Denuncio al mondo ed ai posteri con i miei libri tutte le illegalità tacitate ed impunite compiute dai poteri forti (tutte le mafie). Lo faccio con professionalità, senza pregiudizi od ideologie. Per non essere tacciato di mitomania, pazzia, calunnia, diffamazione, partigianeria, o di scrivere Fake News, riporto, in contraddittorio, la Cronaca e la faccio diventare storia. Quella Storia che nessun editore vuol pubblicare. Quelli editori che ormai nessuno più legge.
Gli editori ed i distributori censori si avvalgono dell'accusa di plagio, per cessare il rapporto. Plagio mai sollevato da alcuno in sede penale o civile, ma tanto basta per loro per censurarmi.
I miei contenuti non sono propalazioni o convinzioni personali. Mi avvalgo solo di fonti autorevoli e credibili, le quali sono doverosamente citate.
Io sono un sociologo storico: racconto la contemporaneità ad i posteri, senza censura od omertà, per uso di critica o di discussione, per ricerca e studio personale o a scopo culturale o didattico. A norma dell'art. 70, comma 1 della Legge sul diritto d'autore: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali."
L’autore ha il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo (art. 12 comma 2 Legge sul Diritto d’Autore). La legge stessa però fissa alcuni limiti al contenuto patrimoniale del diritto d’autore per esigenze di pubblica informazione, di libera discussione delle idee, di diffusione della cultura e di studio. Si tratta di limitazioni all’esercizio del diritto di autore, giustificate da un interesse generale che prevale sull’interesse personale dell’autore.
L'art. 10 della Convenzione di Unione di Berna (resa esecutiva con L. n. 399 del 1978) Atto di Parigi del 1971, ratificata o presa ad esempio dalla maggioranza degli ordinamenti internazionali, prevede il diritto di citazione con le seguenti regole: 1) Sono lecite le citazioni tratte da un'opera già resa lecitamente accessibile al pubblico, nonché le citazioni di articoli di giornali e riviste periodiche nella forma di rassegne di stampe, a condizione che dette citazioni siano fatte conformemente ai buoni usi e nella misura giustificata dallo scopo.
Ai sensi dell’art. 101 della legge 633/1941: La riproduzione di informazioni e notizie è lecita purché non sia effettuata con l’impiego di atti contrari agli usi onesti in materia giornalistica e purché se ne citi la fonte. Appare chiaro in quest'ipotesi che oltre alla violazione del diritto d'autore è apprezzabile un'ulteriore violazione e cioè quella della concorrenza (il cosiddetto parassitismo giornalistico). Quindi in questo caso non si fa concorrenza illecita al giornale e al testo ma anzi dà un valore aggiunto al brano originale inserito in un contesto più ampio di discussione e di critica.
Ed ancora: "La libertà ex art. 70 comma I, legge sul diritto di autore, di riassumere citare o anche riprodurre brani di opere, per scopi di critica, discussione o insegnamento è ammessa e si giustifica se l'opera di critica o didattica abbia finalità autonome e distinte da quelle dell'opera citata e perciò i frammenti riprodotti non creino neppure una potenziale concorrenza con i diritti di utilizzazione economica spettanti all'autore dell'opera parzialmente riprodotta" (Cassazione Civile 07/03/1997 nr. 2089).
Per questi motivi Dichiaro di essere l’esclusivo autore del libro in oggetto e di tutti i libri pubblicati sul mio portale e le opere citate ai sensi di legge contengono l’autore e la fonte. Ai sensi di legge non ho bisogno di autorizzazione alla pubblicazione essendo opere pubbliche.
Promuovo in video tutto il territorio nazionale ingiustamente maltrattato e censurato. Ascolto e Consiglio le vittime discriminate ed inascoltate. Ogni giorno da tutto il mondo sui miei siti istituzionali, sui miei blog d'informazione personali e sui miei canali video sono seguito ed apprezzato da centinaia di migliaia di navigatori web. Per quello che faccio, per quello che dico e per quello che scrivo i media mi censurano e le istituzioni mi perseguitano. Le letture e le visioni delle mie opere sono gratuite. Anche l'uso è gratuito, basta indicare la fonte. Nessuno mi sovvenziona per le spese che sostengo e mi impediscono di lavorare per potermi mantenere. Non vivo solo di aria: Sostienimi o mi faranno cessare e vinceranno loro.
Dr Antonio Giangrande
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NEWS: RASSEGNA STAMPA - CONTROVOCE - NOTIZIE VERE DAL POPOLO - NOTIZIE SENZA CENSURA
ANNO 2022
L’ACCOGLIENZA
QUARTA PARTE
L’ATTACCO
SETTIMO MESE
DI ANTONIO GIANGRANDE
L’ITALIA ALLO SPECCHIO
IL DNA DEGLI ITALIANI
L’APOTEOSI
DI UN POPOLO DIFETTATO
Questo saggio è un aggiornamento temporale, pluritematico e pluriterritoriale, riferito al 2022, consequenziale a quello del 2021. Gli argomenti ed i territori trattati nei saggi periodici sono completati ed approfonditi in centinaia di saggi analitici specificatamente dedicati e già pubblicati negli stessi canali in forma Book o E-book, con raccolta di materiale riferito al periodo antecedente. Opere oggetto di studio e fonti propedeutiche a tesi di laurea ed inchieste giornalistiche.
Si troveranno delle recensioni deliranti e degradanti di queste opere. Il mio intento non è soggiogare l'assenso parlando del nulla, ma dimostrare che siamo un popolo difettato. In questo modo è ovvio che l'offeso si ribelli con la denigrazione del palesato.
IL GOVERNO
UNA BALLATA PER L’ITALIA (di Antonio Giangrande). L’ITALIA CHE SIAMO.
UNA BALLATA PER AVETRANA (di Antonio Giangrande). L’AVETRANA CHE SIAMO.
PRESENTAZIONE DELL’AUTORE.
LA SOLITA INVASIONE BARBARICA SABAUDA.
LA SOLITA ITALIOPOLI.
SOLITA LADRONIA.
SOLITO GOVERNOPOLI. MALGOVERNO ESEMPIO DI MORALITA’.
SOLITA APPALTOPOLI.
SOLITA CONCORSOPOLI ED ESAMOPOLI. I CONCORSI ED ESAMI DI STATO TRUCCATI.
ESAME DI AVVOCATO. LOBBY FORENSE, ABILITAZIONE TRUCCATA.
SOLITO SPRECOPOLI.
SOLITA SPECULOPOLI. L’ITALIA DELLE SPECULAZIONI.
L’AMMINISTRAZIONE
SOLITO DISSERVIZIOPOLI. LA DITTATURA DEI BUROCRATI.
SOLITA UGUAGLIANZIOPOLI.
IL COGLIONAVIRUS.
L’ACCOGLIENZA
SOLITA ITALIA RAZZISTA.
SOLITI PROFUGHI E FOIBE.
SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI.
GLI STATISTI
IL SOLITO AFFAIRE ALDO MORO.
IL SOLITO GIULIO ANDREOTTI. IL DIVO RE.
SOLITA TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE.
SOLITO BERLUSCONI. L'ITALIANO PER ANTONOMASIA.
IL SOLITO COMUNISTA BENITO MUSSOLINI.
I PARTITI
SOLITI 5 STELLE… CADENTI.
SOLITA LEGOPOLI. LA LEGA DA LEGARE.
SOLITI COMUNISTI. CHI LI CONOSCE LI EVITA.
IL SOLITO AMICO TERRORISTA.
1968 TRAGICA ILLUSIONE IDEOLOGICA.
LA GIUSTIZIA
SOLITO STEFANO CUCCHI & COMPANY.
LA SOLITA SARAH SCAZZI. IL DELITTO DI AVETRANA.
LA SOLITA YARA GAMBIRASIO. IL DELITTO DI BREMBATE.
SOLITO DELITTO DI PERUGIA.
SOLITA ABUSOPOLI.
SOLITA MALAGIUSTIZIOPOLI.
SOLITA GIUSTIZIOPOLI.
SOLITA MANETTOPOLI.
SOLITA IMPUNITOPOLI. L’ITALIA DELL’IMPUNITA’.
I SOLITI MISTERI ITALIANI.
BOLOGNA: UNA STRAGE PARTIGIANA.
LA MAFIOSITA’
SOLITA MAFIOPOLI.
SOLITE MAFIE IN ITALIA.
SOLITA MAFIA DELL’ANTIMAFIA.
SOLITO RIINA. LA COLPA DEI PADRI RICADE SUI FIGLI.
SOLITO CAPORALATO. IPOCRISIA E SPECULAZIONE.
LA SOLITA USUROPOLI E FALLIMENTOPOLI.
SOLITA CASTOPOLI.
LA SOLITA MASSONERIOPOLI.
CONTRO TUTTE LE MAFIE.
LA CULTURA ED I MEDIA
LA SCIENZA E’ UN’OPINIONE.
SOLITO CONTROLLO E MANIPOLAZIONE MENTALE.
SOLITA SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI.
SOLITA CULTUROPOLI. DISCULTURA ED OSCURANTISMO.
SOLITO MEDIOPOLI. CENSURA, DISINFORMAZIONE, OMERTA'.
LO SPETTACOLO E LO SPORT
SOLITO SPETTACOLOPOLI.
SOLITO SANREMO.
SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO.
LA SOCIETA’
AUSPICI, RICORDI ED ANNIVERSARI.
I MORTI FAMOSI.
ELISABETTA E LA CORTE DEGLI SCANDALI.
MEGLIO UN GIORNO DA LEONI O CENTO DA AGNELLI?
L’AMBIENTE
LA SOLITA AGROFRODOPOLI.
SOLITO ANIMALOPOLI.
IL SOLITO TERREMOTO E…
IL SOLITO AMBIENTOPOLI.
IL TERRITORIO
SOLITO TRENTINO ALTO ADIGE.
SOLITO FRIULI VENEZIA GIULIA.
SOLITA VENEZIA ED IL VENETO.
SOLITA MILANO E LA LOMBARDIA.
SOLITO TORINO ED IL PIEMONTE E LA VAL D’AOSTA.
SOLITA GENOVA E LA LIGURIA.
SOLITA BOLOGNA, PARMA ED EMILIA ROMAGNA.
SOLITA FIRENZE E LA TOSCANA.
SOLITA SIENA.
SOLITA SARDEGNA.
SOLITE MARCHE.
SOLITA PERUGIA E L’UMBRIA.
SOLITA ROMA ED IL LAZIO.
SOLITO ABRUZZO.
SOLITO MOLISE.
SOLITA NAPOLI E LA CAMPANIA.
SOLITA BARI.
SOLITA FOGGIA.
SOLITA TARANTO.
SOLITA BRINDISI.
SOLITA LECCE.
SOLITA POTENZA E LA BASILICATA.
SOLITA REGGIO E LA CALABRIA.
SOLITA PALERMO, MESSINA E LA SICILIA.
LE RELIGIONI
SOLITO GESU’ CONTRO MAOMETTO.
FEMMINE E LGBTI
SOLITO CHI COMANDA IL MONDO: FEMMINE E LGBTI.
L’ACCOGLIENZA
INDICE PRIMA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
GLI EUROPEI
I Muri.
Quei razzisti come gli italiani.
Quei razzisti come i tedeschi.
Quei razzisti come gli austriaci.
Quei razzisti come i danesi.
Quei razzisti come i norvegesi.
Quei razzisti come gli svedesi.
Quei razzisti come i finlandesi.
Quei razzisti come i francesi.
Quei razzisti come gli spagnoli.
Quei razzisti come gli olandesi.
Quei razzisti come gli inglesi.
Quei razzisti come i cechi.
Quei razzisti come gli ungheresi.
Quei razzisti come i rumeni.
Quei razzisti come i greci.
Quei razzisti come i serbi.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
GLI AFRO-ASIATICI
Quei razzisti come i marocchini.
Quei razzisti come i libici.
Quei razzisti come i congolesi.
Quei razzisti come gli ugandesi.
Quei razzisti come i nigeriani.
Quei razzisti come i ruandesi.
Quei razzisti come gli egiziani.
Quei razzisti come gli israeliani.
Quei razzisti come i libanesi.
Quei razzisti come i sudafricani.
Quei razzisti come i turchi.
Quei razzisti come gli arabi sauditi.
Quei razzisti come i qatarioti.
Quei razzisti come gli iraniani.
Quei razzisti come gli iracheni.
Quei razzisti come gli afghani.
Quei razzisti come gli indiani.
Quei razzisti come i singalesi.
Quei razzisti come i birmani.
Quei razzisti come i kazaki.
Quei razzisti come i russi.
Quei razzisti come i cinesi.
Quei razzisti come i nord coreani.
Quei razzisti come i sud coreani.
Quei razzisti come i filippini.
Quei razzisti come i giapponesi.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
GLI AMERICANI
Quei razzisti come gli statunitensi.
Kennedy: Le Morti Democratiche.
Quei razzisti come i canadesi.
Quei razzisti come i messicani.
Quei razzisti come i peruviani.
Quei razzisti come gli haitiani.
Quei razzisti come i cubani.
Quei razzisti come i cileni.
Quei razzisti come i venezuelani.
Quei razzisti come i colombiani.
Quei razzisti come i brasiliani.
Quei razzisti come gli argentini.
Quei razzisti come gli australiani.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Fredda.
La Variante Russo-Cinese-Statunitense.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
LA BATTAGLIA DEGLI IMPERI.
I LADRI DI NAZIONI.
CRIMINI CONTRO L’UMANITA’.
I SIMBOLI.
LE PROFEZIE.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. PRIMO MESE.
INDICE QUARTA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. SECONDO MESE.
INDICE QUARTA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. TERZO MESE.
INDICE QUARTA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. QUARTO MESE.
INDICE QUARTA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. QUINTO MESE.
INDICE QUARTA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. SESTO MESE.
INDICE QUARTA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. SETTIMO MESE.
INDICE QUARTA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. OTTAVO MESE.
INDICE QUARTA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. NONO MESE.
INDICE QUARTA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’ATTACCO. DECIMO MESE.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
LE MOTIVAZIONI.
NAZISTA…A CHI?
IL DONBASS DELI ALTRI.
L’OCCIDENTE MOLLICCIO E DEPRAVATO.
TUTTE LE COLPE DI…
LE TRATTATIVE.
ALTRO CHE FRATELLI. I SOLITI COGLIONI RAZZISTI.
LA RUSSIFICAZIONE.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
ESERCITI, MERCENARI E VOLONTARI.
IL FREDDO ED IL PANTANO.
INDICE SETTIMA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
LE VITTIME.
I PATRIOTI.
LE DONNE.
LE FEMMINISTE.
GLI OMOSESSUALI ED I TRANS.
LE SPIE.
INDICE OTTAVA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
LA GUERRA DELLE MATERIE PRIME.
LA GUERRA DELLE ARMI CHIMICHE E BIOLOGICHE.
LA GUERRA ENERGETICA.
LA GUERRA DEL LUSSO.
LA GUERRA FINANZIARIA.
LA GUERRA CIBERNETICA.
LE ARMI.
INDICE NONA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
LA DETERRENZA NUCLEARE.
DICHIARAZIONI DI STATO.
LE REAZIONI.
MINACCE ALL’ITALIA.
INDICE DECIMA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
IL COSTO.
L’ECONOMIA DI GUERRA. LA ZAPPA SUI PIEDI.
PSICOSI E SPECULAZIONI.
I CORRIDOI UMANITARI.
I PROFUGHI.
INDICE UNDICESIMA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
I PACIFISTI.
I GUERRAFONDAI.
RESA O CARNEFICINA?
LO SPORT.
LA MODA.
L’ARTE.
INDICE DODICESIMA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
PATRIA BIELORUSSIA.
PATRIA GEORGIA.
PATRIA UCRAINA.
VOLODYMYR ZELENSKY.
INDICE TREDICESIMA PARTE
La Guerra Calda.
L’ODIO.
I FIGLI DI PUTIN.
INDICE QUATTORDICESIMA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
L’INFORMAZIONE.
TALK SHOW: LA DISTRAZIONE DI MASSA.
INDICE QUINDICESIMA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
LA PROPAGANDA.
LA CENSURA.
LE FAKE NEWS.
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
CRISTIANI CONTRO CRISTIANI.
LA RUSSOFOBIA.
LA PATRIA RUSSIA.
IL NAZIONALISMO.
GLI OLIGARCHI.
LE GUERRE RUSSE.
INDICE DICIASSETTESIMA PARTE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
La Guerra Calda.
CHI E’ PUTIN.
INDICE DICIOTTESIMA PARTE
SOLITI PROFUGHI E FOIBE. (Ho scritto un saggio dedicato)
Quelli che…le Foibe.
Lo sterminio comunista degli Ucraini.
L’Olocausto.
SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI. (Ho scritto un saggio dedicato)
Gli Affari dei Buonisti.
Quelli che…Porti Aperti.
Quelli che…Porti Chiusi.
Il Caso dei Marò.
Che succede in Africa?
Che succede in Libia?
Che succede in Tunisia?
Cosa succede in Siria?
L’ACCOGLIENZA
QUARTA PARTE
L’ATTACCO
SETTIMO MESE
SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)
L’ATTACCO. SETTIMO MESE.
Guerra in Ucraina, sei mesi di conflitto con la Russia: la marcia su Kiev, il gelo delle trattative. Lorenzo Cremonesi, Andrea Marinelli e Guido Olimpio su Il Corriere della Sera il 23 Agosto 2022.
All’alba del 24 febbraio le truppe di Putin entravano in Ucraina via terra, mare, aria Pensavano che la capitale sarebbe caduta in tre giorni, ma la resistenza ha tenuto. L’Armata ha preso Mariupol, Kherson e il Donbass, ma oggi, dopo 180 giorni, neppure la Crimea è più saldamente in mano russa
Sono trascorsi soltanto sei mesi, ma sembra molto di più, tanto che la guerra è diventata un’abitudine e nomi come Kramatorsk, Zaporizhzhia, Kharkiv o Bucha sono stati assimilati e poi quasi dimenticati sulle spiagge dell’estate. Eppure, accadeva in quell’alba fredda del 24 febbraio scorso: l’impensabile, le corse dei tank che sparavano sulle case, i missili, l’attacco diretto contro Kiev, i bombardamenti su una grande città europea. In nome della «denazificazione», con slogan tanto irreali quanto pretestuosi, una dittatura brutale imponeva manu militari la legge del più forte, come fossimo ripiombati all’improvviso negli anni più bui del «secolo breve». Era stata aggredita una democrazia che da anni cercava sempre più di legarsi a Bruxelles.
E dire che l’intelligence anglo-americana aveva lanciato l’allarme almeno quattro mesi prima. Ma pochissimi avevano ascoltato. Lo stesso Volodymyr Zelensky era restato scettico, al peggio il governo ucraino aveva valutato che ci sarebbe stato un temporaneo inasprimento dei combattimenti nell’est, come del resto accadeva periodicamente dal tempo dell’invasione russa nel 2014 con l’annessione della Crimea e parte del Donbass. Vladimir Putin parlava di «grandi manovre» che includevano la Bielorussia, negava di voler invadere, sbeffeggiava quegli stessi americani «guerrafondai» che avevano sbagliato tutto in Iraq, in Libia, sino alla debacle afghana. Come potevano adesso avere ragione? Fu solo nelle ultime ore che Putin cambiò registro, parlò della necessita di attaccare e riprese pubblicamente i toni di quel suo articolo del luglio 2021, in cui aveva teorizzato «l’unità storica tra Russia e Ucraina» in nome del Russkiy Mir. Alle dichiarazioni seguirono i fatti: Putin voleva eliminare Zelensky subito e prendere tutta l’Ucraina. E mirava ad un blitz veloce.
Arrivando a Kiev in quei giorni di fine febbraio, con le colonne di tank russi ormai attestate alle periferie nel villaggio di Irpin, veniva da non credere agli ucraini che sostenevano di avere fermato l’avanzata. In tre o quattro incroci, uno dei quali a soltanto un chilometro dai palazzi presidenziali e da Maidan, c’erano segni di battaglia urbana: mezzi bruciati, tracce di proiettili di mitragliatrici e colpi anticarro sui muri delle case. I militari davano la caccia ai «collaborazionisti». Gli americani proposero di mandare un commando per salvare Zelensky e portarlo all’estero. Allora capitò qualche cosa che in Europa occidentale si faticò a comprendere. «Resto qui, sono pronto a morire, piuttosto mandateci armi», disse il presidente barricato nel suo bunker in centro città: la scelta cambiò il corso della guerra.
Il movimento di volontari ucraini rafforzato dall’avvio del flusso di armi occidentali, diventarono decisivi. La sconfitta russa iniziò proprio in quel momento. Da allora i comandi di Mosca sono stati costretti ripetutamente e rivedere i loro piani, sono cadute una dopo l’altra le teste dei generali, un esercito illuso dalla vittoria lampo fatica a riprendere l’iniziativa. Gli ucraini resistono, già a metà marzo ricacciano indietro i nemici: la minaccia su Kiev si esaurisce a fine mese, nello stesso periodo riescono a liberare anche Kharkiv e parte del nordest. Le uniche vittorie russe sono nel sud, dove prendono Mariupol e dalla Crimea conquistano la provincia di Kherson per arrivare sino al reattore nucleare di Zaporizhzhia.
Prima fase: il quadro militare
I russi hanno schierato i commandos Spetsnaz, i parà ma anche molti reparti della Guardia. Un lungo drago in direzione di Kiev e delle altre località. Scarso l’appoggio dell’aviazione, insufficiente la ricognizione, i mezzi non adeguati e talvolta malmessi. Una macchina poderosa sulla carta, ma lenta. Speravano di inquadrare i nemici con le artiglierie, ma la resistenza si è dispersa. Bene informata dagli Usa sui piani d’attacco — compreso l’assalto alla base di Hostomel — ha sparpagliato le unità per sottrarle al colpo di maglio ed ha reagito con agilità. Di quei giorni di febbraio e marzo restano due «immagini»: i trattori dei contadini che trainavano i tank invasori danneggiati e i Javelin, i missili americani che li avevano messi fuori uso.
L’Ucraina ha puntato su una guerra di movimento, nuclei che si infilavano alle spalle e ai lati dello schieramento, quindi alcuni punti di arresto. La Nato li ha aiutati con un invio intenso di molti sistemi anticarro (tedeschi, svedesi, polacchi, britannici sommatisi agli Stugnas locali) e le informazioni dell’intelligence passate attraverso un canale rapido. Fondamentali i satelliti, da quelli statunitensi alla rete di Elon Musk, così come i voli spia occidentali con Rc135, Global Hawk e altri aerei in pattugliamento elettronico dal Baltico fino al Mar Nero. Gli aggressori sapevano poco — fin dall’inizio — di cosa ci fosse davanti a loro, mentre gli uomini di Zelensky erano ben informati. All’epoca l’arsenale degli ucraini — per quanto insufficiente — ha permesso di «tenere», di rallentare, di far sanguinare chi avanzava.
Da Mariupol al Donbass
In aprile per gli ucraini tutto si fa più complicato. I successi delle prime settimane si arrestano nel lungo assedio di Mariupol. Le unità migliori dell’esercito attestate nel Donbass rischiano l’accerchiamento con l’esercito russo posizionato a chiudere la tenaglia da Izium verso Mariupol. Il 20 maggio si arrendono gli ultimi 2.500 combattenti che resistevano nelle acciaierie Azovstal: hanno rovinato la festa del 9 maggio a Putin, ma adesso per loro si apre l’incognita della prigionia. Mosca punta a vincere la guerra sul medio periodo. L’economia ucraina è in ginocchio, il grano resta bloccato nei silos, l’export crolla ai minimi termini, occorre sostenere un Paese che ha quasi 7 milioni di profughi scappati all’estero e tanti sfollati interni. I russi bombardano le infrastrutture, i nodi ferroviari, ponti e strade, il traffico navale nel Mar Nero è fermo.
Intanto i negoziati diplomatici languono. Grazie alla mediazione turca, Kiev e Mosca si erano parlate sin da fine febbraio. Il 10 marzo s’incontrano ad Antalya i due ministri degli Esteri Dmytro Kuleba e Sergey Lavrov, ma senza risultati. Il 16 marzo Zelensky presenta un piano di 15 punti per raggiungere il cessate il fuoco che contempla tra l’altro l’offerta di «congelare» lo status di Donbass e Crimea in cambio del ritorno ai confini del 23 febbraio. Putin rifiuta. Da allora è il gelo, alimentato dalla scelta russa di continuare ad avanzare dove possibile e adesso dalla nuova condizione ucraina di tornare alle frontiere del 1991. Il 25 maggio Zelensky sostiene pubblicamente che Donbass e Crimea non sono più negoziabili. Mosca intanto progetta un referendum l’11 settembre per l’annessione delle zone conquistate, specie nella regione di Kherson (sul modello di quello tenuto in Crimea dopo l’occupazione del 2014). Kiev replica che, se ciò dovesse avvenire, ogni via diplomatica sarebbe cancellata.
Seconda fase: dalla guerriglia ai duelli d’artiglieria
Gli esperti lo avevano predetto, nel Donbass le condizioni del terreno si adattano meglio alla tattica dell’Armata. E così è stato. Mosca ha messo in linea carri T-72, T-80, T-90, ha usato per la prima volta il blindato Terminator, ma soprattutto ha impiegato la «regina», l’artiglieria pesante. Cannoni da 152 mm, i semoventi da 203 mm Malka, i «mortai» Pion, i lanciarazzi tipo Katyuscia, gli ordigni termobarici e pezzi tirati fuori dai depositi lontani, centinaia di esemplari vetusti, sufficienti però per bersagliare le trincee: un dispositivo che ha dato una superiorità di 3 a 1, bocche da fuoco gestite in modo centralizzato in grado di sparare oltre 20 mila colpi al giorno contro i 6 mila degli ucraini. Pochi giorni fa hanno portato il dato a 60 mila colpi quotidiani. Numeri approssimativi, che spiegano un dettaglio: i difensori non potevano replicare con efficacia. Non avevano abbastanza munizioni ed erano pochi i loro cannoni.
Il fronte ristretto ha dato modo ai russi di concentrare le incursioni dell’aviazione, sempre sotto le attese, con armi «intelligenti» contate, però attive. In parallelo, lanci di cruise, dai moderni Kalibr imbarcati sulle unità in Mar Nero a vettori Kh22. Per aumentare la cadenza Mosca ha utilizzato missili antinave e antiaerei per prendere di mira bersagli terrestri. In primavera l’Armata di Putin ha conquistato territori a est, ha demolito città e villaggi. Una progressione fatti di piccoli passi, costosa, ma comunque sempre una progressione. Importante l’impatto dei mercenari della Wagner. Disastroso invece per loro il bilancio sul mare. La Russia ha perso l’ammiraglia Moskva, la sua task force da sbarco è rimasta lontana da Odessa ed è stata costretta ad abbandonare l’Isola dei Serpenti. Gli ucraini ci sono riusciti, con risorse minime, a creare deterrenza. A loro disposizione qualche missile antinave Harpoon, Neptune locali e i droni turchi TB2. Da non dimenticare le azioni di forze speciali su battelli veloci.
Kherson e Crimea
A metà giugno sono proprio le nuove armi americane e degli alleati occidentali che aiutano l’esercito ucraino a riprendere l’iniziativa. I russi avanzano nel Donbass, catturano l’intero Lugansk dopo le battaglie di Severodonetsk e Lysychansk per completare la presa di tutto il Donetsk. Ma a questo punto le artiglierie ucraine rispondo a tono. Un mese dopo la sfida del Donbass si è trasformata per lo più in guerra di posizione. Aiuta la decisione di Zelensky di lanciare una controffensiva per liberare Kherson e bloccare il piano del referendum russo: Mosca è costretta a spostare uomini e mezzi, diminuendo la pressione nel Donbass.
Il 22 luglio si apre uno spiraglio diplomatico. Recep Tayyip Erdogan e Antonio Guterres riescono a mediare un compromesso per riavviare l’export dei prodotti agricoli ucraini dai porti della zona di Odessa attraverso le rotte del Mar Nero. L’accordo tiene e ad inizio agosto la partenza dei primi cargo col grano ucraino sembra destinata ad alleviare il problema della fame nel mondo. Il presidente turco assurge così al ruolo di mediatore principale in grado di comunicare facilmente con Putin. Ci riprova a metà agosto per risolvere la crisi della centrale di Zaporizhzhia, dove i duelli tra le artiglierie avversarie rischiano di colpire i sei reattori e innescare un incidente nucleare con conseguenze catastrofiche. La diplomazia però non sembra ancora in grado di negoziare il cessate il fuoco comprensivo. In agosto gli ucraini, grazie a droni e missili, riescono a colpire alcune basi russe in Crimea. Pare che unità scelte sostenute da partigiani locali abbiano creato una rete operativa importante. La stessa flotta russa del Mar Nero ne subisce gravi conseguenze. La guerra sta adesso rimettendo in dubbio la presenza russa in Crimea, che Putin da otto anni dava per assodata.
La prospettiva di un conflitto prolungato riaccende i riflettori sulle sue terribili conseguenze. Le organizzazioni dell’Onu segnalano al 15 agosto oltre 5.500 morti e circa 7.700 feriti tra i civili ucraini, oltre ai dispersi. Crescono anche le vittime nelle zone filorusse del Donbass. Molto più gravi appaiono i bilanci dei caduti nei due eserciti. Mancano cifre ufficiali attendibili. I comandi Nato stimano sino a 80.000 soldati russi feriti o uccisi, quelli ucraini potrebbero superare i 50.000. In giugno Zelensky aveva dichiarato perdite comprese «tra i 100 e 200 uomini al giorno», ma era nel periodo in cui chiedeva con insistenza armi agli alleati: ieri i vertici militari di Kiev hanno ammesso — dopo mesi di silenzio — la morte di quasi 9 mila soldati.
Terza fase: gli Himars
Anche chi non è esperto ha imparato a conoscere una parola: Himars, lanciarazzi statunitensi con un raggio di 80 chilometri. Washington ne ha forniti appena 16, quindi altri 4, poi sono arrivati alcuni M270 (molto simili) e in crescendo artiglierie d’ogni tipo e genere: M777 americani, PzH tedeschi, pezzi polacchi, gli M109 di paesi Nato, i Zuzana slovacchi, una lista variegata, una Babele bellica che presenta difficoltà logistiche non da poco per gli ucraini (manutenzione, training). Nei pacchetti d’assistenza poi altri blindati, droni d’attacco (Switchblade, Ghost Phoenix, ordigni antiradar), proiettili e ricambi per tenere in volo l’aviazione, mai scomparsa dai cieli nonostante l’inferiorità. L’insieme ha dato la possibilità alla resistenza di colpire in profondità, ha allungato il braccio. Il munizionamento moderno ha garantito maggiore precisione.
Zelensky vorrebbe più Himars perché incidono, sono altamente mobili (così sfuggono al fuoco di reazione) e accurati. Ma nella sua lista dei desideri ci sono i proiettili Atacms che raggiungono un target fino a 300 chilometri e tank più moderni rispetto ai T-72 pescati in Est Europa. I russi hanno continuato sul loro percorso, il solito: treni hanno portato cannoni e carri che erano tenuti in naftalina, nel sud si sono rivisti persino i T-62, semoventi al limite dell’operabilità ma sempre sufficienti per la missione. Il neo-zar può contare ancora su scorte notevoli. Stime sostengono che la Russia possedeva, all’inizio della crisi, quasi 15 milioni di proiettili per artiglieria, mentre la sua capacità di produzione è di 1,5 milioni all’anno.
Intenso in entrambi i campi il ricorso a piccoli droni nati per fini commerciali e riadattati a scopi bellici. Spesso sono cinesi, costano poche migliaia di euro, portano delle granate da sganciare su una postazione o su un veicolo. Servono anche per azioni dimostrative, come è avvenuto per due volte nella base di Sebastopoli. Importanti per la ricognizione e per aggiustare la mira. Sono un niente rispetto al Kinzhal, la nuova arma ipersonica usata dai russi su Odessa, però fanno la loro parte. In mano ai combattenti sono comparse poi le mitragliatrici nate nel primo conflitto mondiale e reliquie come i fucili Mosin Nagant. La prova che in guerra non si butta niente.
E gli Usa promettono nuove armi. Sei mesi di guerra, Zelensky e Erdogan rilanciano: “Putin restituisca Crimea all’Ucraina”. Redazione su Il Riformista il 23 Agosto 2022
Mercoledì 24 agosto giorno dell’indipendenza dell’Ucraina e giorno che ricorda che dall’invasione russa dello scorso febbraio sono passati esattamente sei mesi. Kiev, anche dopo l’attentato avvenuto a Mosca sabato 21 agosto che ha provocato la morte della giornalista e politologa Darya Dugina, figlia del filosofo e ispiratore della politica nazionalista russa, teme un intensificarsi di attacchi da parte dell’esercito del Cremlino. Anche perché per l’intelligence di Mosca ha già attribuito il raid terroristico alla nazione guidata Volodymyr Zelensky.
Molti civili – ha riferito alla Bbc un consigliere della presidenza – stanno lasciando Kiev preoccupati che Mosca possa voler colpire la capitale. Gli Stati Uniti, tramite il dipartimento di Stato, hanno diramato un’allerta sicurezza in cui avvertono che la Russia sta intensificando gli sforzi per colpire infrastrutture civili e strutture del governo, invitando i connazionali a lasciare l’Ucraina nonostante Zelensky abbia promesso una “risposta potente”.
L’obiettivo di Kiev sarebbe infatti quello di riconquistare la Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. Zelensky ha assicurato che nella penisola tornerà presto a sventolare la bandiera ucraina: “E’ iniziato in Crimea e finirà in Crimea“. Una missione che vede concorde anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che ha chiesto a Mosca di restituire la Crimea: “La restituzione della Crimea all’Ucraina, di cui è parte inseparabile, è essenzialmente un requisito del diritto internazionale. La protezione dell’integrità territoriale, della sovranità e dell’unità politica dell’Ucraina è fondamentale non solo per la sicurezza e la stabilità regionale ma anche globale”, ha detto.
Gli Stati Uniti, per bocca del segretario di Stato Antony Blinken, hanno ribadito che “la Crimea è Ucraina”: “questa era la nostra posizione nel 2014 e resta questa nel 2022”, ha chiarito. E fonti Usa hanno fatto sapere che, proprio in coincidenza con la Giornata dell’indipendenza e con i 6 mesi dall’invasione, Washington annuncerà un nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev da 3 miliardi di dollari.
Il quest’ottica Zelensky ha presieduto un summit online (in presenza c’era il presidente polacco Andrzej Duda) della ‘Piattaforma Crimea’. “L’inverno sta arrivando e sarà duro”, quindi “dobbiamo mantenere il sostegno all’Ucraina per il lungo termine, in modo che l’Ucraina prevalga come nazione sovrana e indipendente”, ha detto nel suo intervento il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
Ucraina Russia, news sulla guerra di oggi. Esplosioni nella regione di Kiev. Dnipro, missili sulla stazione: 22 morti. Lorenzo Cremonesi, Marta Serafini, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera su il 24 Agosto 2022
Le notizie di mercoledì 24 agosto, in diretta. Arrestato l’ex sindaco di Ekaterinburg, uno degli ultimi oppositori di Putin rimasto libero. Biden annuncia aiuti per 3 miliardi. Guterrres: «Sei mesi di guerra un tragico traguardo»
• La guerra in Ucraina è arrivata al 182esimo giorno.
• Dalla Germania altri 500 milioni di aiuti in armamenti a Kiev.
• Gli Usa forniscono alla resistenza ucraina armi in modo «coperto»?
• Blinken: «La posizione Usa è quella del 2014, la Crimea è dell’Ucraina». Von der Leyen: «L’Ue non riconoscerà mai la Crimea come russa».
• Un deputato russo sarà processato per avere twittato l’appello del Papa su Mariupol.
Ore 19:26 - Berlino: «Altri 500 milioni di armi a Kiev»
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che si trova attualmente in Canada, ha annunciato durante una videoconferenza sull’Ucraina ulteriori forniture di armi a Kiev, per un valore totale superiore a 500 milioni di euro. Lo riporta Ntv, citando fonti vicine all’incontro. Tra le altre cose, Kiev riceverà altri tre sistemi di difesa aerea Iris-T, una dozzina di veicoli corazzati da recupero, 20 lanciamissili, munizioni di precisione e attrezzature anti-drone. Le consegne dovrebbero avvenire nel 2023, ma in parte anche prima.
Ore 00:36 - Zelensky: nessun occupante è al sicuro sulla nostra terra
«Nessun occupante si sente al sicuro sulla nostra terra. Tutti i collaborazionisti sanno di non avere futuro. E tutti noi non lo crediamo soltanto: vediamo che il nostro stato ha una prospettiva». Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto videomessaggio serale. « Sono grato a tutti coloro che difendono i veri valori. Sono grato a tutti coloro che aiutano l’Ucraina. Sono grato a tutti coloro che, dal 24 febbraio, hanno scelto la strada della lotta per ciò che rende la vita reale: per la libertà, per l’indipendenza», ha detto ancora Zelensky.
Ore 00:38 - Kiev: la riunione del Consiglio Sicurezza Onu è stata perdita di tempo
L’ambasciatore ucraino alle Nazioni Unite, Sergiy Kyslytsya, ha definito una perdita di tempo la riunione del Consiglio di sicurezza di oggi sulla situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia. «Vorrei che fossimo stati riuniti qui dalla Russia per ascoltare l’unica cosa che il mondo intero vuole sentire, una dichiarazione secondo cui la Russia smilitarizza la centrale di Zaporizhzhia, ritira le sue truppe e la consegna al governo dell’Ucraina. Invece, abbiamo perso più di un’ora per ascoltare una sfilza di brani fittizi», ha dichiarato. «Ancora una volta - ha aggiunto - la Russia ha l’audacia di convocare una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per discutere le proprie provocazioni, il proprio terrore, presso la centrale di Zaporizhzhia».
Ore 01:18 - Colpo di mortaio russo uccide dipendente della centrale di Zaporizhzhia
Un dipendente della centrale nucleare di Zaporizhzhia e il suo autista sono stati uccisi da un colpo di mortaio russo fuori dall’impianto. Lo afferma il presidente dell’agenzia atomica ucraina Energoatom, Petro Kotin, in un’intervista al Washington Post, spiegando che Vladyslav Mitin è stato ucciso mentre era a bordo di un taxi e stava entrando nell’area della centrale.
Ore 01:55 - Kiev: bombe russe sulla regione di Zaporizhzhia
Le forze russe hanno bombardato in queste ore due distretti nella regione di Zaporizhzhia, a una sessantina di chilometri dall’omonimo impianto nucleare ucraino: lo ha reso noto su Telegram il presidente dell’amministrazione militare regionale, Oleksandr , secondo quanto riporta Unian. «I razzi degli invasori hanno colpito le infrastrutture nei distretti di Shevchenkovsky e Kommunarsky. Non si hanno informazioni su eventuali vittime», ha scritto Starukh.
Ore 09:02 - Soldato della Nuova Zelanda ucciso in Ucraina
Le forze di difesa della Nuova Zelanda affermano di aver ricevuto notizie secondo cui un soldato in congedo è stato ucciso in Ucraina. Il soldato era in congedo senza retribuzione e non era in servizio attivo con le forze neozelandesi, secondo una dichiarazione fornita ai media via e-mail.
La dichiarazione ha aggiunto che l’Nzdf (Forza Armata di Difesa Neozelandese) sta ancora raccogliendo informazioni “al fine di comprendere appieno le circostanze” e non è in grado di fornire maggiori dettagli. Il governo della Nuova Zelanda ha annunciato all’inizio di questo mese che avrebbe inviato altre 120 forze di difesa nel Regno Unito per aiutare ad addestrare i soldati ucraini, oltre alle 30 persone che aveva dispiegato allo scopo a maggio. Il ministro della Difesa neozelandese, Peeni Henare, all’epoca disse che nessun membro delle forze di difesa neozelandesi sarebbe entrato in servizio in Ucraina.
Ore 09:12 - In Russia arrestato uno degli ultimi politici d’opposizione
Le autorità russe hanno arrestato con l’accusa di «atti pubblici volti a screditare le Forze armate», uno degli ultimi politici di spicco dell’opposizione rimasto libero nel Paese: l’ex sindaco di Ekaterinburg, Evgheni Roizman.
Secondo una fonte dell’agenzia Tass, a suo carico è stato aperto un procedimento penale in relazione a video contro la guerra, postati sul suo canale YouTube. La Fondazione Evgheni Roizman ha poi riferito che sono in corso perquisizioni negli uffici e nell’abitazione del politico, che ora rischia fino a cinque anni di detenzione.
Ore 09:12 - Zelensky, la fine della guerra solo con la vittoria
«Qual è la fine della guerra per noi? Prima dicevamo: la pace. Ora diciamo: la vittoria». Così il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un videomessaggio in occasione della Giornata dell’indipendenza dell’Ucraina, che coincide con il giorno in cui ricorrono i 6 mesi dall’invasione da parte della Russia.
Ore 09:35 - Mattarella a Zelensky: Mosca brutale, resistenza legittima
«Va affermata ancora una volta la necessità di una immediata cessazione delle ostilità per l’avvio di un processo negoziale in vista di una soluzione pacifica, giusta, equa e sostenibile per l’Ucraina».
Sono le parole di Sergio Mattarella in un messaggio al Presidente dell’Ucraina Zelenskyy, in occasione della Festa nazionale del Paese. «Desidero rinnovare, in quest’ora così drammatica l’espressione più convinta di solidarietà, vicinanza e sostegno della Repubblica Italiana all’Ucraina, impegnata a fronteggiare la brutale e ingiustificata aggressione operata da parte della Federazione Russa, contro la quale legittimamente resiste», aggiunge.
Ore 9:50 - Marin: la Finlandia sta con Kiev e non distoglierà lo sguardo
«Le nostre più sentite congratulazioni all'Ucraina e agli eroici ucraini per la vostra giornata nazionale. Siete coraggioso e inflessibili. Siamo con voi. Non distoglieremo lo sguardo. Non dimenticheremo l'Ucraina e la sua gente. Slava Ukraini!». Così su Twitter la premier finlandese Sanna Marin in occasione della Festa dell'indipendenza in Ucraina.
Ore 10:16 - Papa: «Bisogna scongiurare il disastro nucleare a Zaporizhzhia. Coloro che guadagnano con la guerra sono delinquenti»
«Auspico che si intraprendano passi concreti per mettere fine alla guerra e scongiurare il disastro nucleare a Zaporizhzhia». Ad affermarlo è il Papa nell’udienza generale di oggi. «Rinnovo il mio invito ad implorare al Signore la pace per l’amato popolo ucraino che da sei mesi, oggi, patisce l’orrore della guerra», ha aggiunto il Pontefice. «Penso a tanta crudeltà, a tanti innocenti che stanno pagando la pazzia, la pazzia, la pazzia di tutte le parti perché la guerra è una pazzia e nessuno che è in guerra può dire “no, io non sono pazzo”, la pazzia della guerra». E aggiunge: «Gli innocenti pagano la guerra. Coloro che guadagnano con la guerra, sia con il commercio delle armi, sono dei delinquenti, che ammazzano l’umanità».
Ore 10:24 - Draghi a Zelensky: l’Italia continuerà a sostenere Kiev
«Vi faccio i miei più sentiti auguri per la vostra Festa nazionale. L’amicizia tra Italia e Ucraina è forte e si è rafforzata ulteriormente dopo la brutale invasione da parte della Russia. Il vostro coraggio, il vostro desiderio di vivere in un Paese libero e sovrano, il vostro attaccamento ai valori europei sono fonte di ispirazione per tutti noi». Lo dice il premier Mario Draghi in un videomessaggio rivolto al presidente Zelensky e ai cittadini ucraini in occasione della Festa nazionale dell’Ucraina. «L’Italia è vicina al vostro popolo, alle famiglie delle vittime, ai milioni costretti a fuggire. Il nostro Governo vi ha fornito e continuerà a fornirvi sostegno politico, finanziario, militare e umanitario. Vogliamo aiutarvi a difendervi, a raggiungere una pace duratura, nei termini che riterrete accettabili».
Ore 10:37 - Siria, pronti a scambio ambasciatori con repubbliche Donbass
Il ministro degli esteri siriano, Faysal al Miqdad, in questi giorni impegnato in una visita ufficiale in Russia, ha annunciato nelle ultime ore che «a breve» avverrà lo scambio di ambasciatori tra il governo siriano e quelli delle due (autoproclamate) repubbliche del Donbass: Donetsk e Lugansk. La Siria aveva riconosciuto lo scorso 29 giugno «l’indipendenza e la sovranità» delle due repubbliche coinvolte in prima linea nell’invasione russa dell’Ucraina.
Ore 11:10 - Shoigu: «L’operazione militare procede secondo i piani»
«L’operazione militare speciale» in Ucraina sta procedendo «secondo i piani». Lo ha assicurato il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, nel giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina, data simbolica per Kiev che coincide anche con il sesto mese di conflitto. Shoigu, citato dall’agenzia di stampa Tass, ha spiegato che l’esercito russo sta svolgendo «un lavoro sistematico nei territori liberati per stabilire una vita pacifica» e ha accusato l’esercito ucraino di usare la tattica della «terra bruciata, violando palesemente le norme internazionali e agendo come terroristi».
Ore 11:12 - Gb: per prima volta l’import di carburante dalla Russia è pari a zero
L’Office for National Statistics, una sorta di Istat inglese, ha comunicato in un rapporto che l’Inghilterra a giugno, per la prima volta, non ha importato combustibili dalla Russia. Nel rapporto «The impact of sanctions on UK trade with Russia» si legge inoltre che a seguito delle sanzioni imposte a Mosca, le importazioni di beni dalla Russia sono diminuite a 33 milioni di sterline a giugno e sono al livello più basso dall’inizio delle registrazioni, nel gennaio 1997.
Ore 11:49 - Risuonano le sirene di allarme aereo a Kiev
Le sirene di allarme aereo stanno risuonando nuovamente a Kiev e in altre città ucraine. Lo riferiscono diversi testimoni. I messaggi delle amministrazioni invitano a ripararsi nei rifugi.
Ore 12:33 - Kiev, un morto e due feriti nel Donetsk dopo attacchi russi
Gli attacchi russi hanno provocato un morto e due feriti nella regione di Donetsk. Lo ha reso noto il governatore regionale, Pavlo Kyrylenko, citato dal Kyiv Independent. Il governatore ha precisato che la vittima è stata registrata nella città di Bakhmut e porta ad almeno 759 il bilancio dei morti della regione dall’inizio dell’invasione russa. Kyrylenko ha affermato che tale conteggio non include le persone uccise nelle città di Mariupol e Volnovakha, ora occupate dalla Russia.
Ore 12:40 - Metropolita di Kiev Epifanio: preghiamo Dio per la vittoria
«Nella millenaria Santa Sofia di Kiev, che è il principale santuario della Russia e dell’Ucraina, la cattedra dei prelati di Kiev, la culla della nostra cultura, nel giorno fondamentale della restaurazione dell’Indipendenza, sono state offerte sincere preghiere, chiedendo a Dio una benedizione per la vittoria, la pace e il bene per l’Ucraina». Lo dice in un tweet il Metropolita ortodosso di Kiev Epifanio, capo della Chiesa ucraina autocefala, che nel 2018 si è separata dal Patriarcato di Mosca.
Ore 13:04 - Draghi: «Si eviti un disastro nucleare. La ricerca della pace non è in contraddizione con le sanzioni a Mosca»
«Non posso che associarmi alle parole del Santo Padre: si eviti un disastro nucleare» a Zaporizhzhia. Lo dice il premier Mario Draghi al Meeting Cl. «L'invasione russa dell'Ucraina ha trovato un'Italia con una posizione chiara, al fianco del popolo ucraino e del suo diritto a difendersi. Una posizione concordata con l'Ue e gli alleati — ha precisato il premier —. L'Ucraina è un paese libero, sovrano e democratico, non possiamo dirci europei se non siamo pronti a difendere la libertà dell'Ucraina e dell'Europa. Allo stesso tempo dobbiamo essere pronti» a cercare «una pace duratura e sostenibile». E non c'è contraddizione tra questo e l'imposizione di «sanzioni efficaci contro la Russia».
Ore 13:30 - Zelensky depone fiori al memoriale dedicato ai soldati caduti
In occasione della Festa dell'indipendenza che si celebra oggi in Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky e sua moglie Olena hanno deposto mazzi di fiori gialli e blu, i colori della loro bandiera, davanti al «Muro della memoria dei difensori caduti» di Kiev, un memoriale dedicato ai militari ucraini morti.
Ore 13:45 - Biden annuncia aiuti all'Ucraina per quasi 3 miliardi di dollari
Il presidente americano, Joe Biden, ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari a favore dell'Ucraina, pari a quasi 3 miliardi di dollari.
Ore 14:01 - Kiev, attacchi contro infrastruttura militare a Myrhorod
I russi hanno lanciato quattro attacchi missilistici contro l'infrastruttura militare di Myrhorod, città nella regione ucraina di Poltava, con un incendio scoppiato in seguito. Secondo l'esercito ucraino, le eventuali vittime e i danni sono in fase di chiarimento.
Ore 14:46 - Kiev, 26 attacchi russi nel Donetsk nelle ultime 24 ore
Nelle ultime 24 ore, le forze russe hanno sferrato 26 attacchi nella regione di Donetsk, uccidendo e ferendo civili. Lo rende noto l'ufficio stampa della Polizia nazionale citato dall'agenzia di stampa Ukrinform, precisando che sono 12 le località attaccate dalla Russia: si tratta delle città di Avdiivka, Bakhmut, Toretsk, Slovyansk, Mykolaivka, Krasnohorivka, e dei villaggi di Pivnichne, Nelipivka, Karlivka, Opytne, Kostiantynopol, Shcherbynivka. In particolare, Avdiivka ha resistito a nove attacchi nemici. La polizia dice di aver raccolto prove di ogni crimine di guerra russo e avviato con il servizio di sicurezza dell'Ucraina un procedimento penale ai sensi dell'articolo 438 (violazione delle leggi e dei costumi di guerra) del Codice penale nazionale.
Ore 15:07 - Sanchez: la Spagna sarà sempre al fianco di Kiev
«L'Ucraina oggi è il cuore dell'Europa. Libertà e democrazia vinceranno sempre sull'imposizione e sulla violenza. Oggi, come sei mesi fa, la Spagna è e sarà sempre al fianco del popolo ucraino nella sua lotta per difendere un futuro libero e pacifico». A scrivere queste parole su Twitter è il premier spagnolo Pedro Sanchez nel Giorno dell'indipendenza dell'Ucraina.
Ucrania es hoy el corazón de Europa.
Ore 15:12 - Shoigu: «L'offensiva rallenta per evitare vittime civili»
Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha spiegato — in un incontro con i colleghi degli Stati membri dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) — che l'offensiva russa in Ucraina è stata rallentata di proposito per ridurre al minimo le vittime civili. Lo riporta la Tass. «Stiamo rispettando rigorosamente le norme del diritto umanitario nel corso dell'operazione speciale — ha detto Shoigu —. I nostri attacchi sono sferrati da armi a guida di precisione su elementi dell'infrastruttura militare delle forze armate ucraine, come posti di comando, aeroporti, depositi, fortificazioni o impianti di difesa. Viene fatto di tutto per evitare vittime civili. Ovviamente, questo sta rallentando il ritmo della nostra offensiva, ma lo stiamo facendo apposta».
Ore 15:25 - Russia, licenziata la preside della facoltà del teatro Pivovarova per post su Facebook contro la guerra
La preside della facoltà degli studi teatrali dell'Istituto russo delle arti teatrali (Gitis), Natalia Pivovarova, è stata licenziata per aver pubblicato post contro la guerra sui social media, rende noto Novaya Gazeta Europe. Pivovarova ha reso noto su Facebook che l'amministrazione del Gitis non le ha rinnovato il contratto, scrivendo: «È la fine della mia odissea al Gitis. È durata 48 anni. Ma tutto ha una fine. Come altro avrebbe potuto andare? Non lavoro più lì. Questo è chiaro. Oggi mi hanno offerto di scrivere una lettera di dimissioni ma io mi sono rifiutata e quindi mi hanno spiegato che non hanno rinnovato il mio contratto, anche se mi avevano già inviato gli orari dei miei corsi».
Ore 15:31 - Boris Johnson a sorpresa a Kiev per la Festa dell'indipendenza
Il premier britannico Boris Johnson è in visita a sorpresa a Kiev per la Festa dell'indipendenza dell'Ucraina. «Questa è la terza volta che Boris Johnson si trova in Ucraina dall'inizio dell'invasione russa. Non tutti i Paesi sono così fortunati ad avere un amico del genere», ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo averlo ricevuto. Durante la visita il premier britannico ha promesso nuovi aiuti all'esercito ucraino da 66 milioni di dollari. Nel nuovo pacchetto, riferisce Downing Street, ci sono tra le altre cose «munizioni» e «200 droni con tecnologia d'avanguardia che consentiranno all'Ucraina di tracciare e prendere di mira meglio le forze di invasione russe». Ed anche «850 micro-droni specificamente progettati per l'uso in città e villaggi per rilevare le forze nemiche in avvicinamento».
Ore 16:23 - Aiea, missione imminente a Zaporizhzhia
«Importanti discussioni tecniche oggi a Istanbul riguardo all'imminente missione dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica alla centrale nucleare di Zaporizhzhya in Ucraina». Lo ha scritto su Twitter il Direttore generale dell'agenzia atomica dell'Onu Rafael Mariano Grossi pubblicando un foto in cui si trova a colloquio con Alexei Likhachev, il direttore generale dell'agenzia statale russa per l'energia atomica Rosatom.
Ore 16:26 - Usa a Turchia: rischio sanzioni per il commercio con Mosca
Washington ha messo in guardia imprese e istituzioni finanziarie turche contro l'«accresciuto rischio» di sanzioni americane se intrattengono rapporti con Mosca. Il monito è contenuto in una lettera del Tesoro Usa rivelata dal Wall Street Journal e confermata dalla Tusiad, una delle due organizzazioni imprenditoriali turche cui è indirizzata. Il segretario aggiunto del dipartimento, Adewale Adeyemo, richiama l'attenzione sui «tentativi della Russia di utilizzare» Ankara «per eludere le sanzioni» e quindi lancia un avviso a chi si presta a questo gioco. «Le imprese turche non possono aspettarsi di fare commercio con individui o entità russe sanzionati e di mantenere legami con gli Stati Uniti», si legge nella missiva. «Le banche turche non possono sperare di avere legami con le banche russe sanzionate e conservare le loro relazioni con le banche mondiali, nonché di avere accesso ai dollari americani», prosegue la lettera.
Ore 16:39 - Guterres: sei mesi di guerra un tragico traguardo
Intervenendo al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, il segretario generale Antonio Guterres ha detto che i sei mesi di guerra in Ucraina sono un «triste e tragico traguardo», denunciando le conseguenze di questa «guerra assurda che vanno ben oltre l'Ucraina» e soffermandosi sulla situazione a Zaporizhizhia che considera inaccettabile. «Qualsiasi ulteriore escalation potrebbe portare all'autodistruzione — ha precisato Guterres —. La sicurezza dell'impianto deve essere garantita e l'impianto deve essere ristabilito come infrastruttura puramente civile». Aggiungendo: «Il popolo ucraino ha bisogno di pace e ha bisogno di pace ora».
Ore 16:59 - Zelensky: la Russia deve porre fine al ricatto nucleare
«La Russia ha portato il mondo sull'orlo di una catastrofe nucleare. I bombardamenti russi su Zaporizhzhia mettono l'Europa sotto la minaccia delle radiazioni, questo è un fatto. Mosca deve porre fine immediatamente al ricatto nucleare». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky partecipando in videoconferenza alla riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu per i sei mesi dall'inizio della guerra. «Il futuro del mondo è deciso sul territorio dell'Ucraina. La Russia deve essere resa responsabile» per i suoi crimini», ha aggiunto.
Ore 18:26 - A Belgrado un murale in onore di Darya Dugina
Un murale raffigurante la figlia assassinata dell’ideologo russo Alexander Dugin è stato dipinto da ignoti nel centro di Belgrado, sotto un ponte sul fiume Sava, con una didascalia in russo. Ne ha dato notizia oggi la televisione regionale N1. Il murale dedicato a Darya Dugina è composto da una bandiera russa come sfondo, il mezzobusto della donna uccisa in bianco e nero e da una frase in russo che evoca la «morte di una ragazza russa che è andata in cielo sotto la pioggia di agosto». A corredare l’opera, gli anni di nascita e morte della Dugina. I nazionalisti serbi dipingono spesso murales di persone che considerano eroi, ha ricordato N1. Nonostante sia un paese candidato all’adesione alla Ue, la Serbia mantiene forti legami politici con la Russia e Belgrado, malgrado le pressioni occidentali, si rifiuta di adottare sanzioni contro la Russia.
Ore 18:32 - Mosca: «L’Occidente risponderà agli elettori del sostegno all’Ucraina»
L’Ucraina «sta perdendo la guerra nella mente e nei cuori occidentali» e «gli sponsor occidentali del regime di Kiev risponderanno di questo sostegno ai loro elettori e contribuenti». Lo ha dichiarato il rappresentante della Russia alle Nazioni Unite, Vasily Nebenzya, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il diplomatico ha puntato il dito sulla «campagna di falsità senza precedenti tesa a screditare la Russia».
Ore 19:41 - Le forniture di Washington e Berlino allungano l’orizzonte della guerra in Ucraina: armi sul campo fra 1 o 2 anni
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Si allunga l’orizzonte della guerra. Il nuovo pacchetto di aiuti da 2,98 miliardi di dollari annunciato oggi da Joe Biden fornirà all’Ucraina armi ed attrezzature che «le permettano — ha spiegato il presidente americano — di difendersi nel lungo periodo». Queste parole sono una conferma dell’impegno a lungo termine degli Stati Uniti, che dal 24 febbraio hanno già stanziato un totale 10,6 miliardi di dollari, ma offrono anche una prospettiva sulla durata del conflitto. Innanzitutto, la fornitura — la singola tranche più consistente dall’inizio dell’invasione russa — attingerà alla Ukraine Security Assistance Initiative e per questo impiegherà del tempo per essere consegnata: il materiale non arriverà dalle scorte militare americane, per non sguarnirle, ma sarà fornito dai contractor del Pentagono. Secondo fonti anonime citate dall’Associated Press, inoltre, il budget servirà a finanziare contratti per sistemi di difesa aerea e anti drone, artiglieria, munizioni e radar «che potrebbero non vedere il campo di battaglia per uno o due anni».
Ore 19:47 - Usa, la Russia verso un referendum farsa nel Donbass
Joe Biden sentirà in giornata il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo afferma il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, sottolineando che la Russia sta pianificando un «referendum farsa» nel Donetsk e nel Lugansk, i territori occupati del Donbass, e potrebbe annunciarlo in settimana.
Ore 19:49 - Kirill non va in Kazakistan, salta incontro con Papa
Il Patriarca di Mosca Kirill non si recherà in Kazakistan per il VII Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali del 14-15 settembre, e di conseguenza non incontrerà lì «a margine» Papa Francesco, la cui visita è in programma dal 13 al 15 settembre. Lo ha riferito a Ria Novosti il capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, il metropolita Antonij di Volokolamsk.
Ore 19:50 - Kiev: raid russo nel Dnipropetrovsk, muore un bambino di 11 anni
Un bambino di 11 anni è morto nel distretto di Sinelniky nell’oblast di Dnipropetrovsk a seguito di un attacco missilistico russo. Lo ha reso noto Kyrylo Tymoshenko, vice capo dell’ufficio presidenziale dell’Ucraina. Lo riporta l’Ukrainska Pravda.
Ore 20:25 - Zelensky: «Raid su stazione ferroviaria nel Dnipro, 22 morti»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensy ha reso noto che almeno 22 persone sono morte e altre 50 sono rimaste ferite in un attacco missilistico russo alla stazione ferroviaria di Chaplyne nella regione di Dnipropetrovsk. Lo riporta l’Ukrainska Pravda.
Ore 20:57 - Usa: «Saremo con Kiev fino alla fine»
«Siamo per qui per sostenere l’Ucraina e saremo con l’Ucraina fino alla fine. È molto importante essere qui stasera per mostrare il nostro sostegno a questo Paese e per il governo e il popolo in Ucraina». Lo ha detto la vice ambasciatrice Usa ad interim, Christina Tomlinson, a margine della «marcia per la libertà» organizzata a Roma per l’anniversario dell’indipendenza dell’Ucraina. Le accuse di Putin all’Occidente di essere stato aggressivo nei confronti della Russia «non sono vere, e siamo qui per mostrare la verità», ha aggiunto Tomlinson, sottolineando che «sei mesi fa abbiamo visto una invasione da parte di Putin ingiustificata».
Ore 22:17 - Inchiesta per demolizione monumento a Riga
La Commissione investigativa della Federazione russa ha aperto nella giornata di ieri un fascicolo riguardante la demolizione del monumento ai liberatori della Lettonia sovietica di Riga. Ne dà annuncio il sito internet della commissione. Il capo d'imputazione riguarda l'articolo 243.4 del Codice penale della Federazione russa («Distruzione e danneggiamento di monumenti dedicati alla memoria dei morti in difesa della patria e dei suoi interessi o dedicati alla memoria della gloria militare della Russia»). La demolizione del monumento era iniziata nella giornata di ieri e si inserisce nel piano di demolizione o dislocazione degli artefatti che glorifichino il passato sovietico nel paese. Simili misure sono state recentemente adottate dalle vicine Estonia e Lituania.
Ore 00:01 - Kiev: «Risponderemo all'attacco russo alla stazione nel Dnipro»
Oleksiy Arestovych, consigliere del presidente ucraino Zelensky, ha affermato che nel prossimo futuro l'Ucraina risponderà all'attacco russo alla stazione ferroviaria nella regione di Dnipropetrovsk, che è costato la vita ad almeno 22 persone. Lo riporta l'agenzia Unian. «La risposta sarà dura.», ha aggiunto.
Ore 00:17 - Usa: «Processo a Mariupol serve a distrarre da colpe Putin»
Gli Usa hanno chiesto a Mosca di rispettare i suoi obblighi internazionali alla vigilia del processo ai soldati catturati a Mariupol. «Progettando di istituire i cosiddetti `tribunali´ nella città di Mariupol controllata dalla Russia contro i coraggiosi difensori ucraini, il Cremlino sta tentando di allontanare la responsabilità del presidente Putin per una guerra di aggressione e di distrarre dalla schiacciante evidenza delle atrocità commesse dalle forze russe in Ucraina», ha dichiarato il portavoce del dipartimento di stato Usa Ned Price. «Gli annunciati processi show sono illegittimi e una parodia della giustizia, cosa che condanniamo fortemente», ha proseguito. «Tutti i membri delle forze armate ucraine, compresi i volontari interni ed esteri incorporati nelle forze armate, hanno titolo per lo status di prigionieri di guerra se sono stati catturati e devono beneficiare del trattamento e delle protezioni commisurati al loro status, secondo la convenzione di Ginevra», ha aggiunto.
Ore 00:39 - Fan ucraini ringraziano i Maneskin. Damiano: sempre al vostro fianco
(Maria Rosa Pavia) «La vostra musica aiuta a zittire i suoni delle esplosioni» e «ci aiutate a non perdere la speranza in questo incubo brutale» sono alcune delle frasi che i fan ucraini dei Maneskin dedicano alla band romana che ha appena concluso il tour in Giappone.
Il video, diffuso sulla pagina Instagram «maneskin.ukraine» è stato condiviso nelle storie dal frontman del gruppo Damiano David che ha commentato ringraziando e ribadendo: «Per sempre al vostro fianco».
Ore 02:22 - Mosca vuole scollegare la centrale di Zaporizhzhia dalla rete ucraina
La Russia ha messo a punto un piano dettagliato per scollegare dalla rete elettrica ucraina la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, rischiando così un guasto catastrofico ai sistemi di raffreddamento: lo ha detto in un’intervista al Guardian il presidente dell’agenzia atomica ucraina Energoatom, Petro Kotin. I leader mondiali, ricorda il giornale, hanno chiesto che il sito venga smilitarizzato dopo la pubblicazione di filmati di veicoli dell’esercito russo all’interno dell’impianto e in precedenza avevano avvertito Mosca di non disconnetterlo dalla rete ucraina per collegarlo a quella russa. Kotin, tuttavia, ha detto che gli ingegneri russi avevano già elaborato un piano di commutazione da attuare in caso di emergenza legato alla guerra. «Hanno presentato (il piano) ai dipendenti dell’impianto e loro lo hanno presentato a noi».
Ore 03:25 - New York: accoglieremo 10 mila rifugiati ucraini
Diecimila rifugiati ucraini fuggiti dopo l’invasione russa saranno ospitati dalla città di New York. Lo ha annunciato il commissario degli Affari degli immigrati Manuel Castro, parlando con i giornalisti. Castro si trovava, oggi pomeriggio, alla Port Authority, nel cuore di Manhattan, per accogliere cinque pullman carichi di immigrati dal centro e sud America inviati dal Texas. «Proprio ieri - ha aggiunto - abbiamo avuto un incontro con la comunità ucraina». Il commissioner ha aggiunto che la Grande Mela «è tradizionalmente una città di rifugio, una città santuario per i richiedenti asilo e per i rifugiati, e dunque siamo pronti per sostenere questo nuovo piano».
Ore 05:00 - Esplosioni nella regione di Kiev
Esplosioni sono state udite nella notte nella regione di Kiev: lo ha reso noto il governatore, Oleksiy Kuleba, secondo quanto riporta il Kiev Independent. Le esplosioni, ha aggiunto, provenivano dal distretto di Vyshhorodskyi, alle porte della capitale. I servizi di emergenza sono al lavoro sul posto. Non si hanno per il momento notizie di eventuali feriti o vittime.
Ucraina Russia, le news del 25 agosto. Lorenzo Cremonesi, Marta Serafini, Paola Caruso e Paolo Foschi su Il Corriere della Sera il 25 Agosto 2022
Le notizie di giovedì 25 agosto, in diretta. Mosca: «A Chaplyne colpito un treno, uccisi 200 militari ucraini». Putin firma un decreto per aumentare il personale militare
• La guerra in Ucraina è arrivata al 183esimo giorno.
• Bombardamenti vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia: per ore è stata scollegata dalla rete di comunicazione, ma secondo i filorussi ora è collegata.
• Attacco alla stazione di Chaplyne: per i russi è stato colpito un treno di militari e 200 soldati ucraini sarebbero morti, mentre secondo Kiev le vittime sono 25 civili.
• Liberato l'ex sindato di Ekaterinburg, oppositore di Putin, arrestato ieri per aver criticato l'operazione militare, ora è soggetto a restrizioni simili ai domiciliari.
• Putin ha firmato un nuovo decreto per aumentare il personale militare.
Ore 05:51 - Zelensky: «Raid su stazione ferroviaria nel Dnipro, 22 morti»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensy ha reso noto che almeno 22 persone sono morte e altre 50 sono rimaste ferite in un attacco missilistico russo alla stazione ferroviaria di Chaplyne nella regione di Dnipropetrovsk. Lo riporta l’Ukrainska Pravda.
Ore 05:52 - Kiev: «Risponderemo all'attacco russo alla stazione nel Dnipro»
Oleksiy Arestovych, consigliere del presidente ucraino Zelensky, ha affermato che nel prossimo futuro l'Ucraina risponderà all'attacco russo alla stazione ferroviaria nella regione di Dnipropetrovsk, che è costato la vita ad almeno 22 persone. Lo riporta l'agenzia Unian. «La risposta sarà dura.», ha aggiunto.
Ore 05:57 - Fan ucraini ringraziano i Maneskin. Damiano: sempre al vostro fianco
(Maria Rosa Pavia) «La vostra musica aiuta a zittire i suoni delle esplosioni» e «ci aiutate a non perdere la speranza in questo incubo brutale» sono alcune delle frasi che i fan ucraini dei Maneskin dedicano alla band romana che ha appena concluso il tour in Giappone. Il video, diffuso sulla pagina Instagram «maneskin.ukraine» è stato condiviso nelle storie dal frontman del gruppo Damiano David che ha commentato ringraziando e ribadendo: «Per sempre al vostro fianco».
Ore 05:57 - Mosca vuole scollegare la centrale di Zaporizhzhia dalla rete ucraina
La Russia ha messo a punto un piano dettagliato per scollegare dalla rete elettrica ucraina la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, rischiando così un guasto catastrofico ai sistemi di raffreddamento: lo ha detto in un’intervista al Guardian il presidente dell’agenzia atomica ucraina Energoatom, Petro Kotin. I leader mondiali, ricorda il giornale, hanno chiesto che il sito venga smilitarizzato dopo la pubblicazione di filmati di veicoli dell’esercito russo all’interno dell’impianto e in precedenza avevano avvertito Mosca di non disconnetterlo dalla rete ucraina per collegarlo a quella russa. Kotin, tuttavia, ha detto che gli ingegneri russi avevano già elaborato un piano di commutazione da attuare in caso di emergenza legato alla guerra. «Hanno presentato (il piano) ai dipendenti dell’impianto e loro lo hanno presentato a noi».
Ore 05:57 - New York: accoglieremo 10 mila rifugiati ucraini
Diecimila rifugiati ucraini fuggiti dopo l’invasione russa saranno ospitati dalla città di New York. Lo ha annunciato il commissario degli Affari degli immigrati Manuel Castro, parlando con i giornalisti. Castro si trovava, oggi pomeriggio, alla Port Authority, nel cuore di Manhattan, per accogliere cinque pullman carichi di immigrati dal centro e sud America inviati dal Texas. «Proprio ieri - ha aggiunto - abbiamo avuto un incontro con la comunità ucraina». Il commissioner ha aggiunto che la Grande Mela «è tradizionalmente una città di rifugio, una città santuario per i richiedenti asilo e per i rifugiati, e dunque siamo pronti per sostenere questo nuovo piano».
Ore 06:00 - Esplosioni nella regione di Kiev
Esplosioni sono state udite nella notte nella regione di Kiev: lo ha reso noto il governatore, Oleksiy Kuleba, secondo quanto riporta il Kiev Independent. Le esplosioni, ha aggiunto, provenivano dal distretto di Vyshhorodskyi, alle porte della capitale. I servizi di emergenza sono al lavoro sul posto. Non si hanno per il momento notizie di eventuali feriti o vittime.
Ore 09:08 - Blinken: attacco russo a stazione piena di civili un’atrocità
«L’attacco missilistico russo a una stazione ferroviaria piena di civili in Ucraina si adatta a uno schema di atrocità. Continueremo, insieme a partner di tutto il mondo, a sostenere l’Ucraina e cercare la responsabilità dei funzionari russi». Così su Twitter il segretario di stato americano, Antony Blinken.
Ore 09:17 - Usa condanna processi farsa russi, «per distogliere attenzione dalle loro atrocità»
Gli Stati Uniti condannano ogni tentativo di condurre processi dei prigionieri ucraini accusati di crimini di guerra nella città occupata di Mariupol. «Questi processi farsa sono illegittimi e una presa in giro della giustizia e noi li condanniamo con forza», ha detto il portavoce del dipartimento di Stato, Ned Price. «Il Cremlino sta cercando di deviare la responsabilità del presidente Putin per l’aggressione e distrarre l’attenzione dalle schiaccianti prove delle atrocità commesse dalle forze russe in Ucraina - continua la dichiarazione - tutti i membri delle forze ucraine, compresi i volontari interni e stranieri incorporato nelle forze armate, hanno lo status di prigionieri di guerra e se catturati devono avere il trattamento e le protezioni garantite dalle convenzioni di Ginevra».
Ore 09:31 - Di Maio a Kiev: incontrerà Zelensky
(Marta Serafini, dalla nostra inviata a Irpin) - Oltre al presidente Volodymyr Zelensky, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio incontrerà oggi a Kiev il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba e il ministro degli Interni Denys Monastyrs’kyj. Tra i temi in discussione, il sostegno dell’Italia all’Ucraina e la e partecipazione italiana alle operazioni di sminamento.
Ore 10:15 - Ue,non tutti Paesi hanno sospeso permessi soggiorno a russi
A sei mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina non tutti i Paesi membri dell’Ue hanno sospeso il rilascio di permessi di soggiorno a cittadini russi e bielorussi nell’ambito dei rispettivi programmi per investitori. «Continuiamo a lavorare all’attuazione della raccomandazione con gli Stati membri e le discussioni sono in corso», sottolinea un portavoce. «Secondo i dati comunicati, non vi sono russi o bielorussi soggetti a sanzioni che siano in possesso di un permesso di soggiorno ottenuto con un regime per investitori» benché la valutazione sia «ancora in corso» in alcuni Paesi Ue.
Ore 10:50 - Di Maio a Irpin: «Gli ucraini difendono la libertà degli europei»
(Marta Serafini, inviata a Irpin) Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha appena terminato la sua visita a Irpin accompagnato dall’ambasciatore Pier Francesco Zazo. «Siamo qui per portare la nostra solidarietà al popolo ucraino. Qui a Irpin c’è una città rasa al suolo dai bombardamenti russi e in Italia c’è ancora chi non crede alla responsabilità di Mosca in questa guerra. Gli ucraini non stanno difendendo solo la loro libertà ma la libertà di tutti noi europei». Durante la visita Di Maio si è informato con un rappresentante dell’amministrazione militare della regione di Kiev sullo stato delle operazioni di sminamento, uno dei temi di cui discuterà negli incontri che avrà in giornata con il presidente Volodymyr Zelensky, il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba e il ministro degli Interni Denys Monastyrs’kyj.
Ore 11:00 - Kiev, sale a 25 bilancio morti a stazione ferroviaria
È salito a 25 morti il bilancio dell’attacco alla stazione ferroviaria di Chaplyne, nella regione ucraina di Dnipropetrovsk: lo afferma il vice capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Kirill Tymoshenko, ripreso da Novaya Gazeta Europa.
Ore 11:25 - Di Maio: «Abbiamo scelto di stare dalla parte del popolo ucraino»
«Abbiamo scelto di stare dalla parte del popolo ucraino. Nel difendere l’Europa non possiamo che incoraggiarli a continuare e rivolgiamo le condoglianze al governo e al popolo per l’ennesimo attacco di civili alla stazione di Dnipro, con 25 morti tra cui un bambino». Lo afferma il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, oggi a Kiev, dove ha in programma incontri con il presidente Volodymyr Zelensky e con il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba.
Ore 11:37 - Cina: manovre con la Russia per il coordinamento strategico
La partecipazione della Cina alle manovre militari “Vostok-2022” in Russia mira «ad approfondire la cooperazione pratica e amichevole con le forze armate dei Paesi partecipanti, a migliorare il coordinamento strategico e a rafforzare la capacità di affrontare varie minacce alla sicurezza». Il portavoce del ministero della Difesa Tan Kefei, nel briefing mensile virtuale, ha detto che le forze aeree e di terra dell’Esercito popolare di liberazione «sono già arrivate nelle posizioni designate e le forze navali si sono incontrate con quelle russe per le imminenti esercitazioni», programmate dal 30 agosto al 5 settembre prossimi.
Ore 11:40 - Borrell: «A Chaplyne terrorismo missilistico, Ue condanna»
«L’Ue condanna con forza un altro atroce attacco della Russia contro i civili: a Chaplyne nel giorno dell’indipendenza dell’Ucraina. I responsabili del terrorismo missilistico russo saranno chiamati a risponderne». Lo ha scritto su Twitter l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell.
Ore 11:48 - Mosca: ministri Francia-Russia discutono della situazione a Zaporizhzhia
I ministri della Difesa di Russia e Francia, Serghiei Shoigu e Sebastian Lecornu, hanno discusso della situazione nella zona di Zaporizhzhia, in Ucraina, dove Mosca e Kiev si accusano a vicenda di attacchi nella zona della centrale nucleare: lo riferisce il ministero della Difesa russo, ripreso dall'agenzia Interfax, dichiarando che Shoigu «ha presentato delle valutazioni sulle azioni delle forze armate ucraine che potrebbero interrompere il funzionamento sicuro della centrale». Mosca, riferisce inoltre che «è stata rilevata l'importanza che i funzionari dell'Aiea visitino la centrale nucleare di Zaporizhzhia e la disponibilità a fornire l'assistenza necessaria agli ispettori dell'organizzazione».
Ore 12:23 - Di Maio: «Italia tra i Paesi che hanno dato più aiuti alla resistenza ucraina»
Secondo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che si trova a Irpin, la visita del presidente del Consiglio Mario Draghi è stata «determinante» per il riconoscimento dello status di Paese candidato all’adesione all’Ue per l’Ucraina. «Continueremo a mostrare la massima vicinanza al popolo e al governo ucraino, lo faremo con le visite, ma lo dobbiamo fare anche con i fatti», ha dichiarato Di Maio. «Siamo stati uno dei Paesi che ha dato più aiuti alla resistenza ucraina: abbiamo dato un aiuto finanziario importante a questo governo, un aiuto umanitario importante al popolo ucraino».
Ore 12:32 - Mosca: a Chaplyne colpito un treno, uccisi 200 militari di Kiev
Nella stazione di Chaplyne, in Ucraina, i russi hanno colpito un treno militare, uccidendo più di 200 soldati. Il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov ha detto: «Un colpo diretto con un missile Iskander su un treno militare alla stazione di Chaplyne, nella regione di Dnipropetrovsk, ha ucciso oltre 200 riservisti delle forze armate ucraine e distrutto dieci pezzi di armamenti militari che si dirigevano verso le zone di combattimento nel Donbass».
Invece, secondo le ultime notizie diffuse da Kiev sull’attacco missilistico a Chaplyne, le vittime sarebbero 25 e si tratterebbe di civili. Il bilancio potrebbe salire nelle prossime ore.
Ore 13:48 - Mosca: 7 bombardamenti ucraini su Zaporizhzhia in 24 ore
Il ministero della Difesa russo ha denunciato almeno sette bombardamenti d'artiglieria delle forze ucraine sull'area della centrale nucleare di Zaporizhzhia nelle ultime 24 ore. I bombardamenti sono stati compiuti da postazioni situate sulla sponda opposta del bacino di Kakhovka, lungo il fiume Dnepr, ha detto il portavoce del ministero, Igor Konashenkov, senza riferire di danni. Lo riporta l'agenzia Interfax.
Ore 13:52 - Delegazione di parlamenti baltici e Finlandia incontrano gli omologhi ucraini
Una delegazione composta dai presidenti dei Comitati esteri dei parlamenti di Lituania, Lettonia, Estonia e Finlandia si è recata a Kiev per un incontro con i rappresentanti del parlamento ucraino (Rada). Lo ha annunciato il ministero degli esteri della Lettonia. Durante la visita, la delegazione discuterà della necessità di un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Nelle ultime settimane, i Paesi baltici e la Finlandia hanno più volte sottolineato il bisogno di adottare nuove misure, tra cui il divieto di ingresso nell'Unione Europea per i cittadini della Federazione russa.
Ore 13:57 - Putin firma un decreto per aumentare il personale militare
Il presidente Vladimir Putin ha firmato oggi un decreto che aumenta di 137.000 unità il personale militare russo nel 2023, pari a 1.150.628 soldati. Lo riporta l'agenzia di stampa Ria Novosti, ricordando che il precedente decreto del 2017 prevedeva che i militari fossero 1.013.628. Il decreto non spiega se l'esercito rafforzerà i suoi ranghi arruolando un numero maggiore di coscritti, aumentando il numero di soldati volontari o utilizzando una combinazione di entrambe le soluzioni. Il Cremlino ha affermato che solo i soldati a contratto volontari prendono parte a quella che la Russia chiama «operazione militare speciale» in Ucraina, respingendo le affermazioni secondo cui Mosca starebbe valutando un'ampia mobilitazione.
Ore 14:03 - Di Maio in Ucraina: «Chi minimizza è complice del massacro»
Dopo la visita a Irpin, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha pubblicato un post su Facebook per ribadire il sostegno a Kiev e puntare il dito sulle atrocità di questa guerra. « Morte e crudeltà. Città distrutte, rase al suolo: questa è la verità. La guerra è vera, guardate queste immagini — scrive sul social —. Chi minimizza è complice del massacro. Non potevamo ignorare il grido di dolore di un popolo coraggioso, che non ha rinunciato a difendersi e a difenderci. Il nostro sostegno al popolo di Kiev, a questa "resistenza europea" continua. Ed oggi sono qui in Ucraina per portare il sostegno del nostro Paese. Bisogna fermare immediatamente questa atroce guerra, dobbiamo ricercare con tutte le forze la pace».
Ore 14:28 - Cina: con la Russia rafforzeremo gli scambi commerciali
La Cina continuerà a collaborare con la Russia per il «doppio miglioramento» delle relazioni economiche e commerciali sia in termini di scala sia di qualità. Lo ha assicurato la portavoce del ministero del Commercio Shu Jueting sulle stime di Mosca secondo cui i volumi degli scambi bilaterali toccheranno nel 2022 il nuovo record di 165-170 miliardi di dollari. Il commercio tra i due Paesi ha mantenuto finora uno slancio di crescita e «continueremo — ha aggiunto Shu — a lavorare per promuovere i normali scambi economici e commerciali», malgrado le sanzioni occidentali contro Mosca.
Ore 14:33 - Kiev: bombe russe vicino Zaporizhzhia, morto un 17enne
Le truppe russe hanno effettuato un massiccio bombardamento su Orihiv, nella regione di Zaporizhzhia, e negli insediamenti vicini, un ragazzo di 17 anni è stato ucciso. Lo ha riferito Oleksandr Starukh, capo dell'amministrazione militare di Zaporizhzhia, come riporta Ukrinform. «L'occupante ha usato l'artiglieria e ha sparato per diverse ore di seguito — ha scritto Starukh su Telegram —. Un ragazzo di 17 anni è stato ucciso. È stato gravemente ferito ed è morto mentre veniva portato in ospedale. Una donna del villaggio di Preobrazhenka, 66 anni, è stata gravemente ferita durante un attacco nemico».
Ore 14:57 - Di Maio vede Zelensky: «L'Italia non vi abbandona»
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in missione in Ucraina, ha incontrato il presidente Volodymyr Zelensky. Di Maio, durante il colloquio a Kiev, ha ribadito che «l'Italia non abbandonerà il popolo ucraino». Di Maio ha aggiunto che è fondamentale ricercare la via diplomatica «per ritrovare la pace e difendere la democrazia». Zelensky ha risposto a Di Maio ringraziando ancora per il sostegno dell'Italia all'Ucraina e pubblicando anche breve video dell'incontro sul suo canale Telegram.
Ore 15:02 - Le forniture di Washington e Berlino allungano l’orizzonte della guerra in Ucraina: armi sul campo fra 1 o 2 anni
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Si allunga l’orizzonte della guerra. Il nuovo pacchetto di aiuti da 2,98 miliardi di dollari annunciato oggi da Joe Biden fornirà all’Ucraina armi ed attrezzature che «le permettano — ha spiegato il presidente americano — di difendersi nel lungo periodo». Queste parole sono una conferma dell’impegno a lungo termine degli Stati Uniti, che dal 24 febbraio hanno già stanziato un totale 10,6 miliardi di dollari, ma offrono anche una prospettiva sulla durata del conflitto. Innanzitutto, la fornitura — la singola tranche più consistente dall’inizio dell’invasione russa — attingerà alla Ukraine Security Assistance Initiative e per questo impiegherà del tempo per essere consegnata: il materiale non arriverà dalle scorte militare americane, per non sguarnirle, ma sarà fornito dai contractor del Pentagono. Secondo fonti anonime citate dall’Associated Press, inoltre, il budget servirà a finanziare contratti per sistemi di difesa aerea e anti drone, artiglieria, munizioni e radar «che potrebbero non vedere il campo di battaglia per uno o due anni».
Ore 15:26 - La centrale Zaporizhzhia è stata disconnessa dalla rete
La Russia ha scollegato la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande l'Europa, dalla rete elettrica nazionale ucraina, a causa dei danni alle linee di comunicazione, come ha annunciato l'operatore ucraino Energoatom. «I due reattori in funzione dell'impianto sono stati disconnessi dalla rete. Di conseguenza, le azioni degli invasori hanno causato per la prima volta nella sua storia la disconnessione completa della centrale nucleare dalla rete elettrica», ha affermato il gruppo di Stato Energoatom su Telegram.
Ore 15:56 - Autorità filorusse: ripristinato il collegamento di Zaporizhzhia
La centrale di Zaporizhzhia è stata riconnessa alla rete elettrica dopo un'interruzione dovuta a pesanti bombardamenti ucraini, secondo le autorità municipali di Energodar, dove ha sede l'impianto, controllato dai russi. Nella centrale sono stati attivati i sistemi di sicurezza, aggiunge il servizio stampa della municipalità, citato da Interfax. Secondo la stessa fonte i bombardamenti hanno provocato un corto circuito che ha lasciato senza elettricità per diverse ore gran parte delle regioni sotto controllo russo nelle province di Zaporizhzhia e Kherson.
Ore 16:06 - «A Mariupol in fiamme edifici residenziali e una scuola»
«Diverse case e una scuola stanno bruciando a Mariupol, ma gli occupanti russi non stanno facendo nulla a riguardo». A lanciare l'allarme è stato Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol. Lo riporta l'agenzia Unian. «Le fiamme si sono diffuse agli edifici residenziali e alla scuola numero 69 — ha precisato —. L'incendio si sta propagando anche alla stazione ferroviaria di Shchydny. Non ci sono vigili del fuoco e le autorità russe non rispondono».
Ore 16:09 - La Lettonia ha abbattuto il monumento sovietico simbolo
La Lettonia ha abbattuto il complesso monumentale sovietico — un obelisco di 79 metri — situato nella capitale Riga e dedicato alla vittoria nella Seconda Guerra mondiale. La demolizione era stata decisa dal governo a maggio in seguito all'invasione russa dell'Ucraina. Il monumento era diventato un punto di raccolta per i sostenitori del Cremlino in Lettonia (la comunità russa in Lettonia costituisce il 30% della popolazione).
Ore 16:35 - Russia: la corte conferma condanna a 14 anni a insegnante Usa
Il tribunale regionale di Mosca ha confermato in appello la condanna a 14 anni di reclusione inflitta all'insegnante americano Mark Fogel con l'accusa di «traffico illegale di droga su larga scala» in una sentenza da molti considerata ingiusta e sproporzionata. Lo riporta l'agenzia Interfax. Il tribunale ha quindi respinto il ricorso presentato dagli avvocati difensori di Fogel, che avevano chiesto le attenuanti. Fogel, 61 anni, di Oakmont, è detenuto in Russia da circa un anno, dopo essere stato arrestato all'aeroporto Sheremetyevo di Mosca ad agosto per possesso di circa 20 grammi di marijuana terapeutica.
Ore 17:33 - Giorgetti: l'Ue metta price cap sul gas o consenta scostamenti
A livello europeo «l'Italia ha richiesto un price cap sul gas e il disaccoppiamento del prezzo dell'energia dal prezzo massimo del gas. Se l'Europa non capisce che deve cambiare queste due regole fa il gioco della Russia. Se queste regole non si possono cambiare, perché qualche grande Paese europeo si oppone, non possiamo evitare di porre il tema dello scostamento di bilancio, di come noi possiamo aiutare famiglie e imprese». Così il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti intervenendo al Meeting di Rimini.
Ore 17:55 - Torna libero ex sindaco Ekaterinburg, ma sottoposto a restrizioni
Un tribunale russo ha rilasciato oggi l'ex sindaco di Ekaterinburg Yevgeny Roizman, accusato di aver screditato l'esercito criticando pubblicamente la campagna militare russa in Ucraina, accusa per la quale rischia fino a cinque anni di carcere. Roizman, che si oppone al regime di Putin, era stato arrestato ieri, ma oggi i giudici durante l'udienza hanno deciso per il suo rilascio, imponendogli però una serie di restrizioni, simili agli arresti domiciliari: all'ex sindaco sarà vietato frequentare luoghi ed eventi pubblici, comunicare senza autorizzazione con i testimoni, inviare e ricevere posta tranne quella relativa all'indagine. Non potrà inoltre fare telefonate o usare internet, se non per parlare con il suo avvocato, l'ufficio del procuratore o il tribunale, o per comunicare con i suoi medici.
Ore 18:18 - Gas: nuova chiusura record a 321,4 euro (+10%)
Il prezzo del gas chiude per la prima volta sopra i 300 euro ad Amsterdam, mercato di riferimento per il metano in Europa. I future Ttf con scadenza a settembre hanno terminato le contrattazioni in rialzo del 10% al nuovo massimo storico di 321,4 euro al megawattora mentre si avvicinano i tre giorni di chiusura programmata del Nord Stream.
Ore 18:18 - Giorgetti: «Con le sanzioni abbiamo dichiarato guerra a Russia»
«Con le sanzioni abbiamo dichiarato guerra economica alla Russia e l'Ue non ha valutato alcune conseguenze controproducenti che si sarebbero scatenate». Ad affermarlo è il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti al meeting di Rimini.
Ore 18:28 - Putin ordina l’aumento delle truppe: entro gennaio 137 mila uomini in più
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Mosca punta a un aumento possibile delle truppe a disposizione. Un’azione in parallelo a quella della Nato, che calibra le forniture all’Ucraina pensando non solo all’oggi ma anche al domani. Vladimir Putin ha ordinato al ministero della Difesa di accrescere le forze armate di 137 mila uomini entro il gennaio 2023, con l’intento di raggiungere un totale di circa un milione di soldati ai quali si sommano 890 mila civili. L’annuncio ha innescato commenti da parte degli analisti che si interrogano se riuscirà nell’intento e attraverso quali canali. Si ipotizzano eventuali offerte di «contratti» vantaggiosi, reclutamento «forzoso», impiego di miliziani (tipo Wagner), la mobilitazione strisciante.
Ore 19:04 - Di Maio: «Non si può stare con la libertà e con le dittature»
«Spero che alcuni slogan elettorali in Italia siano solo degli slogan perché non si può scegliere di stare sia dalla parte del mondo libero sia dalla parte delle autocrazie e delle dittature. Noi abbiamo scelto come Paese, come governo italiano, di stare dalla parte del mondo libero». Lo ha detto in conferenza stampa a Kiev il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sottolineando che «la propaganda russa vuol far credere che sia colpa delle sanzioni il problema del prezzo dell'energia ma in realtà sappiamo bene che è la Russia che sta ricattando l'Europa aprendo e chiudendo i rubinetti del gas».
Ore 18:53 - Kiev conferma all'Aiea: la centrale di Zaporizhzhia ricollegata alla rete
L'Ucraiana, con un comunicato all'Aiea, ha confermato il ripristino della linea elettrica per la centrale di Zaporizhzhia. Il sito nucleare oggi ha perso almeno due volte la connessione alla linea elettrica, ma adesso è di nuovo attiva.
Ore 19:12 - Kiev: le forze russe si ritirano in 5 direzioni
«Le forze armate dell'Ucraina hanno costretto le truppe russe alla ritirata in cinque direzioni: Kharkiv, Kramatorsk, Bakhmut, Avdiivka e Buh meridionale. I difensori ucraini hanno inflitto perdite al nemico in diverse aree». Lo afferma l'ultimo rapporto dello Stato maggiore delle forze armate ucraine, riporta Ukrinform. Nel rapporto si precisa inoltre che «la situazione verso Volyn e Polissya non appare cambiata in modo significativo», in quanto «esiste ancora una minaccia di missili nemici e attacchi aerei dal territorio della Repubblica della Bielorussia. In «direzione di Siversky invece, la Federazione Russa continua a mantenere unità separate delle sue truppe nelle aree di confine delle regioni di Bryansk e Kursk e limitare le azioni delle forze di difesa dell'Ucraina».
Ore 19:23 - Biden chiama Zelensky: la Russia deve smilitarizzare Zaporizhzhia
Joe Biden ha parlato oggi con il presidente ucraino Volodymr Zelensky e ha ribadito il sostegno americano a Kiev contro l'aggressione russa. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre. Durante la conversazione i due capi di Stato hanno parlato della situazione della centrale di Zaporizhzhia, discutendo del fatto che la Russia deve concordare la demilitarizzazione della zona intorno alla centrale nucleare.
Da parte sua, Zelensky ha ringraziato il suo omologo statunitense per il suo sostegno «incrollabile» (due giorni fa gli Usa hanno annunciato l'invio di quasi 3 miliardi di aiuti militari a Kiev). Su Twitter Zelensky ha scritto: «ringraziamo per l'incrollabile sostegno degli Stati Uniti al popolo ucraino: sicurezza e finanza. Abbiamo discusso degli ulteriori passi dell'Ucraina nel nostro cammino verso la vittoria sull'aggressore e dell'importanza di ritenere la Russia responsabile dei crimini di guerra».
Ore 20:58 - Kiev convoca il nunzio apostolico per le parole del Papa su Dugina
Il ministero degli Esteri di Kiev ha convocato il nunzio apostolico in Ucraina, monsignor Visvaldas Kulbokas, a proposito del recente commento di papa Francesco sulla morte di Darya Dugina. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba, riporta Ukrinform. «Abbiamo studiato attentamente la citazione completa di Papa Francesco e abbiamo deciso di convocare il Nunzio Apostolico per esprimere il disappunto dell'Ucraina», ha detto Kuleba esprimendo la sua delusione e aggiungendo che presto sarà diffusa una dichiarazione al riguardo, con maggiori dettagli.
Ore 21:12 - Biden-Zelensky: «Mosca restituisca centrale Zaporizhzhia»
Oltre la semplice smilitarizzazione. Il presidente americano Joe Biden e il corrispettivo ucraino Volodymyr Zelensky chiedono che la Russia restituisca il pieno controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhya a Kiev. Poi che l'Aiea abbia accesso all'impianto. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre riferendo della loro telefonata.
Ucraina Russia, news sulla guerra di oggi. La Bbc: «Mosca brucia 10 milioni di euro di gas al giorno, al confine con la Finlandia». Lorenzo Cremonesi, Marta Serafini, Marco Bruna su Il Corriere della Sera il 26 Agosto 2022. Le notizie di venerdì 26 agosto, in diretta
• La guerra in Ucraina è arrivata al 184esimo giorno.
• Bombardamenti vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia .
• Biden-Zelensky: «Mosca restituisca la centrale a Kiev».
• Kiev convoca il nunzio apostolico per le parole del Papa su Dugina.
• Attacco alla stazione di Chaplyne: per Mosca è stato colpito un treno di militari e 200 soldati ucraini sarebbero morti. Per Kiev le vittime sono 25 civili.
• Putin ha firmato un nuovo decreto per aumentare il personale militare.
Ore 01:34 - Kiev convoca il nunzio apostolico per le parole del Papa su Dugina
Il ministero degli Esteri di Kiev ha convocato il nunzio apostolico in Ucraina, monsignor Visvaldas Kulbokas, a proposito del recente commento di papa Francesco sulla morte di Darya Dugina. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba, riporta Ukrinform. «Abbiamo studiato attentamente la citazione completa di Papa Francesco e abbiamo deciso di convocare il Nunzio Apostolico per esprimere il disappunto dell'Ucraina», ha detto Kuleba esprimendo la sua delusione e aggiungendo che presto sarà diffusa una dichiarazione al riguardo, con maggiori dettagli.
Ore 02:02 - Bruciano i boschi vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia
Un incendio è scoppiato nei boschi dell’area della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo rendono noto le autorità locali, citate dall’agenzia russa Tass. «Stanno bruciando foreste nell’area della centrale nucleare», ha scritto su Telegram un membro del consiglio dell’amministrazione militare-civile regionale, Vladimir Rogov, allegando immagini satellitari che mostrano il fumo nell’area vicino all’impianto. Ucraina e Russia si accusano a vicenda dei continui bombardamenti registrati nella zona della centrale nucleare.
Ore 07:02 - La situazione nella centrale nucleare di Zaporizhzhia: il racconto del nostro inviato
La centrale nucleare di Zaporizhzhia è sempre più al cuore delle preoccupazioni internazionali, spiega il nostro inviato Lorenzo Cremonesi sul Corriere di oggi. Giovedì 25 agosto, per la prima volta dall’inizio della guerra, le autorità agli ordini di Mosca hanno (temporaneamente) sospeso l’erogazione dell’energia elettrica dagli ultimi due reattori ancora in funzione. Nessuna perdita di materiale radioattivo — «La situazione resta sotto controllo», riferiscono sia gli esperti della Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) che quelli dell’agenzia Enorgatom ucraina — ma l’allarme resta alto. E la Russia continua ad opporsi ad ogni ritiro o cessione di sovranità, mentre accusa Kiev di sparare sull’impianto.
Ore 08:37 - L’attentato a Darya Dugina e gli allarmi sulla fronda interna
In Russia esistono vari gruppi di opposizione, ma anche «cani sciolti» assai difficili da individuare. E ora le autorità temono che l’attentato che ha procurato la morte di Darya Dugina possa essere solo la prima di altre iniziative volte a far salire la tensione all’interno della stessa Russia. Anche se il colpevole è ufficialmente Natalya Vovk — la donna ucraina ripresa sulla sua Mini e all’ingresso del palazzo di Darya Dugina —gli inquirenti proseguono le indagini alla ricerca di chi credono l’abbia aiutata. L’approfondimento di Fabrizio Dragosei, dal Corriere di oggi.
Ore 08:44 - Kiev: «Zaporizhzhia è ancora disconnessa dalla rete elettrica nazionale»
L’agenzia ucraina Energoatom fa sapere che tutti e sei i reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhia risultano ancora disconnessi dalla rete elettrica. Il governo di Kiev teme che Mosca intenda procedere con l’allacciamento a quella russa nelle prossime settimane (come annunciato qualche settimana fa da fonti separatiste filorusse). L’approfondimento di Massimo Sideri.
Ore 09:33 - Le nuove stime dei caduti russi
Secondo le stime dell’esercito ucraino, sono circa 46.250 i soldati russi rimasti uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione.
Mosca è reticente a fornire numeri precisi sui caduti e, quando lo fa, propone stime sistematicamente più basse rispetto a quelle di Kiev: a maggio, ad esempio, mentre l’Ucraina parlava di 25 mila soldati russi uccisi, la Russia parlava di 1.300 caduti.
Ore 10:17 - Kiev: «Bombe russe nella regione Kharkiv, due morti e 3 feriti»
Nella regione di Kharkiv, a seguito di bombardamenti e attacchi missilistici contro le città di Chuguiv e Dergachi, due persone sono rimaste uccise e altre tre sono rimaste ferite. Sono stati distrutte anche infrastrutture e un istituto di istruzione e sono state danneggiate delle industrie. Lo ha riferito il capo dell’amministrazione militare della regione di Kharkiv, Oleg Sinegubov, come riporta Ukrinform. «Intorno alle 2, il nemico ha lanciato un attacco missilistico sulla città di Chuguyiv, un’infrastruttura è stata danneggiata. Non ci sono state vittime. Intorno alle 2.30 il nemico ha attaccato la città di Derhachi, un istituto scolastico è stato distrutto. Purtroppo è morta una donna di 50 anni, un uomo di 59 è rimasto ferito».
Ore 10:32 - Tajani: «Il papa non parteggia, ha fatto discorso religioso»
«Il papa non parteggia per nessuno, parteggia per la giustizia, e quando vede che c’è stata una vittima di un attentato, una vittima innocente, una ragazza, si dice rammaricato ma non prende parte». Lo ha detto il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, ospite di Rainews24, commentando le polemiche sollevate da parte dell’Ucraina a proposito delle parole di Francesco sull’attentato in Russia che è costato la vita a Dar’ja Dugina, figlia del filosofo Alexsandr Dugin. «Il papa credo che abbia fatto un discorso puramente religioso, invitare alla pace credo sia il suo dovere, non ha fatto una scelta di campo», ha aggiunto.
Ore 10:37 - Ambasciatore presso la Santa Sede corregge tiro, legami importanti
Dopo le proteste dell’ambasciata ucraina presso la Santa Sede per le parole del Papa pronunciate il 24 giugno, e dopo la convocazione, ieri, del Nunzio apostolico da parte del ministero degli Esteri di Kiev, oggi i rappresentanti ucraini correggono il tiro e sottolineano «quanto siano importanti» le relazioni tra l’Ucraina e la Santa Sede.
L’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, twitta alcune foto in Ucraina con il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, risalenti alla sua visita a Kiev di un anno fa: «È trascorso esattamente un anno da quando sua eminenza il card. Pietro Parolin ha visitato l’Ucraina e ha partecipato alla celebrazione storica del 30 anniversario dell’Indipendenza. È stata la seconda visita del Segretario di Stato vaticano dall’inizio dell’invasione russa nel 2014 che ha mostrato per entrambe le parti quanto siano importanti le relazioni tra Ucraina e Santa Sede».
Ore 10:44 - Media tedeschi: quasi 1 milione di russi in Unione Europea da inizio guerra
Dall’inizio della guerra della Russia contro l’Ucraina, quasi un milione di russi sono entrati nell’Unione Europea. Lo riferisce Deutsche Welle citando i dati dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex. Dal 24 febbraio al 22 agosto, 998.085 cittadini russi hanno attraversato i confini dell’Ue, ha detto un rappresentante di Frontex. Allo stesso tempo, nel periodo dal 16 al 22 agosto, il numero di russi che sono entrati nell’Unione Europea è leggermente diminuito rispetto alla settimana precedente.
Ore 10:55 - L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea): «Valutiamo presenza permanente a Zaporizhzhia»
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) sta lavorando per «rendere sicura la rotta» della missione che visiterà la centrale nucleare di Zaporizhzhia e sta anche valutando una presenza permanente dell’agenzia all’impianto ucraino. Lo ha detto il direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi, alla radio francese Rfi. «Dobbiamo rendere sicura la nostra rotta, dobbiamo farlo in coordinamento tra i due paesi, il che non è facile date le circostanze. Dobbiamo anche contare sul sostegno delle Nazioni Unite e dei loro veicoli blindati che ci porteranno lì. Questa è la logistica, poi a livello tecnico bisogna definire chiaramente i parametri della missione e, possibilmente, stabilire una presenza continua dell’Agenzia in loco».
Ore 10:58 - Russia brucia enormi quantità di gas al confine con la Finlandia
Mentre i costi energetici dell’Europa salgono alle stelle, la Russia sta bruciando grandi quantità di gas naturale. Secondo quanto riportato dalla Bbc, un impianto situato al confine con la Finlandia starebbe bruciano gas per un valore stimato di 10 milioni di euro al giorno . Gli scienziati sono preoccupati per i grandi volumi di anidride carbonica e fuliggine che si stanno formando, che potrebbe accelerare lo scioglimento del ghiaccio artico. Un’analisi della Rystad Energy indica che circa 4,34 milioni di metri cubi di gas vengono bruciati ogni giorno nell’impianto di gas naturale liquefatto di Portovaya, a nord-ovest di San Pietroburgo.
I primi segnali che qualcosa non andava sono arrivati dai cittadini finlandesi, che all’inizio di quest’estate hanno individuato una grande fiamma all’orizzonte (pubblichiamo qui sotto la foto di un cittadino finlandese, Ari Laine, scattata a circa 38 chilometri da Portovaya, riportata dalla Bbc).
Portovaya si trova vicino a una stazione di compressione all’inizio del gasdotto Nordstream 1 che trasporta il gas sottomarino in Germania. Fra le ipotesi che spiegherebbero il fatto di bruciare il gas, secondo i tecnici, ci sarebbe la riluttanza a chiudere l’impianto, la cui successiva riapertura sarebbe tecnicamente difficile e costosa oppure la difficoltà a gestire in sicurezza i grandi quantitativi di gas che venivano convogliati nel Nordstream 1. Le forniture attraverso il gasdotto sono state ridotte da metà luglio, con i russi che hanno denunciato problemi tecnici per la restrizione dovute alla guerra in Ucraina. A partire da giugno, i ricercatori hanno notato un aumento significativo del calore emanato dalla struttura dovuto alla combustione di gas naturale. «Non ho mai visto un impianto di gas liquefatto infiammarsi così tanto», ha affermato la dottoressa Jessica McCarty, esperta di dati satellitari della Miami University in Ohio. «A partire da giugno, abbiamo visto questo enorme picco che da allora è rimasto sempre elevato».
Ore 12:11 - Kiev: «Si lavora a riconnettere reattori Zaporizhzhia a rete»
Il personale della centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dai soldati russi, è al lavoro per ricollegare i due reattori funzionanti alla rete elettrica ucraina. Lo ha reso noto stamane Energoatom, aggiungendo che è stata «ripristinata» la linea elettrica che era saltata ieri, provocando la prima disconnessione dalla rete elettrica nazionale in 40 anni. «La linea di alimentazione della centrale al sistema energetico ucraino è stata ripristinata e sono i corso i lavori per predisporre il collegamento alla rete delle due unità di potenza», i reattori, si aggiunge su Telegram. Spiegando che non si segnalano problemi al sistema di sicurezza e che la centrale riceve l’energia necessaria al suo fabbisogno interno «attraverso una linea proveniente dal sistema elettrico ucraino».
Ore 12:20 - Spiegel: «La Russia ha spiato addestramento forze Kiev in Germania»
La Russia avrebbe spiato l’addestramento di soldati ucraini all’uso di nuovi armamenti in Germania mentre prosegue il conflitto in Ucraina, giunto al sesto mese dopo l’invasione russa del Paese. Secondo lo Spiegel, i servizi tedeschi di controspionaggio militare (Mad) hanno indicazioni su queste attività. Dall’inizio dell’addestramento in due basi militari, riporta Deutsche Welle rilanciando le rivelazioni del giornale, il Mad ha rilevato la presenza di veicoli sospetti. L’addestramento per gli ucraini avviene a Idar-Oberstein, in Renania-Palatinato, e Grafenwohr, in Baviera.
A Idar-Oberstein l’esercito tedesco addestra soldati ucraini all’uso degli obici semoventi PzH 2000, mentre a Grafenwohr gli americani preparano i militari di Kiev con i sistemi di artiglieria occidentali. Ci sono stati anche sorvoli di piccoli droni, prosegue Deutsche Welle, sottolineando come fonti di sicurezza abbiano detto a Der Spiegel che la Russia potrebbe aver cercato di raccogliere dati dai telefoni cellulari degli ucraini.
Ore 12:27 - Ministero della difesa britannico: Shoigu e Putin hanno rimosso almeno 6 generali
«È molto probabile che il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, e il presidente Vladimir Putin, abbiano rimosso almeno sei generali dopo che le forze che operano in Ucraina hanno ripetutamente mancato le scadenze operative pianificate. È quanto si legge nel bollettino quotidiano diffuso dal ministero della Difesa britannico sul conflitto in Ucraina. Due giorni fa, si sottolinea nella nota, Shoigu ha affermato che «la Russia stava deliberatamente rallentando il ritmo della sua campagna militare in Ucraina, per la necessità di ridurre le vittime civili, ma quasi certamente di tratta di deliberata disinformazione».
Secondo Londra, «l’offensiva russa è in stallo a causa della scarsa prestazione militare russa e dell’agguerrita resistenza ucraina. Sotto gli ordini di Shoigu, le forze che operano in Ucraina hanno ripetutamente mancato le scadenze operative pianificate. È molto probabile che Shoigu e il presidente Putin abbiano rimosso almeno sei generali per un’avanzata che non è avvenuta abbastanza rapidamente».
Ore 12:54 - Macron: «Il nucleare civile non sia strumento di guerra»
Emmanuel Macron, presidente francese, ha chiesto che il «nucleare civile» non sia «uno strumento di guerra», dopo i bombardamenti che hanno danneggiato la gigantesca centrale nucleare di Zaporizhzhia, nel sud dell’Ucraina. «La guerra in nessun caso dovrebbe minare la sicurezza nucleare del Paese, della subregione e di tutti noi. Il nucleare civile deve essere pienamente protetto», ha insistito il presidente francese durante le dichiarazioni alla stampa a margine dell’incontro ad Algeri.
Ore 13:16 - Borrell: «Russia ha già perso la guerra, sue forze sulla difensiva»
La Russia «ha già perso la guerra» in Ucraina, non avendo raggiunto i suoi obiettivi militari dopo sei mesi di invasione e non avendo più l’iniziativa nel conflitto. È la convinzione dell’Alto rappresentante per la politica estera europea, Josep Borrell, sottolineando come, a sei mesi dall’inizio dell’invasione, «la guerra si trovi in una fase decisiva e chi prende l’iniziativa in questo momento non è più la Russia, la Russia ha già perso la guerra».
Nemmeno l’Ucraina ha vinto il conflitto dal punto di vista militare, ha riconosciuto Borrell, parlando all’università di Santander, ma «moralmente, politicamente e militarmente, la Russia, in sei mesi di combattimenti, ha perso». Secondo il responsabile della diplomazia di Bruxelles, Mosca «non ha raggiunto i suoi obiettivi militari e al momento è sulla difensiva perché l’Ucraina ha ricevuto armi che le permettono di individuare importanti obiettivi, di portare la guerra in Crimea e di mantenere la battaglia di Kherson, che sarà decisiva». Tuttavia, ha ammesso Borrell, la Russia «ha ancora la capacità di condizionarci economicamente, sempre meno, ma lo fa». Ma, tra le conseguenze del conflitto, ci sarà che l’Europa «si libererà dalla dipendenza dall’energia russa quando si tratta di decidere di politica internazionale. Finora è stato un fattore di condizionamento importante ed ha condizionato. Ma se il cane è morto, la rabbia è finita. Se questa dipendenza non esiste, la nostra politica può essere diversa», ha concluso.
Ore 13:34 - Kiev: «Da inizio guerra oltre 1.000 attacchi di hacker russi»
Gli hacker russi hanno lanciato oltre 1.000 attacchi informatici contro l’Ucraina dall’inizio dell’invasione: lo ha reso noto su Telegram il Servizio speciale di comunicazione di Stato ucraino. Lo riporta Ukrinform. «Durante i sei mesi di guerra, il Computer Emergency Response Team nazionale dell’Ucraina CERT-UA, che opera sotto il Servizio speciale di comunicazione di Stato, ha registrato 1.123 cyberattacchi, si legge nel rapporto. In particolare, gli attacchi hanno preso di mira soprattutto il governo centrale e gli enti governativi locali, ma anche le istituzioni commerciali e finanziarie, le agenzie dei settori della sicurezza e della difesa, le imprese energetiche, dei trasporti e delle telecomunicazioni. Nel complesso, la polizia informatica ucraina ha respinto 83 cyberattacchi nemici e ne ha prevenuti altri 300.
Ore 13:48 - Kiev: «La centrale di Zaporizhzhia riconnessa alla rete ucraina»
La centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata riconnessa alla rete elettrica ucraina. Lo ha annunciato la compagnia nazionale per l’energia, Energoatom.
«Vorrei fare un appello ancora una volta alla comunità mondiale: la missione congiunta dell’Aiea e dell’Onu presso la centrale di Zaporizhzhia dovrebbe avere il mandato di studiare non solo le norme per garantire la sicurezza nucleare, ma anche le componenti della sicurezza esterna, in primo luogo quelli relativi alle armi e al loro uso da parte dell’esercito russo sul territorio dello stabilimento e nelle zone circostanti». Lo ha detto il ministro dell’Energia ucraino Herman Halushchenko alla Cnn. Halushchenko ha sottolineato la necessità di «un’urgente disoccupazione e smilitarizzazione» dell’impianto.
Ore 14:45 - Nuovo record dei prezzi dell’elettricità in Francia e Germania
I prezzi all’ingrosso dell’elettricità per il 2023 in Germania e in Francia hanno battuto nuovi record, rispettivamente a 850 euro e a più di 1.000 euro per megawattora (MWh). Un anno fa, i prezzi in entrambi i Paesi erano di circa 85 euro/MWh. All’origine dell’esplosione dei prezzi ci sono diverse cause, dal prosciugamento dei flussi di gas russo verso l’Europa dall’inizio della guerra in Ucraina alla chiusura di molti reattori nucleari francesi di Edf.
Ore 14:47 - Esplosioni a Kherson, di nuovo sotto attacco il ponte Antonivsky
Nel pomeriggio sono state udite forti esplosioni nella zona occupata di Kherson. Mosca ha affermato che la difesa aerea ha funzionato — riferisce l’agenzia russa Ria Novosti — ma i canali locali di Telegram hanno pubblicato video di attacchi che avrebbero nuovamente colpito il ponte Antonivsky.
Ore 15:06 - Kiev: «Presidenza ucraina contraria ai negoziati con i russi»
Mikhail Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha affermato - in un’«intervista al quotidiano americano Hill - che i negoziati con la Federazione Russa sono una «condanna a morte». Lo scrive l’agenzia russa Ria Novosti. «Zelensky è nettamente contrario» ai negoziati, ha aggiunto Podolyak.
Ore 15:21 - Kiev: «A Mariupol si raccoglie l’acqua nelle pozzanghere»
A Mariupol, città del sud dell’Ucraina, temporaneamente occupata dalle truppe russe, l’approvvigionamento idrico non ha ripreso a pieno ritmo e i residenti devono raccogliere l’acqua dalle pozzanghere. Lo ha riferito il consiglio comunale della città, stando a Ukrinform. «I residenti del quartiere Kalmius sono costretti a raccogliere l’acqua da pozze improvvisate e i problemi legati all’approvvigionamento idrico non sono stati per nulla risolti - si legge nella nota -. Le persone sopravvivono come possono». Mariupol sta vivendo una delle più grandi catastrofi umanitarie causate dall’aggressione russa e la città è stata quasi completamente distrutta dai bombardamenti nemici. Dall’inizio dell’invasione russa sono morti circa 22.000 civili. Più di 50.000 persone sono state deportate in Russia e nei territori temporaneamente occupati della regione di Donetsk, conclude Ukrinform.
Ore 15:47 - Fonti religiose russe: «Papa pronto ad andare anche nel Donbass dopo Mosca»
Papa Francesco sarebbe disposto a recarsi anche a Donetsk, sulla strada o di ritorno da Mosca, per poi fare una tappa a Kiev, rende noto il presidente dell’Unione mondiale dei Vecchi credenti, Leonid Sevastyanov, in una intervista alla Tass in cui ha citato un suo colloquio con Francesco. Questa visita, sottolinea, «potrebbe aiutare a costruire un dialogo fra la Russia e l’Ucraina, così come con l’Occidente in generale». Il Papa sarebbe disposto a fare una tappa a Donetsk «per vedere i luoghi in cui per otto anni si sono svolti eventi tragici, incluso il Memoriale degli angeli (aperto a Donetsk nel 2015 per i bambini uccisi durante la guerra, ndr) per commemorare e pregare per tutti i bambini uccisi nel conflitto», spiega Sevastyanov, dopo che le autorità ucraine ieri hanno convocato il nunzio apostolico a Kiev per protestare contro le parole usate dal Pontefice dopo l’attentato in cui è rimasta vittima la propagandista russa sostenitrice della guerra in Ucraina Darya Dugina («Gli innocenti pagano la guerra»).
Il Papa, aggiunge Sevastyanov, «vorrebbe anche incontrare i civili e gli orfani per capire in prima persona». Sevastyanov esprime la speranza del Pontefice di visitare la Russia nella primavera del 2023, ma anche prima «se ci fosse un invito da parte delle autorità russe». «La cosa da capire è che non sarà una visita religiosa. Sarà un viaggio laico, con incontri con il presidente e funzionari laici». «Dopo il Donbass, il Papa potrebbe recarsi in Ucraina per portare la posizione russa a Kiev e aiutare le parti a trovare un terreno comune dato che si considera come un mediatore naturale», conclude.
Ore 15:57 - Papa: «Stiamo vivendo la terza guerra mondiale, una pazzia»
«Stiamo vivendo la terza Guerra mondiale nell’arco in un secolo, una pazzia. Per me il problema più grave è la produzione delle armi: se si fermasse per un anno con quei soldi si risolverebbero problemi come la fame e la mancanza di educazione dei bambini. Ma il mondo sceglie che i bambini siano affamati, senza scuola, lavoratori schiavi, pur di avere le armi. È una pazzia». Lo ha detto Papa Francesco, riferendosi alla guerra in Ucraina, in un’intervista registrata in Vaticano e mandata in onda oggi dal primo canale di Kbs, l’emittente nazionale della Corea del Sud. Allargando lo sguardo agli altri conflitti in corso nel mondo, Bergoglio ha detto che è «uno scandalo. Perché dobbiamo vivere litigando sempre? Noi non crediamo nella pace. Ma la pace è un dono per cui si deve lavorare ogni giorno: voi coreani lo sapete bene. Rivolgo un appello: lavorate per la pace. È proprio una vocazione: felici gli operatori di pace. Quanti fanno la guerra non sono felici, né fanno felici gli altri. Che il Signore vi accompagni, vi benedica tanto e vi dia la pace. Mi rivolgo dal cuore a tutti i coreani: cristiani e non cristiani, del Sud o del Nord. Giunga a tutti la mia benedizione e il mio augurio di pace», ha aggiunto.
Ore 16:33 - Filorussi: «Attacchi di Kiev alla centrale di Zaporizhzhia»
Le autorità locali filorusse della regione di Zaporizhzhia hanno riportato un attacco condotto dalle forze ucraine nelle vicinanze della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Le stesse fonti riportano che quattro colpi sarebbero finiti vicino a un sito di stoccaggio che contiene isotopi radioattivi.
Ore 16:45 - 007 Kiev: Russia completa preparativi per pseudo-referendum
I preparativi della Russia per lo svolgimento di pseudo-referendum nei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina sono quasi conclusi. Lo ha affermato in un’intervista al notiziario Rbc-Ucraina, Vadym Skibitskyi, rappresentante della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino. Lo riporta Ukrinform, citando il servizio stampa della direzione. «Stiamo parlando dei territori temporaneamente occupati delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson. L’intelligence militare ucraina sta monitorando chiaramente tutti i processi che si svolgono lì. Oggi possiamo affermare con sicurezza che sono state istituite sedi elettorali e sedi operative appropriate, sono state compilate le liste elettorali e sono state create commissioni elettorali, ovvero tutti i processi relativi alla preparazione di un “referendum” sono quasi conclusi». Skibitskyi ha osservato che le date per gli pseudo-referendum potrebbero essere diverse. In particolare, ha menzionato l’11 settembre, «quando si tiene l’unico giorno di votazione nella Federazione Russa». La stessa fonte ha precisato che politici russi, funzionari governativi e «volontari» responsabili della preparazione del processo di voto stanno visitando regolarmente i territori temporaneamente occupati.
Ore 17:02 - Borrell: «Zaporizhzhia estremamente preoccupante»
«La situazione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia rimane estremamente preoccupante. La Russia deve garantire la riparazione senza ostacoli delle linee elettriche danneggiate e la piena riconnessione alla rete elettrica ucraina». Lo afferma su twitter l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, chiedendo che gli esperti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) vengano autorizzati a recarsi sull’impianto.
Ore 17:47 - Tre aspetti decisivi dei combattimenti: sorpresa, durata, difesa
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La fase di stallo in cui si trovano le operazioni in Ucraina — insieme ai 6 mesi dall’inizio dell’invasione russa — permette agli analisti di fare il punto sull’evoluzione militare del conflitto, il primo su larga scala in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale. Interessanti sono le considerazioni di David Johnson sul sito War on the Rocks, che mette insieme tre aspetti emersi in questi sei mesi di combattimenti.
Ore 17:55 - Amnesty: «Illegali processi-farsa russi a prigionieri a Mariupol»
«Ogni proposito, da parte dei gruppi armati filorussi, di processare prigionieri di guerra ucraini nel cosiddetto “tribunale internazionale” di Mariupol è illegale e inaccettabile» nonché «offensivo e costituisce un ulteriore atto di crudeltà nei confronti di una città che ha già patito enormi sofferenze nel corso della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina». Lo afferma Amnesty International. Negli ultimi giorni sono emerse notizie e immagini riguardo alla costruzione di gabbie all’interno della Sala della filarmonica di Mariupol, nelle quali trattenere i prigionieri da sottoporre a processo.
Il Crisis Evidence Lab di Amnesty International riferisce di avere verificato che le immagini pubblicate su Facebook dal Consiglio municipale di Mariupol sono quelle dell’interno della Sala della filarmonica. Amnesty ricorda che il diritto internazionale vieta a una potenza detentrice di processare prigionieri di guerra per aver preso parte alle ostilità o per legittime azioni di guerra commesse nel corso di un conflitto armato. Ai sensi della Terza Convenzione di Ginevra, i prigionieri di guerra accusati di aver commesso crimini devono essere sottoposti a un processo equo e regolare, che può essere celebrato solo presso un tribunale legalmente costituito.
Ore 18:07 - Ambasciata Usa ad americani: «Non andate in Ucraina per Rosh Hashanah»
L’ambasciata americana a Kiev ha nuovamente messo in guardia gli americani dal recarsi in Ucraina in particolare per il pellegrinaggio nella città ucraina di Uman per il Rosh Hashanah, il capodanno religioso ebraico, a fine settembre. In un avviso di sicurezza emesso venerdì intitolato «Messaggio per i cittadini statunitensi che considerano il viaggio a Uman per Rosh Hashanah», l’Ambasciata ha ribadito di aver sospeso i servizi consolari a febbraio a causa della guerra e che «il Dipartimento di Stato raccomanda ai cittadini statunitensi di non recarsi in Ucraina». La città ucraina centrale di Uman custodisce la tomba del rabbino Nachman di Breslov, il fondatore del movimento chassidico di Breslov. Migliaia di pellegrini ebrei ogni anno si recano al memoriale per celebrare il capodanno ebraico.
Ore 18:42 - A Ravenna terzo cargo dall’Ucraina con 10mila tonnellate di olio di girasole
È’ arrivato oggi nel porto di Ravenna, dopo lo sblocco fra Ucraina e Russia, il terzo cargo commerciale con la M/N New Ranger con un carico di oltre 10 mila tonnellate di olio di semi di girasole di origine Ucraina. La nave, battente bandiera maltese, è approdata in mattinata alla banchina della Bunge dopo circa 6 giorni di navigazione.
Ore 18:53 - Entro metà settembre consiglio Ue straordinario sull’energia
Entro metà settembre dovrebbe tenersi la riunione urgente dei ministri Ue dell’energia. Oggi, la presidenza ceca di turno ha annunciato la convocazione «per discutere le misure di emergenza specifiche per affrontare la situazione energetica», secondo le parole del presidente della Repubblica Ceca Petr Fial. La data non è ancora stata fissata. I contatti tra gli Stati membri sulla data e sull’agenda della riunione sono ancora in corso e la convocazione ufficiale dovrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana.
Ore 19:23 - Kiev: raid russo nella regione di Dnipro, ferita una donna
«Gli occupanti russi hanno ripetutamente bombardato la regione di Dnipropetrper tutto il giorno, danneggiato case private e edifici che ospitano imprese». Lo ha reso noto il capo del consiglio regionale di Dnipropetrovsk, Mykola Lukashuk. In particolare, il nemico ha colpito tre volte il distretto di Nikopol. Al momento non si registrano vittime, ma le conseguenze delle esplosioni sono ora in fase di chiarimento. Inoltre i russi hanno bombardato «il territorio di Zelenodolsk e colpito Zelenodolsk e Velika Kostroma dove una donna di 63 anni è rimasta ferita».
Ore 19:58 - Lituania: acquisteremo 37 droni kamikaze per l’Ucraina
Il ministro della Difesa lituano Arvydas Anusauskas ha annunciato che il suo Paese acquisterà 37 droni kamikaze da fornire all’Ucraina, utilizzando il denaro raccolto da una campagna chiamata Legion of Boom. Lo riporta Ukrinform. «Parte dei fondi raccolti da #LegionOfBoom (un milione di euro) saranno trasferiti al ministero della Difesa lituano e saranno utilizzati per l’acquisto di 37 droni kamikaze dalla Polonia che verranno poi inviati in Ucraina. Grazie a tutti quelli che hanno fatto donazioni!», ha scritto il ministro.
Zaporizhzhia, l'allarme di Kiev: «Rischio diffusione di sostanze radioattive». Mosca: «Livelli normali». Lorenzo Cremonesi, Marta Serafini, Lorenzo Nicolao e Paola Caruso su Il Corriere della Sera il 27 agosto 2022.
Le notizie di sabato 27 agosto.
• La guerra in Ucraina è arrivata al 185esimo giorno.
• Bombardamenti vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia . Kiev teme per la sicurezza dell'impianto e la fuoriuscita di radiazioni. Mosca parla di «livelli normali» e denuncia i raid di Kiev.
• La Russia costretto a bruciare il gas non esportato.
• Putin offre sovvenzioni a rifugiati da Donbass e Ucraina.
• Guerra in Ucraina, tre aspetti decisivi dei combattimenti: sorpresa, durata, difesa.
Questa diretta è stata chiusa. Trovate a questo link il nuovo articolo con tutte le notizie di oggi, in diretta, sulla guerra in Ucraina
Ore 00:55 - Zelensky: esportato il primo milione di tonnellate di grano
Da quando i porti sul Mar Nero hanno ricominciato a poter funzionare, l’Ucraina ha esportato il primo milione di tonnellate di cereali. Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky nel suo video-discorso serale. «L’esportazione di grano è operativa da quasi un mese e durante questo periodo il primo milione di tonnellate di prodotti agricoli è stato esportato dai nostri tre porti marittimi, Chornomorsk, Odessa e Yuzhny. È una vittoria perché serve a ridurre la gravità della crisi alimentare e prevenire una carenza catastrofica». «L’Ucraina era, è e sarà tra i garanti della sicurezza alimentare globale», ha aggiunto il leader di Kiev. Le navi partite sono 44, destinate a 15 diversi Paesi, e «abbiamo altre 70 domande per l’arrivo di navi per il carico. L’obiettivo è raggiungere il volume di 3 milioni di tonnellate di esportazioni via mare ogni mese».
Ore 02:51 - Medvedev: l’operazione militare russa in linea con uno «scenario moderato»
«La Russia sta conducendo in Ucraina un’operazione militare speciale in linea con uno scenario moderato, con le forze armate russe e le truppe delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk che agiscono solo contro l’esercito ucraino». Lo afferma il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev in un’intervista al canale televisivo francese Lci, ripresa dall’agenzia russa Tass. «Uno scenario più difficile avrebbe consentito di completare la campagna più velocemente, ma Mosca non ha acconsentito per motivi umanitari», aggiunge Medvedev. In quel caso «le infrastrutture e i centri decisionali ucraini sarebbero stati completamente distrutti, ma non abbiamo optato per questa opzione», sottolinea il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo.
Ore 03:34 - La Russia mette un veto all’accordo Onu su revisione del TNP
La Russia ha impedito l’adozione di una dichiarazione congiunta al termine della conferenza Onu di revisione Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP), denunciando motivi «politici». I 191 firmatari del TNP, che mira a prevenire la diffusione delle armi nucleari, promuovere il disarmo completo e promuovere la cooperazione nell’uso pacifico dell’energia nucleare, sono riuniti presso la sede delle Nazioni Unite a New York dal 1 agosto. Ma nonostante un mese di trattative e una sessione finale rinviata, «la conferenza non è in grado di raggiungere un accordo», ha detto il presidente della conferenza, l’argentino Gustavo Zlauvinen, dopo l’intervento della Russia. Mentre le decisioni sono prese all’unanimità, il rappresentante russo, Igor Vishnevetsky, ha infatti denunciato la mancanza di «equilibrio» nella bozza di testo finale di oltre 30 pagine. «La nostra delegazione ha un’obiezione chiave su alcuni paragrafi che sono spudoratamente politici», ha affermato, ripetendo più volte che la Russia non è stato l’unico paese ad avere obiezioni al testo in generale. Secondo fonti vicine ai negoziati, la Russia è particolarmente contraria ai paragrafi riguardanti la centrale nucleare ucraina di Zaporizhya, occupata dall’esercito russo. L’ultimo testo sul tavolo, visto dall’Afp, ha sottolineato «grande preoccupazione» per le attività militari intorno alle centrali ucraine, tra cui Zaporizhia, la «perdita del controllo» dell’Ucraina di questi siti e «il significativo impatto sulla sicurezza». La bozza di testo era «molto debole e distaccata dalla realtà», ha aggiunto, rilevando l’assenza di «impegni concreti di disarmo».
Ore 05:19 - Il Pentagono acquista missili per 182 milioni di dollari per l’Ucraina
Ucraina: Pentagono, 182 milion per acquisto missili Nasams (ANSA) - ROMA, 27 AGO - Il Pentagono ha firmato un contratto da 182 milioni di dollari con il produttore di armi Raytheon per l’acquisto di sistemi missilistici antiaerei a corto e medio raggio Nasams da destinare all’Ucraina. Lo ha annunciato il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, citato dall’agenzia russa Tass. «La Raytheon Co. di Tewksbury, in Massachusetts, si è aggiudicata un contratto a prezzo fisso di 182.295.333 dollari per l’acquisto dei Sistemi missilistici terra-aria avanzati nazionali. Il lavoro sarà svolto a Tewksbury, con una data di completamento stimata per il 23 agosto 2024», afferma il Pentagono in una nota. L’acquisto sarà pagato dai fondi stanziati nell’ambito dell’Iniziativa di assistenza alla sicurezza dell’Ucraina (Usai).
Ore 05:24 - Aiea subito a Zaporizhzhia. Rischio disastro
«L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) arrivi prima possibile alla centrale di Zaporizhzhia. La situazione continua ad essere rischiosa. Qualsiasi disconnessione dell’impianto nucleare dalla rete da parte della Russia che possa scatenare il fermo dei reattori, metterà di nuovo l’impianto a un passo dal disastro». Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky nel suo video-discorso serale.
Ore 05:29 - Nuova partnership con la Gran Bretagna per le infrastrutture ucraine
La Gran Bretagna ha firmato un accordo storico con l’Ucraina per condividere le competenze ingegneristiche e fornire un nuovo pacchetto di supporto per le infrastrutture danneggiate dalla guerra. Oleksandr Kubrakov, il Ministro preposto dell’Ucraina, ha tenuto un incontro online con il Ministro dei Trasporti della Gran Bretagna, Grant Shepps. In base al Piano, la Gran Bretagna si impegna a fornire le competenze di prestigiose organizzazioni private britanniche. Verrà inoltre proposto un piano per la ricostruzione dell’aeroporto, delle piste e dei porti. Il Ministro dei Trasporti della Gran Bretagna ha anche parlato in modo più dettagliato del pacchetto di sostegno per l’Ukrzaliznytsia (azienda pubblica ucraina) per un importo di 10 milioni di sterline, precedentemente annunciato dal Primo Ministro della Gran Bretagna al vertice del G7. Nell’ambito di questo pacchetto verranno acquistate attrezzature per la riparazione di ponti e la costruzione di gallerie, oltre 120 container per il trasporto di grano.
Ore 09:16 - Russia intensifica gli attacchi nel Donetsk
Negli ultimi cinque giorni la Russia ha probabilmente aumentato l’intensità dei suoi attacchi nell’area di Donetsk, del Donbass, nell’Ucraina orientale. In vista di una possibile controffensiva ucraina su larga scala: lo scrive l’intelligence britannica nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione nel Paese. I separatisti filo-russi, sottolineano i servizi di Londra nel rapporto pubblicato oggi dal ministero della Difesa, hanno probabilmente fatto progressi verso il centro del villaggio di Pisky, vicino all’aeroporto di Donetsk. Tuttavia, nel complesso le forze russe hanno guadagnato poco territorio. «È realistico che la Russia abbia aumentato i suoi sforzi nel Donbass nel tentativo di attirare o bloccare ulteriori unità ucraine, in seguito alle voci secondo cui l’Ucraina sta pianificando una grande controffensiva», conclude il rapporto.
Ore 09:22 - Putin brucia il gas perché non può farne a meno
(Federico Rampini) La Russia ha ridotto le quantità destinate agli europei per fare pressione sui governi, ma non può immagazzinare né esportare altrove le sue risorse. Non gli resta che bruciarle.
Bruciare gas al confine con la Finlandia – quel che sta facendo la Gazprom di Putin – è l’equivalente di bruciare banconote. Lo abbiamo visto fare in qualche film, magari da un mafioso in vena di esibizioni arroganti. È un gesto spettacolare ma tutt’altro che benefico per le proprie finanze.
Ore 10:01 - Kiev, 377 bambini uccisi dall’inizio dell’invasione
Almeno 377 bambini sono stati uccisi dalle forze russe in Ucraina dall’inizio dell’invasione il 24 febbraio scorso: lo ha reso noto su Telegram l’ufficio del Procuratore Generale di Kiev, secondo quanto riporta Ukrinform. I bambini feriti sarebbero invece almeno 733.
Ore 09:31 - Bombardamenti a Kharkiv nella notte
Le autorità ucraine hanno accusato le forze russe di aver colpito nella notte aree centrali della città di Kharkiv, dove almeno una donna sarebbe rimasta ferita. Su Telegram il governatore della regione Oleg Sinegubov ha denunciato che intorno alle 2 della notte due missili russi sono caduti nel centro della città, provocando danni in alcuni edifici. Il sindaco Ihor Terekhov ha denunciato danni in palazzi storici e in una scuola, secondo quanto ha riportato l’agenzia Unian.
Ore 11:04 - Altre tre navi lasciano i porti di Odessa
Altre tre navi cariche di cereali ucraini hanno lasciato questa mattina i porti della regione di Odessa: lo ha reso noto su Twitter il ministero della Difesa turco. Ieri erano partite dal porto di Chornomorsk quattro navi cariche di grano. Nel complesso, da quando è stato revocato il blocco navale, 45 navi hanno lasciato i porti della regione di Odessa.
Ore 11:11 - Kiev: «Due morti e 12 feriti in attacchi»
Ucraina: Kiev, 2 morti e 12 feriti in attacchi russi a Donetsk = (AGI) - Roma, 27 ago. - È di due civili morti e dodici feriti il bilancio degli ultimi attacchi delle forze russe nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale. Lo riporta il Guardian citando Pavlo Kyrylenko, il governatore ucraino della regione. (AGI) Tom 271012 AGO 22
Ore 11:47 - Kiev: «Personale di Zaporizhzhia torturato dai russi per non parlare dei rischi alla sicurezza dell'impianto»
« I servizi speciali russi torturano i dipendenti della centrale nucleare di Zaporizhzhia affinché non «dicano troppo agli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea)». Lo sostiene Energoatom, la società nazionale ucraina per la produzione di energia nucleare, secondo quanto riporta Ukrinform.
L'obiettivo di Mosca sarebbe quello di evitare che il personale della centrale racconti agli ispettori dell'Aiea i rischi per la sicurezza dell'impianto. La società riporta su Telegram le affermazioni di un dipendente della centrale, secondo il quale i russi arrestano il personale ucraino e lo mandano nei sotterranei: «Le persone tornano da queste "conversazioni" nei sotterranei e non dicono una parola. Mosca ridurrà al minimo la presenza del personale ucraino e metterà in ogni stanza del centro di controllo diversi rappresentanti russi.
Gli ispettori dell'Aiea hanno in programma di visitare la centrale di Zaporizhzhia all'inizio della prossima settimana.
Ore 11:53 - Morto mercenario Usa che combatteva per Kiev nel Donetsk
Un cittadino americano che combatteva per l'Ucraina è stato ucciso dai soldati dell'autoproclamata Repubblica popolare del Donetsk (Rpd). Lo rende noto il difensore civico della regione Darya Morozova, riferiscono le agenzie russe.
Il giovane Alan Joshua è rimasto ucciso in un combattimento avvenuto il 23 agosto scorso, scrive Morozova su Telegram. Le autorità del Donetsk hanno notificato la sua morte ai funzionari statunitensi e al capo della missione di monitoraggio delle Nazioni Unite in Ucraina, Matilda Bogner.
Ore 12:47 - Zaporizhzhia, Kiev: «Rischio dispersioni radioattive». Mosca: «Livelli normali dopo raid»
Gli ucraini denunciano nuovi attacchi sull'area dell'impianto nucleare di Zaporizhzhia, attraverso l'agenzia Energoatom e come riportato dal quotidiano britannico Guardian : «A causa della presenza dell'esercito russo, delle loro armi, mezzi ed esplosivi, vi sono seri rischi per il funzionamento sicuro della centrale. Vi sono pericoli di fuoriuscita di idrogeno, che si disperdano sostanze radioattive e anche il rischio di incendio è elevato». Lo ha dichiarato l'operatore energetico statale ucraino in una nota. I russi, continua, «preparandosi all'arrivo della missione dell'Aiea, hanno aumentato la pressione sul personale della centrale per impedire» ai lavoratori della centrale «di divulgare prove sui crimini degli occupanti presso l'impianto e il suo utilizzo come base militare».
Mosca smentisce e replica, accusando Kiev di aver colpito ripetutamente e deliberatamente la centrale (con i danni ancora in corso di accertamento): «Il livello di radiazioni nella centrale nucleare di Zaporizhzhia resta nella normalità dopo i bombardamenti delle truppe ucraine». Lo ha affermato il ministero della Difesa. «La situazione delle radiazioni dell'impianto rimane normale. Il monitoraggio delle condizioni tecniche della centrale nucleare e il suo funzionamento sono effettuati da personale tecnico regolare».
Ore 13:15 - Ungheria via libera ai reattori russi
L'Ungheria mantiene rapporti di cooperazione con Mosca malgrado la sua appartenenza all'Unione europea, ha autorizzato la costruzione di due nuovi reattori da parte della russa Rosatom, che non è stata inserita nell'elenco delle aziende sanzionate a Bruxelles, che saranno operativi nel 2030.
Il permesso del regolatore nazionale apre la strada all'estensione della centrale di Paks da quattro a sei reattori. Il progetto costerà 12,4 miliardi di dollari e consentirà di raddoppiare la capacità dell'impianto. La Russia finanzierà la gran parte del progetto, con un prestito di dieci miliardi di dollari e l'Ungheria si farà carico subito dei rimanenti 2,4 miliardi. «E' un grande passo, una pietra miliare importante», ha commentato il ministro degli Esteri Peter Szijjarto con un post su Facebook.
Ore 13:37 - Mosca trasferisce mezzi pesanti in Crimea
La Russia sta trasferendo mezzi militari pesanti in Crimea. Lo ha riferito il giornale online Krym Realii ,precisando che alla stazione ferroviaria di Taman, non lontano dal ponte con la Crimea sullo stretto di Kerch, sono stati avvistati carri armati russi, obici, mezzi di artiglieria semoventi, serbatoi di carburante e altre attrezzature.
Per quanto riguarda invece il fronte ucraino, questa mattina il ministero della Difesa britannico ha annunciato la fornitura a Kiev di sei droni sottomarini per aiutare l'Ucraina a sminare la sua costa. «Questa attrezzatura e l'addestramento necessari aiuteranno l'Ucraina a rendere sicure le sue acque, aiutando a regolare il flusso di grano verso il resto del mondo e sostenendo le forze armate dell'Ucraina», ha dichiarato il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace.
Ore 13:48 - Il sindaco di Mykolaiv: «Non abbiamo paura di Zaporizhzhia, ma delle bombe»
(Lorenzo Cremonesi) Mykolaiv è stata sin dall’inizio una città di confine, sul fronte. I russi provarono a prenderla sin dai primissimi giorni della guerra, ma qui a pochi chilometri vennero fermati. Siamo con il sindaco della città, Senkevych Oleksandr, che ci racconta del calvario che hanno vissuto. Dall’inizio della guerra, cioè da sei mesi, la città viene continuamente bombardata. Il sindaco non è particolarmente preoccupato dal pericolo della centrale atomica di Zaporizhzhia, non crede che i russi la bombarderanno e non creeranno un incidente nucleare, anche perché già l’Ucraina è indipendente da un punto di vista dell’energia.
Ore 14:37 - Kiev: «Marinai potranno lasciare Ucraina per lavoro»
I marinai ucraini potranno lasciare il Paese per lavoro. Lo riporta il Kiev Independent. Il Consiglio dei Ministri del Paese ha annunciato che i marinai potranno viaggiare all'estero per lavoro. Il premier Denys Shmyhal ha affermato che gli uomini in età di leva che sono impiegati come membri dell'equipaggio potranno lasciare il Paese purché abbiano il permesso di attraversare il confine dai loro uffici di leva locali. Finora, gli uomini tra i 18 e i 60 anni in grado di prestare servizio militare non potevano viaggiare fuori dall'Ucraina. Secondo Shmyhal, oltre 100mila ucraini lavorano nel settore marittimo.
Ore 15:14 - Putin offre sovvenzioni a rifugiati da Donbass e Ucraina. A settembre sicurezza armata in Donetsk, Lugansk, Kherson, Zaporizhzhia e Kharkiv
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per concedere sovvenzioni mensili e pagamenti una tantum alle persone che si trasferiscono in Russia dal Donbass e dall'Ucraina. Lo riporta l'agenzia Tass. Alcune categorie di persone, comprese i disabili e gli over 80, riceveranno 10.000 rubli (166 dollari) in pagamenti mensili. Le donne in gravidanza avranno diritto a pagamenti una tantum di importo simile.
Per quanto riguarda le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, oltre alle zone occupate di Kherson, Zaporizhzhia e Kharkiv, il presidente russo assicura che dal 1 settembre saranno garantite misure di sicurezza con mezzi militari nelle scuole, nelle aziende e negli edifici simbolici di ogni centro urbano.
Ore 16:38 - Podolyak: la fine della guerra solo con sconfitta della Russia
«C’è solo un modo per porre fine a questa guerra: la sconfitta militare della Russia, la restituzione dei territori all’Ucraina, un tribunale per i criminali, l’inizio della trasformazione della Russia. La volontà di vincere è necessaria tanto quanto le armi. I “compromessi” avranno conseguenze catastrofiche per l’umanità». Lo scrive su Twitter Mykhailo Podolyak, consulente del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 17:39 - Mosca: distrutto deposito missili Himars nel Dnipropetrovsk
«É stato distrutto nella regione di Dnipropetrovsk un grande deposito di munizioni della 44a brigata di artiglieria delle forze armate ucraine con missili per sistemi a lancio multiplo Himars di fabbricazione statunitense e proiettili per obici americani M777». Lo ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov, precisando che il magazzino è stato colpito con armi di alta precisione vicino all'insediamento di Preobrazhenka. Ma non si tratta dell'unica azione russa della giornata. «Sono sette le postazioni di comando delle forze armate ucraine colpite in un giorno — aggiunge il portavoce —. Bersagliate anche 37 unità di artiglieria dell'esercito ucraino in 142 distretti».
Ore 17:47 - Rescisso l'accordo di cooperazione per l'energia atomica tra Kiev e Mosca
Il governo ucraino ha rescisso l'accordo di cooperazione scientifica, tecnica ed economica con la Federazione Russa nel campo dell'energia atomica. Lo ha riferito su Telegram il rappresentante permanente del Consiglio dei ministri nella Verkhovna Rada, Taras Melnychuk. «L'accordo tra il governo dell'Ucraina e il governo della Federazione Russa sulla cooperazione scientifica, tecnica ed economica nel campo dell'energia atomica, firmato il 14 gennaio 1993 a Mosca, è terminato», ha scritto Melnychuk.
Ore 18:41 - Kiev: la Russia ha restituito i corpi di 541 soldati ucraini
La Russia ha restituito i corpi di 541 soldati ucraini caduti in Ucraina. Lo ha annunciato Oleg Kotenko, commissario ucraino per le persone scomparse in circostanze speciali, secondo il quale 428 corpi provengono dalla città martire di Mariupol, occupata dalle truppe di Mosca. Oltre 300 sono i corpi dei difensori dell'acciaieria Azovstal, caduta dopo settimane di assedio nelle mani dei soldati di Putin. Lo riporta il Kiev Independent.
Ore 19:29 - Kiev: ci prepariamo all'offensiva al sud, russi sulla difensiva
«Le forze armate ucraine si stanno preparando per una controffensiva. Gli occupanti temono le azioni attive dei difensori e stanno rafforzando le loro posizioni, in particolare, al sud». Lo ha annunciato Vadym Skibitskyi, un rappresentante della Direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa. Lo riporta l'agenzia Unian. «L'obiettivo principale è la completa liberazione dei territori», ha affermato Skibitskyi, precisando che nell'ultimo mese gli occupanti hanno trasferito gruppi del distretto militare orientale dall'est dell'Ucraina al sud.
Ore 20:28 - I russi bombardano Kharkiv, un morto e un ferito
Le truppe russe hanno bombardato i villaggi di Zolochiv e di Donets nella regione di Kharkiv. Lo ha reso noto il capo dell'amministrazione militare regionale Oleg Sinegubov. «A Zolochiv una granata ha colpito un edificio residenziale. È morta una donna di 52 anni. Un uomo di 49 anni è stato ferito a Donka», ha scritto Sinegubov su Telegram. Inoltre, le truppe russe hanno bombardato stasera il distretto di Shevchenkiv a Kharkiv senza provocare vittime, ha detto il sindaco della città, Ihor Terekhov, secondo cui l'attacco sarebbe avvenuto per mezzo di missili «Hurricane».
Ore 21:02 - 007 Kiev: dall'inizio della guerra la Russia ha mobilitato 160mila soldati
La Russia ha coinvolto almeno 160mila soldati in Ucraina dal 24 febbraio, giorno di inizio dell'invasione ucraina. Lo afferma Vadym Skybytsky, rappresentante della direzione dell'intelligence ucraina, secondo il quale questo numero non include i membri della guardia nazionale russa, che hanno il compito di controllare le regioni occupate dalla Russia. Il rappresentante dell'intelligence di Kiev ha anche aggiunto che Mosca prevede di mobilitare altri 90mila militari per combattere contro l'Ucraina. Lo riporta il Kiev Independent.
Ore 22:18 - Anche un italiano tra 14 membri della missione Aiea a Zaporizhzhia
C'è anche un italiano tra i quattordici membri della missione dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) che si recherà nei prossimi giorni alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, rimasta coinvolta nelle ostilità tra russi e ucraini. Lo hanno riferito fonti diplomatiche al New York Times. La missione, riferisce il quotidiano statunitense, sarà composta dal direttore generale dell'Aeia, Rafael Grossi, e da tredici esperti.
Financial Times: «Ue pronta a sospendere accordo sui visti con la Russia». Lorenzo Cremonesi, Marta Serafini e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 28 Agosto 2022.
Le notizie di domenica 28 agosto, in diretta. Ancora bombardamenti vicino alla centrale nucleare. Aiea: «A Zaporizhzhia radioattività nella norma, colpiti edifici a 100 metri dai reattori»
• La guerra in Ucraina è arrivata al 186esimo giorno.
• Nel team di Rafael Grossi (Aiea) anche un esperto italiano. L'ispezione dell'agenzia nell'impianto nucleare è attesa nei primi giorni della settimana.
•Bombardamenti nella notte vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia .
•Gli 007 britannici: «Migliaia di perdite per i russi. Non trovano reclute»
•Putin offre sovvenzioni a rifugiati da Donbass e Ucraina. Firmati due decreti.
Ore 04:30 - Zaporizhzhia, Kiev: «Rischio dispersioni radioattive». Mosca: «Livelli normali dopo raid»
Gli ucraini denunciano nuovi attacchi sull'area dell'impianto nucleare di Zaporizhzhia, attraverso l'agenzia Energoatom e come riportato dal quotidiano britannico Guardian : «A causa della presenza dell'esercito russo, delle loro armi, mezzi ed esplosivi, vi sono seri rischi per il funzionamento sicuro della centrale. Vi sono pericoli di fuoriuscita di idrogeno, che si disperdano sostanze radioattive e anche il rischio di incendio è elevato». Lo ha dichiarato l'operatore energetico statale ucraino in una nota. I russi, continua, «preparandosi all'arrivo della missione dell'Aiea, hanno aumentato la pressione sul personale della centrale per impedire» ai lavoratori della centrale «di divulgare prove sui crimini degli occupanti presso l'impianto e il suo utilizzo come base militare».
Mosca smentisce e replica, accusando Kiev di aver colpito ripetutamente e deliberatamente la centrale (con i danni ancora in corso di accertamento): «Il livello di radiazioni nella centrale nucleare di Zaporizhzhia resta nella normalità dopo i bombardamenti delle truppe ucraine». Lo ha affermato il ministero della Difesa. «La situazione delle radiazioni dell'impianto rimane normale. Il monitoraggio delle condizioni tecniche della centrale nucleare e il suo funzionamento sono effettuati da personale tecnico regolare».
Ore 04:43 - Putin offre sovvenzioni a rifugiati da Donbass e Ucraina. A settembre sicurezza armata in Donetsk, Lugansk, Kherson, Zaporizhzhia e Kharkiv
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per concedere sovvenzioni mensili e pagamenti una tantum alle persone che si trasferiscono in Russia dal Donbass e dall'Ucraina. Lo riporta l'agenzia Tass. Alcune categorie di persone, comprese i disabili e gli over 80, riceveranno 10.000 rubli (166 dollari) in pagamenti mensili. Le donne in gravidanza avranno diritto a pagamenti una tantum di importo simile.
Per quanto riguarda le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, oltre alle zone occupate di Kherson, Zaporizhzhia e Kharkiv, il presidente russo assicura che dal 1 settembre saranno garantite misure di sicurezza con mezzi militari nelle scuole, nelle aziende e negli edifici simbolici di ogni centro urbano.
Ore 04:55 - Droni iraniani e missili dalla Siria: l’angolo mediorientale della guerra in Ucraina
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Sul taccuino di oggi dedicato al conflitto in Ucraina, un «angolo» mediorientale. Sono informazioni da «definire», dati concreti che si mescolano alla guerra di propaganda. Anche perché non sempre è tutto trasparente.
Sarebbe strano il contrario. Prima il Washington Post — con la firma del commentatore David Ignatius — quindi l’Associated Press tornano sulla collaborazione Russia-Iran. Teheran avrebbe già consegnato alcune centinaia di droni d’attacco e ricognizione ai russi, in corso l’addestramento del personale. La fornitura era nota, non completamente chiaro il loro status: sono presenti sul «teatro», però è da verificare se siano già stati impegni in operazioni belliche. I velivoli pilotati in remoto svolgono una funzione importante in entrambi gli schieramenti. Alle produzioni locali si aggiungono i mezzi forniti da alleati o associazioni straniere. In Lituania, grazie alla raccolta fondi promossa da un giornalista, sono stati acquistati 37 droni-kamikaze polacchi.
Ore 05:00 - Il sindaco di Mykolaiv: «Non abbiamo paura di Zaporizhzhia, ma delle bombe»
(Lorenzo Cremonesi, nostro inviato) Mykolaiv è stata sin dall’inizio una città di confine, sul fronte. I russi provarono a prenderla sin dai primissimi giorni della guerra, ma qui a pochi chilometri vennero fermati. Siamo con il sindaco della città, Senkevych Oleksandr, che ci racconta del calvario che hanno vissuto. Dall’inizio della guerra, cioè da sei mesi, la città viene continuamente bombardata. Il sindaco non è particolarmente preoccupato dal pericolo della centrale atomica di Zaporizhzhia, non crede che i russi la bombarderanno e non creeranno un incidente nucleare, anche perché già l’Ucraina è indipendente da un punto di vista dell’energia.
Ore 05:13 - 007 Kiev: dall'inizio della guerra la Russia ha mobilitato 160mila soldati
La Russia ha coinvolto almeno 160mila soldati in Ucraina dal 24 febbraio, giorno di inizio dell'invasione ucraina. Lo afferma Vadym Skybytsky, rappresentante della direzione dell'intelligence ucraina, secondo il quale questo numero non include i membri della guardia nazionale russa, che hanno il compito di controllare le regioni occupate dalla Russia. Il rappresentante dell'intelligence di Kiev ha anche aggiunto che Mosca prevede di mobilitare altri 90mila militari per combattere contro l'Ucraina. Lo riporta il Kiev Independent.
Ore 05:26 - «Il Battaglione Monaco»: oligarchi e deputati ucraini in Riviera anziché al fronte
(Marta Serafini, nostra inviata) Li hanno ribattezzati, in segno di spregio, il battaglione Monaco. Ma sono tutt’altro che soldati disposti a morire per la patria gli 84 deputati e oligarchi ucraini su cui l’Sbu, l’intelligence di Kiev, ha aperto un fascicolo di indagine. Uomini che, mentre il loro Paese finiva sotto i colpi di Mosca, facevano i bagagli e si rifugiavano a Monaco, Monte Carlo e Nizza. A darne conto con un’inchiesta pubblicata il 17 agosto poco prima del giorno dell’Indipendenza è stata l’Ukrayinska Pravda. Uno scoop che ha indignato l’intero Paese provato dai sei mesi di conflitto sollevando temi importanti già noti al pubblico ucraino, dalla corruzione delle élite politiche e finanziarie fino alle disparità sociali, messi in secondo piano dalla guerra.
Ore 05:43 - Anche un italiano tra 14 membri della missione Aiea a Zaporizhzhia
C'è anche un italiano tra i quattordici membri della missione dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) che si recherà nei prossimi giorni alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, rimasta coinvolta nelle ostilità tra russi e ucraini. Lo hanno riferito fonti diplomatiche al New York Times. La missione, riferisce il quotidiano statunitense, sarà composta dal direttore generale dell'Aeia, Rafael Grossi, e da tredici esperti.
Ore 06:27 - Da inizio guerra 4 milioni di persone sono rientrate in Ucraina dalla Polonia
Sono state oltre 5,8 milioni le persone che hanno lasciato l’Ucraina dal 24 febbraio per raggiungere la Polonia. E di contro sono stati quasi 4 milioni quelli che hanno seguito la direzione opposta. È quanto riferiscono i media polacchi citando la guardia di frontiera del Paese, come riporta Ukrinform. «Dall’invasione russa le guardie di frontiera polacche hanno elaborato l’arrivo di 5.835.000 persone dall’Ucraina», si legge in un comunicato. Allo stesso tempo, 3.996.000 persone hanno viaggiato nella direzione opposta. Le guardie di frontiera hanno specificato che il 26 agosto circa 24.800 persone sono arrivate in Polonia dall’Ucraina, mentre 33.200 hanno fatto il tragitto inverso.
Ore 09:45 - Zaporizhzhia, Kiev: «Nuovi attacchi russi in città nella notte»
Nuovi attacchi russi nella notte su Zaporizhzhia: a segnalarlo, su Telegram, è il segretario del consiglio comunale ucraino locale Anatoly Kurtev, accusando gli occupanti russi. I bombardamenti, secondo quanto riferisce, hanno riguardato due zone della città, danneggiando cinque edifici e provocando almeno due feriti.
Ore 10:19 - Il ministero della Difesa turco: «Altre sei navi partite da Odessa»
Altre sei navi cariche di cereali ucraini hanno lasciato oggi i porti del Paese sul Mar Nero. Lo ha reso noto su Twitter il ministero della Difesa turco, secondo quanto riporta Ukrinform.
«Questa mattina, altre sei navi sono partite dai porti ucraini con carichi di grano», si legge in un comunicato. Nel complesso, 51 navi con prodotti agricoli ucraini hanno lasciato i porti del Mar Nero nella regione di Odessa da quando il blocco navale è stato revocato lo scorso 1 agosto.
Ore 11:34 - Zaporizhzhia, i filorussi: «Pronto piano di evacuazione in caso di incidente»
L’amministrazione russa della regione di Zaporizhzhia ha approntato un piano di evacuazione nel caso ci fosse un incidente all’omonima centrale nucleare. Lo ha rivelato il governatore regionale dell’amministrazione russa Yevhen Balytskyi.
«Al momento la centrale funziona normalmente e i livelli di radiazione sono nella norma, ma di fronte a un contesto di guerra tanto incerto, anche per via dell’avventatezza dell’esercito ucraino, abbiamo già elaborato un piano di evacuazione». Così l’amministratore filorusso che continua a denunciare, secondo quanto riporta Sputnik, gli attacchi di Kiev all’impianto.
Ore 12:16 - Ministra Baerbock: «Sostegno a Kiev fin quando sarà necessario»
« La Germania continuerà a sostenere l'Ucraina contro l'invasione russa finche' sara' necessario». Lo ha detto la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, parlando al quotidiano Bild am Sonntag.
Baerbock ha messo in guardia sul fatto che il conflitto potrebbe «proseguire per anni e che sfortunatamente dobbiamo presumere che l'Ucraina continuerà ad avere bisogno di armi pesanti dai suoi amici l'estate prossima», ha spiegato il capo della diplomazia di Berlino.
A proposito delle voci che si sono levate nella politica tedesca a favore di un'attivazione del gasdotto Nord Stream 2, Baerbock ha reiterato il rifiuto netto ad assecondare questa posizione.
Ore 12:46 - Intelligence britannica: «Per i russi migliaia di perdite. Fanno fatica a trovare nuove reclute»
«La Russia ha perso decine di migliaia di soldati, i nuovi reclutamenti sono molto limitati e i militari di leva non sono tecnicamente obbligati a prestare servizio fuori dal territorio nazionale». Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa britannico, sulla base delle informazioni raccolte dai servizi di Intelligence.
Uno scenario che, si legge sull'account di Twitter del ministero, rende molto difficile l'effettiva attuazione del decreto firmato da Vladimir Putin per portare il numero delle forze armate da 1,9 milioni a 2,04 milioni, con l'obiettivo di intensificare le operazioni in Ucraina.
Ore 13:05 - Mosca: «Colpita fabbrica nella regione di Zaporizhzhia»
«L'aviazione russa ha colpito le officine della fabbrica della società Motor Sich nella regione di Zaporizhzhia. Lo ha riferito il ministero della Difesa russo». La società in questione produce motori per aeroplani ed elicotteri. Il dicastero ha riferito anche della distruzione di depositi di carburante nella regione di Dnipro che rifornivano le truppe ucraine nel Donbass.
Ore 13:35 - Kuleba: «Centrale nucleare trasformata in una base militare, un rischio per tutti»
«Per decenni la sicurezza nucleare è rimasta la priorità assoluta dell'Ucraina, soprattutto in considerazione del nostro passato tragico. Gli invasori russi hanno trasformato la centrale nucleare diZaporizhzhia in una base militare, mettendo a rischio l'intero continente. I militari russi devono lasciare l'area dell'impianto». Così su Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.
Ore 13:50 - Putin offre nuovi incentivi agli ucraini sfollati. Firmati due decreti
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato due decreti per offrire degli incentivi economici ai cittadini ucraini e delle repubbliche filorusse di Lugansk e Donetsk che si trasferiranno in Russia a causa del conflitto scoppiato nel febbraio scorso. I documenti stabiliscono un compenso mensile pari a 10mila rubli (l'equivalente di circa 170 euro) e la possibilità di soggiornare e lavorare in Russia senza limiti di tempo per ogni cittadino in possesso di un passaporto ucraino.
Ore 14:18 - Donetsk, militari russi attaccano Kramatorsk e Slovyansk. Lo riferisce il governatore locale
Nell'est dell'Ucraina, dove forze russe e separatiste stanno cercando di prendere il controllo di diverse zone, i bombardamenti hanno colpito le città grandi e strategicamente significative di Kramatorsk e Slovyansk, ma non sono state segnalate vittime.
La notizia del governatore della regione di Donetsk Pavlo Kyrylenko, che aggiorna sull'andamento del conflitto nella sua regione. Gran parte della regione di Donetsk è detenuta da forze russe e separatiste. È una delle due regioni ucraine che compongono il Donbass, insieme al Luhansk, ed entrambe le regioni sono state riconosciute dalla Russia come Stati sovrani.
Ore 14:23 - Ue pronta a sospendere accordo sui visti con la Russia
L'Unione europea sarebbe pronta a sospendere l'accordo sui visti con la Russia risalente al 2007, rendendo più complicato e costoso per i cittadini russi ottenere documenti per l'ingresso nello spazio Schengen. Questo quanto sostiene il quotidiano britannico Financial Times, sulla base di quanto appreso da tre funzionari europei.
A favore del congelamento dell'accordo tra l'Ue e la Federazione Russa per la facilitazione del rilascio dei visti ai rispettivi cittadini potrebbero esprimersi i ministri degli Esteri dell'Ue la prossima settimana, quando si riuniranno a Praga il 30 e 31 agosto. «E' inappropriato per i turisti russi passeggiare nelle nostre città».
Dobbiamo lanciare un segnale alla popolazione russa che la guerra in Ucraina per noi non è accettabile», ha spiegato una delle fonti al quotidiano. Alcune parti dell'accordo del 2007 sono già state sospese alla fine di febbraio di quest'anno ma una sospensione totale rimuoverebbe di fatto il trattamento privilegiato per i russi che fanno domanda di visti europei e li costringerebbe a fornire ulteriori documenti, affrontare spese aggiuntive e, ovviamente, allungherebbe i tempi della procedura.
Ore 15:02 - Riapre il teatro storico di Mykolaiv
(Lorenzo Cremonesi) Il teatro storico di Mykolaiv, costruito nel IX secolo, ha riaperto in occasione dell’anniversario d’indipendenza dell’Ucraina, celebrato il 24 agosto scorso. È ancora troppo pericoloso però ospitare il pubblico nella sala principale, da oltre 400 posti. Così il teatro ha riaperto ma nei suoi sotterranei, in una sala bunker con spazio per una trentina di spettatori. Gli spettacoli vanno in scena nel pomeriggio per dare modo al pubblico di rincasare prima del coprifuoco, fissato per le 23. Il teatro che prima era riconosciuto come casa del «dramma russo», ora ha cambiato nome, diventando il teatro del «dramma ucraino».
Ore 15:29 - Medvedev: «Entro la fine del 2022 prezzi anche a 5mila euro per mille metri cubi»
Torna all'attacco l'ex Presidente russo e ora vice Presidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev. «Il prezzo del gas in Europa - ha detto in un post sul suo canale Telegram - raggiungeranno entro la fine dell'anno i 5mila euro per mille metri cubi». Al momento il costo si attesta intorno ai 3.500.
«Ai capi di Stato e di governo dei Paesi dell'Unione europea, in relazione all'aumento dei prezzi del gas, sono costretto a rivedere al rialzo le previsioni sui prezzi a 5mila euro entro la fine del 2022. Caldi saluti», ha scritto.
Ore 16:00 - Aiea: «A Zaporizhzhia radioattività nella norma, colpiti edifici a 100 metri dai reattori»
«L’Ucraina ha informato l’Aiea sui bombardamenti negli ultimi giorni sul sito di Zaporizhzhia ma ha anche spiegato che «tutti i sistemi di sicurezza restano operativi e che la radioattività è nel quadro di normalità» . Lo scrive l’Aiea sul suo profilo Twitter. L’Aiea precisa che tra giovedì e sabato sono stati colpiti edifici dell’impianto situati a circa 100 metri dai siti del reattore. Ci sono stati danni ad alcune condutture dell’acqua, ora riparate.
Ore 17:14 - Mosca: «Kiev sta facendo terrorismo sul nucleare»
«Sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia il regime di Kiev sta facendo terrorismo nucleare». Lo ha detto la portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova, in un'intervista, secondo quanto riporta Itartass. «Ovviamente» il terrorismo nucleare «può essere fatto non solo da coloro che possiedono armi nucleari o bombe sporche, ma anche nel modo in cui vediamo ora», ha precisato. «Mosca spera che la visita degli ispettori dell'Aiea alla centrale nucleare abbia finalmente luogo — ha aggiunto — nonostante l'influenza distruttiva di Kiev».
Ore 17:24 - Zelensky: «Avanti per la vittoria dell'Ucraina»
«La nostra gente ha una grande forza. È sempre stato così e sempre lo sarà. Finché crederemo in noi stessi. Finché manterremo la nostra unità. E fintanto che combatteremo per l'Ucraina e lavoreremo per la nostra vittoria ucraina congiunta». Lo ha scritto Volodymyr Zelensky sul suo profilo Telegram, dopo aver postato foto sulla resilienza degli ucraini.
Ore 17:49 - Kuleba andrà al vertice Ue a Praga
Il ministro degli Estri ucraino, Dmytro Kuleba, martedì e mercoledì sarà a Praga dove parteciperà alla riunione informale dei ministri degli Esteri dell'Ue i cui temi chiave saranno le restrizioni sui visti per i cittadini russi e l'ottavo pacchetto di sanzioni dell'Ue contro la Russia. Lo riporta Ukrinform.
Ore 18:06 - I partigiani ucraini a caccia di traditori e la tattica di resistenza Usa
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) In attesa che i fronti tornino a «muovere» con maggiore intensità, ucraini e russi si colpiscono alle spalle. Lo fanno scegliendo le armi preferite e cogliendo le opportunità. Chi ha tradito e collabora con gli invasori è un bersaglio primario dei partigiani che agiscono dietro le linee. Andrei Ryzhkov, ex agente in Ucraina, è stato trovato impiccato nella cittadina di Mykhailivka, regione di Zaporizhzhia. Sembra che svolgesse il ruolo di responsabile locale della polizia russa. Non ci sono dettagli ma potrebbe essere stato eliminato. Il suo è uno dei tanti episodi che hanno segnato la mappa del conflitto.
Ore 19:44 - Mosca: uccisi 250 soldati ucraini nella zona di Slovyansk
Il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, afferma che raid missilistici russi hanno ucciso 250 fra soldati e riservisti ucraini a Slovyansk e nei dintorni. Le autorità ucraine non hanno commentato questa notizia, attenendosi alla loro policy di non discutere delle vittime fra le proprie fila.
Ore 20:44 - Media di Kiev: missile russo lanciato dalla Bielorussia sul nord del Paese
Un missile russo ha colpito una infrastruttura militare nella regione di Rivne, nel nord dell'Ucraina. Lo ha reso noto il Guardian citando media ucraini. Aggiungendo che in base alle prime informazioni non ci sarebbero vittime e che i missili provenivano dalla Bielorussia.
Ore 20:57 - Kiev: «Le truppe russe hanno colpito il centro di Kharkiv»
«Le truppe russe hanno colpito il centro di Kharkiv», città nel nord-est dell'Ucraina. Lo ha riferito su Telegram il sindaco della città, Ihor Terekhov, precisando che si è trattato di «due razzi» e che «un edificio dell'amministrazione è stato distrutto». Al momento, non ci sono informazioni su vittime, secondo quanto riporta Unian.
Ore 20:58 - Zelensky licenzia il vice comandante della Guardia nazionale
Il presidente ucraino Zelensky ha destituito Yaroslav Spodar dalla carica di vice comandante della Guardia nazionale ucraina. Lo riferisce Ukrinform. Spodar era stato nominato vice comandante il 24 maggio 2014.
Zaporizhzhia, immagini satellitari mostrano 4 buchi sul tetto. Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini su Il Corriere della Sera il 29 Agosto 2022.
Le notizie di lunedì 29 agosto, in diretta. La missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica arriverà nella centrale nucleare entro la fine della settimana. Kiev denuncia altre bombe sul Donetsk: 8 civili uccisi
• La guerra in Ucraina è arrivata al 187esimo giorno.
• Parte la controffensiva di Kiev per la riconquista di Kherson. Civili evacuati.
• Financial Times: l'Ue pronta a sospendere l'accordo sui visti con la Russia.
• Nuovo scambio di accuse tra Mosca e Kiev sugli attacchi vicino alla centrale di Zaporizhzhia. Mosca: «Abbattuto un drone nemico». L' Aiea: «Colpiti edifici a 100 metri dai reattori».
• Il ministro degli Esteri ucraino Kuleba andrà domani al vertice Ue a Praga. Oggi è in visita a Stoccolma: «Missione Aiea la più difficile della storia».
Ore 03:37 - L’ufficiale russo su Telegram: «Un mercenario americano è stato annientato»
Un altro americano è stato ucciso in Ucraina, nella regione del Donbass, combattendo le forze russe. Lo riportano i media Usa, citando un post su Telegram dell’ufficiale russo Oleg Kozhemyako. «Un mercenario americano è stato annientato in Ucraina», ha detto. Il ragazzo di 24 anni era di Memphis, in Tennessee.
Ore 03:50 - L’annuncio dell’azienda americana produttrice di computer Dell: «Chiusi tutti i nostri uffici in Russia»
La compagnia statunitense produttrice di computer Dell Technologies ha interrotto tutte le operazioni in Russia dopo aver chiuso i suoi uffici nel Paese. Lo riferisce la stampa statunitense, che da’ notizia dell’ultima azienda Usa in ordine cronologico a lasciare la Russia a seguito del conflitto in Ucraina. Dell, importante fornitrice di server per la Russia, aveva già sospeso le vendite in quel Paese e in Ucraina lo scorso febbraio.
Ore 05:06 - Wall Street Journal: «Corea del Nord pronta a inviare lavoratori nelle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk»
La crisi ucraina offre un’opportunità per la Corea del Nord di rafforzare le sue relazioni con la Russia, scrive il «Wall Street Journal». Secondo il quotidiano americano citato anche dall’agenzia russa Tass, Pyongyang vuole inviare i suoi lavoratori nelle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk (Dnr) e Lugansk (Lnr) «fornendo al regime di Kim una fonte di reddito estero tanto necessaria». Nel frattempo secondo il «Wsj» «il presidente russo Vladimir Putin ha promesso di fornire agli alleati armi avanzate ed equipaggiamento militare. Mosca può anche aumentare il suo commercio transfrontaliero di cibo e aiuti e utilizzare il suo seggio nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per bloccare qualsiasi sanzione più severa nei confronti della Corea del Nord». Pyongyang - ricorda il quotidiano Usa - è stata tra le prime a riconoscere l’indipendenza di Dnr e Lrn, cosa che ha portato l’Ucraina a rompere i suoi legami diplomatici con la Corea del Nord.
Ore 06:52 - Missione Aiea entro la fine della settimana alla centrale nucleare di Zaporizhzhia
La missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) arriverà alla centrale nucleare di Zaporizhzhia entro la fine di questa settimana. Lo ha annunciato il direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi.
Ore 08:05 - Kiev, ancora bombe russe sul Donetsk: 8 civili uccisi
Otto civili sono stati uccisi e altri sette sono rimasti feriti per nuovi bombardamenti delle forze russe nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale. A riportarlo, su Telegram, il capo dell’amministrazione militare regionale, Pavel Kirilenko. «La Russia sta uccidendo i civili! Il 28 agosto, i russi hanno ucciso otto civili nel Donbass: quattro a Bakhmut, due a Raygorodok, uno a Tatyanovka e uno a Nikolaevka. Altre sette persone sono rimaste ferite», ha scritto Kirilenko.
Ore 08:17 - Borrell: «Difficile unanimità Ue su stop visti russi»
«Ho già detto che un divieto totale di ingresso per tutti i russi per qualsiasi motivo non è una buona idea. Non credo che tagliare i legami con la popolazione civile russa aiuterà e non credo che questa idea riceverà un supporto unanime» all’interno dell’Ue: lo ha detto il rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell, in una intervista rilasciata ieri alla tv austriaca Orf, secondo quanto riporta l’agenzia Tass. Il capo della diplomazia europea ha aggiunto che solo gli «oligarchi» non dovrebbero ricevere i visti. Sempre ieri, il Financial Times ha riportato che i ministri degli Esteri dell’Ue si incontreranno domani a Praga per discutere di una eventuale sospensione dell’accordo suo visti con la Russia risalente al 2007.
Ore 08:30 - La missione Aiea è pronta a partire
(Marta Serafini, inviata a Kiev) La missione dell’Aiea, l’agenzia internazionale per l’energia atomica è pronta a partire. il team sarebbe composto dal direttore dell’Aiea Rafael Mariano Grossi, argentino, e da altri 13 esperti di altri Paesi, ma non includerebbe membri Usa né dal Regno Unito. Fra i Paesi che parteciperebbero alla squadra ci sarebbe anche l’Italia, oltre ad Albania, Francia, Giordania, Messico e Nord Macedonia.
Tra i membri della missione Aiea c'è anche l'italiano Massimo Aparo. Ingegnere nucleare, è vice direttore generale e capo del dipartimento di salvaguardia. È stato direttore ad interim dell'Ufficio per la verifica in Iran, dal 1° marzo 2016 e lavora presso il Dipartimento di salvaguardia dell'Aiea dal 1997.
Ore 09:55 - Kiev: «Bombe russe sfiorano Zaporizhzhia, 10 feriti»
Almeno 10 persone sono rimaste ferite, di cui due in modo grave, negli attacchi russi di ieri contro Enerhodar, la cittadina ucraina che ospita l’impianto nucleare di Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram il sindaco, Dmytro Orlov, secondo quanto riporta Ukrinform. «Ovviamente, questo è il modo in cui i russi hanno “elaborato” il loro scenario in vista della visita della missione dell’Aiea alla centrale nucleare di Zaporizhzhia - ha commentato -. Una minaccia diretta alla vita della popolazione civile non ferma i terroristi». Una delegazione dell’Aiea visiterà la centrale nucleare questa settimana.
Ore 09:59 - Kiev: 735 bambini feriti dall’inizio dell’invasione
È aumentato ad almeno 735, nelle ultime 24 ore, il numero dei bambini feriti in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa, mentre il bilancio di quelli morti è rimasto invariato a 379: lo ha reso noto oggi su Telegram l’ufficio del Procuratore generale di Kiev, secondo quanto riporta Ukrinform.
Ore 10:12 - G7 chiede che Aiea abbia accesso a Zaporizhzhia
Il G7 chiede che l’Aiea abbia libero accesso alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia. Lo si legge in un comunicato del gruppo dei 7 paesi più economicamente avanzati.
Ore 10:42 - Kiev denuncia altre bombe sul Donetsk: 8 civili uccisi. «Vogliono mobilitare 90 mila militari in più»
Continuano i bombardamenti nell’est dell’Ucraina. Kiev denuncia gli attacchi russi , che avrebbero provocato la morte di otto civili.
«Le forze armate russe intendono mobilitare 90mila militari in più». Riferisce l’intelligence ucraina. «Ci sono i cosiddetti battaglioni di volontari e quelli di riserva, battaglioni della cosiddetta “riserva dell’esercito da combattimento del paese”, che ora stanno reclutando in ogni distretto militare per ricostituire le perdite, aumentare i loro sforzi e aumentare il numero del gruppo che può essere utilizzato contro il nostro stato». Lo ha dichiarato il rappresentante della principale direzione dell’intelligence del ministero della Difesa dell’Ucraina Vadym Skibitsky.
Ore 10:53 - Kuleba: «Missione Aiea tra le più difficili nella storia a causa del conflitto»
La missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) nella centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia è «la più difficile nella storia dell’organizzazione» a causa dei combattimenti nelle vicinanze: lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, in visita a Stoccolma. «Questa missione sarà la più difficile nella storia dell’Aiea per gli attacchi della Russia sul terreno, ma anche per il modo sfacciato con cui la Russia sta cercando di legittimare la propria presenza», ha aggiunto.
Ore 10:57 - Mosca: «Missione Aiea già in viaggio per Zaporizhzhia»
«La tanto attesa missione dell’Aiea guidata dal suo direttore generale Rafael Mariano Grossi (tra gli esperti anche l'italiano Aparo) è già in viaggio verso la centrale nucleare di Zaporozhzhia»: lo ha scritto su Twitter Mikhail Ulyanov, rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite in materia di energia nucleare.
Ore 11:04 - Filorussi: «Abbattuto drone kamikaze di produzione Usa a Zaporizhzhia»
«Si trattava di un drone kamikaze di produzione statunitense». Lo ha detto oggi il capo dell'amministrazione nella regione occupata di Zaporizhzhia Yevgeniy Balitsky, riferendosi al velivolo senza pilota che era stato abbattuto ieri nei pressi della centrale nucleare. Lo ha riportato la Tass.
«Abbiamo raccolto i frammenti e stabilito l'origine», ha affermato Balitsky all'emittente tv russa Channel One. Ieri l'amministrazione militare-civile di Energodar, la città in cui sorge l'impianto, aveva riferito che le truppe russe avevano impedito in tal modo un attacco da parte di Kiev, con i soldati ucraini intenzionati a riprendere il controllo della regione contesa e della centrale.
Ore 11:14 - G7: «Obiettivo garantire sicurezza centrale di Zaporizhzhia»
«Collaboriamo con l'Ucraina da oltre 20 anni per aumentare la sicurezza dei suoi impianti nucleari. Abbiamo quindi una particolare responsabilità nel sostenere gli sforzi internazionali volti a sostenere queste strutture e ad assistere il Paese nel contrastare i gravi rischi che la guerra di aggressione della Russia pone per la sicurezza degli impianti nucleari ucraini». Lo affermano in un comunicato il gruppo dei direttori della non proliferazione del G7 in merito alla missione dell'Aiea alla centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina.
Allo stesso modo il G7 è dispiaciuto per la decisione della Russia di ritirare il suo consenso alla Conferenza di revisione del Trattato di non Proliferazione Nucleare (Tnp), con il rifiuto di prendersi le responsabilità circa la messa in sicurezza delle centrali nucleari come, nel caso specifico, di Zaporizhzhia.
Ore 11:25 - Mosca replica al G7: «Garantiremo sicurezza ispettori Aiea»
Mosca si dice disponibile a ogni tipo di collaborazione con l'Aiea, sulla missione di ispezione all'impianto nucleare di Zaporizhzhia, il più grande d'Europa.
La Russia è pronta a garantire la sicurezza degli ispettori dell'Aiea alla centrale , attualmente sotto il controllo delle forze di Mosca. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe. «Naturalmente i necessari livelli di sicurezza saranno garantiti sul territorio controllato dalla Russia. Gli ispettori - ha aggiunto - arriveranno dal territorio sotto il controllo ucraino e anche gli ucraini dovrebbero garantire la sicurezza su quel territorio».
Ore 11:54 - Il sindaco di Odessa: «Statua di Caterina? Rimuoverla sarebbe un errore»
(Lorenzo Cremonesi, inviato a Odessa) Il sindaco di Odessa Trukhanov , da 8 anni primo cittadino della città che ha una grande tradizione, una sorta di Stato nello Stato. Il sindaco è molto duro nei confronti di Putin che ha definito «un mostro». C’è chi vorrebbe rimuovere la statua dell’imperatrice Caterina considerata la fondatrice della città. Il sindaco: «Sarebbe un errore, non si rimuove la storia. Caterina è parte integrante della storia di questo Paese». Qui tutti i video degli inviati dal fronte.
Ore 11:36 - Ricercato un secondo ucraino coinvolto nell'omicidio di Dugina
Il Servizio federale di sicurezza russo (Fsb) ha riferito di un altro cittadino ucraino che, insieme a Natalia Vovk avrebbe partecipato all'omicidio di Darya Dugina , figlia dell'ideologo Alexander Dugin, e che risulta ora ricercato. Lo riporta la Tass
Si tratterebbe di Bogdan Tsyganenk o, arrivato in Russia attraverso l'Estonia il 30 luglio 2022. Secondo l'Fsb, Tsyganenko avrebbe fornito a Vovk, targhe e documenti falsi a nome di una vera cittadina del Kazakistan, Yulia Zaiko. Inoltre, insieme a Vovk, avrebbe assemblato un ordigno esplosivo improvvisato in un garage in affitto nel sud-ovest di Mosca. L'uomo avrebbe quindi lasciato la Russia il giorno prima dell'uccisione di Dugina.
Ore 12:02 - L'indiscrezione degli 007 britannici: «Ministro Shoigu deriso e messo al margine»
L'intelligence del ministero della Difesa britannico ha riferito che il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu è stato «messo da parte» all'interno della leadership di Mosca e viene anche «ridicolizzato» per i problemi che l'esercito russo sta avendo nella guerra in Ucraina.
«Recenti rapporti dei media russi indipendenti hanno affermato che, a causa dei problemi che la Russia sta affrontando nella sua guerra contro l'Ucraina, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu è ora messo da parte all'interno della leadership russa, mentre i comandanti operativi informano direttamente il Presidente Putin sull'andamento del conflitto», ha scritto su Twitter il ministero, sottolineando che «gli ufficiali e i soldati russi che hanno vissuto in prima persona la guerra probabilmente ridicolizzano abitualmente Shoigu per la sua leadership inefficace, mentre i progressi della Russia sono in fase di stallo».
Ore 12:35 - Kiev: «Russia bombarda regione Zaporizhzhia per intimidire popolazione e nascondere crimini»
La Russia sta bombardando sistematicamente Energodar, la città in cui sorge la centrale nucleare di Zaporizhzhia e dove risiede la maggior parte del suo personale, per intimidire la popolazione locale e nascondere i suoi crimini «nucleari»: lo ha twittato oggi Mikhail Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Riporta Ukrinform.
«Il bombardamento cinico e sistematico di Energodar, occupata dalle forze russe, è uno spettacolo sanguinoso appositamente organizzato, il cui scopo è intimidire i civili locali, incolpare le Forze armate ucraine e mascherare i loro crimini «nucleari»», ha scritto Podolyak. «Ai barbari non importa uccidere per creare un quadro propagandistico favorevole».
Ore 12:56 - Ungheria, ministro Peter Szijjarto: «Proseguiremo dialogo con Mosca per ulteriori forniture di gas»
Il ministro degli Affari esteri ungherese Peter Szijjarto ha annunciato che con la Russia continuerà a dialogare per un eventuale aumento delle forniture di gas. Posizione che resta quindi discordante rispetto al resto dell'Unione europea.
Ore 13:12 - Sud Ucraina, il comando ucraino: «Pronti a una controffensiva a Kherson»
«Siamo pronti a una controffensiva nel sud del Paese», lo ha annunciato il comando militare ucraino nell'area di Kherson, aggiungendo che inizieranno presto delle operazioni in grado di rilanciare l'esercito di Kiev nei confronti dell'esercito invasore russo.
Ore 13:01 - La denuncia del Consiglio d'Europa: «Mosca ponga un freno alle sparizioni forzate»
«Il numero elevato di sparizioni forzate in Ucraina risultate dall'invasione russa è allarmante e bisogna mettere fine a questa pratica abominevole», afferma Dunja Mijatovic, commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, alla vigilia della giornata internazionale per le vittime delle sparizioni forzate.
«La stragrande maggioranza dei casi denunciati sono attribuibili alle truppe russe o controllate da Mosca», aggiunge Mijatovic, basandosi sui rapporti che ha ricevuto. «Tutte le persone scomparse o dichiarate scomparse in Ucraina devono essere cercate, localizzate e rilasciate o restituite. Tutti i casi di sparizioni forzate devono essere debitamente indagati e i responsabili puniti», ingiunge la commissaria.
Ore 13:20 - Mosca: «Aiea intende mantenere esperti a Zaporizhzhia»
L'Aiea prevede di lasciare parte dei suoi rappresentanti alla stazione su base permanente, lo ha affermato Mikhail Ulyanov, rappresentante permanente della Russia presso le organizzazioni internazionali a Vienna. Lo riporta Ria Novosti. La delegazione sarebbe composta da 14 dipendenti della segreteria dell'Aiea coinvolti nella sicurezza nucleare». Sulla strada per il sito saranno accompagnati da una squadra di rappresentanti delle Nazioni Unite.
Ore 13:49 - Zelensky: «Le aziende francesi partecipino a ricostruzione»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha esortato le aziende francesi a partecipare alla ricostruzione dell’Ucraina. «È importante ricostruire l’Ucraina dopo questa guerra. Mi rivolgo a voi perché abbiamo bisogno della vostra partecipazione per la ricostruzione dell’Ucraina», ha affermato Zelensky intervenendo al meeting della Confindustria francese (Medef).
Stimando i costi della ricostruzione «tra i 600 ed i 800 miliardi» di dollari, Zelensky ha sostenuto che la leadership russa teme che l’Ucraina possa «diventare un esempio positivo per tutta la nostra regione». Quindi ha ringraziato «sinceramente» il popolo francese e il presidente Emmanuel Macron per «i suoi sforzi per cercare una via diplomatica. Ma la Russia non vuole vivere senza la guerra».
Ore 13:59 - Da Svezia in arrivo aiuti per 94 milioni di euro
La Svezia fornirà aiuti militari ed economici all’Ucraina per circa un miliardo di corone svedesi (circa 94 milioni di euro): lo ha annunciato oggi la premier svedese Magdalena Andersson dopo un incontro a Stoccolma con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Lo riportano i media internazionali. «Vi prometto che la Svezia continuerà ad essere vostra amica e sostenitrice», ha detto Andersson durante una conferenza stampa congiunta con Kuleba. Metà degli aiuti andranno in assistenza militare e metà serviranno per la ricostruzione del Paese.
Ore 14:02 - L’8 settembre riunione ministri Difesa Usa e alleati
«L’8 settembre in Germania si terrà una riunione dei ministri della Difesa Usa e dei Paesi alleati». Lo ha fatto sapere il Pentagono.
Ore 14:47 - Von der Leyen: «Prepariamoci a uno stop totale del gas russo»
«Dobbiamo prepararci a una potenziale interruzione totale del gas russo». Lo ha ribadito la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen intervenendo al Forum di Bled, in cui ha ricordato le misure Ue per liberarsi dalla dipendenza da Mosca. «Stiamo diversificando i nostri fornitori alla velocità della luce: la fornitura di gas da fonti diverse dalla Russia è aumentata di 31 miliardi di metri cubi da gennaio di quest'anno e questo compensa i tagli russi. Stiamo anche riducendo in modo sostanziale il nostro fabbisogno di gas importato e per questo abbiamo chiesto agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15%».
Poi, in riferimento alla guerra, ha aggiunto: «Se vogliamo preservare i principi fondamentali, come l'autodeterminazione e l'inviolabilità dei confini, Putin non può vincere questa guerra: l'Ucraina deve vincerla».
In merito all'emergenza gas. Si terrà il 9 settembre il consiglio straordinario dei ministri europei dell'Energia. Lo ha annunciato alla televisione ceca il ministro Josef Sikela della Repubblica Ceca, presidenza di turno del semestre Ue.
Ore 14:59 - Putin: «Tempo per un nuovo ordine. Mondo unipolare obsoleto»
Il mondo unipolare è ormai «obsoleto» e sarà sostituito da un nuovo ordine globale «basato sui principi fondamentali della giustizia e dell'uguaglianza e sul riconoscimento del diritto di ogni Paese o popolo a seguire il suo percorso sovrano di sviluppo». Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin in un messaggio inviato oggi in occasione dell'apertura del Forum sugli investimenti nell'Estremo Oriente russo, a Vladivostok.
Ore 15:13 - Ucraina, parte la controffensiva: «Civili evacuati da Novaya Kakhovka (Kherson)»
Civili evacuati dalla cittadina di Novaya Kakhova, a est della città di Kherson, nell'omonima regione, in vista dell'arrivo delle forze ucraine, rende noto Gazeta.ru citando il comandante dell'amministrazione militare regionale, Vladimir Leontiev. Questo significa che la controffensiva di Kiev procede da Kryvyi Rih, da nord.
Ore 15:22 - Bombardamenti e attacchi sul fronte sud, vicino a Kherson
(Guido Olimpio) Bombardamenti in profondità e attacchi su più punti del fronte sud, regione di Kherson. Il comando ucraino lascia intendere che potrebbe essere la spesso annunciata offensiva, più cauti gli americani. Secondo fonti citate dalla Cnn le operazioni in corso sono dei preparativi in vista di un vero assalto. Colpiti ancora depositi, linee di comunicazione, logistica. Flusso intenso di notizie al momento difficili da verificare.
Ore 15:46 - Mosca denuncia: «Attacco ucraino contro centrale di Zaporizhzhia. Colpito il tetto»
Le forze armate ucraine stanno combattendo molto vicino all'impianto nucleare di Zaporizhzhia . Secondo quanto riferiscono le autorità locali russe, che occupano la zona, il tetto della centrale nucleare è stato colpito. Lo riporta l'agenzia Interfax.
Ria Novosti aggiunge che: «Il bombardamento delle forze ucraine - secondo quanto affermato da Vladimir Rogov, membro dell'amministrazione della parte della provincia sotto il controllo russo, dove sorge l'impianto - ha danneggiato il tetto di un edificio della centrale dove è immagazzinato materiale radioattivo per alimentare i reattori».
Ore 16:25 - Kiev: «Reggimento Donetsk si ritira da Kherson»
«Il 109esimo reggimento della Repubblica popolare di Donetsk ha abbandonato le proprie postazioni nella regione di Kherson e i paracadutisti russi che lo sostenevano hanno lasciato il campo di battaglia». E' quanto ha reso noto su Facebook il Comando operativo di Kakhovka, citato dall'agenzia Interfax-Ucraina. Oggi la portavoce del Comando meridionale dell'Ucraina Natalia Humeniuk, ha annunciato l'avvio della controffensiva nelle regioni del Sud del Paese, anche a Kherson.
Ore 17:12 - Zelensky: «Attacco a Zaporizhzhia? Ricatto nucleare russo»
«L'obiettivo è quello di intimidire ucraini ed europei» Gli attacchi russi nell'area della centrale di Zaporizhzhia mirano a compiere un «ricatto» nucleare nei confronti dell'Ucraina e dell'Europa. Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, citato dall'Ukrainska Pravda. «Solo la Russia è riuscita a trasformare una centrale nucleare in un campo di battaglia e continua a fare di tutto per far allarmare l'Europa», ha detto.
«Perché la Russia lo fa? Perché la Russia compie un ricatto dalle radiazioni? Lo stesso obiettivo, completamente cinico, completamente calcolato: intimidire gli ucraini, intimidire tutti gli europei. Ricatto e coercizione».
Ore 17:23 - Von der Leyen: «Al lavoro per riformare mercato dell'elettricità»
«L'aumento vertiginoso dei prezzi dell'elettricità sta mettendo a nudo i limiti dell'attuale struttura del mercato elettrico. Per questo stiamo lavorando per una riforma strutturale del mercato dell'elettricità». Lo ha dichiarato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, intervenendo al Forum di Bled. Nel frattempo la premier francese Elisabeth Borne, parlando davanti al Congresso del Medef (la Confindustria francese) ha affermato che «purtroppo, dobbiamo prepararci al razionamento dell'elettricità alle imprese».
Ore 17:44 - Kiev, via alla controffensiva per Kherson? Gli ucraini colpiscono sul fronte meridionale
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Bombardamenti massicci e attacchi sul fronte meridionale. Kiev dà il via alla risposta militare tanto annunciata, il Pentagono è cauto, ma lo stesso Zelensky potrebbe aver dato l’ok per anticipare Mosca. Ordine di evacuazione per i civili da Nova Kakhova.
Bombardamenti massicci, attacchi in più punti di carri armati e unità meccanizzate: si è acceso il fronte sud, quello nella regione di Kherson. Gli ucraini presentano la spinta come l’inizio dell’offensiva tanto annunciata, mentre il Pentagono appare più cauto e ritiene che sia la preparazione al vero assalto. Le prime notizie sono trapelate a metà della mattinata. Molti i report di un’azione massiccia, con l’ormai noto tiro di razzi a lungo raggio Himars e il fuoco dell’artiglieria. Uno sbarramento che sarebbe servito per coprire i movimenti terrestri. Le informazioni — spesso inverificabili — si sono accavallate tra segnalazioni di target in fiamme, possibili sfondamenti, danni alle linee di comunicazione. Le truppe di Kiev avrebbero iniziato a «saggiare» le posizioni avversarie per individuare e provocare brecce sui «lati» più deboli. Fonti russe hanno sostenuto che sarebbe arrivato l’ordine di evacuare i civili da Nova Kakhova...
Ore 18:03 - Colpite case e scuole a Mykolaiv. Almeno 2 morti e 11 feriti»
Durante il bombardamento delle truppe russe su Mykolaiv sono stati colpiti edifici residenziali e ci sarebbero due vittime e 11 feriti. Lo ha detto il capo dell'amministrazione militare regionale Vitaly Kim su Telegram, come riporta Ukrinform. «Un passante è stato ucciso e anche altri che si trovavano nelle case. Restate nei rifugi», ha scritto.
Nel frattempo potenti esplosioni colpiscono Melitopol, occupata da russi. Lo ha riferito il sindaco citato da Ukrinform. «Oggi si sono sentite quattro potenti esplosioni nella parte settentrionale della città di Melitopol, temporaneamente occupata dalle forze russe. Stiamo raccogliendo informazioni dettagliate sulle perdite dei nemici», ha precisato il primo cittadino.
Ore 18:11 - Filorussi negano: «Controffensiva su Kherson è una fake news»
L'annuncio di una controffensiva dell'esercito di Kiev nella regione di Kherson è una «fake news della propaganda ucraina». Lo ha detto il leader russo in Crimea Serghei Aksyonov, citato da Interfax, secondo cui al contrario gli ucraini stanno subendo «estreme perdite a sud e in tutti gli altri settori, ma devono mostrare le attività ai loro padroni occidentali».
Ore 18:28 - Team Aiea con Grossi stasera a Kiev
Un team dell’Aiea guidato dal direttore generale, Rafael Grossi, arriverà stasera a Kiev. Lo ha riferito il ministero degli Esteri ucraino. Secondo quanto riferito dalla Ria Novosti il team, che poi visiterà la centrale nucleare di Zaporozhzhia, è composto da 11 persone più il direttore generale.
Ore 19:02 - Usa, nuova riunione gruppo contatto di difesa l’8 settembre a Ramstein
Gli Stati Uniti hanno convocato per l’8 settembre un nuovo incontro del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina, che si svolgerà nella base militare aerea di Ramstein in Germania. Lo ha reso noto un comunicato dell’aviazione americana. Sarà il capo del Pentagono LLoyd Austin a presiedere l’incontro, cui sono invitati ministri della Difesa e alti ufficiali militari dei paesi che sostengono la difesa dell’Ucraina. I partecipanti discuteranno della «crisi in corso in Ucraina e di varie questioni di sicurezza cui si confrontano gli alleati e i partner degli Stati Uniti». Il primo incontro del gruppo si è tenuto in aprile a Ramstein, base dell’US Air Forces in Europe – Air Forces Africa.
Ore 19:11 - Mosca, ucciso ex parlamentare ucraino
Le autorità russe hanno confermato oggi l’omicidio di un ex parlamentare ucraino, passato con le forze di Mosca, dopo che la notizia era apparsa ieri sui media ucraini. Il comitato investigativo russo ha reso noto oggi che Oleksiy Kovalev, alto funzionario responsabile del settore agricolo dell’amministrazione insediata nella regione di Kherson, è stato ucciso ieri a colpi di arma da fuoco insieme alla sua compagna. Come ricorda oggi il Financial Times, Kovalev era stato espulso dal partito del presidente Volodymyr Zelensky lo scorso aprile e accusato di «collaborazionismo» per presunto commercio di beni con la penisola di Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. A giugno Kovalev aveva poi partecipato a una tavola rotonda degli agricoltori locali con Sergei Kirienko, alto funzionario del Cremlino responsabile dei piani russi di annessione delle zone occupate dell’Ucraina. Alcune settimane dopo, i media russi avevano pubblicato un video in cui Kovalev accusava, da un letto d’ospedale, i «servizi speciali ucraini» di aver tentato di ucciderlo, giurando poi di continuare a collaborare con le forze russe.
Ore 19:16 - Nuovo bilancio raid russi a Mykolaiv: 2 morti e 24 feriti
È salito a due morti e 24 feriti il bilancio degli attacchi missilistici russi sulla città di Mykolaiv oggi pomeriggio. Lo ha reso noto Vitaliy Kim, capo dell’amministrazione militare regionale di Mykolaiv, stando a quanto riporta Ukrinform. Oggi, ricorda l’agenzia ucraina, i russi hanno colpito Mykolaiv con 12 razzi, danneggiando abitazioni private nel distretto di Inhulsky. Nel precedente bilancio si parlava di due morti e 5 feriti.
Ore 19:37 - Mosca, respinti attacchi ucraini a Kherson e Mykolaiv
L’offensiva tentata dall’esercito ucraino nelle regioni meridionali di Kherson e Mykolaiv, condotta in tre direzioni, è stata respinta dalle forze russe, che hanno inflitto al nemico «pesanti perdite». Lo afferma il ministero della Difesa di Mosca, citato da Interfax, secondo cui gli ucraini hanno perso oltre 560 uomini, 26 tank, 23 mezzi di trasporto del personale militare e due aerei. Al momento non è possibile verificare questa affermazioni in maniera indipendente.
Questa mattina il comando meridionale ucraino ha annunciato di aver rotto le line del fronte russo nella regione di Kherson, costringendo alla ritirata forze russe e separatiste. Lo stato maggiore ucraino non ha menzionato la controffensiva nel suo rapporto serale, ma le autorità ucraine hanno esortato la popolazione a lasciare le aree occupate dai russi, oppure a trovarsi un rifugio e fare provviste di cibo e acqua. Osservatori militari occidentali ritengono vi sia un’avanzata militare ucraina verso Nova Kakhovka, sulla cui diga passa un’importante via di rifornimento per i russi sulla riva occidentale del fiume Dnipro.
Ore 20:32 - Cnn: riconquistati 4 villaggi vicino Kherson
Con l’avvio della controffensiva, gli ucraini avrebbero riconquistato quattro villaggi vicino Kherson che erano prima occupati dai russi. Lo ha detto una fonte militare alla Cnn, sottolineando che «l’obiettivo è Kherson».
«L’operazione è cominciata la notte con un massiccio bombardamento delle posizioni e le retrovie russe. La principale direzione d’attacco era verso Pravdyne. Abbiamo colpito la fanteria della Dnr e la Lnr (le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk, ndr) e sono scappate. Le forze russe sono scappate dietro di loro», ha affermato la fonte.
Ore 23:04 - Zaporizhzhia, immagini satellite mostrano 4 buchi sul tetto
Immagini satellitari di Maxar Technolgies mostrano quattro buchi sul tetto di uno degli edifici della centrale nucleare di Zaporizhzhia, vicino a tre veicoli corazzati russi per il trasporto truppe. Il governatore della regione nominato dai russi, Vladimir Rogov, ha diffuso le foto di uno dei buchi sul suo canale Telegram, dicendo che sono il frutto di un attacco ucraino. Lo riferisce la Cnn, sottolineando di poter confermare l’autenticità delle immagini ma non le accuse contro Kiev. Le immagini arrivano mentre una missione dell’Aiea è partita oggi per poter ispezionare la centrale. Da settimane russi e ucraini si accusano a vicenda di aver sparato contro la centrale. Kiev ha sempre negato di aver preso di mira l’impianto di Zaporizhzhia.
Ore 02:27 - Ufficio Zelensky, truppe hanno sfondato le difese russe in diversi settori
Le truppe ucraine hanno sfondato le difese russe in diversi settori della linea del fronte nei pressi della città di Kherson, nel sud dell’Ucraina. Lo ha riferito Oleksiy Arestovych, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. In un video pubblicato su Youtube, Arestovych ha dichiarato anche che le forze ucraine stanno bombardando i traghetti che la Federazione Russa sta usando per rifornire una sacca di territorio occupato lungo la riva occidentale del fiume Dniepr nella regione di Kherson.
Ore 02:56 - Ucraina: arcivescovo Kiev, nemico attacca su tutta linea fronte
Durante la notte scorsa «la terra ucraina ha tremato per i missili e le bombe russe lungo l’intera linea del fronte, che si estende dalla regione di Kharkiv a nord, e va al sud attraverso le regioni di Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia, Kherson e Mykolaiv». Lo riferisce l’arcivescovo di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, nel consueto videomessaggio. «L’occupante russo — afferma — non si è limitato a lanciare il fuoco sulla terra ucraina, ci sono stati anche degli scontri armati. Il nemico attacca senza sosta... Secondo le comunicazioni ricevute questa mattina, i combattimenti più impegnativi, con il maggior numero delle vittime, sono sempre qui, nella regione di Donetsk, intorno alle città di Sloviansk, Bakhmut e Avdiyivka». «Il nemico per la seconda volta — denuncia ancora l’arcivescovo di Kiev — ha bombardato il centro di Kharkiv. Questa volta utilizzando le bombe a grappolo vietate dal diritto internazionale». «Pesanti bombardamenti si sono verificati nella nostra Mykolaiv e nella regione — prosegue Shevchuk —. Di nuovo ci sono state persone uccise e ferite, di nuovo si presenta massiccia distruzione, in particolare nei quartieri residenziali pacifici delle città e nelle case dei nostri contadini. Anche la nostra città di Stravne nella regione di Rivne la scorsa notte ha vissuto attacchi missilistici».
Ore 03:29 - Zelensky, linea nostro confine non è cambiata
«Gli occupanti dovrebbero saperlo: li cacceremo al confine. Al nostro confine, la cui linea non è cambiata. Gli invasori lo sanno bene». Lo ha detto il presidente dell’Ucraina Volodimyr Zelensky nel suo videomessaggio serale. «Se vogliono sopravvivere, è tempo che l’esercito russo scappi. Andate a casa. Se avete paura di tornare a casa vostra in Russia, arrendetevi e vi garantiremo il rispetto di tutte le norme della Convenzione di Ginevra», ha aggiunto.
Gazprom conferma lo stop al gasdotto Nord Stream 1 da domani al 3 settembre. Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini su Il Corriere della Sera il 30 Agosto 2022.
Le notizie di martedì 30 agosto. Il presidente ucraino Zelensky: «Gli occupanti dovrebbero saperlo: li cacceremo al confine». Allarme del Pentagono: la guerra ha svuotato gli arsenali degli Usa
• La guerra in Ucraina è arrivata al 188esimo giorno.
• Al via la missione Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica), i tecnici ieri sera a Kiev per ispezionare la centrale nucleare di Zaporizhzhia: la missione durerà da mercoledì a sabato.
• Mosca accusa: colpito il tetto dell’impianto.
• L’8 settembre riunione dei ministri della Difesa Usa e alleati sulla guerra.
• Ucciso il vice capo pro-russo della regione di Kherson, Alexei Kovalyov.
• Il ministero della Difesa russo ha rivendicato di aver respinto gli attacchi nelle regioni di Kherson e Mykolaiv e di aver inflitto «pesanti perdite» alle forze ucraine.
Ore 20.19 - Mosca, respinti attacchi ucraini a Kherson e Mykolaiv
L’offensiva tentata dall’esercito ucraino nelle regioni meridionali di Kherson e Mykolaiv, condotta in tre direzioni, è stata respinta dalle forze russe, che hanno inflitto al nemico «pesanti perdite». Lo afferma il ministero della Difesa di Mosca, citato da Interfax, secondo cui gli ucraini hanno perso oltre 560 uomini, 26 tank, 23 mezzi di trasporto del personale militare e due aerei. Al momento non è possibile verificare questa affermazioni in maniera indipendente.
Questa mattina il comando meridionale ucraino ha annunciato di aver rotto le line del fronte russo nella regione di Kherson, costringendo alla ritirata forze russe e separatiste. Lo stato maggiore ucraino non ha menzionato la controffensiva nel suo rapporto serale, ma le autorità ucraine hanno esortato la popolazione a lasciare le aree occupate dai russi, oppure a trovarsi un rifugio e fare provviste di cibo e acqua. Osservatori militari occidentali ritengono vi sia un’avanzata militare ucraina verso Nova Kakhovka, sulla cui diga passa un’importante via di rifornimento per i russi sulla riva occidentale del fiume Dnipro.
Ore 20.32 - Cnn: riconquistati 4 villaggi vicino Kherson
Con l’avvio della controffensiva, gli ucraini avrebbero riconquistato quattro villaggi vicino Kherson che erano prima occupati dai russi. Lo ha detto una fonte militare alla Cnn, sottolineando che «l’obiettivo è Kherson».
«L’operazione è cominciata la notte con un massiccio bombardamento delle posizioni e le retrovie russe. La principale direzione d’attacco era verso Pravdyne. Abbiamo colpito la fanteria della Dnr e la Lnr (le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk, ndr) e sono scappate. Le forze russe sono scappate dietro di loro», ha affermato la fonte.
Ore 23:04 - Zaporizhzhia, immagini satellite mostrano 4 buchi sul tetto
Immagini satellitari di Maxar Technolgies mostrano quattro buchi sul tetto di uno degli edifici della centrale nucleare di Zaporizhzhia, vicino a tre veicoli corazzati russi per il trasporto truppe. Il governatore della regione nominato dai russi, Vladimir Rogov, ha diffuso le foto di uno dei buchi sul suo canale Telegram, dicendo che sono il frutto di un attacco ucraino. Lo riferisce la Cnn, sottolineando di poter confermare l’autenticità delle immagini ma non le accuse contro Kiev. Le immagini arrivano mentre una missione dell’Aiea è partita oggi per poter ispezionare la centrale. Da settimane russi e ucraini si accusano a vicenda di aver sparato contro la centrale. Kiev ha sempre negato di aver preso di mira l’impianto di Zaporizhzhia.
Ore 02:28 - Ufficio Zelensky, truppe hanno sfondato le difese russe in diversi settori
Le truppe ucraine hanno sfondato le difese russe in diversi settori della linea del fronte nei pressi della città di Kherson, nel sud dell’Ucraina. Lo ha riferito Oleksiy Arestovych, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. In un video pubblicato su Youtube, Arestovych ha dichiarato anche che le forze ucraine stanno bombardando i traghetti che la Federazione Russa sta usando per rifornire una sacca di territorio occupato lungo la riva occidentale del fiume Dniepr nella regione di Kherson.
Ore 02:58 - Ucraina: arcivescovo Kiev, nemico attacca su tutta linea fronte
Durante la notte scorsa «la terra ucraina ha tremato per i missili e le bombe russe lungo l’intera linea del fronte, che si estende dalla regione di Kharkiv a nord, e va al sud attraverso le regioni di Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia, Kherson e Mykolaiv». Lo riferisce l’arcivescovo di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, nel consueto videomessaggio. «L’occupante russo — afferma — non si è limitato a lanciare il fuoco sulla terra ucraina, ci sono stati anche degli scontri armati. Il nemico attacca senza sosta... Secondo le comunicazioni ricevute questa mattina, i combattimenti più impegnativi, con il maggior numero delle vittime, sono sempre qui, nella regione di Donetsk, intorno alle città di Sloviansk, Bakhmut e Avdiyivka». «Il nemico per la seconda volta — denuncia ancora l’arcivescovo di Kiev — ha bombardato il centro di Kharkiv. Questa volta utilizzando le bombe a grappolo vietate dal diritto internazionale». «Pesanti bombardamenti si sono verificati nella nostra Mykolaiv e nella regione — prosegue Shevchuk —. Di nuovo ci sono state persone uccise e ferite, di nuovo si presenta massiccia distruzione, in particolare nei quartieri residenziali pacifici delle città e nelle case dei nostri contadini. Anche la nostra città di Stravne nella regione di Rivne la scorsa notte ha vissuto attacchi missilistici».
Ore 03:30 - Zelensky, linea nostro confine non è cambiata
«Gli occupanti dovrebbero saperlo: li cacceremo al confine. Al nostro confine, la cui linea non è cambiata. Gli invasori lo sanno bene». Lo ha detto il presidente dell’Ucraina Volodimyr Zelensky nel suo videomessaggio serale. «Se vogliono sopravvivere, è tempo che l’esercito russo scappi. Andate a casa. Se avete paura di tornare a casa vostra in Russia, arrendetevi e vi garantiremo il rispetto di tutte le norme della Convenzione di Ginevra», ha aggiunto.
Ore 05:37 - L’Ucraina riceverà i dati sui conti dei residenti all’estero
L’Ucraina ha aderito all’accordo multilaterale sullo scambio automatico di informazioni sui conti finanziari (CRS), che consentirà alle autorità statali di ricevere informazioni sui conti esteri dei residenti. Il primo scambio di informazioni fiscali sui conti finanziari tra l’Ucraina e più di 100 Stati membri del CRS è previsto per settembre 2024 e riguarderà i dati del 2023, ha annunciato venerdì 26 agosto il ministero delle Finanze ucraino. Ciò avverrà nel quadro dell’accordo delle autorità competenti sullo scambio automatico di informazioni sui conti finanziari (CRS), a cui l’Ucraina ha aderito il 19 agosto. «Ciò contribuirà alla creazione di un ambiente fiscale più trasparente e aumenterà l’immagine dell’Ucraina come partner affidabile e paritario nelle relazioni fiscali informative internazionali», spiega il dipartimento. Lo ha riferito il giornale LigaZakon con riferimento al servizio fiscale statale dell’Ucraina.
Ore 05:38 - Dall’Iran droni-spia e da combattimento ai russi
L’Iran ha dato il primo carico di droni da combattimenti alla Russia per l’uso in Ucraina. È quanto scrive il Washington Post. Aerei cargo russi sono partiti da Teheran 10 giorni fa con gli Uav, alcuni dei quali, riferiscono funzionari statunitensi citati dal quotidiano, si sarebbero già guastati. L’operazione sottolinea i legami sempre piu’ profondi tra Mosca e Teheran, evidenziando al contempo le difficoltà della Russia a rifornire le proprie forze armate sovraccariche.
Ore 06:37 - Allarme del Pentagono, la guerra svuota gli arsenali degli Usa
La guerra in Ucraina ha esaurito le scorte di alcune tipologie di munizioni delle forze armate Usa, e il loro ripristino procede a rilento. Questo l’allarme lanciato dal dipartimento della Difesa Usa e riportato dal quotidiano Wall Street Journal, secondo cui diversi ufficiali temono che le attuali dinamiche possano compromettere la prontezza al combattimento delle forze armate statunitensi.
Il quotidiano ricorda che nell’arco degli ultimi sei mesi, gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina 16 lanciarazzi multipli Himars e migliaia di armi di diverso calibro, droni, missili e altri sistemi.
Secondo fonti della Difesa citate dal quotidiano, gran parte di tali ingenti forniture provenivano direttamente dall’inventario delle forze armate Usa, destinato a far fronte a minacce inattese. Tra i sistemi d’arma più letali forniti dagli Stati Uniti alle forze ucraine figurano decine obici M777 corredati di oltre 800mila proiettili da 155 millimetri.
Ore 08:41 - Borrell: addestrare forze ucraine, ora momento di agire
«Gli Stati membri hanno discusso l’ipotesi di una missione di addestramento per le forze ucraine sin da prima della guerra: ora è il momento di agire».
Lo ha detto Josep Borrell, alto rappresentante per la politica estera Ue, aprendo l’informale difesa in Praga.
«Certo, la Russia non sarà contenta come non è contenta del fatto che già forniamo all’Ucraina aiuti militari. La situazione sul terreno per l’Ucraina è ancora molto cattiva, ha bisogno del nostro sostegno. Qui a Praga oggi non si deciderà niente, poiché si tratta di un vertice informale, ma credo che si debba avere un accordo politico, i dettagli potranno venire dopo. Ma spero che potremo avere la luce verde politica», ha poi aggiunto Borrell.
Ore 08:59 - La missione Aiea a Zaporizhzhia sarà da mercoledì a sabato, la squadra è arrivata a Kiev
La squadra di tecnici dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) visiterà la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia da mercoledì a sabato, secondo quanto riporta il Guardian. La missione è arrivata a Kiev da Vienna ieri sera.
Ore 10:00 - Kiev: scontri in quasi tutto il territorio di Kherson
La presidenza ucraina rende noto che si sarebbero in corso «pesanti combattimenti in quasi tutto il territorio di Kherson». Le truppe di Kiev hanno lanciato una controffensiva all’esercito russo.
Ore 10:20 - Secondo l’Ucraina sono 47.500 i soldati russi uccisi dall’inizio della guerra
Sono circa 47.550 i soldati russi che sono stati uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione, secondo l’esercito di Kiev. Nel suo aggiornamento sulle perdite subite finora da Mosca, l’esercito ucraino indica che si registrano anche 234 caccia, 204 elicotteri e 847 droni abbattuti.
Inoltre le forze di Kiev dichiarano di aver distrutto 1.954 carri armati russi, 1.079 sistemi di artiglieria, 4.294 veicoli blindati per il trasporto delle truppe oltre a 15 navi e 196 missili da crociera.
Ore 10:32 - Ci sarebbero 207 civili in ostaggio nella regione di Zaporizhzhia secondo Kiev
Le forze russe hanno catturato 485 civili nella regione ucraina di Zaporizhzhia e 207 di loro «sono ancora tenuti in ostaggio», secondo quanto contenuto in un rapporto dell’Amministrazione militare regionale.
Stando alle informazioni che trapelano, 278 persone sarebbero state rilasciate, mentre — come è noto — il primo vicesindaco di Energodar, Ivan Samoydyuk, e il sindaco di Dniprorudne, Yevhen Matveev, sono entrambi detenuti dai russi.
Ore 10:38 - Kiev: bombe russe sul centro di Kharkiv, almeno 4 morti
Almeno quattro persone sono morte e altre quattro sono rimaste ferite questa mattina in seguito a bombardamenti russi sul centro di Kharkiv, nell’Ucraina nord-orientale.
«Gli occupanti russi hanno bombardato i quartieri centrali di Kharkiv. Ci sono danni», ha annunciato il governatore della regione su Telegram, invitando i residenti a mettersi al riparo.
Ore 10:44 - L’Ucraina sostiene di aver «sfondato le difese russe in diverse aree del fronte»
Le truppe ucraine hanno sfondato le difese russe in diverse aree del fronte vicino alla città di Kherson, nell’Ucraina meridionale. A renderlo noto è Oleksiy Arestovych, consigliere del presidente ucraino Zelensky, citato dal Guardian.
Arestovych ha aggiunto in un’intervista video che le forze di Kiev stanno anche bombardando i traghetti nella regione di Kherson che Mosca utilizza per rifornire il territorio occupato sulla sponda occidentale del fiume Dnieper. Ma ha messo in guardia gli ucraini dall’aspettarsi una rapida vittoria nel sud del Paese.
Ore 10:48 - Di Maio: l’invasione russa ha creato effetto choc
Sostenere che le sanzioni alla Russia stanno facendo più male all’Occidente che ai russi «fa parte della propaganda russa a cui qualcuno crede, ma andate a vedere i Paesi che non hanno messo le sanzioni, sono messi peggio di noi. Il tema è che in questo momento una potenza nucleare ha invaso l’Ucraina, quindi il continente europeo. Così facendo ha creato un effetto shock su tutti i mercati, per questo la vera sanzione a Putin è il tetto massimo europeo al prezzo del gas, perché gli diamo molti meno soldi e gli facciamo capire che siamo uniti». Sono le parole usate da Luigi Di Maio di Impegno Civico, intervistato a Rtl 102.5. «Stamattina — aggiunge— la Germania apre al tetto massimo al prezzo del gas europeo, ma in Italia non c’è unità. Salvini è partito da prima gli italiani a prima gli interessi di Putin, mi sembra».
Ore 11:50 - Peskov: spero che missione Aiea visiti Zaporizhzhia
Il Cremlino si augura che la missione dell’Aiea nella centrale nucleare di Zaporizhzhia abbia luogo. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov, nel sottolineare che «noi siamo interessati al suo arrivo».
Peskov ha anche aggiunto che «la Russia è pronta a rispettare i suoi obblighi sulle forniture di gas». «A ostacolare le esportazioni russe sono solo i problemi tecnici derivanti dalle sanzioni», ha aggiunto.
Ore 12:02 - Kiev: Mosca bombarda corridoi per missione Aiea verso Zaporizhzhia
Diversa la versione di Kiev sull’atteggiamento di Mosca rispetto alla visita degli ispettori alla centrale. «La Russia sta deliberatamente bombardando i corridoi» attraverso i quali la missione dell’Aiea potrebbe raggiungere la centrale nucleare di Zaporizhzhia, «tutto per offrire il passaggio tramite la Crimea/Ordlo (i territori occupati dai russi nelle regioni di Luhansk e Donetsk, ndr)», scrive su Twitter il consigliere della presidenza ucraina, Mykhailo Podolyak.
Kiev, ha precisato, sostiene l’accesso degli ispettori alla centrale «solo attraverso il territorio controllato dall’Ucraina. La smilitarizzazione della centrale nucleare. Il ritiro delle truppe russe. Solo personale ucraina nell’impianto».
Ore 12:06 - Cremlino, forniture gas ostacolate solo dalle sanzioni Ue
La Russia rimane un fornitore «affidabile» di gas per l’Europa e sono solo problemi tecnologici quelli che ostacolano le consegne: lo ha assicurato il portavoce del presidente russo, Dimitry Peskov, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Interfax. A Peskov è stato chiesto se ci fossero garanzie che le forniture di gas dal gasdotto Nord Stream riprendessero dopo tre giorni di manutenzione. «Ci sono garanzie che nient’altro che problemi tecnologici causati dalle sanzioni stiano ostacolando le forniture» ha affermato. «La Russia è stata e rimane pronta a onorare tutti i suoi impegni» ha aggiunto il portavoce del presidente russo Putin.
Ore 12:08 - Kiev, soldati russi uccisi sono 47.550, 450 nella giornata di ieri
L’esercito russo avrebbe perso ieri 450 uomini, nella giornata in cui è iniziata un’offensiva ucraina contro Kherson. È quanto afferma il bollettino giornaliero dello stato maggiore di Kiev sulle perdite russe, che porta il totale dei soldati uccisi a 47.550, di cui 450 nelle ultime 24 ore. Il bollettino riporta anche la distruzione in totale di 1.954 (+7 ieri) tank, 4.294 (+25) veicoli corazzati da combattimento, 1.079 (+19) sistemi d’artiglieria, 282 (+3) sistemi lancia missili multipli, 151 (+2) sistemi di difesa aerea, 234 (+0) aerei, 204 (+1) elicotteri, 847 (+3) droni, 196 (+0) missili da crociera, 15 (+0) navi e imbarcazioni, 3.217 (+29) veicoli e autocisterne di carburante, 103 (+2) altri veicoli ed equipaggiamento.
Ore 12:44 - Leader filorusso: su Kherson oltre cento missili
La situazione nell’area di Kherson è «tesa» e ci sono stati «circa 15» attacchi missilistici negli ultimi due giorni sulla città del sud dell’Ucraina. È quanto ha sostenuto il capo dell’amministrazione russa della regione, Vladimir Leontiev, che, secondo la Tass, ha dichiarato: «Ci sono stati non singoli attacchi, ma una serie di raid. Probabilmente circa un centinaio di missili in totale hanno colpito la città».
Ore 12:53 - Cremlino, droni dall’Iran? Fake news
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito fake news la notizia della consegna di un lotto di droni dall’Iran alla Russia. «Il Washington Post, purtroppo, ultimamente pubblica molte informazioni false», ha detto Peskov rispondendo a una domanda dei giornalisti in merito alla notizia riportata dal giornale statunitense. «Quando alle nostre relazioni con l’Iran, si stanno sviluppando in modo dinamico, si sono sviluppate prima, si stanno sviluppando ora e continueranno a svilupparsi», ha aggiunto.
Ore 12:55 - Kiev: bombe russe su base Croce Rossa nel Donetsk
Le truppe russe hanno bombardato ieri una base di evacuazione della Croce Rossa ucraina a Sloviansk, nella regione di Donetsk: lo ha reso noto su Telegram l’amministrazione militare della città citando un dipendente della Croce Rossa ucraina, Taras Logginov. Lo riporta Ukrinform.
Ore 13:00 - Cremlino: risponderemo al possibile bando Ue sui visti
La Russia non lascerà senza risposta una possibile sospensione dei visti turistici ai suoi cittadini da parte dell’Ue. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall’agenzia Interfax.
«Osserveremo la situazione molto attentamente - ha detto Peskov -. Questa è una decisione molto seria che può colpire direttamente i nostri cittadini. E, naturalmente, tali decisioni non possono essere lasciate senza risposta». «Risponderemo - ha aggiunto il portavoce - nel modo che corrisponderà al meglio ai nostri interessi e alla protezione degli interessi dei nostri cittadini».
Francia e Germania sono contrarie a un blocco totale del rilascio dei visti ai turisti russi, come sostenuto da diversi Paese Ue, chiedendo a loro volta all’Unione europea di adottare «modi intelligenti» per usare questa «importante leva del rilascio dei visti nei nostri Paesi» contro Mosca.
Ore 13:30 - Mosca, 1200 soldati ucraini uccisi in controffensiva Kherson
Mosca ha reso noto che l’esercito ucraino ha perso più di 1.200 uomini nelle ultime 24 ore nel suo tentativo di lanciare un’offensiva nella zona di Mikolayev-Krivoi Rog, a poche decine di chilometri a nord di Kherson, e in altre aree: lo ha detto il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov. Lo riporta la Tass. «Il nemico ha subito perdite su larga scala a causa della sconfitta dell’offensiva dell’esercito ucraino nella zona di Nikolayev-Krivoi Rog e in altre aree», ha affermato il portavoce. «Nelle ultime 24 ore, le forze russe hanno eliminato 48 carri armati, 46 veicoli da combattimento di fanteria, 37 altri veicoli blindati da combattimento, otto veicoli pick-up con mitragliatrici di grosso calibro e oltre 1.200 militari ucraini», ha riferito l’ufficiale.
Ore 13:53 - Chiesti 24 anni di reclusione per giornalista Safronov
La Procura di Mosca ha chiesto una condanna a 24 anni di colonia penale per Ivan Safronov, ex giornalista di Vedomosti e Kommersant, accusato di tradimento dello Stato. Lo riferisce Kommersant citando un rappresentante dell’accusa. Safronov è in carcere dal luglio del 2020.
Ore 14:06 - Ue dona a Kiev 5mln compresse di ioduro di potassio
L’Unione europea donerà all’Ucraina 5,5 milioni di compresse di ioduro di potassio «come misura di sicurezza preventiva contro le radiazioni e per aumentare il livello di protezione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia». La fornitura, recuperata dal meccanismo di protezione civile dell’Ue, è composta da i cinque milioni di dosi provenienti dalle riserve di emergenza di RescEu e da 500.000 dosi offerte dall’Austria, spiegano dalla Commissione in un comunicato stampa. «Nessuna centrale nucleare dovrebbe mai essere utilizzata come teatro di guerra. È inaccettabile che le vite dei civili siano messe in pericolo. Tutte le azioni militari intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia devono cessare immediatamente», ha commentato il commissario per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic.
Ore 14:13 - Zelensky: «Ci stiamo riprendendo ciò che è nostro»
«L’Ucraina si sta riprendendo ciò che è suo», «le forze armate dell’Ucraina, la nostra intelligence stanno facendo il loro lavoro», «gli invasori saranno ricacciati indietro fino al nostro confine». In un video, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky manda un messaggio alla Russia: «non ci sarà spazio per loro nel nostro Paese», afferma, «ma non sveleremo i nostri piani».
Ore 14:31 - Kiev: «Bombe russe sui corridoi per la missione dell’Aiea»
«La Federazione Russa sta deliberatamente bombardando i corridoi usati dalla missione dell’Aiea per raggiungere la centrale nucleare di Zaporizhzhia con l’obiettivo di deviarla verso il territorio temporaneamente occupato della Crimea e le regioni di Donetsk e Lugansk». Lo ha denunciato Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell’ufficio del presidente Zelensky. Lo riporta Ukrinform. La stessa fonte ha sottolineato che la posizione dell’Ucraina non è cambiata e che la missione dell’Aiea dovrà avere accesso «solo attraverso il territorio controllato dell’Ucraina».
Ore 14:51 - Kiev: «Viaggi in Ue non servono, chiudere la porta ai russi»
«I viaggi nell’Ue non hanno avuto alcun effetto di trasformazione sulla Russia. Da quando è stata introdotta la facilitazione dei visti nel 2007, Mosca ha attaccato la Georgia, ha lanciato una guerra contro l’Ucraina, ha commesso molteplici crimini - il tutto con un sostegno popolare schiacciante. Per trasformare la Russia, bisogna chiudere la porta ai turisti russi». Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, che si trova a Praga per il vertice informale dei ministri degli Esteri Ue.
Ore 15:20 - Arrivato a Gibuti primo grano ucraino per il Corno d’Africa
Una nave con a bordo il primo carico di grano dall’Ucraina destinato al Corno d’Africa colpito dalla siccità sin dall’inizio della guerra ha attraccato al porto di Gibuti. Lo riferisce il Guardia, precisando che si tratta di una nave noleggiata dall’Onu, la Brave Commander, con a bordo 23 mila tonnellate di grano, salpata dal porto ucraino di Yuzhne due settimane fa. La Brave Commander è peraltro la prima nave appositamente noleggiata dal Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) per sbloccare le spedizioni di cibo.
Ore 15:35 - Borrell: «L’Ue lavora per l’addestramento degli ucraini»
Tutti gli Stati membri dell’Ue sono d’accordo sull’avvio del lavoro necessario per definire i parametri per la missione di addestramento Ue» dei soldati ucraini. «Non dico che sia stato deciso, anche perché in un Consiglio informale non si prendono decisioni, ma è stato dato il via per il lavoro preparatorio, che comprende i contatti con la parte ucraina e la definizione dei parametri legali e operativi che possono portare a una decisione» sulla missione di addestramento. Lo ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al termine del Consiglio informale dei ministri della Difesa Ue a Praga.
Ore 15:39 - Soldato russo chiede asilo in Francia
Un soldato russo che ha denunciato la guerra in Ucraina, Pavel Filatiev, ha chiesto asilo in Francia. L’ex paracadutista, riferiscono oggi i media francesi, è arrivato domenica all’aeroporto parigini di Roissy, proveniente dalla Tunisia. Filatiev, 34 anni, è noto per un resoconto di 141 pagine apparso sul social russo VKontakte, in cui si scaglia contro la guerra in Ucraina, nella quale ha lui stesso combattuto per due mesi. Il testo è intitolato Zov, che in russo significa appello, e si richiama alla lettera Z usata come simbolo dell«operazione speciale’ in Ucraina.
Ore 15:53 - Kherson colpita da blackout elettrico
La provincia ucraina di Kherson, occupata dalle forze russe, è stata colpita da un blackout parziale della corrente elettrica e delle forniture idriche: lo hanno reso noto fonti dell’amministrazione locale filorussa. L’annuncio arriva dopo l’avvio della controffensiva ucraina per la riconquista del territorio.
Ore 16:04 - Gazprom conferma: stop a Nord Stream dal 31 agosto al 3 settembre
Gazprom conferma l’interruzione del gasdotto Nord Stream 1 dalle 4, orario di Mosca, del 31 agosto, ovvero da domani, fino alle 4 del 3 settembre. Lo riferisce Interfax.
Ore 16:10 - Von der Leyen: in Ue raggiunto il target di stoccaggi dell’80%
«Abbiamo raggiunto una media nell’Unione Europea di riempimento degli stoccaggi dell’80%, quindi sostanzialmente abbiamo già raggiunto l’importo che abbiamo concordato per quest’anno». Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen intervenendo al Baltic Sea Energy Security Summit a Copenhagen. «È una buona notizia».
Sul caro bollette ha poi precisato: «I prezzi dell’energia stanno battendo record dopo record. Le conseguenze per le famiglie e le imprese non sono sostenibili. Dobbiamo affrontare questo problema insieme e con urgenza».
Ore 16:45 - Mosca: lettera a Onu con prove su attacco Kiev a Zaporizhzhia
«Abbiamo fatto circolare tra i membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu una lettera con informazioni sul bombardamento da parte delle forze ucraine sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia lo scorso 28 agosto». Lo scrive su twitter la rappresentanza permanente della Russia all’Onu. «Un drone ha attaccato il tetto del blocco speciale b.1 dove si trova l’impianto di stoccaggio del combustibile nucleare e sono immagazzinate le scorie radioattive», viene spiegato.
Ore 16:47 - L’Ue affronta la questione dei visti ai turisti russi, le posizioni in campo
Il Consiglio informale Ue oggi affronta la questione del rilascio dei visti Ue ai cittadini russi. «Sono sicuro che uscirà un orientamento politico chiaro», ha detto l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell. «Le posizioni divergono: alcuni Paesi vogliono un bando totale, altri un lavoro sul quadro attuale dei visti. Non posso anticipare il risultato finale, ma sono sicuro che potremo avere un approccio bilanciato, essendo più selettivi».
Kiev insiste per il blocco totale:«Per cambiare la Russia, si chiuda la porta ai turisti russi», ha scritto su Twitter il ministro ucraino degli Affari esteri, Dmytro Kuleba. «I viaggi nell’Ue non hanno avuto alcun effetto di trasformazione sulla Russia». Mosca parla di proposta «irrazionale» e minaccia: «Se l’Unione europea deciderà di sospendere i visti ai cittadini russi che intendono viaggiare in Europa, come misura ritorsiva in seguito all’invasione di Mosca in Ucraina, la Russia è pronta a rispondere», ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Francia e Germania si oppongono alla proposta di sospensione dei visti Ue per i turisti russi. «Sebbene limitiamo i contatti con i rappresentanti del regime e le autorità alle aree di vitale interesse dell’Ue, dobbiamo combattere strategicamente per i “cuori e le menti” della popolazione russa, almeno per i segmenti non ancora completamente estranei all’«Occidente», scrivono Parigi e Berlino.
Più cauta la Spagna: «Dobbiamo mantenere un bilanciamento tra l’assicurarci che nessuno che partecipa negli sforzi di Putin nella guerra sia autorizzato a entrare in Ue e, allo stesso tempo, che tutte quelle fasce della popolazione che vogliono conoscere la verità su cosa stia succedendo in Ucraina, che tutte le persone che vogliono impegnarsi in buona fede con noi, trovino le nostre porte aperte. Perché quelle persone sono il futuro di una relazione pacifica e proficua che l’Unione europea vorrebbe con il popolo russo», ha detto il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares Bueno.
La Romania sostiene la sospensione ma «dobbiamo essere molto attenti- ha dichiarato il ministro romeno degli Affari esteri, Bogdan Aurescu - da un lato, a non bloccare la possibilità per i giovani cittadini russi di mettersi in contatto con i valori europei ed è importante, dall’altro lato, non bloccare i visti umanitari, i visti medici o quelli garantiti a chi si oppone al regime o è minacciato dal regime russo».
Ore 16:58 - Nuovi raid russi su Kharkiv, in fiamme un palazzo
Nuovi bombardamenti russi su Kharkiv, la seconda città ucraina nell’est del Paese. Dopo i raid di stamane, che hanno provocato almeno 5 morti e una decina di feriti, il fuoco d’artiglieria è tornato a colpire la città questo pomeriggio nel distretto di Kyivsky, secondo quanto ha riferito su Telegram il sindaco Ihor Terekhov. Gli attacchi hanno provocato un incendio in un palazzo. Non si hanno al momento notizie di nuove vittime.
Ore 17:41 - Kiev, fallita mobilitazione in Russia, Mosca chiama altri mercenari
La Russia chiamerà «altri mercenari» per la guerra in Ucraina perché «la mobilitazione segreta nelle regioni centrali e sudorientali della Russia è fallita». Lo spiega l’Intelligence ucraina. Lo riporta Ukrainska Pravda. Secondo le stime di Kiev a oggi sono circa 5mila i mercenari che combattono per la Russia in Ucraina.
Ore 18:08 - Kiev, lavoriamo a evacuazione popolazione da Crimea occupata
Le autorità ucraine stanno preparando percorsi per l’evacuazione della popolazione che voglia lasciare la Crimea, annessa alla Russia dal 2014, in vista di una possibile offensiva per cercare di riprendere il controllo della regione. Lo ha dichiarato su Twitter Mykhailo Podoliak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «È chiaro che la vita dei cittadini è una priorità assoluta per l’Ucraina. Ecco perché stiamo già sviluppando vie di evacuazione per i residenti della Crimea occupata che vogliono lasciare la penisola durante la disoccupazione attiva. Per ora - ha avvisato Podolyak - chiediamo a tutti di stare il più lontano possibile dalle strutture militari e di controllare i rifugi». Nelle scorse settimane si sono registrate diverse esplosioni nei pressi di obiettivi strategici in Crimea, attribuite ad attacchi ucraini.
Ore 18:12 - Zelensky incontra a Kiev la missione dell’Aiea
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Mariano Grossi e la sua delegazione prima della visita alla centrale di Zaporizhzhia.
Ore 18:16 - Guerini: «Addestriamo gli ucraini per l’uso sicuro delle armi»
«L’incondizionato sostegno a Kiev» è stato ribadito oggi dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, nel corso della riunione informale dei ministri della Difesa Ue. Guerini ha ricordato l’impegno italiano, sottolineando come «nonostante la crisi di governo, si è riusciti a finalizzare il quarto decreto di aiuti. In aggiunta agli equipaggiamenti, ha affermato «stiamo provvedendo a garantire mirate attività addestrative al personale ucraino per rendere più sicuro l’impiego dell’armamento».
Ore 19:14 - Lituania: «Forze di peackeeping a protezione di Zaporizhzhia»
«Credo che non si debba sottovalutare la situazione a Zaporizhzhia: non siamo mai stati così vicini a un disastro nucleare. Posso solo dire che avere rammarico sulla situazione potrebbe non essere sufficiente. Penso che dobbiamo tornare indietro alla stessa conversazione che avemmo quasi mezzo anno fa ossia che serve una forza, anche militare, di peacekeeping per mettere in sicurezza l’area dell’impianto nucleare». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, al suo arrivo al Consiglio informale esteri a Praga.
Ore 19:39 - Ministro Esteri Iran: «Domani a Mosca per risolvere la crisi»
´Il ministro degli Esteri iraniano sarà a Mosca domani anche per risolvere la crisi in Ucraina, ha affermato Hossein Amir-Abdollahian, sottolineando che diversi Paesi Occidentali hanno chiesto a Teheran di svolgere un ruolo attivo di mediazione. Nell’agenda della sua missione, quindi dei suoi colloqui con l’omologo Sergei Lavrov, anche l’Afghanistan.
Ore 19:49 - Mosca: continui bombardamenti di Kiev sulla regione di Kherson
Le forze ucraine hanno bombardato oggi «7-8 volte» la località di Nova Kakhovka, nella regione di Kherson, e i raid continuano. Lo affermano, citate dalla Tass, le autorità filorusse che controllano la regione nel sud dell’Ucraina, su cui Kiev ha lanciato ieri una controffensiva.
Ore 22:01 - Zaporizhzhia, filorussi pronti a incontro con la missione Aiea
C’è attesa per l’arrivo a Zaporinzhzhia della delegazione Aiea. «I tecnici dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, diretti alla centrale nucleare di Enerhodar, non hanno ancora preso contatti con le autorità locali»: è quanto riferito dal capo dell’amministrazione ad interim della regione, Yevgeny Balitsky, dicendosi comunque pronto a incontrare gli esperti (14 tecnici provenienti, oltreché dall’Italia, anche da Polonia, Lituania, Serbia, Cina, Francia, Giordania, Messico, Albania e Macedonia del Nord). «Ho intenzione di incontrare la delegazione. Ma finora, purtroppo, non ci hanno contattati né ci hanno scritto o cercato il `via libera´ per la missione»
Ore 00:07 - Zelensky ai russi: «Scappate o arrendetevi, non c’è altra scelta»
Nel consueto videomessaggio serale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto direttamente ai soldati russi. «In tutto il territorio temporaneamente occupato dell’Ucraina, dalla Crimea alla regione di Kharkiv, l’esercito russo non ha e non avrà una sola base sicura, un solo posto tranquillo. I nostri difensori distruggeranno tutti i magazzini e i quartier generali degli occupanti, il loro equipaggiamento, indipendentemente da dove si trovino», che sia a Sebastopoli, in Crimea, o a Lugansk, nel Donbass. «Questa è la terra ucraina e gli occupanti possono fare solo due cose: scappare o arrendersi. Non lasciamo loro altre opzioni». Il leader ucraino ha inoltre ribadito ancora una volta l’appello agli ucraini di Crimea a stare lontani da luoghi sensibili, come basi o aeroporti militari russi, possibili bersagli di nuovi attacchi da parte delle forze di Kiev.
Ore 02:48 - I senatori Usa Portman e Klobuchar incontrano Zelensky
Hanno deciso di essersi recati a Kiev per «vedere in prima persona» gli effetti dell’invasione del Paese da parte della Russia. E qui i senatori statunitensi Rob Portman e Amy Klobuchar, rispettivamente esponenti dei partiti Repubblicano e Democratico, hanno incontrato martedì il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, a sette mesi dall’inizio del conflitto in quel Paese europeo. Durante la loro visita a Kiev, i due senatori hanno anche incontrato il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, e altri funzionari di alto livello. I due senatori hanno così riaffermato l’impegno degli Usa a fianco dell’Ucraina, della Nato e degli altri alleati nella regione. «Ora più che mai gli Stati Uniti devono essere al fianco del nostro alleato ucraino e inviare un messaggio alle Russia e al mondo, che non rimarranno a guardare mentre nazioni sovrane vengono invase. L’Ucraina merita di essere libera e non si fermerà sino a quando le truppe russe avranno lasciato il Paese», afferma un comunicato diffuso dai due senatori.
Usa: «Aiuteremo a potenziare le scorte di gas in Ue». Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini su Il Corriere della Sera il 31 Agosto 2022.
Le notizie di mercoledì 31 agosto. La delegazione dell’Aiea è a Zaporizhzhia, domani l’ispezione. Filorussi: «Nessun pass e solo un giorno di controlli». Borrell: «Stop all’accordo con la Russia sui visti». Mosca: «Ci saranno conseguenze»
• La guerra in Ucraina è arrivata al 189esimo giorno.
• Gli esperti dell’Aiea sono arrivati a Zaporizhzhia per ispezionare la centrale nucleare: la delegazione ha solo un giorno per i controlli.
• Zelensky ai russi: «Scappate o arrendetevi, non c’è altra scelta».
• Mosca sospende forniture di gas attraverso il Nord Stream 1. La spiegazione: «Lavori di manutenzione»
• L’8 settembre riunione dei ministri della Difesa Usa e alleati sulla guerra.
• Il ministero della Difesa russo ha rivendicato di aver respinto gli attacchi nelle regioni di Kherson e Mykolaiv e di aver inflitto «pesanti perdite» alle forze ucraine.
Ore 04:31 - Mosca: continui bombardamenti di Kiev sulla regione di Kherson
Le forze ucraine hanno bombardato ieri «7-8 volte» la località di Nova Kakhovka, nella regione di Kherson, e i raid continuano. Lo affermano, citate dalla Tass, le autorità filorusse che controllano la regione nel sud dell’Ucraina, su cui Kiev ha lanciato ieri una controffensiva.
Ore 04:37 - Mosca: lettera a Onu con prove su attacco Kiev a Zaporizhzhia
«Abbiamo fatto circolare tra i membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu una lettera con informazioni sul bombardamento da parte delle forze ucraine sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia lo scorso 28 agosto». Lo scrive su twitter la rappresentanza permanente della Russia all’Onu. «Un drone ha attaccato il tetto del blocco speciale b.1 dove si trova l’impianto di stoccaggio del combustibile nucleare e sono immagazzinate le scorie radioattive», viene spiegato.
Ore 04:43 - La missione Aiea a Zaporizhzhia durerà da oggi a sabato
La squadra di tecnici dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) visiterà la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia da oggi a sabato, secondo quanto riporta il Guardian. La missione è arrivata a Kiev da Vienna nella serata di lunedì, e qui ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky .
«Credo che non si debba sottovalutare la situazione a Zaporizhzhia: non siamo mai stati così vicini a un disastro nucleare. Posso solo dire che avere rammarico sulla situazione potrebbe non essere sufficiente. Penso che dobbiamo tornare indietro alla stessa conversazione che avemmo quasi mezzo anno fa ossia che serve una forza, anche militare, di peacekeeping per mettere in sicurezza l’area dell’impianto nucleare». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, al suo arrivo al Consiglio informale esteri a Praga.
Ore 04:52 - I «trucchi» della resistenza ucraina per ingannare i raid russi
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli occidentali vogliono aiutare militarmente l’Ucraina nel lungo termine. E, come ha sottolineato il responsabile della diplomazia europea Josep Borrell, il risultato può essere conseguito attraverso un piano di addestramento integrato, tema discusso nella riunione di Praga dai ministri della Difesa comunitari, che dovranno ora trovare un accordo.
Il diplomatico ha specificato i punti sui quali lavoreranno i Paesi dell’Unione europea. Primo. Definizione di parametri e necessità di Kiev nei vari campi (compreso quello di armi non convenzionali, visto che la Russia ne dispone di tante). Secondo. Coordinamento e le linee standard. Non è semplice perché i fornitori di sistemi sono quanto mai diversi: blindati, cannoni, anti-tank, anti-aerei non sono omogenei. Terzo. Il programma di training. Da capire se proseguirà in modo autonomo rispetto a quello già avviato dalla Gran Bretagna e al quale hanno aderito numerosi Stati (Canada, Svezia, Olanda, Nuova Zelanda, solo per citarne alcuni). In parallelo è in corso quello del Pentagono. Quarto. Il senso è che nessuno si fa illusioni e ci si prepara ad attività che non finiranno presto. Da qui arriva la necessità di avere mezzi sufficienti, con governi che mettono le mani avanti su cosa poter dare e timori persino sull’altra sponda atlantica, in casa americana. La visione sul futuro si mescola alle novità quotidiane, con la grande battaglia nella regione di Kherson e le mosse dei contendenti.
Ore 05:00 - Zelensky incontra a Kiev la missione dell’Aiea
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Mariano Grossi e la sua delegazione prima della visita alla centrale di Zaporizhzhia.
Ore 05:06 - Ministro Esteri Iran: «Domani a Mosca per risolvere la crisi»
Il ministro degli Esteri iraniano sarà «oggi a Mosca anche per risolvere la crisi in Ucraina». Lo ha affermato lo stesso Hossein Amir-Abdollahian, sottolineando che diversi Paesi Occidentali hanno chiesto a Teheran di svolgere un ruolo attivo di mediazione. Nell’agenda della sua missione, quindi dei suoi colloqui con l’omologo Sergei Lavrov, anche l’Afghanistan.
Ore 05:10 - I senatori Usa Portman e Klobuchar incontrano Zelensky
Hanno deciso di essersi recati a Kiev per «vedere in prima persona» gli effetti dell’invasione del Paese da parte della Russia. E qui i senatori statunitensi Rob Portman e Amy Klobuchar, rispettivamente esponenti dei partiti Repubblicano e Democratico, hanno incontrato martedì il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, a sette mesi dall’inizio del conflitto in quel Paese europeo. Durante la loro visita a Kiev, i due senatori hanno anche incontrato il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, e altri funzionari di alto livello.
I due senatori hanno così riaffermato l’impegno degli Usa a fianco dell’Ucraina, della Nato e degli altri alleati nella regione. «Ora più che mai gli Stati Uniti devono essere al fianco del nostro alleato ucraino e inviare un messaggio alle Russia e al mondo, che non rimarranno a guardare mentre nazioni sovrane vengono invase. L’Ucraina merita di essere libera e non si fermerà sino a quando le truppe russe avranno lasciato il Paese», afferma un comunicato diffuso dai due senatori.
Ore 05:17 - Germania: iniziato stop forniture di gas Nord Stream alla Ue
Quanto annunciato ieri da Gazprom è stato mantenuto. Dalle dalle 5 (ora italiana) le forniture di gas dalla Russia verso l’Ue tramite il Nord Stream sono state completamente interrotte. Lo confermano gli operatori di gasdotti tedeschi Opel e Nel, citati dall’agenzia Tass. Lo stop avrà una durata prevista di tre giorni e, secondo quanto riferito dal monopolista russo dell’energia, è stato reso necessario per consentire le riparazioni dell’unica unità di compressione del gas rimasta in funzione presso la stazione di Portovaya.
Ore 06:01 - Zelensky ai russi: «Scappate o arrendetevi, non c’è altra scelta»
Nel consueto videomessaggio serale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto direttamente ai soldati russi. «In tutto il territorio temporaneamente occupato dell’Ucraina, dalla Crimea alla regione di Kharkiv, l’esercito russo non ha e non avrà una sola base sicura, un solo posto tranquillo. I nostri difensori distruggeranno tutti i magazzini e i quartier generali degli occupanti, il loro equipaggiamento, indipendentemente da dove si trovino», che sia a Sebastopoli, in Crimea, o a Lugansk, nel Donbass.
«Questa è la terra ucraina e gli occupanti possono fare solo due cose: scappare o arrendersi. Non lasciamo loro altre opzioni». Il leader ucraino ha inoltre ribadito ancora una volta l’appello agli ucraini di Crimea a stare lontani da luoghi sensibili, come basi o aeroporti militari russi, possibili bersagli di nuovi attacchi da parte delle forze di Kiev.
Ore 06:26 - Media: «Il convoglio Aiea lascia Kiev per Zaporizhzhia»
Secondo alcuni testimoni, citati dai media internazionali, questa mattina un convoglio di auto della missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aia) è partito da Kiev, diretto verso la centrale nucleare di Zaporizhzhia a Energodar.
Il direttore generale Rafael Grossi ha poi confermato ai giornalisti presenti a Kiev: «Ci stiamo finalmente muovendo, dopo diversi mesi di sforzi. L’Aiea entrerà nella centrale nucleare di Zaporizhzhia». Il più grande impianto nucleare d’Europa e nelle mani dell’esercito russo dall’inizio di marzo e da diverse settimane è bersagliato dai bombardamenti, con le parti in conflitto in Ucraina che si accusano a vicenda dei raid.
Ore 07:35 - Il punto sulla guerra in Ucraina
(Luca Angelini) La controffensiva dell’Ucraina per riconquistare Kherson va avanti. Una controffensiva, spiega l’inviato Lorenzo Cremonesi, attraverso la quale gli ucraini si pongono tre obiettivi:
Primo: bloccano il progetto di referendum voluto da Putin sul modello di quello che si tenne in Crimea nel 2014 per dare una patina di legittimità alla «russificazione» di territori occupati con le armi. Il referendum a Kherson era programmato per l’11 settembre, ma forse l’infuriare della battaglia imporrà un rinvio.
Secondo: cercano di accelerare i tempi del ritiro russo nella speranza di porre fine alle mire espansionistiche di Putin e soprattutto arrivare a un cessate il fuoco da posizioni di vantaggio. L’economia ucraina è in ginocchio, mancano i fondi per pagare gli stipendi pubblici e gli stessi soldati, il governo teme la crisi economica prevista per l’inverno addirittura più della carenza di armi.
Terzo: si segnala alle popolazioni ucraine nelle zone occupate, comprese quelle del Donbass, che non sono state dimenticate. Kiev farà di tutto per scacciare i russi sulle posizioni di partenza.
Ma, aggiunge Cremonesi, «gli esiti della battaglia restano molto incerti» (qui il punto militare di Andrea Marinelli e Guido Olimpio).
Marta Serafini ha invece incontrato a Kiev Giulia Schiff, l’italiana — a suo tempo espulsa dall’Aeronautica militare dopo aver denunciato un episodio di nonnismo — che combatte in Ucraina dall’inizio del conflitto, prima nella Brigata internazionale e ora nel team Masada per le operazioni speciali. «Ho rischiato di morire per la nostra libertà, ma ora qui ho trovato anche l’amore, un soldato della mia stessa formazione», dice.
Oggi inizia l’ispezione della missione Aiea alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e, sempre oggi, arriva a Mosca il ministro degli Esteri iraniano, per «un’opera di mediazione» sul conflitto.
Ore 07:43 - Il punto sul gas
(Luca Angelini) Dopo le «aperture» in seno all’Ue a discutere di un possibile tetto al prezzo del gas — che il governo di Mario Draghi chiede da mesi — il prezzo al Ttf di Amsterdam ieri è sceso (del 6,8%, chiudendo a 254 dollari al chilowattora), nonostante la concomitante chiusura — partita proprio questa mattina — , per presunti problemi tecnici in realtà assai politici, del gasdotto Nord Stream 1 da parte della russa Gazprom.
E nonostante la comunicazione di un taglio delle forniture della stessa Gazprom alla francese Engie per «disaccordi contrattuali».
«La proposta di un tetto al prezzo del gas sarà presentata dalla Commissione Ue nelle prossime settimane, probabilmente dopo il consiglio Energia straordinario del 9 settembre, convocato per dare una risposta all’emergenza scatenata dall’impennata dei prezzi dell’elettricità. La proposta, invece, di riforma del mercato elettrico arriverà all’inizio del prossimo anno», scrive da Bruxelles Francesca Basso. Ma è chiaro che famiglie e imprese italiane (e non soltanto italiane) hanno bisogno di interventi urgenti e consistenti. E i partiti non smettono di fare pressing su Palazzo Chigi perché tolga loro, il più possibile, le castagne dal fuoco.
Draghi, però, non vuole sentire parlare di scostamenti di bilancio (leggi nuovo debito) e il motivo lo spiega il vicedirettore del Corriere Daniele Manca nel suo editoriale:
Chi gestisce il debito pubblico sa che se si continuano a chiedere sempre più soldi in prestito, gli investitori a loro volta chiederanno interessi più alti. Ci sono Stati che possono permettersi di sollecitare meno il mercato. Rispetto a loro noi avremo un costo del denaro più alto, dovremo cioè pagare più interessi per ottenere i nostri prestiti. La differenza tra i due livelli è lo spread. Che potrebbe allargarsi se gli investitori intuiscono che quella è la direzione. Al di là dei costi sul bilancio pubblico, tutto questo significa anche mettere il proprio futuro in mani che con l’Italia hanno poco a che fare. In aree dove la speculazione, come abbiamo visto in altri periodi, non si fa problemi ad andare contro un Paese purché riesca a guadagnarci. Lo spread si allargherebbe e il costo del nostro già alto debito aumenterebbe.
Ma, allora, che cosa il governo può e intende fare? Enrico Marro lo riassume così:
Il governo punta a trovare almeno una decina di miliardi per finanziare i nuovi interventi contro il caro-energia, che dovrebbero essere decisi la prossima settimana. Ieri il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato a Palazzo Chigi il ministro dell’Economia, Daniele Franco, per una ricognizione sulle risorse che si possono rinvenire tra le entrate tributarie superiori alle previsioni, la rimodulazione di alcune voci di spesa e il gettito della tassa del 25% sugli extraprofitti delle società del settore energia. Oggi scade il termine per pagare l’acconto di questa tassa: dovrebbero entrare circa 4 miliardi (dei 10,5 miliardi previsti a regime) e Draghi ha fatto partire ieri un pressing su tutte le aziende che ancora non hanno pagato (molte infatti hanno fatto ricorso al Tar). Il premier punta così ad aumentare quel miliardo di euro appena che risultava in cassa fino a qualche settimana fa: entrate più che mai preziose per coprire i nuovi interventi allo studio.
Quanto agli interventi concreti, «la priorità verrà data alle imprese gasivore e in particolare alle filiere produttive che utilizzano più di tutte il gas e rischiano di fermarsi per i costi insostenibili della bolletta. Sono allo studio non solo crediti d’imposta ma anche bonus ad hoc per pagare il gas, e forniture dello stesso a prezzo calmierato».
Una mano per affrontare la crisi, però, potremmo darla tutti: «Dagli elettrodomestici all’acqua calda, possiamo risparmiare 7 miliardi di metri cubi di gas» spiega al Corriere Gilberto Dialuce, presidente dell’agenzia Enea.
Ore 08:08 - Dalla Russia arrivano rinforzi
Continuano i contrattacchi delle forze armate ucraine «su diversi assi» nel Sud del Paese, mentre la Russia accelera la formazione di rinforzi per le truppe sul terreno. È la sintesi della situazione nel 189/mo giorno dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, lo scorso 24 febbraio, secondo l’intelligence della Difesa britannica. Nel suo bollettino quotidiano, Londra sottolinea che le forze di Kiev sono riuscite a fare arretrare la linea del fronte in alcune zone del sud, approfittando delle debolezze dei presidi russi, che Mosca cerca di compensare utilizzando «unità mobili di riserva» e in particolare «alcune unità del raggruppamento militare a Est». Ma da circa una settimana, dalla Russia stanno partendo i rinforzi, composti da «battaglioni di volontari del nuovo 3/o corpo di armata», nota la Difesa Gb.
Ore 08:12 - L’Aiea a Zaporizhzhia: obiettivo missione permanente
L’Aiea prevede di istituire una missione permanente nella centrale nucleare di Zaporizhzhia: lo ha detto il direttore generale dell’Agenzia, Rafael Grossi, secondo quanto riporta la Tass. Il team di ispettori dell’Agenzia è attualmente in viaggio verso la centrale. Grossi ha aggiunto che la sua squadra ha in programma di trascorrere «alcuni giorni» nell’impianto. In precedenza Grossi aveva detto che la missione sarebbe durata fino a sabato.
Il direttore dell’Aiea Rafael Grossi risponde alle domande dei giornalisti a Kiev, prima della partenza del convoglio dell’agenzia per Zaporizhzhia. (AP)
Ore 08:25 - Le perdite ucraine nella controffensiva
Secondo il ministero della Difesa russo, l’Ucraina ha registrato forti perdite nella sua controffensiva nel Sud del Paese. Mosca parla di 1.200 soldati ucraini rimasti uccisi e di 139 mezzi corazzati distrutti. Un bilancio che le agenzie di informazione indipendenti non hanno modo di verificare.
Ore 08:42 - Un coreografo contro Putin
Alexei Ratmansky, uno dei grandi coreografi del nostro tempo, è cresciuto in Ucraina: quando la Russia ha invaso, ha lasciato immediatamente il suo posto al teatro Bolshoi di Mosca. Ratmansky dice che non tornerà in Russia fino a quando ci sarà Putin al potere. Oggi lavora per dare un palcoscenico ai ballerini ucraini profughi. Base di partenza all’Aja, in Olanda. La compagnia si chiama United Ukrainian Ballet Company e comprende ballerini fuggiti dalla guerra. Andrà in scena la prima volta a Londra con Giselle. «L’abbiamo scelta perché la conoscono tutti, perché prevede un gran numero di ballerini e perché non è un’opera russa» ha detto Ratmansky al New York Times.
Ore 10:00 - Il Papa: «Preghiamo per gli ucraini»
Il Papa, salutando i fedeli polacchi all’udienza generale, ricorda che domani sarà l’anniversario dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, «che ha segnato così dolorosamente la nazione polacca. Oggi stiamo vivendo la terza. Preghiamo in particolare per il popolo ucraino».
Ore 10:10 - Kuleba, le sanzioni europee e i visti ai turisti russi
Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, è presente oggi a Praga per il consiglio informale dei ministri degli Esteri dell’Ue.
A margine del Consiglio, Kuleba ha incontrato l’omologa tedesca, Annalena Baerbock, con cui ha discusso «dell’ottavo pacchetto di sanzioni dell’Ue, del divieto di visto per i russi e di ulteriori consegne di armi all’Ucraina. Il ricatto energetico russo fa parte della sua guerra all’Europa e deve essere accolto con una risposta europea forte e unificata».
Kuleba ha ringraziato l’Olanda per «la posizione di principio sulla necessità di limitare i viaggi dei russi nell’Ue», che però è osteggiata — tra gli altri — proprio dalla Germania.
Ore 11:14 - Kiev, bombe russe su città adiacente alla centrale Zaporizhzhia
Le truppe russe colpiscono con l’artiglieria la città di Energodar, che ospita l’impianto nucleare di Zaporizhzhia, mentre gli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) sono in viaggio verso l’impianto: lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare del distretto di Nikopol Yevhen Yevtushenko, che ha definito l’attacco una «provocazione». Lo riporta il Kiev Independent.
Gli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) che questa mattina sono partiti per la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia da Kiev potrebbero non visitare la struttura fino a giovedì. Probabile che gli ispettori pernotteranno nella vicina città prima di visitare l’impianto, che si trova nel territorio controllato dalla Russia. Non è chiaro neanche quanto durerà la visita, che nelle intenzioni dell’Aiea doveva concludersi il 3 settembre, perché i funzionari insediati dalla Russia nell’area hanno suggerito che l’ispezione potrebbe durare solo un giorno.
Ore 11:51 - Mosca sospende le forniture di gas all’Ue attraverso Nord Stream (ma ad agosto ha triplicato le entrate)
(Fabio Savelli) Il colosso russo Gazprom ha sospeso le forniture di gas all’Ue attraverso Nord Stream per tre giorni a causa dell’avvio di lavori di manutenzione dell’unica unità di compressione del gas rimasta in funzione presso la stazione di Portovaya. Lo riferisce l’agenzia stampa russa Tass citando operatori tedeschi di gasdotti Opal e Nel. L’erogazione di gas attraverso Nord Stream nel punto di ricezione nel Greifswald tedesco si è completamente interrotto mercoledì mattina, 31 agosto, dalle 4 ora di Mosca, Il gasdotto si estende per 1.200 km sotto il Mar Baltico dalla costa russa vicino a San Pietroburgo fino alla Germania nord-orientale. È stato aperto nel 2011 e può inviare un massimo di 170 milioni di metri cubi di gas al giorno dalla Russia alla Germania.
Ore 12:13 - Il direttore Aiea Grossi: «Vorrei una missione permanente a Zaporizhzhia»
«L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) spera di istituire una missione permanente presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia». Lo ha detto il capo dell’Aiea Rafael Grossi. «Questa è una delle cose più importanti che voglio fare e lo farò». Il direttore dell’Aiea ha poi riferito che la missione dell’Aiea punta a trascorrere «alcuni giorni» nella centrale nucleare.
Mosca accoglie con favore la proposta di Grossi, attraverso le parole del rappresentante presso le organizzazioni internazionali a Vienna Mikhail Ulyanov.
Ore 12:27 - Attraccata prima nave per Paesi Corno d’Africa
La consegna di questo primo carico di grano, parte dell’accordo stretto a fine luglio tra il governo di Mosca e Kiev con la mediazione della Turchia e dell’Onu per garantire un Corridoio sicuro attraverso il Mar Nero, permetterà di garantire cibo per un mese per circa 1 milione e mezzo di persone.
Ore 12:37 - Ppe contro i visti Ue ai turisti russi
«È inaccettabile che i turisti russi si divertano sulle nostre spiagge europee e nei nostri ristoranti mentre i loro connazionali uccidono gli ucraini». Lo scrive il Partito popolare europeo sul suo profilo Twitter, dove ha lanciato una campagna con le dichiarazioni di vari europarlamentari contro le facilitazioni ai visti russi, proprio mentre i ministri degli Esteri stanno discutendo sul tema nel Consiglio informale di Praga.
Ore 12:52 - Mosca: «Kiev fallisce controffensiva nel sud. Hanno perso 1.700 uomini»
«L'esercito ucraino ha perso oltre 1.700 uomini, quattro aerei e 63 carri armati in due giorni di «fallita» offensiva lungo la linea Mykolaiv-krivyi Rih, nel sud del Paese, e altri fronti». Queste le parole del ministero della Difesa russo, secondo quanto riporta l'agenzia Interfax.
Ore 13:10 - La Russia invierà in Crimea 1.200 coscritti di Mosca e San Pietroburgo
Le forze russe hanno in programma di rafforzare la difesa della Crimea. Lo riferisce l’intelligence di Kiev. I commissariati militari delle regioni di Mosca e San Pietroburgo hanno ricevuto istruzioni sulla coscrizione di massa dei residenti locali per il servizio militare, da impiegare in Crimea per rafforzare la difesa della penisola. Il generale Oleksandr Dvornikov, comandante del distretto militare meridionale, avrebbe deciso di inviare 1.200 coscritti in Crimea, secondo quanto afferma il ministero della Difesa ucraino che spiega: «A questi militari non viene offerto di firmare un contratto, il che potrebbe indicare un risparmio di denaro, mentre non verrebbero pagate tutte le indennità specificate dalla legislazione della Federazione Russa».
Ore 13:22 - Gli esperti dell’Aiea arrivati nella città di Zaporizhzhia
La delegazione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), che deve ispezionare la centrale nucleare di Zaporizhzhia, è arrivata nella località ucraina ma non è ancora chiaro quando potrà visitare l’impianto che è sotto controllo russo. Il lavoro dei quattordici ispettori, guidati dal segretario generale Rafael Grossi, dipenderà dalla complessità sul campo e la difficoltà di attraversare le zone controllate dai russi.
Ore 13:40 - Kiev: «A Mykolaiv silos di grano in fiamme dopo l’attacco russo»
Sono «in fiamme» i silos di grano nel porto di Mykolaiv, colpiti dai bombardamenti russi. Lo ha detto il servizio di emergenza ucraino su Facebook, postano le immagini dei tetti di almeno due silos danneggiati nell’attacco. «Hanno preso fuoco i silos di grano in una struttura nel distretto di Korabelny», si legge in una nota. I vigili del fuoco sono impegnati a spegnere le fiamme.
Ore 13:56 - Kiev: «Mosca smetta di bombardare strada verso Zaporizhzhia»
L’Ucraina chiede alla Russia di smettere di bombardare la strada che porta verso la centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dalle forze russe, e dove è prevista un’ispezione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). «Le truppe di occupazione russe dovrebbero smettere di sparare sui corridoi utilizzati dalla delegazione dell’Aiea e non ostacolare le sue attività nell’impianto», ha scritto su Facebook il portavoce della diplomazia ucraina Oleg Nikolenko.
Ore 14:14 - Ucraina, i soccorritori si esercitano per un disastro nucleare
A Dnipro, 200 chilometri dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina, il personale di emergenza sta tenendo esercitazioni per il caso di un disastro atomico o di una perdita di radiazioni dall'impianto. Nelle immagini le prove per l'eventuale necessità di evacuare le famiglie che vivono nella zona, oltre alle procedure di disinfezione dei veicoli e di misurazione dei livelli di radiazioni.
Ore 14:43 - Farnesina: «Mantenere pressione su Mosca per fermare l'aggressione russa»
«Forte coesione dell'Unione Europea nel continuare a sostenere l'Ucraina e a mantenere alta la pressione sulla Russia perché ponga fine all'aggressione». Così la Farnesina in un post su Twitter in occasione della riunione informale dei ministri degli Affari esteri.
Ore 14:50 - Filorussi: «Nessun pass speciale per l'Aiea a Zaporizhzhia. Solo un giorno per l’ispezione»
«La missione Aiea farà la fila per arrivare nella parte liberata della regione di Zaporizhzhia. Ciò è dovuto al fatto che non verranno rilasciati pass speciali. La delegazione ha soltanto un giorno per eseguire l’ispezione della centrale». Lo ha affermato su Telegram Volodymyr Rogov, membro del consiglio regionale di Zaporizhzhia nominato dai russi, riferendosi all'accesso degli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica all'area della centrale, controllata dalle forze di Mosca.
Ore 14:56 - Capo Aiea: «A Zaporizhzhia per evitare un incidente nucleare»
La missione dell’Aiea vuole «evitare un incidente nucleare» nell’impianto di Zaporizhzhia occupato dalle forze russe: lo ha dichiarato Rafael Grossi, direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica.
Ore 15:30 - Borrell: «Decisa la sospensione dell’accordo sui visti con la Russia»
A Praga è stata presa la decisione di sospendere l’accordo Ue-Russia sulla facilitazione dei visti. Lo ha detto Josep Borrell, Alto rappresentante della politica estera Ue, specificando che non saranno riconosciuti i passaporti emessi dai territori occupati. «Dalla metà di luglio abbiamo assistito a un aumento sostanziale dei valichi di frontiera dalla Russia negli Stati vicini — ha aggiunto Borrell —. E questo è diventato un rischio per la sicurezza di questi Stati, che potranno prendere misure nazionali per la restrizione degli ingressi alle frontiere, seppure in conformità con il codice Schengen. Inoltre, abbiamo visto molti russi viaggiare per fare acquisti, come se in Ucraina non fosse una guerra in corso. Gli Stati membri hanno ritenuto che non siamo in una situazione normale. Non può essere tutto come prima».
Ore 16:21 - Kiev: ripreso il controllo del ponte Antonivskyi a Kherson
Le forze armate di Kiev annunciano di aver ripreso il controllo dei ponti stradali Kakhovsky e Antonivskyi nella regione di Kherson. Lo riporta Ukrainska Pravda. Inoltre gli ucraini dicono di aver colpito «due punti di controllo, due magazzini con munizioni, equipaggiamento di difesa antiaerea, una stazione radar e aree di concentrazione dell’artiglieria nemica».
Ore 16:29 - A Kiev ristoranti e bar dovranno chiudere entro le 22
Il Consiglio di Difesa del comune di Kiev ha deciso che, a partire da domani, i bar e i ristoranti in città dovranno chiudere entro le 22. Lo riportano i media ucraini.
Ore 16:29 - Zelensky: «Servono nuovi pacchetti di sanzioni e altre armi»
Intervenendo al Forum 2000 di Praga, il presidente ucraino Zelensky ha detto: «Dobbiamo fare molto insieme per vincere questa battaglia. L’Ucraina ha bisogno di un supporto costante e adeguato con armi e munizioni. Abbiamo anche bisogno di sostegno finanziario, abbiamo bisogno della resilienza finanziaria e del mondo dotato di libertà. Tuttavia il potenziale dello Stato terrorista non è stato completamente distrutto e quindi sono necessari nuovi pacchetti di sanzioni».
Ore 16:39 - Domani l’ispezione alla centrale di Zaporizhzhia
La missione dell’Aiea sarà domani nella centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia. «Auspichiamo una presenza permanente nella centrale», ha detto il direttore dell’Aiea Rafael Grossi.
Ore 17:52 - Kuleba a Ue: «Non accettiamo più mezze misure»
«L’Ucraina non accetterà più mezze misure. L’età della pace in Europa è finita e così il tempo delle mezze misure. Sono proprie le mezze misure adottate nei confronti della Russia ad aver portato all’invasione del 24 febbraio. Dobbiamo essere rigidi e prendere decisioni forti». Lo ha dichiarato il ministro ucraino degli Esteri, Dmytro Kuleba, a margine del Consiglio Affari esteri informale di Praga.
«Ho invitato i ministri a fare la scelta giusta e rivedere le loro politiche dei visti per i cittadini russi— ha aggiunto — e ho sollecitato l’adozione senza ritardi dell’ottavo pacchetto di sanzioni Ue. Ho enfatizzato il fatto che ci aspettiamo ancora il pieno scollegamento dal sistema Swift di tutte le banche russe, l’embargo dell’energia, altre sanzioni finanziarie: cose che continuino a colpire l’economia russa».
Ore 18:13 - Mosca: «Lo stop sui visti ai russi non sarà senza conseguenze»
Con la decisione di sospendere l’accordo sul rilascio semplificato dei visti per i cittadini russi l’Ue «ha deciso di spararsi sui piedi». Lo ha detto all’agenzia Ria Novosti il vice ministro degli Esteri russo Alexander Grushko spiegando che la scelta «non sarà senza conseguenze». La Russia «può prendere misure sia simmetriche che asimmetriche in risposta», ha argomentato.
Ore 18:47 - Zelensky a Ue: «Bandire i media statali russi»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto all’Ue di bandire i media statali russi. Lo riporta The Kyiv Independent, precisando che Zelensky ha fatto la dichiarazione in un collegamento video durante il Forum 2000 a Praga. «Nessun propagandista russo dovrebbe rimanere nel territorio dell’Ue. A nessun canale televisivo di Stato russo dovrebbe essere consentito di continuare a lavorare sul territorio dell’Ue», ha affermato il presidente dell’Ucraina.
Ore 18:57 - Casa Bianca, nuovi aiuti militari nei prossimi giorni Kirby
Gli Stati Uniti annunceranno «nei prossimi giorni» nuovi aiuti militari all’Ucraina. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale americana, John Kirby, in un briefing con la stampa. «Ciò che conta per noi è assicurarci che gli ucraini abbiano i mezzi per vincere sul campo di battaglia ed ecco perché abbiamo già impegnato oltre 13 miliardi di dollari in assistenza militare alle forze di Kiev» dal 24 febbraio, ha sottolineato. Una settimana fa il presidente americano Joe Biden ha annunciato un nuovo invio di armi per 2,98 miliardi di dollari.
Ore 19:08 - Gli Usa aiuteranno a potenziare le scorte di gas in Europa
Gli Stati Uniti cercheranno il modo di «aumentare le scorte di gas in Europa o di aiutare i Paesi europei a potenziare altre fonti di energia». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, accusando la Russia dell’ennesimo tentativo di «usare l’energia come arma» con la chiusura da parte della Russia di Nord Stream 1.
Ore 19:14 - «Mosca a corto di armi entro fine anno»
La Russia potrebbe esaurire missili guidati, proiettili di artiglieria e veicoli corazzati entro la fine di quest’anno, se la guerra dovesse continuare con questa intensità. Lo sostiene il media indipendente russo The Insider, secondo il quale l’invasione dell’Ucraina ha portato a un «enorme spreco» di armi e equipaggiamento militare. Secondo The Insider, a causa delle sanzioni occidentali la Russia non è in grado di garantire la piena produzione industriale di armi per ricostituire le sue scorte in rapido esaurimento.
Ore 19:49 - Zelensky: «Non restate in silenzio»
«Non restate in silenzio, non lasciateci soli». È uno dei passaggi del discorso trasmesso in Sala Grande da Volodymyr Zelensky nella serata di apertura del Festival del cinema di Venezia. Parole accolte da un lungo applauso del pubblico presente. Sullo schermo sono apparsi i nomi di tutte le vittime ucraine del conflitto con età e luogo del decesso.
Ore 19:57 - Zelensky: «Video a Venezia con i nomi della strage degli innocenti»
«I nomi sono importanti: è la lunghissima lista dei minorenni uccisi fino ad oggi in Ucraina». Con questo elenco della strage degli innocenti, 358 al 29 agosto, si è concluso il messaggio video del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenuto così alla cerimonia di apertura di Venezia 79 per implorare di non dimenticare quello che sta accadendo. Zelensky ha definito i russi «macellai, terroristi, assassini», parlando di «un orrore che non dura 120 minuti come un film, ma da 189 giorni. Non bisogna fare il gioco della Russia che vuole che ci si abitui, ci si rassegni alla guerra. La voce del cinema conta. Gloria all’Ucraina».
Ore 01:33 - Ue-Mosca, il nuovo scontro è sul blocco dei visti agevolati per i russi
(Francesca Basso e Fabrizio Dragosei) Resta alta la tensione tra Russia e Ue. Alla decisione dei ministri degli Esteri dei 27 stati membri di sospendere il regime agevolato di rilascio dei visti con la Russia, Mosca ha replicato che «non rimarrà senza conseguenze» e che «deciderà se le misure saranno simmetriche, asimmetriche o altre che in Ue non si aspettano. Se a Bruxelles hanno deciso di spararsi ancora una volta a un piede è una loro scelta». Finora la Russia ha usato il gas come arma per colpire la Ue per il sostegno all’Ucraina, facendone schizzare i prezzi. Il risultato sono ricavi e utili netti record nei primi sei mesi dell’anno per Gazprom, che ha deciso di staccare un acconto sui dividendi da 20 miliardi.
Ore 01:41 - Oggi la visita degli ispettori internazionali alla centrale atomica
Si svolgerà oggi, in un clima di grande tensione, l’ispezione degli esperti dell'Agenzia internazionale per l’energia atomica nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dalle truppe russe. Il pool di esperti, di cui fa parte anche l’italiano Massimo Aparo, dovrà verificare le condizioni di sicurezza nel grande complesso industriale. Le autorità russe hanno però posto una serie di paletti all’ispezione, a cominciare dal tempo a disposizione per gli esperti, che avranno una sola giornata per controllare la centrale.
Ore 04:58 - Media Usa: controffensiva ucraina porterà perdite di uomini e mezzi
La controffensiva intrapresa dalle forze armate dell’Ucraina nel sud del Paese verso Kherson, attualmente occupata dalle forze russe, comporterà un prezzo elevato di uomini e mezzi a prescindere dall’esito conclusivo. Lo scrive il quotidiano statunitense Wall Street Journal, che ha intervistato otto militari ucraini feriti che hanno preso parte ai combattimenti. Secondo le testimonianze raccolte dal quotidiano, i combattimenti in corso nel sud dell’Ucraina sono feroci, e le forze russe stanno tentando di respingere la controffensiva ucraina con un massiccio impiego di mezzi: «Ci stanno lanciando contro tutto quello che hanno», afferma un militare ucraino 22enne intervistato dal quotidiano, secondo cui le forze russe dispongono di «molto materiale ma pochi uomini», e si stanno difendendo con artiglieria, carri armati, elicotteri e mortai. Il Wall Street Journal riferisce di un consistente flusso di feriti verso «un ospedale nel sud dell’Ucraina». Come ricorda il quotidiano Usa, la situazione sul campo appare poco chiara: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rivendicato successi, mentre il ministero della Difesa russo sostiene che la controffensiva sia stata perlopiù respinta.
Gli ispettori dell’Aiea nella centrale di Zaporizhzhia: «L’integrità è stata violata». Lorenzo Cremonesi, Marta Serafini e Paolo Foschi su Il Corriere della Sera l'1 Settembre 2022
Le notizie di giovedì 1° settembre, in diretta: prosegue la controffensiva ucraina nel sud del Paese, secondo i testimoni «i combattimenti sono feroci»
• La guerra in Ucraina è arrivata al 190esimo giorno.
• Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è intervenuto alla cerimonia di apertura della 79esima mostra del cinema di Venezia con un messaggio registrato: «Non restate in silenzio, non lasciateci soli».
• Oggi è prevista l’ispezione dell’Aiea alla centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Ore 05:24 - Usa aiuteranno l’Europa a aumentare le scorte di gas
Gli Stati Uniti cercheranno il modo di «aumentare le scorte di gas in Europa o di aiutare i Paesi europei a potenziare altre fonti di energia». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, accusando la Russia dell’ennesimo tentativo di «usare l’energia come arma» con la chiusura da parte della Russia di Nord Stream 1.
Ore 05:34 - Ue-Mosca, il nuovo scontro è sul blocco dei visti agevolati per i russi
(Francesca Basso e Fabrizio Dragosei) Resta alta la tensione tra Russia e Ue. Alla decisione dei ministri degli Esteri dei 27 stati membri di sospendere il regime agevolato di rilascio dei visti con la Russia, Mosca ha replicato che «non rimarrà senza conseguenze» e che «deciderà se le misure saranno simmetriche, asimmetriche o altre che in Ue non si aspettano. Se a Bruxelles hanno deciso di spararsi ancora una volta a un piede è una loro scelta». Finora la Russia ha usato il gas come arma per colpire la Ue per il sostegno all’Ucraina, facendone schizzare i prezzi. Il risultato sono ricavi e utili netti record nei primi sei mesi dell’anno per Gazprom, che ha deciso di staccare un acconto sui dividendi da 20 miliardi.
Ore 05:37 - Oggi la visita degli ispettori internazionali alla centrale atomica
Si svolgerà oggi, in un clima di grande tensione, l’ispezione degli esperti dell'Agenzia internazionale per l’energia atomica nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dalle truppe russe. Il pool di esperti, di cui fa parte anche l’italiano Massimo Aparo, dovrà verificare le condizioni di sicurezza nel grande complesso industriale. Le autorità russe hanno però posto una serie di paletti all’ispezione, a cominciare dal tempo a disposizione per gli esperti, che avranno una sola giornata per controllare la centrale.
Ore 05:40 - Media Usa: controffensiva ucraina porterà perdite di uomini e mezzi
La controffensiva intrapresa dalle forze armate dell’Ucraina nel sud del Paese verso Kherson, attualmente occupata dalle forze russe, comporterà un prezzo elevato di uomini e mezzi a prescindere dall’esito conclusivo. Lo scrive il quotidiano statunitense Wall Street Journal, che ha intervistato otto militari ucraini feriti che hanno preso parte ai combattimenti. Secondo le testimonianze raccolte dal quotidiano, i combattimenti in corso nel sud dell’Ucraina sono feroci, e le forze russe stanno tentando di respingere la controffensiva ucraina con un massiccio impiego di mezzi: «Ci stanno lanciando contro tutto quello che hanno», afferma un militare ucraino 22enne intervistato dal quotidiano, secondo cui le forze russe dispongono di «molto materiale ma pochi uomini», e si stanno difendendo con artiglieria, carri armati, elicotteri e mortai. Il Wall Street Journal riferisce di un consistente flusso di feriti verso «un ospedale nel sud dell’Ucraina». Come ricorda il quotidiano Usa, la situazione sul campo appare poco chiara: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rivendicato successi, mentre il ministero della Difesa russo sostiene che la controffensiva sia stata perlopiù respinta.
Ore 07:46 - L’Ucraina accusa la Russia di bombardare il percorso dell’Aiea
Le autorità ucraine stamattina hanno accusato Mosca di effettuare attacchi di artiglieria su Energodar, la città dove si trova la centrale nucleare di Zaporizhzhia, proprio nel giorno in cui inizia la missione internazionale dell’Aiea. «I russi stanno attaccando l’intinerario che devono percorrere i tecnici dell’Aiea per arrivare alla centrale di Zaporijzhya» ha scritto su Telegram il sindaco in esilio della città Dmytro Orlov affermando che la delegazione non poteva «proseguire il suo percorso» verso l’impianto «per motivi di sicurezza». «Chiediamo alla Russia di fermare le sue provocazioni e di dare all’Aiea l’accesso a questo impianto nucleare ucraino», ha continuato Orlov.
Ore 08:06 - Governatore Donetsk: bombardamenti russi causano 5 morti
Cinque persone sono state uccise e altre 12 sono rimaste ferite a causa dei bombardamenti russi su aree popolate nella regione di Donetsk effettuati nelle ultime 24 ore. Lo ha dichiarato questa mattina il capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, su proprio canale Telegram. «Il 31 agosto, i russi hanno ucciso cinque civili nella regione di Donetsk: a Rozdilny, Severnoy, Georgiivtsi, Bakhmut e Sloviansk. Altre 12 persone sono rimaste ferite», ha scritto il governatore.
Ore 08:08 - I filorussi accusano Kiev: «Squadra d’assalto per impedire visita Onu»
Truppe ucraine hanno attraversato il fiume Dnepr e sono sbarcate vicino a Enerhodar, nell’Ucraina sud-orientale, nei cui pressi si trova la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo ha dichiarato questa mattina il capo dell’amministrazione filorussa di Enerhodar, Aleksandr Volga, all’agenzia di stampa «Ria Novosti». «L’aviazione (russa) sta lavorando su di loro», ha affermato il funzionario, riferendosi ai militari ucraini, che ha accusato di voler ostacolare la visita odierna della delegazione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), guidata dal direttore generale Rafael Grossi, alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa.
Ore 09:02 - Missione Aiea lascia Zaporizhzia per raggiungere la centrale
La missione dell’Aiea ha lasciato la città di Zaporizhzia per raggiungere la centrale nucleare nella città di Energodar controllata dai russi, nonostante le notizie dei bombardamenti. Lo riporta la Reuters. Il direttore generale dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi, ha detto che la missione è al corrente dell’«accresciuta attività militare nella zona», ma che andrà avanti come programmato per raggiungere la centrale nucleare di Zaporizhzia e incontrare il personale. «Arrivati così lontano, non ci fermiamo», ha detto Grossi, secondo la Reuters. Sim
Ore 09:17 - Energoatom: spento il reattore 5 dopo attacco russo
L’Agenzia ucraina per l’energia nucleare, Energoatom, ha annunciato su Telegram che, «a causa di un altro colpo di mortaio da parte delle forze di occupazione russe al sito della centrale nucleare di Zaporizhzhia, è stata attivata la protezione di emergenza e l’unità di potenza 5 è stata spenta». L’unità 5 è uno dei due reattori ancora operativi nella centrale. Energoatom ha precisato che «l’unità 6 continua a funzionare» e che «i lavoratori ucraini della centrale stanno facendo del loro meglio per rimediare ai danni alle infrastrutture».
Ore 09:38 - Esercitazioni militari della Russia con Cina, India e altri Paesi
La Russia ha avviato esercitazioni militari su larga scala nell’est del Paese che coinvolgono forze provenienti dalla Cina, una dimostrazione di legami di difesa sempre più stretti tra Mosca e Pechino in mezzo alle tensioni con l’Occidente per la guerra in Ucraina, come ha riferito il ministero della Difesa della Federazione Russa. Le esercitazioni Vostok-2022, che dovrebbero terminare il 7 settembre, si stanno svolgendo in varie località dell’Estremo Oriente russo e nel Mar del Giappone, coinvolgendo più di 50.000 militari e più di 5.000 armi, di cui 140 aerei e 60 navi da guerra. Vi partecipano anche truppe provenienti da India, Laos, Mongolia, Nicaragua, Siria e diversi Paesi dell’ex Unione Sovietica. L’India continua a sottolineare la sua posizione di neutralità riguardo alla guerra della Russia in Ucraina, dicendo di mantenere buone relazioni sia con l’Occidente che con Mosca. La Cina ha chiaramente rifiutato di criticare la guerra della Russia in Ucraina, accusando gli Stati Uniti e la Nato per le provocazioni di Mosca, e ha condannato le sanzioni occidentali imposte alla Russia.
Ore 11:13 - Lavrov: «Missione Aiea a Zaporizhzhia sia obiettiva»
Mosca si aspetta obiettività dalla visita della missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. «Ci aspettiamo obiettività. Sebbene tutti gli altri che sono coinvolti in questa visita, in un modo o nell’altro, abbiano fatto dei tentativi per renderla difficile. Chiaramente non vogliono che la missione dell’Aiea tragga conclusioni oggettive», ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, come riporta Interfax in riferimento alle accuse da parte dell’esercito russo di un tentativo di sabotaggio delle forze armate ucraine a Zaporizhzhia.
Ore 11:57 - Staff Zelensky: «La Russia vuole rovinare la missione Aiea»
Mentre Ucraina e Russia si scambiano accuse sull’attività militare che circonda la visita dell’Aiea alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, è arrivata la prima reazione ufficiale dell’entourage del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il capo dell’ufficio di presidenza ucraina, Andriy Yermak, ha accusato la Russia di aver tentato di «rovinare» la missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica nel complesso controllato dalle forze di Mosca. «I russi hanno bombardato [la città di] Energodar e il territorio della centrale nucleare di Zaporizhzhia», ha scritto Andriy Yermak su Telegram, accusando la Russia di agire come uno «stato terrorista». I «criminali devono essere fermati», ha aggiunto. La Russia ha negato ogni sua responsabilità e ha accusato a sua volta dei bombardamenti un «gruppo di sabotaggio» ucraino. Trattandosi di una zona di guerra, è quasi impossibile sapere con certezza quale ricostruzione sia corretta e quale no.
Ore 12:54 - Ritardo di tre ore per la missione Aiea
Il viaggio della missione Aiea alla centrale nucleare di Zaporizhzhia è stato ritardato di circa tre ore da parte dei soldati della prima linea ucraina. Lo ha detto il portavoce dell’Agenzia alla Cnn. «Il direttore generale Grossi ha negoziato personalmente con le autorità militari ucraine per poter procedere e rimane determinato affinché la missione raggiunga oggi la centrale», ha spiegato.
Ore 13:23 - Macron, dividere l’Europa è fra obiettivi guerra Russia
«La divisione dell’Europa è uno degli obiettivi della guerra della Russia» in Ucraina: lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, affermando poi che «l’unità degli europei» ha un ruolo «chiave» in questo campo. «Non dobbiamo permettere che l’Europa si divida», si tratta «di una sfida quotidiana», ha aggiunto il capo dell’Eliseo parlando davanti agli ambasciatori francesi riuniti all’Eliseo.
Ore 13:26 - I filorussi: «Missione Aiea ha passato il controllo in territorio liberato»
«L’auto con il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’agenzia atomica (Aiea), Rafael Grossi, ha passato un nostro controllo a un posto di blocco nel territorio liberato della regione di Zaporizhzhia. Tra pochi minuti il convoglio proseguirà il suo cammino verso la centrale». Lo ha detto il capo dell’amministrazione filorussa della regione di Zaporizhizhia, Yevhen Balitsky, come riporta Ria Novosti.
Ore 13:41 - La missione Aiea è arrivata alla centrale di Zaporizhzhia
La delegazione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) è arrivata alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo riferisce l’agenzia di stampa russa Ria.
Ore 17:51 - La missione dell’Aiea prosegue fino a sabato
L’Aiea lascerà i suoi esperti nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, dove sono arrivati questa mattina. Lo ha annunciato il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, citato dalla Tass: «Rappresentanti, esperti dell’Aiea, rimangono nell’impianto di Zaporizhzhya. Oggi abbiamo esaminato parecchio, abbiamo iniziato la prima valutazione, faremo ulteriori analisi» ha detto Grossi prima di lasciare l’Ucraina. Dei 14 ispettori della missione Aiea , dagli 8 ai 12 resteranno presso la centrale di Zaporizhzhia almeno fino a sabato 3 settembre, nonostante i rischi.
L’Ucraina «non può garantire» la sicurezza per questa missione ha affermato alla Cnn il ministro dell’Energia di Kiev, Herman Halushchenko, sottolineando che la situazione intorno alla struttura nucleare rimane «un pasticcio».
Mentre gli esperti si facevano strada attraverso la zona di guerra verso il complesso, Russia e Ucraina si sono accusate a vicenda di bombardare l’area e di aver tentato di far fallire la visita. Il pesante bombardamento ha ritardato l’avanzamento della squadra verso l’impianto. «C’è stato un aumento dell’attività militare, anche questa mattina», ha detto Grossi durante il viaggio, aggiungendo che dopo essere stato informato dall’esercito ucraino ha deciso di continuare a muoversi nonostante i rischi. «Pensando i pro ei contro ed essendo arrivati così lontano, non ci fermiamo».
Ore 18:14 - «Ispettori dell’Aiea a Zaporizhzhia anche dopo la fine della missione»
Il capo dell’Aiea Rafael Grossi ha annunciato che esperti dell’agenzia rimarranno nella centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia dopo la partenza della delegazione in visita. Il mantenimento degli esperti nella centrale, ha spiegato Grossi conversando con i giornalisti, «riteniamo che sia indispensabile per stabilizzare la situazione e avere aggiornamenti regolari, affidabili, imparziali, neutrali» su quanto accade nell’impianto.
Ore 18:43 - Ambasciatore Zazo: scarse prospettive ripresa negoziati a breve
Le prospettive di una ripresa dei negoziati a breve tra Kiev e Mosca «purtroppo sono scarse». Lo ammette l’ambasciatore italiano in Ucraina, Pierfrancesco Zazo, che in un’intervista all’Adnkronos sottolinea «la totale mancanza di fiducia tra le parti», con la Russia che non ha tra l’altro neanche raggiunto l’obiettivo minimo della conquista del Donbass, mentre in Ucraina l’«opinione pubblica è diventata sempre più antirussa e meno disponibile ad un compromesso, dopo le migliaia di vittime civili provocate dai bombardamenti e dagli eccidi di Bucha e Irpin».
Ore 19:08 - Mosca: stop petrolio ai Paesi ostili se impongono un tetto
Mosca sospenderà le forniture di petrolio ai cosiddetti «Paesi ostili» se essi imporranno «restrizioni» sul prezzo del petrolio russo. Lo annuncia il vice premier russo Alexander Novak, secondo quanto riferisce la Tass.
Ore 19:17 - Grossi: l’integrità fisica della centrale è stata violata
«L’integrità fisica della centrale» di Zaporizhzhia, occupata dai russi, «è stata violata». Lo afferma il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, dopo l’ispezione avvenuta oggi.
Ore 19:21 - Mosca chiede riunione Consiglio Onu su Zaporizhzhya
La Russia ha chiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu per il 6 settembre sul presunto bombardamento da parte dell’Ucraina della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo ha detto il vice ambasciatore russo al Palazzo di Vetro, Dmitry Polyanskiy, affermando che la richiesta arriva «alla luce dei continui bombardamenti della centrale da parte dell’Ucraina e dello sconsiderato tentativo del regime di Kiev di far deragliare la visita della missione Aiea». Mosca ha chiesto che all’incontro intervengano anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e il capo dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi.
Ore 19:54 - Fbi perquisisce case a Ny dell’oligarca russo Vekselberg
L’Fbi, il dipartimento per sicurezza nazionale Usa e la polizia di New York stanno perquisendo le proprietà a Manhattan e Long Island dell’oligarca russo Viktor Vekselberg, il miliardario e fondatore del gruppo energetico Renova Group. Lo riporta Nbc news.
Vekselberg, nato in Ucraina, è stato colpito da sanzioni Usa nel 2018 e lo scorso aprile la polizia spagnola, in collaborazione con l’Fbi, ha sequestrato a Maiorca il suo mega yacht Tango da 80 milioni di dollari. L’oligarca è anche un importante donatore di diversi musei e istituzioni culturali occidentali, tra le quali la Tate di Londra, il Lincoln Center e la Carnegie Hall di New York. In passato ha anche testimoniato nell’ambito dell’inchiesta Mueller sui rapporti commerciali dell’allora presidente Donald Trump con la Russia.
Ore 20:07 - Grossi: esperti Aiea resteranno alcuni giorni
Gli ispettori dell’Aiea resteranno nella centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, che è occupata dalle truppe russe, «fino a domenica o a lunedì». Lo ha annunciato il capo dell’Agenzia dell’Onu, Rafael Grossi. «Un gruppo rimarrà fino a domenica o lunedì per proseguire l’esame» dell’impianto, ha dichiarato Grossi tornando nel territorio controllato dalle truppe ucraine.
Gazprom: «Stop a Nord Stream». Ue: «Fornitore inaffidabile». Lorenzo Cremonesi e redazione Esteri e Online su Il Corriere della Sera il 2 Settembre 2022.
Le notizie di venerdì 2 settembre. L'euro scivola sotto la parità con il dollaro. Zelensky al Forum Ambrosetti: «La protezione della centrale nucleare è una tutela contro il disastro nucleare».
• La guerra in Ucraina è arrivata al 191esimo giorno.
• La crisi del gas in primo piano. Gazprom: anche con le scorte al massimo i Paesi Ue faticheranno a superare l’inverno. E sul petrolio Mosca minaccia lo stop alle forniture per chi impone il price cap
• Zelensky al Forum Ambrosetti a Cernobbio ringrazia Mario Draghi
• Russia, il vicepresidente di Lukoil è morto cadendo dalla finestra dell’ospedale. La società petrolifera: «Era malato».
• Il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi dopo l’ispezione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia: «L’integrità fisica violata più volte». Cinque rappresentanti della missione resteranno nell’impianto.
Ore 01:43 - Melipol: cinque esplosioni a Melitopol
Un giornalista della Tass ha registrato almeno cinque potenti esplosioni a Melitopol, città ucraina occupata dai russi. Secondo le prime informazioni, sarebbero state prodotte dall’entrata in azione della difesa aerea. distrutto un deposito di munizioni.
Ore 03:01 - L’Aiea resta nella centrale di Zaporizhzia
La missione dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha ottenuto il permesso di restare anche oggi nella centrale di Zaporizhzia, dove ieri hanno potuto constatare «gravi violazioni» delle quali russi e ucraini continuano ad accusarsi reciprocamente. La Russia chiede una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu accusando Kiev di aver bombardato la centrale.
Ore 05:02 - Otto navi autorizzate a lasciare l’Ucraina con 158.000 tonnellate di alimenti
Il centro di coordinamento di Istanbul ha autorizzato altre otto navi a lasciare l’Ucraina con un carico complessivo di circa 158.000 tonnellate di alimenti. Lo fa sapere la Tass. Le navi cisterna per carichi secchi Nord Virgo e Fulmar S partiranno dal porto di Yuzhny diretti in Cina e Bulgaria con carichi rispettivamente di mais e panelli di semi di girasole. Il Mubariz Ibrahimov e lo Stella G partiranno da Odessa verso la Turchia e Israele con olio di semi di girasole e mais. La Katsuyama lascerà Chernomorsk con olio di girasole per l’India, la Mavka trasporterà olio di girasole in Romania, la Spring esporterà il grano in Turchia e la Ganga Star porterà la colza in Francia. Tutte queste navi partiranno oggi, compresa l’Afanasiy Matyushenko, che avrebbe dovuto lasciare Chernomorsk martedì ma ha rimandato la partenza, e lascerà ora il porto con un carico di grano destinato alla Turchia. (ANSA).
Ore 05.10 - Us Open: tennista ucraina nega la mano all’avversaria bielorussa
Agli Us Open la tennista ucraina Marta Kostyuk ha affrontato la bielorussa Victoria Azarenka con un nastro con i colori della bandiera ucraina attaccato al cappello, e alla fine della partita, si è rifiutata di stringere la mano all’avversaria. La Kostyuk ha affermato che stringere la mano alla bielorussa Victoria Azarenka dopo la partita non sarebbe stata «la cosa giusta da fare». Lo aveva annunciato prima del match, che ha perso 6-2 6-3, in un messaggio mandato alla Azarenka in cui diceva che avrebbe concesso solo di toccare la rete con le racchette. «Tutti cercano di essere super diplomatici su questa cosa - si è giustificata la ventenne tennista ucraina - ma la mia nazione viene uccisa ogni giorno».
Ore 06:14 - Nave con grano Ucraino e diretta a Ravenna si è arenata nel Bosforo
La nave cargo Lady Zehma, con 3 mila tonnellate di grano ucraino diretto in Italia, si è arenata nel Bosforo, bloccando il passaggio attraverso Istanbul. La nave, lunga 173 metri, era diretta a Ravenna. Nessun passeggero è rimasto ferito. A causare l’incidente, sarebbe stato un guasto al timone a circa 150 metri dalla costa.
Ore 08:00 - Difesa Gb: «Ancora bombardamenti vicino a Zaporizhzhia»
Il ministero della Difesa britannico ha detto che continuano i pesanti combattimenti nel sud dell’Ucraina, compresi i bombardamenti nel distretto di Enerhodar, vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia occupata dai russi.
Ore 09:01 - Il team Aiea resta a Zaporizhzhia per lavorare
Otto rappresentanti della missione Aiea e 4 assistenti sono rimasti alla centrale nucleare di Zaporizhzhia per lavorare, secondo quanto hanno riferito le autorità della cittadina di Energodar.
Ore 09:24 - Zelensky al Forum Ambrosetti a Cernobbio: «Pronti ad aumentare export gas verso Ue»
«La protezione della centrale nucleare è una tutela contro il disastro nucleare», ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo intervento in video collegamento al Forum Ambrosetti in corso a Cernobbio. «Non possiamo permettere rischi nucleari».
«Spero di incontrare in Italia il premier Mario Draghi», ha poi aggiunto il presidente ucraino. «Draghi ha dato molto sostegno al mio Paese, il suo impegno personale è stato molto apprezzato».
«L’Ucraina è pronta ad aumentare l’esportazione di energia verso i vostri paesi. Per questo è importante che la centrale di Zaporizhzhia possa operare in maniera sicura e rimanga collegata alla rete elettrica ucraina. I russi hanno indebolito la nostra capacità di aiutare l’Europa nel settore energetico».
Noi possiamo aiutare a stabilizzare i consumi energetici dei Paesi vicini ed europei, continua Zelensky, e questo, dice, «può ridurre la pressione russa sull’Europa». «Anche ora, nonostante la difficoltà, possiamo esportare energia pari all’8% del fabbisogno italiano. Inoltre, l’Ucraina può diventare un “green energy hub” per l’Europa e sostituire le energie sporche della Russia. Abbiamo un grande potenziale per sviluppare le energie rinnovabili e l’idrogeno verde».
Il presidente ucraino ha poi nuovamente citato la necessità di «fermare questa guerra tutti insieme», per poi «muoverci verso una relazione economica più significativa». «L’Ucraina è già uno dei più grandi produttori di prodotti agricoli e con voi possiamo rafforzare questo ruolo e fare dell’Ucraina un luogo per la produzione di prodotti alimentari accessibili per tutto il mondo. Inoltre, l’Ucraina è la perfetta location per altre produzioni, abbiamo gas, litio, personale qualificato, logistica veloce, accesso ai mercati europei», ha poi concluso Zelenksy. «Grazie alle imprese italiane che hanno già mostrato interesse, così come al Paese per aver dato accoglienza ai tanti rifugiati, non lo dimenticheremo mai».
Ore 11:39 - Cinque forti esplosioni a Melitopol
Cinque potenti esplosioni si sono sentite oggi a Melitopol, città ucraina occupata dai russi. Lo scrive l’agenzia russa Tass, che le addebita, come scritto anche in altre occasioni, ad esplosioni della difesa aerea.
Ore 12:00 - Mosca, due rappresentanti Aiea a Zaporizhzhia su base permanente
Due rappresentanti dell’Agenzia internazionale per l’agenzia atomica (Aiea) rimarranno presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia su base permanente. Lo ha detto a Ria Novosti, Mikhail Ulyanov, rappresentante per la Russia alle Organizzazioni Internazionali a Vienna.
Ore 12:40 - Cremlino: molto positivo l’arrivo della missione Aiea
«È ancora presto per fare valutazioni sull’operato della missione dell’Aiea alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, ma in generale valutiamo in modo molto positivo il fatto che nonostante tutte le difficoltà e i problemi, comprese le azioni provocatorie della parte ucraina, la delegazione sia arrivata e abbia iniziato il proprio lavoro». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass.
Peskov ha anche parlato di una conversazione telefonica tra Putin e Scholz, che deve essere ancora programmata. «La discussione è l’unica via d’uscita da situazioni difficili, ma una conversazione tra il presidente russo Vladimir Putin e il cancelliere tedesco Olaf Scholz non è ancora stata pianificata».
Ore 12:50 - Il gigante del petrolio e del gas Equinor lascia la Russia
La società energetica norvegese Equinor diventa la prima compagnia petrolifera e del gas internazionale a ritirarsi completamente dalla Russia. Equinor, che è responsabile di circa il 70% della produzione norvegese di petrolio e gas, ha dichiarato di aver completato la sua uscita dalla Russia. All'inizio di questa settimana, la Exxon Mobil Corp ha notificato ai funzionari russi che avrebbe citato in giudizio il governo federale a meno che Mosca non gli avesse permesso di uscire da un importante progetto di petrolio e gas, ha riferito il Wall Street Journal. Nel frattempo, Shell e BP hanno detto che intendono lasciare la Russia, ma devono ancora completare il ritiro.
Ore 13:06 - Von der Leyen: «Necessario il price cap su gas russo»
La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha dichiarato ai giornalisti a margine di un evento in Baviera che è necessario applicare un price cap sulle importazioni di gas dalla Russia.
Ore 13:07 - Il Cremlino: «Nord Stream fermo per motivi tecnici». Ma le vere ragioni sono politiche
L'affidabilità del gasdotto Nord Stream, che porta il gas russo in Europa, è minacciata a causa della mancanza di dotazioni tecnologiche, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass. «Non ci sono riserve tecnologiche, è in funzione solo una turbina, quindi fate voi i conti», ha detto Peskov a due giorni dall’ennesima chiusura «per manutenzione» del gasdotto Nord Stream 1 da parte di Gazprom. In questo caso lo stop si spiegherebbe con la manutenzione dell’unico compressore di Nord Stream 1 ancora in funzione, mentre in luglio la ragione ufficiale di uno stop di dieci giorni fu la mancanza di una turbina Siemens in riparazione in Canada. I governi di Germania e dello stesso Canada erano arrivati a allentare le sanzioni pur di permettere di spedire turbine di Siemens a Gazprom per i prossimi due anni, eppure i russi non hanno mai voluto indietro il pezzo mancante. Perché la causa delle interruzioni non è tecnica, ma politica, ha scritto Federico Fubini. Semplicemente, Vladimir Putin ha dato mandato a Gazprom di destabilizzare quanto più possibile le quotazioni del gas in Europa. Qui spieghiamo con quali conseguenze.
Ore 13:21 - Kiev: ispettori Onu fuorviati dai russi. Stasera la conferenza stampa di Grossi
Sarà «difficile» per l'Aiea fare una valutazione imparziale della situazione alla centrale di Zaporizhzhia per via dell'interferenza russa, prevede la compagnia nucleare statale ucraina, Energoatom. «Gli occupanti russi stanno facendo ogni sforzo per impedire alla missione Onu di conoscere il reale stato delle cose nella centrale nucleare di Zaporizhia. Stanno diffondendo manipolazioni e false informazioni» accusa su Telegram dell'operatore ucraino Energoatom dopo l'ispezione dell'agenzia nucleare nella centrale occupata dai russi. Per l'operatore ucraino, «i russi mentono sui bombardamenti e sui danni alle infrastrutture della centrale e incolpano le forze armate ucraine per questo». Per Kiev, i russi hanno presentato agli esperti dell'Aiea come «truppe di difesa chimica» i camion militari che, in violazione di tutti i requisiti di sicurezza antincendio, si trovano nelle sale macchine. Inoltre, gli occupanti non hanno consentito la missione nel centro di crisi della centrale nucleare, perché lì hanno nascosto il personale militare russo che si trova alla stazione. Per Energoatom i russi «hanno presentato uno spettacolo pre-programmato e una messa in scena» alla missione Aiea. Stasera verso le 20,30 - dopo il suo atterraggio a Vienna — è attesa la conferenza stampa del capo dell'Aiea, Rafael Grossi, sulla missione.
Ore 13:53 - Verso ok del G7 al tetto al prezzo del petrolio russo
I Paesi del G7 sono pronti ad approvare l’introduzione di un tetto al prezzo per gli acquisti globali di petrolio dalla Russia. Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg, gli Usa sperano che la mossa allenti la pressione sul mercato dell’energia e tagli i ricavi di Mosca. I ministri delle finanze del G7 si riuniranno oggi con l’intenzione di approvare il piano che conterrà i limiti entro cui verrà fissato il tetto e una data possibili per l’avvio della misura. Dopo l’ok del G7, per renderlo operativo toccherà all’Ue modificare il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, che vieta acquisti di petrolio russo dal 5 dicembre.
Ore 14:13 - Medvedev: con price cap non ci sarà più gas russo in Europa
Il gas russo «non ci sarà più» in Europa se l’Ue imporrà il price cap. Lo ha dichiarato il vice capo del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, come riporta la Tass. Commentando la richiesta del capo della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di introdurre un tetto massimo per i prezzi del gas russo, Medvedev ha avvertito: «Sarà come per il petrolio. Solo non ci sarà più gas russo in Europa».
Ore 14:14 - Grano: Kiev, esportate oltre 1,72 mln tonnellate di cereali da Ucraina
Oltre 1,72 milioni di tonnellate di cereali sono già state esportate da tre porti ucraini, divenuti operativi grazie all’accordo sul grano siglato tra Kiev e Mosca con Onu e Turchia. Lo riferisce il ministero delle Infrastrutture ucraino, come riporta Ukrinform. Dal 1° agosto, da quando è iniziata l’attuazione dell’accordo sul grano, i cereali sono stati spediti da Odessa, Chornomorsk e Pivdenny, e un totale di 68 navi ha lasciato l’Ucraina per raggiungere i porti di destinazione (in 18 Paesi del mondo).
Ore 15:03 - G7: ministri Finanze concordano price cap greggio russo
«Oggi confermiamo la nostra intenzione politica congiunta di finalizzare e attuare un divieto globale di servizi che consentano il trasporto marittimo di petrolio greggio e prodotti petroliferi di origine russa a livello globale. La fornitura di questi servizi sarebbe consentita solo se il petrolio e i prodotti petroliferi sono acquistati a un prezzo o inferiore a un tetto di prezzo determinato dall’ampia coalizione di Paesi che aderiscono e attuano il limite di prezzo. Il price cap è specificamente progettato per ridurre le entrate russe e la capacità della Russia di finanziare la sua guerra di aggressione, limitando al contempo l’impatto della guerra di Mosca sui prezzi globali dell’energia, in particolare per i paesi a basso e medio reddito, consentendo solo ai fornitori di servizi di continuare a fare affari relativi al petrolio marittimo russo e ai prodotti petroliferi venduti a o al di sotto del limite di prezzo». È quanto si legge in una dichiarazione dei ministri delle finanze del G7 al termine dell’incontro di oggi.
Ore 15:13 - Gas: von der Leyen, Putin preferisce bruciarlo che venderlo
«Il mercato elettrico non è più funzionale perché gravemente sconvolto dalla manipolazione di Putin. Ed è per questo che dobbiamo fare un passo avanti. Prima di tutto, la massima priorità è il risparmio energetico. C’è troppa poca energia a livello globale. Putin preferisce bruciare il gas piuttosto che fornirlo contrattualmente all’Europa o ad altre regioni. Quindi risparmiare energia con saggezza, soprattutto nelle ore di punta, in modo da non aver bisogno di gas». Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a margine della riunione dei parlamentari conservatori della Csu/Cdu in Germania.
Ore 15:43 - Petrolio: Yellen, price cap duro colpo alle finanze russe
Il price cap deciso dai ministri delle Finanze del G7, secondo il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, «aiuterà a dare un grande colpo alle finanze della Russia» e «ostacolerà le sue capacità nella guerra in ucraina».
Ore 15:45 - Kiev, riattivato reattore Zaporizhzhia colpito dai russi
«Il reattore n.5 della centrale nucleare di Zaporizhzhia, scollegato da ieri mattina a seguito di un altro colpo di mortaio delle forze di occupazione russe nel sito, è stato collegato nuovamente alla rete elettrica». Lo ha annunciato su Telegram l’azienda energetica ucraina Energoatom. «Attualmente, nell’impianto sono in funzione due reattori che producono elettricità per il fabbisogno dell’Ucraina», ha aggiunto l’azienda.
Ore 16:28 - Mosca: gli Usa sono ormai quasi parte del conflitto
«Mettiamo in guardia gli Usa dal fare passi provocatori, compresa la fornitura (all’Ucraina) di armi di sempre più a lunga gittata e più distruttive». Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov, come riporta l’agenzia Interfax, affermando che c’è ormai solo una «sottilissima linea a separare gli Stati Uniti dal diventare una parte in conflitto». «Le sfacciate forze anti-russe — avverte Ryabkov — non devono illudersi che tutto rimarrà immutato una volta che quella linea sarà stata superata».
Ore 16:45 - Gentiloni: «Con price cap via i ricavi alla Russia e giù i prezzi»
L’appoggio del G7 al “price cap” «è un passo importante verso due obiettivi: negare i ricavi della Russia per finanziare la brutale guerra di Putin contro L’Ucraina e far pressione al ribasso sui prezzi globali dell’energia». Lo afferma il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni. Il G7 lavorerà per «un’ampia coalizione globale per finalizzare la progettazione e il livello del tetto di prezzo e attuarlo congiuntamente, per massimizzarne l’efficacia», aggiunge. «La Commissione farà pienamente la propria parte lavorando per raggiungere l’unanimità tra i nostri 27 Stati membri per attuare questa misura nell’Ue».
Ore 17:51 - Sanzioni, perdite per le banche russe pari a 25 mld euro
Il settore bancario russo ha subito perdite pari a 1.500 miliardi di rubli (25 miliardi di euro al cambio attuale) nella prima metà dell’anno a causa delle sanzioni. Lo ha detto al giornale Rbc il primo vice governatore della Banca centrale, Dmitry Tulin, sottolineando che si tratta del primo bilancio in rosso negli ultimi sette anni. Lo riferisce l’agenzia Tass. Da gennaio a giugno di quest’anno delle 329 banche russe tre quarti hanno registrato profitti e un quarto perdite, ha precisato Tulin. Le transazioni bancarie in valuta straniera hanno provocato perdite pari a 1.000 miliardi di rubli (16,5 miliardi di euro), dovute alle forti oscillazioni nel tasso di cambio del rublo, prima precipitato e poi rafforzatosi fino a livelli mai visti dal 2015 contro il dollaro e l’euro. Tulin ha ricordato che il settore bancario russo nel 2021 ha segnato profitti record pari a 2.400 miliardi di rubli (40 miliardi di euro).
Ore 18:16 - Kiev bombarda una base russa vicino alla centrale nucleare
L’Ucraina ha riferito di aver colpito una base russa a Energodar, la città dove si trova la centrale nucleare di Zaporizhzhia occupata dalle truppe russe. «Nelle località di Kherson e di Energodar, attacchi precisi delle nostre truppe hanno distrutto tre sistemi di artiglieria nemici, oltre a un deposito di munizioni», ha affermato l’esercito ucraino nel suo rapporto serale.
Ore 18:43 - Gazprom trova un nuovo guasto, Nord Stream resta fermo
Gazprom ha individuato alcune perdita di olio nel corso dei lavori di manutenzione in corso alla stazione di compressione di Portovaya. «I guasti e danni individuati — spiega Gazprom sul suo canale Telegram — non consentono una operatività sicura ed esente da problemi del motore della turbina». Per questa ragione «il trasporto di gas» è stato «completamente fermato».
Ore 19:17 - Usa: lavoreremo per un tetto al prezzo del petrolio russo
Gli Usa lavoreranno nelle prossime settimane per definire un tetto globale al prezzo del petrolio russo, che ridurrebbe significativamente gli introiti di Vladimir Putin per sostenere la guerra in Ucraina che darebbe a più Paesi una leva migliore per fare accordi energetici con Mosca: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre.
Ore 19:39 - Biden chiede al congresso altri 13,7 miliardi di aiuti per Kiev
La Casa Bianca ha chiesto al Congresso l'approvazione di ulteriori 13,7 miliardi di dollari di aiuti nell'ambito delle spese per fronteggiare l'invasione russa. I fondi richiesti sono suddivisi in 11,7 miliardi di dollari di aiuti militari a Kiev e in 2 miliardi di dollari per consolidare le forniture energetiche per compensare l'impatto della guerra sul mercato globale dell'energia. Lo hanno riferito fonti dell'Amministrazione citate da The Hill.
Ore 19:56 - Ue: l’annuncio di Gazprom conferma l’inaffidabilità del fornitore
«Un’altra conferma dell’inaffidabilità» di Gazprom come fornitore. Lo scrive su Twitter il portavoce Commissione Ue Eric Mamer commentando l’annuncio con cui Gazprom ha comunicato che i flussi di gas attraverso Nord Stream non riprenderanno domani, come inizialmente previsto, per problemi riscontrati a una turbina. L’annuncio, ha aggiunto il portavoce, «è anche una prova del cinismo della Russia: preferisce bruciare il suo gas piuttosto che onorare i contratti».
Ore 20:24 - Cingolani: «Il ricatto russo è chiaro, è una partita di poker»
«Il ricatto russo è chiaro a tutti, tra l'altro l'aumento dei prezzi stabilito dal Ttf ha favorito i russi perché ci hanno dato meno gas a prezzo più alto», consentendo di «guadagnare un sacco di soldi con cui finanziare la guerra». Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani al Tg1 alla minaccia della Russia di azzerare i flussi di gas verso l'Europa. «La Russia non può sospendere così rapidamente le forniture perché non ha altri gasdotti dove mettere questo gas e venderlo altrove. È una partita di poker».
Ore 20:53 - Euro scivola sotto la parità con stop a Nord Stream
L'euro scivola nuovamente sotto la parità con il dollaro dopo che Gazprom ha annunciato lo stop del gasdotto Nord Stream che domani non riaprirà, adducendo nuovi problemi tecnici. La moneta unica, che fino all'annuncio del colosso energetico russo si trovava sopra la parità, è scesa repentinamente a 0,996, scontando l'accresciuto rischio di una recessione europea dovuta alla carenza di gas russo durante l'inverno.
Ore 21:07 - Grossi (Aiea): martedì informerò Onu su risultati missione Zaporizhzhia
Il direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Rafael Grossi, in conferenza stampa a Vienna, ha affermato che martedì informerà il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sui risultati della visita degli esperti a Zaporizhzhia. Grossi ha inoltre annunciato che il team dell'agenzia preparerà un rapporto sull'esito della missione per l'inizio della prossima settimana.
Ore 21:19 - Kiev: colpiti obiettivi russi a Enerhodar
Le forze armate di Kiev hanno riferito di aver colpito obiettivi russi nella città di Enerhodar, occupata da Mosca nel sud dell'Ucraina, nei pressi della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo ha reso noto lo Stato maggiore delle forze armate ucraine su Facebook. «È stato confermato che nella regione intorno alle città di Kherson ed Enerhodar precisi attacchi delle nostre forze armate hanno distrutto tre sistemi di artiglieria nemici, oltre a un magazzino con munizioni e una compagnia di soldati».
Ore 21:37 - Parolin: «Santa Sede aperta a tutti per l'obiettivo della pace»
«Noi come Santa Sede restiamo sempre aperti a tutti, per offrire a tutti la possibilità di incontrarsi e superare le contrapposizioni». Lo ha detto il Segretario di Stato vaticano, il card. Pietro Parolin, a Tg2 Post. Parlando della guerra in Ucraina ha sottolineato: «Siamo aperti agli aggressori e agli aggrediti per arrivare a un negoziato, ad una tregua e a una pace duratura».
Kadyrov e l’ipotesi delle sue dimissioni. Medvedev: «L’Occidente gioca a scacchi con la morte». Lorenzo Cremonesi e redazione Esteri su Il Corriere della Sera il 3 settembre 2022.
Le notizie di sabato 3 settembre. Ulteriore avvicinamento Russia-Cina: da domenica, Vladimir Putin parteciperà alle manovre militari con lo Stato asiatico
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• La guerra in Ucraina è arrivata al 192esimo giorno.
• L'Unione europea trova l'accordo per il tetto al prezzo del gas.
•Mosca chiude il gasdotto Nord Stream 1. Il portavoce Ue: «Fornitore inaffidabile».
• Zelensky al Forum Ambrosetti ringrazia Draghi: «Pronti ad aumentare l'export di gas verso l'Ue».
• Il presidente Usa Biden ha chiesto al congresso altri 13,7 miliardi per Kiev.
• Il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov: «Gli Usa sull'orlo di un coinvolgimento diretto nel conflitto».
• Il direttore dell’ Aiea Grossi dopo l’ispezione alla centrale di Zaporizhzhia: «Impianto scollegato dalla rete ucraina, ma elettricità garantita».
Ore 23:18 - Autorità Zaporizhzhia, bombe Kiev su zona centrale
Le forze ucraine hanno ripreso a bombardare la zona dove si trova la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo ha detto Vladimir Rogov, membro del consiglio principale dell'amministrazione militare-civile della regione di Zaporozhzhia, controllata dai russi, secondo quanto riporta l'agenzia Tass. «La centrale nucleare di Zaporizhzhya è di nuovo sotto il tiro dei militanti di Zelensky! Nelle ultime due ore almeno quattro volte è stata colpita l'area della centrale», aggiunge Rogov, secondo il quale i bombardamenti sono iniziati intorno alle 21:10.
Ore 05:53 - Mosca, Usa su orlo coinvolgimento diretto nel conflitto
Il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha messo in guardia Washington dal fornire armi a lunga gittata all'Ucraina, affermando che gli Stati Uniti sono sull'orlo di un coinvolgimento diretto nel conflitto. Ryabkov ha poi ricordato la dottrina militare del Paese, che prevede l'uso di armi nucleari in caso di minaccia all'esistenza dello Stato russo.
«Abbiamo ripetutamente avvertito gli Stati Uniti delle conseguenze che potrebbero verificarsi qualora continuassero a inondare l'Ucraina di armi», ha detto Ryabkov, affermando che Washington è vicina a diventare una «parte del conflitto». Parlando alla tv russa, il viceministro degli Esteri ha avvertito che «il margine molto stretto che separa gli Stati Uniti dal diventare una parte del conflitto non deve creare l'illusione che tutto rimarrà com'è se questo margine verrà attraversato». Ryabkov ha quindi ricordato che la dottrina militare russa prevede la possibilità di utilizzare le armi nucleari in caso di aggressione alla Russia e ai suoi alleati con armi di distruzione di massa o di aggressione con armi convenzionali che minaccino l'esistenza stessa dello Stato russo.
«Stiamo mettendo in guardia gli Stati Uniti dal compiere passi provocatori, come la consegna di armi a più lunga gittata e più devastanti», ha detto Ryabkov, «è una strada che non porta a nulla e che comporta gravi conseguenze, la cui responsabilità ricadrà interamente su Washington».
Ore 05:56 - Putin da domani alle manovre militari con la Cina
Continuano a farsi sentire anche gli effetti geopolitici della guerra, compreso l'ulteriore avvicinamento tra Russia e Cina. A partire da domenica, Vladimir Putin sarà in viaggio nell'estremo oriente russo — dalla Kamchatka a Vladivostok — per partecipare a diversi incontri economici e supervisionare la fase finale delle maxi esercitazioni militari Vostok 2022 (Est 2022), cui partecipano circa 50 mila soldati, 140 aerei da combattimento e 60 unità navali. Manovre a cui Pechino ha inviato un'imponente delegazione militare, con oltre duemila soldati e 300 mezzi e, per la prima volta a un ciclo di operazioni a guida russa, rappresentanze di Esercito, Marina e Aeronautica.
Ore 07:34 - Mosca esorta gli Usa a riprendere le ispezioni del New Start sul nucleare
La Russia esorta gli Stati Uniti a continuare i contatti attraverso i canali diplomatici al fine di riprendere le ispezioni ai sensi del trattato New Start il prima possibile. Lo ha affermato l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov, secondo quanto riferito dalla Tass. «Chiediamo agli Stati Uniti di continuare i contatti attraverso i canali diplomatici con l’obiettivo di riprendere al più presto le ispezioni sulla base della parità prevista dal Nuovo Start», ha affermato Antonov. Il New Start è un trattato sulla riduzione delle armi nucleari firmato da Stati Uniti e Russia a Praga l’8 aprile 2010
Ore 07:44 - Stamattina alle 9 l’ultimo saluto a Gorbaciov, senza i leader occidentali
Senza Putin, ma anche senza i leader occidentali. L’ultimo saluto a Gorbaciov, al via stamattina alle 9 nella storica Sala a colonne della Camera dei sindacati, come molti dei suoi predecessori sovietici, non soltanto non sarà un funerale di stato, segno che l’attuale leadership del Cremlino ha poco interesse a onorare l’eredità del padre della Perestroika, che di recente aveva espresso critiche all’invasione dell’Ucraina.
Anche i tanti leader occidentali che avrebbero sicuramente voluto partecipare alle esequie funerali dell’ultimo leader sovietico ricordato come il volto di una stagione di distensione internazionale, di dialogo e disarmo. saranno tenuti a distanza dal nuovo clima di Guerra Fredda tra Est e Ovest creatosi dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
Ore 08:28 - Mosca manterrà chiuso il gasdotto chiave per l’Ue. Bruxelles: avanti sul tetto al prezzo del gas
Il gasdotto russo verso la Germania non riaprirà come previsto oggi, sabato. La società energetica statale russa Gazprom ha annunciato la chiusura a tempo indeterminato di Nord Stream 1, per via di una perdita a una turbina.
«La mossa di Gazprom purtroppo non è una sorpresa. L’uso del gas come arma non cambierà la determinazione dell’Ue» ha reagito in un tweet il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. «Accelereremo il nostro percorso verso l’indipendenza energetica. Il nostro dovere è proteggere i nostri cittadini e sostenere la libertà dell’Ucraina». La Ue e i ministri delle Finanze del G7 hanno confermato l’intenzione di porre un tetto al prezzo del gas. Un dossier sulle riserve strategiche del nostro Paese qui
Ore 09:51 - Orbán a Mosca per i funerali di Gorbaciov, ma non incontrerà Putin
Il premier ungherese Viktor Orbán sarà oggi a Mosca per «rendere omaggio» a Mikhail Gorbaciov. Lo comunicano fonti governative di Budapest. Orbán sarà nella capitale russa per partecipare ai funerali di Gorbaciov ma non è previsto alcun incontro con Vladimir Putin, precisa il Cremlino.
Ore 11:26 - Medvedev: «Il nostro arsenale nucleare? Una garanzia per preservarci»
L’ex presidente russo Dmitri Medvedev è tornato a parlare dell’arsenale nucleare di Mosca — senza riferimenti diretti al conflitto in Ucraina.
«L’intero arsenale nucleare strategico è rimasto nel nostro Paese. Ed è supportato da noi ad un livello molto alto. Questa è la migliore garanzia per preservare la potenza della Russia», ha detto l’attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo.
Nel suo post su Telegram, dai toni — come di consueto — accaldati, Medvedev accusa l’Occidente di voler «approfittare del conflitto militare in Ucraina» per «un nuovo ciclo di disintegrazione» delle istituzioni russe dopo il crollo dell’Urss.
«È chiaro che tutti questi sono sogni sporchi», continua il post, di chi pensa «a come farci a pezzetti. Ma tali tentativi sono davvero estremamente pericolosi».
Ore 11:30 - I bambini e la guerra
Le stime dei morti e dei feriti, in questo conflitto come in molti altri, sono estremamente complicate: e vanno sempre prese con enorme cautela.
Quella diffusa dall’Ufficio del Procuratore generale ucraino, però, sarebbe straziante anche se fosse imprecisa.
Secondo i dati diffusi nella mattinata di sabato, sarebbero 380 i bambini uccisi in Ucraina dal giorno dell’invasione russa del Paese, e altri 737 sarebbero i feriti.
Il maggior numero di vittime si registra nelle regioni di Donetsk, Kharkiv, Kiev e Chernihiv.
Secondo l’ufficio del Procuratore, poi, 2.328 istituzioni educative sono state danneggiate, di cui 289 completamente distrutte, a causa dei bombardamenti delle truppe russe.
Ore 11:33 - L’esercito ucraino e quello russo (che attende rinforzi)
Le operazioni sul campo, in Ucraina, non si fermano. E ad offrire un punto della situazione è il consueto bollettino quotidiano dell’intelligence britannica: al solito, molto ben informato, pur se innegabilmente schierato dalla parte dell’Ucraina.
Secondo gli 007 militari di Londra, Kiev si avvantaggia sul terreno grazie allo scarso livello di leadership emerso nell’ambito dell’esercito russo.
Le forze di Kiev — si legge nell’update quotidiano — hanno «con tutta probabilità raggiunto un livello di sorpresa tattica» nella loro controffensiva e ciò è stato possibile sfruttando il livello giudicato «scarso» nella «logistica, amministrazione e leadership» dell’esercito russo.
Un esercito — quello russo — che secondo Kiev dovrà pazientare ancora qualche settimana prima di ricevere rinforzi significativi. Vadym Skibitskyi — un rappresentante della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino — ha dichiarato alla tv militare ucraina che il 40% delle nuove unità russe per la guerra in Ucraina non è pronto per il combattimento: «A causa dei guasti alle attrezzature militari e delle perdite catastrofiche di personale e mezzi, la Russia sta cercando di creare nuove unità e formazioni militari, ma un nuovo corpo d’armata in Russia potrà essere formato solo alla fine di novembre».
«La storia con il Terzo Corpo d’Armata si trascinerà fino a novembre — ha aggiunto —. Il problema sono le risorse umane. Il personale specializzato. Ci vogliono 3-4 mesi per formare uno specialista ».
Altro problema evidenziato da Skibitsky è quello dell’equipaggiamento e delle armi, perché tutte le attrezzature erano nell’arsenale dei battaglioni impiegati in Ucraina tra febbraio e marzo.
«Nei prossimi giorni una decisione cruciale per i comandanti russi sarà dove impiegare forze di riserva operative», spiegava ancora l’aggiornamento di intelligence del ministero della Difesa di Londra.
Ore 11:43 - Salvini: «Sulle sanzioni alla Russia Bruxelles deve ripensare»
«Siamo di fronte all’unico caso al mondo in cui le sanzioni per fermare una guerra, per mettere in ginocchio un regime, per bloccare gli attacchi non danneggiano i sanzionati, ma coloro che sanzionano».
A parlare, esprimendo concetti non inediti, ma destinati a rinfocolare le polemiche sul posizionamento internazionale del suo partito, è Matteo Salvini, il leader della Lega.
A margine del suo incontro a Fano con i simpatizzanti e i candidati del Carroccio alle elezioni del 25 settembre, Salvini ha detto che, con le sanzioni, «ci stanno rimettendo gli italiani e ci stanno guadagnando i russi: evidentemente, a Bruxelles, qualcuno ha sbagliato i conti».
«Bisogna continuare a sostenere, difendere e aiutare il popolo ucraino — ha detto ancora —, ma le sanzioni non stanno facendo male alla Russia, che sta guadagnando centinaia di migliaia di miliardi in più. Stanno facendo male alle nostre imprese e alle nostre famiglie, per cui è evidente che ci sia qualcosa da ripensare».
Ore 11:46 - Il nuovo colloquio tra Putin ed Erdogan
Il presidente russo Vladimir Putin e quello turco Recep Tayyp Erdogan hanno avuto un nuovo colloquio telefonico sulla situazione in Ucraina. Ad annunciarlo è l’agenzia di stampa russa Tass.
Erdogan, secondo quanto riportato, avrebbe sottolineato il ruolo «costruttivo» della Russia nell’organizzare la visita degli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) alla centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Insieme con Putin, avrebbe poi esaminato l’attuazione dell’accordo sul grano raggiunto a Istanbul il 22 luglio.
Erdogan avrebbe infine fatto le condoglianze a Putin per la morte di Gorbaciov, prima di discutere «di questioni relative all’ulteriore sviluppo della cooperazione tra Russia e Turchia», confermando «l’intenzione di espandere i legami commerciali ed economici, compresa la promozione di progetti strategici congiunti nel settore energetico».
Non si tratta di un segnale neutro, specie se si considera che nelle scorse settimane Erdogan aveva assunto posizioni critiche nei confronti di Mosca, esprimendo (era il 18 agosto) il pieno sostegno all’integrità territoriale dell’Ucraina, e dicendo che la Turchia è «dalla parte di Kiev».
E non è un caso che, nel comunicato turco, l’accento sia posto altrove: al centro della telefonata — secondo Ankara — «gli ultimi sviluppi dell’intervento russo in Ucraina, ma sopratutto la situazione relativa il corridoio del grano», con Erdogan che insiste «perché Russia e Ucraina riprendano a dialogare per giungere a un cessate il fuoco».
Ore 12:01 - Quando finirà la guerra, secondo l’Ucraina
Quali sono — in questa ormai lunghissima guerra — gli «endgame», gli obiettivi da raggiungere, per entrambi gli schieramenti?
Il tema è meno scontato di quanto possa apparire: non è chiaro dove Putin intenda fermarsi, né lo è quali siano — al di là degli annunci di principio — i punti che per Kiev sarebbero irrinunciabili.
Il consigliere del presidente ucraino Zelensky, Mikhailo Podolyak, ha però ribadito poco fa, su Twitter, che «i funzionari della Federazione Russa ripetono uno strano mantra: “L’operazione militare speciale sarà completata in tempo”, “L’Occidente ne ritarda il completamento”. Sembra che non abbiano capito nulla. L’Ucraina determinerà il termine della guerra liberando i propri territori. Così come l’ammontare dei pagamenti delle riparazioni».
Ore 12:17 - Putin non andrà su TikTok, e non ha nemmeno un cellulare
(Alessandra Muglia) Putin sulle orme dell’amico Berlusconi pronto a sbarcare su Tik Tok? Macché, il presidente russo non ha neanche il cellulare. «Non ha intenzione di aprire pagine personali sui social network» ha escluso in modo categorico il suo portavoce, Dmitrij Peskov, interpellato sul tema dai giornalisti all’indomani del debutto su TikTok del presidente di Forza Italia.
Peskov, riporta l’agenzia Interfax, ha ribadito che Putin non usa il telefono cellulare, non ha account sui social media e non ha intenzione di aprirne visto che ha già buoni canali per ottenere informazioni e comunicare con i russi.
Inoltre mantenere un account su un social richiede tempo che il presidente non ha, va ripetendo il portavoce del Cremlino, ricordando che difficilmente Putin permetterebbe ad altre persone di gestire i suoi account.
Già qualche anno fa il portavoce del Cremlino aveva chiarito la sua posizione al riguardo: «Possedere uno smartphone è una forma di volontario esibizionismo, di completa trasparenza. Prendendo in mano uno smartphone voi, a priori, date il benestare al fatto che tutto quello che vi riguarda diventi di pubblico dominio» aveva osservato.
Per questo, concludeva, un presidente non dovrebbe avere uno smartphone, «tanto meno quello di un Paese come la Russia».
Ore 12:38 - Erdogan a Putin: Turchia può mediare anche sulla centrale nucleare
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in una conversazione telefonica con il suo omologo russo Vladimir Putin, si è offerto come mediatore fra Russia e Ucraina sulla centrale nucleare. «Il presidente Erdogan ha affermato che la Turchia può assumere un ruolo da facilitatore sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, come è stato fatto per l’accordo sul grano», ha reso noto la presidenza turca.
Ore 12:52 - L’addio a Gorbaciov: le rose bianche di Orbán, la figlia Irina con le nipoti, ambasciatori occidentali
Irina Gorbaciov è seduta accanto alla bara del padre, Mikhail Gorbaciov, nel giorno dei funerali dell’ultimo presidente dell’Urss. Con lei anche le sue due nipoti. Dal mattino, centinaia di persone in lutto si sono recate nella sala delle Colonne della Casa dei sindacati di Mosca, dove è stata allestita la camera ardente. Il presidente ungherese Orbán, unico leader occidentale, quello che più ha criticato le sanzioni contro Mosca, ha deposto rose bianche sul feretro. Presenti alcuni ambasciatori: l’americano John Sullivan, il tedesco Geza Andreas von Geyr, la britannica Deborah Bronnert, il giapponese Toyohisa Kozuki.
Ore 13:14 - «Finora congelati 14 miliardi di euro agli oligarchi russi»
Finora «è stato possibile congelare 14 miliardi di euro agli oligarchi russi» ha riferito il commissario europeo alla Giustizia Didier Reyners al Forum Ambrosetti. Ci sono «sei stati membri in cui si sta raggiungendo il 90%» mentre «abbiamo sollecitato 4 Paesi» in cui i sequestri non sono ancora sufficienti, ha aggiunto Reyners.
Ore 13:24 - Kiev offre elettricità alla Germania. Oggi il premier ucraino a Berlino
L’Ucraina intende sostenere la Germania nel tentativo di porre fine alla sua dipendenza dalle importazioni di energia russe fornendo alla più grande economia europea la propria elettricità in eccedenza. «Attualmente l’Ucraina esporta la sua elettricità in Moldova, Romania, Slovacchia e Polonia. Ma siamo pronti ad espandere le nostre esportazioni in Germania», ha detto alla Dpa il primo ministro ucraino Denys Shmyhal. «Abbiamo una quantità sufficiente di elettricità in Ucraina grazie alle nostre centrali nucleari», ha aggiunto, annunciando che di questo parlerà durante la sua visita nella capitale tedesca questo fine settimana. Shmyhal arriverà oggi a Berlino e domani incontrerà il cancelliere Olaf Scholz.
Ore 13:49 - Sospesa l’erogazione di energia da Zaporizhzhia
È stata sospesa «per ragioni tecniche» l’erogazione di energia dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia verso l’area sotto il controllo di Kiev. Lo ha reso noto l’operatore ucraino Energodar citato dalla Tass.
Secondo le autorità filorusse di Enerhodar, la città ucraina dove si trova le centrale nucleare di Zaporizhzhia, «gli esperti del sito riferiscono che la produzione elettrica generata dai reattori varia a causa delle peculiarità tecnologiche».
Ore 14:41 - L’Occidente «gioca a scacchi con la morte»
L’ex presidente russo Dmitry Medvedev — in un altro dei suoi post, questa volta sul social network russo Vkontake — ha accusato l’Occidente di giocare una «partita a scacchi con la morte» nel suo sostegno all’Ucraina, accusando i Paesi occidentali di voler approfittare del conflitto per «fare di tutto perché le istituzioni statali della Russia smettano di funzionare» e di voler «privare la Russia di una governance efficace, come nel 1991».
«Questi tentativi - aggiunge l’ex presidente russo - sono davvero estremamente pericolosi» perché «ignorano un semplice assioma: la disintegrazione violenta di una potenza nucleare è sempre una partita a scacchi con la morte».
Ore 16:52 - Kadyrov si dimette?
Il presidente della repubblica russa della Cecenia Ramzan Kadyrov ha dichiarato di essersi «pienamente meritato una vacanza per un periodo lungo e indefinito» senza precisare se si dimetterà dalla leadership della regione.
In un video pubblicato su Telegram e accompagnato da poche righe, l'uomo ritenuto vicino al presidente russo Vladimir Putin e accusato da diverse ong per la persecuzione delle minoranze, ha dichiarato di non essere apprezzato «dagli attuali capi delle istituzioni della Federazione Russa». Poi l'annuncio sibillino: «Penso di essermi pienamente meritato una vacanza per un periodo lungo e indefinito».
Già in passato Kadyrov aveva evocato un possibile passo indietro come leader della Cecenia per poi rimanere al suo posto. «Sono scettico. In passato ha detto le stesse cose» — ha commentato l’esperto di Caucaso Ivan Klyszcz citato da Radio Free Europe. «Di solito queste affermazioni arrivano quando vuole ottenere qualcosa da Putin, per lo meno un’espressione pubblica di sostegno», ha aggiunto l’esperto.
Secondo altri analisti, la tempistica di questa dichiarazione, avvenuta nel mezzo della più grande guerra in Europa dopo la seconda guerra mondiale, è quantomeno insolita.
Anton Barbashin, direttore editoriale del sito di analisi Riddle Russia, ha definito il tempismo «particolare». «Se quello che Kadyrov ha appena detto è vero e si ritira volontariamente, sarebbe senza precedenti. Qualcosa che letteralmente nessuno si aspettava», ha dichiarato su Twitter.
Ore 16:56 - La first lady ucraina: «Voi occidentali contate i soldi, noi i morti»
In un'intervista alla Bbc la first lady ucraina Olena Zelenska ha affermato che se il sostegno al suo paese fosse stato forte, la crisi sarebbe stata più breve. Al giornalista che le chiedeva quale messaggio avesse per le persone nel Regno Unito che stanno affrontando gli aumenti delle bollette energetiche in parte a causa dell'invasione russa dell'Ucraina, la moglie del leader ucraino ha riconosciuto che l'impatto economico della guerra è duro per i paesi alleati dell'Ucraina, ma mentre i britannici «contano i penny», gli ucraini «contano le vittime». Non solo una questione economica quindi, ma la first lady ricorda in primis la tragedia umana del suo Paese.
Ore 19:14 - Grossi: «Zaporizhzhia scollegata dalla rete Ucraina. Elettricità garantita da linea di riserva»
Il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Rafael Grossi, ha affermato che l'impianto nucleare di Zaporizhzhia, controllato dai russi in Ucraina, è stato scollegato dalla sua ultima linea elettrica esterna, ma è ancora in grado di far funzionare l'elettricità attraverso una linea di riserva.
«Abbiamo già una migliore comprensione della funzionalità della linea di riserva nel collegare l'impianto alla rete», ha detto Grossi, «Si tratta di informazioni fondamentali per valutare la situazione generale dell'impianto». La direzione dell'impianto ha informato l'Aiea che un reattore è stato scollegato sabato pomeriggio. Un altro reattore è ancora in funzione.
Nel pomeriggio le autorità filorusse di Enerhodar, la città ucraina dove si trova il sito di produzione energetica, avevano annunciato che la fornitura di elettricità all'Ucraina proveniente dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia era stata sospesa per complicanze tecniche.
Ore 19:34 - Kiev: «Raid russi nella regione di Chernihiv». Attaccata anche Melitopol
Incessanti e violenti raid russi sono stati segnalati da Kiev nella regione di Chernihiv. Il capo dell'amministrazione militare regionale ha riferito di «più di 50 esplosioni nel villaggio di Mykhalchyna Sloboda». Al momento non sono state però segnalate vittime tra i civili. Sotto attacco anche Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia, temporaneamente occupata dai russi, dove sono state udite esplosioni nell'aeroporto, stando al sindaco Ivan Fedorov.
Ore 20:32 - Kiev, quasi 400 bambini morti dall'inizio della guerra
Almeno 380 bambini hanno perso la vita dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina. Lo ha annunciato oggi l'ufficio del procuratore generale ucraino su Telegram. Lo riporta l'agenzia Dpa, precisando che complessivamente i bambini feriti sono invece circa 737, ma che questi bilanci provvisori non possono essere confermati da un organismo indipendente. Donetsk, nell'est del Paese, con 388 vittime, ha il maggior numero di bambini uccisi o feriti, seguita da Kharkiv (204). L'Ucraina conta anche 2.328 scuole danneggiate dalle bombe o dai bombardamenti, 289 delle quali completamente distrutte.
Ore 21:34 - Zelensky nel suo discorso serale: «Continuiamo a combattere a Kharkiv e nel Donbass»
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha affermato che «feroci combattimenti continuano in molte aree del fronte». Nel suo consueto video discorso serale, ripreso da Unian, il leader ucraino ha precisato che i combattimenti persistono sia nell’Oblast di Kharkiv, nel sud, sia nel Donbass.
Ore 22:29 - Zelensky sull’energia: «Putin la sfrutterà per l’attacco decisivo agli europei»
«Quest’inverno la Russia si prepara a sferrare un attacco decisivo sull’energia a tutti gli europei». Lo ha affermato il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky nel suo videomessaggio serale, citato da Unian.
«In questi giorni, la Russia sta cercando di aumentare ancora di più la pressione energetica sull’Europa: il pompaggio di gas attraverso il Nord Stream è completamente interrotto. Perché lo stanno facendo? La Russia vuole distruggere la vita normale di ogni europeo, in tutti i paesi del nostro continente. Vuole indebolire e intimidire tutta l’Europa, ogni Stato», ha osservato il presidente ucraino.
Ore 00:38 - Usa contrari a sospensione Ue accordo su visti ai russi
«La guerra non è contro l’intero popolo russo». E così gli Stati Uniti non sostengono l’intenzione dell’Ue di rafforzare il regime dei visti con la Russia. Lo ha detto John Kirby, coordinatore delle comunicazioni strategiche presso il Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti in un’intervista al canale televisivo Dozhd. «Non crediamo che ritenere responsabili tutti i russi sia una misura produttiva. Crediamo che questo non dovrebbe trasformarsi in una guerra con l’intero popolo russo», ha detto Kirby.
Da repubblica.it il 3 settembre 2022.
È giunto il momento' di lasciare governo di Groznji", così Ramzan Kadyrov, leader della Cecenia, ha annunciato che intende prendersi una pausa "indefinita e lunga" dal suo incarico. In un video postato su Telegram, Kadyrov, che dal 2007 governa la Repubblica cecena russa con il pugno di ferro, ha affermato di essersi "reso conto di essere rimasto seduto per molto tempo" a occupare la sua posizione di potere e che "sia giunto il momento" di lasciare. Lo riporta il Guardian, ma anche l'agenzia russa Tass conferma le intenzioni di Kadyrov. "Penso che sia venuta la mia ora prima che gli altri mi caccino via", aggiunge.
Vladimir Putin, "non ha un cellulare": impensabile, ecco come comunica. Libero Quotidiano il 03 settembre 2022
Vladimir Putin non usa il cellulare, non ha account sui social media e non ha nessuna intenzione di aprirne visto che ha a sua disposizione altri canali per ottenere informazioni e comunicare con il mondo. A cominciare dal telefono giallo che si trova sulla sua scrivania, che utilizza un complesso sistema di crittografia. A chiarirlo, una volta per tutte, è stato il portavoce dello zar Dmitrij Peskov, interpellato sul tema all’indomani del debutto su TikTok di Silvio Berlusconi. Del resto, fa notare Alessandra Muglia sul Corriere, mantenere un account su un social richiede tempo che il presidente non ha e soprattutto sembra davvero impossibile che lo zar permetta ad altre persone di gestire i suoi account.
"Non ha intenzione di aprire pagine personali sui social network", ha detto in modo categorico Peskov che già qualche anno fa aveva spiegato che "possedere uno smartphone è una forma di volontario esibizionismo, di completa trasparenza. Prendendo in mano uno smartphone voi, a priori, date il benestare al fatto che tutto quello che vi riguarda diventi di pubblico dominio". Per questo un presidente non dovrebbe avere uno smartphone, "tanto meno quello di un Paese come la Russia". La diffidenza di Putin nei confronti dei social lo mette al riparo dalle figuracce ma è anche un’idea del potere chiuso nel palazzo, che è agli antipodi rispetto alla logica della condivisione che anima i social: lo zar oltre che intoccabile è inavvicinabile, anche sul web. Non solo. Tenersi lontano dai social è per Putin normale, provenendo lui dal Kgb. Spiega Alessandra Muglia che in Russia esiste modo di dire: "Questa non è una conversazione telefonica" per ricordare che solo le chiacchiere più innocenti possono essere trasmesse su una linea non sicura. E i social non lo sono.
Ucraina-Russia, news sulla guerra del 4 settembre. Mosca: «Ci sarà una grande tempesta globale». Zelensky: liberate tre aree nel Donestk. Lorenzo Cremonesi e Redazione Esteri su Il Corriere della Sera il 4 Settembre 2022.
• La guerra in Ucraina è arrivata al 193esimo giorno.
• Mosca: «La riparazione del Nord Stream spetta all'Unione europea. Gazprom partner affidabile».
•Lo scrittore russo Shishkin: «Dopo Putin ci sarà un altro zar. La Terza guerra mondiale è iniziata, ma in Occidente nessuno vuole sentirne parlare»
•Il presidente cecenoKadyrov : «Pronto a ritirarmi».
• Telefonata Zelensky-von der Leyen. Il presidente ucraino: «In arrivo nuove sanzioni per Mosca, divieto ai visti per i russi compreso».
• Il direttore dell’ Aiea Grossi dopo l’ispezione alla centrale di Zaporizhzhia: «Impianto scollegato dalla rete ucraina, ma elettricità garantita».
Ore 04:52 - Mosca: Usa sull’orlo del coinvolgimento diretto nel conflitto
Il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha messo in guardia Washington dal fornire armi a lunga gittata all'Ucraina, affermando che gli Stati Uniti sono sull'orlo di un coinvolgimento diretto nel conflitto. Ryabkov ha poi ricordato la dottrina militare del Paese, che prevede l'uso di armi nucleari in caso di minaccia all'esistenza dello Stato russo.
«Abbiamo ripetutamente avvertito gli Stati Uniti delle conseguenze che potrebbero verificarsi qualora continuassero a inondare l'Ucraina di armi», ha detto Ryabkov, affermando che Washington è vicina a diventare una «parte del conflitto». Parlando alla tv russa, il viceministro degli Esteri ha avvertito che «il margine molto stretto che separa gli Stati Uniti dal diventare una parte del conflitto non deve creare l'illusione che tutto rimarrà com'è se questo margine verrà attraversato». Ryabkov ha quindi ricordato che la dottrina militare russa prevede la possibilità di utilizzare le armi nucleari in caso di aggressione alla Russia e ai suoi alleati con armi di distruzione di massa o di aggressione con armi convenzionali che minaccino l'esistenza stessa dello Stato russo.
«Stiamo mettendo in guardia gli Stati Uniti dal compiere passi provocatori, come la consegna di armi a più lunga gittata e più devastanti», ha detto Ryabkov, «è una strada che non porta a nulla e che comporta gravi conseguenze, la cui responsabilità ricadrà interamente su Washington».
Ore 04:59 - Putin da oggi alle manovre militari con la Cina
Continuano a farsi sentire anche gli effetti geopolitici della guerra, compreso l'ulteriore avvicinamento tra Russia e Cina. A partire da oggi, Vladimir Putin sarà in viaggio nell'estremo oriente russo — dalla Kamchatka a Vladivostok — per partecipare a diversi incontri economici e supervisionare la fase finale delle maxi esercitazioni militari Vostok 2022 (Est 2022), cui partecipano circa 50 mila soldati, 140 aerei da combattimento e 60 unità navali. Manovre a cui Pechino ha inviato un'imponente delegazione militare, con oltre duemila soldati e 300 mezzi e, per la prima volta a un ciclo di operazioni a guida russa, rappresentanze di Esercito, Marina e Aeronautica.
Ore 05:03 - Grossi: «Zaporizhzhia scollegata dalla rete Ucraina. Elettricità garantita da linea di riserva»
Il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Rafael Grossi, ha affermato che l'impianto nucleare di Zaporizhzhia, controllato dai russi in Ucraina, è stato scollegato dalla sua ultima linea elettrica esterna, ma è ancora in grado di far funzionare l'elettricità attraverso una linea di riserva.
«Abbiamo già una migliore comprensione della funzionalità della linea di riserva nel collegare l'impianto alla rete», ha detto Grossi, «Si tratta di informazioni fondamentali per valutare la situazione generale dell'impianto». La direzione dell'impianto ha informato l'Aiea che un reattore è stato scollegato sabato pomeriggio. Un altro reattore è ancora in funzione.
Nel pomeriggio le autorità filorusse di Enerhodar, la città ucraina dove si trova il sito di produzione energetica, avevano annunciato che la fornitura di elettricità all'Ucraina proveniente dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia era stata sospesa per complicanze tecniche.
Ore 05:10 - Il leader ceceno Kadyrov si dimette?
Il presidente della repubblica russa della Cecenia Ramzan Kadyrov ha dichiarato di essersi «pienamente meritato una vacanza per un periodo lungo e indefinito» senza precisare se si dimetterà dalla leadership della regione.
In un video pubblicato su Telegram e accompagnato da poche righe, l'uomo ritenuto vicino al presidente russo Vladimir Putin e accusato da diverse ong per la persecuzione delle minoranze, ha dichiarato di non essere apprezzato «dagli attuali capi delle istituzioni della Federazione Russa». Poi l'annuncio sibillino: «Penso di essermi pienamente meritato una vacanza per un periodo lungo e indefinito».
Già in passato Kadyrov aveva evocato un possibile passo indietro come leader della Cecenia per poi rimanere al suo posto. «Sono scettico. In passato ha detto le stesse cose» — ha commentato l’esperto di Caucaso Ivan Klyszcz citato da Radio Free Europe. «Di solito queste affermazioni arrivano quando vuole ottenere qualcosa da Putin, per lo meno un’espressione pubblica di sostegno», ha aggiunto l’esperto.
Secondo altri analisti, la tempistica di questa dichiarazione, avvenuta nel mezzo della più grande guerra in Europa dopo la seconda guerra mondiale, è quantomeno insolita.
Anton Barbashin, direttore editoriale del sito di analisi Riddle Russia, ha definito il tempismo «particolare». «Se quello che Kadyrov ha appena detto è vero e si ritira volontariamente, sarebbe senza precedenti. Qualcosa che letteralmente nessuno si aspettava», ha dichiarato su Twitter.
Ore 05:21 - Mosca stacca ancora la centrale di Zaporizhzhia, Kiev si concentra sull’offensiva
(dal nostro inviato Lorenzo Cremonesi) Non c’è tregua alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, dove alle bombe si aggiunge adesso più intenso di prima il fumo della guerra di propaganda. Ieri la decisione delle autorità di occupazione di staccare l’impianto dalla rete elettrica ucraina si è sommata alle accuse di Mosca contro i comandi militari nemici di aver lanciato un nuovo attacco coi marines dalle acque del Dnipro.
Va sottolineato che proprio il taglio della corrente elettrica prodotta dalla più potente centrale nucleare in Europa viene condannato da Kiev come l’ennesimo atto di pirateria russa (sino al 24 febbraio Zaporizhzhia forniva un quinto dell’energia nazionale) e invece è sostenuto da Mosca quale passo importante verso l’annessione totale delle aree conquistate. Il taglio era già avvenuto per poche ore una prima volta il 25 agosto e aveva causato problemi gravi alle abitazioni nelle zone occupate: ora non è chiaro se ciò sia definitivo e riguardi unicamente la rete controllata dagli ucraini, che comunque si sono già attrezzati da tempo sfruttando al meglio le quattro centrali rimaste in loro possesso.
Ore 05:29 - Zelensky sull’energia: «Putin la sfrutterà per l’attacco decisivo agli europei»
«Quest’inverno la Russia si prepara a sferrare un attacco decisivo sull’energia a tutti gli europei». Lo ha affermato il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky nel suo videomessaggio serale, citato da Unian.
«In questi giorni, la Russia sta cercando di aumentare ancora di più la pressione energetica sull’Europa: il pompaggio di gas attraverso il Nord Stream è completamente interrotto. Perché lo stanno facendo? La Russia vuole distruggere la vita normale di ogni europeo, in tutti i paesi del nostro continente. Vuole indebolire e intimidire tutta l’Europa, ogni Stato», ha osservato il presidente ucraino.
Ore 05:40 - Usa: contrari a sospensione Ue accordo su visti ai russi
«La guerra non è contro l’intero popolo russo». E così gli Stati Uniti non sostengono l’intenzione dell’Ue di rafforzare il regime dei visti con la Russia. Lo ha detto John Kirby, coordinatore delle comunicazioni strategiche presso il Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti in un’intervista al canale televisivo Dozhd. «Non crediamo che ritenere responsabili tutti i russi sia una misura produttiva. Crediamo che questo non dovrebbe trasformarsi in una guerra con l’intero popolo russo», ha detto Kirby.
Ore 06:24 - Ucraina: un propulsore di Zaporizhzhia colpito dalle forze di Kiev
Secondo Alexander Volga, capo dell’amministrazione militare-civile locale, una delle unità di potenza della centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata colpita da un proiettile d’artiglieria durante un recente bombardamento sulla struttura da parte dell’esercito ucraino. Lo riferisce l’agenzia russa Tass riportando quanto affermato dalle autorità di Energodar. Volga afferma che «uno dei colpi sparati ha perforato un propulsore, che al momento non è operativo». Non viene però specificata la data dell’incidente.
Ore 08:23 - Il primo ministro ucraino oggi a Berlino
Il primo ministro ucraino Denys Chmyhal sarà oggi in Germania con l’obiettivo di ottenere un sostegno ancora più forte nella guerra alla Russia e di voltare pagina dopo le recenti tensioni tra Kiev e Berlino. L’atteggiamento a lungo tollerante della Germania nei confronti di Mosca dopo lo scoppio della guerra sei mesi fa e la sua iniziale mancanza di sostegno militare a Kiev hanno profondamente irritato il governo di Volodymyr Zelensky. Ma da allora le cose sono migliorate. Dopo la visita a Berlino, Chmyhal - molto meno popolare di Zelensky - è atteso domani a Bruxelles per una riunione con Josep Borrell e per partecipare a una conferenza sui crimini di guerra da parte della Russia, con la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola.
Ore 08:49 - L’intelligence britannica: «Problemi con le paghe dei soldati russi»
«Le forze russe continuano a soffrire di problemi di morale e disciplina in Ucraina»: lo rileva l’intelligence militare britannica, nel suo ultimo aggiornamento sul tema. «Oltre alla fatica di combattere e alle elevate perdite, una delle principali lamentele dei soldati russi schierati (in Ucraina, ndr) continua probabilmente ad essere collegata ai problemi con le loro paghe». Nell’esercito russo, spiega la nota, il reddito delle truppe consiste «in un modesto stipendio di base, aumentato da una complessa varietà di bonus e indennità: in Ucraina, molto probabilmente ci sono stati problemi significativi con il mancato pagamento di consistenti bonus per i combattimenti».
Ore 10:26 - Putin al G20? Il Cremlino valuterà anche la sicurezza
Saranno valutati tutti i fattori, compresa la sicurezza, prima di decidere se il presidente russo Vladimir Putin parteciperà al vertice del G20: lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. «Per decidere il formato della nostra partecipazione, nonostante ci sia un invito al più alto livello, per il quale siamo grati al Paese ospite del prossimo vertice (l’Indonesia, ndr), saranno presi in considerazione tutti i fattori, compresa la sicurezza, ovviamente», ha detto in un’intervista a un’emittente russa, riferisce l’agenzia russa Ria Novosti. Il vertice dei leader del G20 si terrà a Bali a novembre. Inizialmente, Stati Uniti, Canada e molti altri Paesi occidentali hanno proposto di escludere la Russia, ma non c’è stato accordo. Intenzionata a preservare l’unità del G20, l’Indonesia ha invece invitato all’incontro tanto il presidente russo, che quello ucraino, Volodymyr Zelensky, il cui Paese che non è incluso nel plenum.
Ore 10:48 - Il numero 3 del Partito comunista cinese in visita in Russia
Li Zhanshu, presidente del Comitato permanente del Parlamento cinese, farà una visita ufficiale in Russia questa settimana.
Non si tratta di una visita trascurabile, per almeno due motivi.
Il primo: Li sarà di fatto il primo membro del Comitato permanente del Politburo, il massimo organo decisionale del Paese, a lasciare il Paese dall’inizio della pandemia di Covid-19.
Il secondo: da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, Pechino non aveva mai autorizzato visite ufficiali che coinvolgessero un grado così alto della gerarchia politica del Paese (Zhanshu è considerato il «numero 3» nella gerarchia politica cinese)
Li Zhanshu visiterà anche Mongolia, Nepal e Corea del Sud; durante la sua visita in Russia, che inizierà mercoledì, parteciperà alla settima edizione del Forum economico orientale, un vertice annuale che si tiene nella città di Vladivostok e che punta a incentivare gli investimenti stranieri nella parte orientale del Paese.
Ore 11:23 - In un video i lanciarazzi russi nella centrale di Zaporizhzhia
Il sito «The Insider» ha pubblicato un video nel quale si vede quella che sembrerebbe una postazione missilistica russa in azione nel perimetro della centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Il video sarebbe stato registrato nella notte tra venerdì 2 e sabato 3 settembre, e confermerebbe quanto Kiev sostiene da tempo — che cioè la centrale sia utilizzata per lanciare attacchi contro postazioni ucraine al di là del fiume Dnipro.
Ore 13:01 - Zelensky a von der Leyen: «Nuovo pacchetto di sanzioni»
Il presidente ucraino Zelensky ha parlato oggi al telefono con Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, e le ha chiesto di preparare un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia — che sarebbe l'ottavo, da parte dell'Ue.
Secondo Zelensky, è necessario che l'Ue vari una messa al bando dei visti per i cittadini russi — una misura sulla quale non c'è, al momento, accordo tra i diversi Paesi dell'Unione.
Zelensky ha anche detto di aver coordinato con von der Leyen «passaggi per limitare i profitti» derivanti alla Russia dalla vendita di petrolio e gas.
Ore 13:23 - La minaccia della Russia all'Europa: «Ritorsioni alle restrizioni Ue ai visti»
«La risposta della Federazione russa in caso di restrizioni ai visti Ue può essere asimmetrica e simmetrica».
Così il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, secondo quanto riporta Ria Novosti, all'ipotesi di restrizioni dell'Ue ai visti per i russi.
«Sarebbe estremamente spiacevole, senza precedenti e richiederebbe serie ritorsioni da parte della federazione russa», ha aggiunto Peskov.
Di restrizioni ai visti — come scritto poco fa — hanno parlato oggi, in una telefonata, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Ore 14:26 - Le parole di Peskov, tra minacce, insulti e «trattative»
«Qualsiasi confronto finisce con la distensione, qualsiasi situazione di crisi finisce al tavolo delle trattative. Sarà così anche questa volta. Difficilmente accadrà presto, ma accadrà».
A parlare, commentando in un'intervista sulla tv russa la situazione dei rapporti con l'Unione Europea e gli Stati Uniti, è sempre il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Secondo Peskov, Mosca è disponibile a dialogare con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ma solo «su come saranno soddisfatte le nostre condizioni» per mettere fine al conflitto. «L'operazione è in corso», ha ribadito, «e tutti gli obiettivi saranno raggiunti».
Peskov ha definito «assurda» la decisione dell'Europa di non riparare «la loro attrezzatura, o meglio, attrezzatura che appartiene a Gazprom ma che, per contratto, devono manutenere»: il riferimento è al gasdotto Nord Stream, attraverso il quale Gazprom ha sospeso «indefinitamente» il passaggio di gas verso l'Europa. «La colpa è dei politici che hanno deciso le sanzioni. Sono questi sfortunati politici che ora stanno costringendo i loro cittadini a morire di ictus quando vedono le bollette dell'elettricità. E ora, quando farà più freddo, la situazione peggiorerà ancora».
I cittadini dell'Ue «sono ingrassati molto, hanno vissuto troppo comodamente, ed è proprio da qui che vengono le parole di Macron che per l' Europa sta finendo quest'era. Hanno commesso troppi errori e dovranno pagarli, e lo stanno pagando ora con lasciando quella stessa zona di comfort».
Peskov ha anche definito «mostruoso» il fatto che «armi tedesche siano in mano a soldati nazionalisti che stanno sparando ai nostri ragazzi: e il fatto che la Germania ed altri Stati europei sostengano un Paese il cui regime consente ai nazisti di camminare per le strade non è meno terribile».
Ore 15:16 - Il Cremlino: «Sta per cominciare una grande tempesta globale»
«Una grande tempesta globale»: così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, descrive i mesi che stanno per aprirsi. E la causa, secondo Mosca, sono «le azioni dell'Occidente».
La minaccia, riportata dall'agenzia russa Tass, non menziona — come sempre — l'origine delle sanzioni dell'Occidente contro la Russia: e cioè l'invasione dell'Ucraina da parte delle truppe di Mosca. Un'invasione che, secondo Mosca, è una «operazione militare speciale», e non una guerra, e i cui obiettivi — ha ribadito Peskov — «saranno raggiunti».
La Russia, aggiunge Peskov, «sarà in grado di preservare la macrostabilità in mezzo a questa tempesta».
Ore 15:31 - Peskov sui visti: «Ci regoleremo allo stesso modo»
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov è intervenuto sul tema dei visti Ue negati ai russi e ha ricordato che una politica di reciprocità sarà inevitabile: «La reazione può essere simmetrica o meno, ma adotteremo sicuramente delle misure che saranno nel nostro interesse».
Infine, il portavoce del Cremlino ha ribadito che la mancata manutenzione del gasdotto Nord Stream 1 non è della Gazprom, ma dei politici europei che hanno deciso di imporre le sanzioni alla Russia.
Ore 16:04 - Kiev: «Altre 13 navi partite dai porti ucraini»
Ci sono oltre 282,5 mila tonnellate di prodotti agricoli ucraini a bordo di tredici navi che sono appena salpate dai porti ucraini. Si tratta della più grande carovana di navi dalla firma dell’accordo sull’esportazione del grano ucraino. Sono partite dai porti di Odessa, Chornomorsk e Pivdenny. Lo rende noto il ministero delle Infrastrutture, secondo quando riferito da Ukrainska Pravda.
Ore 16:08 - Mosca: «Garantiti 60 media stranieri a Zaporizhzhia»
«I russi hanno assicurato l’arrivo di oltre 60 giornalisti stranieri nel territorio della centrale nucleare di Zaporizhzhia per evidenziare il lavoro della missione dell’Aiea». Lo ha dichiarato il ministero della Difesa russo, come riporta la Tass.
«I rappresentanti dei mass media verranno da Francia, Stati Uniti, Cina, Danimarca, Giappone, Germania, Turchia, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Corea del Sud, Vietnam e altri, per evidenziare il lavoro della missione presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia», ha dichiarato.
Ore 17:05 - Termina l'incarico a Mosca dell'ambasciatore Usa John Sullivan
Aveva appena partecipato ai funerali di Mikhail Gorbaciov, ora l'ambasciata statunitense in Russia ha comunicato che John J. Sullivan, ha concluso il mandato e lascerà l'incarico di ambasciatore nella Federazione russa , dopo aver servito gli Stati Uniti per quattro decadi e sotto cinque presidenti. Il comunicato ufficiale sul sito dell'ambasciata americana.
Era stato incluso nelle minacce di espulsione da parte del Cremlino nelle ultime settimane, per via del conflitto ucraino e le tensioni tra Russa e Usa.
Ore 17:51 - Telefonata Zelensky-von der Leyen: «Nuove sanzioni a Mosca»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avuto oggi un colloquio telefonico con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per discutere del prossimo round di aiuti a Kiev e di nuove sanzioni contro Mosca.
«Abbiamo parlato dell'assegnazione della prossima tranche di aiuti macro (finanziari) dell'Ue al più presto, sottolineato la necessità di preparare l'ottavo pacchetto di sanzioni contro Mosca, compreso il divieto di rilascio di visti ai cittadini russi», ha scritto su Twitter Zelensky.
Il leader ha aggiunto che con von der Leyen hanno coordinato «passi per limitare i profitti in eccesso della Russia dalla vendita di petrolio e gas».
Ore 18:06 - Mosca: «Riparazione Nord Stream spetta all'Unione europea»
«L'Unione Europea deve riparare il gasdotto Nord Stream 1 in modo che possano riprendere le spedizioni di gas naturale verso la Germania, non spetta a noi». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, secondo l'agenzia di stampa Interfax. «Se gli europei prendono questa decisione totalmente assurda e si rifiutano di fare manutenzione ai loro sistemi, o meglio ai sistemi appartenenti a Gazprom, non è colpa di Gazprom, ma dei politici che decidono le sanzioni», ha affermato.
Secondo Peskov, sono gli europei ad avere l'obbligo contrattuale di effettuare la manutenzione degli impianti della compagnia statale russa Gazprom, che venerdì ha annunciato la sospensione immediata e a tempo indeterminato delle spedizioni di gas a causa di un guasto a una stazione di compressione. Il portavoce ha infine assicurato che Gazprom rimane un fornitore affidabile.
Ore 18:27 - Distrutta una chiesa a Beryslav. A Chernihiv il conto delle vittime ucraine sale a 15
«Gli occupanti russi continuano a bombardare i civili nella regione di Kherson». Lo ha riferito su Facebook l'amministrazione militare regionale ucraino, stando a quanto riporta Ukrinform. «Gli occupanti hanno nuovamente bombardato le aree popolate dei distretti di Beryslav e Kherson con dei missili. Le abitazioni private sono state danneggiate e una chiesa è stata distrutta. Si conterebbero anche dei feriti tra i civili.
Nel frattempo a Kiev, a Chernihiv il conto dei feriti nelle ultime esplosioni in città salgono a 15. Si contano otto bambini e sette adulti. Lo ha riferito Viacheslav Chaus, capo dell'amministrazione militare regionale di Chernihiv. Ieri diverse esplosioni hanno scosso la città, tra cui quella ad una mostra di munizioni vicino al museo d'arte, che ha causato il maggior numero di feriti.
Ore 18:52 - Kiev: «Negoziati solo alle condizioni dell'Ucraina»
«Lo ricordiamo ancora una volta, i negoziati sono possibili, ma solo alle condizioni dell'Ucraina, dopo la restituzione dei territori e l'eliminazione delle enclave criminali». Lo ha scritto su twitter il consigliere del presidente ucraino, Mikhailo Podolyak, rispondendo a quanto sostenuto dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che affermava esattamente il contrario.
Ore 20:26 - Il punto militare: Controffensiva di Kiev a Kherson, prevale l'incertezza: gli ucraini avanzano o sono in difficoltà?
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli esperti si dividono sul come procede la guerra nel fronte sud. I russi utilizzano componenti occidentali nonostante le sanzioni, ma a Dnipro farebbero fatica.
È battaglia sul fronte di Kherson, è scontro di versioni tra i contendenti. Kiev mantiene l’iniziativa e colpisce le retrovie, Mosca afferma che l’operazione speciale procede secondo programma. Molta incertezza però su situazione reale, al punto che «litigano» tra loro anche gli esperti occidentali tra chi è pessimista (o cauto) sull’offensiva degli ucraini e chi pensa l’opposto. Quelli che condividono la seconda visione ritengono che gli invasori nel settore del Dnipro siano in difficoltà, elencano tank e blindati distrutti, sottolineano i presunti raid dei droni di fabbricazione turca TB2 documentati da video, un segnale — affermano – che l’aviazione è libera d’agire in quanto i missili anti-radar avrebbero debilitato lo scudo.
Costanti i riferimenti ai danni subiti da ponti e traghetti indispensabili per i russi in Crimea, ipotizzano ripiegamenti su una seconda linea. Siamo in una guerra d’attrito (e di propaganda) dove l’Ucraina prova «consumare» lo schieramento di Putin rendendo insostenibili i rifornimenti. Di conseguenza si guarda a ciò che avviene più lontano, alle contromosse, ai preparativi ma si ragiona anche su quali siano i veri obiettivi e sulle risorse a disposizione dei due Stati Maggiore.
Ore 23:32 - Zelensky annuncia: liberati tre insediamenti nella regione del Donestsk
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato la liberazione di tre insediamenti, nella regione di Donetsk e nel sud. Parlando nel suo consueto video serale, il leader ucraino non ha precisato di quali centri si tratti. «Ci sono state buone notizie — ha detto — E oggi voglio ringraziare i soldati del 63 battaglione della 103a brigata di difesa terrestre, che ha assicurato il risultato nella regione di Donetsk, l’insediamento è stato liberato». Per Zelensky anche la 54a brigata in direzione di Lysychansk-Siversk ha fatto passi in avanti. «Voglio anche ricordare il 42 battaglione di fanteria motorizzato: grazie alle sue azioni eroiche, due insediamenti nel sud del nostro paese sono stati liberati», ha aggiunto. Secondo Unian, che riferisce di informazioni raccolte in Rete, uno dei centri riconquistati dagli ucraini sarebbe il villaggio di Visokopillya, nella regione di Kherson. Un altro villaggio liberato sarebbe Ozerne, sulle rive del Siverskyi Donets, 32 chilometri a est di Sloviansk.
Mosca: «Le forniture di gas riprenderanno solo se saranno revocate le sanzioni». Lorenzo Cremonesi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 5 Settembre 2022.
Le notizie di lunedì 5 settembre, in diretta. Filorussi a Kherson: «Sospeso referendum su annessione Sud Ucraina»
• La guerra in Ucraina è arrivata al 194esimo giorno.
• Anche l'ultimo reattore della centrale di Zaporizhzhia staccato dalla rete elettrica ucraina.
• Il giornalista Safronov condannato a 22 anni di carcere «per alto tradimento».
• Il portavoce del Cremlino Peskov: «La riparazione del Nord Stream spetta all'Unione europea. Gazprom partner affidabile».
• Attentato all’ambasciata russa a Kabul. I morti sarebbero 25.
• Kiev: «Trattativa per la pace solo a nostre condizioni».
• La minaccia di Mosca: «Sta per cominciare una grande tempesta globale».
Ore 20:26 - Il punto militare: Controffensiva di Kiev a Kherson, prevale l'incertezza: gli ucraini avanzano o sono in difficoltà?
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli esperti si dividono sul come procede la guerra nel fronte sud. I russi utilizzano componenti occidentali nonostante le sanzioni, ma a Dnipro farebbero fatica.
È battaglia sul fronte di Kherson, è scontro di versioni tra i contendenti. Kiev mantiene l’iniziativa e colpisce le retrovie, Mosca afferma che l’operazione speciale procede secondo programma. Molta incertezza però su situazione reale, al punto che «litigano» tra loro anche gli esperti occidentali tra chi è pessimista (o cauto) sull’offensiva degli ucraini e chi pensa l’opposto. Quelli che condividono la seconda visione ritengono che gli invasori nel settore del Dnipro siano in difficoltà, elencano tank e blindati distrutti, sottolineano i presunti raid dei droni di fabbricazione turca TB2 documentati da video, un segnale — affermano – che l’aviazione è libera d’agire in quanto i missili anti-radar avrebbero debilitato lo scudo.
Costanti i riferimenti ai danni subiti da ponti e traghetti indispensabili per i russi in Crimea, ipotizzano ripiegamenti su una seconda linea. Siamo in una guerra d’attrito (e di propaganda) dove l’Ucraina prova «consumare» lo schieramento di Putin rendendo insostenibili i rifornimenti. Di conseguenza si guarda a ciò che avviene più lontano, alle contromosse, ai preparativi ma si ragiona anche su quali siano i veri obiettivi e sulle risorse a disposizione dei due Stati Maggiore.
Ore 23:32 - Zelensky annuncia: liberati tre insediamenti nella regione del Donestsk
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato la liberazione di tre insediamenti, nella regione di Donetsk e nel sud. Parlando nel suo consueto video serale, il leader ucraino non ha precisato di quali centri si tratti. «Ci sono state buone notizie — ha detto — E oggi voglio ringraziare i soldati del 63 battaglione della 103a brigata di difesa terrestre, che ha assicurato il risultato nella regione di Donetsk, l’insediamento è stato liberato». Per Zelensky anche la 54a brigata in direzione di Lysychansk-Siversk ha fatto passi in avanti. «Voglio anche ricordare il 42 battaglione di fanteria motorizzato: grazie alle sue azioni eroiche, due insediamenti nel sud del nostro paese sono stati liberati», ha aggiunto. Secondo Unian, che riferisce di informazioni raccolte in Rete, uno dei centri riconquistati dagli ucraini sarebbe il villaggio di Visokopillya, nella regione di Kherson. Un altro villaggio liberato sarebbe Ozerne, sulle rive del Siverskyi Donets, 32 chilometri a est di Sloviansk.
Ore 02:18 - Il Cremlino smentisce le dimissioni leader ceceno Kadyrov
Il Cremlino ha smentito un passo indietro del leader della Cecenia, Ramzan Kadyrov, che in un video su Telegram aveva annunciato di volersi prendere una pausa «indefinita e lunga» dal suo incarico. Il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov, ha assicurato che Kadyrov «continua a guidare la Repubblica cecena». «Abbiamo visto l’annuncio in merito ma finora questi annunci non si sono materializzati in alcun modo», ha assicurato Peskov, «pertanto Kadyrov continua a guidare la Repubblica cecena». Kadyrov governa la Repubblica cecena russa dal 2007 con il pugno di ferro ed è uno dei leader delle repubbliche federate più longevi.
Ore 4:47 - Ucraina: in 600mila senza elettricità, 235mila non hanno gas
A causa della guerra oltre 600.000 ucraini sono senza elettricità, mentre in 235.700 non hanno il gas nelle loro case: questo l’ultimo bilancio diffuso dal ministero dell’Energia dell’Ucraina, citato dal Kyiv Independent.
Ore 09:20 - Gli 007 britannici: nel Donbass russi avanzano 1 chilometro a settimana
Nel Donbass le forze russe stanno avanzando «solamente un chilometro a settimana verso la località di Bakhmut» scrive l’intelligence britannica nel suo aggiornamento sulla guerra in Ucraina. Secondo gli 007 di sua Maestà «le forze russe molto probabilmente non sono riuscite a più riprese a rispettare le scadenze previste per annunciare la liberazione del Donbass». «Le autorità ucraine ritengono che le forze russe hanno adesso ricevuto l’ordine di completare questa missione entro il 15 settembre», conclude l’intelligence britannica osservando che «è molto improbabile» che le truppe di Mosca ci riescano «e questo complicherà ulteriormente i piani della Russia per organizzare i referendum per l’adesione al suo territorio nelle aree occupate».
Ore 09:27 - Le sanzioni funzionano? La «strategia del boa» potrebbe stritolare Mosca lentamente
L’economia di Mosca si contrae, i cittadini sono più poveri. Ma gas e petrolio tengono in piedi il sistema. Con l’esportazione delle risorse indispensabili, Putin guadagna più di prima e può continuare la sua guerra per un altro anno, scrive Marco Imarisio nel suo punto di oggi sull’efficacia delle misure prese dell’Occidente contro Mosca (qui l’articolo completo). «Le sanzioni che non funzionano sono quelle che non ci sono ancora», conclude.
Ore 09:31 - Dentro la centrale nucleare di Zaporizhzhia: «Lavoriamo con i fucili russi puntati addosso»
Un tecnico dentro l’impianto da mesi ha accettato di parlare via WhatsApp al Corriere. Sul rischio nucleare della centrale al centro dei combattimenti: «Difficile restare calmi. I reattori per ora sono sicuri, ma qui i rischi sono tanti». Sulle responsabilità degli attacchi:«Prima dei bombardamenti, i militari russi spariscono: sono stati avvertiti». Sul clima di intimidazione e violenza: «Molti colleghi sono stati picchiati e torturati con scosse elettriche. Non vediamo un ragazzo della nostra unità da oltre due mesi: è ancora vivo?». Qui l’articolo completo di Greta Privitera
Ore 09:40 - I russi: «Gli ispettori dell’Aiea lasciano la centrale di Zaporizhzhia ma 2 restano»
I membri della missione Aiea lasciano la centrale nucleare di Zaporizhzhia, ma due specialisti rimarranno nell’impianto in modo permanente. Lo rendono noto le autorità della regione occupata dai russi, confermando quanto annunciato l’altro giorno dal direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Mariano Grossi.
Ore 10:17 - Borrell: «L’impatto delle sanzioni Ue su Mosca cresce sempre più»
«Abbiamo studiato l’impatto sull’economia russa, che sta certamente aumentando, soprattutto nel settore tecnologico come quello dell’aviazione» ha dichiarato l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell. «Alcune persone dicono che la Russia continua ad avere un grande flusso di denaro vendendo gas e petrolio. Certo, le sanzioni non possono prevenire che avvenga, e i prezzi continuano a crescere», ha ricordato Borrell intervenendo in videocollegamento alla conferenza interparlamentare per la Politica estera e di sicurezza comune a Praga. «Dal punto di vista dell’input tecnologico all’industria, però, l’impatto è molto grande e sarà ancora più grande. Ma dobbiamo continuare ad avere una pazienza strategica, essere consapevoli che servirà tempo e a continuare usare le sanzioni in un modo coordinato», ha sottolineato.
Ore 10:37 - I russi: «Bloccato per riparazioni uno dei due reattori della centrale di Zaporizhzhia»
Uno dei due reattori normalmente operativi alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, in territorio controllato dai russi, è stato fermato perché necessita di riparazioni alle linee di trasmissione dell’alta tensione. Lo ha dichiarato a Interfax il capo dell’amministrazione provvisoria di Energodar, Alexander Volga. «Un’unità sta lavorando al momento. È stato deciso di fermare un reattore per consentire le riparazioni delle linee elettriche ad alta tensione, mentre l’altra unità continua a funzionare», ha detto Volga. I livelli di radiazioni alla centrale sono normali, ha assicurato.
Ore 12:03 - Kabul, bomba all’ambasciata russa: almeno 25 morti
Le vittime tra civili e dipendenti degli uffici diplomatici potrebbero essere almeno 25. Morto anche l’assalitore nello scontro a fuoco con la polizia, che voleva farsi esplodere tra la folla che attendeva di fronte all’ambasciata il rilascio di un visto.
Ore 12:16 - Putin sul gas: «Il taglio delle forniture non sarà una soluzione per l’ambiente»
Il presidente Vladimir Putin ha assicurato che la Russia continuerà la cooperazione internazionale per la riduzione degli armamenti, oltre che nei settori dell’ambiente e della ricerca spaziale. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti.
Poi aggiunge: «Il taglio del gas russo non risolverà i problemi ambientali.
Ore 12:37 - Lavrov: «Rafforzata la sicurezza dell’ambasciata russa a Kabul»
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha dichiarato che misure per rafforzare la sicurezza intorno all’ambasciata russa a Kabul sono state prese con urgenza dopo un attacco terroristico all’esterno dell’edificio dell’ambasciata.
«È stata immediatamente adottata una serie di misure per rafforzare la protezione del perimetro esterno. Sono state incaricate forze aggiuntive delle autorità talebane e sono state utilizzate le capacità dell’intelligence e del controspionaggio dell’Afghanistan», ha dichiarato Lavrov, come riportano le agenzie russe.
Il Cremlino ha condannato categoricamente l’attentato: «Sicuramente stiamo parlando di un attacco terroristico. Condanniamo risolutamente tali attacchi terroristici. Naturalmente, la cosa principale da fare ora è ricevere informazioni dal luogo in cui si trovano i nostri rappresentanti, i nostri diplomatici», ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ai giornalisti, secondo quanto riporta Tass.
Ore 12:58 - Filorussi a Kherson: «Sospeso referendum su annessione Sud Ucraina»
L’occupazione russa sospende i piani per il referendum sull’annessione dell’Ucraina meridionale, nella regione di Kherson. «A causa degli eventi in corso credo che per il momento faremo una pausa» . Lo ha affermato il capo dell’amministrazione di occupazione russa a Kherson Kiril Stremooussov alla televisione pubblica russa Rossiya 1. «Eravamo pronti per il voto, volevamo organizzare il referemdum presto, ma a causa degli eventi in corso credo che faremo una pausa per il momento», ha detto.
L’indiscrezione nel momento in cui l’amministrazione militare ucraina del Donetsk ha affermato che il 45% della regione rimane saldamente nelle mani dell’esercito di Kiev. Il referendum sull’annessione di questi territori sarebbe evidentemente condizionato dall’andamento della guerra, sul campo ancora molto incerto.
Ore 13:36 - Kiev: «Respinta con successo offensiva russa nel Donetsk»
Le Forze armate ucraine hanno respinto «con successo» l’offensiva russa in diverse province della regione di Donetsk. Lo riferisce lo Stato maggiore della Difesa ucraino su Facebook, secondo cui le truppe di Mosca continuano a concentrare i loro sforzi per stabilire il pieno controllo sul territorio della regione di Donetsk, mantenendolo sulla provincia di Kherson, parte di Kharkiv, Zaporizhzhia e Mykolaiv.
Lo Stato maggiore di Kiev ha denunciato anche la minaccia di «massicci attacchi aerei e missilistici» su strutture militari e infrastrutture critiche in tutta l’Ucraina. Nelle ultime 24 ore, le forze russe avrebbero lanciato 25 attacchi missilistici e condotto più di 22 attacchi aerei contro obiettivi militari e civili sul territorio dell’Ucraina.
Ore 14:50 - Russia vieta ingresso a Sean Penn e Ben Stiller
Il ministero degli Esteri russo ha ampliato la «lista nera» dei cittadini statunitensi cui sarà proibito l’ingresso nel Paese, includendovi gli attori Sean Penn e Ben Stiller oltre ad altre 23 persone tra cui figurano esponenti politici, funzionari e imprenditori. Stiller aveva incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky lo scorso giugno.
Ore 15:04 - Ultimo reattore Zaporizhzhia staccato dalla rete ucraina
L’ultimo reattore in funzione nella centrale nucleare di Zaporizhzhia è stato disconnesso dalla rete elettrica ucraina. Lo afferma su Telegram l’operatore per l’energia nucleare di Kiev, Energoatom.
Ore 15:36 - Il giornalista Safronov condannato a 22 anni di carcere «per alto tradimento»
Un tribunale russo ha condannato il giornalista Ivan Safronov a 22 anni di reclusione: lo riporta Novaya Gazeta Europa. Safronov è stato accusato di «alto tradimento» in un processo a porte chiuse, ma molti osservatori ritengono le accuse palesemente ingiuste e che l’arresto sia legato alla passata attività giornalistica del giovane. Il Cremlino sta rafforzando la censura reprimendo i media indipendenti e soffocando sempre più la libertà di stampa e ogni forma di dissenso.
Ore 15:44 - Oltre 5mila tonnellate di mais ucraino arrivate al porto di Catania
Alle prime ore del mattino ha fatto ingresso al Porto di Catania la Sds Green, nave battente bandiera italiana con a bordo oltre 5 mila tonnellate di mais di origine ucraina.
Il cargo arriva nel pieno di una crisi che ha investito le sfere socio-economiche internazionali e nazionali, nell’ultimo biennio, dall’emergenza sanitaria determinata dalla pandemia da Covid 19, più l’emergenza alimentare scaturita dal conflitto Russia-Ucraina, concorrendo a realizzare azioni positive, all’interno del sistema Paese». All’esito dei controlli e delle analisi chimiche effettuate sottobordo con l’ausilio del set di strumentazioni del Laboratorio Chimico Mobile il prodotto è stato dichiarato conforme e svincolato per la commercializzazione.
Ore 15:57 - Kiev ai cittadini delle aree occupate: «Allestite bunker e fate scorte di acqua»
«Gli abitanti dei territori temporaneamente occupati dai russi, tra i quali la Crimea, devono seguire le raccomandazioni dei funzionari durante la liberazione delle aree». Lo ha affermato sul proprio profilo Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. «In particolare, li invitiamo) ad allestire bunker, fare scorte di acqua sufficiente e caricare i powerbank», ha aggiunto.
Ore 16:33 - Borrell: «Kiev ratifichi trattato per la corte penale dell'Aja»
«L'Ucraina deve ancora ratificare lo statuto di Roma per la corte penale internazionale. Le riforme e la ricostruzione prenderanno tempo, ma l'Ue vi sosterrà fino in fondo nel vostro viaggio». Lo ha detto l'alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell dopo il consiglio di associazione Ue-Ucraina.
Ore 16:54 - Zelensky a Johnson: «Grazie per il tuo sostegno contro Mosca»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiamato al telefono il premier uscente britannico Boris Johnson: il leader di Kiev lo ha ringraziato «a nome di tutto il popolo ucraino per il suo coraggio personale, i principi e il grande contributo per contrastare l'aggressione russa».
Poi ha aggiunto: «Non vedo l'ora di collaborare con un grande amico in un nuovo status».
Liz Truss è stata eletta oggi nuovo leader dei Tory e da domani coprirà il ruolo di premier britannico. Ha già fatto sapere che la sua prima telefonata a un leader straniero sarà quella con Zelensky.
Ore 17:01 - Mosca: «Le forniture di gas riprenderanno soltanto se ci sarà la revoca alle sanzioni»
«I motivi che hanno indotto la sospensione del gasdotto Nord Stream non sono scomparse e sono riconducibili alle sanzioni contro la Russia», ha dichiarato ai giornalisti Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino, sostenendo che c'è solo una turbina al lavoro e non funziona bene.
«Una sola unità è rimasta in funzione, e non funziona correttamente, si verificano guasti. Questo porta all'interruzione del pompaggio attraverso il Nord Stream. Con le sanzioni in vigore non si può fare altrimenti.
Ore 17:42 - Conte: «Non togliamo sanzioni ma lavoriamo a negoziato»
«La pace e il negoziato vanno costruiti, ma non se ne parla più. Si parla solo di guerra, in un conflitto che durerà anni. Sulle sanzioni la mia posizione è che non vadano tolte. Da subito ho detto che bisognava dare un segnale forte di reazione, concordato, congiunto. Anche io pensavo che avrebbero avuto un impatto molto negativo sulla Russia, ma ci si può sbagliare. Pensavamo a un calo del Pil sul 10%, ora forse è al 4%. Stanno facendo male anche a noi. Ma il problema ora è come uscire da questa guerra». Lo ha detto il leader del M5S, Giuseppe Conte, durante la registrazione della puntata di Porta a porta, in onda questa sera su Rai1. «La pace si costruisce lavorando 24 ore su 24 in questa direzione. L’Italia poteva e può avere un ruolo. Se uno ha un obiettivo del genere, funzionalizza tutto a quell’obiettivo».
Ore 18:04 - Borrell: «Sostegno continua qualunque sia il ricatto»
«Il messaggio principale dell’incontro di oggi, rivolto al mondo intero, è che l’Unione europea continuerà a sostenere l’Ucraina, qualunque sia la minaccia, il ricatto che la Russia può farci. Forniremo il nostro sostegno, politico, finanziario, umanitario e militare, per tutto il tempo necessario e quanto necessario». Lo ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al termine del Consiglio di associazione Ue-Ucraina.
Ore 18:06 - Macron a Zelensky: «I russi si ritirino dalla centrale di Zaporizhzhia»
In una telefonata con il collega ucraino Volodymyr Zelensky, il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito oggi «la necessità di preservare la sicurezza della centrale nucleare, cosa che può avvenire solo con un ritiro delle forze russe» da Zaporizhzhia. Secondo quanto fatto sapere dall’Eliseo, Macron ha anche ribadito «la sua determinazione perché la sovranità ucraina sulla centrale sia rispettata». La notizia è stata riportata dai media francesi.
Ore 20:14 - Kiev: «Colpito deposito di petrolio a Dnipro, scorte distrutte»
Un attacco missilistico contro la comunità di Karpiv del distretto di Kryvorizk, nella regione sudorientale ucraina di Dnipropetrovsk, ha colpito stasera un deposito di petrolio, distruggendo tutte le scorte di carburante che erano state immagazzinate al suo interno. Lo hanno riferito i servizi di emergenza locali, citati da Unian, secondo cui un grosso incendio è scoppiato a causa dei bombardamenti e i vigili del fuoco stanno lavorando sul posto per cercare di domarlo. La regione era già stata colpita da raid nelle scorse ore, provocando almeno una vittima civile.
Ore 23:45 - Mosca: «Gazprom valuta accelerare export gas verso Asia»
Gazprom sta discutendo con i partner l’opportunità di accelerare il reindirizzamento delle forniture di gas da ovest a est. Lo ha detto il ministro dell’Energia russo, Nikolay Shulginov, in un’intervista alla Tass in occasione dell’Eastern Economic Forum, aggiungendo che «i materiali per avviare la costruzione del gasdotto verso la Cina attraverso la Mongolia sono quasi pronti».
La Russia aumenterà di 7 milioni di tonnellate la capacità del porto di Kozmino, nel mar del Giappone, ha proseguito il ministro, sottolineando che Mosca considera promettenti non solo i mercati asiatici ma anche quelli di Africa e Medio Oriente.
Ucraina-Russia, news sulla guerra del 6 settembre. Lorenzo Cremonesi, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 6 Settembre 2022.
Le notizie di martedì 6 settembre, in diretta. Bombe su Kryvyi Rih, città natale di Zelensky. Peskov: «La risposta russa alle restrizioni sui visti Ue sarà dura»
• La guerra in Ucraina è arrivata al 195esimo giorno.
• Anche l'ultimo reattore della centrale di Zaporizhzhia è stato staccato dalla rete elettrica ucraina.
• Mosca denuncia: «Energodar colpita cinque volte dopo rapporto Aiea»
• Liz Truss: «Affronterò la crisi energetica causata da Putin».
• Washington: «Non designeremo Russia stato sponsor del terrorismo».
• Gas, minacce russe all’Italia: «Piano Cingolani imposto da Ue e Usa, l’economia crollerà»
Ore 00:26 - Esercito ucraino distrugge un deposito russo, Zelensky ringrazia il suo popolo
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che l’esercito del suo paese ha distrutto un importante deposito di munizioni russo dove Mosca conservava i missili S-300 che ha lanciato sulla città di Kharkiv. «Voglio ringraziare ancora una volta tutti i nostri difensori, militari e donne in servizio, la nostra intelligence, il servizio di sicurezza dell’Ucraina, che stanno facendo di tutto per rendere ogni giorno sempre più difficile per gli occupanti rimanere in Ucraina», ha detto Zelensky nel suo discorso serale di lunedì. «E oggi voglio ringraziare in particolare i combattenti di una delle nostre brigate di artiglieria missilistica, che con il loro fuoco accurato hanno distrutto il magazzino russo, da cui gli occupanti hanno preso i missili S-300 con cui bombardare Kharkiv». Il presidente ucraino ha continuato a promettere vendetta per i bombardamenti russi di diverse città e paesi ucraini.
Ore 01:20 - Jan Sobilo, della diocesi di Zaporizhazhia: «Viviamo nella minaccia nucleare»
«Ormai la nostra gente non ha più lavoro e i risparmi sono esauriti. Si sopravvive a stento, senza più poter comprare alcun che, in un territorio dove la minaccia di Mosca è all’ordine del giorno», spiega ad Avvenire Jan Sobilo, ausiliare della diocesi di Kharkiv Zaporizhzhia ma chiamato da tutti il “vescovo di Zaporizhzhia” perché vive nella città dove prima dell’aggressione russa abitavano in oltre 700mila.
Da settimane gli occhi del mondo sono puntati sulla sua città e sulla maggiore centrale nucleare d’Europa. «Viviamo nell’incubo che all’interno dell’impianto possa succedere qualcosa da un momento all’altro - confida monsignor Sobilo -. Ogni volta che penso ai bambini o alle donne che aspettano un figlio, mi viene in mente il disastro di Chernobyl. Voglia il Buon Dio che non si ripeta una simile tragedia, stavolta a causa della guerra...». «La nostra speranza è riposta negli specialisti dell’Aiea, l’Agenzia Onu per l’energia atomica: hanno visitato la centrale e due di loro sono rimasti nel sito. Qui tutti si augurano che la missione possa ridurre il rischio nucleare nella regione ma anche nel mondo intero».
« L’Ucraina attende la visita di Francesco? Moltissimo. E sono certo che arriverà nella nostra martoriata terra. Con questo suo gesto farà comprendere a tanti cuori induriti come sia necessario spendersi per la pace. Quanto durerà la guerra? A lungo: forse tre anni. Da cristiano sono consapevole che si può accelerare la conclusione del conflitto favorendo la conversione personale. Ma al tempo stesso ritengo che i negoziati si apriranno solo quando nel mondo prevarrà un autentico spirito solidale».
Ore 03:06 - Save the Children lancia l’allarme istruzione
Molti bambini ucraini riusciranno a seguire la scuola attraverso piattaforme online, molti altri invece hanno dovuto sospendere la propria istruzione, perché vivono in aree con combattimenti attivi e accesso limitato a Internet o a dispositivi tecnologici o perché in fuga dal Paese. Secondo quanto riferito dal ministro delle Politiche Sociali ucraino, a settembre solo il 50% delle scuole in Ucraina sarà aperto per le lezioni in presenza. Gli studenti potranno tornare in classe solo dove è sicuro farlo e se la loro scuola è dotata di un sistema di protezione in caso di attacco. Tuttavia, molte scuole rimangono chiuse mentre le autorità continuano a costruire rifugi e riparare i danni da bombardamenti e attacchi. Save the Children teme che la riduzione delle opportunità di apprendimento precoce si ripercuoterà sul futuro dei bambini e amplierà i divari di apprendimento preesistenti, colpendo maggiormente gli studenti delle aree in cui si combatte attivamente. «Uno dei modi migliori di imparare per i bambini piccoli è il gioco strutturato. Anche se la scuola dell’infanzia online può essere efficace, bisogna assicurarsi che i bambini imparino in un ambiente sicuro, che abbiano l’opportunità di socializzare con altri bambini e questo non è sempre possibile per le famiglie di alcune zone dell’Ucraina. L’accesso ad un’istruzione sicura offre stabilità e protegge i bambini dai danni. Inoltre, dà loro un senso di normalità e la possibilità di giocare e divertirsi», ha dichiarato Sonia Khush, Direttrice di Save the Children in Ucraina.
Ore 03:58 - La Ue il primo importatore di combustibili fossili per 85 miliardi di dollari
La Russia ha rastrellato 158 miliardi di euro di entrate dalle esportazioni di combustibili fossili in sei mesi di guerra, approfittando dei prezzi elevati, secondo un rapporto di un centro di ricerca indipendente pubblicato martedì 6 settembre, che chiede sanzioni più efficaci. «L’aumento dei prezzi dei combustibili fossili significa che le entrate attuali della Russia sono ben al di sopra di quelle degli anni precedenti, nonostante la riduzione dei volumi delle esportazioni», afferma il rapporto del Centro per la ricerca sull’energia e l’aria pulita (CREA), con sede in Finlandia. I prezzi del gas sono saliti ai livelli storici in Europa, mentre i prezzi del petrolio sono saliti alle stelle all’inizio della guerra prima di scendere più di recente. «Si stima che le esportazioni di combustibili fossili abbiano contribuito con 43 miliardi di euro al bilancio federale russo, contribuendo a finanziare i crimini di guerra in Ucraina». Queste cifre sono state stimate per i primi sei mesi di guerra dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, dal 24 febbraio al 24 agosto.
Il CREA, invece, ritiene che debbano essere messe in atto regole più forti per impedire al petrolio russo di entrare nei mercati in cui dovrebbe essere vietato. Le sanzioni occidentali oggi sono eluse troppo facilmente. Venerdì i paesi del G7 hanno deciso di limitare urgentemente il prezzo del petrolio russo, un meccanismo complesso da mettere in atto e inteso a dare un nuovo colpo alla fortuna energetica di Mosca. In questo periodo il CREA stima che il primo importatore di combustibili fossili russi sia stata l’Unione Europea per 85,1 miliardi di euro, seguita da Cina e Turchia. Il centro di ricerca ritiene che l’embargo europeo sul carbone - attuato il 10 agosto - abbia dato i suoi frutti, con le esportazioni russe che da allora sono scese al livello più basso dall’invasione dell’Ucraina. «La Russia non è riuscita a trovare altri acquirenti», scrivono gli autori del rapporto.(Segue) vgp 060217 set 22 Roma, 6 set. (askanews) - In questo periodo il CREA stima che il primo importatore di combustibili fossili russi sia stata l’Unione Europea (per 85,1 miliardi di euro), seguita da Cina e Turchia. L’UE ha deciso un embargo graduale sulle sue importazioni di petrolio e prodotti petroliferi. Ha anche già posto fine ai suoi acquisti di carbone, ma il gas russo, da cui dipende molto, al momento non è preoccupato. Il centro di ricerca ritiene, tuttavia, che l’embargo europeo sul carbone - attuato il 10 agosto - abbia dato i suoi frutti, con le esportazioni russe che da allora sono scese al livello più basso dall’invasione dell’Ucraina. « Il Regno Unito è chiamato a vietare la partecipazione del suo settore assicurativo a tali trasporti internazionali. Da parte loro, venerdì i paesi del G7 hanno deciso di limitare il prezzo del petrolio russo, un meccanismo complesso da mettere in atto e inteso a dare un nuovo colpo alla fortuna energetica di Mosca.
Ore 07:00 - La Russia ha acquistato milioni di proiettili per artiglieria e razzi dalla Nord Corea e si prepara a farlo ancora
(Guido Olimpio) La Russia ha acquistato milioni di proiettili per artiglieria e razzi dalla Nord Corea. E si prepara a farlo di nuovo. A rivelarlo fonti dell’intelligence Usa citate dal New York Times. L’informazione potrebbe essere una conferma indiretta dell’alto consumo di munizioni da parte degli invasori. Un aspetto spesso discusso dagli esperti secondo i quali, però, Mosca disponeva di grandi scorte e poteva mantenere una cadenza di tiro alta, ben superiore a quella degli ucraini. La resistenza, nelle ultime settimane, ha però colpito in modo sistematico i depositi, specie nella zona meridionale di Kherson. Il recupero di munizionamento all’estero da parte dei due contendenti è cresciuto dopo i grandi duelli di cannoni nel Donbass.
Ore 08:31 - Mosca: con Truss non ci aspettiamo cambiamenti nei rapporti con Gb
Con l’arrivo di Liz Truss a Downing Street come nuovo primo ministro britannico «non ci aspettiamo cambiamenti» nei rapporti fra Russia e Regno Unito. Lo sottolinea il Cremlino citato dalla Tass.
Ore 09:40 - GB, Mosca in difficoltà con i droni a causa delle sanzioni
L'esercito russo sta incontrando difficoltà nella scorta di droni a causa delle sanzioni e delle perdite nei combattimenti in Ucraina. Lo scrive su Twitter l'intelligence del Ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano. «A fronte delle perdite in combattimento, è probabile che la Russia stia lottando per mantenere le scorte di veicoli aerei senza equipaggio (Uav) aggravate dalla carenza di componenti dovuta alle sanzioni internazionali», ha dichiarato il ministero. E ha aggiunto che la limitata disponibilità di Uav da ricognizione sta ostacolando sempre più le operazioni russe. Secondo il rapporto, negli ultimi anni Mosca ha attribuito un ruolo sempre più importante ai droni, in particolare per individuare gli obiettivi da colpire con l'artiglieria.
Ore 09:46 - Erdogan: «Putin usa il gas come arma contro le sanzioni»
«L'Europa affronterà grandi sfide per il gas naturale durante l'inverno ma noi non abbiamo alcun problema». Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in una conferenza stampa trasmessa dalla Tv di Stato Trt. «Le sanzioni contro la Russia hanno spinto» il presidente russo «ad agire in questo modo, sta utilizzando ovviamente tutti suoi mezzi e le sue armi, e una delle sue carte più importanti è il gas naturale», ha detto Erdogan affermando che la Turchia «in questo momento non ha alcun problema riguardo alle forniture di gas naturale».
«L’Europa raccoglie quello che ha seminato», ha poi aggiunto il presidente turco.
Ore 10:44 - Peskov: «La risposta russa alle restrizioni sui visti Ue sarà dura»
La Russia deve dare una risposta tempestiva e dura alle misure adottate dall'Europa per imporre restrizioni sui visti ai cittadini russi, ma questa risposta non sarà necessariamente simmetrica: lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in una intervista televisiva. «Le condizioni impegnative e molto dure dell'esistenza ci impongono di adottare misure di risposta difficili ma, allo stesso tempo, dure. Dovrebbero essere simmetriche? Non è affatto necessario», ha detto.
Ore 10:46 - Kiev: i russi accerchiati sulla riva destra del fiume Dnepr
Secondo un consigliere presidenziale ucraino ha affermato che le forze ucraine stanno conducendo azioni controffensive non solo nel Sud ma anche nell'Est e nel Sud-Est del Paese. Oleksiy Arestovych sul suo canale Telegram ha affermato che « l'esercito ha liberato diversi insediamenti sulla sponda occidentale del Dnepr. Questi sono movimenti sottili sulla mappa. Ma l'avvio di azioni controffensive su diversi settori indica un cambiamento della situazione nel suo complesso». Arestovych ha detto inoltre che le forze russe sulla riva destra del Dnepr sono in «accerchiamento operativo» e ha previsto che entro un mese la loro posizione sarà «estremamente difficile».
Ore 11:00 - Kiev, missili su Kryvyi Rih, in fiamme deposito petrolio
Questa mattina missili russi hanno colpito nuovamente un deposito di petrolio a Kryvyi Rih, città di origine del presidente Zelensky. In seguito all'attacco è scoppiato un vasto incendio. Lo hanno riferito sui social il capo dell'amministrazione militare di Kryvyi Rih Oleksandr Vilkul e il capo regionale di Dnipropetrovsk Valentin Reznichenko, citati dall'Ukrainska Pravda. Il deposito era già stato preso di mira ieri dai razzi russi.
Ore 11:11 - Hacker ucraini creano falsi profili di donne per attirare russi
Hacker ucraini hanno creato profili falsi di donne attraenti per indurre i soldati russi a condividere la loro posizione. In seguito all’individuazione, la base militare in cui erano collocati è stata colpita. La storia è raccontata dal Financial Times e risale ad un mese fa. A ideare l’operazione Nikita Knysh, 30 anni, professionista nel settore della tecnologia, di Kharkiv. Poco dopo l’invasione russa ha iniziato ad usare le sue abilità reclutando altri hacker e fondando un gruppo soprannominato Hackyourmom, ora composto da 30 persone provenienti da tutto il paese. Il mese scorso, ha raccontato alla testata, hanno ingannato i soldati russi a Melitopol creando account falsi di donne attraenti su diversi social, incluso Telegram, la piattaforma più usata dallo scoppio di questa guerra. Gli hacker sono entrati in contatto con i soldati russi e alla fine li hanno convinti a inviare le loro foto dal fronte. Una volta inviate, gli hacker sono stati in grado di capire che erano state scattate da una base militare russa vicino a Melitopol. Hanno trasferito le informazioni all’esercito ucraino e diversi giorni dopo la base è stata attaccata. «Il mio primo pensiero è stato: posso aiutare il mio paese», ha spiegato Knysh al Financial Times. Il sito di notizie online ucraino Pravda ha riferito il mese scorso che c’è stata un’esplosione in una grande base militare russa a Melitopol. Il Financial Times afferma che i funzionari ucraini si sono rifiutati di discutere i ruoli degli hacker nell’attacco a quella base militare.
Ore 11:25 - Kiev: morti 50.150 soldati russi dall'inizio dell'invasione
Ammonterebbero a 50.150 le perdite fra le fila russe dal giorno dell'attacco di Mosca all'Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, appena diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di circa 50.150 uomini, 2.077 carri armati, 4.484 mezzi corazzati, 1.179 sistemi d'artiglieria, 296 lanciarazzi multipli, 156 sistemi di difesa antiaerea.
Ore 12:10 - Lavrov: «Truss aggressiva perché Gb perde influenza»
Liz Truss «cerca di compensare la perdita di influenza della Gran Bretagna in Europa con azioni aggressive riguardo alla situazione in Ucraina». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, citato dalla Tass.
Ore 12:40 - Kiev: potente esplosione nella zona della centrale nucleare
Una potente esplosione è stata sentita dopo le 12 nella città di Energodar, nella regione di Zaporizhzhia, dove si trova la centrale nucleare più grande d'Europa. Al momento la città è senza elettricità. Lo riferisce Unian che cita il sindaco Dmytro Orlov «Alle 12,20 di oggi i residenti di Energodar hanno riferito che una potente esplosione si è sentita in città. Subito dopo la corrente elettrica e l'acqua sono state interrotte contemporaneamente», ha affermato il sindaco sui social. Orlov non ha fornito altri dettagli, aggiungendo solo che al momento sono in corso accertamenti.
Ore 12:44 - L'Ue su Zakharova: «Parole folli, non meritano commento»
«Non perdiamo tempo a commentare le dichiarazioni folli delle personalità russe». Lo ha detto il portavoce della Commissione europea a proposito delle accuse lanciate dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova sul piano italiano della riduzione dei consumi energetici. «C'è un'eccellente cooperazione fra l'Ue e gli Stati membri sul tema energetico», ha aggiunto. «I Paesi lavorano insieme per rispondere alle sfide create dalle azioni russe».
Ore 13:21 - Mosca denuncia 15 attacchi contro l'area di Zaporizhzia
La Russia ha denunciato nelle ultime 24 ore 15 attacchi di artiglieria condotti dall'esercito ucraino contro la località di Energodar, in cui è collocata la centrale nucleare di Zaporizhzhia, controllata dalle truppe di Mosca. «Nel corso della giornata, le forze armate dell'Ucraina hanno segnato 15 attacchi di artiglieria contro la città di Energodar e il territorio della centrale nucleare di Zaporizhzhia» ha affermato il portavoce del Ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, nel suo resoconto quotidiano. Secondo il portavoce, le condizioni della centrale nucleare sono nella norma.
Ore 13:34 - Kiev: restituiti i corpi di 25 soldati ucraini caduti
I corpi di 25 soldati ucraini caduti sono stati restituiti a Kiev sulla base della Convenzione di Ginevra. Lo riporta il Kyiv Independent citando fonti di governo e precisando che non sono stati forniti ulteriori dettagli. «Un'altra operazione è stata effettuata per il trasferimento dei corpi dei caduti. I russi non hanno fatto alcuna comunicazione di questo scambio e non ha commentato la dichiarazione delle autorità ucraine.
Ore 13:47 - La Cina pagherà in rubli e yuan il gas russo
La Cina pagherà in rubli e yuan per le forniture di gas russo attraverso il gasdotto Sila Sibiry. Un accordo in questo senso, scrive il sito del quotidiano economico russo Kommersant, è stato firmato tra il presidente della Gazprom, Alexei Miller, e quello della compagnia cinese Cnpc, Dai Houliang. Secondo quanto riferisce in un comunicato la Gazprom, durante l'incontro, avvenuto in videoconferenza, sono stati anche firmati accordi aggiuntivi all'intesa per la vendita a lungo termine di gas alla Cina lungo la rotta orientale.
Ore 13:54 - «Olio combustibile nel canale idrico della centrale»
Secondo il capo dell'amministrazione russa dell'area di Zaporizhzhia, Alexander Volga, le bombe cadute vicino alla centrale nucleare hanno rotto un serbatoio di olio combustibile e il liquido è finito nel canale idrico che fornisce acqua per il funzionamento della centrale nucleare. «Ora esamineremo la situazione e prenderemo tutte le misure», ha dichiarato Volga al canale televisivo Rossiya-24, come riporta Interfax.
Ore 14:00 - Kiev: 236 bambini risultano dispersi da inizio della guerra
Dall'inizio dell'invasione russa, 236 bambini sono considerati dispersi. Lo ha reso noto il servizio stampa dell'Ufficio del Difensore civico ucraino citato da Ukrinform. «Informazioni dal portale statale Bambini della guerra per la ricerca di bambini scomparsi al 6 settembre 2022: 236 scomparsi, 7.343 deportati, 5.391 ritrovati e 55 restituiti», ha dichiarato l'Ufficio. Secondo l'Ufficio del Procuratore generale, 741 bambini sono stati feriti in Ucraina a causa della guerra.
Ore 14:35 - Esplosioni e spari a Berdyansk
«Continuano le esplosioni e le sparatorie nel centro della città» portuale di Berdyansk, attualmente controllata dalle forze russe. «Nel centro si sono recati ambulanze e rappresentanti della polizia di occupazione». Lo ha riferito in un messaggio diffuso su Telegram l'ufficio stampa del consiglio comunale locale.
Ore 14:53 - Zelensky: per ogni attacco la Russia riceverà punizione adeguata
Zelensky ha pubblicato su Telegram una foto delle conseguenze degli attacchi russi a Kharkiv e Kryvyi Rih, promettendo una «punizione adeguata» per ogni attacco da parte di Mosca. «Un altro attacco missilistico del Paese aggressore alle città ucraine — ha scritto Zelensky —. In mattinata a Kharkiv un condominio nella parte centrale della città è stato distrutto e un edificio amministrativo è stato danneggiato. A Kryvyi Rih è scoppiato un incendio in un deposito di petrolio». Aggiungendo: «Per ogni attacco da parte degli occupanti è prevista una punizione adeguata».
Ore 16:27 - Atene: «Inaccettabili le minacce della Turchia alleata Nato»
«La Grecia è promotrice del dialogo basato sul rispetto del diritto internazionale e tiene alle relazioni di buon vicinato. Ma è inaccettabile che la sovranità greca venga messa in discussione tramite minacce da un Paese che è un alleato della Nato». Il premier greco Kyriakos Mitsotakis, durante un incontro ad Atene con la presidente della Repubblica della Slovacchia Zuzana Caputova, ha commentato così l'escalation di minacce rivolte alla Grecia dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan negli ultimi giorni.
Nell'ambito dell'incontro, finalizzato a rafforzare le relazioni bilaterali tra Grecia e Slovacchia, Mitsotakis ha poi ribadito che il revisionismo e la modifica dei confini non possono essere tollerati, come ha dimostrato l'invasione russa dell'Ucraina, e ha sottolineato la necessità di dare una risposta comune europea alla crisi energetica di questo inverno.
Ore 16:51 - Aiea: «La situazione a Zaporizhzhia è insostenibile»
«L'attuale situazione» nella centrale nucleare di Zaporizhzhia «è insostenibile». Lo afferma l'Agenzia internazionale per l'energia atomica nel suo rapporto diffuso oggi dopo la missione nell'impianto, la cui zona è da settimane sotto bombardamenti per cui Russia e Ucraina si accusano a vicenda.
Ore 17:45 - Adolfo Urso (Fdi) nei prossimi giorni in visita a Kiev e Washington
Una visita nei prossimi giorni a Kiev e poi un’altra a Washington: il senatore Adolfo Urso partirà per le due missioni internazionali «a dimostrazione che Fratelli d’Italia non si fa condizionare da nessuno rispetto alla tutela degli interessi nazionali e della sua collocazione atlantica».
Mentre la Russia minaccia una «tempesta globale» per le sanzioni imposte a causa della guerra e sulla campagna elettorale incombe il rischio di ingerenze straniere, Urso volerà prima in Ucraina e poi negli Stati Uniti, dove circa tre mesi fa, da presidente del Copasir, si è già recato in visita istituzionale insieme a una delegazione del Comitato.
Ore 18:26 - Nuovo appello dell’Onu per una safety zone intorno alla centrale di Zaporizhzhia
L’agenzia specializzata Aiea, che per l’Onu si occupa dell’energia atomica, con i suoi ispettori che in questi giorni hanno visitato la centrale di Zaporizhzhia, chiede nuovamente che l’area dell’impianto sia isolata dagli scontri a fuoco e dai bombardamenti con una speciale «safety zone».
«Per la tutela della salute degli abitanti della zona e per evitare disastri di carattere ambientale, riteniamo fondamentale una zona di protezione che possa escludere la centrale dagli eventi bellici. Per perseguire questo obiettivo è per noi imprescindibile firmare un accordo che accettino entrambe le parti coinvolte nel conflitto». Così il direttore dell’agenzia Rafael Grossi, che ha condotto e guidato l’ispezione nell’impianto ucraino, uno dei più grandi d’Europa.
Ore 18:35 - La Cina pagherà in rubli e yuan il gas russo: punta alla de-dollarizzazione del mondo
(Fabio Savelli) La Cina pagherà in rubli e yuan per le forniture di gas russo attraverso il gasdotto Sila Sibiry. Un accordo in questo senso, scrive il sito del quotidiano del mondo imprenditoriale russo Kommersant, è stato firmato tra il presidente della Gazprom, Alexei Miller, e quello della compagnia cinese Cnpc, Dai Houliang. Secondo quanto riferisce in un comunicato la Gazprom, durante l’incontro, avvenuto in videoconferenza, sono stati anche firmati accordi aggiuntivi all’intesa per la vendita a lungo termine di gas alla Cina lungo la rotta orientale...
Ore 18:44 - Gas, le minacce russe all’Italia: «Piano Cingolani imposto da Ue e Usa, l’economia crollerà»
(Massimiliano Jattoni dall’Asén) Il piano italiano per la riduzione della dipendenza dalle fonti energetiche russe, messo a punto dal ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, «è imposto a Roma da Bruxelles, che a sua volta agisce su ordini di Washington, ma alla fine saranno gli italiani che dovranno soffrire». Lo ha detto in un messaggio su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova.
L’attacco senza mezzi termini di Zakharova è diretto al piano del governo, reso pubblico martedì 6 settembre dal ministro Roberto Cingolani. La portavoce ha illustrato quelle che sarebbero le conseguenze per l’economia italiana , ponendo l’accento sugli «ostacoli per l’enorme numero di russi in visita» nel nostro Paese.
Ore 18:56 - Il punto militare: perché Putin sta comprando milioni di proiettili dalla Nord Corea?
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Le rivelazioni degli 007 americani sarebbero la conferma dell’alto uso di munizioni da parte di Mosca nel conflitto ucraino.
La Russia ha acquistato milioni di proiettili per artiglieria e razzi dalla Nord Corea. E si prepara a farlo di nuovo. Ad affermarlo fonti dell’intelligence Usa citate dal New York Times. L’informazione potrebbe essere una conferma indiretta dell’alto consumo di munizioni da parte degli invasori, i cui depositi sono stati distrutti in gran numero.
Ore 19:02 - Liz Truss: «Affronterò la crisi energetica causata da Putin»
«Affronterò la crisi energetica causata dalla guerra di Vladimir Putin e assicurerò il nostro futuro approvvigionamento energetico». Lo ha detto la neo premier britannica Liz Truss nel suo discorso di insediamento a Downing Street. La prima ministra si prepara a lanciare un piano contro il caro bollette.
Col suo programma di governo prevede inoltre di tagliare le tasse per premiare il duro lavoro e aumentare la crescita e gli investimenti trainati dalle imprese. Si impegna a riformare le norme per permettere al Paese di crescere, sottolineando che non mancano enormi riserve di talento, energia e determinazione.
Ore 19:16 - Washington: «Non designeremo Russia stato sponsor del terrorismo»
Gli Stati Uniti non designeranno la Russia stato sponsor del terrorismo. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karin Jean-Pierre precisando che si tratta della «decisione definitiva» dell’amministrazione Biden.
Ore 19:18 - Ucraina: «Kiev, respinti numerosi attacchi russi nel Donetsk»
L’esercito ucraino ha respinto diverse offensive russe nella regione orientale di Donetsk. Lo ha reso noto lo Stato Maggiore dell’esercito idi Kiev: «Le unità delle forze di difesa ucraine mantengono le loro posizioni e impediscono al nemico di avanzare più in profondità nel territorio ucraino. I nostri militari hanno respinto con successo gli attacchi nemici nelle aree degli insediamenti di Dolyna, Soledar, Novobakhmutivka, Kodema, Zaitseve, Avdiivka, Mariinka e Lyubomirivka della regione di Donetsk».
Ore 20:20 - Mosca: «Energodar colpita cinque volte dopo rapporto Aiea»
Alexander Volga, sindaco filorusso di Energodar, ha affermato che, nelle ore successive alla diffusione del rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, le forze ucraine hanno già colpito cinque volte la città, dove ha sede l’infrastruttura.
«Due ore fa hanno pubblicato il rapporto Aiea e da allora ci sono già stati cinque attacchi condotti con obici americani M777», scrive Volga su Telegram, «hanno martellato l’intera città, l’intero settore residenziale, colpendo direttamente la sottostazione di Luch, che rifornisce l’intera città». «Per ora la situazione è gestibile ma i servizi di emergenza sono in elevata allerta», ha aggiunto il funzionario, secondo il quale al momento non si ha notizia di feriti.
Ore 21:16 - Kiev replica a Washington: «Chiederemo ancora riconoscimento Russia come Stato sponsor del terrorismo»
«Abbiamo chiesto, chiediamo e chiederemo il riconoscimento della Russia come Stato sponsor del terrorismo. Il fatto che l’amministrazione Biden non sia pronta a prendere una decisione del genere in questo momento non significa che non possa mai essere presa. Lavoreremo per far riconoscere la Russia per quello che è veramente». Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, citato da Ukrinform, commentando l’annuncio della Casa Bianca secondo cui Washington non intende designare la Russia come Stato sponsor del terrorismo.
Ore 21:25 - Guterres chiede a Mosca e Kiev una tregua su Zaporizhzhia
«Gli sforzi per ristabilire la centrale nucleare di Zaporizhzhia come infrastruttura puramente civile sono vitali. Come primo passo le forze russe e ucraine devono impegnarsi a non intraprendere alcuna attività militare verso o dal sito». Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres alla riunione del Consiglio di Sicurezza.
«Come secondo passo - ha aggiunto - dovrebbe essere garantito un accordo su un perimetro smilitarizzato, che includa l’impegno delle forze russe a ritirare tutto il personale e l’equipaggiamento militare e di quelle ucraine a non entrarvi. Qualsiasi danno, intenzionale o meno, alla centrale nucleare di Zaporizhzhia potrebbe significare una catastrofe, non solo per le immediate vicinanze, ma per la regione e oltre».
Una proposta, quella del segretario generale dell’Onu, che il Cremlino ha giudicato «Non seria».
Ore 21:47 - La centrale nucleare di Zaporizhzhia e l’allarme sicurezza del 5 agosto (che abbiamo scoperto solo ora)
(Massimo Sideri) Le autorità internazionali hanno pubblicato la cronistoria dei danni subiti dalla più grande centrale atomica europea in Ucraina: «In diversi momenti tutti i 7 pilastri della sicurezza risultavano compromessi».
Turni massacranti di 48 ore. Il reattore numero 6 che almeno in una occasione è entrato in quella che viene chiamata «islanding operation mode», una modalità eccezionale in cui l’impianto stesso è staccato da tutte le reti elettriche e deve fornire da solo l’elettricità per il sistema di raffreddamento del nocciolo. Entrata in funzionamento di 17 dei 20 motori diesel di emergenza che sono l’ultima sponda della sicurezza (a Fukushima entrarono in funzione ma vennero poi spazzati via dall’onda dello tsunami, causando il più grave disastro atomico civile dopo Chernobyl). Danni all’impianto del carburante esausto radioattivo.
Kherson, la controffensiva ucraina che non sembra una controffensiva. Paolo Mauri il 6 Settembre 2022 su Inside Over.
A poco più di una settimana dal suo inizio, la controffensiva ucraina nell’oblast di Kherson non ha provocato grossi spostamenti del fronte.
I combattimenti, negli ultimi giorni, si sono sviluppati nella zona di Novovorontsovka, Vysokopillya e Arkhangelske a nord, a Suvkhyi Stavok nella parte centrale e a Posad-Pokrovske e Oleksandrivka nella parte meridionale della provincia occupata. La situazione però è instabile e in continua evoluzione: i russi affermano di essere rientrati a Kostroma, mentre l’esercito ucraino sta attaccando anche nelle zone di Schmidtovo, Ternovye Pody, Zedyony, Kiselyovka ma, a quanto sembra, senza successo. Il tre settembre il ponte della diga di Nova Kakhova è stato colpito dal tiro di artiglieria ucraina ed è stato distrutto, complicando notevolmente l’afflusso di rinforzi russi. Lì l’esercito di Kiev sta spingendo approfittando della situazione generatasi dall’interruzione di quella linea di comunicazione. Lo Stato maggiore di Mosca sta assemblando forze per rinforzare il fronte di Kherson andando a (ri)costituire il Terzo Corpo d’Armata, ma sarà molto difficile che raggiunga la linea del fronte rapidamente per via dell’attività di bombardamento ucraina sui vitali ponti che attraversano il fiume Dnepr.
Giungono importanti segnali che dimostrano la difficoltà di approvvigionamento di munizioni per l’esercito russo: si ritiene che i proiettili da 122 millimetri stiano scarseggiando, in quanto raramente sono stati usati negli ultimi giorni, optando pertanto sui vecchi pezzi di artiglieria da 152 millimetri come il D-20, fabbricato negli anni ’50 in Unione Sovietica in grande numero, ma non abbiamo ancora certezza.
Una possibile conferma di questa difficoltà incontrata dall’esercito russo arriva dalla notizia che Mosca sta acquistando razzi e proiettili di artiglieria dalla Corea del Nord. Secondo quanto riportato dall’Associated Press, un anonimo funzionario statunitense ha informato lunedì il New York Times che la Russia si stia rivolgendo alla Corea del Nord per ottenere munizioni dimostrando pertanto che “l’esercito russo continua a soffrire di gravi carenze di rifornimenti, in parte a causa delle sanzioni e dei controlli sulle esportazioni”. I funzionari dell’intelligence statunitense ritengono che i russi potrebbero cercare di acquistare ulteriore equipaggiamento militare nordcoreano in futuro che va ad aggiungersi a quello acquistato dall’Iran, consistente in droni da combattimento della serie Mohajer-6 e Shahed.
Nel Donbass i russi hanno subito un contrattacco ucraino presso Soledar e risulta che le forze di Mosca abbiano ripreso l’iniziativa nelle direzioni di Yakovlevka e Seversk ma molto cautamente. Proseguono anche i bombardamenti a nord, dove si segnalano esplosioni a Kharkiv e nei suoi dintorni.
A livello tattico, quindi, l’iniziativa è generalmente passata nelle mani degli ucraini, che però non stanno ottenendo risultati degni di nota: la controffensiva su Kherson si sta configurando più come una serie di attacchi misurati in alcuni settori ma con pesanti bombardamenti delle retrovie russe. Siamo davanti quindi più a un contrattacco che a una controffensiva vera e propria, messo in atto per scompaginare le linee russe e inchiodarle sul posto, quindi per usurare il potenziale bellico di Mosca che, a quanto sembra, è provato da mesi di conflitto. Da quest’ultimo punto di vista il ricorso ai sistemi missilistici da difesa aerea S-300 in funzione di attacco terrestre – possibilità accertata ma a discapito della precisione – dimostrerebbe la difficoltà della Russia di ottenere i rifornimenti di sistemi d’arma necessari per supportare in modo efficace l’avanzata in territorio ucraino. Ridotta la frequenza dei lanci dei missili ipersonici Kinzhal, che non si vedono in azione ormai da parecchie settimane, e anche quelli dei vettori da crociera Kalibr, che comunque vengono lanciati in salve consistenti quando vengono impiegati, anche per cercare di saturare le difese antimissile ucraine.
La controffensiva su Kherson non si può definire tale anche per dei motivi legati alla catena di comando ucraina: come ci ricorda il colonnello dell’Esercito (in pensione) Orio Giorgio Stirpe, l’ente di controllo di un’operazione dipende dalla sua rilevanza, quindi una controffensiva dovrebbe essere coordinata dallo Stato maggiore di Kiev, e parimenti questo dovrebbe essere l’organismo deputato alle comunicazioni ufficiali. Qui, invece, l’ente responsabile dell’operazione in corso sembra essere il comando meridionale ucraino, cioè uno dei corpi d’armata dell’esercito. È infatti questo comando a rilasciare i comunicati stampa e gli aggiornamenti, non lo Stato maggiore di Kiev. Il colonnello ci ricorda anche che si sarebbero viste operare nella zona unità fatte giungere dagli altri comandi regionali, soprattutto da quello occidentale, che normalmente funziona da riserva, mentre invece non è così.
Sembra quindi, come già accennato, che l’intera operazione sul fronte meridionale sia stata effettuata per logorare la testa di ponte russa a ovest del fiume Dnepr e per mettere in crisi il sistema logistico russo, già provato da mesi di guerra e da problematiche strutturali che abbiamo evidenziato in precedenza. Lo scopo sarebbe anche quello di confondere i russi e metterli sulla difensiva, cosa che sembra sia puntualmente accaduta guardando al fronte del Donbass: l’avanzata dell’esercito di Mosca, in quel settore, è estremamente cauta, in quanto si teme che l’ammassamento di uomini e mezzi per un’azione più consistente possa sguarnire un settore del fronte dove potrebbe verificarsi la vera controffensiva ucraina.
La martellante campagna mediatica che ha propagandato la controffensiva ucraina nei mesi precedenti, potrebbe quindi essere stata finalizzata esclusivamente a far pensare a Mosca che l’operazione su Kherson sia quella principale, quando invece l’esercito ucraino colpirà altrove. La chiave di lettura dell’operazione quindi potrebbe essere proprio questa: costringere Mosca sulla difensiva in attesa che si sviluppi la vera controffensiva, nel contempo logorare l’esercito russo costringendo lo Stato maggiore a far affluire rinforzi che altrimenti sarebbero stati impiegati per cercare di terminare la conquista del Donbass.
Ucraina-Russia, news sulla guerra del 7 settembre. Lorenzo Cremonesi, Viviana Mazza e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 7 Settembre 2022.
Le notizie di mercoledì 7 settembre, in diretta. Il discorso di Putin a Vladivostok: «Impossibile isolare la Russia». Bombe su Kryvyi Rih, città natale di Zelensky. Peskov: «La risposta russa alle restrizioni sui visti Ue sarà dura»
• La guerra in Ucraina è arrivata al 196esimo giorno.
• Anche l'ultimo reattore della centrale di Zaporizhzhia è stato staccato dalla rete elettrica ucraina. Qui la lista dei danni causati alla centrale da queste settimane in cui Zaporizhzhia è stata al centro della battaglia.
• Putin è intervenuto — con un durissimo discorso — al Forum economico di Vladivostok: «Impossibile isolare la Russia»
• Gas, minacce russe all’Italia: «Piano Cingolani imposto da Ue e Usa, l’economia crollerà»
Ore 08:16 - Lavrov e i «chiarimenti» sul rapporto sulla centrale nucleare
La Russia ha chiesto all’Aiea, l’agenzia dell’Onu per l’Energia atomica, dei «chiarimenti» sul suo rapporto sulla situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia — definita nel documento «insostenibile». A dichiararlo è stato, parlando con l’agenzia russa Interfax, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.
«C’è bisogno di chiarimenti supplementari, perché quel rapporto contiene un certo numero di punti interrogativi. Abbiamo chiesto questi chiarimenti al direttore generale dell’Aiea», Rafael Grossi.
Ieri l’ambasciatore russo all’Onu ha deplorato che il rapporto non «indicasse chiaramente» che sarebbero gli ucraini a bombardare la zona della centrale.
In questo articolo di Massimo Sideri, la lista dei danni — e dei pericoli — alla centrale.
Ore 08:23 - Il discorso di Putin / 1: «Le sanzioni sono un pericolo per il mondo intero»
Il presidente russo, Vladimir Putin, è intervenuto al forum economico di Vladivostok, ed è tornato ad attaccare frontalmente le sanzioni occidentali, definendole «una scelta miope» e «un pericolo per il mondo intero».
Putin ha anche definito le mosse occidentali «un tentativo aggressivo di imporre il proprio dominio sul mondo», ma ha spiegato che gli equilibri del pianeta si stanno spostando verso l’area del Pacifico.
«Recentemente si sono verificati cambiamenti tettonici nell’intero sistema delle relazioni internazionali. Il ruolo di Stati e regioni del mondo dinamici e promettenti è notevolmente aumentato. E soprattutto, naturalmente, la regione Asia-Pacifico: i suoi Paesi sono diventati nuovi centri di crescita economica e tecnologica, punti di attrazione per il personale, i capitali, la produzione».
«La qualità della vita in Europa», ha detto, «è stata sacrificata alla dittatura degli Usa», mentre la Russia riesce a sopportare «l’aggressione economica, finanziaria e tecnologica» dell’Occidente.
Putin ha anche detto che «i problemi per i rifornimenti di cibo si intensificheranno, e una catastrofe umanitaria è all’orizzonte», ha detto.
Putin non ha mai menzionato il motivo per cui le sanzioni sono state imposte — e cioè l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo; ma secondo il presidente russo, «la politica delle sanzioni occidentali è in corso da decenni».
Ore 08:29 - Il discorso di Putin / 2: «È impossibile isolare la Russia»
Il discorso di Putin continua lungo le direttrici ormai consolidate: l’attacco all’Occidente per le sanzioni, e la sottolineatura della ricerca da parte della Russia di nuovi partner economici e geopolitici: «È impossibile isolarci», ha detto, «nessuno ci riuscirà, avremo altre possibilità di entrare nei mercati iraniani, o del Medio Oriente» (oltre allo spostamento dell’equilibrio sul versante del Pacifico, di cui aveva parlato prima).
«Gli Usa», ha detto Putin, «non si fermano di fronte a nulla per raggiungere i loro obiettivi. Vediamo già alcune produzioni fermarsi, in Europa, a causa della rottura con Mosca. L’Occidente ha messo in discussione alcuni dei fondamentali del sistema economico globale, e la fiducia nel dollaro, nell’euro, nella sterlina ne è uscita indebolita. La Russia ha tagliato l’utilizzo di queste monete; Gazprom e la Cina hanno iniziato a strutturare i propri contratti sul gas con pagamenti in yuan».
Quanto alla Russia, «l’inflazione raggiungerà il 12 per cento quest’anno, ma il prossimo scenderà ai livelli previsti». Certo — è costretto ad ammettere il presidente russo — «ci sono problemi in alcune regioni e per alcuni settori economici», e per questo «è importante continuare a supportare l’economia russa»: ma su questo, assicura, «Mosca continuerà a difendere gli interessi nazionali».
Ore 08:48 - Il discorso di Putin / 3: «Non abbiamo iniziato nessuna guerra»
Putin — continuando il suo discorso al Forum economico di Vladivostok — è tornato a ribadire il suo punto di vista su quanto stia succedendo in Ucraina: una guerra, per il mondo intero; una «operazione militare speciale», per Mosca.
Per Putin, la Russia «non è responsabile di aver fatto iniziare alcuna operazione militare: stiamo cercando di mettere fine a quella avviata nel 2014», con l’invasione della Crimea.
Secondo il presidente russo, dunque, Mosca «ha deciso di rispondere militarmente», non — come è evidente — di invadere il territorio ucraino (nessuna parola viene pronunciata per giustificare l’attacco, avvenuto nei primi giorni e nelle prime settimane del conflitto, alla capitale ucraina, Kiev). «Le nostre operazioni puntano ad aiutare la popolazione del Donbass».
Ore 09:00 - Il discorso di Putin / 4: «Non abbiamo perso niente»
«La Russia non ha perso e non sta perdendo nulla a causa dell’Operazione speciale» — cioè l’invasione dell’Ucraina — «ma ha anzi rafforzato la propria sovranità»: «Tutto ciò che facciamo», ha spiegato, «punta a rafforzare la nostra sovranità. E se l’economia globale attraversa un periodo difficile, la logica della cooperazione vincerà sicuramente».
Ore 09:09 - La controffensiva ucraina, intanto
Mentre Putin parlava della volontà di Mosca di «chiudere la guerra avviata nel 2014», le autorità ucraine annunciavano che oltre alla controffensiva — in corso — nel Sud del Paese, ora Kiev sta conducendo attacchi nei territori occupati dai russi nel Nord Est del Paese.
«Stiamo avanzando e spingendo su tutta la linea del fronte. Nei prossimi mesi, ci aspettiamo la sconfitta dell’esercito russo nella regione di Kherson — sulla riva occidentale del fiume Dnipro — e una significativa avanzata dell’esercito ucraino nell’Est».
Le forze ucraine hanno anche annunciato di aver distrutto un ponte di alto valore tattico e strategico usato dalle forze russe a Kherson.
Ore 09:19 - Il discorso di Putin /5: «Proporrò a Erdogan di limitare l’export di grano verso l’Unione europea»
Putin ha dedicato una parte del suo discorso al tema dell’accordo sul grano, raggiunto con l’Ucraina con la mediazione delle Nazioni unite e della Turchia.
Secondo Putin, «la Russia e i Paesi poveri sono stati truffati»: non essendoci nell’intesa raggiunta «quote garantite» per i Paesi più a rischio, «ci sono vergognosi esempi di comportamento scorretto» da parte dei Paesi più sviluppati — e segnatamente, da parte dell’Europa — che «non stanno inviando cereali ai Paesi in via di sviluppo».
Putin ha anche ventilato l’ipotesi di «limitare l’esportazione di grano e altri generi alimentari lungo questa rotta (dall’Ucraina all’Europa, ndr). Mi consulterò sicuramente con il presidente turco Erdogan su questo argomento. Dopotutto siamo stati noi a elaborare il meccanismo esportazione di grano ucraino».
«Escludendo la Turchia come mediatore, praticamente tutto il grano che lascia l’Ucraina non va nei Paesi più poveri, ma in Europa. Solo 2 navi su 87 vanno nei Paesi in via di sviluppo, 60mila tonnellate su 2 milioni. Con questo approccio la portata dei problemi alimentari globali non farà che aumentare, sfortunatamente; e questo può causare una catastrofe umanitaria senza precedenti».
Mikhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha spiegato all’agenzia Reuters che la Russia non ha alcuna base fattuale per rimettere in discussione l’intesa raggiunta, e che le accuse di Mosca sono infondate.
L’intesa sul grano è stata firmata lo scorso 22 luglio, a Istanbul, e consiste in due documenti distinti: uno sulle esportazioni del grano ucraino e un altro sull’esportazione di prodotti agricoli e fertilizzanti russi.
Gli accordi, uno con la firma dell’Ucraina e l’altro con la Russia, sono stati raggiunti con la mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite e hanno stabilito un corridoio nel Mar Nero per consentire l’esportazione di generi alimentari.
Erdogan e Putin si incontreranno di nuovo a margine del vertice SCO a Samarcanda dal 15 al 16 settembre.
Ore 09:39 - Il discorso di Putin / 6: «Non credo che abbiamo violato la legge internazionale, il regime di Kiev è illegittimo»
Con frasi che illuminano — per quanto possibile — lo schema mentale del presidente russo, Putin ha detto che «alcuni sostengono che la Russia abbia violato la legge internazionale: io non credo che sia vero».
Come può, Putin, sostenere di non aver violato le norme internazionali, dopo aver inviato il proprio esercito non solo nel Donbass — dove a fornire una giustificazione, agli occhi di Mosca, ci sarebbero le due autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk — ma anche a Kiev?
Ecco cosa spiega Putin: «Il regime di Kiev», ha detto, «è illegittimo»; e lo è perché «è stato creato dopo un colpo di Stato».
A rendere più fragile questa giustificazione c’è però un fatto: le frasi del leader russo arrivano dopo l’incontro tra Putin stesso il capo della giunta militare — golpista — della Birmania Min Aung Hlaing, al termine del quale il leader del Cremlino ha detto che «la Birmania è nostro partner affidabile e di lunga data nel Sud-est asiatico», e che «le nostre relazioni si sviluppano in modo positivo».
«Si direbbe che lei sia non il leader della Russia, ma del mondo intero, perché lei organizza e controlla la stabilità del mondo intero», ha detto da parte sua il leader birmano.
Ore 09:33 - L’incontro tra Putin e Xi, la prossima settimana
Il tempismo è tutt’altro che casuale: dopo che il presidente russo Putin ha parlato — ampiamente — al Forum economico di Vladivostok, spiegando quanto sia «impossibile» isolare la Russia, l’agenzia russa Tass — citando l’ambasciatore di Mosca a Pechino — batte la notizia di un incontro in vista tra lo stesso Putin e il presidente cinese Xi Jinpingi.
L’incontro — il primo, di persona, da mesi: l’ultimo era avvenuto pochi giorni prima che Putin desse il via alla guerra in Ucraina — è previsto a margine del summit che si terrà a Samarcanda, in Uzbekistan, il 15 e 16 settembre.
Se confermato, l’incontro non sarebbe solo il primo faccia a faccia tra i leader di Cina e Russia dall’invasione russa dell’Ucraina, ma anche il primo viaggio fuori dai territori cinesi di Xi dall’inizio della pandemia di coronavirus.
Ore 09:55 - Il discorso di Putin / 7: La Russia, l’Europa e l’energia: «Il tetto al prezzo del gas è una misura stupida»
Putin è tornato — diverse decine di minuti dopo aver già trattato l’argomento, nel suo amplissimo discorso — a parlare di energia.
«Anzitutto», ha detto, «l’energia russa dovrebbe essere utilizzata per lo sviluppo interno. Ma la cooperazione con la Russia in questo campo è una cosa buona, per l’Europa. La domanda di idrocarburi è alta, nel mondo, e l’Europa aveva un vantaggio competitivo legato alle forniture di energia dalla Russia. Noi siamo pronti a cooperare con ogni Paese, ma ora il mercato europeo non è più favorevole. La Russia non ha problemi a vendere le proprie risorse: la domanda in Cina sta salendo, ad esempio, e venderemo il nostro gas in tutto il mondo».
Poi l’attacco — diretto, ancora una volta — all’Europa: «Le proposte relative a un tetto al prezzo del gas sono stupide, e porteranno all’aumento dei prezzi. Al momento, il gasdotto Nord Stream 1 è praticamente chiuso, ma potremmo lanciare il Nord Stream 2 anche domani, basterebbe premere un pulsante — ma non è permesso: le sanzioni contro questo gasdotto sono state imposte dagli americani, che vogliono vendere il loro gas, a prezzo maggiorato. La Russia non usa la propria energia come un’arma».
L’Europa si prepara a definire un tetto al prezzo del gas e dell’elettricità: come spiegato da Francesca Basso in questo articolo, «la proposta sarà approvata con procedura scritta, salvo imprevisti, ha spiegato una fonte Ue al Corriere, giovedì 15 settembre dalla Commissione, dopo il discorso della presidente Ursula von der Leyen sullo Stato dell’Unione e conterrà un tetto al prezzo dell’elettricità prodotta da fonti diverse dal gas . Le misure dovrebbero durare un anno e il tetto dovrebbe essere intorno ai 180 euro per megawatora. Agli Stati membri viene lasciata facoltà di redistribuire le risorse recuperate alle categorie più vulnerabili e alle Pmi. Sul tetto al prezzo del gas russo e sulle misure per fronteggiare la scarsa liquidità dei mercati dell’energia elettrica la Commissione prenderà una decisione dopo gli orientamenti che emergeranno mercoledì dalla riunione degli ambasciatori presso la Ue a cui parteciperà anche von der Leyen. È prevista anche una «solidarity compensation»: una tassa sui profitti provenienti dall’estrazione di petrolio e gas o sul fatturato relativo all’estrazione (è in fase di decisione). Nel mirino, quindi, le compagnie come Eni e Total. Vi sarà anche una misura per ridurre la domanda di elettricità nelle ore di picco attraverso incentivi a imprese e famiglie. La proposta si basa giuridicamente sull’articolo 122, dunque sarà sufficiente la maggioranza qualificata degli Stati Ue per approvarla. L’aspettativa è un consiglio Energia di emergenza nell’ultima settimana di settembre, oppure la proposta potrebbe essere discussa alla riunione informale a Praga del 12 ottobre con mandato agli ambasciatori per il via libera.
Ore 10:54 - Il colonnello russo ferito in un attentato, a Berdiansk
Un colonnello russo divenuto il nuovo comandante militare della città di Berdiansk, occupata dai russi, è stato ucciso — o, secondo altre fonti, gravemente ferito — con un’autobomba. A riportarlo sono i media di Stato russi, secondo i quali l’ordigno sarebbe esploso vicino agli uffici amministrativi della città, diventati una base russa.
L’auto usata dal colonnello Artyom Bardin è stata distrutta nell’attacco, che sarebbe avvenuto intorno alle 12.
Se venisse confermato che dietro l’attacco ci sono formazioni ucraine, si tratterebbe — scrive il Guardian — dell’«attentato più significativo di un esponente del governo russo in Ucraina».
Ore 11:09 - Il discorso di Putin / 8: «Con i tetti ai prezzi, non onoreremo i contratti»
Putin ha detto che l’economia russa si contrarrà del 2-2,5 per cento, quest’anno, e ha avvertito che la Russia «non onorerà i contratti su petrolio e gas» se ci saranno dei tetti al prezzo, come quelli che l’Europa e il G7 hanno intenzione di attivare.
Si tratta della più esplicita minaccia da parte di Mosca sulla possibilità di bloccare le forniture sia di gas, che di petrolio.
«Non consegneremo nulla se è contrario ai nostri interessi, in questo caso economici. Né gas, né petrolio, né carbone. Niente», ha aggiunto Putin.
Ore 11:19 - La moglie di Zelensky attacca Roger Waters
«Dovresti chiedere la pace all’altro Paese»: ha replicato così Olena Zelenska — moglie del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky — alla lettera aperta pubblicata su Facebook da Roger Waters e a lei rivolta nella quale l’ex leader dei Pink Floyd criticava la fornitura di armi dell’Occidente all’esercito ucraino.
Zelenska ha sottolineato che è stata la Russia «a lanciare un’aggressione contro l’Ucraina. Gli ucraini proteggono il loro Paese e il futuro dei loro figli. Se rinunciamo alla lotta, domani non ci saremo. Se la Federazione Russa rinuncia alla guerra, la guerra finirà. Lei dovrebbe chiedere la pace al presidente di un altro Paese».
Ore 11:47 - Il discorso di Putin / 9: le parole sulla centrale nucleare
Putin ha parlato anche del rapporto dell’Aiea — l’Agenzia dell’Onu per l’energia atomica — sullo stato della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, al momento occupata dalle truppe russe e al centro di una zona di combattimento.
Putin ha detto di «fidarsi» del rapporto, anche se — a suo parere — l’Aiea è ora «sotto pressione da parte degli Stati Uniti e dell’Europa e non può dire direttamente che la centrale viene colpita dal territorio ucraino».
Secondo Putin, non è Mosca a sparare contro la centrale, e le truppe di Mosca sono presenti soltanto per «garantire la sicurezza»: «È Kiev a minare la sicurezza», ha detto.
L’Aiea ha chiesto che intorno alla centrale venga ristabilita una zona demilitarizzata, per poter garantire la sicurezza della struttura.
Ore 12:06 - Il discorso di Putin / 10: «L’Europa torni in sé o ci sarà un’esplosione sociale»
Con parole destinate a rinfocolare il dibattito interno a diversi Paesi europei — in primis l’Italia, il cui appuntamento elettorale del 25 settembre è osservato con estrema attenzione, da Mosca — Putin ha invitato i Paesi europei a «tornare in sé» sulle sanzioni.
Gli europei, di fronte all’impennata dei prezzi, «hanno diverse soluzioni: o sovvenzionare i prezzi elevati (dell’energia) o ridurre i consumi. Da un punto di vista economico va bene, ma da un punto di vista sociale è pericoloso. Può causare un’esplosione», ha detto Putin, che è tornato a scagliarsi contro l’ipotesi di tetto ai prezzi dell’energia: «È meglio rispettare gli obblighi contrattuali, le regole civili. È impossibile non rispettare le leggi, oggettive, economiche. Altrimenti ti tornerà indietro come un boomerang».
Ore 12:15 - Intanto, il prezzo del gas
Nella giornata di oggi — come indicato più sotto — è attesa una prima risposta della Ue alle nuove minacce del presidente russo Vladimir Putin contro le sanzioni occidentali: si riuniranno proprio in giornata, infatti, gli ambasciatori presso la Ue, per preparare il consiglio Energia straordinario di venerdì. All’incontro è presente anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Di fronte a quella che — secondo le attese — sarà una risposta decisa, nei confronti del leader russo, il prezzo del gas è in calo.
Dopo una partenza in rialzo, il contratto Ttf — che fa da riferimento per il prezzo del metano in Europa finché non si interverrà sull’indice — cede il 2,7 per cento, a 233 euro al megawattora.
Cresce, invece, pur se leggermente, il prezzo del petrolio.
Ore 12:29 - Von der Leyen: proponiamo altri 5 mld di aiuti all’Ucraina
«La situazione in Ucraina richiede il nostro pieno sostegno. Oggi la Commissione Ue propone ulteriori 5 miliardi di euro di assistenza macrofinanziaria per il Paese. Questo si aggiunge ai 10 miliardi di euro che l’Ue ha già fornito in aiuti finanziari, umanitari e militari». Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
«Sono profondamente convinta che con l’unità e la determinazione prevarremo» sulla Russia che sta «manipolando attivamente» il mercato del gas, ha aggiunto von der Leyen. «La Norvegia fornisce ora più gas all’Ue che la Russia e questo grazie alla nostra politica di diversificazione, che include forniture anche dagli Usa, dal Qatar e dall’Algeria», ha aggiunto.
Per quanto riguarda i risparmi, «proporremo un tetto ai ricavi delle aziende che producono elettricità a basso costo. Le fonti di energia a basse emissioni di carbonio stanno realizzando entrate inaspettate, che non riflettono i loro costi di produzione», ha sottolineato. «È giunto il momento per i consumatori di beneficiare dei bassi costi delle fonti di energia a basse emissioni di carbonio, come le rinnovabili. Quindi proporremo di reincanalare questi profitti inaspettati per supportare le persone vulnerabili e le aziende ad adattarsi», ha aggiunto.
Ore 12:33 - Kiev: valutiamo spegnimento della centrale di Zaporizhzhia
L’Ucraina sta valutando la possibilità di spegnere la centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dai russi, per motivi di sicurezza ed è preoccupata per le riserve di gasolio utilizzate per i generatori di riserva, secondo il massimo esperto di sicurezza nucleare di Kiev. «L’opzione di spegnere la centrale è in corso di valutazione», ha dichiarato Oleh Korikov dell’Ispettorato statale per la regolamentazione nucleare dell’Ucraina (SNRIU) durante un briefing mercoledì.
Ore 12:45 - Von der Leyen: ridurre consumo elettricità in ore di punta
La Commissione europea propone «un obiettivo obbligatorio per la riduzione del consumo di elettricità nelle ore di punta». Lo ha annunciato la presidente Ursula von der Leyen in un punto stampa, sottolineando che l’esecutivo comunitario lavorerà «a stretto contatto con gli Stati membri per raggiungere questo obiettivo». La proposta fa parte di «una serie di misure immediate che proteggeranno i consumatori e le imprese vulnerabili e li aiuteranno ad adattarsi». «L’approvvigionamento energetico globale è scarso» e «ciò richiede una riduzione intelligente della domanda», ha spiegato.
Ore 12:49 - Von der Leyen: l’Ue proporrà il price cap al gas russo
«Come quinta misura» tra quelle che l’Ue metterà in campo nel breve termine sull’emergenza energetica «proporremo un price cap al gas russo. L’obiettivo è molto chiaro, dobbiamo tagliare i proventi alla Russia che Putin usa per finanziare la sua atroce guerra in Ucraina», annuncia la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
«È sul tavolo anche un tetto al prezzo del gas naturale liquefatto (Gnl). Lo stiamo valutando», ha detto von der Leyen. «Teniamo presente la scarsità globale del gas e che il Gnl può essere spedito da altre parti del mondo. Quello che stiamo valutando ora è di rimanere competitivi per i fornitori di Gnl ma ci assicuriamo che i prezzi che paghiamo non siamo straordinariamente alti e che siano nella media», ha aggiunto. (AGI
Ore 12:56 - A Bruxelles si tratta sul tetto al prezzo del gas russo
(Francesca Basso)- Oggi giornata fondamentale a Bruxelles per capire le posizioni dei diversi Stati Ue su un possibile tetto al prezzo del gas russo, annunciato la scorsa settimana dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen dopo che Berlino ha aperto a una discussione sulla misura. Sono oltre sei mesi che l’Italia chiede l’introduzione di un «gas price cap» per frenare la corsa dei prezzi del metano che sta trascinando alle stelle anche quelli dell’elettricità. Oggi si riuniscono gli ambasciatori presso la Ue per preparare il consiglio Energia straordinario di venerdì. Parteciperà anche la presidente von der Leyen. La Commissione tiene anche un seminario tecnico con gli esperti di energia delle capitali nel quale presenterà le opzioni di tetto al prezzo del gas e dell’elettricità sul tavolo.
La proposta legislativa sulle misure urgenti, che sarà adottata molto probabilmente giovedì 15 settembre dalla Commissione con procedura scritta, è definita al 90% ma sul tetto al prezzo del metano Bruxelles sta aspettando gli orientamenti che emergeranno dal Coreper e dal vertice. Anche per le misure da adottare per garantire liquidità alle utility sarà fondamentale cosa dicono gli Stati. Sul gas la Germania non ha ancora sciolto totalmente la sua opposizione al price cap. Il modello spagnolo di tetto al prezzo del gas non convince Bruxelles ma nemmeno la Francia perché ha portato a un maggiore consumo di gas anziché a una riduzione.
L’Italia, che inizialmente aveva chiesto il tetto solo sul gas russo, ora avrebbe allargato la proposta a tutto il gas importato dall’Ue (ipotesi che piace anche alla Polonia) ma finora von der Leyen ha sempre e solo parlato di quello proveniente via tubo da Mosca. Resta l’incognita Orbán. Secondo il sito Politico.eu l’Ungheria avrebbe chiesto di rimuovere tre cittadini russi dall’elenco delle sanzioni — Alisher Usmanov, Petr Aven e Viktor Rashnikov, secondo alcune fonte diplomatiche — che oggi sarà discusso al Coreper. «Gli elenchi delle sanzioni dell’Ue sono costantemente in fase di revisione e si teme ripetutamente che l’inclusione di determinate persone o entità nell’elenco delle sanzioni non sia sufficientemente giustificata», ha twittato ieri il portavoce del governo ungherese Zoltán Kovács. Un modo per Budapest per mettersi di traverso e chiedere qualcosa in cambio, visto che non potrà bloccare le iniziative legate all’energia perché saranno adottate a maggioranza qualificata a differenza delle sanzioni che richiedono l’unanimità.
Ore 13:18 - L’analisi del discorso di Putin contro l’Italia («strangolata») e l’Europa
La Russia e i suoi alleati stanno reggendo benissimo alle difficoltà economiche e, anzi, sono in decisa ripresa mentre l’Occidente è a pezzi, l’economia crolla e il dollaro non lo vuole più nessuno. Al forum economico di Vladivostok, tra sodali e rappresentanti di Paesi amici, Vladimir Putin traccia la sua visione di come vanno le cose nel mondo, schivando abilmente tutti quei dati e quelle cifre reali che contraddicono la sua narrazione. Qui il servizio integrale di Fabrizio Dragosei che analizza il discorso di Putin.
Ore 13:37 - Mosca: imposte sanzioni ai vertici militari dell’Ue
La Russia ha annunciato di aver imposto sanzioni «ai vertici militari dell’Unione Europea, ai dipendenti di alto rango delle agenzie di sicurezza degli Stati membri dell’Ue, ai rappresentanti delle organizzazioni commerciali europee nel campo della produzione di armi e attrezzature militari coinvolte nella fornitura di equipaggiamento militare in Ucraina»: lo riferisce la Tass citando un comunicato del ministero degli Esteri di Mosca.
Ore 13:47 - Ue valuta taglio 10% consumi elettricità, 5% in ore punta
La proposta della Commissione Ue per la riduzione dei consumi di elettricità prevede che gli Stati membri si impegnino a un taglio del 10% dei consumi in termini di MWh, con un calo di almeno il 5% nelle ore di punta. È quanto emerge dall’ultima bozza del documento su cui è al lavoro l’esecutivo Ue. Rispetto ai ricavi per l’energia prodotta da fonti diverse dal gas (le cosiddette tecnologie inframarginali) si ipotizza un tetto di 200 euro/MWh.
Ore 14:10 - Kiev contro Putin: non può decidere su export grano
«La Russia non può dettare dove l’Ucraina dovrebbe inviare il suo grano e l’Ucraina farà lo stesso con la Russia. Gli accordi firmati a Istanbul riguardano solo una questione, vale a dire la circolazione di navi da carico attraverso il Mar Nero». È il commento del consigliere presidenziale ucraino, Mikhailo Podolyak, dopo che il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha detto di voler chiedere alla Turchia di imporre restrizioni all’export di grano ucraino verso l’Europa. Putin ha lamentato il fatto che, a suo dire, l’Occidente ha esportato la maggioranza dei prodotti agricoli provenienti dall’Ucraina verso i mercati europei e non verso quelli più bisognosi.
Ore 14:55 - Erdogan: «Occidente provoca, Russia non va sottovalutata»
«Non approvo l’approccio dell’Occidente rispetto alla guerra Russia-Ucraina. L’Occidente segue una politica che si basa sulla provocazione». Si è espresso così il leader turco, Recep Tayyip Erdogan, in dichiarazioni riportate dall’agenzia ufficiale turca Aanadolu. «La guerra non finirà tanto presto. A chi prende la Russia alla leggera, dico che si sbaglia - ha incalzato Erdogan da Belgrado - La Russia non è un Paese da sottovalutare».
Ore 14:57 - Kiev: guerra proseguirà nel 2023
I vertici militari ucraini ritengono che la guerra con la Russia non finirà entro la fine dell’anno, ma proseguirà nel 2023. È quanto scrivono il comandante in capo delle forze armate, generale Valerii Zaluzhnyi, e il numero due della commissione difesa e intelligence del parlamento, generale Mykhailo Zabrodskyi, in un articolo scritto per Ukrinform, intitolato: «Come assicurare una campagna militare nel 2023». «La guerra su larga scala, scatenata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina il 24 febbraio, è da tempo andata oltre il concetto di conflitto locale a media intensità», ragionano i due generali. Quanto alla durata di «questo triste conflitto», proseguono, questa «viene già misurata in mesi. Vi è ogni motivo di ritenere che questo conto andrà oltre il 2022».
Ore 15:25 - Kiev ordina l'evacuazione dei civili dalla zona della centrale a Zaporizhzhia
L'Ucraina ha chiesto ai civili di evacuare dalle zone occupate dai russi nei pressi della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo riporta il Kyiv Independent. La vicepremier ucraina ha detto che chi vuole lasciare la zona occupata dai russi vicino la centrale di Zaporizhzhia e ha l'opportunità di farlo da solo, dovrebbe usarla, perché i russi non rispondono alla richiesta di corridoi umanitari. Sono ripresi i bombardamenti sulla zona, secondo il sindaco Orlov sono più frequenti di prima. Ce ne parla anche nell'intervista dicendo che un terzo della città è sull'orlo di una catastrofe umanitaria.
Ore 15:43 - Von der Leyen: «Non ascoltare Putin, da lui solo ricatti»
Non vale «più la pena» di ascoltare quello che dice il presidente russo Putin sul fronte dell’energia poiché la Russia non fa altro che «ricattare l’Ue» e questo si vede dal fatto che a diversi Stati membri sono state completamente tagliate le forniture. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. «Ora come ora dobbiamo solo proteggerci, rinforzare la nostra posizione».
Ore 15:49 - Putin, vertice a tre Russia-Cina-Mongolia a Samarcanda
Il presidente Putin ha confermato il vertice in programma a metà settembre a Samarcanda con il presidente cinese Xi Jinping, aggiungendo che sarà organizzato anche un summit a tre con il loro omologo mongolo Ukhnaagiin Khurelsukh. L'annuncio è stato fatto durante un incontro oggi a Vladivostok tra lo stesso Putin e il primo ministro della Mongolia, Luvsannamsrai Oyun-Erdene, a margine del Forum economico dell'Oriente. Putin sarà a Samarcanda per partecipare a un vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), in programma il 15 e 16 settembre. Dell'organizzazione fanno parte tra gli altri Russia, Cina e India, mentre la Mongolia è tra i Paesi osservatori.
Ore 16:19 - Putin: nuovo gasdotto per la Cina attraverso la Mongolia
La compagnia energetica russa Rosneft, controllata dal governo, ha raggiunto accordi con la Mongolia per costruire un gasdotto attraverso il territorio di questo Paese che porterà il gas russo alla Cina. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin che oggi a Vladivostok ha incontrato il primo ministro della Mongolia, Luvsannamsrai Oyun-Erdene. Il nuovo gasdotto, denominato Forza della Siberia 2, è progettato per consolidare i sistemi per il trasporto di gas nell’est della Russia.
Ore 16:22 - Colloquio Draghi-Grossi su Zaporizhzhia, Iran e crisi energia
Al centro dei colloqui tra il dg dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Mariano Grossi e il premier Mario Draghi a Palazzo Chigi ci sono stati: la recente missione dell’Aiea presso la Centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina e uno scambio di vedute sullo stato del negoziato sul nucleare iraniano e sulla crisi energetica determinata dal conflitto russo-ucraino. Lo riferisce Palazzo Chigi.
Ore 16:39 - Lavrov: decisione Cio è disprezzo a Carta olimpica
«Quando il presidente del Comitato Olimpico Internazionale dice che decideremo in seguito sulla partecipazione degli atleti russi e bielorussi agli eventi sportivi a seconda di come si sviluppa la situazione politica, si tratta di un diretto disprezzo ai principi della Carta olimpica che include l’inammissibilità di qualsiasi coinvolgimento a considerazioni politiche nello sviluppo del movimento sportivo e delle federazioni». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in occasione di un incontro con studenti e personale dell’Istituto statale di relazioni internazionali a Mosca. L’accusa è rivolta al Comitato Olimpico Internazionale (Cio) «di aver allontanato atleti dalla Russia e dalla Bielorussia dalle competizione sportive».
Ore 16:52 - Partito Putin: 4 novembre referendum zone «liberate»
Il partito di Putin, Russia Unita, ha proposto di tenere un referendum sull’annessione dei territori ucraini sotto il controllo delle forze di Mosca il 4 novembre, nella Giornata dell’Unità nazionale. Il segretario di Russia Unita, Andrei Turchak, ha proposto di tenere il voto «sull’autodeterminazione nelle Repubbliche del Donbass e nei territori liberati», come Mosca considera le zone sotto il suo controllo in Ucraina. Lo riporta l’agenzia Tass. «Donetsk, Lugansk e molte altre città russe troveranno finalmente il loro porto. E il mondo russo, oggi diviso da confini formali, riacquisterà la sua integrità», ha affermato il politico.
«Donetsk, Lugansk e molte altre città russe torneranno finalmente a casa. E il mondo russo, oggi diviso da confini formali, riacquisterà la sua integrità», ha annunciato il segretario del Consiglio generale del partito di Russia Unita, Andrei Tourchak. Proprio il 4 novembre la Russia celebra la Giornata dell’Unità Nazionale.
Ore 17:14 - Scholz sente Zelensky: scambio su altre possibilità sostegno
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sentito al telefono il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, per uno scambio sulle possibilità concrete di ulteriore «sostegno militare, umanitario ed economico» a Kiev da parte della Germania, incluso l’appoggio per la ricostruzione.
È quello che rende noto un comunicato della cancelleria. Scholz ha anche citato «gli intensi preparativi» in vista della conferenza sulla ricostruzione, che si terrà a Berlino il 25 ottobre.
Ore 17:26 - Gb, prima telefonata neo-ministro Esteri al collega ucraino
Prima telefonata del neo-ministro degli Esteri britannico James Cleverly con il collega ucraino Dmytro Kuleba per discutere su come lavorare insieme per persuadere altri Paesi a sostenere Kiev contro l’invasione della Russia. Lo rende noto lo stesso Kuleba in un tweet: Cleverly e io «guardiamo negli occhi l’obiettivo principale, l’Ucraina deve vincere». Il ministro degli Esteri ucraino ha affermato di avere ricevuto la prima chiamata di Cleverly dopo la sua nomina da Liz Truss. «Il fatto che la nostra chiamata sia stata la prima del ministro degli Esteri del Regno Unito parla da sé», ha commentato Kuleba.
Ore 18:01 - Esercitazione Usa e Svezia nel Baltico
Esercitazione congiunta della marina Usa e quella svedese nelle acque del Baltico. Lo comunica il Pentagono. Le manovre si sono svolte il 30 agosto. La foto pubblicata dal Pentagono riporta tra i tag «Ukraine Response», traducibile come «Risposta Ucraina».
Ore 18:29 - Gli ucraini contrattaccano a Kharkiv: il punto militare
Kiev mantiene l’iniziativa e, al momento, detta l’agenda bellica: azione nel sud — nell’area di Kherson — e manovra a sorpresa nel settore di Kharkiv. I racconti non ufficiali descrivono un quadro cupo per gli invasori. Sono segnali positivi per Zelensky, quanto alla profondità serviranno giorni per valutare. Qui il punto militare.
Ore 19:22 - Controffensiva Kiev: circondata città con 27mila abitanti
Secondo un funzionario nominato da Mosca nella Repubblica popolare di Donetsk, controllata dalla Russia, le forze ucraine hanno circondato Balakljia, città dell’Ucraina orientale di 27.000 persone situata tra Kharkiv e Izium. Lo riferisce il Guardian aggiungendo il commento di Yaroslav Trofimov del Wall Street Journal: la velocità dell’avanzata dell’Ucraina sta lasciando molti sbalorditi.
Ore 19:23 - Mosca: Aiea non può dire che Kiev bombarda centrale
Gli esperti dell’Aiea sanno che il bombardamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia è opera degli ucraini, ma non possono permettersi di dirlo ad alta voce. Lo ha denunciato Mikhail Ulyanov, rappresentante permanente della Federazione russa presso le organizzazioni internazionali a Vienna. «Il principale difetto del rapporto Aiea è che l’Agenzia evita completamente di nominare i responsabili delle minacce alla sicurezza nucleare della centrale», ha dichiarato Ulyanov intervistato dall’emittente Rossiya 24. «L’Aiea ha due suoi tecnici rimasti lì e ha effettuato una missione, dovrebbe sapere molto bene che gli ucraini stanno bombardando, ma a quanto pare l’agenzia non può permettersi di dirlo ad alta voce», ha denunciato il diplomatico.
Ore 20:28 - Berlusconi sulla guerra in Ucraina: «Se Merkel con me possibile convincere Putin»
«Con la Merkel mi sentirei di tentare un convincimento e una mediazione per mettere fine al conflitto tra Ucraina e Russia». Lo ha detto Silvio Berlusconi a Porta a Porta. Poi ha aggiunto: «Al momento non vedo alcuna perdita economica per Putin da qui in avanti. Mi sembra assolutamente in grado di resistere alle sanzioni e al tetto per il prezzo del gas»
Ore 21:17 - Paesi Ue chiedono più tempo per studiare piano su gas Cresce consenso su price cap non solo a Mosca, Olanda scettica
Riunioni «interlocutorie» nelle quali i Paesi membri «hanno chiesto maggiore tempo per un'analisi più approfondita» del pacchetto sul gas presentato dalla Commissione. Così fonti europee descrivono le riunioni degli ambasciatori dei Paesi Ue (Coreper) tenutesi oggi sulla base del non paper presentato dall'esecutivo europeo.
Tra i punti più delicati c'è ancora il price cap sul gas russo, con una parte dei Paesi che resta scettica o prudente e un'altra, Italia in testa - che chiede invece la sua estensione anche al gas non russo. La proposta di Roma punta a porre un limite temporaneo a tutto il gas importato dall'Ue e, secondo le stesse fonti, nel corso delle riunioni è stata apertamente sostenuta da alcune delegazioni mentre altre si sono riservate di approfondirle.
Ma c'è anche chi, come l'Olanda, resta apertamente scettico sul principio dell'intervento sui mercati dell'energia. Posizione probabilmente alimentata anche dall'opzione - sulla quale la Commissione ha aperto - di lavorare su un indice di riferimento per il gas che sia diverso da quello del Ttf di Amsterdam. Alle riunioni era assente il rappresentante permanente della Germania, altro Paese storicamente scettico sull'idea del price cap al gas.
Ore 21:39 - Onu: «Indiscrezioni inquietanti su campi sfollamento russi»
«Le persistenti accuse di sfollamenti forzati, deportazione e i cosiddetti "campi di filtrazione" gestiti dalla Russia e forze locali affiliate sono estremamente inquietanti. Tali segnalazioni devono essere esaminate con la collaborazione dell’autorità competenti». Lo ha detto il capo degli affari politici dell'Onu Rosemary DiCarlo al Consiglio di Sicurezza.
Ore 22:11 - Zelensky: «Riconquistate posizioni vicino Kharkiv»
«Questa settimana abbiamo buone notizie dalla regione di Kharkiv»: lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, facendo riferimento alla riconquista di diverse posizioni nel nord-est del Paese dove «la bandiera ucraina è tornata».
Ore 01:14 - Esplosioni a Melitopol, salta in aria la sede del partito di Putin
Esplosione nella sede di «Russia Unita», il partito del presidente russo Putin, nella città occupata di Melitopol. Lo comunica il sindaco Ivan Fedorov, citato da Ukrainska Pravda. L’edificio è andato distrutto. In corso di verifica i danni e le possibili vittime. Il sindaco in esilio della città ucraina di Melitopol, occupata dai russi nella regione di Zaporizhzhia, ha fatto sapere di esplosioni avvenute nella sua città. Secondo quanto riportato dal Kyiv Independent le esplosioni avrebbero distrutto un quartier generale russo.
Ore 01:33 - Onu, credibile trasferimento forzato bimbi in Russia
L’Onu ha riferito che ci sono «accuse credibili» secondo cui le forze di Mosca hanno trasferito bambini dall’Ucraina alla Russia per l’adozione come parte di trasferimenti forzati e deportazioni su larga scala. «Siamo preoccupati che le autorità russe abbiano adottato una procedura semplificata per concedere la cittadinanza russa ai bambini senza cure parentali e che questi bambini possano essere adottati dalle famiglie russe», ha sottolineato la vice segretario generale Onu per i diritti umani, Ilze Brands Kehris, parlando di «accuse credibili su trasferimenti forzati di bambini non accompagnati nei territori occupati dalla Russia, o nella stessa Federazione».
Ore 02:06 - Italia, all’Onu: «Russia faccia tornare i civili ucraini deportati»
L’Italia ha lanciato un appello all’Onu perché la Russia faccia tornare a casa gli ucraini deportati. L’ambasciatore italiano Maurizio Massari ha sollevato il problema nel corso del briefing del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: «Il sistema di filtraggio dei civili ucraini messo in atto dalla Russia — ha detto Massari — è una violazione dello «jus in bello» così profonda che non si vedeva in Europa dalla Seconda guerra mondiale». «La gravità della situazione — ha aggiunto — richiede due azioni rapide e cruciali. In primo luogo chiediamo alla Russia di garantire libero accesso agli organismi Onu e a organismi non governativi come il Comitato internazionale della Croce Rossa, perché visitino i centri temporanei dove si trovano i civili ucraini». «In secondo luogo — ha continuato — chiediamo alla Russia di garantire l’immediato ritorno del cittadini ucraini trasferiti con la forza, in particolare donne e bambini, nei loro territori di origine e la loro libertà di movimento verso Paesi terzi».
Ore 02:32 - Usa, prove su centinaia migliaia deportati e detenuti in Russia Ucraina
Gli Stati Uniti hanno le prove di deportazioni forzate di centinaia di migliaia di ucraini, «compresi i bambini», in regioni talvolta remote della Russia. Lo ha detto l’ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield all’emittente Npr. «Vengono interrogati, detenuti, deportati con la forza. Alcuni vengono inviati nelle regioni più orientali, vicino al confine nordcoreano», ha detto. Una tattica «per annientare ogni resistenza», ha aggiunto. L’ambasciatrice chiede che l’Onu e le organizzazioni per i diritti umani abbiano accesso ai campi in cui sono detenuti gli ucraini.
Ore 02:52 - Zelensky, oltre 100 navi sono partite per Asia, Africa, Ue
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha affermato che 102 navi hanno già lasciato l’Ucraina per l’Asia, l’Africa e l’Europa attraverso il «corridoio del grano». Lo ha annunciato nel suo consueto videomessaggio serale, riferisce Unian. «Continua l’iniziativa per l’esportazione del grano, uno strumento importante per la nostra economia e per tutti i partner del nostro Stato — ha detto —. Il cibo ucraino è stato esportato in tre continenti. In Africa, in Asia e in Europa. In dettaglio, 54 navi sono già partite per l’Asia, 16 navi per l’Africa e 32 in Europa», ha affermato.
Il ventre molle. Vittorio Macioce su Il Giornale il 7 settembre 2022.
La realtà è che Putin non sta vincendo questa guerra senza senso. Nulla è andato come davvero sperava. L'Ucraina doveva essere il suo capolavoro strategico, una mossa intravista dietro le debolezze dell'impero americano, spaccato dalla variabile Trump e dall'incapacità di non riconoscersi più come uno, pure nelle sue mille diversità. È da lì che un po' viene l'azzardo di Mosca, solo che adesso non solo la Russia ha un presente di miseria, ma ogni giorno che passa perde pezzi del suo futuro, perché le sanzioni qualcosa hanno fatto. La Russia è fuori dal mondo e deve raccattare la carità cinese. È un prezzo più alto di quanto si pensi. È chiaro che la discussione pubblica guarda invece ai costi occidentali della guerra. La controffensiva di Putin ha incrementato l'inflazione in Europa e ci pone davanti a una crisi energetica che evoca l'austerità del 1973. Da lì però l'Italia è riemersa, la grande Russia invece rischia un inverno molto più lungo. Le difficoltà di Putin non si vedono solo sul campo militare ed economico. Si leggono anche nella smania, ormai smaccata, della propaganda spicciola per destabilizzare le odiate democrazie europee. Putin è convinto che in questo momento il ventre molle sia l'Italia. È lì che vede il fronte politico e sociale più instabile. Le parole via Telegram di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri, assomigliano al lancio di biglietti aerei sulle città alla fine delle due grandi guerre mondiali. Il tema come sempre è quello del complotto. «Quando la laboriosa economia italiana crollerà, gli yankees la compreranno a buon mercato». Vi state sacrificando per nulla. È un pensiero che punta alle viscere e serve a creare paura e sospetti. Ora l'Italia sembra il terreno adatto per questo genere di cose. Siamo un Paese che deve comprare energia e siamo nel pieno di una campagna elettorale dove già si evoca la paura di una sorta di apocalisse ideologica. La propaganda spicciola è merce di tutti i giorni. Non è difficile spacciarne altra. Di chi è la colpa di un inverno a bassa energia? La Russia può giocare su un sentimento anti americano che ha radici profonde e su chi da anni predica contro il capitalismo e sogna un passo indietro: l'etica della decrescita. È un sentimento che si respira nella sinistra nostalgica, in una certa destra e che per anni è stato la bandiera del grillismo. Non è un caso che Giuseppe Conte, che in realtà non viene da questa cultura, negli ultimi tempi stia cercando di incarnarla, mettendoci di suo una spolverata di vecchio assistenzialismo. Trump, che sta giocando una partita tutta sua, lo indica da lontano come un punto di riferimento. Putin lo vede come una speranza. Conte, peraltro, si affretta a smarcarsi: se fossi capo del governo chiederei sanzioni più pesanti. Putin, però, non si aspetta una risposta strettamente politica, ma sociale e di piazza. Quello che invece non sa è che Conte ha molte facce, sa come promuoverle, ma di certo non è, al di là delle sue stesse parole, un avvocato del popolo.
Ucraina: la controffensiva di Pinochet. Piccole Note il 7 Settembre 2022 su Il Giornale.
Poco trapela della controffensiva ucraina a Kherson. E nulla di un altro assalto delle forze ucraine, stavolta nell’area di Kharkiv, sulla cittadina di Balakleya. Probabilmente stavolta speravano di prendere di sorpresa i russi, ma non sembra sia andata benissimo neanche stavolta, almeno a stare alle fonti russe (quelle ucraine dicono poco).
Ma a fotografare la mattanza che sta producendo questo attacco all’arma bianca di Kiev è un reportage di John Hudson da alcuni ospedali nei quali sono curati i feriti ucraini (Washington Post).
Le testimonianze e le foto sono spaventose, non per nulla nel titolo dell’articolo si legge “l’enorme tributo dell’offensiva di Kherson”. Questo il risultato di una politica occidentale che sa solo inviare armi, avendo cancellato dalla narrazione l’idea stessa di un’opzione diplomatica, come se la prosecuzione di questo conflitto sia una necessità ineluttabile.
Tale obliterazione discende del servilismo e dall’impotenza alla quale è ormai consegnata la classe politica occidentale, ridotta a prendere ordini dalla Nato, partecipando della sorte dei funzionari che supportano le operazioni militari ucraine.
A fotografare in maniera plastica la vacuità di tale classe politica, un video che immortala il cancelliere tedesco Sholz e il premier canadese Trudeau, i quali, dopo aver firmato un accordo sull’energia a idrogeno, si impegnano in una gara con delle automobiline alimentate da motori siffatti.
A inquietare non è tanto il fatto che le suddette si sono rifiutate di partire, a parte una fermatasi subito dopo il via, quanto l’immagine dei politici che dovrebbero guidare il mondo fuori da questa crisi epocale ridotti a giocare con le automobiline. L’unica cosa che il potere vero, che sta altrove, gli permette di fare. E la tragedia è che ne sono anche contenti… sono sempre sorridenti loro, quando parlano e si incontrano, a parte quando devono parlare di Russia.
In queste occasioni, come da direttive Nato, assumono anche un’aria austera e minacciosa verso il nemico, tanto a essere massacrati sono altri, cioè i poveretti mandati al macello sotto il fuoco dell’artiglieria russa, come evidenzia il WP.
Colpiscono due aspetti dell’articolo: il fatto che gli ucraini hanno negato ai cronisti l’accesso alle aree “liberate”, suscitando dubbi dal momento che invece dovrebbero mostrarle trionfanti al mondo.
E un particolare in sé minimo, ma significativo, Uno dei feriti interpellato chiede di esser chiamato col nome di battaglia: “Pinochet”… per dei paladini della libertà ci si aspetterebbe altri appellativi, magari, perché no, un “Garibaldi” e invece…
Sì, proprio Pinochet… di fronte a tale enormità anche un cronista di primo pelo sarebbe rimasto sorpreso, avrebbe fatto domande, ricordato all’interessato le camere di tortura cilene, le sparizioni… invece nulla. Obbediente alle direttive Nato, che hanno cancellato anni di informazioni sul neonazismo ucraino, peraltro registrato anche dall’FBi (vedi Center for Strategic & International Studies), il giornalista del Wp non fa una piega.
Menzogne di guerra
Riguardo la macelleria ucraina, segnaliamo una lettera aperta inviata a Biden da una quindicina di ex funzionati dell’intelligence Usa, nella quale i firmatari, a motivo della “pluridecennale esperienza su ciò che accade all’intelligence in tempo di guerra”, invitano il presidente alla “cautela” riguardo i suoi consiglieri: “Se ti dicono che Kiev sta respingendo i russi, allontanali a calci e inizia a pensare di allargare la tua cerchia di consiglieri”.
“La verità è la moneta circolante nel regno dell’analisi dell’intelligence. È altrettanto assiomatico che la verità è la prima vittima di una guerra, e ciò vale per la guerra in Ucraina come per le precedenti […]. Quando si è in guerra, i Segretari della Difesa, i Segretari di Stato e i generali semplicemente non possono essere chiamati a dire la verità – ai media, o anche al Presidente. L’abbiamo imparato presto, in un modo duro e amaro. Molti dei nostri compagni d’armi non sono tornati dal Vietnam”.
Quindi la missiva ricorda quanto accadde in quella guerra: “Il presidente Lyndon Johnson preferì credere al generale William Westmoreland che nel 1967 disse a lui e al segretario alla Difesa McNamara che il Vietnam del Sud avrebbe potuto vincere, se solo Johnson avesse fornito altri 206.000 soldati”.
“Gli analisti della CIA sapevano che non era vero e che – peggio ancora – Westmoreland stava deliberatamente falsificando il numero di forze che doveva affrontare, sostenendo che c’erano solo ‘299.000’ comunisti vietnamiti sotto le armi nel Sud. Noi, invece, abbiamo riferito che il numero era compreso tra i 500.000 e i 600.000”.
La lettera continua dipanando le tante falsità dette al presidente e all’opinione pubblica in quegli anni, per proseguire poi con quelle delle guerre successive, ad esempio le famigerate armi di distruzione di massa di Saddam.
Quindi, dopo aver invitato più volte alla cautela il presidente degli Stati Uniti, anche riguardo la possibile defezione del Vecchio Continente dalla crociata anti-russa a causa delle conseguenze delle sanzioni (ma qui forse la missiva relativizza i vincoli imposti alla Ue), fa una chiosa alquanto interessante: “Ci auguriamo che lei sia stato adeguatamente informato sul probabile esito della recente ‘offensiva’ ucraina”. Cenno più che pessimista.
L’opzione diplomatica
Qualcosa di simile scrive l’ex generale di brigata Mark Kimmitt sul Wall Street Journal, spiegando la necessità di un’opzione diplomatica a causa di due criticità delle capacità belliche ucraine.
La prima è che il flusso delle armi Nato non può restare costante (ad esempio, il ministro della Difesa tedesco Christine Lambrecht ha parlato di un “limite” alle forniture), a meno di uno sforzo industriale titanico dell’Occidente, che Kimmit ritiene improbabile; la seconda è che le armi servono a poco se non sai usarle o hai problemi logistici tali da impedirne un uso efficace.
“Nella moderna guerra ad alta intensità – conclude – la logistica è il vero tallone d’Achille. Un buon addestramento, una buona tattica e dei soldati coraggiosi sono fondamentali, ma senza armi, cibo e carburante, gli eserciti si fermano. Questo sembra ciò che sta accadendo mentre il campo di battaglia diventa statico e una svolta sembra improbabile”.
“I militari parlano spesso della capacità di vedere le cose in modo chiaro e completo. Guardando nella prospettiva di una guerra prolungata, con i sistemi ad alta tecnologia in diminuzione e vittime in aumento, Zelensky e la NATO devono affrontare decisioni difficili prima che quelle decisioni vengano loro imposte”.
Il giornalista italiano Mattia Sorbi ferito in Ucraina: «Sto bene». Lorenzo Cremonesi, Viviana Mazza e Redazione Online su Il Corriere della Sera l'8 Settembre 2022.
Le notizie di giovedì 8 settembre. Blinker a sorpresa da Zelensky. Il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin: «Successi evidenti da parte di Kiev sul campo di battaglia, ma dobbiamo iniziare a sostenere l'Ucraina nel lungo periodo».
• La guerra in Ucraina è arrivata al 197esimo giorno.
• Anche l'ultimo reattore della centrale di Zaporizhzhia è stato staccato dalla rete elettrica ucraina. Qui la lista dei danni causati alla centrale da queste settimane in cui Zaporizhzhia è stata al centro della battaglia.
• Putin è intervenuto — con un durissimo discorso — al Forum economico di Vladivostok: «Impossibile isolare la Russia, l’idea di un tetto al prezzo del gas è stupida». La replica dell’Europa: «Basta con i ricatti»
• Nella notte bombe a Melitopol, distrutto il quartiere generale dei russi e sede del partito di Putin.
Ore 01:13 - Esplosioni a Melitopol, salta in aria la sede del partito di Putin
Esplosione nella sede di «Russia Unita», il partito del presidente russo Putin, nella città occupata di Melitopol. Lo comunica il sindaco Ivan Fedorov, citato da Ukrainska Pravda. L’edificio è andato distrutto. In corso di verifica i danni e le possibili vittime. Il sindaco in esilio della città ucraina di Melitopol, occupata dai russi nella regione di Zaporizhzhia, ha fatto sapere di esplosioni avvenute nella sua città. Secondo quanto riportato dal Kyiv Independent le esplosioni avrebbero distrutto un quartier generale russo.
Ore 01:34 - Onu, credibile trasferimento forzato bimbi in Russia
L’Onu ha riferito che ci sono «accuse credibili» secondo cui le forze di Mosca hanno trasferito bambini dall’Ucraina alla Russia per l’adozione come parte di trasferimenti forzati e deportazioni su larga scala. «Siamo preoccupati che le autorità russe abbiano adottato una procedura semplificata per concedere la cittadinanza russa ai bambini senza cure parentali e che questi bambini possano essere adottati dalle famiglie russe», ha sottolineato la vice segretario generale Onu per i diritti umani, Ilze Brands Kehris, parlando di «accuse credibili su trasferimenti forzati di bambini non accompagnati nei territori occupati dalla Russia, o nella stessa Federazione».
Ore 02:04 - L’Italia all’Onu: «Russia faccia tornare i civili ucraini deportati»
L’Italia ha lanciato un appello all’Onu perché la Russia faccia tornare a casa gli ucraini deportati. L’ambasciatore italiano Maurizio Massari ha sollevato il problema nel corso del briefing del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: «Il sistema di filtraggio dei civili ucraini messo in atto dalla Russia — ha detto Massari — è una violazione dello «jus in bello» così profonda che non si vedeva in Europa dalla Seconda guerra mondiale». «La gravità della situazione — ha aggiunto — richiede due azioni rapide e cruciali. In primo luogo chiediamo alla Russia di garantire libero accesso agli organismi Onu e a organismi non governativi come il Comitato internazionale della Croce Rossa, perché visitino i centri temporanei dove si trovano i civili ucraini». «In secondo luogo — ha continuato — chiediamo alla Russia di garantire l’immediato ritorno del cittadini ucraini trasferiti con la forza, in particolare donne e bambini, nei loro territori di origine e la loro libertà di movimento verso Paesi terzi».
Ore 02:34 - Usa, prove su centinaia migliaia deportati e detenuti in Russia Ucraina
Gli Stati Uniti hanno le prove di deportazioni forzate di centinaia di migliaia di ucraini, «compresi i bambini», in regioni talvolta remote della Russia. Lo ha detto l’ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield all’emittente Npr. «Vengono interrogati, detenuti, deportati con la forza. Alcuni vengono inviati nelle regioni più orientali, vicino al confine nordcoreano», ha detto. Una tattica «per annientare ogni resistenza», ha aggiunto. L’ambasciatrice chiede che l’Onu e le organizzazioni per i diritti umani abbiano accesso ai campi in cui sono detenuti gli ucraini.
Ore 02:54 - Zelensky, oltre 100 navi del grano sono partite per Asia, Africa, Ue
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha affermato che 102 navi hanno già lasciato l’Ucraina per l’Asia, l’Africa e l’Europa attraverso il «corridoio del grano». Lo ha annunciato nel suo consueto videomessaggio serale, riferisce Unian. «Continua l’iniziativa per l’esportazione del grano, uno strumento importante per la nostra economia e per tutti i partner del nostro Stato — ha detto —. Il cibo ucraino è stato esportato in tre continenti. In Africa, in Asia e in Europa. In dettaglio, 54 navi sono gia’ partite per l’Asia, 16 navi per l’Africa e 32 in Europa», ha affermato.
Ore 03:18 - Zelensky: arriveranno «buone notizie» per Kharkiv in settimana
Un’inattesa contreoffensiva delle forze ucraine nel nord del Paese: di questo si ragiona tra i media di Kiev e gli analisti della situazione sul campo, mentre è in corso una campagna anche a sud, intorno alla città di Kherson. Il presidente Zelensky, nel consueto messaggio serale del 7 settembre, ha detto che arriveranno «buone notizie» per la regione di Kharkiv in questa settimana, anche se poi non ha voluto dire quali zone sono già state rioccupate dalle forze ucraine. E se anche l’esercito di Kiev non parla della situazione intorno a Kharkiv, sui social media appaiono video che documenterebbero le difficoltà dei russi e le gravi perdite che starebbero subendo anche sul fronte settentrionale dell’Ucraina. Tutti elementi che fanno pensare che effettivamente una controffensiva di Kiev sian in pieno svolgimento.
Ore 03:41 - Russia a Onu, nuova pietra miliare disinformazione occidente Ambasciatore nega accuse «filtrazione»
«La riunione di oggi ha tutte le possibilità di diventare una nuova pietra miliare nella campagna di disinformazione dell’Occidente contro il nostro paese». Lo ha detto l’ambasciatore russo all’Onu, Vassily Nebenzia, parlando in Consiglio di Sicurezza, negando le accuse sui ‘campi di filtrazione’ e parlando invece di ‘registrazione’. Quindi ha ricordato di tutti gli ucraini che hanno lasciato il loro paese volontariamente e vivono «liberamente» in Russia. Nebenzia ha poi ribattuto alle accuse della collega americana parlando dell’espulsione dei migliaia di messicani che entrano negli Usa, e della pratica degli Stati Uniti di separare le famiglie e mandare i clandestini nei centri di detenzione.
Ore 04:05 - Ucraina: generali, guerra non finirà da nessuna parte nel 2022
«Ci sono tutte le ragioni per credere» che il conflitto «non finirà da nessuna parte nel 2022». Lo sostengono il comandante in capo delle forze armate ucraine, il generale Valeriy Zaluzhnyi e il tenente generale Mykhailo Zabrodskyi, primo vicepresidente del comitato per la sicurezza nazionale, la difesa e l’intelligence del parlamento ucraino. «Non è previsto un risultato finale certo» nella battaglia contro la Russia e il successo sarà possibile solo aumentando la distanza che l’Ucraina può colpire con i suoi missili, hanno spiegato. «Solo bilanciando il raggio operativo delle armi, disturbando così il suddetto baricentro per il nemico, possiamo arrivare a un punto di svolta nella guerra in corso».
Ore 04:28 - Stato maggiore Ucraina: respinti undici attacchi russi
Lo Stato maggiore delle forze armate dell’Ucraina ha comunicato di avere respinto undici attacchi russi e di avere distrutto due aerei e un elicottero. I tentativi di avanzata delle forze di Mosca sono stati respinti nelle zone di Pytomnyk, Ruski Tyshky, Hryhorivka, Zaitseve, Mayorsk, Mykolaivka Druha, Soledar, Bakhmutske, Bakhmut, Dolyna, e Opytne.
Ore 05:29 - Ucraina: Aiea, con nuovi bombardamenti rischi per sicurezza Zaporizhzhia
I nuovi bombardamenti hanno danneggiato una linea elettrica di riserva tra la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia e una vicina centrale termica. Lo comunica l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) in una nota, «sottolineando ulteriormente i rischi significativi per la sicurezza nucleare dell’impianto». «L’incidente verificatosi ieri non ha avuto un impatto immediato sull’attuale attività della centrale in quanto già due giorni fa era stata scollegata dalla rete elettrica quando un’altra linea di riserva è stata interrotta per spegnere un incendio», si legge. «Ma il danno alla linea 750/330 kilovolt (kV) ha dimostrato ancora una volta le difficoltà e le vulnerabilità che la centrale sta affrontando quando si tratta di alimentatori esterni».
Ore 05:19 - Kiev a Onu: 2,5 milioni di persone deportate in Russia
Il viceambasciatore ucraino presso le Nazioni Unite, Khrystyna Hayovyshyn, ha detto al Consiglio di sicurezza dell’Onu che migliaia di cittadini ucraini vengono deportati con la forza in “regioni isolate e depresse della Siberia e dell’estremo oriente” russo. Hayovyshyn ha quantificato in 2,5 milioni di persone i deportati ucraini, inclusi 38.000 bambini. Lo riporta la Cnn. Denunciato lo schema di «filtrazione» della Russia, il rappresentante di Kiev all’Onu ha aggiunto che gli ucraini costretti a recarsi in Russia o nel territorio controllato da Mosca vengono uccisi e torturati. I cittadini ucraini vengono terrorizzati con il pretesto di una ricerca di persone «pericolose» da parte delle autorità russe, ha detto la Hayovyshyn. Coloro che hanno opinioni politiche diverse o sono affiliati al governo o ai media ucraini scompaiono in un’area grigia e i bambini vengono strappati dalle braccia dei genitori, ha dichiarato il rappresentante dell’Ucraina al Consiglio di sicurezza.
Ore 06:46 - «Nikkei», petrolio russo continua a fluire in Europa attraverso il Mediterraneo con rotte occulte
Il petrolio della Russia continua a fluire in Europa attraverso «rotte marittime occulte», nonostante le sanzioni varate dall’Unione europea in risposta al conflitto in Ucraina. È quanto emerge da un’analisi del quotidiano «Nikkei», secondo cui nei sei mesi successivi all’inizio del conflitto 41 petroliere hanno effettuato uno o più trasferimenti di petrolio dalla Russia al largo delle coste della Grecia, per poi dirigersi verso diversi porti europei. il quotidiano giapponese sottolinea che lo scorso anno trasbordi analoghi sono avvenuti in una singola occasione. Il 24 agosto «Nikkei» ha fotografato una di queste operazioni, effettuata nel Golfo di Laconia, nel Peloponneso. Una delle petroliere coinvolte nel trasbordo era la Sea Falcon, registrata in Grecia, che aveva lasciato il terminale petrolifero russo di Ust-Luga il 4 agosto; la seconda era la petroliera battente bandiera indiana Jag Lok, salpata invece da un porto della Turchia. Per verificare la destinazione finale dei carichi, il quotidiano si è avvalso dei dati della società britannica Refinitiv e dei Sistemi di identificazione automatica delle navi.
Ore 08:02 - Kiev accusa i russi a Zaporizhzhia: «Rapiti lavoratori Enerhoatom»
Enerhoatom accusa le forze russe che occupano la centrale nucleare di Zaporizhzhia, nel sudest dell’Ucraina, di aver rapito e maltrattato il suo staff. Circa 200 persone sono state prese e l’operatore ucraino non sa dove si trovino alcune di loro, ha detto al gruppo editoriale tedesco Funke il presidente di Enerhoatom, Petro Kotin, aggiungendo che ci sono stati casi in cui lavoratori sono stati torturati e uccisi. Per il personale di Enerhoatom è stato molto difficile continuare il lavoro nella centrale, ha ribadito Kotin, secondo il quale prima della guerra nel sito lavoravano circa 11.000 persone, ridotte a circa mille. L’Aiea ha definito «insostenibile» la situazione a Zaporizhzhia.
Ore 08:05 - Missili russi su Kharkiv, otto i civili feriti
Nelle ultime 24 ore le truppe russe hanno lanciato cinque attacchi missilistici contro la città orientale di Kharkiv, colpiti anche i distretti di Izium, Chuguyiv e Bogodukhiv: feriti otto civili tra cui un bambino di due anni. Lo riferisce il capo militare regionale Oleg Sinegubov, citato da Ukrainska Pravda.
Ore 08:22 - Capo di Stato Maggiore ucraino: c’è rischio di guerra nucleare
Il capo di Stato maggiore ucraino, Valeriy Zaluzhnyi, ha avvertito della possibilità che la Russia utilizzi armi nucleari in Ucraina, una circostanza che creerebbe il rischio di un conflitto nucleare «limitato» con altre potenze. Il generale Valeriy Zaluzhnyi ha affermato che la «minaccia diretta» del possibile uso da parte della Russia di armi nucleari tattiche ha avuto una grande influenza sull’adozione di alcune decisioni ucraine.
«Un altro fattore è la minaccia diretta dell’uso da parte della Russia, in determinate circostanze, di armi nucleari tattiche. Le battaglie sul territorio dell’Ucraina hanno già dimostrato quanto la Federazione Russa trascuri le questioni della sicurezza nucleare globale anche in una guerra convenzionale», ha commentato.
Ore 08:40 - Biden verso nuovi aiuti all’Ucraina
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sentirà oggi in videoconferenza i rappresentanti dei Paesi del G7, della Nato e dell’Ue su ulteriori aiuti all’Ucraina. Lo riferisce l’agenzia Bloomberg, citando fonti a conoscenza del programma, le quali sottolineano che il formato della videoconferenza è stato molto utilizzato dalla Casa Bianca nei primi mesi della guerra e Biden ha intenzione di rilanciarlo col perdurare del conflitto. Biden è impegnato nel tentativo di mantenere unità nel fronte occidentale a sostegno dell’Ucraina.
Ore 08:45 - Restituito dai russi il corpo «mutilato» di un cooperante britannico catturato a Donetsk
Dopo oltre un mese e mezzo di negoziati, la Russia ha restituito il corpo di Paul Urey, il cittadino britannico indicato da Londra come «un volontario» e da Mosca come «un mercenario», dichiarato a luglio morto in detenzione dopo essere stato catturato in Ucraina dalle forze dell’autoproclamata repubblica filorussa di Donetsk. «Parti del corpo mancanti e tracce di tortura: le storie dei russi sulla sua morte per malattia si sono rivelate bugie. L’uomo è stato torturato», ha detto il Commissario per i diritti umani Dmytro Lubinets del Parlamento ucraino, citato dall’Ukrainska Pravda. «A luglio abbiamo sentito dichiarazioni di propagandisti russi sulla morte di Paul Urey a causa di malattia e stress e oggi, 7 settembre, abbiamo ricevuto un corpo mutilato».
Ore 09:02 - L’Italia «strangolata» e il documento segreto sulla decrescita «grave» in Russia
(Fabrizio Dragosei) La Russia e i suoi alleati stanno reggendo benissimo alle difficoltà economiche e, anzi, sono in decisa ripresa mentre l’Occidente è a pezzi, l’economia crolla e il dollaro non lo vuole più nessuno.
Al forum economico di Vladivostok, tra sodali e rappresentanti di Paesi amici, Vladimir Putin traccia la sua visione di come vanno le cose nel mondo, schivando abilmente tutti quei dati e quelle cifre reali che contraddicono la sua narrazione.
L’Italia, nazione forse sotto particolare attenzione per via delle elezioni, è strangolata dalle direttive dell’Europa rigidamente sottoposta alla dittatura degli Stati Uniti, secondo l’analisi russa. Questo proprio nel giorno in cui il nostro Istituto per il commercio estero rende noto che l’export italiano è cresciuto nei primi sei mesi del 22,4 per cento sul 2021 che già era andato benissimo.
E la Russia? «Non abbiamo perso nulla e non perderemo nulla. In realtà abbiamo guadagnato molto, soprattutto la nostra sovranità». Il leader del Cremlino ammette che in alcuni settori economici e in determinate parti del Paese ci possono essere difficoltà. «Ci stiamo rafforzando dall’interno».
Proprio ieri però è emerso un documento segreto del governo, reso noto da Bloomberg, secondo il quale la decrescita del prodotto lordo è assai più grave di quella indicata dai dati pubblici (molti indicatori sono stati secretati).
La Russia potrebbe addirittura non ricominciare a veder crescere la sua economia prima del 2030. In alcune aree, come quella della produzione di automobili, ad esempio, il calo è catastrofico: -58%. E le sanzioni che bloccano l’import di numerosi componenti per l’industria, soprattutto quelli ad alta tecnologia, rendono le cose sempre più difficili.
E proprio sul capitolo sanzioni, Putin e i suoi collaboratori hanno parecchi problemi.
Ore 09:11 - Putin e «la mossa della Volpe»: «L’Occidente è spacciato»
(Paolo Valentino) C’è un’antica fiaba russa, che ogni babushka racconta ancora ai bambini più piccoli. Narra la storia di una furba volpe e di un lupo prepotente, che vorrebbe mangiare il pesciolino che quella ha appena pescato in un lago ghiacciato. La volpe invece lo convince a cercare di catturarne lui uno ben più grosso, facendo un buco nel ghiaccio e immergendo la sua lunga coda come esca. Il lupo ci casca e affonda la coda nell’acqua gelata, mentre la volpe gli consiglia di lasciarvela il più a lungo possibile. E prima di andarsene gira per un po’ intorno all’allocco, ripetendo la cantilena: «Gela, gela, coda di lupo». Cosa che puntualmente avverrà, costringendo il lupo a strapparsi l’appendice ormai congelata.
Per spiegare la sua strategia sul gas, ieri Vladimir Putin ha citato proprio questa famosa favola, dove l’astuta volpe è la sua Russia e il lupo tracotante, manco a dirlo, è l’Europa. Al Forum Economico di Vladivostok, all’estremità orientale della Federazione, il leader del Cremlino ha definito «stupido» il piano europeo di imporre un «price cap» sul prezzo del gas russo, perché questo porterebbe a più alti prezzi del metano e a gravi problemi economici per l’Europa. Ed ha aggiunto: «Ci sono precisi impegni contrattuali e se verranno prese decisioni politiche che li contraddicono, noi non le rispetteremo, non forniremo nulla che vada contro i nostri interessi. Non forniremo gas, petrolio, carbone o kerosene, non forniremo niente». E a quel punto, ha concluso irridente, «non ci resterà che fare come nella famosa favola e ripetere gela, gela, coda del lupo».
La «lectio» di Vladivostok conferma se mai ce ne fosse stato bisogno, che Vladimir Putin ha ormai bruciato i ponti dietro di sé e gioca il tutto per tutto.
Ore 09:18 - Il punto sulla «guerra del gas» tra Russia e Unione europea
(Gianluca Mercuri) «Il price cap al gas russo può procedere molto rapidamente», dice la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
«Quella europea è stupidità senza futuro», ribatte Vladimir Putin da Vladivostok, simbolicamente il punto della Russia più lontano dall’Europa.
Ma l’Europa non è ancora del tutto pronta. La questione, punto per punto, è questa:
•Il piano in 5 punti
Le misure di emergenza predisposte dalla Commissione Ue sono:
1) riduzione dei consumi di elettricità del 10% nel complesso e del 5% nelle ore di punta; 2) price cap sull’elettricità da 200 euro a megawattora (misura controversa perché si teme che possa frenare la transizione verde intaccando i ricavi inframarginali nell’eolico, nel solare, nell’energia geotermica e idroelettrica e nelle biomasse); 3) «contributo di solidarietà» da chiedere alle aziende di combustibili fossili; 4) modifica delle regole sugli aiuti di Stato per permettere di sostenere (con prestiti e garanzie) le imprese energetiche; 5) price cap sul gas, la madre di tutte le misure. E qui l’accordo non è per niente facile.
•Tetto russo o tetto allargato?
L’intesa è ancora da raggiungere. Un gruppo di Paesi guidato dall’Italia (gli altri sono Polonia, Belgio, Lussemburgo, Grecia e Romania), e non osteggiato dalla Francia, vorrebbe che il tetto si applicasse anche al gas non russo, visto che il gas russo in questo momento non arriva per il blocco del gasdotto Nord Stream 1, e Putin avverte che non arriverà comunque in caso di «cap». La Commissione teme però che un tetto allargato spinga gli altri fornitori in direzioni diverse dall’Europa. Non a caso Von der Leyen ha parlato di «fornitori affidabili come Stati Uniti, Norvegia, Azerbaigian, Algeria e altri». Oggi, ha aggiunto, «la Norvegia fornisce più gas all’Ue rispetto alla Russia».
• I dubbi della Germania
Il Paese guida dell’Unione, che per decenni ha prosperato sui prezzi ultra-convenienti delle materie prime russe, non ha ancora sciolto le riserve sulla svolta e, attraverso un portavoce del ministero dell’Economia, si dice apertamente «scettico sul price cap al gas». La coalizione di governo (socialdemocratici, verdi, liberali) è d’accordo sul tassare gli extraprofitti e il cancelliere Scholz si è detto favorevole ad acquisti comuni da parte dell’Ue. Ma il timore di uno stop totale alle forniture da parte russa continua a frenare Berlino. Non per egoismo, dicono loro — «gas dalla Russia ormai ce ne arriva pochissimo» — ma per proteggere Paesi come Repubblica ceca e Slovacchia. Non piace ai tedeschi l’idea di dover cedere ai partner parte dei loro stoccaggi in caso di stop totale russo.
•L’accelerazione della Commissione
Accusata spesso di tergiversare, Von der Leyen è in realtà la tedesca più decisa. Il dipartimento all’Energia di Bruxelles, in particolare, spinge per il tetto: visto che ormai quello russo è meno del 10% del gas importato dall’Ue, perché non rischiare? La Commissione, per rompere gli indugi, vorrebbe procedere sulla base dell’articolo 122 dei Trattati, che non richiede l’unanimità: serve però una maggioranza corposa. Il rischio che tutto slitti al Consiglio europeo di fine ottobre, insomma, c’è.
• La favoletta di Putin
Lo zar definisce «stupida» l’eventuale svolta europea sul tetto e minaccia una rappresaglia totale: «Ci sono precisi impegni contrattuali e se verranno prese decisioni politiche che li contraddicono, noi non le rispetteremo, non forniremo nulla che vada contro i nostri interessi. Non forniremo gas, petrolio, carbone o kerosene, non forniremo niente». E cita l’antica fiaba russa della volpe furba e del lupo prepotente, con il lupo che alla fine si gela la coda: la volpe sarebbe la Russia e il lupo l’Europa, naturalmente. Il leader russo si dice sicuro di poter piazzare altrove il suo gas, ma bluffa: per venderlo ai cinesi servirà un altro gasdotto verso Pechino, che richiederà anni di lavori. «È impossibile isolare la Russia», assicura, e per questo la prossima settimana vedrà in pompa magna Xi Jinping a Samarcanda. «Ma nella città di Tamerlano, l’uomo del Cremlino sarà soltanto l’allievo», scrive Paolo Valentino.
• Ma il prezzo del gas come va?
Eccola, la buona notizia: ad Amsterdam, mercato europeo di riferimento che nelle ultime settimane ha registrato aumenti vertiginosi, da giorni il prezzo è in calo e ieri ha chiuso a 214 euro al megawattora.
• E le sanzioni funzionano?
Il dubbio dovrebbe averlo tolto — anche a chi lo agita in campagna elettorale — il portavoce di Putin, che lunedì ha detto che «sono proprio le sanzioni che impediscono la manutenzione di Nord Stream» e dunque lo bloccano, come dire «togliete le sanzioni e riavrete il gas». Se fossero così innocue, dunque, Mosca non chiederebbe di toglierle. Intervistato da Francesca Basso, il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia Fatih Birol aggiunge che nei prossimi anni, per sfruttare i suoi giacimenti, la Russia «avrà bisogno di tecnologia internazionale e con l’attuale regime sanzionatorio sarà impossibile avere accesso a quella tecnologia, competenze e capitali». E comunque, «Mosca sta perdendo il mercato più grande e redditizio e le sarà impossibile sostituire l’Europa con i Paesi asiatici» (sulla nostra Rassegna di martedì trovate tutti i «miti sulla crisi energetica» smontati da Birol).
Ore 09:50 - L’Ucraina ha ripreso 400 chilometri quadrati nella regione di Kharkiv
Una controffensiva, certo. Anche se, a renderla possibile, ci sarebbe una «riallocazione» delle truppe russe.
A provare a spiegare quanto sta avvenendo, in questo momento, sul campo, in Ucraina, è il think tank statunitense Institute for the Study of War, che spiega come Kiev ha annunciato la riconquista di 400 chilometri quadrati di territorio nell’est della regione di Kharkiv — «con tutta probabilità, sfruttando la riallocazione delle forze russe» nel Sud.
Una chance che ha consentito quindi di «condurre una opportunistica ma molto efficace» controffensiva nel nord-ovest della città di Izyum.
Dal canto suo la Russia è stata indotta a riconcentrare le sue forze al sud come risultato delle operazioni ucraine nella regione di Kherson.
Ore 10:01 - La lettera I e la resistenza anti russa, a Mariupol
Una risposta alla lettera «Z», simbolo dell'invasione.
E una risposta che parte da quello che è uno dei luoghi simbolo della resistenza all'esercito russo — quella Mariupol divenuta una città martire di questa guerra.
I resistenti ucraini hanno iniziato a dipingere la lettera ucraina «Ї» su statue, monumenti, strade della città — secondo quanto riportato da diversi giornalisti in città. La scelta non è casuale: quella lettera esiste nell'alfabeto ucraino, ma non in quello russo.
Mariupol è, al momento, occupata dai russi.
Ore 10:20 - Spento il quinto reattore di Zaporizhzhia
Il quinto reattore della centrale nucleare di Zaporizhzhia è stato spento per «danni alle linee elettriche», ha riferito il capo dell’amministrazione filorussa di Energodar Aleksander Volga, citato da Ria Novosti. «La potenza generata non può essere rilasciata nel sistema generale a causa di danni alle linee elettriche. Al momento, la sesta funziona in modalità “parziale”», ha spiegato Volga.
Ore 10:50 - Salta in aria la sede del partito di Putin a Melitopol
A Melitopol salta in aria la sede del partito di Putin, «Russia Unita». Nessuna vittima ha detto Vladimir Rogov, membro del consiglio dell’amministrazione militare-civile della regione sotto il controllo russo. L’attentato è avvenuto dopo la pubblicazione dei dati dell’indagine secondo la quale l’83% dei residenti è pronto a partecipare al referendum.
Ore 11:01 - I «successi evidenti» dell'Ucraina e la guerra «di lungo periodo», secondo gli Usa
L'Ucraina sta ottenendo «successi evidenti» sul campo di battaglia, grazie al «nostro aiuto». E poiché, con la controffensiva di Kiev, ci si trova di fronte a un «nuovo momento chiave della guerra» — una guerra «che cambia» — è necessario anche «cambiare la missione di questo gruppo di contatto».
Il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, si è rivolto così ministri della Difesa della Nato riuniti a Ramstein, affermando che l'Occidente dovrà sostenere l'Ucraina, con aiuti e formazione, «nel lungo periodo». E le sue parole sono state accompagnate da un annuncio «pesante» — perché gli Usa hanno approvato ulteriori 675 milioni di aiuti militari per Kiev.
Il pacchetto di aiuti annunciato comprende — ha detto Austin — «cannoni howitzer, munizioni d'artiglieria, veicoli Humvee, ambulanze corazzate, sistemi anticarro»: gli aiuti militari hanno finora fatto crescere di 18 volte la dotazione di armi ucraina, arricchendola con «missili di lungo raggio e sistemi di artiglieria, e tutte queste capacità hanno consentito all'Ucraina di contrattaccare a fronte dell'aggressione russa».
«Dobbiamo evolvere, così come evolve lo scenario in cui ci troviamo».
Ore 11:30 - I morti russi in Ucraina, secondo Kiev
Oltre 51 mila soldati russi avrebbero perso la vita durante la guerra in Ucraina, secondo Kiev.
Le stime sono state pubblicate nella giornata di oggi e — come sempre — non trovano conferme da parte di Mosca.
Secondo l'Ucraina, la Russia ha perso in totale «2,112 carri armati, 4,557 veicoli da trasporto corazzati, 239 aerei».
Nella giornata di ieri, parlando al Forum economico di Vladivostok, Putin aveva risposto così a chi gli chiedeva delle perdite sofferte da Mosca: «Non abbiamo perso nulla, non perdiamo nulla. Il nostro guadagno è il rafforzamento della nostra sovranità».
Ore 11:39 - Gli Stati Uniti annunciano nuovi aiuti all'Ucraina e a «18 altri Paesi a rischio di future aggressioni da parte della Russia»
Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha annunciato due miliardi di dollari in nuovi aiuti da parte degli Stati Uniti per l'Ucraina e — ed è forse l'aspetto più inatteso, e interessante — per altri 18 Paesi, considerati a rischio di future aggressioni da parte della Russia.
Ore 11:50 - Zelensky: «Il successo a Kharkiv aiuterà su tutto il fronte»
La controffensiva ucraina a Kharkiv aiuterà gli sforzi delle truppe di Kiev sull’intero fronte del conflitto contro i russi. Lo ha sottolineato Zelensky: «Ogni successo delle nostre forze armate in una direzione o nell’altra cambia la situazione generale lungo l’intera linea del fronte a favore dell’Ucraina». Aggiungendo: «Più è difficile per gli occupanti, più perdite hanno, migliori saranno le posizioni dei nostri difensori nel Donbass, più affidabile sarà la difesa di Zaporizhzhia, Mykolaiv e delle città della regione di Dnipropetrovsk, più veloce saremo in grado di liberare la regione dell’Azov e l’intero sud».
Secondo il governatore regionale , Oleh Syniehubov, a Kharkiv due persone sono morte e cinque sono rimaste ferite a causa dei bombardamenti russi nella zona industriale della città.
Ore 12:27 - Blinken in visita a sorpresa a Kiev
Il capo della diplomazia americana Antony Blinken è arrivato a Kiev, in una visita a sorpresa, per parlare degli aiuti militari.
Ore 12:51 - Erdogan: «Vogliamo che la Russia possa esportare il grano»
«Vogliamo che inizino esportazioni di grano dalla Russia». Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta Anadolu. «Purtroppo, il grano che è stato esportato va ai Paesi ricchi e non a quelli poveri», ha aggiunto il presidente turco a proposito delle esportazioni di cereali dall’Ucraina che, dopo lo stop a causa dell’invasione russa, sono riprese in agosto, grazie a un accordo tra Ankara, Kiev, Mosca e Onu.
Ore 13:01 - Orban: «I tentativi di indebolire Mosca falliti malgrado le sanzioni»
I tentativi di indebolire la Russia non hanno avuto successo nonostante 11mila sanzioni. Lo ha detto il premier ungherese Viktor Orban, citato dalla Tass.
Ore 13:10 - Reporter italiano ferito in Ucraina: «Sto bene, sono al sicuro»
Mattia Sorbi, un giornalista italiano freelance, è stato ferito in Ucraina, nella regione di Kherson, controllata dai russi. Dalla Farnesina, contattata dall’Ansa, riferiscono che è curato: «Abbiamo notizie positive sullo stato di salute, ha poca copertura per comunicare ma dispone di un contatto libero. Stiamo lavorando per farlo rientrare, in sicurezza, in Italia appena possibile».
A dare buone notizie è lo stesso Sorbi su Facebook: «Cari amici, grazie moltissime per la vostra solidarietà e per tutto l’affetto che state dimostrando in questi giorni, preoccupati per la mia assenza di contatti — scrive il giornalista —. Sto bene e sono al sicuro, ma purtroppo le difficoltà di comunicazione in Ucraina mi hanno impedito di essere online come al solito. Probabilmente sarà così ancora per qualche giorno, ma l’importante è non avere problemi. Sto raccogliendo tante storie da raccontarvi e non mancherò di farvi sapere!».
Ore 14:05 - Biden chiamerà gli alleati per fare il punto sulla guerra
Il presidente americano Joe Biden chiamerà gli alleati per parlare del continuo sostegno dell'Occidente all'Ucraina. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota.
Ore 15:18 - Ria Novosti: ecco come è stato ferito il giornalista Mattia Sorbi
(Viviana Mazza) A raccontare come è stato ferito il giornalista italiano Mattia Sorbi è l'agenzia russa Ria Novasti, spiegando la sua versione: «All’inizio della controffensiva Sorbi è andato sul fronte accompagnato da due persone non identificate in divisa militare. Gli hanno promesso di portarlo in taxi sulla linea del fronte, ma hanno fermato l’auto e gli hanno mostrato la strada e se ne sono andati senza dirgli che era minata. E quando l’auto è andata su quella strada è saltata in aria. Il ministero della Difesa russo dice che obiettivo dei servizi ucraini era che morisse sotto il fuoco dei difensori russi per poi dare la colpa la morte ai russi . Ma nonostante il fuoco ucraino i soldati russi sono entrati e l’hanno tirato fuori dall'auto in fiamme» . E aggiunge che Sorbi non è ustionato.
Ore 18:11 - Nella telefonata di Biden con alleati focus anche sull'energia
Nel corso della teleconferenza con gli alleati sulla situazione in Ucraina, il presidente Joe Biden ha parlato anche della «situazione dell'energia in Europa». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, nel corso di un briefing con un gruppo ristretto di giornalisti. La teleconferenza, ha detto Kirby, è ancora in corso.
Ore 18:17 - Mosca: noi rimaniamo aperti ai cittadini della Ue
La Russia «non si chiuderà» ai cittadini dell'Unione europea, nonostante la sospensione del regime di facilitazione dei visti con Mosca decisa dall'Unione. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. «La Russia — ha aggiunto la portavoce citata dalla Tass — è un Paese aperto e veramente libero che rispetta tutti i popoli indipendentemente dalle capacità intellettive delle loro elite. Chiunque voglia visitare la Russia e vedere con i propri occhi la sua cultura e civilizzazione uniche avrà certamente la possibilità di farlo».
Ore 18:43 - Usa: Ue risoluta e unita nonostante crisi energia
Gli Usa vedono ancora risolutezza e unità in Europa sulla crisi ucraina nonostante la crisi energetica: lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby.
Ore 00:44 - Mattia Sorbi ferito, scambio di accuse Mosca-Kiev. Giallo sul profilo Facebook
(Viviana Mazza, inviata a Kiev) Mattia Sorbi, giornalista freelance milanese quarantatreenne, era scomparso nei giorni scorsi in Ucraina, dove si trova dall’inizio dell’invasione russa, collaborando con diverse testate e tv italiane. È riapparso ieri in un video trasmesso dai media di Mosca, in cui giace su un letto, a torso nudo con una cannula nasale. Si vede il braccio di un intervistatore che registra con il cellulare. Sorbi, occhi chiusi, dice il suo nome e le testate per cui collabora: «Radio 24, Rai 1, Repubblica». Poi aggiunge alcune parole «taxi, reportage», e in italiano: «Abbiamo preso un taxi e siamo andati a Oleksandrivka, ci avevano detto che era sicura». Indica verso le gambe: «Mina».
L’auto sarebbe saltata su una mina, l’autista ucraino sarebbe rimasto ucciso mentre il reporter, ferito ad una gamba, è stato portato all’ospedale a Kherson, città sotto controllo russo in una regione che le forze ucraine stanno tentando di riconquistare. La Farnesina ha confermato di essere «in contatto costante con il giornalista coinvolto nell’incidente: è curato, abbiamo notizie positive sullo stato di salute, ha poca copertura per comunicare ma dispone di un contatto libero. Stiamo lavorando per farlo rientrare in sicurezza, in Italia appena possibile».
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La versione di Mosca pubblicata ieri mattina è che il reporter sia stato vittima di una «provocazione dell’intelligence di Kiev per accusare la Russia».
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La risposta di Kiev è arrivata in serata: Sorbi, non era accompagnato sul posto da “personale militare” ucraino, che aveva al contrario cercato di dissuaderlo dall’attraversare «la linea di contatto di combattimento senza coordinamento e in un luogo non specificato». Lo dichiara in una nota su Facebook il Centro per le comunicazioni strategiche e la sicurezza delle informazioni ucraino, sottolineando che il reporter «è andato a Mykolaiv e da lì, volontariamente, nonostante il tentativo di dissuasione, si è recato a Kherson, attraverso gli insediamenti che si trovavano nella “zona rossa” a causa di pesanti combattimenti.
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«Possiamo presumere che Sorbi avesse precedenti accordi con l’esercito russo». Il Centro fa notare che il giornalista aveva lavorato «per il canale tv del ministero della Difesa russo Zvezda».
(...) Ieri mattina su Facebook è apparso un messaggio in italiano e in inglese sul profilo “Mattia Sorbi Press”: «Sto bene e sono al sicuro ma purtroppo le difficoltà di comunicazione in Ucraina mi hanno impedito di essere online come al solito». Ma l’account sembra appena creato e non è quello (“Mattia Kabul”) da cui solitamente comunica Sorbi.
Ore 00:56 - Droni da Teheran alla Russia, Usa sanzionano una società iraniana
Gli Usa hanno imposto sanzioni ad una società iraniana, la Safiran Airport Services, che ha aiutato a inviare droni alla Russia da usare in Ucraina e hanno ammonito aziende non iraniane a non farsi coinvolgere in tale commercio. La misura è stata presa dal Tesoro due mesi dopo che la Casa Bianca ha divulgato informazioni di intelligence secondo cui Mosca aveva chiesto droni a Teheran per il conflitto in Ucraina.
Ore 00:59 - Zelensky: dal primo settembre liberati 1000 km quadrati di Ucraina
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che dal 1 settembre sono stati liberati più di mille chilometri quadrati del territorio dell’Ucraina. Nel suo consueto discorso serale il leader di Kiev ha elogiato gli «eroi che hanno già liberato dozzine di insediamenti». Lo riporta l’agenzia Unian. «Grazie a tutti coloro che hanno assicurato questo! Grazie all’esercito, ai servizi speciali per ogni bandiera ucraina che è stata reinstallata in questi giorni», ha sottolineato il presidente.
Ore 01:03 - Pentagono agli alleati: la guerra in Ucraina sarà ancora lunga
La guerra in Ucraina sta cambiando e l’Occidente si deve preparare a sostenere l’Ucraina nel lungo periodo: è il messaggio del capo del Pentagono, Lloyd Austin, al gruppo di contatto degli oltre 50 Paesi che sostengono Kiev e che sono tornati a riunirsi a Ramstein, dove il segretario alla difesa americano ha promesso altri 2,8 miliardi di aiuti militari Usa, di cui 675 milioni di dollari di forniture belliche dirette dalle riserve americane. Nelle stesse ore la Polonia e i Paesi Baltici hanno annunciato dal 19 settembre un giro di vite sui visti turistici ai russi per questioni di sicurezza nazionale, nel timore di infiltrazioni pericolose. Una mossa che anticipa, rafforzandola, la sospensione dell’accordo di facilitazione dei visti dell’Ue con la Russia decisa da Bruxelles. E che ha suscitato l’ira di Mosca: «l’Unione europea chiude la sua gabbia dall’interno e continua a isolarsi dalla Russia e dal resto del mondo», ha denunciato il ministero degli esteri, minacciando una risposta. L’ ultimo pacchetto del Pentagono, il 20/mo dall’agosto 2021, comprende altri «lanciarazzi Howitzer da 105 millimetri, munizioni d’artiglieria, blindati Humvee, sistemi anti tank, armi piccole e ambulanze blindate». Ma non gli Atacm chiesti da Kiev, missili tattici con una gittata di 300 km: «la portata dei lanciarazzi Himars e Howitzer è sufficiente per rispondere alle necessità attuali degli ucraini», ha spiegato il capo di stato maggiore congiunto, Mark Milley.
Mattia Sorbi, i medici negano le dimissioni. I dubbi dei nostri 007: usato come prigioniero di guerra? Viviana Mazza su Il Corriere della Sera il 9 Settembre 2022.
La diffusione del filmato del reporter italiano ferito non è un segnale di distensione
La linea concordata era quella della massima riservatezza. Perché il timore è che i russi vogliano sfruttare l’occasione dell’esplosione sulla mina e il successivo ricovero per avviare una trattativa con l’Italia per dimettere dall’ospedale il giornalista Mattia Sorbi è molto forte. E dunque diplomazia e intelligence avevano stabilito di non rendere pubblica la notizia proprio per evitare che venisse sfruttata ai fini della propaganda di Mosca. Il via libera all’uscita dal nosocomio era prevista per ieri, massimo oggi. Ma quando i medici hanno comunicato che sarebbe stato meglio rimanere almeno due o tre giorni, lo stesso Sorbi ha deciso di far sapere che cosa era successo.
Ora il caso è sulla ribalta internazionale. Da un lato questo consente di rendere pubblica ogni mossa e soprattutto ogni eventuale passo falso di Mosca. Dall’altro rischia però di trasformare la vicenda in un braccio di ferro con il giornalista trattato come un prigioniero di guerra. Un pericolo che diventa concreto dopo la tensione di questi giorni tra Italia e Russia, con le accuse lasciate dall’autorità nei confronti del nostro Paese — prima amico fedele e adesso schierato con le autorità ucraine e con l’Unione europea sulla linea delle sanzioni economiche e della consegna delle armi — di tradimento.
Anche la scelta di diffondere il filmato dal letto di ospedale da parte del ministero della Difesa non viene ritenuto un segnale di distensione, così come le parole della portavoce secondo la quale «dall’Italia non abbiamo ricevuto nessuna richiesta per il rimpatrio». In realtà non solo è stato chiesto di poterlo trasferire in una zona più sicura appena le condizioni di salute lo consentono, ma il negoziato è in corso proprio per evitare che Sorbi possa diventare merce di scambio proprio come avviene per i prigionieri di guerra. La frase inserita nel comunicato del ministero degli Esteri guidato da Luigi Di Maio non è affatto casuale: «Lavoriamo per farlo tornare». È un’espressione che viene utilizzata quando c’è una trattativa in corso, quando un italiano all’estero non è libero di muoversi e dunque deve ottenere il permesso di chi lo custodisce per far ritorno a casa. Uno dei canali che si sta utilizzando in queste ore passa per il console onorario a Krasnodar Pierpaolo Lodigiani, sperando che non si sia costretti ad alzare il livello del negoziato.
“Mattia Sorbi ferito da mina ucraina, volevano ucciderlo e incolparci”, la versione russa sul giornalista ferito a Kherson. Fabio Calcagni su Il Riformista l'8 Settembre 2022
Mattia Sorbi? Ferito nell’esplosione di una mina ucraina al passaggio dell’auto su cui viaggiava. È questa la ricostruzione che arriva dal ministero della Difesa russo in merito al ferimento del giornalista italiano 43enne, attualmente ricoverato in un ospedale di Kherson, città nel sud dell’Ucraina controllata dall’esercito di Mosca.
In un comunicato del ministero della Difesa dunque le responsabilità del ferimento dell’inviato italiano, freelance milanese che ha collaborato tra gli altri per il Tg1, Repubblica e La7, sono ucraine. “L’automobile con a bordo il giornalista è finita su una mina ucraina“, è dunque la ricostruzione di Mosca, col conducente che “è morto sul colpo, mentre Mattia Sorbi è rimasto gravemente ferito“.
“I militari russi hanno visto l’esplosione dell’automobile civile e, nonostante l’intenso fuoco dalle posizioni ucraine, sono andati avanti e hanno estratto Mattia Sorbi dal veicolo in fiamme. È stato fornito il primo soccorso al giornalista, che è stato portato in un luogo sicuro e trasportato in una struttura ospedaliera“, si legge ancora nel comunicato, “Mattia Sorbi è stato ricoverato in terapia intensiva con ferite da schegge e al momento sta ricevendo la necessaria attenzione medica qualificata. Le sue condizioni di salute sono stabili“, si legge nella nota del ministero russo.
Secondo le forze armate russe infatti i loro ‘nemici’ ucraini avevano architettato un piano per uccidere il giornalista italiano, al loro seguito, per dare poi la colpa a Mosca e scatenare così l’indignazione dei media e dell’opinione pubblica occidentale.
A corredo della ‘ricostruzione’ russa, sui canali Telegram del ministero della Difesa è stato pubblicato anche un video in cui appare Sorbi su un letto d’ospedale, visibilmente provato. Il giornalista italiano nel video pronuncia il su nome, menziona le testate per cui lavora e spiega le circostanze in cui in è rimasto ferito: “Abbiamo preso un taxi e siamo andati ad Alexandrivsk, ci avevano detto a Kiev che era sicura“, spiega Sorbi che poi indica la gamba destra e dice “mina”. Poi le immagini successive diffuse dall’agenzia RIA Novosti mostrano un’automobile abbandonata con segni di bruciature all’esterno, presumibilmente quella utilizzata dallo stesso Sorbi e dal suo autista.
Sempre Mosca fornisce tramite Zvezda, il canale tv del ministero della Difesa, la testimonianza di un presunto soldato russo testimone di quanto accaduto. Oleksiy, questo il suo nome, spiega che “mentre eravamo di guardia, abbiamo sentito un’esplosione. Quando siamo arrivati alla macchina, ci siamo resi conto che avevamo davanti uno straniero che non parlava bene il russo. Ci siamo accorti che era un giornalista italiano, milanese, si chiama Mattia. Gli hanno prestato il primo soccorso, poiché aveva ferite multiple da schegge. Gli hanno iniettato il promedol. Dopodiché, lo hanno tirato fuori dall’auto, lo hanno messo su un telo e lo hanno portato via attraverso il campo minato. I militari ucraini ci hanno sparato contro, ma l’operazione si è conclusa senza perdite”.
Sui social Sorbi aveva pubblicato nelle scorse ore un messaggio per rassicurare tutti, in cui però non menzionava dettagli sull’episodio in cui è rimasto ferito: “Cari amici, grazie moltissime per la vostra solidarietà e per tutto l’affetto che state dimostrando in questi giorni, preoccupati per la mia assenza di contatti. Sto bene e sono al sicuro, ma purtroppo le difficoltà di comunicazione in Ucraina mi hanno impedito di essere online come al solito. Probabilmente sarà così ancora per qualche giorno, ma l’importante è non avere problemi”.
La Farnesina, raggiunta dall’Ansa, ha fatto sapere che Sorbi “sta bene”. “Siamo in contatto costante con il giornalista, è curato e abbiamo notizie positive sullo stato di salute. Ha poca copertura per comunicare ma dispone di un contatto libero. Stiamo lavorando per farlo rientrare, in sicurezza, in Italia appena possibile” aggiungono. Sorbi è in Ucraina da marzo per documentare il conflitto con la Russia. Ha collaborato in questi mesi con il Tg1, La7 e il quotidiano Repubblica, fornendo reportage e servizi quotidiani “sul campo”, soprattutto nella zona di Kharkiv.
Fabio Calcagni. Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.
Estratto dall’articolo di Paolo Brera per “la Repubblica” il 18 settembre 2022.
Mattia Sorbi è in salvo in Italia. Il giornalista freelance milanese 43enne reduce da un’esperienza drammatica in Ucraina, dove il 31 agosto l’auto su cui viaggiava nella zona rossa tra Mikolaiv e Kherson è saltata su una mina uccidendo sul colpo l’autista e ferendolo gravemente, è arrivato ieri pomeriggio a Linate con un volo sanitario operato dalla Croce rossa turca in accordo con quella russa e con la Farnesina.
Mattia, dove sei e come stai?
«Sono all’Ospedale Niguarda, va molto meglio. Avevo 15 schegge tra gamba sinistra, addome e intestino. Me le hanno tolte i medici ucraini con un’operazione di 11 ore nell’ospedale controllato dai russi a Kherson. Mi sono rimaste molte micro schegge, ma il corpo può sopportarle. Ho un nervo danneggiato al piede sinistro, dicono si può ripristinare: mi dà scariche elettriche sotto la pianta che non mi fanno camminare. Sarò ricoverato per un po’, poi farò la riabilitazione».
Come sei finito su quella mina?
«Eravamo nel contesto della famosa controffensiva ucraina verso sud, il famoso bluff. Mi ero iscritto al press tour dell’esercito di Mykolaiv. Avevo fatto richiesto di vedere Bastianka».
Era un tour organizzato per te?
«Era organizzato ogni settimana. Ho portato con me la televisione polacca. [...] La notte del 30 a Mykolaiv incrocio i colleghi della Afp, che conoscevo. La mattina del 31 scrivo loro un messaggio: “Valuto di andare a Oleksandrivka, a sud di Mikolaiv, a 50 km da Kherson”. Mi sembrava un buon compromesso per coprire il fronte senza essere troppo vicino a Kherson».
Ma era contesa, spesso zona rossa. Molto pericolosa. Lo sapevi?
«Sulla mappa aggiornata risultava zona grigia, e infatti al check point ucraino mi hanno fatto passare. Hanno detto al driver di stare attento ma che non c’erano controffensive e non ci sarebbero stati problemi. Se mi avessero respinto sarei tornato indietro, come ho fatto decine di volte a Kharkiv».
Quindi siete andati avanti.
«Si, e non volava una mosca. La campagna ero molto tranquilla, dico al driver di andare verso il centro di Oleksandrivka invece lui si perde completamente. Finiamo sui campi che danno sul mare. Vista la tranquillità apparente non ci preoccupiamo, il Gps ricomincia a funzionare e riprendiamo la strada. Il mio obiettivo era trovare l’esercito ucraino e girare immagini delle trincee. Sulla strada principale vediamo alcuni mezzi bruciati. Da Kharkiv verso Belgorod ho fatto gimcana tra auto crivellate, mai successo nulla. Invece appena superiamo il primo mezzo saltiamo su una mina cluster.
La botta è sulla ruota anteriore sinistra, credo: il driver è morto in dieci minuti. È rimasto in silenzio, seduto immobile. Io non avevo capito niente, pensavo ci stessero sparando. Scendo sul lato destro, striscio per terra per evitare colpi ma i colpi non arrivavano. Silenzio assoluto. La mia gamba sinistra non funzionava più, mi accorgo che sono pieno di sangue. Risalgo in auto in qualche modo. Avevo gli occhiali zuppi di sangue, resto immobile in auto sotto il sole. Mi dico: che posso fare? O muoio o…
Dopo mezzora sento spari da entrambe le parti, la macchina era nel mezzo. Pochi colpi, non continuativi, per 5 o 6 minuti. Dopo un po’ mi sorvola un drone. Passa un’altra mezzora e dalla strada vicino al fiume sbucano quattro soldati con i simboli russi. “Italian sky press”, rantolo. Hanno capito che non mi potevo muovere, hanno piazzato un soldato col fucile spianato sul driver che era già morto, e mi hanno messo in un sacco per feriti, trascinandomi verso il fiume.
Mi urlavano di resistere, mi hanno portato in una capanna lungo il fiume: erano in trenta, quattro parlavano un buon inglese, uno si è qualificato come separatista di Donetsk, gli altri erano russi. Mi hanno stabilizzato e fatto una siringa antidolorifica: in un’ora ero all’ospedale militare di Kherson, subito operato».
Il driver come si chiamava?
«Non lo so. Ci siamo conosciuti a Mykolaiv nella lobby dell’hotel. Gli ho chiesto di portarmi a Oleksandrivka e non ha fatto una piega, mi ha chiesto 1.800 grivne, 50 euro. Anche questo mi ha confermato la teoria sbagliata che fosse raggiungibile. Avevo avuto diversi feed back favorevoli: un fixer dellaBbc mi aveva detto “ok, ci andrò anche io”. Poi quella quiete assoluta... Siamo finiti oltre la linea rossa e non ce ne siamo accorti». […]
Gli ucraini ora ti danno della spia.
«È la posizione di un sito in cui sono in buona compagnia, c’è anche Kissinger. La posizione ufficiale dello Stato è di apertura nei miei confronti, da giornalista accreditato. La destra di Pravi Sektor si diverte a schedare chi ha fatto il mio lavoro nel Donbass; ma io a Donetsk nel 2014 lavoravo per la tv ucraina News24 e per i russi di Tvzvezda: l’importante era essere pagato per il mio lavoro, e le radio italiane pagavano poco ai tempi».
Pensi a una trappola ucraina?
«Assolutamente no: il check point non mi conosceva, impossibile, e l’idea del viaggio è mia. Al massimo sono stati superficiali».
I russi hanno diffuso un tuo video accreditando questa versione.
«Ero in ospedale, gli ufficiali russi mi hanno chiesto la dinamica e ho detto della mina, poi hanno detto la loro teoria, e io sono stato zitto ad ascoltare».
Ucraina-Russia, news sulla guerra del 9 settembre. Lorenzo Cremonesi, Viviana Mazza e Foschi su Il Corriere della Sera venerdì 9 settembre 2022.
Le notizie di venerdì 9 settembre. Gli Stati Uniti avvertono gli alleati: «La guerra sarà lunga»
• La guerra in Ucraina è arrivata al 198esimo giorno.
• Mattia Sorbi, un giornalista italiano freelance, è stato ferito vicino Kherson, in Ucraina. Morto l’autista dell’auto su cui viaggiava, finita su una mina. Sorbi è ricoverato in un ospedale controllato dai soldati russi
• Usa agli alleati: prepariamoci a guerra lunga. Blinken a Kiev
• Baltici e Polonia bloccano i turisti russi dal 19 settembre
• All’arme all’Onu: 2,5 milioni di ucraini deportati: «Trasferiti in zone remote»
• Il Papa: «Diritto violato e rischi atomici, guerra gravissima, rischio escalation nucleare» . Mattarella: «Iniziativa russa scellerata, mantenere il pressing sanzioni»
Ore 05:14 - Mattia Sorbi ferito, scambio di accuse Mosca-Kiev. Giallo sul profilo Facebook
(Viviana Mazza, inviata a Kiev) Mattia Sorbi, giornalista freelance milanese quarantatreenne, era scomparso nei giorni scorsi in Ucraina, dove si trova dall’inizio dell’invasione russa, collaborando con diverse testate e tv italiane. È riapparso ieri in un video trasmesso dai media di Mosca, in cui giace su un letto, a torso nudo con una cannula nasale. Si vede il braccio di un intervistatore che registra con il cellulare. Sorbi, occhi chiusi, dice il suo nome e le testate per cui collabora: «Radio 24, Rai 1, Repubblica». Poi aggiunge alcune parole «taxi, reportage», e in italiano: «Abbiamo preso un taxi e siamo andati a Oleksandrivka, ci avevano detto che era sicura». Indica verso le gambe: «Mina».
L’auto sarebbe saltata su una mina, l’autista ucraino sarebbe rimasto ucciso mentre il reporter, ferito ad una gamba, è stato portato all’ospedale a Kherson, città sotto controllo russo in una regione che le forze ucraine stanno tentando di riconquistare. La Farnesina ha confermato di essere «in contatto costante con il giornalista coinvolto nell’incidente: è curato, abbiamo notizie positive sullo stato di salute, ha poca copertura per comunicare ma dispone di un contatto libero. Stiamo lavorando per farlo rientrare in sicurezza, in Italia appena possibile».
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La versione di Mosca pubblicata ieri mattina è che il reporter sia stato vittima di una «provocazione dell’intelligence di Kiev per accusare la Russia».
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La risposta di Kiev è arrivata in serata: Sorbi, non era accompagnato sul posto da “personale militare” ucraino, che aveva al contrario cercato di dissuaderlo dall’attraversare «la linea di contatto di combattimento senza coordinamento e in un luogo non specificato». Lo dichiara in una nota su Facebook il Centro per le comunicazioni strategiche e la sicurezza delle informazioni ucraino, sottolineando che il reporter «è andato a Mykolaiv e da lì, volontariamente, nonostante il tentativo di dissuasione, si è recato a Kherson, attraverso gli insediamenti che si trovavano nella “zona rossa” a causa di pesanti combattimenti.
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«Possiamo presumere che Sorbi avesse precedenti accordi con l’esercito russo». Il Centro fa notare che il giornalista aveva lavorato «per il canale tv del ministero della Difesa russo Zvezda».
(...) Ieri mattina su Facebook è apparso un messaggio in italiano e in inglese sul profilo “Mattia Sorbi Press”: «Sto bene e sono al sicuro ma purtroppo le difficoltà di comunicazione in Ucraina mi hanno impedito di essere online come al solito». Ma l’account sembra appena creato e non è quello (“Mattia Kabul”) da cui solitamente comunica Sorbi.
Ore 05:21 - Droni da Teheran alla Russia, Usa sanzionano una società iraniana
Gli Usa hanno imposto sanzioni ad una società iraniana, la Safiran Airport Services, che ha aiutato a inviare droni alla Russia da usare in Ucraina e hanno ammonito aziende non iraniane a non farsi coinvolgere in tale commercio. La misura è stata presa dal Tesoro due mesi dopo che la Casa Bianca ha divulgato informazioni di intelligence secondo cui Mosca aveva chiesto droni a Teheran per il conflitto in Ucraina.
Ore 05:22 - Zelensky: dal primo settembre liberati 1000 km quadrati di Ucraina
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che dal 1 settembre sono stati liberati più di mille chilometri quadrati del territorio dell’Ucraina. Nel suo consueto discorso serale il leader di Kiev ha elogiato gli «eroi che hanno già liberato dozzine di insediamenti». Lo riporta l’agenzia Unian. «Grazie a tutti coloro che hanno assicurato questo! Grazie all’esercito, ai servizi speciali per ogni bandiera ucraina che è stata reinstallata in questi giorni», ha sottolineato il presidente.
Ore 05:26 - Pentagono agli alleati: la guerra in Ucraina sarà ancora lunga
La guerra in Ucraina sta cambiando e l’Occidente si deve preparare a sostenere l’Ucraina nel lungo periodo: è il messaggio del capo del Pentagono, Lloyd Austin, al gruppo di contatto degli oltre 50 Paesi che sostengono Kiev e che sono tornati a riunirsi a Ramstein, dove il segretario alla difesa americano ha promesso altri 2,8 miliardi di aiuti militari Usa, di cui 675 milioni di dollari di forniture belliche dirette dalle riserve americane. Nelle stesse ore la Polonia e i Paesi Baltici hanno annunciato dal 19 settembre un giro di vite sui visti turistici ai russi per questioni di sicurezza nazionale, nel timore di infiltrazioni pericolose. Una mossa che anticipa, rafforzandola, la sospensione dell’accordo di facilitazione dei visti dell’Ue con la Russia decisa da Bruxelles. E che ha suscitato l’ira di Mosca: «l’Unione europea chiude la sua gabbia dall’interno e continua a isolarsi dalla Russia e dal resto del mondo», ha denunciato il ministero degli esteri, minacciando una risposta. L’ ultimo pacchetto del Pentagono, il 20/mo dall’agosto 2021, comprende altri «lanciarazzi Howitzer da 105 millimetri, munizioni d’artiglieria, blindati Humvee, sistemi anti tank, armi piccole e ambulanze blindate». Ma non gli Atacm chiesti da Kiev, missili tattici con una gittata di 300 km: «la portata dei lanciarazzi Himars e Howitzer è sufficiente per rispondere alle necessità attuali degli ucraini», ha spiegato il capo di stato maggiore congiunto, Mark Milley.
Ore 07:40 - Zelensky: ripresi oltre 1000 km di terreno da inizio settembre
Le truppe ucraine hanno ripreso alla Russia più di mille chilometri quadrati di territorio dall’inizio di settembre. Ad annunciarlo è stato il presidente VolodYmyr Zelensky. «Nell’ambito delle operazioni di difesa in corso, i nostri eroi hanno già liberato decine di insediamenti», ha affermato nel discorso di ieri sera. «In totale, dal primo settembre sono stati liberati più di mille chilometri quadrati del nostro territorio», ha aggiunto. Zelensky aveva precedentemente confermato che le forze ucraine avevano riconquistato la città di Balakliya nella regione di Kharkiv.
Ore 08:20 - Le Maire all’Eurogruppo: «Le sanzioni funzionano, non ascoltate bugie»
«Penso che le economie aperte siano state resilienti negli ultimi mesi, mantenendo la crescita, ma dobbiamo essere coscienti che abbiamo davanti dei mesi difficili, che l’inflazione resterà alta a causa dell’alto prezzo dell’energia e dei generi alimentari, e a causa del perdurare della guerra in Ucraina». Lo ha dichiarato il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, al suo arrivo all’Eurogruppo a Praga in un punto stampa con il suo omologo tedesco, Christian Lindner. «Christian e io siamo pienamente determinati a rimanere uniti, forti e fermi. Fermi nel modo in cui proteggeremo le famiglie contro le conseguenze del caro-prezzi», ha aggiunto Le Maire, specificando che «le sanzioni funzionano, a differenza di quel che dice Putin». «Siamo fermi nell’attuazione di forti sanzioni contro la Russia. E voglio dirlo chiaramente: le sanzioni europee contro la Russia funzionano. La Russia sta affrontando una grave recessione di oltre 4%, un alto livello dell’inflazione di oltre il 14% e gravi difficoltà nella catena di approvvigionamento».
«Quindi non ascoltate le bugie di coloro che non ci aspettiamo difendano i valori europei. Non ascoltate le bugie di coloro che spiegano che le sanzioni non funzionano. In realtà sono efficienti e dovremmo essere orgogliosi del modo in cui le nazioni europee hanno mostrano unità contro l’aggressione di Putin», ha aggiunto.
Ore 09:40 - Il primo ministro polacco Morawiecki oggi a Kiev
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki si recherà oggi in visita a Kiev: lo ha reso noto il portavoce del governo, Piotr Muller, parlando all’emittente privata Polsat News. «Ci saranno diversi incontri, argomenti importanti di cui discuteremo in relazione alla situazione geopolitica, ma anche al mercato energetico, all’energia e alla sicurezza militare».
Ore 10:38 - Il Consiglio europeo sospende, infine, l’accordo sui visti «facili» ai russi
Il Consiglio dell’Ue ha adottato la decisione che sospende completamente l’accordo di facilitazione del visto tra l’Ue e la Russia. Di conseguenza, le regole generali del codice dei visti si applicheranno ai cittadini russi. Ciò comporterà un aumento della tassa per la domanda di visto da 35 a 80 euro, la necessità di presentare prove documentali aggiuntive, tempi di elaborazione dei visti più lunghi e regole più restrittive per il rilascio di visti per ingressi multipli. «Un accordo di facilitazione del visto consente un accesso privilegiato all’Ue per i cittadini di partner fidati con i quali condividiamo valori comuni. Con la sua guerra di aggressione non provocata e ingiustificata, tra cui i suoi attacchi indiscriminati contro i civili, la Russia ha infranto questa fiducia e calpestato i valori fondamentali della nostra comunità internazionale. La decisione odierna è una diretta conseguenza delle azioni della Russia e un’ulteriore prova del nostro incrollabile impegno nei confronti dell’Ucraina e del suo popolo», ha commentato il ministro dell’Interno ceco, Vit Rakusan. La decisione sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale il 9 settembre 2022. Entrerà in vigore il giorno della sua adozione e si applicherà a partire dal 12 settembre 2022.
Ore 11:04 - L’arcivescovo di Kiev: «Deportati in Siberia 2,5 milioni di ucraini»
«Più di 2,5 milioni di ucraini sono stati deportati dall’Ucraina, in particolare dai territori occupati dell’est e del sud e sono stati portati nell’Estremo Oriente, in Siberia. Tra loro 38 mila bambini molti dei quali sono stati privati delle cure parentali, essendo stati deportati senza i loro genitori». Lo denuncia l’arcivescovo maggiore di Kievá Shevchuck che - in riferimento ai dati denunciati al Consiglio di sicurezza dell’Onu - sottolinea «un altro crimine commesso dalla Russia contro il popolo ucraino». «Oggi - aggiunge - dovremmo pregare in particolare per coloro che sono passati attraverso i campi di concentramento, di filtrazione e, di conseguenza, sono stati costretti a lasciare le loro città e villaggi sotto il fuoco delle mitragliatrici». L’arcivescovo di Kiev riferisce che «gli esperti sottolineano che il 57% degli ucraini è traumatizzato, ha subito qualche tipo di trauma legato alla guerra. Molti soffrono del cosiddetto disturbo da stress post-traumatico. Questo non può che influenzare l’umore della nostra società, la sua sensibilità, tutti quei processi che poi incidono sulla costruzione delle relazioni interpersonali».
Ore 12:37 - Mattarella: «La guerra sarà lunga e richiederà sacrifici»
«Non si può arretrare dalla trincea della difesa dei diritti umani e dei popoli; e per evitare fragilità o cedimenti dovremo rafforzare la nostra coesione interna, anche mediante misure che possano alleviare i costi, elevati, che le nostre economie dovranno sopportare. La misura delle crisi che interpellano il mondo, la dimensione degli altri interlocutori, rendono necessario che i singoli Paesi europei prendano coscienza della necessità di risposte sempre più comuni». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita a Skopje, capitale della Macedonia del Nord. «La resistenza nei confronti del disegno imperialista manifestato dalla Federazione Russa richiederà un impegno di lunga durata e sta già imponendo sacrifici rilevanti alle nostre popolazioni, a cominciare dal rincaro dei prezzi dell’energia e dei beni alimentari. Ma sono costi immensamente minori di quelli che dovremmo subire se non venisse fermata subito questa logica di aggressione, che ripropone gli scenari di guerre devastanti dei secoli passati»
Ore 13:54 - Dalla Russia rinforzi a Kharkiv dopo la controffensiva ucraina
L’esercito russo ha inviato veicoli blindati e cannoni di rinforzo nella regione ucraina di Kharkiv, dove Kiev sta conducendo la sua controffensiva. Lo riportano le agenzie russe, citando il ministero della Difesa. Un funzionario dell’amministrazione militare installata dai russi nella regione, Vitali Gantchev, ha riferito alla televisione russa che sono in corso «feroci combattimenti» intorno alla città di Balaklia - circa 70 chilometri a Sud-Est di Kharkiv - che Kiev sostiene di aver riconquistato. «Lì sono state inviate le riserve dalla Russia», ha detto il funzionario.
Ore 15:24 - Blinken e «il prezzo enorme» che la Russia sta pagando
L'invio, da parte dell'esercito russo, di rinforzi nella regione ucraina di Kharkiv, dove Kiev sta conducendo una controffensiva, mostra che Mosca sta pagando «un prezzo enorme» per la sua aggressione. A dirlo è Antony Blinken, segretario di Stato americano.
«Il numero di soldati russi in Ucraina è enorme e, purtroppo, il presidente Putin ha indicato che manderà ancora più persone: questo ha un prezzo enorme per la Russia», ha detto, parlando con il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
Secondo le immagini trasmesse dalle agenzie di stampa russe venerdì, veicoli blindati e armi sono stati inviati come rinforzi nella regione di Kharkiv, al confine con la Russia, nel nord-est dell'Ucraina.
Un alto funzionario dell'amministrazione filorussa nella regione, Vitali Gantchev, ha detto al canale televisivo russo Russia 24 che erano in corso «feroci combattimenti» intorno alla città di Balaklia, che Kiev ha detto di aver riconquistato.
Ore 15:45 - Il punto sulla controffensiva ucraina
(Viviana Mazza, da Kiev) Da giorni, sui social, appaiono immagini dei soldati russi presi prigionieri, ai quali si sono aggiunti ora foto e video dei civili ucraini nelle zone liberate che abbracciano e baciano i militari di Kiev.
I successi della controffensiva ucraina nella zona di Kharkiv, nel nord est del Paese, sono riconosciuti anche in un'intervista del comandante russo della zona Vitaly Ganchev, che in un'intervista a Russia 24 dice: «Il fatto stesso che abbiano fatto breccia nelle nostre difese è una sostanziale vittoria per le forze armate ucraine».
L’invio da parte dell’esercito russo di rinforzi nella regione di Kharkiv indica che Mosca sta pagando «un prezzo enorme» per la sua aggressione, ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken arrivato a Bruxelles dopo una visita a Kiev.
Le immagini di un video ufficiale del ministero della Difesa russo mostrano il movimento di colonne di veicoli blindati e veicoli speciali, nel tentativo di schierarli per allontanare le forze ucraine da Balakliya, come spiegato dallo stesso Ganchev.
Il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha detto che 1000 chilometri quadrati a nord est e a sud sono stati liberati in una settimana.
Una foto diffusa sui social mostra un gruppo di soldati di Kiev che sventolano la bandiera sotto un cartello che segna l'ingresso a Kupiansk, utilizzata dalle truppe russe come snodo logistico per rifornire attraverso la rete ferroviaria le loro truppe nell’est dell’Ucraina.
Secondo l'ultimo bollettino del think tank americano Institute for the Study of War, gli ucraini si trovano ora a 15 chilometri da Kupiansk. La riconquista della città avrebbe serie conseguenze sulle linee di comunicazione delle forze russe.
Le forze di Mosca hanno bombardato ieri la città di Kharkiv, ferendo dieci persone, un attacco definito da Kiev una «vendetta» per i successi della controffensiva.
Ore 16:27 - L'Aiea: «Zona di sicurezza a Zaporizhzhia, va evitato un incidente nucleare»
L'Aiea — l'Agenzia delle Nazioni unite per l'energia nucleare — ha chiesto una immediata zona di sicurezza intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina, «per evitare un incidente nucleare».
Zaporizhzhia è la più grande centrale atomica d'Europa, è da settimane occupata dai russi, ed è al centro di una zona dove le truppe russe e quelle ucraine si stanno fronteggiando.
Ore 19:07 - Kiev: due operatori della centrale di Zaporizhzhia picchiati a morte dai russi
Le forze russe che da inizio marzo controllano la centrale nucleare di Zaporizhzhia hanno ucciso due dipendenti ucraini dell’impianto e commesso violenze nei confronti di decine di altri lavoratori. Lo ha denunciato il capo dell’agenzia per l’energia nucleare di Kiev, Petro Kotin. «È stato gradualmente instaurato un regime di vessazioni», con «torture» e «pestaggi del personale», ha detto Kotin, secondo cui due lavoratori «sono stati picchiati a morte». Circa 200 membri dello staff sono stati arrestati e una decina risultano al momento scomparsi, ha aggiunto, tornando a lanciare un appello per la smilitarizzazione dell’area.
Ore 20:30 - Filorussi: Kiev ha colpito una fermata del filobus: 2 morti
È di 2 civili uccisi e 3 feriti il bilancio di un bombardamento che ha colpito una fermata del filobus nel centro di Donetsk. Lo riferisce il sindaco Aleksey Kulemzin, citato dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti.
Ore 21:35 - Zelensky: «Riprese 30 località nel Nord-Est del Paese»
L’esercito ucraino ha ripreso il controllo di oltre 30 località nel Nord-Est del Paese: lo ha affermato il presidente ucraino, Voldymyr Zelensky.
Ore 22:35 - La Russia nega a osservatori Onu accesso alle carceri
La Russia sta negando agli osservatori dei diritti umani delle Nazioni Unite l’accesso alle strutture di detenzione per verificare casi di torture. Lo riporta Ukrinform con riferimento al New York Times secondo quanto affermato da Matilda Bogner, capo della Missione di monitoraggio delle Nazioni Unite sui diritti umani in Ucraina. Secondo Bogner, sono stati registrati casi in cui i prigionieri appena arrivati in alcuni luoghi di detenzione sono stati costretti a correre tra due file di guardie, che li hanno brutalmente picchiati. La tortura e il maltrattamento dei prigionieri, se provati, «possono essere qualificati come crimini di guerra», ha sottolineato, parlando tramite collegamento video da Odessa.
Ucraina-Russia, news sulla guerra del 10 settembre. Viviana Mazza, inviata a Kiev, e Redazione Online per il “Corriere della Sera” il 10 settembre 2022.
Le notizie di sabato 10 settembre. Difesa russa: «Ci stiamo spostando nel Donetsk». Zelensky: «L’Ucraina ha riconquistato due mila chilometri quadrati in un mese»
• La guerra in Ucraina è arrivata al 199esimo giorno.
• Zelensky: «Riprese 30 località nel Nord-Est del Paese».
• Mosca invia rinforzi nella direzione di Kharkiv, mentre insiste la controffensiva.
• Stoltenberg: «La guerra sta entrando in una fase critica». Russi in difficoltà.
• Mattia Sorbi, giornalista italiano freelance, è stato ferito vicino Kherson. Morto l’autista dell’auto su cui viaggiava, finita su una mina. Sorbi è ricoverato in un ospedale controllato dai soldati russi.
• All’arme all’Onu: 2,5 milioni di ucraini deportati: «Trasferiti in zone remote»
Ore 03:45 - Blackout a Zaporizhzhia, paura per la sicurezza della centrale
Nuovo allarme dell’Aiea a Zaporizhzhia. Il blackout a Energodar, la città che ospita la centrale nucleare ucraina, «compromette la sicurezza delle operazioni». Lo afferma l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, che mantiene nell’impianto due ispettori. «È totalmente inaccettabile. Questo non può continuare», ha detto il direttore generale Grossi, chiedendo di «cessare immediatamente i bombardamenti». Intanto Mosca rafforza le truppe a Kharkiv per l’avanzata di Kiev. `Fase cruciale della guerra´, avverte Il segretario della Nato Stoltenberg
Ore 07:51 - Kiev: «La Russia invia 1.300 soldati ceceni nel Kherson»
La Russia ha inviato 1.300 soldati ceceni nella regione di Kherson, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto oggi lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, secondo quanto riporta il Kyiv Independent. I soldati, spiega lo Stato Maggiore, sono stati inviati a sostegno delle truppe di Mosca nelle zone occupate della regione, nel contesto della controffensiva ucraina in corso nel sud del Paese.
Ore 07:53 - Ambasciata russa dio Roma: «E se la mina sulla quale è saltato in aria Mattia Sorbi fosse di provenienza occidentale?»
(Viviana Mazza, inviata a Kiev) «E se si scoprisse che la mina sulla quale è saltato in aria il cittadino italiano Mattia Sorbi fosse di provenienza occidentale?» L’ambasciata russa a Roma interviene con un tweet sul caso di Mattia Sorbi, il reporter italiano ferito in Ucraina, che resta ricoverato nell’ospedale di Kherson, nella zona occupata dai russi.
Mosca afferma che i suoi soldati hanno salvato Sorbi dopo che il personale militare ucraino lo ha abbandonato facendolo procedere su una strada minata. Il Centro governativo per le comunicazioni strategiche e la sicurezza dell’informazione dichiara che Sorbi ha violato le regole di sicurezza, non aveva il permesso né la scorta dei militari ucraini (obbligatori). Il ministero della Difesa ucraino gli ha tolto l’accredito. Fonti dell’amministrazione regionale di Mykolaiv, la città del Sud da cui il reporter è partito il 31 agosto verso la zona occupata dai russi, dichiarano che, sulla base del video diffuso da Mosca, è più probabile che l’auto sia finita sotto il fuoco delle forze russe anziché saltata su una mina.
Ore 07:56 - Zelensky: «L’Ucraina ha riconquistato mille chilometri quadrati a Sud e a Est in una settimana»
(Viviana Mazza, inviata a Kiev) Soldati russi presi prigionieri, civili ucraini nelle zone liberate che abbracciano e offrono cibo ai militari di Kiev: i video si moltiplicano sui social, tirano su il morale degli ucraini dopo mesi sulla difensiva e documentano i successi di una controffensiva a sorpresa che negli ultimi tre giorni ha conquistato una ventina di villaggi con un’avanzata di 50 chilometri nella zona di Kharkiv, nel Nord-Est del Paese.
Una foto diffusa sui social mostra un gruppo di soldati di Kiev che sventolano la bandiera sotto un cartello che segna l’ingresso a Kupyansk: secondo il think tank americano Institute for the Study of War, gli ucraini si trovano ora a 15 chilometri e che potrebbero conquistarla nelle prossime 48 ore. Kupyansk è uno snodo ferroviario cruciale per i rifornimenti e i movimenti delle truppe russe nella regione. I successi di Kiev sono stati riconosciuti in un’intervista anche da Vitaly Ganchev, capo dell’amministrazione regionale filorussa nella regione di Kharkiv, che a «Russia 24» ha detto: «Il fatto stesso che abbiano fatto breccia nelle nostre difese è una sostanziale vittoria per le forze armate ucraine».
Nelle ultime ore Mosca ha spostato colonne di blindati e veicoli speciali nel tentativo di difendere Kupyansk: se la perde, resteranno isolate le sue 10 mila truppe più a Sud, a Izyum, usata come base per la sua offensiva nel Nord del Donbass. Gli ucraini stanno muovendo verso Izyum anche da Sud, per cercare di circondarla. Il presidente Zelensky afferma che l’Ucraina ha riconquistato mille chilometri quadrati a Sud e a Est in una settimana. Kiev ha infatti lanciato anche una controffensiva per tentare di riconquistare la regione di Kherson; qui i progressi sono stati più difficili, ma i giornalisti ucraini scrivevano nella notte su Telegram che Oleksandrivka, la città dove era diretto il reporter, è stata liberata. I generali di Kiev sottolineano in particolare il valore dei contrattacchi multipli, consecutivi se non possibilmente simultanei: l’annuncio della controffensiva a Sud ha spinto i russi a muovere là le proprie truppe, lasciando sguarnita la regione di Kharkiv. Questa sarà la strategia da seguire anche in futuro, nel 2023, scrive in un lungo articolo il capo delle forze armate ucraine Valerii Zaluzhyi.
Ore 08:01 - Ucraina: «Arrivata in Africa un’altra nave carica di grano»
Un’altra nave carica di grano ucraino è arrivata in Africa: lo ha reso noto il ministero delle Infrastrutture ucraino, secondo quanto riporta Ukrinform. Si tratta della Seaeagle, che trasportava 65.000 tonnellate di grano.
La nave, che aveva lasciato il porto ucraino di Chornomorsk il 26 agosto scorso, è approdata in un porto del Sudan. Da quando è stata lanciata «l’iniziativa del grano, 16 navi sono partite dai porti dell’Ucraina dirette in Africa e sono state consegnate quasi 500.000 tonnellate di cereali».
Ore 08:50 - La ministra degli Esteri tedesca in visita a Kiev
Visita a sorpresa oggi a Kiev della ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, per dimostrare il forte sostegno di Berlino all’Ucraina nella guerra contro la Russia: lo ha reso noto il suo ministero in un comunicato. «Oggi mi trovo a Kiev per dimostrare che possono continuare a contare su di noi. Che continueremo a stare al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario, con forniture di armi e sostegno umanitario e finanziario», ha dichiarato la ministra in una nota.
Ore 08:52 - I militari ucraini sono entrati nella città di Kupyansk
(Viviana Mazza, inviata a Kiev) I militari ucraini sono entrati nella città di Kupyansk, snodo ferroviario centrale per i rifornimenti alle truppe russe. Lo mostrano foto scattate nel centro della città da soldati con la bandiera ucraina. La notizia, se confermata, segna un colpo durissimo per le truppe russe nella regione del Nord-Est.
Ore 09:44 - Gli ucraini avanzano, ora i russi sono in difficoltà
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il vento della guerra è cambiato. Kiev continua a mantenere l’iniziativa, sceglie per ora le mosse e costringe l’avversario a «inseguire». Al punto che il presidente Volodymyr Zelensky è arrivato a dichiarare che le forze armate ucraine, dal 1° settembre, hanno liberato 1.000 chilometri quadrati di territorio. È una situazione di vantaggio che dovrà essere consolidata con rinforzi e rifornimenti.
Ore 09:51 - Bombardamenti russi su Donetsk: due civili morti, 5 feriti
Due civili sono stati uccisi e altri cinque sono rimasti feriti nel corso di bombardamenti russi compiuti ieri nella regione ucraina di Donetsk, nell’est del Paese: lo ha reso noto oggi su Facebook il capo dell’amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko. «Il 9 settembre i russi hanno ucciso due civili nella regione di Donetsk: a Bakhmut e Yahidne», ha spiegato il funzionario.
Ore 10:16 - Ministero della Difesa britannico: «Truppe russe “colte di sorpresa” da controffensiva ucraina»
La controffensiva ucraina a sud dell’Oblast di Kharkiv avrebbe «colto di sorpresa» le forze russe nell’area. Lo riferisce oggi il ministero della Difesa britannico, riportando il consueto bollettino sulla guerra della sua intelligence militare. «Le unità ucraine stanno ora minacciando la città di Kupiansk; la sua cattura sarebbe un duro colpo per la Russia perché si trova sulle rotte di rifornimento verso la prima linea del Donbass», si legge nel comunicato della Difesa britannica. «Con le operazioni ucraine che continuano anche a Kherson, il fronte difensivo russo è sotto pressione sia sul fianco settentrionale che su quello meridionale», si aggiunge.
Ore 10:28 - Blogger pro-Cremlino: «Dobbiamo essere onesti, il comando ucraino ci ha battuti qui»
(Viviana Mazza, inviata a Kiev) I russi confermano che gli ucraini stanno attaccando Lyman, a nord di Sloviansk, per cercare di isolare Izyum dal sud. L’avanzata delle forze di Kiev nel nord est sta agitando anche i blogger pro-Cremlino. «Dobbiamo essere onesti, il comando ucraino ci ha battuti qui», scrive uno di loro, Yury Podolyaka, che ha più di 2,2 milioni di follower su Telegram. Avverte che se le forze russe falliscono nel «fermare lo sfondamento ucraino», nei prossimi giorni questa «sarà la sconfitta più seria in battaglia» per Mosca.
Ore 11:21 - Kiev annuncia la liberazione di Kupiansk
Le autorità locali ucraine annunciano la liberazione di Kupiansk, nell’oblast orientale di Kharkiv. Lo ha annunciato su Telegram, Nataliia Popova, consigliere del capo del Consiglio regionale di Kharkiv. «Kupiansk è ucraina! Gloria alle forze armate dell’Ucraina!», ha detto su Telegram, citata da Ukrainska Pravda. Kupiansk era considerato uno dei principali hub logistici dell’esercito invasore russo.
Ore 11:36 - Partite altre 5 navi cariche di cereali
Altre cinque navi cariche di 90 mila tonnellate di cereali ucraini hanno lasciato i porti della regione di Odessa: lo ha reso noto su Facebook il ministero delle Infrastrutture del Paese, come riporta Ukrinform. Le navi sono dirette verso Paesi europei e africani. Da quando è stata lanciata «l’iniziativa del grano» è stato esportato un totale di 2,6 milioni di tonnellate di prodotti agricoli ucraini.
Ore 11:58 - I russi lasciano Izyum
(Viviana Mazza, inviata a Kiev) I russi confermano che stanno lasciando Izyum: fonti dell’esercito e giornalisti di Mosca sul campo la definiscono una «mossa tattica». Secondo i soldati di Kiev, che in queste ore documentano la controffensiva con numerosi video diffusi sui social, i russi stanno lasciando indietro veicoli e munizioni. La città potrebbe tornare nelle mani degli ucraini nel giro di ore.
Ore 12:13 - Papa: «Viviamo la terza guerra mondiale, scongiurare pericolo atomica»
Nuovo appello del Papa affinché venga scongiurato il pericolo di una nuova guerra atomica. Stiamo vivendo, ha ribadito, una «terza guerra mondiale fatta a pezzi».
Bergoglio ha denunciato anche il riemergere di nazionalismi chiudi e aggressivi. «Dopo le due tragiche guerre mondiali, sembrava che il mondo avesse imparato a incamminarsi progressivamente verso il rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale e delle varie forme di cooperazione. Ma purtroppo la storia mostra segni di regressione», ha sottolineato il Papa ricevendo in udienza i partecipanti alla Sessione Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze.
«Non solo si intensificano conflitti anacronistici, ma riemergono nazionalismi chiusi, esasperati e aggressivi , e anche nuove guerre di dominio, che colpiscono civili, anziani, bambini e malati, e provocano distruzione ovunque. I numerosi conflitti armati in corso preoccupano seriamente.
Ore 14:01 - Il presidente della Lettonia è il primo leader straniero a pernottare a Kiev
Il presidente della Lettonia, Egils Levits, arrivato ieri a Kiev per una visita di più giorni, ha passato la notte nella capitale ucraina diventando il primo leader straniero a dormire in città dall’inizio dell’invasione russa il 24 febbraio scorso. Lo sottolinea il Kyiv Independent, pubblicando su Twitter una foto di Levits con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Dall’inizio della guerra diversi leader occidentali ed europei si sono recati a Kiev per incontrare le autorità del Paese con complicati viaggi di andata e ritorno in treno, ma senza pernottare sul posto per lo più per motivi di sicurezza.
Ore 14:10 - Kiev: «Avanzata di decine di chilometri nel sud»
Le truppe di Kiev rivendicano un'avanzata di «decine di chilometri» nel sud del Paese. «Le nostre truppe stanno avanzando lungo le linee meridionali in vari settori, per diverse decine di chilometri», ha detto ai media locali Nataliya Gumenyuk, portavoce del Comando meridionale dell'esercito ucraino.
Ore 15:37 - Media ucraini: «Truppe russe in fuga da Izyum»
Le truppe russe si stanno ritirando dalla città di Izyum e da alcuni altri insediamenti nella regione di Kharkiv. Lo affermano i media ucraini, sulla base delle testimonianze di diversi corrispondenti di guerra. L'Ukrainska Pravda cita anche un account Telegram del primo viceministro dell'Informazione dell'autoproclamata repubblica separatista filorussa di Donetsk, Danylo Bezsonov, secondo cui la fuga dei soldati «è il risultato di errori dell'alto comando», ma ora «la cosa principale è ammettere gli errori e trarre le giuste conclusioni».
Ore 15:57 - Filorussi ammettono: «Situazione a Izyum è molto difficile»
«La situazione è molto difficile. Nelle ultime due settimane la città è stata sotto continui bombardamenti delle forze ucraine con munizioni straniere: (lanciarazzi) Himars e (obici) M777 da 155 mm, che hanno causato distruzione e un gran numero di morti e feriti». Lo ha detto il capo dell’amministrazione filorussa di Izyum, Vladimir Sokolov, citato da Interfax, confermando che sono in corso evacuazioni in Russia della popolazione civile dall’area. Media ucraini hanno riferito che le truppe di Kiev sono entrate a Izyum e quelle russe risultano in ritirata.
Ore 16:15 - Kiev: truppe ucraine alla periferia di Lysychansk
Oltre che nella regione di Kharkiv, la controffensiva delle forze ucraine sta avanzando anche verso Lysychansk e le truppe sono giunte alla periferia della città strategica nell'oblast di Lugansk, conquistata a inizio luglio dai russi dopo una dura battaglia. Lo ha detto alla radiotelevisione ucraina Suspilne il governatore regionale Sergey Gaidai.
Ore 16:32 - Mosca: ci stiamo riorganizzando per spostarci nel Donetsk
«Le truppe russe si stanno riorganizzando nei pressi di Balakliya e Izyum», nella regione di Kharkiv, «per aumentare gli sforzi in direzione di Donetsk, in modo da raggiungere gli obiettivi dell'operazione militare speciale di liberare il Donbass». Lo afferma il ministero della Difesa di Mosca, citato da Interfax, dopo che le forze ucraine avevano rivendicato la riconquista delle due città, oltre che del centro logistico strategico di Kupiansk.
«A questo scopo — prosegue la Difesa russa — un'operazione di tre giorni è stata condotta per lo spostamento e il nuovo schieramento organizzato delle truppe a Izyum-Balakliya nel territorio della repubblica popolare di Donetsk». Mosca afferma quindi di aver «compiuto alcune attività diversive» e riferisce che «le forze armate hanno effettuato potenti attacchi con l'aviazione, i missili e l'artiglieria contro il nemico per evitare che le truppe russe venissero colpite», durante i quali «hanno eliminato oltre duemila combattenti ucraini e stranieri e distrutto più di 100 pezzi di artiglieria e blindati».
Ore 17:02 - Macron: le forze russe devono ritirarsi dalla centrale di Zaporizhzhia
«La situazione intorno alla centrale di Zaporizhzhia resta molto preoccupante. Per garantire la sicurezza e l'integrità degli impianti nucleari, siamo al fianco del presidente Zelensky nel chiedere alle forze russe di ritirarsi dall'area». Lo ha scritto su Twitter il presidente francese Emmanuel Macron, dopo una telefonata con Zelensky.
The situation around the Zaporizhzhia power plant remains of grave concern. In order to ensure the security and safety of the nuclear facilities, we stand with President Zelensky in calling for the Russian forces to withdraw from the area.
Ore 17:47 - Kiev: «Forze ucraine sono entrate a Izyum»
Le truppe ucraine sono entrate a Izyum dopo aver costretto le truppe russe a ritirarsi. «Abbiamo appena iniziato a sgomberare la città. Sono arrivate le prime unità militari», ha detto alla Cnn un ufficiale coinvolto nell'operazione per liberare la strategica città orientale. Izyum, al confine tra le regioni di Kharkiv e Donetsk, era sotto l'occupazione russa da oltre 5 mesi. Un portavoce della Brigata Bohun delle forze di terra ucraine ha dichiarato che «i russi sono fuggiti e hanno lasciato armi e munizioni. Il centro città è libero». Su Telegram sono stati pubblicati video di truppe ucraine davanti al cartello di Izyum.
Ore 18:10 - I sei passi della resistenza ucraina: come è cambiata la guerra
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’Ucraina ha lavorato con pazienza e astuzia, una serie di movimenti sulla scacchiera dove certamente l’intelligence ha svolto un ruolo fondamentale.
Primo passo. Per settimane ha annunciato che vi sarebbe stata l’offensiva a sud, su Kherson. Lo hanno dichiarato alti ufficiali, è stato raccontato ai media internazionali perché lo ripetessero all’infinito, ha colpito in modo sistematico con armi a lungo raggio che dovevano «provare» la preparazione, ha condotto sabotaggi. E l’azione si è fatta sentire sugli occupanti.
Secondo passo. Insieme ai preparativi — evidenti — sono uscite però indiscrezioni e affermazioni contrastanti: generali e soldati dicevano di non essere ancora pronti, lamentavano la mancanza di equipaggiamenti. Di nuovo i media hanno rilanciato e anche gli osservatori più attenti segnalavano carenze bilanciate solo dalla qualità relativa dell’avversario. Mosca, però, si è preoccupata ed ha inviato rinforzi per sventare la manovra. Ad un certo punto si è persino parlato di una fiondata preventiva da parte degli invasori.
Ore 19:31 - Il sindaco di Izyum: «La città è stata liberata»
La città di Izyum è stata liberata. Ad annunciarlo è stato il sindaco Vladimir Matsokin, in un'intervista radiofonica. «Le nostre forze armate ucraine sono a Izyum. Non si può dire che l'operazione militare per liberare Izyum sia finita, ma le nostre forze armate stanno operando». «La nostra bandiera blu e gialla sta già sventolando. Questo è stato confermato», ha aggiunto, parlando di «una vera festa, il giorno della liberazione della nostra città». «Il 10 settembre è il giorno della liberazione di Izyum dagli invasori russi», ha annunciato.
Ore 20:55 - Kiev: assunto il pieno controllo di Balakliya
Le forze ucraine hanno assunto il pieno controllo della città di Balakliya. Ad annunciarlo è stata la vice ministra della Difesa di Kiev, Hanna Malyar. Poche ore prima, il ministero della Difesa russo aveva annunciato il ritiro delle truppe dall’area.
Ore 20:57 - Zelensky: «Ripresi ai russi 2 mila km quadrati»
Dall’inizio di questo mese, l’esercito di Kiev ha ripreso «2 mila km quadrati di territorio» alle forze russe. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Le truppe nemiche hanno fatto «la scelta giusta» fuggendo dalla regione di Kharkiv, ha aggiunto, riferendosi al ritiro da Izyum e altri insediamenti dell’area, che Mosca ha invece attribuito a una «riorganizzazione» per puntare alla conquista di tutto il Donbass.
Ore 21:46 - Kuleba: non vediamo ostacoli per carri armati dalla Germania
L’Ucraina «non vede ostacoli» alla fornitura di carri armati Leopard da parte della Germania e chiede rifornimenti di munizioni di artiglieria prima di questa decisione. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, durante una conferenza stampa congiunta con la sua omologa tedesca Annalena Baerbock a Kiev, come riporta l’agenzia di stampa Ukrinform.
«Non lo nascondo, oggi il tema principale dei nostri negoziati è stato l’aumento e l’accelerazione delle forniture di armi all’Ucraina. Questo autunno ci aspettiamo di ricevere il primo sistema avanzato di difesa aerea Iris di fabbricazione tedesca. Inoltre, non ho potuto fare a meno di menzionare l’ultima iniziativa, il cosiddetto “piano Leopard”, apparso sui media tedeschi, e ho sottolineato l’importanza di consegnare tali carri armati da parte della Germania. Non vediamo ostacoli a questo», ha detto Kuleba.
Ore 23:54 - Kadyrov: le forze di Kiev tenteranno di sfondare a Kherson
L’esercito ucraino sta accumulando rinforzi nella regione di Mykolaiv in preparazione di un tentativo di sfondamento in direzione di Kherson, capoluogo dell’Oblast occupato dai russi nelle prime fasi dell’offensiva. Lo riferisce su Telegram, «sulla base delle informazioni disponibili», il leader ceceno Ramzan Kadyrov.
Ore 03:26 - Zelensky, al momento negoziati con Russia impossibili
Al momento non sono possibili negoziati con la Russia per porre fine alla guerra in Ucraina. L'ha dichiarato il presidente ucraina Volodymyr Zelensky intervenuto alla 17esima riunione annuale di Yes (Strategia europea di Yalta), secondo quanto riporta l'agenzia ucraina Unia, citando l'Ufficio del capo di Stato. «Vogliamo porre fine alla guerra, ma lo spazio e le opportunità sono cambiati», ha detto Zelensky, riferendosi ai russi come a «terroristi». «Non c'è alcuna rassicurazione sul fatto che faranno quello che dicono di fare. Penso che non lo faranno. Nessuno gli crede. Come si suol dire, non possono essere loro a stringere la mano». «I russi non sono pronti ad ammettere di aver occupato il nostro Paese. Ciò significa che non ci sarà un dialogo sostanziale», ha aggiunto il presidente ucraino. «Per poter aprire un corridoio diplomatico, devono mostrare volontà politica, essere pronti a restituire terra straniera». Secondo il presidente ucraino, quello che verrà sarà «l'inverno più difficile del mondo intero» e «un punto di svolta nella liberazione dei territori ucraini occupati dalla Russia».
Mattia Sorbi, Kiev punta il dito: "Quel cronista del Tg1 è una spia dei russi". Daniele Dell'Orco su Libero Quotidiano l'11 settembre 2022
Ha rotto il silenzio ufficialmente utilizzando quei canali social su cui è diventato in breve tempo un idolo del web e uno dei giornalisti più noti per il suo lavoro in Ucraina da febbraio ad oggi. Con tanto di sfottò. Ora, Mattia Sorbi, freelance ma collaboratore assiduo di Repubblica, RaiUno e Radio24, dopo essere sopravvissuto all'esplosione di una mina detonata mentre era in viaggio verso Aleksandrovka, sul fronte meridionale in circostanze ancora avvolte nel mistero, è ricoverato in una delle strutture sanitarie controllate dai russi, ed è accusato dalle autorità ucraine di essere un "agente" che fa propaganda per i russi. Sul suo profilo Facebook scrive: «Cari amici, grazie moltissime per la vostra solidarietà e per tutto l'affetto che state dimostrando in questi giorni, preoccupati per la mia assenza di contatti. Sto bene e sono al sicuro, ma purtroppo le difficoltà di comunicazione in Ucraina mi hanno impedito di essere online come al solito. Probabilmente sarà così ancora per qualche giorno, ma l'importante è non avere problemi. Sto raccogliendo tante storie da raccontarvi e non mancherò di farvi sapere!».
RICOSTRUZIONI
Nell'ormai solito scambio di accuse tra Russia e Ucraina, le versioni sul profilo di Sorbi e sulla dinamica del suo incidente si contrappongono. Secondo il Ministero della Difesa russo, Sorbi avrebbe scelto di salire su un taxi per recarsi verso Alexandrovka, dopo aver ricevuto rassicurazioni in merito alla sicurezza del percorso da parte di militari ucraini, che si sarebbero defilati lungo il percorso senza avvertirlo della presenza di mine. L'esplosione di una di queste è costata la vita all'autista. In seguito all'esplosione, Mosca sostiene che alcuni militari russi, nonostante il fuoco nemico, siano corsi in soccorso di Sorbi, ferito, per portarlo al sicuro. La Russia sostiene che l'incidente sia stato pianificato dai servizi segreti ucraini che avrebbero manf Fattlasorbl Press mm 13 Cari Amici. grazie moltissime per la vostra sofidarietd e per tutto 'affetto che state dimostrando in Questi giorni, preoccupati per la mia assenza di confatti. Sto bene e sono al sicuro, ma purtroppo le difficoltà dí comunicazione in lkraina mi hanno impedito di essere on line Come at solito. Probabilmente sarà tosi ancora per qualche giorno. ma 'importante é non avere problemi Sto raccogliendo sante storie da raccontarvi e non mancherò di farvi sapere! ...Altro... dato Sorbi verso morte certa, per poi accusare la Russia di omicidio. Ieri, la risposta eloquente di Kiev, che ha inserito a sorpresa il profilo di sorbi sulla famigerata black list Myrotvorets, curata dall'agenzia governativa di intelligence Servizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU) e affiliata con il Ministero degli affari interni dell'Ucraina. Per gli ucraini Sorbi sarebbe un "provocatore" e un agente del nemico intenzionato a destabilizzare l'Ucraina promuovendo la narrazione russa. Sorbi si sarebbe mosso da Mykolaiv verso Aleksandrovka contro il consenso dei militari ucraini. Nel suo profilo su Myrotvorets, gli ucraini ricordano che nel 2014 Sorbi si recò dall'altro lato del fronte, nel Donbass filorusso, e collaborò con testate russe come Zvezda. Inolte, viene definito "omofobo" perché su Tempi, nel 2006, prima del suo viaggio firmò un articolo contro le "lobby omosessuali", dove si legge: "La lobby omosessuale internazionale, che ha le sue roccaforti a New York, Washington D.C., San Francisco e Bruxelles, è sempre più influente e determinata al sovvertimento dell'istituto della famiglia tradizionale in favore del riconoscimento dei cosiddetti diritti riproduttivi di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali". Il Fatto Quotidiano invece ha recuperato alcuni post scritti da Mattia Sorbi su Facebook a favore di Matteo Salvini, che allora era Ministro dell'Interno.
CHIARIMENTI
Molto strano comunque, che queste informazioni fossero risapute da anni ma Sorbi sia comunque stato dotato di accredito da Kiev per poter lavorare in Ucraina per mesi e coprire la guerra per testate non certo filorusse in diverse città, come Kharkiv, pesantemente bombardate dai russi. Difficile immaginare che i servizi di sicurezza ucraini possano aver iniziato a sospettare di Sorbi e inserirlo nella loro black list solo dopo questo controverso incidente che stava per costargli la vita senza apportare alcun vantaggio pratico alla causa russa. Il sito ucraino poi, per amor del vero, è molto confusionario e soprattutto controverso non solo perché pubblica dati sensibili, talvolta hackerati, di chiunque provi anche solo a fare il proprio lavoro giornalistico nei territori controllati da Kiev, si è assistito persino al paradosso (visto il sostegno USA alla causa) con l'inserimento nella lista dei nemici dell'Ucraina del diplomatico statunitense Henry Kissinger, il quale aveva criticato, in occasione del World Economic Forum di Davos del 23 maggio, alcune mosse del governo di Zelensky, venendo per questo tacciato di filoputinismo. Bastano i sospetti, invece, a testate come Repubblica che lo derubrica a semplice "collaboratore freelance" e che da settimane pubblica dossier sulle ingerenze russe in Italia, sullo spionaggio del Cremlino e sul tentativo di Mosca di influenzare le elezioni politiche. E un loro collaboratore, per l'Ucraina, sarebbe un agitatore e agente filorusso.
Ucraina-Russia, news sulla guerra di domenica 11 settembre. Viviana Mazza, inviata a Kiev, e Redazione Online su Il Corriere della Sera l'11 Settembre 2022.
Le notizie di domenica 11 settembre. Kiev: «Riconquistati oltre 3.000 chilometri quadrati di territorio». Telefonata Putin-Macron su Zaporizhzhia
• La guerra in Ucraina è arrivata al 200esimo giorno.
• Nella regione di Kharkiv liberata Kupyannsk, cruciale per i rifornimenti alle truppe russe. I russi si ritirano da Izyum.
• Mosca: abbiamo lasciato Balakliya e Izyum per spostarci nel Donetsk.
• Zelensky: «Dall’inizio del mese conquistati 2 mila chilometro quadrati».
• Putin manda 1.300 soldati ceceni nel Kherson.
• Kiev e la svolta dei sei passi: ecco come è cambiata la guerra.
Ore 23:54 - Kadyrov: le forze di Kiev tenteranno di sfondare a Kherson
L’esercito ucraino sta accumulando rinforzi nella regione di Mykolaiv in preparazione di un tentativo di sfondamento in direzione di Kherson, capoluogo dell’Oblast occupato dai russi nelle prime fasi dell’offensiva. Lo riferisce su Telegram, «sulla base delle informazioni disponibili», il leader ceceno Ramzan Kadyrov.
Ore 03:26 - Zelensky, impossibile al momento negoziare con Russia
Al momento non sono possibili negoziati con la Russia per porre fine alla guerra in Ucraina. L'ha dichiarato il presidente ucraina Volodymyr Zelensky intervenuto alla 17esima riunione annuale di Yes (Strategia europea di Yalta), secondo quanto riporta l'agenzia ucraina Unia, citando l'Ufficio del capo di Stato. «Vogliamo porre fine alla guerra, ma lo spazio e le opportunità sono cambiati», ha detto Zelensky, riferendosi ai russi come a «terroristi». «Non c'è alcuna rassicurazione sul fatto che faranno quello che dicono di fare. Penso che non lo faranno. Nessuno gli crede. Come si suol dire, non possono essere loro a stringere la mano». «I russi non sono pronti ad ammettere di aver occupato il nostro Paese. Ciò significa che non ci sarà un dialogo sostanziale», ha aggiunto il presidente ucraino. «Per poter aprire un corridoio diplomatico, devono mostrare volontà politica, essere pronti a restituire terra straniera». Secondo il presidente ucraino, quello che verrà sarà «l'inverno più difficile del mondo intero» e «un punto di svolta nella liberazione dei territori ucraini occupati dalla Russia».
Ore 03:45 - Kuleba: «Abbiamo dimostrato di poter sconfiggere i russi, ma abbiamo bisogno di più armi»
«Abbiamo dimostrato di essere in grado di sconfiggere l’esercito russo. Lo stiamo facendo con le armi che ci sono state date. E quindi ribadisco: il più armi riceviamo, più velocemente vinceremo e più velocemente questa guerra finirà». Lo ha detto sabato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba parlando a una conferenza stampa con la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, a Kiev per la sua seconda visita in Ucraina dall’inizio della guerra.
Ore 07:45 - Kadyrov: «Riprenderemo città perse da truppe russe»
Il leader ceceno Ramzan Kadyrov vuole riconquistare tutte le città perse dalla Russia in Ucraina nella direzione di Kharkiv. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti. Ieri il ministero della Difesa russo ha riferito che le sue truppe a Balakleya e Izyum sono state raggruppate nella direzione di Donetsk «per raggiungere gli obiettivi dichiarati di un’operazione militare speciale per liberare il Donbass».
Sempre ieri, il capo filorusso dell’amministrazione statale regionale di Kharkiv, Vitaly Ganchev, ha reso noto che procede l’evacuazione dei civili dalle città di Izyum, Kupiansk e Balakleya, riconquistate dalle forze di Kiev. «Io, Ramzan Kadyrov, dichiaro ufficialmente che tutte queste città saranno riprese, la nostra gente è già lì, addestrata per fare questo lavoro. Raggiungeremo Odessa nel prossimo futuro», afferma Kadyrov in un messaggio audio sul suo canale Telegram, prosegue Ria Novosti. «Non posso incolpare nessuno, perché non capisco a fondo quale strategia sia stata sviluppata. Ma so una cosa: vincerà la Russia», conclude il capo della Cecenia.
Ore 07:55 - Completo stop della centrale di Zaporizhzhia
L’agenzia nucleare statale ucraina Energoatom ha annunciato che il sesto ed ultimo reattore della centrale di Zaporizhzhia - controllata dai russi, nel sud del Paese - non produce più elettricità. «Oggi, 11 settembre 2022, alle 03:41 (le 2:41 in Italia), l’unità n. 6 della ZNPP è stata scollegata dalla rete elettrica - si legge in un comunicato dell’agenzia -. Sono in corso i preparativi per il raffreddamento e il trasferimento allo stato freddo».
Ieri, le autorità filo-russe della regione di Zaporozhzhia hanno fatto sapere che Kiev aveva deciso unilateralmente di non ricevere più energia dalla centrale nucleare di Energodar: lo ha dichiarato, come riporta la stampa russa, un esponente del consiglio principale dell’amministrazione locale, Vladimir Rogov. «La fornitura di elettricità dalla centrale di Zaporozhzhia al territorio ucraino è stata interrotta, per decisione unilaterale di Kiev, sebbene vi sia la possibilità tecnica di fornirla», ha affermato Rogov secondo l’agenzia Ria Novosti.
Lo scorso 3 settembre, le stesse autorità filorusse avevano riferito di avere sospeso la fornitura per questioni tecniche, in seguito al danneggiamento di due linee elettriche dovute ai bombardamenti.
Ore 08:07 - Zelensky: «Liberate due città nella regione di Kharkiv»
Le forze ucraine hanno ripreso il controllo delle città di Vasylenkove e Artemivka nella regione di Kharkiv: lo ha reso noto su Telegram nella tarda serata di ieri il presidente Volodymyr Zelensky.
«Passo dopo passo, i nostri combattenti stanno liberando il territorio ucraino. I soldati della 113ma Brigata separata di difesa territoriale hanno liberato Vasylenkove e Artemivka nella regione di Kharkiv», ha scritto Zelensky ricordando che i difensori ucraini stanno combattendo per l’indipendenza di ogni ucraino a costo della loro vita.
Ore 08:35 - Bombe russe nel Sud, diversi feriti
Le forze russe hanno attaccato la notte scorsa le città di Dnipro, Nikopol e Mykolaiv nell’Ucraina meridionale provocando diversi feriti: lo hanno reso noto le autorità locali, secondo quanto riporta Ukrinform. Almeno nove persone sono rimaste ferite durante pesanti bombardamenti su Mykolaiv, ha scritto su Telegram il sindaco Oleksandr Sienkevych, sottolineando che alcuni edifici residenziali sono stati danneggiati. Da parte sua, il capo dell’Amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, Valentyn Reznichenko, ha scritto su Telegram che un missile russo ha colpito il centro di Dnipro ferendo un uomo di 72 anni. Sempre nella notte, la città di Nikopol è stata colpita tre volte e due uomini e una donna sono rimasti feriti.
Ore 09:10 - Kiev: «Abbattuto cacciabombardiere russo Su-34»
L’aeronautica ucraina ha abbattuto un cacciabombardiere russo Su-34: lo ha reso noto sui social media lo stesso Comando dell’aeronautica, secondo quanto riporta Ukrinform. Nel filmato pubblicato sui social si vedono i rottami bruciati del velivolo sparsi in una striscia di foresta mentre i soldati ucraini ispezionano la scena. «Quegli occupanti russi non hanno nulla da fare nei nostri cieli! Ecco perché abbiamo “messo a terra” questo Su-34», si legge nel messaggio.
Ore 10:04 - Kiev: «In corso liberazione distretti Kupiansk e Izyum»
«È in corso la liberazione di villaggi nei distretti di Kupiansk e Izyum, nella regione di Kharkiv»: lo ha affermato lo Stato Maggiore dell’esercito ucraino nel suo aggiornamento quotidiano sulla guerra, arrivata al duecentesimo giorno. «Le nostre forze sono entrate a Kupiansk», ha aggiunto l’esercito di Kiev.
Ore 12:06 - Kiev: «Riconquistati oltre 3mila km quadrati. Siamo a 50 km dal confine con la Russia»
L’Ucraina ha riconquistato oltre 3.000 chilometri quadrati di territorio dalle forze russe questo mese: lo ha scritto su Facebook il comandante in capo delle forze armate ucraine, Valeriy Zaluzhny. «Dall’inizio di settembre, più di 3.000 chilometri quadrati sono stati restituiti al controllo ucraino. Intorno a Kharkiv, abbiamo iniziato ad avanzare non solo a sud ed est, ma anche a nord. Siamo a 50 chilometri dal confine», ha dichiarato Zaluzhny.
Ore 12:44 - Kadyrov: «Pronti altri 10 mila uomini, arriveremo a Odessa»
«Io, Ramzan Kadyrov, dichiaro ufficialmente che tutte queste città (Izyum, Kupiansk e Balakliya) saranno riconquistate. La nostra gente è già lì, i ragazzi sono addestrati per questo lavoro, altri 10 mila combattenti sono pronti a partire. E raggiungeremo Odessa nel prossimo futuro». Lo ha detto il leader ceceno Ramzan Kadyrov, in un messaggio audio su Telegram ripreso da Meduza, dopo la liberazione delle tre città ucraine nell’est dell’Ucraina ieri da parte delle forze di Kiev.
Ore 13:01 - Kiev: «Distrutti con droni 70 carri armati russi»
Gli agenti del controspionaggio dei Servizi di sicurezza di Stato ucraino (Sbu) hanno usato droni per distruggere 70 carri armati russi per un valore di circa 170 milioni di dollari: lo ha reso noto l’Sbu su Telegram, secondo quanto riporta Ukrinform. «Ecco come gli agenti del controspionaggio militare dell’Sbu distruggono l’equipaggiamento russo. I droni da combattimento lavorano per la difesa dell’Ucraina e durante una controffensiva», si legge nel post. «I nostri combattenti hanno già trasformato in rottami 70 carri armati di varie modifiche per un valore di circa 170 milioni di dollari», concludono i Servizi di sicurezza. Dall’inizio dell’invasione, le forze di Kiev hanno distrutto un totale di 2.154 carri armati russi, secondo quanto ha reso noto oggi l’esercito ucraino.
Ore 14:56 - Kadyrov: «Errori a Kharkiv, pronti altri 10 mila soldati ceceni»
Il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha criticato il ministero della Difesa russo per aver ritirato le forze di occupazione dalle città di Izyum, Kupiansk e Balakliya nella regione ucraina di Kharkiv. In un video condiviso sul suo canale Telegram, Kadyrov ha avvertito che sarebbe stato «costretto» a contattare i leader militari e nazionali russi «per spiegare la situazione», se non venissero apportati cambiamenti immediati alla strategia di invasione. «Se la Russia avesse voluto, i leader avrebbero potuto non ordinare un solo passo indietro. Quindi, devono spiegare perché hanno fatto quello che hanno fatto. Per quello che è successo, vedo che la loro gente era impreparata».
Ore 15:20 - Le truppe di Kiev si troverebbero a 50 chilometri dal confine con la Russia
(Viviana Mazza, inviata a Kiev) È stato il comandante delle forze armate ucraine Valerii Zaluzhny a dare le ultime notizie sull’avanzata a Nord-Est stamattina: 3 mila chilometri quadrati di territorio sarebbero stati riconquistati, le truppe di Kiev si troverebbero a 50 chilometri dal confine con la Russia.
L’obiettivo è respingere completamente i russi fuori dalla regione di Kharkiv (si combatte ancora in sacche di resistenza russa a Izium).
La linea del fronte si sposta così tra la regione di Kharkiv e il Donbass. La controffensiva ucraina potrebbe ora puntare su Luhansk. Dal nord di Luhansk arrivano notizie di nuovi ritiri di soldati russi. Dal confine con la Russia fuggono anche moltissimi civili, non solo filorussi. Ci sono tante persone che hanno paura di morire sotto i bombardamenti. Ieri sera c’era una luna fila di auto al confine russo verso Belgorod.
Ore 15:29 - Von der Leyen: «A fianco di Kiev, combatte anche per l’Ue»
«Gli ucraini stanno combattendo coraggiosamente per il loro futuro. Stanno lottando anche per i nostri valori comuni. L’Ue è stata al loro fianco dal primo giorno della guerra della Russia». Lo scrive in un tweet la presidente della Commissione europea, ribadendo il sostegno europeo a Kiev. «Aiuteremo a ricostruire l’Ucraina come un Paese libero e moderno nel suo cammino verso l’Ue», aggiunge.
Ore 15:56 - Kiev: fuggito il sindaco filorusso di Izyum
Il sindaco filorusso della città di Izyum nella regione di Kharkiv è fuggito prima dell’offensiva delle forze armate ucraine, che ieri hanno rivendicato di aver riconquistato la città. Lo ha annunciato un ex membro del consiglio comunale di Izyum, Mykyta Karakai, citato da Ukrinform. «I russi e i loro collaboratori hanno lasciato rapidamente la città. Quelli che ce l’hanno fatta, ovviamente. Hanno lasciato un’enorme quantità di equipaggiamento e munizioni», ha detto Karakai.
Ore 16:15 - Macron ha chiamato Putin, tra i temi la centrale di Zaporizhzhia
I presidente russo Vladimir Putin e francese Emmanuel Macron hanno avuto oggi un colloquio telefonico. Lo fa sapere il Cremlino, sottolineando che la conversazione è avvenuta su iniziativa di Macron. L’agenzia Ria Novosti specifica che i due capi di Stato hanno parlato in particolare della situazione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e Putin ha posto l’accento sugli «attacchi regolari degli ucraini all’impianto, anche agli stoccaggi delle scorie radioattive» che potrebbero avere «conseguenze catastrofiche». Nel colloquio telefonico Macron e Putin hanno espresso la volontà di avviare una «interazione non politicizzata» sulla situazione intorno alla centrale di Zaporizhzhia, con il coinvolgimento dell’Aiea.
Ieri, Zelensky aveva sentito Macron per parlare proprio della centrale, domandando al presidente francese di intercedere con i russi al fine di chiedere al Cremlino di lasciare il sito.
Ore 16:28 - Putin a Macron: «Kiev usa armi dell’Occidente sui civili del Donbass»
Nel corso della telefonata con Macron, Putin ha detto al suo omologo francese che Kiev utilizza «armi occidentali contro le infrastrutture civili nel Donbass». Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino citato dalla Tass.
Ore 17:15 - Macron ha chiesto a Putin di ritirare armi da Zaporizhzhia
Durante la telefonata tra i due presidenti, Macronha chiesto Putin di ritirare armi pesanti e leggere russe dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo fa sapere l’Eliseo.
Ore 17:30 - Biden: «Ritirata dei russi? Troppo presto per parlarne»
Joe Biden non vuole ancora esprimersi sulle notizie che arrivano dall’Ucraina di una controffensiva delle forze di Kiev che avrebbe costretto alla ritirata i soldati di Mosca. «Le cose sono in corso, è troppo presto per parlare», ha risposto il presidente americano ad una domanda dei giornalisti al seguito a margine delle commemorazioni degli attacchi dell’11 settembre al Pentagono.
Ore 17:49 - Kiev: riconquistati 40 insediamenti nella regione di Kharkiv
Le forze ucraine hanno riconquistato circa 40 insediamenti nell’oblast di Kharkiv. Lo ha riferito il governatore regionale Oleg Sinegubov, citato da Unian, affermando che si può già parlare della «liberazione di una parte significativa» dei nostri territori nei distretti di Chuguyiv, Kupyan e Balakliya.
Ore 17:50 - Soldati di Kiev: «Arrivati al valico di frontiera con la Russia»
Le forze armate ucraine sono arrivate a Hoptivka, un valico di frontiera sul confine ucraino-russo, nel distretto di Dergaci nella regione di Kharkiv. Lo ha riferito il 130/mo battaglione dell’esercito ucraino in un messaggio diffuso da Unian, che precisa che al momento non ci sono conferme da parte dello Stato Maggiore.
Ore 18:20 - «I russi si sono ritirati da Svatov, nel Lugansk»
I russi si sono ritirati da Svatov, nel Lugansk, regione dove gli ucraini hanno già annunciato la riconquista di Kreminna. Lo ha riferito lo stato maggiore di Kiev, secondo il Kyiv Independent. Il prossimo obiettivo dell’esercito ucraino nella regione è la città di Rubizhne, secondo quanto riferito dal governatore ucraino dell’Oblast, Sergey Gaidai.
Ore 19:03 - Psicologia, intelligence, armi e addestramento: le chiavi della svolta ucraina nel Nord-Est
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Negli sviluppi di queste ore c’è molto di «speciale», un successo che ha origini lontane e aspetti contingenti. Dopo l’occupazione della Crimea nel 2014, Washington e Kiev lanciarono il Resistance Operation Concept, un programma che prevedeva l’azione di Special Forces, di resistenza, di messaggi mediatici. E il training delle unità d’élite è stato modellato tenendo conto di queste componenti. «Questi ragazzi sono stati addestrati per 8 anni dalle forze speciali», ha detto al Times Evelyn Farkas, funzionaria del Pentagono che durante l’amministrazione Obama si occupava di Ucraina e Russia. «Gli è stata insegnata la guerra irregolare, dalla nostra intelligence hanno imparato a sviare il nemico e le operazioni psicologiche».
Ore 19:12 - Aiea, iniziate le consultazioni per la zona di sicurezza a Zaporizhzhia
Sono iniziate le consultazioni sulla creazione di una zona cuscinetto di sicurezza nucleare e fisica attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo ha annunciato il direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi. «Il direttore generale dell’Aiea accoglie con favore la notizia del ripristino dell’alimentazione elettrica all’impianto, ma rimane seriamente preoccupato per la situazione alla centrale di Zaporizhzhia mentre continuano i bombardamenti. È necessario creare con urgenza una zona di sicurezza nucleare e fisica intorno alla centrale, le consultazioni sono iniziate», si legge in un tweet dell’Aiea.
Ore 19:45 - Kiev conferma: arrivati al valico di frontiera con la Russia
Il ministero della Difesa ucraino ha confermato che le sue truppe sono arrivate fino al valico di frontiera di Hoptivka, nel Nord-Est, al confine con la Russia. «È in corso la controffensiva nella regione di Kharkiv», si legge nel tweet del dicastero, «decine di villaggi e città sono stati liberati». «L’esercito ucraino ha raggiunto il check point di Hoptivka, al confine con lo Stato terrorista», conclude il tweet, «ripristineremo la nostra integrità territoriale, compresi Donbass e Crimea. Preparatevi, occupanti».
Ore 20:06 - Allarme aereo in tutta l’Ucraina, missili dal Mar Nero
Un allarme aereo è in corso in tutta l’Ucraina. Lo riporta Unian, secondo cui ci sono state esplosioni e blackout in diverse regioni, soprattutto nell’est del Paese. Nexta riferisce anche di missili russi lanciati dal Mar Nero, pubblicando anche un video.
Ore 20:15 - Zelensky: «Continueremo ad avanzare e libereremo il Paese»
«Il nostro obiettivo è liberare tutto il nostro territorio. Non possiamo permettere che la Russia continui la stessa occupazione che ha iniziato nel 2014». Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, commentando il recente successo della controffensiva delle truppe di Kiev nel Nord-Est. «La strategia dei russi è mangiarci pezzo dopo pezzo», ha denunciato il presidente in un’intervista a Fareed Zakaria su Cnn, «lo chiamerei cannibalismo russo, ma io non voglio prestarmi a questo gioco». «Non posso dirle i dettagli del nostro piano, ma avanzeremo costantemente e gradualmente», ha aggiunto Zelensky.
Ore 21:05 - «Attacchi russi a infrastrutture civili risposta vigliacca»
«Gli attacchi russi su infrastrutture civili critiche (in particolare la più grande centrale termoelettrica di Kharkiv) sono una manifestazione del terrorismo della Federazione russa e del desiderio di lasciare in massa i civili senza elettricità e riscaldamento. Una risposta vigliacca alla fuga del suo stesso esercito dal campo di battaglia». Lo ha scritto su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, dopo i bombardamenti russi che stasera hanno colpito numerose infrastrutture, causando diffusi blackout soprattutto nelle regioni orientali.
Ore 21:07 - Zelensky: «Mosca dietro al blackout totale nell'Est»
A seguito del massiccio bombardamento di questa sera in diverse aree dell'Est del Paese, molte città e molte zone sono rimaste senza elettricità. Zelensky ha accusato la Russia di essere responsabile di questo «blackout totale».
Ore 23:19 - Zelensky: «Per ora non intendo negoziare con Mosca»
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha affermato che al momento non è pronto a negoziare con la Russia. «Al momento no, non vedo alcun desiderio da parte loro», ha risposto a Fareed Zakaria che in un'intervista trasmessa per la Cnn gli chiedeva se fosse disposto a riprendere il negoziato. «Non parlo con coloro che emettono ultimatum, è il mio principio», ha spiegato il leader di Kiev. Oggi, il ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov, aveva dichiarato che la Russia non rifiuta i negoziati con l'Ucraina ma Kiev, ritardandoli, complica la possibilità di raggiungere un accordo.
Ore 01:17 - Kiev: in serata abbattuti 9 missili russi su 12
Ancora bombardamenti dal Mar Nero e dal Mar Caspio. L’esercito russo ha lanciato sull’Ucraina 12 missili, sei missili da crociera Kalibr partiti da navi nell’area del Mar Nero e sei missili da crociera Kh-101 da aerei nell’area del Mar Caspio. L’aviazione ucraina ha abbattuto 9 di questi missili su 12. Lo riporta il servizio stampa del Comando Est, citato da Unian. In precedenza erano stati lanciati 11 missili da crociera, di cui 7 abbattuti nella regione di Dnipropetrovsk e altri 2 nella regione di Poltava.
Ore 01:54 - Ambasciatrice Usa a Kiev: «Missili russi contro infrastrutture civili»
Nuove accuse di bombardamenti mirati su strutture civile sono state rivolte nei confronti dell’esercito russo. «La risposta della Russia alla liberazione di città e villaggi da parte dell’Ucraina nell’est è stata lanciare missile per distruggere infrastrutture civili strategiche». Lo ha denunciato su Twitter l’ambasciatrice americana a Kiev, Bridget Brink, dopo che sono state esplosioni e blackout in diverse regioni, soprattutto nell’est del Paese.
Ore 02:52 - Usa condannano attacchi russi contro infrastrutture civili
Gli attacchi a infrastrutture civili da parte dell’esercito russo ha subito suscitato la reazione degli Stati Uniti. «Condanniamo gli attacchi aerei della Russia contro le infrastrutture strategiche dell’Ucraina che hanno lasciato migliaia di civili senza elettricità e acqua pulita». Lo scrive il dipartimento di Stato americano in una nota sottolineando che gli Stati Uniti «sono al fianco dell’Ucraina contro l’aggressione della Russia».
Da agi.it l'11 settembre 2022.
La centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata completamente spenta per motivi di sicurezza con l'arresto dell'ultimo reattore rimasto in attività. Lo rende noto l'operatore ucraino per l'energia nucleare, Energoatom.
In una nota diffusa su Telegram, Energoatom fa sapere che questa notte è stato spento il sesto reattore, l'unico ancora in funzione, e che "sono in corso le procedure per il suo raffreddamento".
Questa decisione è stata presa a causa dei bombardamenti che proseguono intorno all'impianto e dopo la preoccupazione espressa dal direttore generale dell'Aiea, Rafael Grossi, che ha recentemente visitato la centrale insieme con altri esperti dell'agenzia dell'Onu per l'energia atomica.
Da open.online.it l'11 settembre 2022.
Davanti alla riconquista di chilometri e chilometri dell’Ucraina da parte di Kiev, e davanti alla ritirata della Russia da città strategiche dell’Est quali Izym e Kupiansk, Zakhar Prilepin ha parlato degli errori di valutazione di Mosca. Prielpin, già veterano della guerra in Cecenia e autore pluripremiato di libri quali Sankja e Il Monastero, è il copresidente del partito Russia Giusta-Per la verità.
Dal 2015 al 2018 ha guidato un battaglione nel Donbass senza mai pentirsi e per questo è stato sanzionato dall’Occidente. In un intervento su Russia 1 durante la trasmissione di Solovyev, Prilpin ammette: «La situazione in Ucraina, in particolare adesso, ha mostrato che abbiamo alcune difficoltà. Il nostro nemico può mettere in campo risorse illimitate, almeno per il momento, e può permettersi di tenere 300mila persone al fronte.
Al contrario, le nostre unità sono costrette a muoversi di continuo: un giorno sono a Donetsk, il giorno dopo a Zaporizhzhia. Non possiamo portare avanti operazioni su vasta scala con 100mila persone, che attaccano, difendono, si infiltrano».
Per quanto riguarda la riconquista ucraina dell’Est e i combattimenti intorno a Kharkiv, Priplin dice: «Non possiamo semplicemente conquistare un territorio e fare i conti con le difficoltà dopo. Ogni volta che entriamo in un’area che non sia Lugansk o Donetsk, emergono gruppi di sabotaggio che dobbiamo catturare subito.
Quando entriamo in queste regioni dobbiamo piantare subito le nostre bandiere ovunque e lavorare con la popolazione. Non possiamo vincere un’operazione (la guerra, ndR) di così ampia scala facendo affidamento solo sull’esercito, sui talk show di Solovyev e altri programmi di propaganda per lavorare sulla popolazione. Abbiamo bisogno delle risorse dell’intero Paese».
Infine, si rivolge al pubblico russo: «Cittadini russi, non possono esserci dubbi tra la popolazione sul supporto dell’operazione speciale. Siamo obbligati a farlo dalla Costituzione. Se il tuo paese entra in guerra, non c’è niente che puoi fare legalmente».
Prezzo del gas scende sotto quota 200, Mosca rimuove generale. Viviana Mazza, inviata a Kiev e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 12 Settembre 2022
Le notizie di lunedì 12 settembre, in diretta. Ucraina: «Riconquistati oltre 3.000 chilometri quadrati di territorio». Telefonata Putin-Macron su Zaporizhzhia
• La guerra in Ucraina è arrivata al 201esimo giorno.
• Nella regione di Kharkiv le forze ucraine sono arrivate fino al valico di frontiera con la Russia, liberando 40 insediamenti, secondo Kiev.
• Le chiavi della svolta nel Nord-Est che hanno cambiato il corso della guerra.
• Biden: «Ritirata dei russi? Troppo presto per parlarne».
• Telefonata Macron-Putin per parlare di Zaporizhzhia.
• All’Aiea le consultazioni sulla creazione di una zona cuscinetto di sicurezza nucleare e fisica attorno alla centrale nucleare.
Ore 04:45 - Macron ha chiamato Putin, tra i temi la centrale di Zaporizhzhia
Il presidente russo Vladimir Putin e francese Emmanuel Macron hanno avuto oggi un colloquio telefonico. Lo fa sapere il Cremlino, sottolineando che la conversazione è avvenuta su iniziativa di Macron. L’agenzia Ria Novosti specifica che i due capi di Stato hanno parlato in particolare della situazione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e Putin ha posto l’accento sugli «attacchi regolari degli ucraini all’impianto, anche agli stoccaggi delle scorie radioattive» che potrebbero avere «conseguenze catastrofiche». Nel colloquio telefonico Macron e Putin hanno espresso la volontà di avviare una «interazione non politicizzata» sulla situazione intorno alla centrale di Zaporizhzhia, con il coinvolgimento dell’Aiea.
Ieri, Zelensky aveva sentito Macron per parlare proprio della centrale, domandando al presidente francese di intercedere con i russi al fine di chiedere al Cremlino di lasciare il sito.
Ore 04:51 - Biden: «Ritirata dei russi? Troppo presto per parlarne»
Joe Biden non vuole ancora esprimersi sulle notizie che arrivano dall’Ucraina di una controffensiva delle forze di Kiev che avrebbe costretto alla ritirata i soldati di Mosca. «Le cose sono in corso, è troppo presto per parlare», ha risposto il presidente americano ad una domanda dei giornalisti al seguito a margine delle commemorazioni degli attacchi dell’11 settembre al Pentagono.
Ore 04:58 - Aiea, iniziate le consultazioni per la zona di sicurezza a Zaporizhzhia
Sono iniziate le consultazioni sulla creazione di una zona cuscinetto di sicurezza nucleare e fisica attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo ha annunciato il direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi. «Il direttore generale dell’Aiea accoglie con favore la notizia del ripristino dell’alimentazione elettrica all’impianto, ma rimane seriamente preoccupato per la situazione alla centrale di Zaporizhzhia mentre continuano i bombardamenti. È necessario creare con urgenza una zona di sicurezza nucleare e fisica intorno alla centrale, le consultazioni sono iniziate», si legge in un tweet dell’Aiea.
Ore 05:10 - Psicologia, intelligence, armi e addestramento: le chiavi della svolta ucraina nel Nord-Est
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Negli sviluppi di queste ore c’è molto di «speciale», un successo che ha origini lontane e aspetti contingenti. Dopo l’occupazione della Crimea nel 2014, Washington e Kiev lanciarono il Resistance Operation Concept, un programma che prevedeva l’azione di Special Forces, di resistenza, di messaggi mediatici. E il training delle unità d’élite è stato modellato tenendo conto di queste componenti. «Questi ragazzi sono stati addestrati per 8 anni dalle forze speciali», ha detto al Times Evelyn Farkas, funzionaria del Pentagono che durante l’amministrazione Obama si occupava di Ucraina e Russia. «Gli è stata insegnata la guerra irregolare, dalla nostra intelligence hanno imparato a sviare il nemico e le operazioni psicologiche».
Ore 05:17 - Kiev conferma: arrivati al valico di frontiera con la Russia
Il ministero della Difesa ucraino ha confermato che le sue truppe sono arrivate fino al valico di frontiera di Hoptivka, nel Nord-Est, al confine con la Russia. «È in corso la controffensiva nella regione di Kharkiv», si legge nel tweet del dicastero, «decine di villaggi e città sono stati liberati». «L’esercito ucraino ha raggiunto il check point di Hoptivka, al confine con lo Stato terrorista», conclude il tweet, «ripristineremo la nostra integrità territoriale, compresi Donbass e Crimea. Preparatevi, occupanti».
Ore 05:22 - «Attacchi russi a infrastrutture civili risposta vigliacca»
«Gli attacchi russi su infrastrutture civili critiche (in particolare la più grande centrale termoelettrica di Kharkiv) sono una manifestazione del terrorismo della Federazione russa e del desiderio di lasciare in massa i civili senza elettricità e riscaldamento. Una risposta vigliacca alla fuga del suo stesso esercito dal campo di battaglia». Lo ha scritto su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, dopo i bombardamenti russi che stasera hanno colpito numerose infrastrutture, causando diffusi blackout soprattutto nelle regioni orientali.
Ore 05:30 - Kiev: in serata abbattuti 9 missili russi su 12
Ancora bombardamenti dal Mar Nero e dal Mar Caspio. L’esercito russo ha lanciato sull’Ucraina 12 missili, sei missili da crociera Kalibr partiti da navi nell’area del Mar Nero e sei missili da crociera Kh-101 da aerei nell’area del Mar Caspio. L’aviazione ucraina ha abbattuto 9 di questi missili su 12. Lo riporta il servizio stampa del Comando Est, citato da Unian. In precedenza erano stati lanciati 11 missili da crociera, di cui 7 abbattuti nella regione di Dnipropetrovsk e altri 2 nella regione di Poltava.
Ore 05:37 - Ambasciatrice Usa a Kiev: «Missili russi contro infrastrutture civili»
Nuove accuse di bombardamenti mirati su strutture civile sono state rivolte nei confronti dell’esercito russo. «La risposta della Russia alla liberazione di città e villaggi da parte dell’Ucraina nell’est è stata lanciare missile per distruggere infrastrutture civili strategiche». Lo ha denunciato su Twitter l’ambasciatrice americana a Kiev, Bridget Brink, dopo che sono state esplosioni e blackout in diverse regioni, soprattutto nell’est del Paese.
Ore 05:51 - Usa condannano attacchi russi contro infrastrutture civili
Gli attacchi a infrastrutture civili da parte dell’esercito russo ha subito suscitato la reazione degli Stati Uniti. «Condanniamo gli attacchi aerei della Russia contro le infrastrutture strategiche dell’Ucraina che hanno lasciato migliaia di civili senza elettricità e acqua pulita». Lo scrive il dipartimento di Stato americano in una nota sottolineando che gli Stati Uniti «sono al fianco dell’Ucraina contro l’aggressione della Russia».
Ore 06:22 - Ucraina: blackout in diverse aree del Paese dopo attacchi a infrastrutture energetiche
Gli attacchi russi alle infrastrutture civili, in particolare quelle energetiche, stanno provocando blackout e problemi in diverse zone dell’Ucraina. La seconda più grande città del Paese, Kharkiv, e vaste aree degli oblast di Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e Sumy registrano interruzioni dell’energia elettrica dalla serata di ieri, a causa di una serie di attacchi missilistici russi. Tra le infrastrutture colpite figura la centrale termoelettrica CHPP-5 di Kharkiv, una tra le più grandi dell’Ucraina. Gli attacchi hanno causato sbalzi di tensione e sovraccarichi sull’intera rete nazionale: il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha condannato gli attacchi contro le «infrastrutture critiche» del Paese, definendoli una rappresaglia tesa a «privare i civili di luce e riscaldamento». Gli attacchi seguono la controffensiva di successo delle forze armate ucraine nel nord-est del Paese. Nel fine settimana il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, si è detto convinto che continuando a premere l’offensiva le forze armate ucraine causeranno un collasso dell’intero fronte bellico, spingendo le forze russe a una ritirata generale.
Ore 06:57 - Controffensiva ucraina, Zelensky: «No a negoziati con Mosca»
Da una parte la controffensiva di Kiev, dall’altra l’ennesima frenata sui negoziati con Mosca. Infatti mentre le truppe ucraine proseguono nella loro controffensiva che sembra avere messo in rotta l’esercito russo e che ha portato le forze di Kiev fino al confine con la Russia, il presidente Volodymyr Zelensky, intervistato dalla Cnn, ha detto di non essere disposto a negoziare con la Russia. «Non vedo alcun desiderio da parte loro - ha detto -. Non parlo con coloro che emettono ultimatum». In precedenza, in un messaggio video, Zelensky aveva sostenuto che in questi 200 giorni di guerra si è «scritta la storia» dell’indipendenza ucraina.
Ore 08:06 - Kiev: «Mosca rimuove il capo Distretto militare occidentale»
Il comandante del Distretto militare occidentale della Russia è stato licenziato dopo una serie di pesanti sconfitte in Ucraina: lo afferma l’intelligence di Kiev, secondo quanto riporta il Kyiv Independent. Mentre continua la controffensiva delle forze ucraine, la Russia ha cambiato il comando del Distretto militare occidentale del suo esercito, sostiene la direzione dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino. Secondo l’intelligence, il tenente generale russo Roman Berdnikov, che aveva comandato l’intervento russo in Siria ed era stato nominato comandante del Distretto militare occidentale il 26 agosto, è stato rimosso.
Ore 08:12 - Kiev: «Elettricità e acqua ripristinate all’80% nel Kharkiv»
Le forniture di elettricità e acqua nella regione di Kharkiv sono state ripristinate all’80%: lo ha reso noto su Telegram il vice capo dell’Ufficio del presidente ucraino Kyrylo Tymoshenko, secondo quanto riporta Ukrinform. «Regione di Kharkiv. Le forniture di elettricità e acqua alla città e alla regione sono state ripristinate all’80%. Continuiamo a lavorare», ha affermato Tymoshenko. Come è noto, ieri le forze russe hanno lanciato 11 missili da crociera su tutto il territorio ucraino, causando l’interruzione delle forniture di elettricità e acqua in diverse regioni.
Ore 08:29 - Kiev: «Bombe russe su Kharkiv e Donetsk, almeno 4 morti»
Almeno quattro civili sono morti ieri a causa dei bombardamenti russi nelle regioni di Kharkiv e Donetsk, nell’Ucraina orientale: lo hanno reso noto le rispettive autorità, secondo quanto riporta Ukrinform. Almeno una persona è stata uccisa e altre due sono rimaste ferite nei bombardamenti della città di Kharkiv, ha scritto il sindaco, Ihor Terekhov, su Telegram, sottolineando che è stato colpito «un edificio residenziale nel quartiere di Novobavarsky». Da parte sua, il capo dell’amministrazione militare regionale del Donetsk, Pavlo Kyrylenko, ha scritto su Telegram che «l’11 settembre i russi hanno ucciso tre civili nella regione di Donetsk: a Velyka Novosilka, Romanivka e Bakhmut. Altre otto persone sono rimaste ferite».
Ore 08:46 - Kiev: «Nella notte diverse esplosioni a Zaporizhzhia»
Diverse esplosioni sono state udite la notte scorsa nella città di Zaporizhzhia, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto su Telegram il segretario del Consiglio comunale della città, Anatolii Kurtiev. Lo riporta la Ukrainska Pravda. Nella notte tra l’11 e il 12 settembre «si sono sentite forti esplosioni in città», ha scritto Kurtiev, aggiungendo che successivamente «la situazione a Zaporizhzhia era relativamente calma». L’Amministrazione militare regionale dovrebbe fornire ulteriori dettagli sulle «esplosioni» nel corso della mattinata, scrive il giornale.
Ore 09:10 - Gb, successi di Kiev hanno grandi implicazioni per il piano russo
I successi della controffensiva ucraina contro le forze di Mosca nella regione di Kharkiv hanno «implicazioni significative per il disegno operativo complessivo della Russia»: lo scrive l’intelligence britannica nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione nel Paese. «È molto probabile che la maggior parte delle forze (russe) in Ucraina sia costretta a dare priorità ad azioni difensive di emergenza», prosegue il rapporto pubblicato oggi dal ministero della Difesa di Londra, secondo cui «la fiducia, già limitata, che le truppe schierate hanno nei confronti dei vertici militari russi rischia di deteriorarsi ulteriormente».
Ore 09:56 - Filo-russi: «Referendum a Zaporizhzhia quando la situazione sarà sicura»
Un referendum sull’adesione alla Russia della regione ucraina di Zaporizhzhia si terrà quando la situazione sarà completamente sicura per i suoi residenti: lo ha dichiarato oggi su Telegram il capo dell’amministrazione militare-civile filorussa della regione, Yevgeny Balitsky, secondo quanto riporta la Tass. «Ultimamente mi chiedono sempre più spesso la data del referendum. La mia risposta è: il referendum si terrà non appena saremo completamente pronti dal punto di vista della sicurezza dei residenti della regione di Zaporizhzhia. Completamente fiduciosi che chiunque lo desideri possa partecipare al voto in modo comodo e sicuro», ha scritto Yevgeny.
Ore 10:03 - Gas: scivola ad Amsterdam a 191 euro (-7,4%)
Continua la rotta del prezzo del gas sul mercato di Amsterdam, benchmark del prezzo europeo del metano. I future Ttf cedono il 7,3% a 191,9 euro mentre l’Europa, seppur divisa, continua a lavorare a un tetto al prezzo del gas, e la Russia che, sul fronte militare, subisce la controffensiva Ucraina nell’Est del Paese.
Ore 10:46 - Mosca, negoziato solo se capitola regime Kiev
Le condizioni poste dalla Russia per i negoziati con l’Ucraina in questo momento sono solo un riscaldamento per le condizioni che verranno poste in futuro: lo ha dichiarato su Telegram il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, secondo quanto riporta Interfax. «Un certo Zelensky ha detto che non avrebbe dialogato con coloro che danno ultimatum. Questi `ultimatum´ sono solo un piccolo riscaldamento per le condizioni che verranno stabilite in futuro», ha scritto Medvedev. «Le conosce: la capitolazione totale del regime di Kiev alle condizioni della Russia», ha concluso.
Ore 11:35 - Zelensky: «Negoziati impossibili fino a completa liberazione»
I negoziati con Mosca saranno possibili solo dopo la completa liberazione dei territori ucraini occupati dai russi: così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista alla Cnn, riporta Ukrinform. «Non è possibile revocare le sanzioni. Non possiamo discutere niente con la Russia finché non se ne va - ha detto - È possibile che dopo la guerra si possa parlare della revoca di alcune sanzioni, di risarcimenti, di pagamenti da parte loro, di diplomazia. Possiamo coinvolgere i leader di qualsiasi Paese, qualsiasi istituzione internazionale in questi negoziati, ma solo dopo che la Russia avrà lasciato tutti i nostri territori».
Ore 12:05 - Mosca: «Bombardiamo ucraini in territori conquistati»
«Le forze aerospaziali e missilistiche russe continuano a lanciare attacchi di precisione contro le unità e riserve delle forze armate dell’Ucraina» nei territori dove sono avanzate nella regione di Kharkiv. Lo ha detto Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa di Mosca, citato da Interfax.
Ore 12:35 - Cremlino: «Al momento nessuna prospettiva negoziati con Kiev»
Al momento il Cremlino non vede alcuna possibilità di negoziati con l’Ucraina. Lo afferma il portavoce Dmitry Peskov citato dalla Tass.
Ore 12:50 - Kiev: «Riconquistati 500 km quadrati nel Sud dell’Ucraina»
Le Forze ucraine hanno riconquistato 500 chilometri quadrati di territorio nel Sud del Paese. Lo ha annunciato la portavoce del comando militare del Sud, Natalia Gumenyuk. «Alcune unità russe in prima linea a Kherson stanno negoziando la resa», ha detto la portavoce citata dai media locali.
Ore 13:05 - Kiev: +112% di attacchi hacker contro governo e militari
Tra febbraio e agosto di quest’anno, gli attacchi hacker al governo e al settore militare dell’Ucraina sono cresciuti del 112%. La percentuale in Russia, per gli stessi soggetti, è invece scesa dell’8%. Lo dice la società di sicurezza Check Point Software Technology. Negli ultimi sei mesi, la società ha documentato oltre 1.500 attacchi informatici settimanali in media su ogni rete aziendale in Ucraina, un numero superiore alla media globale e alla Russia. Ciò corrisponde ad un aumento del 25% sulla media settimanale in Ucraina, rispetto a prima del conflitto, mentre a livello mondiale l’aumento è stato dello 0,1% e in Russia del 13%. Check Point Research, la divisione di Threat Intelligence di Check Point Software Technologies, ha riferito che il settore più attaccato in Russia è stato quello finanziario, con una media di oltre 2.600 attacchi settimanali per organizzazione, con un aumento del 24% rispetto a prima del conflitto.
Ore 14:33 - Nuovi blackout nella regione di Kharkiv
Nuovo massiccio blackout questo pomeriggio nella regione orientale ucraina di Kharkiv, dove le forze di Kiev hanno riconquistato negli ultimi giorni numerosi centri strategici. La fornitura di elettricità è stata interrotta e e tutti i trasporti ad alimentazione elettrica, tra cui la metropolitana, sono stati bloccati. Lo ha riferito il consiglio comunale a Ukrinform. Ieri sera, in molte oblasti ucraine, tra cui Kharkiv, si sono registrati pesanti blackout a seguito di raid delle forze di Mosca sulle infrastrutture energetiche. «L’entità delle interruzioni di corrente a Kharkiv è sugli stessi livelli di ieri. Le ragioni del blackout sono in corso di accertamento», hanno riferito le autorità locali.
Ore 14:46 - Il gas perde ancora terreno e scende sotto soglia 190 euro/Mwh
Continua a perdere quota il prezzo del gas al Ttf, indebolito dai successi dell’Ucraina sul campo di battaglia contro la Russia e dall’ipotesi dell’imposizione di un price cap europeo. Il contratto future con scadenza ottobre 2022 cede il 9,07% a 188,3 euro per megawattora.
Ore 15:05 - Cremlino: «Le elezioni mostrano sostegno a operazione Ucraina»
I risultati parziali delle elezioni regionali e locali in Russia mostrano «un alto livello di sostegno al presidente Vladimir Putin e le sue decisioni», comprese quelle riguardanti la cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina. Lo afferma il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Secondo i risultati provvisori fin qui resi noti dalla Commissione elettorale centrale, risultano rieletti i governatori di tutte le 14 regioni in cui si votava per questa carica, mentre il partito Russia Unita di Putin si aggiudica la maggioranza nei parlamenti regionali. Russia Unita risulta vincitrice anche nelle elezioni per i consigli distrettuali a Mosca, conquistandone 1.100 su un totale di circa 1.400.
Ore 15:48 - Ue verso taglio obbligatorio consumi elettricità
La Commissione europea proporrà un obiettivo obbligatorio di riduzione dei consumi di elettricità durante le ore di picco. È quanto emerge dalla bozza di regolamento in materia. Secondo la bozza, l’obiettivo obbligatorio comporterebbe la selezione di 3 o 4 ore per giorno della settimana in cui ridurre i consumi lasciando agli Stati un «margine di discrezionalità» circa la scelta degli orari.
Ore 15:53 - Il governatore di Luhansk Serhei Haidai
(Viviana Mazza, inviata a Kiev) Ecco alcuni punti del colloquio che il governatore di Luhansk Serhei Haidai ha avuto con il Corriere:
-Racconta che nei villaggi di Luhansk poco distante da Izium c’è timore della controffensiva tra i russi e filorussi. A Svatove i collaborazionisti sono scappati portandosi via i soldi e i documenti ma i militari russi no, e scavano trincee per prepararsi alla difesa. A Kremneva qualcuno ha issato la bandiera ucraina e nessuno l’ha tolta, perché sono troppo occupati o perché hanno paura di farlo, ma non sono stati riconquistati questi centri. Prima deve cadere Lyman.
- Questo momento sul campo è una svolta, ma non dimentichiamo che c’è stato l’attacco russo al sistema energetico ucraino, non sappiamo cosa succederà domani. Sostiene che molto dipenderà dal morale dei russi. Quanto a Putin, la volontà di conquistare l’Ucraina non diminuirà nonostante la disfatta del suo esercito.
- Conferma che le forze ucraine della controffensiva sono assai superiori in numero di quelle russe in questa zona (8 volte dicevano i russi e lui più o meno conferma), ma non si può dire che tutti si siano ritirati dopo i colpi di artiglieria, c’è anche chi è rimasto a combattere.
- La segretezza di questa controffensiva nel nord est era tale che neanche lui lo sapeva.
Ore 16:49 - Mosca, raid ucraini su Belgorod, un morto e 4 feriti
Le forze ucraine hanno bombardato la regione frontaliera russa di Belgorod, provocando almeno un morto e 4 feriti. Lo ha detto il governatore locale, citato dalla Tass, dopo che nelle scorse ore l’esercito di Kiev aveva rivendicato un’avanzata fino al confine russo.
Ore 16:58 - Kadyrov avverte, in arrivo «sorpresa» per nemici
È in arrivo una «sorpresa» per le Forze armate ucraine. Lo ha annunciato il leader della Cecenia, Ramzan Kadyrov, nel suo canale Telegram. «I nostri combattenti hanno preparato un’interessante sorpresa per le bande ucraine e che presto diventerà nota. Nel frattempo, non rivelerò il piano», ha scritto. «Grazie al coraggio e all’eroismo delle unità di potenza cecene, nonché alla consolidata cooperazione con le Forze alleate, l’operazione militare speciale nella zona di responsabilità delle unità della Repubblica cecena sta procedendo con successo. Sono sicuro che con sforzi congiunti porteremo la questione alla completa sconfitta delle bande nemiche», ha aggiunto Kadyrov.
Ore 17:18 - Casa Bianca, sostegno a Kiev su campo di battaglia fino a successo
La Casa Bianca continuerà a sostenere e ad aiutare l’Ucraina fino a quando le forze armate di Kiev non avranno successo sul campo di battaglia. Lo ha reso noto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, nel briefing con la stampa aggiungendo che «è chiaro che gli ucraini stanno combattendo duramente per riconquistare il loro territorio».
Gli Stati Uniti, inoltre, condannano i raid aerei russi su infrastrutture vitali in Ucraina che hanno lasciato senza acqua e luce la popolazione soprattutto nell’Est.
«Lasceremo all’Ucraina descrivere le sue operazioni ma è chiaro che stanno combattendo duro per riprendersi il loro territorio», ha detto Karine Jean-Pierre nel briefing a bordo dell’Air Force One. «Continueremo a sostenere l’Ucraina mentre continua a difendere la sua democrazia contro l’aggressione russa», ha aggiunto.
Ore 17:55 - Kiev, scoperta camera torture in una delle città liberate
In uno dei sotterranei di Balaklia, una delle città che le truppe ucraine hanno liberato dagli occupanti russi, sono state scoperte una camera di tortura e celle di detenzione utilizzate dall’esercito di Mosca. Lo ha annunciato su Facebook Maryana Bezugla, parlamentare di Servitore del popolo, partito del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, come riporta Unian. Bezugla ha anche pubblicato alcune foto. «Balaklia. Sala delle esecuzioni. Seminterrato. Le istruzioni sul ”nazismo ucraino” sono incollate sui muri, nelle vicinanze,una sedia con martello, nastro adesivo e guanti usati. Di fronte celle di contenimento. In un’altra stanza massetti e tracce di sangue», ha scritto Bezugla sotto le immagini.
Ore 19:07 - Kiev, segni tortura su corpi civili in paesi liberati
Quattro corpi di civili con evidenti «segni di tortura» sono stati trovati in un paese riconquistato nella parte orientale dell’Ucraina dalle forze armate di Kiev dopo l’occupazione russa: è la denuncia delle autorità ucraine. L’ufficio del procuratore regionale ha dichiarato che dopo la riconquista del villaggio di Zaliznychne, i residenti hanno riferito che le truppe russe avevano ucciso gli abitanti del villaggio. «L’11 settembre, le forze dell’ordine hanno scoperto quattro corpi. Tutti mostrano segni di tortura», hanno dichiarato i pubblici ministeri sui social media. «Tre di loro sono stati sepolti vicino a case private, il quarto è stato trovato sul territorio della fabbrica di asfalto», hanno riferito i magistrati su Facebook. Secondo le indagini preliminari, i civili sono stati uccisi dalle truppe russe quando hanno occupato il villaggio. I procuratori hanno detto che i corpi sono stati consegnati per l’esame forense e che è stata avviata un’indagine «sulla presunta violazione delle leggi e delle consuetudini di guerra, combinata con l’omicidio intenzionale».
Ore 19:32 - «Almeno 1.000 morti» in 6 mesi occupazione russa Izyum
Almeno 1.000 persone sono state uccise negli ultimi sei mesi di combattimenti a Izyum, la città nel Nord-Est dell’Ucraina, tra i centri abitati riconquistati dalle forze ucraine nella recente avanzata nella regione di Kharkiv. Secondo il consigliere comunale, Maksym Strelnikov, citato dal Guardian, sotto «l’occupazione russa, l’80% degli edifici è stato distrutto e il sistema di riscaldamento è stato danneggiato». «Stando alle informazioni in nostro possesso, almeno 1.000 residenti sono morti a causa dei combattimenti, ma riteniamo possa esserci un numero ancora maggiore di vittime per via del mancato accesso all’assistenza medica, poiché i russi hanno distrutto tutte le struttura sanitari a Izyum a marzo», ha detto Strelnikov che non ha citato la fonte di dati a sua disposizione.
(ANSA il 12 settembre 2022) - Il comandante del Distretto militare occidentale della Russia è stato licenziato dopo una serie di pesanti sconfitte in Ucraina: lo afferma l'intelligence di Kiev, secondo quanto riporta il Kyiv Independent.
Mentre continua la controffensiva delle forze ucraine, la Russia ha cambiato il comando del Distretto militare occidentale del suo esercito, sostiene la direzione dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino. Secondo l'intelligence, il tenente generale russo Roman Berdnikov, che aveva comandato l'intervento russo in Siria ed era stato nominato comandante del Distretto militare occidentale il 26 agosto, è stato rimosso.
Domenico Quirico per "La Stampa" il 12 settembre 2022.
La ruota della prima guerra russo-americana ha ripreso a girare, dopo esser rimasta per un poco apparentemente immota. Ci stavamo quasi abituando a tutto.
Senza scomodare Caporetto, ottanta, novanta chilometri di avanzata in due giorni significa che il fronte russo nel Donbass ha ceduto: di schianto. Il collage di tecnologia bellica made in Usa, dalle armi al controllo del campo di battaglia, e di fanterie ucraine spronate da un nazionalismo novecentesco, sembrano in grado di determinare la sconfitta putiniana.
Come porzioni di sangue in una vena sempre nuovi convogli vengono sospinti verso Est guidati dagli aerei spia americani. E rischiano di confondersi con la baraonda di folle filorusse spaventate ed esauste in fuga con i loro involti e valigie verso Belgorod. Questo significa che siamo giunti non all'imprevedibile lieto fine ma semmai al punto più pericoloso di questa guerra. Perché da questo momento Putin è un uomo perduto.
Nessuna autocrazia nella Storia è mai sopravvissuta a una sconfitta. E questo è ancor più vero per il sistema putiniano, regolatore di ogni volontà, soffocatore di ogni differenza piramidale, fosco, senza nessuna luce di speranza, che si è retto per ventidue anni soprattutto su una promessa di potenza, anzi di superpotenza riparatrice dei torti subiti ai tempi della novecentesca catastrofe dell'Unione sovietica.
Poiché non ha reso i russi più ricchi né ha creato delle classi riconoscenti salvo una oligarchia di funzionari a cui ha delegato l'amministrazione della cleptocrazia e (si pensava) l'esercito e la sicurezza, la scoperta che quella vantata potenza ha fallito significa la rottura del patto sottoscritto al debutto del nuovo millennio con 150 milioni di russi.
Pensate: da un lato questo ometto in cui nulla è vistoso eccetto forse la sua mancanza di vistosità. E dall'altro 150 milioni di russi derubati di tutto anche delle bugie, umiliati, offesi, i miseria. Ora la promessa si insabbia. Nelle autocrazie tra satrapo e sudditi non sono consentiti reciproci perdoni. Propaganda e disinformazione funzionano in questi casi fino a un certo punto.
Inutile lanciare dal Cremlino ordini come saette e sguardi furiosi tutto intorno. La sconfitta perfora la dura crosta delle bugie e della indifferenza, perfino della paura. I russi vivono e soffrono il tracollo del loro esercito e dello Stato che l'aveva creato come una malattia mortale. Kharkiv perduta, gli ucraini a cinquanta chilometri dal confine, la Crimea quasi assediata: molti certo continuano a credere ma già cominciano anche a non credere. Le altisonanti promesse e spacconate di questi duecento giorni, le maldestre fandonie della propaganda che prima sembravano un po' sospette ora appaiono disgustose, un inganno criminale. È l'ora dell'agonizzante disinganno.
Il dittatore è dunque solo di fronte alla concreta possibilità di essere sconfitto, sente la stretta angosciosa della irrimediabilità del proprio stato di vinto. In fondo anche essere considerato una enigmatica personificazione dell'inumano come ha azzardato qualche approssimativo in cerca di iperboli può essere lusinghiero. Ma un vinto è solo umiliazione. E per questo che il pericolo non è mai stato così grande. Questa non è una guerra tradizionale, è una guerra tra potenze atomiche.
Fino ad alcuni giorni fa le condizioni della vittoria per Putin ancora esistevano, anche se le sue truppe non avanzavano più neppure al rallentatore e i bombardamenti sulle città ucraine sembravano una scalcinata confessione di impotente vendetta che una strategia militare. Ma fino a allora a Putin poteva bastare questa condizione di stallo, un piccolo capitale di territori occupati a caro prezzo per affermare che la Russia aveva resistito all'attacco non degli ucraini ma dei quaranta Paesi più ricchi del mondo, aveva respinto "l'imperialismo'". Ma ora? Quella condizione di vittoria non esiste più.
Impossibile chiedere un nuovo assegno in bianco che copra crimini ed errori. E allora quello che fino a ieri era deterrenza, ovvero una possibilità evocata ma in fondo astratta, l'Atomica e l'Apocalisse, diventa di colpo arma, un'arma come le altre, l'unico modo per rovesciare tutto e sfuggire al vergognoso destino di vinto. Che cosa è una possibilità anche se mostruosa che non si incarna? Niente. E i vivi riservano sempre sorprese. Con i morti si sta tranquilli. -
Altro orrore: segni di tortura sui cadaveri in città liberate. Redazione su Il Giornale il 13 settembre 2022.
Fuggono con ogni mezzo possibile abbandonando quasi tutte le dotazioni a disposizione, dai carri armati ai fucili. Ma quello che l'esercito russo si lascia alle spalle dai territori ucraini occupati è un insieme di devastazione. Dal ritiro delle truppe riconquistate dagli ucraini, emergono ritrovamenti da far tremare i polsi.
Oltre agli edifici distrutti, alle famiglie senza più una casa e alla scia di sangue, anche episodi di tortura e sevizie ai danni dei civili. Quattro corpi di civili con evidenti «segni di tortura» sono stati trovati in un paese riconquistato nella parte orientale dell'Ucraina dalle forze armate di Kiev dopo l'occupazione russa. Lo hanno denunciato le autorità ucraine, raccontando di una vera e propria camera degli orrori in cui terribili maltrattamenti fisici precedevano le uccisioni. L'ufficio del procuratore regionale ha dichiarato che dopo la riconquista del villaggio di Zaliznychne, i residenti hanno riferito che le truppe russe avevano ucciso gli abitanti del villaggio. «L'11 settembre, le forze dell'ordine hanno scoperto quattro corpi. Tutti mostrano segni di tortura», hanno dichiarato i pubblici ministeri sui social media. «Tre di loro sono stati sepolti vicino a case private, il quarto è stato trovato sul territorio della fabbrica di asfalto», hanno riferito i magistrati su Facebook. Secondo le indagini preliminari, i civili sono stati uccisi dalle truppe russe quando hanno occupato il villaggio. I procuratori hanno detto che i corpi sono stati consegnati alle autorità competenti per l'esame forense e che è stata avviata un'indagine «sulla presunta violazione delle leggi e delle consuetudini di guerra, combinata con l'omicidio intenzionale». E stando alle testimonianze non sarebbero gli unici abusi compiuti dai soldati russi.
I fatti fanno paura, così come alcuni numeri. A Izyum per esempio, il principale dei centri riconquistati dalle forze ucraine nella regione orientale di Kharkiv, sarebbero stati uccisi almeno mille abitanti e l'80% degli edifici è stato distrutto. A causa dell'occupazione russa, danneggiato anche il sistema di riscaldamento della città. Il tragico bilancio è stato fatto di un consigliere comunale, Maksym Strelnikov, che ha raccontato la situazione alla Cnn. «Le informazioni sulle vittime dell'occupazione devono essere chiarite, perché gli invasori hanno cercato di nascondere i loro crimini», ha aggiunto Strelnikov a dimostrazione di crimini che vanno anche oltre la tragedia e la devastazione tipici di una guerra.
L’alleanza di intelligence tra Usa e Ucraina che ha spinto la controffensiva. Inside Over il 13 Settembre 2022 su Il Giornale.
L’asse tra Stati Uniti e Ucraina ha contribuito alla fulminea controffensiva di Kiev nell’Est del Paese contro le forze russe grazie alla cooperazione tra le agenzie di intelligence. Lo riporta il New York Times citando alti funzionari dell’amministrazione Biden che hanno riportato della crescente interlocuzione tra i servizi segreti di Kiev e quelli a stelle e strisce a partire dall’estate scorsa.
Gli attuali ed ex funzionari statunitensi consultati dal quotidiano della Grande Mela per un commento sulle manovre ucraine, da Frederick B. Hodges, ex comandante dell’esercito americano in Europa, a Evelyn Farkas, il più alto funzionario del Pentagono per l’Ucraina e la Russia nell’amministrazione Obama hanno elogiato la sofisticatezza dei preparativi ucraini per la controffensiva. La decisione dell’Ucraina di annunciare pubblicamente la sua volontà di sferrare una controffensiva nel Sud del Paese lanciando attacchi diversivi prima di colpire nel Nord-Est ha rappresentato una strategia standard di depistaggio che già in passato è stata ampiamente messa in campo nelle operazioni speciali americane. A Kiev, ha dichiarato la Farkas “è stata insegnata la guerra irregolare. I nostri operatori dell’intelligence hanno insegnato loro l’inganno e le operazioni psicologiche”. E non solo.
Washington osserva i movimenti delle truppe russe dal cielo con i suoi satelliti che, grazie alla collaborazione con aziende come Maxar Technologies, oltre a vegliare su questioni come l’export illegale di grano e petrolio ovviamente mantengono un occhio vigile sulle forze russe schierate a Est. Le operazioni di signal intelligence intercettano i flussi dati provenienti da e verso i comandi militari di unità e armate favorendo le manovre di Kiev per disarticolarli. La collaborazione tra le agenzie di intelligence e i media, inoltre, consente il rapido afflusso alla stampa e alle televisioni di notizie di prima mano sui movimenti e le intenzioni russe depotenziando la strategia della dezinformatsiya. Pochi giorni fa il direttore della Cia William Burns ha dichiarato che l’intelligence statunitense svolge esplicitamente un ruolo nel sostegno a Kiev per “garantire che Putin fallisca in Ucraina”.
La controffensiva dell’esercito ucraino si sta muovendo più velocemente e ha guadagnato in intensità ancora più velocemente del previsto anche per la collaborazione informativa con Washington. L’uso tempestivo delle informazioni e dei dati a disposizione diventa fonte di dividendi tattici e strategici: nel campo del “torneo delle ombre” dello spionaggio la Russia da mesi è in netto ritardo contro l’alleanza di fatto tra Nato e Ucraina. Da non sottovalutare il fatto che alle possibilità messe in campo da Washington si sommano gli apporti del Regno Unito e delle sue agenzie, fondamentali sul tema dell’open source intelligence e della signal intelligence, e il sostegno del resto dei Paesi Nato. Prima dell’offensiva, la Nato e i Paesi membri, Usa in testa, “hanno fornito all’Ucraina informazioni su posti di comando, depositi di munizioni e altri nodi chiave nelle linee militari russe”, nota il New York Times, che parla di un’operazione di “intelligence in tempo reale” a sostegno delle forze di Volodymyr Zelensky. Un aiuto fondamentale per permettere agli uomini di Kiev di “colpire le forze russe, uccidere alti generali e gestire le forniture di munizioni per spostarle più lontano dalle linee del fronte russo” utilizzando una preparazione e una scelta degli obiettivi che, sottolineano le fonti del Nyt, è stata però lasciata esclusivamente in capo alle forze di Kiev.
Le manovre di sostegno dell’intelligence americana e degli apparati alleati a Kiev non erano un mistero, certamente. A inizio guerra il caso del fallito blitz russo aerotrasportato all’aeroposto di Gostomel, che ha ridotto la portata dell’effetto sorpresa, è stato imputabile a una soffiata d’intelligence fornita da Washington a Kiev. E una seconda pietra miliare di questa collaborazione – salutata dall’Ucraina come una vittoria iconica – è stata posata il 14 aprile scorso con l’affondamento dell’incrociatore missilistico russo di punta del Mar Nero, il “Moskva“, affondato da dei missili Neptune dopo esser stato con ogni probabilità individuato dagli Stati Uniti e dalle loro agenzie che hanno passato le informazioni all’Ucraina.
Padroneggiare le informazioni nel migliore dei modi ha notevolmente rafforzato le capacità sul campo di battaglia delle forze armate ucraine. Il fatto che la loro gittata di artiglieria è stata essenzialmente raddoppiata dall’arrivo di armi americane e di altro tipo o che un maggior numero di armi automatiche, blindati e obici sia a disposizione delle loro truppe era ininfluente fino a che non è apparsa sempre più chiara la capacità di unire la disponibilità di mezzi a una prospettiva operativa più certa. E incrociare le informazioni con Washington ha aiutato. Preoccupati che la condivisione dei loro piani operativi potesse evidenziare debolezze e scoraggiare il continuo sostegno americano, gli ucraini stavano proteggendo da vicino i loro piani fino a poche settimane fa. La convergenza con gli Stati Uniti ha aiutato sul campo di battaglia. Ma va capito quanto in prospettiva per gli Usa tale manovra asimmetrica di sostegno possa essere sostenibile senza essere considerata dalla Russia una vera e propria strategia di co-belligeranza. In un contesto sempre più in crisi Washington ha saputo controbattere la Russia unendo le sue informazioni e le armi ucraine. Fin dove si spingerà il suo appoggio a Kiev comporterà anche la possibilità che Mosca decida di reagire militarmente, sul campo di battaglia, o politicamente, verso Washington e i suoi alleati. E anche sul fronte della guerra delle spie sarà un autunno caldo.
Ucraina-Russia, news sulla guerra del 13 settembre di Viviana Mazza, inviata a Kiev, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 13 Settembre 2022.
Telefonata tra il cancelliere tedesco Scholz e il presidente russo Putin. Kiev: «Liberata Creminna nel Lugansk. Forti esplosioni a Kherson, colpiti gli occupanti». Morto in battaglia il ballerino dell'Opera di Kiev Shapoval
• La guerra in Ucraina è arrivata al 202esimo giorno.
• Nella regione di Kharkiv le forze ucraine sono arrivate fino al valico di frontiera con la Russia, liberando 40 insediamenti, secondo Kiev.
• Le chiavi della svolta nel Nord-Est che hanno cambiato il corso della guerra.
• Cremlino: «Al momento nessuna prospettiva di negoziati con Kiev».
• L’Unione Europea verso il taglio obbligatorio dei consumi di elettricità.
• «Almeno 1.000 morti» in 6 mesi di occupazione russa a Izyum.
Ore 01:46 - Blinken: I russi mantengono significative forze armate in Ucraina
Gli Stati Uniti ritengono che la Russia stia mantenendo forze armate significative in Ucraina nonostante la controffensiva dei militari di Kiev, ha affermato il segretario di Stato americano Antony Blinken durante una conferenza stampa a Città del Messico. «I russi mantengono forze molto significative in Ucraina, oltre a equipaggiamenti, armi e munizioni», ha commentato il capo della diplomazia di Washington, secondo il quale è troppo presto per prevedere l’esito della controffensiva ucraina.
Ore 02:14 - Muore in combattimento il ballerino dell’Opera di Kiev Shapoval
È morto in combattimento in Ucraina il ballerino Alexander Shapoval, solista dell’Opera di Kiev. Ne danno notizia i media locali. Shapoval è stato ucciso ieri nella battaglia di Majorsk, nella regione di Donetsk.
Ore 02:17 - Per la guerra in Ucraina settori energivori in sofferenza
La guerra in Ucraina sta generando una perdita di valore aggiunto pari a oltre 16 miliardi di euro. A soffrire maggiormente i settori cosiddetti energivori: trasporti, prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, chimica, prodotti metallurgici, costruzioni. Oltre 2,3 milioni, inoltre, le aziende attive nei settori maggiormente legati all’energia. Sono sei, in valore assoluto di perdita di valore aggiunto, i sistemi economici territoriali più colpiti: Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Veneto, Piemonte e Toscana la cui contrazione della produzione, pari a 11,4 miliardi di euro, rappresenterebbe ben il 70 per cento del dato complessivo italiano. È quanto emerge da uno studio dell’istituto Demoskopika che ha stimato il possibile impatto della guerra sul tessuto produttivo per regione relativo al 2022.
Ore 03:54 - Sony cessa le operazioni in Russia come risposta all’invasione in Ucraina
La divisione musicale della Sony cesserà le proprie operazioni in Russia, in risposta all’invasione di Mosca in Ucraina. Lo anticipa l’agenzia Kyodo. Fonti a conoscenza del dossier citano «l’impatto umanitario» che il conflitto in atto ha sulle attività del gruppo, considerate insostenibili. La società giapponese dell’elettronica e dell’intrattenimento, che aveva già sospeso gran parte del business poche settimane dall’inizio del conflitto, intende vendere l’etichetta musicale operante in Russia e trasferire il catalogo degli artisti sotto contratto a una compagnia locale, sebbene non si conoscano i dettagli degli accordi finanziari. La continua imposizione delle sanzioni nei confronti della Russia da parte della comunità globale, secondo la Sony, incide inoltre sulla sostenibilità economica degli affari nel Paese. L’impatto finanziario provocato dalla sospensione delle attività musicali dovrebbe essere tuttavia limitato, poiché le operazioni in Russia e Ucraina rappresentano circa lo 0,7% del fatturato globale di Sony per l’anno fiscale terminato a marzo 2022.
Ore 07:00 - Putin furioso per la controffensiva ucraina
(Paolo Valentino) Vladimir Putin è furioso. «Siete una manica di incapaci», avrebbe detto venerdì in una riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza ai «siloviki», i capi degli apparati militari e d’intelligence, che lo ascoltavano come scolaretti in silenzio.
Lo rivelano attraverso canali Telegram, fonti con accesso diretto ad alcuni membri del massimo organismo strategico russo. La controffensiva delle forze ucraine nella regione di Kharkiv, che perfino un politologo di provata fede putiniana come Sergeij Markov definisce «una pesante sconfitta militare per la Russia», ha fatto collidere i due mondi paralleli, nei quali lo Zar ha articolato il racconto della guerra sin dal 24 febbraio: la realtà del più grave conflitto armato in Europa negli ultimi 70 anni e la finzione di un Paese dove la vita continua a scorrere tranquilla. «La sconfitta non era un’opzione nell’universo di Putin. Ora è successo», dice Tatiana Stanovaya, direttrice del centro di analisi politiche R.Politik, secondo cui il Cremlino «non era preparato a far fronte al nuovo scenario». Qui l’articolo completo a firma del nostro corrispondente Paolo Valentino.
Ore 07:12 - Il governatore di Lugansk: «Presto una nuova offensiva. Per l’Armata è una disfatta»
(Viviana Mazza, da Kiev) Dopo che l’esercito ucraino ha riconquistato gran parte della regione di Kharkiv, respingendo il nemico a est del fiume Oskil, gli esperti militari si sono chiesti se la controffensiva punterà ad avanzare anche nel Lugansk: a nord in direzione Svatove-Starobilsk e a sud verso Lysychansk-Severodonetsk. Serhei Haidai, «governatore di guerra» del Luhansk, imprenditore e politico 46enne in mimetica con la mamma «italiana» (da vent’anni: nata a Severodonetsk, vive a Rapallo), dice che «l’avanzata organizzata ed eseguita brillantemente dal generale Syrskyi è stata un’ispirazione». L’effetto sorpresa, sottolinea Haidai, è cruciale («io non ne sapevo nulla»), anche per quanto accadrà nel Lugansk.
Ore 09:38 - Zelensky: «Liberati 6mila km di territorio, i russi sono disperati: per questo attaccano i civili»
Dall’inizio della controffensiva di settembre, l’esercito ucraino ha liberato circa 6 mila chilometri del territorio che i russi avevano occupato, ha precisato nel suo consueto video serale il presidente Volodymyr Zelensky. «E continuiamo ad avanzare», ha aggiunto. Il leader di Kiev bolla i russi come «disperati»: «Non possono fare nulla ai nostri eroi sul campo di battaglia ed è per questo che la Russia dirige i suoi vili attacchi contro le infrastrutture civili. È un segno di disperazione». Anche rispetto alle infrastrutture energetiche, per il presidente ucraino «la Russia sta cercando di impedirci di dirigere le capacità dell’Ucraina di stabilizzare la situazione in Europa. Le nostre esportazioni di elettricità sono ciò di cui la Russia ha molta paura in questo momento. Perché possiamo rompere i piani russi di svuotare le tasche degli europei questo inverno a causa dei prezzi pazzi dell’energia».
Ore 09:57 - Stanze degli orrori e torture nei villaggi liberati dagli ucraini
Una camera degli orrori a Balakliya, i corpi di quattro civili con segni di torture a Zaliznychne, grossolanamente sepolti e ritrovati solo grazie ai vicini, almeno mille vittime di bombe e stenti a Izyum, dove l’80% degli edifici risulta distrutto. Man mano che le forze ucraine riprendono il controllo della regione orientale di Kharkiv, dopo la fuga a rotta di collo delle truppe russe, emergono le tracce di mesi di abusi e devastazioni. A denunciare il ritrovamento di una «camera delle torture» a Balakliya è stata Maryana Bezugla, deputata del partito di Zelensky, giunta sul posto al seguito dell’esercito. Nelle sue foto diffuse su Facebook si vede un lugubre seminterrato dove sono stati abbandonati una sedia con un martello, nastro adesivo e guanti usati. In un’altra stanza, «tracce di sangue». Il timore è che sia solo la prima di tante nuove Bucha.
Ore 12:11 - Kiev: i russi hanno lasciato Creminna, nel Lugansk
«I russi hanno completamente lasciato Creminna, ma le forze armate non sono ancora entrate in città. Stiamo monitorando la situazione a Lyman, la cui liberazione è fondamentale per la nostra regione, i combattimenti sono ancora in corso in giro per la città». Lo scrive su Telegram Sergiy Gaidai, governatore in esilio del Lugansk, nell'Ucraina orientale, citato dal Guardian. Aggiungendo: «Oggi Creminna è completamente vuota: lì sventola la bandiera ucraina alzata dai partigiani. La situazione a Starobilsk è simile. Ma a Svatove i russi all'inizio sono fuggiti e poi sono tornati».
Ore 10:47 - Gb, forza convenzionale russa gravemente indebolita
La forza convenzionale russa destinata a contrastare la Nato è «gravemente indebolita» dopo i recenti insuccessi che hanno portato Mosca a decidere il ritiro da una parte della regione di Kharkiv. Lo scrive nel suo bollettino quotidiano l’intelligence della Difesa britannica. «Elementi delle forze russe ritirate dall’Oblast di Kharkiv nell’ultima settimana appartenevano alla 1 Armata di carri armati della Guardia (1 GTA), che dipende dal Distretto militare occidentale - si spiega nell’analisi di Londra - la GTA ha subito pesanti perdite nella fase iniziale dell’invasione e non è stata completamente ricostituita prima della controffensiva ucraina a Kharkiv». Si tratta, aggiunge la nota, di «una delle più prestigiose armate russe, destinata alla difesa di Mosca e a condurre contrattacchi in caso di guerra con la Nato» e il fatto che sia degradata per le perdite subite in Ucraina rende «la forza convenzionale russa destinata a contrastare la NATO gravemente indebolita. Probabilmente ci vorranno anni perché la Russia possa ricostruire questa capacità», concludono gli 007 di Sua Maestà.
Ore 11:02 - Telefonata Draghi-Zelensky, pieno sostegno a Kiev
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto oggi una nuova conversazione telefonica con il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Il colloquio si è incentrato sugli ultimi positivi sviluppi della controffensiva ucraina e della situazione sul terreno, anche con riguardo alla sicurezza della Centrale nucleare di Zaporizhzhia. Il Presidente Draghi ha confermato il continuo sostegno da parte del Governo italiano alle Autorità e alla popolazione ucraine in tutti gli ambiti.
Ore 11:22 - Premier Finlandia: con il sostegno Ue Kiev sta vincendo la guerra
«Con il nostro sostegno l’Ucraina vincerà la guerra, non ci sono alternative. Nel nostro cuore gli ucraini hanno già vinto». Lo ha detto la premier finlandese Sanna Marin parlando alla Plenaria dell’Eurocamera. «La Russia ora è obbligata a ritirarsi da tanti territori. Noi abbiamo risposto con le sanzioni e fornendo aiuti finanziari e militari all’Ucraina. La Russia è più sola che mai, dobbiamo essere pronti a più sanzioni», ha aggiunto Marin ribadendo il «no» al rilascio dei visti turistici a «tutti i russi».
Ore 10:37 - Kiev, 53.300 soldati russi uccisi dall’inizio della guerra
Circa 53.300 soldati russi sono stati uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione, secondo l’esercito di Kiev. Nel suo aggiornamento sulle perdite subite finora da Mosca, l’esercito ucraino indica che si registrano anche 244 caccia, 213 elicotteri e 904 droni abbattuti. Lo riporta Ukrinform.
Ore 12:13 - Difesa russa: «Raid massicci su tutti i fronti»
L'esercito russo sta conducendo «attacchi massicci» su tutti i fronti dell'Ucraina. Lo annuncia il ministero della Difesa di Mosca. «Le forze aeree, missilistiche e d'artiglieria stanno conducendo attacchi di massa in tutte le direzioni operative», fa sapere il ministero. Attacchi con armi a «elevata precisione» sono stati sferrati contro le posizioni ucraine intorno a Slovyansk e Kostiantynivka, nella regione di Donetsk.
Ore 12:25 - Monito del Cremlino ai critici dell'operazione in Ucraina
Il Cremlino ha lanciato oggi un avvertimento ai critici dell'operazione militare in Ucraina. «Fintanto che i punti di vista critici rimangono nell'ambito della legge sono pluralismo, ma il confine è molto labile e qui bisogna essere molto attenti», ha detto il portavoce Dmitry Peskov citato da Interfax, precisando che i russi appoggiano Putin anche se sono «sensibili» in merito all'operazione e quindi «è comprensibile che l'opinione pubblica reagisca in modo emotivo» agli sviluppi.
Ore 12:59 - Londra esclude la Russia dagli inviti ai funerali della Regina
La Russia è stata esclusa senza sorprese, per volere del governo britannico, dagli inviti al solenne funerale di Stato della regina Elisabetta II in programma a Londra lunedì 19 settembre. Lo riportano fonti informate citate dalla Bbc. Mosca viene messa all'indice per la guerra in Ucraina, al pari della Bielorussia sua alleata e della Birmania, a sua volta sanzionata dopo la stretta seguita all'ultimo golpe militare. L'Iran è invece invitato, ma soltanto al livello di ambasciatore. Alle esequie è attesa la presenza di circa 500 dignitari stranieri, inclusi capi di Stati o di governo.
Ore 13:10 - Kiev: Mosca prepara un nuovo bombardamento su Zaporizhzhia
«La Russia sta preparando un nuovo bombardamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, resta alto il pericolo per altri impianti nucleari. Mosca prevede di creare una crisi umanitaria prendendo di mira l'intero sistema energetico ucraino». Lo ha affermato Yuriy Yusov, portavoce dell'agenzia di intelligence della difesa ucraina, riportato dal Kyiv Independent. «Putin vuole immergere l'Ucraina e tutta l'Europa in un inverno buio e freddo», ha detto Yusov. L'avvertimento arriva dopo i ripetuti bombardamenti russi del territorio della centrale nucleare e l'attacco alle infrastrutture elettriche di Kharkiv di due giorni fa.
Ore 13:20 - Kiev: l'Italia può svolgere un ruolo chiave nell'addestramento
La necessità di intensificare la cooperazione militare, così come sottolineato dal Zelensky nel colloquio telefonico avuto oggi con Draghi, «è un aspetto molto importante: l'Italia ad esempio potrà svolgere un ruolo significativo nell'addestramento» delle truppe ucraine, oltre che nella fornitura di armi. Lo afferma la vice premier ucraina Olga Stefanishyna in un'intervista a RaiNews24 nella quale chiede «coordinamento» da parte dei leader Ue nel sostegno a Kiev contro l'aggressione russa.
Ore 13:29 - Kiev: nessuna pietà verso i collaborazionisti
«L'Ucraina è cambiata: non ci saranno sentimentalismi nei confronti dei collaborazionisti e degli occupanti». Il monito è arrivato dal consigliere di Zelensky, Aleksei Arestovich, riferendosi a chi nei territori riconquistati dall'esercito di Kiev ha preso il passaporto russo volontariamente e «sostiene attivamente» il nemico. «Chi è venuto in Ucraina per insegnare ai bambini ad amare la Russia, sarà detenuto», ha detto il consigliere in un'intervista pubblicata sul suo canale Telegram. «La Russia ha perso questa guerra», ha continuato Arestovich, «la cosa migliore che possono fare soldati e collaboratori è partire per la loro amata Russia».
Ore 13:32 - 007 di Kiev: i filorussi portano via le famiglie dalla Crimea
«I rappresentanti delle autorità di occupazione russa stanno evacuando con urgenza le loro famiglie dalla Crimea temporaneamente occupata e dall'Ucraina meridionale»: lo scrive in un rapporto la Direzione dell'intelligence del Ministero della Difesa ucraino, come riferisce Ukrinform. «Il successo della controffensiva costringe le autorità della Crimea occupata e del Sud a trasferire urgentemente le loro famiglie in Russia», si legge nel report. «I rappresentanti dell'amministrazione, i dipendenti del servizio di sicurezza federale e i comandanti di alcune unità militari stanno anche cercando di vendere le loro case in segreto».
Ore 14:30 - Kiev: forti esplosioni a Kherson, occupanti colpiti duro
«A Kherson si sentono forti esplosioni. Sembra che gli occupanti siano stati colpiti in modo molto potente». Lo ha annunciato su Facebook Serhiy Khlan, consigliere del governatore locale.
Ore 14:59 - Kiev: assalto a Kharkiv come una valanga, meglio del previsto
La controffensiva ucraina nell'oblast di Kharkiv è stata simile a una «valanga» ed è andata molto «meglio del previsto». Lo ha detto il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov in un'intervista al Financial Times, ripresa anche dai media locali. La quasi simultanea controffensiva intorno a Kherson, ha aggiunto, sta invece avanzando più lentamente perché si tratta di una regione agricola, in cui tra l'altro ci sono molti canali che i russi possono usare come trincee difensive. Inoltre, ha affermato il ministro di Kiev, i ceceni nell'Ucraina meridionale vengono utilizzati dai comandi di Mosca per mantenere sotto pressione le truppe in prima linea, impedendo loro di lasciare le loro posizioni.
Ore 16:17 - Borrell: negoziati solo quando lo vorrà Putin
L’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, nella sessione di interrogazione a risposta diretta alla plenaria del Parlamento europeo, è tornato a parlare di negoziati. «Non so quando potranno iniziare i negoziati di pace, e comunque prima ci vuole un cessate il fuoco. Io non sono nessuno a raccomandare al presidente ucraino. È chiaro che quanto prima partono i negoziati, tanto meglio. Ma questi si svolgono quando ci sono le condizioni, quando la volontà dell’aggressore lo consente. Tutti i leader che hanno parlato con Putin sono tornati con la stessa risposta, che non vuole aprire negoziati finché non avrà raggiunto i suoi risultati militari. Quindi più che chiederlo a Zelensky bisognerebbe chiederlo all’aggressore».
Ore 16:59 - Kiev, in regione Kharkiv ripresi ai russi 3.800 km quadrati
In una settimana, la controffensiva ucraina nella regione di Kharkiv ha portato alla riconquista di 3.800 mila chilometri quadrati di territorio e più di 300 insediamenti in cui vivono circa 150 mila persone. Lo ha riferito stasera la viceministra della Difesa di Kiev, Hanna Malyar, citata da Unian. «Sono dati confermati tenendo conto delle misure di stabilizzazione. Il numero reale dei territori liberati nella regione di Kharkiv è quasi il doppio», ha precisato Malyar, che ieri sera aveva parlato di quasi 6 mila chilometri quadrati ripresi in tutto il Paese.
Ore 17:00 - Mosca, Putin e Xi discuteranno crisi ucraina nei dettagli
Il presidente russo Vladimir Putin discuterà «nei dettagli» la situazione in Ucraina durante il vertice con il presidente cinese Xi Jinping a Samarcanda. Lo ha detto il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, citato dalla Tass, precisando che l’incontro avverrà giovedì. «La Cina - ha aggiunto Ushakov - ha un approccio equilibrato alla crisi ucraina» e manifesta «la sua comprensione delle ragioni che hanno costretto la Russia ad avviare l’operazione militare speciale».
Ore 17:19 - Kiev, forti esplosioni nella base aerea russa a Melitopol
Forti esplosioni sono state sentite nella base aerea occupata dai russi a Melitopol, città dell’Ucraina sud-orientale nell’oblast di Zaporizhzhia . Lo riferisce il sindaco in esilio Ivan Fedorov, citato dal Kyiv Independent. «Tre forti esplosioni sono state udite intorno alle 14,30 in un aeroporto a Melitopol occupato dai russi nell’oblast di Zaporizhzhia», ha scritto Fedorov su Telegram.
Ore 17:52 - Medvedev, garanzie Kiev preludio a Terza Guerra Mondiale
La bozza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina diffusa oggi dalla presidenza di Kiev è «di fatto un prologo alla Terza Guerra Mondiale». Lo ha scritto su Telegram il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo Dmitry Medvedev. «Naturalmente, nessuno darà alcuna garanzia ai nazisti ucraini, dopotutto è quasi come applicare l’Art. 5 del Trattato della Nato», ha aggiunto. «Se questi idioti continueranno a pompare senza freni il regime di Kiev con i tipi di armi più pericolosi - ha avvertito l’ex capo del Cremlino - prima o poi la campagna militare passerà a un altro livello».
Ore 17:56 - Nyt: la controffensiva di Kiev decisa assieme agli Usa
La strategia alla base della controffensiva dell’Ucraina contro la Russia ha iniziato a prendere forma mesi fa durante una serie di intense conversazioni tra funzionari ucraini e Usa. Lo riferiscono fonti dell’amministrazione americana al New York Times. Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale, e Andriy Yermak, uno dei consiglieri più stretti del presidente ucraino Zelensky, hanno parlato più volte della pianificazione del contrattacco, mentre il capo degli stati maggiori riuniti Usa, il generale Mark A. Milley, e alti dirigenti militari ucraini hanno discusso regolarmente di intelligence e supporto militare.
Ore 18:15 - Morto top manager di Putin nell’Artico: «Caduto dalla barca»
Il direttore generale della russa Far East and Arctic Development Corporation, Ivan Pechorin, 39 anni, uno dei top manager più vicini a Putin, è stato trovato morto sull’isola di Russky, nel Mar del Giappone, al largo dell’estremo oriente russo. Lo scrivono diversi media online, fra cui il sito bielorusso d’opposizione Nexta, secondo i quali le prime indicazioni parlano di una caduta da uno yacht in preda ai fumi all’alcol.
Ore 18:32 - Scholz chiede a Putin il ritiro completo delle forze russe
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha parlato oggi per 90 minuti al telefono con il presidente russo Vladimir Putin. Lo comunica la cancelleria, sottolineando che la telefonata fa seguito alla conversazione avuta da Scholz con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky lo scorso 7 settembre. «In considerazione della gravità della situazione militare e delle conseguenze della guerra in Ucraina», Scholz ha esortato il presidente russo a trovare al più presto una soluzione diplomatica, «basata su un cessate il fuoco, sul ritiro completo delle truppe russe e sul rispetto dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina».
Ore 18:39 - Il bottino di guerra degli ucraini «quantifica» la sconfitta russa nel nordest
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) C’è una «cifra» che spiega il rovescio russo a nordest: la grande quantità di materiale abbandonato davanti all’avanzata nemica. Kiev (e gli americani) sottolineano il grande bottino di guerra. Girano molti numeri che vanno trattati con la solita cautela. In questi giorni i successi della resistenza sono accompagnati da una campagna propagandistica che può rendere meno solidi i dati. Su una fonte di parte — il Kyiv Independent — è apparso un articolo dedicato a questi aspetti. I russi avrebbero perso nel periodo 7-11 settembre quasi 336 mezzi da combattimento. Nell’elenco figurano 18 tank T-72 e una dozzina di M-80, poi molti blindati usati per il trasporto truppe. Numerosi i cannoni a lunga gittata e grandi quantità di munizioni (che ai due contendenti non bastano mai). Quindi qualche apparato elettronico.
Ore 19:04 - Kiev: recuperati oltre 300 insediamenti Oblast Kharkiv
Dal 6 settembre le forze armate ucraine hanno recuperato oltre 300 insediamenti nella regione di Kharkiv e più di 3.800 chilometri quadrati di territorio che era stato occupato dai russi. Lo ha dichiarato, riporta il Kyiv Independent, Hanna Maliar, viceministro della Difesa ucraino. Maliar ha spiegato che si tratta solo dei dati confermati è che la reale porzione di territorio riconquistata «è quasi il doppio».
Ore 19:34 - Von der Leyen: «Domani Zelenska ospite alla Plenaria del Parlamento Ue»
«Sono lieta di dare il benvenuto alla First Lady Olena Zelenska ospite d’onore per il discorso sullo Stato dell’Unione di domani. Il coraggio del popolo ucraino ha commosso e ispirato il mondo intero. L’Europa sarà al vostro fianco in ogni momento. #StandStrongTogether». Lo scrive in un tweet la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Ore 20:08 - 007 Usa: «Dalla Russia oltre 300 milioni di dollari a partiti politici, dirigenti e politici stranieri in oltre 20 Paesi»
(di Giuseppe Sarcina, corrispondente da Washington) Il governo russo ha speso, o meglio, investito almeno 300 milioni di dollari dal 2014 in avanti per cercare di «influenzare» i politici di almeno 24 Paesi. È il messaggio inviato lunedì 12 settembre dal segretario di Stato Antony Blinken alle ambasciate e ai consolati Usa con sede soprattutto in Europa, ma anche in Africa e nel Sud-Est asiatico. Non ci sono i nomi, però, né dei Paesi interessati, né dei partiti o di singoli dirigenti politici che avrebbero beneficiato dei finanziamenti «coperti» distribuiti dal Cremlino. La notizia riapre la polemica sulle manovre pianificate da Mosca per condizionare le dinamiche politiche e sociali in altri Stati, specie quelli schierati con l’Alleanza atlantica. E chiaramente la mossa americana cade in un momento delicato per l’Italia, in piena campagna elettorale.
Ore 20:15 - Usa: «Momento di svolta nella guerra in Ucraina»
«C'è un momento di svolta nella guerra in Ucraina causato dalle due controffensive delle forze di Kiev, soprattutto nel Donbass. Gli Usa continueranno a sostenerle». Lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefieng con la stampa.
Ore 21:45 - Kiev: «Russia compra munizioni di epoca Urss dal Tagikistan»
La Russia sta pensando di acquistare munizioni d'artiglieria di epoca sovietica dal Tagikistan, secondo quanto afferma l'intelligence ucraina citata in un tweet del Kyiv Independent. In particolare, secondo Kiev, Mosca avrebbe richiesto alla repubblica ex sovietica dell'Asia centrale 220 razzi Uragan e proiettili da 203 millimetri per cannoni semoventi Pion e altro equipaggiamento.
Ore 01:20 - Pentagono: controffensiva ucraina ha sorpreso solo la Russia
Il successo dell’Ucraina nella sua controffensiva ha sorpreso soltanto la Russia. Lo ha detto il portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder, in un punto con la stampa. «Dall’inizio dell’invasione da parte dei russi abbiamo visto gli ucraini dimostrare una notevole capacità di adattamento e di usare le armi che hanno a disposizione con grande efficacia», ha aggiunto ribadendo che per gli Stati Uniti la velocità con cui Kiev ha respinto le forze di Mosca «non è stata una sorpresa». Il generale Usa ha anche sottolineato come gli ucraini stiano continuando a usare «gli aiuti militari forniti dagli Stati Uniti e dagli altri partner internazionali con grande efficacia sul campo di battaglia nella loro lotta per difendere il proprio Paese».
Ore 01:42 - Pentagono: alcuni soldati russi si sono ritirati da Kharkiv
Il Pentagono ha constatato che «un certo numero di soldati russi» si sono ritirati dalla regione ucraina di Kharkiv. Lo ha detto il portavoce del dipartimento della Difesa americano, il generale Pat Ryder. «Abbiamo visto un certo numero di forze di Mosca, specialmente nel nordest, nella regione di Kharkiv, attraversare il confine per tornare in Russia», ha detto il portavoce del Pentagono precisando tuttavia che «i soldati russi si trovano ancora in massa in Ucraina».
Ore 02:11 - Biden: progressi in Ucraina, ma sarà un lungo cammino
«Non si può rispondere alla domanda se l’Ucraina è a un punto di svolta. È difficile dirlo». Lo ha affermato il presidente americano Joe Biden, rispondendo ad una domanda dei giornalisti al seguito in Delaware. «È chiaro che gli ucraini hanno fatto progressi significativi. Ma sarà un lungo cammino», ha aggiunto.
Ore 02:29 - Il racconto di un sopravvissuto: «I russi ci torturavano coi cavi elettrici»
(di Viviana Mazza, inviata a Kiev) Sono 150mila le persone liberate dall’occupazione nella regione di Kharkiv, ha proclamato ieri la viceministra della Difesa Hanna Malyar, nella piazza di Balaklyia su cui è tornata a sventolare la bandiera gialla e blu. Il governatore della regione di Kharkiv Oleh Syehubov spiega che è iniziato il lavoro per documentare i crimini commessi dai russi e recuperare i corpi delle vittime. «Chiediamo a tutti di indicarci i luoghi di sepoltura. Finora sappiamo di cinque persone, ma purtroppo ce ne saranno altre». Andriyi, 41 anni, dirigeva la stazione degli autobus di Kupyansk, importante centro ferroviario e stradale nel nord del Paese ora riconquistato da Kiev, e dice di essere stato arrestato e torturato dai russi in questi sei mesi, insieme al fratello di 37 anni. Ci mette in contatto con lui un terzo fratello, militare ucraino. Ci chiede di non usare il vero nome, perché ha parenti in zone ancora occupate dai russi. «Mi hanno arrestato l’8 luglio e sono rimasto in cella fino al 15 agosto — dice al telefono da Kharkiv al Corriere—. Collaboravo con l’intelligence ucraina. Penso che qualcuno mi abbia denunciato, ma non avevano prove, altrimenti al 100% mi avrebbero portato nella foresta, ucciso e seppellito là».
Jacopo Iacoboni per lastampa.it il 13 settembre 2022.
Finestre, scogliere, intossicazioni strane, barche nei mari del nord. La Russia di Putin non è un paese per vite tranquille. È morto in Russia Ivan Pechorin, amministratore delegato dell'industria aeronautica della Corporazione per lo sviluppo dell'Estremo Oriente e dell'Artico. Il corpo di Pechorin è stato ritrovato sull'isola Russkij.
Pechorin, in stato di ebbrezza alcolica, sarebbe caduto in mare da una barca da diporto. Secondo il servizio stampa della società, è morto nella serata di sabato 10 settembre nella zona di Capo Ignatiev.
Secondo la versione ufficiale della polizia russa, è caduto in mare a tutta velocità. L’“incidente” sarebbe avvenuto nelle acque vicino all'isola Russky, non lontano da Capo Ignatiev, scrive la Komsomolskaya Pravda. Il corpo è stato ritrovato dopo una ricerca durata più di un giorno.
Pechorin aveva 39 anni e un posto importantissimo nello scacchiere dell’energia e dell’industria russa, perché di fatto era una specie di delegato di Putin per l’amministrazione delle immense risorse energetiche dell’Artico.
Ad aumentare l’aspetto sinistro di questa ennesima morte nel mondo di top manager russi – specialmente dell’energia – c’è la circostanza anche questa abbastanza sinistra che il predecessore, l’ex amministratore delegato della società, Igor Nosov, era morto pure lui improvvisamente a febbraio, colpito da un ictus a 43 anni. Il corpo non aveva ricevuto però autopsia.
La “Corporazione per lo sviluppo dell'Estremo Oriente e dell'Artico” riveste un ruolo cruciale nella Russia colpita dalle sanzioni, sia nell’energia sia nell’industria aerea. E Pechorin ne disegnava le politiche e era andato a spiegare la sua idea di recente al Forum economico orientale – presente Putin – durante un panel dedicato alla lotta alle sanzioni, che aveva come titolo “Ognuno ha la sua strada: La logistica di un mondo cambiato”.
Pechorin, ci racconta uno dei presenti al Forum, si era anche trattenuto a parlare con i vertici di Lukoil, tra cui Ravil Maganov, 67 anni, il presidente del board della compagnia petrolifera russa, morto anche lui il 1 settembre dopo una sospetta caduta da una finestra di un ospedale di Mosca, lo stesso ospedale dove di lì a poco si sarebbe recato Vladimir Putin per l’ultimo saluto a Mikhail Gorbaciov, morto il 30 agosto.
E subito prima, nella notte del 14 agosto, era voltato giù da un attico di un condominio di lusso a Washington, D.C., Dan Rapoport, un finanziere lettone che era nel suo paese d’origine uno dei più noti critici di Putin, aveva lavorato in Russia con un fondo d'investimento nei primi Anni novanta, per poi finire nel libro nero putiniano, come il suo amico Bill Browder, fondatore del fondo Hermitage, e poi uno dei più impegnati attivisti anti-Putin, e autore della campagna per il Magnitsky Act negli Stati Uniti e in Europa. Rapoport, tra l’altro, sosteneva la battaglia di Alexey Navalny e della sua Fondazione.
E prima ancora c’erano state le morti strane di una serie di manager del petrolio o del gas, Sergey Protosenya, Vladislav Avayev, Vasily Melnikov, Mikhail Watford (trovato impiccato), Alexander Tyulyakov (Gazprom, trovato impiccato), Leonid Shulman, Andrei Krukowski (neanche quarant’anni, top manager del resort sciistico di Gazprom non lontano da Sochi, Krasnaya Polyana, volato giù da una scogliera non si capì assolutamente come).
L’Artico appare da tempo del resto come un territorio di battaglia, e un luogo di faide da decifrare. A settembre dell’anno scorso era morto in modo molto singolare in Siberia, vicino a una cascata nella riserva naturale dell’altopiano Putorana, a 150 km da Norilsk, nord del circolo polare artico, Yevgeny Zinichev, ministro russo per le emergenze, e uomo che Putin salutava come uno dei suoi possibili successori. Zinichev – che era un alleato apparentemente di ferro di Putin – sarebbe morto mentre tentava di salvare un altro uomo caduto in acqua da una scogliera. Le scogliere tornano sempre, come le faide.
Morto un altro oligarca di Putin: "Era ubriaco, è caduto da una barca". Ivan Pechorin era l'uomo chiave di Putin nell'Artico. Secondo i media russi la vittima, ubriaca, sarebbe caduta in mare dalla barca sulla quale stava viaggiando nei pressi di Vladivostok. Federico Giuliani il 13 Settembre 2022 su Il Giornale.
Ivan Pechorin, amministratore delegato dell'industria aeronautica della Corporation for the Development of the Far East and the Arctic, è morto in Russia in circostanze ancora da chiarire. La vittima, 39 anni, era un importante manager al servizio di Vladimir Putin, incaricato di amministrare le risorse energetiche russe presenti nell'Artico. Stando alle prime ricostruzioni, Pechorin sarebbe caduto da una barca da diporto. L'incidente sarebbe inoltre avvenuto vicino all'isola di Russky, nei pressi di Vladivostok, a 5.800 miglia ad est di Mosca.
Un'altra morte sospetta
Secondo quanto riportato dalla Komsomolskaya Pravda, Pechorin ha modernizzato l'aviazione nella Russia orientale e sviluppato le risorse di Mosca nell'Artico alla luce delle pesanti sanzioni inflitte dal blocco occidentale. Sulla carta, era dunque un uomo chiave di Putin. Anche perché pare che fosse responsabile, tra le altre cose, del supporto del trasporto aereo di passeggeri, della modernizzazione delle infrastrutture aeroportuali e della costruzione di nuove piste.
La citata Corporation for the Development of the Far East and the Arctic, un’agenzia di cooperazione pubblico-privato dedicata ai territori più lontani da Mosca, ha annunciato lunedì la sua "tragica morte". "La morte di Ivan è una perdita irreparabile per amici e colleghi, una grande perdita per la società. Porgiamo le nostre più sincere condoglianze a familiari e amici", si legge in una nota della società.
La sua ultima apparizione pubblica risalirebbe all'Eastern Economic Forum, evento tenutosi dal 5 all'8 settembre a Vladivostok. In quell'occasione, Pechorin ha parlato durante una sessione intitolata "Ognuno ha il proprio percorso: la logistica di un mondo cambiato". La morte di Pechorin segue quella dell'ex CEO della società, Igor Nosov, 43 anni, morto improvvisamente per un ictus lo scorso febbraio.
La ricostruzione della vicenda
La Pravda ha fatto sapere che Pechorin e un gruppo di amici erano "già ubriachi" quando sono saliti a bordo di una barca sabato sera sull'isola di Russky. Pechorin sarebbe quindi caduto da un ponte anteriore della barca a circa 40 minuti dall'inizio del viaggio. Il corpo è stato ritrovato lunedì sull'isola.
La morte di Pechorin potrebbe essere un tragico incidente o un "tragico incidente" costruito ad arte. "È del tutto plausibile che Pechorin sia caduto in mare dalla barca mentre oscillava perché era ubriaco. Fare feste a bordo di una barca e nuotare in mare sotto l'influenza dell'oscurità sono attività coerenti con il modo in cui gli oligarchi russi si divertono", ha dichiarato Rebekah Koffler, ex ufficiale della Defense Intelligence Agency, a Fox News. "È tuttavia improbabile che la verità venga scoperta perché non ci si può fidare delle indagini russe", ha aggiunto Koffler.
Mercoledì scorso, Pechorin ha moderato una discussione all'Eastern Economic Forum di Vladivostok in merito all'espansione dell'accesso dell'aviazione all'Estremo Oriente. In quello stesso giorno, Putin si è recato a Vladivostok per parlare al medesimo forum.
La lista si allunga
In attesa di capire cosa è accaduto a Pechorin, la lista delle strane morti di manager del petrolio o del gas risulta essere già piuttosto corposa. Il primo settembre, Ravil Maganov, 67 anni, un magnate del petrolio ed ex capo della seconda compagnia petrolifera russa, la Lukoil, sarebbe caduto dalla finestra del sesto piano di un ospedale di Mosca. Il magnate del petrolio aveva precedentemente espresso la sua opposizione all'invasione dell'Ucraina. Lukoil ha però specificato che la sua morte è avvenuta "dopo una grave malattia".
Altri nomi degni di nota passati a miglior vita in circostanze misteriose sono Sergey Protosenya, Vladislav Avayev, Vasily Melnikov, Mikhail Watford, Alexander Tyulyakov, Leonid Shulman e Andrei Krukowski.
Otto mesi fa era deceduto anche il suo capo. Ivan Pechorin, l’ultima morte sospetta tra i manager legati a Putin: sarebbe caduto dalla sua barca nel Mar del Giappone. Carmine Di Niro su Il Riformista il 13 Settembre 2022
La lista delle morti sospette di manager e oligarchi legati al Cremlino continua col passare dei mesi di conflitto in Ucraina ad allungarsi. L’ultimo a comparire nell’elenco è Ivan Pechorin, 39enne amministratore delegato della Far East and Arctic Development Corporation, l’industria aeronautica della Corporazione per lo sviluppo dell’Estremo Oriente e dell’Artico.
Il corpo del manager è stato ritrovato lunedì sull’isola Russkij, nel Mar del Giappone, dove stava navigando con la sua imbarcazione. Pechorin sarebbe stato vittima di un incidente nella giornata di sabato 10 settembre: in stato di ebbrezza, il manager e uomo fidato di Putin per l’amministrazione delle risorse energetiche dell’Artico, sarebbe caduto dalla barca da diporto mentre viaggiava ad alta velocità. Il corpo, sempre stando alla versione ufficiale russa, è stato poi rinvenuto lunedì, dopo oltre un giorno di ricerche.
“La morte di Ivan è una perdita irreparabile per amici e colleghi”, ha dichiarato l’ERDC in un comunicato ufficiale sul proprio sito web, ricordando così il manager che solo pochi giorni fa aveva partecipato con Vladimir Putin all’Eastern Economic Forum di Vladivostok, lì dove lo Zar del Cremlino aveva minacciato di chiudere i rubinetti del gas in caso di price cap europeo.
A rendere il decesso di Pechorin ‘inquietante’ è il precedente sulla morte del suo ex capo, l’ex amministratore delegato della società Igor Nosos: anche lui era morto improvvisamente a soli 43 anni, stroncato da un ictus, col corpo che non era stato sottoposto ad autopsia.
Quella di Pechorin, come detto, è solo l’ultima delle morti eccellenti tra i manager di Stato e tra gli oligarchi che hanno fatto parte della stretta cerchia di “fedelissimi” di Vladimir Putin. Soltanto lo scorso primo settembre era morto precipitando dalla finestra di un ospedale di Mosca Ravil Maganov, 67 anni, vicepresidente del board della compagnia petrolifera russa Lukoil.
A metà agosto era precipitato da un palazzo di Washington Dan Rapoport, finanziare di origine lettone che aveva fatto fortuna in Russia e che aveva criticato apertamente Putin, mentre a luglio era stato ucciso a colpi d’arma da fuoco nella sua piscina in un sobborgo di San Pietroburgo Yuri Voronov, 61 anni, alto dirigente della compagnia di trasporti Astra Shipping.
In precedenza altre morti sospette erano state quelle di Andrej Krukovskij, manager della stazione sciistica di proprietà di Gazprom a Sochi, precipitato lo scorso maggio mentre percorreva un sentiero. Quindi il lungo e inquietante elenco di suicidi: Mikhail Watford (nato Tolstosheya), magnate del petrolio e del gas arricchitosi il crollo dell’Unione Sovietica, trovato impiccato nel garage della sua casa nel Surrey in Inghilterra; Alexander Tyulyakov, vicedirettore generale del Centro per la sicurezza aziendale di Gazprom, trovato impiccato nel suo cottage di Mosca; Sergey Protosenya, 55enne ex Ceo di Novatek, trovato morto in Spagna a Lloret de Mar assieme a moglie e figlia adolescente, una vicenda ricostruita come un omicidio-suicidio; Vladislav Avayev, ex vicepresidente di Gazprombank ed ex consigliere del Cremlino, trovato senza vita nel suo appartamento in un lussuoso condominio di Mosca dopo aver ucciso, secondo la ricostruzione ufficiale, moglie incinta e figlia 13enne.
Carmine Di Niro. Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia
Mosca: Usa in guerra se danno missili a lungo raggio a Kiev. E Blinken ringrazia Draghi «per la sua leadership». Viviana Mazza, inviata a Kiev, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 14 Settembre 2022.
Le notizie di mercoledì 14 settembre, in diretta. Il presidente ucraino: «Izyum ricorda Bucha». Secondo l’agenzia Reuters Putin respinse l’offerta di Kiev per fermare la guerra, prima dell’invasione. Lavrov: «Falso»
• La guerra in Ucraina è arrivata al 203esimo giorno.
• Gli 007 Usa hanno rivelato che la Russia, a partire dal 2014, avrebbe finanziato partiti e politici di 20 Paesi impiegando 300 milioni di dollari.
• Ursula von der Leyen: «Oggi andrò a Kiev da Zelensky».
• Così l’Ucraina ha battuto i russi allo sbando, a Kharkiv.
Questa diretta è stata chiusa. Trovate a questo link il nuovo articolo con tutte le notizie, in diretta, sulla guerra in Ucraina.
Ore 05:14 - 007 Usa: «Dalla Russia oltre 300 milioni di dollari a partiti politici, dirigenti e politici stranieri in oltre 20 Paesi»
(di Giuseppe Sarcina, corrispondente da Washington) Il governo russo ha speso, o meglio, investito almeno 300 milioni di dollari dal 2014 in avanti per cercare di «influenzare» i politici di almeno 24 Paesi. È il messaggio inviato lunedì 12 settembre dal segretario di Stato Antony Blinken alle ambasciate e ai consolati Usa con sede soprattutto in Europa, ma anche in Africa e nel Sud-Est asiatico. Non ci sono i nomi, però, né dei Paesi interessati, né dei partiti o di singoli dirigenti politici che avrebbero beneficiato dei finanziamenti «coperti» distribuiti dal Cremlino. La notizia riapre la polemica sulle manovre pianificate da Mosca per condizionare le dinamiche politiche e sociali in altri Stati, specie quelli schierati con l’Alleanza atlantica. E chiaramente la mossa americana cade in un momento delicato per l’Italia, in piena campagna elettorale.
Ore 05:15 - Pentagono: controffensiva ucraina ha sorpreso solo la Russia
Il successo dell’Ucraina nella sua controffensiva ha sorpreso soltanto la Russia. Lo ha detto il portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder, in un punto con la stampa. «Dall’inizio dell’invasione da parte dei russi abbiamo visto gli ucraini dimostrare una notevole capacità di adattamento e di usare le armi che hanno a disposizione con grande efficacia», ha aggiunto ribadendo che per gli Stati Uniti la velocità con cui Kiev ha respinto le forze di Mosca «non è stata una sorpresa». Il generale Usa ha anche sottolineato come gli ucraini stiano continuando a usare «gli aiuti militari forniti dagli Stati Uniti e dagli altri partner internazionali con grande efficacia sul campo di battaglia nella loro lotta per difendere il proprio Paese».
Ore 05:24 - Pentagono: alcuni soldati russi si sono ritirati da Kharkiv
Il Pentagono ha constatato che «un certo numero di soldati russi» si sono ritirati dalla regione ucraina di Kharkiv. Lo ha detto il portavoce del dipartimento della Difesa americano, il generale Pat Ryder. «Abbiamo visto un certo numero di forze di Mosca, specialmente nel nordest, nella regione di Kharkiv, attraversare il confine per tornare in Russia», ha detto il portavoce del Pentagono precisando tuttavia che «i soldati russi si trovano ancora in massa in Ucraina».
Ore 05:26 - Biden: progressi in Ucraina, ma sarà un lungo cammino
«Non si può rispondere alla domanda se l’Ucraina è a un punto di svolta. È difficile dirlo». Lo ha affermato il presidente americano Joe Biden, rispondendo ad una domanda dei giornalisti al seguito in Delaware. «È chiaro che gli ucraini hanno fatto progressi significativi. Ma sarà un lungo cammino», ha aggiunto.
Ore 05:28 - Il racconto di un sopravvissuto: «I russi ci torturavano coi cavi elettrici»
(di Viviana Mazza, inviata a Kiev) Sono 150mila le persone liberate dall’occupazione nella regione di Kharkiv, ha proclamato ieri la viceministra della Difesa Hanna Malyar, nella piazza di Balaklyia su cui è tornata a sventolare la bandiera gialla e blu. Il governatore della regione di Kharkiv Oleh Syehubov spiega che è iniziato il lavoro per documentare i crimini commessi dai russi e recuperare i corpi delle vittime. «Chiediamo a tutti di indicarci i luoghi di sepoltura. Finora sappiamo di cinque persone, ma purtroppo ce ne saranno altre». Andriyi, 41 anni, dirigeva la stazione degli autobus di Kupyansk, importante centro ferroviario e stradale nel nord del Paese ora riconquistato da Kiev, e dice di essere stato arrestato e torturato dai russi in questi sei mesi, insieme al fratello di 37 anni. Ci mette in contatto con lui un terzo fratello, militare ucraino. Ci chiede di non usare il vero nome, perché ha parenti in zone ancora occupate dai russi. «Mi hanno arrestato l’8 luglio e sono rimasto in cella fino al 15 agosto — dice al telefono da Kharkiv al Corriere—. Collaboravo con l’intelligence ucraina. Penso che qualcuno mi abbia denunciato, ma non avevano prove, altrimenti al 100% mi avrebbero portato nella foresta, ucciso e seppellito là».
Ore 07:41 - Gb: «Russia usa droni iraniani per la prima volta»
Secondo l’intelligence britannica, citata dal ministero della Difesa della Gran Bretagna nel suo consueto report sulla guerra in Ucraina, la Russia sta usando droni iraniani contro Kiev.
«Quasi certamente la Russia sta aumentando le forniture di armi dagli altri Paesi pesantemente sanzionati come l’Iran e la Corea del Nord», si legge nell’analisi.
Ore 08:07 - Dopo la vittoria, all’Ucraina serve realismo
(Lorenzo Cremonesi) La portata delle recenti sconfitte russe è di tale importanza che neppure la propaganda di Mosca riesce più a nasconderla. Un momento di svolta, a quasi sette mesi dall’inizio dell’«operazione speciale» voluta da Putin, che si dimostra addirittura più rilevante del ritiro russo dal settore di Kiev a fine marzo.
E ciò per il fatto che tra la regione di Kharkiv, Izyum e il Donbass si era concentrato il meglio dell’esercito russo, utilizzando in abbondanza artiglieria e truppe corazzate in piena armonia con le dottrine classiche insegnate nelle accademie militari di Mosca, San Pietroburgo e Vladivostok. La debacle ricorda l’arroganza aggressiva e muscolare degli alti comandi dello Zar umiliata nel 1905 dalle truppe giapponesi.
Oggi come allora, la cecità dei leader politici e militari del Cremlino rivela una strutturale incapacità di fondo nel comprendere la forza e la volontà di resistenza del nemico, che si credeva di poter battere rapidamente, cui si aggiunge in questi mesi la sottovalutazione della determinazione tra le democrazie occidentali, con gli Stati Uniti in testa, di fornire armi e sostegno politico a Kiev.
Ore 08:08 - L’intelligence Usa dietro la riscossa. Ma il Pentagono ora è cauto
(Giuseppe Sarcina) La guerra non è finita. Vladimir Putin non è ancora sconfitto.
II governo di Joe Biden segue gli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina, alternando ottimismo e prudenza. Il New York Times rivela che la controffensiva di Kiev sia il risultato di una stretta collaborazione tra il Pentagono, l’intelligence britannica e i generali di Volodymyr Zelensky.
Il team, coordinato dal consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan e da Andriy Yermak, uno dei collaboratori più stretti del leader ucraino, avrebbe esaminato le opzioni strategiche in piena estate, puntando alla fine sul fianco est del Paese, liberando Kharkiv e Izyum.
La notizia conferma uno schema ormai consolidato da mesi. Biden, pur rifiutando di inviare militari in Ucraina, ha messo a disposizione dell’esercito di Zelensky non solo armi sempre più sofisticate, le informazioni dei servizi segreti e il lavoro degli addestratori, ma anche una sponda politico-militare al massimo livello.
Ore 08:39 - Pesanti attacchi nella notte su Mykolaiv
L’esercito russo ha lanciato nella notte un massiccio bombardamento su Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina, colpendo e danneggiando diversi edifici residenziali. A riferirlo è il sindaco della città, Oleksandr Sienkovych: «Oggi, dopo l’1.00 di mattina, Mykolaiv è stata massicciamente bombardata. Sono stati danneggiati anche edifici residenziali». Nell’attacco sono rimasti uccisi due civili e tre sono stati feriti.
Ore 09:30 - Von der Leyen: «Oggi mi recherò a Kiev da Zelensky»
«Porteremo l’Ucraina nella nostra area europea di roaming gratuito. Le nostre corsie di solidarietà sono un grande successo. E sulla base di tutto ciò, la Commissione collaborerà con l’Ucraina per garantire un accesso senza soluzione di continuità al mercato unico. E viceversa». Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo stato dell’Ue al Parlamento europeo, al quale era presente anche la moglie di Zelensky, Olena Zelenska. «Il nostro mercato unico è una delle più grandi storie di successo in Europa. Ora è il momento di farne una storia di successo anche per i nostri amici ucraini. Ed è per questo che oggi andrò a Kiev, per discuterne in dettaglio con il presidente Zelensky», ha annunciato.
Ore 10:37 - Kiev: attacchi russi su tutta la linea del fronte a Donetsk
L’esercito russo sta attaccando in tutte le aree della regione di Donetsk dove passa la linea del fronte. «Ad Avdiivka c’è stato un massiccio bombardamento», ha affermato il capo militare regionale Pavlo Kyrylenko, come riporta Unian. Con colpi di artiglieria al mattino i russi hanno colpito di nuovo la parte vecchia e centrale della città. Il bilancio provvisorio è di 5 civili morti e 16 feriti.
Ore 11:10 - Kiev: 384 bambini uccisi e 749 feriti dall’inizio della guerra
Sono 384 i bambini uccisi in Ucraina dal giorno dell’invasione russa e 749 i feriti. Lo rende noto l’ufficio del Procuratore generale ucraino, precisando che il maggior numero delle vittime si registra nelle regioni di Donetsk, Kharkiv, Kiev e Chernihiv.
Ore 12:05 - Vicepremier ucraina: la Russia si è fatta avanti per negoziare
Negli ultimi giorni funzionari russi hanno contattato l’Ucraina per negoziare. Lo ha riferito la vicepremier ucraina per l’integrazione europea ed euro-atlantica, Olga Stefanishyna, in un’intervista rilasciata a France24 da Kiev. «L’Ucraina non si è mai tirata indietro dai negoziati», ha detto Stefanishyna, «ma vista la gravità dei crimini che la Russia ha commesso e continua a commettere ogni mese, la leva per i negoziati è diversa rispetto a quella di febbraio».
Ore 11:39 - Altre 5 navi con grano partite dai porti ucraini
Altre cinque navi cariche di grano hanno lasciato oggi i porti ucraini: a un mese e mezzo dal lancio del «corridoio del grano», 3,1 milioni di tonnellate di prodotti agricoli sono stati esportati, ha dichiarato il Ministero della Difesa turco, citato da Ukrinform. Dal primo agosto sono in totale 134 le navi che hanno lasciato i porti ucraini con i prodotti agricoli.
Ore 12:08 - Zelensky a Izyum, liberata nei giorni scorsi dai russi
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a Izyum, nella regione di Kharkiv, città liberata nei giorni scorsi dalla controffensiva ucraina.
Ore 12:17 - Il Cremlino boccia il piano di Kiev sulla sicurezza
La Russia «reagirà in modo negativo» se verrà adottato il nuovo piano per le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, presentata ieri da Kiev, che prevede un ruolo di garante anche per l’Italia. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass.
Ore 12:46 - Zelensky a Izyum issa la bandiera ucraina: «Avanti verso la vittoria»
«Prima, quando guardavamo in alto, cercavamo sempre un cielo blu. Oggi, quando guardiamo in alto, cerchiamo solo una cosa: la bandiera dell’Ucraina. Il nostro giallo-blu sventola già nell’Izyum liberata. E così sarà in ogni città e villaggio ucraini. Ci stiamo muovendo in una sola direzione: avanti e verso la vittoria». Sono queste le parole di Zelensky arrivato a Izyum, dove ha issato di nuovo la bandiera dell’Ucraina. Alla celebrazione hanno preso parte i rappresentanti delle Forze armate ucraine e di altre forze di sicurezza, che pochi giorni fa hanno liberato la città dai russi.
Ore 13:35 - Dimissioni di massa tra i poliziotti filorussi a Kherson
A Kherson, i dipendenti della polizia nominati dalle truppe russe stanno scrivendo in massa le lettere di dimissioni. Lo ha riferito a Ukrinform una fonte informata delle forze dell’ordine. Secondo l’interlocutore dell’agenzia ucraina, sullo sfondo della controffensiva delle forze armate ucraine, nella regione di Kherson il numero di richieste di dimissioni da parte dei dipendenti filo-russi è aumentato in modo significativo. Molte delle richieste di dimissioni, riferisce sempre la fonte, sono legate all’«incapacità da parte dei dirigenti di garantire condizioni di lavoro adeguate».
Ore 13:43 - «Nulla è cambiato a Zaporizhzhia con la missione Aiea»
Secondo Kiev la missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) alla centrale nucleare di Zaporizhzhia non ha portato i risultati sperati: nulla è cambiato. Parola di Aleksiy Danilov, segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina, come riporta il Kyiv Independent. «La situazione sarebbe migliorata solo se i russi avessero preso le loro armi e gli esplosivi e avessero lasciato la centrale», ha aggiunto. Dopo l’ispezione, la delegazione dell’Aiea ha lasciato due rappresentanti per continuare a lavorare nella centrale in modo permanente.
Ore 13:57 - Putin respinse l’offerta di Kiev per fermare la guerra
L’inviato russo per l’Ucraina, Dmitry Kozak, avrebbe cercato di fermare la cosiddetta «operazione militare speciale» di Mosca al suo inizio raggiungendo con la leadership di Kiev un accordo che prevedeva la rinuncia a entrare nella Nato. Ma Putin avrebbe rifiutato l’offerta, continuando nei suoi progetti di annessione. È quanto scrive la Reuters sul suo sito citando «tre persone vicine alla leadership russa».
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha tuttavia smentito la notizia, dicendo alla stessa Reuters che «ciò non ha nulla a che vedere con la realtà». «Niente del genere è mai avvenuto, è assolutamente un’informazione falsa», ha insistito il portavoce, ripreso dall’agenzia russa Tass.
Secondo la Reuters, Kozak, nato ucraino, avrebbe detto a Putin che a suo giudizio l’accordo raggiunto rendeva inutile l’operazione militare. Ma, nonostante in un primo momento avesse appoggiato i negoziati, il presidente russo avrebbe giudicato non sufficienti le concessioni di Kiev, dicendo che aveva ormai ampliato i suoi piani con l’obiettivo di annettere parti del territorio ucraino. A quel punto, l’accordo era stato messo da parte.
Ore 14:04 - Kiev tenta di spostare la controffensiva nel Donbass
Funzionari ucraini affermano che l’esercito di Kiev sta cercando di avanzare nella regione del Donbass, dopo aver ottenuto una serie di risultati positivi nella recente controffensiva nel nordest del Paese, dove nei giorni scorsi ha potuto riconquistare porzioni di territorio occupato, costringendo le truppe russe a ritirarsi.
Zelensky ha affermato che le forze ucraine stanno rafforzando la loro presa su 8.000 chilometri quadrati di territorio riconquistato nella regione di Kharkiv. La Russia controlla ancora circa un quinto del territorio ucraino, ma combattimenti sono in corso al confine con le città del Donbass, come ha dichiarato ai media statali russi Andrey Marochko, comandante militare dell’autodichiarata Repubblica popolare di Luhansk, una delle due province che fanno parte del Donbass.
Secondo Serhiy Hayday, governatore di Luhansk, gli ucraini stavano ingaggiando scontri con le truppe russe alla periferia di Lyman: «Penso dureranno ancora qualche giorno», ha scritto su Telegram.
Ore 14:11 - Papa: «Quanti morti prima che guerra ceda passo a dialogo?»
«Penso a tanti luoghi martoriati dalla guerra, soprattutto alla cara Ucraina. Non abituiamoci alla guerra, non rassegniamoci alla sua ineluttabilità. Soccorriamo chi soffre e insistiamo perché si provi davvero a raggiungere la pace. Che cosa deve accadere ancora, quanti morti bisognerà attendere prima che le contrapposizioni cedano il passo al dialogo per il bene della gente, dei popoli e dell’umanità? L’unica via di uscita è la pace e la sola strada per arrivarci è il dialogo». Lo ha detto il Papa in una «invocazione di pace» al termine della messa a Nur-Sultan (Kazakistan), «pace di cui il nostro mondo è assetato».
Ore 14:30 - Zelensky ai cittadini della Crimea: «Torneremo, è la nostra terra»
Zelensky, parlando ai cittadini della Crimea (territorio controllato dai russi dal 2014), ha detto: «Il mio messaggio è che torneremo. Non importa quello che i residenti dei territori occupati hanno sentito in questi otto anni dalla tv di propaganda. Non so quando accadrà. Nessuno lo sa. Verremo perché questa è la nostra terra e la nostra gente». Lo riporta Interfax Ukraina che riprende Ukrainska Pravda.
Ore 15:17 - Kiev: i russi tagliano Internet nella regione di Lugansk
Le forze russe hanno tagliato Internet nella regione ucraina occupata di Lugansk. Lo ha annunciato il governatore ucraino Sergiy Haigai, sottolineando che «le autorità occupanti continuano a sostenere che niente di minaccioso sta avvenendo nella regione», ma «Internet per i telefoni cellulari è stato staccato». «Come ha spiegato l’operatore telefonico, si tratta di un ordine delle autorità occupanti per assicurare la capacità di difesa e la sicurezza», ha aggiunto.
Ore 15:32 - L’avanzata ucraina nell’area di Kherson
Secondo fonti locali, l’esercito ucraino è avanzato in quasi tutta la regione di Kherson. lo ha annunciato Nataliya Humenyuk, capo del quartier generale di coordinamento congiunto del centro stampa delle forze di difesa meridionali dell’Ucraina, riporta Unian. Aggiungendo: «Continuiamo a combattere. È ancora troppo presto per parlare di vittoria, dobbiamo consolidare la presenza negli insediamenti liberati».
Ore 15:47 - Kadyrov: serve la legge marziale in Russia, la guerra è con la Nato
«Se dipendesse da me, dichiarerei la legge marziale in tutta la Russia e utilizzerei qualsiasi arma, perché oggi siamo in guerra con la Nato». Lo afferma il leader ceceno alleato del Cremlino Ramzan Kadyrov sul suo canale Telegram in merito alla situazione in Ucraina. «Nel nostro grande Stato — aggiunge Kadyrov — ognuno può contribuire: inviando volontari o partendo volontario, aiutando a ristabilire una vita pacifica, o almeno sostenendo i nostri impavidi combattenti su Internet».
Ore 16:17 - Kiev: «Soldati russi scappano verso la Crimea, saranno obiettivo facile»
I soldati russi dispiegati nel sud dell’Ucraina starebbero ripiegando verso la Crimea. «Vediamo i tentativi degli occupanti di fuggire verso la Crimea dove si stanno raggruppando. Sarà più facile per noi: i raggruppamenti di equipaggiamento militare sono un grande obiettivo», ha detto in un briefing Natalia Humeniuk, portavoce del comando meridionale ucraino, citata dalla Cnn.
Ore 16:39 - Zelensky: «Izyum ricorda Bucha»
Durante la visita a Izyum, Zelensky ha detto: «La vista qui è davvero scioccante, ma non per me, perché abbiamo iniziato a vedere queste cose da Bucha, dai primi territori liberati. Di nuovo torture, di nuovo distruzione di edifici, uccisione di civili». Lo riporta il Kyiv Independent.
Ore 16:45 - Allarme aereo in tutta l’Ucraina dopo raid a Kryvyj Rih
-L’esercito russo ha lanciato questo pomeriggio un attacco missilistico su Kryvyi Rih, nella regione meridionale di Dnipropetrovsk, facendo scattare l’allarme aereo in tutta l’Ucraina, ad eccezione della Crimea sotto il controllo di Mosca. Lo ha riferito su Telegram il governatore locale Oleksandr Vilkul, citato da Ukrinform, che ha invitato la popolazione a restare nei rifugi e a non filmare o pubblicare nulla sui social media. Sui social circolano alcune immagini di colonne di fumo nero in città. Al momento le autorità non hanno indicato un bilancio dell’attacco.
Ore 17:26 - Così a Kharkiv l’Ucraina ha battuto i russi allo sbando
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Si dirada leggermente la nebbia di guerra ed emergono dettagli (sempre incompleti) su quanto è avvenuto negli ultimi giorni, specie nell’area di Karkhiv. Sul taccuino una sintesi di annotazioni di esperti.
La scarsa qualità delle truppe di Putin
La qualità delle truppe russe si è rivelata bassa. Unità di miliziani, quindi reparti non preparati per uno scontro di questo tipo, hanno affiancato quelli con maggiore tradizione, come la Prima Divisione tank della Guardia e l’11esimo Corpo. Il problema è che i loro ranghi erano ridotti e logori a causa del lungo impegno. Inoltre non hanno creato un’ulteriore linea di difesa che potesse rallentare l’avanzata. Pesante il deficit di intelligence: eppure c’erano segnali.
Ore 17:37 - Cnn: Biden punta su una donna come ambasciatrice a Mosca, è la prima
Joe Biden intende nominare Lynne Tracy, una diplomatica di carriera, come nuova ambasciatrice Usa a Mosca. Lo riporta la Cnn citando tre fonti vicine al dossier. Tracy, che parla russo ed è stata la numero 2 dell’ambasciata americana nella capitale russa dal 2014 al 2017, sarà la prima donna a rivestire questo incarico. È ambasciatrice in Armenia dal 2019.
Ore 17:53 - La Russia mette al bando 30 cittadini britannici
La Russia vieta l’ingresso nel Paese a 30 cittadini britannici facenti parte di «strutture» attive nel promuovere un’agenda «anti-Russia» e lobbisti della Difesa britannica. Lo scrive la Tass.
Ore 17:59 - Camera torture a Balakliya, il Padre Nostro sul muro
«Una camera della tortura russa a Balakliya liberata», nella regione di Kharkiv. «Il Padre Nostro è stato inciso sul muro dai prigionieri ucraini. La Russia deve essere ritenuta responsabile per questo lampante genocidio». Lo ha scritto su Twitter il ministero della Difesa di Kiev, pubblicando un’immagine della stanza cui fa riferimento.
Ore 19:28 - Kherson bombardata da forze Kiev, 3 morti
Kherson è bombardata dalle forze ucraine. Lo riferisce l’agenzia russa Tass precisando che tre persone sono state uccise.
Ore 18:32 - Guterres: siamo ancora lontani dalla pace
«Ho la sensazione che siamo ancora lontani dalla pace in Ucraina, mentirei se dicessi che può accadere a breve. Le possiblità di un accordo di pace ora sono minime». Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres parlando con i giornalisti al Palazzo di Vetro.
Guterres questa mattina ha parlato con il presidente russo Vladimir Putin. Lo ha detto lo stesso leader del Palazzo di Vetro ai giornalisti, sottolineando che «abbiamo avuto l’opportunità di discutere l’iniziativa sui cereali del Mar Nero e la sua possibile espansione, abbiamo discusso gli ostacoli che ci sono sull’export dei fertilizzanti russi poiché rischiamo di avere una crisi del mercato, abbiamo parlato di Zaporizhzhia e di altri aspetti rilevanti nella situazione attuale». «Le mie posizioni sono conosciute», ha aggiunto.
Ore 18:33 - Consiglio Ue rinnova sanzioni individuali di 6 mesi
Il Consiglio Europeo ha deciso oggi di prorogare di altri sei mesi, fino al 15 marzo 2023, la durata delle misure restrittive nei confronti dei responsabili di aver minato o minacciato l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina». Le misure esistenti, si legge nella nota, «prevedono restrizioni di viaggio per le persone fisiche, il congelamento dei beni e il divieto di mettere fondi o altre risorse economiche a disposizione delle persone ed entità elencate. Le sanzioni continueranno ad essere applicate a 1206 persone fisiche e 108 entità, molte delle quali sono state prese di mira in risposta all’aggressione militare ingiustificata e non provocata della Russia contro l’Ucraina».
Ore 19:12 - Scholz: per Putin guerra non è un errore
Il presidente russo Vladimir Putin non ritiene che la guerra in Ucraina sia stata un «errore». Lo ha affermato il cancelliere tedesco Olaf Scholz in una conferenza stampa. «Purtroppo - ha detto Scholz - non posso dire che (in Putin, ndr) stia crescendo una presa di coscienza che iniziare questa guerra è stato un errore».
Ore 19:44 - Putin a Guterres: con Aiea cooperazione costruttiva
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha espresso una «valutazione positiva» della collaborazione con l’Aiea riguardo la situazione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo ha riferito l’agenzia Tass, precisando che nel corso del colloquio avuto con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, Putin ha evidenziato della «cooperazione costruttiva» con l’Agenzia e ha parlato delle misure adottate dalla Russia per garantire la sicurezza e la protezione delle strutture a Zaporizhzhia.
Ore 20:10 - Kiev, razzi russi colpiscono periferia Zaporizhzhia
Le truppe russe hanno lanciato due attacchi missilistici alla periferia di Zaporizhzhia. Lo ha riferito su Telegram Oleksandr Starukh, capo dell’amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia, come riporta Ukrainska Pravda. «Il nemico ha sparato due razzi alla periferia della città. Secondo le prime informazioni, non ci sarebbero state vittime», ha scritto Starukh.
Ore 20:13 - Usa: iniziativa Senato per designare la Russia «sponsor del terrorismo»
Alcuni senatori Usa democratici e repubblicani hanno presentato una legge che designa la Russia come stato sponsor del terrorismo, una definizione auspicata da Kiev ma respinta dall’amministrazione Biden. Tra i co-promotori Richard Blumenthal e Lindsey Graham, che hanno evocato le uccisioni di civili ucraini e altre oppressioni brutali e crudeli in Ucraina. Non è chiaro se e quando la misura potrebbe essere messa al voto.
Ore 21:35 - Mosca: Usa in guerra se danno missili a lungo raggio a Kiev
«Se Kiev ottenesse» i missili a lungo raggio che ha richiesto agli Stati Uniti, «grandi città russe, oltre che infrastrutture industriali e dei trasporti, ricadrebbero nell’area di possibile distruzione. Uno scenario del genere significherebbe un diretto coinvolgimento degli Stati Uniti in un confronto militare con la Russia». Lo ha dichiarato all’agenzia Sputnik l’ambasciatore russo negli Usa, Anatoly Antonov. «Particolarmente preoccupante è il fatto che da molti mesi l’Ucraina sollecita la fornitura di missili tattici operativi Atacms, progettati per colpire obiettivi a una distanza massima di 300 km», ha aggiunto.
Ore 01:15 - Zelensky coinvolto in incidente d’auto. Kiev: «Non ha ferite gravi»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky «è rimasto coinvolto in un incidente auto», ma «non ha riportato ferite gravi». Lo ha reso noto in un post su Facebook il suo portavoce Sergii Nykyforov, spiegando che il leader di Kiev è stato visitato da un dottore. Sulla dinamica, aggiunge Nykyforov, indagheranno le forze dell’ordine
Ore 02:19 - Blinken: «Grazie a Draghi per leadership in un momento cruciale»
Parole di ringraziamento e di riconoscenza quelle del segretario di Stato degli Usa, Antony Blinken: «Fantastico parlare col premier Mario Draghi stamane sulla nostra stretta e durevole partnership con l’Italia. L’ho ringraziato per conto degli Stati Uniti per la sua leadership attraverso questo critico momento nella storia europea e mondiale», ha twittato Blinken.
Nella sua telefonata con il premier italiano, il segretario di Stato Usa ha sottolineato l’ «impegno a lavorare con il prossimo governo italiano sull’ampia gamma dei nostri interessi comuni», come ha reso noto il dipartimento di stato americano. Quindi ha sottolineato «l’importanza di mantenere la solidarietà e la resilienza di fronte agli sforzi russi di usare l’energia e altri mezzi per dividere i Paesi che supportano l’Ucraina».
Paura per il presidente ucraino. Incidente d’auto per Zelensky: “Ferite non gravi”. Viaggio nei territori liberati: padre nostro su muri stanza delle torture. Redazione su Il Riformista il 15 Settembre 2022
Incidente stradale per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’auto sulla quale viaggiava ieri sera, diretta a Kiev dopo la visita a Izyum, città sottratta da pochi giorni ai russi, si è scontrata con un altro mezzo. Il presidente ucraino non è rimasto ferito gravemente fa sapere il portavoce presidenziale Serhii Nykyforov, in un post su Facebook.
Nykyforov ha spiegato che l’auto di Zelensky si è scontrata con un veicolo privato, ma non ha specificato quando l’incidente è avvenuto. “Il presidente è stato visitato da un medico: non sono state riportate ferite gravi“, ha detto il portavoce aggiungendo che “le circostanze dell’incidente verranno accertate dalle forze dell’ordine”. “I medici che accompagnano il capo dello Stato hanno prestato soccorso all’autista dell’auto privata e lo hanno messo su un’ambulanza”, ha detto infine Nykyforov. Pochi minuti dopo la dichiarazione del portavoce di Zelensky, l’ufficio del presidente ucraino ha diffuso il video del discorso serale che il leader pronuncia ogni giorno.
Nel pomeriggio Zelensky era stato in visita a Izyum, città nell’Oblast di Kharkiv liberata da pochi giorni dopo settimane sotto il controllo dei russi. “Sempre le stesse violenze, le case distrutte, i civili uccisi…” ha sottolineato il presidente ucraino facendo riferimento alla brutalità dell’esercito di Vladimir Putin. Nella cittadina di Balakliya – ha poi denunciato – c’è una camera delle torture con graffiti disperati sui muri. E’ il caso della preghiera del Padre Nostro ritrovata incisa su una parete della ‘camera delle torture’ scoperta a Balakliya. “La Russia deve essere ritenuta responsabile di questo palese genocidio”, ha invocato il ministero della Difesa ucraina.
Zelenskya Izyum ha salutato i soldati e li ha ringraziati per i loro sforzi nel riconquistare l’area, mentre la bandiera ucraina è stata issata davanti all’edificio del municipio danneggiato dalle fiamme. “La vista è molto scioccante, ma non è scioccante per me -ha detto Zelensky -. Perché abbiamo visto le stesse immagini a Bucha, nei primi territori liberati. Gli stessi edifici distrutti, le stesse persone uccise”.
Poi un messaggio ai cittadini Zelensky della Crimea occupata: “Torneremo. Non so quando, ma questa è la nostra terra”. Una rassicurazione che fa affidamento sulla controffensiva ucraina, capace di avanzare anche nella regione di Kharkiv, dove molte truppe russe hanno attraversato il confine per tornare in patria.
Polizia ucraina: 440 corpi nella fossa comune a Izyum. Francesco Battistini e Viviana Mazza su Il Corriere della Sera il 15 Settembre 2022
Le notizie di giovedì 15 settembre, in diretta. Von der Leyn: «Putin sia processato dalla Corte internazionale». Gli Usa verso altri 600 milioni di aiuti a Kiev. L’Aiea chiede alla Russia di ritirarsi da Zaporizhzhia
• La guerra in Ucraina è arrivata al 204esimo giorno.
• Per l’ambasciatore russo negli Usa Antonov «se Kiev ottenesse» i missili Atacams «grandi città russe potrebbero essere colpite e questo significherebbe un diretto coinvolgimento dell’America».
• Zelensky è rimasto coinvolto nella notte in un incidente stradale. Kiev: «Non ha riportato gravi ferite».
•Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha detto di aver parlato ieri con il presidente russo Vladimir Putin in merito all’accordo sul grano, oltre che dei prigionieri di guerra e della centrale nucleare di Zaporizhzhia.
• La Russia ha inserito nella lista nera delle persone non grate 30 cittadini britannici a cui sarà vietato l’ingresso nel Paese.
• Il report degli 007 Usa sui finanziamenti russi alle forze politiche di diversi paesi irrompe nel bel mezzo della campagna elettorale italiana. Il presidente del Copasir Urso: «Nel dossier dell’intelligence Usa non c’è l’Italia».
• Il Consiglio Ue ha deciso oggi di prolungare di altri sei mesi, fino al 15 marzo 2023, la durata delle misure restrittive individuali.
• Kiev: L’Ucraina ha bisogno di armi per sferrare l’attacco finale contro la Russia, «l’impero del male». Zelensky ha visitato la città di Izium, recentemente liberata
Ore 04:30 - Zelensky a Izyum issa la bandiera ucraina: «Avanti verso la vittoria»
«Prima, quando guardavamo in alto, cercavamo sempre un cielo blu. Oggi, quando guardiamo in alto, cerchiamo solo una cosa: la bandiera dell’Ucraina. Il nostro giallo-blu sventola già nell’Izyum liberata. E così sarà in ogni città e villaggio ucraini. Ci stiamo muovendo in una sola direzione: avanti e verso la vittoria». Sono queste le parole di Zelensky arrivato a Izyum, dove ha issato di nuovo la bandiera dell’Ucraina. Alla celebrazione hanno preso parte i rappresentanti delle Forze armate ucraine e di altre forze di sicurezza, che pochi giorni fa hanno liberato la città dai russi.
Ore 04:35 - Zelensky nella terra liberata: «Vedo gli orrori tipici dei russi»
(Francesco Battistini, nostro inviato a Kiev) Libera nos a malo... E dai russi. E da tutto questo dolore. Volodymyr Zelensky ha la mano sul cuore, issa il blu e il giallo sulle rovine riconquistate d’Izyum. All’inizio s’abbandona a un po’ di retorica della controffensiva: «Prima, guardando in alto, cercavamo sempre il blu del cielo e il giallo del sole, ora cerchiamo solo la nostra bandiera». Quindi va in primissima linea, cosa che Putin non ha mai fatto in questi mesi, e visita gli orrori dell’Ucraina appena liberata. «Sempre le stesse violenze, le case distrutte, i civili uccisi…». A Balakliya c’è una camera delle torture. Gelida, spoglia di tutto. E sul muro solo graffiti disperati.
Ore 04:41 - La Russia mette al bando 30 cittadini britannici
La Russia vieta l’ingresso nel Paese a 30 cittadini britannici facenti parte di «strutture» attive nel promuovere un’agenda «anti-Russia» e lobbisti della Difesa britannica. Lo scrive la Tass.
Ore 04:50 - Consiglio Ue rinnova sanzioni individuali di 6 mesi
Il Consiglio Europeo ha deciso oggi di prorogare di altri sei mesi, fino al 15 marzo 2023, la durata delle misure restrittive nei confronti dei responsabili di aver minato o minacciato l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina». Le misure esistenti, si legge nella nota, «prevedono restrizioni di viaggio per le persone fisiche, il congelamento dei beni e il divieto di mettere fondi o altre risorse economiche a disposizione delle persone ed entità elencate. Le sanzioni continueranno ad essere applicate a 1206 persone fisiche e 108 entità, molte delle quali sono state prese di mira in risposta all’aggressione militare ingiustificata e non provocata della Russia contro l’Ucraina».
Ore 04:58 - Putin a Guterres: con Aiea cooperazione costruttiva
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha espresso una «valutazione positiva» della collaborazione con l’Aiea riguardo la situazione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo ha riferito l’agenzia Tass, precisando che nel corso del colloquio avuto con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, Putin ha evidenziato della «cooperazione costruttiva» con l’Agenzia e ha parlato delle misure adottate dalla Russia per garantire la sicurezza e la protezione delle strutture a Zaporizhzhia.
Ore 05:02 - Soldi russi, è scontro tra partiti. «Italia per ora esclusa»
(Paola Di Caro) Il caso è esplosivo, a dieci giorni dalle elezioni. Per fugare dubbi, ombre, illazioni e fare chiarezza, Adolfo Urso ha quindi convocato per domani il Copasir che presiede per un’audizione di Franco Gabrielli, l’autorità delegata alla sicurezza del governo, in merito al rapporto dell’intelligence Usa secondo cui dal 2014 la Russia ha finanziato con 300 milioni di dollari i partiti di diversi Paesi del mondo. «Al momento l’Italia non risulta tra i Paesi coinvolti — premette Urso — ma le cose possono sempre cambiare nei prossimi giorni». Tanto più se hanno un fondamento i dubbi espressi dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «Il dossier potrebbe non essere uno solo. Non esistono affermazioni di assoluta certezza».
Ore 05:13 - Blinken: «Grazie a Draghi per leadership in un momento cruciale»
Parole di ringraziamento e di riconoscenza quelle del segretario di Stato degli Usa, Antony Blinken: «Fantastico parlare col premier Mario Draghi stamane sulla nostra stretta e durevole partnership con l’Italia. L’ho ringraziato per conto degli Stati Uniti per la sua leadership attraverso questo critico momento nella storia europea e mondiale», ha twittato Blinken.
Nella sua telefonata con il premier italiano, il segretario di Stato Usa ha sottolineato l’ «impegno a lavorare con il prossimo governo italiano sull’ampia gamma dei nostri interessi comuni», come ha reso noto il dipartimento di stato americano. Quindi ha sottolineato «l’importanza di mantenere la solidarietà e la resilienza di fronte agli sforzi russi di usare l’energia e altri mezzi per dividere i Paesi che supportano l’Ucraina».
Ore 05:20 - Mosca: Usa in guerra se danno missili a lungo raggio a Kiev
«Se Kiev ottenesse» i missili a lungo raggio che ha richiesto agli Stati Uniti, «grandi città russe, oltre che infrastrutture industriali e dei trasporti, ricadrebbero nell’area di possibile distruzione. Uno scenario del genere significherebbe un diretto coinvolgimento degli Stati Uniti in un confronto militare con la Russia». Lo ha dichiarato all’agenzia Sputnik l’ambasciatore russo negli Usa, Anatoly Antonov. «Particolarmente preoccupante è il fatto che da molti mesi l’Ucraina sollecita la fornitura di missili tattici operativi Atacms, progettati per colpire obiettivi a una distanza massima di 300 km», ha aggiunto.
Ore 05:31 - Zelensky coinvolto in incidente d’auto. Kiev: «Non ha ferite gravi»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky «è rimasto coinvolto in un incidente auto», ma «non ha riportato ferite gravi». Lo ha reso noto in un post su Facebook il suo portavoce Sergii Nykyforov, spiegando che il leader di Kiev è stato visitato da un dottore. Sulla dinamica, aggiunge Nykyforov, indagheranno le forze dell’ordine.
Ore 05:43 - Forze russe bombardano diga a Kryvyi Rih, città parzialmente allagata
Nuovi bombardamenti nella notte nell’Ucraina meridionale, nell’oblast di Dnipro. Le forze armate russe hanno sferrato un attacco missilistico contro la diga di Kryvyi Rih, causando il parziale allagamento della città, il cui centro è stato evacuato. Lo ha confermato il responsabile dell’amministrazione militare cittadina, Oleksandr Vilkul. La diga, che regola il flusso idrico sul fiume Inhulets, è stata gravemente danneggiata, e il livello del fiume sarebbe aumentato di più di due metri e mezzo. Con l’attacco, le forze russe intendono ostacolare l’attraversamento del fiume da parte delle forze ucraine impegnate nella controffensiva nel sud del Paese.
Ore 07:39 - GB: «L’Ucraina consolida controllo Kharkiv, russi in preda al panico»
L’Ucraina continua a consolidare il controllo della regione di Kharkiv appena liberata: lo ha affermato oggi il ministero della Difesa di Londra, riportato il consueto bollettino giornaliero sulla guerra della sua intelligence militare. Il ministero afferma che alcune forze russe sembrano essere fuggite dall’avanzata delle truppe ucraine «in preda al panico», lasciando dietro di sé «attrezzature chiave».
Ore 08:24 - Ucraina: quattro aerei russi abbattuti nelle ultime 24 ore
Le forze ucraine hanno abbattuto quattro aerei russi nelle ultime 24 ore, riporta il Kyiv Independent, sulla base di un aggiornamento fornito dallo Stato maggiore delle forze armate ucraine. Secondo quanto riferito, tre aerei Su-25 russi e un Su-24m sono stati abbattuti mentre operavano sul territorio ucraino per colpire alcuni insediamenti civili. Lo Stato maggiore, in particolare, ha precisato che almeno 30 obiettivi civili sono stati centrati con missili, armi d’artiglieria o una combinazione di entrambi.
Ore 08:52 - Von der Leyen a Kiev: «Qui per avvicinare i nostri popoli»
«A Kiev, per la mia terza visita dall’inizio della guerra in Russia. Molte cose sono cambiate. L’Ucraina è ora un candidato Ue. Discuterò con Volodymyr Zelensky e Denys Shmyhal come continuare ad avvicinare le nostre economie e i nostri popoli mentre l’Ucraina progredisce verso l’adesione». Lo ha scritto su Twitter la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
Ore 08:55 - Missile russo su Zaporizhzhia, black out temporaneo
Il sindaco ad interim di Zaporizhzhia Anatoly Kurtev ha affermato che un missile russo è stato lanciato oggi sulla città provocando diversi danni e un blackout temporaneo. Non sono state segnalate vittime. Lo riporta il Kyiv Independent.
Ore 10:17 - Kiev: pesanti bombardamenti russi su città del Donetsk
Pesanti bombardamenti russi nella notte sulle città dell’Ucraina orientale di Bakhmut e Avdiyivka, dove potrebbero esserci dei civili sotto le macerie. Lo rende noto il capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk Pavlo Kyrylenko, citato da Unian. «Intorno a mezzanotte, i russi hanno distrutto un palazzo a Bakhmut. Secondo le prime informazioni, quattro persone potrebbero essere sotto le macerie. Il pronto soccorso sta lavorando sul posto», ha detto Kyrylenko. Preso di mira anche un ospedale di Toretsk: ci sono distruzioni e danneggiamenti.
Ore 10:27 - Zelensky ai soldati russi: «Siete dei deboli che combattono i civili»
«Voi siete dei deboli che combattono i civili». Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, in un discorso alla nazione - sul 203esimo giorno giorno di guerra iniziata dalla Russia - ha commentato gli attacchi delle forze armate russe su Kryvyj Rih (città natale dello stesso leader ucraino, in russo Krivoy Rog) e ha fatto parte della dichiarazione in russo, rivolgendosi direttamente all’esercito russo. «Mascalzoni che, scappati dal campo di battaglia, stanno cercando di fare del male da qualche parte, lontano. Rimarrete dei terroristi che si vergogneranno con i propri nipoti», ha detto ancora in russo. E poi ha continuato in ucraino: «Si sono resi conto che il comando russo era mediocre e che ci si aspettava che sarebbero stati sconfitti in Ucraina in tutte le direzioni. La Russia non risolverà questo problema con il terrore, perché il terrore conferma solo la debolezza di coloro che vi ricorrono», ha detto Zelensky.
Ore 10:51 - Il sindaco di Krivyi Rih: «Abbiamo dovuto far saltare la diga»
Il sindaco di Krivyj Rih, città natale di Zelensky, Oleksander Vilkul ha affermato che dopo l’attacco missilistico contro una struttura idraulica e l’inondazione del fiume Ingulets, che ha allagato la città, è stata necessaria far saltare una diga per abbassare il livello dell’acqua con due esplosioni. In precedenza aveva detto sempre sul suo canale Telegram che 8 missili da crociera hanno colpito una struttura idrotecnica molto grande a Kryvyj Rih e aveva fatto sgombrare alcune strade della città, facendo andar via la popolazione grazie a autobus messi a disposizione. “Nella notte, abbiamo preso misure per tamponare un enorme incidente causato dall’arrivo dei missili (russi) da crociera Kinzhal e missili Iskander. È stato eseguito un ampio elenco di misure necessarie: da due esplosioni di una diga nella regione di Chernogorka a grandi lavori di ingegneria”, ha detto Vilkul in un videomessaggio nel suo canale Telegram. Ha chiarito che i lavori continuano e il livello dell’acqua sta scendendo, ma le inondazioni persistono.
Ore 11:02 - Kiev: «I russi si ritirano dalla regione di Zaporizhzhia»
«Gli occupanti hanno ritirato truppe ed equipaggiamenti da molti villaggi e città vicini alla linea di contatto nella regione di Zaporizhzhia»: lo ha dichiarato a Espreso tv il vice del Consiglio regionale, l’ucraino Sergiy Lyshenko. «A Dniprorudny sono rimaste solo le forze della polizia che collaborano con i russi. Soldati ed equipaggiamento sono stati trasferiti a Vasylivka, nell’Ucraina sud-orientale. I russi hanno portato via perfino apparecchiature bancarie. Ora il lavoro delle filiali delle banche russe e l’emissione di denaro è stata interrotta, di conseguenza, gli occupanti si aspettano di doversi ritirare», ha affermato.
Ore 11:23 - Kiev: «Le truppe russe preparano la difesa nel Lugansk»
Le truppe russe stanno rafforzando la difesa nell’area del fronte tra Svatove, Troitske e Kreminna, nel Lugansk: lo ha reso noto il capo militare regionale ucraino in esilio Sergiy Gaidai, citato dai media del Paese. «Nella regione di Lugansk, i russi si stanno preparando per la difesa, non ci sarà una sorpresa come a Kharkiv. Stanno ritirando le truppe a Svatove, Troitske e Kreminna, scavando e preparandosi per l’offensiva ucraina», ha detto. «La situazione per i russi è peggiorata - ha detto Gaidai - non c’è un posto dove inviare le truppe, perché non controllano Izyum. Capiscono che dopo Lyman sarà molto probabilmente la volta di Svatove, Troitske e Kreminna Svatov, si stanno ammassando lì e costruendo strutture difensive ». Intanto continuano pesanti combattimenti nelle regioni di Kharkiv, Kherson, Donetsk e Lugansk.
Ore 11:58 - Mosca: «Gli Usa vogliono prolungare il conflitto e essere coinvolti»
Gli Stati Uniti sono interessati a prolungare il più possibile il conflitto in Ucraina e vogliono essere coinvolti direttamente nelle ostilità. Lo ha affermato il ministero degli Esteri di Mosca, citato dall’agenzia Tass.
Ore 12:05 - Media Cina, a breve incontro Xi-Putin
Il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin si incontreranno a breve a Samarcanda, in Uzbekistan, a margine del vertice dei Paesi della Sco. Lo riferisce il network statale cinese Cctv, confermando per la prima volta il faccia a faccia tra i due leader, il primo, non solo dopo quello del 4 febbraio di Pechino sulla promessa della partnership bilaterale «senza limiti», ma anche dopo l’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina, iniziata il 24 febbraio.
Ore 12:23 - Zelensky premia von der Leyen a Kiev
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha consegnato oggi a Kiev alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, in visita ufficiale nel Paese, il riconoscimento di prima classe dell’Ordine di Jaroslav il Saggio, un ordine cavalleresco della repubblica ex sovietica. Ne dà notizia via social la stessa presidente, che ieri dopo il discorso sullo Stato dell’Unione a Strasburgo si è trasferita a Kiev insieme alla first lady Olena Zelenska, che è stata sua ospite nella plenaria del Parlamento Europeo.
«Grazie, è un grande onore lo accetto in nome di tutti i cittadini dell’Ue e come simbolo del nostro forte legame». Von der Leyen posta anche una foto con il presidente, mentre le consegna il premio. Zelensky ieri ha avuto un incidente d’auto, hanno riportato diversi media, senza però subire conseguenze.
Ore 12:26 - Ucraina: via libera Eurocamera ad altri 5 miliardi di prestiti a Kiev
Il Parlamento europeo ha approvato l’ulteriore pacchetto di aiuti da 5 miliardi di euro per l’Ucraina. «Il nostro sostegno rimane incrollabile, per la stabilità economica, affinché l’Ucraina vinca la guerra. Ci troverete sempre al vostro fianco», ha commentato in un tweet la presidente del Pe, Roberta Metsola.
Ore 12:36 - Russia: revocata licenza al sito web di Novaya Gazeta
La Corte suprema russa ha revocato la licenza al sito internet di Novaya Gazeta, il principale quotidiano indipendente del Paese e fra le voci più critiche riguardo all’intervento militare in Ucraina. Sul suo account Telegram, Novaya Gazeta ha riferito che la Corte suprema ha accolto il ricorso presentato dal regolatore dei media russo Roskomnadzor, il quale aveva chiesto alla magistratura di revocare l’autorizzazione alla testata.
Il 5 settembre scorso, Novaya Gazeta era stata privata della licenza relativa all’edizione cartacea e il direttore, Premio Nobel per la Pace Dmitri Muratov, aveva commentato: «Il giornale è stato ucciso oggi. Hanno rubato trent’anni di vita ai suoi dipendenti e privato i lettori del diritto di ricevere informazioni», aggiungendo che si trattava di un verdetto «politico, senza alcuna base giuridica».
Ore 12:39 - Sindaco di Krivyj Rih: «Nuovo attacco missilistico sulla città»
Il sindaco di Krivyj Rih, città natale di Zelensky, Oleksander Vilkul ha affermato che c’è un nuovo attacco missilistico su Kryvyi Rih. Lo ha detto sul suo canale Telegram. Ha chiesto ai suoi concittadini di non uscire dai rifugi, «non filmare o pubblicare nulla sui social media».
Ore 12:59 - Mosca: «Missili Usa lungo raggio a Kiev sono “linea rossa”»
«La possibile fornitura dagli Usa a Kiev di missili a lungo raggio avrebbe un carattere estremamente destabilizzante. Se gli Stati Uniti prenderanno questa decisione, oltrepasseranno la linea rossa e diventeranno parte diretta del conflitto e la Russia si riserva il diritto di rispondere adeguatamente». Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, citata da Ria Novosti.
Ore 13:01 - Hackerato il profilo Twitter del ministero per la Transizione ecologica. La rivendicazione del «mago» delle criptovalute
(Rinaldo Frignani) Hacker in azione nella mattinata di mercoledì per bloccare il profilo Twitter del ministero della Transizione ecologica. E anche quello dell’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale. I due profili social sono stati inondati di messaggi relativi all’intrusione portata a segno alle 9 circa, inserendo una foto al posto del logo del ministero e dell’Istituto. Sul caso indagano gli agenti della polizia postale.
Ore 13:37 - Putin a Xi: «Orribili tentativi di creare mondo unipolare»
«I tentativi di creare un mondo unipolare» da parte dell’Occidente «hanno assunto forme assolutamente orribili». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin incontrando a Samarcanda l’omologo cinese Xi Jinping: si tratta del primo faccia a faccia tra i due leader dall’avvio dell’invasione russa dell’Ucraina.
Il presidente russo Vladimir Putin ha detto inoltre a quello cinese Xi Jinping che comprende «le preoccupazioni della Cina sulla questione ucraina» e che intende «chiarire la posizione russa» a tal proposito. «Sosteniamo il principio di una unica Cina», ha poi aggiunto. Poi, ha ringraziato XI Jinping per la sua «posizione equilibrata» sulla guerra in Ucraina.
Ore 14:06 - Xi: «Dare stabilità ed energia positiva a mondo caotico»
La Cina vuole apportare «stabilità ed energia positiva in un mondo caotico». Lo ha detto il presidente Xi Jinping, incontrando a Samarcanda la controparte russa Vladimir Putin.
In base alle immagini diffuse e relative alle battute iniziali del primo faccia a faccia dall’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina, le due delegazioni appaiono abbastanza ridotte. Sono riconoscibili, tra gli altri, i due ministri degli Esteri Wang Yi e Serghei Lavrov.
Ore 14:13 - Russia, arrivato nuovo rappresentante Ue Galharague
E’ arrivato a Mosca il diplomatico francese Roland Galharague, nei mesi scorsi nominato nuovo rappresentante permanente dell’Unione Europea in Russia al posto di Markus Ederer. Lo ha annunciato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in un’intervista a una tv locale.
«Abbiamo già una missione permanente dell’Ue e, soprattutto, è arrivato un nuovo rappresentante permanente, a cui è stata data l’opportunità di lavorare qui», ha affermato Zakharova. Intanto il rappresentante permanente della Russia presso l’Ue, Vladimir Chizhov, lunedì ha chiarito che lascerà Bruxelles nel prossimo futuro in quanto il suo lavoro dopo 17 anni volge al termine.
Ore 14:44 - G7 Commercio, insieme per ricostruire Ucraina
«Continueremo a coordinare le misure di commercio e investimento a supporto della ricostruzione dell’Ucraina». Lo dicono i ministri del Commercio del G7 nella dichiarazione conclusiva del summit, che si è tenuto oggi a Neuhaedenberg, nel Land tedesco del Brandeburgo. «E invitiamo i partner a unirsi ai nostri sforzi e a impegnarsi con noi per la costruzione del futuro dell’Ucraina». Il commercio «può essere un driver molto importante» per la ripresa del Paese. «Abbiamo esplorato idee per migliorare le condizioni di business in Ucraina», si legge tra l’altro a proposito dello scambio con la ministra dell’Economia ucraina Yulia Svyrydenko.
Ore 15:05 - Zelensky a soldati russi: «Siete deboli che combattono i civili»
«Voi siete dei deboli che combattono i civili». Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, in un discorso alla nazione ha commentato gli attacchi delle forze armate russe su Kryvyj Rih (città natale dello stesso leader ucraino, in russo Krivoy Rog) e ha fatto parte della dichiarazione in russo, rivolgendosi direttamente all’esercito russo.
«Mascalzoni che, scappati dal campo di battaglia, stanno cercando di fare del male da qualche parte, lontano. Rimarrete dei terroristi che si vergogneranno con i propri nipoti», ha adetto ancora in russo. E poi ha continuato in ucraino: “Si sono resi conto che il comando russo era mediocre e che ci si aspettava che sarebbero stati sconfitti in Ucraina in tutte le direzioni. La Russia non risolverà questo problema con il terrore, perché il terrore conferma solo la debolezza di coloro che vi ricorrono”, ha detto Zelensky.
Ore 15:29 - Berlino, a Kiev lanciarazzi e blindati Dingo
La Germania consegnerà all’Ucraina altri due lanciarazzi del tipo Mars e 50 blindati del tipo Dingo. Lo rende noto la ministra della Difesa, Christine Lambrecht (Spd).
Ore 15:40 - Circa 20 militari ucraina si eserciteranno in Spagna
Circa 20 militari ucraini effettueranno esercitazioni in una base spagnola situata a San Gregorio (Saragozza): lo conferma l’agenzia di stampa Efe dopo che la notizia era stata anticipata dal quotidiano locale Heraldo de Aragon. Secondo quanto riportato, i soldati ucraini si eserciteranno nell’uso di carri armati, artiglieria e batteria anti-aerei. La durata della missione dovrebbe essere di circa un mese.
Ore 15:43 - Governatore Luhansk: «Russi qui stanno scavando trincee»
La liberazione dei territori «occupati» dell’oblast di Luhansk, nell’Ucraina orientale, non sarà rapida come quella di Kharkiv. Lo ha dichiarato il governatore ucraino di Luhansk, Serhiy Haidai, secondo cui le forze russe stanno scavando delle trincee. «Si preparano a difendersi: i russi stanno scavando a Svatovo e Troitske», ha scritto Haidai su Telegram, riferendosi a due insediamenti dell’oblast. «Pesanti combattimenti continuano in molte direzioni, anche nella regione di Luhansk. Lo scenario istantaneo di Kharkiv non si ripeterà», ha proseguito il governatore, aggiungendo che le truppe russe stanno anche reclutando nelle carceri. «Dovremo lottare duramente per la nostra regione», ha concluso.
Ore 15:51 - «Prigozhin potrebbe sostituire il ministro Shoigu»
Il finanziere del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin - stretto confidente di Vladimir Putin - si sta affermando come il volto della «operazione militare speciale» russa in Ucraina. Starebbe intanto reclutando detenuti. I blogger russi hanno costantemente elogiato il successo di Prigozhin in Ucraina e alcuni hanno persino affermato che dovrebbe sostituire il ministro della Difesa Sergey Shoigu, che in molti incolpano per la sconfitta russa nell’Oblast di Kharkiv.
Lo scrive l’Institute for the study of war (Isw) nel suo ultimo report. Il corrispondente militare e blogger russo Maksim Fomin (alias Vladlen Tatarsky) ha affermato di aver parlato con Prigozhin della situazione al confine ucraino-russo dopo il ritiro delle forze della Federazione dall’area. L’incontro Prigozhin-Fomin, se si è verificato, potrebbe indicare che il Cremlino sta tentando di affrontare le denunce di mesi secondo cui il ministero della Difesa russo non ha ascoltato le loro critiche che evidenziavano l’inefficacia del comando superiore russo.
Ore 16:13 - Von der Leyen a Kiev: «Amici europei al vostro fianco finché necessario»
«Caro Volodymyr, voi avrete i vostri amici europei al vostro fianco finché sarà necessario, saremo amici per sempre». Lo ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in una dichiarazione a Kiev, dopo aver incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 16:31 - Zelensky: «Entrare in mercato unico Ue è priorità Ucraina»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che è intenzione «prioritaria» dell'Ucraina entrare nel mercato unico europeo dove circolano liberamente beni, servizi e capitali. Il presidente si è così espresso in conferenza stampa dopo l'incontro con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, in visita a Kiev per discutere proprio dell'accesso dell'Ucraina al mercato unico e di inserire il Paese nella zona europea dove non scatta il roaming per la telefonia cellulare.
Ore 17:15 - Gli Stati Uniti a Pechino: «Non è il momento di sostenere Mosca»
La Casa Bianca ha esortato la Cina a non sostenere Mosca nella sua guerra contro l'Ucraina e anzi a schierarsi contro il Cremlino. Lo ha detto alla Cnn il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, nella giornata in cui a Samarcanda, in Uzbekistan, si sono incontrati il presidente russo, Vladimir Putin, e quello cinese, Xi Jinping. «Pensiamo che nessuno debba tenersi in disparte. Il mondo intero dovrebbe essere schierato contro ciò che sta facendo Putin. Non è il momento di continuare a comportarsi come al solito con Putin».
Ore 17:33 - Von der Leyen, ora pensare a ricostruzione efficace
«Una questione molto importante è la ricostruzione a medio e lungo termine. Abbiamo discusso di come possiamo fare progressi ed entrambi siamo impazienti di avere il congresso della ricostruzione a Berlino del 25 ottobre dove esperti da tutto il mondo discuteranno del miglior approccio per la ricostruzione per l'Ucraina nel modo più veloce, efficace e responsabile». Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella conferenza stampa con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a Kiev.
Ore 18:29 - Yevgeny Prigozhin, lo chef di Putin arruola detenuti e (forse) gestirà le operazioni in Ucraina
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Generali e ammiragli russi silurati, continui mutamenti. I nomi degli ufficiali si sono intrecciati alle speculazioni, e ora emerge uno scenario che mette al centro Yevgeny Prigozhin, il responsabile della Wagner.
Gli analisti di Institute for the Study of War ipotizzano che l’alto funzionario, definito spesso come «lo chef di Putin» per via delle sue attività nel settore della ristorazione, possa diventare il gestore della campagna in Ucraina. A suo favore ha tre punti: è legatissimo al leader, ha creato la compagnia di sicurezza militare trasformandola in uno strumento prezioso per le missioni all’estero, vanta dei successi nell’operazione speciale.
Ore 19:00 - L’ Aiea chiede alla Russia di ritirarsi da Zaporizhzhia
Il Consiglio dei governatori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha adottato una risoluzione chiedendo alla Russia di ritirarsi dalla centrale ucraina di Zaporizhzhia, regolarmente oggetto di bombardamenti. Lo si è appreso da fonti diplomatiche. Il testo, presentato da Polonia e Canada, è stato approvato da 26 dei 35 Stati membri, con voto contrario di Russia e Cina, ha affermato un diplomatico. Le forze russe hanno preso il controllo dell’impianto all’inizio di marzo, poco dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina.
Ore 19:31 - Mosca: il mancato invito al funerale della regina è «blasfemo»
Mosca giudica «blasfemo» il mancato invito alla Russia per la cerimonia funebre della regina Elisabetta, secondo fonti diplomatiche.
Ore 19:40 - Von der Leyen alla Bild: «Dare carri armati all’Ucraina»
«Se dicono che hanno bisogno di carri armati da combattimento, allora dovremmo prenderli sul serio e fornirglieli», lo ha detto oggi in un’intervista a Bild la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, secondo quanto riporta lo stesso quotidiano online. «Sono favorevole a che gli stati europei forniscano ciò di cui l’Ucraina ha effettivamente bisogno. Dopo tutto, gli ucraini stanno dimostrando che possono difendersi da soli se hanno i mezzi militari giusti», ha detto von der Leyen, in visita nella capitale ucraina. Berlino si era detta contraria a fornire carri armati tedeschi a Kiev, ad esempio i Leopard 2.
Ore 20:25 - Usa, sanzioni contro funzionari russi in Ucraina
Il dipartimento di Stato americano ha imposte nuove sanzioni contro «figure chiave e autorità russe nei territori ucraini attualmente controllati dall’esercito russo e a 31 aziende della difesa, della tecnologia e dell’elettronica». Lo riferisce il dipartimento in una nota.
Ore 20:59 - Von der Leyen: «Putin sia processato dalla Corte internazionale»
Il presidente russo Vladimir Putin deve essere processato dalla Corte penale internazionale per l’invasione dell’Ucraina. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in un’intervista.
Ore 22:27 - Usa verso ulteriori 600 milioni aiuti militari all’Ucraina
Gli Stati Uniti si apprestano ad annunciare ulteriori 600 milioni di dollari di aiuti militari all’Ucraina. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti.
Ore 23:14 - Polizia ucraina: 440 corpi nella fossa comune a Izyum
Circa 440 corpi sono stati trovati in una fosse comune a Izyum, «una delle più grandi sepolture di massa trovate in una città liberata» . Lo ha detto l’investigatore capo della polizia della regione di Kharkiv, Serhii Bolvinov, a Sky News. Al momento «sappiamo che alcuni sono stati uccisi (a colpi d’arma da fuoco), altri dal fuoco d’artiglieria, o per l’esplosione di mine. Alcuni sono morti negli attacchi aerei. Molti corpi non sono stati ancora identificati. Quindi le cause della morte verranno stabilite dalle indagini», ha spiegato. In serata Zelensky aveva annunciato la scoperta di una fosse comune nella città appena liberata.
DAGONEWS il 15 settembre 2021.
Altra morte eccellente, e misteriosa, in Russia. Il direttore della Komsomolskaja Pravda, Vladimir Nikolayevich Sungorkin, è deceduto mercoledì: aveva 68 anni e nel suo corpo ci sarebbero segni di “soffocamento”. Stava viaggiando verso Khabarovsk con alcuni colleghi, prima di dirigersi a Mosca, quando ha perso improvvisamente i sensi.
Poco prima, aveva detto ai colleghi: "Dovremmo trovare un bel posto da qualche parte... per il pranzo". Il suo collega Leonid Zakharov ha spiegato che tre minuti dopo Vladimir ha iniziato a soffocare e il gruppo lo ha portato fuori a prendere aria. Il medico che lo ha visitato inizialmente ha concluso che è morto per un ictus.
Putin: combattiamo solo con una parte dell’esercito, non abbiamo fretta. Francesco Battistini e Viviana Mazza su Il Corriere della Sera il 16 Settembre 2022.
Le notizie di venerdì 16 settembre. Draghi: «Le sanzioni alla Russia funzionano». Uccisi il procuratore di Lugansk e la sua vice in un attentato. Magistrati e giornalisti sul luogo della fossa comune a Izyum
Questa diretta è stata chiusa alle 4:23 del 17 settembre; potete trovare a questo link le notizie in tempo reale sulla guerra in Ucraina.
• La guerra in Ucraina è arrivata al 205esimo giorno.
• La controffensiva: oltre 330 attacchi in 24 ore alle forze russe nel Sud.
• Kiev: scoperte almeno 10 camere di torture a Kharkiv. Magistrati e giornalisti alla fossa comune di Izyum.
• L’Aiea chiede alla Russia di ritirasi dalla centrale di Zaporizhzhia.
• Yevgeny Prigozhin, lo chef di Putin, a capo della Wagner, potrebbe sostituire Shoigu a capo delle operazioni in Ucraina. E arruola detenuti.
Ore 23:48 - Usa, sanzioni contro funzionari russi in Ucraina
Il dipartimento di Stato americano ha imposte nuove sanzioni contro «figure chiave e autorità russe nei territori ucraini attualmente controllati dall’esercito russo e a 31 aziende della difesa, della tecnologia e dell’elettronica». Lo riferisce il dipartimento in una nota.
Ore 01:05 - Von der Leyen: «Putin sia processato dalla Corte internazionale»
Il presidente russo Vladimir Putin deve essere processato dalla Corte penale internazionale per l’invasione dell’Ucraina. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in un’intervista.
Ore 02:11 - Usa verso ulteriori 600 milioni aiuti militari all’Ucraina
Gli Stati Uniti si apprestano ad annunciare ulteriori 600 milioni di dollari di aiuti militari all’Ucraina. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti.
Ore 03:22 - Polizia ucraina: 440 corpi nella fossa comune a Izyum
Circa 440 corpi sono stati trovati in una fosse comune a Izyum, «una delle più grandi sepolture di massa trovate in una città liberata» . Lo ha detto l’investigatore capo della polizia della regione di Kharkiv, Serhii Bolvinov, a Sky News. Al momento «sappiamo che alcuni sono stati uccisi (a colpi d’arma da fuoco), altri dal fuoco d’artiglieria, o per l’esplosione di mine. Alcuni sono morti negli attacchi aerei. Molti corpi non sono stati ancora identificati. Quindi le cause della morte verranno stabilite dalle indagini», ha spiegato. In serata Zelensky aveva annunciato la scoperta di una fosse comune nella città appena liberata.
Ore 04:25 - Blinken conferma nuovo pacchetto di aiuti, Kiev combatte per il futuro
Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha confermato l’autorizzazione del 21mo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, che includerà armamenti, munizioni e attrezzature per un valore complessivo di 600 milioni di dollari. In una nota, il capo della diplomazia di Washington ha ricordato che «gli Stati Uniti, insieme ai nostri alleati e partner, continueranno a fornire all’Ucraina gli armamenti che hanno contribuito al successo della controffensiva» lanciata nei territori occupati dalle forze russe, nel Sud e nell’Est del Paese. Con questo nuovo pacchetto, il valore complessivo dell’assistenza militare fornita all’Ucraina dall’amministrazione Biden ha raggiunto i 15,8 miliardi di dollari. «Il popolo ucraino sta combattendo con coraggio e determinazione, per difendere il proprio Paese e il proprio futuro», ha detto.
Ore 04:46 - Rapporto, perso 15% capacità di stoccaggio del grano
L’Ucraina ha perso circa il 15% della sua capacità di stoccaggio di grano nella guerra con la Russia e ciò minaccia il suo ruolo di principale fornitore mondiale di cibo, secondo un nuovo rapporto. Il Conflict Watch, sostenuto dal governo degli Stati Uniti, afferma che i russi hanno sequestrato 6,2 milioni di tonnellate di spazio di stoccaggio e che una capacità di 2,2 milioni di tonnellate detenuta dall’Ucraina è stata distrutta. In totale, la guerra ha rimosso circa 8,5 milioni di tonnellate dei 58 milioni che può immagazzinare, minacciando la futura capacità di produrre forniture cruciali di grano, mais e olio di girasole per il mercato mondiale, secondo il rapporto. Di conseguenza, gli agricoltori stanno esaurendo lo spazio per immagazzinare le loro spedizioni, il che potrebbe scoraggiare la semina per il prossimo raccolto, in particolare il grano invernale, afferma il rapporto. «Il danno e il sequestro della capacità di stoccaggio da parte della Russia e delle forze alleate russe minacciano di trasformare la crisi agraria in corso in Ucraina in una catastrofe», prevede il rapporto. «Milioni di persone in tutto il mondo dipendono dai prodotti agricoli ucraini e sono direttamente colpiti dall’aumento dei prezzi sul mercato globale causato dalle carenze legate all’invasione russa dell’Ucraina», viene affermato.
Ore 05:01 - Sanzioni Usa puntano l’industria tecnologica russa
Gli Stati Uniti hanno sanzionato una lunga lista di funzionari e società della Russia, sperando di ostacolare qualsiasi tentativo di ricostruire il suo settore della difesa gravemente danneggiato. Gli alti funzionari che sovrintendono alle operazioni sui mercati mobiliari russi, un gruppo di combattenti neonazisti, funzionari russi e filo-russi nelle parti occupate dell’Ucraina e un funzionario che presumibilmente dirigerà l’allontanamento dei bambini ucraini in Russia, sono stati tutti inseriti nella lista nera delle sanzioni statunitensi. L’agenzia di intelligence del Gru e uno dei massimi consiglieri economici del presidente Vladimir Putin, Maxim Oreshkin, sono stati inseriti negli elenchi delle sanzioni. In un’azione parallela, le sanzioni statunitensi hanno preso di mira le aziende spaziali, informatiche e tecnologiche russe, nel tentativo di paralizzare lo sviluppo tecnologico della Russia e soffocare la sua capacità di rinnovare e modernizzare le sue forze armate dopo le pesanti perdite in Ucraina.
Ore 05:11 - Mosca, bombe ucraine su territorio russo, un morto
Almeno una persona è morta e altre due sono rimaste ferite a causa di un bombardamento delle forze ucraine sulla città di Valuiki, nella regione russa di Belgorod: lo ha reso noto su Telegram il governatore di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, secondo quanto riporta la Tass. «Le forze armate ucraine hanno bombardato Valuiki. I sistemi di difesa aerea hanno risposto, ma ci sono stati danni a terra. Secondo le informazioni preliminari, un civile è stato ucciso. Due persone ferite stanno ricevendo assistenza medica sul posto», ha scritto Gladkov.
Ore 05:16 - Zelensky, 3.800 missili russi su Ucraina da inizio guerra «Ma nessun missile avvicinerà la Russia al suo obiettivo»
La Russia ha lanciato oltre 3.800 missili contro l’Ucraina dall’inizio dell’invasione il 24 febbraio scorso: lo ha detto ieri sera il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sottolineando però che «nessun missile avvicinerà la Russia al suo obiettivo. Non ci sarà alcuna sottomissione dell’Ucraina. Ogni missile avvicina la Russia a un maggiore isolamento internazionale, a un maggiore degrado economico e a una condanna storica ancora più netta», ha affermato Zelensky. Lo riporta il Kyiv Independent.
Ore 05:43 - Consiglio governatori Aiea chiede ritiro russo da centrale nucleare Zaporizhzhia
Il consiglio dei governatori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha approvato una risoluzione che chiede il ritiro delle forze russe dal sito della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, e la fine dell’occupazione militare di tale infrastruttura. La risoluzione è la seconda approvata dall’Aiea dopo l’inizio del conflitto in Ucraina: la prima risale allo scorso marzo, quando le forze russe occuparono la centrale nucleare. Nelle scorse settimane Russia e Ucraina si sono vicendevolmente attribuite la responsabilità di ripetuti bombardamenti d’artiglieria sferrati contro il complesso della centrale nucleare, dove l’Aiea ha recentemente inviato un proprio gruppo di esperti.
Ore 06:13 - Oltre 330 attacchi contro russi nel sud in 24 ore
Le forze ucraine hanno lanciato nove attacchi aerei e oltre 330 attacchi con razzi e artiglieria contro le posizioni russe nel sud del Paese nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto il Comando Operativo Meridionale dell’esercito di Kiev, secondo quanto riporta Ukrinform. «Gli aerei ucraini hanno effettuato nove attacchi e le unità missilistiche e di artiglieria hanno effettuato più di 330 attacchi che hanno preso di mira le aree con la maggiore concentrazione di uomini, armi e attrezzature nemiche», ha spiegato il Comando precisando che sono stati colpiti «depositi di munizioni nel distretto di Beryslav, il ponte di Kakhovka, cinque attraversamenti di fiumi vicino a Darivka, Sadove e Nova Kakhovka». Sempre secondo il Comando, le forze russe hanno perso 71 soldati, oltre a cinque carri armati, 14 altri veicoli blindati, un sistema missilistico a lancio multiplo Grad, un sistema di artiglieria e mortaio semovente Nona-S, un pezzo di artiglieria semovente Gvozdika, un sistema antiaereo Shilka, due obici Msta-B e due mortai da 120 mm.
Ore 10:24 - Kiev, 5 morti e 6 feriti dopo bombardamenti nel Donetsk
Cinque civili uccisi e sei feriti nella regione di Donetsk nelle ultime 24 ore. Lo ha affermato il governatore della regione di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, come riporta Kiev Independent. «Nell’ultimo giorno, le truppe russe hanno ucciso un civile a Selydove, uno a Krasnohorivka, uno a Marinka, uno a Soledar e uno a Bakhmut», ha detto Kyrylenko, aggiungendo che «le forze russe hanno anche ferito tre civili a Selydove, due a Krasnohorivka e uno a Toretsk».
Ore 10:26 - 007 Gb, gruppo Wagner recluta detenuti per unità d’assalto
«Le accademie militari russe stanno abbreviando i corsi di addestramento e anticipando le date di laurea dei cadetti così che possano essere schierati per supportare l’operazione in Ucraina. L’impatto della sfida della forza lavoro della Russia è diventato sempre più pesante», si legge ancora nel report. «L’accelerazione dell’addestramento degli ufficiali cadetti e la richiesta di Wagner di truppe d’assalto suggeriscono che due delle carenze più critiche all’interno della crisi dell’equipaggio militare russo sono probabilmente la fanteria da combattimento e i comandanti di grado inferiore».
Ore 10:26 - L’ammissione di Putin: l’Ucraina preoccupa Xi
(di Guido Santevecchi) È stato Vladimir Putin a evocare il pantano dell’Ucraina e ammettere che i cinesi hanno espresso preoccupazioni, nel faccia a faccia di Samarcanda in Uzbekistan con Xi Jinping: il più drammatico e osservato dei loro 39 vertici in dieci anni di frequentazioni da leader supremi di Russia e Cina. Si sono seduti intorno a un grande tavolo a ferro di cavallo, un po’ distanti e anche divisi da un’isola di fiori.
Lo Zar ha salutato: «Caro compagno, caro amico»; Xi gli ha confermato la «felicità di incontrare un vecchio amico». Putin gli ha reso omaggio: «La Russia apprezza l’equilibrio della Cina sull’Ucraina e comprende le sue domande e preoccupazioni sulla questione, sono qui per spiegare la nostra posizione», ha detto subito. Nel primo, stringato resoconto cinese del colloquio, la guerra non è citata: si parla però di «sostegno reciproco sugli interessi fondamentali delle due nazioni».
La maggior parte delle informazioni su quello che si sono detti i due presidenti viene dai russi, evidentemente ansiosi di propagandare la solidarietà della potente Cina. Ha detto ancora Putin: «Mosca appoggia la politica “Una Cina” (intesa come la riunificazione di Taiwan, ndr); ci opponiamo alle provocazioni degli Stati Uniti e dei loro satelliti nello Stretto di Taiwan». Infine la frase sulle preoccupazioni di Xi per la questione ucraina, la prima volta che il capo del Cremlino riconosce che ci sono differenze con l’amico cinese sulla valutazione della situazione creata dalla sua impresa militare (che peraltro Pechino non ha mai condannato e ha rifiutato di definire per quello che è stata, un’aggressione).
Ore 10:40 - Olena Zelenska, first lady ucraina, sarà ai funerali della regina
Sarà la first lady Olena Zelenska a rappresentare l’Ucraina ai funerali della regina Elisabetta che si terranno lunedì a Londra. Lo ha riferito il Sun, secondo il quale Zelenska figura tra i 500 tra capi di Stato e personalità invitati da re Carlo a un ricevimento che si terrà il giorno prima delle esequie. Secondo una fonte citata dal quotidiano, la moglie del presidente Zelensky farà ritorno in Ucraina non appena i funerali si saranno conclusi.
Ore 11:11 - Zelensky, fossa comune a Izyum dimostra che Russia lascia morte ovunque
La fossa comune con circa 440 corpi ritrovata nella città liberata di Izyum dimostra che «la Russia lascia la morte ovunque» e Mosca «deve essere ritenuta responsabile». Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Un luogo di sepoltura di massa è stato trovato a Izyum, nella regione di Kharkiv. Sul posto sono già iniziate le necessarie azioni procedurali. Domani ci dovrebbero essere più informazioni, informazioni chiare e verificate. - ha scritto Zelensky - Domani ci saranno giornalisti ucraini e internazionali a Izyum. Vogliamo che il mondo sappia cosa sta realmente accadendo e cosa ha portato l’occupazione russa. Bucha, Mariupol, ora, sfortunatamente, Izyum... La Russia lascia la morte ovunque. E se ne deve ritenere responsabile. Il mondo deve ritenere la Russia responsabile di questa guerra. Faremo di tutto per che questo avvenga».
Ore 11:44 - Onu vuole inviare team per indagare su fossa comune Izyum
«Abbiamo visto le notizie di possibili fosse comuni con circa 400 corpi a Izyum. I nostri colleghi della Missione di monitoraggio dei diritti umani in Ucraina intendono condurre una visita di monitoraggio sul posto per determinare le circostanze della morte di queste persone», ha detto la portavoce dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Elizabeth Throssell.
Ore 12:07 - Magistrati e giornalisti su luogo fossa comune a Izyum
Pubblici ministeri, agenti di polizia e giornalisti si stanno dirigendo a Izyum, città nella regione di Kharkiv riconquistata dalle forze ucraine nei giorni scorsi, dopo che le autorità hanno affermato di aver trovato una fossa comune con più di 440 corpi. Serhiy Bolvinov, l’investigatore capo della polizia ucraina per la provincia di Kharkiv, ha detto a Sky News che le indagini forensi saranno condotte su ogni corpo sepolto nei boschi vicino alla città.
Ore 12:08 - Filorussi: ucciso il procuratore di Lugansk in un attentato nel suo ufficio, morta anche la vice procuratrice
Il procuratore generale della autoproclamata repubblica di Lugansk, Sergei Gorenko, è stato ucciso oggi quando una bomba è esplosa nel suo ufficio. Lo riferisce l’agenzia russa Interfax. Nell’attentato è deceduta anche la vice procuratrice Ekaterina Steglenko.
Ore 12:39 - Kiev: scoperte almeno 10 camere di tortura a Kharkiv
Kiev ha annunciato di aver scoperto dieci camere di tortura nella regione di Kharkiv, nell’Ucraina nord orientale, riconquistata dagli ucraini. Lo ha detto il capo della polizia nazionale Igor Klymenko. «Ad oggi, posso parlare di almeno dieci camere di tortura scoperte in diverse località della regione di Kharkiv», di cui due nella cittadina di Balaklia, ha riferito Klymenko citato dall’agenzia Interfax-Ucraina.
Ore 13:09 - Ancora missili russi su Kryvyi Rih
Nuovo un attacco missilistico russo su Kryvyi Rih, città di origine del presidente Zelensky, dopo l’attacco alla diga di due giorni fa (che ha provocato inondazioni costringendo i civili a evacuare). «Kryvyi Rih è sotto attacco missilistico. Rimanete nei rifugi. Non filmate e non pubblicate nulla sui social media», ha scritto su Telegram Oleksandr Vilkul, capo dell’amministrazione militare, come riporta Ukrinform.
Ore 13:17 - Uccisi il vicesindaco filorusso di Berdyansk e la moglie
A Berdyansk, città portuale nella regione di Zaporizhzhia, il vice capo dell’amministrazione locale filorussa e sua moglie, che guidava la commissione elettorale territoriale, sono stati uccisi. Lo riportano le agenzie russe. «Oleg Boyko e sua moglie Lyudmila sono stati uccisi vicino al loro garage», hanno riferito le autorità locali.
Ore 13:49 - Filorussi: «L’attentato a Lugansk prova che Kiev è terrorista»
Leonid Psechnik, capo dell’autoproclamata Repubblica di Lugansk, in Ucraina, ha accusato Kiev di avere organizzato l’attentato esplosivo avvenuto negli uffici della Procura nel centro di Lugansk in cui oggi sono rimasti uccisi il procuratore, Serghei Gorenko, e la sua vice, Ekaterina Steglenko. L’attentato, ha detto sul suo canale Telegram Psechnik, citato dall’agenzia russa Tass, «prova che l’Ucraina, sotto la guida dell’attuale leadership, è uno Stato terrorista».
Ore 14:36 - Fonti Usa: «Non inviati a Kiev missili a lungo raggio»
Nell’ultimo pacchetto di aiuti militari dagli Stati Uniti all’Ucraina, annunciato ieri dalla Casa Bianca, non ci sono i sistemi missilistici a lungo raggio chiesti da Kiev e anche da una parte del Congresso. Lo riferiscono fonti dell’amministrazione alla Cnn. I sistemi Atacsm hanno una portata fino a 300 chilometri e Washington, spiegano le fonti, continua a ritenere che l’invio di questi sistemi comporterebbe il rischio di un’escalation, perché potrebbero essere usati per sparare in territorio russo. Attualmente, la portata massima delle armi fornite dagli Stati Uniti all’Ucraina è di circa 78 km.
Ore 15:22 - Putin: vogliamo la fine del conflitto «il prima possibile»
La Russia vuole far finire il conflitto in Ucraina «il prima possibile», ma Kiev «rifiuta i negoziati». Lo afferma il presidente Vladimir Putin, citato da Interfax.
Ore 15:31 - Il premier indiano Modi a Putin: «Non è tempo di fare la guerra»
Il primo ministro dell’India, Narendra Modi, ha detto al presidente russo, Vladimir Putin, che questo «non è il tempo di fare la guerra». La frase è stata detta durante un incontro fra i due leader a margine del vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), in corso a Samarcanda, Uzbekistan. «Eccellenza, io so che oggi non è il tempo di fare la guerra», ha dichiarato Modi, ripreso dalla tv pubblica uzbeca Doordashan, all’inizio del colloquio a due con Putin: il primo dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio scorso.
Ore 15:31 - Izyum, media: molti corpi con corda a collo e mani legate
Diversi corpi trovati nel sito della fossa comune di Izyum avevano corde intorno al collo e le mani legate, secondo quanto riportato sul sito della Reuters. Una circostanza che fa pensare che potrebbero non essere rimasti uccisi in bombardamenti e attacchi aerei.
Ore 15:42 - Putin a Modi: «Consapevole vostre inquietudini su Ucraina»
Incontrando a Samarcanda il primo ministro indiano Narendra Modi, il presidente russo Vladimir Putin ha detto di essere consapevole delle «inquietudini dell’India» sul conflitto in Ucraina. Lo riferisce l’agenzia russa Tass.
Ore 16:07 - Sindaco di Kryvyi Rih: «I russi ci hanno attaccato di nuovo»
Il capo dell’amministrazione militare di Kryvyi Rih, Oleksandr Vilkul, scrive sul suo account Telegram che c’è stato un nuovo attacco missilistico russo contro la città ucraina di Kryvyi Rih. Ieri la città ha rischiato di essere inondata dopo un attacco missilistico russo alla diga vicino alla città. Non si conoscono ancora le conseguenze del nuovo attacco.
Ore 16:09 - Draghi: «Sanzioni a Russia funzionano»
«Le sanzioni alla Russia funzionano e bisogna continuare su quel fronte, come bisogna continuare con il sostegno all’Ucraina. Sostegno a Kiev finché non vince la guerra di liberazione». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al decreto Aiuti ter.
Ore 16:16 - Draghi: «Su sanzioni non condividiamo posizione Salvini»
«Le sanzioni funzionano. Bisogna capire questo, altrimenti non si capirebbero certi comportamenti recenti del presidente Putin e bisogna continuare su quel fronte. E continuare sul fronte di sostegno all’Ucraina per la guerra di liberazione da chi ha invaso il paese. Questa è stata la linea del mio governo. All’interno del centrodestra ci sono tanti punti di vista. Quello di Salvini prevale? Non lo posso dire questo. È una visione (quella di Salvini ndr) che il governo attuale non condivide». Lo afferma il premier Draghi in conferenza stampa.
Ore 17:03 - G7 Parlamenti: sostegno incondizionato a sovranità Ucraina
«Noi, Presidenti dei Parlamenti degli Stati del G7, condanniamo con il massimo vigore la guerra d’aggressione condotta negli ultimi sei mesi dalla Federazione russa contro l’Ucraina in violazione del diritto internazionale. Chiediamo alla Federazione russa di cessare immediatamente le ostilità e di ritirare le sue forze dall’Ucraina. Affermiamo il nostro sostegno incondizionato all’integrità territoriale, alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti». È quello che si legge nel comunicato finale del G7 dei presidenti dei Parlamenti in corso a Berlino.
Ore 17:05 - Putin: «La Turchia pagherà in rubli il 25% del gas russo»
Un accordo dovrebbe presto entrare in vigore tra Russia e Turchia in base al quale Ankara pagherà in rubli il 25% delle sue importazioni di gas russo. Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, durante il vertice a Samarcanda con quello turco, Recep Tayyip Erdogan.
Ore 17:23 - Kadyrov chiama alle armi: «Ogni regione crei un battaglione»
Il leader ceceno Ramzan Kadyrov fa appello alla mobilitazione e invita ogni regione russa a fornire un battaglione di «almeno 1.000 volontari». «La Russia è uno Stato federale in cui ogni regione può assumere iniziative e una di queste dovrebbe essere l’auto-mobilitazione», ha scritto Kadyrov su Telegram. «Non c’è bisogno di attendere che il Cremlino dichiari la legge marziale o la fine dell’operazione speciale in Ucraina, ogni leader regionale è in grado di addestrare e assumere almeno un migliaio di volontari. Potremmo avere un esercito di 85mila uomini».
Ore 17:46 - Blinken: «Le azioni della Russia in Ucraina sono orribili. Cina e India stanno mettendo pressione a Putin»
Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha accusato la Russia di azioni orribili in Ucraina dopo la notizia del ritrovamento di fosse comuni a Izyum. Per quanto riguarda la situazione della guerra, per Blinken, le preoccupazioni espresse da Cina e India sulla guerra in Ucraina stanno mettendo pressione su Vladimir Putin con l’obiettivo di mettere fine alla sua aggressione.
Ore 17:53 - Putin: «Nessuna correzione all’operazione speciale»
Mosca ha dato finora una risposta contenuta ai «tentativi dell’Ucraina di danneggiare le infrastrutture russe, ma la risposta sarà più seria se essi continueranno». Lo ha detto Putin, citato dalle agenzie russe. Il presidente russo fa riferimento agli «attacchi terroristici alle centrali nucleari russe», precisando che Mosca «farà tutto per prevenire» tali azioni.
Inoltre, aggiunge che il piano per l’operazione militare speciale in Ucraina «non subirà correzioni».
Ore 18:18 - Zelensky: «A Izyum trovati corpi con segni di tortura»
«Più di 400 corpi sono stati trovati in una fossa comune a Izyum. Con segni di tortura, fra questi bambini, alcuni vittime di attacchi missilistici, combattenti delle forze armate ucraine». Lo ha scritto su Telegram Volodymyr Zelensky, aggiungendo che «la Russia lascia solo morte e sofferenza dietro di sé. Non scapperete. Non riuscirete a nascondervi. La punizione sarà giustamente terribile».
Al messaggio Zelensky ha allegato le foto dell’esumazione dei corpi che è iniziata oggi. «Il mondo intero dovrebbe vederlo — ha precisato —. Un mondo in cui non dovrebbero esserci crudeltà e terrorismo. Ma tutto questo è lì. E il suo nome è Russia».
Ore 18:23 - L’assemblea dell’Onu consente a Zelensky di parlare a distanza
L’Assemblea Generale dell’Onu ha dato il via libera al presidente ucraino Volodymir Zelensky per parlare a distanza la prossima settimana per il dibattito di alto livello.
Ore 18:30 - I funzionari filorussi uccisi e i nuovi aiuti Usa: l’aggiornamento militare
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’azione ucraina va in profondità sul terreno «convenzionale» con le proprie unità, e colpisce alle spalle il nemico usando le operazioni coperte. In poche ore ci sono stati due attacchi pesanti. Un ordigno ha ucciso il procuratore generale dell’autoproclamata repubblica del Lugansk mentre era nel suo ufficio, insieme alla sua vice. Qualche ora dopo sono stati eliminati due funzionari, marito e moglie, a Berdyansk: ricoprivano ruoli amministrativi nelle zone occupate, la donna dirigeva la commissione elettorale incarica di preparare il referendum per l’annessione. Sono incursioni condotte da sabotatori e partigiani, parte di una strategia pianificata per destabilizzare le zone tenute dagli invasori. Gli episodi sono molti, con modus operandi differenti, a sottolineare l’esistenza di rete clandestina in cui muovono team delle forze speciali, resistenti civili, elementi capaci di sorprendere. E l’effetto psicologico aumenta perché si aggiunge alla pressione bellica tradizionale (manovre, bombardamenti).
Ore 18:37 - Putin: «Combattiamo solo con una parte dell’esercito, non abbiamo fretta. La controffensiva di Kiev? Vedremo come andrà a finire»
«A poco a poco, l’esercito russo sta occupando sempre più territori. Attiro la vostra attenzione sul fatto che non stiamo combattendo con un esercito completo, stiamo combattendo solo con una parte dell’esercito russo, solo con un’unità a contratto». È quanto ha fatto presente il presidente russo Vladimir Putin in una conferenza stampa a Samarcanda, parlando della controffensiva ucraina e dell’obiettivo di Mosca, che resta quello della «liberazione del Donbass, l’operazione continua, non abbiamo fretta».
Sulla controffensiva di Kiev Putin commenta: «Vedremo come andrà a finire».
Ore 01:48 - Biden avverte Putin su uso armi nucleari: non farlo
Biden mette in guardia il presidente russo Vladmir Putin sulla guerra in Ucraina e sull’uso di armi nucleari o chimiche. «Non farlo, non farlo. Se lo facessi il volto della guerra cambierebbe», afferma Biden in un’intervista a «60 Minutes» di cui sono stati diffusi degli estratti. Il presidente americano non entra nei dettagli di quale potrebbe essere la risposta americana: «Sarebbe consequenziale». Se il Cremlino decidesse di usare armi chimiche o nucleari diventerebbe «ancora di più paria nel mondo».
Ore 02:43 - Kiev, 25 camion con forniture verso centrale Zaporizhzhia
La società statale ucraina che gestisce tutte le centrali nucleari del Paese, Energoatom, ha inviato ieri 25 camion con pezzi di ricambio, carburante e altri materiali a Energodar, la città satellite della centrale nucleare di Zaporizhzhia: le forniture sono destinate all’impianto, ha reso noto Energoatom, secondo quanto riporta Ukrainska Pravda. «Un convoglio di 25 camion di Energoatom ha superato i posti di blocco nemici e ha raggiunto Energodar oggi, 16 settembre 2022 — si legge in un comunicato —. Energoatom ha consegnato i pezzi di ricambio urgentemente necessari per riparare le linee elettriche e i reattori danneggiati della centrale nucleare di Zaporizhzhia, che continua a essere terrorizzata dagli occupanti russi».
Ore 04:23 - Kiev, in 3 giorni 13 missili da crociera su Kryvyh Rih
Le forze russe hanno lanciato negli ultimi tre giorni 13 missili contro Kryvyh Rih, la città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare della città, Oleksandr Vilkul, secondo quanto riporta Ukrinform. «Tredici missili da crociera in tre giorni. Iskander, Kh, e i più costosi missili russi, i Kinzhal, di cui hanno dispongono solo di alcune decine. Sembra una follia, ma questa è la nostra realtà», ha scritto Vilkul.
Ucraina Russia, news sulla guerra di sabato 17 settembre. Francesco Battistini e Viviana Mazza su Il Corriere della Sera il 17 Settembre 2022.
Le notizie di sabato 17 settembre, in diretta. L’Onu consente un videomessaggio di Zelensky nonostante le obiezioni di Mosca; il 99% dei corpi riesumati dal sito di Izyum presenta segni di morte violenta: lo sostiene l’Ucraina
Questa diretta è stata chiusa. Trovate a questo link il nuovo articolo con tutte le notizie, in diretta, sulla guerra in Ucraina.
• La guerra in Ucraina è arrivata al 206esimo giorno.
• Il segretario di stato americano Antony Blinken accusa la Russia di «azioni orribili».
• Sono oltre 400 i corpi ritrovati nelle fosse comuni a Izyum, molti con una corda al collo e le mani legate. Il presidente Zelensky: «La Russia lascia solo morte e sofferenza dietro di sé. La punizione sarà giustamente terribile».
• Il procuratore generale della autoproclamata repubblica di Lugansk, Sergei Gorenko, è rimasto ucciso dall’esplosione di una bomba nel suo ufficio.
Ore 05:14 - I funzionari filorussi uccisi e i nuovi aiuti Usa: l’aggiornamento militare
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’azione ucraina va in profondità sul terreno «convenzionale» con le proprie unità, e colpisce alle spalle il nemico usando le operazioni coperte. In poche ore ci sono stati due attacchi pesanti. Un ordigno ha ucciso il procuratore generale dell’autoproclamata repubblica del Lugansk mentre era nel suo ufficio, insieme alla sua vice. Qualche ora dopo sono stati eliminati due funzionari, marito e moglie, a Berdyansk: ricoprivano ruoli amministrativi nelle zone occupate, la donna dirigeva la commissione elettorale incarica di preparare il referendum per l’annessione. Sono incursioni condotte da sabotatori e partigiani, parte di una strategia pianificata per destabilizzare le zone tenute dagli invasori. Gli episodi sono molti, con modus operandi differenti, a sottolineare l’esistenza di rete clandestina in cui muovono team delle forze speciali, resistenti civili, elementi capaci di sorprendere. E l’effetto psicologico aumenta perché si aggiunge alla pressione bellica tradizionale (manovre, bombardamenti).
Ore 05:16 - Assemblea Onu consente a Zelensky di parlare a distanza
L’Assemblea Generale dell’Onu ha dato il via libera al presidente ucraino Volodymir Zelensky per parlare a distanza la prossima settimana per il dibattito di alto livello. Con 101 voti favorevoli, 7 contrari (tra cui Russia, Siria, Cuba e Corea del Nord) e 19 astensioni, l’Assemblea Generale Onu ha deciso, «senza creare un precedente» per le riunioni successive, che «l’Ucraina può presentare una dichiarazione pre-registrata del suo capo di Stato» la prossima settimana per il dibattito generale. Secondo fonti diplomatiche del Palazzo di Vetro, comunque, non è escluso che il presidente Zelensky decida di partecipare di persona all’Assemblea Generale. A New York è attesa anche la first lady, Olena Zelenska, che lunedì sarà a Londra per i funerali della Regina Elisabetta.
Ore 01:48 - Biden avverte Putin su uso armi nucleari: non farlo
Biden mette in guardia il presidente russo Vladmir Putin sulla guerra in Ucraina e sull’uso di armi nucleari o chimiche. «Non farlo, non farlo. Se lo facessi il volto della guerra cambierebbe», afferma Biden in un’intervista a «60 Minutes» di cui sono stati diffusi degli estratti. Il presidente americano non entra nei dettagli di quale potrebbe essere la risposta americana: «Sarebbe consequenziale». Se il Cremlino decidesse di usare armi chimiche o nucleari diventerebbe «ancora di più paria nel mondo».
Ore 02:07 - A Izyum corpi con corde al collo. Onu indagherà su fossa comune
L’Onu ha annunciato che vuole inviare una squadra di esperti per indagare sulle fosse comuni ritrovate a Izyum, città dell’Ucraina appena riconquistata alle forze filo-russe. «Abbiamo visto le notizie di possibili fosse comuni con circa 400 corpi a Izyum. I nostri colleghi della Missione di monitoraggio dei diritti umani in Ucraina intendono condurre una visita sul posto per determinare le circostanze della morte di queste persone», ha detto la portavoce dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Elizabeth Throssell. Diversi corpi trovati nel sito della fossa comune di Izyum avevano corde intorno al collo e le mani legate, secondo quanto riportato sul sito della Reuters.
Una circostanza che fa pensare che potrebbero non essere rimasti uccisi in bombardamenti e attacchi aerei.
L’alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell, si è detto «profondamente scioccato dalle fosse comuni scoperte dalle autorità ucraine con oltre 440 corpi a Izyum, recentemente liberata dall’esercito russo. La leadership russa e tutte le persone coinvolte saranno ritenute responsabili. L’Ue sostiene ogni sforzo a tal fine».
Secondo un politico locale, «gran parte di Izyum, città nella regione di Kharkivr riconquistata dalle forze ucraine nei giorni scorsi, giace in rovina, fino all’80% delle infrastrutture della città è stato distrutto, i corpi vengono ancora ritrovati tra le macerie». Lo riferisce la Bbc. Il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak ha twittato una foto della fossa comune con centinaia di corpi trovata a Izyum (finora 440) affermando che «la Russia è uno Stato assassino». In alcune tombe sarebbero sepolti soldati ucraini. Yermak ha annunciato ulteriori informazioni sul ritrovamento per oggi.
Kiev ha fatto sapere di aver scoperto dieci camere di tortura nella regione di Kharkiv, nell’Ucraina nord orientale, riconquistata alle forze russe. Lo ha detto il capo della polizia nazionale Igor Klymenko. «A oggi, posso parlare di almeno dieci camere di tortura scoperte in diverse località della regione di Kharkiv», di cui due nella cittadina di Balaklia, ha riferito Klymenko citato dall’agenzia Interfax-Ucraina.
Ore 02:43 - Kiev, 25 camion con forniture verso centrale Zaporizhzhia
La società statale ucraina che gestisce tutte le centrali nucleari del Paese, Energoatom, ha inviato ieri 25 camion con pezzi di ricambio, carburante e altri materiali a Energodar, la città satellite della centrale nucleare di Zaporizhzhia: le forniture sono destinate all’impianto, ha reso noto Energoatom, secondo quanto riporta Ukrainska Pravda. «Un convoglio di 25 camion di Energoatom ha superato i posti di blocco nemici e ha raggiunto Energodar oggi, 16 settembre 2022 — si legge in un comunicato —. Energoatom ha consegnato i pezzi di ricambio urgentemente necessari per riparare le linee elettriche e i reattori danneggiati della centrale nucleare di Zaporizhzhia, che continua a essere terrorizzata dagli occupanti russi».
Ore 4:23 - Kiev, in 3 giorni 13 missili da crociera su Kryvyh Rih
Le forze russe hanno lanciato negli ultimi tre giorni 13 missili contro Kryvyh Rih, la città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare della città, Oleksandr Vilkul, secondo quanto riporta Ukrinform. «Tredici missili da crociera in tre giorni. Iskander, Kh, e i più costosi missili russi, i Kinzhal, di cui hanno dispongono solo di alcune decine. Sembra una follia, ma questa è la nostra realtà», ha scritto Vilkul.
Ore 10:22 - L'intelligence di Londra: «La Russia potrebbe non avere riserve per resistere alla controffensiva a Luhansk»
La Russia potrebbe non avere «riserve sufficienti» o «morale adeguato» per resistere a un altro assalto ucraino a Luhansk, nel Donbass . Lo afferma il ministero della Difesa britannico. che nel suo ultimo briefing di intelligence sostiene: «Qualsiasi sostanziale perdita di territorio a Luhansk minerà inequivocabilmente la strategia russa».
La valutazione arriva dopo che le forze ucraine hanno recentemente riconquistato più di 6.000 kmq di territorio, inclusa la città di Izyum, considerata la porta del Donbass.
Ore 10:54 - Kiev: liberato un altro villaggio, è vicino a Lyman, nel Donetsk
Continua la controffensiva ucraina nel Donetsk. I soldati della 66esima brigata delle forze armate ucraine hanno annunciato la liberazione del villaggio di Shchurove, a 12 chilometri dalla città di Lyman. L'annuncio, come riporta Unian, è stato dato dai soldati ucraini in un videomessaggio nel quale i militari riferiscono che Shchurovoe, noto come piccolo villaggio turistico, è passato sotto il controllo di Kiev ed è stato completamente liberato dai russi. Dopodiché, il soldato issa la bandiera ucraina sul villaggio. Shchurove si trova a 12 chilometri da Lyman nella regione di Donetsk, dove sono in corso pesanti battaglie.
Ore 11:09 - Podolyak sferza l'Occidente: «Che aspettate a inviarci dei sistema di difesa efficaci, un disastro?»
Il consigliere del presidente Zelenskiy, Mykhailo Podolyak, ha esortato i Paesi europei a fornire all'Ucraina sistemi di difesa missilistica «moderni ed efficaci». La richiesta dell'Ucraina arriva dopo due giorni di attacchi mirati contro la rete elettrica di Kharkiv e i ripetuti bombardamenti della centrale nucleare di Zaporizhzhia. E dopo che Vladimir Putin ha avvertito che Mosca potrebbe intensificare i suoi attacchi alle infrastrutture vitali del Paese.
«I Paesi occidentali hanno molti sistemi di difesa aerea, missili moderni ed efficaci. Ma i missili non volano su Parigi, Roma o Berlino. Volano sopra le città ucraine. Forse è il momento di proteggere i civili e le infrastrutture critiche? O aspetteremo un disastro causato dall'uomo su larga scala?», ha twittato Podolyak.
Ore 11:30 - Kadyrov: due battaglioni ceceni si uniscono alle truppe russe nel Donbass
Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, ha annunciato che due battaglioni «si sono uniti all'enorme numero di truppe alleate nel Donbass». Lo riportano i media russi. Kadyrov ha riferito che i militari sono dotati di «attrezzature moderne e armi avanzate». I combattenti ceceni «sono pronti a ribaltare tutte le posizioni del nemico», ha aggiunto.
Ore 11:55 - Le lettere dei soldati russi a Izyum: «è un inferno», «ho chiesto il congedo»
Totale disorganizzazione e demoralizzazione delle truppe sono le cause principali della ritirata a valanga dell'armata russa sul fronte di Kharkiv ed Izyum. Che i soldati di Mosca non sentano affatto l'invasione dell'Ucraina come la loro guerra, una guerra di popolo, lo provano le numerose lettere scritte a mano dai militari russi, pronte per essere spedite ai familiari, ma anche quelle ricevute a casa e dagli amici. Lettere che abbandonate nel caos provocato dalla controffensiva ucraina sono state trovate assieme a vari documenti e all'intero archivio militare di un reparto di stanza a Izyum. «E un'inferno», «sto sperimentando l'esaurimento fisico e morale», «ho chiesto di essere congedato per il peggioramento della mia salute e la mancata assistenza medica», scrivono i soldati ai genitori.
Il contenuto delle missive consente di ricostruire i retroscena degli eventi che hanno determinato il convulso ritiro da Kharkiv e Izyum, dove in molti casi le truppe sono fuggite dopo aver a malapena combattuto. Come le lettere da Berlino, che durante lo spietato regime nazista denunciavano la tragedia incombente sulla Germania, le parole scritte dagli obychnyye soldaty, i soldati semplici, dalle trincee ucraine sono un colpo al cuore del regime di Putin: la fotografia di un sentimento popolare inespresso ma diffuso.
Ore 13:01 - Il reporter Mattia Sorbi rientra in Italia: era stato ferito in Ucraina
Mattia Sorbi è in viaggio verso l’Italia. Il giornalista freelance milanese ferito in Ucraina è a bordo di un’aeroambulanza predisposta dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per Istanbul, da dove poi proseguirà per Milano. Il reporter era rimasto ferito a inizio settembre poco dopo essere arrivato con un taxi nella zona del fronte, vicino a Kherson
Ore 13:53 - Rosneft protesta per la decisione di Berlino di nazionalizzare le filiali tedesche della compagnia russa: «è un esproprio illegale»
La decisione di Berlino di nazionalizzare le filiali di Rosneft in Germania è un «esproprio» ed «è illegale». L’ha affermato oggi il colosso petrolifero russo in una nota dopo l’annuncio di ieri di Berlino. «La decisione del governo federale tedesco di trasferire gli asset della compagnia all’agenzia della rete federale per la gestione esterna, purtroppo, non è inattesa per noi ed è in linea con l’algoritmo di azioni imposto dagli Usa in relazione alle imprese russe in Germania», recita la nota. «E’ una decisione illegale e, nei fatti, è un’esproprio degli azionisti come risultato di una situazione deliberatamente creata dalle relative sanzioni Ue e dalle azioni dei regolatori tedesco e polacco, il cui scopo è sequestrare gli asset», sostiene la compagnia. A fronte di una decisione che Rosneft ritiene «non temporanea», il gruppo russo minaccia «azioni legali» per difendere gli interessi dei suoi azionisti.
Ore 14:14 - Ultima ovazione per il ballerino Oleksandr Shapoval, morto nell'Est
Oggi l’ultima ovazione per il ballerino Oleksandr Shapoval al Teatro dell’Opera di Kiev. Si era esibito per 28 stagioni prima di offrirsi volontario per combattere nell’Est. E' stato colpito lunedì 12 settembre nella battaglia di Majorsk, nella regione ucraina di Donetsk. Malgrado i successi di Kiev sul campo, la sua morte ricorda il costo terribile di questa guerra.
Un'ultima ovazione per il ballerino Oleksandr Shapoval al Teatro dell'Opera di Kiev. Si era esibito per 28 stagioni prima di offrirsi volontario per combattere nell'est. Sebbene l'Ucraina ottenga successi sul campo di battaglia, la sua morte ricorda il terribile e duraturo costo di questa guerra.
Ore 15:54 - Il Cremlino: «Armi nucleari? Seguiremo la nostra dottrina»
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha risposto alle parole del presidente statunitense Joe Biden su un eventuale uso di armi nucleari da parte di Mosca: «Legga la dottrina, è tutto scritto lì», ha detto Peskov, riferendosi alla dottrina russa che prevede l’utilizzo di testate nucleari tattiche nel caso di aggressione alla Federazione russa che ne «metta a rischio l’esistenza» ma anche «la sovranità e l’integrità territoriale dello Stato».
Ore 16:08 - Kiev: 11 navi da guerra russe nel mar Nero
«Nel Mar Nero, vicino alla costa della Crimea, stanno manovrando 11 navi nemiche, tra cui tre portamissili superficie-superficie equipaggiate con 24 missili Kalibr e 4 missili antiaerei». Lo scrive il Comando operativo Sud delle forze armate ucraine su Facebook, aggiungendo che la probabilità di attacchi con missili e bombardamenti sulle regioni meridionali del Paese resta estremamente alta.
Ore 16:58 - La centrale di Zaporizhzhya ricollegata alla rete ucraina
la centrale nucleare di Zaporizhzhya, attualmente sotto controllo russo è stata ricollegata alla rete elettrica dell’Ucraina. Lo ha reso noto l’Aiea, l’agenzia internazionale dell’energia atomica i cui delegati avevano nei giorni scorsi fatto visita all’impianto.
Ore 18:02 - Spari contro il convoglio dell’elemosiniere del Papa
L’inviato del Papa in Ucraina, il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski, insieme a due vescovi, uno cattolico e uno protestante, e accompagnato da un soldato, oggi ha caricato il suo pulmino di aiuti e si è inoltrato dove «oltre i soldati non entra più nessuno» perché i colpi si fanno più fitti. In una delle tappe previste il gruppo è stato raggiunto da colpi d’armi da fuoco e il cardinale, insieme agli altri, si è dovuto mettere in salvo: «Per la prima volta nella mia vita non sapevo dove fuggire... perché non basta correre, bisogna sapere dove», ha detto a Vatican News parlando da Zaporizhia. Il cardinale sta bene.
Ore 00:28 - L’arcivescovo di Kiev: «A Izyum sepolture di massa, più di 400 torturati»
Una tragedia senza fine. E ancora terribili scoperte. «Purtroppo, in quei nostri territori che sono stati recentemente liberati dall’occupante, in particolare nella regione di Kharkiv, si scoprono terribili scene di torture e abusi della popolazione civile. Conosciamo tutti le città di Bucha, Borodyanka, Irpin, Hostomel vicino a Kyiv. Ma quello che si presenta agli occhi a Izyum e in altre città della regione di Kharkiv, può essere decine di volte peggio. Vicino alla città di Izyum hanno trovato un enorme cimitero, sepoltura di massa in cui sono già state identificate più di 400 persone innocentemente torturate e uccise». Lo denuncia l’arcivescovo di Kiev nel videomessaggio quotidiano. «Ieri - dice Shevchuk- siamo rimasti tutti scioccati dal filmato di Balaklia dove nella camera delle torture su un muro verde scuro è stata trovata - scalfita da un prigioniero - la preghiera «Padre nostro». Si può solo immaginare com’era la preghiera dei prigionieri nei centri di tortura russi siti nella regione ucraina di Kharkiv».
Ore 00:41 - Zelensky: «I russi risponderanno delle atrocità, come i nazisti»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel video messaggio serale su Telegram, è intervenuto di nuovo sulle atrocità dell’esercito russo. «La tortura era una pratica diffusa nei territori occupati. Questo è ciò che hanno fatto i nazisti. Questo è ciò che fanno i russi. E risponderanno allo stesso modo, sia sul campo di battaglia sia nelle aule di tribunale. Identificheremo tutti coloro che hanno torturato, umiliato, che hanno portato queste atrocità dalla Russia qui, nella nostra terra ucraina», ha detto, riferendosi appunto alle atrocità commesse dalle truppe di Mosca nella regione di Kharkiv e delle sepolture di massa a Izyum di civili torturati, morti di stenti o sotto le bombe.
Ore 01:01 - Zelensky chiede agli Usa armi più potenti, Biden resiste
Nel momento in cui l’Ucraina sta ottenendo risultato nella controffensiva contro i russi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta facendo pressione su Joe Biden affinché gli Stati Uniti forniscano a Kiev un’arma nuova e più potente, ovvero un sistema missilistico con un raggio di 305,7 chilometri, in grado quindi di raggiungere la Russia. Lo riporta il New York Times, sottolineando che Zelensky ha assicurato agli americani che non intende colpire città russe o target civili. Biden però sta opponendo resistenza alla richiesta. «Stiamo cercando di evitare la terza guerra mondiale», va ripetendo il presidente americano ai suoi collaboratori.
Da corriere.it il 17 settembre 2022.
L’inviato del Papa in Ucraina, il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski, insieme a due vescovi, uno cattolico e uno protestante, e accompagnato da un soldato, oggi ha caricato il suo pulmino di aiuti e si è inoltrato dove «oltre i soldati non entra più nessuno» perché i colpi si fanno più fitti. In una delle tappe previste il gruppo è stato raggiunto da colpi d’armi da fuoco e il cardinale, insieme agli altri, si è dovuto mettere in salvo: «Per la prima volta nella mia vita non sapevo dove fuggire... perché non basta correre, bisogna sapere dove», ha detto a Vatican News parlando da Zaporizhia. Il cardinale sta bene.
Gian Guido Vecchi per il Corriere della Sera il 18 settembre 2022.
«Sa com’è, l’erba cattiva…». Don Corrado, come si fa chiamare, trova la forza di scherzarci sopra. Dev’essere la prima volta che in zona di guerra sparano a un cardinale per lo più un “ministro” vaticano. Alla quarta missione in Ucraina, inviato da Papa Francesco, il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere del pontefice e prefetto del Dicastero della Carità, stava portando aiuti da Odessa a Zaporizhia a Kharkiv, vicino al confine russo, ha caricato il suo pulmino di viveri e si è diretto «dove ormai non entra più nessuno, a parte i soldati», racconta al Corriere, «in una zona controllata dai russi», insieme con un vescovo cattolico, uno protestante e un soldato ucraino.
«È qui che i colpi si fanno più fitti e la gente rimasta ha più bisogno di viveri e assistenza». Alla seconda tappa, verso il confine, il furgoncino del cardinale è stato raggiunto da raffiche di proiettili, «per la prima volta in vita mia non sapevo dove fuggire, perché non basta correre, bisogna sapere dove». Nessuno è rimasto ferito, «sto bene, ora sono a Kharkiv, la città più bombardata di tutte, dove ci sono le fosse comuni come a Katyn». Krajewski si è fermato a pregare come fece il 15 aprile, Venerdì Santo, sull’orlo delle fosse di Borodjanka.
Anche stavolta si è fatto 3 .600 chilometri in macchina da Roma. «ll Santo Padre mi ha chiamato e mi ha detto: sarebbe bello se riuscissi ad andare in Ucraina nelle zone di guerra e visitare le comunità assediate da più di 200 giorni, che sono rimaste tra la gente». Le immagini che il cardinale invia dall’Ucraina lo mostrano tra la gente, la croce pettorale sopra il giubbotto antiproiettile, sullo sfondo di case e palazzi distrutti dai bombardamenti. «Mancano le lacrime e mancano le parole. Si può solo pregare: Gesù confido in te».
Ucraina Russia, news sulla guerra del 18 settembre. Francesco Battistini e Viviana Mazza su Il Corriere della Sera il 18 Settembre 2022.
Le notizie di domenica 18 settembre, in diretta. L’elemosiniere di Bergoglio, Konrad Krajewski, è rimasto illeso dopo un attacco al suo convoglio, sabato. Zelensky chiede armi più potenti agli Usa, ma Biden temporeggia
• La guerra in Ucraina è arrivata al 207esimo giorno.
• Durante la visita in Ucraina, il convoglio sul quale viaggiava l’elemosiniere del Papa, Konrad Krajewski, è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco. Il cardinale e i suoi accompagnatori sono illesi.
• Mattia Sorbi, il reporter rimasto ferito in Ucraina, è in procinto di rientrare nel nostro Paese. Farà prima tappa a Istanbul.
• L’Aiea ha reso noto che la centrale nucleare di Zaporizhzhya, attualmente sotto controllo russo, è stata ricollegata alla rete elettrica dell’Ucraina.
• La denuncia dell’arcivescovo di Kiev: «A Izyum sepolture di massa, più di 400 torturati».
• Zelensky chiede agli Usa di fornire armi più potenti, ma il presidente Biden resiste.
Ore 04.41 - Il reporter Mattia Sorbi rientra in Italia: era stato ferito in Ucraina
Mattia Sorbi è in viaggio verso l’Italia. Il giornalista freelance milanese ferito in Ucraina è a bordo di un’aeroambulanza predisposta dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per Istanbul, da dove poi proseguirà per Milano. Il reporter era rimasto ferito a inizio settembre poco dopo essere arrivato con un taxi nella zona del fronte, vicino a Kherson
Ore 04.53 - La centrale di Zaporizhzhya ricollegata alla rete ucraina
La centrale nucleare di Zaporizhzhya, attualmente sotto controllo russo è stata ricollegata alla rete elettrica dell’Ucraina. Lo ha reso noto l’Aiea, l’agenzia internazionale dell’energia atomica i cui delegati avevano nei giorni scorsi fatto visita all’impianto.
Ore 05:01 - L’arcivescovo di Kiev: «A Izyum sepolture di massa, più di 400 torturati»
Una tragedia senza fine. E ancora terribili scoperte. «Purtroppo, in quei nostri territori che sono stati recentemente liberati dall’occupante, in particolare nella regione di Kharkiv, si scoprono terribili scene di torture e abusi della popolazione civile. Conosciamo tutti le città di Bucha, Borodyanka, Irpin, Hostomel vicino a Kyiv. Ma quello che si presenta agli occhi a Izyum e in altre città della regione di Kharkiv, può essere decine di volte peggio. Vicino alla città di Izyum hanno trovato un enorme cimitero, sepoltura di massa in cui sono già state identificate più di 400 persone innocentemente torturate e uccise». Lo denuncia l’arcivescovo di Kiev nel videomessaggio quotidiano.
«Ieri - dice Shevchuk- siamo rimasti tutti scioccati dal filmato di Balaklia dove nella camera delle torture su un muro verde scuro è stata trovata - scalfita da un prigioniero - la preghiera «Padre nostro». Si può solo immaginare com’era la preghiera dei prigionieri nei centri di tortura russi siti nella regione ucraina di Kharkiv».
Ore 05:10 - Zelensky: «I russi risponderanno delle atrocità, come i nazisti»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel video messaggio serale su Telegram, è intervenuto di nuovo sulle atrocità dell’esercito russo. «La tortura era una pratica diffusa nei territori occupati. Questo è ciò che hanno fatto i nazisti. Questo è ciò che fanno i russi. E risponderanno allo stesso modo, sia sul campo di battaglia sia nelle aule di tribunale. Identificheremo tutti coloro che hanno torturato, umiliato, che hanno portato queste atrocità dalla Russia qui, nella nostra terra ucraina», ha detto, riferendosi appunto alle atrocità commesse dalle truppe di Mosca nella regione di Kharkiv e delle sepolture di massa a Izyum di civili torturati, morti di stenti o sotto le bombe.
Ore 05:13 - Spari contro il convoglio dell’elemosiniere del Papa
L’inviato del Papa in Ucraina, il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski, assieme a due vescovi, uno cattolico e uno protestante, e accompagnato da un soldato, oggi ha caricato il suo pulmino di aiuti e si è inoltrato dove «oltre i soldati non entra più nessuno» perché i colpi si fanno più fitti. In una delle tappe previste il gruppo è stato raggiunto da colpi d’armi da fuoco e il cardinale, insieme agli altri, si è dovuto mettere in salvo: «Per la prima volta nella mia vita non sapevo dove fuggire... perché non basta correre, bisogna sapere dove», ha detto a Vatican News parlando da Zaporizhia. Il cardinale sta bene.
Ore 05:24 - Zelensky chiede agli Usa armi più potenti, Biden resiste
Nel momento in cui l’Ucraina sta ottenendo risultato nella controffensiva contro i russi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta facendo pressione su Joe Biden affinché gli Stati Uniti forniscano a Kiev un’arma nuova e più potente, ovvero un sistema missilistico con un raggio di 305,7 chilometri, in grado quindi di raggiungere la Russia. Lo riporta il New York Times, sottolineando che Zelensky ha assicurato agli americani che non intende colpire città russe o target civili. Biden però sta opponendo resistenza alla richiesta. «Stiamo cercando di evitare la terza guerra mondiale», va ripetendo il presidente americano ai suoi collaboratori.
Ore 06:01 - Media ucraini: «Respinti soldati russi nell’Oblast’ di Kherson»
Secondo quanto riferito dal Kyiv Independent, l’esercito ucraino avrebbe distrutto una chiatta russa con personale e attrezzature nel sud dell’Ucraina. Il Comando operativo ucraino «Sud» ha riferito che le forze ucraine hanno anche ucciso 62 soldati russi e distrutto due Uav e cinque veicoli blindati. I soldati russi hanno tentato di avanzare ma sono stati respinti dai difensori ucraini nell’Oblast’ di Kherson, ha dichiarato il comando
Ore 10:30 - Zelensky: nella regione di Kharkiv sono state trovate dieci stanze di tortura
Oltre dieci stanze per le torture sono state trovate nelle città e i villaggi liberati dalla controffensiva ucraina nell’oblast di Kharkiv. A denunciarlo è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto discorso video notturno. «Nelle aree liberate della regione di Kharkiv, sono state trovate oltre dieci stanze della tortura in città e villaggi. Quando gli occupanti sono fuggiti hanno lasciato gli strumenti di tortura. Anche in una comune stazione ferroviaria, a Kozacha Lopan, è stata trovata una stanza della tortura, con strumenti per choc elettrici. Era solo una stazione ferroviaria! La tortura era pratica comune nei territori occupati. Sono cose che facevano i nazisti. È quello che ora fanno i «ruscisti» (crasi tra russi e fascisti, ndr). E ne dovranno rendere conto nello stesso modo, sul campo di battaglia e nei tribunali», ha detto Zelensky, citato da Ukrinform.
Ore 11:30 - Bombe russe su un ospedale, morti quattro medici
Quattro medici sono morti e 2 pazienti sono rimasti feriti durante un bombardamento russo nel villaggio di Strelecha, nella regione di Kharkiv, mentre era in corso un’evacuazione dei pazienti da un ospedale psichiatrico colpito da missili. Lo denuncia Oleg Sinegubov, capo dell’amministrazione statale regionale di Kharkiv, secondo quanto riporta l’Ukrainska Pravda. «Gli operatori sanitari, anche sotto i bombardamenti, rischiando la vita, hanno cercato di salvare i malati. È stato possibile evacuare 30 pazienti, in totale ce ne sono più di 600 nell’istituto. Durante l’evacuazione, i russi hanno iniziato un massiccio bombardamento».
Ore 12:22 - Papa Francesco: «Continuo a pregare per ogni terra insanguinata dalla guerra»
«Continuiamo a pregare per il martoriato popolo ucraino e per la pace in ogni terra insanguinata dalla guerra». Così Papa Francesco da piazza San Pietro ha chiuso il suo Angelus.
Ore 12:53 - Spari russi a Strelecha su auto civili: morte due donne
Nel villaggio di confine di Strelecha, nella regione ucraina di Kharkiv, i russi hanno sparato su un auto civile da un carro armato, uccidendo due donne. Lo denuncia il capo della regione di Kharkiv, Oleg Sinegubov, su Telegram, come riportano i media ucraini. A Strelecha, questa mattina, un ospedale è stato bombardato in piena evacuazione, e sono morti almeno quattro medici.
Ore 14:02 - La Russia accusa gli ucraini: nuovi bombardamenti su Olenivka
La Russia ha annunciato un nuovo bombardamento della colonia di Olenivska , dove gli occupanti tengono prigionieri di guerra ucraini. Lo riporta Unian, che sottolinea come i russi precedentemente avevano incolpato le forze armate ucraine dell’attacco denunciando la morte di un prigioniero di guerra e il ferimento di altri quattro. L’Unian ricorda che la notte del 29 luglio, sul territorio dell’ex colonia penale nel villaggio occupato di Olenivka, un’esplosione ha distrutto un edificio dove venivano tenuti i prigionieri di guerra ucraini che erano stati portati fuori dallo stabilimento di Azovstal. Subito dopo l’esplosione, la Russia ha accusato le forze armate ucraine di aver bombardato la colonia penale.
Ore 16:27 - Cantante russa contro la guerra: «Dichiaratemi agente straniero»
Alla Pugacheva, una delle più famose cantanti russe, ha pubblicato un post su Instagram in cui chiede al ministero della Giustizia di Mosca di elencarla come «agente straniero» dopo che ieri suo marito, Maxim Galkin, comico che si è ripetutamente espresso contro la guerra in Ucraina, è stato designato «agente straniero» dalla Russia. Nel post, riporta il Guardian citando Meduza, Pugacheva chiede anche la fine «della morte dei nostri ragazzi per scopi illusori che rendono il nostro Paese un paria e appesantiscono la vita dei suoi cittadini».
Ore 16:58 - Ambasciatrice Kiev in Usa, crimini guerra di enormi proporzioni
L’Ucraina ha rinvenuto prove di «crimini di guerra di enormi proporzioni. È importante che tutti vedano il volto vero di questa aggressione». Lo afferma l’ambasciatrice ucraina negli Stati Uniti, Oksana Markarova, in un’intervista a Abc. «Torture, stupri, uccisioni, crimini di guerra di enormi proporzioni. È questo il motivo per cui dobbiamo liberare il territorio dell’Ucraina il prima possibile. I russi stanno puntando tutti gli ucraini: intere famiglie, bambini, non c’è logica. Fa paura ed è commettere un genocidio contro gli ucraini», spiega Markarova.
Ore 17:03 - Guterres pessimista su fine guerra a breve termine
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, è pessimista su una fine a breve termine della guerra in Ucraina. «Russi e ucraini credono di poter vincere la guerra. Non vedo alcuna possibilità, a breve termine, di un serio negoziato», ha detto il diplomatico portoghese, che ha sottolineato come l’obiettivo ora sia quello di cercare alternative per attutire le conseguenze di una guerra che dovrebbe essere lunga. Intervistato dal canale Rfi, Guterres ha anche chiesto di accelerare le esportazioni di cereali e fertilizzanti ucraini e russi perché ci sono Paesi che stanno attraversando un periodo difficile, soprattutto in Africa. Riguardo alle 440 fosse scoperte venerdì nella città ucraina di Izyum, nella regione di Kharkiv, Guterres ha detto che spera che la Corte penale internazionale possa indagare per trovare le responsabilità e chiamare i colpevoli a rispondere.
Ore 18:28 - Kiev ha preso il controllo di entrambe le rive dell’Oskil a Kharkiv
«Le forze armate hanno attraversato l’Oskil. Da ieri l’Ucraina controlla anche la riva sinistra» del fiume nella regione di Kharkiv. Lo ha reso noto su Telegram il Dipartimento per le comunicazioni strategiche delle forze armate ucraine, pubblicando un video al riguardo. Nella controffensiva a Kharkiv, ha riferito il Ministero della Difesa ucraino, sono stati riconquistai circa 8.500 chilometri quadrati di territorio e 388 insediamenti, in cui vivono quasi 150mila persone.
Ore 18:36 - Biden: «Lavoriamo per portare a casa Whelan e Griner»
«Ho incontrato Elizabeth Whelan e Cherelle Griner per mantenerle al corrente del punto a cui sono le trattative con la Russia. La mia amministrazione continuerà a lavorare senza sosta e a seguire tutte le strade possibili per portare Paul e Brittney a casa il prima possibile». Lo twitta Joe Biden riferendosi agli incontri con le famiglie dei due detenuti americani in Russia.
Ore 18:46 - First Lady ucraina a Westminster Hall
La First Lady ucraina Olena Zelenska ha appena reso omaggio al feretro di Elisabetta II a Westminster Hall. Parteciperà domani ai funerali della sovrana.
Biden: «Putin vergognoso: attacchi a scuole e ospedali». Il Cremlino nega Izyum: «Stesse bugie di Bucha». Francesco Battistini e Viviana Mazza su Il Corriere della Sera il 19 settembre 2022.
Le notizie di lunedì 19 settembre, in diretta. Il presidente Usa attacca il Cremlino: «Il suo è un oltraggio». Il bilancio drammatico del procuratore generale dall’inizio della guerra
• La guerra in Ucraina è arrivata al 208esimo giorno.
• Il bilancio del bombardamento dell'ospedale di Strelecha, vicino Kharkiv, è di 6 morti tra cui 4 medici.
• Il Dipartimento per le comunicazioni strategiche delle forze armate ucraine ha dichiarato che Kiev ora controlla anche la riva sinistra del fiume Oskil.
• Oggi la first Lady ucraina Olena Zelenska parteciperà al funerale della regina Elisabetta II a Londra. Assente la Russia.
Ore 23:02 - Zelensky: «Nostre truppe in pausa, riconquisteremo altri territori»
Il presidente Volodymyr Zelensky ha spiegato nel suo ultimo video serale che la pausa seguita ai successi ottenuti dalle truppe ucraine nel Sud del Paese con la riconquista di una parte del territorio occupato e in particolare della città Izyum è solo apparente. «Forse alcuni di voi ora pensano che dopo una serie di vittorie ci sia una pausa. Ma non è così: è la preparazione per la prossima serie di vittorie e di riconquiste». Il presidente si aspetta la liberazione di altre città ucraine, anche in Crimea: «Izyum, Balakliia, Kupiansk - ha detto riferendosi ai centri sottratti agli occupanti - questi nomi suonano ovunque». E, ha aggiunto, «anche Mariupol, Melitopol e Kherson sono nomi che suoneranno, ma ancora più spesso e più forte quando le avremo liberate».
Ore 04:02 - Il procuratore generale ucraino: 390 bimbi uccisi e 757 feriti
Sono almeno 390 i bambini morti e altri 757 feriti a causa della guerra dal 24 febbraio, giorno dell’invasione russa dell’Ucraina. Il maggior numero di vittime è stato registrato nella provincia di Donetsk, dove 395 bambini sono stati uccisi o feriti. Lo ha comunicato l’ufficio del procuratore generale ucraino che ha riferito ieri che i numeri dovrebbero essere più alti, poiché non includono le vittime nei territori occupati dalla Russia e nelle aree in cui sono in corso le ostilità.
Ore 05:13 - Biden: «Misi in guardia Xi su sanzioni Russia, violarle sarebbe un errore»
Joe Biden mise in guardia il presidente cinese Xi Jinping sulle sanzioni imposte alla Russia: violarle sarebbe stato un «gigantesco errore». Lo ha detto lo stesso presidente americano nel corso di un’intervista a 60 Minutes, durante la quale ha raccontato la telefonata con Xi dopo l’incontro del presidente cinese con Vladimir Putin alle Olimpiadi di Pechino. La Russia ha invaso l’Ucraina dopo la fine dei Giochi. «Non molto tempo dopo ho chiamato Xi non per minacciarlo ma per dirgli che se pensava che gli americani e gli altri avrebbero continuato a investire in Cina con le sanzioni imposte alla Russia violate allora avrebbe fatto un grande errore», ha riferito Biden.
Ore 05:26 - Biden: «Vergognoso ciò che ha fatto Putin in Ucraina»
Quello che ha fatto Vladimir Putin in Ucraina «è vergognoso con gli attacchi agli ospedali e alle scuole: è oltraggioso». Lo afferma il presidente statunitense Joe Biden in un’intervista a 60 Minutes.
Ore 07:29 - Otto missili russi su Zaporizhzhia
L’esercito russo ha lanciato questa mattina otto missili su Zaporizhzhia, la città dell’Ucraina sudorientale in cui si trova la più grande centrale nucleare d’Europa. “Secondo le prime informazioni uno dei razzi ha colpito il centro regionale di Zaporizhzhia vicino al fiume Dnipro. Non ci sono ancora informazioni su eventuali vittime o feriti”, ha detto il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Starukh, citato dai media locali.
Ore 08:01 - Bombe russe su Dnipropetrovsk e Nikopol
Bombardamenti russi nella regione dell’Ucraina orientale Dnipropetrovsk: a Nikopol i missili hanno danneggiato le strutture idriche, le linee elettriche e edifici residenziali. Lo ha scritto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale Valentyn Reznichenko, riportato da Unian. «Il distretto di Nikopol è di nuovo sotto il mirino del nemico. I russi hanno colpito tre volte le comunità di Nikopol e Marganets con l’artiglieria pesante. Hanno sparato più di 40 proiettili. Al momento non ci sarebbero feriti», ha affermato Reznichenko.
Ore 08:47 - Missili russi su una centrale nucleare vicino a Mykolaiv
L’operatore nucleare ucraino Energoatom ha accusato le forze russe di aver bombardato il sito della centrale elettrica di Pivdennonooukrainsk, nella regione meridionale di Mykolaiv. «Il 19 settembre 2022, alle 00:20 ora locale (23:20 di domenica), l’esercito russo ha bombardato la zona industriale della centrale nucleare di Pivdennonooukrainsk», si legge in una nota su Telegram. «Una potente esplosione si è verificata a soli 300 metri dai reattori».
Ore 09:20 - Zelensky: la Russia mette in pericolo il mondo intero
«Nella regione di Mykolaiv, nella notte, un missile è caduto a 300 metri dalla centrale nucleare di Pivdennoukrainsk. Si è verificata un’interruzione di corrente di breve durata. Le finestre degli edifici sul territorio della centrale nucleare sono state danneggiate. Gli invasori volevano sparare di nuovo, ma hanno dimenticato cos’è una centrale nucleare. La Russia mette in pericolo il mondo intero. Dobbiamo fermarla prima che sia troppo tardi». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram dopo l’attacco russo vicino alla centrale nucleare ucraina.
Ore 11:08 - Kiev: distrutta una base russa a Kadiivka, nel Lugansk
Le forze armate dell’Ucraina hanno distrutto la base dei russi nella città occupata di Kadiivka, nella regione di Lugansk, nonché l’equipaggiamento e il personale russo sul territorio della fattoria forestale di Novoaidar. Lo afferma Serghei Gaidai, capo della regione su Telegram. «Notte meravigliosa. A Kadiivka (Stakhanov) la base dei russi nel locale Palazzo della Cultura è stata distrutta. Sul territorio della fattoria forestale Novoaidar, l’equipaggiamento e il personale del nemico sono stati distrutti».
Ore 11:15 - Da oggi vietato l’ingresso ai russi nei Paesi baltici
È entrato in vigore alla mezzanotte di oggi il divieto di ingresso nello spazio Schengen attraverso i varchi di frontiera di Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia per i cittadini della Federazione russa e della Repubblica di Bielorussia . Ne danno comunicazione ministeri degli Esteri dei quattro Paesi. La misura, adottata singolarmente dai vari stati, è stata concordata nel corso di colloqui intrattenuti durante le scorse settimane. Un’analoga limitazione è stata introdotta dalla Repubblica Ceca, che non permetterà più l’ingresso ai cittadini di Russia e Bielorussia in possesso di regolare visto Schengen in arrivo negli aeroporti del Paese. Danimarca e Paesi Bassi hanno invece deciso di interrompere l’emissione di visti di breve periodo per cittadini russi e bielorussi, pur non ponendo limitazioni all’ingresso di chi sia in possesso di regolare visto.
Ore 12:09 - Cremlino: «Accuse di crimini a Izyum solo “menzogne”»
Il Cremlino smentisce come «menzogne» le denunce ucraine su atrocità commesse dalle truppe russe nell’Ucraina nord-orientale, dopo l’annuncio della scoperta dei corpi di centinaia di persone a Izyum. «Si tratta dello stesso scenario di Bucha, è una menzogna, e naturalmente noi difenderemo la verità», ha detto il portavoce Dmitry Peskov citato dalle agenzie russe.
«La Crimea fa parte della Russia e qualsiasi richiesta su questo territorio da parte dell’Ucraina riceverà una risposta adeguata», ha affermato oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Ria Novosti. «La Crimea è parte integrante della Federazione Russa, quindi qualsiasi rivendicazione sul territorio russo riceverà una risposta adeguata».
Ore 12:33 - Biden: «Kiev guadagna terreno ma non ha vinto la guerra»
«L’Ucraina attraverso l’aiuto significativo che noi e i nostri alleati stiamo dando loro e l’incredibile coraggio e determinazione del suo popolo sta ottenendo guadagni in alcune aree ma vincere la guerra significa far uscire completamente la Russia dall’Ucraina e riconoscerne la sovranità». Così il presidente Usa, Joe Biden, nel corso di un’intervista al programma 60 Minutes della Cbs. «La Russia si sta rivelando non così competente e capace come molte persone pensavano che sarebbero state».
Ore 13:12 - Tredici civili uccisi a Donetsk, controllata dai russi
Tredici persone sono state uccise oggi in un bombardamento di artiglieria nella città di Donetsk, controllata dai separatisti russi dell'Ucraina orientale: lo ha reso noto il sindaco della città sostenuto da Mosca. Secondo quanto comunicato sui social, Alexei Kulemzin, ha affermato che 13 civili, tra cui due bambini, sono stati uccisi nell'attacco al distretto di Kuybyshevsky. La città di Donetsk è controllata dalla Repubblica popolare di Donetsk, sostenuta dalla Russia, dal 2014. L'esercito ucraino continua a mantenere posizioni alla periferia di Donetsk e la città è stata ripetutamente colpita dall'artiglieria negli ultimi mesi.
Ore 13:45 - Lugansk: ferito un giornalista russo
Le autorità filorusse di Lugansk denunciano il ferimento di un giornalista russo in un attacco dell'artiglieria delle forze di Kiev contro la località di Svatove. Secondo il Centro congiunto di controllo e coordinamento, «a seguito dell'attacco contro Svatove con l'uso di un sistema del sistema lanciarazzi multiplo Usa (Himars), è rimasto ferito un giornalista dell'agenzia federale di notizie». Nessun dettaglio sull'identità. Stando alle notizie riportate dall'agenzia Tass, «l'albergo Vatra è ridotto in macerie e sette abitazioni e un negozio hanno riportato danni».
Ore 14:58 - Lugansk, condannato un dipendente Osce a 13 anni: «Era una spia»
La Corte Suprema dell'autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk ha condannato un dipendente dell'Osce a 13 anni di detenzione, per «alto tradimento e lavoro per la Cia». Lo riportano i media russi citando le autorità filorusse della repubblica separatista. Dmitro Shabanov, cittadino ucraino, era stato arrestato nella regione di Lugansk ad aprile scorso: si tratta di uno dei tre dipendenti della missione Osce arrestati dai separatisti sostenuti dalla Russia dopo l'invasione dell'Ucraina da parte delle truppe di Mosca. Dopo l'inizio della guerra il 24 febbraio, l'Osce ha evacuato circa 500 osservatori della sua missione che ha monitorato il cessate il fuoco nella regione. L'Osce ha dichiarato a luglio che le accuse contro Shabanov sono infondate e fabbricate.
Ore 15:18 - Kiev: «Da apertura corridoio 23 navi verso Africa»
Da quando è entrato in vigore l'accordo per il corridoio sull'esportazione del grano 23 navi sono partite dai porti ucraini verso l'Africa con 640mila tonnellate di grano. Lo ha reso noto Taras Vysotskyi, viceministro per le politiche agrarie e l'alimentazione dell'Ucraina. Lo riporta Ukrinform.
Ore 15:32 - Domani riapre McDonald's a Kiev dopo 7 mesi
McDonald's ha annunciato che domani inizierà la riapertura graduale dei ristoranti in Ucraina, a partire da Kiev, con il lancio di McDelivery: lo ha scritto su Facebook il capo del dipartimento comunicazioni del McDonald's ucraino Alesya Mudzhiri. Inizialmente i ristoranti lavoreranno solo per la consegna mentre gli sportelli express e McDrive apriranno a ottobre. McDelivery sarà il primo a lavorare a Kiev, tra una settimana riapriranno nella capitale altri sette locali e in seguito sarà la volta di altri ristoranti in altre città dell'ovest del Paese: saranno aperti dalle 9 alle 21 e chiuderanno durante l'allerta aerea per consentire ai dipendenti e agli avventori di raggiungere il rifugio più vicino. McDonald's aveva chiuso tutti i suoi 109 ristoranti in Ucraina quando è iniziata l'invasione il 24 febbraio. Ad agosto, la società ha dichiarato che avrebbe gradualmente riaperto i ristoranti a Kiev e nell'Ucraina occidentale.
Ore 16:32 - Kiev: i russi a Kherson stretti tra le forze ucraine e il fiume Dnipro
I russi a Kherson sono stretti tra le forze di difesa ucraine e la riva destra del fiume Dnipro e alcuni comandanti russi stanno cercando di mettersi in contatto con i rappresentanti delle forze armate ucraine per deporre le armi e arrendersi. Lo afferma il capo del centro stampa congiunto Nataliya Humenyuk, secondo quanto riporta Ukrainska Pravda. Secondo Humenyuk, l’esercito russo è demoralizzato e non vede l’obiettivo di rimanere a combattere a sud. «Vedono che è più facile deporre le armi che spostarsi al confine, perché la regione di Kherson è lontana dal confine con la Russia, a differenza della regione di Kharkiv, e hanno un ostacolo significativo sulla loro strada, il Dnipro».
Ore 17:10 - Kiev: liberato un altro villaggio nella regione di Lugansk
Le forze armate ucraine hanno riconquistato un altro villaggio nella regione di Lugansk, Belogorovka. Lo ha reso noto su Telegram il governatore Serhiy Gaidai, invitando tuttavia la popolazione a essere paziente circa gli esiti della controffensiva. «Ci sarà una dura lotta per ogni centimetro della terra di Lugansk», ha commentato il governatore.
Ore 17:29 - Procuratore di Kiev: oltre 90 corpi riesumati dalla fossa comune di Izyum
Sono oltre 90 i corpi riesumati finora a Izyum, nella regione di Kharkiv, dalle sepolture sommarie nella foresta che gli ucraini hanno denunciato di aver scoperto dopo la ritirata delle forze russe. Lo ha annunciato il procuratore generale Andriy Kostin in un’intervista durante la sua visita negli Stati Uniti, citato da Ukrinform. Secondo le autorità di Kiev, i cadaveri sepolti sarebbero circa 450. «Il nostro obiettivo è assicurare i criminali di guerra alla giustizia e punire il crimine di aggressione. Pertanto — ha precisato — invitiamo la comunità internazionale a sostenere l’iniziativa di creare un tribunale internazionale speciale. Continuiamo inoltre a collaborare con la Corte penale internazionale e a raccogliere prove di crimini di guerra».
Ore 18:35 - Ministra Esteri francese parla con Lavrov di Zaporizhzhia
La situazione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia «rimane molto preoccupante, molto pericolosa». Lo ha detto la ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna, parlando con i giornalisti a New York a margine dell’Assemblea Generale Onu. Della situazione in Ucraina Colonna ha discusso al telefono con l’omologo russo Serghei Lavrov: in particolare hanno parlato di Zaporizhzhia, per la quale «il tempo stringe per stabilire una zona di sicurezza». La ministra ha poi spiegato che il presidente francese Emmanuel Macron aprirà un incontro di lavoro sull’argomento mercoledì mattina con il direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi e il primo ministro ucraino Denys Shmyhal.
Ore 18:45 - Mosca convoca ambasciatrice Canada
Il ministero degli Esteri russo ha convocato l’ambasciatrice canadese a Mosca, Alison Le Claire, per protestare contro il lancio di una molotov da parte di un uomo non identificato all’interno dell’ambasciata russa in Canada. Lo ha riferito il ministero degli Esteri di Mosca in una nota in cui si denuncia che manifestanti «aggressivi» hanno bloccato un ingresso alla sezione consolare dell’ambasciata. Mosca ha chiesto all’ambasciatrice di «adottare misure per garantire un’adeguata protezione delle missioni russe nel paese nonché dei dipendenti e alle loro famiglie in conformità con gli obblighi della parte canadese ai sensi della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 1961».
Ore 19:00 - Kiev, anche 2 bambini fra 146 corpi riesumati a Izyum
Sono 146 i corpi riesumati finora dalla fossa comune di Izyum, in Ucraina, e due di questi sono bambini. Lo ha annunciato il capo dell’amministrazione militare regionale di Kharkiv, Oleg Sinegubov, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa ucraina Unian. La riesumazione è ancora in corso. Sinegubov ha ribadito che ci sono corpi che hanno segni di morte violenta, con mani legate e tracce di tortura.
Ore 19:33 - Cardinale Krajewski in preghiera sulle fosse comuni di Izyum
Una visita sui luoghi degli orrori, in preghiera a Izyum davanti ai corpi gettati in una delle più grandi fosse comuni trovate finora in Ucraina. In silenzio nelle stanze delle torture. È la tappa, forse la più difficile, del pellegrinaggio che «in silenzio e in preghiera» il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere di Papa Francesco e prefetto del Dicastero per il Servizio della Carità, sta facendo in questi giorni in Ucraina e a raccontarla al Sir è monsignor Pavlo Honcharuk, vescovo della diocesi di Kharkiv-Zaporizhia, che lo ha accompagnato.
Ore 19:34 - Zelensky sente Ceferin: contiamo su Uefa per liberazione atleti
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin. «L’ho ringraziato per la solidarietà mostrata all’Ucraina, per la posizione di principio e per il sostegno alla ripresa della Premier League ucraina», ha dichiarato Zelensky su Twitter, aggiungendo che il governo di Kiev «conta anche sull’assistenza dell’Uefa per la liberazione degli atleti ucraini catturati».
Ore 19:34 - Bianchi, accolti 40 mila ucraini nelle scuole
L’Italia ha accolto 40mila ucraini nelle scuole «e senza registrare problemi». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, rispondendo alle domande dei giornalisti in una pausa dei lavori nella settimana dell’Assemblea generale. «Abbiamo spiegato qui - ha aggiunto - lo straordinario lavoro fatto in questi diciotto mesi con la riforma di tutta l’istruzione professionale e tecnica». «La nostra scuola - ha aggiunto - è molto inclusiva e la sua qualità ci è stata riconosciuta anche qui».
Ore 22:04 - Usa, nessun incontro Blinken-Lavrov a New York
Non ci sarà nessun incontro tra il segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu a New York nonostante l’apertura di Mosca sui cittadini americani detenuti in Russia. Lo riferisce all’Ansa un portavoce del dipartimento di Stato Usa. «Non può essere ‘business as usual’ se il Cremlino continua la sua brutale invasione dell’Ucraina», ha spiegato il funzionario sottolineando che su Brittney Griner e Paul Whelan l’amministrazione Usa «continua a lavorare con il governo russo attraverso i canali appropriati per cercare di riportarli a casa».
Putin: discorso in serata. Morto foreign fighter Benjamin Giorgio Galli. Francesco Battistini, Viviana Mazza, Paolo Foschi e Redazione Online. Da corriere.it il 20 settembre 2022. Le notizie di martedì 20 settembre, in diretta. Il 23-27 settembre dovrebbero svolgersi i referendum per l’annessione alla Russia delle regioni ucraine sotto il controllo di Mosca
• La guerra in Ucraina è arrivata al 209esimo giorno.
• Il presidente russo Vladimir Putin tiene un discorso annunciando i referendum in 4 regioni dell’Ucraina: si va verso l’annessione di quei territori, un passaggio che comporta un’escalation del conflitto, poiché in caso di vittoria ai referendum (scontata) ogni attacco sarà ora considerato, da Mosca, contro il territorio russo.
• Le truppe russe hanno bombardato la zona industriale della centrale nucleare di Pivdennoukrainsk, nella regione meridionale di Mykolaiv, nell’Ucraina meridionale. Zelensky: la Russia minaccia il mondo
• Sono 146 i corpi riesumati finora dalla fossa comune di Izyum, in Ucraina, e due di questi sono bambini. Ci sono corpi che hanno segni di morte violenta, con mani legate e tracce di tortura. Il Cremlino nega Izyum: «Stesse bugie di Bucha»
• Il consigliere di Zelensky: torneremo in Crimea, stiamo facendo la guerra per amore di libertà
• La Duma approva emendamenti sulla renitenza alla leva
Ore 01:56 - Trafugati i dati personali dei mercenari controllati dalla Russia
L’esercito informatico ucraino ha hackerato il sito internet del gruppo Wagner, un’organizzazione di mercenari controllata dalla Russia che avrebbe reclutato prigionieri russi per combattere in Ucraina. Lo ha riferito il ministro della Trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov, su Telegram. «Abbiamo tutti i dati personali dei mercenari. Ogni carnefice, assassino e stupratore sarà severamente punito», ha scritto Fedorov.
Ore 04:01 - Draghi da New York: La guerra in Ucraina crea una nuova polarizzazione
«Oggi affrontiamo una sfida significativa all’idea di poter lavorare insieme a beneficio di tutti i paesi. L’invasione russa dell’Ucraina rischia di inaugurare una nuova era di polarizzazione, che non vedevamo dalla fine della Guerra Fredda». Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi, parlando a New York, nella cerimonia in cui gli è stato consegnato il premio «World Statesman»
Ore 05:12 - Zelensky: «Manteniamo le posizioni, gli occupanti sono in preda al panico»
Nella regione di Kharkiv «stiamo stabilizzando la situazione, mantenendo le nostre posizioni. Con fermezza. Così fermamente che gli occupanti sono tangibilmente in preda al panico. Ora siamo fiduciosi che gli occupanti non avranno alcun punto d’appoggio sul suolo ucraino». Lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un video messaggio sul suo canale Telegram. «Il ritmo è molto importante ora. Il ritmo di stabilizzazione nelle aree liberate. Il ritmo di movimento delle nostre truppe. Il ritmo del ripristino della vita normale nel territorio liberato», aggiunge. «In questi giorni - sottolinea - si è svolta a Londra la cerimonia di addio della regina Elisabetta II. L’Ucraina ha onorato la sua memoria ad alto livello: il Primo Ministro ucraino e la First Lady erano presenti. Tra i milioni di persone venute a rendere omaggio a Sua Maestà, c’erano molti ucraini. Sono grato a tutti gli ucraini nel Regno Unito che hanno mostrato ai nostri amici britannici in questo momento doloroso che l’Ucraina è con loro».
Ore 06:21 - Riesumati da una fossa comune a Izium 146 corpi. Ci sono due bambini
Gli esperti forensi ucraini hanno finora riesumato 146 corpi, per lo più di civili, nel luogo di sepoltura di massa vicino a Izium, nell’Ucraina orientale. Lo ha affermato il governatore regionale Oleh Synehubov. Secondo il governatore della regione di Kharkiv, i corpi riesumati includevano due bambini. Il Cremlino ha negato le accuse secondo cui le forze russe avrebbero commesso crimini di guerra nella provincia ucraina di Kharkiv.
Ore 10:40 - Medvedev: referendum Donbass vanno fatti, l’Occidente li teme
Dmitry Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza nazionale della Russia, ha sottolineato su Telegram che «i referendum nel Donbass sono di grande importanza, non solo per la protezione sistemica degli abitanti delle Repubbliche di Luhansk e Donetsk e degli altri territori liberati, ma anche per il ripristino di una giustizia storica» e «dopo la loro implementazione e l’accettazione di nuovi territori in Russia, la trasformazione geopolitica diventerà irreversibile»: secondo Medvedev «ecco perché questi referendum sono così temuti a Kiev e in Occidente. Ecco perché devono essere fatti».
Il referendum è stato rinviato per motivi di sicurezza.
Ore 10:43 - Kiev: serve una nuova Norimberga
Una corte speciale per perseguire i crimini di guerra. A premere per la sua istituzione sarà il governo di Kiev, nell’ambito dei lavori dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si aprono oggi a New York. Andriy Smyrnov, vice capo dell’ufficio di presidenza ucraino, spiega in un’intervista a «Politico» che per il governo di Kiev i crimini di Izium dimostrano la necessità di un tribunale indipendente per i crimini di guerra, sullo stile . «Guardiamo al modello del processo di Norimberga», spiega, ricordando i processi contro i nazisti dopo la seconda guerra mondiale.
«Vogliamo assicurarci che i colpevoli dei crimini commessi contro l’Ucraina siano chiamati a risponderne, e questo significa assicurarci che la responsabilità possa esserne attribuita alle più alte cariche della leadership politica e militare». «Quante fosse di ucraini innocenti dovranno ancora essere scoperte prima che l’intera comunità internazionale si svegli e provi e cominci a fare qualcosa? Numerose tombe di civili uccisi sono state trovate a Bucha. Non è abbastanza?».
Ore 10:50 - Erdogan: le terre invase dalla Russia devono tornare all’Ucraina
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in un’intervista alla tv americana Pbs, ripresa dal Guardian, ha dichiarato che le terre invase dalla Russia dovrebbero essere restituite all’Ucraina, compresa la Crimea. «Se in Ucraina - ha affermato - si stabilirà una pace, ovviamente la restituzione delle terre che sono state invase diventerà molto importante. Putin ha fatto alcuni passi. Noi abbiamo fatto alcuni passi. Le terre invase saranno restituite all’Ucraina». Sull’annessione della Crimea, Erdogan ha risposto: «È dal 2014 che ne parliamo con il mio caro amico Putin e questo è ciò che gli abbiamo chiesto.. purtroppo non è stato fatto alcun passo avanti».
«Tutto ciò che vogliamo fare e che vogliamo vedere è porre fine a questa battaglia con la pace, sia che si tratti di Putin, sia che si tratti di Zelensky, ho sempre chiesto e raccomandato questo. Questo è un conflitto che è finito con delle vittime. La gente sta morendo e nessuno vincerà alla fine della giornata», ha aggiunto.
Ore 10:54 - Cremlino: per ora impossibile soluzione diplomatica
Il segretario stampa del presidente della Federazione Russa Dmitry Peskov ha affermato che il Cremlino attualmente non vede la possibilità di porre fine alla guerra in Ucraina «con mezzi politici e diplomatici».
Secondo Peskov il Cremlino attualmente non vede la possibilità di porre fine alla guerra in Ucraina «con mezzi politici e diplomatici».
Ore 11:45 - Erdogan: scambio prigionieri, Putin vuole rapida pace
La Turchia ha mediato tra Russia e Ucraina contribuendo a un accordo per uno scambio di 200 prigionieri di guerra. Lo ha rivelato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante un’intervista all’emittente americana Pbs in cui ha anche dichiarato che il presidente russo Vladimir Putin vuole porre fine al conflitto «il prima possibile».
Ore 11:54 - Budapest contro sanzioni Ue: «Aggravano crisi energia»
L’Unione Europea dovrebbe smettere di parlare di un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che non farà che aggravare la crisi energetica in Europa. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, da New York dove si trova per la sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
«L’Ue deve smettere di menzionare l’ottavo pacchetto di sanzioni (contro la Russia) e puntare a misure che aggraveranno la crisi dell’approvvigionamento energetico», ha affermato Szijjarto in un videomessaggio. Secondo Szijjarto, le sanzioni «hanno dimostrato al di là di ogni dubbio di essere molto più dolorose» per l’Europa che per la Russia, poiché hanno causato una forte inflazione e l’impennata dei prezzi dell’energia. «Che piaccia o no ai politici europei, nel mondo esiste un’opinione secondo cui l’impatto delle sanzioni (sulla situazione in altri Paesi) si è rivelato persino maggiore dell’impatto della guerra in Ucraina. Ciò significa che la vera causa dei problemi che dobbiamo affrontare non è solo la guerra, ma le sanzioni imposte a causa di essa».
Ore 11:57 - Truss: Putin condanna Europa a inverno duro
Il presidente russo Vladimir «Putin ha consegnato milioni di europei a un inverno più freddo e più duro, avendo chiuso i rubinetti del gasdotto Nord Stream». Lo riconosce Liz Truss in un passaggio del suo imminente intervento all’Onu, anticipato da Downing Street nelle ore in cui la neo premier Tory britannica è in partenza per New York.
Truss insiste peraltro a incoraggiare gli alleati occidentali a non piegarsi di fronte a Mosca in Ucraina, e a «lavorare insieme per mettere fine una volta per tutte alla dipendenza dall’energia russa»: fattore con cui il Cremlino «sta manipolando fin troppe vite in Ucraina, in Europa e nel mondo». L’erede di Boris Johnson, nel testo del suo discorso, conferma poi l’impegno di Londra a sostenere - anche militarmente - Kiev; e a stanziare 2,3 miliardi di sterline complessive per l’Ucraina nel 2023, stessa cifra del 2022. Non senza evocare come «ispirazione le vittorie delle ultime settimane» attribuite sul terreno alle forze ucraine. «Il mio messaggio al popolo ucraino - conclude - è questo: il Regno Unito continuerà a essere dietro ciascun vostro passo. La vostra sicurezza è la nostra sicurezza».
Ore 12:33 - Putin: «All'Onu la Russia contribuisce a dare risposte risposte efficaci alle sfide attuali»
«Non abbandoneremo la nostra politica sovrana. In qualità di membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, siamo determinati a portare avanti l'agenda internazionale unificante e a contribuire alla ricerca di risposte efficaci alle numerose sfide e minacce contemporanee e a promuovere la risoluzione degli acuti conflitti regionali». Così il presidente russo Vladimir Putin all'incontro con gli ambasciatori stranieri. «Questa è precisamente la posizione della Russia all'attuale 77esima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite», ha aggiunto.
Putin non va a New York e la delegazione del suo governo è guidata dal ministro degli Esteri Sergey Lavrov: oltre a parlare davanti all'Assemblea, giovedì Lavrov dovrebbe partecipare a una riunione ministeriale sull'Ucraina al Consiglio di sicurezza.
Ore 12:46 - La Duma approva emendamenti sulla mobilitazione militare
La Duma, la camera bassa del Parlamento russo, ha approvato una serie di emendamenti al codice penale che prevedono il rafforzamento delle pene in caso di «mobilitazione», «legge marziale», «tempo di guerra» e «conflitto armato». Per la renitenza alla leva è prevista una pena fino a dieci anni di reclusione. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti. Gli emendamenti andranno in votazione domani al Consiglio della Federazione, il Senato russo prima di essere promulgati dal presidente Vladimir Putin.
Ore 13:05 - Il Parlamento filorusso di Lugansk approva il referendum di unione alla Russia. Si terrà tra il 23 e il 27 settembre
Il Parlamento dell’ autoproclamata Repubblica di Lugansk, nell’est dell’Ucraina, ha approvato all’unanimità una legge per indire un referendum per l’annessione alla Russia. Lo riferiscono le agenzie russe. Il vice presidente del Parlamento, Dmitry Khoroshilov, ha spiegato che il referendum si terrà tra il 23 e il 27 settembre, come riporta l’agenzia Tass.
Ore 13:26 - Kiev: «La Russia minaccia con i referendum ma ha paura»
«Ricatto ingenuo con minacce e storie dell’orrore di “referendum” e “mobilitazioni” di chi sa combattere solo contro bambini e persone pacifiche. Ecco come appare la paura della sconfitta. Il nemico ha paura, manipola primitivamente. L’Ucraina risolverà la questione russa. La minaccia può essere eliminata solo con la forza». Sono queste le parole del capo dell’Ufficio del presidente ucraino Zelensky, Andriy Yermak, scritte su Telegram riguardo all’annuncio di referendum nelle regioni occupate e all’inasprimento della Duma delle pene per i renitenti alla leva.
Ore 13:38 - Borrell: «Mosca rilasci membri Osce condannati a Lugansk»
«Siamo favorevoli all’istituzione di una zona di protezione per la sicurezza nucleare» a Zaporizhzhia, «come proposto dal Direttore generale dell’Aiea, Grossi. Vorrei anche cogliere questa opportunità per richiamare l’attenzione sui due membri del personale Osce della Missione speciale di monitoraggio in Ucraina che sono stati condannati a 13 anni di carcere a seguito di un cosiddetto procedimento legale a Lugansk. Devono essere immediatamente rilasciati senza condizioni». Lo ha detto l’Alto rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell nel corso della riunione informale dei ministri Ue a New York.
Ore 13:51 - Referendum anche in Donetsk il 23-27 settembre
Un referendum per l’annessione alla Russia sarà tenuto anche nella autoproclamata Repubblica di Donetsk dal 23 al 27 settembre. Lo annuncia il Parlamento della stessa repubblica citato da Interfax.
Ore 14:39 - Kuleba: «Referendum farsa, continueremo a liberare zone occupate»
«I referendum farsa non cambieranno nulla. Né lo farà qualsiasi “mobilitazione” ibrida. La Russia è stata e resta un aggressore che occupa illegalmente parti del territorio ucraino». È quanto si legge in un tweet del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, dopo le notizie arrivate dalle autorità imposte dai russi nelle regioni di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. «L’Ucraina ha tutto il diritto di liberare i suoi territori e continuerà a liberarli qualsiasi cosa dica la Russia».
Ore 14:41 - I filorussi di Zaporizhzhia vogliono organizzare voto annessione a Russia
La zona sotto controllo russo della provincia ucraina di Zaporizhzhia potrebbe organizzare nei prossimi giorni un referendum di annessione alla Russia: lo hanno reso noto fonti dell’amministrazione locale filorussa. La notizia giunge dopo che il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha ribadito che spetta agli abitanti delle zone occupate decidere quale debba essere il loro status.
Ore 15:07 - Borsa di Mosca, crollo ad annuncio referendum
Gli indici della Borsa di Mosca sono crollati di oltre il 10% subito dopo l’annuncio dei referendum per l’annessione alla Russia nel Donbass e nella regione di Kherson. Successivamente c’è stata una parziale ripresa, con l’indice Moex che poco dopo le 15 ora locale (le 14 in Italia) segnava un arretramento di quasi l’8% e quello Rts in calo del
Ore 15:37 - Guterres denuncia violazioni: fosse Izyum allarmanti
Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, aprendo l’Assemblea generale, ha denunciato massicce violazioni dei diritti umani in Ucraina, condannando come «estremamente inquietanti» le notizie sulle fosse comuni rinvenute a Izyum, ma non ha citato la Russia.
Guterres ha messo in guardia sul rischio di «un inverno di proteste mondiali», a causa delle molteplici crisi che stanno colpendo l’umanità, dalla guerra in Ucraina all’impatto del riscaldamento climatico. «La crisi del potere di acquisto si è scatenata, la fiducia cala, le disuguaglianze esplodono, il nostro pianeta brucia», ha detto, in apertura dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. «Queste crisi minacciano l’avvenire dell’umanità e il destino del pianeta», ha aggiunto. «Le minacce alla sicurezza degli impianti nucleari si aggiungono all’instabilità globale», ha aggiunto Guterres.
Ore 15:48 - Referendum anche in regione Zaporizhzhia il 23 settembre
Il referendum per «la secessione dall’Ucraina, la creazione di uno Stato e la sua adesione» alla Federazione russa della regione ucraina di Zaporizhzhia si svolgerà solo nella giornata del 23 settembre. Lo si evince dal decreto citato dalla Tass. Nelle altre regioni sotto il controllo di Mosca, Kherson, Donetsk e Lugansk, il referendum si svolgerà invece dal 23 al 27 settembre.
Ore 16:10 - Michel: da Russia chiara violazione carta Nazioni unite
«Alla 77esima Assemblea generale dell’Onu l’Ue difenderà il primato del diritto e l’ordine internazionale basato sulle regole. L’uso della forza da parte della Russia contro l’Ucraina è una chiara violazione della Carta dell’Onu». Lo scrive in un tweet il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. «Cooperazione contro lo scontro per affrontare le sfide globali come la sicurezza alimentare ed energetica, il cambiamento climatico e la proliferazione nucleare. Ospitiamo il nostro terzo Women in conflict, un evento per salvaguardare i diritti di donne e ragazze che parlano a favore del cambiamento», spiega.
Ore 16:14 - Gentiloni: referendum di Putin insulto a democrazia e Onu
«I referendum di Putin in Ucraina per annettere territori occupati con le armi sono un insulto alla democrazia e alle Nazioni Unite». Lo scrive su Twitter il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni.
Ore 16:30 - Bolsonaro: dialogo e non sanzioni unilaterali
«La soluzione del conflitto in Ucraina si può ottenere solo con il dialogo». Lo ha detto il presidente brasiliano Jair Bolsonaro parlando all’Assemblea Generale dell’Onu, opponendosi alle «sanzioni unilaterali» e lanciando un «appello alle parti a non perdere nessuna opportunità di porre fine alla guerra e raggiungere la pace». «La nostra posizione sul conflitto è guidata dai principi della Carta delle Nazioni Unite e della legge internazionale - ha proseguito - dall’inizio abbiamo chiesto il cessate il fuoco e l’assistenza alla popolazione».
Ore 16:44 - Stasera possibile discorso di Putin alla nazione
Il presidente russo Vladimir Putin dovrebbe tenere stasera un discorso sulla questione dei referendum che le autorità filorusse nelle regioni del Sud-est e Sud dell’Ucraina occupate intendono tenere nei prossimi giorni, dal 23 settembre. La voce di un “urgente appello” alla nazione da parte del leader del Cremlino rimbalza sui canali Telegram russi, che citano fonti anonime. Anche il ministro della Difesa Sergej Shoigu potrebbe parlare stasera. Proprio oggi la Duma ha approvato nuove leggi riguardanti la mobilitazione dei militari di leva. Il discorso dovrebbe essere pronunciato alle 20, ora di Mosca.
Ore 16:53 - Macron chiede colloquio urgente con Putin
Il presidente della Francia Emmanuel Macron avrebbe chiesto un colloquio telefonico urgente con Vladimir Putin. Lo affermano voci provenienti da Mosca. Negli stessi minuti il cancelliere tedesco Scholz ha annunciato che non riconoscerà i risultati dei referendum nel Donbass.
Ore 17:08 - I timori di Biden per il referendum
L’amministrazione Biden osserva con apprensione le mosse di Mosca: se i territori del Donbass venissero annessi, ogni attacco ucraino potrebbe rientrare nella «dottrina difensiva» della Russia che prevede anche l’uso di armi atomiche. E l’allerta del Dipartimento di Stato sta salendo di livello.
Ore 17:10 - Il punto militare: gli Usa valutano l’invio di tank
Washington sta valutando l’invio di carri armati all’Ucraina. L’opzione è sul tavolo ma non è stata ancora presa una decisione. Una decisione che aumenterebbe la potenza militare di Kiev proprio nei giorni in cui si sta concretizzando la sua offensiva. Dal Pentagono, però, sottolineano ostacoli temporanei: alcuni dei mezzi valutati richiedono un addestramento impegnativo, una manutenzione complessa e sono piuttosto costosi in fatto di «consumi».
Ore 17:29 - Perché il referendum è un’escalation della guerra
Secondo gli osservatori, il referendum nei territori occupati dai russi segna un’escalation del conflitto con l’Ucraina. Ogni attacco di Kiev e ogni tentativo di riconquista potrebbe essere letto da Mosca come un attacco alla sua integrità territoriale consentendo al Cremlino di giustificare una mobilitazione generale.
Ore 17:35 - Foreign fighter italiano morto in Ucraina
Un foreign fighter di origine italiana è morto in Ucraina, combattendo a fianco dei militari di Kiev nel settore di Kharkiv. Ne ha dato notizia il padre del ragazzo con un messaggio su Facebook rivolto agli amici. Benjamin Giorgio Galli, questo il nome della vittima, aveva 27 anni ed era originario di Bedero Valcuvia, in provincia di Varese. Da qualche tempo si era trasferito in Olanda con la famiglia ma tornava regolarmente nel Paese di origine. «Il vostro compagno è morto da eroe questa settimana» ha scritto il padre di Giorgio agli amici.
Ore 18:38 - Gli Usa e la Francia: «I referendum sono una farsa»
«I referendum farsa annunciati dalla Russia sono la reazione di Putin alle vittorie dell’Ucraina». Lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, in un briefing con la stampa. Anche il presidente francese Macron, poco dopo, ha dato il medesimo giudizio e ha confermato che la comunità internazionale non attribuirà nessun valore alla consultazione.
Ore 01:01 - Blinken: Usa e alleati non riconosceranno mai le pretese di Putin
«Qualsiasi falso referendum russo in Ucraina sarebbe illegittimo e un affronto ai principi di sovranità e integrità territoriale che sono alla base della Carta Onu proprio mentre i leader mondiali si stanno riunendo all’Assemblea generale dell’Onu». Lo scrive in un tweet il segretario di Stato americano, Antony Blinken. «Se la Russia metterà in scena questi falsi referendum, gli Stati Uniti e la comunità internazionale non riconosceranno mai le pretese della Russia su nessuna parte dell’Ucraina presumibilmente annessa. Continuiamo a stare con il popolo ucraino», aggiunge.
Ore 01:11 - Zelelnski: «Grazie agli alleati per la ferma condanna ai referendum farsa»
«Ringrazio tutti gli amici e i partner dell’Ucraina per la loro massiccia e ferma condanna delle intenzioni della Russia di organizzare un altro pseudo-referendum» nei territori ucraini occupati. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto videomessaggio serale.
Ore 01:48 - Usa valutano l’invio di carri armati all’Ucraina
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La possibilità di fornire tank all’Ucraina è «sul tavolo» ma per ora non c’è alcuna decisione ed è prematuro dire se accadrà. La frase delle fonti ufficiose americane è un modo per aprire la strada. Gli Stati Uniti — dicono le indiscrezioni — hanno studiato l’opzione carri armati, un equipaggiamento che potrebbe aumentare le possibilità della resistenza. Un aiuto ancora più importante in una fase in cui Kiev ha riportato successi. Dal Pentagono, però, sottolineano ostacoli temporanei: alcuni dei mezzi valutati richiedono un addestramento impegnativo, una manutenzione complessa e sono piuttosto costosi in fatto di «consumi». Una volta che li hai li devi mantenere. Gli ucraini hanno dimostrato grandi capacità e adeguamento a situazioni difficili, però la questione logistica si fa sentire. E per i difensori ancora di più, vista la «varietà» per ogni tipo di arma. Le cautele pratiche non escludono — insinua qualcuno — che in realtà qualche forma di training (magari virtuale) sia iniziata. Mesi fa un alto ufficiale di Kiev disse apertamente che grazie al programma Lend and Lease approvato dalla Casa Bianca sarebbe stato possibile iniziare l’addestramento anche per mezzi non ancora consegnati.
Ore 01:51 - «Putin ha paura di perdere. Ecco che cosa significano i referendum»
(Francesco Battistini, inviato a Kiev) C’era da aspettarselo?
«Sì. Putin ha almeno tre buoni motivi per indire adesso i referendum. Primo: anche nel Donbass ha cominciato a perdere e teme di doversi ritirare, come da Kharkiv. La situazione militare dei russi è pessima e circola l’impressione che stiano perdendo. Secondo: l’arena internazionale s’è fatta più difficile e a Samarcanda, per la prima volta, c’era un Putin più debole. Non s’era mai visto che i cinesi o gl’indiani gli mancassero di rispetto: Modi gli ha detto chiaramente di non condividere la guerra, quella parte di mondo si sta spostando sulle posizioni occidentali. Terzo: Putin è in difficoltà anche all’interno, è criticato, i falchi lo vogliono più duro. E il referendum verrà venduto come un risultato».
Ivan Yakovina sa di che cosa parla: fino al 2014 era un analista politico (mal tollerato) a Mosca; con l’annessione della Crimea, venne in Ucraina; a 42 anni, ha un programma sulla tv pubblica ed è uno dei più influenti blogger.
Ore 02:25 - Giappone all’Onu: inaccettabile invasione Russa in Ucraina
L’invasione russa dell’Ucraina «non avrebbe mai dovuto essere tollerata» e «calpesta la filosofia della carta dell’Onu»: il premier giapponese Fumio Kishidanel suo intervento all’assemblea generale dell’Onu.
Ore 02:49 - Scholz all’Onu: non accetteremo una pace dettata da Putin
«Non accetteremo una pace dettata da Putin. L’Ucraina dev’essere in grado di potersi difendere». Lo ha dichiarato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, nel suo discorso all’Assemblea generale dell’Onu. E, ancora: «Putin rinuncerà a questa sua aggressione imperialista solo se realizza che non può vincere. Per questo bisogno aiutare l’Ucraina a difendersi. L’azione di Putin è ingiustificabile, è motivata solo dal suo desiderio di impadronirsi dell’Ucraina»,
Ore 03:14 - Draghi all’Onu: le sanzioni hanno avuto effetto dirompente sulla Russia
(Monica Guerzoni, inviata a New York) La guerra di Mosca contro Kiev è un attacco ai valori dell’Occidente. E il colpevole della crisi alimentare, energetica ed economica che il conflitto ha innescato ha un nome e un cognome: Vladimir Putin.Il premier italiano lo scandisce con tono severo davanti all’Assemblea generale dell’Onu, forte del premio al «migliore statista mondiale dell’anno» . ricevuto lunedì sera dalla fondazione Appeal of Conscience, con laudatio dell’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger.
Draghi è durissimo. E se Giorgia Meloni afferma che «i nostri nemici non sono così isolati come sembrano», i ragionamenti dell’ex presidente della Bce puntano a isolare Putin, finché non deciderà di tornare «al rispetto dei principi che la Russia scelse di sottoscrivere nel 1945». L’escalation dello zar impone una scelta di campo: «I referendum per l’indipendenza del Donbass sono un’ulteriore violazione del diritto internazionale che condanniamo con fermezza».
Ucraina - Russia, le news dalla guerra del 20 settembre. Giallo sul discorso di Putin per il referendum sui territori occupati. La Repubblica il 20 Settembre 2022.
I filorussi hanno deciso che le elezioni per l'adesione alla Russia si svolgeranno in Donbass, Kherson - dal 23 al 27 settembre - e Zaporizhzhia (solo per un giorno). Il cancelliere tedesco Scholz però rigetta il 'referendum farsa': non lo riconosceremo mai. Crolla la Borsa di Mosca. Kiev: "Un ricatto stupido"
In una intervista alla Pbs il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si dice convinto che il presidente Putin "sia disposto a porre la fine alla guerra al più presto possibile". Ma a Mosca la Duma ha appena votato pene più severe contro i renitenti alla leva in caso di "mobilitazione generale" o conflitto.
La Russia nega gli abusi e le esecuzioni all'origine della fossa comune di Izyum denunciando la scoperta come l'ennesima messinscena, ma il Dipartimento di inchiesta della polizia nazionale ucraina sostuene: "Nella stazione di polizia di Izyum, che l'esercito russo ha trasformato nella sua base, come in altre città della regione di Kharkiv, i russi hanno disposto una prigione e una stanza per le torture", fa sapere via Facebook Sergey Bolvinov, capo del Dipartimento.
Nel frattempo i filo-Mosca hanno stabilito le date per il refendum pro-annessione alla Russia nelle 4 regioni ucraine del Donbass, Kherson, Lugansk e Zaporizhzhia (solo per un giorno): dal 23 al 27 settembre si scende a vota. Scholz però non ci sta: non riconosceremo mai questo 'referendum farsa'.
01:02 Filorussi Donbass, subito referendum per adesione a Russia. Kiev: 'Non avrebbero alcun valore'
Le autorità delle autoproclamate repubbliche separatiste del Lugansk e del Donetsk in Ucraina hanno lanciato oggi un appello ai rispettivi leader, Leonid Pasechnik e Denis Pushilin, a "indire immediatamente un referendum" per l'annessione alla Russia. Lo riporta Ria Novosti, secondo cui anche anche il vice capo dell'amministrazione della regione di Kherson, Kirill Stremousov, ha riferito di richieste simili da parte dei residenti locali. La replica di Kiev è giunta con il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak. "I propagandisti russi ritengono che i 'referendum' siano una panacea. Ho brutte notizie. C'è un consenso globale e un diritto internazionale. È inequivocabile: Il Donetsk, il Lugansk, la Crimea sono Ucraina. Qualsiasi tentativo di ridipingere le bandiere è una finzione che non cambierà nulla per noi né per i nostri partner", ha scritto su Twitter.
01:50 Ucraina, Borrell: ministri Ue d'accordo su continuare aiuti
"La guerra in Ucraina sta inviando onde d'urto in tutto il mondo, il conflitto colpisce tutti noi. Siamo fortemente convinti che difendere l'Ucraina è difendere i principi che ognuno che viene a New York ha firmato, come sovranità e indipendenza". Lo ha detto l'Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell'Unione Europea, Josep Borrell, parlando con i giornalisti a New York al termine di un incontro con i ministri degli Esteri dell'Unione. "Dobbiamo continuare a respingere la propaganda russa e la sua narrativa ingannevole", ha aggiunto, sottolineando poi che dal punto di vista militare "tutti i ministri hanno affermato che continueremo ad aiutare Kiev a difendersi".
04:04 Draghi: guerra in Ucraina, rischio nuova polarizzazione. Zelensky eroico, ci ricorda ciò in cui crediamo
"L'invasione russa dell'Ucraina rischia di inaugurare una nuova era di polarizzazione, un'era che non abbiamo visto dalla fine della guerra fredda. La questione di come trattiamo con le autocrazie definirà la nostra capacità di plasmare il futuro comune per molti anni a venire. L'eroismo di Zelensky ci ricorda ciò in cui crediamo": lo ha detto il premier Mario Draghi ricevendo al Pierre Hotel di Nyc il premio 'World Statesman' (statista dell'anno).
09:08 Medvedev: "I referendum per l'annessione alla Russia vanno fatti"
L'ex presidente russo Medvedev ha dichiarato che i referendum per l'annessione alla Russia nei territori controllati da Mosca vanno fatti. Le consultazioni erano state "congelate" alla luce della controffensiva ucraina che ha messo in discussione il controllo di vaste aree dell'Ucraina precedentemente controllate da Mosca.
09:21 Distrutto un traghetto per il trasporto di truppe russe nella regione di Kherson
Le forze armate ucraine hanno affondato un traghetto che trasportava truppe e attrezzature russe attraverso il fiume Dnieper, nei pressi di Nova Kakhovka, nella regione di Kherson. Lo riferisce il Kyiv Independent. In una dichiarazione su Facebook, l'esercito ucraino ha affermato che: "I tentativi di costruire un passaggio non hanno resistito al fuoco delle forze ucraine e sono stati fermati".
10:39 I russi accusano gli ucraini: "Colpita Krasnorichenske nella regione di Luhansk, uccisi anche tre bambini"
Sette persone, compresi tre bambini, sono morte a causa di un bombardamento che ha colpito la località di Krasnorichenske, zona della regione di Luhansk controllata dai russi. Lo riporta l'agenzia russa Tass, citando funzionari nell'area nominati dai russi che accusano gli ucraini. Da ieri, ha evidenziato il Guardian secondo gli annunci degli ucraini, la Russia non ha più il controllo totale della regione di Luhansk dopo che le forze di Kiev hanno fatto sapere della riconquista di una località vicina alla città di Lysychansk. Il giornale ha scritto una "vittoria piccola ma simbolica" dopo che il governatore ucraino di Luhansk, Serhiy Haidai, ha annunciato che Bilohorivka, "sobborgo di Lysychansk", è sotto il "controllo totale" delle forze di Kiev.
10:43 Erdogan: "Ho parlato con Putin, mi sembra disposto a finire la guerra il prima possibile"
"In Uzbekistan, mi sono incontrato con il presidente Putin e abbiamo avuto discussioni molto approfondite con lui. E mi sta dimostrando che è disposto a porre fine a questa situazione il prima possibile. Questa è stata la mia impressione, perché il modo in cui si stanno svolgendo le cose ora è piuttosto problematico; 200 ostaggi saranno scambiati in seguito a un accordo tra le parti. Penso che si farà un passo avanti significativo". Così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in un'intervista alla tv americana Pbs, ripresa dal Guardian aggiungendo che il suo obiettivo "è porre fine a questa battaglia con la pace".
10:49 Erdogan: "Le terre invase devono tornare all'Ucraina"
Il presidente turco Recep Tayyip Erdo?an, in un'intervista alla tv americana Pbs, ripresa dal Guardian, ha dichiarato che le terre invase dalla Russia dovrebbero essere restituite all'Ucraina, compresa la Crimea. "Se in Ucraina - ha affermato - si stabilirà una pace, ovviamente la restituzione delle terre che sono state invase diventerà molto importante. Putin ha fatto alcuni passi. Noi abbiamo fatto alcuni passi. Le terre invase saranno restituite all'Ucraina". Sull'annessione della Crimea, Erdo?an ha risposto: "È dal 2014 che ne parliamo con il mio caro amico Putin e questo è ciò che gli abbiamo chiesto.. purtroppo non è stato fatto alcun passo avanti". "Tutto ciò che vogliamo fare e che vogliamo vedere è porre fine a questa battaglia con la pace, sia che si tratti di Putin, sia che si tratti di Zelensky, ho sempre chiesto e raccomandato questo. Questo è un conflitto che è finito con delle vittime. La gente sta morendo e nessuno vincerà alla fine della giornata", ha aggiunto.
11:39 La Ue: "Finora esportati 14 milioni di tonnellate di cereali"
Da quando l'Unione europea è intervenuta per far ripartire le esportazioni dall'Ucraina, oltre 14 milioni di tonnellate di prodotti agricoli - principalmente cereali e semi oleosi - sono state portate fuori dal Paese attraverso le Solidarity lanes, i corridori sicuri verso l'Europa, e il Mar Nero. Lo afferma un alto funzionario dell'Unione. Solo ad agosto - ha aggiunto il funzionario - 2,6 milioni di tonnellate di prodotti agricoli ucraini sono state esportate attraverso le corsie di solidarietà verso l'Ue, raddoppiando agli 1,3 milioni di tonnellate di aprile. Il 61% delle esportazioni agricole dell'Ucraina - sempre per il mese di agosto - è passato attraverso i corridoi Ue, mentre per il corridoio del Mar Nero - garantito dall'accordo raggiunto tra Ucraina e Russia con la mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite - è stato esportato il 39% della merce.
12:28 I filo-Mosca di Kherson : "Faremo il referendum per l'annessione alla Russia"
L'amministrazione filorussa della regione di Kherson ha deciso di indire il referendum sull'ingresso della regione nella Federazione Russa: lo ha reso noto il capo dell'amministrazione separatista, Vladimir Saldo, secondo l'agenzia russa Ria Novosti. Non ha però fornito alcuna data possibile sul referendum.
I leader filo-russi di Kherson seguono dunque la linea già tracciata da quelli di Donetsk e Lugansk, nel Donbass. La richiesta di referendum arriva mentre le truppe di Kiev avanzano e, dopo aver recuperato la provincia di Kharkiv, nelle ultime ore hanno anche conquistato un piccolo, ma importante villaggio nella regione di Lugansk.
12:49 La Duma: pene più dure per i renitenti in caso di "mobilitazione generale" e conflitto
La Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, ha approvato una serie di emendamenti al codice penale che prevedono il rafforzamento delle pene in caso di "mobilitazione", "legge marziale", "tempo di guerra" e "conflitto armato". Per la renitenza alla leva è prevista una pena fino a dieci anni di reclusione. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti. Gli emendamenti andranno in votazione domani al Consiglio della Federazione, il Senato russo prima di essere promulgati dal presidente Vladimir Putin.
13:25 Kiev: "Pene per i renitenti alla mobilitazione e referendum di annessione? La Russia ha paura"
"Fanno un ricatto ingenuo con minacce e storie dell'orrore di 'referendum' e 'mobilitazioni' di chi sa combattere solo contro bambini e persone pacifiche. Ecco come appare la paura della sconfitta. Il nemico ha paura, manipola primitivamente. L'Ucraina risolverà la questione russa. La minaccia può essere eliminata solo con la forza". Così il capo dell'Ufficio del presidente ucraino Zelensky, Andriy Yermak, commenta su Telegram l'annuncio di referendum nelle regioni occupate e l'inasprimento della Duma delle pene in caso ai renitenti alla leva di "mobilitazione generale".
13:27 Il vice speaker della Duma: "Nella zona di Lugansk referendum sull'annessione il 23 e 27 settembre"
Il vice speaker della Duma da Mosca ha annunciato che nella zona di Lugansk il referendum sull'annessione alla Russia si terrà il 23 e 27 settembre, a quanto riferisce la Tass.
13:48 Anche la Repubblica del Donetsk annuncia il referendum sull'annessione a Mosca per il 23 e il 27 settembre
Un referendum per l'annessione alla Russia sarà tenuto anche nella autoproclamata Repubblica di Donetsk dal 23 al 27 settembre. Lo annuncia il Parlamento della stessa repubblica citato da Interfax.
13:51 Viaggio nell'Est dellUcraina, bufera sull'Afd in Germania
Un viaggio nell'Ucraina orientale, occupata dalle forze armate russe, organizzato "per farci una nostra idea della situazione, a fronte delle distorte cronache sul conflitto" ha provocato una nuova bufera intorno all'Afd, il partito dell'ultradestra tedesca. Tutto nasce da una comunicazione del gruppo parlamentare Afd del Land della Sassonia Anhalt, che annunciava "una visita dell'Ucraina dell'est", alla quale partecipano i deputati Daniel Wald e Hans-Thomas Tillschneider.Un ulteriore viaggio nel Donbass lo starebbe programmando, invece, il parlamentare regionale della formazione nazional-populista nel Nord-Reno Vestfalia, Christian Blex.
14:37 Putin: "L'industria della Difesa sostituisca il 100% delle importazioni"
"E' necessario che l'industria della difesa russa sostituisca il 100% delle sue importazioni con approvvigionamenti interni. Lo ha dichiarato il presidente russo, Vladimir Putin, durante un incontro con i manager del settore. "E' necessario anche risolvere il problema della pronta e piena fornitura delle imprese dell'industria della difesa con componenti, parti, unità e materiali di produzione nazionale", ha detto Putin, "l'industria della difesa è precisamente un campo dove i programmi di sostituzione di tutte le importazioni devono essere applicati in modo incondizionato". "Questo potrebbe essere non così importante e significativo in altre aree, dove non abbiamo davvero bisogno di una sostituzione delle importazioni al 100%, ma in questo campo ne abbiamo bisogno", ha aggiunto il capo del Cremlino.
14:43 Ministro esteri ucraini Kuleba: referendum farsa, continueremo a liberare zone occupate
"I 'referendum' farsa non cambieranno nulla. Né lo farà qualsiasi 'mobilitazione' ibrida. La Russia è stata e resta un aggressore che occupa illegalmente parti del territorio ucraino". E' quanto si legge in un tweet del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, dopo le notizie arrivate dalle autorità imposte dai russi nelle regioni di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. "L'Ucraina ha tutto il diritto di liberare i suoi territori e", conclude, "continuerà a liberarli qualsiasi cosa dica la Russia".
14:48 17enne ucraino crea drone anti mine,vince 100mila dollari
A soli 17 anni è il vincitore del Chegg.org Global Student Prize 2022, un premio da 100.000
dollari che ha ottenuto dopo aver sbaragliato oltre 7.000 concorrenti arrivati da 150 paesi in tutto il mondo. E' lo studente ucraino Igor Klymenko che ha ricevuto il premio a New York nel corso della conferenza Clinton Global Initiative, evento parallelo all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Igor è stato premiato per aver creato un drone rilevatore di mine, il Quadcopter, e per la sua determinazione a mantenere in funzione la scuola nonostante l'invasione russa conducendo lezioni di matematica e fisica online per i suoi coetanei.
15:02 Borsa Mosca crolla a -5,4% dopo annuncio referendum Donbass
Crolla l'indice Moex della Borsa di Mosca, che al momento segna -5,4%, dopo l'annuncio da parte dei separatisti dell'autoproclamata repubblica del Donbass dell'indizione di un referendum dal 23 al 27 settembre per l'annessione alla Russia.
15:05 Borrell, Mosca rilasci membri Osce condannati a Luhansk
"Vorrei richiamare l'attenzione sui due membri del personale Osce della missione speciale di monitoraggio in Ucraina che sono stati condannati a 13 anni di carcere a seguito di un cosiddetto procedimento legale a Luhansk. Devono essere immediatamente rilasciati senza condizioni". Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, dopo l'incontro informale dei ministri degli Affari esteri dell'Ue, a New York.
15:08 Kiev vuole chiedere a Onu tribunale stile Norimberga
Il governo di Kiev spera di utilizzare il palcoscenico della 77/ma assemblea generale dell'Onu, che si apre oggi, per sostenere la propria richiesta di un tribunale speciale contro i crimini di guerra russi in Ucraina, sullo stile di quello di Norimberga. Una richiesta resa ancora più urgente dalla scoperta di nuove atrocità a Izyum. Lo ha detto a Politico Andriy Smyrnov, vice capo dell'ufficio del presidente Volodimir Zelensky, che interverrà domani in aula con un video registrato.
15:12 Guterres: nave grano simbolo diplomazia in azione, guerra Ucraina minaccia futuro umanità e Izyum 'allarmante'
"Questa nave è un simbolo di ciò che il mondo può realizzare quando agiamo insieme. Ucraina e Russia, con il supporto della Turchia, si sono unite per realizzarlo, nonostante le enormi complessità e l'inferno della guerra. Qualcuno potrebbe definirlo un miracolo sul mare. In verità, è diplomazia multilaterale in azione". Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres in apertura della 77esima Assemblea Generale al Palazzo di Vetro, mentre le immagini scorrevano sul maxi-schermo. "La comunità internazionale non è pronta o disposta ad affrontare le grandi sfide drammatiche della nostra epoca e queste crisi, come la guerra in Ucraina, minacciano il futuro dell'umanità", ha aggiunto il segretario generale. Guterres ha anche avvertito i leader mondiali del rischio di "un inverno di malcontento globale" a causa delle molteplici crisi che colpiscono l'umanità. "La crisi del potere d'acquisto si scatena, la fiducia si sgretola, le disuguaglianze esplodono, il nostro pianeta brucia", e nonostante tutto "siamo bloccati da una colossale disfunzione globale", ha dichiarato in apertura dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Gueterres ha infine chiosato su Izyum, denunciando massicce
violazioni dei diritti umani in Ucraina e condannando come "estremamente allarmanti" le notizie sulle fosse comuni rinvenute a Izyum, anche se non ha citato la Russia.
15:40 Consigliere presidenziale ucraino Podolyak a Mosca: referendum illegale non ci fermera'
"I russi hanno deciso di rispondere in modo asimmetrico alla controffensiva (ucraina). Pensare che il 'referendum' illegale impedirà agli Himars e alle forze armate (di Kiev) di distruggere gli occupanti sulla nostra terra...Volete davvero impiegare il tempo necessario per scappare in un nuovo spettacolo?". Così il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, denunciando su Twitter i tentativi russi di "inventare sedativi per il pubblico". "Nel frattempo, le forze armate stanno riconquistando territori con calma e metodo ed eliminando i nemici. Differenza evidente".
Le autoproclamate repubbliche separatiste filorusse del Donetsk e del Lugansk hanno annunciato che dal 23 al 27 settembre si terrà un referendum per l'annessione alla Russia degli oblast controllati dai secessionisti.
15:47 Anche regione Zaporizhzhia verso referendum annessione, solo il 23/09
Nei prossimi giorni potrebbe tenersi un referendum per l'annessione alla Russia dal 23 al 27 settembre anche nell'area della regione ucraina di Zaporizhzhia sotto il controllo di Mosca. Lo riporta Ria Novosti, che cita le autorità filorusse locali. A differenza dei referendum programmati nelle altre regioni sotto il controllo di Mosca, ovvero Kherson, Donetsk e Lugansk, quello per "la secessione dall'Ucraina, la creazione di uno Stato e la sua adesione" alla Federazione russa della regione ucraina di Zaporizhzhia si svolgerà solo nella giornata del 23 settembre. Lo si evince dal decreto citato dalla Tass.
15:57 Gentiloni, referendum Putin insulto democrazia e Onu
"I referendum di Putin in Ucraina per annettere territori occupati con le armi sono un insulto alla democrazia e alle Nazioni unite". Lo scrive in un tweet il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni.
16:13 Russia, discredito forze armate, al via verifiche su cantante Pugacheva
Sono in corso verifiche sulla celebre cantante russa Alla Pugacheva, denunciata per aver screditato le forze armate russe con alcune sue recenti dichiarazioni critiche dell'operazione militare in Ucraina. Lo hanno riferito fonti delle forze dell'ordine a Ria Novosti. Le verifiche, spiegano le fonti, sono partite in seguito alla denuncia di un privato cittadino russo alla polizia di Zvenigorod. Non è chiaro se sia stata aperta formalmente un'inchiesta. Pugacheva alcuni giorni fa aveva chiesto al ministero della Giustizia russo che le venisse assegnata l'etichetta di 'agente straniero' dopo che suo marito, il comico Maxim Galkin, è stato inserito lo scorso 16 settembre nel registro delle figure ritenute 'agenti stranieri' per via dei suoi appelli contro l'invasione dell'Ucraina.
16:16 Bolsonaro a Onu: no a sanzioni unilaterali
"Siamo a favore dei negoziati per risolvere la crisi in Ucraina, ma non a sanzioni unilaterali".
Lo ha detto il presidente del Brasile Jair Bolsonaro, aprendo gli interventi dei leader alla 77ma Assemblea generale delle Nazioni Unite. "Il Brasile", ha detto, "ha sempre sostenuto la pace. La guerra in Ucraina non colpisce solo l'Europa ma tutto il mondo. Stiamo cercando di trovare una soluzione di una crisi aggravata dalla polarizzazione. Appoggiamo tutte le misure per attenuare le conseguenze economiche, ma non le sanzioni unilaterali. La soluzione sarà trovata attraverso la negoziazione e il dialogo".
16:30 Lavrov: abitanti Donbass vogliono essere padroni del loro destino
"Fin dall'inizio dell'operazione militare speciale e nel periodo che l'ha preceduta, abbiamo detto che le popolazioni (del Donbass, ndr) avrebbero dovuto decidere il loro destino. E la situazione attuale conferma che vogliono essere padroni del proprio destino". Lo ha dichiarato ai giornalisti il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, commentando la notizia che dal 23 al 27 settembre si terranno referendum per l'annessione alla Russia nelle regioni di Donetsk e Luhansk oltre che in quelle di Kherson e Zaporizhzhia.
17:07 Sindaco di Melitopol ai collaborazionisti: ammettete vosti errori, già 1.342 indagati, 75 condanne
Ammettete i vostri errori ed iniziate a cooperare con i servizi di sicurezza russi. E' questo l'appello che ha Ivan Fedorov, sindaco di Melitopol fino all'occupazione della città da parte dei russi, ha rivolto agli ucraini 'collaborazionisti', che hanno iniziato a lavorare con le forze occupanti. Durante la battaglia per difendere Melitopol all'inizio di marzo, il sindaco è stato sequestrato dai russi, tenuto in ostaggio e torturato perché si rifiutata di collaborare con il nemico, fino alla sua liberazione, avvenuta il 16 marzo nell'ambito di uno scambio, gestito dallo stesso presidente Zelensky, con 9 soldati russi. Secondo quanto riporta il sito Euromaidanpress, Fedorov fornisce anche delle cifre sul numero dei collaborazionisti di cui si sta occupando la magistratura ucraina: "ci sono già 1342 indagini per l'articolo 111-1, collaborazione con il nemico, ed i tribunali ucraini hanno già emesso 75 sentenze con pene detentive e confisca dei beni".
17:14 Lewandowski porta il simbolo dell'Ucraina ai Mondiali di calcio
Il calciatore del Barcellona, Robert Lewandowski ha aumentato il suo sostegno all'Ucraina durante l'invasione militare da parte della Russia. Il capitano della Polonia porterà una fascia al braccio con i colori della bandiera giallo-blu dell'Ucraina ai Mondiali di calcio in Qatar. Lewandowski ha ricevuto il suo regalo dal grande giocatore ucraino Andriy Shevchenko a Varsavia. Il due volte giocatore dell'anno FIFA ha dichiarato che è "un onore per me portare la fascia di capitano con i colori dell'Ucraina ai Mondiali". La Polonia giocherà contro Argentina, Messico e Arabia Saudita a novembre. Lewandowski ha guidato gli appelli alla Polonia affinché boicottasse la partita con la Russia nel playoff della Coppa del Mondo a marzo.
17:17 Scholz, referendum farsa dei russi inaccettabili
I referendum "farsa" della Russia per l'annessione del Donbass in Ucraina "sono inaccettabili": lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che a fine giornata interverrà all'assemblea generale dell'Onu poco dopo aver incontrato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per parlare delle relazioni bilaterali, della guerra in Ucraina e della tensione tra Turchia e Grecia nel Mediterraneo Orientale.
17:25 Assemblea Onu: incontro Blinken-Cavusoglu a New York su sforzi Nato
Gli scontri tra Armenia e Azerbaigian e la guerra in Ucraina sono stati al centro del colloquio tra il segretario di Stato Usa Antony Blinken e il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu a margine dell'assemblea generale dell'Onu a New York. I due, informa il dipartimento di Stato americano, hanno discusso "i modi per far avanzare il coordinamento e l'unità della Nato nella risposta alla guerra russa contro l'Ucraina". Blinken ha "lodato gli sforzi diplomatici turchi per garantire la prosecuzione delle forniture di grano ucraino attraverso i porti del Mar Nero e ha sottolineato l'importanza di mantenere gli accordi negoziati dall'Onu e chiedere conto a Mosca degli impegni che ha preso".
17:29 Presidente Cile Boric: fermare ingiusta aggressione russa
Il presidente cileno Gabriel Boric ha invitato i Paesi presenti all'Assemblea Generale dell'Onu in corso a New York a "realizzare le azioni necessarie, e non solo le dichiarazioni, per fermare la ingiusta guerra della Russia contro l'Ucraina e porre fine a tutti gli abusi dei potenti in ogni luogo del mondo". "La ingiusta guerra di aggressione della Russia in Ucraina - popolo al quale esprimiamo la nostra solidarietà - ha aumentato il prezzo del combustibile e ha causato carenza di grano, provocando un forte impatto sulla nostra economia e di quella di molti di voi", ha sottolineato Boric.
17:33 Russia, stasera alle 19:00 discorso nazione Putin-Shoigu su referendum unificazione
Questa sera il presidente russo, Vladimir Putin, pronuncerà un discorso alla nazione, probabilmente insieme al ministro della Difesa, Serghei Shoigu. Lo hanno riferito fonti del Cremlino a Kommersant. Il discorso potrebbe vertere sulla convocazione di referendum per l'unificazione con la Russia nelle regioni ucraine occupate. L'annessione delle regioni di Donetsk, Lugansk e Kherson e di parte dell'Oblast di Zaporizhzhia segnerebbe una significativa escalation nel conflitto, in quanto ulteriori tentativi di Kiev di riconquistare le aree occupate potrebbero così venire accolti come attacchi al territorio russo, consentendo al Cremlino di giustificare una mobilitazione generale.
17:35 Ucraina, colloquio telefonico Zelensky-Erdogan
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su twitter di aver avuto un colloquio telefonico con l'omologo turco Recep Tayyip Erdogan. "Abbiamo discusso delle attuali questioni di sicurezza", ha spiegato il leader di Kiev.
17:38 Kiev, due nuove stanze della tortura russe in regione Kharkiv
Le forze ucraine hanno scoperto due nuove stanze della tortura usate dai russi nel villaggio di Kozacha Lopan, nella regione di Kharkiv. L'area è stata liberata dagli ucraini all'inizio di questo mese. Lo rendono noto i pubblici ministeri di Kiev che hanno ispezionato gli scantinati dove venivano commesse le torture. Lo riporta Ukrinform. "Oggi i pubblici ministeri dell'ufficio del procuratore distrettuale di Derhachivsky nella regione di Kharkiv hanno ispezionato due sotterranei nel villaggio di Kozacha Lopan, dove l'esercito russo ha torturato i civili durante l'occupazione", si legge nella dichiarazione. I russi hanno allestito camere di tortura nei sotterranei della stazione ferroviaria e di un negozio locale.
17:46 Foreign fighter italiano morto in Ucraina
Un ragazzo di 27 anni originario di Varese, Benjamin Giorgio Galli, volontario in Ucraina, sarebbe rimasto ucciso. Ne ha dato notizia il papà Gabriel Galli, comunicandolo ad alcuni conoscenti del ragazzo. Il giovane aveva la cittadinanza olandese, dove si era trasferito con la famiglia negli ultimi anni. Galli era andato in Ucraina dall'Olanda passando dalla Polonia e si era unito alla prima Legione Internazionale di difesa dell'Ucraina. Sarebbe stato ucciso nella zona di Kharkiv. "Il vostro compagno è morto da eroe questa settimana", ha scritto il papà agli amici del giovane.
18:01 Scholz, non riconosceremo referendum regioni occupate
La Germania non riconoscerà i risultati dei referendum sull'unificazione con la Russia convocati nelle regioni ucraine occupate dalle truppe di Mosca. Lo ha detto ai cronisti il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, riporta Ria Novosti.
"La Russia deve ritirare le sue truppe. L'Ucraina ha il diritto di difendere l'integrità e la sovranità del Paese. In questo sosteniamo l'Ucraina", ha dichiarato Scholz, "a questo proposito, è chiaro che questa pantomima di referendum non può essere riconosciuta". "E' molto, molto chiaro che questi referendum farsa non possono essere accettati e non sono coperti dal diritto internazionale", ha proseguito Scholz, che ha definito le consultazioni "parte di un tentativo di aggressione imperialista".
18:18 Bolsonaro all'Onu: subito cessate il fuoco
La richiesta di un cessate il fuoco immediato in Ucraina e la critica alle sanzioni nei confronti della Russia decise in modo unilaterale hanno segnato il discorso del presidente brasiliano Jair Bolsonaro, primo capo di stato a intervenire al dibattito dell'assemblea generale dell'onu.
Secondo Bolsonaro, solo il dialogo e i negoziati potranno portare a una soluzione del conflitto nell'est Europa.
18:21 Erdogan, corridoio grano un successo dell'Onu, sostegno a sforzi per fine guerra
"Il corridoio del grano è uno dei più grandi successi delle Nazioni Unite degli ultimi anni. E' nostra responsabilità trovare una soluzione a questa guerra con la diplomazia". Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan dall'Assemblea Generale dell'Onu a New York, dove ha confermato che la Turchia insisterà sulla strada della diplomazia. Sul versante militare, il presidente turco ha sottolineato come insieme "continueremo ad aumentare i nostri
sforzi per porre fine alla guerra sulla base dell'integrità territoriale e dell'indipendenza dell'Ucraina". Invito le organizzazioni internazionali e tutti i Paesi a dare un sincero sostegno agli sforzi della Turchia", ha concluso.
18:38 Portavoce Zelensky: referendum distruggono qualsiasi possibilità di dialogo con Russia
"Senza i referendum, c'è ancora una piccolissima chance di una soluzione diplomatica. Dopo i referendum, no". E' quanto ha detto il portavoce dell'ufficio della presidenza ucraina, Serhiy Nykyforov, citato da Liga.net.
18:25 Stoltenberg: referendum illegali, condannare escalation russa
"I referendum fittizi non hanno legittimità e non cambiano la natura della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina. Questa è un'ulteriore escalation nella guerra di Putin. La comunità internazionale deve condannare questa palese violazione del diritto internazionale e rafforzare il sostegno all'Ucraina". Lo scrive su Twitter il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo l'annuncio delle autoproclamate Repubblica di Donetsk e Lugansk di svolgere un referendum per l'annessione alla Russia.
18:40 Ucraina, madre foreign fighter ucciso: si sentiva al posto giusto
Benjamin "era soddisfatto della sua scelta. Sapeva di poter morire ma si sentiva al posto giusto". Lo ha detto a LaPresse Mirjam Van der Plas madre del foreign fighter italiano con cittadinanza olandese Benjamin Giorgio Galli morto in Ucraina a 27 anni. "Da quanto sappiamo è successo lunedì scorso nella zona di Kharkiv", ha detto la donna raggiunta al telefono, "ha deciso di partire perché voleva aiutare le persone che erano in difficoltà a causa di questa guerra che definiva una grande ingiustizia". Il giovane è quindi entrato nella brigata internazionale che combatte al fianco delle forze di Kiev. "Lì ha trovato delle grandi persone, dei fratelli in armi", ha concluso la donna, "ci hanno raccontato che teneva alto il morale di tutta la compagnia".
18:50 Macron: referendum in Ucraina non saranno riconosciuti da comunità internazionale
"I referendum in Ucraina non saranno riconosciuti dalla comunità internazionale". A dichiararlo è il presidente francese, Emmanuel Macron. Secondo quanto riportato dalla Reuters, Macron ha sottolineato che, "se l'idea del referendum in Dombass non fosse così tragica, sarebbe divertente". "Continueremo a mandare armamenti in Ucraina", ha ribadito il presidente francese, confermando che i referendum "non avranno alcuna conseguenza legale" in quanto "il processo di annessione è una parodia".
19:04 Kiev, bombe russe a Zaporizhzhia, ucciso un civile, danni al raffreddamento centrale
L'esercito russo ha bombardato aree popolate della regione di Zaporizhzhia uccidendo un civile, ha dichiarato l'Amministrazione militare regionale citata da Ukrinform. "Nelle ultime 24 ore sono stati registrati bombardamenti a Orikhiv, Chervona Krynytsia, Huliaipole, Novoselivka, Uspenivka, Dobropillia, Rivnopillia, Prymorskyi. Durante i bombardamenti, gli invasori russi hanno ferito i civili. Una persona è morta a causa delle ferite riportate", si legge in una nota. Il bombardamento ha anche provocato danni a un edificio e al sistema di raffreddamento della centrale nucleare: lo ha dichiarato il servizio stampa dell'amministrazione cittadina, citato dalle agenzie russe. "Sono stati danneggiati un edificio speciale, il sistema di raffreddamento e una mensa, dove erano presenti i dipendenti della centrale elettrica all'inizio dell'attacco", ha dichiarato il servizio stampa.
19:29 Truss vede Macron: uniti contro ricatti energetici russi, ma inverno sarà duro
Liz Truss ed Emmanuel Macron sono in sintonia nell'esaltare e considerare "impressionanti le avanzate" sul terreno delle forze ucraine di fronte a quelle russe negli ultimi giorni; e sulla necessità che "gli amici e gli alleati" non cessino di "sostenere Kiev militarmente, economicamente e politicamente". Lo sottolinea Downing Street, dando conto di un primo incontro avuto dalla neo premier britannica con il presidente francese a margine dei lavori dell'Onu a New York. Piena intesa, secondo Londra, pure sull'impegno a "lavorare insieme per mettere fine alla dipendenza energetica" europea dalla Russia. E per "continuare a dimostrare che il ricatto economico di Vladimir Putin su energia e cibo non avrà successo", nonostante "il difficile inverno, e l'enorme incertezza sulle forniture energetiche e sul costo della vita, che i nostri popoli hanno di fronte".
19:52 Ucraina, fonti: genitori Galli a Kiev per rimpatrio salma
Sono a Kiev da ieri, a quanto apprende l'Adnkronos da fonti diplomatiche, i genitori di Benjamin Giorgio Galli, il foreign fighter italo-olandese che combatteva nella Legione straniera Ucraina, morto nella notte tra il 18 e il 19 settembre in ospedale a Kiev, dopo essere rimasto ferito in battaglia a Kharkiv. La famiglia, partita dall'Olanda quando Galli era ferito ma ancora vivo, si dovrà ora occupare degli adempimenti per il rimpatrio della salma. Galli era arrivato a Kiev con il passaporto olandese, e, probabilmente, non aveva un passaporto italiano. Dunque sarà probabilmente l'Ambasciata olandese ad attivarsi per supportare la famiglia nelle operazioni di rimpatrio, anche se l'ambasciata di Kiev da parte sua si sarebbe detta disponibile a intervenire in aiuto in caso di difficoltà.
19:54 Filorussi: intera regione Zaporizhia dichiarerà indipendenza da Kiev
Il territorio liberato della regione di Zaporizhia dichiarerà la sua indipendenza entro i confini amministrativi esistenti in seguito ai risultati del referendum. Lo ha affermato Volodymyr Rogov, membro del consiglio principale dell'amministrazione della regione di Zaporizhia. "Mi riferisco all'intera regione di Zaporizhia, ovviamente. Non può essere altrimenti. A tutti i confini amministrativi della regione di Zaporizhia", ha detto Rogov in onda su Soloviev Live, rispondendo alla domanda su quali confini sarà determinata l'indipendenza grazie ai risultati del referendum. Rogov ha aggiunto che oggi il 73% della regione di Zaporozhia è stato "liberato". Tuttavia, la città principale, il centro regionale sulla riva destra del Dnepr rimane sotto il controllo delle autorità ucraine.
20:04 Di Maio: referendum Mosca illegali, Italia non li riconoscerà
Annunciando i referendum per annettere le regioni ucraine occupate, "Mosca continua a isolarsi sempre di più. E' plasticamente visibile che ormai anche quelli che dovevano essere i suoi sodali a livello internazionale, stanno incoraggiando Putin a fermare questa guerra, ma lui non ha nessuna intenzione di fermarla. Per l'Italia i referendum sono totalmente illegali e non verranno riconosciuti". Lo dice, parlando con l'Adnkronos, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, leader di Impegno Civico.
20:07 Metsola: referendum fasulli non cambieranno linea Ue
"Per essere chiari: nessun referendum fasullo cambierà la posizione dell'Europa sull'Ucraina e sulla sua integrità territoriale. Nè cambierà il fatto che è stata la Russia a invadere l'Ucraina sovrana. L'Europa è con l'Ucraina". Così la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in un tweet.
20:12 Macron, no negoziato se Mosca non accetta sovranità Kiev, invasione è un ritorno ad era imperialismi
Un negoziato per mettere fine alla guerra tra Mosca e Kiev "non è possibile se la Russia non accetta la sovranità dell'Ucraina". Lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, nel suo intervento all'Assemblea generale dell'Onu." La Russia ha deciso di lanciare
l'invasione dell'Ucraina ha rotto la sicurezza collettiva e deliberatamente violato la carta dell'Onu", ha ribadito Macron, sottolineando che in questo modo la Russia ha deciso di "aprire ad altre possibili guerre di invasione in Europa, Africa, Asia, in America Latina". "Oggi dobbiamo fare una scelta semplice: quella della guerra o della pace. Il 24 febbraio la Russia, membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha violato la nostra sicurezza collettiva con un atto di aggressione, invasione e annessione", ha concluso.
20:38 Filorussi, esplosioni in serata a Melitopol
Il consigliere dell'amministrazione regionale di Zaporizhzhia, Vladimir Rogov, ha avvertito che "questa sera a Melitopol nella regione di Zaporizhzhia sono state sentite esplosioni". Lo riporta la Tass. "Secondo le informazioni preliminari, il sistema di difesa aerea sta funzionando", ha scritto sul suo canale Telegram.
20:42 Filorussi Kherson chiedono a Putin di sostenere annessione
Il capo dell'amministrazione militare-civile della regione di Kherson, Vladimir Saldo, ha chiesto al presidente russo Vladimir Putin di sostenere la scelta del popolo, qualora decidesse di aderire alla Russia tramite un referendum. Lo riferisce l'agenzia statale russa Tass.
"A nome dei cittadini e dei residenti della Regione di Kherson, comprendendo il secolare legame storico e inestricabile con il popolo della Federazione Russa, e al fine di definire la personalità giuridica internazionale, chiediamo a Lei, Vladimir Vladimirovich, di sostenere la scelta del popolo della Regione di Kherson, nel caso in cui decidesse di autodeterminarsi e di aderire alla Federazione Russa", si legge nel post pubblicato oggi su Telegram dell'amministrazione.
20:50 Von der Leyen: inaccettabile tentativo russo di cambiare confini Kiev, referendum violazione carta Onu
"Non riconosceremo mai il tentativo della Russia di legittimare la sua occupazione illegale e brutale dei territori ucraini". Così la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, condanna i piani di Mosca di svolgere referendum nei territori occupati in Ucraina. "Cercare di cambiare i confini dell'Ucraina è completamente inaccettabile", ha aggiunto parlando con la Dpa a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu, "ed una chiara violazione della carta dell'Onu e dell'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina".
20:57 Kiev, 2 civili uccisi nei raid russi nella regione di Kharkiv
Due civili sono stati uccisi e altri nove sono rimasti feriti a causa dei bombardamenti russi del distretto di Kupiansk, nella regione di Kharkiv. Lo ha annunciato Oleh Syniehubov, il capo dell'amministrazione militare regionale di Kharkiv, riporta Ukrinform. "A seguito dei bombardamenti del villaggio di Hrushivka, nel distretto di Kupiansk, sono morte due persone. Nove civili, tra cui quattro bambini, sono rimasti feriti", si legge nel rapporto.
21:06 Discorso Putin, cancellato tweet Rt che ne annunciava l'orario
I media russi avevano scritto che si attendeva in serata un discorso di Vladimir Putin alla nazione, proprio nel giorno in cui sono stati annunciati i referendum della prossima settimana per l'annessione dei territori occupati russi. Ed era anche stato pubblicato un tweet dell'emittente di stato Rt che dava l'ora, le 20 di Mosca, le 19 in Italia. Il discorso non è però arrivato all'ora indicata e sarebbe stato anche cancellato il tweet con l'orario, fa notare il sito di Sky news Uk.
21:20 Macron: prevenire incidente nucleare che avrebbe conseguenze devastanti
"Lavoriamo insieme per prevenire un incidente nucleare le cui conseguenze sarebbero devastanti". Lo ha detto Emmanuel Macron nell'intervento oggi all'Assemblea Generale dell'Onu. "Spetta a noi sostenere gli sforzi dell'Agenzia atomica internazionale per prevenire le conseguenze della guerra, come faremo domani con gli ucraini", ha aggiunto il presidente francese che domani avrà un colloquio al Palazzo di Vetro con il capo dell'Aiea, Rafael Grossi.
21:29 Borrell: Ue condanna referendum filorussi e minaccia nuove sanzioni
"L'Ue condanna fermamente i referendum illegali programmati dai filorussi" precisando che "vanno contro le autorità ucraine legali e democraticamente elette, violano l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina e costituiscono una palese violazione del diritto internazionale". Lo afferma l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell, annunciando che "la Russia, la sua leadership politica e tutti coloro che sono coinvolti in questi referendum e in altre violazioni del diritto internazionale in Ucraina saranno ritenuti responsabili e verranno prese in considerazione ulteriori misure restrittive contro Mosca".
21:32 Media, fonti vicine a Putin: discorso rinviato a domani
Fonti vicino al presidente della Federazione russa, Vladimir Putin, avrebbero dichiarato che il suo discorso alla nazione circa l'annessione dei territori occupati in Ucraina sia stato rinviato a domani. Lo riporta Agi.
22:02 Discorso di Putin, cancellato il tweet di RT che lo annunciava
I media russi avevano scritto che si attendeva in serata un discorso di Vladimir Putin alla nazione, proprio nel giorno in cui sono stati annunciati i referendum della prossima settimana per l'annessione dei territori occupati russi. Ed era anche stato pubblicato un tweet dell'emittente di Stato Rt che dava l'ora, le 20 di Mosca, le 19 in Italia. Il discorso non è però arrivato all'ora indicata e sarebbe stato anche cancellato il tweet con l'orario, fa notare il sito di Sky news Uk.
22:06 Russia: discorso Putin alla nazione rinviato a domani
Il discorso alla nazione di Vladimir Putin è stato posticipato a domani. Lo afferma Sergei Markov, politologo ed ex stretto consigliere del presidente russo, sul suo canale Telegram. Uno slittamento che sembra trovare conferma anche da una dichiarazione della direttrice dell'emittente statale Rt, Margarita Simonyan, che ha scritto 'andate a dormire' su Telegram.
Aveva 27 anni: combatteva nella Legione straniera. Benjamin Giorgio Galli, foreign fighter italiano ucciso in Ucraina: “Papà quando torno faccio un anno di vacanza”. Redazione su Il Riformista il 20 Settembre 2022
Aveva 27 anni e si chiamava Benjamin Giorgio Galli il foreign fighter italiano, con cittadinanza olandese, morto in guerra in Ucraina dove combatteva con la Legione Internazionale al fianco dell’esercito di Kiev. Ad annunciare la scomparsa del giovane originario di Bedero Valcuvia, in provincia di Varese, è stato il papà in un messaggio sui social. La sua famiglia si era trasferita negli anni scorsi in Olanda.
Ulteriore conferma arriva anche dalla madre Mirjam Van der Plas che all’agenzia LaPresse dichiara: “Io e mio marito ci troviamo a Kiev dove stiamo aspettando i documenti per poter rimpatriare la salma di nostro figlio in Olanda dove è residente”. Secondo le prime ricostruzioni Galli, sarebbe stato ucciso da una bomba a grappolo.
Si trovava in Ucraina almeno dal mese di giugno scorso anche se sul suo profilo social ci sono foto a Varsavia, in Polonia, già da inizio marzo, a poche settimane dall’invasione russa in Ucraina. Secondo una prima ricostruzione, il 27enne combatteva nella zona di Kharkiv, per popolazione la seconda città del Paese guidato da Volodymyr Zelensky.
Chi sono i foreign fighters italiani, da Giulia Shiff all’infermiere. La Farnesina avverte: “Combattere in Ucraina è reato”
Benjamin “era soddisfatto della sua scelta. Sapeva di poter morire ma si sentiva al posto giusto” ha ricordato la madre raggiunta telefonicamente da LaPresse. “Da quanto sappiamo è successo lunedì scorso nella zona di Kharkiv, ha deciso di partire perché voleva aiutare le persone che erano in difficoltà a causa di questa guerra che definiva una grande ingiustizia. Lì ha trovato delle grandi persone, dei fratelli in armi – ha concluso la donna – ci hanno raccontato che teneva alto il morale di tutta la compagnia”.
“Ben eroe dell’Ucraina” si legge in un commento su Facebook da parte di un altro combattente. “Ti amo fratello mio per sempre. Sempre nei miei pensieri. Il tuo sorriso sarà la mia grazia. Mio fratello, Ben, eroe dell’Ucraina. Gloria all’Ucraina”. Solo pochi giorni fa Benjamin aveva contattato il padre, dicendo che quando sarebbe tornato si sarebbe fatto un anno di vacanze.
Putin e la minaccia nucleare. Biden: quella guerra non va mai fatta. Proteste in Russia. Francesco Battistini e Paolo Foschi su Il Corriere della Sera il 21 Settembre 2022.
Le notizie di mercoledì 21 settembre: Gli Stati Uniti valutano l’invio di carri armati all’esercito di Kiev
• La guerra in Ucraina è arrivata al 210mogiorno
• L’annuncio di Vladimir Putin dei referendum in 4 regioni dell’Ucraina preoccupa la comunità internazionale: si va verso l’annessione di quei territori, un passaggio che comporta un’escalation del conflitto, poiché in caso di vittoria ai referendum (scontata) ogni attacco sarà ora considerato, da Mosca, contro il territorio russo.
• Gli Stati Uniti temono che la mossa dei referendum possa servire per giustificare l’uso di armi nucleari tattiche.
• Proseguono i combattimenti. Le truppe russe, costrette a difendersi dalla controffensiva ucraina, continuano a martellare le linee avversarie con artiglieria e raid aerei. In uno dei bombardamenti, ucciso un foreign fighter italo-olandese, Benjamin Giorgio Galli.
• Preoccupazione per le centrali nucleari ucraine.
Ore 05:15 - Zelelnski: «Grazie agli alleati per la ferma condanna ai referendum farsa»
«Ringrazio tutti gli amici e i partner dell’Ucraina per la loro massiccia e ferma condanna delle intenzioni della Russia di organizzare un altro pseudo-referendum» nei territori ucraini occupati. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto videomessaggio serale.
Ore 05:18 - Blinken: Usa e alleati non riconosceranno mai le pretese di Putin
«Qualsiasi falso referendum russo in Ucraina sarebbe illegittimo e un affronto ai principi di sovranità e integrità territoriale che sono alla base della Carta Onu proprio mentre i leader mondiali si stanno riunendo all’Assemblea generale dell’Onu». Lo scrive in un tweet il segretario di Stato americano, Antony Blinken. «Se la Russia metterà in scena questi falsi referendum, gli Stati Uniti e la comunità internazionale non riconosceranno mai le pretese della Russia su nessuna parte dell’Ucraina presumibilmente annessa. Continuiamo a stare con il popolo ucraino», aggiunge.
Ore 05:26 - Usa valutano l’invio di carri armati all’Ucraina
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La possibilità di fornire tank all’Ucraina è «sul tavolo» ma per ora non c’è alcuna decisione ed è prematuro dire se accadrà. La frase delle fonti ufficiose americane è un modo per aprire la strada. Gli Stati Uniti — dicono le indiscrezioni — hanno studiato l’opzione carri armati, un equipaggiamento che potrebbe aumentare le possibilità della resistenza. Un aiuto ancora più importante in una fase in cui Kiev ha riportato successi. Dal Pentagono, però, sottolineano ostacoli temporanei: alcuni dei mezzi valutati richiedono un addestramento impegnativo, una manutenzione complessa e sono piuttosto costosi in fatto di «consumi». Una volta che li hai li devi mantenere. Gli ucraini hanno dimostrato grandi capacità e adeguamento a situazioni difficili, però la questione logistica si fa sentire. E per i difensori ancora di più, vista la «varietà» per ogni tipo di arma. Le cautele pratiche non escludono — insinua qualcuno — che in realtà qualche forma di training (magari virtuale) sia iniziata. Mesi fa un alto ufficiale di Kiev disse apertamente che grazie al programma Lend and Lease approvato dalla Casa Bianca sarebbe stato possibile iniziare l’addestramento anche per mezzi non ancora consegnati.
Ore 05:31 - «Putin ha paura di perdere. Ecco che cosa significano i referendum»
(Francesco Battistini, inviato a Kiev) C’era da aspettarselo?
«Sì. Putin ha almeno tre buoni motivi per indire adesso i referendum. Primo: anche nel Donbass ha cominciato a perdere e teme di doversi ritirare, come da Kharkiv. La situazione militare dei russi è pessima e circola l’impressione che stiano perdendo. Secondo: l’arena internazionale s’è fatta più difficile e a Samarcanda, per la prima volta, c’era un Putin più debole. Non s’era mai visto che i cinesi o gl’indiani gli mancassero di rispetto: Modi gli ha detto chiaramente di non condividere la guerra, quella parte di mondo si sta spostando sulle posizioni occidentali. Terzo: Putin è in difficoltà anche all’interno, è criticato, i falchi lo vogliono più duro. E il referendum verrà venduto come un risultato».
Ivan Yakovina sa di che cosa parla: fino al 2014 era un analista politico (mal tollerato) a Mosca; con l’annessione della Crimea, venne in Ucraina; a 42 anni, ha un programma sulla tv pubblica ed è uno dei più influenti blogger.
Ore 05:33 - Giappone all’Onu: inaccettabile invasione Russa in Ucraina
L’invasione russa dell’Ucraina «non avrebbe mai dovuto essere tollerata» e «calpesta la filosofia della carta dell’Onu»: il premier giapponese Fumio Kishidanel suo intervento all’assemblea generale dell’Onu.
Ore 05:34 - Scholz all’Onu: non accetteremo una pace dettata da Putin
«Non accetteremo una pace dettata da Putin. L’Ucraina dev’essere in grado di potersi difendere». Lo ha dichiarato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, nel suo discorso all’Assemblea generale dell’Onu. E, ancora: «Putin rinuncerà a questa sua aggressione imperialista solo se realizza che non può vincere. Per questo bisogno aiutare l’Ucraina a difendersi. L’azione di Putin è ingiustificabile, è motivata solo dal suo desiderio di impadronirsi dell’Ucraina»,
Ore 05:34 - Draghi all’Onu: le sanzioni hanno avuto effetto dirompente sulla Russia
(Monica Guerzoni, inviata a New York) La guerra di Mosca contro Kiev è un attacco ai valori dell’Occidente. E il colpevole della crisi alimentare, energetica ed economica che il conflitto ha innescato ha un nome e un cognome: Vladimir Putin.Il premier italiano lo scandisce con tono severo davanti all’Assemblea generale dell’Onu, forte del premio al «migliore statista mondiale dell’anno» . ricevuto lunedì sera dalla fondazione Appeal of Conscience, con laudatio dell’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger.
Draghi è durissimo. E se Giorgia Meloni afferma che «i nostri nemici non sono così isolati come sembrano», i ragionamenti dell’ex presidente della Bce puntano a isolare Putin, finché non deciderà di tornare «al rispetto dei principi che la Russia scelse di sottoscrivere nel 1945». L’escalation dello zar impone una scelta di campo: «I referendum per l’indipendenza del Donbass sono un’ulteriore violazione del diritto internazionale che condanniamo con fermezza».
Ore 08:18 - Putin dichiara mobilitazione parziale in Russia
In un discorso alla nazione in tv il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato una mobilitazione parziale in Russia, con il richiamo dei militari della riserva. «La leva militare riguarderà i cittadini che fanno già parte delle riserve e quelli che hanno svolto servizio militare nelle forze militare e hanno esperienza. I richiamati, prima di essere richiamati al fronte, svolgeranno ulteriore addestramento», ha spiegato Putin.
Sui referendum nei territori occupati ha annunciato che «hanno il sostegno di Mosca».
Ore 08:30 - Kiev «Mosca ha di nuovo bombardato Zaporizhzhia»
L’operatore nucleare ucraino Energoatom ha accusato la Russia di aver nuovamente bombardato il sito della centrale nucleare a Zaporizhzhia. «I terroristi russi l’hanno bombardato ancora durante la notte» ha detto Energoatom su Telegram.
Ore 08:47 - Putin: «Il nostro obiettivo è la liberazione del Donbass»
L’obiettivo di Mosca in Ucraina rimane «la liberazione di tutto il Donbass». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, parlando di proposito «irremovibile» nel suo discorso alla nazione.
Ore 08:44 - Putin avverte: «Anche noi abbiamo armi nucleari»
Nel suo discorso alla nazione trasmesso in tv, in cui ha annunciato la mobilitazione parziale, il presidente russo Vladimir Putin ha accusato l’Occidente di «ricatto nucleare». «Alcune figure eminenti della Nato hanno parlato della possibilità di usare contro la Russia armi di distruzione di massa, cioè armi nucleari. A chi fa dichiarazioni di questo tipo sulla Russia, voglio ricordare che anche il nostro Paese dispone di armi nucleari», ha detto Putin.
Ore 08:55 - Berlino: «L’annuncio di Putin segna un’escalation»
L’annuncio di una parziale mobilitazione appena fatto da Vladimir Putin segna «una nuova escalation» nell’aggressione all’Ucraina. Si tratta di «un passo pessimo, sbagliato». Lo ha detto il vicecancelliere tedesco verde Robert Habeck. «Ci consulteremo per vedere come reagire sul piano politico», ha spiegato. È chiaro che l’Ucraina dovrà continuare ad avere «pieno sostegno».
Ore 09:03 - Il ministro russo Shoigu: «Stiamo combattendo contro l’Occidente»
Il ministro della Difesa russa, Serghei Shoigu, ha definito «difficile» la guerra in corso. «Non stiamo combattendo contro l’Ucraina», ha spiegato, visto che «l’Ucraina stessa «ha da tempo esaurito le armi», ma «contro l’Occidente intero e la Nato». E ha aggiunto che «tutti i tipi di armi, compresa la triade nucleare, possono adempiere ai loro compiti».
Ore 09:20 - Il ministro russo Shoigu: «Mobilitati 300mila riservisti»
Nell’ambito della mobilitazione parziale in Russia annunciata dal presidente Vladimir Putin in un discorso alla nazione, verranno richiamati 300mila riservisti. Lo ha annunciato il ministro della Difesa russa, Sergey Shoigu, in un’intervista alla tv Rossiya-24. Shoigu ha sottolineato che i militari di leva e gli studenti non verranno mobilitati ma che solo chi ha esperienza di combattimento e di servizio lo sarà.
Ore 09:48 - Ambasciatrice Usa a Kiev: «Annuncio Putin segno di debolezza»
La mobilitazione parziale ordinata dal presidente russo Vladimir Putin è un segno di «debolezza». È quanto sostiene l’ambasciatrice statunitense in Ucraina. «I referendum farsa e la mobilitazione sono segni di debolezza, del fallimento russo», ha scritto Bridget Brink su Twitter. «Gli Stati Uniti non riconosceranno mai la pretesa della Russia di annettere il territorio ucraino, e continueremo a stare al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario»
Ore 10:14 - Russia: «Opposizione convoca proteste contro mobilitazione»
In Russia il movimento d’opposizione Vesna ha convocato proteste a livello nazionale per oggi contro la mobilitazione parziale annunciata dal presidente russo Vladimir Putin, chiedendo ai cittadini di raccogliersi alle 19 ora locale nel centro delle loro città. «Migliaia di uomini russi - i nostri padri, fratelli e mariti - saranno gettati nel tritacarne della guerra. Per cosa moriranno? Per cosa piangeranno madri e bambini?», afferma il gruppo. Non è chiaro quanti oseranno protestare, viste la generale repressione dell’opposizione e le dure leggi russe contro il discredito di soldati e l’operazione militare.
Ore 10:20 - Il Papa:una pazzia pensare all’uso di armi nucleari
«Vorrei fare presente una terribile situazione della martoriata Ucraina»: all’udienza generale del mercoledì papa Francesco ha rivolto il suo pensiero al conflitto in corso spiegando di aver saputo dal card. Krajewskidi notizie di «malvagità» e «mostruosità», «di cadaveri torturati». Anche all’inizio della cateches Bergoglio ha fatto riferimento all’Ucraina: riferendo del recente viaggio in Kazakistan e della scelta del Paese di dire no alle armi nucleari, Francesco ha osservato: «In questo è stato coraggioso. In un momento in cui questa tragica guerra ci porta a che alcuni pensino alle armi nucleari, quella pazzia». parole che suonano come un implicito riferimento alle ultime minacce sibilline di Putin.
Ore 10:38 - La Cina chiede di usare tutti i mezzi necessari per un cessate il fuoco
Alla richiesta di commentare le parole del presidente russo Vladimir Putin, che annunciando la mobilitazione parziale ha detto che nella crisi ucraina verranno usati tutti i mezzi necessari, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha risposto invitando a un cessate il fuoco tramite negoziati e a soluzioni che rispondano alle preoccupazioni di sicurezza di tutte le parti. Lo riporta il Global Times.
Ore 10:57 - La vicepremier spagnola: «L’annuncio di Putin è una notizia drammatica»
L’annuncio di Vladimir Putin sulla mobilitazione militare parziale in Russia costituisce una «notizia drammatica, che conferma che questa è una guerra lunga e crudele, enormemente ingiusta e dura» sia per gli ucraini sia per i «cittadini russi forzati alla chiamata alle armi»: così la vicepremier spagnola Teresa Ribera, raggiunta dai microfoni della Cadena Ser e di altri media iberici. «Fa presagire un inverno complicato», ha aggiunto Ribera.
Ore 11:09 - Biden all’Onu chiederà al mondo di opporsi all’aggressione russa
Il punto cruciale dell’intervento di quest’anno del presidente Usa Joe Biden all’Assemblea generale dell’Onu, atteso per le 16.35 ora italiana, sarà una forte condanna della Russia per la guerra in Ucraina. Lo riferiscono funzionari della Casa Bianca. Biden pronuncerà «un fermo rimprovero per la guerra ingiusta della Russia in Ucraina e farà un appello al mondo affinché continui a opporsi all’aggressione», ha riferito il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, offrendo delle anticipazioni del discorso del presidente. Biden definirà l’invasione un affronto al cuore di ciò che l’Onu rappresenta: «Sottolineerà l’importanza di rafforzare le Nazioni Unite e riaffermerà i principi fondamentali della sua Carta, in un momento in cui un membro permanente del Consiglio di sicurezza ha colpito il cuore stesso dello statuto, sfidando il principio dell’integrità territoriale e della sovranità», ha aggiunto Sullivan.
Ore 11:18 - Russia: le nuove unità schierate al confine con l’Ucraina
Con i riservisti mobilitati in Russia saranno innanzitutto formate nuove unità che avranno il compito di «difendere i confini» con l’Ucraina e creare nel territorio russo vicino alla frontiera «una profondità tattica» a sostegno delle forze impegnate nelle operazioni in Ucraina. Lo ha detto Andrei Kartapolov, presidente della commissione Difesa della Duma, la camera bassa del parlamento russo. Kartapolov ha precisato che i primi ad essere mobilitati saranno soldati e sottufficiali fino a 35 anni di età e ufficiali inferiori fino ai 45.
Ore 11:41 - Lettonia: «No ai visti per i russi che fuggono da una mobilitazione»
Il governo lettone ha chiarito oggi che non intende concedere alcun visto umanitario ai cittadini russi che intendano sfuggire alla «mobilitazione parziale» annunciata da Vladimir Putin. Su Twitter, il ministro degli Esteri, Edgars Rinkevics, ha citato «motivi di sicurezza» per giustificare questa scelta ed ha fatto sapere che per il momento la Lettonia si limiterà a consultarsi con altri alleati per decidere eventuali «azioni congiunte» dopo l’annuncio di Putin.
Ore 11:44 - Il sindaco di Kiev: «Così Putin seppellirà il suo Paese»
«La mobilitazione e le minacce nucleari annunciate da Putin non aiuteranno l’aggressore nel suo tentativo di conquistare e distruggere l’Ucraina e gli ucraini». Lo ha dichiarato il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, commentando su Telegram il discorso pronunciato stamane dal presidente russo, Vladimir Putin. «Alla fine il tiranno ha avviato i processi che lo seppelliranno nel suo Paese. Ed il mondo civilizzato deve finalmente capire che il male va estirpato alle radici e non parlare di illusori “negoziati di pace”», ha aggiunto.
Ore 11:44 - Navalny: «È terribile. Non capisco perché dovrebbero chiamare i civili»
È «un’enorme tragedia» ma non rinuncia al suo humor nero il politico Alexei Navalny, oppositore di Vladimir Putin detenuto in un carcere di massima sicurezza. E lo usa per commentare le notizie sulla mobilitazione annunciata in Russia da Putin stesso. Durante un’udienza in tribunale a Kovrov - dove sono all’esame della corte le sue affermazioni contro la colonia di massima sicurezza n. 6 della regione di Vladimir - Navalny ha dichiarato: «Non capisco una cosa. L’esercito sono un milione di persone, la Guardia Nazionale sono 350mila persone, il Ministero degli Interni da uno e mezzo a due milioni, e ci sono così tante persone nel Servizio Penitenziario Federale. Perché dovrebbero chiamare i civili? Cioè, cinque milioni di renitenti alla leva correranno avanti e indietro attraverso il Paese. E un milione di poliziotti li rincorrerà per mobilitarli da qualche parte». «In questo momento, dei lavoratori di Kovrov, uomini di 30 anni, saranno chiamati a soccombere da qualche parte vicino a Kherson. È tutto terribile. Penso che non chiameranno da Mosca. Convocate 50.000 persone da Mosca, e domani 150.000 parenti protesteranno per strada».
Ore 12:05 - Cremlino: «Mobilitazione necessaria perché affrontiamo l’intera Nato»
La decisione di annunciare una mobilitazione parziale è stata presa da Vladimir Putin a causa del fatto che la Russia in Ucraina sta affrontando il potenziale militare dell’intera Nato e di una serie di altri paesi ostili. Lo sostiene il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. «Il presidente Putin ha parlato di come sono cambiate le condizioni durante l’operazione militare speciale (guerra in Ucraina, ndr) nel suo discorso. È stato il presidente Putin a dire che, in effetti, ora ci troviamo di fronte al potenziale militare della Nato e di un certo numero di altri Paesi ostili a noi», ha detto Peskov.
Ore 12:07 - No al rientro di russi che combattono in Ucraina
I cittadini della Federazione russa regolarmente residenti in Estonia che andranno a combattere in Ucraina non saranno riammessi nel Paese. Lo ha annunciato oggi Veiko Kommusaar, sottosegretario per la Sicurezza interna del ministero degli Interni di Tallinn. La dichiarazione di Kommussaar - che arriva dopo la mobilitazione di circa 300.000 riservisti annunciata in mattinata da Vladimir Putin - riguarda solo i cittadini russi residenti in Estonia con un regolare permesso di soggiorno.
Ore 12:46 - Portavoce Zelensky: «L’esercito russo ha fallito in tutto»
L’annuncio della mobilitazione parziale dei riservisti in Russia «è un riconoscimento dell’incapacità dell’esercito professionale russo, che ha fallito in tutti i suoi compiti». Lo afferma un portavoce del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Sergii Nikoforov, in una dichiarazione ad Associated Press. «Come possiamo vedere, le autorità russe intendono bilanciare questo con la violenza e la repressione contro il proprio popolo. Prima finirà, meno figli russi andranno a morire al fronte», ha concluso il portavoce.
Ore 13:06 - I riservisti «non possono lasciare la loro residenza»
I riservisti russi che potrebbero essere inviati al fronte in Ucraina non possono «lasciare la propria residenza senza il permesso dei commissariati militari» Lo ha detto Andrey Kartapolov, presidente della commissione difesa della Duma. La mobilitazione dichiarata da Vladimir Putin dovrebbe riguardare circa 300.000 giovani.
Ore 13:21 - Per Mosca è sempre una «operazione speciale»
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto che non è stata presa alcuna decisione in merito al cambiamento dello status dell’operazione militare speciale e all’imposizione della legge marziale in Russia
Ore 13:41 - Cina chiede dialogo, sforzi per pace dopo discorso
La Cina sollecita il dialogo e a trovare soluzioni per le «legittime preoccupazioni per la sicurezza di tutti i Paesi» e sostenere il cessate il fuoco attraverso «tutti gli sforzi volti alla risoluzione pacifica della crisi». Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, dopo il discorso alla nazione del presidente russo, Vladimir Putin, che ha annunciato la mobilitazione militare parziale che prevede il richiamo di circa 300mila riservisti. Il portavoce ha poi ribadito che la posizione cinese sulla crisi ucraina è «chiara e lineare».
Ore 14:00 - Esauriti i voli da Mosca dopo annuncio mobilitazione Putin
Quasi tutti i voli in partenza dalla Russia sono stati esauriti in poche ore dopo che Vladimir Putin ha annunciato una mobilitazione parziale dei riservisti. Lo scrive il Guardian. I dati di Google Trends hanno mostrato un’impennata nelle ricerche di Aviasales, il sito web più popolare in Russia per l’acquisto di voli, dopo che l’annuncio del presidente russo ha fatto temere che gli uomini abili al combattimento non potessero espatriare. Secondo Aviasales, i voli da Mosca verso Georgia, Turchia e Armenia, destinazioni che consentono ai russi di entrare senza visto, sono andati esauriti dopo pochi minuti dall’annuncio di Putin.
Ore 14:31 - Ue, Putin minaccia uso armi nucleari, va fermato
Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin «sta facendo una scommessa nucleare, usando l’arma atomica come parte del suo arsenale del terrore. Questo dimostra, a chi avesse ancora dei dubbi nella comunità internazionale sulle sue intenzioni, fino a dove è disposto a spingersi nella sua aggressione al popolo ucraino». Lo dice il portavoce della Commissione Europea per gli Affari Esteri Peter Stano, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.
«Quello che è preoccupante - continua Stano - è che qualsiasi uso di armi nucleari non colpirebbe solo il territorio in cui viene condotto, ma il territorio dell’Ucraina, quello dell’Europa e quello dell’Asia. Avrebbe conseguenze imprevedibili per il mondo intero. La comunità internazionale dovrebbe essere unita nell’esercitare pressione su Putin perché cessi questo comportamento temerario. E’ un tema che viene discusso attualmente dai leader all’assemblea generale dell’Onu». L’Ucraina, conclude, «sta conducendo una guerra legittima per l’autodifesa» e l’Ue la sosterrà «per tutto il tempo necessario».
Ore 14:34 - Usa, prendiamo sul serio la minaccia nucleare di Putin
Gli Stati Uniti «prendono sul serio la minaccia nucleare» da parte di Putin e se la Russia dovesse usare l’arma nucleare «ci saranno conseguenze gravi». Lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana John Kirby ad Abc news. «Continuiamo a monitorare la loro posizione strategica per capire se è il caso di modificare la nostra. Al momento non ci sono segnali che dobbiamo farlo», ha aggiunto ribadendo che l’atteggiamento della Russia sul nucleare è da irresponsabili.
Ore 14:59 - Zelensky, Putin vuole farci affogare nel sangue dei suoi stessi soldati
Vladimir Putin «vuole affogare l’Ucraina nel sangue, ma anche nel sangue dei suoi stessi soldati». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista a Bild.
Ore 15:35 - Russia, chi sono i riservisti: età fino a 26 anni, paga di 460 euro al mese
(di Claudio Del Frate) La mobilitazione dichiarata da Vladimir Putin riguarderà almeno 300.000 giovani sotto i 26 anni ma dalle liste saranno eliminate alcune categorie, ad esempio gli studenti universitari. Ecco il primo identikit del «riservista» secondo quanto emerge le prime indicazioni del ministero della difesa di Mosca, riportate dall’agenzia Tass. A queste si aggiunge il giro di vite sugli spostamenti interni alla Russia e sui casi di disobbedienza alla chiamata alle armi: misura scattate immediatamente proprio per prevenire una fuga di massa dagli obblighi militari.
La mobilitazione, vale a dire la chiamata alle armi della popolazione civile, non era mai stata dichiarata dal Cremlino a partire dal 24 febbraio, giorno dell’invasione dell’Ucraina. Il disastroso andamento delle operazioni sul campo ha indotto Putin a un cambio di strategia: «Stiamo parlando solo di una mobilitazione parziale. Ciò significa che solo quei cittadini che sono nelle riserve e soprattutto, coloro che hanno prestato servizio nelle forze armate, hanno determinate specializzazioni militari ed un’esperienza rilevante saranno soggetti a coscrizione» ha detto lo zar nel suo discorso in tv nel tentativo di tranquillizzare l’opinione pubblica. Si tratterebbe dunque per il momento di personale che ha già ricevuto un addestramento militare di base o in passato ha vestito la divisa . Il servizio di leva in Russia, va ricordato, è tuttora obbligatorio. Il numero di 300.000 effettivi è una minima parte del potenziale che la Russia può mettere in campo. Secondo il ministro della difesa Shoigu le forze disponibili arriverebbero a 25 milioni.
Ore 15:41 - Russia, appello a protesta contro mobilitazione alle 19
Una protesta contro la mobilitazione proclamata da Vladimir Putin è stata annunciata per questa sera alle 19 ora di Mosca, le 18 in Italia. «Migliaia di uomini russi, i nostri padri, fratelli e mariti, verranno gettati nel tritacarne della guerra. Per chi moriranno? Per cosa dovranno piangere le madri e i figli», si legge in una dichiarazione diffusa sui social dal movimento anti guerra Vesna, che invita ad una protesta questa sera in tutte le città russe, scrive il sito indipendente russo Meduza.
Intanto, un corrispondente del Wall Street Journal ha già diffuso su Twitter le foto di persone che espongono cartelli contro la mobilitazione e la guerra in Ucraina in diverse città russe. Viene anche rilanciato un video condiviso su Telegram, che mostrerebbe il dispiegamento di poliziotti a Novosibirsk per reprimere una protesta. Il sito web di Vesna ha inoltre diffuso un appello ai soldati già al fronte perché si rifiutino di combattere. «Ci rivolgiamo ai militari russi al fronte e nelle loro unità perché si rifiutino di partecipare all’operazione speciale o si arrendano il più presto possibile. Non dovete morire per Putin. Le persone che vi amano in Russia hanno bisogno di voi. Per le autorità voi siete solo carne da cannone, le vostre vite verranno sprecate senza motivo», recita il testo, citato dal Guardian.
Ore 15:50 - Il tweet: 35 chilometri di coda al confine tra Russia e Finlandia
Ore 16:01 - Soyuz decolla verso Iss con americano e 2 russi
È decollata dal cosmodromo russo di Baikonur in Kazakistan la navicella Soyuz con a bordo un astronauta americano e due cosmonauti russi, in un viaggio che segna una rara collaborazione tra Usa e Russia in mezzo alle tensioni alimentate dall'invasione dell'Ucraina. A bordo Frank Rubio della Nasa, Sergei Prokopiev e Dmitri Peteline dell'agenzia spaziale russa Roscosmos. Rubio è il primo astronauta americano a viaggiare verso l'Iss a bordo di un mezzo russo dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina del 24 febbraio.
Ore 16:29 - Mosca: chi protesta contro la mobilitazione rischia 15 anni
Poche ore dopo l'annuncio della mobilitazione parziale per la guerra in Ucraina da parte di Vladimir Putin, la procura di Mosca avvisa che chi partecipa alle proteste rischia 15 anni di carcere. In un comunicato, la procura si riferisce alla pubblicazione sui social media di «post con informazioni per partecipare ad azioni pubbliche e commettere altre azioni illegali».
«La Procura mette in guardia dalla distribuzione di questo materiale - prosegue la nota - e la partecipazione ad azioni illegali che sono punibili sulla base di leggi penali ed amministrative». Azioni, si aggiunge, che sono «qualificate come reati punibili anche con pene detentive fino a 15 anni». Secondo il gruppo Ovd-Info, oltre 60 persone sono state finora arrestate in proteste contro la mobilitazione in otto città russe.
Ore 17:02 - Casa Bianca: «Non siamo in guerra con la Russia»
«No, non lo siamo, non lo siamo per nulla»: il portavoce del consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha risposto così su Fox news ad una domanda se Usa e Russia sono effettivamente in guerra tra loro. «La Russia è in guerra dentro l’Ucraina», ha precisato.
Ore 17:04 - Cosa dirà Biden all’Onu
Nel suo atteso intervento all’assemblea generale dell’Onu, il presidente americano Joe Biden farà una «decisa condanna» della guerra russa in Ucraina, e risponderà all’annuncio di Vladimir Putin sull’immediata «mobilitazione parziale» dei cittadini russi. Si tratta di un’indiscrezione che arriva da un dirigente della Casa Bianca che vuole rimanere anonimo.
Nel suo discorso inoltre il presidente Joe Biden annuncerà nuovi fondi per 2,9 miliardi di dollari per affrontare l’insicurezza alimentare globale, causata dall’invasione russa dell’Ucraina (uno tra i principali produttori di grano).
Ore 17:07 - 70 fermi in Russia per le proposte contro la mobilitazione
Sono una settantina le persone fermate in manifestazioni contro la mobilitazione parziale in Russia che si sono svolte in diverse città del Paese. A riferirlo è Ovd-Info, una ong che registra le attività dell’opposizione e assiste legalmente i fermati.
I raduni, ai quali partecipano in media alcune decine di persone, sono cominciate, per motivi di fuso orario, in alcune città dell’Estremo oriente, e si sono estese alle regioni occidentali, compresa Mosca. Nella capitale sono segnalati finora due fermi.
Ore 17:15 - Biden all'Onu, referendum Cremlino enorme violazione
«Abbiamo un membro permanente del Consiglio di sicurezza e ha invaso un suo vicino con l'obiettivo di toglierlo dalla mappa. Oggi il presidente russo Putin ha inviato altre minacce. Il Cremlino sta organizzando un referendum farsa, che è una enorme violazione» al diritto internazionale. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden nel suo intervento alla 77 Assemblea generale delle Nazioni Uniti.
Ore 17:29 - Biden, vogliamo che la guerra finisca alle condizioni giuste
Gli Usa vogliono che la guerra in Ucraina finisca sulla base di condizioni giuste: lo ha detto Joe Biden intervenendo all'assemblea generale dell'Onu.
Ore 17:37 - Biden, crisi alimentare globale causata da Russia
Le sanzioni Usa «consentono esplicitamente» l'export di derrate alimentari e fertilizzanti russi. Lo ha sottolineato il presidente americano Joe Biden nel suo discorso all'Onu, affermando che è la guerra della Russia in Ucraina «che provoca» l'insicurezza alimentare a livello globale e «solo la Russia può porvi fine».
Ore 17:37 - Biden: Putin contro Carta Onu vuole cancellare l'Ucraina
"In questo ultimo anno il mondo ha visto grandi tumulti, la crisi della sicurezza alimentare, la siccità, le inondazioni, il Covid-19, il tasso di inflazione e anche una guerra di cui non si sentiva il bisogno perché un uomo ha deciso di essere duro e adesso voglio parlare chiaramente con questo uomo: un Paese membro permanente del consiglio di sicurezza dell'Onu ha invaso un paese vicino, ha cercato di cancellare uno stato sovrano. La Russia ha violato i principi della Carta Onu", ha detto il presidente americano Joe Biden all'Onu.
Ore 17:51 - La Russia rilascia dieci prigionieri di guerra
La Russia rilascia i 10 prigionieri di guerra catturati in Ucraina, tra cui cittadini statunitensi, britannici, svedesi, croati e marocchini.
Ore 18:02 - Portavoce Ue: «Sosterremo Kiev se Russia annette suoi territori»
«L’Unione Europea non riconoscerà l’eventuale annessione dei territori ucraini occupati dalla Russia, e sosterrà l’Ucraina nella sua legittima azione, anche militare, per ripristinare il proprio controllo su quei territori». Lo ha detto oggi a Bruxelles Peter Stano, il portavoce dell’Alto Rappresentante Ue per la Politica estera e di sicurezza comune, Josep Borrell, rispondendo alle domande dei giornalisti sul discorso con cui il presidente Vladimir Putin, stamattina, ha confermato che si terranno dei referendum nei territori ucraini occupati (Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia) per decidere se annetterli alla Russia, e ha annunciato una mobilitazione parziale della popolazione russa per continuare la guerra contro l’Ucraina.
Stano ha anche accusato il Cremlino di stare facendo una pericolosa «scommessa nucleare», con le attività militari attorno alla centrale atomica ucraina di Zaporizhzhia e con la minaccia di ricorrere alle armi nucleari, implicita nel discorso di Putin, quando ha avvertito: «Useremo certamente tutti i mezzi a nostra disposizione per proteggere la Russia e il nostro popolo».
Ore 18:14 - Russia, 109 arresti nelle proteste contro la mobilitazione parziale decisa da Vladimir Putin
Almeno 109 persone sono state arrestate in Russia nelle proteste contro la mobilitazione parziale decisa da Vladimir Putin. Lo riferisce Ovd-Info. Nella città siberiana di Irkutsk, almeno 10 dei 60 manifestanti radunatisi in una piazza centrale sono stati arrestati, secondo attivisti locali, riporta il Moscow Times. Nella terza città della Russia, Novosibirsk, un video pubblicato sui social media mostrava un manifestante che gridava «Non voglio morire per Putin».
Ore 18:23 - Gas: prezzo chiude in netto calo a 189 euro
Chiusura in netto calo per il prezzo del gas, dopo l’impennata di stamane con il discorso del presidente russo Vladimir Putin sulla guerra in Ucraina. Ad Amsterdam le quotazioni hanno registrato una flessione del 2,3% a 189 euro al megawattora. Prezzo in calo anche a Londra dove si attesta a 279 penny al Mmbtu (-11,4%).
Ore 18:27 - Missili russi su regione Dnipropetrovsk, almeno un morto
Una persona è stata uccisa e altre due sono rimaste ferite a seguito di bombardamenti russi sulla regione di Dnipropetrovsk. Lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare locale Valentin Reznichenko. «I russi hanno sparato sulle comunità di Krasnogrigoryevsk e Marganets. Una persona è rimasta uccisa», ha spiegato.
Ore 18:45 - Salvini: «Da Putin pessima notizia. Riportare parti a tavolo»
Da Vladimir Putin è arrivata «una pessima notizia: bisogna far di tutto per riportare le parti al tavolo ovviamente continuando a difendere l’Ucraina aggredita. Se serve con le sanzioni, con l’Unione europea che però protegge i lavoratori italiani». Così il segretario leghista Matteo Salvini a Studio Aperto.
Ore 18:46 - Truss vede von der Leyen all’Onu: «Con l’Ucraina fino alla fine»
C’è piena intesa fra Ue e Regno Unito sulla «condanna delle azioni della Russia in Ucraina» e sull’interpretazione dell’annuncio di mobilitazione parziale fatto da Vladimir Putin come «un segno del fallimento dell’invasione», un’ammissione «di debolezza». Lo sottolinea Downing Street dando conto di un primo faccia a faccia avuto in veste di premier britannica da Liz Truss a New York, a margine dei lavori dell’Onu, con la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen: incontro durante il quale le due esponenti politiche hanno ribadito il comune sostegno «alla lotta» di Kiev fino a che sarà necessario. Nella nota diffusa da Londra si evidenzia inoltre l’impegno alla cooperazione con Bruxelles sul fronte dell’emergenza «energetica» e della «sicurezza alimentare».
Ore 18:50 - Ong, 268 arresti in Russia in proteste anti-mobilitazione
Almeno 268 persone sono state arrestate in Russia durante manifestazioni improvvisate contro la mobilitazione parziale annunciata da Putin, con la quale saranno richiamati in servizio i militari della riserva per l’offensiva in Ucraina. Lo riferisce OVD-Info, aggiungendo che le proteste hanno toccato almeno 22 città del Paese. I giornalisti della France Press a Mosca e San Pietroburgo hanno visto di persona diversi arresti nel centro delle due città.
Ore 19:04 - Ong, oltre 400 fermati in proteste contro mobilitazione
Sono oltre 425 le persone fermate in 24 città della Russia. per le proteste contro la mobilitazione parziale indetta dal presidente Vladimir Putin nell’ambito del conflitto in Ucraina. A renderlo noto l’ong russa Ovd. Fra le città coinvolte prima di tutto Mosca e San Pietroburgo dove in entrambe i fermati sarebbero oltre 100. Coinvolte anche Ekaterinenburg, Ufa, Perm, Krasnojarsk, Irkutsk, Novosibirsk, Tomsk, Samara e Belgorod.
Ore 19:13 - Kiev: «Raid russi su Dnipro, un morto e due feriti»
Almeno una persona è rimasta uccisa e altre due sono state ferite stasera a seguito di nuovi bombardamenti russi nella regione meridionale ucraina di Dnipropetrovsk. Lo ha riferito su Telegram il governatore Valentin Reznichenko, precisando che i soccorritori e le forze di sicurezza sono al lavoro sul luogo dei raid.
Ore 19:21 - Scambio di 10 prigionieri stranieri tra Mosca e Kiev
Il governo saudita ha annunciato uno scambio di dieci prigionieri di guerra tra Russia e Ucraina grazie alla mediazione del principe ereditario Mohammed bin Salman. Nel gruppo ci sono cittadini americani, britannici, svedesi, croati e marocchini. «Le autorità saudite competenti li hanno ricevuti e trasferiti dalla Russia al Regno e stanno facilitando le procedure per il loro ritorno sicuro nei rispettivi Paesi», si legge in un comunicato del ministero degli Esteri saudita.
Ore 19:29 - Truss conferma rilascio 5 britannici, enorme soddisfazione
Liz Truss ha confermato da New York la notizia del rilascio di 5 foreign fighter britannici catturati dalle forze russe in Ucraina nell’ambito di uno scambio di prigionieri fra Mosca e Kiev che ha coinvolto 10 stranieri. La premier britannica ha ringraziato il governo saudita e il presidente Volodymyr Zelenski per un epilogo che nelle parole di una sua dichiarazione pone fine a «mesi d’incertezza e sofferenza per loro e le loro famiglie». Truss si dice «enormemente» sollevata e nello stesso tempo sollecita la Russia a cessare quello che definisce «il brutale utilizzo di prigionieri di guerra a fini politici».
Ore 19:33 - Ong: «Oltre 500 fermi in Russia a proteste per mobilitazione»
Sono salite a 525 le persone fermate alle manifestazioni contro la mobilitazione parziale in Russia che si sono svolte in diverse città del Paese. Lo riferisce Ovd-Info, una ong che registra le attività dell’opposizione e assiste legalmente i fermati.
Ore 19:56 - La Finlandia vuole limitare l’ingresso dei russi
La Finlandia preparerà una «soluzione nazionale» per limitare o addirittura bloccare completamente il transito dei «turisti russi» sul suo suolo. Lo ha annunciato oggi il ministro degli Esteri di Helsinki. Il Paese scandinavo ha già ridotto il numero dei visti concessi ai russi in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca ed è attualmente l’unico membro dell’Ue, confinante con la Russia, a far passare i cittadini russi con visti Schengen, dopo la decisione della Polonia e dei tre paesi baltici all’inizio di settembre di impedire in gran parte l’ingresso dei cittadini russi. Il governo finlandese «ha deciso di preparare una soluzione nazionale su come limitare o impedire completamente questo traffico turistico russo», ha affermato in serata il ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto. Queste misure «potrebbero includere una nuova legislazione, che verrebbe adottata molto rapidamente, o un’interpretazione della legislazione attuale», ha aggiunto. Dopo l’annuncio di Vladimir Putin sulla mobilitazione parziale di centinaia di migliaia di riservisti per rilanciare la sua offensiva in Ucraina, il traffico di frontiera è risultato «normale» secondo le guardie di frontiera finlandesi. La situazione «non è cambiata in modo significativo», hanno precisato su Twitter, smentendo le voci che circolano online su code lunghe diversi chilometri.
Ore 20:11 - Liberato britannico condannato a morte in Donbass
Tra i cinque britannici rilasciati nello scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina mediato dall’Arabia Saudita figura il 28enne Aiden Aslin, come riferito dal viceministro della Sanità, Robert Jenrick, deputato eletto nel collegio della zona in cui vive la sua famiglia d’origine. Aslin era stato catturato ad aprile a Mariupol e condannato a morte da un tribunale della autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk per «attività mercenarie» insieme al connazionale 49enne Shaun Pinner, fatto prigioniero in circostanze analoghe.
Il 28enne, originario di Newark nel Nottinghamshire, era apparso ammanettato, con qualche livido e un taglio sulla fronte in alcune foto diffuse subito dopo la resa della sua unità di marine. Boris Johnson, quando era primo ministro, si era detto «sconvolto» per la condanna a morte dei due volontari britannici e si era impegnato a fare «tutto il possibile» per la loro liberazione. I familiari di Aslin si sono detti sorpresi e felici per la notizia della sua liberazione, secondo le prime reazioni raccolte dai media del Regno Unito.
Ore 20:13 - A Ny riunione informale ministri Esteri Ue dopo l’annuncio di Putin
I ministri degli Esteri dell’Ue terranno oggi una riunione informale a New York a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, dopo l’annuncio della mobilitazione parziale in Russia per la guerra in Ucraina. Lo riferiscono fonti diplomatiche a Bruxelles.
Ore 20:33 - Kiev: «Distruggeremo invasori russi anche con la mobilitazione»
«Nessuna dichiarazione della leadership russa influenzerà la disponibilità degli ucraini a combattere per la loro libertà. Le forze armate ucraine distruggeranno tutti coloro che verranno in Ucraina con le armi, indipendentemente dal fatto che siano qui come volontari o con la mobilitazione». Lo ha affermato il comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhnyi, a proposito dell’annuncio di Vladimir Putin di una mobilitazione parziale nella Federazione Russa.
Ore 20:40 - «Oltre mille arresti in Russia durante le proteste»
Almeno 1.026 persone sono state arrestate oggi in Russia durante manifestazioni spontanee contro la parziale mobilitazione per l’offensiva in Ucraina, annunciata in mattinata dal presidente Vladimir Putin. Secondo l’ong Ovd-Info, le manifestazioni sono avvenute in almeno 38 città del Paese. Queste sono le più grandi proteste in Russia da quelle successive all’annuncio dell’offensiva di Mosca in Ucraina a fine febbraio.
Ore 00:02 - Standing ovation a Onu per Zelensky, anche Draghi in piedi
Al Palazzo di Vetro a New York, durante l’Assemblea generale dell’Onu, è intervenuto in un video collegamento Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino è stato salutato da applausi e da una standing ovation dai componenti del vertice, compreso il premier Mario Draghi. Zelensky ha parlato all’assemblea dopo le parole di Putin. Il premier italiano dopo avere ascoltato il presidente ucraino all’Assemblea generale dell’Onu si è fermato per un breve scambio con la first lady ucraina Olena Zelenska.
Ore 00:06 - Zelensky a Onu: «Price cap su gas e petrolio russi»
Un nuovo freno alle esportazioni di gas e petrolio dalla Russia. Durante il suo intervento in collegamento video con l’assemblea generale dell’Onu il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilanciato la proposta di un price cap su gas e petrolio russi per contenere i vantaggi che Mosca ricava dal caro energia. Una proposta suggerita e sostenuta anche dal premier Mario Draghi. L’ esportazione di gas e petrolio ha finanziato la guerra, ha ricordato Zelensky. «Limitare i prezzi salvaguarda il mondo. Ma il mondo adotterà una tale misura? O avrà paura?», ha chiesto.
Ore 00:33 - Ucraina: «215 difensori di Azovstal rilasciati dai russi»
Il capo dell’ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak, secondo quanto riferisce Ukrinform, ha dichiarato che «215 difensori dell’acciaieria Azovstal di Mariupol», ultima roccaforte ucraina nell’area, detenuti dai russi, sono stati liberati nell’ambito di un massiccio sforzo per lo scambio di prigionieri. «Il presidente Volodymyr Zelensky ha fissato un obiettivo chiaro: riportare i nostri eroi a casa. Il risultato: i nostri eroi sono liberi», ha scritto su Facebook Yermak.
«C’è stato un grande scambio di prigionieri. Ha attraversato diverse fasi e in luoghi diversi. Abbiamo riportato indietro 215 persone dalla prigionia russa», ha detto il capo dell’ufficio del presidente. «Si tratta di soldati, guardie di frontiera, poliziotti, marinai, guardie nazionali, truppe delle forze territoriali, doganieri e civili. Tra loro ci sono ufficiali, comandanti, eroi dell’Ucraina, difensori dell’Azovstal e militari in stato di gravidanza», ha affermato in una dichiarazione. Sono quelli «che i russi volevano uccidere, che chiamavano» nazisti «il nostro popolo forte che non è stato distrutto da battaglie e prigionia», compresi i massimi comandanti delle unità che difendevano Mariupol.
Ore 00:39 - Zelensky a Onu: «Pronti a pace ma onesta» Le 5 condizioni
Nel concludere il suo intervento in collegamento video all’Assemblea generale dell’Onu il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che l’Ucraina è pronta a colloqui di pace ma solo per una pace «vera, onesta e giusta». Poco prima aveva elencato e stigmatizzato i sette Paesi che si erano opposti alla possibilità di un suo collegamento virtuale, contro i 107 Paesi a favore. Quanto ai russi, ha detto, «parlano di colloqui ma annunciano la mobilitazione militare, parlando di colloqui ma annunciano referendum farsa».
Quindi Zelensky ha delineato un piano in 5 punti per la pace in Ucraina: la punizione dell’aggressione, la protezione della vita, il ripristino della sicurezza e dell’integrità territoriale, garanzie di sicurezza, determinazione a difendersi.
Ore 03:01 - Usa: «Chiunque vinca in Italia non lascerà coalizione per l’Ucraina»
Le elezioni politiche in Italia arrivano anche all’Assemblea generale dell’Onu. «Non crediamo che, a prescindere dall’esito del voto, l’Italia in qualche modo si sfilerà dalla coalizione occidentale dei Paesi che sostengono l’Ucraina». Lo ha riferito un alto dirigente della Casa Bianca ai giornalisti a margine dell’assemblea dell’Onu. «E pensiamo che neppure i nostri partner chiave in Europa lo pensino, anche se questo non significa che sarà esattamente lo stesso che con Draghi. Ma - ha proseguito - pensiamo che questa narrativa “da fine del mondo” sulle elezioni italiane non corrisponda con le nostre aspettative di cosa accadrà».
Ore 03:35 - Blinken: «Mobilitazione segno di difficoltà del Cremlino»
Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha affermato che «la decisione del presidente Putin di mobilitare parzialmente i cittadini russi, ordinando loro di combattere in Ucraina, riflette le difficoltà del Cremlino sul terreno di battaglia, l’impopolarità della guerra e la riluttanza dei russi a combatterla». Putin, ha aggiunto «non sta operando da una posizione di forza ma questo è piuttosto un segno del fallimento della sua missione»
Ore 03:47 - Truss all’Onu: «Sostegno militare fino a vittoria Ucraina»
«Il Regno Unito garantisce il suo sostegno militare all’Ucraina fino alla vittoria». Lo ha detto la premier britannica Liz Truss all’Assemblea generale dell’Onu.
Scambio di prigionieri tra Ucraina e Russia: 215 soldati e i comandanti "eroi" della difesa di Azovstal scambiati con l'oligarca Medvedchuk. Daniele Raineri su La Repubblica il 22 Settembre 2022.
La liberazione è avvenuta nella regione di Zaporizhzhia. Lividi i commentatori russi. Il reggimento Azov ha una carica simbolica enorme e la propaganda russa lo ha spesso accusato di essere un reparto nazista. Prova che la Russia ha fatto bene a invadere l'Ucraina
Questa notte, forse approfittando del fatto che il discorso di Putin copre tutte le altre notizie, ucraini e russi hanno fatto lo scambio di prigionieri più importante dall'inizio dell'invasione. I russi hanno consegnato 215 prigionieri e tra loro anche il comandante del reggimento Azov Denys Prokopenko, nome di battaglia "Redis", e il suo vice Svyatoslav Palamar, nome di battaglia "Kalyna", che si erano consegnati a maggio dopo avere resistito assediati dentro all'acciaieria Azovstal di Mariupol per tre mesi.
“Atomica, mobilitazione e negoziati: vi spiego cosa c’è dietro le parole di Putin”. Alessandra Benignetti il 21 Settembre 2022 su Inside Over.
La minaccia nucleare è soltanto un “bluff”. Ma i referendum annunciati nelle regioni filorusse segnano un punto di non ritorno e allontanano ulteriormente il negoziato, come dimostra anche la chiamata alla mobilitazione generale che ha gettato nel panico i russi facendo schizzare alle stelle il prezzo dei biglietti aerei e provocando lunghe code ai confini. Ne è convinta Nona Mikhelidze, responsabile di ricerca dell’Istituto Affari Internazionali (IAI).
Tra pochi giorni nei territori occupati dalle truppe di Mosca si voterà per l’annessione alla Russia, come successe nel 2014 in Crimea. Quali saranno le conseguenze di questa mossa?
“L’annuncio del referendum per l’annessione delle regioni di Donetsk, Lugansk Kherson e Zaporizhzhia segna un punto di non ritorno e complica la vita a chi, come il presidente turco Erdogan o Papa Francesco, credeva di riuscire a portare i contendenti al tavolo delle trattative. È chiaro che, come è stato per la Crimea, Putin non sarà disposto a tornare indietro. E questo rende ancora più difficile il cammino verso una soluzione diplomatica”.
I negoziati si allontanano mentre torna la minaccia nucleare. C’è davvero questo rischio?
“Penso che Putin stia bluffando. Del resto è lui stesso a contraddirsi quando afferma che verranno usate armi nucleari se verrà attaccato il territorio russo. È già successo quando i missili ucraini sono caduti su Belgorod e Kursk, eppure questo tipo di reazione non c’è stata. Inoltre, un leader che ha bisogno di sottolineare che le sue parole non sono un “bluff”, ammette implicitamente di non essere preso sul serio. Poi c’è una considerazione di ordine pratico: per usare le armi nucleari tattiche serve un obiettivo strategico. Dove verrebbero sganciate, sul fronte dove combattono anche i soldati russi, con il rischio che le radiazioni arrivino sul proprio territorio? La considero un’opzione improbabile”.
Eppure gli Usa hanno fatto sapere di prendere sul serio le parole del capo del Cremlino…
“Putin sa benissimo che un’azione del genere da parte della Russia avrebbe delle conseguenze. E sa anche di non avere le capacità di sostenere un conflitto diretto con la Nato. Penso invece che il fatto di coinvolgere direttamente l’Occidente sia funzionale alla propaganda interna: ammettere di essere stati respinti dall’esercito ucraino è umiliante, per quello ora si farà riferimento sempre di più agli occidentali”.
Qual è quindi la strategia di Mosca?
“Quella di influenzare la nostra opinione pubblica. Prima con il ricatto del gas, ora con lo spettro del nucleare, l’obiettivo del Cremlino è quello di portare gli europei, in parte già stanchi per gli effetti negativi del conflitto, a fare pressione sui governi per ritirare il sostegno all’Ucraina. Ma come abbiamo visto anche all’assemblea generale delle Nazioni Unite, i leader occidentali hanno riaffermato il loro supporto a Kiev. La verità è che Putin ha sbagliato i calcoli, si aspettava che la leva del gas fosse più efficace ed è stato colto di sorpresa dalla controffensiva ucraina. Con l’arrivo dell’inverno si andrà verso un periodo di stasi, i combattimenti saranno meno intensi e gli eserciti ne approfitteranno per riorganizzarsi”.
È per questo che è partita la mobilitazione parziale dei riservisti?
“Intanto c’è da dire che il decreto è talmente fumoso che permette di richiamare quasi tutti, non solo i 300mila richiesti dal ministro della Difesa Sergej Shoigu, ma ben 25 milioni di russi. E questo emerge chiaramente dalla reazione che hanno avuto i cittadini”.
Che tipo di reazione?
“Ieri la frase più digitata sui principali motori di ricerca era: “Come lasciare la Russia”. Non è un caso che le principali compagnie aeree abbiano dichiarato sold out i biglietti per Georgia, Armenia, Turchia, Kazakhstan e che i prezzi siano saliti in maniera esorbitante. Tanto per avere un’idea, alla frontiera con la Finlandia si è creata una fila di 35 chilometri di auto in uscita dal territorio russo”.
Quindi il consenso intorno a Putin si sta indebolendo?
“È difficile dirlo, perché le persone hanno paura ad esprimere la propria opinione liberamente. Voglio dire soltanto che finora il contratto sociale tra Vladimir Putin e il popolo russo si è basato sulla garanzia di stabilità economica in cambio di una non ingerenza sul piano politico. I russi fino a ieri hanno guardato la guerra dal divano di casa, attraverso gli schermi delle tv. Oggi invece sono chiamati a partecipare. E se è vero che i sondaggi dicono che la maggioranza è a favore della cosiddetta “operazione militare speciale”, è vero anche che solo il 3% è disposto a contribuire alla guerra, anche solo in termini economici”.
Questo vale anche per le élites?
“Sicuramente c’è preoccupazione e malcontento per il fatto che questa doveva essere una guerra veloce. Non lo è stata, la mobilitazione ne è la conferma, e il prezzo da pagare per loro è molto alto. Ci sarà di certo una riflessione sul futuro del sistema. Ma è un sistema talmente chiuso che è difficile davvero prevedere cosa succederà”.
Testate piccole e precise per annientare i tank di Kiev. Armi tattiche per colpire il territorio. Lo spettro del razzo "Iskander": può attraversare l'oceano. Fausto Biloslavo il 22 Settembre 2022 su Il Giornale.
Le truppe ucraine con l'appoggio di ricognizione, sorveglianza e intelligence della Nato lanciano una nuova offensiva su Kherson, porta d'ingresso della Crimea occupata dai russi. La città cade in pochi giorni di guerra lampo, come l'attacco su Izyum all'inizio di settembre, e le forze di Kiev si avvicinano alla penisola annessa alla Russia da anni.
Il Cremlino ordina alla flotta nel Mar Nero di lanciare un missile da crociera Kalibr, come già fatto più volte con esplosivo convenzionale, ma armato con una testata nucleare. Un'arma di pochi chilotoni, più debole delle bomba H sganciata su Hiroshima, ma abbastanza devastante da annientare l'avanzata ucraina. Forse è solo fantaguerra e la minaccia nucleare evocata fra le righe dal presidente russo, Vladimir Putin, non diventerà mai tragica realtà. Se non fosse così le forze di Mosca potrebbero impiegare sul fronte ucraino le armi nucleari tattiche con una gittata massima di 500 chilometri. Negli arsenali ne avrebbero 2000 con una potenza massima di 10 chilotoni (Hiroshima ne contava 13). Questo tipo di ordigni può essere anche molto piccolo e meno distruttivo, ma in grado di venire lanciato dall'artiglieria con appositi proiettili. L'arma più micidiale è l'Iskander-M, un lancia missili con una gittata di 400 chilometri, che ha già colpito diversi obiettivi nella guerra in Ucraina con testate convenzionali. I missili, però, possono essere caricati con testate nucleari tattiche o armati con agenti chimici. I russi hanno utilizzato nel Donbass pure i vecchi SS-20, con esplosivo convenzionale, che ai tempi sovietici utilizzavano testate nucleari.
A parte uno scontro diretto con la Nato è fuori discussione l'utilizzo di armi nucleari strategiche come i missili intercontinentali con gittata superiore ai 5.500 chilometri capaci di distruggere intere città nemiche, oltreoceano, con testate atomiche a grappolo. Una guerra che ci porterebbe dritti alla fine del mondo.
Nel 2014, però, la Russia ha cambiato la dottrina militare prevedendo una risposta nucleare non solo di fronte ad una minaccia equivalente. Il Cremlino può decidere di rispondere con il nucleare pure nel caso di «aggressione alla Federazione russa con armi convenzionali che minaccino la sua esistenza». Per questo motivo Putin vuole annettere velocemente le conquiste in Ucraina in maniera tale da rispondere con armi nucleari tattiche se le forze di Kiev riuscissero a liberare i territori occupati. Questo tipo di ordigni sono efficaci per spazzare via centri di comando e controllo o l'avanzata di truppe di fanteria, ma secondo studi americani un po' meno contro le forze corazzate.
La testata più piccola con un solo chilotone deve scoppiare a 90 metri per danneggiare seriamente un carro armato. Durante gli ultimi scontri di confine era stato calcolato che un'arma di 5 chilotoni lanciata dai pachistani avrebbe fatto fuori solo 13 tank di un reggimento corazzato indiano. L'effetto psicologico di un'arma nucleare, seppure con effetti minimi, sarebbe comunque devastante dal punto di vista simbolico e psicologico non solo in Ucraina, ma nel mondo intero. E potrebbe provocare un maggiore coinvolgimento degli Usa e dalla Nato nel conflitto. Per di più il trattato New Start, ancora valido per cinque anni fra Washington e Mosca, sulla riduzione dei missili strategici, in linea, con gittata oltre i 5.500 chilometri non riguarda le armi nucleari tattiche.
Da adnkronos.com il 21 settembre 2022.
Nel giorno in cui Vladimir Putin ha ordinato la mobilitazione di 300mila riservisti da mandare a combattere in Ucraina, cresce la protesta in Russia contro la guerra. Sono 651 le persone arrestate finora, scese in piazza in diverse città del Paese. Lo riferisce la ong russa Ovd-info sul suo sito.
Sui social circolano i video della protesta a Mosca, uno in particolare - sull'account Twitter di Nexta, il sito dell'opposizione bielorussa - in cui si vedono gli agenti che portano via di peso i dimostranti che scandiscono lo slogan "vita per i nostri figli". In un altro video si vede la polizia, in tenuta anti sommossa, che carica i dimostranti a San Pietroburgo, dove i manifestanti sono stati picchiati con i manganelli durante la detenzione, come riferisce il sito in Ovd-info.
Poche ore dopo l'annuncio della 'mobilitazione parziale", la procura di Mosca ha avvisato che chi partecipa alle proteste rischia 15 anni di carcere. In un comunicato, la procura si riferisce alla pubblicazione sui social media di "post con informazioni per partecipare ad azioni pubbliche e commettere altre azioni illegali".
"La Procura mette in guardia dalla distribuzione di questo materiale - prosegue la nota - e la partecipazione ad azioni illegali che sono punibili sulla base di leggi penali ed amministrative". Azioni, si aggiunge, che sono "qualificate come reati punibili anche con pene detentive fino a 15 anni".
Da adnkronos.com il 21 settembre 2022.
L'annuncio di Vladimir Putin con il via alla mobilitazione parziale in Russia per andare a combattere in Ucraina ha gettato nel panico migliaia di giovani russi. "Non voglio diventare carne da cannone", dichiara un 30enne moscovita a Moscow Times, che ha raccolto diverse testimonianze. "Mio fratello ha paura. Stiamo urgentemente cercando di comprargli un biglietto aereo per ovunque", dice la sorella di un giovane che ha appena terminato il servizio militare. Sui social, intanto, alle immagini di riservisti in partenza si accompagnano quelle di giovani che prendono il volo o partono con ogni mezzo disponibile.
L'annuncio di Vladimir Putin con il via alla mobilitazione parziale in Russia per andare a combattere in Ucraina ha gettato nel panico migliaia di giovani russi. "Non voglio diventare carne da cannone", dichiara un 30enne moscovita a Moscow Times, che ha raccolto diverse testimonianze. "Mio fratello ha paura. Stiamo urgentemente cercando di comprargli un biglietto aereo per ovunque", dice la sorella di un giovane che ha appena terminato il servizio militare. Sui social, intanto, alle immagini di riservisti in partenza si accompagnano quelle di giovani che prendono il volo o partono con ogni mezzo disponibile.
"Certo che ho paura- dice Oleg, 29 anni - voglio assolutamente evitare di arruolarmi. Se avessi i soldi andrei all'estero". "La gente cercherà ogni opportunità per evitare l'arruolamento, qualcuno tornerà all'università o prenderà un lavoro part-time nel settore della difesa", afferma un'altro moscovita, che si dice pronto a rompersi un braccio pur di non partire. "Spero che i moscoviti saranno risparmiati. Non credo che le autorità vogliano foto di poliziotti che inseguono gli hipster nella metropolitana", dice il giornalista Vyacheslav Tikhonov E' terribile che i ragazzi di Mosca eviteranno probabilmente l'arruolamento a spese di altre regioni, ma non ho altro da sperare", aggiunge.
Che cosa è la "mobilitazione parziale" di Putin: saranno arruolati riservisti e chi ha fatto il servizio militare e ha "abilità speciali". Daniele Raineri su La Repubblica il 21 settembre 2022.
Che cosa vuol dire la mobilitazione parziale annunciata oggi da Putin? La Russia chiamerà alle armi i riservisti – che sono poche migliaia – e le persone che hanno già fatto il servizio militare e hanno abilità speciali considerate utili (per esempio con le radio, come medici, come meccanici e altro) a partire “dal 21 settembre”, quindi da oggi.
Video correlato: Putin annuncia mobilitazione parziale, pronti a tutto per difesa
Se si trattasse di una mobilitazione generale tutti gli uomini in età militare, quindi di età compresa fra i 18 e i 65 anni, sarebbero considerati arruolabili per essere spediti sul fronte ucraino, ma la Russia non è ancora a questo punto.
L’invasione russa è stata lanciata con un contingente di soli soldati professionisti, in teoria. Quando il presidente Putin ha scoperto che nei reparti mandati sul fronte c’erano anche soldati di leva li ha fatti richiamare indietro perché il prezzo politico da pagare per la morte di coscritti sarebbe stato troppo alto. In qualche caso sono morti lo stesso, per esempio alcuni marinai di leva che erano a bordo dell’incrociatore Moskwa, affondato dai missili ucraini ad aprile. Adesso ha fatto un passo in avanti che coinvolgerà settori molto più ampi della popolazione russa.
La chiamata alle armi di Putin. Chi sono i riservisti russi: per i 300mila soldati di Putin paga di 460 euro al mese e fino a 15 anni di carcere per i disertori. Redazione su Il Riformista il 21 Settembre 2022
Per 300mila russi il risveglio questa mattina è stato drammatico. Nel suo discorso alla nazione il presidente Vladimir Putin ha intimato la chiamata alle armi in Ucraina, una mobilitazione militare “parziale” che riguarderà i riservisti dell’esercito.
Il decreto firmato dallo Zar in realtà prevede anche la possibilità di chiamare la popolazione generale alle armi in maniera obbligatoria: all’articolo due infatti si legge che il presidente si riserva il diritto di “reclutare al servizio militare i cittadini russi nell’ambito della mobilitazione delle forze armate russe”.
Al momento comunque, nel tentativo già parzialmente fallito di tranquillizzare l’opinione pubblica ed evitare la corsa alla fuga all’estero, la mobilitazione resta parziale: vuol dire che saranno interessati solo coloro che hanno prestato servizio nelle forze armate, hanno determinate specializzazioni militari ed un’esperienza rilevante. Ma il potenziale russo da poter dispiegare in campo resta straordinario: in un Paese in cui il servizio di leva è ancora obbligatorio, secondo il ministro della Difesa Serghei Shoigu le forze disponibili sarebbero circa 25 milioni.
Secondo Andrei Kartapolov, capo della Commissione Difesa della Duma, i primi a essere mobilitati potrebbero essere i soldati e i capisquadra sotto i 35 anni e gli ufficiali minori sotto i 45 anni. Saranno esclusi per il momento alcune categorie, ad esempio gli studenti universitari, i militari di leva e coloro che hanno quattro figli oppure tre figli e una moglie incinta da almeno 22 settimane, così come si prende cura di parenti e amici di persone disabili e chi è stato condannato a reati gravi. Chi sarà mobilitato dovrà sottoporsi a un addestramento militare aggiuntivo prima di essere inviato sul fronte.
Chi è stato chiamato alle armi riceverà la paga standard dei soldati che fanno parte dell’esercito russo: il compenso mensile è di circa 30.000 rubli, pari a circa 460 euro, di poco più basso rispetto al salario medio russo ma di certo una cifra considerevole per chi abita nelle aree più remote e meno sviluppate del Paese.
Il decreto di mobilitazione arriva all’indomani di una nuova stretta decisa dalla Duma, la Camera bassa dell’Assemblea federale della Federazione Russa, che ha votato una ulteriore stretta alle poche libertà rimaste nel Paese. Tra i provvedimenti presi vi è anche l’aumento della pena fino a 15 anni di carcere (con un minimo di due) per i soldati che disertano, si arrendono o si rifiutano di seguire gli ordini loro impartiti. Porte aperte ai ‘foreign fighters’ disposti a combattere per il Cremlino: la Duma ha contestualmente approvato una legge che semplifica l’ottenimento della cittadinanza russa per gli stranieri che decidono di arruolarsi e combattere.
Il ricorso ai riservisti appare come il chiaro segnale delle difficoltà russe nella “operazione militare speciale” in Ucraina iniziata ormai lo scorso 24 febbraio. Colpiti dalla controffensiva di Kiev, che sta riconquistando chilometri e chilometri di territori precedentemente occupati dalle truppe fedeli al Cremlino sia nel nord che nel sud-est del Paese, Mosca avrebbe perso secondo le stime del Pentagano circa 70mila soldati dall’inizio del conflitto tra feriti e morti. L’ultima cifra ufficiale proveniente dal Cremlino parla invece di meno di 6mila soldati uccisi in battaglia, un numero evidentemente incompatibile con la chiamata alle armi voluta da Vladimir Putin.
Proteste in Russia, voli esauriti e fughe: il fronte interno mostra nuove crepe. Marco Imarisio su Il Corriere della Sera il 22 Settembre 2022.
Biglietti aerei dei voli con prezzi alle stelle, 900 arresti nelle maggiori città: la Russia metropolitana (e non solo) non crede più nell’«uomo forte»
«Credo nel vostro sostegno». Non è una professione di fede, ma una richiesta di aiuto. L’analisi del discorso di Vladimir Putin dovrebbe cominciare dalla fine. Dall’utilizzo di una locuzione mai usata in epoca recente, l’unico precedente risale all’appello per il voto nel 2008, dietro alla quale si nasconde una parziale ammissione. L’uomo della forza per eccellenza , che negli ultimi vent’anni ha convinto il suo popolo di essere l’unica scelta per ridare ordine e potenza a una nazione in crisi di fiducia, questa volta non ce la fa da solo. Non ha più la situazione sotto controllo.
Era la sua guerra, questa. La sua Operazione militare speciale, un giro di parole per dire che non stava succedendo niente. E adesso facendo appello al supporto, e quindi alla benevolenza della sua gente, ammette in modo quasi esplicito di avere cominciato qualcosa che non riesce a finire. Le prime risposte sono arrivate subito, e non sono certo incoraggianti per lui. L’aumento del traffico alla frontiera con la Finlandia, l’unico confine di terra che consente ancora il passaggio ai cittadini russi forniti di visto per i Paesi europei, è un piccolo segnale. Anche se la tendenza era in atto già dalla scorsa settimana quando, con una mossa che lasciava presagire quanto stava per accadere, il Cremlino aveva aumentato le limitazioni per il permesso di espatrio.
Come sempre, esiste il rischio di dare grande importanza a indizi parziali, per renderli compatibili ai desideri occidentali. Se davvero c’è un esodo in atto, riguarda soltanto una piccola fascia di popolazione, quella più metropolitana e acculturata. Sono «gli insetti» che Putin ha già dato per persi da tempo. Quelli che hanno le risorse per acquistare biglietti aerei con prezzi all’improvviso schizzati alle stelle. Ieri sera per uno degli ultimi voli disponibili da Mosca a Dubai, la tratta più facile e battuta, bisognava pagare l’equivalente di 12.500 euro. A inizio giornata il costo era di appena mille euro. La verità è che questa mobilitazione parziale, altro giro di parole per negare una chiamata alle armi pressoché generale, dato che le esenzioni previste riguardano finora soltanto età, salute e fedina penale, può contare su un serbatoio immenso. Secondo l’ultimo censimento, effettuato nel 2016, il 74 per cento dei russi non ha un passaporto per l’estero. È la Russia più profonda, che da sempre rappresenta l’architrave del consenso putiniano.
Ora si ritrova a essere sua prigioniera, carne da macello senza alcuna possibilità di fuga. Non è un caso che le autorità abbiano subito chiuso il varco verso la Mongolia che permette di uscire dalla Buriazia, la remota regione siberiana che sta fornendo il maggior numero di soldati a questa guerra. Moriranno i soliti, quelli che non hanno voce e risorse. Le proteste di ieri a Mosca, San Pietroburgo e nelle altre grandi città, che hanno portato a mille arresti e quasi altrettante denunce in meno di dodici ore, lasciano capire che gli ultimi a essere chiamati saranno proprio gli abitanti delle aree metropolitane. Per quanto censurate in patria, le immagini dei giovani che urlano «Putin in trincea» e «Vita per i nostri figli» mentre marciano sulla Stary Arbat, la grande strada popolare della capitale, sono qualcosa che il Cremlino non si può permettere.
A differenza dello scorso febbraio, quando ancora esisteva una minima organizzazione del dissenso, queste sono manifestazioni spontanee, nate al momento e frutto di una emotività che sembra risvegliarsi solo ora. Con le cattive notizie che giungono dall’Ucraina, ormai impossibili da nascondere. Ieri ci sono stati passanti che hanno strappato alcuni ragazzi dalle mani degli agenti. A febbraio, applaudivano mentre li trascinavano via. Qualcosa sta cambiando, forse. Ci vorrà del tempo per capire. Un tempo che adesso sta per essere congelato dall’inverno russo. E che Putin ha già utilizzato più volte per una silenziosa repressione del fronte interno.
Dal 21 febbraio al 21 settembre: cos’è cambiato nella narrazione di Putin. Mauro Indelicato su Inside Over il 22 Settembre 2022.
Il 21 febbraio è forse il giorno più emblematico della guerra in Ucraina e questo nonostante le operazioni militari in quel momento non erano ancora iniziate. Quel giorno infatti si è tenuto il primo discorso con il quale Vladimir Putin ha fatto intuire l’imminenza dell’inizio delle ostilità, quello per intenderci dove è stato annunciato il riconoscimento delle repubbliche di Donetsk e Lugansk. In Russia come nel resto del mondo, dopo settimane di tensioni, in tanti hanno atteso le comunicazioni in televisione del leader del Cremlino. Forse per un caso o forse per una precisa scelta comunicativa, a distanza di sette mesi esatti Putin ha tenuto un altro importante discorso. Questa volta l’annuncio ha riguardato la mobilitazione “parziale”. Dal 21 febbraio al 21 settembre, tanto in Russia quanto sul campo di battaglia in Ucraina, è cambiato molto. E i mutamenti sono ben rintracciabili nelle differenze tra i due discorsi.
Le differenze tra febbraio e settembre
In primo luogo, a risaltare è la differenza nella durata dei due discorsi. Il 21 febbraio il presidente russo ha parlato per più di un’ora, mentre l’ultimo discorso non è andato oltre i venti minuti. E questo porta a un altro contrasto nelle due comunicazioni di Putin. Sette mesi fa il leader del Cremlino ha tenuto una sua vera e propria lezione di storia, rintracciando nel passato i motivi per cui Mosca era chiamata a effettuare determinate importanti scelte e a riconoscere le repubbliche separatiste, preludio all’intervento armato vero e proprio che sarebbe poi scattato il 24 febbraio. Oggi invece Putin si è limitato a un discorso di carattere prettamente “operativo”, dove ha semplicemente annunciato le ultime decisioni intraprese. Quelle, per l’appunto, relative alla mobilitazione parziale.
In secondo luogo, è importante sottolineare anche la differenza della platea a cui il presidente russo si è rivolto. Il primo discorso, oltre che ai russi, è sembrato a tratti indirizzato anche agli ucraini. Rei, secondo Putin, di aver creduto ai leader locali e di essere stati ingannati da un governo di Kiev considerato vicino ai neo nazisti. A distanza di sette mesi Putin si è invece rivolto quasi esclusivamente ai russi. Lo si è notato soprattutto quando ha ripetuto, scandendolo più di una volta, che “la mobilitazione è parziale e riguarderà solo alcuni riservisti”. Un modo per tranquillizzare un’opinione pubblica non del tutto convinta di un’eventuale mobilitazione generale.
Le similitudini tra i due discorsi
É nei toni invece che può essere ricercata l’unica vera similitudine nella comunicazione di Putin. Seduto nello stesso ufficio in cui ha registrato il discorso di febbraio, con alle sue spalle i drappi e le bandiere della federazione, il presidente russo è stato ancora una volta molto duro contro l’occidente e contro chi “vuole disgregare la Russia”. Arrivando ad agitare lo spettro nucleare: “Io non sto bluffando”, ha ripetuto Putin con riferimento all’uso delle armi nucleari.
Il richiamo ai nemici e alle loro intenzioni di porre Mosca sotto costante attacco è quindi un’altra importante analogia. Del resto, l’obbligo di difendere la federazione e di preservarne il prestigio è storicamente stato in qualche modo il perno attorno cui ha ruotato la politica di Putin.
Cosa è cambiato in sette mesi
Due discorsi diversi sintomatici di due situazioni profondamente diverse. Nelle differenze di comunicazione, è possibile ravvisare i tanti cambiamenti occorsi tra il 21 febbraio e il 21 settembre.
Nel primo caso, come detto, la guerra non era ancora iniziata. In televisione è quindi apparso un Vladimir Putin intenzionato, da un lato, a spiegare i motivi dell’escalation partendo dalla storia. E, dall’altro lato, intenzionato a mostrare, tanto a livello interno quanto a livello esterno, una certa fermezza nelle scelte e una certa sicurezza. Del resto quel 21 febbraio è stato anche il giorno della famosa riunione del consiglio di sicurezza della federazione dove Putin ha “orientato” e quasi suggerito le risposte di Sergej Naryskin, capo del servizio di intelligence.
Oggi invece la guerra è in corso e la Russia sta subendo, specie dopo la controffensiva ucraina a sud di Kharkiv, non poche difficoltà. Putin sembra quindi più orientato a spiegare brevemente in televisione le scelte fatte e a mostrarsi come “comandante in capo” nel pieno controllo della situazione. Andando in parte a tranquillizzare un’opinione pubblica russa un po’ più dubbiosa rispetto a prima circa l’esito delle operazioni militari.
Lo Zar all'angolo e l'escalation della menzogna. L'insostenibile escalation della menzogna. Parafrasiamo un illustre critico dell'imperialismo di Mosca, Milan Kundera, per dare a Putin quel che è di Putin. Roberto Fabbri il 22 Settembre 2022 su Il Giornale.
L'insostenibile escalation della menzogna. Parafrasiamo un illustre critico dell'imperialismo di Mosca, Milan Kundera, per dare a Putin quel che è di Putin: nessuno come lui ha portato l'arte perversa tutta russa della bugia spudorata a fini di propaganda ai livelli che stiamo osservando in questi giorni. Giorni in cui si teme, e con qualche fondamento, l'inverarsi di un'assai più concreta escalation, quella militare con tanto di folle capitolo atomico. Un'accelerazione figlia della disperazione, che rischia di avvicinarci alla vera guerra che Putin ha in mente, che non è alla sola Ucraina, ma all'intero Occidente. Questa escalation è basata su un'altra, quella della menzogna firmata Putin: più incredibile e assurda dell'invasione dell'Ucraina, più rapida degli inutili missili ipersonici vantati dal dittatore, più impressionante dell'inattesa debacle della sua «armata rotta». Ieri il sempre più debole «zar» è arrivato a dire ai suoi compatrioti che l'Occidente incoraggia Kiev ad attaccare il territorio russo e a saccheggiarlo dei suoi beni e della sua sovranità (il che è falsissimo, anzi la principale preoccupazione di Biden è evitare esattamente questo per non allargare il conflitto). E ha perfino accusato lo stesso Occidente di voler attaccare la Russia con armi nucleari, il che è un'altra bugia assoluta, pronunciata proprio da chi prepara un'annessione truffaldina di quattro province ucraine per poi poterci minacciare con il suo arsenale atomico.
Sfacciataggine senza precedenti? Non scherziamo. Prima ancora del suo avvio lo scorso 24 febbraio, questa guerra è stata costruita su falsità sistematiche pronunciate in tutta serietà, con lo scopo non di essere creduti, ma di far capire che chi ha muscoli non ha bisogno di verità. Citiamo solo le principali, per ragioni di spazio. Il popolo ucraino non esiste, a Kiev comandano i nazisti, 150mila militari russi sono sul confine ucraino per esercitarsi ma non invaderanno nessuno, una fila lunga 65 chilometri di carri armati e blindati russi punta su Kiev per settimane, ma dopo che gli ucraini l'hanno decimata e sbandata «non ci interessava prendere Kiev», centinaia di morti nelle fosse comuni e per le strade di Bucha e di Irpin sono un falso dell'Occidente, altri 450 morti in un orrendo carnaio a Izyum sono un falso anche quelli, la nave ammiraglia della flotta del Mar Nero è affondata per un incidente, l'isola dei Serpenti è stata sgomberata come gesto di buona volontà, l'operazione speciale va avanti secondo i piani, l'esercito russo non colpisce obiettivi civili, la Russia vuole la pace ma Zelensky no. E avanti fino a oggi, con l'autoimbroglio dei 300mila riservisti russi mobilitati: serviranno a vincere la guerra? C'è di che dubitarne. Sono civili da riaddestrare e sulla loro motivazione parla chiaro la minaccia di leggi per sbatterli in galera fino a 15 anni se non fileranno al fronte senza fiatare.
La svolta estremista dello Zar. Così ultra-nazionalisti (e Dugin) hanno fatto breccia al Cremlino. "Non è un bluff". Il discorso di Vladimir Putin di ieri, non è stato duro solo nella forma. Anche nella sostanza ha segnato una svolta profonda nella tradizionale dottrina nucleare russa. Angelo Allegri il 22 Settembre 2022 su Il Giornale.
«Non è un bluff». Il discorso di Vladimir Putin di ieri, non è stato duro solo nella forma. Anche nella sostanza ha segnato una svolta profonda nella tradizionale dottrina nucleare russa: la minaccia è diventata più concreta e immediata. Mai, perfino a guerra Ucraina già iniziata, il Cremlino si era spinto così platealmente lontano.
Nel giugno del 2020 gli strateghi di Mosca avevano per la prima volta esplicitato in un decreto presidenziale le condizioni di impiego delle armi atomiche, pubblicando un ordine esecutivo sui «Principi base della deterrenza nucleare». La condizione chiave era la messa a rischio, pur con armi convenzionali, dell'«esistenza dello Stato». Qualora si fosse verificata questa eventualità la Russia si sarebbe sentita libera di colpire per prima. Più volte gli esponenti del regime, avevano ribadito la validità dei principi stabiliti nel 2020: lo aveva fatto il portavoce Dimitri Peskov e ancora alla fine di marzo perfino un «duro» come l'ex presidente Dmitri Medvedev. Ieri Putin ha cambiato strada. Per salvaguardare «l'integrità territoriale del nostro Paese e per difendere la Russia e il nostro popolo faremo certamente uso di tutti i sistemi d'arma a nostra disposizione», ha detto. Qualche istante dopo, accanto all'integrità territoriale, Putin ha citato tra le ragioni che possono giustificare l'impiego di ogni strumento bellico, «la difesa dell'indipendenza e della libertà» dei cittadini russi. Concetti di ben più amplia latitudine rispetto a quelli precedenti.
È quello che le forze imperiali e nazionalistiche del regime chiedevano da tempo all'inquilino del Cremlino: una dichiarazione di guerra totale a quello che in Russia viene definito «l'Occidente collettivo». È la posizione del partito della guerra, che secondo le valutazioni più diffuse, riprese ieri dal sito Meduza, ha in questo momento tra gli esponenti più attivi Andrey Turchak (segretario della presidenza del partito di Putin, Russia Unita), il già citato Medvedev e il comandante della Guardia nazionale Viktor Zolotov.
È anche la posizione sintetizzata dai media di regime, passati ufficialmente dalla modalità «operazione speciale» a quella più estrema: adesso è la sopravvivenza stessa del mondo russo ad essere in pericolo. A sintetizzare efficacemente la nuova situazione era ieri l'editoriale online del Moskovskij Komsomolets (Mk), uno dei giornali più popolari a Mosca e in tutto il Paese. «Dopo il crollo dell'Unione Sovietica, la Russia è diventata il nuovo obiettivo. L'Ucraina, in questo processo, ha agito solo come una testa d'ariete...a combattere l'esercito russo non sono solo l'Ucraina, ma tutto il potenziale militare-industriale dell'Europa e degli Stati Uniti. Ciò significa che questo non è più un conflitto tra due paesi. Questa è una battaglia in cui il nemico punta non a difendere l'Ucraina, ma a distruggere la Russia».
L'apoteosi di questo atteggiamento si ritrova sui canali televisivi pubblici ma soprattutto sulle frequenze e sul sito di Tsargrad, la televisione dell'oligarca Kostantin Malofeev, ricco uomo d'affari ma anche ideologo della Russia di Putin. Qui ha fatto la sua ricomparsa, dopo il lutto legato alla morte della figlia, il filosofo Alexander Dugin, che in vista della mobilitazione militare del Paese ha tratteggiato quelli che per lui sono gli scenari del conflitto. Definirli apocalittici è perfino riduttivo.
Quelli estremi sono la fine della Russia «per opera dell'Anti-Cristo» (l'alleanza tra Ucraina, Stati Uniti ed Europa) e al contrario la vittoria delle «forze del bene» (la Russia) contro «le forze del male» (Nato e sodali). In mezzo c'è la fine del mondo. Perchè, dice Dugin, un modello a cui guardare è quello di Salvador Allende «che ha combattuto con una mitragliatrice in mano fino all'ultimo. Ma la differenza (rispetto a Putin; ndr) è che Allende non aveva un pulsante nucleare. Poteva sacrificare solo se stesso e un paio di nemici». Il Cremlino le bombe le ha, per la gioia di Dugin e la preoccupazione del resto del pianeta.
Kadyrov, Medvedev e gli altri: i «falchi» di Putin che lo spingono ad accelerare la guerra. Fabrizio Dragosei su Il Corriere della Sera il 23 Settembre 2022.
L’ex presidente Medvedev: «I nostri missili ipersonici sono capaci di raggiungere in maniera garantita obiettivi in Europa e Usa, molto più rapidamente di qualsiasi loro arma»
Tra i più accesi sostenitori del pugno duro contro Kiev e l’Occidente c’è sempre lui, Dmitrij Medvedev che quando prese il posto di Putin alla presidenza si presentò come il campione dei democratici e dei riformatori. Adesso che sembra contare sempre meno, cerca di collocarsi alla guida della pattuglia dei falchi, coloro che nelle ultime settimane avevano iniziato a mugugnare per l’«esitazione» del capo supremo. Trionfante, ieri Medvedev ha detto che i nuovi territori saranno difesi con «qualsiasi arma russa, inclusa quella strategica nucleare». E sulle possibili ritorsioni Nato ha detto: «I nostri missili ipersonici sono capaci di raggiungere in maniera garantita obiettivi in Europa e negli Usa molto più rapidamente di qualsiasi loro arma», ha sostenuto.
Negli ultimi mesi gli schieramenti attorno allo Zar sono cambiati profondamente, soprattutto visto l’andamento non proprio esaltante dell’Operazione militare speciale in Ucraina. Personaggi che venivano visti come guerrafondai o sostenitori a oltranza della politica del confronto duro con l’Occidente si sarebbero invece mossi dietro le quinte per convincere il presidente a non esagerare, a tenere a freno le teste più calde. E al fianco di Medvedev starebbero emergendo figure che fino a ieri erano di secondo piano ma che guadagnano status con le loro posizioni oltranziste, ancora più convinti dell’opportunità di pigiare sull’acceleratore di quanto non lo sia Putin.
Innanzitutto Ramzan Kadyrov , signore e padrone della Cecenia che negli ultimi giorni aveva annunciato di aver già attuato la mobilitazione generale nella sua repubblica e aveva invitato altri governatori a fare altrettanto. Senza aspettare le decisioni del ministero della Difesa che continuava a rimandare. Parimenti deciso sembra il comandante della Rosgvardia Viktor Zolotov, ex capo degli agenti addetti alla protezione del presidente. La Rosgvardia, una sorta di guardia nazionale, è formata dalle ex truppe anti sommossa dell’Interno. Questi uomini sono impegnatissimi nelle azioni belliche e contribuiranno a portare a termine il richiamo dei trecentomila veterani di cui c’è bisogno immediato al fronte.
Sulla stessa linea è schierato anche Andrej Turchak, primo vicepresidente del Consiglio di Federazione e soprattutto numero due del partito Russia Unita. Anche lui ieri si è precipitato ad approvare i provvedimenti presi: «Sono tempestivi e corrispondono agli obiettivi della difesa della nostra patria, della nostra sovranità e della nostra gente». Turchak ha poi comunicato che numerosi parlamentari sono pronti a rimettere il mandato per arruolarsi. Il più autorevole dei falchi è forse Vyacheslav Volodin, speaker della Duma, il quale sostiene che le truppe russe stanno combattendo già non solo «contro le formazioni naziste armate ma anche contro la Nato».
Avrebbero invece cercato di convincere Putin a non ricorrere alla mobilitazione i capi dei servizi segreti, Naryshkin e Bortnikov, il segretario del consiglio di sicurezza Patrushev (che starebbe già pensando alla successione al presidente), la governatrice della Banca centrale Nabiullina (che avrebbe riproposto le sue dimissioni), il capo del governo Mishustin.
Il marchese del Peskov. Massimo Gramellini su Il Corriere della Sera il 23 Settembre 2022.
Con quanto smodato entusiasmo reagirebbe alla notizia della sua chiamata alle armi il figlio di un gerarca di Putin, cioè di colui che ha appena indetto la mobilitazione contro il nemico alle porte? Non servivano grandi esercizi di fantasia per immaginarselo, ma lo scherzo telefonico organizzato da un canale russo di opposizione ha tolto ogni dubbio. Sentendosi convocare in caserma per il giorno seguente, il giovane Nikolay Dmitrievic Peskov, figlio del portavoce del Capo, ha subito tenuto a precisare di essere «il signor Peskov», e che diamine, per poi aggiungere che non credeva proprio che la faccenda lo riguardasse, ma che in ogni caso l’avrebbe risolta «a un livello più alto», cioè con una telefonata a papi. Il tono di voce tradiva la sorpresa di chi non riesce a capacitarsi che il suo interlocutore possa anche solo aver pensato di trattare un potente come se fosse carne da cannone, anziché un legittimo imboscato da congedare con tante scuse e ossequi al genitore.
Funziona così dall’inizio dei tempi, sotto tutti i climi e i regimi: chi si riempie la bocca di Dio, Patria e Famiglia è quasi sempre interessato solo alla famiglia, la sua, e dietro ogni fiore di Peskov si mimetizza un marchese del Grillo sinceramente convinto della propria superiorità, che ormai non è più di sangue, ma di relazione. «Lei non sa chi sono io», cioè chi conosco io, perché io sono in quanto conosco: non qualcosa, ma qualcuno.
Estratto dall'articolo di Enrico Franceschini per repubblica.it il 22 settembre 2022.
Lei non sa chi sono io”. Più o meno questo è il tono di Nikolay Peskov, figlio del portavoce di Vladimir Putin, a una telefonata che lo convoca in caserma per arruolarlo nella guerra in Ucraina facendo seguito alla “mobilitazione parziale” ordinata dal presidente russo. Solo che, a insaputa di Peskov junior, la telefonata è uno scherzo, organizzato da Popular Politics, un canale legato al movimento di Aleksej Navalny, il leader dell’opposizione condannato a dieci anni di carcere con accuse fraduolente dopo un tentativo di avvelenarlo.
L’autore della chiamata l’ha registrata e il dialogo con il figlio del potentissimo Dmitrij Peskov è finito sui social, sulle chat e sui media tradizionali di mezzo mondo, screditando la famiglia di un membro della ristretta cerchia dei fedelissimi di Putin.
Buongiorno, qui è il comando centrale delle Forze Armate russe – comincia la conversazione telefonica Dmitrij Nizovtsev, il presentatore del programma, fingendo di essere un ufficiale dell’esercito – le comunichiamo che il suo nome è nell’elenco dei riservisti che verranno arruolati per l’operazione militare in Ucraina nell’ambito della mobilitazione ordinata dal presidente Putin.
“Cosa?”, risponde meravigliato al telefono Nikolaj Peskiov, figlio 32enne del portavoce del capo del Cremlino. Non interrompa la comunicazione come ha fatto un’altra volta, riprende l’interlocutore, le abbiamo inviato la cartolina precetto per l’arruolamento ma lei non ci ha risposto. La aspettiamo in caserma domattina alle 10. “Non ho alcuna intenzione di venirci. Lei deve capire che io sono il signor Peskov. Non è previsto che io venga arruolato. Sistemerò tutto a un più alto livello”. Che minaccia interessante, replica il finto ufficiale, e di quale livello si tratterebbe?
Peskov figlio è un ex-coscritto nelle forze nucleari russe e in teoria rientrerebbe dunque nella lista dei 300 mila riservisti chiamati alle armi da Putin per rafforzare il contingente militare di 200 mila uomini impegnato da sette mesi in Ucraina, che fra l’alto numero di vittime e la controffensiva delle truppe di Kiev appare in grave difficoltà.
Dmitrij Peskov ha chiesto che il completo testo della telefonata venga pubblicato, sostenendo che questo scagionerebbe suo figlio dal sospetto di volere usare i suoi legami con il Cremlino per non andare a combattere. In effetti, sul finale della conversazione, quando forse il giovane Peskov capisce di essere caduto vittima di uno scherzo e che le sue parole potrebbero venire registrate, dice che, se Putin glielo ordina, sarebbe pronto a “difendere la madre patria”. Ma la sua prima reazione fa credere al classico “lei non sa chi sono io”. [...]
Sempre più solo. Piuttosto che finire nella guerra di Putin, i russi preferiscono lasciare il Paese. Alessandro Cappelli su L'Inkiesta il 22 Settembre 2022.
Ovunque ci si prepara per non rispondere alla mobilitazione annunciata dal capo del Cremlino. Il Parlamento ha dovuto cambiare la legge per punire duramente i soldati che si arrendono o disubbidiscono agli ordini, mentre i riservisti hanno già comprato biglietti aerei per volare all’estero nei prossimi giorni
Il discorso televisivo di Vladimir Putin alla nazione russa è un’operazione di propaganda travestita da chiamata alle armi. Ieri il capo del Cremlino ha annunciato una «mobilitazione parziale» per trovare nuovi uomini da mandare a combattere in Ucraina: una risposta ai recenti successi militari dell’Ucraina nei territori che l’esercito russo aveva occupato all’inizio dell’invasione. L’obiettivo del Cremlino è richiamare in servizio i riservisti, cioè chi è in congedo permanente dopo aver fatto il servizio militare e non partecipa più alle operazioni militari.
Il cambio di tono e di strategia rispetto al passato sembra evidente: Putin non ha mai parlato apertamente di guerra, ma fin dall’annuncio del 24 febbraio ha sempre descritto l’invasione come «operazione militare speciale».
Potenzialmente potrebbe essere il preludio a una dichiarazione di guerra formale all’Ucraina. La settimana scorsa il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva negato questa possibilità, ma aveva risposto negativamente anche sulla possibilità di mobilitare i riservisti (sappiamo ormai che le sue parole hanno un grado di credibilità piuttosto basso).
Inoltre martedì la Duma, il parlamento russo, aveva emendato il codice penale del Paese per inasprire le pene contro i soldati che si arrendono o disubbidiscono agli ordini, specificando situazioni di «mobilitazione, legge marziale e tempo di guerra» come possibili aggravanti.
Il ministro della Difesa russo Sergej Šojgu ha detto che saranno mobilitati 300mila russi su un totale di circa due milioni di riservisti. È una stima molto ottimistica: si tratta di un provvedimento molto impopolare e migliaia di russi si sono subito messi alla ricerca di soluzioni per scansare la chiamata.
Poche ore dopo il discorso di Putin i voli in partenza dalla Russia verso praticamente qualunque altra destinazione sono andati esauriti: le destinazioni più gettonate sarebbero soprattutto Turchia, Azerbaigian e Armenia cioè Paesi che non richiedono visti all’ingresso per i russi. I voli per questi tre Stati sono già colmi fino a venerdì sera, e i prezzi dei biglietti dei giorni successivi sono schizzati alle stelle.
Un biglietto per il volo di sabato – una tratta da quattro ore e mezza – costa 173mila rubli, circa 2.870 euro. Ma fino a martedì sera costava circa 350 euro.
«Dubito che riusciranno a mobilitare così tanti uomini come dicono», ha scritto in un thread su Twitter Sergej Sumlenny, giornalista, politologo e scrittore di origine russa che ha lavorato a Mosca per l’emittente televisiva tedesca Ard ed è stato caporedattore di un telegiornale dell’emittente commerciale russa RBC-TV. «Per integrare così tante persone avrebbero bisogno di strutture libere e ufficiali militari, circa 500-800 per divisione».
L’analisi di Sumlenny, insomma, porterebbe a pensare che per Mosca non sarà così facile muovere tanti riservisti in breve tempo. Oltre al fatto che fin dall’inizio della guerra si parla delle enormi difficoltà dell’esercito russo nell’equipaggiare e armare a dovere i suoi soldati – e poi anche dei problemi logistici nel muovere e organizzare così tanti uomini.
«L’unico motivo per parlare di mobilitazione è per pura propaganda», aggiunge Sumlenny. «La Russia sta anche cercando di spaventare l’Occidente facendogli credere che abbia risorse illimitate (è una menzogna) e che ci sarà un’escalation del conflitto (un’altra menzogna)».
Per la Russia una mobilitazione, anche parziale, è un rischio, un’operazione che rischia di metterne a nudo ancor di più le difficoltà e i problemi organizzativi.
Tra l’altro il discorso di Putin è arrivato poche ore l’inizio dei lavori del mercoledì alla 77esima Assemblea Generale dell’Onu. Da New York il portavoce del Servizio di Azione Esterna dell’Unione europea, Peter Stano, ha definito la mobilitazione della Russia «un attacco ai principi fondamentali della comunità internazionale e alla Carta delle Nazioni Unite, e fondamentalmente è un attacco contro tutti i Paesi che hanno sottoscritto i principi del diritto internazionale, della sovranità e dell’indipendenza delle nazioni».
Oltre alla mobilitazione parziale, l’autocrate russo ha insistito anche che sui referendum che hanno indetto per i prossimi giorni le autoproclamate repubbliche autonome del Donbas, Lugansk e Donetsk – già riconosciute come indipendenti da Mosca – e le aeree di Kherson e Zaporizhzhia. Le consultazioni vorrebbero essere un sistema per annunciare la volontà di annessione alla Russia.
«In altre parole, stanno pianificando sondaggi truccati per consentire alla Russia di annettere illegalmente più territorio ucraino», scrive l’Economist. «Uno degli obiettivi dei referendum è quello di contenere i successi militari ucraini nel Donbas: in caso di annessione formale di Lugansk e Donetsk in teoria il Cremlino potrebbe dichiarare che le offensive ucraine in quelle aree sono stati attacchi al suolo russo».
Sarebbe una copia di quanto già accaduto con la Crimea nel 2014: allora la penisola fu annessa con un referendum pilotato, che però si rivelò sufficiente per permettere ai funzionari russi di inibire i tentativi di riconquista ucraini. La speranza è che, otto anni dopo, l’Ucraina e i suoi alleati occidentali e democratici riescano a frenare le ambizioni imperialiste del Cremlino. O che quest’ultimo si fermi da solo sbagliando tempi e modi delle sue strategie.
I media russi: «Mosca vuole mobilitare un milione di riservisti», ma il Cremlino nega. Francesco Battistini, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 22 Settembre 2022.
Le notizie di giovedì 22 settembre, in diretta. Von der Leyen: «Crepe nell’amicizia tra Russia e Cina». Proteste anti Putin, 1.300 arresti in Russia. Berlino, pronti ad accogliere i disertori russi
• La guerra in Ucraina è arrivata al 211esimo giorno.
• Biden all’Onu: «Una guerra nucleare non può essere mai vinta»
• L’annuncio di Vladimir Putin dei referendum in 4 regioni dell’Ucraina preoccupa la comunità internazionale.
• Come può finire la guerra in Ucraina dopo le parole di Putin? I tre scenari.
• Zelensky: «Pronti a una pace, vera e giusta». E indica le cinque condizioni del piano
• Fuga da Mosca: voli esauriti dalla Russia e fino a 10 mila euro per un biglietto di sola andata.
• Cos’è la mobilitazione parziale ordinata da Putin in Russia (e perché è una dichiarazione di guerra).
Ore 04:35 - Putin mobilita i riservisti: «Useremo ogni mezzo». E sfodera le minacce nucleari
(Fabrizio Dragosei) Una mobilitazione, sia pure parziale come quella annunciata ieri da Vladimir Putin, era stata decisa solo due volte dalla Russia: durante la Grande guerra e all’inizio del Secondo conflitto mondiale. Ma per il leader del Cremlino la situazione sarebbe altrettanto grave, con l’Occidente deciso a fare a pezzi il Paese approfittando della guerra in Ucraina. Così l’Operazione militare speciale scatenata il 24 febbraio deve andare avanti e portare al successo completo. «Washington, Londra e Bruxelles stanno apertamente incoraggiando Kiev a spostare le ostilità sul nostro territorio», ha sostenuto il presidente che ha parlato in mattinata per raggiungere anche quei russi dell’Estremo Oriente che sono lontani dieci fusi orari da Mosca. E ha poi proseguito nel dipingere la sua visione catastrofica sulle intenzioni della Nato e degli Stati Uniti: «Dicono apertamente che la Russia deve essere sconfitta sul campo di battaglia con ogni mezzo e poi privata di sovranità politica, economica, culturale e di qualsiasi altro genere; ed essere poi saccheggiata».
Ore 04:44 - Ong: «Oltre mille fermi in Russia a proteste per mobilitazione»
Sono almeno 1.026 le persone che sono state fermate in Russia durante manifestazioni improvvisate contro la mobilitazione parziale annunciata da Putin, con la quale saranno richiamati in servizio i militari della riserva per l’offensiva in Ucraina. Lo riferisce OVD-Info - una ong che registra le attività dell’opposizione e assiste legalmente i fermati - aggiungendo che le proteste hanno toccato almeno 22 città del Paese. I giornalisti della France Press a Mosca e San Pietroburgo hanno visto di persona diversi arresti nel centro delle due città.
Ore 04:48 - Fuga da Mosca: voli esauriti dalla Russia e fino a 10 mila euro per un biglietto di sola andata
(Leonard Berberi) Chi è che, nelle ultime 24 ore, ha così fretta di andarsene da Mosca e da San Pietroburgo, da Kazan e da Vladivostok verso Istanbul, Dubai, Doha, Il Cairo, Tel Aviv insomma verso qualsiasi destinazione — ancora raggiungibile via aereo dall’invasione dell’Ucraina — purché fuori dalla sfera d’influenza geopolitica della Federazione russa? Chi ha accesso ai sistemi di prenotazione delle compagnie aeree — Turkish Airlines, Emirates, Qatar Airways, Egyptair, El Al, Azerbaijan Airlines — segnala al Corriere un picco di vendite a partire da martedì pomeriggio, 20 settembre, poche ore prima dell’annuncio della mobilitazione parziale dei 300 mila riservisti da parte di Vladimir Putin.
Ore 04:53 - L’indignazione di Biden (che non scopre le carte): violati i principi dell’Onu
(Giuseppe Sarcina) WASHINGTON — Aspre parole di condanna, ma, almeno per ora, gli Stati Uniti non scoprono le carte. Joe Biden ha commentato con durezza le «minacce nucleari rivolte all’Europa da Vladimir Putin, un uomo senza scrupoli che vuole negare all’Ucraina il diritto di esistere». Ha liquidato come «una farsa» i referendum per annettere i territori occupati. Ma non ha detto se il blocco occidentale dovrà mettere in campo altre contromisure. Il presidente americano è intervenuto ieri all’Assemblea generale dell’Onu. Ha parlato per quasi mezz’ora, sfondando il limite dei 15 minuti e concludendo tra gli applausi quasi generali. Del resto, come ha sottolineato lo stesso Biden, il 2 marzo 2022, 141 Paesi su 193 hanno votato la mozione per censurare l’invasione dell’Ucraina. Il leader Usa è ripartito da qui, rivolgendosi anche ai 35 Stati, tra i quali Cina, India e Sudafrica, che allora si astennero: «La Russia, un membro permanente del Consiglio di Sicurezza, ha occupato con la forza uno Stato sovrano, violando i principi fondamentali fissati nella Carta delle Nazioni Unite». Non solo: «Stiamo scoprendo nuovi crimini; a Izyum sono state rinvenute altre fosse comuni, dove erano seppelliti corpi che presentano segni di tortura». Vladimir Putin, il governo russo, «dovranno risponderne».
Ore 05:00 - Fukuyama: «È la rivincita delle democrazie liberali. Con Putin perde il modello autoritario»
(Federico Fubini) Francis Fukuyama ha seguito la svolta di Vladimir Putin in un giorno particolare: il celebre politologo di Stanford partecipa al Budapest Forum, l’evento del Political Capital Institute e della Central European University che raccoglie i critici interni e internazionali di Viktor Orbán.
Ore 05:06 - Standing ovation a Onu per Zelensky, anche Draghi in piedi
Al Palazzo di Vetro a New York, durante l’Assemblea generale dell’Onu, è intervenuto in un video collegamento Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino è stato salutato da applausi e da una standing ovation dai componenti del vertice, compreso il premier Mario Draghi. Zelensky ha parlato all’assemblea dopo le parole di Putin. Il premier italiano dopo avere ascoltato il presidente ucraino all’Assemblea generale dell’Onu si è fermato per un breve scambio con la first lady ucraina Olena Zelenska.
Ore 05:10 - Zelensky a Onu: «Price cap su gas e petrolio russi»
Un nuovo freno alle esportazioni di gas e petrolio dalla Russia. Durante il suo intervento in collegamento video con l’assemblea generale dell’Onu il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilanciato la proposta di un price cap su gas e petrolio russi per contenere i vantaggi che Mosca ricava dal caro energia. Una proposta suggerita e sostenuta anche dal premier Mario Draghi. L’ esportazione di gas e petrolio ha finanziato la guerra, ha ricordato Zelensky. «Limitare i prezzi salvaguarda il mondo. Ma il mondo adotterà una tale misura? O avrà paura?», ha chiesto.
Ore 05:16 - Cos’è la mobilitazione parziale ordinata da Putin in Russia (e perché è una dichiarazione di guerra)
Vladimir Putin ha annunciato la mobilitazione parziale, la prima della Russia dal secondo conflitto mondiale, segnando dunque il passaggio dalla cosiddetta operazione militare «speciale» a una dichiarazione di guerra formale, come richiesto dalla legge russa. Gli obiettivi in Ucraina non sono cambiati, ha detto il presidente della Federazione, ma la mobilitazione si è resa necessaria perché l’Occidente ha «superato tutte le linee» fornendo armi sofisticate all’Ucraina, vuole «indebolire, dividere e distruggere la Russia». Le condizioni sul campo sono «difficili», ha aggiunto il ministro della Difesa Sergei Shoigu intervenendo subito dopo il presidente: «Non stiamo combattendo contro l’Ucraina, ma contro l’Occidente».
Ore 05:22 - Zelensky a Onu: «Pronti a pace ma onesta» Le 5 condizioni
Nel concludere il suo intervento in collegamento video all’Assemblea generale dell’Onu il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che l’Ucraina è pronta a colloqui di pace ma solo per una pace «vera, onesta e giusta». Poco prima aveva elencato e stigmatizzato i sette Paesi che si erano opposti alla possibilità di un suo collegamento virtuale, contro i 107 Paesi a favore. Quanto ai russi, ha detto, «parlano di colloqui ma annunciano la mobilitazione militare, parlando di colloqui ma annunciano referendum farsa».
Quindi Zelensky ha delineato un piano in 5 punti per la pace in Ucraina: la punizione dell’aggressione, la protezione della vita, il ripristino della sicurezza e dell’integrità territoriale, garanzie di sicurezza, determinazione a difendersi.
Ore 05:28 - Usa: «Chiunque vinca in Italia non lascerà coalizione per l’Ucraina»
Le elezioni politiche in Italia arrivano anche all’Assemblea generale dell’Onu. «Non crediamo che, a prescindere dall’esito del voto, l’Italia in qualche modo si sfilerà dalla coalizione occidentale dei Paesi che sostengono l’Ucraina». Lo ha riferito un alto dirigente della Casa Bianca ai giornalisti a margine dell’assemblea dell’Onu. «E pensiamo che neppure i nostri partner chiave in Europa lo pensino, anche se questo non significa che sarà esattamente lo stesso che con Draghi. Ma - ha proseguito - pensiamo che questa narrativa “da fine del mondo” sulle elezioni italiane non corrisponda con le nostre aspettative di cosa accadrà».
Ore 05:33 - Blinken: «Mobilitazione segno di difficoltà del Cremlino»
Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha affermato che «la decisione del presidente Putin di mobilitare parzialmente i cittadini russi, ordinando loro di combattere in Ucraina, riflette le difficoltà del Cremlino sul terreno di battaglia, l’impopolarità della guerra e la riluttanza dei russi a combatterla». Putin, ha aggiunto «non sta operando da una posizione di forza ma questo è piuttosto un segno del fallimento della sua missione»
Ore 05:40 - Truss all’Onu: «Sostegno militare fino a vittoria Ucraina»
«Il Regno Unito garantisce il suo sostegno militare all’Ucraina fino alla vittoria». Lo ha detto la premier britannica Liz Truss all’Assemblea generale dell’Onu.
Ore 05:45 - I comandanti di Azov liberi in uno scambio di prigionieri. «Ai russi l’oligarca Medvedchuk»
(Francesco Battistini) KIEV – Tutti a casa. Nell’ora più drammatica, nella mobilitazione generale dei 300mila russi, nella fuga da Mosca degli arruolabili, Vladimir Putin apre a sorpresa uno spiraglio. E nell’ora più buia, dopo sette mesi di «niet» su tutto, fa la prima concessione negoziale sui prigionieri di guerra: vengono liberati centinaia di uomini del Battaglione Azov, gl’impresentabili nazistoidi che dovevano essere processati per crimini di guerra, assieme a una decina di foreign fighters avviati a sicura condanna a morte. La clamorosa notizia su Azov la dà a mezzanotte Suspline, la radio ufficiale ucraina. Il capostaff della presidenza, Andrii Yermak, parla d’un accordo raggiunto fra Mosca e Kiev per rilasciare 215 «pow« (prisoners of war) ucraini in cambio di 55 russi e specialmente dell’oligarca filorusso Viktor Medvedchuk: l’amico fedelissimo di Putin, l’editore che Zelensky fece arrestare con l’accusa d’intelligenza col nemico e di propaganda pro-Cremlino sulle sue tv.
Ore 05:50 - Borrell: «Presto altre sanzioni dalla Ue alla Russia»
Nuova stretta economica dalla Ue per la Russia. «Altre misure restrittive verranno adottate al più presto in coordinazione con i nostri partner». È la decisione adottata dal Consiglio degli affari esteri straordinario dell’Ue comunicata dall’Alto Rappresentante degli Affari Esteri, Josep Borrell. Il quale ha precisato che «continueremo ad aumentare il nostro supporto militare all’Ucraina e studieremo un nuovo pacchetto di sanzioni che prenda di mira settori dell’economia russa e una nuova lista di individui».
Ore 08:19 - Nuovi attacchi russi su Zaporizhzhia
Questa mattina i missili dell’esercito russo ha colpito nuovamente la città e la regione di Zaporizhzhia, dove si trova la centrale nucleare di Enerhodar, la più grande d’Europa. A riferirlo è il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Starukh, citato da Ukrainska Pravda: «Il nemico ha colpito il centro regionale. Sono in corso accertamenti su eventuali vittime e distruzioni», precisa. Colpita con una ventina di missili anche la città di Nikopol, nell’oblast di Dnipro: la città si trova sull’altra sponda del fiume Dnepr rispetto alla centrale nucleare, a meno di 10 chilometri in linea d’aria dai reattori. Nell’attacco è stato ucciso un uomo di 35 anni.
Ore 09:00 - La Corea del Nord nega aiuti alla Russia
«Non abbiamo mai esportato armi o munizioni in Russia prima e non prevediamo di esportarle»: ad annunciarlo è un funzionario del ministero della Difesa di Pyongyang in una nota rilanciata dall’agenzia di stampa coreana ufficiale Kcna. All’inizio di settembre la Casa Bianca aveva accusato la Russia di acquistare missili e proiettili dalla Corea del Nord per l’impiego sui fronti ucraini. E in estate un ministro di Mosca aveva proposto che la ricostruzione del Donbass fosse affidata in parte anche a lavoratori nordcoreani.
Ore 10:03 - «Oltre 1.300 arresti in Russia durante le proteste»
Sono più di 1.300 le persone fermate dalla polizia russa nelle proteste contro la «mobilitazione parziale» ordinata ieri dal presidente russo Vladimir Putin per la guerra in Ucraina: lo riporta l’ong Ovd-Info precisando che al momento ha notizia di 1.307 persone fermate in 39 città della Russia. La città col maggior numero di fermi è Mosca, dove la polizia ha trascinato nelle sue camionette 527 persone. A San Pietroburgo si registrano 480 fermi.
Ore 10:13 - Filorussi: «Esplosione nel mercato di Melitopol, 3 vittime»
Esplosione in un negozio del mercato centrale della città dell’Ucraina sud-orientale Melitopol occupata dall’esercito russo: la deflagrazione ha provocato tre vittime. Lo riferiscono le autorità filorusse citate dalla Tass.
Ore 10:39 - Finlandia: «Aumentato traffico a confine con Russia»
Resta alto il traffico al confine tra la Russia e la Finlandia, all’indomani dell’annuncio della mobilitazione parziale per la guerra in Ucraina. Secondo quanto riferito dalla guardia di frontiera di Helsinki, nel corso della notte e ancora questa mattina è aumentato il traffico al confine sudorientale.
Ieri, ha riferito il responsabile degli affari internazionali della Guardia di frontiera, Matti Pitkaniitty, hanno superato il confine 4.824 russi contro i 3.133 dello stesso giorno della settimana precedente. Lo stesso Pitkaniitty ha però precisato che «i numeri di ieri sono più bassi di quelli di un normale weekend». È stata allo stesso tempo smentita la notizia circolata sui social media di 35 chilometri di fila ieri al confine per entrare in Finlandia.
«La Finlandia non vuole diventare un Paese di transito per i visti Schengen rilasciati da altri Stati. Non c’è alcuna giustificazione morale perché le vacanze dei russi continuino come se nulla fosse», ha detto il ministro degli Esteri finlandese, Pekka Haavisto.
Ore 10:44 - Nuovo pacchetto di sanzioni Ue annunciato nel fine settimana
Il nuovo pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia annunciato dall’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, e menzionato anche dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, sarà presentato in modo informale agli ambasciatori dei Ventisette «entro il fine settimana» dal capo di gabinetto di von der Leyen, Bjoern Seibert. Lo apprende LaPresse da una fonte diplomatica Ue.
L’annuncio ufficiale dovrebbe avvenire all’inizio della prossima settimana, probabilmente martedì o mercoledì, e sarà discusso dai rappresentanti permanenti degli Stati membri nella riunione del Coreper di mercoledì. Si stanno ancora studiando le misure da adottare, è probabile che ci sia il price cap al petrolio russo, come già deciso in sede G7 e un nuovo elenco di persone da inserire nella lista nera, su cui non ci dovrebbero essere problemi di accordo.
Ore 10:49 - Uno svedese tra i prigionieri liberati
La ministra degli esteri uscente Ann Linde annuncia che tra i prigionieri rilasciati dalla Russia in uno scambio con l’Ucraina c’è anche un cittadino svedese che stava combattendo a fianco degli ucraini. L’uomo fu preso a maggio nella provincia di Donetsk e sarebbe ora in viaggio verso la Svezia. In un incontro con la stampa, la ministra Linde ha criticato la Russia per le accuse contro l’uomo e ha ringraziato l’operato del principe dell’Arabia Saudita Mohammed Bin Salman che ha fatto da mediatore per il rilascio dei dieci prigionieri liberati ieri.
Ore 11:00 - Wang a Lavrov, Cina obiettiva e promuove dialogo
La Cina continuerà a mantenere una posizione «obiettiva ed equa» sulla questione dell’Ucraina e «a promuovere la pace e i colloqui» tra le parti. Lo ha detto il ministro degli Esteri Wang Yi allomologo russo Serghei Lavrov, nell’incontro di ieri a margine dell’Assemblea dell’Onu a New York e di cui Pechino ha dato conto oggi, aggiungendo di sperare «che tutte le parti non rinuncino ai loro sforzi di dialogo e insistano nel risolvere i problemi di sicurezza con i colloqui di pace». Lavrov ha chiarito che «la sicurezza è indivisibile» e che la Russia «è ancora disposta a risolvere il problema con il dialogo e la negoziazione».
Ore 11:14 - Alleati: «Grave preoccupazione per siti nucleari in Ucraina»
I ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Canada, Ucraina, insieme ad alti funzionari di Corea, Svizzera, Stati Uniti, e all’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, esprimono «grave preoccupazione per le minacce poste alla sicurezza e alla protezione degli impianti nucleari destinati a scopi pacifici in Ucraina e del loro personale, che aumentano significativamente il rischio di un incidente nucleare». Lo scrivono in una dichiarazione congiunta pubblicata a margine dell’Unga a New York. I rischi di incidente nucleare, aggiungono, «rimarranno pericolosamente alti finché la Russia sarà presente a Zaporizhzhia».
Ore 11:31 - Zelensky: «5 leader di Azov in Turchia fino a fine guerra»
«L’Ucraina ha liberato 215 eroi dalla prigionia russa. Apprezziamo molto il contributo di tutti coloro che sono coinvolti nel salvataggio dei difensori e non lo dimenticheremo mai. Molte grazie al presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, per aver guidato questo processo. Abbiamo concordato che i cinque comandanti Azov rilasciati saranno in condizioni confortevoli in Turchia fino alla fine della guerra e potranno vedere le loro famiglie». Così il presidente ucraino Voldymyr Zelensky su Telegram.
Ore 11:33 - Medvedev: «Possiamo colpire Europa e Usa prima che Nato la Crimea»
La Russia è «in grado di raggiungere obiettivi in Europa e negli Stati Uniti molto più velocemente» di quanto la Nato possa colpire la Crimea. Lo ha scritto Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, nel suo canale Telegram, dicendo: «I vari idioti in pensione vestiti da generali non hanno bisogno di spaventarci parlando di un attacco della Nato in Crimea».
Ore 11:50 - Mosca: «Indecente il discorso di Biden all’Onu»
La portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova ha definito «indecente» la «falsa citazione» da parte del presidente degli Stati Uniti Joe Biden sulle parole di Vladimir Putin sulla «minaccia nucleare». Lo riporta Ria Novosti. «Quanto al discorso del Presidente degli Stati Uniti, ritengo assolutamente indecente come è iniziato - afferma Zakharova - Il fatto è che avrebbe iniziato a «citare il presidente della Russia. Noi, come sempre, abbiamo iniziato a ricontrollare le parole di Biden. Biden lo ha detto di sicuro, ma il presidente della Russia non l’ha detto».
Ore 12:02 - Zelensky: «Grazie all’Arabia Saudita per ruolo in scambio ostaggi»
«In segno di gratitudine per l’aiuto al nostro Paese l’Ucraina ha rilasciato cinque cittadini della Gran Bretagna, due cittadini degli Stati Uniti, cittadini del Marocco, della Svezia e della Croazia dalla prigionia in Russia». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram nel quale ringrazia «per il supporto» l’Arabia Saudita. «Ricordiamo a tutti coloro che sono in prigionia russa che faremo di tutto per il loro salvataggio».
Ore 12:06 - Medvedev: «Anche uso armi nucleari per proteggere territori annessi»
«Si terranno referendum e le repubbliche del Donbass e altri territori saranno accettati in Russia. La protezione di tutti i territori che avranno aderito alla Russia. sarà notevolmente rafforzata dalle forze armate russe. La Russia ha annunciato che non solo le capacità di mobilitazione, ma anche qualsiasi arma russa, comprese le armi nucleari strategiche e le armi basate su nuovi principi, potrebbero essere utilizzate per tale protezione». Lo annuncia su Telegram Dmitry Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza nazionale della Russia.
Ore 12:30 - Cremlino: «Legittimo arruolamento partecipanti a proteste»
La consegna di cartoline per l’arruolamento nell’esercito a manifestanti che partecipano a proteste contro la cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina «non è contro la legge». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo che alcuni siti, tra i quali la Bbc in russo, hanno denunciato tale pratica. Lo riferisce la Tass.
Ore 12:31 - Cremlino: «Status operazione militare speciale non cambia»
«Lo status» dell’«operazione militare speciale» lanciata dalla Russia in Ucraina «non è cambiato in alcun modo» dopo l’annuncio della mobilitazione parziale in Russia. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Lo riporta la Tass.
Ore 12:35 - Cremlino: «Falso assalto ad aeroporti dopo annuncio mobilitazione»
Le informazioni relative a «un certo clamore» negli aeroporti russi e ai valichi di frontiera dopo l’annuncio della mobilitazione parziale da parte del presidente russo Vladimir Putin «sono molto esagerate». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Lo riporta l’agenzia Tass. «Su questo argomento compaiono molte false informazioni», ha aggiunto.
Ore 12:57 - «I 5 prigionieri britannici rilasciati sono a casa»
L’organizzazione Presidium Network, con sede nel Regno Unito, ha confermato che i cinque britannici catturati dalle forze sostenute dalla Russia «sono stati rilasciati e sono sani e salvi a casa». «I cinque sono Aiden Aslin, Shaun Pinner, John Harding, Dylan Healy e Andrew Hill: non vedono l’ora di tornare alla normalità con le loro famiglie dopo questo orribile calvario», ha affermato Dominik Byrne, co-fondatore del Presidium. Lo riporta il Guardian.
Ore 13:16 - Fonti, su tavolo nuove sanzioni Ue price cap a petrolio
Sul tavolo del nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, si apprende da fonti europee, ci sarà anche il price cap al petrolio. Sulla misura c’è stato già un accordo del G7 e la Commissione Ue ha già dato la propria disponibilità a procedere.
Resta da vedere se Bruxelles riuscirà a ottenere il necessario consenso, con l’Ungheria che ha già manifestato la propria contrarietà nelle settimane scorse a nuove sanzioni che riguardino l’energia. Sul tema il portavoce della Commissione Eric Mamer non è sceso in dettagli limitandosi a sottolineare, in settori come il petrolio, la necessità di «coordinamento» con gli Alleati
Ore 13:21 - Proteste in Russia: il 51% degli arrestati è donna
Secondo il gruppo indipendente russo di monitoraggio delle proteste OVD-Info, più della metà dei manifestanti arrestati ieri in tutta la Russia, per le proteste contro la guerra in Ucraina, è rappresentata da donne.
Stando alle informazioni ottenute, le donne costituiscono il 51% di tutte le persone detenute durante la repressione delle proteste, anche se OVD-Info ha specificato che l’intera scala degli arresti rimane sconosciuta. Il gruppo ha stimato che più di 1.300 persone, tra cui nove giornalisti e 33 minori, siano state detenute finora. Un manifestante minorenne è stato “picchiato brutalmente” dalle forze dell’ordine, ha aggiunto OVD-Info su Telegram.
Ore 13:32 - Orban, revocare sanzioni Ue entro fine anno
Revocare le sanzioni imposte dall’Ue contro la Russia entro la fine di quest’anno. È l’appello lanciato dal premier ungherese Viktor Orban al suo partito Fidesz, secondo quanto riportato dai media locali. Secondo il premier, Bruxelles avrebbe «imposto» le sanzioni all’Europa, trasformando un conflitto locale in una «guerra economica mondiale». Orban ha quindi invitato i membri del suo partito a «fare tutto il possibile affinché l’Ue ritiri le sanzioni (contro la Russia) entro la fine dell’anno».
Ore 15:01 - Ambasciata russa pubblica le foto ufficiali di Putin con i leader italiani: «Ne abbiamo da ricordare»
(Fiorenza Sarzanini) È l’ennesimo avvertimento, l’ultima minaccia che arriva dalla Russia contro l’Italia. Dopo le prese di posizione dell’ambasciatore a Roma delle scorse settimane, il livello di attacco contro la politica Italiana si alza ulteriormente, con la scelta di mettere in fila i politici italiani additandoli come “traditori” rispetto ai buoni rapporti precedenti.
Ore 15:07 - Kuleba: «Grato a Ue, fatto quello che chiedevo, più armi e sanzioni»
«Sono grato a Josep Borrell e ai ministri degli Esteri dell’Ue per aver fatto esattamente ciò che ho chiesto loro ieri: aumentare gli aiuti militari all’Ucraina e sanzionare la Russia. L’Ue continua a dimostrare la sua determinazione. Attendiamo con impazienza una rapida attuazione di entrambe le decisioni». Lo ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri Dmitro Kuleba, dopo che i ministri degli Esteri dell’Ue riuniti informalmente in via straordinaria a New York - dopo l’annuncio sulla mobilitazione parziale in Russia - hanno concordato di mettere a punto un nuovo pacchetto di sanzioni.
Ore 15:33 - Kiev: «Studenti ucraini all’estero non possono lasciare Paese»
Gli studenti ucraini che studiano all’estero non potranno più lasciare il Paese. Lo ha affermato il portavoce del Servizio di frontiera di Stato Andriy Demchenko, come riportano i media ucraini, spiegando che il divieto è stato deciso a causa di troppe certificazioni false. Prima, secondo la decisione dell’alta dirigenza militare, gli studenti che studiavano all’estero fino al 24 febbraio potevano lasciare l’Ucraina per continuare i loro studi. «Le guardie di frontiera hanno rispettato questa norma fornendo un lasciapassare. Tuttavia, nei mesi di luglio-agosto, circa 600 uomini hanno utilizzato documenti presumibilmente falsi. Quindi oggi gli studenti maschi non possono attraversare il confine», ha detto Demchenko.
Ore 15:51 - Berlino: «Pronti ad accogliere i disertori russi»
La Germania è pronta ad accogliere i disertori russi. Lo annunciano alcuni ministri del governo tedesco dopo la decisione presa ieri dal presidente russo Vladimir Putin sulla mobilitazione parziale per il conflitto in Ucraina.
Ore 16:19 - Cremlino smentisce Novaya Gazeta: «Una bugia un milione di riservisti»
«Questa è una bugia». Così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, smentisce. parlando con Ria Novosti, la notizia pubblicata da Novaya Gazeta Europe, secondo la quale nel settimo paragrafo del decreto per la mobilitazione parziale, che è stato segretato, si indica che Vladimir Putin potrà chiamare a combattere in Ucraina fino ad un milione di riservisti.
Ore 16:20 - Guterres su referendum Russia: «Annessione viola la Carta Onu»
«Sono profondamente preoccupato per le notizie sui piani per organizzare referendum in aree dell’Ucraina che attualmente non sono sotto il controllo del governo. Qualsiasi annessione del territorio di uno Stato da parte di un altro Stato risultante dalla minaccia o dall’uso della forza costituisce una violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale». Lo ha detto il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, al Consiglio di Sicurezza sull’Ucraina.
Ore 16:22 - Guterres: «Indagare per punire autori brutalità»
«L’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani ha documentato l’impatto inaccettabile della guerra in Ucraina su tali diritti. I rapporti sono un catalogo di crudeltà, esecuzioni sommarie, violenze sessuali, torture e altri trattamenti disumani e degradanti contro civili e prigionieri di guerra». Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres al Consiglio di Sicurezza. «Gli ultimi resoconti sui luoghi di sepoltura a Izyum sono estremamente inquietanti», «tutte queste accuse vanno indagate a fondo per accertarne la responsabilità», ha aggiunto.
Ore 16:30 - Stoltenberg: «La Cina usi la sua influenza per porre fine alla guerra»
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha incontrato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. «Ho chiesto alla Cina di usare la sua influenza sulla Russia per porre fine alla sua guerra in Ucraina - ha scritto su Twitter -. Ho anche sollevato le preoccupazioni della Nato sui diritti umani e su Taiwan. Siamo pronti a continuare il nostro dialogo sulla sicurezza globale».
Ore 16:38 - Incontro all’Onu tra Lavrov e Parolin
Incontro all’Onu, a margine dell’Assemblea generale, tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ed il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin. Lo riferisce su Telegram il ministero degli Esteri russo.
Ore 17:10 - Blinken: «Inaccettabile Putin continui minare ordine mondo»
«Non possiamo permettere che il presidente Putin continui a fare a pezzi l’ordine internazionale»: lo ha detto il segretario di stato Usa Antony Blinken al consiglio di sicurezza dell’Onu sull’Ucraina.
Ore 17:12 - Zelensky: «Sostegno da Italia malgrado problemi interni»
«Nonostante i suoi tanti problemi interni, per l’Italia la situazione in Ucraina rimane molto importante» come dimostra il suo costante sostegno «per la nostra lotta»: lo ha sottolineato il leader di Kiev in un post su Telegram in cui riferisce del suo incontro con il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. «Sentiamo il costante supporto del primo ministro Mario Draghi, del governo e del popolo italiano alla nostra integrità e sovranità territoriale», prosegue Zelensky, «come anche per la lotta per la nostra stessa esistenza».
Ore 17:37 - La Cina sostiene tutti gli sforzi per risolvere la crisi: bisogna rispettare l’integrità territoriale di tutti i Paesi
«Il presidente Xi Jinping ha sottolineato che la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi dovrebbero essere rispettate. Le ragionevoli preoccupazioni per la sicurezza di tutti i Paesi dovrebbero essere prese sul serio. E tutti gli sforzi che potrebbero aiutare a risolvere la crisi dovrebbero essere sostenuti». Lo ha detto il ministro degli Esteri della Repubblica popolare cinese Wang Yi intervenendo al Consiglio di sicurezza dell’Onu sull’Ucraina. Il ministro degli esteri ha proposto quattro punti da tenere in considerazione per facilitare la soluzione della crisi: dialogo e negoziati, riduzione dell’escalation; situazione umanitaria e violazione dei diritti umani e infine le ricadute sul settore energetico globale.
Ore 17:42 - Cina: priorità cessate il fuoco e fine guerra
La situazione in Ucraina «mostra un trend in espansione e di lungo termine, con effetti di contagio negativi sempre più gravi che la parte cinese non vuole vedere: le priorità sono il cessate il fuoco e la fine della guerra». Incontrando l’omologo polacco Zbigniew Rau a margine dell’Assemblea dell’Onu di New York, il ministro degli Esteri Wang Yi ha detto che «la Cina non starà a guardare né aggiungerà benzina sul fuoco, continuando a svolgere il proprio ruolo a modo suo. Allo stesso tempo — si legge in una nota di Pechino — sosteniamo l’Ue e i principali Paesi europei a continuare a mediare e a fare ogni sforzo per la pace».
Ore 18:02 - Lavrov all’Onu respinge le accuse occidentali sull’Ucraina
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha respinto al Consiglio di Sicurezza Onu le accuse occidentali sull’Ucraina e ha accusato Kiev di «trascinare i combattimenti per indebolire la Russia».
Per Lavrov l’Occidente è parte del conflitto in Ucraina. E ha sottolineato: «Gli Usa e i loro alleati con la connivenza delle organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno coperto i crimini del regime di Kiev».
Ore 18:16 - Mosca: 10 mila arruolati volontari in 24 ore dopo la mobilitazione
Quasi 10 mila persone, in 24 ore in Russia, si sono presentate volontariamente, prima di ricevere la convocazione ufficiale, per essere arruolate nell’offensiva in Ucraina, dopo l’annuncio della mobilitazione parziale dei riservisti fatto dal presidente Vladimir Putin. Lo ha reso noto lo Stato maggiore russo. «Durante il primo giorno di mobilitazione parziale, circa 10 mila cittadini sono arrivati da soli ai commissariati di polizia militare, senza attendere la convocazione», ha detto Vladimir Tsimlianski, portavoce dello Stato maggiore.
Ore 18:31 - Von der Leyen: «Il ricatto di Putin ha unito l’Ue»
Il «ricatto» di Vladimir Putin, che «preferisce bruciare il gas invece di vendercelo», ha prodotto «l’esatto opposto» del risultato sperato. «Il ricatto ci ha uniti: l’Ue porrà fine alla sua dipendenza dai combustibili fossili russi». Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, in un discorso pronunciato all’università di Princeton, nel New Jersey, trasmesso dai servizi audiovisivi dell’esecutivo Ue. Sul fronte dei combattimenti ha spiegato: «So che alcuni chiedono il cessate il fuoco, ma la realtà è una: se la Russia smette di combattere, non ci sarà più guerra in Ucraina; se l’Ucraina smette di combattere, non ci sarà più l’Ucraina. Voglio essere molto chiara: la posta in gioco è alta. Non solo per l’Ucraina ma per tutta l’Europa, per la comunità internazionale e per la democrazia stessa».
Ore 18:39 - Von der Leyen: «Crepe nell’amicizia tra Cina e Russia»
«All’inizio di quest’anno, Russia e Cina hanno dichiarato «un’amicizia illimitata». E nonostante il fatto che sono apparse delle crepe negli ultimi giorni, entrambi continuano a puntare a una visione fondamentalmente diversa del futuro. Credo che dobbiamo prendere sul serio questa sfida». Sono parole della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, all’Università di Princeton. «Dobbiamo difendere l’ordine internazionale aperto e inclusivo, sia negli Stati Uniti che in Europa e oltre. Ciò significa rafforzare la nostra democrazia in patria».
Ore 18:49 - Kuleba: «Non c’è spazio per la neutralità in questa crisi. Nessuno vuole la pace più di noi»
«Non c’è spazio per la neutralità in questa crisi creata dalla Russia». Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmyrto Kuleba al Consiglio di Sicurezza Onu. Aggiungendo: «Nessuno vuole la pace più di noi».
Ore 19:19 - Baerbock: «Stop ai vergognosi referendum russi»
«Negli ultimi 200 giorni quello che è successo in Ucraina non ha lasciato nessuno nel mondo indifferente. Tutto quello che porta questa guerra della Russia contro l’Ucraina è dolore, morte e distruzione». Lo ha detto la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock in Consiglio di Sicurezza. E ha aggiunto: «Il ministro degli esteri russo è venuto in questa sala solo per il suo discorso e poi se ne è andato, e non ha neanche menzionato la fame e la povertà». Quindi, rivolta a Mosca: «Fermate questi referendum vergognosi che sono illegali, fermate la guerra del grano e smettetela di paralizzare il Consiglio di Sicurezza».
Ore 19:22 - Kiev: «Molti torturati tra i prigionieri ucraini liberati»
Secondo le autorità di Kiev, «molti» dei 215 prigionieri di guerra ucraini rilasciati nello scambio delle scorse ore con la Russia sono stati «torturati» durante la cattività.
Prigionieri ucraini liberati oggi durante lo scambio con la Russia (Ufficio stampa del servizio di Sicurezza ucraino via Ap)
Ore 01:52 - Conte: «Non voteremo a favore dell’invio di armi all’Ucraina»
«No, non voteremo a favore dell’invio di armi. Questa guerra non la vogliamo più, non può decidere Washington»: così ha parlato Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, intervistato a ‘Piazza Pulita’, su La7. «Noi abbiamo sempre offerto pieno sostegno all’Ucraina. Io sono stato favorevole all’invio di armi. È stato una scelta difficile e sofferta. Ho detto che dovevamo cercare di capire qual è la strategia politica». Secondo Conte occorre cercare una de-escalation nel conflitto perché «nessuno può garantire che Putin non userà l’arma nucleare». Conte ha inoltre precisato che «abbiamo sottoscritto sempre le sanzioni. Le sanzioni non devono essere un fine ma un mezzo per cercare di recuperare un dialogo».
Ore 01:59 - Cnn: Putin invia ordini diretti ai generali sul campo di battaglia
Il presidente russo, Vladimir Putin, sta dando ordini diretti ai generali impegnati nella guerra in Ucraina. Lo riferisce la Cnn, menzionando due fonti di intelligence occidentali. Tali ordini «suggeriscono una struttura di comando disfunzionale» che ha pesato sull’operazione militare, ha affermato una fonte. Altre fonti vicine ai servizi segreti americani hanno riferito alla Cnn di «significative divergenze» su dove concentrare gli sforzi russi. Un alto funzionario Nato, infine, ha sottolineato che le autorità russe stanno faticando a trovare un capro espiatorio per gli errori commessi sul campo. «Funzionari del Cremlino ed esperti dei media di Stato stanno discutendo con fervore le ragioni del fallimento a Kharkiv e, come di consueto, il Cremlino sembra cercare di distogliere la responsabilità da Putin e dalle forze armate russe», ha sottolineato.
Ore 02:01 - Zelensky ai russi: protestate contro la mobilitazione per la guerra
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato i russi a protestare contro la mobilitazione parziale decisa da Mosca. «Per gli uomini in Russia, è una scelta: morire o vivere, diventare uno storpio o preservare la salute. Per le donne in Russia, la scelta è quella di perdere per sempre mariti, figli, nipoti, o comunque cercare di proteggerli dalla morte, dalla guerra», ha dichiarato. «55.000 soldati russi sono morti in questa guerra in sei mesi. Decine di migliaia di feriti, mutilati. Ne volete di più? No? Quindi protestate, combattete, fuggite! O arrendetevi alla prigionia ucraina», ha aggiunto. «Queste sono le opzioni per sopravvivere».
Ore 02:19 - IL PUNTO MILITARE - Quando si vedranno gli effetti della mobilitazione parziale?
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La mobilitazione parziale ordinata mercoledì da Vladimir Putin ha effetto immediato, ma potrebbero volerci mesi per vederne le conseguenze — se mai se ne avranno — sui combattimenti in Ucraina.
Questo, in sintesi, è il pensiero degli analisti che da mesi stanno studiando il comportamento dell’Armata sul campo e che ritengono la chiamata alle armi del presidente russo soprattutto una mossa per alzare la tensione e uscire dalla situazione di difficoltà in cui i suoi soldati si sono ritrovati dopo la controffensiva russa. Secondo alcuni è possibile anche che questa massa umana — 300 mila riservisti, che si dovrebbero aggiungere ai 150/190 mila già in Ucraina — serva a creare un nuovo stallo in vista dell’inverno, rallentando l’avanzata della resistenza. Mosca sa di non poter capovolgere la situazione, è la tesi, ma di poterla cristallizzare.
Ore 02:21 - Russia, ora Putin vuole tassare gli extraprofitti dell’energia
(Federico Fubini) Tre giorni fa, Kommersant ha pubblicato un’indiscrezione che dice sulle sanzioni alla Russia più di quanto ne sappiano gli stessi governi europei che le hanno decise. Scrive il quotidiano di Mosca che il governo «potrebbe alzare il prelievo sulle aziende russe del gas e del petrolio di tremila miliardi di rubli», cioè di 50 miliardi di euro: un’enormità, in un’economia più piccola di quella italiana. Ma se il Cremlino pensa a tassare gli extraprofitti dell’energia, non è per aiutare famiglie o imprese: ha bisogno di risorse da gettare nella guerra, perché che le misure europee stanno iniziando a mordere sul suo bilancio.
Ore 02:24 - Poroshenko: Erdogan può negoziare la pace
(Francesco Battistini, inviato a Kiev) Signor Poroshenko, nel Donbass lei ha scambiato molti prigionieri di guerra con Putin…
«Sotto la mia presidenza, più di 4 mila prigionieri. In questi sette mesi, meno di 500».
Situazioni diverse?
«Tutto è cambiato. Ma una cosa in comune c’è: il ruolo di Erdogan. Fu lui a raggiungere un accordo per i tatari di Crimea. E già allora, ci fu un primo negoziato diretto fra Putin ed Erdogan. Ora il copione s’è ripetuto al vertice di Samarcanda».
Inizia così l’intervista esclusiva del Corriere della Sera a Petro Poroshenko, ex presidente dell’Ucraina.
I nuovi muri. Per chi non se ne fosse accorto, la débâcle dell'esercito russo sul campo di battaglia ucraino ha innescato un'escalation nelle logiche con cui il Cremlino si approccia al conflitto. Augusto Minzolini il 22 Settembre 2022 su Il Giornale.
Per chi non se ne fosse accorto, la débâcle dell'esercito russo sul campo di battaglia ucraino ha innescato un'escalation nelle logiche con cui il Cremlino si approccia al conflitto. Ormai in quelle stanze che si affacciano sulla Piazza Rossa si parla di guerra all'Occidente e non più di «operazione speciale», la stramba espressione con cui il lessico putiniano aveva battezzato l'invasione. Usano il termine «guerra» appliccandolo ai valori, agli stili di vita, addirittura, alla religione, perché c'è bisogno di un pericolo grande per motivare di fronte ad un'opinione pubblica disorientata una mobilitazione generale.
Ma il dato più preoccupante è la combinazione tra i referendum sui territori occupati in Ucraina (Donbass, Lugansk e Crimea) e la nuova dottrina militare di Mosca sull'uso delle armi nucleari: secondo Putin ora sono utilizzabili non solo contro le minacce esistenziali e l'integrità territoriale dello Stato russo, ma anche su temi indefiniti come la difesa dell'indipendenza e della libertà. Un meccanismo del genere sottintende che se le popolazioni delle aree occupate dell'Ucraina decideranno di essere annesse al territorio russo, lo Zar è pronto ad usare le armi nucleari per difenderle, per non cederle nuovamente a Kiev. Teorie rivedute e corrette in una logica ancora più cinica di quelle studiate da Putin nelle scuole del Kgb.
Ora è anche possibile che quello di Mosca sia il bluff della disperazione, ma è evidente che queste teorie finiscono anche per cambiare i comportamenti degli Stati e delle persone. I Paesi confinanti, infatti, se non vogliono che un domani il Cremlino rivendichi altri pezzi dell'ex impero sovietico, devono evitare assolutamente che le truppe russe vi entrino (basta pensare alle Repubbliche baltiche): debbono, quindi, presidiare, fortificare i confini, creare una nuova cortina di ferro con la Russia. La prima conseguenza di questa assurda guerra, quindi, è che siamo tornati alla logica dei muri e ad una nuova corsa al riarmo. Ma le conseguenze non sono solo militari.
Eh sì perchè l'escalation sta scuotendo le coscienze di quei sudditi dello Zar che finora erano stati indifferenti al conflitto, perché non ne aveva cambiato più di tanto la vita: la mobilitazione generale ha infatti messo in ambasce in Russia tutti quelli che rischiano di essere arruolati per combattere una guerra di cui stentano a capire i motivi. Un po' come da noi l'aumento del gas ha raffreddato la solidarietà verso l'Ucraina delle categorie più colpite. Solo che un conto è pagare una bolletta più salata, un altro è rischiare la vita. Una condizione di pericolo inaccettabile per quei giovani o quegli ambienti russi che sono stati «contaminati», per usare un'espressione cara al Cremlino, dall'Occidente. Da qui la fuga generale dal Paese che viene segnalata da media e osservatori. Forse parlare di fuga sarà un'esagerazione, ma che ci siano i primi segnali del fenomeno e che l'insofferenza stia montando sono dati incontrovertibili: tutti vogliono espatriare prima che sia eretto il muro come nella Berlino del 1961. Ecco perché cominciano a serpeggiare forme di dissenso pubblico che fino ad un mese fa in Russia erano impensabili. Se a questa situazione si aggiunge anche la stretta sui visti ai passaporti decisa da molti Paesi occidentali, è innegabile il ritorno ai muri di un tempo. Muri facili da costruire, ma difficili da abbattere come, appunto, ha insegnato Berlino.
Il G7 chiede a tutti i Paesi di rigettare i referendum della Russia. Francesco Battistini , Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere Della Sera il 23 Settembre 2022.
Le notizie di venerdì 23 settembre. Via ai referendum. Peskov: «Dopo i referendum, l’attacco al Donbass sarà alla Russia». Russi in fuga in bici, incendiati centri di arruolamento. La Finlandia limita l’ingresso ai russi
• La guerra in Ucraina è arrivata al 212esimo giorno.
• Da oggi per tre giorni si voterà nelle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk e nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia per l’annessione alla Russia. I referendum secondo gli Usa e la comunità internazionale sono una farsa, ma aprono scenari inquietanti: una volta dichiarata l’annessione a Mosca, la Russia potrebbe pretendere di difendere i nuovi territori da eventuali attacchi ucraini usando le armi nucleari.
• Secondo Novaya Gazeta, Putin si appresta ad arruolare un milione di riservisti, il Cremlino nega e arruola le persone arrestate per le proteste.
• Cos’è la mobilitazione parziale ordinata da Putin in Russia (e perché è una dichiarazione di guerra).
• Inchiesta Onu: «In Ucraina sono stati commessi crimini di guerra, torturati e rapiti anche bambini».
Ore 05:10 - Cnn: Putin invia ordini diretti ai generali sul campo di battaglia
Il presidente russo, Vladimir Putin, sta dando ordini diretti ai generali impegnati nella guerra in Ucraina. Lo riferisce la Cnn, menzionando due fonti di intelligence occidentali. Tali ordini «suggeriscono una struttura di comando disfunzionale» che ha pesato sull’operazione militare, ha affermato una fonte. Altre fonti vicine ai servizi segreti americani hanno riferito alla Cnn di «significative divergenze» su dove concentrare gli sforzi russi. Un alto funzionario Nato, infine, ha sottolineato che le autorità russe stanno faticando a trovare un capro espiatorio per gli errori commessi sul campo. «Funzionari del Cremlino ed esperti dei media di Stato stanno discutendo con fervore le ragioni del fallimento a Kharkiv e, come di consueto, il Cremlino sembra cercare di distogliere la responsabilità da Putin e dalle forze armate russe», ha sottolineato.
Ore 05:10 - Conte: «Non voteremo a favore dell’invio di armi all’Ucraina»
«No, non voteremo a favore dell’invio di armi. Questa guerra non la vogliamo più, non può decidere Washington»: così ha parlato Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, intervistato a ‘Piazza Pulita’, su La7. «Noi abbiamo sempre offerto pieno sostegno all’Ucraina. Io sono stato favorevole all’invio di armi. È stato una scelta difficile e sofferta. Ho detto che dovevamo cercare di capire qual è la strategia politica». Secondo Conte occorre cercare una de-escalation nel conflitto perché «nessuno può garantire che Putin non userà l’arma nucleare». Conte ha inoltre precisato che «abbiamo sottoscritto sempre le sanzioni. Le sanzioni non devono essere un fine ma un mezzo per cercare di recuperare un dialogo».
Ore 05:13 - Zelensky ai russi: protestate contro la mobilitazione per la guerra
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato i russi a protestare contro la mobilitazione parziale decisa da Mosca. «Per gli uomini in Russia, è una scelta: morire o vivere, diventare uno storpio o preservare la salute. Per le donne in Russia, la scelta è quella di perdere per sempre mariti, figli, nipoti, o comunque cercare di proteggerli dalla morte, dalla guerra», ha dichiarato. «55.000 soldati russi sono morti in questa guerra in sei mesi. Decine di migliaia di feriti, mutilati. Ne volete di più? No? Quindi protestate, combattete, fuggite! O arrendetevi alla prigionia ucraina», ha aggiunto. «Queste sono le opzioni per sopravvivereOre 05:15 - Russia, ora Putin vuole tassare gli extraprofitti dell’energia
(Federico Fubini) Tre giorni fa, Kommersant ha pubblicato un’indiscrezione che dice sulle sanzioni alla Russia più di quanto ne sappiano gli stessi governi europei che le hanno decise. Scrive il quotidiano di Mosca che il governo «potrebbe alzare il prelievo sulle aziende russe del gas e del petrolio di tremila miliardi di rubli», cioè di 50 miliardi di euro: un’enormità, in un’economia più piccola di quella italiana. Ma se il Cremlino pensa a tassare gli extraprofitti dell’energia, non è per aiutare famiglie o imprese: ha bisogno di risorse da gettare nella guerra, perché che le misure europee stanno iniziando a mordere sul suo bilancio.
Ore 05:15 - IL PUNTO MILITARE - Quando si vedranno gli effetti della mobilitazione parziale?
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La mobilitazione parziale ordinata mercoledì da Vladimir Putin ha effetto immediato, ma potrebbero volerci mesi per vederne le conseguenze — se mai se ne avranno — sui combattimenti in Ucraina.
Questo, in sintesi, è il pensiero degli analisti che da mesi stanno studiando il comportamento dell’Armata sul campo e che ritengono la chiamata alle armi del presidente russo soprattutto una mossa per alzare la tensione e uscire dalla situazione di difficoltà in cui i suoi soldati si sono ritrovati dopo la controffensiva russa. Secondo alcuni è possibile anche che questa massa umana — 300 mila riservisti, che si dovrebbero aggiungere ai 150/190 mila già in Ucraina — serva a creare un nuovo stallo in vista dell’inverno, rallentando l’avanzata della resistenza. Mosca sa di non poter capovolgere la situazione, è la tesi, ma di poterla cristallizzare.
Ore 05:15 - Poroshenko: Erdogan può negoziare la pace
(Francesco Battistini, inviato a Kiev) Signor Poroshenko, nel Donbass lei ha scambiato molti prigionieri di guerra con Putin…
«Sotto la mia presidenza, più di 4 mila prigionieri. In questi sette mesi, meno di 500».
Situazioni diverse?
«Tutto è cambiato. Ma una cosa in comune c’è: il ruolo di Erdogan. Fu lui a raggiungere un accordo per i tatari di Crimea. E già allora, ci fu un primo negoziato diretto fra Putin ed Erdogan. Ora il copione s’è ripetuto al vertice di Samarcanda».
Inizia così l’intervista esclusiva del Corriere della Sera a Petro Poroshenko, ex presidente dell’Ucraina.
Ore 07:35 - I «falchi» di Putin, che lo spingono ad adottare soluzioni estreme
(Fabrizio Dragosei) Tra i più accesi sostenitori del pugno duro contro Kiev e l’Occidente c’è sempre lui, Dmitrij Medvedev che quando prese il posto di Putin alla presidenza si presentò come il campione dei democratici e dei riformatori.
Adesso che sembra contare sempre meno, cerca di collocarsi alla guida della pattuglia dei falchi, coloro che nelle ultime settimane avevano iniziato a mugugnare per l’«esitazione» del capo supremo. Trionfante, ieri Medvedev ha detto che i nuovi territori saranno difesi con «qualsiasi arma russa, inclusa quella strategica nucleare». E sulle possibili ritorsioni Nato ha detto: «I nostri missili ipersonici sono capaci di raggiungere in maniera garantita obiettivi in Europa e negli Usa molto più rapidamente di qualsiasi loro arma», ha sostenuto.
Negli ultimi mesi gli schieramenti attorno allo Zar sono cambiati profondamente, soprattutto visto l’andamento non proprio esaltante dell’Operazione militare speciale in Ucraina. Personaggi che venivano visti come guerrafondai o sostenitori a oltranza della politica del confronto duro con l’Occidente si sarebbero invece mossi dietro le quinte per convincere il presidente a non esagerare, a tenere a freno le teste più calde.
Ore 07:45 - In Russia mobilitati anche gli over 50
(Marco Imarisio) «Come stiamo? Ha presente il Sole di Mosca?».
La risposta di Dmitry Oreshkin, scienziato politico di notevole popolarità fino a quando nel 2014 osò criticare la strategia del Cremlino sull’Ucraina, necessita di una spiegazione.
Appena dodici giorni fa. La capitale celebrava la sua festa, mentre a Kharkiv le truppe russe fuggivano abbandonando le loro posizioni, con una ritirata così veloce da non poter passare sotto silenzio. Vladimir Putin sceglieva invece di inaugurare con parole piene d’orgoglio la nuova attrazione locale, una grande ruota panoramica alta 140 metri che con i suoi raggi doveva illuminare il VDNKH, un parco tematico costruito nel 1935 per illustrare i grandi successi raggiunti dall’Unione Sovietica, oggi un’area in via di recupero. «Un’opera unica, che non ha eguali in Europa e nel mondo».
Poche ore dopo, il Sole di Mosca si bloccava per un’avaria. È rimasta chiusa per quattro giorni, poi ha riaperto per due, infine ha chiuso nuovamente per manutenzione.
«All’improvviso scopriamo che non funziona nulla, e che le parole di Vladimir Putin degli ultimi sei mesi erano un bluff», spiega ora Oreshkin. «Comprese quelle del suo ultimo discorso, perché la mobilitazione parziale è come una gravidanza parziale: non esiste. La gente lo capirà presto. E comincerà a non credergli più. Il vero pericolo che corre il Cremlino non è la protesta, ma la sfiducia collettiva».
Ore 08:33 - Un’esplosione nel centro di Melitopol, occupata
Una potente esplosione ha scosso il centro di Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia, occupata dai russi.
Ad annunciarlo è stato il sindaco ucraino in esilio Ivan Fedorov, citato da Unian; la notizia dell’esplosione è stata confermata anche dalle agenzie russe.
Nella regione è in corso il referendum per l’annessione alla Russia.
«Il terrore degli occupanti sta aumentando», ha detto il sindaco ucraino in esilio. «Alle 7 del mattino, a Melitopol è risuonata una forte esplosione, che è stata ben sentita dai residenti nel centro della città. Le persone hanno paura di lasciare le loro case. Il primo giorno del voto dello pseudo-referendum, gli occupanti hanno bisogno che tutti stiano tranquilli seduti a casa».
Ore 08:11 - L’Ucraina: «Gruppi armati costringono le persone a votare ai referendum»
L’esito dei referendum indetti dalle quattro regioni occupate dell’Ucraina, e «benedetti» da Putin, non è in discussione. Non a caso l’intera comunità internazionale ha parlato, da subito, di una «farsa». Le ragioni, già evidenti, sono rese ancor più esplicite da quanto denunciato ora dal governatore ucraino della regione di Lugansk, ora in esilio, Sergey Gaidai.
«Gli occupanti russi», ha detto, «hanno organizzato gruppi armati per circondare le abitazioni e costringere le persone a partecipare al cosiddetto “referendum”. I cittadini sono stati minacciati: “Coloro che non parteciperanno alla votazione verranno automaticamente licenziati dal lavoro”. E le autorità hanno vietato alla popolazione locale di lasciare la città tra il 23 e il 27 settembre».
Ore 08:39 - Ma cosa cambierà, con i referendum?
Da oggi e fino al 27 settembre la popolazione di quattro zone dell’Ucraina — la regione di Donetsk, quella di Lugansk, quella di Kherson e quella di Zaporizhzhia — sarà chiamata a votare per decidere se chiedere o meno l’annessione alla Russia.
I referendum, proclamati con un’azione concertata da tutti i governatori filorussi, all’inizio della settimana, hanno già ricevuto l’appoggio da parte di Mosca.
Secondo i funzionari insediati dalla Russia nelle regioni occupate, durante i primi quattro giorni i funzionari elettorali porteranno le schede nelle case delle persone e allestiranno seggi elettorali improvvisati vicino agli edifici residenziali.
Si può votare anche in Russia, dove i rifugiati delle regioni occupate possono imbucare le loro schede.
L'esito di questi referendum è del tutto scontato: non esistono garanzie circa la regolarità del voto, che si svolge in zone di guerra, sotto una occupazione militare, e senza alcun controllo.
La comunità internazionale ha definito questi referendum «una farsa», e ha già affermato che non intende riconoscerne l’esito.
Opposta la posizione della Russia.
Nella giornata di mercoledì, Vladimir Putin ha tenuto un discorso televisivo nel quale ha dato la sua benedizione ai referendum, ha lanciato una mobilitazione militare parziale e affermato di essere pronto a usare tutti i mezzi per difendere l’integrità del territorio russo.
Queste frasi sono strettamente collegate l’una all’altra, e spiegano perché questo passaggio sia ritenuto da tutti gli osservatori estremamente pericoloso.
Se le quattro zone occupate dell’Ucraina saranno riconosciute da Mosca come parte integrante del territorio russo, ogni attacco da parte dell’esercito ucraino per liberare quei territori diverrà — nell’ottica del Cremlino — un attacco all’integrità territoriale russa.
L’Ucraina ha già chiarito che, dal suo punto di vista, nulla cambierà: le forze di Kiev continueranno a spingere per liberare le zone occupate dalle truppe di Mosca dopo il 24 febbraio scorso.
La speranza di Mosca è che l’Occidente - di fronte alla minaccia esplicita di Putin — smetta di inviare armi a Kiev: ma finora nessun Paese ha comunicato l’intenzione di interrompere il sostegno all’Ucraina per respingere quella che resta, a tutti gli effetti, una occupazione militare da parte di un Paese straniero.
Putin — come detto poco sopra — ha esplicitamente ventilato anche l’ipotesi di utilizzo di armi atomiche «per rispondere al ricatto nucleare dell’Occidente».
Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato di una «escalation pericolosa», ma ha riaffermato la volontà statunitense di continuare a sostenere il diritto di Kiev all’autodifesa.
Ore 09:28 - La posizione di Kiev, sui referendum
Il consigliere di Zelensky Mykhailo Podolyak, uno dei principali consiglieri del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha reiterato su Twitter la posizione ucraina sui referendum in corso nelle zone occupate dell’Ucraina.
«Oggi non esiste alcuna azione legale chiamata “referendum” nei territori occupati», ha scritto. «C’è solo uno spettacolo di propaganda per la coscrizione Z. E c’è il territorio dell’Ucraina che necessita di essere immediatamente liberato».
Ore 10:38 - Al via i referendum, si voterà per i prossimi 5 giorni
Proseguiranno per i prossimi 5 giorni le votazioni per i referendum nelle regioni di Luhansk, Zaporizhzhia e Donetsk, in parte controllate dai russi. Le votazioni riguardano anche Kherson, che è quasi completamente controllata da Mosca. Secondo i funzionari insediati dalla Russia nelle regioni occupate, durante i primi quattro giorni i funzionari elettorali porteranno le schede nelle case delle persone e allestiranno seggi elettorali improvvisati vicino agli edifici residenziali. Martedì sarà l’unico giorno in cui gli elettori saranno invitati a presentarsi alle urne regolari.
Ore 10:42 - Gentiloni: saranno mesi duri, ma questa è l’ultima carta di Putin
«Non ci facciamo illusioni: i prossimi mesi saranno impegnativi. Ma questa è l’ultima carta di Putin. Se ci riusciamo, e dobbiamo, avremo affrontato una fonte di vulnerabilità cruciale, tenuto i prezzi sotto controllo, protetto le forniture alternative e fornito una spinta decisiva per soddisfare i nostri obiettivi climatici, privando il Cremlino di entrate di cui ha disperatamente bisogno». Lo ha detto il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni intervenendo al seminario Una nuova Ue, un nuovo mondo?, organizzato dal comitato Reinventing Bretton Woods.
Ore 11:14 - Fedorov: ignorate referendum, non andate ai seggi, non aprite la porta
«Non aprite la porta agli agitatori, non andate ai seggi, ignorate completamente l’interno processo». È l’esortazione a non partecipare ai referendum di Ivan Fedorov, il sindaco eletto di Melitopol, sostituito dai russi dopo la conquista della città (e tenuto in ostaggio per diversi giorni lo scorso marzo). «La partecipazione è un sostegno al piano sanguinoso di escalation della guerra in Ucraina — aggiunge su Telegram — è diventare volontariamente parte di una società chiusa, totalitaria, assumersi parte della responsabilità dei crimini di guerra, accettare la mobilitazione di uomini tra i 16 ed i 55 anni per rifornire di carne da cannone l’esercito russo». Per Fedorov la partecipazione ai referendum è insomma «il peggiore dei tradimenti».
Ore 11:20 - Inchiesta Onu: in Ucraina commessi crimini di guerra
In Ucraina «sono stati commessi crimini di guerra». Lo hanno stabilito gli investigatori dell’Onu.
Ore 11:24 - Kirill esorta fedeli ad arruolarsi: «Se muori sarai con Dio»
«Vai coraggiosamente a compiere il tuo dovere militare. E ricorda che se muori per il tuo Paese, sarai con Dio nel suo regno, gloria e vita eterna»: il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill esorta così gli uomini della Federazione alla mobilitazione lanciata dal presidente Vladimir Putin, invitando i fedeli a «non avere paura della morte». Lo riporta in un tweet il media indipendente bielorusso Nexta.
Ore 11:43 - Code al confine con la Georgia, russi in fuga anche in bici
Lunghe code di cittadini russi al confine con la Georgia per entrare nel Paese e sottrarsi alla mobilitazione, anche in bicicletta. Un uomo, che ha chiesto l’anonimato, ha raccontato alla Bbc di aver atteso dalle 9 del mattino fino a sera per poter passare il confine ed eludere così il divieto di attraversamento a piedi. Un giovane ha riferito di aver fatto una fila di 12 ore per lasciare la Russia e continuare i suoi studi, evitando così di essere mandato in guerra in Ucraina.
Ore 11:56 - Inchiesta Onu: «In Ucraina bambini stuprati e torturati»
Gli investigatori dell’Onu in Ucraina hanno documento una vasta gamma di crimini contro i minori, inclusi casi di bambini «stuprati, torturati e confinati illegalmente», ha detto il capo della Commissione d’inchiesta Erik Mose al Consiglio dei diritti umani a Ginevra. «Nei casi su cui abbiamo indagato, l’età delle vittime di violenza sessuale e di genere va dai 4 agli 82 anni. Ci sono stati episodi in cui i parenti sono stati obbligati ad assistere ai crimini» commessi sui loro cari, ha aggiunto, precisando che in diversi casi è stato stabilito che gli autori erano soldati russi.
Ore 12:08 - Cremlino: dopo referendum attacco a Donbass sarà attacco a Russia
Se in Donbass, dove si vota oggi per il referendum vincerà il sì per l’unione con la Russia, Mosca considererà ogni attacco contro questo territorio come «un attacco al proprio territorio». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dalla Tass.
Ore 12:26 - Cremlino: «Iniziale reazione isterica alla mobilitazione»
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ammesso che tra la popolazione russa c’è stata «una reazione isterica» alla dichiarazione della mobilitazione parziale del presidente Vladimir Putin, che ha dato origine a una serie di voci su quanti e quali cittadini potranno essere richiamati alle armi. Secondo Peskov, «si poteva in qualche modo capire la reazione isterica ed estremamente emotiva delle prime ore dopo l’annuncio, perché vi era una certa mancanza di informazione, ma già dalla giornata di ieri sono state attivate tutte le linee di informazione» necessarie. Lo riporta la Tass.
Ore 12:43 - Peskov: «Negoziato è richiesto ma ora non ci sono requisiti»
«Il processo negoziale con l’Ucraina è richiesto per raggiungere gli obiettivi della Federazione Russa», ma «non vediamo alcun prerequisito». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Lo riporta Ria Novosti.
Ore 13:01 - Berlino: vogliamo aiutare i russi che disertano la guerra
«Osserviamo la situazione in modo molto preciso. Molte persone non vogliono prendere parte a questa guerra. Il nostro ambasciatore riferisce lo sviluppo degli eventi. Stiamo pensando a come aiutare le persone, perché questo è il nostro obiettivo». Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri tedesco, rispondendo a una domanda sulla mobilitazione in Russia alla conferenza stampa di governo a Berlino.
Ore 13:05 - Ue: «Sanzioni decise da leggi europee non da referendum»
«Non commentiamo dichiarazioni dei singoli Stati membri su possibili referendum. Quel che è certo è che esiste un quadro giuridico specifico per l’adozione delle sanzioni. È un processo stabilito dai trattati e dalla legislazione europea, non qualcosa determinato sulla base di referendum». Lo ha detto il portavoce della Commissione Ue Eric Mamer sulla possibilità, avanzata da Budapest, di fare indire un referendum sulle sanzioni contro Mosca dell’Ue. «Ulteriori misure restrittive contro la Russia saranno prese al più presto», ha aggiunto Peter Stano, portavoce del Servizio di Azione Esterna dell’Ue.
Ore 13:16 - Incendiati centri di arruolamento in Russia
Sono finora almeno cinque i centri di arruolamento militare dati alle fiamme in Russia, da quando mercoledì Putin ha annunciato la mobilitazione parziale. Gli ultimi due uffici di reclutamento sono stati incendiati questa notte a Khabarovsk e nella regione dell’Amur, come riporta il sito indipendente Meduza, portando a cinque il numero totale. Episodi del genere si erano verificati già a San Pietroburgo.
Ore 13:42 - Navalny punito in cella per le parole contro la mobilitazione
Il principale oppositore di Putin, Alexey Navalny, detenuto in Russia per motivi politici, è stato mandato in cella di punizione per 12 giorni dopo aver condannato la mobilitazione ordinata dal Cremlino per il conflitto in Ucraina durante un’udienza in tribunale: lo ha dichiarato la portavoce del dissidente, Kira Yarmish, ripresa da Novaya Gazeta Europa, precisando che i funzionari del centro detentivo hanno detto a Navalny che viene mandato di nuovo in cella di punizione per «aver parlato di mobilitazione nell’ultimo processo». Yarmish ha rimarcato che Navalny aveva appena terminato un periodo di 15 giorni in cella di punizione.
Ore 13:48 - capo polizia, 447 corpi bilancio finale esumati a Izyum, 30 torturati
L'esumazione del luogo di sepoltura di massa scoperto dalle autorità ucraine a Izyum, una città nella regione orientale di Kharkov occupata dai russi si è conclusa con la cifra di 447 morti, 215 di loro donne e 5 bambini, secondo il capo della polizia nazionale ucraina, Igor Klymenko. «I lavori sono proseguiti per una settimana senza interruzioni: 447 corpi dei morti sono stati rimossi dalle tombe. Di loro, 215 sono donne, 194 sono uomini, 5 sono bambini e 22 sono militari. Inoltre sono stati trovati i resti di 11 persone, il cui sesso non può essere determinato al momento», ha detto in una dichiarazione pubblicata su Facebook. Trenta cadaveri mostrano evidenti segni di tortura.
Ore 14:03 - La Russia mobilita piloti e dipendenti delle linee aeree
Gli ordini di mobilitazione per andare a combattere in Ucraina sono arrivati ai dipendenti di almeno 5 compagnie aeree russe, compresa l’Aeroflot, e dieci aeroporti. Lo rivelano fonti del quotidiano Kommersant, rilanciate dal sito indipendente Meduza. Secondo il giornale, molti piloti civili sono riservisti addestrati in passato nelle scuole di volo militari o che hanno servito nell’esercito. Fonti di tre delle tre compagnie ritengono che il’80-50% del personale potrebbe essere mobilitato. Una fonte dell’Aeroflot, ritiene che verrà richiamata più della metà del personale e che questo accadrà anche ad altre due compagnie del gruppo, Pobeda e Rossiya. Nessuna compagnia ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma Kommersant riferisce che i loro vertici stanno valutando la possibilità di chiedere esenzioni per il personale necessario a portare avanti le operazioni. Aeroflot sta già riunendo gruppi di lavoro per stilare le liste del personale essenziale.
Ore 14:06 - Berlino: serve una soluzione europea per i disertori russi
«Il fatto che molti russi non vogliano partecipare alla guerra è un buon segnale». Adesso bisogna trovare «una soluzione sostenibile» con gli altri partner europei. Lo ha detto il portavoce del cancelliere tedesco, Steffen Hebestreit, in conferenza stampa. «In tutte le richieste di asilo si dovrà verificare che ci sia stata effettivamente una diserzione», ha aggiunto. Bisogna infatti accertare che chi chiederà di essere accolto non si muova in Europa su mandato dello Stato russo, ha spiegato.
Ore 14:25 - I motivi per i quali la Cina è preoccupata per la guerra
(Guido Santevecchi) L’apparente presa di distanza di Pechino dall’escalation militare russa, la sua richiesta di dialogo per un cessate il fuoco in Ucraina sembra riaprire la strada verso un negoziato che coinvolga Cina e Stati Uniti nelle pressioni per portare a un accordo pacificatore tra Mosca e Kiev. Ma Xi Jinping sta giocando una doppia partita, nella quale la tattica ucraina serve a coprire la strategia sull’obiettivo principale: Taiwan. Lo ha ricordato con parole estremamente dure il suo ministro degli Esteri Wang Yi, parlando all’Asia Society a New York. Ha detto Wang che «se gli Stati Uniti non cambiano rotta nei confronti della Cina, il confronto diventerà inevitabilmente conflitto». Il diplomatico ha cerchiato di rosso, per l’ennesima volta, Taiwan, sostenendo che la questione taiwanese sta crescendo e diventando «il più grande pericolo per le relazioni Cina-Usa, con un potenziale devastante».
Ore 14:36 - Media, da Usa moniti in privato a Mosca su minaccia nucleare
Gli Usa hanno inviato per diversi mesi comunicazioni private a Mosca, anche attraverso il dipartimento di Stato, ammonendo la leadership russa sulle gravi conseguenze che seguirebbero l’uso dell’arma nucleare. Lo rivela il Washington Post, citando dirigenti americani, secondo cui i messaggi sottolineano quello che Joe Biden e i suoi consiglieri hanno esposto pubblicamente. La Casa Bianca ha deciso però di mantenere deliberatamente vaga la natura delle conseguenze, in modo che il Cremlino si preoccupi della reazione Usa.
Ore 14:47 - Mosca: relazioni con gli Usa prossime allo zero
Le relazioni tra Stati Uniti e Russia «sono ora a un livello prossimo allo zero». Lo ha affermato il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov. Aggiungendo: «Non è un segreto che le relazioni russo-americane siano in uno stato estremamente deplorevole, vicino allo zero, paragonabile ai momenti peggiori della Guerra Fredda».
Ore 14:53 - Mosca: non minacciamo nessuno con armi nucleari
La Russia «non minaccia nessuno con armi nucleari, i criteri per il loro utilizzo sono descritti nella dottrina militare e specificati nei fondamenti della politica statale della Fedarazione russa in materia di deterrenza nucleare». Lo ha dichiarato il viceministro degli Esteri di Mosca, Serghei Ryabkov, come riporta Ria Novosti.
Ore 15:09 - Kiev: riconquistati territori nel Donetsk nel giorno dei referendum
Le forze armate ucraine hanno rivendicato di aver ripreso nuovi territori nell’est del Paese, nel giorno in cui iniziano i referendum per l’annessione alla Russia delle regioni del Donbass, di Kherson e Zaporizhzhia. Il vice capo di stato maggiore ucraino, Oleksii Hromov, ha detto che l’esercito ucraino ha riconquistato il villaggio di Yatskivka nell’oblast di Donetsk e ha riguadagnato posizioni precedentemente perse nella direzione di Bakhmut.
Ore 16:01 - Zelensky: «La Cina ha una posizione ambigua, vorrei che ci aiutasse»
In merito alla guerra in Ucraina la Cina «ha una posizione ambigua». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista ad alcuni media francesi fra cui Ouest-France e Nice-Matin. «Prima dell’invasione su larga scala, c’erano canali di comunicazione tra i nostri paesi, avevamo molta cooperazione economica e commerciale», ha spiegato. Ma «per il momento non abbiamo alcun canale di comunicazione con la Cina ed è un peccato», si è rammaricato. «Vorrei che aiutassero l’Ucraina», ha concluso.
Ore 16:10 - Kiev: trovata una fossa comune nella regione di Kharkiv
Una fossa comune è stata trovata nel villaggio di Kozacha Lopan nella regione di Kharkiv, liberata dagli occupanti. Lo ha annunciato su Facebook il capo della polizia nazionale ucraina, Ihor Klymenko. Lo riporta Unian.
Ore 16:12 - Attaccata Odessa con droni kamikaze iraniani, un morto
Le forze russe hanno attaccato Odessa con droni kamikaze iraniani Shahed-136, provenienti dal mare. Le esplosioni hanno distrutto un palazzo amministrativo vicino al porto e provocato la morte di un civile. Lo riporta The Kyiv Independent sul suo canale Telegram.
Ore 16:39 - La Finlandia limita l’ingresso ai russi
La Finlandia limiterà «in modo significativo» l’ingresso dei russi sul proprio territorio: lo annuncia il governo di Helsinki dopo le code che si sono create al confine in seguito all’annuncio di Mosca sulla mobilitazione parziale.
Ore 16:59 - Il punto militare: il primo effetto della mobilitazione
(Andrea Marinelli e Giudo Olimpio) Dopo settimane passate a incassare colpi e sconfitte, Vladimir Putin prova a riprendere l’iniziativa. Per ora a livello di messaggi, più avanti vedremo quali saranno le ripercussioni belliche. L’ordine di mobilitazione e le minacce sul nucleare (oggi negate) si impongono sull’agenda quotidiana della crisi. È il Cremlino a definire — almeno temporaneamente — di cosa si deve «parlare», mentre gli avversari rispondono direttamente o valutano la reazione. La Casa Bianca ammonisce Mosca sulle conseguenze di una scelta catastrofica e lascia trapelare che da mesi ha trasmesso segnali in questo senso attraverso i canali diplomatici. Gli analisti insistono su un tema «arato» in modo quotidiano: il gran numero di soldati difficilmente si tradurrà in qualità.
Ore 17:21 - Abramovich avrebbe avuto un «ruolo chiave» nel rilascio dei combattenti britannici catturati dai russi: era sul volo che li ha portati a casa
L’ex proprietario del Chelsea, Roman Abramovich, ha svolto un «ruolo chiave» nel rilascio di cinque uomini di nazionalità britannica detenuti dai separatisti filorussi. Lo riporta il Sun citando John Harding, uno dei prigionieri liberati, secondo cui l’oligarca si sarebbe «identificato» con il compagno di detenzione Shaun Pinner sul volo per Riyadh in Arabia Saudita dopo che il principe ereditario Mohammed bin Salman ha preso parte ai negoziati. «Shaun ha parlato a lungo con lui (Abramovich) di calcio e io stavo parlando con il suo assistente», ha detto Harding a The Sun. Abramovich, 55 anni, è stato sanzionato dal governo del Regno Unito ed è anche soggetto alle sanzioni dell’Ue.
Ore 17:33 - Portavoce di Zelensky: «Berlusconi si fida di Putin assassino?»
«Putin è al potere da più di 20 anni. Ha ucciso o imprigionato gli avversari politici. Ha mandato un esercito di assassini stupratori nel territorio di uno Stato sovrano. Ha organizzato un massacro in Siria, è responsabile dell’abbattimento di un aereo passeggeri con 300 persone nel 2014. E ora minaccia le armi nucleari. Quindi, se capiamo bene, Berlusconi si fida di lui e usa il suo esempio per definire chi è persona rispettabile e chi no?». Lo dice a Repubblica Seriiy Nykyforov, portavoce di Zelensky.
Ore 17:36 - Mosca: la guerra nucleare non avrebbe vincitori
«Una guerra nucleare non deve mai essere combattuta» perché «non ci possono essere vincitori». Lo ha detto Alexander Venediktov, vice segretario del Consiglio di sicurezza nazionale russo, in una conferenza sul 60/o anniversario della crisi dei missili a Cuba. «Uno scontro con gli Usa e la Nato, che farebbe rischiare un aperto conflitto militare, non è nei nostri interessi», ha affermato da parte sua il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov in un messaggio video allo stesso evento. Ryabkov ha tuttavia accusato gli Stati Uniti e la Gran Bretagna di «spingere Kiev a portare le ostilità sul territorio russo». Lo riferisce la Tass.
Ore 17:37 - Michel all’Onu: «La Russia fa paura e minaccia»
«Oggi la Russia fa paura. Il Cremlino ha riportato la guerra in Europa. E si comporta da ricattatore». Lo dice il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, all’assemblea generale dell’Onu a New York. «Non possiamo lasciare che l’azione distruttrice di uno tra noi metta in pericolo la nostra volontà feroce di agire per il bene comune», aggiunge. «Questa guerra è un’aggressione non provocata, illegale e ingiustificata, che mira a cambiare con la forza i confini riconosciuto a livello internazionale. E poiché dobbiamo fermare la macchina da guerra del Cremlino le massicce sanzioni economiche» contro Mosca «erano inevitabili». Aggiungendo: «L’annunciata mobilitazione di centinaia di migliaia di riservisti conferma che si tratta di una guerra dal carattere vergognoso e non di “un’operazione speciale” come definita da Putin».
Ore 17:44 - Il dilemma Usa: come reagire se Putin lancia la bomba atomica sull’Ucraina?
(Giuseppe Sarcina) A Washington tiene banco la domanda chiave: come reagire alle minacce nucleari di Vladimir Putin? Ieri sera, giovedì 22 settembre, il portavoce del Pentagono, il generale di brigata Patrick Ryder, ha fatto sapere ai reporter: «Le dichiarazioni o gli annunci che arrivano dalla Russia (sulle armi nucleari ndr) non hanno alcun impatto sul nostro impegno a fornire all’Ucraina tutto ciò che occorre per difendere il Paese». Come a dire: non ci facciamo intimidire, continueremo a fornire armi sempre più potenti e sempre più sofisticate all’esercito di Zelensky. E, naturalmente, il governo americano sta sollecitando il «gruppo di contatto», formato da oltre 40 Stati, Italia compresa, a fare altrettanto.
Ore 18:11 - Zelensky nomina Makeyev nuovo ambasciatore in Germania
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha nominato il rappresentante speciale del ministero degli Affari esteri dell’Ucraina per la politica delle sanzioni, Oleksiy Makeyev, nuovo ambasciatore di Kiev in Germania. Lo riportano i media ucraini. Makeyev prende il posto di Andrii Melnyk, la cui sostituzione dopo otto anni di servizio, era stata annunciata dal presidente Zelensky lo scorso 9 luglio.
Ore 19:32 - G7 chiede a tutti i paesi di rigettare referendum della Russia
«Invitiamo tutti i Paesi a rigettare in modo inequivocabile i referendum farsa che cercano di dare una copertura falsa alle sue violazioni e al diritto internazionale». Lo dicono i leader del G7, in un comunicato sui referendum organizzati dai russi in Ucraina.
Ore 20:57 - Wsj, in Italia primo test unità Occidente su Putin
«Le elezioni italiane sono il primo test della risolutezza occidentale anti Putin»: è il titolo di una corrispondenza da Roma del Wall Street Journal, che nell’occhiello avvisa: «Si prevede, per ora, che gli elettori domenica respingano le speranze del leader russo che i più alti costi dell’energia spingano il governo italiano contro le sanzioni». Il quotidiano ricorda che Vladimir Putin, dopo aver ridimensionato le forniture di gas naturale alla Ue, spera che la sofferenza economica e il malcontento pubblico costringeranno le democrazie europee a ridurre il sostegno all’Ucraina e ad allentare le sanzioni a Mosca. Ma, prosegue il Wsj, «ci si attende che le forze anti Putin si rafforzino in Italia domenica.
La minaccia di Putin questa settimana di usare le armi nucleari in Ucraina, accoppiata con la sua decisione di mobilitare i riservisti, rende più difficile anche per i politici pro Mosca in Europa chiedere concessioni come il ripristino del commercio con la Russia». «Tuttavia - avverte il giornale - la frustrazione degli elettori e le divisioni politiche potrebbero intensificarsi nei prossimi mesi se l’Italia e l’Europa non riusciranno a calmare i prezzi dell’energia». «Le sanzioni sono emerse come l’argomento più controverso nella campagna elettorale italiana, scatenando polemiche da parte di famiglie e imprese gravate dai crescenti costi energetici», osserva il Wsj. «Eppure ci si attende che gli italiani eleggano un parlamento significativamente più duro sulla Russia di quello precedente», prosegue citando sondaggi, secondo cui «il prossimo governo, come pure l’opposizione, sarà guidato da leader filo occidentali che hanno promesso di stare a fianco di Kiev».
Ore 21:05 - Usa, nuove sanzioni contro Mosca se ci sarà annessione
«Gli Stati Uniti e i nostri alleati sono pronti a nuove sanzioni e a nuovi costi contro la Russia se procederà con l’annessione di territori ucraini». Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre in un briefing con la stampa. «La guerra in Ucraina è una guerra ingiusta e non provocata che è stata iniziata dal Cremlino», ha sottolineato.
Ore 21:45 - Stoltenberg, gravi conseguenze se Mosca userà armi nucleari
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in un’intervista alla Cnn ha affermato che ci saranno «gravi conseguenze» se le armi nucleari verranno utilizzate dalla Russia in Ucraina. «Sanno che ci saranno gravi conseguenze. Non elaborerò esattamente su come reagiremo, dipende dal tipo di armi di distruzione di massa che possono usare», ha affermato. «Il fatto è che la probabilità di qualsiasi uso di armi nucleari è ancora bassa, ma le potenziali conseguenze sono così grandi, quindi dobbiamo prenderle sul serio — ha proseguito —. E la retorica e le minacce che il presidente Putin porta avanti aumentano le tensioni, sono pericolose e sconsiderate».
Ore 21:45 - Usa, «È ora che la guerra in Ucraina finisca, dipende da Putin»
«È ora che questa guerra finisca. Ed è Putin che deve farlo». Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, in un briefing con la stampa. «Putin potrebbe mettere fine alla guerra» in Ucraina, «domani se volesse».
Ore 23:06 - Biden, referendum-farsa sono falso pretesto per annessioni
«Gli Stati Uniti non riconosceranno mai territori ucraini che non siano altro che parte dell'Ucraina». Lo afferma il presidente Joe Biden, sottolineando che i referendum russi sono una farsa, un falso pretesto per tentare l'annessione di parti dell'Ucraina con la forza, il flagrante violazione del diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite. Biden annuncia che gli Usa lavoreranno con i loro alleati e partner per imporre ulteriori «rapidi e severi costi economici» alla Russia. Gli Stati Uniti, inoltre, sono al fianco dei loro partner di tutto il mondo e ai Paesi che rispettano i principi della Carta Onu nel respingere qualsiasi «risultato fabbricato» che verrà annunciato dalla Russia.
Ore 02:59 - Usa, capo stato maggiore chiama generale Kiev
Il capo degli stati maggiori riuniti Usa, il generale Mark Milley, ha parlato ieri e l'altro ieri con il comandante delle forze armate ucraine, il generale Valery Zaluzhny. Lo ha riferito il portavoce, Dave Butler, alla Cnn senza entrare nel dettaglio dei colloqui. I due generali hanno parlato della «invasione non provocata dell'Ucraina da parte della Russia e si sono scambiati prospettive e valutazioni», ha detto. Milley ha ribadito a Zaluzhny «l'incrollabile sostegno degli Usa alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina».
La farsa-referendum nei territori occupati "Costretti con le armi". Mosca lancia minacce, Kiev conquista terreno. Via al voto per annettere Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia. Il G7: "Illegittimo, non sarà mai riconosciuto". Il Cremlino: "Un attacco al Donbass sarà un attacco alla Russia". Andrea Cuomo il 24 Settembre 2022 su Il Giornale.
Una farsa che reca il seme di una tragedia. I referendum per l'annessione alla Russia dei quattro territori occupati in Ucraina, che hanno avuto inizio ieri, sono per tutto il mondo (Cina compresa) uno spettacolo di propaganda, di democrazia estorta, un'operazione totalmente illegittima, ma preludono certamente a un'escalation militare di Mosca. Del resto nel 2014 la Crimea fu annessa de facto con la stessa strategia: un voto non riconosciuto dalla comunità internazionale.
Fatto sta che ieri nel Donetsk, nel Luhansk, a Zaporizhzhia e a Kherson sono iniziate le operazioni di voto che dureranno fino al 27 settembre. Bizzarre le modalità: per i primi quattro giorni saranno funzionari a recarsi di casa in casa per consentire (o obbligare?) i cittadini dei territori a votare, solo martedì si apriranno i seggi veri e propri. Questo è il quesito: «Lei è a favore dell'uscita della regione di (...) dall'Ucraina, per la costituzione della regione di (...) come Stato indipendente, e per la sua adesione alla Federazione Russa con i diritti di soggetto della Federazione Russa?». E se come pare certo vinceranno i «sì» all'annessione (l'esito sarà comunicato entro cinque giorni), dopo la ratifica da parte del parlamento di Mosca delle domande di adesione alla federazione da parte dei territori, lo scenario è quello evocato dal Cremlino per bocca del suo portavoce Dmitry Peskov: «Se in Donbass vincerà il sì per l'unione con la Russia, Mosca considererà ogni attacco contro questo territorio come un attacco al proprio territorio».
Insomma, a Mosca - dove ieri Aleksandr Venediktov, vicesegretario del consiglio di sicurezza, ha rabbonito l'Occidente dicendo che «una guerra nucleare non deve mai essere combattuta perché non ci possono essere vincitori» - danno già vinta una partita giocata con ogni mezzo. Il sindaco di Luhansk Sergey Haidai in un post su Telegram racconta di «gruppi armati per accerchiare le case e costringere le persone a partecipare al cosiddetto referendum», di persone minacciate di licenziamento in caso di astensione e di divieti alla popolazione «di lasciare la città tra il 23 e il 27 settembre». A Mariupol secondo Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco in esilio, i seggi si trovano in negozi e caffè, mentre 27 camion militari russi sono entrati in città. Il segretario del consiglio comunale di Zaporizhzhia, Anatoly Kurtev, riferisce che «ai residenti locali vengono promessi premi in denaro ed elettrodomestici per fornire i dati del passaporto e ottenere la cittadinanza della Federazione Russa». Anche la scelta del voto «domiciliare» non è motivata da «fattori di sicurezza» come la propaganda russa vuol far credere, ma è un ulteriore strumento di pressione: «Riempiono fogli di carta nelle cucine, negli appartamenti, nei cortili - dice Haidai -. È estremamente strano, non c'è alcuna parvenza di privacy». E le ronde hanno anche «l'obiettivo di controllare le abitazioni per identificare gli uomini: gli occupanti cercano carne da cannone». E anche a Mosca la propaganda è in azione, con 50mila giovani in piazza a manifestare in favore delle annessioni. C'è chi giura che siano stati portati là a bordo di pullman stipati dal regime.
La regolarità del voto dovrebbe essere obliterata da centinaia di osservatori internazionali Nell'autoproclamata repubblica di Donetsk sono al lavoro in 130 tra cui anche diversi italiani. Non si conosce la credibilità di questi arbitri, a cui fa riferimento Marina Zakharova, presidente della commissione elettorale di Kherson.
Da Kiev naturalmente si levano grida contro l'attentato all'integrità territoriale ucraina. «Oggi non esiste alcuna azione legale chiamata referendum nei territori occupati. C'è solo uno spettacolo di propaganda per la coscrizione Z», twitta Mykhailo Podolyak, consigliere dell'ufficio del presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky. «Nessuno si lascia ingannare, i referendum farsa non cambieranno nulla», garantisce il presidente del consiglio europeo Charles Michel, secondo cui «quando un membro permanente del Consiglio di Sicurezza scatena una guerra non provocata e ingiustificata, condannata dall'Assemblea Generale, la sua sospensione dal Consiglio di Sicurezza dovrebbe essere automatica». Da parte loro i Paesi del G7 fanno sapere che «non riconosceranno mai» i risultati dei «referendum farsa». Ciò che autorizza il Servizio di intelligence estero russo (Svr) a parlare di «reazione estremamente nervosa, anzi isterica nei Paesi della Nato e dell'Ue». E i referendum non fanno tacere nemmeno le armi. Ieri all'alba potente esplosione a Melitopol, mentre le forze armate ucraine hanno annunciato di aver riconquistato nuovi territori occupati dai russi proprio nel Donbass.
L’imbroglio del voto per diventare «russi»: soldati alle spalle, schede aperte e lavatrici in premio. Francesco Battistini su Il Corriere della Sera il 23 settembre 2022.
Si vota nei giardini e nei cor tili. Nelle cucine e sulle scale dei palazzi. Nei bar e nei negozi. Nei mercati e sui tetti delle macchine. Niente cabine, va bene una penna qualsiasi. La croce va fatta sotto gli occhi della commissione elettorale e d’un paio di uomini incappucciati e armati. La scheda non si piega e finisce bell’e spalancata dentro urne portatili di vetro, proprio come accadde nel 2014 in Crimea, dov’era normale che i soldati di Putin controllassero il voto. «Puoi anche sbarrare sul “no” — ci racconta D.K., 46 anni, che vive a Kherson — in tal caso, loro si segnano i tuoi dati. Se invece ti rifiuti di votare, hai due scelte. O trovi lo scrutatore gentile che ti consiglia di stare attento, perché hai un lavoro e dei figli. Oppure, se non c’è nessuno che ti filma, puoi prenderti un calcio sul rene dagli incappucciati». E tu che cos’hai scelto? «Dormirò cinque notti fuori casa. E non mi farò trovare».
Minacce armate
Votare o scappare. La scelta di D.K. è la scelta di molti. Lui ha un casotto in campagna, «lo usavo per cacciare». Ci starà nascosto tutti e cinque i giorni del referendum, «poi m’inventerò qualcosa per andarmene». Non sono ancora andati a pescarlo a casa, ma sa che accadrà: «Fino a lunedì, i russi gireranno porta a porta. Dicono che è perché ci sono pochi scrutatori, non c’è stato il tempo di fare le commissioni elettorali, non c’è il voto online… Non ci crede nessuno: perché allora si presentano agli elettori coi soldati armati? La cosa migliore che si può fare, è non aprire. Ma a volte, la porta, la buttano anche giù». Racconta il governatore esiliato di Lugansk, Sergei Haidai, che a Starobilsk hanno trascinato la gente sui pianerottoli. «E a Bilovodsk, il direttore d’una fabbrica ha chiamato i dipendenti e ha parlato chiaro: chi non vota, perde il lavoro».
Che la farsa abbia inizio. S’apron le urne, si cercano i voti. E i votanti: a costo di licenziarli, di convincerli con una lavatrice in regalo, d’andare a pigliarli fra gli orfanelli. Nel Lugansk e nel Donetsk, a Kherson e Zaporizhzhia, in territori occupati e sì e no controllati, ecco il referendum di Putin. Annunciato tre giorni fa e organizzato tra i fucili spianati. Con qualche giornalista vero, fra i 542 accreditati. Senza osservatori indipendenti, a meno che si vogliano considerare neutrali i 132 monitor — elenca l’ultranazionalista russo Sergei Kurginyan — «che sono arrivati apposta dalla Francia e dagli Usa, dal Portogallo e dal Qatar, dalla Cina e dalla Gran Bretagna, dalla Romania e dal Venezuela, dal Sudafrica e dal Togo», ovviamente dalla Russia e perfino dall’Italia: perlopiù membri d’ong gradite al Cremlino, visto che l’Onu ha bocciato questa buffonata e molti osservatori locali dell’Osce sono da mesi agli arresti, in attesa di processo per collaborazionismo con gli ucraini.
Brogli e premi
Si sa già come andrà, affluenza e risultati. Più spintanea che spontanea, la partecipazione prevista da Mosca è fra il 72 e l’87%. Ma circolano immagini di seggi vuoti, con qualche sparuta babushka o code di soldati. Le telecamere s’affollano solo intorno a Denis Pushilin, l’autoproclamato presidente del Donetsk, che in grigioverde s’esalta per «la storica pietra miliare» e «l’unica via giusta verso la Grande Russia». A Melitopol, l’ex segretario comunale conta 27 camion carichi di gente portata a votare dalla Crimea. «Tutte persone costrette — dice il sindaco ucraino Ivan Fedorov — l’ordine è creare un’immagine di voto partecipato e l’illusione della regolarità». In alcuni quartieri è stato diffuso il divieto di lasciare il luogo d’abitazione prima del 27 settembre, ultimo giorno utile per votare. Il segretario comunale ucraino di Zaporizhzhia, Anatoly Kurtev, racconta che «ai residenti vengono promessi premi in denaro ed elettrodomestici, se approfittano del voto anche per chiedere il passaporto russo». Secondo i servizi di sicurezza di Kiev, per gonfiare i dati dei votanti, la scheda elettorale è finita in mano pure ai minorenni, compresi quelli che stanno negli orfanotrofi.
A Donetsk, tanto per far capire che si sbriga una semplice formalità, il quesito è solo in russo: «Sostieni l’adesione della tua repubblica alla Russia come suddito federale?». Cinque giorni per dare l’unica risposta ammessa, altri cinque per proclamare l’unico risultato possibile: al massimo il 2 ottobre, dice il Cremlino, la Costituzione entrerà in vigore nel 15% dell’Ucraina e l’Anschluss permetterà a Putin di mandare più soldati in queste aree, fino a «difenderle» come se fossero Grande Madre Russia a tutti gli effetti. Per ora, Kiev risponde preparando una controffensiva nel Lugansk e coi diciotto missili Himars lanciati dove si vota: Zelensky sa che quasi nessuno al mondo riconoscerà l’annessione e preferisce parlare degli orrori che ogni giorno si scoprono, come le camere delle torture dove la soldataglia putiniana — certificano gli osservatori Onu, dopo avere visitato 27 villaggi e interrogato 150 testimoni — è arrivata a torturare anche i bambini.
Il presidente ucraino stavolta manda un videomessaggio in russo, lingua che peraltro parla meglio, un appello alle coscienze oltreconfine già sgomente per gli arruolamenti forzati: «Voi siete complici di tutti questi crimini. Perché siete stati sempre zitti. Adesso in Russia è il momento di scegliere. Per gli uomini, se restare storpi o sani. Per le donne, se perdere per sempre i mariti, i figli, i nipoti. O proteggerli dalla morte e da una sola persona».
Punto di non ritorno. I referendum in Ucraina rendono la minaccia nucleare più concreta che mai. Alessandro Balbo su L'Inkiesta il 24 Settembre 2022
A sette mesi dall’invasione russa, le votazioni in quattro regioni occupate del Paese segnano l’inizio di una nuova fase della guerra: un attacco di Kyjiv potrebbe essere considerato un’aggressione alla Russia e portare all’uso di armi atomiche tattiche. L’Occidente deve rispondere a tale minaccia con fermezza
«La Russia ha scelto la sua strada. Non c’è modo di tornare indietro». Le parole di Dmitry Medvedev, ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione, non lasciano molto spazio all’immaginazione: questa fase della guerra è un punto di svolta nel confronto politico e militare tra Russia e Occidente, iniziato con l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio.
In un post su Telegram, giovedì Medvedev ha scritto che il territorio orientale ucraino sarebbe stato «accettato all’interno della Russia» dopo il completamento dei «referendum», promettendo di rafforzare la sicurezza di tutta l’area. E, ha aggiunto, il Cremlino non lo farà solo con le nuove forze chiamate a raccolta da Putin, ma anche con «ogni arma russa, incluse quelle nucleari tattiche», oltre che quelle ipersoniche.
Non è certo la prima volta, in questi sette mesi di guerra, che i leader russi minacciano l’utilizzo della forza nucleare, e non sembra esserci indicazione che Mosca stia preparando gli arsenali per un attacco imminente. Ma le ultime dichiarazioni non devono essere prese alla leggera. Si tratta di commenti più espliciti che in precedenza, e il momento scelto è cruciale: la controffensiva ucraina nella regione di Kharkiv ha portato a una rapida catena di eventi, solo l’ultimo l’inizio in quattro regioni del Paese – Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia – dei cosiddetti “referendum” per l’annessione dei territori alla Russia. Scelte che rendono la minaccia nucleare – strategia definita “escalate-to-de-escalate”, in quanto prevede l’uso di piccole armi nucleari allo scopo di prevenire ulteriori attacchi – ancora più concreta.
Le votazioni, annunciate a inizio settimana, dovrebbero terminare martedì. Basate sul modello di referendum già organizzato in Crimea nel 2014, costituirebbero una formale legittimazione all’annessione delle aree – che aggiunte alla penisola sul Mar Nero farebbero perdere all’Ucraina una porzione di territorio pari a circa il 20% del Paese – già occupate militarmente: un attacco delle forze ucraine sulle regioni annesse verrebbe considerato un illegittimo atto offensivo verso la Russia stessa. «L’invasione del territorio russo è un crimine che ti consente di usare tutta la forza di auto-difesa» ha detto Medvedev. «Questo è il motivo per cui questi referendum sono così temuti a Kyjiv».
In realtà, a Kyjiv sembrano essere piuttosto convinti che il voto non avrà alcun effetto sulla situazione bellica o sulla controffensiva ucraina: «Non c’è nessun referendum. C’è un esercizio di propaganda che viene chiamato referendum», ha detto Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelenskiy. «Non significa niente. Saranno alcune cose preparate dove ci saranno telecamere russe».
Il sindaco di Luhansk, Sergey Haidai, su Telegram ha accusato le forze russe di obbligare i residenti delle zone occupate ad andare a votare, impedendogli di lasciare l’area: «Stando alle informazioni disponibili, gli occupanti stanno creando gruppi armati per andare di casa in casa e forzare le persone a partecipare al cosiddetto “referendum”» ha detto. In ogni caso, secondo l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) questo tipo votazione non ha valore legale: non soddisfa gli standard internazionali, è contrario alla legge ucraina, le aree non sono sicure, non ci sono osservatori indipendenti e, non meno importante, molta della popolazione è scappata. È improbabile, perciò, che il risultato – quasi sicuramente a favore dell’annessione – venga riconosciuto a livello globale, esattamente come accaduto per quello in Crimea, che aveva visto il 97% dei voti sostenere l’accorpamento alla Federazione.
Il viceministro degli esteri russo Sergei Ryabkov, stando a quanto riportano i media russi, ha affermato che Mosca non ha minacciato nessuno con armi nucleari e che un confronto diretto con Stati Uniti e Nato non è negli interessi della Russia. Data la scarsa affidabilità dimostrata dal Cremlino negli ultimi mesi, non sembra irragionevole sostenere che, in ogni caso, l’Occidente debba prepararsi al peggiore degli scenari.
David Ignatius, opinionista del Washington Post, sostiene che i leader debbano pensare «con la stessa combinazione di durezza e creatività mostrata dal presidente John F. Kennedy durante la crisi dei missili di Cuba nel 1962». Una presa di posizione ferma, ma con sempre a disposizione un ventaglio di possibilità di de-escalation. Ignatius afferma che una mancata risposta a una minaccia nucleare da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati potrebbe, ad esempio, portare la Cina a una maggiore aggressività nel Pacifico e, infine, a una guerra. L’approccio moderato di Biden, animato dalla volontà di evitare ogni scontro diretto con la Russia, per Ignatius è «ammirevole, ma è anche una delle ragioni per cui Putin continua ad alzare la posta».
Secondo Matthew Kroenig, professore della Georgetown University e direttore del Centro Scowcroft per la Strategia e la Sicurezza presso l’Atlantic Council, per prevenire l’utilizzo di armi nucleari da parte della Russia in Ucraina «gli Stati Uniti dovrebbero istituire una deterrenza più chiara [scegliendo] tra minacce vaghe o esplicite, portate pubblicamente o privatamente». Nel caso in cui la deterrenza fallisse e Mosca decidesse di procedere, Kroenig afferma che Washington potrebbe «condurre un bombardamento convenzionale limitato alle basi direttamente coinvolte nell’attacco». A favore di tale opzione vi sarebbe il fatto che sarebbe ampiamente percepita come una risposta significativa, ma resterebbe comunque il rischio, forse maggiore, di una guerra tra Russia e Nato.
Visto che fare passi indietro è ormai improbabile, che Biden in questo momento appare in posizione più forte e che l’Ucraina non sembra voler scendere a compromessi, Ignatius consiglia prudenza: «Kennedy ebbe successo nella crisi dei missili di Cuba per due ragioni. Primo, mostrò che era preparato a rischiare una guerra nucleare per fermare una mossa spericolata di Mosca. Secondo, attraverso un canale segreto, ha trovato un modo salva-faccia per evitare la catastrofe finale. Biden dovrebbe studiare entrambe le lezioni».
In effetti, qualcosa di simile è avvenuto. Come riporta il Washington Post, gli Stati Uniti hanno mandato per mesi comunicazioni private a Mosca, avvertendo i leader russi delle gravi conseguenze che sarebbero seguite in caso di utilizzo di un’arma nucleare. Le fonti citate sostengono che l’amministrazione Biden stia deliberatamente portando avanti una strategia di deterrenza definita “ambiguità strategica”, in modo da mantenere vaghe e imprevedibili le minacce e non dare indizi al Cremlino su come Washington potrebbe rispondere a un attacco.
In un’intervista alla Cbs, sul possibile uso di armi atomiche Biden si è rivolto direttamente a Putin: «Non farlo. Non farlo. Cambierai il volto della guerra come niente dalla Seconda Guerra Mondiale». Staremo a vedere se il neo-Zar accoglierà l’invito.
La fuga disperata dei russi per non morire in trincea. Federica Bianchi su La Repubblica il 23 Settembre 2022.
Dopo l’annuncio della coscrizione parziale, migliaia di cittadini cercano di scappare. E sono disposti a pagare qualunque cifra pur di non essere arruolati. Mente si moltiplicano le proteste
La Chiesa ortodossa russa come gli islamisti dell'Isis. Il patriarca Kirill, sostenitore feroce della politica imperialista del presidente russo Vladimir Putin, chiede in Chiesa ai giovani e meno giovani uomini russi di immolarsi per la Patria, «la via diretta per stare con Dio».
Ma decine di migliaia di russi preferiscono restare sull'umile suolo terreno e hanno preso a fuggire a frotte dalla madrepatria.
Dopo l'annuncio della coscrizione obbligatoria di almeno 300mila uomini per sostituire i 70mila soldati russi caduti durante la guerra contro l'Ucraina, migliaia di uomini tra i 18 e i 65 anni hanno fatto i bagagli. Si sono riversati negli aeroporti, su qualunque volo di sola andata li allontanasse dalla prospettiva di una morte probabile. Di voli verso Istanbul in Turchia e Yerevan in Armenia, Paesi che non richiedono un visto e che non applicano le sanzioni europee che impediscono ai russi di volare negli stati dell'Unione, non ce ne sono più in vendita questa settimana. E anche quelli per Tiblisi, capitale della Georgia, oramai sono introvabili nonostante i prezzi folli: hanno superato i 5mila euro, cinque volte il salario medio. In alcuni casi sono stati sfiorati perfino i 9mila come per un biglietto della compagnia aerea Emirates da Mosca a Belgrado, in Serbia.
La destinazione più gettonata è ancora la Turchia, che nel 2022 ha rappresentato il 25 per cento di tutti i voli russi. I posti sulla low cost Pegasus da Mosca a Ankara, capitale della Turchia, sono esauriti fino alla fine di settembre nonostante il prezzo abbia raggiunto i 2.000 euro.
Chi non ha avuto la prontezza o i mezzi di precipitarsi in aeroporto è ancora in fila ai check-point con la Finlandia, unico confine europeo aperto ai russi, per cercare di sfuggire alla chiamata alle armi. Ieri si registravano file chilometriche di auto in attesa di uscire.
Ma non è facile lasciare il Paese in aereo, in bus, in treno o in auto perché, resosi conto dell'esodo, Putin ha impedito a tutti gli uomini maggiorenni, di qualunque regione del Paese, di lasciare la Russia. E i suoi funzionari militari sono già in giro a bussare porta per porta per caricare sui bus tutti coloro che hanno almeno fatto il militare per poi sottoporli a un addestramento di due settimane prima dell'invio in Ucraina.
La resistenza della popolazione è tanta. E infatti la Germania ieri ha fatto sapere di volere ospitare tutti qui russi che sono in fuga dalla guerra di Putin. In pochi sono disposti ad essere usati come carne da cannone. Eppure, soprattutto nei villaggi più remoti, non hanno scelta. Così sui social media si moltiplicano i video di padri che salutano le figlie tra le lacrime o di donne disperate che annunciano di avere perso non solo il futuro ma anche il presente a causa di questa guerra.
Russia, file chilometriche al confine con la Georgia: i coscritti tentano di fuggire dal Paese
Nelle strade di decine di città si sono moltiplicate le proteste, con ragazzi che chiedono a Putin di andare lui stesso a combattere la sua guerra in trincea. Ma i manifestanti sono portati velocemente via dalla polizia e rischiano 15 anni di carcere.
Secondo molti analisti la coscrizione è parziale solo in teoria e lascia la porta aperta alla chiamata di tutti gli uomini abili del Paese: «Non esistono parametri di questa "parzialità" né geografici né di altro genere», ha detto al Financial Times l'analista politica Ekaterina Schulmann: «Con l'eccezione dei lavoratori del complesso militare e industriale, chiunque può essere inviato al fronte».
La ribellione dei russi contro i centri militari. Kirill a chi si arruola: "Se muori vedi Dio". Oltre 70mila in fuga: code alle frontiere. Assalti ai punti di reclutamento. Peskov: "Reazione isterica". Zelensky: "Protestate". Il patriarca: "Date la vita". Caos visti, oggi summit dell'Ue. Matteo Basile il 24 Settembre 2022 su Il Giornale.
C'è chi ha prenotato l'ultimo aereo disponibile. Chi è riuscito a salire su un treno. Chi ha viaggiato per ore con la propria auto. E anche chi ha noleggiato un motorino o una bicicletta pur di fuggire dalla Russia. Sono almeno 70mila ma probabilmente molti di più gli uomini che sono già scappati, cui si sommano i tanti che stanno escogitando un piano di fuga dopo la mobilitazione militare annunciata da Putin, con il richiamo alle armi anche dei piloti di linea russi. Se prima il regime di Mosca era mal sopportato ma comunque tollerato dalla maggior parte dei russi, adesso che il Cremlino mette potenzialmente a rischio centinaia di migliaia di persone è scattata una ribellione che sa tanto di presa di coscienza per una misura ormai colma.
«Una reazione isterica», secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, colpa, manco a dirlo, «di una certa mancanza di informazione» dice, facendo capire che ora le cose sono più chiare. Il che fa intendere che la fuga diventa sempre più pericolosa. Fatto sta che dopo la corsa ai voli, ai confini con la Finlandia e con la Georgia sono stati registrati chilometri di code, con migliaia di persone disposte ad attendere anche 12 ore pur di passare il confine. Un segnale ma anche un problema. «È una questione nuova, che stiamo monitorando», ha confessato il portavoce della Commissione Ue Eric Mamer. «Oggi si terrà una riunione del gruppo di lavoro per affrontarla e vedere come agire», ha aggiunto, mentre lunedì a Bruxelles è prevista una riunione straordinaria per coordinare gli Stati su come muoversi. Se da una parte lo stesso Mamer spiega che esistono tutti i percorsi per la richiesta di asilo «per le persone che pensano di averne diritto», dall'altra si va avanti in ordine sparso e la spaccatura è evidente. Dopo la linea dura annunciata da Polonia, Repubblica Ceca e Norvegia, anche la Finlandia, uno dei Paesi maggiormente interessati, ha già annunciato misure per «limitare in modo significativo l'ingresso di cittadini russi», dimostrazione di quanto sarà complesso trovare una posizione unitaria anche sul tema dei visti.
Intanto, chi non fugge dal Paese assiste a un'escalation delle proteste. Dopo le manifestazioni di piazza improvvisate e gli oltre mille arresti, sono già cinque i centri di arruolamento militare dati alle fiamme da mercoledì. Gli ultimi due uffici di reclutamento sono stati incendiati la notte scorsa a Khabarovsk e nella regione dell'Amur, dopo che gli stessi atti di protesta si erano verificati a San Pietroburgo. Non è escluso che boicottaggi simili si allarghino a macchia di leopardo. Ancor di più dopo l'appello del presidente ucraino Zelensky, che si è rivolto direttamente ai russi: «protestate contro la mobilitazione per la guerra. Per gli uomini in Russia, è una scelta: morire o vivere, diventare uno storpio o preservare la salute», ha detto, aggiungendo che «55mila soldati russi sono morti in questa guerra in sei mesi. Decine di migliaia di feriti, mutilati. Ne volete di più? No? Quindi protestate, combattete, fuggite! O arrendetevi alla prigionia ucraina». Chi sicuramente non si arrende nonostante la carcerazione è Alexey Navalny, principale oppositore di Putin, di nuovo in cella di isolamento dopo aver condannato la mobilitazione ordinata dal Cremlino.
Di contro, la massima autorità religiosa, il patriarca di Mosca Kirill, si è lanciato in un altro delirio molto più politico che di fede: «Andate coraggiosamente a compiere il vostro dovere militare. E ricordate che se darete la vostra vita per la vostra Patria, per i vostri amici, allora sarete con Dio nel suo Regno, nella gloria e vita eterna», ha detto, in piena sintonia con lo Zar. Che nella sua follia bellica non è rimasto solo. Ma in scarsa e pessima compagnia.
Il folle appello alla guerra santa. Vittorio Macioce il 24 Settembre 2022 su Il Giornale.
Quello della Russia è sempre più un viaggio a ritroso, fuori dal tempo, come un'ossessione, con l'idea di rifiutare qualsiasi traccia di Occidente. Non c'è solo l'Ucraina in gioco in questa folle storia. Kiev semmai è il simbolo di un tradimento, di un'eresia, di un varco che apre le porte alle contaminazioni della liberal democrazia. È per questo che tutto rischia di diventare ancora più complicato, al di là della propaganda del Cremlino, dei referendum farsa, degli alibi di un'aggressione che Putin non ha il coraggio neppure di chiamare con il suo vero nome. C'è un solco che ormai divide senza futuro l'Europa dalla Russia, l'Ovest dall'Est, la stessa idea del cristianesimo. Nulla, davvero, sarà mai più come prima. Le parole di Kirill, primo del suo nome, patriarca di tutte le Russie e presunto faro della Chiesa ortodossa, sono di fatto un appello alla guerra santa. «Andate coraggiosamente ad adempiere al vostro dovere militare. Ricordate che, se morirete per il vostro paese, sarete con Dio nel suo regno, nella gloria e la vita eterna». È la promessa del paradiso conquistato con le armi e con il sangue. È il segno che il regime autoritario di Mosca sta abbracciando il totalitarismo, in una metamorfosi che assomiglia a una fuga verso il nulla. Non è il ritorno al sacro, ma uno spettacolo che sotto il nome di Dio nasconde una sfacciata e grottesca professione di fede verso il nichilismo. È una tragedia che si presenta in televisione con il volto della farsa. I più assennati se ne stanno andando, fuggono dall'assurdo, altri non ne hanno la forza o le possibilità, molti si preparano a resistere e combattere contro la maledizione di uno zar riemerso dalle pieghe del tempo, ma c'è anche una Russia profonda che ascolta e ci crede. È lì che Putin affonda le radici del suo potere. È quel continente oscure che rende ancora reali il suo potere e le sue menzogne.
Non c'è purtroppo neppure da stupirsi. Vladimir Michajlovic Gundjaev, nome secolare del patriarca, si è mosso quasi sempre in simbiosi con l'altro Vladimir. Si conoscono dai tempi del Kgb e le loro carriere sono il frutto di una rete di relazioni che all'inizio lì a messi lì come teste di legno per accorgersi poi, troppo tardi, che stavano seduti su troni difficili da scalfire. Kirill, come Putin, ha dialogato a lungo con l'Occidente, con la Chiesa di Roma, ricordando a tutti che suo nonno, sacerdote, fu prigioniero del gulag delle isole di Solovki. La famiglia Gundjaev conosce il terrore, ma non è bastato. Il sedicesimo patriarca di Mosca ha benedetto la guerra e ha definito «forze del male» chiunque provasse a opporsi a Putin. Non è più in grado di evitare lo scisma, con gli ortodossi ucraini che non possono certo riconoscersi nella fede di Kirill. Epifanio, metropolita di Kiev, chiede da tempo sanzioni per il patriarca di Mosca. «Kirill è la voce del Cremlino, uno degli oligarchi. L'Occidente impone sanzioni a tutte queste categorie di persone per influenzare e contrastare la politica aggressiva del Cremlino. Kirill è identico a tutti i propagandisti, oligarchi e funzionari già sanzionati, l'unica differenza è il vestito: lui indossa abiti religiosi». Non certo poveri. Kirill, proprio come gli oligarchi, conosce il sapore della ricchezza.
Il malcontento aleggia su Putin (e la storia insegna). Gino Dato su La Gazzetta Del Mezzogiorno il 23 Settembre 2022.
Il malcontento è un venticello. E la mobilitazione di uomini per la guerra lo fa soffiare forte. Putin mostra perciò ferma volontà di non cedere a quanti vogliono disgregare la Russia, ma definisce «parziale» la mobilitazione in atto. Che significa «parziale»? Che si rivolge solo ai riservisti e a quanti hanno maturato o esperienze belliche oppure, ancora, abilità speciali che possono essere particolarmente idonee allo stato bellico, come alcuni mestieri, per esempio meccanici, o professioni, per esempio medici. Circa 300mila le nuove unità, pagate come soldati a contratto e addestrate prima di andare al fronte, l’1% o poco più dei 25 milioni che la Russia potrebbe mobilitare.
Putin teme il malcontento e le sue manifestazioni attraverso i sondaggi. Come quello che rivela il consenso dei russi all’operazione militare (oltre il 70%) e a Putin (oltre l’80%), ma che scende a solo il 3% della popolazione disposta a combattere per la Russia.
L’invasione dell’Ucraina fu lanciata con un contingente di soli soldati professionisti. Il presidente lo ricorda bene, tanto che, quando ha scoperto la presenza di soldati di leva nei reparti mandati al fronte, li ha fatti richiamare.
Troppo alto il prezzo da pagare. In un conflitto con l’Ucraina che registra l’impopolarità di numerose sconfitte, del logoramento, delle ingenti perdite in vite umane.
Il malumore e il disappunto, frenati da leggi liberticide e da un apparato di polizia occhiuto, comincia a destabilizzare un forte culto della personalità, ormai al potere da più di un ventennio, dalle dimissioni di Eltsin nel 1999. Fino ad oggi non si era visto un sacrificio così ingente di soldati, stimato tra i 45 mila e i 70 mila, e una campagna di arruolamento così massiccia. I disagi vengono enfatizzati da una pretesa conquista che è diventata ritirata. Diserzioni, tradimenti, collaborazionismi, sospetti e torture ordiscono la tela intricata di una guerra civile. Ed è comprensibile, dicono gli stessi uomini dell’establishment, «che l’opinione pubblica reagisca in maniera emotiva».
I sommovimenti nei territori occupati russo-ucraini e il disagio che serpeggia ci confermano che le opinioni pubbliche contano, anche quando, nelle dittature, o nei regimi, sono sotterranee, silenziose, non aperte e articolate come possono essere nelle democrazie.
Temi scabrosi, come quelli della guerra, che sacrifica giovani vite, che conduce alla fame, sentiti come odiosi, hanno fatto spesso irruzione nella storia più recente destabilizzando sempre leader egemoni.
Anche Mussolini era saldo al potere quando nel luglio ’43 il Gran consiglio apre la strada al suo arresto. Le opposizioni covavano tra gli stessi gerarchi, ma si erano andate concretizzando nel mormorio della gente comune, come documentavano i rapporti dei prefetti e le inchieste dell’Ovra, la polizia segreta che spiava intellettuali e popolo. Per carpire gli umori, i desideri – si sa, vox populi, vox dei, voce di popolo, voce di Dio – per una alleanza, quella con la Germania, e una guerra che portavano fame, morti e disonore.
Sicuramente morte e disonore al popolo e alle sue élite portò un’altra guerra dell’età contemporanea, quella degli americani in Vietnam, coinvolgendo non solo gli intellettuali ma tutti i ceti di una democrazia solida e antica. Furono i giovani a cominciare a protestare pubblicamente bruciando le cartoline precetto.
Morti e disonore raccoglie anche Putin che, come ogni leader, non deve fare i conti solo con il dissenso degli intellettuali, sottile, sofisticato, sui principi di libertà. Ma con lo scontento dell’opinione pubblica.
S’inalberano anche i quadri intermedi, cinghie di trasmissione tra il popolo ed il potere. «Le tue visioni, il tuo modello di gestione sono disperatamente fuori tempo e impediscono lo sviluppo della Russia e del suo potenziale umano», hanno in questi ultimi giorni, in concomitanza con la controffensiva ucraina, denunciato alcuni deputati municipali di San Pietroburgo. Eppure quello che preoccupa di più è che, come dice il sociologo russo Lev Gudkov, «non ci sono più né opposizione né media indipendenti che possano trasformare» il malcontento «in azione politica».
Prima o poi la Russia imploderà?
Lo scambio che umilia Mosca. Liberati i "nazisti" dell'Azov. L'accordo: tornano a Kiev 205 soldati del battaglione. In Russia l'oligarca Medvedchuk, amico di Putin e Trump. Angelo Allegri il 23 Settembre 2022 su Il Giornale.
Per il presidente della Duma Vyacheslav Volodin gli uomini del battaglione ucraino Azov erano semplici «criminali nazisti» che meritavano un processo immediato ed esemplare. E ai tempi della loro cattura, alla caduta di Mariupol, i politici russi avevano fatto a gara nel chiedere pene severe fino alla morte. Sono passati pochi mesi e i «nazisti» dell'Azov sono già tutti casa. Tutti salvo cinque, i capi, che in base all'accordo mediato dal presidente Recep Tayyp Erdogan, dovranno rimanere in Turchia (in libertà e con ogni possibilità di frequentare le famiglie) fino alla fine della guerra. Tra loro due nomi ormai leggendari in Ucraina, il comandante Denys Prokopenko (nome di battaglia Redis) e il vice Svaytoslav Palamar (Kalyna).
È il frutto dello scambio di prigionieri più clamoroso mai avvenuto tra Mosca e Kiev. Da una parte 215 soldati di reparti ucraini (ci sono anche 10 foreign fighters, tra cui 5 britannici e 2 americani); dall'altra 55 militari russi, anche loro già arrivati in patria. Questi almeno sono i termini dello scambio secondo il comunicato ufficiale del Ministero della difesa russo. Che ha dimenticato di citare solo un nome (reso noto nella notte di ieri dal governo di Kiev), quello, però più importante, il perno intorno a cui ha girato tutta la trattativa: Viktor Medvedchuk, oligarca ucraino, amico personale di Vladimir Putin, arrestato dal governo di Volodymyr Zelensky poche settimane dopo l'inizio della guerra.
La dimenticanza è il segnale dell'imbarazzo con cui le autorità di Mosca hanno dovuto gestire un accordo che agli occhi dei nazionalisti russi è impresentabile. Ieri i canali Telegram locali ribollivano di indignazione. «Che cosa ci avevano detto due mesi fa? Che non li avrebbero mai liberati» scriveva Grey Zone, considerato vicino al Gruppo di mercenari Wagner. Igor Girkin, ex colonnello del Fsb ed ex capo delle milizie del Donbass era ancora più chiaro: «È peggio di un crimine e di un errore, è stupidità pura». Altri blogger parlavano di sabotaggio, mentre Denis Pushilin, leader della Repubblica di Donetsk, ha detto di capire chi considerava l'intesa «ambigua».
Liberare i «nazisti», contro i quali la guerra è iniziata, appare già difficilmente giustificabile agli occhi dell'opinione pubblica. Se poi la liberazione avviene in cambio del miliardario amico di Putin si rischia davvero il corto-circuito propagandistico. Ma con tuta evidenza, almeno a giudicare dal prezzo pagato per liberarlo Medvedchuck è una pedina per Putin troppo importante. Non solo per i rapporti personali (il leader russo è stato padrino di sua figlia) ma soprattutto per i suoi legami politici e affaristici. Per anni è stato il pro-console del Cremlino in terra ucraina, ma soprattutto ha accumulato una fortuna facendo da mediatore in campo energetico nelle compravendite di gas verso l'Ucraina e l'Europa, uno dei pilastri dell'economia clientelare su cui Putin ha costruoto il suo potere. Non solo. L'oligarca è stato coinvolto anche nelle inchieste americane sulle ingerenze del Cremlino nelle elezioni del 2016. Il businessman era tra i clienti di Paul Manafort, che aveva fatto da consulente ad alcuni politici locali, prima di diventare responsabile della campagna elettorale di Donald Trump. Negli atti dell'Fbi, segnala la stampa Usa, figurano molte telefonate tra uomini vicini a Trump e lo stesso Medvedchuck.
Insomma, il miliardario è con tutta probabilità depositario di molte verità e di molti segreti. E anche per questo Andrij Yermack , uno degli uomni più vicini a Zelensky, ha sentito il bisogno di giustificarsi: «Era uno scambio che valeva la pena fare». E Medvedchuck «ha già detto tutto quello che sapeva».
Chi è Medvedchuk l'alleato di Putin scambiato per 200 prigionieri ucraini. Enrico Franceschini su La Repubblica il 22 settembre 2022.
L’uomo scambiato con duecento militari di Kiev è il più stretto alleato di Putin all’interno dell’Ucraina. Secondo fonti dell’intelligence americana, Viktor Medvedchuk sarebbe stato messo dal Cremlino a capo di un governo fantoccio a Kiev, se l’invasione russa lanciata il 24 febbraio scorso si fosse conclusa rapidamente come sperava Putin rovesciando il governo legittimamente eletto di Volodymyr Zelensky. Le cose per il 67enne oligarca ucraino sono andate diversamente, ma alla fine ha potuto ricongiungersi con il suo padrino politico russo. Se Putin è stato pronto a consegnare all’Ucraina più di duecento prigionieri, inclusi cinque volontari britannici, in cambio della sua liberazione, significa che Medvedchuk è molto caro al leader supremo di Mosca. Non è escluso che sappia cose che Putin preferisce tenere nascoste e anche per questo ha fatto di tutto per averlo in Russia, piuttosto di lasciarlo in mano all’Ucraina e, potenzialmente, all’Occidente che la sostiene.
Di professione avvocato, Viktor Medvedchuk si è rapidamente arricchito durante la privatizzazione selvaggia dell’economia che ha fatto seguito anche in Ucraina al crollo dell’Unione Sovietica. Capo dello staff del presidente ucraino Leonid Kuchma dal 2002 al 2005, è poi stato eletto deputato alla guida del principale partito filo-russo dell’Ucraina. Putin lo ha definito un suo “amico personale”. I due sono stati fotografati spesso insieme a eventi sportivi e manifestazioni. Il presidente russo è addirittura il padrino della figlia di Medvedchuk. Come molti alti esponenti della nomenklatura di Mosca, quest’ultimo ha abilmente mescolato affari e politica, mettendosi al servizio degli interessi del Cremlino.
Nel 2021 è stato arrestato dalle autorità di Kiev con l’accusa di terrorismo e attività contro gli interessi nazionali ucraini. Nel febbraio 2022 è riuscito a evadere dagli arresti domiciliari. Ma due mesi dopo è stato catturato e arrestato dalle forze ucraine. Indossava un’uniforme mimetica ucraina, non è chiaro a quale scopo. Ieri è stato liberato, insieme a 55 soldati russi, in cambio di 215 prigionieri di guerra ucraini catturati dalle forze di Mosca principalmente durante l’assedio di Mariupol. Medvedchuk aveva ospitato di frequente Putin nella sua villa in Crimea. Il suo yacht è stato sequestrato in Croazia dopo che gli Stati Uniti e l’Unione Europea lo hanno messo nella lista di individui legati al Cremlino colpiti dalle sanzioni.
Mykhailo Dianov, il combattente dell’Azovstal dopo 4 mesi di prigionia russa. Alessandra Muglia su Il Corriere della Sera il 23 Settembre 2022.
«Guardate come lo hanno ridotto» dice al Corriere Katherina Prokopenko, moglie del comandante dell’Azov. «Felice che mio marito sia ora in Turchia ma sono preoccupata per le migliaia di difensori ancora in mano russa».
Mykhailo Dianov è uno dei combattenti ucraini liberati nello scambio i prigionieri di mercoledì. Aveva fatto il giro del mondo la foto di lui che regge una tazza con un braccio ferito appeso al collo e l’altra mano che fa la «V» in segno di vittoria, un sorriso accennato nel buio dell’Azovstal della Mariupol accerchiata dai russi. Uno scatto di Dmytro «Orest» Kozatsky, fotografo di Azovstal, pure lui ora libero.
Una delle immagini simbolo della resistenza di questi combattenti piegati da mesi di assedio dentro l’acciaieria ma indomiti. A guardarlo ora, però, questo marine è irriconoscibile. A guardare come lo hanno ridotto quattro mesi di prigionia russa, l’entusiasmo per il suo rilascio, a dir poco, si smorza. L’immagine diffusa sui social da una giornalista ucraina mostra le sue costole in evidenza, il braccio deformato come se fosse stato compresso a lungo, le borse enormi sotto gli occhi, di uno deprivato del sonno. Segni di cicatrici fisiche e morali che non hanno comunque spento del tutto il suo sorriso, anche qui, accennato.
«Guardate come lo hanno ridotto, questa foto è un pugno nello stomaco, penso a quello che stanno vivendo ancora gli altri difensori ucraini finiti in mano russa» dice al «Corriere» Katherina Prokopenko, moglie del super comandante del reggimento Azov.
«Provo emozioni contrastanti: sono felicissima che Dennis sia vivo, che sia stato estradato in Turchia, ma sono molto preoccupata per gli altri prigionieri, sono migliaia, la nostra battaglia non è finita» dice da Washington dove si trova da giorni per sensibilizzare alla causa anche senatori e deputati del Congresso. «Non vedo l’ora di poter riabbracciare Dennis, ma non mi hanno comunicato ancora dove e quando posso raggiungerlo. Mi ha chiamato dalla Turchia, una telefonata brevissima, di nemmeno un minuto: mi ha detto che si trova in un posto sicuro, che sta facendo dei controlli medici, che mi ama».
Azovstal, le foto che hanno colpito il mondo in un libro rivelazione. Foto crude e verità da raccontare. Gli scatti del fotografo di guerra del Battaglione Azov Dmitry Kozatsky - caduto prigioniero dei russi - vincono il prestigioso concorso fotografico francese e diventano libro rivelazione Italia. Davide Bartoccini il 24 Settembre 2022 su Il Giornale.
Le ormai note foto di Dmitry “Orest” Kozatsky, il fotografo di guerra del Battaglione “Azov” che è rimasto asserragliato con i suoi compagni nell’acciaieria Azovstal posta d’assedio da russi, hanno colpito non solo il mondo, ma la giuria del prestigioso concorso fotografico Px3 che ha scelto di premiarle nella categoria “Stampa”.
Mentre il reporter di guerra autore degli scatti che hanno raccontato al mondo cosa è stato vivere asserragliati nelle viscere di cemento della fabbrica di Mariupol era prigioniero degli stessi russi che hanno espugnato la fortezza scelta dal Battaglione Azov come la propria “Fort Alamo”, a Parigi le foto dei feriti, sporchi e sorridenti tra le macerie dell’ex acciaieria d’epoca sovietica raccoglievano un plauso unanime. In Italia uscirà un libro per celebrarlo e parte del ricavato sarà donato per la riabilitazione dei feriti e mutilati ucraini. Contenente tutti gli scatti che Kozatsky - poco prima di consegnarsi ai russi come ordinato ai difensori di Azovstal dal Governo ucraino - è riuscito a caricare su Twitter. Insieme a due contenuti "inediti" per l'America e l'Europa. Le foto, una ventina su almeno un centinaio di scatti immortalati nel corso dei combattimenti per difendere la città di Mariupol, seguirono questo ultimo messaggio: "Beh, questo è tutto. Grazie per il rifugio, Azovstal è stato il luogo della mia morte e della mia vita. Mentre sono prigioniero vi lascio le mie foto in alta qualità, mandatele a tutti i premi giornalistici e concorsi fotografici. Sarà molto bello se vinco qualcosa, dopo essere uscito. Grazie a tutti per il vostro sostegno, ci vediamo”.
Un messaggio che è stato raccolto, e contiene un certo timore per la propria incolumità che il proseguire degli eventi sembra aver scongiurato. Ce ne ha parlato Andrea Lombardi, direttore di Italia Storica: "Dopo aver pubblicato per la prima volta in Italia il libro Valhalla Express. La storia di un nazionalista, rivoluzionario e volontario ucraino nel Battaglione “Azov”, una testimonianza scomoda - sfatante numerosi miti sia degli “atlantisti” che dei “filo russi” italiani - e in presa diretta degli scontri di Maidan e dell’inizio della guerra in Donbass nel 2014, abbiamo deciso di portare all’attenzione dei nostri lettori e del pubblico italiano le eccezionali fotografie di Dmitry Kozatsky, di grandissimo valore artistico e di documentazione storica" spiega Lombardi, che come editore ha sempre improntato il suo lavoro minuzioso nella pubblicazione di testi che vanno a colmare diverse "lacune", rispolverando inediti di mostri sacri come Céline, Limonov, e dell'ex Ss De la Mazière (del quale ha pubblicato per la prima volta in Italia "Il Sognatore con l'elmetto") .
Gli scatti del fotografo-combattente del temuto e controverso Battaglione Azov - molti dei quali completamente inediti - si concentrano sui momenti di combattimento e sull'attesa, vissuta dai combattenti come dai molti civili ucraini, che sono rimasti asserragliati nei sotterranei dell'acciaieria. Tutte le fotografie sono accompagnate dalle "trascrizioni dei comunicati del Comando dei difensori ucraini di Azovstal", spiega Lombardi, che tiene a precisare come grazie al contributo di Monica Mainardi il testo sia integrato di una "necessaria" cronologia dei combattimenti. Un vademecum contro la disinformazione che si è diffusa e est ed ovest del fronte e di quella che era diventata l'ultima sacca di resistenza dell'importante città portuale del Mar d'Azov.
La volontà di fare chiarezza
Non solo spirito di divulgazione, che attraverso le immagini raccogliere l'appello del fotografo già premiato il Polonia e Francia, ma anche la necessità, come voce esperta nel settore storico-militare, di fare chiarezza quando se ne presenta l'occasione. Facendo una ricostruzione doverosa di cosa è stato l'inferno dell'Azovstal, e di tutto ciò di cui invece non è stata trovata traccia sebbene se ne sia a lungo scritto e discusso: "necessaria perché, tra le tante imprecisioni di più o meno disinformati o disinformanti commentatori italiani filorussi o acriticamente antiamericani - una su tutte quella dei pretesi “laboratori biologici e ufficiali Nato sotto Azovstal” - questa fase del conflitto è ridotta alla sola difesa del complesso di Azovstal, mentre le aliquote del Reggimento “Azov”, la Fanteria di Marina e gli altri reparti ucraini sono riusciti a difendere prima i confini e poi la città di Mariupol per mesi, impegnando forze corazzate e di fanteria russe e milizie separatiste di gran lunga superiori in numero".
Questa resistenza estrema, che non può essere paragonata alla fantasioso stoicismo dei "Leoni Morti" di Saint-Paulien, ma che in qualche modo trovo nell'immaginario comune di molti un facile paragone con le SS della Charlemagne, ha impedito all'alto comando russo di di concentrare forze e mezzi su altri fronti. Smentendo più volte le aspettative di Mosca, come quelle dei molti analisti militari occidentali.
Un epilogo diverso da raccontare
"Anche la resa dei superstiti e dei civili ucraini è stata oggetto di accuse tanto infamanti quanto disinformate, mentre è invece avvenuta dietro un preciso ordine superiore delle massime autorità politiche e militari ucraine, e quando ormai da un punto di vista operazionale militare il proseguire quel sacrificio di militari e civili – dopo ben tre mesi di resistenza – aveva un impatto ormai marginale sul corso delle operazioni offensive russe", spiega Lombardi. Che torna a concentrasi sul paragone fatto più e più volte - in virtù delle fascinazioni e para-ideologie neonaziste nutrite dal battaglione Azov - e cerca di fare un po' di chiarezza nell'epilogo delle "difesa a tutti i costi" dal passato recente, e non meno di quello remoto ormai entrato nell'immaginario comune.
"Basti pensare che nella Battaglia di Berlino, la più citata a sproposito a paragone, a parte alcuni singoli casi, le unità della Wehrmacht e Waffen-SS assieme alle ben più numerose forze raccogliticce paramilitari della Volkssturm e Hitlerjugend... esaurite le possibilità di difesa e raggiunti i propri limiti di umana resistenza, una volta ricevuta notizia della morte di Hitler e della fine dei combattimenti, cercarono in massa di sfondare verso ovest per raggiungere gli Alleati, o si arresero all’Armata Rossa, al contrario della pretesa “resistenza sino all’ultimo uomo” di una certa vulgata, comprensibile sulla base di un certo immaginario, ma quantomeno discutibile dal punto di vista storico-militare". Questa realtà oggettiva sfata quindi il mito della resistenza fino all'estremo sacrifico da mito dell'Assedio di Masada (73 d.c.). Solo una cosa può a dire il vero tornare come consuetudine: l'attenta diesamina che i soldati di Mosca hanno effettuato sugli arresi, per separare in base ad interrogatori e addirittura cercandone i tatuaggi, i soldati del battaglione Azov dai fanti di marina ucraini e dagli sbandati degli altri reggimenti che erano rimasti intrappolati nella due "sacche di resistenza" di Mariupol. Allora si pensava per riservare loro un trattamento inumano, o peggio per abbandonarsi alla vendetta. Ma l'epilogo sembra essere stato diverso.
Fino a pochi giorni fa Dmitry Kozatsky si trovava in una “in una prigione nel territorio occupato di Donetsk” sotto il controllo di personale militare filo-russo. Questo era lo stato delle cose, quando il 2 agosto ha ricevuto il permesso di telefonare ai suoi parenti e rassicurarli di essere rimasto in vita dopo la cattura. A riportarlo fu la sorella Daria Yurchenko.
Completamente inattesa la notizia di uno scambio di prigionieri andato a buon fine tra tra Mosca e Kiev. Scambio che ha visto nel "pacchetto" anche il fotografo-reporter Kozatsky. Il capo della Sbu (servizio segreto ucraino, ndr) Vasyl Malyuk ha rivelato i dettagli di questo delicato scambio mediato dalla Turchia, rivelando che 215 soldati catturati nell'Azovstal - di cui 108 inquadrati nel battaglione Azov, compreso il comandante Denys "Redis" Prokopenko - sono stati restituiti a Kiev in cambio della libertà di Viktor Medvedchuk, l’oligarca ucraino amico di Putin, e di altri 51 prigionieri. Un'opzione che era stata definita inaccettabile in precedenza. Adesso Kozatsky scoprirà quanto i suoi scatti abbiano inciso nell'epica di questa battaglia moderna.
(ANSA-AFP il 23 settembre 2022) - In Ucraina "sono stati commessi crimini di guerra", tra cui bombardamenti di aree civili, numerose esecuzioni, torture e orribili violenze sessuali. Lo hanno stabilito gli investigatori dell'Onu. "Sulla base delle prove raccolte dalla Commissione, essa ha concluso che crimini di guerra sono stati commessi in Ucraina", ha detto il capo di una commissione d'inchiesta Onu istituita a maggio per indagare sui crimini di guerra russi in Ucraina.
Gli investigatori dell'Onu in Ucraina hanno documentato una vasta gamma di crimini contro i minori, inclusi casi di bambini "stuprati, torturati e confinati illegalmente", ha detto il capo della Commissione d'inchiesta Erik Mose al Consiglio dei diritti umani a Ginevra. "Nei casi su cui abbiamo indagato, l'età delle vittime di violenza sessuale e di genere va dai 4 agli 82 anni. Ci sono stati episodi in cui i parenti sono stati obbligati ad assistere ai crimini" commessi sui loro cari, ha aggiunto, precisando che in diversi casi è stato stabilito che gli autori erano soldati russi.
Il dossier dell'Onu sulle atrocità del conflitto: "Bimbi stuprati e uccisi, esecuzioni e torture". I primi risultati della commissione d'inchiesta: "Crimini su vasta scala". Andrea Cuomo il 23 Settembre 2022 su Il Giornale.
Bombardamenti su civili, torture, violenze sessuali, esecuzioni. «Sulla base delle prove raccolte dalla Commissione d'inchiesta, questa ha concluso che sono stati commessi crimini di guerra in Ucraina». Lo ha dichiarato ieri, in un primo resoconto al Consiglio del Consiglio dei diritti umani dell'Onu, Erik Mose, presidente della commissione istituita a maggio per investigare sui crimini di guerra commessi in Ucraina dall'inizio dell'invasione russa lo scorso 24 febbraio.
La mossa di Mose è abbastanza irrituale. Di solito le accuse vengono formalizzate in tribunale, ma la dimensione clamorosa delle malefatte russe in Ucraina hanno spinto il presidente della commissione a uno spoiler eclatante dei risultati, che non sembrerebbero dare adito a dubbi: le atrocità commesse sono «su vasta scala e chiare». E l'elenco è incompleto, per il momento l'inchiesta si occupa dei soli abusi commessi nelle regioni di Kiev, Chernihiv, Kharkiv e Sumy. Le città e i villaggi ispezionati sono stati solo 27 e 150 i testimoni intervistati nei luoghi delle stragi e nei centri di detenzione. Mose ha annunciato l'intenzione di andare avanti con l'inchiesta, a partire dall'analisi delle fosse comuni a Izyum scoperte dopo la riconquista della città da parte delle forze ucraine e dalle quali finora sono stati esumati 436 corpi, 30 dei quali «con segni di tortura».
Mose, il norvegese che ha guidato in passato il Tribunale internazionale per i crimini in Ruanda, ha riferito che lui e gli atri due componenti del team di indagine, la bosniaca Jasminka Dumhur e il colombiano Pablo de Greiff, sono rimasti «colpiti» dal gran numero di esecuzioni e dai frequenti «segni visibili sui cadaveri, come le mani legate dietro la schiena, le ferite da arma da fuoco alla testa e le gole tagliate».
Per quanto riguarda gli abusi sessuali, ne sono stati documentati moltissimi, con vittime di età compresa tra «i 4 e gli 82 anni». In alcuni casi «sono già stati individuati i responsabili, i soldati russi». Sotto attacco anche l'infanzia. «Abbiamo documentato un gran numero di crimini contro i bambini, alcuni sono stati stuprati, torturati e detenuti illegalmente», riferisce la commissione. Alle violenze e gli abusi dei russi «talvolta erano costretti ad assistere i familiari» delle vittime. Poi ci sono i bombardamenti indiscriminati, con prove evidenti dell'uso di ordigni esplosivi «da parte dei russi in zone altamente popolate», che hanno provocato stragi tra i civili.
Naturalmente la commissione si è occupata anche dei crimini di segno opposto, quelli cioè commessi dagli ucraini ai danni dei russi. Ebbene, sono solo due al momento i casi di abusi attribuiti ai soldati ucraini ai danni di quelli russi. E ieri in rete sono circolate le foto di Mykhailo Dianov, un soldato ucraino che è uscito vivo dalla prigionia russa: il primo mostra un militare sano e in piena forma, il dopo un corpo scheletrico come nelle foto scattate nel 1945 ai reduci dai campi di concentramento tedeschi. La convenzione di Ginevra? Carta straccia.