Denuncio al mondo ed ai posteri con i miei libri tutte le illegalità tacitate ed impunite compiute dai poteri forti (tutte le mafie). Lo faccio con professionalità, senza pregiudizi od ideologie. Per non essere tacciato di mitomania, pazzia, calunnia, diffamazione, partigianeria, o di scrivere Fake News, riporto, in contraddittorio, la Cronaca e la faccio diventare storia. Quella Storia che nessun editore vuol pubblicare. Quelli editori che ormai nessuno più legge.
Gli editori ed i distributori censori si avvalgono dell'accusa di plagio, per cessare il rapporto. Plagio mai sollevato da alcuno in sede penale o civile, ma tanto basta per loro per censurarmi.
I miei contenuti non sono propalazioni o convinzioni personali. Mi avvalgo solo di fonti autorevoli e credibili, le quali sono doverosamente citate.
Io sono un sociologo storico: racconto la contemporaneità ad i posteri, senza censura od omertà, per uso di critica o di discussione, per ricerca e studio personale o a scopo culturale o didattico. A norma dell'art. 70, comma 1 della Legge sul diritto d'autore: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali."
L’autore ha il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo (art. 12 comma 2 Legge sul Diritto d’Autore). La legge stessa però fissa alcuni limiti al contenuto patrimoniale del diritto d’autore per esigenze di pubblica informazione, di libera discussione delle idee, di diffusione della cultura e di studio. Si tratta di limitazioni all’esercizio del diritto di autore, giustificate da un interesse generale che prevale sull’interesse personale dell’autore.
L'art. 10 della Convenzione di Unione di Berna (resa esecutiva con L. n. 399 del 1978) Atto di Parigi del 1971, ratificata o presa ad esempio dalla maggioranza degli ordinamenti internazionali, prevede il diritto di citazione con le seguenti regole: 1) Sono lecite le citazioni tratte da un'opera già resa lecitamente accessibile al pubblico, nonché le citazioni di articoli di giornali e riviste periodiche nella forma di rassegne di stampe, a condizione che dette citazioni siano fatte conformemente ai buoni usi e nella misura giustificata dallo scopo.
Ai sensi dell’art. 101 della legge 633/1941: La riproduzione di informazioni e notizie è lecita purché non sia effettuata con l’impiego di atti contrari agli usi onesti in materia giornalistica e purché se ne citi la fonte. Appare chiaro in quest'ipotesi che oltre alla violazione del diritto d'autore è apprezzabile un'ulteriore violazione e cioè quella della concorrenza (il cosiddetto parassitismo giornalistico). Quindi in questo caso non si fa concorrenza illecita al giornale e al testo ma anzi dà un valore aggiunto al brano originale inserito in un contesto più ampio di discussione e di critica.
Ed ancora: "La libertà ex art. 70 comma I, legge sul diritto di autore, di riassumere citare o anche riprodurre brani di opere, per scopi di critica, discussione o insegnamento è ammessa e si giustifica se l'opera di critica o didattica abbia finalità autonome e distinte da quelle dell'opera citata e perciò i frammenti riprodotti non creino neppure una potenziale concorrenza con i diritti di utilizzazione economica spettanti all'autore dell'opera parzialmente riprodotta" (Cassazione Civile 07/03/1997 nr. 2089).
Per questi motivi Dichiaro di essere l’esclusivo autore del libro in oggetto e di tutti i libri pubblicati sul mio portale e le opere citate ai sensi di legge contengono l’autore e la fonte. Ai sensi di legge non ho bisogno di autorizzazione alla pubblicazione essendo opere pubbliche.
Promuovo in video tutto il territorio nazionale ingiustamente maltrattato e censurato. Ascolto e Consiglio le vittime discriminate ed inascoltate. Ogni giorno da tutto il mondo sui miei siti istituzionali, sui miei blog d'informazione personali e sui miei canali video sono seguito ed apprezzato da centinaia di migliaia di navigatori web. Per quello che faccio, per quello che dico e per quello che scrivo i media mi censurano e le istituzioni mi perseguitano. Le letture e le visioni delle mie opere sono gratuite. Anche l'uso è gratuito, basta indicare la fonte. Nessuno mi sovvenziona per le spese che sostengo e mi impediscono di lavorare per potermi mantenere. Non vivo solo di aria: Sostienimi o mi faranno cessare e vinceranno loro.
Dr Antonio Giangrande
NOTA BENE
NESSUN EDITORE VUOL PUBBLICARE I MIEI LIBRI, COMPRESO AMAZON, LULU E STREETLIB
SOSTIENI UNA VOCE VERAMENTE LIBERA CHE DELLA CRONACA, IN CONTRADDITTORIO, FA STORIA
NOTA BENE PER IL DIRITTO D'AUTORE
NOTA LEGALE: USO LEGITTIMO DI MATERIALE ALTRUI PER IL CONTRADDITTORIO
LA SOMMA, CON CAUSALE SOSTEGNO, VA VERSATA CON:
accredito/bonifico al conto BancoPosta intestato a: ANTONIO GIANGRANDE, VIA MANZONI, 51, 74020 AVETRANA TA IBAN: IT15A0760115800000092096221 (CIN IT15A - ABI 07601 - CAB 15800 - c/c n. 000092096221)
versamento in bollettino postale sul c.c. n. 92096221. intestato a: ANTONIO GIANGRANDE, VIA MANZONI, 51, 74020 AVETRANA TA
SCEGLI IL LIBRO
PRESENTAZIONE SU GOOGLE LIBRI
presidente@controtuttelemafie.it
Via Piave, 127, 74020 Avetrana (Ta)3289163996 0999708396
INCHIESTE VIDEO YOUTUBE: CONTROTUTTELEMAFIE - MALAGIUSTIZIA - TELEWEBITALIA
FACEBOOK: (personale) ANTONIO GIANGRANDE
(gruppi) ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE - TELE WEB ITALIA -
ABOLIZIONE DEI CONCORSI TRUCCATI E LIBERALIZZAZIONE DELLE PROFESSIONI
(pagine) GIANGRANDE LIBRI
WEB TV: TELE WEB ITALIA
NEWS: RASSEGNA STAMPA - CONTROVOCE - NOTIZIE VERE DAL POPOLO - NOTIZIE SENZA CENSURA
L’ACCOGLIENZA
SECONDA PARTE
L’ATTACCO
DICIANNOVESIMO MESE
DI ANTONIO GIANGRANDE
L’APOTEOSI
DI UN POPOLO DIFETTATO
Questo saggio è un aggiornamento temporale, pluritematico e pluriterritoriale, riferito al 2023, consequenziale a quello del 2022. Gli argomenti ed i territori trattati nei saggi periodici sono completati ed approfonditi in centinaia di saggi analitici specificatamente dedicati e già pubblicati negli stessi canali in forma Book o E-book, con raccolta di materiale riferito al periodo antecedente. Opere oggetto di studio e fonti propedeutiche a tesi di laurea ed inchieste giornalistiche.
Si troveranno delle recensioni deliranti e degradanti di queste opere. Il mio intento non è soggiogare l'assenso parlando del nulla, ma dimostrare che siamo un popolo difettato. In questo modo è ovvio che l'offeso si ribelli con la denigrazione del palesato.
IL GOVERNO
UNA BALLATA PER L’ITALIA (di Antonio Giangrande). L’ITALIA CHE SIAMO.
UNA BALLATA PER AVETRANA (di Antonio Giangrande). L’AVETRANA CHE SIAMO.
PRESENTAZIONE DELL’AUTORE.
LA SOLITA INVASIONE BARBARICA SABAUDA.
LA SOLITA ITALIOPOLI.
SOLITA LADRONIA.
SOLITO GOVERNOPOLI. MALGOVERNO ESEMPIO DI MORALITA’.
SOLITA APPALTOPOLI.
SOLITA CONCORSOPOLI ED ESAMOPOLI. I CONCORSI ED ESAMI DI STATO TRUCCATI.
ESAME DI AVVOCATO. LOBBY FORENSE, ABILITAZIONE TRUCCATA.
SOLITO SPRECOPOLI.
SOLITA SPECULOPOLI. L’ITALIA DELLE SPECULAZIONI.
L’AMMINISTRAZIONE
SOLITO DISSERVIZIOPOLI. LA DITTATURA DEI BUROCRATI.
SOLITA UGUAGLIANZIOPOLI.
IL COGLIONAVIRUS.
SANITA’: ROBA NOSTRA. UN’INCHIESTA DA NON FARE. I MARCUCCI.
L’ACCOGLIENZA
SOLITA ITALIA RAZZISTA.
SOLITI PROFUGHI E FOIBE.
SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI.
GLI STATISTI
IL SOLITO AFFAIRE ALDO MORO.
IL SOLITO GIULIO ANDREOTTI. IL DIVO RE.
SOLITA TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE.
SOLITO BERLUSCONI. L'ITALIANO PER ANTONOMASIA.
IL SOLITO COMUNISTA BENITO MUSSOLINI.
I PARTITI
SOLITI 5 STELLE… CADENTI.
SOLITA LEGOPOLI. LA LEGA DA LEGARE.
SOLITI COMUNISTI. CHI LI CONOSCE LI EVITA.
IL SOLITO AMICO TERRORISTA.
1968 TRAGICA ILLUSIONE IDEOLOGICA.
LA GIUSTIZIA
SOLITO STEFANO CUCCHI & COMPANY.
LA SOLITA SARAH SCAZZI. IL DELITTO DI AVETRANA.
LA SOLITA YARA GAMBIRASIO. IL DELITTO DI BREMBATE.
SOLITO DELITTO DI PERUGIA.
SOLITA ABUSOPOLI.
SOLITA MALAGIUSTIZIOPOLI.
SOLITA GIUSTIZIOPOLI.
SOLITA MANETTOPOLI.
SOLITA IMPUNITOPOLI. L’ITALIA DELL’IMPUNITA’.
I SOLITI MISTERI ITALIANI.
BOLOGNA: UNA STRAGE PARTIGIANA.
LA MAFIOSITA’
SOLITA MAFIOPOLI.
SOLITE MAFIE IN ITALIA.
SOLITA MAFIA DELL’ANTIMAFIA.
SOLITO RIINA. LA COLPA DEI PADRI RICADE SUI FIGLI.
SOLITO CAPORALATO. IPOCRISIA E SPECULAZIONE.
LA SOLITA USUROPOLI E FALLIMENTOPOLI.
SOLITA CASTOPOLI.
LA SOLITA MASSONERIOPOLI.
CONTRO TUTTE LE MAFIE.
LA CULTURA ED I MEDIA
LA SCIENZA E’ UN’OPINIONE.
SOLITO CONTROLLO E MANIPOLAZIONE MENTALE.
SOLITA SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI.
SOLITA CULTUROPOLI. DISCULTURA ED OSCURANTISMO.
SOLITO MEDIOPOLI. CENSURA, DISINFORMAZIONE, OMERTA'.
LO SPETTACOLO E LO SPORT
SOLITO SPETTACOLOPOLI.
SOLITO SANREMO.
SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO.
LA SOCIETA’
AUSPICI, RICORDI ED ANNIVERSARI.
I MORTI FAMOSI.
ELISABETTA E LA CORTE DEGLI SCANDALI.
MEGLIO UN GIORNO DA LEONI O CENTO DA AGNELLI?
L’AMBIENTE
LA SOLITA AGROFRODOPOLI.
SOLITO ANIMALOPOLI.
IL SOLITO TERREMOTO E…
IL SOLITO AMBIENTOPOLI.
IL TERRITORIO
SOLITO TRENTINO ALTO ADIGE.
SOLITO FRIULI VENEZIA GIULIA.
SOLITA VENEZIA ED IL VENETO.
SOLITA MILANO E LA LOMBARDIA.
SOLITO TORINO ED IL PIEMONTE E LA VAL D’AOSTA.
SOLITA GENOVA E LA LIGURIA.
SOLITA BOLOGNA, PARMA ED EMILIA ROMAGNA.
SOLITA FIRENZE E LA TOSCANA.
SOLITA SIENA.
SOLITA SARDEGNA.
SOLITE MARCHE.
SOLITA PERUGIA E L’UMBRIA.
SOLITA ROMA ED IL LAZIO.
SOLITO ABRUZZO.
SOLITO MOLISE.
SOLITA NAPOLI E LA CAMPANIA.
SOLITA BARI.
SOLITA FOGGIA.
SOLITA TARANTO.
SOLITA BRINDISI.
SOLITA LECCE.
SOLITA POTENZA E LA BASILICATA.
SOLITA REGGIO E LA CALABRIA.
SOLITA PALERMO, MESSINA E LA SICILIA.
LE RELIGIONI
SOLITO GESU’ CONTRO MAOMETTO.
FEMMINE E LGBTI
SOLITO CHI COMANDA IL MONDO: FEMMINE E LGBTI.
L’ACCOGLIENZA
INDICE PRIMA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
GLI EUROPEI
Quei razzisti come gli italiani.
Quei razzisti come i greci.
Quei razzisti come gli austriaci.
Quei razzisti come i croati.
Quei razzisti come i kosovari.
Quei razzisti come i rumeni.
Quei razzisti come gli spagnoli.
Quei razzisti come i francesi.
Quei razzisti come gli svizzeri.
Quei razzisti come i tedeschi.
Quei razzisti come i polacchi.
Quei razzisti come i belgi.
Quei razzisti come gli olandesi.
Quei razzisti come i danesi.
Quei razzisti come i finlandesi.
Quei razzisti come gli svedesi.
Quei razzisti come i norvegesi.
Quei razzisti come gli inglesi.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
GLI AFRO-ASIATICI
Quei razzisti come i nigerini.
Quei razzisti come i zambiani.
Quei razzisti come i zimbabwesi.
Quei razzisti come i ghanesi.
Quei razzisti come i sudanesi.
Quei razzisti come i gabonesi.
Quei razzisti come i ciadiani.
Quei razzisti come i marocchini.
Quei razzisti come i tunisini.
Quei razzisti come gli egiziani.
Quei razzisti come i siriani.
Quei razzisti come i libanesi.
Quei razzisti come i giordani.
Quei razzisti come gli israeliani.
Quei razzisti come i turchi.
Quei razzisti come gli iracheni.
Quei razzisti come gli iraniani.
Quei razzisti come gli arabi sauditi.
Quei razzisti come i qatarioti.
Quei razzisti come gli yemeniti.
Quei razzisti come i somali.
Quei razzisti come gli afghani.
Quei razzisti come i pakistani.
Quei razzisti come gli indiani.
Quei razzisti come i thailandesi.
Quei razzisti come gli indonesiani.
Quei razzisti come i birmani.
Quei razzisti come i bielorussi.
Quei razzisti come i russi.
Quei razzisti come i kazaki.
Quei razzisti come i nord coreani.
Quei razzisti come i cinesi.
Quei razzisti come i giapponesi.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
GLI OCEAN-AMERICANI
Quei razzisti come gli statunitensi.
Quei razzisti come i salvadoregni.
Quei razzisti come gli ecuadoregni.
Quei razzisti come i messicani.
Quei razzisti come i cubani.
Quei razzisti come i colombiani.
Quei razzisti come i brasiliani.
Quei razzisti come i boliviani.
Quei razzisti come i peruviani.
Quei razzisti come i cileni.
Quei razzisti come gli argentini.
Quei razzisti come i canadesi.
Quei razzisti come gli australiani.
Quei razzisti come i neozelandesi.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. UNDICESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. DODICESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. TREDICESIMO MESE. UN ANNO DI AGGRESSIONE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. QUATTORDICESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. QUINDICESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. SEDICESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. DICIASSETTESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. DICIOTTESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. DICIANNOVESIMO MESE
INDICE SECONDA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. VENTESIMO MESE
INDICE TERZA PARTE
SOLITI PROFUGHI E FOIBE. (Ho scritto un saggio dedicato)
Il Giorno del Ricordo.
SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI. (Ho scritto un saggio dedicato)
I Migranti.
I Rimpatri.
Gli affari dei Buonisti.
Cosa succede in Libia.
Gli ostaggi liberati a spese nostre.
Il Caso dei Marò & C.
SOMMARIO
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
Guerra Ucraina - Russia, le news del 24 agosto.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 25 agosto.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 26 agosto.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 27 agosto.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 28 agosto.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 29 agosto.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 30 agosto.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 31 agosto.
Il Punto Militare dall’inizio.
Guerra Ucraina - Russia, le news dell’1 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 2 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 3 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 4 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 5 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 6 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 7 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news dell’8 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 9 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 10 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news dell’11 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 12 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 13 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 14 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 15 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 16 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 17 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 18 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 19 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 20 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 21 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 22 settembre.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 23 settembre.
ANNO 2023
L’ACCOGLIENZA
SECONDA PARTE
L’ATTACCO
DICIANNOVESIMO MESE
DI ANTONIO GIANGRANDE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. DICIANNOVESIMO MESE
Guerra Ucraina - Russia, le news del 24 agosto.
Le notizie di giovedì 24 agosto sul conflitto in Ucraina. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera giovedì 24 agosto 2023.
• Media russi: «Prigozhin morto sul jet della Wagner caduto in Russia. A bordo anche Utkin e altri esponenti del gruppo di mercenari». Cosa sappiamo.
• Dodici minuti di viaggio e nessuna anomalia, poi il segnale si interrompe: cosa è successo al jet della Wagner.
• L’ultimo video, quando il leader della Wagner era apparso in Africa.
• Prigozhin, dalla fortuna con i ristoranti al tentato golpe: la sua storia.
• Le ultime settimane: Prigozhin descritto come un «morto che cammina».
•Biden: «Non accade molto in Russia senza che ci sia dietro Putin».
Ore 01:53 - Oggi un tribunale di Mosca deciderà se prolungare la detenzione del giornalista Evan Gershkovich
Un tribunale di Mosca deciderà oggi, giovedì 24 agosto 2023, se prolungare la custodia cautelare del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich. Gershkovich è stato arrestato a marzo durante un viaggio negli Urali e accusato di spionaggio, accuse che lui, il Wsj e il governo degli Stati Uniti negano con forza. È probabile che la detenzione venga prolungata poiché la Russia raramente rilascia i prigionieri prima del processo. Il suo caso è il primo di un giornalista occidentale arrestato con l`accusa di spionaggio in Russia dall’era sovietica.
Ore 02:08 - Kiev: Mosca ha ancora 27 bombardieri strategici Tu-22M3
A seguito dei recenti attacchi contro le basi aeree militari russe, Mosca attualmente può contare ancora su 27 bombardieri strategici Tu-22M3 funzionanti: lo ha detto il capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov il 23 agosto, senza però specificare quanti sarebbero i micidiali aerei da guerra russi messi fuori combattimento dagli attacchi delle forze speciali ucraine o dai nuclei di sabotatori che operano oltre confine.
Ore 02:15 - Aereo Wagner precipitato, recuperati tutti e dieci i corpi
Sono stati ritrovati tutti e dieci i corpi delle persone che viaggiavano sul jet privato del gruppo Wagner precipitato nella regione russa di Tver. Nella lista dei passeggeri del volo c’era anche il fondatore della società di mercenari, Evgheni Prigozhin, e il suo braccio destro, Dmitry Utkin. Inizialmente sul luogo dello schianto erano stati ritrovati solo 8 corpi e si era ipotizzato che all’appello mancassero proprio i cadaveri di Prigozhin e Utkin. In ogni caso serviranno i test del Dna per risalire alle identità delle vittime, i cui resti sono carbonizzati. Il jet viaggiava tra Mosca e San Pietroburgo quando è esploso, abbattuto da un missile o a causa dell’esplosione di una bomba a bordo, secondo le ipotesi più attendibili formulate finora.
Ore 03:10 - Caos nel campo mercenari in Bielorussia, molto cercano di tornare in Russia
C’è grandissima agitazione nel campo Wagner, nel villaggio di Tsel, in Bielorussia, dopo parte degli uomini della compagnia di mercenari si erano trasferiti dopo la marcia, poi interrotta, verso Mosca. Secondo quando riferiscono varie fonti sui social e sui media locali, alcuni soldati della Wagner starebbero cercando il modo di tornare in Russia e avrebbero già abbandonato il campo. Molti dei mercenari reclutati nelle carceri russe devono invece finire di terminare i 6 mesi al fronte necessari per ottenere la grazia promessa da Putin, ma il loro futuro a questo punto è incerto: da settimane si parle del loro inquadramento nelle truppe regolari russe, ma l’operazione sembrava in stallo. Forse adesso, con la nuova situazione, l’arruolamento nell’esercito di Mosca potrebbe andare in porto. Qualcuno all’interno della compagnia, come scritto sulle chat Telegram del gruppo, vorrebbe vendicare la morte di Prigozhin, ma gli analisti del settore ritengono che la Wagner “decapitata” non abbia molte capacità belliche se non all’interno delle truppe russe. Resta un mistero il numero dei mercenari della Wagner ancora allocati in Bielorussia: a seconda delle fonti, si parla di un organico compreso fra le 2 mila e le 10-12 mila unità.
Ore 04:59 - Trump: «Con me presidente non ci sarebbe stata la guerra in Ucraina»
«Con me alla presidenza non ci sarebbe stata alcuna guerra» in Ucraina. Lo ha affermato l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nell’intervista registrata con Tucker Carlson, trasmessa su Twitter, ora `X´.
Ore 05:03 - Usa, il candidato repubblicano Ramaswamy: «Basta finanziamenti all’Ucraina»
L’imprenditore di origine indiana Vivek Ramaswamy ha detto nel primo dibattito tv tra candidati presidenziali repubblicani che è contrario a finanziare l’Ucraina («non è la nostra priorita») e che le risorse dovrebbero essere utilizzate per difendere il confine col Messico dalle ondate migratorie. Una posizione su cui hanno dissentito gli altri candidati.
Ore 05:36 - Mosca: abbattuti tre droni ucraini sui cieli russi
L’esercito russo ha abbattuto tre droni ucraini. Lo ha dichiarato il ministero della Difesa di Mosca, senza fornire dettagli su danni e vittime. Due droni «sono stati distrutti dalla difesa aerea sul territorio della regione di Bryansk», che confina con l’Ucraina e un altro «è stato individuato e distrutto nella regione di Kaluga», a sud-ovest di Mosca. La capitale russa e altre regioni del Paese sono stati bersagliati da una serie di attacchi di droni ucraini negli ultimi giorni, dopo che all’inizio dell’estate Kiev ha giurato di «restituire» il conflitto alla Russia. Ieri, un attacco di droni ucraini ha ucciso tre persone nella regione russa di confine di Belgorod e un altro drone si è schiantato contro un grattacielo in un quartiere d’affari di Mosca, senza però causare vittime.
Ore 07:51 - Cosa è successo al jet della Wagner con a bordo Prigozhin, nessuna anomalia prima dello schianto
(Leonard Berberi) Il jet privato di proprietà del fondatore del gruppo di mercenari Wagner è precipitato pochi minuti dopo il decollo da uno degli aeroporti di Mosca e, cosa che fa insospettire tanti addetti ai lavori, in un’area poco o per niente abitata. Quasi a voler ridurre al minimo le conseguenze a terra dell’incidente nel quale sono morti, tra i dieci passeggeri che hanno perso la vita, anche Evgheni Prigozhin e il suo braccio destro Dmitri Utkin.
Ore 07:53 - Podolyak: «Prigozhin ha firmato sua condanna a morte dopo rivolta»
La morte di Prigozhin era prevedibile dopo l’ammutinamento contro l’esercito russo, ha detto Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «Prigozhin ha firmato la sua condanna a morte nel momento in cui si è fermato a 200 chilometri da Mosca», ha detto Podolyak al quotidiano tedesco Bild. Podolyak ha affermato che la rivolta di Prigozhin di giugno e l`incursione dei suoi combattenti mercenari nel territorio russo «hanno davvero spaventato» il presidente russo Vladimir Putin e «Putin non perdona nessuno per averlo spaventato».
Ore 07:56 - Gli ultimi due mesi di Prigozhin (e l’unica occasione per salvarsi, persa)
(Andrea Nicastro) Lunedì Prigozhin diceva di essere in Africa «a combattere l’Isis e a rendere la Russia ancora più grande in tutti i continenti».
Ieri sarebbe morto , forse abbattuto dalla contraerea di Putin a 300 chilometri a nord di Mosca. Dal fallito golpe alla (probabile) sua morte o «eliminazione» sono passati due mesi. In questo tempo ha incontrato il leader del Cremlino, è stato indagato, le sue case perquisite, ma non ha abbassato la testa continuando a sferzare i vertici dello Stato.
Ore 08:07 - Kiev: «La liberazione della Crimea impossibile senza azioni militari»
La liberazione della Crimea occupata «è impossibile senza operazioni militari»: lo ha detto il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyryl Budanov, in un’intervista a Radio Liberty. Lo riporta Rbc-Ucraina. «Abbiamo la capacità di colpire qualsiasi parte della Crimea attualmente occupata. Possiamo raggiungere il nemico assolutamente in qualsiasi punto», ha affermato Budanov sottolineando che esistono molte opzioni per la liberazione della penisola annessa, ma che «è impossibile (liberarla) senza operazioni militari e di combattimento».
Ore 08:11 - Isw: «Da Putin ordine di abbattere aereo Prigozhin»
Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, molto probabilmente ha ordinato al comando militare di Mosca di abbattere l’aereo del capo della Wagner, Evgeny Prigozhin, per vendicare l’umiliazione dopo l’ammutinamento dei mercenari del 24 giugno. Lo afferma un rapporto dell’American Institute for the Study of War citato dai media ucraini.
Secondo gli analisti, i rappresentanti delle forze armate russe, in particolare il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo di stato maggiore, generale dell’esercito Valery Gerasimov, difficilmente avrebbero giustiziato Prigozhin senza l’ordine di Putin. «L’intera sfera politica e di sicurezza russa probabilmente ha considerato la sopravvivenza di Prigozhin dopo la rivolta di Wagner come una decisione di Putin», ha osservato ISW. Secondo gli analisti, il ministero della Difesa russo e il Cremlino hanno distrutto la Wagner e indebolito il potere di Prigozhin dopo l’ammutinamento - e l’assassinio dei vertici di Wagner è stato probabilmente il passo finale verso l’eliminazione della brigata come organizzazione indipendente. Allo stesso tempo, l’istituto ha osservato che Prigozhin probabilmente ha cercato di opporsi alla distruzione di «Wagner». L’ISW suggerisce che Putin avesse intenzione di giustiziare Prigozhin da tempo e che l’abbattimento dell’aereo del leader del gruppo mercenario avrebbe potuto essere una coincidenza, anche se, secondo gli analisti, tale opzione è improbabile. «L’ordine quasi certo di Putin al Ministero della Difesa russo di abbattere l’aereo di Prigozhin è molto probabilmente un tentativo pubblico di ripristinare il suo dominio e vendicarsi dell’umiliazione che la ribellione armata del gruppo Wagner PMC del 24 giugno ha inflitto a Putin e ai russi Ministero della Difesa», si legge nel rapporto.
Allo stesso tempo, l’ISW ha osservato che il Cremlino sembra creare le condizioni per rimuovere l’aperta responsabilità dell’omicidio di Prigozhin da parte di Putin e dell’esercito russo. «Rosaviation ha istituito una commissione speciale per indagare sulle condizioni tecniche dell’aereo precipitato, sulle condizioni meteorologiche sulla rotta del volo, nonché sui servizi di dispacciamento e sulle apparecchiature radio di terra. Una fonte interna russa ha affermato che l’incidente aereo sarà molto probabilmente inquadrato come un atto terroristico avvenuto a bordo, e il deputato della Duma di Stato russa Yevhen Popov ha già ripetuto questa versione nei media russi.
Ore 08:18 - Zelensky nel Giorno dell’Indipendenza: «Lottiamo per un’Ucraina indipendente»
«Buon Giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina! Il giorno dei liberi, dei forti e dei dignitosi. La giornata dei pari. Uomini e donne ucraini. In tutto il nostro Paese. In questa lotta, tutti contano. Perché la lotta è per qualcosa che è importante per tutti. Un’Ucraina indipendente». Questo il tweet del presidente ucraino Volodymyr Zelensky per celebrare il Giorno dell’Indipendenza del Paese.
Ore 08:23 - Kostioukovich: «L'attacco contro il jet ordinato dal Cremlino»
«Ci sono ormai diverse prove che ci dicono che Prigozhin fosse su quell'aereo e sarebbe anche stato riconosciuto dai suoi familiari. Possiamo ormai dunque parlare sicuramente di un attentato riuscito. C'è però il mistero del secondo aereo e non bisogna dimenticare che Prigozhin era solito viaggiare sempre con qualche suo sosia, munito anche di documenti opportunamente falsificati». Così al QN Elena Kostioukovich, autrice del libro `Nella mente di Vladimir Putin´. Secondo questa ipotesi Prigozhin sarebbe potuto essere «in Africa, dove era fino a qualche giorno fa. Una vita da fantasma in un continente dove è il padrone assoluto e dove può continuare a gestire i suoi traffici e i suoi affari, anche per conto di Putin».
«Non ho mai pensato - prosegue - che i due fossero realmente entrati in conflitto. Ieri il presidente era piuttosto tranquillo. Sembrava che l'accaduto gli fosse del tutto indifferente». Eppure è impossibile, per l'esperta, che l'ordine sia stato dato da altri: «Gerasimov e Shoigu sono pressoché ininfluenti. Detestavano Prigozhin, perché ha più volte chiesto il loro allontanamento. Ma il presidente Putin ha sempre optato per lasciarli al proprio posto». In ogni caso «può anche essere che ormai Putin sia un leader talmente indebolito, da essere controllato da altri e per altri intendo i servizi segreti, in particolare, Nikolaij Patrushev e Vladimir Bogdanov, ex dirigenti dell'Fsb e oggi nomi forti del cerchio magico più ristretto che gira attorno al presidente».
Ore 08:35 - Russia: «Fiori e candele depositati davanti sede Wagner a San Pietroburgo»
Diverse persone si sono radunate stamane a San Pietroburgo davanti al quartier generale della Wagner all'indomani della notizia della morte del suo fondatore Yevgeny Prigozhin, confermata da Rosaviatsia, l'Agenzia federale del trasporto aereo russo. Secondo alcuni media russi, davanti all'edificio sono stati posti stemmi del gruppo paramilitare, fiori rossi e candele. Intanto, le forze di sicurezza hanno transennato l'area nei pressi del villaggio di Kujenkono, nella regione di Tver, dove ieri pomeriggio è precipitato l'aereo privato Embraer Legacy con a bordo i vertici di Wagner.
Ore 08:54 - Parigi: «Ragionevoli dubbi su incidente aereo Prigozhin»
Esistono «ragionevoli dubbi» sulle «condizioni» dell'incidente aereo in cui si è morto il leader del gruppo paramilitare Wagner, Yevgeny Prigozhin: lo ha detto il portavoce del governo francese, Olivier Véran, in un'intervista a France 2. «In linea di principio, è una verità che può essere stabilita», ha aggiunto.
Ieri il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, aveva commentato che poche cose accadono in Russia senza che Putin vi abbia a che fare.
Ore 09:25 - Russia: «Frammento dell'aereo di Prigozhin trovato a 3,5 km da luogo incidente»
È stato trovato a 3,5 chilometri dal luogo dell'incidente un frammento della coda dell'aereo caduto sul quale si presume viaggiasse il capo del gruppo paramilitare Wagner, Yevgeny Prigozhin. Lo ha riferito l'agenzia Ria Novosti. Il frammento è stato trovato in una radura vicino all'ingresso del villaggio di Kujenkono, nella regione di Tver, a pochi metri dal cottage estivo di un residente locale.
Ore 09:31 - Ex capo della Cia: «Probabile che Mosca cerchi il controllo di Wagner»
È probabile che Mosca cerchi di assumere il controllo del Gruppo Wagner dopo la morte del suo suo fondatore, Yevgeny Prigozhin, in un incidente aereo ieri in Russia: lo ha detto alla Cnn l'ex segretario alla Difesa degli Stati Uniti ed ex direttore della Cia, Leon Panetta. «Penso che saranno molto preoccupati di permettere a questi ragazzi di continuare a operare da soli», ha affermato Panetta riferendosi ai mercenari del Gruppo Wagner. «Non mi sorprenderebbe quindi se affermassero il controllo sul Gruppo Wagner in Africa, in Asia e ovunque si trovino - ha aggiunto -. A questo proposito, credo che anche i membri del Gruppo Wagner debbano preoccuparsi della loro vita».
Ore 09:36 - Mosca: «Morto anche Totmin con Prigozhin, il capo della Wagner in Sudan»
Nella lista passeggeri dell'aereo caduto ieri nei pressi di Mosca, sul quale viaggiavano i due capi della Wagner Yevgeny Prigozhin e Dimitri Utkin, rimasti uccisi nello schianto, c'era anche Alexander Totmin, il capo delle operazioni della Wagner in Sudan. La lista è stata diffusa dal canale Telegram Baza. Totmin, che in Sudan ha anche combattuto sul campo, è considerato dal sito web ucraino Myrotvorets come «una delle guardie del corpo personali di Prigozhin», oltre che responsabile delle operazioni del gruppo in Sudan. Il suo nome di battaglia era «Tot».
La sede del Gruppo Wagner di San Pietroburgo mostra una croce formata dalle luci accese degli uffici, a simboleggiare il lutto per la scomparsa del capo della milizia Yevgney Prigozhin e del suo braccio destro Dmitry Utkin (Ansa)
Ore 09:41 - Prighozin: «Mosca aveva già avviato reclutamento di uomini in Africa»
Nelle ore precedenti l'abbattimento dell'aereo con a bordo i leader del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin e Dimitri Utkin, caduto ieri a poche decine di chilometri da Mosca, il ministero della Difesa russo ha iniziato a reclutare uomini in Africa attraverso le sue agenzie specializzate, Convoi e Redut. Lo rivela il portale iStories Media, in lingua russa e inglese. Il 21 agosto, sul canale Telegram di Convoi, è apparso un messaggio sul reclutamento in Africa di dronisti per controllare i droni d'attacco Orion e Sirius. In precedenza il capo di Convoi, Konstantin Pikalov (ex-supervisore Wagner in diversi contesti africani) aveva detto ad iStories che «la Russia sta preparando un secondo fronte per privare l'Occidente delle risorse» specificando che «daremo ai soldati africani nuove armi e insegneremo loro come usarle» specificando che Convoi opererà «in alcuni paesi africani» senza tuttavia precisare quali.
Ore 09:44 - Ministra degli Esteri tedesca: «Sanzioni contro Mosca non efficaci»
La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha affermato che le sanzioni imposte dall'Occidente contro la Russia per la sua aggressione contro l'Ucraina non sono sufficientemente efficaci. «In generale le sanzioni economiche dovrebbero avere un effetto sull'economia. Ma non è così», ha scritto il Deutsche Welle citando la Baerbock nel libro del giornalista Stephan Lamby «Ernstfall: Regieren in Zeiten des Krieges». «Abbiamo imparato che non è possibile porre fine alla guerra attraverso soluzioni razionali, misure razionali concordate dai governi civili», ha aggiunto, sottolineando che la logica che funziona nei paesi democratici non può essere applicata ai regimi autocratici.
Ore 09:57 - «Tutti i corpi nel jet che trasportava Prigozhin in obitorio per autopsia»
Tutti i 10 corpi trovati nello schianto del jet privato, che presumibilmente trasportava il fondatore del Gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin, sono stati portati in obitorio per l'esame autoptico. Lo hanno riferito i media russi. Secondo la testata Fontanka, i corpi sono stati portati all'obitorio per esami medici forensi nella città di Tver. Il Mosca Times ha riferito che il telefono di Prigozhin è stato trovato sul luogo dell'incidente, sebbene il suo corpo non sia stato ancora identificato.
Ore 10:15 - Russia: detenzione Gershkovich prolungata fino al 30 novembre
La Corte di Lefortovo a Mosca ha esteso, in attesa del processo e fino al 30 novembre, il periodo di detenzione di Evan Gershkovich, il giornalista americano del Wall Street Journal arrestato nel marzo scorso con l’accusa di spionaggio. Lo riferisce una fonte della Corte all’agenzia Tass. Il periodo di detenzione del reporter scadeva il 30 agosto. I giudici hanno accolto una richiesta dei servizi d’intelligence interna di Kiev (Fsb), che accusano Gershkovich di aver raccolto, per conto degli Usa, «informazioni coperte dal segreto di Stato sulle attività di un’azienda del complesso militare-industriale russo». Un’accusa che il giornalista e Washington respingono.
Ore 10:30 - La Wagner dopo Prigozhin: cosa ne sarà dei mercenari russi?
(Lorenzo Cremonesi) Adesso cosa capiterà alla Wagner? L’indicazione probabilmente più interessante arriva dalla Libia, dove i mercenari russi operano almeno dal 2016 in sostegno al regime autonomo del generale Khalifa Haftar a Bengasi in contrapposizione frontale a quello di Tripoli. Già ieri mattina, apparentemente prima della morte di Prigozhin dunque, era giunto a Bengasi il viceministro della Difesa russo, Yunus-Bek Yevkorov.
Ore 10:36 - Brics, presidente Sud Africa: ok a ingresso di sei nuovi membri, tra cui Arabia Saudita e Iran
I Paesi del Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) si sono accordati sui criteri di ammissione al gruppo e del suo allargamento. Lo ha affermato questa mattina il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa in una conferenza stampa tenuta a Johannesburg, dove è in corso l’annuale vertice dei Brics. I Paesi candidati a entrare nel gruppo sono Argentina, Egitto, Etiopia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Iran. «L’adesione avrà effetto dal primo gennaio 2024», ha precisato Ramaphosa.
Ore 10:45 - Kiev: «Perdite tra le forze russe in un’operazione speciale in Crimea»
Il rappresentante dell’intelligence militare ucraina (Gur), Andriy Yusov, riferisce che unità dell’intelligence ucraina sono sbarcate questa mattina nella Crimea occupata, nell’ambito di un’operazione speciale. «L’intelligence della Difesa ucraina, in collaborazione con la Marina militare, ha condotto un’operazione speciale, l’obiettivo è stato raggiunto, non ci sono state perdite tra il personale», ha affermato Yusov, aggiungendo che i russi hanno subito perdite di uomini e mezzi.
Ore 10:55 - La Cina sceglie il silenzio sul caso Prigozhin
Pechino non si esprime sulla morte del capo dei mercenari della Wagner, Yevgeny Prigozhin. «La Cina ha letto le notizie a riguardo», è stato l’unico commento del portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, in risposta a una domanda sullo schianto dell’aereo a bordo del quale risultava tra i passeggeri anche il leader del gruppo Wagner.
Ore 11:04 - Putin parla ai Brics ma non menziona Prigozhin
Ancora silenzio di Vladimir Putin e del Cremlino sull’abbattimento dell’aereo su cui presumibilmente si trovava e avrebbe perso la vita il fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin. Il presidente russo, intervenendo in videocollegamento alla riunione dei Brics in corso a Johannesburg, ha parlato esclusivamente dell’allargamento del gruppo, «per far sì che cresca la sua influenza nel mondo».
Ore 11:23 - Chi c’era con Prigozhin e Utkin sul jet caduto in Russia
(Irene Soave) La lista l’ha diffusa mercoledì in tarda sera su Telegram Rosaviatsija, l’aviazione di Mosca. I passeggeri registrati a bordo dell’Embraer Legacy 600 precipitato mercoledì a Tver, mentre volava tra Mosca e San Pietroburgo, erano dieci: sette passeggeri, due piloti, una hostess. Il più noto è il fondatore di Wagner ed ex «cuoco di Putin» Evgenij Prigozhin, sulla cui effettiva scomparsa (era solo segnato sulla lista dei passeggeri, e si è invece nascosto?) si interrogano molti osservatori. Ma chi erano gli altri?
Ore 11:28 - Flightradar24, bruschi cambi di quota del jet di Prigozhin
Il sito per il tracciamento dei voli Flightradar24 riferisce che, prima di scomparire dai radar, l’aereo precipitato ieri in Russia, su sui secondo le autorità russe si trovava Yevgeny Prigozhin, ha cambiato bruscamente più volte altitudine. Da 28.000 piedi, scrive il sito, l’aereo è sceso bruscamente, prima di riprendere quota e portarsi ad un massimo di 30.100 piedi. Poi è sceso all’improvviso a 27.500 piedi per poi risalire nuovamente a 29.300 piedi. Infine ha ridotto nuovamente l’altitudine fino a 19.725 piedi, quando è scomparso dai radar.
Ore 11:46 - Putin: «Da Occidente colonialismo in nuova confezione»
I Paesi del cosiddetto «miliardo d’oro», cioè quelli appartenenti al sistema occidentale, vogliono «preservare il mondo unipolare», cercando di imporre le loro regole in contrasto con il sistema della legge internazionale. Lo afferma il presidente russo Vladimir Putin, intervenendo in videocollegamento alla giornata conclusiva vertice del Brics a Johannesburg. Secondo Putin, citato dall’agenzia Ria Novosti, il loro è «colonialismo in una nuova confezione».
Ore 11:51 - Gruppo Wagner ai mercenari: «Non fate nulla di stupido»
Il Gruppo Wagner ha invitato i suoi mercenari a non fare «nulla di stupido» dopo la morte del fondatore Yevgeny Prigozhin. «Fratelli! Al momento stiamo aspettando informazioni dai nostri comandanti. Non saltate alle conclusioni! Ora siamo tutti in preda alle emozioni, ma dobbiamo mantenere il controllo. Non fate nulla di stupido», si legge in un messaggio pubblicato sul canale Telegram del gruppo.
Ore 11:59 - Xi Jinping, la morte di Prigozhin e l’«incidente aereo» del 1971 in Cina in cui morì il braccio destro di Mao
(Federico Rampini) A che cosa pensa Xi Jinping di fronte alla morte di Prigozhin? Forse alla sua infanzia. C’è un precedente illustre, nella storia della Cina comunista, di un capo-fazione il cui aereo fu abbattuto. Correva l’anno 1971, nella Repubblica Popolare da cinque anni divampava la cosiddetta Rivoluzione culturale: il Paese era sotto il regime del terrore imposto dalle Guardie rosse, tra processi sommari, esecuzioni in piazza, purghe e persecuzioni di dissidenti o presunti tali. Quella larvata guerra civile era stata istigata da Mao Zedong, con il contributo decisivo del suo braccio destro e successore designato, il vicepremier Lin Biao (all’epoca in Italia il suo nome si scriveva Lin Piao)
Ore 12:06 - Bielorussia, tagliato internet nel campo della Wagner
Le autorità bielorusse hanno tagliato internet nell’area del campo del gruppo Wagner, nel villaggio di Tale. Lo scrive FranceNews24 su X (ex Twitter), aggiungendo che è probabile che i presidenti russo e bielorusso, Vladimir Putin e Alexander Lukashenko, stiano tentando di impedire ai mercenari di comunicare tra loro e di coordinare una risposta dopo la morte del loro capo, Evgeny Prigozhin, e del suo braccio destro, Dmitrij Utkin.
Ore 12:14 - Kiev: «Prigozhin? Un terrorista in meno e più instabilità»
«Un terrorista in meno significa più instabilità in Russia». Lo afferma Yuri Sak, consigliere del ministro degli Esteri ucraino. «E’ ancora un altro segnale del fatto che la Russia sta diventando uno stato fallito, governato da un terrorista che ha paura del suo stesso popolo. E dalla nostra prospettiva, qualsiasi cosa renda la Russia debole ci rende più forti», ha riferito al programma Today su Radio 4.
Ore 12:28 - Kiev: piantata la bandiera ucraina sul suolo della Crimea
Le forze ucraine hanno piantato una bandiera ucraina sul suolo della Crimea occupata durante l’operazione speciale condotta oggi. Lo ha reso noto il servizio stampa dell’intelligence militare ucraina, come riporta Rbc-Ucraina.
Ore 12:48 - Media su Telegram: in obitorio riconosciuto il corpo di Prigozhin
Il corpo di Evgheni Prigozhin e di Dmitri Utkin sono stati riconosciuti da uno dei comandanti della Wagner all’obitorio dove sono stati trasferiti dopo lo schianto dell’aereo su cui viaggiavano ieri. Lo riporta Unian, che riprende quanto si afferma in uno dei canali Telegram legati al gruppo di mercenari, Chka-Ogpu. «Il segno principale per riconoscere Prigozhin è stata l’assenza di un dito, mentre per Utkin la sua altezza e i tatuaggi», scrive il canale.
Ore 13:53 - L'aereo su cui viaggiava Prigozhin è stato abbattuto o sabotato? La ricostruzione e le ipotesi
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) «Non considerare uno morto finché non hai visto il suo cadavere. E anche in questo caso potrebbe essere un errore». La citazione di Frank Herbert è perfetta per l’intrigo Prigozhin. È l’approccio che è stato usato in passato quando veniva annunciato il decesso di un terrorista. Esisteva sempre il dubbio di una «finta» per continuare a campare, anche se il leader della Wagner ha un profilo completamente diverso. Non poteva stare in clandestinità ma aveva bisogno della «luce» per contare e fare affari. Resta una percentuale di prudenza perché è un mondo nebuloso dove vale sempre «tutto e il contrario di tutto». Tanto più se la figura centrale, con piroette e retromarce, ha costruito l’immagine di personaggio imprevedibile, come lo sono state le sue ultime mosse.
Ore 14:02 - Zelensky: «Prigozhin? Noi non c’entriamo, tutti sanno chi è stato»
Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha affermato che il suo Paese è estraneo alla morte del fondatore e leader della Wagner, Evvgenij Prigozhin. «Non abbiamo nulla a che fare con questo fatto. Tutti sanno chi ha un ruolo in quanto è accaduto». Le sue parole ai giornalisti riportate dall’agenzia Interfax-Ucraina.
Ore 14:22 - Lavrov oggi incontra Guterres, al centro l’accordo sul grano
Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, incontrerà oggi il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, per discutere del futuro dell’accordo sul grano. Lo riferisce l’agenzia di stampa Tass.
Ore 14:50 - Allarme aereo in tutta l’Ucraina
In tutta l’Ucraina è stato annunciato un allarme aereo. Lo hanno comunicato le autorità di Kiev temendo nuovi attacchi russi.
Ore 14:59 - Incontro Putin-Erdogan a Sochi il 4 settembre
Il presidente russo incontrerà il presidente turco in territorio russo, a Sochi, il 4 settembre. Lo riportano i media russi.
Ore 15:30 - Ex 007 Gb: ipotesi bomba sull’aereo di Prigozhin, forse in una cassa di vino ricevuta in dono
Potrebbe essere stata «una bomba in una cassa di vino» a far cadere l’aereo sul quale si ritiene che viaggiasse il leader del gruppo Wagner Evgenij Prigozhin. Lo ha detto all’emittente britannica Sky News un ex funzionario dell’intelligence britannica, Christopher Steele, aggiungendo che «è una fine ironica per l’ex cuoco di Putin». In rete continuano a circolare voci secondo cui i passeggeri dell’aereo avrebbero ricevuto in dono una cassa di vino, che sarebbe poi esplosa.
Ore 15:41 - Sito russo: identificato il corpo di Prigozhin ma servirà il Dna
Il corpo di Prigozhin, che secondo le autorità russe era a bordo del jet caduto, sarebbe stato identificato con «prove circostanziali», ma la conferma potrà venire solo dal test del Dna. Lo scrive il sito di notizie russo Fontanka. Il sito, che afferma di avere parlato con un membro della squadra di investigatori sul luogo dello schianto, ha sottolineato che i corpi ritrovati sono carbonizzati e quindi non è possibile un riconoscimento visivo. Un canale Telegram, «VChK-OGPU», afferma che un segno indiretto che uno dei corpi trovati è quello di Prigozhin è che gli manca una falange di un dito della mano.
Ore 15:54 - Lituania: «La morte di Prigozhin non aumenta la sicurezza della regione»
«Non ci fa stare più tranquilli» la morte di Prigozhin, perché non migliora la sicurezza regionale. Lo ha detto il presidente della Lituania Gitanas Nauseda affermando che «davvero non dobbiamo pensare che la morte di Prigozhin ci possa far stare più tranquilli o che in qualche modo migliori la situazione della sicurezza». La morte di Prigozhin, secondo Nauseda, «porterà pochi cambiamenti» alla sicurezza regionale.
Ore 16:03 - Zelensky: «La morte di Prigozhin è qualcosa di positivo per l’Ucraina»
«La morte di Prigozhin? Certo che è qualcosa di positivo per l’Ucraina». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa a Kiev con il suo omologo portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa. E poi ha fatto una battuta: «Quando ho chiesto ai partner il supporto aereo, non era quello che pensavo».
Ore 16:20 - Zelensky: «Il Portogallo addestrerà i piloti ucraini sugli F-16»
Il Portogallo è pronto a partecipare all’addestramento dei piloti ucraini sui caccia F-16. Lo ha annunciato Zelensky dopo aver incontrato il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Souza a Kiev. «Il Portogallo ha confermato la sua disponibilità a partecipare all’addestramento dei piloti e degli ingegneri ucraini sugli aerei F-16 - detto Zelensky - Abbiamo anche discusso delle opportunità di espandere la cooperazione nel campo della difesa, compresa la fornitura di attrezzature mediche e attrezzature per lo sminamento all’Ucraina».
Ore 16:56 - Kiev: un morto e 16 feriti nei raid nel giorno dell’Indipendenza
Almeno una persona è stata uccisa e 16 sono rimaste ferite negli attacchi russi in tutta l’Ucraina nel suo anniversario dell’Indipendenza da Mosca. A riferirlo i funzionari locali citati dal Guardian. Le città di Kherson e Dnipro e la località in prima linea di Kurakhove sono state colpite da attacchi che hanno ferito civili, e un contadino è stato ucciso da un bombardamento nel sud dell’Ucraina. Secondo il governatore regionale di Dnipro, Serhiy Lysak, un attacco missilistico russo su un terminal degli autobus nell’omonima città ha ferito 10 persone.
Ore 16:58 - Il secondo aereo noleggiato da Prigozhin vola a Baku
Il secondo aereo noleggiato dal leader del gruppo Wagner, Evvgenij Prigozhin, ha lasciato Mosca alla volta di Baku, in Azerbaigian. Non è chiaro chi sia a bordo. È quanto riporta il sito di San Pietroburgo Fontanka, citando il servizio online Flightradar. Ieri, questo velivolo Embraer con codice RA-02748 è volato da Mosca a San Pietroburgo prima di rientrare all’aeroporto Ostafyevo, nei pressi di Mosca, dopo lo schianto dall’Embraer su cui volavano Prigozhin e Dmitry Utkin, altro fondatore e comandante del gruppo Wagner, nella regione di Tver.
Ore 17:10 - «Almeno 30 russi uccisi nell’operazione ucraina in Crimea»
Almeno 30 russi sono rimasti uccisi nell’operazione lanciata la scorsa notte dalle forze speciali ucraine sulla costa occidentale della Crimea occupata dalla Russia. Lo ha detto il portavoce dell’intelligence della Difesa ucraina, Andriy Yusov, al sito ucraino Suspilne. Yusov ha riferito di un’operazione condotta vicino al villaggio di Mayak, in Crimea, in cui sono stati danneggiati quattro motoscafi e uccisi almeno 30 russi.
Ore 17:15 - Fonti Usa alla Reuters: il jet di Prigozhin abbattuto da un missile
Gli Usa ritengono che sia stato un missile terra-aria proveniente dall’interno della Russia ad abbattere l’aereo con a bordo presumibilmente il capo della Wagner Evghenij Prigozhin: lo scrive la Reuters citando due dirigenti americani sotto anonimato, secondo cui si tratta di un’informazione ancora preliminare.
Ore 17:19 - Fiamme in una base russa a Tokmak nella regione di Zaporizhzhia
Un incendio con un’alta colonna di fumo è scoppiato in una base russa a Tokmak nella regione di Zaporizhzhia. Non si sa come sia scoppiato questo incendio. Il video delle fiamme è stato pubblicato sui canali Telegram ucraini.
Ore 17:44 - La Norvegia conferma, fornirà gli F-16 a Kiev
La Norvegia fornirà caccia F-16 all’Ucraina: lo ha annunciato questo pomeriggio il primo ministro norvegese Jonas Gahr Store in un comunicato. «Torneremo sui dettagli riguardanti il numero e i tempi di consegna», ha aggiunto Store che oggi ha effettuato una visita a sorpresa a Kiev, nell’anniversario dell’indipendenza dell’Ucraina. Secondo l’agenzia di stampa norvegese Ntb, il numero di velivoli forniti sarà compreso tra 5 e 10. La Norvegia diventa così il terzo Paese a impegnarsi a fornire F-16 a Kiev, dopo Danimarca e Olanda.
Ore 17:49 - Zelensky scherza su Prigozhin: «Quando ho chiesto supporto aereo non pensavo a questo»
L’ironia del presidente ucraino in conferenza stampa, a proposito della morte del capo della Wagner.
Ore 17:56 - Wsj: «Prigozhin è stato ucciso, probabile bomba sul jet»
Le informazioni iniziali di intelligence indicano che Prigozhin è stato assassinato con un complotto, ma non sembra che l’aereo su cui viaggiava sia stato colpito da un missile terra-aria. Lo riporta il Wall Street Journal citando funzionari dell’amministrazione americana, secondo le quali le valutazioni preliminari suggeriscono che una bomba sia esplosa sull’aereo o ci sia stata qualche altra forma di sabotaggio. In precedenza altre fonti americane citate dalla Reuters avevano parlato di un missile che avrebbe colpito il jet.
Ore 18:09 - Le condoglianze di Putin per i morti del jet: «Hanno dato un contributo significativo alla lotta contro il regime neonazista»
Il presidente russo Vladimir Putin ha espresso le sue condoglianze ai familiari dei morti nello schianto del jet, durante un incontro con il capo filorusso dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, Denis Pushilin. Le persone della compagnia Wagner che «secondo quanto indicato dai dati primari» erano presenti sul volo che si è schiantato ieri in Russia «hanno dato un contributo significativo alla nostra causa comune della lotta contro il regime neonazista in Ucraina. Non lo dimenticheremo». Lo riporta Ria Novisti.
Ore 18:18 - Le condoglianze di Putin: «Prigozhin uomo di talento che ha fatto errori»
Nel fare le condoglianze ai familiari delle vittime del jet, il presidente russo Vladimir Putin ha speso qualche parola per ricordare il leader della Wagner, descrivendolo come «un uomo di talento che ha fatto errori, dal destino difficile». «Conoscevo Prigozhin dagli inizi degli anni Novanta — ha affermato —. Era un uomo dal destino difficile e ha commesso gravi errori nella vita. Era una persona di talento, un uomo d’affari di talento, ha lavorato non solo nel nostro Paese, ottenendo risultati, ma anche all’estero, in Africa in particolare». E ancora: «Da quanto ne so, era tornato dall’Africa proprio ieri e aveva incontrato alcune autorità».
E ha assicurato che sulla tragedia ci sarà un’indagine approfondita. «Ciò che è assolutamente certo è che la commissione investigativa ha già avviato un’indagine preliminare su questo incidente, che sarà portata avanti e portata a termine», ha dichiarato ancora il leader del Cremlino citato da Interfax. «Vediamo cosa diranno gli investigatori nel prossimo futuro, ora si stanno effettuando gli esami tecnici e genetici, ci vorrà del tempo». Aggiungendo: «Il capo del Comitato investigativo mi ha fatto rapporto stamane».
Ore 19:14 - Nyt: esplosione a bordo dell’aereo di Prigozhin
A far cadere l’aereo sul quale viaggiava Prigozhin è stata probabilmente un’esplosione a bordo del velivolo causata da una bomba o da un altro dispositivo presente sull’aereo. Lo riporta il New York Times citando funzionari americani e occidentali, secondo i quali il presidente Vladimir Putin avrebbe ordinato la distruzione dell’aereo nel tentativo di uccidere il capo della Wagner. Una conclusione definitiva sulle cause comunque non è ancora stata fornita.
Ore 19:28 - Lavrov su Prigozhin: concentrarsi sui fatti e non sui media occidentali
Commentando l’incidente aereo di Prigozhin il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha affermato che c’è un’indagine in corso «che è stata avviata immediatamente» e ha suggerito di «concentrarsi sui fatti e non su ciò che dicono i media occidentali». Lo riporta Ria Novosti.
Ore 19:49 - Lavrov a Guterres: «Pronti a rientrare nell’accordo sul grano»
La Russia è pronta a rientrare nell’accordo sul grano se gli impegni presi verranno rispettati. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghei al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, a margine dell’incontro in Sudafrica dei Brics. L’accordo sul grano è stato firmato a Istanbul il 22 luglio 2022. L’iniziativa è stata prorogata per 120 giorni nel mese di novembre 2022 fino a marzo 2023, a cui sono seguite due proroghe di due mesi. Mosca ha presentato il 17 luglio le sue obiezioni all’ulteriore estensione dell’accordo sul grano ad Ankara, Kiev e alle Nazioni Unite.
Ore 20:37 - Nuove sanzioni Usa contro Russia, colpiti responsabili deportazione minori
Il dipartimento di Stato americano ha introdotto nuove sanzioni contro più di una decina di persone ed entità coinvolte con la deportazione dei minori ucraini in Russia.
Si tratta di cinque esponenti politici russi, coinvolti per aver «facilitato» i trasferimenti e l'adozione dei minori da parte delle famiglie russe, fra cui Galina Anatolevna Pyatykh, consigliera del governatore di Belgoro e commissaria per l'infanzia della regione, cinque persone coinvolte con il trasferimento dei ragazzini nei campi giovanili russi e nei territori occupati. Dall'inizio della guerra, sono 700mila i minori ucraini trasferiti in Russia.
Ore 20:48 - Zelensky conferma: «La Norvegia ci fornirà gli F-16»
«La Norvegia fornirà F-16 all'Ucraina. La migliore notizia per il nostro Giorno dell'Indipendenza. Durante i nostri colloqui, ho ringraziato il primo ministro Jonas Gahr Store e tutti i norvegesi per questo e altro sostegno cruciale. Saremo inoltre lieti di organizzare a Oslo uno dei prossimi round dei colloqui sulla Formula di Pace». Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 21:06 - Pentagono: «Aereo Prigozhin non abbattuto da un missile»
Il capo di Wagner Yevgeny Prigozhin è stato probabilmente ucciso ma nulla indica che sia stato un missile terra-aria ad abbattere l'aereo. Lo afferma il portavoce del Pentagono Pat Ryder.
Ore 21:35 - A settembre comincia negli Usa addestramento su F-16
Il Pentagono ha annunciato oggi che a settembre inizierà l'addestramento di diversi piloti ucraini negli Stati Uniti per operare con aerei da caccia F-16. «I piloti riceveranno lezioni di inglese alla base aeronautica di Lackland a San Antonio, in Texas, a settembre, prima di essere addestrati a pilotare gli F-16 in Arizona», ha detto il portavoce del Pentagono Pat Ryder.
Ore 00:30 - Zelensky parla con Biden: «Insieme per la libertà e l’indipendenza»
Colloquio telefonico tra Volodymyr Zelensky e Joe Biden nel giorno dell’indipendenza dell’Ucraina. In un post su X, dopo aver ringraziato il presidente americano per gli auguri fatti nella ricorrenza, il presidente ucraino ha ricordato che «gli Stati Uniti hanno mobilitato il sostegno globale per l’Ucraina. Questa leadership cruciale ha reso possibile la nostra lotta e ha piegato l’arco della storia verso il bene. Insieme, dimostriamo che vale la pena lottare per la libertà e l’indipendenza».
«Ringrazio il presidente Biden, il Congresso degli Stati Uniti e tutti gli americani per questo. Potete contare sull’Ucraina per proteggere i nostri valori condivisi», ha concluso Zelensky.
Ore 00:47 - Mosca, chiuso spazio aereo su aeroporti Vnukovo e Domodedovo
Chiuso lo spazio aereo sugli aeroporti moscoviti di Vnukovo e Domodedovo. Al momento non ci sono arrivi e partenze, hanno dichiarato alla Tass i servizi di aviazione. «Gli aeroporti Domodedovo e Vnukovo non gestiscono temporaneamente le partenze e gli arrivi dei voli. Gli aerei sono stati in parte reindirizzati nella zona di attesa», ha detto una fonte.
Ore 01:04 - Mosca: «Sventato attacco ucraino a strutture civili»
Il ministero della Difesa russo afferma che è stato «rilevato e distrutto» un missile ucraino che minacciava installazioni civili sul territorio russo, nella regione di Kaluga, a circa 200 chilometri da Mosca. Lo riporta la Tass. «Questa notte è stato sventato un tentativo del regime di Kiev di sferrare attacchi terroristici contro installazioni civili sul territorio della Federazione Russa con i missili del sistema di difesa aerea S-200 migliorato», ha affermato il ministero. «Il missile è stato rilevato e distrutto dai mezzi di difesa aerea sul territorio della regione di Kaluga», ha aggiunto.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 25 agosto.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Putin: «Tutti i paramilitari dovranno giurare fedeltà». Recuperate le scatole nere del jet della Wagner. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera venerdì 25 agosto 2023.
Le notizie sul conflitto in Ucraina di venerdì 25 agosto, in diretta. Il Cremlino: «Legalmente non esistono compagnie militari private come Wagner». Troshev nuovo leader dei mercenari?
• Dal fronte, continuano ad arrivare conferme alla notizia dello sfondamento della prima linea russa da parte delle truppe ucraine nella zona di Zaporizhizhia.
• Secondo Kiev, decine di soldati russi sarebbero morti nel corso dell’attacco condotto con droni contro la base militare della flotta di Mosca a Perevalne, in Crimea.
• Sono state recuperate le scatole nere del jet della Wagner precipitato in Russia e sul quale secondo le autorità di Mosca viaggiava il leader della compagnia di mercenari Prigozhin. Le indagini dovranno accertare le cause del disastro, secondo fonti occidentali l’ipotesi più plausibile è quella dell’esplosione di una bomba. Un’operazione che sarebbe stata voluta da Putin.
•Lukashenko: «Per ora il gruppo Wagner resterà in Bielorussia».
•Mosca valuta di arruolare altri 450mila uomini.
•Il Pentagono: «A settembre inizierà l’addestramento sugli F-16».
• Nuove sanzioni Usa contro Russia, colpiti responsabili deportazione minori.
Ore 00:16 - Podolyak: «Prigozhin ha firmato sua condanna a morte dopo rivolta»
La morte di Prigozhin era prevedibile dopo l’ammutinamento contro l’esercito russo, ha detto Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «Prigozhin ha firmato la sua condanna a morte nel momento in cui si è fermato a 200 chilometri da Mosca», ha detto Podolyak al quotidiano tedesco Bild. Podolyak ha affermato che la rivolta di Prigozhin di giugno e l`incursione dei suoi combattenti mercenari nel territorio russo «hanno davvero spaventato» il presidente russo Vladimir Putin e «Putin non perdona nessuno per averlo spaventato».
Ore 00:22 - Gli ultimi due mesi di Prigozhin (e l’unica occasione per salvarsi, persa)
(Andrea Nicastro) Lunedì Prigozhin diceva di essere in Africa «a combattere l’Isis e a rendere la Russia ancora più grande in tutti i continenti».
Ieri sarebbe morto , forse abbattuto dalla contraerea di Putin a 300 chilometri a nord di Mosca. Dal fallito golpe alla (probabile) sua morte o «eliminazione» sono passati due mesi. In questo tempo ha incontrato il leader del Cremlino, è stato indagato, le sue case perquisite, ma non ha abbassato la testa continuando a sferzare i vertici dello Stato.
Ore 00:48 - Pentagono: «Aereo Prigozhin non abbattuto da un missile»
Il capo di Wagner Yevgeny Prigozhin è stato probabilmente ucciso ma nulla indica che sia stato un missile terra-aria ad abbattere l'aereo. Lo afferma il portavoce del Pentagono Pat Ryder.
Ore 01:00 - L’aereo su cui viaggiava Prigozhin è stato abbattuto o sabotato? La ricostruzione e le ipotesi
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) «Non considerare uno morto finché non hai visto il suo cadavere. E anche in questo caso potrebbe essere un errore». La citazione di Frank Herbert è perfetta per l’intrigo Prigozhin. È l’approccio che è stato usato in passato quando veniva annunciato il decesso di un terrorista. Esisteva sempre il dubbio di una «finta» per continuare a campare, anche se il leader della Wagner ha un profilo completamente diverso. Non poteva stare in clandestinità ma aveva bisogno della «luce» per contare e fare affari. Resta una percentuale di prudenza perché è un mondo nebuloso dove vale sempre «tutto e il contrario di tutto». Tanto più se la figura centrale, con piroette e retromarce, ha costruito l’immagine di personaggio imprevedibile, come lo sono state le sue ultime mosse. Le condoglianze di Vladimir Putin, espresso solo mercoledì, dovrebbero però rafforzare la versione di una dipartita reale di «un uomo di talento dal destino difficile» (così lo ha definito).
Ore 01:33 - Nuove sanzioni Usa contro Russia, colpiti responsabili deportazione minori
Il dipartimento di Stato americano ha introdotto nuove sanzioni contro più di una decina di persone ed entità coinvolte con la deportazione dei minori ucraini in Russia.
Si tratta di cinque esponenti politici russi, coinvolti per aver «facilitato» i trasferimenti e l’adozione dei minori da parte delle famiglie russe, fra cui Galina Anatolevna Pyatykh, consigliera del governatore di Belgoro e commissaria per l’infanzia della regione, cinque persone coinvolte con il trasferimento dei ragazzini nei campi giovanili russi e nei territori occupati. Dall’inizio della guerra, sono 700mila i minori ucraini trasferiti in Russia.
Ore 02:00 - Jet caduto, le condoglianze di Putin alle vittime. Lo zar conferma indirettamente la morte di Prigozhin: «Ha sbagliato»
(di Fabrizio Dragosei) La quasi-conferma della morte del mercenario ribelle è venuta dal capo dello Stato in persona: «Faccio le mie sincere condoglianze alle famiglie di tutti i morti per la catastrofe aerea… I dati preliminari dicono che a bordo si trovavano dirigenti della compagnia Wagner… Prigozhin lo conoscevo da molto tempo, dall’inizio degli anni Novanta. Era un uomo di un destino complesso e ha commesso seri errori nella vita. Ma ha ottenuto i risultati che servivano, sia per sé che per la causa comune quando gliel’ho chiesto. Come, appunto, in questi ultimi mesi». Vladimir Putin non ha invece detto nulla su che cosa abbia provocato la caduta dell’aereo, mentre gli esperti ormai puntano quasi tutti su un atto doloso. Probabilmente una bomba a bordo,
Ore 02:50 - A settembre comincia negli Usa addestramento su F-16
Il Pentagono ha annunciato oggi che a settembre inizierà l'addestramento di diversi piloti ucraini negli Stati Uniti per operare con aerei da caccia F-16. «I piloti riceveranno lezioni di inglese alla base aeronautica di Lackland a San Antonio, in Texas, a settembre, prima di essere addestrati a pilotare gli F-16 in Arizona», ha detto il portavoce del Pentagono Pat Ryder.
Ore 03:01 - Zelensky parla con Biden: «Insieme per la libertà e l’indipendenza»
Colloquio telefonico tra Volodymyr Zelensky e Joe Biden nel giorno dell’indipendenza dell’Ucraina. In un post su X, dopo aver ringraziato il presidente americano per gli auguri fatti nella ricorrenza, il presidente ucraino ha ricordato che «gli Stati Uniti hanno mobilitato il sostegno globale per l’Ucraina. Questa leadership cruciale ha reso possibile la nostra lotta e ha piegato l’arco della storia verso il bene. Insieme, dimostriamo che vale la pena lottare per la libertà e l’indipendenza».
«Ringrazio il presidente Biden, il Congresso degli Stati Uniti e tutti gli americani per questo. Potete contare sull’Ucraina per proteggere i nostri valori condivisi», ha concluso Zelensky.
Ore 03:27 - Mosca, chiuso spazio aereo su aeroporti Vnukovo e Domodedovo
Chiuso lo spazio aereo sugli aeroporti moscoviti di Vnukovo e Domodedovo. Al momento non ci sono arrivi e partenze, hanno dichiarato alla Tass i servizi di aviazione. «Gli aeroporti Domodedovo e Vnukovo non gestiscono temporaneamente le partenze e gli arrivi dei voli. Gli aerei sono stati in parte reindirizzati nella zona di attesa», ha detto una fonte.
Ore 03:51 - Mosca: «Sventato attacco ucraino a strutture civili»
Il ministero della Difesa russo afferma che è stato «rilevato e distrutto» un missile ucraino che minacciava installazioni civili sul territorio russo, nella regione di Kaluga, a circa 200 chilometri da Mosca. Lo riporta la Tass. «Questa notte è stato sventato un tentativo del regime di Kiev di sferrare attacchi terroristici contro installazioni civili sul territorio della Federazione Russa con i missili del sistema di difesa aerea S-200 migliorato», ha affermato il ministero. «Il missile è stato rilevato e distrutto dai mezzi di difesa aerea sul territorio della regione di Kaluga», ha aggiunto.
Ore 05:05 - Mosca: «Sventato attacco Kiev con 42 droni contro la Crimea»
Le forze russe hanno sventato durante la notte un attacco ucraino alla Crimea con 42 droni. Lo ha riferito il ministero della Difesa russo, precisando che «nove sono stati distrutti sul territorio della Repubblica di Crimea» e altri «33 sono stati colpiti da contromisure elettroniche e si sono schiantati senza raggiungere l’obiettivo».
Ore 07:19 - «Attacchi russi nella notte a Odessa»
Nella notte truppe russe hanno attaccato due volte la regione di Odessa con missili cruise. Lo ha riferito Rbc-Ucraina, citando il portavoce dell’Ova Serhii Bratchuk. A tarda sera gli occupanti hanno colpito la zona di Cornomorsk con due missili. Inoltre, intorno alle 3:44, è stato registrato un altro attacco nella regione di Odessa. Tutti i missili sono stati abbattuti.
Ore 07:23 - Perché Prigozhin è andato nella tana del lupo?
(di Guido Olimpio) «Non considerare uno morto finché non hai visto il suo cadavere. E anche in questo caso potrebbe essere un errore». Il detto è perfetto per l’intrigo Prigozhin. Un riferimento ai dubbi sulla sua sorte che neppure le frettolose condoglianze di Vladimir Putin permettono di scavalcare. Gli annunci ufficiosi, la rabbia dei mercenari, i corpi e il telefonino dello «chef» recuperato sulla scena dell’impatto, infine il messaggio del neo-zar. Elementi che spingono a considerare plausibile l’epilogo drammatico. Ha sfidato il Potere, il Potere lo ha liquidato. «È stato punito, come meritava», dice una fonte moscovita con buone entrature. La vendetta è scattata adesso perché c’era la finestra d’opportunità, con la Wagner scompaginata, impossibilitata a reagire immediatamente. Eppure sulla storia sono rimaste molte ombre, compreso il sospetto di una messinscena, tesi alimentata da «ciò che ancora non sappiamo». (...)
Perché lo chef è andato nella tana del lupo? Una spiegazione l’hanno offerta gli esperti di Institute of War. Il capo della Wagner era corso nel Sahel, suo terreno di conquista, perché voleva impedire che Mosca spazzasse via del tutto la compagnia. Un piano già avviato dalla Difesa e dal numero due del servizio segreto militare GRU, Andrei Averyanov, prevede una nuova organizzazione in grado di assorbire volontari. Davanti a questo pericolo lo «chef» ha manovrato prima con le pedine locali — ecco il probabile viaggio in Mali — quindi è rientrato in patria per tentare di salvare i resti del suo «impero» economico-militare.
Ore 07:28 - Tatiana Stanovaya: «Prova di forza ma per i russi la cosa strana è che Prigozhin fosse libero»
(di Federico Fubini) Prima della morte di Evgeny Prigozhin, Tatiana Stanovaya, 45 anni, aveva appena pubblicato su Foreign Affairs una delle analisi più dettagliate mai apparse sul declino di Putin in Russia e l’ascesa di nuovi protagonisti più giovani ma (almeno) altrettanto violenti e nazionalisti. Stanovaya conosce profondamente le dinamiche del Cremlino: senior fellow del Carnegie Russia Eurasia Center di Berlino, che raccoglie molti intellettuali dissidenti russi, Stanovaya è stata per anni capo analista del Center for Political Technologies di Mosca e, prima, analista al conglomerato russo dell’acciaio Severstal.
Dopo la morte di Prigozhin, lei crede ancora che il potere di Putin sia in declino?
«È una situazione ambivalente. Da un lato l’assenza di un suo intervento mentre Prigozhin continuava ad accrescere il suo potere, fino alla rivolta, hanno dato alle élite russe un’immagine di debolezza del presidente. Dall’altro lato, quali che siano le cause della morte di Prigozhin, le stesse élite russe adesso considerano la sua fine violenta come una prova di forza di Putin. Di certo il fatto che Prigozhin circolasse liberamente in Russia negli ultimi due mesi ha sorpreso l’establishment più del fatto che sembri essere stato assassinato».
Ore 07:32 - Putin e la vendetta: quel segnale a chi sgarra che lo rafforza tra le élite
(di Marco Imarisio) «Si confà forse allo zar se lo si percuote su una guancia porgere l’altra? E come potrà poi egli governare il suo reame se tollera su di sé un disonore?» Vladimir Putin ha spesso dichiarato di mettere in cima alle sue letture preferite la raccolta delle frasi attribuite a Ivan il Terribile, il sanguinario primo zar di tutte le Russie, della cui riabilitazione si è fatto promotore. Nel 2017 inaugurò di persona la prima statua del sovrano passato alla storia come un despota spietato, che né in epoca zarista né in epoca sovietica aveva mai ricevuto un tale omaggio.
«Prigozhin sottovalutava quanto fosse importante per il suo ex amico mandare un segnale a tutti i potenziali ribelli: ragazzi, non vi azzardate a pensare di poter fare questo e poi restare in vita. Al capo della Wagner sono mancati i fondamentali della nostra storia». Abbas Gallyamov è di solito portato alle più fosche previsioni sul destino della Russia di oggi. Questa volta anche l’uomo che dopo aver scritto i discorsi del primo Putin è diventato uno dei suoi critici più accaniti, al punto di essere bollato come «agente straniero» ed essere costretto ad emigrare, fa alcune distinzioni. «La morte del capo della Wagner rafforza le posizioni del presidente nell’ambiente delle élite intellettuali, economiche e militari, con un chiaro effetto deterrente. Ma le indebolisce agli occhi della società. Per l’opinione pubblica invece non è importante solo il risultato. Conta anche il lato estetico del processo. Un assassinio di nascosto, sotto il velo della notte, non rende onore al Principe».
Ore 08:09 - Isw: «Wagner non sarà più gruppo militare indipendente»
Dopo la morte del suo leader Evgenij Prigozhin, del cofondatore Dmitry Utkin e di Valery Chekalov il gruppo Wagner non riuscirà più a sopravvivere come struttura militare parallela quasi indipendente. Lo scrive l’Institute for the Study of War (Isw) parlando della difficoltà che il gruppo Wagner incontrerà di fronte al tentativo di resistere agli sforzi del Cremlino e del ministero della Difesa russo di «indebolire, sottomettere e distruggere l’organizzazione». Citando fonti russe, Isw scrive che il Cremlino si è rifiutato di pagare il governo di Minsk per la presenza degli uomini di Wagner in Bielorussia. Inoltre i problemi finanziari hanno già portato a una riduzione dei pagamenti dei mercenari, costringendo alcuni combattenti di Wagner a dimettersi. Per il think tank americano «non è chiaro se il Cremlino intenda sciogliere completamente Wagner, mantenerlo in vita come un’organizzazione molto più piccola o subordinarla completamente al ministero della Difesa».
Ore 08:23 - Usa: «Kiev avrà presto gli F-16, questione Atacms ancora aperta»
L’Ucraina riceverà presto i caccia F-16, mentre per i sistemi di missili a lungo raggio Atacms la questione è ancora «sul tavolo»: lo ha detto il capo dello stato maggiore congiunto americano Mark Milley in un’intervista al canale giordano Al-Mamlaka. «L’F-16. In realtà sta facendo progressi. C’è un programma di addestramento e probabilmente riceveranno l’F-16... in un futuro non troppo lontano», ha affermato Milley aggiungendo che Washington sta ancora discutendo se fornire i sistemi missilistici tattici a lungo raggio Atacms. «Hanno ottenuto l’artiglieria a lungo raggio con il Gmlrs (missili guidati, ndr) e gli inglesi hanno fornito altri tipi di capacità che hanno altri Paesi. È così che hanno ottenuto molta artiglieria», ha proseguito il generale, sottolineando che «l’Atacms è un argomento controverso».
Ore 08:24 - 007 Gb: «Molto probabile che Prigozhin sia morto»
«Non ci sono ancora prove definitive che Prigozhin fosse a bordo» dell’aereo precipitato mercoledì nella regione russa di Tver, «ma è altamente probabile che sia morto». Lo afferma il ministero della Difesa britannico. «La scomparsa di Prigozhin avrà quasi certamente un effetto profondamente destabilizzante sul gruppo Wagner», ha detto il ministero in un aggiornamento dell’intelligence della difesa pubblicato sulla piattaforma di social media X, ex Twitter.
Ore 08:53 - Kiev: «Mosca ha un piano B per destabilizzare l'Ucraina»
La Russia non può sconfiggere militarmente l'Ucraina, ma ha un piano B per destabilizzare internamente il Paese: lo ha detto il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale ucraino, Oleksiy Danilov, in un'intervista a Radio Liberty. Lo riporta Rbc-Ucraina. «L'unica cosa che voglio sottolineare è che la Federazione Russa non può sconfiggerci militarmente. Per questo ha un piano B: cercare di scuotere il nostro Paese attraverso la destabilizzazione interna», ha affermato Danilov. Secondo il segretario del Consiglio di sicurezza, gli ucraini dovrebbero essere vigili e prevenire gli eventi su cui la Russia conta a spese dei collaboratori dei media, che negli ultimi tempi sono sempre più attivi.
Ore 10:05 - Media: colpito un villaggio nella Crimea occupata, 3 morti
Il villaggio di Perevalne, nel distretto di Simferopoli della Crimea occupata, è stato colpito oggi provocando la morte di «tre occupanti e molti feriti»: lo rende noto il canale Telegram Crimean Wind, come riporta Rbc-Ucraina. Nel villaggio è di stanza la 126esima Brigata di difesa costiera delle guardie separate della flotta del Mar Nero. Questa mattina Mosca ha affermato di aver abbattuto 42 droni ucraini in Crimea durante la notte.
Ore 10:22 - Kiev: «I soldati della Wagner si ritirano dalla Bielorussia»
I mercenari del gruppo Wagner si stanno ritirando gradualmente dalla Bielorussia. Lo ha dichiarato alla tv ucraina Andriy Demchenko, portavoce delle guardie di frontiera, sottolineando che lo smantellamento del campo del Gruppo Wagner nel villaggio di Tsel, nei pressi di Osipovichi in Bielorussia, non è strettamente collegata alla morte di Prigozhin. «Anche prima degli avvenimento del 23 agosto», ovvero allo schianto dell'aereo di Prigozhin, «abbiamo visto che il numero dei mercenari della Wagner stava diminuendo», ha detto Demchenko.
Ore 10:24 - Kiev: «In Crimea la vittoria è dietro l'angolo»
«L'importanza dell'operazione speciale» condotta ieri in Crimea «è prima di tutto di ricordare alla gente, soprattutto quella in Crimea, che la vittoria è dietro l'angolo. E che anche la loro liberazione non è lontana»: così il capo dell'intelligence militare ucraina, Kyryl Budanov, al canale United News.
Ore 11:15 - Militanti russi pro-Kiev a mercenari Wagner: «Unitevi a noi»
Un gruppo di militanti russi che combatte per l'Ucraina ha invitato i mercenari del Gruppo Wagner a cambiare schieramento e a unirsi ai loro ranghi dopo l'incidente aereo in cui è morto Evgenij Prigozhin. Lo riporta Sky News. «Ora vi trovate di fronte a una scelta seria: potete stare in una stalla del ministero della Difesa russo e servire come cani da guardia per gli esecutori dei vostri comandanti o vendicarvi», ha detto Denis Kapustin, comandante del Corpo dei volontari russi, in un video pubblicato nella tarda serata di ieri. «Per vendicarvi dovete passare dalla parte dell'Ucraina», ha aggiunto il comandante. Kapustin, cittadino russo di estrema destra, ha fondato il gruppo armato un anno fa e afferma di essere responsabile di diversi attacchi militari nelle regioni russe di confine.
Ore 11:33 - Kiev: «Mosca valuta di arruolare altre 450.000 persone»
La Russia non ha sospeso la mobilitazione e sta valutando la possibilità di arruolare altre 450.000 persone: lo ha detto il capo dell'intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, in un'intervista a Radio Liberty. Lo riporta Ukrainska Pravda.
Ore 12:13 - Kadyrov: «Prigozhin? Grande perdita, aveva troppe ambizioni personali»
«La sua morte è una grande perdita per l'intera nazione». Così il leader ceceno Ramzan Kadirov, i cui uomini combattono a fianco dei militari russi contro le forze ucraine, ha scritto su Telegram della morte di Prigozhin, facendo le condoglianze ai parenti del capo della Wagner. «Siamo stati amici per un lungo periodo», ha aggiunto Kadyrov. «Gli avevo chiesto di mettere da parte le sue ambizioni personali a favore dei questioni di massima importanza per lo Stato», ha aggiunto il leader ceceno, affermando che negli ultimi mesi Prigozhin aveva perso di vista il quadro generale.
Ore 12:23 - Peskov: «Putin non ha ordinato di uccidere Prigozhin, è una menzogna»
È una «assoluta menzogna» che Putin abbia ordinato l'uccisione di Prigozhin. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in conferenza stampa. I giornalisti hanno chiesto a Peskov se Putin andrà ai funerali del capo della Wagner. «È presto per dirlo — ha risposto — il presidente è molto occupato, ha un'agenda di lavoro molto fitta». E ha aggiunto: «Il fatto è che non sappiamo ancora quanto saranno lunghi gli esami necessari e le azioni necessarie legate alle indagini. Pertanto, per il momento non ci sono date per i funerali, per cui è impossibile parlare di questo».
Ore 12:29 - Putin blocca le aziende occidentali: Heineken vende le attività per un euro e perde 300 milioni
(di Francesco Bertolino) Per le aziende occidentali l’addio dalla Russia rischia di diventare più costoso. Secondo Reuters, Mosca avrebbe iniziato a esigere dai gruppi intenzionati a vendere le filiali locali sconti più corposi rispetto alla reale valutazione delle attività. Sinora, la richiesta si aggirava intorno al 50% del prezzo di mercato stabilito da esperti nominati dallo stesso governo russo. A ciò si aggiungeva la necessità di contribuire al bilancio di Mosca per una somma equivalente al 10% dell’importo pattuito. Negli ultimi tempi, riportano alcune fonti, la commissione incaricata di approvare i disinvestimenti delle imprese europee avrebbe alzato la richiesta di sconto, portandola in alcuni fino al 70-80%. In caso di rifiuto, Mosca è pronta a negare l’autorizzazione all’uscita, con tutti i rischi reputazionali ed economici che ne conseguono.
Ore 12:39 - Mattarella: «Non ci stancheremo di lavorare per fermare la guerra»
(di Franco Stefanoni) «L’amicizia sociale è una dimensione che lega la comunità nell’affrontare le sfide della storia, e non vogliamo rinunciare oggi alla speranza della pace in Europa. Non ci stancheremo di lavorare per fermare la guerra». Dopo applausi scroscianti, standing ovation e cori «pre-si-den-te, pre-si-den-te», con cui è stato accolto dal popolo di Comunione e liberazione, Sergio Mattarella alla Fiera di Rimini ha voluto innanzitutto rimarcare il no alla «deriva di aggressioni del più forte contro il più debole».
Ore 13:18 - Peskov: «Non so che fine farà la Wagner, l'eroismo non sarà dimenticato»
«Non so nulla di quello che sarà il futuro della Wagner, non posso dirvi niente», ma «posso dire che il gruppo ha dato un grande contributo allo svolgimento dell'operazione militare in Ucraina, come ha ricordato il presidente» Putin. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov nel corso di una conferenza stampa. Parlando dei wagneriani, Peskov ha detto che «l'eroismo di queste persone non sarà mai dimenticato».
Ore 13:25 - Mosca: «Drone ucraino abbattuto nella regione di Belgorod»
I sistemi di difesa aerea russi hanno abbattuto un drone ucraino sulla regione di Belgorod. Lo ha riferito il ministero russo della Difesa, citato da Ria Novosti. «Il 25 agosto è stato sventato un tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico con un drone di tipo aereo contro oggetti nel territorio della Federazione Russa. Il veicolo aereo senza pilota è stato distrutto sul territorio della regione di Belgorod da parte della difesa aerea in servizio», ha affermato il ministero russo.
Ore 13:33 - Kiev: «Esplosione in Crimea, 300 occupanti russi feriti»
«Un gruppo di circa 300 russi feriti è stato portato dalla base militare di Perevalne all'ospedale di Simferopoli»: lo scrive su Telegram il sindaco in esilio di Melitopol, Ivan Fedorov. «Il "cotone" (esplosione, ndr) è arrivato alla base degli occupanti razzisti nella Crimea temporaneamente occupata», aggiunge Fedorov, che pubblica l'immagine di una densa nuvola di fumo. «Siamo in attesa di chiarimenti da parte dello Stato Maggiore».
Ore 14:12 - Punto militare | Chi è Averyanov, l’uomo incaricato da Putin di liquidare la Wagner (e Prigozhin)
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) È il re delle ombre ma che non ha paura di mostrare il suo volto. Perché il sistema putiniano gli ha affidato un ruolo di gestore delle cose difficili. Andrei Averyanov, secondo molte interpretazioni, ha guidato la manovra per assoggettare la Wagner e d estromettere il suo fondatore, Evgeny Prigozhin.
Numero due del GRU, il servizio segreto militare, responsabile delle attività coperte, ha diretto molte incursioni all’estero. Colpi chiusi con un successo, finiti malamente o rimasti a metà. Per la fretta, per la necessità di arrivare ad ogni costo al risultato, per errori. Le spie possono sbagliare, specie se il vertice politico chiede risultati. Non importa come porti lo scalpo, conta lo scalpo. E gli apparati si adeguano, a maggior ragione nei momenti di grandi tensioni.
Ore 14:19 - Kiev: licenziato il capo del Servizio statale di emergenza
Il governo ucraino ha licenziato Sergiy Kruk, il capo del Servizio statale di emergenza. Lo fa sapere il ministro dell’Interno, Igor Klymenko, come riporta Ukrainska Pravda. «Il governo ha deciso di licenziare Sergiy Kruk dalla carica di capo del Servizio di emergenza statale - ha detto Klymenko -. L’esercizio delle funzioni di capo del Servizio di emergenza statale è affidato al vice capo del servizio, Volodymyr Demchuk».
Ore 14:22 - Putin: «Tutti i paramilitari dovranno giurare fedeltà»
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che impone ai volontari che si arruolano in formazioni paramilitari, come la Wagner, di prestare giuramento di fedeltà allo Stato. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti.
Ore 14:54 - Il ministro degli Esteri turco a Kiev, incontra Zelensky
Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev. Lo ha reso noto Ankara. Il tema principale sul tavolo sarà l’export del grano, e di conseguenza anche una formula di pace percorribile.
Ore 15:14 - Cremlino: «Legalmente non esistono compagnie militari private come Wagner». Troshev nuovo leader dei mercenari?
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov assicura che «legalmente non esistono compagnie militari private come la Wagner», pur non volendo commentare sul futuro della Wagner e sul suo futuro dopo la morte dei due fondatori Prigozhin e Utkin. «Esiste invece il gruppo Wagner che, come il Presidente ha detto più volte, ha contribuito molto al successo dell'operazione militare speciale», ha spiegato.
Allo stesso tempo sono sempre più alte le probabilità che Andrei Troshev possa essere il futuro leader della Wagner, per quanto su questo lo stesso Peskov non si sia espresso.
Ore 15:32 - Lukashenko: «Avevo messo in guardia Prigozhin e Utkin»
Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha detto di non essersi mai impegnato a garantire la sicurezza di Yevgeny Prigozhin perché questi non gliel’ha mai chiesto, ma di averli messi più volte in guardia. Lo riferisce l’agenzia bielorussa Belta ripresa dalla russa Ria Novosti. Lukashenko ha però aggiunto che secondo lui non c’è Putin dietro la morte del leader del gruppo di mercenari, a dispetto di quanto molti possano pensare.
«Per ora il nucleo del gruppo Wagner resterà in Bielorussia», così conclude il presidente bielorusso, nonostante il tentativo di fuga dal Paese di tanti mercenari che facevano capo direttamente a Prigozhin.
Ore 15:59 - Cnn: «Militari ucraini potrebbero aver sfondato prima linea russa sul fronte sud»
Crescono i segnali che le forze ucraine possano essere penetrate nella prima linea di difesa russa lungo il fronte meridionale, nella regione di Zaporizhzhia, e stiano procedendo in direzione della città strategica di Tokmak.
Lo scrive la Cnn, citando lo stato maggiore ucraino, secondo il quale ci sarebbero stati ulteriori successi in due aree: verso il villaggio di Novoprokopivka e più a est in direzione di un altro piccolo insediamento, Ocheretuvate. All’inizio di questa settimana, gli ucraini hanno affermato di aver messo in sicurezza il villaggio di Robotyne. I combattimenti continuano a sud di quel villaggio.
Lo stato maggiore ha affermato che le unità di Kiev stanno consolidando le loro posizioni, per mezzo di fuoco di artiglieria sugli obiettivi nemici identificati e conducendo operazioni di controbatteria.
Ore 16:01 - Podolyak: «L’unica via d’uscita dalla guerra è la sconfitta di Putin»
«Ogni leader politico oggi deve ricordare che eventuali ritardi e dubbi sulle decisioni di oggi costeranno il doppio in futuro. Qualsiasi tentativo di rinviare la guerra significherà il ritorno della guerra in futuro su scala più ampia e in una posizione peggiore. Ogni tentativo di sfuggire alle sfide della storia, non porterà altro che guerra e disonore. Un tentativo di tradire i principi morali per amore di Realpolitik non avrà come risultato altro che il collasso morale dell’Occidente. Oggi c’è solo una via d’uscita: Putin deve perdere militarmente e restare senza nulla. Ciò significa armi, armi, armi». Lo scrive Mikhail Podolyak, consigliere del Presidente ucraino Zelensky.
Ore 16:09 - «Danneggiate telecamere al confine». Lituania protesta con Minsk
Il ministero degli Esteri della Lituania ha consegnato oggi all'incaricato d'affari dell'ambasciata di Bielorussia a Vilnius una nota di protesta per il danneggiamento delle infrastrutture di confine nei pressi del villaggio di Musteika, nella Lituania sudorientale.
Secondo le notizie fornite dal ministero, lo scorso 22 agosto due uomini sono entrati illegalmente in Lituania e hanno demolito, con l'utilizzo di seghe circolari a motore, i supporti di due telecamere di videosorveglianza del sistema frontaliero lituano, facendo quindi ritorno in Bielorussia. Il ministero degli Esteri di Vilnius ha chiesto che la Bielorussia fornisca una spiegazione di quanto accaduto e adotti tutte le misure necessarie per evitare che tali incidenti si ripetano in futuro.
Ore 16:17 - Cittadino russo detenuto in Finlandia è combattente Gruppo Wagner
È un combattente del Gruppo Wagner il cittadino russo detenuto in Finlandia su richiesta dell'Ucraina. Secondo i canali social media legati all'organizzazione di mercenari, il detenuto è Yan Petrovsky, membro fondatore e leader di Rusich, una sottounità di estrema destra del gruppo mercenario. Petrovsky, in passato residente in Norvegia, è soggetto a sanzioni da parte dell'Unione Europea e degli Stati Uniti dallo scorso anno, quindi non è chiaro come sia riuscito a entrare in Finlandia.
Ha fondato Rusich come unità esplicitamente neonazista durante le fasi iniziali del conflitto nella regione del Donbass, nell'Ucraina orientale, nel 2014. L'Ufficio nazionale di investigazione finlandese ha chiesto la detenzione di Petrovsky perché sospettato di partecipare alle attività di un gruppo terroristico e di sostenere il terrorismo.
Ore 16:26 - Esercito di Kiev: «Intensificheremo la mobilitazione nella regione di Kharkiv»
L'Ucraina è pronta a intensificare la mobilitazione nella regione di Kharkiv. Lo ha dichiarato il vice capo dell'Amministrazione militare regionale Roman Semenukha, citato dal sito del governo ucraino. «Al fine di realizzare i piani stabiliti dallo Stato, l'Amministrazione militare regionale di Kharkiv sta rafforzando la sua cooperazione con il centro regionale di reclutamento e supporto sociale nell'ambito delle attività di mobilitazione», ha dichiarato Semenukha.
Ore 16:34 - Silurato dal governo il capo del Servizio statale per le emergenze
Serhii Kruk è stato rimosso dall'incarico il capo del Servizio statale per le emergenze dell'Ucraina. Era il responsabile per le operazioni di soccorso in un Paese in cui va avanti da 18 mesi il conflitto innescato dall'invasione russa. Il governo, riporta la Ukrainska Pravda, lo ha destituito dopo un'inchiesta interna.
Lo ha fatto sapere via Telegram Ihor Klymenko, ministro dell'Interno ucraino. Le sue funzioni passano al vice Volodymyr Demchuk. Klymenko non precisa le ragioni del licenziamento di Kruk.
Ore 16:56 - Usa, summit con Francia, Germania e Regno Unito a Portsmouth
Si incontreranno oggi, a Portsmouth nel New Hampshire, i consiglieri alla sicurezza nazionale di Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito. Si discuterà di Russia e delle tensioni con la Cina. Fonti diplomatiche spiegano che l’incontro era in programma da tempo, ma adesso prende forma in concomitanza con la morte del leader del gruppo paramilitare Wagner, Evgenij Prigozhin.
Ore 17:18 - Ucraina, allarme aereo in tutto il Paese
L’intera Ucraina è in stato di allerta per i raid aerei russi. Lo riporta il sito web della tv britannica Sky News. Le sirene hanno suonato una prima volta verso le 16. Dopo un primo via libera, l’allarme si è nuovamente innalzato in tutto il Paese.
Ore 17:31 - Gli Usa confermano: Kiev ha rotto la prima linea di difesa russa a Sud
L’esercito ucraino ha sfondato la prima linea di fortificazioni russe sul fronte meridionale, nella regione di Zaporizhzhia. Tra le forze di Mosca si teme lo sfondamento. Lo afferma il capo di stato maggiore congiunto, Mark Milley, in un’intervista al canale giordano Al-Mamlaka: «Ci sono crescenti indicazioni che le forze ucraine abbiano sfondato la prima linea di difesa russa su parte del fronte meridionale nella regione di Zaporizhzhia e si stanno incuneando verso la città strategicamente importante di Tokmak».
Ore 18:45 - Recuperate le scatole nere del jet della Wagner precipitato
Gli investigatori hanno trovato le scatole nere e hanno recuperato tutti i corpi dei 10 occupanti del jet precipitato due giorni fa in Russia a bordo del quale secondo le autorità di Mosca c’era il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin. Lo rendono noto fonti del Comitato investigativo citate dall’agenzia Ria Novosti.
Ore 19:13 - Jet Wagner: «In corso esami genetici molecolari per stabilire identità»
L’Agenzia federale per il trasporto aereo Rosaviatsia ha dichiarato che Prigozhin figurava tra i passeggeri dell’aereo caduto. È in corso un’inchiesta sull’incidente. «Durante le prime iniziative investigative, sono stati trovati dieci cadaveri sul luogo dell’incidente. Sono in corso esami genetici molecolari per stabilire la loro identità», ha dichiarato il comitato investigativo in un comunicato, aggiungendo che sono stati localizzati i registratori di volo.
Ore 19:24 - Ucraina: allarme aereo in tutto il paese dopo decollo mig russi
Un allarme areo è risuonato nel tardo pomeriggio di oggi in tutte le regioni dell’Ucraina, per la minaccia di un attacco missilistico dalla Russia, dopo che Kiev ha registrato il decollo di caccia russi MiG-31K dall’aerodromo `Savasleyka´, nella regione di Nizhny Novgorod, nella Federazione Russa. Questo aereo è il principale vettore dei missili ipersonici Kinzhal.
Ore 19:29 - Zelensky ha incontrato il ministro degli Esteri turco
Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev. «Sono state discusse - scrive Zelensky su facebook - molte questioni importanti: la preparazione del Summit Globale della Pace e la Formula di pace ucraina, le minacce della Russia al corridoio del grano nel Mar Nero. Sono grato alla Turchia per il costante sostegno all’Ucraina».
Ore 19:42 - Russia: «Moldova eviti di esagerare in suo sostegno all’Ucraina»
La Moldova dovrebbe evitare di esagerare il suo sostegno all’Ucraina fino a diventare complice dei crimini commessi dall’esercito di Kiev. Lo ha denunciato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. «Vorrei mettere in guardia Chisinau da un coinvolgimento più profondo nel “sostegno” all’Ucraina, che non solo minaccerà la stabilità e la sicurezza della regione, ma trasformerà la Moldova in un Paese complice dei crimini di guerra del regime di Kiev», ha dichiarato Zakharova.
Ore 20:19 - Ankara, nessuna alternativa al primo accordo sul grano
La Turchia non vede «alcuna alternativa» all’accordo originario sul grano che l’Ucraina ha stretto con la Russia. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, respingendo un percorso alternativo che sarebbe stato preso in considerazione dagli Stati Uniti. «Sappiamo che si stanno cercando vie alternative (per le spedizioni di grano ndr), ma non vediamo alternative all’iniziativa originale perché comportano dei rischi», ha dichiarato Fidan ai giornalisti durante una visita a Kiev.
Ore 23:45 - Ucraina: media, decine di morti russi per attacco droni su Crimea
L’intelligence della difesa ucraina, insieme al Servizio di sicurezza dell’Ucraina (SSU), ha lanciato un attacco con droni sulla 126a brigata della flotta russa del Mar Nero, in Crimea. Finora si contano diverse decine di vittime russe. Lo riferiscono fonti all’Ukrainska Pravda. Sono stati colpiti anche depositi di munizioni. Anche l’equipaggiamento militare, hanno spiegato, è stato gravemente danneggiato.
Ore 00:35 - Ucraina, avviati negoziati con il Canada per la sicurezza
L’Ucraina dichiara di aver avviato negoziati con il Canada per mettere a punto un accordo bilaterale sulla fornitura di garanzie di sicurezza, delle quali Kiev ha bisogno nella transizione verso l’auspicato ingresso nella Nato. Lo scrive Ukrinform, citando il capo dell’ufficio di presidenza ucraino, Andriy Yermak, che ha dichiarato di star coordinando i negoziati a nome del presidente Volodymyr Zelensky. Il Canada, nota Yermak, è il terzo Paese del G7, dopo Stati Uniti e Gran Bretagna, con il quale ha avviato negoziati per le garanzie di sicurezza bilaterali.
Ore 00:48 - Media ucraini: pesanti perdite per i russi, ora raggruppano le truppe a Kupyansk
Nelle zone di Kupyansk e Lyman, rispettivamente negli oblast ucraini di Kharkiv e di Donetsk, «i russi, dopo aver subito perdite significative, si stanno raggruppando, trasferendo contemporaneamente le brigate e le divisioni appena formate dalla Russia»: lo scrivono i media ucraini, fra cui Ukrinform, citando il comandante delle forze di terra ucraine, generale Oleksandr Syrskyi.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 26 agosto.
Ucraina-Russia, le notizie di sabato 26 agosto. Usa: «Mosca impiega spie civili per far propaganda in Occidente». Kiev: «In Crimea possiamo colpire il nemico ovunque». Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera sabato 26 agosto 2023.
Le notizie sul conflitto in Ucraina di sabato 26 agosto. Gli Ucraini: «Stiamo avanzando nella regione di Zaporizhzhia». Mosca: «Abbattuti due droni ucraini, 4 feriti a Belgorod»
•Scontro tra jet ucraini in addestramento: morti 3 piloti.
•Pilota russo fugge con un elicottero e lo consegna all'esercito di Kiev. Il punto militare.
•Kiev all'Ue: «Inaccettabile mantenere restrizioni su prodotti agricoli».
• Le truppe ucraine avanzano nella zona di Zaporizhizhia. Poi aggiungono: «In Crimea possiamo colpire ovunque».
• Per Kiev decine di soldati russi sarebbero morti nell’attacco con droni alla base russa di Perevalne, in Crimea.
• Recuperate le scatole nere del jet di Prigozhin. Fonti Usa ipotizzano ci sia stata una bomba a bordo. Un’operazione che sarebbe stata voluta da Putin.
Ore 00:38 - Ucraina, avviati negoziati con il Canada per la sicurezza
L’Ucraina dichiara di aver avviato negoziati con il Canada per mettere a punto un accordo bilaterale sulla fornitura di garanzie di sicurezza, delle quali Kiev ha bisogno nella transizione verso l’auspicato ingresso nella Nato. Lo scrive Ukrinform, citando il capo dell’ufficio di presidenza ucraino, Andriy Yermak, che ha dichiarato di star coordinando i negoziati a nome del presidente Volodymyr Zelensky. Il Canada, nota Yermak, è il terzo Paese del G7, dopo Stati Uniti e Gran Bretagna, con il quale ha avviato negoziati per le garanzie di sicurezza bilaterali.
Ore 00:50 - Media ucraini: pesanti perdite per i russi, ora raggruppano le truppe a Kupyansk
Nelle zone di Kupyansk e Lyman, rispettivamente negli oblast ucraini di Kharkiv e di Donetsk, «i russi, dopo aver subito perdite significative, si stanno raggruppando, trasferendo contemporaneamente le brigate e le divisioni appena formate dalla Russia»: lo scrivono i media ucraini, fra cui Ukrinform, citando il comandante delle forze di terra ucraine, generale Oleksandr Syrskyi.
Ore 02:38 - Ucraina: media, decine di morti russi per attacco droni su Crimea
L’intelligence della difesa ucraina, insieme al Servizio di sicurezza dell’Ucraina (SSU), ha lanciato un attacco con droni sulla 126a brigata della flotta russa del Mar Nero, in Crimea. Finora si contano diverse decine di vittime russe. Lo riferiscono fonti all’Ukrainska Pravda. Sono stati colpiti anche depositi di munizioni. Anche l’equipaggiamento militare, hanno spiegato, è stato gravemente danneggiato.
Ore 02:40 - Punto militare | Chi è Averyanov, l’uomo incaricato da Putin di liquidare la Wagner (e Prigozhin)
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) È il re delle ombre ma che non ha paura di mostrare il suo volto. Perché il sistema putiniano gli ha affidato un ruolo di gestore delle cose difficili. Andrei Averyanov, secondo molte interpretazioni, ha guidato la manovra per assoggettare la Wagner e d estromettere il suo fondatore, Evgeny Prigozhin.
Numero due del GRU, il servizio segreto militare, responsabile delle attività coperte, ha diretto molte incursioni all’estero. Colpi chiusi con un successo, finiti malamente o rimasti a metà. Per la fretta, per la necessità di arrivare ad ogni costo al risultato, per errori. Le spie possono sbagliare, specie se il vertice politico chiede risultati. Non importa come porti lo scalpo, conta lo scalpo. E gli apparati si adeguano, a maggior ragione nei momenti di grandi tensioni.
Ore 03:49 - Droni ucraini contro Mosca, chiusi gli aeroporti della Capitale russa
Tutti gli aeroporti di Mosca sono stati temporaneamente chiusi dopo che è scattato l’allarme per un nuovo attacco ucraino con i droni. Secondo le autorità russe, uno dei droni è stato abbattuto.
Ore 04:31 - Difesa russa: distrutto un drone ucraino lanciato contro Mosca
Le forze di difesa aerea russe hanno distrutto un drone d’assalto ucraino che prendeva di mira strutture nella capitale russa e nella regione di Mosca: lo ha riferito il ministero della Difesa russo secondo la Tass, aggiungendo che l’Uav è stato abbattuto sul distretto dell’Istria. «Il 26 agosto, verso le 3 ora di Mosca, il tentativo di attacco terroristico del regime di Kiev contro le strutture di Mosca e della regione di Mosca con l’uso di un Uav di tipo aereo è stato sventato. Le forze di difesa aerea in servizio hanno distrutto il drone sopra il Distretto dell’Istria nella regione di Mosca», ha dichiarato il ministero.
Ore 05:00 - Mosca: riaperti due aeroporti, ancora chiuso lo scalo Vnukovo
Gli aeroporti di Sheremetyevo e Domodedovo di Mosca hanno ripreso le loro operazioni in modalità standard dopo una breve chiusura all’inizio della giornata, ha detto alla TASS una fonte delle autorità aeronautiche russe. «L’aeroporto Vnukovo è ancora chiuso», ha detto la fonte.
Ore 08:13 - Kiev: «Stiamo avanzando nella regione di Zaporizhzhia»
L’esercito ucraino ha guadagnato terreno ieri avanzando nelle operazioni di controffensiva nei pressi di Robotyno, nella regione occidentale di Zaporizhzhia, mentre i comandanti militari russi stanno lanciando l’allarme, poiché l’esercito del Cremlino sta combattendo nell’area senza rinforzi e senza rotazione delle truppe. Lo afferma lo Stato maggiore di Kiev in un post su Facebook aggiungendo che nelle ultime 24 ore le forze di Kiev hanno eliminato 640 occupanti, portando così le perdite tra i militari russi a circa 260.270 effettivi dall’inizio della guerra.
Ore 08:43 - Kiev: «Perdite significative dei russi nel delta del Dnipro»
La portavoce del centro stampa militare Sud ucraino Nataliya Gumenyuk ha reo noto alla tv pubblica che nella regione meridionale di Kherson le truppe di Kiev stanno operando con successo nel delta del fiume Dnipro distruggendo la «sottoflotta» fluviale russa con la quale il nemico cerca di manovrare tra le isole: «In particolare, si sta lavorando molto sulla distruzione delle armi di grosso calibro», ha detto, citata da Rbc-Ucraina. Anche secondo l’Istituto statunitense per lo studio della guerra (Isw), gli occupanti russi hanno subito perdite significative a causa del supporto insufficiente sulle isole del delta del Dnipro.
Ore 09:17 - 007 Gb: «I russi avanzeranno nel nord-est»
Mentre l’Ucraina continua a riconquistare gradualmente terreno nel sud, la Russia cercherà di riprendere l’iniziativa tornando all’offensiva, e una delle potenziali direzioni per questo è Kupyansk-Lyman, nel nord-est del Paese. Lo riporta l’ultimo bollettino dell’intelligence britannica. «La controffensiva ucraina ha respinto le truppe russe a Bakhmut e nel sud dell’Ucraina. Nonostante ciò, il gruppo occidentale delle truppe russe continua ad attaccare su piccola scala nel nord-est, nella zona di Kupyansk-Lyman, e ha ottenuto alcuni limitati successi locali», afferma il rapporto dell’intelligence britannica. Secondo l’intelligence, esiste la reale possibilità che la Russia nei prossimi due mesi aumenti l’intensità proprio in quest’area. Probabilmente con l’obiettivo di avanzare a ovest verso il fiume Oskil e creare una zona cuscinetto attorno alla regione di Luhansk.
Ore 10:00 - Guardian: 11 giorni fa riunione segreta Kiev-Nato sulla controffensiva
Circa undici giorni fa una delegazione della Nato avrebbe incontrato alcuni vertici militari ucraini in una località segreta al confine tra Ucraina a Polonia per discutere del mancato avanzamento della controffensiva di Kiev. A riportarlo è il Guardian che definisce l'incontro, durato cinque ore con la presenza del capo dell'esercito ucraino il generale Valerii Zaluzhny e l'intero team di comando, una specie di «Consiglio di guerra». Secondo il giornale britannico non si sarebbe trattato di discussioni ordinarie. Scopo dell'incontro: «resettare» la strategia militare di Kiev e dare nuovo impulso alla controffensiva. Tra i partecipanti, secondo il Guardian, il generale statunitense Christopher Cavoli, comandante supremo delle forze Nato in Europa, e l'ammiraglio britannico Tony Radakin, capo di Stato maggiore dell'esercito del Regno Unito.
Ore 10:26 - L'orrore della guerra nel video del soldato ucraino che corre in trincea
Un video diffuso sui social mostra l’orrore della guerra visto dagli occhi di un soldato ucraino. La telecamera posizionata sull’elmetto di un combattente della terza brigata d’assalto dell’esercito ucraino mostra il momento in cui il soldato con un commilitone cerca riparo dal fuoco nemico all’interno di una trincea.
Ore 10:33 - Mosca: «Abbattuti due droni, 4 feriti a Belgorod»
La Russia ha comunicato di aver abbattuto questa mattina due droni, uno che si stava avvicinando a Mosca (vedi notizia delle 4:31) e l'altro nel distretto di Chebekino, nella regione di Belgorod. Lo ha specificato un comunicato del ministero della Difesa. Mosca ha accusato le forze ucraine di aver lanciato delle granate in un villaggio sempre nella regione di Belgorod, dove quattro persone sono rimaste ferite.
Ore 10:36 - «Bombardata la regione di Kherson, morta una donna»
L'esercito russo ha bombardato nella notte Olgivka, nella regione meridionale di Kherson, colpendo un'abitazione privata: una donna anziana ha riportato gravi ustioni ed è morta. Lo riporta Rbc-Ukraina.
Ore 11:11 - «Due morti vicino Kupiansk per i bombardamenti russi»
Due persone sono rimaste uccise sotto i bombardamenti russi nel villaggio di Podoly vicino Kupiansk. Lo ha riferito il governatore di Kharkiv, Oleg Synegubov, precisando che c'è stato anche un ferito.
Ore 13:17 - Medvedev: «Gli Usa allo sbando e verso la guerra civile»
Dmitry Mevedev soffia sul fuoco della crisi americana, dopo la veloce detenzione ieri dell'ex Presidente e ora candidato alle prossime elezioni Donald Trump. Il disaccordo negli Stati Uniti «è inconciliabile», ha affermato il numero due del Consiglio di sicurezza in Russia. «L'America è allo sbando e in conflitto con se stessa. Il conflitto è inconciliabile e un tale conflitto interno spesso porta a guerre civili», ha affermato. Le relazioni fra Usa e Russia, ha sottolineato, erano più pragmatiche quando alla Casa Bianca c'era Obama.
Ore 13:18 - Papa ai giovani russi: «Seminate la pace in un inverno di guerra»
«Auguro a voi, giovani russi, la vocazione di essere artigiani di pace in mezzo a tanti conflitti, in mezzo a tante polarizzazioni che ci sono da tutte le parti, che affliggono il nostro mondo. Vi invito a essere seminatori, a spargere semi di riconciliazione, piccoli semi che in questo inverno di guerra non germoglieranno per il momento nel terreno ghiacciato, ma che in una futura primavera fioriranno». Così Papa Francesco si è rivolto ieri pomeriggio in collegamento con i ragazzi russi riuniti a San Pietroburgo in occasione del X Incontro nazionale dei giovani cattolici della Russia, che si svolge dal 23 al 27 agosto.
Ore 13:39 - Funzionari Usa: il relitto dell'aereo di Prigozhin fa pensare a un sabotaggio
L'ala mozzata del jet privato di Evgenij Prigozhin sarebbe stata ritrovata venerdì a miglia di distanza dal luogo dell'incidente: questo, secondo funzionari Usa, rafforza l'ipotesi che l'Embraer Legacy 600 precipitato mercoledì a nord di Mosca sia stato sabotato, finendo a terra già a pezzi. Lo affermano fonti del governo americano alla Nbc. L'emittente ha anche geolocalizzato a nord di Mosca il filmato dell'incidente, in cui si vede il velivolo cadere senza controllo, con un'ala che si stacca. Quell'ala che sarebbe stata ritrovata a quasi 3 km dal luogo dello schianto. Due funzionari americani hanno detto a Nbc News che l'intelligence è convinta che la causa più probabile sia il sabotaggio; uno di loro ha aggiunto che una delle teorie principali è che l'aereo sia stato abbattuto da un esplosivo a bordo, anche se le informazioni sono ancora troppo scarse per confermarlo.
Ore 14:21 - Usa: «Mosca impiega spie civili per far propaganda in Occidente»
L'intelligence russa sta portando avanti un programma «sistematico» di diffusione della propaganda pro-Cremlino attraverso «obiettivi civili» negli Stati Uniti e in occidente. Lo rivelano documenti delle agenzie Usa recentemente declassificati. In particolare, il servizio di sicurezza federale russo (Fsb) starebbe tentando di influenzare la politica e l'opinione pubblica occidentali inviando civili russi, apparentemente indipendenti, a costruire rapporti con figure di rilievo negli Usa e altrove così da diffondere una narrazione pro-Russia anche sui media.
Ore 15:43 - Gershkovich presenta ricorso contro l'incarcerazione
Il giornalista statunitense del Wall Street Journal Evan Gershkovich ha presentato ricorso contro la proroga della sua detenzione preventiva. Lo ha reso noto il tribunale di Mosca sul suo sito web precisando che la difesa del giornalista ha presentato appello ieri contro la decisione del giudice di estendere la sua detenzione preventiva, in attesa di processo, dal 30 agosto fino al 30 novembre.
Gershkovich, 31 anni, era stato arrestato a marzo nella regione montuosa degli Urali, con l'accusa di «spionaggio». Accusa che lo stesso reporter ha sempre, categoricamente, respinto. Il Tribunale di Mosca aveva deciso lo scorso giovedì, in un'udienza a porte chiuse, di prorogare la custodia cautelare. Accusato di spionaggio, il reporter rischia in Russia almeno 20 anni di reclusione.
Ore 15:47 - Mosca indaga ma resta il giallo sulla morte di Prigozhin
Rimangono aperte le indagini di Mosca sulla misteriosa fine del capo della milizia Wagner, Yevgeny Prigozhin. Un giallo che s'infittisce mentre si moltiplicano le congetture sull'incidente che ha fatto precipitare l'aereo con i miliziani in cui, secondo la versione ufficiale, viaggiava anche Prigozhin.
Fino a oggi la sua morte non è stata legalmente confermata dai test del Dna resi necessari per le condizioni dei corpi rinvenuti dopo lo schianto. L'identificazione attraverso l'analisi comparativa del materiale genetico potrebbe, infatti, richiedere diversi giorni poiché, stando alle dichiarazioni del medico legale Vladimir Skakun, rilanciate dall'agenzia Efe - dipende dalla consegna dei campioni da parte dei parenti stretti del defunto. Il sito web Fontanka.ru riporta le dichiarazioni del medico tentando peraltro di rispondere a una serie di domande dell'opinione pubblica russa: per esempio, su come e quando sarà sepolto e se riceverà gli onori militari. «Ma per porsi queste domande è troppo presto», taglia corto il sito ventilando il fatto che le procedure d'identificazione potrebbero anche richiedere settimane o forse mesi.
Ore 15:56 - Mosca: «Cooperazione con Iran non cederà a pressioni Usa»
La cooperazione militare della Russia con l'Iran non cederà alle pressioni geopolitiche, ha detto il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, dopo le notizie secondo cui Washington avrebbe chiesto a Teheran di smettere di vendere droni a Mosca. «Non ci sono cambiamenti e la cooperazione con l'Iran continuerà. Siamo Stati indipendenti e non soccombiamo ai dettami degli Stati Uniti e dei suoi satelliti», ha detto il viceministro secondo Ria Novosti.
Ore 16:04 - Kiev ha perso 200 soldati nel Donetsk in ultimi giorni
Le truppe ucraine negli ultimi giorni hanno perso fino a 200 uomini nella direzione del Donetsk. Lo afferma un rapporto del ministero russo della Difesa, citato da Ria Novosti. «Nella direzione meridionale del Donetsk, unità del gruppo di forze Vostok, in collaborazione con l'aviazione e l'artiglieria dell'esercito, hanno respinto due attacchi della 31esima Brigata Marina ucraina nell'area del villaggio di Staromayorskoe», spiega la Difesa russa. «Le perdite nemiche ammontano a circa 200 militari ucraini».
Ore 16:12 - Scontro tra jet ucraini in addestramento: morti 3 piloti
Due jet biposto da addestramento ucraini L-39 Albatros si sono scontrati in volo durante un'esercitazione e almeno 3 piloti sono morti. L'incidente è avvenuto ieri nell'oblast nord-occidentale di Zhytomyr, ma si è appreso solo oggi dai canali ufficiali di Telegram, fra i quali quello dell'aeronautica militare di Kiev. Fra i morti c'è un pilota della 46ma brigata dell'aviazione tattica noto con il nomignolo «Juice».
Ore 16:19 - Wagner su morte Prigozhin: «È stato troppo incauto»
«Yevgeny Prigozhin si credeva indistruttibile, aveva deciso di essere immortale. Un'errata percezione di se stesso che potrebbe essergli costata fatale, rendendolo incauto». Lo affermano ex subordinati di Prigozhin del gruppo Wagner sentiti da Meduza. Dopo la tentata ribellione dei paramilitari contro Mosca, nel giugno scorso, Prigozhin e altri comandanti della Wagner vennero convocati al Cremlino - ricorda una delle fonti sentite da Meduza -, in quella occasione Vladimir Putin «urlò contro di loro per tre ore. Gridò apertamente, ma poi non gli ha fatto nulla. Forse Prigozhin avrà pensato: «Non ci ha ucciso subito, quindi non lo farà mai». Parole che sembrano alludere a una responsabilità del Cremlino nello schianto aereo costato la vita a Prigozhin. «Tutti ce lo aspettavamo», dice un veterano della Wagner, «bisognava capire quando». Con la marcia verso Mosca, continua, «Prigozhin ha firmato la sua condanna».
Ore 16:36 - New York Times: «Mosca usa accademici per fare propaganda»
La Russia sta intensificando i suoi sforzi per diffondere negli Stati Uniti e in Occidente propaganda a favore di Mosca e messaggi anti-Ucraina, utilizzando organizzazioni e influencer. Lo riporta il New York Times, citando fonti dell'intelligence americana che ha analizzato documenti riservati dell'Fsb, il servizio federale per la sicurezza della Federazione russa. L'analisi è stata resa pubblica.
La propaganda, sostengono a Washington, potrebbe avere ricevuto un impulso dopo il fallito ammutinamento contro i vertici militari russi di Evgeny Prigozhin, quando due mesi fa aveva tentato con il gruppo paramilitare Wagner di puntare verso Mosca. Gli 007 del Cremlino avrebbero portato avanti una strategia di disinformazione già sperimentata nel 2016 per favorire la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane. Ma le informazioni, rese pubbliche venerdì, indicano un'attività ancora più profonda. Si parla di gruppi di «cooptati»: persone, od organizzazioni ufficialmente indipendenti ma che, in realtà, si muovono sotto la direzione dei servizi segreti russi. Queste operazioni includono il sostegno alla Russia attraverso cittadini e uomini di cultura americani ed europei.
Ore 16:51 - Podolyak: «Negoziare significa riconoscere diritto Russia a impunità»
«Qualsiasi richiesta di negoziati immediati con la Russia significa rifiutare i principi fondamentali della democrazia e riconoscere il diritto dell'assassino a commettere crimini impuniti». Lo ha dichiarato sul social X il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, denunciando i «numerosi crimini di guerra» commessi dalla Russia sul territorio dell'Ucraina.
«Secondo me, non è l'Ucraina che dovrebbe reagire a un desiderio così eloquente di scambiare la libertà con la paura - ha aggiunto Podolyak - Dovrebbero reagire gli elettori dei Paesi da cui provengono gli appelli a negoziare con gli assassini».
Ore 17:12 - Esercito di Kiev: «In Crimea possiamo colpire i russi ovunque»
«Le forze ucraine possono colpire ovunque e in qualunque momento in Crimea». Lo ha detto il capo dell'intelligence militare di Kiev Kyrylo Budanov. Lo riporta Ukrinform. «Siamo in grado di colpire qualsiasi parte del territorio temporaneamente occupato della Repubblica autonoma di Crimea - ha affermato Budanov -. Possiamo raggiungere il nemico in qualsiasi momento». Secondo lui, le forze di Kiev hanno le capacità di raggiungere determinati obiettivi in qualsiasi momento.
Ore 17:16 - Kiev all'Ue: «Inaccettabile mantenere restrizioni su prodotti agricoli»
Il governo di Kiev ritiene inaccettabile il mantenimento delle restrizioni commerciali da parte dell'Ue sull'importazione di alcuni prodotti agricoli ucraini dopo il 15 settembre, quando scadrà il divieto in vigore. Lo ha dichiarato in una nota il ministero degli Esteri ucraino, secondo cui tali restrizioni unilaterali non corrispondono allo spirito e all'accordo di associazione tra Ucraina e Ue e ai principi e alle norme del mercato unico dell'Ue.
Secondo Kiev, «solo in uno spirito di solidarietà possiamo contrastare le sfide causate dall'aggressione russa contro l'Ucraina e rafforzare il mercato unico dell'Ue». Polonia, Slovacchia, Bulgaria, Romania e Ungheria sono tra i Paesi europei che si oppongono all'importazione di grano dall'Ucraina a causa del timore che possa penalizzare gli agricoltori locali.
Ore 17:30 - La Polonia sul cyberattacco alle ferrovie: «C'è l'ombra di Mosca»
I servizi d'intelligence polacchi stanno indagando su un attacco informatico avvenuto ieri contro il sistema computerizzato delle ferrovie nazionali (Pkp) nella zone nord-occidentale del Paese, che ha messo in crisi il traffico ferroviario nella zona di Stettino (Szczecin), in direzione dl confine tedesco, dove una ventina di treni sono stati fermati o hanno viaggiato in ritardo. Secondo quanto scrivono oggi i media polacchi, il sistema emetteva gli ordini «stop» e gli addetti al controllo potevano udire di sottofondo «l'inno nazionale russo» e «un discorso di Vladimir Putin».
«Per il momento non escludiamo alcuna pista», ha dichiarato in un comunicato il portavoce dei servizi d'intelligence di Varsavia Stanislaw Zaryn, che ha detto che l'episodio viene preso molto sul serio. «Sappiamo che già da diversi mesi vengono fatti dei tentativi di destabilizzare lo Stato polacco e le sue imprese», ha aggiunto Zaryn, citato dall'agenzia Pap. La Polonia, strettamente alleata all'Ucraina e membro della Nato, è Paese chiave per il transito delle armi occidentali verso Kiev.
Ore 17:42 - Pilota russo fugge con un elicottero e lo consegna all'esercito di Kiev
(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’operazione è stata gestita dall’intelligence e il mezzo, con a bordo parti di caccia, è atterrato a sud-est della capitale. Per Mosca si tratta di un «errore», ma la storia ha molti precedenti, alcuni anche clamorosi.
Ore 17:48 - Kupiansk, russi bombardano un bar: morti due civili
Le forze militari russe hanno bombardato un bar vicino a Kupiansk. Due civili sono rimasti uccisi due civili, mentre un terzo è rimasto ferito, ha denunciato il governatore Oleh Syniehubov. Nella regione che gli ucraini avevano riconquistato lo scorso settembre sono in corso intensi combattimenti.
Ore 18:43 - Perché i Brics non riescono a sostituire il dollaro
(Di Federico Rampini) Vi fidate di una moneta che ha tra i soci l'Argentina, un paese che colleziona bancarotte sovrane? Scalzare la valuta americana pone problemi al momento insolubili
Per il commercio internazionale e gli investimenti all’estero voi adottereste, in sostituzione del dollaro, una nuova moneta che ha l’Argentina tra i suoi soci fondatori? Perdonate la facile battuta. Ma viene spontanea dopo quel che è accaduto nei giorni scorsi in Sudafrica. Il vertice dei Brics – club dei paesi emergenti la cui sigla originaria indica Brasile Russia India Cina Sudafrica – ha rilanciato l’idea di una moneta che serva a pagare le transazioni internazionali aggirando la dittatura del dollaro. È un progetto antico, che ha molti progenitori.
Ore 19:14 - Morte di Prigozhin, Anne Applebaum: «Putin voleva il finale show e l’ha avuto. Ma resta in difficoltà»
(Di Lorenzo Cremonesi) La saggista: «Putin resta uno zar debole. Ma come de Gaulle con l’Algeria deve capire che Kiev è libera».
«Il mio primo pensiero alla notizia della morte di Evgeny Prigozhin è stato che Putin aveva bisogno di un modo davvero spettacolare per ucciderlo e lo ha trovato con successo», dice per telefono dagli Stati Uniti la giornalista e saggista Anne Applebaum, che è considerata uno dei massimi esperti dell’Est europeo e della Russia, anche grazie al suo libro pubblicato nel 2017 sull’Holodomor, la grande carestia imposta dal regime staliniano sull’Ucraina negli anni Trenta del secolo scorso.
Ore 19:35 - Zelensky sullo scontro dei jet: «Non dimenticheremo i nostri piloti». Indagini sull'accaduto
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha diffuso sul suo profilo Telegram un video in cui si rammarica per l'incidente che ha provocato la morte di tre piloti dell'aeronautica militare. «Ieri si è verificata una catastrofe nel cielo della regione di Zhytomyr - ha detto - Tre piloti sono rimasti uccisi. Tra loro c'era Andriy Pilshchikov, nome di battaglia «Juice». Era un ufficiale ucraino, uno di quelli che hanno aiutato molto il nostro Paese. Le mie condoglianze alle famiglie e agli amici, a tutti coloro che conoscevano i ragazzi». In corso le indagini su quanto accaduto.
Ore 20:31 - Voci sul «mercante di morte» Viktor Bout a guida Wagner, su mandato di Putin
A Mosca negli ambienti vicini all'intelligence circolano voci che Viktor Bout avrebbe avuto da Putin il mandato di guidare la milizia privata Wagner dopo la morte del fondatore Yevgeny Prigozhin in un misterioso incidente aereo. A riportare le indiscrezioni è Igor Sushko, un analista che dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina ha diffuso - grazie a credibili contatti con i servizi di sicurezza FSB - una serie di lettere che evidenziavano le divisioni e l'impreparazione dei vertici russi. Se confermata, la scelta di Viktor Bout, per tutti il «mercante di morte», indicherebbe una importante svolta nella gestione della Wagner. Bout, infatti, è stato oggetto di uno scambio gestito direttamente dal Cremlino dopo l'arresto pretestuoso della cestista americana Brittney Griner, condannata a 9 anni di reclusione a Mosca per possesso di stupefacenti.
Ore 23:38 - Juice, il giovane pilota ucraino sognava gli F-16
Andrii Pilshchykov, il pilota trentenne morto ieri con due colleghi nello scontro fra aerei durante un addestramento, era un «eroe di guerra» molto conosciuto in Ucraina ma anche all'estero, per le numerose interviste rilasciate agli inviati delle testate occidentali.
Il suo nome di battaglia «Juice» era stato creato da un addestratore americano durante il periodo trascorso in California, e secondo quanto riporta la stampa ucraina era dovuto al fatto che non beveva alcolici ma solo succo, Juice appunto. Nei primi mesi della guerra aveva volato soprattutto nel Nord del Paese a difesa della capitale, e secondo quanto riporta oggi la stampa ucraina, citando esponenti dell'aeronautica militare, era fra i principali sostenitori della necessità di avere a disposizione gli F-16 per difendere lo spazio aereo ucraino.
Ore 21:00 - Kiev sicura: «F-16 ci permetteranno di avere la meglio sui russi»
I caccia F-16 «saranno in grado di rilevare gli aerei russi a lunga distanza e consentire ai piloti ucraini di rimanere fuori dal raggio d'azione della difesa aerea russa in prima linea», scrive il Consiglio Atlantico, citato dall'agenzia ucraina Unian.
In più, si legge, «la fornitura di F-16 darà all'Ucraina una piattaforma in grado di integrare facilmente un'ampia gamma di sofisticati sistemi d'arma qualora gli Stati Uniti e altri Paesi decidessero di fornirli in futuro. Si va dal sistema di contromisure elettroniche An/Alq-131 alle armi cinetiche a lungo raggio come la bomba di piccolo diametro e missili da crociera come l'Agm-158 Jassm».
Ore 01:16 - «Abbattuto drone su regione russa di Bryansk»
La difesa aerea russa ha abbattuto un drone nella regione russa di Bryansk. Lo ha scritto su Telegram il governatore della regione Alexander Bogomaz, come riporta The Kyiv Independent.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 27 agosto.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Caccia russo intercetta drone Usa sul Mar Nero. Mosca conferma: «Prigozhin è morto, lo dice il test del Dna». Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera domenica 27 agosto 2023.
Le notizie sul conflitto in Ucraina di domenica 27 agosto, in diretta. Tutte le identità delle vittime presenti sul jet della Wagner sono confermate dai test genetici. Kiev: «Mosca concentra 110 mila soldati per l’offensiva da est, scontri feroci del Donetsk»
• Il test del Dna conferma la morte di Prigozhin e l’identità delle altre vittime.
• Scontro tra jet ucraini in addestramento: morti 3 piloti. Inchiesta aperta.
• Incontro segreto Kiev-Nato sulla controffensiva.
• Punto militare: pilota russo fugge con un elicottero e lo consegna a Kiev.
•Kiev all'Ue: «Inaccettabili le restrizioni sui prodotti agricoli».
Ore 00:22 - Kiev all'Ue: «Inaccettabile mantenere restrizioni su prodotti agricoli»
Il governo di Kiev ritiene inaccettabile il mantenimento delle restrizioni commerciali da parte dell'Ue sull'importazione di alcuni prodotti agricoli ucraini dopo il 15 settembre, quando scadrà il divieto in vigore. Lo ha dichiarato in una nota il ministero degli Esteri ucraino, secondo cui tali restrizioni unilaterali non corrispondono allo spirito e all'accordo di associazione tra Ucraina e Ue e ai principi e alle norme del mercato unico dell'Ue.
Secondo Kiev, «solo in uno spirito di solidarietà possiamo contrastare le sfide causate dall'aggressione russa contro l'Ucraina e rafforzare il mercato unico dell'Ue». Polonia, Slovacchia, Bulgaria, Romania e Ungheria sono tra i Paesi europei che si oppongono all'importazione di grano dall'Ucraina a causa del timore che possa penalizzare gli agricoltori locali.
Ore 01:01 - 007 Gb: «I russi avanzeranno nel nord-est»
Mentre l’Ucraina continua a riconquistare gradualmente terreno nel sud, la Russia cercherà di riprendere l’iniziativa tornando all’offensiva, e una delle potenziali direzioni per questo è Kupyansk-Lyman, nel nord-est del Paese. Lo riporta l’ultimo bollettino dell’intelligence britannica. «La controffensiva ucraina ha respinto le truppe russe a Bakhmut e nel sud dell’Ucraina. Nonostante ciò, il gruppo occidentale delle truppe russe continua ad attaccare su piccola scala nel nord-est, nella zona di Kupyansk-Lyman, e ha ottenuto alcuni limitati successi locali», afferma il rapporto dell’intelligence britannica. Secondo l’intelligence, esiste la reale possibilità che la Russia nei prossimi due mesi aumenti l’intensità proprio in quest’area. Probabilmente con l’obiettivo di avanzare a ovest verso il fiume Oskil e creare una zona cuscinetto attorno alla regione di Luhansk.
Ore 01:25 - Scontro tra jet ucraini in addestramento: morti 3 piloti
Due jet biposto da addestramento ucraini L-39 Albatros si sono scontrati in volo durante un'esercitazione e almeno 3 piloti sono morti. L'incidente è avvenuto ieri nell'oblast nord-occidentale di Zhytomyr, ma si è appreso solo oggi dai canali ufficiali di Telegram, fra i quali quello dell'aeronautica militare di Kiev. Fra i morti c'è un pilota della 46ma brigata dell'aviazione tattica noto con il nomignolo «Juice».
Ore 01:43 - Zelensky sullo scontro dei jet: «Non dimenticheremo i nostri piloti». Indagini sull'accaduto
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha diffuso sul suo profilo Telegram un video in cui si rammarica per l'incidente che ha provocato la morte di tre piloti dell'aeronautica militare. «Ieri si è verificata una catastrofe nel cielo della regione di Zhytomyr - ha detto - Tre piloti sono rimasti uccisi. Tra loro c'era Andriy Pilshchikov, nome di battaglia «Juice». Era un ufficiale ucraino, uno di quelli che hanno aiutato molto il nostro Paese. Le mie condoglianze alle famiglie e agli amici, a tutti coloro che conoscevano i ragazzi». In corso le indagini su quanto accaduto.
Ore 01:58 - Dmitrij Suslov: «Putin ora è più forte ma non può permettersi un’altra mobilitazione: la guerra sarà a bassa intensità»
(di Paolo Valentino) «Il fallimento della ribellione di Prigozhin e la sua fine rafforzano la stabilità del sistema. Putin ora è più forte, ha il pieno controllo su tutto l’apparato militare e di sicurezza e può guardare alle elezioni del 2024, quando sarà sicuramente rieletto con una stragrande maggioranza».
Ore 02:11 - Juice, il giovane pilota ucraino sognava gli F-16
Andrii Pilshchykov, il pilota trentenne morto ieri con due colleghi nello scontro fra aerei durante un addestramento, era un «eroe di guerra» molto conosciuto in Ucraina ma anche all'estero, per le numerose interviste rilasciate agli inviati delle testate occidentali.
Il suo nome di battaglia «Juice» era stato creato da un addestratore americano durante il periodo trascorso in California, e secondo quanto riporta la stampa ucraina era dovuto al fatto che non beveva alcolici ma solo succo, Juice appunto. Nei primi mesi della guerra aveva volato soprattutto nel Nord del Paese a difesa della capitale, e secondo quanto riporta oggi la stampa ucraina, citando esponenti dell'aeronautica militare, era fra i principali sostenitori della necessità di avere a disposizione gli F-16 per difendere lo spazio aereo ucraino.
Ore 02:36 - Pilota russo fugge con un elicottero e lo consegna all'esercito di Kiev
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’operazione è stata gestita dall’intelligence e il mezzo, con a bordo parti di caccia, è atterrato a sud-est della capitale. Per Mosca si tratta di un «errore», ma la storia ha molti precedenti, alcuni anche clamorosi.
Ore 03:01 - Esercito di Kiev: «In Crimea possiamo colpire i russi ovunque»
«Le forze ucraine possono colpire ovunque e in qualunque momento in Crimea». Lo ha detto il capo dell'intelligence militare di Kiev Kyrylo Budanov. Lo riporta Ukrinform. «Siamo in grado di colpire qualsiasi parte del territorio temporaneamente occupato della Repubblica autonoma di Crimea - ha affermato Budanov -. Possiamo raggiungere il nemico in qualsiasi momento». Secondo lui, le forze di Kiev hanno le capacità di raggiungere determinati obiettivi in qualsiasi momento.
Ore 03:29 - Usa: «Mosca impiega spie civili per far propaganda in Occidente»
L'intelligence russa sta portando avanti un programma «sistematico» di diffusione della propaganda pro-Cremlino attraverso «obiettivi civili» negli Stati Uniti e in occidente. Lo rivelano documenti delle agenzie Usa recentemente declassificati. In particolare, il servizio di sicurezza federale russo (Fsb) starebbe tentando di influenzare la politica e l'opinione pubblica occidentali inviando civili russi, apparentemente indipendenti, a costruire rapporti con figure di rilievo negli Usa e altrove così da diffondere una narrazione pro-Russia anche sui media.
Ore 03:47 - «Abbattuto drone su regione russa di Bryansk»
La difesa aerea russa ha abbattuto un drone nella regione russa di Bryansk. Lo ha scritto su Telegram il governatore della regione Alexander Bogomaz, come riporta The Kyiv Independent.
Ore 04:05 - Kiev: attacco missilistico, scatta un nuovo allarme
In Ucraina è scattato l’allarme per un attacco aereo con missili da crociera. Lo comunica l’aeronautica di Kiev, precisando che i missili russi stanno entrando nello spazio aereo ucraino da nord, nell’oblast di Sumy. A lanciare l’attacco - secondo quanto riferiscono i militari ucraini - sono stati bombardieri strategici Tupolev Tu-95. L’arrivo dei missili sul territorio ucraino è previsto tra le 3.50 e le 4.40 locali.
Ore 04:57 - Mosca: «Respinti sette attacchi vicino a Lyman»
Le forze armate russe hanno respinto sette attacchi ucraini nella zona di Krasny Lyman, nel Donbass. Oltre 80 combattenti ucraini sono stati uccisi. Lo riferisce la Tass, citando fonti militari russe. I tentati attacchi sono stati condotti dai distaccamenti d’assalto della 42esima e della 63esima brigata meccanizzata, nonché dalle forze speciali di Azov. Secondo i russi sono stati distrutti anche un veicolo da combattimento della fanteria, tre veicoli blindati e un camioncino.
Ore 08:09 - Mosca: un drone ha colpito un condominio a Kursk
Un drone ha colpito un condominio a Kursk, le finestre sono state rotte su alcuni piani, anche i vetri dell’edificio dell’Università agraria statale sono stati danneggiati. Lo ha riferito il governatore Roman Starovoit citato da Ria Novosti che pubblica l’immagine del palazzo centrato dal velivolo senza pilota. Kursk confina a ovest con l’oblast ucraino di Sumy.
Ore 08:25 - «Scontri infuriano sulla linea del fronte nel Donetsk»
Infuriano gli scontri tra gli eserciti russo e ucraino sulla linea del fronte orientale in Donetsk: le truppe del Cremlino hanno cercato di avanzare nelle direzioni di Lyman, Bakhmut e Avdiivka ma sono stati frenati dai soldati di Kiev. Lo riferisce lo Stato maggiore ucraino nel suo report del mattino, citato da Unian. «I russi hanno bombardato pesantemente le aree popolate lungo l’intera linea del fronte», rende noto l’esercito ucraino, aggiungendo che «allo stesso tempo, le forze di difesa stanno conducendo un’operazione offensiva nella direzione sud-orientale di Melitopol (occupata dai russi), nella regione di Zaporizhzhia.
Ore 8:30 - Prigozhin, il mistero delle due persone a bordo del jet e le urla di Putin nell’ultimo incontro
(di Guido Olimpio) Troppi estranei attorno al jet di Prigozhin nei giorni precedenti al disastro. Da qui i sospetti di una mano assassina, in grado di preparare la trappola. Il primo intervento, noto, risale forse a luglio. L’Embraer — secondo il Moskovsky Komsomolets — è parcheggiato a Sheremetyevo, sosta per consentire agli elettricisti di riparare il frigo di bordo. Non funzionava bene, serviva agli ospiti. Il capo della Wagner lo voleva riempito di succhi di frutta di produzione nazionale, controllati personalmente, così come aveva vietato l’alcol. Poi il secondo episodio, alla vigilia dell’ultimo volo. Il pilota Rustan Karimov porta a bordo un uomo e una donna, sono interessati all’acquisto del velivolo e restano nell’abitacolo per circa un’ora. Passaggio strano. Possibile che nel bel mezzo dei frenetici contatti tra lo «chef» e la controparte sul destino della sua compagnia i collaboratori abbiano trovato lo spazio per una compravendita?
Ore 9:00 - Putin rimescola la mappa del potere: le spie, gli ammiragli e i due Patrushev
(di Fabrizio Dragosei) Ogni momento di difficoltà è buono per cambiare luogotenenti non troppo affidabili, anche se amici di vecchia data, e per restringere sempre di più il cerchio dei fedelissimi. Così anche la crisi attuale, con la tentata marcia su Mosca di due mesi fa e poi la morte di Prigozhin, serve a Vladimir Putin per rivedere la situazione. Gli uomini che lui consulta e che si può dire abbiano una qualche vera influenza sono pochissimi, meno di una decina. Praticamente tutti provenienti dalle schiere dei cosiddetti silovikì (forze armate, servizi segreti, eccetera), vecchi amici di San Pietroburgo, compagni del Kgb. L’asse portante del gruppo di potere che un giorno potrebbe essere chiamato a decidere il successore di Vladimir Vladimirovich è costituito dai capi dei servizi, funzionari di lungo corso che quando parlano esprimono posizioni sempre più estreme di quelle di Putin: sulla guerra in Ucraina, sull’Occidente, sul ruolo della Russia.
Ore 09:45 - Kiev indaga sullo scontro jet in cui è morto il pilota-eroe Juice
Indagini in corso a Kiev per accertare le modalità dell’incidente aereo di venerdì nella regione di Zhytomyr, a ovest della capitale, in cui hanno perso la vita uno dei più celebri piloti di caccia ucraini, Andriy Pilshchykov, nome di battaglia Juice, e altri due aviatori. Ad annunciare l’inchiesta è stato ieri sera lo stesso presidente Volodymyr Zelensky ricordando che Juice « era un ufficiale ucraino, uno di quelli che hanno aiutato molto il nostro Paese. Molto». E «naturalmente, l’Ucraina non dimenticherà mai chi ha difeso il cielo libero dell’Ucraina». Pilshchykov, 30 anni, si era guadagnato la sua fama prendendo parte ai combattimenti su Kiev durante la fase iniziale dell’invasione russa. L’esercito ucraino ha definito la morte degli aviatori una perdita «dolorosa e irreparabile» e ha reso omaggio a Juice come pilota con «grandi conoscenze e grandi talenti». L’incidente ha coinvolto due aerei da addestramento L-39 che sorvolavano l’Ucraina settentrionale.
Ore 10:23 - «Juice era il fantasma di Kiev, premeva sugli Usa per gli F-16»
L’Aeronautica militare ucraina ha reso noti i nomi degli altri due piloti, oltre a quello di Andriy “Juice” Pilshchikov, morti venerdì in un incidente aereo vicino a Zhytomyr: «Erano piloti esperti e difendevano i cieli ucraini, in particolare svolgevano missioni sulle zone a est e su Zaporizhzhia. Viacheslav Minka era rientrato nell’aviazione nel 2015, quando l’aggressore russo ha attaccato l’Ucraina. Ha dedicato una parte significativa del suo servizio all’istruzione. Sergiy Prokazin ha dedicato 24 anni della sua vita all’aviazione, passando da pilota a vice comandante di brigata». Lo riporta Rbc-Ucraina.
Il portavoce dell’Aeronautica, Yuriy Ignat, ha dichiarato alla tv pubblica che i due aerei da addestramento e da combattimento L-39 Albatros che si sono scontrati stavano svolgendo una missione. «Andriy “Juice” Pilshikov era un pilota di caccia MiG-29. Ha prestato servizio nella 40ma Brigata aerea tattica. Si era laureato all’Università dell’Aeronautica militare di Kharkiv. Era uno dei “fantasmi di Kiev”, più volte ha invitato i partner occidentali a fornire all’Ucraina moderni aerei da combattimento. Nel 2018 aveva partecipato alle esercitazioni internazionali Clear Sky: fu allora che gli americani scelsero per lui il soprannome di “Juice”», ha detto Ignat.
Ore 11:30 - Isw: «L’avanzata ucraina accelera oltre le linee russe a sud»
Le forze ucraine che combattono sul fronte sud, nell’oblast di Zaporizhzhia, dopo aver sfondato la più fortificata linea difensiva russa, sono ora in grado di avanzare più speditamente: lo scrive il think-tank Institute for the Study of War (Isw), che riporta quanto dichiarato da un comandante ucraino alla Reuters. Secondo quest’ultimo, dopo lo sfondamento principale, le sue truppe hanno incontrato solo «gruppi logistici» russi e ora le cose sono «più facili» in questa zona, che punta verso il sud e la Crimea.
Ore 12:12 - «I russi concentrano 110 mila soldati per l’offensiva da est»
La Russia ha concentrato 110 mila soldati nella zona est dell’Ucraina dove stanno conducendo da settimane un’offensiva nelle regioni di Donetsk e di Kharkiv, e di questi, 45 mila combattono cercando di avanzare verso Kupyansk e 48 mila verso Lyman. Lo afferma il portavoce delle forze orientali ucraine Ilya Yevlash, citato dal canale Telegram dell’amministrazione militare della città di Kiev (Kmva). Secondo il portavoce, l’esercito ucraino in quel settore ha il controllo della situazione.
Ore 12:39 - Papa: «Non dimentichiamo il popolo ucraino che soffre tanto»
«Restiamo sempre vicini anche al popolo ucraino che soffre per la guerra. Che soffre tanto. Non dimentichiamo l’Ucraina». Sono le parole di Papa Francesco al termine dell’Angelus.
Ore 12:47 - Mosca: «Il test del Dna conferma la morte di Prigozhin»
In Russia il test del Dna ha confermato l’identificazione del capo della Wagner Evghenij Prigozhin fra i morti dell’incidente aereo del 23 agosto. Lo comunica la commissione d’inchiesta russa sull’incidente, citata dalle agenzie. «Secondo i risultati dei test, tutte le identità delle 10 vittime sono confermate», ha fatto sapere il Comitato.
Ore 14:50 - Kiev: «Mosca schiera nel Mar Nero nave con 8 missili cruise»
La Russia ha schierato nel Mar Nero una nave lanciamissili equipaggiata con otto missili da crociera Kalibr, secondo quanto segnalato da canale Telegram della Marina militare ucraina citata anche da Ukrinform. Kiev ha segnalato la presenza di otto navi russe nel Mar nero e di una nel Mar di Azov.
Ore 16:12 - Gli ucraini spingono a Sud: russi costretti a spostare reparti scelti a Robotyne
(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I reparti di Kiev si sono avvicinati, in alcuni punti, alla seconda linea di difesa attesi da altri ostacoli, mine, trincee. Sul Mar Nero potrebbero intensificarsi gli scontri attorno alle piattaforme off-shore.
Il mistero Prigozhin lascia spazio alle teorie, enfatizza le tensioni moscovite. Si parla molto di intrighi, di figure sfuggenti, di possibili mandanti. È «pane» per le spie. Una situazione dove gli ucraini nuotano alla perfezione, infatti hanno rilanciato la strategia della comunicazione unita alle operazioni speciali. Kiev, in un arco di tempo ristretto, ha tirato molte frecce. Questa la sequenza.
Ore 16:16 - «La Russia un aereo che esploderà». La profezia di Prigozhin
La Russia paragonata a un aereo che rischia di disintegrarsi in volo: la metafora usata da Yevgeny Prigozhin in un’intervista qualche mese fa, e riproposta ora da un canale Telegram vicino alla sua Wagner, scatena le reazioni e le teorie del complotto tra i suoi sostenitori. Prima fra tutte quella, già circolata nei giorni scorsi, che Prigozhin in realtà non sia morto e che si appresti a ricomparire al momento opportuno.
«Non mentirò, devo dire onestamente che la Russia è sull’orlo del disastro, e se le viti non saranno strette adeguatamente, l’aereo si sgretolerà in volo», dice il capo della Wagner in un’intervista diffusa il 29 aprile e un cui spezzone è stato postato ora dal canale Grey Zone.
«Oggi abbiamo raggiunto il punto di ebollizione», aggiunge Prigozhin, affermando che è pronto ad essere «ucciso» piuttosto che mentire e richiamando le denunce di incompetenza più volte espresse contro i vertici militari nei mesi che hanno preceduto la tentata rivolta della sua compagnia militare privata il 24 giugno.
Ore 17:28 - Caccia russo intercetta drone Usa sul Mar Nero
Un caccia russo Su-30 si è alzato in volo dopo che un drone Reaper MQ-9A dell’aeronautica americana è stato intercettato sul Mar Nero. Lo ha riferito il Centro di controllo nazionale della difesa russo. Secondo l’agenzia, le strutture di controllo dello spazio aereo hanno rilevato un obiettivo aereo in avvicinamento al confine russo sul mare, «è stato portato in volo un caccia Su-30 delle forze di difesa aerea in servizio. L’equipaggio ha identificato l’obiettivo aereo come un UAV da ricognizione Reaper MQ-9A dell’aeronautica americana. Mentre il caccia si avvicinava, il drone da ricognizione straniero ha effettuato un’inversione a U dal confine russo».
Ore 18:12 - Tre morti in attacchi russi a Kherson e Kharkiv
E’ di tre morti il bilancio degli attacchi con l’artiglieria russa a Kherson e Kharkiv. Secondo fonti della prima città, due persone - di cui una donna 35 anni - sono morte e altrettante sono rimaste ferite in due distinti attacchi. A Kharkiv, invece, è morta una donna di 39 anni, che si trovava nella sua abitazione colpita da un razzo russo.
Ore 18:16 - Zelensky: «Nave ha attraversato con successo il nostro corridoio sul Mar Nero»
«La seconda nave ha raggiunto le acque territoriali romene dopo aver attraversato con successo il nostro corridoio temporaneo nel Mar Nero», ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su X parlando della nave portacontainer battente bandiera liberiana Primus.
La nave, carica di merce per l’Africa era bloccata dal febbraio 2022. «Proteggiamo la libertà di navigazione con fatti concreti e il mondo trae beneficio dalla stabilità. Grazie a tutti coloro che hanno reso tutto ciò possibile», così il presidente ucraino.
Ore 19:29 - Zelensky: «Reato di corruzione come tradimento in guerra»
«Il reato di corruzione equiparato a quello di tradimento, almeno fino a che dura la guerra». Lo propone al parlamento ucraino il presidente Volodymyr Zelensky, che ne ha parlato in un'intervista con i media ucraini. Il Presidente ha sottolineato che tale decisione non può funzionare in modo permanente nella società, ma dovrebbe aiutare in tempo di guerra. «Non so se il legislatore lo sosterrà. Ma lo proporrò sicuramente, perché stiamo sviluppando una società democratica», ha detto.
Ore 19:54 - Tajani: «Il 4 settembre in Cina anche per parlare di pace in Ucraina»
«Il 4 settembre sarò in Cina per una missione importante e difficile, perché la Cina dovrà poi essere parte dirigente per la realizzazione di qualche tentativo a favore della pace in Ucraina. Farò un tentativo affinché Pechino possa fare da tramite per il ritiro dei soldati russi». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un'intervista a Rai News 24 al suo arrivo a Ceglie Messapica.
Ore 22:38 - Polonia, due arrestati per attacco hacker a rete ferroviaria
La polizia ha arrestato due uomini per l'attacco alla rete di comunicazione delle ferrovie polacche, che nel fine settimana ha provocato l'interruzione del traffico ferroviario in diverse regioni della Polonia. I due giovani, di 24 e 29 anni, sono cittadini polacchi, ha dichiarato Tomasz Krupa, portavoce della polizia della città orientale di Bialystok, dove sono stati arrestati.
Secondo i media, tra le trasmissioni del segnale di «stop», i ferrovieri hanno potuto ascoltare l'inno nazionale russo e un discorso del Presidente Vladimir Putin. La Polonia, un fedele alleato dell'Ucraina, svolge un ruolo chiave nel trasporto di armi occidentali verso il Paese.
Ore 23:53 - Zelensky: «Se attacchiamo il territorio russo rimarremo soli»
Se l'Ucraina spostasse il conflitto sul territorio russo, gli alleati che finora l'hanno sostenuta la lascerebbero sola. Lo ha detto, in un'intervista alla Tv ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky. «Credo che questo sarebbe un grosso rischio, saremmo sicuramente lasciati soli», ha risposto quando gli è stato chiesto se fosse giunto il momento per uno spostamento in territorio russo. Zelensky ha affermato che la lotta dell'Ucraina per recuperare il proprio territorio è stata aiutata in modo sostanziale dagli alleati. Quanto alla Crimea, Zelensky si è detto convinto della possibilità di una sua riconquista dalla Russia senza intervento militare ma «politicamente».
Ore 01:34 - Kiev: «Se non prendiamo iniziative la Russia può resistere per sempre»
«La Russia può mantenere per sempre le linee di difesa nelle parti occupate dell’Ucraina se le truppe ucraine non riusciranno ad adottare misure proattive per liberare le loro terre. Dobbiamo sfondare le loro linee di difesa. E questo è ciò che in realtà viene fatto adesso». Lo ha detto - come riporta Ukrinform - il capo della Direzione principale dell’intelligence del Ministero della difesa ucraino, Kyrylo Budanov in un’intervista. «Possono resistere a lungo - ha aggiunto - se non prendiamo iniziative proattive. Possono resistere per sempre, credetemi. Coloro che dicono che è possibile inventare qualche modo magico, sappiano che non è così. Non esiste un modo del genere».
Ore 01:50 - Chiusi gli aeroporti russi di Domodedovo e Vnukovo
Gli aeroporti di Domodedovo e Vnukovo a Mosca hanno sospeso arrivi e partenze. Lo rende noto l’agenzia Tass, citando i servizi aeronautici, senza spiegare i motivi del provvedimento. Tali misure sono state prese più volte negli ultimi tempi quando sulla capitale della Russia sono avvenuti attacchi da parte di droni.
Ore 02:17 - Attacchi russi nella regione nord orientale di Sumy
Le forze russe hanno attaccato otto comunità nella regione nord-orientale ucraina di Sumy. Nell’area si sarebbero verificate 171 esplosioni. Lo scrive The Kyiv Independeti aggiungendo che l’esercito di Mosca ha «sparato al confine 22 volte colpendo le comunità di Khotin, Seredyna-Buda, Druzhba, Esman, Bilopillia, Shalyhyne, Velyka Pisaryvka e Putyvl». Gli attacchi hanno danneggiato una casa privata a Seredyna-Buda. Quasi ogni giorno, ricorda il giornale online, la regione di Sumy che confina con la Russia a nord-est, è oggetto di diversi attacchi.
Ore 02:33 - Morti 4.850 soldati ucraini solo nella scorsa settimana
Le forze armate ucraine hanno perso 4.850 militari nel corso della scorsa settimana. Lo sostiene la Tass, basandosi sui dati del Ministero della Difesa russo. In dettaglio - riporta l’agenzia russa - le forze ucraine hanno perso 2.670 militari nell’area di Donetsk, 820 nell’area di Zaporizhzhia, 665 nell’area di Kupyansk, 485 nell’area di Krasny Liman e 215 nell’area di Kherson.
Ore 02:44 - I due aeroporti chiusi di Mosca hanno ripreso a funzionare
Gli aeroporti di Vnukovo, Domodedovo e Zhukovsky a Mosca hanno ripreso a funzionare. Lo hanno riferito i servizi di emergenza alla Tass. «Gli aeroporti hanno iniziato sia a inviare che a ricevere aerei», ha detto la fonte all’agenzia russa.
Ore 03:32 - Scatta l’allarme per un possibile attacco missilistico russo
È scattato un nuovo allarme in Ucraina per probabili lanci di missili da crociera russi Kalibr dal Mar Nero. Lo riporta alle 4 locali il canale Telegram ufficiale dell’Aeronautica militare delle Forze armate dell’Ucraina. Il pericolo missilistico interessa le regioni di Mykolaiv, Kherson, Dnipropetrovsk, Zaporizhzhya, Odesa, Kirovohrad, Cherkasy, Donetsk, Kharkiv, Poltava e Sumy.
Ore 03:55 - Fallito il tentativo ucraino di attaccare obiettivi russi con i droni
Kiev ha tentato questa notte di attaccare obiettivi russi con due droni poi abbattuti da Mosca attraverso i sistemi di difesa aerea sulla regione di Bryansk. Lo hanno riferito i giornalisti del ministero della Difesa della Federazione Russa, secondo quanto riporta l’agenzia Tass. «Questa notte è stato sventato un altro tentativo di Kiev di effettuare un attacco con un Uav di tipo aereo contro oggetti nella Federazione Russa. Due veicoli aerei senza pilota sono stati distrutti dalle forze di difesa aerea in servizio sul territorio della regione di Bryansk», ha sostenuto Mosca. Un drone era diretto verso Mosca, è stato distrutto a 20 km dalla città. Non ci sono stati feriti né danni collaterali.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 28 agosto.
Le notizie del 28 agosto sul conflitto in Ucraina. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera lunedì 28 agosto 2023
• Papa Francesco il 25 agosto ai giovani cattolici russi: «Siete gli eredi della grande madre Russia». Kiev attacca: «Dal papa propaganda imperialista»
• «Wagner via da Minsk». La richiesta di Polonia, Lituania e Lettonia. Sarebbero anche pronti a chiudere i confini, «in caso di incidente».
• Cremlino conferma: «Presto un incontro con Erdogan».
• Seconda nave con un carico di grano salpa da Odessa. Sfida a Mosca dopo lo stop all'accordo sulle esportazioni.
• Il punto militare: Prigozhin, gli attentatori potrebbero aver messo un ordigno nel condizionatore: la ricostruzione
Ore 05:16 - Drone diretto su Mosca distrutto dalla difesa russa. Nessuna vittima
Le difese aeree russe hanno distrutto un drone in avvicinamento a Mosca e altri due in una regione al confine con l’Ucraina: è quanto hanno riferito le autorità della Russia. Le difese aeree nel quartiere Lyubertsy a sud-est della capitale «hanno distrutto un drone che volava verso Mosca», ha scritto su Telegram il sindaco della città Sergei Sobyanin. «Non ci sono state vittime o danni, secondo le prime informazioni. I servizi di emergenza sono sul posto», ha aggiunto. Il ministero della Difesa russo ha anche affermato che le difese aeree hanno distrutto un drone sul distretto di Lyubertsy e hanno accusato Kiev per l’attacco. Il traffico aereo negli aeroporti di Mosca Domodedovo e Vnukovo è stato sospeso, aveva riferito in precedenza l’agenzia di stampa statale Tass, citando il servizio di aviazione. Altri due droni sono stati distrutti dalle difese aeree sulla regione di Bryansk al confine con l’Ucraina, ha detto il ministero della Difesa russo su Telegram.
Ore 06:04 - Il tentato attacco con i droni attribuito all’Ucraina. Kiev non commenta
Il ministero della Difesa russo ha affermato che unità di difesa aerea hanno abbattuto due droni che volavano sopra il territorio di Bryansk nella notte del 28 agosto. Poco dopo, il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin ha detto che un altro drone era stato distrutto sopra Mosca. Il ministero della Difesa russo ha attribuito il tentato attacco con i droni all’Ucraina. Kiev non ha commentato Il giorno prima, il 27 agosto, funzionari russi avevano affermato che un drone era stato distrutto nel distretto di Trubchevsk, nel territorio di Bryansk. Nelle ultime settimane gli attacchi di droni in territorio russo sono aumentati.
Ore 07:27 - Dagli ultras ai «tiktoker»: chi assumerà il controllo della Wagner dopo la morte di Prigozhin
La Wagner non combatte da mesi in Ucraina, ma è stata ed è ancora fondamentale per la Russia in Medio Oriente e soprattutto in Africa. E questa eredità, che Prigozhin cercava di salvare con i suoi ultimi viaggi prima della morte, è al centro di una disputa senza esclusione di colpi. Chi assumerà il controllo della compagnia di mercenari, anche se questa formalmente sarà sotto le direttive del ministero della Difesa? E che ruolo potranno avere le altre formazioni private create da tempo e quelle che stanno sorgendo all’ultimo minuto per avere una fetta della torta? Qui l’analisi di Fabrizio Dragosei.
Ore 07:39 - Kiev, oltre 261mila soldati russi morti da inizio conflitto
Lo stato maggiore delle forze armate ucraine ha riferito oggi, lunedì 28 agosto, che la Russia ha perso 261.310 soldati in Ucraina dall’inizio della sua invasione su vasta scala il 24 febbraio dello scorso anno. Lo riferisce Kyiv Independent. Questo numero comprende 490 vittime delle forze russe subite nell’ultimo giorno. Secondo il rapporto, la Russia ha perso anche 4.400 carri armati, 8.562 veicoli corazzati da combattimento, 7.866 veicoli e serbatoi di carburante, 5.425 sistemi di artiglieria, 730 sistemi di razzi a lancio multiplo, 499 sistemi di difesa aerea, 315 aerei, 316 elicotteri, 4.383 droni e 18 imbarcazioni.
Ore 07:40 - Attacco russo nella notte, danni a Poltava e Kryvyi Rih
Le forze russe hanno lanciato un attacco missilistico sull’Ucraina la notte scorsa danneggiando abitazioni a Kryvyi Rih, città natale del presidente Volodymyr Zelensky nella regione di Dnipropetrovsk, e distruggendo un impianto industriale a Poltava, nell’omonima regione: lo ha reso noto il capo dell’amministrazione di Dnipropetrovsk, Sergiy Lysak, come riporta Rbc-Ucraina. Inoltre, il distretto di Nikopol (Dnipropetrovsk) è stato colpito con l’artiglieria pesante: danni sono stati segnalati nelle comunità di Marganetska e Mirivska. Per il momento non ci sono notizie di feriti o vittime.
Ore 07:51 - Kiev: liberato il villaggio di Robotyne
Le forze ucraine hanno liberato il villaggio di Robotyne, nella regione di Zaporizhzhia: lo ha dichiarato durante una trasmissione in diretta dal Centro media militare la viceministra della Difesa ucraina, Anna Malyar. Lo riporta Rbc-Ucraina. Le truppe di Kiev si stanno muovendo a sud-est di Robotyne e a sud di Mala Tokmachka, ha aggiunto. Mercoledì scorso la 47esima brigata meccanizzata separata delle Forze armate ucraine aveva reso noto di avere issato la bandiera ucraina su Robotyne.
Ore 08:16 - 007 Londra, esercitazioni Mosca-Minsk verso stop
Le esercitazioni russo-bielorusse che impensieriscono i Paesi baltici e la Polonia, in realtà, hanno avuto finora un impatto marginale sulle prestazioni militari russe in Ucraina, tanto che «è molto probabile che Mosca abbia cancellato» l’esercitazione Zapad 23 di settembre. Così un rapporto dell’intelligence britannica diffuso sul canale X (Ex Twitter) del ministero della Difesa di Londra. «Le scarse prestazioni delle forze armate russe in Ucraina - si legge - hanno evidenziato come le esercitazioni strategiche congiunte abbiano avuto (finora) un valore limitato dal punto di vista dell’addestramento». «È probabile - prosegue il rapporto - che la Russia abbia cancellato lo Zapad 23», l’esercitazione congiunta Mosca-Minsk prevista a settembre, «perché le truppe e le attrezzature disponibili sono troppo poche».
Ore 08:18 - Due morti in attacco missilistico russo in regione Poltava
Due persone sono rimaste uccise in un attacco missilistico russo avvenuto durante la notte nella regione centrale ucraina di Poltava. Lo ha dichiarato il governatore Dmytro Lunin. Lunin ha fornito un aggiornamento sull’app di messaggistica Telegram, come riportato dall’agenzia di stampa Reuters. Ha detto che l’attacco ha riguardato un impianto industriale, ma non ha fornito ulteriori dettagli. “A seguito dell’attacco ostile, due persone sono state uccise, due sono state portate in ospedale con ferite lievi e non si sa dove si trovino altre due persone”, ha dichiarato Lunin.
Ore 08:21 - Esplosioni vicino a Melitopol occupata
Esplosioni sono state udite questa mattina vicino alle città ucraine occupate di Melitopol e Yakymivka, nella regione di Zaporizhzhia: lo ha reso noto il sindaco in esilio di Melitopol, Ivan Fedorov, come riporta Rbc-Ucraina.
Ore 08:24 - 007 Londra, esercitazioni Mosca-Minsk verso stop
Le esercitazioni russo-bielorusse che impensieriscono i Paesi baltici e la Polonia, in realtà, hanno avuto finora un impatto marginale sulle prestazioni militari russe in Ucraina, tanto che «è molto probabile che Mosca abbia cancellato» l’esercitazione Zapad 23 di settembre. Così un rapporto dell’intelligence britannica diffuso sul canale X (Ex Twitter) del ministero della Difesa di Londra. «Le scarse prestazioni delle forze armate russe in Ucraina - si legge - hanno evidenziato come le esercitazioni strategiche congiunte abbiano avuto (finora) un valore limitato dal punto di vista dell’addestramento». «È probabile - prosegue il rapporto - che la Russia abbia cancellato lo Zapad 23», l’esercitazione congiunta Mosca-Minsk prevista a settembre, «perché le truppe e le attrezzature disponibili sono troppo poche».
Ore 08:40 - Zelensky: se portiamo conflitto in Russia perdiamo alleati
Se l’Ucraina dovesse portare la guerra sul territorio della Russia, perderebbe l’appoggio della coalizione internazionale che da oltre 18 mesi sostiene il paese aggredito con aiuti e armi. Lo ha sostenuto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in una intervista all’emittente 1+1. «Credo sarebbe un grosso rischio, verremmo senz’altro lasciati soli», ha affermato, sottolineando che «la lotta per riconquistare i nostri territori è stata sostenuta in maniera determinate grazie ai rapporti con gli alleati». Zelensky ha spiegato che «i partner internazionali» sono un elemento fondamentale in ogni vittoria, in ogni passo avanti della controffensiva e in ogni azione difensiva.
Ore 09:01 - Russia: incriminato ex impiegato consolato Usa Vladivostok
Un cittadino russo ex impiegato del consolato americano a Vladivostok è stato incriminato dai servizi d’intelligence russi (Fsb) con l’accusa di avere raccolto e trasmesso al governo di Washington informazioni confidenziali sull’operazione militare russa in Ucraina. Lo rende noto l’agenzia Tass. L’accusa nei confronti dell’uomo, Robert Shonov, non è di spionaggio ma «cooperazione su base confidenziale con uno Stato straniero». Secondo la Fsb, Shonov si è dichiarato colpevole.
Ore 09:05 - Attacco russo a Poltava, i feriti sono 5
È salito a cinque il bilancio dei feriti nell’attacco russo, la notte scorsa, nella regione di Poltava: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’ufficio di presidenza ucraino, Andriy Yermak, come riporta l’emittente statale ucraina Suspilne.
Ore 09:40 - Mosca attacca in Poltava, due morti e diversi feriti
Un attacco missilistico russo nella notte, contro un impianto industriale nella regione centrale di Poltava, ha fatto due morti e diversi feriti. A dichiararlo sui social media è stato il capo di gabinetto di Zelensky, Andriy Yermak, aggiungendo che le vittime erano dipendenti dell’impianto petrolifero colpito. Gli attacchi russi notturni hanno anche danneggiato abitazioni a Kryvyi Rih, città natale del presidente Volodymyr Zelensky.
Ore 10:06 - F-16 promessi da Occidente operativi forse da primavera
I caccia F-16 promessi dall’Occidente potrebbero essere utilizzati per la prima volta dai piloti ucraini la prossima primavera. È l’opinione del ministro della Difesa di Kiev, Oleksii Reznikov. «Direi che potrebbe accadere la prossima primavera, perché abbiamo iniziato i corsi di formazione per i nostri piloti, ingegneri e tecnici», ha dichiarato Reznikov al quotidiano tedesco Bild. Ha aggiunto, tuttavia, che sarà necessario preparare le infrastrutture per gli aerei in Ucraina. «Probabilmente ci vorranno almeno sei mesi, forse un po’ di più», ha precisato il ministro. Allo stesso tempo, Reznikov ha affermato che l’uso dei caccia F-16 rappresenterebbe una «seria svolta» nel conflitto. A oggi, secondo la Bild, la superiorità aerea appartiene alla Russia. Secondo il massimo responsabile della sicurezza ucraina, la situazione cambierà con la consegna dei caccia F-16.
Ore 10:20 - 007 britannici: «Risorse limitate. La Russia annulla delle esercitazioni programmate a settembre»
«La Russia ha molto probabilmente annullato lo Zapad 23 e la sua programmata esercitazione strategica congiunta che avrebbe dovuto svolgersi nel settembre 2023. Le scarse prestazioni dell’esercito russo in Ucraina hanno evidenziato come le esercitazioni abbiano avuto un valore addestrativo limitato e siano state in gran parte soltanto una dimostrazione scenografica.
La Russia ha probabilmente cancellato Zapad 23 perché le truppe e gli equipaggiamenti disponibili sono troppo pochi». Lo scrive su X il ministero della Difesa di Londra. «Esiste una possibilità realistica che la leadership russa sia sensibile anche alle critiche interne che potrebbero derivare dalla gestione di un’altra esercitazione durante il tempo di guerra», prosegue l’intelligence britannica, sottolineando che «dal 2010 la Russia ha seguito un ciclo quadriennale di esercitazioni in tutto il paese. Tuttavia, dal 2021, la Russia ha basato le esercitazioni nella Russia occidentale almeno ogni due anni poiché dà priorità al confronto con quella che percepisce come una minaccia da parte della Nato».
Ore 10:31 - Accusato di spionaggio ex dipendente dell'ambasciata Usa a Mosca
Formalmente accusato di spionaggio l'ex dipendente dell'ambasciata degli Stati Uniti a Mosca Robert Shonov, arrestato a maggio dal servizio di sicurezza federale (Fsb) e posto sotto custodia preventiva. Lo riporta l'agenzia di stampa Tass.
Il cittadino russo lavorava nel consolato americano della città di Vladivostok, nell'Estremo oriente russo, e qui, secondo l'accusa, avrebbe raccolto informazioni per conto di Washington. In particolare, avrebbe raccolto elementi sulla guerra in Ucraina e su altre questioni e poi li avrebbe inviati al personale dell'ambasciata americana a Mosca. In particolare, è sospettato di aver fornito dettagli su come la mobilitazione parziale russa per la guerra in Ucraina abbia creato malcontento in vista delle elezioni presidenziali del 2024 in Russia. L'Fsb ha annunciato che intende interrogare i dipendenti dell'ambasciata americana che erano in contatto con Shonov.
Ore 10:45 - Intelligence Kiev: «Necessario intensificare gli attacchi per sfondare le difese nemiche»
«Dobbiamo sfondare le linee di difesa russe». Lo ha detto il capo dell'intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov nel corso di un'intervista ripresa da Ukrinform. «Possono resistere a lungo se non prendiamo iniziative proattive. Possono resistere per sempre, credetemi». Ha detto il leader specificando che per il successo nel conflitto non esistano formule magiche.
Ore 10:56 - Crimea, droni ucraini colpiscono postazioni russe. Vittime e feriti
La sezione speciale (Sof) delle Forze ucraine ha colpito con droni le postazioni della Guardia costiera russa della Flotta del Mar Nero a Perevalne, in Crimea, ci sono morti, feriti e danneggiamenti. Lo riporta Ukrinform.
A renderlo noto sono le unità della Sof su Telegram: «Difficile portare a termine l'operazione a causa di alcune caratteristiche del terreno. Ma i droni sono riusciti a coprire il percorso e a raggiungere gli obiettivi», ha detto il Sof.
Allo stesso tempo, il leader russo in Crimea Sergei Aksyonov ha dichiarato che altri due droni di Kiev sono stati invece abbattuti.
Ore 10:58 - Nave della flotta russa del mar Nero attracca ad Algeri
Una nave della flotta russa del mar Nero ha fatto scalo nel porto di Algeri, nell'ambito del programma di cooperazione militare tra i due Paesi. Lo riferisce un comunicato del ministero della difesa algerino, pubblicato ieri sera sulla propria pagina Facebook. «Nell'ambito dell'attuazione del programma di cooperazione militare bilaterale algerino-russo, la corvetta della flotta russa del mar nero ha attraccato al porto di Algeri», si legge nella nota, senza fornire ulteriori dettagli. I due Paesi tengono periodicamente esercitazioni navali congiunte, come quelle che si sono svolte nel Mediterraneo nell'ottobre 2022.
A fine luglio, il capo di Stato maggiore dell'esercito algerino, il tenente generale Said Chanegriha, si è recato a Mosca su invito del ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu. A metà giugno, il presidente del Paese nordafricano Abdelmadjid Tebboune aveva effettuato una visita ufficiale di lavoro in Russia, che ha portato alla firma di una dichiarazione sul «partenariato strategico approfondito» tra Algeri e Mosca.
Ore 11:11 - Attacco russo nella regione di Kherson: un morto
È di un morto e un ferito il bilancio di un bombardamento russo che questa mattina, intorno alle 11 (le 10 in Italia), ha colpito la regione di Kherson, nell’Ucraina meridionale. Lo rende noto il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleksandr Prokudin, come riporta l’emittente statale ucraina Suspilne.
Ore 11:34 - Zelensky: «Sulla Crimea è preferibile una soluzione politica a una militare»
È «preferibile e possibile negoziare una soluzione politica per la Crimea», annessa alla Russia nel 2014, piuttosto che riportarla all’Ucraina con la forza militare. Lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista all’emittente 1+1. «Quando saremo ai confini amministrativi della Crimea, penso che sia possibile forzare politicamente la smilitarizzazione della Russia sul territorio della penisola», ha aggiunto Zelensky.
Ore 11:47 - Kiev: la guerra finirà rapidamente, è iniziato il conto alla rovescia
La guerra «finirà rapidamente», non è detto che ogni chilometro debba essere riconquistato con il sangue, perché in determinate condizioni «gli eventi assumeranno una forma diversa». Lo scrive su X il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak. «Tutta la legittimità interna di (Vladimir) Putin è costruita sulla convinzione delle élite russe che egli “non ha ancora perso la guerra”. Il Cremlino comprende l’inevitabile: più la Russia perde i territori occupati, più velocemente il sostegno al regime diminuirà - afferma il consigliere di Zelensky -. L’omicidio di Prigozhin e la preparazione di una nuova mobilitazione per saturare il fronte è una misura per risparmiare tempo». Tuttavia, sottolinea, «l’orologio sta già facendo il conto alla rovescia. Non sarà facile, ma è ingenuo pensare che l’Ucraina dovrà riconquistare il territorio conquistando ogni chilometro con il sangue. Quando le forze ucraine avanzeranno verso sud e raggiungeranno il confine amministrativo con la Crimea, gli eventi assumeranno una forma diversa. Alla fine, tutto finirà rapidamente e in un istante, proprio come è iniziato».
Ore 11:52 - Kiev: liberati 44 chilometri quadrati a Bakhmut
Le forze ucraine hanno liberato finora un territorio di 44 chilometri quadrati nell’area di Bakhmut, nell’est del Paese, di cui un chilometro quadrato la settimana scorsa. Lo scrive su Telegram la viceministra della Difesa, Anna Malyar.
Ore 12:02 - Zelensky: «Elezioni possibili nel 2024, ma servono soldi»
Volodymyr Zelensky apre alla possibilità che le elezioni si possano tenere nel 2024, a patto che si trovino soldi. Il presidente ucraino, in un’intervista all’emittente televisiva 1+1, ha spiegato che non ha intenzione di destinare soldi previsti per le armi al processo elettorale. «Stiamo difendendo la nostra democrazia e la nostra terra. Ecco perché la gente parla di elezioni. C’è un processo politico. Non può essere vietato», afferma Zelensky, ricordando che anche negli Stati Uniti si sono tenute elezioni durante la Seconda guerra mondiale. Con la legge marziale in vigore, in Ucraina non potrebbero tenersi elezioni, ma «se i nostri parlamentari sono pronti, dobbiamo cambiare il codice elettorale, dovremmo farlo rapidamente», ha detto Zelensky. «Dobbiamo portare gli osservatori in prima linea in modo da poter avere elezioni legittime, che siano legittime per il mondo intero», ha aggiunto.
Ore 12:15 - Sale a tre il bilancio dei morti a Poltava
È salito a tre il bilancio dell’attacco russo di questa mattina nel villaggio ucraino di Gogolevo, nella regione di Poltava. Lo ha reso noto il ministro dell’Interno ucraino, Igor Klymenko, come riporta l’emittente statale Ucraina Suspilne. Tutte le vittime erano dipendenti di un impianto industriale colpito.
Ore 12:19 - Mosca: «Nelle ultime 24 ore uccisi 540 ucraini nei combattimenti»
Mosca afferma che 540 militari ucraini sarebbero stati uccisi nei combattimenti nelle ultime 24 ore, di cui 160 solo nella regione di Zaporizhzhia, come si legge in un comunicato del ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia Ria Novosti. Secondo la stessa nota, 185 ucraini sono morti nei combattimenti nella regione di Donetsk, 100 nella zona di confine tra le regioni di Donetsk e Zaporizhzhia, 60 nella zona di Lyman e 35 nella regione di Kherson.
Ore 12:25 - La battaglia per Robotyne, primo successo strategico dell’Ucraina contro gli avamposti russi
(Di Lorenzo Cremonesi) Hanno impiegato circa tre mesi per avanzare una decina di chilometri e raggiungere Robotyne : una media di 111 metri al giorno. Metri di fatica, bombe, sangue e morte, accelerati da progressi repentini, ma anche rallentati da ritirate all’adrenalina tra i campi minati inseguiti dai droni kamikaze. «Ci sono stati momenti in cui la cattura di una casamatta russa trenta metri di fronte a noi dopo settimane di combattimenti è stata molto più rilevante che non la corsa in avanti di un chilometro in pochi minuti», spiega il trentaduenne Rosomakha, nome di battaglia del sergente maggiore della brigata di commando d’assalto Skala. Da fine maggio a tre giorni fa: tanto è stato necessario per ottenere il primo successo strategico contro la prima linea russa fortificata sul fronte meridionale di Zaporizhzhia a difesa dei territori occupati sin dalle battaglie del marzo 2022.
Ore 12:31 - 007 di Kiev: «Colpita sede Fsb e Energodar, uccisi gli invasori»
L’intelligence militare ucraina (Gur) ha reso noto sul suo canale Telegram che mercoledì 23 agosto la sede dei servizi segreti russi (Fsb) a Energodar, nella parte occupata della regione di Zaporizhzhia, è stata colpita da due esplosioni: «Il 23 agosto, nel giorno della bandiera dell’Ucraina, alle 19.00, nel momento di maggiore concentrazione di russi nel luogo, si è verificata una potente esplosione nella sede. Poi un’altra. I corpi degli invasori uccisi sono stati portati via in diversi camion militari Ural in direzione di Melitopol», scrive il Gur.
Ore 13:16 - Zelensky: «Elezioni possibili nel 2024, ma serve un aiuto»
Il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato che vorrebbe tenere elezioni presidenziali e parlamentari in Ucraina nel 2024, sottolineando però che ciò richiede modifiche legislative, fondi da parte dei partner e osservatori internazionali. Intervistato ieri dalla giornalista Natalia Moseichuk sul canale tv 1+1, riporta Ukrainska Pravada, Zelensky ha commentato la posizione del senatore repubblicano Lindsey Graham secondo cui le elezioni in Ucraina dovrebbero tenersi già l'anno prossimo nonostante la guerra.
Il presidente ucraino ha affermato di aver parlato personalmente con Graham. «La logica è che se si difende la democrazia, anche in tempo di guerra bisogna pensare a questa difesa. Le elezioni sono una delle difese. Ma non per niente le elezioni sono vietate dalla legge durante la guerra: è molto difficile tenerle», ha aggiunto. La mia risposta è molto semplice e io e Lindsey l'abbiamo formulata molto rapidamente: lui ne è stato molto contento». Le elezioni quindi sono possibili «se i nostri parlamentari sono pronti, perché abbiamo bisogno di modifiche alla legislazione, al codice elettorale, per farlo rapidamente», ha concluso.
Ore 13:29 - «Wagner via da Minsk». La richiesta di Polonia, Lituania e Lettonia
Varsavia, Vilnius e Riga hanno chiesto alla Bielorussia di espellere il gruppo Wagner dal Paese. Lo ha affermato pubblicamente il governo polacco.
Questi Paesi sarebbero anche pronti a chiudere i confini con la Bielorussia, qualora si verificasse un incidente diplomatico o di qualsiasi genere. Lo ha detto il ministro degli Interni di Varsavia Mariusz Kaminski.
Ore 13:38 - Cremlino conferma: «Presto un incontro con Erdogan»
Il Cremlino ha confermato che a breve si terrà un incontro fra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erogan. «L'incontro sarà presto. Verrà fatto un annuncio ufficiale». Lo ha affermato il portavoce Dmitry Peskov.
Fonti diplomatiche turche avevano anticipato un colloquio dei due leader a Sochi il 4 settembre per discutere degli sforzi di far ripartire l'accordo sulle esportazioni di grano dall'Ucraina.
Ore 14:11 - Kiev: «Il 67% delle componenti dei droni usati dalla Russia è cinese»
È la Cina il principale fornitore delle componenti dei droni che i russi usano per attaccare l’Ucraina. È quanto emerge da un rapporto di Yermak-McFaul che studia le sanzioni, come riporta Rbc-Ucraina. Lo studio si riferisce ai droni iraniani Shahed-136/131, ai russi Lancet e Orlan-10: la Cina, sottolineano gli esperti, rappresenta il 67% delle forniture. Tra gli altri Paesi, la Turchia fornisce il 5% delle componenti e gli Emirati Arabi Uniti il 2%. Inoltre, nei droni sono state trovate componenti prodotte in Giappone, Corea del Sud, Svizzera e altre nazioni.
Ore 14:28 - Macron: «Esclusa la possibilità che la Francia entri in guerra contro la Russia»
La Francia «esclude la possibilità di una partecipazione diretta alla guerra dell’Ucraina contro l’aggressione russa». Lo ha affermato il presidente Emmanuel Macron alla conferenza annuale degli ambasciatori, aggiungendo che Parigi sta cercando di «evitare qualsiasi escalation del conflitto ucraino». Il presidente francese ha anche aggiunto che «la Russia non dovrebbe vincere questa guerra in nessuna circostanza».
Ore 14:55 - Kuleba vede il ministro degli Esteri ceco: «Discusso del percorso di Kiev verso l’Ue»
Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha incontrato il suo omologo ceco Jan Lipavsky, con il quale hanno discusso il percorso dell’Ucraina verso Ue e Nato. Lo ha scritto su X (ex Twitter) il ministro ucraino: «È un piacere incontrare Jan Lipavsky e ringraziarlo per avermi invitato a rivolgermi agli ambasciatori cechi oggi. Le diplomazie ucraina e ceca lavorano fianco a fianco per difendere la libertà, far avanzare l’Ucraina verso l’Ue e la Nato, rafforzare i legami con le nazioni africane e altre priorità condivise».
Ore 15:13 - Il punto militare | Prigozhin, gli attentatori potrebbero aver messo un ordigno nel condizionatore: la ricostruzione
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Evgeny Prigozhin e i suoi luogotenenti sono morti davvero, lo ha affermato Mosca con il suo annuncio ufficiale. Ora bisogna scoprire il seguito: dalla dinamica ai killer.
Il giornale Moskovsky Komsomolets continua a fornire indiscrezioni su quanto è avvenuto nelle settimane precedenti al disastro. Dettagli che paiono disegnare una trama, indicare una pista, avvalorare una tesi che gli investigatori, nel caso, trasformeranno in verità. Così torna a scrivere del guasto, verificatosi il 18 luglio, al sistema dell’aria condizionata del jet. Il problema ha costretto a cercarne uno nuovo – sembra all’estero —, con il conseguente stop del jet rimasto fermo nello scalo di Sheremtyevo, a Mosca. L’operazione, dopo nuovi contrattempi, è iniziata il 19 agosto, per chiudersi il 20. I passaggi, secondo il sito, potrebbero aver creato un’opportunità: gli attentatori piazzano l’ordigno nella componente.
Ore 15:22 - Il leader ceceno Kadyrov minaccia Svezia e Danimarca per i roghi del Corano
Ramzan Kadyrov ha minacciato di invadere Svezia e Danimarca per aver consentito i roghi del Corano. «Finiamo con l'Ucraina e proseguiamo con quei Paesi che insultano il Corano. Sono sicuro al cento per cento che vinceremo», ha detto in un video rilanciato da Visegrad 24.
Ore 15:36 - Bloomberg: incontro tra Putin ed Erdogan l'8 settembre in Russia
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan dovrebbe recarsi in Russia l'8 settembre (e non più il 4) per incontrare Vladimir Putin, prima di volare in India per partecipare al vertice del G20 di Nuova Delhi (9 e 10 settembre). Lo riporta Bloomberg, citando due funzionari di Ankara. Al centro dell'incontro il rilancio dell'accordo sul grano, che la Turchia vuole riavviare dopo il mancato rinnovo della Russia.
Ore 15:59 - Kiev: «Evacuazione obbligatoria dei bambini da Zaporizhzhia»
Le autorità ucraine annunceranno oggi l'evacuazione obbligatoria dei bambini da due distretti della regione di Zaporizhzhia, vicine alle zone del fronte . Lo ha dichiarato il vice primo ministro per la Reintegrazione Iryna Vereshchuk alla tv pubblica ucraina, citata da Rbc-Ucraina. «Oggi avremo una riunione del quartier generale, sarà annunciata l'evacuazione obbligatoria dei bambini da due distretti della regione di Zaporizhzhia, Vasylivskyi e Pologivskyi. Dobbiamo evacuare cinque insediamenti, 54 bambini», ha riferito. Intanto, nel distretto di Kupyansk, nella regione di Kharkiv, l'evacuazione obbligatoria dei minorenni è già in corso.
Ore 16:38 - Onu: «Oltre 9.500 civili uccisi dall'inizio dell'invasione russa»
Secondo un bilancio aggiornato delle Nazioni Unite, più di 9.500 civili avrebbero perso la vita in Ucraina da quando la Russia ha invaso il Paese, il 24 febbraio 2022. L'Onu presuppone che il numero esatto delle vittime sia «considerevolmente più alto» a causa della mancanza di accesso ad alcune aree e della impossibilità di verificare tutti i casi. Secondo lo stesso bilancio, il numero dei feriti ammonta a 17.206. L'Onu ha denunciato la Russia di aver commesso crimini di guerra e contro l'umanità in Ucraina e la Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso mandati di arresto per presunta deportazione di minori, tra gli altri, anche nei confronti del presidente della Russia Vladimir Putin.
Ore 16:43 - Lavrov rappresenterà la Russia al G20 di Nuova Delhi
Sarà il ministro degli Esteri Sergei Lavrov a guidare la delegazione russa al G20 di Nuova Delhi del prossimo 9 e 10 settembre. Lo ha riferito in un comunicato l'ufficio del primo ministro indiano, Narendra Modi, dopo una conversazione telefonica con Vladimir Putin: «Il presidente Putin ha informato che non potrà partecipare al vertice del G20 che si terrà a Nuova Delhi il 9 e 10 settembre e ha detto che la Russia sarà rappresentata dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov», si legge nel comunicato.
Ore 16:48 - Cremlino: «Non c'è ancora una data per il funerale di Prigozhin»
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha fatto sapere che non è ancora stata fissata una data per i funerali di Evgheny Prigozhin e delle altre vittime dello schianto del jet. «Non appena sarà presa una decisione, sarà con ogni probabilità resa pubblica», ha aggiunto.
Ore 17:23 - Zelensky: «Presteremo la massima attenzione all'offensiva»
«Presteremo la massima attenzione alle operazioni offensive e al rifornimento di armi e di tutto il necessario al fronte. Lo considereremo nella prossima riunione del Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale». Lo scrive il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che progetta e detta l'agenda: «Attuazione del piano per la protezione delle infrastrutture energetiche critiche. Preparazione per l'inverno. Sviluppo di un programma per la transizione verso tipi di aeromobili promettenti».
Ore 17:33 - Moldavia: «Pronti a dare più supporto a Kiev»
La presidente della Moldavia Maia Sandu ha dichiarato che il Paese darà presto maggiore assistenza all'Ucraina per porre fine alla guerra: «L'Ucraina ha bisogno di maggiore sostegno e tutti dovrebbero capire che se Kiev non viene aiutata, la Russia non si fermerà né in Ucraina né in Moldavia», ha sostenuto la leader moldava in un'intervista alla Cnn, sottolineando che «presto arriverà un maggiore sostegno, in modo che l'Ucraina possa recuperare i suoi territori e vedremo la fine di questa folle guerra».
Interpellata sulla morte di Yevgeny Prigozhin, Sandu ha osservato che questo non fa che riconfermare i rischi che provengono dalla Russia, definita «un Paese che non ha giustizia». Questi rischi non si limitano ai confini del Paese, ha aggiunto la presidente, facendo riferimento alle truppe del Cremlino che stazionano nella regione della Transnistria e del modo in cui le autorità di Mosca stanno cercando di influenzare la politica in Moldavia.
Ore 17:34 - Drone di Kiev esplode su sede di polizia di Energodar
Il Gur, l'intelligence militare ucraina, ha diffuso un video che mostra un drone schiantarsi contro quella che viene indicato essere il quartier generale della polizia antisommossa «Akhmat-1» nella città di Energodar, occupata dai russi (non lontano dalla città di Zaporizhzhia, dove si trova la centrale nucleare più grande d'Europa).
Secondo i media locali, lo schianto ha provocato un'esplosione e sul luogo sono arrivati vigili del fuoco e ambulanze. «Si sta contando il numero dei russi morti e feriti», ha spiegato il Gur in una nota nella quale si precisa che l'edificio colpito era una filiale di banca trasformata dalle forze cecene di Ramzan Kadyrov, dopo l'occupazione della città, in una propria base.
Secondo i servizi ucraini, non si registrano vittime o feriti tra la popolazione civile ed attualmente ad Energodar l'accesso a Internet è limitato.
Ore 18:56 - Lavrov rappresenterà la Russia al G20, conferme dall'India
Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, rappresenterà il Paese nella riunione del G20 in India. Lo ha confermato oggi l'India dopo una conversazione telefonica tra il presidente russo, Vladimir Putin, e il primo ministro indiano, Narendra Modi. «Putin ha trasmesso l'impossibilità di partecipare alla riunione del G20 a Nuova Delhi nei giorni 9 e 10 settembre 2023 e ha informato che la Russia sarà rappresentata dal ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergey Lavrov», ha scritto in un comunicato l'ufficio del premier dell'India.
Ore 19:16 - IL PUNTO MILITARE | Polonia, sabotaggio alle ferrovie: arrestati due giovani che erano penetrati nel sistema radio (trasmettendo l’inno russo)
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Mesi fa c’erano stati i primi allarmi, poi un’indagine del controspionaggio con la cattura di una cellula pro-Russia, ora gli attacchi alla linea ferroviaria. Il bersaglio è la Polonia, il Paese attraverso il quale passa la gran parte dei rifornimenti della Nato destinati a Kiev.
Durante il fine settimana circa venti treni hanno subito ritardi o sono stati costretti a fermarsi a causa di intrusioni sulla rete di comunicazione della Pkp, le ferrovie polacche. Il primo episodio si è verificato nella notte fra venerdì e sabato, quando qualcuno è penetrato nel sistema radio della Pkp nel nordovest del Paese, vicino alla città di Stettino, emettendo un segnale di «stop» che ha causato l’arresto e il ritardo dei treni. (...)
Ore 19:38 - Zelensky apre a una soluzione diplomatica sulla Crimea e a sospendere la legge marziale per le elezioni
(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Zaporizhzhia) Piano piano, senza strappi, Volodymyr Zelensky inizia a togliersi la maglietta militare per prepararsi a rindossare la giacca del presidente. Si spiegano così i toni e gli argomenti dell’intervista che ha rilasciato l’altra sera alla rete televisiva nazionale «1+1» presentando questioni fondamentali per il Paese.
Tre i messaggi. Primo: l’Ucraina potrebbe sospendere la legge marziale in vigore dal giorno dell’invasione russa e indire elezioni sia parlamentari che presidenziali entro il 2024. Secondo: i militari ucraini non possono operare nel profondo del territorio russo per il semplice fatto che rischiano di inimicarsi gli alleati. Terzo: sarebbe meglio un negoziato per il futuro della Crimea, piuttosto che la soluzione militare. (...)
Ore 19:56 - Zelensky: «Speriamo che a settembre vengano consegnate più armi»
L'Ucraina spera di ricevere nuove spedizioni di armi occidentali a settembre per rafforzare la sua controffensiva prima dell'arrivo del freddo. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram. «I preparativi per un settembre poderoso per l'Ucraina sono già iniziati. La prima priorità è la nostra difesa. Nuovi pacchetti di difesa per i soldati ucraini. Artiglieria, veicoli blindati, difesa aerea e missilistica, mezzi di sminamento», ha detto Zelensky.
Ore 20:45 - Kiev: «Le nostre truppe stanno avanzando»
«Da un punto di vista militare, l'esercito ucraino oggi sta assolvendo compiti di estrema complessità mai affrontati da nessun esercito dai tempi della seconda guerra mondiale. Eppure stiamo avanzando. Ogni giorno avanziamo, respingendo i russi e liberando il nostro territorio». Lo ha scritto su X, ex Twitter, Mikhaylo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 20:47 - Ucraina contro Papa Francesco: «Da lui propaganda imperialista»
Kiev attacca Papa Francesco accusandolo di «propaganda imperialista» in un discorso pronunciato il 25 agosto in collegamento video alla Giornata della gioventù russa a San Pietroburgo. «È davvero un peccato che le idee di una grande potenza russa, che in realtà sono la causa dell'aggressività cronica della Russia, consapevolmente o inconsapevolmente, escano dalle labbra del Papa, la cui missione, a nostro avviso, è proprio quella di aprire gli occhi della gioventù russa sul corso distruttivo dell'attuale leadership russa», ha scritto su Facebook il portavoce del ministero degli Affari esteri dell'Ucraina, Oleg Nikolenko.
Nel post, Nikolenko cita un passaggio del discorso a San Pietroburgo attribuito al pontefice: «`Non dimenticate mai la vostra eredità. Voi siete i figli della grande Russia: la grande Russia dei santi, dei re, la grande Russia di Pietro I, Caterina II, quell'impero grande, colto, di grande cultura e grande umanità. Non rinunciate mai a questa eredità. Voi siete eredi della grande Madre Russia, andate avanti con essa. E grazie, grazie per il vostro modo di essere, per il vostro modo di essere russi´. Questa è una citazione dal discorso di Papa Francesco ai partecipanti alla decima Giornata panrussa della gioventù cattolica tenutasi a San Pietroburgo il 25 agosto», scrive il funzionario ucraino sul social. «È con tale propaganda imperialista» e «la `necessità´ di salvare `la grande Madre Russia´ che il Cremlino giustifica l'assassinio di migliaia di uomini e donne ucraini e la distruzione di centinaia di città e villaggi ucraini», ha aggiunto il portavoce.
Ore 20:53 - RASSEGNA STAMPA | Il Papa elogia la Grande madre Russia, Pietro il Grande e Caterina II (ma le sue parole non vengono riportate)
(di Alessandro Trocino)
«Non vi dimenticate della vostra identità. Voi siete eredi della grande Russia, la grande Russia dei santi, dei re, la grande Russia di Pietro il Grande, di Caterina II, quell’impero russo grande e colto, di tanta cultura, di tanti umanità, non vi liberate mai di questa eredità, siete gli eredi della grande madre Russia, andate avanti e grazie per il vostro modo di essere e per il vostro essere russi». Papa Francesco
C’è un passaggio dell’ultimo discorso del Papa ai giovani cattolici russi - fatto il 25 agosto in collegamento video alla Giornata della gioventù russa a San Pietroburgo - che è stato sostanzialmente rimosso dai resoconti ufficiali, dalle trascrizioni del Vaticano e ignorato anche dal quotidiano cattolico Avvenire. È passato inosservato in tutti gli organi di informazione italiani. Lo ha notato subito, invece, Nona Mikhelidze, ucraina e ricercatrice all’Istituto Affari Internazionali, volto molto noto anche nelle nostre televisioni, che sui social lo ha commentato così: «Quelle parole fanno male a tutti noi che stiamo stati colonizzati e abbiamo subito l’oppressione delI’impero in nome di Grande Madre Russia». Ma è stato notato anche dai media russi, che lo hanno subito ripreso, tirando il Pontefice per la giacchetta e ringraziandolo per «l’appoggio». (...)
Ore 21:34 - Abbattuto drone ucraino nella regione russa di Belgorod
Un drone ucraino è stato abbattuto nella regione di Belgorod. Lo ha dichiarato questa sera il ministero della Difesa russo. «Ancora un altro tentativo da parte del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico con un drone simile ad un aereo contro installazioni nella Federazione Russa è stato soppresso oggi intorno alle 21, ora di Mosca», si legge nella nota. «Il drone è stato distrutto dalle forze di difesa aerea in servizio sul territorio della regione di Belgorod», si legge nella nota.
Ore 22:26 - Il discorso di Papa Francesco ai giovani cattolici russi
Ore 23:22 - «Acquisti a prezzi gonfiati». Il ministro della Difesa ucraino respinge le nuove accuse di corruzione
Oleksii Reznikov, ministro della Difesa ucraino, ha respinto le nuove accuse di corruzione sulle forniture militari, dopo che i media avevano denunciato acquisti di uniformi a prezzi gonfiati durante l’invasione russa.
Secondo una inchiesta realizzata da diversi media ucraini, nell’autunno del 2022 il ministero della Difesa ha firmato un contratto con un’azienda turca per la fornitura di uniformi invernali, il cui prezzo dopo la firma è triplicato. I giornalisti ucraini hanno inoltre accertato che in Turchia si possono acquistare uniformi invernali a prezzi ben inferiori a quelli pagati dal ministero a questa azienda turca, di cui uno dei proprietari sarebbe, secondo i media, Oleksandre Kassai, nipote di Gennadi Kassai, membro del partito del presidente Volodymyr Zelensky. Il ministro della Difesa Oleksii Reznikov ha definito false le accuse, assicurando che i prezzi praticati corrispondevano a quelli offerti dai produttori turchi. «Esorto tutti a trattare l’informazione in modo più critico e responsabile, perché inganna la società e, peggio ancora, inganna i nostri partner, perché dall’esterno sembra che sia un disastro», ha detto Reznikov in conferenza stampa. «Tutto è stato fatto in conformità con la legge sugli appalti pubblici» e «tramite procedure di gara», ha aggiunto. Si tratta del secondo presunto scandalo di corruzione legato alle forniture militari che hanno scosso il ministero della Difesa ucraino dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022. Alla fine di gennaio, una serie di alti funzionari ucraini sono stati rimossi dai loro incarichi dopo che la stampa ha rivelato che un contratto firmato dal ministero relativo all’acquisto di prodotti alimentari destinati ai soldati presentava importi in realtà sovrastimati. Reznikov ha poi riconosciuto che i servizi anti-corruzione del suo ministero hanno «fallito nel loro compito». All’inizio di agosto, Volodymyr Zelensky ha licenziato tutti i funzionari regionali incaricati del reclutamento militare, allo scopo di sradicare un sistema di corruzione che permetteva soprattutto ai coscritti di fuggire dall’esercito.
Così gli Stati Uniti cercano di convincere l’Ucraina a negoziare. La controffensiva non sta andando bene e le vittime aumentano. Perciò negli Usa crescono i malumori. Il messaggio dall’amministrazione Biden è: occorre cedere su qualcosa e trattare per la pace. E anche Zelensky, per la prima volta, apre a una soluzione politica sulla Crimea. Sabato Angieri su L'Espresso il 28 Agosto 2023
In Ucraina si dovrà trattare. Non in un ipotetico futuro, ma presto. E non è detto che agli alti livelli non siano già stati stabiliti contatti. Il motivo è semplice: la controffensiva ucraina sta fallendo e non si intravedono spiragli per una svolta, mentre il numero dei morti e degli inabili al combattimento aumenta significativamente.
A dirlo non sono i movimenti di pacifisti o i simpatizzanti malcelati di Vladimir Putin, ma il New York Times e il Washington Post nella stessa settimana. Se le due principali testate statunitensi – che dall’inizio della guerra si sono spesso fatte portavoce di messaggi dell’amministrazione di Joe Biden rivolti al mondo e ai vertici ucraini – scrivono che Kiev dovrà cedere qualcosa per avere la pace, non lo si può ignorare.
Nello specifico, «gli ambienti dei servizi segreti statunitensi ritengono che la controffensiva ucraina non riuscirà a raggiungere la città chiave di Melitopol», che si trova nel Sud-Est del Paese, sulla costa del Mar Nero. Melitopol è stata più volte indicata dai vertici militari ucraini come un obiettivo fondamentale per tagliare la linea dei rifornimenti terrestri dalle regioni russe alla Crimea. Riuscire a spezzare il fronte in quel punto significherebbe impedire alle truppe di occupazione di ricevere aiuti dalle retrovie e permetterebbe la riconquista di Kherson est, oltre all’intensificarsi delle azioni contro la Crimea. Ma, al netto di qualche piccola avanzata a Sud di Zaporizhzhia, i soldati ucraini non sono riusciti a scalfire la linea delle difese russe.
«Bisogna avere pazienza», continuano a ripetere i vertici ucraini, Volodymyr Zelensky in testa. Fino a poco tempo fa lo sostenevano (almeno ufficialmente) anche Oltreoceano. Ma due nuove preoccupazioni adombrano ancora di più il campo. Le elezioni presidenziali del 2024 negli Usa e il numero dei caduti sul campo.
Se Donald Trump dovesse avere la possibilità di correre per la presidenza, l’Ucraina diventerà senz’altro uno dei temi caldi della campagna elettorale. I Repubblicani hanno già fatto capire che iniziano a essere stanchi e in più di un’occasione Kevin McCarthy, il presidente della Camera, ha dichiarato che gli Usa non hanno «firmato un assegno in bianco» a Kiev. Infatti, la nuova richiesta del presidente Biden – ovvero lo stanziamento di ulteriori 24 miliardi di dollari per sostenere l’Ucraina – non ha raccolto lo stesso entusiasmo del dicembre 2022, quando Camera e Senato avevano approvato senza indugi ben 45 miliardi di dollari per il Paese invaso dalla Russia. Biden aveva insistito sul fatto che quello «sforzo straordinario» avrebbe permesso a Kiev di condurre un’operazione decisiva, che avrebbe palesato la sconfitta militare russa e costretto Mosca a trattare alle condizioni di Zelensky.
Così non sembra e, infatti, il principale sfidante repubblicano di Trump, Ron DeSantis, ha iniziato a mettere in discussione il ruolo di Washington nel conflitto. Non ai livelli dell’ex presidente, ora indagato, che si è detto sicuro di poter «risolvere il conflitto in 24 ore». In che modo non è chiaro, ma tutto lascia supporre che il governo ucraino non ne sarebbe felice.
Tuttavia, per la campagna elettorale bisognerà aspettare l’anno nuovo. Il problema imminente, semmai, sono i soldati. Il Nyt, nelle scorse settimane, ha pubblicato delle cifre impressionanti: le perdite militari della Russia si avvicinano a 300 mila unità, di cui 120 mila morti e 170-180 mila feriti; i morti ucraini, invece, sfiorano i 70 mila e sarebbero 100-120 mila i feriti. Considerato l’attuale stallo della controffensiva e il probabile ritorno a una guerra d’attrito nei mesi freddi, Kiev ha bisogno di fanti e, al netto delle nuove reclute, non può permettersi perdite ingenti.
Gli studiosi militari dicono che le forze che vanno all’attacco hanno bisogno di un numero di soldati tre volte superiore rispetto a chi difende. Infatti, l’anno scorso la strenua e vittoriosa difesa degli ucraini lasciò il mondo sorpreso. Si ipotizzava un rapporto di un morto o ferito grave ucraino a fronte di sette russi. Ora questo rapporto si sarebbe ridotto a uno a tre. Nel frattempo, i reparti speciali addestrati dai Paesi Nato sono in attesa di un corridoio sicuro tra le linee nemiche per essere impiegati. «Non possiamo permetterci di mandare i migliori dei nostri al macello», lasciano intendere i vertici delle forze armate di Kiev, mentre chiedono più munizioni agli alleati.
Se ci si concentra su queste notizie è perché non si tratta solo di articoli giornalistici. Le «fonti anonime» del Pentagono, del governo e dell’esercito che sono evocate come riferimento non fanno altro che veicolare la linea della Casa Bianca. Quando il Nyt e il Wp pubblicano qualcosa se ne parla in tutto il pianeta. E allora quale migliore strumento per annunciare – come è successo, per esempio, in occasione degli attentati al gasdotto Nord Stream o alla figlia dell’ideologo nazionalista russo Alexander Dugin – che «potrebbero essere stati gli ucraini»? In quelle occasioni il messaggio era chiaro: gli Usa sono estranei e contrari a queste operazioni, che sono concepite e messe in atto dall’intelligence ucraina.
Infatti, «non vogliamo lo scontro con la Russia», ha ribadito in più occasioni l’amministrazione Biden ed è quasi scontato che sia vero. A che pro impegnarsi in un conflitto diretto, nel quale le due principali potenze nucleari globali potrebbero aprire le porte dell’Apocalisse, quando Putin ha deciso scientemente di invadere l’Ucraina e di attirarsi il biasimo di mezzo mondo, interrompendo (quasi) ogni scambio con i Paesi europei e costringendo Mosca a cercare nuovi alleati (resi, tra l’altro, baldanzosi dalle difficoltà economiche del gigante eurasiatico)? Il gas russo in Europa occidentale non arriva più, la Nato sta vivendo una seconda giovinezza, gli Usa sono quasi riusciti a far dimenticare la figura tremenda del ritiro dall’Afghanistan e il rublo crolla del 12 per cento.
No, dunque, Washington non ha bisogno che il conflitto aumenti d’intensità: il Cremlino riesce benissimo a farsi del male da solo. E, nel frattempo, a farne molto di più all’Ucraina con i bombardamenti sulle infrastrutture civili e sui depositi di grano. Del resto, le sortite ucraine in territorio russo non spostano gli equilibri del conflitto. Gli attacchi alle navi e ai porti russi del Mar Nero causano danni importanti, ma non inceppano la macchina da guerra del Cremlino.
E l’ottimismo occidentale scema proprio quando Kiev ne avrebbe più bisogno. Intanto dagli ambienti della Nato trapelano frasi che sembrano voler sondare il terreno: se l’Ucraina acconsentisse a cedere la Crimea sarebbe un primo passo e un’arma negoziale importante. «Impossibile», tuonavano i fedelissimi di Zelensky, «prima la vittoria sul campo e poi la trattativa». Ma lo stesso presidente, in un’intervista all'emittente 1+1, ha per la prima volta aperto a una soluzione diplomatica: «Sulla Crimea meglio una soluzione politica a una militare».
Intanto sul campo la controffensiva non è finita. E i generali statunitensi ritengono che il conflitto si trascinerà almeno fino alla metà del 2024.
Kiev cambia tattica e sfonda la prima linea: cosa succede alla controffensiva. Giovanni Chiacchio il 29 Agosto 2023 su Inside Over.
Dopo una prima, difficoltosa fase segnata da pesanti perdite dovute a infruttuosi assalti frontali, l’esercito ucraino ha modificato la propria strategia, riuscendo progressivamente a degradare le forze russe. Ciò ha determinato, dopo diverse settimane, lo sfondamento della prima linea difensiva costruita dall’esercito di Mosca, un risultato dall’estrema rilevanza tattica che potrebbe avere un forte impatto sul prosieguo del conflitto.
Il cambiamento del quadro operativo
Nel 2022 le forze ucraine hanno impiegato una strategia volta a logorare le forze russe in lunghe e difficili battaglie urbane nel Donbass, tenendo contestualmente in riserva forze fresche pronte a colpire nei varchi generati dal logoramento russo. Tale strategia ha avuto pieno successo e nel settembre 2022 l’esercito ucraino ha assemblato un possente e veloce raggruppamento di forze in grado di sfondare rapidamente le deboli difese russe e liberare il centro nevralgico di Kupiansk, determinando il collasso delle forze russe nell’Oblast di Kharkhiv. Nei due mesi successivi l’esercito di Kiev è riuscito a liberare con successo la città di Kherson, sfruttando le pesanti difficoltà logistiche russe nel rifornire truppe situate sulla cosiddetta “riva destra” del Dnipro, collegata alla riva sinistra da ponti facilmente colpibili dalle forze ucraine. A seguito della riuscita di tali operazioni, il nuovo logico obbiettivo di Kiev è risultato essere la distruzione del “ponte terrestre” che collega la Federazione russa alla Penisola di Crimea, garantendo contestualmente il pieno controllo del Mar d’Azov. Tuttavia le necessità operative relative a tale intento sono risultate profondamente diverse rispetto alle precedenti offensive.
Anzitutto, le forze di Mosca hanno costruito un imponente sistema difensivo composto da tre linee costituite da campi minati, denti di drago, fossati per carri armati, trincee di fanteria e sistemi d’artiglieria. Ognuna delle linee difensive risulta altresì protetta da riserve mobili in grado di contrattaccare in caso di sfondamenti ucraini. Un tale imponente sistema difensivo risulta costruito al fine di contrastare le capacità di manovra ucraine, impedendo il conseguimento da parte delle forze di Kiev di una superiorità numerica localizzata in un punto specifico del fronte, conditio sine qua non per uno sfondamento. L’esercito di Mosca si è quindi posto in una posizione nettamente più solida e favorevole rispetto alle due precedenti operazioni.
In particolare le forze russe grazie al possente sistema difensivo precedentemente costruito, hanno goduto anzitutto di un attrito favorevole dato dalla posizione difensiva, in secondo luogo di un vantaggio geografico, derivante dalla grande estensione del fronte che disperde la forza nemica proiettata e comporta rilevanti costi logistici. L’esercito ucraino e le nazioni occidentali hanno quindi assemblato una forza militare che può affrontare le nuove esigenze operative, costituita da una serie di brigate dotata di un possente inventario di mezzi corazzati e veicoli da trasporto truppe. Tale formazione militare pareva quindi altamente funzionale a generare una superiorità numerica localizzata tramite la manovra e sfondare le linee russe, esposte ad un possente contrattacco meccanizzato, ma ciò non si è verificato.
Imparare dagli errori
Ai primi di giugno le forze armate ucraine hanno scatenato una controffensiva lungo l’asse meridionale e verso i fianchi della città di Bakhmut. In particolare il primo fronte è parso sin da subito l’asse prioritario, con le forze ucraine che si sono concentrate lungo due direttrici principali, il primo localizzato nell’area di Robotyne e il secondo lungo la cresta di Velyka Novosilka. L’iniziale manovra delle forze ucraine si è concretizzata tramite un assalto frontale mediante l’ausilio di mezzi corazzati contro le prime linee russe. Tale strategia si è tuttavia rivelata fallimentare in virtù dell’intersezione di due fattori: le inadeguatezze dell’esercito ucraino e l’elevata efficacia del sistema difensivo russo. Con riguardo al primo fattore, le brigate ucraine sono parse sin da subito piuttosto goffe nell’impiegare le tattiche militari proprie delle nazioni Nato, anche in virtù dell’impossibilità di apprenderle appieno dopo qualche mese di addestramento.
Contemporaneamente l’esercito di Kiev è risultato sprovvisto della superiorità aerea, fattore chiave del modus operandi delle forze occidentali, nonché di adeguati sistemi di difesa aerea a corto raggio (Shorad). In ultima analisi, le forze ucraine non sono riuscite ad assemblare una massa combattente adeguata a pervenire ad un vero e proprio sfondamento delle possenti linee difensive russe. Relativamente al secondo fattore, le unità russe hanno esibito una grande capacità difensiva, dimostrando non solo di essere in grado di sfruttare tutti i vantaggi derivanti dal possente sistema difensivo e dalla superiorità aerea, ma anche un’ottima capacità di adattamento. Le forze russe hanno infatti imparato dai precedenti errori, incrementando notevolmente la precisione dei propri sistemi di difesa aerea, i quali hanno ridotto l’impatto dei micidiali Himars. Al contempo l’esercito di Mosca ha impiegato con successo il comparto aereo (specie ad ala rotante) al fine di fermare gli assalti delle forze corazzate ucraine e ha incrementato significativamente l’impiego della guerra elettronica, la quale ha contribuito ad aumentare notevolmente le perdite di droni ucraini, riducendo i vantaggi derivanti dall’impiego di questi ultimi.
A seguito delle perdite iniziali l’esercito ucraino ha temporaneamente rallentato le operazioni belliche. Le forze di Kiev hanno adottato una strategia d’attrito, finalizzata a logorare costantemente l’esercito russo tramite l’impiego di bombardamenti d’artiglieria e costanti attacchi alle strutture logistiche di Mosca mediante sistemi missilistici a lungo raggio, uniti a piccoli attacchi di fanteria volti ad erodere gradualmente le posizioni russe, sminando contestualmente gli immani campi minati preparati dal nemico. Tale strategia ha ovviamente comportato un generale rallentamento delle operazioni, le quali hanno visto un avanzamento costante ma limitato da parte ucraina. I limitati guadagni territoriali di Kiev, inizialmente localizzati prevalentemente nell’area di Bakhmut, hanno generato forti malumori negli ambienti occidentali, all’interno dei quali è sorto un crescente scetticismo circa l’effettiva capacità ucraina di conseguire importanti guadagni territoriali. Lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha infatti asserito come la controffensiva stesse procedendo più lentamente di quanto desiderato. Diversi esponenti militari occidentali hanno tuttavia indicato come la controffensiva fosse ben lontana dal poter essere definita un fallimento, in quanto le forze ucraine stavano impiegando solo parte del potere combattivo assemblato nei mesi precedenti.
Lo sfondamento della prima linea
Al netto di guadagni territoriali tendenzialmente limitati, le forze ucraine sono riuscite gradualmente ad infliggere perdite sempre più rilevanti all’esercito di Mosca, in particolare relativamente al comparto dell’artiglieria, il più rilevante nel presente conflitto. Le forze di Kiev hanno dimostrato grande maestria nella gestione del fuoco di controbatteria, pilastro centrale dell’attuale controffensiva. Il successo ucraino in tale settore, derivante dall’impiego di moderni sistemi d’artiglieria e radar di controbatteria occidentali, unito alla fitta rete di droni del paese e ai moderni software Gis Arta e Kropyva, si è tradotto in perdite piuttosto consistenti per l’artiglieria russa. In generale a seguito del cambiamento dell’approccio operativo, gli ucraini sono riusciti a infliggere al nemico un tasso di perdite tendenzialmente superiore al proprio, risultato molto rilevante per un esercito in assetto offensivo, segnato da attrito sfavorevole.
Verso la fine del mese di luglio le forze di Kiev hanno iniziato a impegnare una maggiore percentuale delle proprie forze nella controffensiva, ponendo in essere operazioni sempre più vaste e complesse. Il quadro operativo è significativamente mutato a metà del mese di agosto, quando l’esercito ucraino è riuscito a porre in essere sfondamenti piuttosto rilevanti. Nello specifico le forze di Kiev sono riuscite a liberare le importanti città di Urozhaine, lungo l’asse di Velyka Novosilika e Robotyne, epicentro degli scontri nell’Oblast di Zhaporizhia. La liberazione di Uorzhaine ha consentito alle forze ucraine di avvicinarsi alla città di Staromlynivka, una delle roccaforti russe lungo l’asse di Berdyansk. Viceversa, la caduta di Robotyne ha segnato lo sfondamento della prima linea difensiva russa lungo l’asse di Melitopol, consentendo alle forze ucraine di iniziare ad operare al di là del denso ammasso di campi minati russi. Ciò consente in primis all’esercito di Kiev di colpire mediante il proprio comparto d’artiglieria la seconda linea difensiva russa, in secundis di velocizzare notevolmente l’offensiva, la quale punta ora verso le città di Verbove e Novoprokopivka.
Le nuove prospettive
Al netto del malumore e del generale scetticismo occidentale circa l’iniziale lentezza dell’avanzata ucraina, già agli inizi del mese di agosto diversi analisti avevano indicato come la controffensiva potesse ancora avere successo. Il primo elemento che potrebbe condurre a tale risultato consiste nella forte dipendenza russa dai Ground Lines of Communications (Gloc), i quali rendono estremamente fragile lo schieramento russo. Un singolo sfondamento ucraino, o il semplice approdo in un punto del fronte che consenta di porre tali Gloc entro il range dell’artiglieria ucraina, determinerebbe pesanti danni per le unità di Mosca nell’area. Il secondo grave problema consiste nella costante degradazione delle riserve russe.
La mancata rotazione delle unità di Mosca in prima linea indica la generale scarsità di riserve da parte russa, ciò comporta una costante pressione materiale e psicologica sulle truppe poste al fronte che incide negativamente sulle capacità di queste ultime. Al contempo le riserve residue sono state già in buona parte dislocate e impiegate nello svolgimento di compiti relativi alla difesa elastica. Tale strategia si applica tramite l’utilizzo della prima linea al fine di logorare le forze nemiche, per poi far ripiegare le forze lungo una seconda linea difensiva meglio preparata e sferrare un contrattacco. In virtù della scarsità di riserve, le unità russe prive di rotazione sono quindi gravate da un enorme peso, il quale potrebbe determinarne il crollo, o in alternativa il trasferimento di truppe da altre località, indebolendo la tenuta del fronte.
La presente controffensiva ucraina è stata descritta come un momento “cruciale” nel conflitto, venendo paragonata al D-Day nel 1944. Un eventuale fallimento della controffensiva potrebbe infatti spingere i governi occidentali a fare pressioni sull’Ucraina allo scopo di pervenire ad un cessate il fuoco. L’assenza di rilevanti risultati sul campo renderebbe infatti difficile l’allocazione di un elevato quantitativo di risorse come avvenuto negli scorsi mesi durante l’assemblaggio della coalizione dei Leopard. L’iniziale tenuta difensiva delle forze di Mosca e il limitato avanzamento ucraino hanno determinato un forte scetticismo circa le capacità ucraine di portare a termine l’obbiettivo centrale della controffensiva, la liberazione di Melitopol e la conseguente distruzione del ponte di terra che collega la Crimea alla Federazione russa. Tale scetticismo è stato inizialmente contestato dall’Isw, il quale ha determinato che anche in caso di mancato raggiungimento di Melitopol le forze ucraine sarebbero comunque in grado di cagionare significativi danni dalle linee logistiche russe. I recenti successi ucraini hanno però comportato un cambiamento nella narrativa occidentale, concretizzatosi tramite la dichiarazione del Capo di Stato Maggiore statunitense Mark Milley circa lo sfondamento della prima linea difensiva russa.
La differenza relativa in termini di equipaggiamento tra i due eserciti è stata significativamente ridotta e le forze armate ucraine sono meglio equipaggiate ora di quanto lo siano mai state. Al contempo la Federazione russa rimane afflitta da gravi problemi industriali determinati dall’assenza di componentistica e personale qualificato, la quale rende estremamente difficile generare una forza combattente addizionale da gettare nel conflitto. Contemporaneamente le forze russe hanno impiegato un numero significativo di riserve, ma al netto di ciò i loro contrattacchi non hanno avuto successo, obbligando Mosca a sguarnire le proprie forze su altri fronti. La variabile fondamentale nel determinare i risultati della controffensiva risulta essere la capacità di logoramento relativa rispetto all’avversario. Le forze russe sono chiamate a tenere la maggior quantità di territorio possibile disabilitando le capacità offensive ucraine, Kiev è invece chiamata a sfondare le linee russe col minor dispendio possibile di asset. Per quanto sia ancora presto per trarre delle conclusioni, i recenti successi ucraini testimoniano come il cambiamento di strategia adottato dagli ucraini stia dando i suoi frutti
GIOVANNI CHIACCHIO
Guerra Ucraina - Russia, le news del 29 agosto.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Funerali segreti per Prigozhin. Russi in trappola a Bakhmut, non possono lasciare la città. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera martedì 29 agosto 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di martedì 29 agosto. È giallo sulle esequie del capo della Wagner, non si conoscono i dettagli della cerimonia
• Avanza l’esercito di Kiev. Russi intrappolati a Bakhmut. Non possono lasciare la città.
• Almeno 1.400 ucraini evacuati da Kupiansk (nella regione settentrionale di Kharkiv).
• Prigozhin è stato sepolto al cimitero Porokhovskoe di San Pietroburgo.
• Putin in Cina a ottobre. Il presidente russo accettato l'invito di Xi Jinping.
• «Wagner via da Minsk». La richiesta di Polonia, Lituania e Lettonia. Sarebbero anche pronti a chiudere i confini, «in caso di incidente».
Ore 00:10 - Kiev, uccisi 300 soldati russi in direzione di Tavria
Le unità di artiglieria ucraine hanno completato 1.218 missioni di fuoco nelle ultime 24 ore. La dichiarazione in questione è stata rilasciata su Telegram dal generale Oleksandr Tarnavskyi, comandante del raggruppamento operativo e strategico delle truppe di Tavria. Lo riferisce un corrispondente dell’agenzia Ukrinform. Secondo Tarnavskyi, le perdite del nemico includevano 293 soldati e 25 unità di equipaggiamento militare.
Ore 05:28 - L’ultima ipotesi sul jet di Prigozhin, «bomba nel condizionatore»
Un ordigno piazzato all’interno del condizionatore dell’aereo. È l’ultima ipotesi sulla caduta del jet privato del capo della Wagner Yevgeny Prigozhin, formulata dal quotidiano russo «Moskovskij Komsomolets». Secondo quanto ricostruito dal giornale, il 18 luglio sull’aereomobile «è successo l’imprevisto: il condizionatore d’aria si è rotto» e per il tempo necessario a rimpiazzarlo, il jet «è rimasto nell’area aperta dell’aeroporto Sheremetyevo. Tre persone hanno avuto accesso all’Embraer durante la riparazione: due ingegneri, Sergey Kitrish e Alexey Anshukov, e il direttore tecnico Minchenkov. L’installazione del turbocooler è iniziata la mattina del 19 agosto e si è conclusa la sera del 20 agosto».
Pur riportando l’ipotesi, il giornale cita tuttavia l’opinione dell’esperto pilota militare ed ex viceministro dell’aviazione civile dell’Urss Oleg Smirnov, «scettico riguardo alla versione della bomba nel turbo-refrigeratore, sebbene ammetta che i moderni ordigni esplosivi, grazie alle loro piccole dimensioni, possono essere installati ovunque». Le fonti del quotidiano tra gli esperti che hanno studiato l’incidente dell’aereo hanno in ogni caso suggerito che l’ordigno esplosivo potesse trovarsi nella cabina, nella zona di attacco dell’ala. «Forse il dispositivo era posizionato sotto il sedile sul lato destro della cabina. Ma sicuramente non nel telaio», ha affermato uno degli esperti citato nell’articolo. Qui l’analisi di Andrea Marinelli e Guido Olimpio.
Ore 05:39 - Attentato a capo Repubblica Donetsk, chiusa l’inchiesta
Il capo della Repubblica popolare di Donetsk, Alexander Zakharchenko, fu ucciso in un attacco terroristico. L’inchiesta delle forze dell’ordine della Dpr sulla morte del leader, il 31 agosto 2018, si è conclusa con la ricostruzione degli eventi, secondo quanto riporta l’agenzia Tass. Il responsabile dell’attentato compiuto con un’autobomba parcheggiata nei pressi di un bar di Donetsk che Zakharchenko era solito frequentare, è Alexander Pogorelov. Nei suoi confronti pendono le accuse di spionaggio, violazione della vita di uno statista e di aver commesso un attacco terroristico.
Ore 05:42 - Mosca, distrutti droni ucraini a Belgorod e Tula
Un attacco ucraino con droni è stato sventato a Belgorod e a Tula che dista circa 180 chilometri da Mosca. Lo riferisce il Ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia di stampa Tass. Gli attacchi sono stati sventati dai sistemi di difesa antiaerea nella tarda serata di ieri. Il veicolo aereo senza pilota è stato distrutto dall’aereo forze di difesa in servizio sul territorio.
Ore 05:53 - Kiev conferma la cattura di un villaggio chiave sul fronte di Zaporizhzhia
L’esercito ucraino ha annunciato la liberazione del villaggio di Robotyne, dopo settimane di battaglia sul fronte meridionale, una presa che i suoi sostenitori sperano possa dare slancio alla difficile controffensiva ucraina. Questa zona del fronte costituisce l’asse d’attacco verso le città di Tokmak poi Melitopol, nel tentativo di rompere l’unità dei territori occupati dalla Russia nel sud e nell’est del Paese con la Crimea, annessa nel 2014. La Russia ha continuato i suoi bombardamenti su tutto il Paese, uccidendo almeno due persone in un villaggio del centro, nella regione di Poltava.
Dall’inizio della controffensiva a giugno, le forze ucraine avanzano solo lentamente, poiché si trovano di fronte a linee di difesa fortificate estremamente fitte. La Russia, Vladimir Putin per primo, pretende di infliggere perdite considerevoli al suo nemico, facendo sì che la controffensiva sia un fallimento. A Kiev viene sottolineato che l’assalto fa parte di una strategia a lungo termine e che l’esercito avanza lentamente ma inesorabilmente. Con la cattura di Robotyne, però, l’esercito ucraino spera di riuscire a sfondare un angolo del fronte, anche se davanti ad esso si trovano ancora trincee, fortificazioni anticarro e campi minati. «Robotyne è stata liberata — ha detto in televisione il vice ministro della Difesa ucraino Ganna Maliar riguardo alle due località nella regione di Zaporizhia». Maliar ha aggiunto: «Il nemico sta subendo enormi perdite in queste direzioni, ma sta cercando di concentrare lì le sue forze per non abbandonare le sue posizioni».
Ore 07:08 - Zelensky apre a una soluzione diplomatica sulla Crimea e vuole sospendere la legge marziale per le elezioni
(di Lorenzo Cremonesi, inviato) Piano piano, senza strappi, Volodymyr Zelensky inizia a togliersi la maglietta militare per prepararsi a rindossare la giacca del presidente. Si spiegano così i toni e gli argomenti dell’intervista che ha rilasciato l’altra sera alla rete televisiva nazionale «1+1» presentando questioni fondamentali per il Paese.
Tre i messaggi. Primo: l’Ucraina potrebbe sospendere la legge marziale in vigore dal giorno dell’invasione russa e indire elezioni sia parlamentari che presidenziali entro il 2024. Secondo: i militari ucraini non possono operare nel profondo del territorio russo per il semplice fatto che rischiano di inimicarsi gli alleati. Terzo: sarebbe meglio un negoziato per il futuro della Crimea, piuttosto che la soluzione militare.
Ore 07:40 - Il Papa elogia la Grande madre Russia (ma le sue parole non vengono riportate)
(di Alessandro Trocino) C’è un passaggio dell’ultimo discorso del Papa ai giovani cattolici russi - fatto il 25 agosto in collegamento video alla Giornata della gioventù russa a San Pietroburgo - che è stato sostanzialmente rimosso dai resoconti ufficiali, dalle trascrizioni del Vaticano e ignorato anche dal quotidiano cattolico Avvenire . È passato inosservato in tutti gli organi di informazione italiani. Lo ha notato subito, invece, Nona Mikhelidze, ucraina e ricercatrice all’Istituto Affari Internazionali, volto molto noto anche nelle nostre televisioni, che sui social lo ha commentato così: «Quelle parole fanno male a tutti noi che stiamo stati colonizzati e abbiamo subito l’oppressione delI’impero in nome di Grande Madre Russia». Ma è stato notato anche dai media russi, che lo hanno subito ripreso, tirando il Pontefice per la giacchetta e ringraziandolo per «l’appoggio».
Ore 08:07 - Kiev: «Truppe ucraine avanzano sul fronte meridionale»
Le truppe ucraine fanno progressi sul fronte meridionale e continuano a condurre operazioni offensive nel settore di Melitopol, secondo il portavoce dello Stato maggiore delle Forze armate ucraine, Andriy Kovalev, citato da Rbc-Ucraina. «Le unità ucraine hanno avuto successo nella zona di Novodanilivka-Verbove e stanno consolidando le loro posizioni», ha detto. Nel frattempo, le truppe russe stanno cercando di attaccare nella regione di Donetsk, «ma senza successo».
Ore 08:09 - 007 Gb: per Mosca reclutare è arduo nonostante gli ottimi stipendi
Il personale militare di grado inferiore coinvolto nella guerra contro l'Ucraina riceve ora più di 200mila rubli al mese. «E' più di 2,7 volte lo stipendio medio in Russia, che è di 72.851 rubli. È molto probabile che lo stipendio e i benefici aggiuntivi siano un forte incentivo ad arruolarsi nell'esercito, soprattutto per le persone provenienti dalle regioni più povere della Russia. Ma è ancora improbabile che la Russia raggiunga i suoi obiettivi di attirare volontari nelle file dell'esercito”. Lo scrive l'intelligence britannica su X.
Ore 08:37 - Isw: operazioni russe limitate per carenza di unità di fanteria d'élite
Alla Russia mancano unità di «fanteria d'élite» su cui un tempo faceva affidamento per condurre offensive su larga scala in Ucraina. Lo ha scritto l'Istituto per lo studio della guerra (Isw), secondo cui l'esercito russo ha rapidamente ridistribuito unità aviotrasportate d'élite nelle regioni di prima linea dove sono concentrate le truppe ucraine impegnate nella controffensiva. Il 27 agosto, un'unità aerea russa d'élite è stata trasferita, probabilmente dall'oblast di Lugansk, a Robotyne liberata ieri dall'esercito di Kiev. Gli analisti del think thank statunitense hanno sottolineato che la frequente ridistribuzione di queste unità indica che la loro capacità sta probabilmente diminuendo. «Il degrado di queste forze probabilmente indebolirà la capacità della Russia di sostenere complesse operazioni difensive e quasi certamente interromperà qualsiasi intenzione russa di riprendere le operazioni offensive su larga scala».
Ore 08:55 - Kiev: «Nella notte Zaporizhzhia bombardata 91 volte»
Durante la notte, le truppe russe hanno bombardato la regione di Zaporizhzhia per 91 volte, sono stati presi di mira 30 insediamenti, 49 edifici e infrastrutture sono stati distrutti. Lo ha riferito su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale Yuriy Malashko, come riporta Ukrinform. Aggiungendo: «Non sono state segnalate vittime».
Ore 09:03 - Gli Usa accusano Mosca di intimidire il personale del consolato
Gli Stati Uniti hanno accusato Mosca di tentare di intimidire e molestare i dipendenti statunitensi, dopo che i media statali russi hanno riferito che un ex dipendente del consolato statunitense a Vladivostok è stato incriminato e accusato di aver raccolto informazioni sulla guerra in Ucraina e su altre questioni per conto di Washington. Lo scrive il Guardian. Secondo l'agenzia di stampa statale russa Tass, il servizio di sicurezza Fsb ha accusato Robert Shonov, di nazionalità russa, di aver trasmesso ai dipendenti dell'ambasciata statunitense a Mosca informazioni su come la campagna di arruolamento della Russia stesse influenzando il malcontento politico in vista delle elezioni presidenziali del 2024.
Ore 09:41 - Media russo diffonde il video del detenuto Usa Paul Whelan
Un video diffuso dall'agenzia di stampa statale russa Rt mostra l'americano Paul Whelan detenuto in una prigione russa dopo essere stato condannato a 16 anni di prigione con l'accusa di spionaggio. Lo riporta la Cnn. Whelan - che ha cittadinanza statunitense, irlandese, britannica e canadese - è stato arrestato in un hotel di Mosca nel dicembre 2018. Nel video diffuso dai media vicini al Cremlino, Whelan indossa un'uniforme carceraria russa, le riprese lo fanno vedere mentre usa una macchina da cucire e mangia in una mensa. E dice a un giornalista: «Capisci quando dico che non posso fare un'intervista, il che significa che non posso rispondere a nessuna domanda». Dopo la pubblicazione del video, suo fratello David ha dichiarato: «Oggi è stata la prima volta che ho visto come appare veramente dal giugno 2020».
Ore 09:47 - Mosca: arrestato terrorista che pianificava un attacco
Un residente della regione russa di Kaluga è stato arrestato con l'accusa di prendere parte alle ostilità a fianco dell'Ucraina e di aver pianificato un attacco terroristico nella regione, secondo quanto riferito dal Servizio di sicurezza federale russo (Fsb) e riportato da Interfax. «Il Servizio Federale di Sicurezza della Federazione Russa ha sventato le attività illegali di un cittadino russo, residente nella regione di Kaluga, il quale è entrato in contatto e ha mantenuto contatti con rappresentanti di una formazione paramilitare ucraina e, agendo su loro ordine, intendeva compiere un attacco terroristico», ha riferito il centro stampa dell'Fsb. L'uomo aveva anche intenzione di trasferirsi in Ucraina per combattere all'interno dell'organizzazione Azov, vietata in Russia. «Il sospettato ha anche effettuato i preparativi per organizzare un attacco terroristico contro una infrastruttura critica di Kaluga», ha detto il centro stampa.
Ore 10:12 - «Erdogan vedrà Putin a Soci il 4 settembre»
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si recherà il 4 settembre a Soci per incontrare l'omologo russo Vladimir Putin. Lo sostiene il portale, con sede a Londra, Middle East Eye che cita tre fonti informate sulla situazione. Ieri Bloomberg aveva parlato dell'8 settembre come possibile data dell'incontro mentre il portavoce del partito di Erdogan Akp, Omer Celik, aveva affermato che la visita si sarebbe tenuta a Soci la prossima settimana senza specificare una data precisa. Il rilancio dell'accordo sul grano, conclusosi dopo l'uscita di Mosca in luglio, sarà al centro del colloquio.
Ore 10:28 - Giornata dei difensori dell'Ucraina, «Vendicheremo tutti»
«È la Giornata della memoria dei difensori dell'Ucraina. Ogni eroe è per sempre nella storia dell'Ucraina. Non dimenticheremo nessuno, vendicheremo tutti. Gloria all'Ucraina e a tutti coloro che hanno dato la vita per la libertà», ha scritto su Telegram il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andry Yermak.
Ore 11:01 - Santa Sede: «Dal Papa nessuna propaganda imperialista»
«Nelle parole di saluto rivolte a braccio ad alcuni giovani cattolici russi nei giorni scorsi, com'è chiaro dal contesto in cui le ha pronunciate, il Papa intendeva incoraggiare i giovani a conservare e promuovere quanto di positivo c'è nella grande eredità culturale e spirituale russa, e certo non esaltare logiche imperialistiche e personalità di governo, citate per indicare alcuni periodi storici di riferimento». Lo ha detto il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, rispondendo alle domande dei giornalisti riguardo all'intervento di Papa Francesco in un collegamento il 25 agosto con i ragazzi russi riuniti a San Pietroburgo.
Ore 11:02 - Prigozhin potrebbe essere sepolto oggi a San Pietroburgo
Prigozhin potrebbe essere sepolto oggi a San Pietroburgo, nel cimitero di Serafimovsky. Lo riferiscono i media locali che parlano di un notevole dispiegamento di forze dell'ordine davanti al cimitero e dell'installazione di metal detector. Nel cimitero di Serafimovsky sono sepolti anche i genitori del presidente russo Vladimir Putin, oltre che molti soldati e funzionari del ministero della Difesa.
Ore 11:21 - Peskov: «Putin non sarà ai funerali di Prigozhin»
Il presidente russo Vladimir Putin non parteciperà ai funerali di Prigozhin. Lo ha reso noto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. La cerimonia funebre è «una questione che riguarda la famiglia» del fondatore della Wagner e il Cremlino «non è a conoscenza dell'organizzazione». Peskov precisa che il Cremlino non ha ancora informazioni precise su quando, dove e in quale forma di svolgeranno le esequie.
Ore 11:23 - Peskov: «Kiev cerca di trascinare l'Occidente in conflitto»
Il governo di Kiev sta facendo «di tutto per trascinare l'Occidente il più profondamente possibile in un conflitto con Mosca». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass.
Ore 11:45 - Medvedev: l'apocalisse se l'Occidente complice di Kiev in Crimea
Se la Russia subirà attacchi «concordati» con l'Occidente su tutto il suo territorio, incluso la Crimea, allora «le previsioni dell'Apocalisse si avvicinano». È quanto ribadisce il vicepresidente del Consiglio di sicurezza, Dimitri Medvedev, sul suo canale Telegram ventilando la possibilità che un'eventuale via libera occidentale a Kiev per attaccare tutta la Crimea scateni il tutti contro tutti. Questo scenario, ha infatti affermato, sarebbe il «caus belli» per dare a Mosca «l'opportunità di agire nell'ambito dello jus ad bellum contro tutti e tutti nei paesi della Nato». «È triste», ha concluso Medveded, perché «le previsioni dell'Apocalisse si avvicinano».
Ore 11:52 - «Il Cremlino accoglie con favore le parole del Papa ai giovani»
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha accolto favorevolmente le parole di Papa Francesco, che parlando ai giovani russi in occasione della Giornata mondiale della Gioventù li ha invitati ad essere orgogliosi della loro eredità storica e culturale citando tra l'altro Pietro il Grande e Caterina II. «Il Papa - ha detto Peskov, citato dall'agenzia Tass - conosce la storia russa, e questo è molto positivo. È una storia veramente profonda, che ha radici profonde».
Ore 12:23 - «Distrutto un drone ucraino sul Mar Nero»
Un aereo da caccia russo ha abbattuto un drone ucraino sul Mar Nero. Lo ha riferito il ministero della Difesa di Mosca, precisando che «verso le 12 è stato sventato un tentativo da parte del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico da parte di un Uav contro obiettivi nel territorio della Federazione Russa. Il veicolo aereo senza pilota è stato distrutto».
Ore 12:42 - Bbc: «Drammatico aumento di morti fra i militari ucraini»
Si moltiplicano le testimonianze di fonti occidentali su «un drammatico incremento dei morti ucraini», sullo sfondo della resistenza delle linee russe a quella che doveva essere la controffensiva d'estate. Lo sottolinea la Bbc, riprendendo una recente stima Usa - trapelata malgrado i dati ufficiali di Kiev restino secretati - secondo cui il totale di soldati ucraini uccisi in guerra è salito almeno a 70 mila, con almeno 120 mila feriti. Il giornalista della Bbc Quentin Sommerville inviato nel Donetsk ha riferito di «pile di cadaveri» ricomposti ogni giorno in un obitorio ucraino sul fronte est.
Ore 13:08 - Due condanne a 11 anni in Russia per un video sul conflitto
Un giornalista russo, Michael Nacke, e il fondatore del progetto Conflict Intelligence Team, Ruslan Leviev, sono stati condannati in contumacia a 11 anni di reclusione ciascuno perché riconosciuti colpevoli di avere diffuso «informazioni false sulle forze armate» in un video su Youtube in cui commentavano il conflitto in Ucraina. La sentenza è stata emessa dalla Corte distrettuale di Basmanny, secondo quanto riferisce l'agenzia Interfax. Ai due imputati è stato anche imposto il divieto di gestire siti internet nei prossimi cinque anni. Il Conflict Intelligence Team è un gruppo di ricerca e indagini su eventi riguardanti la sfera militare.
Ore 13:15 - Elicottero Mi-8 si schianta nella regione russa di Chelyabinsk
Secondo i media ucraini, un elicottero russo Mi-8 si è schiantato nella regione russa di Chelyabinsk, l'equipaggio di quattro persone è rimasto ucciso. La notizia è stata rilanciata da Rbc-Ucraina che ha ripreso i canali russi di Telegram.
Ore 13:29 - Zelensky: «Oggi versiamo lacrime in silenzio per i nostri caduti»
«Ogni anno, il 29 agosto, onoriamo la memoria degli ucraini che hanno dato la vita per difendere il nostro Paese. Per difendere l'indipendenza dell'Ucraina. La libertà per tutto il nostro popolo. L'integrità territoriale dell'Ucraina. Il diritto dell'Ucraina di essere tra le nazioni libere. Le parole non sono mai abbastanza per esprimere i nostri sentimenti. E lasciamo che le lacrime siano versate oggi, che il silenzio risuoni più forte di qualsiasi parola, lasciamo che il nostro rispetto dica a tutti ciò che sentiamo veramente e quanto siamo grati a tutti i nostri difensori, le cui vite sono diventate la vita dell'Ucraina», ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky postando un video davanti al memoriale con gli onori ai caduti.
Ore 13:55 - Potente esplosione in Crimea a Olenivka
Una potente esplosione è stata sentita dai residenti a Olenivka, nell'ovest della Crimea, la penisola ucraina annessa da Mosca nel 2014. Lo riporta Rbc-Ucraina citando il canale Telegram locale Krymskiy Viter. Al momento non ci sono dettagli, ma i testimoni parlano di ambulanze sul posto. Un video postato dal media mostra il fumo dopo l'esplosione. Proprio a Olenivka il 23 agosto un moderno missile di produzione ucraina ha distrutto un sistema di difesa aerea russo a lungo e medio raggio S-400 Triumph, come ha dichiarato il segretario del Consiglio di sicurezza di Kiev Oleksiy Danilov 3 giorni fa.
Ore 14:04 - Zakharova: «La Nato è l'asse del male»
La Nato è «l'asse del male». Lo ha detto in un'intervista all'Ansa la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. La portavoce ha affermato che l'economia russa cresce nonostante le sanzioni imposte dalle potenze occidentali. «Questa realtà - ha aggiunto - fa inorridire l'intero asse del Male della Nato (e voi siete l'asse del Male, ovviamente)».
Ore 14:14 - Mosca: «Vaticano equilibrato, continua il dialogo su Kiev»
Il «dialogo» tra Mosca e il Vaticano sull'Ucraina «continua». Lo ha detto in un'intervista all'Ansa la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Le relazioni tra la Russia e la Santa Sede, ha aggiunto la portavoce, sono improntate a «un approccio reciprocamente rispettoso e costruttivo» e Mosca «apprezza molto la linea equilibrata del Vaticano sul conflitto in Ucraina e gli sforzi della Santa Sede e di Papa Francesco personalmente per cercare una soluzione pacifica, che purtroppo sono apertamente respinti dal regime di Kiev».
Ore 14:22 - Sepolto a San Pietroburgo il responsabile della logistica Wagner
Si sono svolti oggi in privato nel cimitero Severnii di San Pietroburgo i funerali di Valery Chekalov, il responsabile dell'organizzazione logistica della Wagner morto con Prigozhin nello schianto di un jet. Ne dà notizia il sito in russo della Bbc sul suo canale Telegram, aggiungendo che alle esequie hanno partecipato un centinaio di persone. Nulla si sa ancora ufficialmente su quando e dove si svolgeranno i funerali dello stesso Prigozhin e del comandante militare della Wagner, Serghei Utkin. I preparativi, sottolineano vari siti e canali Telegram, proseguono in segreto. Secondo le stesse fonti Prigozhin dovrebbe essere sepolto sempre a San Pietroburgo, forse nel cimitero di Serafimovsky o di Smolensk.
Ore 14:36 - Podolyak: «Ci sono i presupposti per nuove ribellioni in Russia»
La probabilità di nuove proteste e rivolte in Russia è aumentata, specie dopo la morte di Prigozhin. Lo ha dichiarato Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, come riporta da Unian. Podolyak è convinto che l'omicidio di Prigozhin abbia dimostrato alle élite russe che Putin non agisce secondo le regole, non adempie ai suoi obblighi nemmeno nei loro confronti, e che si trova in uno stato di paranoia, per cui nessuno può essere al sicuro. «Man mano che questa guerra si spinge sempre più verso una configurazione che non è vincente per la Russia, e già oggi sembra così, sarà un rischio per molti membri della sua cerchia ristretta, anche per i suoi più stretti collaboratori. Qualcuno dovrà essere incolpato di tutto... Tutto questo porterà a tensioni interne. Sono già stati creati i presupposti per alcune ribellioni», sostiene Podolyak.
Ore 14:46 - Crimea, così le pressioni Usa hanno spinto Zelensky a parlare di «soluzione politica»: ecco le possibili vie d’uscita
(di Giuseppe Sarcina) L’apertura di Volodymyr Zelensky sulla Crimea è il risultato delle pressioni che gli americani hanno esercitato, discretamente, per mesi. In realtà nessuno a Washington ha mai pensato seriamente che l’armata ucraina sarebbe stata in grado di riprendere con le armi la penisola annessa illegalmente da Vladimir Putin nel 2014. Anche nei momenti migliori della controffensiva, i generali del Pentagono hanno sempre sostenuto che sarebbe stata un’impresa, quasi impossibile, sbaragliare le difese della base russa, nel porto di Sebastopoli. Il Segretario di Stato, Antony Blinken, e il Consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, invece, fin dall’inizio della guerra hanno avvertito Joe Biden: la Crimea rappresenta una linea rossa per Putin. Una lingua di terra da difendere a ogni costo e con ogni mezzo, comprese le famigerate armi nucleari tattiche, gli ordigni atomici devastanti, sia pure con un ridotto raggio di azione.
Ore 15:17 - «Putin ha accettato l’invito di Xi, andrà in Cina a ottobre»
Sarà in Cina il primo viaggio all’estero di Vladimir Putin da quando la Cpi ha spiccato il suo mandato di arresto internazionale. Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg citando alcun fonti, Putin ha accettato l’invito di Xi Jinping a partecipare al «Belt and Road Forum» che si terrà in ottobre.
Ore 16:23 - Esplosioni al confine tra Ucraina e Bielorussia, un fulmine avrebbe colpito delle mine
Intorno alle 3.30 della scorsa notte si sono verificate esplosioni al confine tra Ucraina e Bielorussia, nel lato di Minsk, che sarebbero state causate da un fulmine che ha colpito le mine posizionate tra i due Paesi. A riportare la notizia è stato per primo il media bielorusso Gayun su Telegram, parlando di diverse mine anticarro TM-62M che sarebbero esplose su un ponte ferroviario a 800 metri dalla stazione di Slovechno (distretto di Yelsky, regione di Gomel). La detonazione delle mine ha distrutto il binario ferroviario e danneggiato il supporto di un ponte. Dal lato ucraino l’informazione è stata confermata dal portavoce delle guardie di frontiera della Bielorussia, Andriy Demchenko, che a Radio Liberty ha dichiarato che le mine sono esplose «in una direzione vicino alla linea di confine» a causa di un fulmine, sottolineando che «secondo le informazioni in mio possesso, nessuno è rimasto ferito».
Ore 16:25 - L’Estonia valuta la chiusura del valico frontaliero con la Russia
Il ministero delle Finanze estone si è detto oggi a favore della chiusura del valico frontaliero di Koidula tra l’Estonia e la Federazione russa. La proposta è basata su ragioni principalmente economiche, in quanto la chiusura del valico permetterebbe di risparmiare gli 11 milioni di euro richiesti per la sua manutenzione e il suo processo di adeguamento agli standard di sicurezza necessari. Secondo gli esperti del ministero, la chiusura sarebbe resa ancora più desiderabile dal fatto che, nel corso dell’ultimo anno, il tir in transito sono diminuiti di oltre il 30%. Il ministero dell’Interno, cui spetta la decisione finale sulle operazioni da intraprendere, non si è tuttavia ancora espresso.
Ore 16:39 - IL PUNTO MILITARE | Mancano interpreti per i soldati ucraini: le difficoltà dell’addestramento europeo
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il diavolo è nei dettagli. Anche per la gigantesca assistenza occidentale all’Ucraina. Lo conferma un aspetto: all’alleanza mancano gli interpreti.
Diverse testimonianze raccolte dal Financial Times nei centri di training in Germania indicano la difficoltà di tradurre termini militari in modo efficace e preciso. Gli ostacoli sono emersi durante il programma gestito dai Paesi dell’Unione Europea, un piano per preparare migliaia di uomini sotto la guida di istruttori Ue. Non tutte le reclute sanno l’inglese, il numero di interpreti è ridotto e poi c’è un nodo specifico legato ai corsi. I reparti devono imparare a usare mezzi — come il Leopard — e apprendere tecniche di manovra coordinate, un doppio impegno, con metodi diversi. Va sottolineato che anche per i piloti ucraini selezionati per i futuri caccia F16 si è posto il problema della «lingua», così sono stati mandati a studiare. (...)
Ore 16:41 - Il funerale di Prigozhin celebrato in forma privata
Il funerale di Yevgeny Prigozhin si è svolto oggi in forma privata. Ne dà notizia il servizio stampa della Concord, la società del capo della Wagner, aggiungendo che coloro che desiderano rendergli omaggio possono visitare il cimitero di Porokhovskoe a San Pietroburgo.
Ore 16:49 - L'ex marine Usa Whelan in un campo di lavoro in Russia
Paul Whelan, ex marine americano arrestato nel 2018 a Mosca e condannato a 16 anni di carcere con l'accusa di spionaggio, è apparso in un video all'interno di un campo di lavoro russo.
È la prima volta in tre anni che vengono diffuse immagini di Whelan, «detenuto ingiustamente» secondo il governo degli Stati Uniti. Il video è stato condiviso dal canale Rt e mostra Whelan in fila con altri detenuti nel cortile della prigione. Il cittadino americano viene visto cucire abiti industriali nella fabbrica del carcere e poi nella mensa con un vassoio con cibo. Alla troupe tv di Rt dice che non rilascerà alcun commento. L'ultima volta che Whelan era apparso in un video, trasmesso dalla Bbc, era in tribunale durante il processo a Mosca. «È stato bello rivederlo e vedere che suoi occhi la lotta che sta conducendo. È bello sapere che Paul rimane indomito», ha scritto David Whelan, il gemello di Paul, in una e-mail citata dalla Bbc.
Ore 17:15 - Russia, confermato l'arresto di Strelkov, protagonista della prima fase della guerra nel Donbass
Il Tribunale della città di Mosca ha confermato l'arresto di Igor Girkin, noto con il nome di battaglia di Strelkov (fuciliere) ex "ministro" della difesa della regione indipendentista di Donetsk, nonché ex ufficiale dell'Fsb e protagonista dell'inizio dei disordini nel Donbass nel 2014. Era stato condannato all'ergastolo dal Tribunale dell'Aja per il volo MH17. Girkin era stato arrestato lo scorso luglio per incitazione all'estremismo in relazione al fallito golpe contro i vertici della difesa russa di Evgheny Prigozhin. Oggi il tribunale ha respinto la richiesta di appello.
Ore 17:58 - Kuleba: «Negoziare con Putin? Chiedete a Prigozhin»
Negoziare con Putin? Chiedete a Prigozhin. Così il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha commentato la possibilità di aprire un dialogo con Mosca, durante una conferenza stampa con il suo collega francese a Parigi. «Per quanto riguarda le richieste di negoziati con Putin, chiunque chieda questo dovrebbe chiedere al signor Prigozhin, non a noi. Ha avuto un conflitto con Putin. Ha negoziato con successo con Putin, ha posto fine al conflitto, ha concordato garanzie di sicurezza e poi Putin lo ha ucciso», ha detto il capo del ministero degli Esteri ucraino. «Non c’è motivo di credere che Putin si comporterà diversamente in qualsiasi altro negoziato», ha aggiunto Kuleba escludendo qualsiasi dialogo col Cremlino.
Ore 18:10 - Sulla tomba di Prigozhin rose rosse e poesia di Iosif Brodsky
Il canale Telegram russo «Shot» ha diffuso questa sera un video e alcune fotografie della tomba di Yevgeny Prigozhin, il capo della Wagner sepolto oggi in una cerimonia privata a San Pietroburgo, nel cimitero di Porokhovskoye, vicino a suo padre. La tomba, sovrastata da una croce di legno, appare coperta di rose rosse. Su di essa sono appoggiate una grande fotografia di Prigozhin e il testo incorniciato di una poesia di Josif Brodsky intitolata Natura Morta.
Ore 18:29 - Bombe ucraine su Bryansk. Filorussi: «Morto un bambino»
Un bambino sarebbe morto nel villaggio di Klimovo nella regione russa di Berdyansk. «Le forze armate ucraine hanno sparato sul villaggio di Klimovo. Secondo le prime informazioni ci sarebbero dei morti, tra cui un bambino», ha scritto su Telegram il governatore locale Alexander Bogomaz sul proprio canale. Altre cinque persone sono rimaste ferite. Inoltre «sono stati danneggiati edifici scolastici, residenziali e diversi edifici amministrativi», ha aggiunto ancora.
Ore 18:34 - Kiev: «Decine bambini evacuati da regione Zaporizhzhia»
Decine di bambini saranno evacuati dagli insediamenti della regione ucraina di Zaporizhzhia più vicini alla linea del fronte. Lo ha reso noto via Telegram il ministero della Reintegrazione di Kiev. Si tratta «della città di Gulyaipole, il villaggio di tipo urbano di Stepnohirsk, nonché i villaggi di Preobrazhenka, Yehorivka, Novopavlivka».
In totale saranno evacuati 54 bambini e 67 familiari a causa della difficile situazione di sicurezza e dei bombardamenti nemici.
Ore 18:45 - Bandiera Kiev issata su sponda sinistra del Dnepr
I soldati delle forze armate di Kiev hanno issato la bandiera ucraina sulla riva sinistra del Dnepr, nella regione di Kherson. Lo riporta Ukrainska Pravda, pubblicando un video. E’ accaduto nel villaggio di Dachi che ora - viene spiegato - è una «zona grigia» dove infuria la battaglia. «I nostri militari hanno solennemente issato la bandiera dell’Ucraina con l’inno nazionale» si legge in un post.
Ore 18:56 - Esercito di Kiev: «Oltre 1.400 persone evacuate da Kupiansk»
Le autorità ucraine hanno evacuato 1.433 residenti dalla città orientale di Kupiansk, oggetto di una seconda offensiva delle forze russe. Le evacuazioni proseguono dal 9 agosto, «ma non tutti sono disposti a partire malgrado l’intensità degli attacchi», ha reso noto oggi Roman Semenukha, dell’amministrazione militare della regione di Kharkiv, citato da Ukrainska Pravda.
La Russia aveva assunto il controllo di Kupiansk nel febbraio dello scorso anno, ma pochi mesi più tardi la città era stata liberata dalle forze ucraine.
Ore 19:09 - Russi in trappola a Bakhmut, non possono lasciare la città
L’esercito ucraino continua ad avanzare in direzione di Bakhmut e le forze russe sono intrappolate e non possono lasciare la città. Lo ha dichiarato la viceministra della Difesa Hanna Malyar al canale United News, come riportato da Unian. «Abbiamo già raggiunto molte alture dominanti, e il nemico è intrappolato lì, perché non può lasciare Bakhmut e non può muoversi in città. E lì, sapete, la maggior parte delle persone parla delle battaglie a Klishchivka, Kurdyumivka, Andriivka.
In effetti, lì si combatte. Non esageriamo, perché siamo superstiziosi. Stiamo facendo progressi a poco a poco» ha dichiarato Malyar. A proposito del fronte orientale, ha continuato la viceministra, i progressi in questa direzione sono «in realtà ciò che preoccupa maggiormente il nemico» ed è «per questo che stanno cercando di spostare e deviare i nostri sforzi verso altre aree».
Ore 19:18 - Polonia, nuovo attacco hacker: 25 treni fermati e inno russo dagli altoparlanti
L’operatore ferroviario polacco Pkp ha denunciato l’azione di gruppi di hacker che hanno utilizzato segnali radio per fermare 25 treni passeggeri nel paese. Stando ad un portavoce delle ferrovie, i convogli sono stati bloccati in quattro regioni intorno alle 13:00 di oggi. I passeggeri non hanno corso pericoli e i treni hanno potuto riprendere la loro corsa con un leggero ritardo.
Negli ultimi giorni si sono verificati diversi attacchi simili alla rete ferroviaria polacca, che funge da principale mezzo di trasporto per gli aiuti militari occidentali all’Ucraina. La polizia di Bialystok, nell’est del paese, aveva già arrestato domenica due uomini, tra cui un agente di polizia, che avevano fermato cinque treni passeggeri e un treno merci. Nella parte occidentale del paese, durante le soste imposte ai convogli si è sentito l’inno russo e un discorso di Vladimir Putin.
Ore 19:34 - Tribunale russo conferma la detenzione del nazionalista Girkin
Un tribunale di Mosca ha respinto la richiesta presentata dall’ex comandante dei separatisti in Ucraina e blogger nazionalista russo Igor Girkin, conosciuto anche come Strelkov, di essere liberato dalla custodia cautelare. Girkin è un critico di alto profilo della strategia militare del Cremlino in Ucraina, è stato arrestato a luglio e detenuto in custodia con l’accusa di estremismo. Rischia fino a cinque anni di carcere.
Durante l’udienza, ha dichiarato di non avere intenzione di fuggire dalla Russia, facendo riferimento alla decisione di un tribunale olandese di incarcerarlo a vita in contumacia, e si è lamentato delle sue cattive condizioni di salute. Nel 2022, Girkin è stato uno dei tre uomini condannati da un tribunale olandese all’ergastolo per l’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines sull’Ucraina nel 2014. Il suo avvocato, Gadzhi Aliyev, ha definito la decisione «illegale» e ha detto che presenterà ricorso.
Ore 19:32 - Funerali in forma privata di Prigozhin - Le immagini
I funerali del leader della Wagner sono avvenuti alla sola presenza di familiari e amici.
Ore 19:53 - Blinken annuncia nuovo pacchetto di aiuti: «Includerà missili AIM-9M e Javelin»
«Il nuovo pacchetto di assistenza militare da 250 milioni di dollari per l'Ucraina includerà missili AIM-9M e Javelin e varie munizioni per artiglieria e armi leggere, compresi i sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità (HIMARS)». Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken.
Ore 19:59 - Kuleba sente Soltenberg su adesione Nato e piano annuale
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha parlato con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg dei prossimi passi nel percorso dell'Ucraina verso la Nato. «Abbiamo discusso del programma nazionale annuale adattato e del lancio a pieno titolo del Consiglio Ucraina-Nato. Ho inoltre informato il Segretario Generale sui preparativi dell'Ucraina per il primo Forum delle industrie della difesa», ha scritto Kuleba su X.
Ore 21:57 - Mosca accusa Kiev di aver colpito regione di confine provocando delle vittime
Mosca ha accusato oggi le forze ucraine di aver bombardato un villaggio a Bryansk, nella regione di confine, uccidendo diverse persone e ferendone cinque. Tra le vittime del bombardamento nel villaggio di Klimovo, a circa 15 chilometri dal confine ucraino ci sarebbero dei bambini, ha scritto su Telegram il governatore regionale Alexander Bogomas. Secondo il governatore, i bombardamenti hanno danneggiato un edificio scolastico, oltre a diversi edifici residenziali e strutture amministrative.
Ore 23:27 - Attacco di droni a Pskov, città russa al confine con i Paesi baltici
La regione era stata già attaccata in passato, ma torna sotto il fuoco dei droni (presumibilmente ucraini) la città russa di Pskov, località non lontana dal confine con i Paesi baltici, ma a oltre 700km dal confine ucraino. Testimoni oculari delle esplosioni hanno condiviso immagini e video sui social. Il presunto obiettivo dell'attacco alcuni velivoli che stazionavano sulla pista dell'aeroporto cittadino: sarebbero stati danneggiati almeno due aerei.
Il Ministero della Difesa russo ha comunicato che l'attacco non ha provocato vittime e che i droni nemici sono stati respinti. All’aeroporto è scoppiato un incendio in seguito all’attacco. Dopo l’arrivo delle unità di soccorso, le forze sono riuscite a tenere le fiamme sotto controllo: non c’è pericolo di propagazione, non ci sono morti o feriti.
Ore 01:11 - Mosca: pioggia di droni, attacchi in 7 regioni
Numerosi droni nella notte in Russia, Mosca parla di attacchi in almeno sette regioni. Gli aeroporti moscoviti di Domodedovo, Vnukovo e Sheremetyevo sono stati temporaneamente chiusi dopo che l’aeroporto di Pskov è stato colpito. Il ministero della Difesa russo ha reso noto di aver sventato nella notte «un tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico con velivoli senza pilota». Tre droni sono stati abbattuti dalla contraerea sul territorio della regione di Bryansk e un altro sul territorio della regione di Orel.
Ore 01:14 - Mosca: distrutte quattro imbarcazioni con truppe da sbarco Kiev
Il ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver distrutto quattro navi militari ucraine nel Mar Nero che trasportavano fino a 50 uomini delle forze speciali. Intorno alla mezzanotte ora locale «un aereo della flotta del Mar Nero ha distrutto quattro navi militari veloci con gruppi di sbarco delle forze operative speciali ucraine con un totale fino a 50 persone», ha detto il ministero su Telegram.
Ore 02:56 - Deputato ucraino: «Attacco missilistico a Odessa»
Il deputato ucraino Oleksiy Goncharenko ha detto online che c’è stato un attacco missilistico» su Odessa con esplosioni udite intorno alle 3,30 ora locale. Lo riporta il Guardian.
Ore 03:43 - Mosca: respinto attacco cdi droni marini vicino Sebastopoli
Mosca afferma che le forze della flotta russa nel Mar Nero hanno respinto stanotte un attacco di droni via mare vicino alla baia principale della città di Sebastopoli, in Crimea. «Le forze antisommergibili hanno completato il loro lavoro, ma per ora non ci sono informazioni precise sul numero e sulla tipologia degli obiettivi distrutti», ha scritto su Telegram il governatore locale Mikhail Razvozhayev citato dall’agenzia russa Tass.
La nuova strategia della controffensiva: cosa rischia l’esercito russo. Paolo Mauri su Inside Over il 29 Agosto 2023
Venerdì 25 agosto, il generale Mark Milley, capo di Stato maggiore della Difesa Usa, ha affermato in un’intervista alla televisione giordana al-Mamlaka che gli ucraini hanno “penetrato la prima linea di difesa russa”. Il generale stava molto probabilmente riferendosi ai progressi effettuati dall’esercito di Kiev lungo il fronte meridionale, in particolare in un preciso settore: quello di Robotyne, cittadina situata lungo la direttrice Tokmak-Melitopol.
Milley, durante l’intervista, ancora una volta ha ammesso che la controffensiva ucraina si è mossa a un ritmo più lento del previsto (l’inizio delle operazioni risale alla prima settimana di giugno) e ha affermato che è ancora troppo presto per poterla definire un successo o un fallimento, definendo lo sforzo ucraino “molto sanguinoso, lento, lungo e difficile”.
Le dichiarazioni del capo di Stato maggiore della Difesa statunitense hanno più il sapore della politica che quello della novità tattica: Robotyne, dove si combatte almeno dal 14 agosto, si trova già al di là della prima linea di difesa russa.
La cittadina è ora stata riconquistata dalle forze ucraine che stanno cercando di consolidare le posizioni allargando il piccolo saliente generato, ma l’annuncio del generale è ascrivibile alla volontà di calmare gli allarmismi generati dalle indiscrezioni dell’intelligence Usa, che qualche giorno fa aveva ammesso che la controffensiva di Kiev non è in grado di raggiungere la città strategica di Melitopol, risolvendosi quindi in un fallimento strategico.
I nuovi obiettivi delle forze di Kiev
Tornando al complesso delle operazioni sul fronte meridionale, dove l’esercito ucraino dimostra più capacità di manovra per via del maggior numero di unità di riserva schierate, si registrano avanzamenti nelle direzioni di Novoprokopivka, Mala Tokmachka, la già citata Robotyne e Ocheretuvate tutte località situate tra i 10 e i 25 chilometri in un arco a sud di Orikhiv. Gli ucraini sono avanzati a Urozhaine (9 chilometri a sud di Velyka Novoselivka) in direzione di Berdyansk, città portuale sul Mare d’Azov.
Nell’area di Robotyne esiste un sistema di trincee russe, rifugi e tunnel sotterranei di breve lunghezza interconnessi che consentono di spostare personale, armi e munizioni da diverse posizioni tattiche lungo il fronte. Questa prima linea difensiva vede anche la presenza di fossati anticarro e campi minati che si estendono nei terreni davanti e tra questi livelli interconnessi di posizioni difensive. Si ritiene che le aree vicine alla prossima serie di posizioni difensive russe potrebbero essere minate meno pesantemente rispetto a quelle della prima linea, per dare alle forze russe che operano a nord di queste posizioni la possibilità di ritirarsi.
Attualmente, gli avanzamenti pagati a caro prezzo dagli ucraini, li stanno portando in prossimità della successiva linea difensiva russa che sembra comprendere una serie relativamente più contigua di fossati e ostacoli anticarro a denti di drago con trincee e bunker alle loro spalle.
Mosca asserragliata
La disposizione, natura ed equipaggiamento delle posizioni difensive russe è però non del tutto chiara, inoltre risulta che la Russia abbia spostato riserve nel settore meridionale del fronte facendo giungere elementi della 76a Divisione d’assalto aereo delle Guardie (Vdv – Vozdushno-Desantnye Vojska) dall’area di Kreminna, nell’oblast di Luhansk, e stanno anche ridistribuendo unità non specificate dalla zona di Kherson, dove attualmente l’esercito russo è riuscito a respingere gli assalti ucraini oltre il fiume Dnipro pur restando impegnato in sporadici scontri a fuoco.
Le forze russe hanno impegnato una notevole quantità di materiale e manodopera per mantenere le posizioni difensive che l’esercito ucraino sta lentamente penetrando tra Robotyne e Urozhaine. Qui, a sud di Velyka Novoselivka, gli ucraini stanno cercando di conquistare le alture ai lati della direttrice di avanzata anche per cercare di interrompere le linee russe di comunicazione avanzate che corrono est-ovest lungo il fronte.
Non è chiaro se l’esercito di Mosca, che ha preferito lasciare l’iniziativa tattica in questo settore del fronte agli ucraini ponendosi sulla difensiva, sarà capace di mantenere questo vantaggio se non può impegnare lo stesso livello di risorse e personale nei successivi livelli di difesa, tuttavia la seconda linea, ma soprattutto la terza, porrà una sfida notevole all’esercito di Kiev: se, infatti, gli ucraini hanno impiegato più di due mesi per sfondare la prima linea, che come sappiamo è occupata principalmente da personale di secondo/terzo ordine mobilitato (i “mobik”), è ragionevole supporre che nelle prossime linee, occupate da unità meglio addestrate ed equipaggiate – anche con reparti corazzati che sinora si sono visti sporadicamente – incontreranno una resistenza molto più accanita.
Sappiamo che un attaccante, per avere successo, dovrebbe ottenere una superiorità numerica di 3:1, e sappiamo che l’Ucraina ha deliberatamente optato per una controffensiva “force oriented” piuttosto che “terrain oriented”, quindi concentrandosi sul logoramento del nemico invece di concentrare uomini e mezzi per ottenere un guadagno territoriale, pertanto il rischio è che il vantaggio numerico si assottigli (o semplicemente non ci sia mai stato) nel corso del conflitto, con conseguente prolungamento temporale dello stesso.
È pur vero che la Russia ha perso la schiacciante superiorità nelle artiglierie – grazie alla precisione del fuoco di controbatteria ucraino – ma da parte russa si può contare sul supporto aereo dato sia dalla componente ad ala fissa sia da quella ad ala rotante. Quest’ultima, in particolare, è usata in modo continuo e con risultati generalmente soddisfacenti, sebbene questa stessa intensa attività di volo stia logorando personale e macchine.
Capiamo quindi perché il governo di Kiev abbia spinto molto per ottenere i cacciabombardieri, che comunque non arriveranno prima del 2024 e che solo a fine di quell’anno saranno in numero idoneo per poter avere un qualche peso in operazioni terrestri in ogni caso non di ampio respiro (ammesso che non vengano pesantemente contrastati dalle forze aerospaziali russe).
I possibili scenari
Ora che abbiamo qualche dato in più possiamo provare a trarre qualche considerazione: stante l’attuale situazione, il conflitto sarà ancora molto lungo e molto probabilmente la controffensiva si arenerà ben prima di aver raggiunto i suoi obiettivi strategici.
Se è vero che all’esercito ucraino non serve raggiungere le coste del Mare d’Azov per tagliare le linee di rifornimento tra la Crimea e il territorio della Federazione russa in quanto basta avanzare ancora di 15/20 chilometri per poterle bersagliare con l’artiglieria (a razzo), è anche vero che per ottenere un cessate il fuoco da posizioni di forza occorre raggiungere un obiettivo politico, che è proprio quello di tagliare quell’istmo di terra occupata dai russi.
Cosa può fare l’Ucraina
Sempre in merito alla medesima questione, facciamo ora qualche precisione di ordine tattico/militare chiarificatrice.
Gran parte delle linee di comunicazione principali sono a ridosso del Mare di Azov: l’autostrada M14, nel tratto tra Manhush (non lontano da Mariupol) e Pryazovske (vicino a Melitopol) è a una distanza massima dal mare di 15 chilometri (tra gli 80 e i 90 da Robotyne, ad esempio). Quindi per poterla mettere sotto tiro non solo dei sistemi Mlrs (Multiple Launch Rocket System) più a lungo raggio come gli Himars o gli M-270, ma anche di obici di artiglieria, è necessario avanzare di almeno altri 50 chilometri, il che significa arrivare nei pressi di Melitopol, per dare un’idea delle distanze geografiche.
Solo un costante e intenso tiro di artiglieria, dato da Mlrs e obici potrebbe infatti disarticolare e financo interrompere quest’arteria di comunicazione russa, che invece, venendo bersagliata da sistemi a razzo, vedrebbe il suo traffico solamente ridotto di volume ma non interrotto, col risultato di venire così ammortizzato dai trasporti via mare.
Questa tattica di cercare di interrompere le vie di comunicazione – qualcosa che l’Ucraina sta cercando di fare da tempo – diventa pagante per una rapida risoluzione del conflitto solo se effettuata con bombardamenti intensi e precisi, presupponendo che la parte avversa non ponga in essere una campagna di distruzione delle risorse messe in campo per lo scopo. PAOLO MAURI
Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “la Stampa” martedì 29 agosto 2023.
Ora che i passeggeri dell'aereo della Wagner sono stati identificati con il test del Dna, inizia la fase più delicata dell'eliminazione di Evgeny Prigozhin dalla politica russa, quella della memoria. Il problema del funerale dell'uomo che per due mesi ha attirato più attenzione, speranze e paure, dello stesso Vladimir Putin, è spinoso, e di difficile soluzione.
Seppellirlo con tutti gli onori significherebbe consacrarlo come un eroe. Delle esequie frettolose e discrete lo confermerebbero come martire. Una sepoltura solenne rafforzerebbe il culto dei Wagner sopravvissuti, un funerale volutamente dimesso li farebbe arrabbiare.
Ma soprattutto, si pone il problema della presenza alla cerimonia del presidente russo: la sua partecipazione sembrerebbe quasi un perdono postumo per il tentativo di golpe lanciato da Prigozhin a fine giugno, mentre la sua assenza confermerebbe per molti la responsabilità di Putin se non altro come ispiratore di quello che nessuno dubita sia stato un attentato.
Sono dilemmi che il Cremlino sta cercando di risolvere rapidamente, e quando il portavoce presidenziale Dmitry Peskov evita di dare conferme sui prossimi impegni di Putin, si capisce - per quanto l'addetto stampa sia stato ormai smentito senza alcun riguardo più volte dal suo principale - che la decisione non è stata ancora presa.
La legge infatti esige che un "Eroe della Russia" - decorazione che Prigozhin aveva ottenuto l'anno scorso, pur non possedendo alcun grado militare ufficiale - venga sepolto nel "pantheon della gloria nazionale" a Mytishi, alle porte di Mosca, in presenza dei più alti gradi militari, cioè proprio quelli che aveva insultato e sfidato.
L'alternativa è una cerimonia in uno dei campisanti memoriali della sua città natale, Pietroburgo, ma si pone il problema del governatore Aleksandr Beglov, un altro che Prigozhin aveva perseguitato e minacciato fino ai suoi ultimi giorni. L'idea di una sepoltura comune di tutti i sette comandanti dei Wagner morti sull'aereo è stata subito scartata come un incubo: la creazione di una sorta di mausoleo avrebbe offerto al culto dei mercenari, che ha già visto sorgere altari improvvisati in diverse città russe, un centro permanente.
E un funerale di Stato aperto a tutti rischia di trasformarsi in una marcia di protesta, un comizio di opposizione, un momento di rabbia, impossibili in un regime che ha praticamente proibito qualunque manifestazione pubblica che non sia rigidamente sceneggiata e controllata dalle autorità.
La soluzione probabilmente sarà un funerale semisegreto, e infatti Peskov ha insistito che «la decisione spetta alla famiglia». Intanto, diverse fonti non confermano nemmeno che il corpo di Prigozhin sia stato restituito ai suoi familiari. Ieri sera, Pietroburgo è rimasta elettrizzata dalla notizia che all'ingresso del cimitero Serafimovskoe (la necropoli dell'assedio di Leningrado, oltre che di tanti intellettuali e generali) venivano installati dei metal detector, un segnale di esequie con presenza di Vip.
Fonti vicine ai Wagner intanto rivelavano che i familiari di Valery Chekalov, il responsabile della logistica dei mercenari morto sullo stesso aereo, avevano già optato per una sepoltura privata in un altro cimitero pietroburghese, Severnoe, e che l'ingresso sarebbe stato limitato a parenti e commilitoni dietro esibizione di uno speciale "gettone".
Un'altra proposta circolata negli ambienti dei mercenari, era una tomba per Prigozhin a Bakhmut, quindi in territorio ucraino, sulla linea del fronte: trovata molto mediatica che avrebbe garantito l'assenza di pubblico. Probabilmente però la soluzione più comoda per il Cremlino sarebbe quella di convincere la vedova di Prigozhin, Lyubov, e i figli Pavel e Polina a un funerale strettamente privato, di cui dare notizia "a esequie avvenute", o comunque con un preavviso talmente breve da impedire ai suoi fan di raggiungere il cimitero. […]
Estratto dell'articolo di Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera” martedì 29 agosto 2023.
Evgeny Prigozhin e i suoi luogotenenti sono morti davvero, fa sapere Mosca con il suo annuncio ufficiale. Ora bisogna scoprire il seguito.
Il giornale Moskovsky Komsomolets continua a fornire indiscrezioni su quanto è avvenuto nelle settimane precedenti al disastro. […] torna a scrivere del guasto, verificatosi il 18 luglio, al sistema dell’aria condizionata del jet. Il problema ha costretto a cercarne uno nuovo — sembra all’estero — con il conseguente stop del jet rimasto fermo nello scalo di Sheremetyevo, a Mosca. L’operazione, dopo altri contrattempi, è iniziata il 19 agosto e terminata il 20. I passaggi, secondo il sito, potrebbero aver creato un’opportunità, con gli attentatori che piazzano l’ordigno nella componente.
[…] Meno normale, in apparenza, la decisione di far visitare l’ Embraer a due possibili acquirenti. L’appuntamento era fissato per il 19 ma lo avevano spostato al 23 per consentire la riparazione del condizionatore. A gestirlo è stata la responsabile Natalia Minibayeva, al fianco del capo da otto anni.
Gli acquirenti, Alexandra Yulina e Sergey Klokotov, dirigenti della compagnia RusJet, hanno inoltrato copia dei loro passaporti, prassi necessaria per potere accedere al velivolo, e sono rimasti a bordo dalle 9.30 alle 10.30 del 23. Era presente anche il pilota Rustam Karimov.
Nessuno ha notato — secondo la ricostruzione giornalistica — azioni sospette, mentre sulla coppia non è emerso nulla di allarmante. […] Attorno alle 17.40, con undici minuti di ritardo, il jet ha lasciato Mosca andando incontro al suo destino. […]
[…] la vicenda della manutenzione viene fatta girare per nascondere altro? Le anticipazioni di Moskovsky Komsomolets possono anche essere interpretate come la preparazione del terreno in vista di qualche futuro annuncio da parte del Cremlino sui «responsabili».
"Crimine pianificato". Svolta nelle indagini su Prigozhin: cos'ha detto il Cremlino. Storia di Andrea Muratore su Il Giornale mercoledì 30 agosto 2023.
La presidenza russa inizia a esprimere, in maniera ufficiale, la sua visione sulle possibili cause della morte del comandante della Wagner Evgenij Prigozhin a una settimana dall'incidente aereo di Tver in cui il leader mercenario è deceduto il 23 agosto scorso. Il Cremlino ha infatti dichiarato oggi che lo staff di Vladimir Putin non esclude una causa intenzionale alla base dell'incidente aereo ove sarebbero morti Prigozhin, sei altri membri della Wagner e tre membri dell'equipaggio.
Dmitriy Peskov, portavoce di Putin, si è espresso in maniera chiara sul fatto che quelle del Cremlino sono, ad oggi, ipotesi rispondendo alle domande della Tass in conferenza stampa: "Dal momento che l'indagine non ha ancora prodotto alcun risultato, non posso darvi una formulazione precisa ma, ovviamente, sono state prese in considerazione diverse ragioni tra cui, diciamo, un crimine pianificato". Parole emblematiche che, nella loro cripticità, lasciano pensare che anche tra i fedelissimi di Vladimir Putin i dubbi sulle cause della morte di Prigozhin iniziano a serpreggiare.
Diverse testate occidentali sono partite dall'assunto che lo stesso Putin potesse essere dietro la morte improvvisa del comandante mercenario nell'incidente di Tver. Le ipotesi che suffragano questa come ogni altra ipotesi sono però ad oggi nulle. E non è da escludere che una "manina" intenzionale possa aver causato l'incidente senza però fare direttamente riferimento a Putin. Stephen Bryen, analista geopolitico americano vicino al Pentagono, ha messo ad esempio in campo l'ipotesi che il Gru, il servizio segreto militare, possa aver agito in autonomia.
Nel frattempo a Mosca si indaga proprio sull'ipotesi di un complotto contro Prigozhin, magari concretizzatosi sotto forma di un'esplosione deliberatamente causata in modo tale da far precipitare l'aereo: Artem Stepanov, pilota personale del capo mercenario che non era sull'Embraer caduto a Tver, è tra gli indagati per un possibile complotto contro Prigozhin. Ma non si hanno notizie di un suo arresto o di mosse ulteriori delle autorità russe nei suoi confronti.
La Russia tuttavia ha respinto una richiesta d'assistenza alle indagini proveniente dal Brasile, Paese di provenienza del jet precipitato e a cui appartiene la compagnia Embraer. Il Centro brasiliano per lo studio e la prevenzione degli eventi aeronautici (Cenipa) e la stessa Embraer hanno offerto una consulenza internazionale che il Cremlino ha detto di aver, per ora, declinato volendo accertare la pista interna prima di aprire qualsiasi altra strada. Peskov lo ha spiegato in conferenza stampa: "Prima di tutto, l'indagine è condotta dal Comitato Investigativo Russo, lo ha detto il presidente Putin, e si tratta di un'indagine nazionale. Quindi, in questo caso, qualsiasi indagine internazionale è fuori questione", ha dichiarato.
Secondo le norme del diritto aeronautico, è facoltà di Mosca attendere l'esito della ricerca sulla pista interna in quanto l'incidente è avvenuto su un volo di trasferimento da Mosca a San Pietroburgo dopo il presunto arrivo di Prigozhin dall'Africa. Le parole di Peskov, che riflettono il pensiero di Putin, unitamente a queste asimmetrie sulle richieste di aiuto provenienti, peraltro, da un Paese amico e partner dei Brics non fanno altro che infittire il mistero. Come è morto Prigozhin? Ancora troppo presto per avere certezze sul misterioso esito del volo in cui sarebbe deceduto il mercenario che, due mesi fa, provò a improvvisarsi golpista.
Niente folla né bandiere: i funerali muti di Prigozhin (e Putin non si presenta). Storia di Fausto Biloslavo su Il Giornale mercoledì 30 agosto 2023.
Funerale «segreto», senza gloria, bandiere con il teschio, simbolo del gruppo Wagner e plotone con i colpi a salve. Tantomeno folla con corone e ali di veterani in mimetica armati fino ai denti, che sarebbero state uno schiaffo al Cremlino e soprattutto ai vertici della Difesa russa. Non solo: i suoi uomini, convinti che il capo è stato ucciso dai «nemici interni alla Russia» avrebbero potuto scatenare un altro show sedizioso in occasione dell'ultimo saluto. Yevgeny Prigozhin, il «cuoco» di Putin, fondatore della compagnia militare privata Wagner, è stato sepolto in solitudine, senza le luci della ribalta che ha così tanto sfruttato e amato in vita. La «cerimonia d'addio» si è svolta ieri in forma strettamente privata in un modesto cimitero di San Pietroburgo. La tomba è vicina a quella del padre. Oltre ad una sua grande foto sovrastata da una croce in legno è coperta da rose rosse e il testo incorniciato di una poesia, «Natura morta», di Josif Brodsky. L'autore è nato a Leningrado, ma è stato espulso dall'Urss nel 1972 trovando asilo negli Usa.
L'annuncio è arrivato dal servizio stampa di Concord, una società di Prigozhin. «Coloro che desiderano dire addio» al capo della Wagner, eliminato la scorsa settimana con il suo stato maggiore, possono recarsi al cimitero Porokhovskoye. Un'area collinare a nord ovest della città dove è nato e ha conosciuto Vladimir Putin agli inizi degli anni novanta. Nel luglio 1715, lo zar Pietro I, fece costruire una fabbrica di polvere da sparo poi diventato cimitero.
Nessun funerale di stato, come talvolta si faceva con i rivali interni ai tempi dell'Unione sovietica. Il portavoce del presidente Dmitry Peskov ha spiegato ieri che Putin non aveva intenzione di partecipare alla cerimonia funebre. E se lo avesse fatto in pompa magna rischiava di venire contestato o peggio dai veterani della Wagner. Le condoglianze le ha fatte in un video qualche giorno fa riconoscendo «il talento» del vecchio amico, ma pure gli errori, che evidentemente gli sono costati la vita. Più che un commosso ricordo sembrava un epitaffio per chi sgarra credendo di essere un ducetto russo, che può lanciare una marcia su Mosca facendola franca.
Solo familiari e stretta cerchia di amici, probabilmente costretti a mantenere la riservatezza per evitare imbarazzi al Cremlino, erano presenti al funerale di Prigozhin. I suoi uomini dalla Bielorussia all'Africa e soprattutto i veterani in patria saranno inferociti e sempre più convinti che sono stati «i nemici interni» a eliminare il capo. La tumulazione senza riflettori è l'ennesimo segnale della «normalizzazione» di stato nei confronti del gruppo Wagner, che si è immolato per la Grande Russia, soprattutto a Bakhmut, ma ha osato troppo.
Sempre ieri è stato sepolto Valery Chekalov, l'uomo dei soldi di Wagner, morto assieme a Prigozhin e al comandante operativo Serghei Utkin. Chekalov è stato tumulato, in forma strettamente privata, nel cimitero di Serafimovskoye, sempre a San Pietroburgo. Del funerale di Utkin non si sa ancora nulla. Serafimovskoye, almeno è un cimitero famoso dove sono sepolte le vittime dell'assedio di Leningrado, i caduti dell'invasione in Afghanistan, di famose battaglie in Cecenia e i genitori di Putin. Prigozhin non ha avuto questo «onore» e in giro per la Russia alcuni cimiteri dedicati ai caduti della Wagner sono stati spianati dai bulldozer. Ufficialmente per far posto a piramidi monumentali di marmo nero che richiamano i «denti di drago», le barriere anticarro usate in Ucraina. In un video selfie, però, un barbuto veterano di Wagner si aggirava fra il cumulo di croci ammonticchiate nel cimitero di Nikolayevka protestando: «Che state facendo? È blasfemo. La gente sta morendo per la Russia e voi spianate le loro tombe? Non avete timore di Dio».
Ai tempi del terrore staliniano i dissidenti eliminati venivano sepolti in luoghi segreti per non attirare seguaci. A Prigozhin, che aveva le mani sporche di sangue in nome della Grande Russia, è toccato qualcosa del genere: un funerale senza onore e senza fan con l'obiettivo di seppellirlo per sempre nell'oblio.
Estratto dell’articolo di Michael Kimmage per “The Wall Street Journal” pubblicato da “La Stampa” giovedì 31 agosto 2023.
La morte molto pubblica dello sgherro di Putin, Yevgeny Prigozhin, mette in luce l'evoluzione della Russia in uno Stato mafioso tenuto insieme dalla violenza e incapace di esercitare una leadership globale. Alla sua morte in un incidente aereo, Prigozhin è diventato il simbolo della traiettoria criminale dello Stato russo. Negli anni '80 era stato imprigionato nell'Unione Sovietica, dopo di che ha vissuto una trasformazione "dalle stalle alle stelle", da venditore ambulante nella Russia post-sovietica a stretto collaboratore del presidente Vladimir Putin.
Il ragguardevole giro d'affari di Prigozhin andava dal catering d'élite all'ingerenza nelle elezioni negli Stati Uniti, al comando del Gruppo Wagner, un apparato militare privato finanziato dal governo. Il Gruppo Wagner ha proiettato, all'occorrenza, la forza russa in Ucraina e in Siria. In Africa non ha operato con lo zelo ideologico e la speranza di sviluppo economico che un tempo l'Unione Sovietica aveva sostenuto, acquisendo per l'Urss reti di lealtà e cooperazione. Wagner, invece, ha messo in piedi una vasta impresa criminale, un racket di protezione su scala continentale, che offriva sicurezza a dittatori e signori della guerra disponibili. In cambio ha ottenuto l'accesso alle risorse che ha usato per arricchire sé stessa. La stella professionale di Prigozhin è salita ulteriormente con l'invasione russa dell'Ucraina del 2022.
[…] Lo strano apice della carriera di Prigozhin è stato l'ammutinamento che ha capeggiato alla fine di giugno. Prima ha denunciato l'intero staff generale russo, accennando, a volte, al giudizio discutibile dello stesso Putin. La rivolta della Wagner è andata avanti senza opposizione finché Prigozhin non è stato convinto a mettervi fine, consegnandosi al purgatorio politico. La sua morte, due mesi dopo l'ammutinamento può essere stata un incidente, ma le agenzie di intelligence statunitensi non la pensano così. Prigozhin era l'alter ego di Putin. Entrambi avevano legami con San Pietroburgo. Entrambi erano self-made men che parlavano volentieri il gergo di strada e si atteggiavano a tipi tosti. È noto che, agli inizi del suo mandato, Putin ha promesso di "far fuori" i terroristi in una latrina, se necessario.
[…] Le sfumature mafiose di queste manifestazioni di potenza bruta non sono casuali. Il loro scopo è intimidire, mostrare che lo Stato russo non si fermerà davanti a nulla per proteggersi. Sono al cuore del regime. La Russia di Putin non ha lo slancio europeo e la perspicacia diplomatica dell'Impero russo. Non ha l'attrattiva rivoluzionaria dell'Unione Sovietica. La sua economia è pesantissima, con imprese di proprietà dello Stato e si oppone all'innovazione, e la sua politica estera ha isolato inutilmente la Russia dall'Occidente. Ciò in cui Putin eccelle è la generazione di ricchezza per lo Stato e la conversione di tale ricchezza in forza coercitiva. Questo era l'approccio del Gruppo Wagner in Africa un microcosmo del governo che Prigozhin serviva.
L'errore di Prigozhin, a giugno, è stato sferrare un colpo non fatale contro il boss. Il caos potrebbe caratterizzare lo Stato mafioso di Putin e la guerra mal gestita in Ucraina sicuramente ha scosso i "vertici del potere" in Russia, riorganizzando le gerarchie anteguerra. Senza la guerra, un avventuriero come Prigozhin non avrebbe comandato un esercito privato in grado di agire contro il Cremlino. Eppure, la ribellione di Prigozhin è stata straordinariamente insensata. Non era a capo dei servizi di sicurezza in Russia, non aveva alleati autentici nell'élite russa e le sue numerose tirate sui social media non costituivano un programma coerente per la rivoluzione.
Essendosi arreso alla sua propria mitologia auto-celebrativa, Prigozhin pensava di poter sfidare il padrino al centro di questa impresa criminale. Invece, è stato schiacciato velocemente. Lo Stato mafioso di Putin non corre il rischio di disfarsi. Ha passato più di due decenni a costruirsi muri intorno. I suoi strumenti per il controllo politico e sociale sono formidabili […] Putin ha talento per gestire la Russia come uno Stato mafioso e la guerra lo ha rispecchiato e rafforzato. Ma il rischio per l'immagine internazionale del Paese sta crescendo.
Si potrebbe presumere che tale immagine sia già stata distrutta dai molteplici abusi dei diritti umani durante la guerra in Ucraina e dall'incompetenza dell'esercito russo. […] l'invasione dell'Ucraina nel 2022 non aveva lo scopo di convincere l'Occidente. Al contrario, era un assalto premeditato non solo al territorio ucraino, ma al potere occidentale in quanto tale. Putin voleva che la guerra aiutasse la Russia ad allinearsi con i Paesi non occidentali, a mostrare il vuoto della potenza occidentale e a dimostrare che la Russia è destinata a essere un arbitro importante dell'ordine internazionale.
[…] Se la guerra fosse andata bene, Putin avrebbe tentato di dividere l'Europa dagli Usa. Non ha abbandonato questo obiettivo e intraprenderà una lunga guerra per logorare il supporto occidentale all'Ucraina, o per assicurarsi che l'Ucraina, invitata a entrare in istituzioni come la Nato e l'Unione Europea, sia uno stato fallito. Il sogno di Putin in Ucraina è dimostrare la realtà del declino americano che per lui equivale all'ascesa russa. Cosa significa per il futuro di Putin e per la Russia la morte di Prigozhin? Nei giorni scorsi, Putin ha parlato al summit Brics a Johannesburg.
Il Brasile, l'India, la Cina e il Sud Africa, i partner Brics della Russia, non sono entusiasti della guerra contro l'Ucraina, ma continuano a commerciare con la Russia, dando a Mosca un'ancora di salvezza in un momento di sanzioni occidentali senza precedenti. Dal 2014 Putin ha anche coltivato buoni rapporti con la Cina. I due Paesi dovrebbero essere i perni di un ordine internazionale post-americano, un mondo multipolare liberato dai saccheggi del militarismo americano e dalla promozione della democrazia. Raggiungere questo fine è il grandioso obiettivo strategico della Russia.
Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per la stampa il 3 settembre 2023.
Morto Prigozhin, restano (anche) i suoi soldi. E la lotta di potere che adesso si apre (tra i successori, ma anche presumibilmente con il Cremlino) per controllarli. Secondo una stima che La Stampa è in grado di fare incrociando diverse fonti russe, il fatturato complessivo delle sue 150 aziende nel 2022 arrivava a 76 miliardi di rubli, poco più di 730 milioni di euro.[…]. Il suo patrimonio personale poteva essere stimato, secondo Agentsmedia, intorno ai 550 milioni di dollari. Ma questa è solo una parte, della quantità enorme di denaro che gestiva e maneggiava […]
[…] Putin stesso disse, nei giorni successivi al tentato golpe, che «in un anno (da maggio 2022 a maggio 2023), il proprietario della la società Concord, attraverso Voentorg, ha ricevuto, guadagnato dallo Stato, fornendo cibo e servizi di ristorazione all’esercito, 80 miliardi di rubli». Ossia circa altri 770 milioni di euro. Il che farebbe salire il suo patrimonio al doppio dei 550 milioni di dollari stimati qui sopra. […]
Nella ragnatela di società c’è anche una ragnatela di […]149 persone giuridiche russe che sono legate in un modo o nell’altro a Prigozhin. O attività controllate direttamente da lui o dai suoi parenti e persone a lui legate, o società […] ritenute probabilmente mere società di servizi al suo seguito.
Molte […] appartenevano formalmente alla moglie di Prigozhin, che era proprietaria di Agat LLC e Monolit LLC. Stando a quando scritto dal canale telegrame “MO”, i rapporti tra Lyubov e il marito si erano da poco incrinati e lei ha iniziato a perdere le partecipazioni in varie società […].
Contemporaneamente, i fondatori di Monolit venivano schermati dal Registro statale unificato delle persone giuridiche. E un uomo di nome Dmitry Koshara […] ha rilevato Agat e Monolit il giorno prima della morte di Prigozhin, il 22 agosto. È diventato fondatore di Litera l'11 agosto.
Koshara, partner di lunga data di Prigozhin, già direttore dello sviluppo del gruppo Concord, svolgeva anche diversi servizi non limpidissimi per Evgheny Viktorovich. Nel 2011 si infiltrò nell'opposizione russa, registrò video segreti e ottenne documenti che Prigozhin utilizzava per dossieraggio e favori ai servizi […] per screditare l’opposizione russa. Il proprietario di Agat era invece Samuil Zharkoi, il patrigno che aveva cresciuto Prigozhin da bambino.
Poco prima di morire Prigozhin aveva iniziato la riorganizzazione della terza più redditizia delle società del clan, Lakhta Plaza (edilizia di lusso e terreni), intestata al figlio Pavel. Il 18 agosto la società aveva avviato la creazione di una nuova entità giuridica per evitare la successione ai debiti fiscali. La seconda società più redditizia, Lakhta park, aveva rinominato il direttore, mettendo alla guida un’amica di Prigozhin, Evghenia Dobrikova.
“MO” aveva poi scoperto che anche JSC Businessprof (proprietaria del centro direzionale Sinop di San Pietroburgo) era del figlio di Prigozhin. E così ad agosto anche qui è cambiato il direttore generale (il nome dell’attuale è Ivan Kotik). La società più redditizia di questo sotto-gruppo (almeno tra quelle conosciute) si chiama “Megaline”. Altre due società, Retail e Rythm, possiedono l’edificio del Centro Wagner a San Pietroburgo[…]
Circa 20 società collegate a Prigozhin fornivano cibo all’esercito, e continuano a farlo anche dopo l’ammutinamento, con un fatturato che nel 2022 aveva superato i 60 miliardi di rubli (570 milioni di euro). Poi c’era la Prodfutservis LLC, che forniva cibo nelle mense delle scuole della regione di Mosca[…]
Una delle società più famose, Concord M LLC, aveva in pancia un grande numero di ristoranti (tra cui il costoso River Lounge). […] C’è la mano di Putin anche nella nascita formale dell’impero Concord?
Società dall’aspetto più innocuo (un importante negozio di San Pietroburgo, o il “Museo del cioccolato”) erano intestata a Lyubov, la moglie di Prigozhin, ma anche queste recentemente sono state schermate. Come è stata da poco schermata la società “Colours of Life”, della mamma di Prigozhin, Violetta (Prigozhin si infuriò quando anche lei cadde sotto le sanzioni occidentali). La domanda interessante è perché Prigozhin stesse nascondendo anche cose apparentemente innocue, giorni prima della sua morte. Sapeva di essere un dead man walking? Sapeva che qualcuno avrebbe dato la caccia anche alla sua tomba?
Guerra Ucraina - Russia, le news del 30 agosto.
Ucraina-Russia, le notizie di mercoledì 30 agosto. Usa: «Putin e Kim hanno un accordo sulle armi». Wagner ai suoi miliziani: «Trovatevi un altro lavoro». Redazione Online su Il Corriere della Sera mercoledì 30 agosto 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di mercoledì 30 agosto. Attaccato l’aeroporto di Pskov, città russa al confine con i Paesi baltici. Kuleba: «La presa di Robotyne apre la strada verso la Crimea»
• Esplosioni a Pskov, città russa al confine con i Paesi baltici: danneggiati quattro aerei da trasporto nell'aeroporto cittadino.
• Russi intrappolati a Bakhmut: «Non possono lasciare la città».
• Almeno 1.400 ucraini evacuati da Kupiansk (nella regione di Kharkiv).
• Prigozhin è stato sepolto al cimitero Porokhovskoe di San Pietroburgo.
• Putin in Cina a ottobre. Il presidente russo accettato l'invito di Xi Jinping.
Ore 03:07 - Attacco di droni a Pskov, città russa al confine con i Paesi baltici
La regione era stata già attaccata in passato, ma torna sotto il fuoco dei droni (presumibilmente ucraini) la città russa di Pskov, località non lontana dal confine con i Paesi baltici, ma a oltre 700km dal confine ucraino. Testimoni oculari delle esplosioni hanno condiviso immagini e video sui social. Il presunto obiettivo dell'attacco alcuni velivoli che stazionavano sulla pista dell'aeroporto cittadino: sarebbero stati danneggiati almeno due aerei.
Il Ministero della Difesa russo ha comunicato che l'attacco non ha provocato vittime e che i droni nemici sono stati respinti. All’aeroporto è scoppiato un incendio in seguito all’attacco. Dopo l’arrivo delle unità di soccorso, le forze sono riuscite a tenere le fiamme sotto controllo: non c’è pericolo di propagazione, non ci sono morti o feriti.
Ore 03:07 - Mosca: pioggia di droni, attacchi in 7 regioni. Distrutte 4 navi militari ucraine nel Mar Nero
Numerosi droni nella notte in Russia, Mosca parla di attacchi in almeno sette regioni. Gli aeroporti moscoviti di Domodedovo, Vnukovo e Sheremetyevo sono stati temporaneamente chiusi dopo che l’aeroporto di Pskov è stato colpito. Il ministero della Difesa russo ha reso noto di aver sventato nella notte «un tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico con velivoli senza pilota». Almeno tre droni sono stati abbattuti dalla contraerea sul territorio della regione di Bryansk e un altro sul territorio della regione di Orel.
Dal ministero è arrivata anche la notizia della distruzione di quattro navi militari ucraine nel Mar Nero che trasportavano fino a 50 uomini delle forze speciali. Intorno alla mezzanotte ora locale «un aereo della flotta del Mar Nero ha distrutto quattro navi militari veloci con gruppi di sbarco delle forze operative speciali ucraine con un totale fino a 50 persone», hanno detto dal ministero su Telegram.
Le forze della flotta russa nel Mar Nero, poi, hanno respinto stanotte un attacco di droni via mare vicino alla baia principale della città di Sebastopoli, in Crimea. «Le forze antisommergibili hanno completato il loro lavoro, ma per ora non ci sono informazioni precise sul numero e sulla tipologia degli obiettivi distrutti», ha scritto su Telegram il governatore locale Mikhail Razvozhayev citato dall’agenzia russa Tass.
Ore 03:10 - Deputato ucraino: «Attacco missilistico a Odessa»
Il deputato ucraino Oleksiy Goncharenko ha detto online che c’è stato un attacco missilistico» su Odessa con esplosioni udite intorno alle 3,30 ora locale. Lo riporta il Guardian.
Ore 03:17 - Zelensky, l’intervista alla tv portoghese: «Russi fuori dal Paese, poi dialogo»
Volodymyr Zelensky rifiuta al momento l’ipotesi di un negoziato diretto con Mosca, ma la guerra potrebbe finire anche entro quest’anno se la Russia rispettasse i punti del piano di pace ucraino a cominciare dal ritiro delle truppe dai territori invasi. Queste sono le convinzioni del presidente ucraino nell’intervista rilasciata in esclusiva alla televisione nazionale portoghese e trasmessa ieri sera dalla Rtp. «Se i russi cominciassero col rispettare il diritto degli ucraini a vivere nella propria terra potrebbe anche nascere una qualche forma di dialogo politico con dei rappresentanti del potere russo — ha detto Zelensky —. Tuttavia, ciò che è accaduto a Prigozhin rivela che la parola di Putin non vale nulla: prima si fanno degli accordi, poi si elimina la persona con cui ci si è messi d’accordo».
Quanto alla previsione di una conclusione delle ostilità entro quest’anno, Zelensky afferma che dipende molto dall’esito della controffensiva di Kiev e si è detto comunque fiducioso che per l’inizio dell’anno nuovo saranno già operativi i caccia F-16. «Serviranno a proteggere i civili e a sfiancare il morale dei soldati russi, che non sanno nemmeno per quale motivo stanno combattendo».
L’intervista alla tv di Stato portoghese è stata anche un’opportunità per il presidente ucraino di inviare un messaggio ai paesi dell’Africa lusofona e, in particolare, al Brasile. Zelensky vorrebbe che Lula stesse integralmente dalla loro parte, ma ha definito contraddittori i messaggi provenienti dal presidente brasiliano.
Ore 03:35 - Ucraina: esplosioni in due regioni, allarme in altre sette
Esplosioni sono state segnalate nella notte nelle regioni ucraine di Dnipropetrovsk e Cherkasy, secondo i media locali. L’allarme antiaereo è scattato nella notte anche nelle oblast di Kiev, Kharkiv, Vinnytsia, Sumy, Poltava, Chernihiv e Kirovohrad.
Ore 03:44 - Mosca: «Da Kiev il più grande attacco di droni sul suolo russo dall’inizio della guerra»
Funzionari di Mosca accusano l’Ucraina di aver preso di mira sei regioni russe in quello che è stato definito «il più grande attacco di droni sul suolo russo» da quando Mosca ha inviato truppe in Ucraina 18 mesi fa. I droni hanno colpito un aeroporto nella regione occidentale di Pskov e lì hanno appiccato un enorme incendio. Secondo il ministero della Difesa, altri droni sono stati abbattuti anche nelle regioni di Oryol, Bryansk, Ryazan, Kaluga e nella regione di Mosca che circonda la capitale russa.
L’attacco a Pskov ha colpito un aeroporto nell’omonima capitale della regione e danneggiato quattro aerei da trasporto strategico Ilyushin Il-76, ha riferito l’agenzia di stampa statale russa Tass, citando alcuni funzionari. Il governatore regionale di Pskov, Mikhail Vedernikov, ha ordinato la chiusura immediata dell’aeroporto e ha riferito he non ci sono state vittime e che l’incendio è stato contenuto. Pskov sembra essere l’unica regione in cui i droni hanno causato danni. Tre droni sono stati abbattuti sulla regione di Bryansk, secondo l’esercito russo, e due sulla regione di Oryol, ha detto il governatore Andrei Klychkov. Uno è stato abbattuto nella regione di Rjazan, un altro su Kaluga e un altro nella regione di Mosca. In quelle regioni non si sono registrati danni o vittime.
Ore 05:19 - Attacco con i droni e missili: esplosioni a Kiev e Odessa: 2 morti e 3 feriti
Esplosioni nella notte nella capitale ucraina Kiev e nella città meridionale di Odessa. Il sindaco Vitaliy Klitschko riferisce che a Kiev i servizi di emergenza sono intervenuti nei quartieri di Shevchenkivskyi e Darnytskyi «in seguito alla caduta di detriti» di droni abbattuti dalla difesa aerea ucraina. L’attacco ha causato due morti e tre feriti — secondo quanto riferito dal capo dell’amministrazione militare della capitale Sergei Popkoil — e incendi in due edifici, uno commerciale e uno amministrativo. Le vittime sono stati trovate morti in un edificio non residenziale. Almeno tre le esplosioni che sono state udite nella capitale ucraina intorno alle 5 ora locale. Per le autorità militari locali, Kiev «non subiva un attacco così potente dalla scorsa primavera. Il nemico ha effettuato un massiccio attacco combinato utilizzando droni e missili». I droni hanno colpito la capitale arrivando da più direzioni, mentre i missili sono stati lanciati da aerei strategici Tu-95ms
Ore 05:49 - Gli Usa annunciano nuovi aiuti militari all’Ucraina per 250 milioni di dollari
Gli Stati Uniti forniranno un ulteriore pacchetto di aiuti militari all’Ucraina del valore di 250 milioni di dollari. Lo ha annunciato il segretario di Stato americano Antony Blinken. Gli aiuti includeranno missili per sistemi di difesa aerea, proiettili d’artiglieria, munizioni per armi di piccolo calibro, missili anticarro Javelin e razzi per sistemi Himars, oltre a mezzi per lo sminamento. Gli Usa forniranno anche ambulanze, «parti di ricambio, servizi, addestramento e trasporto», ha detto Blinken, aggiungendo che «la Russia ha iniziato questa guerra, e il conflitto potrebbe finire in qualunque momento se Mosca ritirasse le sue truppe dall’Ucraina e ponesse fine ai suoi brutali attacchi».
Ore 07:54 - Podolyak: «Con Putin non si tratta. La Crimea? Meglio il ritiro russo di una battaglia su larga scala. Delusi dal Papa»
(Di Lorenzo Cremonesi) «Impossibile negoziare con il criminale Putin. E come mai il Papa si è fatto strumento della propaganda imperiale russa?». Mykhailo Podolyak, tra i più noti consiglieri del presidente Zelensky, in questa intervista al Corriere fa il punto sulle prospettive del processo di pace tra Mosca e Kiev e non lesina critiche alle recenti dichiarazioni di Papa Francesco.
Ore 08:01 - Gli investimenti con i fondi russi bloccati in Ue ora danno frutto: finanziare Kiev con i proventi?
(Di Federico Fubini) Incassati 1,7 miliardi. Stati Uniti e Canada favorevoli, no dal resto del G7. La paura è che nei Paesi emergenti si diffonda l’idea che per loro il mercato dei titoli in euro è rischioso.
Una delle conseguenze della guerra in Ucraina è che Euroclear, nella prima metà dell’anno, ha registrato 1,7 miliardi di euro di proventi in più. Euroclear è uno snodo oscuro ma vitale dell’architettura finanziaria in Europa: basato a Bruxelles, è il depositario centrale di tutti gli scambi in obbligazioni e conta fra i primi azionisti le banche pubbliche di sviluppo della Francia e del Belgio, oltre a Jp Morgan, alla Borsa di Londra e alla banca centrale cinese.
Ore 08:01 - Media ucraini: «Almeno 10 droni a Pskov. Danneggiati 4 aerei russi»
Almeno 10 droni hanno attaccato nella notte l’aeroporto russo di Pskov: lo scrive questa mattina Rbc-Ucraina, che cita canali Telegram locali. Dopo l’attacco, che ha danneggiato almeno quattro aerei da trasporto strategico Ilyushin Il-76, le truppe russe hanno spostato i rimanenti aerei da trasporto: almeno cinque velivoli hanno lasciato lo scalo durante la notte, riferiscono le stesse fonti.
Ore 08:26 - Kiev: «Distrutti 43 obiettivi su 44. Respinti i droni russi lanciati contro le nostro città»
Kiev ha distrutto nella notte tutti i missili da crociera (28) e 15 dei 16 droni lanciati da Mosca. Lo ha reso noto su Telegram il capo delle forze armate ucraine, Valerii Zaluzhnyi: «Le forze e i mezzi di difesa aerea dell’Aeronautica militare hanno distrutto tutti i 28 missili da crociera e 15 droni d’attacco Shahed nelle regioni di Kyiv, Cherkasy, Odessa e Mykolaiv», ha scritto Zaluzhnyi.
Ore 08:38 - Esplosioni nella città russa di Shebekino
Esplosioni sono state udite questa mattina a Shebekino, nella regione russa di Belgorod: lo riporta Rbc-Ucraina, che cita canali Telegram locali. Secondo le stesse fonti, alcune zone della città sarebbero rimaste senza elettricità.
Ore 08:53 - Podolyak su Kiev: «Attacco deliberato contro popolazione. Terrorismo premeditato»
«L’attacco combinato su larga scala di oggi della Russia con missili cruise e droni Shahed su Kiev è un attacco indiscutibilmente deliberato contro la popolazione civile», scrive su X il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak.
Secondo il consigliere di Zelensky si tratta di una «vendetta per i crescenti incidenti» che avvengono in Russia, per i fallimenti in prima linea per odio etnico e un tentativo di intimidazione psicologica.
Ore 09:07 - Kiev: «Abbattuti otto missili russi sul Mar Nero»
Le forze di difesa aerea ucraine hanno abbattuto nella notte otto missili russi sul Mar Nero: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'Amministrazione militare regionale di Odessa Oleg Kiper. Non si registrano danni, ha aggiunto.
Ore 09:19 - Borrell (Ue): «Studiamo come garantire appoggio a Kiev»
«Sono sicuro che tutti i ministri» della Difesa Ue continueranno a insistere nell'importanza di «continuare ad appoggiare l'Ucraina,vediamo come lavorare sulle garanzie di sicurezza a lungo termine e come garantire un appoggio finanziario sostenibile». Lo ha detto l'Alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell all'arrivo al Consiglio informale Difesa Ue a Toledo. «Il supporto finanziario deve continuare anche dopo la guerra e durante la ricostruzione» e bisogna dare a Kiev «garanzie di sicurezza», ha aggiunto Borrell.
Nel corso della riunione informale dei ministri della Difesa dell'Ue, rinnovato anche l'appoggio della Spagna: «Riaffermeremo il sostegno totale e assoluto all'Ucraina». Lo ha detto la ministra della Difesa spagnola Margarita Robles arrivando al Consiglio informale a Toledo. Robles ha poi espresso piena solidarietà all'Alto rappresentante Josep Borrell, anche e soprattutto per le minacce ricevute nei giorni scorsi dalla Russia.
Ore 09:52 - Bryansk, appello delle autorità ai cittadini: «Non rivelate i siti attaccati»
Le autorità di Bryansk ha chiesto mercoledì ai residenti locali di non rivelare le posizioni dei siti attaccati dai droni. «L'amministrazione comunale di Bryansk chiede ai giornalisti, agli utenti dei social network e a tutti i residenti della città di non pubblicare gli indirizzi esatti dei siti colpiti negli attacchi dei terroristi ucraini. Le informazioni vengono utilizzate dal nemico per pianificare ulteriori attacchi terroristici», si legge nel comunicato. Le autorità hanno chiesto di utilizzare «le diciture pubblicate da fonti ufficiali».
Sei droni sono stati abbattuti nella regione di Bryansk nelle prime ore di oggi (anche a danno dell'edificio del comitato investigativo della città), ma non ci sono state conseguenze sulle persone.
Ore 09:56 - Il Papa all'Udienza generale: «Preghiamo per la martoriata ucraina»
«Rinnoviamo la nostra vicinanza e la nostra preghiera per la cara e martoriata Ucraina, così provata da grande sofferenza». Con queste parole Papa Francesco ha concluso l'udienza generale di oggi in Piazza San Pietro.
Ore 10:00 - Forti esplosioni in Crimea. Colpiti i distretti di Dzhankoy e Krasnoperekopsk
Forti esplosioni sono state udite questa mattina nella Crimea occupata. lo riportano canali Telegram locali. Secondo le stesse fonti due potenti esplosioni sono state udite nel distretto di Dzhankoy e in quello di Krasnoperekopsk.
Dzhankoy sarebbe rimasta parzialmente priva di elettricità. Vengono poi postate foto di scie di fumo nei cieli sopra il villaggio di Zarichne, vicino a Dzhankoy e a cinque chilometri da un aerodromo militare.
Ore 10:18 - Cremlino: «Gli attacchi con droni mostrano le difficoltà di Kiev»
Il massiccio attacco di droni ucraini contro varie parti del territorio russo la scorsa notte è un segno della «agonia» e dello «stallo» in cui si trova «il regime di Kiev». Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, citata dall'agenzia Tass. «Ovviamente - ha affermato la portavoce - questa agonia del regime di Kiev, l'odio, la rabbia e la mancanza di ogni prospettiva nello sviluppo del Paese hanno portato a queste azioni terroristiche, non ci sono più opzioni, uno stallo assoluto».
Ore 10:25 - La stima dei 007 britannici: «Oltre 5mila condanne in Russia per chi rifiuta di andare al fronte»
In Russia ogni settimana vengono emesse circa 100 condanne ai danni di altrettanti soldati che si sono rifiutati di combattere. Nel citare il dato riportato da Mediazona il 18 luglio scorso, l'intelligence britannica osserva nel rapporto quotidiano sulla situazione in Ucraina che se questa tendenza continua, ci saranno circa 5.200 condanne all'anno per lo stesso motivo.
«Il 25 agosto - si legge nel nuovo rapporto divulgato dalla Difesa di Londra - due soldati russi sono stati condannati da un tribunale militare a scontare almeno due anni in una colonia penale per essersi rifiutati di obbedire all'ordine di tornare al fronte in Ucraina. L'alto tasso di condanne dimostra il cattivo stato in cui versa il morale dell'esercito russo e la riluttanza di alcuni elementi a combattere». Una tendenza, prosegue «che probabilmente riflette la mancanza di addestramento e motivazione e le situazioni di forte stress che le forze russe affrontano lungo l'intera linea del fronte ucraino. Sebbene alcuni soldati si siano rifiutati di combattere e il tasso di logoramento rimanga elevato, la Russia mitiga verosimilmente le perdite inviando in prima linea una massa di soldati scarsamente addestrati».
Ore 10:49 - Crosetto accolto da Borrell e Robles a riunione informale Difesa
Il ministro della Difesa Guido Crosetto è a Toledo per la riunione informale dei ministri della Difesa dell'Unione europea. Al suo arrivo, riferisce il ministero della Difesa su X, è stato accolto dall'Alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell e dalla ministra della Difesa spagnola Margarita Robles, il cui Paese dal primo luglio ha assunto la presidenza di turno dell'Ue. Durante la riunione i ministri affronteranno la situazione in Ucraina e in Niger dopo il golpe.
Borrell ha riferito che sul tavolo ci sarà anche la situazione in Gabon dove i militari hanno annunciato di aver preso il potere, annullando il risultato delle elezioni di sabato scorso, e di aver sciolto tutte le istituzioni.
Ore 11:30 - Putin chiama Lukashenko per gli auguri di compleanno
Vladimir Putin ha avuto una chiamata telefonica con il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, in occasione del suo compleanno. Lo comunica il servizio stampa del Cremlino, citato dall’agenzia Tass. I due hanno poi ribadito «l’impegno reciproco a rafforzare ulteriormente l’alleanza russo-bielorussa e il partenariato strategico».
Ore 11:38 - Orban: «No a Kiev nella Nato, serve un accordo con Mosca su sicurezza»
Gli Stati occidentali dovrebbero «raggiungere un accordo con la Russia sulla nuova architettura di sicurezza, che garantisca la sicurezza e la sovranità dell’Ucraina, ma non la sua adesione alla Nato». Lo afferma il premier ungherese, Viktor Orban, in un’intervista rilasciata all’ex conduttore di Fox News, l’americano Tucker Carlson. Secondo Orban, «c’era una maggiore possibilità» di un’adesione ucraina all’Alleanza atlantica «nel 2007-2008, quando la Russia era più debole, ma poi la questione è stata rinviata e da allora Mosca è diventata più forte, quindi questa possibilità non esiste più». «Non possiamo permetterci che il lungo confine tra Russia e Ucraina diventi un confine della Nato: ciò significherebbe una guerra immediata, un pericolo per tutti noi, anche per Washington» ha aggiunto il premier, ribadendo che una vittoria dell’Ucraina contro la Russia è «impossibile» e che l’unica via d’uscita dalla situazione attuale è il ritorno al potere dell’ex presidente Usa Donald Trump.
Ore 11:59 - Mosca: «Colpita nave militare di Kiev al largo dell’Isole dei Serpenti»
«Un aereo da caccia russo Su-30 dell’aviazione navale ha distrutto un’imbarcazione militare ad alta velocità delle forze armate ucraine a est dell’isola dei Serpenti nel Mar Nero». Lo ha reso noto il ministero della Difesa della Federazione Russa.
Ore 12:03 - Zakharova: «Ondata attacco con droni non resterà impunita»
« L'ondata di attacchi di droni ucraini sul territorio russo durante la notte non rimarrà impunita», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova nel briefing ai giornalisti. I droni, alcuni dei quali hanno colpito la base aerea di Pskov, non avrebbero potuto coprire tali distanze senza le informazioni provenienti dai paesi occidentali.
Ore 12:15 - Kharkiv, i bambini tornano a scuola nella metropolitana
La città orientale ucraina di Kharkiv ha costruito dozzine di aule nelle stazioni della metropolitana per consentire ad alcuni alunni di tornare all'insegnamento di persona. Lo riporta il Guardian. Le scuole nella seconda città più grande dell'Ucraina sono state costrette a insegnare online durante la guerra poiché alcuni missili russi possono raggiungere la città in meno di un minuto, non abbastanza tempo per spostarsi da molte aule a un rifugio.
Il sindaco Ihor Terekhov ha affermato che 60 aule sono state create nelle stazioni della metropolitana di Kharkiv prima del nuovo anno scolastico a settembre, creando spazio affinché più di mille bambini possano studiare in presenza.
Ore 12:21 - Cremlino: «Ministro Esteri turco domani a Mosca»
Il ministro turco degli Affari Esteri Hakan Fidan sarà domani a Mosca, per essere ricevuto dall'omologo Serghei Lavrov. Lo ha annunciato la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. La visita arriva a sei giorni dalla missione di Fidan a Kiev da Zelensky.
Ore 13:01 - Peskov: «Prigozhin? Mosca non esclude un crimine pianificato»
Il Cremlino ha affermato oggi che l’incidente aereo in cui ha perso la vita Prigozhin potrebbe essere stato causato deliberatamente. Lo riporta la Tass. «Dal momento che l’indagine non ha ancora prodotto alcun risultato, non posso darvi una formulazione precisa ma, ovviamente, sono state prese in considerazione diverse ragioni tra cui, diciamo, un crimine pianificato», ha affermato ai media il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Ore 13:17 - «Putin in Cina in ottobre? Informazioni a tempo debito»
Quest’anno «si terrà il terzo Belt and Road Forum per la cooperazione internazionale e la Cina è in contatto con i suoi partner della Belt and Road su questo tema». È il commento del portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, alla richiesta di conferma dell’ipotesi rilanciata ieri dall’agenzia Bloomberg secondo cui il leader russo Vladimir Putin avrebbe accettato l’invito al forum del presidente Xi Jinping e sarebbe quindi intenzionato a parteciparvi di persona, a ottobre. «Rilasceremo le informazioni pertinenti a tempo debito», ha aggiunto Wang, nel corso del briefing quotidiano.
Ore 13:38 - Pioggia di droni sulla Russia. Missili colpiscono Kiev, due morti
(di Lorenzo Cremonesi) Le nostre notti difficili a 30 chilometri dai combattimenti sul fronte meridionale ucraino sono la prova della guerra che si allarga ai cieli della Russia e della sfida a suon di missili e droni. È passata da poco la mezzanotte quando la polizia e i servizi d’informazione di Zaporizhizhia bussano alle nostre camere d’albergo per ordinarci di evacuare «subito». «Fate in fretta, l’hotel sta bruciando», dicono per accelerare i tempi. Così gli ospiti assonnati sono condotti in una zona della città adibita a rifugi e ricoveri, con gli addetti che distribuiscono bottiglie d’acqua e coperte da gettare sui materassi già disposti a terra.
Ore 14:08 - Attacco a Pskov, l’Estonia monitora il confine con la Russia
L’Estonia sta monitorando attentamente la situazione lungo i suoi confini con la Russia in seguito alle notizie di attacchi di droni a un aeroporto nella regione di Pskov, nella Russia occidentale. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa estone, Hanno Pevkur. «Come possiamo vedere anche dall’ultima notte... [le forze ucraine] stanno influenzando o colpendo i russi sul territorio russo. Così, l’attacco della scorsa notte all’aeroporto di Pskov era in realtà molto vicino all’Estonia...In pratica si trova a 30 chilometri dal confine estone. Stiamo monitorando la situazione anche nelle nostre vicinanze», ha dichiarato Pevkur in vista di una riunione informale dei ministri della Difesa dell’Ue in Spagna. Oggi il governatore di Pskov, Mikhail Vedernikov, ha dichiarato che il ministero della Difesa russo ha respinto un attacco notturno di droni all’aeroporto di Pskov. L’attacco ha provocato un incendio nell’aeroporto e ha danneggiato un aereo da trasporto militare Il-76. Secondo i dati preliminari, non ci sono state vittime nell’incidente.
Ore 14:41 - La Polonia ha formato un'altra task force al confine con la Bielorussia
La Polonia ha formato un'altra task force al confine con la Bielorussia. Lo riferisce l'agenzia di stampa Pap, citando rappresentanti del ministero della Difesa polacco e aggiungendo che «i compiti nell'ambito del rafforzamento del sistema di difesa del confine polacco-bielorusso sono svolti dalle unità della 16a divisione meccanizzata, della 18a divisione meccanizzata e della nascente 1a divisione di fanteria». «I soldati sono armati con veicoli corazzati Rosomak - scrive l'agenzia - supporti di artiglieria semoventi Rak, carri armati Leopard, Manpads Piorun, attrezzature di ingegneria e ricognizione e veicoli aerei senza pilota. Il loro lavoro è inoltre integrato dal supporto di elicotteri».
Ore 14:52 - Kuleba: «La presa di Robotyne apre la strada verso la Crimea»
Il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, ha dichiarato che la conquista di Robotyne, città strategica nella regione di Zaporizhzhia, apre la strada all'esercito ucraino verso Sud, anche in direzione della Crimea. Lo afferma durante un discorso tenuto alla conferenza degli ambasciatori francesi, pubblicato sul sito del ministero degli Esteri. Il lavoro di un gruppo delle forze armate ucraine «ha permesso a un'intera brigata di attaccare Robotyne e di liberarla dopo settimane di assalti» ha detto Kuleba, aggiungendo che «dopo averne messo in sicurezza i fianchi, ci siamo aperti la strada verso Tokmak e, infine, Melitopol e il confine con la Crimea». Kuleba ha sottolineato che «in questo momento le Forze armate dell'Ucraina continuano ad avanzare nella controffensiva» anche se è «estremamente difficile» a causa del «numero di campi minati e di fortificazioni» che «è senza precedenti». «Droni, elicotteri e aerei russi dominano l'aria. Ma gradualmente ci stiamo riuscendo» ha concluso il ministro degli Esteri ucraino.
Ore 15:08 - Kiev: «Una donna è morta durante i bombardamenti russi sulla regione di Sumy»
Una donna di 82 anni è morta per via dei bombardamenti russi che questa notte hanno colpito la regione di Sumy, a meno di 10 chilometri da confine russo. Lo ha riferito l'Ufficio del Procuratore della regione di Sumy, citato dal Kyiv Independent. L'amministrazione militare della regione ha dichiarato che l'area di Shalyhyne è stata colpita da 34 esplosioni durante la notte e la mattina. Quattro case sono state danneggiate negli attacchi.
Ore 15:23 - Kiev risponde a Orban: «Non barattiamo territori o sovranità»
«Non sappiamo come vadano le cose in Ungheria, ma l'Ucraina non baratta i suoi territori o la sua sovranità. E non lo farà nemmeno il mondo». Lo dichiara su Facebook il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, rispondendo al premier ungherese Viktor Orban che in un'intervista ha sostenuto la necessità di un accordo con la Russia su una nuova architettura di sicurezza e che si è espresso contro l'ingresso di Kiev nella Nato. Nikolenko ha detto che l'Ucraina ha già iniziato «a preoccuparsi del fatto che Viktor Orban non abbia chiesto di fermare la fornitura di armi all'Ucraina» e che «legalizza l'aggressione della Russia». Di più, secondo il protavoce del ministero degli Esteri «abbiamo persino iniziato a dubitare della coerenza della posizione del primo ministro ungherese».
Ore 15:39 - Kuleba incontra Macron, focus su aiuti militari e accordo sul grano
«Ho avuto l'onore di essere ricevuto dal presidente francese Emmanuel Macron dopo i suoi contatti con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky». Lo ha scritto in un tweet il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba dicendo che con Macron si è parlato «di un ulteriore sostegno militare, della Formula di pace e delle nostre esportazioni di grano verso i paesi dell'Africa e oltre. L'ho ringraziato per aver riaffermato il continuo sostegno della Francia».
Ore 15:47 - Borrell: «5 miliardi l'anno a Kiev per sostegno a medio termine»
« Putin non è disposto a rinunciare alla sua aggressione all'Ucraina che ha quindi bisogno del nostro aiuto anche nella controffensiva». Lo afferma l'Alto Rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, in una pausa del Consiglio Ue informale dei ministri della Difesa a Toledo. «Abbiamo proposto un fondo per Kiev per assicurare aiuti militari: si tratta di 5 mila milioni di euro l'anno, non il nostro obiettivo, speriamo di spendere meno, ma il massimo del nostro sforzo. Quindi il programma di formazione dei militari ucraini: 25 mila soldati già formati. A fine ottobre ne addestreremo 30mila e l'obiettivo è 40mila entro l'anno».
Ore 15:57 - Il punto militare | Raid di droni, così cambia la strategia di Kiev: sulla Russia attacchi sempre più intensi e precisi
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) È stata una notte di bombardamenti aerei fra i due campi. In Ucraina c’è stato il peggior attacco dalla primavera, 44 fra missili e droni, quasi tutti intercettati, che hanno causato due morti a Kiev; in Russia il raid di droni più intenso sferrato dalla resistenza, che ha preso di mira sei regioni e ha colpito l’aeroporto militare a Pskov, a 600 chilometri dal confine, dove ha sede la 12esima divisione aerotrasportata dell’Armata, e una fabbrica di componenti microelettroniche a Bryansk, regione di frontiera spesso colpita dagli ucraini.
Kiev come sempre non ha rivendicato, ma gli attacchi di questa notte sono un segnale di come la strategia degli uomini di Zelensky stia cambiando. Quelli in territorio russo non sono più soltanto raid simbolici, ma colpi in profondità che prendono di mira obiettivi strategici, in particolare le basi aeree degli occupanti o le fabbriche che ne riforniscono l’esercito, come nel caso di Bryansk: non solo servono a distruggere i mezzi e le infrastrutture militari russe, ma costringono l’Armata ad aumentare le difese e a spostare le risorse più lontano dal confine ucraino, limitandone l’utilità.
Ore 16:28 - Borrell: «Sono sicuro, la Wagner troverà un sostituto di Prigozhin»
«Sono sicuro che troveranno presto un sostituto alla guida della Wagner: è il braccio armato della Russia in Africa, sono mercenari assolutamente allineati a Mosca, al servizio di Putin. E in Africa non hanno certo la missione della pace». Lo afferma l’Alto Rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell in una pausa del Consiglio Ue informale dei ministri della difesa a Toledo.
Ore 17:01 - Podolyak: «La guerra si sposta sul territorio russo»
«La guerra si sta spostando nel territorio della Russia e non può essere fermata». Lo ha affermato il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, sul suo account X. «Gli attacchi della Federazione Russa a Pskov questa notte dimostrano che la guerra si sta spostando sempre più nel territorio del paese terrorista - ha detto Podolyak -. In particolare, questo processo è irreversibile». «È una conseguenza della perdita della componente di prima linea da parte del nemico, che da tempo combatte solo in numero e solo sulla difensiva» ha spiegato il consigliere ucraino. Secondo Podolyak il «dittatore» Putin è un argomento «non negoziabile». E la stessa morte di Prigozhin, «conferma che il capo del Cremlino non rispetta gli accordi e punta esclusivamente all'escalation». «Quindi, finché Putin rimarrà presidente, la guerra continuerà. Trascinando la Russia sempre più nell'abisso del caos», ha concluso Podolyak.
Ore 17:16 - Usa: «Putin e Kim hanno concluso un accordo sulle armi»
«Abbiamo informazioni fondate sul fatto che Vladimir Putin e Kim Jong-un stanno comunicando da mesi sulla fornitura di armi della Corea del Nord a Mosca e queste comunicazioni porteranno nelle prossime settimane all’invio da parte di Pyongyang di migliaia di munizioni e altri equipaggiamenti militari». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, in un briefing virtuale con un gruppo ristretto di giornalisti. Aggiungendo: «Il fatto che Putin si rivolga alla Corea del Nord per nuove armi è un chiaro segno di debolezza. È evidente che le cose non stanno andando come voleva il leader del Cremlino».
Ore 17:53 - Kiev nega: le notizie di Mosca sulla distruzione delle nostre navi sono false
La sezione speciale (Sof) delle Forze ucraine ha dichiarato su Telegram che sarebbero false le notizie diffuse dal ministero della Difesa russo, secondo il quale navi della marina ucraina sarebbero state distrutte e un gruppo di soldati sarebbe stato ucciso al largo delle coste della Crimea. «Le dichiarazioni russe sulla distruzione dei nostri soldati da parte di aerei in mare e molte altre hanno lo stesso senso. Fidatevi solo di fonti attendibili e ricordate: credere ai russi significa mancare di rispetto a se stessi (per usare un eufemismo)», hanno concluso su Telegram.
Ore 18:26 - Media, la Wagner ai suoi miliziani: «Cercatevi un altro lavoro»
I rappresentanti della società di mercenari russi Wagner hanno raccomandato ai propri combattenti di trovarsi un altro lavoro, temporaneo o permanente. «Ragazzi, la situazione è estremamente difficile. Non ci fanno entrare nell’operazione militare speciale» in Ucraina, è il contenuto del messaggio audio diffuso nelle chat dei mercenari. Lo riporta il sito indipendente russo Vazhnie Istorii. «Diverse decine di migliaia di combattenti addestrati sono pronti a lavorare e a difendere la loro patria, ma a causa delle circostanze note non ci lasciano entrare», continua il messaggio che non è attribuito a nessuna figura in particolare. «Ora siamo costretti a cercare opzioni di lavoro in Africa e in Medio Oriente, ma anche lì la situazione è difficile per la forte concorrenza da parte del ministero della Difesa e della Guardia nazionale russa, che stanno pianificando e cercando di entrare lì con attività simili a quelle che abbiamo condotto», prosegue l’audio.
Nel messaggio si spiega che Prigozhin, «durante l’ultimo viaggio in Africa, ha risolto questi problemi» e «saranno ulteriormente risolti dalla leadership» della società. «Cercheremo di dare lavoro ai nostri dipendenti. Quando e in che misura non è ancora noto», conclude, «pertanto, aspettate o cercate altri modi per fare soldi. Se la nostra squadra sarà ammessa all’operazione militare speciale, riprenderemo attivamente il reclutamento, ci sarà lavoro».
Ore 18:55 - Non era la moglie di Prigozhin fotografata al funerale: continuano le teorie cospirative sulla finta morte del capo della Wagner
(di Guido Olimpio) L’intrigo Prigozhin. Non è chiaro se sia un errore – possibile – o un modo per alimentare dubbi ma certamente desta attenzione. Si era diffusa la notizia della presenza della moglie dello «chef» al cimitero, al suo fianco la figlia. In realtà, secondo i media russi, la donna fotografata era Irina Kravasina, la moglie del «più famoso sosia» del leader della Wagner, Leonid. E i testimoni l’hanno descritta «provata». Nonostante la comunicazione ufficiale del Cremlino sul riconoscimento dei corpi e il messaggio di condoglianze di Vladimir Putin non si sono placate del tutto le teorie cospirative sulla finta morte del capo dei mercenari.
Ore 19:36 - Premier estone in Parlamento su accuse profitti del marito in Russia
La premier dell'Estonia, Kaja Kallas, ha accettato di presentarsi il prossimo 4 settembre davanti a una commissione parlamentare mista per chiarire la propria posizione in relazione ai rapporti economici intrattenuti dal marito con la Russia. Ieri Kallas non aveva partecipato alla seduta straordinaria della Commissione parlamentare per il controllo del budget dello Stato, convocata per discutere della medesima questione. La prima ministra aveva giustificato la propria assenza adducendo impegni istituzionale e sottolineando la mancanza di competenza della commissione in relazione ai fatti contestati. La scorsa settimana, fonti giornalistiche hanno rivelato che una ditta di trasporti, di cui il marito di Kallas è azionista, sta continuando a trarre ingenti profitti dai rapporti commerciali con i partner russi.
Ore 20:19 - Kiev: avanziamo e guadagniamo terreno in direzione Melitopol
L’esercito ucraino sta avanzando e guadagnando terreno in direzione di Melitopol, città occupata dai russi nel sud dell’Ucraina: lo sostiene su Facebook lo Stato maggiore delle forze armate di Kiev. «Le forze di difesa dell’Ucraina continuano a portare avanti l’operazione offensiva in direzione di Melitopol, a guadagnare un punto d’appoggio sui confini raggiunti e a condurre una lotta di contro-batteria» si legge nel messaggio. I militari, nel loro report quotidiano, sottolineano come durante la giornata si siano «svolti più di 35 scontri al fronte», mentre i russi hanno lanciato «30 attacchi missilistici, 52 attacchi aerei e 35 attacchi Mlrs contro le posizioni delle nostre truppe e gli insediamenti popolati». Come risultato degli attacchi russi, «civili sono stati uccisi e feriti» e «gli edifici residenziali e altre infrastrutture civili sono stati distrutti», afferma lo Stato maggiore ucraino
Ore 21:25 - Casa Bianca: Nord Corea fermi negoziati su armi con Russia
La Corea del Nord fermi i negoziati con la Russia per un accordo sulla fornitura di armi da usare in Ucraina, che violerebbe molteplici risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che vietano qualsiasi trasferimento di armi verso o dal Nord. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, dopo che il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby aveva lanciato l’allarme su negoziati per un accordo sulle armi che stanno «avanzando attivamente» tra Mosca e Pyongyang. «Un accordo sulle armi violerebbe direttamente una serie di risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Esortiamo la Repubblica Democratica Popolare di Corea a cessare i negoziati sulle armi con la Russia e stiamo agendo direttamente per smascherare e sanzionare gli individui e le entità che lavorano per facilitare gli accordi sulle armi tra la Russia e la Corea del Nord», ha dichiarato.
Ore 00:45 - Ucraina, precipitano due elicotteri militari: 6 piloti morti
Due elicotteri dell’aviazione militare ucraina sono caduti in circostanze sconosciute nella regione di Donetsk, distretto di Kramatorsk. Gli equipaggi sono morti ed è stato aperto un procedimento penale. Lo scrive la Pravda ucraina, citando fonti delle forze dell’ordine. I due velivoli sono completamente distrutti e sul posto sono stati ritrovati i corpi di sei militari morti. La magistratura ucraina ha avviato un’indagine per il reato di cui all’articolo 416 del codice penale: «Violazione delle regole dei voli o della loro preparazione».
Guerra Ucraina - Russia, le news del 31 agosto.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Nuovo attacco aereo nella regione russa di Pskov. Lunedì 4 settembre incontro Erdogan-Putin. Redazione Online su Il Corriere della Sera giovedì 31 agosto 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di giovedì 31 agosto, in diretta. Ucraina, precipitano due elicotteri militari: 6 piloti morti. Kuleba: «Chi critica la controffensiva dovrebbe stare zitto»
• Dall’Ucraina droni contro sei regioni russe.
• La risposta di Putin: raffica di missili su Kiev.
• Così è cambiata la strategia di Zelensky.
• Usa: «Putin e Kim hanno un accordo sulle armi».
• Wagner ai suoi miliziani: «Trovatevi un altro lavoro».
Ore 00:32 - Mosca: «Da Kiev il più grande attacco di droni sul suolo russo dall’inizio della guerra»
Funzionari di Mosca accusano l’Ucraina di aver preso di mira sei regioni russe in quello che è stato definito «il più grande attacco di droni sul suolo russo» da quando Mosca ha inviato truppe in Ucraina 18 mesi fa. I droni hanno colpito un aeroporto nella regione occidentale di Pskov e lì hanno appiccato un enorme incendio. Secondo il ministero della Difesa, altri droni sono stati abbattuti anche nelle regioni di Oryol, Bryansk, Ryazan, Kaluga e nella regione di Mosca che circonda la capitale russa.
L’attacco a Pskov ha colpito un aeroporto nell’omonima capitale della regione e danneggiato quattro aerei da trasporto strategico Ilyushin Il-76, ha riferito l’agenzia di stampa statale russa Tass, citando alcuni funzionari. Il governatore regionale di Pskov, Mikhail Vedernikov, ha ordinato la chiusura immediata dell’aeroporto e ha riferito he non ci sono state vittime e che l’incendio è stato contenuto. Pskov sembra essere l’unica regione in cui i droni hanno causato danni. Tre droni sono stati abbattuti sulla regione di Bryansk, secondo l’esercito russo, e due sulla regione di Oryol, ha detto il governatore Andrei Klychkov. Uno è stato abbattuto nella regione di Rjazan, un altro su Kaluga e un altro nella regione di Mosca. In quelle regioni non si sono registrati danni o vittime.
Ore 01:03 - Pioggia di droni sulla Russia. Missili colpiscono Kiev, due morti
(di Lorenzo Cremonesi) Le nostre notti difficili a 30 chilometri dai combattimenti sul fronte meridionale ucraino sono la prova della guerra che si allarga ai cieli della Russia e della sfida a suon di missili e droni. È passata da poco la mezzanotte quando la polizia e i servizi d’informazione di Zaporizhizhia bussano alle nostre camere d’albergo per ordinarci di evacuare «subito». «Fate in fretta, l’hotel sta bruciando», dicono per accelerare i tempi. Così gli ospiti assonnati sono condotti in una zona della città adibita a rifugi e ricoveri, con gli addetti che distribuiscono bottiglie d’acqua e coperte da gettare sui materassi già disposti a terra.
Ore 01:45 - Il punto militare | Raid di droni, così cambia la strategia di Kiev: sulla Russia attacchi sempre più intensi e precisi
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) È stata una notte di bombardamenti aerei fra i due campi. In Ucraina c’è stato il peggior attacco dalla primavera, 44 fra missili e droni, quasi tutti intercettati, che hanno causato due morti a Kiev; in Russia il raid di droni più intenso sferrato dalla resistenza, che ha preso di mira sei regioni e ha colpito l’aeroporto militare a Pskov, a 600 chilometri dal confine, dove ha sede la 12esima divisione aerotrasportata dell’Armata, e una fabbrica di componenti microelettroniche a Bryansk, regione di frontiera spesso colpita dagli ucraini.
Kiev come sempre non ha rivendicato, ma gli attacchi di questa notte sono un segnale di come la strategia degli uomini di Zelensky stia cambiando. Quelli in territorio russo non sono più soltanto raid simbolici, ma colpi in profondità che prendono di mira obiettivi strategici, in particolare le basi aeree degli occupanti o le fabbriche che ne riforniscono l’esercito, come nel caso di Bryansk: non solo servono a distruggere i mezzi e le infrastrutture militari russe, ma costringono l’Armata ad aumentare le difese e a spostare le risorse più lontano dal confine ucraino, limitandone l’utilità.
Ore 02:58 - Casa Bianca: Nord Corea fermi negoziati su armi con Russia
«La Corea del Nord fermi i negoziati con la Russia per un accordo sulla fornitura di armi da usare in Ucraina, che violerebbe molteplici risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che vietano qualsiasi trasferimento di armi verso o dal Nord». Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, dopo che il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby aveva lanciato l’allarme su negoziati per un accordo sulle armi che stanno «avanzando attivamente» tra Mosca e Pyongyang. «Un accordo sulle armi violerebbe direttamente una serie di risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Esortiamo la Repubblica Democratica Popolare di Corea a cessare i negoziati sulle armi con la Russia e stiamo agendo direttamente per smascherare e sanzionare gli individui e le entità che lavorano per facilitare gli accordi sulle armi tra la Russia e la Corea del Nord», ha dichiarato.
Ore 02:44 - Usa: «Putin e Kim hanno concluso un accordo sulle armi»
«Abbiamo informazioni fondate sul fatto che Vladimir Putin e Kim Jong-un stanno comunicando da mesi sulla fornitura di armi della Corea del Nord a Mosca e queste comunicazioni porteranno nelle prossime settimane all’invio da parte di Pyongyang di migliaia di munizioni e altri equipaggiamenti militari». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, in un briefing virtuale con un gruppo ristretto di giornalisti. Aggiungendo: «Il fatto che Putin si rivolga alla Corea del Nord per nuove armi è un chiaro segno di debolezza. È evidente che le cose non stanno andando come voleva il leader del Cremlino».
Ore 03:30 - Media, la Wagner ai suoi miliziani: «Cercatevi un altro lavoro»
I rappresentanti della società di mercenari russi Wagner hanno raccomandato ai propri combattenti di trovarsi un altro lavoro, temporaneo o permanente. «Ragazzi, la situazione è estremamente difficile. Non ci fanno entrare nell’operazione militare speciale» in Ucraina, è il contenuto del messaggio audio diffuso nelle chat dei mercenari. Lo riporta il sito indipendente russo Vazhnie Istorii. «Diverse decine di migliaia di combattenti addestrati sono pronti a lavorare e a difendere la loro patria, ma a causa delle circostanze note non ci lasciano entrare», continua il messaggio che non è attribuito a nessuna figura in particolare. «Ora siamo costretti a cercare opzioni di lavoro in Africa e in Medio Oriente, ma anche lì la situazione è difficile per la forte concorrenza da parte del ministero della Difesa e della Guardia nazionale russa, che stanno pianificando e cercando di entrare lì con attività simili a quelle che abbiamo condotto», prosegue l’audio.
Nel messaggio si spiega che Prigozhin, «durante l’ultimo viaggio in Africa, ha risolto questi problemi» e «saranno ulteriormente risolti dalla leadership» della società. «Cercheremo di dare lavoro ai nostri dipendenti. Quando e in che misura non è ancora noto», conclude, «pertanto, aspettate o cercate altri modi per fare soldi. Se la nostra squadra sarà ammessa all’operazione militare speciale, riprenderemo attivamente il reclutamento, ci sarà lavoro».
Un gruppo di militari della Wagner esce dal cimitero di San Pietroburgo dopo la sepoltura di Prigozhin (LaPresse)
Ore 03:54 - Ucraina, precipitano due elicotteri militari: 6 piloti morti
Due elicotteri dell’aviazione militare ucraina sono caduti in circostanze sconosciute nella regione di Donetsk, distretto di Kramatorsk. Gli equipaggi sono morti ed è stato aperto un procedimento penale. Lo scrive la Pravda ucraina, citando fonti delle forze dell’ordine. I due velivoli sono completamente distrutti e sul posto sono stati ritrovati i corpi di sei militari morti. La magistratura ucraina ha avviato un’indagine per il reato di cui all’articolo 416 del codice penale: «Violazione delle regole dei voli o della loro preparazione»
Ore 05:31 - Stoltenberg, segretario Nato: «Kiev guadagna terreno»
«Gli ucraini stanno gradualmente guadagnando terreno, il che significa che stanno respingendo i russi e sono in grado di sfondare alcuni di questi territori ben fortificati, in particolare grazie ai campi minati, e quindi è ancora più importante ora sostenerli». Lo afferma il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in una intervista alla Cnn. Stoltenberg prosegue: «Abbiamo visto che gli ucraini hanno superato ancora una volta le aspettative e dobbiamo ricordare che tutto è iniziato l’anno scorso con l’invasione russa su vasta scala dell’Ucraina. A quel tempo, gli esperti credevano che l’Ucraina avrebbe resistito solo pochi giorni o settimane, ma hanno liberato il nord, Kiev, l’est, Kharkiv, il territorio a sud, Kherson. E ora stanno facendo passi da gigante».
Rispondendo a una domanda sulle differenze nella valutazione delle tattiche controffensive tra le forze armate occidentali, Stoltenberg ha osservato che «esiste un dialogo costante tra gli alleati della Nato e, ovviamente, anche un dialogo con l’Ucraina». Secondo il segretario generale dell’Alleanza, gli ucraini hanno bisogno di essere aiutati con consigli e sostegno, «ma alla fine sono gli ucraini che devono prendere le decisioni». Egli ha osservato che i sistemi avanzati di difesa aerea forniti all’Ucraina dagli alleati della Nato «hanno dimostrato la loro eccezionale efficacia». «Gli ucraini gestiscono abilmente questi sistemi», così come i droni e i missili da crociera a lungo raggio, ha aggiunto
Ore 06:02 - Mosca: «Due plotoni di Kiev annientati in zona Kupiansk»
Mosca afferma di aver respinto ieri sei contrattacchi delle truppe ucraine nella zona di Kupiansk, nella regione di Kharkiv. infliggendo la perdita di due plotoni al nemico. Secondo il portavoce militare russo Yaroslav Yakimkin, le forze di Mosca hanno «annientato tre postazioni di mortai ucraine vicino agli insediamenti di Novoyegoryevka, Kulagovka, Tabayevka e Stelmakhovka, e distrutto due veicoli aerei senza pilota vicino a Sofiyevka e Zhiglovka: le perdite complessive del nemico - afferma Yakimkin citato dall’agenzia Tass - ammontano a due plotoni». Sempre secondo Mosca, truppe aviotrasportate russe hanno respinto un attacco dell’esercito ucraino anche a ovest di Bakhmut, «neutralizzando un gruppo di fanteria nemica».
Ore 07:16 - Casa Bianca: «Putin e la Corea del Nord, scambio di lettere per ottenere armi»
La Casa Bianca sostiene di disporre di nuove informazioni di intelligence secondo cui il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong Un si sarebbero scambiati lettere. Una informazione da sottolineare nel momento in cui la Russia guarda alla Corea del Nord per ottenere munizioni per la guerra in Ucraina. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby ha dettagliato l’ultima scoperta poche settimane dopo che la Casa Bianca aveva affermato di aver stabilito che il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu durante una recente visita a Pyongyang aveva invitato i funzionari nordcoreani ad aumentare la vendita di munizioni a Mosca per la sua guerra in Ucraina. Le lettere erano “più a livello superficiale”, ma i colloqui tra Russia e Corea del Nord sulla vendita di armi stanno andando avanti e i due leader si sono scambiati le lettere dopo la visita di Shoigu a Pyongyang: “Dopo la visita di Shoigu, un altro gruppo di funzionari russi si è recato a Pyongyang per ulteriori discussioni sui potenziali accordi sulle armi tra la RPDC e la Russia”, ha detto Kirby, usando l’acronimo per la Repubblica popolare democratica di Corea.
Ore 07:25 - Russia: Abbattuto drone ucraino in volo verso Mosca
Le forze armate russe hanno distrutto un drone che si stava avvicinando a Mosca. Lo ha annunciato il sindaco Sergei Sobyanin, precisando che il velivolo senza pilota è stato abbattuto nel distretto di Voskresensky, a circa 60 chilometri dalla capitale, senza fare vittime o danni. Per il ministero della Difesa russo, il drone era ucraino.
Ore 07:25 - Crimea, esplosioni e spari nella regione occupata
Esplosioni sono state udite questa mattina nella Crimea occupata, vicino al campo di addestramento di Starokrymsky e all’aeroporto di Kirovskoye: lo riporta Rbc-Ucraina. Secondo il canale Telegram Krymskiy Viter, aggiunge il media, sono stati uditi anche spari.
Ore 07:34 - Russia, riapre l’aeroporto Pskov che era stato bombardato dai droni
Ha ripreso le operazioni l’aeroporto di Pskov dopo l’attacco con droni in cui sono rimasti distrutti quattro aerei da trasporto militare. Lo ha annunciato l’Agenzia federale russa per il trasporto aereo, come riferisce l’agenzia russa Tass. Secondo le autorità, «tutti i servizi funzionano regolarmente».
Ore 07:49 - Kuleba a Le Monde: «La Russia è il più grande nemico dell’Europa»
«La Russia è diventata il più grande nemico dell’Europa. Il gusto per la letteratura russa, i balletti, i grandi progetti o il denaro russo in generale non possono cancellare questa realtà. La Russia non può quindi essere uno dei pilastri dell’architettura di sicurezza europea, che al contrario deve essere costruita sull’idea che l’Europa deve essere protetta dalla Russia», ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un’intervista a Le Monde dopo la partecipazione alla conferenza degli ambasciatori francesi.
Kuleba si è detto lieto di questo «cambio totale di mentalità», anche se ha ammesso che resta ancora «un lavoro gigantesco» da fare per convincere tutti i partner europei. Il ministro ucraino ha minimizzato l’impatto delle voci a favore dei negoziati con la Russia, come recentemente proposto dall’ex presidente Nicolas Sarkozy: «Il presidente Sarkozy ha avuto il suo momento di gloria in Georgia nel 2008: la gestione di questa crisi è una delle ragioni del susseguirsi degli eventi da allora», con l’annessione della Crimea e l’invasione dell’Ucraina, ha scherzato Kuleba.
Ore 08:00 - «La Russia fatica a fronteggiare i raid di droni ucraini»
«La difesa aerea russa sta avendo difficoltà a individuare e distruggere» i droni ucraini e «probabilmente sta ripensando la sua posizione di difesa aerea nell'area tra Ucraina e Mosca per affrontare meglio questi attacchi». È quanto si legge nel bollettino quotidiano dell'intelligence britannica, alla luce della serie di raid contro la Federazione nei giorni scorsi, «il più grande attacco» sferrato da Kiev con veivoli senza pilota «dall'inizio del conflitto». Secondo Londra, «è probabile che Mosca dovrà prendere in considerazione l'aggiunta di ulteriori sistemi di difesa aerea negli aeroporti che ritiene a rischio di attacchi di droni».
Ore 08:14 - Wall Street Journal: «Prigozhin usava jet privati per evitare di essere localizzato»
Secondo il Wall Street Journal il capo della Wagner, morto in un incidente aereo la scorsa settimana, ricorreva da anni a diversi jet privati per evitare di essere localizzato. Prigozhin sospettava già da tempo di poter essere bersaglio di un tentativo di assassinio durante uno dei suoi frequenti voli d'affari. Il quotidiano afferma di aver ripercorso la complicata rete dei voli d'affari effettuati da Prigozhin negli ultimi quattro anni, avvalendosi del servizio di tracciamento del traffico aereo Flightradar24. Il business jet Embraer Legacy 600 schiantatosi in Russia il 23 agosto, forse a causa di un ordigno esplosivo collocato in uno dei motori, era dotato secondo il quotidiano statunitense di apparecchi per il rilevamento della sorveglianza elettronica e finestrini elettrocromici. L'aereo in questione, dal prezzo di circa 10 milioni di dollari, avrebbe cambiato numero di registrazione e giurisdizione diverse volte dal 2018, quando una entità vicina al magnate russo con sede alle Seychelles lo aveva acquistato da una società registrata nell'Isola di Man.
Ore 08:16 - L'Ucraina sta utilizzando il sistema missilistico anti-droni americano Vampire
Secondo Bloomberg, l'Ucraina sta utilizzando un sistema missilistico statunitense progettato per combattere i droni. I razzi Vampire, abbreviazione di Vehicle Agnostic Modular Palletised ISR Rocket Equipment, possono essere montati su camion e trasportare micce progettate per esplodere vicino ai droni. «I primi sistemi Vampire sono stati consegnati e sono operativi per le forze armate ucraine», ha affermato l'Ufficio Acquisizione e Sostegno del Pentagono. Quattro dei 14 sistemi Vampire ordinati a gennaio con un contratto da 40 milioni di dollari sono arrivati in Ucraina a metà anno, ha riferito Bloomberg, citando una newsletter del produttore, L3Harris, agli investitori.
Ore 08:19 - Il ministro della Difesa ucraino Reznikov prossimo ambasciatore in Gran Bretagna
Il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, potrebbe essere sostituito a breve per assumere l'incarico di ambasciatore nel Regno Unito: lo riporta Ukrainska Pravda, che cita il deputato ucraino Yaroslav Zheleznyak. Da parte sua, Rbc-Ucraina scrive questa mattina che la situazione relativa al ministero della Difesa e al suo capo «è attualmente l'argomento principale dell'agenda politica del Paese». Lunedì scorso Reznikov ha respinto nuove accuse di corruzione sulle forniture militari, dopo che i media avevano denunciato acquisti di uniformi a prezzi gonfiati. Secondo un'inchiesta realizzata da diversi media ucraini, nell'autunno del 2022 il ministero della Difesa ha firmato un contratto con un'azienda turca per la fornitura di uniformi invernali, il cui prezzo dopo la firma è triplicato. Rbc-Ucraina cita una dichiarazione rilasciata da Reznikov sempre lunedì scorso in cui il ministro affermava: «Il presidente (Volodymyr Zelensky, ndr) sa per certo che non mi sono candidato per questo incarico (di ambasciatore nel Regno Unito, ndr). Anzi, gli ho rifiutato questa nomina. Sa esattamente cosa e quanto ho fatto, e sa per certo che se mi affidasse un altro progetto importante, io accetterei volentieri. Perché questo incarico è il Calvario». Tuttavia, Zheleznyak scrive sul suo account Telegram che - «a meno di altri scandali di alto profilo» - Reznikov «lascerà l'incarico di ministro della Difesa e poi andrà nel Regno Unito come ambasciatore». E questo dovrebbe avvenire «la prima settimana di settembre». Al suo posto, aggiunge il deputato, dovrebbe essere nominato l'attuale capo del Fondo del demanio, Rustem Umyerova.
Ore 08:57 - Xi Jinping potrebbe saltare il G20 in India, al suo posto Li Qiang
Xi Jinping si avvia probabilmente a saltare il vertice dei leader del G20 di New Delhi, in India, dal 9-10 settembre. È quanto riporta l'agenzia Reuters sul suo sito, secondo cui il premier Li Qiang potrebbe rappresentare la Cina. Il summit poteva essere un'occasione per un incontro tra Xi e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, negli sforzi per stabilizzare le relazioni precipitate ai minimi degli ultimi decenni a causa inacidite da una serie di tensioni commerciali e geopolitiche. Il presidente russo Valdimir Putin non sarà all'evento dove sarà rappresentato dal ministro degli Esteri Lavrov.
Ore 08:57 - Borrell: «Con Kuleba discuteremo un piano di pace»
«Oggi avremo una discussione insieme al ministro ucraino Kuleba, che è venuto qui personalmente, per informare i ministri sulla situazione e in particolare sui colloqui su Gedda e sui prossimi a New York, e su come possiamo portare avanti il piano di pace del presidente Zelensky». Ha detto l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo al Consiglio Esteri Ue (Gymnich) a Toledo. «Ieri il focus era più sull'aspetto militare e della difesa, oggi è più sull'aspetto diplomatico, non solo sulla guerra, ma su come porre fine alla guerra, dal loro punto di vista, o sul piano di pace presentato dai presidente Zelensky», ha precisato.
Ore 08:58 - Ucraina, bombe russe sul Donetsk: un morto
Una persona è morta la notte scorsa durante un attacco russo sulla città di Sloviansk, nella regione di Donetsk, nell'Ucraina orientale: lo ha reso noto il capo dell'amministrazione militare regionale, Vadym Lyakh, come riporta Rbc-Ucraina. Nell'attacco è stata colpita un'azienda agricola e la vittima era una guardia giurata dell'azienda, ha aggiunto Lyakh.
Ore 08:59 - Mosca: smantellato nel Bryansk un gruppo di sabotatori ucraini
Un gruppo di sabotaggio, con membri del servizio di sicurezza ucraino, della direzione principale dell'intelligence e delle forze speciali è stato fermato nella regione russa di Bryansk, ha annunciato l'Fsb, i servizi di sicurezza federali russi, secondo Ria novosti. I sabotatori sono entrati in Russia con l'obiettivo di organizzare "una serie di attacchi terroristici di alto profilo contro infrastrutture militari ed energetiche", si legge nel comunicato: durante l'operazione due sabotatori sono stati eliminati e altri cinque arrestati.
Ore 09:23 - Il ministro degli Esteri turco sarà oggi e domani a Mosca
Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, sarà da oggi (e fino a domani) a Mosca, dove incontrerà il suo omologo russo, Sergei Lavrov. Le parti affronteranno «questioni presenti nell’agenda bilaterale, così come temi regionali e globali», si è limitato a specificare il ministero degli Esteri di Ankara. Al centro dei colloqui, come ha fatto sapere ieri la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ci sarà l’accordo sull’esportazione del grano, dal quale la Russia si è ritirata. La scorsa settimana Fidan era a Kiev, dove ha visto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Il presidente Erdogan e Vladimir Putin si incontreranno probabilmente il 4 settembre a Sochi, in Russia.
Ore 09:42 - Zelensky: «Le armi migliori devono essere prodotte in Ucraina»
«Le armi migliori che attualmente stanno aiutando i nostri guerrieri a difendere l’Ucraina dovrebbero essere prodotte in Ucraina. Lo sviluppo della nostra produzione di armi è una priorità assoluta». Lo ha scritto su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dando notizia di aver incontrato l’ad della Bae Systems, una delle aziende leader a livello mondiale nel campo della difesa, della sicurezza e dell’aerospaziale, Charles Woodburn. «In particolare, artiglieria - sistemi L119 e M777, veicoli blindati - robusti CV90. Queste sono le armi di Bae Systems, che sta iniziando ad operare in Ucraina», ha sottolineato Zelensky, definendo «molto produttivo» l’incontro.
Ore 09:48 - Berlino invia altri dieci carri Leopard a Kiev
Negli ultimi sette giorni la Germania ha inviato altri dieci carri armati Leopard 1 A5 all'Ucraina, come risulta dall'elenco degli aiuti militari che il governo tedesco aggiorna ogni settimana. L'attuale fornitura di Berlino a Kiev comprende anche un radar di sorveglianza aerea, un ospedale da campo, quattro autotreni per carichi pesanti e 16 droni da ricognizione "Vector".
Ore 10:02 - Tajani: «Sosteniamo l'iniziativa turca per l'accordo sul grano»
«Il nostro obiettivo è raggiungere in Ucraina una pace giusta, che rispetti il diritto internazionale. Per l'Italia è importante sostenere l'iniziativa turca di mediazione a favore di un accordo sul grano». Lo afferma il ministro degli esteri, Antonio Tajani, arrivando al vertice informale dei ministri degli esteri Ue a Toledo. Il vicepremier ha poi anche aggiunto che l'Italia sta lavorando per «una pace giusta che rispetti il diritto internazionale con il ritiro delle truppe russe».
Ore 10:49 - Kiev: dopo Robotyne, avanziamo verso Novoprokopivka
Un portavoce militare ucraino fa sapere che le forze armate di Kiev stanno facendo progressi in direzione di Novoprokopivka , il villaggio dopo Robotyne in direzione di Melitopol, verso il Mar d'Azov. La cattura di Robotyne, all'inizio di questa settimana, ha permesso di sfondare la linea iniziale delle difese russe preparate durante l'inverno.
Ore 11:08 - Isw: blogger militari russi in rivolta contro il ministero della Difesa
I blogger militari russi stanno fortemente criticando i vertici delle forze armate del Paese, accusate per la loro incapacità di difendere il territorio e le struttura militari dagli attacchi ucraini degli scorsi giorni. Lo scrive sul suo sito l'Istituto per lo studio della guerra (Isw). Il centro studi aggiunge anche che i blogger criticano i tentativi di censura da parte del ministero. Anche il noto giornalista e conduttore televisivo filo-Cremlino, Vladimir Solovyov, ha espresso il suo sdegno in risposta al maxi attacco con droni ucraino che ha colpito anche l'aeroporto di Pskov e ha criticato le élite russe che chiedono al Cremlino di congelare la guerra e di avviare negoziati di pace per salvare l'economia del Paese.
Ore 11:20 - Wagner: «Trovato un nostro stemma su drone caduto in Russia»
Un adesivo con il simbolo della Wagner è stato trovato su un drone ucraino caduto tra martedì e mercoledì nella regione russa di Oryol. Lo riporta il canale Telegram della Wagner, che accusa Kiev di «provocazione». «Le forze armate ucraine stanno ancora una volta cercando di organizzare una provocazione - si legge nel messaggio -. Sul drone caduto ieri mattina nella regione di Oryol è stato trovato un adesivo della Wagner. Chiunque sia stato si è fatto dei nemici».
Ore 11:24 - Mosca avvia elezioni nella parte occupata di Zaporizhzhia
Iniziano oggi, nelle aree della regione di Zaporizhzhia occupata dai russi, le operazioni di voto per l'elezione dell'assemblea regionale e i consigli comunal di 16 località. Lo ha fatto sapere la commissione elettorale regionale. La commissione, citata dalle agenzie russe, ha detto che le operazioni si svolgeranno porta a porta e dureranno otto giorni in 375 località per un totale di 214.000 elettori.
Ore 11:29 - Neo ministro Gb della Difesa: «Sostegno a Kiev»
Il primo tweet di Grant Shapps, il nuovo ministro della Difesa britannico che questa mattina ha sostituito Ben Wallace, contiene un messaggio di convinto sostegno all'Ucraina. Shapps si dice «onorato di essere stato designato ministro della Difesa da Rishi Sunak» e non manca di rendere «omaggio all'enorme contributo alla difesa del Regno Unito e alla sicurezza globale» dato dal suo predecessore uscente, Ben Wallace, «negli ultimi 4 anni. S'impegna quindi a lavorare spalla a spalla «con i coraggiosi uomini e donne delle Forze Armate» di Sua Maestà. E infine conclude rinnovando l'impegno del governo Sunak e del suo ministero a sostenere «la lotta degli ucraini contro la barbara invasione» della Russia «di Putin».
Ore 11:45 - Cremlino: «Svilupperemo relazioni con Corea del Nord»
La Russia considera la Corea del Nord «un vicino molto importante» e quindi mantiene con Pyongyang «buone relazioni» che intende «sviluppare ulteriormente». Lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo che ieri gli Usa hanno detto che Mosca si appresta a ricevere armi dalla Corea del Nord. «Si stanno creando contatti a diversi livelli», ha aggiunto Peskov, citato dall'agenzia Interfax.
Ore 12:07 - Lukashenko: «Stupide le richieste di ritiro della Wagner»
Le richieste alla Wagner di lasciare la Bielorussia avanzate da Polonia e Paesi baltici sono «infondate e stupide». Lo ha detto il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko citato dall'agenzia Belta, ripresa dalla Tass. Lukashenko ha anche accusato Polonia e Paesi baltici di espandere i loro budget militari e ammassare «grandi formazioni militari vicino ai nostri confini».
Ore 12:22 - Kuleba: «Entro la fine dell'anno ambizioso programma diplomatico con l'Ue»
«Ci saranno molte importanti decisioni assunte tra Ucraina e Ue tra ora e dicembre. Vogliamo finire l'anno con un programma diplomatico ambizioso. Saremo sempre grati per il vostro appoggio. Siamo d'accordo nell'incrementare i colloqui con altre grandi potenze». Lo afferma il ministro degli Esteri dell'Ucraina Dmytro Kuleba a margine del vertice dei ministri degli Esteri Ue a Toledo. «Siamo d'accordo su come portare la Russia davanti a una Corte e lavorare sul rientro dei bimbi ucraini portati in Russia. Siamo d'accordo nel lavorare sul corridoio del grano in modo che la sicurezza alimentare non dipenda dai ricatti russi».
Ore 12:31 - Kiev ringrazia Wallace: «Ha dato l'esempio sull'Ucraina»
Kiev ha ringraziato l'ex ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, per «aver dato l'esempio sul sostegno all'Ucraina». Lo ha detto il ministro della Difesa Oleksiy Reznikov: « La sua autorità - ha affermato - ha ispirato altri Paesi». L'aiuto militare inglese, ha aggiunto «ci ha aiutato a respingere la prima ondata di aggressione russa, a iniziare il riarmo con armi modello Nato e a lanciare l'offensiva».
Ore 12:35 - Incontro Erdogan-Putin il 4 settembre a Sochi
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan incontrerà il proprio omologo russo Vladimir Putin il prossimo 4 settembre a Sochi, in Russia. All'inizio la data prescelta sembrava essere l'8 settembre, alla vigilia del G20 di Nuova Delhi del 9 e 10 settembre. Tuttavia, in base a quanto riporta l'emittente turca HaberTurk, l'incontro si terrà il 4 settembre. Sarà la prima volta in Russia per un presidente di un Paese Nato dallo scoppio del conflitto in Ucraina.
Ore 12:45 - Jet russo intercetta aereo da ricognizione norvegese
Un jet russo Mig-31 ha intercettato oggi sul Mare di Barents un aereo da ricognizione norvegese P-8A Poseidon che volava vicino ai confini russi. Lo fa sapere il ministero della Difesa di Mosca, citato dalla Tass. Mentre l'aereo russo di avvicinava a quello norvegese, quest'ultimo ha fatto una virata a U allontanandosi dai confini russi senza che avvenisse alcun incidente.
Ore 12:47 - Funerali privati anche per il numero due della Wagner Utkin
Si sono svolti oggi in forma privata, nel cimitero di Mytishchi, i funerali di Dmitry Utkin, il capo militare della Wagner, morto insieme al suo fondatore Yevgeny Prigozhin nello schianto del jet su cui viaggiavano il 23 agosto tra Mosca e San Pietroburgo. Lo riferisce il sito indipendente Dozhd.
Ore 13:02 - Filorussi: «Abbattuto un missile da crociera in Crimea»
Le forze antiaeree russe hanno abbattuto un missile da crociera nella parte orientale della penisola di Crimea. Lo ha scritto su Telegram il capo della Crimea annessa dalla Russia, Serghei Aksyonov.
Ore 13:05 - Kuleba a Stati Ue: «Fornire gli F-16, non solo addestramento»
«Ho invitato tutti gli Stati che utilizzano gli F-16 di unirsi a Paesi Bassi, Danimarca e Norvegia nel contribuire alla coalizione per l'aviazione non solo con l'addestramento ma anche con la fornitura degli aerei. È qualcosa di semplice da fare adesso e spero che il mio appello venga accolto e che più velivoli messi a disposizione della coalizione». Lo ha affermato il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, a margine del Consiglio informale esteri in corso a Toledo.
Ore 13:19 - Mosca su Wallace: «Se ne va senza gloria l'agente 006»
«L'agente 006 ha lasciato senza gloria il campo di battaglia». Così la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha commentato l'annuncio delle dimissioni del ministro della Difesa britannico Ben Wallace: «Diciamo addio al personaggio responsabile della contaminazione radioattiva delle terre ucraine attraverso la fornitura di proiettili all'uranio impoverito al regime di Kiev».
Ore 13:55 - Zelensky: «Colpito bersaglio a 700 km con armi ucraine»
L'esercito di Kiev ha colpito un bersaglio a una distanza di 700 km con armi a lungo raggio di produzione nazionale. Lo fa sapere su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Uso riuscito delle nostre armi a lungo raggio: il bersaglio è stato colpito a 700 chilometri di distanza!», ha scritto Zelensky citando una dichiarazione del ministero delle Industrie strategiche sulla produzione nazionale di armi. La dichiarazione segue l'attacco, tra martedì e mercoledì, contro l'aereoporto militare russo di Pskov, a 30 km dal confine estone e a circa 700 da quello ucraino. Nell'attacco sono stati distrutti almeno 4 aerei da trasporto russi Ilyushin Il-76.
Ore 14:02 - Spunta un nuovo video di Prigozhin prima di morire: «Va tutto bene»
Spunta un nuovo video del capo della Wagner, Yevgheny Prigozhin, che risalirebbe a qualche giorno prima della sua morte, avvenuta il 23 agosto scorso. Il canale Telegram di Grey Zone, vicino al gruppo Wagner, ha diffuso un breve video nel quale Prigozhin ironizza sulle voci intorno al suo destino: «Per tutti quelli che discutono se sono vivo o no e su come sto. Attualmente è un fine settimana della seconda metà di agosto 2023. Sono in Africa - dice ironico il capo di Wagner - Quindi, per coloro che amano speculare sulla mia fine, sulla mia vita privata, sul mio lavoro o su qualsiasi altra cosa: va tutto bene».
Ore 14:31 - Kiev agli ucraini: non votate alle elezioni nei territori occupati
L’Ucraina ha esortato le persone che vivono nelle aree occupate a evitare di votare alle elezioni locali pianificate dai russi (vedi notizia delle 11.24) e, se possibile, a lasciare la regione o le proprie case per il periodo del voto. Lo ha dichiarato il Centro di resistenza nazionale ucraino (Nrc) citato dalla Cnn. «I russi hanno iniziato a tenere “elezioni” per consigli pseudo-locali e “organi legislativi” nei territori temporaneamente occupati», ha detto l’Nrc invitando gli ucraini a non aprire le loro porte agli occupanti e a lasciare la regione o le loro case per il periodo di «voto anticipato». Le giornate elettorali in tutta la Russia vanno dall’8 al 10 settembre, ma nella regione di Zaporizhzhia le operazioni sono cominciate in anticipo nelle aree più difficili da raggiungere. La commissione elettorale locale, citata dalle agenzie russe, ha detto che le operazioni si svolgeranno porta a porta e dureranno otto giorni in 375 località per un totale di 214.000 elettori.
Ore 14:58 - Filorussi: tre uccisi da bombardamento ucraino in Lugansk
Tre persone sono state uccise in un bombardamento delle forze ucraine nella autoproclamata Repubblica di Lugansk, dove una casa ha preso fuoco, secondo quanto reso noto dai servizi d’emergenza locali. L’attacco è avvenuto sulla città di Novodruzhesk, nel distretto municipale di Lisichansk, come riporta Interfax.
Ore 15:06 - Zelensky: «Abbiamo bisogno di 160 caccia F-16»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ringraziando gli alleati per la promessa di ricevere i caccia F-16, ha sostenuto che il numero non sarebbe sufficiente e che l'Ucraina avrebbe bisogno di 160 caccia di questo tipo. Lo ha affermato in un'intervista a Rtp, il servizio pubblico di diffusione radiotelevisiva portoghese. Zelensky ha detto che l'Ucraina ha bisogno di altri 100 caccia oltre ai «50 o 60» già promessi, che dovrebbero essere operativi entro l'inizio del 2024. «In totale, abbiamo bisogno di circa 160 caccia per avere una forza aerea potente che non dia alla Russia la possibilità di dominare lo spazio aereo», ha aggiunto il presidente ucraino, lamentando che questo aiuto sia arrivato «più tardi di quanto volessi» e che il dominio russo dei cieli sia «assoluto».
Ore 15:26 - Zelensky: «Passo dopo passo ci stiamo avvicinando alla vittoria»
«Passo dopo passo, ci stiamo avvicinando alla vittoria». Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, aggiungendo che «non c’è forza che possa distruggere la nostra libertà e indipendenza». Zelensky ha inoltre voluto ringraziare l’80esima brigata separata d’assalto aviotrasportata «per i risultati ottenuti nei settori di Mykolaiv, Izyum, Kupyansk, Bakhmut e Severodonetsk», pubblicando alcune foto del reparto.
Ore 15:50 - Stoltenberg: «Kiev ha superato le aspettative, fidiamoci»
«Gli ucraini hanno sempre superato le aspettative» e per questo «occorre fidarsi di loro», anche se «la lotta è dura e non esiste una strada semplice per arrivare alla vittoria». Così il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in una intervista alla Cnn, durante la quale ha riconosciuto che le truppe di Kiev stanno «gradualmente guadagnando terreno» nella loro controffensiva e stanno respingendo le forze armate russe.
Ore 16:17 - Usa: «La Russia ha cercato di ostacolare il lavoro del Consiglio Onu»
«La Russia ha cercato di ostacolare il lavoro del Consiglio di Sicurezza ma era isolata. Questo comunque non è il comportamento che ti aspetti da un membro permanente di questo organo». Lo ha detto l'ambasciatrice americana all'Onu Linda Thomas-Greenfield parlando ai giornalisti nell'ultimo giorno di presidenza Usa del Cds. «La Russia ha fatto del suo meglio per ostacolare il lavoro, ma ha fallito, abbiamo avuto un mese di successo», ha aggiunto.
Ore 16:22 - Kuleba: «Chi critica la controffensiva dovrebbe stare zitto»
I critici della controffensiva ucraina dovrebbero «stare zitti». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, a margine della riunione ministeriale Ue di Toledo, in Spagna. «Criticare la lentezza della controffensiva equivale a sputare in faccia al soldato ucraino che sacrifica la sua vita ogni giorno», ha sostenuto Kuleba. «Raccomando a tutti i critici di stare zitti, di venire in Ucraina e di provare a liberare un centimetro quadrato da soli», ha concluso esortando gli alleati a fornire più armi, comprese quelle a lungo raggio, all'Ucraina.
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, a sinistra, con l'omologo spagnolo José Manuel Albares (Getty)
Ore 16:49 - Il ministro degli Esteri turco a Mosca domani vedrà Shoigu
Dopo l'incontro di oggi con il ministro degli Esteri russo Lavrov (hanno discusso dell'incontro Putin-Erdogan programmato per il 4 settembre a Sochi), il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, incontrerà domani a Mosca il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu. Lo riferisce Ria Novosti.
Ore 16:59 - Turchia: «Piano Onu per rilanciare il patto sul grano»
Le Nazioni Unite hanno preparato delle proposte per il rilancio dell'accordo sull'esportazione di grano nel Mar Nero. Lo ha affermato il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan durante una conferenza stampa congiunta con l'omologo russo Serghei Lavrov a Mosca. Le proposte sono state preparata con il contributo di Ankara, ha aggiunto Fidan come riporta Anadolu.
Ore 17:10 - Tajani: «Chiederemo alla Cina di convincere la Russia alla pace»
«Per quanto riguarda l'Ucraina noi chiederemo alla Cina di esercitare la propria influenza nei confronti della Russia affinché favorisca un processo di pace e ritiri le sue truppe e cominci a dialogare con Kiev. La Cina può giocare un ruolo molto importante e noi chiederemo a Pechino di svolgerlo». Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del Consiglio informale Esteri Ue a Toledo, in vista della sua prossima missione in Cina.
Ore 17:15 - Kiev: «70mila perdite tra i nostri soldati? Esagerato e falso»
È falsa la stima che vorrebbe almeno 70 mila perdite tra i soldati ucraini diffusa da alcuni media, tra i quali la Bbc. Lo sostiene il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa di Kiev Oleksiy Danilov durante un'intervista con Die Welt citata da Ukrainska pravda. «Per quanto riguarda le perdite, (le notizie riportate dai media) non sono vere. Non abbiamo avuto un esercito di dimensioni tali da poter parlare di perdite di 70mila soldati», ha sostenuto Danilov aggiungendo che «le persone che hanno scritto queste cose non hanno informazioni sullo stato delle cose».
Ore 17:25 - Punto militare | Nuovo scandalo corruzione in Ucraina: a rischio il ministro della Difesa Reznikov
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La corruzione è una mina troppo profonda per l’Ucraina. Con intrecci, conseguenze, rapporti. L’ultimo caso coinvolge il settore della difesa e il ministro Oleksii Reznikov. La storia è iniziata con la firma di un accordo con una società turca di proprietà di un ucraino, per la fornitura di 223 mila divise invernali. Il prezzo era di 26 dollari a capo ma quando il kit arriva a destinazione è salito a 86 dollari. Cifra mutata senza ragione apparente. A rendere la vicenda ancora più imbarazzante è la qualità del materiale, non adeguato al clima gelido: hanno speso una fortuna per avere giacconi inutilizzabili. D’altra parte è difficile che un vero abbigliamento destinato a condizioni severe possa essere costare così poco. A meno che la classificazione dei giacconi sia generica e non riferita a materiale specifico. I dettagli però non cambiano la gravità dello scandalo in quanto, secondo i media, vi sarebbero connessioni politiche favorite da legami di parentela tra uno dei titolari — almeno fino a febbraio — ed un parlamentare.
Ore 18:29 - Kiev chiede di nuovo missili Taurus alla Germania
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha nuovamente invitato la Germania a fornire a Kiev missili da crociera Taurus per combattere la Russia. «Non c’è davvero un solo argomento oggettivo contro questa decisione», ha detto Kuleba a margine della riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue a Toledo, alla quale ha partecipato anche l’omologa tedesca Annalena Baerbock. Kuleba, riporta la Zdf, ha invitato «il governo tedesco in modo costruttivo, amichevole e senza pressioni» a prendere questa decisione.
Ore 18:57 - Guterres, nel futuro immediato non vedo chance pace Ucraina
«La speranza non muore mai, ma mentirei se dicessi che vediamo nell’orizzonte immediato la possibilità di una pace in Ucraina. Credo che non siamo ancora a questo punto». Così il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha risposto ad una domanda dei giornalisti sulla speranza di progressi in occasione della settimana di alto livello dell’Assemblea Generale Onu di settembre.
Ore 19:09 - Patriarca di Costantinopoli: guerra finisca immediatamente
Il Patriarca di Costantinopoli chiede la fine «immediata» della guerra in Ucraina. Alla vigilia della giornata di preghiera per l’ambiente, Bartolomeo I ha denunciato che il popolo e l’ecosistema dell’Ucraina «hanno sofferto e continuano a soffrire perdite incalcolabili: la guerra deve terminare immediatamente e deve cominciare un dialogo sincero». Poi ha ricordato che le conseguenze della crisi ambientale devono essere affrontate soprattutto in termini di diritti umani: «È chiaro che questi diritti, in tutti i loro aspetti e dimensioni, costituiscono un’unità indivisibile e che la loro protezione è indiscutibile».
Ore 19:28 - Prigozhin ricompare in un video girato pochi giorni prima della morte
Evgeny Prigozhin continua a parlare — e far parlare — anche dopo la morte. «Per tutti quelli che discutono se sono vivo o no e come sto: attualmente è un fine settimana della seconda metà di agosto 2023, sono in Africa». Le immagini risalirebbero al 19 o al 20 agosto. Tre giorni più tardi, il 23 agosto, il suo aereo privato si schiantava poco dopo il decollo da Mosca, uccidendolo. Qui il servizio con l’ultimo video.
Ore 22:38 - Russi neutralizzano un drone ucraino nella regione di Kurst
Il ministero della Difesa russo ha confermato di aver abbattuto un drone nella regione di Kurst, pochi minuti dopo la notizia di una altro velivolo neutralizzato nella regione di Belgorod. Prosegue così l’offensiva di Kiev oltreconfine attraverso modelli di droni che l’esercito del Cremlino sembra far fatica a contrastare.
Ore 22:52 - Russia e Bielorussia di nuovo invitati alla cerimonia dei Nobel
Gli ambasciatori di Russia e Bielorussia sono stati invitati nuovamente quest’anno al banchetto dei Premi Nobel a Stoccolma, dopo essere stati esclusi l’anno scorso a causa dell’invasione dell’Ucraina. Lo riporta il Guardian, citando la Fondazione Nobel.
Ore 03:19 - Nuovo attacco aereo nella regione russa di Pskov
Un nuovo attacco aereo è stato rilevato in serata nella regione russa di Pskov, a poca distanza dal confine con la Lettonia. Il governatore dell’oblast, Mikhail Vedernikov, ha affermato che è stata segnalata la presenza di un «singolo oggetto non identificato» che sorvolava il distretto di Kresti. Sui social sono stati pubblicati numerosi video che mostrano la contraerea russa in azione per «neutralizzare» quello che probabilmente è un drone. Nei giorni scorsi un attacco aereo sull’aeroporto militare di Pskov ha provocato numerosi danni alla pista e ad alcuni velivoli.
Il Punto Militare dall’inizio.
IL PUNTO MILITARE GIORNO PER GIORNO 31 Agosto 2023 su Il Corriere della Sera.
6 settembre 2023 - Le intercettazioni dei soldati russi al fronte: «Non abbiamo munizioni, dobbiamo usare le dita come baionette?»
6 settembre 2023 - I pezzi di drone russo in Romania: cos’è l’articolo 5 della Nato?
5 settembre 2023 - Cuba ha denunciato la scoperta di una rete russa che reclutava mercenari da mandare in Ucraina
4 settembre 2023 - Le armi finte prodotte nei laboratori ucraini per ingannare i russi: «Il nemico non è stupido»
3 settembre 2023 - Gli ucraini hanno aperto un varco a Sud e si avvicinano alla seconda linea russa: il terreno dà più tempo a Kiev
2 settembre 2023 - Game of Drones: così i russi provano a difendersi dai raid ucraini a colpi di droni
1 settembre 2023 - «Così abbiamo distrutto gli aerei militari russi»: le foto con cui Kiev dimostra di poter violare (dall’interno) le difese di Putin
31 agosto 2023 - Nuovo scandalo corruzione in Ucraina: a rischio il ministro della Difesa Reznikov
30 agosto 2023 - C’è un cambio di strategia, nella guerra in Ucraina: il segnale che arriva dagli attacchi di questa notte
29 agosto 2023 - Mancano interpreti per i soldati ucraini: le difficoltà dell’addestramento europeo
28 agosto 2023 - Polonia, sabotaggio alle ferrovie: arrestati due giovani che erano penetrati nel sistema radio (trasmettendo l’inno russo)
28 agosto 2023 - Prigozhin, gli attentatori potrebbero aver messo un ordigno nel condizionatore: la ricostruzione
28 agosto 2023 - Mosca conferma, Prigozhin è morto: la prova del Dna, i dubbi sul disastro
27 agosto 2023 - Gli ucraini spingono a Sud: russi costretti a spostare reparti scelti a Robotyne
27 agosto 2023 - Prigozhin, il mistero delle due persone a bordo del jet e le urla di Putin nell’ultimo incontro
26 agosto 2023 - Pilota russo fugge con un elicottero e lo consegna all’esercito di Kiev
25 agosto 2023 - Chi è Averyanov, l’uomo incaricato da Putin di liquidare la Wagner (e Prigozhin)
24 agosto 2023 - L’aereo su cui viaggiava Prigozhin è stato abbattuto o sabotato? La ricostruzione e le ipotesi
23 agosto 2023 - L’America bacchetta Kiev sulle scelte militari, destituito Surovikin
22 agosto 2023 - La guerra in cielo e in acqua, tra droni esplosivi e barchini kamikaze
21 agosto 2023 - La spia cinese ingaggiata dalla Cia e l’appello di Pechino ai cittadini: «Fate attenzione alle trappole»
20 agosto 2023 - Il fattore tempo di Zelensky: per gli F-16 servono almeno 6 mesi
19 agosto 2023 - La Russia ha reclutato alcuni «agenti» tra gli ucraini rifugiati in Polonia: spiavano gli aiuti Nato per sabotarli
17 agosto 2023 - Il «mare di fuoco» nordcoreano che ora rifornisce l’Armata di Mosca
16 agosto 2023 - Screditato o in attesa del ripescaggio: i dubbi sulle sorti di Surovikin, a cui l’Armata deve molto
15 agosto 2023 - Le tre spie «bulgare» (con passaporto italiano) che da Londra lavoravano per conto della Russia
14 agosto 2023 - Ora la Russia produce una sua versione dei droni iraniani
13 agosto 2023 - Gli ucraini avanzano qualche chilometro a Sud: piccoli vantaggi tattici, in attesa di successi strategici
12 agosto 2023 - Armi, dispetti e sospetti: le tensioni fra Ucraina e Israele (e il triangolo mediorientale con l’Egitto)
11 agosto 2023 - La strategia particolare sul fiume Dnipro: le incursioni ucraine testano le difese russe e creano teste di ponte
10 agosto 2023 - Germania, arrestato ufficiale dell’esercito per spionaggio: passava informazioni all’ambasciata russa
9 agosto 2023 - Ucraina, dai tank ai caccia: i ritardi negli aiuti hanno permesso ai russi di organizzare le difese
9 agosto 2023 - Ucraina, dai tank ai caccia: i ritardi negli aiuti hanno permesso ai russi di organizzare le difese
8 agosto 2023 - Come la guerra elettronica dei russi ha rallentato la controffensiva degli ucraini
7 agosto 2023 - La battaglia per la Crimea: gli ucraini colpiscono la logistica, i russi costruiscono nuove difese
6 agosto 2023 - Raid russi a Starokostiantyniv, è la base da cui partono i caccia Sukhoi con i missili britannici Storm Shadow
5 agosto 2023 - Obiettivo, profondità, messaggi: cosa significa l’attacco ucraino alla petroliera russa
4 agosto 2023 - La battaglia navale del Mar Nero: l’effetto sorpresa dei nuovi droni marittimi di Kiev, più precisi ed esplosivi
3 agosto 2023 - La mobilitazione strisciante di Mosca che recluta (e arma) i civili. Gli ucraini rinviano le grandi manovre
2 agosto 2023 - Cosa accadrebbe se Zelensky venisse ucciso durante il conflitto: qual è il piano di Kiev
1 agosto 2023 - Nuovi droni oltreconfine e barchini nel Mar Nero: così Kiev intensifica gli attacchi
31 luglio 2023 - «La guerra sta tornando in Russia»: le parole di Zelensky fissano il momento e predicono il futuro
30 luglio 2023 - A Bakhmut gli ucraini usano razzi prodotti in Corea del Nord: come sono finiti nelle mani della resistenza?
29 luglio 2023 - Guerra in Ucraina, il canale segreto della diplomazia con cui Washington e Mosca continuano a parlarsi
28 luglio 2023 - Guerra in Ucraina, il canale segreto della diplomazia con cui Washington e Mosca continuano a parlarsi
27 luglio 2023 - I tre fronti della guerra: dove avanzano (e frenano) i due eserciti
26 luglio 2023 - L’Ucraina lancia una nuova offensiva nel fronte sud: si tenta la spallata a Orivik
25 luglio 2023 - Putin, gli aiuti a Kiev, l’offensiva e la Corea del Nord: cinque messaggi sulla guerra in Ucraina
24 luglio 2023 - I russi bombardano Odessa, gli ucraini si vendicano colpendo Mosca e la Crimea. Tra i fronti caldi anche il Mar Nero
23 luglio 2023 - Gli Usa frenano sui razzi a lungo raggio a Kiev, ma l’Armata non ha problemi di scorte e continua a sparare
22 luglio 2023 - Il Mar Nero come il Golfo Persico per le ispezioni russe alle navi Kiev sceglie il «modello israeliano»
21 luglio 2023 - Il messaggio di Burns sulla rivolta della Wagner: «Ne eravamo a conoscenza». E il Cremlino ferma i militari critici
20 luglio 2023 - Lo scacchiere del Mar Nero e gli uomini della Wagner sui confini della Polonia
19 luglio 2023 - Difese russe, pochi mezzi per sminare, burocrazia bellica: tutte le difficoltà della controffensiva ucraina
18 luglio 2023 - Ora l’Ucraina teme la «contro-controffensiva» russa nel settore orientale
17 luglio 2023 - Ponte in Crimea: logistica, barchini esplosivi, comunicazione. I tre aspetti del colpo
16 luglio 2023 - La controffensiva ucraina rallentata dalle mine, a Mosca prosegue la rimozione dei generali
15 luglio 2023 - Di cosa ha bisogno l’esercito ucraino? «Munizioni, munizioni, munizioni»
14 luglio 2023 - Vienna al centro dello spionaggio: è un hub per le missioni degli infiltrati russi
13 luglio 2023 - La lunga notte dei generali russi: sollevato Ivan Popov, che ha denunciato la gestione della guerra in Ucraina
12 luglio 2023 - Kiev nella Nato, la strategia dell’istrice per scoraggiare altre aggressioni della Russia
11 luglio 2023 - Russia, il misterioso omicidio di un sommergibilista a Krasnodar: l’ombra della vendetta ucraina
10 luglio 2023 - La controffensiva ucraina si è tramutata da un’operazione di liberazione in una guerra d’attrito
9 luglio 2023 - Minacce, molestie e intimidazioni: come opera il Dkro, l’unità del controspionaggio russo che ha arrestato Gershkovich
8 luglio 2023 - Il ruolo fondamentale della Polonia nella guerra clandestina condotta dalla Cia
7 luglio 2023 - Le regole clandestine della Cia per la guerra in Ucraina: «i patti non scritti» con Mosca e Kiev
6 luglio 2023 - I droni-kamikaze M5 iraniani prodotti in Russia sono già arrivati sul campo di battaglia
5 luglio 2023 - Il fronte Nord della guerra: che impatto avrà la colonia della Wagner in Bielorussia?
4 luglio 2023 - Gli ucraini avanzano a Sud, i russi contrattaccano a Est: è una guerra tradizionale, ma combattuta con armi moderne
3 luglio 2023 - Caccia alle spie in Brasile, diventato l’hub degli illegali che Mosca infiltra in Occidente
1 luglio 2023 - Il capo della Cia rassicura Mosca con una telefonata segreta. E riceve da Kiev il piano per arrivare ai negoziati
30 giugno 2023 - Surovikin «affiliato» e le voci di Kiev su Prigozhin: «Vogliono ucciderlo»
30 giugno 2023 - Surovikin, la nuova rivelazione: «Era un membro segreto della Wagner»
29 giugno 2023 - Surovikin, intrigo sulla sorte del generale che forse è stato arrestato
28 giugno 2023 - «Surovikin sapeva del piano di Prigozhin»: i sospetti sul generale (che ora rischia molto)
26 giugno 2023 - Quale sarà il destino della Wagner? Nelle retrovie, in Africa o esiliati in Bielorussia
25 giugno 2023 - Putin e gli americani sapevano del piano di Prigozhin: le rivelazioni dell’intelligence Usa
25 giugno 2023 - La sortita, lo show della brigata Wagner, la sorpresa: tutti i misteri di un blitz finito a metà strada
24 giugno 2023 - La forza della Wagner, i tempi e le reazioni dell’esercito di Putin, il varco di Rostov: come si è svolto il blitz di Prigozhin
23 giugno 2023 - Gli alleati aumentano la produzione di munizioni per l’Ucraina (ma ci vorrà tempo)
22 giugno 2023 - Ucraina, la battaglia dei ponti: Kiev colpisce dietro le linee per ostacolare la logistica russa
21 giugno 2023 - Gli ucraini puntano a logorare l’avversario, i russi resistono grazie alle linee di difesa
20 giugno 2023 - Controattacco russo sul fronte orientale per togliere l’iniziativa agli ucraini
19 giugno 2023 - La pausa della controffensiva ucraina e l’impatto degli elicotteri russi
19 giugno 2023 - L’agente di Mosca e il dottor Fuentes: così i russi tentarono di uccidere un «traditore» a Miami
18 giugno 2023 - «La diga di Kakhovka è stata distrutta dai russi»: l’inchiesta del New York Times
17 giugno 2023 - La Nato apre un centro per la sicurezza delle infrastrutture sottomarine
16 giugno 2023 - Le difficoltà dell’offensiva in Ucraina: dalla guerra elettronica ai campi minati
15 giugno 2023 - Quei 67 mila soldati ucraini addestrati da 33 Paesi alleati: i numeri del training Nato
14 giugno 2023 - Il porto di Sebastopoli, in Crimea, protetto dalla Russia: elicotteri, motovedette, delfini
13 giugno 2023 - Così l’Armata russa tenta di respingere la controffensiva ucraina: formazioni agili e adattamento
12 giugno 2023 - La campagna dei villaggi: ora Kiev deve trasformare i successi tattici in risultati strategici
11 giugno 2023 - La guerra psicologica attorno all’offensiva ucraina: riconquistato un villaggio nel Donetsk
8 giugno 2023 - Gli assi d’attacco della controffensiva ucraina: azioni da Bakhmut a Zaporizhzhia
7 giugno 2023 - I droni che hanno colpito Mosca erano diretti sulle case dei funzionari dell’intelligence di Putin
6 giugno 2023 - Diga di Kakhovka distrutta, quali sono le conseguenze sulla controffensiva ucraina?
3 giugno 2023 - Nord Stream, si rafforza la pista ucraina del sabotaggio (ma il giallo non è risolto)
1 giugno 2023 - Azioni coperte, incursioni a sorpresa e zero rivendicazioni: così l’Ucraina imita Israele
31 maggio 2023 - Kiev e la sorpresa come strategia, Putin valuta come reagire agli attacchi
30 maggio 2023 - I droni ucraini lanciati su Mosca rappresentano un salto di qualità prima della controffensiva
29 maggio 2023 - Brasile, il triangolo diplomatico con Usa e Russia: tutti vogliono la spia Cherkasov
28 maggio 2023 - I raid dei russi e i diversivi degli ucraini: le tattiche in vista dell’offensiva
26 maggio 2023 - Ucraina, i servizi segreti hanno identificato il generale russo che ha ordinato di distruggere l’Antonov
25 maggio 2023 - Perché gli Stati Uniti sostengono che ci sia l’Ucraina dietro al raid sul Cremlino?
24 maggio 2023 - Mezzi americani usati nell’incursione a Belgorod: il Pentagono prende le distanze
23 maggio 2023 - I mezzi americani, l’operazione complessa, la sicurezza: i 5 segnali dell’incursione a Belgorod
22 maggio 2023 - Cosa significano gli attacchi ucraini a Belgorod, in Russia, e quali sono le conseguenze?
21 maggio 2023 - L’adattamento dei russi alla guerra: perché l’Armata di Putin non va sottovalutata
20 maggio 2023 - Quali sono le conseguenze del via libera ai caccia F-16 per Kiev da parte del G7?
19 maggio 2023 - Prosegue il duello aereo: i quattro velivoli abbattuti in Russia sarebbero stati centrati dai Patriot
18 maggio 2023 - Ucraina, perché la Russia ha intensificato i bombardamenti su Kiev?
17 maggio 2023 - Kyrylo Budanov, chi è il capo dell’intelligence ucraina che rivendica gli omicidi in Russia
16 maggio 2023 - L’Ucraina: «Abbattuti sei missili ipersonici Kinzhal russi». Ma come ha fatto? I dettagli sulla guerra aerea
15 maggio 2023 - Chi è il generale Oleksandr Syrskyi, che sarà l’architetto della futura controffensiva ucraina
14 maggio 2023 - Avanzata a Bakhmut e colpi in profondità: sta per cominciare la controffensiva ucraina?
13 maggio 2023 - La guerra nei cieli: quattro velivoli dell’Armata precipitano in Russia, duello fra Patriot e missili ipersonici
13 maggio 2023 - Ucraina, gli avvisi sulla controffensiva sono un diversivo di Kiev o si va verso uno scenario coreano?
12 maggio 2023 - I missili a lungo raggio in arrivo da Londra aumentano la profondità dei raid ucraini
11 maggio 2023 - Zelensky frena sulla controffensiva: un diversivo, o si va davvero verso lo «scenario coreano»?
10 maggio 2023 - Gli Usa hanno neutralizzato il «serpente», il malware usato per vent’anni dalle spie russe
9 maggio 2023 - Cina, Dubai, India: l’enorme flotta fantasma che aiuta la Russia a esportare petrolio
8 maggio 2023 - Ucraina, è cambiata la strategia di comunicazione di Kiev: ora minaccia di colpire i russi «ovunque»
7 maggio 2023 - Ucraina, un Patriot ha abbattuto il missile ipersonico di Putin (ma ci sono troppe aspettative sull’offensiva)
7 maggio 2023 - Ucraina, c’è una lista di bersagli: i colpi «in profondità» e le impronte sul campo che portano a Kiev
6 maggio 2023 - Prigozhin sempre in bilico fra verità e bluff: il pendolo costante del cuoco di Putin
5 maggio 2023 - La guerra del carburante in Ucraina: Kiev si prepara alla controffensiva colpendo depositi e raffinerie
4 maggio 2023 - Gli ucraini hanno studiato come colpire la Russia, ma la dinamica dell’attacco al Cremlino lascia dubbi
4 maggio 2023 - Le due verità sull’esplosione sul Cremlino: colpo di Kiev o progetto folle dei servizi russi
3 maggio 2023 - I droni su Mosca fanno parte della strategia ucraina (con i raid, i sabotaggi e gli incendi)
2 maggio 2023 - Ucraina, le schermaglie prima dell’offensiva: i russi colpiscono target militari, la resistenza si affida ai raid
30 aprile 2023 - I 66 sabotatori arrestati per gli attacchi contro le ferrovie russe: il simbolo di una battaglia dietro le linee
29 aprile 2023 - I raid con i droni e lo scudo aereo: capacità e limiti della resistenza ucraina
28 aprile 2023 - La Francia insegue le spie russe, infiltrate fra militari ed eventi sportivi
27 aprile 2023 - Ucraina, il comandante della Nato in Europa: «Consegnato il 98% del materiale promesso»
26 aprile 2023 - Ucraina, il peso delle aspettative di Kiev (e degli alleati occidentali) sulla controffensiva
26 aprile 2023 - Come sarà e quando partirà la controffensiva ucraina?
24 aprile 2023 - L’attacco in Russia bloccato dagli Usa, i droni in Crimea e a Mosca: la guerra segreta (e senza limiti) di Kiev
24 aprile 2023 - La Wagner in Sudan: l’armata di Prigozhin e Putin avanza in Africa (e il Pentagono fatica a contrastarla)
21 aprile 2023 - Ucraina, il piano per rubare caccia russi finito con una base distrutta (e un’accusa di tradimento)
20 aprile 2023 - Le antenne sui tetti delle ambasciate russe che «servono a spiare i Paesi europei»
19 aprile 2023 - La flotta fantasma di Putin «prepara sabotaggi nel Mare del Nord»
18 aprile 2023 - I droni di Palmer Luckey: il fondatore di Oculus ora rifornisce la resistenza di Kiev
17 aprile 2023 - L’intrigo dell’Antonov An-225, l’aereo ucraino più grande del mondo distrutto nella battaglia di Hostomel
16 aprile 2023 - L’indagine sui documenti riservati Usa ora «rischia» di rivelare altri segreti
14 aprile 2023 - I file del Pentagono confermano i problemi dell’Armata russa, che ha sacrificato le truppe d’élite
13 aprile 2023 - Il doppio gioco della Serbia: per gli Usa ha inviato armi all’Ucraina, ma il governo nega
12 aprile 2023 - Ucraina, i documenti del Pentagono confermano la presenza di forze speciali occidentali sul campo
11 aprile 2023 - Emirati Arabi, Egitto, Corea del Sud, Israele: chi sono gli «amici» spiati dagli Stati Uniti
7 aprile 2023 - I «leak» sui piani segreti dell’Ucraina: c’è una «talpa» al Pentagono o è un depistaggio?
6 aprile 2023 - Il meteo e le forniture di armi: quando (e dove) arriverà l’offensiva di Kiev?
5 aprile 2023 - I russi scavano trincee (che potrebbero diventare un confine) e gli ucraini si preparano alla controffensiva
4 aprile 2023 - La verità su Tatarsky e Nord Stream: il gioco di specchi che nasconde i responsabili degli attacchi
3 aprile 2023 - Chi ha ucciso Vladlen Tatarsky? Dissidenti russi, agenti ucraini: le ipotesi sull’omicidio del blogger russo
2 aprile 2023 - Spie russe in Europa, storie d’amore e lavori comuni: la leggenda degli illegali
1 aprile 2023 - Finlandia al voto: come la guerra in Ucraina ha cambiato il Paese, e come ha aiutato la resistenza di Kiev
31 marzo 2023 - Ucraina, chi è il mercante slovacco che ha aiutato la Russia a ricevere munizioni dalla Corea del Nord
30 marzo 2023 - Ucraina, la strategia su tre piani di Zelensky: contenimento a Est, colpi nelle retrovie, preparazione alla controffensiva
29 marzo 2023 - Invasione dell’Ucraina, i servizi segreti russi chiesero a Putin di rinviare l’attacco
29 marzo 2023 - Gli Usa aumentano la produzione di proiettili per sostenere l’Ucraina: passeranno da 14 mila a 85 mila all’anno
28 marzo 2023 - La Bulgaria al voto: l’equilibrismo di Sofia, che ha inviato in segreto armi all’Ucraina
27 marzo 2023 - Il capo delle ferrovie ucraine diventa ministro: cosa significa, per il futuro della guerra
26 marzo 2023 - La «leggenda brasiliana» di Maria e Viktor, spie russe infiltrate (e scoperte) ad Atene e all’Aia
24 marzo 2023 - La Norvegia teme sabotaggi ai gasdotti che riforniscono l’Europa: aumentano le attività russe
23 marzo 2023 - Nuovi droni navali e vecchi carri armati per Mosca e Kiev: il bazar delle armi
22 marzo 2023 - Attacco al porto di Sebastopoli: si riapre il fronte marittimo in Ucraina?
21 marzo 2023 - Ucraina, la fase della grande incertezza: il logoramento peserà sulle future offensive?
20 marzo 2023 - Il cauto sostegno militare della Cina all’invasione russa dell’Ucraina
19 marzo 2023 - Affari, petroliere, yacht e oligarchi: così gli Emirati aiutano la Russia
17 marzo 2023 - Grecia, scoperta una spia russa: aveva rubato l’identità di una neonata morta nel 1991
17 marzo 2023 - Nord Stream, quelle sei persone sospettate del sabotaggio al gasdotto
16 marzo 2023 - Polonia, scoperta una cellula spionistica: si preparava a compiere atti destabilizzanti nel Paese
15 marzo 2023 - Caccia grossa nel Mar Nero ai rottami del drone Reaper: i russi avrebbero recuperato dei frammenti
15 marzo 2023 - Perché i droni della Nato volano sul Mar Nero (e non solo)
14 marzo 2023 - Jet russo colpisce drone americano sul Mar Nero. La Casa Bianca: «Atto pericoloso e sconsiderato»
14 marzo 2023 - Guerra in Ucraina, Kiev e Mosca sono a corto di uomini e munizioni: i problemi dei due schieramenti
13 marzo 2023 - Dalle munizioni per i Gepard alle batterie antiaeree: così la Svizzera resta neutrale nella guerra in Ucraina
12 marzo 2023 - Prigozhin presenzialista, la narrativa sulla Wagner e il campo che smentisce le previsioni
11 marzo 2023 - Nord Stream, Mosca accusa gli Usa del sabotaggio. Lo yacht, le spie: cosa sappiamo?
10 marzo 2023 - Kinzhal, il super missile russo (anche per testate nucleari) difficile da intercettare
9 marzo 2023 - La Russia punta a una guerra lunga. I missili balistici in arrivo (forse) dall’Iran minacciano l’Ucraina
8 marzo 2023 - Nord Stream, tutte le novità sull’attacco: il gruppo filoucraino, la provocazione, lo yacht salpato da Rostock
7 marzo 2023 - Il mito della «città fortezza»: dall’avanzata su Kiev all’assedio di Mariupol, fino alla battaglia di Bakhmut
6 marzo 2023 - L’Estonia conferma la premier Kallas: un piccolo Paese che ha fornito un grande aiuto a Kiev
5 marzo 2023 - Negli Usa comincia l’addestramento dei primi due piloti di caccia ucraini
4 marzo 2023 - La linea di difesa russa che da nord arriva alla Crimea (e fa pensare a uno scenario coreano)
3 marzo 2023 - Ucraina, la guerra di trincea e i droni per le incursioni in territorio nemico
2 marzo 2023 - Dalla politica all’aerospaziale: storia dell’«irlandese» Marina, espulsa dall’Australia perché ritenuta una spia russa
1 marzo 2023 - Ucraina, gli Alleati non anticipano le esigenze di Kiev, ma seguono gli sviluppi: gli «aiuti del giorno dopo»
28 febbraio2023 - Attacchi con i droni in territorio russo: cosa è successo e cosa significano queste incursioni?
27 febbraio2023 - Le «Unità agili»: così l’Armata russa in Donbass prova a scardinare la resistenza ucraina
26 febbraio2023 - Ucraina, l’importanza delle munizioni: Mosca «ha bisogno» di forniture cinesi, gli alleati le cercano nell’Est
25 febbraio2023 - Ucraina, la guerra dell’Fbi: caccia agli oligarchi, alle spie, ai crimini di guerra russi
24 febbraio2023 - Gli alleati celebrano l’anniversario della guerra con gli aiuti all’Ucraina, la Cina potrebbe fornire droni (e fabbricarli in Russia)
23 febbraio2023 - I misteriosi bombardamenti dietro le linee russe a Mariupol: la resistenza ucraina ha armi a lungo raggio?
22 febbraio2023 - Quali saranno le prossime mosse di Russia e Ucraina?
21 febbraio2023 - Olanda e Norvegia temono sabotaggi da parte dei russi nel Mare del Nord
20 febbraio2023 - Joe Biden porta a Zelensky un pacchetto da 500 milioni di dollari: cosa c’è negli aiuti?
19 febbraio2023 - Quale materiale bellico può fornire la Cina alla Russia?
18 febbraio2023 - Gli Usa hanno addestrato 635 soldati ucraini, la Gran Bretagna 10 mila: terminano i primi corsi
17 febbraio2023 - Russia, la guerra delle ombre: il doppio arresto in Germania e la rete degli illegali in Europa
16 febbraio2023 - Il pendolo della guerra: Mosca perde uomini e mezzi ma insiste nell’offensiva
16 febbraio2023 - Nato, più munizioni per l’Ucraina. Per Lavrov l’Occidente è al punto di non ritorno
15 febbraio2023 - Il ruolo dell’Iran nella guerra in Ucraina: Teheran si prende parte della scena negando di farlo
14 febbraio2023 - Ucraina, i «segnali» degli Usa: ora chiedono a Zelensky di inseguire «obiettivi raggiungibili»
13 febbraio2023 - Armi all’Ucraina, le munizioni come i vaccini: l’Estonia chiede un sistema unico europeo per acquistarle e produrle
12 febbraio2023 - La Gran Bretagna vuole produrre armamenti in Ucraina, Slovacchia e Repubblica Ceca al fianco della resistenza
11 febbraio2023 - Ucraina, il fronte marittimo: i russi colpiscono un ponte nella regione di Odessa con un barchino esplosivo
10 febbraio2023 - Guerra in Ucraina, il ruolo degli Usa: Washington fornisce coordinate per gli strike e vuole riattivare un programma segreto
9 febbraio2023 - Zelensky in missione in Europa per avere equipaggiamenti: Mirage o Eurofighter, cosa otterrà?
8 febbraio2023 - La Polonia ordina 18 Himars dagli Stati Uniti: il ruolo di Varsavia e del fianco nordorientale della Nato
7 febbraio2023 - Gli aiuti Nato, le capacità russe, le difese di Kiev: i tre dossier al centro della guerra in Ucraina
6 febbraio2023 - Guerra in Ucraina, Prigozhin sfida a duello Zelensky nei cieli di Bakhmut. La Russia spinge sul fronte orientale
5 febbraio2023 - Ucraina, l’offensiva russa è già cominciata con gli attacchi delle ultime settimane
4 febbraio2023 - Chiude la brigata Mozart, il gruppo che raccoglieva i volontari internazionali in Ucraina
3 febbraio2023 - Ucraina, la battaglia di Bakhmut: finiranno prima gli uomini o le munizioni?
2 febbraio2023 - Slovenia, Austria, Germania: la rete delle spie russe che raccoglie informazioni in tutta Europa
1 febbraio2023 - Usa pronti a fornire a Kiev le nuove bombe Glsdb: cosa sono, e che cosa cambia ora
31 gennaio 2023 - Guerra in Ucraina, caccia e carri armati: Kiev chiede di accelerare i rifornimenti, Mosca prepara l’offensiva
30 gennaio 2023 - Chi è Pompeyo Gonzalez Pasqual, il pensionato basco che ha spedito pacchi bomba in tutta la Spagna e diffuso video che esaltavano Putin
29 gennaio 2023 - Guerra in Ucraina, i satelliti italiani che aiutano Kiev a seguire le mosse dell’Armata russa
28 gennaio 2023 - Così i meccanici della Nato aggiustano armi e mezzi ucraini in remoto dal sud della Polonia
27 gennaio 2023 - Carri armati all’Ucraina, i tre fattori delle forniture occidentali: rotte, manutenzione, integrazione
26 gennaio 2023 - Zelensky non ha ancora ricevuto i tank ma già chiede i caccia agli alleati
25 gennaio 2023 - Guerra in Ucraina, 14 Leopard dalla Germania e 31 Abrams dagli Usa: ma per vederli sul campo ci vorranno mesi
24 gennaio 2023 - Carri armati Abrams, Usa pronti a inviarli in Ucraina: cosa cambia nella guerra?
24 gennaio 2023 - Corruzione e collaborazionisti: il secondo fronte della resistenza ucraina
23 gennaio 2023 - Ucraina, la babele dei tank: aspettando i Leopard la resistenza si adatta con mezzi «sovietici», francesi, britannici
22 gennaio 2023 - Ucraina, come funzionano i carri armati Leopard e perché Zelensky insiste per averli
21 gennaio 2023 - Ucraina, ucciso un ex Navy Seal americano: che fine hanno fatto i volontari della legione straniera?
20 gennaio 2023 - I 10 punti sulla guerra in Ucraina da tenere d’occhio in vista della decisiva battaglia di primavera
19 gennaio 2023 - Gli Usa pronti a inviare a Kiev munizioni con un raggio da 150 chilometri per colpire le basi russe e la Crimea
19 gennaio 2023 - Scholz aspetta, ma Berlino è pronta a dire sì ai carri armati Leopard per la resistenza ucraina
18 gennaio 2023 - Guerra in Ucraina, grandi preparativi sui due fronti: l’Occidente pensa alla primavera, la Russia al lungo periodo
17 gennaio 2023 - Così il direttore della Cia Burns ha convinto Zelensky (e l’Europa) che Putin stava per invadere l’Ucraina
16 gennaio 2023 - Addestramento, forniture, prospettive: cosa serve all’Ucraina nei prossimi, decisivi mesi di guerra
15 gennaio 2023 - Ucraina, la conta di lance e scudi: Mosca bombarda e ha missili a disposizione, Kiev ha bisogno di sistemi di difesa aerea
14 gennaio 2023 - La Bielorussia attaccherà davvero l’Ucraina? Le pressioni, i movimenti, gli allarmi da non sottovalutare
13 gennaio 2023 - La Russia dichiara di aver conquistato Soledar: cosa cambia e perché è importante
12 gennaio 2023 - Perché Putin ha retrocesso Sergei Surovikin, il generale Armageddon che guidava le operazioni in Ucraina
11 gennaio 2023 - Gerasimov nuovo capo delle operazioni russe in Ucraina: cosa succederà ora sui due fronti della guerra?
10 gennaio 2023 - Guerra in Ucraina, i movimenti ai vertici dell’esercito di Putin. Lapin capo di Stato maggiore delle forze terrestri
10 gennaio 2023 - Perché la Wagner vuole a tutti i costi Bakhmut e Soledar
9 gennaio 2023 - Anche Londra valuta di fornire carri armati a Kiev: gli alleati preparano il terreno?
8 gennaio 2023 - La Wagner insiste su Bakhmut nel Donetsk: il capo Prigozhin vuole le miniere e i tunnel
7 gennaio 2023 - Polonia e Finlandia pronte a inviare carri armati all’Ucraina: un passo avanti militare e politico
6 gennaio 2023 - Ucraina, cosa significano le forniture congiunte di Berlino e Washington
5 gennaio 2023 - Trovate componenti prodotte in Usa nei droni iraniani usati da Mosca
5 gennaio 2023 - Ucraina, i comandi russi sotto tiro: Kiev colpisce e attende la reazione dello zar
4 gennaio 2023 - L’Ucraina attende la risposta russa. E Putin inaugura una fregata con il missile ipersonico Zircon
3 gennaio 2023 - La gestione della battaglia: il tridente di Kiev e i contrasti di Mosca
3 gennaio 2023 - Ucraina, perché l’inverno non ha fermato la carneficina: ecco come prosegue la guerra
2 gennaio 2023 - Cosa significa il colpo degli ucraini sulla caserma dei russi nel Donbass, a Makiivka
1 gennaio 2023 - Ucraina, l’anno comincia con nuovi raid. Ma i russi potrebbero essere a corto di alcuni missili
31 dicembre - La rete di aiuti che porta generatori in Ucraina e gli attacchi di Capodanno
30 dicembre - Pace o nuove offensive? Lo stallo dell’inverno e l’incognita della primavera
24 dicembre - Le munizioni, lo spionaggio, le tre incognite: così si chiude il 2022 in Ucraina
23 dicembre - I russi chiariscono quale è l’obiettivo di Putin (e accusano la Romania di aiutare Kiev)
22 dicembre - In Norvegia l’arresto di una spia russa ha fatto scattare l’ossessione per «illegali» e sabotaggi
21 dicembre - Missili Patriot, cosa sono e perché sono così importanti per la guerra in Ucraina?
21 dicembre - Attacchi, ricognizioni e pesca dei disertori: gli ucraini hanno creato una flottiglia di droni
20 dicembre - Putin chiede ai servizi segreti russi di aumentare la sorveglianza interna e dei confini
19 dicembre - Ucraina, allarme dell’intelligence: i russi pronti a fornire armi Nato agli estremisti dei Paesi occidentali
18 dicembre - Shoigu ispeziona le posizioni russe e Israele aiuta Kiev sui droni iraniani
17 dicembre - Il sentiero della Wagner che dalla guerra in Ucraina conduce fino in Africa
16 dicembre - Missili, trincee, mobilitazione: perché in Ucraina non bisogna sottostimare l’Armata russa
15 dicembre - Gli ucraini colpiscono in Russia e aspettano le «bombe intelligenti» dagli Usa
14 dicembre - Che cosa c’è dietro i successi della contraerea ucraina rivendicati dalla resistenza
13 dicembre - La decisione di Putin sul budget che fa capire che la guerra in Ucraina sarà lunga
12 dicembre - Dalla guerra lampo al gelo: così i due eserciti si sono adattati alla battaglia in Ucraina
11 dicembre - Guerra in Ucraina, cade il veto degli Usa sui raid in Russia (e il timore di escalation nucleare)?
10 dicembre - Così il generale russo Sergey Surovikin ha riorganizzato l’Armata in Ucraina
9 dicembre - Griner-Bout, lo scambio all’aeroporto di Abu Dhabi e il ruolo delle monarchie del Golfo
8 dicembre - Guerra in Ucraina, Kiev chiede bombe a grappolo, Washington non esclude la fornitura
6 dicembre - Il «patto nordico» per la fornitura di armi e assistenza a Kiev: intanto l’Ucraina colpisce ancora in Russia
5 dicembre - Russia, esplosioni in due aeroporti: forse usato un nuovo drone con un raggio d’azione di mille chilometri
4 dicembre - La bandiera ucraina piantata sulla riva orientale del Dnipro, i russi spingono nel Donbass
3 dicembre - Armi moderne, avanzi di magazzino, vecchi mezzi e triangolazioni: tutti i canali delle forniture all’Ucraina
2 dicembre - L’evoluzione della guerra di trincea in Ucraina: artiglieria precisa e droni per spiare le posizioni
1 dicembre - Ungheria, la rete delle spie russe gestita dall’ambasciata di Mosca a Budapest
30 novembre - Ucraina, così la Finlandia promette di aiutare la resistenza di Kiev ad affrontare l’inverno
29 novembre - Ucraina, la Nato invia generatori e trasformatori per l’emergenza energetica
28 novembre - Svezia, smantellata la rete di spie russe: la doppia esistenza, durata un decennio, di Sergei ed Elena
28 novembre - Guerra in Ucraina, la linea difensiva del Dnipro: l’ostacolo naturale usato dai russi, che aumentano le difese sul fiume
25 novembre - Kiev dà la caccia ai consiglieri iraniani che hanno assistito i russi con i droni: «Obbligati a ucciderli»
24 novembre - Ucraina, le prossime mosse: Mosca cercherà di paralizzare il conflitto, Kiev di lanciare nuove offensive
23 novembre - La Svezia insegue le spie russe: forze speciali in elicottero per arrestare due sessantenni
22 novembre - Gli ucraini puntano la penisola di Kinburn, Mosca aumenta le protezioni nel Mar Nero
21 novembre - Guerra in Ucraina, quale effetto avrà il Generale Inverno sulle operazioni?
15 novembre - Svezia, caccia alle spie: incriminati due fratelli di origine iraniana sospettati di essere agenti russi
14 novembre - Usa-Russia, diplomazia parallela: i colloqui segreti ad Ankara fra Burns e Naryshkin
14 novembre - L’incursione delle forze speciali ucraine nella penisola di Kinburn e le prossime mosse della resistenza
13 novembre - Al fianco delle truppe russe arriva la compagnia militare della Chiesa ortodossa
12 novembre - La colletta della resistenza ucraina per comprare droni navali: un indizio sul futuro della guerra
11 novembre - Ucraina, l’amministrazione Usa divisa sul proseguimento del conflitto
10 novembre - Kherson, quali sono le conseguenze militari e diplomatiche del ripiegamento russo
9 novembre - Kherson, i russi annunciano la ritirata: inizia una nuova fase nella guerra
8 novembre - Le tre linee di Kherson: così i russi difendono l’unica città conquistata a ovest del Dnipro
7 novembre - Guerra in Ucraina, Prigozhin ironizza sulle intromissioni nel voto americano e crea campi di addestramento della Wagner
6 novembre - Guerra in Ucraina, gli Stati Uniti chiedono a Kiev di mostrarsi aperti ai negoziati
5 novembre - Guerra in Ucraina, il nuovo comando americano per gestire il flusso degli aiuti occidentali
4 novembre - Cosa sta succedendo a Kherson (e perché Putin la vuole a tutti i costi)
3 novembre - Ucraina, l’esplosione a Melitopol e la guerra dietro le linee della resistenza
2 novembre - Così la pressione di Putin sulla rete elettrica ucraina può spaccare l’alleanza occidentale
1 novembre - Kiev deve riparare la rete elettrica e aumentare lo scudo aereo: la guerra è in fase di logoramento
31 ottobre - Ucraina, il ruolo dei droni iraniani nella campagna di terrore di Putin
30 ottobre - Sebastopoli, attacco alle navi russe: cos’è successo davvero, e come la resistenza ucraina ha colpito in Crimea
28 ottobre - Gli Stati Uniti mettono a punto il programma di tracciamento delle armi inviate a Kiev
27 ottobre - Il direttore della Cia in missione segreta a Kiev: i contatti servono a fissare le linee
26 ottobre - «L’Ucraina va de-satanizzata»: Mosca gioca la carta della religione (e si prepara a momenti difficili)
25 ottobre - Mosca, da domani le esercitazioni con le forze strategiche nucleari: la strategia dell’attenzione di Putin
24 ottobre - La Russia alza la tensione «verbale» e Kiev dà i suoi numeri della guerra: la battaglia delle parole
23 ottobre - La campagna di terrore russa in Ucraina raccontata in cinque punti
22 ottobre - Ucraina, la «linea Wagner» scavata dai mercenari di Putin per fermare la controffensiva di Kiev
21 ottobre - Ucraina, la diga di Kakhovka nel mirino russo: Zelensky lancia l’allarme, Mosca nega
20 ottobre - Putin e il suo metodo Seicentesco che costringe gli ucraini a combattere per la Russia (mentre sposta uomini dalla Siria)
20 ottobre - L’Iran loda i suoi droni-kamikaze: Teheran invia armi alla Russia e addestratori in Crimea
19 ottobre - Le difficoltà dell’Armata russa nel sud dell’Ucraina e la legge marziale di Putin nelle aree occupate
18 ottobre - I tre fronti della crisi in Ucraina: droni, operazioni terrestri, riorganizzazione delle forze
17 ottobre - I droni kamikaze iraniani usati dalla Russia: cosa sono, e come funzionano
15 ottobre - Guerra, il fronte «segreto» si trova in Russia. Le esplosioni misteriose della regione di Belgorod
14 ottobre - Elon Musk chiede al Pentagono di finanziare la rete satellitare Starlink della resistenza ucraina
13 ottobre - Il Canada, la Germania e gli altri alleati dell’Ucraina forniscono equipaggiamenti per combattere il «Generale Inverno»
12 ottobre - La via «privata» delle armi in Ucraina: così gli Usa aggirano la burocrazia e assistono la resistenza
11 ottobre - Il meccanismo degli aiuti militari a Kiev segue l’andamento della guerra
10 ottobre - La Bielorussia al fianco di Putin: i tre scenari del coinvolgimento di Lukashenko
9 ottobre - Ucraina, il fronte interno di Putin: il nuovo generale Surovikin e i dissidi tra i vertici militari
8 ottobre - Il ponte di Kerch era considerato un «bersaglio legittimo»: ora sono più difficili i rifornimenti per i russi
7 ottobre - I russi colpiscono le infrastrutture in Ucraina con i droni-kamikaze iraniani
6 ottobre - Dugina, perché gli Usa hanno rivelato il coinvolgimento dell’Ucraina nella sua morte
5 ottobre - La guerra delle immagini in Ucraina: Kadyrov al fronte, i premier europei armati
4 ottobre - Ucraina, il dilemma Usa: come sostenere Kiev senza accentuare il contrasto con la Russia?
3 ottobre - Ucraina, cosa sta succedendo sul campo? L’aggiornamento sul fronte orientale e meridionale
2 ottobre - Ci sono fratture interne al Cremlino? E quant’è vicino un attacco nucleare? I tre assi dell’intelligence occidentale
1 ottobre - Nord Stream, le ipotesi sul sabotaggio: tritolo, robot e navi
30 settembre - Nord Stream, allarme sabotaggi dal Mar Nero al Baltico: i russi piazzano una barriera mobile a Sebastopoli
29 settembre - Gli Usa stanziano altri 1,1 miliardi pensando a una guerra in Ucraina a «lungo termine»
28 settembre - La Russia usa i droni-kamikaze: sono l’arma del momento e Kiev li teme
27 settembre - Le «sorprese» di Zaluzhny, il generale che ha inventato la resistenza ucraina
25 settembre - Ucraina, la battaglia «nascosta» di Kherson: il fronte sud in cui si può decidere questa fase della guerra
24 settembre - Putin guarda oltre il 2023: «Vuole spingere l’Ucraina a restare senza proiettili prima che la Russia finisca i soldati»
23 settembre - Il primo effetto della mobilitazione: Putin torna a dettare l’agenda della guerra
22 settembre - Putin e la mobilitazione parziale: quando si vedranno gli effetti sul campo, in Ucraina?
22 settembre - L’ombra dell’atomica dopo i referendum: così Putin usa la minaccia estrema contro l’Occidente
21 settembre - Cos’è la mobilitazione parziale ordinata da Putin in Russia (e perché è una dichiarazione di guerra)
20 settembre - Guerra in Ucraina, gli Usa valutano l’invio dei carri armati alla resistenza
19 settembre - La Russia minaccia i satelliti di Elon Musk che tengono l’Ucraina connessa (ma sono difficili da neutralizzare)
18 settembre - Armi atomiche, è difficile (ma non impossibile) che Putin le usi: ecco perché
16 settembre - I funzionari filorussi uccisi e i nuovi aiuti militari americani: l’aggiornamento sulla guerra in Ucraina
15 settembre - Yevgeny Prigozhin al centro della guerra: lo chef di Putin arruola detenuti e (forse) gestirà le operazioni in Ucraina
14 settembre - Così l’Ucraina ha battuto i russi allo sbando, a Kharkiv (ma l’euforia può essere rischiosa)
13 settembre - Il bottino di guerra degli ucraini «quantifica» la sconfitta russa nel nordest
12 settembre - La prudenza dell’Ucraina e la minaccia della Russia: quali saranno le mosse future?
11 settembre - Psicologia, intelligence, armi e addestramento: le chiavi della svolta ucraina nel nordest
10 settembre - I sei passi della resistenza ucraina: così è cambiata la guerra
9 settembre - La guerra in Ucraina è cambiata: gli ucraini avanzano, ora i russi sono in difficoltà
8 settembre - La guerra in Ucraina entra in una nuova fase: Kherson, Kharkiv e Bakhmut i fronti della battaglia
7 settembre - Gli ucraini contrattaccano a Kharkiv: la resistenza conduce una guerra delle opportunità
6 settembre - Perché Putin sta comprando milioni di proiettili dalla Nord Corea?
5 settembre - Kherson, i filorussi rinviano il referendum per l’annessione: un segnale positivo per Kiev?
4 settembre - Controffensiva di Kiev a Kherson, prevale l’incertezza: gli ucraini avanzano o sono in difficoltà?
2 settembre - La Nato «insegue» (di nuovo) un sottomarino russo?
1 settembre - Il suggerimento degli Usa agli ucraini: concentrarsi su un solo fronte
31 agosto - Obiettivi militari, ma anche politici, per la controffensiva su Kherson
30 agosto - I «trucchi» della resistenza ucraina per ingannare i raid russi
29 agosto - Ucraina, è partita la controffensiva per Kherson? La resistenza colpisce sul fronte meridionale
28 agosto - I partigiani ucraini a caccia di traditori e la tattica di resistenza americana: cosa sta succedendo
27 agosto - Droni iraniani e missili dalla Siria: l’angolo mediorientale della guerra in Ucraina
26 agosto - Guerra in Ucraina, tre aspetti decisivi dei combattimenti: sorpresa, durata, difesa
25 agosto - Putin ordina l’aumento delle truppe: entro gennaio 137 mila uomini in più per la guerra in Ucraina
24 agosto - Le forniture di Washington e Berlino allungano l’orizzonte della guerra in Ucraina: armi sul campo fra 1 o 2 anni
23 agosto - Gli Stati Uniti forniscono alla resistenza ucraina armi in modo «coperto»?
22 agosto - Sei mesi di guerra tra Ucraina e Russia: la marcia su Kiev, il gelo delle trattative
21 agosto - L’offensiva dei droni: così gli ucraini colpiscono un nemico più potente
20 agosto - L’attacco dell’Ucraina contro la base della Flotta russa del Mar Nero, in Crimea, in pieno giorno
19 agosto - Putin, gli errori dei servizi segreti russi e il piano (fallito) di un governo fantoccio a Kiev
17 agosto - Razzi, commandos, partigiani: il triplo cerchio sulla Crimea
16 agosto - Cosa c’è dietro le nuove esplosioni in Crimea (e i problemi ai cannoni arrivati dalla Germania)
14 agosto - Duello di artiglieria a sud e a est: il passo lento russo, la risposta ucraina
11 agosto - Guerra in Ucraina, a che punto siamo: eserciti bloccati, sud conteso e forniture occidentali
10 agosto - Le esplosioni in Crimea e la gestione «all’israeliana» del conflitto da parte di Kiev
8 agosto - La «guerra dei ponti»: colpiti dagli ucraini, rimpiazzati dai russi
7 agosto - Guerra in Ucraina, dalla Lituania alla Macedonia del Nord: le piccole retrovie «coraggiose» di Kiev
6 agosto - Ucraina, gli Usa inviano blindati da soccorso per i feriti: un aiuto per il morale di Kiev
5 agosto - Gli Himars sotto il veto di Washington, Mosca lancia un satellite spia iraniano
4 agosto - Kiev e Mosca, le prossime mosse: due scenari e molte incognite
3 agosto - Zelensky: «Il Donbass è un inferno, gli Himars un sinonimo di giustizia»
2 agosto - Kiev crea la «valle dei droni» con Polonia e Stati Uniti: un laboratorio d’innovazione per la guerra moderna
1 agosto - Ucraina, la strategia della corrosione: così la resistenza colpisce il morale e la capacità di combattere dei russi
31 luglio - Kiev, i «guai» delle armi inviate e i ritardi tedeschi
30 luglio - L’Ucraina come il Vietnam: a Washington pensano di inviare «consiglieri» per gestire gli aiuti
29 luglio - Ucraina, missili su città e civili: cosa c’è dietro la strategia del terrore di Putin
28 luglio - Kherson, come sarà la controffensiva degli ucraini per riconquistare parte del sud
27 luglio - Se gli ucraini riconquistano Kherson potrebbero trattare con Mosca: hanno «3-6 settimane cruciali»
26 luglio - Guerra in Ucraina, il bilancio dei primi 5 mesi: operazioni, artiglieria, intelligence, logistica
25 luglio - Ucraina, la battaglia dei ponti e quella dei droni: la narrazione del conflitto si sposta a Kherson
24 luglio - La Russia prepara i referendum nei territori occupati, l’Ucraina è pronta alla controffensiva per liberarli
23 luglio - Per Zelensky un cessate il fuoco farebbe il gioco dei russi: potrebbero consolidare i territori
22 luglio - Ucraina, i russi stanno davvero rallentando le operazioni nel Donbass?
21 luglio - Putin, quali sono i nuovi obiettivi di Mosca in Ucraina? Gli scenari
20 luglio - Mosca teme gli Himars ucraini, Kiev è alle prese con la «Babele» degli aiuti
19 luglio - Zelensky a caccia di spie e traditori: cosa c’è dietro la rimozione di Bakanov e Venediktova
18 luglio - Ucraina, il doppio binario del conflitto: gli obiettivi sul campo e quelli politici degli alleati
17 luglio - Kiev-Mosca, la lunga battaglia dell’estate prima che l’inverno «ostacoli» le manovre
16 luglio - L’ordine di Mosca: attacchi più intensi per fermare l’artiglieria ucraina. Inizia una «nuova fase»?
15 luglio - Ucraina, la battaglia dei numeri: Kiev non fornirà più i dati sulle perdite subite
14 luglio - Il raid dietro le linee degli ucraini a Kherson per liberare 5 prigionieri
13 luglio - Gli alleati di Kiev temono il contrabbando delle armi fornite alla resistenza ucraina
12 luglio - Mosca chiede droni all’Iran, Kiev colpisce con gli Himars: la battaglia si allunga nelle retrovie
11 luglio - Putin e la mobilitazione fantasma con «volontari», soldati da province remote, detenuti
10 luglio - I russi «cercano» i cannoni nemici, nuove munizioni americane per Kiev
9 luglio - In Ucraina è caccia ai traditori: oltre 800 collaborazionisti arrestati dall’inizio della guerra
8 luglio - La resistenza Ucraina colpisce i depositi di munizioni e complica la logistica russa
7 luglio - Ucraina, l’impatto delle armi occidentali e la «pausa» dell’Armata russa
6 luglio - Shaman, il battaglione d’élite con cui gli ucraini conducono sabotaggi in territorio russo
5 luglio - L’Ucraina è in difficoltà: quali sono i problemi e di cosa ha bisogno la resistenza?
4 luglio - La Russia ha raggiunto l’obiettivo nel Donbass: come proseguirà ora la guerra in Ucraina?
3 luglio - Kiev, Melitopol, Belgorod: la guerra delle città porta la battaglia nelle case
2 luglio - Putin vuole la mobilitazione industriale della Russia: Mosca ammette di essere a corto di armi e munizioni
1 luglio - Gli ucraini danno la caccia alle spie russe: arrestato un ex agente del Kgb che ha favorito il colpo di Yavoriv
30 giugno - I russi si ritirano dall’Isola dei Serpenti: quali sono le conseguenze nella battaglia del Mar Nero?
29 giugno - Ucraini in difficoltà: mancano i visori e le comunicazioni sono precarie
28 giugno - Usa, i dubbi sulla guerra: «Difficile che gli ucraini riescano a conquistare i territori perduti»
27 giugno - Campagna di terrore sui civili ucraini: 60 missili in 72 ore. Centrati (grazie agli aiuti) depositi russi
26 giugno - Shoigu visita il Donbass mentre i raid «puniscono» i civili ucraini
25 giugno - Sabotaggi e sotterfugi: la guerra delle munizioni tra Russia e Ucraina
24 giugno - Che cosa significa la ritirata degli ucraini da Severodonetsk?
23 giugno - Così la Russia invia il grano rubato all’Ucraina nei porti siriani
22 giugno - Nel Donbass la situazione è critica ma la resistenza contrattacca a sud
21 giugno - Missili e piattaforme per l’estrazione del gas: riprende la battaglia del Mar Nero
20 giugno - Armi all’Ucraina, la prova del tempo e della «fatica» occidentale: per quanto continueranno gli aiuti?
19 giugno - La controffensiva degli ucraini per riconquistare Kherson: raid aerei, sabotaggi e attacchi partigiani
18 giugno - Eserciti impantanati e migliaia di vittime: senza vincitori si va allo scenario coreano?
17 giugno - La Russia ha tentato di infiltrarsi con una spia nella Corte internazionale dell’Aja
16 giugno - Gli ucraini perdono 1.000 uomini al giorno, i due schieramenti sono al limite delle forze
15 giugno - Vecchie armi «sovietiche», usura, manuali: tutte le difficoltà (e i dubbi) dei rifornimenti all’Ucraina
14 giugno - La battaglia aerea nei cieli dell’Ucraina: Mosca intensifica l’azione, i piloti di Kiev addestrati dagli Usa
13 giugno - Il fronte naturale del fiume Siverskiy Donets, il «Piave ucraino» usato per rallentare la marcia russa
12 giugno - Nel Donbass la guerra elettronica dei russi ha «accecato» gli ucraini
11 giugno - Ucraina, il dilemma delle munizioni: quelle sovietiche stanno finendo, ma le armi occidentali non bastano
10 giugno - Mar Nero, la battaglia navale e commerciale: mine e missili nel duello fra Mosca e Kiev
9 giugno - Donbass, l’urbanicidio dei russi: l’Armata attua la tattica della «terra bruciata»
8 giugno - Armi, mezzi e uomini: come si sta riorganizzando l’esercito ucraino?
7 giugno - La guerriglia dei partigiani ucraini: bombe, sabotaggi e proteste per respingere l’invasore russo
6 giugno - Severodonetsk, nella battaglia per il Donbass gli ucraini schierano i volontari stranieri
5 giugno - La guerra dei convogli: Mosca attacca gli aiuti occidentali, Kiev «ricuce» strade e binari
4 giugno - Severodonetsk, le truppe russe rallentano e gli ucraini contrattaccano: l’Armata è caduta in trappola?
3 giugno - Ucraina, il peso del fattore umano nell’offensiva russa in Donbass
3 giugno - Putin rimuove il generale Dvornikov, secondo gli ucraini: al suo posto il vice ministro della Difesa Zhidko?
2 giugno - Armi, trincee, logistica, intelligence: i primi 100 giorni di guerra in Ucraina
1 giugno - A Severodonetsk la Russia sfonda, ma è una guerra di lunga durata
31 maggio - Così la Russia è riuscita ad avanzare nel Donbass
31 maggio - Assalto russo a Severodonetsk dal cielo e via terra: è guidato da Zhidko, fedelissimo di Putin
30 maggio - Ucraina, come proseguirà l’avanzata russa in Donbass (e quanto reggerà)?
29 maggio - Gli aiuti all’Ucraina alla prova del campo di battaglia: le difficoltà di armi e volontari
28 maggio - Severodonetsk, gli ucraini pensano al ripiegamento: i 3 fattori che avvantaggiano i russi
27 maggio - Ucraina, dai «piccoli» Stinger ai lanciarazzi a lunga gittata: cronologia della svolta americana
26 maggio - Armi, obiettivi e propaganda: la settimana nera dell’esercito ucraino
25 maggio - La Russia sta vincendo nel Donbass?
24 maggio - L’estate di guerra: la manovra aggirante dei russi e la controffensiva in stallo degli ucraini
24 maggio - A Kiev i nuovi missili Harpoon: cosa sono e come saranno usati per rompere il blocco navale di Mosca
23 maggio - Missili, intelligence, incursioni: il ruolo dei sommergibili russi nel Mar Nero
23 maggio - Donbass, l’avanzata russa e la paura di Zelensky: «Perdiamo 100 soldati al giorno»
22 maggio - Donbass, il punto militare: la spinta russa e l’allarme lanciato da Zelensky
22 maggio - Porto di Odessa, il blocco navale russo che affama il mondo. Perché gli alleati ora vogliono forzarlo
21 maggio - Sabotaggi, assalti ai treni e collaborazionisti: la guerra dietro le linee
20 maggio - Russia, nuove epurazioni del Cremlino: sospesi il generale Kisel e il viceammiraglio Osipov
20 maggio - Ucraina, dagli Usa un altro pacchetto di aiuti da 100 milioni: fornito un intero battaglione di artiglieria
19 maggio - Il vantaggio della Russia: l’Armata avanza nel Donbass e cerca di consolidare i territori conquistati
18 maggio - Donbass, i russi accerchiano Lyman e guadagnano territorio: l’avanzata è lenta, ma prosegue
18 maggio - Cosa significa la caduta di Mariupol e la resa degli ultimi combattenti della Azov?
17 maggio - Il reticolo colorato dei voli Nato verso Rzeszow e i missili russi per intercettare i rifornimenti di armi
16 maggio - Il reclutamento mascherato di Putin per colmare i vuoti nei battaglioni in Ucraina
16 maggio - L’informazione social sulla guerra in Ucraina: gli account non ufficiali che tengono il conto di ponti saltati, mezzi distrutti e voli Nato
15 maggio - Perché ora si avvicina una fase decisiva della guerra: i russi sono indietro sui piani, ma avanzano a Est
14 maggio - Ucraina, il fronte dell’intelligence: il mistero Gerasimov, le epurazioni russe e gli errori delle spie Usa
13 maggio - Gli ucraini avanzano verso il confine a Kharkiv, la «testa di ponte» dei russi a Severodonetsk
12 maggio - L’Uber dell’artiglieria e le torrette dei tank: l’altra faccia della guerra in Ucraina
12 maggio - La battaglia di Bilohorivka: gli ucraini fanno saltare il ponte rallentando la manovra russa
11 maggio - Kiev si riprende i confini, i russi minacciano Odessa: battaglia feroce nell’Est
10 maggio - Biden firma una legge per velocizzare gli aiuti militari, ma gli ucraini sono esposti: la guerra sarà lunga
9 maggio - «I loro soldati iniziano a disobbedire»: così la guerra di logoramento pesa sulle truppe
8 maggio - L’isola dei Serpenti al centro della guerra: dai 13 marinai alla Moskva, fino ai raid ucraini con i droni
7 maggio - La campagna flessibile degli ucraini: unità mobili che si disperdono e mandano in tilt l’Armata russa
6 maggio - Zelensky promette la controffensiva, ma Putin ha tempo e artiglieria
5 maggio - La potenza russa contro gli aiuti esterni ucraini: il ruolo dell’artiglieria nella seconda fase della guerra
5 maggio - L’intelligence Usa ha aiutato l’Ucraina a eliminare i generali russi
4 maggio - L’esercitazione bielorussa e la mobilitazione generale della Russia: il 9 maggio Putin dichiarerà guerra all’Ucraina?
3 maggio - Droni, ricognitori, radar: così la Nato ascolta e localizza le unità russe in Ucraina
2 maggio - Valerij Gerasimov e il viaggio in Ucraina: l’attacco «fallito» al generale e i rischi corsi dai russi
2 maggio - Belgorod e la guerra «segreta» degli ucraini in Russia: così la resistenza mette in crisi Mosca
1 maggio - Le voci su Gerasimov «ferito» e le prossime due settimane, decisive, nella guerra
1 maggio - Nawabi, l’uomo che produce i droni-kamikaze: fuggì da Kabul invasa dall’Urss, oggi dona le sue armi agli ucraini
30 aprile - Non solo super armi: le soluzioni «creative» usate dall’Ucraina e dalla Russia sul campo di battaglia
29 aprile - La Russia avanza più lentamente del previsto: ecco le ragioni (e le due opzioni in campo)
29 aprile - Zelensky racconta le prime 24 ore della guerra in Ucraina: i russi arrivarono a un passo dal catturarlo
28 aprile - Kiev è a corto di munizioni, a Ramstein decisa la transizione verso le armi Nato
28 aprile - Quali sono le armi della Russia e perché Putin dice che nell’arsenale di Mosca ci sono mezzi «che i suoi avversari non hanno ancora»
27 aprile - Così la Cia «guida» la resistenza ucraina: dalla difesa aerea alla protezione di Zelensky, il sostegno Usa a Kiev
27 aprile - I nuovi tank e i razzi possono bastare per fermare i russi?
26 aprile - Gli attacchi alle ferrovie in Ucraina e quelli «legittimi» in territorio russo: l’escalation della guerra
25 aprile - Raid, incendi e sabotaggi in territorio russo: il «fronte fantasma», tra realtà e propaganda
25 aprile - I «droni-prototipo» degli Usa e il bando del Pentagono: le armi in arrivo a Kiev
24 aprile - La Russia può davvero vincere? Quanto durerà ancora la guerra?
23 aprile - L’Armata rossa «non avanza», ma ha preso 40 villaggi: Boris Johnson non esclude la vittoria della Russia
23 aprile - Mozart contro Wagner: così la legione straniera di Kiev sfida i miliziani di Putin
22 aprile - Armi all’Ucraina, gli alleati accelerano: Putin può ancora vincere, decisive le prossime 4 settimane
21 aprile - Perché Putin ha annullato l’assalto all’acciaieria Azovstal di Mariupol
20 aprile - Tank, aerei, addestramento: gli aiuti all’Ucraina che possono cambiare gli equilibri
19 aprile - Bombardamenti, meteo, logistica: il ruolo dell’artiglieria nell’offensiva russa
18 aprile - Cosa aspettarci dalle prossime settimane di guerra?
18 aprile - Moskva, cosa ci dicono le prime foto dell’incrociatore russo affondato dai missili ucraini
17 aprile - Perché Mariupol è così importante per i russi e perché la sua caduta può cambiare gli equilibri della guerra
17 aprile - Che fine hanno fatto i marinai del Moskva: il video della Difesa russa è vecchio?
16 aprile - Armi nucleari tattiche e «super bomba» Fab-3000, la Russia le userà davvero?
15 aprile - Cosa sappiamo sul Moskva, l’incrociatore colpito e affondato da missili ucraini
15 aprile - La Russia minaccia le forniture di armi dagli Usa, che arrivano attraverso Polonia e Slovacchia
14 aprile - I tre fattori della fase due conflitto: sorpresa, forza, armi
14 aprile - Colpita la Moskva, la nave ammiraglia della flotta russa nel Mar nero
14 aprile - La battaglia delle spie: dopo le espulsioni, a Mosca restano gli 007 «illegali»
13 aprile - Gli Usa con l’invio di nuove armi all’Ucraina hanno fatto un passo avanti?
12 aprile - I russi hanno davvero usato armi chimiche a Mariupol?
11 aprile - È possibile difendere il Donbass? I vantaggi russi e quelli ucraini
10 aprile - La Transnistria, il convoglio di 12 chilometri verso sud e le prossime mosse della Russia
9 aprile - Addestramento, tattiche, esercito digitale: gli ucraini sono stati sottovalutati (non solo dai russi)
8 aprile - L’ultima trincea di Mariupol: i tunnel sovietici dell’acciaieria Azovstal
7 aprile - Quali sono e come arrivano le armi della Nato in Ucraina?
6 aprile - La resistenza della Prima Brigata di Kiev, l’unità che ha fermato i russi
5 aprile - Il doppio binario della Bielorussia: la retrovia dei russi e la sfida dei sabotaggi
4 aprile - I russi si muovono a sud e verso la Bielorussia, pronte le reclute
3 aprile - Così la Cia aiutò gli ucraini a difendere Kiev, sventando il piano per uccidere Zelensky
2 aprile - Quali sono le armi che Biden «trasferirà» all’Ucraina
2 aprile - Biden e i carri armati all’Ucraina: perché la decisione Usa è una svolta
1 aprile - Gli ucraini possono contrattaccare, ma hanno bisogno di altre armi
31 marzo - Putin cerca la vittoria «sporca» e intanto pensa ad armi e logistica
30 marzo - Il piano dei russi: circondare Mariupol e costringere gli ucraini alla resa
29 marzo - A Kiev i russi «riducono la presenza», ora si gioca la partita delle retrovie
28 marzo - Sistemi non criptati e cellulari rubati, tutti i problemi di comunicazione dei russi
27 marzo - Gli ucraini chiedono tank e aerei e ora la Nato considera una svolta nelle forniture
26 marzo - I russi entrano in una nuova fase, ma in una parola c’è il futuro del conflitto
26 marzo - Ombre, social network, pubblicità geolocalizzate: la guerra e la «pesca delle spie»
25 marzo - I russi dichiarano di aver raggiunto i primi obiettivi, mezza vittoria o mezzo insuccesso?
24 marzo - Adesso i russi al fronte chiedono soldati esperti
23 marzo - L’Armata della Russia è nel pantano: l’Ucraina si prepara a respingerla?
23 marzo - Armi difensive o offensive? La linea sottile delle forniture all’Ucraina
22 marzo - La «rivoluzionaria» guerra d’intelligence: così gli Usa guidano le mosse degli ucraini (con i satelliti)
21 marzo - L’assedio di Mariupol riassume il dilemma di Putin e Zelensky
20 marzo - I missili russi dal fronte del mare, a terra trincee e bombe sulle città
19 marzo - Putin manda messaggi politici con i missili
18 marzo - I russi colpiscono a Leopoli, la battaglia si combatte sui rifornimenti di armi
17 marzo - L’avanzata russa è in stallo, il peso di armi e training americani
16 marzo - Russi a corto di uomini e tattiche, Putin sta cercando una via d’uscita?
15 marzo - Quando finirà la guerra in Ucraina? Due scenari opposti
14 marzo - I russi minacciano i convogli di armi occidentali, ma non sono in grado di colpirli
13 marzo - Gli errori dei russi e gli obiettivi degli attacchi, anche a ovest
12 marzo - I russi puntano gli aeroporti militari e minacciano i convogli di armi occidentali
11 marzo - I russi si riorganizzano (ma un terzo generale è stato ucciso)
10 marzo - Russia e Stati Uniti si sfidano sulle armi biologiche
9 marzo - Perché Mosca non è riuscita a imporre la superiorità aerea?
8 marzo - L’avanzata russa e il generale Gerasimov ucciso: l’aggiornamento militare
7 marzo - Il bilancio (incerto) di vittime e mezzi distrutti
6 marzo - La mappa dell’invasione russa: esercito in pausa, bombe sui civili
2 marzo - Mosca bombarda gli edifici nelle città: l’aggiornamento militare
1 marzo - La mappa dell’avanzata russa in Ucraina: colpite le città, vittime civili
28 febbraio - Le bombe su Kharkiv sono un cambio di strategia, in Ucraina?
27 febbraio - Kiev, Kharkiv e Chernhiv resistono all’offensiva
26 febbraio - Perché l’avanzata della Russia ha rallentato, in Ucraina?
25 febbraio - La mappa dell’invasione russa e le truppe alle porte di Kiev
24 febbraio - Invasione dell’Ucraina, la mappa dell’attacco: così le truppe russe hanno invaso via terra, mare e cielo
Guerra Ucraina - Russia, le news dell’1 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Droni ucraini su Mosca, vasto incendio. Podolyak: «Gli attacchi in Russia aumenteranno». Redazione Online su Il Corriere della Sera venerdì 1 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di venerdì 1 settembre, in diretta. Dagli Usa 10 carri armati Abrams in arrivo a Kiev a metà settembre
• Dall’Ucraina droni contro sei regioni russe. Intelligence britannica: «Mosca fa fatica a fronteggiare questo tipo di attacchi»
• La risposta di Putin. Raffica di missili su Kiev
• Incontro tra Borrell e Kuleba sulla prospettiva di negoziati di pace all’Onu
• Così è cambiata la strategia di Zelensky
Ore 02:28 - Zelensky: «Colpito bersaglio a 700 km con armi ucraine»
L’esercito ucraino è riuscito a colpire un bersaglio a una distanza di 700 km con armi a lungo raggio di produzione nazionale: lo ha reso noto su Telegram il presidente Volodymyr Zelensky. La dichiarazione segue l’attacco, avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì, contro l’aeroporto militare russo di Pskov, a una trentina di km dal confine con l’Estonia e circa 700 km dal confine con l’Ucraina. «Uso riuscito delle nostre armi a lungo raggio: il bersaglio è stato colpito a 700 chilometri di distanza!», ha scritto Zelensky citando una dichiarazione del ministero delle Industrie strategiche sulla produzione nazionale di armi. Né Zelensky né il ministero hanno precisato quale sia stato l’obiettivo colpito. Nell’attacco all’aeroporto di Pskov sono stati distrutti almeno 4 aerei da trasporto strategico russi Ilyushin Il-76.
Ore 02:30 - Dagli Usa 10 carri armati Abrams in arrivo a Kiev a metà settembre
Dieci carri armati americani Abrams dei 31 promessi arriveranno in Ucraina a metà settembre. Lo riporta Politico citando alcune fonti informate. «I funzionari occidentali — viene spiegato — sperano che l’arrivo dei carri armati dia alle forze di Kiev il vantaggio di cui hanno bisogno per sfondare le difese russe nel corso della sua estenuante controffensiva».
Ore 02:34 - Attacco aereo con i droni nella regione russa di Pskov
Un nuovo attacco aereo è stato rilevato in serata nella regione russa di Pskov, a poca distanza dal confine con la Lettonia. Stando a quando riportano fonti locali attraverso i social, l’attacco sarebbe avvenuto attraverso droni contro i quali si è attivata la contraerea russa. Il governatore dell’oblast, Mikhail Vedernikov, ha affermato che è stata segnalata la presenza di un «singolo oggetto non identificato» che sorvolava il distretto di Kresti. Sui social sono stati pubblicati numerosi video che mostrano la contraerea russa in azione per «neutralizzare» quello che probabilmente è un drone. Nei giorni scorsi un attacco aereo sull’aeroporto militare di Pskov ha provocato numerosi danni alla pista e ad alcuni velivoli.
Ore 06:22 - Due droni contro la regione russa di Kurchatov-Kursk
Due droni ucraini hanno attaccato la città russa di Kurchatov, nella regione di Kursk, nelle prime ore di questa mattina. Lo ha detto il governatore Roman Starovoit. I droni hanno danneggiato un edificio amministrativo e uno residenziale e i servizi di emergenza stanno valutando i danni.
Ore 06:31 - Abbattuto drone ucraino vicino a Mosca
La difesa aerea russa ha abbattuto un drone che si stava avvicinando a Mosca. Lo riporta il sindaco della capitale russa Sergei Sobyanin su Telegram. Il drone è stato neutralizzato vicino a Lyubertsy, a sudest di Mosca. .
Ore 06:37 - Le forze armate di Kiev avanzano nell’area di Zaporizhzhia
Le forze armate ucraine sono penetrate nella «prima linea» delle roccaforti russe nella regione di Zaporizhzhia, segno che Kiev si sta avvicinando alla vasta rete di trincee fortificate di Mosca lungo il fronte meridionale. L’esercito ucraino — si legge sul sito della Cnn — ha assicurato che le sue unità sono avanzate verso due villaggi a sud e a est di Robotyne, un villaggio di Zaporizhzhia che Kiev si è assicurato la settimana scorsa nel corso di un’estenuante controffensiva che sta producendo guadagni incrementali. «Nella direzione Novodanylivka-Novoprokopivka, hanno avuto successo, stanno consolidando le loro posizioni, sparando con l’artiglieria sugli obiettivi nemici identificati e conducendo operazioni di controbatteria», ha detto lo stato maggiore dell’esercito. Le testimonianze esaminate dalla Cnn fanno luce sulle numerose sfide per le truppe ucraine che cercano di sfondare un fitto sistema di campi minati russi, ostacoli anticarro e tunnel diffusi in alcune parti dell’Ucraina meridionale e orientale.
Ore 07:28 - Russia: «Droni ucraini su Kurchatov» sede della centrale nucleare
Due droni ucraini hanno attaccato la città di Kurchatov, dove ha sede una centrale nucleare, nella regione russa di Kursk, danneggiando un edificio amministrativo e un edificio residenziale. Lo ha riferito il governatore della regione, Roman Starovoit. «Al mattino Kurchatov è stata attaccata da due droni ucraini. L’edificio amministrativo e un edificio residenziale sono stati danneggiati. Gli specialisti sono andati sul posto, valutano l’entità del danno. I dettagli sono in fase di definizione», ha scritto sul suo canale Telegram. Kurchatov si trova a circa 70 chilometri dal confine con l’Ucraina.
Ore 07:52 - Mosca e Minsk invitate alla cena di gala del Nobel, è polemica
Russia e Bielorussia sono state invitate di nuovo alla cena del Premio Nobel a Stoccolma dopo essere state escluse l’anno scorso a causa della guerra in Ucraina, afferma la Fondazione Nobel. Anche l’Iran è stato invitato di nuovo all’evento nella capitale svedese, dopo che non gli era stato permesso di partecipare l’anno scorso. La Fondazione, come riferisce la Bbc, ha affermato di voler includere anche coloro che non condividono i valori del Premio Nobel e subito è scattata la polemica. Un deputato svedese ha definito gli inviti di quest’anno «estremamente inappropriati». Anche il leader del partito anti-immigrazione Democratici svedesi, Jimmie Akesson, è stato invitato per la prima volta quest’anno ma ha detto di essere troppo occupato per partecipare. Cinque delle sei cerimonie del Premio Nobel si svolgono ogni anno a Stoccolma, mentre il Premio Nobel per la pace viene assegnato a Oslo. L’anno scorso, la Fondazione Nobel aveva affermato che gli ambasciatori di Russia e Bielorussia non sarebbero stati invitati «a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca».
Ore 08:18 - Primi 10 tank Abrams a Kiev entro metà settembre
L’Ucraina dovrebbe ricevere a metà settembre i primi 10 dei 31 carri armati Abrams che le sono stati promessi. Lo ha riferito Politico, citando un funzionario del dipartimento della Difesa americana e un’altra fonte a conoscenza dei fatti. I carri armati da 70 tonnellate sono attualmente in Germania in fase di ricondizionamento, ha dichiarato il funzionario, precisando che una volta completate le operazioni verranno spediti in Ucraina. Secondo il sito, gli Abrams, nelle idee degli alleati di Kiev, dovrebbero servire a dare alle forze ucraine il vantaggio di cui hanno bisogno per superare le forti difese russe nella loro controffensiva. Intanto circa 200 soldati ucraini hanno completato il programma di addestramento sui carri armati americani nel centro di addestramento di Hohenfels, in Germania.
Ore 08:33 - Kiev: distrutto un missile russo, un altro colpisce Vinnytsia. Ci sono feriti
L’Aeronautica militare ucraina ha distrutto nella notte un missile da crociera russo Kalibr, mentre un altro ha colpito un’impresa privata a Vinnytsia, nell’omonima regione, nell’Ucraina centro-occidentale: lo ha reso noto l’Aeronautica militare, come riporta Ukrainska Pravda, precisando che ci sono feriti. «La notte dell’1 settembre 2023, il nemico ha usato i missili da crociera Kalibr. Due missili sono stati lanciati dal Mar Nero (regione di Feodosia). Un missile è stato distrutto, l’altro ha colpito una delle imprese private nella regione di Vinnytsia», si legge in un comunicato.
Ore 08:45 - Russia, una barriera di navi sommerse per scoraggiare gli attacchi al ponte di Crimea
La Russia ha creato una barriera sottomarina di navi sommerse per scoraggiare gli attacchi al ponte di Crimea, da cui il Paese dipende logisticamente. Lo ha sostenuto il ministero della Difesa britannico, nel suo ultimo aggiornamento di intelligence. «Lo stretto di Kerch è un collo di bottiglia per il supporto logistico militare alle forze russe nelle aree occupate degli oblast di Kherson e Zaporizhzhia. La Russia dipende fortemente dal ponte di Crimea e dai traghetti per attraversare lo stretto - ha scritto Londra -. La Russia sta impiegando una serie di difese passive, come generatori di fumo e barriere sottomarine, oltre a misure di difesa attiva come i sistemi di difesa aerea, per rafforzare la sopravvivenza degli attraversamenti in acqua e minimizzare i danni di futuri attacchi».
«L’importanza del ponte sia per la logistica che per il simbolismo dell’occupazione russa richiede queste misure di protezione estese - ha aggiunto -. A partire dal 29 agosto, le immagini confermano che la Russia ha creato una barriera sottomarina di navi sommerse e bracci di contenimento per scoraggiare gli attacchi dei veicoli di superficie senza equipaggio (Usv) contro il ponte di Crimea».
Ore 08:48 - Droni di Kiev attaccano Mosca, vasto incendio in un quartiere della capitale russa
Un attacco di droni ucraini avrebbe provocato un vasto incendio a Mosca. Lo riferisce Rbc-Ucraina citando canali Telegram locali. In particolare, le fiamme si sarebbero sprigionate in un quartiere della zona sud-occidentale della capitale russa, ma non ci sono informazioni più precise. Per il momento non ci sono conferme ufficiali dalle autorità russe. Attacchi ucraini con i droni sono stati registrati anche nelle zone Kursk e Belgorod, dove al momento non si registrano danni.
Ore 09:02 - Due morti e sette feriti ucraini a causa degli ultimi attacchi russi
Le forze russe hanno lanciato attacchi contro sette regioni nell’ultimo giorno, uccidendo due persone e ferendone sette. Nel Donetsk, attacchi russi hanno ucciso una persona a Myrne, vicino a Sloviansk, e ne hanno feriti un’altra, ha riferito il governatore Pavlo Kyrylenko. Nella regione di di Kharkiv , il governatore Oleh Syniehubov ha affermato che le forze di Mosca continuano a concentrare i loro attacchi sulle aree al confine con la Russia e il territorio occupato. Le forze russe hanno usato missili antiaerei per colpire il centro di Kupiansk, ferendo un uomo di 61 anni. Anche un uomo è rimasto ferito nel bombardamento del villaggio di Kopanka. Il governatore Oleksandr Prokudin ha riferito di 61 attacchi lo scorso giorno nell’oblast di Kherson , uccidendo una persona e ferendone un’altra. La città di Kherson è stata bombardata 14 volte. L’amministrazione militare di Kherson ha affermato che ieri un trattore è stato fatto saltare in aria da una mina a Nova Kamianka ferendo il conducente di 62 anni. Secondo l’amministrazione militare, l’87% dei campi dell’oblast di Kherson sono ancora ricoperti di esplosivi russi. Nell’oblast di Zaporizhzhia, attacchi russi hanno ferito una donna di 52 anni e un uomo di 67 anni a Huliaipole, mentre un uomo di 59 anni è stato colpito dall’artiglieria a Orikhiv, ha detto il governatore Yurii Malashko, aggiungendo che negli ultimi giorni gli attacchi russi hanno colpito 21 insediamenti in tutta la regione.
Ore 09:11 - Zelensky in videocollegamento con il forum di Cernobbio: «Sostegno dell’Italia fondamentale»
«Non abbiamo mai avuto dubbio sul fondamentale sostegno dell’Italia all’Ucraina»: lo ha detto, ringraziando, il presidente Volodymyr Zelensky parlando in video collegamento con il forum Ambrosetti a Cernobbio.
«L’Ucraina sta ripristinando il traffico navale sul Mar Nero. C’è stato un coinvolgimento dei vari Paesi dopo il blocco legato all’aggressione russa. Questo è un esempio delle cose che abbiamo fatto, tante volte sono piccoli passi».
«La Russia bombarda le nostre case e crea caos in Africa, ma questo non dimostra forza, nasconde solo la debolezza. Il nemico crea caos per prendersi ciò che non gli appartiene».
Ore 09:38 - Kiev: «L'attacco all'aereoporto di Pskov è stato lanciato dal territorio russo»
L'attacco all'aereoporto di Pskov di questa settimana, a pochi chilometri dal confine con l'Estonia, sarebbe stato lanciato dal territorio russo, secondo quanto riferisce il capo della Direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino, Kyrylo Budanov, come riportato da Rbc-Ucraina. «Lavoriamo dal territorio della Russia»: ha affermato Budanov riferendosi all'attacco all'aeroporto di Pskov avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì. Budanov non ha specificato se l'attacco sia stato condotto dall'intelligence della Difesa o da partigiani russi filo-ucraini.
Ore 09:44 - Zelensky a Cernobbio: «Senza il Donbass e senza la Crimea non può esserci pace»
(Di Federico Fubini, inviato a Cernobbio). Nel suo intervento questa mattina al Forum Teha di Cernobbio, prima noto come Forum Ambrosetti, il presidente ucaino Volodymyr Zelensky ha corretto completamente l'uscita di pochi giorni fa sulla "soluzione politica" in Crimea. «Senza il Donbass e senza la Crimea non può esserci pace. L'esercito russo può ritirarsi per una decisione politica o dopo una guerra, ma la Crimea deve tornare all'Ucraina - ha detto Zelensky in videoconferenza da Kiev a Villa d'Este -. La Russia non ha saputo fare niente per sviluppare la Crimea, far crescere il turismo o creare posti di lavoro. Ha saputo solo militarizzarla».
Quanto alla morte di Evgeny Prigozhin, Zelensky è stato altrettanto fermo contro Vladimir Putin. «Se è vero che ha ucciso Prigozhin, è un segno di debolezza. Mostra che Putin non si fida neanche delle leggi e del sistema giudiziario del suo Paese. Sembrava aver fatto un accordo con Prigozhin, ma non ha fatto altro che confermare che della parola di Putin non ci si può fidare».
Ore 09:51 - Zelensky: «Impossibile negoziare con Putin»
«È praticamente impossibile andare a negoziare con Putin date le premesse, perché non riesce a mantenere le sue stesse parole e promesse». Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervenendo al forum di Cernobbio. Il presidente russo Vladimir Putin «attraverso le sue parole mostra la sua debolezza», ha aggiunto Zelensky.
Ore 09:53 - Il maggiore Shepelenko: «Putin non ha perso consensi, trattare con lui non serve. Dopo di noi, vorrà Baltici e Polonia»
(Lorenzo Cremonesi) «Sai perché non possiamo accettare un compromesso territoriale con Putin? Per il semplice fatto che in maggioranza i russi pensano come lui, credono che l’Ucraina sia loro e considerano questa guerra come una difesa dall’aggressione della Nato. Sono tutti vittime della loro stessa propaganda. Ecco il motivo per cui dobbiamo essere forti e batterli: devono capire che con le armi non possono vincere, solo allora potremo parlare di pace».
Il maggiore Vadym Shepelenko non ha nulla del fanatico nazionalista. Docente 45enne di biochimica all’università di Dnipro, se fosse possibile tornerebbe anima e corpo ai laboratori e ai suoi studenti. Nel 2014 scelse di partire volontario per difendere il Donbass dalle mire di Mosca: «non me la sentivo di delegare ad altri il futuro del nostro Paese». Oggi è vicecomandante della 128esima Brigata di fanteria concentrata a Vilika-Novasilka, di fronte a Donetsk sulla direttiva per Mariupol, uno dei settori chiave per le speranze ucraine di liberazione dei territori occupati, posto a cerniera tra la regione meridionale di Zaporizhizhia e quella orientale del Donbass. Lo incontriamo alla fine di una lunga convalescenza in ospedale.
Ore 10:08 - Kiev: «Sventati diversi piani di Mosca per uccidere Zelensky»
Mosca avrebbe messo a punto «diversi» piani per assassinare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo fa sapere il capo della Direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino, Kyrylo Budanov, come riporta Rbc-Ucraina. «Diverse volte hanno preparato seriamente alcune operazioni. Molto seriamente - ha affermato Budanov -. Hanno pianificato attentamente l'omicidio e svolto attività preparatorie. Alla fine, si può vedere che i servizi ucraini stanno lavorando abbastanza efficacemente, perché questo non è successo».
Ore 10:51 - Raid di droni, precisione e comunicazione: così Kiev dimostra di poter violare le difese russe
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio). Un attacco preciso, poi la prova: Kiev usa azioni ad effetto e comunicazione per dimostrare di avere risorse in grado di violare le difese avversarie. Il sito War Zone ha pubblicato foto satellitari del raid di droni avvenuto la notte del 29 agosto sulla base di Pskov, nel nord della Russia, a 700 chilometri di distanza dal confine ucraino. Due grandi aerei da trasporto Il 76 distrutti e due danneggiati. Le immagini mostrano il momento dell’impatto sulla parte superiore del cargo, un punto critico del jet, dove ci sono i serbatoi. Dettaglio sottolineato dal capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov che dal silenzio dei mesi scorsi è passato a racconti pieni di particolari.
Ore 11:42 - Allarme bomba nelle scuole superiori di Kiev
La polizia ucraina ha ricevuto un'allarme bomba per tutte le scuole superiori di Kiev, nel primo giorno dell'anno scolastico 2023/2024. Lo ha riferito l'amministrazione militare della capitale ucraina, come riportato da Unian. «La polizia metropolitana ha ricevuto informazioni sul fatto che tutte le scuole secondarie a Kiev sono state minate. Gli agenti di polizia sono a lavoro, se necessario saranno coinvolte unità del servizio statale di emergenza», si legge nel messaggio.
Ore 11:53 - Russia, «preparava attentati per Kiev»: 15 anni di reclusione
Una Corte russa ha condannato a 15 anni di carcere un ex militare che, secondo l'accusa, era stato reclutato da Kiev per compiere attentati terroristici in un centro commerciale o nella stazione della città russa di Kursk. Secondo una fonte citata dalla Tass, l'uomo, Ramzan Murtuzov, era stato fatto prigioniero dalle forze ucraine a Kharkiv e avrebbe, durante la prigionia, accettato di collaborare con i servizi segreti militari di Kiev (Sbu) per compiere attentati in Russia. Avrebbe portato con sé al rientro nel Paese «due chilogrammi di esplosivo di produzione britannica e detonatori prodotto nella Repubblica Ceca», ma sarebbe stato colto in flagrante e avrebbe ammesso le sue responsabilità.
Ore 12:06 - Il Cremlino conferma: «Incontro Putin-Erdogan lunedì a Sochi»
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha confermato oggi che il presidente russo Vladimir Putin e quello turco Recep Tayyip Erdogan si incontreranno lunedì 4 settembre a Sochi, in Russia. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti.
Ore 12:37 - Mosca: «Missili balistici Sarmat in assetto da combattimento»
Mosca ha annunciato di aver reso operativo il nuovo missile balistico Sarmat, capace di colpire qualunque obiettivo in tutto il mondo. Lo annuncia il capo dell'agenzia spaziale Roscomos, Yuri Borisov, citato dalle agenzie russe: «Il complesso strategico Sarmat è diventato operativo per il combattimento». Il missile ha un raggio d’azione di 18 mila chilometri ed è in grado di trasportare dieci o più testate nucleari.
Ore 12:10 - Tajani: «Vogliamo una pace giusta. La Cina spinga Putin verso un accordo»
Continueremo a battersi «per l'indipendenza e la liberta' dell'Ucraina, vogliamo la pace ma che sia una pace giusta». Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in conferenza stampa nella sede di Forza Italia. «Domani partirò per la Cina per una missione che avrà come obiettivo quello di rafforzare tutti gli aspetti economici e commerciali ma insisterò affinché la Cina, che è una grande protagonista della politica mondiale, intervenga sulla Russia e spinga o consigli Putin e il Cremlino affinché si possa raggiungere un accordo di pace», ha concluso Tajani.
Ore 12:12 - Ucraina, due navi attraversano il corridoio temporaneo nel Mar Nero
Altre due navi cargo hanno lasciato il porto di Pivdennyi e stanno navigando attraverso il corridoio temporaneo istituito da Kiev lungo la costa occidentale del Mar Nero, vicino alla Romania e alla Bulgaria. «Due navi stanno navigando attraverso un corridoio temporaneo dai porti ucraini del Mar Nero al Bosforo», ha detto sui social media il ministro delle Infrastrutture Oleksandr Kubrakov. Le due navi sarebbero la Anna-Theresa, battente bandiera della Liberia, e la Ocean Courtesy, battente bandiera delle Isole Marshall. Lo ha reso noto un deputato locale, Oleksiy Honcharenko. Secondo il sito Marine Traffic, la Anna-Theresa è diretta a Varna, in Bulgaria, mentre la destinazione della seconda nave è sconosciuta. Il mese scorso era salpata, dal porto di Odessa, la prima nave cargo civile utilizzando il nuovo "corridoio umanitario" dell'Ucraina dopo il mancato rinnovo dell'accordo sul grano da parte di Mosca.
Ore 13:35 - Cremlino: «I siti Bae Systems in Ucraina sono obiettivi militari»
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha fatto sapere che se la multinazionale britannica Bae Systems dovesse aprire siti di produzione di armamenti in Ucraina, come annunciato ieri, questi diventeranno target militari che le forze russe potranno colpire. «Ovviamente ogni sito per la produzione di armamenti, specialmente se sono usati contro di noi, diventeranno oggetto di speciale attenzione delle nostre forze», ha affermato Peskov, citato dall'agenzia Tass.
Ore 13:52 - Bombe di Mosca su Kherson: morto un civile
Un civile è morto oggi in un bombardamento russo sulla città di Kherson, nella parte meridionale dell'Ucraina. Lo riporta Rbc-Ucraina. L'attacco è avvenuto attorno alle 12:50 locali ed è stata colpita una zona residenziale della città. La vittima è un uomo di 34 anni.
Ore 14:09 - Lavrov sui Brics: «Positivo l’ingresso degli Emirati anche per le relazioni con Mosca»
«Invitare gli Emirati Arabi Uniti ad aderire ai Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) avrà un impatto positivo sulle relazioni di quel paese con la Russia e gli altri membri dell’organizzazione». Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov.
«Ciò avrà un’influenza molto positiva, sia nei nostri legami bilaterali che nelle relazioni tra gli Emirati Arabi Uniti e gli altri membri della famiglia Brics». Il ministro degli Esteri russo lo ha detto in un incontro con gli studenti e i docenti dell’Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca (Università Mgimo).
Lavrov ha osservato che nel 2022 gli Emirati Arabi Uniti sono diventati il principale partner commerciale della Russia nel mondo arabo. «La ragione di questa cooperazione di successo - ha spiegato - è che sia gli Emirati Arabi Uniti che la Federazione Russa si basano sui loro interessi nazionali e non tollerano alcuna pressione che li porti a sacrificare i loro interessi nazionali e gli interessi di sviluppo delle loro economie e dei loro popoli».
Ore 14:28 - Difesa russa: «bloccati tentativi sbarco in Crimea»
«Il 29 e il 30 agosto, l’aviazione navale della flotta russa del Mar Nero ha bloccato i tentativi delle forze speciali ucraine di sbarcare sulla costa della Crimea». Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa russo, che ha anche annunciato di aver stabilito un controllo permanente della situazione, da attuare con tutti i tipi di intelligence.
Ore 14:43 - Xi dà forfait al G20 di Nuova Delhi: a che punto sono i rapporti tra Usa e Cina?
(Di Giuseppe Sarcina) Al summit, che inizia il 9 settembre, la Cina non ci sarà. Una rinuncia che sembra interrompere il corso promettente delle relazioni tra Pechino e Washington avviato a Bali poco meno di un anno fa (rispetto all’asse con Mosca).
Xi Jinping non parteciperà al G20 di Nuova Delhi. Una rinuncia che sembra interrompere il corso promettente delle relazioni Usa-Cina faticosamente avviato nell’analogo summit di Bali, in Indonesia. Era il 14 novembre 2022, Joe Biden e il leader cinese si confrontarono a lungo, fiancheggiati da folte delegazioni.
Ore 14:50 - Mosca: «Respinti tutti attacchi in regione Zaporizhzhia»
Il ministero della Difesa russo ha affermato che tutti gli attacchi ucraini nella regione di Zaporizhzhia sono stati respinti nell’ultima settimana. Il Cremlino avrebbe anche dichiarato che 960 soldati di Kiev sono stati uccisi durante gli scontri.
Ore 15:01 - Mosca, arrestato il blogger ultranazionalista Andrey Kurshin, Criticava la guerra
L’ultranazionalista Andrey Kurshin, amministratore del canale di Telegram Mosca Calling (87.000 abbonati), è stato arrestato a Mosca. Sarebbe finito in manette per aver diffuso «false informazioni» sulle forze armate.
Secondo Verstka, organo di stampa russo indipendente, criticava regolarmente le azioni dell’esercito russo e delle forze armate ucraine e diffondeva informazioni sui successi e sui fallimenti dei due eserciti.
L’Istituto per lo studio della guerra (Isw) sottolinea che Mosca Calling critica regolarmente il presidente Vladimir Putin e il ministero della Difesa russo, attaccando molti aspetti della condotta della guerra in Ucraina e sostenendo gli obiettivi ultranazionalisti che sono alla base della guerra stessa.
Ore 15:12 - Mosca: «Conquistate alture chiave vicino Kupyansk»
Le forze russe avrebbero conquistato territori nella regione di Kupyansk, nel nord-est dell'Ucraina, impadronendosi di alcune «alture chiave» e di «roccaforti nemiche». Lo ha detto il ministero degli Esteri di Mosca citato dall'agenzia Tass.
Ore 15:18 - Mosca: «Distrutti 281 droni ucraini nella scorsa settimana»
Il ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver distrutto 281 droni ucraini nel corso dell'ultima settimana (29 sopra le regioni occidentali della Russia), come riporta Reuters. Gli attacchi di droni sul territorio russo sono diventati sempre più frequenti nelle scorse settimane. Questa mattina due droni ucraini hanno attaccato la città di Kurchatov, dove ha sede una centrale nucleare, nella regione russa di Kursk, danneggiando un edificio amministrativo e un edificio residenziale.
Ore 15:47 - Putin agli studenti: «La Russia è invincibile»
«La Russia è invincibile». Lo ha detto il presidente Vladimir Putin rivolgendosi a un gruppo di studenti per il primo giorno dell'anno scolastico. «Ho capito perché noi vincemmo la Grande guerra patriottica (Seconda guerra mondiale, ndr), perché è impossibile sconfiggere questo tipo di nazione con questo tipo di carattere. Eravamo assolutamente invincibili e tali siamo adesso», ha affermato Putin.
Ore 15:58 - Filorussi: «Bambina di 6 anni uccisa in un bombardamento a Donetsk»
Una bambina di sei anni è stata uccisa e altri dieci civili sono stati feriti in un bombardamento ucraino avvenuto oggi su un centro commerciale di Donetsk, nel Donbass. Lo riferiscono le autorità filorusse locali.
Ore 16:03 - Zelensky agli studenti: «Riporteremo la sicurezza nel Paese»
«Nonostante la guerra, oggi gli scolari ucraini hanno iniziato il nuovo anno scolastico. Ho parlato con i nostri insegnanti e bambini provenienti da tutta l'Ucraina, comprese le regioni in prima linea, online e all'estero. Ho augurato a tutti loro un anno ricco di successi. Faremo ogni sforzo per ripristinare la sicurezza in tutto il Paese. Anche i sogni più grandi possono diventare realtà per chi è sinceramente determinato a realizzarli ed è assistito dagli altri». Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Da quando Vladimir Putin ha invaso l'Ucraina, nel febbraio 2022, gli attacchi aerei russi hanno distrutto 1.300 scuole, secondo i dati del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia. Il ministro dell'Istruzione Oksen Lisovyi ha riferito questa settimana che l'84% delle scuole è ora dotato di rifugi operativi.
Ore 16:19 - Casa Bianca: «Nelle ultime 72 ore notevoli successi di Kiev»
«Nelle ultime 72 ore abbiamo visto alcuni notevoli progressi da parte dell'esercito ucraino nella sua controffensiva, in particolare a sud nella zona di Zaporizhzhia». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, in un incontro virtuale con un gruppo ristretto di giornalisti. Kirby ha anche aggiunto di non avere conferma delle notizie secondo cui i missili balistici intercontinentali Sarmat a capacità nucleare della Russia sarebbero stati messi in assetto di combattimento.
Ore 16:30 - Kuleba: «La controffensiva avanza, non stiamo fallendo»
Kiev «non sta fallendo» ma «andando avanti» nella sua controffensiva. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un'intervista alla Cnn. «Se l'Ucraina stesse fallendo, probabilmente sarei il primo a dire la verità. Ma non stiamo fallendo: stiamo andando avanti», ha detto Kuleba, sottolineando che «i nostri partner che ci aiutano, compresi gli Stati Uniti, capiscono che le cose si stanno muovendo nella giusta direzione. E capiscono che non c'è alcun tipo di rallentamento», ha continuato Kuleba. «Succede semplicemente perché è dura. È una lotta dura».
Ore 16:34 - Putin: «Incontrerò presto Xi Jinping»
Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che incontrerà «presto» il suo omologo cinese, Xi Jinping. Lo riferiscono le agenzie russe. Dopo la visita del presidente cinese al Cremlino nel marzo scorso, secondo Bloomberg i due si incontreranno in Cina probabilmente ad ottobre, in occasione del Belt and Road Forum. Se confermato, sarà il primo viaggio all'estero di Vladimir Putin dopo il mandato d'arresto della Corte penale internazionale.
Ore 16:40 - Podolyak: «Gli attacchi di droni sulla Russia aumenteranno»
Gli attacchi di droni sul suolo russo, aumentati di frequenza nelle ultime settimane, cresceranno ulteriormente. Lo afferma il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, citato da Sky News. «Per quanto riguarda la Russia, c'è un numero crescente di attacchi da parte di droni non identificati lanciati dal territorio della Federazione Russa, e il numero di questi attacchi aumenterà», ha detto il consigliere presidenziale. «Perché questa è la fase della guerra in cui le ostilità si stanno gradualmente spostando sul territorio della Federazione Russa», ha aggiunto. Podolyak ha escluso per ora qualsiasi negoziato, che equivarrebbe ad una «capitolazione» dell'Ucraina.
Ore 17:28 - Kiev: «I russi hanno restituito 11 bambini detenuto nel Kherson»
Undici bambini tra i 2 e i 16 anni, «detenuti illegalmente dai russi» nei territori occupati della regione di Kherson, sono tornati nelle zone controllate da Kiev. Lo ha annunciato l'amministrazione militare regionale di Kherson, citata da Ukrainska Pravda. «Le lezioni scolastiche sono iniziate oggi. E altri 11 bambini potranno studiare negli istituti scolastici dell'Ucraina. Sono riusciti a tornare a casa dopo essere stati deportati illegalmente dagli occupanti», hanno affermato le autorità ucraine. «Si tratta di bambini detenuti illegalmente nei territori temporaneamente occupati della regione di Kherson. Tra loro ci sono sei bambini privati delle cure genitoriali. E cinque hanno famiglia», ha aggiunto l'amministrazione regionale sottolineando che «il bambino più piccolo ha 2 anni, il più grande ha 16 anni».
Ore 17:43 - Casa Bianca: «Grandi progressi militari da parte di Kiev»
Gli Stati Uniti hanno assistito a notevoli progressi da parte delle forze armate ucraine nel Sud del Paese. Lo ha detto oggi il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby. Riferendosi alle recenti critiche anonime della stampa americana alla controffensiva ucraina, il portavoce ha detto: «Criticare un Paese partner e un amico che sta cercando di fare progressi in condizioni sanguinose, terribili, violente, non è proprio utile», ha detto.
Ore 17:51 - Incontro Fidan-Shoigu a Mosca per rilanciare l’accordo sul grano
Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha incontrato a Mosca con il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu. Il rilancio dell’accordo per le esportazioni di grano nel Mar Nero è stato tra i temi al centro del colloquio. Lo ha fatto sapere la tv di Stato turca Trt.
Ore 20:02 - Zelensky atteso sul summit Onu a New York il 20 settembre
Il presidente ucraino Volodmyr Zelensky è atteso ai lavori dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in programma a partire dal 18 settembre a New York. Ad annunciarlo ai giornalisti è stato Ferit Hoxha, ambasciatore all’Onu dell’Albania, paese che detiene la presidenza di turno mensile del Consiglio di Sicurezza. Zelensky parteciperà anche alla riunione dell’esecutivo Onu sull’Ucraina, in programma per il 20 settembre, ha aggiunto.
Ore 20:47 - Mosca inserisce il Nobel Muratov nella lista degli «agenti stranieri»
La Russia ha aggiunto il giornalista e co-vincitore del premio Nobel per la pace nel 2021, Dmitry Muratov, nella sua lista di «agenti stranieri», un'etichetta che le autorità usano comunemente per soffocare i critici. Il ministero della Giustizia russo ha affermato che Muratov «ha utilizzato piattaforme straniere per diffondere opinioni volte a formare un atteggiamento negativo nei confronti della politica estera e interna della Federazione Russa».
Ore 21:00 - Sumy sotto attacco: 4 feriti e danni ad abitazioni e scuole
È di almeno quattro feriti il bilancio dell'attacco di artiglieria compiuto dalle forze russe contro Sumy. Nel riportarlo su Telegram, l'Autorità militare regionale locale denuncia danni a 16 edifici, 12 case, tre scuole, diversi negozi e veicoli. «Il nemico ha compiuto un altro crimine crudele e cinico contro la popolazione civile a Sumy», si legge nel messaggio.
Ore 21:25 - «Colpiti depositi militari russi a Dolomitne»
Le forze armate ucraine hanno colpito i depositi logistici e di munizioni delle truppe russe a Dolomytne, nella regione del Donetsk. Lo rende noto il dipartimento per le comunicazioni strategiche dell'ufficio del comandante in capo ucraino, riferisce Ukrinform. «Le forze armate ucraine hanno lanciato con successo un attacco ai depositi logistici e di munizioni gestiti dagli occupanti a Dolomitne, nella regione di Donetsk», si legge in un comunicato a corredo del video corrispondente.
Ore 21:26 - Mosca: abbattuto drone di Kiev sulla regione di Belgorod
La difesa aerea della Federazione Russa ha abbattuto un drone ucraino sulla regione di Belgorod. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca sul suo canale Telegram. «Verso le 21.15 ora di Mosca, i sistemi di difesa aerea russi hanno sventato un tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico con un velivolo aereo senza pilota sul territorio della Federazione Russa. Il drone è stato distrutto il volo sul territorio della regione di Belgorod», ha affermato il ministero.
Ore 21:55 - Crosetto: «Mi rifiuto di abituarmi all'idea di una guerra lunga»
Quanto al conflitto in Ucraina «mi rifiuto di abituarmi all'idea di una guerra lunghissima, non posso e non voglio ragionare come se questa guerra durasse ancora anni perché voglio parallelamente ragionare sulla possibilità di aprire un tavolo di pace». Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, parlando dal palco di Digithon a Bisceglie. «La maggior parte della gente - dice ancora - è stufa della guerra e critica dicendo che va avanti come se qualcuno volesse mandarla avanti. Ma chi vuole farlo è chi attacca», ovvero la Russia che «dall'inizio della guerra non ha smesso di far cadere missili sull'Ucraina nemmeno per un giorno».
Ore 22:27 - Visita a sorpresa di Putin a Turginovo, il paese dei genitori
Il presidente russo Vladimir Putin ha visitato in serata Turginovo, il villaggio nella regione centrale di Tver, da cui proviene la sua famiglia. Lo riferisce il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, scrive l'agenzia Tass. I genitori dello zar furono battezzati proprio nella chiesa di Turginovo, nel 1911. In precedenza, sui canali Telegram e sugli account dei social media relativi alla regione di Tver erano stati pubblicati video che mostrano Putin mentre scende dalla macchina e si ferma a parlare con la gente del posto. Il filmato sarebbe stato girato vicino al villaggio di Turginovo, nel distretto di Kalininsky, nella regione di Tver. «Dopo aver visitato Senezh, Putin ha deciso di recarsi nella comunità da cui proviene la sua famiglia. Rilasceremo informazioni e riprese video nei prossimi giorni», ha aggiunto il portavoce presidenziale.
Ore 01:46 - Mosca: distrutti droni navali ucraini lanciati contro il ponte in Crimea
Secondo quanto reso noto dal ministero della Difesa russa, le truppe di Mosca hanno neutralizzato tre droni marini ucraini lanciati contro il ponte di Crimea. Il primo attacco sarebbe avvenuto intorno alle 23.15 di venerdì 1 settembre, gli altri due poco dopo.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 2 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di sabato 2 settembre. Lorenzo Cremonesi, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera sabato 2 settembre 2023.
• Podolyak: «Gli attacchi con droni in Russia aumenteranno».
• Raid di droni: così Kiev dimostra di poter violare le difese russe.
• Putin incontrerà Erdogan il 4 settembre, presto incontro anche con Xi.
• Zelensky: «Niente pace senza Donbass e Crimea». E il 20 settembre il presidente ucraino è atteso al summit dell’Onu a New York.
Ore 01:51 - Mosca: distrutti droni navali ucraini lanciati contro il ponte in Crimea
Secondo quanto reso noto dal ministero della Difesa russa, le truppe di Mosca hanno neutralizzato tre droni marini ucraini lanciati contro il ponte di Crimea. Il primo attacco sarebbe avvenuto intorno alle 23.15 di venerdì 1 settembre, gli altri due poco dopo.
Ore 02:42 - Dopo Londra, anche Usa invieranno a Kiev munizioni all’uranio impoverito
L’amministrazione Biden invierà per la prima volta a Kiev le controverse munizioni perforanti contenenti uranio impoverito, mandate finora solo da Londra. Lo rivela sul proprio sito la Reuter, dopo aver visto un documento e ottenuto conferma da due dirigenti Usa. I proiettili, utilizzabili per distruggere i carri armati russi, fanno parte di un nuovo pacchetto di aiuti militari tra i 240 e i 375 milioni di dollari che sarà presentato la prossima settimana. Le munizioni potrebbero essere lanciate dai carri armati americani Abrams, attesi a Kiev nelle prossime settimane.
Ore 03:53 - Bombe russe su un’azienda agricola, un morto a Kherson
Il conducente di un trattore è morto a seguito delle ferite provocate da un bombardamento russo su un’azienda agricola nella regione di Kherson, nel sud dell’Ucraina. Lo riporta Ukrinform, citando la procura regionale (che ha aperto un’inchiesta). L’attacco dell’artiglieria è avvenuto il primo settembre verso le 19 locali nel villaggio di Bilozerka. Un collega della vittima è rimasto gravemente ferito ed è stato portato in ospedale. Danni sono stati registrati su veicoli e attrezzature agricole.
Ore 05:19 - IL PUNTO MILITARE - «Così abbiamo distrutto gli aerei russi»
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Un attacco preciso, poi la prova: Kiev usa azioni ad effetto e comunicazione perdimostrare di avere risorse in grado di violare le difese avversarie.
Il sito War Zone ha pubblicato foto satellitari del raid di droni avvenuto la notte del 29 agosto sulla base di Pskov, nel nord della Russia, a 700 chilometri di distanza dal confine ucraino. Due grandi aerei da trasporto Il 76 distrutti e due danneggiati.
Le immagini mostrano il momento dell’impatto sulla parte superiore del cargo, un punto critico del jet, dove ci sono i serbatoi. Dettaglio sottolineato dal capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov che dal silenzio dei mesi scorsi è passato a racconti pieni di particolari.
Ore 05:21 - IL RETROSCENA - Il dilemma di Zelensky: guerra a oltranza o compromesso?
(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Zaporizhzhia) — Volodymyr Zelensky e il dramma del consenso. Se dovessimo scrivere un libro sul presidente ucraino, probabilmente questo titolo potrebbe riassumere il suo maggiore dilemma nel guidare il Paese in tempi di guerra. Che fare? Soddisfare i desideri dell’opinione pubblica, oppure forzarli? E la domanda potrebbe essere ancor più modellata sulla sua biografia forgiata dagli anni nel mondo dello spettacolo: seguire il suo istinto d’attore alla ricerca perenne dell’applauso, o invece imporre le sue scelte anche a costo di essere fischiato?
La questione non è da poco per il fatto che proprio nelle ultime settimane sta crescendo tra gli alleati occidentali, con gli Stati Uniti in testa, il dilemma sul che fare nel caso la tanto attesa controffensiva ucraina continui a procedere lentamente o addirittura cada nello stallo a fronte di un numero crescente di vittime e distruzioni . Continuare a combattere o negoziare?
Ore 05:24 - Nancy Pelosi: «Trump è amico di Putin, se tornasse sarebbe una tragedia»
(di Greta Privitera, inviata a Venezia) Non pronuncia quasi mai il suo nome. Quando succede, è per errore. Quelle cinque lettere sono un tabù per la speaker emerita Nancy Pelosi, 83 anni. Noi lo nominiamo in continuazione, indisponendola un po’: pensa che Trump possa vincere? Si aspettava Trump? Sprezzante, lo chiama «l’occasionale occupante della Casa Bianca» e definisce la sua possibile elezione il «worst case scenario», e poi, senza mezzi termini: «Una tragedia». Nancy Pelosi incontra un gruppo ristretto di giornalisti a Venezia, a margine dei DVF Awards, i premi della stilista Diane von Fürstenberg che celebrano la solidarietà femminile. Lei — prima donna a ricoprire il ruolo di speaker e che, ricorda, «trentasei anni fa, quando sono entrata al Congresso, c’erano solo 23 donne. Ora siamo il 60 per cento» — è una delle protagoniste. Ci dicono che resterà venti minuti a parlare con noi, ma poi si ferma quasi un’ora. Gesticola, ci racconta di quanto sia fiera delle sue origini italiane, si infervora e alza il braccio destro per mimare un verso dell’inno nazionale che ama molto: le bombe che esplodevano in aria/hanno dato prova durante la notte che la nostra bandiera era ancora lì. Perché nonostante tutto — che vuol dire nonostante Trump — la bandiera americana, secondo la speaker emerita, sventola ancora alta nel mondo.
Ore 07:11 - L’appello del Papa in Mongolia
«Passino le nuvole oscure della guerra, vengano spazzate via dalla volontà ferma di una fraternità universale in cui le tensioni siano risolte sulla base dell’incontro e del dialogo, e a tutti vengano garantiti i diritti fondamentali! Qui, nel vostro Paese ricco di storia e di cielo, imploriamo questo dono dall’Alto e diamoci da fare insieme per costruire un avvenire di pace». L’ammonimento del Papa è arrivato nel suo primo discorso in Mongolia, incontrando le autorità e il corpo diplomatico a Ulan Bator. «Voglia il Cielo che sulla Terra, devastata da troppi conflitti, si ricreino anche oggi, nel rispetto delle leggi internazionali, le condizioni di quella che un tempo fu la `pax mongolica´, cioè l’assenza di conflitti», l’appello del Papa.
Ore 07:26 - 007 Kiev: aeroporto Pskov attaccato da territorio russo
Il recente attacco con un drone a un aeroporto della Russia nordoccidentale, che ha danneggiato diversi aerei da trasporto, è stato effettuato dal territorio russo. A sostenerlo è l’intelligence militare ucraina. La rivendicazione, che cade nel primo giorno dell’anno scolastico, è avvenuta mentre il presidente Vladimir Putin ha detto agli studenti russi che il loro Paese è «invincibile» e la polizia di Kiev si è affrettata a rispondere alle minacce di bombe nelle scuole. L’attacco di questa settimana all’aeroporto di Pskov, a circa 700 chilometri dall’Ucraina, ha segnato l’ultimo attacco in territorio russo da quando, a luglio, Kiev ha giurato di «restituire» il conflitto a Mosca. «I droni utilizzati per attaccare la base aerea `Kresty´ di Pskov sono stati lanciati dalla Russia», ha dichiarato ieri sui social media il capo dell’intelligence ucraina Kyrylo Budanov. «Quattro aerei da trasporto militare russi IL-76 sono stati colpiti a seguito dell’attacco. Due sono stati distrutti e due gravemente danneggiati», ha aggiunto. Budanov ha detto che gli aerei sono stati utilizzati dal ministero della Difesa per il trasporto di truppe e merci. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha rifiutato di commentare, rimandando le domande al ministero della Difesa.
Ore 07:48 - Governatore Kherson: distrutti dai russi 15mila edifici
L’invasione russa ha provocato danni a 15.000 edifici civili nell’Oblast di Kherson, la maggior parte delle quali sono palazzi residenziali. Lo ha dichiarato il governatore Oleksandr Prokudin a Interfax Ucraina, come riporta il sito The Kyiv Independent. Questo numero comprende circa 5.000 case danneggiate che non possono essere restaurate, ha aggiunto Prokudin dicendo poi che ci sono anche 274 istituti scolastici e sportivi, 181 ospedali, 43 impianti industriali e l’aeroporto internazionale di Kherson «completamente distrutto». Il governatore di Kherson ha poi spiegato che il disastro della diga di Kakhovka ha causato danni per oltre 146 miliardi di corone (4 miliardi di dollari) solo all’ambiente. «Sono state distrutte flora e fauna uniche, è stato colpito quasi un terzo delle foreste (64.000 ettari), il 30% della riserva naturale rischia di scomparire e 1.300 ettari di campi sono stati inondati». La distruzione della diga da parte della Russia ha provocato devastanti inondazioni nell’Oblast’ di Kherson, che hanno danneggiato o distrutto 4.000 abitazioni nella regione, 1.300 delle quali non possono essere riparate, ha dichiarato Prokudin. Le autorità regionali avrebbero bisogno di circa 35 milioni di dollari per ripristinare il resto delle case. Prokudin ha aggiunto che il costo totale dei danni causati all’Oblast di Kherson dall’occupazione russa non è ancora stato calcolato, poiché un terzo della regione è ancora sotto occupazione russa. L’Ucraina ha liberato Kherson e altri insediamenti regionali sulla riva occidentale del fiume Dnipro nel novembre 2022.
Ore 08:09 - Addestramento militare obbligatorio in scuole di Crimea
Il nuovo anno accademico ha portato nella Crimea occupata una nuova materia di studio: da ieri, primo giorno di scuola, tutti gli studenti della penisola ucraina annessa alla Russia nel 2014 saranno tenuti infatti a frequentare il corso di `Fondamenti dell’addestramento militare´: lo riporta il Kyiv Independent, che cita il Commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino, Dmytro Lubinets. Almeno 25 insegnanti della Crimea hanno già seguito corsi di disciplina militare, medicina tattica, montaggio e smontaggio di armi da fuoco, organizzazione di campi, gestione di dispositivi di protezione individuale, nonché protezione radiologica, chimica e biologica. Il nuovo corso è obbligatorio per tutti gli studenti dal quinto al nono anno, mentre quelli del 10/o dovranno frequentare il corso sui `Fondamenti della prontezza militare´. Quest’ultimo programma, ha spiegato Lubinets, prevede non solo esercitazioni pratiche e istruzioni sulle competenze militari essenziali, ma anche lezioni sulle «opportunità di carriera» associate al servizio militare, come indicato nei libri di testo ufficiali e nelle guide per gli insegnanti disponibili online.
Ore 09:26 - Borrell: la guerra durerà a lungo
(Federico Fubini) Dice al Forum Ambrosetti di Cernobbio Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea: «Questa guerra in Ucraina non finirà presto. Il governo di Kiev ci chiede di mandare le munizioni di cui hanno bisogno ogni giorno. Fra noi europei dobbiamo discutere quanti aiuti, anche finanziari, vogliamo inviare. Vladimir Putin non riesce a conquistare l’Ucraina, dunque distrugge, bombarda ogni giorno in una guerra brutale».
Ore 10:07 - Tajani: non possiamo sempre correre dietro agli Usa
Sul fronte della difesa «l’Europa deve fare qualche passo in avanti. Dobbiamo essere più ambiziosi ma i numeri che abbiamo non ce lo permettono. Abbiamo visto anche sulla questione ucraina che non possiamo correre sempre dietro agli Stati Uniti». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo al Forum Ambrosetti a Cernobbio. Gli Stati Uniti «che sono un nostro interlocutore, ma anche se nella Nato vogliamo contare di più, serve un’Europa che sappia contare di più, non a parole ma anche a fatti».
Poi Tajani ha precisato di non aver «detto che l’Italia non deve seguire gli Stati Uniti, ho detto che gli Stati Uniti non devono essere lasciati soli».
Ore 10:09 - Mosca, intercettati 2 droni di Kiev in regione Belgorod
Due droni ucraini sono stati intercettati nella regione russa di Belgorod. Lo riferisce il Ministero della Difesa russo, dichiarando che l’operazione è avvenuta questa mattina e ha sventato «un tentativo del regime di Kiev di commettere un attacco terroristico» sul territorio della Federazione.
Ore 10:28 - Medvedev: leader occidentali complici di nazisti Kiev
I leader dei Paesi occidentali che sostengono l’Ucraina sono «complici dei nazisti» di Kiev. Lo scrive su Telegram il vicepresidente del consiglio russo di sicurezza, Dmitry Medvedev. «I leader dell’Ucraina parlano sempre più spesso della necessità di `farla pagare ai russi´ (e per russi intendono tutta la popolazione del nostro Paese. E’ già successo da qualche parte vero?», afferma Medvedev. «L’Ucraina è sostenuta da quasi tutti i leader occidentali. Pertanto Biden, Trudeau, Sunak, Scholz, Macron, Meloni, così come i leader della più famigerata Polonia, dei selvaggi paesi scandinavi, del militarista Giappone, dei marsupiali australiani e neozelandesi e di altre pulci della peste come i Paesi baltici sono diretti e evidenti complici dei nazisti. E l’atteggiamento nei loro confronti deve essere costruito come nei confronti dei leader dei paesi della coalizione nazista», ha aggiunto.
Ore 10:29 - Metsola: orgogliosa di come Ue si è unita contro aggressione russa
L’aggressione russa «è una minaccia al nostro modello democratico, alla nostra sicurezza e ai nostri valori». Lo ha detto Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo nel videomessaggio inviato all’evento «Quando cresce il Sud, cresce l’Italia, cresce l’Europa», organizzato a Scilla, in provincia di Reggio Calabria dall’Ecr Party (Conservatori e riformisti europei). «Sono orgogliosa di come ci siano uniti in risposta a queste sfide», ha aggiunto.
Ore 11:14 - Gb, Mosca vuole fermare Kiev ma rischia di dividere le sue forze
I russi non rinunciano a cercare di fermare la controffensiva delle truppe ucraine nel sud del Paese, ma in questo modo rischiano di dividere le proprie forze: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. Le truppe ucraine in direzione di Orihiv, nella regione di Zaporizhzhia, sono entrate nella principale linea di difesa dei russi, si legge nel rapporto pubblicato su X. Allo stesso tempo, i russi - in particolare le unità della 58/a armata di armi combinate e le forze aviotrasportate - continuano la loro offensiva nella regione di Kupyansk. L’intelligence ritiene che le forze russe stiano probabilmente cercando di «distrarre» l’Ucraina dalla sua controffensiva, costringendola così a dividere le sue forze tra le zone di Orikhiv e Kupyan. Gli esperti di Londra ricordano che la Russia ha ottenuto un «modesti successi» vicino a Kupyansk da giugno ed «è molto probabile che cerchi di capitalizzarli continuando a sfruttare le risorse dell’asse». «Tuttavia - conclude il rapporto -. la Russia rischia di dividere le sue forze nel tentativo di impedire uno sfondamento ucraino».
Ore 12:21 - Gli ucraini portano l’attacco nel cuore della Russia
(Lorenzo Cremonesi) Ormai sono due guerre parallele: quella di terra nel Sudest dell’Ucraina e quella dei droni, che vanno a colpire nel profondo dei due Paesi. I russi sin dall’inizio hanno bombardato a loro piacimento. Ma la novità da metà estate è proprio questa: gli ucraini portano l’attacco nel cuore della Russia e, ancora una volta, l’esercito di Putin ha difficoltà nel fronteggiare l’agilità con cui i nemici si rinnovano e mantengono l’iniziativa bellica. Ieri il ministero della Difesa a Mosca ha reso noto che soltanto nell’ultima settimana ha distrutto 281 droni nei suoi cieli, di cui 29 nelle regioni occidentali: un dato che aiuta a comprendere l’intensità dell’offensiva ucraina. Una strategia che aveva annunciato lo stesso Zelensky a fine luglio, quando aveva dichiarato che la scelta di colpire il territorio russo non era solo «legittima, ma anche ragionevole e giusta», data la gravità dei bombardamenti sulle città e le infrastrutture civili in tutta l’Ucraina, da Kiev alle province occidentali, a centinaia di chilometri dal confine russo. Il tema è noto. Gli ucraini hanno le mani legate dalla Nato, che permette loro di utilizzare le armi occidentali soltanto nelle battaglie sui territori occupati dai russi. Ma le nuove strategie ideate da Kiev comportano il tentativo di destabilizzare il regime di Putin a casa sua con i nuovi droni costruiti dall’industria nazionale, cercando di dimostrare che «l’operazione speciale» contro l’Ucraina non porta alcuna sicurezza ai russi e invece causerà loro sempre più difficoltà.
Una prima conseguenza sono gli ormai quotidiani blocchi degli aeroporti di Mosca, che stanno creando problemi immensi alla popolazione. Due giorni fa Zelensky aveva pubblicamente confermato la capacità dei droni ultimo modello ucraini di colpire a oltre 700 chilometri di distanza. Ieri il capo del servizio d’intelligence, Kyrylo Budanov, ha voluto invece confondere le acque affermando, in una lunga intervista ripresa dai siti nazionali, che gli attacchi di droni contro l’aeroporto militare di Pskov, la notte tra il 29 e 30 agosto, sono partiti dal territorio russo. Senza chiarire peraltro se si è trattato di gruppi dell’opposizione russa o di commando ucraini che operano dietro le linee nemiche. Putin però prende tempo. Promette di investire quasi 2 trilioni di rubli nei territori occupati. «I russi si preparano per un conflitto di lunga durata», commentano a Kiev.
Proprio per questo motivo gli ucraini a loro volta rilanciano l’importanza della loro controffensiva di terra, specie nel settore meridionale di fronte a Zaporizhzhia. Dopo la liberazione del villaggio di Robotyne la settimana scorsa, i loro commando sono avanzati ulteriormente per qualche chilometro, tanto che John Kirby, portavoce della Casa Bianca per la Sicurezza Nazionale, parla di «alcuni progressi degni di nota». Ora gli ucraini avrebbero superato la prima linea russa e si starebbero avvicinando alle altre due prima della cittadina di Tokmak. Kiev sta intanto cercando di replicare ai dubbi cresciuti tra i militari alleati sull’efficacia reale dell’offensiva e ripresi dai media internazionali, ribadendo che comunque l’attacco continua e presto arriveranno i risultati. In questa offensiva mediatica, mirata anche a rilanciare il morale interno, s’inserisce l’intenzione del governo Zelensky di dare la caccia ai renitenti alla leva fuggiti all’estero. A Kiev si sta studiando di estradare dai Paesi europei le decine di migliaia di uomini scappati per evitare di andare al fronte.
Ore 12:33 - Nobel: revocato l’invito all’ambasciatore russo
La fondazione Nobel ha appena annunciato che revocherà l’invito all’ambasciatore russo, a quello iraniano e a quello bielorusso per la cerimonia di premiazione dei Nobel, secondo quanto riportato dalla Tv di servizio pubblico svedese, Svt. In un comunicato, la fondazione Nobel riporta che le «forti reazioni in Svezia» l’ha spinta a cambiare decisione: «Il consiglio della fondazione Nobel ha deciso di ripetere l’eccezione alla prassi ordinaria dell’anno scorso e non invitare la Russia, la Bielorussia e l’Iran alla cerimonia a Stoccolma». Alla cerimonia a Oslo per il Nobel della Pace saranno però invitati tutti gli ambasciatori.
Ore 12:54 - Nyt: Mosca incendia i campi minati, uccide gli sminatori ucraini
I russi hanno cambiato tattica e hanno iniziato a dare fuoco ai campi minati in Ucraina per colpire gli sminatori di Kiev: lo riporta oggi il New York Times. «Anche i russi si stanno adattando», scrive il giornale citando i marine ucraini, «utilizzando nuove tattiche per rendere ancora più letali i già infidi campi minati». Ad esempio, prosegue il giornale, «cospargono un pascolo pieno di mine con un agente infiammabile. Una volta che gli ucraini si mettono al lavoro per liberare un varco, i russi lanciano una granata da un drone, innescando un mare di fuoco ed esplosioni».
Ore 13:52 - Bombe russe sul Kherson, ucciso un civile
Una persona è morta e altre due sono rimaste ferite durante un attacco aereo russo avvenuto oggi nel distretto di Beryslav, nella regione di Kherson: lo scrive su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleksandr Prokudin. Le forze russe, precisa, hanno lanciato bombe aeree guidate a Odradokamyantsi, colpendo alcune abitazioni. Nell’attacco è morto un uomo di 43 anni. Un altro uomo è stato ricoverato in ospedale in condizioni gravi, mentre un terzo - di 57 anni - ha riportato ferite da schegge.
Ore 14:04 - Forte esplosione a Berdyansk
Una forte esplosione ha scosso oggi la città occupata di Berdyansk, nella regione di Zaporizhzhia: lo ha riferito su Telegram il sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov, come riporta Rbc-Ucraina. «Gli abitanti di Berdyansk riferiscono di una forte esplosione. Stiamo chiarendo i dettagli», ha scritto Fedorov. Al momento non si conoscono le cause dell’esplosione.
Ore 14:09 - Kiev: non invitare Mosca è «vittoria dell’umanesimo»
La decisione di non invitare l’ambasciatore russo in Svezia alla cerimonia dei Nobel di Stoccolma è una «vittoria dell’umanesimo». Così l’Ucraina ha accolto il dietro front della Fondazione del Premio Nobel sulla lista degli invitati alla cena di gala a conclusione della prestigiosa premiazione. È «vittoria per l’umanesimo», ha commentato su Facebook il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko. «Ringraziamo tutti coloro che hanno chiesto il ripristino della giustizia, ha aggiunto, dicendosi peraltro «convinto che una decisione simile dovrebbe essere presa per gli ambasciatori russo e bielorusso a Oslo», dove si terrà l’ultima cerimonia in programma, dopo la consegna del Nobel per la Pace.
Ore 14:37 - Game of Drones: così i russi provano a difendersi dai raid dei velivoli senza pilota ucraini
Lo definiscono il «Game of Drones», il duello a colpi di droni dove l’Ucraina ha messo a segno alcuni colpi pesanti in pieno territorio nemico. È una risposta ai bombardamenti sulle sue città, ma anche parte di una «strategia di profondità» che ha costretto Mosca ad adottare misure di protezione. Qui il punto militare di Marinelli e Olimpio.
Ore 14:52 - Zelensky: controffensiva guadagna terreno malgrado quello che si dice
Volodymyr Zelensky rivendica il successo della controffensiva delle forze di Kiev. Che, ha spiegato, «stanno andando avanti», nel recuperare porzioni di territorio occupate dalla Russia, malgrado quello che tutti dicono. «Ci stiamo muovendo», ha scritto su Twitter. Nei giorni scorsi, le forze ucraine hanno annunciato di aver rotto la prima linea di difesa russa a sud.
Ore 15:42 - Mosca: «Un morto nel raid Kiev sulla regione di Belgorod»
Durante il bombardamento del villaggio di Urazovo, nella regione di Belgorod, da parte delle forze ucraine un uomo è rimasto ucciso. Lo ha riferito il governatore Vyacheslav Gladkov sul suo canale Telegram. «Le forze armate ucraine hanno sparato contro il villaggio di Urazovo, nel distretto urbano di Valuysky - ha scritto - Uno dei proiettili ha colpito un edificio residenziale privato; a seguito dell’esplosione, una persona è morta. L’uomo presentava ferite da scheggia che rendevano impossibile sua sopravvivenza». Altre due persone, ha aggiunto, sono rimaste ferite.
Ore 16:46 - Zelensky: «Le nostre truppe stanno avanzando»
«Le forze ucraine stanno avanzando. Nonostante tutto e qualunque cosa si dica, stiamo facendo progressi e questa è la cosa più importante. Siamo in movimento». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, citato sul canale Telegram del ministero della Difesa di Kiev dopo che ieri gli Stati Uniti hanno riconosciuto i «notevoli progressi» della controffensiva ucraina negli ultimi giorni. L’esercito ucraino ha ripreso il villaggio meridionale di Robotyne questa settimana prima che le sue truppe si spostassero verso est verso Verbove, dove si incontrano diverse linee di difesa russe.
Ore 17:08 - Media ucraini: «Ministro della Difesa via la settimana prossima»
La Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, licenzierà il ministro della Difesa Oleksii Reznikov la prossima settimana. Lo riferiscono fonti informate a Rbc Ucraina. Reznikov è finito al centro di un caso di corruzione su alcune forniture militari a prezzo gonfiato ed è dato per dimissionario da giorni. Secondo Rbc Ucraina, nello specifico il ministro della Difesa ucraino si dimetterà. Il suo posto sarà preso dal capo del Fondo del demanio statale Rustem Umerov.
Ore 17:14 - Kiev: «Potremo colpire obiettivi in Russia fino a 1.500 km»
Le forze armate ucraine saranno in grado di colpire obiettivi sul territorio della Russia fino a una distanza di 1.500 km. Lo ha dichiarato il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa Oleksiy Danilov alla Radio ucraina, citato da Unian. Secondo Danilov, ciò è possibile grazie a due progetti sviluppati internamente dagli ucraini, uno missilistico e uno di droni.
«La nazionalità delle armi utilizzate sul territorio della Federazione Russa è ucraina. Ci sono due aree su cui si sta lavorando per un certo periodo di tempo: un programma missilistico, approvato già nel 2020, per creare missili ucraini propri, e l’uso dei droni, che oggi si sta sviluppando in modo molto potente nel nostro Paese per attirare un gran numero di aziende private», ha dichiarato il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa.
Ore 20:24 - Kiev: «Forte esplosione in regione Zaporizhzhia»
Una forte esplosione è stata avvertita a Berdyansk, nella regione di Zaporizhzhia. Lo ha scritto su Telegram il capo dell'amministrazione militare della città Viktoria Halitsina. «Gli abitanti di Berdiansk riferiscono di un'esplosione molto potente che è stata udita in ogni angolo della città. Le informazioni sono in fase di chiarimento», si legge nel post citato da Ukrinform. «Ci aspettiamo buone notizie dallo Stato Maggiore delle Forze Armate dell'Ucraina», ha aggiunto.
Secondo il Guardian, le forze armate ucraine hanno rotto la prima linea di difesa russa.
Ore 20:55 - Zelensky: «Restituiremo la libertà a tutta la nostra terra»
«Senza dubbio, difenderemo l'Ucraina e restituiremo la libertà a tutta la nostra terra. Ognuno di noi sente che questa sarà un'Ucraina con regole diverse. I confini sono gli stessi. La democrazia sarà probabilmente altrettanto vivace. La libertà è una delle più grandi in Europa, come sempre». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale su Telegram.
Ore 00:29 - Kiev: «Gruppi di droni russi verso il sud del Paese»
Le forze di occupazione russe hanno lanciato diversi gruppi di droni d’attacco in tutta l’Ucraina . Lo riferisce l’Aeronautica Militare dell’Ucraina. Secondo un messaggio sul canale Telegram dell’Aeronautica, ripreso da Unian, i droni sono stati lanciati dall’area del campo di addestramento di Chauda (Crimea) e da Primorsko-Akhtarsk in Russia.
Si stanno dirigendo verso le regioni meridionali dell’Ucraina. «È possibile che gli allarmi scattino nelle zone dove c’è movimento dei droni d’attacco. In caso di allarme aereo, dirigetevi al rifugio», hanno affermato le forze armate ucraine.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 3 settembre.
Le notizie del 3 settembre sulla guerra in Ucraina. Lorenzo Cremonesi, inviato, e redazione Online su Il Corriere delle Sera domenica 3 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di domenica 3 settembre. Allarme di droni russi nel sud dell’Ucraina
• Zelensky: «Le nostre truppe stanno avanzando».
• Game of Drones: così i russi provano a difendersi dai raid dei velivoli senza pilota ucraini.
• Premiazione dei Nobel: revocato l’invito all’ambasciatore russo.
• Gli ucraini portano l’attacco nel cuore della Russia.
Ore 00:49 - Gli ucraini portano l’attacco nel cuore della Russia
(Lorenzo Cremonesi) Ormai sono due guerre parallele: quella di terra nel Sudest dell’Ucraina e quella dei droni, che vanno a colpire nel profondo dei due Paesi. I russi sin dall’inizio hanno bombardato a loro piacimento. Ma la novità da metà estate è proprio questa: gli ucraini portano l’attacco nel cuore della Russia e, ancora una volta, l’esercito di Putin ha difficoltà nel fronteggiare l’agilità con cui i nemici si rinnovano e mantengono l’iniziativa bellica. Ieri il ministero della Difesa a Mosca ha reso noto che soltanto nell’ultima settimana ha distrutto 281 droni nei suoi cieli, di cui 29 nelle regioni occidentali: un dato che aiuta a comprendere l’intensità dell’offensiva ucraina. Una strategia che aveva annunciato lo stesso Zelensky a fine luglio, quando aveva dichiarato che la scelta di colpire il territorio russo non era solo «legittima, ma anche ragionevole e giusta», data la gravità dei bombardamenti sulle città e le infrastrutture civili in tutta l’Ucraina, da Kiev alle province occidentali, a centinaia di chilometri dal confine russo. Il tema è noto. Gli ucraini hanno le mani legate dalla Nato, che permette loro di utilizzare le armi occidentali soltanto nelle battaglie sui territori occupati dai russi. Ma le nuove strategie ideate da Kiev comportano il tentativo di destabilizzare il regime di Putin a casa sua con i nuovi droni costruiti dall’industria nazionale, cercando di dimostrare che «l’operazione speciale» contro l’Ucraina non porta alcuna sicurezza ai russi e invece causerà loro sempre più difficoltà.
Una prima conseguenza sono gli ormai quotidiani blocchi degli aeroporti di Mosca, che stanno creando problemi immensi alla popolazione. Due giorni fa Zelensky aveva pubblicamente confermato la capacità dei droni ultimo modello ucraini di colpire a oltre 700 chilometri di distanza. Ieri il capo del servizio d’intelligence, Kyrylo Budanov, ha voluto invece confondere le acque affermando, in una lunga intervista ripresa dai siti nazionali, che gli attacchi di droni contro l’aeroporto militare di Pskov, la notte tra il 29 e 30 agosto, sono partiti dal territorio russo. Senza chiarire peraltro se si è trattato di gruppi dell’opposizione russa o di commando ucraini che operano dietro le linee nemiche. Putin però prende tempo. Promette di investire quasi 2 trilioni di rubli nei territori occupati. «I russi si preparano per un conflitto di lunga durata», commentano a Kiev.
Proprio per questo motivo gli ucraini a loro volta rilanciano l’importanza della loro controffensiva di terra, specie nel settore meridionale di fronte a Zaporizhzhia. Dopo la liberazione del villaggio di Robotyne la settimana scorsa, i loro commando sono avanzati ulteriormente per qualche chilometro, tanto che John Kirby, portavoce della Casa Bianca per la Sicurezza Nazionale, parla di «alcuni progressi degni di nota». Ora gli ucraini avrebbero superato la prima linea russa e si starebbero avvicinando alle altre due prima della cittadina di Tokmak. Kiev sta intanto cercando di replicare ai dubbi cresciuti tra i militari alleati sull’efficacia reale dell’offensiva e ripresi dai media internazionali, ribadendo che comunque l’attacco continua e presto arriveranno i risultati. In questa offensiva mediatica, mirata anche a rilanciare il morale interno, s’inserisce l’intenzione del governo Zelensky di dare la caccia ai renitenti alla leva fuggiti all’estero. A Kiev si sta studiando di estradare dai Paesi europei le decine di migliaia di uomini scappati per evitare di andare al fronte.
Ore 01:10 - Nobel: revocato l’invito all’ambasciatore russo
La fondazione Nobel ha appena annunciato che revocherà l’invito all’ambasciatore russo, a quello iraniano e a quello bielorusso per la cerimonia di premiazione dei Nobel, secondo quanto riportato dalla Tv di servizio pubblico svedese, Svt. In un comunicato, la fondazione Nobel riporta che le «forti reazioni in Svezia» l’ha spinta a cambiare decisione: «Il consiglio della fondazione Nobel ha deciso di ripetere l’eccezione alla prassi ordinaria dell’anno scorso e non invitare la Russia, la Bielorussia e l’Iran alla cerimonia a Stoccolma». Alla cerimonia a Oslo per il Nobel della Pace saranno però invitati tutti gli ambasciatori.
Ore 01:45 - Game of Drones: così i russi provano a difendersi dai raid ucraini a colpi di droni
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Lo definiscono il «Game of Drones», il duello a colpi di droni dove l’Ucraina ha messo a segno alcuni colpi pesanti in pieno territorio nemico. È una risposta ai bombardamenti sulle sue città, ma anche parte di una «strategia di profondità» che ha costretto Mosca ad adottare misure di protezione.
Ore 02:14 - Zelensky: «Le nostre truppe stanno avanzando»
«Le forze ucraine stanno avanzando. Nonostante tutto e qualunque cosa si dica, stiamo facendo progressi e questa è la cosa più importante. Siamo in movimento». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, citato sul canale Telegram del ministero della Difesa di Kiev dopo che ieri gli Stati Uniti hanno riconosciuto i «notevoli progressi» della controffensiva ucraina negli ultimi giorni. L’esercito ucraino ha ripreso il villaggio meridionale di Robotyne questa settimana prima che le sue truppe si spostassero verso est verso Verbove, dove si incontrano diverse linee di difesa russe.
Ore 02:42 - Kiev: «Potremo colpire obiettivi in Russia fino a 1.500 km»
Le forze armate ucraine saranno in grado di colpire obiettivi sul territorio della Russia fino a una distanza di 1.500 km. Lo ha dichiarato il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa Oleksiy Danilov alla Radio ucraina, citato da Unian. Secondo Danilov, ciò è possibile grazie a due progetti sviluppati internamente dagli ucraini, uno missilistico e uno di droni.
«La nazionalità delle armi utilizzate sul territorio della Federazione Russa è ucraina. Ci sono due aree su cui si sta lavorando per un certo periodo di tempo: un programma missilistico, approvato già nel 2020, per creare missili ucraini propri, e l’uso dei droni, che oggi si sta sviluppando in modo molto potente nel nostro Paese per attirare un gran numero di aziende private», ha dichiarato il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa.
Ore 03:03 - Kiev: «Forte esplosione in regione Zaporizhzhia»
Una forte esplosione è stata avvertita a Berdyansk, nella regione di Zaporizhzhia. Lo ha scritto su Telegram il capo dell'amministrazione militare della città Viktoria Halitsina. «Gli abitanti di Berdiansk riferiscono di un'esplosione molto potente che è stata udita in ogni angolo della città. Le informazioni sono in fase di chiarimento», si legge nel post citato da Ukrinform. «Ci aspettiamo buone notizie dallo Stato Maggiore delle Forze Armate dell'Ucraina», ha aggiunto.
Secondo il Guardian, le forze armate ucraine hanno rotto la prima linea di difesa russa.
Ore 03:38 - Zelensky: «Restituiremo la libertà a tutta la nostra terra»
«Senza dubbio, difenderemo l'Ucraina e restituiremo la libertà a tutta la nostra terra. Ognuno di noi sente che questa sarà un'Ucraina con regole diverse. I confini sono gli stessi. La democrazia sarà probabilmente altrettanto vivace. La libertà è una delle più grandi in Europa, come sempre». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale su Telegram.
Ore 03:54 - Kiev: «Gruppi di droni russi verso il sud del Paese»
Le forze di occupazione russe hanno lanciato diversi gruppi di droni d’attacco in tutta l’Ucraina . Lo riferisce l’Aeronautica Militare dell’Ucraina. Secondo un messaggio sul canale Telegram dell’Aeronautica, ripreso da Unian, i droni sono stati lanciati dall’area del campo di addestramento di Chauda (Crimea) e da Primorsko-Akhtarsk in Russia.
Si stanno dirigendo verso le regioni meridionali dell’Ucraina. «È possibile che gli allarmi scattino nelle zone dove c’è movimento dei droni d’attacco. In caso di allarme aereo, dirigetevi al rifugio», hanno affermato le forze armate ucraine.
Ore 06:30 - Medvedev: «La Russia deve vincere come fece 80 anni fa»
«La Russia deve respingere coloro che stanno portando l’umanità verso una catastrofe globale e vincere, come fece 80 anni fa». Lo ha affermato - come riporta la Tass - il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, Dmitry Medvedev, in occasione delle cerimonie a Juzhno-Sakhalinsk in occasione del Giorno della Vittoria sul Giappone nella Seconda Guerra Mondiale.
«Le lezioni della storia - ha aggiunto - sono particolarmente importanti. Coloro che vogliono dominare il mondo hanno rialzato la testa, proprio come allora nel Ventesimo secolo, pronti a condurre l’umanità verso una catastrofe globale. Come 80 anni fa, il nostro sacro dovere è respingerli con la massima fermezza e ottenere la vittoria».
Ore 06:35 - Kiev, abbattuti 22 droni russi nella zona di Odessa
Respinti nuovi attacchi russi nella notte nella zona di Odessa. Le forze armate ucraine hanno abbattuto 22 droni russi nelle regioni meridionali del paese. Lo ha comunicato l’aviazione di Kiev, precisando che si tratta di Shahed-136/131 che sono stati distrutti nelle zona di Odessa. In totale nella notte sono stati lanciati 25 droni d’attacco nel sud dell’Ucraina.
Ore 07:47 - Attacco russo nella regione di Odessa, 2 civili feriti
Due civili sono rimasti feriti nell’attacco russo della notte scorsa nella regione di Odessa, nell’Ucraina meridionale, che ha preso di mira l’infrastruttura portuale del Danubio: lo hanno reso noto le forze di difesa dell’Ucraina del sud, come riporta Rbc-Ucraina. «Le forze di difesa aerea hanno distrutto 22 droni Shahed-136/131. Purtroppo è stata colpita l’infrastruttura portuale, con un conseguente incendio, che i vigili del fuoco hanno rapidamente spento. Sono disponibili informazioni preliminari su due civili feriti. È stata fornita loro assistenza medica», si legge nel messaggio.
Ore 08:09 - Kiev, uccisi 600 russi e distrutti 5 carri armati
Ieri le forze armate ucraine hanno ucciso 600 soldati russi, portando le perdite totale dei russi dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina a 264.660 soldati. Lo riferisce lo Stato maggiore delle forze armate ucraina secondo quanto riferisce `Ukrainska Pravda´. Inoltre sono stati distrutti anche 5 carri armati. Sul fronte opposto, viene riferito che gli occupanti russi hanno lanciato ieri 49 attacchi aerei e due attacchi missilistici sull’Ucraina,con vittime tra la popolazione civile. «A seguito degli attacchi russi, purtroppo, si sono registrati morti e feriti tra la popolazione civile. Edifici residenziali e altre infrastrutture civili sono stati distrutti», riferisce lo Stato maggiore.
Ore 08:34 - Media, esplosione a Zaporizhzhia
Un’esplosione è stata udita a Zaporizhzhia: lo riporta l’emittente statale ucraina Suspilne, che cita i suoi corrispondenti nella città.
Ore 08:46 - Bombe russe sul Donetsk, uccisi 2 civili
Due persone sono state uccise e altre due sono rimaste ferite ieri durante un bombardamento russo sulla città di Vugledar, nella regione di Donetsk (est): lo ha reso noto la Procura regionale, come riporta Ukrainska Pravda. Nell’attacco è stato preso di mira un quartiere residenziale e un uomo di 43 anni e sua moglie di 42 sono morti in seguito ad un’esplosione in uno dei condomini colpiti.
Ore 08:53 - Ponte di Crimea, nuovi attacchi
Il traffico sul ponte principale che collega la terraferma russa con la penisola di Crimea è ripreso dopo una breve sospensione domenica mattina presto. L’amministrazione non ha rivelato il motivo della sospensione, riferisce Reuters. Ma sabato il ministero della Difesa russo ha dichiarato che le sue forze avevano distrutto una barca ucraina senza pilota e tre droni navali utilizzati nel tentativo di attaccare il ponte di Crimea. Negli ultimi mesi il ponte è stato bersaglio di crescenti attacchi di droni aerei e marittimi.
Ore 09:10 - Tajani: Cina può influire su Putin per una pace giusta
«Punto fondamentale della missione in Cina è lavorare a costruire la pace in Ucraina convincendo i cinesi a far sì che i russi facciano qualche passo indietro rispetto al loro atteggiamento e la loro presenza in Ucraina». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani incontrando la stampa dopo la messa alla Cattedrale Nord dei Padri Salesiani a Pechino. «Riteniamo che la Cina possa svolgere un ruolo importante per trovare la pace. Credo che il governo cinese possa influire su Putin affinché torni a più miti consigli e possa dare il via a una stagione che porti a una pace giusta che è l’indipendenza e la libertà per l’Ucraina», ha spiegato.
Ore 09:24 - Esercito russo, Medvedev: «280mila ingressi». Ma ne servirebbero molti di più: fino a 7 milioni
Quest’anno circa 280.000 persone si sono arruolate per prestare servizio professionale nell’esercito russo, ha detto domenica il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, l’ex presidente Dmitry Medvedev: lo riferisce il Guardian. «Secondo il Ministero della Difesa, dal 1° gennaio circa 280.000 persone sono state accettate nelle file delle forze armate su base contrattuale», compresi i riservisti, ha detto Medvedev all’agenzia di stampa statale TASS.
L’anno scorso, la Russia ha annunciato un piano per ampliare il proprio personale combattente di oltre il 30% fino a 1,5 milioni, un compito ambizioso reso più difficile dalle pesanti -ma non rese note- perdite nella guerra di Mosca contro l’Ucraina . Alcuni informatori russi hanno suggerito che la Russia abbia bisogno di un esercito professionale di 7 milioni di persone per garantire la sicurezza del paese – una mossa che richiederebbe un’enorme dotazione di bilancio. Vladimir Putin ha ordinato una «mobilitazione parziale» di 300.000 riservisti nel settembre 2022 , spingendo centinaia di migliaia di persone a fuggire dalla Russia per evitare di essere mandate a combattere.
Ore 09:52 - L’offensiva dell’Ucraina al Sud e il rischio delle piogge autunnali
L’esercito ucraino ora considera le battaglie nel nord-est, in particolare vicino alla città di Kupiansk , nella regione settentrionale di Kharkiv e nelle foreste vicino a Lyman, come la principale offensiva della Russia. Allo stesso tempo, le principali operazioni offensive dell’Ucraina si concentrano nel sud, dove si stanno avvicinando alle coste del Mar d’Azov nel tentativo evidente di tagliare il corridoio terrestre verso la penisola di Crimea, che la Russia ha conquistato nel 2014 . Ciò dividerebbe in due il territorio occupato dai russi nell’Ucraina meridionale, minando le linee di rifornimento di Mosca. L’analisi della Associated Press è riportata dal Guardian.
La viceministra della Difesa, Hanna Maliar , ha invitato gli osservatori a misurare i progressi ucraini non in chilometri o metri, ma «per il fatto stesso che riusciamo ad andare avanti in tali condizioni». Pur mirando a tenere impegnate le truppe ucraine lungo il fronte nord-orientale, per lo più statico, la Russia ha anche avuto il tempo di rafforzare le sue difese nel sud. Le profonde fortificazioni hanno rallentato l’avanzata di Kiev in quella direzione. Nel frattempo, gli ucraini devono fare i conti con penuria di manodopera, potenza aerea e artiglieria. E l’imminente stagione delle piogge autunnali aggiunge ancora maggiore complicazione a una battaglia già difficile. Il terreno fangoso ostacolerà la fanteria e i macchinari pesanti di Kiev.
Nel sud, le forze ucraine hanno recentemente avuto più successo nello sfondare le linee russe. Dall’inizio della controffensiva, l’Ucraina è avanzata di 7 chilometri (4,3 miglia) nella regione meridionale di Zaporizhzhia, superando le fitte fortificazioni russe la scorsa settimana per riconquistare il villaggio di Robotyne – la prima vittoria tatticamente significativa dell’Ucraina in quella parte del paese. Non sono gli ampi guadagni territoriali sperati dagli alleati occidentali. Ma conquistare il controllo del villaggio avvicina le forze ucraine alla città di Tokmak, a circa 30 chilometri di distanza, un importante snodo ferroviario occupato dai russi che rappresenterebbe un importante vantaggio strategico.
Ore 10:39 - Gb: Mosca recluta cittadini da paesi vicini per evitare mobilitazione «impopolare»
Le autorità russe hanno incoraggiato il reclutamento di cittadini dei paesi vicini per combattere in Ucraina, secondo l’intelligence britannica, che attribuisce questi sforzi al desiderio di evitare gli effetti politici di un’eventuale - e «impopolare» - mobilitazione interna. «La Russia probabilmente vuole evitare misure di mobilitazione impopolari in vista delle elezioni presidenziali del 2024», si legge nell’ultimo rapporto di esperti britannici, condiviso dal Ministero della Difesa. A questo scopo, le autorità russe hanno diffuso annunci su Internet in Armenia e Kazakistan offrendo 495.000 rubli (circa 4.800 euro) come acconto e uno stipendio di 190.000 rubli (più di 1.800 euro). Nel caso del Kazakistan, sono stati compiuti sforzi di reclutamento specifici nella regione di Kostanai, con appelli alla popolazione di etnia russa.
Inoltre, almeno dallo scorso maggio, la Russia tenta i migranti di origine asiatica ai quali offre di unirsi alle truppe in Ucraina in cambio dell’ottenimento della cittadinanza e di stipendi che possono raggiungere più di 3.800 euro. L’intelligence britannica ha inoltre sottolineato che nella città ucraina di Mariupol, occupata dalle truppe russe, i migranti uzbeki, dediti principalmente all’edilizia, si sono visti confiscare i passaporti come misura di pressione affinché si unissero ai combattimenti. Solo in Russia ci sono almeno 6 milioni di migranti provenienti dall’Asia centrale che il Cremlino vede come «potenziali reclute», hanno riferito le autorità britanniche.
Ore 10:41 - Kiev collabora con Paesi europei: estradare funzionari corrotti
L’Ucraina sta collaborando con i Paesi europei per l’estradizione di funzionari corrotti fuggiti dal Paese: lo ha dichiarato ieri alla tv nazionale il ministro della Giustizia, Denys Maliuska, come riporta il Kyiv Independent. Maliuska ha spiegato che il processo di estradizione è complesso a causa dei sistemi giudiziari europei e della guerra in corso in Ucraina. Molti funzionari corrotti fuggiti dall’Ucraina hanno assunto avvocati che sostengono che sarebbe «estremamente pericoloso» consegnarli in queste circostanze, ha aggiunto il ministro. «Pertanto, nella maggior parte dei casi, i nostri partner stranieri purtroppo rifiutano l’estradizione per il momento - ha commentato -. Ma crediamo che questo fenomeno, almeno per quanto riguarda i grandi corruttori, sia temporaneo». Secondo Maliushka, queste estradizioni «non avverranno su vasta scala» nel prossimo futuro. I funzionari ucraini, ha sottolineato, daranno la priorità all’estradizione di «coloro che hanno rubato di più», e «i pesci di mezzo e altri personaggi seguiranno in seguito».
Ore 10:51 - Russia: media, vasto incendio a San Pietroburgo
Un vasto incendio è scoppiato questa mattina a a San Pietroburgo, vicino a un deposito di petrolio: lo riporta Rbc-Ucraina, che cita media locali. Secondo le fonti, l’incendio è scoppiato nel quartiere Krasnogvardeisky, vicino al deposito di petrolio di Ruchei. Nella zona sono state udite delle esplosioni.
Ore 11:02 - Kiev, cannonata russa uccide poliziotto nella regione di Sumy
Un colpo di cannone, sparato dai russi da oltre il vicino confine, ha ucciso un agente di polizia nella cittadina ucraina di Seredyna-Buda, nell’oblast settentrionale di Sumy, secondo quanto scrive l’Ukrainska Pravda, che cita la Procura generale ucraina. Il canale Telegram in inglese del giornale scrive che l’agente era in servizio e stava documentandosi su un precedente raid russo in città, giudicato da Kiev come «crimine di guerra». L’agente è morto dopo essere stato colpito dalle schegge.
Ore 11:04 - Missile russo sul distretto di Nikopol, 4 feriti
Quattro persone sono rimaste ferite in un attacco russo questa mattina sul villaggio di Oleksiivka, nel distretto di Nikopol, nella regione di Dnipropetrovsk: lo ha reso noto il ministero dell’Interno ucraino, come riporta Rbc-Ucraina. Secondo il ministero, il villaggio è stato colpito con un missile intorno alle 5:25 (le 4:25 in Italia). Sono stati segnalati danni a quattro edifici residenziali, un altro edificio non meglio specificato e alcune auto.
Ore 11:14 - Esercito Kiev annuncia sfondamento prima linea di difesa russa
«Siamo ormai tra la prima e la seconda linea di difesa» russe nella conquista del territorio vicino a Zaporizhzhia, nel sudest dell’Ucraina. Lo ha detto in un’intervista al britannico The Observer, il generale ucraino Oleksandr Tarnavsky, responsabile della controffensiva. L’alto militare spiega che questo progresso è stato possibile dopo settimane di sminamenti, effettuati solo di notte. Il generale aggiunge che ora l’avanzata delle truppe ucraine dovrebbe essere più rapida perché la Russia ha impiegato il 60% del suo tempo e delle sue risorse per costruire la prima linea difensiva e solo il 20% per la seconda e la terza linea. Infine Tarnavsky ritiene che Mosca non si aspettasse che le forze ucraine riuscissero a sfondare la prima linea.
Ore 12:07 - Arrestato il magnate Kolomoisky, incriminato per frode
Un tribunale di Kiev ha ordinato una detenzione di due mesi per il miliardario ucraino Igor Kolomoisky, uno degli uomini più ricchi dell’Ucraina e un tempo alleato del presidente Volodymyr Zelensky, sospettato di frode e riciclaggio di denaro: lo hanno riferito i media ucraini nella tarda serata di ieri. «Il tribunale ha scelto una misura preventiva per Igor Kolomoisky sotto forma di detenzione per due mesi con un’alternativa sotto forma di cauzione di oltre 509 milioni di grivnie» (12,7 milioni di euro), ha riferito Radio Svoboda. Ieri Kolomoisky era stato incriminato formalmente per presunta manipolazione finanziaria delle sue partecipazioni nel settore del petrolio e del gas. Su Kolomoisky pesa il sospetto di frode e di aver riciclato oltre 500 milioni di grivnie tra il 2019 e il 2020.
Ore 12:32 - Kiev: attaccando i porti i russi sperano nella carestia mondiale
«I terroristi russi continuano ad attaccare le infrastrutture portuali nella speranza di poter provocare una crisi alimentare e una carestia nel mondo»: lo scrive su Telegram il capo dell’ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak, commentando l’attacco russo della notte scorsa nella regione di Odessa. «Il compito principale per noi e per i nostri partner oggi è eliminare la capacità del complesso militare-industriale russo di produrre armi per gli attacchi all’Ucraina - aggiunge -. E aumentare la responsabilità di coloro che aiutano il nemico ad aggirare le sanzioni». «Una delle chiavi per porre fine alla guerra e preservare l’ordine mondiale è la distruzione del complesso militare-industriale russo - conclude il messaggio -. Non può funzionare senza componenti stranieri per le armi. Dopo la distruzione del complesso militare-industriale russo, la sconfitta delle truppe russe sarà completa».
Ore 12:57 - Kiev: gli Usa continueranno ad assisterci dopo le elezioni
Gli Stati Uniti non accetteranno la resa dopo le elezioni presidenziali: l’Ucraina continuerà a ricevere l’assistenza necessaria. Lo scrive su X il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. «Talvolta si ritiene che le elezioni in uno o più Paesi del campo democratico e filo-ucraino (compresi gli Stati Uniti) modificheranno il formato del sostegno all’Ucraina o lo interromperanno del tutto. Certamente non è questo il caso»,- si legge nel messaggio. «Perché per interrompere davvero il sostegno all’Ucraina, qualsiasi candidato politico dovrebbe uscire allo scoperto e dire direttamente: `Abbiamo paura della Russia; vogliamo perdere contro una Russia debole; vi abbiamo sempre mentito sul fatto che valori fondamentali come la libertà e la democrazia valgono la pena di essere difesi; vogliamo che nel mondo arrivino il caos, le guerre, il terrorismo, l’illegalità sponsorizzata dalla Russia; vogliamo che gli ucraini che stanno difendendo le loro terre, le loro famiglie, le loro case perdano e vogliamo che viviate in un mondo dove non ci sono regole e diritto internazionale´. Naturalmente, questo è impossibile. Naturalmente, nessuno accetterà la cessione della democrazia a un Paese che ha già perso (la Federazione Russa)». «Naturalmente, l’Ucraina continuerà ad essere sostenuta in toto fino a un finale equo di questa terribile guerra. Pertanto, non sprecate le vostre emozioni per valutare i falsi, la propaganda filorussa e la vera e propria stupidità....», conclude Podolyak.
Ore 12:57 - Mosca: colpito un porto ucraino sul Danubio
«Oggi, nella notte, l’esercito russo ha effettuato un attacco di gruppo con droni contro i depositi di carburante utilizzati per rifornire l’equipaggiamento militare delle Forze armate dell’Ucraina nel porto di Reni, nella regione di Odessa», ha dichiarato l’esercito. «Tutti gli obiettivi designati sono stati colpiti», ha aggiunto. Da parte sua, la Procura generale ucraina ha dichiarato su Telegram che la Russia ha colpito con droni siti «industriali civili» nella zona del Danubio, nell’angolo sud-occidentale del Paese vicino alla Romania. «Il nemico ha attaccato le infrastrutture industriali civili della zona del Danubio», si legge nel messaggio: «A seguito dell’attacco, due persone sono rimaste ferite e sono state ricoverate in ospedale».
Ore 13:25 - Media, all’incontro Putin-Erdogan focus sul corridoio del grano
Il punto più importante all’ordine del giorno dell’incontro di domani a Sochi tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il suo omologo russo Vladimir Putin sarà il corridoio del grano: lo scrive oggi il canale di notizie turco Trt Haber. «Si prevede che il presidente Vladimir Putin discuterà in dettaglio sia le questioni bilaterali sia quelle regionali durante l’incontro a Sochi. Tuttavia, il punto più importante all’ordine del giorno sarà il corridoio del grano», si legge in un articolo pubblicato online. Prima della visita di Erdogan, prosegue il media, il ministro degli Esteri Hakan Fidan ha incontrato a Mosca il suo omologo russo, Sergey Lavrov. «Si prevede che i due leader affronteranno la questione nei loro colloqui da una prospettiva più strategica», aggiunge, sottolineando che «all’ordine del giorno ci sarà anche il progetto di trasferire il gas russo in Europa attraverso la Turchia». Erdogan e Putin «valuteranno inoltre gli sviluppi regionali, compresa la guerra». Altro tema dell’incontro, lo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina.
Ore 14:24 - Romania condanna attacco russo a porto Danubio
Il Ministero della Difesa della Romania «ribadisce con forza che questi attacchi contro obiettivi civili e infrastrutture in Ucraina sono ingiustificati e in profonda contraddizione con le regole del diritto internazionale umanitario». È quanto si legge in una nota.«Le strutture responsabili del Ministero della Difesa nazionale hanno monitorato in tempo reale la situazione causata dagli attacchi dei droni russi alle infrastrutture del porto di Reni la scorsa notte. In nessun momento i mezzi di attacco utilizzati dalla Federazione Russa hanno generato una minaccia militare diretta al territorio nazionale o alle acque territoriali della Romania. Il Ministero della Difesa nazionale continua, come abbiamo ripetutamente affermato, ad attuare le misure di maggiore vigilanza nello spazio terrestre, marittimo e aereo nazionale e quelle di rafforzamento della difesa e della deterrenza sul fianco orientale, stabilite secondo i piani nazionali e alleati».
Ore 14:25 - Moldavia condanna attacchi in regione Odessa
«Condanno fermamente il brutale attacco della Russia alle infrastrutture portuali nella regione di Odessa. La Russia deve essere ritenuta responsabile per ogni pezzo di infrastruttura distrutta. I miei pensieri sono con tutte le persone colpite. La Moldavia è fermamente al fianco dell’Ucraina». Così su X la presidente della Repubblica Maia Sandu.
Ore 14:40 - Giorgetti: la guerra ha già un perdente,economia europea
La guerra in Ucraina «ha già un perdente certo: è lo stato dell’economia europea, tanto che l’esecrato intervento dello Stato è tornato di moda». Lo ha detto nel suo discorso conclusivo al Forum Ambrosetti il ministro Giancarlo Giorgetti alludendo al superbonus.
Ore 14:41 - Kiev: ci prepariamo ad attacchi a infrastrutture energia
L’Ucraina sta rafforzando la sua difesa aerea per prepararsi a possibili attacchi russi slle sue infrastrutture energetiche questo autunno. Lo ha dichiarato il portavoce dell’Aeronautica militare, Yurii Inhat, come riporta il Kyiv Independent. «un anno fa, non avevamo nessun sistema di difesa aerea occidentale a medio raggio», ha detto parlando in televisione, «ma ora abbiamo ricevuto i primi Nasams e Iris e oggi abbiamo armi che non si possono trovare in altri Paesi».
Ore 16:54 - Kiev: «Mosca schiera una nave militare nel Mar Nero con 8 missili»
Le forze russe hanno schierato in modalità da combattimento una nave nel Mar Nero con otto missili kalibr. Lo riportano su Telegram le Forze di difesa dell’Ucraina meridionale. L’imbarcazione sarebbe una corvetta attrezzata con artiglieria e missili che fa parte del progetto russo Buyan-M. «Il nemico ha messo in servizio di combattimento nel Mar Nero una piccola nave missilistica del progetto Buyan-M, con una capacità di 8 `kalibr´» hanno scritto le Forze di difesa dell’Ucraina meridionale spiegando che «il livello di minaccia missilistica in tutta l’Ucraina è valutato come alto».
Ore 16:56 - Kiev: «Attacchi a porti per provocare carestia mondiale»
«I terroristi russi continuano ad attaccare le infrastrutture portuali nella speranza di poter provocare una crisi alimentare e una carestia nel mondo». È quanto scrive in un messaggio su Telegram il capo dell’ufficio di presidenza ucraino Andriy Yermak, commentando il raid russo al porto sul Danubio di Reni, nella regione ucraina di Odessa. «Il compito principale per noi e i nostri partner oggi è eliminare la capacità del complesso militare-industriale russo di produrre armi per colpire l’Ucraina», scrive Yermak, «e aumentare la responsabilità di coloro che aiutano il nemico ad aggirare le sanzioni».
Ore 16:57 - Zelensky sente Macron, discusso del corridoio dell’export sul grano
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il suo omologo francese Emmanuel Macron hanno avuto un colloquio telefonico, in cui hanno discusso del «funzionamento» del corridoio marittimo, istituito da Kiev per la navigazione sicura delle navi dopo che Mosca è uscita dall’accordo sull’export di grano dal Mar Nero. La telefonata è arrivata alla vigilia di un vertice a Sochi tra il presidente Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, che vuole rilanciare l’accordo sul grano, mentre Mosca colpiva con i droni la regione ucraina di Odessa. «Abbiamo anche discusso delle modalità per garantire il funzionamento del corridoio del grano e rafforzare la sicurezza della regione di Odessa», ha detto Zelensky sui social media dopo una telefonata con Macron. L’Ucraina questa settimana ha dichiarato che altre quattro navi hanno attraversato il suo corridoio marittimo temporaneo nel Mar Nero, istituito il mese scorso per garantire una navigazione sicura. Domani, Erdogan incontrerà Putin a Sochi, località russa sul Mar Nero, nella speranza di una ripresa dell’accordo. Zelensky ha anche ringraziato Macron per il «fondamentale aiuto militare» della Francia a Kiev e ha detto che la coppia «ha discusso dei prossimi pacchetti» di aiuti.
Ore 17:12 - Kiev: «100 miliardi di dollari di aiuti militari dai partner»
L’Ucraina ha ricevuto circa 100 miliardi di dollari dai partner dall’inizio dell’invasione russa del 24 febbraio 2022. Lo riferisce il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov in un’intervista rilasciata a Ukrinform. «Oggi, se calcoliamo e valutiamo tutti i pacchetti di assistenza, penso che abbiamo già ricevuto circa 100 miliardi di dollari dall’inizio dell’invasione su larga scala», ha detto Reznikov riferendosi agli aiuti militari. «In termini di valore, credo che abbiamo ricevuto fino a 100 miliardi di dollari di armi e diverse unità di equipaggiamento militare, munizioni, bossoli e proiettili. Più di 50 miliardi di dollari, o circa 60 miliardi di dollari ora, solo dagli Stati Uniti», ha spiegato Reznikov.
Ore 17:13 - Kiev: «Potremmo vedere gli F-16 in azione la prossima primavera»
L’Ucraina potrebbe iniziare a utilizzare i caccia F-16 nella primavera del 2024. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov in un’intervista rilasciata a Ukrinform. «Oggi abbiamo un permesso per l’addestramento, abbiamo Paesi che hanno accettato di fornire l’addestramento e anche quelli che hanno accettato di inviarci gli F-16 al completamento dell’addestramento e dei preparativi per le infrastrutture», ha spiegato Reznikov.
Ore 18:48 - Tass: «Hangar di armi ucraine distrutto dai russi nel Donetsk»
Il battaglione est russo ha distrutto un hangar ucraino che custodiva armi pesanti nella zona meridionale del Donetsk, secondo quanto riferito dal portavoce del gruppo, Oleg Chekhov, alla Tass. «L’equipaggio di un mortaio semovente Tyulpan ha distrutto un hangar di armi pesanti ucraino vicino alla miniera Yuzhnodonbasskaya a Uglesbytochnaya. Quattro carri armati e tre portaerei corazzate di fanteria sono stati distrutti. Gli aerei hanno colpito luoghi di dispiegamento di truppe e armi ucraine vicino a Ugledar, Prechistovka, Urozhaynoye e Staromayorskoye nella Repubblica popolare del Donetsk», afferma in un video pubblicato sul canale Telegram del ministero della Difesa russo. Inoltre, secondo Chekhov, le unità del gruppo tattico, appoggiate dall’artiglieria, hanno colpito i luoghi in cui si trovava lo schieramento temporaneo della 23/a brigata meccanizzata ucraina vicino agli insediamenti di Shevchenko, Temirovka e Berezovoye nella regione di Zapotozhye, hanno distrutto automobili e manodopera vicino a Konstantonovka e a nord-est di Nikolskoye. «Un obice da rimorchio D-20 e un obice semovente Akatsiya sono stati distrutti vicino a Zolotaya Niva, un sistema di artiglieria semovente Gvozdika vicino a Shakhterskoye, un obice da rimorchio D-30 a ovest di Neskuchnoye e i mortai sono stati distrutti a nord di Nikolskoye e a nord di Vladimirovka», ha aggiunto.
Ore 21:09 - Zelensky: «Ho deciso di sostituire ministro della Difesa Reznikov»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato nel suo discorso serale di voler sostituire il ministro della Difesa Oleksii Reznikov. Al suo posto Rustem Umerov. «Ho deciso di sostituire il ministro della Difesa ucraino. Oleksii Reznikov ha vissuto più di 550 giorni di guerra su larga scala. Credo che il ministero abbia bisogno di nuovi approcci e di altre forme di interazione sia con i militari che con la società. Rustem Umerov dovrebbe ora dirigere il ministero. La Verkhovna Rada lo conosce bene e Umerov non ha bisogno di ulteriori presentazioni. Mi aspetto che il Parlamento sostenga questo candidato» ha concluso Zelensky.
Ore 01:29 - Mosca: distrutti due droni ucraini al largo della Crimea e a Kursk
Mosca afferma che due droni ucraini sono stati distrutti dalle difese aeree russe sul Mar Nero al largo della Crimea e sulla regione di Kursk, secondo quanto riporta l’agenzia Tass. Nelle prime ore della notte «è stato sventato un tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico contro strutture sul suolo russo con l’uso di due veicoli aerei senza pilota», afferma il ministero della Difesa di Mosca spiegando che «le forze di difesa aerea in servizio hanno distrutto uav ucraini sul Mar Nero al largo della penisola di Crimea e sulla regione di Kursk».
Guerra Ucraina - Russia, le news del 4 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Putin a Erdogan: «Intesa sul grano se si rimuovono sanzioni a export russo». Rilasciata la donna fermata con la bandiera ucraina a Mosca. Lorenzo Cremonesi, inviato, Paolo Foschi e redazione Online su Il Corriere della Sera lunedì 4 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di lunedì 4 settembre. Mosca attacca la regione di Odessa
• Kiev: «Potremmo vedere gli F-16 in azione la prossima primavera»
• Il nuovo ministro della Difesa ucraino: il profilo di Rustem Umerov
• Le armi finte prodotte nei laboratori ucraini per ingannare i russi
• Kiev: «Mosca ha schierato una nave militare nel Mar Nero con 8 missili»
Ore 00:36 - Zelensky: «Ho deciso di sostituire ministro della Difesa Reznikov»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato nel suo discorso serale di voler sostituire il ministro della Difesa Oleksii Reznikov. Al suo posto Rustem Umerov. «Ho deciso di sostituire il ministro della Difesa ucraino. Oleksii Reznikov ha vissuto più di 550 giorni di guerra su larga scala. Credo che il ministero abbia bisogno di nuovi approcci e di altre forme di interazione sia con i militari che con la società. Rustem Umerov dovrebbe ora dirigere il ministero. La Verkhovna Rada lo conosce bene e Umerov non ha bisogno di ulteriori presentazioni. Mi aspetto che il Parlamento sostenga questo candidato» ha concluso Zelensky.
Ore 01:28 - Mosca: distrutti due droni ucraini al largo della Crimea e a Kursk
Mosca afferma che due droni ucraini sono stati distrutti dalle difese aeree russe sul Mar Nero al largo della Crimea e sulla regione di Kursk, secondo quanto riporta l’agenzia Tass. Nelle prime ore della notte «è stato sventato un tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico contro strutture sul suolo russo con l’uso di due veicoli aerei senza pilota», afferma il ministero della Difesa di Mosca spiegando che «le forze di difesa aerea in servizio hanno distrutto uav ucraini sul Mar Nero al largo della penisola di Crimea e sulla regione di Kursk».
Ore 02:44 - Usa: secondo la deputata trumpiana Greene, Kiev sta perdendo la guerra
«L’Ucraina sta perdendo questa guerra» contro la Russia, secondo la deputata americana Marjorie Taylor Greene. In un’intervista al conduttore radiofonico americano Alex Jones, la trumpiana di ferro della Georgia ha detto che lei è «probabilmente l’unico membro del Congresso» americano che dirà questa cosa «ad alta voce».
Ore 04:56 - Mosca, caccia Su-34 ha utilizzato il missile ipersonico Kinzhal
Mosca afferma che un suo cacciabombardiere Sukhoi Su-34 ha utilizzato il missile ipersonico Kinzhal nel corso delle operazioni militari in Ucraina. «L’aereo da caccia Su-34 ha utilizzato il missile ipersonico Kinzhal nell’operazione militare speciale», ha annunciato il ministero della Difesa russo aggiungendo che «il primo equipaggio che porta a termine con successo tale compito riceve premi statali».
Ore 04:58 - Erdogan oggi incontro Putin in Russia per discutere dell’export del grano
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, sarà oggi in Russia per discutere con Vladimir Putin la ripresa dell’accordo sulle esportazioni di grano ucraino attraverso il Mar Nero in tempo per il raccolto autunnale. I colloqui si svolgeranno a Sochi, nella Russia sudoccidentale. Il primo incontro di Erdogan con Putin da ottobre avviene mentre le forze russe cercano di contenere una controffensiva da Kiev che comincia a mostrare risultati promettenti dopo tre mesi di combattimenti sul fronte meridionale. Il presidente turco spera che i colloqui sul trasporto dei cereali possano diventare un trampolino di lancio per negoziati di pace più ampi tra Kiev e Mosca. Erdogan è uno dei pochi leader della Nato a mantenere rapporti con Putin. La loro relazione stretta ma a volte tumultuosa sembra essere diventata più forte da quando la Russia ha lanciato l’«operazione militare speciale’ in Ucraina nel febbraio 2022. La decisione di Putin di tagliare e rinviare i pagamenti turchi per il gas russo ha contribuito ad attenuare gli effetti della crisi economica che è quasi costata a Erdogan la rielezione a maggio. Da parte sua, Istanbul ha deciso di non aderire alle sanzioni occidentali contro Mosca ed è diventata luogo privilegiato per l’accesso dei russi a diversi prodotti e servizi. Erdogan, tuttavia, ha di recente irritato Mosca per aver fornito armi all’Ucraina sostenendo la sua ambizione di aderire alla Nato.
Ore 05:49 - Mosca: distrutti nella notte 4 motoscafi da sbarco ucraini nel Mar Nero
Mosca afferma di aver distrutto stanotte quattro motoscafi militari con a bordo soldati ucraini nel Mar Nero. Il ministero della Difesa russo ha riferito su Telegram che nella notte tra domenica e lunedì «nella parte nordoccidentale del Mar Nero l’aviazione navale ha distrutto quattro motoscafi militari veloci Willard Sea Force di fabbricazione americana con a bordo squadre di sbarco delle forze armate ucraine che stavano viaggiando in direzione di capo Tarkhankut», località situata nella parte occidentale dell’annessa penisola di Crimea.
Ore 05:53 - Attacchi russi nella notte nella regione di Odessa
La Russia ha attaccato stanotte per quasi due ore il distretto di Izmail, nella regione meridionale ucraina di Odessa. Lo rende noto su Telegram il governatore Oleh Kiper, chiedendo ai residenti di rifugiarsi e rimanere in casa. Al momento non sono state riportate informazioni su vittime o danni strutturali.
Ore 07:26 - Russia, distrutte quattro imbarcazioni ucraine nel Mar Nero
Quattro imbarcazioni ucraine che trasportavano truppe sono state distrutte dagli aerei russi nel Mar Nero durante la notte. Lo afferma su Telegram il Ministero della Difesa russo, specificando che quattro scafi Willard Sea Force di fabbricazione statunitense sono stati intercettati mentre si dirigevano verso Capo Tarkhankut, sulla costa nordoccidentale della Crimea. Gli attacchi dell'Ucraina in Crimea si sono intensificati nelle ultime settimane.
Ore 07:36 - Mosca attacca la regione di Odessa, abbattuti 17 droni russi
La Russia prende nuovamente di mira i porti del Danubio a poche ore dall'incontro tra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan per trovare un accordo sul grano. Le forze ucraine, in un post su Telegram, hanno dichiarato di aver abbattuto 17 droni russi che hanno attaccato la regione di Odessa, che ha subito diversi danni tra magazzini e attrezzature agricole. Non si segnalano vittime tra i civili.
Ore 07:37 - Vidnoye (Mosca), vasto incendio in un deposito di vernici
Un deposito di vernici a Vidnoye, sobborgo di Mosca, ha preso fuoco richiedendo l'intervento dei vigili del fuoco.
Ore 07:48 - Erdogan annuncerà la disponibilità a mediare tra Ucraina e Russia
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan dovrebbe annunciare la disponibilità turca a mediare fra Russia e Ucraina per una soluzione pacifica al conflitto, nel corso dell'incontro odierno a Sochi con l'omologo russo Vladimir Putin: è quanto anticipa il quotidiano turco Milliyet. Erdogan in particolare sottolineerà l'importanza di instaurare una pace e una stabilità durature nella regione; Ankara inoltre spera che Mosca possa ritornare all'accordo sull'export del grano ucraino, al momento sospeso.
Ore 07:57 - Kiev, nella notte abbattuti 23 droni su 32
Le forze ucraine hanno abbattuto la notte scorsa 23 droni kamikaze Shahed-136/131 su un totale di 32 lanciati dai russi: lo ha reso noto l'Aaeronautica militare di Kiev, come riporta Rbc-Ucraina. I droni sono stati lanciati dalla Crimea occupata e dal territorio russo, ha precisato l'Aeronautica, sottolineando che i velivoli senza pilota hanno preso di mira le regioni di Odessa e Dnipropetrovsk.
Ore 08:24 - Kiev, liberati 47 km quadrati vicino a Bakhmut
Le forze di Kiev sono riuscite sinora a liberare 47 chilometri quadrati vicino Bakhmut, nel Donetsk. Lo scrive su Telegram la viceministra ucraina della Difesa, Hanna Malyar, specificando che nell'ultima settimana sono stati riconquistati tre chilometri quadrati nell'area. «In direzione di Bakhmut il nemico conduce azioni difensive per frenare l'avanzata delle nostre truppe e tenta senza successo di ripristinare le posizioni perdute nei distretti di Klishchiivka, Kurdyumivka e Ozaryanivka nella regione di Donetsk. Abbiamo alcuni successi nell'area di Klishchiivka. In totale, vicino a Bakhmut sono stati liberati 47 km quadrati.Durante la scorsa settimana, l'area liberata è stata aumentata di 3 chilometri quadrati», riferisce Malyar.
Ore 08:32 - Le banche cinesi sostituiscono quelle occidentali nei prestiti alla Russia
Gli istituti di credito cinesi hanno incrementato i loro prestiti per miliardi di euro alle banche russe in seguito all'invasione dell'Ucraina e alla decisione delle istituzioni occidentali di ritirarsi da Mosca. Lo scrive oggi il Financial Times sulla base di un`analisi condotta dalla Kyiv School of Economics. Le principali quattro banche cinesi hanno rafforzato la loro attività di prestito anche nello sforzo, sostenuto da Pechino, di promuovere la valuta cinese, il renminbi, come alternativa globale al dollaro. L`esposizione cinese al settore bancario russo è quadruplicata nei 14 mesi terminati a marzo, secondo i dati della Kyiv School of Economics. Le quattro principali banche - Industrial and Commercial Bank of China, Bank of China, China Construction Bank e Agricultural Bank of China - hanno accresciuto la loro esposizione da 2,2 miliardi a 9,7 miliardi di dollari.
Ore 09:01 - Kiev, ancora allarmi bomba nelle scuole della capitale ucraina
La polizia ucraina ha reso noto che sono stati segnalati oggi allarmi bomba in tutte le scuole secondarie di Kiev: lo riporta l'emittente statale Suspilne, che cita l'Amministrazione militare della capitale. «Gli agenti di polizia e il Servizio di emergenza statale stanno prendendo le misure necessarie - scrive Suspilne su Telegram -. La decisione di evacuare bambini e insegnanti dai locali sarà presa dall'amministrazione degli istituti scolastici e dalla polizia». Si tratta del secondo allarme di questo genere dopo quello segnalato il primo giorno di scuola, l'1 settembre.
Ore 09:07 - Reznikov, il ministro della Difesa ucraino, presenta le dimissioni al Parlamento
Il ministro della Difesa di Kiev, Oleksiy Reznikov, ha presentato le sue dimissioni alla Verkhovna Rada, il parlamento ucraino. Lo ha annunciato lo stesso Reznikov sul suo profilo X. Dato per dimissionario già da qualche giorno, era stato lo stesso presidente Volodymyr Zelensky ad annunciare l’intenzione di sostituirlo alla guida del ministero che guida le forze armate, dopo 550 giorni di guerra con la Russia. Sarà sostituito da Rustem Umerov, il capo del Fondo del demanio statale. Reznikov era stato accusato di essere coinvolto in un caso di corruzione su alcune forniture militari.
Ore 09:19 - Borrell: «Avanti con il piano Zelensky»
«Il piano di Zelensky è il solo ad essere rimasto sul tavolo. Ha il nostro sostegno come Unione Europea», afferma l'alto rappresentante Ue per gli Affari esteri Josep Borrell in un'intervista a La Stampa. «Bisogna andare avanti con la proposta ucraina». «Gli ucraini - aggiunge Borrell - vogliono la pace più di chiunque altro al mondo. È la Russia che si rifiuta». Il commissario Ue assicura: «Lavoriamo per la pace. Ma deve essere una pace giusta, una pace che rispetti i diritti degli ucraini». Per la pace, «abbiamo lavorato ogni giorno cercando di fare quello che si può - assicura Borrell -. Ma tutto è inutile se Putin insiste nel dire "la guerra non finirà finché non avremo raggiunto gli obiettivi militari che ci siamo dati"».
Sulla controffensiva, l'ex presidente del Parlamento Ue sostiene che «se si vuole che funzioni, bisogna dare all'Ucraina i mezzi di cui ha bisogno». «Dobbiamo continuare a sostenerli. Senza il nostro aiuto non possono battersi come è necessario». Sulla morte di Prigozhin, l'alto rappresentante rileva che «Putin può riceverti nel suo palazzo un giorno e dire "che incidente sfortunato" il giorno dopo». «Tre giorni prima della guerra Putin diceva che non ci sarebbe stato un attacco, che invadere l'Ucraina era una idea folle - ricorda Borrell- oggi la sua parola è un po' svalutata».
Ore 09:24 - Guardian: Kiev produce finte armi per attirare il fuoco russo
L'Ucraina produrrebbe cannoni, camion radar e missili che vengono schierati senza però essere utilizzato. Il loro scopo sarebbe quello di fungere da "esche" per attirare il fuoco russo, costringendo Mosca a sprecare munizioni. Lo riporta il Guardian. Un gruppo di esperti sarebbe impegnato, da un anno, a produrre copie di armi avanzate con plastica, scarti di legno e metallo per confondere il nemico. Il successo, sottolinea il giornale, viene misurato in base alla velocità con cui le loro "esche" vengono distrutte. «Quando i militari vengono da noi e ci dicono "li abbiamo finiti", significa che abbiamo svolto il nostro lavoro con successo», ha detto uno di questi esperti.
Ore 09:58 - Kiev: 503 bambini uccisi dall'inizio della guerra
Almeno 503 bambini sono morti in Ucraina dall'inizio dell'invasione russa e oltre mille sono rimasti feriti. Lo rende noto su Teleram l'ufficio della Procura generale ucraina, come riporta Ukrinform. «Più di 1.622 bambini in Ucraina hanno sofferto per l'aggressione armata su larga scala della Federazione Russa - si legge in un comunicato -. Fino alla mattina del 4 settembre 2023, secondo le informazioni ufficiali fornite dai procuratori minorili, 503 bambini sono stati uccisi e più di 1.119» sono rimasti feriti. La maggior parte dei bambini è stata colpita nella regione di Donetsk, precisa la nota.
Ore 10:11 - Kiev: «Droni russi sono esplosi in territorio rumeno»
Alcuni droni russi Shahed si sono schiantati e sono esplosi in territorio rumeno durante l'attacco russo della scorsa notte, nella zona del porto di Izmail, al confine con la Romania (Paese Nato). Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, come riporta l'emittente statale Suspilne. Nikolenko ha citato le informazioni del Servizio statale delle guardie di frontiera.
«Secondo le informazioni del servizio di frontiera dell'Ucraina, questa notte durante un attacco di massa della Russia nell'area del porto di Izmail un drone russo "Shahedi" è caduto e detonato sul territorio della Romania», scrive Nikolenko su Facebook. «Questa è un'altra conferma che il terrore missilistico russo rappresenta una minaccia enorme non solo per la sicurezza dell'Ucraina, ma anche per la sicurezza dei Paesi vicini, compresi gli Stati membri della Nato».
Ore 10:19 - Kiev: «Uccisi 265.120 russi da inizio guerra»
Secondo l'ultimo bollettino dello Stato maggiore delle Forza armate ucraine, la Russia avrebbe perso nell'ultimo giorno 460 uomini, facendo salire a 265.120 le perdite totali dal 24 febbraio 2022. Secondo il resoconto dei militari ucraini, che non è possibile verificare in maniera indipendente, a oggi le perdite russe sarebbero di 265.120 uomini, 4.480 carri armati, 8.663mezzi corazzati, 5.511 sistemi d'artiglieria, 741 lanciarazzi multipli, 503 sistemi di difesa antiaerea. Le forze russe avrebbero perso anche 315 aerei, 316 elicotteri, 8.149 attrezzature automobilistiche, 18 unità navali e 4.481 droni.
Ore 10:46 - La Romania nega droni russi caduti sul suo territorio
La Romania ha smentito «categoricamente» in un comunicato la notizia che droni russi siano caduti sul suo suolo e, quindi, sul territorio Nato. La notizia era stata data dal portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko. Il ministero della Difesa di Bucarest, si legge nel comunicato, «monitora la situazione in tempo reale» e «in nessun momento» gli attacchi russi alle infrastrutture sul Danubio vicino al suo confine «hanno generato una minaccia militare diretta al territorio nazionale o alle acque territoriali della Romania».
Ore 10:52 - L'incontro tra Putin ed Erdogan comincerà alle 12 (ora italiana)
L'incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e l'omologo turco Recep Tayyip Erdogan inizierà alle 12 (le 13 a Mosca). Lo riferisce l'agenzia russa Ria Novosti. Quello di oggi sarà il primo incontro in presenza tra i due leader in quasi un anno. All'ordine del giorno del colloquio la situazione dell'accordo su grano e altre questioni. È la prima visita di un presidente di un Paese Nato in Russia da quando è iniziata la guerra in Ucraina.
Ore 11:03 - Intelligence Gb: Mosca capta i dati militari con un malware
La Russia cerca di rubare dati sensibili all'esercito ucraino tramite un sofisticato malware chiamato "Infamous Chisel". Lo scrive, nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence, il ministero della Difesa britannico. Settimana scorsa il Centro nazionale di sicurezza informatica (Ncsc) ha pubblicato un report su una campagna russa di malware che prende di mira i dispositivi Android utilizzati dall'esercito ucraino. "Infamous Chisel", spiega il rapporto giornaliero pubblicato su X, consente l'accesso, la raccolta e l'estrazione di dati da dispositivi Android compromessi, incluse le applicazioni mirate utilizzate dall'esercito ucraino. «È molto probabile che "Infamous Chisel" sia stato utilizzato con l'obiettivo di rubare informazioni militari sensibili - conclude Londra -. Questa attività dimostra che la Russia continua a utilizzare le capacità informatiche a sostegno dell'invasione dell'Ucraina».
Ore 11:30 - Soldato ucraino condannato a 22 anni per l'uccisione di un civile a Mariupol
La Corte suprema della autoproclamata Repubblica del Donetsk ha condannato a 22 anni di carcere un soldato ucraino, accusato di essere colpevole di aver ucciso un civile a Mariupol, nell'aprile del 2022. Maxim Ovcharenko, 24 anni, è stato riconosciuto colpevole di omicidio e maltrattamenti nei confronti della popolazione civile in un territorio occupato, secondo quanto riferisce l'agenzia Ria Novosti citando una fonte giudiziaria. L'esecuzione sommaria era stata decisa perché il civile «sosteneva la Russia e assisteva le forze armate della Repubblica di Donetsk e della Federazione Russa».
Ore 12:22 - Putin a Erdogan: «Siamo aperti a discutere dell'accordo sul grano»
È cominciato a Sochi, sul Mar Nero, l'incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e quello turco Recep Tayyip Erdogan. Ne danno notizia le agenzie russe. Il presidente russo: «Discuteremo della crisi ucraina, siamo aperti a discutere dell'accordo sul grano». Al centro dei colloqui, oltre al rinnovo dell'accordo sul grano, anche le nuove relazioni energetiche tra i due Paesi. «Stiamo facendo passi in avanti nella sfera energetica con la Turchia», afferma Putin, riferendosi anche alla centrale nucleare di Akkuyu, in Turchia, costruita dall’azienda pubblica russa Rosatom e che sarà operativa dal prossimo anno. Ai colloqui è presente anche Alexei Likhaciov, capo dell'agenzia atomica russa Rosatom.
Ore 12:43 - Erdogan: «Importante annuncio su grano dopo l'incontro con Putin»
Ci sarà un annuncio «molto importante» sull'accordo per l'esportazione di grano nel Mar Nero al termine dell'incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e quello turco Recep Tayyip Erdogan a Sochi. Lo ha anticipato lo stesso Erdogan, come riporta l'agenzia di stampa Anadolu. Il presidente turco anticipa anche che saranno espressi messaggi «molto importanti» soprattutto per i Paesi dell'Africa. «Il passo più significativo riguarda la questione del corridoio (per l'esportazione) del grano, credo che dopo i nostri colloqui, i messaggi che esprimeremo saranno molto importanti, soprattutto per i Paesi africani», ha affermato Erdogan nelle prime battute con Putin trasmesse dalla tv di Stato turca Trt.
Ore 13:00 - Mosca: «Migliorate le nostre posizioni vicino a Robotyne»
Il ministero della Difesa russo ha detto che le forze di Mosca hanno «migliorato le loro posizioni» vicino al villaggio di Robotyne, nella provincia ucraina di Zaporizhzhia. L'esercito russo avrebbe rafforzato le proprie porizione nel villaggio di Vierbovoye, ad est di Robotyne. Nelle scorse settimane gli ucraini avevano detto di avere conquistato Robotyne, per scendere a sud verso il Mar d'Azov, ma i russi non hanno mai confermato la notizia.
Ore 13:19 - Ue: «Dall'incontro di Sochi ci aspettiamo che Mosca torni all'accordo sul grano»
«L'aspettativa generale» dell'incontro tra Putin ed Erdogan «è che la Russia ritorni almeno all'accordo sul grano e che fermi la sua aggressione illegale contro l'Ucraina, che prende di mira soprattutto le esportazioni di grano ucraine». Lo ha affermato il portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri, Peter Stano, nel briefing quotidiano con la stampa. «Proprio ieri sera, la Russia ha lanciato un altro grande attacco su Odessa mirando esattamente proprio alle strutture per l'esportazione del grano ucraino, compresa l'area del Danubio, e questo dimostra ulteriormente come la Russia sta esacerbando la crisi alimentare globale con le sue azioni che mettono a rischio milioni di persone vulnerabili in tutto il mondo», ha aggiunto.
Ore 13:31 - Erdogan: «Puntiamo a interscambio di 100 miliardi di dollari»
Cento miliardi di dollari. Questo è l’obiettivo che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan punta a raggiungere nell’interscambio commerciale con la Russia. Lo ha dichiarato lui stesso nel corso di un incontro a Sochi con il presidente russo Vladimir Putin. «Stiamo attraversando un periodo completamente diverso nelle relazioni tra Turchia e Russia. In questo momento siamo molto contenti che il nostro volume del commercio bilaterale sia di 62 miliardi di dollari», ha detto Erdogan aggiungendo che «stiamo andando verso l’obiettivo di 100 miliardi di dollari».
Ore 13:42 - Giovane avvolta in bandiera ucraina su Piazza Rossa: fermata
Una giovane donna è stata fermata stamane mentre passeggiava sulla Piazza Rossa, a Mosca, avvolta nella bandiera ucraina. Ne dà notizia l’ong per la difesa dei diritti dei detenuti Ovd-Info, pubblicando sul suo canale Telegram una fotografia della donna, di spalle, scattata da un passante. Ad avvertire del suo fermo Ovd-Info è stata la stessa donna, identificata come Alena Kozhevnikova, che è stata portata al dipartimento di polizia nel distretto di Kitay Gorod.
Ore 13:47 - Minsk: «Sconfinamento elicottero polacco errore del pilota»
La Bielorussia ha detto di non considerare come una provocazione da parte di Varsavia ma un semplice errore del pilota lo sconfinamento di un elicottero militare polacco sul territorio bielorusso denunciato il primo settembre. Lo ha detto il ministro della Difesa, Viktor Khrenin, citato dall’agenzia russa Ria Novosti. «Non si tratta di niente di più che un pilota scarsamente addestrato», ha affermato Khrenin, aggiungendo che la parte bielorussa sapeva che l’elicottero era impegnato in un’operazione di pattugliamento e che le forze di Minsk e Varsavia continuano a comunicare tra loro per garantire la sicurezza dei voli. Il Comitato bielorusso per le frontiere aveva riferito venerdì che un elicottero militare polacco Mi-24 aveva violato il confine spingendosi fino a 1.200 metri in territorio bielorusso nella regione di Grodno volando ad una quota molto bassa. Wojciech Filimonovich, l’incaricato d’affari polacco a Minsk, era stato convocato al ministero degli Esteri per ricevere una nota di protesta. Da parte loro le forze armate polacche hanno negato lo sconfinamento, parlando di «bugie e provocazioni da parte bielorussa».
Ore 13:54 - Seul: «Mosca ha proposto esercitazioni navali congiunte con Cina e Nordcorea»
Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha proposto di organizzare una serie di esercitazioni militari congiunte con Cina e Corea del Nord durante il suo incontro, a luglio, con il leader nordcoreano Kim Jong Un. Lo hanno riferito i servizi di intelligence sudcoreani. Durante la sua visita in Nordcorea, il ministro russo ha trasmesso la sua proposta, come ha ora confermato il direttore del Servizio nazionale di intelligence sudcoreano, Kim Kyou Hyun, in dichiarazioni raccolte dall’agenzia Yonhap. L’incontro in questione, svoltosi a porte chiuse tra il 25 e il 27 luglio, è servito alle parti per valutare la possibilità di rafforzare le loro relazioni in un contesto di crescente tensione nella regione e con la Russia impegnata nell’invasione dell’Ucraina. Le autorità di Russia e Corea del Nord hanno sostenuto il rafforzamento dei loro legami militari, ma Pyongyang ha negato di avere «accordi sulle armi» con Mosca. Il portavoce della Casa Bianca per la Sicurezza Interna, John Kirby, a luglio aveva dichiarato che Shoigu aveva tentato di vendere armi alla Russia durante la sua visita nel paese.
Ore 14:31 - Peskov: «Non è prevista la firma di alcun documento»
Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, fa sapere che la prima parte dei colloqui tra Putin ed Erdogan, in corso a Sochi (Russia), è durata un'ora e mezza ed «è stata costruttiva». Oltre ai due presidenti, hanno partecipato i rispettivi ministri degli Esteri e della Difesa. Peskov aggiunge anche che «non è prevista la firma di alcun documento» congiunto.
Ore 14:54 - Il Consiglio d'Europa condanna le elezioni nei territori ucraini occupati
«La decisione della commissione elettorale centrale della Federazione russa di organizzare elezioni locali nei territori ucraini illegalmente annessi di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia, è una flagrante violazione del diritto internazionale che Mosca continua a ignorare come nel caso degli pseudo-referendum dello scorso anno». Lo ha dichiarato il presidente del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa, Leendert Verbeek, condannando la decisione di Mosca e sottolineando che «i territori in questione sono e rimarranno parte integrante dell'Ucraina». Verbeek afferma inoltre che «lo svolgimento di elezioni locali nei territori occupati crea solo un'illusione di democrazia, ma viola chiaramente il diritto dei cittadini a partecipare alla gestione degli affari pubblici locali».
Ore 15:01 - Rustem Umerov, tataro crimeano e negoziatore: chi è il nuovo ministro della Difesa ucraino
(Di Marta Serafini) Un tataro crimeano alla Difesa. È la mossa di Zelensky che, dopo aver epurato il criticato ministro Reznikov, sacrificato sull’altare della campagna anti corruzione e sul terreno instabile di una controffensiva che non è riuscita ancora a decollare, ora sceglie come uomo chiave del suo gabinetto Rustem Umerov . Una mossa fatta anche per non concedere al nemico troppo terreno dopo le aperture diplomatiche sul destino della Crimea e per evitare di perdere troppo consenso interno. Perché a scorrere la biografia di Umerov pare di essere finiti dentro un libro di storia della Crimea.
Nato nell’Uzbekistan sovietico, 41 anni, musulmano, il nuovo ministro nasce in una famiglia esule dalla Crimea dopo le purghe staliniane. Alla terra di origine torna negli anni ’80 e ’90, ancora bambino ma fin da giovane diventa membro di spicco della comunità tatara di Crimea. Laureato in economia e master in finanza, dopo aver iniziato una carriera da manager nel settore delle telecomunicazioni, Umerov viene eletto in parlamento nel 2019, dove si presenta come co presidente di una piattaforma che ha l’obiettivo di disconoscere il referendum di annessione alla Russia del 2014, ampiamente boicottato dalla comunità tatara. E quando Mosca bandisce il Mejlis – l’assemblea tradizionale della minoranza musulmana dichiarandolo un’organizzazione estremista – lui dichiara: «I propagandisti russi hanno inventato la narrativa della divisione etnica della nazione ucraina per giustificare le loro azioni militari sul territorio del nostro Paese». Come dire che le ferite della Storia non si dimenticano così facilmente.
Ore 15:23 - Conclusi dopo tre ore i colloqui Putin-Erdogan
Si sono conclusi dopo tre ore, a Sochi in Russia, i colloqui tra il presidente russo Vladimir Putin e quello turco Recep Tayyip Erdogan. Lo riferisce l'agenzia Tass. Non è prevista alcuna firma di un documento congiunto.
Ore 15:41 - È stata rilasciata la donna fermata a Mosca con la bandiera ucraina
Alena Kozhevnikova, la donna fermata in piazza Rossa a Mosca con la bandiera ucraina , è stata rilasciata dal dipartimento di polizia con i protocolli previsti dagli articoli sul discredito dell'esercito russo e sulla violazione delle regole di organizzazione di un evento pubblico. Lo rende noto su X la ong Ovd-Info.
Ore 15:52 - Putin: «Un successo l'incontro con Erdogan»
L'incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è stato «un successo». Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin al termine dei colloqui a Sochi, come riporta Ria Novosti. «Le relazioni tra la Russia e la Turchia si stanno sviluppando con successo in tutti i settori e in tutte le direzioni. L'incontro è stato un successo», ha affermato Putin.
Ore 15:54 - Putin: «Torniamo all'intesa sul grano se si rimuovono le sanzioni all'export russo»
La Russia «è pronta a tornare all'accordo sul grano» ma solo quando le controparti applicheranno i punti che prevedono la rimozione degli ostacoli alle esportazioni di cereali e fertilizzanti russi. Lo ha ribadito il presidente Vladimir Putin in una conferenza stampa congiunta con quello turco Recep Tayyip Erdogan, dopo il loro incontro a Sochi. Il presidente russo ha anche aggiunto che «la Russia è vicina a un accordo con sei Paesi africani» ai quali verranno fornite «derrate alimentari gratuite e anche la logistica delle forniture».
Ore 15:58 - Erdogan: «Mosca è pronta a rilanciare l'accordo sul grano»
La Russia è pronta per il rilancio dell'iniziativa (sull'esportazione di grano, ndr) del mar Nero. Abbiamo preparato alcune proposte assieme all'Onu. Credo che con questo processo si potranno ottenere risultati positivi e in tempi brevi». Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante una conferenza stampa congiunta con l'omologo russo Vladimir Putin a Soci, in Russia, trasmessa dalla tv di Stato turca Trt.
Ore 16:01 - Kiev: «Abbiamo prove fotografiche di droni russi caduti in Romania»
Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha affermato che Kiev avrebbe prove fotografiche che dimostrerebbero che i droni russi hanno colpito il territorio rumeno, cioè di un Paese Nato, durante un attacco aereo notturno contro il porto di Izmail, sul fiume Danubio. Lo riporta il Guardian, precisando che le dichiarazioni di Kuleba sono state rilasciate al termine di una conferenza stampa a Kiev. In mattinata Bucarest aveva smentito che i droni russi avessero colpito il suo territorio. «Penso che in questo caso particolare le autorità rumene stiano studiando tutti gli aspetti di quanto accaduto. Inutile negare che lì sia caduto qualcosa. E affermiamo autorevolmente, con evidenza, che si è trattato di droni Shahed. Abbiamo delle prove fotografiche che qualcosa sia caduto lì», ha detto Kuleba, citato dall'Ukrainska Pravda.
Ore 16:05 - Putin: «L'Occidente ci ha ingannato sull'accordo sul grano»
«L'Occidente ci ha ingannato sulla natura umanitaria dell'accordo sul grano». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin nel corso di una conferenza stampa congiunta con l'omologo turco Recep Tayyip Erdogan a Sochi. «I paesi occidentali continuano a non rispettare l'adempimento degli obblighi nei confronti della Russia derivanti dall'accordo sul grano», ha aggiunto Putin.
Ore 16:08 - Erdogan: «Non ci sono alternative sostenibili al patto sul grano»
Le alternative all'accordo sul grano proposta finora non sono «sostenibili, sicure, permanenti» come lo è l'iniziativa sul Mar Nero. Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, al termine dell'incontro a Sochi con il presidente russo Vladimir Putin.
Ore 16:16 - Putin: «La controffensiva ucraina è un fallimento»
«La controffensiva ucraina oggi sembra un fallimento, speriamo continui a esserlo». Lo ha dichiarato il presidente russo, Vladimir Putin in conferenza stampa dopo i colloqui di Sochi con l'omologo turco, Recep Tayyip Erdogan. Putin ha poi sottolineato che bozze di accordo tra Ucraina e Russia erano state raggiunte lo scorso anno con la mediazione della Turchia, ma poi il governo di Kiev «le ha gettate nella spazzatura».
Ore 16:20 - Putin: «Presto forniture gratuite di grano a 6 Paesi africani»
Nelle prossime settimane Mosca metterà a punto i preparativi per inviare gratuitamente grano a sei Paesi africani. Come riferito dal presidente russo Vladimir Putin, a ciascuno di questi Paesi saranno fornite dalle 25.000 alle 50.000 tonnellate di cereali. Quest'anno, ha aggiunto Putin, si prevede in Russia un raccolto di 130 milioni di tonnellate di grano, di cui 60 milioni potranno essere esportati. Dal canto suo, Erdogan si è detto pronto a fare ciò che è necessario per mandare grano russo ai Paesi africani: «Putin ha detto: "Abbiamo completato i lavori logistici per mandare un milione di tonnellate di grano ai Paesi poveri". E noi abbiamo detto: "In quanto Turchia, ci sentiamo responsabili di qualunque dovere ricada su di noi"».
Ore 16:22 - Erdogan: «Turchia pronta a mediare nei negoziati di pace»
La Turchia è pronta a mediare affinché Russia e Ucraina abbiano negoziati diretti di pace. Lo ha detto in conferenza stampa il presidente turco Recep Tayyip Erdogan al termine dei suoi colloqui con il presidente russo Vladimir Putin che si sono tenuti oggi a Sochi, in Russia. Lo riporta l'agenzia turca Anadolu. «Naturalmente, l'Ucraina deve ammorbidire il suo approccio per potere compiere dei passi insieme alla Russia», ha aggiunto Erdogan.
Ore 16:55 - Tajani a ministro Esteri cinese: «La Cina usi la sua influenza per pace giusta»
«Con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi abbiamo discusso di come affrontare in maniera collaborativa gli attuali scenari internazionali con particolare riguardo a stabilità e sviluppo in Africa. Sull'Ucraina, ho incoraggiato ad utilizzare l'influenza della Cina a favore di una pace giusta». Lo scrive su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani da Pechino dopo l'incontro con l'omologo cinese.
Con il MAE ?? Wang Yi abbiamo discusso di come affrontare in maniera collaborativa gli attuali scenari internazionali con particolare riguardo a stabilità e sviluppo in Africa. Sull?Ucraina, ho incoraggiato ad utilizzare l?influenza della Cina a favore di una pace giusta.
Ore 17:06 - Papa Francesco sull’aereo dalla Mongolia: «Imperialismo? È la cultura russa che non va cancellata»
(Di Gian Guido Vecchi) Francesco raggiunge i giornalisti mentre l’aereo che lo riporta a Roma da Ulan Bator sta ancora sorvolando le steppe della Mongolia. Viaggio lungo e intenso, il Papa ha l’aria un po’ stanca. Cammina col bastone, si siede per rispondere alle domande. Chiarisce che le sue parole sulla «Grande Russia», che hanno irritato gli ucraini, non si riferivano all’imperialismo ma alla cultura che al contrario è dialogo, «e la cultura russa non va cancellata per problemi politici».
Ore 18:17 - Surovikin riappare in foto: è a Mosca
«Il generale Serghei Surovikin è vivo, sano, a casa, con la sua famiglia, a Mosca». Con questa didascalia, la giornalista Ksenia Sobchak ha pubblicato su Telegram quella che sarebbe la prima immagine pubblica del generale russo, ex capo delle forze aerospaziali, rimosso sulla scia della rivolta di Evgheni Prigozhin e della Wagner.
Surovikin, legato alla Wagner, è scomparso dalla scena pubblica dopo il tentato ammutinamento della Wagner, a fine giugno. Le autorità russe non hanno mai chiarito la sua sorte, ma l’agenzia ufficiale Ria Novosti aveva scritto che era stato «sollevato dall’incarico». Nella foto pubblicata da Sobchak appare con occhiali da sole, in abiti civili vicino a una donna, presumibilmente la moglie, mentre passeggiano in un cortile pieno di piante. Da Sochi, oggi, a una specifica domanda della stampa su dove fosse Surovikin, il ministero della Difesa Serghei Shoigu non ha voluto rispondere.
Ore 18:34 - Podolyak: «Ogni tentativo di trattativa con Putin è inutile e fasullo»
Qualche ora dopo il termine della visita del premier turco Recip Tayyip Erdogan a Sochi per parlare di un nuovo potenziale accordo del grano con il presidente russo Vladimir Putin, è intervenuto su X il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mikhailo Podolyak: «Abbiamo avuto un'ulteriore prova che qualsiasi tentativo di negoziato con Putin è inutile. Continua a vivere nella sua realtà».
Ore 18:57 - Le armi finte prodotte nei laboratori ucraini per ingannare i russi: «Il nemico non è stupido» - Il punto militare
Dall’inizio del conflitto, una squadra di esperti riproduce copie in plastica, legno, gommapiuma o metallo, che siano abbastanza simili agli originali da convincere gli operatori dei droni russi e le truppe a terra che si tratti di bersagli militari.
Sin dall’inizio del conflitto gli ucraini sono riusciti a preservare i propri mezzi sparpagliandoli, nascondendoli all’occhio nemico fra gli alberi, in aree molto vaste, o magari con un telone ricoperto di foglie e arbusti. Anche così, nelle prime settimane, sono riusciti a sottrarsi al primo colpo dell’invasore e hanno impedito all’Armata di imporre la superiorità aerea.
Ore 19:36 - Mosca: «Stiamo discutendo su esercitazioni con Nord Corea»
La Russia sta discutendo della possibilità di lanciare esercitazioni congiunte con la Corea del Nord, così come aveva rivelato oggi anche la Corea del Sud. «Ne stiamo discutendo con tutti, anche con la Corea del Nord. Perché no, questi sono i nostri vicini», ha detto il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu a Interfax. «Una vecchia verità russa: non si scelgono i propri vicini ed è meglio vivere in pace e armonia con loro», ha aggiunto Shoigu, «stiamo già conducendo esercitazioni con i nostri colleghi cinesi e abbiamo pattuglie congiunte di bombardieri strategici di unità navali».
Ore 19:52 - Muratov lascia direzione Novaya Gazeta per contestare accusa di essere agente straniero
Novaya Gazeta ha annunciato che il direttore del periodico e Premio Nobel per la Pace Dmitry Muratov si ritirerà temporaneamente dal suo ruolo alla guida del giornale per contestare in tribunale la sua inclusione nella lista degli «agenti stranieri» da parte del ministero della Giustizia russo.
«Muratov è in totale disaccordo con la decisione del Ministero della Giustizia e sta intentando una causa», ha annunciato Novaya Gazeta in una nota. «Dietro sua richiesta, la redazione sospende Dmitry Muratov dalla direzione per la durata del procedimento legale. Sergei Sokolov è stato nominato all'incarico ad interim”.
Ore 19:56 - Casa Bianca: «Ottimo lavoro della Turchia per rilanciare accordo sul grano»
A Washington viene molto apprezzato il tentativo della Turchia e la sua volontà di voler rilanciare l'accordo del grano. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha guardato con favore al ruolo svolto da Ankara per rilanciare l'accordo per l'esportazione del grano nel Mar Nero, nonostante l'incontro di oggi a Sochi tra il presidente russo Vladimir Putin e quello turco Recep Tayyip Erdogan non abbia prodotto risultati concreti.
«Accogliamo con favore gli sforzi diplomatici e operativi della Turchia e di altri paesi per convincere la Russia a ritornare all'accordo. Stiamo collaborando con le Nazioni Unite e con la Turchia, entrambe hanno lavorato molto duramente per rendere la Black Sea Grain Initiative possibile e per farla funzionare», ha affermato un portavoce del Dipartimento di Stato. «La decisione della Russia di porre fine alla sua partecipazione all'iniziativa sul grano danneggia le comunità vulnerabili e contribuisce all'insicurezza alimentare in tutto il mondo».
Ore 20:21 - Nyt: Kim Jong-un presto in Russia per discutere di forniture armi
Il leader nordcoreano, Kim Jong-un prevede di recarsi in visita in Russia questo mese, secondo fonti del New York Times, per discutere di armamenti. Mosca cerca nuove armi per la sua guerra in Ucraina e una delegazione nordcoreana è andata di recente in Russia in treno per pianificare la missione di Kim.
Ore 23:41 - Zelensky visita i soldati al fronte nel Donetsk
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha compiuto una visita ai soldati che combattono sul fronte est, nel Donetsk. «Stiamo visitando le brigate combattenti che stanno difendendo l’Ucraina come parte del gruppo operativo tattico». Lo scrive lo stesso Zelensky nel suo canale Telegram, aggiungendo che si è parlato di «notizie importanti, problemi complessi, e rifornimenti da incrementare, la creazione di un servizio di management ausiliario per assicurare i rifornimenti alla brigata e aumentare la motivazione dei nostri guerrieri». Ore 02:39 - Bombe russe sulla regione di Sumy, danni e due feriti
Le forze russe hanno condotto ieri 18 attacchi contro il confine della regione di Sumy, ferendo due civili e danneggiando infrastrutture. Lo riferisce l'amministrazione militare dell'oblast ucraina nordorientale, citata dai media locali. In particolare i bombardamenti d'artiglieria sulla comunità di Druzhba hanno ferito un civile, danneggiato 12 case e alcuni binari ferroviari. A Seredyna-Buda colpi di mortaio e d'artiglieria hanno ferito un civile e causato danni a edifici privati e amministrativi. Dall'inizio della guerra contro l'Ucraina le comunità di confine dell'oblast di Sumy sono frequenti bersagli dei bombardamenti russi. Il 2 settembre un agente di polizia è stato ucciso durante un raid su Seredyna-Buda.
La profezia del generale ucraino sulla controffensiva: “Tutto è davanti a noi”. Giovanni Chiacchio il 4 Settembre 2023 su Inside Over.
Dopo una prima fase segnata da diversi errori tattici e un’avanzata piuttosto lenta, l’esercito ucraino è recentemente riuscito a sfondare la prima linea difensiva russa. Il generale ucraino Oleksander Tarnavsky, ritiene che le operazioni di sfondamento della seconda linea possano risultare maggiormente semplici, in virtù del superamento dei grossi campi minati costituenti il nerbo della prima linea russa.
Il liberatore di Kherson
Promosso a generale di brigata nel dicembre 2021, Oleksandr Tarnavsky rappresenta uno degli homines novi che ha contribuito al processo di riforme che ha interessato l’esercito ucraino negli ultimi anni. Durante la prima fase del conflitto, Tarnavsky ha servito come vice comandante del Comando Operativo “Est”, avente sotto la propria responsablità le Oblast di Dnipropetrovsk, Zaporizhia, Kharkhiv, Donetsk e Luhansk. Nominato successivamente comandante del gruppo operativo “Sloboda”, ha svolto un ruolo cruciale nella controffensiva volta alla liberazione di Kherson. Nel corso di tale operazione, Tarnavsky ha perseguito una strategia mirata a logorare le forze russe tramite costanti attacchi di fanteria distribuiti su tutto il fronte, spalleggiati dai bombardamenti operati dall’artiglieria a lungo raggio miranti a distruggere le linee logistiche russe. Nel mese di gennaio ha rilasciato un’intervista nella quale ha indicato la necessità di porre in essere costanti azioni offensive in vari punti del fronte al fine di logorare le forze nemiche e individuarne i punti deboli. Nel giugno 2023 è stato nominato comandante del raggruppamento operativo “Tavria”, composto dalla 35esima Brigata Separata di Fanteria di Marina e dalla 55° Brigata Separata d’Artiglieria, schierato nel teatro meridionale.
La marcia verso il mare
In una recente intervista il generale ha asserito che dopo lo sfondamento della prima linea difensiva russa, le forze armate ucraine si aspettano l’ottenimento di risultati operativi in tempi più rapidi. Secondo le stime di Tarnavsky, la Federazione russa ha allocato il 60% del tempo e delle risorse impiegate per la costruzione del sistema difensivo meridionale sulla prima linea e solo il 20% su ognuna delle linee successive. Il generale ha indicato che l’esercito ucraino è stato rallentato per settimane dagli immani campi minati russi, mentre le forze di Mosca, riparate dietro trappole, colpivano le unità di Kiev con artiglieria e droni, limitandone la manovra.
Tarnavsky ha allora adottato una tattica simile a quella già impiegata a Kherson nel settembre 2022, eseguendo attacchi di fanteria notturni volti a sminare le posizioni russe spalleggiati da potenti attacchi a lungo raggio contro le strutture logistiche di Mosca. Il comandante del gruppo “Tavria” ha poi aggiunto che l’esercito ucraino si trova ora tra la prima e la seconda linea difensiva, dove sta attualmente consolidando le posizioni e colpendo e unità russe in grado di coprire la ritirata alle forze in prima linea. Il Generale ha rimarcato come dopo lo sfondamento della prima linea la Federazione russa abbia perso il suo più grande vantaggio, ossia la presenza di sconfinati campi minati.
Senza l’impedimento delle mine, l’esercito di Kiev è ora in grado di manovrare con maggiore libertà e di impiegare maggiormente veicoli blindati e corazzati, poco utili contro i campi minati. Tarnavsky ritiene che lo spostamento laterale di riserve da parte della Russia sia una conseguenza della fortissima pressione subita dalle forze di Mosca durante le battaglia sulla cresta di Velyka Novosilika e Robotyne. “Il nemico sta dispiegando le riserve, non solo dal territorio ucraino, ma anche da quello russo. Pima o poi finiranno i loro migliori soldati. Questo ci darà lo slancio per attaccare più velocemente. Tutto è davanti a noi”, così ha commentato il Generale. Il comandante del gruppo Tavria ha poi concluso l’intervista rifiutandosi di fornire scadenze precise circa la liberazione di Melitopol e Berdyansk, ammettendo contestualmente come i primi rilevanti risultati della controffensiva siano arrivati in tempistiche più lunghe rispetto a quelle sperate, ma ha aggiunto come il lavoro vada giudicato solo una volta concluso. GIOVANNI CHIACCHIO
L’ultima barricata. Lo spirito rivoluzionario degli ucraini inebria le strade di Kyjiv (e anche noi). Christian Rocca su L'Inkiesta il 5 Settembre 2023
Un lungo viaggio a bordo di un treno sovietico, la fierezza delle donne che rientrano a casa, il cibo tradizionale, la storia europea e tutto quello che fa dell’Ucraina una nazione formidabile
Dall’Italia per arrivare a Kyjiv si impiegano circa trenta ore. Fino alla Polonia è un viaggio lungo come un altro, ma a Chelm diventa qualcosa di diverso. Si intuisce già all’aeroporto di Varsavia che questo viaggio è tutto fuorché come qualsiasi altro, in particolare quando il tassista, ascoltando con accento incerto la destinazione «stazione dei treni di Wschodnia», dice: «Ah, andate a Est». Wschodnia, infatti, è la stazione orientale della capitale polacca da dove parte il Kyjiv Express che in realtà non è un diretto per la capitale ucraina, ma un treno che porta a Dorohusk che prima del capolinea si ferma alla stazione ferroviaria di Chelm. Non a Chelm Maisto, la fermata della città, ma a Chelm e basta, nella periferia di questa cittadina di sessantamila abitanti. Sul binario opposto a quello di arrivo c’è un imponente e buio treno ucraino, che si riconosce dai tridenti stampigliati sulle carrozze d’era sovietica.
È sera, c’è tutto il tempo per attraversare il binario e andare a comprare al deli fuori dalla stazione qualcosa da mangiare e per affrontare le successive quattordici ore in treno. E lì, in coda per comprare una piadina o un piatto di pierogi, ci si rende conto di quello che già si era intuito nella tratta ferroviaria verso Chelm e che diventerà evidente sul treno per Kyjiv, e cioè che i compagni di questo lungo viaggio sono solo donne, giovani, di mezza età e anziane donne ucraine che tornano a casa, come Katryna, per rivedere i genitori o come Olena per riabbracciare il figlio che torna in licenza dal fronte di Bakhmut.
Sono donne silenziose, ma fiere, non appaiono tristi, non sembrano vinte, semmai rassegnate a vivere con determinazione la realtà di far parte di un popolo che resiste all’invasione russa fin dentro il treno sovietico che sferraglia verso est al modo nostalgico di Goodbye Lenin piu che come un Orient Express. Di fronte a questa consapevolezza, a questa forza, a questa tenacia, che cosa volete che sia trascorrere quindici ore al buio e al freddo, con il cibo freddo portato da casa e gli interminabili controlli notturni alle due frontiere sdraiati nelle cuccette made in URSS di una macchina d’acciaio e di ferro che la mollezza occidentale oggi scommetterebbe in disuso da tre decenni oppure al massimo come reliquia di altri viaggi forzati verso la Siberia.
A Kyjiv i passeggeri sono accolti al binario da signori anziani con in mano i fiori da porgere alle figlie e alle nipoti in visita o di ritorno a casa, ma anche dalla sirena dell’allarme aereo e dall’invito pubblico attraverso gli altoparlanti a raggiungere il rifugio più vicino.
Nonostante ciò la gente cammina serenamente per strada, magari solo a un passo più spedito, e abbraccia i parenti e chiacchiera amabilmente con gli amici perché nelle chat dell’esercito su Telegram c’è scritto che l’allarme è scattato perché si è alzato il solito Mig russo in perlustrazione nei cieli non di sua competenza e che entro venti minuti sarà tutto finito.
La città dunque è viva, le strade sembrano quelle di una operosa città a metà strada tra l’Europa che ancora non c’è pienamente e il mondo sovietico che si è sgretolato ma che è ancora visibile nei palazzoni brutalisti del centro che nella loro tragica eredità conservano un macabro fascino.
Il paragone con Berlino est anche molti anni dopo la caduta del muro è banale, ma veritiero. Poi però ci si accorge che la gente che passeggia sui larghi marciapiedi della capitale è quasi esclusivamente di genere femminile, come sul treno Chem-Kyjiv, salvo qualche ragazzino, qualche anziano di una poderosa fili di uomini all’ingresso di un edificio della polizia.
La vita continua, Kyjiv è aperta, intellettualmente viva, ogni sua singola pietra respira uno spirito rivoluzionario febbricitante, come quello vissuto a Barcellona da George Orwell negli anni Trenta e immortalato in “Omaggio alla Catalogna”.
La guida turistica Yulia dice di non aver mai lavorato così tanto come adesso nella sua vita professionale, mentre è inebriante l’atmosfera nel ristorante “L’ultima barricata” che serve i piatti della tradizionale cucina locale in una specie di speak easy adornato di cimeli delle numerose rivoluzioni ucraine, da quella arancione a quella della dignità, il tutto a pochi passi da Maidan e dal mausoleo spontaneo in onore dei caduti nella guerra in corso.
Lo spirito di Kyjiv è quello di chi sa di essere sopravvissuto ai mongoli e agli zar, e anche all’Unione Sovietica, e quello di chi sa che resterà anche dopo quest’altra campagna russa. Uno spirito non diverso da quello dei romani che ne hanno viste passare tante nel corso di due millenni e sanno che Roma ci sarà sempre e semmai saranno gli altri a sparire.
E infatti Kyjiv nel Medioevo è stata chiamata “la nuova Roma” ed è sufficiente entrare nell’imponente cattedrale di Santa Sofia dell’undicesimo secolo per toccare con mano una storia, quella della Rus’ di Kyjiv, che risale all’anno Mille quando a Mosca vivevano ancora sugli alberi. E poi basta visitare la tomba di Jaroslav il saggio per capire in modo inconfutabile che l’Ucraina è europea e non russa, visto che il principe di Kyjiv ha avuto tre sorelle che sono diventate regine di Francia, di Norvegia e di Ungheria e lui stesso ha sposato due figlie del Re di Francia.
Ma è l’incontro con Tata Kepler a scuotere la coscienza di un occidentale che vuole rendersi conto di che cosa sia Kyjiv oggi e contro che tipo di persone si sia messo quel criminale di Putin.
Tata Kepler è un’eroina dell’Ucraina, nota ai più come “la regina dei soldati”, perché da una specie di atelier di moda trasformato in farmacia punk organizza la distribuzione di medicinali, di kit di sopravvivenza, e di tutto quello che serve ai soldati per sopravvivere in trincea e ai medici di prima linea per salvare le vite dei resistenti, compresi una serie di pantaloncini con apertura laterale da far indossare ai feriti alle gambe che mostrano la scritta «pohuy», traducibile in dall’ucraini con una specie di «sticazzi» (rieccola «la nuova Roma»).
Tata risponde alle nuove richieste al telefono, gioca col cane che abbaia contro chiunque le si avvicini, scherza col tipico sarcasmo macabro degli ucraini, scrolla le foto dell’ultimo arto salvato il giorno precedente, mostra i cimeli dei missili russi che l’hanno sfiorata a Kramatorsk, dove è stata ferita a morte la scrittrice Viktoria Amelina. E racconta di quando è riuscita con un post su Instagram a convincere le autorità ucraine a cambiare la denominazione sovietica dei morti in guerra rimasti anonimi, “cargo 200” (in America si chiamano «John Doe»), con «sullo scudo» riprendendo le parole “con lo scudo o sopra lo scudo”, torna a vittorioso o morto, che era l’ultima frase che le donne spartane recitavano ai propri uomini prima di vederli partire per la guerra.
All’Ultima barricata, in attesa del lardo, del borscht e dei varenyky di carne o si porro, innaffiati dalle grappe locali, il filosofo Volodymyr Yermolenko definisce «coraggiosi» gli occidentali che sfidano la paura dei missili russi e vengono a mostrare solidarietà ai resistenti e ai rivoluzionari di Kyjiv. Ma Yermolenko sbaglia: i coraggiosi sono lui e gli intellettuali del Pen Ukraine e dell’Ukranian Institute che continuano a tenere alto il discorso pubblico in una società sotto attacco da una potenza straniero, mentre noi occidentali non possiamo far altro che accelerare la fornitura di ciò che gli serve per vincere la guerra e poi guardarli con infinita ammirazione.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 5 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie del 5 settembre. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera martedì 5 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di martedì 5 settembre. Putin: «È disgustoso che l’ebreo Zelensky copra il neonazismo. Messo lì dall’Occidente»
• Zelensky rimuove Kyrylenko dalla carica di governatore del Donetsk
• Perché è importante l’incontro tra Kim e Putin a Vladivostok
• Lo zar gela Erdogan: non c’è alcuna svolta sul grano. L'approfondimento
• Rustem Umerov, tataro crimeano e negoziatore: chi è il nuovo ministro della Difesa ucraino
• Alena Kozhevnikova, la ragazza con la bandiera ucraina sulla piazza Rossa di Mosca
Ore 05:33 - Mosca, abbattuti due droni in volo verso la capitale
Mosca afferma che le forze di difesa aerea russe hanno distrutto stamattina droni in volo verso la capitale russa sopra il distretto di Istra e la regione di Kaluga. Il sindaco Sergey Sobyanin spiega sul suo canale Telegram che «le forze di difesa hanno abbattuto droni d’attacco che avevano come bersaglio Mosca», aggiungendo che una struttura abitativa è stata danneggiata dalla caduta di detriti ma al momento non ci sono notizie di feriti. Un terzo velivolo senza pilota è stato abbattuto successivamente sopra il distretto di Tver, ha aggiunto Sobyanin specificando che in questo caso «non ci sono stati danni a terra».
Ore 05:56 - Cuba, indagini su rete reclutamento illegale Russia
Il governo di Cuba ha dichiarato di aver identificato una «rete di trafficanti» russa volta a reclutare cubani per «operazioni militari in Ucraina» e di aver avviato un procedimento penale contro le persone coinvolte. Il Ministero degli Interni cubano «sta lavorando per neutralizzare e smantellare una rete di traffico di esseri umani che opera dalla Russia per incorporare i cittadini cubani che vivono in loco, e anche alcuni da Cuba, nelle forze militari coinvolte nelle operazioni in Ucraina», ha dichiarato il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodriguez assicurando in un post su X che il governo cubano «agisce con la forza della legge» contro queste operazioni.
Ore 06:00 - Pilota elicotteri russo diserta e invita altri a seguirlo
Maksim Kuzminov, pilota di un elicottero Mi-8 trasferito in Ucraina, ha raccontato nel documentario «Zbyti Lyotchyky Rossii» (Piloti abbattuti della Russia) di aver disertato e ha invitato gli altri militari russi a seguire il suo esempio. Nel documentario, andato in onda domenica sera, il pilota ha sottolineato: «Quello che sta accadendo in questo momento è un genocidio del popolo ucraino. Non solo del popolo ucraino ma anche del popolo russo. Il motivo della mia decisione è di non contribuire a questi crimini. L'Ucraina vincerà sicuramente questa guerra solo perché il popolo è molto unito... Nessuno vuole questa guerra. È solo questione di tempo prima che l'Ucraina vinca». E rivolgendosi ad altri piloti russi ha esortato: «Se fai quello che ho fatto io, un atto come questo, sicuramente non te ne pentirai. Ti verrà fornito tutto ciò di cui hai bisogno per il resto della tua vita. Ti verranno offerti posti di lavoro ovunque, qualunque cosa tu voglia fare. Scoprirai un mondo di colori vivaci. E ricorda: semplicemente non sai molte cose, non hai visto molto di come vivono le altre persone. Quando scoprirai tutto questo, la tua opinione cambierà drasticamente».
Ore 07:15 - Non c’è la svolta sul grano. Putin gela Erdogan: «Togliete le sanzioni»
(Di Marta Serafini, inviata a Leopoli) Il leader del Cremlino torna a chiedere di sbloccare il suo export. Il New York Times: Kim in Russia per parlare di armi con lo zar.
Niente spiragli di luce sul Mar Nero, il corridoio del grano resta chiuso. Dopo quasi tre ore di vertice nella sua residenza di Sochi, Vladimir Putin, in quello che è il primo incontro di persona dopo quasi un anno, gela le attese del suo interlocutore, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. E ribadisce le sue condizioni: Mosca rientrerà nell’accordo sul grano sospeso 6 settimane fa, solo quando verranno soddisfatte le condizioni richieste. «Non ci sarà nessuna intesa — ha affermato Putin — fino a quando l’Occidente non accetterà di facilitare l’export dei prodotti russi».
Ore 07:18 - Le armi finte prodotte nei laboratori ucraini per ingannare i russi: «Il nemico non è stupido» - Il punto militare
(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il punto militare 564 | Dall’inizio del conflitto, una squadra di esperti riproduce copie in plastica, legno, gommapiuma o metallo, che siano abbastanza simili agli originali da convincere gli operatori dei droni russi e le truppe a terra che si tratti di bersagli militari.
Sin dall’inizio del conflitto gli ucraini sono riusciti a preservare i propri mezzi sparpagliandoli, nascondendoli all’occhio nemico fra gli alberi, in aree molto vaste, o magari con un telone ricoperto di foglie e arbusti. Anche così, nelle prime settimane, sono riusciti a sottrarsi al primo colpo dell’invasore e hanno impedito all’Armata di imporre la superiorità aerea.
Ore 07:27 - L'Havana: «La Russia recluta a Cuba soldati da mandare al fronte»
Il governo cubano ha dichiarato di aver individuato una rete di trafficanti che opera dalla Russia per reclutare cubani per le operazioni militari in Ucraina e di aver avviato un’inchiesta penale contro le persone coinvolte. In un comunicato stampa diffuso anche sul profilo X del ministro Bruno Eduardo Rodríguez Parrilla, il Ministero degli Affari esteri ha spiegato che il ministero degli Interni ha scoperto e sta lavorando per neutralizzare e smantellare una rete di traffico di esseri umani che opera dalla Russia per reclutare i cittadini cubani che vivono lì, e anche alcuni provenienti da Cuba, nelle forze militari che partecipano alle operazioni di guerra in Ucraina. Tentativi di questo tipo sono stati neutralizzati e sono stati avviati procedimenti penali contro le persone coinvolte in queste attività.
Ore 07:49 - Pilota russo diserta e invita a farlo: «Scoprirete un mondo di colori»
Un pilota di elicottero russo che ha disertato in Ucraina il mese scorso ha rivelato i dettagli dell'operazione in un'intervista pubblicata dall'intelligence della difesa ucraina e ripresa dalla Cnn. Il pilota ha spiegato nell'intervista come ha pianificato la sua diserzione e perché lo ha fatto.
Le circostanze dell'intervista non sono chiare, ma il pilota - sottolinea la Cnn - sembrava parlare liberamente: «Ho contattato i rappresentanti dell'intelligence ucraina, ho spiegato la mia situazione. Quello che sta accadendo ora è semplicemente il genocidio del popolo ucraino. Sia ucraino che russo. La motivazione della mia azione era quella di non contribuire a questi crimini. L'Ucraina vincerà inequivocabilmente questa guerra semplicemente perché il popolo è molto unito. Prima non erano così, ma ora sono molto uniti. Il mondo intero li aiuta, perché prima di tutto va valorizzata la vita umana».
Il pilota ha anche esortato gli altri russi nell'esercito a disertare in Ucraina: «Provvederanno a te per il resto della tua vita. Ti verrà offerto un lavoro ovunque, qualunque cosa tu faccia. Scoprirai semplicemente un mondo di colori».
Ore 08:05 - Tre droni neutralizzati, a Mosca riaprono gli aeroporti
I due principali aeroporti di Mosca di Vnukovo e Sheremetevo, così come quello di Zhukovksy, hanno ripreso le normali operazioni dopo una temporanea sospensione del traffico aereo. Lo ha annunciato l'Agenzia federale del trasporto aereo. La sospensione era stata decisa dopo l'abbattimento di tre droni lanciati dall'Ucraina e diretti verso la capitale russa, come aveva annunciato in precedenza il ministero della Difesa russo.
Ore 08:18 - Putin ed Erdogan potrebbero vedersi di nuovo
Dopo l'incontro di ieri a Sochi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello russo Vladimir Putin, potrebbero vedersi di nuovo. Lo scrive il quotidiano turco Hurriyet, secondo cui l'incontro potrebbe avvenire dopo la riunione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite in programma tra il 19 e il 25 settembre.
Secondo la Tass, che cita una fonte diplomatica, nei prossimi giorni Ankara informerà le Nazioni Unite sui colloqui di Sochi sulla possibile ripresa dell'accordo per il transito di grano sul Mar Nero.
Ore 08:29 - Kuleba: «Controffensiva lenta? Non date retta agli esperti da salotto»
« La narrazione sulla lentezza della controffensiva dell'Ucraina è un'assurdità dei media, una «sciocchezza da esperti da poltrona», secondo il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba che in dichiarazioni all'Ukrainska Pravda in inglese aggiunge che i ministri dei Paesi amici non la pensano nello stesso modo. «Quando parliamo con le nostre controparti, cioè ministri che ricevono informazioni ufficiali dai loro militari e dai loro servizi d'intelligence, informazioni complete e approfondite, nessuno ha alcunché da ridire sui progressi della nostra controffensiva. Nessuno ci chiede: "Perché è lenta?". Al contrario, tutti sono concentrati su cosa possa essere utile, su come aiutarci. Tutte le critiche non sono che commenti da salotto o chiacchiere da bar». Così il capo della diplomazia di Kiev risponde ai media e ai commentatori che ritengono la risposta militare ucraina «lenta e priva di risultati significativi».
Ore 09:20 - Zelenska alla Bbc: «A nostro figlio manca il padre. Vorrei Volodymyr vicino»
Una famiglia separata quella del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. A raccontare l'impatto che la guerra lanciata dalla Russia contro l'Ucraina ha avuto sulla sua famiglia è la stessa first lady in una intervista alla Bbc. «Potrebbe sembrare un po' egoista, ma ho bisogno che mio marito, non una figura storica, sia al mio fianco», ha detto Zelenska, aggiungendo che «restiamo forti, abbiamo forza sia emotivamente che fisicamente. E sono sicura che ce la faremo insieme».
Ora «non viviamo più insieme. Abbiamo l'opportunità di vederci, ma non così spesso come vorremmo. A mio figlio manca suo padre», racconta. Parlando della figli della coppia, la first lady dice che «mi addolora vedere che non pianificano nulla. A quell'età, sono giovani. Mia figlia ha 19 anni. Sognano di viaggiare, nuove sensazioni, emozioni. Ma lei non ha queste opportunità».
Ore 09:29 - Nessun accordo sul grano. Lo zar continuerà a sfruttare l'emergenza alimentare come leva diplomatica
(Di Gianluca Mercuri) Non c’erano molte speranze che il presidente russo rinunciasse a una delle leve diplomatiche più efficaci che gli restano. Ma qualche attesa l’intervento di Erdogan, concertato con l’Onu, l’aveva suscitata. Punto per punto: Il niet dello zar Due ore e mezzo di colloqui a Sochi non sono bastati a ripristinare l’intesa da cui i russi si sono ritirati a luglio: gli invasori non consentiranno agli ucraini di ricominciare a esportare il loro grano attraverso il Mar Nero «fino a quando l’Occidente non accetterà di facilitare l’export dei prodotti russi», togliendo le sanzioni che ostacolano indirettamente il commercio dei fertilizzanti di Mosca. Un anno finito pericolosamente L’accordo era stato raggiunto nel luglio 2022 e aveva permesso agli ucraini di far partire da tre porti 36 milioni di tonnellate di cereali. Il ritorno sul mercato di uno dei due maxi esportatori globali — l’altro è il Paese aggressore — aveva consentito il parziale rientro della crisi alimentare e del rialzo dei prezzi che avevano colpito soprattutto il Sud del mondo.
Da Mosca all’Africa. Quella di Putin è, ancora una volta, propaganda su scala mondiale. Dice che il grano ucraino andava soprattutto ai Paesi ricchi, mentre ai poveri penserà lui, regalando a Stati come Burkina Faso, Eritrea, Mali, Repubblica Centrafricana, Somalia e Zimbabwe tra le 25 e le 30 mila tonnellate ciascuno. Inoltre, un milione di tonnellate di grano a prezzi scontati finirà in Turchia per la lavorazione e la consegna ai Paesi poveri. Qual è l’impatto sulle prospettive negoziali? Se la Turchia sperava di fare dell’accordo sul grano la premessa a una trattativa complessiva, i piani vanno ancora una volta rivisti: gli spiragli delle ultime settimane sembrano infatti chiusi.
L’Ucraina non rinuncia alla sua controffensiva, Putin non dà segni di cedimento. Ma come sta andando la controffensiva? Dopo mesi estenuanti, qualcosa sembra muoversi. Gli ucraini guadagnano terreno a Sud ed Est e confermano di aver sfondato la prima linea di difesa russa vicino a Zaporizhzhia e di trovarsi ora «tra la prima e la seconda linea difensiva», che i russi hanno curato molto meno della prima. La nuova Difesa di Kiev Il tutto mentre il presidente Zelensky ha sostituito il ministro della Difesa Oleksii Reznikov con Rustem Umerov. Non un avvicendamento banale: dopo 550 giorni di guerra, ha detto alla Bbc il consigliere per la difesa ucraino Yuriy Sakin, «l’eredità di Reznikov è quella di aver convinto i ministri della Difesa di tutto il mondo che l’impossibile fosse possibile». Paga però i troppi scandali, una corruzione endemica che la guerra ha perfino esasperato. Umerov, il successore, è un tataro di Crimea duro, ma anche un veterano dei negoziati, dal grano agli scambi di prigionieri.
Armi finte ucraine e armi vere nordcoreane. Infine, due rivelazioni che confermano l’imprevedibilità di questa guerra, e anche i suoi aspetti grotteschi. Una è che gli ucraini usano anche armi finte: «Dall’inizio del conflitto, una squadra di esperti riproduce copie in plastica, legno, gommapiuma o metallo, che siano abbastanza simili agli originali da convincere gli operatori dei droni russi e le truppe a terra che si tratti di bersagli militari», scrivono Marinelli&Olimpio nel loro punto militare. L’altra è che il più paranoico dei dittatori, il nordcoreano Kim Jong-un, sarà presto in Russia per discutere di forniture di armi. La Russia ha anche annunciato esercitazioni congiunte con la Nord Corea
Ore 09:47 - Kiev: «L'avanzata prosegue verso Novoprokopivka»
Le forze armate ucraine, che da giorni hanno sfondato la prima linea difensiva russa sul fronte sud nella regione di Zaporizhzhia, stanno guadagnando terreno in direzione di Novoprokopivka: lo ha dichiarato il portavoce dello stato maggiore militare ucraino, Pavlo Kovalchuk, ripreso da vari media ucraini, inclusa l'Ukrainska Pravda. «Le forze di difesa ucraine hanno condotto operazioni sui fronti di Bakhmut (a est) e di Melitopol (sud)», ha aggiunto il portavoce.
Ore 10:02 - Esercito russo: «Abbattuto drone ucraino diretto sulla Crimea»
Le forze della difesa russa hanno abbattuto un drone ucraino sulla Crimea. Lo ha detto il ministero della Difesa russo, che in precedenza aveva riferito che i suoi sistemi di difesa aerea avevano distrutto due droni sulle regioni di Kaluga e Tver, che confinano con la regione di Mosca, e uno più vicino alla capitale, sul distretto di Istra.
Ore 10:08 - Ex ministro della Difesa britannico: «La Russia si è ridotta a elemosinare armi alla Nordcorea»
«La Russia si è ridotta a "elemosinare armi alla Corea del Nord». Lo ha dichiarato con sarcasmo l'ex segretario alla Difesa britannico, Ben Wallace. Vladimir Putin potrebbe incontrare il leader nordcoreano Kim Jong Un per discutere di potenziali accordi sulle armi, ha dichiarato un funzionario della sicurezza statunitense.
Questa mattina, cinque giorni dopo aver rassegnato le dimissioni dal suo incarico, Wallace ha dichiarato: «Ed è così che finisce, signor Putin... la Russia, un tempo potente, si aggira in cerca di amici e implora la Corea del Nord per avere armi degli anni Sessanta».
Gli analisti hanno detto che la Russia si sta rivolgendo sempre più alla Corea del Nord a causa del suo isolamento internazionale. Washington ha accusato Pyongyang di fornire armi alla Russia, ma non è chiaro se siano state effettuate forniture. Sia la Russia sia la Corea del Nord hanno negato le accuse, ma hanno promesso di approfondire la cooperazione in materia di difesa.
Ore 10:21 - Lituania: «La Wagner fa meno paura. Nessuna intenzione di blindare i confini»
«La chiusura totale della frontiera tra Lituania e Bielorussia sta perdendo progressivamente rilevanza, in quanto i timori relativi alla presenza dei mercenari della Wagner nel Paese si stanno attenuando». Lo ha detto il Presidente della Lituania Gitanas Nauseda, durante un'intervista alla televisione lituana.
«Ad oggi, non vi sono informazioni concrete sul fatto che membri del gruppo Wagner si trovino al nostro confine e stiano cercando di destabilizzare la situazione», ha continuato il Presidente, sottolineando che il grado di attenzione rimane, tuttavia, alto e che lo stato sarà pronto ad adottare le misure necessarie nel momento in cui la situazione mutasse. Lunedì della scorsa settimana, i ministri degli Interni di Lettonia, Lituania e Polonia avevano concordato, durante un incontro a Varsavia, di non procedere alla chiusura del confine, come precedentemente paventato, e di coordinare tutte le misure di contenimento dell'immigrazione clandestina in arrivo dalla Bielorussia e le risposte a possibili provocazioni.
Ore 10:36 - Perché è importante l’incontro tra Kim e Putin a Vladivostok: il dittatore nordcoreano venderà munizioni all'esercito russo
(Di Guido Santevecchi) Kim Jong-un raggiungerà la città russa che si affaccia sull'Oceano Pacifico. Per la prima volta dopo quattro anni, l'erede della dinastia Kim uscirà dai confini del suo Paese.
Kim Jong-un ha trascorso gli ultimi quattro anni chiuso nei confini nordcoreani, con la paura che il Covid lo potesse invadere. Ora, la guerra in Ucraina ha aperto un grande varco per le ambizioni internazionali del Maresciallo di Pyongyang, i cui arsenali bellici possono risultare molto utili a Vladimir Putin. Secondo l’intelligence americana, la settimana prossima Kim andrà in Russia, proprio per parlare di forniture di armi all’esercito dello Zar che ha urgente bisogno di munizioni di artiglieria e razzi anticarro, usati in gran quantità in queste settimane per arginare la controffensiva delle forze di Kiev.
Ore 11:05 - Turchia non conferma nuovo incontro Erdogan-Putin in sede Onu
Una fonte dell'amministrazione turca non ha confermato le notizie riportate dai media su un possibile incontro tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il presidente russo Vladimir Putin dopo l'Assemblea generale delle Nazioni Unite. «Al momento non abbiamo informazioni su un nuovo incontro», ha dichiarato la fonte.
Ore 11:19 - Mosca non conferma incontro Putin-Kim a Vladivostok
Il Cremlino si è limitato a un «nulla da dichiarare» i merito all'ipotesi di un incontro con Kim Jong-un a Vladivostok, in vista di un possibile acquisto di munizioni da parte di Mosca, fornite direttamente dalla Corea del Nord.
Ore 12:01 - Mosca: «Nella controffensiva eliminati 66mila soldati ucraini»
L'Ucraina ha perso 66.000 soldati dall'inizio della controffensiva, tre mesi fa: è quanto afferma il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu, secondo il quale le forze di Kiev «non hanno raggiunto i loro obiettivi in nessun settore» del fronte. Lo riferisce l'agenzia Interfax.
Ore 12:15 - Peskov: «Nuovo ministro della Difesa a Kiev? Loro affare interno»
«Non commentiamo, è un affare interno ucraino». Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha risposto così a una domanda sul cambio al vertice del ministero della Difesa di Kiev, dove Oleksiy Reznikov è stato sostituito da Rustem Umerov . «No, non possiamo commentare in alcun modo questo. Questo è, in effetti, un affare interno dell'Ucraina ... Non pensiamo che ora eventuali nomine possano in qualche modo influenzare l'essenza del regime di Kiev nel suo insieme», ha detto Peskov.
Ore 12:21 - Donetsk, 27 anni a un soldato ucraino: aveva ucciso tre civili nel 2022
Un soldato ucraino è stato condannato a 27 anni di reclusione dalla Corte suprema della autoproclamata Repubblica di Donetsk con l'accusa di avere aperto il fuoco su auto di sfollati uccidendo tre civili a Mariupol nel marzo del 2022, quando la città era ancora controllata dalle forze di Kiev.
Lo ha riferito all'agenzia Tass una fonte giudiziaria. L'uomo, Vitaliy Lysyura, di 44 anni, è stato riconosciuto colpevole di avere aperto il fuoco insieme a un commilitone con una mitragliatrice e un fucile mitragliatore Kalshnikov contro quattro auto a cui erano stati applicati nastri bianchi sugli specchietti retrovisori e alle maniglie delle portiere per indicare che a bordo si trovavano civili disarmati. Tre uomini erano rimasti uccisi.
Ore 12:28 - Erdogan sicuro: «Presto risultati sul rilancio dell'accordo del grano»
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan crede che presto saranno ottenuti «buoni risultati» rispetto al rilancio dell'accordo che aveva permesso l'esportazione di grano dall'Ucraina e che è stato terminato dopo l'uscita della Russia in luglio.
Il leader turco ha fatto sapere che ha in programma di parlare della questione con il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e che Ankara si mantiene in stretto contatto con l'Onu. Lo riferisce Anadolu, citando le parole di Erdogan che ieri ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin a Soci.
Ore 12:46 - Nato, a Oslo vertice dei Capi di Stato Maggiore della Difesa
«Su invito del Generale Eirik Kristoffersen, Capo delle Forze Armate norvegesi, i Capi di Stato Maggiore della Difesa della Nato si riuniranno a Oslo dal 15 al 17 settembre 2023 per l'annuale Conferenza del Comitato Militare: l'ordine del giorno sarà incentrato sul rafforzamento della deterrenza e della difesa dell'Alleanza». Lo si legge in una nota.
«I Capi di Stato Maggiore della Difesa della Nato e dei Paesi invitati porteranno avanti le decisioni prese dai Capi di Stato e di Governo alleati al Vertice di Vilnius nel luglio 2023. A Vilnius, i leader hanno compiuto passi importanti per rafforzare la difesa e la deterrenza a lungo termine, in tutti i settori e contro tutte le minacce e le sfide», prosegue il comunicato. La chiave di tutto ciò sono i Piani regionali - piani specifici a livello geografico - che sono progettati per «scoraggiare e difendere» dalle due minacce descritte nel Concetto strategico e nella Strategia militare della Nato: la Russia e i gruppi terroristici. «Ciò fa parte dell'evoluzione della Nato da un'Alleanza ottimizzata per operazioni di contingenza fuori area a un'Alleanza adatta a operazioni su larga scala per difendere ogni centimetro di territorio alleato».
Ore 13:11 - Zelensky visita il fronte vicino a Bakhmut
Zelensky ha visitato la linea del fronte vicino a Bakhmut, nell’Ucraina orientale. Le immagini sono state pubblicate su Telegram dallo stesso presidente ucraino.Durante la visita, Zelensky ha assegnato medaglie soldati che si sono distinti e ha ringraziato tutti coloro che lottano per l’Ucraina.
Ore 13:21 - Il Parlamento ucraino rimuove Reznikov da ministro della Difesa
La Verkhovna Rada, ovvero il Parlamento ucraino, ha votato a favore della destituzione di Oleksiy Reznikov dalla carica di ministro della Difesa, così come aveva deciso in precedenza Zelensky. Lo riporta Unian. La decisione è stata sostenuta dai 327 deputati popolari dell’Ucraina. Solo in 4 hanno votato contro. Il Parlamento ucraino si esprimerà invece domani sulla candidatura di Rustem Umerov come nuovo ministro della Difesa.
Ore 13:40 - Erdogan: «Putin ha posto due condizioni sul grano»
«La Russia ha due richieste particolari. Una riguarda il collegamento della Banca russa dell’Agricoltura al sistema Swift e la seconda riguarda l’assicurazione per le navi utilizzate nei trasporti». Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta la presidenza della Repubblica di Ankara, parlando delle principali condizioni poste da Putin per rilanciare il patto sulle esportazioni di grano tramite un corridoio sicuro nel Mar Nero.
Ore 14:35 - «Un morto e un ferito nei bombardamenti ucraini a Belgorod»
È di un morto e di un ferito il bilancio del bombardamento ucraino nella regione di Belgorod. Lo ha comunicato il governatore della regione.
Ore 14:38 - «Dalla Germania migliaia di munizioni per panzer Gepard a Kiev»
L’azienda tedesca d’armi Rheinmetall ha spedito in Ucraina un primo lotto di munizioni di nuova produzione per i mezzi corazzati antiaereo Gepard. Seguiranno altri lotti, per un totale di 40mila proiettili entro la fine dell’anno. La Germania ha già consegnato 46 corazzati Gepard a Kiev e ne ha promessi altri 6. Complessivamente, Rheinmetall ha ricevuto un ordine per 300mila proiettili. Lo ha annunciato la stessa azienda, come riporta Dpa.
Ore 15:24 - Peskov non risponde sulla sorte del generale Surovikin
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non ha voluto rispondere a una domanda sulla sorte del generale russo Serghei Surovikin. Lo riporta la Tass. L’alto ufficiale russo, infatti, secondo un articolo pubblicato dal New York Times, sarebbe stato rilasciato dopo la morte di Prigozhin. Quando un giornalista ha chiesto a Peskov di poter fare una domanda su Surovikin, Peskov ha risposto: «No, non puoi».
Ore 15:34 - Petrolio, Mosca estende il taglio di 300.000 barili fino al 31/12
La Russia ha deciso di prolungare fino alla fine dell’anno la riduzione volontaria della produzione di petrolio di 300 mila barili al giorno. Lo ha detto il vice primo ministro Alexander Novak citato dall’agenzia Tass.
Ore 16:16 - Zakharova: «I piani dell’Occidente per produrre armi provano il coinvolgimento nel conflitto»
La Russia considera i piani occidentali per la produzione di armi per l’Ucraina come un’ulteriore proa del suo coinvolgimento nel conflitto con Mosca. Lo ha affermato Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo. «Abbiamo notato gli annunci di numerosi produttori europei di armi - ha aggiunto la Zakharova - in particolare i piani della tedesca Rheinmetall e di una filiale svedese della britannica Bae Systems di avviare la produzione di attrezzature militari per le forze armate ucraine, nonché operazioni di riparazione e manutenzione. Queste intenzioni sono un’ulteriore prova del fatto che le industrie della difesa e i politici occidentali sono direttamente coinvolti nel conflitto militare e sostengono il regime criminale di Kiev».
Ore 16:34 - Tajani: «Il Kazakistan non aggirerà le sanzioni a Mosca»
«È stato un colloquio molto positivo, ho apprezzato la posizione presa nei confronti della Russia e il premier mi ha ribadito che non il Paese non aggirerà le sanzioni alla Russia». Lo ha affermato il ministro degli Esteri italiano lasciando Astana, dopo aver incontrato il primo ministro kazako Alikhan Smailov. «Il Kazakistan è un Paese che ha 7.000 chilometri di frontiera con la Russia, quindi sente molto la pressione, ma ha dimostrato di essere sufficientemente autonomo non riconoscendo il referendum del Donbass», ha proseguito Tajani.
Ore 16:47 - Putin: «Disgustoso che l’ebreo Zelensky copra neonazismo»
È «disgustoso» che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, di origine ebraica, si presti a «coprire la glorificazione del nazismo e coloro che hanno guidato l’Olocausto in Ucraina» con «lo sterminio di 1,5 milioni di persone». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un’intervista televisiva, citato dall’agenzia Ria Novosti.
Ore 17:33 - L’ambasciata russa in Danimarca sospende le attività consolari
L’ambasciata russa di Copenaghen, in Danimarca, ha annunciato che da domani sospenderà l’attività della sezione consolare a causa della «decisione senza precedenti delle autorità danesi di ridurre il numero di diplomatici russi» nel Paese. Lo si legge sul canale Telegram della sede diplomatica, citato dal quotidiano Vedomosti. Il primo settembre il ministero degli Esteri danese ha annunciato la riduzione del personale dell’ambasciata russa a Copenhagen al livello di quello dell’ambasciata danese a Mosca, cioè cinque diplomatici e 20 impiegati amministrativi e tecnici.
Ore 17:51 - Il presidente Lituano: «La corruzione in Ucraina ha un impatto sulla fornitura delle armi»
Gli scandali di corruzione in Ucraina hanno un impatto significativo sulla decisione di fornire armi a Kiev. È quanto ha affermato il presidente lituano Gitanas Nauseda, all’agenzia Lrt. «Dato che gli Stati che sostengono l’Ucraina sono Stati democratici, significa che devono tenere conto dell’umore della loro società e dell’opinione degli elettori», ha detto Nauseda, «immaginate se gli elettori di questo o quello stato vedessero che ci sono scandali di corruzione molto visibili nel Paese a cui sono diretti gli aiuti. Questo sarebbe un duro colpo per la reputazione di questo Stato».
Ore 17:54 - Ucraina, danneggiato pesantemente un carro armato britannico Challenger
Un carro armato britannico Challenger 2 è stato pesantemente danneggiato dopo essere stato colpito vicino alla linea del fronte a Robotynie, rende noto la Bbc. È la prima volta che, nel video diffuso sui social, si vede un Challenger 2, dato in dotazione alla 82esima brigata d’assalto aereo, sul campo di battaglia in Ucraina. Lo scorso gennaio, Londra aveva annunciato l’invio di 14 Challenger 2, un modello di 20 anni fa ma comunque, insieme ai tedeschi Leopard, uno dei carri più moderni e capaci in dotazione alle forze ucraine.
Ore 18:05 - Lukashenko alle ambasciate bielorusse: «Non rilasciate più i passaporti»
Il leader bielorusso Alexander Lukashenko ha ordinato alle ambasciate del suo Paese di smettere di rilasciare passaporti, in una mossa che rende più vulnerabili ai procedimenti giudiziari i suoi oppositori che risiedono all’estero, qualora dovessero decidere di rientrare in patria. Decine di migliaia di bielorussi sono fuggiti dal Paese alleato di Mosca nel 2020, dopo che Lukashenko ha brutalmente represso le proteste di massa contro il suo governo. Secondo un decreto pubblicato ieri, i bielorussi possono ottenere un nuovo passaporto o rinnovarlo solo nei «servizi consolari collegati al loro ultimo luogo di residenza registrato» sul territorio bielorusso. Finora i bielorussi che vivevano all’estero potevano ottenere nuovi passaporti presso le rappresentanze diplomatiche del Paese in cui soggiornavano. Dopo le proteste, Minsk ha incarcerato centinaia di persone per aver criticato Lukashenko, e molti bielorussi che hanno preso parte alle proteste o hanno pubblicato online post anti-regime hanno evitato di tornare a casa per paura di essere arrestati. Non poter rinnovare i passaporti all’estero mette a rischio il loro status legale nel nuovo Paese ospitante, esponendoli anche al rischio di problemi con le autorità in patria. La leader dell’opposizione in esilio Svetlana Tikhanovskaya ha annunciato sui social media che sta «lavorando con i Paesi ospitanti per risolvere la situazione» e che sta «preparando il passaporto per la Nuova Bielorussia», senza spiegare cosa ciò potrebbe comportare. Secondo il gruppo per i diritti Viasna, la Bielorussia ha incarcerato attualmente 1.501 prigionieri politici. Il governo di Lukashenko è diventato ancora più isolato da quando ha consentito a Mosca di utilizzare il proprio territorio come trampolino di lancio per la sua offensiva in Ucraina lo scorso anno.
Ore 18:06 - Mosca accusa: «Droni australiani per attaccare il territorio russo»
Mosca ha accusato l’Australia di fornire all’Ucraina droni che Kiev utilizza per gli attacchi sul territorio russo. «Il ministro della Difesa australiano Richard Marles, con la tipica ipocrisia dell’élite politica australiana, ha detto he questi droni sarebbero stati usati per ricognizioni aeree», e invece «risulta che i droni australiani sono in realtà usati per attacchi su territorio russo», ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, citata dall’agenzia Tass. La portavoce ha aggiunto che il governo australiano, «fedele agli ideali russofobi dell’Occidente collettivo, contribuisce in modo entusiastico alla campagna anti-russa diretta da Washington», ma «sapendo che non tutti gli australiani sono d’accordo con questa linea», cerca di nascondere all’opinione pubblica che l’Australia «viene trascinata sempre più profondamente nel conflitto in Ucraina».
Ore 18:15 - Shoigu: «Zaporizhzhia è il punto più caldo dei combattimenti»
La regione di Zaporizhzhia, nel sud-est dell’Ucraina, è diventata il punto più caldo dei combattimenti. Lo ha detto il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. Shoigu ha detto agli ufficiali militari russi che l’Ucraina ha portato lì le brigate di riserva che sono state addestrate dagli alleati occidentali di Kiev. Non ha però offerto alcuna prova per la sua affermazione. L’Istituto per lo studio della guerra (Isw), citando filmati geolocalizzati, ha affermato che la fanteria leggera ucraina è avanzata oltre alcuni dei fossati anticarro e dei fitti campi minati che costituiscono le difese stratificate della Russia nella regione di Zaporizhzhia.
Ore 18:18 - Podolyak: «Putin usa l'Olocausto per giustificare i suoi crimini»
Il presidente russo Putin «invita a considerare ciò che gli ebrei scrivono su Internet sul presidente Zelensky come giustificazione per i crimini di guerra russi in Ucraina. Ancora una volta, una persona che dà deliberatamente l'ordine di attaccare un altro Paese con missili, uccidere in massa, stuprare, rapire bambini e spazzare via città e villaggi offre una nuova giustificazione alla sua inadeguatezza». Lo scrive su X il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, precisando che il leader russo sta «usando cinicamente di l'Olocausto come vetrina per giustificare le moderne pratiche naziste russe».
Ore 18:50 - Russia, muore un civile dopo i bombardamenti ucraini
Un residente della regione russa di Belgorod, al confine con l'Ucraina, è stato ucciso oggi in un attacco di artiglieria nemica. Lo ha riferito oggi il governatore locale Vyacheslav Gladkov. «Un civile è morto in seguito al bombardamento della cittadina di Kozinka, nel distretto urbano di Graivoron», ha scritto su Telegram, precisando che la vittima «è morta a causa delle ferite riportate prima dell'arrivo dell'ambulanza». Gladkov ha aggiunto che anche una donna è stata ferita dalle schegge dei proiettili ucraini. Oggi l'artiglieria ucraina ha bombardato la città di Via'zovoe, nel distretto di Krasnoya'ruzhski, senza perdite di vite umane, ma danneggiando le linee dell'alta tensione. Successivamente, il governatore ha riferito che le guardie di frontiera russe hanno abbattuto un drone ucraino nel distretto di Valuisk. «Nel distretto di Valuisk, un distaccamento di guardie di frontiera ha abbattuto un drone con armi leggere, che poi è esploso. Secondo le informazioni precedenti, non ci sono state conseguenze», ha scritto.
Ore 19:53 - Usa: «La Corea del Nord pagherà se fornirà armi all'Ucraina»
«La Corea del Nord pagherà un prezzo se fornirà armi alla Russia». Lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, in un briefing con la stampa sottolineando che il fatto che Mosca si rivolga ad un «Paese come la Corea del Nord dice molto sulle sue capacità».
Ore 19:54 - Usa, non confermato il viaggio di Blinken di domani a Kiev
«Nessun aggiornamento su visite ufficiali del segretario di Stato Antony Blinken in Ucraina»: lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato Usa Vedant Patel rispondendo a una domanda dopo alcune indiscrezioni di stampa su una visita di Blinken domani a Kiev.
Ore 19:54 - «Al G20 Biden chiederà una pace giusta per l'Ucraina»
«Al G20 in India il presidente Joe Biden chiederà agli alleati e ai partner il sostegno per una pace giusta e sostenibile in Ucraina che tenga conto della sua sovranità e integrità territoriale». Lo ha detto il Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, in un briefing con la stampa.
Ore 19:56 - Usa: «Il cambio di Reznikov (ministro della Difesa)? Scelta di competenza dell'Ucraina»
«Il cambio del ministro della difesa? È una decisione che spetta all'Ucraina, c'è una leadership democraticamente eletta, noi continueremo a restare al fianco di Kiev nel conflitto con la Russia»: lo ha detto il portavoce del dipartimento di stato Usa Vedant Patel.
Ore 19:57 - Kiev: «Respinti gli attacchi russi nell'area di Bakhmut»
«Nelle ultime 24 ore si sono verificati oltre 20 scontri sul fronte. Le forze di difesa ucraine continuano l'offensiva in direzione di Melitopol». Lo annuncia lo Stato maggiore delle forze armate ucraine su Facebook, riferisce un corrispondente di Ukrinform, precisando inoltre che «nella direzione di Bakhmut, i difensori ucraini hanno respinto gli attacchi nemici a nord di Klishchiivka nella regione del Donetsk». Secondo il rapporto, «le forze di difesa ucraine continuano l'operazione offensiva in direzione di Melitopol, dove stanno prendendo piede». Lo Stato maggiore aggiunge che «nell'ultimo giorno, l'aeronautica ucraina ha lanciato 11 attacchi contro il nemico», mentre i russi «hanno lanciato 32 attacchi aerei e aperto il fuoco con sistemi di razzi a lancio multiplo su posizioni e insediamenti ucraini 39 volte. A seguito degli attacchi terroristici russi sono state segnalate vittime tra i civili, nonché danni causati ad abitazioni e ad altre infrastrutture civili. La minaccia di attacchi missilistici e aerei russi persiste in tutta l'Ucraina».
Ore 20:11 - Romania: «Nuovi attacchi vicini alla nostra frontiera»
Il presidente della Romania Klaus Iohannis ha denunciato nuovi attacchi «molto vicini» al confine dell'Ucraina con il suo Paese.
Ore 20:17 - Mosca: «La consegna di armi nucleari Usa alla Gran Bretagna sarebbe escalation, prenderemo contromisure»
Il ministero degli Esteri russo ha affermato che Mosca considererà qualsiasi decisione per restituire le armi nucleari statunitensi al Regno Unito come un'escalation e risponderà con “contromisure” per la propria sicurezza. La portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova ha commentato un rapporto della scorsa settimana su una voce nel bilancio dell'aeronautica americana per il 2024 per la costruzione di un dormitorio presso la Raf Lakenheath nel Suffolk per il personale, in una “potenziale missione di garanzia” (gergo militare per la sicurezza nucleare), che avrebbe come prospettiva il ritorno delle armi nucleari statunitensi sul suolo britannico per la prima volta in più di 15 anni.
«Se mai questo passo verrà fatto, lo considereremo come un'escalation, che porterebbe le cose in una direzione completamente opposta all'affrontare la questione urgente del ritiro di tutte le armi nucleari dai paesi europei», ha detto la Zakharova. «Nel contesto della transizione degli Stati Uniti e della Nato verso una linea apertamente conflittuale volta a infliggere una "sconfitta strategica" alla Russia, questa pratica e il suo sviluppo ci costringono ad adottare contromisure compensative progettate per proteggere in modo affidabile gli interessi di sicurezza del nostro Paese e i suoi alleati».
Ore 20:23 - IL PUNTO MILITARE | Cuba ha denunciato la scoperta di una rete russa che reclutava mercenari da mandare in Ucraina
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Cuba ha denunciato la scoperta di una rete di trafficanti di esseri umani che reclutava i suoi cittadini per combattere con le «forze militari» russe impegnate in Ucraina. Lo ha rivelato il ministero degli Esteri dell’Avana, spiegando che le autorità sono ora impegnate nel neutralizzare e smantellare il network operante, stando alle informazioni rese pubbliche, sia sull’isola caraibica che dalla Russia. L’obiettivo — aggiungono — sarebbero stati i cittadini cubani residenti in Russia, ma anche quelli che vivono in Patria. (...)
Ore 20:34 - Zelensky rimuove Kyrylenko dalla carica di governatore del Donetsk
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato il decreto per rimuovere Pavlo Kyrylenko dalla carica di governatore dell'oblast di Donetsk, che ricopriva dal 2019. Lo scrive Ukrainska Pravda spiegando che che Kyrylenko sarà nominato capo del comitato anti-monopoli. «Pavlo Oleksandrovych Kyrylenko viene rimosso dalla carica di capo dello Stato regionale di Donetsk in linea con la lettera di dimissioni da lui presentata», si legge nel decreto, citato da Ukrinform.
Ore 20:35 - RASSEGNA STAMPA | Le uova, i cappotti e la lotta alla corruzione in Ucraina
(di Elena Tebano) Uova e cappotti turchi. C’è anche questo dietro alla rimozione del ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov votata oggi dal parlamento di Kiev su richiesta del presidente Volodymyr Zelensky, che ha annunciato di volerlo sostituire con Rustem Umerov, finora capo della principale agenzia di privatizzazione del Paese. Domani il parlamento voterà la nomina di Umerov a ministro della Difesa. Il loro avvicendamento è il più grande scossone ai vertici della Difesa ucraina nei 18 mesi di guerra contro l’invasione russa e il tentativo di placare sia il malcontento popolare per la corruzione che mina il governo di Kiev (la maggioranza degli ucraini la considera il principale ostacolo alla vittoria contro la Russia) che le preoccupazioni degli alleati occidentali. (...)
Ore 20:43 - Il presidente rumeno smentisce la notizia di ieri: «Nessun drone russo caduto sul nostro territorio»
Il presidente della Romania, Klaus Iohannis ha nuovamente smentito la notizia di ieri secondo cui droni russi sarebbero caduti ed esplosi in territorio romeno, come sostenuto da fonti ucraine. : «Non vi è stato né un drone né alcun pezzo di questo dispositivo che sia giunto sul territorio della Romania» - ha dichiarato Iohannis nel corso di una conferenza stamoa congiunta a Bucarest con il premier del Lussemburgo, Xavier Bettel -. «Se cadesse qualcosa sul territorio Nato si saprebbe esattamente chi, cosa e quando dovrà agire», ha aggiunto. Il presidente ha al tempo stesso denunciato nuovi attacchi oggi nei pressi del confine dell'Ucraina con la Romania.
Ore 20:44 - Il disertore russo riceverà 500 mila dollari di ricompensa
Il pilota russo Maksim Kuzminov che ha disertato volando con il suo elicottero Mi-8 in Ucraina riceverà una ricompensa di circa 18 milioni di grivnie, pari a 500.000 dollari. Lo ha riferito il portavoce dell'intelligence militare ucraina, Andrii Yusov, citato dal Kyiv Independent. Nell'aprile 2022, ricorda il sito di informazione, il parlamento ucraino ha approvato una legge che offre fino a 1 milione di dollari al personale militare russo che riesce a trasferire attrezzature in Ucraina. L'entità della ricompensa dipende dal tipo di attrezzatura russa consegnata alle forze di Kiev.
Ore 21:30 - Kuleba: «Non ci si può fidare di Putin»
Il ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba ritiene che non ci si possa fidare del dittatore russo Vladimir Putin per condurre i negoziati di pace. Secondo Kuleba, intervistato dalla tv giapponese NHK, non ci si può fidare di Putin, perché anche se dà la sua parola, non vi è alcuna garanzia che la manterrà. Secondo il capo del Ministero degli Esteri ucraino, più l'Ucraina avrà successo sul campo di battaglia, più la Russia sarà pronta per i negoziati, ma non vede alcuna finestra per negoziati con la Federazione Russa nel prossimo futuro. «Se vogliamo esistere come nazione, se vogliamo sopravvivere, dobbiamo vincere, qualunque sia il costo», è convinto Kuleba.
Ore 22:12 - Il ministro polacco Glinski: «In Ue esiste un deficit di democrazia»
«Nell'Unione Europea esiste un deficit di democrazia, cosa che porta a enormi disfunzioni di tale alleanza». A sostenerlo è il ministro polacco della Cultura, Piotr Glinski, nel corso del suo intervento al panel di discussione `L'Europa alla ricerca del comando´ al 32/o Forum Economico a Karpacz. «Vediamo - ha aggiunto - che molti funzionari europei, politici europei, interferiscono direttamente sulle elezioni politiche in Polonia e si aspettano un determinato risultato, in base al quale fanno dipendere diverse decisioni. Dobbiamo cercare di cambiare l'Europa. La politica europea guidata dalla Germania ci ha portato al fatto che Putin conduce una guerra in Europa».
Ore 22:34 - I media russi: «Kiev bombarda il Donetsk, un morto»
Un civile è stato ucciso e altri tre sono rimasti feriti durante il bombardamento di Donetsk da parte delle forze armate ucraine. Lo ha riferito il sindaco Alexei Kulemzin sul suo canale Telegram. La notizia è rilanciata dall'agenzia russa Ria Novosti. «Secondo ulteriori informazioni, durante il bombardamento del quartiere Kuibyshevskij in via Lenkoranskaya, un uomo nato nel 1951 è stato ucciso. Una donna nata nel 1951 e un uomo nato nel 1993 sono rimasti feriti», ha scritto. Un altro asilo è stato danneggiato durante il bombardamento di Donetsk da parte delle forze armate ucraine. Inoltre, durante il bombardamento del distretto Petrovsky in via Vozrozhdeniya, un uomo nato nel 1973 è rimasto ferito. Una casa privata in via Polukhina è stata danneggiata, ha precisato Kulemzin.
Ore 23:32 - La Gran Bretagna dichiara la Wagner «gruppo terroristico», sarà illegale farne parte
Il gruppo Wagner sarà dichiarato gruppo terroristico dal governo britannico, quindi sarà illegale esserne membro o sostenerlo. Lo riporta la Bbc. Un progetto di legge presentato in Parlamento consentirà inoltre di classificare i beni di Wagner come proprietà terroristica e di sequestrarli. Il ministro degli Interni Suella Braverman ha detto che Wagner è stato «violento e distruttivo» e «ha agito come uno strumento militare della Russia di Vladimir Putin all'estero».
Ore 23:33 - Parolin: «Ingiusto dubitare dell'affetto del Papa per l'Ucraina»
I vescovi ucraini hanno incontrato il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, e il cardinale Kurt Koch, Prefetto del Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani nel secondo giorno dei lavori del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina.
Il Segretario di Stato vaticano ha ribadito la vicinanza del Papa, con i suoi appelli pubblici, la lettera al popolo ucraino del 24 novembre 2022, la sua azione «Papa per l'Ucraina», gesti «ripetuti e significativi» che rendono «ingiusto dubitare del suo affetto per il popolo ucraino e del suo sforzo, non sempre compreso e apprezzato, di contribuire a porre fine alla tragedia in atto e ad assicurare una pace giusta e stabile attraverso il negoziato». Il cardinale ha messo in luce anche l'attenzione della Segreteria di Stato che, «al fianco del Santo Padre, si è interessata dello scambio dei prigionieri, del rimpatrio dei bambini ucraini dalla Russia (questione sulla quale si è focalizzata la missione del card. Matteo Zuppi, Inviato speciale del Papa, nelle sue visite a Kyiv e Mosca), dell'accordo sull'esportazione del grano, degli aspetti umanitari del piano di pace proposto dalle Autorità ucraine».
Ore 00:51 - Esplosioni a Odessa, scatta l’allarme antiaereo
Vengono segnalate esplosioni nella regione ucraina meridionale di Odessa. Nell’oblast è scattato l’allarme antiaereo.
Ore 01:09 - Mosca: abbattuto drone ucraino sulla regione di Brjansk
Mosca afferma che nella tarda serata di martedì un drone ucraino è stato abbattuto dalla difesa aerea sopra la regione occidentale russa di Brjansk. «Intorno alle 23.40 è stato sventato il tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico con un drone ad ala fissa contro strutture sul territorio della Federazione russa — spiega il ministero della Difesa di Mosca —. Il veicolo senza pilota è stato distrutto sul territorio della regione di Brjansk dalle unità di difesa aerea in servizio».
Ore 02:09 - Mosca: sono due i civili uccisi dalle bombe ucraine
Mosca afferma che sono due i civili rimasti uccisi e altri dieci quelli feriti nella città di Donetsk in seguito a bombardamenti delle truppe ucraine. Il sindaco filorusso Alexey Kulemzin ha affermato sul suo canale Telegram che «un uomo è stato ucciso nel bombardamento nel distretto di Kuibyshevskij» e altre tre persone sono rimaste ferite. Precedentemente il capo ad interim dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, aveva detto che un civile era stato ucciso e sette erano rimasti feriti in un bombardamento.
Ore 03:19 - La Repubblica popolare di Donetsk condanna a 25 anni di carcere un soldato ucraino
La Corte suprema della filorussa autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk ha dichiarato colpevole di stupro e omicidio commessi a Mariupol nella primavera del 2022 un ufficiale militare ucraino, condannandolo a 25 anni di carcere di massima sicurezza. Si tratta del tenente vicecomandante Sergey Batynsky, che faceva parte della 36esima brigata del Corpo della fanteria di marina ucraina. Secondo le accuse, Batynsky e altri militari della sua unità avrebbero illegalmente detenuto un uomo e la sua convivente mentre pattugliavano il territorio dello stabilimento di Azovmash; in stato di ebbrezza, Batynsky sarebbe entrato nel seminterrato dove i due erano rinchiusi e lì avrebbe violentato la donna e poi ucciso a colpi d’arma da fuoco il compagno.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 6 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie del 6 settembre. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera mercoledì 6 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di mercoledì 6 settembre. Pezzi di drone caduti in Romania: «Se fosse russo, sarebbe violata la sovranità di un Paese Nato». Il comandante ucraino: «Situazione difficile sul fronte Est».
Questa diretta è stata chiusa: trovate qui il nuovo articolo con tutte le notizie sulla guerra in Ucraina, in tempo reale.
• Il presidente della Romania: «Se i droni caduti sul nostro territorio il 6 settembre sono russi è una grave violazione della sovranità». Ecco perché non è scattato l’articolo 5 della Nato.
• Zelensky sulle vittime al mercato nel Donetsk: «Malvagità atroce».
• Blinken a Kiev per rafforzare l’impegno degli Usa all’Ucraina.
• Umerov, nuovo ministro ucraino della Difesa, approvato dal Parlamento oggi: «Riprenderemo ogni centimetro di territorio».
• Il Pentagono conferma l’invio di proiettili all’uranio impoverito a Kiev.
Ore 05:05 - La Gran Bretagna dichiara la Wagner gruppo terroristico
Wagner, il gruppo mercenario russo, sarà dichiarato gruppo terroristico dal governo britannico: sarà illegale esserne membro o sostenere l’organizzazione. Lo scrive la Bbc. Un progetto di ordinanza da presentare al Parlamento consentirà di classificare i suoi beni come proprietà terroristica e di sequestrarli. La ministra degli Interni ha affermato che il gruppo Wagner è «violento e distruttivo... uno strumento militare della Russia di Vladimir Putin». Ha detto che il suo lavoro in Ucraina e in Africa rappresenta una «minaccia alla sicurezza globale». La ministra Suella Braverman ha aggiunto: «Le continue attività destabilizzanti del gruppo Wagner continuano solo a servire gli obiettivi politici del Cremlino. Sono terroristi, chiaro e semplice, e questo ordine di proscrizione lo rende chiaro nella legge britannica».
Ore 05:19 - Esplosioni nella regione di Odessa: scatta l’allarme antiaereo
Sono state segnalate esplosioni nella regione ucraina meridionale di Odessa. Nell’oblast è scattato l’allarme antiaereo. Le deflagrazioni sarebbero avvenute al confine con la Romania: nel porto di Reni, nella città di Kilia e nel distretto di Izmail. Due giorni fa Kiev aveva affermato che droni russi sarebbero caduti ed esplosi in territorio rumeno nel corso di un massiccio attacco lanciato da Mosca la notte prima nella zona del porto fluviale di Izmail. Bucarest ha però «smentito categoricamente», annunciando di «monitorare» la situazione.
Ore 05:20 - Zelensky rimuove Kyrylenko dall’incarico di governatore del Donetsk
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rimosso Pavlo Kyrylenko dall’incarico di governatore dell’amministrazione statale dell’oblast di Donetsk. Lo riferisce Ukrainska Pravda. Kyrylenko, si legge nel decreto, è stato rimosso «in linea con la domanda» di dimissioni «da lui presentata». Secondo la testata, potrebbe essere nominato capo del comitato antimonopoli.
Ore 05:22 - Mosca: abbattuto un drone ucraino sulla regione di Brjansk
Mosca afferma che nella tarda serata di martedì un drone ucraino è stato abbattuto dalla difesa aerea sopra la regione occidentale russa di Brjansk. «Intorno alle 23.40 è stato sventato il tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico con un drone ad ala fissa contro strutture sul territorio della Federazione russa — spiega il ministero della Difesa di Mosca —. Il veicolo senza pilota è stato distrutto sul territorio della regione di Brjansk dalle unità di difesa aerea in servizio».
Ore 05:39 - Esplosioni a Kiev, allarmi antiaereo in tutta l’Ucraina
Una serie di esplosioni ha scosso mercoledì mattina la capitale ucraina Kiev, secondo i media locali. L’allarme antiaereo è scattato in tutte le regioni del Paese.
Ore 05:59 - Distrutto per la prima volta un carro armato britannico Challenger 2
Un carro armato Challenger 2 fornito dal Regno Unito alle forze armate ucraine è stato distrutto in combattimento in Ucraina. Lo testimoniano foto e video dal teatro dei combattimenti nella regione parzialmente occupata di Zaporizhzhia, dove le forze ucraine stanno concentrando le loro migliori unità offensive nel tentativo di sfondare le linee difensive russe. Il Challenger 2, ritenuto uno tra i migliori carri armati al mondo, è il vanto delle forze armate britanniche: sul suo sito web la Difesa anglosassone afferma che il mezzo non ha mai subito perdite in combattimento. Le prime evidenze fotografiche della distruzione di un carro armato Challenger 2 sono circolate lunedì e da allora esperti consultati dai media britannici e statunitensi hanno confermato la loro autenticità. Prima di oggi i Challenger 2 hanno servito in azione in Bosnia, Kosovo e Iraq. Londra ha fornito 14 esemplari del mezzo corazzato alle forze ucraine, che li hanno assegnati all’82esima brigata d’assalto aviotrasportata, tenuta in riserva sino alla scorsa settimana. I Challenger 2 forniti all’Ucraina non dispongono però dei più moderni sistemi di protezione passiva montati sui mezzi in servizio con le forze armate britanniche.
Ore 06:13 - Ucraina: attivata la difesa aerea su Kiev
L’attacco sulla capitale ucraina è confermato dalle autorità locali. «La difesa aerea si è attivata a Kiev. Restate nei rifugi. I razzi continuano ad arrivare sulla capitale , scrive sul suo canale Telegram il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko. «È stata annunciata un’allerta aerea sulla capitale». La città sarebbe stata attaccata con missili cruise e balistici. L’amministrazione militare specifica che le difese aeree ucraine hanno distrutto tutti gli obiettivi nemici che si muovevano verso la capitale ucraina e che finora non sono state registrate vittime o danni rilevanti.
Ore 06:17 - Odessa, un morto nell’ultimo raid con droni lanciato dai russi
Un uomo sarebbe morto nell’ultimo raid con droni lanciato dalle truppe russe nella regione di Odessa. Lo scrive su Telegram il capo dell’amministrazione statale regionale, Oleg Kiper. «Per quasi tre ore i terroristi russi hanno attaccato con droni Izmail», nella regione di Odessa. «Purtroppo una persona è morta. Il dipendente di un’azienda agricola, gravemente ferito, è morto in ospedale. Sentite condoglianze alla famiglia e agli amici», continua. «Distruzioni e incendi sono stati registrati in diversi insediamenti. Sono stati danneggiate le infrastrutture portuali e agricole: ascensori, edifici amministrativi, aziende agricole». Izmail è un porto fluviale al confine con la Romania ed è diventato la principale via di esportazione delle merci ucraine da quando la Russia si è ritirata, a luglio, dall’accordo per consentire il transito del grano attraverso il Mar Nero.
Ore 07:09 - Casa Bianca: la Corea del Nord pagherà se darà armi alla Russia
La Corea del Nord pagherà, se deciderà di fornire armi e munizioni alla Russia da usare nella guerra in Ucraina. Lo ha dichiarato il consigliere della Casa Bianca per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, affermando che fornire armi alla Russia «non avrà effetti positivi sulla Corea del Nord e pagherà un prezzo per questo nella comunità internazionale». In vista di un prossimo incontro tra il leader del Cremlino Vladimir Putin e quello nordcoreano Kim Jong-un, Sullivan ha detto che la Russia ora sta «cercando qualunque fonte riesca a trovare» per beni come le munizioni. «Continueremo a chiedere alla Corea del Nord di rispettare i suoi impegni pubblici di non fornire alla Russia armi che finirebbero per uccidere gli ucraini», ha aggiunto Sullivan.
Ore 07:37 - Kiev: «Nella notte abbattuti 23 obiettivi aerei su 33»
Le forze ucraine hanno abbattuto 23 tra droni e missili lanciati dalla Russia la notte scorsa su un totale di 33: lo hareso noto l’Aeronautica militare, come riporta Rbc-Ucraina. Nel complesso le forze russe hanno utilizzato 7 missili X-101/X-555/X-55, un missile balistico Iskander-M e 25 droni kamikaze Shahed-136/131 per attaccare l’Ucraina.
Ore 08:21 - Kiev: «610 militari russi uccisi in 24 ore, 266.290 in totale»
Sono 610 i militari russi uccisi in Ucraina nelle ultime 24 ore. Lo afferma lo Stato Maggiore dell’esercito ucraino, parlando di 266.290 soldati di Mosca morti in totale dall’inizio della guerra il 24 febbraio dello scorso anno. Sono invece 315 gli aerei distrutti e 316 gli elicotteri abbattuti dalla contraerea ucraina, mentre sono quasi 4.500 i carri armati eliminati.
Ore 08:26 - Media ucraini: «Blinken è arrivato a Kiev»
Il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato questa mattina a Kiev: lo riportano Ukrainska Pravda e Rbc-Ucraina. Ukrainska Pravda cita Pravda europea mentre Rbc-Ucraina cita fonti proprie e pubblica un video di una strada di Kiev chiusa al traffico.
Ore 08:34 - Kiev: «Avanziamo nelle regioni di Zaporizhzhia e Donetsk»
Le forze ucraine avanzano a sud di Robotyne, nella regione di Zaporizhzhia, e sui fianchi di Bakhmut, nel Donetsk: lo ha reso noto il portavoce dello Stato Maggiore dell’Esercito, Pavlo Kovalchuk, come riportano i media locali. Kovalchuk ha precisato che le truppe di Kiev hanno guadagnato terreno nella zona di Robotyne-Novoprokopivka e stanno facendo pressione sul nemico a sud di Bakhmut. Inoltre, le forze ucraine stanno frenando l’offensiva dei russi nelle direzioni di Avdiivka, Maryinka, Lyman e Bakhmut.
Ore 09:00 - Munizioni a grappolo russe vietate contro Chuguyiv
Attaccato l’insediamento ucraino di Nova Hnylytsia, distretto di Chuguyiv, con munizioni a grappolo vietate. Lo ha detto il capo dell’amministrazione militare di Kharkiv, Oleg Sinegubov. Secondo il capo della regione, un civile di 50 anni è stato ferito da una scheggia. «Oggi, intorno alle 7 locali, gli occupanti russi hanno sparato munizioni a grappolo contro il villaggio di Nova Hnylytsia, distretto di Chuguyiv. Un edificio residenziale privato è stato danneggiato», ha detto secondo Rbk-Ucraina.
Ore 10:07 - Il Regno Unito fornirà veicoli blindati da ricognizione a Kiev
Il Regno Unito fornirà all’Ucraina veicoli blindati da ricognizione Scimitar. Lo rende noro la Rheinmetall Bae Systems Land, una joint venture tra la britannica Bae Systems e la tedesca Rheinmetall, come riporta Rbc-Ucraina. Funzionari della Rbsl sono stati in Germania per assistere l’esercito britannico nella preparazione dei mezzi da inviare. Sono stati preparati, in totale, 23 veicoli blindati.
Ore 10:22 - Zelensky: «Proteggere il sistema elettrico per l’interno»
Il governo ucraino presterà «particolare attenzione» alla protezione delle infrastrutture critiche dai bombardamenti russi durante la stagione invernale. Lo scrive su Telegram il presidente Volodymyr Zelensky. «Preparare il sistema elettrico per l’inverno. Un piano completo per proteggere le infrastrutture critiche da tutto ciò che un Paese terrorista potrebbe escogitare», afferma Zelensky. «Rapporti del primo Ministro Shmyhal, del vice primo Ministro Kubrakov, dell’intero settore energetico, del Servizio speciale di comunicazione dello Stato, dello Stato Maggiore e delle amministrazioni militari regionali - prosegue il leader ucraino -. C’è ancora del lavoro da fare. A tutti i partecipanti al processo sono stati assegnati compiti specifici con scadenze. Presteremo particolare attenzione a questo tema».
Ore 10:25 - Blinken a Kiev, atteso annuncio di aiuti per oltre 1 miliardo di dollari
Il segretario di Stato Usa Anthony Blinken, in visita oggi nella capitale ucraina, annuncerà un nuovo pacchetto di aiuti all’Ucraina per oltre un miliardo di dollari. Lo riferisce la Cnn, citando un funzionario del dipartimento di Stato. Durante la sua visita, sempre secondo la Cnn, incontrerà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, oltre che altri alti funzionari e personalità della società civile. Anthony Blinken dovrebbe rimanere a Kiev due giorni.
Ore 10:58 - Nato: «Stoltenberg riceve domani ministro Esteri dei Paesi Bassi»
Domani il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, riceverà il ministro degli Esteri dei Paesi Bassi, Hanke Bruins Slot, presso la sede della Nato. Lo annuncia l’alleanza in una nota. I Paesi Bassi sono stati tappa di un tour europeo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. In particolare una base dell’aeronautica militare olandese, a Eindhoven, nel sud dei Paesi Bassi, due giorni dopo che gli Stati Uniti avevano dato il via libera all’invio dei caccia americani F-16 a Kiev.
Ore 10:59 - Von der Leyen: «Consegnati mille laptop, aiuteranno Kiev a restare connessi»
«La nostra iniziativa “laptop per l’Ucraina” ha consegnato il suo primo lotto di oltre 1000 dispositivi in Ucraina. Persone provenienti da tutta l’Ue hanno generosamente contribuito a realizzare tutto ciò, ribadendo ancora una volta la nostra forte solidarietà con l’Ucraina. Ciò aiuterà le aree più colpite dell’Ucraina a rimanere in contatto». Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, su X.
Ore 11:01 - La biografia di Surovikin scompare dal sito del ministero della Difesa
La biografia del generale russo legato alla Wagner, Serghei Surovikin, è scomparsa dal sito ufficiale del ministero della Difesa. Lo hanno notato diversi media indipendenti, tra cui l’emittente Dozhd, secondo la quale la foto del generale con il suo curriculum erano visibili online almeno fino al 22 agosto scorso. Ieri, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov si era rifiutato di rispondere a una domanda sulla sorte di Surovikin che secondo alcune indiscrezioni sarebbe stato rilasciato dagli arresti domiciliari, a cui era stato condannato dopo l’ammutinamento tentato dal capo della Wagner, Evgheni Prigozhin.
Ore 11:28 - «Colloquio telefonico tra Putin e il principe saudita Mohammed Bin Salman»
Il presidente russo, Vladimir Putin, e il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, si sono sentiti telefonicamente e hanno discusso delle questioni riguardanti i Brics e il petrolio. E' quanto si legge in una nota pubblicata sul sito web del Cremlino. Bin Salman, spiega il comunicato, «ha espresso gratitudine alla parte russa per il costante sostegno alla richiesta dell'Arabia Saudita di aderire ai Brics». L'interazione tra i due Paesi, prosegue la nota, «nel formato Opec+ è stata valutata positivamente. È stato osservato che gli accordi raggiunti sulla riduzione della produzione petrolifera, combinati con gli impegni volontari per limitare l'offerta di materie prime, consentono di garantire la stabilità del mercato energetico globale».
Ore 11:36 - Cremlino: «Gli aiuti Usa non cambieranno l'esito dell'operazione militare speciale in Ucraina»
Un nuovo pacchetto di aiuti finanziari dagli Usa a Kiev, che dovrebbe essere annunciato dal segretario di Stato americano Antony Blinken in visita oggi in Ucraina, «non influenzerà il corso dell'operazione militare speciale». Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov «Non potrà influenzare il corso dell'operazione militare speciale», ha detto ai giornalisti il portavoce presidenziale russo. «Abbiamo sentito più volte dichiarazioni secondo cui intendono continuare ad aiutare Kiev nella misura necessaria, in altre parole, continueranno a sostenere l'Ucraina in uno stato di guerra e a condurre questa guerra fino all'ultimo ucraino, non risparmiando soldi per questo», ha ricordato Peskov.
Ore 11:37 - Blinken torna a Kiev, annuncerà un nuovo pacchetto di aiuti militari da 1 miliardo
(di Marta Serafini, nostra inviata) ODESSA — Blinken torna a Kiev per la quarta volta dall’inizio della guerra. Il Segretario di Stato USA è arrivato nella capitale ucraina questa mattina per una nuova visita all’alleato ucraino. L’arrivo è avvenuto a pochi minuti dalla fine di un’allerta aerea dopo che nella notte la capitale è stata colpita da un attacco russo con 8 missili e 16 droni abbattuti.
La visita di Blinken, confermata solo ieri sera, segue quella del presidente Joe Biden in febbraio e precede quella del presidente ucraino Volodymyr Zelensky negli USA, che interverrà il 19 settembre all’assemblea generale delle Nazioni Unite al fianco di Biden.
Blinken, che ha deposto una corona al cimitero di Berkovetske per commemorare i caduti ucraini, annuncerà un nuovo pacchetto di aiuti militari per il valore di un miliardo di dollari. In agenda, incontri con il presidente Volodymyr Zelensky, il primo ministro Denys Shmyhal e il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba per discutere della controffensiva e degli sforzi di ricostruzione in corso. Sullo sfondo, il mancato rientro della Russia nell’accordo sul grano e i nuovi raid che sempre questa notte hanno colpito il porto di Izmail sul Danubio, al confine tra Ucraina e Romania, nella regione di Odessa provocando un morto. Sul tavolo anche lo studio di nuove rotte sia marine che terrestri per il grano ucraino.
Ore 12:02 - Cremlino: «Gli Usa vogliono la guerra fino all'ultimo ucraino, vogliono un bagno di sangue»
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe, ha detto che la visita del segretario di Stato Antony Blinken a Kiev è una conferma che gli Usa vogliono continuare la guerra «fino all'ultimo ucraino».
«Abbiamo più volte sentito affermazioni secondo cui» gli Stati Uniti «intendono continuare ad aiutare Kiev nella misura necessaria. In altre parole, continueranno a sostenere l'Ucraina in uno stato di guerra di fatto e condurranno questa guerra fino all'ultimo ucraino, senza risparmiare denaro», ha affermato Peskov.
Ore 12:03 - La premier danese in visita a Kiev
Mette Frederiksen , prima ministra danese, è arrivata a Kiev e ha preso la parola davanti al parlamento ucraino, in una visita che avviene poco più di due settimane dopo che Copenaghen ha promesso di consegnare jet da combattimento F16 all'Ucraina. «Il primo ministro danese Mette Frederiksen si trova in parlamento», ha scritto su Telegram un deputato, Iaroslav Jelezniak, accompagnando il suo messaggio con una foto della leader sul podio dell'assemblea. «Grazie per gli F-16», ha aggiunto.
Ore 12:05 - Kiev ammette: «La situazione è difficile sul fronte a Est»
La situazione operativa per le truppe ucraine sul fronte orientale «resta difficile». Lo scrive su Telegram il comandante delle forze di terra ucraine, Oleksandr Syrskyi. «Il nemico non abbandona i suoi piani per raggiungere i confini delle regioni di Donetsk e Luhansk, si prepara ostinatamente a vendicarsi e ad intercettare l'iniziativa operativa», spiega. «Nella direzione di Kupyan il nemico sta completando l'addestramento delle unità d'assalto, bombardando quotidianamente le nostre posizioni con artiglieria e mortai», aggiunge Syrskyi. «Nella direzione di Lyman - prosegue - continua la sostituzione delle truppe con unità della 25esima armata, formate e trasferite dal territorio della Federazione Russa». Feroci battaglie poi «continuano in direzione di Bakhmut, il nemico sta cercando di mantenere le posizioni occupate, ma le nostre unità stanno eroicamente, passo dopo passo, cacciando gli invasori dalla loro terra natale».
Ore 12:12 - Il Papa ai vescovi ucraini: «Sono con voi»
Papa Francesco ha incontrato in Vaticano i vescovi del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina. «In una conversazione franca, i vescovi dell'Ugcc - riferisce una nota della Chiesa greco-cattolica ucraina - hanno espresso il dolore, la sofferenza e una certa delusione del popolo ucraino». Il Papa, sempre secondo la nota diffusa dalla Chiesa ucraina, ha risposto: «Voglio assicurarvi la mia solidarietà con voi e la costante vicinanza nella preghiera. Io sono con il popolo ucraino». Come gesto speciale e simbolo di vicinanza al popolo ucraino, Papa Francesco ha portato con sé un'icona della Theotokos (Madre di Dio), che ha mostrato ai vescovi dell'Ugcc. «Questa icona mi è stata donata da Sua Beatitudine Sviatoslav - ha detto riferendosi all'arcivescovo maggiore di Kiev Shevchuk - quando era un giovane vescovo in Argentina. Prego ogni giorno davanti a lei per l'Ucraina».
Ore 12:35 - Blinken ha reso omaggio agli ucraini caduti
«Ho dato il benvenuto al Segretario Blinken in Ucraina. Il Segretario è stato il primo interlocutore a iniziare la sua giornata a Kiev rendendo omaggio ai nostri eroi caduti nel cimitero di Berkovetske. Questo è un segno di rispetto per tutti i guerrieri ucraini che hanno dato la vita per la nostra libertà e il diritto di vivere»: lo riferisce su X il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.
Ore 12:37 - Blinken a Kiev: «Rafforzare l’impegno degli Usa»
«Siamo tornati oggi a Kiev per incontrare i nostri partner ucraini per discutere della loro controffensiva in corso, dell’assistenza futura e degli sforzi di ricostruzione e, soprattutto, per rafforzare il costante impegno degli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina». Lo afferma il Segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, in visita a Kiev.
Ore 12:42 - Kiev: «L’Ue potrebbe raddoppiare la produzione di granate»
«L’Unione europea potrebbe raddoppiare la produzione di granate per aiutare l’Ucraina»: lo scrive su Telegram il capo dell’ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak, citando il ministro della Difesa estone. Aggiungendo: «È un segnale importante. Ed è esattamente ciò di cui c’è bisogno in prima linea».
Ore 12:44 - Il parlamento ucraino approva Umerov nuovo ministro della Difesa
Con 338 voti a favore e una astensione la Verkhovna Rada, il parlamento ucraino ha approvato la nomina di Rustem Umerov (proposto da Zelensky) a nuovo ministro della Difesa. Umerov sostituisce Reznikov, indagato per corruzione.
Ore 13:50 - Tass: esercitazioni Csto in Bielorussia a 4 km dalla Polonia
Esercitazioni dell’alleanza militare a guida russa Csto che prevedono l’impiego dell’aviazione e dell’artiglieria sono iniziate in un poligono in Bielorussia a quattro chilometri dalla frontiera con la Polonia: lo riporta la Tass. Secondo l’agenzia di stampa statale russa, il gruppo principale è composto da militari di Bielorussia, Kirghizistan, Russia e Tagikistan.
Ore 14:09 - Raid russo sul mercato di Kostiantinivka, 16 morti anche un bimbo
In mattinata è stato colpito dai russi il mercato di Kostiantinivka, nell’est dell’Ucraina. Sono almeno 16 le vittime del raid, tra i quali un bambino. I feriti sono 28. Lo riportano i servizi di sicurezza ucraini che sono sul posto per spegnere le fiamme causate dall’attacco.
Ore 14:20 - Umerov: «Ci riprenderemo ogni centimetro di Ucraina»
Il nuovo ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, ha promesso che Kiev si riprenderà «ogni centimetro dell’Ucraina».
Ore 14:21 - Romania ammette: «Pezzi di drone russo caduti sul nostro territorio»
Il ministro della Difesa romeno Angel Tilvar ha detto oggi che frammenti di un drone russo sono caduti sul territorio della Romania, Paese della Nato, nel corso di un recente attacco delle truppe di Mosca ad un porto ucraino sul Danubio. Lo ha fatto in dichiarazioni all’emittente romena Antena 3. Nei giorni scorsi lo stesso ministero della Difesa di Bucarest aveva smentito le notizie rilanciate da Kiev sulla caduta di pezzi del drone russo sul territorio romeno. E una smentita era stata rimarcata anche ieri dal presidente romeno Klaus Iohannis.
Ore 14:50 - Zelensky sul raid al mercato: «Ecco la disumanità assoluta»
Sul suo canale Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha pubblicato un video dell’attacco russo al mercato di Kostantinivka e ha scritto: «Quando qualcuno nel mondo prova ancora ad avere a che fare con qualcosa di russo, significa chiudere gli occhi sulla realtà. L’audacia del male. La sfacciataggine della malvagità. Disumanità assoluta. In questo momento, l’artiglieria dei terroristi russi ha ucciso 16 persone nella città di Kostiantinivka, nel Donetsk. Un mercato ordinario. Negozi. Una farmacia. Persone che non hanno fatto nulla di male. Molti feriti. Purtroppo il numero delle vittime e dei feriti potrebbe aumentare». E ha concluso: «Questo male russo deve essere sconfitto il prima possibile».
Ore 16:02 - Parigi condanna gli attacchi russi su Kiev e Odessa
La Francia condanna «con la più grande fermezza gli attacchi di droni russi che hanno preso di mira questa notte la capitale Kiev e questa mattina il porto di Izmail, nella regione di Odessa, causando la morte di una persona e danneggiando infrastrutture portuali ed agricole». È quanto si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri di Parigi. «Colpendo ancora una volta infrastrutture civili, in particolare installazioni agricole, la Russia continua a rendersi colpevole di crimini di guerra di cui dovrà rispondere. La Russia prosegue anche il suo cinico ricatto alla sicurezza alimentare mondiale proprio mentre pretende di contribuirvi», aggiunge la diplomazia francese.
Ore 16:13 - Presidente Romania: «Se droni russi, violata la sovranità di un Paese Nato»
Se i frammenti di drone ritrovati in territorio romeno fossero russi, sarebbe «una situazione completamente inaccettabile, che costituirebbe una grave violazione della sovranità e dell’integrità territoriale di uno Stato alleato della Nato». Lo afferma il presidente romeno Klaus Iohannis, dopo che ieri aveva dichiarato che «non è esistito né un drone né alcun pezzo di questo dispositivo che sia giunto sul territorio della Romania», smentendo le notizie di Kiev al riguardo. In mattinata, invece, il ministero della Difesa di Bucarest ha ammesso che i pezzi di drone ritrovati sul suolo del Paese potrebbero essere russi.
Ore 17:18 - I pezzi di drone russo in Romania: cos’è l’articolo 5 della Nato?
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il 6 settembre 2023, il ministro della Difesa della Romania, Angel Tilvar, ha dichiarato che nella zona orientale del Paese, al confine con l’Ucraina, sono state trovate parti di ciò che «potrebbe essere un drone». (...)
La notizia di un drone esploso in territorio rumeno durante un attacco russo ai porti ucraini era stata data da Kiev lunedì 4 settembre; i ministri degli Esteri e della Difesa di Bucarest, così come la presidenza rumena, avevano negato questa circostanza. Nella giornata di mercoledì, il ministro della Difesa Tilvar ha detto che è possibile che il drone non sia esploso nell’impatto con il suolo, ma sia semplicemente caduto sul territorio rumeno: «Questo non ci fa certo felici, ma non possiamo parlare di un attacco.Come ho già detto, penso che dobbiamo sapere come distinguere tra un atto d’aggressione e un incidente». L’importanza di questa distinzione è tutt’altro che secondaria: perché essendo la Romania un Paese della Nato, Bucarest potrebbe teoricamente invocare l’articolo 5 del trattato dell’Alleanza atlantica, che vincola gli Stati membri alla difesa collettiva.
Ore 17:25 - Da Usa primo invio di munizioni a uranio impoverito a Kiev
Dopo polemiche e discussioni, gli Stati Uniti annunceranno il primo invio a Kiev di munizioni all’uranio impoverito. Lo riporta Politico, citando fonti dell’amministrazione statunitense che fanno sapere che l’invio avverrà all’interno del nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina che verrà annunciato oggi. Le munizioni all’uranio impoverito sono già state fornite all’Ucraina dalla Gran Bretagna e utilizzate per armare i tank Challenger 2 forniti a Kiev da Londra. Questa sarebbe però la prima fornitura da parte degli Usa. Ieri, il portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder, non aveva risposto ad una domanda sull’argomento.
Ore 17:35 - Sale il bilancio del raid al mercato nel Donetsk: 17 vittime
È di 17 morti e 32 feriti il bilancio aggiornato del raid russo a Kostiantinivka, città nell’est dell’Ucraina nell’oblast di Donetsk. Lo hanno indicato il ministero degli Interni di Kiev e Oleksiy Kuleba, vice capo di gabinetto del presidente Volodymyr Zelensky. «L’operazione di ricerca e salvataggio a Kostiantinivka è stata completata», ha dichiarato. Secondo la polizia il mercato era affollato quando è stato colpito intorno alle 14 e quasi 30 esercizi commerciali, un condominio, una banca, una farmacia e automobili sono stati danneggiati.
Ore 18:15 - Mosca: chiesta riunione del Consiglio Onu sulle armi a Kiev
La Russia ha chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla questione della fornitura di armi occidentali a Kiev. Lo ha detto su Telegram Dmitry Polyansky, primo vice rappresentante permanente della Russia presso l’organizzazione secondo quanto riporta Ria Novosti. «Abbiamo richiesto un incontro il 12 settembre sulla fornitura di armi occidentali all’Ucraina e su altri fattori che influenzano negativamente le prospettive di risoluzione della crisi in Ucraina e nei dintorni», ha scritto il diplomatico. Secondo Mosca «la fornitura di armi all’Ucraina da parte dei paesi occidentali non cambia i piani della Russia e prolunga solo lo scontro: per il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, gli Stati Uniti e i Paesi della Nato sono già diventati partecipanti diretti al conflitto, non solo fornendo armi, ma anche addestrando personale per le forze armate ucraine sul loro territorio».
Ore 18:26 - Zelensky a Blinken: «Sarà un inverno difficile in Ucraina»
Incontrando il Segretario di Stato Usa Antony Blinken a Kiev, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avvertito che sarà un «inverno difficile» nel suo Paese.
Ore 18:37 - Ue: «Mosca continua il terrorismo verso l’Ucraina»
«Mosca continua a terrorizzare la popolazione civile ucraina. L’odioso e barbaro attacco missilistico di oggi contro un’area di mercato a Kostiantinivka, nella regione di Donetsk, ha ucciso almeno 16 persone, tra cui un bambino, e ne ha ferite altre decine. Questo attacco segue un’escalation negli ultimi mesi di attacchi missilistici e con droni in tutta l’Ucraina, soprattutto contro oggetti civili, uccidendo e ferendo più di 410 civili solo nelle ultime due settimane. Ciò si aggiunge ai bombardamenti indiscriminati e quotidiani della Russia in prossimità dei fronti, che causano centinaia di vittime civili». Così l’Ue in una nota.
Ore 19:02 - Punto militare | Le intercettazioni dei soldati russi al fronte: «Non abbiamo munizioni, dobbiamo usare le dita come baionette?»
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Nuove intercettazioni dei soldati russi pubblicate dai servizi ucraini confermano le difficoltà incontrate dall’Armata sul campo: parlano di gravi perdite, di equipaggiamento carente, paragonano la situazione ai momenti peggiori dell’invasione dell’Unione sovietica da parte dei tedeschi durante la Seconda guerra mondiale. «Non abbiamo munizioni, non abbiamo niente... Dobbiamo usare le nostre dita come baionette?», chiede sarcasticamente alla moglie il soldato Andrey il 12 luglio, a circa un mese dall’inizio della controffensiva ucraina.
Ore 19:17 - Usa: «La Russia fabbricherà i risultati del voto in Ucraina»
«Sappiamo che la Russia fabbricherà il risultato delle imminenti elezioni nelle zone occupate». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, in un briefing con la stampa estera, sottolineando che il voto della prossima settimana «è una farsa, un esercizio di propaganda».
Ore 19:20 - Nato: «Solidarietà alla Romania per i detriti del drone»
«Le autorità rumene hanno confermato il ritrovamento di detriti, forse di un drone, sul territorio rumeno, vicino al confine con l’Ucraina. Le autorità rumene stanno indagando sull’incidente. La Romania ha informato gli alleati della Nato di questo incidente durante la riunione odierna del Consiglio Nord Atlantico e gli alleati hanno espresso forte solidarietà alla Romania». Lo dichiara il portavoce della Nato Dylan White.
Ore 19:32 - Camera, ok all’accordo di cooperazione di polizia Italia-Ucraina
Via libera dell’Aula della Camera alla ratifica dell’Accordo tra il governo della Repubblica italiana e il gabinetto dei Ministri dell’Ucraina sulla cooperazione di polizia. Il testo, approvato con 255 voti a favore ed un voto contrario, passa al Senato.
Ore 19:33 - Pentagono conferma, proiettili all’uranio impoverito a Kiev
Gli Usa manderanno proiettili all’uranio impoverito all’Ucraina: lo ha confermato il Pentagono, dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi.
Ore 19:47 - Berlino e Washington: «Il raid sul mercato ucraino un attacco all’umanità»
«Il brutale attacco contro persone innocenti che fanno acquisti pacificamente in un mercato lo dimostra chiaramente: questa guerra di aggressione russa è un attacco al diritto internazionale, all’umanità». Lo ha dichiarato la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock su X, condannando il raid russo che oggi ha colpito un mercato della città di Kostiantinivka, uccidendo almeno 17 persone.
Anche la Casa Bianca ha condannato l’attacco russo al mercato.
Ore 19:55 - Kirby: «Le munizioni all’uranio impoverito non sono pericolose»
«Le munizioni all’uranio impoverito sono molto efficaci e diversi studi dimostrano che non c’è il rischio di radiazioni». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, in un briefing con la stampa estera, dopo che il Pentagono ne ha annunciato l’invio all’Ucraina. «Molti eserciti le usano, inclusa la Russia. Non c’è nulla di controverso, è Mosca che ne vuole fare un caso».
Ore 20:14 - Zelensky: «I nostri porti bruciano, restiamo contrari alle restrizioni Ue sul grano»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato a parlare, attraverso un video messaggio, dell'emergenza alimentare del grano: «Ringrazio tutti i nostri partner, ma resto fermamente convinto che le restrizioni Ue sul grano non siano l'opzione migliore in questo momento. Restiamo contrari».
Ore 20:27 - Ministro Difesa romeno: «Drone russo caduto non è un atto di aggressione»
Il ministro della Difesa romeno Angel Tilvar ritiene che i pezzi di drone russo caduti sul territorio del suo Paese non rappresentino «una minaccia diretta» e che è possibile che il drone non sia esploso nell'impatto ma che sia semplicemente caduto (oppure pezzi siano caduti) sul territorio rumeno. Lo riferisce l'agenzia romena Agerpres. «Questo non ci rende certo felici, ma non credo che si possa parlare di attacco. E come ho detto prima, ritengo che dobbiamo saper distinguere tra un atto di aggressione e un incidente», ha dichiarato Tilvar.
Ore 00:22 - Zelensky: «Siamo grati al presidente Biden»
Zelensky a colloquio con Segretario Stato Usa, Blinken. «Abbiamo discusso di tutto ciò che può aiutare la nostra difesa della libertà. Apprezziamo sempre le visite dei partner statunitensi. Siamo grati al Presidente Biden, al Congresso - entrambi i partiti - e all’intero popolo americano per il loro incrollabile sostegno e per l’assistenza veramente leader». Lo ha reso noto su Telegram il Presidente ucraino.
Ore 03:18 - Il governo ucraino stanzia 100 milioni di euro per infrastrutture ferroviarie
Il Consiglio dei ministri dell’Ucraina ha deciso di stanziare 100 milioni di euro a favore dell’Ukrzaliznytsia (Ferrovie dell’Ucraina) nell’ambito del nuovo programma di bilancio. Si tratta di fondi di prestito della Banca europea per gli investimenti (BEI). Sono arrivati in conformità con l’accordo concluso nel 2016 tra l’Ucraina e la BEI sulla modernizzazione delle ferrovie ucraine. Il denaro verrà utilizzato per la costruzione, l’ammodernamento e la riparazione delle infrastrutture ferroviarie, nonché per l’acquisto di vagoni merci e altri mezzi di trasporto. Nel giugno 2023 la BEI e l’Ukrzaliznytsia hanno concluso un accordo in base al quale hanno anche rivisto l’assegnazione di un contributo dell’Unione Europea di 6,7 milioni di euro per le necessità urgenti del trasporto ferroviario in Ucraina, mentre fin dall’inizio avrebbe dovuto accompagnare il progetto della BEI sull’ elettrificazione della rete ferroviaria nel sud dell’Ucraina.
Ore 03:47 - Due droni abbattuti su Rostov, un ferito e auto danneggiate
Due droni che volavano sopra la città russa meridionale di Rostov sul Don sono stati abbattuti questa notte, danneggiando alcune auto e ferendo una persona. Lo ha reso noto il governatore della regione di Rostov, Vasily Golubev. In un post su Telegram, Golubev ha detto che i sistemi di difesa aerea si sono attivati intorno alle 3 ora locale e hanno distrutto i due velivoli senza pilota. Uno è stato abbattuto fuori Rostov sul Don, mentre l’altro è caduto nel centro della città vicino via Pushkinskaya causando danni a diversi veicoli e il ferimento di una persona.
Ore 03:54 - Mosca: «Disumana» la fornitura Usa di munizioni all’uranio impoverito
L’ambasciata russa negli Stati Uniti ha denunciato la fornitura di munizioni all’uranio impoverito promessa da Washington a Kiev, definendo questi futuri aiuti un «chiaro segno di disumanità» evidenziando i rischi legati alle «nuvole radioattive in movimento» causate dalle esplosioni di queste armi. «Ossessionata dall’idea di infliggere una «sconfitta strategica» alla Russia - continua l’ambasciata -, Washington è pronta a combattere non solo fino all’ultimo ucraino, ma anche a mettere a una croce sulle generazioni future. L’amministrazione americana rivela la sua vera natura: è profondamente indifferente sia al presente dell’Ucraina che al futuro della repubblica e dei suoi vicini europei». «Gli Stati Uniti - aggiunge la rappresentanza di Mosca - trasferiscono deliberatamente armi con effetti indiscriminati. Sono pienamente consapevoli delle conseguenze: le esplosioni di tali munizioni provocano la formazione di una nube radioattiva in movimento. Piccole particelle di uranio si depositano nelle vie respiratorie, nei polmoni, nell’esofago, si accumulano nei reni e al fegato, causano il cancro e portano all’inibizione delle funzioni dell’intero organismo».
«Dopo la vittoria». Scene di vita quotidiana a Kyjiv, dove si brinda alla prossima liberazione della Crimea. Christian Rocca su L'Inkiesta il 7 Settembre 2023
I funzionari di governo, gli intellettuali e gli operatori culturali ucraini resistono, combattono e si organizzano per quando terminerà la guerra, con la fine dell’occupazione illegale della penisola
«Il prossimo anno a Bakhchysarai» è il modo di concludere, con una variante ucraina del tipico saluto ebraico del seder di Pesach, una cena di tradizionale cucina tatara di Crimea a Kyjiv.
Bakhchysarai è la storica ex capitale di Crimea venerata dalla popolazione autoctona dei tatari, e l’invocazione «il prossimo anno a Bakhchysarai» è un modo per mostrare fiducia che il prossimo anno si potrà festeggiare la fine della guerra di aggressione russa proprio nella regione occupata illegalmente dal Cremlino nove anni fa.
Una discussione intellettuale a Kyjiv sulla guerra e sulla pace comincia sempre con l’attualità, magari – come è successo ieri – ricordando i diciassette morti causati nel pomeriggio da un mitragliamento russo in un mercato a Kostyantynivka, nella regione di Donetsk, oppure scambiandosi impressioni sulle due ore trascorse la notte precedente nei rifugi antiaerei o semplicemente a casa con i tappi alle orecchie per continuare a simulare una vita normale. Ma poi arriva inevitabilmente la Crimea, la regione simbolo dell’imperialismo russo, dei crimini contro l’umanità e dell’indifferenza dell’Occidente.
La Crimea è la chiave di volta della guerra russa alla democrazia, alla cultura e alla libertà ucraina, ma è anche il tabù occidentale che anche gli europei simpatetici alla causa ucraina pensano si possa sacrificare in nome della pace.
In mezzo c’è un non piccolo problema umanitario e giuridico, quello dei tatari di Crimea, la popolazione autoctona che a partire dal 1991, anno dell’indipendenza ucraina, è tornata in patria prendendo la cittadinanza ucraina dopo che i russi avevano provato a cancellarla con una ferocia addirittura superiore a quella usata contro gli ucraini.
Prima della prima invasione russa della Crimea, nel 1783, i tatari rappresentavano il novanta per cento della popolazione della Crimea, poi sia Caterina di Russia sia Stalin decisero la loro rimozione forzata dalla loro terra e la loro conseguente ricollocazione forzosa in Asia centrale, prevalentemente in Uzbekistan.
Stalin, inoltre, deportò centinaia di migliaia di russi in Crimea per farla diventare artificialmente russa. Per effetto di questa politica imperialista e genocida, i tatari di Crimea scesero a quota 29 per cento della popolazione prima della rivoluzione d’ottobre del 1917, per precipitare fino allo zero per cento in seguito all’esecuzione completa delle politiche staliniane.
Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, una buona parte dei tatari sono tornati in Crimea e si sono integrati nella Repubblica ucraina, tanto che oggi l’etnia del nuovo ministro della Difesa è tatara di Crimea (un altro segnale che la Crimea resta centrale nell’agenda politica e militare di Volodymyr Zelensky nonostante i giornali italiani sostengano il contrario).
Con l’invasione russa del 2014, e con la successiva annessione illegale della Crimea, Vladimir Putin ha ripreso in mano il progetto zarista e staliniano di oppressione e di pulizia etnica dei tatari ed è tornato a perseguitare la popolazione autoctona nel frattempo tornata a essere circa il 20 per cento, e poi a ricollocare in Crimea centinaia di migliaia di russi – le cifre, in questo caso, variano tra le cinquecento e le ottocentomila persone – con un impatto etnico devastante considerando una popolazione complessiva della Crimea, prima del 2014, di poco più di due milioni e trecentomila abitanti e la successiva fuga verso la Turchia e vedo l’Ucraina continentale di circa duecentomila tatari tra il 2014 e il 2023.
Putin ha affinato il piano di Stalin con il ponte sullo stretto di Kerch, costruito per collegare artificialmente alla Russia una penisola geograficamente e politicamente attaccata all’Ucraina.
La pulizia etnica si è intensificata dopo la guerra su larga scala cominciata il 24 febbraio del 2022, al punto che la maggior parte dei prigionieri politici in Crimea oggi è composta dai tatari, i quali a volte sono colpevoli soltanto di essersi dipinti le unghie con i colori giallo e blu della bandiera ucraina oppure di aver indossato il tradizionale vestito ricamato, e per questo vengono condannati a diciassette anni di galera sulla base di un articolo del codice penale russo che punisce chiunque getti discredito sull’esercito di Mosca.
La riconquista della Crimea è una delle questioni centrali al Ministero della Difesa e degli Esteri, ma anche al quartier generale del presidente Zelensky, il quale ha creato un team di giuristi, militanti dei diritti umani, avvocati e diplomatici, chiamato Crimea Platform, per prepararsi al momento in cui avverrà la liberazione della penisola occupata illegalmente.
«Non commento le scelte militari, non posso dire quale avanzamento sul campo di battaglia potrebbe convincere i russi ad abbandonare la Crimea», dice Maria Tomak, il capo di Crimea Platform, la piattaforma di consultazione e di coordinamento internazionale lanciata dall’Ucraina con l’obiettivo di far finire l’occupazione della Crimea e di farla tornare pacificamente alla terraferma cui è legata naturalmente. «La cosa certa – aggiunge – è che l’Ucraina non abbandonerà mai i suoi concittadini che vivono nella penisola occupata illegalmente e in particolare la popolazione autoctona dei tatari di Crimea da sempre oppressa dai russi».
La sede di Crimea Platform, e della Missione del presidente dell’Ucraina nella Repubblica autonoma di Crimea, si trova a un passo dalla Verkhovna Rada, dal Parlamento ucraino, nella zona fortificata di Kyjiv che abbiamo visto molte volte in televisione accogliere i capi di Stato occidentali in visita di rito nella capitale.
Si trova a pochi minuti a piedi dal mausoleo dell’Holodomor, costruito dall’Ucraina indipendente per ricordare il male assoluto compiuto dalla pianificazione sovietica della carestia dei contadini ucraini negli anni Trenta, ma anche negli anni Venti e Quaranta del secolo scorso. Accanto c’è il monumento sovietico alla vittoria nella Seconda Guerra Mondiale che ricorda il sacrificio ucraino alla lotta contro il nazifascismo.
La zona governativa si trova nel quartiere di Pechersk, nella parte alta della città, quella più elegante e monumentale. Vi si accede dopo aver superato posti di blocco, dissuasori di cemento armato e altre forme di difesa da barricata.
Superati i primi controlli, una volta dentro è vietato fotografare i palazzi presidenziali. La cautela è comprensibile nonostante per arrivarci si attraversi con serenità una città aperta e libera.
Il fatto che il dossier Crimea sia gestito a un passo dai luoghi di maggior potere è un’ulteriore risposta a quelli che fantasticano di una soluzione diplomatica che possa lasciare la Crimea alla Federazione russa.
La rappresentante di Zelensky per la Crimea, Tamila Tasheva, conferma la policy ufficiale del governo. La stessa che Olexander Scherba, ambasciatore responsabile della comunicazione, ribadisce essere quella al Ministero degli Esteri: «La vittoria deve essere totale».
Non ci sono dubbi né tentennamenti sulla vittoria completa della guerra tra i funzionari di governo, ma ovviamente attenersi al messaggio ufficiale fa parte del loro lavoro.
La cosa che colpisce è che il messaggio della vittoria sia lo stesso che circola tra gli intellettuali che brindano con «il prossimo anno a Bakhchysarai», e anche tra i cittadini comuni che ricordano agli occidentali come il nazionalismo dei paesi colonizzati dal Cremlino sia un sentimento antitotalitario, da dissidenti, un tentativo di sincerità e di amore che ai tempi dell’Unione sovietica si contrappone alla menzogna comunista dell’internazionalismo e della fraterna amicizia tra i popoli.
I responsabili dei musei, delle gallerie di arte contemporanea, delle cineteche nazionali, della Fiera del Libro dell’Arsenale raccontano a ciglio asciutto e con volontà ferma le tradizionali politiche russe per cancellare la cultura e l’identità dei popoli colonizzati, in modo da non lasciare traccia che queste storie, queste culture, queste identità diverse da quelle ufficiali dell’impero siano mai esistite. Per questo pianificano al dettaglio le strategie da eseguire «dopo la vittoria», che è la frase più ricorrente a Kyjiv, ormai quasi un intercalare, perché la vittoria è solo una questione di quando arriverà, non di se.
In una conversazione con Volodymyr Yermolenko al Pen Ukraine, lo storico e filosofo Timothy Snyder, una specie di guru della causa ucraina grazie ai suoi formidabili libri, ha elaborato la questione della vittoria e della sconfitta, ricordando che le potenze europee sono diventate migliori soltanto perché hanno perso malamente le guerre coloniali, tanto che solo dopo la sonora sconfitta hanno deciso di dedicarsi ad altro e di costruire l’Europa unita.
Per gli stessi motivi, la cosa migliore che si possa augurare ai cittadini russi, anche a quelli anti Putin, è che perdano malamente la guerra, ha aggiunto Snyder. Solo perdendo militarmente e politicamente e intellettualmente, potrà nascere qualcosa di nuovo.
Gli europei – ha concluso Snyder – queste cose non le dicono, e anzi cercano sempre soluzioni acrobatiche per arrivare alla pace inaccettabili per le vittime aggredite, perché non si ricordano mai quanto sia stato utile per loro perdere le guerre coloniali e mondiali. Non bisogna inseguire la pace, insomma, ma la sconfitta della Russia. «Il prossimo anno a Bakhchysarai».
Guerra Ucraina - Russia, le news del 7 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Kharkiv, issate bandiere ucraine a Stroivka e Topoli, al confine con la Russia. La Nato: «Kiev avanza 100 metri al giorno». Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera giovedì 7 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di giovedì 7 settembre, in diretta. Esplosioni a Mariupol. Mosca: «Armi Usa all’uranio impoverito a Kiev è un atto criminale»
•Kamala Harris: «Errore enorme per la Corea del Nord dare le armi alla Russia. Chiederle un atto disperato da parte di Putin».
• Zelensky: «Sarà un inverno difficile. Restiamo contrari alle restrizioni Ue sul grano».
• Missili su mercato Donetsk mentre Blinken è a Kiev. Il Segretario di Stato Usa rassicura gli alleati ucraini: «Non informiamo Russia su viaggi in Ucraina».
•Sunak a Zelensky: «Regno Unito contro il blocco russo del grano e pronto a fornire nuove armi».
• Ministro Difesa romeno: «Drone russo caduto non è un atto di aggressione». Ecco perché non è scattato l’articolo 5 della Nato.
Ore 05:07 - Il raid al mercato. Zelensky: «Ecco la disumanità assoluta»
Sul suo canale Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha pubblicato un video dell’attacco russo al mercato di Kostantinivka e ha scritto: «Quando qualcuno nel mondo prova ancora ad avere a che fare con qualcosa di russo, significa chiudere gli occhi sulla realtà. L’audacia del male. La sfacciataggine della malvagità. Disumanità assoluta. In questo momento, l’artiglieria dei terroristi russi ha ucciso 16 persone nella città di Kostiantinivka, nel Donetsk. Un mercato ordinario. Negozi. Una farmacia. Persone che non hanno fatto nulla di male. Molti feriti. Purtroppo il numero delle vittime e dei feriti potrebbe aumentare». E ha concluso: «Questo male russo deve essere sconfitto il prima possibile».
Ore 05:10 - I pezzi di drone russo in Romania: cos’è l’articolo 5 della Nato?
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il 6 settembre 2023, il ministro della Difesa della Romania, Angel Tilvar, ha dichiarato che nella zona orientale del Paese, al confine con l’Ucraina, sono state trovate parti di ciò che «potrebbe essere un drone». (...)
La notizia di un drone esploso in territorio rumeno durante un attacco russo ai porti ucraini era stata data da Kiev lunedì 4 settembre; i ministri degli Esteri e della Difesa di Bucarest, così come la presidenza rumena, avevano negato questa circostanza. Nella giornata di mercoledì, il ministro della Difesa Tilvar ha detto che è possibile che il drone non sia esploso nell’impatto con il suolo, ma sia semplicemente caduto sul territorio rumeno: «Questo non ci fa certo felici, ma non possiamo parlare di un attacco. Come ho già detto, penso che dobbiamo sapere come distinguere tra un atto d’aggressione e un incidente». L’importanza di questa distinzione è tutt’altro che secondaria: perché essendo la Romania un Paese della Nato, Bucarest potrebbe teoricamente invocare l’articolo 5 del trattato dell’Alleanza atlantica, che vincola gli Stati membri alla difesa collettiva.
Ore 05:15 - Macron: «Non potrà esserci la bandiera russa alle Olimpiadi di Parigi 2024»
«Non ci potrà essere la bandiera russa ai Giochi di Parigi, credo che su questo siamo d’accordo. Perché la Russia, come paese, non può avere nessun posto in un momento in cui ha commesso crimini di guerra». Lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, in un’intervista a L’Equipe.
Ore 05:44 - Confermato da Washington l’invio a Kiev di proiettili all’uranio impoverito
Il nuovo pacchetto di aiuti militari degli Stati Uniti all’Ucraina, del valore complessivo di 175 milioni di dollari, include una fornitura di proiettili all’uranio impoverito del calibro di 120 millimetri. Lo ha annunciato tramite una nota il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, confermando così indiscrezioni che circolavano già da alcuni giorni. La fornitura di munizioni anticarro all’uranio impoverito - un’alternativa meno costosa al tungsteno, ma controversa per i danni ambientali e alla salute causata dalla disseminazione di particolato e frammenti radioattivi a seguito dell’impatto con il bersaglio - saranno parte della dotazione dei carri armati M1 Abrams promessi dagli Usa alle forze armate del Paese invaso dalla Russia.
Il Regno Unito ha già inviato all’Ucraina proiettili dello stesso tipo all’inizio di quest’anno, e da allora si è riacceso nei Paesi occidentali il dibattito in merito alla pericolosità delle munizioni all’uranio impoverito, emersa a partire dagli anni Novanta a seguito dei conflitti nei Balcani e in Iraq. A fronte delle difficoltà riscontrate dalle forze ucraine sul campo di battaglia, e della progressiva erosione delle scorte di proiettili d’artiglieria convenzionali a disposizione della Nato, gli Usa hanno deciso lo scorso luglio di fornire a Kiev anche munizioni a grappolo, un’altra categoria di armamenti assai controversa a causa del pericolo rappresentato dalle submunizioni inesplose per i civili.
Gli Stati Uniti affermano che le munizioni all’uranio impoverito non costituiscano una significativa minaccia radiologica, e citano a sostegno della loro posizione studi dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Diverse organizzazioni, come la Coalizione internazionale per la messa al bando delle armi all’uranio, puntano però l’indice contro i rischi per la salute, a cominciare dal cancro, causati dall’ingestione e dall’inalazione di uranio impoverito.
Ore 06:14 - Abbattuti nella notte tre droni ucraini, uno vicino Mosca, altri due a Rostov
Un drone ucraino è stato abbattuto nella notte dal sistema di difesa aerea russa nel quartiere Ramensky, della regione di Mosca. Lo ha annunciato il ministero della Difesa russo, spiegando che altri due droni sono stati distrutti nella regione di Rostov. «Il 7 settembre, verso le 3:00 ora di Mosca, è stato sventato un tentativo da parte del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico utilizzando tre UAV di tipo aereo contro strutture sul territorio della Federazione Russa. I tre UAV ucraini sono stati distrutti dalle forze di difesa aerea in servizio, due dei quali sul territorio della regione di Rostov e uno sul distretto Ramensky della regione di Mosca», ha affermato il ministero in una nota.
Ore 06:19 - Fondi Bers per ammodernare la strada da Leopoli al confine polacco
La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) modifica lo scopo del prestito all’Agenzia statale per la riabilitazione e lo sviluppo delle infrastrutture dell’Ucraina (ex Ukravtodor). Per ammodernare il tratto stradale tra Lviv e Rawa-Ruska al confine tra Ucraina e Polonia verranno utilizzati 182 milioni di euro.
Ore 06:33 - Mosca nega l’accredito ai giornalisti occidentali anche all’ Eef
La Russia vieta la presenza di giornalisti «provenienti da paesi ostili» anche al Forum economico orientale (Eef), che si terrà la prossima settimana nella città estremorientale di Vladivostok. «Quest’anno i giornalisti provenienti da paesi ostili non sono stati accreditati, così come è stato per» il Forum economico internazionale di San Pietroburgo (Spief), ha detto all’agenzia Tass il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov. Il più grande forum economico della Russia, lo Spief si è tenuto a metà giugno. Ai giornalisti occidentali è stato negato l’accreditamento, per la prima volta nella sua storia. Peskov disse allora alla Tass che l’accreditamento dei media occidentali ai successivi eventi in Russia sarebbe dipeso da «come si comporteranno». Come allo Spief, anche all’Eef partecipa tradizionalmente il presidente russo Vladimir Putin. Il suo intervento è previsto alla sessione plenaria del forum il 12 settembre. L’ottava edizione dell’Eef si terrà a Vladivostok dal 10 al 13. Lo slogan del forum di quest’anno è «Sulla via del partenariato, pace e prosperità».
Ore 07:00 - Kuleba e Blinken al McDonald’s di Kiev
Durante la visita di ieri a Kiev, il segretario di stato americano Antony Blinken ha fatto tappa al McDonald’s, accompagnato dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.
Ore 07:13 - Drone abbattuto in Russia danneggia la stazione di Bryansk
La difesa aerea russa ha abbattuto un drone ucraino su Bryansk: a causa della caduta di detriti, alcuni vetri della stazione ferroviaria, la piazza della stazione e diverse auto sono state danneggiate, come riporta l’agenzia russa Ria Novosti citando il governatore della regione Alexander Bogomaz. Su Telegram, Bogomaz scrive: «Le forze di difesa aerea della Russia ha respinto l’attacco dei terroristi ucraini è stato soppresso. Un veicolo aereo senza equipaggio è stato abbattuto sopra Bryansk. Non ci sono vittime. Come risultato della caduta del relitto dell’aereo, i vetri dell’edificio della stazione ferroviaria di Bryansk, la piazza della stazione e diverse auto sono state parzialmente danneggiate». Più tardi, Bogomaz ha detto che un altro drone è stato abbattuto nella regione di Bryansk.
Ore 07:31 - Kiev: «Nella notte abbattuti 25 droni russi su 33»
Le forze ucraine hanno abbattuto la notte scorsa 25 droni kamikaze russi su un totale di 33 lanciati contro il Paese: lo ha reso noto l’Esercito, come riporta Rbc-Ucraina. I russi hanno attaccato le regioni di Sumy e Odessa dalle direzioni nord, sud-est e sud (Kursk e Primorsko-Akhtarsk in Russia, oltre a Capo Chauda nella Crimea occupata). I 33 droni sono stati lanciati soprattutto in direzione dei distretti meridionali della regione di Odessa.
Ore 08:04 - Kiev: «Ieri un successo parziale a sud di Bakhmut»
Le forze ucraine hanno registrato ieri un «successo parziale» a sud di Bakhmut: lo ha reso noto questa mattina lo Stato Maggiore delle Forze armate ucraine, come riporta Ukrinform. «In direzione di Bakhmut, le forze di difesa hanno respinto gli attacchi nemici vicino a Orikhovo-Vasylivka, nella regione di Donetsk», si legge nel rapporto quotidiano sull’andamento della guerra. «Il nemico ha effettuato attacchi aerei nelle vicinanze di Khromovoy, Ivanivskyi, Klishchiivka e nella regione di Donetsk settentrionale - prosegue il messaggio -. Più di 20 insediamenti, tra cui Orihovo-Vasylivka, Bila Gora, Ivanivske, Bogdanivka, Klishchiivka, a nord della regione di Donetsk, sono stati colpiti con artiglieria e mortai. Allo stesso tempo, come risultato delle azioni d’assalto, le Forze di Difesa hanno ottenuto un successo parziale a sud di Bakhmut, allontanando il nemico dalle posizioni occupate e assicurandosi i confini raggiunti». Aggiungendo: «La situazione operativa nell’est e nel sud dell’Ucraina rimane difficile».
Ore 08:32 - Esplosioni a Mariupol, incendio nella zona del porto
Esplosioni sono state udite questa mattina a Mariupol, nel sud-est dell’Ucraina: lo ha reso noto il consigliere del sindaco in esilio della città, Petro Andriushchenko, come riporta Rbc-Ucraina. Andriushchenko ha aggiunto che è stato segnalato un incendio nella zona portuale della città e nell’area di un impianto di cemento. Secondo lui, dopo le esplosioni, gli occupanti hanno inviato aerei da Prymorsko-Akhtarske e Rostovske verso Zaporizhzhia.
Ore 09:03 - Ryabkov: «Armi Usa all’uranio impoverito a Kiev è atto criminale»
La fornitura di armi all’uranio impoverito all’Ucraina è un atto criminale da parte degli Stati Uniti. Lo ha dichiarato il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov a margine del seminario Rafforzare il regime di non proliferazione nucleare a Bishkek. «Questa non è solo una mossa di escalation, è un riflesso dello scandaloso disprezzo di Washington per le conseguenze ambientali dell’uso di questo tipo di munizioni in una zona di guerra», ha detto aggiunto, ricordando che in tutto il mondo sono stati pubblicati centinaia di materiali di esperti con le opinioni di ecologisti, medici, chimici sui danni irreparabili che tali armi possono causare all’ambiente. «Agli americani non importa. È chiaro che a loro non importa chi lo respira lì, dove si depositerà e quali conseguenze porterà per coloro che sono ora che combattiamo e cosa accadrà alle generazioni che vivranno su questa terra», ha sottolineato Ryabkov.
Ore 09:10 - Tajani: «A Odessa siamo protagonisti della ricostruzione»
«L’Italia ha un ruolo da svolgere anche a livello internazionale e saremo parte della ricostruzione dell’Ucraina, è questione di presenza industriale ma vogliamo dare ad Odessa un segnale anche di tipo culturale, con l’idea è di ricostruire la cattedrale distrutta in parte dagli attacchi russi». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani ospite a Radio Anch’io su Radio 1. «Odessa ha una forte impronta culturale italiana e rappresenta un’opportunità nella ricostruzione per le nostre imprese in un Paese candidato all’Ue e che farà parte del mercato comune. Abbiamo il dovere di essere presenti».
Ore 09:30 - Kiev: «Progressi nella regione di Zaporizhzhia»
Le forze ucraine stanno facendo progressi nelle aree a sud di Robotyne e a ovest di Verbove, nella regione di Zaporizhzhia: lo ha dichiarato il portavoce dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, Andriy Kovalev, come riporta l’emittente statale Suspilne.
Ore 09:39 - Stoltenberg,: «Putin ha sottovalutato Kiev, Ue e Nato»
Il presidente russo Vladimir Putin, scatenando in Ucraina «la più grande guerra che abbiamo visto in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale», ha commesso «almeno due grandi errori strategici». Lo dice il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in audizione alla commissione Afet del Parlamento Europeo a Bruxelles. Il primo, continua, è che «ha sottovalutato totalmente gli ucraini, la forza e l’impegno, il coraggio del popolo ucraino, della leadership ucraina e delle forze armate» di quel Paese. Aggiungendo: «L’altro grande errore strategico che ha fatto è stato sottovalutare la nostra volontà, il nostro impegno a sostenere l’Ucraina, a sostenere Kiev con sanzioni economiche, con supporto politico e militare, che è una cosa senza precedenti. Il sostegno militare che abbiamo visto dall’Ue e dalla Nato è molto maggiore di quanto ci si aspettasse».
Ore 10:04 - Stoltenberg: «Gli ucraini guadagnano circa 100 metri al giorno»
«Non abbiamo mai pensato che la controffensiva sarebbe stata facile. I russi hanno preparato linee di difesa multiple: non abbiamo mai visto nella storia così tante mine come in Ucraina. Ma Kiev sta guadagnando terreno, circa 100 metri al giorno. L’esercito russo era il secondo più forte nel mondo e ora è il secondo più forte in Ucraina: la realtà è che gli ucraini stanno superando le aspettative un’altra volta e il nostro dovere è sostenerli». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg alla commissione esteri del Parlamento Europeo.
Ore 10:34 - Kiev: «Distrutte due imbarcazioni russe»
Le forze navali ucraine hanno distrutto la notte scorsa due imbarcazioni russe: lo ha reso noto la Marina di Kiev, come riporta Rbc-Ucraina. Inoltre, si legge in un comunicato, nella giornata di ieri sono stati distrutti due sistemi di artiglieria, due veicoli e 17 droni a quattro rotori.
Ore 10:43 - Kiev: «Zaporizhzhia colpita con missili balistici»
Il distretto di Zaporizhzhia è stato colpito questa mattina con «armi balistiche»: lo ha dichiarato il capo dell’Amministrazione militare regionale, Yury Malashka, come riporta Rbc-Ucraina. Si tratta del secondo attacco russo contro la città negli ultimi due giorni: ieri era stata colpita un’infrastruttura civile ed erano rimaste ferite due persone.
Ore 11:01 - Mosca: «Sull’orlo di un conflitto diretto tra potenze nucleari»
La pressione esercitata sulla Russia dai Paesi occidentali è pericolosamente sull’orlo di un conflitto militare diretto tra le potenze nucleari. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov in un seminario regionale a Bishkek. «Le misure di risposta che abbiamo dovuto adottare, tra cui l’importante aspetto di proteggere la sicurezza esterna lungo l’asse occidentale, sono state utilizzate dai nostri avversari come pretesto per iniziare a esercitare pressioni militari sulla Russia», ha spiegato Ryabkov, avvertendo che «questa pressione è pericolosamente in equilibrio sull’orlo di un conflitto militare diretto tra le potenze nucleari. La crisi odierna è lungi dall’essere risolta e presenta il rischio di un’ulteriore escalation».
Ore 11:12 - Giornalista russo condannato a 5 anni e mezzo
Un giornalista russo, Mikhail Afanasyev, è stato condannato a 5 anni e mezzo di reclusione perché riconosciuto colpevole di avere diffuso «notizie false» in base ad una legge approvata nel 2022 subito dopo l’inizio dell’operazione militare di Mosca in Ucraina. Afanasyev, della repubblica siberiana della Chakassia, è redattore capo della testata locale Vovyi Fokus ed è stato tra i primi giornalisti ad essere arrestato sulla base della nuova normativa, secondo quanto rende noto il Moscow Times.
Afanasyev, 47 anni, è stato condannato per un articolo pubblicato nell’aprile del 2022 in cui affermava che 11 agenti della polizia anti-sommossa della Chakassia avevano rifiutato di essere schierati in Ucraina. Il giornalista, che respinge le accuse, intende presentare ricorso in appello.
Ore 12:08 - Zelensky promuove il capo degli 007 militari a tenente generale
Zelensky ha promosso oggi a tenente generale il capo degli 007 militari ucraini, Kyril Budanov, in occasione della Giornata dell’intelligence del ministero della Difesa. Lo riporta Urainska Pravda.
Ore 12:23 - Peskov sul G20: «Non è previsto alcun discorso di Putin»
«Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov guiderà tutti i lavori della delegazione russa al prossimo vertice del Gruppo dei 20 e il presidente Vladimir Putin non ha in programma alcun discorso ai partecipanti». Lo ha dichiarato il portavoce della presidenza russa Dmitry Peskov.
«No, non è previsto, e il ministro degli Esteri dirigerà tutti i lavori», ha detto Peskov ai giornalisti, quando gli è stato chiesto se fosse previsto un discorso video di Putin ai partecipanti al vertice del G20. Inoltre, lo sherpa della Russia al G20 e vari esperti sono coinvolti in un lavoro piuttosto intenso, poiché i documenti sono coordinati a livello di esperti, ha detto Peskov. «Ma la nostra delegazione sarà guidata dal Ministro degli Esteri», ha detto.
Ore 13:01 - Filorussi: «Nuovo attacco ucraino con droni su Energodar»
I funzionari nominati dalla Russia nella regione di Zaporizhzhia occupata affermano che c’è stato un altro attacco di droni ucraini su Energodar, la città adiacente alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo scrive la Cnn, riportando che Yevgeniy Balitskiy, governatore filorusso dell’oblast, ha affermato su Telegram che «diversi droni nemici hanno attaccato un condominio» questa mattina. «I piani superiori dell’edificio di 14 piani sono stati colpiti» ma «per fortuna non ci sono vittime», ha detto.
Ore 13:03 - Kiev: 19 morti negli attacchi russi delle ultime 24 ore
Almeno 19 persone sono morte e altre 48 sono rimaste ferite durante gli attacchi russi in Ucraina nelle ultime 24 ore, che hanno danneggiato case e infrastrutture civili: lo hanno reso noto le autorità regionali, come riporta il Kyiv Independent. Nel complesso, sono state prese di mira 10 regioni: Dnipropetrovsk, Sumy, Lugansk, Mykolaiv, Chernihiv, Zaporizhzhia, Donetsk, Kherson, Odessa e Kharkiv e le vittime sono state segnalate nelle ultime cinque.
Ore 13:19 - Zakharova: nuovo ministro Difesa Kiev in inchiesta per corruzione
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha affermato che il nuovo ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, è stato nominato nonostante sia coinvolto in un’inchiesta per un caso di corruzione. «Il 25 agosto - scrive Zakharova sul suo canale Telegram - l’Alta Corte anticorruzione (Hacc) dell’Ucraina ha ordinato all’Ufficio nazionale anticorruzione (Nabu) di avviare un procedimento penale contro Rustem Umerov per aver abusato dei suoi poteri ufficiali quando era a capo della Corte Fondo del Demanio».
Ore 14:08 - Capo russo difesa aerea arrestato per corruzione
Due generali russi, tra cui il comandante della difesa aerea e missilistica di Mosca, sono stati arrestati con l’accusa di corruzione. Gli arresti sono avvenuti in luglio, ma soltanto ora i media russi ne danno notizia, essendo venuti a conoscenza del prolungamento del periodo di carcerazione preventiva deciso dalla Corte militare che si occupa del caso. Uno dei due indagati, il generale Kostantin Ogienko, è stato responsabile della difesa aerea di Mosca fino al luglio scorso, quando è stato rimosso dall’incarico per l’apertura dell’inchiesta. L’altro accusato è Dmitry Belyatsky, comandante della quarta Divisione della difesa aerea, che secondo gli inquirenti avrebbe organizzato per conto di Ogienko la ricezione di una tangente per l’assegnazione di terre appartenenti alla difesa al capo di un’organizzazione civile. Sempre secondo l’accusa Ogienko alla fine di giungo avrebbe ricevuto un acconto di 500.000 rubli (circa 5.000 euro) su una tangente concordata di 30 milioni di rubli. Sarebbe stato Byalyatsky a chiamare in causa Ogienko nell’ambito di un accordo con gli inquirenti dopo essersi dichiarato colpevole. Ogienko, invece, respinge le accuse. Interrogato sulla vicenda, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto di non avere notizie in proposito.
Ore 14:45 - Drone abbattuto nella regione russa di Volgograd
Lo riporta l’agenzia russa Ria Novisti.
Ore 14:49 - Biografia di Walter Isaacson: «Musk aveva spento i satelliti per evitare un attacco ucraino alla flotta russa»
Lo scorso anno Elon Musk avrebbe ordinato ai suoi ingegneri di disattivare la rete di comunicazioni satellitari Starlink vicino alla costa della Crimea per ostacolare un attacco dell’Ucraina contro la flotta russa. Lo sostiene una nuova biografia sul miliardario scritta da Walter Isaacson e intitolata Elon Musk. La decisione del patron di Tesla, che ha poi costretto i funzionari di Kiev a «supplicarlo» di riaccendere i satelliti, è stata dettata dal forte timore che la Russia potesse rispondere ad un attacco ucraino sulla Crimea con armi nucleari, si legge nel libro di cui la Cnn ha ottenuto qualche estratto.
Ore 14:53 - Podolyak: «Inaccettabile ogni negoziato con la Russia assassina»
«La Russia attacca sistematicamente e deliberatamente i civili, distrugge le infrastrutture civili e colpisce le città. Ma perché la Russia continua a uccidere civili? La risposta è ovvia: la Russia, come ogni stato fittizio preferisce combattere contro i disarmati. Spaventare i disarmati. Deridere i disarmati. Uccidere i civili... E con loro il diritto internazionale. Quindi lo ripeto ancora una volta: non cercate un’opportunità per negoziare con la Russia, perché è assolutamente inaccettabile dare ai fuorilegge il diritto di legittimare i crimini di guerra». Lo scrive su X Mykhailo Podolyak , consigliere di Zelensky. «Questo è esattamente ciò che farà la Russia se non perderà sotto la pressione del mondo».
Ore 15:22 - Mosca rivendica prime elezioni nelle regioni annesse nel 2022
La Russia rivendica il primo voto, in alcuni casi già in corso, nelle quattro regioni ucraine annesse lo scorso anno alla Federazione russa, anche se solo parzialmente occupate, malgrado gli intensi combattimenti in corso. Nel Donetsk e a Zaporizhzhia (dove il voto è iniziato già lo scorso 31 agosto a causa della vicinanza della linea del fronte), nel Luhansk e a Kherson (dove si vota dal due di questo mese), si eleggeranno i deputati delle assemblee legislative locali, e «per la prima volta con la legge elettorale russa che in alcuni casi è stata sistemata per rendere possibili le elezioni anche in condizioni di combattimento e bombardamento».
Un totale di 1.900 seggi sono stati aperti nelle quattro regioni, molti mobili. Si voterà anche per i consigli municipali. Saranno poi i parlamenti locali, una volta inaugurati, a eleggere i governatori. Secondo la legge speciale firmata da Vladimir Putin lo scorso maggio, le quattro regioni potranno aprire seggi fuori dal loro territorio, in altre entità russe, per gli sfollati. I residenti delle regioni potranno votare con documenti diversi dal loro passaporto. Molti dubitano sul corretto svolgimento di queste tornate elettorali.
Ore 15:38 - Issate bandiere ucraine a Stroivka e Topoli, al confine con la Russia
Le forze armate ucraine hanno issato la bandiera gialloblu negli insediamenti di Stroivka e Topoli, nella regione di Kharkiv, al confine con la Russia.
I due siti al confine con la Russia dove sono state collocate le bandiere ucraine
Lo ha detto il Ministero degli Interni ucraino in un post su Telegram. La notizia è stata pubblicata dall'agenzia ucraina Ukrinform.
Gli insediamenti di Stroivka e Topoli si trovano al confine con la Federazione Russa nella cosiddetta zona grigia», si legge nel rapporto. Si ricorda poi che «dopo la liberazione della regione di Kharkiv dagli invasori russi, entrare in questo territorio era pericoloso a causa delle mine terrestri, ma ora le guardie di frontiera si sono aperti una strada e hanno issato la bandiera nazionale dell'Ucraina». Secondo la viceministro della Difesa Hanna Maliar continuano «feroci battaglie in tutti i settori lungo la linea del fronte orientale. Nel settore Lyman, le Forze di Difesa respingono circa otto attacchi ogni giorno», conclude il media ucraino.
Ore 16:09 - Via al portale «Io sono russo». Progetto del figlio di Medvedev
L'ex Presidente russo e attuale Presidente di Russia unita, nonché numero due del Consiglio di sicurezza, Dmitry Medeved ha presentato il portale «Io sono russo» progettato per consentire ai residenti delle quattro regioni ucraine annesse lo scorso anno l'accesso ai servizi pubblici. Coordinatore del progetto, il figlio 28enne di Medvedev, Ilya. L'annuncio coincide con il voto in corso nelle quattro regioni per l'elezione delle assemblee regionali.
Ore 16:57 - Mosca sposta truppe da altre aree per difendere il sud
La Russia starebbe spostando le sue forze sul fronte orientale da altre aree del Paese, visti i successi della controffensiva ucraina. Lo riferisce Mykola Urshalovych, direttore ad interim del Dipartimento di pianificazione degli impieghi della Direzione principale della Guardia nazionale ucraina, come riportato dal Military Media Centre su Telegram.
Secondo il colonnello, nonostante le perdite significative, Mosca starebbe continuando le azioni offensive nelle direzioni di Lyman, Avdiivka e Maryinka e sta cercando di contrattaccare nella direzione di Bakhmut. «Raggruppando forze da altre aree e utilizzando le riserve, sta rafforzando le unità impegnate in azioni difensive nei settori di Berdiansk e Melitopol», ha detto Urshalovych.
Ore 17:04 - Putin: «Governo russo deve accelerare sull'intelligenza artificiale»
Il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto al governo, società statali ed enti pubblici di accelerare sull'introduzione delle tecnologie di intelligenza artificiale nelle loro attività adeguando le loro strategie di trasformazione digitale entro il 25 dicembre: lo riporta l'agenzia Interfax citando una serie di decreti pubblicati dal Cremlino dopo un incontro con l'esecutivo avvenuto il 19 luglio scorso.
I progetti prevedono lo sviluppo di «vasti modelli linguistici» e di «tecnologie produttive» e, stando ai documenti, si pianificano stanziamenti dal bilancio federale per il loro finanziamento.
Ore 17:07 - Kostantinivka, sepolti i primi corpi delle vittime del raid russo
(Di Marta Serafini, inviata Odessa) Sono stati sepolti oggi i primi corpi delle vittime del raid russo sul mercato di Kostantinivka costato la vita a 17 persone. Sono Mykola e Natalia Shyrai. La coppia sposata, sulla cinquantina, stava vendendo fiori al mercato quando sono rimasti uccisi nell'esplosione. Decine di persone sono arrivate per dare l'ultimo saluto mentre le bare ricoperte di stoffa bianca venivano chiuse e abbassate.
Ore 17:57 - Kamala Harris: «Errore enorme per la Corea del Nord dare le armi alla Russia. Chiederle un atto disperato da parte di Putin»
Sarebbe un enorme errore per la Corea del Nord, consegnare armi alla Russia in modo da poterle usare nella guerra contro l'Ucraina. Lo ha detto la vicepresidente americana Kamala Harris in una intervista alla Cbs a Giakarta, in Indonesia, dove si trova per partecipare per un vertice dell'Asean. Per la Russia, ha aggiunto, sarebbe «un segno di disperazione chiedere aiuto alla Corea del Nord», oltre che una decisione che «isolerebbe ulteriormente entrambi i paesi».
Ore 18:22 - Sunak a Zelensky: «Regno Unito contro il blocco russo del grano e pronto a fornire nuove armi»
Il Regno Unito appoggia l'esame fra gli alleati occidentali delle richieste ucraine di ulteriori aiuti militari a sostegno dei progressi attribuiti alla controffensiva della forze di Kiev contro quelle di Mosca sui campi di battaglia dell'Ucraina orientale. Lo ha assicurato oggi secondo Downing Street il premier britannico Rishi Sunak al presidente Volodymyr Zelensky prima di partire per l'India per il vertice G20.
In un nuovo colloquio telefonico tra i due leader, Sunak ha inoltre discusso con Zelensky dell'impatto della prosecuzione del blocco imposto da Putin nel Mar Nero sul trasporto del grano ucraino, impegnandosi a sollecitare in seno al G20 un'azione collettiva per aggirare questo blocco e consentire l'accesso a forniture vitali di cereali ai Paesi più vulnerabili.
Ore 18:47 - Ambasciatore nordcoreano: «Con Mosca le relazioni si rafforzeranno»
«Le relazioni tra Pyongyang e Mosca diventeranno più forti e si svilupperanno in linea con gli interessi condivisi dei due Paesi». Lo ha detto oggi l'ambasciatore della Repubblica popolare democratica di Corea (Corea del Nord) in Russia.
«Siamo certi che le relazioni tra la Corea del Nord e la Russia, vicini amichevoli con una ricca storia e tradizione di amicizia e cooperazione, si rafforzeranno e si svilupperanno ulteriormente in conformità con le esigenze della nuova era e con i desideri e gli interessi condivisi dei nostri popoli», ha detto Sin Hong-chol durante la cerimonia per celebrare il 75 anniversario della fondazione della Corea del Nord, celebrato il 9 settembre.
Ore 18:59 - Munizioni all’uranio impoverito e bombe a grappolo: le «armi sporche» della guerra in Ucraina - Il punto militare
(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il punto militare 568 | Gli Stati Uniti hanno annunciato che invieranno in Ucraina munizioni anticarro all’uranio impoverito, che hanno una piccola carica radioattiva ma non sono vietate. A differenza delle cluster bomb.
Gli Stati Uniti hanno annunciato che invieranno in Ucraina munizioni anticarro all’uranio impoverito, già fornite a marzo dalla Gran Bretagna per sostenere la controffensiva degli uomini di Volodymyr Zelensky. Queste munizioni perforanti da 120 mm — parte dell’ultimo pacchetto di aiuti da un miliardo di dollari — arriveranno sul campo verso la fine dell’anno, con i carri armati Abrams che Washington aveva promesso a gennaio per sbloccare contestualmente l’invio dei Leopard tedeschi.
Ore 19:16 - Blinken: «Progressi reali nell'avanzata di Kiev»
Il segretario di stato Antony Blinken intervenendo giovedì a Nbc News ha detto che vede progressi reali nella controffensiva portata avanti dall'Ucraina verso la guerra mossa dalla Russia. «Gli ucraini sapevano che sarebbe stata una dura lotta, ma le ultime due settimane hanno visto progressi molto tangibili e un vero movimento in avanti», ha detto Blinken.
L'obiettivo più grande nella regione è raggiungere il Mar d'Azov catturando le città di Melitopol o di Berdyansk che sono vicine alla costa. L'Ucraina sta anche conducendo operazioni di controffensiva nella regione meridionale di Donetsk, a nord di Zaporizhzhia, e intorno alla città di Bakhmut.
Il segretario di Stato ha dichiarato di aver parlato con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj della controffensiva e di aver riscontrato che le sue valutazioni corrispondono all'analisi degli Stati Uniti sui progressi reali nelle ultime settimane.
Ore 19:42 - Mosca chiede riunione Consiglio Onu su Nordstream
La Russia ha chiesto una riunione a porte aperte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sul sabotaggio del gasdotto Nordstream il 26 settembre, anniversario dell'attacco: lo ha reso noto il viceambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Dmitry Polyanskiy. Le responsabilità del sabotaggio non sono mai state chiarite: le indagini in corso puntano il dito contro un'organizzazione filoucraina in cui tuttavia non sarebbe coinvolto il governo di Kiev.
Ore 19:57 - Comandante difesa aerea di Mosca arrestato e accusato di corruzione
L'ormai ex comandante delle forze di difesa aerea della città di Mosca, il generale Konstantin Ogienko, è stato licenziato «di recente» dopo essere stato accusato di corruzione in relazione a espropriazioni di terreni del ministero della Difesa, rende noto Kommersant. E' detenuto almeno fino al prossimo 27 novembre, ha scritto l'agenzia Tass. Fanno capo alle forze aerospaziali le batterie di missili S.400 e S.300 che avrebbero dovuto intercettare i droni ucraini. Ogienko avrebbe ricevuto, attraverso suoi subordinati, parte dell'equivalente di 300mila dollari messi a disposizione da un gruppo per l'acquisizione dei terreni nella regione di Mosca. Il suo sottoposto Dmitry Belyatsky ha patteggiato un accordo con cui si è impegnato a cooperare con gli inquirenti. Il caso contro Ogienko è stato aperto lo scorso luglio.
Ore 19:54 - Podolyak a Musk: «Hai permesso di uccidere civili»
«A volte un errore è molto più di un semplice errore. Non consentendo ai droni ucraini di distruggere parte della flotta militare russa tramite Starlink, Elon Musk ha permesso a questa flotta di lanciare missili Kalibr contro le città ucraine. Di conseguenza, civili e bambini vengono uccisi. Questo è il prezzo di un cocktail di ignoranza e grande ego. Tuttavia, la domanda rimane ancora aperta: perché alcune persone vogliono così disperatamente difendere i criminali di guerra e il loro desiderio di commettere omicidi? E ora si rendono conto che stanno commettendo il male e incoraggiando il male?».
Lo scrive sui social Mikhailo Podolyak, consigliere del Presidente ucraino Zelensky, sui suoi canali social.
Ore 01:58 - Usa annunciano secondo invio di armi all’Ucraina in 24 ore
Il dipartimento della Difesa Usa ha annunciato un nuovo pacchetto di armi all’Ucrina, il secondo in 24 ore dopo quello presentato dal segretario di Stato Antony Blinken in visita a Kiev. Si tratta, si legge in una nota del Pentagono, di un invio del valore di 600 milioni di dollari, che include tra l’altro munizioni per i sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità (Himars), munizioni di artiglieria da 105 mm e strumento per lo sminamento.
Indomiti. Le sirene rovinano il sonno di noi ucraini, ma non il nostro orgoglio. Yaryna Grusha su L'Inkiesta l'8 Settembre 2023
Suona la sirena, esco dalla mia stanza e attendo nel bunker che finisca l’ennesimo attacco sventato dalla contraerea ucraina. Poi torno a letto, non riesco ad addormentarmi ma mentre passeggio la mattina vedo che la città non si è data per vinta: i kyjiviani si rimboccano le maniche e ricomincia la vita
Alle quattro circa di notte ha suonato la sirena. Senza perdere tempo ho messo i jeans e la felpa sopra il pigiama, ho infilato le scarpe da ginnastica, ho preso il telefono e la bottiglietta d’acqua, sono uscita in corridoio e, in fila indiana con i giornalisti italiani che accompagno in questi giorni a Kyjiv, sono scesa nel rifugio antiaereo sotto l’albergo.
Siamo stati lì due ore, monitorando sui canali Telegram lo spostamento dei missili che verso le cinque hanno cambiato direzione e si sono diretti verso la capitale. Il lavoro dell’antiaerea ucraina lo abbiamo seguito su Telegram perché nel nostro bunker non si è sentito niente, quindi era buono. Solo due ore dopo, la voce di Mark Hamill, l’attore che interpreta Luke Skywalker, ha annunciato la fine della sirena con il suo immancabile: May the force be with you, e siamo risaliti come talpe sulla superficie della terra. Sono tornata nella mia stanza, ma non ho chiuso più occhio, il mio primo impegno del mattino iniziava alle 8:10.
Quando sono uscita dall’albergo, combattendo il sonno e l’irritazione dovuta al mancato sonno e a una notte interrotta, i kyjiviani intorno a me hanno aperto in tempo negozi e farmacie, bar e uffici offrendomi sorridenti il tè, le medicine e altri servizi di cui quella mattina avevo bisogno. Anche loro hanno passato la notte nel rifugio, o dietro due pareti, o nel corridoio. C’è chi ha spostato figli e materasso nella vasca, c’è chi non ha fatto niente e ha continuato a dormire dicendo alla moglie: «Ma è l’antiaerea, è lontana, continuiamo a dormire». Perché gli ucraini sanno distinguere bene i suoni dei missili e del droni in arrivo e quelli dell’antiaerea amica che parte per salvarli.
Nessuno di quelli che ho incontrato si è lamentato dei ponti autostradali chiusi che collegano la riva destra e la riva sinistra della città né della metro ferma perché durante la sirena può viaggiare solo sotto terra, non in superficie. Qualche parolaccia verso la Russia c’è stata, ormai un tradizionale scambio di saluti nelle mattine dopo il bombardamento.
Quella mattina ho pensato al maggio 2023, quando in un mese ci sono stati diciassette attacchi, diciassette notti su trentuno senza sonno. Un attacco squallido per demoralizzare gli ucraini, per sfinirli senza sonno e costringerli a chiedere al Governo di firmare la capitolazione per far finire questo incubo, una tortura fatta per rompere lo spirito delle persone, dell’intera città.
Ma passando tutto il giorno a lavorare e a tradurre, a incontrare la direttrice della fiera del libro, il responsabile per l’archivio del cinema, volontari e impiegati degli uffici sorridenti e professionali che chiedevano ai loro ospiti stranieri gentilmente come avessero passato la notte, ho ricevuto l’ennesima conferma che nessuno saprà piegare il mio forte popolo. La notte successiva non ci sono stati gli allarmi e abbiano dormito tutti.
Guerra Ucraina - Russia, le news dell’8 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Putin: «La guerra provocata dall’Occidente per limitarci». E Zelensky: «Controffensiva frenata dalla superiorità aerea russa». Marta Serafini, inviata, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera venerdì 8 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di venerdì 8 settembre, in diretta. G20, divergenze solo sull'Ucraina nella dichiarazione finale
• Kharkiv, issate bandiere ucraine a Stroivka e Topoli, al confine con la Russia
• La Nato: «Kiev avanza 100 metri al giorno».
• Munizioni all’uranio impoverito e bombe a grappolo: le «armi sporche» della guerra in Ucraina.
• Kamala Harris: «Errore enorme per la Corea del Nord dare le armi alla Russia. Chiederle un atto disperato da parte di Putin».
Ore 01:53 - Colloquio telefonico Usa-Romania sulla sicurezza dell’area
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha avuto un colloquio telefonico con la ministra degli Esteri della Romania Luminita Odobescu. I due hanno parlato dei resti del drone russo trovati in Romania, vicino al confine con l’Ucraina. Il dipartimento di Stato ha spiegato che Blinken e Odobescu hanno parlato di cooperazione per «preservare la sicurezza aerea, inclusa una imminente rotazione di F-16 americani per intensificare la missione di controllo aereo Nato in Romania». Blinken ha ribadito il «fermo sostegno alla Romania».
Ore 01:55 - Blinken: «Una vergogna le elezioni organizzate dai russi in Ucraina»
Gli Stati Uniti hanno definito una «vergogna» le elezioni che la Russia sta organizzando nei territori occupati dell’Ucraina. «Queste cosiddette elezioni - ha commentato il segretario di Stato Antony Blinken - arrivano un anno dopo i referendum vergognosi organizzati dal Cremlino per giustificare l’annessione di Kherson, Zaporizhzhya, Donetsk e Lugansk». «Il Cremlino - ha aggiunto - spera che questi risultati predeterminati rafforzino le pretese russe sui territori ucraini, ma questo non è altro che propaganda».
Ore 01:56 - Usa annunciano secondo invio di armi all’Ucraina in 24 ore
Il dipartimento della Difesa Usa ha annunciato un nuovo pacchetto di armi all’Ucrina, il secondo in 24 ore dopo quello presentato dal segretario di Stato Antony Blinken in visita a Kiev. Si tratta, si legge in una nota del Pentagono, di un invio del valore di 600 milioni di dollari, che include tra l’altro munizioni per i sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità (Himars), munizioni di artiglieria da 105 mm e strumento per lo sminamento.
Ore 01:57 - Kiev: Mosca non ha più truppe per attaccare dalla Bielorussia
La Russia ha spostato in altre aree la maggior parte delle unità che si trovavano in Bielorussia per addestrarsi e, per questo, non avrebbe più abbastanza forze di terra per lanciare un’offensiva dal territorio di Minsk. Lo riferisce il portavoce delle guardie di frontiera della Bielorussia, Andriy Demchenko, citato dalla Cnn. «La Russia non ha un gruppo d’assalto necessario sul territorio della Bielorussia che sia pronto e in grado di invadere il territorio dell’Ucraina», ha dichiarato Demchenko. «Mosca ha ritirato quasi tutte le sue unità che sono state addestrate e hanno completato la loro rotazione», ha spiegato il portavoce, ma «nessuna nuova unità è stata dispiegata sul posto».
Ore 06:43 - Munizioni all’uranio impoverito e bombe a grappolo: le «armi sporche» della guerra in Ucraina - Il punto militare
(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il punto militare 568 | Gli Stati Uniti hanno annunciato che invieranno in Ucraina munizioni anticarro all’uranio impoverito, che hanno una piccola carica radioattiva ma non sono vietate. A differenza delle cluster bomb.
Gli Stati Uniti hanno annunciato che invieranno in Ucraina munizioni anticarro all’uranio impoverito, già fornite a marzo dalla Gran Bretagna per sostenere la controffensiva degli uomini di Volodymyr Zelensky. Queste munizioni perforanti da 120 mm — parte dell’ultimo pacchetto di aiuti da un miliardo di dollari — arriveranno sul campo verso la fine dell’anno, con i carri armati Abrams che Washington aveva promesso a gennaio per sbloccare contestualmente l’invio dei Leopard tedeschi.
Ore 06:44 - Nuovi raid sui porti del Danubio in Ucraina. Putin colpisce le altre rotte del grano
(di Marta Serafini, nostra inviata a Odessa) Sulla scalinata Potemkin, chiusa al pubblico e presidiata dai militari, la statua del fu governatore duca di Richelieu è ancora lì impacchettata. Non si muove nemmeno il «Puma». Bandiera delle isole Cayman, il mercantile è ormeggiato in porto dal 24 febbraio 2022. Dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha rifiutato di rientrare nell’accordo che permette l’export via Mar Nero, le navi del grano sono di nuovo all’ancora. Ma non basta allo zar. Ora nel mirino di Mosca c’è il porto di Izmail, sul Danubio, utilizzato come via alternativa per far partire le derrate via terra verso la Romania. Colpito quattro volte in cinque giorni, nella notte di ieri dopo tre ore di raid i droni russi qui hanno danneggiato un silo di grano, un edificio e ferito lievemente un camionista.
Se di rotte alternative si discute però già tempo, ieri gli ucraini hanno ripreso l’export dei cereali attraverso i porti della Croazia sull’Adriatico. Una rotta «di nicchia», l’ha definita la stessa ministra dell’Economia e prima vicepremier ucraina Yuliya Svyridenko, durante l’incontro bilaterale con il primo ministro della Croazia Andrey Plenkovich a Bucarest. Ma che potrebbe aprire la strada a nuovi percorsi.
Ore 08:07 - Michel: «Scandaloso il blocco russo dei porti ucraini»
Il blocco da parte della Russia dei porti marittimi ucraini, dopo il ritiro dall’accordo mediato da Onu e Turchia per garantire che le spedizioni di grano, deve essere fermato. Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, per il quale «trovo francamente scandaloso che la Russia, dopo aver posto fine all’iniziativa sul grano del mar Nero, stia bloccando e attaccando i porti ucraini». Tutto questo «deve finire», ha aggiunto Michel incontrando i media alla vigilia dell’apertura del G20 di New Delhi.
Ore 08:46 - Yellen: «La guerra in Russia pesa sull’economia, monitoriamo Cina»
Il fattore più destabilizzante resta l’aggressione di Mosca contro Kiev che «ha aumentato i prezzi di cibo ed energia e siamo consapevoli dei rischi per la crescita globale». Il segretario al Tesoro Janet Yellen, parlando alla vigilia del G20 di New Delhi, ha detto che «la cosa più importante che potremmo fare per la crescita globale è che la Russia metta fine alla sua brutale guerra contro l’Ucraina». Quanto alla Cina, Yellen, incontrando i media a New Delhi, ha osservato che «c’è un rallentamento dell’economia» che «richiede politiche di aggiustamento. Monitoriamo, ma non vedo significativi effetti sugli Usa».
Ore 08:47 - «Musk ha disattivato rete Starlink durante attacco Kiev in Crimea»
Elon Musk ha ordinato lo scorso anno di disattivare la sua rete di comunicazioni satellitari Starlink vicino alla costa della Crimea per ostacolare un attacco di droni ucraini contro navi da guerra russe, secondo una nuova biografia. La CNN ha citato un estratto dalla biografia di Elon Musk di Walter Isaacson, che descrive come i droni sottomarini armati si stessero avvicinando ai loro obiettivi quando “hanno perso la connettività e si sono arenati in maniera innocua”. La biografia, che uscirà martedì, sostiene che Musk abbia ordinato agli ingegneri di Starlink di interrompere il servizio nell’area dell’attacco a causa della sua preoccupazione che Vladimir Putin avrebbe risposto con armi nucleari a un attacco ucraino alla Crimea occupata dai russi. Secondo quanto riportato dal Guardian, Musk avrebbe ritenuto che l`Ucraina “stava andando troppo oltre” minacciando di infliggere una “sconfitta strategica” al Cremlino.
Ore 09:44 - Kiev: «Distrutti 16 droni su 20 a Odessa e Mykolaiv»
Le forze di difesa aerea ucraine hanno distrutto, nella notte, 16 dei 20 droni russi Shahed-136/131 lanciati sulle regioni di Odessa e Mykolaiv. Lo ha riferito su Telegram l’aeronautica delle forze armate di Kiev. «La notte dell’8 settembre 2023, il nemico ha attaccato Odessa con gruppi di Uav di tipo Shahed-136/131 dalle direzioni sud-orientale e meridionale (Primorsko-Akhtarsk - Federazione Russa, Capo Chauda, Crimea) . Sono stati registrati un totale di 20 lanci in direzione di Odessa», si legge.
Ore 10:04 - Dombrovskis: «Il finanziamento Ue di 50 miliardi a Kiev sia entro l’anno»
«È importante che gli Stati membri dell’Ue mantengano la solidarietà con l’Ucraina, in modo che lo strumento venga concordato entro la fine di quest’anno affinché gli esborsi inizino ad affluire a Kiev all’inizio del 2024». Lo ha detto a Vilnius il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, riferendosi al finanziamento europeo a Kiev in sovvenzioni e prestiti da 50 miliardi tra il 2024 e il 2027. Lo scopo «è contribuire a finanziare la ricostruzione dell’Ucraina, sostenere la stabilità macrofinanziaria e fornire assistenza tecnica nelle riforme necessarie per il percorso di adesione dell’Ucraina all’Ue».
Ore 10:26 - Missili russi contro 3 città ucraine: 1 morto e 41 feriti
In mattinata Mosca ha lanciato attacchi missilistici in Ucraina contro le città di Kryvvi Rih (la città natale di Zelensky), Zaporizhzhia e Sumy. Il bilancio è di 1 morto e 41 feriti. Lo riferisce il Kyiv Independent citando fonti ufficiali. La Russia ha colpito una stazione di polizia a Kryvvi Rih, nell’oblast di Dnipropetrovsk, danneggiando anche gli edifici residenziali vicini, ha riferito il ministro dell’Interno ucraino Ihor Klymenko, secondo cui un agente di polizia è stato ucciso e altri sei dipendenti sono rimasti feriti. Secondo il governatore dell’oblast di Dnipropetrovsk Serhii Lysak, sono stati danneggiati tre edifici amministrativi e sette edifici residenziali.
Ore 11:30 - Tre morti in un attacco aereo sulla regione di Kherson
Tre civili morti e altre quattro persone ferite in un attacco aereo russo in un villaggio di Kherson, oggi. Lo afferma il ministro degli Interni ucraino Ihor Klymenko su Telegram, specificando che l’attacco aereo è avvenuto sul villaggio di Odradokamianka, nel sud dell’Ucraina. Lo riporta il Guardian sottolineando che la notizia non è stata verificate in modo indipendente.
Ore 11:56 - Bild: «Offerta segreta dell’Onu a Mosca per accordo sul grano»
Antonio Guterres, il segretario generale delle Nazioni Unite, avrebbe avanzato quattro proposte in una lettera «segreta» del 28 agosto scorso al ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov per rinnovare l’accordo sul grano ucraino. Lo scrive Bild. I punti sarebbero: 1) l’aggiramento delle sanzioni finanziarie dell’Unione europea alla Rab (la Banca agricola russa) tramite un’apposita filiale (Rshb Capital S.a.); 2) la possibilità di assicurare le navi russe contro gli attacchi ucraini; 3) l’aiuto per recuperare i capitali russi congelati dalle sanzioni nell’Ue; 4) l’accesso delle navi di Mosca con prodotti alimentari e fertilizzanti nei porti europei con autorizzazioni rapide.
Ore 12:05 - Kiev: «Le elezioni russe nei territori occupati sono una farsa»
Kiev denuncia le «elezioni farsa» organizzate dalla Russia nei territori sotto occupazione. «Le pseudo-elezioni della Russia nei territori temporaneamente occupati non hanno alcun valore», ha affermato il ministero degli Esteri ucraino in una nota, invitando i suoi partner stranieri «a condannare le azioni arbitrarie e vane della Russia».
Ore 12:26 - Monitoraggio Uk nel Mar Nero per evitare attacchi a navi cargo
Il Guardian riferisce che il Regno Unito ha annunciato che i servizi militari e di sicurezza britannici monitoreranno il Mar Nero con l’obiettivo di dissuadere la Russia dall’attaccare le navi che trasportano grano dall’Ucraina. Londra ha anche fatto sapere che ospiterà un vertice internazionale sulla sicurezza alimentare a novembre, una risposta - specifica Downing Street - alla decisione di Putin di non rinnovare l’accordo sul grano.
Ore 12:58 - Mosca: «Abbattuti 2 droni ucraini diretti su un seggio a Kherson»
La difesa aerea russa ha abbattuto due droni di Kiev che cercavano di attaccare una sezione elettorale nella regione di Kherson. Lo sostengono fonti della Commissione elettorale, citate dalla Tass. «Oggi due droni sono stati abbattuti da aerei russi della difesa vicino a un seggio elettorale del comune di Skadovsk», hanno detto le fonti. Le autorità russe hanno aperto i seggi per le elezioni in 54 regioni, inclusi i territori occupati dell’Ucraina, per elezioni definite da Kiev «una farsa».
Ore 13:06 - Ue: «Mosca blocca il grano ucraino per tornaconto economico»
«Chiediamo alla Russia di fermare il blocco illegale dei porti del Mar Nero: Mosca ha un obbligo morale, se non legale, a permettere la consegna dei cereali al resto del mondo». Lo ha detto un portavoce del servizio esterno della Commissione Europea. «Mosca ha interrotto l’accordo per un tornaconto politico ed economico, perché vuole sostituire i prodotti ucraini sul mercato globale. Lavoriamo con i partner su come fa tornare la Russia dentro l’accordo», ha aggiunto.
Ore 13:33 - «Il bilancio dei feriti per l’attacco a Kryvyi Rih sale a 52»
È salito a 52 feriti il bilancio dell’attacco missilistico russo contro Kryvyi Rih, città natale di Zelensky. Lo riferiscono i funzionari dei servizi ucraini d’emergenza. Il bilancio dei morti, per il momento, è fermo a una persona, un agente di polizia. Ma, secondo il ministro dell’Interno ucraino Ihor Klymenko, tre persone estratte vive dalle macerie sono in gravi condizioni. Nell’attacco sono stati danneggiati dieci edifici.
Ore 13:52 - Lavrov: «Sappiamo di piani contro i gasdotti nel Mar Nero»
La Russia ha informazioni relative a tentativi di far saltare i gasdotti Turkish Stream e Blue Stream nel Mar Nero. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Lavrov, riportato dalla Tass.
Ore 14:08 - Lavrov: «Kiev usa i corridoi umanitari per attaccare le navi civili»
L’Ucraina ha usato i corridoi umanitari nel Mar Nero per attaccare navi civili russe con navi da guerra. Lo ha detto il ministro russo degli Esteri, Sergei Lavrov, citato dalla Tass.
Ore 14:10 - Podolyak: «Nessun ruolo di mediazione per il Papa, è filorusso»
Mykhailo Podolyak, capo consigliere di Zelensky, in una lunga e polemica conversazione con Oksana Kharkovska sul Canale 24 dell’Ucraina - rilanciata dal sito di informazione vaticana Il Sismografo -, ha affermato: «Nessun ruolo di mediazione per il Papa, è filorusso, non credibile». Kiev esclude quindi la possibilità di una mediazione vaticana per risolvere il conflitto. Podolyak ha fatto cenno anche a investimenti della Russia nella Ior.
Ore 14:36 - Unhcr: quasi la metà dei bimbi ucraini rifugiati non va a scuola
Per il terzo anno consecutivo, i bambini e i giovani rifugiati provenienti dall’Ucraina non potranno proseguire il percorso di istruzione dopo l’invasione del Paese a febbraio 2022. In un nuovo documento sulle politiche educative pubblicato oggi, intitolato «Education on Hold», l’Unhcr sottolinea che il 30-50% dei circa 5,9 milioni di rifugiati ucraini in Europa sono bambini, ma che solo circa la metà di loro è stata iscritta nelle scuole dei Paesi ospitanti per l’anno accademico 2022-2023.
Ore 14:48 - A Kiev i primi 10 Leopard da Danimarca Germania e Paesi Bassi
I primi 10 carri armati Leopard 1 donati da Danimarca, Germania e Paesi Bassi sono arrivati in Ucraina e altri sono in viaggio, hanno segnalato oggi le forze armate danesi. I tre Paesi avevano annunciato a febbraio che avrebbero donato 100 carri armati di fabbricazione tedesca nei «prossimi mesi».
Ore 15:57 - Bilaterale Meloni-Sunak al G20 per il sostegno a Kiev
«Lungo e cordiale incontro» della premier, Giorgia Meloni, con il primo ministro del Regno Unito, Rishi Sunak nel pomeriggio. Il faccia a faccia si è «incentrato sulla preparazione del Vertice G20 di domani e dopodomani, sulla priorità del continuo sostegno all’Ucraina con l’impegno a fornire garanzie di sicurezza e sull’urgenza di assicurare una risposta efficace e globale alle principali sfide delle nostre società, compresa quella dell’intelligenza artificiale». Lo rende noto palazzo Chigi.
Ore 15:49 - Zelensky accusa: «E’ stato Putin a uccidere Prigozhin»
È stato Putin a uccidere il capo della Wagner Evgeny Prigozhin, morto il 23 agosto in un incidente aereo. A lanciare l’accusa è il presidente ucraino Zelensky.
Ore 16:03 - Fonti: al G20 divergenze solo sull’Ucraina per le conclusioni
È «fatto quasi tutto e restano ormai divergenze solo sulla guerra in Ucraina», nella stesura della dichiarazione conclusiva del G20. Lo riferiscono fonti diplomatiche italiane alla vigilia del vertice di New Delhi, spiegando che si negozierà tutta la notte. La maggior parte dei Paesi, viene spiegato, si sono dati l’obiettivo di menzionare l’aggressione russa, ed è concorde anche la presidenza indiana del G20 ma c’è l’irrigidimento della Russia, spalleggiata molto dalla Cina. Si cerca un’intesa a 20, in alternativa a 18+2, o almeno 19+1. In questi casi, sarebbe un passo indietro rispetto al consenso a 20 di un anno fa a Bali.
Ore 16:08 - Zelensky: «La superiorità aerea russa ferma la controffensiva»
La superiorità aerea russa «ferma» la controffensiva ucraina. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, deplorando il rallentamento nelle sanzioni alla Russia e nelle forniture di armi a Kiev da parte dell’Occidente.
Ore 16:20 - Podolyak: «L’Onu è diventata la principale lobby di Mosca»
Il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, accusa su X le Nazioni Unite, in riferimento a quanto scritto dalla Bild secondo cui il segretario dell’Onu, Antonio Guterres, avrebbe avanzato quattro proposte in una lettera «segreta» al ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, per rinnovare l’accordo sul grano ucraino: «Chi avrebbe potuto immaginare che l’Onu si sarebbe trasformata nella principale lobby dei criminali di guerra?». Podolyak ha anche accusato l’Onu di voler «prolungare la vita del regime di Putin e riconoscere gli attacchi missilistici come uno strumento efficace per raggiungere obiettivi politici».
Ore 16:27 - Musk nega di aver spento i satelliti per l'Ucraina, «ma serve prudenza»
Elon Musk nega di aver spento i satelliti Starlink, donati all'Ucraina, per evitare lo scorso anno un attacco di Kiev alla flotta russia in Crimea. «Le regioni di questione non erano attivate. SpaceX non ha disattivato nulla», afferma Musk sottolineando che Kiev e Mosca «dovrebbero accordarsi su una tregua. Ogni giorno che passa sempre più giovani ucraini e russi muoiono per guadagnare o perdere piccole aree di terreno. Questo non vale le loro vite», afferma Musk.
Ore 17:11 - Mosca: «Intercettati tre droni sulla regione di Bryansk»
Il ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver intercettato «tre droni ucraini» sulla regione di Bryansk e fa sapere che la sua contraerea ne abbia abbattuti due «in volo». Lo riporta Interfax.
Ore 17:14 - Nato: «In Ucraina elezioni truffa, siamo al fianco di Kiev»
«La Nato condanna lo svolgimento da parte della Russia delle cosiddette `elezioni´ nelle zone occupate dell'Ucraina: si tratta di una truffa, di un'illegittimità e di un'altra violazione del diritto internazionale. La Nato è al fianco dell'Ucraina». Lo scrive su X il portavoce dell'Alleanza, Dylan White.
Ore 18:02 - Zelensky: «La controffensiva è più veloce delle nuove sanzioni»
«Quando alcuni partner dicono: e la controffensiva, quando sarà il prossimo passo? La mia risposta è che oggi i nostri passi sono probabilmente più veloci dei nuovi pacchetti di sanzioni». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy intervenendo al Forum strategico europeo di Yalta a Kiev, un evento annuale ospitato dall'oligarca ucraino Viktor Pinchuk. Il testo è stato riportato sul sito della presidenza ucraina.
Ore 18:03 - L'allarme del capo Fbi: «Il numero delle spie russe negli Usa è troppo alto»
Il numero delle spie russe attive negli Stati Uniti rimane «troppo alto» nonostante i recenti tentativi di smascherarle. È questo l'allarme lanciato dal direttore dell'Fbi Christopher Wray che, durante un intervento ad un convegno all'International Spy Museum, ha detto che «la minaccia dello spionaggio russo tradizionale continua ad essere consistente». «La presenza dell'intelligence russa, ed intendo spie russe, è ancora troppo grande negli Stati Uniti - ha aggiunto - ed è qualcosa con cui ci scontriamo costantemente e stiamo cercando di bloccare, prevenire ed interrompere in tutti i modi possibili». «Se c'è bisogno di ricordare quali siano gli interessi della Russia, basta vedere quello che succede in Ucraina - ha poi continuato - così noi non prediamo di vista il fatto che queste stesse persone sono coinvolte in azioni sconsiderate e nell'aggressione dell'Ucraina».
Ore 18:04 - Esplosioni nella città occupata di Berdyansk
cittadini di Berdyansk, città occupata dai russi nella regione meridionale ucraina di Zaporizhzhia, hanno riferito di esplosioni e di fumo su uno dei suoi quartieri. Lo riferisce su Telegram Ivan Fedorov, il sindaco in esilio di Melitopol. «Gli occupanti stanno celebrando il giorno delle elezioni a Berdyansk? I residenti riferiscono di aver sentito esplosioni e visto fumo su uno dei quartieri della città» ha dichiarato Fedorov.
Ore 18:22 - «La Russia ha ritirato gran parte delle proprie truppe dalla Bielorussia»
L'esercito russo avrebbe ritirato buona parte delle sue truppe di stanza nella vicina Bielorussia. Lo riporta il Moscow Times, che cita il Servizio statale di frontiera dell'Ucraina e osservatori di guerra indipendenti bielorussi. Nella giornata di giovedì il servizio ucraino di frontiera ha affermato che «quasi tutte» le forze russe in Bielorussia «sono state portate via» e che «non sono state introdotte nuove unità». Secondo Andrii Demchenko, portavoce del servizio ucraino, l'attuale numero di truppe russe in Bielorussia non rappresenterebbe una minaccia immediata. Stando a quanto sostenuto dal progetto indipendente bielorusso per il monitoraggio della guerra `Belarussky Hajun´, il personale russo si sarebbe ritirato a inizio luglio, mentre l'aeronautica lo avrebbe fatto a inizio agosto.
Ore 18:22 - Cina e Russia assenti dalla dichiarazione Usa-India al termine dell'incontro Biden-Modi
Cina, Russia e guerra in Ucraina sono completamente assenti dalla dichiarazione congiunta Usa-India resa nota alla fine dell'incontro tra Joe Biden e il premier indiando Narendra Modi. Nei 29 punti della nota, infatti, si va dall'Onu all'Indopacifico alla cooperazione tecnologica e sul clima ma non si menzionano i temi del giorno e del G20.
Ore 18:32 - Putin visita la sede del Centro nucleare della Federazione russa
Il presidente russo Vladimir Putin sta visitando la città di Sarov, situata nella regione di Nizhny Novgorod, sede del Centro Nucleare della Federazione Russa. Lo ha riferito un corrispondente di Ria Novosti. Il Centro nucleare federale russo - Istituto di ricerca scientifica di fisica sperimentale (Rfnc-Vniief)- fa parte del complesso di armi nucleari della società nucleare statale russa Rosatom. Attualmente il centro è il più grande centro scientifico e tecnico della Russia, che assolve con successo compiti di difesa, scientifici ed economici.
Ore 18:39 - L'Estonia propone un embargo commerciale contro la Russia
Kaja Kallas, la prima ministra estone, ha dichiarato che proporrà agli altri Paesi della regione baltica la possibilità di imporre un embargo commerciale congiunto alla Russia. Commentando la proposta, il ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, ha affermato che la misura potrà essere presa solo collettivamente, poiché l'imposizione dell'embargo da parte di un solo stato ne farebbe inevitabilmente soffrire le imprese. Tsahkna ha aggiunto che consultazioni sulla possibile introduzione di restrizioni commerciali nei confronti della Russia saranno prossimamente intavolate con i ministri degli Esteri di Polonia, Lituania, Lettonia e Finlandia.
Ore 18:52 - IL PUNTO MILITARE | Gli ucraini «avanzano 100 metri al giorno»: quali sono le prospettive per l’autunno e per il 2024?
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) «Nessuno ha mai detto che la controffensiva sarebbe stata facile. Era stato specificato chiaramente che sarebbe stata sanguinosa, difficile, dura. Questo perché i russi hanno preparato linee difensive a strati con trincee e ostacoli per i carri armati, denti di drago, mine. Un’enorme quantità di mine: non ne abbiamo mai viste così tante nella Storia. Ma gli ucraini hanno deciso di lanciare una controffensiva per liberare il territorio, e stanno facendo progressi. Magari non quanti speravamo, ma guadagnano gradualmente un centinaio di metri al giorno». (...)
Ore 19:03 - Zelensky: «Nel 2024 pronto alle elezioni presidenziali, ma i problemi organizzativi non mancano»
Zelensky ha ribadito di essere pronto a svolgere le elezioni presidenziali nel 2024, ma ha anche evidenziato che, con la guerra in corso, i problemi organizzativi non mancano. Lo riportano i media ucraini. «Siamo pronti», ha affermato Zelensky, sottolineando che, però, «la questione non riguarda solo la democrazia, ma anche la sicurezza». Zelensky ritiene anche necessaria la presenza «di osservatori» per assicurare che le elezioni «siano democratiche». Ci sono, tuttavia, i problemi legati al conflitto: dal voto nei territori occupati alla presenza di milioni di ucraini all'estero dove, ha spiegato Zelensky, «non abbiamo infrastrutture, dovremmo usare quelle degli altri Paesi».
Ore 19:09 - Varsavia contro Kiev: «No a destabilizzazioni del mercato agricolo»
Il premier polacco Mateusz Morawiecki ha scritto in un tweet che dirà «inequivocabilmente e chiaramente "no" a tutti gli oligarchi ucraini che vogliono destabilizzare il mercato agricolo polacco. Diciamo "no" a turbare e danneggiare il mercato agricolo, i consumatori e i produttori polacchi. Per il governo del PiS (Giustizia e Diritto, al governo in Polonia), gli interessi dell'agricoltura e dell'economia polacca sono fondamentali!».
In un intervento al valico di confine con l'Ucraina a Dolhobyczow, il premier, accompagnato dal ministro dell'Agricoltura Robert Telus, ha annunciato inoltre, che la Polonia manterrà il divieto di importazione di grano dall'Ucraina indipendentemente dalla decisione di Bruxelles. «O la Commissione europea darà seguito alla nostra richiesta e continuerà a imporre il divieto di importazione nell'Ue di quattro cereali dall'Ucraina a partire dal 15 settembre o attueremo noi stessi questa misura», ha scandito Morawiecki. «Stiamo dicendo `sì´ alle esportazioni attraverso il territorio polacco. Questo avviene da diversi mesi e le esportazioni sono in aumento. Tuttavia, stiamo dicendo «no» alla distorsione del mercato polacco», ha aggiunto. Nell'aprile scorso, palazzo Berlaymont ha adottato delle misure restrittive, in scadenza il 15 settembre, per le esportazioni di grano, mais, semi di colza e semi di girasole dall'Ucraina sul territorio di Bulgaria, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania.
Ore 19:33 - La Nato condanna Mosca per le elezioni farsa di Mosca nelle regioni occupate
La Nato, tramite il portavoce Dylan White, ha condannato le elezioni avviate dalle autorità russe in Ucraina nelle regioni occupate di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, annesse da Mosca lo scorso anno a seguito di referendum non riconosciuti dalla comunità internazionale. «La Nato condanna lo svolgimento delle cosiddette "elezioni" da parte della Russia nelle parti occupate dell'Ucraina - ha scritto su X -. Sono una farsa illegittima e un'altra violazione del diritto internazionale».
Ore 19:45 - La Russia convoca l'ambasciatore armeno: «Le esercitazioni Usa una mossa ostile»
La Russia ha convocato l'ambasciatore dell'Armenia, Vagharshak Harutyunyan, in segno di protesta per le annunciate esercitazioni militari di Erevan con gli Stati Uniti. Il ministero degli Esteri di Mosca ha parlato di «passi ostili» da parte dell'Armenia, che fa parte dell'Organizzazione del trattato della sicurezza collettiva (Csto) assieme alla Russia ed altre ex repubbliche sovietiche. Le esercitazioni Eagle partner 2023 assieme agli americani sono previste fra l'11 e il 20 settembre. L'Armenia ha tradizionalmente buoni rapporti con la Russia, che ha svolto un ruolo di potenza protettrice di Erevan nel conflitto con l'Azerbaigian sulla regione contesa del Nagorno Karabakh, inviando anche proprie truppe in funzione di peacekeeping. Tuttavia negli ultimi mesi, l'Armenia ha accusato sempre più Mosca di inazione mentre le forze di Baku bloccano il corridoio di Lachin, unica via d'accesso al Nagorno Karabakh dall'Armenia, mettendo a rischio l'approvigionamento della popolazione locale.
Ore 19:56 - Putin: «La guerra è stata provocata dall'Occidente per contenerci»
«Il conflitto in Ucraina è stato provocato deliberatamente dall'Occidente, anche per limitare lo sviluppo della Federazione russa». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin citato dalle agenzie russe.
Putin ha esordito ricordando di aver già incontrato i giovani scienziati del Centro nel 2014 (anno in cui la Russia occupò la Crimea, ndr). «Allora - ha affermato - i nostri avversari avevano fatto solo i primi passi per cercare di ridurre la nostra sovranità tecnologica, per contrastare il nostro sviluppo. Allora dicevamo che servivano passi energici per assicurare la nostra sovranità tecnologica. Devo dire che le nostre previsioni sono state confermate... hanno anche provocato il conflitto in Ucraina e ne hanno tratto vantaggio». « Ritengo - ha aggiunto - che tutto questo sia stato fatto deliberatamente per creare ulteriori condizioni per ridurre la nostra crescita economica e rallentare lo sviluppo russo».
Ore 20:18 - Esercito di Kiev: «Avanziamo a sud di Robotyne»
Le forze di Kiev rivendicano di avanzare a sud di Robotynie, il villaggio recentemente liberato lungo l’asse verso Melitopol: «Le forze di difesa continuano a condurre un’operazione offensiva nel settore di Melitopol, distruggendo il nemico e liberando gradualmente i territori occupati, avanzando a sud di Robotyne e consolidando le posizioni», si legge nel bollettino diffuso sulla pagina Facebook dello stato maggiore ucraino.
Ore 20:35 - Zelensky: «L’offensiva mondiale delle sanzioni deve riprendere»
«L’offensiva mondiale delle sanzioni deve riprendere». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale rafforzando quanto detto oggi in occasione del Forum strategico europeo di Yalta a Kiev.
«Attualmente stiamo assistendo a una pausa troppo lunga nelle sanzioni da parte dei nostri partner» ha sottolineato Zelensky. «I tentativi della Russia di aggirare le sanzioni sono troppo attivi». Per questo, ha rincarato la dose: «Molto importante per noi aggiungere soluzioni da parte del mondo libero, che deve difendersi. Ancora di più, si deve evitare qualsiasi tentativo di usare le aziende del mondo libero, le tecnologie del mondo libero, i prodotti del mondo libero per combattere la libertà». Il presidente ucraino ha perciò indicato tre priorità: «Ulteriori sanzioni contro il settore energetico russo, vere e proprie restrizioni alla fornitura di chip e microelettronica ai terroristi in generale, e ulteriore blocco del settore finanziario russo».
Ore 21:05 - Zelensky: «Putin ha ucciso Prigozhin»
Il presidente russo Vladimir Putin è ormai senza speranze, come uomo e politico. Ha ucciso Prigozhin, almeno questa è l’informazione che abbiamo». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo ad una conferenza a Kiev, citato da Bbc news in russo. Zelensky non ha spiegato quali informazioni abbia il suo governo sul coinvolgimento di Putin nello schianto dell’aereo sul quale viaggiava il capo del gruppo di mercenari della Wagner, Yevgeny Prigozhin.
«Il morale dei russi è precipitato, perché usavano i wagneriti come copertura, mandandoli in avanti senza permettergli di tornare indietro. Penso che abbiano perso questa protezione, quella di nascondersi dietro le vite dei mercenari. Per noi è chiaramente meglio», ha commentato Zelensky.
Ore 21:37 - Zelensky: «Negoziare con Putin? Impossibile, è un bugiardo»
«E’ impossibile negoziare con il presidente russo Vladimir Putin perché è «un bugiardo». A dirlo alla Cnn è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Quando bisogna stringere un compromesso o parlare con qualcuno , non si può farlo con bugiardo», ha affermato Zelensky riferendosi a Putin.
La morte del capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, dimostra cosa succede a stringere accordi con Putin, ha sottolineato il presidente ucraino. Zelensky ha fatto poi l’esempio della Georgia e la Moldavia, paesi con parte del territorio occupato da truppe russe. «Avete mai visto Putin fare compromessi su altre questioni? In Moldavia? In Georgia?», si è chiesto retoricamente.
Ore 22:16 - Centrale Zaporizhzhia riduce personale per «timore» di attacchi
Le autorità occupanti russe hanno annunciato una riduzione del personale della centrale nucleare di Zaporizhzhia di fronte al «timore» di attacchi delle forze ucraine. «C’è una riduzione del numero del personale ad un livello che permette il mantenimento della sicurezza delle operazioni nella centrale nucleare», ha detto Renat Karchaa, capo dell’ente nucleare russo Rosenergoatom.
Karchaa ha affermato che la riduzione del personale avviene in un contesto di attacchi di droni ucraini nell’area, che «aumentano l’ansia, creano negatività e turbolenze sociali». Il capo dell’ente nucleare russo ha anche ricordato che in questi giorni si svolgono le elezioni amministrative nelle zone occupate, fra cui Enerhodar, la città più vicina alla centrale. «Si stanno celebrando elezioni che, a nostro parere, aumentano il rischio di attività terroriste del nemico», ha aggiunto Karchaa, riferendosi alla consultazioni, che Kiev considera illegali. La centrale di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, è stata occupata dalle forze russe all’inizio dell’invasione dell’Ucraina.
Ore 00:17 - Meloni: «Convinta delle scelte che ho fatto sull’Ucraina»
Sull’Ucraina «Io sono convinta delle scelte che ho fatto». Lo ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervistata dal direttore del «Corriere della sera», Luciano Fontana, in occasione del festival «Il tempo delle donne 2023». «Sono fiera della serietà dell’Italia, dell’affidabilità, della testa alta con la quale l’Italia ha affrontato questa stagione, questa guerra, e per quello che mi riguarda continuerò a fare la mia parte perché credo che sia il modo migliore per favorire qualsiasi percorso di pace. Se oggi si parla di pace, se si può parlare seriamente di pace, è perché in Ucraina c’è stato un equilibrio tra le forze in campo. Se noi non avessimo aiutato l’Ucraina, non avremmo avuto una pace: e questo è quello che finge di non capire chi fa facile propaganda sulla libertà di un popolo che combatte per difenderla», ha aggiunto.
Ore 00:59 - Probabile invio Usa di missili a lungo raggio all’Ucraina
Gli Stati Uniti probabilmente invieranno all’Ucraina per la prima volta i missili a lungo raggio Atacms. Lo riporta Abc. Secondo alcune fonti i missili potrebbero essere inseriti nel prossimo pacchetto di aiuti anche se una decisione definitiva non è ancora stata presa. Un funzionario avrebbe fatto sapere che i missili sono «sul tavolo» ma che comunque potrebbero passare dei mesi prima che l’Ucraina li riceva. Con una gittata fino a 190 miglia, a seconda della versione, il dispiegamento dell’Atacms potrebbe consentire all’Ucraina di raggiungere obiettivi quasi quattro volte più lontani rispetto ai razzi attualmente forniti per i suoi sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità fabbricati negli Stati Uniti e per il razzo a lancio multiplo M270. Kiev chiedeva da tempo delle armi a lungo raggio, malgrado le perplessità degli alleati che temono un eventuale utilizzo per colpire bersagli in territorio russo - eventualità che le autorità ucraine hanno sempre dichiarato di voler comunque evitare.
Il conflitto Russia-Ucraina. Dario Fabbri sull’Ucraina: “Guerra in stallo, entro novembre ci può essere la tregua”. «La guerra non può durare in eterno. Complice l’inverno, è probabile che il conflitto possa lasciar spazio al negoziato». Umberto De Giovannangeli su L'Unità il 7 Settembre 2023
Dallo stallo ucraino all’Africa in fiamme. L’Unità ne discute con Dario Fabbri, direttore di Domino, tra i più autorevoli analisti italiani di politica estera.
La guerra in Ucraina, come fotografarne il momento?
C’è uno stallo evidente nelle ostilità, a parte qualche rosicchiamento di territorio qua e là soprattutto per mano ucraina, ma nessuna svolta. E questo potrebbe facilitare, ma il condizionale è d’obbligo, una sorta di negoziato successivo, qualora si arrivasse anche alla fine della controffensiva che più o meno potrebbe essere a ottobre, perché da quelle parti l’inverno ancora esiste e il terreno potrebbe diventare ancor più impraticabile per il prosieguo di una controffensiva. Tra ottobre e novembre si potrebbe immaginare, ma anche qui il condizionale è molto d’obbligo, una sorta di negoziato, che però è tutto da inventare.
Vale a dire?
Nel senso che non se ne conoscono i termini. Gli ucraini non sono d’accordo, gli americani non sanno da che parte prenderli, i russi ci stanno, sempre che per loro ciò rappresenti una vittoria. Il che significa che non cederanno tutti i territori che hanno occupato, anzi se li terranno quasi tutti, nei loro disegni, e intanto si siedono a trattare. È per questo che è molto complicato. I fatti sul terreno suggerirebbero il negoziato, ma nessuno ti sa dire quali ne siano o dovrebbero esserne i termini, se non la consunzione della guerra. La guerra sul campo non va né avanti né indietro. La logica dice: sediamoci a discutere. Quali possanno essere i termini della discussione, questo è veramente un mistero.
Certe narrazioni che raccontano di uno Zelensky “trattativista” e di un Biden che tutto vorrebbe meno che trovarsi ancora alle prese con la guerra in campagna presidenziale, sono una forzatura giornalistica o c’è del vero?
C’è della sostanza. L’intervento di Zelensky per quanto concerne l’apertura ad una soluzione politica sulla Crimea, non è casuale. Poi parzialmente ritrattata da Podolyak, ma questo ci sta, fa parte del gioco. Certi messaggi si lanciano anzitutto all’opinione pubblica ucraina, è un ballon d’essai, vediamo l’effetto che fa, perché finora Zelensky e i suoi hanno spiegato – legittimamente, intendiamoci – all’opinione pubblica ucraina che tutto dovrà tornare a Kiev: anche la Crimea. Quindi la butti lì. Ritratti, ma l’hai detto. Certamente è un’apertura. Tutti lo sanno, è il segreto di pulcinella: la Crimea non tornerà, salvo miracoli, all’Ucraina. È difficile immaginarlo. Forse con un’amministrazione diversa in Russia… ma questo non è alle viste. Ad oggi è impossibile credere che la Crimea torni all’Ucraina.
In questo caso, però, l’intervento di Zelensky è interessante perché è già entrato in una modalità di pseudo negoziato.
Nel momento in cui dici “ti lascio quello che è già tuo”, ne stai parlando. Per questo dico che i termini sono ancora molto fumosi ma al tempo stesso che ci siano segnali. E l’uscita di Zelensky va intesa come tale, un segnale, anche se quelli meno convinti del negoziato sono proprio gli ucraini.
Perché?
Per ragioni evidenti. La guerra l’hanno subita, i massacri li hanno subiti, il territorio l’hanno perso.
E Biden?
Gli americani sono per il cessate-il-fuoco. O almeno per un inizio di negoziato. Perché Biden ha le sue priorità elettorali, perché la guerra va avanti ormai da troppo tempo per gli americani, ed è una eccessiva distrazione. Ogni giorno che passa gli americani dicono “sì, va bene, noi siamo qui a difendere, giustamente, le prerogative e i diritti dell’Ucraina aggredita”, ma intanto che succede dall’altra parte del mondo, quella a loro più vicina, il Pacifico? Più la guerra va avanti più perdiamo il focus. E allo stesso tempo hanno capito, e la controffensiva sta a dimostrarlo, che senza un intervento diretto della Nato non ci sarà una sconfitta definitiva sul campo della Russia. Questo non accadrà. Tutto vogliono gli americani tranne che fare una guerra diretta alla Russia, una guerra nucleare peraltro. Per tutte queste ragioni, Biden e i suoi continuano a dire a Zelensky “pensiamoci, in autunno, in inverno, pensiamo ad un cessate-il-fuoco, o almeno ad abbozzarlo”.
Passando ad un altro scenario non meno infuocato, anche se colpevolmente ignorato o comunque sottovalutato dai grandi media: l’Africa. Il numero di Domino in uscita martedì prossimo s’intitola “Africa addio”. Addio da parte di chi e che cosa sta avvenendo in quel continente così importante da tanti punti di vista?
Addio per noi occidentali. Noi stiamo perdendo chiaramente l’Africa. Pensiamo ai golpe che si sono succeduti in questi anni nel Sahel, alcuni orditi, altri cavalcati dalla Russia tramite il Gruppo Wagner. Pensiamo all’ultimo, in Niger, nel quale la Russia forse è arrivata successivamente ma ha trovato subito terreno fertile. I golpisti sono anti occidentali, anti francesi. Aggiungiamo a questo la penetrazione, non solo economica, della Cina da molti anni nel continente, e quella della Turchia. Non dimentichiamoci che l’Italia è aggrappata a uno strapuntino in Tripolitania, dove comanda la Turchia con i soldi del Qatar. Mentre in Cirenaica comandano un po’ i russi, un po’ i sauditi, gli emiratini, gli egiziani. Tutto questo per dire che un continente così importante per noi, è da molto tempo non più il giardino di casa dell’Occidente, dell’Europa, ma è controllato da altri. Vale la pena ricordare che gli effetti sulle nostre vite sono diretti. Non parliamo di un continente che sta su Marte. Non si tratta soltanto delle rotte dei migranti, questo è sotto gli occhi di tutti, ma anche dell’approvvigionamento energetico, specie adesso che l’Europa occidentale vuole sganciarsi dal gas della Russia. Il gas dell’Algeria, il gas egiziano, diventano sempre più importanti per noi. E l’Egitto è sì un paese vicino agli Stati Uniti ma che adesso guarda anche alla Russia: peraltro parliamo di un gigante demografico. Mettiamoci il Sudafrica, paese questo sì lontano geograficamente da noi, il più sviluppato del continente africano sul piano industriale e commerciale, che è uno dei perni, la “s”, dei Brics e che ha dimostrato nella guerra d’Ucraina, di essere fortemente anti occidentale. Gli americani li hanno accusati di consegnare armi ai russi, hanno svolto, questo è ufficiale, una esercitazione militare con i russi. Parliamo di un continente intero che ci sta volgendo le spalle, per questo titoliamo “Africa addio”.
Ha fatto riferimento ai Brics. Come va letto l’allargamento significativo, non solo sul piano quantitativo, di questo sistema?
L’allargamento ha un valore soprattutto simbolico. Ma i simboli contano molto nelle storie degli uomini. Non dobbiamo immaginare i Brics come qualcosa che assomiglia a un fronte compatto, come una specie di Lega che vuol combattere l’Occidente con le armi in pugno. Non è questo. I Brics, che cambieranno acronimo quando a gennaio accoglieranno i nuovi membri, sono una specie di forum dalle maglie molto larghe, composto anche di nemici, sia strategici che tattici. Pensiamo a indiani e cinesi, nemici strategici ma che sono dentro i Brics. Pensiamo anche a Brasile e Argentina come possiamo metterci russi e cinesi, che adesso vanno a braccetto ma che amici non lo sono mai stati. I simboli contano. Nel momento in cui in piena guerra d’Ucraina, dopo che ci siamo raccontati che la Russia è isolata, che l’Occidente sta trionfando, ci sono paesi – e che paesi, non proprio gli ultimi del globo – che in piena guerra aderiscono formalmente allo schema anti occidentale. Perché poi, in definitiva, i Brics questo sono: uno schema anti occidentale, quei paesi sono accomunati essenzialmente da questo. Paesi di grande importanza: l’Egitto, un gigante demografico. L’Etiopia, un impero senza mezzi. Gli etiopi hanno da sempre una idea imperiale di sé, da quelle parti sono i diversi, i cristiano ortodossi, antichi e lontani. Un paese decisivo e non solo nelle vicende africane. La stessa Arabia Saudita. Questo per dire che ci sono paesi che hanno anche eccellenti rapporti con l’Occidente, come l’India, e a suo modo anche l’Arabia Saudita e la stessa Etiopia, e tuttavia in piena guerra non hanno nessuna paura a dire: “noi entriamo nello schema anti occidentale e lo facciamo con grande convinzione”. È questo il vero passaggio, più della de-dollarizzazione, impossibile in questa fase. I Brics non intendono fare una guerra all’America, ma i simboli contano e molto.
In questo tour geopolitico del mondo, manca l’Europa.
È l’assenza perenne. Prendiamo l’Africa. I paesi europei sono andati in maniera molto sparsa sulle questioni africane. Spesso in grande competizione. Pensiamo solo alla vicenda libica, che ci ha riguardato, come Italia, molto da vicino, nel 2011. L’intervento franco-britannico, che vide poi l’aiuto degli americani, era un intervento non esattamente filo-italiano, e ci teniamo larghi. L’idea all’epoca era di sostituire un regime, quello di Gheddafi, con un altro che non fosse filo italiano, come era quello di Gheddafi, per quanto impresentabile, ma filo francese. Così nel Sahel. Quando l’Italia, durante la fase dell’operazione Barkhane, proponeva il suo aiuto alla Francia, c’è stato detto “no, grazie”. Per poi venircelo a chiedere anni dopo quando le cose si sono messe molto male per i francesi, in ritirata dal Sahel. I paesi europei sono sempre gli stessi. Non agiscono mai all’unisono, anzi spesso e volentieri agiscono gli uni contro gli altri e i risultati si vedono.
Umberto De Giovannangeli
Dario Fabbri ha la laurea? Lettera-fiume di Mentana: come replica a Puglisi. Il tempo il 07 settembre 2023
Qualche giorno fa l'economista Riccardo Puglisi ha posto un interrogativo al popolo di X (ex Twitter): Dario Fabbri ha laurea? Subito gli utenti hanno partecipato al dibattito. Se qualcuno ha preso le parti dell'analista geopolitico, qualcun altro gli ha puntato il dito contro e ha chiesto la verità. Oggi il professore di scienza delle finanze dell'Università degli Studi di Pavia è tornato sull'argomento pubblicando sui social una lunga lettera scritta da Enrico Mentana. Il direttore del Tg di La7 si è espresso in merito a quanto circolato su Fabbri, l'esperto di geopolitica che fin dall'inizio della guerra in Ucraina ha commentato in diretta tv gli sviluppi del conflitto.
"Gentile professore, apprendo solo ora che nei giorni scorsi mi ha lanciato una serie di domande riguardanti Dario Fabbri e il suo titolo di studio attraverso X, fu Twitter. Mi è stata descritta la sua campagna, che non discuto ma certo non è fatta per appassionarmi: io, come saprà, a suo tempo non mi sono laureato. Interruppi l'università alla fine del 1979, quando il direttore del tg1, Emilio Rossi, mi fece sapere che mi avrebbe assunto come praticante. Anche di questo non mi sono mai pentito": questo l'esordio di Mentana. Il giornalista ha continuato: "Da 32 anni svolgo a mia volta il ruolo di direttore responsabile, dapprima nel nascente tg5 e poi nel tg La7. Non spetta certo a me giudicare se i due diversi editori abbiano fatto bene ad affidarmi la nascita del primo e il rilancio del secondo, nonostante l'assenza di un diploma di laurea. So però che ho avuto anche la fortuna di assumere molti giovani, poi affermatisi nella professione. Potrà verificare che a nessuno di loro ho mai chiesto né per chi votassero né se fossero laureati".
L'oggetto della lettera inviata a Puglisi è stato quindi così argomentato da Mentana: "Così anche è stato - per venire alla sua "magnifica ossessione" - con Dario Fabbri, che ho conosciuto il giorno dell'invasione russa dell'Ucraina: non mi sono mai chiesto, né ho chiesto a lui, per chi votasse e se fosse laureato. E mai fino a oggi mi sono posto il problema, che per me non rileva: senza fare improponibili paragoni, il più grande divulgatore scientifico italiano, e primo animatore del debunking antibufale, Piero Angela, non era laureato. E il figlio Alberto, nel raccoglierne il testimone, ha scelto nella squadra del suo programma proprio Fabbri per il settore geopolitico".
Mentana ha chiarito: "A Fabbri non ho chiesto per chi votasse o che cursus di studi avesse neanche quando gli ho proposto l'avventura di Domino, e nemmeno ho verificato se fosse iscritto all'ordine dei giornalisti. Da quando è nata la rivista di geopolitica, per un'ovvia misura di buon gusto, non l'ho più avuto ospite nel tg e nei programmi di cui sono conduttore, così come non ho più invitato Franco Bechis da quando ha accettato di dirigere Open". "Sperando di aver soddisfatto le curiosità sue e dei suoi interlocutori social, cosi come mi sono state sommariamente riassunte, la invito in caso di nuove impellenti ed epocali domande di questo tipo a scrivermi o a telefonarmi direttamente, come fanno tutte le persone per bene, quale che sia il loro titolo di studio. Buon lavoro", ha concluso.
Dario Fabbri: Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Biografia. Dario Fabbri si è laureato in scienze politiche nel 2013.
Ha lavorato dal 2013 a gennaio 2022 per la rivista di geopolitica Limes, di cui è stato consigliere scientifico e coordinatore per l'America. Nel 2021 è diventato vicedirettore della Scuola di Limes. Ha collaborato con altre riviste italiane, come Gnosis, e internazionali, come Conflits, e ha firmato commenti per Italy Daily, il supplemento italiano dell'International Herald Tribune e per i quotidiani nazionali La Stampa e il Riformista. Dal 2014 al 2022 ha condotto Radio 3 Mondo, la rassegna della stampa estera di Rai Radio 3. È stato autore dei podcast Stati di tensione (Chora Media), Imperi (Rai), Grandi leader e comunità (Intesa San Paolo) e Nove Minuti (Rai). Da febbraio ad aprile 2022 ha curato Scenari, periodico di geopolitica del quotidiano Domani[9]. Ad aprile 2022, ha fondato con Enrico Mentana la rivista di geopolitica Domino di cui Fabbri è divenuto direttore editoriale, mentre Mentana ne è editore e direttore responsabile. A settembre 2022 ha fondato la Scuola di Domino di cui è direttore.
È socio della Società italiana di storia militare (SISM). Tiene seminari e conferenze in diverse università italiane e straniere. Ha tenuto corsi di geopolitica mediorientale presso la Scuola di formazione del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e di narrazione geopolitica presso la Scuola Holden di Torino e presso il master in relazioni internazionali dell'università IULM di Milano. Ha tenuto una lectio in "grammatica imperiale" all'Oriel College di Oxford e seminari in strategia e tattica delle potenze al board di Microsoft USA. Spesso è stato ospite a Rai 3 (TG3 Linea Notte, Agorà e Kilimangiaro) e LA7 (Omnibus, In onda, Piazzapulita, Atlantide e TG LA7) per commentare l’attualità internazionale. È intervenuto nel programma Noos - L'avventura della conoscenza.
Vita privata
Riguardo alla vita privata mantiene uno stretto riserbo, si sa solo che nel giugno del 2023 si è sposato.
Premi
Nel 2017 ha ricevuto il Premio Amerigo nella categoria "periodici".
Nel 2022 ha ricevuto il Premio Partenope presso il Giffoni Film Festival.
Opere
Dario Fabbri, Grandi temi della geopolitica, Edizioni Gribaudo, 2022, ISBN 88-580-4305-7.
Il laureato. Zadie Smith, Fabbri e il mondo in cui titoli e premi valgono più di tutto. Guia Soncini su L'Inkiesta il 9 Settembre 2023.
Il nuovo romanzo della più strepitosa intellettuale della mia generazione è stato stroncato da una vincitrice di Pulitzer (la più stolida a vincerlo). A Mentana è stato chiesto se l’esperto di geopolitica sia dottore. Perché ciò che conta oggi non sono le competenze, ma se hai la pergamena incorniciata
Che cos’hanno in comune Zadie Smith, forse la più strepitosa intellettuale della mia generazione, e Dario Fabbri (chiunque egli sia)? Fino all’altroieri avrei detto niente, ma poi la vita s’incarica di collegamenti mai sospettati.
“The Fraud”, il nuovo romanzo della Smith, è uscito in Inghilterra un paio di giorni fa. Sono ancora al primo capitolo e già sono pazza della vedova Touchet, che ritiene che, visto che tutti i tentativi di pronunciare il cognome del defunto marito sono ridicoli, tanto valga optare per la ridicolaggine francofona. Ma del libro parliamo poi (esce in Italia il 10 ottobre).
Prima ancora che m’arrivasse il romanzo, ne ho letto una stroncatura su Vulture, le pagine culturali del New York Magazine. Era un articolo così stolido che, se l’avessi letto qualche anno fa, avrebbe fatto barcollare tutte le mie certezze: è il New York, è un giornale di cui mi fido, com’è possibile.
Sono andata a cercare su Google l’autrice, e ho scoperto un’altra cosa che qualche anno fa mi avrebbe devastata: la tizia che lancia a Zadie Smith la vibrante accusa di, ohibò, preferire l’interpretazione psicologica a quella ideologica, questa tizia ha vinto il Pulitzer per la critica. E io ancora non sono étoile alla Scala: allora ditelo che non c’è meritocrazia.
Breve divagazione: tra le altre cose, la Pulitzer più stolida del mondo accusa Smith di ciò che secondo Keats caratterizzava la scrittura di Shakespeare, di non avere convincimenti morali inamovibili o solide opinioni (di essere un’intellettuale e non una sacerdotessa, ma tu pensa).
Mentre Keats e Smith fanno una seduta spiritica per domandarsi come sia finito questo secolo ad avere intellettuali così scarsi, a me viene in mente “Inferno”, la rilettura dantesca fatta da Claudio Giunta per Feltrinelli, e il suo elogio del padre di Proust e della sua ignavia – ma anche di questo libro parliamo poi (esce la settimana prossima).
Una volta la scoperta del Pulitzer assegnato a questa inutile compilatrice di tesine universitarie incapace di capire cosa sia un romanzo mi avrebbe devastata, perché una volta non c’erano i social. E io non avevo modo di sapere quanti Pulitzer imbecilli, grandi giornali ottusi, prestigiose istituzioni da mettersi le mani nei capelli esistessero.
Sono i social o è la vecchiaia? È che, se vivi abbastanza a lungo, incontri abbastanza medici cani e avvocati imbarazzanti da sapere che una laurea non garantisce niente? O è che i social – con le loro note biografiche in cui la gente meno è in grado di trovarsi il culo con le mani e più rimarca le proprie cattedre e dottorati – hanno scostato la tenda di Oz?
Questo è il punto in cui in genere i più stolidi tra i laureati, quelli che la loro l’hanno incorniciata e se non riconosci il valore morale del titolo di studio è perché sei invidiosa, sibilano: eh, certo, tu sei per l’università della vita. Che è una frase temibile, in questo tempo in cui tutti siamo terrorizzati di sembrare lo scemo del villaggio globale, quello che crede che nel vaccino ci sia il chip, o che Birkenau fosse una stazione termale.
Ma ovviamente la contrapposizione non è quella un po’ elementare percepita dagl’istruiti che si percepiscono colti. La questione non è: i titoli di studio sono una truffa, per strada sì che s’impara. La questione è: se non capiscono niente di niente neanche quelli che hanno studiato, figuriamoci quelli che neppure hanno studiato, com’è possibile che non ci siamo ancora estinti con questa imbecillità media, com’è possibile che non cadiamo in un tombino ogni volta che usciamo di casa, aiuto.
L’altroieri ho scritto un articolo in cui ipotizzavo che una certa risposta di Landini sul costo della vita e il costo del caffè nei bar fosse un tentativo di far chiudere Cova, a Milano, e ripopolare il Molise coi baristi licenziati. Sotto a un retweet (o come si chiama ora) dell’articolo, c’erano gli indignati commenti d’un tizio che lo accusava d’essere molto inattendibile come articolo «di analisi sociale ed economica».
Il tizio così capace di decodificare un registro comico e valutare con criteri sensati quel che legge ha ovviamente la sua brava nota biografica su Twitter (o come si chiama ora), nota che ci svela ch’egli è «prof a contratto di analisi dei media». Una volta le università erano posti ai quali ci iscrivevamo certi di trovarci gente che sapesse spiegarci il mondo. Ora sono queste botti di ferro che paghi per mandarci i tuoi figli a imparare a non saper leggere.
Certo, diranno i miei piccoli lettori, meglio analisi dei media che cardiochirurgia, meglio che gli imbecilli non facciano danni in campi seri. Questa settimana sul magazine del New York Times c’è un articolo che s’interroga sul perché gli americani non abbiano più fiducia nell’istruzione universitaria. È perché le università americane costano troppo, è per quello che in Francia si laureano di più, ipotizza l’ennesimo articolista che non capisce il mondo.
Essere costose è l’ultimo valore rimasto alle università americane (nulla di ciò che è gratis ha un valore percepito e quindi viene preso sul serio: se il professore a contratto pagasse per leggermi, ci penserebbe tre volte prima di dire scemenze; se poi dovesse pagare per commentarmi, allora sì che cominceremmo a ragionare).
Se sono le prime a declinare non è perché sono le più costose: è perché sono le prime a essersi specializzate in stronzate. Nell’articolo c’è uno schemino che dice che, rispetto a quarant’anni fa, la laurea produce meno ricchezza per chi la prende. Ettecredo: vale la pena indebitarsi coi costi della retta per i gender studies? Quanti posti di lavoro per spiegatrici di femminismo su Instagram potranno mai esserci, una volta presa la laurea da incorniciare?
E quindi, nella penultima avvincentissima polemica di Twitter (o come diavolo eccetera), quella in cui un Carneade (ovviamente con la sua brava cattedra specificata nella biografia social) chiede ossessivamente a Enrico Mentana se Dario Fabbri sia laureato, e Mentana gli risponde che non ha mai domandato i titoli di studio a nessuno, e nelle sue trasmissioni neanche si è mai rivolto a lui col vocativo «dottore» (aggiungerei: non essendo un parcheggiatore), ecco, in quest’avvincente polemica qui, io osservo incantata questa specie la cui sopravvivenza mi risulta inspiegabile.
Coloro che, in un secolo in cui la realtà s’impegna ogni giorno a dimostrare che non esistono garanzie, che sono crollati i muri e le certezze, che il mondo come lo conoscevamo è finito, coloro che in questo delirio globale restano aggrappati al Novecento come DiCaprio alla porta su cui galleggiava Kate Winslet, certi di poter sopravvivere grazie alla convinzione che i titoli cambino qualcosa, le lauree cambino qualcosa, i premi cambino qualcosa.
Coloro che del tizio che vedono alla tele non vogliono sapere se stia dicendo o no una stronzata oggi, ma se vent’anni fa sia andato con l’alloro in testa a farsi consegnare una pergamena. Coloro che, se la critica più stupida del mondo vince il Pulitzer e Zadie Smith no, si rifiutano di mettere in dubbio le loro certezze: per fare il bagno bisogna aspettare tre ore dopo mangiato, e tra due scrittrici la migliore è senz’altro quella che ha vinto il Pulitzer.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 9 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di sabato 9 settembre. Il G20 e la dichiarazione finale, Kiev: «Nulla di cui essere orgogliosi». Marta Serafini, inviata, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera sabato 9 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di sabato 9 settembre. Gli Usa potrebbe fornire a Kiev missili a lungo raggio Atacms. Zelensky: «Non lasceremo un solo centimetro di terra ai russi»
• Zelensky: «Nel 2024 pronto alle elezioni presidenziali, ma i problemi organizzativi non mancano». Il punto militare sulla controffensiva.
• Putin visita la sede del Centro nucleare della Federazione russa. E accusa: «Guerra provocata dall’Occidente».
• Cina e Russia assenti dalla dichiarazione Usa-India al termine dell’incontro Biden-Modi.
• L’allarme del capo Fbi: «Il numero delle spie russe negli Usa è troppo alto».
Ore 05:28 - Il ministro degli Esteri giapponese a sorpresa a Kiev
Il ministro degli Esteri giapponese, Yoshimasa Hayashi, si è recato in Ucraina per una visita senza preavviso con la quale cercherà di riaffermare la posizione di sostegno del Giappone al paese, lo ha riferito il ministero degli Esteri giapponese. Hayashi è l’ultimo ministro dei paesi del G7 a visitare il paese dopo l’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022. Il primo ministro giapponese Fumio Kishida aveva già visitato il Paese, anche lui a sorpresa, lo scorso marzo. Durante la sua permanenza nel Paese Hayashi incontrerà il suo omologo ucraino, Dmitro Kuleba, al quale comunicherà l’impegno del Giappone a collaborare con la comunità internazionale «per attuare severe sanzioni contro la Russia e fornire uno stretto sostegno alla Ucraina» per «porre fine all’aggressione della Russia», secondo la dichiarazione del Ministero degli Esteri. Il capo della diplomazia giapponese prevede di visitare Kiev ma anche la città di Bucha, teatro di uno dei massacri più importanti del conflitto in corso. Hayashi è in viaggio accompagnato da uomini d’affari del Paese asiatico per offrire loro «l’opportunità di ascoltare e comunicare direttamente con le esigenze di ripresa dell’Ucraina, che segnerà l’inizio di una maggiore partecipazione delle aziende giapponesi alla futura assistenza alla ricostruzione», aggiunge il testo.
Ore 05:50 - Kiev, nessuna concessione alla Russia: «Non cederemo al ricatto alimentare»
L’Ucraina non è disposta ad accettare un allentamento delle sanzioni contro la Russia in cambio della ripresa delle esportazioni di grano attraverso il Mar Nero: lo ha ribadito il portavoce del Ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko. «La posizione della parte ucraina rimane invariata: allentare le sanzioni sarebbe una vittoria per il ricatto alimentare della Russia. La comunità internazionale dovrebbe adoperarsi per obbligare la Russia ad adempiere ai suoi doveri, e non incoraggiare nuove aggressioni facendo delle concessioni», ha concluso.
Ore 05:59 - Usa potrebbe fornire a Kiev missili a lungo raggio Atacms
L’Amministrazione potrebbe fornire all’Ucraina dei missili a lungo raggio Atacms: è quanto riferisce l’emittente televisiva statunitense Abc citando fonti governative e precisando che i primi missili potrebbero arrivare nel giro di pochi mesi. Kiev chiedeva da tempo delle armi a lungo raggio, malgrado le perplessità degli alleati che temono un eventuale utilizzo per colpire bersagli in territorio russo - eventualità che le autorità ucraine hanno sempre dichiarato di voler comunque evitare.
Ore 07:30 - Zelensky: «Non bisogna cedere alle richieste di Mosca, ma imporre le sanzioni»
L'offensiva mondiale delle sanzioni deve riprendere. A dichiararlo è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, invitando la comunità internazionale ad imporre nuove sanzioni contro la Russia piuttosto che cedere alle richieste di Mosca. «Attualmente, assistiamo ad una prolungata pausa delle sanzioni da parte dei nostri partner. E ai tentativi attivi della Russia di aggirare le sanzioni», ha affermato nel suo intervento video notturno. «Tre priorità», ha quindi aggiunto. «Ulteriori sanzioni contro il settore energetico russo, restrizioni reali alla fornitura di chip e microelettronica in generale ai terroristi e un ulteriore blocco del settore finanziario russo», ha affermato. «L'offensiva mondiale delle sanzioni deve riprendere».
Ore 07:44 - Attacco russo a Kryvyi Rih: i feriti salgono a 74
È aumentato a 74 feriti il bilancio dell'attacco missilistico russo di ieri contro Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella regione di Dnipropetrovsk: lo ha reso noto il capo del Consiglio di Difesa della città, Oleksandr Vilkul, come riporta Rbc-Ucraina. Tre dei feriti sono in gravi condizioni, ha sottolineato Vilkul. L'attacco, che ha provocato anche un morto, è stato lanciato con un missile balistico Iskander.
Ore 08:51 - Meloni dal G20: «Mosca usa l'energia come arma di ricatto»
«Il nesso clima-energia è sempre più importante in una fase nella quale il mondo continua ad affrontare gli effetti a cascata della crisi innescata dalla guerra di aggressione russa all'Ucraina e dall'uso delle forniture energetiche come un'arma di ricatto da parte di Mosca». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla prima sessione del G20 a New Delhi.
Ore 08:54 - Il ministro degli Esteri giapponese in visita a Kiev
Il ministro degli Esteri giapponese, Yoshimasa Hayashi, si recherà oggi in visita in Ucraina per mostrare sostegno al Paese dilaniato dalla guerra e sottolineare il sostegno del suo paese alle sanzioni contro la Russia. Lo ha affermato il ministero degli Esteri giapponese in una nota. Hayashi, che all'inizio di questa settimana ha visitato Medio Oriente e Polonia, incontrerà il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a Kiev. Questa è la sua prima visita da quando è iniziata la guerra, più di un anno fa. La visita di Hayashi arriva sei mesi dopo il viaggio del primo ministro giapponese Fumio Kishida in Ucraina. Hayashi visiterà anche Bucha, una delle città più colpite alla periferia di Kiev, ha detto un funzionario del ministero degli Esteri giapponese.
Ore 09:08 - Usa: «Dal G20 difficile un accordo sulla dichiarazione congiunta»
Un accordo sulla dichiarazione del G20 resta «difficile». Lo ha ammesso un funzionario dell'amministrazione americana a Nuova Delhi, dove si è appena aperto il vertice del gruppo delle 20 maggiori economie del mondo. I disaccordi in particolare sulla condanna della guerra in Ucraina «rendono difficile l'intesa su un linguaggio specifico». «In questo formato è sempre più difficile che in quello, per esempio, del G7 - ha sottolineato la fonte - Il G20 è un organismo diverso, con un più ampio spettro di punti di vista, particolarmente su alcuni temi globali, con la Russia e l'Ucraina in cima a quella lista».
Ore 09:25 - L'intelligence britannica: «Le forze di Kiev avanzano a est di Robotyne»
«Elementi delle forze armate ucraine sono avanzati lungo la principale linea difensiva russa a est della città di Robotyne. Le forze di fanteria di Kiev continuano a compiere graduali progressi tattici contro le posizioni russe ed a logorarle. Al tempo stesso le forze ucraine hanno mantenuto la pressione sulle postazioni russe a sud di Bakhmut, con graduali avanzamenti tra Klishchiivka e Adriivka». Così l'intelligence britannica fotografa la situazione sul campo in Ucraina e rende conto nel suo ultimo rapporto divulgato su X dal ministero della Difesa di Londra, dei progressi delle truppe di Kiev. «È molto probabile - vi si legge - che la Russia abbia ridistribuito le forze da altre aree del fronte per sostituire le unità degradate attorno a Robotyne. Questi ridislocamenti probabilmente limitano la capacità della Russia di effettuare proprie operazioni offensive lungo altre aree della linea del fronte. Essi inoltre sono verosimilmente anche un'indicazione della pressione subita sulle loro linee difensive, in particolare intorno a Robotyne».
Ore 09:30 - Putin auspica una collaborazione più stretta con la Corea del Nord
Putin si è congratulato con il leader nordcoreano Kim Jong Un in occasione del 75esimo anniversario della proclamazione del regime di Pyongyang e ha auspicato una più stretta collaborazione con il Paese «su tutti i fronti»: lo ha annunciato il Cremlino. «Sono convinto che grazie ai nostri sforzi congiunti continueremo a rafforzare ... i legami bilaterali su tutti i fronti», ha dichiarato Putin in un messaggio di congratulazioni a Kim, citato dal Cremlino.
Ore 09:38 - Paragrafo sull'Ucraina in bianco nella bozza della dichiarazione congiunta al G20
La bozza della dichiarazione finale del G20, consultata dalla BBC, mostra che il paragrafo sulla guerra in Ucraina per il momento è stato lasciato in bianco. Nel testo in questione manca un paragrafo sulla "situazione geopolitica", secondo quanto confermato anche dall'agenzia di stampa Reuters. L'agenzia ha aggiunto che il paragrafo controverso era stato concordato dai paesi occidentali e ora spetta alla Russia accettarlo o eventualmente suggerire di aggiungere una nota di dissenso. Se Mosca dovesse respingere entrambe le opzioni, Delhi potrebbe dover valutare la possibilità di pubblicare una sintesi della presidenza, che i paesi ospitanti potranno utilizzare per mostrare consenso sulla maggior parte delle questioni, ma non su tutte, precisa la Bbc. Un funzionario del G20, che ha voluto restare anonimo, ha comunque tenuto a precisare che si tratta di una bozza e che il testo potrebbe cambiare nelle prossime 36 ore.
Ore 09:57 - Zelensky ringrazia il principe saudita Bin Salman per il sostegno agli sforzi di pace
«Ho avuto una conversazione con il principe ereditario Mohammed Bin Salman sulla cooperazione tra Ucraina e Arabia Saudita. Sono grato a Sua Altezza Reale per il suo costante sostegno a tutti gli sforzi di pace, compreso il riuscito incontro dei consiglieri di sicurezza nazionale e dei direttori politici a Gedda»: lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 10:14 - Putin invia le condoglianze al re del Marocco dopo il sisma
Putin ha espresso le sue condoglianze al «popolo amico» del Marocco dopo il terremoto. «In Russia condividiamo il dolore e il lutto dell'amichevole popolo marocchino», ha detto Putin in un messaggio al re del Marocco Mohammed VI, offrendo le sue «sincere condoglianze per le tragiche conseguenze del devastante terremoto».
Ore 10:14 - Erdogan (Turchia) esorta il G20 a soddisfare le richieste della Russia sul grano
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sta esortando i leader del G20 riuniti a Nuova Delhi a soddisfare alcune delle richieste della Russia per rilanciare l'accordo sull'esportazione del grano nel Mar Nero, sospeso dopo la marcia indietro di Mosca. Secondo quanto si legge su Bloomberg, Erdogan, che ha contribuito a mediare l'intesa nel 2022, starebbe facendo pressioni in questa direzione negli incontri a porte chiuse con i leader nella capitale indiana.
Ore 10:28 - G20, accordo sulla dichiarazione sull'Ucraina
Gli sherpa del G20 hanno raggiunto un accordo sul linguaggio di compromesso sulla dichiarazione relativo alla guerra in Ucraina, superando le divergenze ancora rimaste tra la Russia e il resto del gruppo, dopo che la Cina, per evitare di restare isolata, aveva messo da parte le sue resistenze. Ciò consentirebbe a tutte le parti di rivendicare un successo, stando a quanto riferito da Bloomberg.
La differenza principale nel testo concordato quest'anno, rispetto a quello di Bali, è l'eliminazione della maggior parte delle frasi che esprimevano opinioni divergenti su questioni come le sanzioni e la condanna diretta della guerra della Russia. Diversi sono invece i riferimenti ai principi delle Nazioni Unite. La frase del testo di Bali secondo cui «la maggior parte dei membri ha condannato fermamente la guerra» non è ripetuta nella bozza di quest'anno, che invece evidenzia aree di accordo, ad esempio sui principi della Carta delle Nazioni Unite contro l'uso della forza e a favore dell`integrità territoriale. La nuova bozza, aggiunge l'agenzia, accoglie con favore anche gli sforzi per raggiungere una «pace globale, giusta e duratura in Ucraina».
Ore 10:30 - Zelensky: «Le nostre condoglianze al popolo del Marocco»
«Le nostre più sentite condoglianze a Sua Maestà il Re Mohammed VI e a tutti i marocchini per le vittime del terribile terremoto nella regione di Marrakech. Auguro ai feriti una rapida guarigione. L'Ucraina è solidale con il Marocco in questo tragico momento»: lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 11:42 - Isw: «I russi modificano le strutture di comunicazione»
Le forze russe stanno modificando le loro strutture di comunicazione e adattando i loro sistemi di guerra elettronica in risposta alla continua avanzata della controffensiva ucraina: lo scrive l'Istituto per lo studio della guerra (Isw), come riporta il Kyiv Independent. Secondo il centro studi statunitense, le unità russe stanno cercando di migliorare la condivisione delle informazioni e di rafforzare le posizioni di comando al fronte. I funzionari del Centro per la sicurezza e la tecnologia emergente (Cset) hanno dichiarato che «le forze russe hanno migliorato le comunicazioni tra i posti di comando e le unità al fronte, posando cavi sul campo e utilizzando comunicazioni radio più sicure». Secondo le stesse fonti, le forze armate russe hanno spostato i posti di comando e i quartieri generali chiave in posizioni più protette, fuori dal raggio d'azione dell'artiglieria ucraina. Tuttavia, hanno osservato i funzionari, «il personale russo comunica ancora spesso informazioni sensibili attraverso canali non sicuri».
Ore 11:54 - Michel a Lavrov: «Da Mosca cinismo e disprezzo per l'Africa»
Che cinismo, signor rappresentante russo, lei non ha accettato» di preservare l'accordo sul grano del Mar Nero e, «allo stesso tempo, sta attaccando le infrastrutture portuali. Oltre al danno la beffa, la Russia offre un milione di tonnellate di grano ai Paesi africani in una parodia di generosità. Che cinismo e disprezzo verso i Paesi africani, quando sappiamo che l'accordo ha finora consentito di esportare più di 30 milioni di tonnellate di grano, perlopiù verso i Paesi più vulnerabili». Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, rivolgendosi al ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, al G20 a Delhi.
Ore 11:55 - Romania: manovra anti-esplosivi nel Mar Nero e sul delta del Danubio
Le forze navali della Romania e degli Stati Uniti organizzano per la prossima settimana il "Sea Breeze 23.3", destinato alla lotta contro i dispositivi esplosivi. Le esercitazioni militari, secondo quanto riportato dal sito news.ro, si svolgeranno tra l'11 e il 15 settembre nel Mar Nero e nel Delta del Danubio, zone che negli ultimi giorni hanno fatto registrare un'escalation militare russa nel contesto della guerra con l'Ucraina, paese che condivide con la Romania proprio le frontiere sul Mar Nero e sul Delta. Alle operazioni parteciperanno anche forze navali di Bulgaria, Francia, Regno Unito, Irlanda del Nord, Turchia e Ucraina.
Ore 12:14 - Cremlino: «Le condizioni per il rinnovo dell'accordo sul grano sono note, basta attuarle»
Tutte le condizioni per la ripresa dell'accordo sul grano da parte della Russia sono ben note e possono essere soddisfatte, ha detto oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Ria Novosti. «Tutte le condizioni sono ben note. Non necessitano di distorsioni o interpretazioni. Sono assolutamente specifiche e tutto ciò è assolutamente fattibile», ha detto Peskov. I funzionari occidentali sarebbero pronti a ricollegare una filiale della Banca agricola russa al sistema di pagamento internazionale Swift, ma il problema è che le condizioni si riferiscono alla banca stessa e non alla sua filiale, ha osservato il portavoce del Cremlino. «Ciò significa, ovviamente, che dobbiamo ritornare alle basi di quegli accordi che erano originariamente in vigore e che ci era stato promesso di vedere realizzati molto tempo fa», ha aggiunto Peskov.
Ore 12:30 - Zelensky: «Servono sanzioni più dure su energia e banche russe»
Il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha auspicato su Telegram un ulteriore rafforzamento delle sanzioni sui comparti russi energetico, finanziario e bancario. «È importante rafforzare le sanzioni contro i settori energetico, finanziario e bancario dei terroristi russi», ha scritto evidenziando come sia anche «necessario» bloccare la fornitura a Mosca «di tutti i componenti e i pezzi di ricambio utilizzati per la fabbricazione di missili e droni». Su Telegram il leader ucraino ha postato anche le immagini dell'incontro tenuto con il direttore del Freeman Spogli Institute for International Studies (Fsi), l'ambasciatore Michael McFaul che, insieme al capo dell'ufficio presidenziale ucraino, Andri Yermak, guida il gruppo per le sanzioni contro la Russia. Un gruppo che, con le sanzioni, «ha già prodotto risultati significativi», ha evidenziato ancora Zelenski dicendosi «fiducioso» che le maggiori pressioni su Mosca consentiranno a Kiev «di sconfiggere più rapidamente il terrore russo».
Ore 12:44 - Una grande bandiera ucraina sorvola il Donetsk occupato
Un'immensa bandiera ucraina, sorretta da palloncini colorati, è stata fatta volare oggi sui cieli delle zone occupate dai russi nel Donetsk, per festeggiare i 275 anni della città di Avdiivka. Lo ha annunciato Vitalii Barabash, capo ucraino dell'amministrazione militare della città. Sui social sono apparse numerose immagini della grande bandiera in volo sopra i distretti occupati di Kyivskyi e Kalininskyi, riferisce ukrainska Pravda.
Ore 12:45 - Zelensky: «Lavoriamo a un piano per proteggere il sistema energetico»
«Stiamo mettendo in atto un piano per proteggere il nostro sistema energetico e le infrastrutture critiche dagli attacchi aerei russi, per proteggere i porti della regione di Odessa e le infrastrutture del corridoio dei cereali, per proteggere le aree di prima linea e per prepararci alla stagione invernale»: lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 12:49 - Zelensky: «Stiamo liberando la nostra terra dagli occupanti»
«I nostri guerrieri sono i migliori e sono orgoglioso di ognuno di loro mentre mantengono le loro posizioni, respingono gli attacchi russi e distruggono i terroristi russi. Stiamo riuscendo a liberare la nostra terra dagli occupanti, e questa è la cosa fondamentale»: lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 12:59 - Elon Musk: «Non ho mai promesso la copertura Starlink per la Crimea»
Elon Musk torna sulla sua controversia con l'Ucraina, scrivendo sul social X di non aver mai promesso una copertura di Starlink sulla Crimea. «In nessun momento, io o chiunque altro a Starlink ha promesso una copertura sulla Crimea. I termini di servizio proibiscono chiaramente l'uso di Starlink per operazioni militari offensive, dato che siamo un sistema civile. Loro chiedevano qualcosa che era espressamente vietato», ha scritto Musk sul social X. La precisazione arriva in risposta ad un post di Walter Isaacson, l'autore del libro biografico su Musk che ha rivelato come il miliardario abbia negato agli ucraini la copertura dei satelliti Starlink per un'operazione in Crimea. «Per chiarire», ha scritto Isaacson, «gli ucraini credevano che la copertura funzionasse fino alla Crimea, ma non era così. Hanno chiesto a Musk di permetterla per poter condurre un attacco con droni sottomarini alla flotta russa. Musk non l'ha permesso perché pensava, probabilmente in maniera corretta, che avrebbe causato una guerra più grande». Musk è venuto in soccorso agli ucraini subito dopo l'invasione russa, offrendo la copertura del suo sistema satellitare Starlink per le comunicazioni. Ma poi i rapporti si sono deteriorati, sia per i costi, alla fine coperti dal Pentagono, che per una serie di uscite estemporanee di Musk a favore di negoziati di pace con Mosca. Le rivelazioni di Isaacson hanno creato nuove tensioni.
Ore 13:09 - Modi: «Consenso sulla dichiarazione finale del G20»
È stato raggiunto il consenso sulla dichiarazione finale del G20 in corso a New Delhi. Lo ha annunciato il primo ministro indiano Narendra Modi aprendo la seconda sessione dei lavori.
I leader del G20 hanno concordato e adottato la dichiarazione congiunta dopo aver risolto le divergenze finali sui riferimenti all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, secondo quanto annunciato da Modi. «Grazie al duro lavoro del nostro team e con il vostro sostegno, c'è un consenso sulla dichiarazione del vertice dei leader del G20 di New Delhi - ha detto il premier indiano -. Annuncio l'adozione della dichiarazione», ha aggiunto, battendo un martelletto cerimoniale. I dettagli del comunicato finale devono essere ancora resi pubblici, ma negli ultimi anni è stato sempre più difficile trovare un consenso a causa delle divergenze tra i Paesi che compongono il gruppo delle principali economie sviluppate ed emergenti, accentuatesi con l'aggressione della Russia all'Ucraina. Amitabh Kant, lo sherpa che per l'India ha gestito il corposo dossier sulla dichiarazione finale, ha affermato che le discussioni di sabato hanno dimostrato che quest'anno il summit G20 è stato il più «ambizioso» della sua storia. «Abbiamo più che raddoppiato il lavoro sostanziale delle presidenze precedenti», ha rivendicato in un post su X.
Ore 13:29 - Il G20 condanna l’uso della forza in Ucraina, ma non cita Mosca
Nella dichiarazione finale il G20 denuncia «l’uso della forza» in Ucraina per conquiste «territoriali», ma il testo non menziona in forma esplicita l’aggressione della Russia. Per altro verso, i leader denunciano che le «crisi a cascata» rappresentano una minaccia per la crescita globale a lungo termine.
Ore 13:53 - G20: «Chiediamo la piena attuazione dell'accordo sul grano»
Il G20 richiede la «piena, tempestiva ed efficace attuazione» dell'accordo sul grano, «efficace per garantire consegne immediate e senza ostacoli di grano, prodotti alimentari e fertilizzanti e input agricoli provenienti dalla Federazione Russa e dall'Ucraina. Questo è necessario per soddisfare la domanda nei Paesi in via di sviluppo e meno sviluppati, in particolare quelli africani». Lo si legge nella dichiarazione adottata dal G20 di New Delhi.
«Apprezziamo gli sforzi - si legge nella premessa di questo paragrafo della dichiarazione - della Turchia e gli accordi di Istanbul mediati dalle Nazioni Unite che consistono nel Memorandum d'intesa tra la Federazione Russa e il Segretariato delle Nazioni Unite sulla promozione dei prodotti alimentari e dei fertilizzanti russi ai mercati mondiali e l'iniziativa per il trasporto sicuro dei cereali e prodotti alimentari provenienti dai porti ucraini (Iniziativa del Mar Nero)».
Ore 14:25 - Putin vota online alle elezioni amministrative a Mosca
Il presidente russo Vladimir Putin ha votato online alle elezioni amministrative a Mosca. «Il voto online è sempre più popolare ogni anno», ha detto il leader del Cremlino, esortando gli elettori russi «a dimostrare una responsabile posizione civica. Lo riferisce la Tass. In precedenza il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov aveva spiegato che Putin aveva preferito il voto online a causa della sua agenda piena di impegni.
Ore 14:44 - Lo Ior risponde a Podolyak: «L'Istituto non riceve né investe denaro russo»
«Lo Ior non riceve né investe denaro della Russia». L'Istituto per le Opere di Religione respinge «con forza le illazioni» del consigliere presidenziale ucraino Mychajlo Podolyak, che oltre ad attaccare il Papa sostenendo che «le posizioni filorusse ne azzerano la reputazione», ha parlato di «investimenti della Federazione russa nella banca vaticana», dicendo di «analizzare questo in modo un po' più dettagliato». Da qui la presa di posizione dello Ior.
«Oltre a non corrispondere a verità, una simile attività sarebbe altresì impossibile in considerazione delle stringenti politiche dello Ior e delle sanzioni internazionali che si applicano anche al settore finanziario - afferma la nota -. In primo luogo, infatti, lo Ior non accetta, come clienti, istituzioni o persone fisiche che non abbiano una stretta relazione con la Santa Sede e la Chiesa Cattolica. In secondo luogo, lo Ior è un intermediario finanziario soggetto a vigilanza, che opera tramite banche corrispondenti internazionali di altissimo livello e di impeccabile reputazione che rispettano le sanzioni». Insomma, le affermazioni di Podolyak, per lo Ior, «si basano sul nulla e vanno considerate come tali».
Ore 15:35 - Filorussi: bombardamenti ucraini a Donetsk, un morto
Una persona è stata uccisa e un’altra ferita nei bombardamenti ucraini sulla città di Donetsk. Lo ha dichiarato Alexey Kulemzin, il sindaco filorusso della città.
Ore 16:02 - Kiev: «Nel testo del G20 non c’è nulla di cui essere orgogliosi»
«L’Ucraina è grata ai partner che hanno cercato di includere una formulazione forte nel testo. Allo stesso tempo, per quanto riguarda l’aggressione della Russia contro l’Ucraina, il Gruppo dei 20 non ha nulla di cui essere orgoglioso». Lo ha detto Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli Esteri ucraino riferendosi al fatto che nella dichiarazione del G20 si denuncia l’uso della forza in Ucraina per conquiste territoriali senza menzionare in forma esplicita l’aggressione della Russia.
Ore 17:14 - G20 India, raggiunto un accordo per la dichiarazione congiunta: non si parla di «aggressione russa» per la guerra in Ucraina
(di Viviana Mazza) Il comunicato congiunto che sembrava impossibile è arrivato dal G20 un giorno prima del previsto. A dare l’annuncio è stato il padrone di casa, il premier indiano Narendra Modi, che tra gli applausi ha battuto la mano sul tavolo almeno sette volte. Il premier ha scritto su Twitter/X: «Con l’adozione della dichiarazione dei Leader di New Delhi è stata fatta la Storia».
Ore 17:21 - Mattarella: «Il popolo ucraino ha diritto di resistere»
«Il no alla guerra è risuonato forte dopo il Secondo conflitto mondiale, consentendo di dar vita all’Organizzazione delle Nazioni Unite, al processo di integrazione europea, alla creazione di alleanze, come la Nato, in grado di difendere i valori che ispirano le nostre società, è ciò che ci permette oggi, di fronte all’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione russa, di invocare, a voce alta, il diritto del popolo ucraino a resistere e a pretendere di essere arbitro del proprio futuro. La Marina militare fornisce un contributo essenziale alla sicurezza entro cui si sviluppano le nostre libertà, e colgo anche questa occasione per esprimere il più vivo apprezzamento nei riguardi di tutte le donne e gli uomini della Marina per l’instancabile impegno profuso, quotidianamente». Lo ha detto il capo dello Stato, Sergio Mattarella, parlando a bordo della nave Cavour, al largo del golfo dell’Asinara, durante la cerimonia in memoria dell’affondamento della corazzata «Roma», il 9 settembre del ‘43.
Ore 17:57 - Punto militare | Gli Usa potrebbero inviare in Ucraina i missili Atacms a lungo raggio, finora «fermati» da veti e timori
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I razzi a lungo raggio sono l’arma più richiesta da Kiev e forse potrebbero arrivare: secondo alcuni fonti saranno nel prossimo pacchetto di aiuti stanziato dall’amministrazione americana. La prudenza è d’obbligo visto il passo lento di Washington tra veti, mezze promesse, timori.
Ore 18:37 - Console russo a Sala: «Milano dà spazio a nazifascisti di Azov»
«Si parla molto di pace in Ucraina. Risulta che la città metropolitana di Milano, uno dei centri culturali, economici e politici più importanti in Europa, dà il palco per esibirsi alle forze più tenebri di matrice nazifascista. Così si scoraggia la soluzione molto ambita». Lo scrive il console generale russo a Milano, Dmitry Shtodin, in una lettera via social al sindaco Giuseppe Sala sul patrocinio alla mostra fotografica «Eye of Mariupol», esprimendo «profondo sdegno» per la decisione del Comune «di dare spazio all’unità militare ucraina Azov, nota per le sue stragi commesse non solo a Mariupol, ma in tutto il Donbass».
Ore 18:49 - Trovati nuovi frammenti di droni russi in Romania
Nuovi frammenti di droni sono stati trovati sul territorio della Romania, vicino al confine con l’Ucraina. Lo fa sapere il ministero della Difesa rumeno che ha descritto i frammenti come appartenenti a droni «simili a quelli usati dall’esercito russo». I frammenti sono stati rinvenuti a circa due chilometri e mezzo a sud-est del villaggio rumeno di Plauru, che si trova sulla sponda opposta del Danubio rispetto al porto ucraino di Izmail. Secondo il presidente rumeno Klaus Iohannis «c’è stata una violazione dello spazio aereo sovrano della Romania, un alleato della Nato, con rischi reali per la sicurezza dei cittadini rumeni nell’area». Iohannis ha telefonato al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg per informarlo dei frammenti ritrovati.
Ore 19:16 - Zelensky: «Non lasceremo un solo centimetro di terra ai russi»
«Il territorio del nostro Stato è vasto. Ma non ne lasceremo un solo centimetro agli invasori russi». Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram citato dai media ucraini. Il presidente ha poi assicurato che «l’Ucraina si ricorderà sempre di tutto il suo popolo, proteggerà il suo popolo e darà libertà e forza a tutte le sue città». Nel corso della giornata Zelensky ha incontrato - insieme al ministro degli esteri Dmytro Kuleba -, il ministro degli Affari esteri del Giappone Hayashi Yoshimasa. L’incontro si è concentrato sull’avvio ai negoziati per un accordo bilaterale sulle garanzie di sicurezza come seguito alla Dichiarazione del G7.
Ore 19:30 - Filorussi: «Incendio in una base militare in Crimea»
Un incendio è divampato in una base militare a Simferopoli, nella Crimea occupata dai russi. Lo riferisce su Telegram Oleg Kryuchkov, consigliere del governatore filorusso della Crimea. Secondo Kryuchkov, «qualsiasi incendio a Simferopoli, la propaganda ucraina cerca di trasformarlo in una “vittoria”. Non funzionerà». Il consigliere filorusso, però, non spiega i motivi del fuoco, limitandosi a dire che si tratta di un «normale incendio domestico».
Ore 20:13 - Nyt, «Un trafficante di armi Usa realizza milioni in Ucraina»
Marc Morales, incriminato dal Dipartimento di Giustizia nel 2009 per riciclaggio di denaro, è uno dei più importanti fornitori di armi di Kiev. Un uomo - riporta il New York Times - su cui fa “affidamento” anche il Pentagono che, per la guerra in Ucraina, dipende anche da poco noti trafficanti di armi che hanno contatti a livello mondiale per assicurarsi munizioni. Il ruolo di Morales mette in evidenza il difficile equilibrio degli Stati Uniti e dell’Ucraina nel conflitto, e rappresenta un test per le loro leggi anti corruzione. Morales, come altri trafficanti, lavora nell’ombra in Ucraina, dove ha costruito un business da 200 milioni di dollari per la vendita di munizioni. Una cifra che si somma ai contratti da un miliardo che gli sono stati assegnati dal Pentagono per le munizioni. A caccia di armi per Kiev e riluttante a impegnare truppe proprie, l’amministrazione Biden ha bisogno di uomini come Morales che hanno dimostrato in Afghanistan e in Siria di riuscire ad acquistare e consegnare armi.
Il legale della società di Morales Global Ordnance, Bryan Van Brunt, precisa con il New York Times che l’azienda segue la legge. «Contrariamente a quello che si vede nei film, il successo di lungo termine dipende dal conoscere, rispettare e seguire le regole di tutti i paesi coinvolti», ha detto. Uno degli uomini chiave di Morales in Ucraina sarebbe Vladimir Koyfman, l’ucraino-americano sergente delle forze di Kiev. Dopo aver trascorso anni come consulente della guardia nazionale dell’Ucraina, Koyfman si sarebbe arruolato quando la Russia ha invaso il paese e per Global Ordnance gestisce i contractor in Ucraina.
Ore 20:42 - Raid russo in un villaggio a Chenihiv, un ferito grave
«L'artiglieria russa ha colpisce oggi un villaggio nella comunità di Semenivka, nella regione di Chernihiv. Nel raid è rimasto ferito un anziano residente della zona». Lo riferisce la procura generale ucraina, scrive Ukrinform. Sotto la guida procedurale dell'ufficio del procuratore distrettuale di Novhorod-Siverskyi nella regione di Chernihiv, è stata avviata un'indagine ad hoc su quanto accaduto.
Ore 20:56 - Kiev: avanziamo vicino a Robotyne e Klishchiivka
Le forze di difesa ucraine stanno avanzando a sud di Robotyne, nella regione di Zaporizhzhia, e di Klishchiivka, nella regione del Donetsk. Lo riferisce su Facebook lo Stato maggiore delle Forze armate di Kiev. «Le forze di difesa dell'Ucraina continuano a condurre un'operazione offensiva nel settore di Melitopol e azioni offensive nel settore di Bakhmut. Hanno avuto successo nelle aree a sud di Robotyne e Klishchiivka, consolidando le loro posizioni, distruggendo il nemico e liberando gradualmente i territori occupati». Secondo lo Stato maggiore, durante la giornata si sono verificati 26 scontri in prima linea.
Ore 21:22 - Kiev: «Mosca ha schierato 420.000 soldati nelle zone occupate»
La Russia ha schierato più di 420.000 soldati nelle aree occupate dell'Ucraina orientale e meridionale. Lo ha detto oggi un generale dell'intelligence militare ucraina. «La Federazione Russa ha concentrato più di 420.000 soldati nei nostri territori temporaneamente occupati, compresa la Crimea», ha precisato in una conferenza Vadym Skibitsky, vice capo dell'intelligence presso il ministero della Difesa ucraino.
Ore 23:48 - Kiev: allarme aereo negli oblast di Chernihiv e Sumy al nord
L'aeronautica militare ucraina ha lanciato un allarme aereo nell'oblast di Chernihiv e nell'oblast di Sumy, nel nord del Paese a causa della minaccia dell'uso di droni d'attacco da parte dei russi. Lo riportano i media ucraini.
Ore 00:37 - Ondata di attacchi con droni russi nord dell’Ucraina, sirene anche a Kiev
Un allarme per attacco aereo è stato dichiarato in varie regioni del nord dell’Ucraina. Lo ha lanciato poco prima di mezzanotte, ora locale, il comando dell’Aeronautica Militare di Kiev attraverso il suo canale Telegram. Le regioni interessate dall’allerta sono quelle di Chernihiv, Sumy e Kiev a causa della minaccia di un attacco da parte di droni d’attacco unidirezionali.
«Caduta di detriti nei quartieri Sviatoshyn, Shevchenkiv e Podilsky della capitale ucraina. Tutti i servizi di emergenza sono sul posto». Lo ha detto il sindaco di Kiev, Vitaliy Klychko, in merito all'attacco con droni avvenuto in tarda serata sul nord dell'Ucraina, dove è entrata in azione la contraerea. Detriti in fiamme sono stati avvistati nel distretto di Solomyan. Nel distretto di Sviatoshyn - riferisce l'agenzia Unian - dei detriti sono caduti nell'area del Parco Sovki. «C'è un incendio, il Servizio di emergenza statale lavora sul posto. Non sono ancora arrivate informazioni su eventuali vittime» comunica l'amministrazione militare della città di Kiev.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 10 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di domenica 10 settembre. Dati parziali elezioni: il partito di Putin vince in 4 regioni ucraine. Bombe russe sul Kherson. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera domenica 10 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di domenica 10 settembre. Lula: «Nessun arresto per Putin se verrà al G20 di Rio». Ucraina: «Da inizio anno ricevuti aiuti per 30 miliardi di dollari»
• La dichiarazione del G20 senza menzionare «l’aggressione russa» è criticata da Kiev che afferma: «Nulla di cui essere orgogliosi».
• Gli Usa potrebbero inviare in Ucraina i missili Atacms a lungo raggio.
• Trovati nuovi frammenti di droni sul territorio della Romania.
• Console russo a Sala: «Milano dà spazio a nazifascisti di Azov». La città ha organizzato una mostra sui volti del battaglione Azov.
Ore 00:25 - Usa potrebbe fornire a Kiev missili a lungo raggio Atacms
L’Amministrazione potrebbe fornire all’Ucraina dei missili a lungo raggio Atacms: è quanto riferisce l’emittente televisiva statunitense Abc citando fonti governative e precisando che i primi missili potrebbero arrivare nel giro di pochi mesi. Kiev chiedeva da tempo delle armi a lungo raggio, malgrado le perplessità degli alleati che temono un eventuale utilizzo per colpire bersagli in territorio russo - eventualità che le autorità ucraine hanno sempre dichiarato di voler comunque evitare.
Ore 00:44 - Console russo a Sala: «Milano dà spazio a nazifascisti di Azov»
«Si parla molto di pace in Ucraina. Risulta che la città metropolitana di Milano, uno dei centri culturali, economici e politici più importanti in Europa, dà il palco per esibirsi alle forze più tenebri di matrice nazifascista. Così si scoraggia la soluzione molto ambita». Lo scrive il console generale russo a Milano, Dmitry Shtodin, in una lettera via social al sindaco Giuseppe Sala sul patrocinio alla mostra fotografica «Eye of Mariupol», esprimendo «profondo sdegno» per la decisione del Comune «di dare spazio all’unità militare ucraina Azov, nota per le sue stragi commesse non solo a Mariupol, ma in tutto il Donbass».
Ore 01:00 - Modi: «Consenso sulla dichiarazione finale del G20»
È stato raggiunto il consenso sulla dichiarazione finale del G20 in corso a New Delhi. Lo ha annunciato il primo ministro indiano Narendra Modi aprendo la seconda sessione dei lavori.
I leader del G20 hanno concordato e adottato la dichiarazione congiunta dopo aver risolto le divergenze finali sui riferimenti all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, secondo quanto annunciato da Modi. «Grazie al duro lavoro del nostro team e con il vostro sostegno, c'è un consenso sulla dichiarazione del vertice dei leader del G20 di New Delhi - ha detto il premier indiano -. Annuncio l'adozione della dichiarazione», ha aggiunto, battendo un martelletto cerimoniale. I dettagli del comunicato finale devono essere ancora resi pubblici, ma negli ultimi anni è stato sempre più difficile trovare un consenso a causa delle divergenze tra i Paesi che compongono il gruppo delle principali economie sviluppate ed emergenti, accentuatesi con l'aggressione della Russia all'Ucraina. Amitabh Kant, lo sherpa che per l'India ha gestito il corposo dossier sulla dichiarazione finale, ha affermato che le discussioni di sabato hanno dimostrato che quest'anno il summit G20 è stato il più «ambizioso» della sua storia. «Abbiamo più che raddoppiato il lavoro sostanziale delle presidenze precedenti», ha rivendicato in un post su X.
Ore 01:24 - Il G20 condanna l’uso della forza in Ucraina, ma non cita Mosca
Nella dichiarazione finale il G20 denuncia «l’uso della forza» in Ucraina per conquiste «territoriali», ma il testo non menziona in forma esplicita l’aggressione della Russia. Per altro verso, i leader denunciano che le «crisi a cascata» rappresentano una minaccia per la crescita globale a lungo termine.
Ore 01:55 - Trovati nuovi frammenti di droni russi in Romania
Nuovi frammenti di droni sono stati trovati sul territorio della Romania, vicino al confine con l’Ucraina. Lo fa sapere il ministero della Difesa rumeno che ha descritto i frammenti come appartenenti a droni «simili a quelli usati dall’esercito russo». I frammenti sono stati rinvenuti a circa due chilometri e mezzo a sud-est del villaggio rumeno di Plauru, che si trova sulla sponda opposta del Danubio rispetto al porto ucraino di Izmail. Secondo il presidente rumeno Klaus Iohannis «c’è stata una violazione dello spazio aereo sovrano della Romania, un alleato della Nato, con rischi reali per la sicurezza dei cittadini rumeni nell’area». Iohannis ha telefonato al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg per informarlo dei frammenti ritrovati.
Ore 02:17 - Gli Usa potrebbero inviare in Ucraina i missili Atacms a lungo raggio, finora «fermati» da veti e timori
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I razzi a lungo raggio sono l’arma più richiesta da Kiev e forse potrebbero arrivare: secondo alcuni fonti saranno nel prossimo pacchetto di aiuti stanziato dall’amministrazione americana. La prudenza è d’obbligo visto il passo lento di Washington tra veti, mezze promesse, timori.
Ore 02:39 - Kiev: «Nel testo del G20 non c’è nulla di cui essere orgogliosi»
«L’Ucraina è grata ai partner che hanno cercato di includere una formulazione forte nel testo. Allo stesso tempo, per quanto riguarda l’aggressione della Russia contro l’Ucraina, il Gruppo dei 20 non ha nulla di cui essere orgoglioso». Lo ha detto Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli Esteri ucraino riferendosi al fatto che nella dichiarazione del G20 si denuncia l’uso della forza in Ucraina per conquiste territoriali senza menzionare in forma esplicita l’aggressione della Russia.
Ore 03:30 - G20 India, raggiunto un accordo per la dichiarazione congiunta: non si parla di «aggressione russa» per la guerra in Ucraina
(di Viviana Mazza) Il comunicato congiunto che sembrava impossibile è arrivato dal G20 un giorno prima del previsto. A dare l’annuncio è stato il padrone di casa, il premier indiano Narendra Modi, che tra gli applausi ha battuto la mano sul tavolo almeno sette volte. Il premier ha scritto su Twitter/X: «Con l’adozione della dichiarazione dei Leader di New Delhi è stata fatta la Storia».
Ore 03:51 - Ondata di attacchi con droni russi nord dell’Ucraina, sirene anche a Kiev
Un allarme per attacco aereo aereo è stato dichiarato in varie regioni del nord dell’Ucraina. Lo ha lanciato poco prima di mezzanotte, ora locale, il comando dell’Aeronautica Militare di Kiev attraverso il suo canale Telegram. Le regioni interessate dall’allerta sono quelle di Chernihiv, Sumy e Kiev a causa della minaccia di un attacco da parte di droni d’attacco unidirezionali.
«Caduta di detriti nei quartieri Sviatoshyn, Shevchenkiv e Podilsky della capitale ucraina. Tutti i servizi di emergenza sono sul posto». Lo ha detto il sindaco di Kiev, Vitaliy Klychko, in merito all'attacco con droni avvenuto in tarda serata sul nord dell'Ucraina, dove è entrata in azione la contraerea. Detriti in fiamme sono stati avvistati nel distretto di Solomyan. Nel distretto di Sviatoshyn - riferisce l'agenzia Unian - dei detriti sono caduti nell'area del Parco Sovki. «C'è un incendio, il Servizio di emergenza statale lavora sul posto. Non sono ancora arrivate informazioni su eventuali vittime» comunica l'amministrazione militare della città di Kiev.
Ore 05:07 - Kiev, abbattuti oltre venti droni russi nella notte
Le forze di difesa aerea ucraine hanno abbattuto più di due dozzine di droni in un attacco contro Kiev durante la notte. Lo hanno reso noto le autorità cittadine. «I droni sono entrati nella capitale in gruppi e da diverse direzioni», ha scritto su Telegram Sergiy Popko, capo dell’amministrazione militare della città di Kiev.
«Le forze di difesa aerea sono riuscite a distruggere più di due dozzine di Uav nemici (veicoli aerei senza pilota)», ha detto, aggiungendo che il numero esatto sarà annunciato dall’aeronautica ucraina. Le autorità avevano esortato le persone a rimanere nei rifugi mentre il sistema di difesa aerea faceva piovere detriti sulla capitale.
Ore 05:54 - Mosca: colpiti motoscafi con squadra da sbarco nel mar Nero diretti sulle coste della Crimea
- Le forze armate russe nel Mar Nero hanno distrutto tre motoscafi che trasportavano un gruppo militare ucraino da sbarco in Crimea. Lo ha riferito - come riporta la Tass - il ministero della Difesa russo.
«Questa mattina - hanno detto le autorità militari russe - gli aerei dell’aviazione navale della flotta del mar Nero hanno distrutto tre imbarcazioni militari ad alta velocità della “Willard Sea Force”, di fabbricazione statunitense, con una squadra di sbarco delle forze armate ucraine. È avvenuto nella parte occidentale del Mar Nero, a nord-est dell’isola Zmeiny. Le barche erano dirette verso la costa della Crimea».
Ore 07:31 - Kiev: «Nella notte abbattuti 25 droni russi»
Le forze russe hanno attaccato l’Ucraina nella notte con 32 droni kamikaze Shahed-136/131, 25 dei quali sono stati abbattuti dalla difesa aerea ucraina: la maggior parte dei velivoli senza pilota era diretta verso Kiev e la regione della capitale. Lo ha reso noto l’esercito, come riporta Rbc-Ucraina.
Ore 07:56 - La Russia abbatte 8 droni ucraini in Crimea
I sistemi di difesa antiaerea russi hanno abbattuto stamani otto droni ucraini in prossimità della penisola di Crimea, ha informato il Ministero della Difesa russo. «Nella notte del 10 settembre è stato vanificato un tentativo del regime di Kiev di portare a termine un attacco terrorista con mezzi aerei senza pilota contro installazioni nel territorio della Federazione Russa», ha comunicato il Ministero in messaggio via Telegram. Nello stesso testo ha specificato che, in totale, «otto velivoli senza pilota sono stati distrutti dai sistemi di difesa antiaerea sulle acque del Mar Nero, vicino alla costa della Repubblica di Crimea». Inoltre il Ministero ha comunicato, in un altro messaggio, che aerei russi hanno distrutto, nei pressi dell’isola di Zeimniy, «tre imbarcazioni militari ad alta velocità di fabbricazione Usa, Willard Sea Force, con truppe da sbarco delle forze armate ucraine, che viaggiavano in direzione della costa della Crimea».
Ore 08:03 - Bombe russe sul Kherson: ferita una donna
Una donna è rimasta ferita questa mattina in seguito a un attacco russo nella città di Kherson, nell’Ucraina meridionale: lo riporta Rbc-Ucraina. L’attacco, avvenuto intorno alle 7:00 (le 6:00 in Italia), ha colpito una scuola e un’abitazione nel centro della città.
Ore 08:13 - Lula: «Nessun arresto per putin se verrà al G20 di Rio»
Il presidente russo Vladimir Putin, su cui pende un mandato di cattura della Corte penale internazionale per la guerra contro l’Ucraina, non sarà arrestato qualora decidesse di partecipare al vertice del G20 di Rio de Janeiro del 2024, sotto la guida del Brasile. Lo ha affermato ai media indiani il presidente Luiz Inacio Lula da Silva, anticipando di avere l’intenzione di spedire l’invito a Mosca per il prossimo G20. Sia l’India sia il Brasile sono firmatari dell’accordo che diede vita alla Corte penale internazionale che ha emesso il mandato a marzo per l’accusa di deportazione illegale di bambini ucraini, un crimine di guerra.
Ore 08:34 - Kiev: «Nei territori occupati schierate 420 mila truppe russe»
La Russia ha schierato più di 420.000 truppe nei territori ucraini occupati, compresa la Crimea: lo ha reso noto il vice capo dell’intelligence militare ucraina (Gur), Vadym Skibitskyi, come riporta Ukrainska Pravda. Skibitskyi ha osservato che le ostilità si concentrano attualmente soprattutto in due aree, Kupyansk-Lyman e Maryinka-Donetsk, poiché Mosca punta a raggiungere i confini amministrativi delle regioni di Lugansk e Donetsk.
Ore 09:16 - Sullivan (Usa) elogia la dichiarazione del G20: «Difende la sovranità degli Stati»
Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha elogiato la dichiarazione finale del vertice del G20 a Nuova Delhi, spiegando che è stato fatto “un ottimo lavoro nel difendere il principio secondo cui gli stati non possono usare la forza per cercare di acquisire territori o per violare l’integrità territoriale e la sovranità o l`indipendenza politica di altri stati”. La dichiarazione, secondo Sullivan, rappresdenta inoltre una “significativa pietra miliare per la presidenza dell’India, e un voto di fiducia che dimostra come il G20 possa unirsi per far fronte ad una gamma di pressanti questioni”. Anche Germania e Gran Bretagna hanno elogiato la risoluzione, ma l’Ucraina ha affermato che “non c`è nulla di cui essere orgogliosi”.
Ore 09:45 - Russia, stretta comunicazione con la Cina per una soluzione in Ucraina
Russia e Cina mantengono una stretta comunicazione sulle questioni relative a una soluzione del conflitto in Ucraina e questi contatti si svolgono in un’atmosfera di fiducia: lo ha detto alla Ria Novosti Georgiy Zinoviev, direttore del primo dipartimento asiatico del Ministero degli Esteri russo. «Russia e Cina continuano a mantenere stretti contatti in modo confidenziale e tempestivo sulle questioni relative alla soluzione ucraina, discutendo tutti gli eventi principali su questo percorso», ha detto Zinoviev, osservando che la Russia apprezza gli sforzi della Cina volti a trovare una soluzione pacifica alla crisi ucraina.
Ore 10:17 - Lula: «Le questioni geopolitiche non devono dividere il G20»
Le questioni geopolitiche non dovrebbero colpire i lavori del G20. «Non possiamo lasciare che sequestrino l’agenda delle sue discussioni», ha detto il presidente brasiliano Lula, raccogliendo la guida del gruppo per il 2024 dal premier indiano Modi, dopo le tensioni sull’Ucraina. «Non abbiamo interessi a un G20 diviso. Abbiamo bisogno di pace e cooperazione, non di conflitto». E «saremo in grado di affrontare i problemi se risolviamo le disuguaglianze: di reddito, di accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione, al cibo, al genere, alla razza e persino di rappresentanza, all’origine delle anomalie».
Ore 10:18 - Kiev, abbattuti 26 su 33 droni lanciati dai russi
Questa notte le forze armate ucraine hanno distrutto 26 dei 33 droni lanciati dall’esercito russo contro la regione di Kiev. Lo ha affermato in un messaggio su Telegram l’aeronautica delle forze armate ucraine, come riporta Ukrinform. I detriti di 20 droni abbattuti sopra la capitale sono caduti sui quartieri Svyatoshynsky, Shevchenkivsky e Podilsky. Non ci sono edifici danneggiati e soltanto una persona risulta ferita.
Ore 10:24 - Liberati 1.5 km quadrati di territorio a Robotyne
L’esercito ucraino ha guadagnato altri 1,5 chilometri quadrati di territorio nel distretto di Robotyne, in direzione di Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia: lo ha detto il portavoce delle forze di difesa dell’area di Tavria, Oleksandr Shtupun, come riporta Rbc-Ucraina. «Continuiamo i piccoli progressi nel distretto di Robotyne - ha affermato a United News -. Circa 1,5 chilometri quadrati del nostro territorio ucraino sono stati liberati». Allo stesso tempo, ha aggiunto, «l’esercito ucraino ha respinto circa 15 tentativi di attacchi nemici nella zona di Maryinka. Gli occupanti non cessano di cercare di prendere le rovine di quella che era la città di Maryinka».
Ore 10:39 - L’intelligence di Kiev: «La guerra non durerà a lungo»
Non condivido l’opinione che questa sarà una guerra lunga. Questa è la mia opinione personale, basata sull’analisi dei dati che abbiamo, prima di tutto, sul nemico». Lo ha detto il capo dell’intelligence della Difesa dell’Ucraina, Kyrylo Budanov, come riporta Unian. «Se si parla di sei mesi, sette mesi, un anno, e si pensa che questo sia un tempo lungo, allora è chiaro che si avrà ragione», ha precisato.
Ore 10:40 - Ucraina: «Da inizio anno ricevuti aiuti per 30 miliardi»
30 miliardi di dollari in aiuti dai partner internazionali: lo ha detto il premier del Paese, Denys Shmyhal, nel suo intervento alla Conferenza Yes-Yalta european strategy in corso a Kiev. Lo riporta Ukrinform. «Nei primi 8 mesi e mezzo di quest’anno, abbiamo già ricevuto 30 miliardi di dollari», ha detto Shmyhal, ricordando che il Fondo monetario internazionale ha già approvato un programma quadriennale del valore di 15,6 miliardi di dollari per l’Ucraina, mentre l’Unione Europea sta lanciando un piano speciale quadriennale del valore di 50 miliardi di dollari. L’Ucraina, ha aggiunto, collabora anche con la Norvegia e il Giappone, che stanno sviluppando strumenti di sostegno finanziario a lungo termine per il Paese per un totale rispettivamente di 5,5 e 7,5 miliardi di dollari.
Ore 10:51 - Lavrov: «L’Occidente non è riuscito a “ucrainizzare” il G20»
I paesi occidentali non sono riusciti a «ucrainizzare» l’agenda del vertice del G20 sostiene Sergei Lavrov, a Nuova Delhi al posto del presidente Vladimir Putin. «Grazie ad una posizione consolidata del Sud del mondo a difesa dei suoi interessi legittimi, è stato possibile impedire in larga misura il successo del tentativo dell’Occidente di ucrainizzare nuovamente l’intera agenda a scapito della discussione sui problemi urgenti dei Paesi in via di sviluppo», ha affermato il capo della diplomazia di Mosca. Poi, parlando della dichiarazione finale, Lavrov ha sostenuto che «la crisi ucraina viene citata, ma solo nel contesto della necessità di risolvere tutti i conflitti esistenti nel mondo e di risolverli in conformità con tutti gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite».
Ore 12:04 - Operatrice umanitaria spagnola uccisa in Ucraina
Un’operatrice umanitaria volontaria spagnola è stata uccisa in Ucraina dopo che il veicolo su cui viaggiava è stato colpito da un proiettile: lo ha reso noto oggi il ministro degli Esteri, Jose Manuel Albares. «Un proiettile è caduto sul veicolo in cui viaggiava questa cittadina spagnola. Stava lavorando presso una ong che si occupa della situazione umanitaria in Ucraina e abbiamo avuto conferma verbale della sua morte», ha dichiarato Albares ai giornalisti presenti al vertice del G20 in India.
Ore 12:23 - Papa: «Alla forza delle armi opponiamo la forza della carità»
«Sentiamoci chiamati a opporre alla forza delle armi quella della carità, alla retorica della violenza la tenacia della preghiera. Facciamolo per tanti Paesi che soffrono a causa della guerra. Intensifichiamo la preghiera per la martoriata Ucraina che sta soffrendo tanto». Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell’Angelus in piazza San Pietro.
Ore 12:41 - Macron: «Il G20 ha confermato l'isolamento della Russia»
Il G20 a Nuova Delhi «ha confermato l'isolamento della Russia. Ieri e oggi una schiacciante maggioranza dei membri del G20 ha condannato la guerra in Ucraina e i suoi impatti». Lo dice il presidente francese Emmanuel Macron, in conferenza stampa al termine del summit in India. «Abbiamo largamente trattato delle conseguenze economiche e alimentari di questa guerra - continua - per conservare l'unità del pianeta: l'insieme del G20 si impegna per i principi di una pace giusta e durevole, insisto su questi termini, in Ucraina, conforme alla carta delle Nazioni Unite, cioè al principio di integrità territoriale che è stato violato dalla Russia diciotto mesi fa», conclude
Ore 12:50 - Kiev accusa: «I russi intercettano le telefonate a caccia di dissidenti»
Le forze russe hanno installato nella città di Melitopol occupata, nella regione ucraina di Zaporizhzhia, antenne della telefonia mobile per intercettare le telefonate dei residenti e scovare eventuali «dissidenti»: lo ha riferito il sindaco in esilio, Ivan Fedorov, come riporta il Kyiv Independent. Due di queste antenne appena installate si trovano vicino a un ospedale e a una scuola, ha precisato Fedorov spiegando che i russi «tengono d'occhio i "dissidenti"» e hanno anche installato telecamere di sorveglianza in tutta la città.
Ore 13:36 - Il governatore di Belgorod: «Abbattuto un drone»
Il governatore della regione russa di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, ha reso noto oggi sul suo canale Telegram che il sistema di difesa aerea regionale ha abbattuto oggi «un drone di tipo aereo». «Secondo le informazioni preliminari, non ci sono state vittime - ha aggiunto -. Uno dei frammenti (del drone) è caduto nell'orto di una proprietà residenziale privata. Tutti i servizi operativi sono sul posto».
Ore 13:36 - Erdogan: «Non emarginare la Russia nell'accordo sul grano»
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha chiesto che la Russia non venga «emarginata» nei colloqui per rilanciare l'accordo per l'esportazione di grano ucraino attraverso il Mar Nero. «Nessun processo che emargini la Russia sull'iniziativa del grano del Mar Nero sarà praticabile», ha detto Erdogan ai giornalisti dopo la chiusura del vertice del G20 a Nuova Delhi, annunciando un prossimo incontro sulla questione tra i rappresentanti di Russia, Ucraina e Nazioni Unite, senza specificare una data o un luogo preciso.
Ore 14:25 - La Romania convoca l'incaricato d'affari russo per la violazione dello spazio aereo con i droni
Il ministero degli Esteri della Romania ha convocato l'incaricato d'affari russo «per la violazione dello spazio aereo rumeno dopo la scoperta di frammenti di droni vicino alla frontiera con l'Ucraina, simili a quelli usati dalle forze russe per l'aggressine all'Ucraina». Lo rende noto un comunicato del ministero, citato dal sito rumeno Digi24. In questa occasione, il segretario di stato per gli Affari strategici Julian Fota ha espresso all'incaricato d'affari russo la condanna di Bucarest per «i sistematici, ingiustificati e barbari attacchi delle forze russe contro la popolazione ucraina e le infrastrutture civili, comprese quelle sul Danubio vicino al confine rumeno, che minacciano i cittadini rumeni».
Ore 14:26 - Putin a colloquio con il presidente del Mali: «Approfondire l'interazione»
Il presidente russo Vladimir Putin e quello ad interim del Mali, Assimi Goita, hanno avuto oggi un colloquio telefonico durante il quale hanno discusso delle misure per «sviluppare ulteriormente l'interazione in vari settori, compresa la lotta al terrorismo». Lo ha riferito il Cremlino, citato dall'agenzia Interfax. Quanto alla situazione in Niger, Putin e Goita hanno concordato che la situazione in quel Paese «deve essere risolta attraverso mezzi politici e diplomatici».
Ore 14:41 - Bombe aeree guidate di Mosca all'Isola dei Serpenti
Nella notte le forze russe hanno condotto un attacco aereo con bombe guidate in direzione dell'Isola dei Serpenti, nel Mar Nero. Lo affermano su Telegram le Forze di difesa dell'Ucraina meridionale riportando che la situazione operativa nell'area di loro responsabilità rimane «stabilmente tesa». Secondo quanto riportato dall'unità, il gruppo navale dei russi è stato dispiegato «per un totale di 10 navi, di cui 9 nel Mar Nero e 1 nel Mar d'Azov», e «i lanciamissili sono stati portati nei loro punti di base». «Il nemico continua a mantenere l'attività dell'aviazione tattica sul Mar Nero» hanno concluso.
Ore 14:57 - G20, Lavrov: «Nessun contatto con la delegazione Usa»
Lavrov ha dichiarato di non aver avuto nessun contatto con la delegazione americana in occasione del G20 a Nuova Delhi. «Per quanto riguarda i contatti bilaterali, no, non abbiamo comunicato», ha detto Lavrov, citato dalla Tass, in riferimento agli americani. A marzo, durante il vertice dei ministri degli Esteri del G20 a Nuova Delhi, Lavrov aveva avuto un breve colloquio di 10 minuti con il collega americano Antony Blinken, il primo dall'invasione russa dell'Ucraina.
Ore 15:05 - Crosetto risponde a Podolyak: «Penso che il Papa possa mediare»
«Dico che secondo me il Papa può mediare in un percorso di pace». Così il ministro della Difesa Guido Crosetto intervistato alla festa del Fatto a chi gli ha chiesto di replicare alle parole di Mykhailo Podolyak, capo consigliere di Zelensky, il quale aveva affermato che in «un ruolo di mediazione il Papa è non credibile, è filorusso».
Ore 16:05 - Il generale russo Surovikin guiderà il coordinamento di Difesa aerea Csi
Il generale russo Sergei Surovikin, scomparso dalle scene dopo l’insurrezione della Wagner, è stato nominato capo del comitato di coordinamento della Difesa aerea della Comunità degli Stati Indipendenti (Csi), organizzazione che riunisce la Russia e altre otto ex repubbliche sovietiche. Lo scrive la piattaforma russa filogovernativa EurAsia Daily, spiegando che l’incarico è stato approvato all’unanimità dai ministri della Difesa della Csi. Al momento non vi sono commenti del Cremlino in merito alla nomina. Noto come «generale Armageddon» o «il macellaio di Aleppo», per il suo comando di truppe russe nella guerra civile siriana, Surovikin è stato il comandante in capo dell’esercito russo in Ucraina dall’ottobre 2022 al gennaio 2023.
Era considerato il principale alleato del capo della Wagner Prigozhin, nel suo scontro con il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo di stato maggiore Valery Gerasimov. Dopo la rivolta della Wagner in giugno, malgrado avesse pubblicamente condannato l’insurrezione di Prigozhin, Surovikin è scomparso dalla scena pubblica mentre girava la voce che fosse agli arresti domiciliari. Il 23 agosto, poche ore prima che Prigozhin morisse nello schianto del suo aereo, è stata annunciata la destituzione di Surovikin dal suo ruolo di comandante delle forze aerospaziali russe. Il 4 settembre la giornalista russa Xsenia Sobchak ha diffuso una sua foto mentre passeggia in abiti civili con la moglie a Mosca.
Ore 17:59 - Punto militare | Il gruppo della Crimea che aiuta la resistenza ucraina
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Sono gli occhi e il braccio di Kiev nelle zone occupate, osservano e colpiscono quando ne hanno la possibilità. Parliamo dei membri di Atesh, gruppo della resistenza formato in gran parte da tatari della Crimea. Una spina nel fianco. Il comando russo, secondo diverse fonti, ha deciso di ridurre il numero dei check point nella regione di Zaporizhzhia per ridurre i rischi dei soldati. I militari sono stati concentrati attorno alle posizioni più importanti mentre i rifornimenti sono trasferiti in convogli (più difficili da assaltare). Nelle ultime settimane sarebbero aumentati gli attacchi da parte dei «partigiani» alle linee usate dagli invasori: camion distrutti, agguati, sabotaggi, mosse di disturbo.
Ore 18:14 - Kiev: «Niente negoziati con Mosca, va isolata e sconfitta»
«Smettetela di assecondare i mostri. Smettetela di flirtare con i maniaci ignorando le loro vere intenzioni. Smettetela di pensare che sia possibile negoziare con la Russia e che sia importante. La decisione sulla Russia deve ancora essere presa: isolamento geopolitico, status di terrorista, sospensione dell'appartenenza a organizzazioni globali, mandati di arresto individuali per alti funzionari. E, soprattutto, la sconfitta nella guerra seguita dalla trasformazione interna». Lo afferma su X Mykhailo Podolyak, capo consigliere del presidente ucraino Zelensky.
Ore 18:52 - Dati parziali: il partito di Putin vince in 4 regioni ucraine
Secondo i risultati parziali, il partito Russia Unita del presidente Vladimir Putin si avvia ad ottenere una vittoria schiacciante nelle elezioni amministrative svoltesi per la prima volta nelle quattro regioni ucraine annesse lo scorso anno. Russia Unita, secondo i dati riferiti dall'agenzia Ria Novosti, si aggiudica l'80% nella regione di Zaporizhzhia, il 74% in quella di Kherson, il 75% nel Lugansk e il 79% nel Donetsk.
Ore 19:15 - Schlein: «Pd a fianco di Kiev, chiediamo a Ue uno sforzo per una pace giusta»
«L'aggressione russa all'Ucraina ha riportato indietro le lancette della storia. Il Pd sostiene convintamente il popolo ucraino nel suo diritto all'autodifesa, non possiamo accettare l'invasione criminale di Putin. Al contempo continuiamo a chiedere all'Ue uno sforzo diplomatico e politico, per una pace giusta. Abbiamo accolto con grande speranza il tentativo di Papa Francesco e del cardinale Zuppi». Così Elly Schlein alla festa dell'Unità a Ravenna.
Ore 23:35 - Zelensky: «Cooperante spagnola uccisa da un razzo anticarro»
Il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha ricordato oggi l'operatrice umanitaria spagnola Emma Igual, morta insieme al canadese Anthony Ihnat in un attacco russo, e ha spiegato che è stato un missile anticarro a colpire il veicolo di questi operatori umanitari. «Oggi vicino alla città di Chasiv Yar, nella regione di Donetsk, i terroristi russi hanno attaccato un'auto di volontari. Colpita direttamente da un sistema missilistico anticarro». Aggiungendo: «In questo momento si sa con certezza che il canadese Anthony Ihnat è morto. Purtroppo è probabile che anche la spagnola Emma Igual sia morta. Le mie condoglianze alla famiglia». Le autorità spagnole hanno confermato la morte di un'operatrice umanitaria spagnola in Ucraina, senza fornirne l'identità.
Krym Nash. A Chernihiv c’è il futuro dell’Ucraina (e il passato della Russia). Christian Rocca su L'Inkiesta l'11 Settembre 2023
In via Chornovola, la strada dedicata a un dissidente sovietico diventato eroe dell’indipendenza ucraina, tre edifici bombardati raccontano che le stragi, le devastazioni e l’imperialismo del Cremlino non piegheranno la tenacia, la solidità e la vitalità di un grande popolo. A cominciare dalla Crimea
A nord est di Kyjiv, a cinquanta chilometri dal confine con la Bielorussia, c’è Chernihiv: una città ricca di attività culturali, ottimi ristoranti e prezzi convenienti dove i kyjivaiani amano trascorrere i weekend. Chernihiv è stata assediata e bombardata dai russi dal 24 febbraio al 4 aprile 2022, e poi ancora nell’agosto di quest’anno, un mese fa.
I russi hanno mirato e colpito edifici civili, biblioteche, impianti sportivi, teatri, con il loro tradizionale e delicato modo di esprimere amicizia e solidarietà al popolo fratello.
Questa è la storia plurisecolare dell’imperialismo russo, l’unico sulla faccia della terra mai redento, mai pentito, mai liberatosi del peccato originale. È come se l’Italia oggi pretendesse militarmente, politicamente e culturalmente di riprendersi l’Abissinia o la Libia o l’Albania, inquinando con fake news e infarcendo di agenti del caos una narrazione predatoria per convincere il resto del mondo che quelli sarebbero territori nostrani, che ci spetterebbero sin dai tempi dei romani e della grande tradizione culturale del Fascismo, e che gli abitanti delle ex colonie non avrebbero nessun diritto, nemmeno quello all’esistenza.
Questo è quello che succede ogni giorno in Ucraina da oltre un anno e mezzo, un classico armamentario di frottole culturali sull’amicizia e la fratellanza, “dalla Russia con amore” e altri crimini imperialisti che a Chernihiv hanno ucciso settecentocinquanta civili, senza contare gli anziani e i malati morti a causa della mancanza di assistenza, senza contare una lunga serie di suicidi, senza contare i soldati ucraini morti per difendere la città.
Chernihiv è una zona dell’Ucraina in cui si parla un misto di russo, di bielorusso e di ucraino, insomma uno di quei posti che secondo la propaganda del Cremlino, cui credono i fessi dei talk show italiani, qualche generale fellone e mezzo Parlamento, le armate di Putin avrebbero dovuto trovare rose e fiori al loro ingresso in città, in qualità di liberatori dal nazionalismo ucraino.
Maryna Knyr, direttrice della storica biblioteca della gioventù di Chernihiv, rifugiata della Crimea perché lì era perseguitata, parla russo, ma sta imparando l’ucraino e il suo oggi è un russo impastato di ucraino che più passano i giorni più perde le parole imperialiste e più conquista parole libere.
La biblioteca della gioventù si trova accanto allo stadio di Chernihiv, entrambe le strutture sono state devastate dai missili il 12 marzo 2022.
Tra le macerie prima della ingresso allo stadio c’è un pezzo di muro raffigurante il volto di Lenin: «È il destino giusto che si merita – dice Maryna Knyr – Non puoi sottrarti alla tua sorte, caro Lenin».
Maryna mostra l’edificio principale della biblioteca, già in via di ristrutturazione grazie a fondi privati americani, e poi i libri che sono stati salvati e accatastati nella palazzina ottocentesca di legno che si trova dall’altra parte della strada: «Nonostante tutto quello che avete visto, ci siamo rialzati dalle ginocchia e con tutte le libraie rimaste vive – dice Maryna non riuscendo a trattenere le lacrime – a novembre 2022 abbiamo rilanciato le attività perché ora c’è un disperato bisogno di recuperare lo spazio, i libri e noi stessi».
Le biblioteche colpite sono più d’una, come quella più centrale dedicata allo scrittore ucraino Mykhaylo Kotsyubynskyy, e i ragazzi straordinari del Pen Ukraine come Tetyana Teren, Maksym Sytnikov, Alim Aliev e tanti altri le visitano continuamente e le arricchiscono ogni volta di nuovi volumi.
In città ci sono edifici pubblici che dai bombardamenti russi hanno subìto danni equiparabili a quelli provocati dai nazisti durante seconda guerra mondiale. I sovietici, nel dopoguerra, li avevano ricostruiti e adesso i loro figli e nipoti russi hanno riportato a Chernihiv un annientamento uguale a quella nazista.
Nella piazza centrale c’è un grande teatro monumentale, il cui tetto è stato sventrato da un bombardamento russo un mese fa, il 19 agosto 2023. Altri sette morti, altri centoquarantaquattro feriti di cui quindici bambini.
In piazza non ci sono altri segni di questo ultimo bombardamento, se non una vetrata mantenuta a futura memoria ancora scheggiata nel favoloso ristorante tataro Sofra, la cui password per accedere al wi-fi è “Krym Nash”, “La Crimea è nostra”.
La gente si muove in monopattino come in una qualsiasi città europea, intorno alla piazza i giardini sono perfettamente curati, le rose profumate, i prati tagliati di fresco davanti alla chiesa barocca di Santa Caterina con le sue cinque cupole dorate opera dei cosacchi alla fine del Seicento.
Siamo in Europa, di fronte al teatro c’è un monumento ai caduti di Maidan uccisi perché difendevano il diritto di associarsi all’illuminismo europeo e di allontanarsi dalle tenebre russe.
Poco più avanti, in via Chornovola, la via dedicata al dissidente sovietico Vyacheslav Chornovil, eroe dell’Indipendenza ucraina, imprigionato nei lager russi e morto in un incidente stradale sospetto, c’è probabilmente il luogo simbolo di Chernihiv e dell’Ucraina di oggi.
Alle 12:17 del 3 marzo del 2022 sei bombe russe da mezzo quintale ciascuno hanno colpito due palazzi residenziali, un centro cardiologico e una grande farmacia che in quei giorni d’assedio faceva da centro di smistamento e di distribuzione, non solo di medicine ma anche di pane per la popolazione affamata. Al momento dell’esplosione c’era una lunga coda di civili in fila per il pane. Quarantasette persone sono state uccise.
Stragi come queste della farmacia di via Chornovola, i russi ne hanno provocate a decine in tutta l’Ucraina, l’ultima delle quali – proprio mentre visitavo la farmacia e i palazzi colpiti – al mercato di Kostiantynivka, nella regione di Donetsk che i criminali russi pretendono di difendere (diciassette morti civili, invece).
La testimonianza visiva dell’aggressione russa all’Ucraina nella via Chornovola di Chernihiv mi è sembrata la fotografia esatta dell’Ucraina contemporanea: la farmacia sventrata è il memoriale per non dimenticare l’orrore; uno dei due edifici residenziali è in attesa di essere demolito perché impossibile da recuperare; mentre l’altro è stato ristrutturato in meno di un anno e mezzo, a guerra ancora in corso, ed è splendido e splendente, sembra fiero e indistruttibile proprio perché ha radici e fondamenta in una tragedia indelebile.
Immagino i morti in coda per il pane, guardo l’edificio reso inutilizzabile dai russi e che per questo sarà abbattuto, ammiro il palazzo già rimesso a nuovo e vedo in un solo luogo – nella strada dedicata a un eroe antitotalitario – la memoria, la tenacia e il futuro del popolo ucraino.
Guerra Ucraina - Russia, le news dell’11 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie dell’11 settembre. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera lunedì 11 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di lunedì 11 settembre. Kiev: «Abbattuti 26 droni russi su 33. Nel Donetsk liberati il villaggio di Opytne e 2km quadrati nell’area di Bakhmut»
• Il Segretario di Stato Usa: «Kiev pronta se Putin ricorresse a diplomazia». Zelensky Smentisce: «Brutto momento per negoziare».
• Esercito ucraino: «Nuova mobilitazione pr Mosca. Oltre 700mila persone per compensare le perdite subite».
• Kiev: «Riconquistate piattaforme petrolifere al largo della Crimea».
• Mosca installa nuovi siti militari al confine con la Finlandia.
• Possibile incontro Putin-Kim tra domani e mercoledì.
• Sobyanin confermato sindaco di Mosca con il 76,39% dei voti.
Ore 00:17 - Zelensky: attacco russo ha ucciso un cooperante canadese e una spagnola
Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha ricordato oggi l’operatrice umanitaria spagnola Emma Igual, morta insieme al canadese Anthony Ihnat in un attacco russo, e ha spiegato che è stato un missile anticarro a colpire il veicolo di questi operatori umanitari. «Oggi vicino alla città di Chasiv Yar, nella regione di Donetsk, i terroristi russi hanno attaccato un’auto di volontari. Colpita direttamente da un sistema missilistico anticarro». «In questo momento si sa con certezza che il canadese Anthony Ihnat è morto. Purtroppo è probabile che anche la spagnola Emma Igual sia morta. Le mie condoglianze alla famiglia», ha aggiunto il presidente. Le autorità spagnole hanno confermato la morte di un’operatrice umanitaria spagnola in Ucraina, ma non hanno fornito la sua identità.
Ore 02:23 - Mosca: «Abbattuti due droni ucraini»
Il Ministero della Difesa della Russia ha annunciato di aver abbattuto due droni ucraini nei cieli della Regione di Belgorod.
Ore 06:37 - Blinken: Kiev disposta a negoziare se la Russia mostrerà interesse
Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha detto di essere convinto che l’Ucraina sia pronta a negoziare con la Russia, se Mosca dimostrerà interesse per una soluzione diplomatica del conflitto in corso in Europa orientale. Intervistato dall’emittente televisiva «Abc News», Blinken ha dichiarato che «per ballare il tango bisogna essere in due. Al momento non abbiamo indicazioni che (il presidente russo) Vladimir Putin sia interessato ad un confronto diplomatico significativo. Se lo fara’, penso che gli ucraini saranno i primi a confrontarsi, e noi saremmo immediatamente dietro di loro». Il segretario di Stato ha aggiunto che «tutti vogliono che questa guerra finisca, ma deve succedere secondo termini giusti e durevoli che riflettano la sovranità e l’integrita’ territoriale dell’Ucraina».
Ore 07:24 - Russia andata e ritorno. I viaggi di Liuba e delle altre donne ucraine: «Superiamo il muro della guerra»
(Di Marta Serafini, inviata a Odessa) Affari o motivi di famiglia, a bordo di minivan organizzati da agenzie online: «Oltre 24 ore per attraversare il confine, passando da altri Paesi e al costo di 350 euro. I russi ci chiedono di sottoporci alla macchina della verità».
Partenza 21.30 da Odessa, arrivo a Mosca in 24 ore, recita la pubblicità. «Si va in bus. Dicono un giorno di viaggio. In realtà sai quando parti ma non sai quando arrivi». È notte, siamo su un altro autobus che da Cracovia entra in Ucraina diretto a Leopoli. La strada da fare è tanta, la fila in dogana è lunga, Liuba parla in inglese. Da dove vieni? «Sto rientrando da Mosca»...
Ore 07:57 - Sobyanin confermato sindaco di Mosca con il 76,39% dei voti
Sergei Sobyanin vince le elezioni a sindaco di Mosca, ottenendo oltre il 76% dei voti, secondo i dati del sito web della Commissione elettorale centrale russa. Il risultato finale delle votazioni, si legge sugli schermi della Commissione, vedono «Sobyanin Sergei Semenovich, numero di voti - 2.499.114, 76,39%. Zyuganov Leonid Andreevich, numero di voti - 265.374, 8,11%».
Ore 08:32 - Droni russi puntano Kiev. Esercito ucraino: «Ne abbiamo abbattuti 26 su 33»
L’esercito ucraino ha difeso la capitale Kiev da almeno 33 droni che erano diretti verso la città. «Ne abbiamo abbattuti 26», hanno dichiarato i vertici militari di Volodymyr Zelensky. A dispetto delle dichiarazioni delle autorità locali il destino degli altri sette droni è ancora ignoto, ma quattro persone sarebbero state ferite e una dozzina di edifici danneggiati, racconta il New York Times.
Il quotidiano americano ha anche raccontato come la Russia abbia notevolmente incrementato l’utilizzo dei droni negli ultimi giorni, soprattutto verso la capitale ucraina.
Ore 08:57 - Kiev: «Nuova mobilitazione per Mosca, 700mila persone per compensare le perdite subite»
Mosca vuole mobilitare fino a 700mila persone in Russia e nei territori ucraini occupati per compensare le forti perdite subite finora: lo afferma lo Stato Maggiore dell’esercito di Kiev, come riporta Rbc-Ucraina. Secondo lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, a causa delle grandi perdite subite dall’inizio dell’invasione, nel prossimo futuro Mosca inizierà una massiccia mobilitazione forzata della popolazione - sia in Russia sia nei territori occupati dell’Ucraina - che secondo alcune stime potrebbe coinvolgere da 400mila a 700mila persone.
Ore 09:02 - Blinken: «Kiev pronta se Putin ricorresse a diplomazia»
L’Ucraina potrebbe essere pronta a negoziare con la Russia, se Mosca dimostrerà interesse per una soluzione diplomatica del conflitto. Lo ha affermato il segretario di Stato americano, Antony Blinken, in un’intervista alla Abc. «Per ballare il tango bisogna essere in due - ha detto Blinken -. Finora non abbiamo indicazioni che Vladimir Putin abbia qualche interesse in un’opera di diplomazia significativa. Se lo facesse, penso che gli ucraini saranno i primi a impegnarsi, e noi saremo con loro». «Tutti vogliono che questa guerra finisca, ma deve succedere secondo termini giusti e durevoli che riflettano la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina», ha aggiunto.
Ore 09:16 - Zelensky: «Brutto momento per i negoziati»
Zelensky smentisce l’ottimismo degli Stati Uniti verso la possibilità di avviare un tavolo di negoziati di pace tra Ucraina e Russia.
Alcuni alleati potrebbero vedere le recenti difficoltà dell’Ucraina sul campo di battaglia come un motivo per negoziare con la Russia, ma «questo è un brutto momento perché Putin vede la stessa cosa». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky all’Economist, aggiungendo di essere emotivamente pronto per una lunga guerra e spigando che questo è un «brutto momento» per i negoziati con la Russia. «Devo essere pronto, e deve esserlo anche la mia squadra, per una lunga guerra, ed emotivamente sono pronto», ha detto Zelensky, sottolineando che il presidente russo Vladimir Putin cerca di indebolire l’Ucraina, ma la stessa Russia è fragile.
«Putin non capisce che perderà in una lunga guerra. Perché non importa se è sostenuto dal 60% o dal 70% dei russi. No, sarà la sua economia a perdere», ha affermato il presidente ucraino, consapevole dei rischi per il suo Paese se l’Occidente iniziasse a interrompere il suo sostegno economico. Con alcuni dei suoi alleati occidentali, compresi gli Stati Uniti, che terranno le elezioni l’anno prossimo, Zelensky sa che mantenere il sostegno sarà difficile, soprattutto in assenza di progressi significativi sul fronte.
Allo stesso tempo, ha sottolineato che se Putin spera che la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane del 2024 gli porti la vittoria, si sbaglia, perché Trump, secondo loro, non sosterrà mai Putin.
Ore 09:24 - MIssili russi nella città natale di Zelensky
«Missili ad alta velocità» si stanno dirigendo verso Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella regione di Dnipropetrovsk: lo ha reso noto il capo del Consiglio di difesa della città Oleksandr Vilkul, come riporta Rbc-Ucraina.
In precedenza, Vilkul aveva reso noto che esplosioni erano state udite questa mattina in città. Diverse regioni ucraine sono in stato di allerta aerea, ha reso noto l’Aeronautica militare.
Ore 09:26 - Allerta aerea in diverse regioni ucraine
In diverse regioni ucraine è stata dichiarata l’allerta aerea. La minaccia deriverebbe da missili balistici dalla Russia. Lo riferisce Rbk-Ucraina, con un riferimento alla mappa degli allarmi aerei. «In diverse regioni la mattina dell’11 settembre è suonata l’allerta aerea. La ragione di ciò è la minaccia del nemico che utilizza armi balistiche», scrive l’agenzia.
Ore 09:29 - Esercito ucraino sul Donetsk: «Stiamo liberando il villaggio di Opytne»
La settimana scorsa le forze di difesa ucraine hanno liberato parte del villaggio di Opytne, nella regione di Donetsk. Lo ha reso noto su United News la viceministra della Difesa Anna Malyar, come riporta Rbc-Ucraina.«Ci sono stati movimenti anche nella zona di Opytne. Le forze di difesa hanno occupato parte di questa località», ha affermato la viceministra. «Stiamo consolidando i confini raggiunti», ha aggiunto.
Ore 09:40 - Incontro Putin-Kim tra martedì e mercoledì?
Secondo il canale d’informazione coreano Ytn domani o mercoledì 13 settembre potrebbe avere luogo l’incontro tra Vladimir Putin e Kim Jong-un. Un’ipotesi ancora non confermata dai diretti interessati.
Il leader nordcoreano sarebbe già partito per la Russia a bordo di un treno privato, direzione Vladivostok.
Ore 09:49 - Kiev: «Liberati due chilometri quadrati nell’area di Bukhmut»
«Nell’ultima settimana, il territorio liberato nell’area di Bakhmut ammonta a circa 2 chilometri quadrati». È quanto afferma la vice ministra della Difesa Hanna Malyar in un’intervista al Military Media Centre, dando gli ultimi aggiornamenti sulla controffensiva.
Finora, secondo Malyar, sono stati liberati 49 chilometri quadrati di territorio durante la campagna offensiva nei pressi di Bakhmut. Le forze armate ucraine hanno ottenuto alcuni successi anche nella zona di Klishchiyivka e Andriivka. Inoltre, l’esercito di Kiev ha liberato parte dell’insediamento di Opytne, vicino ad Avdiivka, e ha ottenuto un parziale successo nell’area di Novomayorske. Tutti gli insediamenti citati da Malyar si trovano nella regione di Donetsk.
Ore 10:15 - Mosca installa nuovi siti militari al confine con la Finlandia
Immagini satellitari mostrano che la Russia ha costruito in breve tempo nuovi siti militari vicino al confine finlandese: «In mezzo al deserto artico, in un attimo sono sorti tre grandi edifici a soli 50 chilometri dal Paese scandinavo. Le basi vengono utilizzate dalla Brigata artica dell'esercito della Federazione».
Le immagini satellitari mostrano che Mosca ha realizzato grandi capannoni nella guarnigione di Alakurt e nel deposito di attrezzature Petrosko, che vengono utilizzati per la manutenzione e lo stoccaggio delle apparecchiature militari. Si tratta della più grande concentrazione di truppe della Russia vicino al confine finlandese.
La brigata è addestrata per operare nell'oscurità e nel freddo della regione artica. Dispone di mezzi corazzati, ma non di carri armati. Gli edifici sarebbero stati costruiti singolarmente nell'arco di una sola giornata. Il primo edificio il 9 luglio, il secondo il 28 luglio, il terzo l'11 agosto.
Ore 10:19 - Germania ordina altri 40 corazzati Marder per Kiev
Il governo tedesco ha incaricato il gruppo tedesco produttore di armamenti Rheinmetall di consegnare 40 veicoli da combattimento di fanteria Marder all'Ucraina.
L'ordine, ha comunicato Rheinmetall, è stato effettuato nell'agosto 2023 e ha un valore di decine di milioni di euro. Il produttore sta continuando il suo lavoro sui veicoli esistenti a pieno ritmo in modo che questo nuovo lotto di Marder possa essere consegnato secondo il contratto a partire dal 2023. Con questo ordine, sale ad 80 il numero totale di veicoli Marder che Rheinmetall consegnerà all'Ucraina.
Ore 10:27 - Baerbock a Kiev: «Il posto dell'Ucraina è nell'Unione europea»
Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock, arrivata questa mattina in visita a Kiev, ha sottolineato che l'Ucraina ha il suo posto nell'Unione europea. L'Ucraina può avere fiducia in noi e che intendiamo includerla nell'allargamento dell'Ue come necessaria conseguenza geopolitica della guerra della Russia, ha detto Baerbock dalla capitale ucraina.
«L'Ucraina ha già lo status di candidato. E ora ci stiamo preparando a prendere una decisione sull'avvio dei negoziati di adesione all'Ue», ha aggiunto. Per quanto riguarda la riforma giudiziaria e la legislazione sui media, i risultati della riforma ucraina sono già impressionanti, ha detto. Ma c'è ancora molta strada da fare per applicare la legge contro gli oligarchi e combattere la corruzione, ha aggiunto il capo della diplomazia di Berlino, alla sua quarta visita in Ucraina dall'inizio dell'invasione russa nel febbraio 2022.
Ore 10:57 - Bloomberg, i proiettili nordcoreani nella lista dei desideri di Putin
Nella «lista dei desideri» che Vladimir Putin potrebbe sottoporre al leader nordcoreano, partito oggi verso la Russia con il suo famigerato treno blindato, ci sono in particolare tre tipi di armamenti: i proiettili d'artiglieria da 122 e 152 millimetri e i razzi da 122 millimetri. Lo scrive Bloomberg ricordando che la Corea del Nord è anche uno dei pochi Paesi ad avere ampie scorte di carri armati di epoca sovietica (i T-54 per esempio), come quelli che Mosca ha schierato in Ucraina. Durante l'incontro con il presidente russo, Kim Jong Un, che ha lasciato il suo Paese diretto in Russia per il suo primo viaggio al di fuori della penisola negli ultimi quattro anni, dovrebbe discutere della fornitura di armi a Mosca, poiché dispone di alcune delle più grandi scorte di artiglieria e di razzi non guidati che potrebbero essere utilizzati nell'armamento di epoca sovietica che la Russia sta usando per attaccare l'Ucraina.
«Improbabile che le forniture di munizioni dalla Corea del Nord siano decisive nel breve termine, ma renderà più facile per la Russia continuare una guerra di logoramento», ha dichiarato a Bloomberg Terence Roehrig, professore di sicurezza nazionale presso il Naval War College degli Stati Uniti. «L'aggiunta della Corea del Nord all'elenco dei fornitori di armi aiuterebbe a colmare le lacune di munizioni e altri sistemi d'arma che i produttori russi hanno e potrebbe essere indicativo delle difficoltà a mantenere la produzione in casa», ha aggiunto Schmerler.
Ore 10:57 - Kiev: «Abbattuti tutti i droni russi su Zaporizhzhia e Dnipro»
I russi hanno lanciato la notte scorsa 12 droni Shahed verso le regioni ucraine di Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk: tutti i velivoli kamikaze senza pilota sono stati abbattuti dalle forze di difesa aerea di Kiev: lo ha reso noto l'Aeronautica militare, come riporta Ukrainska Pravda. Oltre ai 12 droni di produzione iraniana, è sato distrutto anche un drone di tipo non identificato, ha aggiunto.
Ore 11:05 - Kim in viaggio verso la Russia?
(Di Guido Santevecchi) Un treno nordcoreano è partito da Pyongyang per la Russia. Secondo l’intelligence di Seul si tratta del convoglio speciale, corazzato, di Kim Jong-un. Il Maresciallo sarebbe diretto a Vladivostok per incontrare Vladimir Putin e discutere la vendita di munizioni a razzi anticarro utili all’Armata russa per respingere la controffensiva ucraina. È stata l’intelligence di Washington a dare l’allarme la settimana scorsa sul progetto di accordo militare tra i leader russo e nordcoreano.
Il treno è in viaggio da sabato notte e data la lentezza dovuta alla sua pesante blindatura che lo fa avanzare a 60 chilometri l’ora, dovrebbe arrivare a destinazione oggi. Il vertice Kim-Putin potrebbe svolgersi domani, a margine di un forum econonmico presieduto a Vladivostok da Putin. Prima di partire per la sua prima missione all’estero dal 2019, il Maresciallo sabato 9 settembre ha celebrato in Piazza Kim Il Sung a Pyongyang il 75° anniversario della fondazione della Repubblica democratica popolare di Corea, nome ufficiale della Nord Corea. Al suo fianco la figlia Kim Ju Ae, dieci anni, diventata dallo scorso autunno inseparabile compagna delle esibizioni pubbliche del dittatore.
Ore 11:14 - Vaticano, Zuppi: «I giudizi di Kiev sul Papa non pregiudicano la nostra missione»
Secondo il cardinale Matteo Zuppi, i duri giudizi di Kiev su papa Francesco non mettono a rischio la sua missione di pace. «Non credo, no, non credo», ha risposto ai giornalisti a margine dell'incontro di Sant'Egidio a Berlino, «anche perché nessuno ha mai parlato di mediazione, non è mai stata una mediazione. È sempre stata una missione, lo spiegò subito il Papa e lo ha ridetto, qual è la sua aspettativa di questa missione e che appunto non era e non è la mediazione, ma è aiutare».
Ore 11:21 - Putin è arrivato a Vladivostok. Secondo alcuni media potrebbe incontrare Kim Jong-un
Il presidente russo Vladimir Putin è arrivato a Vladivostok, dove interverrà al Forum economico dell'Oriente e, secondo fonti di stampa, potrebbe incontrare il leader nordcoreano Kim Jong-un. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti.
Ore 11:34 - Kiev: «Riconquistate piattaforme petrolifere al largo della Crimea»
Le forze ucraine hanno ripreso il controllo delle piattaforme petrolifere Boyko, al largo delle coste della Crimea annessa, che erano state occupate dalla Russia nel 2015: lo ha reso noto l'Intelligence militare di Kiev.
Ore 11:49 - Peskov: «Putin non ha rivali se si candida a presidenziali 2024»
«Putin gode del sostegno assoluto della popolazione, non è il primo anno che lo dimostra». Le elezioni locali sono appena finite, ma il Cremlino guarda già avanti a marzo, alle presidenziali 2024 con fiducia di successo. Se Putin presenta la sua candidatura, è ovvio che nessuno può davvero competere con lui nella fase attuale», ha detto il portavoce del presidente russo Dmitri Peskov.
Finora i preparativi per la campagna non sono ancora iniziati, secondo Peskov, in base ai canali ufficiali.
Ore 12:11 - Peskov: «Dialogare con l'Europa è inutile»
«Il dialogo con l'Europa è ormai inutile ma la Russia spera di riprenderlo in futuro». È quanto afferma il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, parlando ai giornalisti in conferenza stampa. Lo riporta l'agenzia Tass. «L'Europa è sotto forte pressione da parte di Washington», ha aggiunto Peskov, facendo riferimento al sostegno dell'Unione europea all'Ucraina.
Il portavoce si mostrato invece ottimista sulla trattativa per far ripartire l'accordo sul grano: «I colloqui tra il presidente Putin ed Erdogan proseguono».
Ore 12:23 - Zelensky: «Armi a lungo raggio in autunno, parlerò con Biden»
Il leader ucraino Volodymyr Zelensky discuterà con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden della fornitura di sistemi missilistici a lungo raggio Atacms e si aspetta di riceverli già in autunno. Lo ha dichiarato in un'intervista alla Cnn, la cui versione integrale è stata pubblicata dall'Ufficio presidenziale. «Per quanto riguarda l'Atacms, parlerò di nuovo con il Presidente Biden.
«Questo non è il primo dialogo. Ci stiamo muovendo. Spero che li otterremo in autunno. Per noi è molto importante non fare pause in questa controffensiva, e ne abbiamo molto bisogno», ha detto Zelensky, sottolineando che il Paese ha grande bisogno di armi a lunga distanza, sistemi a lungo raggio, artiglieria, proiettili. «Spero di poter parlare con il Presidente Biden. Per me sono molto importanti i suoi pensieri e il suo sostegno. Penso che possa voltare pagina in questa guerra. Una volta l'ha fatto con gli Himars, è stato molto importante», ha aggiunto il presidente.
Il ministero delle Finanze ucraino spera poi di ricevere 3,3 miliardi di dollari dagi Usa nel 2023, per coprire il deficit del bilancio statale, e altri 12-14 miliardi di dollari nel 2024, che dovrebbero essere utilizzati anche per finanziare il bilancio dello Stato.
Ore 12:31 - Soldato russo rivela i timori per attacco ucraino alla Crimea
L'intelligence militare ucraina ha diffuso l'intercettazione della telefonata di un soldato russo che esprime «terrore» per quella che definisce una enorme forza di carri armati ucraini e 150.000 soldati pronti per liberare la Crimea occupata. Lo riposta il Kyiv Post.
Parlando al telefono con un amico, il militare racconta di aver saputo che tre divisioni di truppe ucraine e armamenti che Kiev sta preparando per riprendersi la penisola annessa da Mosca nel 2014: «Ho sentito che questi figli di p..... stanno preparando qualcosa», dice «beh, c....o, tre divisioni, 100 mila persone. Stanno arrivando dall'addestramento. Tutti questi carri armati, tutto quello che hanno preparato, saranno buttati nella mischia adesso. Vogliono riconquistarla. Le prime due divisioni andranno all'offensiva e la terza farà un'operazione a tappeto».
Ore 12:45 - Russia-Nord Corea: «No comment di Peskov su visita Kim». Poi il Cremlino conferma
Sulla possibile visita in Russia del presidente nordcoreano Kim Jong-un il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto ai giornalisti di «non avere ancora niente da dire». Lo riporta Ria Novosti. Secondo quanto riportato dai media sudcoreani, Kim starebbe viaggiando in direzione di Vladivostok dove è arrivato anche il presidente russo Vladimir Putin per partecipare al Forum economico orientale. La conferma è però arrivata più tardi da parte delle fonti ufficiali del Cremlino.
Ore 13:09 - Podoliak accusa: «Onu promuove guerra con proposte segrete alla Russia»
Il principale consigliere della presidenza ucraina Mikhailo Podoliak ha accusato le Nazioni Unite di «promuovere» la guerra in Ucraina dopo la presunta «proposta segreta» che l'Onu avrebbe presentato alla Russia in relazione all'accordo sull'esportazione di grano. «Questa proposta è la più umiliante e offensiva possibile per l'ordine mondiale», ha detto Podoliak in una conversazione con l'agenzia Unian, assicurando che le «condizioni d'oro» offerte al Cremlino non solo annullano molte pressioni sulla Russia ma aprono anche altre porte per aggirare le sanzioni.
Podoliak ha assicurato che questa presunta iniziativa del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, che avrebbe proposto di revocare le principali sanzioni contro la Russia in cambio della ripresa dell'accordo sull'esportazione di grano, «invita apertamente il mondo a inginocchiarsi davanti alla Russia».
Per Podoliak, questo «mantello verde» offerto alla Russia non è solo offensivo per gli interessi dell'Ucraina, ma anche controproducente per il resto del mondo, poiché il Cremlino capisce che può continuare a farle pressione. La Russia non solo si è ritirata dall'accordo sull'esportazione, ma sta anche distruggendo «ostentatamente» le infrastrutture portuali ucraine, ha ricordato Podoliak. «Vuole distruggere la nostra industria, vuole eliminare un concorrente, proporre il proprio prodotto per compensare le perdite», ha spiegato. «La Russia non vuole solo la revoca delle sanzioni, ma anche la ridistribuzione del mercato e, nascondendosi dietro queste proposte dell'Onu, continuerà a farlo», ha detto il consigliere del presidente Zelensky.
Ore 13:27 - 007 britannici: «Mosca ridistribuisce truppe verso Robotyny »
La Russia ha ridistribuito alcune delle sue unità in direzione di Robotyny, nella regione di Zaporizhzhia, e questo potrebbe limitare la capacita' dell'esercito di Mosca di avanzare in altre aeree del fronte. Questo quanto riferisce un nuovo rapporto dell'intelligence britannica, pubblicato su X (ex Twitter) dal ministero della Difesa del Regno Unito.
Secondo il rapporto, le forze ucraine stanno continuando la loro graduale avanzata tattica verso le posizioni russe, in particolare a est del villaggio di Robotyny, ma anche tra Klishchiivka e Andriivka. Stando all'intelligence britannica, la Russia ha ridistribuito le sue truppe per compensare le perdite subite proprio nella zona di Robotyny. «Questi ridispiegamenti probabilmente limiteranno la capacità della Russia di condurre le proprie operazioni offensive in altre aree della linea del fronte», si legge nel rapporto.
Ore 13:33 - Russia: Cremlino conferma, Kim nei prossimi giorni in visita su invito Putin
Il leader nordcoreano Kim Jong-un si recherà in Russia nei prossimi giorni su invito del presidente russo Vladimir Putin. Lo ha confermato il Cremlino in una nota rilanciata dall'agenzia di stampa Ria Novosti. «Su invito del presidente russo Vladimir Putin, il presidente della Repubblica popolare democratica di Corea, Kim Jong-un, si recherà nei prossimi giorni in visita ufficiale nella Federazione Russa», si legge nella nota.
L'agenzia di stampa statale nordcoreana Kcna ha riferito che Kim incontrerà e parlerà con Putin durante il suo viaggio in Russia. I media occidentali avevano indicato il 13 settembre come data del possibile incontro tra i due. Attualmente Putin si trova a Vladivostok , dove si sta svolgendo il Forum economico orientale.
Ore 13:56 - Kiev: «Discusso con Germania di aiuti militari aerei per proteggere i nostri porti»
Il ministro degli Affari esteri ucraino Dmytro Kuleba ha affermato di aver discusso con la ministra tedesca Annalena Baerbock di supporto militare aereo e rifornimenti all'aeronautica per poter difendere meglio i propri porti sul Mer Nero. Oggi Baerbock è in visita a Kiev, per la quarta volta dall'inizio del conflitto in Ucraina.
Poi il ministro ucraino ha aggiunto: «Sui missili Taurus state prendendo troppo tempo».
Ore 14:09 - Macron e Scholz hanno perso occasione di mediare Peskov: Putin non ha mai escluso possibilità di dialogo con leader Ue
«Il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno di fatto perso l`opportunità di diventare mediatori tra Russia e Ucraina», ha detto oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Ria Novosti.
«È chiaro che sia Macron che Scholz vorrebbero, almeno visivamente, rimanere contendenti per il ruolo di una sorta di mediatori, ma di fatto, ovviamente, probabilmente hanno perso questa opportunità nella pratica, perché hanno perso la loro sovranità in tutta questa storia», ha detto Peskov al quotidiano Izvestia, aggiungendo che i leader europei preferiscono seguire le decisioni di Washington.
Il portavoce della presidenza russa ha inoltre affermato che Putin non ha mai escluso la possibilità di proseguire il dialogo con i leader europei.
Ore 14:26 - Russia: «Abbattuto drone ucraino in regione di Kursk»
Il ministero della Difesa russo ha dichiarato che le sue difese aeree hanno abbattuto un drone ucraino sopra la regione occidentale russa Kursk. Lo ha riportato l'agenzia di stampa Ria Novosti.
Ore 14:32 - Peskov: «Russia lavora per eliminare definitivamente minaccia droni»
La Russia spera di eliminare in modo più efficace e completo la minaccia dei droni nel corso del tempo, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, citato dalla Ria Novosti.
«Speriamo che col tempo potremo eliminare in modo più efficace e completo questo tipo di minacce», ha detto il portavoce presidenziale in un'intervista ai media Rbk. Peskov ha osservato che l'esercito e i servizi di sicurezza russi stanno acquisendo l`esperienza necessaria e perfezionando le loro tecniche per contrastare gli attacchi dei droni. «Ciò probabilmente impone la necessità di continuare l'operazione militare speciale, per fermare completamente questa minaccia», ha aggiunto Peskov.
Ore 14:46 - Erdogan conferma le parole di Peskov: «Ancora impegnati per rilanciare il patto sul grano»
«Il popolo dei Paesi occidentali dovrebbe sapere che la Turchia è l'unico Paese che si batte per impedire la crisi alimentare. Continueremo a impegnarci per riaprire il corridoio». Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta la presidenza della Repubblica di Ankara, confermando quanto detto in mattinata dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.
Ore 14:59 - La tedesca Rheinmetall consegnerà 40 veicoli da combattimento a Kiev
Il produttore tedesco di armi Rheinmetall consegnerà altri 40 veicoli da combattimento di fanteria Marder (Ifv) all'Ucraina dando seguito a un ordine effettuato dal governo tedesco in agosto. Con questa consegna, sono 80 i veicoli Marder che Rheinmetall fornirà all'Ucraina, di cui i primi 20 spediti a marzo e un altro lotto di 20 ordinati a giugno, che sono attualmente in fase di revisione e consegna.
«Rheinmetall sta portando avanti i lavori per revisionare questi veicoli più vecchi e garantire che l'ultimo lotto di IFV Marder possa essere consegnato come da contratto a partire dal 2023», si legge in un comunicato stampa dell'azienda, che sta ristrutturando i sistemi Marder 1A3 precedentemente utilizzati dall'esercito tedesco, riportandoli alla piena prontezza per il combattimento «a proprie spese».
Rheinmetall ha promesso che potrà consegnare fino a 10 veicoli al mese. Berlino ha presentato il suo ultimo importante pacchetto di aiuti militari per l'Ucraina durante il vertice Nato di Vilnius a luglio. Oltre a 40 IFV Marder, comprendeva anche 24 carri armati Leopard 1A5, due lanciatori Patriot, 20.000 colpi di artiglieria e altro supporto militare.
Ore 15:17 - Baerbock: «Da Germania nuovi aiuti umanitari a Kiev per 20 mln euro»
La Germania fornirà altri 20 milioni di euro in aiuti umanitari all'Ucraina, ha detto oggi la ministra degli Esteri Annalena Baerbock durante una visita a Kiev. Gli aiuti aggiuntivi porteranno quest'anno il totale del contributo della Germania a 380 milioni di euro, ha precisato il capo della diplomazia di Berlino.
Baerbock ha anche avvertito che la Russia prenderà nuovamente di mira gli impianti energetici dell'Ucraina questo autunno e inverno: «Il perfido obiettivo della Russia è quello di far morire di fame le persone questo inverno e di lasciarle morire congelate», ha commentato.
Ore 15:34 - Wsj: «Navalny forse incluso in scambio prigionieri con Occidente»
Il Wall Street Journal, citando fonti di diversi Paesi, scrive che nello scambio multilaterale di prigionieri, in discussione tra Russia e Paesi occidentali, potrebbe esserci anche il dissidente russo Aleksei Navalny, in carcere dall’inizio del 2021, oltre che l’ex marine Paul Whelan e il giornalista Evan Gershkovich. A Mosca potrebbe tornare Vadim Krasikov, l’esecutore materiale dell’assassinio a Berlino, nel 2019, dell’ex comandante dei separatisti ceceni Zelimkhan Khangoshvili. Il governo tedesco non ha però mai confermato l’ipotesi. Lo scorso anno giuristi del governo avevano affermato che una persona condannata per omicidio non può essere oggetto di scambi.
Ore 15:53 - Azione dimostrativa delle forze speciali ucraine alla piattaforma petrolifera Boika Tower occupata dai russi
(Di Guido Olimpio) Un nucleo di commandos, in coordinamento con l'intelligence, ha dato l'assalto alla piattaforma petrolifera Boika Tower nel Mar Nero, struttura occupata dai russi nel 2015. I militari hanno conquistato un bottino composto da un radar per la navigazione e razzi per elicotteri. Vi sarebbe stato anche uno scontro a fuoco con un caccia di Mosca inviato in supporto. Incertezza sul seguito: una versione afferma che i soldati sono rimasti nella postazione, mentre alcuni esperti appaiono più cauti. Le operazioni marittime continuano ad essere frequenti, con piccoli sbarchi da parte di Kiev - nonostante sia priva di una vera Marina - e raid degli invasori (ieri hanno rivendicato la distruzione di tre battelli veloci nemici). Per l'Ucraina queste operazioni hanno anche un valore propagandistico in quanto "contestano" la supremazia strategica della Flotta di Putin.
Ore 16:07 - Medvedev: «Meglio stoppare le relazioni diplomatiche con l'Ue»
«Sarebbe meglio sospendere le relazioni diplomatiche con l'Ue per un po'. E ritirare il personale diplomatico nel nostro Paese». Lo scrive su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev. «A quel punto i vanitosi idioti di Bruxelles si pisceranno collettivamente e spesso i pantaloni (e nelle gonne, ovviamente)», aggiunge Medvedev, «perché le ambasciate vengono evacuate prima di eventi abbastanza certi. Chissà di cos'altro sono capaci questi orchi di cotone idrofilo della sterminata Mordor....».
La settimana scorsa la Commissione europea ha specificato che, nell'ambito delle sanzioni imposte, è vietato entrare nei Paesi dell'Ue con auto immatricolate in Russia, oltre che trasportare alcuni oggetti personali, come gli smartphone.
Ore 16:23 - La Germania frena sull'invio dei missili Taurus a Kiev
Il governo tedesco rimane cauto sulla possibilità di consegnare missili da crociera Taurus all'Ucraina. La posizione è riemersa con la visita a Kiev della ministra tedesca degli Esteri, Annalena Baerbock. «Siamo più che consapevoli della situazione», ha dichiarato Baerbock dopo un incontro con il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba, «allo stesso tempo, non basta promettere» e, come per altre consegne di armi tedesche, prima «tutte le questioni devono essere chiarite». Lo riporta Welt.
Il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, ha commentato: «Non capisco perché perdiamo tempo». «Lasciateci fare - ha aggiunto -. Quanto prima accadrà, tanto più alto sarà il nostro apprezzamento». Allo stesso tempo, Kuleba ha ringraziato la Germania per le armi già consegnate, elogiando in particolare l'efficacia dei corazzati antiaereo Gepard.
Ore 16:51 - Russia, arrestato doganiere per volantinaggio pro-Kiev
Un ispettore della dogana russa sarebbe stato arrestato a Krasnoyarsk con l’accusa di aver distribuito volantini della Legione Libertà della Russia, i paramilitari che combattono al fianco di Kiev. Lo sostiene l’agenzia di stampa russa Tass, citando proprie fonti. La notizia non è confermata. Secondo la testata locale Ngs24, ripresa a sua volta da Meduza, il funzionario della dogana rischierebbe fino a 25 anni di reclusione.
Ore 17:30 - Punto militare | Esercitazioni della Nato, rifugi, accordi per la produzione di blindati: il fronte baltico della guerra
(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) C’è il fronte baltico al centro delle operazioni della Nato. Lo raccontano i movimenti dei dispositivi militari, le notizie dai punti di confine con la Russia, l’impegno dei governi della regione sempre più strategica con la sua proiezione verso l’Artico.
L’Alleanza Atlantica ha dato il via alle esercitazioni Northern Coasts 2023, con 30 navi, oltre 3 mila uomini di quattordici Stati: Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Lituania, Lettonia, Olanda, Norvegia, Polonia, Stati Uniti e Svezia. A coordinare le unità sarà il nuovo comando della Marina tedesca a Rostock. Militari di altri Paesi — Italia, Gran Bretagna, Canada — si addestrano invece in missioni separate sul territorio lituano nel quadro del Battlegroup multinazionale. I commandos britannici Sbs, a loro volta, hanno simulato azioni di difesa e riconquista di un porto svedese. Intensi i voli dei ricognitori marittimi ma anche di sofisticati velivoli per la guerra elettronica. L’attività, nel suo complesso, è un segnale di deterrenza nei confronti del Cremlino ma anche la conferma del mantenimento della sicurezza in una regione fondamentale. Del resto Mosca agisce, con manovre analoghe e il rafforzamento del loro dispositivo, come annunciato dal ministro della Difesa Shoigu.
Ore 17:35 - Zelensky: «Grazie a Scholz e ai tedeschi per averci sostenuto»
«Ringrazio il cancelliere Scholz, la sua squadra e tutti i tedeschi per aver sostenuto l’Ucraina, in particolare nei settori della difesa e della finanza». Lo ha scritto su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che oggi ha incontrato a Kiev la ministra tedesca degli Esteri, Annalena Baerbock. Zelensky ha precisato di avere «discusso con Baerbock le misure per migliorare le nostre capacità di difesa aerea e di artiglieria, proteggere il sistema energetico e promuovere la ripresa dell’Ucraina».
Ore 17:59 - Baerbock a Putin: «Il rientro dei bambini è il primo passo per la pace»
Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ha chiesto oggi al presidente russo Vladimir Putin di lasciare rientrare in patria i bambini rapiti in Ucraina. Dopo aver incontrato a Kiev il suo collega ucraino Dmytro Kuleba, Baerbock ha definito il rientro dei minori «un primo passo in direzione della pace», da compiere «senza tardare». Il capo della diplomazia tedesca ha anche denunciato il lavaggio del cervello cui sono stati sottoposti i bambini, «con l’obiettivo di rivoltarli contro la loro stessa patria, l’Ucraina» ed ha definito la loro vicenda una ennesima dimostrazione del fatto, «ancora una volta, che Putin non si fermerà davanti a nulla. Non ha una bussola morale» e ogni giorno «infrange le regole di cui si è dotata la comunità internazionale e le regole della convivenza umana». Secondo Kiev, Mosca ha trasferito in Crimea e Russia un totale di circa 20mila bambini ucraini dalle zone vicine al fronte. Nel frattempo, diverse centinaia di persone hanno potuto tornare alle loro case.
Ore 18:08 - Russia pronta a esportare idrogeno dal 2026: Cina e Corea del Sud mercati in pole
La Russia potrebbe iniziare ad esportare idrogeno dall’Estremo Oriente nel 2026, con Cina e Corea del Sud che promettono di essere le principali direzioni di fornitura. Lo ha detto alla Tass il capo dell’Unione nazionale russa dell’idrogeno (NHU) Denis Deryushkin a margine del Forum economico orientale (EEF). «Le esportazioni di idrogeno inizieranno dall’Estremo Oriente poiché l’unico progetto di grande capacità orientato all’esportazione è il progetto di Rusatom Overseas a Sakhalin. Se ricordo bene, secondo il programma nel 2026 dovrebbero essere prodotte le prime 35.000 tonnellate, che sarà consegnato ai mercati di esportazione», ha affermato. La Cina e la Corea del Sud potrebbero diventare le aree di approvvigionamento dell’idrogeno russo, ha aggiunto Deryushkin.
Ore 18:12 - Sunak: «La Russia ha preso di mira con i missili una nave cargo nel Mar Nero»
Dossier di intelligence declassificati evidenziano che la Russia ha preso di mira una nave cargo civile nel Mar Nero lo scorso 24 agosto. Lo ha detto alla Camera dei Comuni il premier britannico, Rishi Sunak. Il primo ministro ha affermato che i militari russi hanno utilizzato “missili multipli” nell’attacco avvenuto alla fine del mese scorso.
Ore 18:17 - Austin (Usa) si congratula con il nuovo ministro della Difesa ucraino
Il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin ha avuto un colloquio telefonico con il collega ucraino Rustem Umerov «per congratularsi con lui per la sua nomina e per ribadire il fermo sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina». Austin, riferisce il Pentagono, ha fornito un aggiornamento sugli aiuti Usa e ha discusso con il ministro ucraino delle «priorità per sostenere le esigenze immediate del campo di battaglia dell’Ucraina e i requisiti di capacità a lungo termine. Il segretario Austin e il ministro Umerov hanno anche discusso l’ordine del giorno della riunione del gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina che si terrà la prossima settimana presso la base aerea di Ramstein, in Germania.
Ore 18:23 - Pentagono: «Kim sta andando in Russia»
Il leader nordcoreano Kim Jong-un sta andando in Russia. Lo ha confermato anche il portavoce del Pentagono Pat Ryder, dicendo che «ci aspettiamo un qualche incontro sulla base delle informazioni che abbiamo».
Ore 19:02 - Cremlino: «Continueremo a rafforzare nostra amicizia con Corea del Nord»
La Russia continuerà a rafforzare l’amicizia con la Corea del Nord. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti. Precedentemente il Cremlino aveva riferito che il leader nordcoreano Kim Jong Un si recherà in visita ufficiale in Russia nei prossimi giorni. «La Repubblica Popolare Democratica di Corea è un nostro vicino. E, naturalmente, come con ogni vicino, ci consideriamo obbligati a stabilire relazioni buone e reciprocamente vantaggiose, che è quello che stiamo facendo e che il presidente Putin sta facendo in modo molto coerente», ha dichiarato Peskov in un’intervista con il giornalista Pavel Zarubin, di cui riferisce appunto Ria.
Ore 19:29 - Estonia e Lettonia acquistano sistemi di difesa a medio raggio
Durante un incontro avvenuto oggi a Norimberga alla presenza del ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, i ministri della Difesa di Estonia (Hanno Pevkur) e Lettonia (Inara Murniece) hanno sottoscritto un contratto per l’acquisto congiunto di sistemi di difesa aerea a medio raggio IRIS-T SLM dall’azienda tedesca Diehl Defense. Il sistema di difesa aerea IRIS-T SLM potrà essere utilizzato contro velivoli con o senza equipaggio, missili da crociera, droni e alcuni tipi di missili balistici. Grazie alla sua capacità, il sistema è in grado di colpire più bersagli contemporaneamente ed eliminare le minacce fino a 40 chilometri di distanza e a 20 km dal suolo. «Con la sottoscrizione di questo contratto, la difesa nazionale dell’Estonia ha raggiunto un nuovo traguardo», ha detto Pevkur, aggiungendo che «la barbara guerra della Russia in Ucraina ha dimostrato che la difesa aerea è fondamentale per proteggere la popolazione, le forze armate e le infrastrutture vitali dagli attacchi aerei nemici». Analoghe le parole pronunciate da Murniece, che ha sottolineate come i sistemi IRIS-T siano compatibili con i sistemi utilizzati dall’Alleanza atlantica e garantisca la protezione non solo di Lettonia ed Estonia, ma della regione baltica nel suo complesso. Estonia e Lettonia avevano firmato un memorandum di collaborazione per l’acquisto congiunto di sistemi di difesa aerea a medio raggio subito dopo il vertice Nato di Madrid, nel giugno del 2022.
Ore 19:40 - Bombardieri russi sul baltico durante le esercitazioni della Nato
Due bombardieri a lungo raggio russi Tupolev TU-22M3 hanno effettuato un pattugliamento di cinque ore delle acque internazionali del Mar Baltico, lo annunciail ministero della Difesa russo in un comunicato. L’esercitazione NATO sul Baltico, Northern Coasts 2023, è iniziata nel fine settimana. «Due bombardieri a lungo raggio TU-22M3 hanno effettuato un volo pianificato nello spazio aereo sopra le acque neutrali del Mar Baltico», si legge nel comunicato.
Ore 19:41 - Usa: «Continueremo a imporre sanzioni alla Corea del Nord»
Gli Stati Uniti «monitoreranno con attenzione» l’incontro tra Kim Jong Un e Vladimir Putin e avvertono Pyongyang che «la vendita o l’invio di armi a Mosca viola diverse risoluzioni dell’Onu». Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato Usa Matthew Miller in una conferenza stampa annunciando che Washington continuerà a imporre sanzioni contro la Corea del Nord.
Ore 19:54 - Peskov (Russia): «Quella di Kim una visita a tutti gli effetti, ci sarà anche pranzo formale»
Sarà una visita vera e propria, a tutti gli effetti, quella che il leader nordcoreano Kim Jong-un si appresta a compiere in Russia, con tanto di cena ufficiale offerta dal presidente russo in onore dell’ospite nordcoreano. A dichiararlo, in un’intervista a Vgtrk, è stato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Ci saranno - ha spiegato - colloqui sia con la partecipazione delle delegazioni sia - se necessario - a livello individuale tra i due leader.
Ore 20:02 - Usa: «Putin costretto a supplicare per avere le armi»
Il portavoce del dipartimento di Stato ha ribadito che l’incontro con Kim dimostra che «Putin è costretto a supplicare per avere armi» perché è in difficoltà nella sua guerra contro l’Ucraina. «Dover viaggiare attraverso il suo Paese per incontrare il rappresentante di uno stato paria e chiedere aiuto in una guerra che si aspettava di vincere nel primo mese, direi che è proprio una forma di supplica», ha detto Miller.
Ore 20:18 - Zelensky: per vincere dobbiamo restare concentrati sulla difesa
«Oggi è il 565° giorno di guerra su vasta scala della Russia, ma tutti noi in Ucraina dobbiamo rimanere concentrati sulla difesa del nostro Paese, come abbiamo fatto nei primi giorni». Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «La Russia non si aspetta di vincere. L’unica speranza del nemico è che non saremo in grado di resistere - aggiunge -. L’Ucraina deve perseverare e continuerà a farlo».
Ore 23:45 - L’Ucraina sostiene di aver ripreso 4 piattaforme estrazione gas
L`Ucraina ha affermato oggi di aver ripreso il controllo di quattro piattaforme di trivellazione del gas nel Mar Nero settentrionale, vicino alla penisola di Crimea. Lo riferisce la BBC. Il video dell’operazione, che secondo l’Ucraina avrebbe avuto luogo il mese scorso, mostra le forze speciali di Kiev intente a rimuovere equipaggiamento militare russo. La Russia aveva preso il controllo delle cosiddette Torri Boyko nel 2015, poco dopo aver annesso la Crimea.
Nel video, che la BBC ha detto di non aver potuto verificare, si vedono gommoni che sfrecciano attraverso il Mar Nero, trasportando forze speciali ucraine. Ad un certo punto, le barche passano vicino all`Isola dei Serpenti, che è stata catturata dalla Russia il primo giorno della sua invasione su vasta scala l`anno scorso e riconquistata quattro mesi dopo. «Sulle piattaforme di trivellazione i russi hanno allestito depositi di munizioni e carburante per gli elicotteri», si legge nel commento video. «Hanno anche posizionato stazioni radar sulle torri con l’aiuto delle quali hanno monitorato la situazione in tutto il Mar Nero».
Ore 03:03 - Usa darà ok missili lungo raggio con bombe a grappolo a Kiev
L'amministrazione Biden è vicina a dare il via libera all'invio di missili a lungo raggio muniti di bombe a grappolo all'Ucraina, dando a Kiev la capacità di causare danni significativi più in profondità nel territorio occupato dalla Russia. Lo riporta Reuters sul suo sito citando alcune fonti, secondo le quali gli Stati Uniti stanno valutando l'invio d Atacms o di Gmlrs. Kiev — riporta invece «Politico» — preme per un annuncio sull'invio di missili a lungo raggio all'assemblea generale dell'Onu della prossima settimana ma è improbabile che possa accadere considerati i tempi stretti.
Guerra in Ucraina, per evitare che la controffensiva sia un fallimento ora Kiev corre. Il governo Zelensky rivendica i successi nell’avanzata. Ma con l’inverno sottrarre terreno ai russi diventerà più difficile. Mentre incombe lo spettro della corruzione interna e della fame. di Sabato Angieri su L'espresso l'11 Settembre 2023
Stallo militare, carenza di armi, crisi economica, tradimenti, pressioni internazionali o calcoli spietati. Quale sarà l’elemento che porterà Ucraina e Russia a sedersi a un tavolo negoziale è difficile dirlo, ma negli ultimi giorni si è potuto osservare l’emergere di diversi fattori che è utile analizzare. L’incontro a Sochi tra il presidente russo Vladimir Putin e il turco Recep Tayyip Erdogan in cui Mosca ha ribadito il suo «niet» al ripristino dell’accordo sul grano, ad esempio.
Le dimissioni (forzate) del ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, per l’ennesimo scandalo legato alla corruzione nell’amministrazione di Kiev. L’inchiesta del New York Times sulla scarsità di riserve nei depositi di munizioni russi e i conseguenti contatti del Cremlino con l’autocrate nordcoreano Kim Jong-un. I cento miliardi di forniture belliche ricevute dall’Ucraina e il fastidio dell’entourage di Volodymyr Zelensky per le analisi sulle difficoltà della controffensiva.
Partiamo dall’ultimo punto. I vertici di Kiev hanno scelto di passare al contrattacco mediatico per smentire quanti sostengono che la «controffensiva ucraina sia un fallimento». E, si badi bene, non ci si riferisce a Putin e ai suoi ministri che, per ovvi motivi, hanno tutto l’interesse a sostenere tale tesi. La vera spina nel fianco dell’Ucraina sono i media dei Paesi amici, Usa in primis. Tutti in Occidente si sono resi conto che la tanto attesa controffensiva non è la «cavalcata trionfale» che alcuni avevano immaginato. E tuttavia ci sono voluti due mesi per iniziare a riconoscerlo. A far da apripista i quotidiani statunitensi, con lunghi editoriali che lasciavano ben poco spazio alle speranze di vittoria. Un duro colpo per i vertici ucraini, che però con i giornali del loro principale alleato non potevano permettersi troppa veemenza. Il presidente Zelensky si limitava a chiedere «pazienza» e a ricordare il sacrificio dei suoi al fronte, abbassando i toni il più possibile e incentrando gli incontri pubblici su altro (F-16, ingresso nella Nato, Crimea).
Poi, inaspettatamente, l’inversione di rotta. La conquista del villaggio di Robotyne, a Sud di Zaporizhzhia, e il massiccio attacco di droni contro le strutture russe del 30 agosto, «il più importante e devastante sul suolo russo dall’inizio della guerra», hanno segnato il cambio di registro. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, a margine della riunione ministeriale Ue in Spagna, ha intimato: «Raccomando a tutti i critici di stare zitti, di venire in Ucraina e di provare a liberare un centimetro quadrato da soli». Meno assertivo Zelensky che però è tornato a parlare di «vittoria», alla quale, secondo lui, l’Ucraina «si sta avvicinando passo dopo passo».
Intanto i portavoce delle forze armate parlano di ulteriori avanzate verso Melitopol, obiettivo dichiarato della controffensiva, e di superamento della prima linea di difese russe. Il che ha fatto gridare alcuni entusiasti al capolavoro tattico: «Superare una linea di trincee e campi minati senza copertura aerea è un’impresa», si legge sulle pagine di diversi analisti militari. Ma ha costretto altri a essere più duri: «L’esercito russo non rimarrà fermo ad aspettare che gli ucraini erodano le sue difese metro dopo metro, il Cremlino vuole che la controparte si consumi negli assalti sul fronte sud». Per quanto si possano ritenere entrambe le affermazioni veritiere, il dato che interessa è quello temporale. Tra un mese le temperature inizieranno ad abbassarsi drasticamente, tra due arriverà il freddo e in molte regioni avanzare diventerà progressivamente più difficile. Allora bisognerà fermarsi e riorganizzarsi per la primavera prossima.
È dunque lecito supporre che Kiev abbia bisogno di accelerare i tempi il più possibile, mentre Mosca voglia congelarli. Il diniego di Putin alla riapertura della rotta commerciale del Mar Nero per il grano rientra in quest’ottica. Obbligare l’Occidente ad allentare le sanzioni contro le aziende russe al momento sembra difficile, ma tra qualche mese chissà. Nel frattempo l’artiglieria russa continua a prendere di mira le infrastrutture portuali di Odessa e delle città costiere ucraine riducendone le capacità di esportazione e, elemento da non sottovalutare, mettendo a rischio le riserve di cereali di un Paese che da oltre un anno e mezzo è in guerra. Mentre Putin lamenta il mancato rispetto dei patti da parte dell’Onu (Putin che rassicurava il mondo di non aver intenzione d’invadere l’Ucraina, ma che si trattava di esercitazioni), Mosca l’anno passato ha raggiunto livelli di esportazione di cereali da record. Di contro, l’Ucraina invasa ora ha i suoi migliori campi bruciati dalle esplosioni, minati, allagati dall’esondazione del Dnipro dopo l’attentato alla diga di Nova Kakhovka, occupati o, nel migliore dei casi, incolti. In altri termini, la fame è un rischio reale. Al netto dell’ingente supporto economico da parte dell’Occidente che, oltre alle armi, ha permesso all’apparato statale ucraino di continuare a funzionare. Ma tale apparato non è esente dai problemi che colpiscono il mondo in pace. La corruzione, il peculato, il nepotismo sono piaghe per qualsiasi società, ma in guerra hanno un impatto ancora maggiore. Zelensky dovrà riuscire a tenere insieme il governo e a non indispettire gli alleati se vorrà continuare a ricevere supporto incondizionato. E anche questa è una guerra in un Paese che fino a poco tempo fa aveva uno dei tassi di corruzione più alti d’Europa.
"Intensità mai vista...". Ucraina, verso una guerra infinita? Il capo dello stato maggiore Usa Mark Milley rivela alla stampa il bunker da dove il Pentagono coordina le informazioni provenienti dall'Ucraina. "Kiev fa progressi ogni giorno". Liberate due piattaforme petrolifere al largo della Crimea. Gianluca Lo Nostro l'11 Settembre 2023 su Il Giornale.
Tabella dei contenuti
La testimonianza del generale Usa
Quando potrebbe finire la guerra in Ucraina
Che la guerra in Ucraina non fosse un film epico ricco di scene spettacolari per intrattenere il pubblico nella sala di un cinema si era capito la notte del 24 febbraio 2022 quando i primi soldati russi entrarono nel Paese con l'obiettivo di paralizzare le istituzioni e compiere un assalto alla capitale Kiev, seminando il caos per settimane prima di fare marcia indietro e ritirarsi. 18 mesi e alcune migliaia di km quadrati di territorio liberati (o ancora occupati) dopo, la musica è sempre la stessa. A raccontare la crudezza dei combattimenti al fronte è Mark Milley, capo dello Stato maggiore degli Stati Uniti. Il generale pluridecorato americano ha mostrato ai giornalisti della Cbs un centro di comando top-secret del Pentagono localizzato sottoterra. Da qui, Milley e il suo staff ricevono e scambiano h24 tutte le informazioni provenienti dal campo. E i dettagli di queste durissime battaglie sono raccapriccianti, come ha rivelato Milley.
La testimonianza del generale Usa
"Ho preso parte a molti scontri a fuoco. Sono saltato in aria diverse volte, su veicoli, mine, ordigni esplosivi improvvisati. Ma non ho mai visto questa intensità", ha detto il militare statunitense alla troupe di Sunday Morning. Un quadro all'apparenza avvilente, ma che in realtà descrive ciò che sta accadendo e denota l'enorme sacrificio che le forze armate ucraine stanno assumendo sulla loro pelle mentre è in corso la controffensiva nel sud del Paese. L'operazione, lanciata tra maggio e giugno scorso, si era arenata intorno a luglio a causa di una serie di errori grossolani commessi dalle brigate dispiegate in maniera disordinata e incapaci di penetrare le fortificazioni nemiche.
A metà agosto il comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny ha incontrato i vertici militari della Nato in una riunione segreta al confine con la Polonia. Da quell'incontro, la strategia di Kiev è cambiata e ha immediatamente portato i suoi primi frutti. Liberato il villaggio di Robotyne, le truppe ucraine hanno superato la temutissima prima linea di difesa russa, costellata di vastissimi campi minati, e hanno raggiunto i risultati più importanti da mesi avvicinandosi a Tokmak verso la città di Melitopol. Il colpo non è ancora arrivato, ma raggiungere i principali centri meridionali e isolare la Crimea sarebbe un trionfo per l'esercito ucraino.
Non si può dimenticare, poi, che questo è un conflitto su larga scala e che non si sta combattendo soltanto in trincea o con i carri armati, ma anche con sabotaggi, blitz e altre operazioni secondarie in territori lontanissimi dal fronte, come dimostrano i raid a Belgorod e in Crimea. Proprio al largo della penisola annessa dalla Federazione russa Kiev ha ripreso oggi il controllo delle "torri Boyko", due piattaforme petrolifere precedentemente occupate dal 2015 e utilizzate dalla Russia come sito di atterraggio per elicotteri. Le forze speciali del Gur hanno preso possesso di munizioni per elicotteri e del radar Neva, che monitora gli spostamenti navali nel Mar Nero.
Quando potrebbe finire la guerra in Ucraina
Ad ogni modo, Milley ha calcolato circa 30 giorni prima che le condizioni meteorologiche compromettano l'avanzata degli alleati. E ogni giorno che passa significa più vittime. "Questa è la differenza tra la guerra sulla carta e la guerra reale", continua il generale Usa. "Si tratta di persone vere che vengono uccise e di veicoli veri che saltano in aria, quindi le persone tendono a rallentare in situazioni del genere. Ma è una cosa molto deliberata e stanno facendo progressi ogni giorno", ha aggiunto.
Sulle perdite di entrambi gli schieramenti non esistono dati certi, se non altro perché né chi difende né chi attacca sta pubblicando numeri ufficiali o perlomeno affidabili. I morti russi, inclusi i paramilitari Wagner, si aggirerebbero intorno ai 300mila caduti contro i 200mila da parte ucraina. Il fattore umano conta e continuerà a rappresentare una variabile fondamentale indipendentemente dall'entità delle prossime forniture belliche occidentali. Chi avrà più uomini da schierare e mobilitare, e Mosca potenzialmente ne può vantare tanti di più di quanti ne abbia avuti Kiev finora, avrà comunque un vantaggio da non sottovalutare qualora la guerra dovesse durare ancora a lungo e cristallizzarsi per anni.
Mark Milley.
Una prospettiva, quella di un conflitto a oltranza, respinta dal capo dell'intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, sicuro del contrario e dell'inevitabile successo dei suoi soldati: "Non condivido l'opinione che questa sarà una guerra prolungata. Questa è la mia opinione personale, che si basa sull'analisi dei dati che abbiamo, prima di tutto sul nemico. La controffensiva delle forze armate ucraine continuerà durante l'inverno, anche se sarà più difficile avanzare", ha detto Budanov.
L'ansia di Kiev per il conflitto: "Se ci abbandonate, aiutate la Russia". Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky vuole rassicurare l'Occidente, ma la controffensiva procede troppo lentamente. E su Trump: "Non sosterrà mai Vladimir Putin". Redazione l'11 Settembre 2023 su Il Giornale.
La guerra in Ucraina procede a rilento. Ne è consapevole Volodymyr Zelensky, intervenuto alla conferenza Yes (Yalta european strategy) tenutasi a Kiev domenica 10 settembre: “Lo ammettiamo, tutti i processi si complicano e rallentano”. Afferma che alcuni partner hanno chiesto come prosegue la controffensiva e sferra un affondo all’Occidente: “La mia risposta è che oggi i nostri passi sono sicuramente più veloci dei nuovi pacchetti di sanzioni”.
Il presidente ucraino ribadisce l’importanza della fornitura di armi e attrezzature specifiche come missili a lungo raggio e caccia moderni, l’unico modo per sbloccare la situazione sul campo. Si comincia a fare strada, infatti, lo spettro di una guerra lunga. “Non voglio pensarci, ma devo essere pronto, la mia squadra deve esserlo ed emotivamente lo sono”, confida il leader ucraino in un’intervista al The Economist. Il problema, secondo Zelensky, è la risolutezza degli alleati: “Quando dicono che saranno sempre dalla nostra parte, io vedo che non sono veramente qui, con noi”. Un contrasto palese di atmosfera e toni con il settembre del 2022, quando in tutta la parte del mondo pro-Ucraina gli smartphone continuavano a squillare, con notifiche sugli aggiornamenti dell’avanzata di Kiev nella regione di Kharkiv.
Oggi, l’euforia è sostituita da toni misurati. In tre mesi, la tanto anticipata controffensiva ucraina ha incontrato una resistenza maggiore del previsto. I guadagni territoriali sono pochi, ma ogni metro di terra riconquistato è fondamentale per mantenere alto il morale delle truppe e del popolo. “La guerra non finirà domani, né tantomeno dopodomani”, afferma il presidente Zelensky, evidenziando il fatto che la Russia sta subendo pesanti perdite nella regione di Zaporizhzhia e che “se continuiamo a spingere verso sud, scapperanno”.
"Stanno arrivando": Usa pronti a inviare i missili a lungo raggio Atacms all'Ucraina
I progressi lenti, però, spaventano gli alleati occidentali e il leader ucraino è ben conscio del fatto che lo sforzo bellico del suo Paese dipende dagli aiuti provenienti da Nato e Unione europea: “Una loro riduzione porterebbe solo ad un prolungamento del conflitto. Se non siete con noi, siete con la Russia. Se i partner non ci aiutano, favoriscono la vittoria di Mosca”. Zelensky avverte anche che non vi è modo di sapere come reagiranno i milioni di rifugiati ucraini in Europa se il loro Paese dovesse essere abbandonato. “Fino ad ora si sono comportati bene e sono grati per l’aiuto, ma non sarà una bella storia se queste persone saranno messe all’angolo”. Nondimeno, il leader di Kiev è preoccupato per eventuali distacchi dal blocco del “as long as it takes”. In molti Stati che sostengono l’Ucraina si stanno avvicinando le elezioni e i pochi risultati ottenuti nelle operazioni militari potrebbero condizionare le linee politiche dei nuovi governi. Zelensky confida nell’opinione pubblica europea e la ritiene la migliore arma per influenzare i leader alleato: “Le persone leggono, discutono, prendono posizione e fanno sentire la propria voce. Non perdoneranno i loro capi se dovessero perdere l’Ucraina”.
Rimane il nodo Stati Uniti. Molti osservatori a Washington sono preoccupati da un possibile ritorno di Donald Trump, ma Zelensky è adamantino: “Non supporterà mai Vladimir Putin. Non è quello che farebbero gli americani forti”. Si augura anche che, nel caso di un secondo mandato, Joe Biden prosegua con la sua attuale linea in fatto di forniture militari, per evitare una replica dell’Afghanistan, e che l’Europa intavoli le trattative per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione già nel 2024: “Aiuterebbe molto il morale del popolo”.
Colloqui di pace ad oggi non sono una possibilità. Sarebbe solo un compromesso con la Russia che congelerebbe il conflitto, dando a Mosca la possibilità di riarmarsi e riprendere i combattimenti in futuro. “L’errore non è tentare la via della diplomazia, ma negoziare con Putin. Lui tratta solo con sé stesso”. L’Ucraina, però, si avvicina sempre di più ad un bivio: mantenere allo stato attuale la sua politica interna o prepararsi ad una militarizzazione della società in vista di un conflitto di logoramento. È un’ipotesi che il presidente Zelensky intende sottoporre alla popolazione solo nel momento in cui la risolutezza dell’Occidente dovesse definitivamente crollare. “Grazie a Dio, non è ancora successo”.
La battaglia giusta. L’eccezionalismo ucraino e la propaganda russa sulla controffensiva. Christian Rocca su L'Inkiesta il 12 Settembre 2023
La determinazione degli ucraini nel resistere per affermare identità e indipendenza da Mosca è unica, e merita di essere sostenuta fino alla vittoria. Al Cremlino non rimane che inquinare il discorso pubblico sotto forma di editoriali dei cosiddetti esperti e del circo televisivo retequattrista e lasettista
L’eccezionalismo americano è la dottrina sull’unicità degli Stati Uniti rispetto alle altre nazioni della Terra perché, come aveva scritto Alexis de Tocqueville, la genesi rivoluzionaria, il sistema dei valori e lo sviluppo storico dell’America non sono paragonabili a quelli delle altre nazioni.
In questo XXI secolo, non è l’America ma l’Ucraina a svolgere questa funzione di guida morale, di faro delle libertà e dei principi universali che un tempo costituivano la missione americana.
L’eccezionalismo ucraino è il risorgimento popolare e liberale costruito a mani nude da civili e da militari, da intellettuali e da gente comune, da persone che sono rimaste a difendere la nazione e da persone che hanno portato in salvo la famiglia e combattono dall’estero, con un esempio quotidiano commovente, con una capacità inaudita di sopportazione del dolore e con la tenacia di chi sa di essere nel giusto, di chi sa che per la prima volta nella storia il mondo si è accorto della loro straziante ricerca di indipendenza soppressa per secoli dall’imperialismo russo, e che per questo non si fermerà mai.
Oleksandr Soloviov, curatore della sezione di arte contemporanea della Mystetskyi Arsenal, la più importante istituzione culturale dell’Ucraina, lo dice in un modo che vale più di cento analisi sull’andamento della guerra prodotti dai centri studi internazionali: «Questa è la nostra ultima occasione, dobbiamo vincere e poi fortificare una volta per tutte la frontiera con la Russia, altrimenti scompariremo».
L’Ucraina è il paese che ha resistito all’invasione del gigante russo, che ha stupito il mondo, che ha riallineato l’occidente, che ha ridato un senso all’Europa, che ha impantanato Putin e provocato il licenziamento del più importante generale di Mosca oltre a un tentativo di golpe con successivo omicidio del gran capo dei mercenari che a Bakhmut ha ottenuto l’unica vittoria suk campo del Cremlino.
Non serve Alexis de Tocqueville per definire tutto ciò «eccezionalismo ucraino», da cui nascono anche il modo di combattere la guerra contro l’invasore e la capacità di avanzare metro dopo metro a est e a sud, senza l’ansia di vantare grandi e decisive svolte militari solo al fine di soddisfare le opinioni pubbliche occidentali stanche della guerra.
Nessuno è più stanco della guerra degli ucraini: immaginate cosa significhi avere mariti e figli al fronte, cosa significhi essere svegliati ogni notte dalle sirene e correre nei rifugi antiaerei, che poi è il male minore rispetto a essere svegliati da un missile prima che la sirena suoni. Immaginate questa condizione che continua giorno e notte da un anno e mezzo, con l’aggravante degli assedi, dell’occupazione, degli orrori, e dei blackout elettrici ed energetici invernali. L’eccezionalismo ucraino è anche questo.
Mykola Bielieskov, analista del National Institute of Strategic Studies che fa capo alla presidenza ucraina, spiega che gli americani stanno finalmente capendo che devono lasciare agli ucraini le strategie e le tattiche di guerra, perché gli ucraini conoscono il territorio e il nemico meglio di chiunque altro. La Nato, dopo una simulazione durante un war game in Germania, aveva suggerito a Kyjiv di usare nella controffensiva tutte le munizioni a disposizione dell’esercito ucraino, cosa che gli ucraini non hanno fatto, altrimenti – dice Bielieskov – oggi sarebbero spacciati. Invece servono solo altre armi, e tanta pazienza, non solo settimane ma mesi, fino almeno al 2024.
Per accelerare la controffensiva servono «armi, armi, armi» dice durante un incontro al Pen Ukraine di Kyjiv il filosofo e storico di Yale Timothy Snyder, massimo esperto americano di Ucraina.
L’America e l’Europa hanno già fatto tanto per aiutare l’Ucraina e tanto possono e devono fare ancora, mentre sul fronte mediatico occidentale bisogna controbattere con i fatti, la realtà e l’umanità ucraina alla propaganda del Cremlino che inquina il discorso pubblico sotto forma di editoriali dei cosiddetti esperti di geopolitica e del circo televisivo retequattrista e lasettista.
Non è vero che la controffensiva ucraina non avanza, è vero il contrario. Non è vero che gli ucraini sono pronti a cedere a Putin per evitare ulteriori sofferenze, è vero il contrario. Non è vero che Putin vuole trattare il cessate un fuoco, semmai è vero che vuole guadagnare tempo per convincere gli alleati dell’Ucraina a sospendere gli aiuti militari e per organizzare meglio lo sterminio degli ucraini e la sottomissione di una nazione.
Dopo il suo ultimo viaggio in Ucraina, Snyder ha scritto di non conoscere ucraini che non abbiano perso un amico o un familiare in questa guerra, eppure il loro livello di determinazione è molto, molto alto: «Questa è la vita quotidiana degli ucraini, non la nostra, stanno combattendo soltanto loro, noi stiamo fornendo una parte dei fondi, ma ciò che la resistenza ucraina protegge si estende ben oltre: gli ucraini stanno difendendo l’ordine giuridico stabilito dopo la Seconda Guerra Mondiale, hanno eseguito da soli la missione Nato di contenere e invertire un attacco della Russia usando una piccola percentuale dei bilanci militari dell’Alleanza e senza perdite dei paesi membri».
Conclude Snyder: «Infine, ma non meno importante, gli ucraini stanno dimostrando che una democrazia può e sa difendersi».
Eccolo, l’eccezionalismo ucraino.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 12 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Podolyak attacca l’Onu e l’Agenzia per l’energia atomica: «Organizzazioni fittizie». Marta Serafini, inviata, e redazione Online su Il Corriere della Sera martedì 12 settembre 2023
Le notizie sulla guerra in Ucraina di martedì 12 settembre, in diretta. Il leader nordcoreano si è recato in Russia sul suo treno blindato per colloqui seguiti
• Esercitazioni Nato e rifugi: il fronte baltico
• Atesh, cosa sappiamo del gruppo di tatari della Crimea che aiuta la resistenza ucraina: sabotaggi e attentati
• Tajani: incontrerò Zuppi, non può esserci pace senza la libertà di Kiev
• L’Ue condanna le elezioni russe «illegali» nei territori occupati
Ore 03:03 - Usa darà ok missili lungo raggio con bombe a grappolo a Kiev
L’amministrazione Biden è vicina a dare il via libera all’invio di missili a lungo raggio muniti di bombe a grappolo all’Ucraina. Lo riporta Reuters sul suo sito citando alcune fonti, secondo le quali gli Stati Uniti stanno valutando l’invio di Atacms o di Gmlrs. Kiev — riporta invece «Politico» — preme per un annuncio sull’invio di missili a lungo raggio all’assemblea generale dell’Onu della prossima settimana ma è improbabile che possa accadere considerati i tempi stretti.
Ore 05:24 - Nord Corea: Dipartimento Usa seguirà esiti vertice Kim-Putin
L’amministrazione Usa seguirà gli esiti del vertice tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-Un, ed è pronta a imporre sanzioni contro coloro che sostengono la Russia nella sua operazione speciale in Ucraina, ha detto il Dipartimento di Stato, secondo quanto riporta Interfax. «Pertanto monitoreremo molto da vicino l’esito di questo incontro», ha detto il portavoce del dipartimento Matthew Miller quando gli è stato chiesto del prossimo vertice. «Penso di voler aspettare e vedere quale sarà il risultato dell’incontro, prima di fare speculazioni. Ma abbiamo sempre cercato di imporre sanzioni e ritenere responsabili i Paesi o le entità che finanziano gli sforzi bellici della Russia», ha detto. In precedenza, il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov aveva detto che Putin incontrerà Kim nei prossimi giorni per discutere delle relazioni bilaterali.
Ore 05:54 - Usa, continueremo a imporre sanzioni contro Corea Nord
Gli Stati Uniti «monitoreranno con attenzione» l’incontro tra Kim Jong Un e Vladimir Putin e avvertono Pyongyang che «la vendita o l’invio di armi a Mosca viola diverse risoluzioni dell’Onu». Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato Usa Matthew Miller in una conferenza stampa annunciando che Washington continuerà a imporre sanzioni contro la Corea del Nord.
Ore 07:18 - Putin: «Le relazioni Mosca-Pechino a livello senza precedenti»
Le relazioni tra Mosca e Pechino hanno già raggiunto un livello senza precedenti: lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, durante un incontro con il vice premier cinese Zhang Guoqing a margine dell’8/o Forum economico orientale (Eef) in corso a Vladivostok. Lo riporta la Tass. Putin ha sottolineato di apprezzare «in modo particolare» il fatto che la prima visita internazionale del presidente cinese Xi Jinping dopo la sua elezione sia stata fatta in Russia. «Questo è il segno che negli ultimi anni le relazioni tra Russia e Cina hanno raggiunto un livello storico assolutamente senza precedenti», ha commentato, aggiungendo che la Russia e la Cina continueranno «a lavorare insieme».
Ore 07:35 - Il treno di Kim Jong Un arrivato in Russia
Il leader nordcoreano Kim Jong-un è arrivato in Russia per un vertice con il presidente Vladimir Putin per discutere un possibile accordo per la fornitura di armi alla Corea del Nord per la guerra in Ucraina. Il treno blindato di Kim è arrivato alla stazione di Khasan, la principale porta ferroviaria verso l’Estremo Oriente russo dalla Corea del Nord, ha riferito oggi l’agenzia di stampa giapponese Kyodo, citando una fonte ufficiale russa anonima. L’incontro tra i due leader dovrebbe svolgersi oggi pomeriggio a margine del Forum economico orientale nella città portuale russa di Vladivostok, dove Putin è già arrivato.
Ore 07:38 - Cremlino: «Putin non ha bisogno di incontrare leader occidentali»
Il presidente russo Vladimir Putin non ha bisogno di incontrare i leader dei Paesi occidentali poiché un simile incontro ora non può aggiungere nulla di costruttivo all’agenda russa, ha detto oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Ria Novosti. «Putin ora non ha bisogno di incontrare queste persone, perché questo incontro non può aggiungere nulla di costruttivo alla nostra agenda. Partiamo principalmente dai giudizi di questi rappresentanti degli stati dell’Occidente collettivo, procediamo partendo dalle loro dichiarazioni», ha detto Peskov, commentando la recente dichiarazione del primo ministro britannico Rishi Sunak, il quale, intervenendo alla Camera dei Comuni dopo il vertice del G20 in India, ha affermato che da due anni a questa parte Putin non avrebbe il coraggio di incontrare i suoi colleghi del G20. Peskov ha aggiunto che il programma internazionale di Putin può essere descritto come ricco di eventi e che gli incontri si svolgono in settori «costruttivi» e nell’interesse della Russia. «Quando arriverà il momento dell’incontro con i signori menzionati, questo sarà sicuramente fatto», ha dichiarato Peskov.
Ore 07:41 - Reuters: «Al confine russo Kim è sceso brevemente dal treno»
In viaggio verso Vladivostock, in Russia, per incontrare il capo del Cremlino, Vladimir Putin, il leader nordcoreano Kim Jong Un al valico di confine di Khasan è sceso brevemente dal treno per incontrare funzionari locali e poi è ripartito. Lo riferisce la Reuters.
Ore 07:49 - Kiev: «Riconquistate piattaforme di petrolio e gas vicino Crimea»
L’Ucraina ha riconquistato diverse piattaforme petrolifere e di gas del Mar Nero che erano state occupate dalla Russia nel 2015, ha affermato il servizio di intelligence militare del paese (Gur). Secondo quanto spiegato, le forze di Kiev hanno riconquistato le piattaforme di perforazione note come «Torri Boyko» vicino alla penisola di Crimea in una «operazione unica», una riconquista definita di «importanza strategica». «La Russia è stata privata della capacità di controllare completamente le acque del Mar Nero, e questo avvicina l’Ucraina alla riconquista della Crimea», ha affermato il servizio di intelligence. Durante l’operazione, è stato aggiunto, si è verificato uno scontro tra le forze speciali ucraine a bordo di imbarcazioni e un aereo da caccia russo, che è stato danneggiato e costretto a ritirarsi.
Ore 08:02 - Il Cremlino conferma: Kim Jong-un è arrivato in Russia
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato che il leader nordcoreano Kim Jong-un è arrivato in Russia. Lo riferisce l’agenzia Interfax.
Ore 08:02 - Onu: «9.614 civili uccisi dall’inizio guerra»
Almeno 9.614 civili sono stati uccisi e altri 17.535 sono rimasti feriti nel conflitto in Ucraina dall’inizio dell’invasione del Paese da parte della Russia il 24 febbraio 2022: lo ha reso noto l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr), come riporta il Kyiv Independent. Nei primi 10 giorni di settembre, sottolinea l’Ohchr, sono stati uccisi 55 civili, inclusa una bambina, e altri 237 sono rimasti feriti. I dati includono 47 persone uccise nel territorio controllato dall’Ucraina e 8 uccise nei territori occupati.
Ore 08:22 - Isw: «Esercito Kiev avanza a Bakhmut e a Zaporizhzhia»
«L’11 settembre le truppe ucraine hanno continuato le operazioni di controffensiva nelle regioni di Donetsk e Zaporizhia e sono avanzate nell’area di Bakhmut e nella parte occidentale della regione di Zaporizhzhia». Lo scrive l’Istituto per lo Studio della Guerra (Isw), aggiungendo che, secondo informazioni dell’esercito ucraino, «nell’ultima settimana sono stati liberati 2 chilometri quadrati di territorio in direzione di Bakhmut e sono stati compiuti progressi vicino a Klishchiivka e Andriivka». «L’11 settembre - prosegue il think tank statunitense - le truppe russe hanno continuato la loro offensiva sulla linea Kupyansk-Svatov-Kreminna e sono avanzate in direzione di Kupyansk. I filmati di geolocalizzazione diffusi l’11 settembre mostrano che le forze russe hanno fatto progressi vicino a una striscia di foresta a nord-est di Sinkivka».
Ore 09:06 - Kim da Putin: «Incontro delegazioni e anche una cena»
Ci saranno due incontri tra le delegazioni russa e nordcoreana, e un faccia a faccia tra i due leader, Vladimir Putin e Kim Jong-un, che poi si rivedranno anche a cena: lo scrive l’agenzia russa Tass, che fornisce un’agenda molto stringata del summit Russia-NordCorea. I due dovrebbero incontrarsi nelle prossime ore a Vladivostok, dove si sta svolgendo il Forum Economico Orientale a cui partecipa il capo del Cremlino. Il Cremlino però non ha specificato il luogo esatto dell’incontro limitandosi a chiarire che si terrà nell’Estremo oriente russo.
Ore 09:11 - Putin: «Sequestri beni russi in Occidente oltre ogni limite»
Il sequestro dei beni delle società russe in Occidente va «oltre ogni limite». Lo afferma il presidente Vladimir Putin intervenendo al Forum economico dell’Oriente in corso a Vladivostok, a margine del quale incontrerà il dittatore nordcoreano Kim Jong-Un. I Paesi occidentali, ha aggiunto il presidente russo, non si rendono conto gli effetti negativi che questo avrà per loro stessi. Lo riferisce l’agenzia di stampa russa Tass.
Ore 09:32 - Tajani: «Kim è il peggiore interlocutore possibile per Mosca»
«La Russia cerca sostegno, anche di tipo militare, e alleati e si rivolge al peggiore interlocutore possibile, Kim Jong-un. La Corea del Nord ha un atteggiamento aggressivo nell’Indo-Pacifico, continua ad essere condannata per i lanci di missili e le sue minacce, queste sono cose che non fanno ben sperare. La Russia è isolata ma cerca di uscire da questo isolamento. Per il mondo libero è una potenza aggressiva. Anche la Cina è preoccupata dall’atteggiamento di Mosca, la scorsa settimana io ho chiesto al ministro degli Esteri cinese di spingere la Russia a tornare a più miti consigli». Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Rtl.
Ore 09:34 - Putin propone la “Giornata della riunificazione” per i territori occupati
Il presidente russo Vladimir Putin ha presentato alla Duma di Stato, il parlamento russo, un disegno di legge per istituire una giornata in onore della riunificazione di nuove regioni con la Russia. Lo riferisce Ria Novosti. Il riferimento è ai territori occupati dell’Ucraina. «Il 30 settembre è il giorno della riunificazione della Repubblica Popolare di Donetsk, della Repubblica Popolare di Lugansk, della regione di Zaporozhia e della regione di Kherson con la Federazione Russa (2022)», si legge nel disegno di legge. Ria Novosti aggiunge che, «come si legge nella nota esplicativa, l’ammissione di nuove regioni alla Russia si basa sulla comunità storica dei popoli che vivono sul loro territorio, è il risultato dell’espressione della volontà di milioni di persone e dell’esercizio da parte loro del diritto inalienabile di determinare liberamente e senza interferenze esterne il proprio status politico, di realizzare lo sviluppo economico, sociale e culturale».
Ore 10:10 - Putin: «Contro Trump una persecuzione politica»
Le inchieste giudiziarie contro Donald Trump negli Usa sono «una persecuzione per ragioni politiche». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin intervenendo al Forum economico dell’Oriente a Vladivostok. Comunque, ha aggiunto Putin, chiunque diventerà presidente, «non ci saranno cambiamenti fondamentali nella politica degli Stati Uniti verso la Russia».
Ore 10:26 - Putin: «71.500 soldati ucraini eliminati in controffensiva»
Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che sono già 71.500 i soldati persi dall’Ucraina dall’inizio della controffensiva, all’inizio di giugno, che non ha portato a «nessun risultato». Lo riferisce l’agenzia Tass.
Ore 10:45 - Putin: «Occidente vuole più territori per poi avviare negoziati»
I «burattinai» occidentali spingono l’Ucraina a prendere il controllo di più territorio possibile per «poi cominciare i negoziati». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato dall’agenzia Tass. Se gli Usa pensano che Kiev sia pronta per le trattative, ha aggiunto Putin, devono far sì che venga revocato il decreto del presidente Volodymyr Zelensky che proibisce colloqui con Mosca
Ore 10:46 - Media: «Esplosioni a Sebastopoli nella Crimea occupata»
Esplosioni sono state udite questa mattina nella città portuale di Sebastopoli sul Mar Nero, nella Crimea occupata: lo riporta Rbc-Ucraina, che pubblica un video in cui si vede una nuvola di fumo nero. Canali Telegram locali riferiscono di potenti esplosioni anche a Krasnoperekopsk, sempre in Crimea.
Ore 10:46 - La Corte europea dei diritti umani condanna la Russia per «le torture inflitte da funzionari dello Stato a una persona gay in Cecenia»
La Corte europea dei diritti umani ha condannato la Russia per le torture inflitte da funzionari dello Stato a una persona gay in Cecenia e per non aver impedito e indagato gli attacchi omofobi subiti da persone della comunità Lgbt durante delle manifestazioni.
Ore 10:51 - Putin: «270.000 contrattisti arruolati in 6-7 mesi»
«Negli ultimi 6-7 mesi 270.000 uomini si sono arruolati volontariamente con un contratto nelle forze armate russe, e tuttora ogni giorno se ne aggiungono tra i 1.000 e i 1.500». Lo ha affermato il presidente Vladimir Putin.
Ore 10:59 - Putin: «Errore i carri armati dell’Urss a Praga e Budapest»
La Russia ammette l’errore della politica estera dell’Urss per i carri armati sovietici in Ungheria e Cecoslovacchia: lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin durante la sessione plenaria del Forum economico orientale. «Abbiamo ammesso da tempo che questa parte della politica dell’Unione Sovietica era sbagliata e ha portato solo all’escalation delle tensioni», ha detto Putin, rispondendo al moderatore della discussione, che ha citato le autorità ceche e ungheresi secondo cui «l’Urss si è comportata come un colonizzatore quando ha portato i carri armati a Praga e Budapest». Lo riporta la Tass.
L’Occidente, in primo luogo gli Stati Uniti, nella sua politica estera si muove sullo stesso binario dell’Unione Sovietica, mentre non bisogna mai fare nulla che sia in netta contraddizione con gli interessi di altre nazioni, ha dichiarato il presidente russo durante una sessione plenaria del Forum economico orientale, parlando della decisione dell’Unione Sovietica di inviare truppe in Cecoslovacchia nel 1968 e in Ungheria nel 1956. «Si dovrebbe evitare di fare qualcosa nella sfera della politica estera che sia in netta contraddizione con gli interessi di altre nazioni. È proprio questo il rastrello che i Paesi leader dell’Occidente, e soprattutto gli Stati Uniti, calpestano di continuo», ha sottolineato.
Ore 11:14 - Cina: «Più cooperazione con la Corea del Nord in vari campi»
La Cina sta lavorando per approfondire la cooperazione con la Corea del Nord in «vari campi»: nel giorno dell’arrivo in Russia del leader Kim Jong-un con le attese di un incontro con Vladimir Putin, la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha detto che le relazioni Pechino-Pyongyang «si stanno sviluppando bene e le due parti stanno attuando l’importante consenso raggiunto dai leader dei due Paesi». Cina e Corea del Nord stanno «approfondendo gli scambi e la cooperazione bilaterale in vari campi e spingendo affinché le relazioni continuino a raggiungere uno sviluppo ancora maggiore», ha aggiunto Mao nel briefing quotidiano.
Ore 11:25 - Russia-Nord Corea: Shoigu parteciperà a incontro Kim-Putin
Il ministro della Difesa russo, Sergey Shoigu, parteciperà ai negoziati fra il leader nordcoreano Kim Jong Un e il presidente russo Vladimir Putin. Lo riferisce il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti. Peskov ha aggiunto che non è atteso un incontro separato fra i ministri della Difesa di Russia e Corea del Nord.
Ore 11:26 - Zelensky: «Oggi gabinetto di guerra sulla linea del fronte»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha convocato oggi il Gabinetto militare: nel corso della riunione, a cui ha partecipato «una cerchia ristretta di persone» è stata trattata «una gamma ristretta di questioni», ha scritto Zelensky sul suo canale Telegram. «Oggi abbiamo parlato solo della linea del fronte: la continuazione della nostra offensiva, le direzioni, le previsioni, i rifornimenti, le armi e le munizioni, la nostra produzione, le informazioni di intelligence», ha aggiunto. «Abbiamo anche discusso dei preparativi per le controazioni del nemico: costruzione di fortificazioni, rafforzamento dei nostri difensori nelle aree interessate, dati di intelligence su date e direzioni», conclude il messaggio.
Ore 11:35 - Kiev: «Distrutta una base russa di droni nella regione di Donetsk»
Una base di droni russi in una zona occupata nella regione di Donetsk è stata distrutta, secondo l’ufficio stampa delle Forze armate ucraine che ha postato un video su Telegram, come riporta Unian. Le immagini mostrano che la stazione base degli equipaggi dei droni Zala e Lancet è stata eliminata. «Ieri mattina le Forze armate ucraine hanno colpito con successo la base dei droni degli occupanti russi nel villaggio di Luganske, nella regione di Donetsk», hanno reso noto le Forze armate di Kiev.
Ore 12:49 - «Kadyrov ha fatto seppellire vivo il suo medico e vicepremier»
Il leader ceceno Ramzan Kadyrov avrebbe fatto seppellire vivo il vice primo ministro del suo Paese e medico personale, Elkhan Suleimanov, sospettato di aver tentato di avvelenarlo. Lo riferisce il canale Telegram russo VChK-OGPU, ripreso dall’Ansa, citando fonti a conoscenza del caso. La vicenda è stata poi rilanciata dalla Bild. Kadyrov era apparso all’inizio dell’anno particolarmente ingrassato, con difficoltà nel riuscire a tenere gli occhi aperti. Si era parlato di un possibile problema ai reni, ma il leader ceceno avrebbe ritenuto di essere stato avvelenato dalle iniezioni del suo medico. Suleimanov era stato licenziato dal suo incarico di vice primo ministro nella notte dell’ottobre 2022.
Ore 13:00 - Attacco russo nel Donetsk: 2 morti e 3 feriti
Due civili sono rimasti uccisi e altri tre feriti durante gli attacchi russi su Krasnohorivka e Avdiivka, nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale. Lo rende noto l’Ufficio del Procuratore generale, come riporta Ukrinform. «La mattina del 12 settembre, la città di Krasnohorivka è stata attaccata dal fuoco dell’artiglieria russa. Uno dei proiettili da 152 mm ha colpito una casa dove vivevano una donna di 84 anni e un uomo di 71. Entrambi sono morti - si legge in un comunicato -. Un’altra donna di 70 anni, che viveva con loro e li aiutava in casa, è rimasta ferita ed è stata ricoverata in ospedale con ustioni e contusioni». Ad Avdiivka, prosegue la nota, una donna di 82 anni e sua figlia di 55 anni hanno riportato ferite da schegge e fratture.
Ore 13:09 - Kim Jong-un in Russia, chi sono i tre gerarchi membri della delegazione nordcoreana
(Di Giudo Santevecchi) Si è portato al seguito tutti gli uomini del complesso militar-industriale nordcoreano Kim Jong-un nel suo viaggio in Russia. Oggi, 12 settembre, il treno del Maresciallo è finalmente arrivato in territorio russo, dopo aver marciato dalle sei del pomeriggio di domenica 10 settembre, quando aveva lasciato la stazione di Pyongyang.
[...] Il convoglio, che nelle previsioni dell’intelligence occidentale era diretto a Vladivostok dove Putin sta presiedendo un forum economico, ha fatto diverse digressioni sulla linea ferroviaria russa. In tarda mattinata è stato avvistato a Ussuriysk, dopo aver superato Vladivostok. Il portavoce del Cremlino ha annunciato solo che le delegazioni hanno in programma due colloqui oggi, che Putin e Kim avranno un primo faccia a faccia seguito da una cena di gala. In attesa del Maresciallo nordcoreano, il leader russo questa mattina a Vladivostok ha tenuto un discorso nel quale ha sostenuto che i suoi scienziati militari stanno sviluppando «armi laser, ultrasoniche e a frequenza radio».
Gli analisti occidentali si sono messi al lavoro per cercare di decifrare le parole del presidente russo. Grazie alle foto diffuse dal cerimoniale del regime, gli analisti hanno identificato i membri della delegazione nordcoreana. Tre i gerarchi chiave che segnalano quello che Kim vuole vendere a Vladimir Putin e quello che intende chiedere in cambio.
Ore 13:30 - Kiev: «Mosca sposta le riserve al fronte per evitare sfondamento»
Mosca starebbe spostando le riserve al fronte per evitare uno sfondamento della linea di difesa. Lo rende noto il Military Media Centre, come riporta Rbc-Ucraina. Secondo il centro, le forze russe stanno concentrando le truppe tra le aree operative e spostando le riserve dai territori russi al fronte. Al tempo stesso, Mosca ha aumentato l’uso di bombe aeree guidate e droni.
Ore 13:40 - Putin: «La campagna contro Trump nell’anno delle elezioni conferma quanto il sistema sia marcio»
«Quello che sta accadendo negli Stati Uniti oggi, è positivo. Dimostra il marciume del sistema politico americano che non può reclamare il diritto di insegnare la democrazia ad altri», ha affermato il Presidente russo, Vladimir Putin. «Tutto quello che accade a Trump è una persecuzione motivata politicamente di un rivale politico. Niente di meno. E viene fatto di fronte agli occhi del pubblico e del mondo intero. Stanno esponendo a tutti i loro problemi», ha aggiunto. «In questo senso, se cercando di contrastarci, è positivo, perché mostra chi è che si pone contro di noi. Mostra, come dicevano in tempi sovietici, `la faccia bestiale dell’imperialismo americano».
Ore 13:51 - IL PUNTO DEL CORRIERE | L’Armenia con il piede in due scarpe
(di Marta Serafini, inviata a Zaporizhzhia) L’Armenia e gli Stati Uniti hanno iniziato un’esercitazione di addestramento militare congiunta lunedì, la «Eagle Partner» durerà 10 giorni, coinvolge 85 soldati statunitensi e 175 armeni ed è pensata per preparare gli armeni a partecipare a missioni internazionali di mantenimento della pace. Si svolge in due campi di addestramento vicino alla capitale, Erevan. (...)
Fin qui Mosca è stata il principale partner economico e alleato dal crollo sovietico del 1991 per Erevan. L’Armenia, Paese senza sbocco sul mare, ospita una base militare russa e fa parte dell’alleanza di sicurezza delle nazioni ex sovietiche, l’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva. Ma il premier armeno Pashinyan è diventato sempre più critico nei confronti del ruolo di Mosca (...).
Ore 13:54 - Parigi: «La visita di Kim in Russia dimostra l’isolamento di Putin»
le autorità di Parigi, l’annunciato incontro tra il leader nordcoreano Kim Jong-un e il presidente russo Vladimir Putin illustra l’isolamento della Russia sulla scena internazionale. «La Russia è isolata a tal punto da essere obbligata a voltarsi verso la Corea del Nord», ha osservato la portavoce del ministero degli Esteri della Francia, Anne-Claire Legendre, in occasione di un punto stampa a Parigi. «È il segno di un fortissimo isolamento al livello internazionale», ha aggiunto, rispondendo a una domanda in proposito.
Ore 14:04 - La Svezia valuta di inviare caccia in Ucraina
La Svezia sta valutando la possibilità di inviare i caccia Saab Jas 39 Gripen in Ucraina, nonostante numerosi passi indietro e avanti. Nel prossimo futuro il governo affiderà alle forze armate svedesi il compito di indagare sulle condizioni per l’invio di aerei Gripen in Ucraina, riferisce Sveriges Radio. L’esecutivo sta valutando come il passaggio influenzerà la capacità di difesa della Svezia e quanto velocemente la Svezia potrà ricevere nuovi aerei Gripen. Inoltre, il governo sta pensando a come dovrebbe essere effettuata la formazione dei piloti ucraini e di altro personale.
Ore 14:08 - Podolyak attacca l’Onu e l’Agenzia per l’energia atomica: «Organizzazioni fittizie»
Il consigliere presidenziale ucraino Mikhail Podolyak ha lanciato una dura critica alle Nazioni Unite, all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) e a diverse altre organizzazioni, definite «fittizie». «L’Onu è in realtà un’organizzazione del tutto inesistente, un gruppo di pressione che serve a far guadagnare soldi per una buona vecchiaia alle persone che ricoprono posizioni di rilievo al suo interno. Onu, Aiea, Croce Rossa, Amnesty International (...) sono tutte organizzazioni fittizie che intasano le nostre coscienze con valutazioni spazzatura», ha dichiarato Podolyak in un’intervista al quotidiano ucraino Novoye Izdanie. Ha aggiunto che se organizzazioni del genere non esistessero, molte cose sarebbero risolte «meglio e più velocemente».
Ore 14:14 - Putin: «L’Occidente sta cercando di frenare lo sviluppo della Cina»
«L’Occidente sta facendo il possibile per rallentare lo sviluppo della Cina ma non sarà possibile, è troppo tardi», ha affermato Putin parlando a Vladivostok, aggiungendo che «il treno è partito» e «non c’è più nulla da fare».
Ore 14:22 - Mosca distrugge un sistema lanciarazzi turco utilizzato dagli ucraini
Il ministero della Difesa russo ha reso nota la distruzione di un sistema missilistico a lancio multiplo T-122 Sakarya da 122 mm di fabbricazione turca in Ucraina. Si tratta della prima volta dall’inizio del conflitto. Lo riporta Ria Novosti. Il T-122 Sakarya Mlrs è prodotto dalla società turca Roketsan Missiles Industries e può sparare missili a grappolo con un raggio di azione fino a 40 km di distanza.
Ore 14:33 - Varsavia proroga il divieto d’importazione dei cereali ucraini
Il governo polacco ha annunciato oggi che prorogherà unilateralmente il divieto di importazione di cereali ucraini oltre il 15 settembre, data fissata da Bruxelles. «Qualunque sia la successiva decisione della Commissione, non apriremo le frontiere ai cereali ucraini dopo questa data», si legge in un comunicato stampa del governo. L’Ucraina ha risposto a stretto giro annunciando di essere pronta a portare la Polonia davanti all’Omc (Organizzazione mondiale del commercio) per chiedere un risarcimento.
Ore 14:45 - Parigi: «Kim in Russia è il segno dell’isolamento di Mosca»
L’annunciato incontro tra il leader nordcoreano Kim Jong Un e il presidente Vladimir Putin mostra l’isolamento della Russia sulla scena internazionale, ha dichiarato una portavoce del ministero degli Esteri francese. «La Russia è talmente isolata che è stata costretta a rivolgersi alla Corea del Nord», ha affermato Anne-Claire Legendre durante un briefing con la stampa. «Questo è un segno molto forte del suo isolamento internazionale», ha aggiunto la portavoce rispondendo a una domanda sul significato di questo incontro.
Ore 15:11 - Il ministro russo delle Risorse naturali accoglie Kim Jong-un
Il ministro delle Risorse naturali russo, Alexander Kozlov, ha accolto il leader nordcoreano Kim Jong-un al suo arrivo in Russia, nella stazione di Chasan. Lo riferisce l’agenzia Tass. Un video dell’agenzia Ria Novosti mostra Kim scendere dal suo treno, con le carrozze verdi, mentre una banda militare esegue un pezzo musicale.
Ore 15:14 - Podolyak, consigliere di Kiev: «In Cina e India debole potenziale intellettivo»
«Qual è il problema del mondo contemporaneo? Qual è il problema dell’India, della Cina? Il problema è che non analizzano le conseguenze delle loro azioni. È il debole potenziale intellettivo di questi Paesi, purtroppo». Lo ha detto il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak in un’intervista al canale Youtube ucraino Vlast versus Vlashenko. «Sì - ha insistito Podolyak - loro investono nella scienza, l’India ha mandato una sua sonda sulla Luna. Ma questo non prova che questo Paese comprenda esattamente cos’è il mondo odierno». Podolyak ha aggiunto che «questi Paesi oggi guadagnano grazie a questa guerra, in modo consistente, così come la Turchia».
Ore 16:38 - Russia, prolungato di 3 mesi l’arresto del nazionalista Girkin
Un tribunale di Mosca ha accolto la richiesta di estendere per almeno altri tre mesi (cioè fino al 18 dicembre) la custodia cautelare del nazionalista russo Igor Girkin, noto come Igor Strelkov. Lo riporta l’agenzia Interfax. Strelkov è stato uno dei vertici dei separatisti filorussi del Donbass ed è sospettato di vari crimini. Un tribunale olandese lo ha condannato all’ergastolo per l’abbattimento del boeing della Malaysia Airlines, che si ritiene sia stato abbattuto da un missile russo mentre sorvolava i cieli dell’Ucraina in guerra, il 17 luglio del 2014. Dall’inizio del conflitto in Ucraina, Strelkov è diventato un blogger molto popolare e uno dei più strenui sostenitori dell’invasione dell’Ucraina, ma ha anche fortemente criticato gli alti comandi dell’esercito russo e lo stesso Putin. In molti pensano che proprio queste dure critiche siano il vero motivo del suo arresto per «estremismo» avvenuto a luglio.
Ore 16:48 - Putin promette «armi basate su nuovi principi della fisica». E «avverte» gli oligarchi
(Di Marco Imarisio) Come vivere, e bene, senza l’Occidente. Il senso delle fluviali dichiarazioni odierne di Vladimir Putin è questo. Il palcoscenico era quello giusto. Il Forum economico orientale di Vladivostok nasce nel 2015 come risposta diretta alle prime sanzioni degli Usa e dell’Unione europea per l’invasione del Donbass e l’annessione della Crimea, con l’intento di raccogliere investimenti per la Russia asiatica da parte di tutti i principali Paesi limitrofi, poco importa se amici o meno, dal Giappone all’India, dalla Corea del sud alla Mongolia, fino alla Corea del nord, con l’attesa visita del leader supremo Kim Jong-un , prevista per domani.
Ma quella del presidente russo, presente di persona sul palco del campus universitario della principale città dell’Estremo Oriente, era una lunga intervista condotta da un presentatore televisivo, non un discorso scritto e previsto da tempo. E per quanto concordate, le domande hanno coperto una quantità notevole di temi. A cominciare da quelle di natura «commerciale», fatte in buona sostanza per vendere a investitori stranieri la solidità e la convenienza del prodotto-Russia, è stata forse l’uscita più interessante e meno scontata degli ultimi mesi. Putin ha sminuito le difficoltà russe sul mercato interno, sostenendo che l’inflazione è un rischio ben gestito e per questo i tassi di interesse sono saliti al 12%, che la continua caduta del rublo non ha bisogno di essere contrastata con il controllo dei capitali, e che non sono previste nuove tasse di nessun genere. Tutto va bene, insomma, la resistenza economica russa è efficace, la politica delle sanzioni danneggerà solo chi la promuove. È una interpretazione della realtà che fa a pugni persino con i dati ufficiali, anche questa non una novità, ma dato il contesto di promozione del proprio Paese, era difficile aspettarsi qualcosa di diverso. Per rendere l’idea, Putin ha anche aggiunto che tutti i funzionari statali dovranno usare soltanto auto prodotte in Russia, «che non hanno nulla da invidiare alle marche straniere».
Ore 16:53 - Kiev vuole chiedere a Varsavia risarcimenti sul divieto di importazione grano ucraino
L’Ucraina è pronta a ricorrere all’Omc (Organizzazione mondiale del commercio) per chiedere un risarcimento alla Polonia che oggi ha deciso di prorogare unilateralmente, dopo il 15 settembre (data fissata da Bruxelles), il divieto di import di grano ucraino. Accusando Varsavia di «populismo politico prima delle elezioni legislative», il premier ucraino Denys Shmyhal ha comunicato su X che «l’Ucraina sarà costretta a ricorrere all’arbitrato dell’Omc per ottenere risarcimenti in seguito alle violazioni delle norme Gatt (Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio)».
Ore 17:37 - Zuppi: «In Cina per tessere la difficile tela della pace»
«L’auspicio è quello di spingere e tessere la difficile tela della pace». Così il presidente della Cei e inviato di Papa Francesco, il cardinale Matteo Zuppi, ai microfoni del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, poco prima della sua partenza per la Cina. «La preghiera ecumenica di questi giorni sicuramente - sottolinea Zuppi - è un motivo ulteriore per cercare con fiducia il dono della pace che è un dono di tutti e per tutti».
Ore 17:40 - IL PUNTO MILITARE | Fronte Sud, fronte Est, Mar Nero: a che punto sono ucraini e russi?
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Una guerra lenta e costosa. Non potrebbe essere altrimenti: gli ucraini devono sfondare, i russi devono tenere. Così i cambiamenti appaiono ridotti, e sono gli stessi protagonisti a riconoscerlo parlando di centinaia di metri riconquistati.
Ore 18:03 - Papa Francesco: «Si aprano le vie di pace, soprattutto per l’Ucraina»
«Continuiamo a pregare per la pace senza stancarci, a bussare, con spirito umile e insistente alla porta sempre aperta del cuore di Dio e alle porte degli uomini. Chiediamo che si aprano vie di pace, soprattutto per la cara e martoriata Ucraina». Lo afferma papa Francesco nel messaggio inviato ai partecipanti all’Incontro Internazionale di preghiera per la pace promosso dalla Comunità di Sant’Egidio a Berlino, sul tema «L’audacia della pace». Il messaggio del Pontefice è stato letto dal nunzio apostolico in Germania, mons. Nikola Eterovic, durante la cerimonia conclusiva svoltasi davanti alla Porta di Brandeburgo.
Ore 18:44 - Putin: «Russia pronta a fornire aiuto alla Libia»
La Russia è pronta a fornire assistenza alla Libia, colpita da inondazioni che hanno provocato migliaia di morti. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin, citato dall’agenzia Tass. «Condividiamo il dolore e la pena del popolo amico della Libia e, naturalmente, siamo pronti a fornire la necessaria assistenza», ha scritto Putin in un messaggio inviato al presidente del Consiglio presidenziale della Libia, Mohamed al-Menfi, pubblicato sul sito del Cremlino.
Ore 19:35 - La Danimarca invierà a Kiev 830 milioni di dollari in aiuti militari
La Danimarca invierà all’Ucraina aiuti militari per un valore di 830 milioni di dollari (5,8 miliardi di corone danesi). Lo scrive il Kyiv Independent. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky in un messaggio su X scrive: «Ringraziamo la Danimarca per il suo 12mo e più consistente pacchetto di aiuti militari da 830 milioni di dollari. Questo è esattamente ciò di cui si è discusso durante la visita della prima ministra Mette Frederiksen a Kiev la scorsa settimana. Grazie Mette per questa opportuna e potente aiuto. Insieme stiamo riportando la pace in Europa».
Ore 20:51 - Borrell ammette divergenze con America Latina e Caraibi su Ucraina
Il capo della diplomazia dell’Unione europea Josep Borrell, ha ammesso oggi che il vertice con i paesi dell’America Latina e dei Caraibi, tenutosi a luglio, ha rivelato differenze di visione riguardo alla situazione in Ucraina. L’Ue, i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi hanno molto in comune, ha affermato Borrell, poiché la loro storia comune, dice, è forgiata dal movimento di milioni di persone da una sponda all’altra dell’Atlantico. «Insisto: anche noi abbiamo delle differenze, e l’Ucraina ne è un esempio», ha aggiunto Borrell nel suo intervento davanti al Parlamento europeo a Strasburgo. «Si percepisce che non tutti avvertono con la stessa intensità l’indignazione morale che l’aggressione russa contro l’Ucraina produce in noi europei», ha affermato.
Ore 21:00 - Zuppi in Cina per l’Ucraina. Il Papa: «Si aprano vie di pace»
(Di Gian Guido Vecchi) Il messaggio di Francesco per il «Paese martoriato» all’incontro di Sant’Egidio a Berlino: «La pace è difficile, ma non impossibile». Il cardinale Zuppi sarà a Pechino fino a venerdì: «Rischio fallimento? Se non fai niente, non fallisci, ma non fai niente».
Ore 21:13 - Romania costruisce rifugi antiaerei al confine con l’Ucraina
La Romania ha annunciato di aver iniziato la costruzione di due rifugi antiaerei nella regione a sudest del confine con l’Ucraina, dove la settimana scorsa sono stati rinvenuti detriti di droni. L’esercito rumeno ha iniziato a costruire due rifugi di cemento per proteggere la popolazione nella località di Plauru, di fronte al porto ucraino di Izmail, ha precisato in un comunicato il ministero della Difesa.
Secondo la stessa fonte, per svolgere questo compito sarebbe stato schierato un distaccamento di circa 50 soldati. Bucarest ha deciso di rafforzare le misure di sicurezza dopo i ripetuti attacchi russi contro i porti e le infrastrutture ucraine sul Danubio.
Ore 21:58 - Aereo Sukhoi in addestramento precipita vicino Volgograd
Un aereo Sukhoi Su-24 è precipitato vicino a Volgograd. Gli elicotteri di ricerca e salvataggio si stanno dirigendo verso il luogo dell’incidente. Lo rende noto il ministero della Difesa russo. «Un aereo Su-24 si è schiantato mentre effettuava un volo di addestramento programmato nella regione di Volgograd», si legge nella nota. «Il volo è stato effettuato senza armamenti. L’aereo è caduto in una zona disabitata. Sul posto sono stati inviati elicotteri Mi-8 del servizio di ricerca e salvataggio», si legge. Lo schianto «non ha causato vittime né danni» sul terreno, ha precisato l’amministrazione regionale.
Ore 22:09 - Incontro Zelensky-Netanyahu all’Assemblea Onu
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu incontrerà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lo ha affermato l`ambasciatore ucraino in Israele Yevgen Korniychuk, citato dal Times of Israel. L’incontro previsto arriva dopo che i due leader hanno parlato al telefono la scorsa settimana cercando di dissipare le tensioni, ha riferito sempre Korniychuk al sito israeliano Ynet. L’Ucraina è irritata per il sostegno limitato e non militare di Israele e per i continui stretti legami con la Russia. I due Paesi sono anche in disaccordo sul trattamento dei rifugiati ucraini e dei pellegrini ebrei diretti in Ucraina.
Ore 22:18 - Bombardamenti nell’oblast di Kherson
In serata l’esercito russo ha aperto il fuoco sulle località della regione di Kherson, Sadove e Poniativka, provocando diverse vittime. Lo ha annunciato il governatore della regione Yaroslav Yanushevich.
Nel villaggio di Sadove sono rimasti feriti un residente di 56 anni e un agente di polizia di 20 anni, ha precisato su Telegram. Nel villaggio di Darïvka è rimasto ferito un uomo di 38 anni.
Ore 23:15 - Attacco russo nella regione di Lugansk, un morto
Le truppe russe hanno colpito il villaggio di Makiivka nell’oblast di Lugansk nell’est dell’Ucraina, uccidendo un anziano. Lo ha riferito il ministero dell’Interno di Kiev su Telegram, ripreso dal Kyiv Independent.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 13 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi | Kiev: «Corea del Nord fornisce armi a Mosca da un mese e mezzo». Marta Serafini, inviata, Paolo Foschi e redazione Online su Il Corriere della Sera mercoledì 13 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di mercoledì 13 settembre, in diretta. Il leader nordcoreano al presidente russo: «Appoggeremo Mosca in ogni decisione, anche per combattere contro l’imperialismo»
• Kim Jong-un e Putin si sono incontrati in Russia.
• Kiev ha attaccato Sebastopoli in Crimea: colpiti nave e sommergibile.
•Il cardinale Zuppi in partenza per Pechino: «Crediamo di poter tessere la difficile tela della pace».
• Fronte Sud, fronte Est, Mar Nero: a che punto sono ucraini e russi?
Ore 00:37 - Russia: il mercante d’armi Bout eletto deputato regionale
Il famigerato mercante d’armi russo Viktor Bout, rilasciato lo scorso dicembre dagli Stati Uniti nell’ambito di uno scambio di prigionieri con Mosca, è ora un deputato «all’opposizione» del parlamento regionale dell’oblast di Ulyanovsk, un piccolo territorio situato sulle rive del Volga. È una delle poche novità delle elezioni municipali che si sono svolte nel fine settimane in Russia. Nel voto, sono stati rieletti tutti i ventisei governatori che si ripresentavano. Bout, noto come il «mercante di morte», che ha trascorso quasi 15 anni in una prigione americana, è conosciuto in tutto il mondo al punto da aver ispirato un film, Lord of War, con l’attore Nicolas Cage nel suo ruolo.
Ore 02:47 - Attacco ucraino su Sebastopoli, in Crimea
Fonti locali filorusse hanno reso noto che nella notte le forze aeree ucraine hanno lanciato un attacco aereo con Sebastopoli, in Crimea. Al momento non si hanno ulteriori notizie.
Ore 03:38 - Oggi l’incontro fra Putin e il leader nordcoreano Kim Jong Un
Il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong Un potrebbero incontrarsi già oggi, nella mattinata ora locale: lo ha detto il conduttore di uno dei programmi più popolari della televisione di Stato russa. Mentre parlava dell’attesissimo incontro, Olga Skabeeva, ha riferito al collega che conduce con lei il programma, Evgeny Popov, che l’incontro è fissato per mercoledì mattina presto ora locale. Skabeeva non ha specificato se intendesse mercoledì presto, ora di Mosca, o mercoledì presto a Vladivostok, che è nell’Estremo Oriente russo. Lo riferisce la Cnn.
Ore 03:49 - IL PUNTO MILITARE | Fronte Sud, fronte Est, Mar Nero: a che punto sono ucraini e russi?
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Una guerra lenta e costosa. Non potrebbe essere altrimenti: gli ucraini devono sfondare, i russi devono tenere. Così i cambiamenti appaiono ridotti, e sono gli stessi protagonisti a riconoscerlo parlando di centinaia di metri riconquistati.
Ore 04:52 - Attacco ucraino a Sebastopoli, 24 feriti
Sono almeno 24 i feriti nell’attacco aereo ucraino contro un cantiere a Sebastopoli, in Crimea. L’attacco, condotto con 10 missili e tre droni, ha attivato la difesa aerea russa. Colpita la zona del porto, dove è divampato un grande incendio.
Ore 05:06 - Seul: lanciato dalla Corea del Nord un missile nel mar del Giappone
La Corea del Nord ha lanciato almeno un missile balistico: lo ha riferito l’esercito sudcoreano, nelle ore in cui il dittatore Kim Jong Un si trova in Russia in vista di un vertice con il presidente Vladimir Putin. Il missile balistico «non identificato» è stato lanciato in direzione del Mare dell’Est, hanno riferito i capi di stato maggiore congiunti a Seoul, riferendosi allo specchio d’acqua noto anche come Mar del Giappone.
Ore 05:36 - La guardia costiera giapponese rileva il lancio di un secondo missile nordcoreano
La guardia costiera giapponese ha diramato un allerta relativo ad un altro lancio di un missile da parte della Corea del Nord. Lo riferisce la Tass.
Ore 06:03 - Putin giunto al cosmodromo di Vostochny, in Siberia
Il presidente russo Vladimir Putin è arrivato al cosmodromo di Vostochny nella regione dell’Amur, in Siberia. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti. È stato lo stesso capo del Cremlino, ieri, ad annunciare l’intenzione di visitare il cosmodromo, ma non ha rivelato il programma del suo soggiorno. Ma ieri in Russia è arrivato il presidente nordcoreano, Kim Jong-un, per un incontro con Putin che potrebbe portare a un accordo sulle armi che, secondo gli Stati Uniti, violerebbe le sanzioni internazionali. E secondo fonti di stampa russe, proprio oggi nel cosmodromo, Putin riceverà il dittatore nordcoreano.
Ore 06:07 - Manovra cinesi intorno a Taiwan, oggi rilevate 13 navi da guerra
Sono 27 gli aerei e 13 le navi da guerra cinesi rilevati intorno a Taiwan fino alle 6 locali (24 in Italia). Lo riferisce il ministero della Difesa dell’isola, all’indomani del record di 20 navi segnalate, parte delle più grandi manovre di sempre della Marina di Pechino nel Pacifico occidentale. Il gruppo della portaerei Shandong e due gruppi di azione di superficie sono transitati nel mar delle Filippine, a est di Taiwan, per esercitazioni militari non programmate, senza preavviso e senza precedenti. Le crescenti operazioni cinesi puntano a `desensibilizzare´, a rendere più difficile la comprensione di un’eventuale invasione.
Ore 06:30 - L’incontro Putin-Kim Jong un si terrà al cosmodromo di Vostochny, in Siberia
Fonti governative russe hanno confermato ai media locali che l’incontro fra Vladimir Putin e Kim Jong un si terrà presso il cosmodromo di Vostochny, in Siberia
Ore 06:37 - Via all’incontro tra Putin e Kim
Il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un si sono incontrati al cosmodromo di Vostochny nella regione dell’Amur, in Siberia.
L’incontro è cominciato con la consueta stretta di mano, come testimoniato dal video fatto circolare dal Cremlino.
Putin e Kim Jong-un avranno colloqui sia alla presenza delle rispettive delegazioni sia faccia a faccia, incontri che potrebbero portare a un accordo sulle armi.
Il portavoce del Cremlino non ha confermato la materia del possibile accordo, limitandosi a dire che Russia e Corea del Nord «cooperano su una lunga serie di materie sensibili, di cui non è opportuno dare notizia».
Ore 06:39 - L’attacco a Sebastopoli, questa notte
(Marta Serafini, inviata a Zaporizhzhia) È scoppiato un incendio e 24 persone sono rimaste ferite dopo un attacco missilistico ucraino al cantiere navale di Sebastopoli nella Crimea occupata. A confermarlo ha il governatore del porto, Mikhail Razvozhayev, che ha spiegato su Telegram che l’incendio «non era in una struttura civile» e che non c’era «nessun pericolo» per i civili.
Razvozhayev ha anche postato una foto di se stesso di fronte a quella che sembra essere una nave o un’infrastruttura portuale in fiamme. I canali Telegram russi hanno anche pubblicato video di esplosioni ed enormi fiamme. Secondo le autorità di Mosca, due navi sono state danneggiate.
Il cantiere navale sulla penisola di Crimea, annessa dalla Russia nel 2014, costruisce e ripara navi e sottomarini per la flotta russa del Mar Nero, che ha lanciato attacchi con droni e missili sull’Ucraina. L’Ucraina ha aumentato i suoi attacchi alla penisola negli ultimi mesi.
Kiev all’inizio di questa settimana ha annunciato di aver riconquistato due piattaforme petrolifere strategiche del Mar Nero che erano state sequestrate dalla Russia nel 2015.
Ore 07:11 - Iniziati i colloqui tra Putin e Kim: «Parleremo di tutti i temi, aiuteremo Pyongyang a costruire satelliti»
Il presidente russo Vladimir Putin, accogliendo il leader nordocoreano, ha detto che durante i colloqui con il leader nordcoreano Kim Jong-un al cosmodromo di Vostochny verranno discussi «tutti i temi», e quindi anche la cooperazione in campo militare. Lo riferisce l’agenzia russa Ria Novosti. Il presidente russo ha precisato anche che la Russia aiuterà la Corea del Nord a sviluppare il suo programma per la messa in orbita di satelliti.
Il Cremlino in una nota ha fatto sapere che prima dei colloqui Putin e Kim hanno visitato un sito di assemblaggio e lancio di missili Angara, la nuova generazione di razzi russi, e Soyuz-2.
Ore 07:31 - Dalle armi al cibo, di cosa stanno parlando Putin e Kim
(di Guido Santevecchi) È cominciata con un innocente colloquio sul turismo e la cooperazione agricola la visita di Kim Jong-un in Russia . Lo ha detto il ministro delle Risorse naturali Alexander Kozlov, spedito dal Cremlino a ricevere l’ospite nordcoreano al confine, dove il Maresciallo è arrivato ieri a bordo del suo treno privato dopo un lentissimo viaggio da Pyongyang cominciato domenica. Il convoglio speciale ha marciato a 60 chilometri orari, appesantito dalla blindatura e dall’equipaggiamento per le comunicazioni con i comandi militari in Nord Corea, le attrezzature di difesa, gli approvvigionamenti, anche le automobili per gli spostamenti in territorio russo: tutto il necessario per un palazzo presidenziale viaggiante.
Ore 07:52 - Kim a Putin: «Appoggeremo la Russia in ogni decisione, contro l’imperialismo»
I rapporti con la Russia sono «la nostra prima priorità» per la Corea del Nord. Lo ha detto il leader nordcoreano Kim Jong-un nel corso dell’incontro con il presidente russo Vladimir Putin al cosmodromo di Vostochny, in Russia. «Apprezzo l’invito» ricevuto da Putin, ha aggiunto Kim, affermando che la sua visita avviene «in un periodo molto importante». Aggiungendo: «Ho fiducia nel fatto che l’incontro porterà i nostri rapporti a un nuovo livello. Appoggeremo la Russia in ogni decisione» e intendiamo rimanere al fianco di Mosca per «combattere contro l’imperialismo».
All’incontro tra i due leader partecipano anche il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il ministro della Difesa Sergei Shoigu.
Ore 08:31 - Kiev: 44 droni kamikaze lanciati su Odessa e Sumy dalla Russia
Le forze armate russe hanno lanciato 44 droni kamikaze Shahed di fabbricazione iraniana sugli oblast di Odessa e Sumy, in Ucraina. Lo riporta l’aeronautca militare ucraina su Telegram, spiegando che la contraerea ha abbattuto 32 droni. Ad essere maggiormente colpita è stata «la zona meridionale della regione di Odessa» e «l’infrastruttura portuale della regione», ha aggiunto l’aeronautica militare ucraina. Il capo dell’amministrazione militare di Odessa Oleh Kiper ha riferito che sono stati riportati «danni al porto e ad altre infrastrutture civili». «Il nemico ha attaccato l’oblast di Odessa con droni per quattro ore e mezza nella notte. Ancora una volta, hanno colpito le infrastrutture civili nella regione del Danubio a Odessa», ha aggiunto. «Sfortunatamente sette civili sono stati portati in una struttura medica con ferite di varie entità» e si è «sviluppato un incendio» che è già «stato estinto».
Ore 09:04 - Il ministro degli Esteri cinese sarà a Mosca il 18 settembre
Wan Yi, il ministro degli Esteri cinese, sarà nella capitale russa il 18 settembre per incontrare il suo omologo russo Serghei Lavrov e discutere di diversi argomenti, incluso il rafforzamento della cooperazione nelle organizzazioni internazionali e la situazione in Ucraina. Lo ha detto la portavoce Maria Zakharova, citata dall’agenzia Ria Novosti.
Ore 09:20 - 007 Gb: Mosca schiera elementi della 25esima Armata per la prima volta
Elementi della nuova venticinquesima Armata d’Arma combinata russa sono stati schierati in Ucraina probabilmente per la prima volta. Lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. La formazione sarebbe concentrata nella regione di Lugansk, nel nord-est del Paese. «È probabile che le unità siano entrate in azione in anticipo, in parte perché la Russia continua a fare i conti con una forza sovraccarica lungo il fronte e l’Ucraina continua la sua controffensiva su tre assi diversi - conclude il rapporto -. Tuttavia, esiste anche la possibilità realistica che la Russia tenti di utilizzare parti della 25 Caa per rigenerare una forza di riserva non impegnata nel teatro per fornire ai comandanti una maggiore flessibilità operativa».
Ore 09:32 - Peskov: con Nordcorea collaboriamo in ambito militare su sicurezza
La cooperazione tra la Russia e la Corea del Nord continuerà nel settore della sicurezza e in ambito militare. E questo non dovrebbe infastidire altri Paesi. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov al termine del primo incontro aperto alle delegazioni tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un. «In ogni caso, l’intera gamma delle relazioni implica il dialogo e l’interazione in aree sensibili, come l’interazione militare e lo scambio di opinioni sulle questioni più urgenti nel campo della sicurezza. Anche questo verrà portato avanti», ha affermato Peskov. «Tutte le questioni riguardano solo i nostri due Paesi sovrani e non dovrebbero essere motivo di preoccupazione per alcun Paese terzo».
Ore 10:19 - Card. Zuppi in Cina vedrà inviato speciale su Ucraina Li Hui
Il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale di Papa Francesco per l’Ucraina, «sarà presto in Cina e Li Hui, rappresentante speciale del governo cinese per gli affari eurasiatici, lo incontrerà». È quanto ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese Nao Ning, nel corso del briefing quotidiano, in merito alla missione di Zuppi. «Sulla questione ucraina, la Cina è sempre impegnata a promuovere la pace e i colloqui, ed è disposta a collaborare con tutte le parti per continuare a svolgere un ruolo costruttivo nel promuovere l’allentamento e il raffreddamento della situazione».
Ore 10:30 - Zakharova: «Le manovre Nato nel Baltico confermano la sua natura aggressiva»
Le esercitazioni dell’Alleanza Atlantica in corso dal 9 settembre nel Mar Baltico sotto comando tedesco «confermano che la Nato è un’organizzazione militare aggressiva». Lo ha detto oggi la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. La Nato è costantemente «alla ricerca di nemici» per giustificare la sua esistenza, ha aggiunto la portavoce, citata dall’agenzia Tass. «Il Mar Baltico, in passato pacifico, si sta trasformando in un’altra regione di scontro geopolitico a causa degli sforzi dei membri della Nato».
Ore 09:40 - Finito il faccia a faccia tra Putin e Kim
«Conclusi i colloqui, dopo circa due ore», tra il leader nordcoreano Kim Jong-un e il presidente russo Vladimir Putin, dopo una visita congiunta al cosmodromo di Vostochny. Putin offrirà in onore di Kim un pranzo ufficiale. Lo ha reso noto la tv di Stato russa.
Ore 10:31 - Kiev: «Colpiti nave e sottomarino russi a Sebastopoli»
L’intelligence ucraina ha riferito di aver colpito una «grande nave da sbarco russa e un sottomarino» durante un attacco notturno a Sebastopoli, nella Crimea occupata. Importante porto e base navale per la flotta russa del Mar Nero, Sebastopoli è stata oggetto di numerosi attacchi ucraini.
Ore 10:32 - Mosca «Bloccato il traffico delle auto sul ponte della Crimea»
Il traffico automobilistico sul ponte di Crimea è temporaneamente bloccato: è quanto fanno sapere su Telegram le autorità russe, citate dall’agenzia Ria Novosti. Chi si trova sul ponte e nell’area limitrofa «è invitato a mantenere la calma e a seguire le istruzioni degli agenti di sicurezza dei trasporti», si legge nel messaggio, che non spiega le ragioni del blocco del traffico.
Ore 10:53 - La cena che Putin ha offerto a Kim: anatra, granchio e manzo marmorizzato
Anatra, granchio e manzo marmorizzato. Questi i piatti forti del menu della sontuosa cena di Stato che questa sera il presidente russo Vladimir Putin offrirà al leader nordcoreano Kim Jong-un. Lo rivela l’agenzia di stampa Tass. Il menù prevede un’insalata di anatra con fichi e nettarine, gnocchi con granchio della Kamchatka, zuppa di pesce con carpa erbivora. Seguirà un sorbetto all’olivello spinoso per poi proseguire con storione con funghi e patate e una entrecote di manzo marmorizzato con verdure al forno. Per finire verranno serviti mirtilli rossi Taiga con pinoli e latte condensato. Quella di questa sera è la seconda cena di stato che la Russia organizza per Kim. In suo onore si è tenuto un ricevimento di stato durante la visita di Kim a Vladivostok nel 2019.
Ore 10:57 - L’incontro Putin-Kim e il baratto tra tecnologia russa e munizioni nordcoreane
( di Guido Santevecchi) La Russia aiuterà la Nord Corea a coronare il sogno di diventare una potenza spaziale capace anche di mettere in orbita satelliti? «È per questo che siamo venuti qui, visto che il leader nordcoreano è molto interessato alla tecnologia missilistica». Ha risposto così Vladimir Putin alla domanda di un reporter russo, subito dopo aver accolto Kim Jong-un nel cosmodromo di Vostochny . La parola al Maresciallo arrivato da Pyongyang: «Sono certo che rimarremo uniti nella lotta contro l’imperialismo e che questo vertice sarà un trampolino per innalzare i rapporti tra i nostri Paesi».
Ore 11:06 - Governatore Sebastopoli: 24 feriti nell’attacco ucraino
L’attacco missilistico ucraino su Sebastopoli della notte scorsa ha provocato 24 feriti, secondo il governatore della città della Crimea, Mikhail Razvozhaev, citato dall’agenzia Ria Novosti. In precedenza il canale Telegram Shot aveva parlato di due morti e 26 feriti. L’attacco, ha precisato il governatore, ha preso di mira un cantiere navale danneggiando un sottomarino e una nave, che erano in riparazione.
Ore 11:07 - «Putin brinda al rafforzamento della cooperazione con Pyongyang». Kim: «La Russia vincerà nella guerra sacra»
Il presidente russo Vladimir Putin ha fatto un brindisi al «rafforzamento della cooperazione» con la Corea del Nord durante la cena ufficiale per l’ospite Kim Jong-un. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti.
Il leader nordcoreano Kim Jong-un, nel brindisi durante la cena ufficiale con Vladimir Putin, si è detto sicuro che la Russia riporterà «una grande vittoria» in Ucraina in quella che ha definito «una lotta sacra per punire l’accozzaglia del male che vuole l’egemonia e nutre illusioni di espansione».
Ore 11:09 - Von der Leyen: «Abbiamo dimostrato che l’Ue è unita»
«Guardate dov’è l’Europa oggi: abbiamo visto nascere un’Unione geopolitica, che ha supportato l’Ucraina, contrastato l’invasione russa e risposto all’assertività della Cina. Il Green Deal è il centro della nostra economia. Abbiamo impostato il green deal e approvato il next generation Eu». Lo ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al Parlamento Ue di Strasburgo. Aggiungendo: «Abbiamo dimostrato che quando l’Ue è unita, realizza i propri obiettivi».
Ore 12:39 - Kim Jong-un diretto a Vladivostok e Komsomolsk
Dopo i colloqui con Vladimir Putin, il leader nordcoreano Kim Jong-un ha lasciato il cosmodromo di Vestochny diretto a Vladivostok. Kim ha in programma anche di visitare Komsomolsk, città sul fiume Amur dove sono situate fabbriche per produzioni civili e militari. Lo ha reso noto Putin citato dall’agenzia Ria Novosti.
Ore 12:46 - Shoigu: «Russia non ha altre scelte oltre a vittoria»
Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha dichiarato all’emittente Rossiya 1 che la Russia nel conflitto in Ucraina «non ha altra scelta se non quella di vincere». Lo riporta Ria Novosti. «Non abbiamo altre opzioni», ha ribadito ancora spiegando che l’esercito russo «continua a distruggere attrezzature e personale delle forze armate ucraine». Shoigu ha spiegato che al momento «l’obiettivo principale» è quello di mettere fuori causa «l’equipaggiamento militare» del nemico.
Ore 12:55 - Putin: «Prospettive di cooperazione militare con Kim»
Ci sono «prospettive» per una cooperazione in campo militare tra la Russia e la Corea del Nord. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin in un’intervista alla televisione Rossiya 1, ripresa dall’agenzia Ria Novosti. «La Russia è un Paese autosufficiente, ma nell’ambito delle attuali regole ci sono delle opportunità a cui prestiamo attenzione e che discutiamo», ha sottolineato Putin.
Ore 13:06 - Attacco a Sebastopoli, colpito un sottomarino russo classe Kilo. È uno dei raid più grossi in Crimea
(dalla nostra inviata a Zaporizhzhia Marta Serafini) - A confermarlo sono gli ucraini, ma anche sui canali Telegram e sui media russi la notizia circola. Nella notte nel raid a Sebastopoli, in Crimea non solo ci sono stati 26 feriti ed è scoppiato un incendio nel cantiere di Ordzhonikidze di Sebastopoli dopo un raid con 10 missili cruise. Ma sono stati danneggiati il sottomarino Rostov sul Don e la grande nave da sbarco Minsk.
Ore 13:24 - Nyt: «La produzione di missili russa supera i livelli prebellici»
La Russia è riuscita a eludere le sanzioni e i controlli sulle esportazioni imposti dall’Occidente e ad aumentare la produzione missilistica al di sopra dei livelli prebellici, rendendo l’Ucraina particolarmente vulnerabile ad un aumento degli attacchi nei prossimi mesi: lo scrive oggi il New York Times, che cita funzionari statunitensi, europei e ucraini. Secondo i funzionari Usa, le sanzioni hanno costretto la Russia a rallentare drasticamente la produzione di missili e altre armi all’inizio della guerra, nel febbraio 2022, per almeno sei mesi. Ma a fine 2022 la produzione militare-industriale di Mosca aveva ripreso slancio, sottolineano le fonti. Il New York Times scrive che la Russia ha eluso i controlli americani sulle esportazioni utilizzando i suoi servizi di intelligence e il dipartimento militare per gestire reti illegali di persone che contrabbandano componenti chiave, esportandoli in altri Paesi da cui possono essere più facilmente inviati alla Russia. Meno di un anno dopo l’inizio della guerra, la Russia aveva ripreso il commercio di componenti critici, facendoli passare attraverso Paesi come l’Armenia e la Turchia. Da parte loro, le autorità statunitensi ed europee hanno cercato di lavorare insieme per limitare le esportazioni di microprocessori verso la Russia, ma hanno faticato a frenare il flusso attraverso i Paesi collegati a Mosca. I funzionari temono che l’aumento delle scorte di missili russe potrebbe significare un inverno particolarmente buio e freddo per i cittadini ucraini.
Ore 14:16 - Crosetto: «Auspico tentativi di soluzione in 7-8 mesi»
La controffensiva ucraina «non è una passeggiata, come si sapeva», e la speranza italiana è che «tentativi di soluzione» del conflitto possano emergere «in tempi ragionevolmente brevi, nei prossimi 7-8 mesi». Lo ha detto oggi il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a margine di una visita a Londra, indicando comunque come precondizione di qualunque tavolo diplomatico un cessate il fuoco preliminare da parte di Mosca, ossia «che la Russia smetta di bombardare l'Ucraina almeno per un giorno».
Ore 14:34 - Mosca: «Non includiamo Navalny in negoziati scambio prigionieri»
Mosca smentisce le voci riportare dal Wall Street Journal secondo cui la Russia potrebbe inserire il dissidente Alexei Navalny nella lista dei detenuti per uno scambio di prigionieri con l'Occidente. «Si tratta di speculazioni che non richiedono né commenti ufficiali né discussioni informali», ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in un briefing a margine del Forum economico orientale a Vladivostok. Lo riporta il Moscow Times.
Ore 15:27 - Kiev: «Putin chiede aiuto a Kim perché il suo esercito è in difficoltà»
L'appello alla Corea del Nord per l'aiuto militare indica «seri problemi» nelle forze armate della Federazione russa nella guerra in Ucraina. Lo ha detto Andriy Yusov, rappresentante della direzione principale dell'intelligence di Kiev. Lo riporta Unian. «Se il dittatore russo è costretto a chiedere alla Corea del Nord proiettili di artiglieria e altri aiuti militari, allora significa che ha grossi problemi», ha spiegato. Rispondendo alla domanda su come eventuali accordi tra la Federazione russa e la Corea del Nord sugli armamenti possano influenzare la guerra in Ucraina, Yusov ha aggiunto: «Certamente qualsiasi fornitura di armi al Paese aggressore è una brutta notizia per la linea del fronte. Ma è impossibile dire che ciò cambierà radicalmente la situazione».
Ore 15:37 - L'Ue prolunga di 6 mesi le sanzioni alla Russia
Il Consiglio Ue ha prorogato per altri sei mesi le sanzioni alla Russia in seguito all'invasione dell'Ucraina. Si tratta di limitazioni agli spostamenti per le persone, congelamento dei beni e divieto di mettere fondi o altre risorse economiche a disposizione dei soggetti e degli enti elencati. Sono applicate per quasi 1.800 tra persone ed entità. Le misure non sono state rinnovate solo per quattro persone.
Ore 17:03 - L’Estonia vieta l’ingresso alle auto con targa russa
L’Estonia vieta da oggi l’ingresso nel Paese alle automobili con targa russa. Lo riporta la testata online Meduza, citando a sua volta la tv statale estone Err. Tallin giustifica questa scelta sulla base delle indicazioni fornite dalla Commissione europea sul divieto di importare in Ue auto con targa russa. Lo stesso divieto di ingresso è stato introdotto ieri da Lettonia e Lituania. Secondo il giornale, se una persona arriva al confine con un’auto con targa russa, dovrà tornare in Russia o attraversare il confine senza auto. Le auto con targa russa che si trovano già nel Paese potranno invece uscire dall’Estonia così come viaggiare all’interno dell’Ue. Il divieto non si applica a autobus, moto e auto diplomatiche con targa russa.
Ore 17:10 - Usa: «Putin usa Gershkovich come uno strumento politico»
«Nessuna famiglia dovrebbe vedere i suoi cari usati come uno strumento politico, ed è esattamente quello che Vladimir Putin sta facendo. Le azioni della Russia sono crudeli, e una violazione della legge internazionale». Lo ha detto l’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, parlando ai giornalisti al Palazzo di Vetro insieme ai genitori e alla sorella di Evan Gershkowich, il giornalista del Wall Street Journal detenuto in Russia «sulla base di accuse infondate, solo per aver fatto il suo lavoro, ossia riportare la verità». «Gli Usa non si fermeranno finché Evan, Paul Whelan e gli altri americani detenuti ingiustamente torneranno a casa in sicurezza», ha aggiunto l’ambasciatrice, chiedendo «all’Onu e alla comunità internazionale di stare dalla nostra parte, dalla parte della giustizia, e condannare le flagranti violazioni della legge internazionale da parte della Russia». «Chiediamo ai leader del mondo di trovare un modo per riportarlo a casa, se è accaduto a lui può succedere a chiunque mentre fa il suo lavoro», ha aggiunto la sorella del giornalista, Danielle Gershkovich.
Ore 17:07 - Cremlino: «Lavrov sarà in Corea del Nord a ottobre»
Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, visiterà la Corea del Nord in ottobre. Lo ha annunciato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, all’agenzia Interfax dopo i colloqui in Russia tra Vladimir Putin e Kim Jong-Un.
«Nel prossimo futuro organizzeremo una riunione della commissione intergovernativa» di Russia e Corea del Nord, «che non si tiene da molto tempo. Già in ottobre ci aspettiamo contatti a livello dei ministri degli Esteri», ha detto Peskov ai giornalisti secondo Interfax. Il portavoce del Cremlino ha anche dichiarato che al momento non è in programma una visita di Vladimir Putin in Corea del Nord.
Ore 17:13 - Domani l’incontro tra Stoltenberg e la vicepremier ucraina
Giovedì 14 settembre 2023, il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, riceverà il Vice Primo Ministro dell’Ucraina, Olha Stefanishyna, presso il Quartier Generale della Nato.
Ore 17:18 - Podolyak: «Il raid a Sebastopoli è una dichiarazione di professionalità»
L’attacco ucraino a Sebastopoli è «una dichiarazione professionale e significativa» della capacità delle forze armate ucraine. Lo ha scritto su X Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky. Secondo Podolyak, inoltre, «la smilitarizzazione della flotta russa del Mar Nero è una vera garanzia di sicurezza a lungo termine per le rotte commerciali regionali e il corridoio del grano» ed è anche «l’unica risposta corretta ai tentativi della Russia di trasformare la fame in un’arma».
Ore 17:27 - Guterres su conflitto: «rischio frammentazioni», «incontrerò Zelensky, Lavrov e Erdogan su accordo grano»
«Una delle mie preoccupazioni» sulla crisi Ucraina-Russia è «che vediamo rischi di frammentazione». Lo ha detto il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso della conferenza stampa alla vigilia della 78 Assemblea generale delle Nazioni Unite. Guterres ha richiamato le «istituzioni multilaterali a impegnarsi seriamente» per trovare un punto d’accordo e si è detto «determinato» a rilanciare gli accordi sul grano tra Ucraina e Russia, con la mediazione del presidente turco Recep Tayyp Erdodan. Guterres conta di incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il presidente turco, seppure separatamente, nel corso della settimana dell’Assemblea generale, che si apre lunedì. «Non dirò - ha aggiunto - se sono ottimista o pessimista, ma che resto determinato a fare tutto il possibile per riportare in vita l’accordo sulle esportazioni di grano ucraino e fertilizzanti russi».
Ore 17:28 - Russia, grida «gloria all’Ucraina», condannato a 10 giorni di carcere
Il tribunale distrettuale Kirovsky di San Pietroburgo ha condannato a 10 giorni di carcere un uomo che ha gridato slogan di sostegno all’Ucraina nel corso di un evento pubblico. Lo riporta Ria Novosti. L’uomo, che ha ammesso la sua colpevolezza, ha spiegato agli agenti di essere «ubriaco» e di «non capire cosa stavo facendo». La condanna è stata comminata ai sensi del Codice dei reati amministrativi della Federazione Russa sul discredito delle Forze Armate.
Ore 17:52 - Blinken, aggressione Mosca più acuta minaccia a ordine Onu
«La guerra di aggressione della Russia in Ucraina rappresenta la minaccia più immediata e acuta all’ordine internazionale sancito dalla Carta delle Nazioni Unite e dai suoi principi fondamentali di sovranità, integrità territoriale e indipendenza». Lo dice il segretario di Stato americano, Antony Blinken. Blinken ha twittato sui social i commenti consegnati alla Johns Hopkins School of Advanced International Studies: «Ci troviamo in un altro punto cardine della storia alle prese con la questione fondamentale della strategia come la definì Nitze: «Come possiamo arrivare da dove siamo a dove vogliamo essere, senza essere colpiti da un disastro lungo la strada?». Ciò che stiamo vivendo ora è più di una prova dell’ordine post-guerra fredda. È la fine. Decenni di relativa stabilità geopolitica hanno lasciato il posto a una crescente concorrenza con poteri autoritari e revisionisti». Blinken ha aggiunto che la Cina rappresenta una «sfida significativa a lungo termine» a causa del suo desiderio di ritagliarsi un «nuovo ordine internazionale» e del fatto che ha il potere tecnologico, economico, diplomatico e militare per farlo.
Ore 17:53 - Kiev, esportazioni grano giù di 3 milioni di tonnellate al mese
Gli attacchi russi ai porti della zona danubiana e il blocco dei porti marittimi hanno portato a una riduzione delle esportazioni di grano verso i Paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’Europa di quasi 3 milioni di tonnellate al mese. Lo ha dichiarato Alexander Kubrakov, vice primo ministro per la Restaurazione e ministro per le comunità, i territori e lo sviluppo delle infrastrutture dell’Ucraina in un post su Facebook. Kubrakov ha anche chiarito che i raid di Mosca hanno danneggiato 105 infrastrutture portuali in Ucraina dal 18 luglio, data della sospensione dell’accordo sull’esportazione di grano. «Dal 18 luglio, 105 infrastrutture portuali sono state danneggiate o parzialmente distrutte negli attacchi della Russia ai porti dell’Ucraina», afferma Kubrakov specificando che a seguito degli attacchi ai porti di Reni e Izmail della notte del 13 settembre sono stati danneggiati edifici amministrativi, magazzini di grano, serbatoi di stoccaggio di olio commestibile e veicoli a motore.
Ore 17:59 - Kiev, distrutta un’altra imbarcazione russa nel Mar Nero
Le forze ucraine hanno distrutto un’altra imbarcazione russa nel Mar Nero. Come riferito dalla marina militare dell’Ucraina, si tratta del battello KC-701 `Tunets´, affondato nella parte nord-occidentale del Mar Nero.
Ore 18:27 - Guterres, lontani da possibilità colloqui di pace
In merito alla guerra in Ucraina «mi piacerebbe tanto essere in grado di mediare per poter arrivare a dei colloqui di pace, ma siamo lontani da questa possibilità». Lo ha detto il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, nel corso di una conferenza stampa in vista dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Guterres ha detto di auspicare che a margine dell’Assemblea ci possano essere «discussioni rilevanti» con le parti in causa su «alcuni aspetti, a partire dall’iniziativa per il trasporto del grano tramite il Mar Nero».
Ore 18:44 - Media russi, Kiev usa missili Gb «Storm shadow»
L’attacco al cantiere navale di Sebastopoli è stato effettuato dai missili da crociera a lungo raggio britannici `Storm Shadow´. La notizia è rilanciata dalle agenzie russe Tass e Ria Novosti, che citano il canale Sky News. «L’Ucraina ha utilizzato i missili da crociera britannici per lanciare un potente attacco in Crimea», afferma il rapporto. Queste informazioni - scrivono le agenzie russe - sono state fornite da una fonte ucraina e da una occidentale, ha chiarito Sky News. Secondo il Ministero della Difesa russo, ieri sera le forze armate ucraine hanno attaccato l’impianto di riparazione navale Ordzhonikidze a Sebastopoli con dieci missili da crociera e tre imbarcazioni senza pilota. I sistemi di difesa aerea russi hanno abbattuto sette missili e la nave pattuglia Vasily Bykov ha distrutto tutti i veicoli di superficie. In seguito all’attacco allo stabilimento sono rimaste ferite 24 persone, ha detto il governatore di Sebastopoli Mikhail Razvozhaev . «Storm Shadow»- scrive Ria Novosti - è un missile da crociera stealth lanciato da un aereo. Il raggio di azione va da 250 a 560 chilometri. Sviluppato congiuntamente da Francia e Regno Unito, la Gran Bretagna ha annunciato il trasferimento di questi missili a Kiev l’11 maggio, la Francia l’11 luglio
Ore 18:47 - Mosca, distrutti 3 droni navali nel Mar Nero
La Russia ha affermato di aver distrutto tre droni ucraini nel Mar Nero, senza specificare a quale obiettivo mirassero. La notizia arriva dopo un primo attacco ucraino in mattinata contro un cantiere navale russo a Sebastopoli, nell’annessa Crimea. «Il 13 settembre nelle acque del Mar Nero, l’aviazione della flotta del Mar Nero ha individuato e distrutto tre imbarcazioni senza pilota dell’esercito ucraino», ha detto il ministero della Difesa russo su Telegram, senza ulteriori dettagli.
Ore 19:12 - Ue estende di altri 6 mesi sanzioni a responsabili violazioni sovranità
Il Consiglio europeo ha esteso di altri sei mesi, fino al prossimo 15 marzo, le misure restrittive contro i responsabili di violazioni o chi minaccia l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina. Le sanzioni continuano a essere in vigore per 1.800 individui ed entità, molti dei quali colpiti in risposta all’aggressione militare di Mosca contro l’Ucraina. Quattro individui sono invece stati esclusi: per loro le sanzioni non sono state rinnovate.
Ore 19:26 - Kiev, distrutti unità sbarco e sottomarino russi a Sebastopoli
Fonti dell’intelligence militare ucraina rivendicano la distruzione, nell’attacco missilistico a Sebastopoli, di una grande unità da sbarco e di un sottomarino russi, danneggiati in modo da non poter essere riparati. «Si tratta di danni significativi», ha affermato il portavoce, Andriy Yusov.
Ore 20:21 - Usa: «Siamo preoccupati da un’eventuale cooperazione tra Russia e Corea del Nord»
«Dobbiamo vedere cosa uscirà da questo incontro. Ovviamente siamo preoccupati per qualsiasi forma di cooperazione nella difesa tra la Corea del Nord e la Russia». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americano, John Kirby, in una conferenza stampa a proposito dell’incontro tra Vladimir Putin e Kim Jong un.
Ore 20:25 - L’ambasciatrice Usa visita l’ex marine Whelan detenuto in Russia
L’ambasciatrice Usa a Mosca Lynn Tracy ha visitato oggi Paul Whelan, l’ex marine americano detenuto in Russia, e ha ribadito l’impegno di Washington a riportarlo a casa: lo ha detto nel briefing quotidiano il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller.
Ore 20:33 - Incontro tra il presidente lituano e quello polacco, focus sull’Ucraina
Il Presidente lituano, Gitanas Nauseda, e il suo omologo polacco, Andrzej Duda, si sono incontrati oggi al Forum economico di Krynica, in Polonia. Durante l’incontro, i due politici hanno sottolineato l’importanza di sostenere l’Ucraina fino alla vittoria e di dare rapida attuazione alle decisioni prese dall’Alleanza atlantica durante il vertice di Vilnius dello scorso luglio. Nauseda e Duda hanno, inoltre, discusso della necessità di iniziare i negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea già quest’anno, della possibilità di utilizzare i beni pubblici e privati; russi congelati per la ricostruzione dell’Ucraina, del rafforzamento delle sanzioni contro Russia e Bielorussia, della lotta al loro aggiramento e dell’istituzione di un tribunale internazionale per i crimini commessi dalla Russia in Ucraina. I due capi di stato hanno, per finire, parlato dell’andamento dei lavori per l’implementazione di Rail Baltica, il collegamento ferroviario che collegherà i Paesi baltici e la Polonia.
Ore 20:58 - Kiev: «Corea del Nord fornisce armi alla Russia da un mese e mezzo»
La Federazione Russa sta già ricevendo dalla Corea del Nord proiettili da 122 millimetri e 152 mm, nonché missili Grady. Lo ha affermato il capo della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa dell’Ucraina, Kyrylo Budanov, in un commento a Unian. Pyongyang «fornisce armi alla Russia da un mese e mezzo», ha detto Budanov nel giorno della visita di Kim Jong-un nella Federazione Russa e del suo incontro con Vladimir Putin.
Ore 21:31 - Il governatore di Bryansk: «La Difesa russa ha abbattuto due droni»
«Le forze di difesa aerea del ministero della Difesa russo hanno impedito un attacco da parte dei terroristi ucraini. Due veicoli aerei senza pilota sono stati abbattuti nel distretto di Unechsky. Non ci sono vittime né danni. I servizi operativi e di emergenza stanno lavorando sul posto», ha detto il governato della regione russa di Bryansk Alexander Bogomaz su Telegram, scrive Ria novosti.
Ore 21:50 - Il Brasile minaccia di uscire dalla Corte penale internazionale (in vista dell’eventuale partecipazione di Putin al G20)
Il Brasile ha minacciato di rivedere la sua adesione alla Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aja in vista dello svolgimento del prossimo summit del G20 a Rio de Janeiro e dell’eventuale partecipazione del presidente russo Vladimir Putin. Lo ha annunciato oggi il ministro della Giustizia e della Pubblica Sicurezza del Brasile, Flavio Dino, alla luce di quanto espresso in precedenza anche dal presidente Luiz Inacio Lula da Silva. «L’adesione allo statuto della Cpi è stata incorporata nella legge brasiliana. Tuttavia, poiché molti paesi del mondo non lo hanno fatto, compresi i più potenti, il presidente Lula ha giustamente avvertito che esiste uno squilibrio», ha affermato Dino. Il ministro ha quindi ricordato che «gli Stati Uniti, la Cina e altri paesi importanti» non hanno aderito allo Statuto di Roma che è alla base della creazione della Corte dell’Aja. Tenendo conto di questa realtà, «la diplomazia brasiliana può rivedere l’adesione a questo accordo, poiché non c’è uguaglianza tra le nazioni», ha aggiunto Dino, sottolineando che si tratta di «un avvertimento già lanciato dal presidente». La controversia ha preso il via durante il G20 appena concluso in India, dove Lula ha affermato che il Brasile, che ospiterà il prossimo summit nel 2024 a Rio de Janeiro, non darebbe corso al mandato di arresto della Cpi nei confrotni del presidente russo Vladimir Putin qualora questi decidesse di partecipare.
Ore 22:21 - Zelensky: «Nel 2024, 2 miliardi e mezzo di fondi per le armi»
«La cosa principale è proteggere il nostro Stato e il nostro popolo. La difesa e la sicurezza sono la prima priorità e i finanziamenti per la difesa e la sicurezza saranno almeno al livello di quest’anno». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodomyr Zelensky nel suo discorso serale. Il presidente ucraino ha spiegato che nel 2024 verranno aggiunti «ingenti fondi al bilancio per il complesso industriale-difensivo» e per «la produzione di armi in Ucraina. E sui droni». In particolare, Zelensky annuncia che verranno stanziati «100 miliardi di grivnie per la produzione di armi (oltre 2,5 miliardi di euro ndr)».
Ore 22:21 - Kiev: «I russi intensificano gli attacchi nel Donetsk»
La viceministra della Difesa ucraina Anna Malyar ha dichiarato alla tv pubblica che la situazione sta peggiorando a Marinka e Avdiivka, nella regione di Donetsk, dove l’esercito russo ha intensificato il numero di bombardamenti e assalti. «Se parliamo dell’Est, la situazione a Marinka e Avdiivka è peggiorata. I russi hanno aumentato il numero dei bombardamenti lì» e ha ricordato che le truppe del Cremlino tentano senza successo di prenderne il controllo da più di un anno. Secondo Malyar gli occupanti «hanno praticamente cancellato questi due insediamenti dalla faccia della terra». Ora, il nemico ha iniziato anche a prendere d’assalto le posizioni delle forze armate ucraine, cioè non abbandona i piani per catturare le città.
Ore 00:18 - I russi lanciano uno sciame di droni, esplosioni a Dnipro
Una serie di esplosioni a Dnipro, nell’Ucraina orientale, durante un raid aereo lanciato dall’esercito russo, vengono riportate dall’emittente Suspilne citata da Rbc-Ucraina. In precedenza l’Aeronautica militare ucraina aveva avvertito della minaccia di uno sciame di droni nella regione di Dnipropetrovsk.
Ore 00:44 - Kiev, russi lanciano sciame di droni, esplosioni a Dnipro
Una serie di esplosioni a Dnipro, nell’Ucraina orientale, durante un raid aereo lanciato dall’esercito russo, vengono riportate dall’emittente Suspilne citata da Rbc-Ucraina. In precedenza l’Aeronautica militare ucraina aveva avvertito della minaccia di uno sciame di droni nella regione di Dnipropetrovsk.
Ore 01:11 - Kiev, nuovo attacco russo con droni a Odessa, 6 feriti
La Russia ha lanciato un altro attacco con i droni sulla regione di Ismail, a Odessa, nella notte del 13 settembre, ferendo sei civili e danneggiando il porto e altre infrastrutture civili. Lo riporta The Kyiv Independent. Da quando la Russia si è ritirata dall’accordo sul grano con l’Ucraina, i suoi attacchi ai porti ucraini hanno danneggiato o parzialmente distrutto 105 infrastrutture portuali: Lo ha dichiarato Oleksandr Kubrakov, ministro delle infrastrutture ucraino, sulla sua pagina Facebook ufficiale il 13 settembre. Secondo il ministro, a causa degli scioperi nei porti del bacino del Danubio e del blocco dei porti russi, le esportazioni di grano verso Asia, Africa ed Europa si sono ridotte di quasi tre milioni di tonnellate al mese. Nel luglio 2022 era stato raggiunto un accordo tra Russia e Ucraina - con la mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite - che ha permesso alle navi da carico di navigare lungo un corridoio nel Mar Nero.
Ore 01:35 - Mosca, 4 droni Kiev abbattuti su regione russa Bryansk
Mosca afferma che quattro droni delle forze di Kiev sono stati abbattuti tra ieri sera e stanotte sulla regione russa di Bryansk, al confine con l’Ucraina. Citato dai media locali il ministero della Difesa russo parla di abbattimenti avvenuti alle 22, alle 00:10, alle 00:30 e alle 00:45. Non vengono al momento segnalati danni particolari a persone o cose.
Ore 23:58 - Allerta sui cellulari in 8 paesi della Romania vicini al confine con l’Ucraina
I rumeni che vivono vicino al confine con l’Ucraina hanno ricevuto l’allerta di emergenza questa mattina presto che li esortava a mantenere la calma e a mettersi al riparo mentre la Russia colpiva i porti ucraini oltre il Danubio. Lo riporta il sito della Bbc. Poco dopo la mezzanotte tra martedì e mercoledì gli abitanti di otto villaggi della Romania orientale hanno iniziato a ricevere messaggi sui loro telefoni che avvisavano della «possibilità di caduta di oggetti dallo spazio aereo circostante»: «Mantenete la calma. Riparatevi negli scantinati o nei rifugi della protezione civile. In assenza di un riparo, restate all’interno della casa, lontano dalle finestre e dai muri esterni.» L’allarme è stato revocato alle 05:00 ora locale.
Ore 01:46 - Attacco ucraino a cantiere navale di Sebastopoli
L’intelligence militare ucraina ha riferito a RBC-Ucraina che un attacco notturno a un cantiere navale di Sebastopoli, nella Crimea occupata dai russi, ha danneggiato un mezzo da sbarco russo, un sottomarino e un’infrastruttura portuale. Il Ministero della Difesa russo ha confermato che due navi in riparazione presso l’impianto di Sevmorzavod hanno subito danni a causa dell’attacco. Mosca ha affermato che le forze ucraine hanno lanciato 10 missili da crociera e tre droni marini contro il cantiere navale della Crimea utilizzato dalla Flotta russa del Mar Nero. Lo riporta Kyiv Independent.
Ore 01:51 - Putin accetta invito Kim di visitare la Corea del Nord
Il presidente russo Vladimir Putin ha accettato di visitare la Corea del Nord su invito del leader supremo Kim Jong-un. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana Kcna.
Ore 01:52 - Ministero Difesa russo, droni abbattuti in regione Bryansk
Dopo la mezzanotte di oggi, il ministero della Difesa russo ha segnalato il presunto abbattimento di alcuni droni di Kiev nella regione russa di Bryansk. Il Dipartimento russo, citato da ‘Ukrainska Pravda’, ha dichiarato che la difesa aerea avrebbe abbattuto droni nella regione di Bryansk alle 00.10, 00.30 e 00.45 (ora di Mosca). Intanto, nella serata di ieri, la Federazione Russa ha annunciato il presunto abbattimento di un drone ucraino sulla regione di Belgorod e di altri due sulla regione di Bryansk.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 14 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi | Kiev: «Ordinata l’evacuazione dei civili dalla regione di Kherson». Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera giovedì 14 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di giovedì 14 settembre, in diretta. Kiev annuncia la riconquista di Adriivka, ma l’esercito ucraino non conferma. Lukashenko in viaggio verso Sochi: domani incontrerà Putin
Le forze ucraine hanno ripreso il controllo delle piattaforme petrolifere Boyko, al largo delle coste della Crimea occupata
• Kiev: «Riconquistata la città di Andriivka». Ma l'esercito non conferma.
• Meloni a Budapest incontra Orban: «Auspichiamo una pace giusta».
• Bbc: «Nel 2022 un aereo russo tentò di abbattere un jet britannico».
• Perché il summit di Putin con Kim rivela l’impreparazione della Russia.
• Ucraini: distrutto un sistema di difesa aerea russo da 1,2 milioni di dollari.
Ore 22:21 - Kiev: «I russi intensificano gli attacchi nel Donetsk»
La viceministra della Difesa ucraina Anna Malyar ha dichiarato alla tv pubblica che la situazione sta peggiorando a Marinka e Avdiivka, nella regione di Donetsk, dove l’esercito russo ha intensificato il numero di bombardamenti e assalti. «Se parliamo dell’Est, la situazione a Marinka e Avdiivka è peggiorata. I russi hanno aumentato il numero dei bombardamenti lì» e ha ricordato che le truppe del Cremlino tentano senza successo di prenderne il controllo da più di un anno. Secondo Malyar gli occupanti «hanno praticamente cancellato questi due insediamenti dalla faccia della terra». Ora, il nemico ha iniziato anche a prendere d’assalto le posizioni delle forze armate ucraine, cioè non abbandona i piani per catturare le città.
Ore 23:58 - Allerta sui cellulari in 8 paesi della Romania vicini al confine con l’Ucraina
I rumeni che vivono vicino al confine con l’Ucraina hanno ricevuto l’allerta di emergenza questa mattina presto che li esortava a mantenere la calma e a mettersi al riparo mentre la Russia colpiva i porti ucraini oltre il Danubio. Lo riporta il sito della Bbc. Poco dopo la mezzanotte tra martedì e mercoledì gli abitanti di otto villaggi della Romania orientale hanno iniziato a ricevere messaggi sui loro telefoni che avvisavano della «possibilità di caduta di oggetti dallo spazio aereo circostante»: «Mantenete la calma. Riparatevi negli scantinati o nei rifugi della protezione civile. In assenza di un riparo, restate all’interno della casa, lontano dalle finestre e dai muri esterni.» L’allarme è stato revocato alle 05:00 ora locale.
Ore 00:44 - Kiev, russi lanciano sciame di droni, esplosioni a Dnipro
Una serie di esplosioni a Dnipro, nell’Ucraina orientale, durante un raid aereo lanciato dall’esercito russo, vengono riportate dall’emittente Suspilne citata da Rbc-Ucraina. In precedenza l’Aeronautica militare ucraina aveva avvertito della minaccia di uno sciame di droni nella regione di Dnipropetrovsk.
Ore 01:11 - Kiev, nuovo attacco russo con droni a Odessa, 6 feriti
La Russia ha lanciato un altro attacco con i droni sulla regione di Ismail, a Odessa, nella notte del 13 settembre, ferendo sei civili e danneggiando il porto e altre infrastrutture civili. Lo riporta The Kyiv Independent. Da quando la Russia si è ritirata dall’accordo sul grano con l’Ucraina, i suoi attacchi ai porti ucraini hanno danneggiato o parzialmente distrutto 105 infrastrutture portuali: Lo ha dichiarato Oleksandr Kubrakov, ministro delle infrastrutture ucraino, sulla sua pagina Facebook ufficiale il 13 settembre. Secondo il ministro, a causa degli scioperi nei porti del bacino del Danubio e del blocco dei porti russi, le esportazioni di grano verso Asia, Africa ed Europa si sono ridotte di quasi tre milioni di tonnellate al mese. Nel luglio 2022 era stato raggiunto un accordo tra Russia e Ucraina - con la mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite - che ha permesso alle navi da carico di navigare lungo un corridoio nel Mar Nero.
Ore 01:35 - Mosca, 4 droni Kiev abbattuti su regione russa Bryansk
Mosca afferma che quattro droni delle forze di Kiev sono stati abbattuti tra ieri sera e stanotte sulla regione russa di Bryansk, al confine con l’Ucraina. Citato dai media locali il ministero della Difesa russo parla di abbattimenti avvenuti alle 22, alle 00:10, alle 00:30 e alle 00:45. Non vengono al momento segnalati danni particolari a persone o cose.
Ore 01:46 - Attacco ucraino a cantiere navale di Sebastopoli
L’intelligence militare ucraina ha riferito a RBC-Ucraina che un attacco notturno a un cantiere navale di Sebastopoli, nella Crimea occupata dai russi, ha danneggiato un mezzo da sbarco russo, un sottomarino e un’infrastruttura portuale. Il Ministero della Difesa russo ha confermato che due navi in riparazione presso l’impianto di Sevmorzavod hanno subito danni a causa dell’attacco. Mosca ha affermato che le forze ucraine hanno lanciato 10 missili da crociera e tre droni marini contro il cantiere navale della Crimea utilizzato dalla Flotta russa del Mar Nero. Lo riporta Kyiv Independent.
Ore 01:52 - Ministero Difesa russo, droni abbattuti in regione Bryansk
Dopo la mezzanotte di oggi, il ministero della Difesa russo ha segnalato il presunto abbattimento di alcuni droni di Kiev nella regione russa di Bryansk. Il Dipartimento russo, citato da ‘Ukrainska Pravda’, ha dichiarato che la difesa aerea avrebbe abbattuto droni nella regione di Bryansk alle 00.10, 00.30 e 00.45 (ora di Mosca). Intanto, nella serata di ieri, la Federazione Russa ha annunciato il presunto abbattimento di un drone ucraino sulla regione di Belgorod e di altri due sulla regione di Bryansk.
Ore 01:55 - Russia-Nord Corea: Putin accetta invito Kim Jong Un a Pyongyang
Il presidente russo Vladimir Putin ha accettato l’invito arrivato dal leader della Nord Corea, Kim Jong Un, di visitare prossimamente Pyongyang. Lo riporta l’agenzia di stampa statale Kcna, citata dai media internazionali. Ieri, alla fine del faccia a faccia tra i due in Russia, «Kim Jong Un ha invitato cortesemente Putin a visitare la Corea del Nord» e il presidente della Russia, stando a quanto riferito, «ha accettato con piacere». Ieri Kim ha detto a Putin di essere sicuro che la Russia otterrà “una grande vittoria” contro i suoi nemici, mentre gli alleati occidentali dell’Ucraina hanno messo in guardia da un possibile accordo sulle armi tra Russia e Corea del Nord. Putin ha salutato il “rafforzamento della cooperazione e dell’amicizia” tra i due Paesi ricevendo Kim al Cosmodromo di Vostochny, nell’Estremo Oriente del Paese, e ha detto ai giornalisti che vede “possibilità” nella cooperazione militare con la Corea del Nord. Ha inoltre annunciato che Mosca aiuterà Pyongyang a costruire satelliti.
Ore 02:00 - I russi lanciano uno sciame di droni, esplosioni a Dnipro
Una serie di esplosioni a Dnipro, nell’Ucraina orientale, durante un raid aereo lanciato dall’esercito russo, vengono riportate dall’emittente Suspilne citata da Rbc-Ucraina. In precedenza l’Aeronautica militare ucraina aveva avvertito della minaccia di uno sciame di droni nella regione di Dnipropetrovsk.
Ore 02:17 - Attacchi russi in 9 comunità dell’Oblast di Sumy
Le forze russe hanno bombardato nove comunità nell’Oblast’ di Sumy, sparando più di 130 colpi da vari tipi di armi, ha riferito l’Amministrazione militare dell’Oblast’ di Sumy su Telegram. Secondo il post, ripreso da Kyiv Independent, la Russia ha bombardato le comunità di Bilopillia, Khotin, Velyka Pysarivka, Esman, Krasnopillia, Yunakivka, Mykolaiv, Seredyna-Buda e Nova Sloboda. Le forze russe hanno usato mortai e artiglieria per colpire la comunità di Velyka Pysarivka, danneggiando una scuola, una club house, una residenza privata e un’automobile. Non sono state segnalate vittime.
Ore 06:35 - Mosca, abbattuti 11 droni di Kiev sulla Crimea
Mosca afferma che undici droni ucraini sono stati abbattuti oggi dai sistemi di difesa aerea russi sulla Crimea. «Verso le 5:30 il tentativo di attacco terroristico del regime di Kiev contro strutture nel territorio russo con l’uso di veicoli aerei senza pilota è stato sventato - afferma il ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia Tass -. Undici velivoli sono stati abbattuti». Il traffico attraverso il ponte di Crimea che collega la penisola occupata con la Russia continentale è stato sospeso, riporta Ukrinform.
Ore 06:51 - Mosca, distrutti 5 droni ucraini marini nel Mar Nero
Mosca afferma di aver distrutto oggi cinque droni marini ucraini che tentavano di attaccare una nave militare russa nel Mar Nero. “Verso le 5 del mattino le forze armate ucraine hanno tentato di attaccare la nave pattuglia Sergey Kotov con l’uso di cinque imbarcazioni a motore senza pilota: l’assalto è stato respinto e le imbarcazioni nemiche sono state distrutte dalle armi di bordo della nave russa”, ha spiegato il ministero della Difesa di Mosca citato dall’agenzia Tass.
Ore 07:16 - Kiev: 22 droni russi hanno attaccato l’Ucraina
Le forze russe hanno attaccato nella notte l’Ucraina con 22 droni kamikaze, 17 dei quali sono stati distrutti dalle unità di difesa antiaerea. Lo riferisce lo stato maggiore delle forze armate di Kiev, citato dall’agenzia Ukrinform. Nelle prime ore di oggi l’allarme aereo era scattato nelle regioni ucraine di Kherson, Mykolaiv, Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk.
Ore 07:20 - Portavoce militare russo: distrutto centro droni ucraino in Donetsk
Secondo il portavoce militare russo, l’aviazione del gruppo tattico ha effettuato attacchi aerei sulle aree di schieramento di armi e veicoli da combattimento della terza brigata d’assalto e della 118ma brigata di difesa territoriale ucraina vicino a Stupochka, come riferisce sempre la Tass. «Gli aerei d’assalto e dell’esercito del gruppo tattico hanno effettuato attacchi aerei contro le forze nemiche a Veseloye, Spornoye, Belogorovka, Kleshcheyevka, Bogdanovka, Kurdyumovks, Krasnogorovka e Mayorks», ha aggiunto.
Ore 07:21 - Capo esercito Rep. Ceca: la guerra sarà ancora lunga
L’Occidente deve prepararsi a una lunga guerra in Ucraina e ad affrontare una Russia sempre più ostile anche dopo la fine del conflitto, ha affermato il capo di stato maggiore dell’esercito ceco Karel Rehka citato dai media internazionali. Entrambe le parti non hanno la capacità di raggiungere presto gli obiettivi finali dichiarati, secondo Rehka. «Non durerà poche settimane, probabilmente durerà a lungo. Ed è importante continuare a sostenere gli ucraini per molto tempo», ha detto osservando che la Repubblica Ceca ha ancora nei suoi depositi armi che potrebbe fornire a Kiev. «Stiamo cercando di identificare cos’altro possiamo fornire. Abbiamo ancora qualcosa, compresi alcuni equipaggiamenti pesanti».
Ore 07:28 - Kim invita Putin a visitare Nordcorea
Kim Jong-un ha invitato il presidente Vladimir Putin a visitare la Corea del Nord durante il loro incontro in Russia di ieri. Lo hanno riferito i media statali di Pyongyang, rendendo noto, inoltre, che Kim è pronto a offrire al Cremlino proiettili di artiglieria e altre munizioni per la guerra in Ucraina. Kim ha detto a Putin che il loro incontro ha portato i legami bilaterali a un nuovo livello e ha espresso la volontà di promuovere relazioni stabili e orientate al futuro per i prossimi 100 anni, secondo l’agenzia di stampa Kcna.
Ore 07:33 - Putin-Kim: Tokyo monitora possibili violazioni Onu su armi
Il Giappone avverte su possibili violazioni delle risoluzioni delle Nazioni Unite sugli accordi di armi intrapresi tra la Corea del Nord, nel corso dell’incontro del leader Kim Jong-un con il presidente russo Vladimir Putin. «Monitoriamo con preoccupazione i colloqui, inclusa la possibilità che possano condurre a violazioni del divieto del Consiglio di sicurezza sulle transazioni di armi correlate alla Corea del Nord», ha dichiarato la neoeletta ministra degli Esteri, Yoko Kamikawa, ai giornalisti.
Nell’incontro con la stampa, all’indomani dell’ufficializzazione del suo incarico, il nuovo capo della diplomazia di Tokyo - che è stata a capo del dicastero della Giustizia tra il 2020 e il 2021 - ha ribadito che «l’invasione da parte della Russia dell’Ucraina non può essere accettata», aggiungendo che «Il Giappone ha esortato le altre parti a non fornire supporto alle forze di Mosca». Kamikawa ha anche detto che Tokyo continuerà a raccogliere e analizzare diverse informazioni e lavorerà al fianco degli Stati Uniti e la Corea del Sud, e assieme ad altre nazioni per garantire il pieno rispetto delle risoluzioni in materia delle Nazioni Unite. Riguardo alla Cina, Kamikawa ha ammesso che ci sono «molte questioni e motivi di preoccupazione» tra i due paesi vicini. Interrogata sulla decisione di Pechino di mettere al bando le importazioni dei prodotti ittici giapponesi a seguito del rilascio dell’acqua trattata dalla centrale nucleare di Fukushima, Kamikawa ha spiegato che Tokyo «esorterà con forza la Cina ad agire in modo responsabile, impegnandosi sul dialogo per affrontare le sfide comuni», specificando quanto sia importante «che entrambe le parti facciano sforzi per avere relazioni costruttive e stabili».
Ore 07:43 - Gb, Johnson al governo: fornisca a Kiev tutte le armi richieste
L’ex primo ministro britannico Boris Johnson ha criticato il governo di Londra per la sua politica nei confronti dell`Ucraina, dicendo che dovrebbe fornire urgentemente più armi richieste da Kiev ed ha rivolto rilievi analoghi anche all’intero Occidente: «Che diavolo stiamo aspettando?» ha chiesto. L’ex premier, che ha instaurato stretti rapporti con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo lo scoppio della guerra con la Russia, ha chiesto al Regno Unito di fornire obici, missili da crociera Storm Shadow e «tutto l’aiuto possibile con la tecnologia dei droni». Scrivendo per la rivista Spectator, Johnson ha affermato che un maggiore aiuto occidentale sarebbe un «esborso relativamente banale in cambio di una straordinaria ricompensa potenziale». D’altra parte, l’ex primo ministro britannico ha chiesto un «senso di urgenza molto maggiore riguardo al programma di assistenza militare» britannico.
Ore 08:12 - Attacco russo nel Kherson, ucciso bimbo di 6 anni
Un bambino di sei anni è stato ucciso la notte scorsa in un attacco russo nella regione di Kherson, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto la Procura regionale, come riporta Rbc-Ucraina. Dopo mezzanotte, le truppe russe hanno bombardato il villaggio di Novodmytrivka, nella comunità di Belozersk: i proiettili hanno colpito una casa, uccidendo il bambino e ferendo suo fratello di 13 anni e tre adulti.
Ore 09:13 - Villaggio senz’acqua dopo i bombardamenti
Roman Starovoit , governatore della regione russa di Kursk , ha riferito che la fornitura d’acqua al villaggio di Gordeevka è stata interrotta dopo i bombardamenti oltre confine da parte delle forze ucraine. La Tass riferisce che non ci sono state vittime.
Ore 09:44 - Intelligence Gb: Kiev verso distacco energetico dalla Russia
La capacità di Kiev nel rifornire un reattore con combustibile prodotto in Occidente «è un importante punto di partenza per il distacco a lungo termine dell’Ucraina dalla Russia, la cui influenza sull’approvvigionamento energetico del Paese è fortemente diminuita». Lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. Il 10 settembre scorso Energoatom, operatore delle centrali nucleari ucraine, ha annunciato di aver rifornito un reattore della centrale di Rivne utilizzando combustibile nucleare di produzione occidentale, ricorda il rapporto pubblicato su X. Le centrali nucleari di Kiev di epoca sovietica fino a febbraio 2022 si rifornivano dalla Russia per il combustibile nucleare. Dopo l’invasione russa, l’Ucraina ha accelerato i piano per diversificare l’approvvigionamento.
Ore 09:52 - Lukashenko è partito per Mosca per l'incontro con Putin
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko è partito oggi direzione Mosca e incontrerà domani il presidente russo Vladimir Putin. Ne danno notizia le agenzie russe citando l'ufficio presidenziale di Minsk. Al centro del colloquio saranno questioni internazionali e regionali, oltre alla cooperazione in campo economico.
Ore 09:57 - Kiev: «504 bambini uccisi dall'inizio della guerra»
Sarebbero 504 i bambini uccisi in Ucraina dalle forze russe dall'inizio del conflitto e oltre 1.123 sono rimasti feriti. Lo fa sapere, su Telegram, l'ufficio della Procura generale del Paese, come riporta Ukrinform. La maggior parte dei bambini è stata colpita nella regione di Donetsk, precisa il messaggio.
Ore 10:29 - Civile russo ucciso in un attacco ucraino sulla regione di Kursk
Un civile russo è morto oggi in un bombardamento ucraino su una distilleria, nella regione russa di Kursk. Lo rende noto il governatore. Il bombardamento è avvenuto sul villaggio di Tyotkino, precisa sul suo canale Telegram il governatore, Roman Starovoit, citato dalla Tass.
Ore 11:45 - Putin presiede riunione del Consiglio di sicurezza nazionale
Il presidente russo Vladimir Putin ha presieduto oggi una riunione del Consiglio di Sicurezza nazionale dedicata allo «sviluppo delle relazioni con i Paesi vicini e gli alleati e agli sforzi per assicurare gli interessi della Russia nelle sue relazioni con i Paesi lontani». Lo riferisce l'agenzia Tass. La riunione avviene il giorno dopo il vertice tra Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un tenutosi ieri nel cosmodromo russo di Vostochny, in Estremo Oriente.
Ore 11:48 - Kiev: «Successi sul fianco meridionale in direzione Bakhmut»
L'esercito ucraino ottiene successo in direzione di Bakhmut, lungo il fianco meridionale. Lo ha detto a United News la viceministra della Difesa, Hanna Malyar, come riporta Rbc-Ucraina. Nel Donetsk «i successi principali si registrano lungo il fianco meridionale, diciamo intorno a Bakhmut o vicino a Bakhmut - ha detto Malyar -. Lì le battaglie principali sono combattute nelle aree di Andriivka, Kurdyumivka, Klishchiivka, e lì abbiamo guadagnato terreno ogni settimana, territori sono stati liberati ogni settimana. E ora tutto sta andando davvero secondo i piani e con successo». Allo stesso tempo, la viceministra ha riferito che i russi stanno concentrando la loro attenzione sulle direzioni Kupyansk, Lyman, Andriivka e Marinka, dove stanno cercando di avanzare.
Ore 12:04 - Polonia: «No a Kiev nell'Ue senza lo stop all'import del grano ucraino»
«Quello che stiamo facendo ora», ossia cercare di estendere il divieto di importazione, «quello che abbiamo fatto il 15 aprile (quando la Polonia ha introdotto un divieto unilaterale di import), è proprio costruire la possibilità per l'Ucraina di entrare nell'Ue», ha detto il ministro dell'agricoltura polacco, Robert Telus, in un'intervista all'emittente Radio Plus. Un nuovo affondo di Varsavia sulle misure di restrizione alle importazioni di cereali dall'Ucraina sul territorio di Polonia, Bulgaria, Slovacchia e Romania. Il ministro polacco poi aggiunge che «se non costruiamo questi strumenti oggi, la Polonia non accetterà certamente che l'Ucraina entri nell'Ue». I paesi interessati hanno chiesto una proroga delle misure restrittive adottate dalla Commissione europea lo scorso aprile e in scadenza domani. Il governo di Varsavia ha adottato nei giorni scorsi una risoluzione con cui di fatto proroga il divieto di importazione anche senza una decisione in tal senso dell'Ue.
Ore 12:19 - La Guardia nazionale russa arresta 5 ucraini nel Lugansk
La Guardia nazionale russa ha arrestato nel territorio di Lugansk cinque ucraini accusati di presunti crimini contro i civili. Lo riferisce l'agenzia di stampa russa Tass. La Guardia nazionale riferisce che gli arresti sono avvenuti in «uno degli insediamenti della Repubblica popolare di Lugansk», non specificato, e che i cinque ucraini avevano fatto parte in passato delle forze armate, del ministero per le Situazioni d'emergenza e della polizia di Kiev.
Ore 12:24 - Il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina: «Non credo che l'Ucraina abbia chiuso le porte al papa»
«Non sono sicuro che il governo ucraino abbia chiuso tutte le porte alla Santa Sede». Lo ha detto il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina Sviatoslav Shevchuk rispondendo ai giornalisti che chiedevano un commento sulle parole del consigliere del presidente ucraino, Mikhailo Podolyak, che qualche giorno fa ha detto che Kiev non ha bisogno della mediazione del Papa perché «è filorusso». Shevchuk ha riferito di avere chiesto agli ambasciatori ucraini a Roma, In Italia e presso la Santa Sede, se «il consigliere del presidente ha espresso la sua convinzione personale o la posizione del governo ucraino» ed è emerso che era «una opinione privata».
In riferimento alla possibilità che il papa visiti Kiev, Shevchuk aggiunge: «Per ora non ne abbiamo parlato di una visita ma abbiamo detto che un giorno aspettiamo questa possibilità perché per capire cosa succede in Ucraina bisogna toccare le ferite». Alla domanda se ci sia la disponibilità ad affidare la mediazione di pace al papa, Shevchuk osserva che «è una cosa politica, è il nostro governo che deve decidere. Per il momento c'è bisogno della premura paterna del Papa».
Ore 12:45 - Ue: «Il vertice tra Putin e Kim Jong-un mostra la disperazione di Mosca»
«È interessante che sia stato un incontro tra due leader che stanno distruggendo le loro nazioni. La Russia ha stretto rapporti con il Paese più isolato al mondo e mostra l'isolamento e la disperazione di Mosca. Chiaramente noi condanniamo chiunque supporti la Russia nella sua opera di distruzione e richiamiamo la Russia, come membro permanente dell'Onu, di rispettare le sanzioni contro la Corea del Nord». Lo ha detto il portavoce della Commissione europea, Peter Stano, commentando il vertice tra Vladimir Putin e il dittatore nordcoreano Kim jong-un.
Ore 13:01 - Bbc: «Nel 2022 un aereo russo tentò per sbaglio di abbattere un velivolo britannico». Dramma sfiorato
(Di Guido Olimpio) Un pilota di caccia russo ha lanciato un missile contro un ricognitore britannico pensando di aver l’autorizzazione a farlo. Ma per fortuna non ha raggiunto l’obiettivo. A rivelarlo uno scoop della Bbc che ha fornito una nuova versione di un episodio, già noto, avvenuto circa un anno fa.
Mar Nero, spazio internazionale, un velivolo RC 135 River Joint, con equipaggio di 30 uomini e specializzato nella raccolta di intelligence, è intercettato da una coppia di Sukhoi 27. Uno dei piloti, secondo quanto risulta dalle comunicazioni registrate, riceve un messaggio dalla base: «Hai il target». Il militare scambia quella frase per un ordine di passare all’azione e lancia un primo missile che manca il velivolo.
Ore 13:05 - Kim Jong-un e Putin, quante rivelazioni dal summit: le armi, le sanzioni, la sfida all’Occidente
(Di Federico Rampini) L’incontro Putin-Kim Jong-un è denso di insegnamenti: sulla guerra in Ucraina, sul ritorno alla logica degli anni più bui della guerra fredda, sui legami stretti fra quel che accade in Europa e ciò che in futuro potrebbe accadere in Estremo Oriente.
In breve, le conclusioni si possono racchiudere in queste tre «pillole»: quella stretta di mano è anche figlia dell’inadeguatezza russa. Rivela quanto erano precari o illusori certi consensi tra Est e Ovest negli anni della coesistenza pacifica. Infine allarma Giappone e soprattutto Corea del Sud. L’aspetto più immediato dell’intesa fra lo Zar di Mosca e il dittatore comunista di Pyongyang riguarda le possibili forniture militari.
Ore 13:26 - Cremlino: «Putin ha accettato invito per visita a Pyongyang»
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha confermato che il presidente Vladimir Putin ha accettato l'invito del leader nordcoreano Kim Jong-un a recarsi in visita a Pyongyang.
Peskov ha fatto anche sapere che, nel loro incontro di ieri, il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un (che resterà in Russia «ancora per diversi giorni») si sono scambiati due carabine prodotte nei rispettivi Paesi. Inoltre Putin ha donato a Kim un guanto di una tuta spaziale che è stata più volte nello spazio.
Ore 13:34 - Bulgaria, il Parlamento revoca divieto import grano ucraino
Il Parlamento di Sofia ha revocato il divieto di importazione del grano ucraino (che scade domani). Lo riporta la Tv nazionale bulgara (Bnt). A maggio 2023 la Commissione Ue aveva temporaneamente limitato la vendita di grano ucraino in Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia. A differenza della Bulgaria, la Polonia ha invece annunciato di prorogare unilateralmente il divieto, provocando le proteste di Kiev.
Ore 13:52 - Lavrov in Corea del Nord a ottobre
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov si recherà in visita in Corea del Nord a ottobre. È quanto ha riferito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti. «La visita del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov a Pyongyang verrà ora preparata rapidamente e ci aspettiamo che avvenga a ottobre, durante il mese di ottobre», ha detto Peskov.
Ore 13:55 - L’arcivescovo di Kiev: «A Zuppi ho consegnato la lista dei civili scomparsi»
«Abbiamo consegnato al cardinale Zuppi un elenco dei civili ucraini sequestrati, non esiste un meccanismo per liberarli eppure siamo di fronte ad un crimine». Lo ha annunciato l’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuck, durante una conferenza stampa al pontificio collegio ucraino. Shevchuck ha evidenziato che mentre esiste un meccanismo di scambio dei prigionieri militari, «non esiste un meccanismo per liberare i civili. Abbiamo così consegnato a Zuppi l’elenco e mi ha assicurato che lo ha portato all’attenzione di Mosca«nella sua recente missione di pace. L’arcivescovo maggiore di Kiev ha parlato anche dei due sacerdoti redentoristi sequestrati nel Donbass dai russi, padre Ivan Levytsky e padre Bohdan Geleta, e ha spiegato che di loro «non si hanno più notizie» nonostante sia il Papa che il card. Parolin che il cardinale Zuppi, abbiano parlato «a tutti i livelli» della questione. «Ma ancora - ha detto - non ci sono risultati. Noi cerchiamo tutti i canali per conoscere la loro sorte. Non sappiamo nemmeno se siano ancora in vita.
Ore 14:00 - Lukashenko (Bielorussia) è arrivato a Sochi per l’incontro con Putin
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko è arrivato a Sochi, in Russia, dove domani ha in programma un incontro con il presidente Vladimir Putin. Lo ha reso noto il servizio stampa della presidenza di Minsk.
Ore 14:00 - Kiev: «In Crimea abbiamo distrutto un sofisticato sistema di difesa aerea russo»
Un sofisticato sistema di difesa aerea russo in Crimea è stato distrutto dalle forze ucraine. Lo hanno riferito alla Bbc fonti di intelligence di Kiev, secondo cui il Servizio di sicurezza ucriano (Sbu) e la marina hanno effettuato l’attacco, contro la struttura russa vicino a Yevpatoriya, utilizzando missili da crociera e droni. Riprese video pubblicate sui social hanno mostrato un incendio e del fumo vicino alla città, nella parte occidentale della penisola occupata dai russi. Mosca non ha ancora commentato la notizia.
Ore 14:02 - L’Ue cancella tre nomi dalla lista dei russi da sanzionare
L’Unione Europea, che ieri ha esteso di altri sei mesi le sanzioni contro circa 1.800 entità e individui russi coinvolti con l’invasione dell’Ucraina, ha escluso tre nomi dall’elenco. Secondo quanto ha pubblicato oggi la Gazzetta ufficiale Ue, fra loro ci sono l’imprenditore Grigory Berezkin, il miliardario Farkhad Akhmedov, inseriti nell’elenco lo scorso marzo, per i loro legami con il Cremlino, e Alexander Shulgin, ex direttore della compagnie per il commercio online Ozon, nell’elenco dal settembre 2022 per la stessa ragione. La Corte di giustizia europea aveva accolto il ricorso presentato da Shulgin contro le sanzioni, date le prove insufficienti del suo rapporto attuale con i vertici del potere in Russia e aveva ordinato la cancellazione delle sanzioni a suo carico. Cancellato anche il nome di Georgy Shuvaev, ex militare deceduto lo scorso anno.
Ore 14:10 - «I piani della Nato in Asia e nel Pacifico sono un pericolo»
I piani della Nato nell’Asia-Pacifico rappresentano un «pericolo per la regione», ha affermato Lavrov. «I piani evidenti della Nato di infiltrarsi qui (nella regione Indo-Pacifico, ndr) e stabilire le sue regole, pongono un particolare pericolo», ha detto Lavrov in una conferenza stampa dopo avere incontrato a Mosca il suo omologo birmano Than Swe.
Ore 14:11 - Putin e Kim si regalano guanti spaziali e carabine
Scambio di regali fra Putin e Kim Jong Un nel corso della visita di quest’ultimo in Russia. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha riferito che «il presidente Putin ha regalato al leader coreano un guanto di una tuta spaziale, che è stata nello spazio diverse volte, e una carabina di nostra produzione nazionale di altissima qualità», e a sua volta ha ricevuto da Kim una carabina realizzata da artigiani coreani. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, aggiungendo che secondo Peskov fra i due ci sono stati anche altri regali.
Ore 14:34 - Seul: «Profonda preoccupazione per visita Kim»
La Corea del Sud ha espresso profonda preoccupazione e rammarico per l’incontro tra il leader nordcoreano Kim Jong-un e il presidente russo Vladimir Putin. Lo ha detto Lim Soo-suk, portavoce del ministero degli Esteri di Seul. «Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione e rammarico per il fatto che, nonostante i ripetuti avvertimenti da parte della comunità internazionale, la Corea del Nord e la Russia abbiano discusso questioni di cooperazione militare, compreso lo sviluppo satellitare, durante il loro vertice», ha detto il portavoce.
«Qualsiasi cooperazione scientifica e tecnologica che contribuisca allo sviluppo di armi nucleari e missilistici, compresi i sistemi satellitari che coinvolgono tecnologie missilistiche balistiche, va contro le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite», ha aggiunto. Secondo Lim la delegazione di Kim in Russia comprendeva diverse persone sanzionate dal Consiglio di sicurezza per il coinvolgimento in attività illecite di sviluppo di armi nordcoreane. «Mosca dovrebbe rendersi conto che ci saranno impatti molto negativi sulle sue relazioni con Seoul se procederà con la cooperazione militare con Pyongyang», ha concluso.
Ore 14:42 - Mosca espelle due diplomatici Usa: «Persone non grate. Contatti con informatore»
La Russia ha deciso di espellere due diplomatici americani, accusati di avere mantenuto contatti con un informatore russo. Lo ha detto il ministero degli Esteri citato dalla Tass. Mosca dichiara: «Persone non grate».
Ore 14:54 - Kiev: «Proroga restrizioni sull’import del grano ucraino sarà illegale dal 15 settembre»
Il ministero degli Esteri ucraino ha dichiarato che qualsiasi proroga da parte degli Stati Ue delle restrizioni all’import del grano ucraino sarà considerata come “illegale” da Kiev. «Un grave danno per i nostri interessi nazionali», ha affermato il ministero. Il regime delle restrizioni, allo stato attuale, dovrebbe terminare domani.
Ore 15:16 - Kiev: «Riconquistata la città di Andriivka». Ma l'esercito smentisce
L’esercito ucraino ha riconquistato la cittadina di Andriivka, località a sud di Bakhmut. Lo ha annunciato il viceministro della Difesa Hanna Maliar. «Stiamo consolidando la nostra posizione nell’area», ha specificato via Telegram. La terza Brigata d'Assalto Separata dell'esercito di Kiev smentisce tuttavia le affermazioni.
Ore 15:26 - Undici bambini tornati dalla regione occupata di Kherson
Undici bambini sono stati restituiti all’Ucraina dalla zona occupata della regione di Kherson, la più piccola di loro è una bimba di tre anni. Lo segnala l’amministrazione militare regionale di Kherson in un post su Telegram, citato da Ukrinform. «Undici bambini della regione di Kherson sono tornati a casa. Sono stati riportati con successo nel territorio controllato dall’Ucraina dalla zona temporaneamente occupata», si legge nel post.
Il ritorno, rileva l’amministrazione regionale, è stato preceduto dal duro lavoro dell’organizzazione Save Ukraine, dell’Ufficio del Commissario del Parlamento ucraino per i diritti umani, del ministero per la Reintegrazione, Rete ucraina per i diritti dell’infanzia, e dalle autorità di tutela e servizi per l’infanzia».
Ore 15:33 - Seul accusa: «La Russia usa da tempo armi della Corea del Nord»
La Corea del sud ha da tempo prove che la Russia utilizza armi fornite dalla Corea del Nord nella guerra contro l’Ucraina. «Abbiamo conferme che i tipi di armi fornite dalla Corea del Nord sono stati utilizzati dalla Russia sul campo di battaglia in Ucraina», ha detto un funzionario dell’ufficio del presidente sudcoreano a Seul alla Cnn. Il funzionario ha osservato che si tratta di una questione di intelligence, quindi non può descrivere la situazione in dettaglio.
Ore 15:42 - Wall Street Journal: «Raffica di sanzioni Usa per tecnologia a Mosca»
Gli Usa annunceranno oggi sanzioni contro circa 150 aziende e individui stranieri sospettati di inviare tecnologia Usa alla Russia, in un nuovo sforzo per interrompere il flusso di merci di cui Mosca ha bisogno per portare avanti la sua guerra contro l’Ucraina. Lo scrive il Wall Street Journal citando fonti a conoscenza della decisione.
Ore 16:06 - Corte penale apre sede a Kiev, la più grande dopo l’Aia
La Corte penale internazionale ha aperto un ufficio a Kiev, «il più grande» fuori L’Aia. Lo ha annunciato il procuratore generale ucraino Andrii Kostin. «L’ufficio distaccato della Corte penale internazionale ha aperto le sue porte in Ucraina», ha scritto Kostin su X, assicurando che ciò rappresenta «un passo decisivo nel nostro cammino verso il ripristino della giustizia».
L’Ucraina sta cercando di istituire un tribunale speciale per incriminare i leader russi in seguito all’invasione del paese. Kiev ha annunciato a marzo l’imminente apertura di un ufficio della Corte per indagare in modo più approfondito sui crimini internazionali commessi in Ucraina. «A differenza del criminale regime russo, l’Ucraina non ha nulla da nascondere», ha assicurato Andrii Kostin, promettendo che il suo paese sarà trasparente e consentirà agli esperti della CPI di accedere alle scene del crimine, alle prove e alle testimonianze.
«Stiamo facendo tutto il possibile per garantire che gli esperti della Corte penale internazionale possano vedere con i propri occhi le conseguenze dei crimini degli autori del reato e trarre conclusioni indipendenti», ha affermato. All’inizio di luglio è stato aperto all’Aia, un ufficio internazionale incaricato di indagare sul crimine di aggressione contro l’Ucraina, che, secondo Kiev, costituisce un primo passo storico verso la creazione di un tribunale speciale.
Questo Centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione contro l’Ucraina riunisce i pubblici ministeri di Kiev, dell’Unione europea, degli Stati Uniti e della Corte penale internazionale. Anche la Corte penale internazionale, che ha sede all’Aia, ha emesso a marzo un mandato d’arresto contro il presidente russo Vladimir Putin per la presunta deportazione di bambini ucraini.
Ore 16:24 - Meloni e Orban condannano l'aggressione russa: «Auspichiamo una pace giusta»
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Viktor Orban, «per quanto riguarda l'Ucraina, hanno condannato l'aggressione russa e auspicato una pace giusta. Hanno ricordato il sostegno fornito finora a Kiev e hanno sottolineato l'importanza di mantenere la forte unità degli Stati membri dell'UE in un sostegno ampio e multidimensionale all'Ucraina». Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi dopo l'incontro fra i due premier a Budapest.
Ore 16:48 - In Russia viene lanciato il primo servizio taxi della Wagner
Un servizio taxi con il nome «Wagner» è stato lanciato nel centro del distretto di Bolotnoye, nella regione di Novosibirsk. L’idea è di Valery Bogdanov, ex mercenario della milizia privata che ha combattuto in Ucraina con Prigozhin. Lo riporta il media locale Vn.ru. Al momento si tratta di una sola auto che è contrassegnata dalo stemma della Wagner. «Ho visto su internet che in città ci si lamenta dei taxi. Non ci sono abbastanza auto, oppure ne ordini una e non arriva nessuno, oppure si rifiutano di portarti lontano. Con noi è tutto diverso, la gente è contenta che l’auto arrivi sempre senza problemi. Ci stiamo sviluppando lentamente, ci espanderemo», ha detto Bogdanov che, prima di iniziare a combattere, era stato processato cinque volte per furto e rapina. L’ultima condanna risale al 2019.
Ore 16:52 - Biden nomina inviata per la ripresa economica dell’Ucraina
Joe Biden ha annunciato la nomina, come rappresentante speciale americano per la ripresa economica dell’Ucraina, di Penny Pritzker, imprenditrice miliardaria, filantropa ed ex segretaria al commercio nell’amministrazione Obama. Lo rende noto lo stesso presidente in una nota della Casa Bianca.
Ore 17:31 - Mosca: distrutto un drone marino nel Mar Nero
Un nuovo tentativo di attacco a una nave russa nel Mar Nero da parte di un drone marino ucraino è stato sventato oggi, secondo quanto riferito dal ministero della Difesa di Mosca. La nave presa di mira, la portamissili Samum, ha distrutto il drone con le sue armi standard, ha aggiunto il ministero, citato dall’agenzia Interfax. In precedenza il ministero della Difesa russo aveva dato notizia di un attacco tentato nelle prime ore di oggi con cinque droni marini contro la nave da ricognizione Serghei Kotov, sottolineando che le imbarcazioni senza pilota erano state distrutte.
Ore 17:40 - Lituania-Polonia, sì a esercitazioni militari congiunte
Parlando con i giornalisti dal Forum di Krynica, il presidente lituano Gitanas Nauseda ha affermato che il suo Paese intende continuare ad effettuare periodiche esercitazioni militari congiunte con la Polonia concentrandosi, in particolare, sulla protezione del corridoio di Suwalki. Il Presidente polacco, Andrzej Duda, si è detto, a tal riguardo, favorevole alla ricerca di un formato adatto a garantire il rafforzamento delle comuni capacità di difesa dei due Paesi.
Ore 17:46 - Mosca: 2 nostri aerei portamissili nelle acque del mare di Norvegia
Due aerei portamissili russi Tu-95MS hanno completato un volo di quattro ore sulle acque internazionali dei mari di Barents e di Norvegia, accompagnati da caccia Su-30SM. Lo ha riferito il Ministero della Difesa russo. «Due aerei portamissili strategici a lungo raggio Tu-95MS hanno effettuato un volo di linea nello spazio aereo sopra le acque internazionali dei mari di Barents e di Norvegia. La durata del volo è stata di circa quattro ore. La scorta di caccia è stata fornita dagli equipaggi degli aerei Su-30SM delle forze aerospaziali», hanno riferito dal Governo russo. Secondo il comandante dell’aviazione a lungo raggio, il tenente generale Sergei Kobylash, il volo è stato effettuato nel rigoroso rispetto delle norme internazionali sull’uso dello spazio aereo. «I piloti dell’aviazione a lungo raggio sorvolano regolarmente le acque internazionali dell’Artico, del Nord Atlantico, del Mar Nero e del Mar Baltico e dell’Oceano Pacifico», ha sottolineato.
Ore 18:04 - Punto militare | Kiev si concentra sulla Crimea: raid sui cantieri di Sebastopoli
(di Andre Marinelli e Guido Olimpio) La battaglia di Crimea prosegue con un’azione «metodica» di Kiev e risponde allo show messo in scena da Vladimir Putin con l’ospite nord coreano Kim Jong-un: il primo in cerca di consensi diplomatici, il secondo affamato di tecnologia bellica con i suoi poveri «sudditi» in attesa di scorte di cibo. Sul fronte terrestre, invece, annunciata e poi smentita la liberazione di Andriivka, località strategica vicino a Bakhmut: gli scontri sono ancora in corso. Tutti sviluppi interessanti in rapida successione.
Ore 18:48 - Perché ieri Putin ha giocato con Kim al «venditore di limousine russe»
(di Guido Santevecchi) Kim Jong-un è arrivato ieri alla porta del cosmodromo di Vostochny a bordo della sua Mercedes-Maybach S600 Pullman Guard, acquistata di contrabbando a causa delle sanzioni internazionali a cui è sottoposta la Nord Corea. La vettura del Maresciallo era probabilmente stata imbarcata su uno dei vagoni del treno blindato con cui è arrivato da Pyongyang. La stessa procedura era stata sperimentata dal cerimoniale nordcoreano nel 2019, quando il leader supremo era andato ad Hanoi per l’ultimo vertice con Donald Trump, teatrale e fallimentare.
Ore 18:52 - Zuppi vede Li Hui: unire gli sforzi per favorire dialogo
Il cardinale Matteo Maria Zuppi, inviato di Papa Francesco, è stato ricevuto oggi, presso il ministero degli Affari Esteri della repubblica popolare Cinese, da Li Hui, rappresentante speciale per gli Affari euroasiatici. «Il colloquio, svoltosi in un clima aperto e cordiale, è stato dedicato alla guerra in Ucraina e alle sue drammatiche conseguenze, sottolineando la necessità di unire gli sforzi per favorire il dialogo e trovare percorsi che portino alla pace». Lo riferisce la Santa Sede.
Ore 19:35 - Media, Zelensky all’Assemblea generale dell’Onu, vedrà Biden
Il presidente dell’Ucraina Volodymr Zelensky dovrebbe partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite la prossima settimana. A margine della sessione, il leader ucraino dovrebbe incontrare il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Lo ha riferito la Nbc, citando un alto funzionario ucraino.
Ore 19:53 - Gli Usa promettono risposta all’espulsione dei diplomatici dalla Russia
Ore 19:57 - «Zelensky intende partecipare all’Assemblea Onu e vedrà Biden»
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intende partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York la prossima settimana e incontrare il presidente Usa Joe Biden. Lo riporta l’emittente Nbc, citando un alto funzionario ucraino. Secondo Nbc, non è chiaro se l’incontro Biden-Zelensky avrà luogo a New York o alla Casa Bianca, e la Casa Bianca si è rifiutata di commentare. L’ultimo incontro di Biden con Zelensky risale a luglio, durante il vertice Nato di Vilnius, in Lituania.
Ore 20:52 - Kiev ordina evacuazione civili da regione Kherson
Le autorità ucraine hanno ordinato l’evacuazione dei civili nella regione di Kherson. Lo afferma su Telegram Alecander Prokudin, il capo dell’Amministrazione militare regionale. «Il Consiglio di difesa regionale di Kherson ha deciso di evacuare obbligatoriamente le famiglie con bambini dagli insediamenti sotto il costante fuoco nemico» ha dichiarato Prokudin aggiungendo che «stiamo cambiando la durata del coprifuoco» che ora dura «dalle 20.00 alle 6.00». L’Amministrazione sta lavorando «per prevenire un collasso energetico nella regione e ci stiamo preparando per le emergenze nelle infrastrutture critiche».
Ore 00:04 - Zelensky ospite del Congresso Usa la prossima settimana
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovrebbe visitare Capitol Hill, il Congresso degli Stati Uniti, la prossima settimana, secondo fonti riportate dall’agenzia AP. Zelensky visiterà gli Stati Uniti durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il viaggio di Zelensky avviene mentre il Congresso sta discutendo sulla fornitura di 21 miliardi di dollari in aiuti militari e umanitari all’Ucraina, per sostenere Kiev nella guerra contro l’invasione russa.
Ore 01:30 - Forze ucraine prendono in controllo delle piattaforme di trivellazione al largo della Crimea
Le forze ucraine hanno ripreso il controllo delle piattaforme di trivellazione di petrolio e gas al largo della costa della Crimea. Secondo una fonte citata dalla Cnn, le forze speciali sono arrivate a bordo di gommoni fino alle Torri Boyko, controllate dai russi subito dopo l’annessione della Crimea nel 2014 Durante l’abbordaggio della piattaforma, gli ucraini sono stati presi di mira da un velivolo russo che però è stato abbattuto con un missile antiaereo portatile. «Abbiamo limitato severamente le azioni dei russi nel Mar Nero, in particolare nelle acque dell’isola dei Serpenti.» ha detto la fonte. «Li abbiamo respinti sulle coste della Crimea». Un’altra fonte ha riferito che le navi russe danneggiate nell’attacco missilistico su un cantiere navale di Sebastopoli sarebbero la nave da sbarco Minsk e il sottomarino Rostov sul Don. Il ministero della Difesa russo ha confermato che due navi da guerra sono state danneggiate da un attacco missilistico ucraino, senza però nominarle.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 15 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di venerdì 15 settembre. Marta Serafini, inviata, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera venerdì 15 settembre 2023.
• Kiev: «Ordinata l’evacuazione dei civili dalla regione di Kherson»
• Perché Putin ha giocato con Kim al «venditore di limousine russe»
• Kiev si concentra sulla Crimea: raid sui cantieri di Sebastopoli
• Cremlino: «Putin ha accettato l’invito a Pyongyang»
• Mosca ha espulso due diplomatici americani
Ore 01:28 - Forze ucraine prendono in controllo delle piattaforme di trivellazione al largo della Crimea
Le forze ucraine hanno ripreso il controllo delle piattaforme di trivellazione di petrolio e gas al largo della costa della Crimea. Secondo una fonte citata dalla Cnn, le forze speciali sono arrivate a bordo di gommoni fino alle Torri Boyko, controllate dai russi subito dopo l’annessione della Crimea nel 2014 Durante l’abbordaggio della piattorma, gli ucraini sono stati presi di mira da un velivolo russo che però è stato abbattuto con un missile antiaereo portatile. «Abbiamo limitato severamente le azioni dei russi nel Mar Nero, in particolare nelle acque dell’isola dei Serpenti.» ha detto la fonte. «Li abbiamo respinti sulle coste della Crimea». Un’altra fonte ha riferito che le navi russe danneggiate nell’attacco missilistico su un cantiere navale di Sebastopoli sarebbero la nave da sbarco Minsk e il sottomarino Rostov sul Don. Il ministero della Difesa russo ha confermato che due navi da guerra sono state danneggiate da un attacco missilistico ucraino, senza però nominarle.
Ore 01:30 - Zelensky incontra rabbini e soldati ebrei
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato ieri i rabbini del Paese e i soldati ebrei dell’esercito di Kiev alla vigilia di Rosh Hashanah, il Capodanno ebraico. Zelensky ha ringraziato i leader delle comunità ebraiche ucraine per il loro sostegno durante l’invasione russa, secondo quanto riportano i media locali. «Solo la vittoria dell’Ucraina può portare la pace. Grazie per aver avvicinato questa pace insieme a tutto il popolo ucraino, ai militari e ai civili, con il vostro lavoro, le vostre preghiere e le vostre attività», ha detto Zelensky durante l’incontro. Il presidente ucraino ha conferito ai soldati ebrei l’onorificenza dell’Ordine del coraggio. Nonostante gli avvertimenti di Kiev a non recarsi in Ucraina per l’invasione russa, circa 22.000 pellegrini ebrei ortodossi sono arrivati in questi giorni nella città di Uman, nell’oblast centrale di Cherkasy, per festeggiare oggi il Rosh Hashanah. Migliaia di ebrei ortodossi viaggiano ogni anno a Uman da Israele e da altre parti del mondo per celebrare la festa nella città dell’Ucraina, uno dei luoghi di nascita del movimento chassidico, riconoscibile perché coloro che vi aderiscono in ogni parte del mondo indossano abiti tradizionali in uso da almeno due secoli, hanno famiglie molto numerose, parlano yiddish e cercano di avere meno contatti possibili con il mondo esterno.
Ore 01:33 - Zelensky ospite del Congresso Usa la prossima settimana
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovrebbe visitare Capitol Hill, il Congresso degli Stati Uniti, la prossima settimana, secondo fonti riportate dall’agenzia AP. Zelensky visiterà gli Stati Uniti durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il viaggio di Zelensky avviene mentre il Congresso sta discutendo sulla fornitura di 21 miliardi di dollari in aiuti militari e umanitari all’Ucraina, per sostenere Kiev nella guerra contro l’invasione russa.
Ore 02:14 - Kim Jong Un è arrivato nella città russa di Komsomolsk
Kim Jong Un è arrivato nella stazione ferroviaria della città di Komsomolsk sull’Amur, nell’estremo oriente russo. Lo ha riferito un corrispondente della TASS. Il leader nordcoreano è in visita in Russia su invito del presidente russo Vladimir Putin. I due leader si sono incontrati il 13 settembre nello spazioporto di Vostochny, nella regione russa dell’Amur. A Komsomolsk Kim visiterà le fabbriche che producono aerei civili e militari, poi raggiungerà Vladivostok dove gli verranno mostrate le capacità della flotta del Pacifico. «Il presidente ha un grande programma davanti a sé. Volerà da qui a Komsomolsk sull’Amur e visiterà le fabbriche dove vengono prodotte attrezzature aeronautiche: sia civili che militari», avvea detto Putin al canale televisivo Rossiya 1 lasciando intendere che il leader di Pyongyang dentro la Russia si sarebbe spostato in aereo, mentre è arrivato in treno. Kim Jong-un visiterà l’Università federale dell’Estremo Oriente ed esaminerà alcune strutture dell’Accademia russa delle Scienze, laboratori che si occupano di biologia marina.
Ore 03:22 - Ambasciatore cubano a Mosca: i nostri concittadini possono arruolarsi nell’esercito russo
L’ambasciatore di Cuba in Russia, Julio Antonio Garmendia Pena, ha affermato che il suo governo non impedirà ai cittadini cubani di arruolarsi nell’esercito russo e di combattere in Ucraina. Lo riportano i media americani. «Non abbiamo nulla contro i cubani che vogliono semplicemente firmare un contratto e partecipare legalmente a questa operazione con l’esercito» di Mosca, ha detto ieri Pena all’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti. «Ma ci opponiamo all’illegalità e a operazioni che con la legalità non hanno nulla a che fare», ha aggiunto. La dichiarazione di Pena fa seguito a un rapporto del 4 settembre secondo cui le autorità cubane avrebbero scoperto un giro di traffico di esseri umani volto a reclutare cubani per la guerra della Russia contro Kiev. In risposta, il Ministero degli Esteri cubano ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che Cuba «ha una posizione storica ferma e chiara contro il mercenarismo» e che «Cuba non fa parte della guerra in Ucraina».
Ore 03:25 - Usa: risponderemo all’espulsione dei nostri diplomatici dalla Russia
Gli Stati Uniti «risponderanno in modo appropriato» e «rapido» alla decisione di Mosca di espellere due diplomatici statunitensi dalla Russia, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matt Miller in conferenza stampa. «L’espulsione ingiustificata del nostro personale diplomatico è del tutto priva di merito», ha sottolineato Miller. Ieri il Ministero degli Esteri russo ha detto all’ambasciatrice americana Lynne Tracy che i due diplomatici Jeffrey Sillin e David Bernstein erano stati dichiarati «persone non grate» e avrebbero dovuto lasciare la Federazione russa entro sette giorni. Il governo di Mosca ha accusato Sillin e Bernstein di condurre «attività illegali» e di collaborare con Robert Shonov, un cittadino russo arrestato con l’accusa di spionaggio nel maggio 2023. «Ancora una volta la Russia ha preferito il confronto e l’escalation all’impegno diplomatico costruttivo - ha affermato Miller -. Continua a molestare i dipendenti della nostra ambasciata così come continua a intimidire i propri cittadini». Il portavoce del Dipartimento di Stato americano ha detto che i diplomatici americani «stavano semplicemente facendo il loro lavoro» e che nessuno dei due è colpevole di illeciti o attività criminali. Miller ha anche affermato che Shonov, un ex impiegato del consolato americano, ha agito «in conformità con la legge russa». Sillin e Bernstein non hanno ancora lasciato la Russia, secondo quanto dichiarato da Miller.
Ore 03:27 - Perché ieri Putin ha giocato con Kim al «venditore di limousine russe»
(di Guido Santevecchi) Kim Jong-un è arrivato ieri alla porta del cosmodromo di Vostochny a bordo della sua Mercedes-Maybach S600 Pullman Guard, acquistata di contrabbando a causa delle sanzioni internazionali a cui è sottoposta la Nord Corea. La vettura del Maresciallo era probabilmente stata imbarcata su uno dei vagoni del treno blindato con cui è arrivato da Pyongyang. La stessa procedura era stata sperimentata dal cerimoniale nordcoreano nel 2019, quando il leader supremo era andato ad Hanoi per l’ultimo vertice con Donald Trump, teatrale e fallimentare.
Ore 03:28 - Punto militare | Kiev si concentra sulla Crimea: raid sui cantieri di Sebastopoli
(di Andre Marinelli e Guido Olimpio) La battaglia di Crimea prosegue con un’azione «metodica» di Kiev e risponde allo show messo in scena da Vladimir Putin con l’ospite nord coreano Kim Jong-un: il primo in cerca di consensi diplomatici, il secondo affamato di tecnologia bellica con i suoi poveri «sudditi» in attesa di scorte di cibo. Sul fronte terrestre, invece, annunciata e poi smentita la liberazione di Andriivka, località strategica vicino a Bakhmut: gli scontri sono ancora in corso. Tutti sviluppi interessanti in rapida successione.
Ore 03:58 - Kiev: no alla cantante Anna Netrebko all’Opera di Berlino
Il Ministero degli Esteri ucraino ha espresso la sua insoddisfazione per la decisione dell’Opera di Berlino di riprendere la collaborazione con la cantante russo-austriaca Anna Netrebko, sospesa lo scorso maggio a causa della guerra di Mosca. «La voce dell’Ucraina in Germania deve essere sempre più forte di quella del soprano di Anna Netrebko», ha dichiarato il dicastero di Kiev sulla sua pagina Facebook. Secondo il comunicato, l’ambasciata ucraina in Germania ha iniziato a «lavorare» per impedire alla Netrebko di tornare sul palco di Berlino subito dopo che la notizia del suo ritorno è stata resa pubblica. «Purtroppo le nostre argomentazioni non sono state abbastanza convincenti per l’Opera di Stato tedesca», ha aggiunto il ministero ucraino. In concomitanza con il debutto di stasera della Netrebko sul palco di Berlino nel cast del Macbeth di Giuseppe Verdi, l’ambasciatore ucraino in Germania Alexey Makeyev visiterà «una mostra anti-Russia» che è stata inaugurata proprio vicino al teatro dell’opera, rende noto l’agenzia Tass.
Ore 05:04 - Colloqui fra il ministro ucraino Umerov e Borrell e Stoltenberg
Il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov ha avuto ieri colloqui telefonici con l’alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, e con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Lo ha reso noto lo stesso Umerov in un post su Facebook. Con Borrell è stata discusso «come migliorare la fornitura di armi e munizioni» a Kiev, mentre con Stoltenberg «dell’attuazione degli accordi raggiunti al vertice di Vilnius» e «della situazione operativa e dei risultati dell’Ucraina al fronte». Nella giornata di ieri Umerov ha anche avuto un incontro «su alcune questioni chiave» con Volodymyr Zelensky, ha reso noto lo stesso presidente ucraino nel suo consueto video discorso di fine giornata.
Ore 06:49 - Kim Jong Un visita fabbrica di aerei militari russi
Il leader nordcoreano Kim Jong Un durante il suo lungo viaggio in Russia si è fermato a Komsomolsk-on-Amuri, città dell’estremo oriente per visitare uno stabilimento che produce aerei da combattimento Su-35 e Su-57. Esperti stranieri affermano che la Russia vuole che Kim aiuti a ricostituire le sue scorte di armi esaurite dalla guerra in Ucraina. Kim in cambio potrebbe volere l’aiuto russo per modernizzare la sua aeronautica e la sua marina, nonché per migliorare la tecnologia militare della Corea del Nord.
Ore 07:24 - L’Ucraina libera un villaggio vicino a Bakhmut
L’esercito ucraino ha annunciato di aver liberato il villaggio di Andriivka, vicino a Bakhmut. La notizia era stata già data ieri dalla vice ministro della Difesa, Hanna Maliar, ma smentita dai militari sul terreno che avevano parlato di «pesanti combattimenti ancora in corso».
«È stato difficile e la situazione è cambiata in modo molto dinamico più volte ieri», ha scritto su Telegram la viceministro della Difesa ucraina Hanna Malyar, «nel rapporto di questa mattina, lo Stato Maggiore ha confermato ufficialmente che le nostre truppe hanno catturato Andriivka ieri a seguito di combattimenti».
Ore 07:46 - Raid russi nel centro ovest dell’Ucraina
Durante la notte un attacco russo con droni ha raggiunto la regione occidentale ucraina di Khmelnytsky, dove ci sono state esplosioni, riporta Rbc-Ucraina citando l’Aeronautica militare. Il governatore Sergi Tyurin ha confermato le esplosioni e l’intervento delle forze di difesa aerea. Diversi gruppi di droni sono stati lanciati da sud-est sul territorio dell’Ucraina, l’allarme aereo nelle regioni meridionali e centrali, si è poi spostato nell’ovest del Paese. Esplosioni sono state riferite anche a Vinnytsia, in Ucraina centrale.
Ore 07:57 - Isw: ucciso in combattimento il comandante russo Popov
Il comandante del 247mo reggimento russo d’assalto aereo Vasily Popov è stato ucciso in combattimento in Ucraina, nell’area di confine di Donetsk-Zaporizhia, riferisce il think tank statunitense Isw (Institute for the study of war) nel suo ultimo aggiornamento, sottolineando che Popov è il secondo comandante del 247mo reggimento a rimanere ucciso in azione, dopo la morte del colonnello Konstantin Zizevsky. In precedenza l’Isw aveva reso noto che forze ucraine d’èlite stanno conducendo contrattacchi limitati in settori critici del fronte: «la morte di Popov supporta la valutazione secondo cui questi contrattacchi probabilmente logoreranno ulteriormente queste unità».
Ore 08:06 - Il premier giapponese Kishida pronto a incontrare Kim Jong Un
Il Giappone ha ribadito oggi che il primo ministro Fumio Kishida è pronto a incontrare «senza precondizioni» il leader nordcoreano Kim Jong Un. «Il primo ministro Kishida ha espresso la sua determinazione a incontrare Kim faccia a faccia «in qualsiasi momento e senza precondizioni», ha dichiarato il portavoce del governo giapponese Hirokazu Matsuno, ribadendo una posizione già espressa da Kishida. «Vorremmo organizzare colloqui ad alto livello» tra Tokyo e Pyongyang «sotto il diretto controllo del Primo Ministro, al fine di raggiungere un incontro al vertice il prima possibile», ha aggiunto Matsuno. In relazione alla visita di Kim in Russia, il ministro degli Esteri giapponese Yoko Kamikawa, ieri ha sottolineato il rischio di una «violazione» delle sanzioni delle Nazioni Unite sugli armamenti della Corea del Nord. E gli Stati Uniti hanno avvertito che non esiteranno a imporre nuove sanzioni contro Pyongyang e Mosca, se necessario.
Ore 08:30 - La Difesa britannica: «Inflitti danni significativi alla flotta del Mar Nero»
«Nonostante il ministero della Difesa russo abbia minimizzato i danni alle navi, prove pubbliche indicano che la Minsk (una nave da sbarco ndr) è stata quasi certamente distrutta a livello funzionale, mentre il (sottomarino) Rostov ha probabilmente subito danni catastrofici», riferisce il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento di intelligence confermando il notevole danno inflitto dall'Ucraina alla flotta russa a Sebastopoli.
Ore 08:43 - L'esercito di Kiev sconfigge la 72esima brigata russa
La 72ma Brigata meccanizzata della Federazione russa è stata completamente sconfitta in due giorni: lo ha dichiarato la terza Brigata d'assalto separata dell'esercito di Kiev citata da Rbc-Ucraina. «Sono stati eliminati il capo dell'intelligence della brigata nemica, tre combattenti e quasi tutta la fanteria della 72ma Brigata, insieme agli ufficiali e a una quantità significativa di equipaggiamento».
Ore 08:54 - La Duma propone di bloccare i canali WhatsApp
I membri della Duma di Stato russa e del Consiglio della Federazione hanno proposto di bloccare WhatsApp probabilmente come parte della più ampia iniziativa del Cremlino per stabilire un controllo centrale sullo spazio informativo russo. Lo riferisce il think tank statunitense Isw (Institute fo the study of war). La società madre di Facebook, Meta, ha annunciato il 13 settembre che WhatsApp ha lanciato una funzionalità di canale in oltre 150 paesi, probabilmente inclusa la Russia, che funzionerà in modo simile ai canali Telegram. La Russia ha designato Meta come organizzazione estremista nel marzo 2022 e ha vietato i suoi servizi Facebook e Instagram in Russia. Il capo del Comitato per la difesa e la sicurezza del Consiglio della Federazione, Viktor Bondarev, il capo del Comitato per la politica dell'informazione della Duma di Stato, Alexander Khinshtein, e il deputato della Duma di Stato, Anton Gorelkin, hanno affermato che la Russia dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di bloccare WhatsApp in Russia se lancia canali in lingua russa. Il censore statale dei media russo Roskomnadzor ha riferito che la Russia potrebbe bloccare WhatsApp se diffondesse informazioni vietate.
Ore 09:12 - Kim Jong Un visita uno stabilimento russo per la fabbricazione di caccia
Il leader nordcoreano Kim Jong Un ha visitato uno stabilimento di aerei da caccia nell'estremo oriente della Russia dopo aver discusso di cooperazione militare con il presidente Vladimir Putin all'inizio della settimana. Kim ha incontrato il governatore regionale Mikhail Degtyarev e altri funzionari russi alla stazione ferroviaria di Komsomolsk-on-Amur prima di visitare lo stabilimento di aerei. Il governatore ha scritto su Telegram che Kim ha visitato l'impianto di produzione di aerei militari e civili, dove la Russia produce i suoi aerei da combattimento piu' avanzati. Il ministro degli Esteri sudcoreano Park Jin ha dichiarato all'agenzia di stampa statale Yonhap che Seoul sta valutando la possibilità di imporre sanzioni alla Corea del Nord e alla Russia a causa delle preoccupazioni internazionali sui loro possibili accordi sulle armi.
Ore 10:13 - Mosca: «Sviluppiamo nuovi sottomarini nucleari e droni»
La Russia sta lavorando alla costruzione di «nuovi tipi di sottomarini nucleari, sistemi robotici e droni sottomarini». Lo afferma il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, visitando la flotta del Pacifico a Vladivostok. Citato dalla Tass, Shoigu ha aggiunto che entro la fine dell’anno Mosca varerà due nuovi sottomarini (l’”Imperatore Alessandro III”, che trasporterà missili strategici, e il “Krasnoyarsk”, con missili da crociera) e dieci navi.
Ore 10:18 - Kiev: «Le truppe russe stanno arretrando vicino Bakhmut»
Le truppe di Mosca starebbero arretrando vicino Bakhmut incalzati dall’avanzata dell’esercito ucraino. Lo afferma il portavoce dello Stato maggiore Anrii Kovalev alla tv nazionale. «Stiamo pagando un prezzo alto per i risultati di queste battaglie. E il sangue di ciascuno di noi sarà ripagato solo con il sangue», ha dichiarato la terza divisione ucraina. «Le forze di Kiev stanno avendo un successo parziale a Klishchiivka, nel distretto di Bakhmut. Le truppe frenano l’avanzata dei russi nelle zone di Andriivkae Marin (Est)», ha dichiarato Kovalev, «azioni offensive russe a Lastochkino, Andriivka, Bohdanivka non hanno avuto successo».
Ore 10:42 - Lavrov: «Pronti a parlare con l'inviato del Papa sull'Ucraina»
«L'inviato del Papa per l'Ucraina ha in programma un viaggio a Mosca» e le autorità russe sono «pronte» a parlare con lui. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, citato dalle agenzie russe. Il cardinale Zuppi, l'inviato di Papa Francesco per l'Ucraina, è fino a oggi a Pechino, dopo aver visitato nei mesi scorsi Kiev, Mosca e Washington.
Ore 11:06 - Cominciato a Sochi l'incontro tra Putin e Lukashenko
È cominciato a Sochi, in Russia, un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e quello bielorusso Alexander Lukashenko. Lo rende noto il servizio stampa della presidenza bielorussa. Il presidente russo ribadisce la vicinanza tra i due Paesi: «Le relazioni tra Russia e Bielorussia si stanno sviluppando in modo costante e affidabile, continuano i contatti e le consultazioni sulle relazioni e sull'interazione, soprattutto nella sfera economica».
Ore 11:37 - Putin: «Se l'Ucraina vuole negoziati lo dica»
La Russia «non ha mai rifiutato negoziati sull'Ucraina, se la controparte li vuole, che lo dica». Lo ha affermato il presidente Vladimir Putin incontrando a Sochi il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko. Lo riferisce l'agenzia Tass.
Ore 11:41 - Orban: «Estenderemo bando import grano da Kiev»
«L'Ungheria estenderà di propria iniziativa il divieto sull'importazione di grano ucraino, insieme a Romania, Polonia e Slovacchia, se Bruxelles non intraprenderà le azioni appropriate e non estenderà il divieto entro mezzanotte». Lo ha detto il premier ungherese, Viktor Orban, in un'intervista riportata dal portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs. Oggi a mezzanotte scade l'eccezione concessa dall'Ue ai cinque paesi in prima linea che vieta l'import dei cereali ucraini nel loro mercato. Tra questi, solo la Bulgaria ha fatto sapere che revocherà il divieto.
Ore 11:44 - Filorussi: «1 morto e 12 feriti per missili ucraini nel Kherson»
Una persona è morta e 12 risulterebbero ferite in un bombardamento ucraino stamattina su un quartiere residenziale di Novaya Kakhovka, cittadina della regione di Kherson sotto controllo russo. Lo hanno riferito le locali autorità filorusse citate dall'agenzia Ria Novosti.
Ore 11:49 - Cremlino: «Nessun accordo firmato tra Putin e Kim»
«Nessun accordo», nemmeno nel campo della cooperazione militare, è stato firmato durante l'incontro tra il leader nordcoreano Kim Jong-un e il presidente russo Vladimir Putin in Russia, due giorni fa. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass.
Nel suo incontro con il presidente bielorusso Lukashenko, Putin ha smentito le voci relative a volontari nordcoreani che potrebbero recarsi al fronte: «Non ne abbiamo bisogno. Quest'anno sono stati firmati circa 300mila contratti con le Forze armate della Federazione Russa», ha spiegato Putin. «Persone che - voglio sottolinearlo ancora una volta - sono pronte a sacrificare la propria vita nell'interesse della loro Patria, difendendo gli interessi della Russia».»
Ore 12:33 - La Romania chiude il proprio spazio aereo nella zona del Delta del Danubio
Il ministero della Difesa della Romania ha annunciato la chiusura del proprio spazio aereo nella regione del Delta del Danubio al confine con l'Ucraina, nella zona settentrionale della Dobrugia. La chiusura è in vigore fino ad un'altezza di 4.000 metri e una larghezza di 20-30 km. Il provvedimento restrittivo è stato adottato «sulla base dell'intensificarsi degli attacchi russi sui porti ucraini sul Danubio» e segue «le diverse segnalazioni dei cittadini romeni del posto riguardanti aerei ed esplosioni viste o sentite in zona». Settimana scorsa è stato rinvenuto in territorio romeno frammenti di droni che si ipotizzano essere russi, dopo che Mosca ha intensificato i propri attacchi contro i porti ucraini sul Danubio.
Ore 13:34 - Taccuino militare: una vittoria ucraina a Est
(di Guido Olimpio) Importante successo ucraino sul fronte Est, liberata la località di Andriivka. Inflitte perdite pesanti agli invasori, costretti a ripiegare. È invece rallentata la pressione nella regione meridionale, i due schieramenti hanno impegnato molte risorse ed ora sono costretti a riorganizzare.
Guerra di ombre. Nikolai Patrushev, il segretario del Consiglio di sicurezza russo, ha affermato che i servizi hanno neutralizzato in questi anni «centinaia» di spie e persone coinvolte in attività sovversive. Da mesi il Cremlino ha lanciato una campagna di mobilitazione per contrastare gli agenti stranieri, un piano che però non ha impedito a Kiev di colpire alcune figure rappresentative all’interno della Russia. (...)
Ore 13:36 - La Russia autorizza la visita del console Usa al giornalista Gershkovich
Il vice ministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov ha dichiarato che Mosca ha approvato la richiesta del consolato americano di visitare il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, detenuto in custodia cautelare con l’accusa di spionaggio dal 29 marzo, ha riferito l’agenzia di stampa Ria novosti.
Ore 13:43 - Brasile favorevole all’integrità territoriale dell’Ucraina
Il ministro degli Esteri brasiliano, Mauro Vieira, ha difeso l’integrità territoriale dell’Ucraina durante una conversazione telefonica con il suo omologo ucraino, Dmytro Kuleba. Lo rende noto il ministero degli Esteri brasiliano in un comunicato in cui si sottolinea che «nell’affrontare i recenti sviluppi del conflitto in quel Paese, il ministro Vieira ha ribadito la posizione brasiliana a favore del rispetto dell’integrità territoriale dell’Ucraina», Secondo il documento, i due ministri hanno anche «esplorato opportunità per rafforzare le relazioni bilaterali». Nella sua recente partecipazione al G20 a New Delhi, il presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha ripetuto la sua posizione di difesa della pace e di un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina, argomento che dovrebbe essere presente anche nel suo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la prossima settimana a New York.
Ore 14:13 - Zelensky incontra il capo della Corte penale internazionale
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha postato su Telegram le foto dell’incontro con il procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan: «La cooperazione del nostro Stato, di tutte le nostre istituzioni preposte all’applicazione della legge e dell’Ufficio del procuratore generale con la Corte penale internazionale è assolutamente sistematica e avvicina alle reali responsabilità per i crimini di guerra russi. Abbiamo già un primo risultato chiaro: un mandato d’arresto storico per il presidente russo Vladimir Putin. Altri risultati equi seguiranno», ha scritto Zelensky.
Ore 14:27 - Peskov: «L’indagine sull’incidente di Prigozhin non va a rilento»
Il Cremlino nega che l’inchiesta sull’incidente aereo in cui è morto Yevgeny Prigozhin vada a rilento. «No, assolutamente no», ha risposto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo ad una domanda dei giornalisti sulla lentezza delle indagini sulla morte del capo del Wagner lo scorso 23 agosto. «Non è una indagine semplice, non è un semplice incidente -ha aggiunto Peskov, citato dalla Tass - le indagini sono in corso, sarebbe prematuro fare ora commenti».
Ore 14:32 - Mosca: «Distrutti due droni marini ucraini nel Mar Nero»
Il ministero della Difesa russo ha detto che la flotta del Mar Nero ha distrutto due droni marini nelle ultime 24 ore. «Le forze della flotta del Mar Nero hanno localizzato e distrutto due imbarcazioni semi-sommergibili senza pilota nella parte sud-occidentale del Mar Nero», ha detto il ministero, citato dalla Tass.
Ore 14:59 - Putin: «Kiev utilizza ampiamente le munizioni a grappolo»
Le munizioni a grappolo «vengono utilizzate nella maniera più ampia possibile» dall’esercito ucraino. Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin durante la conferenza stampa seguita all’incontro con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko. Putin ha osservato che Washington considera un crimine l’uso di tali munizioni, ma allo stesso tempo «si sente libero di farlo, e questo è il problema principale delle odierne relazioni internazionali». La questione delle munizioni a grappolo, ha aggiunto Putin, «riflette perfettamente ciò che sta accadendo nel mondo nel suo insieme: c’è un paese che pensa di essere eccezionale: gli Stati Uniti. Anche quello che considerano un crimine, si prendono da soli la libertà di commetterlo. In questo caso gli Stati Uniti usano munizioni a grappolo con le mani degli ucraini».
Ore 15:14 - Kiev: «91 attacchi russi nel Kherson in 24 ore, morto un bambino»
Nelle utime 24 ore, la Russia ha attaccato la regione di Kherson 91 volte. Un bambino è stato ucciso e 6 persone risultano ferite. Lo afferma su Telegram Alexander Prokudin, il capo dell'Amministrazione militare regionale. «Nell'ultima giornata il nemico ha effettuato 91 attacchi, sparando 349 proiettili», di cui «20 contro la città di Kherson». Prokudn spiega che «le truppe russe hanno colpito aree residenziali nella regione, un edificio amministrativo e una chiesa nel distretto di Beryslav, una struttura infrastrutturale critica nel distretto di Kherson e il territorio di uno stabilimento a Kherson», uccidendo «un bambino», mentre «sei persone sono rimaste ferite.
Ore 15:39 - Kiev: «Andriivka è completamente distrutta»
Il villaggio di Andriivka, riconquistato questa notte, vicino a Bakhmut, è stato completamente distrutto a causa dei combattimenti e per questo è impossibile issare una bandiera ucraina. Lo sostiene l'addetto stampa della Terza brigata d'assalto Alexander Borodin, che ha parlato a United News. Andriivka è «liberata», ma «purtroppo è in uno stato tale che non sono sicuro che sia possibile fissarvi un'asta di bandiera da qualche parte» ha dichiarato Borodin. «Andriivka non c'è più. Diciamo la verità: è completamente distrutta. Ma come terreno, come piazza, è importante. È un passo importante, dopo il quale potremo fare altri passi per circondarla».
Ore 16:13 - Zelensky: «Grato ai soldati per il loro lavoro a Zaporizhzhia»
«L'ottantaduesima Brigata d'Assalto Aereo: guerrieri professionisti e testati in battaglia. Sono grato per il loro lavoro efficace nell'area di Zaporizhzhia. Ringrazio tutti coloro che stanno lottando per rendere nuovamente libere tutte le nostre città e i nostri paesi. Gloria all'Ucraina! Gloria ai nostri difensori!». Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 16:38 - Canale Telegram vicino alla Wagner: «Surovikin ricompare in Algeria»
È ricomparso in Algeria il generale russo Serghei Surovikin, ex comandante delle operazioni militari in Ucraina, rimosso recentemente dal comando delle forze aerospaziali dopo che il suo nome era stato associato da vari media occidentali e canali Telegram russi alla tentata ribellione del capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin. A dare la notizia è il canale Telegram Grey Zone, vicino alla stessa Wagner, che pubblica alcune fotografie di Surovikin con ufficiali e autorità locali. Il generale appare vestito in una sorta di tuta militare color sabbia ma senza mostrine né gradi. Grey Zone non fa alcuna ipotesi sull’attività in Algeria di Surovikin, che secondo alcuni media dopo la rimozione dal comando delle forze aerospaziali era in attesa di essere assegnato ad un incarico all’estero. Il canale Telegram aggiunge che recentemente i Paesi africani dove la Wagner è ancora presente sono stati visitati dal vice ministro della Difesa russo Yunus-Bek Yevkurov e dal potente vice capo dell’intelligence militare (Gru), Vladimir Alekseev. Il ministero della Difesa aveva annunciato il 22 agosto scorso, un giorno prima della morte di Prigozhin in un incidente aereo, che Yunus-Bek Yevkurov si era recato, su invito del maresciallo Khalifa Haftar in Libia, uno dei Paesi africani in cui è più forte la presenza della Wagner.
Ore 16:51 - Hanna Malyar, viceministra della Difesa ucraina: «Non ci sarà carenza di divise in inverno»
«Per ora le unità addette alla logistica, se parliamo di divise, riferiscono che vengono fornite». Lo ha detto Hanna Malyar, viceministra della Difesa dell’Ucraina, durante la trasmissione televisiva nazionale «United News», citata dai media ucraini, rispondendo ad una domanda sulla fornitura di uniformi invernali per i militari, assicurando che non mancheranno. Ma ha anche ricordato che «le divise non cambiano ogni anno, hanno un certo periodo di utilizzo, quindi questo non significa che ogni autunno e primavera l’intero esercito di milioni di persone avrà bisogno di uniformi. No, non è così». «Alcune - ha aggiunto - hanno già raggiunto la fine della loro vita utile e devono essere sostituite, mentre altre sono ancora in uso. Ma per ora, secondo i nostri dati, come riferito dalle unità di rifornimento, non ci sarà carenza», ha aggiunto Malyar.
Ore 17:08 - L’ira degli ucraini contro disertori e sprechi: «In troppi pagano mazzette pur di non andare a combattere»
(dalla nostra inviata a Zaporizhzhia, Marta Serafini) — «Io torno al fronte anche se non ho più una gamba ma guarda quanti invece si nascondo pur di non andare a combattere». Oleg è un marine della 35esima, crimeano. Si muove con la protesi sul marciapiede in una via del centro di Odessa. Al suo fianco, sua moglie Helena sospira. «Sono stato ferito a Donetsk 3 mesi dopo che era iniziata la guerra. Ho perso una gamba. Poi ho fatto la riabilitazione. E ora ho deciso, torno al fronte», racconta. Sospira ancora Helena. «Cosa dovevo fare? Stare a casa. Non sono mica come quei codardi o come quei figli di papà. Sarò in caserma a 3 chilometri dai combattimenti. Non tornerò in trincea. Ma almeno sarò utile».
Ore 17:10 - A est gli ucraini hanno riconquistato Andriivka, a sud si allungano i tempi della battaglia
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il punto sull’offensiva dell’Ucraina: conquiste a est, rallentamento a sud e grande attività sul Mar Nero.
La liberazione di Andriivka, a sud di Bakhmut, è arrivata dopo lunghi combattimenti. Gli invasori, secondo i report, hanno subito perdite pesanti che li hanno costretti a ripiegare. Alcuni reparti sarebbero stati decimati. Del villaggio non resta nulla. Come ha detto un ufficiale, «non c’è un edificio su cui issare la bandiera». E comunque i comandanti devono pensare ad altro. Gli ucraini sono sempre impegnati a nord dai contrattacchi degli invasori nella zona di Kreminna. È un andamento a elastico, con la spinta fermata solo dopo l’impiego di altri soldati.
Ore 17:16 - Kiev: «Colpita e danneggiata da drone nave lanciamissili russa»
Un drone navale «sperimentale» ucraino `Sea Kid´ ha colpito e danneggiato la nave lanciamissili russa Samum, che ha dovuto essere rimorchiata per riparazioni: lo afferma il canale Telegram della Sbu, il servizio di sicurezza ucraino. Ieri il ministero della Difesa di Mosca aveva dichiarato che un tentativo di colpire la Samum vicino al porto crimeano di Sebastopoli con droni marini era stato sventato usando le armi in dotazione sull’unità lanciamissili.
Ore 17:58 - Ambasciatrice americana a Mosca visita in carcere il giornalista Gershkovich
L’ambasciatrice americana in Russia, Lynne Tracy, ha fatto visita oggi nel carcere di Lefortovo a Mosca a Evan Gershkovich, il giornalista statunitense del Wall Street Journal arrestato nel marzo scorso con l’accusa di spionaggio. Lo ha reso noto l’ambasciata sul social network X. Due giorni fa l’ambasciatrice aveva fatto visita anche all’ex marine americano Paul Whelan nel carcere in cui è rinchiuso nella Repubblica della Mordovia, oltre 500 chilometri ad est di Mosca. Whelan, detenuto in Russia da quattro anni, è stato condannato a 16 anni di reclusione per spionaggio.
Ore 18:09 - Peskov: «Nessun accordo bilaterale siglato fra Putin e Kim»
Russia e Corea del Nord non hanno firmato nessun accordo bilaterale nell’ambito dell’incontro fra il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass. «Nessun accordo è stato firmato su questa o altre questioni», ha affermato Peskov, rispondendo alla domanda se fossero stati siglati accordi di cooperazione militare e tecnologica.
Ore 18:15 - Zelensky: «Auguri a comunità ebraica che celebra Rosh ha-Shanà»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto gli auguri a tutte le comunità ebraiche «in Ucraina e nel mondo» che oggi celebrano Rosh ha-Shanà, il capodanno ebraico. Lo ha scritto sulla piattaforma X. «Shanah Tovah (un buon anno, ndr) a tutte le comunità ebraiche in Ucraina e nel mondo che oggi celebrano Rosh ha-Shanà!» ha scritto Zelensky augurandosi «che il nuovo anno porti un nuovo inizio e la speranza di un futuro più luminoso» e «che possa dare la forza al bene di trionfare sul male e alla pace di essere ristabilita». Al presidente ucraino ha fatto eco il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, sempre sulla piattaforma X. «Buon Rosh ha-Shanà a tutti gli ebrei qui in Ucraina e in tutto il mondo» ha scritto Kuleba, augurandosi che «il nuovo anno porti pace, armonia e salute in ogni famiglia e comunità» e «che porti la vittoria del bene sul male».
Ore 18:26 - Il cardinale Zuppi rientrato dalla Cina: «Parlerò con il Papa»
Il cardinale Matteo Zuppi non parla degli incontri in Cina. Dovrà prima relazionare a Papa Francesco. Il presidente della Conferenza episcopale italiana è giunto a Palermo direttamente da Pechino, con scalo a Istanbul, per partecipare alla messa, alle 18 in cattedrale, a trenta anni dall'omicidio di padre Pino Puglisi. Zuppi si recherà prossimamente in Russia per discutere della situazione in Ucraina, lo ha reso noto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Il presidente della conferenza episcopale italiana in Cina ha confermato l'urgenza di riprendere il dialogo in Ucraina per garantire la pace.
Ore 19:23 - Blinken: «Putin voleva cancellare l’Ucraina, ha fallito»
«Putin in Ucraina ha fallito, il suo obiettivo era cancellarla dalla mappa e non ci è riuscito». Lo ha detto il segretario di stato americano, Antony Blinken, in una conferenza stampa con la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock. Quanto alla questione degli attacchi ucraini contro la Russi, Blinken ha ribadito che «gli Stati Uniti non consentono aggressione su suolo russo con le loro armi ma la decisione ultima spetta agli ucraini».
Ore 18:39 - L'Ue revoca le restrizioni all'export del grano ucraino
La Commissione europea ha deciso di revocare le restrizioni adottate in aprile, e in scadenza oggi, per le esportazioni di grano, mais, semi di colza e semi di girasole dall'Ucraina sul territorio di Bulgaria, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania. Lo riferisce lo stesso esecutivo comunitario. Le misure limitavano a soli motivi di transito l'ingresso dei carichi nei cinque Paesi dell'Est, che ne avevano richiesto una estensione fino alla fine dell'anno. In cambio della revoca, l'Ucraina ha accettato di adottare un piano di azione per prevenire eventuali distorsioni del mercato nei Paesi membri confinanti.
Ore 19:29 - Zelensky alla Casa Bianca il 21 settembre
Il presidente ucraino Volodymr Zelensky è atteso alla Casa Bianca giovedì 21 settembre, quando Joe Biden tornerà a Washington dopo i suoi due giorni all’assemblea generale dell’Onu. Il leader di Kiev dovrebbe incontrare anche membri del Congresso. Lo riferiscono alcuni media Usa ma la visita non è stata ancora confermata ufficialmente.
Ore 19:53 - Intelligence di Kiev: «Kadyrov è malato e in gravi condizioni»
Il leader della Cecenia Ramzan Kadyrov è malato e in gravi condizioni. Lo afferma il rappresentante della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa Andriy Yusov, come riporta Rbc Ukraine. «Ramzan Kadyrov è ora in gravi condizioni. Non si tratta di un infortunio», ha detto il rappresentante della Gur, i servizi ucraini. Secondo alcuni canali social Kadyrov sarebbe in coma.
Ore 19:58 - Kiev: smineremo i nostri territori entro 7 anni da fine guerra
L’Ucraina prevede di sminare i suoi territori entro 5-7 anni dalla fine della guerra. Lo ha dichiarato il primo ministro ucraino Denys Shmyal citato da Ukrinform. Parlando in una conferenza stampa a Kiev, Shmyhal ha sottolineato che l’Ucraina ha creato le infrastrutture necessarie per lo sminamento umanitario. Secondo lui, tutte le istituzioni statali stanno lavorando per risolvere il problema.
Ore 20:25 - Medvedev visita un campo di addestramento russo nel Donetsk
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, «su ordine del presidente russo Vladimir Putin» ha visitato il campo di addestramento per soldati mercenari nel Donetsk occupato vicino al fronte. Lo riporta Ria Novosti citando il suo assistente Oleg Osipov. «Dmitry Medvedev ha preso conoscenza dello stato di avanzamento dell’addestramento e delle condizioni del servizio dei soldati a contratto», ha detto Osipov.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 16 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di sabato 16 settembre. Kiev: «Due mercantili in arrivo per caricare 20mila tonnellate di grano per Africa e Asia». Bruxelles aveva rimosso il blocco dell'export. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera sabato 16 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di sabato 16 settembre. Gli 007 britannici: «In autunno Mosca potrebbe concentrare nuovi attacchi missilistici su infrastrutture ucraine». I filorussi della Crimea mettono all’asta una casa di proprietà di Zelensky
• L’ira degli ucraini contro i disertori e gli spechi.
• Secondo alcune fonti di intelligence Kiev avrebbe il controllo delle piattaforme petrolifere in Crimea.
• Kiev: «A fine anno produzione di droni aumenterà di 120 volte».
• Putin: «Se l’Ucraina vuole negoziare, lo dica».
Ore 02:43 - Intelligence di Kiev: «Kadyrov è malato e in gravi condizioni»
Il leader della Cecenia Ramzan Kadyrov è malato e in gravi condizioni. Lo afferma il rappresentante della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa Andriy Yusov, come riporta Rbc Ukraine. «Ramzan Kadyrov è ora in gravi condizioni. Non si tratta di un infortunio», ha detto il rappresentante della Gur, i servizi ucraini. Secondo alcuni canali social Kadyrov sarebbe in coma.
Ore 04:30 - Zelensky alla Casa Bianca il 21 settembre
Il presidente ucraino Volodymr Zelensky è atteso alla Casa Bianca giovedì 21 settembre, quando Joe Biden tornerà a Washington dopo i suoi due giorni all’assemblea generale dell’Onu. Il leader di Kiev dovrebbe incontrare anche membri del Congresso. Lo riferiscono alcuni media Usa ma la visita non è stata ancora confermata ufficialmente.
Ore 06:05 - Kim Jong Un in visita a Vladivostok
Il presidente nordcoreano Kim Jong Un è arrivato sabato a Vladivostok, nell’Estremo Oriente russo, dove è stato accolto dal ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, ha riferito l’agenzia di stampa statale Tass. Kim, che sta compiendo il suo primo viaggio all’estero in Russia dall’inizio della pandemia di Covid-19, è arrivato alla stazione Knevichi di Vladisvostok da Komsomolsk-on-Amur, dove ha visitato fabbriche aerospaziali.
Ore 06:57 - Il ministro russo Shoigu mostra a Kim i missili ipersonici Kinzhal
Il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha mostrato al leader nordcoreano Kim Jong-un tre aerei strategici russi e i missili ipersonici Kinzhal schierati sui caccia MiG-31K. La dimostrazione ha avuto luogo durante la visita del leader nordcoreano all’aeroporto di Knevichi a Primorye, nell’Estremo Oriente russo, secondo quanto riferito dal Ministero della Difesa russo. Al leader nordcoreano sono stati mostrati il bombardiere strategico supersonico Tu-160, il bombardiere strategico turboelica Tu-95MS e il bombardiere pesante a lungo raggio Tu-22M3. I tre aerei fanno parte della componente aerea delle forze nucleari strategiche russe, ha dichiarato la Difesa in un comunicato. Le forze armate russe hanno anche mostrato a Kim il caccia MiG-31I equipaggiato con un missile ipersonico Kinzhal e il suo sistema di comando. Secondo Mosca, si tratta di un complesso aereo «senza analoghi al mondo» che ha dimostrato la sua efficacia.
Ore 07:36 - Nikolenko: «Aiuti e sicurezza alimentare Zelensky negli Stati Uniti per ottenere i missili Atacms»
(Di Marta Serafini) Il portavoce del ministro degli Esteri Kuleba, Oleg Nikolenko prepara il viaggio del leader ucraino. «Vogliamo consolidare il piano di pace coinvolgendo il più alto numero di Stati possibile».
«Il presidente Zelensky andrà negli Stati Uniti per discutere di aiuti militari ma anche di sicurezza alimentare». Oleg Nikolenko è il portavoce del ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. In queste settimane è stato spesso protagonista di dichiarazioni molto dure nei confronti di Mosca. E ora sta preparando il nuovo viaggio di Zelensky negli Stati Uniti.
Ore 08:12 - Esercito russo abbatte due droni in regioni vicino Mosca
Il ministero della Difesa russo ha affermato che due droni sono stati intercettati sulle regioni di Tver e Kaluga durante la notte. Lo riferisce Ria Novosti. Il ministero ha affermato che le unità di difesa aerea in servizio hanno abbattuto entrambi i droni. Uno sarebbe stato distrutto nel territorio dell’Oblast di Kaluga, a sud-ovest di Mosca. L’altro è stato intercettato nell’oblast di Tver, a nord di Mosca. Il ministero non ha riferito di vittime o danni.
Ore 08:24 - Stato maggiore Kiev: Russi respinti sulla strada per Bakhmut
Successi in Donetsk e Zaporizhzhia per l’esercito ucraino. Nei giorni scorsi le forze armate di Kiev hanno registrato successi nella zona di Klishchiivka nella regione di Donetsk, nonché vicino a Verbovoy e Novoprokopivka nella regione di Zaporizhia.
Lo riferisce RBC-Ucraina citando lo Stato maggiore delle forze armate ucraine. Pertanto, in direzione di Bakhmut, i russi hanno tentato senza successo di attaccare nelle aree di Yagidny e Bohdanivka. Invece, le forze di difesa hanno avuto successo nell’area di Klishchiivka a seguito delle operazioni d’assalto. E nella regione di Zaporizhzhia, le forze armate ucraine hanno avuto un successo parziale nelle aree di Verbovoy e Novoprokopivka: lì allontanano il nemico dalle posizioni occupate e si trincerano sui confini raggiunti.
Ieri in un video di Klishchiivka si sosteneva che fosse stata già liberata dagli occupanti russi. Tuttavia, il post è stato successivamente rimosso e l’unità ha affermato che i combattimenti erano ancora in corso. Lo stesso giorno si è saputo della liberazione del villaggio di Andriivka , non lontano da Klishchiivka. E più tardi lo Stato Maggiore Generale delle Forze Armate dell’Ucraina ha riportato successi parziali vicino all’insediamento. In un rapporto dell’Istituto per lo studio della guerra si constata che nella zona di Verbovoj si svolgevano combattimenti, ma che probabilmente fino al ieri era ancora controllata dai russi.
Ore 09:05 - 007 britannici: «In autunno Mosca potrebbe concentrare nuovi attacchi missilistici su infrastrutture ucraine»
Mosca potrebbe riprendere a concentrarsi sugli attacchi con missili da crociera aviolanciati contro le infrastrutture ucraine nel prossimo inverno. A scriverne è l'intelligence britannica, nel suo ultimo rapporto sulla situazione sul fronte, divulgato su X dal ministero della Difesa di Londra.
«Tra il mese di ottobre 2022 e il marzo scorso, la Russia si è concentrata sugli attacchi a lungo raggio contro le infrastrutture energetiche nazionali ucraine», vi si legge. «I missili da crociera aviolanciati (Alcm), in particolare i moderni AS-23a KODIAK, sono stati il fulcro di questi attacchi.
La Russia utilizza bombardieri strategici per lanciare queste munizioni dall'interno del proprio territorio». «Rapporti open source - prosegue - suggeriscono che dall'aprile 2023 il «dispendio» di Aclm si sia ridotto, mentre la leadership russa ha rafforzato la produzione dei missili da crociera. La Russia è quindi probabilmente in grado di contare su una scorta significativa di Alcm ed esiste una possibilità realistica che Mosca concentri nuovamente queste armi contro obiettivi infrastrutturali ucraini durante l'inverno», conclude.
Ore 09:22 - Dombrovskis: «Pronti a nuove misure se situazione import peggiora»
«Vale la pena notare che le misure in vigore per vietare l'importazione di determinati prodotti agricoli (dall'Ucraina ai cinque paesi confinanti) sono state adottate sulla base di vendite eccezionali. Quindi abbiamo bisogno di circostanze eccezionali per giustificare questo tipo di restrizioni.
E attualmente vediamo che non vi sono turbative o distorsioni nel mercato di questi cinque Stati membri». Lo ha detto il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, rispondendo a una domanda sul decisione di ieri di non rinnovare il divieto di import dei cereali ucraini ai cinque paesi (Polonia, Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria).
«Inoltre, è importante che l'Ucraina abbia accettato di istituire un sistema per evitare picchi di esportazioni verso questi cinque Stati membri attraverso l'esportazione - ha spiegato -. Quindi ci sono anche elementi che rassicurano gli Stati membri. Non ci sarà un aumento delle importazioni dall'Ucraina e in ogni caso, la Commissione europea continuerà a monitorare la situazione ed è pronta a introdurre restrizioni sull'offerta se la situazione del mercato peggiorasse».
Ore 09:24 - Grossi (Iaea): «Inconcepibile commercio di tecnologia nucleare con Nord Corea»
L'Aiea considera inconcepibile che la Russia si impegni nel commercio di tecnologia bellica nucleare con la Corea del Nord. In un'intervista con l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, il direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica Mariano Grossi ha detto di non credere che uno stato dotato di armi nucleari, come la Russia, riconosciuto nel Trattato di non proliferazione «si impegnerebbe nel commercio o nel trasferimento di tecnologia nucleare bellica in un paese che è di fatto al di fuori del regime».
«Non riesco a concepire che ci si impegni in scambi commerciali o in scambi di tecnologia di armi nucleari con un paese che ha una relazione così problematica con il regime di non proliferazione come la Corea del Nord», ha ribadito Grossi, insistendo sul fatto che la Russia, nei suoi rapporti con la Corea del Nord, resta consapevole dei suoi obblighi come membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Grossi ritiene invece che la Russia possa «aiutare» la Corea del Nord a impegnarsi con l'Aiea o creare «percorsi di costruzione della fiducia», ora interrotti, tra la Corea del Nord ed altri paesi, tra cui la Corea del Sud. Quanto alla parziale apertura del confine da parte della Corea del Nord dopo oltre tre anni di limitazioni dovute al Covid-19, Grossi si è limitato a dire che l'Aiea non ha avuto discussioni con Pyongyang sul ritorno degli ispettori nucleari dell'agenzia, che sono stati espulsi nel 2009.
Ore 10:31 - Zelensky: «L’eroismo ucraino determinerà la fine della guerra»
«Ogni settimana, immancabilmente, l’iniziativa è nelle mani dei nostri soldati, nelle mani dell’Ucraina. Sarà l’eroismo ucraino a determinare la fine di questa guerra. Questa è una cosa che dobbiamo ricordare tutti». Lo ha dichiarato su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky postando foto dal campo di battaglia.
Ore 10:43 - Vertici militari Kiev: «Se russi non lasceranno Crimea dovremo stanarli con armi»
«Se i russi non lasceranno la Crimea da soli, dovremo stanarli con l’aiuto delle armi che abbiamo». È quanto ha detto il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale ucraino Oleksiy Danilov, in un’intervista alla radio ucraina di cui riferisce l’emittente Rbc Ucraina.
Danilov ha aggiunto che i bombardamenti sulla Crimea occupata continueranno fino a quando l’Ucraina non libererà la penisola dagli occupanti.
Ore 10:58 - Mosca aumenta intensità degli attacchi aerei nel Lugansk
Dopo una significativa battuta d’arresto nei pressi di Novoyehorivka e numerosi altri tentativi di attacco in diverse direzioni, i russi si sono finora concentrati sul ritiro delle loro riserve e negli ultimi giorni «non hanno condotto alcuna azione offensiva sul terreno», ma hanno invece «aumentato l’intensità dei raid aerei».
Lo riporta su Telegram Artem Lysogor, capo dell’amministrazione militare della regione di Lugansk. «Novoselivske, Novoyehorivka, Makiivka, Nevske e Bilohorivka sono sotto la pressione aerea nemica. Alcuni insediamenti sono colpiti quotidianamente da attacchi aerei» ha spiegato Lysogor
Ore 11:14 - Filorussi mettono all’asta la casa di Zelensky in Crimea. Sarà venduta insieme ad altre 100 proprietà
Le autorità filorusse insediate in Crimea mettere all’asta la casa del presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella penisola, insieme ad altre 100 proprietà appartenenti a personaggi d’affari ucraini. Lo ha dichiarato Vladimir Konstantinov, presidente del parlamento della Crimea, citato da Sky News. Insieme, il loro valore supera gli 815 milioni di rubli (circa 8 milioni di euro). A febbraio, le autorità hanno dichiarato di aver nazionalizzato circa 500 proprietà nella Crimea occupata.
Ore 11:48 - Croce Rossa, presidente Spoljaric spera in incontro con Putin
La presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr), Mirjana Spoljaric, ha in programma una visita a Mosca entro la fine dell’anno e spera di incontrare il presidente russo Vladimir Putin.
Lo ha dichiarato il capo della delegazione regionale del Cicr per la Russia, Boris Michel: «Naturalmente, Spoljaric ha in programma di visitare nuovamente Mosca. Spero che sia prima della fine dell’anno e che possa incontrare il presidente della Russia, come ha fatto la scorsa settimana con il presidente della Cina», ha detto Michel in un’intervista.
Per quanto riguarda il conflitto in Ucraina, Michel ha detto che il Cicr non è attualmente coinvolto nello scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina, ma è pronto a mediare se le parti lo richiedono.
Ore 12:08 - Blinken: «Apprezziamo la strategia tedesca sulla Cina»
« Gli Stati Uniti e la Germania sono partner in tutto il mondo su tutte le questioni che contano». Lo ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken, nella conferenza stampa congiunta di ieri sera con la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, in visita a Washington.
L’Ucraina e la Cina sono stati tra i temi principali del colloquio. «Accogliamo con grande favore la strategia cinese della Germania. È molto coincidente con la nostra», ha dichiarato il segretario di Stato. «Entrambi, tra le altre cose, condividiamo l’obiettivo di ridurre il rischio e non di disaccoppiare le nostre relazioni economiche con la Cina», ha precisato.
Ore 13:25 - Kiev testa alcuni droni con l'intelligenza artificiale
Un ministro ucraino ha promesso che saranno effettuati altri attacchi alle navi russe. La produzione di droni è aumentata di 100 volte nel 2023 e salirà fino a 140 volte entro la fine dell'anno: lo ha dichiarato il ministro del Digitale Mykhailo Fedorov, che ha svolto un ruolo chiave nella costruzione dell'industria dei droni del Paese: «L'Ucraina sta testando sistemi di intelligenza artificiale in grado di localizzare obiettivi a diversi chilometri di distanza e di guidare i droni verso di essi anche se le comunicazioni esterne sono interrotte da misure di guerra elettronica».
Ore 13:37 - Soldati ucraini: «Fatti esplodere due camion pieni di russi»
Il gruppo Atesh, formato dai «partigiani della Crimea», ha rivendicato di aver fatto esplodere due camion pieni di soldati russi a Genichesk, nella regione di Kherson. Lo riferisce Ukrainska Pravda.
L'attacco sarebbe avvenuto la mattina del 15 settembre dopo che il gruppo è venuto a conoscenza del luogo di attrezzature e personale di un'unità vicina alla città. Dopodiché avrebbe nascosto un ordigno da 10 chili sui camion che è stato fatto esplodere nel momento in cui i soldati sono scesi dai loro veicoli. Al momento non si conosce il numero delle vittime, né Ucraina né Russia hanno commentato l'accaduto.
Ore 13:43 - Sistemi difesa aerea distruggono drone ucraino a Belgorod
I sistemi di difesa aerea russi hanno distrutto un drone ucraino sopra la regione di Belgorod. Lo ha dichiarato il ministero della Difesa russo. «Il 16 settembre 2023 è stato sventato il tentativo del regime di Kiev di compiere un attacco terroristico utilizzando un veicolo aereo senza pilota su oggetti nel territorio della Russia. L'Uav è stato distrutto sul territorio della Regione di Belgorod dai mezzi di difesa aerea in servizio, ha dichiarato il ministero in un comunicato.
Ore 15:09 - Allarme Usa: «Armi inviate in Ucraina a rischio furto»
Le armi e le munizioni che i soldati Usa stanno muovendo attraverso l'Europa per trasferirle in Ucraina rischiano di essere rubate o di andare perdute perché le misure di sicurezza non vengono osservate in modo efficace.
È l'allarme contenuto in un rapporto del Pentagono che punta il dito in particolare contro un sito logistico in Polonia. La valutazione degli ispettori del dipartimento della difesa americano è avvenuta tra gennaio e giugno.
Ore 15:29 - Milley (Usa): «Armi da Pyongyang a Mosca non faranno la differenza»
« La Corea del Nord potrebbe essere in grado di aumentare la fornitura di munizioni di artiglieria alla Russia per la guerra in Ucraina, ma ciò probabilmente non farà una grande differenza».
Lo ha spiegato il Capo di stato maggiore dell'esercito americano, il generale Mark Milley, al suo arrivo in Norvegia per la riunione della Nato. «Sono scettico al riguardo, dubito che possa essere un apporto decisivo», ha dichiarato.
Milley e gli altri capi della difesa dei paesi Nato si incontreranno nei prossimi giorni presso il comprensorio sciistico di Holmenkollen, alla periferia di Oslo, per discutere del sostegno all'Ucraina e di altre questioni di difesa regionale. Milley ha affermato che c'è un continuo bisogno di più armi ed equipaggiamenti in Ucraina e che alleati e partner discuteranno come affrontare questo problema.
Ore 15:52 - Ministro ucraino Kubrakov: «Due mercantili in arrivo per caricare grano»
Due navi mercantili si sono dirette oggi ai porti ucraini utilizzando un corridoio temporaneo nel Mar Nero, in modo da poter caricare grano destinato ai mercati dell'Africa e dell'Asia. Lo ha detto sui social il ministro delle Infrastrutture Oleksandr Kubrakov, spiegando che al «porto di Chernomorsk verranno caricate quasi 20.000 tonnellate di grano per l'Africa e l'Asia».
Le navi battono bandiera di Palau e i membri dell'equipaggio provengono da Turchia, Azerbaigian, Egitto e Ucraina. Si tratta dei primi mercantili che hanno utilizzato il «corridoio umanitario» annunciato dall'Ucraina ad agosto dopo che, a luglio, la Russia si è ritirata dall'accordo sul grano mediato dalle Nazioni Unite e dalla Turchia.
Ore 15:56 - Kiev: «A fine anno produzione di droni aumenterà di 120 volte»
«Quest'anno l'Ucraina aumenterà la produzione di droni aerei di 120-140 volte, a partire dalla fine di dicembre». Lo ha detto Mykhailo Fedorov, vice primo ministro per l'innovazione, l'istruzione, la scienza e lo sviluppo tecnologico e ministro della trasformazione digitale, durante l'evento «Redkolegia. Summit».
Ore 16:02 - Trovato il corpo di un ex soldato Gb dato per disperso
E' stato ritrovato in Ucraina il cadavere dell'ex soldato britannico Daniel Burke, 36 anno, originario di Manchester, di cui la famiglia aveva denunciato la scomparsa un mese fa, lo scorso 16 agosto. Lo ha reso noto la polizia britannica, spiegando che sta lavorando insieme alle autorità ucraine e alla famiglia della vittima per una sua identificazione formale e per riportare il corpo a casa.
L'uomo si era recato volontario a combattere in Ucraina contro la Russia. Era scomparso nella zona di Zaporizhzhia, come aveva riferito il Daily Telegraph. «La famiglia di Daniel ha chiesto il rispetto della privacy in questo momento difficile», ha dichiarato il sovrintendente Lewis Hughes, parlando di «momento stravolgente».
Dopo aver prestato servizio in Afghanistan, Burke ha combattuto a fianco dei curdi sostenuti dall'Occidente contro lo Stato islamico (Isis) in Siria, prima di fondare una sua unità di volontari in Ucraina, nota come Dark Angels.
Ore 17:18 - Il punto militare di sabato 16 settembre
Sergei Surovikin — generale di esperienza, messo ai margini per i suoi rapporti troppo stretti con la Wagner — è riapparso in un ruolo formale: molte foto hanno documentato il suo viaggio in Algeria insieme a una delegazione della Difesa russa. Intanto, guai anche per Vladimir Sokolov, comandante della Flotta del Mar Nero: è considerato tra i più competenti, ma i tanti rovesci del dispositivo marittimo russo non passano inosservati. I dettagli nel punto militare
Ore 18:01 - Trump: «Sono andato molto d’accordo con Putin»
L’ex Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha detto di aver apprezzato i recenti elogi del leader russo Vladimir Putin. In un’intervista esclusiva con la moderatrice di NBC «Meet the Press» Kristen Welker, Trump ha detto che significa che «quello che sto dicendo è giusto», riferendosi alle sue posizioni sulla guerra in Ucraina. Trump ha affermato nell’intervista che se rieletto presidente, risolverebbe la guerra in Ucraina entro 24 ore, anche se ha fornito pochi dettagli su come lo farebbe. «Se te lo dico esattamente, perdo tutte le carte. Voglio dire, non puoi davvero dire esattamente cosa farai. Ma vorrei dire certe cose a Putin. Vorrei dire certe cose a Zelensky». Trump su Putin conclude: «Non c’era nessuno più duro di me con la Russia. Eppure andavo d’accordo con Putin. Lascia che te lo dica, sono andato molto d’accordo con lui. E questa è una buona cosa, non una brutta cosa. Ha 1.700 missili nucleari. E anche noi».
Ore 19:57 - Zelensky sta preparando un «Forum delle industrie della difesa» che si terrà in Ucraina in autunno
Ottantasei aziende leader nel settore della difesa, in rappresentanza di 21 Paesi, hanno confermato la loro partecipazione al Forum delle industrie della difesa, in programma in autunno in Ucraina, il primo di questo che si terrà nel Paese. Lo ha reso noto il presidente Volodymyr Zelensky nel suo discorso video serale. «Il Forum delle industrie della difesa si terrà in autunno. L'interesse è molto alto. Questo riflette pienamente la forza e il potenziale dell'Ucraina, la nostra capacità di difenderci e di aiutare altri Paesi a preservare la libertà e l'ordine internazionale. Già 86 aziende leader nel settore della difesa provenienti da tutto il mondo - in rappresentanza di 21 Paesi - hanno confermato la loro partecipazione al Forum», ha dichiarato Zelensky.
Ore 20:49 - Il consigliere di Zelensky Podolyak: «Non illudetevi che la Russia voglia un accordo»
«Quando qualcuno dei funzionari russi, compreso Putin, inizia di nuovo una falsa conversazione sui "negoziati", per favore non reagite. Non reagite affatto. Non illudetevi che l'attuale Russia sia in grado di concludere accordi in qualche modo»: è il monito di Mikhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, su X (ex Twitter). Secondo Podolyak, «Putin non parla di negoziati in senso classico, ma esclusivamente di uno di tre scenari possibili»:«Primo: fare pressione sull'Ucraina in modo che capitoli e noi congeleremmo il conflitto fino alla fase successiva. Secondo: fornire una pausa operativa in modo da poterci armare e continuare a uccidere gli ucraini. Terzo: non lasciateci perdere, altrimenti subiremo una rivoluzione di trasformazione. Non fateci perdere la faccia».
Ore 22:39 - Schlein: «Ue troppo assente nello sforzo diplomatico»
Nel Pd «non si può perdere l'aspirazione della pace e della fine di quella guerra» in Ucraina, «come di tutte le altre guerre altrimenti non è più sinistra, non è più un partito progressista ed è per questo che io sono molto felice di un tentativo che io penso sia preziosissimo di Papa Francesco e quello del cardinale Zuppi di provare a costruire una via che sia quella che possa riportare finalmente la pace anzitutto per il popolo ucraino». Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, ospite del Festival di Open in corso a Parma. «Io - ha aggiunto - non penso che possiamo permetterci di aspettare che cada l'ultimo fucile per batterci per la pace e soprattutto penso che serva una Unione Europea più forte. L'unione da questo punto di vista fa la forza e - ha concluso Schlein - io credo che sia stata troppo assente nello sforzo diplomatico e politico per far finire questa guerra e non soltanto per sostenere giustamente il popolo ucraino».
Ore 00:24 - Il cardinale Zuppi: «Serve una pace giusta e sicura»
In Ucraina «serve una pace giusta e sicura». Lo ha ribadito il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale di Papa Francesco per una missione di pace, partecipando al festival di Open. Zuppi ha sottolineato l’importanza del dialogo per risolvere il conflitto in corso perché «nessuno ha la chiave della pace ma la si trova insieme». «Le responsabilità di questa situazione sono molto chiare - ha precisato - e parlare di pace non vuol dire confondere aggressore e aggredito, o pensare a un mondo che non esiste. Credo sia indispensabile continuare a credere che il dialogo possa portare a risultati, più delle armi. Senno’ dovremmo pensare che nella vita l’unico modo per risolvere i problemi sia fare a botte». Per il presidente della Cei occorre «insistere tanto, mettercela tutta».
Ore 01:17 - Mosca: abbattuti sette droni ucraini vicino alla capitale e sulla Crimea
Le difese aeree russe hanno abbattuto stanotte un drone ucraino nella regione di Mosca e altri sei diretti verso l’annessa penisola di Crimea, comunica il Ministero della Difesa di Mosca. Uno dei droni è stato intercettato nel distretto Istrinsky della regione della capitale. «Secondo le informazioni preliminari, non ci sono danni o vittime nel luogo in cui sono caduti i detriti», ha detto il sindaco Sergei Sobyanin.
Altri due droni ucraini sono stati distrutti sulla costa occidentale della Crimea, poi altri quattro sopra le coste est e nordovest della penisola Gli attacchi di droni ucraini contro il territorio russo e la Crimea, annessa da Mosca nel 2014, sono aumentati negli ultimi mesi sullo sfondo della controffensiva di Kiev iniziata all’inizio di giugno.
Ore 01:38 - Stoltenberg: «Dobbiamo prepararci a una lunga guerra»
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha avvertito che non ci sarà una fine rapida della guerra in Ucraina. «La maggior parte delle guerre durano più a lungo del previsto quando iniziano - ha dichiarato Stoltenberg in un’intervista al gruppo mediatico tedesco Funke - Perciò dobbiamo prepararci a una lunga guerra in Ucraina». «Tutti auspichiamo una pace rapida. Ma allo stesso tempo dobbiamo riconoscere che se il presidente (Volodymyr) Zelensky e gli ucraini smettono di combattere, il loro Paese non esisterà più», ha spiegato.
«Se il Presidente (Vladimir) Putin e la Russia deporranno le armi, avremo la pace», ha aggiunto Stoltenberg. Sulle ambizioni dell’Ucraina di entrare nell’Alleanza, Stoltenberg ha detto: «Non c’è dubbio che l’Ucraina alla fine entrerà nella Nato». «Quando questa guerra finirà, abbiamo bisogno di garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Altrimenti, la storia potrebbe ripetersi», ha aggiunto. Al vertice di luglio a Vilnius, i leader della Nato hanno concordato che l’Ucraina potrebbe entrare a far parte dell’Alleanza una volta soddisfatte alcune condizioni, e i funzionari statunitensi e tedeschi hanno chiarito che queste includono l’attuazione da parte di Kiev di riforme per proteggere la democrazia e lo stato di diritto.
Guerra in Ucraina. Saltano in aria camion pieni di russi. Cosa ha fatto l'esercito ucraino. Um gruppo di partigiani della Crimea ha rivendicato l'esplosione di due camion dell'esercito russo, morti diversi soldati. Si combatte intanto a sud di Bakhmut. Mauro Indelicato il 16 Settembre 2023 su Il Giornale.
Non solo combattimenti tra le trincee e tra le varie linee di difesa dei russi nel sud e nell'est dell'Ucraina. Nel Paese la guerra sta infuriando anche nelle retrovie, tra sabotaggi e azioni da parte di gruppi di "partigiani ucraini". Si tratta di sigle impegnate nelle aree occupate dai russi nei primi mesi di conflitto, con l'intento di attaccare le forze avversarie stanziate soprattutto tra la Crimea e Zaporizhzhia. Nelle scorse ore, come segnalato da Ukrainska Pravda, un gruppo noto con il nome "Atesh" ha piazzato ordigni in almeno due camion usati dall'esercito di Mosca. Ci sarebbero diversi morti tra i soldati, anche se non arrivano conferme né da Kiev e né dal Cremlino.
L'attentato a sud di Zaporizhzhia
L'attacco, si legge sui media ucraini, sarebbe in realtà avvenuto ieri. La località è quella di Genichesk, all'interno della parte dell'oblast di Kherson ancora occupata dalle truppe russe. Si tratta di una zona strategica, in quanto affacciata sul Mar d'Azov e a pochi passi dal confine internazionalmente riconosciuto della Crimea. Qui, secondo le ricostruzioni dell'accaduto, un gruppo di miliziani del gruppo Atesh avrebbe scoperto un importante deposito di mezzi in dotazione all'esercito russo.
Il gruppo sarebbe così passato all'attacco, entrando all'interno dell'area usata dai militari di Mosca e piazzando almeno due ordigni a bordo di altrettanti camion. Gli esplosivi, di almeno 10 kg ciascuno, sarebbero poi stati azionati dai partigiani ucraini in un secondo momento. Quando cioè i soldati che avevano preso i mezzi in dotazione, sono scesi dai propri veicoli.
Si ignora il numero di persone coinvolte nell'attacco. Ci sarebbero, sempre secondo i media ucraini, diverse vittime tra i militari russi. Ma da Kiev non è arrivata alcuna conferma. Né dagli uffici governativi e nemmeno dalle sedi dei distretti militari. Il gruppo ha forse agito in autonomia rispetto all'Sbu, il servizio segreto ucraino che spesso coordina le attività dei gruppi filo Kiev nei territori occupati. Se confermato comunque, l'attentato dimostra ancora una volta il pericolo importante che si nasconde per i russi nelle retrovie del conflitto e, in particolare, nei territori occupati tra il febbraio e il marzo del 2022.
Kiev avanza a sud di Bakhmut
Sul fronte della guerra combattuta sul campo invece, nelle ultime ore gli ucraini hanno confermato la riconquista di Andriivka. Quest'ultima è una strategica località dell'oblast di Donetsk a sud di Bakhmut. L'avanzata in questo settore è arrivata al culmine di settimane di battaglie in cui Kiev è riuscita a prendere in mano l'iniziativa.
Dopo la caduta di Bakhmut a maggio infatti, gli ucraini hanno iniziato subito il contrattacco concentrandosi soprattutto lungo il settore meridionale. L'obiettivo era sfruttare il mancato consolidamento delle posizioni difensive russe, su cui ha gravato anche il difficile passaggio di testimone tra i miliziani della Wagner e i soldati regolari.
Gli ucraini hanno quindi premuto attorno le colline di Klishchiivka, da cui è possibile avere il controllo del fuoco sulla periferia meridionale di Bakhmut, e attorno l'area di Kurdiumivka. Andriivka si trova esattamente a metà strada tra le due località citate. La sua conquista potrebbe permettere un'ulteriore accelerazione dell'avanzata ucraina attorno Bakhmut, con Kiev però costretta a vedersela con una difesa russa in grado fin qui di arginare l'azione delle forze avversarie.
Un errore sui carri armati e le sanzioni inefficaci. A Kiev resta un'opzione: una guerra ottocentesca. L'assenza della difesa radar "Trophy" ha reso i tank Leopard bersaglio dei russi. Fallito pure il tentativo di far crollare economicamente Mosca: l'unica via per il successo è un estenuante conflitto sul campo. Edward Luttwak il 16 Settembre 2023 su Il Giornale.
Quando a giugno gli ucraini hanno radunato la preziosa «riserva operativa», messa insieme addestrando e armando nuove unità mentre il resto dell'esercito teneva testa ai russi, non era difficile immaginare quale sarebbe stato l'obiettivo strategico: attaccare in qualche punto a Sud di Zaporizhzhia ed avanzare combattendo fino al Mar Nero. In questo modo, si taglierebbero tutte le strade e le linee ferroviarie sulla direttrice Est-Ovest, impedendo i rifornimenti alle forze russe schierade a Occidente sotto il grande fiume Dnipro e si porrebbero le basi per una grande vittoria. Putin sarebbe così costretto a scegliere se continuare la guerra o negoziare un cessate il fuoco per salvare le sue truppe bloccate. L'ipotesi di un attacco diretto a Melitopol comporterebbe un'operazione molto ambiziosa, con una penetrazione di oltre 150 km nelle linee nemiche. In alternativa, potrebbero puntare a Berdyansk, con un'offensiva ancor più profonda che taglierebbe fuori più unità russe e consentirebbe di guadagnare una fetta più ampia di campo. Oppure, ancor più temerariamente, gli ucraini potrebbero marciare per tutti i 240 chilometri che li separano da Mariupol: un'azione che dovrebbe svolgersi con una velocità e una concentrazione di uomini di proporzioni napoloniche per consentire di raggiungere le coste del Mar Nero prima che i russi possano contrattaccare.
Nessuna di queste opzioni si è dimostrata praticabile. Mentre gli ucraini si addestravano e si schieravano, i russi scavavano linee di trincea a sud del Dnipro, protette da campi minati per un totale di circa mille chilometri - trecento in più rispetto alla massima estensione del fronte occidentale della Prima guerra mondiale. Napoleone chiamava questo tipo di difesa lineare «cordone»: una corda composta da unità di fanteria per contenere il nemico su un lungo fronte. E, ai suoi tempi, spiegò giustamente perché i «cordoni» erano il modo più stupido di difendere un fronte: il nemico arrivava in colonne che avrebbero facilmente tagliato le poche truppe schierate sul particolare settore attaccato. Ma oggi il campo di battaglia è sorvegliato giorno e notte dai satelliti radar. Vedendo gli ucraini prepararsi ad avanzare, i russi potrebbero inviare le loro forze per intercettarli in numero uguale se non superiore. E anche se i numeri fossero uguali, il combattimento sarebbe impari, perché i russi sarebbero riparati dai loro campi minati e dalle trincee, di per sé una protezione efficace contro i nemici che avanzano allo scoperto.
È stato anche un peccato che gli ucraini abbiano sopravvalutato di molto il valore di combattimento degli enormi carri armati Leopard da 66 tonnellate che avevano chiesto, implorato e infine praticamente preteso dai tedeschi. Il Leopard è paragonabile all'M1 statunitense e al Merkava IV israeliano (tutti e tre hanno circa 60 tonnellate di corazza stratificata e cannoni da 120 mm ad alta velocità). Ma gli manca una cosa su cui l'M1 e il Merkava fanno affidamento quando affrontano le forze armate russe: Trophy, una difesa attiva israeliana con radar per rilevare i missili anticarro in arrivo e cannoni in miniatura per distruggere le loro testate.
Gli ucraini hanno inoltre sciaguratamente sovrastimato il potenziale in compattimento dei colossali carri armati Leopard, i mezzi da 66 tonnellate che hanno richiesto, sollecitato e infine praticamente preteso dai tedeschi. Il Leopard è simile all'M1 in dotazione all'esercito americano e all'israeliano Merkava IV (tutti e tre sono dotati di una corazza stratificata di 60 tonnellate e cannoni da 120 millimetri ad alta velocità), ma mancano di un dettaglio su cui sia l'M1 sia il Merkava fanno affidamento quando affrontano le truppe russe: Trophy, il sistema radar di difesa attiva che rileva i missili anti-carro in arrivo e li distrugge con cannoni in miniatura. I tedeschi stanno acquisendo il dispositivo, ma hanno insistito per testarlo loro stessi, ritardandone la spedizione in Ucraina. Senza la protezione di Trophy, i Leopard sono stati facile preda dei cacciatori russi di tank, armati di missili anticarro Kornet, non così spettacolari come i Javelin statunitensi che inseguono i loro bersagli, ma comunque altamente efficaci, con doppie testate che sconfiggono le corazze reattive. Così, quando la tanto attesa offensiva ucraina è finalmente iniziata, lo ha fatto purtroppo con la distruzione di alcuni dei preziosi Leopard che avrebbero dovuto aprire la strada.
Anche se Trophy dovesse arrivare ora, non c'è alcun rimedio in vista per la cosiddetta «transparent battlefield», ovvero la strategia hi-tech di raccolta di informazioni logistiche: la guerra è di fatto ridotta a uomini che si sparano addosso finché sono disponibili soldati e munizioni.
L'anno scorso, quando è iniziata la guerra, si sperava che le severe sanzioni avrebbero costretto la Russia a sedersi al tavolo dei negoziati. Naturalmente si sapeva che la Russia è autosufficiente dal punto di vista energetico e alimentare, ma era comunque ragionevole aspettarsi che la sua economia sarebbe stata gravemente danneggiata dall'improvvisa interruzione delle importazioni di un'ampia gamma di macchinari e pezzi di ricambio. Inoltre, quando si interrompono le forniture, il risultato è l'inflazione. Il problema è che ora, dopo 18 mesi di sanzioni, l'economia russa sta crescendo. Lo sta facendo lentamente, ma in misura pari a quella dell'Ue, e con un'inflazione che potrebbe essere ancora più bassa.
Pertanto, è chiaro che non ci sarà alcuna vittoria geoeconomica.
C'è quindi una sola strada da percorrere: combattere seriamente la guerra, come si conviene a una lotta di liberazione nazionale. La popolazione ucraina è diminuita, ma supera ancora i 30 milioni di abitanti, per cui il numero totale di soldati in uniforme potrebbe arrivare a tre milioni (la quota del 10% della popolazione raggiunta da Israele nel 1948) o almeno al 5% della Finlandia con i suoi riservisti, il che significherebbe un milione e mezzo di soldati. Molto più di oggi. Con queste truppe, l'Ucraina potrebbe vincere le sue battaglie e liberare il suo territorio alla vecchia maniera, con un'estenuante guerra di resistenza, come nella maggior parte delle guerre d'indipendenza europee.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 17 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di domenica 17 settembre di Marta Serafini, inviata, e Redazione Online, su Il Corriere della Sera domenica 17 settembre 2023.
• L'annuncio di Kiev: «Due mercantili in arrivo per caricare 20mila tonnellate di grano per Africa e Asia».
• Esercito Kiev: abbattuti 12 missili russi che minacciavano Odessa.
• La Corte internazionale di giustizia dell’Aja riprende domani le udienze della causa per genocidio dell’Ucraina contro la Russia
• Secondo le analisi Usa la fornitura di armi della Corea del Nord non farà una grande differenza sul conflitto per la Russia.
• Droni ucraini nell’area di Mosca: ritardi e cancellazioni negli aeroporti.
• Sergei Surovikin (generale esperto, messo ai margini per i suoi rapporti troppo stretti con la Wagner) è riapparso in un ruolo formale: i dettagli nel punto militare.
Ore 00:38 - Allarme Usa: «Armi inviate in Ucraina a rischio furto»
Le armi e le munizioni che i soldati Usa stanno muovendo attraverso l'Europa per trasferirle in Ucraina rischiano di essere rubate o di andare perdute perché le misure di sicurezza non vengono osservate in modo efficace.
È l'allarme contenuto in un rapporto del Pentagono che punta il dito in particolare contro un sito logistico in Polonia. La valutazione degli ispettori del dipartimento della difesa americano è avvenuta tra gennaio e giugno.
Ore 01:00 - Milley (Usa): «Armi da Pyongyang a Mosca non faranno la differenza»
« La Corea del Nord potrebbe essere in grado di aumentare la fornitura di munizioni di artiglieria alla Russia per la guerra in Ucraina, ma ciò probabilmente non farà una grande differenza».
Lo ha spiegato il Capo di stato maggiore dell'esercito americano, il generale Mark Milley, al suo arrivo in Norvegia per la riunione della Nato. «Sono scettico al riguardo, dubito che possa essere un apporto decisivo», ha dichiarato.
Milley e gli altri capi della difesa dei paesi Nato si incontreranno nei prossimi giorni presso il comprensorio sciistico di Holmenkollen, alla periferia di Oslo, per discutere del sostegno all'Ucraina e di altre questioni di difesa regionale. Milley ha affermato che c'è un continuo bisogno di più armi ed equipaggiamenti in Ucraina e che alleati e partner discuteranno come affrontare questo problema.
Ore 01:49 - Trovato il corpo di un ex soldato Gb dato per disperso
È stato ritrovato in Ucraina il cadavere dell'ex soldato britannico Daniel Burke, 36 anno, originario di Manchester, di cui la famiglia aveva denunciato la scomparsa un mese fa, lo scorso 16 agosto. Lo ha reso noto la polizia britannica, spiegando che sta lavorando insieme alle autorità ucraine e alla famiglia della vittima per una sua identificazione formale e per riportare il corpo a casa.
L'uomo si era recato volontario a combattere in Ucraina contro la Russia. Era scomparso nella zona di Zaporizhzhia, come aveva riferito il Daily Telegraph. «La famiglia di Daniel ha chiesto il rispetto della privacy in questo momento difficile», ha dichiarato il sovrintendente Lewis Hughes, parlando di «momento stravolgente».
Dopo aver prestato servizio in Afghanistan, Burke ha combattuto a fianco dei curdi sostenuti dall'Occidente contro lo Stato islamico (Isis) in Siria, prima di fondare una sua unità di volontari in Ucraina, nota come Dark Angels.
Ore 02:00 - Cosa ci dicono la ricomparsa di Surovikin in Algeria e i problemi di Solokov, comandante russo della Flotta del Mar Nero
Generali nella tempesta, uomini esperti messi alla prova dal lungo conflitto e dalle dinamiche di potere. Imprevedibili come le battaglie.
Sergei Surovikin è riapparso in un ruolo formale: molte foto hanno documentato il suo viaggio in Algeria insieme a una delegazione della Difesa russa. Immagini di rito. Con i colleghi locali, in visita a una moschea, seduto davanti ad un Corano aperto. La sua presenza in Nord Africa rientra probabilmente nel suo nuovo incarico, legato ai rapporti con Paesi amici ed ex repubbliche sovietiche. Nella sua carriera ha servito in Siria dove si è guadagnato medaglie e il soprannome di «generale Armageddon» per aver fatto tabula rasa di città o villaggi. In seguito ha assunto la guida delle operazioni in Ucraina mettendo a punto l’ormai celebre «linea Surovikin», un elaborato sistema di difese rivelatosi prezioso nel contenere l’offensiva nemica. Avrebbe ricevuto certamente altre onorificenze al valore se non fosse finito in un angolo per i suoi rapporti troppo stretti con i ribelli della Wagner.
Ore 02:25 - Schlein: «Ue troppo assente nello sforzo diplomatico»
Nel Pd «non si può perdere l'aspirazione della pace e della fine di quella guerra» in Ucraina, «come di tutte le altre guerre altrimenti non è più sinistra, non è più un partito progressista ed è per questo che io sono molto felice di un tentativo che io penso sia preziosissimo di Papa Francesco e quello del cardinale Zuppi di provare a costruire una via che sia quella che possa riportare finalmente la pace anzitutto per il popolo ucraino». Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, ospite del Festival di Open in corso a Parma. «Io - ha aggiunto - non penso che possiamo permetterci di aspettare che cada l'ultimo fucile per batterci per la pace e soprattutto penso che serva una Unione Europea più forte. L'unione da questo punto di vista fa la forza e - ha concluso Schlein - io credo che sia stata troppo assente nello sforzo diplomatico e politico per far finire questa guerra e non soltanto per sostenere giustamente il popolo ucraino».
Ore 02:44 - Il cardinale Zuppi: «Serve una pace giusta e sicura»
In Ucraina «serve una pace giusta e sicura». Lo ha ribadito il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale di Papa Francesco per una missione di pace, partecipando al festival di Open. Zuppi ha sottolineato l’importanza del dialogo per risolvere il conflitto in corso perché «nessuno ha la chiave della pace ma la si trova insieme». «Le responsabilità di questa situazione sono molto chiare - ha precisato - e parlare di pace non vuol dire confondere aggressore e aggredito, o pensare a un mondo che non esiste. Credo sia indispensabile continuare a credere che il dialogo possa portare a risultati, più delle armi. Senno’ dovremmo pensare che nella vita l’unico modo per risolvere i problemi sia fare a botte». Per il presidente della Cei occorre «insistere tanto, mettercela tutta».
Ore 03:08 - Ministro ucraino Kubrakov: «Due mercantili in arrivo per caricare grano»
Due navi mercantili si sono dirette oggi ai porti ucraini utilizzando un corridoio temporaneo nel Mar Nero, in modo da poter caricare grano destinato ai mercati dell'Africa e dell'Asia. Lo ha detto sui social il ministro delle Infrastrutture Oleksandr Kubrakov, spiegando che al «porto di Chernomorsk verranno caricate quasi 20.000 tonnellate di grano per l'Africa e l'Asia».
Le navi battono bandiera di Palau e i membri dell'equipaggio provengono da Turchia, Azerbaigian, Egitto e Ucraina. Si tratta dei primi mercantili che hanno utilizzato il «corridoio umanitario» annunciato dall'Ucraina ad agosto dopo che, a luglio, la Russia si è ritirata dall'accordo sul grano mediato dalle Nazioni Unite e dalla Turchia.
Ore 03:28 - Mosca: abbattuti sette droni ucraini vicino alla capitale e sulla Crimea
Le difese aeree russe hanno abbattuto stanotte un drone ucraino nella regione di Mosca e altri sei diretti verso l’annessa penisola di Crimea, comunica il Ministero della Difesa di Mosca. Uno dei droni è stato intercettato nel distretto Istrinsky della regione della capitale. «Secondo le informazioni preliminari, non ci sono danni o vittime nel luogo in cui sono caduti i detriti», ha detto il sindaco Sergei Sobyanin.
Altri due droni ucraini sono stati distrutti sulla costa occidentale della Crimea, poi altri quattro sopra le coste est e nordovest della penisola Gli attacchi di droni ucraini contro il territorio russo e la Crimea, annessa da Mosca nel 2014, sono aumentati negli ultimi mesi sullo sfondo della controffensiva di Kiev iniziata all’inizio di giugno.
Ore 03:53 - Stoltenberg: «Dobbiamo prepararci a una lunga guerra»
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha avvertito che non ci sarà una fine rapida della guerra in Ucraina. «La maggior parte delle guerre durano più a lungo del previsto quando iniziano - ha dichiarato Stoltenberg in un’intervista al gruppo mediatico tedesco Funke - Perciò dobbiamo prepararci a una lunga guerra in Ucraina». «Tutti auspichiamo una pace rapida. Ma allo stesso tempo dobbiamo riconoscere che se il presidente (Volodymyr) Zelensky e gli ucraini smettono di combattere, il loro Paese non esisterà più», ha spiegato.
«Se il Presidente (Vladimir) Putin e la Russia deporranno le armi, avremo la pace», ha aggiunto Stoltenberg. Sulle ambizioni dell’Ucraina di entrare nell’Alleanza, Stoltenberg ha detto: «Non c’è dubbio che l’Ucraina alla fine entrerà nella Nato». «Quando questa guerra finirà, abbiamo bisogno di garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Altrimenti, la storia potrebbe ripetersi», ha aggiunto. Al vertice di luglio a Vilnius, i leader della Nato hanno concordato che l’Ucraina potrebbe entrare a far parte dell’Alleanza una volta soddisfatte alcune condizioni, e i funzionari statunitensi e tedeschi hanno chiarito che queste includono l’attuazione da parte di Kiev di riforme per proteggere la democrazia e lo stato di diritto.
Ore 04:57 - Telefonata Blinken-Guterres su stato guerra e grano
Il segretario di Stato americano Antony Blinken e il segretario generale delle Nazioni unite Antonio Guterres hanno discusso di «una vasta gamma di questioni» tra cui lo stato della guerra in Ucraina e l’accordo sul grano del Mar Nero. Lo rende noto il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller.
Ore 06:44 - Esplosioni a Odessa, allerta in tutto il Paese
Esplosioni vengono segnalate in queste ore nella città meridionale di Odessa, con l’allarme antiaereo scattato in tutta l’Ucraina dopo il lancio di missili da crociera da parte di bombardieri strategici russi. Lo riportano i media locali.
Ore 06:56 - Mosca: «Un altro drone abbattuto vicino alla capitale»
Un secondo drone è stato abbattuto nella notte fuori Mosca mentre tentava di attaccare la città, ha detto il sindaco Sergey Sobyanin citato dai media locali. «Un altro drone è stato abbattuto dalle difese aeree nel distretto di Ramenky. Anche questa volta non ci sarebbero stati danni o vittime», ha detto Sobyanin circa due ore e mezza dopo un episodio analogo nel distretto di Istrinsky. Un altro drone ancora si è schiantato stanotte nella città russa centrale di Oryol, senza causare vittime o danni. Lo ha detto il governatore Andrey Klychkov.
Ore 07:36 - Forti esplosioni a Odessa: allarme anti-aereo in tutto il Paese
Sono state sentite e segnalate dalle forze anti-aeree ucraine delle forti esplosioni nella zona di Odessa. Tutti i sistemi di sicurezza sono stati allertati anche in altre zone del Paese.
Ore 08:18 - Esercito di Kiev: abbattuti 12 missili russi che minacciavano Odessa
L’aeronautica aveva avvertito la minaccia missilistica della Russia. Secondo fonti militari di Kiev 12 dei 16 missili aerei sono stati abbattuti. Erano diretti verso Odessa, in particolare nella zona sud della città.
Ore 08:24 - Droni ucraini nell’area di Mosca: ritardi e cancellazioni negli aeroporti
Ventiquattro voli hanno subito ritardi o cancellazioni nella notte negli aeroporti di Mosca, in concomitanza con due attacchi ucraini con droni vicino alla città. Lo riferisce la Tass, precisando che dalle 8.30 ora locale (le 7.30 in Italia) gli aeroporti cittadini hanno ripreso a funzionare normalmente.
Il sindaco Sergey Sobyanin ha riferito su Telegram: «Un drone diretto sulla città era stato abbattuto durante la notte dalle difese aeree nel distretto di Ramenky. «Non ci sono stati danni o vittime poiché i detriti sono caduti a terra». Circa 2 ore e mezza prima Sobyanin aveva riferito di un altro attacco con drone diretto a Mosca respinto nel distretto dell’Istria. Anche in questo caso non sono state segnalate vittime o danni.
Ore 08:47 - Ambasciatore russo: «Risponderemo al rafforzamento della Nato nell’artico»
La Russia risponderà al rafforzamento del potenziale militare della Nato nell’Artico con una serie di misure, comprese misure preventive: lo ha detto l’ambasciatore russo Nikolai Korchunov, che presiede il Consiglio dell’Artico, a Ria Novosti.
Il diplomatico ha notato l’aumento delle tensioni politico-militari nell’Artico, innescato dalla posizione «non costruttiva» degli Stati Uniti e dei suoi alleati, sullo sfondo della guerra in Ucraina. «La politica di rafforzamento del potenziale militare della Nato in questa regione, anche attraverso l’adesione della Finlandia all’alleanza e il previsto coinvolgimento della Svezia in essa, testimonia la prevalenza di scenari di potere della Nato per garantire la propria sicurezza alle latitudini settentrionali a scapito della sicurezza di altri Paesi».
Mosca, ha avvertito Korchunov, procederà in risposta a queste sfide e minacce con una serie di misure necessarie che il presidente Vladimir Putin ha delineato.
Ore 09:17 - Kim-Shoigu, l’incontro per parlare della cooperazione militare tra Nord Corea e Russia
Il leader nordcoreano Kim Jong-un e il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu hanno discusso a Vladivostok della cooperazione e degli scambi tra le forze armate dei due paesi, riferiscono i media di Pyongyang.
«Kim e Shoigu si sono scambiati opinioni su questioni relative al continuo rafforzamento dell’interazione tattica e strategica, della cooperazione e degli scambi reciproci tra le forze armate dei due paesi nel campo della difesa e della sicurezza», afferma Voice of Korea.
Il ministro della Difesa nordcoreano Kang Sun Nam ha da parte sua espresso la disponibilità a cercare un’ulteriore rafforzamento della coesione bellica e della cooperazione con l’esercito russo e a difendere in modo affidabile la pace e la stabilità in nella regione e in tutto il mondo, ha riferito la stazione radio.
Ore 09:34 - Kiev: «Morti oltre 272mila soldati russi dall’inizio della guerra»
Lo Stato maggiore delle forze armate ucraine ha riferito che la Russia ha perso 272.320 soldati in Ucraina dall’inizio della sua invasione il 24 febbraio dello scorso anno. Lo riporta il The Kyiv independent.
Il numero dei soldati russi deceduti comprende anche 530 vittime delle forze russe subite nell’ultimo giorno. Secondo il rapporto di Kiev «a Russia ha perso anche 4.620 carri armati, 8.828 veicoli corazzati da combattimento, 8.537 veicoli militari e serbatoi di carburante, 6.003 sistemi di artiglieria, 776 sistemi di razzi a lancio multiplo, 523 sistemi di difesa aerea, 315 aerei, 316 elicotteri, 4.742 droni, e 20 navi da guerra.
Ore 09:36 - Il treno di Kim Jong-un ripartito dalla stazione russa di Artyom
Il treno di Kim Jong-un ha lasciato questa mattina la Russia, precisamente la città di Artyom per tornare a Pyongyang. Lo aspetta un viaggio di circa 200 chilometri per raggiungere il confine con la Nord Corea.
Ore 09:56 - Chi ha ucciso Prigozhin? «Nessuno» Come nessuno? «Proprio così»
(Di Viktor Erofeev, traduzione di Chiara Mariani) Lo scrittore russo Viktor Erofeev è l’autore del “Grande Gopnik”, il romanzo sui 20 anni dell’era Putin in uscita in Germania in ottobre.
Attorno al trono autocratico russo da sempre ruotano strani individui. Nei tempi antichi alcuni di loro erano iurodivi, folli per amor di Dio, oppure indovini. Durante il regno dell’ultimo zar Nicola II c’era Rasputin: un monaco guaritore e libertino, a dire la verità ostile alla guerra. Stalin si circondò di leader mediocri che non potevano competere con lui. In epoca post-sovietica, il gran bevitore Eltsin elevò la sua guardia del corpo Alexander Korzhakov ad altezze incommensurabili. Attorno a Putin si è cristallizzato un amico: uno chef personale, Yevgeny Prigozhin, che alla fine è diventato una personalità di dimensioni tutte russe e di fama mondiale. La sua morte violenta ha fatto notizia.
Ore 10:32 - Drone colpisce sito petrolifero nel sud-ovest della Russia
La scorsa notte un drone ha attaccato un deposito petrolifero nel sud-ovest della Russia, nella regione di Oryol, provocando un enorme incendio visibile anche a molti chilometri di distanza, come mostra un video pubblicato su Telegram dal sito Mash.
Il governatore Andriy Klychkov ha dichiarato che intorno alle 3.50 un drone «è caduto» sul territorio della città, su un «oggetto non residenziale». Successivamente ha affermato: «L’incendio di un serbatoio di carburante sul territorio dell’impianto industriale del distretto ferroviario della città di Orla è stato estinto, non ci sono vittime», ha detto, citato da Unian.
Ore 10:39 - Kim verso Pyongyang, porta con sé droni-kamikaze avuti in regalo
Dopo quasi una settimana in Russia, il dittatore nordcoreano Kim Jong Un è ripartito alla volta di Pyongyang. Kim riparte riportandosi a casa i doni ricevuti, tra i quali -ha riferito l’agenzia Tass- i cinque droni-kamikaze, un drone da ricognizione e un giubbotto antiproiettile ricevuti da un governatore regionale. Kim lascia la Russia con il mezzo con il quale è arrivato, il treno blindato verde, dotato di ogni comfort, che lo accompagna nei viaggi via terra. Il tragitto sarà lungo, visto che il treno, molto pesante, `caracolla´ a circa 60km orari.
Ore 10:49 - Kiev: «Nell’attacco a Odessa danneggiato un deposito di grano»
Le truppe russe hanno attaccato la regione di Odessa con missili e droni, sono stati danneggiati un deposito di grano e dei terreni agricoli, ha dichiarato l’amministrazione militare regionale su Telegram, citata da Ukrinform. «Le nostre unità di difesa aerea hanno distrutto due droni da combattimento e cinque missili. Purtroppo, alcuni obiettivi sono stati colpiti da proiettili nemici nel distretto di Berezivka. I terroristi russi hanno causato danni alle infrastrutture agricole: terreni agricoli e un deposito di grano», si legge nel messaggio. Non sono state segnalate vittime. I servizi di emergenza stanno ancora lavorando.
Ore 11:57 - Bombardamento massiccio nel Donetsk
Danni ad Avdiivka, Vuhledar, Chasovoyarsk e Maryinka. Questa mattina l’esercito russo ha bombardato massicciamente con l’artiglieria la regione del Donetsk. Lo ha comunicato Igor Moroz, capo dell’amministrazione militare regionale, indicando che anche le comunità sottoposte ai bombardamenti russi.
Ore 12:38 - Il Papa: «Prego per la pace in Ucraina e per ogni Paese martoriato dalla guerra»
«Continuiamo a pregare per il martoriato popolo ucraino, e per la pace in ogni terra insanguinata dalla guerra». Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus domenicale.
Ore 12:03 - Stoltenberg: «Dobbiamo prepararci a una guerra lunga»
«La maggior parte delle guerre durano di più di quanto ci si aspettasse quando sono iniziate. Ci dobbiamo preparare a una guerra lunga in Ucraina», ha affermato il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in una intervista al gruppo editoriale tedesco Funke.
«Speriamo tutti in una pace veloce, ma allo stesso tempo dobbiamo riconoscere che se il Presidente Zelensky e gli ucraini smettono di combattere, il loro Paese non esisterà più. Mentre se il Presidente Putin e la Russia depongono le armi, avremo la pace», ha aggiunto.
Ore 12:27 - Lavrov: «Armi a lungo raggio a Kiev non cambieranno le cose»
Intervenendo al programma «Mosca. Cremlino. Putin», in onda il Canale televisivo Rossiya-1, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha detto: «Non posso commentare le loro dichiarazioni, ma il fatto che ciò non cambierà l’essenza di ciò che sta accadendo in Ucraina è ovvio. Mentre quello che sta succedendo è che l’Ucraina è stata preparata, è stata preparata a lungo per infliggere una sconfitta strategica alla Russia, usando le loro mani e i loro corpi». Lo ha detto il ministro in un commento.
Ore 12:47 - Il padre della polizia segreta sovietica «torna» a casa, a Mosca. I tentacoli delle spie sul potere russo
(Di Paolo Valentino) Inaugurata a Mosca una copia della statua di Dzerzhinsky che fu abbattuta nel ‘91. Il peso dei servizi fino a Putin.
Il vecchio Felix è tornato a Mosca. Ma forse non se ne era mai andato. Più di 30 anni dopo l’abbattimento della sua statua, che fu l’atto più simbolico della resistenza dell’agosto 1991, quando il popolo russo sconfisse i golpisti, un nuovo monumento raffigurante Felix Dzerzhinsky, fondatore della polizia segreta sovietica, è stato inaugurato nei giorni scorsi sul piazzale antistante la sede del Svr, il controspionaggio della Federazione russa. La nuova statua è una copia più piccola di quella abbattuta allora sulla piazza della Lubjanka. A celebrare l’uomo che guidò il terrore staliniano è stato il capo del Svr e fedelissimo di Putin, Sergeij Naryshkin, che ha lodato Drzezhnisky come un sognatore che ambiva a «creare un futuro fondato su principi di bontà e giustizia».
Ore 13:22 - Droni di Kiev contro Mosca, Crimea e altre tre regioni
Droni di Kiev hanno attaccato Mosca, dove almeno due piattaforme sono state abbattute e la Crimea, dove sono stati sei i droni colpiti dalla difesa aerea russa. Nella capitale il traffico aereo è stato interrotto, con 24 aerei ritardati o dirottati, e nel sud est del Paese, nella regione di Oryol, un incendio si è sviluppato in un deposito di petrolio in seguito a un attacco di Kiev.
Un drone è stato abbattuto anche nella regione di Voronezh, rivendica il ministero della Difesa a Mosca e il governatore, Aleksandr Gusec. Un altro drone si è schiantato nella regione di Tula.
Ore 13:27 - Kiev: «Abbattuti 10 tra droni e missili russi nella notte Nelle regioni di Mykolaiv e Odessa»
Le difese aeree ucraine hanno distrutto dieci obiettivi nemici nelle regioni di Mykolaiv e Odessa nella notte del 17 settembre. Lo ha dichiarato il Comando aereo Sud in un post suFacebook , citato Ukrinform. «In particolare, quattro missili da crociera e due droni da combattimento Shahed sono stati distrutti dalle forze di difesa del Comando aereo Sud sulla regione di Odessa. Poi tre droni Shahed sulla regione di Mykolaiv», scrive il Comando.
Missili e i droni russi hanno preso di mira soprattutto il sud della regione di Odessa.
Ore 13:31 - Kadyrov pubblica video per smentire coma: «Sto bene»
Il leader ceceno Ramzan Kadyrov è comparso in un breve video divulgato tramite il suo account Telegram,. Il filmato sembra essere stato postato ad arte per smentire le voci sul suo cattivo stato di salute. «Consiglio vivamente a chi non riesce a distinguere la verità dalle bugie su Internet di fare una passeggiata fuori e mettere ordine nei propri pensieri», si legge nel messaggio che accompagna le immagini di Kadyrov che passeggia nella natura. Non è chiaro però dove sia stato girato il video, né quando.
Era stato Andrii Yusov, un funzionario della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, a sostenere che Kadyrov fosse attualmente in coma.
Ore 14:08 - L’allarme di Kiev: «52 mila soldati russi nel settore di Bakhmut»
Il servizio stampa del gruppo militare orientale ucraino ha affermato alla tv nazionale che attualmente ci sono più di 50 mila soldati russi nel settore di Bakhmut, nel Donetsk. «Nella direzione di Bakhmut ci sono 52 mila soldati russi e circa 274 carri armati, più di mille veicoli corazzati, 150 sistemi di artiglieria e poco più di 120 sistemi di razzi a lancio multiplo», ha dichiarato il portavoce Ilya Yevlash. E ha aggiunto che Mosca «solo nella direzione orientale, dispone di circa 150 mila soldati e di numerose attrezzature». Secondo l’esercito, l’Ucraina sta facendo progressi sul fianco meridionale della direzione est.
Ore 14:27 - Lavrov: «Russia svilupperà cooperazione equa con la Corea del Nord»
La Russia svilupperà una cooperazione equa e paritaria con la Corea del Nord nonostante le sanzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite contro Pyongyang. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri di Mosca, Sergey Lavrov. «Non siamo stati noi a dichiarare le sanzioni contro la Corea del Nord, ma il Consiglio di Sicurezza. Quindi ci appelliamo al Consiglio di Sicurezza, mentre svilupperemo un’interazione equa e paritaria con la Corea del Nord», ha dichiarato Lavrov quando gli è stato chiesto se Mosca potesse revocare le sanzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite contro la Corea del Nord.
Ore 15:13 - Secondo Stoltenberg, l’incontro Putin-Kim Jong Un dimostra quanto la Russia sia isolata
L’incontro fra Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong Un «dimostra quanto il presidente Putin e la Russia siano isolati, per procurarsi armi e munizioni la Russia deve andare in Corea del Nord e in Iran. Qualsiasi accordo fra Corea del Nord e Russia violerebbe totalmente molte risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu». Lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ospite del programma `In mezz’ora´ su Rai3.
Ore 15:42 - Stop ai lavori agricoli nella zona di Kherson: «I campi devono essere sminati»
Un agricoltore è stato ucciso e un altro è stato ferito nell’esplosione di una mina russa nella regione di Kherson, ha denunciato il governatore, Oleksandr Prokudin. E’ stato quindi chiesto ai residenti di non lavorare nei campi fino a che non saranno sminati.
Ore 15:56 - Riprendono all’Aja le udienze su genocidio in Ucraina
La Corte internazionale di giustizia dell’Aja riprende domani le udienze della causa per genocidio dell’Ucraina contro la Russia. Lo riferisce Ukrinform. Dal 18 al 27 settembre si terranno le udienze pubbliche sulle obiezioni preliminari presentate da Mosca. Le udienze si svolgeranno in due turni: i rappresentanti della Russia parleranno il 18 e il 25 settembre, mentre il team dell’Ucraina avrà la parola il 19 e il 27 settembre.
La controversia riguarda l’interpretazione, l’applicazione e il rispetto della Convenzione del 1948 sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio. Nella causa intentata contro la Federazione Russa, l’Ucraina chiede che la Russia sia ritenuta responsabile di aver distorto il concetto di «genocidio». L’Ucraina ha presentato il ricorso il 26 febbraio 2022. Il Cremlino dal canto suo ha accusato Kiev di genocidio, che l’Ucraina avrebbe commesso nel Donbass a partire dal 2014, e lo aveva usato come pretesto per invadere il Paese il 24 febbraio 2022.
In totale sono 32 gli Stati che hanno aderito al caso con i loro interventi. Anche loro parteciperanno all’udienza. Il 5 giugno 2023, la Cig ha emesso un’ordinanza che conferma che gli interventi dei 32 Stati sono accettabili.
Ore 16:19 - Kiev, in corso assalto a Klishchiyivka, vicino Bakhmut
«Sono in corso operazioni di assalto a Klishchiyivka, vicino a Bakhmut, e per ora non possiamo confermare il controllo al cento per cento dell’insediamento», ha dichiarato all’emittente pubblica Suspilne il servizio stampa della brigata Rage dell’esercito ucraino. In precedenza era circolata online la foto di alcuni soldati che srotolavano la bandiera ucraina in una zona indicata come Klishchiyivka.
Ore 17:01 - La strategia ucraina in Crimea
Kiev colpisce basi, navi da guerra e sistemi missilistici russi in Crimea: colpi che, spiegano Guido Olimpio e Andrea Marinelli, rientrano in una strategia precisa. Da un lato, gli ucraini vogliono imporre la propria presenza nel settore nordovest del Mar Nero; dall’altro, puntano a indebolire la logicistica dell’Armata sul fronte meridionale, rallentando i rifornimenti. Questa operazione «continuata» in Crimea va quindi di pari passo con la controffensiva sul fronte sud.
Ore 17:54 - Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Sullivan ha incontrato il ministro degli Esteri cinese
Il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, ha incontrato a Malta il ministro degli Esteri Wang Yi. Lo conferma la Casa Bianca in una nota sottolineando che il colloquio «rientra nel tentativo di Washington di mantenere aperte le linee di comunicazione con la Cina e gestire in modo responsabile il rapporto». Sullivan e Wang hanno avuto uno scambio «sincero, sostanziale e costruttivo, sulla scia degli impegni presi da Biden e Xi a Bali, in Indonesia, nel novembre 2022». Tra i temi discussi, le relazioni bilaterali Usa-Cina, la guerra in Ucraina e Taiwan.
Ore 18:01 - Secondo Kiev, Mosca sta spostando la sua flotta dalla Crimea «per paura»
Mosca ha deciso di disperdere la flotta navale rimanente e di spostare le imbarcazioni da guerra il più lontano possibile dalla Crimea, dopo che l’Ucraina ha colpito i mezzi della Marina russa vicino alle coste della penisola, annessa unilateralmente dai russi nel 2014. Lo sostiene Sergei Bratchuk, portavoce dell’Esercito volontario ucraino del sud, a United News 24, come riporta Ukrinform.
«Gli attacchi sono grandiosi. Ma guardate questa sfumatura: hanno avuto successo nelle fortezze navali più protette della flotta del Mar Nero, cioè a Sebastopoli», ha detto Bratchuk. Secondo lui, ad oggi, l’intera flotta russa del Mar Nero è sotto la minaccia di fuoco delle Forze Armate dell’Ucraina, che hanno costretto il nemico a disperdere le proprie navi, avvicinandone molte a Novorossijsk, il porto della Russia continentale.
Almeno tre grandi navi da sbarco sarebbero state spostate nel Mar d’Azov, lontano dalle loro abituali basi sul Mar Nero. «Forse hanno paura di un altro «baby» (Sea Baby, un drone marittimo di fabbricazione ucraina usato per attaccare le navi da guerra russe nel Mar Nero, ndr) perché con i baby non si scherza», ha suggerito Bratchuk.
Ore 18:21 - Onu, per Guterres Kiev e Mosca sono «lontane da serio dialogo»
Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres non vede ancora maturi i tempi per un «serio dialogo» che ponga le condizioni per una pace nel conflitto tra Russia e Ucraina. In un’intervista pubblicata sul sito ufficiale dell’Onu, Guterres ha invitato alla cautela riguardo sviluppi a breve, alla vigilia della settimana più importante della 78 Assemblea generale, che da oggi a sabato vedrà i leader dei Paesi del mondo, e che registrerà per la prima volta la partecipazione in persona del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. «Io - ha spiegato Guterres - penso che le parti siano, al momento, lontane» dalla possibilità di un «serio dialogo», «ma noi mai, mai fermeremo i nostri tentativi perché in Ucraina si arrivi alla pace».
Ore 18:37 - L’intervista di Monica Maggioni a Stoltenberg, su Rai3
Ore 18:49 - Il Guardian: «Il colosso del petrolio Halliburton ha continuato l’export in Russia per 7,1 milioni»
Il colosso americano del petrolio e del gas Halliburton - un tempo guidata dall’ex vicepresidente americano Dick Cheney - dovrà dare spiegazioni sui suoi commerci con la Russia dopo che i registri doganali hanno rivelato che più di 7,1 milioni di dollari (5,7 milioni di sterline) di attrezzature prodotte da Halliburton sono state esportate nel Paese da quando ha annunciato la fine delle sue operazioni in Russia. Lo rivela il Guardian, in un’inchiesta basata su documenti che mostrano come le esportazioni verso la Russia di attrezzature Halliburton siano continuate almeno fino alla fine di giugno di quest’anno.
Ore 19:07 - Kiev: «Abbiamo liberato Klishchiyivka, vicino a Bakhmut»
Le Forze armate ucraine annunciano la liberazione di Klishchiyivka, vicino a Bakhmut. La dichiarazione è stata rilasciata con un video dall’80esima brigata separata d’assalto aereo delle Forze aeree dell’Ucraina. Nelle immagini si vedono anche il reggimento Tsunami e la Brigata Luty il successo è stato confermato anche dal ministero degli Interni, come riporta Rbc Ucraina.
«I soldati della Brigata «Luty» insieme ai soldati dell’80esima brigata d’assalto aereo e della 5° Brigata meccanizzata separata hanno cacciato gli occupanti russi e restituito la bandiera ucraina alla Klishchiyivka liberata», ha fatto sapere il ministero.
Ore 20:45 - I caduti russi, secondo Kiev
Secondo le stime dello Stato maggiore delle forze armate di Kiev , la Russia ha perso 272.320 soldati in Ucraina dall’inizio dell’invasione. Lo riporta il quotidiano ucraino The Kyiv independent.. Secondo il rapporto di Kiev , inoltre, la Russia ha perso anche 4.620 carri armati, 8.828 veicoli corazzati da combattimento, 8.537 veicoli militari e serbatoi di carburante, 6.003 sistemi di artiglieria, 776 sistemi di razzi a lancio multiplo, 523 sistemi di difesa aerea, 315 aerei, 316 elicotteri, 4.742 droni, e 20 navi da guerra.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 18 settembre.
Le notizie di lunedì 18 settembre sulla guerra in Ucraina. Marta Serafini, inviata, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera lunedì 18 settembre.
• Kiev hanno annunciato la liberazione di Klishchiyivka. Offensiva anche nel Mar Nero e in Crimea.
• In Crimea, l‘esercito ucraino sta seguendo una strategia precisa: il punto militare.
• Esercito russo: «Abbattuti diversi droni di Kiev in Crimea».
• Jens Stoltenberg: «Dobbiamo prepararci a una lunga guerra».
• Dopo le voci che lo volevano in coma, il ceceno Kadyrov è ricomparso in un video. Impossibile stabilire quando e dove sia stato girato.
Ore 02:55 - Russia: abbattuti «diversi droni ucraini» in Crimea
La Russia afferma di aver abbattuto «diversi droni ucraini» nella Crimea annessa e nelle regione di Mosca, Belgorod e Voronezh, vicino all’Ucraina. «I droni sono stati intercettati sulle aree occidentali, sud-occidentali, nord-occidentali e orientali della penisola di Crimea, sui distretti di Istra (a ovest) e Domodedovo (a sud) nella regione di Mosca, e sulle regioni di Belgorod e Voronezh (a sud-ovest) - ha precisato il ministero della Difesa su Telegram, senza specificare il numero di velivoli distrutti e senza riferire di danni o vittime. Sempre secondo il ministero, «le officine di veicoli blindati di Kharkiv, dove venivano effettuate le riparazioni e il restauro dei veicoli blindati per le forze armate ucraine, sono state raggiunte da un missile».
Ore 03:14 - La strategia ucraina in Crimea
Kiev colpisce basi, navi da guerra e sistemi missilistici russi in Crimea: colpi che, spiegano Guido Olimpio e Andrea Marinelli, rientrano in una strategia precisa. Da un lato, gli ucraini vogliono imporre la propria presenza nel settore nordovest del Mar Nero; dall’altro, puntano a indebolire la logicistica dell’Armata sul fronte meridionale, rallentando i rifornimenti. Questa operazione «continuata» in Crimea va quindi di pari passo con la controffensiva sul fronte sud.
Ore 03:15 - Il leader ceceno Ramzan Kadyrov riappare in un video sui social
Il leader ceceno Ramzan Kadyrov, che secondo fonti dell’intelligence ucraina sarebbe in coma, è riapparso in video, anche se non è chiaro quando e dove sia stato girato il filmato.
Ore 03:18 - Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, in visita in Russia fino al 21 settembre
Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, sarà in visita in Russia da oggi fino al 21 settembre per colloqui sulla sicurezza: lo ha reso noto il suo ministero. «Su invito di Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, Wang Yi... si recherà in Russia per tenere il 18/o ciclo delle Consultazioni sino-russe sulla sicurezza strategica (Sscc) dal 18 al 21 settembre,» si legge in un comunicato pubblicato sul sito del ministero.
Ore 03:38 - Tensione altissima in Asia, 103 aerei cinesi intorno a Taiwan
Il ministero della Difesa di Taiwan ha reso noto di aver rilevato un record di 103 aerei militari cinesi intorno all’isola. Lo si legge in una nota.
Ore 06:08 - Russia-Ucraina, inizia l’esame della Corte internazionale di giustizia
Mosca e Kiev si affronteranno da oggi davanti alla Corte internazionale di giustizia (Cig) in un procedimento avviato dall’Ucraina, che accusa la Russia di aver falsamente utilizzato le accuse di genocidio per giustificare la sua invasione. I rappresentanti delle due nazioni in guerra presenteranno le loro argomentazioni ai giudici nel Palazzo della Pace dell’Aia, in una disputa sulla legittimità della massima Corte dell’Onu di ordinare la fine dell’operazione militare russa in Ucraina. Il 26 febbraio 2022 Kiev si è rivolta alla Corte, negando «categoricamente» le accuse di genocidio.
Ore 06:11 - Wall Street Journal: ecco come Kiev cerca di finanziare la guerra
Il governo dell’Ucraina sta ricorrendo a una serie di misure ed espedienti per tentare di finanziare la guerra contro le forze di invasione russe. Lo scrive il quotidiano Wall Street Journal, ricordando che il prossimo anno il deficit dello Stato ucraino ammonterà secondo le stime attuali a ben 40 miliardi di dollari, e che Kiev pianifica un ulteriore incremento del 50 per cento della spesa militare. Alcune delle misure intraprese da Kiev per raccogliere fondi «sono lineari», scrive il quotidiano, che menziona ad esempio «la vendita di obbligazioni di guerra a individui e aziende, le campagne di pressione per ottenere ulteriori aiuti internazionali e la ristrutturazione dei debiti esistenti». Altre iniziative, invece, sono «intricate», come «la tassazione degli intermediari finanziari che beneficiano dei capitali russi congelati, come Euroclear, o l’utilizzo di complesse strutture tese a raccogliere denaro da investitori obbligazionari internazionali». Questa settimana la società di intermediazione finanziaria Icu, con sede a Kiev, lancerà in collaborazione col governo ucraino un programma di vendita remota di obbligazioni sovrane a individui all’estero, specie in Europa Orientale. Tuttavia - evidenzia il «Wall Street Journal - i proventi di operazioni come questa non sono che una goccia nell’oceano delle esigenze finanziarie del Paese aggredito. Kiev spera nell’ammissione all’Unione europea, che porterebbe in eredità al Paese centinaia di miliardi di euro di sussidi e finanziamenti infrastrutturali.
Ore 06:15 - Esplosioni a Khmelnytskyi, nell’Ucraina orientale
Esplosioni sono state udite questa mattina nella regione di Khmelnytskyi, nell’Ucraina occidentale: lo riporta l’emittente statale Suspilne.
Ore 07:27 - Kiev: «Nella notte massiccio attacco russo su Odessa»
Questa notte le forze russe hanno lanciato «un massiccio attacco» contro le infrastrutture civili della regione ucraina di Odessa. Lo ha affermato lo Stato Maggiore di Kiev in un aggiornamento su Facebook. «Dall’inizio di oggi, gli occupanti russi hanno lanciato un massiccio attacco missilistico-aereo utilizzando missili da crociera e droni contro le infrastrutture civili di Odessa. Le informazioni sulle conseguenze di questo attacco terroristico sono attualmente in fase di chiarimento», ha scritto lo Stato Maggiore.
Ore 07:55 - «Due morti per i raid russi a Kherson»
Due persone sono morte a seguito degli attacchi russi lanciati sulla regione ucraina di Kherson nella notte. Lo ha affermato il governatore dell’oblast, Oleksandr Prokudin, in un messaggio su Telegram citato da Ukrinform. «A seguito di un attacco a Kherson, un uomo di 72 anni è morto. Un altro è rimasto ferito, è stato soccorso sul posto», si legge nel messaggio. «A Kizomys è stata colpita una casa privata. Un’anziana è morta sul colpo, mentre un uomo di 60 anni è stato portato in ospedale in condizioni moderate. Anche Olhivka è stata sotto tiro. Qui, è rimasta ferita una donna di 63 anni».
Ore 08:16 - Zelensky: «Controffensiva lenta ma non daremo tregua a Putin»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ammesso che i progressi della controffensiva di Kiev sono stati lenti e che «la situazione è difficile», ma è necessario andare avanti e «non dare tregua a Putin». «Abbiamo l’iniziativa. Questo è un vantaggio», ha detto Zelensky in un’intervista a Cbs News. «Abbiamo fermato l’offensiva russa e siamo passati alla controffensiva. E nonostante ciò, non è molto veloce», ha aggiunto. «Dobbiamo liberare il nostro territorio il più possibile e andare avanti, anche se si tratta di meno di mezzo miglio o cento iarde, dobbiamo farlo», ha continuato.
Commentando gli attacchi di droni sulla Russia, Zelensky ha sottolineato che Kiev «usa le armi dei partner solo sul territorio dell’Ucraina», ma «la Russia deve sapere che qualunque sia il luogo utilizzato per lanciare missili per colpire l’Ucraina, l’Ucraina ha tutto il diritto morale di attaccare quei luoghi».
Ore 08:43 - Kiev: nella notte abbattuti 18 droni e 17 missili russi
Le forze di difesa ucraine hanno abbattuto 18 droni e 17 missili lanciati dalle forze russe sull’Ucraina stanotte. Lo ha affermato l’Aeronautica di Kiev in un aggiornamento su Telegram.
Ore 08:57 - Zelensky: «Putin? La società russa ha creato un altro Hitler»
«Se i russi raggiungono la Polonia, cosa succederà dopo? La terza guerra mondiale?». Lo ha chiesto retoricamente Zelensky nel programma 60 Minutes della televisione americana Cbs, invitando a riflettere su cosa accadrà al mondo tra 10 anni se l’Ucraina perdesse. «La società russa ha perso il rispetto del mondo. Lo ha eletto e rieletto creando un secondo Hitler - ha detto il presidente ucraino riferendosi a Putin - Lo ha fatto. Non possiamo tornare al passato. Ma possiamo fermarci qui».
Ore 09:25 - Kiev: «In 7 giorni riconquistati 7 km quadrati a est e sud»
Negli ultimi sette giorni le forze di Kiev hanno riconquistato due chilometri quadrati a est e oltre cinque a sud. Lo afferma la viceministra della Difesa, Hanna Malyar, in un aggiornamento su Telegram in cui ha ribadito che le forze ucraine hanno liberato dall’occupazione russa i villaggi di Andriivka e Klishchiivka sul fronte di Bakhmut. «Durante la settimana sono stati liberati 2 km quadrati in direzione Bakhmut», ha detto Malyar aggiungendo che dall’inizio della controffensiva sono stati liberati 51 chilometri quadrati vicino a Bakhmut. «In una settimana, le forze di difesa del sud hanno liberato 5,2 km quadrati di territorio» e «dall’inizio dell’offensiva la cifra totale è di 261,7 chilometri quadrati». «Durante la settimana sono stati liberati 2 km quadrati in direzione Bakhmut», ha detto Malyar aggiungendo che dall’inizio della controffensiva sono stati liberati 51 chilometri quadrati vicino a Bakhmut. «In una settimana, le forze di difesa del sud hanno liberato 5,2 km quadrati di territorio» e «dall’inizio dell’offensiva la cifra totale è di 261,7 chilometri quadrati».
Ore 09:54 - Intelligence Kiev: «Taglio collegamento Russia-Crimea prima dell’inverno»
L’esercito ucraino intende tagliare il corridoio terrestre di collegamento della Russia con la penisola di Crimea prima dell’inverno. Lo sostiene il capo dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, Kyrylo Budanov, in un’intervista all’Economist rilanciata da Ukrinform. Secondo Budanov, la prima linea di difesa sulla direzione meridionale a Zaporizhzhia è già stata sfondata in alcuni punti, il che significherebbe che l’operazione per interrompere i collegamenti terrestri tra Russia e Crimea potrebbe essere completata prima che arrivi l’inverno, afferma sempre il capo dell’intelligence. Budanov sostiene inoltre che Mosca abbia già schierato anche le riserve che avrebbero dovuto entrare in gioco non prima di ottobre. «Contrariamente a quanto afferma la Federazione Russa, non dispone assolutamente di alcuna riserva strategica», ha affermato.
Ore 09:58 - Kiev: «Questa notte numero di aerei russi senza precedenti»
Mosca ha schierato una quantità senza precedenti di jet in un attacco notturno contro l’Ucraina. Lo denuncia il portavoce dell’aeronautica militare ucraina Yuri Ignat, come riporta Ukrainska Pravda. «C’è stata una quantità senza precedenti di aerei: diverse dozzine di aerei. Erano atipicamente nello spazio aereo di notte. Si trattava di droni e aerei tattici».
Ore 10:01 - Isw: le voci su Kadyrov influenzano la stabilità di Putin
«Le preoccupazioni per la salute del capo della Repubblica cecena Ramzan Kadyrov nello spazio informativo russo evidenziano la dipendenza del presidente russo Vladimir Putin da Kadyrov per la stabilità in Cecenia». Lo scrive il think tank statunitense Isw (Istituto per lo studio della guerra), commentando le voci in merito alle condizioni di salute del leader ceceno. «Secondo quanto riferito, la direzione principale dell’intelligence ucraina (Gur) ha confermato che Kadyrov era in coma il 15 settembre, suscitando voci sulla sua cattiva salute tra i blogger russi e fonti interne. Kadyrov ha smentito le voci sulla sua salute in un video pubblicato il 17 settembre», è la ricostruzione di Isw. «La destabilizzazione del governo di Kadyrov in Cecenia sarebbe un duro colpo per il regime di Putin, in parte a causa dell’importanza centrale che ha avuto il ripristino della stabilità in Cecenia attraverso una guerra brutale e sanguinosa per la iniziale popolarità di Putin in Russia», scrive ancora il think tank. «Kadyrov e altri funzionari russi potrebbero essere preoccupati che le continue voci sulla sua salute possano influenzare la stabilità a lungo termine del suo controllo - e per estensione di Putin - sulla Cecenia».
Ore 10:05 - Kiev farà causa a Polonia, Ungheria e Slovacchia sul grano
In un'intervista a Politico, il ministro del Commercio ucraino Taras Kachka ha fatto sapere che l'Ucraina farà causa a Polonia, Ungheria e Slovacchia per il divieto all’import del grano. «Penso che il mondo intero dovrebbe vedere come si comportano gli Stati membri dell'Ue nei confronti dei loro partner commerciali e della loro Unione, perché ciò può influenzare anche altri Stati», ha spiegato Kachka. «È importante dimostrare che queste azioni sono giuridicamente sbagliate. Ed è per questo che inizieremo le azioni legali».
«Credo sia un errore, nonché incompatibile con il diritto Ue, che alcuni Stati membri decidano misure unilaterali» restrittive delle importazioni di derrate agricole ucraine. Lo ha detto il ministro spagnolo Luis Planas, che detiene la presidenza di turno Ue, arrivando a Bruxelles al Consiglio Ue Agricoltura, a proposito dei divieti decisi da Polonia, Ungheria e Slovacchia. «La Commissione venerdì ha constatato la normalizzazione delle esportazioni e ha annunciato che non prolungherà le restrizioni e che l'Ucraina si è impegnata a introdurre se necessario misure per evitare effetti indesiderati. Ma alcuni Stati membri hanno annunciato misure a partire da oggi, che mio avviso sono incompatibili con il diritto Ue», ha affermato Planas.
Ore 10:27 - Cina: «Wang a Mosca per approfondire la sicurezza strategica»
La visita del ministro degli Esteri cinese Wang Yi in Russia, da oggi a giovedì 21 settembre, vuole «promuovere le relazioni bilaterali e approfondire il dialogo nella sicurezza strategica». Parlando nel briefing quotidiano, la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ningha ha detto che Pechino e Mosca «mantengono stretti contatti su questioni di reciproco interesse e la visita di Wang Yi è un evento di routine, pianificato nel quadro dell'attuazione del meccanismo di consultazioni su questioni di sicurezza strategica tra i due Paesi».
Ore 10:31 - Media: bloccate auto russe verso i Paesi Ue confinanti
Il quotidiano economico russo Vedomosti scrive che «tutti i paesi dell'Ue confinanti con la Russia hanno imposto il divieto di entrata alle automobili con targhe russe», alla luce di un aggiornamento sulle sanzioni contro Mosca pubblicato l'8 settembre dalla Commissione Ue. Il 12 settembre scorso lo stesso tipo di restrizione era entrato in vigore il Lettonia e Lituania e il 13 settembre in Estonia, il 15 in Finlandia e, dalla mezzanotte del 17 settembre, anche la Polonia. Al momento non hanno introdotto questo tipo di restrizioni i paesi meridionali dell'Ue come la Bulgaria e la Grecia, che possono essere raggiunte attraverso la Georgia e la Turchia. Lo stesso riguarda la Norvegia, le cui autorità hanno tuttavia dichiarato di «tenere in considerazione» le dichiarazioni della Commissione europea.
Ore 10:42 - La bandiera ucraina sventola ad Andriivka
L'esercito ucraino ha issato la bandiera nazionale sul villaggio di Andriivka nella regione di Donetsk, liberata nei giorni scorsi. Lo riferisce Rbc-Ucraina riportando le affermazioni della terza brigata d'assalto separata.
Ore 10:51 - Onu: la situazione dei diritti in Russia è «notevolmente peggiorata»
La situazione dei diritti umani in Russia è «notevolmente peggiorata» da quando Mosca ha invaso l'Ucraina lo scorso anno. Lo denuncia la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti nel Paese, Mariana Katzarova, nel suo primo rapporto sul tema. L'esperta Onu ha rilevato una «repressione sistematica» della società civile. «La situazione dei diritti umani nella Federazione Russa è notevolmente peggiorata dopo l'invasione dell'Ucraina nel febbraio 2022», ha affermato.
Ore 10:58 - Chi eredita l’impero africano del Gruppo Wagner
(Di Federico Rampini) Chi erediterà «l’impero africano» di Yevgeny Prigozhin, chi assumerà il comando dei mercenari del Gruppo Wagner in quel continente, e anche il tesoro economico che hanno accumulato? È presto per dirlo ma una squadra di reporter del New York Times ha messo insieme una robusta inchiesta su questo tema. I primi segnali di manovre per rilevare il Gruppo Wagner sono ben visibili: c’è già stata una visita ufficiale di alti esponenti delle forze armate russe in alcuni paesi africani dov’è presente il Gruppo Wagner, con lo scopo di rassicurare i regimi locali (per lo più dittatori militari) sulla continuità della presenza di Mosca.
Ore 11:04 - Kiev licenzia tutti i viceministri della Difesa
Il Consiglio dei ministri ucraino ha licenziato tutti i sei viceministri della Difesa. Lo riferisce il rappresentante del consiglio dei ministri Taras Melnychuk alla Verkhovna Rada, il Parlamento di Kiev. Lo riporta l'agenzia Unian. Volodymyr Gavrilov, Rostyslav Zamlynskyi, Hanna Malyar, Denis Sharapov, Andrii Shevchenko e Vitaliy Deinegu sono stati rimossi dalle posizioni di viceministri. Il governo ha inoltre licenziato anche il segretario di Stato del ministero della Difesa ucraino Kostyantyn Vashchenko. La decisione fa seguito alle dimissioni dell'ex ministro della Difesa Oleksii Reznikov.
Ore 11:19 - Il Cremlino dice di non avere informazioni sulla salute di Kadyrov
Interpellato lunedì sulla salute del leader ceceno Ramzan Kadyrov, il Cremlino ha fatto sapere di "non avere informazioni" sul suo conto. Lo fa sapere il portavoce Peskov: «Non abbiamo alcuna informazione al riguardo. In ogni caso, l'amministrazione presidenziale difficilmente può rilasciare certificati sanitari, quindi non abbiamo nulla da dirvi a riguardo». Rispondendo alla domanda sulla possibile presenza di Kadyrov a Mosca ieri e su un eventuale incontro con il presidente Putin, Peskov si è limitato a dire che «non ci sono stati incontri».
Kadyrov, che secondo fonti dell’intelligence ucraina sarebbe in coma, è riapparso in video, anche se non è chiaro quando e dove sia stato girato il filmato.
Ore 12:07 - Fine guerra, Zelensky all’Onu proporrà le sue condizioni
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiederà nel suo intervento all’Onu e nell’incontro con il presidente Usa Joe Biden «una giusta fine» della guerra e sosterrà che «l’aiuto all’Ucraina è un investimento nella stabilità, nelle regole globali e nel ripristino del diritto internazionale».
Lo afferma il consigliere capo dell’ufficio presidenziale Mykhailo Podolyak in un’intervista alla Cnn. Zelensky sottolineerà, ha aggiunto Podolyak, anche che la fine della guerra può essere accelerata «se ci sarà una quantità sufficiente di armi per l’Ucraina».
Ore 12:13 - Il Ministro degli Esteri cinese è in Russia
Wang Yi in Russia. Dopo l’accoglienza riservata dal presidente russo Vladimir Putin al leader nordcoreano Kim Jong-un, il capo della diplomazia cinese arriva nella Federazione russa, a seguito dell’incontro che ha avuto a Malta con il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan.
Washington e Pechino vogliono ulteriori colloqui nei prossimi mesi, hanno confermato dalla Casa Bianca dopo l’incontro tra Wang e Sullivan, un colloquio incentrato su questioni cruciali nelle relazioni bilaterali Usa-Cina, compresa l’invasione russa dell’Ucraina.
Il ministro aveva incontrato qualche giorno fa anche l’inviato della Santa Sede Matteo Zuppi.
Ore 12:48 - Il Papa ha ricevuto il nuovo ambasciatore russo Soltanovsky
Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in Udienza Ivan Soltanovsky, ambasciatore della Federazione russa presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere credenziali. Lo fa sapere la Sala Stampa vaticana.
Ore 12:50 - Le cifre sui minori deportati in Russia, dal 2014 sono un milione
(Di Monica Ricci Sargentini) Mosca ammette che «700mila bambini hanno trovato rifugio» nel Paese per l’ong Save Ukraine la cifra è ancora più alta. Le trattative per farli tornare a casa.
La riconsegna a Kiev dei bambini ucraini rapiti nel corso della guerra scatenata dalla Russia è una delle condizioni sine qua non per l’inizio di un percorso di pace. Ma quanti sono i minori costretti a entrare in un sistema progettato per trasformarli in russi? Le Nazioni Unite parlando di almeno 19,546 piccoli ucraini finiti nelle strutture di rieducazione russe dal 24 febbraio 2022, data dell’inizio dell’invasione, dove vengono educati a dimenticare le loro origini.
Il segretario di Stato Usa Anthony Blinken, in un comunicato dello scorso luglio, sostiene: «Stime provenienti da diverse fonti, compreso il governo russo, indicano che le autorità russe hanno interrogato, detenuto e deportato con la forza tra 900.000 e 1,6 milioni di cittadini ucraini, inclusi 260.000 bambini». Ma dal 2014, anno dell’annessione della Crimea, sarebbero più di un milione i minori trasferiti a forza, secondo quanto ha denunciato Mykola Kuleba, capo esecutivo dell’ong Save Ukraine: «Oggi molti di loro combattono contro la loro madrepatria» ha detto durante un’audizione alle Nazioni Unite.
Ore 12:56 - Mosca chiede alla corte dell’Aia di respingere la causa di Kiev
La Russia ha chiesto alla più alta corte delle Nazioni Unite dell’Aia di respingere la causa presentata dall’Ucraina come «abuso di processo». Il capo del team legale di Mosca presso la Corte internazionale di giustizia, Gennady Kuzmin, ha detto alla giuria di 16 giudici che il caso dell’Ucraina «è irrimediabilmente difettoso e in contrasto con la giurisprudenza di lunga data di questa corte». Ha inoltre aggiunto che la richiesta dell’Ucraina è «un manifesto disprezzo della corretta amministrazione della giustizia e costituisce un abuso di processo».
Ore 13:12 - Bulgaria disinnesca drone esplosivo su sponda Mar Nero
Una squadra della marina bulgara ha disinnescato un drone esplosivo, il primo mai trovato sul suo territorio, dopo che era apparso in una città del Mar Nero, lo annuncia il ministero della Difesa.
Una squadra di specialisti militari è stata inviata nella città costiera di Tyulenov dopo che ieri un albergatore ha riferito che un grosso oggetto simile a un drone sembrava essere bloccato sugli scogli. «Al momento dell’ispezione, è stato trovato un proiettile di mortaio da 82 mm attaccato ai resti di un drone», ha dichiarato il ministero in un comunicato. «Poiché lo stato del mortaio non permetteva di spostarlo, la squadra lo ha disinnescato con un’esplosione controllata sul posto».
Ore 13:19 - Sottomarino russo colpito a Sebastopoli da missili ucraini: le presunte foto dei danni
(di Guido Olimpio) Una «ferita» sul lato dello scafo e un'altra sulla prua. Sono trapelate le presunte foto del sottomarino Kilo russo colpito nel recente raid sui cantieri di Sebastopoli. L'unità è stata colpita insieme ad una nave d'assalto anfibio.
Secondo gli esperti gli ucraini avrebbero usato missili cruise occidentali (Shadow Storm o la versione francese Scalp) lanciati da aerei. In questi giorni molte le ipotesi sulle possibilità da parte di Mosca di recuperare i mezzi colpiti. L'attacco della resistenza ha dimostrato due cose: la capacità di Kiev di raggiungere bersagli a lungo raggio in installazione - in teoria - protette; la sfida continua alla supremazia strategica di Mosca in Mar Nero.
Fonti di intelligence si attendono nuove azioni di questo tipo, specie in Crimea. Nelle scorse ore gli invasori hanno preso di mira la base aerea di Starokostiantyniv, nella regione di Khmelnytskyi, sede della 7ma brigata tattica dell’aviazione: da qui partono i Sukhoi 24, armati di missili, per condurre le incursioni.
Ore 13:55 - Mosca: «Bombardati depositi di munizioni all’uranio impoverito»
Le forze armate russe hanno compiuto la scorsa notte una serie di attacchi con missili e droni su «depositi di munizioni all’uranio impoverito e di missili da crociera Storm Shadow» in Ucraina. Lo ha detto il ministro della Difesa di Mosca citato dalle agenzie russe. Il ministero ha aggiunto che attacchi sono stati compiuti anche contro centri per «la ricognizione radiotecnica e per l’addestramento di gruppi di sabotatori». Ma non fornisce dettagli su dove si trovassero questi bersagli.
Ore 14:10 - Amb. russo in Vaticano: il Papa vuole continuare la missione di pace
Papa Francesco «ha espresso interesse a continuare la missione di pace» per l’Ucraina incontrando oggi il nuovo ambasciatore russo in Vaticano, Ivan Soltanovsky, per la consegna delle credenziali. Lo scrive l’agenzia russa Ria Novosti. L’ambasciatore ha aggiunto di avere discusso della situazione in Ucraina con il segretario di Stato il cardinale Pietro Parolin. Venerdì il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov aveva detto che «presto» l’inviato del Papa per la missione di pace, il cardinale Matteo Zuppi, sarebbe tornato per una seconda visita a Mosca.
Ore 14:40 - Esplosioni nel Donetsk vicino a un edificio amministrativo
Alcune esplosioni sono avvenute poco fa nel centro di Donetsk vicino a un edificio amministrativo del governo della autoproclamata Repubblica popolare. Lo riferisce il corrispondente dell’agenzia Ria Novosti, secondo il quale almeno un’esplosione è avvenuta nello stesso edificio.
Ore 14:41 - Possibile Consiglio Affari Esteri Ue a Kiev»
«Il prossimo Consiglio Affari Esteri dell’Ue si terrà con ogni probabilità a Kiev». Lo fanno sapere all’Ansa diverse fonti. I 27 ministri europei si ritroveranno nella capitale ucraina «al principio di ottobre». L’intenzione, precisano le fonti, è quella di procedere nel percorso di «integrazione politica», mostrare il sostegno dell’Ue in una fase critica per l’Ucraina, in difficoltà sul fronte della controffensiva, e fare il punto su alcuni dossier critici, come l’aumento degli aiuti militari e un’ulteriore stretta delle sanzioni, in particolare sulla loro elusione da parte della Russia, specie nel settore dell’high-tech.
Ore 15:25 - Kuleba: «La Russia è una minaccia per tutti»
«La minaccia della Russia di Putin è rivolta verso tutti, non soltanto all'Ucraina. Indipendentemente dalla distanza geografica perché l'arsenale da guerra ibrido include interferenze elettorali, hackeraggio, tangenti, ricatto, sabotaggio, golpe, assassinio e altri strumenti. Dobbiamo sconfiggere la Russia adesso che è debole». Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.
Ore 15:31 - Filorussi confermano: «Tre razzi ucraini contro palazzo amministrativo nel Donetsk»
Il palazzo dell'amministrazione della Repubblica di Donetsk, nel centro dell'omonima città, è stato preso di mira nel primo pomeriggio dal lancio di tre razzi ucraini.
Lo riferisce Denis Pushilin, capo dell'autoproclamata repubblica, citato dall'agenzia Ria Novosti. Secondo il corrispondente sul posto dell'agenzia un razzo ha colpito il tetto. Ma Pushilin ha detto che non si registrano morti o feriti.
Ore 15:41 - Kiev: «Attacco russo su Avdiivka liberata e Toretsk, 2 morti»
Mosca ha bombardato stamattina il villaggio di Avdiivka, appena liberato dalle forze ucraine, e la periferia di Toretsk, nel Donetsk. Due persone risulterebbero morte e un'altra ferita. Lo riferisce RBC-Ucraina citando la Procura generale. Ad Avdiivka una donna è stata uccisa nel cortile di casa.
Ore 15:51 - Putin: «L'inflazione è un problema, fermare la caduta del rublo»
Vladimir Putin ha chiesto al governo russo di «adottare misure tempestive» per frenare l'indebolimento del rublo, una delle cause principali del «problema» rappresentato dalla «accelerazione dell'inflazione». Lo riporta la Tass. «Ovviamente, uno dei problemi principali è ora legato all'accelerazione dell'inflazione, con l'indebolimento del rublo che è chiaramente il fattore chiave», ha affermato Putin in una riunione per definire il bilancio russo per i prossimi tre anni.
Il presidente russo si dice però ottimista sullo stato di salute dell'economia russa, perché la fase di ripresa sarebbe, a suo dire, «completa» e avrebbe raggiunto il livello del 2021. «Abbiamo resistito a pressioni esterne assolutamente senza precedenti, all'assalto di sanzioni da parte di alcune élite dominanti nel cosiddetto blocco occidentale, di diverse élite dominanti in paesi separati che noi definiamo ostili», ha dichiarato il presidente russo riferendosi alle sanzioni imposte a Mosca.
Ore 16:14 - Arrestati due uomini in Russia, progettavano attacco a Rostov
Le forze di sicurezza di Mosca hanno annunciato di aver arrestato due uomini della Legione Libertà della Russia, i partigiani russi che combattono al fianco di Kiev, accusati di progettare un attentato a un edificio amministrativo a Rostov. Lo riporta l'agenzia Tass. Citando l'Fsb (i servizi segreti russi), la Tass scrive che «durante una perquisizione sono state trovate quattro cocktail molotov, moduli compilati di contratti per il servizio nelle forze armate dell'Ucraina, oltre a questionari e dichiarazioni scritte a mano con una posizione anti-russa».
Ore 16:18 - Il punto militare | Le «voci» delle spie: guerra ancora lunga, i russi non vanno sottovalutati, ma Kiev ha obiettivi «precisi»
(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I capi dello spionaggio parlano poco. O meglio, una volta parlavano poco. Oggi sono parte della comunicazione: agiscono tra le ombre ma si espongono come politici. Perché è necessario alla «causa». Lo evidenziano bene due interviste, una del direttore uscente dell’intelligence estone, l’altra del numero uno di quella «militare» ucraina.
Il colonnello estone Margo Grosberg ha raccontato molto a The Insider, soffermando sul passato recente e sul futuro della crisi. Il suo servizio ha capito fin dalla primavera del 2021 che i russi stavano preparando l’invasione, una certezza acquisita studiando movimenti inusuali di truppe. Poi a settembre 2021 l’allarme è cresciuto quando la 41esima Armata non è rientrata nelle caserme ed è rimasta nelle zone occidentali, con il piede pronto all’assalto. Gli agenti hanno raccolto infine dettagli accurati sulla mobilitazione della 76esima divisione aerotrasportata nella base di Pskov: oltre un migliaio di uomini era pronto ad imbarcarsi sugli Ilyushin 76 per occupare Hostomel, punto d’appoggio in vista della «marcia» su Kiev.
Ore 16:37 - Kiev: «Rotta linea difensiva russa in direzione Bakhmut»
«Grazie al successo delle nostre truppe, la linea difensiva del nemico è stata spezzata» in direzione di Bakhmut. I russi hanno «cercato di chiuderla gettando nella battaglia tutte le riserve disponibili». Lo riferisce il comandante delle forze di terra ucraine Alexander Syrsky, citato dal canale Telegram Military Media Center, aggiungendo che le forze armate russe hanno perso alcune delle unità migliori nelle battaglie in quell'area e che la situazione sul fronte orientale resta difficile. Secondo il comandante, «Mosca non abbandona i tentativi di riconquistare posizioni perdute» verso Kupiansk e Lyman.
Ore 17:11 - Mosca protesta con Parigi per azioni «russofobe» contro reporter
L'ambasciatore francese in Russia, Pierre Levy, è stato convocato oggi al ministero degli Esteri dove gli è stata notificata una protesta per l'esclusione dei giornalisti russi dalla conferenza stampa del presidente Emmanuel Macron prima del vertice del G20 a New Delhi. «Una forte protesta è stata espressa in relazione alle azioni discriminatorie e apertamente russofobiche delle autorità francesi» nei confronti di alcuni giornalisti russi, si legge in una nota del ministero degli Esteri.
Ore 17:43 - Pechino: «La cooperazione con la Russia non è contro nessuno»
Cina e Russia intendono portare avanti una politica estera indipendente e la loro cooperazione «non è diretta contro nessuno». Lo ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi incontrando a Mosca il suo omologo russo Serghei Lavrov. Lo riferisce la Tass.
Ore 18:29 - Filorussi: «Il colonnello Kondrashkin ucciso in Ucraina»
Il colonnello dell’esercito russo Andrey Kondrashkin (nome di battaglia Dunay), è stato ucciso in Ucraina. Lo sostiene Alexander Khodakovsky, vicecomandante della Guardia nazionale della Repubblica popolare di Donetsk, citato da alcuni media russi come Meduza e Moscow Times. Kondrashkin comandava la 31/ma brigata d’assalto aereo, un’unità d’élite di Mosca che aveva preso parte a tutte le battaglie più importanti a partire da quella dell’aeroporto di Hostomel, vicino a Kiev. Secondo il giornalista ucraino Yurii Butusov, l’unità si trova ora vicino a Bakhmut. Kondrashkin è stato incaricato di respingere gli attacchi della terza Brigata d’assalto ucraina nei pressi del villaggio di Andriivka. Butusov afferma che le Forze armate ucraine sono riuscite ad entrare nel villaggio attraverso il settore di difesa di Kondrashkin.
Ore 18:40 - Zelensky terrà bilaterale con Lula mercoledì a New York
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accettato la proposta dell’omologo brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva di un bilaterale a New York, a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, fissato per mercoledì prossimo. Lo riporta il quotidiano O Globo. Si tratterà del primo faccia a faccia tra Lula e Zelensky, dopo che lo scorso maggio era saltato l’incontro a margine del G7 in Giappone.
Ore 19:09 - Causa legale dell’Ucraina presso il Wto contro Polonia, Slovacchia e Ungheria
L’Ucraina ha avviato una causa legale presso l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) contro Polonia, Slovacchia e Ungheria, per il loro rifiuto ad abbandonare il divieto di importazioni di grano ucraino. Lo ha annunciato il ministero ucraino dell’Economia. «In base all’Accordo sulle regole e le procedure per la risoluzione delle controversie dell’Accordo sull’istituzione dell’Organizzazione mondiale del commercio, l’Ucraina ha presentato richiesta di tenere consultazioni con Slovacchia, Polonia e Ungheria nell’ambito del Wto», ha riferito il ministero.
Ore 19:47 - Russia, soldatessa incinta condannata a 6 anni per diserzione
Una soldatessa russa incinta, già madre di un bimbo di 5 anni, è stata condannata a sei anni di carcere con l’accusa di diserzione per non essersi presentata all’ufficio di leva al momento della mobilitazione parziale dello scorso settembre. Il caso, riportato dal quotidiano russo Kommersant, è il primo di una donna accusata di questo reato. Comparsa davanti al tribunale militare di Vladikavkaz, la caporale Madina Kabaloyeva ha spiegato che il servizio medico della sua unità aveva raccomandato l’aspettattiva durante la gravidanza e quindi riteneva che il comando ne fosse informato. Ma la procura militare ha risposto che la donna ha continuato a percepire le indennità militari e non si è dimessa. Dato la sua condizione di madre, l’esecuzione della condanna della soldatessa è stata rinviata al 2032. I legali della donna hanno annunciato un ricorso in appello.
Ore 19:48 - La Lituania risponde alle critiche sui respingimenti alla frontiera: «L’Onu stabilisce chi entra nel nostro Paese»
«Le migrazioni possono essere solamente legali. Né il regime di Lukashenko, né altri trafficanti di esseri umani saranno autorizzati a decidere chi può venire in Lituania o, attraverso la Lituania, approdare ad altri paesi dell’Unione europea». Lo ha scritto oggi sul suo profilo Facebook il Presidente della Commissione difesa del Parlamento lituano (Seimas), Laurynas Kasciunas, in risposta alle critiche dalla nuova rappresentante dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati per gli Stati nordici e baltici, Annika Sandlund, ai respingimenti attuati dalla Lituania alla frontiera con la Bielorussia. «Il modello proposto dalle Nazioni Unite, ossia far entrare chiunque arrivi ai confini, non sarà applicato in Lituania. Sarebbe un regalo sia al regime di Lukashenko che a quello di Putin», ha sottolineato Kasciunas. «Questo modello - ha aggiunto ancora il politico lituano - che causa migrazioni di massa incontrollate, problemi sociali, incoraggia i trafficanti di esseri umani e causa malcontento nelle società occidentali». La Lituania, che da due anni sta affrontando crescenti ondate di migrazione clandestina in arrivo dalla Bielorussia, ha legalizzato la scorsa primavera i respingimenti dei migranti alla frontiera.
Ore 19:53 - Polonia: «Nessuna marcia indietro dopo il ricorso di Kiev al Wto»
«Il ricorso dell’Ucraina al Wto non ci impressiona. Non abbiamo intenzione di fare marcia indietro rispetto all’embargo che abbiamo imposto a causa di questa denuncia». Così il portavoce del governo polacco, Piotr Muller, commentando la decisione di Kiev di fare causa presso la World Trade Organisation (Wto) contro Polonia, Slovacchia e Ungheria per il divieto sulle importazioni di grano ucraino.
Ore 21:59 - Zelensky arrivato a New York per l’Assemblea dell’Onu
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky è arrivato a New York per partecipare all’Assemblea Generale dell’Onu. Zelensky dopo New York andrà a Washington, dove sarà ricevuto da Joe Biden alla Casa Bianca.
Ore 03:04 - Media, esplosioni a Kryvyi Rih e Odessa
Esplosioni sono state udite nella notte a Kryvyi Rih, nella regione di Dnipropetrovsk, e Odessa, nell’omonima regione: lo riportano i media ucraini. In diverse regioni del Paese è stato dichiarato l’allarme aereo. L’Aeronautica militare segnala che droni kamikaze russi sono partiti nelle ultime ore da Primorsko-Akhtarsk, sul Mar d’Azov.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 19 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Zelensky all’Onu: «Mosca spinge il mondo alla guerra finale». Nyt: attacco nel Donetsk fu errore ucraino. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera martedì 19 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di martedì 19 settembre. Il ministro Usa Austin: «La controffensiva ucraina sta facendo progressi». Vladimir Putin sarà in Cina ad ottobre
• La vice premier ucraina: «Faremo le riforme necessarie per entrare nell'Ue»
• Kiev: «Spezzata la linea difensiva russa in direzione Bakhmut»
• Le «voci» delle spie: guerra ancora lunga, i russi non vanno sottovalutati, ma Kiev ha obiettivi «precisi» | Il punto militare
• Le cifre sui minori deportati in Russia: dal 2014 sono un milione
Ore 03:04 - Media, esplosioni a Kryvyi Rih e Odessa
Esplosioni sono state udite nella notte a Kryvyi Rih, nella regione di Dnipropetrovsk, e Odessa, nell’omonima regione: lo riportano i media ucraini. In diverse regioni del Paese è stato dichiarato l’allarme aereo. L’Aeronautica militare segnala che droni kamikaze russi sono partiti nelle ultime ore da Primorsko-Akhtarsk, sul Mar d’Azov.
Ore 04:02 - Zelensky visita soldati Kiev ricoverati a New York
Il Volodymyr Zelensky ha visitato i soldati ucraini feriti ricoverati a New York, allo Staten Island University Hospital. Il presidente ucraino li ha ringraziati e li ha lodati, concludendo il suo breve intervento con «Gloria all’Ucraina». Da marzo almeno 18 soldati ucraini hanno ricevuto assistenza medica nella struttura di Staten Island. «Abbiamo l’obbligo di aiutare la situazione in Ucraina il più possibile», ha detto Michael Dowling, l’amministratore delegato di Northwell Health, a cui fa capo l’ospedale di Staten Island, accogliendo il presidente ucraino. Zelensky è a New York per l’Assemblea Generale dell’Onu, dopo la quale andrà a Washington, dove sarà ospite del presidente americano Joe Biden alla Casa Bianca.
Ore 04:43 - Leopoli: attacco con droni su Leopoli, avvertite esplosioni
Alcuni droni hanno attaccato nella notte la città di Leopoli, nell’Ucraina occidentale e sono state avvertite esplosioni. Il sindaco della città, Andriy Sadoviy, ha comunicato che un magazzino è stato incendiato e un uomo di 26 anni è rimasto ferito. Il ronzio delle prime ondate di droni è stato avvertito alle 03:30. Un cronista di France Presse ha sentito numerose esplosioni e movimenti di veicoli pesanti per le strade durante il coprifuoco notturno. Sadoviy ha confermato le esplosioni e ha scritto su Telegram che «nella nostra regione sono operative le difese aeree», invitando la popolazione a cercare riparo. Le forze aeree di Kiev hanno comunicato via Telegram che «la minaccia degli Shahed (droni di fabbricazione iraniana in dotazione alla Russia, ndr) rimane nella regione di Leopoli. Le difese aeree sono operative».
Ore 07:43 - Attacco con droni dei russi su Leopoli, 2 feriti
Almeno due persone sono rimaste ferite a seguito dell’attacco con droni sferrato dall’esercito russo contro un deposito industriale nella città ucraina di Leopoli, dove è divampato un incendio di vaste proporzioni. «Due persone, una donna e un uomo, sono stati trovati sotto le macerie. L’uomo versa in gravi condizioni», ha scritto sul suo account Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale di Leopoli, Maksim Kozitski.
Ore 07:17 - Kiev abbatte dieci droni russi sulla regione di Mykolaiv
Le forze di difesa aerea ucraine hanno distrutto 10 droni Shahed lanciati dalla Russia nella regione di Mykolaiv, nel sud del Paese: lo ha reso noto il capo del Comando regionale di difesa aerea, Vitaliy Kim, come riporta Rbc-Ucraina. «Nella notte del 19 settembre, le forze e i mezzi di difesa aerea hanno distrutto 10 droni d’attacco Shahed-136/131 nella regione di Mykolaiv», ha dichiarato Kim.
Ore 07:31 - La Russia avvia i test su una cartuccia da cecchino ipersonica
La Russia ha iniziato a testare una cartuccia da cecchino ipersonica in grado di raggiungere in futuro una velocità di oltre 1.500 metri al secondo, ha detto a RIA Novosti Vladislav Lobaev, capo dello sviluppatore Lobaev Arms. «Lobaev Arms ha ripreso lo sviluppo e ha già iniziato a testare una cartuccia ipersonica condizionata. La società sta conducendo test di velocità e precisione», ha detto Lobaev. L’interlocutore dell’agenzia ha spiegato che la cartuccia è ancora chiamata «condizionatamente ipersonica», poiché oggi vola «sull’orlo» della velocità ipersonica.
Ore 06:01 - Terminato attacco droni su Leopoli, un ferito
Un attacco russo con droni è avvenuto nella notte a Leopoli. Al momento il bilancio è di due feriti: sono due persone estratte dalle macerie, di cui una in gravi condizioni. A causa dell’attacco, come riferisce Rbc Ucraina, è esploso un vasto incendio. Ad aggiornare sulla situazione è il sindaco di Lviv Andriy Sadovoy, sul proprio canale Telegram. Nella regione si sono sentiti suoni di esplosioni. Il capo dell’amministrazione militare regionale di Leopoli Maksym Kozytsky ha riferito che sono al lavoro i sistemi di difesa ucraini.
Ore 07:54 - Mosca: «Con Pechino sottolineata l'inutilità degli sforzi diplomatici se la Russia viene esclusa»
Lavrov, ministro degli Esteri russo, e il suo omologo cinese Wang Yi hanno sottolineato l'«inutilità» dei tentativi volti a risolvere il conflitto in Ucraina senza la partecipazione russa. A ricostruire in questi termini il colloquio di ieri tra i capi delle due diplomazie è la parte russa. «Le parti hanno discusso in dettaglio l'attuale situazione in Ucraina, sottolineando l'inutilità dei tentativi di risolvere la crisi senza tener conto degli interessi e soprattutto senza la partecipazione della Russia», ha dichiarato in un comunicato il ministero degli Esteri russo all'Interfax. Lavrov ha inoltre informato Wang dei risultati della visita in Russia del leader della Corea del Nord, Kim Jong Un, mentre il ministro cinese ha comunicato alla controparte l'esito dei colloqui con il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, durante lo scorso fine settimana a Malta. I due ministri hanno avuto uno scambio di «opinioni su possibili interazioni in sede Onu, anche per quanto riguarda la riforma del Consiglio di Sicurezza» e hanno sottolineato la necessità di approfondire il loro coordinamento sia nell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, sia nei Brics sia nel G20.
Ore 08:15 - La prima nave di grano lascia un porto ucraino dopo lo stop di Mosca
Una nave da carico che trasporta grano ha lasciato il porto ucraino di Chornomorsk sul Mar Nero per la prima volta dopo la sospensione dell'accordo decisa da Mosca il 17 luglio scorso. Lo riporta il Guardian. Il mese scorso l'Ucraina ha annunciato un «corridoio umanitario» nel Mar Nero per aggirare il blocco di fatto dopo che la Russia ha abbandonato l'accordo che consentiva a Kiev di esportare cereali.
Ore 08:43 - La vice premier ucraina: «Faremo le riforme per entrare nell'Ue»
«La presidenza spagnola dà priorità al percorso di accesso dell'Ucraina in Ue. Noi vogliamo vedere il prima possibile l'Ucraina nella famiglia europea». Lo ha detto il ministro per gli Affari europei spagnolo José Manuel Albares Bueno prima del Consiglio Affari Generali che si apre a Bruxelles. «Penso che al di là del sostegno militare, un netto messaggio di unità dall'Ue verso l'Ucraina rafforzi la nostra resilienza», ha spiegato la vice premier ucraina Olha Stefanishnyna nel corso della conferenza stampa congiunta con Bueno. «Faremo le riforme necessarie per permettere che l'Ucraina sia parte della famiglia europea», ha sottolineato.
Ore 08:52 - Biden spiega la sua ricandidatura alla presidenza Usa: «Conosco la mia età. Non mi piegherò ai dittatori»
Joe Biden, il presidente americano più anziano di sempre, ha detto di essere perfettamente consapevole della sua età avanzata, ma che intende candidarsi per una rielezione alla Casa Bianca nel 2024 perché Donald Trump vuole "distruggere" la democrazia americana. L'80enne presidente degli Stati uniti di solito evita di affrontare apertamente la questione della sua età, ma in occasione di una raccolta fondi ieri in un teatro di Broadway, a New York, ha affrontato l'argomento, spiegando che la sua esperienza lo ha aiutato ad affrontare crisi come quella dell'Ucraina e del Covid.
«Molte persone sembrano concentrate sulla mia età», ha detto Biden. «Ho capito, credetemi, lo so più di chiunque altro», ha precisato, secondo quanto riportato da Barron's. «Mi candido perché è in gioco la democrazia, perché nel 2024 la democrazia è di nuovo in ballo. E non ci sono dubbi: Donald Trump e i suoi repubblicani MAGA sono determinati a distruggere la democrazia americana».
Il presidente democratico, che avrebbe 86 anni alla fine del suo secondo mandato (se rieletto) ha aggiunto che non si "inchinerà" ai "dittatori" e ha accusato Trump - il cui slogan è Make America Great Again (MAGA) - di averlo fatto nei confronti del presidente russo Vladimir Putin. I sondaggi d'opinione mostrano che gli elettori americani sono preoccupati per l'età di Biden in vista di una probabile sfida l'anno prossimo contro Trump, battuto nel 2020.
Ore 09:16 - Erdogan: «Il conflitto durerà a lungo»
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è espresso sulla crisi ucraina, ritenendo che durerà a lungo. Lo ha sostenuto in un’intervista trasmessa al canale televisivo turco Pbs, aggiungendo di fidarsi della Russia quanto dell’Occidente. «Non ho motivo di non fidarmi di loro - ha spiegato - Per quanto affidabile sia l’Occidente, la Russia è altrettanto affidabile. Negli ultimi 50 anni siamo stati alle porte dell’Unione Europea». «La metà delle mie forniture di gas naturale provengono dalla Russia, il che significa la nostra solidarietà. Stiamo facendo passi avanti comuni, collaboriamo anche nel settore della difesa. Possiamo fare tutto questo insieme alla Russia», ha aggiunto il presidente turco, sottolineando che Ankara e i paesi membri dell’Ue hanno posizioni diverse nei confronti della Federazione Russa.
Ore 09:20 - Kiev: «Nella notte distrutti 27 droni sui 30 lanciati da Mosca»
La difesa aerea ucraina ha distrutto 27 droni Shahed-136/131 sui 30 lanciati dalle forze russe sul Paese durante la notte. Lo ha riferito l’Aeronautica militare dell’Ucraina su Telegram. «Nella notte del 19 settembre 2023, il nemico ha utilizzato i droni d’attacco Shahed-136/131 e un missile balistico Iskander-M. Un totale di 30 velivoli senza pilota sono stati lanciati da sud-est (Primorsko-Akhtarsk, Federazione Russa)» ha dichiarato l’Aeronautica di Kiev aggiungendo che «come risultato delle operazioni di combattimento, 27 Shahed sono stati distrutti dalla difesa aerea lungo il percorso nelle regioni meridionali, centrali e occidentali», mentre uno da ricognizione è stato neutralizzato nella direzione orientale.
Ore 09:27 - Nyt: «A mercato Kostiantynivka razzo ucraino per errore»
Non sarebbe stato un attacco russo ma un tragico errore. Secondo il New York Times, il missile arrivato sul mercato di Kostiantynivka il 6 settembre scorso, che ha ucciso almeno 17 persone e ferite oltre 30, non sarebbe stato lanciato dai russi. Il giornale pubblica una ricostruzione che dimostrerebbe come il razzo arrivasse da nord-ovest, quindi dalle zone controllate da Kiev, e non dal settore occupato dai russi. Potrebbe trattarsi di un missile antiaereo finito fuori rotta per un danno al momento del lancio o per un malfunzionamento del sistema di guida.
Le prove analizzate, «inclusi frammenti di missili, immagini satellitari, resoconti di testimoni e post sui social media, suggeriscono fortemente che l’attacco catastrofico sia stato il risultato di un missile di difesa aerea ucraino errante, lanciato da un sistema di lancio Buk» spiega il Nyt, «sembra che sia stato un tragico incidente».
Ore 09:52 - Morto un uomo nel raid russo su Leopoli
Un uomo è rimasto ucciso a seguito dell’attacco con droni delle forze russe su Leopoli, questa notte. Lo ha dichiarato su Telegram il sindaco della città dell’Ucraina occidentale Andriy Sadovoy. «Sotto le macerie è stato trovato il corpo di un uomo che lavorava in un magazzino» ha riferito Sadovoy.
Ore 10:15 - Conslutazioni Russia-Cina a Mosca su «sicurezza strategica»
Sono cominciate questa mattina nella capitale russa le consultazioni russo-cinesi sulla «sicurezza strategica». Le delegazioni dei due Paesi sono guidate dal segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale russo, Nikolai Patrushev, e dal ministro degli Esteri cinese, Wang Yi. Alle consultazioni, sottolinea l’agenzia Tass, prendono parte «rappresentanti di ministeri e di agenzie dei due Paesi». Si tratta della diciottesima tornata di trattative tra i due Paesi su questi argomenti. Wang Yi era arrivato ieri a Mosca e aveva incontrato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, dopo avere avuto lunghe consultazioni nel fine settimana a Malta con il consigliere per la sicurezza nazionale americano Jake Sullivan.
Ore 11:03 - Putin sarà a Pechino in ottobre
Il segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale russo, Nikolai Patrushev, ha confermato che in ottobre il presidente Vladimir Putin sarà a Pechino per consultazioni con il presidente cinese Xi Jinping. Lo riferisce la Tass. «In ottobre ci aspettiamo colloqui bilaterali dettagliati tra i presidenti Vladimir Putin e Xi Jinping come parte della partecipazione del capo di stato russo al forum One Belt, One Road», ha detto Patrushev incontrando a Mosca il ministro degli Esteri cinese Wang Yi.
Ore 11:41 - Musk su controffensiva: «Tanti morti per così poco». Rabbia di Kiev
Indignazione in Ucraina per un post di Elon Musk su X in cui sembra essere d’accordo con il messaggio dell’amico imprenditore David Sacks che ha criticato il sostegno degli Usa all’Ucraina citando David Pyne, della rivista The National Interest: «I successi territoriali dell’Ucraina grazie alla sua tanto decantata controffensiva sono così minuscoli da essere a malapena visibili su una mappa». In risposta Musk ha commentato: «Tanti morti per così poco». Lo riferisce il Kiyv Post.
Ore 11:53 - Intelligence Gb: «Pesanti combattimenti intorno alle isole del basso Dnipro»
Per tutta la prima metà di settembre 2023, «sono continuati pesanti combattimenti intorno alle isole del basso Dnipro, nella regione di Kherson, che attualmente segna la linea del fronte». Lo riporta l'analisi dell'intelligence del ministero della Difesa britannica nel suo rapporto quotidiano su X. Secondo l'intelligence «è realistico che le operazioni russe nell'area siano state intensificate da quando il settore è passato sotto la responsabilità del 40/mo Corpo d'Armata di recente creazione». Inoltre, nonostante il numero di forze coinvolte in quell'aerea sia «relativamente ridotto rispetto ad altri fronti», Russia e Ucraina «considerano l'area strategicamente importante» non solo per la sua posizione, ma perché permette «di distogliere le unità avversarie dagli intensi combattimenti nelle regioni di Zaporizhzhia e Donetsk».
Ore 12:04 - La Danimarca invierà all'Ucraina altri 45 carri armati
La Danimarca, insieme ad altri Paesi, invierà altri 45 carri armati all'Ucraina: 30 carri Leopard 1 e 15 tank T-72. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa di Copanghen, Troels Lund Poulsen, come riporta Ritzau, l'agenzia di stampa del Paese. Il ministro della Difesa parteciperà oggi alla riunione del gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina che si svolge a Ramstein. L'acquisto è «in cooperazione con altri Paesi che hanno accesso ai carri armati» ha riferito Troels Lund Poulsen.
Ore 12:13 - Lloyd Austin: «La controffensiva ucraina sta facendo costanti progressi»
(Di Giuseppe Sarcina, inviato a Ramstein) Il ministro della Difesa americano, Lloyd Austin, apre il summit del Gruppo di contatto sull’Ucraina a Ramstein, in Germania, con un messaggio in tre punti. Primo: «La controffensiva ucraina sta facendo costanti progressi sul terreno, grazie al coraggio dell’esercito ucraino e all’assistenza degli alleati». Secondo: «Bisogna assolutamente continuare a inviare le armi di cui gli ucraini hanno bisogno. Gli Stati Uniti manderanno tutto ciò che è necessario per difendere l’integrità territoriale dell’Ucraina». Il terzo punto è il più politico: «L’impegno degli Usa non durerà solo per questa campagna. È un impegno per la sicurezza dell’Europa, e non solo, sul lungo periodo».
Ore 12:20 - Kiev alla Corte di giustizia dell'Aja: «Mosca ci risarcisca»
Kiev ha chiesto alla Corte penale internazionale di Giustizia dell'Aja di obbligare Mosca a pagarle un «risarcimento», accusando Mosca di condurre una «guerra imperialista», di «voler cancellare l'Ucraina dalla mappa» e di «violare» il diritto internazionale. L'Ucraina ha risposto così alle argomentazioni della Russia davanti alla Corte, dove i due Paesi si stanno scontrando sul processo intentato dall'Ucraina, che accusa la Russia di aver usato le accuse false di genocidio per giustificare la sua invasione nel 2022. «La Russia non è al di sopra della legge. Deve essere ritenuta responsabile», ha dichiarato alla corte il diplomatico ucraino Anton Korynevych. «Avete il potere di dichiarare che le azioni della Russia sono illegali, che questi persistenti abusi devono cessare, che il vostro ordine deve essere applicato e che la Russia deve riparare i danni causati», ha detto ai giudici. L'Ucraina si è rivolta alla più alta Corte delle Nazioni Unite poco dopo l'inizio dell'offensiva russa nel febbraio 2022.
Ore 12:31 - Kiev: «A Leopoli distrutte 300 tonnellate di aiuti umanitari»
Nell'attacco di droni russi su Leopoli sono state distrutte più di 300 tonnellate di forniture umanitarie. Lo ha dichiarato su Telegram Andriy Sadovoy, il sindaco della città occidentale ucraina, come riportato dalla Cnn. In precedenza era stata riportata la morte di un uomo che lavorava nell'edificio colpito. Il sindaco ha riferito che «un magazzino appartenente alla Ong Caritas Spes è stato colpito, causando la morte di un lavoratore e la distruzione di forniture umanitarie» e che il deposito conteneva «circa 300 tonnellate di beni umanitari». Le forniture avevano un valore di milioni di dollari, ha detto Sadovoy.
Ore 12:37 - L'Ue ha prorogato di un anno la protezione temporanea per i rifugiati ucraini
La Commissione Ue ha esteso di un altro anno, dal marzo 2024 al marzo 2025, la protezione temporanea per i rifugiati ucraini nell'Ue. Lo ha annunciato la portavoce dell'esecutivo europeo Anitta Hipper. La decisione era stata annunciata dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen nello State of Union della scorsa settimana.
Ore 12:40 - Austin: «Mosca ha distrutto 280mila tonnellate di grano ucraino»
Nel suo discorso di apertura al 15mo incontro del Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina, in corso a Ramstein (Germania), il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin ha fatto sapere che la Russia ha già distrutto la quantità di grano ucraino che sarebbe sufficiente a sfamare più di 10 milioni di persone per un anno. Lo riporta Ukrinform. «Negli ultimi mesi, la Russia ha continuato a prendere di mira i porti dell'Ucraina e le sue infrastrutture per il grano» ha detto Austin, «questi attacchi hanno finora distrutto almeno 280.000 tonnellate di grano. Una quantità sufficiente a sfamare 10,5 milioni di persone per un anno», ha dichiarato.
Ore 12:45 - Kiev: «Offerto compromesso a Polonia-Ungheria-Slovacchia sul grano»
L'Ucraina offre un compromesso a Polonia, Slovacchia e Ungheria, dopo che Kiev aveva annunciato una causa presso l'Organizzazione mondiale del commercio contro i tre Stati europei, che avevano deciso di prorogare unilateralmente i limiti all'import di grano ucraino. Lo afferma su Telegram il primo ministro di Kiev, Denys Shmyal. «Il nostro governo sta offrendo uno scenario di compromesso all'Ue e ai suoi vicini. Abbiamo già presentato alla Commissione europea un piano d'azione per controllare le esportazioni di 4 gruppi di prodotti agricoli dall'Ucraina» ha riferito Shmyal spiegando che «questo controllo aiuterà a prevenire eventuali distorsioni del mercato nei vicini Stati membri dell'Ue». In particolare, si prevede «di adottare un regolamento che preveda che le merci esportate verso 5 Paesi limitrofi siano soggette a verifica e approvazione da parte del ministero dell'Economia ucraino. Se la Polonia e l'Ungheria non accettano le misure concordate con la Commissione europea e non revocano i loro divieti unilaterali sulle nostre merci, «decideremo di vietare le importazioni di alcune categorie di merci da questi Paesi verso l'Ucraina» attacca infine il primo ministro ucraino.
Ore 12:50 - Putin e le «petroliere fantasma» che trasportano nel Mediterraneo l’oro nero di Mosca
(Di Massimo Nava) C’è una flotta fantasma che naviga gli oceani e il Mediterraneo. È più grande di molte fra le maggiori compagnie di bandiera e trasporta un bene prezioso, il petrolio. A bordo non ci sono pirati e bucanieri come nei secoli passati, ma marinai e ufficiali, che sarebbe un eufemismo definire contrabbandieri di oro nero.
Tuttavia non hanno nulla da temere. Non aggirano infatti leggi del mare, ma velleitarie decisioni della politica internazionale a proposito di sanzioni ed embargo. Parliamo del petrolio russo che viaggia, si potrebbe dire a gonfie vele, nella pancia della flotta fantasma che, in realtà, come vedremo, non è altro che un numero notevole di petroliere che hanno semplicemente cambiato proprietà e bandiera.
Ore 12:55 - Reuters: «Mosca vende ad Ankara carbone dei territori ucraini occupati»
La Russia avrebbe venduto alla Turchia carbone estratto dai territori ucraini occupati da Mosca. Lo riferisce la Reuters citando dati doganali russi e conferme da tre produttori trovati nell'elenco. Tra febbraio e luglio 2023, «circa 160.400 tonnellate di carbone proveniente dalle regioni annesse dell'Ucraina orientale di Donetsk e Lugansk sono arrivate in Turchia» si legge sul sito. In totale si tratterebbe di un prodotto con un valore di «almeno 14,3 milioni di dollari». La Turchia non ha aderito alle sanzioni occidentali e limitato il commercio con la Russia o con le aree dell'Ucraina controllate da Mosca, come invece hanno fatto Stati Uniti e Unione Europea.
Ore 13:09 - Kiev non smentisce Nyt: «Ulteriori indagini su raid al mercato»
Il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak, non smentisce l'inchiesta del New York Times secondo cui il missile al mercato della città di Kostiantynivka sarebbe partito per errore dall'esercito di Kiev. Su Telegram Podolyak ha scritto che «la pubblicazione di articoli sui media stranieri che mettono in dubbio il coinvolgimento della Russia nell'attacco a Kostyantynivka ha portato alla crescita di teorie cospirative, e quindi richiederà un'ulteriore valutazione legale da parte delle autorità investigative».
Ore 13:17 - Zakharova: «Zelensky mendicante negli Usa»
«Un altro tour di Zelensky è previsto nel prossimo futuro. Ora è diretto negli Stati Uniti. I media riferiscono che è previsto il suo incontro con Biden e sono attesi altri incontri al Congresso. È ovvio che il tossicodipendente di Kiev, un mendicante in ogni senso della parola, chiederà ancora una volta denaro ai suoi padroni americani e, di conseguenza, armi». Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. Zelensky è arrivato negli Stati Uniti per partecipare alla 78a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e per incontrare la leadership degli Usa e di altri Paesi.
Ore 13:22 - Kiev: «Bomba aerea guidata su Kupyansk, tre civili uccisi»
A Kupyansk, nella regione di Kharkiv, sono stati uccisi tre civili, dopo che l'esercito russo ha lanciato una bomba guidata. «Gli occupanti russi hanno commesso un altro crimine di guerra contro la popolazione civile della regione di Kharkiv. Oggi il nemico ha attaccato la città di Kupyansk con una bomba aerea guidata. Tre civili sono stati uccisi a causa di questo attacco» ha riferito Syniehubov.
Ore 13:29 - Mosca: «Intercettati due droni ucraini su Bryansk e Belgorod»
La Russia ha intercettato due droni di Kiev diretti verso il proprio territorio, uno sulla regione di Belgorod e uno su quella di Bryansk. Lo riferiscono rispettivamente il governatore della regione Vyacheslav Gladkov su Telegram e il ministero della Difesa russa, citato dalla Tass. «Il nostro sistema di difesa aerea ha funzionato nel distretto di Belgorod» ha riferito Gladkov, e un drone «è stato abbattuto mentre si avvicinava alla città». Secondo il ministero della Difesa di Mosca, «Kiev ha cercato di attaccare le strutture russe con un drone, il veicolo aereo senza pilota è stato distrutto dalle truppe di difesa aerea russe sopra la regione di Bryansk», ha dichiarato il ministero della Difesa russo.
Ore 13:39 - Kiev licenzia il Commissario per le persone scomparse
Il Consiglio dei ministri ucraino ha destituito Oleg Kotenko dall'incarico di Commissario per le persone scomparse in circostanze speciali, ha annunciato il rappresentante del governo, Taras Melnychuk, alla Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino. Lo riferiscono i media ucraini. Le responsabilità di Kotenko sono state trasferite ad altre agenzie. In particolare, il Comando di coordinamento per il trattamento dei prigionieri di guerra condurrà i negoziati con la Russia per la restituzione dei corpi. Le attività dei gruppi di ricerca saranno coordinate dallo Stato maggiore delle Forze Armate, mentre il ministero degli Affari Interni sarà responsabile del registro delle persone scomparse.
Ore 13:46 - Zelensky caccia Hanna Maliar, il volto della Difesa ucraina. Nella «purga» via altri 5 vice ministri
(Di Andrea Nicastro, inviato a Leopoli) Se ne va anche Hanna Maliar, la donna che raccontava i movimenti del fronte di guerra come fossero sempre passi verso la inevitabile vittoria finale. Impassibile, pronta a interrompere l’incontro con i giornalisti quando le domande si facevano imbarazzanti, capace di declassare le sconfitte a episodi casuali e arruolare le vittorie come avvicinamenti verso l’unico esito del conflitto immaginabile: la cacciata degli invasori russi dal terreno ucraino.
Ore 14:00 - Servizi segreti di Kiev contro Nyt: «Mosca colpì il mercato nel Donetsk»
Sono stati i russi a colpire il mercato di Kostyantynivka, nel Donetsk, con il sistema S-300 e non gli ucraini per errore come riportato dal New York Times. Lo riferisce il Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) a Rbc Ucraina. La responsabilità russa sarebbe «dimostrata, in particolare, dai frammenti di missile identificati e recuperati sulla scena della tragedia».
Ore 14:17 - «Un altro uomo è morto nel raid russo sul filobus a Kherson»
Un uomo di 57 anni è morto in seguito all’attacco russo su un filobus a Kherson. È la seconda vittima dopo che già un poliziotto aveva perso la vita. Lo riporta su Telegram il capo dell’Amministrazione militare regionale, Alexander Prokudin.
Ore 14:19 - Mosca lancia nuovi spot per evitare la leva forzata
«Scegli la città dei tuoi sogni (in Ucraina) e realizza il tuo sogno immobiliare». Questi i nuovi “messaggi promozionali” escogitati da Mosca per reclutare uomini da spedire al fronte evitando così un altro reclutamento forzato. Una serie di spot diffusi dalla televisione russa (e postati sui social) ritraggono soldati in assetto di guerra ma con grandi speranze che condividono i loro progetti d’investimento nell’immobiliare, da realizzare non appena la guerra sarà finita. Secondo il sito online della francese Tf1, che ha ritrasmesso le immagini degli spot, l’esercito russo sta tentando con la più dolce arma della persuasione di rimpinguare le proprie file: «In questo modo cerca di evitare un’altra mobilitazione obbligatoria».
In trincea, due soldati parlano. «Sapete dove si trova Pechersk Hills, a Kiev? È nel centro della città, mia zia vive lì. È un bel quartiere». «Perché me lo chiedi?», replica il commilitone imbracciando il suo fucile. «Ho un sogno - spiega il primo - voglio comprare un appartamento lì, quando la guerra sarà finita e avremo riconquistato Kiev, mi ci trasferirò con la mia famiglia». Questa è solo una delle storie fatte circolare in rete dai russi. Un tipo di propaganda, basata su un mix di fantasia e finzione.
Ore 14:55 - Iran, il ministro della Difesa russo arrivato a Teheran per colloqui
Una delegazione russa guidata dal ministro della Difesa russo Sergei Shoigu è arrivata martedì a Teheran per negoziati con la leadership militare iraniana. Lo riferisce il ministero della Difesa russo confermando le indiscrezioni riportate dall’agenzia di stampa Tasnim. «Durante la visita, la delegazione del Ministero della Difesa russo terrà una serie di negoziati con la leadership militare della Repubblica Islamica», si legge nella nota.
Ore 15:26 - Guterres condanna la Russia: «Lavoriamo per una pace giusta»
«L’invasione russa dell’Ucraina, in violazione della Carta Onu e del diritto internazionale, ha scatenato un epicentro di orrore. Al di là dell’Ucraina, la guerra ha gravi implicazioni per tutti. Le minacce nucleari ci mettono a rischio, ignorare i trattati e le convenzioni globali ci rende meno sicuri, l’avvelenamento della diplomazia globale ostacola il progresso su tutti i fronti. Non dobbiamo smettere di lavorare per la pace, una pace giusta in linea con la Carta Onu e il diritto internazionale». Così il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.
Ore 15:28 - «L’Ucraina ha colpito il quartier generale russo a Melitopol»
«Le Forze armate ucraine hanno colpito il quartier generale» delle forze russe e filorusse nella città occupata di Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia. Lo riferisce Rbc Ucraina postando un video del presunto attacco nel quale si vede un’ampia nuvola di fumo grigio e nero alzarsi in lontananza. Stamattina il sindaco in esilio della città, Ivan Fedorov, riportava che i residenti locali avevano segnalato «almeno cinque esplosioni».
Ore 15:32 - Zelensky al Palazzo di vetro per l’Assemblea Onu
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è al Palazzo di vetro, dove nelle prossime ore interverrà per la prima volta di persona all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Con la sua tradizionale maglietta verde militare, ha ascoltato il discorso introduttivo del segretario generale Antonio Guterres.
Ore 15:46 - Resta in carcere il giornalista del Wall Street Journal detenuto in Russia
Un tribunale di Mosca ha respinto il ricorso di Evan Gershkovich, il giornalista americano del Wsj detenuto in Russia, contro la sua custodia cautelare con l’accusa di spionaggio. Lo riferisce la Tass. Detenuto da sei mesi, Gershkovich resterà in carcere almeno fino al 30 novembre. L’udienza si è svolta a porte chiuse. La custodia cautelare per Gershkovich è stata prolungata due volte dal suo arresto a marzo, mentre lavorava da reporter in Russia (una volta a maggio e un’altra ad agosto). Se condannato, Evan Gershkovich rischia 20 anni di carcere.
Ore 15:51 - Biden: «Opporsi alla Russia contro gli aggressori di domani»
«La Russia crede che il mondo si stancherà e permetterà di brutalizzare l’Ucraina senza conseguenze. Ma vi chiedo questo: se abbandoniamo i principi fondamentali della Carta Onu per placare un aggressore, qualche Stato membro può sentirsi sicuro di essere protetto? Se permettiamo che l’Ucraina sia spartita, l’indipendenza di qualche nazione sarà garantita? La risposta è no. Dobbiamo opporci oggi a questa palese aggressione per scoraggiare altri potenziali aggressori domani»: così Joe Biden nel suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu, nelle anticipazioni della Casa Bianca.
Ore 16:08 - Il punto militare | Uomini e macchine al fronte: Kiev si affida ai Paladin semoventi, Mosca sacrifica le divisioni aerotrasportate
(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Quando gli M109 sono arrivati sul fronte qualcuno ha parlato di armi affidabili ma superate: in qualche caso i mezzi erano in pessime condizioni, perché tirati fuori dai depositi. Ma gli ucraini, con l’aiuto occidentale, hanno rivitalizzato questi cannoni semoventi e li hanno impiegato con successo.
Sono gli ufficiali della resistenza e gli stessi russi a sottolineare l’impatto dei corazzati nel settore di Robotyne, sul fronte meridionale, l’area dove Kiev ha guadagnato diversi chilometri sfondando la prima linea avversaria. Una parte del merito va proprio ai 109, noti come Paladins, calibro 155 millimetri. L’Ucraina li ha ricevuti da Stati Uniti, Lituania, Gran Bretagna e Italia mentre alcuni sono arrivati grazie a raccolte di fondi: in totale si tratta di 167 esemplari. Come riporta War Zone, possono sparare fino a 24 chilometri di distanza, tuttavia i serventi preferiscono usarli entro un raggio di dieci chilometri. La loro mobilità è un vantaggio rispetto ai pezzi trainati: prendono posizione, tirano e si allontanano prima che ci sia la reazione degli avversari con il fuoco di contro-batteria guidato dai droni.
Ore 16:20 - Mosca: «Kiev bombarda le sue stesse città»
«Il New York Times ha pubblicato un’inchiesta davvero clamorosa per il livello dei media americani attuali . “L’Ucraina sta bombardando le proprie città”. Per me l’unica cosa superflua sono le virgolette. Perché il regime di Kiev lo ha sempre fatto. E continua». Lo scrive su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando quanto scritto dal giornale americano sull’esplosione avvenuta questo mese in un mercato nella città ucraina di Kostiantynivka. «Almeno 16 ucraini sono stati uccisi dall’esplosione di un missile 9M38 lanciato da un sistema Buk il 6 settembre. La stessa classe di sistemi di difesa aerea coinvolti nell’incidente con il Boeing malese nel 2014», scrive Zakharova. «Kiev, con l’aiuto del sistema di difesa aerea Buk, ha bombardato il proprio mercato. Anche se ciò è stato fatto involontariamente, è ovvio a tutti: la completa smilitarizzazione del regime di Kiev non è solo un requisito, ma un’assoluta necessità vitale. Non importa quanto i gruppi investigativi internazionali pseudo-indipendenti nascondano le loro accuse», ha affermato la portavoce.
Ore 16:56 - Biden: «Solo la Russia è responsabile della guerra»
«Solo la Russia è responsabile della guerra. Ripeto, solo Russia è responsabile», ha detto con forza il presidente americano Joe Biden rivolgendosi alla sala dei leader del mondo convenuti all’Assemblea generale dell’Onu. Biden ha continuato dicendo che «solo la Russia ostacola la pace perché il prezzo della pace da parte della Russia è la capitolazione dell’Ucraina». E scoppia l’applauso dell’Assemblea generale quando Biden assicura il suo sostegno, e quello degli Usa, al popolo ucraino nella sua lotta per la libertà e l’integrità del suo territorio.
Ore 17:13 - Kiev: «Saliti a 6 i morti nel bombardamento a Kupyansk»
È salito a sei il numero dei morti per il bombardamento russo lanciato oggi su Kupyansk, nella regione di Kharkiv. «Quattro uomini e due donne sono morti a Kupyansk a seguito di un attacco nemico», ha scritto su Telegram il capo dell’amministrazione militare dell’oblast, Oleg Syniehubov. Secondo la polizia, il numero dei deceduti nell’attacco potrebbe aumentare. «Il nemico ha sparato contro l’auto dei volontari che stavano evacuando la popolazione civile. Continuiamo a recuperare i morti dal vicino fiume e dalle auto distrutte», ha scritto su Facebook Serhii Bolvinov, capo del dipartimento investigativo della polizia di Kharkiv. «Purtroppo troviamo più corpi. Pertanto il numero delle vittime verrà aggiornato.»
Ore 17:39 - Stoltenberg: «Nessuna nazione è al sicuro se non difendiamo Kiev»
«Se non difendiamo l’Ucraina, nessuna nazione al mondo sarà al sicuro». Lo ha dichiarato il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg alla Bbc a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York dopo il discorso del presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Dicendosi d’accordo con Biden, Stoltenberg ha affermato che «è fondamentale che la comunità ucraina continui a condannare la Russia e a sostenere l’Ucraina» nella guerra in corso. «Nessuno sa quanto durerà questa guerra», ha proseguito, sostenendo che «grazie al sostegno della Nato e della comunità internazionale l’Ucraina è riuscita a respingere la Russia».
Ore 18:33 - Erdogan: «Aumenterò gli sforzi per la fine della guerra»
Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan si è impegnato a «rafforzare» i suoi sforzi diplomatici per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo ha annunciato parlando all’Assemblea Generale Onu. «Abbiamo cercato di tenere i nostri amici russi e ucraini attorno ad un tavolo con la tesi che la guerra non avrà vincitori e la pace non avrà vinti», ha detto. «Incrementeremo i nostri sforzi per porre fine alla guerra attraverso la diplomazia e il dialogo sulla base dell’indipendenza e dell’integrità territoriale dell’Ucraina.»
Ore 19:14 - Biden all’Onu: «Se consentiamo all’Ucraina di essere smembrata, l’indipendenza delle altre nazioni non sarà al sicuro»
(di Viviana Mazza, corrispondente da New York) «Gli Stati Uniti vogliono che questa guerra finisca. E nessun Paese vuole che la guerra finisca più dell’Ucraina». Joe Biden è consapevole che il Sud globale ha altre priorità, diverse dal conflitto in corso da 19 mesi, la cui ombra pesa per il secondo anno consecutivo sulle Nazioni Unite riunite per l’Assemblea generale.
«Ma la Russia impedisce la pace giusta, perché il prezzo per la Russia è la resa dell’Ucraina, del territorio ucraino e dei bambini ucraini. La Russia crede che il mondo si stancherà e le consentirà di brutalizzare l’Ucraina senza conseguenze. Ma vi chiedo questo: se abbandoniamo i principi chiave della Carta Onu per placare un aggressore, quale degli Stati membri si sentirà sicuro di essere protetto? Se consentiamo all’Ucraina di essere smembrata, l’indipendenza delle altre nazioni sarà al sicuro? La risposta è no. Dobbiamo resistere a questa nuda aggressione oggi come deterrenza per gli aggressori del futuro». Così Joe Biden nel suo discorso di 30 minuti all’Onu, ha reiterato l’impegno di Stati Uniti e alleati a difendere la “sovranità e integrità territoriale” dell’Ucraina.
Ore 19:28 - Putin ordina di aumentare la produzione della difesa aerea
Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che le imprese della difesa russe dovrebbero aumentare la produzione di sistemi di controbatteria e di difesa aerea, in una riunione della Commissione per l’industria della difesa russa. Lo riporta la Tass. «È necessario aumentare la produzione di controbatterie e di sistemi di difesa aerea. Ne abbiamo parlato molto e ho dato una serie di ordini per integrare il programma di consegna di questa gamma di prodotti per il 2024», ha affermato.
Ore 20:22 - Zelensky: Mosca ha commesso genocidio con i bimbi ucraini
«Genocidio»: è l’accusa lanciata dal presidente ucraino Volodymr Zelensky all’assemblea generale dell’Onu contro Mosca per la deportazione dei bambini ucraini. Zelensky ha anche accusato la Russia di usare «i prezzi alimentari come un’arma», non solo contro l’Ucraina ma anche contro gli altri Paesi. «È chiaro che la Russia sta cercando di rendere la scarsità alimentare sui mercati un’arma per ottenere in cambio il riconoscimento dei territori catturati in Ucraina», ha concluso. Mosca, ha concluso il presidente, «spinge il mondo alla guerra finale».
Ore 20:40 - Zelensky chiede sostegno per il corridoio per l’export del grano
Dalla platea dell’assemblea generale dell’Onu, Volodymr Zelensky ha invitato a sostenere l’Ucraina nel lanciare un corridoio temporaneo di esportazione marittima per garantire che i suoi prodotti alimentari arrivino sul mercato globale, dopo che Mosca non ha rinnovato l’accordo sul grano lungo le rotte del Mar Nero. Il presidente ucraino ha definito «allarmante» vedere come alcuni Paesi europei «recitino la solidarietà nel teatro politico», riferendosi agli annunci di Polonia, Slovacchia e Ungheria sulle restrizioni alle importazioni di grano ucraino.
Ore 20:57 - Zelensky, prepariamo vertice mondiale sulla pace
Volodymyr Zelensky ha annunciato all’Assemblea generale dell’Onu che il suo Paese sta preparando un «vertice mondiale per la pace» al quale vuole invitare tutti i leader mondiali contrari all’«aggressione» dell’Ucraina da parte della Russia. «A Hiroshima, Copenaghen e Gedda hanno avuto luogo importanti discussioni e scambi sull’attuazione di un piano di pace. E ora stiamo preparando un vertice mondiale sulla pace. Invito tutti voi - tutti coloro che non tollerano alcuna aggressione - a preparare congiuntamente questo vertice.
Ore 22:05 - Zelensky, la Russia spinge il mondo verso la guerra finale
«Mentre la Russia spinge il mondo verso la guerra finale, l’Ucraina sta facendo di tutto per garantire che dopo l’aggressione russa nessuno al mondo oserà attaccare alcuna nazione. L’uso delle armi deve essere limitato, i crimini di guerra devono essere puniti, le persone deportate devono tornare a casa e l’occupante deve tornare nella propria terra». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante il suo intervento all’Assemblea Generale dell’Onu.
Ore 23:04 - Kim rientrato a Pyongyang dopo il viaggio in Russia
Il leader nordcoreano Kim Jong-un è rientrato a Pyongyang dopo il suo viaggio in Russia, dove si è recato in treno. Lo ha annunciato la radio statale nordcoreana, citata dalla Tass.
Ore 23:20 - Presidente Iran all’Onu, gli Usa ci tolgano le sanzioni
Il presidente iraniano Raisi ha chiesto, nel suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu, che gli Stati Uniti eliminino le sanzioni nei confronti del suo Paese.
Ore 23:21 - Meloni vede Erdogan: focus su migranti, Ucraina e sicurezza alimentare
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto«un lungo e cordiale incontro» con il Presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdoğan. Il colloquio è spaziato su temi di comune interesse, a partire dalla guerra in Ucraina. Il Presidente Erdogan ha riferito anche del recente incontro con Putin e sulla Black Sea Grain Initiative, rende noto Palazzo Chigi. Nel bilaterale «si è poi parlato anche dell’impegno a rafforzare la collaborazione con le Nazioni africane sul tema della sicurezza alimentare. I leader hanno anche convenuto sull’importanza di affrontare con determinazione il tema delle migrazioni nel mediterraneo, combattendo i trafficanti di esseri umani. Si è poi concordato di rafforzare i rapporti anche in campo economico commerciale».
Ore 02:31 - Russia: abbattuti 4 droni ucraini nella notte
La Russia ha dichiarato di aver abbattuto 4 droni ucraini durante la notte in due regioni occidentali. I droni sono stati distrutti nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina, e nella regione di Oryol, più in direzione di Mosca: lo ha riferito il ministero della Difesa in tre aggiornamenti. Da quando l’Ucraina ha lanciato la sua controffensiva all’inizio di giugno, la Russia ha subito diversi attacchi con droni. Il ministero non ha specificato se i droni abbiano causato danni o vittime.
Ore 03:22 - Ucraina: esplosioni a Kremenchuk, allarme nell’oblast di Poltava
Forti esplosioni sono state udite nella notte nella città di Kremenchuk, nella regione ucraina di Poltava. Lo riportano i media locali. Nell’oblast è scattato l’allarme antiaereo.
(ANSA-AFP martedì 19 settembre 2023) - La controffensiva dell'Ucraina contro l'invasione delle forze russe sta facendo progressi "costanti". Lo ha dichiarato il segretario della Difesa degli Usa Lloyd Austin in apertura della riunione del gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina che si svolge a Ramstein.
Estratto dell’articolo di Paolo Brera per “la Repubblica” martedì 19 settembre 2023.
A meno di due settimane dalla cacciata del ministro della Difesa Oleksij Reznikov, il governo Zelensky ha rimosso quasi tutti i suoi viceministri smantellando il vertice da cui dipende la maggior parte delle forze armate ucraine. Un terremoto politico, dopo 19 mesi di invasione russa; ma è quasi un atto dovuto, un’appendice della rimozione di Reznikov travolto dagli scandali sulle forniture gonfiate negli appalti militari.
L’ex ministro, e ora i suoi uomini, pagano quantomeno per non essersi accorti di nulla, mentre i loro uffici compravano a peso d’oro il cibo dei soldati e le giacche invernali con cui li spedivano nel gelo delle trincee. L’ultimo scandalo è di pochi giorni fa, una truffa sull’acquisto del carburante per mettere in volo intanto i caccia ucraini, in attesa che gli F16 aumentino il lucro dei funzionari corrotti.
Tra i vice messi alla porta ieri dal consiglio dei ministri il nome più noto è Hanna Maliar, che recitava impassibile il bollettino di guerra rifiutando commenti. Giovedì scorso aveva annunciato la liberazione di Andriivka, un paesino del Donbass nella zona di Bakhmut, venendo clamorosamente smentita dalle forze armate: «Dichiarazione falsa e prematura, queste parole ci danneggiano», scriveva la III Brigata d’assalto. Salvo poi annunciare la liberazione il giorno successivo. Il cambio di stagione era nell’aria.
Il 6 settembre il parlamento aveva ratificato la nomina di Rustem Umerov, decisa da Zelensky in sostituzione di Reznikov, ed erano arrivate le prime lettere di dimissioni dei viceministri. Era ovvio che Umerov, manager esperto e mai infangato, avrebbe cambiato la squadra travolta da scandali indecenti come gli appalti gonfiati per chi rischia la vita al fronte e le mazzette nei Distretti militari per evitare la trincea.
Insieme a Maliar se ne vanno cinque viceministri e il segretario di Stato della Difesa. È il primo e più importante avvicendamento nel governo dopo la tragedia dell’elicottero precipitato a Kiev, che decapitò i vertici del ministero degli Interni. Un incidente ancora misterioso, al contrario di questo terremoto che è la risposta di Zelensky alle pressioni degli alleati perché combatta la corruzione devastante.
È uno dei cardini imposti dall’Europa per l’integrazione, ed è una litania costante. Lo è dietro le cortine della Bankova, il quartier generale di Zelensky, ma anche nei discorsi ufficiali dei partner in visita a Kiev: anche gli ultimi — il Segretario di Stato Usa Antony Blinken e la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock — ne hanno discusso con il Presidente come dichiarato direttamente o riportato nei rapporti ufficiali.
Non è un caso che la decisione di Zelensky di chiudere l’era Reznikov sia arrivata proprio alla vigilia dell’arrivo a Kiev di Blinken, e quella di licenziare i suoi vice giunga ora prima del suo viaggio negli Usa. Il presidente aveva già salvato Reznikov una volta, di fronte al primo scandalo delle uova a prezzo d’oro per i soldati al fronte: i dettagli dell’appalto lasciavano gli ucraini senza parole, mentre leggevano i prezzi assurdi riconosciuti per alimenti che costavano molto meno in qualsiasi supermercato.
Ma Reznikov non fu direttamente coinvolto, e Zelensky si limitò a licenziare i dirigenti corrotti. In seguito emersero tanti altri scandali sotto i tappeti della Difesa che nessuno si è stupito, una settimana fa, di fronte al sondaggio della “Fondazione per le iniziative democratiche” secondo cui il 78 per cento degli ucraini ritiene il presidente responsabile della corruzione nel governo e nei distretti militari.
Una bomba a orologeria sulla credibilità di Zelensky. Una minaccia troppo insidiosa, in un momento così delicato della controffensiva e in vicinanza della scadenza del suo mandato, anche se la guerra e la legge marziale impediranno probabilmente le elezioni […]
Tangenti e fallimenti: Zelensky fa tabula rasa al ministero della Difesa ucraina. Giorgia Audiello su L'Indipendente martedì 19 settembre 2023.
Dopo appena due settimane dalla cacciata del ministro della Difesa, Oleksij Reznikov, il presidente ucraino Zelensky ha rimosso anche quasi tutti i suoi viceministri facendo tabula rasa dei vertici della Difesa da cui dipendono le forze armate ucraine. Il motivo principale riguarda la dilagante corruzione presente all’interno del ministero e, in generale, nelle istituzioni ucraine, ma non è da sottovalutare che a contribuire a questa decisione abbia concorso anche il sostanziale fallimento della controffensiva ucraina. Già lo scorso gennaio gli scandali legati alle tangenti e agli appalti illeciti concessi dagli uomini di Reznikov avevano provocato una crisi politica rendendo necessarie le prime “purghe” all’interno degli uffici del ministero: erano stati rimossi, infatti, sei viceministri, cinque governatori – in tempo di guerra responsabili delle amministrazioni militari regionali – e il viceprocuratore generale. L’ultimo scandalo emerso pochi giorni fa è relativo ad una truffa, scoperta dalla procura, sull’acquisto di carburante con cui mettere in volo i caccia militari ucraini. Dopo la rimozione di Reznikov, il cambio dei suoi uomini era una mossa obbligata: oltre a Reznikov – sostituito da Rusten Umerov – sono stati estromessi dal loro incarico il viceministro della Difesa Anna Maliar, Vladimir Gavrilov, Rostislav Zamlinsky, Denis Sharapov, Andrey Shevchenko, viceministro con delega all’Integrazione Europea, e Vitaly Deinega con delega alla digitalizzazione. Infine, è stato silurato anche Konstantin Vashchenko, il Segretario di Stato della Difesa.
A fare pressioni in questo senso sono stati anche gli “alleati” di Kiev – USA e UE – che da sempre pongono l’accento sulla piaga della corruzione che rallenta l’ingresso del Paese est europeo nell’Unione Europea e rischia di vanificare o portare ad una pessima gestione degli aiuti finanziari e militari occidentali: non a caso, la rimozione di Reznikov è arrivata alla vigilia dell’arrivo di Blinken a Kiev, mentre il licenziamento dei suoi vice giunge ora, poco prima della visita di Zelensky negli USA. Oltre alle pressioni esterne, non stupisce che con il cambio del titolare del ministero della Difesa, si sia reso necessario cambiare anche la squadra di lavoro: sembra, infatti, che Umerov sia un manager molto esperto mai travolto dalla profonda corruzione che in questi mesi di guerra ha caratterizzato i vertici della Difesa: oltre agli appalti gonfiati, infatti, risulta anche un giro di mazzette pagate nei distretti militari per ottenere il permesso all’espatrio o certificati di non idoneità alla mobilitazione per evitare di finire al fronte.
In un primo momento, dopo l’emergere dei primi scandali, Zelensky aveva salvato la poltrona a Reznikov, limitandosi a rimuovere i dirigenti corrotti, ma in seguito alle inchieste giornalistiche sono emersi così tanti illeciti che era impossibile non imputarli al ministro della Difesa e, indirettamente, al presidente ucraino che aveva evitato di rimuoverlo. Non è un caso, dunque, che secondo un sondaggio condotto dalla “Fondazione per le iniziative democratiche” Ilko Kucheriv, dal Centro Razumkov e dall’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev nei mesi di luglio e agosto 2023, il 78% degli Ucraini ritiene il presidente Zelensky direttamente responsabile della corruzione nel governo e nei distretti militari. Un fattore che fa calare a picco la credibilità dell’ex comico ucraino e deleterio soprattutto considerato che il suo legittimo mandato presidenziale scadrà l’anno prossimo. Un contesto che potrebbe mettere a rischio non solo la sua credibilità, ma anche la sua legittimità. Così il capo ucraino è corso ai ripari facendo piazza pulita di un sistema al limite del marcio.
Alle motivazioni politiche, però, si aggiungono anche quelle militari: non è da escludere, infatti, che le ragioni dello smantellamento dell’apparato della Difesa sia anche imputabile agli scarsi risultati della controffensiva di Kiev: il territori riconquistati, infatti, sono di dimensioni irrisorie, specie rispetto alla superficie complessiva delle regioni occupate da Mosca e le forze ucraine fanno estremamente fatica a sfondare le linee russe. Uno scenario osservato di recente anche dal Financial Times (FT), uno dei media economici britannici più autorevole e convinto sostenitore della causa di Kiev. In un articolo intitolato “Le dure lezioni dell’offensiva estiva dell’Ucraina”, l’organo di stampa inglese scrive, ad esempio, che «l’idea che le forze ucraine, prive di copertura aerea, avrebbero sfondato le linee russe è sempre stata più una trama da film hollywoodiano che una realtà» e che «gli esigui risultati hanno messo in luce le divisioni tra Kiev e alcuni ufficiali occidentali sulla strategia [da adottare]». Il quotidiano britannico parla inoltre di «insostenibili perdite durante il contrattacco» che hanno indotto Kiev a intraprendere una campagna di logoramento attraverso «piccoli assalti di fanteria», cambiando così la precedente strategia che consisteva nel tentativo di sfondare le linee nemiche attraverso assalti meccanizzati. Nonostante le truppe ucraine siano riuscite a recuperare una manciata di piccoli villaggi, secondo il FT, «i progressi sono stati lenti e in gran parte in fase di stallo da metà agosto».
Tra Kiev e Washington vi sono divergenze sulle strategie da adottare: gli ucraini accusano spesso gli specialisti alleati di mandarli a morire con consigli scollegati dalla realtà del territorio e non riescono ad adottare la dottrina NATO della guerra armata combinata: azioni coordinate di fanteria, mezzi corazzati, artiglieria e difesa aerea. Inoltre, contrariamente al parere USA, i vertici ucraini hanno inviato le truppe migliori sul fronte nord-orientale invece di concentrarle nel tentativo, per ora fallito, di sfondamento a sud. Si tratta di una serie di fattori che hanno arenato la controffensiva e che, insieme al fenomeno dilagante della corruzione, hanno reso necessario un riassetto radicale dei vertici del ministero degli Esteri: infatti, tra gli altri fattori negativi, si aggiungono la mancanza di uomini sufficienti al fronte e delle armi e delle munizioni promesse dagli alleati occidentali. Una condizione indispensabile affinché Kiev ottenga tali costosissimi aiuti è quindi l’integrità delle istituzioni, specie in un momento in cui l’economia occidentale arranca gravata da inflazione e scarsa crescita. [di Giorgia Audiello]
Guerra Ucraina - Russia, le news del 20 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie del 20 settembre. Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera mercoledì 20 settembre 2023.
• Zelensky all’Onu: «Mosca spinge il mondo alla guerra finale».
• Joe Biden alle Nazioni Unite: «Se consentiamo all’Ucraina di essere smembrata, l’indipendenza delle altre nazioni non sarà al sicuro».
• Uomini e macchine al fronte: Kiev si affida ai Paladin semoventi, Mosca sacrifica le divisioni aerotrasportate.
Ore 02:10 - Lettonia: «Invieremo nuovi aiuti militari a Kiev»
Riga prevede di inviare più armi a Kiev attraverso un nuovo pacchetto di aiuti militari, lo ha annunciato il ministro della Difesa lettone Andris Spruds: «La Lettonia invierà ulteriore supporto militare all’Ucraina coprendo le capacità più critiche: mortai aggiuntivi, sistemi di difesa aerea e munizioni di grosso calibro», ha aggiunto Spruds in un post sul suo account X. Il ministro della Difesa lettone ha incontrato il suo omologo ucraino Rustem Umerov durante il quindicesimo incontro del Gruppo di contatto per la difesa ucraino tenutosi ieri presso la base aerea della Germania.
Nei colloqui con il ministro della Difesa canadese Bill Blair, Spruds ha discusso della cooperazione su un programma di formazione per ufficiali ucraini. A seguito dell’incontro, il ministero della Difesa lettone ha dichiarato che oltre agli aiuti militari Riga ha aderito alla Coalizione per la tecnologia dell’informazione dedicata a rafforzare le difese informatiche dell’Ucraina. Spruds ha poi assicurato che la Lettonia continuerà a sostenere il percorso di Kiev verso l’adesione alla Nato. «Siamo stati al fianco dell’Ucraina fin dal primo giorno della brutale guerra di aggressione della Russia e la nostra posizione è chiara: la Lettonia fornisce e continuerà a fornire tutto il sostegno necessario finché l’Ucraina non vincerà».
Ore 02:14 - Il presidente dell’Iran Raisi: «Gli Usa soffiano sul fuoco della violenza»
Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha accusato gli Stati Uniti di «soffiare sul fuoco della violenza» in Ucraina «per indebolire i paesi europei e purtroppo questo è un piano a lungo termine», ha detto nel suo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. «Sosteniamo qualsiasi iniziativa per la cessazione delle ostilità nella guerra e sosteniamo qualsiasi misura politica — ha aggiunto —. Annunciamo pienamente il nostro sostegno a tali iniziative».
Ore 02:18 - Il discorso di Zelensky all’Onu e la reazione di Mosca
L’annuncio lo ha fatto Volodymyr Zelensky parlando per la prima volta in presenza all’assemblea generale dell’Onu: l’Ucraina sta organizzando un vertice di pace con tutti i leader mondiali «che non tollerano l’aggressione» della Russia, Mosca «sta spingendo il mondo verso la guerra finale». Mercoledì, durante una sessione speciale del Consiglio di sicurezza, Zelensky spiegherà più nel dettaglio il suo piano di pace, basato sulla sovranità nazionale e sull’integrità territoriale, e che ha già l’appoggio «totale o parziale di oltre 140 Stati e organizzazioni internazionali». Il leader ucraino non ha precisato quando o dove si terrà il summit di pace, ma in precedenza aveva parlato dell’autunno di quest’anno.
Durissimo il suo attacco a Mosca davanti a una platea di 150 capi di Stato e di governo (assenti i leader di Cina, Russia, Francia, Regno Unito e India): «Non si può credere al male, chiedete a Evgenij Prigozhin», ha detto con sarcasmo riferendosi a Vladimir Putin. Zelensky ha accusato il Cremlino di usare sempre di più la sicurezza alimentare e l’energia come un’arma e di commettere «genocidio» per il rapimento e la deportazione di centinaia di migliaia di bimbi ucraini. Quindi ha sostenuto che Mosca non dovrebbe avere il diritto alle armi nucleari per le sue ricorrenti minacce di usarle e ha chiesto di sostenere il suo Paese nel lanciare un corridoio temporaneo per esportare i prodotti alimentari, dopo lo stop russo all’accordo del Mar Nero. Non sono mancate critiche a Polonia, Slovacchia e Ungheria per le restrizioni alle importazioni di grano ucraino.
La reazione di Mosca non si è fatta attendere: «È ovvio che l’accattone dipendente di Kiev sta andando a mendicare ancora denaro e armi dai suoi padroni americani», ha attaccato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, poco dopo l’annuncio della consegna «a breve» dei carri armati americani Abrams a Kiev.
Ore 02:34 - Russia: abbattuti 4 droni ucraini nella notte
La Russia ha dichiarato di aver abbattuto 4 droni ucraini durante la notte in due regioni occidentali. I droni sono stati distrutti nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina, e nella regione di Oryol, più in direzione di Mosca: lo ha riferito il ministero della Difesa in tre aggiornamenti. Da quando l’Ucraina ha lanciato la sua controffensiva all’inizio di giugno, la Russia ha subito diversi attacchi con droni. Il ministero non ha specificato se i droni abbiano causato danni o vittime.
Ore 02:38 - In 6 mesi l’Ucraina ha ricevuto 5,7 miliardi di dollari da tutto il mondo
Nella prima metà dell’anno sono aumentati i trasferimenti all’interno dell’Ucraina e dall’estero, come riferisce la Banca Nazionale dell’Ucraina. In totale, nel periodo gennaio-giugno, sono stati trasferiti 5,7 miliardi di dollari da tutto il mondo, compresi trasferimenti attraverso canali ufficiali (banche, sistemi internazionali di trasferimento di denaro, uffici postali) e non ufficiali, come il trasferimento di denaro di mano in mano. Attraverso i sistemi di trasferimento, la maggior parte dei fondi è arrivata in Ucraina dall’Italia (20,85%), dagli Stati Uniti (17,74%), Israele (15,59%), Germania (8,61%) e Irlanda (5,2%). I leader in termini di importo dei trasferimenti verso l’Ucraina sono stati Western Union, MoneyGram e PrivatMoney.
Ore 04:11 - Onu, Lavrov parteciperà a incontro del Consiglio di sicurezza con Zelensky
Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov è arrivato a New York per partecipare all’Assemblea generale dell’Onu. Il funzionario del Cremlino parteciperà a un incontro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull’Ucraina al quale sarà presente anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 05:26 - Cnn: «L’Ucraina sta conducendo attacchi contro le Forze di supporto rapido in Sudan»
I servizi speciali dell’Ucraina sarebbero responsabili di una serie di attacchi e sabotaggi recentemente sferrati nell’area di Khartum contro le Forze di supporto rapido (Rsf), fazione del conflitto civile in Sudan ritenuta vicina al gruppo paramilitare russo Wagner. Lo sostiene un’inchiesta dell’emittente televisiva statunitense Cnn, che rivela un preoccupante allargamento del conflitto innescato dall’invasione russa dell’Ucraina. Una fonte militare ucraina ha descritto i recenti attacchi contro le Rsf sferrati con l’impiego di droni e ordigni esplosivi come l’operato di «una forza militare non sudanese». In risposta alle pressanti richieste dell’emittente televisiva, la fonte ha ammesso che «i servizi speciali ucraini sono probabilmente responsabili».
La Cnn non è stata in grado di ottenere una conferma indipendente, ma, sostiene, i video di una serie di attacchi sferrati contro veicoli e paramilitari delle Forze di supporto rapido «presentano tutti gli elementi degli attacchi con droni (esplosivi) nello stile delle forze ucraine». Almeno otto degli attacchi analizzati dall’emittente televisiva sono stati sferrati con l’impiego di modelli di droni commerciali diffusamente utilizzati dalle forze armate di Kiev. Le modalità e le tattiche di utilizzo dei droni sarebbero a loro volta analoghe a quelle utilizzate dall’Ucraina contro le forze russe, e del tutto inusuali nel contesto dei conflitti armati in atto in Africa.
Funzionari statunitensi anonimi consultati dall’emittente televisiva hanno manifestato apparente sorpresa di fronte all’ipotesi che l’Ucraina possa essere implicata in operazioni militari in Sudan. Come evidenziato dalla Cnn, gli attacchi sotto copertura di Kiev contro forze vicine alla Russia in Sudan, se confermati, rappresenterebbero «un’espansione drammatica e provocatoria del teatro bellico di Kiev contro Mosca».
Ore 05:49 - Russia: incendio ed esplosioni vicino all’aeroporto di Sochi
Un incendio è scoppiato nei pressi dell’aeroporto e non lontano da un deposito petrolifero nella località del Mar Nero di Sochi. Lo ha riferito l’agenzia di stampa russa Ria. La causa dell’incendio potrebbe essere stato un attacco con droni. Mash, un canale di notizie russo sull’app di messaggistica Telegram, ha pubblicato un video di una grande colonna di fumo che si alza sulla città. Prima che scoppiasse l’incendio si sono sentite delle esplosioni.
Ore 06:26 - Russia: fiamme vicino aeroporto Sochi, lo scalo continua a funzionare
L’agenzia di stampa Ria Novosti riporta dell’incendio scoppiato a Sochi, in Russia, nella zona dell’aeroporto e di un deposito di carburante: lo scalo non ha smesso di funzionare e sta proseguendo le operazioni normalmente. Il governatore del territorio di Krasnodar, Veniamin Kondratyev, ha riferito su Telegram che le fiamme sono scoppiate perché un serbatoio di gasolio è andato a fuoco nelle prime ore del mattino. Non ci sarebbero vittime. L’area in fiamme, secondo quanto riferito dallo stesso governatore, occupa una superficie di 96 metri quadrati.
Ore 06:49 - Ucraina: droni russi hanno colpito la raffineria di Kremenchuck
La Russia ha colpito la raffineria di Kremenchuck in un attacco notturno di droni, interrompendo temporaneamente i lavori. Lo riporta il governatore Dmytro Lunin.
Ore 07:56 - Kiev, bombardata una raffineria in Ucraina centrale
L’esercito russo ha attaccato con droni nella notte la raffineria di petrolio di Kremenchuk, nella regione di Poltava, in Ucraina centrale, dove è scoppiato un incendio. Lo ha riferito il governatore Dmytro Lunin indicando che la difesa antiaerea ha funzionato e tuttavia alcune strutture sono state colpite sul territorio della raffineria, come riporta Rbc-Ucraina. «C’è stato un incendio. I soccorritori sono sul posto. Il lavoro dell’impianto è stato temporaneamente sospeso», ha detto Lunin, aggiungendo che al momento non si hanno informazioni su eventuali vittime.
Ore 08:10 - Olena Zelenska: 19.000 bambini «rapiti», riportarli a casa
La first lady ucraina, Olena Zelenska, ha esortato ieri i leader mondiali a contribuire allo sforzo per riportare a casa i bambini ucraini trasferiti con la forza in Russia, dove - ha affermato - vengono indottrinati e privati della loro identità nazionale. Intervenendo a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, secondo quanto riportato dall’Afp, Zelenska ha affermato che più di 19.000 bambini ucraini sono stati trasferiti con la forza o deportati in Russia o nei territori occupati.
Ore 08:28 - Kiev: «Distrutti 17 droni russi, 2 persone uccise a Kherson»
La scorsa notte, le forze di difesa aerea dell’Ucraina hanno distrutto 17 droni. In totale, le truppe russe hanno lanciato 24 veicoli aerei senza pilota. Lo ha reso noto l’aeronautica militare di Kiev, aggiungendo che l’esercito russo ha colpito una raffineria di petrolio a Kremenchuk, causando un incendio. Il lavoro nell’impianto è stato temporaneamente interrotto. A seguito dei bombardamenti nella regione di Kherson , due persone sono state uccise e altre quattro sono rimaste ferite. Due persone sono rimaste ferite a Zaporizhzhia e cinque nella regione di Donetsk, scrive Suspilne, l’emittente statale ucraina.
Ore 08:43 - 007 Kiev dietro attacchi a ribelli Sudan vicini a Wagner
I servizi speciali ucraini sono probabilmente dietro una serie di attacchi con droni e un’operazione di terra diretta contro il gruppo paramilitare Rapid Support Forces (Rsf) che combatte contro l’esercito sudanese per il controllo del Paese: lo scrive la Cnn, sulla base delle rivelazioni di una fonte militare ucraina. La fonte, alla domanda se ci fosse Kiev dietro gli attacchi, ha risposto che «i servizi speciali ucraini sono probabilmente responsabili». La Cnn afferma che i filmati ottenuti hanno rivelato i tratti distintivi degli attacchi con droni di tipo ucraino.
Ore 10:13 - Kiev: «273.980 militari russi uccisi da inizio guerra»
La Russia ha perso nell’ultimo giorno 520 uomini, facendo salire a 273.980 le perdite fra le sue fila dal giorno dell’attacco di Mosca all’Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, appena diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di 273.980 uomini, 4.635 carri armati, 8.868 mezzi corazzati, 6.096 sistemi d’artiglieria, 779 lanciarazzi multipli, 526 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 315 aerei, 316 elicotteri, 8.633 attrezzature automobilistiche, 20 unità navali e 4.821 droni.
Ore 10:21 - Kiev: «Non possiamo confermare né smentire le operazioni in Sudan»
Il portavoce dell’intelligence della Difesa ucraina Andriy Yusov ha commentato la notizia della Cnn secondo cui ci sarebbero le forze speciali di Kiev dietro una serie di attacchi contro il gruppo paramilitare Rapid Support Forces (Rsf) che combatte in Sudan per il controllo del Paese: «Non possiamo confermare né smentire», ha detto Yusov, intervistato da Rbc-Ucraina.
Il portavoce dell’intelligence militare ucraina ha sottolineato che il Servizio può solo affermare che «la Russia sta indebolendo la sua influenza ovunque nel mondo e sta perdendo tutto ciò che è stato conquistato e accumulato per generazioni dai tempi dell’Unione Sovietica». «Ciò vale in particolare per l’Africa. Possiamo anche ricordare le parole del generale Budanov secondo cui l’Ucraina distruggerà i criminali di guerra russi in qualsiasi parte del mondo, ovunque si trovino», ha concluso Yusov parlando con Rbc-Ucraina.
Ore 10:57 - Deputata Ucraina Rudik: «A truppe Kiev serve la svolta prima dell’inverno»
La deputata Rudik ha sottolineato che «quasi l’80 per cento delle famiglie ucraine ha qualcuno che combatte al fronte o conosce qualcuno molto vicino che combatte al fronte. Per noi la controffensiva è molto personale. Le truppe di Kiev stanno spingendo per ottenere una svolta vitale nella loro controffensiva prima dell’arrivo dell’inverno».
Ore 11:29 - Zelensky parlerà al Parlamento di Ottawa venerdì
Volodymyr Zelensky sarà in Canada alla fine di questa settimana, probabilmente venerdì. Il presidente ucraino dovrebbe parlare al Parlamento di Ottawa per poi recarsi a Toronto, secondo le fonti di Cbc news. La visita - la prima in Canada dall'inizio del conflitto - avverrà dopo che giovedì il presidente Usa Joe Biden ospiterà il leader ucraino alla Casa Bianca. Si prevede che Zelensky chieda un ulteriore sostegno militare durante la sua permanenza a Ottawa, scrive la Cbc.
Ore 09:19 - Intelligence Gb: le truppe di Kiev si avvicinano a Bakhmut
Con la riconquista di Klishchiivka e Andriivka nella regione di Donetsk, a circa 8 km a sud di Bakhmut, le truppe ucraine si sono avvicinate alla strada T 05-13, una delle principali vie di rifornimento per Bakhmut da sud. Lo scrive il ministero della Difesa di Londra nel suo quotidiano aggiornamento d’intelligence. «Tuttavia la Russia continua a mantenere la linea ferroviaria che corre lungo l’argine tra Klishchivka e la T 05-13, creando un ostacolo facilmente difendibile» prosegue l’intelligence britannica, secondo cui comunque «il recente ridispiegamento delle truppe aviotrasportate russe da Bakhmut a Zaporizhzhia, nell’Ucraina meridionale, ha probabilmente indebolito le difese russe attorno a Bakhmut».
Ore 11:32 - Oggi Putin incontrerà il ministro degli Esteri cinese
«Oggi il presidente russo Vladimir Putin riceverà Wang Yi, il ministro degli Affari esteri cinese, che è in visita nella Federazione Russa». Lo ha annunciato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, parlando ai giornalisti. Lo riporta Ria Novosti. «Oggi il presidente riceverà l'ospite cinese a San Pietroburgo nel Palazzo Konstantinovsky», ha aggiunto Peskov, che continua: «Wang Yi ha già avuto trattative molto fruttuose con il segretario del Consiglio di Sicurezza Patrushev e con il ministro degli Affari esteri Lavrov».
Ore 11:39 - Kiev: «Sabotati aerei russi a 30 km da Mosca»
Secondo l'intelligence ucraina, i russi stanno indagando su un sabotaggio all'aeroporto di Chkalovsky, base aerea militare a 31 chilometri da Mosca, che ha danneggiato gravemente due aerei e un elicottero il 18 settembre scorso. Lo riferisce Rbc-ucraina. «I russi sono furiosi perché l'aeroporto ospita velivoli governativi speciali (progettati per evacuare la leadership e il gruppo operativo di ufficiali dello Stato maggiore russo in caso di distruzione o minaccia delle infrastrutture terrestri e satellitari, ndr), oltre ai cosiddetti "aerei del giorno del giudizio" (chiamati così perché costruiti per l'utilizzo in caso di guerra nucleare, ndr)», ha commentato l'intelligence ucraina affermando che i danni agli aerei non lasciano sperare in un rapido recupero.
Ore 12:11 - Ansa: in ottobre nuovo incontro sul piano di pace per l'Ucraina
Il nuovo incontro tra i consiglieri di sicurezza nazionale sul piano di pace per l'Ucraina, che fa seguito alla proposta in 10 punti di Zelensky, si terrà con ogni probabilità in ottobre. Lo apprende l'Ansa. Il formato ha avuto il battesimo a Copenaghen e poi si è articolato a Gedda, in estate, con la presenza della Cina.
Ore 12:36 - «Esplosioni in Crimea nell'area della flotta del Mar Nero»
Esplosioni sul territorio della Crimea e una colonna di fumo che si alza vicino al deposito petrolifero della flotta del Mar Nero sono stati segnalati dal canale Telegram locale "Crimean Wind" e dal governatore di Sebastopoli Mykhailo Razvozhaev. Lo scrive Rbc-Ucraina. Il fumo vicino alla costa nella città di Inkerman è apparso intorno a mezzogiorno nell'area del principale deposito petrolifero della flotta russa del Mar Nero. In contemporanea le autorità locali riferiscono di altre esplosioni a Sebastopoli, nella zona dell'aereoporto. Alcuni canali Telegram scrivono di un «attacco respinto». Fumo nero è stato notato anche tra il lato settentrionale di Sebastopoli e Inkerman, riporta Rbc-Ucraina.
Ore 12:54 - Un caccia di Mosca si schianta nel sud-ovest della Russia
Un jet russo Su-34 si è schiantato probabilmente durante un volo di addestramento, nel sud-ovest della Russia. Lo si legge in un comunicato del Ministero della Difesa di Mosca. Entrambi i piloti sarebbero illesi. La causa dell'incidente potrebbe essere stata un guasto tecnico.
Ore 13:14 - Intelligence di Kiev conferma l'attacco missilistico in Crimea
Il portavoce dell'intelligence della Difesa ucraina Andriy Yusov ha confermato l'attacco missilistico ai siti delle attrezzature russe nella Crimea occupata, citato da Rbc Ucraina. Yusov ha dichiarato che i dettagli dell'operazione saranno presto resi noti dalle Forze Armate ucraine e dallo Stato Maggiore.
Ore 13:20 - Putin conferma la visita in Cina in ottobre
Il presidente russo Vladimir Putin ha confermato oggi di avere accettato un invito del suo omologo cinese Xi Jinping per recarsi in visita in Cina in ottobre. Lo riferisce l'agenzia Interfax. L'annuncio era stato anticipato ieri dal segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale russo, Nikolai Patrushev.
Ore 13:45 - Sale a 8 il numero dei morti nel raid russo a Kupyansk
Sale a otto il numero dei civili deceduti in seguito al raid russo effettuato ieri a Kupyansk nella regione di Kharkiv. Il governatore locale, Oleg Sinegubov, ha fatto sapere su Telegram che sotto le macerie sono stati trovati altri due cadaveri. «Ora il numero totale delle vittime dell’attacco russo a Kupyansk è di 8 persone: 6 uomini e 2 donne», ha dichiarato precisando che il lavoro dei servizi di emergenza è terminato.
Ore 13:50 - Attacco di Kiev in Crimea, traffico sospeso sul ponte
È temporaneamente sospeso il traffico sul ponte di Crimea, che collega la Russia con la Penisola. Lo scrive la Cnn citando il Centro informazioni stradali locale e sottolineando che video pubblicati sui canali di social media non ufficiali in Crimea mostrava un grande pennacchio di fumo che si alza da un’area vicino a Verkhnesadovoye, dove si trova una base militare russa. In precedenza l’intelligence ucraina ha confermato un attacco missilistico al deposito petrolifero della flotta del Mar Nero in Crimea.
Ore 13:58 - Il ministro degli Esteri cinese: «Pronti a rafforzare la cooperazione con Mosca»
Wang Yi, ministro degli Esteri cinese, ha annunciato la disponibilità della Cina a rafforzare la cooperazione commerciale con Mosca nel corso del suo incontro in Russia con Vladimir Putin, come riporta Ria Novosti. «Non importa come cambia la situazione internazionale, la Cina è pronta a continuare a rafforzare la fiducia reciproca e la cooperazione commerciale, rafforzare il coordinamento sulla scena internazionale, proteggere congiuntamente i nostri interessi comuni e promuovere la giustizia internazionale», ha sottolineato Wang Yi.
Ore 14:11 - Kiev: «Un gruppo di sabotatori ha danneggiato alcuni velivoli in una base militare di Mosca»
«Sabotatori sconosciuti» hanno gravemente danneggiato due aerei e un elicottero nella base aerea militare Chkalovsky nell’oblast di Mosca. Lo ha riferito l’intelligence militare ucraina, secondo cui la Russia sta indagando su come i sabotatori siano riusciti a entrare nell’aeroporto «strettamente sorvegliato», che si trova a 25 chilometri a nord-est della capitale russa, e a danneggiare un aereo da trasporto AN-148 e un aereo da sorveglianza IL-20, mentre un secondo AN-148 parcheggiato nelle vicinanze ha riportato «lievi danni». Anche un elicottero d’attacco MI-28N è stato gravemente danneggiato, ha detto l’intelligence di Kiev, aggiungendo che questo elicottero è stato «attivamente coinvolto nell’abbattimento di droni d’attacco sulla regione di Mosca».
Ore 14:27 - Putin a Wang: «Creiamo un vasto spazio eurasiatico»
L’iniziativa cinese della Via della Seta è in linea con l’idea russa di «creare un vasto spazio euroasiatico». Ha detto Putin ricevendo a San Pietroburgo il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, al quale ha confermato che ha accettato l’invito del presidente Xi Jinping per recarsi il mese prossimo a Pechino, dove parteciperà al Forum del Belt and Road (la Via della Seta, appunto). Da parte sua Wang, citato da Interfax, ha detto che la Cina è interessa a continuare ed ampliare l’interazione con la Russia e rafforzare il coordinamento in tutte le sedi per «difendere i comuni interessi».
Ore 15:05 - Kiev: «Bombe russe sulla regione di Lugansk, morta una donna»
Le forze russe hanno bombardato la regione di Lugansk, nell'est dell'Ucraina, uccidendo una donna di 85 anni. Lo riferisce su Facebook il capo dell'amministrazione militare regionale Artem Lisogor. «Le forze di occupazione hanno aperto il fuoco di artiglieria su Nevske ieri nel pomeriggio. Ci sono state 25 esplosioni sul territorio del villaggio. Inoltre, il nemico ha utilizzato due volte bombe d'aereo Fab-500. Purtroppo, una donna di 85 anni è stata uccisa. La sua casa è stata distrutta» ha dichiarato Lisogor.
Ore 15:12 - Intelligence Kiev: «Kadyrov è vivo, ma le sue condizioni sono gravi»
Il leader ceceno Ramzan Kadyrov è ancora vivo, ma le sue condizioni di salute sarebbero molto gravi. Lo afferma il portavoce dell'intelligence militare ucraina Andriy Yusov, come riporta Rbc Ucraina. «Non c'è nessuna conferma della sua morte. Ma le sue condizioni di salute sono gravi. E questo sta già influenzando i regimi politici intorno al suo regime e l'architettura generale e la sicurezza del regime di Putin», ha detto Yusov. Qualche giorno fa Kadyrov è apparso in un video in cui smentiva le voci sul suo stato di salute.
Ore 15:36 - La Polonia convoca l'ambasciatore ucraino dopo il discorso di Zelensky all'Onu
Il ministro degli Esteri polacco ha convocato l'ambasciatore ucraino a Varsavia doopo il discorso del presidente ucraino Volodymyr Zelensky all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lo riporta Sky News. Il ministero degli Esteri di Varsavia ha affermato di aver trasmesso la «forte protesta» della parte polacca contro le dichiarazioni di Zelensky «secondo cui alcuni paesi dell'Ue hanno finto solidarietà sostenendo indirettamente la Russia». Nel suo discorso di ieri, Zelensky ha affermato che il «teatro politico» attorno alle importazioni di grano - che Polonia, Ungheria e Slovacchia hanno bandito dall'Ucraina - aiuta solo Mosca. La Polonia ha minacciato di porre il divieto anche sull'import di altri prodotti dall'Ucraina, non soltanto del settore cerealicolo.
Ore 15:55 - Ripreso il traffico sul ponte di Crimea
Il traffico sul ponte di Kerch, che collega la Russia alla penisola di Crimea, è stato repristinato. Lo riportano le agenzie russe. Il traffico era stato bloccato nel pomeriggio in maniera temporanea e coloro che si trovavano sulla struttura erano stati invitati a «mantenere la calma e a seguire le istruzioni degli ufficiali di sicurezza dei trasporti».
Ore 16:23 - Kiev: «La Polonia metta da parte le emozioni sul grano»
L'Ucraina ha invitato la Polonia a «mettere da parte le emozioni» e ad adottare un approccio «costruttivo» nella disputa tra i due Stati confinanti sulle esportazioni di grano ucraino. «Chiediamo ai nostri amici polacchi di mettere da parte le emozioni», ha scritto su Facebook il portavoce della diplomazia ucraina, Oleg Nikolenko, dopo che Varsavia ha annunciato la convocazione dell'ambasciatore ucraino.
Ore 16:39 - Biden annuncerà domani un nuovo pacchetto di aiuti per l'Ucraina
Il presidente americano Joe Biden intende annunciare un nuovo consistente pacchetto di aiuti militari per Kiev domani, quando riceverà alla Casa Bianca il presidente ucraino Volodymr Zelensky. lo riferiscono fonti dell'amministrazione Usa.
Ore 17:15 - Iniziato il Consiglio di sicurezza Onu con Zelensky e Lavrov
Il premier albanese Edi Rama, presidente di turno del Consiglio di sicurezza dell'Onu, ha aperto la sessione speciale dedicata all'Ucraina, alla quale partecipano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov. La Russia ha subito sollevato alcune questioni procedurali.
Ore 17:21 - Il punto militare | I servizi ucraini hanno colpito la Wagner in Sudan? Gli indizi, i dubbi (e il «modello-Israele»)
(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’Ucraina ha colpito, indirettamente, la Wagner in Sudan e lo ha fatto con un’operazione coordinata dall’intelligence. La rivelazione arriva dalle antenne della Cnn, accompagnata da filmati, dai dubbi, dai no comment.
La ricostruzione dell’emittente descrive numerosi raid condotti nella zona di Omdurman contro postazioni o veicoli della Rapid Support Force (Rsf), la milizia sudanese guidata da Hamdan Dagalo in lotta con i governativi del generale Abdel Fattah al Burhan. I video mostrano piccoli droni kamikaze — identificati come Dji Mavic 3, di produzione cinese — piombare sui pick up , su nuclei di militanti, davanti a edifici. Sullo schermo di controllo appaiono scritte in ucraino, un piccolo fragilissimo indizio aggiunto a dati raccolti dall’inchiesta giornalistica. Una fonte ucraina interpellata dai report ha affermato che gli strike sono stati eseguiti da militari «non sudanesi», poi ha definito probabile il ruolo di Kiev.
Ore 17:26 - Mosca contesta che Zelensky parli per primo al summit dell'Onu sull'Ucraina
La Russia rallenta l'inizio del summit sull'Ucraina all'Onu, contestando la decisione della presidenza albanese di turno del Consiglio di Sicurezza di far parlare per primo il presidente Volodymyr Zelensky e non i quindici membri come da protocollo. Il premier albanese Edie Rama ha replicato che, secondo le procedure del Consiglio di sicurezza, se la materia è appropriata, anche un Paese non membro dell'organo Onu può parlare prima dei quindici.
Ore 17:29 - Guterres: «Gli attacchi russi sui civili cessino immediatamente»
«L'invasione della Russia in Ucraina è stata seguita da attacchi incessanti e sistematici contro civili, infrastrutture e servizi civili, comprese strutture sanitarie ed educative. Gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili devono cessare immediatamente». Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres al summit del Consiglio di Sicurezza sull'Ucraina.
Guterres ha poi aggiunto che «l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, in chiara violazione della Carta Onu e del diritto internazionale, sta aggravando le tensioni e le divisioni geopolitiche, minacciando la stabilità regionale, aumentando la minaccia nucleare e creando profonde spaccature nel nostro mondo sempre più multipolare».
Ore 17:34 - Guterres: «Prove di crimini russi scioccanti in Ucraina»
«Sono state documentate prove di diffuse e scioccanti violazioni dei diritti umani, comprese violenze sessuali legate al conflitto, detenzioni arbitrarie, esecuzioni sommarie, per lo più da parte della Russia, e il trasferimento forzato di civili ucraini, compresi i bambini, nel territorio sotto il controllo russo o in Russia». Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres al Consiglio di Sicurezza sull'Ucraina. «Questi documenti sono vitali per chiedere conto della responsabilità, fondamentale per tutte le violazioni dei diritti umani», ha aggiunto. E poi: « Questa guerra sta già causando sofferenze infinite, la sua prosecuzione rischia una ulteriore escalation pericolosa. Non c'è alternativa al dialogo, alla diplomazia e ad una pace giusta».
Ore 17:39 - Zelensky: «L’Onu può fare di più per la pace»
Ore 17:40 - Zelensky: «Perché la Russia detiene ancora un seggio al Consiglio di sicurezza dell’Onu?»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha iniziato il suo discorso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite parlando dell’aggressione della Russia «che per qualche motivo è ancora presente qui al Consiglio di sicurezza Onu» e detiene il seggio «illegalmente». «La maggior parte del mondo riconosce la verità su questa guerra. Ci sono stati 574 giorni di dolore, perdite e lotta», dall’inizio dell’invasione, in cui Mosca ha ucciso almeno «decine di migliaia di ucraini e trasformato milioni in rifugiati».
Ore 17:43 - Zelensky: «Il potere di veto della Russia blocca l’Onu»
«Il potere di veto nel Consiglio di Sicurezza Onu, posseduto da pochi paesi e male usato dalla Russia ha bloccato l’Onu»: lo ha affermato il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, parlando all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e ricordando che la sua nazione «difende coraggiosamente la propria indipendenza e ha bisogno di aiuto e deve affidarsi al proprio esercito, e deve considerare il proprio esercito la propria linea di difesa, non la carta Onu».
Ore 17:44 - Zelensky: «La fine delle ostilità solo con il ritiro completo dei russi e con la restaurazione dei confini»
Ore 18:02 - Zelensky rilancia il suo piano di pace: «La Russia si ritiri da tutto, anche dalla Crimea»
«Il completo ritiro delle truppe russe, compresa la flotta del Mar Nero e le forze mercenarie e paramilitari, da tutto il territorio nazionale ucraino riconosciuto dalla comunità internazionale», quindi compresa la Crimea. Questa la richiesta del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un passaggio del suo discorso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a New York, dove si trova in occasione dell’Assemblea generale dell’Onu.
Ore 18:06 - «Impossibile fermare la guerra, tutte le azioni hanno il veto dell’aggressore. La Russia occupa un seggio in maniera illegale»
Zelensky ha anche detto che «è impossibile fermare la guerra perché tutte le azioni hanno il veto dell’aggressore». E ha chiesto che l’assemblea generale, oltre a togliere il potere di veto a Mosca, la destituisca dal consiglio.
«Credo si possano fare dei cambiamenti e che la casa dell’Onu possa essere modificata per la pace e la sicurezza mondiale, ma affinché tutto questo accada c’è bisogno di ridurre le discussioni così lunghe che vanno avanti da anni sulla riforma dell’Onu - ha incalzato -. Bisogna passare all’azione». Zelensky si è così espresso per la «riforma dell’uso del potere di veto», per «ripristinare il potere della Carta delle Nazioni Unite».
Zelensky, secondo il quale tra i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dovrebbe esserci posto per la Germania, ha poi accusato: «Ci sono alcuni pochi individui a Mosca che continuano a manipolare questo consesso e che fanno vincere coloro che sostengono l’odio». Secondo il presidente ucraino, «l’Assemblea generale dell’Onu dovrebbe dare un potere reale a tutti i Paesi di avere la possibilità di veto» mentre ora «tutti gli sforzi sono negati dal potere di veto della Russia», che «rende immobile l’Assemblea Generale» e «soprattutto non rispecchia la volontà di Paesi in tutti i continenti» che «insieme avrebbero una maggioranza qualificata e che potrebbero superare il potere di veto di un unico Paese». Per il presidente ucraino, «ogni adesione al Consiglio di Sicurezza dovrebbe essere sospesa quando un Paese che ne fa parte ricorre all’aggressione per attaccare un altro Paese» e serve «un sistema per prevenire le aggressioni». È «il momento di farlo», ha detto, convinto che le sanzioni «dovrebbero essere automatiche, presentate automaticamente al Consiglio di Sicurezza quando un membro dell’Assemblea Generale riporta delle minacce di aggressione».
Ore 18:07 - Guterres: «L’invasione viola la carta dell’Onu e alimenta le tensioni»
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è una «chiara violazione della Carta delle Nazioni Unite». Dice Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, aprendo la riunione sull’Ucraina del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Lo riporta il Guardian. Secondo Guterres le azioni della Russia in Ucraina stanno «aggravando le tensioni e le divisioni geopolitiche, aumentando la minaccia nucleare e creando profonde spaccature nei nostri mondi sempre più multipolari».
Ore 18:13 - Russia: «Il Consiglio dell’Onu non è il palcoscenico per lo spettacolo di Zelensky»
Il rappresentante permanente della Russia all’Onu, Vasily Nebenzia, ha definito uno «show» la riunione in corso del Consiglio di Sicurezza in cui è intervenuto il presidente ucraino, Volodymy Zelensky. «L’ordine di lavoro dell’organizzazione viene violato per compiacere una delegazione», ha denunciato il diplomatico nel suo intervento. «Si cerca di trasformare il Consiglio di Sicurezza Onu nel palcoscenico per lo show di stand-up di un attore», ha denunciato riferendosi al passato da comico di Zelensky. «È ovvio che la riunione di oggi non è altro che uno show», ha concluso, «non siamo contrari alla partecipazione del presidente ucraino ma ciò deve avvenire secondo le regole».
Ore 18:23 - Kadyrov: «Sono vivo e sto bene». E Gerashchenko pubblica un video del capo ceceno in ospedale per trovare lo zio malato
Ore 18:31 - Lettonia: «La Russia sta portando avanti una guerra coloniale»
«Le spregevoli guerri coloniali di vecchio stile sono tornate. L'aggressione della Russia contro l'Ucraina sta esacerbando la situazione mondiale in molti settori: dalla sicurezza alimentare ed energetica alla finanza, dal clima alle migrazioni. La comunità internazionale non può più permettere alla Russia di manipolare e abusare delle regole globali».
Ha detto il presidente della Lituania, Gitanas Nauseda, intervenendo all'assemblea generale della Nazioni unite. Nauseda ha sottolineato che, al fine di raggiungere una pace sostenibile, risulta necessario garantire che i responsabili di crimini di guerra e dei crimini contro l'umanità in Ucraina - Russia e Bielorussia - siano assicurati alla giustizia, precisando che l'istituzione di un tribunale internazionale per il crimine di aggressione rappresenta un passo fondamentale in tal senso. «Il riconoscimento delle responsabilità e un ordine internazionale basato sulla certezza del diritto saranno la chiave per costruire un mondo giusto e sicuro. La politica della paura e della coercizione in tutto il mondo deve essere finalmente fermata. Dobbiamo difendere risolutamente l'uguaglianza delle nazioni sovrane, grandi e piccole. Insieme, possiamo cambiare il mondo», ha concluso Nauseda.
Ore 18:43 - Zelensky abbandona il Consiglio di sicurezza dell'Onu prima del discorso di Lavrov
Zelensky ha lasciato la sessione speciale del Consiglio di sicurezza Onu prima che il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov prendesse la parola. Riferisce il Guardian. Solo l'ambasciatore ucraino all'Onu ha assistito all'intervento del ministro degli esteri russo. Assente anche il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba.
Ore 18:46 - La Casa Bianca lavora al rilascio del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich
La Casa Bianca lavora attivamente al rilascio del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich ma liberarlo potrebbe essere difficile. Lo afferma il portavoce del consiglio alla sicurezza nazionale John Kirby in un'intervista a Msnbc, nella quale spiega che l'accusa di spionaggio mossa dalla Russia contro Gershkovich, così come contro Paul Whelan, complica gli sforzi per il loro rilascio. «Per via dello spionaggio, i russi li trattano in modo diverso. Quindi potrebbe essere potenzialmente difficile continuare a lavorare per farli» rientrare, ha messo in evidenza Kirby.
Ore 19:06 - Blinken: «Dalla Russia crimini contro l'umanità ogni giorno»
«La Russia commette crimini contro l'umanità» giornalmente in Ucraina. Lo ha detto il segretario di stato Usa Antony Blinken al Summit del Consiglio di Sicurezza Onu. Blinken ha fatto l'elenco delle norme violate dalla Russia in Ucraina, a partire dall'aver «stracciato la Carta Onu».
Ore 19:07 - Kishida (Giappone) all'Onu: «Ucraina, non dobbiamo permettere che la storia si ripeta»
«Non dobbiamo permettere una seconda o una terza Ucraina». Lo ha detto ai membri del Consiglio di Sicurezza Onu il premier giapponese Fumio Kishida, denunciando «l'abuso del potere di veto» da parte della Russia per bloccare le decisioni. «Non può essere accettato dalla comunità internazionale», ha incalzato, ricordando la sua visita dello scorso marzo in Ucraina, dove il conflitto va avanti da oltre un anno e mezzo dopo dell'invasione russa, iniziata il 24 febbraio dello scorso anno.
Ore 19:20 - Lavrov: «L'Occidente ricorre in modo selettivo ai principi dell'Onu»
Nel corso del suo intervento al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Lavrov ha accusato l'Occidente di ricorrere «in modo selettivo» alle norme e ai principi delle Nazioni Unite «in base alle loro parrocchiali esigenze geopolitiche».
Ore 19:26 - Lavrov: «Aumentano i rischi di conflitto globale»
«I rischi di un conflitto globale stanno crescendo», avverte Lavrov nel suo intervento all'Onu e sostenendo che è proprio per evitare questi rischi, «per indirizzare gli eventi in una direzione pacifica, che la Russia ha insistito e insiste affinché tutte le disposizioni della Carta delle Nazioni Unite siano rispettate e applicate non selettivamente, ma nella loro interezza, compresi i principi di uguaglianza sovrana fra gli stati, la non ingerenza nei loro affari interni, il rispetto dell'integrità territoriale e il diritto dei popoli all'autodeterminazione».
Ore 19:32 - Il ministro degli Esteri russo: «Ucraina pupazzo nelle mani degli Usa»
Lavrov ha ribadito il cavallo di battaglia del Cremlino secondo cui qualsiasi governo anti-russo a Kiev non è altro che un burattino degli Usa, suggerendo che gli Stati Uniti potrebbero «ordinare» a Volodymyr Zelensky di negoziare con Mosca.
Ore 19:39 - «Gli Usa devono ordinare a Kiev di revocare il decreto che vieta i negoziati»
La Russia non rifiuta di negoziare con l'Ucraina, ma esiste un «decreto» che lo impedisce e gli Stati Uniti potrebbero «ordinare» a Kiev di revocarlo: sostiene Lavrov. «A proposito di negoziati, non ci arrendiamo nemmeno adesso; il presidente Putin ne ha parlato molte volte, anche di recente». Lavrov si è poi rivolo al segretario di Stato americano Antony Blinken: «Se gli Stati Uniti sono così interessati a questo, allora, penso, non sarà difficile dare l'ordine di annullare questo decreto di (Vladimir) Zelensky», con chiaro riferimento al decreto che impedisce di negoziare con Vladimir Putin.
Ore 19:47 - «È Zelensky a rifiutare il dialogo con Mosca. Il diritto di veto russo è legittimo»
«Mosca non rifiuta il negoziato, è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha firmato un decreto per vietare un dialogo col presidente Putin». «Il diritto di veto è uno «strumento legittimo» della Russia nel Consiglio di sicurezza dell'Onu».
Ore 19:49 - Blinken: «Da Zelensky un piano di pace, da Putin nulla»
Zelensky ha «proposto un piano in dieci punti» per la pace in Ucraina, mentre il capo del Cremlino «non ha presentato nulla». Sostiene il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. «Un messaggio chiaro non solo per la Russia: ci difenderemo, non resteremo in attesa in caso di sfide alle nostre regole», ha affermato Blinken in quello che sembra essere un messaggio rivolto anche alla Cina.
Ore 19:54 - Kiev: «Mosca cerca di riconquistare Andriivka ma senza successo»
Le truppe russe hanno nuovamente tentato di riconquistare le posizioni perse nei pressi di Andriivka, nella regione di Donetsk, ma non ci sono riusciti. Lo afferma su Facebook lo Stato maggiore delle forze armate dell'Ucraina. Lo Stato maggiore sostiene che durante la giornata si sono verificati più di 15 scontri e che la situazione operativa nell'Ucraina orientale e meridionale rimane difficile. «Nel settore di Bakhmut, le forze armate ucraine hanno respinto con successo gli attacchi nemici nell'area a ovest di Zaitseve, nella regione di Donetsk. Il nemico ha cercato di riguadagnare il terreno perduto nell'area a nord-est di Andriivka, ma non ci è riuscito», ha riferito lo Stato maggiore.
Ore 20:20 - Scholz: «Nulla è più forte di silenzio Russia su pace. Diplomazia ha fallito perché Russia ha scelto la guerra»
«Niente è più forte del silenzio della Russia alla richiesta di pace espressa a livello globale”, ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz alla sessione speciale del Consiglio di sicurezza Onu. «Qualcuno ha detto che questa guerra poteva essere evitata con la diplomazia» e «il nostro obiettivo era trovare una soluzione diplomatica che fosse in linea con il diritto internazionale. Tutti questi sforzi sono falliti perché una delle parti, la Russia, ha scelto la guerra invece della diplomazia». La «pace senza libertà è oppressione, la pace senza giustizia è dittatura. Pace significa rispetto della carta Onu e dell’integrità territoriale dell’indipendenza dell’Ucraina», ha concluso.
Ore 20:37 - Appello Cina sull’Ucraina: «Non si versi benzina sul fuoco»
La Cina ha svolto un ruolo costruttivo nella guerra in Ucraina «a modo suo», e il prolungamento o l’espansione della crisi «non è nell’interesse di nessuno». Lo ha detto il vice ministro degli esteri di Pechino Ma Zhaoxu al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Quindi ha sottolineato che la guerra non può essere vinta militarmente, ha chiesto colloqui di pace e ha esortato gli altri paesi a evitare di «versare benzina sul fuoco».
Ore 20:59 - Kiev: «Quattro morti in un attacco russo nel Donetsk»
Le forze russe hanno bombardato oggi la città di Toretsk e l’area circostante, nell’oblast di Donetsk, uccidendo quattro persone. Ad affermarlo l’ufficio del procuratore dell’oblast, secondo quanto riportato da Kyiv Independent. Secondo la procura, le truppe russe hanno effettuato l’attacco utilizzando un mortaio pesante 2S4 Tyulpan da 240 mm, colpendo Toretsk e l’area circostante, inclusa Pivnichne.
A Toretsk, secondo quanto riferito, il bombardamento ha danneggiato una casa e ucciso una ragazza di 19 anni e un ragazzo di 20 anni all’interno. Nel raid contro Pivnichne sono morti in strada una donna di 84 anni e suo figlio di 60 anni. Toretsk si trova non lontano dalla linea del fronte ed è un obiettivo comune degli attacchi russi.
Ore 21:34 - Premier Polonia: «Stop armi a Ucraina, dobbiamo armare noi stessi»
«Non trasferiremo più armi all’Ucraina, ora ci armeremo con le armi più moderne», ha detto il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki a Polsat News. Il primo ministro polacco ha aggiunto che si concentrerà sulla modernizzazione e sul rapido armamento dell’esercito polacco affinché diventi presto uno dei più forti d’Europa: «Se non vuoi difenderti, devi avere qualcosa per difenderti: questo è il nostro principio, motivo per cui abbiamo effettuato ordini più grandi». Morawiecki ha sottolineato che il governo non metterà certamente a rischio la sicurezza dell’Ucraina: «Il nostro hub di Rzeszów, in consultazione con gli americani e la Nato, svolge ancora lo stesso ruolo che ha svolto e continuerà a svolgere».
Ore 22:15 - Onu, per Meloni bilaterali con Zelensky e leader africani
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato, a margine dei lavori dell’Assemblea generale Onu, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e poi il presidente del Ruanda Paul Kagama, quello algerino Abdelmadjid Tebboune, il premier canadese Justin Trudeau e del Malawi Lazarus McCarthy Chakwera.
Meloni ha parlato con il leader ruandese della possibilità, riporta Palazzo Chigi, di «affrontare congiuntamente le sfide e le opportunità offerte dalle migrazioni, con approccio ampio e cooperativo». Con il presidente algerino Tebboune, si è parlato in particolare della crisi nel Sahel. Con Trudeau, invece, il tema è stata la collaborazione di Italia e Canada nel G7, i due Paesi che saranno i prossimi a guidare le presidenze.
«Grande attenzione», spiega Palazzo Chigi, è stata posta tra l’altro alle «sfide dell’intelligenza artificiale, affinché questa diventi uno strumento al servizio dell’uomo, nel rispetto dei suoi principi etici». A margine dell’Assemblea, Meloni ha incontrato anche il leader del Malawi Chakwera, il quale ha «manifestato il proprio apprezzamento per l’attenzione strategica riservata all’Africa dal governo italiano». Tra i due Paesi possono nascere progetti di collaborazione a favore del Malawi, soprattutto nel settore della sicurezza alimentare.
Ore 23:39 - Michel al Consiglio di sicurezza: «L’autore dei crimini in Ucraina è tra noi»
«L’Ucraina è una scena del crimine. L’autore del reato è proprio in questa stanza. Voi sapete chi siete, e noi tutti siamo testimoni. Questo Consiglio di Sicurezza è nato per dire no all’aggressione. Per proteggere la pace e la sicurezza per tutti». Lo ha detto il presidente del consiglio europeo Charles Michel al summit sull’Ucraina nel Consiglio di Sicurezza Onu.
Quindi ha affermato che un membro permanente del Consiglio ha usato il suo potere di veto contro ognuno di noi, contro la Carta Onu: «Tutti abbiamo la responsabilità di porre fine alla guerra, di lavorare per la pace, una pace giusta che rispetti la carta Onu e l’integrità territoriale di ogni nazione», ha proseguito.
Ore 23:49 - Onu, Lavrov incontra Grossi
Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha incontrato il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) Rafael Grossi a margine della 78esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Ore 01:38 - Meloni: «Ucraina, no a chi vuol riportarci a guerre di dominio»
«La guerra di invasione russa dell`Ucraina ci racconta che di fronte a chi vorrebbe riportarci al tempo delle guerre di dominio e di stampo neo-imperialista, del quale pensavamo esserci liberati nel secolo scorso, la ragione può ancora avere la meglio, e che l`amore di patria, il valore della nazione, più ancora essere difeso oltre l`inimmaginabile». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo all’Assemblea generale dell’Onu.
Se «la Nazione e la Ragione, sono ancora il fondamento di ciò che ci muove, allora dobbiamo respingere il racconto utopico e interessato di chi dice che un mondo senza Nazioni, senza confini e senza identità, sarebbe anche un mondo senza conflitti, e con altrettanta determinazione dobbiamo impedire il ritorno della forza come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Sta a noi, a ciascuno di noi - ha concluso - decidere da che parte della storia stare, in coscienza. Ma non prendiamoci in giro, perché questa è la posta in gioco. La scelta tra la nazione e il caos e tra la ragione e la prevaricazione».
Ore 01:42 - Meloni: «Ucraina, l’Italia ha scelto da che parte stare»
Riguardo alla guerra in Ucraina «l’Italia ha scelto chiaramente da che parte stare. Lo ha fatto per senso di giustizia. Lo ha fatto perché è consapevole di quanto sarebbe difficile governare un mondo nel quale ha la meglio chi bombarda le infrastrutture civili sperando di piegare un popolo con il freddo e il buio, chi utilizza come arma l’energia e ricatta le nazioni in via di sviluppo impedendo di esportare il grano». Lo dice il premier Giorgia Meloni, nel suo intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Ore 02:09 - Mosca: «Abbattuti 19 droni in Mar Nero e Crimea»
Mosca afferma le difese aeree russe hanno distrutto questa notte 19 droni ucraini sul Mar Nero e sulla Crimea e altri tre sulle regioni di Belgorod, Kursk e Oryol. «È stato sventato un tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico contro strutture sul suolo russo utilizzando veicoli aerei senza pilota», ha dichiarato il Ministero della Difesa di Mosca citato dall’agenzia Tass.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 21 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. La Polonia: «Non daremo più armi a Kiev». Marta Serafini, inviata, e Redazione Online su Il Corriere della Sera giovedì 21 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di giovedì 21 settembre, in diretta. Zelensky rilancia il suo piano di pace: «La Russia si ritiri da tutto, anche dalla Crimea»
•Polonia-Ucraina, tensioni sul grano: «Prima i polacchi». E i treni restano fermi al confine.
• Zelensky abbandona il Consiglio dell’Onu prima dell’intervento di Lavrov.
• Lavrov a New York : «L’Ucraina è un pupazzo nelle mani degli Stati Uniti. Nessun incontro con gli Usa».
• Zelensky all’Onu: «Mosca spinge il mondo alla guerra finale, l’Onu può fare di più per la pace».
• Joe Biden alle Nazioni Unite: «Se consentiamo all’Ucraina di essere smembrata, l’indipendenza delle altre nazioni non sarà al sicuro».
•Premier Polonia: «Stop armi a Ucraina, dobbiamo armare noi stessi».
Ore 00:10 - Joe Biden alle Nazioni Unite: «Se consentiamo all’Ucraina di essere smembrata, l’indipendenza delle altre nazioni non sarà al sicuro»
(di Viviana Mazza) «Gli Stati Uniti vogliono che questa guerra finisca. E nessun Paese vuole che la guerra finisca più dell’Ucraina». Joe Biden è consapevole che il Sud globale ha altre priorità, diverse dal conflitto in corso da 19 mesi, la cui ombra pesa per il secondo anno consecutivo sulle Nazioni Unite riunite per l’Assemblea generale.
Ore 00:37 - Zelensky abbandona il Consiglio di sicurezza dell'Onu prima del discorso di Lavrov
Zelensky ha lasciato la sessione speciale del Consiglio di sicurezza Onu prima che il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov prendesse la parola. Riferisce il Guardian. Solo l'ambasciatore ucraino all'Onu ha assistito all'intervento del ministro degli esteri russo. Assente anche il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba.
Ore 00:21 - Zelensky: «L’Onu può fare di più per la pace»
«Penso che l’Onu possa fare di più» per la sicurezza e la pace nel mondo. Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, parlando al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. «Sono certo che la Carta Onu possa funzionare per la sicurezza globale ma la discussione sulla riforma delle Nazioni Unite deve essere subito trasformata in un processo», ha aggiunto, «non si tratta solo della rappresentanza al Consiglio di Sicurezza ma anche dell’uso del potere di veto».
Ore 00:25 - Zelensky: «Perché la Russia detiene ancora un seggio al Consiglio di sicurezza dell’Onu?»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha iniziato il suo discorso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite parlando dell’aggressione della Russia «che per qualche motivo è ancora presente qui al Consiglio di sicurezza Onu» e detiene il seggio «illegalmente». «La maggior parte del mondo riconosce la verità su questa guerra. Ci sono stati 574 giorni di dolore, perdite e lotta», dall’inizio dell’invasione, in cui Mosca ha ucciso almeno «decine di migliaia di ucraini e trasformato milioni in rifugiati».
Ore 01:10 - Lavrov: «Aumentano i rischi di conflitto globale»
«I rischi di un conflitto globale stanno crescendo», ha avvertito il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov nel suo intervento all'Onu e sostenendo che è proprio per evitare questi rischi, «per indirizzare gli eventi in una direzione pacifica, che la Russia ha insistito e insiste affinché tutte le disposizioni della Carta delle Nazioni Unite siano rispettate e applicate non selettivamente, ma nella loro interezza, compresi i principi di uguaglianza sovrana fra gli stati, la non ingerenza nei loro affari interni, il rispetto dell'integrità territoriale e il diritto dei popoli all'autodeterminazione».
Ore 01:12 - Il ministro degli Esteri russo: «Ucraina pupazzo nelle mani degli Usa»
Lavrov ha ribadito il cavallo di battaglia del Cremlino secondo cui qualsiasi governo anti-russo a Kiev non è altro che un burattino degli Usa, suggerendo che gli Stati Uniti potrebbero «ordinare» a Volodymyr Zelensky di negoziare con Mosca.
Ore 01:16 - Lavrov: «È Zelensky a rifiutare il dialogo con Mosca. Il diritto di veto russo è legittimo»
«Mosca non rifiuta il negoziato, è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha firmato un decreto per vietare un dialogo col presidente Putin». «Il diritto di veto è uno «strumento legittimo» della Russia nel Consiglio di sicurezza dell'Onu», ha aggiunto Sergey Lavrov.
Ore 01:35 - Onu, duello a distanza tra Zelensky e Lavrov. Il leader ucraino: «Togliere a Mosca il diritto di veto»
(di Viviana Mazza) «L’umanità non crede più nell’Onu», ha detto Volodymyr Zelensky. «Purtroppo si trova in stallo quando bisogna risolvere un conflitto», anche se «la maggior parte del mondo», ha aggiunto riconosce che le azioni della Russia sono «criminali e immotivate». L’ambasciatore russo Vasily Nebenzya ha subito contestato la decisione di farlo parlare per primo, come se fosse «lo spettacolo di un comico», anziché dopo i membri del Consiglio di sicurezza, «secondo le regole». «Colpisce una lezione da voi sulle regole», ha ribattuto Edi Rama, leader dell’Albania e presidente di turno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. «C’è una soluzione: fermate la guerra e Zelensky non parlerà».
Ore 02:00 - Michel al Consiglio di sicurezza: «L’autore dei crimini in Ucraina è tra noi»
«L’Ucraina è una scena del crimine. L’autore del reato è proprio in questa stanza. Voi sapete chi siete, e noi tutti siamo testimoni. Questo Consiglio di Sicurezza è nato per dire no all’aggressione. Per proteggere la pace e la sicurezza per tutti». Lo ha detto il presidente del consiglio europeo Charles Michel al summit sull’Ucraina nel Consiglio di Sicurezza Onu.
Quindi ha affermato che un membro permanente del Consiglio ha usato il suo potere di veto contro ognuno di noi, contro la Carta Onu: «Tutti abbiamo la responsabilità di porre fine alla guerra, di lavorare per la pace, una pace giusta che rispetti la carta Onu e l’integrità territoriale di ogni nazione», ha proseguito.
Ore 02:35 - Meloni: «Ucraina, no a chi vuol riportarci a guerre di dominio»
«La guerra di invasione russa dell`Ucraina ci racconta che di fronte a chi vorrebbe riportarci al tempo delle guerre di dominio e di stampo neo-imperialista, del quale pensavamo esserci liberati nel secolo scorso, la ragione può ancora avere la meglio, e che l`amore di patria, il valore della nazione, più ancora essere difeso oltre l`inimmaginabile». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo all’Assemblea generale dell’Onu.
Se «la Nazione e la Ragione, sono ancora il fondamento di ciò che ci muove, allora dobbiamo respingere il racconto utopico e interessato di chi dice che un mondo senza Nazioni, senza confini e senza identità, sarebbe anche un mondo senza conflitti, e con altrettanta determinazione dobbiamo impedire il ritorno della forza come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Sta a noi, a ciascuno di noi - ha concluso - decidere da che parte della storia stare, in coscienza. Ma non prendiamoci in giro, perché questa è la posta in gioco. La scelta tra la nazione e il caos e tra la ragione e la prevaricazione».
Ore 02:40 - Meloni: «Ucraina, l’Italia ha scelto da che parte stare»
Riguardo alla guerra in Ucraina «l’Italia ha scelto chiaramente da che parte stare. Lo ha fatto per senso di giustizia. Lo ha fatto perché è consapevole di quanto sarebbe difficile governare un mondo nel quale ha la meglio chi bombarda le infrastrutture civili sperando di piegare un popolo con il freddo e il buio, chi utilizza come arma l’energia e ricatta le nazioni in via di sviluppo impedendo di esportare il grano». Lo dice il premier Giorgia Meloni, nel suo intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Ore 03:17 - Premier Polonia: «Stop armi a Ucraina, dobbiamo armare noi stessi»
«Non trasferiremo più armi all’Ucraina, ora ci armeremo con le armi più moderne», ha detto il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki a Polsat News. Il primo ministro polacco ha aggiunto che si concentrerà sulla modernizzazione e sul rapido armamento dell’esercito polacco affinché diventi presto uno dei più forti d’Europa: «Se non vuoi difenderti, devi avere qualcosa per difenderti: questo è il nostro principio, motivo per cui abbiamo effettuato ordini più grandi». Morawiecki ha sottolineato che il governo non metterà certamente a rischio la sicurezza dell’Ucraina: «Il nostro hub di Rzeszów, in consultazione con gli americani e la Nato, svolge ancora lo stesso ruolo che ha svolto e continuerà a svolgere».
Ore 03:42 - Meloni all’Assemblea dell’Onu: «Guerra globale ai trafficanti. Le Nazioni Unite rifiutino ogni ipocrisia»
(di Monica Guerzoni) Le Nazioni Unite non possono voltarsi dall’altra parte. Come hanno contribuito in passato a sconfiggere la schiavitù, devono battersi per debellare il traffico illegale di migranti, che è oggi su scala mondiale «più profittevole» del traffico delle armi e della droga. Giorgia Meloni ha passato giorni a limare il suo primo discorso da premier da scandire nella notte italiana al Palazzo di Vetro, per spronare l’Assemblea generale alla sua 78esima riunione a dichiarare «una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani». Ma il debutto della leader di Fratelli d’Italia all’Onu farà discutere anche per la scelta «pop» di disertare il ricevimento di Biden e attovagliarsi in una pizzeria italiana e per non aver preso la parola in un Consiglio di sicurezza «storico», che ha visto la sfida tra il presidente ucraino Zelensky e il ministro russo Lavrov.
Ore 03:49 - Mosca: «Abbattuti 19 droni in Mar Nero e Crimea»
Mosca afferma le difese aeree russe hanno distrutto questa notte 19 droni ucraini sul Mar Nero e sulla Crimea e altri tre sulle regioni di Belgorod, Kursk e Oryol. «È stato sventato un tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico contro strutture sul suolo russo utilizzando veicoli aerei senza pilota», ha dichiarato il Ministero della Difesa di Mosca citato dall’agenzia Tass.
Ore 04:46 - Zelensky vede leader di Wall Street e Henry Kissinger
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato alcuni dei leader di Wall Street per discutere l’uso di fondi privati per aiutare a ricostruire il suo Paese. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali Zelensky ha incontrato fra gli altri Ken Griffin e Bill Ackman.
All’incontro, avvenuto alla missione americana all’Onu e organizzato dalla manager di JPMorgan, Mary Erdoes, hanno partecipato anche il presidente di Blackstone, Jon Gray, e l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger.
Ore 06:01 - Incontro tra Zelensky e Scholz a New York, focus sugli aiuti
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato il cancelliere tedesco Olaf Scholz mercoledì sera a New York per discutere degli aiuti della Germania a Kiev e della situazione al fronte in Ucraina, secondo quanto pubblicato sull’account Telegram dello stesso Zelensky.
Berlino ha annunciato nei giorni scorsi un nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev del valore di 430 milioni di dollari. Secondo quanto riferito, Zelensky e Scholz hanno discusso anche dell’importanza di proteggere le infrastrutture civili nel prossimo inverno e del mantenimento delle esportazioni di grano ucraine.
Ore 06:14 - Allarme antiaereo in molte regioni, esplosioni a Kiev e Kharkhiv
L’allarme anti-aereo è scattato in gran parte dell’Ucraina, comprese le città di Kiev e Kharkhiv. Lo riporta il Kyiv Independent aggiungendo che è stato attivato in molte regioni ucraini e nella capitale intorno alle 4 del mattino. L’aeronautica militare ucraina ha avvertito della minaccia di attacchi missilistici.
Il sindaco di Kiev Vitali Klitschko ha riferito che la difesa aerea è al lavoro nella capitale intorno alle 6 ora locale. In città si sono udite diverse esplosioni. In precedenza, l’aeronautica militare aveva avvertito che la Russia aveva lanciato missili da crociera verso l’oblast di Kiev e altre regioni.
Ore 06:49 - Almeno sette feriti a Kiev, altri cinque a Cherkasy
Primi bilanci sugli attacchi notturni missilistici in varie zone dell'Ucraina: almeno dodici sarebbero e persone rimaste ferite. Sette di loro, tra cui una bambina di 9 anni, sono state ricoverate in ospedale dopo il raid russo su Kiev. Lo rende noto su Telegram il sindaco Vitali Klitschko.
Altre cinque persone sono rimaste ferite nella città centrale ucraina di Cherkasy, colpita anch'essa stamattina da bombardamenti delle forze di Mosca. Lo comunica il governatore regionale Ihor Taburets.
Ore 07:56 - Kiev: «Bombe russe su Kherson, 2 morti e 5 feriti»
Due persone sono morte e altri cinque rimaste ferite a Kherson, dopo gli attacchi russi che hanno colpito oggi la città nel sud dell’Ucraina. Lo ha annunciato stamattina il governatore Oleksandr Prokudin.
Ore 08:23 - Lula dopo l’incontro con Zelensky: «Una bella conversazione»
«Una bella conversazione sull’importanza di percorsi per costruire la pace e sul mantenimento sempre aperto del dialogo tra i nostri Paesi»: il presidente brasiliano, Luiz Inaício Lula da Silva, ha definito così l’incontro che ha avuto ieri a New York con il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. «Dopo la nostra conversazione costruttiva e onesta, abbiamo incaricato le nostre squadre diplomatiche di lavorare sui prossimi passi delle nostre relazioni bilaterali e degli sforzi di pace», ha detto a sua volta Zelensky, al termine del suo primo faccia a faccia con il leader brasiliano. «È stato un incontro molto naturale, molto aperto, per lo scambio di informazioni, in un clima molto rilassato e collaborativo», ha sottolineato il ministro degli Esteri brasiliano, Mauro Vieira.
Ore 08:32 - Attacco russo a Cherkasy, i feriti sono 10
È salito a 10 il bilancio dei feriti nell’attacco russo sulla città centrale ucraina di Cherkasy: lo ha reso noto il ministero dell’Interno, come riportano i media nazionali.
Ore 08:50 - Germania ospiterà Conferenza ricostruzione nel 2024
La Germania ospiterà la prossima Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina. Lo ha annunciato il cancelliere tedesco Olaf Scholz in occasione del suo incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a New York, a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, come reso noto dall’ufficio della cancelleria tedesca. La prossima Conferenza sulla ricostruzione, che ha tra i propri obiettivi il sostegno a lungo termine all’Ucraina per le infrastrutture distrutte o danneggiate durante la guerra, si terrà l’11 giugno 2024 a Berlino.
Ore 08:54 - Kiev: «Secondo attacco russo su Kherson, uccisa anziana»
Una donna di 81 anni è morta questa mattina in un secondo attacco russo sulla città di Kherson, nell’Ucraina meridionale, dopo quello avvenuto durante la notte che aveva causato la morte di 2 persone: lo ha reso noto l’Amministrazione militare regionale, come riporta Rbc-Ucraina. «Intorno alle 7:30 (le 6:30 in Italia) gli occupanti hanno sferrato un altro attacco alla città. Hanno colpito un condominio», si legge in un comunicato. La vittima si trovava nel suo appartamento, aggiunge la nota. Nella notte Mosca aveva bombardato la città, colpendo un ostello: nell’attacco erano morte 2 persone e altre 5 erano rimaste ferite.
Ore 08:59 - Scholz vede Zelensky e ribadisce il pieno sostegno a Kiev
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Nella conversazione di 30 minuti si è discusso della situazione politica, militare e umanitaria in Ucraina, come reso noto dall’ufficio della cancelleria tedesca, aggiungendo che Zelensky ha ringraziato il governo tedesco per il suo sostegno militare, in particolare per il rafforzamento dell’artiglieria e la difesa aerea ucraina. Scholz ha ribadito la sua continua solidarietà all’Ucraina, sottolineando che la Germania continuerà a sostenere l’Ucraina in stretto coordinamento con i partner europei e internazionali. Scholz ha assicurato che si continuerà a lavorare anche per garantire gli approvvigionamenti alla popolazione ucraina nel prossimo inverno. Il cancelliere ha poi sottolineato che il governo tedesco sostiene l’iniziativa dell’Ucraina per una pace giusta e duratura in conformità con i principi della Carta delle Nazioni Unite.
Ore 09:04 - Kiev: «Abbattuti 36 missili da crociera russi su 43»
Le forze di difesa aerea di Kiev hanno abbattuto, la scorsa notte, 36 missili da crociera russi su 43. Lo ha reso noto il comandante in capo delle forze armate ucraine, Valery Zaluzhny, come riporta Rbc-Ucraina. I missili sono stati lanciati in diversi momenti e Zaluzhny ha osservato che sono entrati nel territorio ucraino da diverse direzioni, cambiando costantemente rotta lungo il percorso.
Ore 09:33 - Sul Delta del Danubio, dove cadono i droni russi - Video
(Di Marta Serafini, inviata a Plauru) La guerra arriva anche in Romania, membro dell’Unione europea e della Nato. I droni russi cadono anche da queste parti e le testimonianze degli abitanti raccontano di grande ansia e paura per ciò che sta accadendo.
Ore 09:37 - Kiev: «I prossimi mesi saranno difficili»
Dopo il «massiccio attacco missilistico russo» che ha preso di mira diverse città del Paese, causando la morte di almeno tre persone a Kherson, Kiev si aspetta «mesi difficili». Lo ha detto il vice capo dell'ufficio della presidenza ucraina, Oleksiy Kuleba. «Ci aspettano mesi difficili: la Russia continuerà ad attaccare gli impianti energetici ed essenziali dell'Ucraina», ha scritto Kuleba su Telegram.
Ore 09:41 - Intelligence di Kiev: «gravi danni» nella base aerea russa di Saky, in Crimea
I servizi di sicurezza e la marina ucraina avrebbero colpito nella notte la base aerea di Saky, nella Crimea occupata dai russi, infliggendo «gravi danni». Lo ha dichiarato giovedì una fonte dell'intelligence ucraina e lo riporta Reuters. Secondo la fonte, nella base aerea ci sarebbero 12 aerei da combattimento (Su-24 e Su-30), il sistema di difesa aerea Pantsir, oltre che una base di addestramento degli operatori di droni. Le forze armate russe, nel frattempo, hanno dichiarato di aver distrutto 19 droni ucraini sopra la Crimea e il Mar Nero, senza fornire dettagli su eventuali vittime o danni.
Ore 10:37 - Lavrov non incontrerà funzionari Usa o Nato
Il ministro russo degli Esteri, Serghey Lavrov, non ha in programma incontri con funzionari degli Stati Uniti o di altri Paesi Nato mentre si trova a New York dove si è svolta l'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lo ha chiarito la portavoce del ministero russo degli Esteri Maria Zakharova. Lo riporta la Tass. «Non abbiamo in programma contatti» con la parte americana, ha spiegato, né con il Regno Unito o con altri Paesi della Nato. «Ci saranno contatti con Paesi di Asia, America Latina, Africa, Paesi amici e organizzazioni internazionali».
Ore 10:41 - Ministro degli Esteri tedesco: «No a proposta di Zelensky su revoca veto a Mosca»
Berlino non sostiene la proposta del presidente ucraino Volodymy Zelensky di privare la Russia del diritto di veto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Lo ha reso noto la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock in un'intervista al canale televisivo Ard. «No, non la sosteniamo, e l'ho detto più volte ai nostri partner ucraini», ha confermato il capo della diplomazia di Berlino, aggiungendo che «non tutto ciò che l'Ucraina offre al nostro governo ha il nostro sostegno».
Ore 11:03 - Commissario ucraino diritti umani: «Il Papa può essere mediatore»
«Penso che il Papa possa essere un mediatore. Ritengo che in questa guerra tra la Federazione Russa e l'Ucraina, la Santa Sede possa avere un ruolo di mediatore». Così il Commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino, Dmytro Lubinets, in un'intervista a Tv2000. «La missione di pace della Santa Sede - aggiunge Lubinets - è molto importante. Noi apprezziamo molto il lavoro dell'inviato speciale di Papa Francesco per la pace in Ucraina. Io credo che il cardinal Zuppi sarà la persona che esattamente creerà un ponte tra le famiglie ucraine e i bambini deportati.
Il monsignor Paul Richard Gallagher, intervenendo ieri all'Onu, ha chiarito la posizione vaticana: «La Santa Sede è vicina all'Ucraina e ne sostiene pienamente l'integrità territoriale e, inoltre, continua a impegnarsi in iniziative umanitarie volte ad alleviare le sofferenze della popolazione ucraina, soprattutto quella parte più debole e vulnerabile» »
Ore 11:07 - Meloni: «La pace ha un costo che dobbiamo sostenere»
«La pace è la condizione alla quale l'umanità deve sempre tendere, ma la pace ha anche un costo, un prezzo talmente alto e importante che quando viene messa in pericolo o infranta dobbiamo essere in grado di sostenere». Questo il messaggio inviato dalla premier Giorgia Meloni in apertura dei lavori dell'evento "Il valore della pace - Il ruolo dell'Italia e dell'Europa" organizzato in occasione della Giornata Internazionale della Pace. «Con riferimento alla guerra in corso in Ucraina - aggiunge la presidente del Consiglio - mi stupisce profondamente ascoltare ancora, anche da parte di alcune persone che hanno responsabilità o ricoprono ruoli istituzionali, appelli alla pace generici, senza alcuna proposta concreta e percorribile per la ricomposizione del conflitto».
Ore 11:31 - Varsavia: «In corso l'invio di armi a Kiev già concordate»
La Polonia sta consegnando all'Ucraina solo armi «precedentemente concordate» con Kiev. Lo ha reso noto il governo di Varsavia. Il portavoce del governo polacco, Piotr Muller, citato dall'agenzia di stampa Pap, bolla come «inaccettabili» una serie di «dichiarazioni e gesti diplomatici» della controparte ucraina. Ieri sera il premier polacco Mateusz Morawiecki aveva annunciato che la Polonia smetterà di fornire aiuti militari all'Ucraina perché dovrà armare il suo esercito. Le tensioni tra i due Paesi sono dovute al blocco che Varsavia, insieme ad altri Paesi dell'Europa orientale, ha unilateralmente imposto all'importazione di grano ucraino.
Ore 11:33 - Kiev: «Negoziati con la Polonia sul grano a breve»
L'Ucraina e la Polonia discuteranno della controversia sul grano «nei prossimi giorni»: lo afferma il ministero dell'Agricoltura ucraino in un comunicato, annunciando una telefonata tra i rispettivi ministri ucraini e polacchi. I due Paesi, aggiunge il comunicato, mantengono «relazioni strette e costruttive» su questa questione.
Ore 11:41 - Carlo III al Senato francese: «Insieme per il trionfo di Kiev»
Rivolgendosi al Senato di Parigi in lingua francese, il re Carlo III ha parlato dell'unità di intenti fra Regno Unito e Francia sull'Ucraina: «Insieme - ha detto il sovrano britannico - siamo indistruttibili nella nostra determinazione a far sì che l'Ucraina trionfi e che le libertà che ci sono così care si affermino».
Ore 11:52 - Kiev: «Nella notte oltre 20 feriti e quasi 40 edifici danneggiati»
Quasi 40 edifici sarebbero stati danneggiati e oltre 20 persone sono rimaste ferite a causa dei massicci attacchi missilistici russi della scorsa notte. Lo ha reso noto su Telegram il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, come riporta Ukrinform. «Nella notte la Russia ha sparato 43 missili contro città pacifiche in Ucraina. A seguito di questo attacco terroristico, circa 40 edifici sono stati danneggiati e due dozzine di persone sono rimaste ferite. I nostri soccorritori stanno rimuovendo le macerie dalle prime ore del mattino, estraendo i feriti e fornendo tutta l'assistenza necessaria. Li ringrazio per il loro servizio», ha affermato Shmyhal. «Resisteremo e vinceremo», ha aggiunto.
Ore 12:22 - Metsola: «Dall'Ue unità senza precedenti sull'Ucraina»
«Per noi europei questa è una guerra nel nostro continente, gli ucraini stanno combattendo per le nostre libertà e i nostri valori ed è da lì che non possiamo assolutamente distogliere lo sguardo perché è esattamente quello che Putin vorrebbe». Lo ha detto la presidente dell'Eurocamera, Roberta Metsola, parlando alla Cnn. «Abbiamo visto un livello di unità senza precedenti dall'inizio della guerra con un pacchetto dopo l'altro di sanzioni, attualmente stiamo negoziando finanziamenti aggiuntivi e fornitura di munizioni affinché l'Ucraina possa continuare la sua controffensiva sostanzialmente riconquistando territori che sono i suoi», ha aggiunto Metsola.
Ore 12:24 - Accordo tra Ucraina e Slovacchia sull'export di grano
I ministri dell'Agricoltura slovacco e ucraino si sono accordati sul creare un sistema di licenze commerciali per il grano, consentendo così di revocare il divieto di importazione di prodotti cerealicoli ucraini in Slovacchia. Lo ha reso noto il ministero dell'Agricoltura slovacco, come riporta Rbc-Ucraina.
Ore 13:07 - Kiev conferma attacco a base aerea russa in Crimea
Le forze armate ucraine hanno confermato che la base aerea russa di Saky, in Crimea, è stata colpita la notte scorsa. Lo riporta Rbc-Ucraina. «La notte del 21 settembre, le forze di difesa ucraine hanno lanciato un attacco combinato contro l'aeroporto militare degli occupanti vicino alla città di Saky, nella Crimea temporaneamente occupata», si legge in un comunicato.
Ore 13:22 - Ue: «No comment sulla Polonia. Il nostro sostegno a Kiev resta fermo»
«Non sta a noi commentare» l'intenzione di Varsavia di non fornire più nuove armi all'Ucraina, anche perché il sostegno a Kiev da parte degli Stati membri è «fatto di contributi volontari». Quello che «è importante per noi è che la politica dell'Ue nei confronti dell'Ucraina non sia cambiata. Il sostegno dell'Ue per l'Ucraina resta fermo in tutte le aree in cui sosteniamo l'Ucraina». Così Peter Stano, portavoce dell'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell.
Ore 13:24 - Polonia-Ucraina, tensioni sul grano: «Prima i polacchi». E i treni restano fermi al confine
(Di Andrea Nicastro) «Prima i polacchi», proclama il premier polacco Mateusz Morawiecki, ma con una guerra in corso al di là del suo confine, il ritornello sovranista non dice solo «prima gli agricoltori che spero mi voteranno fra meno di un mese», ma anche che gli interessi di politica interna sono pronti a rovesciare quelli geostrategici di Varsavia. Con tutto il rispetto, pare di sentire Paride che difende la sua infatuazione per Elena anche a costo di scatenare l’assedio di Troia. Potevano rinunciare ad amarsi quei ragazzi, invece le ragioni «interne» hanno prevalso e Troia è stata distrutta. Che cosa sta succedendo?
Il grano ucraino non può viaggiare sul Mar Nero per il blocco navale russo e non può navigare neppure sul Danubio visto che i missili di Mosca hanno distrutto gran parte dei silos e dei moli di carico. Così semi di girasole, grano, mais e soia ucraini scivolano con ogni mezzo attraverso il confine polacco verso il resto del mondo.
Ore 13:32 - Zelensky è arrivato a Washington, vedrà Biden alla Casa Bianca
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a Washington per incontrare Joe Biden alla Casa Bianca e assicurarsi più armi statunitensi, ribadendo che la «difesa aerea» è la priorità di Kiev. Questa notte Mosca ha colpito l'Ucraina con un'altra raffica di missili. «Oggi ci sono importanti negoziati a Washington. La difesa aerea per l'Ucraina è una delle questioni principali», ha dichiarato Zelensky su Telegram al suo arrivo da New York. «Più difesa aerea, più sostegno ai soldati ucraini in prima linea», ha aggiunto. Dopo quella di dicembre, questa è la seconda visita del presidente ucraino negli Stati Uniti dall'inizio del conflitto.
Ore 13:39 - Kiev: «Avanziamo in profondità nelle difese russe a Sud»
La Guardia nazionale ucraina sta avanzando in profondità nelle difese russe nella zona di Melitopol, nel Sud del Paese. Lo rende noto il capo della Guardia Nazionale, il colonnello Mykola Urshalovych, come riporta Rbc-Ucraina. «Nonostante le numerose mine, le attrezzature ingegneristiche e la forte resistenza degli occupanti, le nostre unità hanno ottenuto un parziale successo, avanzando sia nelle profondità delle difese nemiche, sia lungo la linea del fronte», ha dichiarato Urshalovych.
Ore 13:58 - I presidenti: «Italia e Germania sempre con Kiev»
«Italia e Germania sono al fianco dell’Ucraina e lo saranno anche in futuro». A dirlo è stato il presidente della Repubblica federale tedesca Frank Walter Steinmeier, nel corso delle dichiarazioni alla stampa al termine della visita in Italia degli ultimi due giorni in compagnia del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Ore 14:07 - Colloquio tra i ministri dell’Agricoltura di Kiev e Varsavia
Il ministro ucraino delle Politiche agrarie e alimentari Mykola Solskyi e il suo collega polacco Robert Telus hanno discusso della situazione relativa all’embargo sui cereali, nonché della proposta dell’Ucraina per una soluzione, e hanno concordato di trovare una soluzione che tenga conto degli interessi di entrambi i Paesi.
Le parti hanno confermato le relazioni strette e costruttive che hanno ripetutamente dimostrato e, tenendo conto di ciò, hanno concordato di sviluppare nel prossimo futuro un’opzione di cooperazione sulle questioni relative all’esportazione.
Ore 14:19 - Lavrov discute con Grossi (Aiea) della centrale nucleare di Zaporizhzhia
Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha avuto un incontro con Rafael Grossi, direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), a margine dell’Assemblea generale dell’Onu.
È quanto ha riferito il ministero degli Esteri russo, secondo cui Lavrov e Grossi si sono scambiati delle opinioni sulle principali aree di attività dell’Aiea. «Sono stati inoltre discussi in dettaglio i problemi di sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia.
È stata confermata la disponibilità della parte russa di continuare l’ulteriore cooperazione con l’agenzia al fine di fermare le minacce create dal regime di Kiev», ha comunicato il dicastero. Il ministro russo ha anche parlato dell’effetto distruttivo a lungo termine dell’uso di munizioni con uranio impoverito, che l’Occidente collettivo fornisce al regime di Kiev.
Ore 14:39 - Kiev attacca aeroporto Saki in Crimea. Russia: «Missili abbattuti»
I sistemi di difesa aerea russi hanno abbattuto tutti i missili con cui Kiev ha cercato di attaccare l’aeroporto militare di Saki in Crimea. Lo ha dichiarato Oleg Kryuchkov, consigliere del capo della Crimea. A inizio giornata, il ministero della Difesa russo ha dichiarato che le difese aeree hanno sventato un attacco terroristico notturno delle forze armate ucraine in Crimea, abbattendo 19 droni sopra la penisola.
Ore 14:48 - Kiev denuncia: «Russia recluta minori per lanciare falsi allarme bomba»
La Russia recluta sempre più minori per lanciare falsi allarme bomba in istituzioni, scuole e luoghi di raduno in Ucraina. A sostenerlo è il Servizio di sicurezza dell’Ucraina Sbu, sottolineando in una nota che dall’inizio del 2023 sono state ricevute più di 2mila minacce anonime volte a indebolire istituzioni statali, scuole, ospedali e altri luoghi di raduno di massa di persone.
La maggior parte degli allarmi bomba sono arrivati sotto forma di messaggi internet dal territorio della Federazione Russa, nonché da ucraini. «È accertato che i servizi speciali russi coinvolgono sempre più bambini minorenni per inviare messaggi terroristici», scrive Sbu.
Per reclutare adolescenti ucraini, gli occupanti utilizzano il social network vietato Vkontakte, i canali Telegram controllati e le piattaforme di gioco online. Su queste risorse, i rappresentanti dei servizi speciali della Federazione Russa fanno conoscenza dei giovani utenti e molto spesso il nemico ricorre a metodi di ricatto e di manipolazione psicologica, nonché offre denaro facile per indurre i bambini ad attività sovversive.
Ore 14:58 - I russi negano: «La base aerea in Crimea non è stata colpita. Missili abbattuti»
Le forze russe hanno abbattuto tutti i missili ucraini lanciati contro la base aerea di Saky in Crimea, che gli ucraini hanno invece rivendicato di aver colpito nella notte. A sostenerlo un funzionario dell’amministrazione della penisola occupata, citato da Sky News.
L’esercito ucraino ha precedentemente affermato che le sue forze hanno colpito il sito, con una fonte dell’intelligence ucraina che ha dichiarato che l’attacco con droni e missili da crociera Neptune ha inflitto «gravi danni» alla base. Tuttavia Oleg Kryuchkov, consigliere del capo dell’amministrazione locale installata dai russi Sergei Aksyonov, ha detto in un post su Telegram che tutti i missili sono stati abbattuti.
Ore 15:09 - Regno Unito, 5 bulgari incriminati di spionaggio a favore di Mosca
Sono stati incriminati formalmente di spionaggio dalla giustizia britannica i cinque cittadini bulgari che erano stati arrestati a Londra e nel Norfolk in febbraio in quanto sospettati di essere agenti al servizio di Mosca. È quanto si legge in un comunicato del Crown Prosecution Service, secondo cui le accuse riguardano presunti reati avvenuti tra il 30 agosto 2020 e l’8 febbraio 2023.
Ore 15:16 - Arrivata a Istanbul la prima nave di cereali dalla fine dell’accordo
È la prima nave che trasporta grano a lasciare un porto ucraino dalla fine dell’accordo internazionale nel Mar Nero è arrivata oggi a Istanbul. Secondo il sito Marine Traffic, la «Resilient Africa», una nave container lunga 76 metri battente bandiera di Palau che trasportava tremila tonnellate di grano, è arrivata nel Bosforo poco prima delle 16 ora locale, le 14 in Italia.
Ore 15:38 - Kiev rivendica attacco ad aeroporto militare Crimea
L’esercito ucraino ha reso noto di aver colpito un aeroporto militare russo vicino alla città di Saky, in Crimea, la penisola ucraina annessa da Mosca. «Le forze di difesa ucraine hanno effettuato un attacco combinato contro un aeroporto militare degli occupanti vicino alla città di Saky». Lo ha reso noto il centro divulgazione notizie dell’esercito su Telegram.
Kiev non ha fornito dettagli su vittime o danni. In mattinata, il ministero della Difesa russo aveva dichiarato di aver distrutto 19 droni ucraini sulla Crimea e sul circostante Mar Nero, sventando un attacco.
Ore 15:54 - Stoltenberg: «La retorica Russia su nucleare pericolosa»
«La retorica della Russia sul nucleare è sconsiderata e pericolosa. La Russia deve sapere che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta». Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg sull’adesione dell’Ucraina alla Nato parlando al Council on Foreign Relations a New York.
Ore 16:08 - McCarthy: «Nessun discorso di Zelensky al Congresso Usa»
Il problema è più di carattere tecnico- logistico che altro. Kevin McCarthy ribadisce il no a un discorso di Zelensky da rivolgere al Congresso Usa. Lo speaker repubblicano della Camera dei Rappresentanti ha respinto la richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di tenere un discorso al Congresso in sessione congiunto. Questo quanto riportato dalla rete televisiva Nbc.
Il presidente ucraino, arrivato in Campidoglio a Washington dopo aver preso parte all’Assemblea generale dell’Onu a New York, dovrebbe comunque incontrare i leader di Camera e Senato per degli incontri separati.
Ore 16:14 - Tusk: «Varsavia pugnala Kiev per tornaconto elettorale»
«Il governo polacco affonda un coltello politico nella schiena dell’Ucraina per trarre vantaggio in campagna elettorale in vista delle elezioni parlamentari del 15 ottobre». È l’accusa dell’ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, leader della principale coalizione di opposizione in Polonia, citato da Sky News.
«L’attuale governo polacco ha messo a repentaglio i nostri interessi, ha ceduto quasi tutte le armi che potrebbero essere utili sul fronte e alla fine sta rovinando questo investimento nelle relazioni polacco-ucraine. Questo è assolutamente inaccettabile», ha detto.
Ore 16:19 - Kiev: «Sul grano negoziati con la Polonia a breve»
«L’Ucraina e la Polonia discuteranno della controversia sul grano nei prossimi giorni». Lo afferma il governo di Kiev. I due Paesi, aggiunge, mantengono relazioni strette e costruttive su questa questione.
«I successivi negoziati si svolgeranno nei prossimi giorni, durante i quali verranno discusse le questioni preparate da entrambe le parti», ha dichiarato il ministero dell’Agricoltura ucraino in un comunicato, a seguito di una telefonata tra i ministri polacco e ucraino.
Ore 16:34 - Lite Kiev-Varsavia, Stati Uniti e Ue provano a smorzare i toni
In merito al tema del grano e delle armi, sollevato da Varsavia e da Kiev, il messaggio dell’Ue è chiaro: «Non è compito nostro commentare l’annuncio della Polonia su cosa intende fare con i suoi contributi volontari su base bilaterale per la difesa dell’Ucraina contro l’aggressione» ha detto Peter Stano, portavoce dell’Alto rappresentante Ue.
«Ciò che è importante per noi è che la politica dell’UE nei confronti dell’Ucraina non cambi. Il sostegno Ue all’Ucraina rimane fermo in tutte le aree», ha aggiunto.
Intanto un funzionario americano nega su Reuters spaccature nella solidarietà all’Ucraina. «I momenti di tensione possono capitare a tutti», ha detto.
Ore 17:20 - Usa, 20 repubblicani chiedono lo stop agli aiuti per Kiev
Nel giorno della visita di Volodymyr Zelensky al Congresso degli Stati Uniti, una ventina di repubblicani inviano una lettera alla Casa Bianca chiedendo lo stop degli aiuti all’Ucraina, sollevando dubbi sull’utilizzo dei fondi e sul fatto che Kiev stia facendo progressi contro la Russia.
«Il popolo americano si merita di sapere dove sono andati i loro soldi. Come sta andando la controffensiva? Gli ucraini sono più vicini alla vittoria di quanto lo fossero 6 mesi fa? Qual’è la nostra strategia e qual’è l’exit plan del presidente? Che cosa l’amministrazione definisce come vittoria», così si legge nella lettera firmata.
Ore 17:25 - McCarthy: «Zelensky ha chiesto aerei e missili lungo raggio»
L’Ucraina ha bisogno di copertura aerea e di missili a lunga distanza: queste le richieste avanzate dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo incontro con il leader della Camera dei Rappresentanti statunitense, Kevin McCarthy. Come riferisce il Guardian, McCarthy, parlando coi giornalisti, ha dichiarato che dalle descrizioni di Zelensky delle condizioni sul campo «non manderemmo mai le nostre truppe in quella situazione» senza una maggiore copertura aerea.
L’esponente repubblicano ha sottolineato come Stati Uniti e Ucraina non posano permettersi che il conflitto si trasformi in una guerra di attrito: Mosca vuole spezzare la volontà del popolo americano e di quelli europei, e non possiamo lasciare che ciò accada.
McCarthy non ha risparmiato le critiche all’Amministrazione Biden, affermando che occorre vedere un vero piano strategico per la vittoria, ma ha concluso esprimendo la certezza di poter convincere anche i Repubblicani più scettici a votare a favore di maggiori aiuti per Kiev.
Ore 17:37 - Zelensky ai senatori Usa: «Senza aiuti perdiamo la guerra»
«Se non riceviamo gli aiuti, perderemo la guerra». Questo l’appello di Volodymyr Zelensky ai senatori americani, secondo quanto riferito al New York Times dal leader della maggioranza democratica Chuck Schumer.
Ore 17:45 - McCarthy esclude il via libera a nuovi aiuti a Kiev entro il 2023
Il repubblicano Kevin McCarthy, lo speaker della Camera americana, esclude di mettere nell’agenda l’approvazione di un pacchetto di aiuti militari da 24 miliardi di dollari all’Ucraina entro la fine dell’anno, come richiesto dal presidente Biden. «Abbiamo i nostri problemi fiscali di cui occuparci. Ci sono 10.000 persone che hanno appena attraversato il confine e il presidente pensa solo» all’Ucraina, ha dichiarato McCarthy descrivendo tuttavia il suo incontro con Volodymyr Zelensky «positivo» e «produttivo».
Ore 17:55 - Zelensky al Pentagono per l’incontro con Austin
Volodymyr Zelensky è arrivato al Pentagono dove è stato ricevuto dal segretario alla Difesa Lloyd Austin con il quale avrà un colloquio. Dopo il dipartimento della Difesa, il presidente ucraino si sposterà alla Casa Bianca per il bilaterale con Joe Biden.
Ore 19:15 - Nuovo pacchetto armi dagli Usa per 325 milioni. Anche bombe a grappolo
L’amministrazione Biden annuncerà oggi un nuovo pacchetto di aiuti in armi per altri 325 milioni di dollari all’Ucraina, nell’ambito della cosiddetta «presidential drawdown assistance». Lo riferiscono due funzionari Usa coperti dall’anonimato.
Secondo le fonti, il pacchetto comprenderà munizioni convenzionali migliorate a doppio uso, o munizioni a grappolo, e munizioni per i sistemi Himars. L’annuncio giungerà nel contesto della visita a Washington del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che più tardi incontrerà il presidente Usa Joe Biden alla Casa Bianca.
Ore 19:23 - Usa, Schumer critica i repubblicani: «Fondamentale continuare a sostenere Kiev»
Il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer ha sostenuto che il sostegno a Kiev è più importante del semplice aiuto al popolo ucraino. Ha criticato alcuni repubblicani conservatori per essersi opposti agli aiuti all’Ucraina e ha attaccato i repubblicani della Camera per le loro proposte di finanziamento governativo a breve termine.
«Come ci ha ricordato il Presidente Zelensky, si tratta anche della sicurezza americana, perché un Putin vittorioso sarebbe un Putin rafforzato», ha detto Schumer.
Ore 19:40 - Duda: «Premier male interpretato sulle armi all’Ucraina»
Il presidente polacco Andrzej Duda, afferma che il suo primo ministro, Mateusz Morawiecki, è stato male interpretato nelle sue recenti dichiarazioni circa lo stop all’invio di armi all’Ucraina.
«Secondo me, il primo ministro intendeva dire che non trasferiremo all’Ucraina le nuove armi che stiamo acquistando attualmente mentre modernizziamo l’esercito polacco», ha detto Duda alla televisione TVN24.
Tra l’Ucraina e la Polonia al momento, sia sul fronte del grano che su quello delle armi, ci sono dei negoziati in corso. I polacchi non vogliono soffrire troppo la concorrenza delle esportazioni di grano da parte di Kiev. Per contro, Zelensky necessita del massimo supporto possibile nell’ambito degli aiuti militari. Secondo gli analisti, dietro le dichiarazioni del premier polacco ci potrebbe essere anche una forte influenza di carattere elettorale, tanto che lo stesso Tusk, uno dei leader dell’opposizione in Polonia, aveva criticato le parole di Morawiecki.
Ore 20:22 - Usa: «Polonia continuerà a sostenere l’Ucraina»
Gli Stati Uniti sono convinti che la Polonia continuerà a sostenere l’Ucraina: lo ha dichiarato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Jake Sullivan. «Continueremo a consultarci con loro per assicurarci di capire a fondo quale sia la posizione della Polonia su questi temi, ma credo che la Polonia continuerà a sostenere l’Ucraina», ha concluso.
Zelensky ringrazia la posizione degli Usa e ribadisce: «Contiamo sul costante sostegno americano per vincere la guerra».
Ore 20:37 - Kiev: «Missile ipersonico Onyx ha colpito la regione di Odessa»
L’esercito russo ha bombardato in serata la regione di Odessa con un missile ipersonico Onyx, rendono noto su Telegram le forze di difesa dell’Ucraina meridionale, citate da Rbc-Ucraina.
«Nel distretto di Bilgorod-Dnistrovsky, un missile Onyx ha colpito un’infrastruttura», hanno dichiarato i militari, precisando che in seguito all’attacco è scoppiato un incendio, che è stato rapidamente domato. Non ci sono state vittime.
Ore 21:41 - Zelensky e la moglie Olena alla Casa Bianca: «Senza aiuti perderemo la guerra»
Volodymyr Zelensky e la moglie Olena sono arrivati alla Casa Bianca dove sono stati ricevuti da Joe Biden e la first lady Jill. Il leader ucraino e il presidente americano avranno un colloquio nello Studio Ovale, mentre le consorti terranno un incontro privato. Attorno alle 16, le 22 in Italia, Biden e Zelensky si sposteranno per un meeting allargato anche alla vice presidente americana Kamala Harris.
Ore 23:38 - I primi carri armati Abrams saranno consegnati in Ucraina la prossima settimana
«I primi carri armati Abrams saranno consegnati in Ucraina la prossima settimana. Continueremo a garantire sistemi di sicurezza per sostenere i progressi dell’Ucraina nel reclamare il proprio territorio. Continueremo a garantire aiuti a milioni di persone innocenti che soffrono a causa dell’aggressione russa. Quello che hanno fatto ai bambini è proprio criminale». Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden dopo l’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca.
Ore 01:34 - Nuovo pacchetto da 325 milioni di dollari di aiuti militari dagli Usa a Kiev
Come anticipato dai media Usa, il dipartimento di Stato americano ha annunciato un nuovo pacchetto di armi all’Ucraina per 325 milioni di dollari. «La resilienza, il coraggio e la determinazione dell’Ucraina hanno ispirato il mondo e galvanizzato gli sforzi statunitensi e globali per aiutarla a difendersi e a garantire il proprio futuro», si legge in una nota del segretario di Stato Antony Blinken. Il pacchetto include «nuovi sistemi di difesa anti-aerea, munizioni di artiglieria, sistemi anti-carro nonché munizioni a grappolo, che miglioreranno ulteriormente la capacità dell’Ucraina di continuare la sua controffensiva».
Guerra Ucraina - Russia, le news del 22 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Mosca: «Attaccato quartier generale della flotta russa nel Mar Nero». Zelensky: «Gli Usa forniranno missili Atacms». Marta Serafini, inviata, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera venerdì 22 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di venerdì 22 settembre, in diretta. Filorussi: «In Crimea attacco hacker senza precedenti». Media: «Kiev sfonda la linea Surovikin a sud»
• Zelensky a New York, Edi Rama: «La Russia protesta per il suo intervento? Fermi la guerra».
• Lo speaker della Camera americana, il repubblicano McCarthy, esclude il via libera a nuovi aiuti a Kiev.
• Perché la Polonia ha annunciato di non voler più inviare armi all’Ucraina.
Ore 01:41 - Nuovo pacchetto da 325 milioni di dollari di aiuti militari dagli Usa a Kiev
Come anticipato dai media Usa, il dipartimento di Stato americano ha annunciato un nuovo pacchetto di armi all’Ucraina per 325 milioni di dollari. «La resilienza, il coraggio e la determinazione dell’Ucraina hanno ispirato il mondo e galvanizzato gli sforzi statunitensi e globali per aiutarla a difendersi e a garantire il proprio futuro», si legge in una nota del segretario di Stato Antony Blinken. Il pacchetto include «nuovi sistemi di difesa anti-aerea, munizioni di artiglieria, sistemi anti-carro nonché munizioni a grappolo, che miglioreranno ulteriormente la capacità dell’Ucraina di continuare la sua controffensiva».
Ore 01:42 - Zelensky al Congresso Usa: senza nuovi aiuti perderemo
(di Viviana Mazza, nostra corrispondente da New York) Dopo le Nazioni Unite, Volodymyr Zelensky con la moglie Olena ha fatto tappa a Washington e ha deposto una corona di fiori al memoriale per l’11 settembre al Pentagono: anche in un’intervista con la Cnn , il leader ucraino ha cercato di tracciare un parallelismo tra l’America e l’Ucraina, colpite da «terroristi». Ma al Congresso, i repubblicani dell’ultradestra hanno bloccato proprio ieri mattina una legge provvisoria di finanziamento del Pentagono che includeva aiuti all’Ucraina, dopo che lo stesso Trump si era espresso online in questo senso, mostrando le divisioni nel partito sulla spesa federale che rischiano di portare ad uno shutdown del governo in otto giorni.
Ore 01:48 - Zelensky alla Casa Bianca: «Grazie a tutti per questi 575 giorni»
«Il nuovo pacchetto di armi per l’Ucraina è molto potente. Grazie mille al presidente, è esattamente ciò di cui i nostri soldati hanno bisogno adesso». Lo ha detto Volodymyr Zelensky al termine dei colloqui con il presidente americano alla Casa Bianca. «Grazie per tutti questi 575 giorni (dall’invasione russa dell’Ucraina ndr)», ha detto ancora il leader di Kiev definendo l’incontro di oggi «molto produttivo».
Ore 01:49 - Zelensky in partenza dagli Usa, ora farà tappa in Canada
Voldymyr Zelensky ha lasciato la Casa Bianca dopo aver trascorso quasi quattro ore con Joe Biden e il suo staff. Il presidente ucraino è ora diretto in Canada.
Ore 03:15 - IL PUNTO MILITARE - Ecco come i russi reagiscono agli attacchi in Crimea
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli ucraini prendono di mira le basi russe in Crimea, una dopo l’altra, anche in queste ore. Ampio il ricorso ai cruise forniti da Gran Bretagna e Francia, insieme all’infiltrazione di sabotatori. I russi «vanno alla fonte», cercando di distruggere depositi ma soprattutto le fabbriche militari ucraine sfruttando le armi a lungo raggio. Sono stati causati danni, dopo una pausa, alla rete elettrica con conseguenti black out, l’anticipo di quanto faranno nei mesi più freddi. Negli ultimi giorni gli invasori hanno intensificato i raid coprendo l’intera Ucraina, da Est a Ovest, compresa l’area di Leopoli. Hanno un banco bersagli in cui sono stati inseriti gli stabilimenti industriali coinvolti nello sforzo bellico. Alcuni risalgono all’epoca della Guerra Fredda, sono stati realizzati con strutture robuste, non di rado si sviluppano in sotterranei in grado di resistere alle esplosioni.
Ore 03:21 - Zelensy oggi parlerà al Parlamento canadese
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo la tappa negli Usa, si sta recando in Canada dove è previsto un suo intervento in Parlamento in giornata. Lo fa sapere l’ufficio del primo ministro Justin Trudeau. Lo stesso Trudeau dovrebbe prendere la parola dinanzi al Parlamento canadese. È la prima visita di Zelensky in Canada da quando la Russia ha invaso l’Ucraina nel febbraio 2022
Ore 05:00 - Trudeau: il Canada sosterrà l’Ucraina per tutto il tempo necessario
Il Canada «continuerà a stare al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario». Lo ha detto il primo ministro canadese Justin Trudeau in vista della visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky in Canada. «I due leader continueranno a lavorare a stretto contatto per rafforzare i legami tra i nostri paesi e contribuire a garantire che il popolo ucraino possa continuare a difendersi dall’invasione brutale e ingiustificabile della Russia», si legge in una nota del governo canadese. Trudeau incontrerà Zelensky a Ottawa «per ribadire il continuo sostegno militare, economico, umanitario e allo sviluppo del Canada all’Ucraina mentre continua a difendersi dalla brutale guerra di aggressione della Russia», si legge ancora nella dichiarazione. Entrambi i leader parteciperanno ad una cerimonia di firma «per continuare a rafforzare i legami economici» e Zelensky pronuncerà anche un discorso al Parlamento.
Ore 05:28 - Zelensky è arrivato in Canada, è la prima volta dall’inizio della guerra
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato in Canada. È previsto un suo intervento in Parlamento in giornata. È la prima visita di Zelensky in Canada da quando la Russia ha invaso l’Ucraina nel febbraio 2022.
Ore 06:17 - Nave con grano ucraino supera il blocco russo: è arrivata in Turchia
La prima nave con grano ucraino è arrivata in Turchia attraverso un corridoio temporaneo, sfondando il blocco russo. Lo riporta l’emittente ucraina Suspilne. La nave mercantile Resilient Africa ha lasciato il porto ucraino di Ornomorsk con tremila tonnellate di grano e ha sfondato il blocco russo. Si tratta della prima delle due navi entrate la settimana scorsa nel porto di Chornomorsk lungo il corridoio temporaneo per navi civili istituito dalla Marina delle Forze armate ucraine. Ad agosto l’Ucraina ha annunciato un «corridoio umanitario» per far transitare le navi dirette ai mercati africani e asiatici e per aggirare il blocco di fatto della Russia dopo che Mosca ha sospeso l’accordo che garantiva le sue esportazioni in tempo di guerra
Ore 06:28 - Mosca: abbattuti due droni ucraini sul Mar Nero
«È stato fermato un tentativo da parte del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico utilizzando UAV di tipo aereo contro obiettivi in Russia. I sistemi di difesa aerea di turno hanno distrutto due veicoli aerei senza pilota ucraini sul Mar Nero, vicino alla costa sud-orientale della Crimea e nella regione di Tuapse nel territorio di Krasnodar». Lo riporta il canale Telegram del Ministero della Difesa russo.
Ore 07:46 - Kiev: quasi 1.000 bambini ucraini evacuati in Italia
Dall’inizio della guerra 974 bambini ucraini sono stati evacuati in Italia: così il Commissario per i diritti umani del Parlamento di Kiev, Dmytro Lubinets, che ha incontrato il Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, Antonio Sangermano. Lo riporta Rbc-Ucraina. «Durante l’incontro ho menzionato anche casi specifici di adozione illegale di bambini, nonché casi problematici di sfollati nella Repubblica Italiana, che richiedono assistenza per risolverli», ha detto Lubinets: «Sono a conoscenza del ritardo di specifici processi giudiziari riguardanti le decisioni sul ritorno dei bambini e delle famiglie in Ucraina».
Sangermano, prosegue Rbc-Ucraina, ha proposto di creare un gruppo di lavoro congiunto presso il Ministero degli Esteri, il cui scopo sarà quello di identificare, prevenire e ripristinare i diritti dei bambini ucraini che si trovano sul territorio italiano. Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, la Russia ha costantemente deportato bambini ucraini nella Crimea occupata, in Bielorussia o nelle regioni remote della Federazione Russa. Lubinets ha sottolineato che Kiev ha la conferma che in Russia sono già stati adottati 386 bambini ucraini.
Ore 07:49 - Media: esplosioni a Kherson, morto un 25enne
Esplosioni sono state udite per la seconda volta questa mattina a Kherson, nell’Ucraina meridionale: lo riporta Rbc-Ucraina, che cita canali Telegram locali. Oleksandr Prokudin , governatore ucraino di Kherson, ha scritto su Telegram che una persona è morta questa mattina a seguito dell’azione militare russa nella regione: «Le forze di occupazione hanno appiccato il fuoco ai quartieri residenziali della città. Gli incendi sono scoppiati in un edificio residenziale e in un garage a causa dell’impatto dei proiettili nemici. Purtroppo un uomo di 25 anni è morto per le ferite riportate, un’altra persona è rimasta ferita».
Ore 08:07 - Zelensky arrivato in Canada, accolto da Trudeau
Zelensky parlerà al Parlamento canadese come parte della sua campagna per rafforzare il sostegno degli alleati occidentali alla guerra dell’Ucraina contro l’invasione russa. È la prima visita di Zelensky in Canada da quando la Russia ha invaso l`Ucraina nel febbraio 2022. Dopo i discorsi in Parlamento, Zelensky e Trudeau andranno a Toronto per incontrare la comunità ucraina locale. Il Canada ospita circa 1,4 milioni di persone di origine ucraina, quasi il 4% della popolazione.
Ore 08:53 - Kiev, nave carica di grano partita per l’Egitto
Una nave carica di grano è salpata da un porto ucraino diretta in Egitto: lo ha reso noto il governo di Kiev. È la seconda volta questa settimana che un’imbarcazione utilizza un corridoio marittimo istituito da Kiev per aggirare il blocco e le minacce russe. «La nave Aroyat ha lasciato il porto di Chornomorsk carica di 17.600 tonnellate di grano ucraino diretto in Egitto», ha dichiarato il ministro ucraino delle Infrastrutture Oleksandre Koubrakov su X (ex Twitter).
Ore 08:54 - Lavrov: Onu non venga coinvolta in iniziative politicizzate
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha invitato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres a impedire che i rappresentanti delle delle Nazioni Unite vengano coinvolti in iniziative politicizzate sull’Ucraina. Lo si legge nel messaggio del Ministero degli Esteri russo diramato a margine della 78esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. «L’attenzione è stata tradizionalmente concentrata sui problemi internazionali più urgenti, nonché su vari aspetti della cooperazione tra Russia e Nazioni Unite», ha affermato il ministero. «È stato rivolto un appello a Guterres affinché i rappresentanti delle strutture dell’Onu non vengano coinvolti in iniziative politicizzate nel contesto della crisi ucraina. L’attenzione è stata focalizzata sulle assicurazioni del Segretario generale dell’Onu di astenersi dal partecipare a iniziative che non prevedono la partecipazione di tutte le parti». Il capo della diplomazia russa ha sottolineato ancora una volta «la necessità del rigoroso rispetto da parte della leadership delle Nazioni Unite e di tutti i dipendenti dell’organizzazione mondiale, senza eccezioni, dei principi di imparzialità ed equidistanza sanciti dall’articolo 100 della Carta delle Nazioni Unite».
Ore 09:34 - Zelensky: libereremo Bakhmut e altre due città chiave
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha promesso di liberare Bakhmut e altre due città chiave dall’occupazione russa durante una discussione con i media statunitensi a Washington. Bakhmut, che è stata teatro di alcuni dei più feroci combattimenti della guerra, è stata a lungo un obiettivo di Kiev dopo che le forze russe hanno rivendicato il controllo della città orientale a maggio. «Liberermo Bakhmut», ha detto Zelensky, come riporta la Cnn. «Penso che libereremo altre due città», ha aggiunto. «Non vi dirò quali città, mi spiace, ma abbiamo un piano molto completo».
Ore 09:49 - Kiev: 274.950 militari russi uccisi da inizio guerra
La Russia ha perso nell’ultimo giorno 480 uomini, facendo salire a 274.950 le perdite fra le sue fila dal giorno dell’attacco di Mosca all’Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, appena diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di 274.950 uomini, 4.644 carri armati, 8.891 mezzi corazzati, 6.177 sistemi d’artiglieria, 785 lanciarazzi multipli, 528 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 315 aerei, 316 elicotteri, 8.690 attrezzature automobilistiche, 20 unità navali e 4.858 droni.
Ore 10:03 - Media, esplosioni a Sebastopoli, sospesa circolazione ponte Crimea
Esplosioni sono state udite questa mattina a Sebastopoli, nella Crimea occupata: lo riporta Rbc-Ucraina, che cita il canale Telegram di Crimean Wind. La circolazione sul ponte di Crimea è stata bloccata.
Ore 10:37 - Kiev, Russia riavvia «terrorismo energetico» in vista dell’inverno
La Russia ha riavviato il suo «terrore energetico» attaccando le infrastrutture essenziali in Ucraina con l’avvicinarsi dell’inverno, ha denunciato il primo ministro ucraino Denys Shmygal. «La fase del terrore energetico è già iniziata», ha detto Shmygal in un forum economico, citato dall’agenzia di stampa Interfax-Ucraina. «Lo vediamo attraverso la distruzione delle» infrastrutture energetiche e «i primi attacchi» contro le colonnine elettriche «nelle ultime due settimane», ha aggiunto.
Ore 10:38 - Kiev, missili russi sul Donetsk, 15 feriti
Almeno 15 persone sono rimaste ferite la notte scorsa in attacchi missilistici russi sulla città di Kurakhove, nella regione orientale ucraina di Donetsk: lo ha reso noto l’amministrazione militare regionale, come riporta Ukrinform. «Nella notte, i russi hanno lanciato due attacchi missilistici su Kurakhove, ferendo 15 civili e danneggiando 20 condomini. Inoltre, una struttura medica nella comunità è stata danneggiata a Hostre e Ostrivske è stata bombardata», si legge in un comunicato.
Ore 10:38 - Kiev, altre 3 navi in arrivo per caricare prodotti per l’export
Tre nuove navi si stanno dirigendo verso i porti ucraini per caricare prodotti destinati all’esportazione: caricheranno più di 100.000 tonnellate di prodotti agricoli e minerale di ferro. Lo ha annunciato su Facebook il ministro ucraino per lo Sviluppo, Oleksandr Kubrakov, come riporta Rbc-Ucraina. «Le portarinfuse Azara, Ying Hao 01 ed Eneida hanno confermato la loro disponibilità ad utilizzare il corridoio temporaneo per le navi civili e si stanno muovendo verso i porti di Pivdenny e Chornomorsk», ha scritto Kubrakov. Dopo aver caricato più di 127.000 tonnellate di prodotti agricoli ucraini e minerale di ferro, le navi partiranno per la Cina, l’Egitto e la Spagna.
Ore 11:22 - Gb, Mosca preoccupata per attacchi nel Mar Nero e a base aerea
«È molto probabile che la flotta russa del Mar Nero sia stata nuovamente presa di mira pesantemente e che le esplosioni alla base aerea Chkalovsky, vicino a Mosca, costituiscano la preoccupazione più strategica per i leader russi». Lo scrive su X l’intelligence britannica, aggiungendo che «negli ultimi quattro giorni, sia la Russia che l’Ucraina hanno subito attacchi insolitamente intensi dietro le loro linee». Ma, sottolinea il ministero della Difesa di Londra, è la base aerea a preoccupare maggiormente Mosca, essendo «un luogo sensibile perché ospita aerei militari specializzati e trasporti per i leader russi». Inoltre, prosegue il rapporto di intelligence, «sono state segnalate esplosioni nei siti logistici, nelle basi aeree e nei posti di comando russi in Crimea, nella regione di Krasnodar e vicino a Mosca».
Ore 12:06 - Cremlino: «Tensioni tra Kiev e alleati europei aumenteranno»
«Le tensioni tra Varsavia e Kiev cresceranno». È la previsione del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, secondo il quale comunque la Polonia e l'Ucraina rimangono il centro principale della russofobia. «Monitoriamo da vicino tutto questo», ha aggiunto Peskov, dicendosi convinto che «anche le frizioni tra Kiev e le altre capitali europee cresceranno con il tempo, è inevitabile».
Ore 12:20 - Dall'Ue altri 1,5 miliardi all'Ucraina
La Commissione europea ha stanziato altri 1,5 miliardi di euro all'Ucraina nell'ambito del programma di assistenza macrofinanziaria al Paese.
Ore 12:36 - Mosca: «Attaccato quartier generale della flotta russa nel Mar Nero»
Nuove esplosioni sono state avvertite a Sebastopoli, in Crimea. Lo riporta Rbc Ucraina citando le testimonianze e le notizie postate su diversi canali Telegram. Nella città si sarebbero udite tre potenti deflagrazioni, che hanno fatto tremare i vetri delle finestre. «Si è sentito anche un razzo sorvolare la parte meridionale della città», spiega uno dei media citati. Un altro canale Telegram riferisce che le forze di difesa aerea si sono attivate nei distretti di Sak e Bakhchisarai.
Il Cremlino denuncia l'attacco: colpito il quartier generale della flotta russa nel Mar Nero. Il governatore Mikhail Razvozhaev ha riferito sul suo canale Telegram: «I nemici hanno lanciato un attacco missilistico contro la base della Flotta. Un frammento è caduto vicino al Teatro Lunacharsky», ha affermato il governatore, precisando che sul posto sono arrivati tutti i servizi di emergenza e si sta valutando la possibilità di eventuali vittime.
Ore 12:53 - Il quartier generale della flotta russa colpito a Sebastopoli
Ore 13:02 - Il Cremlino avverte: «Possibile nuovo raid forze Kiev su Crimea»
Il governatore di Sebastopoli, Mikhail Razvozhayev, ha avvertito che «un altro attacco è possibile» in Crimea poco dopo aver confermato che il quartier generale della flotta russa del Mar Nero è stata colpita. «Per favore non andate nel centro della città. Non lasciate gli edifici. Chiunque si trovi vicino al quartier generale della flotta, al suono della sirena, dirigetevi verso i rifugi», ha esortato Razvozhayev.
Ore 13:21 - «Economist»: «Kiev e i suoi alleati devono prepararsi a una guerra lunga»
L’Ucraina e i suoi alleati dovrebbero prepararsi per una guerra lunga. È quanto scrive il settimanale «The Economist». La speranza che la controffensiva, grazie alle forniture di armi moderne dall’Occidente, potesse determinare una rapida riconquista dei territori occupati dalla Russia è stata tradita, malgrado gli sforzi ucraini. Mosca non mostra alcuna intenzione di voler negoziare e il presidente Vladimir Putin conta sul fatto che gli alleati dell’Ucraina si stanchino e Donald Trump vinca nuovamente le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Kiev e i suoi sostenitori devono pertanto essere pronti a una guerra lunga e questo richiede di «ripensare la strategia militare e l’economia». «Invece di puntare a “vincere” e poi ricostruire, gli obiettivi dovrebbero essere quelli di garantire che l’Ucraina abbia la capacità di condurre una guerra lunga», ha scritto la testata britannica. Tutto ciò richiede la volontà politica dell’Ucraina, ma anche dei suoi alleati in Occidente. «Nel lungo termine, la migliore garanzia per la sicurezza dell’Ucraina è l’adesione alla Nato», si legge. «Altrettanto importante è ciò che l’Unione europea può offrire: non solo denaro, ma la prospettiva di adesione». Perché ciò accada, specifica «The Economist» è necessario un cambiamento di mentalità in Europa, che deve «rafforzare l’industria della difesa e riformare il processo decisionale dell’Ue in modo che possa gestire più membri».
Ore 13:26 - Media: «Kiev ha sfondato la linea Survikin a sud»
L’Ucraina ha sfondato per la prima volta una sezione della principale linea difensiva russa sul fronte meridionale del Paese: lo riporta il Telegraph, che cita riprese video dalle prime linee. I veicoli corazzati di Kiev sono stati filmati oltre la prima rete di trincee, fossati anticarro e campi minati russi: «Sembra che l’Ucraina sia avanzata nella breccia della cosiddetta linea Surovikin», scrive il quotidiano britannico. Le forze ucraine erano già penetrate nelle posizioni difensive con assalti di fanteria su piccola scala per eliminare le trincee russe in direzione del villaggio di Verbove, nella regione di Zaporizhzhia.
Le riprese fatte ieri dai droni in prima linea, e verificate col metodo della geolocalizzazione, sembrano mostrare veicoli Stryker, Marder e Mrap delle Forze armate ucraine che avanzavano su una strada di campagna verso la periferia occidentale del villaggio di Verbove. La colonna era seguita da veicoli per lo sminamento e da veicoli corazzati M113 per il trasporto delle truppe, di fabbricazione americana. L’avanzata significa che le forze ucraine stanno operando con attrezzature pesanti attraverso le difese messe in atto dall’ex comandante dell’invasione russa - il generale Sergey Surovikin, soprannominato generale Armageddon - per ostacolare la controffensiva ucraina, scrive il Telegraph. «La capacità di portare i veicoli corazzati verso e attraverso le più formidabili difese russe erette per fermarli e di farli operare vicino alle posizioni difensive russe è un importante segno di progresso nella controffensiva ucraina», ha commentato da parte sua l’Istituto per lo studio della guerra. Ulteriori filmati geolocalizzati pubblicati il 20 e 21 settembre, prosegue il centro studi statunitense, indicano che le forze ucraine sono avanzate anche a ovest e a sud-ovest di Verbove.
Ore 13:38 - Onu: «La repressione in Russia è senza precedenti nella storia recente»
La repressione in Russia si è intensificata dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca lo scorso anno, raggiungendo «un livello senza precedenti nella storia recente»: lo ha detto la relatrice speciale sulla situazione dei diritti umani nella Federazione Russa, Mariana Katzarova. «Il livello di repressione contro i media indipendenti della società civile e, più in generale, contro chiunque abbia una voce dissenziente... è senza precedenti nella storia recente», ha dichiarato Katzarova ai giornalisti a Ginevra. Presentando le conclusioni del suo primo rapporto, la funzionaria ha deplorato l’«enorme repressione» attuata da Mosca contro i critici dallo scoppio della guerra in Ucraina il 24 febbraio 2022. «La società civile in Russia è stata chiusa dalle autorità», ha sottolineato, aggiungendo che la «repressione è molto sofisticata», con nuove leggi introdotte quasi ogni settimana «per soffocare» qualsiasi forma di critica o dissenso. «È una cosa estremamente grave», ha commentato.
Ore 13:43 - «Missili da crociera abbattuti sulla Crimea»
Missili da crociera ucraini sono stati abbattuti dalle difese aeree russe sopra la Crimea, secondo quanto riferisce il governatore citato dall’agenzia Tass.
Ore 13:47 - Ue: «Il piano di Kiev sull’export di grano è alle battute finali»
«Stiamo finalizzando i nostri commenti sul piano d’azione che Kiev ha presentato lunedì scorso all’ultima riunione della piattaforma di coordinamento» sull’export dei cereali ucraini e che verrà discusso durante la nuova riunione della piattaforma, in programma giovedì prossimo. Così una portavoce della Commissione europea in merito agli sviluppi recenti della disputa sull’export in Ue dei cereali ucraini. La portavoce ha sottolineato «l’impegno costruttivo» delle parti coinvolte, tra cui Polonia e Ungheria che nei giorni scorsi hanno prorogato il divieto di importazioni di alcuni prodotti dall’Ucraina. Il piano, ha spiegato la portavoce, si compone di diverse parti, tra cui «la condivisione di informazioni e di dati sulle esportazioni di alcuni prodotti agricoli» e «sui paesi di destinazione delle esportazioni» provenienti dall’Ucraina, «l’impegno a mettere in atto delle campagne informative» sulle turbolenze dei mercati dei cinque Paesi dell’Est interessati, nonché l’elemento più importante, «la messa a punto di un meccanismo di verifica e autorizzazione» per garantire il controllo dell’export.
Ore 13:58 - Mosca: «Un militare ucciso in attacco ucraino a Sebastopoli»
Il ministero della Difesa russo ha detto che un militare è rimasto ucciso nell’attacco missilistico ucraino al quartier generale della flotta del Mar Nero a Sebastopoli. Lo riferisce la Tass.
Secondo le prime notizie non ci sono danni alle strutture civili vicine al quartier generale e non sono segnalati morti o feriti tra i civili che si trovavano nelle strade al momento dell’attacco, ha detto da parte sua il governatore di Sebastopoli, Mikhail Razvozhayev.
Ore 14:16 - Filorussi, attacco hacker seza precedenti in Crimea
Le autorità filorusse della Crimea hanno denunciato un attacco hacker «senza precedenti» ai provider di connessione internet nella penisola. Lo scrive il consigliere del governatore della Crimea, Oleg Kryuchkov, sul suo canale Telegram, come riporta l’agenzia Tass. «Stiamo rilevando interruzioni di connessione internet nella penisola», si legge nel messaggio, «tutti i servizi stanno lavorando per eliminare la minaccia. Ci scusiamo per le difficoltà temporanee».
Ore 14:36 - Zelensky a Washington: «Altri aiuti militari o perderemo la guerra»
«Se non riceviamo gli aiuti, perderemo la guerra» ha detto il presidente Volodymyr Zelensky ai parlamentari americani a Capitol Hill. Un concetto che è poi stato ripetuto dopo essere stato ricevuto alla Casa Bianca da Joe Biden. «Grazie per l’invito e per l’aiuto vitale fornito dagli Stati Uniti all’Ucraina per combattere il terrore russo» ha dichiarato il presidente ucraino, seduto accanto al presidente USA Joe Biden nello Studio ovale della Casa Bianca. «Oggi sono a Washington per rafforzare la nostra coalizione in difesa dei bambini ucraini, delle famiglie, delle nostre case, della libertà e della democrazia nel mondo. E ho iniziato la mia giornata al Congresso degli Stati Uniti per ringraziare i suoi membri e il popolo americano per il loro grande, enorme sostegno», ha dichiarato Zelensky.
Ore 15:30 - Kiev rivendica attacco a sede flotta russa Mar Nero
L’Ucraina ha rivendicato la responsabilità dell’attacco al quartier generale della flotta russa del Mar Nero, a Sebastopoli, in Crimea. «Il 22 settembre, intorno alle 12:00 ora locale, le forze di difesa ucraine hanno lanciato un attacco riuscito contro il quartier generale del comando della flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli, temporaneamente occupata», ha scritto su Telegram il dipartimento delle comunicazioni dell’esercito ucraino.
Ore 16:37 - Kiev: «Crimea sarà smilitarizzata e liberata»
«La realtà è inesorabilmente alle calcagna. La Crimea sarà sicuramente smilitarizzata e liberata». È quanto afferma in un post sul social X il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, commentando l’attacco delle forze armate di Kiev a Sebastopoli, contro il quartiere generale della flotta russa nel Mar Nero. «Le dichiarazioni del ministero della Difesa russo sono la prova della profonda ostinazione del sistema russo», ha aggiunto Podolyak riferendosi alle informazioni contradditorie date dal Cremlino , «persone che, in altre circostanze, in un’altra società, avrebbero potuto essere dei comici, intraprendono la strada dell’aggressione e dei crimini di guerra».
Ore 17:15 - Udite esplosioni a Kremenchuk
Si sono udite esplosioni a Kremenchuk, nella regione ucraina di Poltava. Lo riferisce Rbk-Ucraina con riferimento alla tv ucraina e ai messaggi sui social. Durante l’attacco notturno del 20 settembre secondo Kiev i russi hanno bombardato la raffineria di petrolio di Kremenchuk.
Ore 17:19 - Kiev: «Usa forniranno un numero limitato di missili Atacms»
Gli Stati Uniti invieranno all’Ucraina una «piccola quantità» di missili a lungo raggio Atacms. Lo hanno riferito funzionari all’emittente Nbc, mentre ieri il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, a proposito della fornitura a Kiev di questi missili, ha affermato che «il presidente ha deciso che non fornirà gli Atacms all’Ucraina, ma non ha nemmeno tolto la questione dal tavolo per il futuro», escludendo la presenza degli Atacms nell’ultimo pacchetto di aiuti militari. Tre funzionari citati dall’emittente hanno precisato che una quantità limitata ma non specificata di missili sarà consegnata all’Ucraina, senza chiarire i tempi.
Ore 17:27 - A Sebastopoli avremmo voluto fare danni maggiori
Il portavoce dell’aeronautica ucraina Yuriy Ignat, parlando alla televisione nazionale, ha detto che pur essendo soddisfatto del risultato dell’attacco al quartier generale della flotta russa a Sebastopoli, sperava in un risultato diverso. «Volevo un buco più grande, a dire il vero», ha detto. Ygnat ha anche aggiunto: «Questa è la migliore pubblicità al mondo delle nostre armi, che volano esattamente sul bersaglio e, per l’ennesima volta, la difesa aerea russa non può farcela».
Ore 17:31 - Russia: denuncia il massacro di Bucha, condannato a 8 anni
Un tribunale militare russo ha condannato a 8 anni di reclusione un attivista politico per aver pubblicato su internet dei video in cui si schierava contro l’invasione dell’Ucraina ordinata da Putin e denunciava il massacro di civili commesso a Bucha dalle truppe del Cremlino: lo scrivono diversi media, che citano un portavoce del tribunale militare di Yekaterinburg, nella regione degli Urali.
Ore 17:48 - Zelensky conferisce un’onorificenza a Guerini
L’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini - alla guida del Dicastero dal 2019 al 2022, ora presidente del Copasir - ha ricevuto dal Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, la Terza Classe dell’Ordine del Principe Jaroslav il Saggio. L’onorificenza gli è stata conferita «per il significativo contributo personale al rafforzamento della cooperazione interstatale, al sostegno della sovranità statale e all’integrità territoriale dell’Ucraina, alla promozione dello Stato ucraino nel mondo». Il decreto è stato emesso dal presidente Zelensky il 15 novembre 2022, sottolineando l’importanza del contributo dell’allora Ministro Guerini nella promozione dei legami tra Italia e Ucraina. La cerimonia ufficiale di consegna si è svolta ieri presso l’Ambasciata dell’Ucraina in Italia, dove l’Ambasciatore ucraino, Yaroslav Melnyk, ha formalmente conferito l’onorificenza all’ex ministro.
Ore 18:07 - Kiev promette che ci saranno altri raid a Sebastopoli
«Abbiamo promesso che ce ne saranno altri... Così, mentre gli occupanti si stanno riprendendo a Melitopol, e i segnali di allarme aereo continuano a suonare a Sebastopoli, ringrazio ancora una volta i piloti dell’aeronautica militare». A dichiararlo su Telegram il comandante dell’aeronautica militare dell’Ucraina, Mykola Oleschuk, commentando le esplosioni nella base russa a Sebastopoli. «”Tutti i missili abbattuti!”: spero che la prossima volta la difesa aerea russa non ci deluderà», ha commentato ironicamente Oleschuk. «Sebastopoli è una città delle Forze Navali delle Forze Armate dell’Ucraina».
Ore 18:26 - Raid russo su Krementchouk: un morto e 15 feriti
È di un morto e 15 feriti il bilancio del raid russo sulla città dè Krementchouk lo ha riferito il governatore della regione su Telegram. «Il nemico ha lanciato razzi contro Kremenchuk. Un razzo è stato abbattuto dalle forze di difesa aerea. Sfortunatamente, le infrastrutture civili sono state colpite», ha detto Dmytro Lunin, governatore della regione di Poltava.
Ore 18:32 - Zelensky in Canada: «Rimanete con noi fino alla vittoria»
«Ho molte parole calorose e di ringraziamento da parte dell’Ucraina nei vostri confronti». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nell’ufficio del primo ministro canadese Justin Trudeau prima di parlare davanti al Parlamento canadese. «Ci avete aiutato sul campo di battaglia, finanziariamente e con gli aiuti umanitari: rimanete con noi fino alla nostra vittoria».
Ore 19:34 - Punto militare | Sei punti sull’attacco di Kiev a Sebastopoli
(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Ecco sei punti sul raid ucraino su Sebastopoli.
Primo. Gli ucraini hanno preso di mira le installazioni del comando già nei mesi scorsi con azioni minori, ora hanno alzato il livello dell’assalto. Mossa resa possibile dalle armi nel loro arsenale, in particolare i cruise Storm Shadow e Scalp forniti da Gran Bretagna-Francia.
Secondo. È un segnale politico e militare. Zelensky aveva promesso un’offensiva sulla penisola, colpi per ribadire la sfida all’occupazione. Le parole sono state seguite da incursioni costanti, sempre più sofisticate e precise. Mosca ha reagito aumentando le difese in modo massiccio, però non è bastato.
Terzo. Prima di portare i fendenti la resistenza ha costruito un “sentiero” per facilitare la missione della sua aviazione. Neutralizzati radar, batterie anti-aeree, stazioni radio sempre in Crimea e in Mar Nero. Liberata l’isola dei Serpenti e un paio di piattaforme petrolifere diventate avamposti per invasori.
Quarto. Kiev ha messo insieme la propria intelligence a quella fornita dagli alleati. Sono stati sempre intensi i voli degli aerei da ricognizione elettronica della Nato in Mar Nero. Un’attività che probabilmente ha favorito gli strike. Scontato che i collaboratori di Zelensky enfatizzino il ruolo dei propri uomini e di eventuali infiltrati dietro le linee avversarie. Celebrano un successo, fanno da schermo ad appoggi esterni. In guerra contano i risultati concreti, pesano però anche i messaggi, specie quando in Occidente emergono segnali di stanchezza da parte di alcuni partner.
Quinto. Evidente l’evoluzione della strategia della resistenza. Con i pochi mezzi a disposizione ha affondato l’ammiraglia Moskva, ha danneggiato in modo irreparabile alcune navi e, una volta acquisiti nuovi sistemi, ha raggiunto bersagli importanti all’interno dei cantieri di Sebastopoli: un’unità d’assalto anfibio e un sottomarino classe Kilo. Due elementi preziosi per la Flotta del Mar Nero. Le navi da sbarco sono usate per la logistica, i sommergibili partecipano con i missili Kalibr alla campagna di bombardamento.
Sesto. Gli ucraini, senza avere una Marina, hanno dimostrato di tenere testa al nemico alternando tattiche, usando il fattore sorpresa, trovando soluzioni. Ricordiamo che hanno impiegato i missili Neptune di produzione locale, i vettori occidentali, sei-sette tipi di droni marittimi, droni aeronautici, forze speciali, probabilmente partigiani nascosti lungo la costa e in città, un camion bomba contro il ponte di Kherch.
Ore 20:00 - Trudeau, altri 482 milioni di dollari a Kiev in 3 anni
Il Canada fornirà altri 482 milioni di dollari di aiuti militari a Kiev nei prossimi tre anni e invierà addestratori di caccia F-16 per i piloti e la manutenzione. Lo ha annunciato il premier canadese Justin Trudeau al parlamento di Ottawa durante la visita del presidente ucraino Zelensky.
Ore 21:59 - Zelensky: «Mosca deve perdere una volta per tutte e perderà»
Mosca deve perdere una volta per tutte. E perderà»: lo ha detto Volodymyr Zelensky durante il suo discorso al parlamento di Ottawa, auspicando che un giorno in Canada venga eretto un monumento alla vittoria dell'Ucraina sull'invasione russa, «forse a Edmonton». Il Canada è sempre stato il «lato luminoso della storia» nel combattere le guerre precedenti e ha «contribuito a salvare migliaia di vite in questa guerra con i suoi aiuti», ha sottolineato, ricevendo numerose standing ovation da parlamentari e altre autorità.
Ore 23:38 - Tajani: «Abbiamo accolto in Italia quasi 200mila ucraini»
«Noi abbiamo già accolto in Italia quasi 200 mila ucraini che scappavano dalla guerra». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel corso di una serata organizzata dal Rotary Club a Fiuggi. «L'Ucraina è un problema difficile, la guerra durerà a lungo ma dobbiamo essere ottimisti», ha evidenziato Tajani, esprimendo sostegno «a tutte le iniziative a favore della pace, come quella di Papa Francesco o di Erdogan per tenere in piedi l'accordo sul grano».
Ore 03:07 - Saranno rimborsati i servizi di sminamento agli agricoltori
In Ucraina si è tenuta un’asta pilota per lo sminamento dei territori. E l’anno prossimo, lo Stato introdurrà meccanismi per sostenere gli agricoltori che acquisteranno servizi di sminamento per le loro terre attraverso le aste. In Ucraina, più di 170.000 chilometri quadrati di territorio sono potenzialmente contaminati. L’Ucraina è determinata a restituire l’80% di questi territori allo sfruttamento economico entro 10 anni. Una delle direzioni strategiche che accelererà lo sminamento dei terreni è la creazione di un mercato per lo sminamento umanitario. L’acquisto di servizi alle aste aperte attirerà gli operatori delle contromisure anti mine non solo dall’Ucraina ma anche da altri paesi. E la concorrenza tra loro consentirà di ottenere prezzi accettabili per lo sminamento.
Guerra Ucraina - Russia, le news del 23 settembre.
Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Mosca afferma di aver distrutto un tank con equipaggio tedesco: «Soldati della Bundeswehr». Nessuna conferma. Andrea Nicastro, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera sabato 23 settembre 2023.
Le notizie sulla guerra in Ucraina di sabato 23 settembre, in diretta. Raid a Sebastopoli, il bilancio delle vittime: 9 morti e 16 feriti
• Perché l’attacco ucraino contro il comando russo in Crimea è tanto importante: il punto militare.
• Vlasiuk (Kiev): «Italia faccia di più sull'attuazione delle sanzioni»
• Biden ha promesso all’Ucraina missili Atacms a lungo raggio.
• Zelensky in Canada da Trudeau: «Rimanete con noi fino alla vittoria».
• Filorussi: «In Crimea attacco hacker senza precedenti».
Ore 22:00 - Kiev: «Usa forniranno un numero limitato di missili Atacms»
Gli Stati Uniti invieranno all’Ucraina una «piccola quantità» di missili a lungo raggio Atacms. Lo hanno riferito funzionari all’emittente Nbc, mentre ieri il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, a proposito della fornitura a Kiev di questi missili, ha affermato che «il presidente ha deciso che non fornirà gli Atacms all’Ucraina, ma non ha nemmeno tolto la questione dal tavolo per il futuro», escludendo la presenza degli Atacms nell’ultimo pacchetto di aiuti militari. Tre funzionari citati dall’emittente hanno precisato che una quantità limitata ma non specificata di missili sarà consegnata all’Ucraina, senza chiarire i tempi.
Ore 23:01 - Mosca: «Attaccato quartier generale della flotta russa nel Mar Nero»
Nuove esplosioni sono state avvertite a Sebastopoli, in Crimea. Lo riporta Rbc Ucraina citando le testimonianze e le notizie postate su diversi canali Telegram. Nella città si sarebbero udite tre potenti deflagrazioni, che hanno fatto tremare i vetri delle finestre. «Si è sentito anche un razzo sorvolare la parte meridionale della città», spiega uno dei media citati. Un altro canale Telegram riferisce che le forze di difesa aerea si sono attivate nei distretti di Sak e Bakhchisarai.
Il Cremlino denuncia l'attacco: colpito il quartier generale della flotta russa nel Mar Nero. Il governatore Mikhail Razvozhaev ha riferito sul suo canale Telegram: «I nemici hanno lanciato un attacco missilistico contro la base della Flotta. Un frammento è caduto vicino al Teatro Lunacharsky», ha affermato il governatore, precisando che sul posto sono arrivati tutti i servizi di emergenza e si sta valutando la possibilità di eventuali vittime.
Ore 23:15 - Kiev rivendica attacco a sede flotta russa Mar Nero
LUcraina ha rivendicato la responsabilità dell’attacco al quartier generale della flotta russa del Mar Nero, a Sebastopoli, in Crimea. «Il 22 settembre, intorno alle 12:00 ora locale, le forze di difesa ucraine hanno lanciato un attacco riuscito contro il quartier generale del comando della flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli, temporaneamente occupata», ha scritto su Telegram il dipartimento delle comunicazioni dell’esercito ucraino.
Ore 23:38 - Tajani: «Abbiamo accolto in Italia quasi 200mila ucraini»
«Noi abbiamo già accolto in Italia quasi 200 mila ucraini che scappavano dalla guerra». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel corso di una serata organizzata dal Rotary Club a Fiuggi. «L'Ucraina è un problema difficile, la guerra durerà a lungo ma dobbiamo essere ottimisti», ha evidenziato Tajani, esprimendo sostegno «a tutte le iniziative a favore della pace, come quella di Papa Francesco o di Erdogan per tenere in piedi l'accordo sul grano».
Ore 03:12 - Saranno rimborsati i servizi di sminamento agli agricoltori
In Ucraina si è tenuta un’asta pilota per lo sminamento dei territori. E l’anno prossimo, lo Stato introdurrà meccanismi per sostenere gli agricoltori che acquisteranno servizi di sminamento per le loro terre attraverso le aste. In Ucraina, più di 170.000 chilometri quadrati di territorio sono potenzialmente contaminati. L’Ucraina è determinata a restituire l’80% di questi territori allo sfruttamento economico entro 10 anni. Una delle direzioni strategiche che accelererà lo sminamento dei terreni è la creazione di un mercato per lo sminamento umanitario. L’acquisto di servizi alle aste aperte attirerà gli operatori delle contromisure anti mine non solo dall’Ucraina ma anche da altri paesi. E la concorrenza tra loro consentirà di ottenere prezzi accettabili per lo sminamento.
Ore 08:28 - Filorussi: «Abbattuto un missile su Sebastopoli»
Il governatore di Sebastopoli Mikhail Razvozhayev, ha affermato che le forze di difesa aerea russe hanno abbattuto questa mattina un missile, i cui detriti sono caduti vicino al molo della città, nella zona di Suharnaya Balka: lo riporta Rbc-Ucraina. Secondo il media, il traffico navale nella baia di Sebastopoli è stato sospeso.
Ore 08:46 - Attacco missilistico russo nella regione di Odessa con missili supersonici Onyx
Le forze russe hanno lanciato nella notte un attacco nella regione di Odessa con due missili supersonici Onyx: lo ha reso noto il portavoce delle Forze di difesa meridionali, come riporta Rbc-Ucraina. Non si segnalano feriti, vittime o danni.
Ore 09:06 - Kiev, due generali russi tra feriti in raid su Crimea
Nell’attacco al quartier generale della flotta russa del Mar Nero in Crimea, sono state uccise nove persone e altre 16 sono rimaste ferite, tra cui due generali. È quanto sostenuto dal capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov, secondo cui tra i feriti c’è il colonnello generale Alexander Romanchuk, in condizioni molto gravi e anche il tenente generale Oleg Tsekov è privo di sensi.
Nessun commento invece da Budanov sulle voci della morte del comandante della flotta russa, l’ammiraglio Viktor Sokolov. Mosca ieri, subito dopo l’attacco, aveva riferito che un soldato risultava disperso.
Ore 09:24 - 007 britannici: «Logoramento e continuo turnover per l'esercito russo»
L'intelligence britannica ha denunciato «l'estremo logoramento e l'elevato turnover nelle forze armate russe schierate in Ucraina, anche tra i ranghi relativamente più anziani». Nel bollettino quotidiano sull'andamento della guerra, gli 007 hanno portato a esempio il caso del 247esimo reggimento di assalto aviotrasportato, uno dei più prestigiosi della Russia, dove dall'inizio del conflitto tre comandanti, uno dopo l'altro, si sono dimessi o sono stati uccisi: il colonnello Vasily Popov, il colonnello Pytor Popov e il colonnello Konstantin Zizevsky.
Ore 09:29 - Sebastopoli, il governatore: «Attivata la difesa aerea»
A Sebastopoli è stato attivato il sistema di difesa aerea, all'indomani dell'attacco ucraino contro il quartier generale della flotta russa del Mar Nero che avrebbe causato diversi morti e feriti, tra cui due generali. Secondo quanto riferito dal governatore Mikhail Razvozhaev, citato dalla Tass, il sistema ha funzionato. «Detriti di missili sono caduti vicino al molo nella zona di Sukharnaya Balka», ha aggiunto, mentre le autorità dei Trasporti hanno decretato la sospensione del trasporto marittimo in città.
Ore 09:59 - Zelensky: «Non è possibile rimanere neutrali: se non si aiuta Kiev si aiuta Mosca»
«Non è possibile rimanere neutrali nella guerra lanciata dalla Russia contro l'Ucraina: la mancanza di aiuti a Kiev significa il rafforzamento di Mosca». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante il suo incontro di ieri con il premier canadese Justin Trudeau a Ottawa. Lo riporta Rbc-Ucraina.
«O si aiuta l'Ucraina o si aiuta la Russia. Non ci saranno intermediari in questa guerra. Indebolendo gli aiuti all'Ucraina, rafforzerete la Russia. E cosa possiamo aspettarci da una Russia potente... Penso che la storia nei libri e i testimoni abbiano risposto a questo molto tempo fa», ha detto il leader ucraino.
Ore 10:04 - Perché l’attacco ucraino contro il comando russo in Crimea è tanto importante
(Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il raid Sebastopoli è un segnale politico e militare e marca un’evoluzione della strategia della resistenza.
Fiamme su Sebastopoli, ancora un raid ucraino spiegabile in sei punti. Primo. Gli ucraini hanno preso di mira le installazioni del comando già nei mesi scorsi con azioni minori, ora hanno alzato il livello dell’assalto. Mossa resa possibile dalle armi nel loro arsenale, in particolare i cruise Storm Shadow e Scalp forniti da Gran Bretagna-Francia. Non ne hanno molto, Parigi pare sia orientata ad uno stop per le sue esigenze di sicurezza. L’attacco di venerdì potrebbe essere avvenuto mentre era in corso una riunione al vertice: l’esplosione avrebbe coinvolto alti ufficiali, compreso uno dei responsabili del fronte sud.
Ore 10:36 - Raid a Sebastopoli, il bilancio delle vittime: 9 morti e 16 feriti
Nell'attacco al quartier generale della flotta russa del Mar Nero in Crimea, sono state uccise nove persone e altre 16 sono rimaste ferite, tra cui due alti comandanti. È quanto sostenuto dalle forze armate di Kiev, precisando che il raid è avvenuto durante una riunione dei vertici della Marina russa.
Ore 11:14 - Vlasiuk (Kiev): «Italia faccia di più sull'attuazione delle sanzioni»
«L'Italia è sempre stato un partner costruttivo sulle sanzioni imposte alla Russia però c'è spazio di miglioramento sull'attuazione delle misure restrittive e nella lotta all'elusione». Lo dice, nel corso di un colloquio Vladyslav Vlasiuk, consulente per le sanzioni dell'Ufficio del presidente dell'Ucraina, segretario del Gruppo di lavoro internazionale sulle sanzioni russe e vice capo della Task Force ucraina. «Riscontriamo - sostiene - alcune peculiarità nel vostro export verso la Turchia e crediamo si possa fare di più sul lato dell'applicazione delle norme».
Ore 11:51 - Kiev: «L'inverno non rallenterà la controffensiva»
L'inverno non rallenterà la controffensiva ucraina: così il generale di Kiev che guida l'operazione sulla linea del fronte meridionale, Oleksandr Tarnavsky, alla Cnn. «Il tempo può essere un serio ostacolo durante l'avanzata, ma considerando come ci muoviamo, per lo più senza veicoli, non credo che influenzerà pesantemente la controffensiva», ha detto Tarnavsky, sottolineando che la svolta più grande deve ancora arrivare. «Penso che avverrà dopo Tokmak», ha precisato riferendosi alla cittadina ucraina nella regione di Zaporizhzhia diventata un hub strategico per la Russia e il primo grande obiettivo ucraino nel sud.
Ore 12:33 - Progressi a sud: «Forze Kiev hanno rotto il fianco Verbove». La conferma del generale Tarnavsky
Le forze ucraine sono riuscite a penetrare il fronte di difesa russo nella località di Verbove, ha annunciato il generale che comanda la contro offensiva a sud. «Siamo arrivati a una svolta sul fianco sinistro e continuiamo ad avanzare oltre», ha spiegato Oleksandr Tarnavsky in una intervista a Cnn, in cui ha ammesso tuttavia che i suoi uomini stanno procedendo «non così velocemente come ci aspettavamo. La cosa importante è non perdere l'iniziativa», ha aggiunto.
Ore 13:51 - Sky News: «Colloqui segreti Gb-Russia durante la guerra»
Il Regno Unito avrebbe condotto colloqui diplomatici segreti con la Russia durante il conflitto in Ucraina. Lo riporta Sky News secondo cui il focus degli incontri sarebbe stato quello della «sicurezza globale». Secondo il quotidiano britannico gli incontri si sarebbero svolti in diversi luoghi tra cui Vienna e New York.
Una fonte diplomatica avrebbe comunque precisato che i colloqui non avrebbe promosso attivamente negoziati di pace. «Abbiamo mantenuto un contatto e pensiamo che sia cruciale mantenere un dialogo aperto durante la guerra in Ucraina», ha spiegato la fonte. «Non stiamo in alcun modo spartendo il Paese o facendo accordi di pace per conto di nessuno. Tuttavia, è importante tenere una linea di comunicazione aperta», ha aggiunto.
Ore 13:37 - Zelensky: «Sì alle presidenziali il prossimo anno»
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj è pronto a organizzare le elezioni presidenziali il prossimo anno, allo scadere del suo mandato. Ma gli ucraini, ha detto nel corso della sua visita in Canada, «non sostengono questa idea: non sono disposti a stanziare denaro per questioni diverse dalla guerra. Che rende difficile a residenti dei territori occupati e ai soldati votare».
Ore 13:49 - 007 di Kiev attaccano ancora Musk: «Staccò Starlink per un mese»
Il servizio di accesso Internet satellitare Starlink, di proprietà di Elon Musk, non ha funzionato in Crimea per un mese. Lo conferma il capo dell'intelligence del ministero della difesa ucraino Kirill Budanov, in una intervista esclusiva al portale The War Zone.
Alla domanda del giornalista che chiedeva se Musk abbia negato a Kiev la possibilità di usare il suo sistema satellitare, Budanov ha risposto che «Starlink è proprietà di un privato. Noi utilizziamo ampiamente i suoi prodotti e servizi, tutta la linea di contatto comunica in una certa misura utilizzando i suoi servizi. L'unica cosa che posso dire è che senza questi servizi e prodotti sarebbe una catastrofe. Ma è vero che già prima aveva interrotto i suoi servizi sulla Crimea».
Ore 13:57 - Colpito un Leopard fornito dalla Germania alle forze ucraine
Un'unità di ricognizione russa avrebbe distrutto un carro armato Leopard fornito all'Ucraina dalla Germania, con un equipaggio formato da militari della Bundeswehr: questo quanto riporta l'agenzia di stampa russa Ria Novosti, citando fonti militari russe. L'attacco sarebbe avvenuto nella zona di Zaporizhzhia; uno dei membri dell'equipaggio sarebbe rimasto gravemente ferito mentre il conducente del carro sarebbe morto.
Ore 15:40 - Cremlino: «Altri missili contro Sebastopoli»
La Russia ha accusato l'Ucraina di aver lanciato anche oggi altri missili contro Sebastopoli, dopo l'attacco diretto alla base della Flotta del Mar Nero di ieri. Il governatore ha denunciato che le sirene sono suonate in città per circa un'ora, dopo che i rottami di missili intercettati sono precipitati su un molo.
Ore 16:16 - Zelensky incontra il leader del Sudan: focus sui gruppi sostenuti dalla Russia
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avuto un incontro a sorpresa con il leader e capo dell'esercito del Sudan, il generale Abdel Fattah al-Burhan, all'aeroporto di Shannon. I due hanno discusso delle «attività illegali dei gruppi sostenuti dalla Russia e della cooperazione tra l'Ucraina e l'Africa», ha detto Zelensky. I due leader hanno parlato anche delle «sfide comuni per la sicurezza», come ha detto il ministero della Difesa ucraino, Umerov.
Ore 16:57 - Lukashenko invita Lula per parlare di piani per la pace
Il leader bielorusso, Alexander Lukashenko, ha invitato il presidente Luiz Inacio Lula da Silva per una visita a Minsk per discutere di proposte per porre fine alla guerra in Ucraina. L'invito di Lukashenko è stato rivolto dal suo ministro degli Esteri, Sergei Aleinik, al ministro degli Esteri brasiliano Mauro Vieira, durante un incontro bilaterale venerdì a New York, a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, secondo quanto riporta Cnn Brasil. Durante la riunione, i due ministri hanno discusso anche dell'aumento delle relazioni commerciali tra i due Paesi. La Bielorussia è uno dei due grandi fornitori di additivi e fertilizzanti chimici per l'agricoltura brasiliana. Lukashenko ha già visitato il Brasile nel marzo del 2010, quando è stato ricevuto da Lula a Rio de Janeiro.
Ore 17:21 - Baku: «Insieme alla Russia per la smilitarizzazione del Karabakh»
«Siamo in stretta collaborazione con le forze di pace russe nel condurre la smilitarizzazione» dei separatisti, ha detto ai giornalisti il portavoce Anar Eyvazov a Shusha, un distretto ai margini della roccaforte ribelle Stepanakert. «Abbiamo già sequestrato armi e munizioni», ha aggiunto Eyvazov tre giorni dopo che l'Azerbaigian ha organizzato un'offensiva lampo nell'enclave, costringendo i ribelli a chiedere la pace e ad accettare il disarmo. I separatisti hanno concordato il disarmo in base all'accordo di cessate il fuoco raggiunto giovedì. Eyvazov ha detto che il processo di disarmo «può richiedere tempo» perché alcuni ribelli avevano sede in remoti distretti montani. «La priorità è lo sminamento e la smilitarizzazione», ha aggiunto.
Ore 17:30 - Zelensky vola in Irlanda dopo aver visitato il Canada
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è volato in Irlanda dopo le visite in Canada e negli Stati Uniti. Lo riporta Ukrainska Pravda. Il presidente ucraino è atterrato all'aeroporto di Shannon, nell'Irlanda occidentale.
Ore 18:20 - Lavrov: «L'espasione della Nato in Asia e Pacifico è pericolosa»
«La Nato sta portando nuove risorse nel Pacifico, l'obiettivo è andare contro Russia e Cina. Questo rischia di creare nuove tensioni oltre a quelle già esistenti». Lo dice il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, nel suo intervento all'Assemblea Generale dell'Onu. «Abbiamo l'impressione che gli Stati Uniti e l'occidente in generale abbiano deciso di instaurare la loro dottrina, la loro idea di ordine globale, con idee estreme, ma questo non fermerà le minoranze, che faranno quello che possono per fermare questi eventi - ha aggiunto -. La partnership tra Russia e Cina si è rafforzata, vogliamo espandere i Brics per rendere più deboli l'Europa e gli Stati Uniti. L'espansione della Nato nella zona dell'Asia e del Pacifico è pericolosa. Questa logica è pericolosa per la sfera globale. Noi stiamo difendendo il nostro ruolo, i nostri principi, e rafforziamo la partnership con la Cina».
Ore 18:20 - Papa: «Non stanchiamoci di pregare per la martoriata Ucraina»
«Non stanchiamoci di pregare per la pace nelle regioni devastate dalla guerra, soprattutto per il martoriato popolo ucraino». Lo ha detto il Papa allo stadio Velodrome di Marsiglia, concludendo il suo viaggio nella cittadina francese.
Ore 18:35 - Lavrov: «Intesa Usa-Giappone-Sud Corea è contro Russia-Cina»
Riguardo la nuova intesa tra Usa, Giappone e Sud Corea, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov parlando all'Assemblea Generale Onu ha sottolineato che «è chiaro che questi sforzi prendono di mira Russia e Cina» e creano un nuovo clima esplosivo di «tensioni geopolitiche».
Ore 18:45 - Mosca: «Soldato azero ferito in violazione tregua»
Un soldato azero è rimasto ferito durante una violazione del cessate il fuoco: lo riferisce il ministero russo della Difesa citato da Interfax. «C'è stata una violazione del cessate il fuoco, registrata nel distretto di Mardakert. In seguito ad uno scontro a fuoco un membro delle forze armate dell'Azerbaigian è rimasto ferito», ha fatto sapere il ministero.
Ore 18:51 - Lavrov: «L'Occidente vuole una sconfitta strategica della Russia»
«L'Occidente è un vero e proprio impero di menzogne» che «cerca una sconfitta strategica di Mosca». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov parlando all'Assemblea Generale Onu, sottolineando che e Usa e Ue fanno promesse ma non le mantengono.
Ore 19:12 - Mosca afferma di aver distrutto un carro armato con equipaggio tedesco. Nessuna conferma dalla Germania
Le forze armate russe avrebbero distrutto un carro armato Leopard in Ucraina con un equipaggio interamente tedesco. A dirlo a Ria Novosti è stato il comandante di un gruppo di ricognizione operante in direzione Zaporizhzhia con il nominativo Legend. «Quando abbiamo distrutto il loro Leopard, ci siamo spostati verso il mezzo bruciato. E abbiamo scoperto che l'autista del carro armato era gravemente ferito e gli altri sono morti. Il meccanico, quando si è svegliato e ci ha visto, ha cominciato a gridare «nicht shissen» (non sparate, ndr)», ha detto il comandante del gruppo.
«L'autista del carro armato danneggiato - racconta ancora il comandante russo - ha detto più volte che non era un mercenario, ma un soldato della Bundeswehr così come l'intero equipaggio di una compagnia».
Ore 19:18 - Lavrov: «Non rubiamo bambini»
La Russia «non ruba i bambini» dall'Ucraina, «i loro parenti possono venire a prenderli quando vogliono, nessuno li ferma». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov intervenendo all'Assemblea generale a New York e affermando che «l'Occidente costruire un impero di bugie». Il capo della diplomazia russa ha aggiunto che Mosca «non nasconde i nomi e le località dei bambini ucraini in Russia a causa del conflitto».
Ore 19:32 - Zelensky: «Grato alla Polonia per l'inestimabile sostegno»
«Sono grato a tutta la Polonia per l'inestimabile sostegno e solidarietà che contribuisce a difendere la libertà di tutta la nostra Europa». Lo scrive Volodymyr Zelensky in un post su Telegram, ricordando di aver incontrato e ringraziato i cittadini e i volontari polacchi per gli sforzi a favore dell'Ucraina. Zelensky cita tra gli altri un team di medici che ha viaggiato «a Bakhmut, Soledar, al fronte nel sud, ed ha salvato i nostri ragazzi, i nostri soldati, ha creato un fondo che finanzia l'acquisto di medicinali, ha creato un centro per la formazione di medici per le zone di guerra e conduce attivamente corsi di formazione per giornalisti e volontari che si recano in zona di guerra».
Ore 19:56 - Kiev: «L'inferno non fermerà la controffensiva»
A un giorno di distanza dall'attacco dell'esercito ucraino contro il quartier generale della flotta russa a Sebastopoli, Kiev ha fatto il bilancio di quello che aveva già definito «un successo». Almeno 9 persone sono morte, mentre 16 sono ferite. Tra loro, secondo il capo dell'intelligence della difesa ucraina Kyrylo Budanov, ci sarebbero i due generali russi Aleksandr Romanchuk e Oleg Tsekov. L'operazione riuscita ha animato le truppe di Kiev che non temono nemmeno l'arrivo della stagione fredda. «L'inverno non rallenterà la nostra controffensiva», ha assicurato il generale ucraino Oleksandr Tarnavsky che guida le forze di Kiev sul fronte meridionale. «Il tempo può essere un serio ostacolo, ma considerando come avanziamo, per lo più senza veicoli, non credo che la stagione influenzerà pesantemente la controffensiva», ha detto alla Cnn, rivendicando anche un altro passo avanti. «Sul fianco sinistro, vicino a Verbove, nella regione di Zaporizhzhia, abbiamo sfondato la linea di difesa russa e continuiamo ad avanzare», ha fatto sapere. Continuano anche i missili ucraini su Sebastopoli, quest'oggi colpita sul molo nella zona di Sukharnaya Balka dai detriti di un razzo abbattuto. Anche Mosca, dal canto suo, rivendica alcuni successi sul campo, come la distruzione di un carro armato Leopard su cui stavano combattendo soldati tedeschi. A raccontarlo è una fonte anonima all'agenzia Ria Novosti, che ricorda di aver avuto un breve colloquio con uno di loro prima che questo morisse: «Ha detto più volte in tedesco che non era un mercenario, ma un soldato della Bundeswehr e così come lui lo era l'intero equipaggio a bordo del tank. Ha aggiunto che amava moltissimo suo figlio e sua moglie e che si era pentito di aver accettato di venire qui». Intanto da New York il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha parlato alla 78esima sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lavrov ha accusato l'Occidente di essere «accecato dall'obiettivo dichiarato di infliggere una `sconfitta strategica´ alla Russia» e di star tentando di «ucrainizzare l'agenda delle discussioni internazionali, mettendo da parte tutta una serie di crisi regionali irrisolte». Ha poi definito la formula di pace proposta dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky «irrealizzabile» e ha ammonito i suoi colleghi all'Onu: «Oggi, come molte altre volte in passato, l'umanità si trova di nuovo a un bivio», ha detto, «spetta solo a noi determinare come si svilupperà la storia. È nel nostro interesse comune evitare la discesa in una grande guerra e il collasso finale dei meccanismi di cooperazione internazionale creati da generazioni di predecessori».
Ore 20:01 - Lavrov andrà a Pyongyang in ottobre
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov si recherà a Pyongyang, in Corea del Nord, a ottobre. Lo ha annunciato lo stesso Lavrov spiegando che avvierà ulteriori negoziati a seguito degli accordi raggiunti dal presidente russo Vladimir Putin e dal leader nordcoreano Kim Jong-un.
Ore 20:06 - «Russia pronta ai negoziati, ma nessun cessate il fuoco»
«La Federazione Russa è pronta per i negoziati di pace sul conflitto in Ucraina, ma non prenderà in considerazione alcuna proposta di cessate il fuoco, perché Mosca è già stata ingannata una volta». Lo ha detto il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov durante la discussione politica generale della 78a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Lo riporta l'agenzia russa Tass.
Ore 21:43 - Papa Francesco: «Non si giochi con il martirio degli ucraini»
«Questa guerra è un po' interessata non solo dal problema russo e ucraino ma per vendere le armi, il commercio delle armi», «gli investimenti che danno più redditi sono le fabbriche di armi, cioè le fabbriche di morte». Lo ha detto il Papa parlando della guerra in Ucraina nella conferenza stampa sul volo papale. «Non dobbiamo giocare col martirio di questo popolo, dobbiamo aiutare a risolvere le cose nel modo più possibile», «nelle guerre il reale è il possibile non per farsi l'illusione che domani i due leader in guerra vanno a mangiare insieme», «fare il possibile fino a dove arriveremo». Il Papa ha aggiunto: «Adesso ho visto che qualche Paese si schiera indietro, che non dà le armi, comincia un processo dove il martire sarà il popolo ucraino. Certamente questa è una cosa brutta». Su questa frase il direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ha spiegato ai giornalisti: «È un ragionamento per paradosso: se un Paese continua a darti armi ti convinci che puoi vincere e poi quando te le tolgono ti ritrovi nei guai».
Ore 22:34 - Pushilin eletto capo della regione del Donetsk
Denis Pushilin, già leader ad interim della Repubblica popolare di Donetsk, è stato eletto capo della regione. Lo riporta la Tass spiegando che la decisione è stata presa durante una riunione plenaria del Consiglio popolare della regione e letta dal presidente del Parlamento Artem Zhoga. Pushilin ha prestato giuramento e successivamente si è osservato un minuto di silenzio in memoria del primo capo della regione, Alexander Zakharchenko, ucciso dagli ucraini alla fine di agosto 2018.
Ore 22:34 - Lavrov: «Gli Usa sono direttamente in guerra con la Russia»
«Gli Stati Uniti sono direttamente in guerra con la Russia». Così il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha risposto a una domanda di un giornalista che gli chiedeva il grado di coinvolgimento degli Usa nella guerra in Ucraina. «Puoi dirla come vuoi, ma sono direttamente in guerra con noi. Possiamo chiamarla una guerra ibrida, ma ciò non cambia la realtà», ha detto Lavrov nel corso di una conferenza stampa a New York. «Sono effettivamente impegnati nelle ostilità con noi, usando gli ucraini come foraggio», ha aggiunto. Il ministro degli Esteri russo ha affermato che gli Stati Uniti, il Regno Unito e molti altri paesi stanno «facendo guerra» alla Russia e sono impegnati in ostilità contro il Paese.
Dalle navi da guerra ai droni: che fine ha fatto la marina ucraina? La marina militare ucraina è basata quasi esclusivamente su unità sottili e per questo deve utilizzare tattiche particolari. Come opera quello che è rimasto della forza marittima di Kiev? Che tipo di mezzi ha in servizio? Paolo Mauri il 23 Settembre 2023 su Il Giornale.
La notizia della distruzione di una nave da sbarco anfibio e di un sottomarino russi nel porto di Sebastopoli ad opera di un attacco missilistico ucraino ha puntato i riflettori sulla Flotta russa del Mar Nero e sulla sua capacità di operare dopo quest'azione.
Al di là della perdita delle due unità, il vero colpo alla flotta di Mosca è stata la messa fuori uso di un bacino di carenaggio: la Russia, infatti, in quel mare ha la possibilità di effettuare riparazioni solo a Sebastopoli in quanto l'altra unica base navale, quella di Novorossiysk, non possiede installazioni adeguate allo scopo. Ma che fine ha fatto la marina ucraina e come sta operando dall'inizio del conflitto?
La flotta distrutta
Kiev già prima dello scoppio del conflitto non schierava molte unità navali da guerra di grosso tonnellaggio, affidandosi invece a pattugliatori di piccole dimensioni e a una serie di altre unità sottili come motomissilistiche e motocannoniere.
L'attacco russo ha quasi da subito eliminato dai registri navali ucraini l'unica fregata di cui poteva disporre: la “Hetman Sahaydachniy” della classe Krivak III (di fabbricazione sovietica), che sembrerebbe essere stata affondata dal suo stesso equipaggio il 28 febbraio per evitarne la cattura nel porto di Mykolaiv.
Quest'unità era la nave ammiraglia della piccola flotta ucraina, che durante la guerra ha subito altre perdite per azione russa: 24 unità sottili, tra pattugliatori costieri e motocannoniere di varie classi sono state perse dalla marina ucraina. Andata a fondo anche la “Donbass” (codice identificativo U-500), una nave comando della classe Amur ad aprile dello scorso anno.
Quali navi restano a Kiev
Attualmente Kiev può disporre solo di unità navali più piccole, le quali sono state consegnate anche dagli alleati occidentali (in particolare dagli Stati Uniti).
Nello specifico sono in servizio una motomissilistica classe Matka, tre pattugliatori classe Island, quattro classe Gyurza-M, una classe Zhuk, undici classe Sea Ark Dauntless, quattro mezzi da sbarco di vario tipo (tra cui spicca una vecchia classe Polnocny-C risalente alla Guerra fredda), un'unità posa mine e due cacciamine e un numero imprecisato di gommoni dallo scafo rigido (Rhib – Rigid Hull Inflatable Boat) ma che si ritiene si aggiri intorno a un centinaio.
La flotta di Kiev può contare anche su vascelli per la ricerca e il soccorso, per il supporto all'attività subacquea, per la raccolta di dati di intelligence e su piccoli pattugliatori portuali/fluviali.
I droni usati nel Mar Nero
Ovviamente, come ha dimostrato il conflitto in corso, la marina ucraina utilizza anche droni di superficie (o Usv – Unmanned Surface Vehicle) capaci di effettuare attacchi suicidi. Si tratta di naviglio sottile fabbricato in loco (dislocamento stimato di 1,8 tonnellate) che è stato utilizzato in più di un'occasione anche per effettuare attacchi al lontano porto russo di Novorossiysk, dove risulta siano stati spostati i sottomarini classe Kilo proprio per sottrarli all'azione ucraina, e dove hanno colpito una nave da sbarco anfibio classe Ropucha.
Proprio l'inadeguatezza dei mezzo in possesso di Kiev per contrastare la Flotta russa del Mar Nero sin dall'inizio del conflitto ha imposto una tattica “mordi e fuggi” che ha sfruttato al meglio le unità sottili, spesso impiegate col supporto dell'aviazione, degli Uav (Unmanned Air Vehicle) tipo Bayraktar TB2 operati proprio dalla marina ucraina, e con missili da crociera antinave (come i locali “Neptun” o i britannici “Harpoon”).
Queste unità sottili sono state usate intensamente durante l'azione che ha portato alla liberazione dell'Isola dei Serpenti lo scorso anno e nell'attività di interdizione marittima davanti alle coste ucraine, costringendo la flotta russa a restare “fuori tiro” e a lanciare i missili da crociera per attacco terrestre da distanza di sicurezza.
Il colpo più grande messo a segno dalla marina ucraina è però l'affondamento della nave ammiraglia della Flotta Russa del Mar Nero, l'incrociatore “Moskva” della classe Slava. Quest'azione è stata condotta saturando le difese della nave con un attacco di Uav e colpendola con almeno un missile da crociera antinave.
La marina ucraina ha anche supportato azioni di disturbo alle installazioni petrolifere offshore situate tra la Crimea e Odessa, nonché riteniamo che abbia usato alcune unità più grandi per mettere a mare gli Usv usati nei vari attacchi ai porti russi.
L'Ucraina però ha ordinato unità maggiori per la sua flotta: la Turchia ha ricevuto l'ordine per due corvette antisom classe Ada, la cui prima unità, la “Hetman Ivan Mazepa” è stata varata a ottobre del 2022. Kiev aveva pianificato anche la costruzione di altre 4 fregate leggere multiruolo (da circa 2600 tonnellate di dislocamento), che sono state bloccate dapprima dal colpo di mano russo in Crimea e successivamente dall'attuale conflitto.
"Falle nella sicurezza": l'allarme del Pentagono sulle armi inviate a Kiev. Il dipartimento della Difesa ha rilevato diverse violazioni dei protocolli durante il trasferimento delle armi americane verso l'Ucraina. Filippo Jacopo Carpani il 16 Settembre 2023 su Il Giornale.
Vi è il rischio concreto che le armi e le munizioni statunitensi inviate in Ucraina siano rubate o smarrite. A rivelarlo è un’indagine del Pentagono, secondo cui le misure di sicurezza necessarie in una situazione del genere non sono state completamente rispettate: “Nello specifico, abbiamo osservato diversi casi in cui le forze di guardia non disponevano della documentazione, delle attrezzature di comunicazione o della postura necessaria per il carico sensibile che scortavano”
Come riportato da Stars and Stripes, l’investigazione del dipartimento della Difesa statunitense si è concentrata su un hub logistico in Polonia, la cui località è segreta. È uno dei punti di arrivo dei carichi di materiale bellico americano che, da luoghi come questo, vengono poi inviati in Ucraina. Gli inquirenti hanno esaminato il periodo che va da gennaio a giungo 2023 e hanno assistito di persona a due trasferimenti avvenuti nel mese di marzo.
Il primo è stato effettuato tramite le ferrovie tedesche e il carico comprendeva 60 containers, sei obici d’artiglieria M109A6 e un numero equivalente di veicoli da rifornimento M992. Nel secondo caso, il trasporto è avvenuto tramite autocarri commerciali e la spedizione era composta da 14 M2A2 Bradley, 12 obici e sei M992. Gli investigatori del Pentagono hanno sottolineato che “il personale americano ha pianificato, coordinato ed eseguito in maniera efficiente” il trasferimento degli aiuti militari, ma che le truppe incaricate di fare la guardia al carico “non erano completamente preparate” per la loro missione.
"Eliminata brigata russa". Kiev alle porte di Bakhmut: a che punto è la controffensiva
In particolare, il sottufficiale al comando del trasporto via autocarri ha confessato agli inquirenti di non sapere che le mitragliatrici dei Bradley fossero trasportate insieme ai veicoli, poiché non aveva controllato il carico prima della partenza. Non era in grado, dunque, di identificare le armi tramite il numero di serie, una procedura richiesta dal protocollo. Inoltre, una volta giunti a destinazione in Polonia, le guardie hanno tenuto sotto controllo i blindati solo durante la notte, per poi ritornare alla loro base la mattina dopo. I Bradley e le mitragliatrici sono rimasti senza supervisione, un’altra violazione delle norme evidenziata nel rapporto del Pentagono.
Nel giugno 2023, inoltre, diverse casse di munizioni sono state rubate da un treno senza che il personale di guardia lo sapessero. La polizia polacca è riuscita successivamente riuscita a recuperarle. Questo incidente si è verificato dopo il periodo dell’investigazione, ma secondo gli inquirenti è un’ulteriore indicazione della vulnerabilità dei carichi di materiale bellico. Vi è, dunque, l’esigenza di un rafforzamento della sicurezza. L’ispettore generale del dipartimento della Difesa ha annunciato che un alto funzionario sarà inviato all’ambasciata di Kiev, assieme ad altro personale che dovrà monitorare i flussi di armi statunitensi che entrano nel Paese in guerra.
Dall’inizio del conflitto, gli Stati Uniti hanno fornito più di 40 miliardi di dollari in aiuti all’Ucraina. L’equipaggiamento è inviato in Europa via nave o con aerei da carico, oppure prodotto direttamente nel continente in strutture gestite dall’esercito americano. In entrambi i casi, viene poi trasferito in strutture logistiche sul fianco est della Nato, dove treni e autocarri si occuperanno di trasportarlo in Ucraina.
Le «nuove» armi di cui parla Putin: laser e «concentrazione di energia». Ieri il leader del Cremlino ha fatto la voce grossa parlando di nuove armi su cui in realtà anche gli Usa stanno lavorando da tempo. Sergio Barlocchetti mercoledì 13 settembre 2023 su Panorama.
All’incontro con il capo della Corea del Nord Kim Jong-un, durante il Forum economico orientale (Eef) di Vladivostok, il presidente Vladimir Putin ha dichiarato che industria e difesa Russe stanno progettando armi che sfruttano nuovi principi fisici ma senza poi fornire alcun particolare né dettaglio in merito a che cosa intendesse. Le sue parole, tradotte da quanto riportato dall’agenzia Tass, sono state: “Se guardiamo alla sfera della sicurezza, i nuovi principi fisici delle armi garantiranno la sicurezza di qualsiasi Paese in una prospettiva storica prossima. Lo comprendiamo molto bene e ci stiamo lavorando”. In realtà, come già stanno facendo da almeno un decennio Usa, Regno Unito ed Europa, attraverso finanziamenti per la ricerca militare destinate alle aziende del settore, anche la Russia ha investito, prima per studiare, poi per sviluppare, armi basate sulla concentrazione dell’energia a distanza, in primis per i Laser, che gli usa hanno già sperimentato anche imbarcati, ultrasuoni e a radiofrequenza. Negli ultimi due casi si tratta di sistemi potenzialmente non letali, ma il condizionale è d’obbligo poiché a renderle tali sono la potenza, la distanza e il tempo d’impiego. Bisogna comunque considerare che Mosca, come Washington, sta perseguendo la sperimentazione di robot per la fanteria e di esoscheletri alimentati elettricamente per aumentare le capacità dei soldati. Tra gli ordigni in fase di collaudo ci sarebbe anche l’equivalente russo del missile Spear-Ew occidentale di Mbda, ovvero un missile da crociera per guerra elettronica che ha per compito il disturbo e la soppressione delle difese aeree e quindi, anche se in modo indiretto, la protezione delle forze. Tuttavia, queste nuove armi difficilmente le vedremo utilizzate in Ucraina, poiché salvo qualche campagna di collaudo, non sono pronte per la produzione né per il contesto operativo. E proprio la situazione relativa alla produzione bellica sembra essere tra i più gravi problemi che Putin deve risolvere, come ha dimostrato l’impiego limitatissimo dei velivoli Su-57, dei quali i servizi inglesi, nel gennaio scorso, avevano accertato la prontezza di soli cinque esemplari, mentre la produzione ad oggi sarebbe ora di circa venti unità nonostante gli sforzi. Bisogna poi ricordare, soprattutto per quanto riguarda la Marina russa, che Putin non può sguarnire il fronte Indo-Pacifico nel quale compie esercitazioni congiunte con Pechino, e dove devono giocoforza essere schierate unità recenti e ben equipaggiate almeno quanto lo sono quelle cinesi. Di certo alla Russia ora servono proiettili per artiglieria, droni e missili anticarro più che laser e altre invenzioni simili, ma si sa che è sempre necessario rassicurare alleati e popolazione sulle capacità belliche nazionali.
Le armi coreane ai russi e le oscure minacce di Zelensky. Piccole Note (filo-Putin) il 12 Settembre 2023 su Il Giornale.
L’incontro tra Vladimir Putin e Kim Jong-un a Vladivostok è al centro dell’attenzione internazionale e della riprovazione occidentale, perché la Corea del Nord rifornirà in modo massivo la Russia di munizioni e armamenti e Pyongyang riceverà il contraccambio, rafforzando una nazione che da anni gli Stati Uniti identificano come “Stato canaglia”, cioè come minaccia alla sicurezza internazionale.
Sul punto un interessante osservazione di Anatol Lieven su Responsible Statecraft: “Dovremmo chiederci: cosa si aspettava esattamente che accadesse l’amministrazione Biden come risultato delle sue azioni?”
L’arsenale della Corea del Nord
“Questa primavera, Washington ha esercitato forti pressioni sul governo della Corea del Sud perché fornisse all’Ucraina armi e munizioni, sebbene Seoul avesse espresso molto chiaramente la propria riluttanza a farlo. Alla fine è stato raggiunto un compromesso: la Corea del Sud non avrebbe rifornito direttamente l’Ucraina, ma avrebbe ‘prestato’ a Washington 500.000 proiettili di artiglieria per ricostituire le sue scorte, consentendo così agli Stati Uniti di trasferire una quantità analoga di proiettili all’Ucraina”.
“Non è necessario provare una qualche simpatia per i russi per vedere questo distinguo come fittizio. Nessuno nella CIA, nel Pentagono o nel Dipartimento di Stato ha avvertito la Casa Bianca che ciò avrebbe probabilmente portato a un accordo sulla fornitura di armi tra Russia e Corea del Nord?”
Insomma, la lamentele di Washington suonano affatto vuote, come esplicita il titolo dell’articolo citato. E se, inoltre, quanto sta avvenendo pone fine all’isolamento internazionale imposto da tempo alla Corea del Nord (grazie a una convergenza Stati Uniti – Russia – Cina che non ha altri esempi al mondo), gli Usa devono solo incolpare i loro strateghi politici, che hanno consegnato ai loro nemici un nuovo asso da giocare sul tavolo della geopolitica globale.
Già, perché se la Corea del Nord è un Paese piccolo, il suo apparato militar-industriale è uno dei primi al mondo. Riportiamo da Military Watch: “La Corea del Nord ha uno dei settori della difesa più vasti e diversificati al mondo e in molti campi produce armamenti che superano i loro equivalenti russi o, in alcuni casi, non hanno equivalenti”.
“La posizione delle industrie della difesa dello stato dell’Asia orientale rispetto a quelle russe è migliorata notevolmente negli ultimi 30 anni, e in particolare nell’ultimo decennio, tanto che attualmente c’è un’ampia gamma di armamenti che potrebbero interessare la Russia, soprattutto in questo tempo di guerra”.
Non solo munizioni di ogni tipo, anche droni di ricognizione con capacità analoghe ai MQ-4 Triton e agli MQ-9 Reaper, fiore all’occhiello dell’Us Army,, missili di precisione analoghi ai micidiali Iskander russi oltre ai 1000 carri armati T-62 modernizzati che stazionano nelle sue riserve e tanto altro. Tutti armamenti compatibili con quelli russi, avendo basi tecnologiche analoghe, particolare che ne rende facile l’uso da parte delle forze di Mosca.
Non si tratta di esaltare il potenziale bellico coreano né di incensare la scaltrezza dei russi nel compiere tale passo, solo di evidenziare che tale accordo pone un’altra criticità alle già labili speranze ucraine di vincere questa guerra, che lo stesso Zelensky ha recentemente riconosciuto che non avrà “un lieto fine“.
Le minacce di Zelensky
Un cenno significativo quello del presidente ucraino, che ha accompagnato con gli usuali proclami sull’impossibilità di trattare con il nemico e sull’imperativo di vincere a tutti i costi. Ciò nonostante abbia riconosciuto che la controffensiva non va come avrebbe dovuto, che tante sono le vittime ucraine e che la superiorità aerea del nemico frena lo slancio delle sue forze.
C’è un’involuzione tragica nel discorso del presidente ucraino, che vede sgretolate le sue ambizioni, ma rilancia. Un po’ come avvenne per Hitler, che dal riparo del suo bunker di Berlino (anche Zelensky vive in un bunker), continuava a coltivare la speranza di rovesciare le avverse sorti della fortuna.
Il paragone può suonare offensivo, come offensivo potrebbe apparire il cenno alla lucida follia del suddetto. Ma non sembra affatto inappropriato se si legge quanto il sedicente alfiere della libertà dell’Occidente ha dichiarato all’Economist. In un’intervista fiume rilasciata al magazine britannico, dice di percepire che gli alleati si stanno allontanando, abbandonando il suo Paese – altro sintomo del nervosismo di cui è preda – e mette in guardia da tale sviluppo, che consegnerebbe la vittoria a Putin.
Fin qui tutto secondo copione, poi l’agghiacciante riferimento ai tanti rifugiati ucraini sparsi per l’Europa: “Finora si sono comportati bene e sono grati per l’aiuto ricevuto, ma non sarà una bella storia se queste persone saranno messe in un angolo”.
Un’esplicita minaccia. E se si tiene conto delle capacità e della determinazione delle reti ucraine – dagli attentati in territorio russo alle liste di proscrizione del sito Myrotvorets (che elenca i nemici da eliminare in tutto il mondo) – si intravede anche il tipo di minaccia implicito nelle parole di Zelensky: terrorismo.
Non era difficile da prevedere, date le devianze del battaglione Azov e di altri movimenti estremi che abitano l’Ucraina, oggi più armati che mai – di armi anche nostre – e forgiati nel sangue di una guerra vera. E come dai combattenti per la libertà afghani, i mujaheddin, nacque al Qaeda, così quest’altra guerra per procura contro la Russia ha incubato un altro mostro, pronto a scatenarsi contro quanti l’hanno alimentato.
Ma la minaccia del Bin Laden di Kiev non interessa tanto l’establishment europeo che ha contribuito a creare questo mostro per connivenza, servilismo o paura dei padroni d’oltreoceano, piuttosto i popoli del Vecchio continente, trascinati con la forza e l’inganno in questo tunnel oscuro (ci torneremo sulla prossima nota) .
Connivenza, paura e servilismo che spiegano l’altrettanto agghiacciante silenzio dell’establishment suddetto riguardo le dichiarazioni inaccettabili del leader ucraino, peraltro del tutto stridenti con l’ausilio dato ai rifugiati e inviato a Kiev.
Estratto dell’articolo di Thomas Usan per lastampa.it mercoledì 13 settembre 2023.
Vagone blindati a prova di bomba, poltrone in pelle rosa, e menù extra-lusso. Il treno verde scuro è il mezzo di spostamento preferito dal leader nordcoreano Kim Jong-un, che ha attraversato il confine russo martedì prima dei colloqui con Vladimir Putin su un possibile invio di armi per sostenere il Cremlino nella guerra in Ucraina.
Si tratta del primo viaggio di Kim fuori dalla Corea del Nord da quando la pandemia di Covid ha costretto il Paese a chiudere i confini. Il leader nordcoreano ha affrontato un viaggio di circa 20 ore in carrozze di lusso, a prova di bomba. Escluso il viaggio in aereo a causa della paura di Kim di volare, fobia condivisa con il padre Kim Jong-il. […]
Secondo quanto riportato dai media sudcoreani, la Corea del Nord dispone di 90 vagoni speciali in totale e fa funzionare tre treni in tandem quando viaggia un leader: uno davanti che gestisce i controlli di sicurezza, uno che trasporta il leader e il suo immediato entourage e un altro dietro per le guardie del corpo e i passeggeri. altro personale.
Circa 100 agenti di sicurezza vengono inviati nelle stazioni lungo il percorso per cercare le bombe e, mentre il treno di Kim si avvicina a una stazione, la corrente sugli altri binari viene interrotta per fermare il passaggio dei treni nell’area. Le dimensioni del treno e il peso aggiuntivo dovuto ai rinforzi corazzati ne mantengono la velocità media a 60 km orari. Non proprio un convoglio ad alta velocità.
Mezzo di trasporto speciale. Il treno di Kim Jong-un: tra vagoni blindati, lusso e una speciale cantina di vini. Il convoglio del dittatore di Pyongyang è 'a prova di proiettile'. Dotato di ogni confort, ha molta tecnologia 'occidentale' vietata al popolo nord coreano. È caratterizzato dai particolari 'sfizi' del leader supremo. di Redazione Web su L'Unità l'11 Settembre 2023
Il leader nordcoreano Kim Jong Un sarebbe partito per la Russia in treno per un vertice con il presidente Vladimir Putin. Lo riferisce l’emittente sudcoreana Ytn, ripresa dal Guardian. Il dittatore di Pyongyang si sta lentamente spostando all’interno della Corea del Nord verso il confine nord-orientale a bordo di un convoglio privato. Secondo Ytn, sarebbe possibile mercoledì – dopodomani – un incontro con il presidente russo. Fonti citate dall’agenzia russa Interfax hanno confermato il summit.
Il treno di Kim Jong-un
“Ci stiamo preparando per questa visita da lungo tempo“, ha detto il rappresentante del governo locale di una delle regioni di questa parte della Russia. Non sono stati forniti altri dettagli. La precedente visita di Kim Jong-un in Russia, nel 2019, era cominciata con l’ingresso del suo treno blindato alla stazione di Chasan, in territorio russo al confine con la Corea del Nord. Successivamente si era recato a Vladivostok. Anche le visite del padre e del nonno dell’attuale leader, Kim Jong Il e Kim Il Sung, erano cominciate da Chasan.
Il convoglio blindato
Kim Jong-un per i suoi spostamenti utilizza un treno speciale. Un convoglio blindato, costruito ad hoc per il leader supremo, e dotato di qualsiasi confort e tecnologia. Quest’ultima è marcata Apple, brand assolutamente vietato al popolo nordcoreano. Arredamenti extra lusso, la soddisfazione di qualsiasi capriccio del dittatore e una cantina di vini pregiati. Sono queste le caratteristiche principali del mezzo di trasporto. Peccato che però il treno sia lento e non possa superare i 60 chilometri orari: il suo peso gli impedisce di essere più veloce. Anche il nonno e il padre di Kim hanno utilizzato lo stesso convoglio per i propri spostamenti.
A bordo
Secondo quanto riportato dai servizi di intelligence sud coreani, il treno è dotato di 21 vagoni e 90 carrozze. Tutte dipinte di verde e con i vetri oscurati. Alcune sono occupate dalle forze di sicurezza di Pyongyang adibite alla difesa del dittatore. Altre, con livelli di sicurezza altissimi, sono riservate al leader supremo. A bordo c’è uno staff dedicato alla cucina, con menù anche stranieri e di altissima qualità. All’interno del territorio nordcoreano ci sono 20 stazioni ferroviarie dove può fermarsi soltanto il treno presidenziale. Qualsiasi spostamento è seguito dall’alto da alcuni degli elicotteri dell’esercito.
I precedenti
A bordo, da alcuni racconti, non sarebbe mancato il passaggio di molte donne ‘di compagnia’. Pare che ad amare i viaggi in treno sia stato il nonno di Kim. Il papà, Kim Jong Il, lo avrebbe preferito come mezzo di trasporto perché aveva paura di volare. Nell’aprile del 2004, a causa di alcuni mal funzionamenti della rete elettrica, nella stazione di Ryongchon – nei pressi del confine cinese – alcune esplosioni hanno ucciso 3mila persone. La deflagrazione fece esplodere dei depositi di carburante.
Redazione Web 11 Settembre 2023
Quell’inesauribile arsenale nordcoreano che può fiaccare l’avanzata di Kiev. Gianluca Di Feo su La Repubblica il 12 Settembre 2023
Pyongyang ha le riserve di proiettili e di artiglieria più grandi del mondo
Al popolo nordcoreano non è mai stata posta la domanda mussoliniana “Volete burro o cannoni?”. E mentre milioni di persone fanno la fame, il regime di Pyongyang ha creato il più grande arsenale di artiglieria esistente al mondo: almeno seimila obici – ottomila secondo altre fonti – e cinquemila lanciarazzi multipli, destinati a sommergere Seul sotto una pioggia di fuoco. La scorta di munizioni è altrettanto mostruosa: si parla di colpi sufficienti a tre mesi di battaglia, ossia milioni e milioni di ordigni custoditi in centinaia di depositi sotterranei. E questa montagna di proiettili è quello di cui Putin ha bisogno per proseguire il conflitto in Ucraina.
L’intensità dei combattimenti ha messo alle corde persino le gigantesche riserve russe: da 566 giorni il consumo è a livelli altissimi, che oscillano tra tremila e diecimila proiettili quotidiani. Si tratta di almeno due milioni tra granate per cannone e razzi, che il Cremlino fatica a rimpiazzare. Soprattutto nell’ultimo mese le batterie ucraine sembrano avere preso il sopravvento grazie alle forniture di munizioni con testata a grappolo consegnate dagli Stati Uniti: sul fronte chiave della controffensiva il ritmo dell’artiglieria russa appare in calo. In particolare, dall’inizio dell’estate è diminuito drasticamente l’uso dei razzi terra-terra, protagonisti della prima fase dell’invasione: sono armi che hanno problemi maggiori di conservazione e quelle prelevate dai vecchi magazzini sovietici sono spesso inutilizzabili.
Kim Jong-un può offrire la soluzione. Razzi e proiettili degli stessi calibri russi, pronti per essere utilizzati e venire trasferiti via treno senza difficoltà logistiche. Il dittatore a inizio agosto ha visitato le fabbriche e addirittura ordinato di incrementarne la produzione. Come per tutti i congegni nordcoreani, la precisione è bassa: quando nel 2010 l’artiglieria ha sparato contro un’isola del Sud, si stima che solo ottanta dei trecento dei colpi esplosi siano arrivati sul bersaglio. Ma in una guerra di logoramento come quella in corso in Ucraina la quantità conta più della qualità. E se i due autocrati trovassero un accordo, Mosca potrebbe moltiplicare i tiri di sbarramento contro le brigate che cercano di liberare i territori occupati. Potrebbe essere un punto di svolta.
La domanda è cosa Kim Jong-un chiederà in cambio a Putin. La sua priorità è il programma missilistico nucleare e i russi hanno la tecnologia per perfezionare i vettori intercontinentali, adattare le testate o permetterne l’impiego a bordo di sottomarini. Finora però non sembra che Mosca abbia ceduto progetti atomici neppure agli iraniani, che gli hanno consegnato migliaia di droni Shahed. Più probabile che Pyongyang, come è successo con Teheran, possa ottenere armamenti convenzionali nei settori in cui è più sguarnita: aerei ed elicotteri da combattimento, droni, radar. Una cosa è certa: i nordcoreani sono negoziatori molto abili e sapranno sfruttare l’urgenza del Cremlino.
Una piccola nota: finora al fronte sono già apparsi alcuni proiettili e razzi nordcoreani, ma nelle mani degli ucraini. L’origine è misteriosa. Si ipotizza che fossero stati venduti agli iraniani e poi sequestrati dagli americani sulle navi dei Guardiani della rivoluzione che li stavano trasferendo ai loro alleati. Risalgono al 1990 ma funzionano perfettamente.
Traduzione dell’articolo di Pjotr Sauer per “The Guardian” venerdì 8 settembre 2023.
Un alto funzionario ucraino ha accusato Elon Musk di “aver commesso del male” dopo che una nuova biografia ha rivelato dettagli su come il miliardario ha ordinato di disattivare la sua rete di comunicazioni satellitari Starlink vicino alla costa della Crimea lo scorso anno, per ostacolare un attacco di droni ucraini contro navi da guerra russe.
In una dichiarazione su X, la piattaforma di social media precedentemente nota come Twitter, di proprietà di Musk, il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha scritto che l'interferenza di Musk ha portato alla morte di civili, definendo quando accaduto “il prezzo di un cocktail di ignoranza e grande ego".
“Non consentendo ai droni ucraini di distruggere parte della flotta russa tramite l’interferenza di Starlink, @elonmusk ha permesso a questa flotta di lanciare missili Kalibr contro le città ucraine. Di conseguenza, civili e bambini sono stati uccisi”, ha scritto Podolyak. “Perché alcune persone vogliono così disperatamente difendere i criminali di guerra e il loro desiderio di commettere un omicidio? E ora si rendono conto che stanno commettendo il male e incoraggiando il male?”
Musk ha difeso la sua decisione, dicendo che non voleva che la sua compagnia SpaceX fosse “esplicitamente complice di un grave atto di guerra e di escalation del conflitto”. Giovedì la CNN ha citato un estratto della biografia di Elon Musk scritta da Walter Isaacson, che descriveva come i droni sottomarini armati si stessero avvicinando a una flotta russa vicino alla costa della Crimea quando “persero la connettività e si arenarono innocui”.
La biografia, la cui uscita è prevista per martedì, sostiene che Musk abbia ordinato agli ingegneri di Starlink di disattivare il servizio nell'area dell'attacco perché preoccupato che Vladimir Putin potesse rispondere con armi nucleari a un attacco ucraino alla Crimea occupata dai russi.
Musk, che è anche amministratore delegato di Tesla e del produttore di razzi e veicoli spaziali SpaceX, inizialmente ha accettato di fornire hardware Starlink all'Ucraina, dopo che l'invasione su vasta scala della Russia ha interrotto le comunicazioni nel paese. Ma poi ha cambiato idea, dopo che Kiev è riuscita a respingere l’assalto russo iniziale e ha iniziato a contrattaccare.
Musk è stato precedentemente coinvolto in uno scontro sui social media con funzionari ucraini, incluso il presidente, Volodymyr Zelenskiy, riguardo alle sue idee per porre fine all'invasione della Russia. Nell’ottobre dello scorso anno, Musk ha proposto un accordo di pace che prevedesse la ripetizione, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, di referendum sull’annessione nelle regioni ucraine occupate da Mosca, riconoscendo la sovranità russa sulla penisola di Crimea e conferendo all’Ucraina uno status neutrale.
Uno studio pubblicato la scorsa settimana dalla Commissione Europea ha rilevato che “la portata e l’influenza dei conti sostenuti dal Cremlino sono cresciute ulteriormente nella prima metà del 2023”. Lo studio afferma che la maggiore portata della propaganda russa online è stata “in gran parte guidata da Twitter, dove il coinvolgimento è cresciuto del 36%, dopo Elon Musk ha deciso di revocare le misure di limitazione sugli account sostenuti dal Cremlino”.
Venerdì Musk ha tentato di confutare lo studio dell’Ue, scrivendo sulla sua piattaforma di social media: “Dov’è tutta questa propaganda filo-russa? Non la vedo”.
"Ha spento i satelliti in Crimea". Così Elon Musk ha fermato l'esercito ucraino. Storia di Gianluca Lo Nostro su Il Giornale giovedì 7 settembre 2023.
L'ombra dell'uomo più ricco del mondo è piombata anche sulla guerra in Ucraina. Elon Musk, amministratore delegato di SpaceX e proprietario di X (Twitter), avrebbe chiesto ai suoi ingegneri di bloccare l'accesso ai satelliti Starlink presenti nell'Ucraina meridionale e utilizzati dall'esercito di Kiev. La rivelazione, anticipata dalla stampa Usa, proviene dall'ultimo libro di Walter Isaacson, autore della biografia "Elon Musk". Secondo Isaacson, citato dalla Cnn che ha ottenuto in esclusiva degli estratti del volume in uscita l'11 settembre 2023, il patron di Tesla avrebbe dato l'ordine di disconnettere tutti i dispositivi nei pressi della Crimea per fermare un attacco contro la penisola annessa illegalmente da Mosca nel 2014. La decisione sarebbe stata presa da Musk prima di un'incursione coordinata dalle forze navali ucraine, pronte a colpire la flotta russa del Mar Nero con dei droni sottomarini imbottiti di esplosivo.
Il ruolo di Starlink in Ucraina
A causa dello spegnimento improvviso, il raid marino è stato abortito e i dispositivi "hanno perso la connessione e sono andati alla deriva", scrive il giornalista statunitense nel suo resoconto. Il miliardario sudafricano, preoccupato per una ritorsione russa e da una possibile escalation nucleare, avrebbe costretto il governo ucraino a implorarlo affinché Starlink, grazie al quale è possibile collegarsi a internet dovunque ci si trovi sulla Terra, tornasse operativo. "Come sono finito in questa guerra?", si domanda Musk nel libro. "Starlink non è stato concepito per essere coinvolto nelle guerre. È stato pensato per permettere alle persone di guardare Netflix e rilassarsi, di collegarsi a scuola e di fare buone azioni pacifiche, non attacchi con i droni".
I satelliti Starlink, in orbita dal 2019, sono oltre 4mila e servono circa un milione e mezzo di clienti in più di 50 nazioni, tra cui l'Ucraina, dove si è ridotta la disponibilità di internet e della linea telefonica per via dei bombardamenti. Il kit d'installazione costa 600 dollari a cui va aggiunto una tariffa mensile di 75 dollari. È stato stimato che in Ucraina sono attive 42mila parabole Starlink impiegate da ospedali, imprese e dalle forze armate.
Musk e l'Ucraina
Tra Musk e Kiev i rapporti si sono incrinati a partire dallo scorso anno. Se all'inizio della guerra il fondatore di SpaceX aveva dato l'ok per l'uso delle antenne Starlink ai soldati ucraini, le idee del vulcanico imprenditore 52enne sul conflitto in corso con la Federazione russa sono cambiate nell'autunno scorso. A ottobre 2022, dal suo profilo Twitter Musk abbozzò una proposta in quattro punti per raggiungere la pace tra i due Paesi belligeranti: l'organizzazione di elezioni sotto l'egida Onu nei territori occupati; il riconoscimento della sovranità russa in Crimea; la garanzia dell'approvvigionamento idrico alla Crimea; e infine la neutralità dell'Ucraina. Il capo di Twitter mise il suo bizzarro sforzo diplomatico ai voti con un sondaggio, ricevendo la netta disapprovazione degli utenti e una risposta tutt'altro che diplomatica dal vice ministro degli Esteri di Kiev.
Il braccio di ferro è proseguito per mesi fino all'intervento del Pentagono, chiamato in causa da SpaceX per continuare a esaudire le richieste pressanti di Kiev. Lo scorso giugno il dipartimento della Difesa Usa si è fatto carico dei costi da sostenere per mantenere funzionante Starlink in Ucraina, siglando un accordo segreto che prevede l'acquisto di queste sofisticate apparecchiature da parte del governo federale statunitense. Elon Musk ha anche avuto dei colloqui con il funzionario del Pentagono Colin Kahl, al quale ha confessato di aver parlato al telefono con il presidente russo Vladimir Putin. Nella telefonata con il Cremlino, Musk ha voluto ribadire la sua estraneità riguardo all'ingresso di Starlink nelle zone contese da Mosca.
Munizioni all’uranio impoverito e bombe a grappolo: le «armi sporche» della guerra in Ucraina. Andrea Marinelli e Guido Olimpio su Il Corriere della Sera il 7 Settembre 2023
Il punto militare 568 | Gli Stati Uniti hanno annunciato che invieranno in Ucraina munizioni anticarro all’uranio impoverito, che hanno una piccola carica radioattiva ma non sono vietate. A differenza delle cluster bomb
Munizioni all’uranio impoverito
Gli Stati Uniti hanno annunciato che invieranno in Ucraina munizioni anticarro all’uranio impoverito, già fornite a marzo dalla Gran Bretagna per sostenere la controffensiva degli uomini di Volodymyr Zelensky. Queste munizioni perforanti da 120 mm — parte dell’ultimo pacchetto di aiuti da un miliardo di dollari — arriveranno sul campo verso la fine dell’anno, con i carri armati Abrams che Washington aveva promesso a gennaio per sbloccare contestualmente l’invio dei Leopard tedeschi.
Le notizie sulla guerra in Ucraina, in diretta
L’annuncio ha immediatamente provocato dure reazioni, a cominciare dalla Russia che — pur utilizzandole a sua volta — ha definito la decisione «un indicatore di disumanità». Sviluppate dagli Stati Uniti durante la Guerra fredda per distruggere i carri armati sovietici, come i T-72 ancora usati dall’Armata in Ucraina, sono estremamente resistenti e servono a perforare la corazza di tank e blindati. Sono realizzate appunto con uranio impoverito, uno scarto che si ottiene durante il processo di arricchimento dell’uranio, un materiale molto denso che per questo riesce a passare attraverso le corazze.
L’uranio impoverito emette una carica radioattiva molto minore di quello arricchito e non può generare reazioni nucleari. Tuttavia, esplodendo all’impatto, le munizioni disperdono microparticelle che causano un aerosol possibilmente cancerogeno che resta nell’ambiente a lungo. È un’arma sporca, economica, utilizzata sicuramente dagli americani durante la guerra del Golfo del 1991 e in Iraq nel 2003, ma anche in Serbia e Kosovo, che avrebbe fatto migliaia di vittime anche se non è mai stata provata — neanche dalla commissione scientifica dell’Onu sugli effetti delle radiazioni atomiche — la relazione fra l’uranio impoverito e le malattie.
Anche per questo non esistono convenzioni internazionali che ne proibiscano o limitino l’uso, a differenza dell’altra arma controversa utilizzata in Ucraina, le bombe a grappolo. Le cluster bomb sono bandite in oltre cento Paesi ma non da Stati Uniti e Russia: vengono lanciate da «vettori» che disperdono sub-munizioni su una vasta area, quindi possono colpire concentramenti di forze, convogli di veicoli, postazioni, ma poi restano nel terreno a lungo, nascoste, e provocano vittime civili, spesso bambini.
I russi le hanno usate dall’inizio dell’invasione e la Cluster Munition Coalition calcola che solo lo scorso anno hanno ucciso in Ucraina circa 300 persone e provocato 600 feriti: si trattava spesso di civili, fra loro molti bambini. Gli Stati Uniti sono stati duramente criticati — ovviamente dai russi, ma anche dalle associazioni per i diritti umani e da alcuni alleati — quando hanno annunciato la fornitura, che Zelensky avrebbe ottenuto promettendo di non usarle in aree popolate, in cui potrebbero colpire civili.
A due mesi dall’invio del primo carico, però, le cluster bomb avrebbero avuto un impatto considerevole sul campo di battaglia, al punto che l’amministrazione Biden avrebbe già deciso di mandarne ancora. Un funzionario del governo americano ha spiegato al New York Times che le bombe a grappolo hanno permesso alla controffensiva di avanzare, in particolare sul fronte meridionale dove gli ucraini stanno ottenendo successi: avrebbero mantenuto alto il morale della resistenza e, soprattutto, permesso di risparmiare munizioni da 155 mm, ormai scarsissime.
«Gli ucraini vogliono dimostrare l’utilità militare delle bombe a grappolo», ha puntualizzato al Times Mary Wareham di Human Rights Watch. «Alla fine però queste armi sono proibite perché provocano danni ai civili, sia quando vengono usate che nei decenni successivi».
Cosa sono e come funzionano le armi all'uranio impoverito che riceverà l'Ucraina. Federico Giuliani il 7 Settembre 2023 su Il Giornale.
L'amministrazione Biden invierà all'Ucraina le controverse munizioni perforanti contenenti uranio. Il loro obiettivo: perforare i carri armati russi.
Nuovi aiuti militari Usa per l'Ucraina. Gli Stati Uniti hanno dato il via libera per la consegna a Kiev di un pacchetto dal valore di 175 milioni di dollari contenente una fornitura di proiettili all'uranio impoverito del calibro di 120 millimetri. Dopo le indiscrezioni filtrate negli ultimi giorni è arrivata la conferma definitiva da parte del dipartimento della Difesa statunitense. L'amministrazione Biden invierà così al governo guidato da Volodymyr Zelensky le controverse munizioni perforanti contenenti uranio, che teoricamente potrebbero aiutare a distruggere i carri armati russi.
Nuove armi per Kiev
Le munizioni in questione, ha scritto Reuters, potrebbero essere lanciate dai carri armati americani Abrams che, secondo alcune fonti, dovrebbero essere consegnati all'Ucraina nelle prossime settimane. All'inizio del 2023, la Gran Bretagna aveva già inviato munizioni del genere a Kiev. Adesso anche gli Stati Uniti faranno altrettanto per la prima volta da quando è scoppiata la guerra.
A fronte delle difficoltà riscontrate dalle forze ucraine sul campo di battaglia, e della progressiva erosione delle scorte di proiettili d'artiglieria convenzionali a disposizione della Nato, gli Usa hanno optato per questo passo in avanti.
La mossa statunitense fa seguito ad una precedente decisione di fornire munizioni a grappolo all’Ucraina, nonostante le preoccupazioni per i pericoli che tali armi avrebbero potuto rappresentare per i civili. L’uso di munizioni all’uranio impoverito è stato infatti oggetto di accesi dibattiti. Non a caso c'è chi fa notare come, dietro al loro impiego, si nasconderebbero pericolosi rischi per la salute derivanti dall’ingestione o dall’inalazione di polvere dello stesso uranio impoverito, inclusi tumori e difetti congeniti.
Le munizioni all'uranio impoverito
Dal punto di vista tecnico, un sottoprodotto dell'arricchimento dell'uranio, l'uranio impoverito appunto, viene utilizzato per le munizioni perché la sua densità conferisce ai proiettili la capacità di penetrare facilmente nelle corazze dei veicoli nemici, e di autoinfiammarsi in una nube di polvere e metallo.
La fornitura di munizioni anticarro all'uranio impoverito - un'alternativa meno costosa al tungsteno, ma controversa per i richiamati danni ambientali e alla salute causata dalla disseminazione di particolato e frammenti radioattivi a seguito dell'impatto con il bersaglio – sarà, come detto, parte della dotazione dei carri armati M1 Abrams promessi dagli Usa agli ucraini.
Quando viene sparata, una munizione all’uranio impoverito diventa "essenzialmente un dardo di metallo esotico sparato a una velocità straordinariamente elevata", ha spiegato al Guardian l’analista Scott Boston. Detto altrimenti, quando colpisce la corazza di un carro armato, la attraversa in un batter d'occhio prima di esplodere in una nuvola ardente di polvere e metallo, mentre le temperature in aumento fanno esplodere il carburante e le munizioni del veicolo.
Controversie e polemiche
Gli Stati Uniti hanno utilizzato munizioni all’uranio impoverito in massicce quantità nelle guerre del Golfo del 1990 e nel 2003 e nei bombardamenti Nato sull’ex Jugoslavia nel 1999. L'organismo di vigilanza nucleare delle Nazioni Unite, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, afferma che gli studi condotti nell'ex Jugoslavia, in Kuwait, Iraq e Libano "hanno indicato che l'esistenza di residui di uranio impoverito dispersi nell'ambiente non costituisce un pericolo radiologico per la popolazione delle regioni colpite".
Sebbene le munizioni all’uranio impoverito non siano considerate armi nucleari, la loro emissione di bassi livelli di radiazioni ha comunque portato l’organismo di vigilanza nucleare delle Nazioni Unite a sollecitare cautela durante la manipolazione e ad avvertire dei possibili pericoli di esposizione.
Le armi finte prodotte nei laboratori ucraini per ingannare i russi: «Il nemico non è stupido». Storia di Andrea Marinelli e Guido Olimpio su Il Corriere della Sera lunedì 4 settembre 2023.
Sin dall’inizio del conflitto gli ucraini sono riusciti a preservare i propri mezzi sparpagliandoli, nascondendoli all’occhio nemico fra gli alberi, in aree molto vaste, o magari con un telone ricoperto di foglie e arbusti. Anche così, nelle prime settimane, sono riusciti a sottrarsi al primo colpo dell’invasore e hanno impedito all’Armata di imporre la superiorità aerea.
Contemporaneamente, gli uomini di Volodymyr Zelensky hanno allestito dei laboratori in cui producono armi finte — cannoni, missili, ma anche sistemi radar — che possano trarre in inganno gli invasori attirandone il fuoco e facendogli così sprecare preziose munizioni. Una squadra di esperti, racconta il Guardian, è costantemente al lavoro per realizzare copie in plastica, legno, gommapiuma o metallo che siano abbastanza simili agli originali da convincere gli operatori dei droni russi e le truppe a terra che si tratti realmente di bersagli militari. Il successo dell’operazione, spiegano, viene misurata nella velocità con cui i modelli vengono distrutti. «Quando arriva qualcuno dell’esercito e ci dice che sono a corto di qualcosa, allora capiamo di aver fatto un buon lavoro», ha raccontato uno degli «artigiani» al quotidiano britannico, il primo a visitare l’impianto e a ottenere le testimonianze in forma rigorosamente anonima.
Colpire le imitazioni in plastica o legno, per i russi, è un errore costoso in termini economici, ma anche militari: è un colpo in meno a sparare contro le posizioni ucraine. «Questi oggetti possono salvare la vita ai nostri ragazzi, ai nostri amici impegnati al fronte», spiega un artigiano, che come tutti i suoi colleghi era un dipendente dell’azienda siderurgica Metinvest, che gestiva la Azovstal di Mariupol diventata un simbolo dell’assedio russo. «Dobbiamo fidarci gli uno degli altri, non possiamo assumere chiunque», raccontano. Sono tutti stati arruolati su base volontaria prima del febbraio 2022, e da allora riproducono le armi usando trapano, sega, chiodi e colla e aggiornando la linea di produzione agli ultimi pezzi spediti dagli alleati.
L’idea è venuta a tre manager della Metinvest, di proprietà dell’uomo più ricco di Ucraina, Rinat Akhmetov, che ha personalmente approvato il progetto. «Abbiamo pensato che se i russi avessero visto parecchie armi magari si sarebbero fermati. È un’arma psicologica e l’azienda l’ha subito sostenuta», racconta uno di loro. «Abbiamo un accordo con l’esercito: ogni volta che viene colpito uno dei nostri modelli condividiamo le foto, a dimostrazione che abbiamo fatto un buon lavoro». Nell’officina vengono anche conservati i resti dei mezzi «sprecati» ai russi, per rammentare i successi: droni-kamikaze Shahed di produzione iraniana, oppure i Lancet realizzati in Russia.
Le richieste iniziali arrivano dall’esercito, che chiede di riprodurre un’arma specifica: a quel punto vengono scaricate immagini da Google e si studiano i materiali più efficaci per poterla riprodurre, quindi viene stampata un’immagine a grandezza naturale che funge da guida durante la produzione. Una volta pronte, le «esche» vengono trasportate smontate al fronte, dove vengono allestite in una ventina di minuti e posizionate. Gli ultimi modelli riescono anche a imitare il calore dei mezzi militari, così da poter ingannare non solo l’occhio umano, ma anche i visori termici durante la notte. «Il nemico non è stupido», chiariscono gli ucraini. «Ci dobbiamo adattare alla realtà e per questo aggiungiamo sempre qualcosa di nuovo: se i nostri modelli non vengono presi di mira, sappiamo che abbiamo sbagliato qualcosa».
Guerra Ucraina, il Regno Unito dichiara Wagner gruppo terroristico. Il Tempo il 06 settembre 2023
Il governo britannico ha annunciato l’intenzione di dichiarare la Wagner un’organizzazione terroristica, sostenendo che il gruppo di paramilitari rappresenta una minaccia per la sicurezza globale anche dopo la morte del fondatore Yevgeny Prigozhin. Londra ha affermato che verrà presentato in Parlamento un ordine del giorno per trattare il gruppo ai sensi della legge sul terrorismo. L’eventuale approvazione impedirà l’adesione o il sostegno alla Wagner. La ministra britannica dell’Interno, Suella Braverman, ha affermato che la Wagner «è stata coinvolta in saccheggi, torture e barbari omicidi. Le sue operazioni in Ucraina, Medio Oriente e Africa rappresentano una minaccia alla sicurezza globale». Per Braverman «sono terroristi, questo provvedimento lo rende evidente ai sensi delle nostre leggi». Il provvedimento consentirà alle autorità del Regno Unito di sequestrare beni dell’organizzazione, pur trattandosi di una misura simbolica visto che non è noto se la Wagner operi in Gran Bretagna. Questa mossa segue la raccomandazione formulata a luglio dall’influente Commissione parlamentare esteri che aveva chiesto di bandire la Wagner. La commissione aveva affermato che le autorità britanniche hanno «sottovalutato» la minaccia rappresentata dai paramilitari. Secondo la stessa commissione, dopo la tentata rivolta di giugno contro Mosca, il futuro della Wagner è incerto. Per questo Londra dovrebbe approfittare di questa situazione di confusione tra i mercenari per «fermare» la Wagner.
Il Cremlino ha commentato l’iniziativa del Regno Unito, che vuole dichiarare il gruppo mercenario russo Wagner un’organizzazione terroristica. «Vorrei ricordare che "de jure" un gruppo del genere non esiste», ha detto il portavoce Dmitri Peskov nel suo briefing con la stampa. Sebbene il gruppo Wagner non esista legalmente in Russia, lo stesso presidente Vladimir Putin, il 27 giugno, dopo la ribellione dei mercenari, ha riconosciuto che il finanziamento della compagnia militare privata «proveniva interamente dalle casse dello Stato». «Finanziamo interamente questo gruppo», ha detto in un incontro con i militari.
La Russia sta arruolando giovani mercenari cubani. Martina Melli su L'Inkiesta l'11 Settembre 2023
La Russia sta arruolando giovani mercenari cubani: le autorità cubane hanno infatti arrestato 17 persone legate a una presunta rete di reclutamento militare di cittadini cubani per rafforzare le file dell’esercito russo in Ucraina. Il capo delle indagini penali del Ministero degli Interni, César Rodríguez, ha dichiarato ai media statali che almeno tre delle 17 persone arrestate facevano parte di tentativi di reclutamento all’interno dell’isola.
Il funzionario non ha identificato i presunti membri della rete, ma ha affermato che avevano precedenti penali. I sospetti potrebbero rischiare condanne fino a 30 anni o l’ergastolo, se non addirittura la pena di morte. “Cuba non fa parte della guerra in Ucraina”, ha affermato il Ministero degli Esteri in un comunicato stampa. Cuba e Russia sono alleati politici e i cubani non necessitano di visto per recarsi in Russia. Molti ci vanno per studiare o per lavorare.
Il caso è scoppiato dopo la testimonianza di alcune famiglie: una madre ha raccontato di come al figlio fosse stato promesso un lavoro nel settore edile in Russia. Anche Marilin Vinent, 60 anni, ha detto al Guardian che suo figlio Dannys Castillo, di 27 anni, era uno dei cubani reclutati in Russia. La donna ha raccontato che suo figlio ed altri cubani si sono recati in Russia, alla fine di luglio, dopo che gli era stato promesso di lavorare in un cantiere edile. “Sono stati tutti ingannati”, ha detto. Ancora: il figlio di Vinent le aveva detto di aver accettato l’offerta di andare in Russia per aiutare economicamente la famiglia. “Non so se mio figlio è vivo. Non sappiamo nulla. Vorrei solo poter parlare con lui.”
La legge russa consente ai cittadini stranieri di arruolarsi nell’esercito dopo aver firmato un contratto con il ministero della Difesa. Da settembre 2022, gli stranieri che hanno prestato servizio nell’esercito russo per almeno un anno possono richiedere la cittadinanza russa con una procedura semplificata, senza prima ottenere il permesso di soggiorno.
Cuba ha denunciato la scoperta di una rete russa che reclutava mercenari da mandare in Ucraina. Storia di Andrea Marinelli e Guido Olimpio su Corriere della Sera martedì 5 settembre 2023.
Cuba ha denunciato la scoperta di una rete di trafficanti di esseri umani che reclutava i suoi cittadini per combattere con le «forze militari» russe impegnate in Ucraina. Lo ha rivelato il ministero degli Esteri dell’Avana, spiegando che le autorità sono ora impegnate nel neutralizzare e smantellare il network operante, stando alle informazioni rese pubbliche, sia sull’isola caraibica che dalla Russia. L’obiettivo — aggiungono — sarebbero stati i cittadini cubani residenti in Russia, ma anche quelli che vivono in Patria.
A maggio la Gazzetta di Ryazan, città a 200 chilometri da Mosca, aveva scritto che diversi cittadini cubani avevano firmato contratti con le forze armate russe ed erano stati inviati in Ucraina con la promessa della cittadinanza, pratica nota. La settimana scorsa, poi, il quotidiano America TeVe di Miami ha pubblicato le testimonianze di due adolescenti che affermavano di essere stati indotti con l’inganno a lavorare a fianco dell’«esercito russo nei cantieri edili in Ucraina». In un videomessaggio pubblicato sul sito del quotidiano, uno dei ragazzi chiedeva aiuto per uscire al più presto. Secondo América TéVé, il videomessaggio è stato inviato da un autobus che trasportava la coppia dall’Ucraina alla città russa di Ryazan insieme a militari russi.
La Russia è del resto una delle destinazioni principali per gli emigranti cubani, a causa degli stretti legami politici fra il Cremlino e la dittatura comunista dell’isola. I due ministeri della Difesa avevano già discusso di progetti militari congiunti durante un incontro avvenuto a Mosca all’inizio dell’anno e il ministro degli Esteri Sergei Lavrov aveva visitato l’isola ad aprile, ma l’amministrazione del presidente Miguel Diaz-Canel ha negato qualsiasi coinvolgimento nel conflitto in Ucraina, annunciando di aver neutralizzato il network di reclutamento illegale e avviato procedimenti penali nei confronti delle persone coinvolte.
«Cuba non partecipa alla guerra in Ucraina e si batterà con forza contro chiunque sia impegnato nel traffico di essere umani con l’obiettivo di reclutare cittadini cubani e usarli come mercenari per combattere contro qualsiasi Paese», ha chiarito il ministero degli Esteri con una dichiarazione pubblicata su X/Twitter dal ministro Eduardo Rodríguez Parrilla. «I nemici di Cuba promuovono informazioni distorte per cercare di infangare l’immagine del Paese e di presentarlo come complice di queste azioni, che noi rifiutiamo categoricamente. Cuba ha una posizione storica ferma e chiara contro i mercenari e svolge un ruolo attivo all’interno delle Nazioni Unite nel ripudio di questa pratica».
Il comunicato del governo cubano è un’insolita nota stonata, scrive la Bbc, nelle relazioni fra i i due Paesi, uniti da stretti rapporti politici e commerciali fin dalla rivoluzione di Fidel Castro del 1959. Insolita è anche la presa di posizione di un alleato di Mosca: l’Iran, per esempio, ha fornito droni usati per la campagna di terrore di Putin in Ucraina e ha inviato tecnici per insegnare all’Armata come usarli e svilupparli; la Corea del Nord ha venduto munizioni a Mosca e ora il dittatore Kim Jong-un si prepara a incontrare il nuovo zar a Vladivostok, città russa affacciata sull’Oceano Pacifico, per parlare di nuove forniture.
Estratto dell'articolo di Jacopo Iacoboni per lastampa.it il 7 Settembre 2023
Nelle ultime due notti diverse fonti locali hanno registrato che i comandanti sopravvissuti – o almeno, alcuni dei principali comandanti – del gruppo Wagner sono tornati alla base di Molkino, nella regione di Krasnodar, che è da sempre il cuore del loro quartier generale. Il mitico sud della Russia. Wagner lì è una forza popolare, e non per caso Prigozhin l’aveva scelto come punto di partenza della “marcia su Mosca” che gli risulterà fatale, sia pure due mesi dopo.
Tra l’8 e il 9 settembre […] si terrà lì il Consiglio dei comandanti di Wagner, che dovrebbe appuntare come nuovo comandante Anton Elizarov, detto “Lotus”. Secondo alcune disposizioni testamentarie di Evgheny Prigozhin, di cui La Stampa ha ricostruito alcuni elementi con due fonti nel mondo wagneriano.
Prigozhin ha lasciato infatti una serie di disposizioni precise non solo per la parte economica, ma anche per quella militare. La prima è che il comandante sul campo (colui che sostituirà Dmitry “Wagner” Utkin) sarà appunto Lotus. La seconda è che il gruppo Concord, che riunisce le principali società di Prigozhin, passerà al figlio di Prigozhin, Pavel, che ne conosce tutti i segreti e faceva parte lui stesso di Wagner in Siria.
[…] Prigozhin ha disposto però che Wagner continui a essere operativa in Africa. E forse è proprio questa una delle ragioni principali […] della sua “liquidazione”: Prigozhin si opponeva strenuamente alla consegna del lavoro di Wagner in Africa alle due nuove società mercenarie e al Gru (i servizi militari russi). L’unico comandante wagneriano che si è prestato a questo disegno resta “Sedoy”/Troshev. Che però nelle disposizioni di Prigozhin viene sostanzialmente sconfessato.
Secondo il canale telegram Cheka, Prigozhin ha poi lasciato delle istruzioni che, anche attraverso alcuni algoritmi, legano le azioni future di Wagner a diversi scenari, inclusa l’eliminazione dell'intero vertice dei mercenari (che era appunto costituito dal terzetto Prigozhin, Utkin, Chekalov): «Secondo gli algoritmi di questa istruzione, dopo che sarà stata confermata la morte dei leader, si agisce».
Prigozhin avrebbe poi lasciato l’ordine di destinare ai comandanti che gli furono particolarmente vicini un posto nelle strutture economiche, in sostanza devono collaborare strettamente con aiutare Pavel Prigozhin. Integrando potere economico e militari del Gruppo.
Si configura quindi una diarchia tra Pavel e “Lotus”. Due personaggi che già erano assai legati e tra i quali è difficile immaginare fratture. Anton Elizarov, un passato di Capitano nella famosa 10a brigata del Gru, è in Wagner dal 2016. Diplomato alla scuola militare di Suvorov delle guardie di Ulyanovsk, sembrava destinato a una carriera ragguardevole e a diventare presto generale quando fu azzoppato da uno scandalo interno agli apparati, qualcuno lo aveva bruciato e accusato di corruzione per l’accaparramento privilegiato di un appartamento di servizio.
[…] Elizarov fu sospeso, e fu allora che Prigozhin se lo andò e pescare. Con Wagner ha combattuto in Siria, nella Repubblica centrafricana e in Ucraina. Era presente in Libia, quando la Russia con Wagner è entrata nel teatro aiutando Haftar. Nel 2022, secondo quanto risulta al giornalista russo Venediktov, “Lotus” è stato nominato “Eroe della Russia” con decreto di Putin. Prigozhin lo definì «il comandante della cattura di Soledar», dicendo che aveva conquistato la città «senza fare il moccioso, in due settimane». […]
Milano celebra i neonazisti ucraini in una mostra: parte il boicottaggio. Roberto Demaio su L'Indipendente lunedì 11 settembre 2023.
È al centro delle polemiche una mostra, patrocinata dal Municipio 1 del Comune di Milano, con fotografie di soldati in uniforme appartenenti al Battaglione Azov, la milizia di ispirazione neonazista che combatte per l’Ucraina. Si chiama “Eyes of Mariupol. Uno sguardo negli occhi dei difensori di Mariupol”, è stata allestita in pieno centro e sarà visitabile dal 3 al 17 settembre. L’idea è dell’associazione dei Giovani Ucraini in Italia (UaMi), che ha organizzato l’esposizione con il patrocinio del Consolato generale dell’Ucraina a Milano. Centinaia di email sono già state inviate al Comune con la richiesta di sospendere immediatamente la mostra ed Enrico Fedrighini, consigliere comunale della lista Giuseppe Sala, ha commentato «non in mio nome» facendo riferimento anche alla locandina dell’evento, la quale raffigura il capo del battaglione Azov. È stato organizzato anche un flash mob chiedendo l’interruzione della mostra. Alle proteste si è unito anche il Console Generale russo, Dmitry Shtodin, che ha espresso «profondo sdegno». Secondo il Consolato Generale d’Ucraina a Milano, invece, le proteste sono «il frutto della propaganda russa». L’imbarazzo non sembra aver risparmiato nemmeno alcuni giornali mainstream, che hanno trattato la vicenda con impegnative acrobazie lessicali, fino al caso emblematico de La Stampa, che ha edulcorato il titolo per parlare di “mostra sulla resistenza ucraina”, dopo che nella prima versione del medesimo articolo aveva invece scritto che si trattava di mostra dei “neonazisti del battaglione Azov”.
La mostra, allestita in via Dante, è composta da una serie di fotografie scattate durante la battaglia di Mariupol che testimonierebbero le storie della resistenza dei soldati ucraini in città e dentro l’acciaieria Azovstal. Ogni illustrazione è accompagnata dal nome del soldato, da una citazione e dal breve racconto della sua storia, il tutto estratto dal libro “Eyes of Mariupol” della scrittrice ucraina Anastasiia Dmytruk. Secondo l’associazione UaMi e i suoi patrocinatori, la mostra mira a raccontare il “coraggio” e la “resilienza” dei soldati ucraini che hanno difeso la città di Mariupol nel 2022. La locandina ritrae Denys Prokopenko, comandante del battaglione Azov. Nato nel 1991, inizia la sua carriera politica presso il gruppo ultras “White Boys Club”, di cui simbolo iniziale era la croce celtica e l’aquila imperiale nazista. Dal 2014 ha preso parte alla guerra del Donbass ottenendo in breve tempo il comando di un plotone e successivamente di una compagnia del Battaglione Azov. Nel settembre 2017 è stato promosso comandante e durante la battaglia di Mariupol è stato accusato da alcuni sopravvissuti di aver obbligato centinaia di civili a rinchiudersi nella acciaieria Azovstal.
Per Rifondazione Comunista “si tratta di un fatto gravissimo” e, oltre al comunicato stampa esposto sul proprio sito, ha organizzato un flash mob proprio davanti alla mostra in via Dante. Matteo Prencipe, segretario di Rifondazione Comunista Milano, ha dichiarato: «È una mostra agiografica del Battaglione Azov che notoriamente è un battaglione che combatte in Ucraina ma che è certamente filo-nazista. Chiediamo al Comune di Milano di ritirare il patrocinio per tanti motivi: uno, perché il Comune di Milano ha anche nel suo regolamento che le mostre devono riportare una chiara dichiarazione antifascista, cosa che non ci risulta sia stata fatta. La seconda cosa è che è irrispettoso per i cittadini di Milano che in una mostra non vengano neanche citate le parole “pace” e “interruzione del conflitto”». Oltre al flash mob, si sono attivati anche alcuni contestatori della rete antifascista “Cambiare rotta Milano”, che hanno attaccato sulle foto dei volantini con diverse scritte definendo “golpisti filonazisti di Kiev” il battaglione. Il Console Generale russo Dmitry Shtodin ha scritto una lettera al Sindaco di Milano Giuseppe Sala, ricordando che proprio in questi giorni si festeggiano gli 80 anni della liberazione dall’occupazione fascista del Donbass: «Tenendo conto che senza l’appoggio delle autorità organizzare un tale evento sarebbe impossibile, vorrei esprimerLe il mio più profondo sdegno per la decisione del Comune di dare lo spazio all’unità militare ucraina “Azov”, nota per le sue stragi commesse non solo a Mariupol, ma in tutta la Regione del Donbass. Sottolineo, che per la popolazione locale che ha provato sulla propria pelle i crimini di guerra, i militanti del battaglione non sono degli eroi, sono invece gli assassini feroci». Di posizione diametralmente opposta invece il Consolato Generale d’Ucraina a Milano, il quale ha dichiarato che le «polemiche dimostrano ancora una volta quanto sia influente la macchina propagandistica russa».
Ma l’imbarazzo generato dalla mostra e dalle polemiche non ha colpito solo le istituzioni, ma anche alcuni giornali che certamente non sono noti per condannare l’invio di armi in Ucraina e al Battaglione Azov. La Stampa aveva realizzato un articolo in cui nel titolo si leggeva di “neonazisti del Battaglione Azov”, titolo che successivamente è stato cambiato e ora tratta di una “mostra sulla resistenza ucraina”. [di Roberto Demaio]
Atesh, cosa sappiamo del gruppo di tatari della Crimea che aiuta la resistenza ucraina: sabotaggi e attentati. Storia di Andrea Marinelli e Guido Olimpio su Il Corriere della Sera domenica 10 settembre 2023. Sono gli occhi e il braccio di Kiev nelle zone occupate, osservano e colpiscono quando ne hanno la possibilità. Parliamo dei membri di Atesh, gruppo della resistenza formato in gran parte da tatari della Crimea. Una spina nel fianco.
Il comando russo, secondo diverse fonti, ha deciso di ridurre il numero dei check point nella regione di Zaporizhzhia per ridurre i rischi dei soldati. I militari sono stati concentrati attorno alle posizioni più importanti mentre i rifornimenti sono trasferiti in convogli (più difficili da assaltare). Nelle ultime settimane sarebbero aumentati gli attacchi da parte dei «partigiani» alle linee usate dagli invasori: camion distrutti, agguati, sabotaggi, mosse di disturbo. Sabato è stato ucciso un ufficiale impegnato a trasportare le schede dell’elezione farsa, qualche giorno prima una forte esplosione ha devastato la sede centrale del partito Russia Unita — quello di Vladimir Putin — a Melitopol, anche se non è chiaro cosa l’abbia innescata. Segnalate anche piccole manovre di disturbo, iniziative dagli effetti pratici limitati che però accrescono incertezza.
In un recente passato Atesh ha rivendicato un attentato contro Zakhar Prilepin, elemento nazionalista rimasto ferito gravemente nell’esplosione della sua Audi a Nizhny Novgorod, a 425 chilometri da Mosca, e un’operazione contro una base in Crimea. Come altre cellule prendono di mira collaborazionisti, funzionari e personale militare con iniziative autonome o in coordinamento con l’intelligence ucraina, la regista di una strategia di «profondità». Missione destinata a proseguire su più livelli. Ieri uno dei dirigenti dei servizi ha promesso altre incursioni affidate a droni e uomini, sia nelle zone sud che all’interno della stessa Russia.
Insieme ai colpi c’è il lavoro di ricognizione. Spiano le installazioni, seguono movimenti di reparti, cercano bersagli, annotano le difese e le eventuali rotazioni delle unità. L’arrivo di un Battaglione scelto, il flusso di rifornimenti, il «treno» della logistica diventano indicatori preziosi per lo Stato Maggiore ucraino. Sabato hanno diffuso in rete le foto di un accampamento scovato nella zona di Bakhchisaray, parte sud occidentale della penisola. Con un altro comunicato hanno informato su una possibile mobilitazione decisa dagli invasori in Crimea attraverso il reclutamento di ex poliziotti e funzionari. Le autorità avrebbero disposto controlli stretti, anche attraverso i conti bancari, per stanare i renitenti.
Gli osservatori si aspettano lo spostamento di nuove truppe dell’Armata da oriente verso il settore di Zaporizhzhya, una risposta all’avanzata — lenta ma costante — degli ucraini. Che hanno fornito una nuova stima sulla consistenza del «corpo di invasione»: Mosca avrebbe nelle zone occupate circa 420 mila uomini.
Il punto militare giorno per giorno
9 settembre 2023 - Gli Usa potrebbero inviare in Ucraina i missili Atacms a lungo raggio, finora «fermati» da veti e timori 8 settembre 2023 - Gli ucraini «avanzano 100 metri al giorno»: quali sono le prospettive per l’autunno e per il 2024? 7 settembre 2023 - Munizioni all’uranio impoverito e bombe a grappolo: le «armi sporche» della guerra in Ucraina 6 settembre 2023 - Le intercettazioni dei soldati russi al fronte: «Non abbiamo munizioni, dobbiamo usare le dita come baionette?» 6 settembre 2023 - I pezzi di drone russo in Romania: cos’è l’articolo 5 della Nato? 5 settembre 2023 - Cuba ha denunciato la scoperta di una rete russa che reclutava mercenari da mandare in Ucraina 4 settembre 2023 - Le armi finte prodotte nei laboratori ucraini per ingannare i russi: «Il nemico non è stupido» 3 settembre 2023 - Gli ucraini hanno aperto un varco a Sud e si avvicinano alla seconda linea russa: il terreno dà più tempo a Kiev 2 settembre 2023 - Game of Drones: così i russi provano a difendersi dai raid ucraini a colpi di droni
Stefano Lorenzetto per il Corriere della Sera - Estratti sabato 9 settembre 2023.
La passione per ciò che è più caro agli esseri umani si manifestò in Argentina a 6 anni, nel 1950, al primo giorno di scuola nelle elementari di Las Heras, quando all’alzabandiera del mattino gli fecero cantare l’inno nazionale: «Udite, mortali, il grido sacro: “Libertà, libertà, libertà!”». La repulsione per la violenza arrivò l’indomani: «Mio padre mi portò da una coppia di amici, immigrati da Pavia. Uscii a giocare con i loro due figli e i tre cugini. Fui gettato a terra e riempito di calci e pugni. Mi urlavano “Tano!”, spregiativo di italiano».
Ora si capisce perché Mario Corti, il messo dei samizdat, già dai tempi dell’Urss abbia speso l’intera vita a difendere e aiutare i dissidenti, da Andrej Sacharov ad Aleksandr Solzenicyn, frequentati con sua moglie Elena Gori, traduttrice delle loro opere e di quelle di Vladimir Bukovskij, Elena Bonner, Aleksandr Zinovev, Aleksandr Jakovlev, fino a Disastro Putin (Spirali) di Boris Nemtsov, l’ex vice primo ministro ucciso nel 2015 nei paraggi del Cremlino dai sicari del leader ceceno Ramzan Kadyrov, «il macellaio»: fra loro, c’era chi ha guidato l’assedio a Mariupol, una pagina nera della guerra che Corti ripercorre in L’Ucraina e la vetrina delle distorsioni (Gaspari), appena uscito.
Il giornalista e scrittore digita in russo persino i suoi saggi pubblicati in italiano. Fu il primo a intervistare Andrej Tarkovskij quando il regista sovietico scelse la via dell’esilio. Per 26 anni ha lavorato a Monaco di Baviera e poi a Praga per Radio Liberty, fondata nel 1953. Con la gemella Radio Free Europe, captata nei Paesi del Patto di Varsavia, era finanziata dalla Cia. Dal 1975 le due emittenti dipendono dal Congresso degli Stati Uniti.
Lei era il capo del Servizio russo.
«Trasmettevamo in ucraino, tartaro, armeno, georgiano, in tutte le 15 lingue dell’Unione Sovietica. Caduto il Muro di Berlino, nel 1991 aprimmo studi a Mosca e San Pietroburgo. Sono stati chiusi».
(...)
In che modo riusciva a portare fuori dall’Urss gli scritti degli oppositori?
«Con il corriere diplomatico. Potevo far partire la posta privata una volta a settimana racchiusa in plichi inviolabili».
Ricorreva anche ad altri mezzi?
«Sì. Le faccio l’esempio di Solzenicyn. Era stato espulso. A Mosca restava la suocera, un’ingegnera aeronautica. Mi contattò. Doveva mettere al sicuro cinque valigie, pesantissime, contenenti manoscritti e schedari del genero. Mi rivolsi alla figlia di un ambasciatore italiano munita di passaporto diplomatico, diretta a Parigi. Da lì le valigie finirono a Tolosa, dov’era console il fratello. Un autista le portò ai miei genitori a Milano. Io decollai da Mosca, le recuperai e le consegnai a Solzenicyn, che stava a Zurigo».
Sacharov, Solzenicyn. E chi altro?
«La povera Anna Politkovskaja. Ci s’incontrava nella sede moscovita di Radio Liberty. E Aleksandr Zinovev. Credo d’essere stato il primo a farlo parlare. Lisa Giua, la moglie di Vittorio Foa che fu collaboratrice di Palmiro Togliatti a Rinascita , fece pubblicare la mia intervista su Lotta Continua , pensi un po’».
(...)
Neanche un appoggio politico?
«Bettino Craxi invitò Sacharov a Milano e mi pare che per l’occasione raccolse dei fondi. Ebbi il sostegno del senatore Umberto Terracini quando nel 1977 organizzai le Udienze Sacharov a Roma. Le presiedette Simon Wiesenthal. Faticai a convincerlo. “Accetto solo se viene Leo Valiani”, fu la condizione. Perciò mi recai da Valiani, che aveva l’ufficio presso la Banca commerciale a Milano. Il quale mi disse: “Accetto solo se viene Wiesenthal”. Su Izvestija uscì un articolo contro “gli antisovietici occidentali” che mi associava all’ebreo cacciatore di nazisti».
Ci sono ancora dissidenti in Russia?
«Tanti. Penso a Vladimir Kara-Murza, che era il pupillo di Nemtsov, e ad Alexei Navalny. Oggi li chiamano oppositori».
Che fine fanno?
«In galera o espulsi. Quando non vengono assassinati, come Politkovskaja».
Non c’è più l’Arcipelago Gulag.
«Nelle isole Solovki sotto i regimi di Lenin e Stalin furono fatti fuori almeno 2 dei 12-15 milioni di internati. Le regioni della Mordovia e di Perm’ erano piene di prigionieri politici. Restano le “colonie di lavoro correzionale”, questa è la dizione ufficiale. Ma nella lingua russa si chiamano lager. Ogni tanto bisognerebbe rileggere I racconti di Kolyma di Varlam Šalamov».
Che cosa pensa di Vladimir Putin ?
«Tutto il male possibile. È un dittatore.
Fa uccidere i giornalisti. Chiude le tv.
L’ho pure conosciuto, a mia insaputa».
Questa è davvero notevole.
«A Radio Liberty avevamo una squadra di calcio. Giocammo due volte contro i cantanti russi. Un giorno leggo che un mio collega, di cui non faccio il nome, va a cena con il suo amico Putin.
Nel 2004 mi ritrovo a essere l’unico italiano invitato alla prima riunione del Club Valdai, il think tank che supporta il presidente. C’è anche il mio amico. Putin c’invita in una delle sue residenze di Mosca e resta con noi dalle 20.30 all’1 di notte. Il mio collega gli dà del tu. Si figuri la mia sorpresa. Chiedo: si può sapere come l’hai conosciuto? Quello mi risponde: “Ma come? C’eri anche tu!”. Per farla breve, nella partita disputata nel 1994 a San Pietroburgo un tizio aveva preso posto in panchina fra me e il mio amico: era Putin».
Di Volodymyr Zelensky che mi dice?
«Tutto il bene possibile. È molto criticato, ma se si comportasse in modo diverso verrebbe deposto all’istante. Esegue la volontà del suo popolo, che è una sola: resistere all’invasione russa». Come finirà questa guerra? «La questione non è il “come”, bensì il “quando”. Se l’Occidente tiene duro, l’Ucraina vincerà. Ma noi abbiamo pensato di delegare il lavoro sporco agli aggrediti e mandiamo le armi con il contagocce».
(…)
Lo spettro della bomba atomica agitato da Mosca è una minaccia reale?
«Credo di no. Ma un ratto stretto all’angolo reagisce in modi inaspettati. Comunque Putin non potrebbe schiacciare da solo il bottone rosso. Devono essere in tre. E io non penso che i due generali, Sergei Shoigu, ministro della Difesa, e Valery Gerasimov, capo di stato maggiore, gli presterebbero il loro dito».
Qualche volta ha temuto per la sua vita quando viveva in Russia?
«No. Ho rischiato di più con le sigarette: cinque pacchetti al giorno. Adesso mi trattengo, ne fumo una ogni ora. Ci fu un solo episodio strano. Abitavamo in una casa per gli stranieri, piantonata da un poliziotto che non faceva entrare nessuno. Una mattina, andando verso il parcheggio, udii un sibilo fortissimo e poi un botto. Mi era passato qualcosa a pochi millimetri dal cranio: una bottiglia che s’infranse sul cofano della mia auto. La Coca-cola era arrivata anche lì».
Se lei scendesse da un aereo a Mosca, che cosa le accadrebbe?
«Niente, spero. I russi si sono fatti furbi. Ma forse non mi darebbero il visto. In ogni caso non ci torno. Non si sa mai».
Le intercettazioni dei soldati russi al fronte: «Non abbiamo munizioni, dobbiamo usare le dita come baionette?». Andrea Marinelli e Guido Olimpio su Il Corriere della Sera mercoledì 6 settembre 2023.
Il punto militare 567 | Le 17 conversazioni registrare sul fronte orientale e meridionale nella prima metà di luglio e diffuse dallo Sbu confermano i problemi annotati dagli osservatori, indicano uno stato d’animo che non ha portato tuttavia ad alcun cedimento
Nuove intercettazioni dei soldati russi pubblicate dai servizi ucraini confermano le difficoltà incontrate dall’Armata sul campo: parlano di gravi perdite, di equipaggiamento carente, paragonano la situazione ai momenti peggiori dell’invasione dell’Unione sovietica da parte dei tedeschi durante la Seconda guerra mondiale. «Non abbiamo munizioni, non abbiamo niente... Dobbiamo usare le nostre dita come baionette?», chiede sarcasticamente alla moglie il soldato Andrey il 12 luglio, a circa un mese dall’inizio della controffensiva ucraina.
Le notizie sulla guerra in Ucraina, in diretta
Le 17 conversazioni registrare sul fronte orientale e meridionale nella prima metà di luglio e diffuse dallo Sbu confermano i problemi annotati dagli osservatori, indicano uno stato d’animo che non ha portato tuttavia ad alcun cedimento: i soldati soffrono, confermano il morale basso, ma per il momento tengono. Oltre alla carenza di munizioni, gli uomini di Putin parlano delle dure perdite subite dalle proprie unità — perdite di cui Mosca non rende pubblici i numeri: le intelligence occidentali parlando di circa 120 mila morti e 180 mila feriti — e delle carenze di addestramento e attrezzature.
«Non c’è un secondo battaglione», dice il 3 luglio alla moglie Maxim, uno dei soldati intercettati, proveniente dalla regione siberiana di Irkutsk. «Lo hanno ridotto in briciole». Il battaglione in questione si trovava sul fronte di Lyman ed era composto da circa 500 persone, spiega al telefono Maxim, che secondo gli ucraini farebbe parte del 52esimo reggimento. «Sono stati fatti a pezzi. Erano stesi là: non potevano neanche raccoglierli, erano mangiati dai vermi», racconta Alexei alla mandre Elena, parlando dalle trincee russe. «Immaginateli buttati al fronte senza equipaggiamento, senza niente. Sono tutti terrorizzati».
Nonostante le difficoltà evidenziate dalle registrazioni, tuttavia, i russi continuano a spingere sul fronte orientale. Il comandante delle forze di terra ucraine Oleksandr Syrskyi conferma la situazione difficile nell’area di Kupiansk, dove gli invasori proseguono con i loro assalti. «Il nemico non abbandona i suoi piani per raggiungere i confini delle regioni di Donetsk e Lugansk, si prepara ostinatamente a vendicarsi e ad intercettare l’iniziativa operativa», scrive su Telegram Syrskyi.
Sul fronte meridionale, invece, l’Ucraina consolida i successi e cerca ora di penetrare la seconda linea di difesa: nella prima i russi avrebbero investito il 60% delle risorse, mentre soltanto il 20% nella seconda e nella terza che sarebbero quindi meno robuste. Il compito resta arduo, ma è interessante che, dopo giorni, Mosca abbia parlato di «ritiro tattico» delle sue forze da Robotyne, località dalla quale si allarga l’offensiva.
Non cambia, invece, la strategia del terrore portata avanti con missili e droni dall’Armata di Vladimir Putin: la strage al mercato di Kostiantinivka, non lontano dal fronte di Bakhmut, dove un colpo d’artiglieria russo ha provocato 16 morti e 31 feriti, è l’ennesimo tentativo di piegare la popolazione. In mattinata erano state anche colpite la capitale Kiev e la città portuale di Izmail, bersagliata per tre ore con droni da combattimento: nel raid è morta una persona e sono state danneggiate le infrastrutture del porto.
Olena Zelenska, lo sfogo con la Bbc: «Ai nostri figli manca il padre, a me il marito». Storia di Marta Serafini su Il Corriere della Sera martedì 5 settembre 2023.
«Potrebbe apparire un po’ egoista, ma al mio fianco voglio mio marito, non una figura storica». Parola di first lady in tempo di guerra. È un’intervista personale quella che ieri Olena Zelenska ha rilasciato alla Bbc. Obiettivo, parlare al cuore di un Paese stanco, provato da un anno e mezzo di guerra, con migliaia di soldati caduti sul fronte, oltre 500 bambini morti e una normalità che sembra essere ormai perduta. Ma soprattutto il tentativo è di risollevare gli animi in un momento particolarmente complicato per il governo e per il Paese.
Imperscrutabile anche mentre il suono delle sirene interrompe l’intervista, la first lady di Kiev alza il velo su un tema di cui molto si dibatte da settimane in Ucraina. Ossia quanto sia complicato gestire lo stress postraumatico. E offre al pubblico il suo vissuto personale raccontando di aver provato fin dall’inizio «gli effetti dell’adrenalina» ma di aver deciso ora di trovare «più equilibro per cercare di tornare alla normalità». Una normalità che vorrebbe anche per i suoi figli privati del diritto di viaggiare e fare progetti.
Parole che provano ad essere un unguento per le ferite del popolo ucraino. È cresciuto in questi mesi il peso politico della first lady ucraina. Oltre all’impegno costante nelle campagne di charity, Olena Zelenska è stata avvistata in tutte le capitali europee. Coinvolta dunque a livello politico e diplomatico. Ma mai — punto centrale dell’intervista — schierata in pubblico al fianco del marito come accade per le first lady «di pace». Passati i primi mesi di guerra duranti i quali lei si è spostata con i figli in una località segreta ora i due, pur vivendo entrambi di nuovo in Ucraina, restano il più possibile separati, per evitare di esporsi troppo a livello di sicurezza. «Abbiamo l’opportunità di vederci, ma non così spesso come vorremmo. Ai figli manca il loro padre», si commuove e commuove Zelenska, spiegando in favore di telecamera come la guerra abbia travolto anche la sua vita. È un attimo, però. E subito rassicura il pubblico: il suo dolore viene dopo quello degli ucraini, a maggior ragione dopo quello delle migliaia di vedove di guerra. «Abbiamo forza sia emotiva che fisica. E sono sicura che ce la faremo», chiosa.
Una coppia di acciaio, li hanno sempre definiti i commentatori ucraini. Innamorati del liceo di Kryvyi Rih, Olena e Volodymyr hanno continuato a lavorare insieme in televisione: lui come attore e lei come sceneggiatrice. Un periodo che a Zelenska pare ormai lontano secoli, nonostante con i suoi 45 anni sia tra le first lady più giovani d’Occidente.
Ma se glielo avessero detto allora? Di certo — spiega lei stessa — non si sarebbe augurata questo per il proprio futuro. Meglio avere al fianco un marito che una figura storica, spiega lei stessa scoprendosi pur restando evidente l’intento dell’intervista.
Zelenska prova a cementare il consenso intorno al marito, tentando di non apparire mai in posizione di forza rispetto al popolo ucraino costretto a soffrire in trincea. Così come segue la regola numero uno della propaganda in tempo di guerra: mai mettere in discussione il capo. Tanto più quando le cose non vanno al meglio sul campo o lui stesso rischia di dover andare alle urne.
Dunque niente egoismi, Olena Zelenska pensa che il presidente abbia davvero «l’energia, la forza di volontà, l’ispirazione e la testardaggine per affrontare questa guerra». E questo perché il marito-figura storica «è davvero una persona molto forte e resiliente. E la sua resilienza è ciò di cui tutti abbiamo bisogno in questo momento».
Zelensky sostituisce il ministro della Difesa. Kiev: ricevuti 100 miliardi di aiuti da inizio invasione. Storia di Redazione Tgcom24 lunedì 4 settembre 2023.
Zelensky sostituisce il ministro della Difesa | Kiev: ricevuti 100 miliardi di aiuti da inizio invasione© Ufficio stampa
La guerra in Ucraina giunge al giorno 557. Zelensky annuncia di voler sostituire il ministro della Difesa. Presto "potremo colpire obiettivi in Russia, fino a 1.500 km", ha affermato il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa ucraino Oleksiy Danilov. Kiev ha quindi annunciato lo sfondamento della prima linea di difesa russa. Mentre l'Esercito di Mosca ha reso noto di aver colpito un porto ucraino sul Danubio al confine con la Romania. Mossa che ha scatenato l'immediata reazione della Romania che ha "condannato con forza gli attacchi russi", definendoli "ingiustificati". Il ministro Giancarlo Giorgetti: "La guerra ha già un perdente certo: lo stato dell'economia europea". Kiev: ricevuti 100 miliardi di aiuti da inizio invasione.
La banda Zelenski si mangia gli aiuti militari: rimosso il ministro della Difesa. Stefano Baudino su L'Indipendente lunedì 4 settembre 2023.
Ieri sera, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha comunicato ufficialmente di aver fatto saltare la poltrona del ministro della Difesa di Kiev, Oleksiy Reznikov, che era stato accusato di essere coinvolto in un caso di corruzione su alcune forniture militari a prezzo gonfiato. Il suo posto sarà preso da Rustem Umyerov, attualmente al vertice del Fondo del Demanio di Stato. Reznikov, che oggi ha annunciato le sue dimissioni al Parlamento, potrebbe essere riciclato come ambasciatore nel Regno Unito. Al computo degli scandali di corruzione che ciclicamente hanno investito l’Esecutivo ucraino, provocando la decimazione di molti dei suoi più illustri componenti, si aggiunge quindi un nuovo tassello. E l’ennesima “purga” da parte di Zelensky.
«Oleksiy Reznikov ha attraversato più di 550 giorni di guerra su vasta scala. Credo che il Ministero abbia bisogno di nuovi approcci e di altri formati di interazione sia con le forze armate che con la società nel suo insieme. Il Ministero è ora guidato da Rustem Umyerov», ha dichiarato Zelensky. Il ruolo ritagliatosi nel contesto del conflitto russo-ucraino dall’avvocato 57enne, che ha ricoperto la carica di Ministro della Difesa dal novembre 2021 e ora ha perso il posto, è stato estremamente significativo. Reznikov, infatti, è stato continuativamente e intensamente impegnato nell’esortare gli alleati di Kiev a fornire all’Ucraina un quantitativo sempre più ingente di armi, inclusi sistemi di difesa aerea Patriot statunitensi, carri armati pesanti e obici. Recentemente, è stato in prima linea nella richiesta degli F-16: in seguito all’autorizzazione americana a Danimarca e Paesi Bassi per il trasferimento dei jet a Kiev, Reznikov aveva anche scritto su Twitter: “sembra che Babbo Natale esista”.
Molto presto, però, il suo dicastero è stato colpito da gravi scandali legati alla corruzione. Lo scorso gennaio, il suo vice Vyacheslav Shapovalov si era dimesso dopo le accuse secondo cui il Ministero avrebbe firmato contratti di fornitura alimentare a prezzi da due a tre volte superiori a quelli di mercato. Reznikov era invece rimasto al suo posto. Ma il terremoto si era allargato, investendo anche altri rami dell’Esecutivo. Negli stessi giorni, infatti, il viceministro delle Infrastrutture, Vasyl Lozynskiy, era stato arrestato su mandato dell’Ufficio nazionale anticorruzione, che lo aveva accusato di aver accettato, dal settembre 2022, l’equivalente di 400mila dollari di tangenti su appalti riguardanti l’approvvigionamento di generatori di elettricità. Per storie legate ad assegnazioni truccate per favorire aziende “amiche” o al costo gonfiato della merce e dei servizi acquistati dai ministeri, si erano dimessi a catena anche il vicecapo dell’Ufficio presidenziale, Kyrylo Tymoshenko, il viceministro della Politica Sociale, Vitaliy Muzychenko, i viceministro per lo Sviluppo della Comunità, Ivan Lukerya e Vyacheslav Negoda, i vicecapo del Servizio statale dei Trasporti Marittimi e Fluviali, Anatoliy Ivankevych e Viktor Vyshnyov, nonché il del viceprocuratore generale, Oleksiy Simonenko.
Che il fenomeno corruttivo, originato dall’ondata incontrollata di liberalizzazioni dopo la caduta dell’Unione Sovietica, abbia rappresentato in questi decenni e ancora rappresenti un vero e proprio cancro per l’Ucraina non è affatto una novità, così come non lo sono le gigantesche ombre sugli ambigui rapporti tra grossi pezzi delle istituzioni statali e quegli “oligarchi” che sono riusciti a ottenere il monopolio di settori strategici dell’economia. Nonostante questo, l’Europa sembra voler accelerare le operazioni di ingresso di Kiev nell’Unione. l’Ucraina ha presentato domanda di adesione all’Ue nel febbraio 2022, ottenendo nel giugno 2022 lo status di paese candidato all’adesione. A dicembre si terrà il summit Ue-Balcani occidentali in cui verrà presa una posizione sull’apertura dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina. Che, secondo il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dovrà entrare nell’Ue insieme ai sei Stati dei Balcani Occidentali e alla Moldavia «entro il 2030». [Stefano Baudino]
"È vivo è sta bene": il generale russo Surovikin "riappare" in foto. Storia di Federico Giuliani su Il Giornale
lunedì 4 settembre 2023.
Era sparito nel nulla dopo il fallito golpe organizzato da Yevgeny Prigozhin. Chi chiedeva che fine avesse fatto Sergei Surovikin, generale russo ed ex vice comandante delle operazioni militari del Cremlino in Ucraina, doveva accontentarsi di una mezza dichiarazione rilasciata lo scorso giugno da Andrei Kartapolov, deputato e capo del comitato di Difesa della Duma. "Surovikin è attualmente a riposo. Non è disponibile al momento", spiegava Kartapolov in un video pubblicato sui social media. A distanza di mesi dall'ultima apparizione pubblica, il "Generale Armageddon", vivo e vegeto, è stato immortalato in una foto insieme a sua moglie.
La foto di Surovikin
Non sappiamo con certezza assoluta né dove né quando sia stata scattata la fotografia pubblicata dal sito di notizie Ostorozhno Media. Stando a quanto riportato dal media, si tratterebbe di uno scatto effettuato nelle ultime ore a Mosca, anche se è impossibile confermare la voce.
Certo è che l'immagine ritrae Surovikin, simpatizzante di Prigozhin, e rimosso dal suo incarico di comandante delle forze aerospaziali dopo il fallito golpe di Wagner, in borghese, con jeans, cappellino e occhiali neri. Il generale è in compagnia di una donna in ciabatte, presumibilmente sua moglie.
Tra le varie indiscrezioni emerse c'erano quelle secondo cui Surovikin sarebbe stato a conoscenza di quanto stava progettando Prigozhin prima del colpo di Stato tentato dal capo della Wagner, e che alcuni generali avessero aiutato l'ex cuoco di Putin ad organizzare il golpe. Ricordiamo che lo stesso Surovikin aveva lodato Prigozhin ai quattro venti, venendo subito considerato un alleato del gruppo dei mercenari. E quindi prossimo a finire nel mirino di Mosca.
A passeggio con la moglie
Prima della diffusione di questa fotografia, vari analisti ritenevano che Surovikin, dopo un lungo ed estenuante interrogatorio, si trovasse agli arresti domiciliari, se non nel famigerato carcere di Lefortovo. A quanto pare, il generale sarebbe libero e godrebbe di una buona condizione fisica.
Surovikin, soprannominato “Generale Armageddon” dalla stampa russa per le sue tattiche aggressive nel conflitto in Siria, era stato visto pubblicamente per l’ultima volta quando aveva lanciato un video appello in cui sollecitava la fine dell’ammutinamento del 23 e 24 giugno da parte dei combattenti del gruppo mercenario Wagner di Prigozhin, mentre la ribellione era ancora in corso.
Pare che Surovikin avesse buoni rapporti sia con la Wagner che, come detto, con Prigozhin, con quest'ultimo solito lodare il generale mentre lanciava regolarmente insulti alla leadership militare russa, in particolare contro il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, e il capo di stato maggiore, Valery Gerasimov, per la loro gestione della guerra in Ucraina.
"Il generale Serghei Surovikin è vivo, sano, a casa, con la sua famiglia, a Mosca". Con questa didascalia, la giornalista Ksenia Sobchak ha pubblicato su Telegram quella che sarebbe la prima immagine pubblica del generale russo.
Cifre e cifrari. All’Ucraina stanno a cuore i suoi soldati (a Mosca no). L'Inkiesta il 30 Agosto 2023.
Il numero dei caduti è segreto per evitare che la Russia, che ha subito più perdite, lo usi a suo vantaggio. Podolyak risponde a Papa Francesco: «Incoraggia la propaganda di Putin»
Il numero dei caduti, in Ucraina, è secretato. Questo mese l’intelligence americana, citata dal New York Times, ha stimato quel numero in settantamila, a cui sommare centoventimila feriti (quella per riabilitarli è una battaglia nella battaglia). Un reportage della Bbc, vicino alla linea del fronte, ha documentato il costo umano della controffensiva: che, rispetto alla primavera, ha cambiato tattica anche e soprattutto per preservare le vite dei suoi reparti.
Il prezzo della liberazione
Il corrispondente della tv britannica Quentin Sommerville ha descritto un obitorio di mattoni rossi. Qui arrivano i corpi di chi muore in combattimento e la loro frequenza, testimoniata dalla ventiseienne che tiene il registro, conferma le gravi perdite subite dai liberatori. «La parte peggiore è vedere giovani ventenni e realizzare che sono stati ammazzati per la loro terra: non ti puoi abituare a una cosa del genere».
Tra i caduti la donna ha visto passare suo cognato, aveva trentatré anni. Ad aprile, dati del Pentagono diffusi da un leak avevano calcolato un numero di vittime intorno alle diaciassettemila. Il costo del primo forcing è stato sopportato principalmente dalla fanteria, che ha pagato un prezzo, soprattutto tra le reclute. All’obitorio visitato dalla Bbc una parte atroce del lavoro è dare un nome a chi non è stato identificato. Si guardano gli oggetti personali: le chiavi, le foto dei familiari, il cellulare.
Pavlo, trentuno anni, è stato ucciso a bordo di un convoglio centrato da un missile russo, vicino a Izium, lo scorso novembre. Sono risaliti a lui grazie a un tatuaggio, il resto del corpo era coperto di ustioni. Sua moglie, Oksana, si è arruolata. Avevano fatto un patto: se lui fosse morto in guerra, lei si sarebbe unita alle forze armate. Per prendere il suo posto.
Inizialmente si era unita a un’unità di sorveglianza con i droni, nella periferia di Bakhmut. Ora è in prima linea. «Devo continuare ciò che lui ha cominciato, così i suoi sforzi non saranno vani – dice Oksana alla Bbc –. Il volontariato e le donazioni sono buone cose, ma voglio essere parte della nostra vittoria nel futuro». Questa determinazione che non ignora il costo altissimo pagato dalla nazione in armi è condivisa da molti, in Ucraina.
Il nemico ci ascolta
Va tenuta presente, in settimane in cui proliferano retroscena su presunte pressioni americane perché Kyjiv apra a un negoziato. Tre giorni fa, intervistato in tv, il presidente Volodymyr Zelensky ha aperto, forse in una concessione agli alleati, a una soluzione diplomatica sulla Crimea, ma una volta che le sue truppe avranno liberato tutto il resto del Paese.
La vice-ministra della Difesa, Hanna Maliar, ieri ha ammonito: chi diffonde dati sulle perdite può essere perseguito penalmente. «Perché sono segreti? Perché durante la fase attiva della guerra, il nemico usa il numero di morti e feriti per prevedere le nostre prossime azioni. Se il nemico ha queste informazioni, comincerà a capire come ci muoveremo».
Un ultimo punto fermo è che la Russia ha subìto molte più perdite: almeno centoventimila, secondo le stime degli Stati Uniti. Ma i suoi vertici, a differenza di quelli di Kyjiv, considerano i soldati carne da cannone, possono drenarne di più dalle province dell’impero, da un serbatoio demografico superiore. Per il momento, Vladimir Putin non ha ordinato nuove mobilitazioni. Zelensky, invece, valuta di sospendere la legge marziale per consentire le elezioni, nel 2024. La differenza tra un regime sanguinario e una democrazia europea sta tutta qui.
(AGI martedì 29 agosto 2023.) - Benché il servizio militare nelle Forze armate russe sia diventato sempre più redditizio dall'inizio della guerra in Ucraina, "è improbabile che la Russia riesca a raggiungere i suoi obiettivi di reclutamento di volontari nei ranghi". A sostenerlo è l'ultimo bollettino dell'intelligence britannica diffuso sul canale X (ex Twitter) del ministero britannico della Difesa.
"Molti gradi inferiori in servizio in Ucraina percepiscono oggi oltre 200 mila rubli al mese, si tratta di oltre 2,7 volte il salario medio nazionale russo, pari a 72.851 rubli", riporta il bollettino citando, "a titolo di paragone", il fatto che "2,7 volte il salario medio in Gran Bretagna equivarrebbe a oltre 90 mila sterline all'anno".
Secondo gli analisti, "è molto probabile che lo stipendio e i benefici aggiuntivi siano un forte incentivo ad arruolarsi, soprattutto per chi proviene dalle aree più povere della Russia". Tuttavia, puntualizzano, "è improbabile" che Mosca riesca a raggiungere i suoi target di reclutamento.
Finti missionari e falsi certificati medici: così gli ucraini evitano la leva militare. Storia di Filippo Jacopo Carpani su Il Giornale martedì 19 settembre 2023.
Un ex diacono della Chiesa ortodossa ucraina è stato arrestato a Odessa con l’accusa di aver intascato del denaro per aiutare degli uomini a evitare la coscrizione obbligatoria, facendoli travestire da missionari e permettendo loro di lasciare il Paese. Secondo gli agenti del Sbu (Servizio di sicurezza dell’Ucraina), sarebbero almeno sei i clienti dell’ex sacerdote fuggiti in diverse nazioni europee: “L'indagato aveva compilato liste di missionari destinati a viaggiare all'estero per conto del capo della diocesi e della comunità religiosa, con l'obiettivo di diventare sacerdoti”. L’uomo avrebbe intascato oltre 4.500 dollari per certificare che la partenza di quegli “aspiranti preti” fosse necessaria per il lavoro della circoscrizione vescovile in Europa. Durante l'arresto, gli agenti hanno sequestrato computer, telefoni cellulari e denaro.
Questo è solo l’ultimo di una lunga serie di scandali che hanno travolto il sistema di coscrizione in Ucraina. Nell’agosto 2023, il presidente Volodymyr Zelensky ha licenziato tutti i capi regionali del reclutamento, sostenendo che l’intero apparato fosse vittima di una corruzione endemica. Inoltre, attorno a metà settembre il procuratore generale di Odessa ha affermato che i vertici della polizia locale hanno aiutato decine di uomini a sottrarsi al servizio di leva. Sono finiti sotto accusa anche due segretari e il capo della commissione medica militare, indagati per la falsificazione di certificati medici dietro un compenso compreso tra i 7mila e i 10mila dollari.
All’inizio del conflitto, decine di migliaia di ucraini si sono arruolati come volontari per unirsi alle brigate di difesa territoriale o per aiutare l’esercito in altri modi. Dopo diciotto mesi, le perdite e la necessità di far ruotare e rimpinguare le truppe al fronte hanno costretto il governo del Paese a ricorrere alla coscrizione obbligatoria, spesso consegnando a mano la lettera di mobilitazione per le strade. In molte città, canali Telegram hanno iniziato a fornire giornalmente informazioni sulla posizione degli ufficiali di reclutamento, in modo da rendere più facile evitarli, e sono diventati virali molti video in cui si vedono dei soldati che caricano a forza persone su furgoncini. Molti negozianti, inoltre, hanno detto che i loro dipendenti non vengono più a lavoro per il terrore di essere coscritti nel caso in cui dovessero lasciare la sicurezza delle loro case.
Al momento, i cittadini maschi in età di leva possono essere esentati dal servizio e lasciare il Paese solo se hanno a carico tre o più figli sotto i 18 anni, se sono padri single di minorenni o se sono tutori o genitori di bambini con disabilità. Coloro con sufficienti disponibilità economica hanno avuto diverse possibilità di comprarsi l’esenzione dal reclutamento, di solito tramite certificati medici falsi che testimoniano la loro non idoneità al servizio e che permettono di passare il confine e fuggire in Europa.
Addio oligarchi ucraini, vittime della guerra e di Zelensky. DAVIDE MARIA DE LUCA su Il Domani il 10 settembre 2023
L’arresto del “padre politico” del presidente ucraino, Ihor Kolomoisky, segna la fine degli ultraricchi, i cui imperi vengono fatti a pezzi dalle bombe russe e dalle indagini di magistratura e servizi segreti. Ma c’è un prezzo da pagare per la scomparsa del loro strapotere
La mattina del 2 settembre, i servizi segreti ucraini (Sbu) hanno arrestato con l’accusa di frode e riciclaggio Ihor Kolomoisky, uno degli oligarchi più potenti e controversi del paese. Ancora prima che i giornali dessero la notizia, i social media si sono riempiti delle fotografie di Kolomoisky, un’espressione incredula sul volto, circondato di agenti in tenuta militare sulla porta della sua abitazione.
L’arresto è stato sensazionale perché Kolomoisky è stato a lungo considerato un alleato chiave del presidente Volodymyr Zelensky, di cui ha contribuito a lanciare la carriera politica trasmettendo sui suoi canali televisivi la serie tv “Servitore del popolo”. Zelensky ha commentato l’arresto senza nominare il suo vecchio alleato: «Ringrazio le forze dell’ordine per la determinazione nel portare a conclusione casi rimasti bloccati per decenni».
L’arresto è soltanto l’ultimo colpo che Zelensky e l’invasione russa hanno assestato alla classe degli oligarchi ucraini, un tempo una delle forze politiche-economiche più rilevanti del paese ed oggi sempre più marginalizzati. Un fenomeno positivo per il paese, ma che porta con sé anche dei rischi, avvertono gli esperti.
CHI È KOLOMOISKY
«Kolomoisky è una figura potente nel settore bancario e dei media ucraini», dice Konstantin Skorkin, ricercatore russo di origini ucraine, specializzato nella politica del Donbass e nella storia degli oligarchi ucraini. Considerato un uomo d’affari aggressivo e spregiudicato, Kolomoisky ha acquistato una crescente influenza politica dopo la rivoluzione del 2014, finanziando battaglioni di volontari impegnati nel conflitto in Ucraina orientale.
Nel 2015, dopo uno scontro con l’allora presidente Petro Poroshenko, la sua banca è stata nazionalizatta e Kolomoisky è fuggito in Svizzera. Il suo ritorno in Ucraina, ha coinciso con l’ascesa politica di Zelensky, star del suo canale televisivo 1+1. Ma la vittoria del suo protetto alle elezioni del 2019 è arrivata insieme all’inizio di un’indagine per truffa da parte del Fbi che si sarebbe conclusa con l’inserimento di Kolomoisky in una lista di personaggi sotto sanzioni per aver cercato di danneggiare la democrazia ucraina.
«Kolomoisky sperava che la vittoria di Zelensky lo avrebbe aiutato a ripristinare la sua posizione di potere nel paese, ma il presidente ha subito cercato di distanziarsi da un alleato così tossico – dice Skorkin – Il suo arresto significa che Zelensky ha deciso di troncare definitivamente i legami con il suo vecchio partner d’affari».
GLI OLIGARCHI
Con un patrimonio di oltre 1,5 miliardi di euro, stimato da un’indagine del Center for economic strategy di Kiev, Kolomoisky era considerato il quinto uomo più ricco dell’Ucraina e uno dei più potenti oligarchi del paese, gli uomini d’affari arricchitisi durante la grande epoca delle privatizzazioni degli anni Novanta, spesso con metodi dubbi o illegali.
Una caratteristica degli oligarchi ucraini è che negli ultimi decenni hanno spesso avuto carriere politiche molto visibili, ricoprendo importanti incarichi pubblici. Il più noto è probabilmente il magnate dei dolci Poroshenko, presidente tra il 2014 e il 2019, ma quasi tutti gli uomini più ricchi del paese hanno avuto incarichi in amministrazioni locali. Kolomoisky, ad esempio, è stato per anni governatore della regione di Dnipropetrovsk.
In questo aspetto risiede la principale differenza con i più famosi oligarchi russi che, a partire dai primi anni Duemila, sono stati costretti dal presidente Vladimir Putin ad abbandonare le loro ambizioni politiche e a dedicarsi in modo esclusivo ai loro affari. Il continuo scontro tra clan di oligarchi è stato uno dei fattori che ha contribuito a mantenere l’agone politico ucraino competitivo e a produrre un settore mediatico pluralistico.
LA FINE DI UNA CLASSE
L’invasione su larga scala e la campagna di de-oligarchizzazione lanciata da Zelensky stanno cambiando profondamente questo quadro. Missili e bombe russe stanno distruggendo le più importanti proprietà degli oligarchi in tutto il paese, mentre l’occupazione porta con sé il rischio di esproprio e nazionalizzazione.
Il potente e controverso oligarca Rinat Akhmetov, ad esempio, ha perso le sue acciaierie nella città di Mariupol, completamente distrutte nei combattimenti dell’anno scorso. Dmytro Firtash si è visto distruggere l’enorme impianto chimico che possedeva nella città di Severodonetsk, mentre prima di essere arrestato Kolomoisky aveva dovuto fermare le operazioni della sua raffineria di Kremenchuk a causa dei continui bombardamenti. La guerra rappresenta anche un rischio per l’incolumità fisica degli oligarchi: lo scorso luglio, un bombardamento russo sulla città di Mykolaiv ha ucciso il magnate del grano Oleksiy Vadatursky e la sua famiglia a Mykolaiv.
ZELENSKY NON FA PRIGIONIERI
Anche il presidente Zelensky sta facendo la sua parte in questa rivoluzione nel bilanciamento dei poteri ucraini. All’inizio del suo mandato, le sue promesse di lotta alla corruzione e de-oligarchizzazione erano state prese poco sul serio dagli osservatori internazionali e dagli ucraini più critici, che lo consideravano poco più di un burattino di Kolomoisky. L’attore e comico senza esperienza politica era considerato un avversario non all’altezza dei potenti oligarchi.
Ma Zelensky ha saputo smentire i suoi critici. Paradossalmente è stata la guerra che ha consentito a Zelensky di schiacciare gli oligarchi, concordano esperti ed osservatori. Attraverso nazionalizzazioni, sanzioni internazionali e campagne anti-corruzione è riuscito a limitare le loro ambizioni politiche, sfruttando il conflitto per costringerli a sostenere il governo.
«La questione di cosa accadrà in futuro e di chi erediterà il potere politico ed economico degli oligarchi è complessa», dice Skorkin. Per decenni i clan degli oligarchi hanno soggiogato l’Ucraina ai loro interessi e il ridimensionamento della loro influenza sarà accolto con soddisfazione da molte persone. Ma allo stesso tempo, il loro potere orizzontale ha costituito a lungo un contrappeso al potere centrale e una delle principali barriere all’ascesa di un qualche forma di autoritarismo. «Questo rischio ora è considerevolmente più alto», dice Skorkin.
DAVIDE MARIA DE LUCA. Giornalista politico ed economico, ha lavorato per otto anni al Post, con la Rai e con il sito di factchecking Pagella Politica.
Fuga dal fronte. Chi è Maksim Kuzminov il disertore russo in Ucraina: “Fate come me, non ve ne pentirete”. L'operazione è stata condotta dall'intelligenze di Kiev a partire dallo scorso 23 agosto. Il pilota e la sua famiglia sono ora in salvo e vivono in una località ucraina. Il giovane sta collaborando con i servizi, fornendo molte informazioni sullo schieramento russo. Redazione Web su L'Unità il 5 Settembre 2023
Maksim Kuzminov, il 28enne pilota russo dell’elicottero Mi-8 che ha disertato atterrando il 23 agosto in un aeroporto ucraino, ha invitato gli altri militari russi a seguire il suo esempio. L’atterraggio del velivolo faceva parte di un’operazione pianificata da Kiev: la resa è stata il risultato di oltre sei mesi di lavoro da parte dell‘intelligence militare ucraina per portare il Mi-8 e il suo pilota in Ucraina, secondo i media locali. La famiglia del militare è stata evacuata dalla Russia e si trova anch’essa in Ucraina.
Chi è Maksim Kuzminov il disertore russo in Ucraina
Altri due membri dell’equipaggio a bordo che non sapevano dove fosse diretto l’elicottero sono rimasti uccisi nell’operazione. Ma chi è Maksim Kuzminov il disertore russo in Ucraina? Il militare è apparso nel documentario ‘Downed russian pilots‘, andato in onda domenica sera sulla televisione ucraina. “Se fai quello che ho fatto io, non te ne pentirai affatto – ha affermato invitando gli altri piloti russi a seguire il suo esempio – Ti verrà fornito assolutamente tutto per il resto della tua vita: lavoro ovunque, qualunque cosa tu voglia fare. Scoprirai tu stesso un mondo a colori“.
L’operazione
Nel documentario si sottolinea che l’Ucraina fornirà ai piloti russi che decideranno di disertare tutte le garanzie di sicurezza previste dalla legge, nonché un risarcimento finanziario per i velivoli militari trasferiti. Kuzminov avrebbe anche fornito “prove preziose sull’aviazione dell’esercito, sui sistemi di comunicazione e sulla rete degli aeroporti russi“. “Ciò che sta accadendo ora – afferma il militare – è semplicemente il genocidio del popolo, sia ucraino che russo. La base della mia azione è non contribuire a questi crimini. L’Ucraina vincerà sicuramente questa guerra: è solo questione di tempo, perché il popolo si è mobilitato“.
Redazione Web 5 Settembre 2023
L'intervista alla CNN: "Genocidio in corso, non volevo farne parte". Ucraina, Pilota russo diserta e invita gli altri soldati di Mosca a seguirlo: “Venite qui, troverete un mondo a colori”
Maxim Kuzminov, pilota di elicottero russo, ha spiegato in un’intervista i motivi della sua diserzione ed ha esposto nei dettagli il suo piano per uscire dalla Russia. Attraversato il confine, è stato accolto dai funzionari ucraini. E ora invita i suoi ex commilitoni a fare la stessa cosa. Redazione su Il Riformista il 5 Settembre 2023
Un pilota di elicottero russo che ha disertato in Ucraina il mese scorso ha rivelato i dettagli dell’operazione in un’intervista pubblicata dall’intelligence della difesa Ucraina e ripresa dalla Cnn. Il pilota, chiamato dai funzionari ucraini Maxim Kuzminov, ha spiegato nell’intervista come ha pianificato la sua diserzione e perché lo ha fatto.
Le circostanze dell’intervista non sono chiare, ma il pilota – sottolinea la Cnn – sembrava parlare liberamente. “Ho contattato i rappresentanti dell’intelligence Ucraina, ho spiegato la mia situazione“, ha raccontato il pilota, sottolineando i motivi della decisione: “Quello che sta accadendo ora è semplicemente il genocidio del popolo ucraino. Sia ucraino che russo. La motivazione della mia azione era quella di non contribuire a questi crimini. L’Ucraina vincerà inequivocabilmente questa guerra semplicemente perché il popolo è molto unito. Prima non erano così, ma ora sono molto uniti. Il mondo intero li aiuta, perché prima di tutto va valorizzata la vita umana”.
Il pilota ha anche esortato gli altri russi nell’esercito a disertare in Ucraina: “Provvederanno a te per il resto della tua vita. Ti verrà offerto un lavoro ovunque, qualunque cosa tu faccia. Scoprirai semplicemente un mondo di colori”.
Nell’intervista il pilota ha anche respinto la disinformazione russa sull’invasione dell’Ucraina: “La verità è che qui non ci sono nazisti o fascisti. È una vera vergogna quello che sta succedendo qui. Le persone si stanno semplicemente uccidendo a vicenda. Questo è tutto quello che posso pensare e non voglio farne parte”, ha detto. Il pilota nell’intervista svela i dettagli dell’operazione: è riuscito a sorvolare il confine con il suo elicottero da combattimento Mi8 ed è atterrato in Ucraina, dove è stato accolto da funzionari ucraini.
Il capo dell’intelligence della difesa Ucraina, Kyrolo Budanov – ricorda la Cnn – aveva rivelato in agosto come i funzionari ucraini fossero riusciti ad aiutare il pilota a disertare: “Siamo stati in grado di creare le condizioni per far uscire tutta la sua famiglia dal Paese di nascosto, e alla fine far sì che potesse prendere il controllo di questo aereo con un equipaggio che non sapeva cosa stava succedendo”, aveva detto Budanov a Radio Liberty all’epoca, spiegando che sull’elicottero “c’erano altre due persone – un equipaggio completo di tre persone in totale. Quando si sono resi conto di dove erano atterrati, hanno cercato di scappare. Purtroppo sono stati uccisi”.
La CNN non è stata in grado di verificare l’identità del pilota. Ma Agenstvo, un canale russo indipendente di Telegram, ha detto di aver trovato il profilo sui social media di Kuzminov e che era un pilota d’attacco del 319esimo reggimento.
Filo-Putin o deportati? Il giallo del milione di ucraini “rifugiati” in Russia. Storia di Giacomo Gambassi su
Avvenire martedì 5 settembre 2023.
Filorussi o deportati? Chi sono gli ucraini che dall’inizio dell’invasione voluta da Putin sono finiti a Mosca e dintorni? I numeri si limitano a fotografare un fenomeno che può sembrare paradossale, ma non dicono nulla di più sulla migrazione “forzata” dal Paese aggredito al Paese aggressore che in questi diciannove mesi di combattimenti è avvenuta. Secondo le stime dell’Unhcr, dal febbraio 2022 al giugno 2023, sono stati ufficialmente registrati nella Federazione Russa 1.275.315 rifugiati ucraini e in Bielorussia 27.675. Le cifre sono state diffuse dalla studiosa Oksana Mikheyeva davanti ai vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina riuniti a Roma per il loro Sinodo annuale, il secondo in tempo di guerra, che si tiene dal 3 al 13 settembre.
Perché la guerra spinge verso la Russia? Difficile risponde. E soprattutto credere all’ipotesi che centinaia di migliaia di ucraini siano disposti ad andare a vivere in mezzo chi li bombarda. «Poiché l'Ucraina non controlla il confine con la Federazione Russa nelle zone di combattimento, così come il confine con le aree occupate delle regioni di Donetsk e Luhansk fin dal 2014, è impossibile per verificare questi dati – dice l’esperta –. E soprattutto è impossibile separare in queste rilevazioni i cittadini ucraini che hanno volontariamente attraversato il confine con la Federazione Russa da quelli che sono stati deportati, sono prigionieri o sono stati costretti a uscire attraverso pseudo “corridoi umanitari” aperti solo in una direzione, ossia verso la Russia». In pratica, stando alla ricostruzione di Mikheyeva, non c’è alcuna libera scelta dietro la maggior parte degli spostamenti verso la Russia. Dalle zone sotto il controllo del nemico si è “obbligati” a dirigersi oltre confine che divide l’Ucraina dal nemico. Ecco perché le cifre vanno lette come un’ulteriore prova delle deportazioni di massa imposte dagli occupanti che le autorità di Kiev ma anche la gente comune denunciano a gran voce.
Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, sono 6,3 milioni i profughi ucraini sparsi per il mondo a causa della guerra: al 15 agosto 2023 5,9 milioni sono stati accolti nell’Europa centrale e occidentale e altri 367.000 hanno trovato ospitalità fuori del vecchio continente. Ad essi si aggiungono gli oltre cinque milioni di sfollati interni. «Ma solo il 14% degli emigrati ucraini ha una chiara prospettiva di tornare in Ucraina, mentre il 6% ha già deciso di non rimettere piede in patria», afferma Oksana Mikheyeva. E aggiunge: «Tutti gli altri, invece, non riescono a immaginare ancora il proprio futuro. Un futuro che può essere di permanenza in Europa o di ritorno in Ucraina». Tuttavia già 353mila sfollati sono rientrati dall’estero nel Paese aggredito, sfidando i missili che continuano a cadere. «Ma non abitano più nelle proprie case», sottolinea la studiosa.
Tutti numeri che segnano i primi giorni dell’assemblea della maggiore comunità ecclesiale in comunione con Roma che si svolge in Italia. 45 i vescovi presenti, provenienti dall’Ucraina e dai Paesi della diaspora: Europa centrale e occidentale, Nord e Sud America, Australia. Le bombe dettano l’agenda dei lavori, come testimonia il tema principale dell’assise: “L'assistenza pastorale delle vittime della guerra”. Il capo della Chiesa greco-cattolica, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, definisce l’appuntamento il «Sinodo della speranza». Domani 6 settembre è prevista l’udienza con papa Francesco. «Sappiamo che è un grande maestro dell'ascolto e dei gesti eloquenti, che a volte possono essere più eloquenti delle parole scritte o lette – dice Shevchuk nell’omelia della celebrazione di apertura –. Il Papa vuole ascoltare il Sinodo dei vescovi ucraini, per questo ci invita appositamente all'incontro un'ora prima per avere l'opportunità di rivolgersi non solo al capo della Chiesa (con lui spesso ci incontriamo e comunichiamo), ma anche a ciascuno dei nostri vescovi a nome del suo gregge, della sua diocesi o del suo esarcato».
A portare il saluto nella celebrazione iniziale Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali e futuro cardinale, che ricorda come l’affetto e l’interesse del Papa per l’Ucraina rimangano costanti e inalterati nel tempo. Ex nunzio in Ucraina, descrive la guerra voluta da Putin come «atea» e «un assassinio di Dio» poiché «là dove si uccide la vita di un innocente, si uccide anche la presenza di Dio». Il prefetto del Dicastero vaticano assicura che la Chiesa di Roma e il Papa sono grati alla Chiesa greco-cattolica ucraina per l’aiuto e il sacrificio che ha dimostrato per il popolo ucraino: «Voi siete lavoratori instancabili delle opere di misericordia. Il vostro compito è asciugare le lacrime e confortare chi soffre».
Nella giornata odierna sono le ricerche e le esperienze sul campo al centro del confronto. Oksana Mikheyeva sottolinea che le categorie più vulnerabili tra i migranti ucraini sono gli anziani, i bambini dai 5 ai 17 anni, ma anche le persone con malattie croniche. Le prime cinque regioni da cui provengono gli sfollati sono quelle di Kiev, Zaporizhzhia, Kharkiv, Donetsk e Dnipropetrovsk: queste ultime quattro sono quelle lungo la linea dei combattimenti.
È il vescovo Bohdan Dzyurach, esarca apostolico per gli ucraini di rito bizantino in Germania e Scandinavia, a presentare il dramma dei rifugiati in Europa. Il presule racconta di famiglie “divise” dalla guerra, del dolore per la separazione dai propri cari, della perdita di tutto ciò che si aveva, dei lutti che hanno colpito genitori e figli, ma anche dei «sensi di colpa per essere al sicuro e fuori Ucraina» o della «difficoltà di integrazione nelle società occidentali». «Già nell’estate del 2022, ho ipotizzato che almeno il 30%, se non il 50%, rimarrà nei Paesi dell’Europa occidentale per un periodo più lungo, dove il concetto di “più lungo” è determinato principalmente dalla durata della fase calda della guerra. A giocare un ruolo fondamentale sono la perdita della propria casa in Ucraina e la grande percentuale di rifugiati minorenni che vengono immediatamente integrati nel sistema scolastico dell’uno o dell’altro Paese».
Di fronte ai traumi del conflitto, «è necessaria un’ampia cooperazione tra la Chiesa e altre organizzazioni», spiega il vescovo polacco di Olsztyn-Danzica, Arkady Trokhanovskyi. E, citando il brano evangelico di Marta e Maria, suggerisce: «Sull’esempio di Marta, volontaria moderna, la Chiesa potrà aprire centri di guarigione delle ferite dove, in collaborazione con specialisti, condurrà vari tipi di formazione, corsi terapeutici, esercizi spirituali. E, seguendo Maria, siamo chiamati a curare con la Parola di Dio che sana le ferite, porta la pace, infonde il perdono, purifica dal peccato e insegna l’amore e la misericordia».
Nuovo scandalo corruzione in Ucraina: a rischio il ministro della Difesa Reznikov. Andrea Marinelli e Guido Olimpio 31 Agosto 2023 su Il Corriere della Sera.
La storia riguarda la firma di un accordo con una società turca per la fornitura di 223 mila divise invernali. Il prezzo era di 26 dollari a capo ma quando il kit arriva a destinazione è salito a 86 dollari. E non era adeguate al freddo
La corruzione è una mina troppo profonda per l’Ucraina. Con intrecci, conseguenze, rapporti. L’ultimo caso coinvolge il settore della difesa e il ministro Oleksii Reznikov.
Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina, in diretta
La storia è iniziata con la firma di un accordo con una società turca di proprietà di un ucraino, per la fornitura di 223 mila divise invernali. Il prezzo era di 26 dollari a capo ma quando il kit arriva a destinazione è salito a 86 dollari. Cifra mutata senza ragione apparente. A rendere la vicenda ancora più imbarazzante è la qualità del materiale, non adeguato al clima gelido: hanno speso una fortuna per avere giacconi inutilizzabili. D’altra parte è difficile che un vero abbigliamento destinato a condizioni severe possa essere costare così poco. A meno che la classificazione dei giacconi sia generica e non riferita a materiale specifico. I dettagli però non cambiano la gravità dello scandalo in quanto, secondo i media, vi sarebbero connessioni politiche favorite da legami di parentela tra uno dei titolari — almeno fino a febbraio — ed un parlamentare.
La polemica si è estesa rapidamente, con richiesta di chiarimenti a Reznikov che ha risposto: se le accuse sono fondate potrei dimettermi. E oggi è stata prospettata una via d’uscita. Il ministro lascerebbe l’incarico a settembre per diventare ambasciatore in Gran Bretagna, un atterraggio morbido garantito a un personaggio chiave spesso al centro di attacchi proprio sul tema degli equipaggiamenti. Al suo posto verrebbe nominato Rustem Umerov, alto dirigente della nomenklatura. Reznikov è abituato alla battaglia, a febbraio era stata ipotizzata la sua sostituzione con Kyrylo Budanov, il capo dell’intelligence militare, coordinatore di molte missioni spettacolari contro gli invasori. In quell’occasione i sospetti riguardavano qualità e quantità del cibo destinato ai soldati.
La presunta truffa delle divise è coincisa con nuove denunce da parte di Volodymyr Zelensky. Il presidente ha attaccato medici disonesti che rilasciano esenzioni a chi deve essere arruolato, in cambio avrebbero ricevuto mazzette dai 3 mila ai 15 mila dollari. Responsabilità purtroppo croniche. Alcune settimane fa il governo ha rimosso numerosi responsabili militari regionali sospettati di aver favorito o tollerato la fuga dalla leva. È solo una delle macchie emerse nel corso della crisi. Infatti gli scandali non sorprendono, tuttavia possono avere un impatto.
1) Confermano un pericolo interno.
2) Minano la fiducia.
3) Avvengono in fase importante dell’offensiva.
4) Forniscono munizioni a quanti in campo occidentale hanno messo in guardia sulla mancanza di controlli reali sugli aiuti a Kiev e sui rischi che il materiale finisca in mani sbagliate oppure vi sia qualcuno che ne tragga guadagni personali.
Gli interventi in Afghanistan e in Iraq sono ricchi di pagine nere, file dove sono raccontati imbrogli compiuti da esponenti locali insieme a protagonisti stranieri: armi perdute, unità fantasma, rifornimenti di scarsa qualità. Con una differenza: l’invasione dell’Ucraina ha costretto a reagire in tempi rapidi perché Kiev doveva essere assistita subito dall’A alla Z, quindi si sono usate delle scorciatoie con verifiche non sempre possibili.
Ci sono critiche, per altri motivi, anche nei confronti della Difesa a Mosca. I blogger militari hanno attaccato lo Stato Maggiore dopo il massiccio raid di droni condotto la notte prima dall’Ucraina in Russia. Le contromisure non state giudicate sufficienti, anche se le fonti ufficiose hanno rivendicato la distruzione di molti velivoli. Non sono mancate neppure teorie sul coinvolgimento dell’Estonia per l’incursione avvenuta sulla base aerea di Kresty, Oblast di Pksov. Un esperto russo è parso escluderlo in quanto quel fronte è ben sorvegliato, invece ha chiamato in causa la Nato ritenendo che i satelliti dell’alleanza abbiano favorito gli strike del nemico.
Zelensky è venuto in loro «soccorso» fornendo una spiegazione: siamo riusciti a colpire un target a 700 chilometri di distanza grazie a un nuovo sistema, lo ha prodotto la nostra industria. Non ha però indicato quale. Ammissione che si specchia in quella della Russia sui contatti con la Nord Corea, relazioni — fanno sapere i russi — destinate ad ampliarsi. Ieri Washington ha rivelato l’esistenza di negoziati per l’invio di armamenti da parte di Kim.
Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per “La Stampa” venerdì 22 settembre 2023.
La scoperta viene da IStories, il collettivo giornalistico russo indipendente di Roman Anin, che ha potuto visionare documenti leakati del fondo. Il trust fiduciario è controllato dalla ex moglie, che ne possiede il 51%, mentre l’ex proprietario del Chelsea ne possiede il 49%: ma la cessione dell’1% di controllo è avvenuta casualmente giusto tre settimane prima dell’invasione su larga scala della Russia in Ucraina.
Con questo stratagemma l’oligarca, sanzionato in occidente, ha potuto nascondere le opere e sottrarle al sequestro in cui sarebbero incappate con le sanzioni.
Abramovich e la sua ex moglie, Daria Zhukova, possedevano 369 opere d'arte del valore di 962 milioni di dollari già nel 2018, lo si ricava dai file leakati del registro delle imprese cipriota MeritServus.
Molte di queste opere erano totalmente sparite dalla vista pubblica, benché appunto intestate a una proprietà collocata in Europa, e gli esperti si interrogavano con una certa inquietudine sul loro destino. Per esempio la “Suprematist Composition, 1919-1920” di Kazimir Malevich, che fu battuta nel 2000 per 17 milioni di dollari da Christie’s a un acquirente anonimo. Non si è mai saputo chi fosse. Ora sappiamo con certezza che, almeno dal 2013, il dipinto apparteneva ad Abramovich.
Secondo i documenti leakati, le opere sono incorporate in una società offshore, di nome Seline-Invest, che è controllata dal trust cipriota Ermis Trust Settlement, che fu fondato da Abramovich. Dopo il divorzio, Abramovich e Zhukova si erano divisi a metà le azioni del trust – quindi le opere appartenevano formalmente a entrambi – ma tre settimane prima dell’invasione russa in Ucraina il miliardario considerato da tanti osservatori l’oligarca più vicino a Putin ha conferito a Zhukova un altro 1%.
Di conseguenza il fondo appartiene a lei, che non ricade sotto sanzioni europee. Nessuno sa con esattezza dove siano queste opere – alcuni ritengono in uno o più caveau in Svizzera – certo è che di molte non si sapeva più la sorte. […]
Nel 2008 Abramovich compra da Sotheby’s per 86,3 milioni di dollari il trittico di Francis Bacon. Qualche tempo dopo, va da Christie’s e spende 33,6 milioni per un Lucian Freud celeberrimo (Benefits Supervisor Sleeping). Lo fa in parte perché spinto dalla allora moglie Dasha Zhukova. Zhukova nel 2015 apre una sontuosa galleria d’arte contemporanea a Mosca intitolata “Garage”: in partenza, uno scarno garage, che poi l’archistar più star degli architetti occidentali, l’olandese Rem Koolhaas, trasforma. Quel “Garage” era stato un ristorante simbolo dell’epoca sovietica a Mosca, il “Vremena Goda” a Gorky Park. E la storia sembrò a molti iconica della trasformazione – in cui, per fame di affari, tanti in occidente volevano credere – dal cupo grigiore rimasto addosso all’ex agente chekista nella Ddr al glamour, glitter e caviale dello stile di vita occidentale con un tocco d’Asia.
Zhukova, che era la terza moglie di Abramovich, era già all’epoca legata a Ivanka Trump e Jared Kushner e all’ex moglie di Rupert Murdoch, Wendi Deng. Ivanka, un mese prima dell’invasione della Russia in Crimea, postò una foto su Instagram che la ritraeva assieme a Zhukova e Wendi Deng con una bottiglia di vino e la didascalia: «Grazie [a Dasha] per quattro giorni indimenticabili in Russia!». […]
Il tesoro segreto di Roman Abramovich: opere d'arte nascoste dal valore di un miliardo di dollari. La nuova inchiesta dell'Icij ha scoperto che l'oligarca ha oltre trecento capolavori di Picasso, Monet, Matisse, Magritte, Modigliani, Fontana e altri. Registrati attraverso una società offshore di cui fino a oggi si ignorava l'esistenza. Paolo Biondani e Leo Sisti su L'Espresso il 22 Settembre 2023.
Roman Abramovich è l'oligarca russo più famoso in Occidente: di lui finora si conoscevano due passioni molto costose, il calcio e i super-yacht. Ora si scopre che l'ex patron del Chelsea, sanzionato dopo la guerra in Ucraina per il suoi legami con il regime di Vladimir Putin, ha acquistato più di trecento opere d'arte moderna, attraverso contratti rimasti segreti fino ad oggi, per un valore di almeno 962 milioni di dollari.
La collezione comprende capolavori di Picasso, Monet, Matisse, Magritte, Degas, Schiele, Kandinsky, sculture di Henry Moore e Alberto Giacometti, quadri di maestri italiani come Modigliani, Severini, Burri e Fontana, opere di celebri artisti contemporanei come Francis Bacon, Paula Rego, Damien Hirst e molti altri. Un patrimonio culturale miliardario, intestato a un'anonima società offshore (creata nelle Isole Vergini Britanniche e poi trasferita a Jersey), a sua volta controllata da un trust di Cipro, che risulta avere come beneficiari, appunto, Abramovich e la sua ex moglie, l'ereditiera russa Daria detta Dasha Zhukova.
La fiduciaria cipriota che fa da cassaforte si chiama Ermis Trust Settlement e ha registrato la sua ultima modifica in una data particolare: venti giorni prima dell'inizio della guerra in Ucraina. Fino al mese precedente c'erano due beneficiari in parti uguali, l'oligarca e l'ex consorte, con il 50 per cento ciascuno. Il 4 febbraio 2022 Dasha Zhukova è salita al 51 per cento, mentre Abramovich è sceso in minoranza, sia pure di poco, con il restante 49. Pochi giorni prima il governo inglese aveva ammonito gli oligarchi fedeli a Putin che, in caso di attacco russo, avrebbero subito personalmente pesanti sanzioni. Abramovich ne è stato colpito ai primi di marzo, con il blocco di tutti i suoi beni in Occidente, quelli conosciuti, ovviamente. Mentre Dasha, che è stata la sua terza moglie, ma si è separata legalmente da lui dal 2016, non è stata mai sottoposta a sanzioni.
Il trust familiare con la sua preziosa collezione di opere d'arte, che non era conosciuto prima d’ora, è rimasto fuori dalle misure patrimoniali contro l'oligarca varate dall'Unione europea, di cui fa parte anche Cipro. Da quando è scoppiata la guerra, s'ignora dove siano finiti tutti quei quadri e sculture: nei contratti sono registrati titoli e prezzi di 367 opere, ma non la loro collocazione. Un pezzo di patrimonio culturale dell'umanità che viene tenuto nascosto in località segrete.
Le informazioni contenute in questo articolo, finora inedite, emergono da una serie di documenti scoperti dal quotidiano inglese The Guardian e dal sito investigativo Occrp, che li hanno condivisi con il consorzio Icij e con un gruppo di testate europee, tra cui Der Spiegel e L'Espresso in esclusiva per l'Italia. Sono carte riservate provenienti da una società di Cipro, MeritServus, che gestisce anonime strutture di trust e offshore per ricchi clienti di tutto il mondo. La stessa MeritServus è stata colpita dalle sanzioni britanniche a partire dall'aprile 2023, con l'accusa di aver aiutato miliardari russi ad aggirare le sanzioni.
L'inchiesta giornalistica completa viene pubblicata in Italia da LEspresso, nel numero in edicola a partire da oggi, in simultanea con gli articoli delle altre testate internazionali che svelano tutta la storia della miliardaria collezione d'arte dell'oligarca sanzionato, mai raccontata prima d'ora.
Abramovich non ha risposto a nessuna delle molte domande inviategli dal Guardian a nome di tutti i giornali europei. L'ex moglie Dasha ha confermato di averle ricevute, ma ha preferito non fare dichiarazioni.
Estratto dell'articolo di Francesco Bertolino per il “Corriere della Sera” il 21 Settembre 2023.
A inizio febbraio del 2022 Michael Matlin riceveva dal suo facoltoso cliente il nullaosta a un nuovo investimento da 100 milioni in 10 fondi. Pochi giorni più tardi, appena prima dell’invasione russa dell’Ucraina, dallo stesso magnate arrivava un inatteso contrordine: vendere al più presto tutto il portafoglio di partecipazioni finanziarie, del valore di oltre 7 miliardi.
Una tale liquidazione non poteva sfuggire all’attenzione delle autorità americane, non solo per l’entità del patrimonio ma anche per il suo proprietario: Roman Abramovich. Un anno e mezzo più tardi, le indagini hanno portato ieri la Securities and Exchange Commission a citare in giudizio Matlin e la sua società Concord Management, da decenni amministratore della fortuna accumulata dall’oligarca russo.
L’accusa è di aver svolto attività di consulenza finanziaria senza l’iscrizione nell’apposito registro, impedendo alla Sec di vigilare «sui miliardi investiti dai suoi clienti negli Stati Uniti» e «di monitorare il mercato alla ricerca di eventuali abusi». […]
Nell’inchiesta, per la verità, l’autorità di Borsa Usa non nomina mai Abramovich, limitandosi a descrivere il cliente di Concord come «un ricco ex funzionario russo generalmente considerato politicamente vicino» al governo di Mosca. Da tempo, tuttavia, la società fondata nel 1999 da Matlin, cittadino americano di origini russe, è noto come il gestore di fiducia dell’oligarca originario di Saratov e arricchitosi nell’era delle privatizzazioni post-sovietiche.
[…]
Nel tempo, del resto, l’esposizione di Abramovich al mercato Usa tramite Concord è cresciuta, arrivando nel 2022 a toccare i 7,2 miliardi, distribuiti su 112 fondi di investimento, alcuni dei quali gestiti da grandi nomi della finanza a stelle e strisce. Poi nel febbraio dell’anno scorso - un mese prima che Abramovich e il suo patrimonio fossero colpiti dalle sanzioni occidentali - l’improvvisa retromarcia.
Concord avvia un’affannosa ricerca di compratori disposti a rilevare le sue quote in hedge fund e altri veicoli, adducendo «inattese esigenze di liquidità». Una decisione sorprendente, alla luce dei 100 milioni di nuovi investimenti appena deliberati dalla società.
E ancor più sorprendente se si considera che prima del 24 febbraio 2022, a dispetto degli avvertimenti dell’intelligence Usa, l’ipotesi dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia veniva giudicata remota anche da molti governi europei. Ma, evidentemente, non da Roman Abramovich.
Il padre della polizia segreta sovietica «torna» a casa, a Mosca. I tentacoli delle spie sul potere russo. Storia di Paolo Valentino su Il Corriere della Sera sabato 16 settembre 2023.
I l vecchio Felix è tornato a Mosca. Ma forse non se ne era mai andato. Più di 30 anni dopo l’abbattimento della sua statua, che fu l’atto più simbolico della resistenza dell’agosto 1991, quando il popolo russo sconfisse i golpisti, un nuovo monumento raffigurante Felix Dzerzhinsky, fondatore della polizia segreta sovietica, è stato inaugurato nei giorni scorsi sul piazzale antistante la sede del Svr, il controspionaggio della Federazione russa. La nuova statua è una copia più piccola di quella abbattuta allora sulla piazza della Lubjanka. A celebrare l’uomo che guidò il terrore staliniano è stato il capo del Svr e fedelissimo di Putin, Sergeij Naryshkin, che ha lodato Drzezhnisky come un sognatore che ambiva a «creare un futuro fondato su principi di bontà e giustizia». Per lo storico russo-americano Yuri Felshtinsky, la notizia suona come ulteriore conferma alla sua tesi. Egli, infatti rilegge l’intera storia moderna russa, dalla nascita dell’Unione Sovietica ai nostri giorni, come un lungo e ininterrotto tentativo da parte degli «uomini con le spalline», cioè i servizi, di prendere il controllo totale dello Stato e del Paese.
Documenti inediti
Basato su nuove fonti e documenti inediti dell’intelligence moscovita, il suo libro (in uscita a ottobre per Gibson Square Books) parte proprio dal ruolo cruciale avuto da Dzerzhinsky nella Rivoluzione d’Ottobre, per arrivare all’inizio del Terzo Millennio, quando l’ascesa di Vladimir Putin alla presidenza ha segnato a suo avviso il successo definitivo del lungo lavorio.
La tesi centrale di Felshtinsky è che la democrazia non ha mai avuto nessuna chance di mettere radici e svilupparsi in Russia dopo il crollo dell’Urss, quando le timide aperture di Gorbaciov e poi quelle di Eltsin fecero sperare in un nuovo inizio e invece produssero solo caos, corruzione e povertà. «I servizi hanno sempre controllato tutto — spiega Felsftinsky — e il Kgb, poi rinominato Fsb, è stata la sola istituzione a sopravvivere alla fine dell’Unione Sovietica». L’intelligence sovietica e russa è sempre stata infatti (e rimane tuttora) tentacolare e segreta: «I suoi membri non vanno mai in pensione, dopo gli anni di servizio passano alla cosiddetta riserva attiva, concepita per infiltrare la società ad ogni livello: banche, case editrici, imprese, media, associazioni, partiti. Nessuno ufficialmente sa che sono agenti, e chi lo sospetta non può farne il nome perché è un segreto di Stato il cui disvelamento è severamente punito dalla legge. Quando Putin è arrivato al potere ogni tessera era già al suo posto. È così che ha potuto consolidare il suo potere, controllare l’opposizione, la Duma, le aziende, tutte ampiamente infiltrate».
Il libro dello storico è interessante soprattutto per due corollari che riguardano il presente. Il primo è che il meccanismo del sistema è immutabile: «Quando Putin andrà via, il che prima o poi succederà, io non penso che i servizi di sicurezza passeranno il controllo a un’altra struttura, a un attore indipendente». In realtà, secondo Felshtinsky, la recente introduzione del voto elettronico, in un Paese come la Russia, consentirà al Fsb di manipolare i risultati elettorali e la scelta del prossimo presidente, «che potrebbe essere un ex capo dell’intelligence». Ne consegue, ed ecco il secondo corollario, che «nulla potrà cambiare in Russia fino a quando la struttura dei servizi non sarà smantellata. Sarebbe dovuto succedere dopo la caduta dell’Urss nel 1991, aver perso quell’occasione fu una colpa gravissima».
«Missione compiuta»
Secondo Felshtinsky, perfino la ribellione di Evgenij Prigozhin va inquadrata nel Deep State rappresentato dai servizi: «Le intelligence creano sistemi paralleli non apertamente legati allo Stato. Il Fsb lo ha fatto con il gruppo Wagner. Ci sono stati disaccordi tra Putin e i servizi, scontenti che dopo un anno e mezzo la guerra non sia andata come previsto. All’inizio l’intelligence era totalmente al fianco di Putin, la decisione di invadere l’Ucraina l’hanno presa in cinque e tre di loro — oltre a Putin, Patrushev e Bortnikov — erano uomini dell’Fsb, gli altri erano militari, Shoigu e Gerasimov. Oggi queste persone sono in disaccordo, non è chiaro su cosa. Penso che certi dirigenti dell’Fsb trovino controproducente e suicidario il richiamo alla minaccia nucleare. E comunque sappiamo con certezza che Putin ha tentato di sottrarre Wagner al controllo dei servizi, per farla passare sotto l’autorità del ministero della Difesa».
Il 31 dicembre 1999, poche ore prima che Boris Eltsin gli cedesse il bastone del comando al vertice della Russia, Vladimir Putin celebrò al Cremlino con i suoi ex commilitoni l’anniversario della fondazione dei servizi segreti sovietici: «Il gruppo che avete mandato in missione di infiltrazione in seno al governo russo sta per compiere con successo l’operazione», disse in tono ironico nel brindisi il presidente designato. Probabilmente, non stava solo scherzando.
(ANSA il 19 Settembre 2023) L'attacco missilistico del 6 settembre su un mercato della città di Kostiantynivka, nella regione del Donetsk, che ha causato almeno 16 morti, non sarebbe stato lanciato dai russi, ma sarebbe invece invece partito per errore da un territorio sotto il controllo di Kiev. Lo riporta il New York Times. Le prove analizzate "inclusi frammenti di missili, immagini satellitari, resoconti di testimoni e post sui social media, suggeriscono fortemente che l'attacco catastrofico sia stato il risultato di un missile di difesa aerea ucraino errante, lanciato da un sistema di lancio Buk" spiega il Nyt, "sembra che sia stato un tragico incidente".
Il probabile errore commesso da Kiev, secondo il New York Times, sarebbe avvenuto durante una serie di battaglie che imperversavano nell'aerea. La notte precedente, infatti, le forze russe avevano bombardato Kostiantynivka. Un portavoce delle forze armate ucraine ha dichiarato che il servizio di sicurezza del Paese sta indagando sull'incidente e, in base alla legge nazionale, non può commentare ulteriormente. Il Nyt denuncia, inoltre, che le autorità ucraine avrebbero impedito ai giornalisti di "accedere ai detriti del missile e all'area dell'impatto nelle fasi immediatamente successive all'attacco", ma i reporter sarebbero comunque riusciti a raggiungere la zona e a raccogliere i resti dell'arma utilizzata in un secondo momento.
I video analizzati mostrano che, sentendo il suono del missile in arrivo, almeno quattro persone sembrano girare contemporaneamente la testa nella direzione da cui proviene l'arma che, per il Nyt, corrisponderebbe a una zona di territorio sotto il controllo di Kiev. "Qualche istante prima che colpisca, il riflesso del missile è visibile mentre passa sopra due auto parcheggiate, mostrando che viaggia da nord-ovest" riporta il quotidiano.
L'affermazione è sostenuta anche da un'analisi compiuta da un esperto di esplosivi sul cratere lasciato dal missile: il danno che si estende dal punto di detonazione è coerente con un missile proveniente da una rotta nord-ovest. Ulteriori prove rivelerebbero che pochi minuti prima dell'attacco l'esercito ucraino ha lanciato due missili terra-aria verso la linea del fronte russa dalla città di Druzhkivka, poco più di 16 chilometri a nord-ovest di Kostiantynivka.
Zelensky parla all’Onu e il New York Times lo accusa: missile ucraino sui civili. Ernesto Ferrante su L'Identità il 19 Settembre 2023
La strage del mercato di Konstantinovka, nella parte della Repubblica popolare di Donetsk non controllata dai russi, è opera degli ucraini. A scriverlo è il New York Times, proprio quando il presidente ucraino è arrivato negli Stati Uniti per partecipare alla 78a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. I giornalisti americani che hanno condotto le indagini sull’attacco missilistico, sono giunti alla conclusione che a colpire il mercato è stato il sistema di difesa aerea ucraino Buk. I dati raccolti e analizzati dal NYT, inclusi i frammenti dei missili e le immagini satellitari conducono univocamente verso un’unica direzione. Gli autori dell’articolo hanno fatto anche riferimento alle registrazioni delle telecamere di sorveglianza e alle testimonianze oculari. Secondo loro, pochi minuti prima dell’esplosione furono stati lanciati due razzi dalla direzione di Druzhkovka (la parte ucraina). Uno di questi colpì l’affollata fiera cittadina, uccidendo 17 persone e ferendone 32.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video accusò Mosca e tutti i giornali europei parlarono di missile russo. Correva il 6 settembre, il giorno della visita del segretario di Stato statunitense Antony Blinken a Kiev.
In appena due settimane, una testata influente e di potere del Paese che sostiene di più militarmente l’Ucraina, ha disarcionato la macchina propagandistica di Zelensky, confermando la progressiva “disaffezione” nei suoi confronti anche tra i suoi alleati di ferro. Le numerose uscite imbarazzanti collezionate negli ultimi tempi dall’ex comico e dal suo fedelissimo consigliere Mykhailo Podolyak, unite agli insuccessi nella controffensiva, hanno indispettito non poco diversi leader Occidentali.
Le armi continuano ad arrivare, ma si rafforza la sensazione che sia un supporto sempre più a tempo. I carri armati Abrams promessi da Washington a Kiev saranno consegnati a breve. Lo ha reso noto il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin in una riunione del gruppo di contatto sull’Ucraina in Germania. Altri 45 tank (30 Leopard 1 e 15 T-72) sono in arrivo dalla Danimarca. A riportarlo è Radio Svoboda, citando l’agenzia di stampa danese Ritzau. Qualche giorno fa, Copenaghen aveva fatto sapere di essere sul punto di concedere un nuovo pacchetto di aiuti agli alleati, per un importo di 5,8 miliardi di corone danesi.
La Cina continua a credere nella soluzione diplomatica. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha espresso apprezzamento per le proposte formulate da Pechino a febbraio per porre fine alle ostilità in Ucraina e tornare al tavolo negoziale. A riferirlo è stato ieri il ministero degli esteri cinese. Durante il colloquio avvenuto lunedì, Wang e Lavrov hanno sottolineato il ruolo di Cina e Russia nella politica mondiale. In qualità di membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, hanno la responsabilità di “mantenere la stabilità strategica globale e promuovere lo sviluppo e il progresso mondiale”.
I due ministri hanno rimarcato l’inutilità dei tentativi volti a mettere fine al conflitto in corso senza la partecipazione russa. Il capo della diplomazia russa ha inoltre informato Wang dei risultati della visita del leader della Corea del Nord, Kim Jong Un, mentre il collega cinese ha comunicato alla controparte l’esito del faccia a faccia a Malta con il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan.
Nelle note ufficiali si è parlato anche di uno scambio di “opinioni su possibili interazioni in sede Onu, anche per quanto riguarda la riforma del Consiglio di Sicurezza” e della necessità di approfondire il loro coordinamento sia nell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, sia nei Brics che nel G20.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ritiene che la crisi ucraina durerà a lungo. Lo ha detto in un’intervista trasmessa al canale televisivo turco Pbs, aggiungendo di fidarsi della Russia quanto dell’Occidente e rimarcando che Ankara e i paesi membri dell’Ue hanno posizioni diverse nei confronti della Federazione Russa.
Erdogan ha fatto un importante riferimento alla Crimea: “nel 2014 ho avuto alcuni colloqui e negoziati con il presidente Putin sulla Crimea, ma non ho avuto successo, non sono riuscito a fargli lasciare la Crimea”. Quindi, “penso che non sarà possibile nemmeno in questo momento”.
Duro affondo di Maria Zakharova contro Volodymyr Zelensky. “Un altro tour di Zelensky è previsto nel prossimo futuro. Ora è diretto negli Stati Uniti. I media riferiscono che è previsto il suo incontro con Biden e sono attesi altri incontri al Congresso. È ovvio che il tossicodipendente di Kiev, un mendicante in ogni senso della parola, chiederà ancora una volta denaro ai suoi padroni americani e, di conseguenza, armi”, ha attaccato la portavoce del ministero degli Esteri russo.
"È stato un missile ucraino". La rivelazione sull'attacco al mercato in Donbass: cos'è successo. Il giornale americano sostiene che sia stato un 9M38 ucraino a provocare la morte di 15 civili e il ferimento di altri 30. Il presidente Zelensky aveva accusato i "terroristi" russi. Filippo Jacopo Carpani su Il Giornale il 19 Settembre 2023
Tabella dei contenuti
Le indagini del New York Times
La versione di Kiev
La guerra in Ucraina ha mietuto migliaia di vittime tra la popolazione civile. Da entrambi i lati del fronte, gli attacchi contro obiettivi ritenuti strategicamente rilevanti hanno spesso coinvolto coloro che non sono riusciti a scappare o hanno deciso di non abbandonare le proprie case. Il bombardamento del mercato di Kostiantynivka del 6 settembre del 2023 è stato uno degli episodi più sanguinosi dall’inizio del conflitto. La caduta di un missile sulle strade affollate ha provocato la morte di 15 civili e il ferimento di altri 30.
Raid russo su un mercato. Nel Donetsk è strage di civili. "Non esiste un luogo sicuro"
Poche ore dopo la strage, il presidente Volodymyr Zelensky ha incolpato dell’attacco i “terroristi” russi. L’indagine del New York Times pubblicata il 19 settembre, però, sembra suggerire un’altra versione dei fatti. Le prove raccolte e analizzate dal giornale americano, come frammenti dell’ordigno, immagini satellitari, post sui social media e testimonianze dirette, suggeriscono che la tragedia sia stata causata da un missile dell’antiaerea ucraina lanciato da un sistema Buk. Il caso, quindi, potrebbe configurarsi come un catastrofico incidente. Esperti di difesa aerea intervistati dal giornale hanno spiegato che vi sono molti motivi per cui un razzo del genere può essere finito fuori rotta, come un malfunzionamento elettronico o un’aletta di guida danneggiata al momento del lancio.
Le indagini del New York Times
Nei filmati delle telecamere di sorveglianza raccolti dal Times si possono vedere distintamente tre persone che, sentendo il rumore del missile, si voltano in direzione delle linee ucraine. Inoltre, il riflesso dell’ordigno in avvicinamento da nord-est è visibile sui tettucci delle macchine parcheggiate. La direzione di provenienza del missile è ulteriormente corroborata dal luogo dell’esplosione e dalla distribuzione dei danni attorno al cratere. Pare inoltre che gli ucraini abbiano lanciato due missili alcuni minuti prima dell’impatto dalle loro postazioni a Druzhkivka, un paese a circa 16 chilometri a nord-ovest di Kostiantynivka. Questa informazione è stata confermata da un gruppo Telegram locale, da due testimoni oculari e da un sopraluogo dei giornalisti. La tempistica del secondo lancio (14:03) sarebbe compatibile con l’impatto nel mercato (14:04).
Per quanto riguarda la tipologia dell’ordigno, la misurazione della larghezza dei frammenti recuperati dal luogo dello schianto e le valutazioni degli esperti concordano sul fatto che si sia trattato di un 9M38, un missile a disposizione sia dell’esercito ucraino, sia dell’esercito russo, e utilizzato nei sistemi S-300, S-400 e Buk. Restano ancora da chiarire le motivazioni di questo incidente. Se si fosse effettivamente trattato di un missile ucraino, l’ipotesi più probabile sarebbe un malfunzionamento in volo. Considerando che gli 9M38 hanno una gittata massima di circa 27 chilometri, l’esplosione sarebbe avvenuta quando vi era ancora carburante presente nel motore. Questo potrebbe spiegare i vasti segni di bruciature presenti nella zona del mercato.
La versione di Kiev
L'Sbu (Servizio di sicurezza dell'Ucraina) ha rapidamente risposto alle ipotesi del New York Times. In una nota diffusa tramite il proprio servizio stampa, ha confermato da un lato che l'indagine è ancora in corso, ma dall'altro che i colpevoli della strage sono i russi: "Gli invasori hanno colpito il mercato di Kostiantynivka, nella regione di Donetsk, utilizzando un S-300. Ciò è dimostrato, in particolare, dai frammenti di razzi identificati e sequestrati sul luogo della tragedia". L'Sbu si è rifiutato di commentare oltre e ha raccomandato di attendere i risultati ufficiali dell'investigazione. L'Ukrayinska Pravda, che ha riportato il comunicato, ha sottolineato che fonti militari hanno negato l'utilizzo di sistemi Buk nella giornata del 6 settembre e che gli inquirenti ucraini stanno analizzando "una serie di altro materiale che indica il coinvolgimento del nemico in questo attacco", prove che non sarebbero in possesso dei giornalisti del Times.
Il capo sanguinario. Chi è il leader ceceno Ramzan Kadyrov, i servizi di Kiev: “È in gravi condizioni di salute”. L'autoritario 'sovrano' della Cecenia, 'vassallo' di Vladimir Putin, soffrirebbe di una grave malattia ai reni. Le indiscrezioni pubblicate da un quotidiano ucraino. Le sue condizioni sarebbero peggiorate. Redazione Web su L'Unità il 15 Settembre 2023
Il leader ceceno Ramzan Kadyrov si troverebbe da alcuni giorni in coma. Lo ha affermato il quotidiano online ucraino “Obozrevatel“, citando le proprie fonti nella diaspora cecena. Secondo “Obozrevatel“, Kadyrov dovrebbe essere portato all’estero per le cure, possibilmente negli Emirati Arabi Uniti, perche’ i medici di Mosca non sono stati capaci di aiutarlo. Il rappresentante dell’intelligence ucraina Andriy Yusov ha confermato queste informazioni in un’intervista al quotidiano.
Chi è e cos’ha il leader ceceno Ramzan Kadyrov
Stando a Yusov, la condizione del leader ceceno è peggiorata a causa delle malattie di cui Kadyrov soffre da tempo. Le voci secondo cui il capo della Cecenia è gravemente malato circolano da diversi mesi. Nel marzo 2023, citando l’ex vice premier della Cecenia, Akhmad Zakayev, il quotidiano tedesco “Bild” ha affermato che Kadyrov aveva una grave malattia renale. Secondo “Bild“, Kadyrov aveva portato un medico dagli Emirati Arabi Uniti in Cecenia perché non si fidava dei medici di Mosca.
Il profilo
Kadyrov ha raccolto l’eredità del padre Achmat che è stato leader in Cecenia nel 2003-2004. La sua vita fu stroncato da un attentato commesso nello Stadio Sultan Bilimchanov di Groznyj, capitale dello stato ceceno. Kadyrov ha la fama di essere un capo autoritario e sanguinario. Con la violenza e la repressione ha messo la Cecenia al servizio di Vladimir Putin, dopo le guerre scatenate dal Cremlino su quei territori. Dissidenti, minoranze e oppositori non sono tollerati. Per questo è accusato di crimini contro l’umanità. Redazione Web 15 Settembre 2023
"È in condizioni critiche": giallo sulla salute di Kadyrov. Federico Giuliani il 15 Settembre 2023 su Il Giornale.
Secondo l'intelligence militare ucraina Ramzan Kadyrov verserebbe in condizioni critiche. La salute del leader ceceno sarebbe peggiorata negli ultimi giorni a causa di una malattia
Ramzan Kadyrov sarebbe malato e si troverebbe in gravissime condizioni. È questa la notizia diffusa dall'intelligence ucraina e riguardante il leader ceceno, uno dei più stretti alleati di Vladimir Putin. L'indiscrezione è stata rilanciata da vari media di Kiev, anche se per il momento deve essere presa con le pinze. È infatti impossibile confermare la veridicità di queste affermazioni. "L'informazione è confermata da varie fonti negli ambienti medici e politici", ha tuttavia detto al sito Obozrevatel , che per primo ha riportato la notizia, Andriy Yusov, rappresentante dell'intelligence militare dell'Ucraina (Gur).
Mistero Kadyrov
"Possiamo confermare che (Kadyrov) ha avuto un aggravamento ed è in condizioni critiche da alcuni giorni" ha detto Yusov a Ukrinform, dopo che sui media era circolata la notizia che Kadyrov, 46 anni, si trovasse in coma. Ma che cosa sarebbe accaduto al leader ceceno? "Le sue cattive condizioni di salute non sono dovute ad un infortunio. Altri dettagli richiedono ulteriori chiarimenti. È malato da molto tempo e parliamo di problemi di salute sistemici”, ha aggiunto lo stesso Yusov, ribadendo che l'alfiere di Putin, da alcuni giorni, verserebbe "in gravi condizioni".
Ricordiamo che Kadyrov, fidato alleato del Cremlino, ha schierato truppe in Ucraina per aiutare Putin nella guerra contro Kiev. Nel luglio scorso, aveva detto di aver inviato un distaccamento di soldati ceceni a combattere a Bakhmut. Il gruppo aveva firmato un contratto con il ministero della Difesa russo all'inizio di quest'anno.
La salute del leader ceceno
A dire il vero, circolano da mesi strane voci, non confermate o confermabili, sulla salute di Kadyrov. Un anno fa l'ex vice primo ministro ceceno, Akhmad Zakayev, aveva dichiarato al quotidiano tedesco Bild che l'alleato del Cremlino soffriva di una grave malattia ai reni. Kadyrov in persona ha più volte cercato di raffreddare le voci sulla sua cattiva salute. Lo scorso marzo avrebbe confessato ai suoi più stretti confidenti di non essere malato ma solo insolitamente gonfio. "La gente mi attribuisce diverse malattie: a volte ho problemi ai reni, a volte al fegato", avrebbe detto.
Il diretto interessato ha, come detto, confutato le voci sulla sua malattia, dichiarando che "comunque non vuole vivere a lungo". La salute di Kadyrov sarebbe peggiorata negli ultimi giorni. Fonti ucraine hanno spiegato che, all'inizio di questa settimana, il leader ceceno sarebbe entrato in coma e trasportato in aereo a Mosca per farsi curare. Secondo quanto riferito, sarebbe stato riportato in Cecenia.
Non sarebbe la prima volta che un leader vicino al Cremlino viene spacciato per gravemente malato o morente, salvo poi rivedere quello stesso personaggio in pubblico, vivo e vegeto, giorni dopo la diffusione di misteriose voci di corridoio. È successo con il presidente della Bielorussia, Aleksandr Lukashenko, e persino con Vladimir Putin in persona. Adesso è Kadyrov ad essere finito sotto la luce dei riflettori. In attesa di ulteriori conferme, le voci ucraine stanno rimbalzando da un media all'altro.
La cultura dell’impunità. Le tragiche storie dei bambini ucraini uccisi senza pietà dai soldati russi. L'Inkiesta il 15 Settembre 2023
Il documentario “Bullet Holes”, pubblicato dalla War Crimes Investigations Unit del giornale Kyjiv Independent mostra i crimini efferati del Cremlino su oltre cinquecento giovani vite
La famiglia Mahdyk si è nascosta in un piccolo minivan in una zona non ancora occupata dai russi. È il 9 marzo del 2022 e sul parabrezza del minivan è stato messo un cartello con la scritta «bambini» in russo, sperando in un briciolo di umanità da parte degli invasori che nella loro propaganda millantano di denazificare il paese. Invece di ignorarli con compassione e passare avanti, il convoglio di soldati russi che li incrocia per strada sceglie crivellare di pallottole il minivan, uccidendo il piccolo Vladyslav di dodici anni e ferendo sua sorella Anna, di sedici. Questo tragico episodio è solo uno dei tanti raccolti dal Kyjiv Independent, che nel documentario “Bullet Holes” testimonia le tragiche e insensate morti di oltre cinquecento bambini ucraini a opera dell’esercito russo da quando è iniziata l’invasione, il 24 febbraio 2022.
Questi attacchi non sono casuali: molte vittime sono state colpite da missili o attacchi d’artiglieria russi specificamente diretti a civili. E altre dozzine sono stati uccisi con armi leggere, a distanza ravvicinata. Come nel caso di Kateryna Vinarska, di dieci anni. Durante un attacco russo a Kharkiv, i suoi genitori hanno cercato di metterla al sicuro dai bombardamenti, mandandola dai nonni. In una piccola e sgangherata auto rossa i nonni di Kateryna pensavano di non essere attaccati dai russi. Ma mentre attraversavano in auto il villaggio di Novyi Burluk, a circa sessanta chilometri a est di Kharkiv, l’auto è stata colpita dai proiettili, ferendo Kateryna. «Nonna, guarda, c’è un piccolo foro», ha detto la bambina sollevando in lacrime la maglietta, secondo quanto riporta la nonna Maria Kivshar. I due nonni portano subito la nipote all’ospedale più vicino, ma le truppe russe li hanno fermati, rifiutandoli di farli passare. Mentre i nonni imploravano di far passare l’auto, le truppe russe si sono trovate sotto il fuoco nemico e hanno sparato a loro volta, ma inspiegabilmente puntando contro l’auto civile. Uno dei proiettili ha colpito la ragazza, per la seconda volta nel giro di poche ore. Ed è morta poco dopo per le ferite riportate.
Mykhailo Ustianivsky, quindici anni, è un altro giovane vittima delle atrocità del Cremlino. Durante un’incursione in un villaggio di Havrylivka, nell’oblast meridionale di Kherson, lui e un amico sono stati presi di mira dai soldati russi mentre cercavano di scappare. Mykhailo è stato colpito e ucciso. Il corpo è stato ritrovato quattro giorni dopo in un obitorio a Nova Kakhovka, una città occupata a ottanta chilometri da Havrylivka, sull’altra sponda del fiume Dnipro.
Intervistando gli abitanti Oleh Baturyn, giornalista investigativo che ora documenta i crimini di guerra russi, ha scoperto che i soldati del Cremlino hanno giustificato l’omicidio del ragazzo per non far insorgere la popolazione, accusando il piccolo Mykhailo di aver fatto loro delle foto, come se giustificasse una brutalità del genere. Ma nel cellulare del ragazzo non sono stati trovati quegli scatti. In base alle testimonianze dei residenti Baturyn ha identificato in Suren Mkrtchian, tenente colonnello in un’unità basata nella parte occupata dall’Ucraina del Donetsk Oblast, il responsabile di questo orrore. Si tratta di un raro, rarissimo caso, in il comandante dell’unità russa è stato identificato per nome e grado.
Ma per le famiglie ucraine sarà impossibile ottenere una giustizia legale. I crimini dei russi non saranno riconosciuti e puniti, ma almen possono essere testimoniati per far capire le atrocità commesse in questa sciagurata invasione. Mentre lottano per superare la perdita, alcune famiglie come i Mahdyk cercano di trovare un senso alla tragedia. Hanno adottato un ragazzo, Oleksandr, realizzando il desiderio di Vladyslav di avere un fratellino. Mentre i genitori di Kateryna Vinarska a Kharkiv sognano di avere un altro figlio.
Secondo Oleksandra Matviichuk, a capo del Centro per le Libertà Civili e vincitrice del Premio Nobel per la Pace nel 2022, vede questi omicidi come parte di una politica di terrore deliberatamente attuata dall’esercito russo in Ucraina, riconducendola alla cultura militare russa: «Le truppe russe hanno commesso crimini orribili in Cecenia, Siria, Georgia, Mali, Libia e altrove. Non sono mai stati puniti. Credono di poter fare qualsiasi cosa. Questa impunità, questa lunga tradizione di impunità, è diventata parte della cultura russa», spiega al Kyjiv Independent
Propaganda (post) sovietica. La vera storia del Donbas ucraino e il mito colonialista creato dalla Russia. L'Inkiesta il 12 Settembre 2023
In "Il Donbas è Ucraina" (edito da Linkiesta Books), Kateryna Zarembo racconta la vera storia delle regioni di Donetsk e di Luhansk e della narrazione imperialista russa, alimentata con sfumature diverse dall’Urss e dal regime di Vladimir Putin
Prima di tutto si scrive Donbas, non Donbass. E già il fatto che in Italia sia più diffusa la seconda versione ci dice molto sulla guerra culturale che l’Ucraina sta combattendo e che dovrà portare avanti con coraggio anche quando terminerà l’invasione russa, in modo da affermare una volta per tutte la sua identità agli occhi occidentali. Un discorso che potrebbe ampliarsi a Kyjiv (e non Kiev) a Lviv (e non Lvov), Kharkiv (e non Kharkov), Dnipro (e non Dnepr). La questione del Donbas/Donbass non è solo un vezzo da glottologi, ma il riflesso ortografico di una angheria coloniale che da decenni fa chiedere al resto del mondo a chi appartenga questa regione a est dell’Ucraina, occupata al momento dai russi, assieme al Luhanks (non Lugansk).
Kateryna Zarembo ha cercato di chiarire le idee scrivendo un libro edito da Linkiesta Books “Il Donbas è Ucraina” (tradotto in italiano da Yaryna Grusha) in cui riassume la vera storia delle regioni di Donetsk e Luhanks, che i sovietici hanno chiamato Donbas.
Nel farlo ha raccontato le tante storie di individui e associazioni del territorio che si identificano come ucraine e non filorusse. Nel libro Zarembo sfata il mito di una regione isolata, piena di minatori e si criminali, molto più vicina culturalmente a Mosca che a Kyjiv, e lo fa decolonizzando il mito imperialistico russo alimentato dalla narrazione sovietica e dalla dittatura di Vladimir Putin.
Il libro in realtà avrebbe dovuto finirlo prima, un anno e mezzo fa. L’ultima intervista era stata fissata il 24 febbraio 2022, lo stesso giorno in cui la Russia ha invaso l’Ucraina, modificando la vita di questo libro e di milioni di persone.
Come è nato il mito del Donbas filo russo? Quali sono le sue radici storiche e culturali?
Donbas è un termine ombrello che riflette solo una parte della storia e dell’identità della regione, quella industriale. L’Impero russo prima e l’Unione Sovietica poi hanno infatti compiuto molti sforzi per russificare la regione, sia dal punto di vista linguistico che etnico, con purghe, terrore e migrazioni forzate. Faccio un esempio su tutti: all’inizio del XX secolo circa il sessantacinque per cento della popolazione della regione parlava ucraino, mentre all’inizio del XXI secolo solo il dieci per cento. È vero che fino al 2014 la popolazione dell’Ucraina orientale era prevalentemente favorevole all’integrazione economica con la Russia rispetto all’integrazione nell’UE. Tuttavia, è importante capire che fino al 2014, quando la Russia ha iniziato la guerra contro l’Ucraina, essere filorussi non significava essere anti ucraini. L’integrazione con la Russia era solo uno dei potenziali progetti (accanto all’integrazione europea) che venivano discussi in Ucraina e che avevano i loro sostenitori non solo nel Donbas ma anche in altre regioni.
Quali sono i miti secondo te più difficili da smitizzare? La terra dei minatori? La reputazione di regione dove la criminalità diffusa? O quali altri?
A oggi è molto difficile per l’Ucraina sfatare il mito di una guerra civile nel Donbas, un concetto semplicemente falso. Non c’è mai stato un movimento di separazione nelle regioni di Donetsk e Luhansk, né ci sono i presupposti per farlo. Qualsiasi caratteristica locale – sia essa la lingua, la religione, l’industria pesante, eccetera – non è esclusiva di questa sola regione dell’Ucraina. Al referendum del 1991 oltre l’ottanta per cento della popolazione della regione si è espressa a favore dell’indipendenza dell’Ucraina e i sondaggi successivi hanno continuato a dimostrare la fedeltà allo Stato ucraino. Anche Viktor Yanukovych, eletto presidente dell’Ucraina nel 2010, in precedenza governatore dell’oblast’ di Donetsk che godeva di un ampio sostegno nella regione, non ha sposato alcun programma di separatismo o di federazione.
Questa narrazione colonialista è stata alimentata prima dall’Unione sovietica e poi dalla dittatura di Vladimir Putin. Hai notato qualche differenza nella narrazione e nella scelta di spingere su alcuni temi?
Sì, ci sono molte differenze. Una su tutte è che Vladimir Putin promuove una narrazione mai creata prima: quella del separatismo e quella del “popolo del Donbas”. È qualcosa che non esisteva né in Unione Sovietica né in Ucraina prima del 2014. Ciò consente alla Russia di sviluppare questa narrazione all’interno della narrazione più ampia di guerra civile. Un mito che purtroppo è riuscito a promuovere con successo nelle società occidentali.
In un capitolo del libro definisci i villaggi dell’Ucraina orientale come custodi dell’ucrainità. Perché e in che misura lo sono?
Nell’Unione Sovietica l’urbanizzazione è andata di pari passo con la russificazione. Mentre all’inizio del XX secolo la popolazione urbana nell’odierno Donbas era del dieci per cento e quella rurale del novanta per cento, in un secolo le percentuali si sono invertite. L’autentica lingua e cultura ucraina si è preservata nelle aree rurali perché erano semplicemente troppo piccole e poco influenti per minacciare la morsa sovietica, soprattutto dopo che la regione è stata duramente colpita dalle repressioni e dall’Holodomor, la carestia artificiale imposta da Stalin per punire i contadini ucraini che resistevano alla collettivizzazione. Alcuni villaggi, come Zvanivka e OIeksandro-Kalynove, divennero le culle della lingua, della chiesa e della cultura ucraina.
Nel libro scrivi che il 2004 è stato un anno decisivo, in cui la demonizzazione del Donbas si è intensificata, perché?
Il 2004 è stato l’anno della rivoluzione arancione in Ucraina, scoppiata dopo che i risultati delle elezioni presidenziali erano stati truccati. In quelle elezioni c’erano due candidati principali: Viktor Yushchenko, che ha fatto campagna elettorale con un programma pro-europeo, e Viktor Yanukovych, che ha sposato le idee filo-russe. Il Partito delle Regioni, a cui Viktor Yanukovych apparteneva e che era un partito di governo negli oblast di Donetsk e Luhansk, era strettamente legato e associato agli ambienti oligarchici e criminali del Donbas – infatti, lo stesso Yanukovych era un ex detenuto. Così l’immagine del partito e il suo modo sporco di fare politica hanno monopolizzato la voce della regione. Vale anche la pena notare che il Partito della Regione ha perseguito una politica autoritaria nella zona, controllando i media locali, per cui era difficile per le voci dissenzienti locali essere ascoltate al di fuori della regione.
Perché anche alcuni intellettuali ucraini hanno finito per credere a questa narrazione del Donbas filo russo?
La verità è che l’Ucraina era un Paese molto centralizzato. La capitale non era realmente interessata a ciò che accadeva nelle regioni e le regioni stesse non comunicavano bene tra loro. È solo negli ultimi dieci anni che l’interesse per la diversità interna dell’Ucraina è sorto all’interno del nostro Paese. Ad esempio, sono apparsi libri e articoli sui tatari di Crimea, sulle minoranze greche e ungheresi, sugli ebrei, eccetera. I festival del libro e della cultura sono ospitati non solo nella capitale, ma in varie città da nord a sud e da est a ovest. Prima del 2014 la comunicazione interregionale non era così sviluppata come oggi.
Uno dei fattori di questa narrazione è dato anche dalla distanza del Donbas rispetto alla capitale: centocinquanta chilometri in più rispetto alla distanza tra Kyjiv e Lviv. Il fatto che molti abitanti si siano rifugiati nelle varie città ucraine occidentali ha secondo te un po’ aiutato a ridurre la distanza culturale tra cittadini ucraini verso il “Far far East”?
Sì e no. È vero che gli intellettuali degli oblast di Donetsk e Luhansk, così come le figure culturali, gli scrittori e i giornalisti, sono diventati molto più visibili dopo l’invasione russa del 2014, quando sono stati costretti a fuggire dalle loro case e hanno trovato rifugio a Kyjiv, Lviv e in altre città ucraine. Tuttavia, a livello interpersonale le tensioni rimangono. La guerra rende ancora la società polarizzata e le differenze non sono sempre trattate con tolleranza.
Hai concentrato il tuo lavoro nel racconto delle comunità e dei movimenti ucraini attivi nelle regioni di Donetsk e di Luhansk nel periodo tra il 2000 e il 2014. Ci ha particolarmente colpito la storia di Yuriy “Yuko” Matushchak che faceva parte di Poshtovkh l’organizzazione emblematica della Donetsk degli anni Duemila. Perché la sua storia ha segnato una pagina importante nella storia del risorgimento ucraino?
La storia di Yuriy Matushchak mi sta particolarmente a cuore. Mentre il dissenso filo-ucraino è sempre stato tipico dell’Ucraina orientale – ad esempio, gran parte dei dissidenti ucraini e dei difensori dei diritti umani in epoca sovietica provenivano da questa regione – Yuriy era il rappresentante della nuova generazione cresciuta nell’Ucraina indipendente, che si considerava ucraina e che non voleva sopportare il post-sovietismo nella regione. Mentre era studente all’Università Nazionale di Donetsk, fondò un’organizzazione studentesca di base che si impegnò in molti progetti volti a promuovere la storia, il folklore e la rinascita nazionale ucraina. Era una delle voci a cui è dedicato il mio libro: un giovane ucraino che voleva vivere in un’Ucraina libera e democratica, che, nonostante l’ambiente politico ostile e la mancanza di risorse, si è fatto valere e ha creduto nella sua causa. La sua importanza e la sua influenza erano così grandi che ancora oggi il numero dei suoi ammiratori e seguaci cresce. Purtroppo Yuriy non ha potuto vedere tutto questo perché è stato ucciso in azione nel Donbas nell’agosto 2014, difendendo l’Ucraina dagli invasori russi. A Kyjiv c’è ora una strada intitolata a Yuriy Matushchak. Personalmente sento di aver perso un amico anche senza averlo conosciuto.
I musulmani patrioti ucraini rappresentano solo l’1,5 per cento dei fedeli di tutte le confessioni in Ucraina, ma le comunità musulmane hanno giocato un ruolo interessante nella storia delle regioni di Donetsk e di Luhansk. Quale?
Nell’Est dell’Ucraina erano presenti diverse comunità musulmane, alcune delle quali legate a figure politiche locali, mentre altre rappresentavano organizzazioni religiose di base. Queste ultime si immaginavano come appartenenti all’identità civica ucraina fin dalla sua fondazione nel 2008 e le loro politiche non sono state diverse nel 2014, quando hanno condannato l’aggressione russa. È interessante notare che l’ex mufti dei musulmani ucraini Said Ismagilov ha prestato servizio nell’esercito ucraino come paramedico dall’inizio dell’invasione su larga scala.
Prima della guerra per molti europei il Donbas era conosciuto quasi esclusivamente per la sua squadra più rappresentativa: lo Shaktar di Donetsk. Qual è stato il ruolo degli ultras nell’affermare l’identità ucraina?
Gli ultras avevano un vantaggio specifico rispetto al resto degli ucraini prima del 2014: mentre in alcuni oblast la maggior parte della popolazione non aveva mai viaggiato al di fuori della regione, per non parlare dell’Ucraina, i tifosi del calcio erano quelli che avevano invece visitato tutto il Paese e avevano un sentimento sviluppato di identità nazionale e unità. Inoltre, avevano anche capacità di combattere in strada, come di solito fanno gli ultras. Sono stati loro a difendere i manifestanti dell’Euromaidan a Donetsk – sì, c’è stata un’Euromaidan anche a Donetsk, così come in molte altre città ucraine – quando i cosiddetti titushky – bande assoldate dalle autorità locali – hanno attaccato i manifestanti.
Per noi italiani il Luhanks risulta ancora più misterioso del Donetsk. Per chiarirci le idee hai raccontato lo straordinario lavoro dell’unione artistica STAN, e la interessante dinamica tra arte come protesta e protesta come arte. Cosa ti ha colpito di più di questa storia?
Probabilmente mi sono un po’ immedesimata nella STAN. Crescendo a Kyjiv, ho potuto osservare alcune comunità artistiche underground, come STAN. Era una comunità eterogenea in cui convivevano diverse identità: alcuni artisti che ne facevano parte parlavano ucraino, altri russo (tutti erano in grado di parlare entrambe le lingue). Alcuni membri della STAN si sono arruolati nelle forze armate ucraine dopo l’invasione della Russia, altri sono oggi acclamati scrittori e artisti ucraini. Altri ancora, una minoranza, sono fuggiti a Mosca. Tuttavia, per quanto possibile, la STAN cercava di far parte e di trarre ispirazione dal panorama artistico ucraino, non da quello russo, nonostante la vicinanza territoriale.
“Il Donbas è Ucraina” di Kateryna Zarembo (Traduzione di Yaryna Grusha), edito da Linkiesta Books
Churchill a Mariupol. La propaganda, la falsa equivalenza morale e i nazisti russi. Christian Rocca su L'Inkiesta il 9 Settembre 2023.
Incontro con Asan Isenajiev e altri reduci della guerra di aggressione del Cremlino all’Ucraina, testimoni di barbarie subìte e portatori sani di spirito libero
Asan Isenajiev è un medico di etnia tatara di Crimea, musulmano, originario di Girey. Fuggito nel 2014 dalla persecuzione russa in seguito all’occupazione illegale della Crimea, Asan si è trasferito a Mariupol, nel sud est dell’Ucraina.
Quando i russi nel 2022 hanno preso d’assedio questa città cruciale per la loro criminale missione volta a «denazificare l’Ucraina», Asan ha prestato assistenza ai feriti e ai duemila resistenti chiusi dentro la grande acciaieria Azovstal.
Asan è diventato un personaggio noto in Ucraina, perché a un certo punto ha lanciato un appello al presidente turco Recep Erdogan per trovare una soluzione per gli assediati di Azovstal.
Al Veteran Hub di Kyjiv, nel Podil che è la zona bassa della capitale ucraina, Asan Isenajiev partecipa a una riunione con altri reduci e altri soldati della guerra difensiva ucraina contro la Russia, ciascuno dei quali ha una storia incredibile da raccontare: c’è il capitano Bohdan Kopchtov cui hanno sparato alla testa e alle gambe, ci sono Illarion Pavliuk e Volodymyr Yatsenko che fino all’invasione facevano lo scrittore e il produttore cinematografico di successo e ora sono soldati volontari, c’è l’infermiera di prima linea Kateryna Galushka che racconta che durante le operazioni di recupero dei feriti ucraini al fronte le è capitato più volte di curare anche i russi, cosa che dall’altra parte non succede perché la cura russa dei feriti ucraini si limita al “basta che respiri”.
«Non è una bella storia da raccontare – dice Kateryna – visto che noi salviamo le gambe dei russi e loro no. Noi siamo umani, ed è la cosa che ci distingue dal nemico».
Asan Isenajiev, il medico musulmano tataro di Crimea, tra tutti è il più schivo, il reduce che sta più in disparte nella stanza del Veteran Hub di Kyjiv.
Ecco perché.
Per ottanta giorni, Asan ha vissuto insieme con altre duemila persone senza acqua potabile, senza cibo, senza aria buona da respirare. E senza medicine con cui curare i feriti. Ogni trenta minuti lui e i duemila assediati sentivano i boati delle bombe pesanti lanciate dagli aerei. Nell’intervallo tra un bombardamento e l’altro era l’artiglieria a colpire, oppure le bombe a grappolo. E poi c’erano i cecchini pronti a freddare chiunque osasse mettere la testa fuori. Asan non ricorda nemmeno dieci minuti di silenzio in quegli ottanta giorni di inferno. Ricorda però i seicento feriti che gli chiedevano aiuto, che urlavano, che imploravano ma che lui non poteva aiutare perché non aveva le medicine. L’unica cosa che Asan poteva fare era quella di svestire i morti per vestire i feriti, o per usare i brandelli di stoffa per bendare le ferite.
Quando gli ucraini hanno ricevuto l’ordine di ritirarsi, per evitare una strage ancora più grande, i russi hanno preso l’acciaieria e Asan è finito nel campo di Olenivka, dove il 27 luglio 2022 i russi hanno fatto esplodere la baracca dove si trovava. I suoi compagni sono morti. Asan è rimasto vivo, i russi intanto guardavano da lontano, fumavano, bevevano, scherzavano, nessuno si preoccupava di aiutare i feriti. I pochi sopravvissuti della strage di Olenivka sono stati trasferiti in una prigione a Taganrog, dove è rimasto per altri novantotto giorni. Solo a questo punto del racconto Asan ha un sussulto: «Non vi posso raccontare niente di quella esperienza, ovvero la prigionia a Taganrog. Dico solo che che è stata molto pesante, terribilmente pesante, una cosa che non intendo raccontare. Sono rimasto prigioniero per novantotto giorni e scambiato a Capodanno del 2023. In confronto a Taganrog – dice – Mariupol era un parco divertimenti».
Gli chiedo perché, secondo lui, i russi si comportano così: «Essere crudeli è la loro natura – dice – Sono musulmano, tataro di Crimea. La mia famiglia è laggiù, ma non ho notizia di loro. So solo che i russi si presentano spesso in casa per interrogare e fare sopralluoghi».
Le ultime parole di Asan spiegano perché non possa esserci alcuna equivalenza morale tra l’aggressore e l’aggredito, in particolare tra questo aggressore e questo aggredito.
Gli aggressori hanno fatto quello che hanno fatto, mentre l’aggredito è un medico musulmano, appartenente alla minoranza dei tatari di Crimea, torturato, tenuto prigioniero per quasi sei mesi e così lucido da spiegare al giornalista che «Winston Churchill diceva che peggio del nazismo tedesco c’è solo l’antinazismo russo».
E anche che «i russi hanno creato il mito, la leggenda del nazismo ucraino per unire il popolo contro l’Ucraina. Il mito che gli ucraini siano nazisti è uno strumento di manipolazione dell’opinione pubblica russa, un modo per trovare un nemico comune da combattere. Questo nemico comune per loro è “il nazista ucraino”, e come capro espiatorio, come simbolo di questo nazismo, hanno scelto il reggimento Azov».
La natura dei crimini ripetutamente compiuti dai russi contro il giovane medico di Crimea – prima a Mariupol, poi a Olenivka, infine a Taganrog – si incrocia con le accuse di nazismo nei confronti della Brigata Azov create dalla propaganda a maggior gloria degli allocchi russi e dei fessi dei talk show italiani. Ma la verità è che Asan Isenajiev è della Brigata Azov, e che i nazisti sono i russi.
Il paese dei frutti di bosco. A Yahidne, l’Auschwitz russa del XXI secolo. Christian Rocca su L'Inkiesta l'8 Settembre 2023
Un sotterraneo trasformato in campo di concentramento, uno dei crimini di guerra poi orrendi commessi in Ucraini dagli imperialisti di Mosca
A due ore a nord est di Kyjiv c’è il villaggio di Yahidne, il cui nome in ucraino significa “il paese dei frutti di bosco”. A Yahidne si è consumato uno dei più orrendi crimini di guerra del ventunesimo secolo.
Il 3 marzo del 2022, una settimana dopo l’inizio dell’aggressione su larga scala di Mosca all’Ucraina, i russi hanno occupato le poche centinaia di case del “paese dei frutti di bosco” facendosi strada a colpi di kalashnikov sparati ad altezza d’uomo.
Una volta preso possesso delle case, i russi hanno rinchiuso i legittimi proprietari nelle cantine o nei sottoscala delle case, mentre chiunque si rifiutava anche solo di consegnare il telefono cellulare veniva fucilato sul posto o davanti alla staccionata intorno al quartier generale che i russi avevano approntato dentro una scuola circondata da un bosco di pini.
L’indomani e il giorno successivo, il 4 e il 5 marzo, probabilmente per controllare meglio i prigionieri, i soldati russi hanno spostato trecentosessantotto persone, di cui settantasette minorenni, quasi tutti gli abitanti del paese, nel sotterraneo della scuola, pigiandoli come bestie dentro sei piccole stanzette, più una settima più grande che da tempo era stata adibita a ripostiglio. Stanze buie, umide, senza luce naturale e nemmeno elettrica. Senza un bagno. Trecentosessantotto persone in centonovantasette metri quadrati, poco meno di due persone in un metro quadro, notte e giorno, giorno e notte, per ventisette giorni. Ventisette.
Sulle cornici delle porte delle stanze, i prigionieri hanno inciso due numeri per orientarsi nella distribuzione dei cucchiai di acqua e cavolo bollito che, salendo le scale, gli veniva concesso di scaldare una volta al giorno nell’atrio della scuola, col bel panorama dei cadaveri dei fucilati che durante il giorno i russi rastrellavano nelle campagne.
Per avere un’idea di questo gulag moderno, bisogna leggere i numeri sulle cornici delle porte delle stanze: Centotrentasei persone più trentanove bambini. Trentasette persone più nove bambini. Trentacinque persone più otto bambini. Diciannove persone più nove bambini. Ventisette persone più cinque bambini.
Diciotto persone più nove bambini. Tredici persone più quattro bambini.
Una volta al giorno, ma non tutti i giorni, i russi concedevano ai prigionieri di Yahidne di salire le scale e di uscire nell’atrio per usare una latrina accanto al locale-caldaia che fungeva da fossa comune.
Per evitare che ai prigionieri venisse in mente di usare la latrina senza permesso, o di fuggire, i russi hanno minato la zona, e un ragazzo c’è saltato. Senza contare le fucilazioni, nel campo di concentramento di Yahidne sono morte undici persone, i cui corpi restavano per ore o giorni accanto ai prigionieri. Alcuni degli undici morti, prima di morire hanno avuto allucinazioni.
A un certo punto, nel sotterraneo, tra i bambini è scoppiata la varicella, che poi si è diffusa tra gli adulti, ma laggiù non c’erano farmaci per far abbassare la febbre a quaranta. Una o due volte, i russi hanno dato un wafer ai bambini, per poi fotografarli macilenti e darli in pasto alla propaganda di Mosca che dai canali di Stato disinformava i suoi cittadini spiegando che gli orrendi ucraini lasciavano morire di fame i bambini, poi fortunatamente salvati dalla generosità dell’armata rossa che distribuiva loro dolci e leccornie.
Dentro al sotterraneo, al buio, i prigionieri non avevano idea del passaggio tra la notte e il giorno e segnavano sui muri il passare del tempo e il numero dei morti, accanto alle parole dell’inno ucraino e ai propri nomi perché certi che da un momento all’altro sarebbe finita per sempre.
Non c’era alcuna speranza nel sotterraneo della scuola di Yahidne. Ragno, Acero e il Sordo, così si chiamavano tra di loro tre dei quindici aguzzìni russi poi identificati dalle autorità ucraine, non avevano pietà. Nessuna pietà.
Lo racconta Ivan, un sopravvissuto di sessantatré anni diventato il custode morale di questa Auschwitz contemporanea. Ivan abbraccia chi lo va a trovare, e nel pomeriggio di ieri ha ricevuto la visita del segretario di Stato americano Antony Blinken.
Ivan parla con un distacco dignitoso e inflessibile, molto più potente delle mille lacrime impossibili da trattenere quando elenca le atrocità subite, come quella della giovane mamma di una neonata di un mese e mezzo che, senza più latte da poter dare alla bambina e in mancanza di aria sufficiente a farla respirare, implora gli aguzzini russi di aiutarla a sfamarla e di farle prendere un po’ d’aria, ricevendo come risposta un osceno «la guerra è così, che muoia».
«Volevano cancellare gli ucraini – dice Ivan – Non ci consideravano persone, ci consideravano animali». Ivan racconta che il 30 marzo 2022, ventisette giorni dopo l’internamento nel sotterraneo, i prigionieri hanno sentito i suoni dei bombardamenti e delle sparatorie. Poi silenzio. E allora hanno capito. Sono usciti dal sotterraneo, i russi non c’erano più ma hanno avuto paura lo stesso di tornare nelle case occupate. Sono rimasti lì, nella prigione per bestie, poi il 31 marzo sono arrivati i soldati ucraini.
«L’importante è che i nostri figli non vivano questo orrore, anche se purtroppo alcuni di loro l’hanno già vissuto – dice Ivan risalendo per l’ennesima volta la scala che ci allontana dal sotterraneo dall’aria diventa irrespirabile dopo mezz’ora – Ora vinciamo sicuramente. Non possiamo tornare indietro. Sentiamo la vostra vicinanza».
Per la cronaca, la bambina di un mese e mezzo è viva. Ora ha un anno e mezzo, ed è il futuro di un grande paese.
La rabbia e la fiducia. Bucha, Irpin e la memoria viva dei crimini di guerra russi. Christian Rocca su L'Inkiesta il 6 Settembre 2023
L’invasione è ancora in corso, ma l’Ucraina ha già i suoi mausolei per ricordare le vittime e per costruire il futuro
La guerra non è finita, ma l’Ucraina ha già i suoi luoghi della memoria. Gli ucraini sono inguaribili ottimisti, e quindi sono sicurissimi che la memoria avrà un futuro diverso dal passato e dal presente lordato dalle persecuzioni e dall’annientamento culturale operato da secoli dall’imperialismo di Mosca.
A Irpin, uno dei paesi devastati dall’armata rossa durante il primo mese di invasione su larga scala, gli ucraini hanno deciso di costruire un memoriale intorno all’iconico ponte spezzato a metà che univa la cittadina alla capitale Kyjiv, costruendone uno di fianco più grande e più bello e ormai quasi pronto a ricollegare velocemente le due città.
I russi hanno ucciso trecento civili e ottanta soldati, la campagna intorno al fiume è ancora minata e off limit per i civili, con l’eccezione di un signore anziano che pesca sull’argine del fiume che scorre sotto le macerie del ponte abbattuto.
Irpin è un agiato sobborgo di Kyjiv, dove la classe media della capitale ucraina prima della guerra aveva una dacia o si era trasferita alla ricerca di spazi più grandi e di scenari naturali impensabili in città. In pochi giorni i russi hanno trasformato le sue placide strade in un inferno di morte, di detriti e di veicoli incendiati. Poco più di un anno dopo, sulle stesse strade sfrecciano automobili luccicanti e lungo i viali, a destra e sinistra, ci sono decine di villette nuove che giustificano chi definisce Irpin la Beverly Hills di Kyjiv.
C’è solo da immaginare, e da ammirare, il livello di fiducia nel futuro che può muovere il singolo cittadino ucraino che ha deciso di investire i risparmi di una vita per ricostruire una casa a Irpin diciassette mesi dopo l’occupazione e la distruzione della precedente, con la guerra ancora in corso e con la possibilità non irragionevole che prima o poi i criminali russi possano tornare a fare tabula rasa dell’Ucraina.
Anche il piazzale dove sono state ammassate le automobili crivellate dai colpi dell’esercito invasore è diventato un altro altare della patria che lascia senza parole, specie quando arriva a visitarlo una famiglia con bambini silenziosi e consapevoli della solennità del luogo.
La prima cosa che si nota entrando a Irpin, ma poi anche a Bucha e a Borodyank, è quanto questi posti sbudellati dall’artiglieria russa non siano per niente lande desolate e dimenticate dagli uomini e dagli dei. Colpisce, al contrario, ancora adesso che mostrano i segni della barbarie imperialista, quanto siano quartieri residenziali per benestanti tipici della Mitteleuropa, con favolosi giardini curati all’inglese e con lotti di terreno dove un anno e mezzo fa c’erano palazzi di nove piani e, ora che sono stati ripuliti dalle macerie, pronti a urbanizzarsi una seconda volta. E, poi, anche con un ristorante come Otamansha che, nonostante il saccheggio subìto dai russi, è stato il primo a riaprire e a riprendere a servire il miglior borscht della regione e gli infusi di frutta uzvar e kampot per pasteggiare con i ravioli d’agnello, di patate e di cavolo.
Entrando a Borodyank, la città della regione di Kyjiv più colpita dai russi, i palazzi danneggiati sono sezionati a metà come succede solo dopo i terremoti. Nei piani alti di quel che resta in piedi si vedono ancora le suppellettili delle cucine o delle stanze da letto, rimaste cristallizzate a futura memoria alla fine di febbraio del 2022.
Attraversando la strada, di fronte agli scheletri del quartiere d’era sovietica distrutto dai missili, c’è la gigantesca statua del grande bardo degli ucraini Taras Shevchenko, cui i russi hanno avuto la bella idea di sparare alla testa, lasciando sulla statua un foro di dieci centimetri all’altezza della tempia sinistra.
Gli ucraini ne hanno fatto un altro santuario della memoria, dove organizzare le manifestazioni contro l’imperialismo russo, a favore dei resistenti di Mariupol e per rilanciare la campagna per l’esclusione di Mosca dalle Nazioni Unite.
E poi c’è Bucha, il luogo simbolo dei crimini di guerra russi, anzi dei crimini contro l’umanità pianificati dal Cremlino ed eseguiti dai suoi volenterosi carnefici.
Per accedere al memoriale costruito per ricordare le centinaia di vittime ucraine gettate dai russi nelle fosse comuni, quelle che qualche farabutto in Italia insinuava fossero una messinscena di Volodymyr Zelensky e degli americani, bisogna entrare nel parco su cui si affaccia la cattedrale di Sant’Andrea e ogni santi.
All’ingresso c’è una signora, Vira, che ai visitatori stranieri racconta che cosa è successo in quei giorni di febbraio del 2022 nel grazioso parco della cattedrale dove i russi hanno ammassato i corpi dei civili ucraini colpevoli soltanto di essere ucraini.
«Non ci abbandonate per favore – ripete in ucraino Vira, il cui nome significa fede ed è madre di un figlio in prima linea – grazie, grazie, grazie, continuate a sostenerci sempre, sempre, sempre».
Fuga dal fronte. Chi è Maksim Kuzminov il disertore russo in Ucraina: “Fate come me, non ve ne pentirete”. L'operazione è stata condotta dall'intelligenze di Kiev a partire dallo scorso 23 agosto. Il pilota e la sua famiglia sono ora in salvo e vivono in una località ucraina. Il giovane sta collaborando con i servizi, fornendo molte informazioni sullo schieramento russo. Redazione Web su L'Unità il 5 Settembre 2023
Maksim Kuzminov, il 28enne pilota russo dell’elicottero Mi-8 che ha disertato atterrando il 23 agosto in un aeroporto ucraino, ha invitato gli altri militari russi a seguire il suo esempio. L’atterraggio del velivolo faceva parte di un’operazione pianificata da Kiev: la resa è stata il risultato di oltre sei mesi di lavoro da parte dell‘intelligence militare ucraina per portare il Mi-8 e il suo pilota in Ucraina, secondo i media locali. La famiglia del militare è stata evacuata dalla Russia e si trova anch’essa in Ucraina.
Chi è Maksim Kuzminov il disertore russo in Ucraina
Altri due membri dell’equipaggio a bordo che non sapevano dove fosse diretto l’elicottero sono rimasti uccisi nell’operazione. Ma chi è Maksim Kuzminov il disertore russo in Ucraina? Il militare è apparso nel documentario ‘Downed russian pilots‘, andato in onda domenica sera sulla televisione ucraina. “Se fai quello che ho fatto io, non te ne pentirai affatto – ha affermato invitando gli altri piloti russi a seguire il suo esempio – Ti verrà fornito assolutamente tutto per il resto della tua vita: lavoro ovunque, qualunque cosa tu voglia fare. Scoprirai tu stesso un mondo a colori“.
L’operazione
Nel documentario si sottolinea che l’Ucraina fornirà ai piloti russi che decideranno di disertare tutte le garanzie di sicurezza previste dalla legge, nonché un risarcimento finanziario per i velivoli militari trasferiti. Kuzminov avrebbe anche fornito “prove preziose sull’aviazione dell’esercito, sui sistemi di comunicazione e sulla rete degli aeroporti russi“. “Ciò che sta accadendo ora – afferma il militare – è semplicemente il genocidio del popolo, sia ucraino che russo. La base della mia azione è non contribuire a questi crimini. L’Ucraina vincerà sicuramente questa guerra: è solo questione di tempo, perché il popolo si è mobilitato“.
Redazione Web 5 Settembre 2023
L'intervista alla CNN: "Genocidio in corso, non volevo farne parte". Ucraina, Pilota russo diserta e invita gli altri soldati di Mosca a seguirlo: “Venite qui, troverete un mondo a colori”
Maxim Kuzminov, pilota di elicottero russo, ha spiegato in un’intervista i motivi della sua diserzione ed ha esposto nei dettagli il suo piano per uscire dalla Russia. Attraversato il confine, è stato accolto dai funzionari ucraini. E ora invita i suoi ex commilitoni a fare la stessa cosa. Redazione su Il Riformista il 5 Settembre 2023
Un pilota di elicottero russo che ha disertato in Ucraina il mese scorso ha rivelato i dettagli dell’operazione in un’intervista pubblicata dall’intelligence della difesa Ucraina e ripresa dalla Cnn. Il pilota, chiamato dai funzionari ucraini Maxim Kuzminov, ha spiegato nell’intervista come ha pianificato la sua diserzione e perché lo ha fatto.
Le circostanze dell’intervista non sono chiare, ma il pilota – sottolinea la Cnn – sembrava parlare liberamente. “Ho contattato i rappresentanti dell’intelligence Ucraina, ho spiegato la mia situazione“, ha raccontato il pilota, sottolineando i motivi della decisione: “Quello che sta accadendo ora è semplicemente il genocidio del popolo ucraino. Sia ucraino che russo. La motivazione della mia azione era quella di non contribuire a questi crimini. L’Ucraina vincerà inequivocabilmente questa guerra semplicemente perché il popolo è molto unito. Prima non erano così, ma ora sono molto uniti. Il mondo intero li aiuta, perché prima di tutto va valorizzata la vita umana”.
Il pilota ha anche esortato gli altri russi nell’esercito a disertare in Ucraina: “Provvederanno a te per il resto della tua vita. Ti verrà offerto un lavoro ovunque, qualunque cosa tu faccia. Scoprirai semplicemente un mondo di colori”.
Nell’intervista il pilota ha anche respinto la disinformazione russa sull’invasione dell’Ucraina: “La verità è che qui non ci sono nazisti o fascisti. È una vera vergogna quello che sta succedendo qui. Le persone si stanno semplicemente uccidendo a vicenda. Questo è tutto quello che posso pensare e non voglio farne parte”, ha detto. Il pilota nell’intervista svela i dettagli dell’operazione: è riuscito a sorvolare il confine con il suo elicottero da combattimento Mi8 ed è atterrato in Ucraina, dove è stato accolto da funzionari ucraini.
Il capo dell’intelligence della difesa Ucraina, Kyrolo Budanov – ricorda la Cnn – aveva rivelato in agosto come i funzionari ucraini fossero riusciti ad aiutare il pilota a disertare: “Siamo stati in grado di creare le condizioni per far uscire tutta la sua famiglia dal Paese di nascosto, e alla fine far sì che potesse prendere il controllo di questo aereo con un equipaggio che non sapeva cosa stava succedendo”, aveva detto Budanov a Radio Liberty all’epoca, spiegando che sull’elicottero “c’erano altre due persone – un equipaggio completo di tre persone in totale. Quando si sono resi conto di dove erano atterrati, hanno cercato di scappare. Purtroppo sono stati uccisi”.
La CNN non è stata in grado di verificare l’identità del pilota. Ma Agenstvo, un canale russo indipendente di Telegram, ha detto di aver trovato il profilo sui social media di Kuzminov e che era un pilota d’attacco del 319esimo reggimento.
Onu, “non c'è genocidio”. La commissione gela l'Ucraina sulla guerra. Il Tempo il 04 settembre 2023
La Commissione internazionale delle Nazioni Unite che indaga sulle violazioni in Ucraina “non è ancora giunta alla conclusione che nel paese sia in corso un genocidio”. L’annuncio è stato dato dal capo della Commissione internazionale indipendente delle Nazioni Unite che indaga sulle violazioni in Ucraina, Erik Möse, che ha risposto a una domanda di Radio Liberty. “Siamo molto consapevoli delle preoccupazioni relative a questo crimine - ha aggiunto Möse, parlando in una conferenza stampa a Kiev -. Quindi lo esploriamo passo dopo passo. Ad ora, non disponiamo di prove sufficienti per soddisfare i requisiti legali previsti dalla Convenzione sul genocidio… Deve esserci la ‘necessità’ di distruggere un certo gruppo. E tale distruzione, secondo la Convenzione, deve essere fisica o biologica. Queste sono le rigide condizioni per il riconoscimento del genocidio.”.
“Le indagini in Ucraina continueranno comunque” ha detto ancora Möse, secondo cui la commissione aveva già notato in precedenza che “ci sono state alcune dichiarazioni nei mass media russi che potrebbero essere collegate alla questione dell’incitamento al genocidio, è una linea che stiamo seguendo e la esamineremo. Ma non ci sono ancora conclusioni”. “Come sapete - ha specificato il numero uno della commissione dell’Onu - abbiamo scoperto un gran numero di crimini di guerra. Per quanto riguarda due temi, vale a dire la tortura e gli attacchi alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina dall’ottobre 2022, la domanda è se debbano essere considerati crimini contro l’umanità. E abbiamo stabilito che ci sono segnali che potrebbero essere considerati tali”. Ma intanto sul mancato riconoscimento del genocidio arriva una brutta botta per il governo di Kiev.
L’asse del grano. L’Ucraina denuncerà Polonia, Ungheria e Slovacchia al Wto. L'Inkiesta il 19 Settembre 2023
I tre Stati membri hanno varato un nuovo embargo contro le derrate agricole di Kyjiv. Con le elezioni a Bratislava e Varsavia, la Commissione europea (che invita alla «solidarietà») probabilmente rimanderà una procedura d’infrazione
La solidarietà è un’altra cosa. Non appena la Commissione europea, venerdì scorso, ha annunciato che non avrebbe rinnovato le restrizioni alle esportazioni di cereali ucraini – varate a maggio proprio per l’insistenza di cinque Stati membri – Ungheria, Slovacchia e Polonia (tre di quei cinque) hanno annunciato un embargo unilaterale. Romania e Bulgaria si sono sfilate da questa specie di blocco del grano. Ora Kyjiv risponde: un ricorso non a Bruxelles, che si è limitata ai richiami verbali, ma all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto).
Un nuovo embargo (unilaterale)
«È importante dimostrare che queste azioni sono legalmente sbagliate», ha detto il rappresentante del governo di Volodymyr Zelensky, Taras Kachka, in un’intervista a Politico Europe. La denuncia formale dovrebbe arrivare «nel futuro immediato». La motivazione della scelta della sede per la battaglia è che «tutto il mondo deve vedere come questi Paesi si comportano nei confronti dei loro partner commerciali e della loro stessa Unione», spiega Kachka.
Kyjiv ha dal 2014 un accordo di associazione con l’Ue e dal 2016 un trattato di libero scambio ha ridotto i dazi, azzerati dopo l’invasione russa del febbraio 2022 in un segnale di sostegno alla Repubblica sotto attacco. La Commissione prima dell’estate aveva acconsentito a misure eccezionali e temporanee per i cinque Stati di cui sopra, che avrebbero voluto una proroga di regime sino alla fine dell’anno. Ma «le distorsioni sui mercati dei cinque Stati membri sono scomparse», ha rilevato Bruxelles, annullando le limitazioni applicate a grano, mais, colza e semi di girasole.
A queste derrate era preclusa la vendita in Ungheria, Polonia, Slovacchia, Romania e Bulgaria, ma i carichi ucraini potevano lo stesso attraversare i loro territori per raggiungere il mercato unico. Il punto è che i governi “ribelli” sono andati oltre. Se Bratislava ha prorogato il bando sul frumento, l’Ungheria ha incluso nella lista venticinque nuovi prodotti, tra i quali la carne. È un provvedimento simbolico, le esportazioni di macelleria sono residuali per Kyjiv. Rischiano di essere più dolorose, in termini economici, le aggiunte polacche, che hanno colpito farina e mangimi.
Se non verranno ritirate, «saremo costretti a rivalerci, proibendo le importazioni di frutta e verdura dalla Polonia», ha avvisato Kachka, che ha anche risposto alle giustificazioni addotte dalle tre nazioni. La scusa è proteggere i rispettivi agricoltori. «Il bando non aiuterà i contadini, non avrà effetti sui prezzi perché sono globali – ha concluso Kachka –. Ciò che stanno facendo si basa sull’opinione pubblica». Sembrerebbe suggerirlo anche il calendario elettorale.
L’intreccio con le elezioni
In Polonia si vota il 15 ottobre. I sovranisti di Diritto e Giustizia (PiS) si sono irrigiditi anche perché temono la concorrenza a destra di Konfederacia. Varsavia ha tenuto una linea fermamente atlantista, ma l’avvicinarsi delle urne ha innescato una sterzata identitaria che rischia di intaccare l’alleanza con l’Ucraina. Dopo il tentativo di distensione storica tra i presidenti Zelensky e Andrzej Duda per i massacri in Volinia durante la Seconda guerra mondiale, ora il primo ministro Mateusz Morawiecki antepone gli «interessi degli agricoltori polacchi» alle «lamentele» di Kyjiv.
Per il PiS il mondo rurale è il principale bacino di consenso. Sta cercando di compattare quello zoccolo con leggi-spot, come quella (ancora da ratificare al Senato) che di fatto vieta l’educazione sessuale nelle scuole o nuove puntate nella restrizione dell’accesso all’aborto. Dell’Ungheria – neutrale nella teoria, filorussa nella prassi – non parliamo. La Slovacchia va alle urne prima di Varsavia, il 30 settembre.
Il rischio, concreto, è che il ritorno al potere dell’ex premier Robert Fico coincida con un riposizionamento del Paese. Già al vertice tra il 2006 e il 2010, poi dal 2012 al 2018, il capo di Smer ha collezionato dichiarazioni imbarazzanti, anti Nato, durante la campagna elettorale. Ha detto, tra le altre cose, che se vincerà interromperà gli aiuti militari a Kyjiv; che il conflitto, di cui lui ritiene corresponsabile l’Occidente, è «cominciato nel 2014 quando i nazisti ucraini hanno iniziato ad assassinare cittadini russi in Donbas». Tesi che ricalcano la propaganda – falsa pure dal punto di vista storico – del Cremlino.
L’attuale esecutivo di Bratislava probabilmente cerca di non alienarsi voti a poche settimane da un appuntamento decisivo. Come nel caso polacco, sono mancette elettorali. Oltre le nuove tensioni a livello europeo, di cui nessuno sentiva il bisogno, va ricordato che le derrate ucraine sfamano un pezzo di mondo. Nel 2021 il Paese era il secondo esportatore mondiale di grano (le entrate, ventisette miliardi di dollari, valevano metà del suo export).
Per questo, seppur con volumi ridotti e nel silenzio globale per gli attacchi russi, Kyjiv sta cercando di spostare tonnellate lungo una nuova rotta sul Mar Nero: un corridoio vicino alle coste di Romania e Bulgaria, membri dell’Alleanza Atlantica. Sabato da lì sono passate due navi, con un carico di ventimila tonnellate di cereali destinate ad Africa e Asia. La Commissione ha sgridato, diciamo così, il trio, ma non ci sono procedure d’infrazione all’orizzonte. Così da consentire, a Bratislava e Varsavia, di scavallare la data delle elezioni.
L'attivismo che preoccupa. Cosa sono i BRICS: la sfida all’ordine globale e la rabbia dei Paesi del Sud del mondo. La loro capacità di guidare l’economia mondiale in modo significativo è assai cresciuta. Più di 40 paesi hanno manifestato interesse ad aderire al gruppo, oggi composto solo da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Antonio Guizzetti su L'Unità il 2 Settembre 2023
Negli ultimi mesi, i BRICS sono prepotentemente tornati al centro della geopolitica globale. Promuovono vertici, sfidano l’attuale ordine internazionale, schivano turbini geopolitici e pretendono un posto al tavolo alto della governance globale. Il recente vertice dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) di Johannesburg ha rappresentato un importante test per la diplomazia dei paesi occidentali e rappresenta anche un presagio di quella che potrebbe essere la futura geopolitica globale.
La capacità dei BRICS di riordinare e di guidare l’economia mondiale in modo significativo è notevolmente cresciuta negli ultimi anni, la propensione dei BRICS di creare degli accordi economici tra i suoi stessi membri e con gli altri paesi è enormemente aumentata così come la loro voglia di cercare d’influenzare la geopolitica globale. Questo attivismo dei BRICS preoccupa non poco gli Stati Uniti e i suoi fedeli alleati. E negli ultimi anni i BRICS sono certamente diventati una destinazione attraente per gli investimenti dei paesi avanzati. Oggi i BRICS sono diventati proattivi, sanno ciò che vogliono fare e in un futuro non troppo lontano possono diventare un’entità capace di potere influenzare la politica mondiale e il commercio internazionale.
Gli sviluppi geopolitici dello scorso anno e le sfide affrontate dal sistema delle Nazioni Unite hanno senza dubbio contribuito a dare ai BRICS delle differenti prospettive di vita futura. I BRICS, dopo tutto, sono anche fra i paesi più rappresentati a livello globale nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e nel G7 e un po’ di meno nel G20 che è ancora controllato dagli Stati Uniti e dai paesi occidentali, anche se i paesi membri non rappresentano più le sette maggiori economie del mondo. Conseguentemente, le scelte che i BRICS hanno già fatto al recente vertice di Johannesburg, con l’inclusione di sei nuovi paesi, mi aspetto che Goldman Sachs battezzi i BRICS allargati con un nuovo originale acronimo, e che nei prossimi anni avranno delle importanti implicazioni per tutti i sistemi internazionali della politica e degli affari.
L’attuale governance globale guidata da pratiche profondamente antidemocratiche ha fallito. Se il carattere profondamente non rappresentativo delle istituzioni e dei meccanismi di governance globale ha portato al loro fallimento, bisogna anche dire che in tempi brevi ci sono poche possibilità di potere generare un sistema più inclusivo. Nei prossimi anni, tuttavia, i BRICS inevitabilmente riempiranno un vuoto istituzionale così importante e oggi per loro del tutto inadeguato. Il fatto che circa più di quaranta paesi abbiano espresso un interesse a potere aderire ai BRICS, oggi formato da solo cinque paesi e a partire dal 2024 da undici, riflette la rabbia dei paesi del Sud Globale del mondo per il ruolo marginale che attualmente occupano nell’ordine internazionale.
In momenti di incertezza geopolitica globale come sono quelli odierni, con l’ordine globale che si trova in uno stato di grande agitazione, i paesi emarginati, le medie potenze, le Tigri e i Cuccioli dell’Asia e i pesi massimi come Brasile, Cina ed India stanno valutando tutte le opzioni che hanno a disposizione per potere occupare nello scacchiere del mondo il posto che meritano e appartenere a quello che possono legittimamente ambire. Con queste finalità questi quaranta paesi vogliono utilizzare i BRICS per contrastare i venti geopolitici globali a loro contrari e potere influenzare la geopolitica globale che li circonda e oggi li esclude. Ad esempio, le incertezze derivanti dalla guerra in Ucraina e la costante ascesa della Cina hanno chiaramente fornito una nuova prospettiva di vita ai BRICS che fino a pochi anni fa era un’istituzione quasi moribonda.
Non credo tuttavia che i BRICS e l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai potranno nel breve periodo portare a una governance del mondo o a una multipolarità veramente democratica. Forse nessun paese del mondo è in grado di poterlo fare da solo. Anche gli stessi BRICS sono pieni d’interessi contrastanti e di calcoli che prevedono fra i paesi membri delle gerarchie, che sono a tutti evidenti ma non sono state da loro annunciate. Il recente vertice dei BRICS di Johannesburg ha tuttavia innescato a livello mondiale un autentico e serio dibattito su come rendere la governance globale più rappresentativa e maggiormente inclusiva. Nella governance globale, delle istituzioni imperfette che riflettono le realtà di oggi sono sempre migliori di strutture istituzionali imperfette ed estranee all’odierna realtà del mondo d’oggi.
Infatti, la politica internazionale non dovrebbe essere il luogo della perfezione egemonica ma piuttosto quella delle imperfezioni democratiche. Le scelte geopolitiche che i BRICS si trovano a dovere fare non sono facili da prendere. Per prima cosa, quale posto occupano i BRICS nel panorama geopolitico globale di oggi? Come può, ad esempio, l’India far parte del Quad (Australia, Giappone, Stati Uniti, India), del G-20, del G-7 e dei BRICS, dello SCO e allo stesso tempo appartenere anche al Global Sud del mondo? Questa è una visione profondamente astorica.
La partecipazione attiva dell’India ai forum multilaterali non occidentali come i BRICS, la SCO e il Global Sud del mondo deve essere quindi interpretata come una risposta di questo paese alle strutture di governance antidemocratiche e ingiuste delle istituzioni del dopoguerra, come lo sono il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Allo stesso tempo, l’obiettivo dell’India non è nemmeno quello di creare o appartenere a un blocco antiamericano occidentale. Dal punto di vista dello sviluppo, della storia e della geografia, tutti i BRICS appartengono al Sud Globale del mondo e dal punto di vista strutturale e delle loro aspirazioni, il G-20, il G-7, il Quad e simili sono le direzioni verso le quali i BRICS vogliono camminare per poterci entrare ed anche contare.
Ma oggi l’accomodamento dei BRICS in questi influenti forum è considerato dagli Stati Uniti e dai paesi Europei un azzardo. Di conseguenza, i BRICS si trovano proprio nel mezzo di una linea di faglia geopolitica emergente con interessi da entrambe le parti ma non pienamente appartenenti a nessuna delle due. Quanto più netta diventerà la linea di faglia, tanto più difficile sarà per i BRICS bilanciare la propria presenza in tutte e due gli schieramenti. Uno dei maggiori pericoli dell’attuale agitazione della geopolitica globale è l’ascesa di blocchi concorrenti nel sistema internazionale. Cina e Russia che allineano i loro interessi globali e le organizzazioni delle quali fanno parte cercando di rafforzare la loro influenza probabilmente si confronteranno presto con l’ordine dello status quo guidato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati.
I BRICS si sono tradizionalmente opposti alla creazione di blocchi poiché vanno contro lo spirito fondamentale di un’equa governance globale e del multipolarismo. La multipolarità per i BRICS riguarda l’equità, l’inclusione e la rappresentanza, non la rivalità tra blocchi, ideologica o di altro tipo. Tuttavia, anche se i BRICS si oppongono alla politica del blocco continueranno nei prossimi anni ad esserne coinvolti. La domanda che ci dobbiamo porre in ogni fase del percorso verso un mondo multipolare e con meccanismi alternativi per la governance globale è se ciò contribuirà (o meno) a stimolare la crescita dei BRICS.
Senza dubbio, un mondo multipolare richiede forum globali forti e alternativi e anche la de-dollarizzazione. Pensare che la de- dollarizzazione possa portare al rafforzamento delle monete dei BRICS è oggi una ipotesi irrealistica, così come lo è la convinzione che Cina e India condividano interessi geopolitici comuni e più ampi. Possono tuttavia trovare valore nell’utilità strumentale delle istituzioni non occidentali, ma i loro obiettivi finali sono fondamentalmente divergenti. Date le sue dimensioni, la sua influenza economica, la diffusione della BRI e la larghezza di banda diplomatica, la Cina influenzerà un BRICS allargato e l’India con le sue attuali risorse limitate farà fatica a contrastare l’influenza della Cina.
Paradossalmente, più l’India contribuirà a rafforzare le istituzioni e le strutture non occidentali, indebolendo l’ordine del dopo la Seconda Guerra Mondiale, più aiuterà l’agenda politica della Cina. La sfida che dovremo affrontare è quella di scegliere tra un ordine mondiale incentrato sulla Cina o un ordine mondiale incentrato sull’Occidente, oppure bilanciare i due. Se quest’ultimo è troppo predicatorio per il mondo, il primo è machiavellico. E il bilanciamento diventerà più difficile. Dobbiamo quindi tenere gli occhi ben fissi sull’obiettivo di promuovere, da un lato, una governance globale più rappresentativa ed equa e, dall’altro, garantire che tale ordine non finisca per minare gli interessi nazionali dei paesi.
Se si vuole moderare l’influenza della Cina nei forum non occidentali, dall’altro occorre anche assicurarsi di non alienare altri paesi del Sud Globale del mondo che potrebbero vedere meriti negli sforzi della Cina volti di espandere il numero dei membri di questi forum. La situazione geopolitica che ci aspetta non sarà certamente facile da affrontare.
Occorre contribuire ad affermare dei forum globali non occidentali come i BRICS e la SCO, controllare l’influenza cinese in costante crescita al loro interno, affrontare le aspettative normative occidentali mentre si negozia un posto nei forum eurocentrici come il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il G-7 e tutto questo è da fare contemporaneamente e alla svelta.
Antonio Guizzetti, Fondatore e Presidente di Guizzetti & Associates, 2 Settembre 2023
Farsa del gas: Mosca vende a Belgio e Spagna. Sono i principali acquirenti, dopo la Cina. Un ostacolo al progetto italiano di hub. Gian Micalessin il 31 Agosto 2023 su Il Giornale.
È la beffa o, meglio, la farsa del gas. E l'Unione Europea, o almeno alcuni dei suoi governi, l'interpretano alla perfezione continuando ad acquistare quel gas liquido (Gln) russo che - pur non essendo sanzionato - dovrebbe esser evitato come il veleno da qualsiasi esecutivo fedele alle politiche dell'Unione. Ma evidentemente più della politica e delle direttive di Bruxelles contano, come sempre, l'interesse e la convenienza. A raccontarlo è il Financial Times, che riprendendo i dati diffusi dall'organizzazione «Global Witness» rivela come nei primi sette mesi del 2023 Belgio e Spagna siano diventati i secondi e terzi acquirenti di Gln russo dopo la Cina. Grazie ai cospicui ordini di Bruxelles e Madrid, tra gennaio e luglio di quest'anno sono entrati in Europa 21,6 milioni di metri cubici di gas liquido prodotto e commercializzato da Mosca. Una quantità non proprio indifferente. In termini di quota di mercato rappresenta infatti il 16% di tutto il gas liquido (133,5 milioni di metri cubici) acquistato dai Ventisette. E non indifferente è il suo valore, visto che gli acquisti di Spagna e Belgio hanno garantito a Mosca entrate pari a 5 miliardi e 290 milioni di euro.
A rendere il tutto più farsesco s'aggiunge il ruolo dei due paesi accusati di alimentare il giro d'affari di Mosca. Pur essendo sulla carta la capitale dell'Unione, Bruxelles non si fa problemi ad accogliere nel porto di Zeebrugge - uno dei più attrezzati del Vecchio Continente per il trasferimento del Gln - gran parte dei quantitativi destinati al mercato europeo. Una disponibilità non proprio in linea con le parole di Kadri Simson, il Commissario per l'energia convinto che il blocco dei 27 «possa e debba liberarsi quanto prima da ogni dipendenza dal gas russo pur senza dimenticare la sicurezza degli approvvigionamenti». Da questo punto di vista, l'esempio peggiore lo offre la Spagna, paese responsabile - dal primo luglio scorso - del semestre di Presidenza europea. Un incarico preceduto dalle rigorose dichiarazioni di Teresa Ribeira, il ministro dell'energia di Madrid che - non più tardi dello scorso marzo - definiva «assurda» l'assenza di sanzioni sul gas russo e invocava un brusco cambiamento di rotta da parte di tutti i paesi dell'Unione.
Spagna e Belgio non sono i soli a predicar bene e a razzolare male. Sempre stando ai dati diffusi da Global Witness una parte dei volumi esportati dalla Russia vengono trasportati in Europa e commercializzati attraverso la Total. Non male per una Francia dove - agli inizi del conflitto in Ucraina - il presidente Emmanuel Macron invitava a sopportare il costo delle sanzioni definendole «prezzo della libertà». Ma gli scivoloni di Parigi, Bruxelles e Madrid risultano ancor più ingiustificati e inammissibili se si guarda ai salti mortali fatti da paesi come Germania e Italia. Berlino, nuovo grande malato d'Europa, paga la distruzione dei gasdotti Nord Stream e la rinuncia all'energia russa con una recessione responsabile del crollo del suo prodotto interno lordo e della sua produzione industriale. L'Italia, oltre a far i conti con le conseguenze della crisi tedesca, non può dimenticare i salti mortali dei governi Draghi e Meloni per diversificare, in collaborazione con i vertici dell'Eni, le proprie forniture energetiche. In un simile contesto, il prolungarsi degli acquisti di gas russo da parte di Belgio, Spagna e Francia non è un semplice sgarbo politico e commerciale. L'atteggiamento di Bruxelles, Madrid e Parigi - accompagnato dall'indifferenza delle autorità europee - rappresenta in questo momento un serio ostacolo a uno dei principali progetti a lungo termine, ovvero la trasformazione della penisola in centro di smistamento del gas liquido proveniente dai paesi con cui abbiamo raggiunto nuove intese.
Nazionali e nazionalismo. Il calcio internazionale europeo è diventato un’arena di rivendicazioni. Valerio Moggia su L'Inkiesta il 16 Settembre 2023
Non è un caso che la Uefa preveda accoppiamenti vietati nei gironi. Fin dalle origini il pallone è espressione di ideali e ambizioni politiche: oggi l’esistenza di una selezione è vista come un prerequisito per affermarsi in quanto Stato
Martedì 12 settembre, mentre l’Italia di Spalletti otteneva la sua prima vittoria sconfiggendo l’Ucraina, a Bucarest la partita tra Romania e Kosovo veniva interrotta già nel primo tempo, a causa delle proteste dei giocatori ospiti verso uno striscione mostrato dai tifosi di casa. «Kosovo è Serbia» c’era scritto, riprendendo una nota rivendicazione dei nazionalisti serbi. Subito sopra, un altro striscione simile recitava «Bessarabia è Romania», paragonando la questione balcanica a quella tra Bucarest e la regione oggi nota come Moldavia.
Si tratta solo di una partita, eppure i contenuti geopolitici richiederebbero pagine e pagine di approfondimento. Nulla di nuovo, perché ormai da diversi anni il calcio europeo, soprattutto durante la sosta per le nazionali, offre numerosi spunti di dibattito sulla politica internazionale: una rivista come Limes, se volesse, potrebbe dedicare un intero numero anche solo a uno o due turni delle qualificazioni europee, ritrovandosi piena di argomenti di cui discutere. Mentre ancora, in certi ambienti, resiste la retorica secondo cui sport e politica dovrebbero restare separati (come ribadito anche da Fifa e Uefa), la realtà quasi quotidiana racconta una storia ben diversa.
Un calcio figlio del nazionalismo
Non è un caso se, ogni volta che la Uefa deve effettuare un sorteggio dei gironi di qualificazione prevede alcuni accoppiamenti vietati, cioè alcune nazionali che non possono affrontarsi per nessun motivo. Come è immaginabile, tra di esse ci sono Kosovo e Serbia, anche se questo non basta a scongiurare tensioni in altri incontri.
Lo si è visto in Romania lo scorso martedì, ma anche nel 2018 per la gara dei Mondiali tra la selezione di Belgrado e la Svizzera, nella quale giocano diversi immigrati kosovari. L’esultanza di Xhaka e Shaqiri, che mimarono con le mani l’aquila albanese, fece il giro del mondo.
Dal canto suo, il Kosovo è uno Stato che ha costruito un’intera strategia politica sul calcio. Il riconoscimento da parte della Uefa nel 2016 ha aperto un precedente storico, permettendo al piccolo Paese balcanico di acquisire uno status preciso come squadra di calcio prima che come soggetto politico.
Ad oggi, solo centuno membri dell’Onu su centonovantatré riconoscono l’indipendenza di Pristina, che però gode di una posizione molto più solida in ambito sportivo. In poche parole, l’esistenza di una squadra nazionale di calcio è divenuto un prerequisito necessario per affermarsi in quanto Stato-nazione.
In questa strategia riecheggiano le parole dello storico Eric J. Hobsbawm, che già nel 1992 scriveva che «la comunità immaginata di milioni sembra molto più reale quando è incarnata da una squadra di undici». Questo per ricordare come da sempre il calcio per nazionali sia espressione di ideale (e ambizioni) nazionaliste, in quanto figlio della società ottocentesca.
Non è un caso se proprio la prima gara tra selezioni di questo tipo – di cui per altro nell’ultimo turno delle qualificazioni a Euro 2024 si è celebrato il centocinquantesimo anniversario – sia stata Scozia-Inghilterra. Ovvero non la sfida tra due Stati, ma tra due nazioni all’interno di uno stesso Stato.
Lo specchio delle fratture dell’Europa
Le rivalità tra nazionali sono cosa nota, ma la predisposizione dell’Europa a questo tipo di rivendicazioni affonda le sue radici nei travagliati eventi del Novecento. La formazione e la dissoluzione degli Stati multietnici, prima al termine della Grande Guerra e poi alla caduta del comunismo, ha riempito il continente di fratture politiche che non si sono più del tutto rimarginate.
Vale per i tristemente noti Balcani, ma non solo. Tant’è vero che nell’aprile 2021 furono i media spagnoli a rifiutarsi di pronunciare il nome del Kosovo, avversario durante una partita delle qualificazioni ai Mondiali. Nelle grafiche televisive, il nome del paese balcanico venne scritto in piccolo, e non fu mai chiamato «inno» l’inno nazionale kosovaro. Questo perché la Spagna non riconosce Pristina, dato che questo aprirebbe delle controversie in merito all’indipendentismo catalano.
Una situazione simile, ma con altri protagonisti, si è verificata lo scorso 8 settembre a Eskisehir, in Turchia, quando la tv locale ha silenziato l’inno dell’Armenia. I rapporti tra Yerevan e Ankara sono da sempre tesissimi a causa del genocidio commesso dai turchi tra il 1915 e il 1923.
Nella gara di andata, giocatasi a marzo, i tifosi armeni avevano esposto uno striscione con sopra scritto «Nemesis», il nome dell’operazione paramilitare condotta dalla Federazione rivoluzionaria armena tra il 1920 e il 1922, che portò all’uccisione di sette persone, turche e azere, responsabili del genocidio.
Quello tra Armenia e Azerbaijan è un altro fronte aperto, nella politica e nel calcio. Gli ultimi mesi hanno riportato al centro della cronaca estera la questione del Nagorno-Karabakh, il territorio storicamente conteso tra i due Paesi a cui gli azeri hanno imposto un discusso blocco, isolando la comunità armena.
Questo mese, l’Armenia ha siglato un accordo di cooperazione con gli Stati Uniti, vicini all’Azerbaijan, che ha permesso una distensione nella regione, e quasi in contemporanea, lunedì 11 settembre durante Armenia-Croazia, alcuni tifosi di casa sono riusciti a far volare sopra il terreno un drone che sventolata la bandiera dell’Artsakh, il soggetto politico armeno nel Nagorno-Karabakh.
Se la politica internazionale continua a essere co-protagonista di molti match di calcio europeo durante i turni di qualificazione, non va però sottovalutato il recente aumento di queste rivendicazioni, che stanno diventando sempre più frequenti.
I motivi sono senza dubbio molteplici, ma non si può non notare come tutto questo vada di pari passo con il risorgere dei nazionalismi in tutto il Vecchio Continente. E infatti dodici delle cinquantacinque federazioni affiliate alla Uefa rappresentano paesi che in questo momento hanno governi esplicitamente nazionalisti.
Tensioni tra Romania e Kosovo: quando il calcio incontra la politica. Salvatore Toscano su L'Indipendente il 14 Settembre 2023
La partita di calcio tra Romania e Kosovo, giocatasi martedì sera all’Arena Nationala di Bucarest, era appena iniziata da un quarto d’ora quando l’arbitro ha deciso di richiamare i giocatori negli spogliatoi, sospendendo il match per circa 45 minuti. La causa? I cori e gli striscioni realizzati dai padroni di casa, che hanno portato la politica sugli spalti esibendo scritte eloquenti, come “Bessarabia è Romania” e “Kosovo è Serbia”. Per capirne il legame è necessario tornare al 17 febbraio 2008, quando Pristina proclamò unilateralmente l’indipendenza da Belgrado. La Romania, così come Spagna, Cipro, Grecia e Slovacchia, si rifiutò di riconoscere tale cambiamento nello status quo, preoccupata dalle istanze di autonomia avanzate dalla minoranza magiara. Inoltre, facendo leva su questa interpretazione del principio di integrità territoriale, Bucarest non ha abbandonato le rivendicazioni sulla Bessarabia, regione sotto il controllo di Bucarest tra le due guerre mondiali e oggi coincidente in gran parte con la Moldavia. A fare da sfondo ai cori pro-Belgrado inscenati martedì sera è, infine, la questione religiosa, con Romania e Serbia accomunate dalla fede ortodossa.
I magiari di Romania sono la principale minoranza etnica del Paese, dove si contano circa 1 milione e mezzo di ungheresi (6,5% della popolazione). I magiari vivono principalmente in Transilvania, regione storicamente contesa tra Bucarest e Budapest. A seguito della prima guerra mondiale e del crollo dell’Impero austro-ungarico, la Transilvania venne infatti assegnata alla Romania dal Trattato di Trianon del 1920. Il trasferimento territoriale ha portato una significativa minoranza ungherese all’interno del Paese, che ancora oggi continua a vivere nella regione. Da allora gli ungheresi transilvani hanno sempre avuto un rapporto travagliato con il governo centrale di Bucarest, responsabile di diversi tentativi di assimilazione culturale, perlopiù falliti dal momento che hanno scalfito l’identità della regione solo in minima parte. Gli esecutivi romeni cercano di mantenere il proprio controllo in loco attraverso una forte presenza militare sul territorio e sostenendo le istituzioni ecclesiastiche ortodosse, che agiscono da presidio ideologico nei confronti degli ungheresi, di tradizione cattolica. La maggiore sponda politica della minoranza magiara è l’Alleanza Democratica degli Ungheresi di Romania, che dal 1989 chiede autonomia territoriale per il Székelyföld (o Terra dei Siculi, dove il vive il nucleo principale della popolazione magiara) e autonomia culturale per tutti gli ungheresi del Paese. Istanze che Bucarest respinge, recidendo i rapporti con quelle esperienze estere (come il Kosovo) suscettibili di alimentare l’indipendenza magiara.
La Bessarabia è invece una regione storica compresa tra i fiumi Prut e Nistro, che nel 1918 ottenne l’indipendenza sulle ceneri dell’Impero russo. Nello stesso anno venne assorbita da Bucarest, diventando una provincia orientale della Grande Romania (espressione con cui viene indicato il territorio romeno tra il 1918 e il 1941). Dopo la seconda guerra mondiale, la Bessarabia fu annessa da Mosca, diventando la Repubblica Socialista Sovietica Moldava. Nel 1991, a seguito della dissoluzione dell’URSS, si trasformò nella Repubblica di Moldavia, da cui si sono staccate con un moto secessionista russofono alcune città, dando vita alla Transnistria, uno Stato non riconosciuto a livello internazionale. Oggi gran parte della regione storica della Bessarabia coincide con la Moldavia mentre la restante area meridionale è sotto l’amministrazione ucraina.
Dopo la Rivoluzione romena del 1989, che portò al crollo del regime dittatoriale di Nicolae Ceaușescu, nacque il Movimento per l’unificazione della Romania e della Moldavia, ispirato al periodo interbellico. Raggiunta l’indipendenza, la Moldavia adottò la bandiera romena con uno scudo moldavo al centro e scelse come inno nazionale quello in vigore a Bucarest. Tuttavia, la possibile fusione con la Romania venne frenata dal Fronte Popolare Moldavo, che da movimento di opposizione era nel frattempo salito al potere. Col passare degli anni, il sentimento unionista è scemato, soprattutto a Chisinau, senza però sparire dal dibattito pubblico e dalle agende politiche. I principali movimenti unionisti si chiamano Noii Golani, Deşteptarea e Basarabia – Pământ Românesc. L’unificazione trova sostegno in fette più o meno ampie della popolazione, tanto rumena quanto moldava, variando a seconda del contesto sociale o delle radici familiari. Ad esempio, i moldavi di origine russa, ucraina o gaugaza tendono a essere contrari all’unione con la Romania, preferendo l’attuale divisione. L’unificazione va tenuta distinta dall’irredentismo, che ha invece come base l’elettorato nazionalista romeno (protagonista martedì scorso all’Arena Nationala) e come maggior espressione politica il partito ultra-conservatore Grande Romania.
A destare preoccupazione a Bucarest, in ottica di un’eventuale unificazione con Chisinau, è la situazione della Transnistria, uno Stato non riconosciuto ma indipendente de facto, che si opporrebbe fortemente a un avvicinamento amministrativo tra Bucarest e Moldavia, da cui almeno formalmente dipende. In particolare, preoccupa il rischio che la Transnistria utilizzi il precedente del Kosovo per rafforzare la propria posizione, anche e soprattutto a livello internazionale, dove si gioca l’importante partita del riconoscimento statale. Timori simili sono al centro delle agende politiche di Slovacchia, Grecia, Cipro e Spagna, gli altri Paesi dell’Unione europea che non riconoscono il Kosovo per le conseguenze che tale scelta avrebbe sulle questioni interne secessioniste. Madrid, ad esempio, fa i conti con diversi movimenti indipendentisti, con sede soprattutto in Catalogna e nei Paesi Baschi, per anni associati alle azioni dell’organizzazione armata Euskadi Ta Askatasuna (ETA). [di Salvatore Toscano]
Tra le ombre della storia. Transnistria: la repubblica che non esiste. In mezzo alle ombre della storia e alle moderne sfide geopolitiche, un viaggio a Tiraspol rivela un’Europa complessa e ricca di contraddizioni. Micol Ballerin su Il Riformista il 30 Agosto 2023
La Transnistria, ufficialmente Repubblica Moldava di Pridnestrovie (PMR), è una repubblica autoproclamata indipendente situata lungo il confine orientale tra Moldavia ed Ucraina. Il suo piccolo territorio è rappresentato da un sottile lembo di terra che segue il corso del fiume Dniester. Nonostante sia de-iure parte della Moldavia, per poter entrare nel paese è necessario superare una vera e propria frontiera. Fino a qualche anno fa l’ingresso agli stranieri era consentito per un massimo di dieci ore, misurate al secondo. Bloccato nel traffico? Ti aspettano guai. Ad oggi il tempo di permanenza lo determina l’umore dell’ufficiale, rigorosamente in uniforme sovietica, che ti troverai davanti. L’atmosfera una volta passato il confine è molto diversa da quella del resto della Moldavia.
Tiraspol, la capitale della Transnistria, è un luogo affascinante che sembra essere congelato nel tempo.
L’arteria principale della città, via 25 Ottobre, è la più bizzarra vetrina di questa repubblica indipendentista.
Il nome della via è auto-esplicativo, così come le innumerevoli statue di Lenin o gli onnipresenti simboli della falce e martello. Richiami nostalgici o intenzionali controversie simboliche? Ciò che è sicuro è che, ad oggi, la Transnistria è tutt’altro che un paese comunista.
Una passeggiata lungo questo viale è una delle esperienze più surreali che si possano avere in tutto il continente europeo.
Di fianco al palazzo del governo, uno degli edifici simbolo della capitale, tre inusuali bandiere svettano fiere di fianco a quella del paese: sono le bandiere di Ossezia del Sud, Abkhazia e Nagorno-Karabakh. Ad accomunarle al luogo è il loro status. Infatti, anche questi sono paesi indipendentisti post-sovietici e di fatto gli unici a riconoscere l’indipendenza della Transnistria. In segno di riconoscimento, la loro autonomia è ampiamente riconosciuta a Tiraspol, l’unica città del mondo ad ospitarne le ambasciate.
Proseguendo per la via ci si imbatte in un edificio imponente, quasi fuori luogo: è la sede principale di Sheriff, il de-facto monopolio di stato. Il nome suonerà familiare a tutti gli appassionati di calcio. Nel 2021, infatti, la piccola ed allora sconosciuta squadra Sheriff Tiraspol ha compiuto un miracolo: ha sconfitto il Real Madrid in Champions League. Quasi tutto in Transnistria è controllato da Sheriff, dalle reti televisive ai supermercati, dalle compagnie telefoniche alle ormai leggendarie squadre di calcio. Il proprietario? Un ex membro del KGB, ovviamente.
A poche decine di metri di distanza ci si imbatte in un altro edificio iconico, la banca centrale della Transnistria. È proprio qui che viene coniato il rublo Transnistriano: valuta ufficiale del paese inutilizzabile in qualsiasi altra parte del mondo, Moldavia inclusa. Le monete sono un fantastico souvenir, specialmente considerando che sono le uniche monete di materiale plastico al mondo. Impossibile non notare il piccolo ma curioso ufficio passaporti. Ebbene sì, come in qualsiasi altro paese che si rispetti, i cittadini hanno il loro passaporto. Documento d’identità nel paese che ha un solo grande problema, nessuno lo riconosce al di fuori di questi confini. Per essere in grado di viaggiare gli abitanti devono fare domanda per un secondo passaporto, quello di un paese ufficialmente riconosciuto. La scelta spetta a loro, passaporto moldavo o passaporto della tanto venerata Russia?
In Via 25 Ottobre le stranezze sembrano non finire mai. Nel caso venga fame è possibile fermarsi da “Back in the USSR”, ristorante dove si cena in compagnia di decine di statue di Lenin. Il cibo viene accompagnato da un bicchiere di cognac Kvint, il prodotto più iconico della Transnistria. Ne sono così orgogliosi che una bottiglia è stata spedita nello spazio.
Tra un bicchiere e l’altro, tutto invita a riflettere. In mezzo alle ombre della storia e alle moderne sfide geopolitiche, un viaggio in Transnistria rivela un’Europa complessa e ricca di contraddizioni. Micol Ballerin
BieloitalianiToday. D’Alema fa l’antiamericano sull’Ucraina, si crede Bufalo Bill, ma ricorda Scialpi. Christian Rocca su L'Inkiesta il 23 Settembre 2023
Repubblica racconta che il nuovo fascicolo della rivista Italianieuropei, diretta dall’ex premier, è un delirio antioccidentale, con elogi alla Russia e sprezzante nei confronti della resistenza di Kyjiv contro l’imperialismo di Putin. Il finale triste e solitario di uno statista diventato una macchietta
Uno sconcertato Stefano Cappellini, giornalista certamente non etichettabile come antidalemiano, ha sintetizzato su Repubblica il pensiero sul conflitto in corso in Europa espresso dagli autori del nuovo fascicolo della rivista Italianieuropei diretta da Massimo D’Alema.
Copio-e-incollo Cappellini per comodità, e per risparmiarmi la pena di riassumere con parole mie cotanta geopolitica indifferenziata dall’umido: «Non è vero che è in corso una lotta tra Paesi democratici e Paesi non democratici; i Paesi democratici sono in realtà il vero tiranno e quelli presunti non democratici sono solo Paesi che cercano un nuovo assetto multipolare più giusto, pacifico e pure più ecosostenibile. La guerra in Ucraina non può essere letta con la semplicistica dinamica aggredito/aggressore, sono gli Usa e l’Occidente a soffiare sul fuoco del bellicismo, perché vedono il mondo sfuggirgli dalle grinfie, ma le opinioni pubbliche occidentali non si bevono più la propaganda Nato e comunque sia chiaro che la guerra nulla toglie al ruolo della Russia come attore centrale della trasformazione in atto, cioè il benemerito abbattimento del dominio yankee sul globo terracqueo».
Cosi Cappellini riassume il contributo dalemiano al dibattito pubblico sulle fosse comuni a Bucha, sull’Auschwitz del XXI secolo a Yahidne, sui missili di Mosca puntati sui civili in Ucraina e sull’imperialismo terrorista e stragista della Russia. Se possibile, l’immondizia presentata in versione originale (Cappellini riporta anche i virgolettati) è ancora più maleodorante, pensate che D’Alema fa scrivere un autore seriamente convinto che la prime preoccupazioni di Putin oggi siano la salvaguardia del pianeta e la sicurezza alimentare, mica sterminare gli ucraini. Putin come Greta, non come Adolf.
Ci sarebbe da ridere, come un po’ fa Cappellini per non mettersi a piangere, senonché stiamo parlando di Massimo D’Alema, un ex presidente del Consiglio, un ex ministro degli Esteri ed ex aspirante Capo dello Stato e capo della diplomazia europea (grazie Matteo Renzi per averlo segato dall’Europa e scemo io che l’avrei voluto al Quirinale), uno che incredibilmente viene ancora preso sul serio e chissà se Piersilvio prima o poi non gli offrirà una tribuna a Retequattro.
D’Alema è un personaggio da tragicommedia all’italiana, un politico senza scrupoli capace di passare dal pionierismo comunista alla Terza via, dal bombardare la Serbia a scimmiottare i partigiani della pace, dal fare da sensale strategico con certi colombiani al far sentire il suo confidenziale «Bye-bye Condi» al cronista appostato sul molo del porticciolo di Marettimo.
Si può cambiare idea, per carità, ma è ridicolo farlo con il tono da imitatore di un professore austero che spiega dall’alto della sua presunta autorevolezza di essere sempre stato lineare, serio, demogradigo.
Per dire: l’antiamericano D’Alema che fino al 2022 ha lavorato per Ernst&Young, nel 1999 pronunciò questo solenne discorso nell’aula di Montecitorio: «Noi ci sentiamo, con l’Europa, a fianco degli Stati Uniti: non solo perché alleati in un’alleanza che si è cementata nel corso di una lunga storia durante la quale per ben due volte, nella prima e nella seconda guerra mondiale, gli americani hanno versato il loro sangue per la pace e la libertà del nostro continente, ma anche perché sentiamo minacciati ed offesi i valori comuni. Anche allora si disse che la forza non avrebbe aperto la strada alla pace, ma poi è venuta la pace e si è aperta la strada anche alla democrazia».
Era presidente del Consiglio, all’epoca, e anche bravo, ma doveva giustificare al paese e a sé stesso le bombe sganciate dagli aerei italiani su una capitale europea senza alcuna autorizzazione dell’Onu.
Il D’Alema occidentale ha dialogato con i neo conservatori Richard Perle e Michael Ledeen nei tempi in cui spopolavano a Washington, e ha perfino lodato George W. Bush per aver ribaltato in favore della democrazia la tradizionale dottrina di politica estera della destra americana: «Io credo che una risposta di centrosinistra debba prendere le mosse da quello che è il nucleo centrale della nuova dottrina americana – disse D’Alema nel maggio 2005 – l’idea che il fondamento della sicurezza internazionale sta in una espansione della democrazia. Questa idea è giusta e deve essere considerata come il terreno di una sfida positiva. L’espansione della democrazia può essere il fondamento di una nuova sicurezza interna ed è terreno di confronto con la destra americana». Allora era più italianoamericano che altro.
Più o meno negli stessi anni diceva ai giornali che alle primarie democratiche americane del 2004 avrebbe scelto il generale Wesley Clark, con il quale evidentemente si era trovato bene ai tempi dell’intervento Nato in Kosovo, non il pacifista Howard Dean, non il paladino degli ultimi John Edwards, non il candidato dell’establishment John Kerry.
C’è stato anche un altro D’Alema, ovviamente, più simile a quello dell’ultimo fascicolo di Italianieuropei, meno western e più eastern, un D’Alema contrario non solo alla seconda ma anche alla prima guerra contro Saddam, quella per liberare il Kuwait su mandato dell’Onu. C’è stato un D’Alema che spiegava come la Cia avrebbe portato in Iraq qualche fialetta per dimostrare al mondo che Saddam aveva le armi di sterminio di massa. Un D’Alema che, secondo i pettegolezzi di Montecitorio, ha definito Piero Fassino «un po’ troppo sionista», un D’Alema che difendeva l’impegno sociale di Hamas in piena Intifada, un D’Alema che passeggiava a braccetto con i capi di Hezbollah.
Il D’Alema western e il D’Alema eastern sono due personalità che hanno convissuto per anni per motivi tattici, sono l’ennesimo e polveroso espediente di un mago sul viale del tramonto che non si rassegna, e che anzi si vanta di essere sempre il migliore come il Bufalo Bill di De Gregori, anche se la sua dottrina politica in realtà si ispira a Scialpi, il cantante che a Sanremo del 1986 cantava «No east, no west / we are the best».
Questa riscrittura dalemiana dell’aggressione russa all’Ucraina e all’Europa, quindi, non stupisce, però per correttezza nei confronti dei lettori sarebbe il caso di cambiare nome alla rivista: Italianieuropei non riflette più la linea editoriale, BieloitalianiToday è più esatto.
Appeasement. L’inspiegabile disinteresse internazionale per gli attacchi russi nel Mar Nero. Federico Bosco su L'Inkiesta il 16 Settembre 2023
Mosca finora ha distrutto ventisei infrastrutture portuali e duecentottantamila tonnellate di grano immagazzinato nei siti di stoccaggio ucraini. Se Putin non sarà presto dissuaso a commettere anche questo crimine di guerra, potrebbe sentirsi ancor più libero di intensificare le sue azioni aggressive
Da quando la Russia è uscita dall’iniziativa che fino a luglio ha consentito all’Ucraina di esportare derrate alimentari attraverso la rotta del Mar Nero la situazione non fa che peggiorare, con una passività internazionale difficile da spiegare, soprattutto dopo il fallimento dei tentativi di Recep Tayyip Erdogan di convincere Vladimir Putin a ripristinare l’accordo, che dopo il bilaterale a Sochi ha fatto sfumare la possibilità di risolvere questa crisi nella crisi. Negli ultimi due mesi Mosca ha lanciato ondate di attacchi di droni sui porti e i silo ucraini nel delta del Danubio e minacciato la navigazione nel golfo di Odessa, con l’obiettivo di paralizzare le infrastrutture economiche ucraine e ridurre drasticamente la possibilità di Kyjiv di usare le rotte navali alternative per continuare esportare i suoi raccolti.
Secondo l’intelligence britannica dal 17 luglio a oggi la Russia ha distrutto circa ventisei infrastrutture portuali e duecentottantamila tonnellate di grano immagazzinato nei siti di stoccaggio ucraini, una quantità sufficiente a sfamare più di un milione di persone per un anno, e superiore al totale che Putin ha promesso di donare ai paesi africani per compensarli dell’uscita dall’accordo sul grano e la conseguente riduzione di offerta sul mercato internazionale.
L’intelligence britannica accusa Mosca di aver attaccato con uno dei suoi attacchi missilistici – nello specifico quello del 24 agosto – anche una nave commerciale battente bandiera liberiana ormeggiata nel porto di Odessa, che si è salvata solo grazie al fuoco di contraerea di Kyjiv. Due settimane prima, la Russia aveva aperto il fuoco contro una nave diretta verso l’Ucraina che si trovava ancora nelle acque internazionali, mentre gli Stati Uniti hanno detto che le navi russe hanno posizionato mine marine attorno ai porti ucraini.
Prima del G20 di Nuova Delhi il premier britannico Rishi Sunak ha illustrato in gli sforzi del Regno Unito nella regione, spiegando che l’aviazione britannica «sta sorvolando la zona per dissuadere la Russia dall’effettuare attacchi illegali contro navi civili che trasportano grano». Un pattugliamento che però non sta dando i risultati di deterrenza desiderati da Sunak.
Con i suoi attacchi nel delta del Danubio la Russia sta colpendo obiettivi civili a poche centinaia di metri dal confine con la Romania, paese membro della Nato che ha visto cadere rottami di drone russo nel suo territorio trovandosi nella situazione di minimizzare l’accaduto per non scaldare la tensione.
Mosca sta provocando anche la Bulgaria, bloccando parzialmente la sua Zona economica esclusiva (Zee) nel Mar Nero con il pretesto di «esercitazioni militari nell’area». Sofia è molto irritata, e sta discutendo con gli alleati della Nato della possibilità di affrontare il blocco «in modo indipendente o con il coordinamento degli alleati», ha dichiarato mercoledì a Euractiv il ministro della Difesa bulgaro Todor Tagarev.
In base alle convenzioni delle Nazioni Unite, le Zee sono un’area del mare adiacente le acque territoriali in cui uno stato costiero ha diritti sovrani e giurisdizione per la gestione delle risorse naturali e altre questioni. La libertà di navigazione è garantita a tutte le navi, indipendentemente dalla bandiera di appartenenza, e la Russia sta stressando le regole del diritto internazionale per far sentire la forza della sua minaccia in tutta la regione.
«Al momento non c’è alcun rischio o minaccia immediata di un attacco contro navi mercantili», ha detto Tagarav a Euractiv, aggiungendo che «un attacco nel mare territoriale può essere visto come un attacco contro la Bulgaria e la Nato nel suo complesso», ricordando che le marine militari di Bulgaria, Romania e Turchia hanno aumentato la loro vigilanza per garantire la sicurezza delle navi mercantili che transitano nel Mar Nero.
Tuttavia, la reazione internazionale di fronte all’escalation della Russia nel Mar Nero non sta incontrando un’adeguata risposta, né la condanna che ci si aspetterebbe nei confronti di un paese che non solo ha invaso e continua ad aggredire un paese che non rappresentava nessuna minaccia, ma che nel portare avanti la sua guerra mette a rischio la sicurezza alimentare globale e la libertà di navigazione in acque internazionali.
La tolleranza nei confronti di queste azioni è il motivo per cui Putin si può permettere il lusso respingere le pressioni di Erdogan per ripristinare l’iniziativa l’accordo del grano, una tolleranza che sta dando al Cremlino luce verde per ulteriori operazioni di destabilizzazione, avvicinandosi pericolosamente al confine della Nato. Prima dell’incontro tra Erdogan e Putin era ancora possibile aspettare un colpo di teatro del leader turco, ma dopo il bilaterale tra Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un dovrebbe essere chiaro che ormai dalla Russia ci si può aspettare di tutto.
Finora l’unica risposta concreta all’aggressività russa nel Mar Nero è arrivata dall’Ucraina, che con gli attacchi alle istallazioni militari russe nella Crimea occupata ha colpito l’avamposto strategico da cui partono gli attacchi ai porti ucraini e la minaccia alle navi cargo civili. Ma per quanto tempo ancora i paesi occidentali – e il resto del mondo – lasceranno al coraggio dell’Ucraina tutto il peso della resistenza alla violenza dell’imperialismo russo?
Ucraina: il sondaggio che inchioda Zelensky. Piccole Note (filo-Putin) il 13 Settembre 2023 su Il Giornale.
Sul media Strana un articolo che incuriosisce perché riguarda l’eroe dei due mondi. Tra luglio e agosto tre studi sociologici hanno condotto un sondaggio in Ucraina sulla percezione della corruzione che dilaga nel Paese (a farne le spese anche il ministro della Difesa Reznikov, dimissionato di recente a causa dell’ennesimo scandalo).
Tra le domande poste nel sondaggio, una riguardante Zelensky: agli interpellati si è chiesto se fossero d’accordo sul fatto che il presidente ucraino sia direttamente responsabile della corruttela dilagante.
Il sondaggio: le risposte su Zelensky
Così Strana: “Gli intervistati dovevano scegliere tra le seguenti risposte: ‘d’accordo’, ‘piuttosto d’accordo’, ‘piuttosto in disaccordo’, ‘in disaccordo’, ‘difficile da dire’ o anche rifiutarsi del tutto di rispondere. Il 78% di quanti hanno risposto al sondaggio ha sostenuto la tesi della responsabilità diretta del presidente, il 18% no. Inoltre, è da notare che più gli intervistati erano anziani, più erano critici nei confronti del presidente: tra gli ultrasessantenni questa percentuale è risultata pari all’81%, mentre tra i giovani è risultata il 70%”.
“Molti media ne hanno parlato”, annota Strana. In Ucraina, si ritiene, perché in Occidente la notizia non è circolata affatto, nonostante fotografi una lacerante sfiducia verso il caudlillo ucraino, che pure dovrebbe godere, a stare ai media nostrani, di un consenso ferreo, dal momento che si erge a strenuo difensore della patria.
D’altronde, gli scandali hanno travolto anche il suo mecenate, Igor Kolomóiski, che lo ha letteralmente creato dal nulla, avendo finanziato la serie Tv “Servo del popolo” nella quale Zelensky combatteva la corruzione dilagante, che lo ha consacrato a futuro eroe della patria e del mondo intero (anzi mezzo mondo, ché tanta parte del globo non si è inchinata ai diktat NATO).
Il Caudillo si è ovviamente infuriato per il sondaggio, spiega Strana. Lui deve far la guerra, al resto pensano i boiardi e sono essi, del caso, a macchiarsi dei reati a lui ascritti. Ma è probabile che più che per l’esito, si sia infuriato del fatto stesso che si sia svolto un sondaggio, dal momento che è, ovvio, come dimostra l’inchiesta, che qualsiasi sondaggio sulla sua persona svolto in patria non lo lascerebbe indenne.
Se negli Stati Uniti stappano lo champagne per la macelleria ucraina (vedi David Ignatius e “l’estate trionfale per l’Alleanza“), il popolo che la subisce niente affatto. Il sondaggio, per una volta, ha dato voce a tale malcontento e Zelensky è andato su tutte le furie. Ci sarà del lavoro per la SBU (l’intelligence ucraina, già ramo autonomo del KGB).
Stoltenberg: l'espansionismo Nato ha provocato l'invasione. Piccole Note (filo-Putin) il 12 Settembre 2023 su Il Giornale.
“Nell’autunno del 2021 il presidente Putin aveva dichiarato, e conseguentemente inviato alla firma della NATO, una bozza di trattato nel quale si chiedeva di non allargare ulteriormente la NATO. Questo è ciò che ci ha inviato. Ed era una precondizione per evitare di invadere l’Ucraina. Ovviamente non l’abbiamo firmato”.
“[…] Voleva che firmassimo quella promessa, cioè di non allargare mai più la NATO. Voleva che rimuovessimo le nostre infrastrutture militari situate in tutti i paesi alleati che avevano aderito alla NATO dal 1997, vale a dire metà della NATO, tutta l’Europa centrale e orientale; avremmo dovuto rimuovere la NATO da quella parte della nostra Alleanza, introducendo una sorta di serie B o di seconda classe di appartenenza. Abbiamo rifiutato”.
“Quindi ha iniziato in guerra per impedire che la NATO, si avvicinasse ancora di più ai suoi confini”. Così il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg giovedì scorso in un intervento alla Commissione affari esteri del Parlamento europeo.
Espansionismo NATO: non è propaganda russa
“Le osservazioni di Stoltenberg – commenta Caitlin Johnstone sul sito del Ron Paul Institute – sarebbero state probabilmente classificate come propaganda russa dagli ‘esperti di disinformazione’ finanziati dai plutocrati e dai ‘fact checker’ dell’Impero se fossero state riferite online da qualcuno come voi o me, ma dal che provenivano dal capo della NATO come parte di una critica contro il presidente russo è stata fatta passare senza obiezioni”.
“In realtà Stoltenberg stava semplicemente affermando un fatto ben noto: contrariamente alla narrazione ufficiale occidentale, Putin ha invaso l’Ucraina non perché sia malvagio e odi la libertà, ma perché nessuna grande potenza, compresi gli Stati Uniti, permetterà mai che ai propri confini si accumulino minacce militari straniere compresi gli Stati Uniti. Ecco perché così tanti analisti e funzionari occidentali hanno avvertito per anni che le azioni della NATO avrebbero provocato una guerra, eppure quando questa è scoppiata siamo stati investiti da uno tsunami di propaganda da parte dei mass media che ripeteva in modo ossessivo che si trattava di una ‘guerra non provocata’, un’invasione”.
“Sarebbe stato davvero molto facile prevenire questa orribile guerra. Sono state sprecate opportunità su opportunità per trascinarci a questo punto. Una possibilità dopo l’altra sono state sprecate per evitare morti e miseria inutili, sia prima del 2014 che in ognuno degli anni successivi. La struttura di potere centralizzata degli Stati Uniti ha scelto consapevolmente questa guerra, e lo ha fatto per promuovere i propri interessi”.
“È assurdo il fatto che verrai chiamato agente del Cremlino se dirai che questa guerra è stata provocata dall’espansionismo della NATO e che serve solo gli interessi degli Stati Uniti, anche quando la NATO dice apertamente che questa guerra è stata provocata dall’espansionismo della NATO e i funzionari statunitensi continuano apertamente a dire questo, che la guerra è utile agli interessi degli Stati Uniti”.
Diplomazia incerta e Squid Game in salsa ucraina. Piccole Note (filo-Putin) l'11 Settembre 2023 su Il Giornale.
Se la Russia aprirà ai negoziati “penso che gli ucraini saranno i primi a impegnarsi” in tal senso, ha detto Blinken alla ABC news di ritorno da Kiev, aggiungendo però che per ora non ci sono segnali che Putin voglia negoziare e che comunque va rispettata l’integrità territoriale ucraina.
Le precisazioni sono da prassi, ma il cenno sui negoziati suona alquanto nuovo, anche se l’affermazione che la Russia non sia aperta a tale passo non è veritiera, ma tant’è, velo di guerra.
Al di là, il cenno sulla diplomazia suona nuovo, appunto, e appare in linea con quanto avevamo scritto nell’ultima nota, rafforzato dall’annuncio che Russia e Stati Uniti potrebbero effettuare uno scambio di prigionieri: il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich contro l’agente segreto Vadim Krasikov. Durante la Guerra Fredda, lo scambio di prigionieri segnalava momenti di distensione tra i blocchi.
Il documento del G-20 e la visita della Baerbock
Infine, va considerato che il G-20 svoltosi in India si è concluso con un comunicato finale di “compromesso su Mosca”, come titolava ieri il Corriere della Sera in prima pagina con un’evidenza invero anomala per un documento di importanza relativa.
Certo, è stata sconfitta la linea dura degli Stati Uniti e si sono salvate le apparenze, dal momento che per la prima volta si era rischiato che il G-20 si chiudesse senza un documento finale, cosa che avrebbe incrinato le prospettive dell’assise. Ma l’evidenza data alla notizia strideva; evidentemente quel titolo sul “compromesso su Mosca” celava qualcosa in più di una semplice convergenza formale.
Nessuna illusione è consentita: anche se i negoziati si avviassero, ovviamente nel più ristretto segreto, la guerra potrebbe durare a lungo, come accadde per la guerra coreana con i negoziati intrapresi durante il conflitto nel luglio del 1951 e conclusi il 27 luglio del 1953 con il cessate il fuoco.
E, però, come annotavamo, subito dopo la visita di Blinken è calato a Kiev Boris Johnson per intervenire al Meeting annuale della strategia europea di Yalta. Visita nella quale non ha mancato di incontrare il suo amico Zelensky, al quale deve aver ripetuto il mantra a lui consono della guerra eterna (l’ex premier britannico aveva fatto fallire i negoziati del marzo ’22).
Ma Boris oggi è un privato cittadiano. Quindi, a rafforzare le pressioni sull’Ucraina oggi è arrivata la visita a sorpresa a Kiev del ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock, esponente dei Verdi di rito neocon, che ovviamente ha ribadito i temi usuali del partito della guerra.
Squid Game: l’esercito vassallo obbedisce
Ad oggi sembra però che tutto taccia sul fronte diplomatico, d’altronde se qualcosa inizierà davvero a muoversi sarà nel segreto, mentre la guerra continua come al solito, anzi peggio del solito perché dopo il rallentamento degli attacchi motivato dalle troppe perdite, gli ucraini ora vengono lanciati all’assalto lancia in resta.
Attacchi sconsiderati, nei quali le vittime ucraine si cumuleranno, ma necessari per gli strateghi NATO che devono poter brandire uno straccio di vittoria prima dell’arrivo dell’autunno, quando si chiuderà la finestra di opportunità per gli attacchi massivi.
Lo ha ricordato, tra gli altri, anche il Capo degli Stati Maggiori congiunti USA, generale Mark Milley, a un cronista americano invitato nella stanza segreta situata nelle viscere del Pentagono dalla quale viene monitorata nel dettaglio l’offensiva ucraina e da dove partono informazioni dirette al fronte e si impartiscono suggerimenti, leggi ordini, su dove e come attaccare.
Ne riferisce Strana, in un articolo che produce un effetto straniante (ci si perdoni il gioco di parole), dal momento che sembra di assistere a in un videogioco a guida USA, dove però muoiono ucraini reali. Uno Squid game in salsa ucraina.
L’articolo di Domenico Quirico su La Stampa
Concludiamo con un cenno ripreso da un articolo di Domenico Quirico che, sulla Stampa, riferisce di una notizie che circola, cioè che il Capo di Stato maggiore ucraino e tutti i suoi generali sono stati convocati nei pressi del confine polacco dagli alti comandi NATO per “non più perdere tempo” e attaccare risolutamente a Sud. “L’esercito vassallo” ha ovviamente prontamente obbedito.
Nell’occasione cioè, conclude Quirico, gli americani “hanno ricordato agli ucraini in modo anche formalmente sgarbato la realtà: noi vi teniamo in vita, noi comandiamo. Voi fate la guerra come la decidiamo noi”.
Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa” domenica 10 settembre 2023.
Narendra Modi ha scacciato l'incubo di un G20 senza un comunicato finale congiunto, sarebbe stata la prima volta dall'esordio nel 2008 e uno smacco per il premier indiano che sul summit ha modellato l'immagine di un'India contemporaneamente traino del Global South e al tavolo dei Grandi della Terra.
A tenere in scacco sino al primo pomeriggio i lavori degli sherpa è stato il dossier ucraino: nei 200 meeting in ambito G20 tenutesi nel 2023 a livello ministeriale, il conflitto ha sempre impedito di trovare un terreno comune e il destino pareva ripetersi al vertice dei leader. Modi e i suoi hanno fatto di tutto per scongiurare il fiasco e il comunicato finale è arrivato prima della cena di galà offerta dalla presidente Droupadi Murmu […].
Testo che chiede alla Russia «di ripristinare accordo sul grano», e poco più. Dal punto di vista indiano l'esito è «un successo storico» poiché il G20 si apre ufficialmente all'Unione africana (55 membri e 1,4 miliardi di abitanti), sostiene la Banca Mondiale, benedice il piano finanziario per i Paesi emergenti, lancia progetti per favorire la digitalizzazione di Paesi arretrati e non rompe sul clima equilibrando risorse per la transizione energetica triplicate pur senza accelerare sulla dismissione del fossile.
L'Ucraina però inceppa il meccanismo di condivisione dell'entusiasmo. La reazione che giunge da Kiev al linguaggio del comunicato - 37 pagine suddivise in 83 paragrafi - è secca: «Non c'è nulla di cui andare orgogliosi». Rispetto a quello del novembre 2022, G20 a Bali, la Dichiarazione di New Delhi dimentica la parola "aggressione" della Russia, non chiede il ritiro «completo e incondizionato» e non condanna le azioni in violazione del diritto internazionale.
Eppure, invoca «una pace giusta e duratura» in pieno linguaggio statunitense, e riferisce che «ogni Stato deve astenersi dall'uso della violenza per ottenere acquisizioni territoriali violando sovranità e integrità».
Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, ha evidenziato però che il comunicato «difende i principi» e leggendovi dentro le accuse a Mosca «che è in violazione di queste norme». Ma la parola Russia non compare mai, le frasi sono generiche, i termini sono vaghi e non c'è un'esplicita denuncia della violazione dell'integrità territoriale da consentire al capo degli sherpa russi, Svetlana Lukash, di definire «equilibrata» la dichiarazione finale.
Due essenzialmente le spinte che hanno impedito una condanna delle azioni russe: la prima è stata l'opposizione cinese a ripetere il termine "aggressione" come a Bali; la seconda è stata l'asse dei Brics e dell'Indonesia che hanno lavorato a smussare le differenze. Come 10 mesi fa si è ribadito «che il G20 è un consesso economico» che non si occupa di controversie politiche. [...]
“No all’arresto”, sinistra in tilt: tifava Lula, lui fa il putiniano. Il presidente brasiliano strizza l’occhio a Putin: assordante il silenzio di chi a sinistra esalta la “resistenza ucraina”. Lorenzo Cianti su Nicolaporro.it il 10 Settembre 2023
Non è un mistero che il presidente brasiliano Luiz Ignacio Lula da Silva abbia un debole per il Cremlino. La sua ultima decisione lo dimostra in modo inequivocabile: qualora Vladimir Putin partecipasse al vertice del G20 di Rio de Janeiro del 2024, non sarà arrestato. Sul presidente russo pende un mandato di cattura della Corte penale internazionale per la guerra contro l’Ucraina. Ricordiamo che sia l’India, sia il Brasile sono firmatari dell’accordo che diede vita alla Corte penale internazionale che ha emesso il mandato a marzo per l’accusa di deportazione illegale di bambini ucraini, un crimine di guerra.
Secondo Lula il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha bisogno di nuovi Paesi in via di sviluppo tra i suoi membri permanenti e non permanenti per riconquistare la sua forza politica. “Le questioni geopolitiche non dovrebbero colpire i lavori del G20, non possiamo lasciare che sequestrino l’agenda delle sue discussioni”, ha proseguito il presidente brasiliano. Non abbiamo interessi a un G20 diviso. Abbiamo bisogno di pace e cooperazione, non di conflitto”. Ha poi proseguito: “Saremo in grado di affrontare i problemi se risolviamo le disuguaglianze: di reddito, di accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione, al cibo, al genere, alla razza e persino di rappresentanza, all’origine delle anomalie”. L’ennesima sviolinata neo-marxista per far passare l’abominevole proposito in secondo piano.
Attendiamo l’indignazione della sinistra italiana. Che non si farà sentire, beninteso: chi plaude alla cosiddetta “resistenza ucraina” (espressione ideata ad hoc per rievocare il partigianato rosso) è proprio chi continua ad osannare Lula, acerrimo nemico di Kiev. Un cortocircuito a dir poco esilarante. Molti progressisti si sono stracciati le vesti quando lo scorso ottobre il leader del Partito dei Lavoratori aveva sconfitto, seppur di misura, il presidente uscente Jair Bolsonaro. Enrico Letta ha affermato entusiasta: “Con Lula il Brasile ha scelto la democrazia, la giustizia sociale, la lotta ai cambiamenti climatici”. Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, ha addirittura scritto di ritenere il successo di Lula un segno del fatto che “la destra si può battere”. Ma lo sorpresa arriva proprio da chi si considera un fautore della “terza via”: Matteo Renzi ha giudicato la storia del presidente Lula “incredibile”. “Che vittoria spettacolare quella di stanotte”. Per non parlare di Carlo Calenda: “Finalmente una buona notizia!”.
Ecco svelati gli altarini di chi si professa atlantista a Roma, ma si scopre putiniano a Brasilia. È riemerso l’amore per Mosca tra gli orfani del Partito Comunista? Indipendentemente da ciò, è sconveniente indossare doppiopetti in politica estera. Certe esternazioni denotano grande superficialità: elogiare in funzione anti-destra chi manifesta simpatie per un carnefice è nella migliore delle ipotesi ridicolo, nelle peggiore pericoloso.
Lorenzo Cianti, 10 settembre 2023
Nascosto in piena vista. La Russia non ha bisogno di coprire i propri crimini, ci pensa il pacifismo occidentale. Iuri Maria Prado su L'Inkiesta l'11 Settembre 2023
A differenza del Terzo Reich, che distruggeva le prove dei suoi massacri, il Cremlino fa tutto alla luce del sole: non deve sottacere alcunché, tanto lo difendono gli imbecilli suoi sostenitori negli studi televisivi e sui giornali d’Italia e d’Europa
Quando ci riuscivano, i nazisti in rotta bruciavano le fotografie e distruggevano i registri delle loro operazioni speciali, gli sterminati elenchi degli sterminati, gli archivi e le catalogazioni che mettevano in ordine i fucilati, gli uccisi dal gas, dalla fame, dalla tortura.
La belva russa non ha bisogno di ricorrere a quei frettolosi mezzi di copertura dei propri crimini. Ci pensa il pacifismo occidentale, neppure sempre finanziato, anzi spesso mobilitato in uno spontaneismo entusiasta, a mantenere in clandestinità gli orrori che punteggiano le mappe della denazificazione in Ucraina.
Non è possibile, ma certo, che l’Occidente pur predisposto ad aiutare la resistenza ucraina, e pur fattivo in tal senso, si sarebbe mosso più energicamente se la verità dell’azione russa – dall’inizio e in tutti questi mesi – fosse stata rappresentata per quel che era, anziché come la “tragedia” inevitabile e purtroppo propria di tutte le guerre.
E ancora non è solo possibile, ma certo, che il farabutto in fregola di contestare la sospetta postura dei cadaveri di Bucha, il malvissuto che sventola il curriculum da inviato di guerra per accreditare l’investigazione sulla targa del missile che fa strage in una stazione («È in dotazione all’Ucraina, signori miei!»), l’accademia schifosamente sussiegosa che arrota la erre sulla vittoria dell’Ucraina che significa «intere regioni distrutte», il geopolitologo che passa le carte del Cremlino e le mostra in prima serata con firma propria e pretesa di fondamento scientifico, è certo che tutta questa repellente compagnia di contraffattori sarebbe stata svergognata e indotta a sparire se negli studi televisivi e sui giornali in cui ha spadroneggiato si fosse fatta cronaca anche solo di un millesimo delle atrocità commesse dai russi.
La discussione sulla “guerra per procura” sarebbe stata più difficile e avrebbe scatenato non dico la ribellione, ma almeno il disgusto del pubblico, se fosse stata accompagnata dalla colonna sonora delle chat dei soldati russi che si danno il cambio nello stupro delle bambine. Meno facile sarebbe stato a certuni rimanere stravaccati e incolumi argomentando intorno alle responsabilità della Nato se l’intervistatore, anziché omaggiarli con «Ci dica, professore», «Ci spieghi, onorevole», avesse opposto a quelle oscene farneticazioni le storie dei villaggi ucraini sottoposti al dominio aguzzino e stragista degli invasori.
Disagevole sarebbe stato, per questi innominabili cialtroni, reiterare fesserie sul magna magna dei produttori di armi e farsi in tal modo complici applauditi del crimine russo, anziché essere doverosamente sputtanati, se sullo sfondo di quella scena vergognosa e imbandierata di pace pacifista avessero fatto capolino i numeri dei freddati dai cecchini, dei vecchi e delle donne e dei bambini fatti a pezzi nelle strade, nei ristoranti, nelle scuole, negli ospedali, nei mercati, e se a riscontro delle imprescindibili requisitorie a denuncia dell’irresponsabilità dei partigiani ucraini, dei vizi della dichiarazione dei redditi di Volodymyr Zelensky, del genocidio dei pellerossa e del ritiro dei ghiacciai per colpa della regola del profitto capitalista qualcuno, di passaggio, giusto per completezza di quadro, una volta ogni tanto, avesse ricordato che nell’attesa di mandare Joe Biden a Norimberga e il presidente ucraino all’Agenzia delle Entrate questi altri si dedicano con altro tipo di profitto ai massacri, alle deportazioni, all’allestimento e alla tenuta in buona funzione dei campi di concentramento e delle camere di tortura, alla deliberata e mirata distruzione delle infrastrutture e delle riserve alimentari, alla decapitazione dei prigionieri.
I crimini che i russi non hanno bisogno di sottacere, perché ci pensano i pacifisti di casa nostra.
Ucraina. La visita di Blinken e quella di Johnson. Piccole Note (filo-Putin) il 10 Settembre 2023 su Il Giornale.
“Iniziano a sentirsi scricchiolii nel lago ghiacciato delle relazioni Usa – Russia”. Con questo titolo M.K. Bhadrakumar su Indianpunchline mette in fila alcuni segnali che starebbero a indicare l’apertura di una finestra di opportunità per avviare negoziati sull’Ucraina.
Primo di questi segnali sarebbe l’incontro tra il ministro degli Esteri russo Lavrov e il suo omologo indiano S. Jaishankar a Giakarta, a margine del vertice dell’Asia orientale, avvenuto lo stesso giorno dell’arrivo a sorpresa del Capo del Dipartimento di Stato USA Antony Blinken a Kiev.
Cose distanti tra loro, ma l’India il giorno successivo avrebbe ospitato il G-20, vertice che si preannunciava difficile a causa delle diverse valutazioni sulla guerra ucraina, divergenze che potrebbero portare a non stilare un comunicato congiunto finale, la prima volta nella sua storia.
L’India aveva fatto capire all’America di non avere intenzione di discostarsi dalla sua posizione neutrale, come denotava peraltro il niet al petulante Zelensky che aveva chiesto di essere invitato. L’incontro con Lavrov sarebbe servito a cercare con i russi una formula conclusiva di compromesso con l’America. L’india, da Paese ospitante, vuole che il vertice abbia successo.
Interessante, però, data la coincidenza dell’incontro Lavrov-Jaishankar col viaggio a Kiev di Blinken, quanto annota Bhadrakumar: “I due gli eventi sono accaduti mercoledì. Il traffico di codici tra Giakarta, Kiev, Mosca e Washington sarà stato piuttosto intenso in quelle 48 ore”.
L’insolito viaggio di Blinken a Kiev
Più incisivo quanto Bhadrakumar riferisce sulla visita del Capo del Dipartimento di Stato, nel corso della quale sono ovviamente riecheggiate le usuali dichiarazioni richieste dalla propaganda. E, però, scrive l’analista indiano, “Blinken ha fatto una visita piuttosto insolita a Kiev. Nel suo petto non ardeva l’usuale fuoco sacro. Per una volta non ha minacciato la Russia né messo in ridicolo Putin […]. Né ha mostrato molto entusiasmo per la controffensiva di Kiev […] non si è parlato vanagloriosamente di liberare la Crimea, di portare la guerra in territorio russo o di costringere la Russia a lasciare i territori annessi e di negoziare con la Russia solo da una posizione di forza”.
Ancora più interessante l’altra annotazione: “La cosa più insolita della visita di Blinken è che si è protratta per un secondo giorno. Deve essere la prima volta che Blinken trascorre una notte in Ucraina. Blinken aveva un programma piuttosto serrato il primo giorno, dovendo incontrare Kuleba, Zelenskyj e il primo ministro Denis Shmigal, ma l’itinerario del secondo giorno [7 settembre] è rimasto ignoto. Ovviamente è venuto a Kiev per parlare di cose serie”.
Già, non un viaggio come altri, di quelli simbolici, atti solo a palesare la ferrea prossimità con l’Ucraina, ma operativo. E certo non per dare istruzioni militari; per queste cose serve la Nato, non un diplomatico.
Il negoziatore Umerov e la Turchia
Ancora Bhadrakumar; “Per un’interessante coincidenza, il 6 settembre il parlamento ucraino Verkhovna Rada ha approvato la nomina di Rustem Umerov a nuovo ministro della Difesa in sostituzione di Alexei Reznikov […] Ciò che contraddistingue Umerov è che è stato un negoziatore chiave nei colloqui di pace con la Russia a Istanbul che si sono svolti nel marzo dello scorso anno, che di fatto hanno portato a un documento congiunto (dal quale Zelenskyj si è successivamente ritirato sotto la pressione anglo-americana)”. Sempre a Istanbul, Umerov ha “negoziato la Black Sea Grain Initiative (il cosiddetto accordo sui cereali tra Ucraina e Russia)” che ha retto per alcuni mesi.
Il 7 settembre, un altro cenno da tenere presente: il Ministero della Difesa turco ha emanato un comunicato nel quale si leggeva: “Confermiamo la nostra disponibilità a svolgere un ruolo attivo e di assistenza nel garantire un cessate il fuoco e una pace stabile, nonché a fornire un sostegno globale per alleviare la crisi umanitaria”. Riguardo tale comunicato, Bhadrakumar sottolinea che “il ministro della Difesa turco Yasar Guler era appena tornato dalla Russia, facendo parte della delegazione che accompagnava lunedì il presidente Recep Erdogan a Sochi”.
Il messaggio del Cremlino e la visita di Johnson
“Per un’altra coincidenza, il 7 settembre, il governatore ad interim della regione di Zaporozhye (incarico ricevuto dal Cremlino) Yevgeny Balitsky ha detto all’agenzia TASS che Russia e Ucraina hanno bisogno di una piattaforma neutrale che permetta ai due paesi di negoziare soluzioni pragmatiche ai problemi comuni, tra cui quello dello scambio di prigionieri”. L’avvio di negoziati in campo neutro, ha aggiunto Balitsky , “potrebbe dare l’abbrivio a colloqui più ampi. E da ciò potrebbe nascere qualcosa. E forse riusciremo a risolvere pacificamente il compito proposto dal nostro presidente”.
Data la formazione militare e politica di Balitsky, e suoi consolidati rapporti con Mosca, annota Bhadrakumar, “senza dubbio, ha parlato su istruzioni del Cremlino. A proposito, Putin aveva incontrato Balitsky al Cremlino due settimane fa. Le osservazioni di Balitsky sono state tempestive e precise, e Blinken e i suoi ospiti ucraini non hanno di certo mancato di recepire il messaggio trasmesso: Mosca è aperta ai negoziati”.
Qualcosa si muove, insomma, a causa del fallimento della controffensiva ucraina e altro. Tanto che ieri Boris Johnson si è precipitato a Kiev per incontrare Zelensky. Johnson era stato il killer degli accordi raggiunti nel marzo dello scorso anno a Istanbul, avendo fatto pressioni sul presidente ucraino perché rigettasse l’intesa. La storia sembra ripetersi. Tanto che ieri Zelensky ha tuonato: “Nessun compromesso con i russi”. Vedremo.
Sanna Marin, la Fondazione Blair e l'invasione dell'Iraq. Piccole Note (filo-Putin) l'8 Settembre 2023 su Il Giornale.
“Il 24 febbraio la Russia ha lanciato una guerra di aggressione contro l’Ucraina. L’attacco spietato della Russia non costituisce solo una violazione dei principi fondamentali della sicurezza europea, ma anche della Carta delle Nazioni Unite e, più in generale, del diritto internazionale e dei diritti umani”. Così pontificava l’allora primo ministro finlandese Sanna Marin in un intervento al Parlamento il 16 maggio del 2022 nel quale spiegava le ragioni per cui il suo Paese doveva aderire all’Alleanza Atlantica.
“Se la Russia vincesse è come se si mandasse un messaggio che ciò si può fare, invaderebbe un altro Paese e poi un altro ancora”, dichiarava in altra sede con altrettanta contrita solennità.
La stellina della politica finlandese, che ha assurto fama internazionale per le sue grazie e l’impresa di far entrare la Finlandia nella Nato, oltre che per alcuni video festaioli non molto istituzionali, ieri ha dato l’annuncio urbi et orbi che abbandonerà la politica con annuncio un po’ tardivo, dal momento che la politica da tempo ha abbandonato lei, avendo subito una scottante sconfitta alle ultime elezioni.
E però, la Marin aveva avuto il tempo di portare a termine la missione che le era stata affidata dai suoi sponsor internazionali, essendo riuscita a fare del suo Paese un membro NATO, cioè una colonia dell’Impero, da cui la ricompensa che non poteva mancare.
Infatti, lo straziante abbandono arriva insieme al gaudioso annuncio che da oggi Sanna Marin parteciperà della benefica Fondazione Blair. grazie alla quale il mondo potrà ancora godere della sua fulgida lungimiranza.
Sanna Marin, il giovin signore Blair e la sua Fondazione
Probabile che, essendo di giovane età, la ragazza non ricordi come Blair fosse un convinto assertore dell’invasione irachena e che anzi avesse convinto George W. Bush della bontà di quel tragico passo, sul quale l’imbelle imperatore pur recalcitrava.
Né alcuno deve averle raccontato del pignolo lavorio della Commissione Chilcot, grazie alla quale il Parlamento britannico ha potuto far luce sulla trame del giovin signore del laburismo inglese, che con quella sciagurata guerra non solo devastò in modo duraturo un intero Paese, ma fece dilagare il seme del Terrore in tutto il mondo.
Un attacco spietato, per usare le parole della Marin, che vide il bombardamento a tappeto delle città irachene. Un attacco, sempre per usare le sue parole, che non solo costituiva una violazione dei principi fondamentali della sicurezza globale, ma anche della Carta delle Nazioni Unite e, più in generale, del diritto internazionale e dei diritti umani.
Un crimine rimasto impunito, tanto che il giovin signore del laburismo inglese è ancora a piede libero come tutti i suoi compagni di merende che oggi pontificano contro la Russia e piangono le sorti del popolo ucraino, che la beneamata NATO sta mandando al macello sotto i loro occhi commossi e compiaciuti.
Un’impunità che ha avuto come esito che, dopo l’Iraq, gli ambiti di cui Blair partecipa per diritto acquisito hanno sponsorizzate altre guerre, dalla Libia alla Siria allo Yemen, per restare nell’ambito dei conflitti aperti, ché tanti altri sono stati consumati nel segreto con la scusa della guerra al Terrore. Esattamente quel che la Marin denunciava come possibile ricaduta di una vittoria russa.
Tale il fulgido destino della giovin signora finlandese, che dalla nuova tribuna continuerà a far parlare di sé e a pontificare sulle crisi che affliggono il mondo, alle quali certo si adopererà con l’usata solerzia e libertà di pensiero.
Peraltro, la nuova avventura non profit le permetterà di godere delle segrete fortune della Fondazione, che grazie ai tanti e misteriosi servigi che rende ai potenti riesce a ottenere laute e variegate donazioni, a volte motivo di maligne controversie (vedi Guardian).
L’ipocrisia è parte integrante della politica, ma un tempo esistevano limiti oltre i quali si andava incontro al pubblico ludibrio. A quanto pare, il crollo del Muro di Berlino ha fatto crollare anche tali limiti, aprendo nuovi orizzonti alla politica e alla geopolitica.
Ci si perdoni questa intemerata della quale la stellina finlandese e il suo destino è solo spunto effimero – come effimera è stata la sua storia politica – che serve solo a evidenziare, ancora una volta, come il tragico conflitto ucraino sia ormai parte di un teatro nel quale la realtà conta nulla.
Ipocrisia, propaganda, disinformazione creano una realtà alternativa, quella che ogni giorno viene offerta all’opinione pubblica globale come verità rivelata. Tant’è.
Francesco Saita per Adnkronos venerdì 8 settembre 2023.
Entra al Senato dal primo di novembre Irina Osipova, 35enne russa, risultata idonea al concorso per 'coadiutore parlamentare', bandito nel 2019 e terminato lo scorso anno. Nulla di irregolare, sia chiaro, ma il nome della Osipova, 78esima classificata nel 'concorso per esami, scritti e orali' di Palazzo Madama salta agli occhi dai tabulati dove ci sono identità e punteggio degli ultimi assunti in Senato, con delicati ruoli di natura amministrativa e contabile, con la responsabilità di consultare le banche dati e 'classificare' e archiviare la corrispondenza di Palazzo.
Il curriculum della neo assunta (che vanta doppia cittadinanza, russa e italiana), è noto: classe 1988, nata a Mosca, è figlia di Oleg Osipov, per anni direttore del Centro russo di scienza e cultura di Roma, Irina è un nome conosciuto soprattutto nella capitale, accesa fan putiniana e sovranista, vicina alla destra italiana: ora diventerà impiegata del Senato della Repubblica. Assunzione che lei però non vuole confermare. Contattata dall'Adnkronos, si limita a dire: "Non voglio parlare con i giornalisti".
Di certo la politica è da sempre la sua passione: appena 28enne, nel 2016, si candidò con Fratelli d'Italia alle comunali di Roma. Ma non andò proprio benissimo, con poco meno di 200 voti raccolti. Sulle sue pagine social del tempo è tutto un inno al putinismo: "Il modello per l’Italia per difendere gli interessi nazionali”, con lo Zar definito "un leader che non ha pari al mondo". Nel frattempo ha già fondato l'associazione 'Rim - Giovani Italo-Russi', nata nel 2012 per riunire "giovani attivi e creativi, che usano principalmente il russo nella loro vita quotidiana".
Pasionaria instancabile, Irina organizza eventi e va in piazza per dire no alle sanzioni europee alla Russia, scattate dopo l'annessione della Crimea del 2014. Manifestazioni per sostenere la politica russa in Ucraina e attaccare la politica 'nazista' di Kiev nelle province russofone. Tra i suoi contatti del tempo Andrea Palmeri, il neofascista lucchese arruolato nelle milizie filorusse del Donbass, ritratto con lei mentre sfoggia una maglietta con su scritto 'Defend Italia' con tanto di kalashnikov disegnato.
Sempre in contatto con i sovranisti italiani, la Osipova è stata collaboratrice dal 2014 dell'associazione 'Lombardia-Russia', guidata dal leghista Gianluca Savoini, già braccio destro di Matteo Salvini e a lungo suo portavoce. Spesso impegnata nel ruolo di interprete, Osipova ha poi accompagnato lo stesso Salvini nelle sue trasferte in Russia, come testimoniato anche dagli scatti disseminati sui suoi canali social, che la vedono sorridente in mezzo ai vertici leghisti, come quello del dicembre 2014, con lei, Salvini alla sua destra, Savoini a sinistra. Sono gli anni in cui la Lega non nasconde le sue simpatie per Mosca, fino al caso 'dei 65 milioni di dollari' dell'hotel Metropol, messo poi a tacere da una archiviazione.
Nella sua pagina Facebook tante le foto postate, a testimonianza di una vicinanza al mondo del nazionalismo russo, che ha sempre sostenuto. Spiccano sui social le immagini con Salvini ritratto nella piazza Rossa con la maglietta raffigurante il volto di Putin e scatti come quello che vede la Osipova in compagnia di Yan Petrovsky, leader del gruppo neonazista russo, affiliato alla Wagner, 'Rusich', quel Petrovsky arrestato nelle scorse settimane in Finlandia, con l'accusa di crimini di guerra.
Di lei per un po' si perdono le tracce. C'è il tempo però -è il luglio del 2019- di smentire al Corriere della Sera le voci di una sua vicinanza ai servizi russi di cui il quotidiano di Via Solferino le chiede conto, ricordando il discusso ruolo del padre Oleg: "Io agente del Kgb? Stereotipi: una donna russa che parla di politica dev’essere per forza una spia. Nell’inchiesta sui mercenari io non sono mai stata indagata e non sono mai stata nel Donbass, in Ucraina. Inoltre, mio papà dopo 8 anni e mezzo ha concluso la sua missione e il primo giugno è tornato a Mosca".
Dopo l'uscita del bando di Palazzo Madama, pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 80 dell'8 ottobre 2019, la giovane russa inizia a preparare il concorso, una tour di force, tra scritti e orali, con la sua ultima prova sostenuta a luglio del 2022, il 5 del mese, nella sessione pomeridiana, a distanza di tre anni dal bando, con ritardi legati anche alla stagione del covid. Osipova non demorde, supera tutte le insidie, la prova preliminare, quella dattilografica, infine le prove orali e tecniche, rispondendo anche a "10 quesiti inerenti la storia d’Italia dal 1861 ad oggi", a "10 quesiti riguardanti la Costituzione Italiana" e traducendo "in italiano, senza l’ausilio del vocabolario, uno o più testi in lingua inglese", come recita il regolamento.
Ora Irina Osipova sta per prendere servizio in Senato, grazie alla vittoria al concorso che l'ha vista primeggiare, superando la concorrenza di ben 12mila candidati. Una delle persone "oggettivamente selezionate", come sottolinea chi ha avuto modo di esaminare i candidati a Palazzo Madama. "Hanno superato tutti un concorso di alto livello, con prove davvero difficili", aggiungono dalla Commissione che ha promosso la russa Osipova e gli altri 123 colleghi 'coadiutori'.
Da adnkronos.com sabato 9 settembre 2023.
L'Ambasciata ucraina a Roma interviene sul caso della russa Irina Osipova assunta al Senato con una dichiarazione all'Adnkronos in cui esprime preoccupazione per la vicenda. "L'Ambasciata d'Ucraina a Roma ha sviluppato rapporti di amicizia con il Senato della Repubblica Italiana.
Dall'inizio della guerra della Federazione Russa contro l'Ucraina -ricorda la rappresentanza di Kiev in Italia- abbiamo sentito il sostegno costante dei parlamentari italiani. Vale solo la pena menzionare la recente decisione del Senato di riconoscere l’Holodomor del 1932-1933 come genocidio del popolo ucraino".
"Pertanto, l’Ambasciata ha saputo con grande dispiacere dell'assunzione come funzionaria del Senato di una propagandista russa. Adesso molte istituzioni, nazionali e internazionali, si impegnano nel diminuire la presenza dei funzionari russi nelle proprie strutture, visto che -mette in guardia l'ambasciata- l’attività dei rappresentanti del Paese aggressore può costituire i rischi per l’istituzione stessa e il paese in generale”.
Da adnkronos.com sabato 9 settembre 2023.
"Irina Osipova aveva certamente tutti requisiti indispensabili dal bando per l'ammissione e si è conquistata il suo posto nella graduatoria degli idonei non vincitori esclusivamente per le sue capacità personali". E' quanto assicura all'Adnkronos l'ex senatrice Paola Binetti, che è stata presidente della commissione esaminatrice di Palazzo Madama che ha valutato durante le prove per il concorso da coadiutore, la russa Irina Osipova, neo-assunta in Senato. L'ex senatrice centrista ci tiene a precisare come "i concorsi per lavorare in Parlamento, sia in Senato che alla Camera dei Deputati sono nello stesso tempo tra i più ambiti da parte dei candidati e tra i più rigorosi da parte della Commissione".
"La procedura è piuttosto complessa e prevede il superamento di diverse prove con un vero e proprio carattere selettivo sulla base delle abilità, delle attitudini e delle competenze dei partecipanti -aggiunge-. Solo in questo modo è possibile ridurre il numero iniziale dei candidati, che in questo caso superava i 12mila, ad una misura di poche centinaia, che permetta di ascoltarli tutti, uno ad uno dalla stessa commissione, con un colloquio finale. Dalla sommatoria di tutte queste prove, dipenda la votazione e la collocazione in graduatoria. La maggior parte delle prove preliminari sono corrette automaticamente, come è ormai prassi, e sempre in forma anonima".
Sulla vicenda di Osipova, Binetti ricorda come la candidata, risultata idonea "non è stata assunta l’anno scorso con i 60 idonei vincitori del concorso" in quanto classificata al 78esimo posto. "Ma, avendo il Senato un maggior bisogno di personale per fronteggiare tutto il lavoro necessario a far funzionare la macchina amministrativa, ha deciso di assumere anche gli idonei, e quindi è maturato per lei il diritto a lavorare in una delle sedi di lavoro più prestigiose, a cui è lecito aspirare".
"Durante tutte le diverse prove che ha sostenuto, compreso il colloquio finale, nessuno le ha chiesto quali idee politiche avesse, quali esperienze avesse fatto in ambito politico, quali fossero le sue amicizie o le sue conoscenze più o meno altolocate -assicura-. Sarebbe stata una ingiusta interferenza, che avrebbe creato una evidente ingiusta discriminazione".
"Però, se come privato cittadino è libera di avere le idee che più si conformano alle sue scelte politiche e ai valori in cui crede, come pubblico funzionario non le sarà consentito farne propaganda. Ma questa è un’altra storia. E tutti si augurano che con la stessa intelligenza con cui ha superato il concorso, sappia anche trovare la giusta professionalità ed eleganza umana per iniziare il lavoro in Senato", conclude Binetti.
Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla per “la Repubblica” sabato 9 settembre 2023.
Sostenitrice di Putin, russa con cittadinanza italiana, amica di combattenti dell’esercito di mercenari Wagner, animatrice dell’associazione Lombardia-Russia attraverso la quale è stata in missione a Mosca con Gianluca Savoini e Matteo Salvini all’epoca della Lega filo Putin. Ma amica anche del combattente nel Donbass, sul quale spicca un mandato di cattura, Andrea Palmeri. Un bel curriculum, che adesso si arricchirà con l’assunzione in un luogo chiave della democrazia e dello Stato italiano: il Senato.
Dal primo novembre Irina Osipova, 35enne russa, prenderà servizio a Palazzo Madama come coadiutrice parlamentare dopo aver vinto il concorso bandito nel 2019 e terminato con gli orali lo scorso anno: a guerra iniziata da tempo e quando l’attenzione sulle influenze russe in Italia era già alta.
«Tutto regolare», dice la presidente della commissione di quel concorso, l’ex senatrice del Partito democratico passata a Forza Italia Paola Binetti. […]
Osipova dopo gli scritti in graduatoria era al 122esimo posto, poi dopo gli orali è balzata al 78esimo posto risultando idonea. Da novembre entrerà quindi nei ruoli del Senato: ancora non si sa in qualche ufficio sarà assegnata.
«In tutti i grandi Paesi europei i candidati a posti delicati nella macchina dello Stato sono valutati per le competenze e ricevono anche un nulla osta di sicurezza. Possibile che i concorsi parlamentari non prevedano nulla di simile?», si chiede la deputata democratica e vicepresidente della commissione Esteri della Camera, Lia Quartapelle.
Proprio così, al Senato non è previsto alcun passaggio ulteriore. […] bastava andare su Google per sapere chi avevano davanti. Osipova, mai indagata e incensurata, è la figlia di Oleg Osipov, ex direttore del Centro russo di scienza e cultura di Roma. Ed è già arrivata agli onori della cronaca più volte: sfiorata da vicende che hanno riguardato i viaggi dei leghisti a Mosca (appena archiviata l’indagine sugli incontri con faccendieri russi di Savioni e altri al Melitopol), ma anche arresti di mercenari e polemiche su fascisti filoputiniani suoi amici.
Nel 2012, giovanissima, fonda l’associazione Rim — Giovani Italo-Russi, che organizza proteste contro le sanzioni europee alla Russia dopo l’annessione della Crimea del 2014. Poco dopo entra in contatto con Palmeri, fascista di Lucca che fa la spola con il Donbass filorusso e che lì apre una onlus: i due sono ritratti insieme con lei che indossa una maglietta con su scritto «Defend Italia» con tanto di kalashnikov disegnato.
Ma sui social girano in quegli anni anche sue foto con Yan Petrovsky, leader del gruppo neonazista russo legato alla Wagner: Petrovsky è stato arrestato il mese scorso in Finlandia con l’accusa di crimini di guerra.
Nel 2014 diventa Osipova una collaboratrice dell’associazione Lombardia-Russia fondata dal leghista, e anche lui con orientamenti di estrema destra, Savoini. Osipova in quegli anni farà da interprete del leader della Lega in diversi viaggi a Mosca e anche quinon mancano le foto sotto il Cremlino.
Nel 2015 è a San Pietroburgo al raduno dell’estrema destra europea: a quell’evento partecipa anche Roberto Fiore di Forza Nuova. Nel 2016 si candida con Fratelli d’Italia al Comune di Roma (prende meno di 200 voti).
Le sue idee sono chiare. «Osipova aveva certamente tutti requisiti indispensabili dal bando per l’ammissione e si è conquistata il suo posto nella graduatoria degli idonei non vincitori esclusivamente per le sue capacità personali» ha ribadito all’Adnkronos l’ex senatrice Binetti.
Un passato con Lega e FdI. Chi è Irina Osipova, la sovranista e fan di Putin che ha vinto il concorso per lavorare in Senato. Redazione su L'Unità l'8 Settembre 2023
Una “pasionaria” del putinismo che entrerà dal prossimo primo novembre al Senato con l’incarico di coadiutore parlamentare. È la storia Irina Osipova, 35enne russa ma con cittadinanza italiana che ha vinto, giungendo 78esima, il concorso bandito nel 2019 per lavorare a Palazzo Madama.
Il caso nasce dall’AdnKronos, l’agenzia stampa che ha anche provato ad ottenere un commento della Osipova che si è invece limitata ad una replica secca: “Non voglio parlare con i giornalisti”. Caso dovuto al passato della Osipova: classe 1988, nata a Mosca, è figlia di Oleg Osipov, per anni direttore del Centro russo di scienza e cultura di Roma. La giovane Irina è da sempre sostenitrice delle politiche di Vladimir Putin e della destra sovranista nostrana: nel 2016, ad appena 28 anni, si candidò per Fratelli d’Italia alle elezioni comunali di Roma ottenendo meno di 200 voti.
Sulle sue pagine social del tempo è tutto un inno al putinismo: “Il modello per l’Italia per difendere gli interessi nazionali”, con lo Zar definito “un leader che non ha pari al mondo“, ricorda l’AdnKronos. Osipova organizzava anche eventi e va in piazza per dire ‘no’ alle sanzioni europee alla Russia, scattate dopo l’annessione della Crimea del 2014. Manifestazioni per sostenere la politica russa in Ucraina e attaccare la politica ‘nazista’ di Kiev nelle province russofone.
Le frequentazioni con la destra italiana però risalgono ad anni prima: nel 2012 fonda l’associazione Rim con lo scopo di riunire giovani attivi e creativi italo-russi”, quindi inizia a collaborare con l’associazione Lombardia-Russia nel 2014. Si tratta dell’ente guidato dal leghista Gianluca Savoini, già braccio destro di Matteo Salvini e a lungo suo portavoce, protagonista del caso dell’hotel Metropol. Osipova venne anche immortalata quell’anno in una foto sorridente al centro tra Savoini e Salvini, con cui volò in Russia per fargli da traduttrice in occasioni di due trasferte del leader del Carroccio a Mosca.
Anche altre foto hanno provocato scandalo: come quella assieme a Yan Petrovsky, leader del gruppo neonazista russo Ruisch, affiliato alla Wagner. Soltanto qualche settimana fa Petrovsky, accusato di crimini di guerra compiuti in Ucraina, è fuggito in Finlandia e si è fatto arrestare.
Nel 2019, dopo alcuni anni di oblio, Osipova torna per smentire al Corriere della Sera le voci su una presenta vicinanza ai servizi russi di cui il quotidiano le chiede conto, ricordando il discusso ruolo del padre Oleg: “Io agente del Kgb? Stereotipi: una donna russa che parla di politica dev’essere per forza una spia. Nell’inchiesta sui mercenari io non sono mai stata indagata e non sono mai stata nel Donbass, in Ucraina. Inoltre, mio papà dopo 8 anni e mezzo ha concluso la sua missione e il primo giugno è tornato a Mosca“.
Con questo “curriculum”, Osipova è risultata tra i candidati idonei del concorso terminato dopo ben tre anni, anche a causa dei ritardi dovuti al periodo Covid: il bando metteva a disposizione 60 posti ma, secondo quanto appreso da Open, la 35enne italo-russa ha comunque ottenuto il posto perché, per sopraggiunte esigenze di personale, Palazzo Madama avrebbe deciso di assumere non solo i 60 vincitori del concorso, ma anche i candidati risultati idonei, fino alla 124esima piazza.
Redazione - 8 Settembre 2023
Russia, gli specialisti "anti-putinate": un clamoroso caso in Svezia. Giulio Terzi di Sant'Agata su Libero Quotidiano l'08 settembre 2023
In Europa, anche la Svezia si è dotata di una struttura apposita per la guerra psicologica, finalizzata a fronteggiare la propaganda e la disinformazione della Russia di Putin. Come ha scritto il New York Times il 10 agosto 2023: «la Svezia da gennaio 2022 si affida alla propria Psychological Defense Agency, una struttura del Ministero della difesa a cui fanno riferimento 55 addetti. [...] Quest’agenzia è ora in prima linea in difesa di un Paese che fronteggia a livelli sostenuti un attacco di informazioni dall’esterno».
Il direttore dell’agenzia, Magnus Hjor, è uno storico di professione e ha precisato che la sua struttura opera in modo deontologicamente corretto al punto da setacciare solo contenuti creati fuori dai confini nazionali, e ciò per non intaccare - a suo dire - la libertà di espressione. I recenti episodi riguardanti il rogo di copie del Corano in Svezia hanno messo in luce le interferenze proprio della Russia, vuoi per il pagamento della penale per far uscire dalle carceri svedesi l’attivista Rasmus Paludan, vuoi perché un altro militante anti-islamico, Salwan Momika, non ha risposto ai giornalisti circa i suoi rapporti con Mosca.
Sull’altra sponda dell'Atlantico, la CNN ha riportato il 26 agosto le “Newly declassified US intel” secondo cui sono in atto «operazioni di influenza russe su territorio americano progettate per essere deliberatamente su piccola scala». Perché su piccola scala? Perché l’obiettivo più generale - ha affermato un ufficiale statunitense autorizzato a parlare con la CNN- è quello di fare in modo che queste idee siano veicolate ai cittadini da personalità americane, europee, insomma occidentali, per dare ai contenuti un’apparenza organica e coerente tale da renderli più credibili.
Queste operazioni di influenza “per cooptazione” si basano in primo luogo sulle relazioni personali e fanno parte della guerra ibrida di Mosca sin dai tempi dell’Unione Sovietica. Operazioni di cooptazione che avvengono anche in Italia, che coinvolgono anche le élites del nostro Paese, dai politici eletti ai militari passando per la Pubblica Amministrazione.
Negli ultimi decenni, la rapida avanzata delle tecnologie dell’informazione ha consentito alle dittature di attaccare le opposizioni interne e gli Stati democratici, usando i media globalizzati, la televisione, la radio, ma soprattutto Internet. Ciò ha ampliato il concetto stesso di guerra oltre che di spionaggio e di intelligence, fino ad includere la dimensione culturale, sociale, giuridica, psicologica, morale. Tutto è a rischio, tutto viene preso di mira.
TATTICHE DA KGB - Yuri Andropov, sesto leader dell’URSS - già direttore del KGB- aveva definito queste azioni destabilizzanti come «una forma segreta di lotta politica che fa uso di mezzi e metodi clandestini per acquisire informazioni segrete e attuare misure attive ed esercitare un’influenza sull’avversario indebolendone la politica, le posizioni scientifiche, tecniche e militari».
Non si deve dimenticare l'apporto geopolitico-eversivo della compagnia di mercenari Wagner fondata da Yevgeny Prigozhin, con le sue attività criminali in Africa, nel Caucaso e nei Balcani, i suoi attacchi cyberwar collegati a tutti i diversi servizi segreti russi, il reclutamento di soldati con prelievi forzati di cubani (con il consenso del regime comunista), ma anche africani e caucasici, da usare nella guerra contro l’Ucraina. Si tratta di vere e proprie operazioni criminali, condotte da uno Stato-mafia qual è la Federazione Russa di Putin, in continuità e coerenza con l’epoca sovietica.
Ora, alcune riflessioni e domande sono d’obbligo. Chi decide il confine tra diritto di espressione (costituzionalmente garantito), e attività di disinformazione intenzionale che si configurano come contrarie alla sicurezza nazionale? Per intenderci, come difendere i nostri cittadini da queste strategie di inganno della guerra psicologica, e dalle complicità con la Federazione Russa che sono riscontrabili in settori della società e del potere anche in Italia?
LIBERTÀ E SICUREZZA - L’art. 6 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea afferma che «ogni persona ha diritto alla libertà ed alla sicurezza». L’interpretazione di questa norma, però, in relazione alla cosiddetta “teoria del nemico”, racchiude due difficoltà: da un lato, riconoscere alla persona il diritto assoluto alla libertà e alla sicurezza, e dall’altro avvertire la limitazione della libertà per perseguire quel valore della sicurezza che è esso stesso un diritto. La ricetta sta nell’equilibrio tra questi due corni del dilemma, per garantire lunga vita alla civiltà occidentale senza chinarsi ai facili disconoscimenti della nostra identità, fatta di democrazia, libertà e dunque libero scambio di idee e di punti di vista.
"Iraq e Ucraina, il rischio del tifo nell'informazione": cosa significa raccontare la guerra oggi. Fulvio Scaglione modererà l'evento del 26 settembre di InsideOver. Oggi parla della sua esperienza e del rischio del tifo in politica estera. Andrea Muratore il 7 Settembre 2023 su Il Giornale.
Fulvio Scaglione non ha dubbi: il giornalismo odierno, soprattutto sulla politica estera, è troppo spesso condizionato da tifoserie e visioni partigiane. Classe 1957, giornalista dal 1983, dal 2000 al 2016 vice-direttore del settimanale Famiglia Cristiana, di cui nel 2010 ha varato l’edizione on-line del giornale, Scaglione è un affermato studioso e commentatore della politica estera contemporanea, specializzato sulla Russia e sul Medio Oriente. Il 26 settembre, presso la Fondazione delle Stelline a Milano, modererà la conferenza "Raccontare la guerra oggi" organizzata da ilGiornale.it e InsideOver con Fausto Biloslavo, Giovanna Botteri, Lucia Goracci e Alberto Negri. Con lui dialoghiamo riguardo alla sua esperienza e al futuro dell'informazione sugli scenari bellici più caldi del pianeta.
"RACCONTARE LA GUERRA OGGI": ISCRIVITI ALL'EVENTO DEL 26 SETTEMBRE
Scaglione, grazie mille per la disponibilità. La sua carriera giornalistica è stata lunga e articolata. Quale ritiene siano state le esperienze più importanti che l'hanno segnata?
"Sicuramente, ritengo una svolta fondamentale nella mia carriera la nomina al ruolo di corrispondente da Mosca per Famiglia Cristiana nel 1992, che proseguì per tutto il decennio. La ritengo fondamentale non tanto e non solo per il ruolo di corrispondente in sé, che implica una maniera diversa e articolata di lavorare e approcciarsi ai problemi dell'informazione, quanto piuttosto per l'ampiezza di vedute che stare a Mosca in quel tempo complesso permetteva di sviluppare. Ai tempi collaboravo già con Avvenire ma ero corrispondente per un settimanale in una realtà dove lavoravano principalmente dei quotidianisti dei giornali e della Tv".
Cosa significò per lei l'esperienza russa?
"Significò innanzitutto lavorare fianco a fianco di validi professionisti a loro volta corrispondenti da Mosca come Fiammetta Cucurnia, Enrico Franceschini, Giulietto Chiesa. Nell'era Eltsin l'informazione italiana a Mosca vedevi operativi il massimo numero di corrispondenti a Mosca. Lavorare a Mosca ebbe poi per me una grande valenza personale. Mi sono laureato a Torino in Lingua e Letteratura straniera con una tesi a tema russo sulla cinematografia degli Anni Venti in Unione Sovietica, e questo per me chiudeva un cerchio. Infine, lavorare a Mosca mi aprì la passione per il Medio Oriente. Nel 1996 visitai l'Afghanistan allora già governato dai Talebani e da lì mi appassionai a un'area di mondo che ho raccontato a lungo"
Da Mosca iniziò a raccontare anche le guerre. Guerre nate dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica e che continuano ancora. Quali ha seguito?
"Sono andato in Cecenia durante la prima guerra. In precedenza ho seguito i conflitti in Tagikistan e Nagorno-Karabakh. Conflitti sorti dalla fine prematura della superpotenza sovietica e dal coacervo di rivalità geopolitiche, secessionismi e nazionalismi che scatenò".
Così come la fine dell'Impero ottomano ha aperto l'inizio del caos mediorientale, così vale per l'Urss e la decomposizione del suo ex spazio imperiale. L'Ucraina di oggi si inserisce in questo contesto?
"La guerra in Ucraina fa parte della lunga fine dell’Urss. L’Urss è crollata lasciando un vuoto e essendo un grande impero multinazionale, lasciando milioni di persone in luoghi che loro o i loro connazionali non ritenevano corretti sul profilo nazionale ed etnico e lasciando inoltre dietro di sé un coacervo di odii e risentimenti. Quando Putin ha detto che la fine dell’Urss è stata la più grande catastrofe geopolitica del Novecento da noi tutti l’hanno preso come una dichiarazione di nostalgia dell’Urss. In realtà evidenziava il fatto che la nascita di quindici Paesi in pochi mesi a partire dal 1991 non poteva non creare frizioni sul medio-lungo periodo. Soprattutto se in molti di questi Paesi esiste una ragione di risentimento verso la casa madre"
Questa complessità spesso è negata dalla nostra informazione...
"Registro con tristezza che ci sono dei momenti in cui a prescindere dalle ragioni delle parti in campo il sistema informativo occidentale si allinea come un sol uomo dietro determinate posizioni, rifiutando di discutere quelli che diventano dei veri e propri dogmi. Nel 2003 sull’Iraq bisognava dire che l’invasione era giusta e avrebbe prodotto dei vantaggi, prima fra tutte la fine delle indiscutibili armi di distruzione di massa. Ricordo una copertina dell’Economist che spiegava, nell’aprile 2003, la fine dell’era del petrolio e del ricatto del greggio da parte del Medio Oriente. Si prevedeva che il petrolio poteva arrivare a costare un dollaro al barile, previsione fallimentare. Questo dimostra un fatto: sul fronte informativo, quasi ogni pronostico e giustificazione si è rivelato fallace per quanto riguarda quella guerra. Con l’Ucraina sta succedendo la stessa cosa".
Cosa la preoccupa in particolare?
"In questa guerra, come successo con l’Iraq, è abbastanza facile stimolare il senso del tifo. E il tifo da stadio applicato alle estreme conseguenze può creare rischi e visioni distorte della realtà. In Iraq c’era Saddam Hussein, qui un Paese invaso e “vittima” per definizione, portando al grande pubblico la questione in termini di derby tra “Bene” e “Male”. Criticare questo tipo di atteggiamento finisce per non incidere sulle considerazioni finali di questa crisi. Ovviamente, è indubbio che questa guerra sia esplosa con l'invasione russa dell'Ucraina. Ma questo non deve lasciar perdere riflessioni a tutto campo sulle sue conseguenze geopolitiche per tutto il pianeta".
Ormai sembra che tra filorussi accaniti e fautori della vittoria accanita ucraina ci sia una tribalizzazione vera e propria, non trova?
"Proliferano generalizzazioni ridicole dall’una e dall’altro lato e che spesso hanno delle firme importanti alle spalle. Mi consolo con una constatazione: queste firme importanti spesso sono le stesse che scrivevano articoli e considerazioni fuorvianti sull’Iraq. C’è della logica in questa follia, ma per fortuna d'altro canto ci sono fonti dialettiche, critiche, obiettive e intelligenti che guardano alle conseguenze di medio-lungo periodo degli eventi. E provano a difendere l'informazione di qualità".
Ucraina. Le direttive di Göring e l'escalation graduale. Piccole Note (filo-Putin) il 7 Settembre 2023 su Il Giornale.
“La gente non vuole la guerra […]. Ma sono i leader delle nazioni che determinano la politica ed è semplice trascinare le masse, sia che si tratti di una democrazia che una dittatura fascista, un parlamento o una dittatura comunista. Abbia o meno la possibilità di esprimersi. il popolo può sempre essere assoggettato agli ordini dei leader. È facile. Tutto quello che bisogna fare è dir loro che sono stati aggrediti e denunciare i pacifisti per mancanza di patriottismo, cosa che espone il Paese a un pericolo maggiore”. Così il Maresciallo del Reich Hermann Göring al processo di Norimberga.
La logica della guerra imminente
Parole di stretta attualità per quanto riguarda il conflitto ucraino. L’aggressione all’Ucraina minaccia il mondo è il refrain che riecheggia dall’inizio della guerra, concetto ribadito da Blinken nella sua recente visita a Kiev: “:La sicurezza dell’Ucraina è parte integrante della sicurezza dell’intera comunità euro-atlantica e anzi è parte integrante della sicurezza di tutto il mondo”. Inutile ribadire come siano ostracizzati, se non peggio, quanti – pochi in realtà – invocano pace e negoziati, additati come disfattisti e filo-putiniani.
La citazione di Goering l’abbiamo ripresa da un articolo di James George Jatras pubblicato sul sito del Ron Paul Institute dedicato all’incipiente corsa verso la Terza guerra mondiale. Nella sua nota, però, un cenno ancora più incisivo sui rischi incombenti: “Gilbert Doctorow, grande conoscitore della Russia, paragona la situazione attuale a quella della campagna di Russia di Napoleone del 1812 descritta da Leone Tolstoj in Guerra e pace. Oggi come allora, ciò che accadrà dopo non sarà dovuto tanto a questo o quel decisore politico che prenderà questa o quella decisione sbagliata. Piuttosto, ‘la precondizione per la guerra è l’accettazione quasi universale della logica della guerra imminente’”.
Ancora Doctorow: “Nessuno vuole la guerra, né Washington né Mosca. Tuttavia, lo smantellamento graduale dei canali di comunicazione, dei programmi simbolici di cooperazione in un’ampia gamma di settori e lo smantellamento di tutti gli accordi sulla limitazione delle armi, ratificati dopo decenni di negoziati, oltre alle nuove armi in arrivo, sistemi che lasciano a entrambe le parti meno di 10 minuti per decidere come rispondere agli allarmi dei missili in arrivo: tutto ciò prepara la strada a un incidente che porrà fine a tutti gli incidenti. Falsi allarmi si sono verificati anche durante la Guerra Fredda, ma una certa misura di fiducia reciproca ha portato moderazione. Adesso tutto ciò è finito e se qualcosa va storto siamo tutti papere morte”.
I dilemmi d’Oriente e d’Occidente
Nella nota, un altro passaggio interessante: “Con il fallimento dell’offensiva ucraina, Mosca si trova di fronte a un dilemma. Si devono muovere con decisione per imporre una soluzione militare che ponga fine alla guerra o devono continuare a mostrare moderazione nella speranza che qualcuno, da qualche parte – Kiev, Washington, Londra, Bruxelles – decida che è ora di cercare la pace? Non volendo fare un passo affrettato, che possa portare ad uno scontro diretto tra le forze NATO e quelle russe, finora [i russi] hanno scelto la seconda opzione – ripeto: finora”.
“L’Occidente si trova di fronte al proprio dilemma. I nostri governanti ammettono la sconfitta, il che di fatto significa la fine dell’Impero Globale Americano (GAE)? Oppure trascinano le cose il più a lungo possibile, sperando che Mosca cada in un altro cessate il fuoco tipo Minsk, con il Cremlino che interpreta la parte di Charlie Brown che fa un altro tentativo di calciare il pallone, essendogli stato promesso che questa volta manterremo la parola?”
“Oppure, scambiando la moderazione russa per debolezza, supereranno i limiti e invieranno nell’Ucraina occidentale una ‘coalizione di volenterosi’, oppure sfideranno le forze navali russe nel Mar Nero o sosterranno ed equipaggeranno gli ucraini perché intensifichino gli attacchi contro Mosca e altre città russe? Oppure metteranno in scena una qualche false flag analoghe a quelle che si sono rivelate tanto efficaci in altri conflitti [vedi baia del Tonchino]? In altre parole, rilanciamo? A tutto questo va aggiunta l’apertura di altri teatri di conflitto asimmetrici: nei Balcani, in Siria, in Iran, nello Stretto di Taiwan e altrove”.
La sconsiderata escalation graduale
“Reputando erroneamente che i loro avversari abbiano una mentalità razionale, i russi sembrano essere profondamente consapevoli della legittima preoccupazione che un’azione militare decisiva sul terreno possa gettare nel panico la NATO e innescare un’escalation incontrollata”.
“Sembrano, però, ignari della preoccupazione opposta, cioè che, trattenendosi e aspettando un dialogo ragionevole che non avrà mai luogo, stanno in realtà incoraggiando il loro avversario a inscenare una provocazione sconsiderata dopo l’altra – nella convinzione che qualche deus ex machina possa strappare la vittoria dalle fauci della sconfitta – con quella conseguente escalation incontrollata che Mosca sta cercando di evitare”.
“Queste considerazioni presuppongono che i miserabili esemplari di umanità che dettano legge nelle capitali occidentali siano disposti solo a correre il rischio di un conflitto diretto, ma non lo sceglierebbero mai deliberatamente. Ma questa ipotesi è corretta? Come osserva Doctorow, i vecchi vincoli della Guerra Fredda sono collassati. Forse una dimostrazione di forze tramite una minuscola bomba atomica a basso rendimento è proprio la cosa giusta da fare per mostrare a quel non umano di Vladolf Putler che il GAE è una cosa seria!”.
Toni forti, quelli usati da Jatras, ma il rischio che sta correndo l’umanità è alto, anzi altissimo, come mai prima d’ora. Da cui certa esasperazione.
Il ministro della Difesa ucraino, il negoziatore. Piccole Note (filo-Putin) il 6 Settembre 2023 su Il Giornale.
Oggi la Rada ucraina ha confermato la nomina di Rustem Umerov a nuovo ministro della Difesa. Va a sostituire Oleksii Reznikov, al quale sarà ascritto il fallimento della controffensiva ucraina.
Il cambio di guardia non è stato motivato più di tanto, ma si sa che serve anche a ripulire l’immagine del governo di Kiev offuscata dalle ombre della corruttela, un vero verminaio incistato per lo più nell’apparato della Difesa, dove girano più soldi che altrove (implicito nello slogan “armi all’Ucraina”).
Si è detto anche che la sua cacciata corra in parallelo a quella del super-falco ministro della Difesa britannico Ben Wallace, dimessosi alcuni giorni fa, al quale era legato a filo doppio, ma è più interessante scoprire la fisionomia del nuovo arrivato.
Il tataro americano
Di Umerov si sa che non è un militare, ma è un particolare di poca importanza dal momento che le strategie ucraine sono eterodirette da tempo. Poco noto è che egli è un tataro della Crimea, etnia della penisola contesa che la propaganda occidentale dichiara sia ostracizzata dai russi, ma è propaganda appunto, dal momento che quando si è svolto il referendum sull’annessione della Crimea alla Russia anche i tatari hanno votato per lo più a favore (allora tutti, anche quanti ritenevano illegittimo il referendum, riconobbero che il voto rispecchiava la volontà popolare).
Non un tataro qualsiasi, dal momento che la famiglia Umerov era parte integrante del Mejlis, il movimento politico dei tatari, e lui ne divenne un esponente di rilievo. I tatari appartengono alla grande famiglia turca, da cui gli stretti legami con la Turchia, nella quale è andato “mille volte”, tanto da essere trattato come un “fratello” da tanti turchi, come da sua battuta riferita da Strana. Inutile aggiungere che il Mejlis ha legami consolidati con le Agenzie degli Stati Uniti.
Ma Umerov, registra il sito ucraino Strana, ha viaggiato anche altrove, vantando amicizie influenti in tanta parta del Medio oriente, in particolare in Arabia Saudita. E, ovviamente, come spiega anche Strana, ha ottimi rapporti con gli Stati Uniti – dalla quale ha percepito anche una borsa di studio – senza i quali non si fa carriera in Ucraina.
Eletto alla Rada ucraina come indipendente in un partito diverso da quello di Zelensky, Golos (Voce), si è avvicinato ben presto all’ufficio del presidente, tanto da diventarne uomo di fiducia.
Per questo è stato messo a capo del Fondo del Demanio, nel quale ha avviato un processo privatizzazione delle piccole imprese fallite e acquisite dalla Stato, che ha prodotti numeri “da record”. Tanto che a giugno, restavano invendute o non affittate solo 228 piccole imprese (fonte epravda.com). Potenza delle privatizzazioni in tempo di guerra…
Il negoziatore
Molto più importante, però, il fatto che Umerov, durante la guerra, sia stato spesso impegnato in negoziati segreti con i russi allo scopo di scambiare i prigionieri. Non solo, egli faceva parte della squadra negoziale che aveva siglato un accordo con i russi dopo alcuni mesi di guerra, quello concordato grazie alla mediazione turca e poi vanificato dall’intervento occidentale che voleva la prosecuzione della guerra.
Umerov non era un membro qualsiasi del team negoziale ucraino, dal momento che subì la stessa sorte di Roman Abramovich, presente anche lui a Istanbul in qualità di mediatore mentre veniva vergato l’accordo tra russi e ucraini e come lui oggetto di una notizia bomba, nel senso letterale della parola, lanciata dal Wall Street Journal in quel frangente.
I due, insieme a un altro membro della delegazione ucraina, erano stati avvelenati da Putin annunciava il WSJ. Notizia poi smentita sia da Umerov (che poi ha ritrattato) che da Abramovich, che si mostrò vivo e vegeto al summit, ma riuscì nello scopo di spaventare la delegazione ucraina.
En passant, si può ricordare che un altro membro di quella delegazione, il banchiere Denis Kireev, fu brutalmente assassinato perché accusato di tradimento dall’intelligence ucraina, accusa confutata in maniera netta dall’attuale capo dell’intelligence militare di Kiev, Kyrylo Budanov, in un’intervista al WSJ.
Per esser fatto segno di tanta attenzione, Umerov doveva contare più di altri membri della delegazione. Detto questo, come precisa il media ucraino Strana, Umerov resta uno yesman americano e a tale sostegno deve il suo successo.
Se si aprissero negoziati…
Interessante conclusione dell’articolo di Strana: “La principale competenza di Umerov sono i legami molto stretti con la Turchia e l’Arabia Saudita. Questi Paesi, come si sa, si sono offerti in maniera attiva come mediatori per una soluzione pacifica tra Ucraina e Russia. Pertanto, se le parti in conflitto decidessero improvvisamente di riprendere il processo negoziale, allora Umerov ‘Giocherà, ovviamente, un ruolo chiave. Certo, potrebbe svolgere tale ruolo anche senza ricoprire alcun incarico, ma la carica di ministro della Difesa gli conferirà un forte peso nei negoziati”, dice una fonte”.
In realtà, non sono le parti in conflitto a doversi decidere per i negoziati, quanto Stati Uniti e Russia, ma tant’é. Però, il fatto che l’impero, o una fazione attualmente dominante dello stesso, abbia dato il suo placet alla nomina di Umerov suscita curiosità.
Si può notare, peraltro, che tale nomina arriva in coincidenza cronologica con l’incontro tra Erdogan e Putin, summit al quale abbiamo dedicato la nota precedente. Nell’incontro si è parlato dell’accordo sul grano ucraino, che prevede un’intesa tra russi e ucraini mediata dai turchi, ma si è anche parlato di possibili negoziati per porre fine alla guerra ucraina.
La coincidenza temporale che abbiamo sottolineato non deve suscitare facili illusioni riguardo il conflitto ucraino. Ma registrare il dato è doveroso.
Il sacrificio rituale che si consuma in Ucraina Piccole Note (filo-Putin) il 5 Settembre 2023 su Il Giornale.
“Di ritorno da un viaggio a Kiev, il senatore del partito democratico Richard Blumenthal ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno guadagnando soldi in Ucraina perché la Russia sta subendo perdite senza che si registri nessuna vittima americana, evidenziando un’assenza di premura per le vite ucraine”. Così Dave DeCamp su Antiwar.
“Anche gli americani non particolarmente interessati alla libertà e all’indipendenza delle democrazie del mondo dovrebbero essere soddisfatti del fatto che stiamo ottenendo un guadagno per i nostri investimenti in Ucraina”, ha scritto Blumenthal sul Connecticut Post.
“Con meno del 3% del bilancio militare della nostra nazione, abbiamo fatto in modo che l’Ucraina riducesse della metà la forza militare della Russia… Il tutto senza che una sola donna o un solo uomo del servizio militare americano sia stato ferito o ucciso”, ha aggiunto.
Sacrificio rituale: soldi ben spesi…
“L’argomento – scrive DeCamp – è diventato tema di discussione usuale tra i falchi di Washington, i quali vogliono che gli Stati Uniti continuino ad alimentare la guerra per procura contro la Russia. Infatti, il senatore repubblicano Mitt Romney ha recentemente definito il conflitto ‘la migliore spesa per la difesa nazionale che abbiamo mai fatto. in Ucraina non stiamo perdendo nessuna vita umana e gli ucraini stanno combattendo eroicamente contro la Russia’, ha detto Romney. ‘Stiamo erodendo e devastando l’esercito russo con una somma di denaro minima… una Russia indebolita è una buona cosa’”.
Entusiasmo alle stelle, dunque, tra i falchi Usa per il tritacarne ucraino, che macina vite umane, soprattutto ucraine, a ritmo sostenuto. Tutto ciò fa il paio con l’agghiacciante rilievo del New York Times di alcuni giorni fa: “I funzionari americani temono che l’Ucraina sia diventata troppo preoccupata per le vittime e ciò sarebbe uno dei motivi che l’hanno portata a essere cauta nel condurre la controffensiva”.
E, infatti, dopo alcune settimane di stallo, successive ai primi dolorosi fallimenti della controffensiva, le forze ucraine sono tornate ad attaccare a testa bassa, ottenendo successi minimali al costo di “perdite enormi” (evidentemente a causa delle pressione USA perché soprassedesse sulle preoccupazioni suddette).
Tale esito, peraltro, era stato preannunciato nell’articolo del NYT citato, nel quale si spiegava: “Un attacco su larga scala contro i russi, trincerati e protetti dai campi minati, non può non comportare un numero enorme di perdite”.
McConnell: i soldi per l’Ucraina restano negli Usa
Così chiudiamo con le parole dello speaker dei repubblicani al Senato degli Stati Uniti, Mitch McConnell, riportate e commentate da Aaron Mate sul suo blog.
“Gli Stati Uniti, ha affermato [McConnell], non hanno “perso un solo americano in questa guerra” – non è esatto se si contano mercenari e privati cittadini, ma corretto nell’implicito riconoscimento che l’Ucraina ha perso decine di migliaia di vite per conto sui suoi sponsor americani’.
“Secondo McConnell, ci sono ulteriori vantaggi della guerra, che però non si estendono agli ucraini: ‘La maggior parte del denaro che spendiamo per l’Ucraina viene in realtà speso negli Stati Uniti, per produrre armamenti e armi più moderne. Quindi in realtà stiamo creando nuovi posti di lavoro da noi e stiamo migliorando il nostro esercito per ciò che ci riserva il futuro'”.
“Pertanto, secondo la politica dominante […] gli Stati Uniti devono continuare a finanziare una guerra che sacrificherà molte più vite ucraine, e ciò in modo che i profittatori di guerra nostrani possano raccogliere la generosità dei contribuenti per ‘inviare le armi’ [in Ucraina], cosicché gli Stati Uniti – non avendo suoi soldati che muoiono in Ucraina – possono sfruttare l’opportunità per ‘migliorare le nostre forze armate’ per una guerra che potrebbe combattere in futuro”.
“Sebbene i funzionari statunitensi abbiano riferito di aver ‘espresso insoddisfazione’ nei riguardi degli sforzi dell’Ucraina per ridurre al minimo le perdite militari, il governo Zelensky sembra essere un partner disponibile al sacrificio rituale di cui ha parlato McConnell”.
“Si dice che il ministro della difesa ucraino Oleksiy Reznikov abbia detto ai funzionari statunitensi che inondare di armi l’Ucraina consente alla NATO di ‘verificare sul campo se le loro armi funzionano, quanto funzionano e se devono essere migliorate'”.
La gerontocrazia bipartisan
“Fintanto che la prosecuzione del conflitto comporta solo la perdita di vite ucraine – conclude Aaron Mate – i guerrieri per procura bipartisan di Washington non hanno scrupoli a costringere il popolo, stanco della guerra, a pagare il conto”.
Per inciso, McConnell, 81 anni, nel corso di due recenti manifestazioni pubbliche si è bloccato, evidenziando sintomi di una patologia senile che fanno il paio con le disavventure geriatriche dell’ottantenne Biden.
Ciò palesa come l’Impero sia gestito da una gerontocrazia quasi inamovibile – come Biden, anche McConnell è politico di lungo corso, anche se del partito opposto (in realtà gemello data l’imprescindibile convergenza sui temi sensibili).
Una gerontocrazia bipartisan, gestita a sua volta dal vero potere imperiale, anch’esso di interesse geriatrico, che si annida in ben altre stanze, lontane dai riflettori e dalle critiche. Il vero potere che lucra su questa guerra per procura grazie ai suoi burattini di lungo corso o Usa e getta (vedi alla voce Oleksij Reznikov, il ministro della Difesa ucraino recentemente gettato nella pattumiera della storia).
NYT: parlare di pace in Ucraina è diventato un tabù. Piccole Note (filo-Putin)il 4 Settembre 2023 su Il Giornale.
Stian Jenssen, capo di gabinetto del segretario generale della NATO, è stato l’ultimo, in ordine di tempo, a dover subire pesanti ritorsioni per aver osato affermare che è necessario trovare un modo per porre fine alla guerra ucraina, anche accettando, se necessario, la cessione di parte dei territori attualmente sotto il controllo di Mosca.
Dal durissimo contraccolpo subito da Jenssen prende spunto Steven Erlanger per scrivere un meditato articolo pubblicato sul New York Times il 1 settembre con un titolo più che significativo: “Mentre il conflitto ucraino prosegue, parlare di negoziati è diventato quasi un tabù” (si potrebbe togliere quel “quasi”).
La chiusura dello spazio politico-mediatico
Così il NYT: la dura reazione subita da Jenssen, “dicono alcuni analisti che sono stati criticati in maniera analoga, riflette una chiusura del dibattito pubblico sulle opzioni per l’Ucraina proprio nel momento in cui è più necessaria una diplomazia creativa”, dal momento che il fallimento della controffensiva ucraina, che tutti davano per vincente, è ormai palese (tanto che Zelensky ha licenziato il ministro della Difesa, primo capro espiatorio di tale fallimento).
Eppure, “dal momento che anche il presidente Biden ritiene che la guerra probabilmente finirà con dei negoziati, Samuel Charap, politologo della RAND Corporation, ritiene che in una democrazia dovrebbe aver luogo un dibattito serio su come arrivarci. Ma anche lui è stato criticato per aver suggerito che gli interessi di Washington e Kiev non sempre coincidono e che è importante parlare con la Russia di un esito negoziato”.
Sul punto, Charles A. Kupchan, professore della Georgetown University ed ex funzionario di Stato americano, ha affermato: “L’atmosfera politica si è inasprita e, nel complesso, nello spazio politico persiste un tabù sulla possibilità di dar luogo a un serio confronto sull’Endgame”.
“Kupchan”, annota Erlanger, “sa di cosa parla. Lui e Richard N. Haass, ex presidente del Council on Foreign Relations, ad aprile hanno scritto un pezzo su Foreign Affairs in cui esortavano Washington e i suoi alleati a elaborare ‘un piano per passare dal teatro di guerra al tavolo dei negoziati’ e furono ampiamente criticati”.
“Tali critiche si sono inasprite considerevolmente dopo che i due, insieme a Thomas E. Graham, ex diplomatico americano a Mosca, si sono incontrati in privato con il ministro degli Esteri russo, Sergey V. Lavrov, per esplorare la possibilità di negoziati”.
[…] “Intavolare una conversazione su un possibile Piano B è cosa ardua – dice ancora Kupchan – come ha dovuto registrare nel modo più duro Jenssen e com’è accaduto a noi che stiamo cercando di elaborare dei Piani B. Siamo oggetto di ondate di critiche e di abusi. Ciò che in precedenza era qualcosa di simile a un tabù ora è diventato un tabù inviolabile”.
Constanze Stelzenmüller, della Brookings Institution, si è spinta oltre, definendo “immorale” la ricerca di una soluzione negoziata, rendendo in tal modo esplicito ciò che è implicito in questa deriva. Infatti, come indica la parola tabù, non siamo di fronte a un diniego di natura politica, ma a un veto, un dogma, di natura religiosa, che non ammette deroghe.
Il tabù della pace e la guerra eterna
Ciò che in questi mesi si è palesato in tutta la sua evidenza e potenza nasce dal post 11 settembre e nei decenni delle guerre infinite grazie anche alla complicità e alla connivenza di tanti che ora inorridiscono di fronte al mostro che essi stessi hanno creato, sottostimandolo alcuni, alimentandolo altri.
Alla jihad, la guerra santa, lanciata da fondamentalismo islamico ha corrisposto la guerra santa al Terrore. Opposti estremismi che si sono alimentati a vicenda e che, non a caso, negli anni hanno trovato convergenze contro i comuni nemici, come ha palesato la guerra libica, con al Qaeda usata come truppa di terra della NATO contro Gheddafi; la guerra yemenita, con le milizie salafite in guerra contro i ribelli Houti; e, infine (ma si potrebbe continuare), la guerra siriana, dove gli islamisti radicali hanno combattuto contro Assad, le milizie iraniane e i russi.
Tutte guerre nelle quali lo spazio del dibattito pubblico si è andato via va restringendo, con una stretta diventata ferrea per la guerra siriana, riguardo la quale non era (né è) consentito dire nulla che divergesse dalla narrazione mainstream.
Quanti hanno osato sfidare le narrazioni mainstream nel tempo sono stati allontanati, emarginati o normalizzati, anche se i più sono stati costretti a normalizzarsi da sé per non perdere il posto di lavoro o hanno abbracciato entusiasti il nuovo credo per le prebende e la carriera che ciò assicura.
Così le guerre infinite di questi decenni sono state anche un banco di prova per modellare uno spazio politico-mediatico atto all’impegno attuale, molto più duro dei precedenti, che pure era stato previsto da decenni, dal momento che il momento del confronto diretto tra l’Impero d’Occidente e quello, più variegato, d’Oriente era l’orizzonte ultimo delle guerre infinte.
Si avvera, sotto altre spoglie, lo scenario del Grande Fratello orwelliano, che vede lo il super-Stato guidato dal Grande Fratello, i cui cittadini sono benignamente irreggimentati, condurre una lotta eterna con le due contrapposte potenze, l’Eurasia e l’Estasia… spes ultima dea.
Ucraina. La distorsione della realtà e il potere. Piccole Note (filo-Putin) l'1 Settembre 2023 su Il Giornale.
Grande rilievo ha avuto l’annuncio che le forze ucraine avrebbero riconquistato Rabotino, paesino che aveva circa 500 abitanti prima della guerra, conquista in parte negata dai russi. Al di là del diniego, va da sé che non sembra che ci si trovi di fronte a una Waterloo, nonostante il carissimo prezzo pagato per ottenerla.
Alimentare la guerra
Si tratta di placare la fame di vittoria di Kiev e dei suoi sponsor internazionali, che devono pur alimentare la speranza di una debacle della Russia per prolungare il conflitto.
Tale vittoria, secondo tanti commentatori, aprirebbe la via alle forze ucraine per arrivare a Melitopol e così tagliare il ponte terrestre che collega la Russia alla Crimea.
Purtroppo, un grafico del New York Times del mese scorso mostra chiaramente che la prima vera linea difensiva russa – con mine, trincee, denti di drago e altro – resta ancora inviolata, trovandosi a circa 8 Km dal villaggio. E, dietro di questa, il NYT ne segnala altre tre, erette a distanze simili. Insomma, appare più che arduo immaginare una marcia trionfale verso l’obiettivo.
Non si tratta di sminuire gli sforzi ucraini né di esaltare i russi, solo di guardare la realtà per quel che è, cosa che la quasi totalità dei politici, dei generali e dei media occidentali non fanno da quando questa maledetta guerra è iniziata.
Sul punto riportiamo quanto scrive Larry C. Johnson in un articolo ripubblicato dal Ron Paul Institute, nel quale il cronista si interpella sugli interventi di alcuni ex generali Usa – Stan McChrystal, Phil Breedlove, Ben Hodges e David Petraeus – che stanno inondando i media statunitensi (analisi che poi discendono sui media delle colonie europee).
I suddetti continuano ripetere il mantra sull’inevitabile collasso della Russia. Si tratta di persone competenti, spiega Johnson, altrimenti non avrebbero fatto la carriera che hanno fatto. “Allora perché sbagliano in maniera così pervicace?”, si chiede.
La realtà negata
“Sono abbastanza sicuro – scrive Johnson – che tutti loro a un certo punto abbiano riconosciuto che una forza d’attacco, quando si confronta con un nemico ben trincerato, deve avere la supremazia aerea se vuole avere una possibilità di sfondare le linee difensive, che è un po’ come lanciare una palla di neve nell’inferno. Ma non è necessario avere un’autorizzazione a visionare documenti di intelligence Top Secret per sapere che l’aeronautica ucraina è stata decimata ed è incapace di lanciare attacchi prolungati contro le posizioni russe”.
“Si parla anche molto positivamente del fatto che l’’Ucraina colpisca le linee di comunicazione russe (LOC) con HIMARS e missili Storm Shadow. Ma ci sono scarse prove a sostegno di tale affermazione. In realtà è vero il contrario. È la Russia, e non l’Ucraina, a colpire quotidianamente il comando ucraino e i centri logistici in tutta l’Ucraina. E la difesa aerea dell’Ucraina è stata distrutta e non può contrastare i bombardamenti notturni”.
“Questi generali o ignorano le capacità della Russia di decimare la moltitudine di attacchi lanciati da 5 giugno, quando è iniziata la controffensiva, oppure mentono. Non vedo alternative. Le immagini dei carri armati Bradley, Striker e Marder in fiamme forniti dalla NATO sono ovunque su Internet. Le foto e i video non sono generati dall’intelligenza artificiale, ma questi generali ignorano tale realtà”.
“Idem per le vittime ucraine. I social media sono pieni di foto e video di immensi cimiteri con file apparentemente infinite di bandiere ucraine che spuntano da tombe appena scavate”.
“Diavolo, anche fonti ucraine hanno ammesso che la carenza di siti di sepoltura ha costretto il governo di Zelenskyj a scavare nei cimiteri della Seconda Guerra Mondiale per rimuovere le spoglie dei soldati sovietici e fare spazio (sic) al numero crescente di KIA [kill in action ndr] ucraini. Questa non è un’informazione segreta. È facile da trovare se sai fare una semplice ricerca su Google”.
“C’è poi la questione delle di munizioni. L’Ucraina […] è stata costretta a utilizzare munizioni a grappolo da 155 mm perché l’Occidente non ha più la capacità di fornire i più efficaci proiettili standard da 155 mm. Persino Biden lo ha ammesso pubblicamente, ma i generali statunitensi in pensione si rifiutano di accettare questo fatto e di prenderlo in esame nella loro analisi”.
La distorsione della realtà e il potere
“Questa incapacità di affrontare la realtà aiuta a spiegare il fallimento, sotto la guida di questi uomini, delle operazioni militari statunitensi in Iraq, Siria e Afghanistan. Peraltro, nessuno di questi uomini ha condotto una campagna militare combinata contro una forza militare paritaria” [come la Russia ndr].
“L’Ucraina non ha una riserva infinita di potenziali reclute. Al contrario, sta richiamando adolescenti e uomini sopra i 50 anni, ai quali dà una formazione superficiale per poi gettarli in un tritacarne. Nessuno di questi generali ammette che ciò sia folle e controproducente”.
“[…] Cosa sta succedendo? Stiamo assistendo a una debacle costruita su un errore di gruppo oppure questi generali sono ostaggio dei loro padroni economici? In altre parole, stanno mentendo a pagamento?”. Brutale la conclusione di Johnson ed erronea: non sono a tema tangenti o altro.
Questi generali, e tanti con essi in varie latitudini, partecipano di un’élite che sta difendendo il proprio potere – acquisito negli ultimi decenni grazie ai variegati dividendi prodotti dalle guerre infinite – con tutti i benefici, anche economici, connessi al potere in questione.
A fronte di tale follia, si segnala che ieri il New York Times ha pubblicato un dibattito tra tre analisti dal titolo: “È giunto il momento di negoziare con Putin?”. Piccolo segnale in controtendenza, che indica una riserva di ragionevolezza nel variegato ambito del potere imperiale.
Avremmo voluto riferire parti del dibattito, ma risulta talmente condizionato dalla propaganda e dalla pochezza dei protagonisti – che pure qua e là dicono cose ragionevoli – che abbiamo desistito. Resta lo spiraglio condensato nel titolo.
State in Guardian. Massimo Gramellini su Il Corriere della Sera il 2 Settembre 2023
Sarà vero, come scrive il Guardian , che i media italiani pullulano di putiniani? Effettivamente in nessun altro Paese europeo il desiderio dei russi di papparsi un pezzo di Ucraina trova cantori altrettanto accaniti. I pacifisti e gli esperti di geopolitica esistono anche a Londra e a Parigi, ma solo da noi sostengono che l’unico modo di chiudere la guerra e stabilizzare il mondo consiste nel darla vinta al despota russo.
Definirli putiniani è però un’approssimazione in cui talvolta, e me ne scuso, sono caduto anch’io. Gli analisti e i tribuni di destra e di sinistra che negano l’esistenza di una sostanziale diversità tra le autocrazie orientali e le democrazie occidentali non amano il modello russo o cinese. Semplicemente detestano quello americano. Se domani Biden si alleasse con Putin, passerebbero armi e bagagli dalla parte di Zelensky. Per molti di loro, nel 1945 l’America non ci ha liberati. Ci ha occupati. Ha cacciato i nazifascisti e impedito ai comunisti di prenderne il posto, consegnando il potere ai partigiani di estrazione laica e cattolica in cambio dell’adesione all’Impero che parla inglese. Pensano (sicuramente in buonafede) che per difendere la nostra qualità della vita, lo Stato Sociale, convenga smarcarsi da Washington. Ma sottovalutano (sicuramente in buonafede) che le Grandi Potenze non sono tutte uguali e, pur con mille storture, la parte di mondo che fa capo agli Stati Uniti rimane l’unica dove la libertà dell’individuo conta ancora qualcosa.
Il Caffè di Gramellini vi aspetta qui, da martedì a sabato. Chi è abbonato al Corriere ha a disposizione anche «PrimaOra», la newsletter che permette di iniziare al meglio la giornata. Chi non è ancora abbonato può trovare qui le modalità per farlo e avere accesso a tutti i contenuti del sito, tutte le newsletter e i podcast, e all’archivio storico del giornale.
Traduzione dell’articolo di Lorenzo Tondo per theguardian.com venerdì 1 settembre 2023.
Ogni volta che Nello Scavo torna dall'Ucraina è preso dalla frustrazione. Come corrispondente di guerra per il quotidiano nazionale italiano Avvenire, sa che la prima domanda che la gente gli farà è: "È davvero così grave come dicono?".
"A volte penso che solo se torno gravemente ferito la gente inizierà a prendermi sul serio", ha detto al Guardian. "È come se non credessero che la Russia stia massacrando i civili. Il problema è che Vladimir Putin ha sempre goduto di ampie simpatie nella politica e nell'opinione pubblica italiana, e il Cremlino ha sempre goduto di un'efficace propaganda qui".
Sebbene il governo italiano di estrema destra sia uno dei più convinti sostenitori europei dell'Ucraina, la propaganda e la disinformazione russa permeano i media italiani - cosa che i ricercatori attribuiscono alla politica e allo storico anti-atlantismo - con ospiti apertamente filo-russi invitati nei talk show più popolari del Paese. Un sondaggio pubblicato da Ipsos ad aprile ha rivelato che quasi il 50% degli italiani preferisce non schierarsi nel conflitto.
Matteo Pugliese, ricercatore italiano di sicurezza e terrorismo presso l'Università di Barcellona, ha seguito la sfilata di funzionari governativi, ideologi e personaggi mediatici russi ospitati dalle reti televisive italiane dopo l'invasione russa. Tra questi, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e la sua portavoce Maria Zakharova, l'ideologo ultranazionalista russo Alexander Dugin, Olga Belova, giornalista di Russia 24, un'emittente che ha negato il massacro di Bucha, e Yulia Vityazeva, giornalista di NewsFront - con sede nella Crimea occupata dalla Russia e gestita dall'FSB - che in un post su Telegram ha auspicato che una bomba colpisse il concorso canoro Eurovision a Torino dopo la vittoria dell'Ucraina.
"Rispetto ad altri Paesi dell'Europa occidentale, l'Italia ha dato un'esposizione sproporzionata alla propaganda russa, secondo me semplicemente perché i produttori televisivi volevano aumentare lo share di certi programmi con dibattiti accesi", ha detto Pugliese.
Pugliese ha notato che il maggior numero di propagandisti russi, 12, sono stati ospitati da Rete4, un canale di Mediaset, di proprietà di Silvio Berlusconi, un vecchio amico di Putin che, pochi mesi prima di morire, ha affermato che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha "provocato" l'invasione della Russia. Berlusconi, che è stato tre volte primo ministro, ha coltivato stretti rapporti con il presidente russo, elogiando la sua leadership e contribuendo a stringere accordi energetici che per alcuni sono la causa dell'attuale dipendenza dell'Italia dal gas russo.
"In Italia, soprattutto i partiti di destra hanno mantenuto buoni rapporti con Putin", ha detto Scavo. "Non solo Berlusconi, ma anche l'attuale vice premier Matteo Salvini, che indossava una maglietta con il volto di Putin".
L'anno scorso il Copasir, il comitato parlamentare italiano per la sicurezza, ha avviato un'indagine in seguito alla diffusa preoccupazione per l'apparizione di commentatori russi legati al Cremlino sui canali di informazione italiani, mentre diversi giornalisti ucraini si sono rifiutati di accettare inviti a programmi televisivi italiani.
In alcuni casi gli ospiti della TV italiana non sono propagandisti russi, ma commentatori italiani che sembrano vedere la guerra come il risultato di una provocazione occidentale. Uno di questi, regolarmente invitato a La7 e alla Rai, è Alessandro Orsini, professore di sociologia del terrorismo e della violenza politica alla Luiss di Roma.
Orsini ha detto pubblicamente che Zelensky è un "criminale di guerra" tanto quanto Putin ed è diventato così popolare che i suoi dibattiti nei teatri italiani fanno il tutto esaurito. Orsini, che si definisce pacifista, ritiene che l'unico modo per salvare l'Ucraina sia riconoscere la presunta vittoria di Putin. Le sue idee sono diffuse nel movimento pacifista italiano, con diversi intellettuali che spingono per la pace a costo della resa dell'Ucraina. Quando è stato accusato di essere filo-russo, Orsini ha detto di "non avere nemmeno un amico russo".
"Non è pacifismo suggerire la resa come soluzione", ha detto Arianna Ciccone, fondatrice di Valigia Blu, un sito web italiano di factchecking indipendente, e co-fondatrice del Festival Internazionale del Giornalismo.
"Queste persone sono sempre state storicamente anti-Nato. Nascondono ipocritamente il loro antiamericanismo dietro una 'maschera' di pacifismo. In alcuni casi questo si traduce in un vero e proprio sentimento anti-ucraino. Spesso abbiamo avuto in TV noti giornalisti e filosofi che hanno espresso dubbi su Bucha e Mariupol. Nemmeno di fronte a una montagna di prove hanno avuto il coraggio di ammettere la verità. Come possono essere pacifisti?".
L'anno scorso, uno studio indipendente dell'Istituto per il Dialogo Strategico (ISD) ha rivelato che l'Italia era il paese con più condivisioni sui social dei post che mettevano in dubbio i crimini di guerra russi perpetrati a Bucha.
I conduttori televisivi italiani difendono la loro decisione di ospitare presunti propagandisti russi o commentatori con "opinioni diverse" sulla guerra come parte del dovere di dare voce a entrambe le parti del conflitto. "Nel farlo, però, non sembrano preoccuparsi del fatto che chi difende l'invasione russa spesso diffonde disinformazione e contribuisce così a destabilizzare i telespettatori con affermazioni prive di fondamento", ha aggiunto Ciccone.
Un esempio lampante è l'affermazione di Mosca - respinta dalle Nazioni Unite e utilizzata come giustificazione per l'invasione su larga scala nel 2022 - secondo cui l'azione militare ucraina nel conflitto del Donbas equivale a un genocidio. Decine di italiani si sono uniti ai “proxy” russi nel Donbass negli anni successivi al 2014 per combattere contro Kyiv.
La maggior parte di loro sono estremisti di destra attratti dall'ultranazionalismo russo, ma tra le loro fila si contano anche uomini appartenenti all'estrema sinistra. In parte si tratta di un'eredità della forza del dopoguerra del Partito Comunista Italiano, che ha raggiunto un picco del 34,4% dei voti nel 1976 e ha sostenuto quella che era vista come la resistenza dei Paesi comunisti contro l'imperialismo americano.
Questa visione, in parte, anima ancora i sostenitori dell'estrema sinistra italiana che vedono nella Russia un baluardo contro gli Stati Uniti e credono anche alle affermazioni di Putin sui "nazisti ucraini". In occasione del Giorno della Vittoria del 2022, festa che commemora la vittoria sovietica sulla Germania nazista, il partito comunista di Zagarolo, a Roma, ha diffuso una serie di manifesti con la lettera Z usata dal governo russo come motivo pro-guerra. Gli organizzatori dell'evento hanno respinto le critiche, affermando che "non si tratta di una provocazione".
Secondo un sondaggio del Pew Research Center, pubblicato a luglio, l'Italia è tra i Paesi dell'UE in cui la fiducia nei confronti di Zelensky è più bassa. Secondo l'European Council on Foreign Relations, gli italiani sono risultati i più simpatici alla Russia tra gli Stati membri intervistati, e il 27% di loro attribuisce la responsabilità della guerra all'Ucraina e agli Stati Uniti.
"Il risultato di tutto questo è una grande confusione nell'opinione pubblica italiana, che si dibatte su chi incolpare per la guerra, dando la colpa in egual misura a Russia e Ucraina", ha detto Pugliese. "Questo è certamente un successo per la propaganda del Cremlino".
Resistenza e integrazione. Gli ungheresi d’Ucraina che combattono contro la Russia (e ripudiano Orbán). Francesco Del Vecchio su L'Inkiesta il 31 Agosto 2023.
Da quando è iniziata l’aggressione da parte di Mosca, la minoranza di origini magiare residente in Transcarpazia si è schierata al fianco dell’esercito di Kyjiv, dimostrando anche di voler lanciare un segnale a Budapest e al suo presidente filoputiniano
A partire dall’aggressione russa dell’Ucraina la minoranza ungherese residente in Transcarpazia, una regione ucraina confinante con l’Ungheria, si è sempre sentita più vicina a Kyjiv che a Budapest, dove il primo ministro Viktor Orbán non ha tagliato i suoi legami con il presidente russo Vladimir Putin, anzi.
Gli ungheresi sono la più numerosa delle decine di minoranze etniche che compongono la regione, storicamente eterogenea e incuneata nei Carpazi tra Romania, Ungheria, Polonia e Slovacchia. La comunità ungherese in Ucraina è piccola ma densamente concentrata: nel censimento del 2001 era stimata in circa centocinquantamila persone e il numero è certamente diminuito. I più giovani sono partiti per cercare migliori opportunità all’estero, sia in Ungheria che altrove.
«Prima mi identificavo come ungherese con cittadinanza ucraina», dicono i cittadini. «Le cose sono cambiate quando Orbán ha detto che questa non era la sua guerra e che avremmo dovuto accettare un cessate il fuoco». La guerra ha cambiato tutto: gli ungheresi della Transcarpazia hanno abbandonato Budapest e hanno abbracciato la causa ucraina.
Ad esempio, centinaia di cittadini di etnia ungherese si sono presentati al fronte e hanno contribuito alla liberazione del villaggio di Ambarne, nella regione di Kharkhiv, il 23 ottobre, in coincidenza con la festa nazionale ungherese che commemora la rivoluzione antisovietica del 1956. A est, gli ucraini di lingua ungherese stanno combattendo contro la Russia: molti si sono uniti alla 128ª Brigata separata d’assalto di Zakarpattia. Il 2 agosto, il presidente Zelensky ha visitato la regione, ha consegnato medaglie ai soldati e ha ringraziato la comunità ungherese per lo sforzo bellico. Si è discusso di «questioni strategiche di confine» e di sviluppo economico.
Un video postato in quel periodo, che mostrava il tenente Sandor Fegyir con due compagni che tenevano le bandiere ucraina e ungherese al grido di «Forza Ungheria!», è diventato virale. Ben presto Fegyir ha ricevuto centinaia di offerte di aiuto da parte di cittadini ungheresi: nel giro di due settimane, la sua unità ha iniziato a ottenere una serie di attrezzature, tra cui caricabatterie, droni e walkie-talkie. Kyjiv ha nominato Fegyir come prossimo ambasciatore a Budapest: l’Ungheria non lo ha ancora accettato, ma il tenente è fiducioso di assumere il suo incarico. «L’Ungheria è nei nostri cuori e nelle nostre menti come una patria, ma noi viviamo in Ucraina, siamo ucraini di origine ungherese», ha detto Fegyir. «Siamo come gli ungheresi che hanno combattuto negli eserciti americano e britannico nella seconda guerra mondiale, mentre l’Ungheria era alleata della Germania».
Anche i media di lingua ungherese in Ucraina sono in disaccordo con le linee ufficiali di Budapest. Al confine però, dove vivono più ungheresi e i media statali sono molto diffusi, la propaganda di Orbán è più efficace. I residenti hanno persino regolato gli orologi un’ora avanti, sul fuso orario di Budapest.
Lo status della comunità ungherese è stato a lungo un pomo della discordia tra Budapest e Kyjiv, anche a suon di propaganda. Dopo la Prima guerra mondiale e il crollo dell’Impero austro-ungarico, la Transcarpazia ha vissuto fasi molto caotiche, tra Cecoslovacchia e Ungheria: Budapest non ha mai accettato completamente il verdetto post-bellico e ha cercato di rivendicare la regione. Passata all’Unione Sovietica nel 1945, dopo il crollo del regime la Transcarpazia è diventata una parte integrante dell’Ucraina indipendente. Le questioni legate alla minoranza ungherese nella regione sono rimaste fonte di tensione nelle relazioni tra i due Paesi.
L’Ungheria ha cercato di sostenere la sua minoranza nella regione, mentre l’Ucraina ha provato a consolidare la sua identità nazionale, soprattutto per proteggersi dai ripetuti tentativi di Mosca di cavalcare dissenso e promuovere rivolte interne attraverso la sua guerra ibrida. Mosca ha cercato di soffiare sul fuoco in varie occasioni. Un centro culturale ungherese nella regione è stato attaccato due volte nel 2018: sebbene nessuno sia rimasto ferito, l’Sbu, l’agenzia di intelligence ucraina, ha avviato un’ampia indagine, che ha accertato le responsabilità russe. Quando sono avvenuti gli attacchi, l’Ucraina era a conoscenza del fatto che la Russia aveva individuato nella Transcarpazia un punto debole, per sfruttare le tensioni etniche ed eventualmente provocare una secessione dall’Ucraina.
Anche a Budapest la strategia è aggressiva: quest’anno Orbán ha accusato l’Ucraina di “ungheresefobia” e ha ripetutamente minacciato di bloccare le candidature ucraine all’Unione europea e alla Nato. I media ungheresi diffondono teorie distorte e fake news sul tema e l’Ungheria sta già rendendo la vita difficile all’Ucraina ponendo il veto all’erogazione degli aiuti europei.
Per un decennio, il governo Orbán ha offerto alla comunità ungherese un sostegno culturale e finanziario, tra cui un rapido percorso verso la cittadinanza e un controverso programma di concessione di passaporti comunitari. Questo ha spinto molti a lasciare la Transcarpazia e a cercare una vita migliore in altri Paesi, come testimoniano le cifre. Quando la Russia ha invaso il Paese, i leader delle comunità ungheresi hanno esortato i giovani a partire immediatamente per l’Ungheria. Interi villaggi si sono svuotati nei giorni precedenti al divieto di lasciare l’Ucraina.
Ora però la situazione è diversa: le atrocità perpetrate dalla Russia, la lotta eroica del popolo ucraino e l’ambiguità ungherese nei confronti del conflitto hanno spinto i cittadini a sostenere la causa ucraina, dando nuova linfa all’integrazione della Transcarpazia. All’inizio del 2022, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva dichiarato al Consiglio europeo: «Tutti sanno esattamente chi nell’Unione europea è contro l’umanità e il buon senso, chi non fa nulla per la pace in Ucraina. Tutto questo deve finire e l’Europa non può più ascoltare le scuse di Budapest». L’aggressione russa potrebbe aver incoraggiato, in un certo senso, l’integrazione della comunità ungherese, nonostante l’impegno propagandistico di Budapest e Mosca.
Ignatius: la guerra ucraina proseguirà nel 2024. Piccole Note (filo-Putin) il 29 Agosto 2023 su Il Giornale.
David Ignatius sul Washington Post del 27 agosto sostiene che l’amministrazione Biden valuta che la guerra ucraina “probabilmente proseguirà anche il prossimo anno – e che gli Stati Uniti e i loro alleati dovranno rimanere risoluti nell’aiutare l’Ucraina a proseguire il conflitto. Ho percepito lo stesso sentimento a tutti i livelli del governo americano negli ultimi giorni. L’estate è stata frustrante e, per certi versi, deludente per l’Ucraina e i suoi sostenitori occidentali. Ma invece di cercare una rapida fine diplomatica, la maggior parte degli alti funzionari statunitensi sembrano più convinti che mai della necessità di restare saldi con Kiev”.
Ignatius: stallo ma niente cessate il fuoco
Nell’articolo si prende atto che la controffensiva è fallita, ma si nega l’evidenza, cioè che il conflitto è in stallo, constatazione che rilancerebbe l’ipotesi di un cessate il fuoco in stile coreano. Così si accenna solo che non c’è stata la “svolta”, cioè ciò che quasi tutti i politici, i generali e i media d’Occidente avevano dato per certo: lo sfondamento della linea difensiva russa.
Sui media mainstream il fallimento è stato analizzato attentamente e, ovviamente, la responsabilità è stata accreditata ai generali ucraini, i quali avrebbero sbagliato tutto, deragliando dalle direttive vincenti suggerite dagli strateghi Nato.
C’è una barzelletta che descrive in modo plastico tale dinamica, quella che vede un avvocato che, sfogliando gli incartamenti di un processo, dice al suo assistito: “Qui li freghiamo (eufemismo)… qui li freghiamo… qui ti fregano…”, con domanda finale del cliente: “Scusi, avvocato, quando li freghiamo siamo sempre in due, quando siamo fregati sono sempre solo? Così, per sapere, che mi regolo” (in questo video la racconta in modo magistrale Gigi Proietti).
Questo abile trucchetto ha lo scopo di preservare l’immagine vincente dell’Impero, nonostante sia noto che le strategie ucraine siano state messe a punto, per mesi, dagli esperti NATO, che hanno assicurato ai loro clienti che era tutto a posto e potevano vincere, nonostante fosse evidente che la superiorità numerica dei russi, il loro controllo dei cieli e il vantaggio del fattore difesa non davano alcuna speranza agli attaccanti.
Il punto è che gli obbiettivi di questa guerra sono divergenti. Le autorità di Kiev, almeno pubblicamente, hanno l’obiettivo di liberare l’Ucraina, la NATO quello di logorare la Russia, nulla importando che a tale scopo siano perse tante vite, evidentemente insignificanti.
Quest’ultima considerazione non è nostra. Riportiamo l’agghiacciante osservazione del New York Times del 18 agosto: “I funzionari americani dicono di temere che l’Ucraina sia diventata ostativa riguardo le vittime, ciò sarebbe uno dei motivi che l’hanno portata a essere cauta nel condurre la controffensiva. Un grande attacco contro i russi, trincerati e protetti da campi minati, non può non comportare un numero enorme di perdite”.
Insomma, il bagno di sangue registrato in questi mesi di attacchi infruttuosi non è sufficiente a placare la sete degli strateghi da poltrona dell’Impero.
Al di là del cinismo di cui sopra, si registra che in questa fase della guerra i falchi sono riusciti a chiudere tutti gli spazi di manovra alla diplomazia, che pure si erano aperti in fasi precedenti. L’articolo di Ignatius è solo la punta dell’iceberg, ma più che significativa, di tale sviluppo.
Resta da vedere se la prospettiva di tenere la guerra aperta nel 2024 reggerà o meno sia agli sviluppi dei campi di battaglia ucraini sia a quelli della geopolitica globale, in rapida evoluzione. I circoli elitari d’Occidente hanno il difetto di tenere in scarsa considerazione la realtà, come ha palesato la guerra ucraina, e non è detto che le loro previsioni e i loro desideri si realizzino.
Tanti gli imprevisti che potrebbero costringerli a rivedere la loro agenda, a iniziare dal fatto che l’Occidente ha fatto uno sforzo che non ha precedenti per vincere questa guerra e potrebbe non essere in grado di sostenere a lungo tale impegno (le munizioni scarseggiano e non solo quelle). Vedremo.
Che fatica scrollarsi quell’interventismo paludato: e invece il pacifismo dell’Unità non ha ambiguità. Un vasto apparato della comunità politica fatica a scrollarsi un paludamento interventista che gli sta molto scomodo. Questo giornale invece non ha ambiguità. Iuri Maria Prado su L'Unità il 29 Agosto 2023
L’Unità è un giornale pacifista. Ritiene che i massacri dei civili, le fosse comuni, le deportazioni dei bambini, la devastazione delle scorte alimentari per prendere per fame gli assediati rappresentino l’inevitabile e tragico corollario di tutte le guerre, o in ogni caso di questa guerra: un conflitto che era imperativo evitare e che si sarebbe evitato se gli ucraini, anziché essere guidati da un leader irresponsabile, si fossero subordinati al dovere morale della resa.
L’Unità ha tenuto senza infingimenti e senza mezze parole questa linea. Lo ha fatto nella convinzione che l’Occidente a guida statunitense, se proprio non ha determinato le ragioni di questa guerra, almeno le ha alimentate nel quadro e per finalità di un contrasto strategico che nelle volontà di resistenza e nelle ambizioni di libertà degli ucraini ha trovato il brodo provvidenziale e pretestuoso per la coltura dei propri interessi.
L’Unità persevera in questa linea di franco ripudio della tradizione nonviolenta, che da Mohandas Gandhi a Marco Pannella ha sempre reclamato sono solo la legittimità, ma il dovere di ricorrere all’uso delle armi per la difesa degli aggrediti quando rinunciarvi in omaggio ai vagheggiamenti di pace implica la vittoria degli aggressori, e per questo motivo ha sempre addebitato all’atteggiamento pacifista la responsabilità di una sostanziale alleanza e complicità con gli aggressori medesimi.
L’Unità, in modo pervicace, si è attestata su questa linea senza preoccuparsi di condividerla con altri rispetto ai quali è, su diversi argomenti, anche molto lontanamente posizionata, qui nella convinzione che sopra tutto e prima di qualsiasi altra esigenza si tratti di svincolare l’Europa e l’Italia dal collaborazionismo atlantico che esse prestano, senza nessun ritorno e anzi a detrimento del proprio interesse, all’alleato/padrone americano.
In questa cornice di militanza c’è necessariamente poco posto per il commento di questo o quel singolo crimine commesso dagli aggressori, che sia la decapitazione dei prigionieri o lo stupro di un gruppo di bambini, perché atrocità simili sono appunto la conseguenza di una guerra cui gli ucraini avevano l’obbligo di rispondere con la resa e che gli occidentali avevano l’obbligo di non fomentare, mentre gli uni e gli altri si sono attenuti a un comportamento di obiettiva e criminogena istigazione della violenza altrui.
Si può essere d’accordo o no con questa linea, prescelta e mantenuta con pervicacia esclusiva dall’Unità. Chi scrive, per quel che vale (nulla), non è d’accordo manco per niente. Ma è difficile non riconoscere che la linea di questo giornale sulla guerra in Ucraina (chi la vede diversamente dice “guerra all’Ucraina”) esprime convincimenti e sentimenti molto diffusi in società e presso un vasto apparato della comunità politica che tuttavia fatica a togliersi di dosso un paludamento interventista che gli sta molto scomodo: e del quale dopotutto non va fiero, se proprio non se ne vergogna. Molti – sia a destra, sia a sinistra – non l’hanno detta chiaramente, in argomento.
Molti – sia a destra, sia a sinistra – hanno preferito assumere un atteggiamento, per così dire, di secondo livello nella contestazione del dovere di aiutare, anche e innanzitutto con le armi, gli ucraini, magari in nome delle alte idealità che mettono su un piatto della bilancia un popolo che vive e muore sotto le bombe e sull’altro i sacrifici del nostro, costretto a subire l’aumento delle bollette. Iuri Maria Prado 29 Agosto 2023
Malintesi papali. Un convegno su Dostoevskij in meno non vale una guerra di sterminio. Francesco Cundari su L'Inkiesta il 6 Settembre 2023
Se non nascondessero un’immane tragedia, le continue geremiadi sul rischio di cancellazione culturale della Russia farebbero sorridere, come quel personaggio di Johnny Stecchino secondo il quale il cancro che divorava la Sicilia, e contro cui i cittadini avrebbero dovuto ribellarsi, era il traffico
Papa Francesco ieri è tornato sulle sue parole riguardo alla grande eredità di Pietro il Grande e Caterina II di cui i giovani russi avrebbero dovuto essere orgogliosi. Parole che avevano suscitato indignazione in Ucraina e sconcerto sulla stampa internazionale. Per chi le avesse dimenticate, le affermazioni erano state queste: «Non vi dimenticate della vostra identità. Voi siete eredi della grande Russia, la grande Russia dei santi, dei re, la grande Russia di Pietro il Grande, di Caterina II, quell’impero russo grande e colto, di tanta cultura, di tanta umanità, non vi liberate mai di questa eredità, siete gli eredi della grande madre Russia, andate avanti e grazie per il vostro modo di essere e per il vostro essere russi».
Nel momento in cui il regime russo non fa altro che ripetere quegli stessi concetti, rifacendosi a quelle stesse figure storiche e utilizzando quelle stesse espressioni come base di legittimazione della sua politica di aggressione imperialista, non è difficile comprendere lo stupore di tanti osservatori, in Ucraina e nel resto del mondo civile. Di sicuro ai giovani russi non manca oggi chi ricordi il valore della loro identità e i fasti dell’impero.
Sta di fatto che ieri papa Francesco è tornato sull’argomento, osservando che la cultura russa «non va cancellata per problemi politici», per poi spiegare che il suo invito a raccogliere l’eredità del passato è sempre lo stesso («con questa visione io cerco di fare il dialogo tra nonni e nipoti»), che il «secondo passo» di questo discorso era «l’idea della “Grande Russia”, perché l’eredità russa è molto buona, è molto bella», e infine, «il terzo, forse non è stato felice, ma parlando della Grande Russia in senso forse non tanto geografico, ma culturale, mi è venuto in mente quello che ci hanno insegnato nella scuola: Pietro I, Caterina II. Ed è venuto questo terzo [elemento, ndr], che forse non è proprio giusto. Non so. Che gli storici ci dicano. Ma è stata un’aggiunta che mi è venuta in mente perché l’avevo studiato a scuola».
Personalmente, in questo caso, sono d’accordo con il papa: non è stato felice, e tanto meno giusto. Non solo perché non è il primo, né il secondo e nemmeno il terzo malinteso del genere, se vogliamo chiamarli così. Ma anche perché persino questo nuovo intervento parzialmente autocritico contribuisce, certo involontariamente, ad alimentare una piega semplicemente grottesca del nostro dibattito pubblico, in cui continuamente ci tocca ascoltare vibranti appelli e indignate invettive contro la cancel culture di cui sarebbe vittima la Russia, per via di una manciata di concerti, conferenze e convegni annullati, nel momento in cui proprio la Russia è quotidianamente impegnata a cancellare dalla faccia della terra non solo la lingua e la cultura ucraine, ma buona parte degli ucraini stessi, arrivando persino a deportare in Russia migliaia di bambini.
Se non nascondessero un’immane tragedia, le continue geremiadi sul rischio di cancellazione culturale della Russia farebbero sorridere, come quel personaggio di Johnny Stecchino secondo il quale il cancro che divorava la Sicilia, e contro cui i cittadini avrebbero dovuto ribellarsi, era il traffico. Siccome quell’immane tragedia è in pieno corso e sotto gli occhi di tutti – quella sì davvero incancellabile, nonostante tanti sforzi per intorbidare le acque, mescolare le carte, confondere vittime e carnefici – simili discorsi non fanno ridere e non fanno nemmeno sorridere.
Non c’è alcun motivo al mondo per non continuare a studiare Dostoevskij, e infatti nessuno ha smesso di farlo, ma certo un convegno su Dostoevskij in meno non vale una guerra di sterminio. Mentre gli aspiranti eredi di Pietro e Caterina bombardano le città ucraine, commuoversi per il venir meno di un concerto o di un convegno letterario denota una singolare deformazione nella propria scala delle priorità e dei valori.
"Filorusso e non credibile". Così Kiev stoppa la mediazione del Papa. Il braccio destro del presidente Zelensky chiude la porta alla mediazione della Santa Sede. E critica duramente Francesco. Nico Spuntoni l'8 Settembre 2023 su Il Giornale.
Non si ricompone lo strappo diplomatico tra Santa Sede ed Ucraina. Nuove parole di fuoco, infatti, sono arrivate da un rappresentante del governo di Kiev in direzione Vaticano. Le esternazioni del Papa sulla "grande Russia" e sull'eredità di Pietro I e Caterina II non sono ancora state perdonate dalle autorità ucraine come dimostra una dichiarazione odierna di Mikhail Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky.
La verità dietro alle parole del Papa sull'Ucraina: "Non esalta logiche imperialiste"
Mediazione bocciata
In un'intervista al canale nazionale 24 Tv il consigliere presidenziale Mikhail Podolyak ha bocciato qualsiasi mediazione portata avanti dalla Santa Sede perché considera il Papa "filorusso e non credibile".
"Non ha senso parlare di un mediatore chiamato Papa Francesco se questi assume una posizione filorussa che è del tutto evidente a tutti", ha detto il capo consigliere di Zelensky. Addirittura per il funzionario di Kiev una mediazione che parte dal Vaticano avrebbe "una funzione che ingannerebbe l'Ucraina o la giustizia". Podolyak, non nuovo a dichiarazioni provocatorie, ha lanciato dei sospetti sulle motivazioni che avrebbero spinto la Santa Sede ad assumere una posizione fortemente biasimata sull'invasione dell'Ucraina: "Dobbiamo guardare agli investimenti che la Russia sta facendo nella Banca Vaticana. Perché una posizione cosi' strana in di un paese chiamato Vaticano. Dobbiamo analizzare questo in modo un po piu' dettagliato", ha alluso il braccio destro del presidente.
Chiarimento non sufficiente
La dichiarazione di Podolyak sembra confermare che a Kiev non sono bastati i comunicati della nunziatura apostolica e della Sala Stampa della Santa Sede in cui si precisava che il Papa, con il videomessaggio rivolto ai giovani cattolici russi riuniti a San Pietroburgo, non intendesse esaltare l'imperialismo russo. Così come non è bastato, a dir la verità, il tentativo di chiarimento fatto dal Papa sul volo dalla Mongolia quando il richiamo all'eredità degli zar e dell'impero era stato ricondotto ad un discorso esclusivamente culturale e non politico. In quell'occasione lo stesso Francesco aveva ammesso che quel passaggio del suo discorso ai cattolici russi non era stato molto felice.
Faccia a faccia con i vescovi ucraini
In questi giorni si trovano a Roma i vescovi del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina chiamati a riunirsi per il loro Sinodo. Il Papa li ha ricevuti in udienza privata mercoledì. Era un incontro molto atteso perché arrivato dopo le parole trasmese a San Pietroburgo e la dura reazione dell'arcivescovo maggiore di Kiev-Halyč, Svjatoslav Ševčuk che aveva pubblicamente protestato per le parole papali chiedendo un chiarimento pubblico alla Santa Sede.
Quella tra il Pontefice e i vescovi ucraini è stata una "conversazione franca" in cui i presuli non hanno nascosto la loro delusione per le recenti prese di posizione. D'altro canto, anche Bergoglio ha voluto manifestare il suo fastidio per la reazione della Chiesa greco-cattolica ucraina affermando loro che "il fatto che abbiate dubitato con chi sia il Papa è stato particolarmente doloroso per il popolo ucraino".
La missione di Zuppi
Questi recenti sviluppi non aiutano di certo la già non facile missione del cardinale Matteo Maria Zuppi, inviato speciale del Papa per tentare di allentare le tensioni sul fronte orientale. Nel volo dalla Mongolia, il Papa l'ha definita la "missione di pace che io ho assegnato". Le accuse ucraine a Bergoglio di essere filorusso e non credibile potrebbero danneggiare il lavoro del cardinale che, dopo essere stato a Kiev, Mosca e Washington, dovrebbe avere in procinto un viaggio a Pechino.
Recandosi a Kiev, il presidente della Cei era riuscito a farsi ricevere dal presidente Zelens'kyj che in precedenza non aveva nascosto il suo scetticismo per l'iniziativa della Santa Sede, ottenendo un primo successo non scontato. Non è da escludere che di fronte alle dure parole di Podolyak si sia messa in moto l'esperta macchina diplomatica della Segreteria di Stato per cercare di far rientrare il prima possibile l'incidente generato dalle parole di Francesco sulla "grande Russia".
Bergoglio nel mirino ucraino. Kiev perde la testa: “Papà Francesco sta con Putin”. Il discorso pronunciato dal Papa il 25 agosto in collegamento video alla Giornata della gioventù russa a San Pietroburgo ha scatenato la reazione di Kiev, che ha accusato il Pontefice di “propaganda imperialista”. Umberto De Giovannangeli su L'Unità il 30 Agosto 2023
Il Papa? Altro che facilitatore di pace. Ha svelato se stesso: è un filo-putiniano. Bergoglio nel “mirino” dell’Ucraina. Il discorso pronunciato dal Papa il 25 agosto in collegamento video alla Giornata della gioventù russa a San Pietroburgo ha scatenato la reazione di Kiev, che ha accusato il Pontefice di “propaganda imperialista”.
L’attacco è arrivato attraverso un post pubblicato su Facebook da Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli Affari esteri dell’Ucraina: “È davvero un peccato che le idee di una grande potenza russa, che in realtà sono la causa dell’aggressività cronica della Russia, consapevolmente o inconsapevolmente, escano dalle labbra del Papa, la cui missione, a nostro avviso, è proprio quella di aprire gli occhi della gioventù russa sul corso distruttivo dell’attuale leadership russa. È con questo tipo di propaganda imperialista, con i legami spirituali e con la necessità di salvare la grande Madre Russia, che il Cremlino giustifica l’assassinio di migliaia di ucraini e la distruzione di centinaia di città e villaggi ucraini”.
Parole dure per cui è arrivata la replica della nunziatura apostolica in Ucraina attraverso i canali diplomatici della Santa Sede: “La nunziatura apostolica in Ucraina ha rilevato che, a seguito della connessione telematica di Papa Francesco con i giovani cattolici della Federazione Russa, avvenuta il 25 agosto 2023, nei mass-media ucraini e internazionali sono sorte discussioni circa alcune parole pronunciate dal Romano Pontefice in quell’occasione. In particolare secondo alcune interpretazioni, Papa Francesco avrebbe incoraggiato i giovani cattolici russi a prendere esempio da alcuni personaggi storici russi, conosciuti per le idee ed azioni imperialiste ed espansioniste, realizzate a detrimento dei popoli vicini, compreso quello ucraino. Questa rappresentanza pontificia rifiuta fermamente le suddette interpretazioni, in quanto Papa Francesco non ha mai incoraggiato idee imperialiste. Al contrario, egli è un convinto oppositore e critico di qualsiasi forma di imperialismo o colonialismo, in tutti i popoli e situazioni. In questa stessa chiave vanno interpretate anche le parole del Romano Pontefice, pronunciate il 25 agosto scorso. Questa Rappresentanza pontificia rifiuta fermamente le suddette interpretazioni”.
Nel discorso del 25 agosto scorso con i ragazzi russi riuniti a San Pietroburgo in occasione del X Incontro nazionale dei giovani cattolici della Russia, Bergoglio ha affermato: “Non dimenticatevi dell’eredità. Voi siete eredi della grande Russia: la grande Russia dei santi, dei re, la grande Russia di Pietro il Grande, Caterina II, quell’impero russo grande, colto, di tanta cultura, di tanta umanità. Non rinunciate mai a questa eredità. Voi siete gli eredi della grande Madre Russia, andate avanti. E grazie. Grazie per il vostro modo di essere, per il vostro modo di essere russi”.
La frase incriminata sarebbe stata tolta dalla traduzione ufficiale del discorso del Papa pubblicata dal Vaticano, ma questo passaggio è trapelato lo stesso, scatenando le accuse di Kiev. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha espresso apprezzamento per le parole usate da Papa Francesco rivolgendosi ai giovani russi durante la Giornata mondiale della gioventù. “Il pontefice conosce la storia russa, e questo è molto positivo”, ha detto Peskov in conferenza stampa. “La nostra eredità non si limita a Pietro o Caterina, è molto più antica”, ha aggiunto citato dall’agenzia di stampa Tass. “Il compito dello Stato, della società, degli insegnanti delle scuole e delle università è portare questo patrimonio alle masse. Che il Papa suoni all’unisono con questo compito è molto gratificante’’, ha aggiunto.
Ma fuori dalle “interpretazioni” di parte, dal forte sapore propagandistico, resta la recente torsione “moderata” di Volodymyr Zelensky. In una lunga intervista al canale tv ucraino 1+1. Zelensky ha dichiarato che “è preferibile e possibile negoziare una soluzione politica per la Crimea piuttosto che riportarla sotto il controllo ucraino con la forza militare”. E ha poi aggiunto: “Quando saremo ai confini amministrativi della Crimea, penso che sia possibile forzare politicamente la smilitarizzazione della Russia sul territorio della penisola”. Il presidente ha insomma lasciato intendere che per quanto possa avere successo l’avanzata ucraina verso Sud, la guerra potrebbe fermarsi proprio davanti alla Crimea. Che rimane un obiettivo, ma non da conquistare con le armi. Dietro alla nuova veste “diplomatica” di Zelensky ci sono soprattutto ragioni esterne.
Se la controffensiva ucraina ha funzionato fino a ora è anche per il supporto tecnico e militare dell’Occidente, in particolare degli Stati Uniti, che potrebbe però non essere disposto a dare il sostegno all’infinito, tanto più se la resistenza si dovesse trasformare in una guerra di riconquista di territori come la Crimea. Lo ha ammesso lo stesso presidente ucraino nella sua intervista: un’estensione del conflitto al territorio russo sarebbe una brutta idea che “rischierebbe di lasciarci soli”.
D’altro canto, concordano analisti e fonti diplomatiche occidentali ascoltate da l’Unità, prospettare una guerra a tempo indeterminato dopo 18 mesi di conflitto potrebbe essere un problema e la moderazione di Zelensky nelle ultime ore potrebbe avere a che fare anche con questo. Anche perché il presidente ha annunciato la volontà di sospendere la legge marziale nel 2024 e indire nuove elezioni nel paese. Il consenso popolare potrebbe passare più dalla diplomazia che dalle operazioni belliche. Tanto più che si moltiplicano le testimonianze di fonti occidentali su “un drammatico incremento dei morti ucraini”, sullo sfondo della resistenza delle linee russe a quella che doveva essere la controffensiva d’estate dell’Ucraina.
C’è stato un drammatico aumento del numero dei morti ucraini nel conflitto. È quanto riporta la Bbc, citando nuove stime di funzionari Usa coperti dall’anonimato. L’emittente britannica riferisce inoltre che il suo inviato Quentin Sommerville è stato al fronte nell’est dell’Ucraina e qui il conteggio dei morti è diventato una realtà quotidiana. L’Ucraina non fornisce dati ufficiali relativamente ai morti in guerra e le forze armate di Kiev hanno ribadito più volte che il loro numero delle vittime di guerra costituisce un segreto di Stato.
Recentemente il New York Times, citando funzionari Usa, ha fissato a 70mila il numero dei morti ucraini e a 120mila quello dei feriti ucraini. La Bbc ricorda che al momento l’Onu ha registrato 9.177 morti civili. Fino ad aprile, scrive la Cnn, stime trapelate dal Pentagono collocavano i morti ucraini alla cifra molto più bassa di 17.500. Il presunto balzo a oltre 70.000 si spiegherebbe in parte con la controffensiva nel sud.
Umberto De Giovannangeli 30 Agosto 2023
Travaglio & compagni. Ma ce li vedete ora in pressing su Putin? Giovanni Sallusti su Libero Quotidiano il 30 agosto 2023
Li vedete anche voi, tutti intenti a sfilare in quel di Roma verso via Gaeta 5, sotto la sede dell’ambasciata russa? Come dite, chi? Ma i pacifisti duri e puri, ovviamente, soprattutto puri, la meglio umanità in gessato arcobaleno e sentimenti gandhiani, che nell’ultimo anno e mezzo ha strillato sempre e solo pace, pace a qualunque prezzo. Fino a trasformarsi (ma sempre per il nobile scopo) in veri e propri maniaci della trattativa, fino ad invocare spiragli di negoziato anche quando a Bucha si riaffacciavano metodi da macelleria novecentesca, fino a prendersela quotidianamente col cinico complesso militare-industriale manovrato dallo Zio Sam. Per carità, qualcuno ci dia uno scampolo di trattativa, la pace sopra tutto. Finché, ieri, accade che qualcuno lo evochi, questo scampolo. «È preferibile e possibile negoziare una soluzione politica per la Crimea», anche perché si eviterebbero parecchie altre vittime: parole e musica di Volodymyr Zelensky. Sì, proprio quello con cui i pacifisti non sono mai stati generosissimi (il campionario di equilibrati epiteti va da servo degli americani a guerrafondaio drogato), ma loro non pendono da una parte, loro valuteranno il merito, loro non ignoreranno la notizia: perla prima volta, il presidente ucraino abbatte il grande tabù che impediva qualsiasi accenno negoziale con lo Zar invasore. Si può, forse persino si deve, trattare con le armi della politica, e non con la politica delle armi, sulla penisola di Crimea. Avranno stappato casse di champagne, nelle cattedrali del rigoroso pacifismo nostrano, dalla redazione del Fatto Quotidiano alla sede del Movimento CinqueStelle fino al salotto di casa Orsini: è successo esattamente quello che invocavano loro fino a ieri, qualcuno ha messo da parte la “retorica bellicista” (qualunque cosa voglia dire), qualcuno ha scomodato la politica a proposito dello snodo che aveva sempre bloccato qualunque abboccamento preliminare.
E DOPO, TUTTI DA VLAD - Dopodiché, archiviato il brindisi, avranno preso armi (metaforiche, s’intende), bagagli e la loro granitica coerenza logica e valoriale, e si saranno riversati in blocco lì, sotto le finestre della rappresentanza in Italia della Federazione Russa. Perché il granello di diplomazia è stato lanciato, e qualcuno lo deve raccogliere. E quel qualcuno non può che essere Vladimir Putin (non perché sia l’aggressore, ci mancherebbe, ma perché banalmente è la controparte negoziale), il quale del resto, ci assicurano gli stessi pacifisti da quando ha mosso i carri armati, non vede l’ora di discutere la pace.
E ci saranno proprio tutti, all’ambasciata, Travaglio col suo (per una volta) furore trattavista, Santoro col suo partitino iperpacifista da lanciare alle Europee, Giuseppe Conte che da mesi imbastisce supercazzole contro l’approccio puramente militare, Moni Ovadia che finalmente può celebrare il crollo del “pensiero unico” bombarolo, Alessandro Di Battista che si fa invitare in tivù solo per urlare al negoziato, e davanti a tutti, ovviamente, il succitato professor Orsini, scolapasta in testa e autostima in (ulteriore) risalita, visto che Zelensky scomoda quella «soluzione politica» che lui caldeggia da mesi. Proprio perché questa variopinta compagnia è in assoluta buona fede, per niente viziata dall’ideologia anti-occidentale e affatto in fregola per il dittatore ex Kgb, da oggi dedicherà ogni singola energia ad incalzarlo: cogli lo spiraglio, rispondi al segnale, accetta la diplomazia. Da oggi, chiederanno ossessivamente e in coro alla Russia di andare incontro alla preferenza di Zelensky, quella di «negoziare una soluzione politica», perché per la prima volta s’intravede la possibilità del dialogo, conta solo quello. Il cerino della pace ora è in mano a Putin, è l’occasione che aspettavano, presseranno ogni giorno perché lo Zar non lo lasci bruciare.
ONESTÀ INTELLETTUALE - Nessuno di loro sottolineerà strumentalmente che la trattativa immaginata dal leader ucraino per ora ha queste vesti: «Quando saremo ai confini amministrativi della Crimea, penso che sia possibile forzare politicamente la smilitarizzazione della Russia sul territorio della penisola». Sono gente di mondo e di ottimi studi, sanno che nessuno può aprire una contrattazione se non da una posizione di forza, apparentemente irricevibile. Il pacifista italiano è intellettualmente onesto, sa che quel che conta è che si pronunci la parola “negoziato”, sa che l’ha fatto Zelensky, sa che tocca a Putin mandare un segno analogo, e da oggi si batterà perché accada, perché gli interessa la pace, non gli interessano gli obiettivi di Mosca. Ci credete anche voi, vero?
Estratto dell’articolo di Domenico Agasso per "La Stampa" mercoledì 30 agosto 2023.
Il Vaticano usa i suoi canali ufficiali per gettare acqua sul fuoco delle nuove polemiche tra Kiev e Santa Sede, esplose dopo alcune affermazioni di Francesco. «Nelle parole di saluto rivolte al braccio ad alcuni giovani cattolici russi negli scorsi giorni, com'è chiaro dal contesto in cui le ha pronunciate, il Papa intendeva incoraggiare i giovani a conservare e promuovere quanto positivo c'è nella grande eredità culturale e spirituale russa, e certo non esaltare logiche imperialistiche e personalità di governo, citate per indicare alcuni periodi storici di riferimento».
La dichiarazione del portavoce Matteo Bruni vuole essere un «chiarimento» - come lo definisce il sito Vatican News - in merito alle riflessioni del Pontefice scandite alla fine di un video-collegamento, lo scorso 25 agosto, con i ragazzi partecipanti alla «Giornata della gioventù» russa.
[…]
Non è il primo incidente diplomatico che scuote i rapporti tra Vaticano e Ucraina dall'inizio del conflitto nell'Est Europa. Una dura controversia ci fu per la Via Crucis al Colosseo nel Venerdì santo del 2022, con l'inserimento tra le famiglie portatrici della croce di una russa e una ucraina, legate dall'amicizia tra due donne. Le contestazioni ucraine furono veementi.
Fra il maggio e il giugno successivi, altre fibrillazioni le ha provocato la considerazione del Papa sull'«abbaiare della Nato alla porta della Russia», espressa in un colloquio con il Corriere della Sera e spiegata in un'intervista al direttore della Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro, anticipata da La Stampa: «Un paio di mesi prima dell'inizio della guerra ho incontrato un capo di Stato, un uomo saggio. Mi ha detto che era molto preoccupato per come si stava muovendo la NATO.
Gli ho chiesto perché, e mi ha risposto: «Stanno abbaiando alle porte della Russia. E non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi a loro». Ha concluso: «La situazione potrebbe portare alla guerra». Questa era la sua opinione. Il 24 febbraio è iniziata la guerra. Quel capo di Stato ha saputo leggere i segni di quel che stava avvenendo».
Poi, un anno fa, forti tensioni si sono registrate dopo che il Pontefice ha commentato l'omicidio di Darya Dugina, la figlia dell'ideologo russo: «Penso a quella povera ragazza volata in aria per una bomba che era sotto il sedile della macchina a Mosca. Gli innocenti pagano la guerra, gli innocenti!». L'immediata protesta di Kiev è culminata con la convocazione del Nunzio. Per altro, ieri Francesco è tornato ancora una volta a definire «insensata» la guerra in Ucraina.
Matteo Matzuzzi per il Foglio - Estratti mercoledì 30 agosto 2023.
I rapporti fra la Santa Sede e l’Ucraina non sono mai stati così complicati, il che è paradossale considerato che gli ucraini da un anno e mezzo lottano per la propria sopravvivenza dopo l’aggressione russa ordinata da Vladimir Putin. Il comunicato dell’arcivescovo maggiore di Kyiv diffuso lunedì sera in risposta alle parole a braccio pronunciate dal Papa davanti a una platea di giovani russi, usa termini che non possono essere equivocati:
“Le parole sulla ‘grande Russia di Pietro I, Caterina II, di quell’impero – grande e illuminato, un paese di grande cultura e grande umanità’ si riferiscono al peggiore esempio dell’imperialismo e del nazionalismo estremo russi. Temiamo che quelle parole siano comprese da alcuni come un incoraggiamento proprio di questo nazionalismo e imperialismo, che è la vera causa della guerra in Ucraina.
Guerra che ogni giorno porta la morte e la distruzione del nostro popolo”. Ancora, “come Chiesa, vogliamo segnalare che, nel contesto dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina, simili espressioni ispirano le ambizioni neocoloniali del paese aggressore, invece di denunciare e condannare questo modo di ‘essere russi’”. E se Francesco, a mo’ di chiosa, ringraziava i giovani “per il vostro modo di essere russi” (con tutto quel che tale espressione possa voler dire), Shevchuk replica che “la Chiesa greco-cattolica ucraina insieme con tutta la società civile in Ucraina condanna l’ideologia del ‘mondo russo’ e tutto il modo criminale di ‘essere russi’. Speriamo che la nostra voce sia udita dal Santo Padre”.
(…) In mattinata poi, è intervenuta anche la Sala stampa vaticana: “Il Papa intendeva incoraggiare i giovani a conservare e promuovere quanto di positivo c’è nella grande eredità culturale e spirituale russa, e certo non esaltare logiche imperialistiche e personalità di governo, citate per indicare alcuni periodi storici di riferimento”. Il problema non è quel che pensa il Papa bensì quel che il Papa dice.
Da scafato conoscitore di come funziona la comunicazione, è perfettamente in grado di sapere l’effetto delle sue affermazioni. Non a caso i due momenti più attesi dei suoi viaggi apostolici sono l’intervista a ruota libera a bordo aereo e la pubblicazione della conversazione con i gesuiti del luogo. Parlare di Nato “che abbaia ai confini della Russia” giova alla causa della pace? Dare del “chierichetto” al Patriarca Kirill aiuta a migliorare la percezione vaticana presso le alte gerarchie moscovite?
Evitare di chiamare per nome l’aggressore contribuisce a rendere manifesta la vicinanza al popolo che soffre? Elogiare l’umanità russa citando Dostoevskij spiega il contesto che ha portato Mosca a invadere un paese sovrano? Il fallimentare incontro con Zelensky dello scorso maggio a Roma risponde a questi interrogativi. Il risultato della postura di Francesco rispetto alla guerra e alle sue cause politiche è che oggi la Santa Sede è percepita da entrambe le Parti come un attore del tutto trascurabile, perché sospettato di non essere davvero super partes.
Gioca, in questo, il pregiudizio anti occidentale del Papa – che non è segreto, basta leggersi le sue interviste per comprenderlo – del resto esplicitato già un decennio fa con la richiesta accorata a Putin di fare il possibile per evitare l’attacco che in Siria avrebbe portato alla destituzione di Bashar el Assad. Ieri, non a caso, il portavoce di Putin, Peskov, ha ringraziato il Papa per le belle parole: Francesco, ha detto il funzionario di Mosca, ha dimostrato di “conoscere la storia russa, e questo è molto positivo”. Si sarà trattato pure d’un fraintendimento, ma se gli unici a complimentarsi con il Pontefice sono i gerarchi del Cremlino, qualche dubbio a Santa Marta forse bisognerebbe porselo.
Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per “il Corriere della Sera” mercoledì 30 agosto 2023.
«Impossibile negoziare con il criminale Putin. E come mai il Papa si è fatto strumento della propaganda imperiale russa?». Mykhailo Podolyak, tra i più noti consiglieri del presidente Zelensky, in questa intervista al Corriere fa il punto sulle prospettive del processo di pace tra Mosca e Kiev e non lesina critiche alle recenti dichiarazioni di Papa Francesco.
L’ultima intervista di Volodymyr Zelensky alla stampa ucraina sembra aprire a un negoziato. Siete pronti a trattare con la Russia sul futuro di una Crimea demilitarizzata?
«Siamo realisti. Mosca continua a illudersi di avere le risorse per tenersi una parte dei territori occupati, occorre che subisca sconfitte tattiche significative sulla linea del fronte.
Solo questo, oltre all’intensificazione dei conflitti nell’entourage di Putin, costringerà i russi ad una valutazione più realistica della situazione. Ne consegue che in questo momento ogni negoziato è fuori questione».
Può chiarire?
«Il nostro presidente ha detto molto esplicitamente che solo l’arrivo delle nostre forze armate ai confini amministrativi della Crimea e la parallela distruzione di ogni arma che permetta alla Russia di controllarla spingerà ciò che resta della Nomenklatura di Putin a scegliere: perdere tutto o lasciare la Crimea in tempi brevi. Noi certamente preferiamo il loro ritiro volontario a battaglie su larga scala. Ma non sono ancora a questo punto, credono tutt’ora che negoziare sia stupido».
Trattare con Putin?
«Purtroppo, questa è una domanda retorica. Putin non solo non è un partner con cui trattare, ma è anche un ipocrita che considera la nostra disponibilità al dialogo come una debolezza da sfruttare a proprio vantaggio. Putin non mantiene mai la parola data, agisce secondo istinti distruttivi, illudendosi sempre di poterla fare franca, violando ogni regola.
Non ci saranno negoziati e per vari motivi: è inutile, umilia il diritto internazionale, giustifica i suoi crimini. Oltretutto ha perso ogni senso della misura, censura il suo Paese, reprime gli oppositori, li fa assassinare. Consigliamo vivamente di abituarsi all’idea per cui può esistere una Russia senza Putin. Il dittatore deve perdere, non può passare la sua logica delle minacce, del ricatto, del genocidio, altrimenti sono a rischio la democrazia e la libertà in tutto il mondo». […]
Come valuta le parole del Papa, che ha esaltato la Russia di Pietro il Grande e dell’Imperatrice Caterina?
«Un discorso distruttivo per l’umanesimo contemporaneo. Se valutiamo con mente aperta le frasi del Papa, vediamo che sono un incoraggiamento incondizionato all’imperialismo aggressivo, un plauso all’idea sanguinaria del “mondo russo”, che implica la brutale distruzione delle libertà e degli stili di vita altrui. Francesco incoraggia l’ideologia misantropica di Putin, le sue manie genocide.
C’è da chiedersi cosa sia la Chiesa cattolica, cosa il cristianesimo, cosa sia l’Ucraina insanguinata di vittime innocenti. Sembra che il Pontefice, ancora una volta, sia stato strumento della propaganda russa. È proprio facendosi forte della triade Pietro-Caterina-Stalin che l’esercito russo viene a uccidere gli ucraini.
Il Papa li esalta e Putin li usa per eliminare la nostra identità. Ancora non mi capacito come la Santa Sede non abbia compreso la dannata futilità e il nulla della prospettiva storica insita nell’essenza genocida della moderna Mosca».
Dal Vaticano con amore. Il Papa, il Generale e la perenne tragedia dell’imperialismo russo. Christian Rocca su L'Inkiesta il 30 Agosto 2023
Le parole oscene del Pontefice, l’autoritarismo di Vannacci, il putinismo di Conte e il cerchio che si chiude perfettamente intorno all’alleanza strategica tra i Cinquestelle, la destra e la sinistra
Probabilmente servono raffinatissime competenze teologiche per interpretare le oscene parole sulla Russia pronunciate da Papa Francesco a braccio, e non trascritte nei documenti ufficiali del Vaticano.
Oppure no.
Di certo c’è che, rivolgendosi ai giovani di San Pietroburgo, e nel bel mezzo della guerra d’aggressione all’Ucraina, il Pontefice ha elogiato lo spirito russo celebrando l’imperialismo degli zar cui si ispira Vladimir Putin nel suo attuale tentativo di sottomettere l’Ucraina: «Non dimenticate mai l’eredità – ha detto il Papa – Siete gli eredi della grande Russia: la grande Russia dei santi, dei governanti, la grande Russia di Pietro I, Caterina II, quell’impero – un grande, illuminato, [paese] di grande cultura e di grande umanità. Non rinunciate mai a questa eredità, siete gli eredi della grande Madre Russia, andate avanti. E grazie. Grazie per il vostro modo di essere, per il vostro modo di essere russi».
Andate avanti, dice dunque il Papa, non rinunciate allo spirito imperialista della vostra gloriosa storia e grazie, tante grazie, per il vostro modo di essere russi. Un modo di essere russi, in perfetta linea con la tradizione di Pietro e di Caterina, esercitato con dedizione e umanità a Bucha e a Mariupol, a Karkhiv e a Kramatorsk.
Da non crederci.
Taras Ševčenko, il più grande poeta e cantore ucraino, una via di mezzo tra Dante e Manzoni per la cultura ucraina, su Pietro I e di Caterina II scrisse parole precise: «Il primo crocifisse la nostra Ucraina e la seconda la finì! Macellai! Macellai! Cannibali! Si saziarono bene, quei due!».
Insomma, ha ricordato il giornalista Yaroslav Trofimov del Wall Street Journal, è come se il Papa avesse suggerito ai belgi di celebrare la grande missione umanitaria e illuminata di Re Leopoldo in Congo, visto che Pietro e Caterina di Russia hanno schiavizzato l’Ucraina in nome di quell’imperialismo della Grande Madre Russia che continua fino ai giorni nostri, fino ai nostri confini, fino ai nostri talk show.
A questo punto potremmo aspettarci un invito papale a non dimenticare la grande eredità culturale degli “italiani brava gente” ben rappresentati dalla figura illuminata del generale Rodolfo Graziani, ma forse non è il caso di dare altre idee alla Curia romana.
Le vere parole del Pontefice, ovviamente celebrate dalla propaganda russi entusiasta dell’inaspettato regalo confezionato da Bergoglio, sono ancora più incresciose rispetto all’ipotetico paragone con il Belgio coloniale e con l’Italia fascista, perché oggi né i belgi né gli italiani stanno provando a cancellare militarmente e culturalmente dalla faccia della terra i congolesi e gli etiopi, al contrario di quanto ha pianificato Putin negli stessi giorni, nelle stesse ore, negli stessi minuti in cui il Papa si è rivolto alla nuova gioventù fascista russa.
Un paio di giorni prima è stato assegnato al Papa il premio “È giornalismo”, il cui albo d’oro vanta, accanto a bravi e incolpevoli scrittori, anche il Gabibbo e Google. E in effetti, a questo punto, manca solo il generale Vannacci, ma nemmeno lui tarderà a ricevere un giusto riconoscimento visto che da una settimana guida il dibattito politico e giornalistico italiano intorno a un abbecedario del perfetto balilla contemporaneo, arricchito da grandi elogi del modello di vita russo quale antidoto ideale al mondo al contrario nel quale viviamo («a Mosca incontravo, ben dopo l’imbrunire nei grandissimi e bellissimi parchi cittadini, donne sole e mamme con bambini che assaporavano il fresco delle sere estive senza il benché minimo timore di essere molestate da qualcuno», sarà tutto merito di Pietro il Grande).
In un’intervista al Corriere, il generale ha raccontato che nel dicembre 2020 è stato nominato addetto militare all’ambasciata italiana di Mosca, quindi dal governo Conte numero due, quello tragicamente noto per le molteplici scelte stravaganti, tra cui l’aver fatto sfilare l’esercito russo lungo le strade italiane durante il lockdown. Ma prima dell’intervista non sapevamo che aveva anche inviato a Mosca a rappresentare il nostro paese la caricatura di un famoso personaggio di Mario Marenco.
E così, grazie a Conte e a Vannacci, si è chiuso improvvisamente il cerchio dell’alleanza strategica tra i babbeiacinquestelle, la destra autoritaria, i picchiatelli della sinistra nostalgica, il Pd che crede che questi siano sinceri democratici e il Papa che elogia l’imperialismo russo.
Meriterebbero il premio “È avanspettacolo”, se non ci fossero il sacrificio e la sofferenza degli europei nati, cresciuti e combattenti in Ucraina a ricordarci che la questione è seria e non fa ridere.
L’Italia al contrario. Il generale in guerra contro il mainstream e l’equivoco del putinismo di sinistra. Francesco Cundari su L'Inkiesta il 28 Agosto 2023
Non stupisce che i fan di un militare ossessionato da gay e femministe ripetano gli argomenti della propaganda russa, cioè del regime capofila di quel gruppo di autocrazie che applicano in casa propria i principi a lui cari. Stupisce che lo facciano intellettuali, politici e giornalisti di sinistra
Il mondo al contrario è quello in cui bastano una manciata di canti mal studiati al liceo per sentirsi autorizzati a discettare di Dante, mezza paginetta del manuale con scritto «tesi, antitesi e sintesi» per considerarsi titolati a parlare di dialettica hegeliana, ma per deplorare le invettive contro omosessuali e femministe di un generale dei paracadutisti con aspirazioni letterarie occorre invece averne letto integralmente il volume. Opera autopubblicata la cui totale assenza di originalità è garantita sin dal titolo, prima ancora che dai numerosi estratti di cui sono pieni i giornali.
Non c’è più nessuno su questo pianeta, infatti, che non si dolga pubblicamente di vivere in un mondo alla rovescia (se è consentito tradurre il concetto in un italiano da persone adulte). Non c’è leader politico, cantante, cabarettista o calzolaio che non si senta parte di una maggioranza oppressa, costretta al silenzio dalla soffocante egemonia del pensiero unico imposto da pochi, avidi, occulti burattinai.
Ce l’hanno tutti con il «mainstream», senza avvedersi di come l’unico pensiero veramente dominante, egemone e ubiquo, a destra come a sinistra, sia proprio questo delirio cospirazionistico, lo «stile paranoico» che caratterizza ormai il dibattito pubblico globale, di qualunque cosa si parli: missioni spaziali o smaltimento dei rifiuti, green pass o Donbas.
Non stupisce che da un militare di simili vedute (stando a quanto ne ha scritto Bruno Vespa sul Quotidiano nazionale), o perlomeno dai suoi più fervidi sostenitori (stando alla cronaca fatta da Repubblica di un loro recente raduno), venga un sostanziale appoggio alle posizioni della Russia di Putin. Cioè al regime capofila di quel gruppo di autocrazie che applicano in casa propria, e nel modo più rigoroso, i principi a lui cari, tipo l’Iran. Singolare, semmai, è che a sostenere quegli stessi argomenti di politica internazionale siano tanti intellettuali, politici e giornalisti di sinistra (o scambiati per tali, peraltro non da oggi, nell’Italia al contrario in cui ci tocca vivere).
Eppure, proprio nelle sezioni del Partito comunista, una delle primissime cose che s’insegnavano era che l’analisi doveva sempre partire dalla situazione internazionale, per scendere poi, passo passo, fino alla classica fontanella. E sebbene potesse risultare non sempre chiarissimo il nesso tra le manovre americane in Medio Oriente e l’approvvigionamento idrico del proprio quartiere, lo sforzo intellettuale richiesto aveva comunque un suo valore e una sua utilità. E andrebbe forse riscoperto.
Considerato come i sostenitori del generale corteggiato da Forza Nuova e dal fior fiore dell’estrema destra si scagliano contro l’aggressività della Nato (assieme a buona parte dell’estrema destra europea), tocca dunque chiarirsi le idee, perché delle due l’una: o il generale autopubblicato e i suoi numerosi ammiratori neofascisti sono diventati di colpo dei pacifisti illuminati, o qualcuno degli illuminati pacifisti di cui sopra, nell’analizzare la situazione internazionale, deve aver preso la strada sbagliata. E ancora non se n’è accorto, purtroppo.
Estratto dell’articolo di Domenico Quirico per “La Stampa” martedì 29 agosto 2023.
Un fantasma, l'ennesimo, si aggira per l'Europa: la soluzione diplomatica. Come purtroppo accade per i fantasmi tutti sostengono di averli visti, li descrivono perfino nella incorporea materialità, li invitano a farsi sostanza e voce per poter dialogare con loro, evocare, ricevere vaticini e suggerimenti, esplorare il futuro, cambiare il fato. Godono la vertigine di una stupefacente esistenza. Poi, nel momento in cui la luce della realtà fa svanire l'ombra dei sogni, tutto si conferma per ciò che era: nulla.
I fantasmi d'Ucraina si declinano sotto molte specie: la sospirata "iniziativa diplomatica'' in cui incliti e colti, generali e pacifisti, progressisti, populisti e perfino i nicodemiti del putinismo scorgono il principio del lieto fine. Proprio perché non vuol dir nulla, non impegna a niente. Poi c'è l'invocazione «è ora di dar spazio alla diplomazia», una specie di «ita missa est» che incuba con loquela furba e tortuosa ogni comizio, intervista e senatoconsulto. E da rinviare cronologicamente a calende greche. […]
I fantasmi purtroppo son rimasti finora fantasmi. Per dar corpo alla iniziativa diplomatica occorrerebbero furberie, cavilli, tattiche anche impudenti, e soprattutto tanto coraggio politico. Per fare un esempio: poiché la diplomazia non è teratologia, ovvero la scienza dei mostri, si dovrebbe attribuire al mostro Putin, internazionalmente ricercato per furto di bambini, la qualifica di controparte. Altrimenti, in attesa della reincarnazione di Prigozhin o della mano dell'Onnipotente, senza questa opportunistica riabilitazione con chi la si esercita, la diplomazia? […]
La resa incondizionata non ha bisogno di nessuna diplomazia. Si dettano ordini.
Il vinto obbedisce. Non ha scelta. […] Se questo è lo scopo si lascino i fantasmi diplomatici nel loro inutile limbo. Ma siamo in grado di imporre alla Russia la resa senza condizioni? E come? E la vittoria totale non rischia di diventare un incubo? La soluzione si aggroviglia.
Intanto la guerra accumula il suo arsenale di orribili fatti. I soliti: morti bombardamenti avanzate minuscole e ritirate minuscole, ci si consola con la conquista di un villaggio «fondamentale perché si vedono le posizioni russe dall'alto», come se fossimo ai tempi di Borodino. Intanto la guerra cresce con i suoi lieviti cattivi, non perde tempo in cineserie verbali, punta al pratico.
Prendiamo questa notizia come circola. Gli alti comandi ucraini nella persona del capo di stato maggiore Valeriy Zaluzhnyi con tutti suoi generali sono stati convocati al confine polacco dagli alti comandi della Nato.
Si è scomodato per trasmettere loro ordini il pensatoio dell'Alleanza con il capo di stato maggiore Christopher Cavoli e il capo dell'esercito britannico. […] Non il solito incontro per discutere quanti missili e quante munizioni mancano, eternamente, agli ucraini per vincere.
È stata la convocazione di un esercito vassallo per dare ordini, in particolare, pare, l'ingiunzione a cambiare radicalmente la strategia, non più perder tempo a Est ma provare a colpire a Sud per spaccare in due le linee, peraltro assi munite, dei russi. La risposta degli scolaretti ucraini di alto grado è stata ovviamente: Geniale! Obbedisco.
[…] Quello che è verificabile subito è che la non belligeranza, peraltro assai ipocrita e puntellata su acrobazie definitorie con cui si copriva la attività della coalizione occidentale, è caduta. La guerra è nuda.
Si può bere la favola che fornire armi all'aggredito non significhi essere in guerra con la Russia. Anche la fornitura di informazioni fondamentali agli ucraini usando lo sbalorditivo apparato di satelliti e droni sui movimenti russi, la dislocazione delle truppe, i depositi di Putin, può esser difeso da plauditori e servidorame della guerra a tutti i costi come legittimo. […]
Ma se l'esercito ucraino prende ordini dai comandi occidentali su come operare sul campo allora cade il tabù: da tredici giorni siamo in guerra con la Russia. E non ce ne siamo accorti. Che Kiev faccia parte formalmente dell'Alleanza diventa cosa giuridicamente irrilevante. E sull'argomento non può calare l'oblio.
Forse di fronte alla evidente paralisi della guerra americani e caudatari hanno dovuto rendere chiaro ciò che hanno sempre negato: fanno la guerra ai russi usando i poveri ucraini come fanterie molto eroiche […]. […]
Di quanto è accaduto così silenziosamente si è accorto Zelensky. Che per la prima volta, dopo i mesi in cui fustigava in forme egomaniache i suggerimenti diplomatici come subdolo tradimento delle vittime e resa al prepotente di Mosca, ha ammesso che la trattativa sarebbe meglio della soluzione militare, e che sulla Crimea chissà...
Zelensky dal febbraio del 2022 è consapevole che il suo Paese dipende totalmente dall'aiuto occidentale per esistere e che non è la compassione a muovere alcuni dei suoi alleati, semmai l'idea di ottenere la seconda disintegrazione della Russia, usandolo come un mujahedin europeo contro i sovietici nel Novecento.
In questo anno e mezzo di guerra ha tentato di rovesciare questo rapporto di dipendenza assoluta per imporre agli occidentali la sua strategia e i suoi programmi. In parte ci è riuscito, […], fino all'assioma: sarà l'Ucraina a decidere quale pace vorrà. Bisogna scappellarsi di fronte a questo acrobatico gioco. Ma la guerra non si fa ingannare.
Pendono equazioni insolubili. Che sono la guerra di usura, le trincee che diventano eterne, i miliardi che scivolano via. Gli americani hanno ricordato agli ucraini in modo anche formalmente sgarbato la realtà: noi vi teniamo in vita, noi comandiamo. Voi fate la guerra come la decidiamo noi.