di irrompere in casa di qualcuno, uccidendo il proprietario e violentando sua moglie davanti ai suoi figli. La Russia si è sempre macchiata di crimini orribili perché ha potuto, ecco perché lottiamo per la giustizia, perché solo con la giustizia si può ottenere una pace sostenibile nella nostra parte del mondo, dove per decenni la Russia ha usato la guerra come strumento per raggiungere i suoi interessi geopolitici utilizzando i crimini di guerra come metodi.
C’è un uso politico da parte di Putin dei crimini di guerra quindi e come cercate di contrastare i danni permanenti sulla popolazione?
Esatto, la Russia usa i crimini di guerra come metodo e infligge deliberatamente dolore ai civili. È un modo attraverso il quale cerca di spezzare la resistenza della gente e dividere il paese. Ciò porta a una situazione in cui milioni di persone soffrono e necessitano di assistenza psicologica. Questo ci ha spinto a creare una soluzione, come affrontare questo problema, perché milioni di persone non possono avere accesso alle cure psicologiche e significa che dobbiamo dare la priorità alle categorie di persone che hanno bisogno di tale assistenza psicologica più di altre, ad esempio le persone che sono sopravvissute alla prigionia russa e sono state sottoposte a torture orribili, orribili! Ho parlato con persone che sono state picchiate, stuprate, schiacciate in scatole di legno, a cui hanno rotto le dita, staccato le unghie, che sono state torturate con l’elettricità e molte altre forme di tortura. Parallelamente, dobbiamo aumentare la consapevolezza generale tra gli ucraini su come fornire assistenza psicologica a loro stessi, essere più sensibili ai segnali inviati dal proprio corpo, farne una routine quotidiana, è una necessità quando si è in guerra e ogni giorno vivi nell’incertezza più totale. Non lo sappiamo cosa succederà stasera alla nostra famiglia.
Le istituzioni europee non hanno ancora inserito il Gruppo Wagner tra le organizzazioni terroristiche poiché c’è un iter abbastanza lungo da seguire. Cosa ne pensa?
Abbiamo bisogno che le istituzioni europee e i governi nazionali chiamino le cose per quello che sono. La Russia usa il terrore contro i civili per ottenere il controllo sui territori e sterminano deliberatamente le persone attive localmente: preti, giornalisti, volontari, artisti, sindaci e il gruppo Wagner è uno dei più crudeli nell’uso di questo terrore. Sa che reclutano criminali dalle carceri russe per prendere parte alla guerra russa contro l’Ucraina? Inoltre usano questa crudeltà come fonte per arrivare alla mente delle persone. Denominando le cose per quelle che sono e riconoscendo Wagner come un’organizzazione terroristica, possiamo limitare la loro possibilità di ottenere denaro da diversi continenti e questo è qualcosa che doveva essere fatto ieri.
Nelle sue parole c’è forza e chiarezza, ma nello sguardo si intravede una linea di dolore molto forte. Oltre le sue responsabilità pubbliche come sta vivendo questo conflitto?
È difficile. Non puoi essere preparato per un’invasione su larga scala. Ho documentato il tutto dall’inizio della guerra, ma anche io con tutta la mia conoscenza, tutta la mia esperienza sul campo, non ero preparata a tanta crudeltà e dolore umano. È una guerra vera, è molto difficile dal punto di vista professionale, dal punto di vista personale, tutto ciò che chiamiamo vita normale, che solitamente diamo per scontato come la possibilità di andare a lavorare e affrontare le faccende familiari, è scomparso in un attimo e si è schiantato nel nulla.
Tutto ciò che consideriamo normale nel ventunesimo secolo, quando i razzi ci consentono di attuare viaggi su Marte, ora si trasforma nel medioevo osservando cosa fa la Russia contro civili, donne e bambini. Mi creda non riesco a trovare parole adatte per esprimere tutto questo, non riesco davvero. Un giorno forse riuscirò.
Pulizia etnica. La persecuzione della Russia contro i Tatari in Crimea. Antonio Stango su L'Inkiesta il 18 Maggio 2023
Nel 2020 almeno nove giornalisti civici tatari sono stati arrestati con accuse politiche, tra cui Amet Suleimanov, da anni in attesa di un processo che potrebbe condannarlo a vent’anni di carcere senza che abbia commesso alcun reato
Il 18 maggio si celebra la giornata della memoria della deportazione dei Tatari di Crimea: dall’alba del 18 maggio 1944, con un’operazione di due giorni, l’intera popolazione Tatara della penisola, circa cento novantamila persone, fu deportata per ordine di Stalin, con la falsa accusa di collaborazionismo collettivo con la Germania nazista. Si tratto di una pulizia etnica totale. Durante la deportazione verso le steppe dell’Asia centrale morirono non meno del 20 per cento (secondo dati ufficiali sovietici) e in realtà circa il 46 per cento dei Tatari di Crimea, – comprendendo sia le uccisioni sul posto di coloro che tentavano di resistere, sia le morti per fame e maltrattamenti. Già nel luglio di quell’anno le loro case furono occupate da più di cinquantamila persone soprattutto di etnia russa.
L’ondata di colonizzazione continuò negli anni successivi. la propaganda Sovietica del regime di Stalin, purtroppo imitata oggi da quella del regime di Putin – taceva, naturalmente, sul fatto che la vera collaborazione con il nazismo era stata voluta da Stalin stesso con il patto Molotov-Ribbentrop del 23 agosto 1939,che rese possibile l’invasione della Polonia alle truppe tedesche da ovest e a quelle sovietiche da est, scatenando la seconda guerra mondiale.
Molti Tatari di Crimea o i loro discendenti poterono ritornare soltanto dopo il 1989, e con l’indipendenza nel 1991 ne divennero cittadini. Nell’attuale regime di occupazione militare della regione da parte della Federazione Russa, la persecuzione di tutti coloro che vi si oppongono colpisce in modo speciale i Tatari – che al momento dell’invasione iniziata nel febbraio 2014 erano circa il dieci per cento della popolazione della penisola.
Negli otto anni successivi, quindi già prima della fase di aggressione su larga scala dell’Ucraina iniziata il 24 febbraio del 2022, la legislazione russa per «combattere estremismo e separatismo» è stata usata per censurare criminalizzare qualsiasi attivismo politico contrario all’occupazione, cancellando di fatto la libertà di espressione, compresi i tentativi di giornalismo civico su blog e altri social media. Venivano intanto trasferiti in Crimea non meno di duecentocinquemila cittadini russi (molti dei quali militari o agenti di polizia e loro familiari) secondo dati ufficiali della Federazione Russa; ma il loro numero potrebbe essere di circa un milione secondo analisti indipendenti.
Nel 2020 almeno nove giornalisti civici Tatari sono stati arrestati con accuse politiche. Perquisizioni e arresti sono avvenuti in particolare a Bakhchisarai (un tempo capitale del khanato di Crimea). In quella città nel marzo 2020 fu arrestato tra gli altri, in attesa di un processo che potrebbe condannarlo a vent’anni di carcere senza che abbia commesso alcun reato, Amet Suleimanov – nato in Uzbekistan nel 1975 proprio da deportati Tatari di Crimea e stabilitosi nella terra ancestrale nel 1991. È stato accusato, secondo il comma 2 dell’articolo 205.5 del Codice Penale russo di partecipazione ad attività di un’organizzazione definita terrorista (Hizb ut-Tahrir, bandita dal 2003 in Russia ma non in Ucraina); in realtà per aver filmato la perquisizioni effettuate dalla polizia russa.
Ahmet, padre di quattro bambini, soffre di insufficienza arteriosa e mitralica e ha bisogno di cure ospedaliere e di un intervento chirurgico. la Federazione italiana Diritti Umani segue il suo caso e chiede la sua liberazione, come quella di tutti gli altri prigionieri del Cremlino, perseguitati politici fin dall’occupazione e dalla annessione illegale della Crimea nel marzo 2014.
Antonio Stango, presidente della Federazione Italiana per i Diritti Umani
Svelato il bunker di Putin nel palazzo sul Mar Nero: due tunnel 50 metri sotto terra. Redazione Esteri su Il Corriere della Sera il 18 Maggio 2023
Le immagini erano state pubblicate sul sito dell’azienda che li costruì: sono due tunnel, uno lungo 60 metri, l’altro 40, forse pensati per proteggersi da attacchi nucleari
Ai già 17mila e più metri quadri di saloni, corridoi e stanze tra cui una cantina per vini, un casinò e una chiesa privata — oltre a un campo da hockey per condividere una delle sua passioni con gli accoliti — del suo palazzo in stile imperiale sul Mar Nero, Vladimir Putin ha fatto aggiungere anche due tunnel che hanno tutta l’aria di due bunker.
A rivelarne l’esistenza è stata, ha scoperto Business Insider, la negligenza degli stessi costruttori. L’azienda che si occupò dei lavori, la Metro Style, pubblicò infatti i disegni dei progetti dei due tunnel sul proprio sito. La Metro Style fu fondata negli anni Novanta da tre soci e ha anche realizzato i lavori per la costruzione dei tunnel della metropolitana di Mosca. È passato più di un decennio da quando le immagini furono condivise in una pagina che le definiva «strutture sotterranee per una casa di riposo a Gelendzhik» (Gelendzhik è la città più vicina alla dimora), ma almeno fino al 2016 restarono a disposizione di chiunque.
Insider ora è in grado di fornire tutti i dettagli sui due tunnel. Due costruzioni separate, raggiungibili tramite un ascensore che scende fino a 50 metri di profondità, rifornite con acqua, viveri alimentari, condotti per l’aerazione e un sistema di cablature tali da garantire a più persone un soggiorno con tutti i comfort per giorni, se non settimane.
Una dimostrazione, secondo alcuni esperti, dell’ossessione di Putin per la propria sopravvivenza in caso di situazioni di grave pericolo.
Uno è lungo 60 metri, l’altro 40, sono larghi 6 e garantiscono dunque circa 600 metri quadri di spazi in cui muoversi al riparo da attacchi, probabilmente anche con armi nucleari. Perché se è vero che non è possibile stabilire con certezza la capacità dei due bunker di resistere a un’esplosione atomica, è anche vero che certi dettagli forniscono le prove per affermare che si tratti di qualcosa di ben più attrezzato di semplici stanze in cui sopravvivere.
Ci sono metri e metri di cavi per garantire sia l’accesso alla rete elettrica sia comunicazioni via fibra ottica. Ci sono sei diversi condotti per l’aerazione, per proteggere chi sta all’interno da attacchi chimici. Tutto è disposto, dunque, come in un vero e proprio «posto di comando» operativo. Ciascuno dei tunnel ha poi un’uscita che dà sul mare vicino al palazzo, i portelloni che spuntano tra rocce e sabbia della riva sono ben visibili nelle fotografie.
Un ingegnere esperto di strutture difensive cui Insider ha sottoposto i progetti sostiene che non si può dire con certezza se le strutture sotterranee siano in grado di resistere a un attacco atomico: dipenderebbe da come sono rinforzati i muri di cemento spessi una quarantina di centimetri e da quale materiale è stato utilizzato negli spazi che li circondano.
Michael C. Kimmage, un ex funzionario del Dipartimento di Stato americano, ha provato a ipotizzare quali ragioni abbiano spinto lo Zar a far realizzare queste strutture: «Putin sente di essere al centro di un confronto con l’Occidente. E questo confronto ha anche una dimensione nucleare. Questi bunker sono semplicemente parte di questa dinamica».
Amanti e figlie illegittime: la vita segreta di Putin. Sulla famiglia del presidente russo c'è il massimo riserbo, ma negli anni si sono rincorse le voci di relazioni extra-coniugali e figlie non riconosciute. Federico Giuliani il 9 maggio 2023 su su Il Giornale.
Putin stringe la mano alla ginnasta russa Alina Kabaeva, sua presunta amante e madre di 4 figli attribuiti alla sua relazione con il presidente russo.
Tabella dei contenuti
La famiglia di Putin
I (presunti) segreti dello Zar
La vita di Vladimir Putin è avvolta dal mistero e ricca di zone d’ombra, soprattutto per quanto riguarda la sua vita privata. Nel corso degli ultimi mesi, in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina, sono uscite svariate indiscrezioni, non confermate né confermabili, relative alla sua famiglia. Sul tavolo sono emersi presunti figli illegittimi, amanti, e liason di vario tipo.
La famiglia di Putin
La famiglia di Putin è protetta dal gossip di bassa lega ma, nonostante questo scudo, alcune notizie sono filtrate al grande pubblico. "I membri sono beneficiari di un sistema cleptocratico in cui Putin comanda come un padrino mafioso, con gli oligarchi luogotenenti che pagano tributo sotto forma di ricchezza e ville a tutti coloro nella sfera affettiva di Putin", scriveva il New York Times già nel 2008.
In ogni caso, sappiamo che il presidente russo ha due figlie legittime, Maria e Katya, avute dall'ex moglie Lyumila Ocheretnaya. Katya, ora ultraquarantenne, sarebbe la figlia più disciplinata di Putin. Come ha sottolineato l’Ansa, è sposata con Kirill Shamalov, il figlio di Nikolai Shamalov, stretto alleato del presidente russo e maggiore azionista di Bank Rossiya, la banca dello zar.
I due sono convolati a nozze in uno dei resort sciistici preferiti da Putin, Igora, in una cerimonia fastosa fra piste di pattinaggio e giochi di luce. Al matrimonio ha partecipato anche la sorella Maria, arrivata dall'Olanda con il marito Jorrit Faassen.
Per decenni Maria ha vissuto in Olanda ma dal 2014, quando i separatisti russi hanno abbattuto un aereo della Malaysia Airlines partito da Amsterdam, è divenuta oggetto di molte critiche fra i vicini e non solo. Di recente su un lotto di terra vicino Amsterdam, acquistato in passato da Faasen, è stata piantata una bandiera ucraina con la scritta Ave Maria Putin.
I (presunti) segreti dello Zar
Questo per quanto riguarda la famiglia di Putin. I media hanno però tratteggiato una sorta di famiglia ombra, formata da fantomatiche amanti e ipotetici figli illegittimi. L'entourage affettivo del capo del Cremlino, infatti, includerebbe diverse altre donne "non ufficiali".
Come, ad esempio, Svetlana Krivonogikh, ex donna delle pulizie di San Pietroburgo che, si vocifera negli ambienti del gossip, avrebbe avuto una relazione con Putin in persona. La donna è ora una regina del real estate, un membro del consiglio di amministrazione di Bank Rossiya e una azionista del resort sciistico Igora dove Kathya si è spostata. Dalla loro relazione sarebbe addirittura nata Elizaveta Vladimirovna Krivonogikh. Le due, madre e figlia, avrebbero vissuto in una lussuosa proprietà a Montecarlo, lontana dai riflettori.
La donna più recente ad aver fatto breccia nel cuore di Putin sarebbe però Kabaeva, l'ex campionessa di ginnastica russa che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe addirittura la moglie del leader russo. Alina Kabaeva abiterebbe in Svizzera con i figli (non sappiamo niente nel dettaglio) avuti dallo zar in una prestigiosa clinica di Lugano. La donna è pure finita nel mirino delle sanzioni britanniche. Kabaeva sarebbe stata vista di recente a Mosca ma, come per tutti i membri della famiglia di Putin, si sarebbe trattato di un'apparizione di secondi.
L’amante di Putin è riapparsa in pubblico: dove è Alina
Poi su di lei, come su tutto il resto della famiglia, è sceso di nuovo un muro protettivo. Non sappiamo se queste voci siano soltanto indiscrezioni o se rappresentino la verità. Anche perché la vita di Putin continua ad essere avvolta nell’ombra.
Droni e altri misfatti sul Cremlino, il regime putiniano inizia a perdere pezzi. Luciano Tirinnanzi su Panorama il 05 Maggio 2023.
Mentre Mosca si prepara a ospitare la seconda parata del 9 maggio (giorno della vittoria sul nazifascismo), c’è persino chi già dubita che il presidente Putin presenzierà alla sfilata delle forze armate sulla Piazza Rossa per «ragioni di sicurezza»
«Un drone che esplode sulla cupola del Cremlino, in una notte di luna piena che splende sopra la bandiera issata sul pennone, con sullo sfondo la piazza Rossa illuminata e già decorata con i cartelloni patriottici per la parata del 9 maggio: difficile costruire una scenografia più simbolica, di un attacco al cuore del potere russo». Lo ha scritto l’analista russa Anna Zafesova, e lo pensano in molti: tutto è apparentemente troppo perfetto perché l’attacco al Cremlino possa configurarsi quale attentato ordito contro Vladimir Putin, come la propaganda russa ha subito bollato l’episodio. Certo, negli ultimi tempi gli attacchi ucraini sul suolo russo si sono moltiplicati: Sebastopoli, Feodosia, Krasnodar, Bryansk. Ma in tutti quei casi si era trattato di colpire obiettivi militari concreti: aeroporti, eliporti, depositi carburante e treni merci che rifornivano le prime linee di Mosca. Il drone civile che ha colpito la cupola del Cremlino, invece, è ben altra cosa. Un simbolo, innanzitutto, e non certo una minaccia fisica per l’inquilino più importante che abita oggi quel palazzo. Qualcosa di ben diverso anche dal camion bomba che ha distrutto parzialmente il ponte che collega la Russia alla Crimea: in quel caso, infatti, sono stati usati quasi 23 mila kg di esplosivo.
Mentre il drone civile che si è abbattuto sulla sede del governo russo aveva una carica esplosiva risibile e la sua detonazione (o abbattimento) ha provocato soltanto un piccolo incendio, senza neanche lambire i due uomini che – caso assai curioso – in quel momento si trovavano proprio sulle scale di servizio della cupola. A far cosa non si sa. Inoltre, non sono forse Mosca e il Cremlino stesso l’area più sicura e protetta dell’intera Russia? «È vero che la difesa russa non è impenetrabile, come dimostrato già nel 1987 dall’atterraggio in piazza Rossa del pilota dilettante tedesco Mathias Rust, un altro volo clamoroso il cui scopo era produrre un’immagine di vulnerabilità del potere russo» scrive ancora Zafesova. Di solito, però, il Cremlino tende a minimizzare, quando non direttamente a negare le proprie défaillance e falle nella sicurezza. Invece, nel caso dei droni sul Cremlino sono stati gli stessi media ufficiali russi a diffondere il video dell’attacco. Perché? Tutto questo apre a spiegazioni quantomeno controverse, quando non dichiaratamente volte ad accusare artatamente l’Ucraina. O meglio ancora gli Stati Uniti, come ha subito puntualizzato il portavoce del presidente russo, Dimitrij Peskov. Insomma, mentre gli ambienti governativi moscoviti cavalcano la teoria dell’attentato ai danni del loro presidente, le autorità ucraine per bocca dello stesso presidente Volodymyr Zelensky respingono risolutamente al mittente queste accuse. Dunque, se dovessimo escludere gli ucraini dall’equazione, delle due l’una: possono essere stati o uomini dell’intelligence russa intenzionati a creare una (maldestra) disinformazione nell’ambito della strategia della dezinformatsiya cui già i sovietici ci avevano abituato; oppure l’attentato è partito dall’interno, e cioè da quegli ambienti della dissidenza russa che, col passare del tempo e con l’aggravarsi della guerra, si sono fatti sempre più espliciti e ormai puntano chiaramente a una sostituzione in corsa di Vladimir Putin. Di certo, per il numero uno del Cremlino non sono tempi facili: non soltanto la «sua» guerra non sta andando come sperava; ma, al netto della controffensiva ucraina, adesso il problema per lui è anche personale. Costretto a saltare l’appuntamento con i Brics – il raggruppamento dei cinque Paesi emergenti in più rapida crescita economica – previsto in Sudafrica a fine agosto, l’uomo un tempo più influente al mondo è ora trattato alla stregua di un ospite scomodo, quando non di un most wanted braccato dalle polizie internazionali. Una parabola triste per chi aveva fatto della propria immagine di vincente un simbolo attraverso cui «vendere» la Russia ad alleati e non. Così, mentre Mosca si prepara a ospitare la seconda parata del 9 maggio (giorno della vittoria sul nazifascismo), c’è persino chi già dubita che il presidente Putin presenzierà alla sfilata delle forze armate sulla Piazza Rossa per «ragioni di sicurezza». Il dramma di Putin è pertanto per estensione il dramma di un’intera nazione, stretta tra la paura per i rivolgimenti negativi economici dovuti al conflitto; la paranoia per attentati terroristici sul suolo russo (sono già troppi gli omicidi politici e le bombe che hanno ucciso figure di spicco del regime e altrettante bombe che hanno colpito le infrastrutture nel territorio nazionale); e l’incognita di un dopo Putin che nessuno riesce ancora a pronunciare o anche soltanto a immaginare. Si aggiunga il ruolo ambiguo del grande alleato asiatico: se è pur vero che una Russia sconfitta non è certo nell’interesse cinese (essendo Mosca il partner più importante di Pechino in antitesi all’ordine internazionale guidato da Washington), i distinguo del presidente-segretario Xi Jinping si alternano sempre più spesso alle iniziali manifestazioni di solidarietà verso la guerra scatenata da Putin. Questo rivela alcuni aspetti inediti soltanto pochi anni fa: cioè che Pechino non ha intenzione di rinunciare all’Europa e all’Occidente, ossia ai suoi migliori «clienti»; e che un’eventuale dipartita di Putin in fondo non sarebbe un dramma, dal momento che è stato proprio il presidente russo con le sue azioni belliche ad aver involontariamente ostacolato il faraonico progetto di Xi di connettersi all’Europa con la nuova Via della Seta (da cui anche Roma si sta smarcando). Un nuovo leader al Cremlino non potrebbe che assecondare i voleri di Pechino, in ragione della sudditanza implicita creatasi in questo frangente con la nuova leadership orfana del suo carismatico capo. La Cina, in questo scenario, si potrà comunque consolare con le commesse che le deriveranno dall’inevitabile ricostruzione post bellica dell’Ucraina, e con la tessitura di nuovi rapporti nel mondo che verrà. Un mondo dove, tuttavia, sembra esserci sempre meno spazio per i sogni imperialistici di un autocrate, a fronte dell’urgenza di un reset delle relazioni diplomatiche internazionali che disegni la mappa dei nuovi equilibri post bellici. Come ha osservato lo storico della Guerra Fredda Michael Kimmage, «una rapida vittoria russa in Ucraina avrebbe potuto fare al caso della Cina. Ma una guerra prolungata si sta trasformando in un ostacolo strategico per Pechino. Anziché indebolire il sistema di alleanze guidato dagli Stati Uniti, la guerra in Ucraina ha riavvicinato le democrazie degli Stati Uniti, dell’Europa e dell’Asia. La Cina ha passato decenni a costruire la propria influenza in Europa. Ma la sua autoproclamata partnership “senza limiti” con la Russia ha convinto molti europei che anche Pechino è ora una minaccia». Forse Xi Jinping ha ormai compreso che è vero quanto affermava il suo maestro Mao Zedong, secondo cui il potere politico nasce sì «dalla canna del fucile», ma nondimeno «è molto difficile che il popolo si renda conto dell’importanza di impugnare il fucile». Così è oggi per i russi, sempre più scontenti di un Vladimir Putin che non sembra più in grado di garantire al suo popolo quella crescita economica e quella sicurezza fisica sopra le quali Putin stesso ha costruito la sua fama e la sua fortuna. Com’ebbe a dire il ministro degli esteri cecoslovacco Jan Masaryk, prima di essere assassinato dai comunisti a Praga nel 1948, «i dittatori sono governanti che hanno sempre un bell’aspetto fino agli ultimi dieci minuti». E siccome il tempo passa per tutti, i droni esplosi sopra il Cremlino suonano un po’ come la campana di Hemingway: segnano l’ora in cui il regime putiniano inizia a perdere pezzi.
Lo zar è debole. La solitudine di Putin e il tramonto della Russia come potenza globale. Mauro Pasquini su L'Inkiesta il 05 Maggio 2023.
Il dittatore russo è diventato un paria internazionale. Tutti i suoi obiettivi strategici e diplomatici sono falliti. Se cadrà non sarà perché il popolo ha deciso rovesciarlo, ma perché il suo trono malfermo è crollato
Lo zar è debole: isolato dall’esterno, braccato dall’interno, prigioniero degli “amici”. Dietro la narrazione costruita a colpi di falsi miti dalla sempre meno efficace propaganda del Cremlino, si intravede ormai nitidamente la debolezza di una leadership che ha mancato tutti gli obiettivi che si era prefissata. E così, dalla Cina che all’ONU vota una risoluzione che riconosce la Russia come «aggressore», al Sudafrica che avverte Putin di non entrare nel paese altrimenti dovrà procedere al suo arresto, passando per la questua all’Iran per la fornitura di droni e il continuo fuoco amico di accuse e denigrazioni da parte del capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, la presunta Grande Russia agognata dallo Zar Vladimir appare ormai per quello che è: un patetico paria internazionale.
Ma per comprendere bene la situazione, bisogna sgombrare il campo da uno dei più ingenui e colossali abbagli che incombono su chi cerca di districarsi tra fatti, fattoidi e sgangherate fake news: nessuna rivolta popolare è all’ordine del giorno in Russia, neanche lontanamente. Nessuna presa della Bastiglia all’orizzonte. Ogni tanto questa ipotesi riaffiora, ma si tratta di fantascienza. La stragrande maggioranza dei Russi sostiene Putin. Chi non lo sostiene è totalmente silenziato da una repressione di stampo ormai talebano. Chi prova a reagire è numericamente insignificante e destinato a una brutta fine.
Non sarà dunque il popolo a rovesciare il tiranno, sarà il suo trono malfermo a crollare. Da un lato, sotto i colpi della Resistenza ucraina sul campo e i contraccolpi che questa sta inducendo nelle élite di corte; tanto quella finanziaria quanto quella militare, sempre più insofferenti per gli umilianti fallimenti del fu glorioso esercito russo e per le devastanti conseguenze economiche della scelta criminale e suicida di invadere la sovrana Ucraina. Le sanzioni infatti picchiano duro. Lo ammette implicitamente da sempre Ėl’vira Nabiullina, governatore della Banca centrale della Federazione Russa. Di recente, è stato costretto ad ammetterlo in modo esplicito persino Putin. A negarlo sono rimasti ormai i soliti, frastornati rossobruni più realisti del re.
A oggi, è impossibile prevedere se il dittatore russo sopravviverà al suo rovinoso fallimento militare e politico, con l’odiata NATO che si allarga proprio come effetto della sua paranoica debolezza. Quello che è certo è il definitivo tramonto della Russia come potenza globale e il suo irreversibile declassamento a pericolante potenza regionale.
La maggiore spina nel fianco di Putin è certamente l’imprenditore Yevgeny Prigozhin, leader del gruppo mercenario Wagner. Per la scarsa efficacia dell’esercito regolare russo, lo zar si è visto costretto a ricorrere, come già era avvenuto in Siria, all’esercito privato di Prigozhin, ex imprenditore della ristorazione e protetto dello stesso presidente russo, tanto da vedersi affibbiare il soprannome di “cuoco di Putin”. Usare Prigozhin per lo zar significa avere qualcuno che risponde formalmente solo a se stesso, e quindi può operare tranquillamente fuori dalla legalità. L’esercito privato può dunque compiere le peggiori atrocità, se utili al governo di Mosca. A Putin, per prenderne le distanze, basterebbe eventualmente disconoscerle e licenziare, anche solo apparentemente, i mercenari responsabili. Ma non è tutto. La presenza della Wagner a Putin serve anche per controbilanciare eventuali meriti, prestigio acquisito e quindi potere, dei suoi generali dell’esercito regolare. A loro volta, i generali vengono branditi da Putin per scongiurare che la stella di Prigozhin inizi a brillare troppo.
Questo gioco di prestigio dimostra la paranoia di Putin e quanto questi avverta a pieno la propria precarietà. Putin sente di essere debole, sa bene che il suo regime si regge sulle tremanti gambe della repressione violenta, dell’omicidio dei dissidenti, dell’appoggio famelico di chi vuole fagocitarlo (leggasi Cina), della totale negazione della realtà riguardo alle miserevoli condizioni socioeconomiche della stragrande maggioranza della popolazione. Le immagini dello zar che riceve i suoi generali e ministri e li fa sedere a metri di distanza sono esaustive in tal senso.
E con Prigozhin il gioco gli è scappato di mano. Come scrive Tatiana Stanovaja per il The Carnegie Endowment for International Peace, «ogni giorno cresce il divario tra il ruolo che Putin ha assegnato a Wagner e il posto che lo stesso Prigozhin crede di meritare. Per il presidente russo, una compagnia militare privata è una risorsa conveniente per qualsiasi potere con ambizioni geopolitiche, ma dovrebbe operare esclusivamente nell’interesse dello Stato ed evitare le luci della ribalta. Non dovrebbe intraprendere iniziative proprie e certamente non dovrebbe avere un’agenda politica». È successo l’esatto contrario.
Il capo della Wagner ha quasi da subito messo in scena un protagonismo che ben presto si è rivelato molesto per il Cremlino. Al comando dell’assalto di Bakhmut, la piccola cittadina del Donbas dove lo stallo invernale ha costretto i combattimenti, Prigozhin ha dato il via al suo show. Più volte ha annunciato la presa della cittadina ucraina, con tanto di video più casarecci che solenni, dove il capo dei mercenari annuncia trionfante la conquista. Scene certamente gradite al Cremlino, ma non se si verificano ogni venti giorni. Infatti, questa mitica presa di Bakhmut sarebbe avvenuta più volte. Decisamente troppe! Presa che poi lo stesso Prigozhin smentiva puntualmente.
In realtà, ancora oggi, dopo nove mesi di strenui tentativi tra esercito regolare e gruppo Wagner, una parte della cittadina resta ancora non espugnata. Come risultato si è avuta una sorta di assuefazione, dove l’unica cosa che emerge con nettezza è l’incapacità dei russi di ottenere almeno una minima vittoria simbolica, da poter brandire dal piedistallo della propaganda. Il tutto, inoltre, al prezzo spaventoso di decine di migliaia di soldati russi morti, per appena pochi chilometri quadrati di avanzata.
Un’impasse umiliante che il dittatore russo ha cercato di mascherare nel modo più feroce e criminale possibile: il lancio massiccio di missili su edifici civili, lontani dai teatri di guerra, che hanno provocato migliaia di vittime, inclusi centinaia di bambini, molti di questi in fasce.
Obiettivi insignificanti dal punto di vista militare, ma utili a creare artificialmente l’immagine muscolare della Russia forte e sicura di sé, che fa strage del nemico. Questo abbandonarsi al terrorismo più estremo, che rende indistinguibile la Russia da Al Qaida o dall’Isis, certamente è servito anche a placare una non piccola parte di popolo russo e di sostenitori stranieri di Putin (palesati o nascosti dietro un peloso pacifismo), delusi per l’esito dell’invasione e assai compiaciuti per i massacri.
Lo sfiancamento di Prigozhin ai danni di Putin si è poi allargato alle lamentele sulla fornitura di munizioni. Più volte il capo della Wagner ha fatto rimostranze pubbliche su questo tema, corroborando le indiscrezioni delle intelligence occidentali sulle difficoltà di approvvigionamento dei russi, a causa delle sanzioni. In effetti, benché fossero delle esagerazioni le voci sulla fine imminente di munizioni da parte di Mosca, negli ultimi mesi gli attacchi missilistici dei russi contro gli inermi civili ucraini sono diminuiti. Più massicci ma assai più diradati nel tempo. Come segnalato dalla puntuale e precisa intelligence del Regno Unito.
Infine, è arrivata la nuova mobilitazione in Russia. Prima annunciata a petto in fuori, quasi a dire che ora si fa sul serio… Poi smentita, dando a intendere che in realtà non ve ne fosse bisogno. Infine, annunciata di nuovo. Ed ecco Prigozhin, in uno squallido stanzino, armato di cornetta del telefono, seduto accanto a un collaboratore. Come in un b-movie con intenti parodistici, il sanguinario capo della Wagner si fa riprendere mentre chiama personalmente a casa i possibili candidati al reclutamento, offrendo una lauta paga mensile e altri mirabolanti benefici. Solo che non è un film di David Zucker, è tutto tragicamente vero.
Questo grottesco ping-pong mediatico tra Prigozhin e Putin viene poi intercalato da continue voci su aspirazioni presidenziali del primo, mentre le prime critiche di peso allo zar, sebbene ancora sottovoce, iniziano ad arrivare da più parti. In questo modo, Putin appare sempre meno capace di tenere in pugno la situazione, benché nessuno, ad oggi, abbia mostrato la forza necessaria a disarcionarlo dall’interno. Una fase di stallo che costituisce una sorta di sabbie mobili politico-militari entro le quali la Russia sta progressivamente affondando.
Una spirale che si ripropone anche sul piano geopolitico. La Russia infatti è sempre più isolata e la sua economia sta soffrendo duramente. Questo nonostante gli sforzi epici nella forma ma risibili nel merito di quanti, prezzolati o irriducibili che siano, come automi ripetono in loop la propaganda del Cremlino. Dalla crescita mirabolante di nuovi mercati russi verso est, alla imminente creazione di fantomatici nuovi poli geopolitici, in grado non solo di superare l’Occidente, ma persino di creare una moneta alternativa, destinata a scalzare il primato del dollaro. Stiamo parlando ovviamente della mitologia, molto internettiana, dei “Brics”, le cosiddette potenze emergenti (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) e della “de-dollarizzazione”.
A oggi, il G7 ha un Prodotto interno lordo complessivo di 45,1 trilioni di dollari mentre quello dei BRICS si ferma a 27,8 trilioni (dati: FMI). Tra Cina e India intercorrono ancora tensioni che tre anni fa portarono a uno scontro a fuoco sul confine con decine di morti per parte. L’ultimo scontro risale ad appena sei mesi fa. La Cina ha mire sul medio oriente, ossia l’area che rappresenta, o meglio, rappresentava il giardino di casa della Russia. Il Sudafrica si è visto costretto a realizzare un piano di blackout nazionali programmati, per ridurre i gravi disagi dovuti alla carenza di energia elettrica. Questo è nella realtà.
Intanto, all’ONU, per la prima volta Cina e India votano favorevolmente a una risoluzione che contiene la definizione della Russia come “aggressore”. Per l’esattezza, sul paragrafo specifico si sono astenute. Hanno quindi peccato di eccesso di euforia quanti hanno brindato al cambio di passo. Tuttavia, il voto favorevole finale rappresenta quantomeno un segnale. Perché fino a oggi, prima di questo frangente, ogni risoluzione di questo tenore aveva visto sempre e solo l’astensione da parte dei due paesi asiatici.
Un’altra nota dolente per Putin, ben più pesante, arriva da un altro “alleato brics”, il Sudafrica. La questione riguarda il mandato di arresto che la Corte Penale Internazionale (CPI) ha emanato contro il dittatore russo circa un mese fa. Ora, il prossimo agosto il Sudafrica, membro della CPI, ospiterà il summit dei Brics. Ogni paese membro ha l’obbligo di arrestare chiunque sia colpito da mandato d’arresto internazionale, se transita sul proprio territorio. Il Sudafrica, in ossequio a Putin, ha valutato l’ipotesi di uscire dallo Statuto di Roma, che istituisce la Corte Penale Internazionale (CPI), per consentirgli di recarsi al vertice senza essere arrestato. Dopo un penoso tira e molla, la marcia indietro: il Sudafrica resta membro della CPI.
Ed ecco che Putin si trova nella umiliante condizione di ricercato internazionale, che non può recarsi a un summit fra alleati, ospitato in uno dei paesi alleati, altrimenti il paese ospitante, in questo caso il Sudafrica, è costretto ad arrestarlo. E su questo punto è arrivato l’avvertimento del governo sudafricano: «non abbiamo alcuna opzione per non arrestare Putin… se viene qui, saremo costretti a trattenerlo».
Intanto sul versante occidentale la grande famiglia della NATO è cresciuta con l’ingresso della Finlandia, e tutto procede per il futuro ingresso della Svezia. Mentre si alzano sempre più numerose le voci che chiedono con forza l’ingresso dell’Ucraina nella UE e anche nella NATO. Si tratterà di un processo non immediato. Ci sono dei tempi tecnici da rispettare. Ma il percorso è iniziato, ed è irreversibile.
Tutto questo rappresenta esattamente il contrario degli obiettivi che Putin si era prefissato. L’allargamento della NATO era infatti una delle ragioni con le quali ha motivato la criminale invasione della sovrana Ucraina. In realtà, è noto che il problema vero non era la NATO, bensì l’incontenibile voglia di Occidente di tutte le ex repubbliche sovietiche, desiderose di assaggiare libertà, progresso e democrazia, dopo aver conosciuto il giogo dell’URSS e la miseria umana e materiale della distopica società comunista. Era ed è questo che minaccia le antistoriche velleità imperiali della Russia di Putin. Dividere Unione europea e Stati Uniti, la UE al suo interno e depotenziare la NATO era la sua ultima spiaggia. E ha miseramente fallito.
L'attacco a Putin ricorda l'assassinio di Soleimani. Piccole Note (filo-Putin) il 4 Maggio 2023 su Il Giornale.
All’inizio della guerra il senatore Lindsey Graham fece un pubblico appello ai russi perché uccidessero Vladimir Putin. Richiesta ribadita successivamente, come riporta il Wall Street Journal. Graham non è un quisling qualsiasi, ma un esponente di spicco dei neoconservatori, ambito al quale nell’occasione aveva dato voce. Anche un altro portavoce dei neocon, John Bolton, ha evocato la possibilità di uccidere lo zar, spiegando che tale iniziativa sarebbe stata intrapresa se Putin avesse usato l’atomica in Ucraina.
Putin come Soleimani
“Puoi chiedere all’iraniano Qasem Soleimani cosa succede quando decidiamo che qualcuno rappresenta una minaccia per gli Stati Uniti”, disse l’ex Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa ad Andrew Marr nell’intervista rilasciata alla radio britannica LBC News (The Indipendent).
Soleimani, figura eminente del governo iraniano in quanto capo dei Guardiani della rivoluzione, fu assassinato con dei droni mentre si trovava in Iraq. Per inciso, non rappresentava una minaccia per gli Stati Uniti, come hanno evidenziato i media statunitensi dopo aver analizzato i documenti che avrebbero dovuto giustificare l’omicidio (Axios).
Quell’assassinio fu deciso da una cerchia ristretta dell’establishment americano, presumibilmente tenendo all’oscuro l’allora presidente Donald Trump, il quale si trovò per le mani la patate bollente di una possibile guerra con l’Iran riuscendo a concordare nel segreto con Teheran una via di uscita (vedi Reuters e Piccolenote).
Se ricordiamo quanto avvenne nel gennaio del 2020 è perché è probabile che tale dinamica si sia ripetuta ieri notte, quando due droni hanno attaccato il Cremlino. È più che probabile, cioè, che la Casa Bianca e forse gli stessi capi del Pentagono non sapessero nulla di quanto si è ordito nel segreto.
Ma che sui droni che hanno attaccato la residenza dello zar ci siano le impronte digitali dei neocon è alquanto evidente. L’ipotesi che siano stati dei dissidenti russi, abbiamo scritto ieri, è semplicemente ridicola, dal momento che non avrebbero alcuna possibilità di portare un attacco tanto sofisticato (si può facilmente immaginare quante difese, elettroniche e non, presidino il Cremlino).
Minimizzare non aiuta, anzi
Ad ventilare l’ipotesi dei dissidenti sono le autorità Usa, che, nel caso specifico, denotano una scarsa fantasia, avendo accreditato a tale fantomatica spectre anche l’attacco al Nord Stream 2, sul quale sono chiare le responsabilità Usa.
L’altra ipotetica spiegazione, ancora più risibile, è che dietro l’attacco ci siano gli stessi russi, che in tal modo troverebbero giustificativi per un’escalation. Al di là di altre considerazioni, la reazione più che misurata di Mosca, che però sarà costretta in qualche modo rispondere, suona come secca smentita.
Ma al di là delle sciocchezze, resta la gravità dell’accaduto. Se, da una parte, la minimizzazione americana può risultare utile per evitare escalation, dall’altra, però, serve che dia un segnale rassicurante a Mosca, altrimenti questa dovrà prendere atto che il suo nemico globale ritiene che non ci sia una linea rossa che non possa essere superata.
Certo, il notevole ritardo con cui l’attacco è stato reso di dominio pubblico, come scrivevamo ieri, denota che tra Mosca e Washington sono intercorse comunicazioni riservate, che hanno evitato una risposta dura. Ma non basta.
Anzi, la noncuranza con cui viene trattato l’attentato non può che allarmare vieppiù Mosca, dal momento che tale understatement può legittimamente far ritenere ai russi che l’iniziativa potrà essere reiterata. L’Occidente può ritenere di poter gestire l’assassinio di un leader di una nazione nemica, come è avvenuto con Saddam e Gheddafi, ma se immagina che l’omicidio del leader di un Paese che ha oltre seimila testate atomiche possa non avere conseguenze catastrofiche qualcosa non va.
Da Giulio Cesare a Vladimir Putin. «Bisogna uccidere quel tiranno». Decapitare l’uomo forte al comando, il dittatore che tutto accentra sulla sua figura e che per questo diventa insostituibile è una formidabile scorciatoia per dare una svolta a un conflitto, per destabilizzare il campo nemico e farne esplodere le contraddizioni. Daniele Zaccaria su Il Dubbio il 4 maggio 2023
Probabilmente non sapremo mai con certezza se i droni intercettati e distrutti sopra il palazzo del Cremlino fossero teleguidati da Kiev, dagli occidentali, da oppositori interni al regime russo o addirittura dagli stessi servizi di Mosca.
È in ogni caso plausibile che l’Ucraina e i suoi alleati abbiano tentato il “colpo grosso” per dare una svolta alla guerra, ovvero uccidere Vladimir Putin. Se così fosse il tentativo è stato indubbiamente maldestro visto che in quel momento lo “zar” non si trovava neanche a Mosca, eppure non è la prima volta nella Storia che si tenta di colpire al cuore un regime eliminandone il capo.
Decapitare l’uomo forte al comando, il tiranno, il dittatore che tutto accentra sulla sua figura e che per questo diventa insostituibile è una formidabile scorciatoia per dare una svolta a un conflitto, per destabilizzare il campo nemico e farne esplodere le contraddizioni. Può avvenire “dal basso” per accumulo della frustrazione popolare, per una congiura o una lotta di potere intestina, o semplicemente per opera dei propri avversari, come tecnica di guerra o di guerriglia. Capita che i cospiratori riescano nell’intento eliminando il bersaglio, il più delle volte però falliscono e in tal senso la Storia è ricca di esempi.
Non hanno fallito i 60 senatori romani guidati da Marco Bruto e Caio Cassio che il 15 marzo del 44 A.C pugnalarono a morte Giulio Cesare, salito al potere in modo democratico ma in poco tempo diventato despota assoluto della repubblica. La sua morte diede luogo a un neologismo: il cesaricidio, che per tutto il Medioevo e parte del Rinascimento è stato sinonimo di assassinio politico di figure illustri e potenti.
Molti secoli più tardi, il 24 dicembre del 1800 Napoleone Bonaparte e la moglie Giuseppina sfuggirono per miracolo all’attentato dinamitardo della rue Saint-Nicaise, un’azione passata alla storia come la congiura della macchina infernale in cui perse la vita una dozzina di passanti. Inizialmente Naspoleone sospettò i giacobini ma poi si scoprì che dietro la bomba c’era un gruppo di monarchici e sostenitori dell’ancien regime.
Nel ventesimo secolo l’italiano Benito Mussolini ha subito sette tentativi di attentato di cui tre effettivamente portati a termine: il Il 7 aprile 1926 dall’irlandese Violet Gibson che gli esplose un colpo di pistola a pochi metri ferendolo lievemente al naso. Poiché la donna era una squilibrata e non un’oppositrice politica il Buce le concesse di ritornare in Irlanda, una mossa che aumentò ancor di più la sua popolarità. Venne invece condannato a 30 anni di carcere l’anarchico Gino Lucetti che l’11 settembre del 1926 lanciò senza successo una bomba contro il convoglio di Mussolini ferendo otto persone. Sempre nel 1926, il 31 ottobre (anniversario della marcia su Roma) il 15enne Anteo Zamboni spara a Bologna un colpo di pistola verso il Duce, sfiorandolo, verrà linciato pochi minuti dopo dalla camice nere.
Innumerevoli i tentativi di assassinare Adolf Hitler nei 12 anni che passò alla guida del Terzo Reich,: da 39 a 42 a seconda delle fonti. Il più noto e spettacolare di tutti fu quello del 20 luglio del 1944 conosciuto come”Operazione Valchiria” , un complotto organizzato da alcuni ufficiali tedeschi ed esponenti della nobiltà con a capo il “gentiluomo prussiano” e colonnello della Wermacht Claus Schenk Graf von Stauffenberg con lo scopo di negoziare una pace con gli alleati a far terminare la carneficina della Seconda Guerra mondiale. I cospiratori fecero esplodere un ordigno nella stanza riunioni della "Tana del Lupo", il quartier generale del Führer, a Rastenburg nella Prussia orientale. L’esplosione uccise tre ufficiali dell’esercito e uno stenografo ma risparmiò Hitler che uscì dalla sala del tutto illeso seppur sconvolto. Manco a dirlo la repressione fu tremenda con oltre 5000 arresti e 200 esecuzioni.
Anche nel dopoguerra satrapi e dittatori sono stati sfiorati da bombe e proiettili, come l’ugandese Idi Amin che nel 1979 sopravvisse a un’esplosione che colpì il suo aereo. Oppure l’iracheno Saddam Hussein che nel 1983 si salvò da un attentato messo in piedi da alcuni alti ufficiali e membri del suo partito, il Baaht, durante una parata militare. Nell’86 invece il Movimento rivoluzionario del popolo (Mir) fece scoppiare un autobomba al passaggio della berlina del cileno Augusto Pinochet, uccidendo cinque persone ma non il colonnello golpista che rimase al potere fino al 1990.
I sosia, le analisi biometriche, gli attentati: quelle paranoie che salvano lo Zar. Dopo l'attacco sventato con i droni al Cremlino, si riapre il dibattito sulle contromisure prese dal presidente russo per sfuggire agli attentati contro di lui. La teoria più gettonata è quella dei sosia. Gianluca Lo Nostro il 4 Maggio 2023 su Il Giornale.
L’attentato di ieri con i droni esplosi sulla cupola del Cremlino, che secondo la Russia aveva come obiettivo quello di eliminare fisicamente Vladimir Putin, riapre il dibattito sulle contromisure prese dal presidente russo per evitare di finire vittima di un’azione terroristica mossa contro di lui dai suoi nemici. Mosca ha dichiarato che Putin non si trovava nei locali dov’è avvenuta l’esplosione nella notte tra martedì e mercoledì e sui possibili responsabili di questo attacco è già partita la corsa alla speculazione. Ma lo spostamento in una località sicura (un bunker o addirittura un’altra residenza) non è l’unico asso nella manica del nuovo “Zar”.
Droni sul Cremlino: sventato attacco contro Putin
I sosia di Putin
L’altro “segreto” di Vladimir Vladimirovich Putin sarebbe il ricorso ai sosia. Se n’è scritto con toni quasi di leggenda – perché in fondo, non essendoci alcuna conferma, un po’ lo è –, in particolare dall’inizio della guerra in Ucraina. Il capo di Stato russo ha dei sosia? Kiev ne è certa e lo ha ripetuto ogni qualvolta Putin è stato visto lontano dalle mura della sua fortezza. Lo sospetta il consigliere del governo Anton Geraschenko, che dopo la doppia visita del presidente russo a Sebastopoli e Mariupol, arrivate a 24 ore di distanza dall’incriminazione della Corte Penale Internazionale dello scorso 17 marzo, ha fatto circolare delle immagini che mostrerebbero tutte le difformità fisiche tra il vero Putin e l’uomo di cui si è avvalso il Cremlino, evidentemente per scopi propagandistici, nella città occupata del Donbass. “Che cosa succede al mento di Putin?”, si domanda nella didascalia Geraschenko, mettendo in risalto alcune differenze nell’ampiezza del sottogola tra i tre Putin raffigurati nell’immagine: quello originale (a Mosca) e i due sosia spediti al fronte.
Qualcuno ha voluto addirittura azzardare delle analisi biometriche, dai cui dati sarebbero emerse delle notevoli discrepanze. “Ha almeno 3 sosia che si sono sottoposti a interventi di chirurgia plastica per somigliare all’originale”, sostiene il falco degli 007 di Kiev Kyrylo Budanov. Ad alimentare questa teoria a dir poco cinematografica ci ha pensato il capo del consiglio di sicurezza di Zelensky, Oleksiy Danilov. “Putin è spaventato”, ha commentato il funzionario ucraino dopo il viaggio dello “Zar” a Kherson avvenuto intorno a metà aprile. "Per comunicare con il vero Putin bisogna trascorrere almeno 10-14 giorni in quarantena. Lì non c'era Putin, ma un suo sosia, ne ha più di uno”, ha continuato, rilanciando anche l'idea che il presidente russo abbia sviluppato una fobia verso il contatto umano a causa del coronavirus.
La cicatrice e la replica del Cremlino
A suffragare la tesi dei suoi oppositori ci sarebbe poi una strana cicatrice alla gola che appare lampante nei video in cui il presidente russo celebra la messa della Pasqua ortodossa. Il quotidiano tedesco Bild ha preso in esame tutte le divergenze raccolte sul web ed è giunto a questa conclusione: i lobi delle orecchie sono diversi, la distanza tra gli occhi e la bocca è sbilanciata, ma soprattutto la statura non è la stessa: “L’uomo del Cremlino è alto 1.70 m e indossa scarpe super costose fatte a mano con un tacco molto alto, mentre la sua copia usa scarpe basse”.
Il presidente russo durante la messa per la Pasqua ortodossa e la cicatrice alla gola che secondo alcuni avvalorerebbe le teorie secondo cui Putin è malato di cancro e usa i sosia.
Il Cremlino ha respinto con forza (e anche con un filo di ilarità) queste accuse: "Probabilmente avrete sentito che Putin ha molti sosia che lavorano al suo posto mentre lui siede in un bunker. È un’altra bugia”, ha detto ai giornalisti il portavoce Dmitry Peskov. Ma non è un’ipotesi assurda. Sui leader paranoici come Vladimir Putin escono sempre queste storie verosimili. Soltanto che sono praticamente impossibili da verificare. D’altronde, si dice che anche Adolf Hitler avesse dei sosia. Ma l'auspicio del "boss" del Cremlino è che il destino non gli riservi lo stesso epilogo del dittatore nazista, suicidatosi insieme alla sua amante nel bunker della Berlino assediata dai sovietici.
La nuova legge dello Zar: ergastolo per "alto tradimento". Guerra in Ucraina, Putin non ascolta Pechino e rilancia: “Regioni annesse sono nostre terre storiche”. Redazione su Il Riformista il 28 Aprile 2023
Altro che mediazione cinese. La Russia di Vladimir Putin non indietreggia di un millimetro in Ucraina e dopo aver bombardato questa mattina diverse città del Paese tra cui la capitale Kiev (primo attacco missilistico russo da più di 50 giorni), provocando la morte di almeno 19 persone, vanno registrate le parole durissime del numero uno del Cremlino.
Parlando a San Pietroburgo a una riunione del Consiglio dei Legislatori, che comprende membri delle due camere del Parlamento nazionale e rappresentanti dei Parlamenti delle repubbliche, Putin ha ribadito che le quattro regioni dell’Ucraina annesse da Mosca il 29 settembre dello scorso anno, ovvero il Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, sono “terre storiche” russe e i loro abitanti “parte del nostro popolo“. Pertanto, ha aggiunto Putin, oggi è necessario “difendere e proteggere la loro decisione inequivocabile di tornare alla Russia“.
Una annessione, quella delle quattro regioni ucraine, che ovviamente la comunità internazionale non riconosce come tale: i referendum voluti da Mosca furono chiaramente segnati da irregolarità evidenti, con i cittadini minacciati e costretti a votare dai militari armati al soldo del Cremlino.
Ma Putin su questo punto non ha intenzione di fare passi indietro. Nel suo discorso a San Pietroburgo il presidente russo ha sottolineato che i residenti delle quattro regioni annesse da Mosca che non accettano di diventare cittadini russi saranno considerati stranieri e potranno essere espulsi se porteranno “una minaccia alla sicurezza nazionale” con attività che comprendono anche la “partecipazione a raduni e manifestazioni non autorizzate“. A prevederlo è una legge firmata e promulgata oggi dallo stesso Putin dopo esser stata approvata dal Parlamento russo.
Sempre oggi Putin ha firmato una seconda legge che prevede l’introduzione del carcere a vita come possibile pena per il reato di “alto tradimento”, finora punito in Russia con la reclusione fino a 20 anni. Viene anche innalzata da 15 a 20 anni di carcere la pena massima per gli attacchi terroristici.
Tutte mosse che non potranno fare altro che isolare ancor di più Mosca? Sbagliato, almeno secondo Putin. All’Assemblea federale russa il presidente ha sottolineato al contrario che il Paese allargherà le relazioni con altri stati amici. “Non ci isoleremo. Al contrario, espanderemo relazioni pragmatiche, eque e reciprocamente vantaggiose ovvero partenariati con paesi amici in Eurasia, Africa, America Latina”, ha spiegato infatti il leader del Cremlino.
“Negli Stati Uniti, tra l’altro, abbiamo molte persone che la pensano come noi. Lo stesso vale per l’Europa. Le élite si comportano in modo diverso. Ma sappiamo che le élite in questi paesi sono spesso ben lungi dal condurre politiche che vanno a beneficio degli interessi della loro stessa gente. Si ritorcerà contro di loro”, ha detto ancora Putin aggiungendo che Mosca è pronta a lavorare con i partner stranieri e le società che “apprezzano la sua reputazione commerciale e vogliono cooperare con la Russia”.
Golpe putinista. La controrivoluzione russa fa la guerra all’Ucraina e minaccia l’Europa. Vasyl Čerepanyn su L'Inkiesta il 29 Aprile 2023.
Dopo un anno di guerra è evidente ciò che la resistenza ucraina ha risparmiato al resto dell'Europa orientale post-sovietica: gulag, rapimenti, deportazioni, tortura e fosse comuni. Per Vasyl Čerepanyn, curatore d'arte e militante politico ucraino, la guerra di Mosca è un colpo di stato militare contro trent'anni di storia europea
Traduzione a cura di Voxeurop
Quando il presidente russo Vladimir Putin, nel suo discorso televisivo per giustificare l’avvio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, ha lanciato un avvertimento agli altri paesi perché non si intromettessero, al rischio di andare incontro a «conseguenze mai viste nella storia», molti leader occidentali non si sono limitati ad avere paura, ma hanno tirato un sospiro di sollievo: finalmente avevano un motivo legittimo per tenersi in disparte, nascondendosi dietro alla minaccia dell’uso dell’arma atomica.
Dopo un anno di guerra a tutto campo da parte della Russia, è diventato chiarissimo, anche per chi non è coinvolto, da cosa l’Ucraina abbia finora salvato l’Europa orientale (soprattutto la sua parte post-sovietica): campi di filtrazione, rapimenti, deportazioni, torture, fosse comuni e altre atrocità che accompagnano le cosiddette “annessioni”.
Se non fosse stato per la resistenza militare ucraina, non solo l’Ucraina stessa, ma l’Unione europea e la Nato esisterebbero oggi nella loro forma attuale, e l’Occidente non sarebbe indaffarato con il numero di carri armati da consegnare a Kyjiv, ma con il modo in cui affrontare la Repubblica Popolare di Chișinău, la Repubblica Popolare di Narva, la Repubblica Popolare di Białystok.
Questa guerra è stata spesso definita una guerra di aggressione, una guerra di logoramento, una guerra continentale, a volte una guerra totale — tutte definizioni corrette — ma c’è una specificità della guerra della Russia contro l’Ucraina che viene omessa.
A differenza della maggior parte dei recenti conflitti militari, questa guerra non è semplicemente una guerra tra due paesi, non è solo tra due eserciti e non è tra un esercito e un’insurrezione: è una guerra dell’esercito di un paese con il sostegno e il coinvolgimento diretto della sua popolazione contro il popolo di un altro paese, che è stato privato del diritto di esistere.
L’argomentazione genocida e auto-negante del Cremlino è la seguente: voi non esistete, ma poiché esistete e non dovreste esistere, dovete essere eliminati. In realtà, non si tratta di un riferimento esotico per l’Europa, tutt’altro, è storicamente molto riconoscibile.
Poiché la guerra condotta dalla Russia è fondamentalmente finalizzata a sconvolgere l’ordine politico e istituzionale europeo, che a sua volta è uno dei principali risultati della sconfitta del nazismo, non a caso è condotta facendo rivivere e invocando alcune delle rispettive narrazioni e pratiche della Seconda guerra mondiale.
La rivoluzione di Maidan è stata l’ultima rivoluzione europea di successo: la natura ideologica della guerra in corso della Russia contro l’Ucraina e l’Europa dovrebbe essere vista come fondamentalmente controrivoluzionaria, basata sul risentimento storico, sulla frustrazione e sulla reazione politica. A prescindere dall’ambito sociale o dall’involucro retorico, tutte le imprese del Cremlino hanno avuto un unico, fondamentale scopo: impedire un cambio di regime.
La rivoluzione è sempre stata la più grande paura del regime di Putin, talmente ossessionato dal Maidan ucraino al punto di trasformare l’intero suo paese in un anti-Maidan, eliminandone con ogni mezzo la pur illusoria vicinanza.
La società russa è diventata un’anti-società, poiché tutte le istituzioni e i rappresentanti della società civile sono ora etichettati come “agenti stranieri”, espulsi dal paese o imprigionati. La cittadinanza russa è diventata un’anti-cittadinanza, poiché i russi stessi sono stati sostituiti con l’entità pseudo-metafisica del Russkiy mir (il “mondo russo”), che ha bisogno di “protezione” ovunque si trovi una popolazione di lingua russa. La politica russa è diventata antipolitica, poiché è stata letteralmente trasformata in un’operazione militare speciale su tutti i fronti.
Putin ha definito il crollo dell’Unione Sovietica «la più grande catastrofe geopolitica del Ventesimo secolo», ma quel crollo è stato in realtà accompagnato da un tentativo militare di invertire il corso della storia, un golpe che è diventato un evento determinante per il quadro ideologico del Cremlino. Il putinismo è essenzialmente un golpismo: la specificità del golpe putinista è che non ha un particolare nucleo ideologico o un contenuto politico in sé. Il colpo di stato dell’agosto 1991 è stato organizzato non per salvare l’ideologia comunista o perché i complottisti credessero veramente nel socialismo, ma proprio per impedire un cambio di regime e annientare l’alternativa.
Nel complesso, la guerra della Russia contro l’Ucraina è un golpe contro la storia europea degli ultimi trent’anni. Il golpe è fallito nel 1991, ma ci sono voluti solo otto anni per il suo ritorno, quando Putin è stato elevato alla presidenza nel 1999. Putin ha assistito alla caduta del muro di Berlino e ha vissuto in prima persona l’esperienza antirivoluzionaria nella DDR durante quella che i tedeschi chiamano la Rivoluzione pacifica del 1989. La sua principale occupazione personale, mentre era un agente del KGB, era quella di dare la caccia e perseguitare i dissidenti; in breve, eliminare la possibilità di cambiamento e impedire l’emergere di qualsiasi alternativa.
Prima capo dell’FSB [l’erede del KGB] e poi capo dello stato, non a caso Putin considerava Jurij Vladimirovič Andropov, già direttore del KGB e poi segretario generale del PCUS, come suo diretto antenato spirituale e predecessore nella Guerra Fredda. Andropov è stato ambasciatore sovietico in Ungheria, dove ha avuto la fama di “Macellaio di Budapest” per la sua spietata repressione dell’insurrezione ungherese del 1956. Fu anche uno dei principali sostenitori della repressione della Primavera di Praga nel 1968 e dell’invasione sovietica dell’Afghanistan nel 1979.
Quegli interventi militari, allora come oggi, furono giustificati con il pretesto di una presunta aggressione della Nato/Cia. Andropov era perseguitato dal “complesso ungherese” come Putin dal Maidan ucraino, ed entrambi erano fermamente convinti che solo la forza armata avrebbe potuto garantire la sopravvivenza del regime.
La Russia ha lanciato la sua invasione militare dell’Ucraina nel 2014 proprio lo stesso giorno in cui, il 22 febbraio, la rivoluzione di Maidan trionfava. Questa guerra è stata fin dall’inizio una controrivoluzione allo stato puro.
La principale lezione politica di Maidan è quella sulla violenza. A causa della sua natura dura e del pericolo immediato, la violenza politica rimane ancora, spesso, in una zona di disabilità riflessiva. Quello che oggi viene chiamato “pacifismo” segna solo l’impotenza e l’assenza di strumenti concettuali e pratici adeguati per affrontare una situazione politicamente violenta.
Una caratteristica cruciale che distingue la violenza rivoluzionaria da altri tipi di violenza politica è che se non si applica la violenza in un certo momento del processo rivoluzionario, si causerebbe una violenza molto più grande in seguito. Se i manifestanti di Maidan non avessero reagito alla polizia pesantemente armata, l’apparato repressivo statale avrebbe prevalso, l’Ucraina avrebbe cessato di essere una democrazia e oggi assomiglierebbe più o meno alla Bielorussia di Aljaksandr Lukašėnko, con repressioni politiche di massa e un violento giro di vite nei confronti del dissenso.
Questo approccio politico – l’argomentazione per ottenere il cambiamento e difendere la rivoluzione – è ovviamente l’opposto di quello di non escalation e non radicalizzazione attualmente prevalente in Occidente. L’Ucraina sta pagando un prezzo impensabile non solo per l’attuale rinascita geopolitica dell’Occidente, favorita dall’efficace resistenza militare dell’Ucraina all’aggressione russa, ma anche per la rinascita dello stesso dell’Occidente di oggi nel passato, dato che è l’Ucraina a sostenere il vero costo della guerra per la rivoluzione pacifica del 1989. E le paure dell’Occidente non fanno altro che rimandare un’odiosa verità: chi siete pronti a sacrificare la prossima volta?
Se ci si muove passo dopo passo e si aspetta costantemente, l’esito finale sarà molto più atroce che se si interviene subito con la violenza. Questa è la lezione rivoluzionaria che l’Occidente deve imparare al più presto, semplicemente perché non ha altra via d’uscita che vincere questa guerra insieme all’Ucraina.
Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per “la Stampa” il 26 aprile 2023.
Se la conversazione è autentica – come molti indicatori lasciano credere, e come sostengono e scrivono gli osservatori russi indipendenti che abbiamo consultato –è un altro devastante capitolo della lotta intestina nelle élite russe, che ormai non credono più a Vladimir Putin e, non potendolo dire pubblicamente, parlano tra loro.
Tanto. Disperatamente. Un nuovo impressionante leak (rivelato del progetto investigativo russo “Sistema”) svela il dialogo tra due uomini che sembrano essere il miliardario Roman Trotsenko (un uomo vicinissimo a Igor Sechin, il boss di Rosneft), e l’uomo d'affari Nikolai Matushevsky.
I due che parlano al telefono discutono della guerra, organizzano la partenza dei loro parenti dalla Russia e dicono quello che pensano sulle autorità del paese. «Non esiste il concetto di un domani. Moriranno [dannazione], a un certo punto nel tempo, e non lasceranno nulla dietro. Sarà solo un deserto bruciato», dice un uomo con una voce simile a quella di Trotsenko, che è una delle persone più ricche di Russia.
Trotsenko e Matushevsky hanno definito la registrazione un falso. Matushevsky ha detto ai giornalisti di “Sistema” «penso che sia un falso o uno stupido scherzo di qualcuno che usa l'intelligenza artificiale». [...]
I due interlocutori prevedono scenari da guerra civile, come già fecero – in un altro precedente leak – l’oligarca Akhmadov e il produttore musicale Iosif Prigozhin, di cui La Stampa aveva dato conto in anteprima. «Le persone si taglieranno a vicenda per le strade di Mosca», dice il presunto Trotsenko.
«Sfortunatamente, la Russia, che amiamo così sinceramente, è finita nelle grinfie di uno stronzo». «Le persone si uccideranno a vicenda per le strade di Mosca. È solo una questione di tempo». E il suo interlocutore raddoppia, dice di aver visto di recente un video con il taglio degli auguri di Capodanno dei presidenti, «a partire da Eltsin [...] fino all'ultimo, quando questo deficiente non è sullo sfondo dell’albero di Natale, come sempre, ma i militari». «Come può vivere una nazione in cui l’unica ideologia è che un ristretto gruppo faccia soldi e mantenga il potere?».
Trotsenko è considerato una delle “casse” del capo di Rosneft Igor Sechin, dal 2012 al 2015 fu il capo della filiale di Rosneft in Svizzera, è uno degli uomini più ricchi di Russia (in questo momento 38esimo, con 3,8 miliardi di dollari di patrimonio), e Nikolai Matushevsky è il creatore di spazi artistici importanti e alla moda, Flakon e Khleb-zavod, a Mosca.
Lo sfondo della conversazione, che avrebbe avuto luogo all’inizio di gennaio 2023, è di estrema confidenza. I due si chiamano con diminutivi affettuosi - Kolya e Roma - discutono delle vacanze a Bali, “Kolya” dice a “Roma” che ci sono molti investitori lì e che è un posto da tenere in considerazione in tutti i sensi: «Recentemente, è stato davvero difficile per me in Russia, ho capito che qualcosa non andava, non è bello stare lì» […]
Estratto dell'articolo di Giorgio Caccamo per "il Resto del Carlino" il 29 aprile 2023.
Una conversazione privata finita online, parole forti, l’ombra di crepe in un sistema di potere, quello di Vladimir Putin, che in realtà non è poi così granitico.
Ecco le parole: «Sfortunatamente la Russia, che amiamo così sinceramente, è caduta nelle grinfie di alcuni stronzi». Testuale. A dirle sarebbero stati il miliardario Roman Trotsenko e il manager Nikolai Matushevsky, amici, oligarchi, ricchi esponenti della classe dirigente moscovita. Loro, ovviamente, smentiscono, parlano addirittura di un falso o uno scherzo fatto con l’intelligenza artificiale. «Ma questo non è importante», commenta Anna Zafesova, giornalista e analista esperta di Russia.
Perché non è importante la smentita dei due oligarchi?
«Perché è normale che i diretti interessati smentiscano, ma di conversazioni così in Russia ce ne sono centinaia ogni giorno».
E che cosa ci dicono?
«Il ragionamento è evidente. È una classe dirigente orientata verso l’estero, dove può consumare i frutti delle proprie attività, spesso cleptocratiche, e anche far trasferire la famiglia. Oggi quello che dicono questi personaggi è “scappiamo“. Infatti non a caso in altre conversazioni li si sente parlare di cittadinanze straniere e permessi di soggiorno in Paesi come Cipro, Montenegro o Gran Bretagna che però adesso hanno preso misure contro questo vero e proprio mercato».
Le frasi esprimono insoddisfazione nei confronti del regime. Si aprono crepe nel blocco putiniano?
«Anche il Cremlino evita di commentare queste notizie. Ma il blocco granitico in realtà non c’è mai stato, non lo era del tutto neanche prima del febbraio dell’anno scorso. Poi molti putiniani, anche di alto rango, sono rimasti decisamente stupiti dall’invasione dell’Ucraina. Tuttavia, non si aprono crepe nel regime, c’è piuttosto una sensazione di impotenza: questi oligarchi discutono di ipotesi di fuga, non saranno loro a produrre un cambiamento in Russia».
[...]
Ma Putin può farne a meno?
«In realtà, sì. Sono totalmente sostituibili. È come se avesse una panchina lunga: per uno che se ne va, è già pronto un altro a prendere il suo posto. Soprattutto ci sono cinquantenni che non vedono l’ora di rimpiazzare tutta la corte di 60-70enni che sta intorno a Putin».
Una corte, più che un regime.
«Proprio così. La cerchia putiniana è composta da chi ha diretto accesso all’orecchio del sovrano. È tutto un sistema di intrighi, pettegolezzi, fedeltà assoluta a un potere che assomiglia più a una satrapia persiana o al palazzo Topkapi del sultano ottomano».
Tanto per restare al dialogo Trotsenko-Matushevsy, chi sarebbero allora gli «stronzi»?
«Ci sono ovviamente Putin e quelli che conosciamo, le figure pubbliche e istituzionali, come il ministro della Difesa, Sergej Shoigu: i giudizi poco lusinghieri su di lui sono noti. Ma poi ci sono anche quelli che non vediamo o conosciamo poco, eppure hanno ruoli importanti. Come per esempio i fratelli Yuri e Mikhail Kovalchuk: uno è il “banchiere di Putin“, l’altro il presidente dell’Accademia delle Scienze. Ci sarebbero loro dietro l’annessione della Crimea, da cui hanno guadagnato appalti e ricchezze».
[...]
Antonio Giangrande: L'invasione dell’Ucraina. Ci sono due tipi di pacifisti.
Quelli comunisti ed eternamente antiamericani, astiosi del fatto di essergli sempre riconoscenti per la libertà conquistata dal nazifascismo e perchè ha impedito la vittoria e l’egemonia del comunismo con l’espansione dell’Unione Sovietica ad Ovest.
Quelli che…”che me ne fotte a me!” Interessati esclusivamente al loro benessere e tornaconto personale. Fa niente se il loro stato è dovuto al martirio di tanti soldati stranieri che hanno combattuto in Italia. Quelli che quando vedono una vittima di violenza o sopraffazione, non degnano attenzione e proseguono oltre.
Da “Posta e risposta – la Repubblica” il 22 maggio 2023.
Caro Merlo, invidio il mio vecchio padre, che si trova alla periferia di Forlì quasi in campagna. Grazie al cielo sta bene e la casa non è stata danneggiata. Non ha però l’elettricità e non gli funziona più niente. Certo, starebbe meglio con il frigorifero e con il forno a microonde, ma almeno non vede in tv le interviste a raffica ai superstiti.
Ne sono disgustato: “Come si sente? Cosa ha provato? Dove si trovava?”. Ma vaff…
Luigi Dallara – Forlì
Risposta di Francesco Merlo:
Nel settembre del 1923 il Toronto Daily Star, inviando il giornalista Ernest Hemingway a raccontare il terremoto di Yokohama, gli fornì un prontuario, un manuale di antiretorica per scrivere di sciagure: mai speculare sui morti, mai usare iperboli per raccontare il dolore, rimanere freddi, rivolgere ai sopravvissuti solo domande secche, scrivere con frasi brevi, non violare la privacy né dei vivi né dei morti… Hemingway cominciò il suo articolo così: “Questa è una storia senza nomi”.
Colpevole di intervista: l'Ordine dei giornalisti processa Porro. Aperto un procedimento disciplinare ai danni di Nicola Porro. L'accusa: aver intervistato un viceministro ucraino senza "contraddittorio". Giuseppe De Lorenzo il 22 Maggio 2023 su Il Giornale.
Se non fosse vero, uno potrebbe pensare ad uno scherzo. Nel giro di una settimana Nicola Porro è passato dall'essere disegnato come un filoputiniano a cantore dell'Ucraina. Prima accusato erroneamente da Nino Cartabellotta di non aver stretto la mano a Volodymyr Zelensky a Porta a Porta. E poi incolpato di aver intervistato un viceministro ucraino senza portare in studio il contraddittorio. Sembra una barzelletta, ma non lo è.
In verità ci ritroviamo catapultati in una commedia grottesca, o forse in una tragedia. Fatto sta che il 4 luglio prossimo Porro dovrà presentarsi di fronte al Consiglio di disciplina dell'Ordine lombardo a causa del procedimento disciplinare aperto a suo carico. L'accusa? Aver intervisatato, il 22 maggio del 2022, la viceministra degli Esteri, Emine Dzhaparova, senza qualcuno che esponesse tesi contrapposte. Secondo il ricorrente che si è rivolto all'Ordine, il conduttore di Quarta Repubblica avrebbe invitato solo ospiti "allineati con l'intervistata" e avrebbe fatto cadere nel vuoto una domanda di Toni Capuozzo. Il tutto condito dal fatto che Dzhaparova avrebbe negato l'esistenza di una guerra civile in Donbass.
Ora, uno potrebbe riguardarsi la puntata e smentire quanto affermato dal ricorrente. Ma a che servirebbe? A nulla. Perché qui il problema non è discutere se l'intervista sia stata condotta correttamente o meno. Il dramma sta tutto nel fatto che si sia anche solo pensato di aprire un procedimento sul caso. "Mi sembra che abbiamo perso il senso della realtà", sottolinea Porro. Innanzitutto migliaia di politici in Italia e nel mondo vengono intervistati faccia a faccia senza contraddittorio (non lo aveva neppure Zelensky a Porta a Porta, ad essere puntuali). "Se la linea diventa questa - scrive il conduttore sul suo sito - io corro il rischio di dover passare tutte le settimane davanti alla commissione di disciplina per spiegare il modo in cui faccio le interviste. Ma non è una cosa mostruosa?". Forse addirittura "pericolosa".
Simili polemiche, il lettore ricorderà, esplosero anche quando Giuseppe Brindisi mise a segno il colpo giornalistico di intervistare il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov. Anche in quel caso si trattava di una conversazione "one to one", senza nessun altro in studio. E giustamente l'Ordine difese Brindisi. Cosa è cambiato adesso? "Spero non mi vengano a dire che si tratta 'di un atto dovuto' - conclude Porro - L’atto dovuto è la foglia di fico dietro la quale si nasconde l’intimidazione".
Ho due cose da dire sull’Ordine dei giornalisti. Nicola Porro il 23 Maggio 2023
Come avrete letto ieri, l’ordine dei giornalisti mi ha convocato in un’udienza il 4 luglio perché quando ho invitato a Quarta Repubblica la vice ministra degli esteri ucraina, secondo questi geni della lampada, non ci sarebbe stato contraddittorio. Se questo è il ragionamento, allora chiunque inviti la Segre deve permettere la replica ad un ex gerarca nazista, se si invita un curdo si deve avere Erdogan in studio e, già che ci siamo, non si può permettere che Rita dalla Chiesa racconti le tragedie della sua famiglia senza che ci sia il contraddittorio di qualche terrorista. Questi sono pazzi. Hanno aperto un procedimento disciplinare nei miei confronti perché loro pensano che non ci sia stato un contraddittorio per un vice ministro ucraino che è sotto le bombe. By the way, in quella trasmissione c’erano anche Toni Capuozzo, Capezzone e Micalessin dal Donbass che non la pensavano sempre come la vice-ministra.
Porro processato dall’Ordine dei giornalisti? Caro Nicola, puoi fare due cose
L’Ordine dei giornalisti processa Porro: ha intervistato un viceministro ucraino
Ve lo dico francamente: se, oltre a non partecipare ai premi giornalistici, potessi non avere la tessera del giornalista sarei l’uomo più felice del mondo. Con questi non voglio avere niente a che fare. Ovviamente ci saranno dei giornalisti che diranno “no, ma come ti permetti?”. Non me ne fotte un cazzo! 25 anni di pensione giornalistica buttati, ma soprattuto un Ordine che non si ribella e non urla di fronte ad un giornalista che viene questionato perché avrebbe violato le regole deontologiche non predisponendo un contraddittorio per un’intervista al vice ministro degli esteri ucraino. Non ne faccio una questione personale, ma di principio.
Ma voi capite? Il 4 luglio mi devo presentare a Milano, magari per sentirmi spiegare da tre persone come, secondo loro, si dovesse fare quell’intervista.
Nicola Porro, 23 Maggio 2023
Nicola Porro processato: ecco l'ordine filo-Putin dei giornalisti. Pietro Senaldi su Libero Quotidiano il 24 maggio 2023
Noi di Libero, pluri-processati dall’Ordine dei Giornalisti, alla cui scienza umilmente ci inchiniamo, avevamo sempre sospettato che qualcuno dei nostri giudici avesse fatto un corso d’aggiornamento alla Pravda, o comunque la leggesse avidamente. Forse da oggi la pensa così anche Nicola Porro, che ha fatto sapere che l’augusto consesso lo chiama alla sbarra perché colpevole di avere intervistato una viceministra ucraina senza contraddittorio. Insomma, avrebbe dovuto esserci collegato anche un viceministro di Putin. Il conduttore di Quarta Repubblica, nonché vicedirettore del Giornale, persona piuttosto spiritosa, potrebbe difendersi argomentando di essere lui la voce filorussa in campo, essendosi sempre distinto dal coro della stampa unica, per la quale esistono un solo martire, Zelensky, e un unico assassino, il popolo russo.
In effetti Porro ha sempre raccontato questa guerra con lo spirito dell’analista e del cronista, occidentale certo e giustamente, ma mai fazioso a prescindere. Stavolta però Nicola non l’ha buttata sul ridere, anche se la vicenda è comica. Si è limitato a ricordare che nel giro di una settimana è stato massacrato sui social per non aver stretto la mano al leader ucraino a Porta a Porta cosa falsa - e poi è stato convocato a giudizio perché farebbe programmi sbilanciati a favore di Kiev. Conosciamo le giustificazioni dell’Ordine: le persone segnalano, noi processiamo; e poi, diciamocelo, stavolta Porro andrà assolto, sarebbe scandaloso il contrario. Una condanna esporrebbe il Consiglio all’accusa di essere fascista, perché per tale passa il comunista Putin da che il Pd di Letta ha sancito che è un disgraziato. Però non è vero che i giornalisti sono obbligati a processare i colleghi sulla base delle segnalazioni: farlo o archiviare, è una scelta. E quella convocazione, anche se seguita da un’assoluzione, resta comunque un’intimidazione.
Chissà se Giuseppe Brindisi, conduttore di Zona Bianca, è stato processato quando ha realizzato il suo scoop, l’intervista, guarda caso senza contraddittorio, al ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov. E chissà se è stato richiamato anche Massimo Giletti, allorché andò in trasferta al Cremlino e apparve sorridente a fianco del conduttore Vladimir Solovev, il megafono di Putin, uno che fa approfondimenti televisivi in cui chiede se è meglio squartare o impiccare i prigionieri e se è il caso di bombardare l’Italia perché dà supporto a Kiev. Noi riteniamo che, come con Porro, processare i due colleghi sarebbe stata un’aberrazione ma è evidente che, a questo punto, non averlo fatto significhi riconoscere più diritti ai russi che agli ucraini. La qual cosa rivela che Santoro non è isolato a fianco dello zar, ma nutre parecchi estimatori nella categoria. Oppure, più semplicemente, questa convocazione del Nicola nazionale è un indizio che la sinistra della Schlein non è quella di Letta e che perciò la guerra la fa dando un colpo al cerchio e uno alla botte, provando a far stare tutto insieme sotto la cappa del politicamente corretto, che è la sola strategia chiara che al momento la nuova segretaria sembra avere.
La neutralità del male. La guerra senza confini all’Ucraina e la nube tossica pacifista sull’Italia. Carmelo Palma su L'Inkiesta il 20 Maggio 2023
Quelli che si dicono contrari al sostegno militare a Kyjiv non ritengono le armi il mezzo sbagliato per risolvere il conflitto: ritengono che sia un problema confinato nello spazio dell’impero post sovietico, e se nessuno si impiccia non ci saranno effetti al di fuori di quei territori
Come è noto l’opinione pubblica italiana è, tra quelle europee, una delle meno inclini al sostegno militare dell’Ucraina contro l’aggressione russa. Quindici mesi di massacri non hanno scalfito e neppure infiltrato un senso comune pacifista diffuso e sigillato da un pregiudizio rossobruno trasversale contro le «guerre americane».
Che dietro questo pacifismo non ci sia, né ci sia mai stato nella storia politica italiana, alcun rifiuto assoluto e moralmente incondizionato dell’uso delle armi non lo dimostra solo l’affiliazione di tutti i gruppi della variegata galassia “Yankee go home” a partiti e ideologie lontanissime dalla religione della nonviolenza e assai disposte, invece, a riconoscere e difendere la forza maieutica della violenza politica.
Lo dimostra anche il concreto sostegno pacifista a tutte le resistenze anti-imperialiste che la storia politica del dopoguerra abbia prodotto ai quattro angoli della terra. Ai tempi della guerra in Vietnam, nelle manifestazioni dell’Anpi – pure ai tempi schierate su piattaforme pacifiste e disarmiste in funzione anti-Nato – si applaudiva la resistenza indipendentista dell’Indocina rossa, non si implorava in nome della pace il disarmo dei vietcong.
Anche nella destra post-fascista e in quella democristiano-qualunquista – in un caso tanto ostile al nemico americano quanto compromessa con il militarismo nazionalista post saloino e nell’altro caso andreottianamente oscillante tra obbedienze atlantiste e ruffianerie filosovietiche – non è mai esistita nemmeno la traccia di quel pacifismo nonviolento di stampo gandhiano o capitiniano che oggi sembra d’incanto diventato il denominatore comune di tutti i pacifisti per Putin. E lasciamo perdere l’oltraggio a Gandhi e Capitini, nel farli diventare gli alfieri del «meglio schiavi che morti».
La contrarietà rispetto al sostegno militare alla resistenza ucraina non riguarda affatto una diversa valutazione dei mezzi, ma proprio un diverso apprezzamento dei fini. I pacifisti italiani – quelli militanti e soprattutto quelli silenziosi in un malmostoso scontento – non pensano affatto che i mezzi militari non siano adatti a perseguire obiettivi democratici per l’Ucraina e per la Russia e a propiziare un cambiamento all’insegna della libertà e della sicurezza di un Paese che, dalla sudditanza a Mosca nel periodo sovietico e post sovietico, ha guadagnato carneficine e umiliazioni.
Pensano proprio che questi, in sé, non siano fini desiderabili e che come obiettivi politici non riflettano il nostro interesse nazionale, ma al contrario compromettano l’Italia in una guerra che non le appartiene. Pensano insomma che si tratti di un conflitto naturalmente confinato nello spazio dell’impero post sovietico, che gli impiccioni anglo-americani hanno trasformato in un vespaio internazionale e che cesserà di estendere i propri malefici effetti fuori dall’Ucraina nel momento in cui chi sta fuori dall’Ucraina finirà di occuparsene.
Il sondaggio più impressionante a proposito dell’opinione degli italiani sulla guerra all’Ucraina non riguarda il parere sulla fornitura delle armi, ma quello circa l’autocollocazione di chi risponde alla domanda “Da che parte stai?”. Dall’inizio della guerra, senza nessun cambiamento, sta dalla parte della Russia l’otto per cento degli italiani, dalla parte dell’Ucraina il 45-46 per cento e non sta “da nessuna delle due parti” il 46-47 per cento (Ipsos, pag 15).
Anche in questo caso, dietro il neutralismo non c’è solo cinismo morale, ma in primo luogo accecamento ideologico. Con questa reiterata affermazione di neutralità, è come se si affermasse che l’errore e la colpa è di avere globalizzato una guerra locale, mentre l’errore e la colpa in termini politici è esattamente quella opposta: di pretendere di localizzare una guerra senza confini, condotta con le risorse limitate di uno stato mafioso fallito con un dispositivo di omicidio-suicidio nucleare, che punta al cuore della democrazia politica occidentale e che colpisce l’Ucraina in primo luogo perché considerata la testa di ponte euro-atlantica verso il grande spazio vitale russo.
Ieri Vladimir Putin ha provato a spaventare l’Europa annunciando l’arrivo di una tempesta radioattiva dall’Ucraina, per il bombardamento russo delle armi all’uranio di Kyjiv. Ma il neutralismo dell’opinione pubblica italiana dimostra che la vera nube tossica putiniana, spinta dal vento del Cremlino sui cieli dell’Occidente, è stata e continua a essere quella informativa. Come il giorno prima della guerra, la maggioranza degli italiani continua a pensare che la libertà dell’Ucraina sia solo un pretesto per una guerra per procura e a rafforzare questa convinzione è proprio quello che gli italiani hanno imparato per decenni a pensare, con sospetto, pregiudizio e ostilità, della libertà politica occidentale.
Raid USA uccide capo al Qaeda. No, era un povero pastore. Piccole Note (filo-Putina) il 20 Maggio 2023 su Il Giornale.
Il 3 maggio, l’ennesimo raid USA in Siria. Un drone spara un missili Hellfire e uccide un uomo. Il Comando americano annuncia trionfalmente che nell’operazione è stato eliminato un importante leader di al Qaeda. Ma qualcosa va storto.
In genere nessuno va ad accertare i fatti. Resta il comunicato e il successo dell’operazione anti-terrorismo che rimbalza sui media internazionali senza alcuna verifica.
Lotfi Hassan Misto, un uomo buono, laborioso e povero
Perché ormai i media sono abituati a pubblicare acriticamente i comunicati ufficiali, ai quali si attengono come verbo indiscutibile, ma anche perché tali raid sono condotti in località sperdute o perigliose, dove spesso è impossibile o costoso cercare riscontri (e per altri e più articolati motivi).
Nel caso del raid siriano, però, tale meccanismo oliato da decenni di guerra al Terrore, si è inceppato. Ed è emersa la tragica verità: a essere incenerito dal missile Hellfire è stato un povero pastore siriano, Lotfi Hassan Misto, di 56 anni, ucciso mentre pascolava le sue pecore, molte delle quali hanno condiviso il suo triste destino.
Ad accertare la tragedia il Washington Post, che evidentemente nel caso specifico ha ricevuto qualche sollecitazione (da cui la verifica), che ha interpellato i familiari, i quali hanno descritto Misto come un uomo buono, laborioso e povero, tanto da non avere nemmeno un telefono.
Il Comando americano, interpellato dai cronisti del WP, si è rifiutato di dare un nome e un volto al loro obiettivo, tenendosi sul generico.
Ma “il Post ha ottenuto immagini che mostrano il volto di Misto prima e dopo la morte e le ha fornite al Comando Centrale. I funzionari non hanno confermato che fosse proprio lui l’uomo ucciso nel raid”, mentre alcuni esperti in riconoscimento facciale, interpellati dai cronisti, confrontando il volto di Misto e quello della vittima hanno confermato che molto probabilmente – al 90% – era proprio lui.
Non pago, il WP ha anche interpellato alcuni autorevoli esperti di anti-terrorismo, i quali non hanno “trovato riferimenti che indichino che Misto fosse affiliato a un gruppo terroristico. Inoltre, hanno affermato che sarebbe più che insolito per al-Qaeda, in particolare per un leader di alto livello, operare in quell’area, dal momento che è controllata da un gruppo rivale che si è separato dall’organizzazione anni fa e che adesso è nemico di al-Qaeda”.
Insomma, una brutta storia, che sta mettendo in serio imbarazzo il Comando Usa, tanto che un funzionario, ovviamente anonimo, ha confidato al WP che non sono più sicuri di aver ucciso un terrorista. Ma l’errore è talmente madornale che dovranno trovare una via di uscita più che fantasiosa.
Resta che per un errore venuto alla luce, tanti altri rimarranno nell’ombra. Tanti i Misto caduti sotto i missili Hellfire nel mondo. Troppi. E non si tratta solo di un errore di intelligence e militare. L’errore di fondo è quello di combattere i terroristi con le loro stesse armi, cioè il Terrore (e su scala più ampia con la guerra).
Un errore che perdura ormai da decenni, che ha solo portato lutti, sofferenze e odio; creando così un brodo di coltura ideale per il Terrore opposto, che si è abbeverato a tale fonte. Un tragico errore – per non dire altro – al quale non si vuole porre rimedio.
Hiroshima, Nagasaki: l'inutile massacro. Piccole Note (filo-Putina) il 20 Maggio 2023 su Il Giornale.
Si apre il vertice del G-7 a Hiroshima. Biden ha reso omaggio alle vittime della bomba nucleare. Riteniamo doveroso ripubblicare un articolo di Piccolenote dell’agosto del 2022, nel quale si ricordava la querelle del Memorandum MacArthur, il famoso generale americano, che mesi prima delle esplosioni atomiche aveva ricevuto e inviato al presidente degli Stati Uniti le richieste di resa a lui pervenute da altissime personalità nipponiche. Richieste che non furono neanche prese in considerazione. La resa avvenne dopo le bombe, e alle stesse condizioni proposte mesi prima dai giapponesi: 210mila morti, 150mila feriti, sofferenze indicibili causate successivamente dalle radiazioni… era tutto evitabile, ma si decise altrimenti.
La nota di Piccolenote riprendeva un articolo pubblicato a suo tempo dal National Interest. Purtroppo, nel ricercalo ora, ci siamo accorti che l’articolo è stranamente sparito dal web… resta, però, che faceva riferimento a fonti documentali, libri, un’intervista dello stesso generale McArthur (qui il Chicago Tribune, che ricorda come “le proposte provenivano da persone che agivano per conto dell’imperatore Hirohito”) .
Hiroshima e Nagasaki: il Giappone si era arreso ben prima delle atomiche…
I giapponesi avevano chiesto la resa alcuni mesi prima del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki. A rivelare, anzi ricordare, questa pagina tremenda della Seconda guerra mondiale è David Payne sul National Interest, che ripesca dagli archivi una parte di storia dimenticata quanto orribile.
“Uno dei più grandi miti popolari della seconda guerra mondiale – scrive Payne – è che Truman non avesse altra scelta che sganciare le bombe atomiche sul Giappone perché i giapponesi erano disposti a combattere fino all’ultimo uomo e che sganciare le atomiche ha salvato la vita a un milione di soldati statunitensi che sarebbero morti in un’invasione delle isole giapponesi”.
“In realtà, l’esercito degli Stati Uniti all’epoca stimò che l’invasione su vasta scala del Giappone avrebbe comportato la morte di 44.000 i soldati. Ma la cruda verità è che i bombardamenti atomici statunitensi sul Giappone non hanno salvato la vita a nessun militare statunitense perché il Giappone aveva tentato di arrendersi già diversi mesi prima dei bombardamenti atomici, dopo la conquista da parte degli Stati Uniti dell’isola delle Marianne e l’inizio della campagna di bombardamenti dei B-29 sulle più grandi città del Giappone del luglio del ’44”,
Il Memorandum MacArthur
“Il generale Douglas MacArthur aveva raccolto cinque diverse richieste di resa di alto livello da parte dei giapponesi, che presentavano condizioni di resa praticamente identiche a quelle che abbiamo imposto loro sette mesi dopo, e le aveva inviate a FDR [Franklin Delano Roosevelt, ndr] nel gennaio 1945, poco prima della Conferenza di Yalta, in forma di un Memorandum di quaranta pagine. Purtroppo FDR le rigettò, osservando che ‘MacArthur è il nostro più grande generale, ma un modesto politico’”.
“Non è chiaro quale fosse esattamente la logica di FDR – aggiunge Payne -, dal momento che la resa del Giappone nel gennaio 1945 sarebbe stata accolta con grande sollievo dall’elettorato statunitense stanco della guerra, ma alcuni hanno ipotizzato che la decisione fosse dovuta al suo desiderio di prolungare il conflitto in modo da consentire ai sovietici di intervenire nella guerra del Pacifico e spartirsi con questi le conquiste territoriali”.
Motivazioni a parte, che potrebbero esser vere oppure no (come potrebbero essercene altre, ad esempio mostrare al mondo la Bomba che avrebbe consegnato l’egemonia globale agli Usa), la rivelazione del gran rifiuto resta ed è talmente sconvolgente che sembrerebbe frutto dell’abbaglio di un cronista che indulga al complottismo. Invece, le fonti che cita Payne sono più che solide.
“L’esistenza del Memorandum MacArthur – scrive Payne – è stata rivelata per la prima volta dal giornalista Walter Trohan sulle prime pagine del Chicago Tribune e del Washington Times-Herald quattro giorni dopo la resa dei giapponesi del 15 agosto”.
[Trohan] “Era stato costretto a tenerlo nascosto per sette mesi a causa della censura propria del tempo di guerra. Gli era stato consegnato in via riservata dal Capo di stato maggiore di FDR, l’ammiraglio William Leahy, il quale temeva che sarebbe stato classificato top secret per i decenni a venire o addirittura distrutto”.
“La sua autenticità non è mai stata messa in dubbio dall’amministrazione Truman. Come scrive l’ex presidente Herbert Hoover nelle sue memorie, Freedom Betrayed: Herbert Hoover’s Secret History of the Second World War and its Aftermath , la sua veridicità è stata confermata in ogni dettaglio dallo stesso generale MacArthur. Ed è stato confermata anche nel libro How the Far East Was Lost di Anthony Kubek”.
“A parte alcune altre fonti conservatrici dell’epoca, la sua esistenza è stata in gran parte cancellata dai libri di storia approvati dall’establishment liberale, che ha cercato di nascondere verità tanto scomode di un conflitto che ha a lungo raccontato, travisando la storia, come ‘la buona guerra’”.
Payne dettaglia il numero impressionante di morti che la resa anticipata dei giapponesi avrebbe risparmiato: non solo le vittime di Hiroshima e Nagasaky, non solo i soldati americani e giapponesi e i civili nipponici caduti dal gennaio all’agosto del ’45, ma anche tutte le innumerevoli vittime, cinesi, giapponesi e russe, causate dalla guerra che si stava consumando in Cina, dove i cinesi avevano trovato il supporto dei sovietici contro i giapponesi. E probabilmente le vittime successive, causate dalla guerra civile cinese tra comunisti e nazionalisti.
A tale computo si può aggiungere altro: il venir meno dell’impegno nel Pacifico avrebbe presumibilmente accorciato i tempi dell’altro fronte, quello occidentale, e magari anche il calvario dei campi di sterminio nazisti, che peraltro negli ultimi mesi di guerra intensificarono la loro funesta attività…
L’altra guerra, dimenticata, del fronte asiatico
A tale rivelazione Payne fa seguire alcune considerazioni sull’influenza decisiva delle opinioni di MacArthur sul destino successivo del Giappone, al quale fu risparmiata la sorte della Germania, ma soprattutto, cosa più interessante, sul ruolo che i sovietici ebbero sul fronte asiatico, spesso ignorato dai libri di storia.
Secondo Payne, in realtà, le atomiche influirono poco sulla decisione di Tokio di arrendersi (in realtà di arrendersi per la sesta volta, a stare ai documenti citati). Secondo lui giapponesi “decisero di arrendersi incondizionatamente agli Stati Uniti il 15 agosto a causa della fulminea vittoria sovietica della ‘tempesta d’agosto’ in Manciuria”, che comunque accelerò tale resa (lo dice la tempistica).
Forse la considerazione di Payne è esagerata (l’atomica docet), ma è pur vero che, nonostante fossero stati sconfitti da entrambe le potenze, i giapponesi si arresero agli Stati Uniti, temendo che il loro Paese finisse smembrato come la Germania. Così i dividendi di quella vittoria, che costò vittime americane, cinesi e russe (e molto più russe e cinesi che americane), di fatto furono appannaggio soltanto degli Stati Uniti.
Forse è un bene, data la sorte toccata ai Paesi satelliti dell’Unione sovietica, ma insieme alle luci occorre tenere presente anche le ombre, che fanno del Giappone l’unico Paese asiatico a condividere la sorte della sovranità limitata che grava su tanti Stati europei. Resta che con i se non si fa la storia.
Concludevamo la nota pregressa con la citazione di Hegel che osservava come la storia sia “un grande mattatoio”, frase che ci sembrava adatta alla circostanza. Chi volesse leggere la citazione completa, rimandiamo alla nota in questione.
Estratto dell'articolo di Mattia Feltri per “La Stampa” il 19 maggio 2023.
Temo che stavolta Domenico De Masi abbia ragione. Sociologo con antiche affinità col Movimento cinque stelle, sia ai tempi di Beppe Grillo sia a quelli di Giuseppe Conte, l'altra sera era ospite di Bruno Vespa e s'è guadagnato qualche vivace riprovazione per aver giudicato rovinoso l'invio di armi all'Ucraina
(...)
L'indignazione aveva a che fare con la resa in cambio della vita, ma domandiamoci: quanti di noi, di noi italiani, davanti a un invasore impugnerebbe le armi anziché alzare le braccia? Noi, davanti alla dittatura, le braccia le abbiamo alzate già cento anni fa, e ce la siamo tenuta per un ventennio.
Chi diventò fascista per convinzione, chi per convenienza, chi si limitò a tenere la bocca chiusa per quieto vivere, e soltanto una piccola minoranza mise la vita sul piatto: qualche dissidente incarcerato, qualche dissidente ammazzato, pochi partigiani saliti in montagna a riscattare l'ignavia oggi suggerita da De Masi agli ucraini. Morire per la libertà: una prospettiva cancellata dai nostri orizzonti da molto tempo.
A noi non importa nulla della libertà, è un accessorio ereditato da chi in faccia alla dittatura la vita ce l'ha messa. Poi, intendiamoci, non sono migliore di nessuno: non so che cosa farei se toccasse a me. Ma se decidessi di alzare le braccia, mi vergognerei di spacciarla per una scelta geniale, quantomeno.
Buchi bianchi a Bucha. Il surreale dibattito su Rovelli a Francoforte (invitiamolo piuttosto in Ucraina). Iuri Maria Prado su L'Inkiesta il 15 Maggio 2023
In un Paese normale, non si porrebbe neanche l’ipotesi di invitarlo. Invece le enormità messe insieme dal professore passano alternativamente per l’irrinunciabile contributo del mondo buono che resiste all’avanzata di quello cattivo o per le stramberie dopotutto perdonabili di una star un po’ sognante ed eccessiva ma indiscutibilmente rispettabile
In una qualsiasi decorosa sede di dibattito pubblico, uno come il professor Carlo Rovelli dovrebbe essere considerato semplicemente un indesiderabile: e l’ipotesi di escluderlo non si porrebbe neppure semplicemente perché invitarlo non sarebbe nemmeno un’ipotesi.
Nella nostra temperie morale e civile capovolta, invece, le vergognose enormità negazioniste e collaborazioniste messe insieme da Rovelli passano alternativamente per l’irrinunciabile contributo del mondo buono che resiste all’avanzata soverchiante di quello cattivo o per le stramberie dopotutto perdonabili di una star un po’ sognante ed eccessiva ma indiscutibilmente rispettabile.
Che si tratti di penose rimasticature di un terzomondismo inadeguato persino in bocca a un sopravvissuto da distacco sindacale, della snocciolatura in vernacolo arcobalen-castrista delle pluridecennali minchiate sul pianeta assediato dalla regola armata del profitto neoliberista, insomma della più ignobile fuffa equamente fatta propria e propinata a destra e a manca da quelli che ripudiano le democrazie occidentali perché non sono altrettanti paradisi ma non trovano il tempo di occuparsi degli inferni circostanti, che dopotutto hanno il merito di opporsi alle false promesse di libertà del mondo ricco e armato fino ai denti (altro che il profilo pacifico e antimilitarista della Cina o del Pakistan, per capirsi), ecco, tutto questo sarebbe abbastanza per rendere inconfigurabile la revoca di un qualsiasi invito appunto perché inconfigurabile sarebbe la causa della revoca, e cioè l’invito.
Solo che non è abbastanza, nel senso che quella retorica strapaesan-venezuelana non piomba in clima di normalità sulla platea di un centro sociale: è invece distribuita dopo risonanti prime pagine e allegri comizi in mondovisione sulla pelle e a insulto di un popolo massacrato, torturato, stuprato, deportato, per rispetto del quale uno come il professor Rovelli dovrebbe essere trattato come detto, come un indesiderabile, appunto, salvo credere che sul diritto degli ucraini di difendersi e di respingere l’aggressore faccia stato, nell’Europa al loro fianco, non l’impegno degli europei ma il disimpegno negazionista del pacifismo che deplora l’escalation: quella di cui si parla se la resistenza ucraina riconquista una città, non se l’aggressore russo ne rade al suolo dieci.
Ma a questo punto che ci vada pure a Francoforte o dove cavolo è. E che ripeta lì una per una le stronzate cui si è abbandonato con penoso sussiego grazie agli scriteriati che glielo hanno permesso. Opera meritoria sarebbe tradurre in ucraino il suo intervento, e farne tante copie per quanti uomini, donne, vecchi e bambini ucraini saranno stati ammazzati «per colpa dell’occidente» dal 24 febbraio del 2022 a quel giorno. E poi sentire – perché ci vuole il contraddittorio, no? – che cosa ne pensano laggiù.
Zelensky in Italia? Orrore dei "pacifisti": lo striscione pro-Putin. Iuri Maria Prado su Libero Quotidiano il 14 maggio 2023
Lo striscione recante, in puro anglo-romanesco, “Zelensky not welcome”, è comunque meno schifoso rispetto a quello che il collaborazionismo pacifista avrebbe dedicato al macellaio russo se la storia fosse andata diversamente: e cioè se l’aggressore avesse potuto raccontare non solo a casa sua, ma anche qui da noi, di essere stato costretto a intervenire per denazificare il governo di omosessuali e drogati asservito alle mire espansionistiche dell’Occidente plutocratico.
Dietro quello slogan, che passa per indesiderabile il presidente ucraino, c’è il più vero sentimento del pacifismo, quello che difende le ragioni della pace accusando chi resiste alla guerra e non chi l’ha cominciata e la continua: ed è un sentimento di irrefrenabile simpatia verso chi, aggredendo l’Ucraina, aggredisce ovunque esse palpitino le aspirazioni di libertà e democrazia che il pacifismo odia più di quanto ami sé stesso. È un ripiego, quello striscione. Grida una verità ammezzata: nega il benvenuto al resistente ucraino mentre si duole di non poter dare il benvenuto alla belva russa.
Fonte: Cremlino. Un Paese di giornali che vanno dietro alle scemenze filoputiniane (ma non qui). Iuri Maria Prado su L'Inkiesta il 12 Maggio 2023
C’è chi non ha mai ceduto alle fesserie create ad arte solo per giustificare l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca
Questo è l’unico giornale che non ha ceduto neppure una volta e neppure per sbaglio alle «complessità» altrove messe in scena, ora per giustificare apertamente la guerra all’Ucraina, ora per attribuirne la colpa a chi vi resisteva, ora per spiegare che essa aveva finalità puramente e inevitabilmente reattive all’assedio delle demoplutocrazie occidentali, ora per scriminarne la portata criminale visto che nel ragionamento complesso deve trovare posto l’indiscutibile difetto morale e democratico degli aggrediti – i quali forse non saranno proprio tutti omosessuali e drogati ma insomma non sono iscritti all’Anpi e resistono inammissibilmente al dovere morale di bruciare le bandiere degli Stati Uniti e della Nato.
Qui un qualsiasi dibattito che prescindesse dalla realtà è stato rigorosamente vietato. E la realtà era e continua a essere che una parte, la parte russa, ha aggredito l’altra, la parte ucraina, per sottoporla al proprio giogo e per distruggerla se essa non vi si fosse sottoposta.
Qui un qualsiasi contraddittorio rivolto a negare quella realtà innegabile, e a sostituirla con la contraffazione negazionista che mette in dubbio le esecuzioni di Bucha perché mancano i bossoli e definisce «passanti» i civili abbattuti dai cecchini, e accredita che magari – vai a sapere – l’ospedale raso al suolo poteva anche essere un covo nazista, e le donne stuprate andiamoci piano prima di lanciare accuse, che non hanno manco fatto la denuncia e poi a Report non risulta. Ecco, qui questa roba non è entrata.
Ma solo qui, appunto. Perché altrove, e dove pure in modo decentemente convinto sono state difese le ragioni degli aggrediti, hanno in ogni caso trovato spazio l’indecenza della mistificazione pacifista e l’oscenità del collaborazionismo ammantato di competenza geopolitica.
Hanno trovato spazio le divagazioni del reporter di guerra sulla iattanza del capo ucraino che sacrifica il proprio popolo per la difesa di qualche provincia ammuffita. Così come i pronunciamenti goebbelsiani dello scienziato che deplora le pratiche imperiali di un occidente armato fino ai denti e l’egoismo dei guerrafondai di Kyjiv che vi si assoggettano senza capire ciò che un’altra gemma della nostra accademia ha capito perfettamente, e cioè che i bambini possono essere felici anche sotto una dittatura.
E infine c’è il giornalismo d’inchiesta, quello serio, che chiede agli Stati Uniti e all’Europa di «fermare» Volodymyr Zelensky se salta il pilone di un ponte che porta le armi ai macellai dell’operazione speciale, ma non vede nessuno da fermare se le bombe cadono inopinatamente sui civili, non vede nessuno da fermare se ad essere distrutti, anziché il pilone di quel ponte, sono le case delle persone, gli asili, i mercati, le infrastrutture vitali, non vede nessuno da fermare se la notizia non riguarda un elemento capitale del conflitto, e cioè la villa in Versilia del presidente ucraino. Ma la decapitazione dei prigionieri, le torture, le deportazioni dei bambini – queste in effetti persino misericordiose, considerando la direttiva del generale con la Zeta che prescrive di “bruciare i bambini ucraini”: altra questioncella immeritevole di considerazione, per quell’impeccabile giornalismo di inchiesta. Aquí no han pasado
Estratto dell'articolo di Matteo Pucciarelli per “la Repubblica” l'11 maggio 2023.
Due piccoli indizi, ma indicativi: il giorno della “Staffetta dell’umanità” lanciata da Michele Santoro c’era in programma (organizzata da mesi) un’altra marcia pacifista, 10 mila partecipanti, tra Bergamo e Brescia, le due città italiane della cultura del 2023. E poi, scorrendo l’elenco dei firmatari dell’appello promosso dal conduttore tv, mancavano tutti i principali animatori del mondo pacifista e antimilitarista a pieno servizio, un po’ sconosciuto al grande pubblico ma attivo da anni in luoghi di guerra ma pure nella solidarietà attiva e nelle lotte sui territori: sono realtà raggruppate in Rete italiana pace disarmo, network nato nel 2020 con la collaborazione di Cgil, Arci, Acli, Agesci, Legambiente, Libera, solo per citare alcuni soggetti.
Esistono insomma due pacifismi, uno mediatico e uno concreto, come da definizione che diede trent’anni fa Alex Langer? Dice Mao Valpiana del Movimento nonviolento, sede a Verona e come simbolo storico l’immagine del fucile spezzato, aderente alla Rete: «L’iniziativa di Santoro è stata un’occasione di partecipazione ma al contempo rischia di essere qualcosa di estemporaneo, senza un prima e un dopo. Il pacifismo invece deve darsi obiettivi politici e un coordinamento, continuando campagne, relazioni internazionali e aiuti laddove i conflitti scoppiano ».
Così il 16 maggio, in linea con la campagna internazionale a favore dell’obiezione di coscienza in Russia, Ucraina e Bielorussa e di finanziamento per i disertori che fuggono alla chiamata alle armi, è prevista una manifestazione fuori dalle ambasciate dei tre Paesi. Oppure, basta sentire Sergio Bassoli delle relazioni internazionali della Cgil: «Tutte le piazze che sensibilizzino vanno bene, certo però non abbiamo bisogno del protagonismo individuale, dei capibanda, questo anche per evitare facili strumentalizzazioni ». Altra questione: il referendum contro l’invio di nuove armi, promosso da Generazioni future e appoggiato dal M5S, è visto come uno strumento impraticabile, quindi inutile. «Sia dal punto tecnico che di metodo è inadatto », ragiona Francesco Vignarca della Rete.
Nessuno ha voglia di fare polemiche pubbliche con Santoro e soci, la pace di per sé fa già fatica da tempo a emergere nel dibattito e quindi ad esempio “Un ponte per”, una ong che lavora in mezzo mondo, ovviamente laddove c’è un conflitto, ha aderito alla marcia di Servizio pubblico, anche un po’ nel segno del purché se ne parli, inteso come concetto di pace. Di sicuro un investimento privilegiato dell’associazionismo pacifista, sia cattolico che di sinistra, è nelle carovane: ce ne sono state cinque dall’inizio del conflitto a Est, centinaia di persone in viaggio dall’Italia alle città ucraine per portare tonnellate di aiuti materiali ma anche la propria vicinanza umana alle vittime della guerra. Per riprendere le parole di Alberto Capannini, da mesi in Ucraina con “l’Operazione colomba” della Comunità Papa Giovanni XXIII, «la credibilità te la guadagni vivendo accanto a chi subisce la guerra. Il fatto di stare, toccare, vedere, non è sostituibile ».
Tutti a casa. L’incontenibile ira di Santoro per il flop della staffetta pacifista bellicista. Mario Lavia su L'Inkiesta il 9 Maggio 2023
La manifestazione organizzata per lasciare Kyjiv sotto le bombe di Putin si è tenuta nell'indifferenza generale. Non riuscendo ad attirare l’attenzione mediatica, il giornalista salernitano ha telefonato a Myrta Merlino (come faceva Berlusconi)
Trema un po’ la mano a scrivere di Michele Santoro che in questo periodo appare molto suscettibile, magari ha anche le sue ragioni, e tuttavia non si saprebbe definire la sua Staffetta pacifista di domenica altrimenti che come un flop mediatico e politico. Forse qui si sbaglia ma se di una iniziativa nazionale pacifista denominata con qualche pompa «per l’umanità» organizzata da personalità famose, intellettuali molto mediatici, attori, sacerdoti, cantanti e compagnia bella non parla nessuno forse il problema non è tanto nella dittatura dei poteri forti e dello Stato delle multinazionali ma nel fatto che la Staffetta non ha tirato, non ha parlato al Paese come fu per altre manifestazioni analoghe. Anche perché questa volta non c’era Maurizio Landini, e nemmeno Elly Schlein né Giuseppe Conte, neppure l’area più tradizionalmente vicina al pacifismo, tutta la massa critica che sin qui aveva gonfiato il fiume del No alle armi a Volodymir Zelensky.
Dice Il Fatto, organo ufficiale del pacifismo bellicista, che alla iniziativa da Nord a Sud avrebbero partecipato ventimila persone, una cifra che, more solito, valla a controllare, e comunque ben lontana da altre manifestazioni autodefinitesi contro le armi. L’articolo del giornale di Travaglio, anch’egli in prima fila nel sole romano, spiega però che i partecipanti in realtà sono stati molti di più, e che «la diretta realizzata con collegamenti via smartphone mandata in onda dalla app Servizio Pubblico e dai social di Santoro ha raggiunto un pubblico ampio…»: già, non sono più i tempi delle grandi marce, basta un clic. Un pacifismo telefonico è pur sempre una novità.
A parte questi aspetti, diciamo così, organizzativi, il punto vero è il flop politico: anche tanta gente che ritiene un crimine inviare armi all’Ucraina da Michele non è andata. Combinazione, manifestare contro le armi alla Resistenza nelle ore dei più tragici bombardamenti su Kyjiv e Odessa forse è parso di cattivo gusto persino ai seguaci di Fiorella Mannoia. Sì, troppa fuffa demagogica.
Il pacifismo è una cosa troppo seria per incanalarsi nei furenti assalti non allo Stato invasore ma alla ragione storica e morale di quello invaso, ché questa è l’inevitabile, inattaccabile, ineludibile conclusione delle intemerate santoriane “contro le armi”. Guardateli. Moni Ovadia, Donatella De Cesare, Ginevra Bompiani (che fine ha fatto Baby Orsini?) aguzzano il loro vocabolario quasi tutte le sere nei vari talk berlingueriani (nel senso di Bianca) e Lasettisti, mentre il giurista Ugo Mattei – quello del comitato DuPre, agitatori contro i vaccini (un’altra disfatta politica e morale) – raccoglie le firme per un referendum anti-armi che non si farà mai perché palesemente incostituzionale e infine lui, Michele, sempre imbufalito, che non riuscendo a scatenare una rissa con la Rai che non se lo fila da anni adesso se la prende pure con gli amici de La7: ieri ha telefonato come il Silvione dei bei tempi a Myrta Merlino per protestare contro un sevizio che manco aveva visto – «ho ricevuto un sacco di telefonate» – riservandosi di vederlo e semmai agire in giudizio.
Quel che ha fatto infuriare il giornalista salernitano è che nel servizio sulla sua staffetta si è mescolato il raduno a Roma dei filo putiniani in vista delle celebrazioni della Giornata della Vittoria. Così, in seguito a questo accostamento nella stessa clip, Santoro ha deciso di alzare la cornetta e di chiamare in studio, e vani sono risultati i tentativi di Myrta di spiegare, le ha attaccato il telefono in faccia come un fidanzato tradito.
D’altra parte è legittimo che l’autore di Samarcanda faccia le battaglie in cui crede, anche quella, davvero poco nobile, tesa a lasciare Kyjiv sola sotto le bombe di Putin. Siamo in democrazia. Dove se non hai consenso fatti una domanda invece di fare scenate isteriche, che a una certa età fa pure male alla salute.
Operazione di disinformazione. La disinformazione russa si infiltra nelle manifestazioni in Europa: inchiesta shock di Le Monde. Redazione su Il Riformista il 7 Maggio 2023.
Il quotidiano francese Le Monde ha pubblicato un’inchiesta molto dettagliata che rivela l’ennesima operazione di disinformazione russa in Europa volta a screditare l’Ucraina, l’Unione Europea e la Turchia infiltrandosi in manifestazioni in diverse capitali del Vecchio Continente. L’operazione sarebbe stata organizzata dai servizi segreti russi, che avrebbero organizzato la presenza di “pseudo-dimostranti” per manifestare contro l’Ucraina e contro il presidente Erdogan e la Turchia.
Nell’inchiesta il quotidiano francese Le Monde ha collaborato con il Dossier Center, media online dell’opposizione russa, e altri media europei per ottenere e visionare documenti scritti dai servizi segreti russi.
Nell’inchiesta emerge ad esempio che un uomo ritratto nella grande manifestazione in Place de la Republique a Parigi sabato 11 febbraio contro la riforma delle pensioni di Macron con cartelli contro il finanziamento della guerra in Ucraina, il 5 marzo ha partecipato sempre a Parigi ma nel 18° arrondissement ad una manifestazione contro la Turchia ed Erdogan, questa volta davanti a striscioni con la bandiera ucraina e con tanto di saluto nazista. Il tutto ovviamente ripreso da telecamere e pubblicato su Facebook, TikTok e YouTube. Questo è solo uno dei tanti esempi che Le Monde, in collaborazione con Dossier Center, media online dell’opposizione russa, e con altri giornali europei, ha portato come esempio a sostegno della sua tesi, suffragata da documenti dei servizi segreti russi di cui il network di informazione è venuto in possesso.
In uno di questi documenti si fa proprio riferimento e si teorizza la necessità di far leva sulle tensioni in atto tra Turchia ed Unione Europea, anche in relazione al processo di adesione della Svezia alla NATO, mettendo in atto dimostrazioni con persone che brucino bandiere o scrivano slogan anti Erdogan nelle città europee, che è esattamente quello che è avvenuto nell’episodio sopra citato. Secondo un funzionario dell’intelligence europea specializzato in questo tipo di operazioni che è stato contattato da Le Monde ma che ovviamente preferisce rimanere anonimo, un progetto di questa natura è abbastanza plausibile: “Parte della campagna di disinformazione russa consiste nel fare leva su tensioni reali, come quelle già esistenti tra Turchia e Germania o tra Turchia e Francia, in questo tipo di guerra ibrida”, ha dichiarato.
Secondo Le Monde, dal dicembre 2022 ad oggi dieci azioni contro l’Ucraina sarebbero state organizzate a Parigi, L’Aia, Madrid e Bruxelles e diffuse sui social network. Il processo è sempre lo stesso: alcuni uomini si recano a manifestazioni estranee alla guerra in Ucraina e si fotografano tra la folla, con cartelli con messaggi identici: “NATO, smetti di bombardare Donetsk” e “Non inviare più armi all’Ucraina! Zelensky sta bombardando Luhansk e Donetsk”. Alcuni pseudo-dimostranti hanno partecipato a diverse manifestazioni nel giro di pochi giorni: uno di loro, presente a una manifestazione sul clima all’Aia il 28 gennaio, si è ritrovato a Bruxelles tre giorni dopo, questa volta nel mezzo di una manifestazione intersindacale degli operatori sanitari.
Insomma, la Russia non ha per niente smesso di combattere la sua guerra ibrida in Europa, accanto a quella ben più cruenta che combatte drammaticamente in Ucraina. Tutt’altro.
Articolo di “Le Monde” – dalla rassegna stampa estera di “Epr comunicazione” l'8 maggio 2023.
Inchiesta a Parigi, Bruxelles o L'Aia, le pubblicazioni sui social network affermano di mostrare raduni contro l'Ucraina o la NATO. I documenti ottenuti da "Le Monde" e dai suoi partner dimostrano che sono stati pianificati dalla Russia.
Sabato 11 febbraio, Place de la République a Parigi era gremita di gente. Migliaia di manifestanti sono riuniti contro la riforma delle pensioni. In mezzo alla folla si distinguono tre uomini, uno dei quali regge un cartello con la scritta in lettere maiuscole: "Unione Europea, Stati Uniti, smettete di finanziare la guerra in Ucraina".
Meno di un mese dopo, il 5 marzo, lo stesso uomo si trovava in Place Saint-Pierre, nel 18° arrondissement di Parigi. Questa volta si è esibito in un saluto nazista davanti a striscioni con i colori della bandiera ucraina, che recitavano "Erdogan, il terremoto è il prezzo da pagare per aver accolto i turisti russi". Come per il primo evento, il tutto è stato ripreso da una telecamera e postato sui social network Facebook, TikTok e YouTube.
Le Monde è riuscito a rintracciare più di una dozzina di azioni simili in diverse capitali europee. Ogni volta, il maldestro messaggio trasmesso mira a screditare l'Ucraina, l'Unione Europea o la Turchia. Sono stati utilizzati gli stessi pseudo-dimostranti e lo stesso tipo di pubblicazioni sui social network. I servizi segreti russi sono dietro questa operazione.
Le Monde, in collaborazione con il Dossier Center, media online dell'opposizione russa, e con i media europei DR, Süddeutsche Zeitung, NRK, Westdeutscher Rundfunk, Expressen, SVT, Delfi e le società statali tedesche WDR/NRD, ha ottenuto e autenticato documenti scritti da membri dei servizi segreti russi.
Uno dei documenti, intitolato "Progetto anti-Erdogan", commenta le relazioni tra Turchia ed Europa. In esso i servizi russi affermano che "la Turchia e i Paesi dell'Unione Europea stanno vivendo tensioni significative" e citano le "dure manovre diplomatiche" tra Turchia e Svezia in seguito alla sospensione del processo di adesione alla NATO del Paese scandinavo. L'autore sostiene inoltre che in Europa c'è un "crescente sentimento anti-islamico".
Per far leva su questo "sentimento", il rapporto raccomanda di chiedere a "residenti locali o migranti" di filmarsi mentre bruciano una bandiera turca o scrivono slogan che "insultano Erdogan" in diverse città (Parigi, L'Aia, Bruxelles, Francoforte).
Secondo un funzionario dell'intelligence europea specializzato in questo tipo di operazioni (che preferisce rimanere anonimo), un progetto di questa natura è abbastanza plausibile. "Parte della campagna di disinformazione russa consiste nel far leva su tensioni reali, come quelle già esistenti tra Turchia e Germania o tra Turchia e Francia, in questo tipo di guerra ibrida", spiega.
Un altro documento riporta lo svolgimento dell'operazione del 5 marzo a Place Saint-Pierre, a Parigi. Scritto in russo, elenca i due obiettivi dell'evento:
- Mostrare la natura ingrata e provocatoria della reazione ucraina alla tragedia in Turchia (terremoto).
- Evidenziare la natura nazista distruttiva degli attivisti filo-ucraini e della società ucraina sotto il governo di V. Zelensky, in generale".
In conclusione, fornisce circa 60 link a post su Facebook, TikTok e YouTube dove sono state pubblicate foto e video dell'evento.
Analizzando i profili dietro queste pubblicazioni online, Le Monde ha tracciato il filo di questa operazione di influenza. Dal dicembre 2022, a Parigi, L'Aia, Madrid e Bruxelles sono state messe in scena dieci azioni contro l'Ucraina, diffuse sui social network. Queste città sono tra quelle elencate nel documento dei servizi russi.
Il processo è sempre lo stesso: tre uomini si recano a manifestazioni estranee alla guerra in Ucraina e si fotografano tra la folla, con cartelli con messaggi identici, tranne la lettera: "NATO, smetti di bombardare Donetsk" e "Non inviare più armi all'Ucraina! Zelensky sta bombardando Luhansk e Donetsk".
Alcuni pseudo-dimostranti partecipano a diverse manifestazioni nel giro di pochi giorni. Uno di loro, presente a una manifestazione sul clima all'Aia il 28 gennaio, si è ritrovato a Bruxelles tre giorni dopo, questa volta nel bel mezzo di una manifestazione intersindacale di operatori sanitari. Abbiamo rintracciato e contattato tre degli uomini che hanno partecipato a queste false manifestazioni. Nessuno di loro ha voluto rispondere.
Foto e video degli eventi vengono poi pubblicati in massa sui social network. La maggior parte di essi proviene da tre profili Facebook: Aymen H., Annie C. e Mohamed T. Il più attivo, Aymen H., è all'origine della maggior parte delle pubblicazioni sull'azione di Place Saint-Pierre, a Parigi. Su Facebook, il giovane afferma di vivere a Bouira, in Algeria. Ma in un gruppo pubblico fornisce un numero di telefono con il prefisso internazionale +7, il prefisso russo.
I legami con la Russia non finiscono qui. Abbiamo trovato il suo profilo VKontakte (l'equivalente russo di Facebook) ma anche il suo account TikTok. L'uomo afferma di vivere a San Pietroburgo e pubblica un video che lo ritrae nel luglio 2022 sul ponte Malo-Konyushennaya, nel centro di San Pietroburgo.
Secondo le informazioni sul passaporto ottenute da Dossier Center, Aymen H. è arrivato in Russia nell'ottobre 2019 per i suoi studi. Ha poi fatto solo alcuni viaggi di ritorno a Istanbul e Algeri nel 2020. Alla fine di dicembre 2022, poco prima dell'inizio dell'operazione di influencer, il giovane si iscrive a diversi gruppi Facebook di annunci professionali a Parigi, Bruxelles e Madrid, e pubblica offerte per un giorno. L'annuncio specificava che era necessario "scattare foto" e prometteva uno stipendio tra gli 80 e i 100 euro a persona.
Contattate, le persone associate ai profili di Aymen H., Annie C. e Mohamed T. hanno negato di aver partecipato all'organizzazione di questi falsi incontri. Poche ore dopo, gli account di Aymen H. e Mohamed T. sono stati cancellati.
Contattata da Le Monde, la Direzione generale della sicurezza interna (DGSI) ha dichiarato di essere a conoscenza dell'operazione ma di non voler commentare.
Un'ambizione di risultato lontana dalla realtà
Secondo il rapporto interno dei servizi segreti russi, l'operazione di influenza condotta in questa piazza del 18° arrondissement di Parigi è stata un enorme successo. In totale, secondo il documento, sono stati raggiunti più di "100.000 utenti". In realtà, la maggior parte dei post su Facebook trovati da Le Monde non ha generato alcuna reazione, o ne ha generate molto poche. Per esempio, Annie C. ha condiviso l'evento di Place Saint-Pierre nel gruppo "Diaspora turca in Europa": nove like. Il testo che accompagna le foto è sintomatico di una traduzione frettolosa su Internet. Un utente ha lasciato questo commento: "Deve essere una filorussa, o addirittura un troll di Putin, profilo super sospetto...".
I video pubblicati su YouTube e TikTok hanno generato un totale di 15.000 visualizzazioni e qualche centinaio di like. Ma degli 82 commenti postati, la stragrande maggioranza proviene probabilmente da "bot", account falsi utilizzati per aumentare artificialmente il loro numero. I commenti sono incoerenti, copiati e incollati e provengono da profili privi di nome e cognome o di foto del profilo.
Inoltre, l'esposizione delle pubblicazioni sulle piattaforme non viene mai incrementata, a pagamento, come offrono alcuni social network. Anche se il metodo utilizzato può sembrare quello dei dilettanti, segue una certa logica, secondo Nika Aleksejeva, del centro di ricerca DFR Lab del think tank americano Atlantic Council. Queste campagne possono essere individuate e rimosse [dalle piattaforme] molto rapidamente", spiega. Se l'investimento è significativo, la perdita di denaro è maggiore se la campagna viene rimossa. Per questo motivo la Russia opta per campagne piccole e approssimative".
In ogni caso, i pochi profili reali che stanno parlando non sembrano essere stati sensibili al tentativo di influenza. Al contrario. Su Facebook, a fine aprile, uno di loro ha commentato: "È ridicolo (...). Queste pseudo-dimostrazioni sono la prova che Putin si rende conto che non vincerà questa guerra".
Le forze USA in Somalia alimentano il conflitto nel Paese africano. Piccole Note (filo-Putin) il 6 Maggio 2023 su Il Giornale.
A fine aprile la Camera degli Stati Uniti ha respinto, con voto bipartisan (321 contro 102), una mozione che richiedeva la fine dell’intervento Usa in Somalia, che si protrae ormai da quindici anni. Una delle tante missioni anti-terrorismo che gli Stati Uniti hanno dispiegato nel mondo dopo l’11 settembre e che, da temporanea, è diventata permanente.
E che, come è avvenuto in passato (Yemen) e avviene tuttora (Siria), invece di contrastare il terrorismo, lo alimenta. Nel caso somalo, tale perversa dinamica è stata evidenziata da un’autorevole istituzione americana. Riportiamo da Responsible Statecraft: “Secondo un nuovo rapporto del Costs of War Project, redatto da Ẹniọlá Ànúolúwapọ Ṣóyẹmí, il coinvolgimento militare, l’assistenza e l’addestramento degli Stati Uniti [alle autorità e alle forze locali ndr] hanno contribuito a perpetuare la guerra con al-Shabab” [le milizie islamiste somale ndr].
“Piuttosto che portare il paese più vicino alla pace e alla stabilità, la politica statunitense è stata invece uno dei motori del conflitto. Come dice Ṣóyẹmí, ‘Gli Stati Uniti non stanno semplicemente contribuendo al conflitto in Somalia, ma sono diventati parte integrante dell’inevitabile perpetuazione del conflitto somalo‘”.
Un errore che dura da quindici anni
Il punto, secondo il rapporto, è che è del tutto errata la politica dispiegata dagli Usa, dal momento che si limita a sostenere il governo centrale, che conta nulla, affrontando la variegata complessità socio-politica del Paese solo attraverso un approccio militare, vanificando la possibilità che possano intraprendersi vie alternative, fatte da politiche inclusive, “dal basso”.
“È altamente improbabile che le diuturne operazioni di addestramento e la spesa antiterrorismo Usa in Somalia, che seguono la linea perseguita in passato, possano produrre qualcosa di diverso dalla perpetuazione del conflitto e dei disordini”, si legge nel rapporto.
“Gli Stati Uniti – continua RS – devono considerare la possibilità che il coinvolgimento e l’addestramento militare non favoriscano la stabilità in casi come questo, e che si debbano cercare altri strumenti di governo oltre a quelli militari per gestire tali problemi”.
Nel caso specifico, prosegue RS, un esempio virtuoso – e sotto gli occhi di tutti – è il Somaliland, regione autonoma che è riuscita a trovare una soluzione alla conflittualità endogena attraverso strumenti politici e senza interventi esterni (almeno senza pesanti interferenze esterne).
I disastri dell’approccio militarizzato
“Gli Stati Uniti – conclude RS – hanno speso anni e miliardi di dollari per un infruttuoso approccio militarizzato al conflitto somalo. Le prove dimostrano che non ha funzionato e che non è probabile che possa funzionare in futuro. Gli Stati Uniti dovrebbero porre fine al loro coinvolgimento in questo conflitto, e non solo perché non ci sono interessi americani in gioco. Come dimostra il rapporto del progetto Costs of War, gli Stati Uniti stanno alimentando il conflitto e intralciando approcci alternativi che hanno dimostrato di funzionare altrove”.
Da ultimo, un significativo cenno di RS. Sotto la presidenza Trump l’attività militare Usa nella regione ha raggiunto il picco; però, “negli ultimi mesi della presidenza, egli ha dato ordine di ritirare le forze statunitensi dalla Somalia. Ma, di fatto, i militari hanno continuato la loro missione ‘facendo la spola’ dalle basi di Gibuti e del Kenya”. Anche qui, com’è successo in Siria (vedi DefenseOne), l’ordine di ritiro del presidente Trump è stato disatteso dai militari.
Ma “il presidente Biden ha poi annullato il quasi ritiro di Trump e ha ripreso la precedente presenza militare nel paese”. A proposito dell’ordine internazionale basato sulle regole tanto caro all’attuale inquilino della Casa Bianca.
Estratto dell’articolo di Davide Maria De Luca per editorialedomani.it il 5 maggio 2023.
«La colpa di Putin è di non volere sottomettere la Russia ai dettami del Nuovo ordine mondiale preconizzato da Soros». «La democrazia in Occidente è in pericolo non per Putin, ma per un’élite tecnocratica che sta distruggendo le sovranità popolari». E ancora: «Obama vuole spingerci alla guerra contro Putin».
Così scriveva sul suo blog, ospitato sul sito del Giornale, Giampaolo Rossi, manager Rai, fedelissimo di Giorgia Meloni e in questi giorni in prima fila per il posto di nuovo direttore generale della Rai, dopo che in autunno era stato scartato dalla rosa dei possibili ministri della Cultura per via delle sue critiche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella (nel 2018 lo aveva paragonato a Dracula e, in sostanza, accusato di golpe).
Rossi […] negli ultimi anni si è anche trasformato in un complottista (per sua stessa definizione) e in un arci-putinista, convinto che il presidente russo costituisca «l’unica speranza per scongiurare una crisi internazionale senza ritorno» e un argine a difesa dei valori tradizionali contro le élite mondialiste che vorrebbero annacquare l’identità dei popoli bianchi.
Sul suo blog, che ha aggiornato fino al 2018 e che è stato spulciato da Domani, Rossi appariva quasi ossessionato da Putin e dal complotto del Nuovo ordine mondiale. «Pensare che la Russia stia per invadere l’Europa – scriveva nel 2018, quattro anni dopo l’inizio delle operazioni militari russe in Ucraina – è solo il frutto di una schizofrenia indotta».
I timori europei causati dall’atteggiamento aggressivo della Russia? Soltanto una narrazione che «affonda le sue radici nei secolari interessi imperiali di Londra» e che oggi si sposano «con gli interessi dell’élite globalista». Ma d’altro canto ci sono ragioni per cui le élite mondiali dovevano sentirsi minacciate da Putin. Nel 2017, Rossi era certo che la Russia e la Cina avessero messo in moto una «complessa strategia geo-economica di “de-dollarizzazione” del mondo» volta a «scardinare il dominio finanziario del dollaro e con esso il potere globale degli Stati Uniti». Non sembra sia finita bene.
[…] Il grande complotto delle élite è l’altra ossessione che unisce decine di post nel blog del papabile direttore generale della Rai. «Guai a chi si oppone ai disegni del Nuovo ordine mondiale», metteva in guarda in uno dei suoi articoli. Secondo Rossi, il principale esponente di questo complotto è il miliardario ungherese George Soros, «speculatore globalista con il vizietto di destabilizzare governi democraticamente eletti» e vero architetto dei «processi migratori per alterare gli equilibri demografici secondo quella “etica del caos” tipica dell’umanitarismo ideologico della élite». Rossi ci tiene a ricordare che Soros è «ebreo», ma «di origine ungherese», e lo paragona al mostruoso Shelob di Tolkien, «il malefico essere a forma di ragno».
La vena anti-élite e pro Putin è una relativa novità di Giampaolo Rossi. La mutazione risale probabilmente alla caduta del governo Berlusconi, quando Rossi dichiara: «Sono un complottista». Seguendo le varie incarnazioni del suo blog prima di essere ospitato sul Giornale, si scopre che nei primi anni 2000 si definiva invece un «liberale, neocon, teocon». Tra i post di quegli anni si trova anche una delicata ode a Giorgia Meloni, appena eletta vicepresidente della Camera: «Piccola piccola tra tutti quegli onorevoli grandi, grandi». In quegli anni scrive che Obama è «un afro di Honolulu», ma allo stesso tempo i pacifisti che protestavano contro la guerra in Iraq andavano denunciati di «"crimini contro l'umanità", perché è la loro indifferenza, il loro egoismo che ha prodotto più vittime di Stalin ed Hitler messi assieme».
Dal 2018, quando entra nel consiglio d’amministrazione della Rai, Rossi cessa le pubblicazioni sul blog e dirada i suoi interventi. Non prima però di aver attaccato frontalmente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la sua gestione delle consultazioni prima della nascita del governo giallo-verde nel 2018: «Napolitano aveva abbattuto un governo legittimo; Mattarella ha impedito che nascesse».
Con l’arrivo della pandemia diventa critico sui vaccini […] e sul green pass, tanto che l’Espresso lo definisce «ideologo Novax di Giorgia Meloni». Nell’ultimo anno […] Rossi sembra avere deciso di parlare d’altro. Pressoché impossibile trovare una sua dichiarazione sulla guerra in Ucraina, […] da qualche mese ha cancellato i suoi profili Twitter e Facebook. […]
Russia vs Ucraina: attaccare o difendersi? Maurizio Boni su Panorama il 05 Maggio 2023.
Attaccare o difendersi, dove e come, con quali costi e con quali conseguenze. Questo è il dilemma operativo che accomuna Russia e Ucraina in questa fase della guerra.
In un’intervista pubblicata due giorni fa su Foreign Affairs, autorevole rivista statunitense dedicata alle relazioni internazionali, il generale Mark Milley, Capo dello stato maggiore congiunto degli Stati Uniti ha fornito una visione aggiornata della situazione militare in Ucraina nel contesto più ampio dell’analisi della politica estera di Washington negli attuali scenari di confronto geopolitici. Non è la prima volta che Milley si esprime sulla guerra e ogni volta che è intervenuto, sempre in occasioni pubbliche, ha costantemente messo in guardia i propri ascoltatori sulle aspettative di vittoria non tanto da parte delle forze di Mosca ma, cosa abbastanza sorprendente, anche di Kiev. Anche in quest’ultimo caso non ha fatto eccezioni poiché ha ribadito la convinzione che, almeno nell’anno in corso, le probabilità di conseguire i rispettivi obiettivi strategici da parte dei due belligeranti sono molto scarse se non nulle. E tutto ciò al netto di tutto il supporto, di pianificazione, di addestramento e di hardware fornito alle forze armate ucraine che, secondo Milley, sarebbero in grado di intraprendere sia operazioni offensive che difensive, ma nel primo caso con esiti incerti: dal successo completo al fallimento. Per i russi, la situazione sarebbe speculare e opposta. Anche loro possono scegliere se attaccare o difendersi avendo riportato il livello delle forze impiegate al fronte a circa 200.000 unità, ma anche per loro neutralizzare e vincere le difese dell’avversario costituirebbe una grande sfida. Attaccare o difendersi, dove e come, con quali costi e con quali conseguenze. Questo è il dilemma operativo che accomuna Russia e Ucraina in questa fase della guerra. Abbiamo più volte sottolineato, anche da queste pagine, come la lunga pausa operativa invernale (e oramai primaverile) sia servita per ridefinire dall’una e dall’altra parte, il disegno operativo per il prosieguo del conflitto e ricostituire le unità perse durante un anno di guerra. Abbiamo anche evidenziato come il settore di Bakhmut abbia impegnato risorse cospicue di attaccanti e difensori superando il limite della comprensione umana, e di come gli aiuti occidentali da una parte e la mobilitazione delle risorse nazionali dall’altra stentino a mettere in campo una “massa critica” capace di assicurare risultati decisivi in qualunque parte del fronte. E più passa il tempo, più soddisfare quest’ultimo requisito diventa difficile poiché il rafforzamento reciproco delle difese rende vana ogni prospettiva di una guerra di manovra. Nei settori ritenuti decisivi e maggiormente esposti all’iniziativa dell’avversario, almeno in termini d’impiego di forze meccanizzate e corazzate, i russi hanno completato la realizzazione della terza linea di apprestamenti difensivi seguendo i criteri dottrinali dell’Armata Rossa, già in voga durante la Guerra fredda e ampiamente studiati dalla mia generazione di militari. Tre livelli in grado di “assorbire” ed esaurire le puntate offensive di forze ben organizzate, figuriamoci di quelle con poco addestramento. Anche gli ucraini si sono organizzati secondo gli stessi principi (vengono dalla stessa scuola) e in Donbass, oltre Bakhmut, attendono i russi dietro un altrettanto articolato sistema di linee difensive interconnesse che le neo costituite unità russe devono superare. Per intenderci, si tratta dello stesso tipo di organizzazione difensiva di origine sovietica realizzata da Saddam Hussein al confine con l’Arabia Saudita a seguito dell’invasione del Kuwait (la cosiddetta “Linea di Saddam”). All’inizio della prima Guerra del Golfo molti analisti ne avevano descritto le caratteristiche indicandola come il maggior ostacolo per un eventuale intervento proprio per gli elevati costi umani che avrebbe inflitto all’attaccante. Gli americani la superarono agevolmente perché i difensori si arresero in massa a seguito delle prime azioni di fuoco mirate al suo superamento. Nel caso ucraino attaccanti e difensori hanno caratteristiche assolutamente differenti, e difficilmente dovremmo assistere ad una analoga disfatta e i costi, soprattutto in termini di vite umane, saranno elevatissimi. In ogni caso, nel contesto appena delineato, e se le difese reggeranno, difficilmente si potrà affidare a colpi di mano e sabotaggi (anche eclatanti) il conseguimento degli obiettivi che ci si ostina a non ridimensionare. Dal punto di vista militare, l’intervista di Milley non aggiunge nulla di significativo al quadro di situazione che avevamo già da tempo delineato e che la recente pubblicazione di dati classificati da Washington ha ulteriormente confermato. Nelle prossime settimane vedremo chi, dove e in quale modo assumerà l’iniziativa. Lo stallo continua poiché le possibilità di successo e/o di sconfitta si equivalgono, paradossalmente, per le due parti in campo. Ma il successo, se verrà, non sarà sinonimo di vittoria. Non per quest’anno, come dice Milley, ma forse neanche nel prossimo futuro.
Estratto dell’articolo di Domenico Quirico per “la Stampa” il 3 maggio 2023.
Combattere contro la guerra. […] Questo è il pacifismo. […] La gloriosa battaglia dei pacifisti per fermare l'inutile strage in Ucraina […] appare […] destinata alla sconfitta […]
Con la differenza che oggi non si vedono in giro, al loro fianco, neppure gli intellettuali capaci di resistere almeno con un po' di ossificata letteratura ai fanatismi e agli interessi, che provino vergogna di invadere perfino la pace […]
Per pacifisti intendo coloro che invocano una conclusione senza vinti né vincitori, non certo quelli che si camuffano dietro la parola pace per dar dignità a disfattismi ripugnanti o invitano a diserzioni, aperte o larvate, rispetto alle responsabilità del Prepotente del Cremlino. Intendo non cenacoli pacifisti da salotto o da editoriale. O che vogliono lucrare qualche preferenza elettorale distinguendosi dal coro degli schierati, dei senza dubbi, dei devoti alle pressioni padronali della atlantica superpotenza. Intendo i non iscritti a niente, umili cittadini, famiglie, gli antichi uomini di buona volontà […]
[…] chi è contro la guerra è solo, svillaneggiato dai fanatici della vittoria, accusato di essere filo putiniano […] Perché la pace non riempie le piazze? La risposta è nell'esser rimasto, il suo partito, virtuosamente arcaico, santamente immobile, di ispirazione religiosa o laica che sia: in fondo pre-moderno nella convinzione che l'essere pacifisti è un dovere morale quanto essere buoni, un perbenismo malinconico. […]
La guerra e i suoi alchimisti invece hanno fatto enormi progressi non solo nella tecnologia della morte, ma anche nei sortilegi propagandistici, nel renderla accettabile, giusta, sacrosanta, inevitabile, democratica, redditizia. Dalla campagna della «guerra al terrorismo» a «la Russia dopo Kiev vuole arrivare a Lisbona» la comunicazione bellicista continuamente si aggiorna, si modella su nuove necessità, sa meticolosamente occultare la dannazione dell'uccidere e il grande affare che si cela dietro ogni conflitto […]
La […] stazione finale è la guerra permanente. […] Invitano gli intellettuali a starsene quieti nel loro studiolo, a scriver versi o a rimirar le stelle invece di spandere sillabe al vento su «cose di cui non sanno nulla». […] Il pacifismo invece è rimasto all'epoca della sfilata di rassegnata testimonianza, allo striscione con i colori arcobaleno, alle colombe […]
[…] E invece bisogna cambiar metodo, diventare aggressivi, incalzanti, far guerra alla guerra con gli stessi metodi totali, tenendo conto che siamo in tempi di miserabile avarizia morale. Gridar chiaro e tondo che […] il pacifismo esige che la guerra non sia né fanatica né totale e che anche coloro che sono sul campo di battaglia, soprattutto loro, mantengano ben salda la cittadella della intelligenza.
E che è infame che le diplomazie invece di creare le condizioni di una conclusione onorevole, si lascino inghiottire dal silenzio o dal mito torbido della vittoria che annienta il nemico […] Bisognerebbe denunciare sugli striscioni i nomi e i fatturati da un anno a questa parte delle industrie della «sicurezza» […] gli stipendi dei loro manager, spiattellare i misteri dei dividendi, […] Chiedere, poiché siamo democrazie, di contare chi è maggioranza e non con i sondaggi: contare i dubbiosi di questa partita senza fine e i favorevoli alla guerra fino alla vittoria.
Estratto dell'articolo di Lauren Mechling per “The Guardian”- pubblicato da “La Stampa” il 3 maggio 2023.
Oliver Stone arriva con i rinforzi. Il celebre regista si presenta all'intervista con il Guardian con un team di sostegno composto da Joshua S. Goldstein, un professore che gli fornisce fact checking in tempo reale e annotazioni a margine varie, e una psicologa, una donna dallo sguardo cordiale, moglie di Goldstein. «Ci sono persone che arrivano a sentirsi emotivamente coinvolte quando reagiscono all'argomento trattato dal loro film. Io sono qui nel caso qualcuno abbia bisogno del mio aiuto», spiega.
[…] Ben presto si scopre che il regista non è alla ricerca di un duello o di un pulpito per le teorie del complotto. Con un blazer scuro di sartoria splendidamente confezionato, un fazzoletto rosso nel taschino e una camicia bianca inamidata, il regista di Assassini Nati - Natural Born Killers e Wall Street è un soggetto espansivo, forse addirittura rilassato, per le interviste. E mentre risponde alle domande annota misteriosi appunti nei margini di un foglio stampato.
Nuclear Now, basato su un libro di cui Goldstein è coautore, perora in modo appassionato la causa dell'energia nucleare. Il film ci dice di lasciar perdere l'energia eolica e solare. La risposta giusta a un mondo che sta per perdere la corsa contro la crisi del cambiamento del clima è l'energia nucleare.
[…]
Da quando prestò servizio in Vietnam, è stato tassista per qualche tempo poi si è impegnato per fare film che vanno in senso contrario rispetto alle nostre narrazioni imperanti, che si tratti della teoria secondo cui Lee Harvey Oswald agì da solo quando assassinò John F. Kennedy o che «nucleare» sia una brutta parola.
Stone accenna alla sua miniserie in 12 puntate di un'ora Usa, la storia mai raccontata. «I capitoli della docuserie sfidano la Storia americana che viene insegnata a scuola. Vorrei tanto che insegnassero la mia versione, molto più accurata di tutte le loro stronzate…», dice in modo burbero. Nuclear Now è diverso da qualsiasi altro film abbia diretto Stone finora, perché è il primo «che riguarda qualcosa e non qualcuno». E qui sta la sfida. «Nel film non c'è una ragazza sexy», dice con una punta di dispiacere.
«Non è come realizzare un film originale. Si tratta di assemblare, rivedere e scrivere».
[…] La trama, ambientata un po' ovunque, dagli Stati Uniti alla Corea e alla Russia, si conclude con una scena di inseguimento in Arabia Saudita. Dice che Stone ha definito la scena clou della sua prima sceneggiatura «un'invenzione per un finale televisivo di merda», ricorda Goldstein. «Non funzionava proprio» borbotta Stone […]
Stone è presente sullo schermo nelle vesti di un'affidabile studioso che viaggia in tutto il mondo in giacca e cravatta per parlare con scienziati e ingegneri e l'influencer di una potenza nucleare, quanto di più vicino a Julia Roberts possa esserci in questo progetto.
«Stiamo sbagliando tutto e, a fronte del cambiamento del clima, il nucleare non è soltanto una opzione: è l'unica opzione» dichiara Stone, che dice anche di ritenere Marie Curie – la fisica polacca celebre per le sue ricerche sulla radioattività – meritevole di essere proclamata santa. «La verità è che le soluzioni le avevamo, ma abbiamo mandato tutto a quel paese».
[…]
«Le scorie nucleari non sono un problema: sono perfettamente gestibili, soprattutto se le si mette a confronto con le scorie del gas, del petrolio e del carbone, cavolo!» dice Stone. «Con il passare del tempo la situazione diventa sempre più sicura, perché la radioattività decade» prosegue gesticolando con la mano destra. «Altrettanto non si può dire di arsenico e piombo mercurio che sono nei pannelli solari e in molte altre cose». Il film sottolinea anche il fatto che ci sono state molte meno vittime riconducibili ai disastri nucleari di Chernobyl, Three Mile Island e Fukushima rispetto ai livelli fatali di inquinamento prodotti in tutto il mondo dal carbone e da altri combustibili fossili.
[…]
Naturalmente, Oliver Stone ha letto tutti gli articoli scientifici di chi è contrario al nucleare. «Bisogna stare attenti quando li si legge: è come assumere una dose d'acido» dice il regista. Grazie al cielo, Goldstein era in «modalità rapido intervento» ed è stato tempestivo nel rivedere le prove scientifiche e mettere a tacere i dubbi di Stone. Goldstein indica un cartello rosso che segnala l'uscita, affisso sulla parete di fronte dell'ufficio in cui ci troviamo, e fa presente che contiene piccole tracce di trizio, lo stesso isotopo radioattivo presente nelle vasche della centrale nucleare di Fukushima. «Ha un'emivita breve e non si accumula nel corpo, è innocuo» dice.
Oliver Stone vive a Los Angeles e ha vinto tre Oscar, ma non si considera parte del firmamento di Hollywood. Sembra che con questo progetto la sua estraniazione sia addirittura aumentata.
«L'industria del cinema non è mai stata tenera nei confronti del nucleare, da "Silkwood" a "Sindrome cinese" a tutti i film horror degli anni Cinquanta» dichiara.
Che cosa segue Oliver Stone? Proprio il mix idiosincratico che ci si potrebbe aspettare da lui. Segue Rumble, la piattaforma canadese di video tendente a destra e sostenuta dal capitalista di rischio conservatore Peter Thiel; il servizio di informazione RT dello Stato russo; e Al Jazeera. Per quanto riguarda la sua collocazione nello spettro politico americano, dice di sentirsi «all'estremo centro». Si tratta di un'espressione abbastanza accattivante, ma anche senza senso, no? «A me interessa la verità» dice ellitticamente, «e stiamo scavando per trovarla e tirarla fuori. Penso di essermi imbattuto in un argomento molto importante, il cambiamento del clima». Il prossimo documentario di Stone, sul presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva è «quasi pronto».
Con i suoi 76 anni, Stone è di quattro anni più giovane di Biden. «Il mio presidente preferito è stato John Kennedy. Se mettiamo accanto i due irlandesi, notiamo che John Kennedy amava la pace, mentre Joe Biden è un freddo guerriero. Nel senso peggiore del termine».
L'ultima volta che il Guardian US ha profilato Oliver Stone, il regista aveva appena portato a termine un documentario di quattro ore stranamente benevolo su Vladimir Putin (all'epoca disse che «il popolo russo non è mai stato meglio di ora»). I suoi sentimenti nei confronti del leader russo sono cambiati da allora, in questi ultimi anni complicati? «Penso che la Russia stia facendo un ottimo lavoro con l'energia nucleare» dice. «Anche la Cina è leader in questo settore, pur non avendo mai potuto metterci piede io, il che è un peccato. Ma Putin è un grande leader per il suo Paese e il popolo lo ama». Il regista non è disposto a spingersi oltre. Ha già detto abbastanza.
Bella addio. La strana sinistra che per delegittimare la resistenza ucraina nega quella italiana. Francesco Cundari su L'Inkiesta il 2 Maggio 2023
Cosa sarebbe accaduto se a mettere in dubbio il carattere di lotta di liberazione della nostra guerra partigiana fosse stato un esponente di Fratelli d’Italia, anziché un intellettuale progressista, invitato pure sul palco del primo maggio?
Immaginate cosa sarebbe successo se a pochi giorni dal 25 aprile non dico il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ma un qualunque dirigente di Fratelli d’Italia, fosse stato anche l’assessore al traffico del più sperduto comune della provincia, o magari un giornalista di Libero o un qualsiasi intellettuale di destra, avesse detto in televisione: «Non sono sicuro che quella nostra fosse una guerra di liberazione». Immaginate se lo stesso esponente di Fratelli d’Italia, giornalista di Libero o intellettuale di destra avesse aggiunto con aria furbetta: «Qualche tempo fa sul giornale della mia città, Verona, c’era un articolo che parlava della stazione di Verona bombardata dai tedeschi: il giornalista si era sbagliato perché, ovviamente, è stata bombardata dagli inglesi, non dai tedeschi». Immaginate cosa sarebbe successo se quello stesso esponente di Fratelli d’Italia, giornalista di Libero o intellettuale di destra, dopo avere pronunciato queste parole in televisione, a pochi giorni dal 25 aprile, fosse stato invitato a parlare sul palco del primo maggio, in piazza San Giovanni, magari su pressione di qualche zelante funzionario. Pensateci davvero, soltanto per un attimo.
Potrei scrivere qui non solo i titoli, ma il testo completo di tutti gli editoriali, le interviste e gli appelli di almeno cento giornalisti, attori, storici, politici e politologi, che sarebbero apparsi ovunque un minuto dopo, grondanti sacrosanta indignazione per un simile oltraggio, per una tale profanazione di tutti i più essenziali principi su cui si fonda la Costituzione della Repubblica italiana. Sarebbe venuto giù il mondo.
Quelle testuali parole, però, non le ha dette un esponente di Fratelli d’Italia, né un giornalista di Libero, né un intellettuale di destra. Le ha dette il fisico Carlo Rovelli, fine intellettuale progressista, tra gli ospiti del concerto del primo maggio, nonostante quelle parole le abbia pronunciate solo pochi giorni prima, il 22 aprile, a In Onda, su La7, allo scopo di corroborare il suo argomento contro l’appoggio militare alla resistenza ucraina. Gira e rigira, pur di negare che fosse una guerra di liberazione quella, ha finito per negare che lo fosse persino la nostra. Dovremo dunque cambiare nome alla festa del 25 aprile? Dovremo chiamarla festa del bellicismo ultra-atlantista? Festa del nazionalismo militarista?
Se simili definizioni vi sembrerebbero un insopportabile rovesciamento della verità storica e morale, se vi paiono mistificatorie sul piano fattuale, ripugnanti sul piano etico e inaccettabili sul piano politico, avete perfettamente ragione, ma dovete spiegarlo anche a chi oggi combatte la sua guerra di liberazione contro l’occupazione russa, e simili definizioni se le sente ripetere dalla mattina alla sera. Per di più, da parte di chi, quando si tratta del proprio paese e della propria storia, non esita al contrario a intonare Bella Ciao e a celebrare la resistenza contro l’invasore. Da parte di chi, come Pier Luigi Bersani a Otto e Mezzo il 26 aprile, non esita a dire che non bisogna proprio parlare di vittoria ucraina – guai! – che se lo facciamo «allora proprio non ci capiamo, perché “vincere” è una parola che va tirata via dal tavolo». Perché quello che bisogna fare, secondo Bersani, è un bell’ordine del giorno in Parlamento, sottoscritto insieme da Partito democratico e Movimento 5 stelle (diceva il saggio: la fissazione è peggio della malattia), in cui sia scritto chiaramente che si può negoziare anche con i russi sul territorio ucraino, «lasciando al negoziato quel che le armi non han deciso».
Bisognerebbe andare a dirlo ai sopravvissuti di Bucha, bisognerebbe andare a ripeterlo in tutti i territori liberati dall’ultima controffensiva ucraina, tra le camere di tortura e le fosse comuni. Bisognerebbe dirlo ai fratelli, amici, fidanzati, mogli e mariti di chi ancora si trova nelle zone occupate, in quelle zone in cui rapiscono persino i bambini. O almeno smetterla di fare tanti discorsi ipocriti a casa nostra.
In fondo, i mentecatti che ieri in piazza a Torino hanno bruciato le bandiere degli Stati Uniti, della Nato e dell’Unione europea, delirando contro le responsabilità dell’imperialismo americano in Ucraina (mica contro l’imperialismo russo), mostrano di avere perlomeno una più chiara idea di quali siano gli schieramenti in campo e la posta in gioco. Non si può essere europeisti e al tempo stesso ripetere quello che dicono Viktor Orbán e gli altri pupazzi di Putin. Non si può celebrare la resistenza e la lotta di liberazione in casa nostra e predicare agli altri la resa e l’asservimento, nell’illusione che alla fine il conto non dovremo pagarlo anche noi, come il mondo intero, come sempre.
Estratto dell’articolo di Alice Castagneri per lastampa.it il 29 aprile 2023.
Pupo farà il giurato a quello che per tutti è il Sanremo della Russia. Il festival patriottico «Road to Yalta» prenderà il via il 2 maggio, con una serata di gala che si terrà nel Palazzo di Stato del Cremlino. Il cantante di Gelato al cioccolato sarà l’«ospite speciale», come si legge sul sito del famoso evento che ha tra i suoi scopi dichiarati di portare avanti la propaganda russa.
Il Festival, infatti, unisce gli artisti «stanchi della perfidia degli Stati Uniti». Denis Maidanov, primo vicepresidente del comitato cultura della Duma, in un’intervista al quotidiano Rossijskaja Gazeta, ha detto: «I concorrenti condividono i nostri valori. Dobbiamo nutrire di ideologia la guerra patriottica».
Non è la prima volta che Pupo prende parte al festival, ci era già andato nel 2021, esattamente un anno prima dell’inizio della guerra tra Russia e Ucraina. Lo scenario globale ora però è del tutto diverso e la presenza di Enzo Ghinazzi non passerà di certo inosservata, soprattutto considerata la posizione che l’Italia ha sempre espresso sul conflitto dopo l’invasione russa.
[…] Il regolamento, infatti, prevede che quindici cantanti stranieri cantino con altrettanti cantanti russi interpretando classici e canti sovietici. In un video promozionale, Pupo si mette in viaggio e in auto duetta virtualmente sulle note del canto partigiano Bella ciao insieme al conduttore della kermesse, il giornalista russo Ernest Mackevicius, che compare in una clip girata sulla spiaggia di Yalta, in Crimea. La Crimea è occupata da Mosca dal 2014 ed è da lì che oggi partono molti attacchi alle città ucraine.
Pupo partecipa al Sanremo russo a Mosca che unisce artisti: «stanchi della perfidia Usa». Storia di Chiara Maffioletti su Il Corriere della Sera il 29 aprile 2023.
Pupo super ospite di quello che è considerato il Sanremo russo. E, su di lui, ora non solo c’è più di una nuvola ma si è anzi scatenata una pesante bufera che rischia di diventare anche un caso diplomatico. Road to Yalta è il festival della canzone patriottica del Cremlino, che ha tra i suoi propositi dichiarati anche quello di restituire «e rafforzare la vera immagine del soldato-liberatore sovietico». Parole facilmente consultabili sul sito della manifestazione, che ha tra i suoi scopi anche quello di portare avanti la propaganda russa, specie negli anni del conflitto con l’Ucraina. Su quello stesso sito campeggia il ritratto di Enzo Ghinazzi, anche lì conosciuto come Pupo, annunciato come ospite speciale della serata finale della kermesse, prevista il 2 maggio. Canterà, certo. E sarà anche in giuria, pronto ad ascoltare i cantanti che si esibiranno sul palco dell’arena da seimila posti, ricavata nel Palazzo di Stato del Cremlino, in un’arena da 6mila posti. Un luogo di certo più sicuro rispetto alla Crimea, occupata nel 2014 dalla Russia e oggi diventata una base da cui partono molti degli attacchi russi all’Ucraina.
Artisti «contro la perfidia degli Usa»
Gli artisti che si esibiranno a Mosca, quelli che Pupo dovrà dunque giudicare, sono accumunati da alcuni ideali e diverse convinzioni, tra cui quella di essere «stanchi della perfidia degli Stati Uniti», come ha dichiarato Denis Maydanov, vicepresidente del comitato cultura della Duma. E la guerra sarà anche al centro delle canzoni del Festival, concepito come un megafono delle posizioni della Russia. Sempre secondo Maydanov, «i concorrenti condividono i nostri valori. Dobbiamo nutrire di ideologia la guerra patriottica». Insomma, c’è ben poco non detto attorno alla kermesse, i concetti non sono rimasti velati, nulla è sottotraccia. Ma quasi certamente queste dichiarazioni non avranno stupito troppo Pupo, che già aveva preso parte all’evento nel 2021, quando però non era ancora scoppiata la guerra. In quella occasione, aveva cantato assieme al presentatore del Festival «Bella ciao», brano che, pare, dovrebbe aprire anche questa edizione dell’evento. Dopo quella partecipazione, nel gennaio del 2022 il cantante era finito nella famosa blacklist dell’Ucraina, la lista nera che conteneva tutti i nomi ritenuti indesiderati nel Paese. Un bando a cui Ghinazzi aveva reagito così: «Peccato. Io comunque non mi fermerò. Continuerò a portare la mia musica in giro per il mondo. Dalla Russia all’Australia e ovunque mi sarà data la libertà di cantare le mie innocue canzoni». Questa sembra essere rimasta la filosofia del cantante: se mi chiamano, vado. Non importa dove. E così, se da quando è scoppiata la guerra lui ha preferito non esporsi sul tema, evitando l’argomento, non si può dire lo stesso circa le sue partecipazioni a serate e eventi, proseguite anche in altre Repubbliche ex sovietiche. Ma stavolta è diverso. Diversa è l’eco che si è creata attorno al Festival in cui risuoneranno «le canzoni sovietiche sulla guerra» e diversa è la portata della partecipazione di Pupo, diventata immediatamente tra gli argomenti più dibattuti online.
LA RIVELAZIONE DI PUPO A DAGOSPIA il 30 aprile 2023.
Pupo non andrà a Mosca e non parteciperà più come giudice al “Sanremo” russo! Lo rivela Enzo Ghinazzi a Dagospia: “È successo l’imprevedibile sulla mia partecipazione al festival ‘Road to Yalta’. In virtù di riflessioni e assorto nei miei pensieri nel viaggio che sto facendo verso il Belgio, ho deciso di non partire per Mosca. Il motivo? Non certo per le polemiche e per tutto ciò che è accaduto in questi giorni ma per un fatto che vi spiegherò più avanti. Sono molto chiaro con tutti...”
Dagospia il 12 maggio 2023. DAGOTRASCRIZIONE DEL VOCALE DI PUPO
Scusate il fiatone ma sto camminando in mezzo ai boschi di Spa, in Belgio. Normalmente non sono abituato a dare spiegazioni per le scelte che faccio, credo di essere un uomo abbastanza libero. Certamente non sono totalmente libero perché ho anch'io dei vincoli ho delle responsabilità nei confronti delle persone che stanno accanto a me e che si affidano e si fidano di me.
Parlo della mia famiglia, dei miei collaboratori che lavorano come da moltissimi anni. Ecco, loro mi conoscono e non avrebbero bisogno di nessuna spiegazione, perché chi mi conosce non ha bisogno di spiegazioni quando io prendo una decisione o scelgo di fare qualcosa. Chi invece mi conosce meno, giustamente, perché ha da preoccuparsi dei propri problemi: non sono uno che pretende che gli altri si occupino dei miei problemi e però non accetto neanche che mi si venga giudicato con superficialità. La superficialità, uno dei peccati originali del nostro tempo.
Quindi sono qui perché ho promesso che avrei dato una spiegazione alla rinuncia di partire per Mosca e di partecipare al Festival della canzone patriottica intitolato road to Yalta, e non pensavo che la mia partecipazione pacifica, proprio orientata verso una cooperazione ed un intento di pace perché le mie canzoni sono, direi, innocue. Le mie canzoni hanno solo portato, dalla fine degli anni 70 fino ad oggi, in quei paesi, solo un messaggio di serenità e di pace.
Io ho conosciuto i russi e gli ucraini, come i kazaki e come gli uzbeki, tutti i popoli dell'ex Unione Sovietica li ho conosciuti nel momento in cui erano tutti insieme e so quanto amore e la fratellanza che ha sempre legato anche proprio i due popoli soprattutto gli ucraini e russi oggi assistere a quello che sta accadendo per me è una pugnalata al cuore. Perché io ho cantato ovunque in Ucraina in tutte le città che adesso sono sotto attacco io minimo ho fatto 4 5 concerti e per ogni città nel corso degli anni e ho anche cantato in tutta la Russia, quando c'era la pace, quando i due popoli erano fratelli e quando non era iniziata questa faida familiare.
Perché di questo si tratta. A mio avviso si tratta di un conflitto fra parenti, un conflitto che noi non possiamo giudicare con la superficialità di dividere un aggredito dall'aggressore o di dividere il mondo fra buoni e cattivi. Spero vivamente che presto torni la pace perché voglio tornare a cantare in Russia, in Ucraina, ovunque. E questo è un po’ il mio pensiero.
Ma quando si parla della mia partecipazione ad un evento, come quello al quale ero stato invitato, io sarò ancora più preciso: non sono andato a Mosca per tutelare la mia famiglia, i miei amici, i miei collaboratori, le persone che vivono accanto a me e che della mia attività fanno un punto di riferimento per mantenere le loro famiglie, di una famiglia molto allargata che si ama e che io amo.
Ho collaboratori molto molto legati a me che lavorano e girano il mondo con me da più di quarant'anni. Quindi è molto semplice: viviamo in un periodo di, consentitemi di dire, di pura follia, in cui ogni gesto viene strumentalizzato al punto da poter creare problemi indicibili e molto molto gravi, che danneggiano le famiglie e le persone.
Lo facciamo con una disinvoltura a volte inquietante e imbarazzante, perciò semplicemente, per tutelare - perché ho ricevuto davvero, non parlo degli insulti e degli epiteti, parlo di minacce reali di persone che si sono insinuate non so come nella mia privacy, e in qualche modo mi hanno fatto riflettere sul da farsi in questa circostanza.
E allora cosa ho fatto? Ho telefonato ai miei amici, organizzatori del Festival Road to Yalta, mi sono consultato con loro ho raccontato loro cosa stava accadendo in Italia e sono stati loro i primi a dire: “no, Enzo non devi mettere a rischio né la tua incolumità fisica e professionale ma soprattutto nemmeno quella di chi con te vive e vive del tuo lavoro. Non devi mettere a rischio nemmeno le loro famiglie e la tua famiglia.
Sono stati i primi loro a dirmi che sarebbe stato meglio non partecipare quest'anno e aspettare tempi migliori più pacifici e più sensati per poter tornare in giro per il mondo, in giro per l'est, ovunque io possa portare la mia musica. Poter tornare a lavorare con più serenità, non so ho ancora tante cose da dire ma queste sono quelli essenziali. Spero di essere stato chiaro come credo di essere sempre chiaro ogni volta che in qualche modo prendo delle decisioni, che in questo caso non sono solo mie, me ne rendo conto, ma appartengono all'opinione pubblica. Grazie
Putin rinuncia a Mosca? Ma... chi sono gli altri italiani che cantano per Putin. Daniele Priori su Libero Quotidiano l'01 maggio 2023
Pupo va a Mosca, anzi no. Tutto è accaduto in ventiquattro ore. L’annuncio della partecipazione del cantante Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, come ospite d’onore al festival nazionale di musica russa “Road to Yalta 2023”, in programma il 2 maggio nel palazzo del Cremlino, l’incazzatura generale in Italia e la marcia indietro dell’artista. Dietrofront che Pupo ha annunciato nel pomeriggio di ieri, senza troppe spiegazioni, con un messaggio vocale inviato a Dagospia.
«È successo l'imprevedibile, l'impossibile intorno alla mia eventuale partecipazione al festival Road to Yalta. In virtù di riflessioni e assorto nei miei pensieri nel viaggio che sto facendo da Lugano verso la città di Spa, in Belgio, dove mi fermerò per qualche giorno a risposare e ancora a riflettere – ha detto Pupo - ho deciso di non partire per Mosca. Certo non dipende dalle polemiche e da tutto ciò che è accaduto in questi giorni – aggiunge nell’audiomessaggio - ma dipende da un fatto che vi spiegherò più avanti, perché la mia abitudine è sempre quella di essere molto chiaro e leale con tutti, a prescindere da chi sono gli interlocutori».
PURE AL BANO AVEVA DISAPPROVATO
Vale dunque la pena capire meglio su quale sia il reale evento al centro di tale bagarre. “Road to Yalta” è un festival musicale patriottico fondato in Russia nel 2019. Si tiene nel mese di maggio, solitamente poco prima del Giorno della Vittoria sui nazifascisti (9 maggio) festa nazionale in Russia. Ed è certamente per questo rimando ai tempi della Liberazione anche nostra che il buon Pupo, già giurato nell’edizione 2021 del Festival, deve aver pensato bene di proporsi cantando “Bella Ciao” assieme ad alcuni artisti russi. Una citazione della Resistenza di ottant’anni fa in Italia. Non certo di quella ucraina drammaticamente più attuale.
Al Bano Carrisi, altro divo italiano adorato in Russia, appresa la notizia della iniziale adesione del collega al festival moscovita, ha lanciato il suo acuto di rabbia: «Pupo è libero di fare ciò che vuole, indubbiamente. Ma bisogna chiedersi davvero se sia opportuno, in questo momento, andare a fare le star in Russia» ha detto il cantante di Cellino San Marco parlando al Messaggero. «Servono princìpi» ha tuonato ancora Carrisi, ribadendo come lui, a guerra conclusa, sarà pronto a fare due concerti: uno a Kiev, uno a Mosca. Ma non ora.
“Road to Yalta”, infatti, soprannominata anche il Sanremo russo, andrà in scena a pochi giorni da un’altra importante manifestazione canora: l’Eurovision Song Contest, concorso vinto lo scorso anno proprio dall’Ucraina e dal quale la Russia, dopo l’inizio dell’invasione nei territori ucraini, è stata esclusa. Se, dunque, non è ancora dato sapere a quale “invasore” pensasse Pupo cantando Bella Ciao nello spot, di certo c’è che, a fianco alla partecipazione alla kermesse dell’artista toscano, sbandierata in prima pagina dagli organizzatori russi, era anche esposto, in maniera decisamente inequivocabile, quale fosse lo spirito della manifestazione e dei partecipanti, chiamati nei fatti ad aderire anche ideologicamente alla propaganda diffusa dall’evento. Artisti definiti «stanchi della perfidia degli Stati Uniti che condividono i nostri valori per nutrire di ideologia la guerra patriottica». Troppo forse anche per Pupo, che ha quindi optato per la marcia indietro.
C’è da dire, però, che Pupo non è l’unico artista italiano ad essere coinvolto nell’edizione di quest’anno. Di sicuro è il più famoso. Annunciata, infatti, la presenza a Mosca anche dell’ex concorrente di “Amici”, la cantante Cassandra De Rosa (che partecipò all’edizione vinta da Marco Carta nel 2007) e di Simone Romano, vincitore del “Cantagiro 2019”. Mentre proprio nel 2021, quando Pupo era in giuria (e la guerra non era ancora scoppiata), “Road to Yalta” fu vinto da un altro italiano, Federico Martello, cantante 38enne, nominato anche cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici internazionali dal presidente Mattarella. Vittoria che bissava quella dell’ex Carramba boy, Thomas Grazioso avvenuta l’anno precedente. Ma erano altri tempi. E la Russia sembrava molto più vicina ai valori dell’occidente. Solo lo scorso anno abbiamo capito tutti che invece erano solo canzonette. Ora, forse, l’ha capito anche Pupo.
Rubabandiera. Il 25 aprile degli intolleranti che mascherano il putinismo dietro slogan di pace. Edoardo Arcidiacono su L'Inkiesta il 28 Aprile 2023.
Durante la Festa della liberazione diversi manifestanti sono stati vittime di aggressioni unilaterali solo perché esibivano sostegno alla Nato e alla resistenza degli ucraini. I responsabili di queste violenze di stampo squadrista, giovanissimi, sono gli stessi che si riempiono la bocca di antifascismo
Altro giro, altra corsa: il 25 Aprile ha portato con sé polemiche e strascichi, come di consueto. Ciò che però emerge con più forza dalle piazze in cui si sono svolti i cortei è un’esplosione di intolleranza verso chi tenta di attualizzare il significato della Resistenza. Milano, Torino, Bologna, Firenze e Roma sono state teatro di aggressioni nei confronti di ragazzi e ragazze colpevoli di aver esposto bandiere dell’Ucraina, di Taiwan, dell’Iran, degli Stati Uniti e della Nato. Gli antagonisti dei centri sociali, armati di bandiere della Palestina, del Venezuela, di Cuba e, in maniera inedita, della Nuova Russia (l’unione delle repubbliche filorusse di Donetsk e Lugansk) hanno insultato, spintonato e cacciato chi cercava di manifestare liberamente. Il tutto succede nel giorno in cui festeggiamo la libertà dal regime fascista, in cui ricordiamo chi ha dato la vita per permetterci di esprimere senza censure il nostro pensiero.
A Milano una ragazza tesserata di Azione è stata aggredita per aver mostrato una bandiera della Nato. I membri di un collettivo di sinistra estrema gliel’hanno strappata al grido di «fuori le guerre dal corteo». Solo l’intervento dei City Angels e di alcuni passanti hanno evitato la violenza fisica. Lo stesso è accaduto a un ragazzo che portava una bandiera statunitense. Poco più tardi un militante antifa si è introdotto nello spezzone riservato ai partiti e alle associazioni liberal-democratiche: ha rubato una bandiera, sputato addosso a un militante per poi fuggire. Stesso copione a Torino, quando alcuni manifestanti che sfilavano dietro alla Fiap (Federazione Italiana Associazioni Partigiane) sono stati aggrediti verbalmente da circa un centinaio di persone, che hanno tentato di portargli via le bandiere (ancora una volta, ucraine, iraniane, israeliane). Episodi di questo tipo sono occorsi anche a Bologna e Firenze. A Roma Francesco Intraguglielmo, fondatore di Rivoluzioniamo la Scuola, è stato cacciato dalla piazza a spintoni per aver portato con sé un cartello che recitava «I partigiani, oggi, sono gli ucraini: change my mind».
É la riscossa di chi maschera il putinismo dietro slogan di pace. La festa della Liberazione si è tramutata in una gara allo scippo della bandiera “nemica”, un assalto alla diligenza mosso da una parte ben precisa: aggressioni unilaterali, esattamente come quelle perpetrate dagli autocrati che difendono.
Chi afferma sornione che i ragazzi se la sono cercata provocando una reazione forse dimentica che la Liberazione non ha colore politico e che la censura è prassi dei fascisti. O forse parteggia per lo stop all’invio di armi in Ucraina, dimenticandosi che i partigiani combattevano con gli Sten e i Thompson paracadutati dagli Alleati. E ancora che l’Italia di cimiteri in cui sono sepolti ragazzi americani ne è piena. É il sintomo ultimo del tentativo ottantennale di appropriarsi della Resistenza, il rigetto di tutto ciò che non è di sinistra-sinistra, forse risultato di una scarsa attenzione durante l’ora di storia, dato che i partigiani non furono solo comunisti, ma cattolici, azionisti, liberali, socialisti, persino monarchici).
I responsabili di queste violenze di stampo squadrista, giovanissimi, sono gli stessi che si riempiono la bocca di antifascismo e pacifismo. Non una parola di solidarietà da parte dei leader della sinistra e dell’Anpi. Forse è necessario rassegnarsi e cedere alla narrazione del 25 Aprile come festa divisiva: lo sarà fino a quando le piazze non saranno libere di essere partecipate da tutti. Fino a quando non sarà possibile la compresenza di una bandiera palestinese e di una bandiera ucraina.
Foreign Affaires: la guerra ucraina deve finire entro l'anno. Piccole Note (filo-Putin) il 26 aprile 2023 su Il Giornale.
“Quando l’annunciata offensiva dell’Ucraina sarà terminata, Kiev potrebbe riconsiderare l’idea di un accordo negoziato, avendo profuso il suo massimo impegno e preso coscienza” dei limiti degli aiuti esterni. Così Richard Haass e Charles Kupchan che, su Foreign affaires, delineano una articolata via di uscita alla guerra, con un negoziato che dovrebbe prendere avvio subito dopo l’offensiva di Kiev, quindi a fine anno.
Da una tregua alla pace?
Dopo aver accennato ai motivi per cui la Russia potrebbe accogliere la prospettiva, l’articolo prosegue: “Anche dal punto di vista dell’Ucraina, non sarebbe saggio continuare a perseguire ostinatamente una vittoria militare completa che potrebbe dimostrarsi di Pirro. Le forze ucraine hanno già subito oltre 100.000 vittime e perso molte delle loro truppe migliori. L’economia ucraina ha subito un calo di circa il 30%, il tasso di povertà sta aumentando e la Russia continua a bombardare le infrastrutture critiche del paese. Circa otto milioni di ucraini sono fuggiti dal paese, con altri milioni di sfollati interni. L’Ucraina non dovrebbe rischiare di autodistruggersi perseguendo obiettivi che probabilmente sono irraggiungibili“.
Infatti, anche se l’offensiva conseguisse un grande successo, è “improbabile” che riconquisti tutto il territorio perso, così “mentre i costi della guerra aumentano e incombe la prospettiva di una situazione di stallo militare, vale la pena insistere per una tregua duratura, che possa prevenire un nuovo conflitto e, ancora meglio, porre le basi per una pace duratura“.
Infatti, al termine della controffensiva, che dovrà comunque essere supportata da un incremento di aiuti dall’estero, “anche gli Stati Uniti e l’Europa avranno buone ragioni per abbandonare la loro politica dichiarata di sostenere l’Ucraina ‘per tutto il tempo necessario'”. Troppi i costi del conflitto, sia sul piano economico, sia su quello militare.
Da cui un’iniziativa di pace che, per meglio riuscire, dovrebbe coinvolgere anche India e Cina. L’articolo delinea anche i contorni dei negoziati che lascerebbero alla Russia parte del Donbass, con la creazione di una zona smilitarizzata a separare tali regioni dal resto dell’Ucraina, alla quale continuerebbero ad arrivare armi e avrebbe una tutela suppletiva grazie a un accordo di sicurezza siglato con alcuni Paesi garanti della sua difesa, tra cui gli Usa (al modo di Israele).
Inoltre, a Kiev non sarebbe chiesto di rinunciare per sempre alla sua integrità territoriale, ma solo di rimandare tale prospettiva a un futuro non meglio precisato (dopo la “morte di Putin”). Infine, le dovrebbe essere concessa l’adesione all’Unione europea per garantirne la ripresa e lo sviluppo.
Condizioni inaccettabili da Mosca (in particolare il riarmo indefinito), ma è un cambio di passo rispetto al massimalismo attuale e una base per un negoziato. Inoltre, scrivono gli autori, con la Russia si dovrebbe trattare anche un accordo di sicurezza più ampio, che eviti il confronto globale con la Nato.
Certo, Kiev potrebbe fare resistenza, scrivono gli autori, ma ricordano che la Nato ha molte leve per far pressioni, essendo essa dipendente dall’aiuto occidentale. “Per oltre un anno, l’Occidente ha permesso all’Ucraina di definire il successo e fissare gli obiettivi dell’Occidente in questa guerra. Questa politica, indipendentemente dal fatto che avesse senso all’inizio del conflitto, ma ormai ha fatto il suo corso“, concludono gli autori.
Ciò “perché gli obiettivi dell’Ucraina stanno entrando in conflitto con altri interessi occidentali. Ed è insostenibile, perché i costi della guerra stanno aumentando e l’opinione pubblica occidentale e i suoi governi si stanno stancando di questo sostegno continuato. In quanto potenza globale, gli Stati Uniti devono riconoscere che una definizione massimale degli interessi in gioco nella guerra ha prodotto una politica sempre più in conflitto con altre priorità statunitensi“.
Quindi si deve “aiutare l’Ucraina a difendersi e ad avanzare sul campo di battaglia, mettendola nella migliore posizione possibile al tavolo dei negoziati che si dovrebbero aprire entro la fine dell’anno. Nel frattempo, Washington dovrebbe stabilire una rotta diplomatica che garantisca la sicurezza e la vitalità dell’Ucraina all’interno dei suoi confini de facto [cioè limitati], lavorando al contempo per ripristinare l’integrità territoriale del paese a lungo termine. Questo approccio può essere troppo per alcuni e non abbastanza per altri. Ma a differenza delle alternative, ha il vantaggio di unire ciò che è desiderabile a ciò che è fattibile”.